Sono al mondo

di lallab
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
Sento gli applausi e mi sospingono da dietro, entro sui tacchi traballando,
mentre David Letterman si alza, saluto il pubblico con la mano, sorrido,
vedo il mio viso sugli schermi, mi giro e mi siedo sistemando il mio abito corto,
David mi guarda da sopra gli occhiali, lui sorride
–è la prima volta che vieni qui? Sei molto più carina della foto della copertina – si
gira verso il pubblico
–vero? Non trovate?- e la folla ruggisce d’approvazione, rido
–grazie- mimo con le labbra, ormai rossa come un papavero.                                                 
-“Sono al mondo”, titolo impegnativo per il tuo primo libro- mi dice David,
accavallo le gambe
–beh a dire la verità sì, volevo un impatto, non doveva dare l’idea che a
scriverlo fosse una ragazzina di vent’anni con problemi esistenziali- spiego
gesticolando
–avevi vent’anni? Ma come mai resto sempre sconvolto dalle età?
Ho dei seri problemi, ora dietro le quinte c’è né un altro che credo abbia
ventitrè anni perché l’ho intervistato un anno fa e ne aveva ventidue,
quindi sì..- mormora tra se, rido
–beh sì ho ventun’anni tra due settimane ne faccio ventidue –sorrido.

Mi alzo
–grazie Cecilie! È stato davvero bellissimo averti qui con noi!- si gira verso il pubblico
–Cecilie Sanders, Sono al mondo, un capolavoro dell’editoria moderna, grazie- sorrido
–a te grazie mille- esco appena entra la pubblicità.
Entro nel backstage e un ragazzo piccoletto, con i capelli scuri, saltella sul posto,
e respira come se stesse per affrontare un incontro di pugilato, scuoto la testa e
mi faccio levare tutti i microfoni.
Il ragazzo si accorge che lo sto guardando e si gira verso di me 
-sei Cecilie Sanders? Oh Dio! Ho letto il tuo libro! Posso dirti che di persona
sei molto meglio che in foto?- sorrido
–oh beh gra..grazie – balbetto imbarazzata
–sono un tuo ammiratore, me lo fai un autografo?- mi chiede
–solitamente io li faccio solo, non li chiedo mai, però stavolta non so
se ti rivedrò mai … - prende un foglio e io cerco la penna, firmo: Cecilie Sanders,
gli do il foglio, lui alza la mano
–grazie, ora vado- si gira
-..
dare il benvenuto a Josh Hutcherson!- urli spaccatimpani riempiono  
il backstage, faccio una smorfia e, seguita dal mio agente, esco.


Tre mesi dopo …

- O.J. io non ci volevo nemmeno venire, lo sai che odio le feste!- batto a
terra il tacco dorato che ho dovuto mettere a forza, incitata dal mio manager
per andare all’after party di non solo quale award. Anoressiche barbie
cinguettano in giro, gente che ride, che urla, un ragazzo mi fissa, sbuffo
e abbasso la sguardo, poi lo rialzo: ma che sfacciato, ancora che mi fissa!
Alzo il vestito verde acido e mi sposto verso il bancone
–un Mojito, grazie- il barman sorride e inizia a preparare, una mano si
appoggia sulla mia spalla, mi giro
– O.J i..-mi blocco perché non è O.J. che mi sta davanti, ma il ragazzo che mi
stava fissando prima: moro, occhi che vanno tra il verde scuro e il marrone,
l’ho già visto, beh dovrebbe essere un attore, mi mordo il labbro e lo fisso
–scusa- bisbiglio
–speravo di rivederti, non sai quanto- mi sussurra lo guardo stralunata lui ride
–David Letterman, circa tre mesi  fa … - lo guardo bene , inclino la testa
–ah sì l’autografo, sei un attore?- annuisce
–già, bello il mio circo vero?- mi guardo intorno
–mm certo, bellissimo - alza le braccia, sorrido e prendo la mia bibita pronta.
-stai bene vestita così e..-
-sono molto più carina della foto- concludo interrompendolo
–me lo avevi già detto- sorrido seduta al tavolo, mi avvicino con il viso al suo orecchio
–devo assolutamente togliermi queste trappole mortali dai piedi, che sono di un
colore che per giunta odio- lo sento ridere
–ok, allora usciamo dai-si alza e mi porge la mano, sorrido mentre un leggero
brivido mi percorre la schiena
–hai freddo?- chiede lui girandosi
–n..no è che magari prendo lo spolverino, l’ho lasciato nel guardaroba- mormoro
–vado io- dice sorridendo, mi stringo nelle braccia e mi guardo intorno.
Torna con il mio soprabito e me lo appoggia sulle spalle, mi giro mentre
stringe le mie braccia e mi ritrovo il suo volto a pochi centimetri dal mio,
mi sto avvicinando, ma un movimento del piede mi fa perdere l’equilibrio,
cado aggrappandomi a  lui che mi cade addosso
– ooggw scusami- mormoro massaggiando il piede
–ti sei fatta male?- chiede avvicinandosi
–si- mugolo, si leva la giacca
–ok la caviglia, se la muovo..riesci a muoverla?- prende con dolcezza la
scarpa e la toglie
–mm fa un po’ male- sussurro
–oh bè se la senti non è rotta- sorride, rimango estasiata dai suoi occhi alla luce
debole dei lampioni, vedo le sua labbra muoversi, ma non sento la domanda che mi rivolge
–eh?- chiedo risvegliandomi
–chiedevo se ce la fai a tirarti su- mi guarda
–oh ci provo, sì, ecco- mi aiuta a sollevarmi e mi mette seduta, su una panchina.
-Ti fa male?- muove leggermente a sinistra, stringo i denti
– si au au!- mugolo
–ok, ospedale- lo fisso
–no, ti prego O.J. mi ammazza!- Josh sorride, abbiamo parlato un po’ mentre mi
muoveva il piede, si chiama Josh e fa l’attore, ha recitato anche in “Un ponte per Terabithia”, purtroppo
io non l’ho mai visto, usciva sempre qualcosa da fare quando trasmettevano quel film in tv.
Tira fuori l’i-phone e compone velocemente un numero
– Cyntia sì sono io … non gridare! Sono qua fuori, devo andare all’ospedale,
nulla di grave … devi stare zitta!! Fammi parlare! Avvisa..- mi guarda
–Osvaldo Jemson - dico
–Osvaldo Jemson, che Cecilie Sanders è con me ed è tutto ok- fa una pausa e
mi fa l’occhiolino, sorrido
–ok ciao-  Attacca
-..fatto!- annuncia battendo le mani, mi prende in braccio e mi porta verso un
suv mettendomi sul sedile del passeggero, mi dà un bacio sulla guancia
–tutto ok- mormora.
Il dottore strappa un pezzo di nastro adesivo e completa la fasciatura, sorride
–ok non devi muoverla per circa uno o due giorni , fatti mettere la fasciatura
ogni giorno nuova per una settimana, niente tacchi e riposati- mi da un buffetto
sul braccio
–arrivederci- mormoro insieme a Josh, mi guarda di sottecchi
–hai sentito, niente tacchi,  tu tanto li adori no?- ride, sorrido
–certo la mia vita non sarebbe la stessa senza un plateau alto due centimetri!!-
piagnucolo, mentre mi aiuta ad alzarmi.
Usciamo dal pronto soccorso della Clinica privata di Saint Helena, a Beverly Hills,
zoppico lievemente, 
–uffa!- mormoro, guardando l’orologio nella sala di guardia
–avevo l’aereo mezz’ora fa!- Josh si gira
–dove dovevi andare?- lo fisso imbronciata
–a casa-borbotto, scuote la testa
–sono Britannica, precisamente di New Castle ! Dovevo tornare a casa mia-
punto le mani sui fianchi,lo guardo dolcemente
–potresti aiutarmi a trovare un albergo? Per stanotte? Domani prendo
il primo volo- sorride
–mm no … tu vieni  da me- mi solleva
–scusa dove?- chiedo
–a casa mia- scandisce bene le parole come se stesse parlando ad una sorda
–ma non se ne parla nemmeno!- mi agito mentre mi mette in macchina.
Per tutto il breve tragitto chiacchiera allegramente, io lo fisso torva,
appena arriviamo, le luci che sono accese annunciano che non saremo da soli
–o..oh Josh i … i tuoi genitori?- lui ride
–non sarà un problema per loro- dice sicuro.

Entriamo, io zoppicando, mentre lui mi aiuta, un ragazzo esile sui diciotto anni
ci viene incontro
–ciao brot ..Cecilie Sanders!! Oddio! Mamma!!!Papà!! – chiama dall’ingresso
–oddio non ci credo! Chris!  Chris!!!- una donna piccolina bionda e rotondetta mi
guarda
–ciao tesoro, ma lei è davvero?- chiede avvicinandosi a Josh
–si mamma, lei è Cecilie, Cecilie questa è mia madre, Michelle, lui è mio fratello
Connor  e … - si gira      
 –e arriva HutcherDAD! Così mi chiamano le Hutchers! Chris Hutcherson piacere-
mi porge la mano –salve- dico
–mamma può usare la camera degli ospiti? Doveva prendere un aereo, ma si 
è slogata la caviglia e la ho ospitata qui- Michelle sorride
–si, ma certo casa è tua, dov’è l’award caro?- dice guardandolo
–nel suv credo- Chris scuote la testa ed esce per recuperarlo.
Josh mi guida
–allora: camera dei miei, poi c’è la stanza Orange, e la stanza degli ospiti ecco qua-
apre una semplice porta ma vedo il paradiso : un letto di legno scuro con l’armadio blu,
i comodini uguali e le abat-jour , di stoffa scura.
Entro zoppicante
–wow grazie- Josh apre l’armadio
–allora coperte sei hai freddo e asciugamani, bottigliette d’acqua e.. un bel pigiama,
è mio … so che sono grande, ma spider man è il mio super eroe, mingherlino, mozzicato
dalla fortuna, diventato un eroe, come me: bassetto, ma che sa il fatto suo- sorride
–ok – mormoro, mentre esce
–grazie – dico, chiude e mi lascia da sola.

 


Buona sera! sono tornata, con una nuova storia, nuovi personaggi e panorami,
sono contenta di essere ritornata...allora fatemi
sapere che ne pensate, con taaante recensioni, ditemi se vi sembra lenta ..insomma,
fatevi sentire!!! Cercherò di aggiornare massimo  entro una settimana ... a presto allora!
                                          
                                                           XOXO Lallab

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Apro gli occhi e una luce aranciata me li fa richiudere, metto una mano sopra e mi siedo
–buongiorno- una voce roca mi fa voltare
–oh buongiorno Josh, ehm, che ore sono?- chiedo cercando una sveglia
–credo le undici.. posso?- chiede indicando il letto
–è casa tua questa, prego- si siede
–allora, la colazione è di là, ti serve qualcosa?- domanda fissandomi
–beh in realtà dei vestiti, le mie valigie le ha O.J. uffa!- batto le mani sulla coperta, scendo dal letto, dimenticandomi
della caviglia slogata, mi affloscio sotto il peso
- ou ahia!- mugolo Josh mi prende sotto le ascelle come una bambina,
–ehi ok è tutto ok- mi solleva di peso,grugnisce e mi porta in veranda, mi posa su dei cuscini arancioni, mi sistemo
–wow- mormoro
–vivo in alberghi a cinque stelle, ma non hanno una colazione così..-sorride e si prende una fetta di pane
–beh è il pasto più importante della giornata, e poi io non mangio quasi mai a pranzo, sono sempre in giro- annuisco e mi verso il caffè
–beh è naturale, un po’ tutti credo che a pranzo mangino poco, è diciamo … secondario- sorride
–perché ridi?- chiedo, lui posa il pane
–perché con te sto parlando di pasti, cioè della cosa più naturale di questo pianeta, non sei sconvolta perché hai
Josh Hutcherson davanti agli occhi, appena alzato, con addosso una maglietta e dei pantaloncini,
sei spontanea, è sorprendente..ecco- conclude, sorrido.

-No Josh, dai è troppo, pago io!- urlo al telefono mentre aspetto i vestiti che Josh si è offerto di andare a prendere
-gli ho dato la mia carta di credito,
ma non mi da retta- piagnucolo, Michelle sorride
–se sei un’ospite devi essere paziente, Josh è molto generoso con gli amici- sistema le ultime cose della colazione e si gira
–a proposito il vestito l’ho mandato in tintoria, va bene?- abbasso le spalle
–no, Michelle non dovevi- lei alza un sopracciglio finissimo
–ok ok va benissimo grazie- mi arrendo alzando le mani
–deve ritirarlo nel pomeriggio Chris, a che ora parti?- la guardo
–non so, veramente io pensavo stasera, stavo giusto per prenotare- guardo il mio i-phone e cerco il numero della compagnia di volo, appare Connor
– cià Cecilie, Mà che hai visto il mio progetto di Biologia molecolare, sulle particelle elementari?- entra in cucina
–sì è là sul mobile, tesoro, si può sapere perché li fai in cucina i compiti? Abbiamo uno studio. Le camere da letto..- scuote la testa
–ma mamma la cucina stimola!- esclama Connor
–vero Cecilie? In un’intervista ho letto che il libro lo scrivevi in cucina di notte, è vero?- io sorrido
–stranamente è vero, di solito sono tutte cose un po’ distorte, in questo caso hanno detto la verità- guardo Michelle
–beh se ti viene un capolavoro come quello di Cecilie lavorando in cucina.. trasformo la casa intera in una cucina- rido,
mentre la porta si apre ed entra Josh
–ok ti ho preso un po’ di cose, vedi quale preferisci per un giro in moto, lo guardo malissimo
–mi bastavano un paio di pantaloncini e una maglietta perché non mi hai dato retta?- lui ride
–perché è bellissimo vedere le facce deluse delle commesse mentre gli dico "è per la mia ragazza"- scuoto la testa e lo spingo,
prendo i sacchetti che mi sventola sotto il naso e filo,zoppicando, in bagno.
-come stooo?- esco e mi giro zoppicante facendomi vedere, ho addosso degli short jeans chiari, una maglietta con la bandiera americana,
e il reggiseno nero che si intravede, gli stivaletti corti scuri,
-benissimo- mormora, mi prende la mano, io sorrido
–Josh, senti io in teoria, dovrei tornare a casa … in Inghilterra sai … - alza gli occhi al cielo
–senti niente scuse, giro in moto e, stanotte, aeroporto- alza una mano e mostra due biglietti, li prendo di scatto
–oddio, ma tu vieni con me?- arriccio il naso
–si, non ho mai visto New Castle credo che una ragazza del posto per farmi da cicerone sia perfetta- sorrido
–sei tutto matto- mormoro dandogli i biglietti
–ah! oddio i soldi per tutta questa roba … come facciamo? Te li do lì? Ora ho solo la carta di credito e i bancomat
americani non me la accettano, solo i negozi- dico andando lentamente verso la porta, lo sento sbuffare
–lo hai mai ricevuto un regalo?- chiede prendendo le chiavi
–sì- incrocio le braccia
–hai dato, a quella persona, i soldi che aveva speso?- chiede ancora, sbuffo
–no- sorride
–logica, JHutch 1- Sanders 0- scoppio a ridere
–maturo- mormoro.

Scendo dall’aereo con la caviglia che strepita e urla, Josh scende dopo di me
–wow- mormora guardando il cielo
–dove sono le nuvole?e il cielo plumbeo? È meraviglioso!- aggrotto le sopracciglia mentre mi metto gli occhiali da sole
–stereotipi- alzo le spalle
–dici?- chiede affiancandomi
– yep!- esclamo.
Stringo forte mia madre, che mi singhiozza nell’orecchio da dieci minuti, O.J. sta facendo un baccano tremendo,
mio padre e mia sorella mi sorridono, Josh è stato “rapito” da mia zia Louise che gli sta facendo il terzo grado.
Mentre usciamo dall’aeroporto, Josh mi chiede
–da quanto tempo è che manchi?- abbasso gli occhi
–un anno- mormoro, lo guardo e stringo le labbra, non devo, non posso, non voglio dirglielo, ci starei troppo male a ripensarci,
Josh è un amico, ma ho paura, dopo tre anni ,io, ho paura.
Scendo dall’auto
–una ragazza semplice?- chiede Josh ironico, scaricando i bagagli e fissando la mia casa
–qual è il tuo problema Hutcherson? Tu vivi praticamente in un albergo a ottanta stelle e rimani scioccato dalla mia villetta?- sbuffo,
poggiando a terra il trolley rosso, si mette le mani sui fianchi
–e la chiami villetta?- ride
–oddio Josh! mi aiuti? Te la contempli dopo casa mia!!- urlo, con gli occhi fuori dalle orbite per lo sforzo.
Entriamo e mia nonna Clarisse ci viene incontro
–Cecilie! Amore di nonna!- esclama abbracciandomi
–John!- urla, contro Josh che mi fissa dubbioso
–si chiama Josh, nonna- lei sorride
–sì, sì, non importa, è uguale- lo prende sottobraccio e lo porta in salotto, alzo gli occhi al cielo
–senti, Cecilie io non capisco, mi potevi chiamare è venuta una manager …!! – strilla O.J. nel mio orecchio
–e che diamine, la pianti di urlare?!- urlo
–ti ho già spiegato tutto, non puoi rompermi di nuovo Jemson!- lui si scurisce, quando lo chiamo per cognome vuol
dire che sono davvero arrabbiata.
Zoppico in salotto, Josh è davanti al camino e sta guardando le mie foto, sorride
–facevi pattinaggio?- abbasso la testa
–sì, ero una fan di Tonya Harding l’ho anche incontrata, mi ha messo questa..- vado verso la vetrinetta e
indico la medaglia d’argento in primo piano
–seconda classificata ai campionati nazionali- annuncio soddisfatta.
Mia madre e mia sorella portano in tavola il pudding, mi tiro indietro
–oddio, basta- incrocio le braccia sulla pancia
–sto scoppiando- mia madre si è scatenata con il corso di cucina, un anno fa, mi ricordo, che aveva fatto il suo famoso “timballo”:
un’accozzaglia di verdure dai sapori più orrendi in assoluto,l’avevo buttata nel cestino appena ero tornata in camera,
mia nonna mi guarda severa
–sei magrissima! Josh è vero che è magra?- guardano tutti Josh, io sbuffo
–beh … in effetti, sei magra- lo guardo scioccata
–Josh!- urlo facendo ridere tutti, incrocio le braccia imbufalita.
Dopo pranzo, salgo in camera e mi butto sul letto, con la mia povera caviglia che mi fa un male cane, Rachel, la nostra colf,
ha disfatto le mie valigie, mi alzo lentamente e vado verso l’armadio, frugo in basso, tiro fuori le mie foto:
quando sono andata in Irlanda, i miei viaggi con l’inter rail dopo il diploma, poi le mie gare di pattinaggio,
la mia festa dei diciotto anni, le foto con Giselle, il cane che mio padre mi regalò per il mio diciassettesimo compleanno,
e Riley il mio ex fidanzato … chiudo la scatola di botto e asciugo una lacrima solitaria, sfuggita alle mie palpebre,
ormai sigillate da più di un anno, bussano alla porta
–avanti!- mi schiarisco la voce e prendo un cuscino in grembo, Josh entra
–ciao- dice sorridendo
– ciao- sorrido, lui si siede
–che hai? Sei stanca?- mi mette una mano sul ginocchio
–niente, perché?- chiedo incuriosita, scuote le spalle
–ti vedo giù- si avvicina e mi abbraccia, rimango sorpresa, con la bocca improvvisamente asciutta
–sei buono con me, anche se sono acida- abbasso lo sguardo, con due dita mi solleva il mento
–ehi,non sei acida, solo un po’ “yogurtosa”- rido come una matta buttandogli il cuscino in faccia, mi stringe le braccia, io lo fisso negli occhi …
-Cecilie, mamma dice che.. OPS scusate!- strilla mia sorella, mi sciolgo dalla presa di Josh
–no, Charlotte! Che voleva mamma?- lei mi guarda maliziosa
–devi scendere, per vedere un vestito per la festa di beneficenza di papà- alzo gli occhi al cielo
–sì ora scendo- mi giro e tendo la mano a Josh
–vieni?- lui mi guarda
–vestiti? Oddio!- si alza e sbuffa
– dai, un piccolo sacrificio per me?- sorride
–ok- sorrido e scendiamo.

-Solo l’ultimo, su!- trilla mia madre, faccio una smorfia e torno in bagno per provare l’ultimo: color beige
scollatura profonda a V, esco dal bagno zoppicando
–oh tesoro!! Sei bellissima! Sembri Marylin Monroe - dice mia nonna sorridendo, mentre sistema il vestito
di mia sorella sul manichino, la guardo seria
–nonna era bionda, io sono castana- indico la mia testa
–chiara, i tuoi capelli sono castano chiaro- interviene mamma, facendomi voltare per farmi guardare allo specchio
–si, mi piace, posso toglierlo?- chiedo con le mani giunte, scoppiano tutti a ridere, compreso Josh, che
sta seduto sul divanetto, vicino a mia sorella che se lo sta letteralmente mangiando con gli occhi, sorrido e,
facendo una giravolta molto goffa, rientro in bagno.
Prima di cena, io e Josh troviamo un po’ di pace: mia sorella doveva uscire con mia zia Louise per una festa,
mia madre e mia nonna si sono barricate in cucina e mio padre legge nel suo studio, mentre passeggiamo in giardino Josh
mi fa tante domande alle quali rispondo, sempre più curiosa di sapere perché è così interessato
–che lavoro fanno i tuoi genitori?- mi fermo e scoppio a ridere
–perché ridi?- chiede, lo guardo e sorrido un’ultima volta
– Sanders è un nome d’arte, o meglio una parte del mio cognome: Cecilie Mary Clarisse Sanders- Graham - porgo la mano
–piacere- sorrido
–sei nobile?- chiede Josh , sedendosi sul dondolo
–diciamo, ma non è esatto, discendo da un clan scozzese antichissimo- lo guardo serafica, sedendomi a mia volta
–mio padre ha una rendita di ottomila sterline al mese e mia madre è di origine americana, suo padre era un’azionista
a Wall Street le ha lasciato un patrimonio che, sinceramente, non abbiamo bisogno di toccare visto la nostra situazione finanziaria- lui mi guarda
–non fai altro che stupirmi- scoppio a ridere,trascinando anche lui.



Eccomi, come promesso ho pubblicato entro una settimana, sono stata cinque giorni a Berlino, è una città meravigliosa, ho avuto anche la bellissima opportunità di vedere dal vivo Shailene Woodley e Theo James, e di vedere in anteprima mondiale "Insurgent", il secondo capitolo della saga di Veronica Roth "Divergent". Comunque, che ne pensate? Questi due sembra che stiano diventando piuttosto intimi...e chissà perchè la Nostra Cecile piangeva vedendo le foto....mah, nel prossimo capitolo si sveleranno molte cose...e sarà presente (nel corso della storia) anche la fredda e stupenda Berlino. Fatemi sapere che ne pensate intanto vi mando un enorme saluto
A presto!!!
XOXO Lallab

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il giorno dopo, porto Josh in giro per Newcastle, decido di portarlo subito al Victoria Tunnel.
Mentre una folla di turisti ci passa vicino, Josh mi stringe a lui
–fa freddissimo qui, stammi vicino che conserviamo il calore corporeo- lo fisso
–scemo!- esclamo dandogli una botta sul petto.
Cammino davanti, sicura e tranquilla, avrò visitato questo posto ottanta volte
–è stato costruito sotto il regime della regina Victoria, la trisavola della nostra regina attuale: Elisabetta II,
era usato per trasportare carbone, durante il periodo nel quale la rivoluzione industriale era al culmine- mi giro,
mentre Josh mi fissa a bocca aperta
– beh, ammetto che ho un debole per la Scozia-  sorrido
–anche io- mormoro, girandomi per proseguire.
Verso le due del pomeriggio usciamo dal tunnel ,per andare a mangiare, mentre Josh litiga con il suo i-phone, io imposto sul
navigatore della mia auto l’indirizzo di un ristorante vicino al fiume,
-ehi dove andiamo?- chiede Josh riemergendo
–in un posto magico- sussurro.
Siamo al Food Social, il ristorante dove ho iniziato a scrivere il libro, quando lo dico a Josh, mi guarda di sottecchi
–come J.K. Rowling!- diciamo insieme, scoppiamo a ridere fino a quando arriva il cameriere per le ordinazioni
– Blaine! Oddio! Quanto tempo è passato?- mi alzo, abbracciando il mio migliore amico,
-un sacco di tempo Cecilie, davvero troppo, ti trovo in gran forma- sorride
–grazie- mormoro
–beh, non facciamo i maleducati – guarda Josh e io mi ricompongo
–oh giusto Blaine, lui è Josh, Josh lui è il mio migliore amico Blaine- faccio una specie di gesto con le braccia, mentre loro si stringono le mani.      
-Che ci fai qui?- gli chiedo, mentre posa gli antipasti
–sono il co-proprietario , insieme al vecchio proprietario, non sapeva a chi lasciarlo e ha deciso di chiedere a me- 
-così, di botto?- chiedo lui annuisce sorridendo
–mi vedeva spesso qui, a leggere il tuo libro e un giorno abbiamo parlato e se n’è uscito con questa storia … e quindi
tu scrittrice famosa e io socio di una catena di ristoranti, chi lo avrebbe mai detto?- gli squilla il cellulare e si allontana con un gesto
–è il tuo ex?- mi chiede Josh, scoppio a ridere, lui mi fissa stralunato
–perché? Che ho detto?- mi metto una mano sulla bocca
–possibile che non hai capito? SBNN non ti ha insegnato niente? Blaine è gay!!- rido alla sua espressione scioccata
–sei bellissimo! Da foto!- lo indico
–dai Josh, la vita è una continua sorpresa!- esclama Blaine tornando davanti al nostro tavolo e dandogli il vino, Josh sorride
–WOW- mormora.
Esco dal ristorante, con Josh che combatte con l’ombrello
–è così complicato?- chiedo girandomi
–la California ti ha fatto dimenticare come si apre un ombrello?- chiedo puntando le mani sui fianchi
–monta in auto, domani ad Alnwick, confine con l’Inghilterra - annuncio soddisfatta.
Siamo in auto e lui mi fissa
–cos’è questo silenzio?- chiedo guardandolo
–non posso credere che sei la stessa ragazza che ha scritto un libro come “Sono al mondo”- dice annuendo fra sé
–che cos’ha il mio libro di tanto diverso da me?- chiedo, alza le sopracciglia
–niente, ma tu sei così fresca e buona e giovane e bella che non so cosa ti abbia spinto a descrivere il dolore della perdita
così intensamente, insomma è una cosa che sanno fare bene gli anziani, che hanno avuto la loro vita, tu la tua la hai
appena iniziata, come hai fatto?- mi guarda costernato, io sorrido rigida, ma una lacrima scende sul  mio viso.

- Riley è morto tre anni fa, era ottobre, stavamo insieme da tre anni, eravamo ragazzini ma ci amavamo, lui è stato il mio primo bacio,
la mia prima volta, insomma, ero sua e lui era mio, ci appartenevamo, poi, quel giorno, eravamo d’accordo per incontrarci dopo i corsi
del pomeriggio , faceva freddo e gli alberi erano tutti sui toni del giallo e del rosso fuoco, l’ho aspettato per ore, seduta alla caffetteria,
ma lui non sarebbe mai venuto, mia madre mi venne a prendere nel cuore della notte e mi portò a casa, dopo di questo non ricordai nulla,
fino a che non scrissi il libro, le parole fluivano come se le avessi in testa da sempre e così è andata avanti per giorni, mi sono laureata
in letteratura con un anno di anticipo, poi mio padre ha pubblicato il libro e sono diventata Cecilie Sanders - sono seduta in giardino sull’erba
umida con Giselle che gioca con il mio cardigan di cotone, Josh è accanto a me in silenzio mi guarda di sottecchi
–se c’è una cosa che volevo evitare era che tu, o chiunque altro, mi guardaste con aria penosa..- mi blocca, con un dito sulle labbra
–sei la persona più forte che io abbia mai incontrato-  sorrido
–e tu hai incontrato Stallone- ride e mi fa sdraiare sull’erba mette la testa sulla mia pancia e io giocherello con i suoi capelli
–che belli che sono i tuoi capelli- lo sento ridere
–davvero? Volevo tagliarli- dice
–non osare- sibilo infuriata, sospira
–sono un attore, devo tenerli così fino a che la produzione vuole, baaah- fa un gesto con la mano e scoppio a ridere.

La serata di beneficienza organizzata da mio padre è come la ricordavo: una noia mortale, ma il giorno dopo ci sono
i commenti acidi di mia zia, mia madre, mia nonna e mia sorella sui vestiti delle invitate, giro per il giardino con aria
infastidita il piede è intrappolato in un sandalo tacco cinque, la mia settimana di fasciature è finita, ma fa ancora male.
Un flute di champagne si posa sotto il mio naso, il suo odore dolciastro mi riempie le narici
–grazie Hutch, ma devi proprio partire domani?- gli chiedo, annuisce
–tanto devi tornare in America, tra un mese giusto?- dice fissandomi serio
–sì, la mia casetta sarà pronta, finalmente- sospiro
–allora un brindisi: alle nuove vite che incominceranno e a quelle che ormai fanno parte del passato- facciamo tintinnare i bicchieri e beviamo insieme.                                                                                                        
Sventolo la mano dalla vetrata dell’aeroporto, ma lui non può vedermi , sorrido e prendo la mia borsa di Prada che Osvaldo insiste nel farmi portare,
sbuffo sentendo il cellulare che suona 
-sì?- rispondo non sento nulla quindi mi tappo un orecchio con una mano e cerco di restare in equilibrio sulle scale mobili, sbuffo e attacco
–richiamerete se è urgente- ringhio. Mentre sono in macchina lo risento vibrare, spingo l’auricolare            
–sì?Pronto?- sento delle voci e poi una voce squillante
–pronto? Signorina Sanders?- alzo gli occhi al cielo “lavoro”
–Sono Alissa Adreshii dell’ufficio della Signora Forlkemberg, da Berlino – spalanco gli occhi
–sì, certo mi dica- dico, assumendo una voce leggermente meno scocciata
–allora, volevamo sapere per quanto riguarda i permessi che lei ha firmato per la traduzione del suo libro in tedesco … - 
oddio li ho scordati alla casa nuova! Porto una mano sulla fronte, che scema!!!
–Sì, certo provvederò a inviarglieli al più presto- dico accostando sul ciglio della strada
–perfetto, perché in teoria i nostri interpreti sono già stati selezionati e la trama e la copertina sono state stampate,
provvederemo a inviarle presso New Castle queste ultime cose non appena saranno controllate dalla nostra sovrintendente- annuisco
–bene, perfetto quanto prima le saranno inviati i documenti necessari, a risentirci allora- la sento sorridere
–a risentirci- mormoro chiudendo la chiamata.
Rientro a casa sotto una pioggerellina fitta, sbuffo e corro dentro, all’entrata Rachel mi porge i dopo-scii caldi e morbidi che uso come ciabatte
–grazie- le dico, lei sorride e mi prende la giacca, entro in salotto lentamente e mi siedo sul divano e arriva mia sorella
–ehi nooo smamma dai io ho bisogno del divano!- mi metto una mano sugli occhi, mentre entra nonna
–Charlotte lascia in pace tua sorella! Ma dov’è Josh?- dice guardandosi intorno
–è partito un’ora fa- mugolo massaggiandomi gli occhi, lei sospira e mia sorella incrocia le braccia sotto il petto
–vuoi una tisana? Ne ho una nuova, alla passiflora e tiglio- chiede mia nonna
–sì, grazie nonna- mi alzo
–tieniti pure il divano- dico facendo un gesto a mia sorella, salgo in camera e mi metto una tuta comoda e gli occhiali,
riscendo e trovo una tazza fumante e profumata in veranda. La veranda è il mio posto preferito dopo la cucina, è interamente di vetro
con soffici divani, mi avvolgo in un plaid e mi lascio cadere tra i cuscini di un sofà, guardando fuori e stringendo la tazza calda tra le mani.

Sorrido e invio il messaggio, Josh mi ha mandato una foto con tutti i trucchi che usano per lui e io gli ho risposto:
< meno male che sei maschio, non è che mi nascondi qualcosa?>  ora rido come un ebete, mentre cammino lenta
in giardino, finalmente è uscito il sole dopo una settimana di pioggia, il telefono vibra di nuovo
* ho inviato per fax le carte che mi hai chiesto * sorrido e gli mando un messaggio di ringraziamento,
cammino, mentre Giselle scodinzola vicino a me con una palla rossa in bocca, mi chino a prenderla
–ok, piccolo mostro, prendi!- tiro la palla che finisce in un vaso di fucsie, mia madre mi ucciderà, la recupero e la rilancio guardando
Giselle che corre per prenderla. Dopo un’ora sono seduta sul dondolo con Giselle in grembo, sento un urlo e vedo mio padre
che corre verso di me
–Cecilie! Amore! Mi ha chiamato Gilbert, da Los Angeles! Oddio non ci posso credere è bellissimo..io,  mamma mia devi organizzarti … - lo
blocco con una mano
–papà mi spieghi che significa? che stai dicendo?- lui mi fissa sorridendo
–vogliono fare un film tratto dal tuo libro- .




A Karen e Veronica, amiche del mio sole estivo, ali di farfalle, al battito del mio cuore...
Un enorme saluto a voi! come vedete ho pubblicato prima di una settimana, non vedo l'ora di finire, spero che anche voi finirete
per amare Josh e Cecilie come li amo io.Spero di ricevere al più presto delle recensioni, e qualche visualizzazione in più, comunque 
vi mando un grosso abbraccio lo stesso....ah il nome di Cecilie si pronuncia (Sesil) è un nome che mi è venuto in mente tempo fa
e che mi piace tantissimo...quindi niente un saluto e alla prossima!!!
                                                                                                                      
                                                                                                                                   XOXO Lallab

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Scendo dalla macchina e assaporo l’aria calda di Los Angeles, mando un messaggio a Josh che sta girando
delle scene per un film e guardo casa mia, finalmente, prendo le chiavi e chiudo il cancello da lontano, entro
silenziosa, l’odore della vernice mi riempie il naso, guardo il salotto dipinto di grigio caldo con la frase “Dream”
scritta in nero, il divano di pelle nera, di fronte al televisore schermo piatto e un caminetto elettrico, entro nella
mia immensa cucina e sorrido guardando la quantità illimitata di oggetti, che mi ha sistemato la donna delle pulizie,
assunta da Osvaldo, prendo le valigie e le porto al piano di sopra, apro la porta della stanza e sorrido, una
stanza bianca, con le immagini delle Hawaii appese al muro, sorrido e poso la valigia sul letto, inizio a disfarla e a
mettere le cose nell’armadio, uno squillo al cellulare
–ehi, nano-rispondo, lo sento ridere
–grazie, Naomi Campbell!- alzo gli occhi al cielo
–sono comunque più alta di te Josh,dimmi tutto- apro la finestra, poi vedo un tizio in canottiera gialla su una moto nera
che ringhia appena fuori il cancello di casa mia
–ma ti vedo!- dico sventolando la mano, lui ride
–sì anche io ora! Non sapevo come farti aprire il cancello blindato della Casa Bianca, qui- scoppio a ridere e scendo di corsa
– non ho ancora il citofono! Scusa!- esclamo attaccando, faccio scattare il cancello e apro la porta aspettandolo sulla soglia a braccia incrociate.
-Allora, cosa ti porta qui? Non avevi le scene da girare?- chiedo posando una caraffa di the ghiacciato
alla pesca sul tavolino del soggiorno, lui allunga le gambe
– beh primo: dovevi vedere il mio nuovo  bolide, secondo: oggi prove con le comparse, terzo: ho una pausa
di due settimane per problemi tecnici quindi sono tutto dedicato a te oggi, contenta?- sorrido e gli verso del the
–certo! Guarda, devo appendere due quadri e devo sistemare le cose nell’armadio, sei davvero il benvenuto- la sua faccia sbianca e scoppio a ridere.

–No, è storto, più a sinistra- sorrido, mentre fisso i muscoli di Josh contratti per lo sforzo
–certo che Hunger Games ti ha fatto bene, Clapton Davis non era un gran macho- si gira, scioccato
–hai visto i miei film?- sorrido
–certo! Tutti, sennò chi interpreterà il protagonista maschile, nell’adattamento cinematografico del mio libro?- domando
in tono enfatico, lui molla il quadro e salta giù dal letto, mi stritola in un mega abbraccio 
-sei sicura?- mi guarda
–oh yes baby, ma appendi quel quadro, che stasera ti porto a cena fuori- guardo la sua faccia
–andiamo con il tuo bolide, okay- annuisco sconfitta, lui sorride soddisfatto.

Scendo dalla macchina per entrare da Starbucks e prendere il mio cappuccino e un donut, mi giro perché sento dei
rumori fastidiosi e un migliaio di flash mi inondano, mi copro gli occhi ed entro nella caffetteria. Mentre mi avvicino al bancone
dietro la fila chilometrica, cerco un modo per uscire da lì con i bulbi oculari non fritti dai flash, fisso il barista e mi
viene l’illuminazione, appena arriva il mio turno mi chino verso di lui
–scusami, senti, qui fuori è pieno zeppo di giornalisti, non è che mi potresti aiutare? Hai qualcosa da prestarmi per
non farmi notare? Magari torno po
meriggio a prendere l’auto, va bene?- gli dico allungandogli una banconota
da cinquanta dollari, sgrana gli occhi
–no, non mi devi pagare, credo di capire il guaio … allora aspetta un minuto … Brad! Brad!!- fa cenno ad un suo collega
–mi sostituisci qui un minuto?- Brad  fa cenno di sì e il ragazzo mi chiede di seguirlo nel retro, entro e mi ritrovo in una stanza
bianca e verde con una sfilza di armadietti verdi e un tavolo enorme bianco circolare con lo stemma di starbucks al centro,
seguo il tipo
–quella è l’uscita secondaria -dice facendo un gesto frenetico verso una porta verde scura
–vediamo per la trasformazione, allora ho una felpa con il cappuccio, può andare?- mi chiede fissandomi perplesso
–sì, sì perfetto- sorride raggiante
–come ti posso ringraziare?- chiedo timorosa
–con un autografo?-dice quasi con paura, sorrido e mi porge un quaderno
–come ti chiami?- chiedo, aprendo una penna
–Nathan – sorride
–allora … A Nathan per questa salvata epocale, grazie mille: Cecilie Sanders – scandisco bene, appena finisco gli do penna, 
 quaderno e un bacio sulla guancia, si tocca il viso stupito
–grazie- sussurra, gli faccio l’occhiolino ed esco dalla porta.


Una settimana dopo:  Appena rientro dallo jogging suona il telefono
–pronto?- chiedo con il fiatone
–Cecilie! Si può sapere perché sei sui telegiornali?- la voce di O.J. mi perfora il timpano come un razzo
–cosa?!- prendo il telecomando e accendo sulla CNN la mia foto, di starbucks, oh cielo, gemo e mi butto su
uno sgabello della cucina, che pizza, ora anche andare a prendere un cappuccino in santa pace è diventato difficile.
Il giorno seguente esco con Josh che è in pausa, prendo la macchina e mi avvio verso Beverly Hills, mentre guido
accendo lo stereo e parte “Empire State Of Mind” di J-Z e Alicia Keys, mi piace un sacco, perché New York, ma in generale
  l’America, è il paese dei sogni che diventano realtà. Scorgo Josh, che aspetta davanti ad una gelateria, appoggiato alla moto,
suono il clacson e lui sventola la mano e mi viene incontro, sto cantando quando apre lo sportello
–wow grande cantante anche, che altri talenti hai?- sorrido
–tanti, Josh, davvero tanti- si mette comodo sul sedile, mettendosi meglio gli occhiali ray-ban che gli coprono il viso,
si gira verso di me che lo fisso
–che c’è?- sorride
–è che tra un po’ mi dovrò camuffare anche io- dico mettendo in moto
–sì ho visto.. dai è uno degli svantaggi di essere famosi, benvenuta tra noi- dice dandomi in buffetto sulla gamba,
scuoto la testa dando un colpo di acceleratore.
-Come mai qui?- dice Josh sdraiandosi sulla coperta
–perché non ci verrà a disturbare nessuno- inclina leggermente la testa
–l’ho comprata..- inizia a ridere
–e perché avresti comprato un terreno?- mi imbroncio
–non l’ho comprato per me, ho fatto un’ opera buona, la dovevano ricoprire di cemento e farci una specie di clinica estetica- alzo le spalle
–sei così naturalista- mi dice con falsa ammirazione Josh
–prendi in giro?- gli tiro una ciliegia in faccia
–ehi!- si alza e iniziamo una vera e propria guerra.
Nel pomeriggio resto sdraiata al sole con la canottiera tirata su, assorbendo tutto il sole che posso,
mentre lui dormicchia con la testa sulle mie gambe.
 –Ti manca?- chiede ad un certo punto, sono seduta con la testa di Josh sulla coscia, smetto di toccare i suoi capelli
–chi?- lui si tira su, si gira e si mette in ginocchio, mi fissa negli occhi
–Riley- apro la bocca, abbasso la testa
–i..io non lo so … lui, è parte di me, credo che sia con me in ogni momento, a volte lo sento, davvero, la sua voce, la sua risata,
io gli parlo, a volte trovo le risposte, e penso che sia stato lui ad aiutarmi ad uscire dagli impicci che creo, so che è una cosa stupida.
Io lo amavo- mi fisso le mani, timorosa
–e ora?- mi chiede, alzo lo sguardo, aggrotto le sopracciglia
–ora cosa?- domando dubbiosa, lui mi fissa
–ora … lo ami, ora?- sorrido debolmente, piego la testa e mi sistemo i capelli, non so dare una risposta
–non lo so, lui, ormai … voglio dire …- non faccio in tempo a finire, Josh annulla la distanza dalle nostre labbra,
preme il suo corpo contro il mio, mi distendo, lui sopra di me, prendo tra le dita i suoi capelli e ci gioco, piego un ginocchio
e lui si sistema, tra le mie gambe. Ci fermiamo per riprendere fiato, lo guardo, sono rossa come una ciliegia, mi sorride
–sei bellissima- mi mette in testa la corona di foglie che ho fatto prima,  abbasso lo sguardo
–credo … di provare qualcosa di forte verso di te- mi alza il viso.
Corro a più non posso, mi sto allontanando, devo andarmene, sto per soffrire di nuovo, mi piego in due dalle fitte alla milza,
scoppio a piangere, mi siedo sul ciglio della strada, metto la testa sulle ginocchia e singhiozzo; ho lasciato Josh al terreno,
manca poco perché mi raggiunga, devo trovare le parole da dirgli, io non so se lo amo, non so se voglio una storia, non sono
sicura di essere una persona che merita di essere amata, sono orribile, ma non voglio soffrire. Mi alzo, inizio a camminare
verso il centro, dopo qualche secondo, il suono del clacson mi fa sobbalzare, Josh scende al volo
–che succede?- senza parole, mi fiondo tra le sue braccia, inizio a singhiozzare, mentre cerca di calmarmi, mi prende il viso tra le mani
–se tu non vuoi, sono disposto ad esserti amico, certo aspettati molti complimenti- sorride, chiudo gli occhi,
-io anche credo di provare qualcosa per te- apro gli occhi, le lacrime vengono asciugate dai suoi baci, mi stringe, mentre mi sfogo,
lasciandomi baci tra i capelli, consolandomi con parole dolci.



Siamo arrivati al fatidico momento, si sono detti qualcosa!!! Come state? fatevi sentire vi prego! anche un semplice "fai schifo"
va bene, mi interessa sapere se vi sta piacendo la storia!! Aspettando le vostre recensioni, mi eclisso e vi saluto, un bacione!!! 
                                                                                                    XOXO Lallab

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


7  mesi dopo

-STOP!- Gary Ross, inizia ad applaudire, è stata girata l’ultima scena
per il mio film, mi aggiungo all’applauso generale, scendo dalla sedia e
vedo Josh, che corre verso di me, mi prende al volo, inizio a ridere
–mettimi giù!- grido
–Cecilie!!- grida Lily Collins, sventolando la mano, la saluto, viene verso di me, mi stringe
–Joshy!!- urla appena ci lasciamo e lo abbraccia, lei è me,
cioè interpreta la protagonista, del film della quale sono co-produttrice  
–scusate, quando avete detto che partite?- ci chiede, Josh si gira per prendere
una bottiglietta d’acqua
–tra una settimana, Gary e mio padre mi terranno aggiornata sulla post-produzione- dico, inarcando le sopracciglia, girandomi e guardando mio padre, che indica i vari monitor, facendo
impazzire tutti i fonici e il direttore della fotografia, che gli allontana la mano dallo
schermo touch, sorrido e scuoto la testa, Josh mi lancia una bottiglietta d’acqua, gli faccio un occhiolino
–dove andate di bello?- chiede Lily, sorseggiando la sua bottiglia
–caraibi, due settimane e poi qualche giorno a New Castle- dice Josh, mi viene dietro e mi abbraccia, Lily sorride
–oh è arrivato Sam! Io vado! A domani ragazzi- la salutiamo con la mano e sorridiamo.
Uscendo, cerco di staccare mio padre dai monitor,
-vai Cecilie! Prendo un taxi, l'Hilton lo conoscono anche i sassi!- ride allontanandosi
–ci vediamo domani Gary! Per le interviste!- gli urla Josh, lui annuisce e sospira allontanando mio padre dai monitor per l’ennesima volta.

Josh mi  cinge i fianchi, io il collo, scende a baciarmi la mandibola
–niente più lavoro, solo io e te, ci credi?- mi abbandono
–manca solo domani,sinceramente non ci credo ancora, sei stato così preso dal tuo lavoro, che questi  mesi temevo che ti innamorassi delle truccatrici, passavi più tempo con loro che con me!- lui ride
–Ma se avranno sessanta anni per una!-  mi lascia un bacio sul naso, sbuffo
–sono comunque gelosa- borbotto, si allontana
–rimediamo subito-  si toglie la canotta, spalanco la bocca, mi copro gli occhi con le mani
–questi mesi di palestra sono serviti- dice venendomi incontro, cercando di smuovere le mie mani
–non riesci a resistere- in effetti, mi nascondo per non sbavare. 
Riapro gli occhi e lui è accanto a me, fissa la finestra, il cielo è rosso, il tramonto
di Los Angeles è spettacolare, niente di meglio, sorrido e mi sollevo, mi stringe forte e mi
da un bacio tra i capelli, la mia felicità è qui, con lui, inizio a disegnare cerchi sul suo petto,
lo sento sorridere, scendo nel letto e poggio la bocca sul suo tatuaggio con l’ancòra
–Cecy, amore, mi fai il solletico!- risalgo su tenendomi  il lenzuolo stretto al petto, lo fisso
–Amore?-  chiedo –non ti piace?- sorride
–Sì  che mi piace Josh, mi piace da impazzire!- gli schiocco un bacio
–un risveglio così merita qualcosa … - lo fisso sconvolta, e scoppio a ridere
–penso che tre round in giro per casa in … - guardo l’orologio
–un’ora e mezza, bastino- mi fa una linguaccia e sprofonda nei cuscini
–Amore! Dai!- mi alzo
–Abbiamo una cena Josh, e non giocarti la carta dell’amore! Non la vedi fino ai Caraibi sennò!- lo
minaccio, entro in bagno
–mi hai fatto stare a secco la scorsa settimana già- dice entrando dopo di me,
si fionda in doccia, sbuffo e apro l’acqua della vasca
–uffa!Ora mi devo lavare qui! Che rompipalle che sei- apre l’anta della doccia
–vieni qua, scema- mi tira dentro, mentre caccio un urlo.
 
Saluto gente che non conosco, Josh me li presenta uno a uno, ma un secondo dopo,
i loro nomi, li ho già rimossi, gli occhi di Josh vagano sul mio corpo: abito nero a maniche
lunghe, scollo profondo sulla schiena, lunghezza davvero ristretta, e perle bianche a
impreziosire le spalle, il girocollo e la scollatura sulla schiena, le scarpe sono bianche ,
semplici dècolleté ma quando le ho messe, Josh per poco non sveniva!
Dice che sono attira -ormoni.  
Mi porgono un flutè di champagne che accetto sorridendo, fino a quando Josh mi chiama,
sta parlando con un uomo che mi da le spalle
-eccomi- dico, mettendomi vicino a lui
–Stephen King- mi presenta l’uomo vicino a lui, per poco non crollo
–Cecilie, è bellissimo conoscerti- mi porge una mano, che stringo titubante, sorride e io di rimando
–ho letto il tuo libro- dice annuendo, spalanco la bocca, cerco di dominarmi, sorrido
–grazie mille davvero, ne sono entusiasta, io ho letto tutti i suoi libri, lei è uno dei motivi
per i quali ho deciso di prendere lettere all’università- mi sorride, affabile
–dammi del tu, Cecilie, tra scrittori, colleghi di fama, ormai- fa un gesto con la mano
–oh sogno solo la sua fama, signor Kin.. Stephen- mi correggo , mi prende in vita
–la avrai, non temere- mi fa l’occhiolino e sparisce tra la folla.

Scendo le scale e mi siedo sull’ultimo gradino per mettermi le scarpe
–Josh?- lo chiamo
–Si?- esce dal salotto mentre si sistema i pantaloni
– dov’era?- chiedo, accennando alla cintura
–sotto il divano- sorride sotto i baffi, mi alzo e punto le mani sui fianchi
–io che avevo detto?- lui allarga le braccia
–sì, sì avevi ragione- mi tuffo tra le sue braccia, mentre lui mi stringe sollevandomi da terra.
Mentre entriamo negli studios, ci salutano tutti, un po’ abbattuti, ricambio i saluti con un
sorriso dolce e incoraggiante, mi viene da piangere se penso a questi ultimi mesi tutti
insieme, ci chiamano per vedere il backstage e Gary mi stringe sorridendo.
Il backstage è qualcosa di splendido, i video girati sono esilaranti, ci sono Lily e Josh mentre
li truccano, io che canto e ballo insieme alla costumista, Gary appollaiato su un palo della
luce per beccare l’inquadratura giusta, gli scherzi dei fonici che spegnevano il microfono a
Josh, Lily che scoppia a ridere mentre Gary spiega le sensazioni, i miei sbadigli e sorrisi,
il toccare insistente di mio padre sui monitor e i santi tecnici che, con la faccia da martiri,
gli tolgono le mani dagli schermi, il compleanno di una delle truccatrici, il video che mi hanno
fatto di nascosto mentre ballavo a Just Dance in roulotte il periodo delle riprese esterne,
Josh che solleva pesi in palestra e fa le boccacce al personal trainer, tutti i pranzi e i picNic
al campus della California state university che ci ha fatto girare le scene del college, i baci
tra me e Josh, Lily che leggeva ad alta voce il copione mentre le sistemavano i vestiti, le risate
di Gary ad ogni ciack, l’urlo di Annabelle (l’attrice che interpreta la madre della protagonista)
alla vista dello scorpione finto nel suo camper, scherzo di Josh e Samuel uno dei tecnici,
tutti questi giorni meravigliosi, tra interviste strampalate e strafalcioni detti in un momento
di crisi, tutti i bloopers ci fanno ridere e piangere insieme, mentre appare la scritta
“thanks”
in giallo su sfondo nero, poi un abbraccio collettivo e iniziano a chiamarci per le interviste.
Accavallo le gambe, fasciate dai jeans, e aspetto il via del cameraman:
-Allora, Cecilie, come ti senti?- sorrido
–sono felice, davvero entusiasta- annuisco, mi passo una mano tra i capelli
–ovviamente, ci saranno dei cambiamenti, nel film, ma credi che rispecchi quello
che il tuo libro  rappresenta?- annuisco 
– il mio libro, la mia creatura, rispecchia i miei sentimenti, non a caso sono stata
presente ogni giorno sul set, ogni minuscolo cambiamento, mi veniva riferito e
doveva essere approvato, da questo punto di vista mi sento abbastanza tranquilla- alzo le
spalle e scuoto la testa.                                       
Mi alzo e raggiungo gli attori, mentre arrivo chiamano Lily che, con un ultimo  colpo di cipria, si avvia sorridendomi, Josh , seduto su un divanetto, mi fa cenno di raggiungerlo
–quante domande sono?- chiede prendendomi la mano
–non so, non le ho contate!- rido mi stringe
–solo queste e poi partiamo, prepara la crema solare cinquanta, amore, sei pallidina- lo guardo con un sopracciglio inarcato
–cosa? Ha parlato Bob Marley!- scoppio a ridere, lui poggia la bocca sui miei capelli,
mi appoggio a lui e inspiro il suo profumo.

-A che ora abbiamo l’aereo?- mi chiede Josh allacciandosi le vans, sulle scale
–alle sei e dieci, Josh, per la dodicesima volta- sospiro, mentre entro in salotto con
i panni stirati da riporre nelle valigie
–Sylvia ha stirato la mia camicia di  jeans?- chiede entrando, e rovistando tra una pila di panni
–che fai? Disgraziato! Sono i panni puliti!- scoppia a ridere
–e la mia camicia? Dovrebbe esserlo- scandisce, incrocio le braccia
–se non è in valigia, sarà di sopra- dico indicando le scale.
Mentre usciamo,  camuffati con occhiali e cappelli per evitare i paparazzi, mi squilla il telefono
–si?pronto?- aspetto la risposta
–ahi..no smettila…dopo! Cecilie! Aaah sono io- sospiro
–Charlotte che c’è? Hai un talento per chiamare nei momenti meno opportuni sai?- le dico svogliata
–quando partite?- chiede ridendo
–stiamo andando all’aeroporto adesso..Charlotte, cosa c’è?- dico seria sbuffando
–chiede mamma, ahi! Se quando partite, smettila! La chiami- alzo gli occhi al cielo
–okay sì, ciao- lei ridacchia e chiudo la chiamata, entriamo nel taxi e carichiamo le valigie,
ci mettiamo seduti dietro e poggio la testa sulla spalla di Josh.

-Mamma? Mi senti? Siamo all’aeroporto! Al LAX certo! Ci stiamo per imbarcare!
Sì va bene, sì, saluta tutti, ci sentiamo appena arrivo, ti chiamo io okay? Baci ciao- chiudo
la chiamata e spengo il telefono, Josh mi passa il suo
–chiami mia mamma?- mi chiede
–io intanto vado al bagno- dice sorridendo
–okay…- prendo l’ i-phone  e compongo il numero.
–Sì, Michelle, stiamo per imbarcarci, Josh è al bagno, salutami Chris e Connor, okay
grazie. Un bacio anche a te, ciao- attacco e mi giro in cerca di Josh, chiamano il nostro
volo e lo vedo arrivare di corsa.
–Dove stavi?- gli bisbiglio, mentre arriviamo al gate
–in bagno- dice sorridendo, ma non me la conta giusta, arriccio le labbra e scuoto la testa.                                                                                                               
–Ehi, amore? Siamo arrivati- Josh mi scuote dal sonno, apro gli occhi e batto le palpebre
–mmm- mi stiracchio
–buongiorno, tesoro come sei bello, che hai fatto mentre dormivo?- gli chiedo
–ti guardavo dormire- dice alzando le spalle, mi tocco il collo
–ma..cos..cos’è?- chiedo tastando il collo
–l’ho vista in vetrina, lì in aeroporto, e l’ho presa – sorride, si avvicina e la sgancia
–la guardo: è un ciondolo, una chiave, con dentro un cuore, la stringo e me la rimetto
–grazie è bellissima- dico sorridendo
–volevo aspettare stasera, ma eri così bella!!!- dice, sognante,
–ecco perché sei fuggito- dico accusandolo, con un dito sul suo petto
–e sì eeeh che ci vuoi fare, una bugia bianca- batte le palpebre e io mi sciolgo.  

 

Buona sera bellezze!!!  Tra un pò sarà pasqua e non vedo l'ora di svegliarmi tardi (hihihihi)
anche se, proprio il primo giorno di vacanza, mi dovrò sveglire presto ugualmente per il mio
splendido progetto che è teatro yey!! Allora anche il quinto capitolo é andato...vi mando un bacione 

                                                     XOXO Lallab

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Scendiamo e l’aria afosa mi investe
– iiih che caldo … rientra in aereo!!- dico arretrando sulla scaletta, scatenando
una lamentela generale
– Cec ma che fai?!?- si lagna Josh
–uffa, ma fa caldo!- dico ridendo, lui sbuffa
–dai, scendi- ride mettendosi il cappello, tengo la borsa in equilibrio sul ginocchio
per prendere il telefono che squilla, l’ho appena acceso, uffa!
Sbuffo chiudendo la chiamata
–chi era?- mi domanda Josh avvicinandosi
–il lavoro- faccio una smorfia
–traduzioni del libro, non ce la faccio più- mi appoggio sulla sua spalla, mi stringe
–dai, solo io e te, per ora, dobbiamo pensare solo a noi due- mi stringe la mano
–Ti amo- dico guardandolo
–Ti amo anche io- risponde, dandomi un bacio sul naso.                                                                   
-Ti faccio una foto!- grida Josh puntandomi l’i-phone contro, mi copro il viso
–bleah- faccio una linguaccia, lui sorride 
-dai una insieme!- mi prende la vita e avvicina il mio volto al suo, faccio una smorfia e lui ride,    
 -le tue fan ora mi uccideranno, già mi odiano- dico seria, mentre arriviamo in spiaggia, lui sorride
–i tuoi occhiali sono fantastici!- mi giro
–ma mi hai sentito? – lui si sdraia e annuisce, mi tira verso di lui e cado       
 –ohw ma sei matto?!- rido
–sì, matto per te, sei la mia vita, le mie fan lo accetteranno, sono felice, quando lo capiranno,
saranno felici anche loro- mi bacia, mi prende in braccio, mi tolgo il copricostume e punta verso il mare.

2 settimane dopo
-sei abbronzatissimo, anzi bruciatissimo, amore mio- dico mettendogli i capelli dietro l’orecchio,
mentre si sistema la canottiera, lui ride
–anche tu, aragosta mia- mi allontano e metto il broncio
–avevi detto gamberetto ieri- mi abbraccia
–lo preferisci?- mi chiede avvicinando il viso
–sì- sussurro, incrociamo i nostri occhi e le mie labbra si scontrano con le sue, morbide, dolci e
delicate, le sue mani, posate sulla  mia schiena, producono un calore piacevole
–bella questa maglietta- dice staccandosi, sorrido
–ti dispiace se la strappo via?- rido
–sì, anche perché dobbiamo andare, abbiamo l’aereo per Londra tra due ore, Josh- sbuffa, ridendo
–va bene, ma appena torniamo a casa nostra sei tutta mia!- urla spingendomi fuori dalla stanza
–che fai?- urlo ridendo
–mi sbrigo a tornare, prima arriviamo a New Castle, prima ripartiamo per Los Angeles- scuoto la testa
e alzo gli occhi al cielo.                                                                                                                                                               
 –Amore, ehi, tesoro, dobbiamo scendere, siamo arrivati- sento sussurrare al mio orecchio
–come?- Josh mi sorride, nella luce obliqua del tramonto
–manca ancora parecchio Josh- lui scuote la testa
–è l’alba amore, siamo quasi arrivati- spalanco gli occhi
–quanto ho dormito?- dico accoccolandomi a lui
–più o meno dieci ore- sbuffo
–eppure, non sono una che dorme tanto, baaah- dico sbadigliando.
Scendiamo dall’aereo nel silenzio più totale, non vola una mosca, se penso che mi devo
fare altre due ore per arrivare a New Castle, mentre arriviamo al gate per prendere
la coincidenza, sbadiglio così tanto che mi reggo a Josh per non cadere
–ma come fai ad avere sonno?- ride, lo fisso senza espressione
–sono intontita e annoiata, non ho sonno Josh, tu che hai fatto in dodici ore?- lo guardo,
mentre da le carte d’imbarco alle hostess, che gli fanno sorrisini idioti, lui le fredda con un
sorriso gelido e poi mi guarda
– per circa sei ore e quaranta ho dormito, poi, causa jet-lag, ti ho fissata per altre tre ore, le altre
due ore le ho passate a leggere il copione- mi riprende dolce, gli scocco un bacio sulla mandibola
e sorrido.

Entro in casa
–Buongiorno famiglia Sanders- dico posando le valigie, mi corrono tutti incontro, mollando la colazione                                                                                                         
–come state?-  mamma                                                                                                                   
-sei dimagrita??? nonna                                                                                                                                             -come è andato il volo?- papà                                                                                                                                    -siete abbronzati!- zia                                                                                                         
 -sembrate due aragoste!!- mia sorella.                                                                                                        
-Allora, quando volevi dircelo?- mi giro alla domanda di mia sorella,
-dirvi cosa?- chiedo
–niente. Scemenze alle quali crede tua sorella- dice papà togliendole la rivista dalle mani,
lei la riprende
–che sei incinta!- sbotta mostrandomi una foto di me e Josh ai Caraibi, sbuffo e prendo il giornale
–Charlotte!- la riprende mia madre, tutti mi fissano, butto il giornale sul tavolo
–non sono incinta Charlotte, e tu ancora credi ai giornali?- Josh mi stringe al suo fianco
–comunque, ehm, noi due stiamo bene, non siamo dimagriti, il volo è stato lungo, ma tranquillo,
sì, siamo tanto abbronzati e che sembriamo due aragoste, ce ne siamo resi conto, ridendo
l’uno dell’altro, ogni giorno- conclude rispondendo alle domande che la mia famiglia
ha sparato a raffica.
Mando giù l’ultimo pezzo di torta al limone e mi abbandono sulla sedia
–uff! basta! Mi avete fatto mangiare come un bue!- mi lamento, bevo un sorso d’acqua
–ma è vero che avete fatto sesso in acqua?- le solite domande idiote di mia sorella, mi
va di traverso l’acqua, inizio a tossire, Josh mi da pacche sulla schiena, mia nonna
scioccata mi fissa, mia madre da una sberla alla mano di mia sorella che tiene la rivista,
mio padre mi  porge un tovagliolo e mia zia Louise entra  tranquilla in sala da pranzo,non
avendo sentito niente, guardo in cagnesco mia sorella
–a parte che sarebbero affari nostri … ma che domande fai?!?!In una spiaggia, con centinaia
di persone, facciamo certe cose?!- mi alzo da tavola
–scusate- dico allontanandomi.

Giselle, mi trotterella vicino, sento dei passi avvicinarsi
–devi scusarla- la voce di papà mi sorprende, pensavo fosse Josh, lo fisso e lui mi sorride
–è un po’ invidiosa- guardo altrove
–è un mostro, per giunta crede a quelle scemenze che pubblicano su me e Josh,
mi chiedo il perché- sbuffo,mio padre ride e si toglie gli occhiali
–vedi Cecilie, io e tua madre vi abbiamo cresciute insieme e visto che con te ci è andata
così bene, con tua sorella qualcosa deve esserci sfuggito di mano, siamo vecchi ormai non
ce la facciamo a correggerla, ogni volta che la riprendiamo ci ignora- sospira abbracciandomi
–perché è una viziata, fin da piccola io non ho mai preteso niente, né vestiti, né soldi, solo il
vostro affetto, mentre lei è una materialista, forse è per questo che è così cinica- borbotto
–amore mio, tu eri così..matura, avevi un’aria così intelligente, sei sempre stata in grado
di prendere le tue decisioni da sola, l’unico momento nel quale ti sei rifugiata in noi è
stato quando … beh, nel momento più duro nella vita di una persona, specialmente nella
vita di una ragazza di diciotto anni- sospiro lentamente, strofinandomi gli occhi che bruciano
di lacrime, mio padre mi da un bacio tra i capelli e io sorrido
–senza di lui, io, ora non avrei avuto l’opportunità di mostrarmi, non avrei conosciuto Josh,
perché il libro non ci sarebbe stato, Riley è con me ora, in ogni momento- stringo i pugni e respiro,
chiudendo gli occhi.

-Perfetto, allora siamo d’accordo? Sì, certamente..ah quindi dalla prossima settimana?- sposto
i giornali che ricoprono la cassapanca dell’ingresso e pesco a caso una penna, mi appunto due
righe sul bloc notes, sorrido
–va bene, ci vedremo a Berlino tra pochi giorni allora- sospiro, mi giro e vedo Josh intento
a leggere sul divano,
-perfetto arrivederci- attacco e mi avvicino a lui
–chi era?- mi chiede, chiudendo il copione                     
–Berlino -  sospiro
–devi per forza Cecilie? Voglio stare un po’ da solo con te!- si avvicina e mi bacia
– mmh an …  nche io jsh – scendo con le mani sulla sua felpa
–mamma mia, quanto mi piaci con questa tuta, mi piaci proprio!- mi prende il ginocchio
e se lo porta su un fianco
–beh in teoria siamo soli, Josh, mamma, nonna e zia sono ad una mostra, papà
è in città..ne avrà per un altro paio d’ore, Charlotte è con il suo ragazzo … e Rachel
credo sia andata via prima- sorride furbo e mi fa cenno di andare in camera.

 

Buona sera, allora Cecilie sta per partire per Berlino, e oramai sono una coppia
collaudata, (apro una piccola parentesi ieri con una mia amica sono andata a
vedere "Into the Woods" siamo morte dalle risate, anche "Cenerentola" di Kenneth
Branagh è davvero bello) sto rivivendo le storie di quando ero piccola, mi sento una
ciccina di sei anni ^-^. Cooomunque dopo questa parentesi filmosa, che ne pensate
di Cecilie e Josh come coppia? Il capitolo è corto sì, ma vedrete che la storia diventerà
più corposa molto presto, voi pochi che leggete silenziosi fatevi sentire...spero di ricevere
presto delle recensioni, sotto metto il look spiaggia di Cecilie...un bacione

                                                                                                     XOXO Lallab                    
Look Spiaggia      

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Okay, siamo pronti?- chiedo a Josh, annuisce,
-bene, ciao mamy ci vediamo tra un paio di settimane-sorrido, mentre mia madre,
con il viso pieno di lacrime, mi saluta
–mi raccomando copriti, a Berlino fa freddo!- si raccomanda, stringendosi a mio padre
–tesoro, ci sentiamo presto, fatti sentire mentre sei a Berlino – mi stringe
–ciao nonna- lei mi sorride
–mangia, per favore, e riposati un po’, sei troppo sbattuta- sospiro
–va bene, appena torno a Los Angeles, lontano dai fotografi ,mi riposo- sorrido mentre
abbraccio mia zia che, come mia madre, scoppia a piangere
–chiamaci spesso e mandaci tante foto- annuisco
–Ciao, Charlie - saluto il santo che si è fidanzato con quella belva di mia sorella, lui mi sorride
e mi abbraccia
–salutami Berlino e anche Los Angeles, le ho viste poche volte, ma sono una più bella dell’altra-
scuoto la testa
– eh sì- confermo
–ciao sorella impiastro- mi saluta, sarcastica la ragazza,
-ciao screanzata, pazza, scema, svampita, strafottente, scortese, sorella impicciona- la risaluto,
fa una smorfia e esce in giardino a braccetto con il suo fidanzato.

–Amore, mi mancherai tanto, mi sentirò solo e depresso..e poi-
-Josh! finiscila è solo una settimana, ci vedremo tra sette giorni- lo bacio
–sei bellissima- sorrido
–senti chi parla, meraviglia- scoppia a ridere
–che succede?- chiedo, corrugando la fronte
–pensavo a quello che ha detto tua sorella … quando siamo arrivati- scuote la testa
–ne ha dette tante di scemenze, devi essere più preciso- lo guardo sistemando
il mio bagaglio a mano, mi fissa
–che, secondo i paparazzi, sei incinta … insomma me lo avresti detto vero?- spalanco gli occhi,
lo porto verso la sala d’attesa
–Josh che succede?- gli chiedo, cerca di sviare fissando altrove, serio, come non l’ho mai visto
–mi sto preoccupando, Josh?-  mi prende la mano, la bacia velocemente
–niente amore, torna presto, ti aspetto attaccato al telefono- sospiro
–va bene, cucciolo, ciao, ti amo- dico, passo ai metal detector, mi giro e lui è lì che mi guarda,
ha l’aereo tra due ore, sorrido e gli mando un bacio.
Scendo dall’aereo, scortata dallo steward 
-grazie- dico in tedesco quasi corretto mentre affronto l’ultimo gradino
–di niente miss- sorride e torna su, faccio una smorfia e vado verso la struttura
–signorina Sanders!- un urlo acuto nell’orecchio, mi giro
–salve? Signorina Andreshii?- chiedo incerta
–sì, benvenuta a Berlino – dice facendo un gesto, sorrido e spalanco gli occhi.
–Sono arrivata in hotel, mamma, sì, come? Ma che importa? Credo cinque stelle, perché?
È un Ritz, sì quello di Postdamer Platz! Okay mamma ciao- mi butto a faccia in giù nel letto,
e mugolo al suono del telefono in camera
–sì?- chiedo affannata
–miss, una chiamata, la passo?- annuisco
–sì, certo- sbuffo, mentre scatti veloci,
-cecy, mi senti amore?- corrugo le sopracciglia
–ooh amore ciao, si dove sei?- domando perplessa
–in aereo, ti chiamo per dirti che mi manchi, non vedo l’ora di vederti, sei bellissima e profumi
di amore- scoppio a ridere
–tu profumi di mare, di casa e di buono, mi manchi anche tu cucciolo- lo sento sospirare
–sono sdolcinato vero?- ridacchia
–un pochino- dico con voce stridula
–devo andare Josh, devo conferire con lo staff, blah- lui ride
–è lavoro piccola, ci sentiamo presto ok?- annuisco
–ti amo- so che sta sorridendo
–ti amo- sospiro e attacco.
 
 
Josh’s POV
Rimango con la cornetta sull’orecchio, poi dopo lo sguardo trucido di una hostess lo poso
e fisso le mie mani, il volo è tranquillo non c’è quasi nessuno. Prendo un giornale a caso dalla
pila e sfoglio, pigramente le pagine mi fermo ad un articolo dove vedo il mio nome:
JOSH HUTCHERSON & CECILIE SANDERS fisso le foto, eravamo ai caraibi, in una foto le
poggio la mano sulla pancia, forse è stata quella a far credere la gravidanza, le stavo mettendo
la crema, perché il giorno prima si era scottata, travisano tutto, ce n’è una bellissima, mentre
la abbraccio da dietro e lei sorride, portava gli occhiali a forma di sole che mi piacciono tanto,
sospiro e poso il giornale.
-Clark, sono arrivato, sono al ritiro bagagli, ti fai trovare qui fuori tra una decina di minuti?-
aspetto la risposta, mentre prendo lo zaino al volo
–okay ciao!- attacco, la valigia mi sfreccia davanti e la prendo mi metto tutto in spalla ed
esco dalle porte a vetri, mi fermo al bar e prendo un caffè, controllo l’ora, sono le due del
pomeriggio, esco e Clark dalla Jeep mi fa cenno di salire
–grazie, mi hai salvato- lui sorride, è il mio bodyguard da quando sono venuto a vivere 
a Los Angeles, uno dei pochi che mi sopporta
–niente è il minimo, ho visto dieci furgoncini venendo qui, devi cominciare a dare le date
sbagliate- sbuffo, furgoncini significa paparazzi, paparazzi significa foto, foto significa sforzi e
dopo un volo di dieci ore, gli sforzi non sono nemmeno nel mio vocabolario, mi abbandono
sul sedile annuendo. Inspiro l’aria calda
–grazie Clark ci vediamo domani- annuisce
–un piacere bello, a domani- alzo il braccio ed entro in casa, abbasso le spalle, sconfitto,  
lei già mi manca da morire, entro in casa e salgo in camera, apro il suo armadio e prendo la
camicetta rosa che mette sempre quando è a corto di idee per vestirsi, la metto vicino al viso
e sento l’odore, di natura, di miele, di lei, apro gli occhi e vado verso il letto dove mi butto ancora
vestito e sprofondo nel sonno. Dei soffici rumori mi svegliano
–chi è?- grido
–sono io, Sylvia, Signor Hutcherson- sbadiglio
–ma quanto ho dormito?- prendo la sveglia,
-cavolo! Venti ore! Dovevi svegliarmi prima – lei sorride
–non si preoccupi, ho disfatto la valigia e ora prendo i vestiti dall’asciugatrice per stirarli- mi siedo   
–Sylvia?- la chiamo
–ti prego, dammi del tu- sorride
–ci proverò- scende le scale, mi stiracchio e guardo il telefono, merda! Dieci chiamate perse
di Cecilie, dodici di mia madre e otto dei genitori di Cecilie- richiamo Cecilie, ma è irraggiungibile,
sbuffo e chiamo mia madre.
Attacco alzando gli occhi al cielo, mia madre che mi racconta di quanto le manco e che non mi faccio mai sentire, c’è un genitore che non lo ha mai detto a un figlio? Chiamo New Castle serrando la mascella
–pronto?- una voce appena percettibile
–Rachel? Sono Josh, il fidanzato di Cecilie, i signori ci sono?- lei sospira
–no, c’è la zia, le spiegherà cos’è successo- inarco un sopracciglio
–pronto Josh, è successa una cosa terribile- mi si secca la gola e mi pungono gli occhi
–Cecilie … ecco… - inizio a piangere
–è morta?- lei sussulta
-oh no! Per l’amor del cielo no! È stata …. Ecco è difficile da spiegare … ecco Cecilie è in ospedale,
è stata .... è stata v..violentata- scoppia a piangere, mi appoggio alla porta per non cadere
–quando?- riesco a dire tra i singhiozzi
–ieri sera, era rimasta da sola, li hanno presi quei farabutti, ma Robert e Sophie
sono andati da lei- prendo la valigia
–vado anche io- inizio a riempirla
–n..no ecco Josh sarebbe meglio sentire prima Robert o Sophie- mi blocco
– Louise, no non ha capito io la devo vedere, sto morendo, la prego- lei sospira
–no Josh senti prima Robert, ora ho da fare, Charlotte e mia madre stanno poco bene, scusami-
il tu-tu del telefono rimane nelle mie orecchie per un minuto buono.
Chiamo Robert, il telefono squilla per un’eternità poi risponde
–Robert, sono Josh, come sta?- lo sento sospirare
–è sotto sedativi, le hanno dato un mix di farmaci per poterla visitare, ora c’è Sophie con lei-
inizio a piangere
–Robert vengo lì da lei- lo sento inspirare forte
–sarebbe meglio di no Josh, per precauzione- dice serio
–dov’era la precauzione quando l’ho lasciata da sola? Robert ti prego- lui sussulta
–ohw, scusami devo andare – attacco il telefono e lo scaravento a terra.
Mi prendo la testa tra le mani
–signor Hutch … Josh stai bene?- Sylvia si inginocchia e mi fissa
–Cecilie è stata..violentata- sputo tra i denti
–oh santo cielo!- si fa il segno della croce, mi fissa preoccupata, gli occhi colmi di lacrime
–faccio la valigia?- chiede, scuoto la testa
–no non parto, i suoi genitori dicono che è meglio di no, puoi andare Sylvia grazie- lei annuisce
e scende, quando sento sbattere la porta di sotto, do un cazzotto al muro, facendomi un male cane,
resto senza fiato, ma continuo prendo a calci tutto quello che trovo, prima di entrare in doccia e
sfogare tutte le mie lacrime.



 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


                                                                          Cecilie’s POV
Due settimane dopo

Lotto contro la nebbia di sedativo, e cerco di riaffiorare, il petto brucia e mi fa male la spalla,
provo a piegare una gamba e il dolore è acuto alle articolazioni, sento delle voci, un mormorio
sommesso, sembrano preghiere
–amore? Tesoro mi senti?- mamma? Che ci fa qui? Apro gli occhi, la luce vivida riporta alla mente
quello che mi è successo, la botta alla testa, le mani violente su di me, il dolore troppo forte da
farmi urlare tutto quello che avevo nel corpo, i calci, le spinte, le lacrime poi buio. Mi giro
–amore mio- mia madre, pallida spettinata e struccata mi tocca il viso
–cucciola mia, come ti senti?- non riesco a parlare, mi giro dall’altra parte
–è sveglia?- mio padre
–amore come stai? Ha chiamato Josh, vuole venire, lo faccio venire?- mi giro e mi
strappo i tubi dalla bocca
–non voglio nessuno, nemmeno voi, lasciatemi da sola- sibilo infuriata.
Mi sento sporca, mi vergogno di esistere, ho distrutto quello in cui avevo fatto affidamento,
sono un essere orribile, comincio a piangere e degli stupidi aggeggi iniziano a suonare,
entra un’infermiera e inietta qualcosa nella flebo, dopo un po’ il dolore si affievolisce,
come i colori e poi di nuovo il buio. Apro gli occhi e sono staccata dai tubi, muovo le
braccia e le gambe, dalla finestra della stanza vedo i miei genitori che parlano con i
medici, mia madre stringe un fazzoletto, mio padre annuisce grave, sospira, poi mi
fissa vede che sono sveglia ed entra nella stanza
–Cecilie, tesoro, sei sveglia- abbasso lo sguardo rigida
–non mi vedi che sono sveglia?- sbuffo, lui si schiarisce la voce
–il medico dice che le analisi sono normali, non hai contratto niente, tesoro e..ecco non
sei incinta, per fortuna, dal punto di vista clinico stai bene, ti hanno indotto il coma
farmacologico per l’ematoma cerebrale, ma si è ridotto, il medico dice che molto
presto ti riprenderai- alzo lo sguardo
–il medico non sa niente! Io sono morta! Lo capisci? Ho visto l’inferno e ritorno papà!
È dal punto di vista psichico che non sto bene! Nessuno sa come mi sento!
Nessuno di voi ha idea di come mi sento in questo momento, né tu, né la mamma,
ne tantomeno il medico!-  grido infuriata, mia madre prova ad abbracciarmi
–non toccarmi- sibilo, lei si allontana
–cecilie, ascoltami, va tutto bene è finta, sei al sicuro- mi sdraio
–lasciatemi sola- mi giro su un fianco e chiudo gli occhi.

Il rientro in aereo è una tortura, porto dei grandi occhiali scuri, un cappello e
una sciarpa per nascondere i lividi più evidenti, mi torturo le mani, le stringo
una nell’altra e mi mordo il labbro, per poi ricordarmi, con una smorfia di dolore,
che anche lì ho dei punti, deglutisco a vuoto e fisso il finestrino, tengo stretto nella
mano il telefono pieno di chiamate di Josh, mio padre non gli risponde nemmeno
più, non voglio vederlo, non voglio sentire nessuno, O.J. mi ha mandato i fiori e
verrà a trovarmi presto, ma oltre lui non voglio nessuno.
Rifiuto gli abbracci di zia e nonna, vado in camera a testa bassa, mi cambio e mi metto
a letto, Rachel passa verso sera e accende il camino, resto stesa a fissare la finestra,
vassoi di cibo vengono lasciati sul comodino, ma non ho intenzione di mangiare,
mi rannicchio pronta ad affrontare il dolore di nuovo, al posto del mio cuore un cubo
di ghiaccio troneggia, impedendo a qualunque emozione di entrare o uscire, stringo
i denti e chiudo gli occhi. Mi sveglio gridando, come sempre, questa volta sono Charlie
e mia sorella a precipitarsi da me
–Cecilie? Gridavi,hai bisogno di qualcosa? Era un incubo- mia sorella mi stringe al petto,
la allontano e mi rimetto a dormire
– Charlie, vai, ci penso io-  sento  Charlotte che mi sistema le coperte e mi sente la fronte,
attizza il fuoco e chiude le tende, mi giro e cerco di perdermi nel buio. Il telefono squilla,
ma lo fisso senza nemmeno guardarlo realmente, sono davanti al fuoco, i capelli gocciolanti
sulla moquette, mia sorella entra e mi fa sedere sul divano, mi spazzola i capelli e li asciuga
dolcemente, mentre mi racconta cose inutili per distrarmi, fisso il fuoco, arancione, scoppietta
nel camino, fa un rumore simile alle castagne quando scoppiettano, il sapore
delle castagne mi ricorda …
-ho sonno- sbotto alzandomi
–certo, Rachel ha rifatto il letto, mentre eri in bagno- esce, chiudendo la porta, mi sistemo
sotto i piumoni con i capelli caldi di phon, mi rilasso tenendo gli occhi aperti, poi serro la
mascella e sono pronta.

- È un mese ormai che sei qui, non sei mai uscita- mia madre inizia ad urlare raccattando
i fazzoletti sparsi per il letto
–il bagno...- inizio a dire
–non è un luogo che si possa definire tale! Cecilie! Mi sto stancando! Devi reagire, la
vita va avanti, tu devi andare avanti, nessuno può capirti è vero, ma se non provi a riemergere,
da soli non ce la possiamo fare- sollevo lo sguardo
–tornerò a Los Angeles- dico seria
–lo hai detto a Josh?- chiede lei, acquistando un tono ed un colorito normale, scuoto la testa, lei sospira
–devi parlarci Cecilie!- prendo il cellulare, scuoto la testa, vado alla scrivania
e prendo un foglio da lettera bianco :
 

Josh,
sono una codarda, lo so, ma non riesco a parlarti, davvero, sto male, e penso sia meglio
andare avanti per le nostre strade separatamente, sperando che un giorno si riuniscano,
sei stato importante Josh, ti ho amato, ma ora il mio cuore non è più disposto ad
accogliere nessuno, sono una persona orribile,l’ho capito, ti chiedo scusa per questi
mesi sprecati insieme a me. Non ti merito, ne merito il tuo amore.
                                                                                          Addio. Cecilie

Do il biglietto a mia madre
–fai in modo che gli arrivi immediatamente- lei lo prende e sospira
–tesoro, ti prego ...- mi alzo
–dì a papà di prenotare un volo di sola andata per domani, ho intenzione di partire
il prima possibile- mi muovo rigida. Esco dalla doccia e dopo aver asciugato i capelli
entro in camera, Rachel l’ha pulita e rassettata prendo dei pantaloni neri, un maglione
blu notte a collo alto, lascio i capelli sciolti e mi siedo sul divanetto, scaldandomi con il
fuoco, resto a fissarlo finché  il cielo non cambia colore, e mia nonna entra con il tè caldo,
che posa sul comodino, e poi esce, vado alla finestra, Giselle e Charlie che corrono
insieme a mia sorella che tiene alta la palla di gomma rossa di Giselle, abbasso
le spalle e mi suona il cellulare
–pronto?- rispondo
– Cecilie, ti amo, senza di te sto impazzendo, tu sei la mia vita, io non so più come
fartelo capire amore mio, è un mese, che non ti sento, amore, un mese che non ti vedo!
Mi sento perso senza di te amore mio- la mia voce esce fredda e priva di emozioni
–lasciami stare, non sono più quella che conoscevi, quella persona è morta, in quella
strada di Berlino, quella notte- attacco e butto a terra il telefono, mi rimetto sul divano e fisso il fuoco.
Entro in casa, lentamente, casa mia, quella che avevo lasciato per trasferirmi in quella
che avevo preso con Josh, isso la valigia per le scale, e inizio a disfarla lentamente,
poi scendo in salotto e mi metto sul divano, accendo la tv, la CNN da un servizio sugli
alberi di natale, guardo il calendario, siamo a dicembre, tra un po’ sarà Natale, mi
concentro sul telegiornale e chiudo gli occhi.
–E Gary dice che entro Gennaio la post produzione potrebbe rilasciare il trailer, che poi
porterà alla distribuzione in Marzo, devo dire che hanno fatto davvero un ottimo lavoro …
dovrai presenziare ad alcuni eventi … Cecilie, ma mi stai ascoltando?- mi giro, stavo fissando
il giardino dalla finestra
–come?- chiedo riemergendo, stringo le braccia al petto
–aaah niente Cecilie! Lascia stare!- il mio manager prende la valigetta e fa per uscire
–no, O.J. scusami, ero soprappensiero- si volta e vedo il dolore nei suoi occhi
–sono due mesi che sei soprappensiero! Ti trascuri, non esci, hai lasciato Josh, mi
chiedono tutti di te, ho rinunciato a tre talk show, non so più cosa dire ai giornali, Cecilie
ascoltami, non sono la persona giusta, ma te lo dico con il cuore in mano: devi riprenderti,
devi usare la tua forza, esci, fai conoscenze, faccio qualche giro di telefonate per sapere
se ci sono feste carine …- lo blocco con un movimento del braccio
–ti prego basta,ti supplico, lo capisci che per me è una tortura? Io devo riprendermi, lo so,
ma io non ci riesco, dentro di me sento il vuoto, il nulla più totale mi invade, resto priva di
forze ogni volta che sposto lo sguardo, non riuscirò ad uscirne, vorrei, ma non ci riuscirò- mi
abbraccia e scoppio a piangere, dopo due mesi, finalmente da sveglia riesco a sciogliermi in
lacrime, Osvaldo mi da colpetti leggeri sulla schiena
–avanti, ce la farai, sei la persona più forte che io conosca, hai una volontà interiore e una
caparbietà invidiabili, sei dolce, buona, fidati della parola del manager gay, sei la cliente
che tutti vorrebbero- sospiro asciugando le lacrime e annuisco. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Natale in California è qualcosa di stranissimo, Hollywood Boulevard
è piena di lucine e alberi ricoperti di neve finta, il caldo è perenne,
ci sono quindici gradi quando le temperature crollano. A Beverly Hills,
i giardinieri si sono lanciati in una specie di gara a colpi di decorazioni,
i bimbi si presentano davanti casa cantando Carole Natalizie con calzoncini
e mezze maniche, scuoto la testa, mentre Hall of Fame dei The Script comincia
a suonare dal mio i-pod, per fortuna tra qualche giorno torno a casa per
passare il Natale in famiglia, dove c’è freddo e neve per davvero, mamma
mi ha chiamato per dirmi che l’aeroporto di Aberdeen è stato chiuso, quindi
ho dovuto ritardare la partenza, sorrido mentre un suv mi affianca
–ehi! Per avere tue notizie bisogna chiamare l’FBI?- mi giro sentendo la voce familiare
–Blaine? Ma tu che ci fai in California?- spalanco gli occhi
–mi sto per sposare tesoro, e sono venuto ad invitarti di persona- corro incontro e lo abbraccio
–che accoglienza!- ride mentre mi stringe.
Abbasso gli occhi e prendo un respiro profondo
–così hai lasciato tutto …- annuisco, siamo da Starbucks gli ho appena raccontato tutto,
Blaine è senza parole
–così ti sposi eh? E il fortunato chi è?- sorride malizioso
–è un californiano, surfista, ereditiere, miliardario, bello come il sole- dice sognante
–californiano? Quindi vieni a vivere in America?- annuisce
–attualmente vive a Beverly Hills- spalanco gli occhi
-stai scherzando?- ride
–no, affatto, il nome Ryan Carter ti dice qualcosa?- scoppio a ridere
–è il mio vicino di casa! È un dannato figo! Ci credo che è gay, è troppo bello … - scoppia a ridere
–ma come vi siete conosciuti?- chiedo sorridendo
–è venuto a Edimburgo qualche mese fa in uno dei miei ristoranti,
è venuto a farmi i complimenti per la cucina ed il servizio e niente,
da cosa nasce cosa, mi ha chiesto di sposarlo un mese fa, a gennaio
ci sposiamo qui a Beverly Hills, e volevo chiederti un’altra cosa… mi faresti
da damigella?- resto interdetta
–oddio Blaine … davvero? Sarebbe bellissimo per me, ma non conosco così
bene Ryan, è una cosa molto personale la vostra- mi prende le mani
–Ryan lo sa, ne abbiamo parlato, lui ti conosce, dice che ti vedeva uscire
tutte le mattine per il jogging, che sei una grande scrittrice e che ne sarebbe felice,
poi sei la mia testimone, non la sua!- sospiro sorridendo
–sarà un vero piacere Blaine!- lui si alza e mi viene ad abbracciare.
Usciamo da Starbucks  abbracciati, mentre lui chiama Ryan al telefono
–ehi tesoro, non indovinerai mai a chi sono abbracciato!- sento ridere dall’altra parte del telefono
–a Hernest Hemingway?- scuote la testa
–fuochino..è una scrittrice!- il silenzio
–la Rowling! No dai scherzo…Cecilie?- annuisce
–sì…è qui con me- sento ridere
–passamela!- Blaine mi passa il telefono
– pronto?- rispondo
–ehi bellissima, il colore dell’abito lo hai già scelto?- ride
–ciao Ryan, pensavo al rosa confetto se per voi va bene – rido, vedendo le smorfie di Blaine
–mah per me non ci sono problemi, convinci tu il mio amore?- scoppio a ridere
–sì, dai lo convinco io!- lui si interrompe a ridere
–scusa Cecilie, mi saluti tu Blaine, è successo un disastro …. dall’altra parte! Che fai??
Le fresie no! Scusa eh … ciao!- attacco, Blaine mi guarda
–dice che ti saluta ma è successo un casino, stava parlando di fiori … - lui ride
–aah stava controllando l’allestimento al comune … - scuoto la testa.

Sono sul divano di casa mia a New Castle , sono tornata ieri, dopo due giorni di giri folli a
Hollywood con Blaine e Ryan per il loro matrimonio in perfetto stile: la regina Maria Antonietta
ha fatto un giro nel duemila, mi abbraccio le ginocchia con le braccia e sospiro fissando
il fuoco, mia sorella, rientrata dallo shopping natalizio, mi si mette vicina
–Cecilie, ho trovato delle foto di noi due bellissime- tira fuori un album
–guarda, in questa avevi sei anni e io due, mi prendevi sempre in braccio?- annuisco
–sì, eri il mio bambolotto!- scoppiamo a ridere, ci sistemiamo meglio, avvolte nella coperta,
prendiamo altri album e iniziamo a ridere, arriva Charlie, verso le sette e inizia a scattarci
delle fotografie, poi gli facciamo vedere gli album
–eri cicciotta amore!- dice stampando un bacio a mia sorella che ride, entra mia madre
–che fate?- chiede appoggiandosi allo stipite della porta
–guardiamo le foto- dice Charlotte sorridendole
–ooohm vediamo un po’ … ero così giovane, pensare che son passati così tanti anni!
Quanti capelli che aveva papà!- scoppiamo tutti a ridere
–cos’è che avevo io?- ci giriamo verso la porta e papà entra tenendo un bicchiere in mano
–i capelli, amore, eri pieno di capelli!- si abbracciano
–e sì ero un gran fusto- lo guardo sorridendo, le rughe d’espressione sulla fronte e gli
occhi che brillano sorridenti, mentre mia madre si siede vicino a mia sorella.
Arriva nonna ad interromperci con la cena, quando arriva natale il cibo è più buono,
forse è il clima che rende i pasti più piacevoli, stare tutti insieme a parlare, ricordare,
addento il tacchino
–ahi!- mugolo massaggiandomi la guancia
– oh Cecilie ha trovato il regalino! Si sposerà presto!- mia nonna inizia ad applaudire
–eh?- lei si spiega
–è una tradizione tesoro, se trovi il regalino che io ho infilato, vuol dire che ti sposerai
molto presto- la fisso, deglutisco a vuoto,  
–nonna, dai, non crederai a queste sciocchezze?- mia sorella interviene,
mentre io fisso il giocattolo che nonna ha infilzato dentro il tacchino ripieno, e scuoto la testa.

La neve scende sinuosa, mentre mi stringo nell’abito di cachemire bianco che mi avvolge
riscaldandomi, le gambe sono fasciate da calze pesanti nere alle quali Giselle,
continua ad attaccarsi, la prendo in braccio mentre inizia a leccarmi il mento
–piccolo mostro! Mi sono appena lavata dai!- rido allontanandola, lei si accoccola
–le sei mancata- dice mia sorella portando un centrotavola bellissimo: fatto di rami secchi
a forma di nido, con delle lucine a batterie tutte intorno e una candela rossa grande quando
un melone crepita al centro, mi avvicino con il cane in braccio e lo fisso
–che bello- lei annuisce
–vero? Lo ha fatto la mamma di Charlie, le piace molto il bricolage, mamma lo
ha notato quando siamo andati a cena da loro, se n’è innamorata e
Lesley le ha detto che per natale gliene avrebbe fatto uno in tema natalizio, infatti ,vedi,
lo ha cosparso di brillantini dorati, è proprio brava- dice sorridente, lascio andare
Giselle che si divincola tra le mie braccia e inizia a seguire mia sorella che
va verso la cucina.
Accendo la tv, ci sono molti servizi sui cenoni della vigilia, sui film natalizi, c’è anche
un servizio sul basket delle celebrità, hanno fatto una partita di beneficenza a
Sacramento per i bambini dell’ospedale, il ricavato è stato usato per i regali ai
piccoli, sorrido proprio mentre una giornalista inizia l’intervista con uno degli
attori che hanno organizzato l’evento
–beh, è stato bellissimo, ricevere i sorrisi mentre giocavamo, da quei bambini che
tifavano entusiasti per noi, è un’emozione splendida, la beneficenza è davvero una
cosa che ti riempie il cuore di gioia, perché fai del bene a te stesso, curando
l’egoismo e fai del bene a loro perché regali un sorriso a delle creature che hanno
sofferto troppo alla loro età- rimango a fissarlo, Josh, con quel numero novantadue
sulla schiena, che sorride euforico, mentre immagini della partita scorrono sullo
schermo alle sue spalle, la giornalista lo ringrazia e rimanda la linea in studio nel
momento esatto in cui spengo la tv e inizio a piangere.
Corro in camera, con la mano sulla bocca per ricacciare i singhiozzi, mi sdraio sul
letto e stringendo un cuscino, sfogo la mia rabbia: sono una persona cattiva,
ho lasciato andare via, l’unico che poteva guarirmi dalle ferite che mi ero ricucita
da sola facendomi solo del male, lui era l’antidoto alle mie sofferenze e io lo
avevo cacciato dalla mia vita, lui era l’unico disposto ad amarmi con tutti i
miei difetti, lo avevo strappato da me con tutta la rabbia che avevo e che
invece avrei dovuto usare contro me stessa e contro la persona orrenda
che sono, scuoto la testa lasciandomi andare a rantoli di tristezza, metto
una mano sugli occhi e lascio cadere le lacrime, mia madre è la prima a raggiungermi
–amore? Che succede?- mi tocca delicatamente una spalla, mi sollevo e la abbraccio
–oh mamma! Perché sono così cattiva? Perché l’ho lasciato andare? Io lo amo,
lo farò sempre, ma ormai è tardi, per colpa mia- singhiozzo sulla sua spalla,lei mi liscia i capelli
–no, tesoro, non è colpa tua, hai fatto delle scelte in base ai tuoi sentimenti,
non volevi che lui soffrisse con te, lo hai lasciato andare, la prima regola da
rispettare per chi ama:lascialo libero,  se ti ama, tornerà da te- la fisso,
mi somiglia così tanto, gli occhi verdi, grandi, lunghi capelli castani chiari,
raccolti in uno chignon sul collo, il naso all’insù impreziosito da lentiggini color cannella.                             
Mi riabbraccia
–dai, il cenone è quasi pronto, tua nonna mi strangolerà se non finisco di aiutarla!- mi
alzo e vado in bagno, rimuovo le tracce di pianto, con tanta acqua fredda e mi metto
un filo di trucco, erano mesi che non ne sentivo l’esigenza, ma ora ho capito,
mi devo voler bene, non sono immeritevole di amore, non era solo egoismo
perché, forse, in quel modo, ho evitato a Josh sofferenze che non meritava,
vado in salotto mentre mia nonna annuncia il cenone della vigilia di natale
in tavola, tutto a base di pesce, mia madre fa le porzioni sorridendomi,
Charlotte mi tocca un ginocchio
–tutto ok?- chiede scrutandomi con gli occhi grigi preoccupati, annuisco sorridendo,
lei si rilassa
–ti voglio bene sorella- chiudo gli occhi
–anche io piccina- iniziamo a mangiare insieme.

Esco in giardino avvolta in un piumino color notte con Giselle che affonda nella neve,
lei saltella mentre cerco di chiamare O.J. per dirgli di confermare gli impegni ai quali
sono stata invitata
–Pronto? Eh sì, ciao, si auguri!! Si tutto bene,tu? Ah perfetto! Volevo solo chiederti
di confermare tutto, sì Fallon? Quando? Il dieci? Perfetto, solo io torno il tre quindi
occupati dei paparazzi e metti la voce che torno direttamente il nove, ok? Avrò un po’
di pace, va bene perfetto, si, buone vacanze O.J. ciao, si ciao- attacco, i guardo intorno
–Giselle! Dai, dentro!- la vedo che torna scodinzolando affondando nella neve, mi
viene incontro, le sorrido aprendo la porta. Mi metto davanti il fuoco con il mio cane
in braccio, che asciuga le sue zampette esili, apro Orgoglio e Pregiudizio, di Jane
Austen, è il mio libro preferito, ho tutte le edizioni, da quella tascabile, alla prima, rilegata
a mano,sospiro immergendomi nella mia bella Inghilterra, mia nonna posa una tisana
sul tavolinetto da caffè e mi accarezza il viso,
-non sai quanto sono felice che tu sia qui- chiudo il libro e mi tuffo nel suo abbraccio,
profuma di miele, di famiglia, di amore e di casa, chiudo gli occhi
–anche io nonna, sono felice di stare qui, mi siete mancati così tanto, l’anno scorso a
quest’ora ero ancora impegnata con la distribuzione del libro e non sono tornata a casa
per natale- lei annuisce e mi sposta i capelli dietro l’orecchio
–non sai quanto è stato difficile Cecilie, tua madre piangeva tutti i giorni, tua sorella
era più scontrosa di sempre, tuo padre chi lo vedeva era fortunato perché spariva per
ore nel suo studio, appena sei andata via le cose sono cambiate e quando sei tornata
una ventata di amore ci ha sorpreso, ma sei tornata a Los Angeles ed era tutto così
diverso un’altra volta- abbasso lo sguardo
–lo so- mormoro.


Xmas

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Poso il mazzo di rose e mi asciugo una lacrima sfuggita
–ciao amore mio, Riley..che devo fare? Ti prego aiutami tu, mi manchi tantissimo,
vorrei avere la vita che avevamo sognato insieme, vorrei tornare indietro, a quel
giorno, per impedirti di prendere quella dannata macchina! Per farti stare con me
oggi e per sempre- bacio il nome inciso, e resto due minuti buoni a fissare la data
di morte, inizia a piovere
–ciao Riley,ciao amore mio- mi allontano e salgo in macchina, dove mio padre
mi aspetta per portarmi all’aeroporto.
Resto a fissare l’oblò, finché la pioggia non invade il vetro, poi chiudo la tendina e mi
abbandono sui sedili, prendo una rivista dal carrellino che la hostess spinge
pigramente, inforco gli occhiali e inizio a sfogliarlo, mi blocco su una pagina che parla
del matrimonio di Ryan e Blaine, sorrido leggendo delle follie che stanno combinando
e nel vedere il mio nome e anche quello di Lily Collins nella lista dei vip invitati all’evento
dell’anno, mi scurisco appena scorgo il nome di Josh, Blaine non mi aveva detto nulla
riguardo la sua presenza, mi mordo un labbro e chiamo lo steward     
–senta, mi scusi potrei fare una veloce telefonata?- lui mi fissa sorridendo
–ma certo- sorrido e prendo il telefono, squilla e alzo gli occhi
–Blaine? Ciao sono Cecilie- lo sento ridere
– tesoro! come stai? quando torni?- sospiro –bene Blaine,grazie, sono in aereo,
senti ho saputo che Josh sarà al tuo matrimonio, Blaine insomma, io non
voglio dirti chi invitare al tuo matrimonio, ma vorrei evitare di vederlo, capisci
la situazione vero? Penso che dovrai fare a meno di me quel giorno- stringo le labbra e
lo sento balbettare
–no, no è escluso Cecilie! Tu ci devi essere! Oscar Della Renta vuole realizzare il
tuo abito! Ci credi che ho dovuto convincere il suo staff ad usare il Tiffany perché
sta bene con la tua carnagione? Ci ho messo secoli! Io non so davvero come ti è
venuto in mente! Tu ci sarai, non invitiamo Josh! Parlo io con Ryan … - metto una mano sugli occhi
–no. No scusami Blaine, scusami, non dovevo nemmeno chiederlo, sono un’idiota!
Sarà il vostro giorno ed io non ho assolutamente la presunzione di dirvi chi invitare
e perché! Scusami, fa finta che io non abbia parlato- lo sento sospirare
–grazie Cecilie, mi hai evitato una litigata, comunque non te ne accorgerai, gli
invitati sono più di trecento, raro che ti renderai conto di Josh-  spalanco gli occhi
–trecento? Non avete un tantino esagerato? Capisco le decorazioni in grande stile
roccocò, ma trecento invitati da sfamare?- chiedo con una risatina, lui sospira
–lo so, ma è una volta sola- annuisco
–si hai ragione, scusami ancora Blaine, sto per atterrare, un bacio, a presto- lo sento sorridere
–a presto tesoro, ah le prove del vestito sono Giovedì 10 alle tre- lo blocco
–no no io il 10 sono da Fallon! Non posso- dico ricordando la telefonata di Osvaldo
-mm allora Oscar può il 12 va bene Miss Impegno?- rido
–ma certo ci sarò, un bacio! Ciao!- attacco e scuoto la testa.

Esco dall’aeroporto, dopo ore, dell’inseguimento della luce all’orizzonte, metto gli
occhiali da sole, mentre aspetto il taxi, il LAX brulica di gente, mi tiro su le maniche
della maglietta di cotone, nemmeno sono arrivata e già sudo, fermo l’auto con una
mano e carico le valigie, direzione: casa. Entro e mi rilasso, finalmente, giorni di
tregua, posso riposarmi fino al nove, giorno in cui Osvaldo Jemson piomberà in
casa mia, in pieno stile isterico, per mettere a punto l’intervista da Fallon, nemmeno
so quale abito indossare visto che li sceglie sempre lui. Persa nelle mie riflessioni
scivolo attraverso Los Angeles, scendo e scarico la valigia, sorrido entrando in camera,
la cabina armadio è aperta, ricordavo di averla chiusa..mah mi avvicino e c’è un biglietto:
apro la zip e spalanco la bocca,
un vestito rosso, corto al ginocchio, maniche corte e inserti di pizzo, leggermente svasato in
fondo, è bellissimo, mi squilla il cellulare
–pronto?- dico senza voce                    
–tesoro?? Tesoro!! Sei arrivata?- la voce di mia madre mi trilla nell’orecchio
–sì mamma, sono arrivata, qui fa caldissimo- mi sdraio sul letto
–ah, e tesoro, hai saputo del matrimonio di Blaine? Riguardo la lista degli invitati?-  sbuffo
–sì mamma, so tutto, ne ho già parlato con Blaine è tutto okay- mi fisso le unghie...
blah dovrei farmi una manicure!
–e poi non credo che riusciresti a vederlo con trecento persone- sorrido
–sì infatti mamma, scusa le valigie sai, devo sistemare ciao!- lei sospira
–ciao tesoro- attacco.

Entro nel centro estetico e inspiro l’odore di crema e oli essenziali, la ragazza seduta
al bancone mi fissa      
–salve, aveva un appuntamento?- sorrido
–sì, con Helena per un pacchetto completo- lei annuisce
–sì, venga con me- la seguo in una stanza bianca, una ragazza pienotta mi viene incontro
–Salve! Io sono Helena, mi occuperò di lei, rimanga in costume e cominciamo con uno
scrub salino- mi lascia sola e rimango con il bikini nero, rientra e mi da una fascia di
spugna da mettere in testa e un accappatoio, sistemo e mi fa sdraiare
–iniziamo con un massaggio con il sale marino, leviga la pelle, poi la idratiamo bene
con un massaggio per la circolazione- annuisco e chiudo gli occhi.
Dopo una giornata al centro estetico la mia pelle sembra rinata, infilo gli occhiali e giro per
Rodeo Drive, curiosando in giro
–ferma! O sparo!- una mano mi ferma alla gola
–Blaine! Non fare l’idiota!- mi giro e lo picchio con la borsa
–sei raggiante tesoro, che ti è successo?- alzo gli occhiali
–una spa, fanno miracoli lì dentro!- sussurro ridendo
–oh beh allora anche per il mio matrimonio dovrai farci un bel giretto, la tua
pelle risplende, sembra perla- alzo un sopracciglio
–beh grazie per il commento velato- mi abbraccia
–cucciola! Ma lo sai che sei bellissima per me- scoppio a ridere
–che complimento! grazie!- sciolgo l’abbraccio e continuiamo a curiosare per le vetrine.
Spalanco la bocca scioccata davanti al giornale di gossip che Osvaldo mi ha buttato davanti
–si può sapere perché?- mi chiede
–cos’è questa storia? Vorresti andare avanti a scandali? Io non ti capisco Cecilie!
Per fortuna Ryan ha capito, sa che rapporto avete, ma la stampa no! Ora pensano
che lui sia il tuo innamorato e che Ryan sia stato tradito!- sbuffa ed esce sbattendo
la porta, mi metto le mani tra i capelli, poi prendo il giornale e lo lancio a terra frustrata.
Salgo in camera e mi butto sul letto, stringendomi nel cardigan di cotone, scoppio a piangere di nuovo, dall’esasperazione grido, il mio telefono squilla ma lo ignoro, vado in doccia e continuo
a versare le lacrime che lambiscono, bollenti, le mie guance.
 
La parrucchiera piastra l’ultima ciocca e il boccolo si va ad aggiungere agli altri,
mi alzo dalla sedia, controllando il trucco naturale che ho esplicitamente chiesto,
per evitare l’effetto “maschera” sistemo il vestito e mi schiarisco la voce, respiro
profondamente e iniziano a sistemare i microfoni, mentre Osvaldo mi ripete a
macchinetta tutto quanto, sbuffo e inizio ad agitarmi
–signorina Sanders per favore! Sto cercando di mettere il microfono!- sbuffa un attrezzista
–scusala Bob, è un po’ nervosa- Osvaldo mi ammonisce con una severa
occhiata, mi mordo un labbro
–Diamole il benvenuto come si deve! Ora il suo libro sta per diventare film … si è creata da
sola, non ha avuto nessun favoritismo se non la sua bravura, signore e
signori: Cecilie Sanders!- entro sicura, e decisa, stringo la mano a Jimmy
–allora, giovane, bella e realizzata, cosa si può volere di più?- rido, mi prende per
mano e mi fa spostare, siamo davanti ad un pannello con la mia faccia e quella di Jimmy
–okay, voglio fare un gioco, Cecilie … - metto una mano sulla bocca
–è la mia faccia?!- chiedo sfiorandola, il pubblico ride
–ehm sì è la tua faccia- ride lui, entrano due ceste piene di palloni da football, le fisso perplessa
–oddio!- mi metto le mani nei capelli
– ver … veramente io ho i tacchi … - lui mi guarda
–toglile, devi fare questo gioco!- sorrido e sfilo i sandali color carne di vernice lucida,
sorrido imbarazzata
–allora, ci sono la mia e la tua faccia, io devo colpire la tua e tu la mia, okay
sei pronta?- io lo fisso
–come? Ora?- dico scioccata, lui scoppia a ridere
–dai- alzo le spalle
–okay, comincia tu- dice sorridendo, tiro la palla e centro una faccia di Jimmy
–buhya!!! – esclamo con il pubblico che ride e applaude, 
-dai Jimmy!-  lui tira e manca la mia faccia
–aha!- grido e il pubblico mi incita. 



 Interview Fallon

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


-Piacere Andrew!- stringo la mano allo stilista che mi sta fissando, mentre
la sarta sistema il mio vestito da damigella d’onore
–Cecilie! Sei un incanto!- mi dice tendendo le mani, le prendo e mi fa girare
–guardati, avevo ragione, sei la mia musa! Clara toglile gli spilli, e fai le modifiche
in meno tempo possibile! Io e te dobbiamo parlare cara!- esco dall’abito e lo seguo,
in un salottino moderno
–tesoro, serviti pure!- mi dice stando di spalle , mentre prende un thermos, mi siedo e poso la borsa
–allora Cecilie, ne ho già parlato con Osvaldo, come sai, ma la scelta deve
essere tua, dovresti essere tu il mio nuovo volto, quindi, visto che stai per affrontare
delle premiére sarebbe  una cosa ottima per questo marchio- si gira
–che ne pensi?- prende un sorso
–beh, sarebbe magnifico, però non sono una modella, voglio dire, non ho esperienza!- dico
mordendomi un labbro, lui sorride
–lo so, ma lo potresti diventare, è un’ottima occasione per pensarci- inclina la testa
–De La Renta è un enorme marchio,  e sono certa che sarebbe fantastico … - lui mi blocca        
–sta per arrivare un “ma” vero?- annuisco
–sì, ma insomma, i responsabili, la famiglia De La Renta ?- lui scoppia ridere
–sono io il direttore Marketing, ma, se proprio vuoi saperlo,sono loro che ti hanno
notata! Meno male che Ryan si è rivolto a noi! Altrimenti venivamo da te!- sorrido
–beh allora sì meno male! Io sono entusiasta Andrew davvero! Sarà un onore lavorare per voi!- mi
alzo e lui mi abbraccia
– dobbiamo brindare- prende lo champagne nel secchiello del ghiaccio e me lo versa
–allora, ad una lunghissima collaborazione!- annuncia solenne e facciamo delicatamente
scontrare i bicchieri.

Una settimana dopo:

Mi sdraio sul letto, stasera c’è la festa di presentazione per Oscar de la Renta,
Andrew l’ha organizzata in tempo record, appena il tempo di fare un book fotografico
ieri, sono stanchissima, non faccio in tempo a sbadigliare che suonano alla porta.
Scendo le scale barcollando
–avvivo!!- mugolo
–tesoro!- mi urla contro mia madre
–mamma?- chiedo mentre un tassista porta dentro i suoi bagagli
–grazie mille caro- gli da una banconota da cento dollari, lui la intasca e si dilegua
–non era un po’ troppo?- lei ride
–oh sono in America, e fammi esagerare!-  mi guarda
- tesoro hai una faccia! Lo hai fatto il trattamento alla SPA?- chiede prendendomi 
il viso tra le sue morbide mani, sospiro, annuisco
–sì ma sono due giorni che lavoro, te l’ho detto della campagna per Oscar De La Renta,
oddio! La festa! Hai un abito da sera? Dimmi di sì, non posso andare a comprarlo ora!- lei mi
fissa impaurita
–ma per cosa?- chiede
–per la festa di stasera! Mamma!- lei mi blocca
–ah no eh! Dopo un volo di dieci ore, una festa? Scherzi vero? Resto qui e mi rilasso
un po’- sbuffo
–ma tu devi venire mamma, sei colei che mi ha portato in grembo per nove lunghi mesi!
Ti adoreranno! Dai!- salgo portandomela dietro con tutta la valigia. Arriva Osvaldo con la truccatrice
–ciao Ally lei è mia madre- dico sorridendo
–oh salve! Voi siete la famosa mamma Sophie … tanto piacere- allunga timida
una mano e mia madre risponde stupita
–ciao Ally dammi del tu- dice sorridendo, Ally mi si avvicina
–tu cosa ti metti tesoro stasera?- mostro il mio abito blu elettrico
–con gli accessori neri- mi stringo in vita la vestaglia bianca corta
–beh inizio con tua mamma e poi mi occupo di te tesoro va bene?- mi chiede Ally aprendo
la sua valigetta, mia madre si gira
–ma non devi disturbarti, mi trucco da sola- Ally la zittisce con un cenno
–per me è un piacere- mia madre si mette una mano sulla bocca, mentre io
sdraiata a pancia in giù nel letto la fisso e rido.
Osvaldo ci gira intorno come un avvoltoio
–oh ora sì che siete perfette! Mi raccomando Cecilie, vita privata no comment , lo sai la
stampa com’è … evitali e andrà tutto benone, ora vi lascio così, andate e non fate tardi,
ci sentiamo domani!- scendiamo giù, ridendo e scherzando, prendo il rossetto,
e controllo l’i-phone, mi scurisco quando su whatsapp mi appare un messaggio di
Josh “devo parlarti.” Spengo il cellulare, afferro il cappotto e le chiavi della macchina ed esco di casa.
–Chi lo avrebbe mai detto che sarei andata ad una festa di Oscar de La Renta
grazie alla mia bambina!- mia madre non fa che gesticolare, mentre rido come una matta
–e dai mamma, non è niente di che!- lei mi fissa
–certo che no, per una che è stata invitata alla festa degli Academy!- sorrido e scuoto la testa
–ah che meraviglia!- dice mia madre, mentre parcheggio davanti la villa,
scendo velocemente e apro la portiera a mia madre che ancora fissa estasiata l’edificio
–voglio una casa così- dice scoppiando a ridere
–beh la mia ci somiglia- fa una smorfia
–mh insomma- le do una gomitata giocosa ed entriamo.
Se fuori ci aveva sorpreso, dentro la villa è stupefacente, una piscina enorme
occupa tutto lo spazio del piano terra, attorniata da statue di marmo, due enormi
scaloni portano al piano di sopra, dove musica e chiacchiere si mescolano, salgo
le scale e rimango basita: le foto del mio book appese ovunque, spalanco la bocca
–Cecilie!- Andrew mi viene incontro con un drink colorato in mano, sorrido e alzo
una mano timidamente, mia madre è dietro di me      
 –lei è tua madre?- chiede visibilmente estasiato
–sì, lei è mia mamma Sophie, mamma lui è Andrew il direttore marketing- mia madre
arrossisce e tende la mano, che Andrew avvicina alle labbra, lei mi fissa         
–grazie Andrew ci vediamo- dico trascinandola via, ogni persona che incontro
sembra che mi conosca da anni, tendono le mani che stringo velocemente
–Cecilie! Ciao! Sei bellissima! È un onore conoscerti!- sorrido.
Scendo lo scalone per uscire a prendere un po’ d’aria, mia madre è stata
sequestrata da Lisa Wilton, un’ex modella che sembra abbia passato anni in scozia,
esco in giardino e respiro forte, accendo il telefono e ricontrollo il messaggio di Josh, lo chiamo
–Cecilie- sento sospirare
–che devi dirmi di tanto urgente? Josh non ho tempo, quindi sii sintetico- lo sento prendere fiato
–ti volevo solo dire che per quanto riguarda il matrimonio … io, devo andarci, insomma Ryan
è mio amico, ci siamo conosciuti per SBNN, lui mi ha aiutato tantissimo per quanto riguarda
i fondi e gli sponsor, e anche per dirti di non fare caso a me quel giorno, goditi la cerimonia
da damigella, insomma con trecento persone dubito che ci incroceremo spesso- inarco le sopracciglia
–bene, hai avuto il mio stesso pensiero, ti saluto devo andare. Ciao- attacco e fisso il telefono,
mi mordo un labbro, scoppio a piangere, mia madre mi raggiunge dopo dieci minuti di singhiozzi
–amore, che succede? Vieni dentro, stai congelando!- mi abbraccia, e mi riporta dentro,
recupera i nostri cappotti e andiamo verso la macchina, si mette alla guida
–odio guidare a sinistra- borbotta, mentre mette in moto.

Stringo la tazza tra le mani, fisso la tv, mentre dei volti sfilano uno dopo l’altro,
danzando sulle allegre note di una canzone da musical, scuoto la testa mi vibra il telefono
–pronto?- chiedo svogliata
–Cecilie … domani c’è la prova del matrimonio devi venire qui alle tre ok?- sbuffo sorridendo
–Ciao Blaine mi stavo solo chiedendo se avrò un  minuto di tregua questa settimana.
Oggi devo incontrare il mio addetto stampa, devo andare a firmare alcuni documenti
per le première,sto impazzendo!- lui sospira
–non dirlo a me! Non vedo l’ora di essere in luna di miele con Ryan- stringo le labbra
–dove andate?- chiedo, sospirando, prendendo una rosa dal mazzo sul tavolo e annusandola
–Polinesia, un mese, poi Australia, sai lì è estate e poi torniamo, cioè io vado in
Inghilterra, il mio lavoro non l’ho mollato mica, sistemo le cose e poi torno
dal mio amore- sorrido, il telefono fa bip e capisco che ho un’altra chiamata, abbasso le spalle
–Blaine, ho un’altra chiamata, allora ci vediamo domani alle tre, dove?-  lui ride
–in studio, da Andrew-  sorrido
–okay baci-
-baci- dice attaccando.
–Mi stai chiedendo di rilasciare un’altra intervista? Sono una scrittrice non un’attrice Dan!
Ho già detto di no,ho già fatto la mia parte, Lily e Hutcherson non possono prendersi l’impegno?- mi
verso il caffè nel bicchiere di carta, mentre discuto con il mio addetto stampa, che mi
spreme fino alla fine delle mie forze
–no Cecilie, chiedono di te, è raro che un’autrice sia così richiesta, sfrutta questa occasione!- mi volto
–no Dan, vogliono pettegolezzi, perché sono la ex di Josh, cosa è successo a Berlino, e altre
scemenze, non voglio i riflettori addosso, a malapena sopporto le première da produttrice, mi basta sinceramente- mi siedo addentando un donut
–sto impazzendo, non ti capisco guarda!- sbuffo, prendo un giornale e lo sfoglio
–dovevi farmi firmare le carte no? Dammele e me ne vado, ho da fare- sfoglio pigra la
seconda pagina e mi arriva un malloppo di fogli sulla mano, lo sollevo
–queste non sono carte. È  un manoscritto. Di seicento pagine! Le devo leggere tutte?- annuisce
–è necessario per le première, postille comprese- sbuffo e infilo in borsa
–la giornata è cominciata alquanto male e procede abbastanza schifosamente, grazie, ci
vediamo quando finisco di leggerle- inarca un sopracciglio
–il più presto possibile..mi racco..- lo blocco
–ho il matrimonio del mio migliore amico tra tre giorni, ora è quella la mia priorità- prendo
il telefono che vibra
–beh quello e tirare fuori mia madre dalla boutique di Chanel- alzo le sopraciglia e lo saluto con la mano
–pronto?- sospiro aprendo la chiamata
–tesoro? Oh amore! Senti ho trovato un vestito bellissimo per il matrimonio di Blaine- gorgoglia
–ma non lo avevi portato da casa?- lei ridacchia
–sì, ma mi faceva vecchia, mi incupiva- sorrido
–dove sei?- domando, mentre apro la macchina
–sono in Wilshire Boulevard, vicino a casa perché?- chiede
–ti raggiungo, sono in giro tanto- ingrano la marcia e attacco. 



Oscar de la Renta party style

Sophie Oscar de la Renta party style

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


3 Giorni dopo ORE 7:00

-allora! Vuoi svegliarti o no?- mi arriva un cuscino in pieno viso, mugugno e sbuffo
–chi è?- chiedo aprendo un occhio
–Lily? Che ci fai qui? Sono le sette del mattino!- lei sorride
–sì lo so, passavo di qui, senti ho chiamato Josh per metterci d’accordo sulle première, è
a pezzi Cecilie, è davvero depresso, oggi lo rivedi dopo mesi e io farò in modo che tu
sia raggiante!- batte le mani, sbuffo dal naso
–Lily, ti devi preparare anche tu, come fai?- lei sorride furba, apre la porta e il suo abito
penzola, appeso alla gruccia, uno splendido taffettà color cipria, mi butto sul letto di nuovo
e lei sbuffa, mi prende i polsi e tira. Dieci minuti dopo lotto contro di lei con la doccia, mi
schizza e io mi copro con le braccia
–fila! Lavati!- mi intima indicando il box doccia, abbasso la testa, lei esce e scuoto la testa
entrando, lascio che l’acqua mi rilassi un pochino e chiudo gli occhi, passo le mani sui capelli,
muovo la testa e apro gli occhi di scatto, mia madre entra
–cucciola sei sveg … oh santo cielo! Cos’è successo qui?- sorrido
–Lily mi ha costretta a lavarmi e abbiamo giocato con l’acqua- dico ridendo la sento ridere
–ah quant’è dolce … è giù con Osvaldo ti aspettano- dice uscendo.
Scendo con il mio accappatoio con le fragole, Lily, perfettamente truccata e pettinata,
mi fissa come se volesse fucilarmi, Osvaldo alza gli occhi al cielo e Ally mi si assiepa
davanti come un avvoltoio
–chiudi gli occhi e prova a calmarti, così eviti le rughe- mi ammonisce, sbuffo e mi appisolo.
Dopo circa cinquanta minuti mi da dei colpetti leggeri sulla spalla
–apri e guardati, sei bellissima!- apro gli occhi verdi contornati da ombretto verde acqua,
argento e rossetto nude lucido
–oh, beh, Ally grazie- sussurro,mia madre sorride e intanto viene spinta sulle seggiola
dalla truccatrice euforica,suonano la porta e Osvaldo va ad aprire, io mi sposto e vado verso
la camera
–Cecilie? I capelli! È arrivata la parrucchiera- sbuffo                        
–eccomi!- dico andando verso l’atrio, mi fa sedere su una sedia in salotto e inizia a lavorare
sui miei capelli, metto il broncio e arriva Lily
–che faccia! Il tuo migliore amico si sposa!- scoppio a ridere, mentre io e Lily chiacchieriamo,
la parrucchiera stira, pettina, acconcia, ferma e spruzza, mi alzo dondolando
–uff, mi gira la testa- dico mettendomi una mano sulla fronte
–per forza! Non mangi!- entra mia madre che mi ficca in bocca una brioche
–mmm mmmm scotta!!!- mugolo, lei alza gli occhi
–mangia!- annuisco
–va bene, ciao- salgo le scale insieme a Lily, entro in camera e mi tolgo l’accappatoio
con le fragole rimanendo con  il body di raso, fatto su misura per me da Oscar De La Renta,
metto le scarpe azzurre e gli orecchini, prendo l’abito e lo faccio passare da sotto, mentre Lily
infila il suo, me lo chiude dietro con i ferretti e ci guardiamo allo specchio, prendo la pochette
–bellissima- dice Lily guardandomi
–tu sei bellissima- la abbraccio
–grazie- dico sulla sua spalla
–no, tesoro, non piangere, per me è un piacere- prende il cellulare
–ops Sam è qui sotto, vado, tesoro sei splendida- mi stringe e scende le scale.

Prendo un respiro profondo, stringo il bouquet di fresie e mughetti, chiudo gli occhi
–Cecilie, mi agiti così! Rilassati!- mi intima Blaine, sorrido
–okay, allora,dovrei farti un discorsetto, sei sicuro? Sei pronto, ami quello splendido
ragazzo che ti aspetta?- annuisce emozionato, sorrido
–allora facciamolo!- esclamo alzando in aria il bouquet, entra James il testimone di Ryan che
deve entrare con me , mi porge il braccio
–sei pronta Cecilie?- annuisco, parte la musica e ci avviamo lentamente dietro le bambine
che portano le fedi, si spalancano le porte e una folla di trecento persone ci fissa, alzo lo
sguardo, sorrido e respiro profondamente, inizio a camminare cercando di stare al passo
di James, che sorride a Ryan che,nervoso, sbuffa ogni secondo e fissa Blaine dietro di noi,
sorrido emozionata e un paio di occhi mi cattura, è Josh, in uno splendido completo blu,
che mi fissa a bocca spalancata, abbasso lo sguardo e fisso con intensità Ryan,mentre
James mi bacia la mano e ci separiamo davanti al tavolo.

Asciugo una lacrima, sfuggita a miei occhi, grazie ai bellissimi discorsi che hanno pronunciato
gli sposi, sorrido mentre si lasciano andare ad un dolce bacio, applaudo posando il bouquet sulla mia sedia,cerco mia madre tra la folla e la vedo che piange insieme alla mamma di Blaine,
si sono conosciute alla nostra laurea e non si sono più mollate, le faccio cenno e viene verso di me
–hai un fazzoletto?- le chiedo, ne tira fuori due pacchetti
–mamma, uno me ne serve!- sibilo, lei ridacchia e me ne sfila uno.
Sorrido, poso la mano con i fiori sul fianco e fisso l’obbiettivo,la foto viene scattata,
 ne facciamo altre cento prima di sgusciare via dalla sala comunale, tiro su l’abito e arriva Lily
–oh santo cielo! Questo povero Oscar De La Renta lo stai massacrando!- lo sistema, mentre
tiro su il corpetto, mi urtano e mi cade il bouquet
–per favore! Signora! Non spinga!- urlo alla tizia che spinge tutti come se stesse entrando
da Sacks per i saldi. Sgomito per uscire e mi becco il riso che dovrebbe finire addosso agli
sposi dietro di me, sputo il riso e James mi aiuta a toglierlo dalla corona di trecce che ho in testa
–vieni in macchina con me al salone?- mi chiede, mentre toglie gli ultimi chicchi
–per forza, mia madre è andata via e la macchina che mi ha portato qui è degli sposi,
quindi accetto il passaggio, e siamo i testimoni, credo sia accettabile- sorrido, lui mi porge il braccio
–madame- apre la portiera e mi infilo nella Lexus nera.
Mentre siamo in viaggio tiro fuori dal body il mio telefono
–strano posto per un’i-phone- ride James
–sì lo so, ma la mia pochette la ha mia madre, è l’unico posto dove tenerlo- fisso le
chiamate perse, mio padre sa che siamo ad un matrimonio, ma chiama ugualmente,
compongo il numero e aspetto, dopo tre squilli risponde      
–papà che succede?- chiedo nervosa
–niente cara, volevo parlare con la mamma, ecco, perché vedi Charlotte … - lo interrompo
–cos’è successo papà? Passamela- lo sento sospirare
–Chari che succede?- chiedo affannata lei ride e io mi rilasso
–sono incinta, Cecilie, volevo dirtelo di persona, ma sono così emozionata!- spalanco gli occhi
–anche io lo sono, ma è presto, sei così giovane, hai diciannove anni!
Come farai con l’università? Charlie che dice?- lei scoppia a ridere
– beh la scuola … per ora sono privatista, poi andrò a Edimburgo e vivremo lì,
Charlie si occuperà di quella sede, è felicissimo, ha già scelto i nomi! Lui è più in ansia
di me, sembra un bambino- mi mordo un labbro
–tesoro sono felice per te, ma devi stare tranquilla ora, che faccio con mamma? Le dico tutto
io o preferisci parlarle tu? Torna dopodomani a casa non è meglio aspettare?- chiedo titubante
–mah forse sì, non dirle niente! Saprà tutto quando arriverà a casa, salutami Blaine e divertitevi- sorrido
e attacco
–problemi?- chiede James parcheggiando
–niente che non si possa risolvere in nove mesi- spalanca gli occhi
–wow, di quanto tempo sei? Non si nota per niente!- scherza
–scemo!- gli do una botta sulla spalla e ride, mentre scendiamo dall’auto.
Ci porgono un cocktail rosso, che prendiamo al volo sempre sorridendo
–ai testimoni di nozze- dice inclinando il bicchiere
–ai testimoni- dico facendo unire i bicchieri.
Accavallo le gambe, sono al tavolo dei vip, Josh siede dall’altra parte e un gigantesco centrotavola
impedisce gli sguardi, credo ci abbia pensato bene Blaine, Lily si avvicina al mio orecchio
–ti ha fissata per tutto il percorso del corridoio, e anche durante il resto della cerimonia, ti puntava, poi ti sei allontanata con quel James e si è incupito, se n’è andato da solo imbronciato- scuoto la testa
–Lily, mi dovrebbe importare? Lui, deve andare avanti e io anche, capitolo chiuso- sussurro fissandola
–uffa- borbotta, incrociando le braccia.
Mi alzo e vado verso il bagno, ho ingurgitato il pranzo in tempo record e bevuto tre
litri d’acqua, devo fare pipì, mi fiondo, esco e mi sistemo il trucco, mi lavo le mani e
mi sventolo la faccia, ho gli occhi lucidi e un principio di mal di testa, mi appoggio al lavabo
–devo parlarti, e ora mi ascolti- la sua voce roca mi fa venire i brividi, chiude a chiave la porta
–no Josh, apri quella porta! Lasciami uscire!- esclamo, si avvicina
–che … che fai?- mi stringe e mi bacia,in quel bacio c’è tutta la rabbia, la frustrazione di questi mesi, la lontananza che mi sono autoimposta, mi lascio andare dopo mesi, mette le mani calde
dietro la schiena e apre l’abito delicatamente, scivolo fuori restando con il body, lui spalanca gli occhi
–sei perfetta- mi alza e mi mette seduta sul lavandino, incrocio le gambe dietro il suo bacino,
si spinge verso di me
–oddio Josh, ti prego, no- cerco di respingerlo
–ti amo, lo vuoi capire?- ringhia, inarco il collo e mi lascia una scia di baci fino al seno
mi slaccia il bustino e mi spoglia completamente, resta a fissarmi e poi lo bacio.

Mi fisso nello specchio, non so perché l’ho fatto, lui deve andare avanti, senza di me,
si rimette la camicia e mi sorride
–ti amo Cecilie- dice accarezzandomi, mi scosto
–era questo che dovevi dirmi?- mormoro rivestendomi, lui si allaccia i pantaloni
–e ti sembra poco?- mi volto per allacciarmi il corsetto, seria con il viso contratto,
scivolo nel vestito , prendo la pochette ed esco sbloccando la porta.


Wedding style Cecilie
Wedding style Sophie
Wedding style Lily

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Capitolo 13
*** Capitolo13 ***


-hai fatto sesso?- mi chiede Blaine raggiungendomi, lo fisso
–oh cielo! Tu hai fatto sesso! Fammi indovinare, James? Ti ha colpita eh?- dice sorridente, io sbuffo
–cecilie dai chi è dai dai dai dai dai dai …-                           
- è Josh- lo interrompo
–dai … checcosa!? Scherzi vero? Cecilie! Avevi fatto una promessa!- abbasso la testa                    
–senti sto già di merda, non ho bisogno delle paternali- mi metto una mano tra i capelli, alzo gli occhi al cielo
–ma dove? Oh il bagno- dice fissando Josh che esce dalla toilette, mi  mordo  il labbro
–penetrazione o preliminari?- chiede, inclino la testa, alza le mani in segno di resa
–okay, tranquilla me ne vado … penetrazione- borbotta mentre se ne va.

Lily mi fissa seria, le ho appena detto tra i singhiozzi quello che è successo, fruga nella borsetta e mi allunga un paio di fazzoletti
–grazie- borbotto asciugandomi, tiro su col naso
–io non ti capisco, tutte quelle storie sull’andare avanti, le promesse di libertà tutte quelle storie sul lasciarlo andare, tu lo ami non
mentire a te stessa dai- sventola la mano
–n … no Lily! Io non posso amarlo! Sono stata stupida a lasciarlo e ora merito di soffrire- incrocio le braccia
–ma la smetti?! Ora vai da lui e gli dici che lo ami, forza!- mi spinge
–smettila dai!- mi scanso e vado da mia madre, che chiacchiera con Ryan, appena mi vede, mi abbraccia
–tesoro! Ryan mi stava dicendo che li hai aiutati tanto con i preparativi del matrimonio- sorrido forzatamente
–mamma scusami, devo andare, Ryan tesoro grazie mille, ma ho avuto dei problemi con il lavoro- mi blocco, mentre Josh mi passa vicino
–Ryan ti volevo ringraziare, ma devo andare via proprio ora, il lavoro- lui sorride
–beh oggi i datori di lavoro si sono sbizzarriti, beh che ormai i vostri ambienti sono gli stessi, grazie Josh, Cecilie, tesoro grazie mille a te,
mi dispiace che andate via così presto- mia madre mi chiama
–tesoro posso avere la macchina? perché non mi va di scomodare la mamma di Blaine, loro devono tornare in albergo- abbasso le spalle
–e io come torno?- Josh si intromette
–posso accompagnarti io Cecilie, se per te non è un problema- mi giro stringendo le labbra
–grazie Josh- do un bacio a Ryan e cerco Blaine, lo strappo quasi con la forza dalla fotografa che, poverina, ha avuto l’incombenza di fare
delle foto che facessero sembrare gli sposi degli dei greci,
-un bacio che devo andare – gli dico velocemente
–ma come Cecilie!!!- lo saluto in punta di dita e vado verso l’uscita.
In macchina, mi  stringo nelle braccia, lui si ferma, guardo intorno,
-perché ti sei fermato?- chiedo allungando il collo vedendo una colonna di macchine
–non so, un incidente credo- mormora contrariato, scende dall’auto si toglie la giacca e va a vedere.
Non ci posso credere, abbiamo fatto sesso, mi ha detto che mi amava e non una parola, sì va bene, ma tu sei complicata Cecilie,
lo vuoi o non lo vuoi questo ragazzo? Sì che lo vuoi, lo vuoi!!! Josh rientra in macchina
–io ti voglio- gli dico, lui si gira lentamente
–cosa?- sospiro
–io ti amo Josh, ti ho sempre amato, ma volevo lasciarti libero di vivere la tua vita, ma tu mi hai detto che mi ami, io pensavo
che fosse perché ti sentivi in colpa, però poi ho analizzato il tuo comportamento e quindi..- mi chiude la bocca col pollice e l’indice, sorride
–l’hai capito finalmente?-  annuisco, mi bacia dolcemente, circondo il suo viso con le mani, mi stacco e lo fisso,
ha gli occhi chiusi e sorride beato
–ti amo- diciamo insieme, spalanca gli occhi e mi stringe
–mi sei mancata, da morire Cecilie- chiudo gli occhi e rido.

Mi spinge dentro casa, saliamo per le scale, casa sua, cioè nostra, quella che avevamo comperato  insieme, l’avevo lasciata a lui,
non ci stacchiamo nemmeno per respirare, ci saziamo dei nostri baci, come se non potesse esistere altro, mi slaccia il vestito e
il bustino, gli tolgo la cravatta e strappo la camicia facendo saltare tutti i bottoni
–era di Calvin Klein- mugola, inarco la schiena
– chissene- lo bacio violentemente, lui ride.
Apro gli occhi e li richiudo subito, una luce forte mi colpisce
–che ore sono?- guardo la sveglia
–merda! Le dodici- sposto il corpo di Josh, che mi blocca, in punta di piedi prendo il telefono: 34 chiamate perse da mamma,
mi metto le mani nei capelli, sono scomparsa per tipo venti ore!
Esco dalla stanza mettendomi un accappatoio
–pronto?- risponde preoccupata
–Cecilie! Dove sei stata?!?- mi urla
–ehm mamma, sono da Josh- faccio una pausa, la sento sospirare
–ma perché? Ha commesso qualche pazzia? Lo stai aiutando?- chiede, mi mordo un labbro trattenendo una risata
–no siamo tornati insieme, almeno credo- mi stringo nelle spalle, trattiene il fiato
–tesoro! Sono contenta! Finalmente! Ma perché dici “credo”?- sento delle mani calde sui fianchi, la sua bocca sul mio collo, sorrido
–beh no, stiamo insieme- ridacchio, spalancando gli occhi ammonendolo, lui sorride, alza le mani e va verso il bagno, mia madre sta
in silenzio per un po’
–va bene ti lascio al tuo tesorino, la prossima volta avvisami magari- rido
–okay scusa mamma- lei ride e attacca.
Mi sta portando a cavalcioni in cucina
–pranzo o colazione?- chiede, guardando l’orologio
–brunch- dico scendendo dalla sua schiena, mi da un bacio veloce e ci mettiamo a cucinare, mentre cuoce il bacon mi avvicino e rubo
una strisciolina, mettendola in bocca
–ti sei americanizzata? Odiavi il bacon!- dice girandosi
–a colazione- preciso
–sono le due meno un quarto Josh- mastico
–è stata una doccia lunga – dice, baciandomi
–mmh ne ho passate di più lunghe- dico, prendendo il succo dal bancone, spegne il fornello e mi prende dalle gambe
–aah ma che fai?!?!- rido, lui mi issa sulle spalle e mi porta in salotto, mi sdraia sul divano e riprende a baciarmi, mi toglie la maglietta,
mugolo mentre suonano alla porta
–va via!- urla Josh
–scemo!- dico allontanandomi e rimettendomi la canottiera, vado verso la porta e la apro titubante
–.. sapevo! Lo sapevo!! Siete tornati insieme!- alzo gli occhi al cielo
–non dovresti essere in luna di miele tu?- scuote la testa
–partiamo pomeriggio- entra come una furia
–ciao Blaine – dice Josh sorridendo
–oh vi ho interrotto?- chiede, annuisco, si rimette il cappello,
-allora vi lascio, vado a fare le valigie- esce veloce dalla porta che tengo aperta, lo saluto con la mano e sbatto la porta.
Mentre mangiamo, Josh mi tiene la mano, sorride e parliamo delle première
–sai già cosa ti faranno indossare?- mi chiede, alzo le spalle, 
–qualunque cosa serva a pubblicizzare De La Renta, credo, comunque il loro stile è molto bello, mi piace, solo che
odio dovermi agghindare, è un tour de force: Inghilterra, Spagna, Francia, Italia, Israele ed Dubai, senza contare New York e L.A.
non credi sia un po’ tanto?- mi alzo e vado in braccio a lui, che mi stringe
–sì, lo so, ma sarà la tua vita di produttrice, ormai sei nel nostro gioco piccola- mi dà un bacio e mi alzo andando in salotto sbuffando,
mi siedo sul divano
–non sparecchiare, ci penso io, vieni qua!- lo chiamo, arriva e si sdraia mettendo la testa sulle mie gambe, gioco con i suoi capelli
–perché mi guardi?- chiedo sorridendo, vedendo che mi fissa             
  –perché sei la cosa più bella di questo pianeta- gli occhi brillano, incomincio a piangere
–ehi, ehi no cucciola!- si solleva e mi stringe, accarezzandomi i capelli
–perché piangi?- mi chiede dolcemente
–perché sono così felice Josh, tu sei il mio unico amore, mi dispiace di averti tenuto lontano, io volevo proteggerti da me, da quella
persona indegna che sono, ma tu mi fai sentire così speciale, così amata e sono felice- lo bacio mentre altre lacrime scendono sulle guance.

-Ciao piccola mia, comportati bene e tratta bene questo ragazzo- dice mia madre lisciandomi i capelli e abbracciandomi,
la stringo sorridendo, Josh le porge il bagaglio a mano
–e tu? mi prometti che la sopporterai anche se farà la pazza?- lui annuisce arrossendo
–sì, io la amo- dice, lei si commuove                           
–oh,mamma non è il momento- lei scuote la testa
–sì, sì lo so! Ah- abbraccia Josh e sospira
–devo andare- dice guardando i metal detector
–salutaci tutti!- le urlo, annuisce e mi fa l’occhiolino, mentre sparisce nel gate. 
Abbraccio Josh e usciamo insieme dall’aeroporto, appena mettiamo piede fuori lo scatto fastidioso di
decine di macchine fotografiche ci fa istintivamente coprire il viso, affondo la testa tra la spalla e il collo
di Josh, mentre lui si fa scudo con il braccio
–avanti smettetela!- grido io
–no, lasciali stare- mi mormora all’orecchio
–se urli o ti arrabbi fanno di peggio, ignorali- mi mordo un labbro e arriviamo alla macchina.
Al sicuro dietro i finestrini oscurati, fisso Josh, è teso, nervoso, contrae la mascella e fissa furioso davanti a se,
stringendo il volante, gli sfioro il braccio, lui si volta di scatto e mi bacia prendendomi così velocemente da togliermi il fiato,
mi bacia rude, brusco, mi sciolgo contro il suo petto
–ti amo- mi dice tra un bacio e l’altro
–an..anche io, Josh calmati, mi stai spaventando- gli dico allontanandolo
–scusa, mi fanno infuriare, sono degli impiccioni, mi hanno rovinato la vita , avevo solo nove anni e sono
entrato in questo dannato circo!- lo stringo a me, accarezzandogli la testa
–mi dispiace Josh, ma io ti amo, lo capisci? Ti amo, non ti lascerò per quattro paparazzi , o quattro moine
su un giornale, sono e sarò qui, sempre- mi bacia, cingendomi dolcemente il viso
–sei la cosa migliore che mi potesse capitare- mi sussurra tra i baci.
Mentre torniamo verso casa , mi chiama Charlotte, fisso fuori dal finestrino
–Cecilie?- chiama debolmente
–Chari, tesoro?- chiedo allarmata
–sì, ciao Cecilie- piange, chiudo gli occhi
–Charlotte che succede?-  respiro profondamente
–sono due!- spalanco gli occhi
–due cosa?- domando
–due bambini! Sono due gemelli!- grida lei in preda ad una crisi
-ma di quante settimane sei tesoro?-  Josh mi fissa stranito
–quattro, ho fatto l’esame del beta HCG e l’ecografia interna, Cecilie, sono disperata- mi metto una mano tra i capelli, sbuffo
–mamma arriverà stanotte, aspetta lei per disperarti Charlotte, scusami devo andare- attacco
–tua sorella è incinta?- gli brillano gli occhi
–sì, di due gemelli- scoppia a ridere
–che mi sono perso?- sorrido
–solo due spermatozoi in più- ridacchia e accosta, scendo dall’auto e mi squilla di nuovo il telefono
–chi è?- ruggisco
–tesoro sono la nonna, senti io sono in Irlanda, tua sorella ti ha chiamato?- tiro fuori le chiavi
–sì nonna, ha chiamato ed era nel panico, ma perché sei in Irlanda?- rido, lei sbuffa
–perché tua zia mi ha portato alla spa per due giorni, dice che ho la pelle spenta-
<> sento dire a mia zia
–ignorala nonna! Va bene, io le ho detto di calmarsi e di aspettare mamma- lei sospira
–meno male! Senti devo andare che sta per partire il traghetto- la saluto
–ora la famiglia è soddisfatta?- mi chiede Josh cingendomi i fianchi, annuisco
–sì la famiglia è soddisfatta, ma io no-  metto le mani intorno al suo collo, mi siedo sul bancone, lo bacio
–ti amo- mormoro posando le labbra sulle sue, mi stringe ancora di più i fianchi e mi solleva un ginocchio e lo porta sul suo fianco
–mm siamo in vena di posizioni sconsiderate Hutcherson?- gli mordo un labbro, lui ride
–mm sì Cecilie, amore mio- mi prende dai glutei e mi porta in camera.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


UN MESE DOPO
Mi sveglio e la voce trapanante di Osvaldo mi entra come un razzo nelle orecchie
–forza Sylvia muoviti! Hanno l’aereo tra sei ore!- lei ride, mi tiro su e sveglio Josh, che dorme,
beatamente sul mio seno
–amore?Josh?! amore!- apre un occhio e mi stringe di più
–chi è?- bofonchia
–Osvaldo e Sylvia- dico sorridendo tenendo il lenzuolo ben fermo, O.J. mi passa la vestaglia
–grazie- sussurro
–ma io sono nudo- brontola Josh, mi lego la vestaglia di seta e gli lancio i pantaloni del pigiama
–vestiti, disgraziato- gli arrivano in piena faccia
–sei così dolce, amore- sorride e scendo giù sbadigliando.

Metto i cornflakes nella tazza sovrappensiero, Josh scende rumorosamente le scale,
inciampando ad ogni singolo ostacolo mugugnando, sorrido e verso il latte, mi giro e
vedo Josh, sul bancone che si tiene la faccia tra le mani e ronfa a tutto spiano
–scoppio a ridere e mi va il latte nel naso, annaspo
– mmh sarà arrivato il giornale?- chiedo guardando l’ora, esco di casa e, al di là del cancello,
centinaia di fotografi appostati, appena mi vedono iniziano ad urlare,
rientro in casa sbattendo la porta
–Osvaldo!- chiamo, lui scende
–ho appena visto, cecilie è un disastro, Sylvia per favore chiama Jasmine, chiedi
 un modo per spaventarli, avere una sorella giornalista serve, a volte- mormora a nessuno
in particolare, mi prendo la testa tra le mani e scivolo sulla parete fino a sedermi a
terra, arriva Josh
–ma che succede?- mi vede a terra e si accovaccia accanto a me
–ehi amore stai bene?- è pallido
–la casa è circondata da paparazzi –si alza con il viso duro
–come hanno scoperto l’indirizzo? Beverly Hills è blindata da questo punto di vista,
come è successo?- si mette le mani sui fianchi
–non lo so Josh, ma vi rendete conto in che razza di pianeta, questi parassiti!- grida, mi alzo
–ora basta! Sylvia?- chiamo, lei torna dal salotto con il telefono di Osvaldo tra le mani
–grazie Jasmine, perfetto-  mi guarda
–l’unico modo è accontentarli, concedete loro un’intervista, senza rivelare nulla,
 vi lasceranno in pace- mi giro verso Josh, mi prende il viso tra le mani
–ce la fai amore?- lo fisso
–sì, Josh- mi si inumidiscono gli occhi
–okay, Osvaldo vai fuori e avvisali, Sylvia la mia camicia grigia dov’è?- sale in camera
–credo in valigia, ma lasci fare a me- Osvaldo mi abbraccia
–andrà tutto bene- annuisco e salgo di sopra anche io.
Sono tutti nel nostro giardino, mentre io e Josh sul divanetto ci stringiamo la mano
–Josh è stato agevolato nel rappresentare il protagonista del tuo film perché è il tuo
fidanzato?- mi chiedono, scoppio a ridere
–certo che sì, anche se all’epoca non stavamo insieme sapevo che lui era quello che
cercavo, perché Riley Mason è il manifesto di quello che Josh è in grado di dare: amore
incondizionato, felicità, allegria, gioia, lui è la luce, credo che pur non conoscendolo ho
incentrato i suoi pregi in un unico personaggio- mi stringe e scattano altre foto
–e tu, Josh, ti senti minacciato dal personaggio di Riley?- inarca un sopracciglio
–dovrei? Lei ne è già follemente innamorata!- scoppio a ridere e annuisco, mi fissano tutti e arrossisco
–avete intenzione di allargare la famiglia?- io e Josh ci fissiamo
–sarebbe un po’ presto- dico sicura 
–siamo giovani,insomma mi sento io stessa una bambina, non sarei pronta ad
un’esperienza senza dubbio bellissima, ma così intensa- Josh si appoggia allo schienale
–anche io penso sia un po’ presto, poi sarebbe lei che lo dovrebbe portare in pancia per
nove mesi, quindi preferisco che sia lei a gestirla- abbozzo un sorriso e loro attaccano a scrivere
–e un matrimonio?- aggiungono, Josh sorride
–anche per quello sarebbe presto- sorride freddo congedandoli.
Incrocio le braccia
–preferisco che sia lei a gestirla?!?- grido contro di lui appena entra in camera, lui mi fissa
–ti rendi conto? Hai parlato come se non fossimo una coppia, ma come due esseri da
riproduzione!- spalanco le braccia, esasperata
– e tu? “è troppo presto”- dice imitando la mia voce
–significa semplicemente che non è programmato, Josh, non che io non voglio un figlio da te! Ti stai comportando da ragazzino e lo sai benissimo!- dico, mentre alza gli occhi al cielo
–no al massimo la ragazzina sei tu, non ti senti pronta ad avere una vita con me?
Non vuoi avere un figlio? Benissimo, allora significa che non mi ami!- spalanco gli occhi
–sei per caso impazzito? Quando mai abbiamo parlato di figli e matrimoni Josh?
ne abbiamo mai discusso? Non siamo pronti!! Quindi smettila di fare l’offeso per una cosa che
tu stai dimostrando!- esco dalla stanza, sbattendo la porta, scendo le scale a razzo
e prendo la borsa, guardo l’orologio
–ci vediamo all’aeroporto O.J.- borbotto
–ma come? Cecilie! Cosa dici … - lo saluto con la mano e mi infilo in auto, da Beverly Hills
procedo verso il mare, scoppio a piangere verso la strada, appena scendo l’aria salmastra
mi soffia in viso, tiro su col naso e mi stringo nel cardigan, due uomini che fanno jogging mi
passano davanti, soffiando affaticati, con gli occhiali,  grazie al tempo brutto ed essendo
martedì non c’è nessuno che possa riconoscermi, mi vado a sedere vicino alla riva,
togliendomi i sandali, fisso il mare grigio ferro, che si increspa violentemente, stringo i denti
che minacciano di battere per il vento freddo, sento il calore di una giacca costosa e un
profumo familiare
–ciao Blaine- dico senza voltarmi
–come sapevi … - comincio
-che ti rifugi sempre vicina ad una fonte d’acqua quando sei triste?Beh vediamo... una volta
che litigasti con Ryan, ti ho trovata vicino alla fontana del campus che giocavi con le ninfee,
poi quando lui, beh, se n’è andato ti sei rifugiata a casa tua che, guarda caso, nella tenuta ha
un lago e passavi lì molto tempo, Josh mi ha detto che eri “scappata” - mi fissa, arricciando
le labbra, mette una mano sulla mia schiena e mi stringe a se, appena in tempo per scoppiare
a piangere di nuovo, mi da dei colpetti leggeri
–sai la luna di miele mi ha portato consiglio, io e Ryan vogliamo adottare un bambino- lo fisso
–è per questo che io e Josh abbiamo litigato, credo che lui voglia un bambino, ma io non sono
pronta Blaine, è un passo così importante sarebbe difficile poi, con una vita come la sua- mi fissa,
stringendo le labbra
–sai, credo che invece saresti un’ottima madre, sei matura, responsabile- chiudo gli occhi
–il problema è che mi sento ancora addosso la paura, a causa di quei maledetti farabutti che mi
hanno violentata a Berlino! Ogni volta che faccio l’amore con Josh, ogni volta io ho il terrore di
ripiombare in quella strada, in quella notte orribile, sento il suo profumo, il suono della sua voce,
ma non mi abbandono mai del tutto, perché, se lo facessi, sarebbe come tornare lì- non è stato
facile parlarne, ma mi sento liberata, mi alzo
–devo andare Blaine, ho l’aereo tra un’ora e Osvaldo sarà in preda al panico- mi sorride
–me la mandi una cartolina?- chiede, ancora seduto sulla sabbia, mi giro
–Okay Blaine, ti voglio bene!- urlo correndo verso l’auto.
- … ti rendi conto che stavo per chiamare la polizia? Mi potevi almeno avvisare! Ero disperato!- alzo
gli occhi al cielo –O.J. okay, ho capito!- dico passando sotto al metal detector le guardie mi sorridono,
alzo le braccia mentre controllano le ultime cose, prendo al volo la borsa e mi avvio al gate con O.J.
che ciancia in sottofondo. Durante il volo Josh mi fissa, l’aereo di linea inizia a rollare sulla pista e
guardo Los Angeles, la sento parte di me adesso, come New Castle, sono successe così tante cose 
qui in America, ormai può essere davvero la mia casa, chiudo gli occhi, riaprendoli, mentre
la hostess parla con Osvaldo
–che succede?- biascico assonnata
–Josh vuole fare cambio di posto- scuoto la testa
–no tu resti qui. Dica al signor Hutcherson che stiamo bene così. Grazie- dico acida alla hostess,
che scuote la testa e va a riferire il messaggio, prendo una rivista e inizio a leggere con rabbia,
che sfuma, vedendo le foto della luna di miele di Blaine e Ryan, sono partiti per un mese e mezzo
hanno girato Polinesia e Australia, beati loro, sorrido placida. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Mi stendo a pancia in sotto  sul letto matrimoniale della mia suite di Londra,
la vetrata punta sul London Eye, poggio la testa sul cuscino e fisso la ruota
che gira lentamente, non so quando, ma l’immagine diventa un sogno, sogno
di essere in volo, sopra Londra, l’aria è asciutta, strano per i soliti standard di questa
stagione, ma respiro a pieni polmoni, sorrido, mi sento felice, uno strano ticchettio,
fastidioso e insistente, mi rotolo nel letto, il sogno è così bello non voglio svegliarmi,
apro gli occhi di soprassalto e il ticchettio è diventato un boato, mi giro confusa, è la
porta, mi alzo e vado ad aprire: Josh lo fisso confusa, è stravolto
–che succede?- dico con voce impastata di sonno, non mi lascia finire che mi bacia violentemente, 
inizia a spingermi contro il letto
–mi hai fatto prendere un colpo, non rispondevi- lo allontano
–che fai?- alza le spalle
–ti bacio, sei la mia donna- spalanco gli occhi
–sono cosa?- si avvicina e lo spingo
–non osare mai più dirlo, ti stai comportando da stronzo, oddio lasciami! Che succede
Josh? Dov’è quel ragazzo dolce e timido che ho conosciuto? Eh?
Quello che amava spider- man e ospitava una ragazza appena conosciuta a
casa sua? Dov’è il Josh del quale mi sono innamorata? Quel Josh che diceva
di amarmi? Ho fatto finta di niente al matrimonio di Blaine, pensavo che tu fossi
solo frustrato, ma invece ora capisco, per fare pace pensi che forzarmi a fare sesso
mi faccia bene, dico sei impazzito? Che ti succede?- urlo, lui è bianco come un
cadavere mi avvicino e scoppia in lacrime
–pensavo che forzandoti tu ti saresti sciolta, che tu ti saresti affidata a me, la rabbia ha
agito al mio posto, Cecilie io ti amo, sono un coglione, io so che tu hai paura, ma
addirittura di me? Insomma sono il primo dopo Riley, Cecilie! Tu stessa hai detto
che volevi fidarti di me, ma poi quel dannato giorno, che ti ha portata via ero triste,
ho iniziato ad arrabbiarmi quando mi è arrivato quel biglietto, insomma non sapevo
che fare se non spingerti con la forza verso di me,poi  Ryan mi ha invitato al matrimonio
e mi ha detto che c’eri tu, ti ho chiamato per dirti che non m’importava, ma non era vero,
se sentivo il tuo nome scoppiavo a piangere, crollavo ogni volta che pensavo al fatto che
ti eri definita debole, mentre hai affrontato cose che una ragazza della tua età non
avrebbe sopportato, invece tu sei qui, davanti a me, porti i segni di tutto, ma li mostri
fiera ed orgogliosa, sei una di quelle persone speciali e io pensavo che se tu mi avresti
visto forte, perfino rude, ti saresti agganciata a me come un’ ancora, ti amo Cecilie e
sappi che sono sempre lo stesso, ho solo agito seguendo la rabbia- alza gli occhi e dentro ci
vedo una tristezza immensa
–e perché mi hai detto quelle cose ieri? dopo l’intervista?- incrocio le braccia
–perché sono un deficiente, amore mio- mi mette le mani sui fianchi, poggia la fronte sulla
mia e i suoi occhi lucidi mi fanno sciogliere
–ti amo- gli dico con un groppo in gola, mi stringe e io sento il cuore battere frenetico. 
Mentre mi truccano, Osvaldo blatera con Josh che mi sorride, facendolo imbufalire
–ma tu non mi stai ascoltando!- gli urla contro, lui alza le mani
–una dea mi ha distratto- rido
–ora non esagerare Joshua- lo ammonisco con un dito, lui si mette una mano sulla bocca,
scuoto la testa, mi squilla il telefono
–mamma? Siete arrivati?- rispondo
–sì tesoro ma voi dove siete? In hotel intendo – sorrido
–per la centesima volta, mamma, il Ritz suite quattrocentoventisette- lei ride e io
attacco, bussano alla porta e Osvaldo va ad aprire
–ci sono dei fiori per la signorina Sanders – dice una cameriera, Osvaldo annuisce e prende il mazzo
–chi li manda?- chiedo alzandomi e allontanando  gentilmente con una
mano la truccatrice, mi avvicino e prendo il biglietto

“per questa serata, perché accada ciò che vuoi. SEMPRE. Ti amo, Josh”
lo guardo, scuoto la testa
–sei matto!- gli vado in braccio e mi stringe
–disgraziato! Il trucco!- gridano Osvaldo e la truccatrice insieme, scoppio a ridere lo
bacio e lui sorride
–sei bellissima- mi allenta la vestaglia di raso bianca
–a-ah Josh, vatti a preparare- gli lascio un bacio e seguita da Osvaldo vado a cambiarmi.

Seta rossa, fiocco enorme sulla schiena, gioielli e belletti neri, scarpe e pochette nere,
mi smaltano le unghie velocemente e sistemano i capelli, mentre mi danno istruzioni,
scendo con l’ascensore e dall’uscita posteriore entro nell’auto nera, stringo convulsamente
la pochette, mi mordo il labbro dipinto di rosso fuoco, tengo gli occhi fissi sulle ginocchia,
al rumore degli urli alzo il viso e afferro la maniglia, prendo un respiro e l’aria fresca
abbraccia le mie spalle, sposto le gambe di lato e scendo dall’auto, guardo intorno e
vedo centinaia di volti che mi fissano e gridano, alzo un braccio e saluto, in risposta ci
sono altri gridi, mando baci alla folla, si sbracciano, mi avvicino e firmo alcune copie del
libro, scattano foto mentre sono vicina e le ossa del viso tremano dalla gioia, abbasso lo
sguardo, gli urli si intensificano appena Josh esce dalla macchina che era dietro di me e
si aggiusta la giacca, passa le mani tra i capelli, ci sa proprio fare, saluta le fans che
piangono disperate, lui sorride firma e fa foto, io invece vengo scortata dalle guardie
del corpo davanti ai giornalisti
– Cecilie! Complimenti per il vestito! Oscar De La Renta suppongo- dice una ragazza con
un microfono gigante in mano, annuisco
–sono il nuovo volto- lei ride
–come ti senti?- sospiro.
                     
JOSH POV
È bellissima, i capelli su una spalla, il vestito che le calza alla perfezione, modellato su di lei,
su quelle forme che amo, che per stupidità ho rischiato di perdere di nuovo, lei si gira verso
di me e mi sorride, lascio la postazione e mi avvio verso di lei, le prendo la mano
–buona sera- saluto le telecamere, urli e Lily scende dalla macchina salutando tutti,
mi fa un occhiolino e annuisco,Cecilie mi lascia la mano e va verso O.J. la fanno mettere
in posa e, per essere la prima premiere, è perfetta, posa la mano su un fianco e tira indietro
il busto, sorride a tutti che la chiamano –Cecilie! Cecilie!- lei manda un bacio e saluta
avvicinandosi alle guardie del corpo, mi faccio avanti salutando i giornalisti e fisso gli obiettivi
uno ad uno, sorrido a lei che però è distratta con un ragazza che le sta dando una mantellina
nera per il freddo di marzo, mi chiamano e mi giro verso di loro, arriva Lily e mi posa la mano
sulla spalla, ci scattano altre foto, sorridiamo e poi chiamiamo Cecilie e il regista, io la fisso e
lei sorride, le cingo i fianchi e lei si stringe a me stringendomi una spalla, mi fa l’occhiolino e
si gira verso gli obiettivi.

–Sei infreddolita? Vuoi la giacca?- le chiedo, mentre appoggiata al
parapetto della suite guarda fisso il panorama
–sto bene, perché continui a chiedermelo, ci sono nata con questo clima Josh- dice
serafica, inspirando forte l’aria umida,annuisco
–a che pensi?- chiedo, lei  mi guarda
–a quanto è bella Londra - dice tornando a fissare il panorama, mi giro e poggio i gomiti sul
parapetto unendo le dita, prende un respiro profondo
–è davvero stupenda, ma davvero pensavi a questo?-annuisce, ma si tortura le mani
–amore cosa non mi stai dicendo?- lei si gira, mi prende il viso tra le mani
–niente, ti amo e sono felice di essere qui. Con te- sorrido e la prendo per mano
–ti amo- dico baciandola.                                                                
Il sole penetra tra le fessure dei miei occhi, tasto il letto e lo trovo vuoto, ma lei è lì, davanti
alla vetrata, fissa l’alba, si stringe nella vestaglia, mi alzo e le cingo i fianchi
–oggi dove andiamo?- chiedo allontanandomi, lei si gira
– Madrid, olè!- dice battendo un piede a terra
–allora concedimi un tango!- la prendo per ballare
–che, guarda caso la sfiga, è argentino- dice lasciandomi, per filare in bagno cantando
una canzone. Mi rituffo sul letto e provo a dormire, sogno un dondolio aritmico
–dai! Ti devi svegliare!- il dondolio è Cecilie che mi tira un braccio
–no amore, ho sonno- mi tira su di botto
–facciamo la doccia dai!- mi porta sotto la doccia e rimane nuda di fronte a me
–oh questo mi fa risvegliare bene – la stringo e la trascino con me, apro l’acqua fredda
e lei grida, mi bacia, preso dalla foga la prendo da sotto i glutei e la sollevo,
inarca il collo e i capelli le ricadono sulla schiena, resi più scuri dall’acqua che
in leggere goccioline le scivola tra i seni, mi guarda e la bacio, unendomi a lei.

CECILIE POV                                                                                                                                                Usciamo ridendo, lui scivola e si aggrappa a me che gli cado addosso scoppiando ancora
a ridere, mi alzo tirandomelo dietro e ci avvolgiamo negli accappatoi bianchi, tre secondi
dopo appare Osvaldo che ci intima di vestirci e grida vedendo come abbiamo buttato a terra
il vestito della premiere se lo prende come un bambino, se lo porta via e sbatte la porta   
–ooops si è arrabbiato- dico abbracciando Josh, mi fissa, strofina il naso sul mio collo e lo stringo
ancora di più, ma in quel momento bussano e la voce di Lily ci fa sorridere e allontanare
–ciao bellissimi, Cecilie mettiti i tuo costosi vestiti firmati e muovi le chiappe fuori da qua,
ti devo parlare- perplessa, vado nella camera attigua e mi cambio, un maglioncino di cotone,
foulard, chignon disordinato, skinni jeans e stivaletti sportivi, esco dalla stanza e la mano
ossuta di Lily mi afferra
–ehi!!- rido, seguendola fuori
–sei incinta?- ringhia
–no, perché?- chiedo ridendo
–guarda! Me l’ha mandato Sam!- spalanco gli occhi e prendo il suo i-phone che mostra l’articolo
di me e Josh, seduti sul divanetto in giardino, Josh che guarda la mia pancia e sorride,
il mio sguardo invece è serio, mi metto una mano sulla bocca, tremo leggermente
–hanno stravolto tutto- mormoro, lei inarca un sopracciglio
–Lily non sono incinta! Davvero credimi! Perché pensi che ti menta? A te poi? Perché dovrei?-
lei scuote la testa, e mette su un broncio tenerissimo
–perché non ti fidi più di me- dice incerta, scuoto la testa a mia volta e la stringo in un abbraccio
– se sarà, sarai la prima a saperlo, te lo prometto- annuisce, fa un respiro profondo
–bene, ci vediamo giù!- dice sollevata, la saluto con la mano e busso a Josh perché mi apra.



Cecilie Style

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


-Dobbiamo andare, amore- dico, tra i baci di Josh, siamo sdraiati sul divanetto, guardo l’orologio
–Josh dai … stanotte -  prometto, facendogli l’occhiolino, lui socchiude gli occhi
–bene- dice alzandosi, con un movimento fluido e trascinandomi, sorrido prendendo la borsa,
grazie al cielo il malumore di Osvaldo è durato poco, mi ha portato giù le valigie e ha raccattato
le mie cose in quella stanza, mentre io e Josh pomiciavamo sul divano.
Mentre usciamo dall’hotel, i paparazzi scattano foto all’impazzata, Lily si copre gli occhi che
sono già protetti dagli occhiali grandi e tondi, Josh abbassa il cappello con la visiera, io giro il viso
in automatico e lo tengo basso, nonostante chiamino il mio nome, tengo la mano di Josh che mi
guida verso la macchina, appena entro, la luce schermata dai finestrini , mi fa sentire più protetta,
sospiro di sollievo e guardo Josh
–ti amo- mi sussurra, gli stampo un bacio
–ti amo anche io- rispondo tenendo la mia mano sulla sua guancia, il telefono vibra, lo prendo
–ah è O.J., dice che l’aereo privato decolla alle 14.05- guardo l’orologio
–penso che ce la faremo – dico abbandonandomi sul petto di Josh, emette una specie di grugnito
e chiudo gli occhi. Sbuffo togliendomi gli stivaletti mentre passo i metal detector, la guardia mi sorride
–signorina Sanders- sorrido e faccio un cenno con il capo, mentre Osvaldo tiene la mia borsa
pazientemente
–cielo O.J. ogni volta uguale! Metto sempre gli stivaletti!- rido saltellando per rimetterli, lui alza gli
occhi al cielo
–smettila di lagnarti e muoviti, sei sempre l’ultima- borbotta contrariato, faccio una linguaccia,
prendo la borsa e seguo Josh e il resto della crew, controllando l’i-phone, mi tappo l’orecchio
–mamma? Mamma sono all’aeroporto, Heathrow, sì, privato, per l’Europa sai è meglio, no tra poco,
va bene okay ti chiamo un bacio, ciao, ciao- chiudo la chiamata e prendo la mano di Josh,
usciamo nell’aria gelida, camminiamo fino alla pista e saliamo le scalette
–fiuuu- dico entrando nel tepore dell’aereo,  mi srotolo la sciarpa, Lily entra dopo di me
–brr che freddo- dice abbandonandosi sul sedile       
–dà fastidio anche a me ormai- dico strofinandomi le mani
–ooo ha parlato la californiana!- esclama Lily, alzo un sopracciglio
–sono scozzese, anche se la California potrebbe diventare la mia seconda casa
e, sottolineo, seconda- dico facendo un gesto eloquente con la mano.
Mi stiracchio, batto le palpebre, Josh fissa l’oblò dove il sole squaglia l’orizzonte, sorrido
–sei bellissimo- si gira
–come?- chiede dubbioso
–sei bellissimo- scandisco, lui sorride 
–ora anche di più- mi stringe
–la mia cucciola, tu sei ancora più bella di me se è per questo- scuoto la testa
–naah-  dico chiudendo gli occhi, strofina il naso contro il mio
–dammi un bacio- sussurra fissandomi
–eh no!- mi alzo e vado in bagno.
Scendo, sbadiglio alla grande sbandando ovunque, mentre Josh mi tiene il braccio
–scusa- dico socchiudendo gli occhi
–il jet-lag mi sta distruggendo- scuoto la testa
–ti ci devi abituare tesoro, sarà sempre così- dice lui alzando il mento con fare snob
–ma sentilo! L’uomo vissuto!- dico prendendolo in giro, lui ride, mi guida all’interno del
recupero bagagli, Osvaldo è già lì e li ha messi a terra, mentre passiamo li prendiamo al volo
–grazie!- dico passandogli davanti, lui fa una smorfia
-se non ci fossi io!- grida
–ma per fortuna tu ci sei sempre!- dico voltandomi e sorridendogli, arrossisce e abbassa lo
sguardo, sbadiglio ancora e se Josh non mi tenesse per mano sbatterei sulle porte scorrevoli
a vetri, mi stropiccio gli occhi
–mamma mia- mugolo
–a che ora abbiamo la conferenza domani?- chiedo a Cynthia , la manager di Josh
–alle dodici, Cecilie, red carpet alle diciannove e dieci- dice controllando dei fogli in mano,
stringo le labbra
– bene, ho tempo di dormire, vero?- la fisso con occhi imploranti, lei ride inclina
leggermente la testa
–dillo a Josh che vuoi dormire, è lui che ti sfinisce- mi fa l’occhiolino, scoppio a ridere
–è il tuo cliente , fallo stare buono, non mi ascolta- dico fintamente, scuote la testa
–bugiarda!- sibila ridendo
–che confabulate?!- chiede Josh girandosi a fissarci, siamo rimasti indietro
–ti stiamo sabotando Josh!- dico maligna, torcendomi le mani, lui rilassa le spalle
–ah allora posso dormire sonni tranquilli, le tue azioni da “cattiva” sono notoriamente
gesta angeliche- metto le mani sui fianchi
–come scusa?- mi avvicino, lui alza le mani in segno di resa
–sei troppo buona tesoro- gli salto sulla schiena
–aah Cecilie! Scendi!- rido a crepapelle
–dimmi che sono cattiva!- urlo
 –okay sei perfida, il maligno in persona, Malefica in confronto a te è una poppante- dice sotto il
peso del mio corpo, scendo e lo bacio lui ridacchia e gli do una botta sul petto, usciamo e per
fortuna nessuno è lì ad aspettarci, sono le cinque del pomeriggio, metto gli occhiali da sole e mi
godo il sole in viso, respiro l’aria frizzante, anche se meno fredda di Londra, chiudo gli occhi, mi
stringo nel maglioncino di cotone e andiamo verso l’auto.
-Stai seduto amore, aspettami con calma- dico dal bagno con voce suadente, sistemo il baby
doll bianco latte e sciolgo i capelli, esco dal bagno appoggiandomi allo stipite della porta, alzando
gli occhi al cielo, Josh tossisce, diventa rosso acceso e continua a tossire, scoppio a ridere
–così mi fai morire- dice con voce roca alzandosi
-alt! Aspetta amore- si risiede imbronciato, inclino la testa come in ascolto e bussano
–come sapevi..- sorrido
–Si chiama servizio in camera, Josh- dico facendogli l’occhiolino e sparendo in bagno, rientra
con il carrello, ho ordinato fragole e champagne,esco dal bagno, prendo una fragola
–ho voglia di fare un gioco- dico maliziosa, lui si lecca le labbra, deglutisce
–apro lo champagne?- chiede, annuisco prendo la ciotola con le fragole e mi metto sul letto,
lui riempie i bicchieri e me ne porge uno, si siede
–ti ascolto- incrocia le gambe, lo faccio distendere, chiude gli occhi, passo la fragola sulle sue labbra
–mordi- dico suadente, apre la bocca e da un morso alla fragola
–buona- mugugna
–sttt silenzio- sorride
–ora rilassati- tolgo le foglioline ad una fragola e la metto in bocca,per metà, mi metto a cavalcioni
su di lui e mi chino sulla sua bocca, la apre e morde, appena trova le mie labbra si avventa sui
miei fianchi con le mani, le blocco e gliele porto sopra la testa, apre gli occhi
–siamo aggressive- mi mordo il labbro
–ho.detto.zitto.- chiarisco, deglutisce a vuoto, tolgo la maglietta grigia che indossa, mi alzo,
prendo la bottiglia e faccio cadere un po’ di champagne sulla sua pancia, lecco le goccioline,
lui sospira, chiudendo gli occhi e portando le mani dietro la testa, sorrido e mi tolgo il doll
–apri gli occhi- dico seria, credo che la vista di me in intimo di pizzo bianco lo tramortisca,
spalanca gli occhi, mi tira a se
–aah mi hai spaventato!- grido mentre mi bacia il collo, lasciando morsi di tanto in tanto, sospiro
 si mette meglio sopra di me, rovescio gli occhi all’indietro e mi abbandono al suo amore.

Apro un occhio e poi l’altro, Josh mi abbraccia da dietro, ronfa sonoramente sulla mia schiena,
la sua guancia bollente brucia sulla mia pelle nuda, mi alzo e vado a prende il cellulare,
trascinandomi dietro il lenzuolo, mentre lui è avviluppato nel piumone bianco, chiamo il servizio in
camera per Josh, apro la porta e prendo il caffè che mi porge Osvaldo, nemmeno lo lascio suonare  
o bussare ormai, è talmente preciso che mi adeguo al lui per regolare gli orologi, se ne va e chiudo
la porta e scorro le informazioni sull’i-phone, sorseggio il caffè e mi lascio cadere sul divanetto,
metto un accappatoio e vado ad aprire al servizio in camera, lascio la mancia al cameriere, finisco di apparecchiare e sveglio Josh a suon di baci, lui mi scaccia
–va bene, mangerò da sola questa fantastica colazione europea!- esclamo a voce alta
–cosa?- bofonchia aprendo gli occhi
–toast, marmellate, latte, cereali, yogurt e quant’altro Josh-  addendo un toast e lui si alza
–magari vestiti, non che non ammiri le tue grazie, ma la colazione sai..potrebbe andarmi di traverso- lui
si infila un paio di boxer
–sì dillo che non riesci a starmi lontana- mi bacia la fronte
–oh sì Josh amami, fammi tua per sempre!- metto le mani sul cuore e alzo gli occhi al cielo
–prendi in giro? Saresti un’attrice molto convincente – dice con una smorfia
-sarei la concorrenza Hutcherson, non mi va- mi alzo, mentre lui ingurgita la colazione, entro in bagno
e mi rilasso sotto il getto della doccia
–la concorrenza non mi da tutto quello che mi dai tu- dice Josh al mio orecchio, mi giro con gli
occhi spalancati
–esci! Ho bisogno di una doccia vera!- dico ridendo
–pensi che non ti so lavare bene?- ride, si sporge per prendere il bagnoschiuma e mi sfiora,
divento color papavero
–sei tenera da morire quando arrossisci così- prende una goccia sulla mano e mi fa girare,
inizia con un massaggio sulla schiena, preme leggermente i polpastrelli, mi lascio sfuggire
un gemito di piacere
–rilassati amore, sei tanto tesa- dice premendo più forte, mi lascio andare ai suoi tocchi,
mi gira e insapona le spalle, il petto, il seno, mi mordo un labbro
–stronzo- sibilo, passa alla pancia, alla mia femminilità che insapona dolcemente, scende
sulle gambe e i piedi, risale e si insapona lui veloce, riapre l’acqua e mi sciacqua dalla
schiuma bianca e profumata, mi bacia, rido
–smettila!- scuote la testa
–sei nervosa, oggi ti coccolo un po’- chiudo gli occhi ed espiro dal naso
–uffa okay- mi giro e prende lo shampoo insaponandomi i capelli, massaggia la cute
lentamente, risciacqua e mette il balsamo, mentre lo fa riposare mi giro, lo bacio lentamente
–sei bellissima, sei dimagrita o sbaglio?- mi guardo
–spero che ti sbagli o i vestiti per le premiere mi andranno larghi dato che me li hanno cuciti addosso-
sorride.
–Mmh non mi muovo da qui- sono distesa sul letto con la testa sulla pancia di Josh,
mentre mi alliscia i capelli che mi ha asciugato perfettamente, mi stringo la spugna
dell’accappatoio addosso
–devo vestirmi, non mi va- mugolo
–dai produttrice!- mi incoraggia, sbuffo dal naso ed entro di nuovo in bagno, prendo la crema
di Chanel e inizio a spalmarla su corpo braccia e viso, chiudo gli occhi ed inspiro profondamente,
metto l’intimo ed esco, Josh ha gli occhi chiusi e le braccia spalancate, sorrido dolcemente,
indosso il centesimo vestito: nero tubino, open toe di vernice lucida color cipria, gioielli e orologio in
tinta, mentre mi sistemo gli orecchini, Josh mi stringe da dietro, allacciando la collana
–sei perfetta- mormora, mi giro
–e tu ancora non sei pronto, avanti vestiti!- urlo, uscendo.
Busso alla porta di Lily, dopo due secondi apre
–oh cielo! Lily che hai?- grido, lei sbuffa
–l’influenza intestinale- borbotta, entro nella stanza mentre lei si butta sul letto,
–va a farti la doccia, ci penso io- sorrido, entra in bagno, apro il portabiti con su scritto
“press” e li distendo sul letto, abito corto bordeaux con paillette quadrate sulla gonna, senza
maniche e scarpe Jimmy Choo, appena esce le asciugo i capelli, poi chiamo parrucchiera
e truccatrice, vado da Osvaldo
–Cecilie dov’eri?- chiede fissando il suo palmare
–da Lily ha l’influenza l’ho aiutata a prepararsi, quanto manca?- mi siedo sul divanetto
–poco più di mezz’ora, va a chiamare Josh- mi scaccia con la mano, sbuffo
–un corriere fa meno strada!- borbotto
–Josh! Esci è ora!- grido, esce sorridendo sornione
–mi spieghi cosa ridi?- mi prende le mani, mi fissa dolcemente
–vederti mi fa sorridere- arrossisco
–sei un ruffiano, amore mio- lo bacio, mi alza la mano posa un bacio anche lì e andiamo da O.J.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Entro sotto una pioggia di flash, alzo una mano e saluto il pubblico, mi siedo accanto tra
Josh e Lily, che truccata non sembra per nulla malata, stringe un fazzoletto in mano,
sorride, stringo le labbra alzando le sopracciglia, iniziano con le domande, su Josh, su Lily,
su loro due, appena mi nominano resto sorpresa, solitamente non si rivolgono a me
–Signorina Sanders, il rapporto  che il suo personaggio ha con la morte come si può descrivere?- respiro profondamente
–beh penso che si possa descrivere come fiducioso, spera sempre di trovare qualcosa e il rapporto
che ha con Riley anche dopo la morte, questa continua semi corrispondenza, dico semi perché non
ricambiata, è solo lei che scrive, dimostra il fatto che lei crede fino in fondo che una parte di lui sia con
lei- mi accorgo di avere gli occhi lucidi solo quando Lily mi porge un fazzoletto, dalla scatola che
tiene sulle gambe, sorrido mentre mi asciugo gli occhi
–lei la pensa come il suo personaggio?- chiede lo stesso giornalista, Josh mi stringe la mano,
fa segno di no con la testa, perché sa quello che sto per fare, mi alzo
–credo sia venuto il momento di fare una dichiarazione che non ho fatto tempo fa: il racconto
è autobiografico, in pochi lo sapevano, tra questi c’erano Lily, Gary e Josh oltre i miei amici e
familiari, ho perso il mio ragazzo in un incidente d’auto,per la sua morte sono caduta in
depressione e ho scritto il libro come in una specie di trans emotivo, quindi io la penso come
il mio personaggio, come la mia Emma, il mio personaggio, voce narrante, come la mia voce
sotto forma di libro- mi risiedo, sospirando, i giornalisti scrivono frenetici, Lily mi stringe una spalla
–brava- mima con le labbra, sorrido e chiudo gli occhi prendo un bel respiro profondo
–ti amo- dice Josh al mio orecchio, abbasso il viso
–ti amo- dico sorridendo.
Faccio una linguaccia ai fotografi, davanti al background con il titolo del film e gli sponsor,
scoppiano a ridere,  mi metto di spalle e giro il viso, mi sposto di profilo e poi chiamano gli
altri per altre foto tutti insieme, controllo l’orologio, mancano quattro ore al red carpet e io già ho
le ginocchia molli, mi aggrappo a Josh, che mi fissa interrogativo, scuoto la testa per fargli capire
che è tutto okay e annuisce.
Un’ora dopo sono china sul water
–non mi sembra tutto okay cecilie! Vomiti da mezz’ora!- chiudo il water
–mi dai il termometro?- senza smettere di guardarmi con apprensione, lo prende dal
lavandino, mi giro e scarico, con un brontolio mi rivolgo a lui che me lo porge
–in effetti scotti, cucciola- dice toccandomi la fronte, annuisco
–lo so, sicuro ho la febbre, grazie a Lily- mugolo stringendo le braccia sulla pancia sia
per tenere meglio il termometro sia per placare il dolore, Josh va ad aprire alla porta dove
qualcuno bussa con insistenza, apre e un urlo spacca timpani mi fa sobbalzare
–come hai la febbre!?!?!?- grida Osvaldo entrando in bagno
–oddio placati è influenza, non sto morendo! Prendo un antipiretico e vedrai che sto meglio,
ti mando i messaggi per evitare le urla e vieni qua a gridare?- mi metto una mano
sugli occhi, serra le labbra
–quanto hai?- chiede, prendo il termometro che suona, controllo
– ho 38.2°C è tanto? Non sono abituata ai Celsius- alzo lo sguardo
–beh abbastanza, prendi un antipiretico, io preparo tutto, pulisci il viso e vieni di là- dice veloce
–Josh!- grida uscendo dal bagno, abbandono la testa contro la parete, chiudo gli occhi.
–Josh!- chiamo dal bagno, mentre l’ennesimo attacco di vomito mi fa inginocchiare sul
pavimento di  marmo del bagno, entra a precipizio con il completo messo a metà
–ancora amore?- annuisco debole, prendo un pezzo di carta igienica e pulisco la bocca
–occhio a non sporcare il vestito amore, Osvaldo ti ucciderebbe- mi aiuta ad alzarmi, indosso
le scarpe, lavo i denti e metto di nuovo il rossetto, mi stringe la mano
–amore mio, sei sicura?- mi tocca la fronte, sposto il viso
–sì amore, tranquillo- metto delle compresse nella borsa e usciamo, vado verso la porta di Osvaldo
–O.J. lo spolverino nero!!- strillo girandomi mentre cammino, vedo Lily che esce dalla sua
stanza, ancora con gli occhi gonfi
–grazie Lily, mi hai attaccato l’influenza intestinale!- dico scherzando
–anche tu vomiti come se non esistesse un domani?- chiede con le lacrime agli occhi, annuisco
–ho il Pepto-bismol in borsa- la rassicuro, lei sorride debole, esce O.J. e io prendo il giacchetto
che mi porge
–grazie- bisbiglio
–come ti senti?- chiede dandomi due colpetti di cipria bianca, faccio una smorfia
–da schifo- gracchio
–fantastico, senti domani avete tregua e poi ricominciamo eh, quindi riposati che dopodomani
prendiamo di nuovo l’aereo per  Parigi- annuisco e ci avviamo in processione verso l’ascensore.

Scendo dall’auto, saluto le fan urlanti, firmo qualche autografo con le mani gelide,
faccio anche alcune foto, mi chiamano tutti, rispondo con gesti frenetici, sorrido tanto
che mi sembra di avere gli zigomi attaccati agli occhi, mi si attaccano addosso i giornalisti
–allora! Cecilie! Come hai trovato Madrid?- chiedono in un inglese incerto
–b..bella, anche se non ho avuto occasione di visitarla bene, trovo che sia davvero una
città piena di calore, gente allegra, davvero un’accoglienza splendida- annuisco
–ti vediamo abbastanza colpita dagli urli delle fan, ti aspettavi così tanta gente?- spalanco gli occhi
–assolutamente no!- rido
–sono tantissime persone! Non pensavo che avessi avuto così tanto successo, tra i giovani
è difficile ottenere un consenso così ampio- loro sorridono
–hai fatto una dichiarazione oggi, come ti sei sentita dopo?- inarco le sopracciglia
–beh sollevata?- chiedo ridendo
–cioè per me era tremendo continuare a rispondere senza essere chiara, quindi è stato
un sollievo, soprattutto perché mi sentivo pronta- mi lasciano libera e mi fermo davanti ai
fotografi che iniziano a catturare ogni movimento che faccio, controllo la “ x” sul red carpet
per posizionarmi e alzo lo sguardo sorridendo, dopo circa tre minuti vengo raggiunta da Lily,
mi cinge la vita e ci fissiamo sorridendo,  le fan iniziano ad piangere, e noi le salutiamo.
Salgo in ascensore per raggiungere la sala, fisso con crescente nausea i numeri che si
illuminano ogni piano, respiro con la bocca,Josh mi fissa stranito, annuisco
–può farci scendere?- dice alla guardia giurata
–che succede?- chiede fissandomi, una ruga si forma sulla fronte scura
–ha l’influenza intestinale- dice Josh prendendomi per i fianchi e facendomi uscire,
entriamo in bagno appena in tempo, rimetto nel lavandino, mentre tossisco e Josh mi da
le pacche sulla schiena
–hai lo stomaco vuoto ormai, cosa rimetti?- chiede, preoccupato
–che ne so! Sto di merda!- dico lagnandomi, mentre entriamo in sala le luci si accendono
e scoppia un boato assordante, salutiamo tutti, giungo le mani come in preghiera
a ringraziare tutti
-grazie davvero, siete così numerosi! Sono felice che siate tutti qui stasera per questa
premiere, felice perché finalmente anche voi che siete qui potrete vedere il lavoro che questi fantastici
attori hanno compiuto in questi mesi- iniziano ad urlare appena Josh prende il microfono
–grazie a tutti per l’accoglienza, è molto bello essere qui, la Spagna mi piace molto e posso
dire che ogni volta che torno è come se fosse la prima, voi fan siete simpaticissimi e molto
espansivi, grazie- Lily sorride
–siete davvero il popolo dell’allegria, dei flamenco ballati alla luce del tramonto, è davvero bello
essere qui, siamo entusiasti di rendervi partecipi e vi ringraziamo con il cuore- scendiamo dal
palco e ci andiamo a sedere ,tra le urla generali.
Seguo la luce della penna del dottore                
–allora … mi sembra tutto apposto, forse hai preso una congestione, sei sicura di non
avere ritardi?- scuoto la testa
–ho il ciclo adesso, è arrivato oggi, regolare- annuisce,
-beh allora è davvero solo influenza, sei tranquilla ora?- stringo le labbra
–no,veramente l’ho costretta io, vomitava ogni mezz’ora mi stavo preoccupando- il medico
ride
–beh non ha mai visto un’influenza intestinale allora, la sua fidanzata sta benone, si può
rilassare,la febbre è passata e ti vedo anche un po’ più colorita- mi tocca il viso
–bene, puoi rivestirti, vi devo lasciare, buona fortuna a entrambi per la promozione!- strizza un
occhio ed esce dalla stanza, Josh mi riallaccia la zip
–te l’avevo detto che stavo meglio- sibilo sorridendo
–ma ero preoccupato Cecilie, non sai che strazio vederti soffrire!- dice preoccupato
–amore! Cucciolino di casa tu- lo bacio e lui mi prende in braccio
–andiamo in hotel sto morendo di sonno- dico sbadigliando sulla sua spalla, mi mette giù e
usciamo dal retro per tornare in albergo.


Cecilie Premiere Style

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Mi rotolo nel letto per arrivare a toccare Josh, ma non lo trovo, al suo
posto una rosa ed un biglietto
“Buongiorno amore, torno presto, riposati” sbuffo e cerco di riprendere sonno, bussano
e vado ad aprire, mi controllo, ho addosso una maglietta grigia di Josh che mi arriva alle
cosce e le pantacollant nere
–chi è?- biascico
–io- sento dire da Lily, apro la porta e senza aspettare di vederla vado verso il letto, buttandomi
di faccia, lei si acciambella tipo gatto, e sorride
–che vuoi?- dico con la bocca schiacciata contro la trapunta
–ehi se fai la scorbutica non ti dico nulla!-  alzo gli occhi al cielo
–ti prego gentile Lily, vuoi rendermi informata, di grazia, sul perché ti trovi qui
a quest’ora?- dico con voce dolce e falsamente innocente
–ah.ah. spiritosa- dice con una smorfia
–comunque oggi pomeriggio arriva Sam!- dice saltellando sul letto
–gli hanno dato due settimane e dice che verrà per finire la propaganda con me!
Oh cecilie! Sono così felice! Finalmente!- annuisco
–hai mangiato?- chiede fissandomi
–no- mugugno
–beh passata l’influenza ti devi nutrire nocciolina, dai alzati, io ordino – dice sorridendo
afferrando il telefono.
Mentre facciamo colazione sedute sul letto si apre la porta
–amore … ciao Lily!- dice Josh entrando in camera
–cucciola sei sveglia, come ti senti?- mi bacia sulla fronte
–meglio –sospiro bevendo il tè, si siede sulla poltrona di fronte al letto
–voglio portarti in giro per Madrid, vestiti dai- scuoto la testa
–ho sonno e sono disidratata Josh- mi accascio sul letto
–no cecilie! Devi venire, fallo per me! – mi prega, si avvicina e mi riempie di baci,
inizia a farmi il solletico
–no! No! Dai Josh!- strillo, Lily sposta la colazione per non farla cadere
–Cecilie dai vai! Madrid è stupenda!- sorride, faccio una smorfia
–due contro uno, non è equo!- borbotto entrando in bagno, mi fisso allo specchio, ho gli occhi
stanchi, ma sono felice, Josh è al mio fianco, sto vivendo un periodo intenso di emozioni e ricco
di esperienze, viverlo con lui è fantastico e rabbrividisco al pensiero di non averlo più nella mia
vita, mi lascio trasportare dai miei sogni ad occhi aperti e con gesti meccanici mi preparo per
uscire, c’è il sole oggi, mi metto un maglione grigio, dei jeans chiari, ballerine, vado in camera e
prendo la mia borsa 
–sei fantastica- biascica Josh con uno spicchio di mandarino in bocca, sorrido e mi sposto i
capelli dietro l’orecchio, metto il cappello e lo guardo
–andiamo amore?- prendo la borsa metto la mano sul fianco
 –ehi?- si alza e pulisce le mani
–eccomi cucciola, scusa ma qui è tutto buono- sorride ed usciamo.
Metto gli occhiali mentre Josh mi prende la mano sospiro fissandolo
–allora dobbiamo assolutamente andare nel quartier Chueca, fidati, ti divertirai, la prima
volta sono crollato in piena notte, causa jet lag, e mi sono risvegliato in hotel con vestiti
non miei- scuote la testa, prendiamo la macchina a noleggio, Josh guida come un matto,
si vede che conosce la città come le sue tasche, mi aggrappo allo sportello, sorride vedendo
la mia mano, ci fermiamo nel mezzo di un  quartiere affollato, gente che cammina ovunque
–oddio Josh! è bellissimo qui!- urlo scendendo
–e non hai visto la sera, è uguale solo con colori più accesi- si mette gli occhiali e mi tiene per
mano mentre mi guida tra la folla
–devi assaggiare una Cerveza!- dice entrando in un bar
– Joshua! Otra vez aqui? Otra pèlicula? -Josh annuisce
–sì Nicolas, esta es mi novia Cecilie- dice in spagnolo, riconosco solo il mio nome, porgo
la mano che viene stretta con calore
–Cerveza y dos jamon y qeso especial, non me matar lo se que no es ahora de comienza,
pero tengo che hacer cosas y non puedo ir en Paris antes de comer aqui – gli sorride e mi
spinge verso un tavolo, mi fa l’occhiolino
–beviamo la birra e mangiamo i panini per strada, ci sono troppe cose da vedere- in tempo record
ci servono: due panini ripieni e due enormi boccali di birra, la bevo
–ohmioddio e noi scozzesi crediamo di avere il monopolio? È fantastica!- fredda e dolce,
va giù che è un piacere
–ahha sapevo che da buongustaia quale sei non avresti disprezzato, anche se a quest’ora- inarco un sopracciglio
–Josh abbiamo un birrificio di proprietà, mio nonno mi faceva il bagno nel malto e nei
luppoli da piccola, credi che mi scandalizzi? La nostra birra porta il mio nome- annuisce e brindiamo;
pochi minuti dopo siamo infilati in una specie di circo multicolore, scoppio a ridere quando una
ragazza mi afferra la mano e mi piazza degli occhiali a forma di cuore sul naso
–Josh!- urlo sovrastando il frastuono, usciamo dalla spirale
–cosa fanno?- chiedo in preda a risa convulse
–festeggiano la movida del weekend- dice togliendosi uno scialle bordeaux dalle spalle
–ma è solo venerdì!- dico alzando le braccia la cielo
–qui la gente è sempre in movida: “Madrid nunca duerme” non dorme mai Cecilie, qui il
weekend dure tre giorni, il venerdì sera è considerato quasi sacro, dai sali, godiamoci un
po’ d’aria fresca- salgo in macchina, addento il panino
–che prosciutto è?- spalanco gli occhi
–è Patanegra, il prosciutto più costoso della penisola iberica- ride guardandomi, apre la
bocca e gliene do un pezzo
–mmh mi era mancato questo sapore- dice chiudendo gli occhi per un istante, sorride fissando
la strada, mi metto comoda sul sedile e mi godo il sole che entra dai finestrini, guardo
Josh che sorride, il viso felice rilassato, voglio imprimermi questo momento nella memoria,
vorrei tanto dirgli che vorrei averlo per sempre, poi presa da una curiosità strana, controllo il
giorno sul cellulare
–oh mio Dio Josh- mormoro
–cosa?- chiede aggrottando la fronte
–è un anno esatto che ci conosciamo- alzo lo sguardo, lui sorride e accelera, appena si ferma,
viene ad aprirmi, mi prende direttamente dal sedile e mi fa volteggiare
–ti amo! Amore mio!- lo bacio aggrappandomi al suo collo
–ti amo- dico sorridendo-dove siamo?- chiedo guardandomi intorno
– El Parque de Buen Retiro – dice sorridendo e mettendomi giù, avanzo incerta, mi giro a fissarlo
–prendimi- dico inarcando un sopracciglio
–ti avverto Cecilie … - inizio a correre
-ehi non vale!- dice scattando dietro di me, inizio a ridere, mentre le persone che passano
mi guardano male
–sei partita presto!- scarto dietro un albero, ma lui mi prende dalla vita e mi fa girare
–conosco questo parco come te- spalanco gli occhi
–ma se non mi conosci!- dico a voce alta
–ah davvero?- annuisco
–qual è il mio colore preferito?- chiedo con aria saputa
–il bianco, ma vai a periodi, in estate e primavera preferisci il giallo- si mette seduto e si indica
–mettimi alla prova, so tutto di te- mi siedo in braccio a lui
–fiore preferito?- chiedo
–peonia- dice sorridendo, scoppio a ridere
–allora, canzone, sogno ricorrente, cibo preferito, viaggio da sogno- lui inarca un sopracciglio
–allora: it’s time degli imagine dragons, fai spesso sogni che riguardano la Scozia, sogni scogliere
a picco sul mare e temporali in arrivo, adori il cibo messicano e ti alterni con il cinese e
giapponese, vorresti andare in Australia per vedere l’acqua del water che gira dall’altra
parte, in Antartide dai pinguini e in Indonesia per osservare le stelle- mi giro per guardarlo
–ti ricordi tutte queste cose di me?- chiedo mettendogli la mano sulla guancia velata di barba
–il tuo colore preferito?- gli chiedo di getto
–quello dei tuoi occhi- sorrido e lo bacio
–amore mio!- dico tra i baci, camminiamo mano nella mano, gli pongo domande
strane: stella preferita, colore del primo quaderno, prima ragazza, lui ride
–si chiamava Anne se non sbaglio, avevo tre anni!- dice vedendo il mio sguardo assassino,
scoppio a ridere, metto una mano sul suo petto
–ascolta- dico fermandolo, il suono di cinguettii ci fa sorridere
–la primavera- diciamo in un sussurro
–si sta risvegliando- annuisco fissandolo e lasciandomi trasportare nel polmone di Madrid.                                                                                                                                 
-Palazzo Reale- dice Josh snocciolando nomi di monumenti e cose famose, mentre
passiamo davanti in auto, interessata guardo l’imponente struttura
–non è Buckingham Palace, ma è meraviglioso e maestoso comunque- dico rilassandomi
sul sedile, lui annuisce, cerco il mio telefono, per chiamare i miei genitori, mentre faccio il
numero non stacco gli occhi dal viso soddisfatto di Josh
–mamma?ciao come state?- chiedo sentendo la sua voce sollevata
–bene amore, ti sei ripresa da ieri? Osvaldo ci ha detto che stavi proprio male,
in ospedale che hanno detto?- sospiro
–congestione, in questi giorni, sai, tra voli e pasti scombinati, non sono abituata- dico
appoggiando la testa sulla mano, la sento sospirare
–sei sicura? Guarda che non ci metto niente a … - la blocco
–mamma tranquilla, ho la miglior medicina che si possa desiderare- guardo Josh che
ferma la macchina davanti l’hotel e mi sorride dolcemente, come solo lui sa fare, lei ride
–salutami Josh, amore, fai questa esperienza, porta con te questi momenti tesoro mio, te li sei guadagnati- sorrido
–grazie mamma- chiudo gli occhi e stringo la mano di Josh entrando nell’hotel.


Cecilie Madrid Style
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Mentre sorvoliamo Parigi, sorrido vedendo la Tour Eiffel illuminata
–che buffo pensare che doveva essere una cosa provvisoria, ed è diventata il
simbolo della città- dico sorridendo, mi guardano tutti
–cosa? La tour  Eiffel?- dice Lily, annuisco dolcemente
-1889 se non erro- dice Josh posando il giornale che sta leggendo, annuisco
–bravo!- dico sorpresa
–sono un acculturato io! Con chi pensi di stare?- ride
–ah già, ricordi i nomi dei sette nani e tre date in vita tua …  sei proprio un genio- mi prende
in vita, mentre mi alzo e mi fa sedere sulle sue gambe
–come prego?- dice facendomi il solletico
–lasciami, ahahaha, okay sei un genio, malefico , ma un genio!- rido sotto tortura
–allacciate le cinture, stiamo per atterrare- dice la hostess dell’aereo privato,
sgambettando, io e Lily le scocchiamo uno sguardo di cortesia gelida, Josh e Sam seguono
il movimento dei suoi fianchi,sbatto una mano sulla fronte di Josh
–maniaco!- sibilo, mi fissa scioccato
–che ho fatto?- chiede pieno di innocenza, inarco un sopracciglio
–le fissavi il sedere- mi giro e Lily sta fissando male anche Sam
–non dormo con te stanotte- dice incrociando le braccia e fissando il finestrino nero, mette il
broncio
–amore ..- comincia Sam
–lasciami! maiale!- dice Lily alzando le braccia per sfuggire all’abbraccio di suo marito, fisso seria
Josh
–Lily vieni a dormire da me, Josh e Sam  tengono compagnia alla gentile hostess- loro si fissano 
–okay!- esclamano insieme ridendo, beccandosi un ceffone in pieno viso nello stesso istante.
Metto il pigiamone pesante, mi lego i capelli e sprofondo nel lettone matrimoniale, come promesso
dormo con Lily e i ragazzi sono nell’altra Suite
–secondo te che fanno?- chiede Lily venendo in camera, con l’elastico per capelli in bocca
e le mani impegnate a tenere i capelli in una coda decente visto che sono tra il corto e il
cortissimo, ma le vanno comunque negli occhi, scuoto le spalle
–bho! Per me ridono come scemi e se la spassano- dico seria mettendomi comoda, poi lei
spegne la luce e accendiamo le abat joure
–come lo hai capito?- chiedo all’improvviso
–cosa?- chiede sorridendo
–che era Sam? Quello giusto- lei sorride, forse per un ricordo
–perché è stato il primo che si è mostrato per quello che era, semplice, allegro, matto,
dolcissimo, senza corazza, mostrando le sue debolezze, paure e incertezze, mi ha detto ti
amo in ogni momento e guardandomi negli occhi, è stato automatico- sospiro
–perché?- chiede curiosa, con un luccichio negli occhi
–perché lui, Josh, potrebbe essere quello giusto- mormoro
–iiiiiih Cecilie! lo sapevo! Da sempre! Lo hai fatto rinascere- sorrido imbarazzata
–Josh ti ama ed è evidente, ma si vede che ormai ne sei coinvolta anche tu, daresti
l’anima per lui- dice stringendo le labbra in un bellissimo sorriso; sentiamo la porta che
si apre e due braccia forti afferrarmi
–amore mio- la sua voce
–Josh!- cinguetto, gli getto le braccia al collo
–credevo fosse più difficile!- ammette prendendomi in braccio, Lily si è abbandonata alle labbra
di Sam e lo stringe forte, il letto serve più a loro che a noi
–beh noi andiamo- diciamo uscendo
–domani!- grida Lily, io scoppio a ridere.
–Ti fa male?- chiede Josh massaggiando la pancia
–no, se continui a massaggiarla fa bene- chiudo gli occhi
–il tuo ciclo mi distrugge, vorrei averti sempre per me- mi bacia, alzo gli occhi al cielo
–è madre natura Josh, fattene una ragione- rido, annuisce riprendendo, lentamente mi bacia,
poi mi fa una carezza
–dormi amore mio, domani si ricomincia- respirando il mio unico amore mi addormento.

La prima cosa che sento sono le grida di Osvaldo
–mi potevate avvisare che cambiavate stanza! Mi sono  trovato Sam con le grazie al vento
che girava per la suite- dice alzando ancora la voce 
–schhh zitto… ecco l’hai svegliata!- dice Josh
–buongiorno amore, O.J. cerca di capire, erano le tre di notte, di sicuro dormivi- dice Josh,
mentre mi sollevo
–no che non dormivo!- diciamo insieme io e Osvaldo, lui per la gioia di continuare a gridare e
io per prenderlo in giro
–non sfottere tu eh! Che sono stato a sistemare il tuo vestito fino alle quattro!- dice ammonendomi
–tieni sto affare, te lo manda la Silk’ n sonic o qualcosa del genere è per togliere il trucco- mi rifila
un affare tipo doccione, lo fisso
–bah- scuoto la testa alzandomi.
Esco dal bagno avvolta nell’accappatoio bianco dell’hotel
–secondo te mi devo mettere questo o questo?- dice Josh mostrandomi due completi,
uno grigio scuro e uno blu
–mmh direi blu, no aspetta Lily veste blu, metti quello grigio, ma scusa non ti hanno messo
il cartellino?- dico prendendo i portabiti
–ecco! questo è Roma e questo Parigi! Non potevi avere lo stesso colore di Lily, sicuramente
gli stilisti si saranno messi d’accordo- alza le spalle
–per me sono entrambi neri! Io tutta la differenza non la vedo- scuoto la testa
–vatti a lavare la press conference  è tra tre ore e Osvaldo sarà qui tra due minuti, meglio
che ti muovi!- grido andando ad aprire
–ti devo parlare!- esclama Lily prendendomi la mano, si morde un labbro, anche lei è in accappatoio
–secondo te dovrei rimanere incinta?- mi guardo intorno
–ma cos’è una moda?- chiedo, lei sorride
-sarà periodo Cecilie, che ti devo dire?-, arriva Osvaldo
–ho fatto le modifiche.. Cecilie! Muoviti vai dentro!- urla
–ci vediamo dopo Lily!- urlo, mentre mi spinge in camera tra le grida.

Appena sono pronta scendo nella hall dove una folla di giornalisti mi accerchia, grazie alle
penetranti urla della receptionist mi salvo dalla marea di flash e da quei parassiti, mi siedo
su una poltrona, aspettando Josh e gli altri che scendano, appena chiudo gli occhi sento
la voce di Josh
–aspetta che lo rivedo e gli taglio le mani!- mi alzo di scatto
–ehi amore che succede?- dico aggrottando le sopracciglia
–niente il socio della mia manager rubava dei soldi- dice attaccando la chiamata
stringo le labbra, chiude il telefono, mi guarda, sorride
–sei bellissima- faccio un inchino
–grazie- dico arrossendo
–andiamo dai- mi mette la mano sulla schiena e mentre usciamo piovono i flash, mi copro
il viso con la mano e Josh mi fa scudo con il corpo,  ci vengono addosso e il mio tacco si
infila in un buco, perdo l’equilibrio e uno dei paparazzi mi prende al volo, lo fisso intensamente,
ha i capelli neri, e degli occhi che niente al mondo può farmi dimenticare  
–Riley- mormoro fissandolo, lui mi aiuta a rialzarmi
–signorina Sanders, salve, sono Oliver- mi porge la mano, continuo a guardarlo e lui sorride
imbarazzato
–amore? Stai bene? Cecilie!- sento la voce di Josh   
–amore?- sento le sue mani sulla vita, chiudo gli occhi.


Cecilie Conference

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Spalanco gli occhi e la prima cosa che vedo è il soffitto della stanza d’albergo,
Josh mi guarda preoccupato
–Cecilie! Sei svenuta, stai meglio ora? Cucciola?- mi sollevo
–era Riley! Josh! Quel ragazzo era Riley! Devo trovarlo, devo dirgli che lo amo! Ancora
una volta! L’ultima volta!- lacrime iniziano a bagnarmi il viso
–tesoro, amore calma, ti prego, che succede?- lo guardo, prendo un bel respiro
–Josh, quel ragazzo che mi ha aiutato a non cadere, mentre il tacco si era infilato in un
tombino, era Riley- lui mi guarda, indeciso se preoccuparsi seriamente o gridare
–Cecilie, sei molto scossa, rimettiti a dormire, mancano quattro ore alla premiere,
riposati fino ad allora, vado a chiamare O.J.- esce dalla stanza sbattendo la porta, mi
giro su un fianco, mentre le lacrime continuano a percorrere il mio viso, le asciugo, chiudo
gli occhi, cerco a tastoni il telefono, reprimo un singhiozzo
–Blaine, sono ricominciate- dico appena sento la sua voce rispondere, trattiene il respiro
–Cecilie! No, dove sei?- chiede affannandosi
–a Parigi, Blaine ho paura!- grido, lo sento piangere
–Cecilie! Josh dov’è?- inizio a tirarmi i capelli
–non lo so! Blaine!- il dolore inizia di nuovo a squarciarmi il petto,grido graffiandomi il viso,
sto di nuovo come quel maledetto 18 Ottobre, il giorno in cui lui se n’è andato, mandando in
frantumi la mia vita, sento la porta sbattere O.J. mi serra le braccia, impedendomi di farmi male
–non la dovevi lasciare sola!- grida a Josh, mi tira su
–guardami! Tu non lo hai visto! Riley è morto Cecilie!- sento il rumore metallico della voce di
Blaine dal telefono, nessuno si degna di rispondergli, non io che mi sciolgo in lacrime contro
il petto di O.J., non Josh che mi fissa piangendo, o Sam che serra le labbra e gli occhi, ricacciando
indietro le lacrime, inizio a gridare e sfogarmi, mentre Osvaldo mi stringe a se, dandomi pacche sul
braccio, mi fa sdraiare sul letto, chiudo gli occhi, lo sento raccogliere il telefono e uscire. 
–Che ti salta in mente di lasciarla sola in quel momento Josh? Era in crisi se non te ne sei
reso conto!- lo sento urlare, sento le voci accavallarsi mentre il torpore del sonno mi travolge,
rendendo i colori sfumati, le mie palpebre tremano e si chiudono.

Mi sveglio e Osvaldo sta appendendo il mio vestito per la premiere sull’armadio
–te la senti?- annuisco, mi alzo dal letto
–è bellissimo- dico sfiorandolo, gli occhi di O.J. perquisiscono il mio volto
–scusa, pensavo che non potesse più accedere- lui abbassa le spalle, mette una mano sulla
mia spalla
–è stata una ricaduta, ascoltami, nessuno potrà dire che non riaccadrà di nuovo, succede- dice con
tono leggero, mi mordo un labbro
–Josh? dov’è?- chiedo alzandomi
–Cecilie … meglio che non vi parlate per ora, pensa di essere stato lui … non peggiorare le cose- mi
giro
–no! Jemson non è colpa sua! Ti prego ci devo parlare! Va a chiamarlo, non si deve dare
colpe che non lo riguardano, lui non ha fatto niente! O.J. ti prego chiamalo!- inizio ad urlare
–non mi deve chiamare, sono qui- sento la sua voce, mi giro e lo abbraccio
–scusami amore!- grido tra i singhiozzi, mi stringe come se potesse proteggermi dai miei demoni,
lo sento, così vicino, così mio,sento che piange
–come stai amore mio? Eh? Stai meglio? Che ti sei combinata?- mi accarezza il graffio sul viso,
sussulto al bruciore che si scatena
–niente, passerà, mi devi perdonare, io non so cosa mi succede, vedo Riley, e inizio a urlare,
si confonde tutto nella mia testa e il dolore inizia intenso dal petto e si espande, sto sempre
peggio Josh, io non so se tu puoi accettare questo- mi asciugo una lacrima, lui mi bacia
–lo supereremo insieme Cecilie, io te lo prometto, sarà un altro episodio della nostra storia,
ti amo piccola, lo farò per sempre- mi stringe, vengo rapita dalla truccatrice mentre il nostro
abbraccio si sta per trasformare in bacio, Josh mi lascia con un sospiro misto ad un sorriso,
io alzo gli occhi al cielo e mi lascio trasportare, mentre Osvaldo ciancia a voce più pacata del solito
–sarebbe meglio glissare sull’assenza alla conferenza stampa di oggi- annuisco
–non sarebbe prudente dire dello svenimento perché le voci che ti spacciano per incinta
ci andrebbero a nozze- annuisco un’altra volta
–pronta!- grida con voce acuta la truccatrice, arriva una cameriera con il mio vestito
–è splendido signorina Sanders- sorrido imbarazzata mentre Osvaldo mi fa infilare le scarpe
dorate, lo metto dai piedi per non toccare il trucco, respiro lentamente, mentre la paura si
aggrappa alle pareti del mio stomaco.
Stringo la mano di Josh, davanti ai fotografi, mi guarda come se fossi la cosa più preziosa
del mondo, gli rispondo con uno sguardo stanco, ma felice, mando giù il nodo alla gola, metto
una mano sul fianco e sorrido,  mi lascia sola per andare dai giornalisti, io resto lì e continuo a
piroettare su me stessa, facendoli gridare di gioia, scoppio a ridere, vado dalle fan che mi
porgono i libri, autografo tutto, sorrido dolcemente ai cellulari con tutta la forza che riesco a tirare
fuori, le ragazze piangono mi chiedono di salutare Parigi e me ne esco con un
–Salut Parìs!- salutando con la mano, si intensificano le urla, cerco di consolarle, una ragazza
è distrutta e in lacrime
–no, non piangere!- dico in inglese, mentre lei mi stringe la mano, annuisce, i bodyguard mi
prendono e mi scortano dentro, sorrido salutando dei fan che sono entrati nel cinema, mi
mandano dei baci e rispondo sorridendo e ammiccando, ci fanno fermare per ritrovarci tutti,
saliamo con l’ascensore.
Mentre aspettiamo di entrare in sala Lily mi raggiunge, mi abbraccia e mi prende il viso tra le
mani fredde e delicate, annuisce e io chiudo gli occhi
–grazie- dico, mentre mi da un altro abbraccio
–non servono parole- dice sulla mia spalla, ci fanno entrare, salgo sul palco, dietro di me c’è lo
schermo, Josh e Lily, il regista e poi io, salutiamo la folla che grida
–siamo onorati di essere qui- esordisce Josh
–grazie per la splendida accoglienza! Parigi è meravigliosa- dice alzando un braccio e salutando tutti,
Lily prende il microfono
–siamo felicissimi che siate venuti in tanti, il film sarà una sorpresa bellissima, personalmente
girarlo è stato meraviglioso- si porta le mani al petto
–grazie, per essere qui ad onorare il nostro lavoro- passano il microfono a Gary che sorride
–Parigi, meraviglioso nome, per una splendida città, grazie per aver ospitato il nostro evento,
grazie a tutti i collaboratori della distribuzione in Francia che a breve rilasceranno il film, è
stata una bella esperienza- alla fine tra boati e applausi il microfono arriva a me
–grazie a tutti voi per le bellissime parole e i commenti su twitter sul mio lavoro, la fan page  francese
mi ha entusiasmato tantissimo, è raro che una scrittrice viaggi con gli attori per la propaganda,
anche in veste di co-produttrice, sono contentissima del successo avuto qui in Europa perché,
come sapete, sono Scozzese e adoro il vecchio continente, ne sono affascinata, ma l’America
ha realizzato ciò che io credevo impossibile, vi auguro una buona visione e che vedendo il film,
la storia vi renda partecipi più che mai- applausi scroscianti, mentre ci sediamo e poi le luci si
abbassano.   
Usciamo stanchissimi, sbadiglio appoggiandomi alla ringhiera
–sei stanca?- chiede Josh stringendomi, annuisco
–sogno un letto- mormoro, lasciandomi trasportare, Lily e Sam ci passano accanto
–Cecilie, voi che fate, mangiate o salite direttamente?- chiede Lily trattenendo uno sbadiglio
–sono stanchissima, non so Josh, hai fame?- chiedo girandomi verso di lui
–no, sto bene, ho sgranocchiato prima della premiere- sorride ed entriamo in macchina,
mi tiene dolcemente la mano avvicinandosela alle labbra
–dove andiamo domani?- chiedo abbandonando la testa sul sedile
–Italia, Roma – dice Josh, accarezzandomi chiudo gli occhi
-già sono stanca di questa giostra- mormoro
–Roma è bella, ci sono stato un paio di volte, davvero carina, molto romantica- sorride
–mmh bene – mugolo massaggiandomi la testa e fissando fuori dal finestrino,
Parigi di notte che scivola sotto i miei occhi.
Nel dormiveglia sento la voce di Josh  che bisbiglia
–sì mamma, va tutto bene qui, sì dorme, è molto stanca, è stata una giornata pesante
oggi, sì, è stata male, hai parlato con Sophie? … Ah e che dice?- lo sento muoversi per la stanza
–sì lo so, è terribile, mi distrugge vederla soffrire mamma, lei è la cosa più bella che ho- si siede
sul letto e mi sfiora una guancia, lo sento sorridere
–me ne prenderò cura, mamma, ci sentiamo, non vorrei svegliarla, ciao- mormora chiudendo
la chiamata, apro gli occhi
–mmm- lui si mette sotto le coperte
–amore, scusa ti ho svegliata? Parlavo con mamma, sai il fuso, ormai viaggio tanto che mi chiama indipendentemente all’ora che piace a lei- sorride stringendomi sotto il piumone
–sei gelida, cucciola- annuisco
–ho freddo- lui mi stringe, mi rannicchio sul suo petto, strofino il naso contro la maglietta
–ti asciughi il naso?- ride Josh 
– mmm no scemo, ti annuso- dico assonnata
–e di che profumo?- chiede sorridendo
–di casa, di amore e di gioia- mormoro, strofiniamo i nasi l’uno contro l’altro
–ti amo piccolo- lui mi stringe di più
–ti amo cucciola-sorrido e chiudo gli occhi. 


Premiere Parigi Style

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Slaccio la cintura e mi alzo prendendo la borsa, Josh mi da una pacca sul sedere,
fasciato dai jeans
–Cecilie, amore, per cortesia, mi prendi la mia Vuitton?- alzo un sopracciglio e gliela passo ridendo
bella borsa, e poi ti meravigli se ti danno del gay Josh- si alza mettendosi gli occhiali
-perché cos’hai contro i gay?- chiede
–ah io proprio niente, se non ci hai fatto caso il mio migliore amico è gay- faccio una smorfia
–e l’associazione che co-gestisco è a favore dei diritti di lesbiche e gay, amore cucciola- precisa, 
imitando la mia voce
–ok, punto per te- borbotto sconfitta scendendo dalla scaletta
-oddio si muore dal caldo qui! E siamo a marzo!- dico alzandomi le maniche del maglioncino
beige e posando il cappotto sul braccio
–sono esattamente 20°C gradi – dice Josh storcendo la bocca
–che palle i Celsius, in Europa i Fahrenheit non li usano?- chiede fissando l’ i-phone, scuoto la testa
–veramente in Europa NOI europei li usiamo, visto che esiste il sistema metrico internazionale,
ma in Italia, Spagna e Portogallo si usano i Celsius- dico mettendo gli occhiali, Lily sbuffa scendendo dall’aereo
-oh santo polo che caldo! Ma che è? È di un umido appiccicoso il clima qui! Quando sono venuta la prima volta mica faceva così schifo il tempo!- dice legandosi i capelli annuisco, alzo gli occhi al cielo: è un po’ nuvolo, un soffice manto grigio chiaro ricopre il cielo, sbuffo, cominciamo bene. 
Mentre la macchina procede lentamente tra le vie del centro Josh mi indica vari monumenti
–quello è … -  lo interrompo
-il Colosseo, Josh, lo so, ho studiato i romani, Londra è stata fondata da loro- lui sorride
–allora, visto che sai tutto, quello cos’è?- dice indicando una piazza, con una imponente
costruzione bianca, tante scale e un fuoco sempre acceso sorvegliato da due guardie
–l’altare della patria, se non sbaglio, Piazza Venezia per i più- dico specificando, lui incrocia le braccia
–va bene, rinuncio a fare la guida turistica- lo bacio
–sei bravo come guida, amore mio- sorride e mi stringe.
Infilo il secondo orecchino e via! Scendo a tempo record, con Osvaldo che cicaleccia dietro e Josh che si infila l’orologio in ascensore, corriamo verso le macchine, O.J. porta i vestiti di entrambi, visto che la manager di Josh è schizzata avanti per andare ad organizzare la press conference, appena chiudono lo sportello l’autista parte a tutta birra
–scusate, ma c’è meno traffico a quest’ora- dice in un inglese quasi corretto, guardo l’orologio, sono le tre –ma la gente non è a pranzo?- scuote la testa
–l’ora del pranzo è all’una signorina Sanders- fisso fuori dal finestrino, le strade grigie
scorrono sotto l’auto e Roma si mostra  in tutto il suo splendore socchiudo gli occhi e mi abbandono sul sedile. Scendo dalla macchina con dieci bodyguard che accerchiano Josh, guardandosi intorno furtivi, non sembrano esserci fan accanite quindi entriamo, scortati da loro, Lily e Sam sono già dentro ad aspettarci, Lily è visibilmente agitata, mi avvicino
-che hai?- dico posandole un mano sul fianco, lei si ferma e mi guarda
–sono nervrotica, ho litigato con Sam, sta sempre al telefono, non mi si fila, ho paura che non mi ami più!- mi fissa con gli occhi spalancati, impaurita
–stai scherzando? Lily sei cieca? Si vede che pende dalle tue labbra, è totalmente cotto! Smettila di pensare certe cose!- le dico cingendole una spalla
–tu dici?- si morde un labbro, scuoto la testa e le do un buffetto sull’orecchio
–ahi!- dice ridendo, la guardo e lei si sistema l’orecchino, Josh mi abbraccia
–che succede?- dice al mio orecchio
–aah problemi di insicurezza- rispondo evasiva guardando altrove
–sicura?- chiede serio
–sì, certo perché?- ora lo guardo
–niente- dice scuotendo la testa, lo bacio
–ti amo, lo sai?- annuisce
–ti amo anche io- sorrido, arrivano due ragazze in tailleur nero che ci chiedono di seguirle,
prendo la mano di Josh, ci fanno sostare un minuto, mentre sentiamo i nostri nomi annunciati al microfono, ci mettiamo in fila ed iniziamo ad uscire sul palco, al mio nome un boato riempie la sala, saluto imbarazzata, guardo in prima fila e vedo due ragazze che si abbracciano fissando Josh, lo chiamo e le indico, loro per poco non svengono, lui si china dal palco e le saluta
–“ciao”-  dice in italiano, loro scoppiano a piangere e io
–oh no, non piangete!- dico, loro
– thank you, you makes our dreams real - sorrido e mando un bacio, ci sediamo ai nostri posti, Lily saluta tutti e cominciano le domande.
Sorrido, posa, mi giro, sorrido ancora, faccio una foto seria, mi si avvicina Lily, che mi abbraccia iniziano ad impazzire scattando foto con flash a tutta andata, sorrido, Lily mi lascia la mano e le cedo il posto, mi sistemo i capelli mentre entro, fisso il pavimento O.J. mi raggiunge, mi da il trench blu
– brrr che umidità, oddio la foto di gruppo- riesco sul red carpet e  finiamo le foto, ci danno il via ed entriamo, sospiro alzando gli occhi al cielo, mentre saliamo in ascensore Josh non fa che ripetere ‘grazie’ e ‘ciao’ in italiano –cha altre parole conosci?- chiedo sarcastica
-solo queste- dice sorridendo, strizzo gli occhi
–certo che un minimo in più- lui sorride
–e tu che parole sai?- domanda fissandomi con aria saputa
–allora: vino, pasta, birra, pizza, cane, gatto, ciao, benvenuto, come stai, sono felice, grazie, bello, cattivo … - mi interrompe, sospira
–possibile che sei brava sempre?- lo consolo
–non so parlare lo spagnolo bene come te- lui annuisce
–ah quello mai, e poi io conosco Madrid e tu Roma – sorrido
–vedi come riacquisti sicurezza subito?- scoppio a ridere e lui anche.
Iniziano a proiettare il film, restiamo la prima mezz’ora e poi siamo costretti ad andare via, tengo la mano di Josh,  calda e rassicurante, che mi guida fuori dalla sala, strizzo gli occhi appena rientriamo nella hall
–okay dobbiamo andare- sbadiglia Josh, si guarda intorno
–ma O.J. dov’è?- chiede perplesso, alzo le spalle
–non so, sto morendo di freddo però!- dico stringendomi nelle spalle, mi giro e vedo O.J. che corre verso di noi con i giubbotti tra le braccia, avvolge Lily in morbido cappotto beige, passa a Sam e Josh due piumini neri  e a me mi stringe nel mio trench blu di lana pressata
–oh che bello- mugolo massaggiandomi le braccia e si rilassano pian piano, sorrido e annuisco, Josh mi abbraccia e usciamo dal retro infilandoci subito nelle macchine 
-oh grazie al cielo!- dico rilassandomi sul sedile, la testa di Josh si posa sulle mie gambe
–amore ho sonno- dice con voce ovattata
–tra un po’ arriviamo dai- gli spettino i capelli, lui si mette una mano sugli occhi, guardo fuori dal finestrino, sprazzi di vite, gente comune, ragazzi per le strade, una in particolare cattura la mia attenzione, una via piena di giovani, che ballano, al ritmo di una musica elettronica proveniente da una cinquecento parcheggiata li affianco
–che via è?- chiedo all’autista, lui sorride
–via Candia, di notte diventa luogo di ritrovo per i giovani,come vede anche senza locali adatti, in Italia balliamo
 sorrido
–siete davvero il popolo del sole, siete così calorosi, gentili e disponibili, secondo me siete la parte più dolce dell’Europa, siete  fortunati a vivere qui- sospiro, lui mi guarda attraverso gli specchietti, i suoi occhi brillano, si vede che ama il suo paese, gioco con i capelli di Josh tra le dita
–ehi, amore, siamo arrivati all’hotel- lo scuoto per una spalla, si solleva, annuisce ed entriamo in hotel, lo tengo sottobraccio per paura che cada
–a che ora partiamo domani?- chiede –guardo l’orologio
–alle dodici- sbarra gli occhi
–che? E perché così presto?- scuoto la testa
–non è così tardi Josh, è mezzanotte! Puoi dormire otto ore tonde e sarai fresco come una rosa domani- entriamo in camera, mentre entro in bagno lo sento rotolarsi sul letto
–ti è finito quel dannato ciclo?-chiede con voce strascicata sorrido, e prendo il silk’n sonic per togliere il trucco, esco dal bagno
–no, abbi pazienza amore,per quando saremo a casa sarà finito- dico dolcemente, sbuffa e si inizia a spogliare, sciacquo il viso, mi metto il pigiama e corro verso il letto, prendendo Josh in pieno
–oow ahia Cecilie!- si piega in due
–ahaha scusa amore- mi tiro su il piumone e ci accoccoliamo
–mi manchi- dice annusando i miei capelli
–pazienza, amore- si mette con la testa  sul mio seno, lo accarezzo dolcemente, chiude gli occhi
–ti amo- biascica nel sonno
–anche io ti amo, dormi cucciolo-  sospiro chiudendo gli occhi.
Metto in bocca l’ultimo pezzo di brioche, apro il giornale che mi ha portato O.J. e afferro una tazza di tè, suonano alla porta, mi alzo in punta di piedi per non svegliare Josh, Lily entra sorridente 
–buongiorno!- esclama a voce alta
–schhh! – sibilo mettendomi un dito sulla bocca
–che c’è? Oh Josh …  sembra un bimbo quando dorme- dice chinandosi a guardarlo, scuoto la testa         
–sì, lo so ma vieni di qua- dico, prendendo una vestaglia e andando nel salottino della suite, chiudo la porta
–che succede?- chiedo sedendomi, lei mi fissa con gli occhi che brillano
–le tue incertezze?- lei scuote la testa
–mi sbagliavo Cecilie! Sbagliavo di grosso, sai perché era sempre al telefono?- chiede emozionata , prendendomi le mani tra le sue
–ha deciso di cambiare casa! Stava organizzando il trasloco, non mi stava tanto vicino perché mia madre lo chiamava di continuo e quindi voleva evitare che io vedessi il numero sul suo telefono, oh sono così felice! Perché così possiamo cambiare i mobili e pensa ha due camere in più!- sorride e le si illuminano gli occhi
–quando ci siamo sposati la villetta di Beverly Hills era perfetta, sai due piani, due stanze da letto, così chi veniva a trovarci restava a dormire, tipo mia madre, però ora che abbiamo deciso di avere un bambino sai, è una cosa perfetta-  mi abbraccia, vengo travolta del suo profumo fresco, la stringo
–sono felice per te Lily, davvero- mi lascia tenendo le mani
-sei affaticata eh? Hai delle occhiaie..visto che abbiamo due giorni di pausa a Tel aviv invece di uscire a sgambettare nel caldo, vieni con me alla spa dell’hotel- annuisco
–oh sì ne ho proprio bisogno, dopo l’altro giorno, pensavo fossero passate, invece sono tornate più forti di prima- mormoro prendendo le gambe tra le braccia, lei mi sfiora, stringe le labbra
–Sam mi ha detto, come stavi, si è spaventato, dice che sei così allegra, così sorridente e dolce che non pensava ti fosse capitata una simile tragedia, lui è bravo sai? È molto bravo a capire le persone, ad aiutarle- scoppio a ridere
–ma non potrei confidarmi con lui, mi conosce, lo psicologo deve essere imparziale! È una cosa che pian piano riuscirò a calmare- lei sorride
–se hai bisogno, lo sai, io ci sono,dall’altro capo del telefono, dall’altra parte della porta, sarò lì, siamo amiche Cecilie, resto qui ad affrontarlo insieme a te- mi stringe le mani
–grazie- bisbiglio, un rumore ovattato ci fa girare
–uoo- mi alzo e apro la porta, rivelando un Josh con il piede incastrato nelle lenzuola, che poggia le mani a terra –ma cosa fai?- chiedo ridendo
- mi sono alzato per andare al bagno e sono caduto- con uno strattone  libera il piede e si alza, scoppio a ridere –mi prendi sempre in giro- sbuffa
–ma no amore!- dico abbracciandolo, Lily si schiarisce la voce
–io vado- dice già sulla porta
–grazie!- grido, lei mi fa l’occhiolino
–grazie a te- e chiude la porta, Josh mi guarda
-che vi siete dette?- scuoto la testa
–affari di donne- dico arricciando il naso, sorride
–pensi che due minuti, prima che Osvaldo irrompa, li abbiamo per pomiciare un po’?-  annuisco
–direi di sì- porto le mani dietro il suo collo, avvicinandolo alle mie labbra, appena sento la sua bocca sulla mia, però una mano calda mi strattona e mi allontana da lui
-O.J.!- protesto
–niente smancerie, tel aviv ci attende, ora tu ti vesti e pure di corsa, te che aspetti a lavarti? Il divino miracolo?- chiede sarcastico a Josh, che fa una smorfia e va in bagno, io sbuffo
–ah e non sbuffare, pomiciate a casa vostra o sull’aereo, dobbiamo rispettare una tabella di marcia- dice scandendo le ultime tre parole, arriccio le labbra
–sì ma non è che Cynthia piomba qui a intimarci di vestirci, lei sì che è una manager!- dico infiammandomi , appena finisco lei entra
–Josh è sveglio?- chiede, Osvaldo ride, mettendo in ordine le cose come fa sempre
–dicevi?- chiede sempre ridendo, sbuffo
–sì è in doccia- dico rivolgendomi a Cynthia, lei annuisce e se ne va
–però lei va via! Tu resti qui!- lui si gira, posa la catasta di panni sul letto
-ciao, ci vediamo in aeroporto cara- mi stringe la mano, scoppio a ridere
–okay okay va bene!- alzo le mani, lui esce
-no! O.J. dai!- si gira con le mani sui fianchi
–dammi una ragione!- dice, trattenendo a fatica un ghigno,  sorrido
–perché se tu non mi aiuti le cose si spiegazzeranno- inarco un sopracciglio, lo fisso
–astuta, ma hai davvero esagerato Cecilie- alzo gli occhi al cielo
–perché Josh mischierà le cose pulite con quelle sporche ..- non faccio in tempo a finire che si fionda in camera, squittendo, alzo gli occhi al cielo e scoppio a ridere, entro in camera  e trovo: Josh con un asciugamano bianco intorno alla vita e uno sulle spalle ad asciugare i capelli, mentre Osvaldo raccoglie cose da terra con la faccia rossa, borbottando, lui guarda alternando tra me e O.J. chiudo la porta, 
-scusa … tu te ne stai con le grazie al vento con la porta aperta?- chiedo avvicinandomi,lui mi prende per la vita –la prima donna che sarebbe entrata sarebbe stata quella perfetta!- annuncia in tono pomposo, mi rilasso tra le sue braccia
–ah quanto ti amo!- dico e lui scende a baciarmi il collo, sospiro allontanandomi
–ti vuoi vestire?- grida in tono acuto Osvaldo, sbuffo e prendo la mia mise da aeroporto: maglietta grigia, cardigan pesante nero che poi toglierò, jeans a vita alta, e stivaletti con il tacco, che mi uccideranno, ma che mi piacciono, nel frattempo che io mi vesto O.J. lascia la camera con le valigie scendendo in reception, lasciandomi la mia Mark Jacobs, un cappello e gli occhiali, aspetto Josh
–sono tanto orrenda struccata?- gli chiedo
–amore, per me sei bellissima lo sai, sempre e comunque bellissima- incrocio le braccia
–senti, quando hai finito di fare Shakespeare, io aspetto una risposta- batto un piede a terra e lui si rotola dalle risate
–sei comunque bella amore, giudizio imparziale fidati- mi da un bacio sulla guancia, gli do una botta sul petto ridendo, ride e mi prende dalle gambe issandomi sulla sua schiena
–no! Ahia! Mettimi giù!- grido dibattendomi, lui fa una giravolta
–oddio, sto per vomitare poggiami!- esclamo con la testa che mi dondola, mi mette giù e mi fissa preoccupato, sorrido
–ha! Fregato!- inizio a fargli il solletico e lui si arrabbia
–ahah, basta, basta!- pone fine alla lite sorridendomi, riprendo la borsa che mi è caduta e scendiamo.
Mentre entriamo in aeroporto , il solito nugolo di fotografi ci piomba addosso, cammino in mezzo a loro con O.J. che mi sta davanti, allontanandoli per farmi passare, tengo la testa bassa, Josh mi stringe la mano, lui alza il viso, fa finta che loro non ci siano, per me è ancora molto difficile, con un sospiro di sollievo entriamo dalle porte a vetri, Lily e Sam sono davanti a noi, lei con la borsa e lui con due trolley, Osvaldo si arrabatta con i miei due trolley e Cynthia con quello di Josh, facciamo in check-in e a tempo record passiamo sotto i metal detector, mi fanno togliere le scarpe, sbuffo mettendo tutto nelle cassette blu, fisso i monitor
–signorina la borsa- mi dice una guardia
–oh sì- poggio anche la borsa e passo, rimetto le scarpe e riprendo la borsa, lanciando uno sguardo scocciato alle guardie, Josh mi mette il braccio intorno alla vita, inizio a tremare
–amore?- mi chiama, chiudo gli occhi
–il nervosismo, amore, non è niente- lo rassicuro, posa la testa sulla mia spalla, sorrido
–ehi, cucciola, guarda!- indica l’aereo che ci aspetta dietro i vetri
–l’aereo si chiama Cecilie?- inarco un sopracciglio
–ovviamente è un caso..- dico fissando Josh, alza le mani
–sì certo! Pensi che io abbia questo potere?- rido, mi bacia
–però è una cosa bella- dico stringendolo, lui inclina la testa
-sì molto- strofina il naso contro il mio collo, sorrido fissando il mio nome sull’aereo, scuoto la testa e sorpasso la porta a vetri.



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Scendo sbuffando, mi tolgo il cardigan e lo metto in borsa, arriccio il naso
–che sole!- mi giro per vedere Josh e Lily che si sventolano
–okay se a Roma è caldo, qui siamo all’inferno, io capisco, il freddo mi da fastidio, ma non si può vivere così!- si toglie la maglia pesante, fisso il cielo e scuoto la testa, Osvaldo trotterella verso di noi, carico di bagagli, con l’aereo privato è tutto più semplice, tutti i manager si schierano dietro come una sfilata, chi al telefono, chi con valigie, sembrano andare al rallentatore, prendo Lily sottobraccio e ci avviamo verso le macchine
–dimmi, cos’hai in programma per la spa?- lei mi guarda, sorride
–sarà una sorpresa tesoro, sei comunque troppo tesa e hai la pelle devastata- sorrido
–oh grazie, Lily, i tuoi complimenti sono di certo i più graditi- Josh ci affianca
–che succede?- lo guardo
–Lily mi ha detto solo cattiverie!- lo abbraccio
–oh Lily come osi!- dice lui stringendomi e fingendo in modo vergognoso, lo fisso
– mi prendete in giro? Bene! Sam! Sam!- chiamo il marito di Lily che sta scendendo ora dall’aereo
–sì?- si gira
–tu mi vuoi bene vero?- lui sorride
–certo! Ignora quei matti, mi hanno preso in giro per non so quanto tempo in questi giorni- scoppio a ridere
–visto? Almeno lui sa come consolarmi- rinfaccio a Josh, mentre le macchine si fermano davanti a noi, Josh mi prende per la vita e mi fa girare
–sei una matta, ma io ti amo anche per questo!- mi bacia, non lo ha mai fatto così, sorpresa ricambio il bacio, Lily applaude, spingo via Josh
–ma che fai? Ahaha mi hai spaventata!- rido, lui sorride
–devi essere sorpresa, perché altrimenti non ti calmi- affondo la testa sulla sua spalla
–ti amo- mugolo, mi stringe
–ti amo- sospira. 
Batto il piede a terra, mentre il test di gravidanza è sul bordo della vasca, mi mordo un labbro
–allora?- chiede Josh da fuori
–non ancora!- urlo fissando il timer, mancano trenta secondi, sbuffo fisso il rotolo della carta igienica, con disegni floreali, abbraccio le ginocchia con le braccia, venti secondi, mi alzo e vado avanti e indietro, mi fisso nello specchio, controllando se la mia pelle fa effettivamente schifo, in effetti sono un po’ spenta, sollevo le sopracciglia, prendo un bel respiro, dieci secondi, batto nervosamente un piede a terra, incrocio le braccia, guardo il telefono e sorrido al mio schermo: io e Josh a Madrid, il timer suona facendomi sobbalzare, lo prendo: due linee, esco dal bagno, mi giro verso il letto
–positivo- dico seria, Lily mi fissa
–sono incinta?- chiede, annuisco
–ma ho un ritardo di una settimana! È normale per me!- dice preoccupata
–evidentemente Lily questa volta il ritardo sarà di nove mesi- sorrido abbracciando Josh, lui mi da un bacio sulla tempia, prendo un bel respiro, Lily fissa il test
–Lily se non ti fidi possiamo aspettare di tornare a casa- dico, lei scuote la testa
–devo dirlo a Sam!- urla, esce gridando il nome del marito, io mi sdraio sul letto
–che vorresti fare Josh?- chiedo, fissando lui  che si sdraia sopra di me, mi fissa
–sei bellissima signorina Sanders- mi da un bacio, prendo tra le mani il suo viso e rispondo al bacio, mi porta sopra di lui
–ripeto la domanda: che devi fare?- rido mentre mi bacia dietro l’orecchio, si toglie la maglietta
–secondo te?- scuoto la testa
–lo sai che non posso Josh!-  dico mettendo il broncio
–non ti è concesso baciarmi?- chiede ironico
–ti stai spogliando!- dico indicando il suo petto nudo, si avvicina sempre di più
–devo farmi una doccia- sussurra al mio orecchio, sorrido
–sei un bastardo! Aah- mi prende in braccio, scoppio a ridere, chiudo gli occhi mentre gira su se stesso
–aaah no! Aiuto! Perché lo fai sempre? Mi terrorizzi!-lui ride e mi mette giù, mi tengo la testa tra le mani
–oddio! Ti odio! Vatti a lavare! Puzzi!- indico il bagno, lui prova a baciarmi e mi scanso
–mamma mia quanto sei antipatica!- faccio una linguaccia e lui entra ridendo.
Sono a pancia in giù nel letto, fisso la vetrata di fronte a me, il cielo inizia a scurirsi, guardo l’orologio, sono quasi le sei, Josh dorme accanto a me, con l’accappatoio legato in vita, allargo i lembi e gli bacio il petto
–abbiamo la cena amore- sussurro, mugugna e si gira, alzo gli occhi al cielo
–Josh!- grido, lui sussulta
–ma cosa urli?- chiede mettendosi una mano sulla faccia
–almeno mi senti!- dico sempre urlando
–ti avevo già sentita!- grida in risposta, mi alzo dal letto, mi da una pacca sul sedere
–smettila e preparati Josh- dico seria
–Cecilie, mancano due ore, ti prego calmati!- lo avveleno con un’occhiata, entro in bagno e mi fiondo in doccia, stasera abbiamo l’incontro con i responsabili della distribuzione del film, cose noiose, purtroppo di routine, poi domani conference e premiere, dopodomani un giorno di tregua mentre il giorno dopo si parte per Dubai, torniamo a casa passando per New York e poi la premiere a Los Angeles, mentre esco dalla doccia entra Josh
–mi devo asciugare i capelli- si giustifica quando lo guardo male, scoppio a ridere alla sua faccia delusa
–ah, adesso mi prendi in giro eh?- dice accendendo il phon, lo abbraccio e poggio il mento sulla sua spalla
–ti amo- lui stringe la mascella
–non ti sento, c’è il phon- dice, scuoto la testa lo prendo e lo spengo
–ho detto che ti amo- non mi guarda
–la smetti? Non ti stavo prendendo in giro, mi ha fatto ridere la tua espressione- incrocia le braccia
–devo asciugarmi- dice secco
–uffa- gli do il phon, appena mi giro mi prende i fianchi e mi schiaccia contro la parete della doccia, sento il suo respiro sulla nuca, mi alza l’accappatoio
–ahaha che fai?- dico abbandonando la testa sulla sua spalla, mi gira e mi bacia, mi solleva un ginocchio e se lo porta sul fianco, mugolo
–che c’è?- chiede affannato
–niente l’assorbente interno mi da fastidio- riprende a baciarmi, incrocio le gambe sulla sua schiena, sorride
–che bello quando sei arrabbiato- dico sospirando mentre scende a baciarmi il mento
–perché?- chiede fissandomi dal basso
–perché sei diecimila volte più focoso- scherzo, scuote la testa
– perché quando sono felice non sono focoso?-  mi mordo un labbro
–beeeh sei dolcissimo, delicato, invece se ti incazzi, sei rude- stringe le mie cosce
–mh interessante-grugnisce, butto la testa all’indietro e rido.
Infilo il vestito
–mi allacci?- chiedo girandomi, tenendo i capelli asciutti da un lato con la mano
–O.J. dov’è?- chiede, sorrido
–visto che ieri ho dato di matto perché non ci lasciava intimità ho ottenuto che, per le questioni di minore importanza, posso fare da sola- mi giro
–mi dovrei mettere la crema sulle gambe..chi mi aiuta?- chiedo prendendo, la mia crema chanel dal comò e agitandola sotto il suo naso, sorride e la prende, mi metto seduta sul letto, scocco uno sguardo malizioso a Josh, si mette la crema sul palmo della mano e prende la mia caviglia, iniziando a spalmarla dolcemente, dal basso verso l’alto, poggio i gomiti sul materasso e chiudo gli occhi
–sei bravo come massaggiatore- lo sento sorridere, appena finisce
–okay. Le scarpe- dico chinandomi per cercarle, appena poggio la mano a terra, quella di Josh mi sfiora, sento una scarica elettrica e mi precipito sulle sue labbra, come un’assetata nel deserto, mi prende il viso dolcemente, ci alziamo senza staccare le labbra, un bussare leggero ci interrompe, sorrido abbasso lo sguardo
–vai- faccio cenno con la testa, mi fiondo in bagno e inizio a truccarmi, occhi, labbra, velocemente, entra Lily
–dai! Muoviti!- dice prendendo lo smalto rosso, infilo le scarpe le lei lo mette sulle unghie dei piedi, mentre metto un altro po’ di mascara
–amore!- grida Josh
–arrivo!- urlo in risposta, Lily passa veloce sulle unghie delle mani, si alza
–dai corri, corri!- soffiando sulle mani corro fuori dalla stanza, mentre Josh tiene la porta aperta, tengo sottobraccio la pochette, che inizia a vibrare
–amore il telefono- mi avvisa Josh
–lo so, non posso toccarlo, ho lo smalto appena messo- guardo in alto
–dammi- apre la borsa e prende il mio i-phone, risponde
–pronto?- sorride –ciao Sophie! Sono Josh sì, bene grazie, un po’ faticoso, sì ahaha certo- scoppia  a ridere
–ma sono loro due a stare insieme?- chiede Lily, sorrido
–sì, certo- lui si gira
–stt, scusa Sophie, le ragazze qui ti reclamano ti passo Cecilie- mi porge il telefono
–mamma?- rispondo
–tesoro! È tanto che non ci sentiamo!- alzo le spalle
–mah veramente da ieri!- mi fisso le unghie asciutte e lucide
–ah ma lo sai che mi devi chiamare sempre! Io devo sapere! Dove sei?- chiede interessata
–a Tel Aviv- rispondo asciutta
–aaah Israele. Mh stai attenta vero?- alzo gli occhi al cielo, mentre si apre l’ascensore
–sì sì mamma devo andare ti prego ciao!- lei ridacchia e attacca,ci dirigiamo verso il bar dell’hotel e io faccio appena in tempo a mettere il telefono nella pochette per stringere la mano dell’uomo che mi sta davanti, alto e sorridente
–Cecilie Sanders! È meraviglioso conoscerti!- sorrido imbarazzata, mentre sua moglie si presenta
–sono Aymelle, è un onore, ho letto il libro alla prima edizione e quando John mi ha detto che la sua compagnia avrebbe prodotto il film  l’ho pregato di portarmi qui per conoscerti- sorrido mentre mi avvicino
–spero che non si sia fatto pregare troppo- lei scuote la testa
–ho ancora una certa influenza su mio marito- si gira di profilo e noto la pancia
–ma..tu … oddio non lo avevo notato auguri!- lei si sfiora la pancia
–sono tre gemelli, sono al terzo mese ma già si nota, anche per questo non posso uscire spesso, mi stanco sai- do un’occhiata in giro, mentre aspettiamo gli altri, Josh parla con il marito, mi porgono un flute di champagne
–oh grazie- Lily saluta Aymelle e iniziano a chiacchierare, Sam mi prende da parte
–Cecilie..ehm..puoi venire un momento?- mi giro, lo fisso curiosa
–sì certo- lo seguo, usciamo dal bar  e si ferma vicino agli ascensori, si strofina le mani sui pantaloni neri
–oddio è imbarazzante … Cecilie, Lily è incinta, ma insomma, io sono stato attento, io non volevo dirglielo però non è il momento per me, non mi sento pronto, io ho una paura tremenda- si mette una mano sugli occhi, io lo fisso seria
–sai che è una reazione comune a tutti gli uomini? Anche Josh aveva paura, dell'idea del matrimonio, del formare una famiglia, anzi anche ora ne è terrorizzato, ma se lei è quella giusta Sam, andrà tutto bene, ha solo bisogno di te, ti devi preparare, nessuno ti chiede di essere già pronto ora, hai nove mesi per prepararti, sono sicura che quando realizzerai sarai il papà più orgoglioso del mondo- gli stringo il braccio, inizia a suonarmi il telefono
–oddio scusa è mia sorella, a proposito di bambini- rispondo
–pronto Charlotte?- sento un sospiro
–ciao sorellona, come stai?- chiede, respiro profondamente
–Charlotte che succede?- chiedo lievemente infastidita
–no niente, cioè in teoria tutto, non so se mamma te lo ha detto, però ecco io e Charlie, vorremmo sposarci!- spalanco la bocca
– Charlotte no! Sei pazza? Sei troppo giovane! Anzi siete troppo giovani! Due ragazzini! Senti smettila di dire scemenze!- inizio ad alzare la voce, lei ridacchia e mi manda in bestia, sbuffo
–la smetti di fare la gallina per un secondo e pensi alle conseguenze? Sei così giovane, già essere incinta è tanto, ma addirittura sposarsi Chari ascoltami, tesoro non puoi pensarlo davvero- lei sospira
–perché dovrei aspettare, Cecilie questi bambini sono stati un regalo del signore, li amo più di quanto ami me stessa, non erano programmati okay, ma li amo e amo Charlie, so che è quello giusto cecilie! Me lo sento, come sento i mie due gemelli dentro di me, sento che è la cosa giusta da fare, niente mi è sembrato più giusto di questo fino ad adesso- interrompe la tirata
–capisco- dico in tono asciutto, lei ride
–davvero? Perché dovrai essere la mia damigella d’onore!- chiudo gli occhi
–oh Charlotte!- mi lamento, lei sospira
–aha devi venire, per forza!- mi prende in giro, sbuffo
–e va bene! Sorella impiastro! Ma guarda tu! e quando sarebbe l’evento dell’anno?- chiedo ironica, lei sorvola
–allora all’incirca fine aprile inizio maggio, così la mia pancia sarà visibile- dice eccitata, scuoto la testa
–tra due mesi?riuscirai a fare tutto in tempo?- lei sbuffa impaziente
–mia madre e la madre di Charlie, mettile insieme e fanno un’agenzia di wedding planner! Tu non ti preoccupare, ah al vestito ci penso io, tu porta le tua chiappe mosce, la tua pelle spenta e Josh, qui, al resto, penso io!-alzo gli occhi al cielo
–va bene, senti devo andare ho da fare, IO, lavoro- sottolineo l’io lei ride e attacca.
Torno da Sam che nel frattempo si fissa le scarpe, gli do una botta sul braccio
–vai! Vai da lei!- scuote la testa
–no, vedi, non ho detto nulla quando lei me l’ha detto, ho solo pensato “porca miseria” come faccio?- roteo gli occhi
–che significa come faccio? I soldi li avete! Vi amate! Siete sposati! È il coronamento del vostro amore! Samuel! Vai da Lily e dille che la ami! ora!- balbetta  con i piedi
–muoviti!- sibilo lui prende un bel respiro e sparisce.
Mi raggiunge Josh, mentre invio un messaggio di risposta a Blaine, che mi chiede come sto e dove sono, mi abbraccia
–ehi principessa, che succede?- lo fisso
–niente perché?- fa cenno con la testa
– perché dovresti stare con noi, non qui ad armeggiare con il tuo i-phone, dai vieni- mi prende la mano, guardo i suoi occhi, sono indubbiamente verdi, sorride
–che guardi?- arrossisco
–i tuoi occhi amore … sono verdi … - lui alza le sopracciglia
–lo sono sempre stati Cecilie- scuoto la testa
–no, no, i tuoi occhi sono castano nocciola, con venature verdi dalla pupilla verso l’esterno, e hai venature verde scuro, mai stati così verdi Josh- lui sorride e diventano ancora più belli
–quanto li hai osservati?- sorrido
–ogni volta che ti guardo amore mio, mi piacciono così tanto, poi sono a pesce, vanno all’ingiù- gli pizzico una guancia, lui arriccia il naso e scuote la testa
–andiamo a cena dai, ci aspetta un filetto speciale- prendo la sua mano calda e morbida, sorrido e stringo la pochette entrando in sala da pranzo. 


Cena di lavoro

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