un senso di te

di anonimo22
(/viewuser.php?uid=895249)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** conoscenze vecchie e nuove ***
Capitolo 2: *** che differenza può fare una serata ***
Capitolo 3: *** amici? ***
Capitolo 4: *** illusioni ***
Capitolo 5: *** speranze ***
Capitolo 6: *** cadere ***
Capitolo 7: *** rialzarsi ***
Capitolo 8: *** due cuori e una... tenda ***
Capitolo 9: *** è un circolo vizoso nel cuore ***
Capitolo 10: *** effeto farfalla ***
Capitolo 11: *** oh take me back to the start ***



Capitolo 1
*** conoscenze vecchie e nuove ***


<p>~~Io credo che la prima volta che ci si innamora veramente non si scordi mai, non importa se è stata un’esperienza dolorosa o bellissima, se era ricambiato o meno, è comunque una parte di vita che non si oscurerà mai.  Ogni ragazza sa quanto è difficile essere adolescenti: nuova scuola, nuovi amici, nuovi sentimenti, nuove esperienze, nel limite del possibile ovviamente. Quanto sia difficile crescere, piangere in silenzio per non farsi sentire, fingere che vada tutto bene e sorridere, sfogarsi con alcuni amici e non essere capiti.</p>

<p>È una grigia giornata di febbraio, tornando da scuola ho incontrato il mio amico d’infanzia Giuseppe. Un ragazzo basso, grasso, biondo con gli occhi marroni, tutto fuor che attraente, ma pur sempre molto simpatico. Con lui sono cresciuta, ma ci eravamo persi di vista e rincontrarlo nella mia stessa scuola, anche se in classi diverse, e fare due chiacchiere con lui mi ha fatto molto piacere. Mi ha aggiunta in un gruppo di whatsapp, tutti maschi, però conoscere gente nuova non fa mai male; soprattutto in una scuola nuova. Un ragazzo scrive, sembra simpatico, dice di chiamarsi Michele.
 “piacere sono Greta” dico ed iniziamo a parlare.
 Ha una grande passione per il calcio e fa il portiere nella sua squadra. Nel gruppo c’è anche Simone, un mio compagno di classe che non ho ancora avuto l’occasione i conoscere. Arriva sul gruppo una foto di Michele e chiede

- Come sono?

Io non lo trovo molto carino, è alto più o meno come me, pelle bianca quasi cadaverica, capelli marroni e occhi marroni in divisa da calcio con i guantoni da portiere nelle mani.

 – Sei da otto.
Gli mando una mia foto.
–Io sono più bella.
– Ho i miei dubbi, ma anche tu non sei male, 9.

Mi viene da sorridere e no so nemmeno perché, non ha un bell’aspetto, ma sembra simpatico e mi interessa conoscerlo più a fondo. Gli scrivo in chat privata.

–Ciao.
–Ciao, mi ha detto Giuseppe che gli piaci.
–Magari lui non voleva che tu me lo dicessi, ahaha.
–Forse hai ragione, ma a te lui piace?
–No, no, siamo solo molto amici da quando eravamo piccoli.
–E io ti piaccio? Fisicamente.
–Si dai sei carino…  .BUGIA.
 –Grazie, anche tu sei carina, ma non voglio tipo stare insieme, ma solo essere buoni amici.
–sì, anche io.

Queste conversazioni inutili mi danno fastidio, non si è concluso nulla, perché mi ha chiesto se lo trovavo carino? Vado a letto e dormo di filata tutta la notte, la mattina mi sveglio con un unico pensiero: Devo conoscere quel ragazzo. A scuola Simone mi si avvicina, cosa molto strana dal momento che non ci eravamo mai parlati. Non mi ispira simpatia, sta sempre sulle sue, moro, magro, occhi neri e occhiali, ha questa mania di tagliarsi i capelli facendosi fare dei disegnini dal barbiere come saette o ragnatele con il rasoio, roba da matti.
- Hai letto quello che ti ha scritto Michele sta mattina? mi dice.
–no, non ho letto i messaggi sta mattina.
 Ride e se ne va.
Cosa mai ci sarà da ridere? Cosa mi avrà mai detto. Bah. Torno a casa e mi fiondo sul telefono. Un messaggio da Michele:
 -ciao. Ti ho vista dal vivo e non mi piaci, meglio rimanere solo amici.
 Era questo che diceva oggi Simone. E che ci sarà mai da ridere? Gli rispondo:
-okay, sono d’accordo.
Invio tutte le conversazioni alla mia migliore amica Carolina, ci conosciamo da pochi mesi, ma sento di poterla considerare la mia migliore amica e di potermi fidare di lei. Mi risponde:
 -Ma lui è brutto, che si cede di essere?
–infatti è quello che penso anche io, poi Simone cosa vuole?
–loro due sono migliori amici, me lo ha detto oggi Simone, ecco perché sapeva già tutto e si è messo in mezzo.  –comunque non è una gran perdita, tanto lui non mi interessava, vorrei solo vederlo di persona come lui ha visto me. 
Finisce la conversazione.
 Carolina è una ragazza bassina, di corporatura è uguale a me, sa dare ottimi consigli, ha i capelli mori e gli occhi marroni. Con lei passo i pomeriggi migliori ed è l’unica amica che mi capisce davvero e di cui mi fido. Ora chissà se incontrerò mai Michele dal vivo e magari diventeremo buoni amici, come dice lui.</p>

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** che differenza può fare una serata ***


~~Quest’ estate mi sono vista spesso con Carolina e ci siamo divertite un mondo. Ho anche fatto il campo estivo con gli scout che non è andato un gran chè bene dato che mi sono anche ammalata, ma dettagli. Inizia finalmente la seconda, non saremo più i primini. Con le mie compagne di classe tutto bene, siamo tutte amiche e tutto è così perfetto, spero che questo anno inizi e finisca bene. Inizia il primo giorno: mi metto in banco con Carolina e prendiamo gli ultimi due banchi rimasti perche siamo arrivate un po’ tardi. Dopo il primo giorno torno a casa insieme a Simone come sempre. I giorni passano piuttosto in fretta ed a volte si unisce a tornare a casa con noi un mio compagno di classe: Gabriele. Non mi sta molto simpatico, infatti non ho piacere a tornare a casa con lui, però mica posso mandarlo via, più che altro l’anno scorso è sempre stato zitto e non ho mai avuto l’occasione di conoscerlo a parte le due settimane che siamo stati vicini di banco, ma nulla di che. Con i giorni imparo a conoscere anche lui. È un po’ timido e lo noto subito, ma è molto simpatico e conoscendoci riesce anche a tirare fuori la sua vera personalità. È abbastanza bassino con degli occhi azzurri stupendi ed i capelli marrone chiaro lisci. Intanto iniziano i problemi con Carolina. Ho conosciuto un po’ meglio la mia compagna di classe Elisa e mi sta molto simpatica, mi trovo molto in sintonia con lei perché la pensiamo spesso allo stesso modo e ci troviamo spesso d’accordo, così iniziamo a stare molto insieme. A Carolina questa cosa infastidisce e inizia ad inviarmi messaggi ogni giorno dove mi chiede se ce l’ho con lei,… un po’ mi da fastidio questo comportamento e inizio a sentirmi oppressa da questa amicizia, mi accorgo che quando stavo con lei avevo i paraocchi su tante persona, davo giudizi affrettati senza conoscerle, come con Gabriele che si è invece rivelato un amico fantastico, è dolcissimo e mi trovo davvero bene con lui, come con Elisa, e Carolina non mi può certo impedire di stare con chi voglio, molti suoi atteggiamenti mi infastidiscono, ma l’avevo sempre accettata per quello che era mentre io appena faccio uno sbaglio me lo fa notare subito dicendomi che non le va bene il mio comportamento. Più fa così più mi allontano da lei. Pensavo che saremmo state migliori amiche per sempre, ma evidentemente mi sbagliavo. Arriva ottobre e sabato 11 sarà il compleanno di Simone, ma io ho un’uscita scout e non riesco ad andarci, in più ci sarà anche Michele e lui meno lo vedo meglio sto. Oggi infatti Simone ha detto che deve tornare a casa con Michele ed io sono costretta ad andarci da sola. Mi arriva un messaggio vocale da Simone, ma a parlare è Michele, riconosco subito la voce:                                                                                                                                          
 ciao. Ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportato, vorrei fare pace.                                                                                                            
–va bene facciamo pace 
È la sera prima del compleanno e l’uscita scout è saltata, così posso andare al compleanno di Simone, gli mando un messaggio per avvisarlo ed è fatta.
È sera ed arrivo un po’ più tardi perché l’uscita con gli scout era saltata, ma abbiamo comunque fatto una pizzata, così arrivo e loro stanno ancora finendo di mangiare, lo guardo un attimo di sfuggita (Michele) non so nemmeno io il perché e mi guarda anche lui. Entriamo in casa ed iniziamo a guardare un po’ di tv. Alcuni maschi stanno facendo una specie di lotta ed io non ci do molto peso, finchè non mi arriva addosso Michele. Così subito dopo mi arriva il messaggio della Carolina che dice:                                                                                                       
-si vede che Michele lo fa apposta.                                                                                                                                                               
–ma no, dai non ne avrebbe motivo.                                                                                                                                                                                     
-giochiamo ad obbligo o verità? L’ho chiesto senza nemmeno pensarci, lui mi guarda e mi sorride, così ci mettiamo in cerchio e parte un mio compagno di classe che chiede a Michele: obbigo o verità?                                                         
-ovviamente obbligo. Risponde lui.                                                                                                                                                                             
–fatti una sega qui.                                                                                                                                                                               
–no dai, ci sono anche le ragazze! Questo gioco fa schifo, giochiamo al gioco della bottiglia.                                                                                                                                              
Tutti dicono no, no… allora io dico: facciamolo ma con i baci sulle guance per iniziare dai!                                                                                           
-finalmente qualcuna che ragiona. Dice Michele.                                                                                                                                                        
Ci sediamo tutti in cerchio ed iniziamo. Io mi siedo subito vicino a lui, non so perché ma qualcosa mi ha spinto a sedermi lì vicino a lui. È stato stranamente gentile con me fino ad ora, è molto carino sta sera, è cambiato dall’anno scorso, gli piace il the alla pesca, anche a me, secondo me sta sera ci baceremo, ma non penso dato che io non ho mai baciato nessuno!                                                                                                                            
Dopo tanti baci sulle guance:                                                                                                                                             
-ora lo facciamo con i baci in bocca? Chiede Michele                                                                                                                                                           
-okay. Dico io senza pensarci.                                                                                                                                                                                                    
–ma come okay? Ma sei pazza?!?!   Dice Elisa.                                                                                                                                        
Giochiamo e lui gira la bottiglia, esce lui e il cuore inizia a battermi all’impazzata. E se uscissi io??? Gira di nuovo la bottiglia e si ferma su di me
-vuoi? Mi chiedono                                                                                                                                                                                                                
lo guardo… okay. Dico.                                                                                                                                                                                                                
–ma non ci mettere la lingua ne niente!                                                                                                                                                           
-certo che no!                                                                                                                                                                        
Io inclino la testa leggermente a destra e lui fa lo stesso finchè non ci avviciniamo e ci baciamo, doveva essere un bacio a stampo, ma è durato due o tre secondi e per un attimo mi sembra di essere in paradiso. Mi giro verso Carolina, la guardo e sorrdo. È stato il mio primo bacio….
Continuiamo il gioco e prima della fine ci baciamo un’altra volta, a fine serata viene da me:                                                               
-mi puoi dare il tu numero che non lo ho più?                                                                                                                                          
-certo.
Tornando a casa penso a tante cose… e se i piacesse? No impossibile, come può piacermi se fino alla settimana scorsa non potevo vederlo, poi non è così tanto carino e sela crede un po’ trppo. Cosa più importante lui ha la ragazza e fa questi giochi??? No no, non mi piace! E se fosse?? NO!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** amici? ***


~~La festa di carnevale si avvicina, nella mia scuola si organizza una vera e propria gara dove le sezioni si sfidano fra di loro per vincere l’ambito scudetto, essendo la prima festa siamo un po’ inesperti ed io ero anche assente il giorno in cui hanno deciso il tema in classe. Mi hanno detto che è stato scelto il futuro, ma noi essendo una classe piuttosto disorganizzata ci siamo trovati oggi, il giorno prima della festa, a dover ancora finire l’astronave da utilizzare domani come “scenografia” diciamo. Ci incontriamo tutti al parchetto vicino alla scuola frequentato da tutti gli studenti, a maggior ragione il giorno prima della festa per finire le scenografie e provare le ultime volte i balletti che ogni sezione dovrà eseguire, noi abbiamo le prove del balletto questo pomeriggio, ma prima dobbiamo finire di colorare l’astronave, le nostre magliette che abbiamo spruzzato on delle bombolette fosforescenti e fare un cartellone con scritto: “viva il futuro” .                                                                                                          -ciao. Sento da dietro di me, così mi giro e dietro di me c’è lui: Michele.                                                                                                                                     
–ciao. Rispondo. Non lo riconosco subito, ma poi capisco chi è e gli sorrido.                                                                
Non ci parliamo praticamente più per il resto del pomeriggio, lui sta con i suoi compagni di classe ed io con i miei. Finiamo l’astronave che viene abbastanza orrenda, un miscuglio di tanti colori e non ha per niente la forma di un’astronave, ma abbiamo fatto il meglio che potevamo mentre lui e i suoi amici continuavano a prenderci in giro per l’astronave e dicendo che eravamo degli sfigati.   La sera mi scrive:                                                            
-ciao, oggi tu e le tue amiche ve la tiravate un po’ troppo.                                                                                                                   
–anche tu e i tuoi amici non siete stati molto gentili, anzi siete parecchio stronzi.                                                                                      
-almeno noi non abbiamo costruito un’astronave che sembra un bidone.                                                                                       
–sei veramente uno stronzo!                                                                                                                                                                                  
-e tu sei parecchio superficiale, non pensavo fossi così.                                                                                                                                            
–nemmeno io pensavo che tu fossi così.                                                                                                                                    
-ma della tua classe siete tutti degli sfigati, gli unici simpatici sono Simone e Giacomo, gli altri no.                                                           
Non rispondo più, che razza di stronzo veramente, prima vuole essere amici, poi mi tratta così? Non mi va bene, si deve sgasare il ragazzino. Forse non ha capito che qui quella superficiale non sono affatto io che per i miei amici ci sono sempre. Mando tutte le chat a Carolina e al mio amico Francesco che va in classe con lui e gli chiedo:                                                                                                                                                                                                               
-secondo te ha ragione?                                                                                                                                                                                 
-no, non dico che sei superficiale e non ti interessa degli amici, ma certe volte quando stai con Carolina diventi un po’ come lei, è come se ti facesse diventare come non sei, che te la tirassi un po’ di più, ma tu in realtà non sei affatto una ragazza superficiale, pensa alle persone con cui giri e all’influenza che hanno su di te.                                                                                                                                                                                                       
–grazie di tutti i consigli, ci penserò, che vinca il migliore domani.                                                                                                                  
Io non penso affatto che Carolina abbia un effetto negativo su di me, è la mia migliore amica e si, a volte forse esagera un po’ nel vestirsi, ma questo non fa di lei una ragazza superficiale o altro, anzi… io e lei saremo amiche per sempre.
È mattina e sono un po’ emozionata per la festa di carnevale, ancora mi infastidisce pensare a quello che ha detto Michele, ha proprio sbagliato persona… la festa è molto bella, ma non la vinciamo, pazienza, ne abbiamo ancora 5.

Alcuni mesi dopo…

Sono vicina di banco a Simone ed è molto simpatico, non avrei mai pensato e dato che facciamo la stessa strada possiamo anche tornare a casa insieme, peccato che anche Michele   faccia la stessa strada e per evitarlo dobbiamo fare le corse a tornare a casa. Non lo posso proprio vedere e se mai ci scambiami delle parole è per insultarci, non ci sopportiamo e fortuna che non siamo diventati amici. Facciamo prima ad evitarci e se un giorno magari Simone e Michele devono tornare a casa insieme piuttosto torno da sola.
È finito un altro anno di scuola, ho conosciuto tanti amici ed a parte la faccenda di Michele è andato tutto bene, ora iniziano le vacanze e spero che il prossimo anno sia altrettanto bello come lo è stato questo

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** illusioni ***


~~Passano i giorni e io e Michele ci scriviamo, non tanto spesso, finchè non gli mando una catena, una di quelle: da quanto mi conosci? Cosa ti piace di me? Cosa odi di me? Che bacio mi daresti? Ecc.
lui mi risponde e mi dice alla fine:

-quasi quasi sulla bocca a te il bacio. Baci bene e un po’ mi piaci, ma per adesso solo amici
        
Ovvio coglione hai la ragazza, non so cosa rispondere e mi frullano mille idee in testa, e se davvero questo ragazzo mi piacesse? Dopo tutto quello che mi ha detto mi è quasi scoppiato il cuore, era la prima volta che qualcuno me lo diceva, era il mio primo bacio, forse sono condizionata da questo, non mi piace, NON mi piace, NON MI PIACE! 
Il giorno dopo racconto tutto a Carolina e lei mi dice che probabilmente ho ragione, forse credo mi piaccia solo perché ci siamo baciati, poi lei non lo trova molto carino e nemmeno io. Sono pur sempre confusa, quel giorno tornando a casa viene anche lui e altri miei compagni di classe, formiamo un bel gruppo, però una volta sotto casa mia non mi saluta, va beh siamo amici da pochi giorni, sarà l’abitudine…                                                    
il pomeriggio mi scrive:
-ciao                                                                                                                                                                                                                                                                       -ciao                                                                                                                                                                                                                                         
-come va?                                                                                                                                                                                                                               
-tutto bene, posso una domanda?                                                                                                                                                                                                           -certo                                                                                                                                                                                                                                                                                             -chi ti piace?                                                                                                                                                                                                                                                       -beh un po’ tu, ma non sono ancora sicuro                                                                                                                                                                                                                                                                                   -sicuro di cosa?                                                                                                                                                                                                                                                     -che mi piaci abbastanza da chiederti di stare con me, io ti piaccio?                                                                                                                             
-a dir la verità un po’ sì                                                                   

Quell’abbastanza mi fa incavolare, che cosa vuol dire che non ti piaccio abbastanza? Sembrano i messaggi di un bambino di tre anni, ma un momento… glielo ho detto, mi piace, allora è così, ho agito senza pensare, quindi è vero. E anche io piaccio a lui. Ora devo solo piacergli abbastanza. Che discorsi. Gli piaceranno le magre, io non sono abbastanza magra. Non sono la ragazza perfetta che tutti sognano.

Ci scriviamo altri giorni, ne parlo sia con Carolina che con Simone, entrambi mi danno consigli, Simone mi confessa che anche a lui ha detto che gli piaccio, ma che è un ragazzo molto insicuro e non è molto affidabile. Intanto l’11 al compleanno ho conosciuto anche Jessica, una ragazzina magra, capelli marroni e occhi marroni, molto simpatica, mi sono subito trovata in sintonia con lei, ci siamo iniziate a scrivere e siamo nella stessa situazione: la migliore amica ci stressa. Che poi ormai io e Carlotta ci stiamo allontanando sempre più, ogni giorno mi scrive e sembra che mi faccia un quarto grado, mi sto iniziando a stancare sempre più.
Un sabato sera vado a guardare un film con i miei e lascio il cellulare in camera. Finito il film prendo il cellulare e prima di accenderlo penso: ci sono possibilità che ci sia un suo messaggio come potrebbe non esserci, non ti illudere e ora accendi il cellulare. Ebbene sì, c’è un suo messaggio, lo apro:

-ho pensato moltissimo a cosa dirti, ma non riesco a trovare le parole per dirti che in realtà non mi piaci                                                                                        -va bene, la prossima volta magari prima di dire qualcosa a una persona pensaci.

Sono a pezzi, distrutta come non mai, un po’ me lo aspettavo, mi avevano avvertita in fondo
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** speranze ***


~~La mattina dopo gli scrivo:                                                                                                                                                                                                                          -intendiamoci, non sono arrabbiata,  anche perché non avrebbe senso                                                                                                                  -ok                                                                                                                                                                                                                                                                  quella risposta mi fa incazzare, non ci metto molto a capire che non gliene frega nulla di me. Devo solo cercare di far finta di niente, di essere amici in modo normale, dimenticare tutto, il bacio, i sentimenti, tutto. Lui mi piace solo un po’ è normale, l’anno scorso mi sono piaciuti tanti ragazzi. È una cosa momentanea, passerà ne sono certa. Basata cercare di dimenticarmi di lui.

Inizia anche lui a tornare a casa con noi ogni giorno. Inizialmente lo evito, poi ci conosciamo meglio. Un ragazzo davvero simpatico. Simone sa che Michele mi piace ancora, ma non gli dirà nulla, mi fido di lui… non mi saluta mai prima di andarsene e non mi importa, forse lo sto dimenticando.                                                                                                                                                                                                                                                Arriva il mio compleanno e ormai le cose con Carolina sono finite, non siamo più migliori amiche. Ho rotto io la nostra amicizia che ero sicura sarebbe durata per sempre. Jessica invece mi capisce e mi ascolta sempre è una compagna di classe di Michele e lo conosce molto bene, a volte gli chiede di me ma non ottiene delle gran risposte. Devo capire che è il momento di lasciar stare. Preferisco Jessica a Carolina. Il giorno del mio compleanno le mie amiche mi passano a prendere sotto casa con un cartellone e mentre andiamo a scuola incontriamo Simone e Michele che vanno a scuola anche loro che vedendo il cartellone mi fanno gli auguri. La sera stessa mi scrive Michele:                                                                                                                                          -augurissimi                                                                                                                                                                                                                                                      -grazie mille                                                                                                                                                                                                                                                                     la conversazione sembra finire lì, ma poi inizia a farmi domande del tipo cosa mi hanno regalato, mi dice che le mie amiche sono state molto carine, parliamo di programmi tv,… sembra che lui non voglia finire questa conversazione. Si fa mezzanotte, poi l’una, finchè non vado a dormire con i sorriso: in genere ero io che cercavo di tenere in piedi le conversazioni.
Pochi giorni dopo il mio compleanno, un sabato sera, vado in camera e prendo il cellulare: un messaggio da Simone e una notifica di instagram. Apro prima il messaggio di Simone:                                                                                                                                                                                                                                                           -tu piaci a Michele, gli sei sempre piaciuta, ma non sapeva come dirtelo.                                                                                                                                 -davvero?                                                                                                                                                                                                                     -sì!                                                                                                                                                                                                                                                                                          -ed ora?                                                                                                                                                                                                                                                              -ora devi farti avanti tu, sennò non concludete nulla.                                                                                                                                                                                        Poi mi da una serie di consigli un po’ alla cazzo che sono inutilizzabili, devo fare da sola.                                                                                                                           Apro instagram e la notifica era proprio da Michele: un commento  sotto una mia foto dove scrive “sei molto bella”. Mi scoppia il cuore e finalmente capisco che non è una semplice cotta, ma qualcosa di più.  Gli rispondo: grazie.
La mattina dopo gli scrivo:                                                                                                                                                                                                                         
-grazie per quello che mi hai scritto su instagram, ma io ti piaccio?                                                                                                                                                                     -sì                                                                                                                                                                                                                                                                  -anche tu mi piaci                                                                                                                                                                                                                                              che stupida, ma cosa glielo scrivo a fare?
Infatti non mi risponde più. Ho paura di aver detto troppo.

Il giorno dopo mi scrive:                                                                                                                                                                                                                                       -cosa ti piace di me?                                                                                                                                                                                                                                           
-sei carino, divertente e non stupido come molti ragazzi della tua età, di me?                                                                                                                                                   -sei carina, spiritosa e mi piace perché dici sempre quello che pensi.                                                                                                               
Alcuni giorni dopo andiamo al cinema per il giorno della memoria con la scuola per vedere un film. Io lo cerco con lo sguardo, è così bello. Lo guarderei tutto il tempo.  Alla fine del film siamo in fila per uscire, lo vedo intento a cercare qualcosa o qualcuno. Guarda con attenzione tutti i miei compagni di classe finchè non vede me, che lo sto guardando e abbassa lo sguardo. Mi viene da sorridere. Mentre torniamo a casa racconto tutto ad Elisa. Le faccio leggere i messaggi e lei mi consiglia di scrivergli, così lo faccio e mi detta:                                                                                                                                                                                                                                  -ma quindi pensi che ci possa essere qualcosa fra di noi?                                           
Aspetto la sua risposta tutto il pomeriggio finchè non arriva:                                                                                                                                                                           -tu… di estetica sei probabilmente la persona più bella che abbia visto, ma non sono sicuro, ed è strano, con le altre ragazze con cui sono stato non ero così dubbioso e non so se sia una cosa positiva o negativa
-okay pensaci poi fammi sapere 
                                                                                                              
Il giorno dopo mi arriva un suo messaggio, penso… potrebbe essere un sì o un no, mi preparo e apro:                                                                                                                                                                                                                                                                   -ci ho pensato molto, non voglio farti stare male, ma ti dico di no, mi dispiace                                                                                                                                               cos’è la risposta ad un quiz o di un giudice di un talent show? Gli dispiace? È a seconda volta che mi crea illusioni per poi distruggere tutto, ma chi si crede di essere? Sono letteralmente morta dentro. Con questa risposta mi ha strappato qualcosa, qualcosa che non mi farà mai dimenticare di lui. Mi sono innamorata, e sto già soffrendo. Mentre lui è solo felice, che schifo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** cadere ***


~~Devo come sempre fingere che vada tutto bene e che sia tutto a posto, ma come faccio? Questa botta è stata la peggiore, la caduta dalla quale penso che non mi rialzerò facilmente, soprattutto perché sembra che siano spariti tutti, o almeno mi ascoltano se ho bisogno ma la risposta è sempre la medesima: “non so cosa dirti”. Una di quelle risposte che ti fa quasi sentire in colpa per esserti sfogata, quasi sentire in imbarazzo. Mi sento inutile a tutto e in più si avvicina San Valentino. Simone deve essere operato ad un’ernia e non potrà essere a scuola. Arriva il giorno di San Valentino e io sono stata convinta fino all’ultimo che mi avrebbe fatto una sorpresa, che fosse uno scherzo, che avrebbe avuto un regalo segreto per me, e invece…  sì ha un regalo. Un braccialetto per una sua compagna di classe, alta, magra, bella, capelli perfetti, una principessa, scontata. Io sono rimasta a guardarlo tutto il tempo; mentre cercava il braccialetto, si è messo proprio davanti ai miei occhi e io dicevo a bassa voce: non ci poso credere, non ci posso credere, no ci posso credere, non… ho ripetuto queste parole fino allo sfinimento, sembravo morta dentro, ma viva fuori. Sono tornata a casa. Pomeriggio in lacrime, disperata. Simone mi scrive:                                                                                                     
-come è andata?                                                                                                                                                                                              
-San Valentino di merda                                                                                                                                                                                                           
-so già tutto, anche io sono triste perché non ho potuto fare il regalo che volevo.                                                                                             
-cosa volevi fare? A chi?                                                                                                                                                                                                                   
-a te. Volevo scriverti una lettera dicendoti che l’amicizia è meglio dell’amore e farla firmare ai tuoi amici.                                                
-che carino, basta il pensiero.   

Ho sempre avuto l’impressione di piacere a Simone, da come mi ascolta, da come mi parla, ma io non ce la farei a stare con lui. Non mi piace per niente. Anche se lo tratto male a volte per me c’è sempre.

Qualche mese dopo….
La Jessica mi scrive:                                                                                                                                                                                                                               
-devo essere sincera con te, la nostra amicizia deve andare oltre tutto questo, ti prego non odiarmi. Michele mi ha mandato questo messaggio, gli piaccio. Ti giuro che per lui non provo nulla
E mi invia un messaggio chilometrico dove lui le avrebbe confessato il suo amore perché ei lo faceva felice anche solo sorridendo e altri clichè vari. Adesso anche la mia migliore amica? Ma cosa ho mai fatto per meritarmi questo? Io le rispondo che non c’è problema, solo se mai le dovrà iniziare a piacere le chiedo di dirmelo e mi dice di sì e che tanto non succederà mai. In tutto questo tempo io e Michele continuavamo a scriverci, gli scrivevo io per prima e le conversazioni erano sempre più brevi. Una sera c’è stata una particolare discussione fra me e lui e anche Simone ha partecipato perché nel frattempo parlavo con lui in chat:
M: ciao mi dispiace ma mi piace troppo la Jessica                                                                                                                           
Io: scusa non capisco

Io a Simone mandandogli la chat di me e Michele: hai visto?                                                                                                                                  
S: sì, lui è qui con me e poco fa ha detto che aveva un’improvvisa voglia di scriverti, che stronzo!                                                            
Io: oddio seriamente? Ma io non capisco, si diverte?

M: no no lascia sare…                                                                                                                                                                                                         
io: dai dimmi! So che è stato Simone a fermarti                                                                                                                                                           
M: ora sono io a non capire                                                                                                                                                                                     
Io: sì certo…                                                                                                                                                                                                            
Io: dai dimmi e facciamola finita!                                                                                                                                                                                                                           M: vado notte                                                                                                             

S: mi ha detto che voleva chiederti scusa, ma gli hai risposto male.                                                                                                                  
Io: senti non siamo bambini questo non era il modo di chieder scusa e lo sa anche lui, ora sono stanca e mi ha fatto abbastanza incazzare, se vuole chiarire ci sono.

…la mattina dopo…

M: ciao, volevo chiederti scusa per tutte le volte che ti ho trattato di merda                                                                                                                             
Io: ciao, niente, volevo solo chiederti perché lo hai fatto?                                                                                                                                          
M: perché ci tengo alla nostra amicizia                                                                                                                                                           
io: no, perché mi hai trattato così?                                                                                                                                                           
M: perché ho sbagliato                                                                                                                                                                                                                            
io: okay, solo la Jessica è la mia migliore amica quindi trattamela bene                                                                                                                                   
M: grazie, sapevo che saresti stata comprensiva, ti voglio bene, comunque non le piaccio, ma se mai ci dovessimo mettere insieme la tratterò benissimo, ma sai se le piaccio?                                                                                                                       
Io: no non le piaci.  

Come sempre ne esco distrutta da queste conversazioni. Quel: lo sapevo che saresti stata comprensiva… mi disturba tanto, cosa vuole dire? Che è scontato che lo avrei perdonato? Che sono troppo buona? D’ora in poi devo essere ancora più brava; ancora più forte di prima, devo andare avanti a testa alta, qualunque cosa accada. Mi butto sul letto, spingo la faccia contro il cuscino e piango. Come faccio da tre mesi ormai. Mi crolla tutto il mondo addosso. Una cosa tira l’altra, quando mi succede qualcosa che mi fa diventare triste poi va male tutto.  È il momento di dimenticarlo!                                        

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** rialzarsi ***


~~Quello che provo è veramente difficile da spiegare a parole. Non posso parlarne on nessuno, perché le persone con cui parlo mi dicono sempre: mi dispiace. Non so cosa dirti. Devi lasciarlo perdere… ma non è colpa loro se non riescono a capirmi, a capire ciò che provo. I miei sentimenti mi stanno mangiando da dentro come un bruco dentro a una mela, prima entra e poi inizia a mangiarla dall’interno. Lui… io non ho capito niente di lui. Non sa nemmeno cosa vuole. Sicuramente non gliene frega nulla di me. Mi ha solo usata per giocare, ha detto che il bacio con me era stato diverso e che aveva provato qualcosa, proprio come me. Ma a quanto pare appena avevamo iniziato a parlare seriamente fuori dal gioco ha capito che non gli piacevo ABBASTANZA. Che brutto sentirsi dire che non piaci abbastanza ad una persona. Perché ti viene da pensare: cosa mi manca? Cosa ho sbagliato? Perche non sono abbastanza? E tutte queste domande contribuiscono a distruggerti piano piano. E come fai quando sei a pezzi a rialzarti? Non puoi, non da sola, ma io sono da sola. Mi sento veramente come sperduta dentro a un buio labirinto senza uscita. Come posso trovare l’uscita senza la luce? Non posso. Come posso superare questa cosa senza l’aiuto di qualcuno? Non posso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso non è che dopo di me si sia trovat un’altra, ma che dopo di me si sia innamorato della mia migliore amica. Che poi… gran miglior amica veramente. Non perde occasione per fare l’oca con lui. Michele giustamente ci prova con lei come i maschi stupidi fanno: con dei piccoli dispetti per attirare l’attenzione. Ad esempio arriva, le ruba la sacca di motoria dalle mani e scappa. Lei non gli dice basta come qualunque ragazza matura farebbe e lui capendo di non essere assecondato naturalmente smetterebbe, no! Lei gli corre dietro come una stupida bambina delle elementari. Tutto davanti a me. Poi mi scrive: no, non mi piace Michele. Io lo vedo. Lo vedo quando sono entrambi online ed è bruttissimo essere consapevoli che la tua presunta migliore amica e il ragazzo di cui sei innamorata si scrivono tutto il giorno. Allora l’unica cosa che mi resta da fare è chiudermi in me stessa, ascoltare musica triste, finchè non riesco a piangere e sfogarmi; bagnando tutto il cuscino di lacrime. Piango la notte quando nessuno  mi vede, piango in silenzio. Sono triste, abbattuta, spezzata e piegata, nulla mi tirerebbe su di morale, ma la mattina… allora sono costretta a svegliarmi, andare a scuola e fingere il più bel sorriso che riesco. Soprattutto davanti a lui. Non deve sapere che soffro, non deve sapere che lo amo e che penso sempre a lui. Nessuno lo deve sapere, ma i miei amici con cui torno a casa lo sanno, lo sanno tutti, tutti tranne lui. Ogni giorno all’uscita lo guardo, è bellissimo. Mi sciolgo. Mi tremano le gambe. Mi tremano le mani. Sento le farfalle nello stomaco. E quando lo vedo: lì sì allora che sorrido per davvero. Lui è il motivo del mio pianto e del mio sorriso, ne uscirò mai? Ogni giorno provo a dimenticarmi di lui, ma più ci provo e più ci soffro. Ho deciso di lasciarmi andare. Provare ciò che provo, ma essere felice, voglio davvero essere felice e libera. Voglio ridere e i miei amici mi aiutano in questo: Elisa, Gabriele, Giacomo (un altro mio compagno di classe con cui ho molto legato). Dopo una grossa litigata con Carolina, stiamo riappacificando, mentre mi sto allontanando sempre di più da Simone (non è più tanto simpatico ed è troppo appiccicoso) e da Jessica, il motivo è Michele, ma non solo, non mi ascolta mai e non mi dice la verità su di lui. E che amicizia è senza sincerità? La scuola sta ormai finendo, l’anno è volato e fra amore e delusioni ne uscirò intatta. Certo, non ho superato la cosa di Michele e sono ancora innamorata di lui, ma una cosa è certa: mi sono finalmente rialzata e ora sono davvero felice nonostante le mie preoccupazioni e i problemi che tutt’ora ho il periodo più buio di tutti è finito. Nel corso dell’anno ho conosciuto anche Martina, una ragazza di un anno più grande di me, molto simpatica, con lei sto davvero bene e ci fidiamo tantissimo l’una dell’altra, siamo grandi amiche. È stato un anno scolastico difficile perché lui mi distraeva molto, ma con tutte le cadute mi sono alla fine rialzata e questo è ciò che conta, ora arriva l’estate ed i miei amici mi mancheranno tanto, ma un po’ di pausa da tutto mi ci vuole: anche da Michele.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** due cuori e una... tenda ***


~~Inizia l’estate e piano piano non vedendolo quasi mi dimentico di lui, intanto vado al mare con Elisa, da sola, mi vengono a trovare Gabriele e Giacomo. Ho deciso di frequentare un campo estivo con alcuni miei amici, non di scuola. A questo campo conosco Marco. Ha due anni in più di me, è alto, biondo ed è così simpatico. Una sera giocavamo a nascondino a coppie e ci avevano messi insieme, così ci sediamo al buio e lui mi mette il braccio intorno alle spalle e mi prende la mano. Che carino penso. Stavo così bene in quel momento, ma il gioco finisce ed andiamo a dormire. Passano i giorni e penso sempre a quella sera, ma non posso parlarne troppo con le altre, nemmeno con la mia amica Martina perché lui è il suo ex. Però non è stato un episodio isolato perché due giorni dopo ci troviamo a cantare tutti insieme lui steso e io stesa con la testa appoggiata nella sua pancia. Voglio sempre stargli vicino, ma la nostra non può essere più che un’amicizia. Passano i giorni e gli episodi sono sempre meno isolati, anzi spesso stiamo abbracciati o passiamo del tempo insieme, o ci guardiamo. Sorrido sempre ogni volta che lo vedo e la sera prima di addormentarmi penso a lui, mi fa stare così bene. Con tutte le sue attenzioni che nessuno mi aveva mai dato prima d’ora. Mi tratta come una principessa. La sua principessa. Ormai se ne sono accorti tutti che c’è qualcosa. Passando tutto questo tempo insieme inizio a pensare che sia più di un amico e in mezzo c’è anche Carolina che continua a dirmi che per lei è tutto a posto, ma sembra un po’ strana. Sto male per lei, ho paura di farle un torto e non vorrei mai, non sono quel tipo di persona. Intanto il tempo passato insieme a Marco è sempre di più e mi rende tanto felice. La sera davanti al fuoco abbracciata a lui. Insieme sotto le stelle. La mattina mentre siamo brutti e stanchi ridere con lui. Il pomeriggio nei momenti di pausa stare con lui, ridere abbracciarci, cantare. Il terz’ultimo giorno è il giorno dei battesimi: ai più piccoli vengono fatte superare delle prove piuttosto imbarazzanti e cattivelle. Ho paura. Sono con lui abbracciata sotto le stelle e tutti cantavano finchè non iniziano a cantare a te. Io sto benissimo e la preoccupazione per i battesimi è ormai svanita con lui. Mi sento protetta e finalmente felice. Mi fanno fare tante prove come leccare il peperoncino dai piedi di una mia amica o rovesciarmi addosso gli avanzi di tutta la settimana e alla fine mi fanno finalmente fare la doccia. Mi sono anche divertita e mentre vado a sedermi con gli altri assistendo all’ultimo battesimo lo guardo. Lui mi vede, mi sorride e mi fa l’occhiolino. Mi sento meglio. Prima di andare a letto vado da lui e lo abbraccio, mi ci vuole un po’ perché lui è così alto e io così bassa, mi metto sulle punte. L’ultimo giorno piove, così ci chiudiamo tutti in una tenda e cantiamo e parliamo e ridiamo, bellissimo. E lui era li vicino a me che mi abbracciava e mi teneva la mano. 15 giorni perfetti di massima felicità, tante emozioni che non so decifrare, ma bellissime. Mi serviva un po’ di felicità. L’ultimo giorno smontiamo tutto e portiamo su per la salita tutti gli oggetti e le varie casse. Finito di portare tutto risaliamo insieme e mentre saliamo si impara il mio numero di telefono a memoria per scrivermi una volta a casa la sera. Nel treno per tornare stiamo vicini, abbracciati e parliamo. Sono stata davvero bene, ma non so se mi piace, gli voglio bene, mi fa sentire bene, ma non lo so. La sera però non vedo l’ora che mi arrivi un suo messaggio e uscita dalla doccia leggo: ciao bella sono Marco. Sono felice, se lo è imparato davvero. Iniziamo a scriverci e mi dice tante cose dolci come: vorrei essere con te, scusa se non ti ho salutato bene, mi manchi. Sono tanto felice ed inizio a mandare gli screen alle mie amiche. Forse mi piace. Il giorno dopo arriva la conversazione tanto temuta. Gli dico che forse è meglio che restiamo amici, perché gli voglio tanto bene e non voglio si rovini tutto, lui mi dice va bene e continuiamo ascriverci e scriverci ogni giorno. Due giorni dopo parto per andare in vacanza in puglia e continuiamo a scriverci ogni giorno. Finchè la conversazione di provare a stare insieme torna e lui insiste e insiste e dice che gli piaccio e alla fine accetto. Promettiamo che appena torno a casa ci vediamo subito. Intanto ogni giorno aspetto il suo: Hey <3 quotidiano. Abbiamo lunghe conversazioni, mi dice sempre che sono bella, che gli manco e finalmente dopo una settimana torno in città. È ora di vederci. Sono nervosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** è un circolo vizoso nel cuore ***


~~Ormai stiamo insieme, ci manca solo di vederci. Decidiamo un giorno: il giovedì, al parco vicino alla mia scuola, l’unico posto dove mia mamma non avrebbe sospettato nulla. Arrivo là accompagnata dalla mia migliore amica Giada. Non lo vedo, ma aspetto, intanto arrivano altri miei amici e sto con loro, passano le ore e non arriva, la sera gli scrivo:
io: lo sapevi che dovevamo incontrarci oggi vero?  
                                                                                                                                                        
M: scusa non avevo capito bene pensavo che giovedì fosse domani                                                                                                                          
M: possiamo vederci domani? Scusami ancora principessa mi dispiace tantissimo                                                                                                     
io: sì domani va bene                                                                                                                                                                                                                        
M: mi perdoni?                                                                                                                                                                                                                          
Io: sì domani ricordati però. Ahahah

il giorno dopo ci vediamo e posso dire una cosa? Una noia MORTALE! Non parliamo solo di sport e compleanni a volte ci sono dei silenzi imbarazzanti e non sappiamo nemmeno cosa dire, ad un certo punro mi mette il braccio intorno alle spalle ed è stata la cosa più emozionante del pomeriggio. Un vero disastro. Dopo un po’ lui va via e vado dai miei amici ed inizio ad avere i primi ripensamenti.
Due giorni prima dell’inizio della scuola capisco che lui non mi piace, che era stata una cosa un po’ “forzata” da lui e che la nostra era solo amicizia. Ma come dirglielo? Ne parlo con i miei amici e tutti mi dicono che devo allontanarmi piano piano e così faccio. Il primo giorno di scuola m scrive hey senza cuore, gli rispondo hey senza cuore. Da lì non ci siamo più scritti. Non gli dico nulla, avrà capito da solo, ma la scuola è ricominciata ed ecco un nuovo problema in agguato che sembrava sparito in estate; il mio problema più grande: Michele.
Pensavo di averlo dimenticato, che Marco me lo avesse fatto dimenticare, ma da quando ho capito che non provavo nulla all’infuori dell’amicizia per Marco tutte le mie certezze sono crollate. e quando il primo giorno lo vedo sento un sentimento che non provavo da tanto: il cuore mi sale in gola, le gambe mi tremano e sudo freddo. Mi piace ancora. Rivedo tutti i miei amici, alcuni li avevo incontrati durante l’estate, altri no. Con Carolina le cose sembrano andare in modo normale e ho solo l’intenzione di godermi a pieno quest’anno che sarà purtroppo l’ultimo. Mi metto in banco con Elisa, anche con lei mie ero vista poco durante l’estate e mi mancava. La scuola inizia piuttosto bene, un po’ mi sento in colpa per quello che è successo con Marco, ma nella mia testa torna ad esserci un solo ed unico pensiero fisso: Michele. Ogni volta che lo vedo il mio sentimento per lui si accresce sempre di più, magari questo potrebbe essere l’anno buono per un ipotetico noi.  Alla fine mi era mancato durante l’estate. Ma per ora non capita nulla fra di noi. Arriva in fretta però ottobre e quindi di nuovo il compleanno di Simone. Non aspettavo altro, sara forse il momento giusto per  riconquistarlo.

Circa una settimana prima andiamo al cinema insieme io, Carolina, Michele, Simone, Gabriele e Giacomo. Io e Michele ci mettiamo vicini e ridiamo scherziamo, come al solito cade tutto sul porno, iniziamo infine a parlare di seghe e altro, per due volte mi mette il braccio intorno alle spalle e io mi sono come sempre fatta tanti film mentali. Sono così felice, forse ci sto riuscendo questa volta, speriamo bene. Si avvicina sempre di più il compleanno di Simone che vuol dire solo una cosa: gioco della bottiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** effeto farfalla ***


~~Arriva finalmente il giorno tanto atteso per un anno. Sono un po’ nervosa, ma non tanto quanto mi aspettavo, cioè in realtà non mi preoccupo più di tanto, vado al centro commerciale a cercare un regalo per Simone con due mie compagne di classe e finiamo per prendere due semplici magliette. L’ansia sale quando mia mamma ci viene a prendere per portarci a casa di Simone. Chissà se sarà già arrivato… entriamo in casa sua e vedo subito Carolina che mi viene in contro, ci abbracciamo e lui  lì dietro, mi guarda. Io e Carolina avevamo parlato tanto nei giorni scorsi ed eravamo diventate parecchio amiche. Mi aveva anche confessato una cosa, l’ultima cosa che mi sarei voluta sentir dire da un’amica, una pseudo amica, non so cosa siamo, ma mi ha detto una cosa che mi ha distrutta. Piace anche a lei… scherziamo? Non… non può piacerle. Lei è un po’ il tipo di Michele a differenza mia è molto sfacciata, questa estate ha fatto un po’ la troietta ed ha molta più esperienza di me in TUTTO, non avrebbe problemi a fargli una sega, o altro, mentre io sono molto diversa. Non sono la classica ragazza facile, ma nemmeno una suora. Solo che sono dell’idea che mi devo sentire pronta, lei forse lo è già. Però quando vuole è dolce, comprensiva, con lei mi posso sfogare e posso fidarmi tantissimo, tanto che le racconto quasi tutto. Il nostro rapporto sta rinascendo dalle ceneri dopo un anno di pausa, ma questa, questa non ci voleva. Vincerà lei, me lo sento. Mi ha anche chiesto il permesso, ma io mica potevo dirle di no, cioè non avrebbe senso, se non ho possibilità non le ho punto. Non posso essere così egoista per quanto lo ami. Non voglio nemmeno fare la guerra per lui. Penso. Mi siedo sul divano ed iniziamo a fare le stupide come nostro solito. Tutti aspettavamo solo che si mettesse una bottiglia al centro della sala. Lei fa un po’ la provocante con lui e lui le da corda ovviamente. Cerco di far finta di nulla e mi ripeto: non è guerra, non  guerra,… ma come posso non essere gelosa? Ecco la bottiglia al centro iniziamo: tanti baci a stampo, ma Michele? Non vuole giocare… mancava anche questa!
M: se non facciamo i limoni io non gioco!                                                                                                                                                                                C: a me va bene…
Io ovviamente non ero convinta per niente… non c’ero mai andata nemmeno in un gioco, nemmeno con qualcuno per cui non provavo nulla, figuriamoci con lui… ma è l’unica occasione di andarci con lui e di, magari, far rinascere qualcosa, magari riprova le stesse cose. Poi se non gioco giocherà solo lei e magari quelle cose le prova per Carolina e allora è la fine e posso anche dirgli ciao. Ma ripeto; NON E’ GUERRA!
Le altre nostre compagne di classe non giocano e io sono sempre più insicura, nel frattempo arriva la pizza e intanto ci penso e ci ripenso. Vado in bagno con Carolina e mi faccio circa spiegare come si limona… niente pratica; solo teoria. Non sono per niente sicura, ma devo tentare, a questo punto o la va o la spacca! Torniamo dagli altri e gli diciamo che possiamo giocare con i limoni. Ci rimettiamo in cerchio. Il primo con cui ci vado: Gabriele, per fortuna non subito Michele o avrebbe pensato che faccio schifo. Infatti con Gabriele vado un po’ così così, ma lui è mio amico e almeno ho capito come si fa. Finalmente arriva lui, gli metto lr mani intorno al collo e lui me le mette intorno ai fianchi e ci andiamo. Oddio. Perfetto. Mi sembra di sognare, eccoli i sentimenti, qualcuno urla: Simo i tuoi genitori! E noi subito ci stacchiamo. Tutti ridono, ecco uno stupido scherzo, grazie mille amici, davvero! 
S: solo 10 secondi?                                                                                                                                                                                                                        
M: io stavo da dio se non facevano lo scherzo…
Da dio? Seriamente, non ci credo, sto impazzendo… Carolina e Gabriele fanno un nuovo record di 30 secondi, Michele mi guarda e dice: adesso ci pensiamo noi, tranquilla.                                                                                                                                                                                                
A volte nemmeno uscivamo noi due, ma lui aveva proprio voglia di andarci con me, buttava la bottiglia a terra, mi prendeva i fianchi e… magia! A volte mi toccava anche il culo, ma lì per lì ci stava, non mi importava, contavamo solo io e lui, lì in quel momento soli..  in assoluto le emozioni più forti della mia vita, c’erano sentimenti che andavano oltre tutti oltre il gioco, oltre noi stessi. Sentimenti indescrivibili, mai provati prima, solo io e lui e basta. Abbiamo fatto infine il record di 2:30 minuti. La persona più felice sulla faccia della terra ero io, finalmente, tutte le barriere che potevano separarci erano state sfondate, battevamo tutto insieme, nessuno dei due voleva staccarsi e mi sembrava che quei minuti durassero un’eternità, ma allo stesso momento erano troppo poco, volevo solo più tempo con lui, più tempo per noi. Un noi che in realtà esisteva solo nella mia testa, appena tornavo alla realtà capivo che avevo ancora strada da fare ed avrei voluto però che quella serata non finisse mai.
Per obbligo o verità mi siedo su di lei e ci andiamo ancora, e ancora emozioni, e ancora magia. Una serata veramente magica che non dimenticherò mai, che ha segnato la mia vita, che mi ha fatto riscoprire quanto io sia innamorata di lui. Ma quella serata, quella magia hanno dato poi vita oltre all’esperienza più bella fin’ora anche alla sofferenza più grande fin’ora. Come l’effetto farfalla: piccole azioni portano a grandi conseguenze, ogni azione che può sembrare piccola in futuro avrà tante conseguenze. Ecco questa azione non era poi così piccola, ma non avrei mai pensato di arrivare a tutto questo.

Ma andiamo per gradi: siamo solo a metà.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** oh take me back to the start ***


~~Passano alcune settimane dopo quella serata, mi sembra di ricominciare tutto da capo, di ritornare indietro ad un anno prima, infatti ricomincia a scrivermi e.. si, a provarci. Era da un po’ che non ci provava con me, con il fatto che gli piaceva Jessica pensavo di non avere più possibilità, invece… mi emoziono ogni volta che mi scrive. Ogni volta che vedo il suo nome sulla home mi percorre la schiena un brivido, mi tremano le mani. Rivivo tutti questi sentimenti per la stessa persona come se fosse la prima volta. Poi le fitte allo stomaco, le famose “farfalle”. Certo non è mai stato il ragazzo più romantico del mondo, mi scrive spesso e volentieri cose un tantino spinte, insomma, vuole subito arrivare al sodo e non ha peli sulla lingua, almeno per messaggio, perché di persona cambia tutto. Però non mi dispiace nemmeno questa nuova amicizia che è nata e si  fortificata quest’anno. A proposito di amicizie: al corso di potenziamento di lingua Inglese ho conosciuto Eleonora, una ragazza della stessa classe di Michele a cui subito racconto tutto di noi due e mi racconta che anche lui a volte aveva parlato di me, così le chiedo di indagare un pochino e magari capire se ancora gli piaccio. È comunque un buon amico con cui torno a casa da scuola ogni giorno, con cui mi scrivo spesso, il classico amico pervertito diciamo. Con la sola eccezione che non è un amico qualunque, lui mi piace e non poco diciamo. Però ovviamente non deve saperlo, oppure si rovinerebbe questa situazione. Però abbiamo sempre degli ostacoli che si intromettono fra di noi. Rosa, una ragazza di un anno più piccola che ha iniziato a tornare a casa con noi quest’anno, gli sta sempre attaccata e si atteggia manco fosse una modella, cerca un po’ di farsi desiderare, di essere sempre al centro e ci riesce, eccome se ci riesce. È come se lo catturasse e lo portasse via da me. Lo tiene al guinzaglio praticamente. Se lei decide che lui la deve seguire lui la segue, se non lo vuole lui non la disturba, la desidera solo. Queste situazioni sono così ridicole, veramente mi verrebbe da prenderla e… in quei momenti in cui riesco a stare un po’ con lui ridiamo e scherziamo, parliamo e sto finalmente bene, aspetto quei momenti tutta la giornata. Mentre gli altri giorni sto dietro di loro, in silenzio, li guardo, sto con altre persone e la situazione mi uccide, penso: se ci fossi io al posto suo… ormai so che a lui piace quindi penso: cos’ha in più di me? E poi mi arrendo e cerco di godermi i pochi momenti con lui, i messaggi sempre più rari e gli sguardi da lontano. Finchè un giorno scrive ad Eleonora e le dice che pensava a me da tutto il giorno. Lei risponde: se pensi tanto ad una persona è perché ti piace non trovi? Così lui la sera stessa dopo aver scritto a lei scrive a me e mi dice che sono bella e robe che già ci eravamo scritti un anno prima come: ti interesso?  Cosa ti piace di me?... mi dice anche che vorrebbe andarci di nuovo con me. Naturalmente io ci sto, cosa dovrei fare  la mia unica occasione. Ci accordiamo: dopo scuola in una stradina.
1° giorno: all’uscita si volatilizza, non lo vedo e abbattuta capisco che se ne è andato da solo senza di me. Arrivo a casa e mi trovo un suo audio che mi dice: scusa, ma sono dovuto andare a casa veloce perchè mia madre doveva uscire ed io non avevo le chiavi. Lascio correre, sarà per domani, non importa gli imprevisti succedono a tutti e voglio crederci.
2° giorno: esco da scuola, lui mi viene incontro e sta volta di persona mi dice: scusa, ma devo andare di fretta sempre per lo stesso motivo di ieri. Sempre più delusa accetto e aspetto i miei amici per andare a casa. Il pomeriggio ci scriviamo e decidiamo di andarci il giorno dopo. Ora dovrebbe essere tutto a posto.
3° giorno: lo vedo che stava andando via insieme agli altri e anche Rosa era con loro, mi affretto a raggiungerli e dico: cos’è volete andarvene senza di me? Lui si gira e ci guardiamo. Poi Rosa lo prende e se lo porta più avanti, non capisco. A volte cerca di venire più indietro verso di me, ma lei sempre lo aspetta e se lo porta via. Ho già capito basta. Sotto casa mia ci guardiamo, gli do un’occhiata fulminandolo come per dire: fortuna che dovevamo andarci.. e lui mi guarda come per chiedere scusa, saluto tutti, mi giro e me ne vado. Arrivo in casa, scrivo ad Eleonora e le racconto tutto. Sto malissimo e lei cerca di rassicurarmi, ma invano, stava ricominciando tutto da capo. Nemmeno un messaggio di scuse, niente. Arriva finalmente la sera  mentre stavo guardando la TV mi arriva un suo messaggio: hey gre, penso che stiamo facendo tutto troppo di fretta. Forse dovremmo fermarci un po’ e rimanere solo amici. Ecco! Mancava solo questo per concludere il cerchio, mancava il messaggio per troncare tutto, si fortuna che sta volta ti piacevo! Bastano tre giorni, un gesto per distruggere il cuore di una persona. Non sapendo come reagire ed essendo di mio una persona veramente TROPPO buna gli scrivo che è tutto okay e non ha rovinato la nostra amicizia, lui dice di sentirsi un verme ed io mi limito a rassicurarlo ed andare a letto immersa nelle lacrime.
I giorni seguenti non ci parliamo ne scriviamo più. Lui sta sempre più avanti a scherzare con Rosa e io dietro con i miei amici a guardarlo da lontano e soffrire, ormai è diventata una routine. Ecco tutto il rapporto che si era creato appena  andato in frantumi per l’ennesima volta per lo stesso motivo. Non capisco ancora perché continua a riprovarci pur sapendo sempre che non ce n’è. Trascorro le due settimane senza di lui velate da malinconia che non mi abbandona mai. Forse è finita… 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3303851