The power of dreams

di MartinaIorio96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indipendenza ***
Capitolo 2: *** 2.Fotoricordo ***
Capitolo 3: *** 3. Novità ***



Capitolo 1
*** Indipendenza ***



THE POWER OF DREAMS


 
1. INDIPENDENZA


~~Rigiro tra le mani la prima fotografia che ho fatto trasferendomi definitivamente qui e ripenso a quell’ euforia e allegria assaporando per la prima volta l’indipendenza. Io, Veronica,  dopo 23 anni che ho vissuto con la mia famiglia vado a vivere in un loft quasi al centro della Capitale tutta da sola. Ancora non mi capacito come i miei mi abbiano concesso di farlo nonostante noi abitassimo ad un ora e venti di treno dalla città. Sarà che hanno visto con quanto impegno e dedizione io abbia conseguito entrambe le lauree nei tempi stabiliti e con il massimo dei voti, ottenendo il lavoro che ho sempre sognato meritatamente, con tutte le carte in regola e senza l’aiuto di nessuno. Sono orgogliosa di me stessa e di dove sono arrivata, ne ho fatta di strada e  nonostante sia stato un percorso stressante, pesante, difficile e anche costoso lo rifarei altre mille volte.
Mentre mi perdo a guardare le altre foto tutte incorniciate di nero che spiccano sulla mensola bianca, racchiudendo i momenti più significativi della mia vita, qualcuno suono insistentemente al citofono. Sbruffando mi avvicino ad aprire e non appena lo faccio come un uragano la mia amica Patrizia inonda il mio salotto che in realtà è anche la mia cucina. È tutto un open space ad eccezione per la sottospecie di “camera da letto” che è oscurata ,per avere un po’ di privacy dato che affaccia alla sala, con un bellissimo separé grigio per impedire ai miei ospiti che sono qui ahimè tutti i giorni , di vedere come e in quali condizioni si trovi il letto matrimoniale e tutti i miei vestiti.
-“ Non ce la faccio più! Quel babbeo me la pagherà cara , quanto è vero dio gliela farò pagare a quell’ idiota che altro non è!” urla la mia amica.   Si è lasciata con il suo caro Marco per motivi ancora senza senso qualche giorno fa , ma come ho sempre pensato “il troppo stroppia” e così è stato. Nonostante il primo anno in cui sono stati insieme, gli altri 4 li hanno passati vedendosi ogni giorno e andando a convivere. Convivenza che non ha aiutato a rallentare la loro “voglia di stare insieme” ma che ha peggiorato quel rapporto troppo appiccicoso e noioso. Ma alla fine uno dei due , se non entrambi, ha aperto gli occhi assaggiando un po’ di libertà.
-“  È uno stronzo! Dio, noi partiamo per 5 giorni e quando torna lui che fa?! Mi lascia?!” sbraita tirando un cuscino sulla parete per scaricare la tensione. Purtroppo si, è stato Marco a lasciarla non appena siamo tornate dalla mini vacanza che ci prendiamo ogni anno. Dopo qualche giorno che eravamo ritornate dalla visita a Ginevra per vedere la nostra amica Alice, Marco le ha dato il ben servito ritrovandomela in lacrime seduta sul mio tavolo non appena sono arrivata a casa. Ad aprirle era stata mia madre che, una volta al mese ,viene a pulire il mio loft poiché è a conoscenza del mio odio verso le pulizie e per far sì che sua figlia non viva in una pattumiera. Venendo una volta al mese mi obbliga( e non scherzo) a mantenere per lo meno pulito passando di tanto in tanto un’ aspirapolvere giusto per non morire soffocata dagli acari.
La delicatezza non ha mai incontrato Patrizia né nei modi, né nel linguaggio. Lei è più la classica tipa che si sveglia con un caffè e un “Vaffanculo” rivolto al mondo. Come anche lei stessa ammette “è una principessa alla quale  è caduta la corona, o che non l’ha mai avuta !”
Il fatto che il suo ora ex-fidanzato le abbia rifilato la storia del «prendere una pausa per avere i nostri spazi » non ha aiutato a farle acquisire un po’ di femminilità.
Prendo coraggio e fermo il flusso di coscienza con il quale sta deliziando il mio povero cuscino torcendolo sotto le sue piccole mani. «Patri, non fare così che non serve a niente. Si è vero hai ragione è stato un idiota e anche stronzo per averti lasciato appena siamo tornate..» perdo tempo scrutando il suo volto e notando che ha smesso di torturare il mio povero cuscino rosso, torno a dire «però devi riconoscere che anche tu a Ginevra* hai detto che la vostra sembrava una relazione di una coppia sposata da anni. Forse è meglio se..» non finisco la frase perché c’è qualcun altro che suona al campanello. Che diamine succede oggi? Sono abituata ad avere gente in casa, dato che da quando mi sono trasferita ogni giorno il mio loft accoglie i miei amici che misteriosamente, dandosi il cambio, si imbattono accidentalmente per la mia via e una forza a me ancora sconosciuta, li spinge a fare pressione sul citofono, sacrificandosi ad entrare e ad autoinvitarsi per un aperitivo o una cena, divorando ogni forma di cosa commestibile. Sono famosa in tutto il vicinato per i miei aperitivi e cene flash e improvvisate, ma soprattutto per i miei dolci, tanto che  la signora Maria, che abita non appena due porte più in là della mia, ogni qualvolta mi incontra mi invita ad aprire un’ agenzia di catering!
Con riluttanza mi trascino al portone mentre Patrizia si è chiusa in bagno per evitare di farsi vedere da chiunque sia il mio ospite inatteso e per lei indesiderato. Con mia grande sorpresa scorgo le figure di Sara, Cristina e Roberta davanti a me con in mano tre vaschette di gelato, un barattolo di Nutella e stranamente il gioco da tavola Tabù.
Senza farmi sentire da Patrizia mormoro un «entrate svelte, è in bagno» e senza darmi il tempo di dire altro entrano chiudendo la porta, e sistemando le varie cose sul tavolo. Dal bagno si sente una voce ovattata dire «chi era Vero?» per poi scoprire la risposta da sola entrando nella stanza. Non le danno neanche il tempo di parlare che subito si lanciano verso di lei abbracciandola, riempendola di baci e di domande del tipo «tutto bene?» «hai mangiato?» «perché non hai risposto alle nostre chiamate?» «ci hai fatte preoccupare scema, da quanto sei qui?».
Mi dispiace richiamare le mie amiche ma se non lo faccio rischiano di soffocarla, così ad alta voce chiedo «come facevate a sapere che era qui?» domanda sciocca dato che so già la risposta, ma Cristina  ha capito il mio intendo e staccandosi da Patrizia, gesto che imitano anche le altre due, risponde «se non è a casa è qui, quando una di noi ha un problema è facile trovarla» sorride. Beh è vero, sono sempre a casa mia o per una cosa o per un'altra, quando cercano conforto o per chiedere il mio papere su una questione. Sanno che sono sincera e dico ciò che penso veramente quindi per loro sono una buona consigliera sulle relazioni e sull’ abbigliamento.
Interviene Sara  invitandoci a prendere posto sul divano, prendendo le vaschette di gelato che erano sul tavolo e andando a prendere cinque cucchiai dal cassetto della cucina, della serie “no, no fai pure come se fossi a casa tua” penso seguendo ogni suo movimento. Sentendosi osservata si gira verso di me e per scusarsi sorride parlando di qualcosa di incomprensibile, finché non capiamo che stava alludendo al fatto che aveva appena fatto sesso e quindi aveva fame.
Roberta rivoltando gli occhi al soffitto sbuffa un «ninfomane» facendoci ridere tutte, compresa Patrizia, il nostro nano da giardino, chiamata così per la sua scarsa altezza.
Le guardo mentre si posizionano sul grande divano,ognuna ai loro posti e penso a quanto siamo diverse ma proprio per questo così unite, un amicizia vera che ha superato tante, moltissime difficoltà.
Ci siamo conosciute quando avevamo più o meno 16/17 anni grazie ai nostri ragazzi di quegli anni che erano amici e d’allora siamo inseparabili. Non nel senso che stiamo sempre tutte insieme ogni giorno, ma che ognuna c’è per l’altra quando ha bisogno e per una bella sbronza da sabato sera siamo sempre tutte presenti!
Mentre raggiungo le altre tiro fuori dalla tasca il mio iphone e digito il testo del messaggio da inviare a Gianmarco “sono a casa con le altre. Urgenza Patrizia, ti chiamo dopo “ con un cuore finale.
Dopo tre ore e tanto gelato e nutella dopo, le altre mi salutano congedandosi e tornando ognuna verso casa sua.
Salgo sopra e mi dirigo verso il mio amato letto, sdraiandomici sopra, e compongo il numero di Gimmy.
Risponde al terzo squillo «ehy tesoro, tutto bene? Se ne sono andate le altre?»
«si, ho appena chiuso la porta »
«certo che siete tornate da neanche quattro giorni e già di nuovo insieme state? E poi tutte a casa tua ogni volta? Noi ancora ci dobbiamo vedere se non consideriamo i 10 minuti dell’altro giorno» risponde stizzito, «si da il caso che il tuo amico Marco abbia lasciato Patrizia solo perché mentre noi eravamo da Ali si è accorto di quanto era cretino, quindi hanno tutto il diritto di venire qua dato che sono l’unica che vive da sola tra noi, eccetto Ali che vive a Ginevra, pertanto a meno che non prendano un aereo per andare da lei, la mia casa rimane la più sicura e vicina » dico tutto d’un fiato irritata, calcando ogni nome.
«Dai lascia stare non litighiamo, ci vediamo a cena amore?» e dopo un po’ aggiunge «così stiamo un po’ da soli ma non facciamo tardi, anzi mi fermo da te a dormire se va bene»
«Sì, certo ci vediamo allora tra un paio d’ore?»
«Certo, a dopo » e richiude la chiamata.
Sarò anche brava a ripartire consigli alle altre ma con me non ha mai funzionato. Ho conosciuto Gianmarco quando avevo 15 anni e nonostante ne siano passati 10 siamo ancora qui, insieme, anche se ne sono successe di cose che hanno e ci hanno cambiato. Siamo cresciuti insieme, abbiamo imparato ad amare, abbiamo cercato di allontanarci ognuno avendo un’altra relazione, ma siamo finiti con tradire i nostri partener ad una festa di Mattia, un altro nostro amico, e da un anno a questa parte sembri filare tutto liscio. Lui non vive fisso da me ma almeno tre volte a settimana rimane a dormire qui e ci vediamo spesso anche se non sempre, così che manteniamo i nostri spazi. Adoro vivere da sola ed avere quell’indipendenza che ho sempre sognato, non la cambierei per niente al mondo!

 

Ciao a tutte, questa è la mia prima storia che scrivo. Era da un po' che volevo scrivere ma tra il tempo e altro non l'avevo mai fatto. Raccogliendo alcune idee buttate giù e aiutandomi con alcuni aspetti e personaggi autobiografici sono riuscita a mettere su una storia (almeno nella mia testa!) A breve aggiornerò con altri capitoli Un bacio :*

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Capitolo 2
*** 2.Fotoricordo ***


«Buonanotte amore» dice stampandomi un bacio sulle labbra, poi lentamente chiude gli occhi e si addormenta. Io non riesco a prendere sonno, così prendo il mio laptop dal comodino e lo adagio sulle gambe. Quando apro lo schermo noto che c’è una cartella aperta, vado per chiuderla e mi rendo conto che è quella con scritto “FOREVER”. Sono quasi tutte le foto di me e di quelle pazze che ho al posto delle amiche, in ogni occasione abbiamo una fotografia che immortali la nostra figura di merda o semplicemente quel momento. E in 8/9 fidatevi che ci sono stati tanti momenti da fotografare e altrettante figure da imprimere per sempre. Così vedo scorrere davanti a me le persone più importanti, ora mentre balliamo, ora con un cocktail in mano, poi a mare, in vacanza, in montagna, al bagno (beh si noi non siamo normali ci fotografiamo anche mentre siamo li sedute sulla tazza), in aeroporto, e mentre sfoglio così più di 200 foto all’improvviso appare la foto che rappresenta me e Nicolas. Non so cosa ci faccia in questa cartella, dato che lui era il mio fidanzato, prima che lo tradissi un anno fa con Gianmarco. Al pensiero di quell’anno ho ancora il mal di testa per tutte le cose che sono successe. Premetto che era il momento più stressante di tutti , l’ultimo anno per conseguire la laurea in economia. Lavoravo in un negozio di scarpe, pertanto mi spaccavo in due tra i turni, lo studio e le lezioni da seguire in più quello è stato anche l’anno in cui Gianmarco ha avuto la brillante idea di ubriacarsi in discoteca e di baciarsi con una ragazza, che tra l’altro era stata una sua vecchia fiamma. Potete immaginare cosa si provi tornando dallo squallido bagno della discoteca e trovarsi davanti l’immagine del tuo ragazzo avvinghiato ad un’ altra che non sei tu. Gli insulti che ho detto in quel momento penso che una donna normale non riuscirebbe a ripeterli neanche durante una vita intera, però io non sono normale e neanche quella situazione lo era. Senza neanche pensarci ho preso il primo cocktail che ho trovato sul tavolino del nostro privè e , a malincuore per la bevanda, l’ho svuotato sui capelli di quella bravissima ragazza che non si è fatta nemmeno pagare per quel bacio, dato che sicuramente quello sarà stato, o ancora è il suo mestiere . La faccia di Gianmarco invece la porterò per sempre dentro al cuore, chiudo gli occhi e lo rivedo lì, con la mascella contratta che si apriva e richiudeva senza emettere alcun tipo di rumore, gli occhi sgranati, che dopo il primo momento di stupore cercavano di riprendersi per passare dall’incredulo e al cane bastonato. Ancora sento il prurito sulla mia mano destra, e me la immagino rossissima proprio come era stata quella sera dopo il forte schiaffo dato sulla guancia di quello che doveva essere il mio ragazzo. I primi giorni sono stati i peggiori, piangevo come una fontana ma non tanto per il fatto di averlo lasciato, io e lui ci eravamo già lasciati parecchie volte, il fatto è che non riuscivo ad accettare il gesto : c’è se davanti a me non si è fatto problemi a mettere la lingua nella bocca di un’altra ragazza, pensa quando lui andava da solo con i suoi amici! Pensavo che la fase in cui non mi fidavo di lui era finita dopo che eravamo tornati insieme da due anni, su insistenza sua dato che io stavo uscendo con uno del corso di Giurisprudenza. Le mie amiche mi sono state molto vicine e di aiuto, perché questa volta mi ero ripromessa di dargli un calcio nei fondelli non appena si fosse avvicinato di nuovo a me. Ripetevo continuamente nella mia testa, a mo' di jiingle " non sarei più tornata con Gianmarco Silla, non sarei più tornata con Gianmarco Silla" e piuttosto di vederlo continuamente (dato che abitava a tre minuti di macchina da casa mia),decisi che era il momento adatto per trasferirmi. E così più o meno è andata la storia! L'idea di trasferirmi a vivere da sola mi è sempre balenata per la testa ma non l'ho mai concretizzata per via della mia relazione tormentata con Gianmarco. Ma ora che mi aveva tradita, sembrava la cosa più ovvia e sensata da fare; così, fatto il colloquio presso “Zara”, una delle catene di abbigliamento più prestigiose (secondo me) mi assumero per il controllo dei pagamenti online ,posto garantitomi dalla laurea di Giurisprudenza in “Diritto e amministrazione pubblica”.* Ero al settimo cielo, io Veronica Bellitti potevo lavorare presso Zara, in via del corso! Era uno dei miei tanti sogni, (che come tale si realizzava solo nel momento in cui un altro si infrangeva), e dello stipendio non mi lamentavo! Pertanto dopo i primi due stipendi a tre zeri, decido di cercare casa per stare più vicino al lavoro e con la scusa anche di più all’università. Ho sempre avuto le idee chiare sul tipo di appartamento e sul tipo di arredamento :il mio sogno era quello di vivere in uno di quei attici ultra-lussuosi, con quella bellissima parete a vetro che ti permetteva di avere una vista mozzafiato (il panorama in questione poteva essere di qualunque città, con l'unica eccezione che questa fosse degli USA); o un bel loft! Così optai per il secondo, che doveva assumere delle caratteristiche ben precise: la grandezza era relativa, dato che ero da sola, doveva avere però un bello spazio per gli stand per i vestiti o meglio, un grande armadio; una cucina con almeno forno e microonde, e pregavo affinché le pareti fossero bianche, ma la cosa più importante era il prezzo, naturalmente! I miei all’inizio non erano favorevoli benché come saprete gli affitti a Roma sono alle stelle! Però quando hanno visto la mia determinazione mi hanno lasciata fare e così su internet avevo letto l’annuncio di un loft in zona Prenestina, vicino alla stazione Termini. Fissato un appuntamento con il proprietario, lo vado a visitare, per verificare che fosse come quello delle foto, e mi accompagnano Cristina e mio padre, che anche loro, come me, se ne innamorarono all’istante. Pareti tutte bianche, il loft era un enorme open space, solo il bagno era munito da una porta. C’erano delle scale che portavano al “piano superiore” dove c’era un bel letto matrimoniale, con qualcosa che si avvicinava ad un armadio. Il prezzo era un tantino eccessivo, pertanto contrattiamo con il padrone di casa che si mostra cordiale e ben disposto a scendere sul costo dell’affitto, cosicché io possa permettermi il loft potendo permettermi tutte le altre spese. Firmato il contratto, la casa dal giorno dopo era pronta per essere stata abitata, così quella sera stessa io e le mie amiche andammo a festeggiare in uno dei pub della nostra cittadina sul mare, con frequenti brindisi rivolti alla mia "nuova vita" e "alla fortuna di avere un appartamento a Roma, anche per loro" . Come tornammo a casa non saprei, quello che so per certo è che ho bevuto tutta la sera, così contenta per il mio futuro ed elettrizzata per ciò che mi aspettava. Sento qualcuno muoversi e allungare una mano, mano che mi riporta alla realtà dato che è finita sul mio computer urtandolo con poca delicatezza. Prima di ritrovarmi senza pc decido di spegnerlo e metterlo via anche perché la sveglia segnava oramai le 2 , e l'indomani avrei avuto il turno dalle 8 alle 15. Chiudo gli occhi a forza lasciando che Morfeo mi accolga nel suo mondo, raggiungendo così il ragazzo che ho di fianco. Note: Ecco qui il secondo capitolo, i primi capitoli serviranno da cornice e da introduzione alla vita della protagonista ma già dal terzo la sua vita quasi perfetta sembra prendere una brutta piega. Al prossimo capitolo! Baci

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Capitolo 3
*** 3. Novità ***


-“Allora ,come sto?” chiedo al mio ragazzo. -“ Sei una bomba sexy , tesoro!” pronuncia queste parole con voce rauca e mentre inizia ad avvicinarsi, aggiunge “Devi proprio andare a lavoro stamattina?” -“ Si Gia, non posso non andare ho già finito le ferie quando siamo andati in vacanza e non intend..” deglutisco a fatica senza riuscire a finire la frase perché due mani hanno arpionato il mio corpo e mentre una sale lungo la mia colonna vertebrale per raggiungere le spalle, l’altra raggiunge e stringe forte i miei glutei. La sua bocca ora è sul mio collo accolta da un eccesso di brividi che accompagnano la sua scalata fino al mio lobo sinistro dove sussurra qualcosa di poco comprensibile ma comunque efficace! Istintivamente inarco la schiena sotto il suo tocco sempre più forte, per permettergli di avere un maggiore accesso al mio collo, gesto che non passa inosservato e viene preso come un “via libera”. Le sue labbra sono subito sulle mie e mi imprigionano in uno di quei baci vietati ai minori. Senza staccarsi da me mi trascina sul tavolo della cucina e con poca grazia e tanta foga mi adagia li sopra. In un attimo è sopra di me e gioca con la chiusura del mio vestito. Lui è coperto solo con degli slip molto aderenti che permettono la visione della sua imminente erezione. Dopo pochi secondi rimango in biancheria intima e le mani e le labbra del ragazzo sopra di me perlustrano ogni centimetro del mio corpo. -“ Dio come sei bella” sussurra tra una bacio e un altro “poi queste mi fanno impazzire” e palpa un mio seno. “facciamo veloce che sono già in ritardo” cerco di dire io mentre soffoco un gemito. “Ti prego!” piagnucolo. “Ok ti accontenterò” annuncia e suona più come una minaccia che altro, forse dovuto dal suo sorriso sadico. *** “Ciao Samanta! Scusa il ritardo se ne è accorto qualcuno?” domando preoccupata mentre corro verso il mio ufficio. “ Per fortuna hai me che ti copro sempre Vic, spero che anche questa volta ne sia valsa la pena per essere arrivata con più di 20 minuti di ritardo!” mi rimprovera maliziosa. “Beh devo dire che si ne è valsa veramente la pena.. sai quella famosa quanto falsa legge della “L”, o l’ha detta un ben dotato nano o Gianmarco è l’eccezione che conferma la regola” dico alludendo alle dimensioni del mio ragazzo, agitando una mano e girando sulla mia sedia a rotelle. “Oh altro che 20 minuti con uno del genere sotto mano non gli lasciavo neanche il tempo di riprendersi da un matches e l’altro” afferma sognando ad occhi aperti la mia amica. “Veramente potresti avere anche tu uno del genere nel tuo letto, se solo dicessi di si a quel povero Mirko che sbava ogni volta che ti vede arrivare, devo dire che ha un bel posteriore” e sigillo questa frase con un bel occhiolino. “Aaah sei il diavolo, io non farò sesso con un collega me lo ero ripromesso dal primo giorno, e poi non voglio essere una delle tante, sai che imbarazzo il giorno dopo?!” dice inorridita. “Emm si ok hai ragione, niente sesso sul posto di lavoro” affermo convinta dopo aver immaginato il disagio. Decisamente non è la miglior cosa da fare se poi ogni giorno lo devi vedere. Io di certo non lo farò mai! Non sopporterei di essere ignorata o cose del genere, sono più una tipa da storia che da botta e via! Seguo con lo sguardo Sam che esce dal mio ufficio e si dirige verso il suo, e poco prima di aprire la porta mi da appuntamento tra una decina di minuti sul retro del negozio per una sigaretta. La giornata passa in fretta e perdo la concezione del tempo, finché non fa capoccella una massa bionda e dalle sue labbra ancora perfettamente tinte di rosso escono le parole più confortanti di ogni giorno “ Vic il turno è finito, andiamoci a prendere un birra!” Annuisco contenta e dopo aver sistemato la scrivania e spento il condizionatore, prendo la borsa e mi dirigo verso l’uscita dove mi attende Samanta che si lamenta per il caldo atroce di Luglio. “Fanno bene i cinesi ad utilizzare quei cappelli con le ventole sulla fronte, si muore!” brontola la bionda mentre ci avviamo al pub. “Giuro che appena lo trovo te lo compro almeno non rompi più” rido e in cambio ricevo una linguaccia. Il pub non è tanto grande ma è accogliente, e per la fortuna di Sam e soprattutto mia almeno non dovrò sentirla lagnarsi, è munito di condizionatori ogni due metri! Alla terza birra Sam è un fiume in pieno e non la smette più di parlare, e racconta alcuni aneddoti che so già a memoria. “Ah tesoro a proposito della figuraccia con quell’attore provinciale, oggi mentre navigavo su internet ho trovato un annuncio su un corso di design e moda! Il corso è della durata di un anno, non è magnifico?” strilla battendo le mani. “Si ma cosa centra con quell’attore provinciale? Certe volte fai dei collegamenti assurdi” la prendo in giro sorniona e mi finisco la mia terza o quarta birra. “Cretina il corso è a LOS ANGELES, sai la città negli STATI UNITI che si affaccia sul PACIFICO e che è la sede principale del cinema internazionale.. hai mai sentito parlare di HOLLIWOOD?” afferma calcando tutte le parole in maiuscolo. “E poi sarò anche alla terza birra ma riesco ancora a fare un discorso di senso compiuto e i miei collegamenti sono ineccepibili!” dice offesa. “Wow Los Angeles, e quanto costerà?” chiedo ancora sorpresa dalla notizia. Un corso di moda lì sarebbe veramente il top ma immagino anche quanto possa costare e di certo non potrò permettermelo! “è gratuito. O meglio si vincono delle specie di borse di studio che ti coprono tutta la spesa del corso e la sfilata finale che si terrà , apri bene le orecchie,a NEW YORK!” urla eccitata. “Ma che cazz..?” affermo incredula. C’è già a LA ero in fin di vita con New York sono morta! Sarebbe uno sogno divenuto realtà, anzi ma che dico IL SOGNO per eccellenza. Fin da bambina sognavo l’America e queste due città facevano da cornice al desiderio più grande, sviluppato con gli anni grazie all’amore per la moda “lanciare una linea di gioielli e di abbigliamento”. Stento ancora a credere che sia possibile e che alcune persone riescono a realizzare i propri sogni. Non che io sia una sfigata alla Fantozzi con tanto di nuvoletta sopra, perché comunque avevo tutto quello che una ragazza della mia età poteva desiderare, ma a me non bastava, volevo di più e ci sarei riuscita. “Allora ho scaricato tutti i moduli per l’iscrizione, il corso inizierà a Novembre e si concluderà a Settembre con una sfilata sulla linea estiva, credo lì a New York. Comunque durante l’anno dovrai organizzare anche quella invernale però li a LA. Che altro?” parla a raffica e a stento riesco a seguirla. “Ah si,che la borsa di studio non comprende l’alloggio con il cibo quindi per quello dovrai provvedere da te, pertanto ti consiglio di trovarti un lavoro e subito una casa, magari di quelle in comune con altre persone, possibilmente ragazze che altrimenti il tuo Boy non approverà mai, e fatto quello prepari le valige e parti!!” e nello sporgermi per abbracciarmi quasi fa cadere la birra. “Come fai a sapere che mi prenderanno? E poi quando è la scadenza del bando? E che lavoro troverò che sia in grado di conciliarsi con gli orari del corso? E i miei che diranno? E LUI?” domando a raffica con un terrore ed eccitazione stampati in volto. “La domanda per l’iscrizione l’ho già fatta io proprio perché sapevo avresti fatto mille storie, e per il resto stasera vengo a dormire da te e cerchiamo tutto!” mi sorride e mi stringe ancora più forte. “Vedrai che ti assumeranno in qualche negozio, con un curriculum del genere sarebbero pazzi a non farlo,e ai tuoi e a Gianmarco parlerai quando ti sentirai pronta o quando ti arriverà la lettera di ammissione” cerca di tranquillizzarmi Sam. “Ma se io non..” “Oh andiamo non ci pensare adesso beviamo per festeggiare, domani mi potrai assillare con tutte le tue pippe mentali”. Detto ciò dalle birre si passa ai cocktail e a qualche shots. E poi tutto diventa buio.

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