There is a light that never goes out

di Alexys_Tenshi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Are we a Team? ***
Capitolo 2: *** 2. Sangue di zombie sui vestiti ***
Capitolo 3: *** 3. Piccole paure ***



Capitolo 1
*** Are we a Team? ***


There is a light that never goes out.
 
Note: Prima storia su questo Fandom. Spero che la raccolta di 10 capitoli sarà apprezzata. Tutte le storie sono delle Zombie!AU e (credo) sono collegate.
Personaggi: Nico Di Angelo, Leo Valdez
[Partecipa al "One Hundred Alternative Universes" : #49 Facciamo con riluttanza squadra contro l’apocalisse Zombie!AU e a "DEI, MITI ED EROI": Apocalisse.]

 1. Are we a Team?
{A Cla, auguri in ritardo.

 
Il telefono cellulare segna che non c’è linea. Nico sbuffa sonoramente e getta l’apparecchio nel suo zaino nero. Si passa una mano tra i capelli che ora sono abbastanza lunghi e chiude gli occhi.

Dei rumori a pochi metri da lui, lo fanno scattare sull’attenti e prendere la sua fedele spada, quella che appartiene alla famiglia Di Angelo da generazioni. È pronto per attaccare, ma solo dopo qualche secondo si rende conto che è solo Leo a fare tutto quel baccano.

“Valdez, potresti fare le tue cose in silenzio?” dice Nico tornando a sedersi sul pavimento.

Leo si gira e punta un cacciavite in direzione del ragazzo. “Non distrarmi, sto costruendo un’arma potentissima”.
Leo inarca un sopracciglio e, con riluttanza, si avvicina. Leo Valdez posa il cacciavite e prende dalla cassetta degli attrezzi una chiave inglese. Stringe due bulloni e finalmente sorride vittorioso.

“Il Valfiredezator è completo!” urla mostrando l’arma.

“Il tuo Valfirequalcosa sembra il nome di uno dei progetti del dottor Doofershmitz… e poi è un semplice fucile!” ammette Nico.

Leo resta in silenzio per qualche secondo, posa il suo Valfiredezator a terra e guardando Nico negli occhi chiede “Davvero guardavi Phineas e Ferb?”.

Nico arrossisce, e borbotta un “colpa di Hazel” prima di tornare a sedersi accanto al suo zaino. “Mi chiedo perché abbiano messo noi due insieme”.

“Perché siamo stati gli ultimi ad arrivare alla riunione?” Leo osserva fuori dalla finestra la città deserta e la luna calante.

“Reyna è stata davvero crudele. Cioè, noi neanche siamo amici!” sbotta Nico.

“Credo sia proprio per questo che siamo capitati insieme, mio caro Nico”. Leo punta lo sguardo sulla grande strada sotto di loro e corre a prendere il fucile.

Nico, appena capisce le intenzioni del ragazzo, impugna la spada e corre dietro Leo.
 

Lo zombie viene tagliato in due dalla lama della spada. Il successivo cerca di graffiare il braccio di Nico ma il ragazzo è più veloce e gli stacca la testa. Ha giusto il tempo di spostarsi un ciuffo scuro di capelli che gli cadono sugli occhi prima di ritornare a staccare le teste agli zombie.

Un urlo proviene dalla sua destra, seguito da una fiammata. Nico scuote la testa e immagina Leo mentre si diverte ad incendiare tutti gli zombie che si ritrova sulla sua strada. Eccolo che esulta, alzando al cielo la sua arma, e non si accorge dello zombie che sta per attaccarlo da dietro.

Succede tutto troppo in fretta. Leo si volta e guarda lo zombie, non riesce a premere il grilletto, lo zombie allunga la mano staccata a metà, Leo chiude gli occhi e poi…

“Un altro zombie affettato” dice Nico con un mezzo sorriso sul viso.
 

“Perché Reyna ci ha detto di incontrarci al campo di baseball?” chiede Nico mentre cammina al fianco di Leo. Quest’ultimo si mette le mani nelle tasche dei jeans rotti e scuote la testa.

“Insomma, sembrerebbe proprio uno di quei luoghi dove ci sarà un attacco di zombie!  Tu non trovi Di Angelo?” chiede poco dopo guardando Nico di sottecchi.

Nico annuisce e risponde solo con un “vero”.

Durante il percorso, Leo allunga un braccio in direzione di Nico. Cerca di sfiorargli la spalla destra, ma lui si sposta subito, come scottato. Nico lo guarda quasi sconcertato. “Cosa cercavi di fare?” chiede alzando leggermente il tono di voce.

“Volevo solo darti una pacca amichevole sulla spalla”. Nico continua a camminare a due metri da lui.

“Grazie per avermi salvato. Alla fine non siamo poi così male come squadra”. Leo parla tenendo lo sguardo basso e una mano a grattarsi la nuca.

Silenzio.

La spalla sinistra di Leo viene toccata da quella destra di Nico. Ed ecco che Leo si tranquillizza e sorride.

Camminano verso i loro compagni, sperando che siano rimasti ancora in vita.

Per adesso sanno solo che insieme se la caveranno.

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Capitolo 2
*** 2. Sangue di zombie sui vestiti ***


There is a light that never goes out.
 
Note: Seconda fic... non sono riuscita a superare le 316 parole. Mi scuso da adesso per questo 'scempio'. Ah, non so perché in questa raccolta Nico non ha proprio a genio Leo.
Personaggi: Hazel Levesque, Piper McLean. (menzionati Leo Valdez e Nico di Angelo)
[Dei, miti ed eroi: Sangue e materia cerebrale sui vestiti]
 
2. Sangue di zombie sui vestiti.
 
Piper osserva Hazel da qualche minuto mentre cerca di camminare attraverso i cadaveri degli zombie. Non riesce a trattenere una risata quando scivola per terra, sull’asfalto pieno di sangue.

La povera Hazel scuote la testa e cerca di alzarsi. Piper le si avvicina e le offre una mano per rialzarsi. Hazel cerca di reprimere un conato di vomito, visto che è letteralmente pregna di sangue di zombie e un qualcosa di strano sui vestiti…

“Hazel… quella è materia celebrale…” sussurra Piper cercando di togliere dalla giacca della ragazza tutta quella ‘cosa’. Per fortuna che ha ancora qualche salvietta nella borsa, così non sarà costretta a toccare con le mani quei residui di zombie.

Hazel resta immobile, con i pugni serrati e il labbro inferiore martoriato dai denti che lo mordicchiano. Non crede davvero di resistere a tutto questo. Ormai le giornate sono un susseguirsi di zombie-corse-zombie-brevi pause-zombie-cercare sempre di non morire. È davvero sotto stress. Sembra di essere in uno di quei film americani. Zombie ovunque, apocalissi, cose davvero poco probabili nella vita reale.

Per di più non riesce a contattare Nico e la cosa la agita ancora di più. Per non parlare del fatto che suo fratello deve fare squadra con Leo, e i due non si sopportano, anche se Piper ha detto che Leo in fondo non è per niente un cattivo ed antipatico ragazzo come lo descrive Nico.

“Ecco fatto. Ora va davvero meglio” dice Piper sorridendole.

Hazel annuisce e abbraccia la sua migliore amica. Per fortuna che c’è Piper con lei. Quella ragazza non si arrende mai e la sprona sempre a fare il suo massimo.

“La prossima volta starò più attenta a dove mettere i piedi”, Hazel ride mentre si sistema meglio la giacca verde militare.

Riescono ad uscire indenne dall’ultimo quartiere dove l’ondata degli zombie ha attaccato. Ora devono solo cercare il luogo del ritrovo con il resto del gruppo.

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Capitolo 3
*** 3. Piccole paure ***


There is a light that never goes out.
Note: Terza storia! Stavolta ce l'ho fatta ad andare oltre le 500 parole. In questa storia Talia è "strana" e Reyna mi sembra fin troppo dolce. Quindi se trovate il tutto OOC, mi scuso.
Personaggi: Talia Grace, Reyna Avila Ramirez Arellano (menzionati Leo Valdez e Percy Jackson)
[Dei, Miti ed Eroi: «Se mi mordono, uccidimi»]

3. Piccole paure
 
L’unica cosa che riesce a vedere è la treccia ordinata di Reyna che oscilla al ritmo di uno…due…uno…due. Talia, con l’arco ben stretto nella mano sinistra, cammina a pochi passi da lei. Si asciuga con la manica del giubbino una goccia di sudore che cola dalla fronte e si passa la lingua sul labbro inferiore spaccato.

Riescono ad entrare nella fattoria abbandonata senza problemi. La esplorano sempre con i sensi all’erta, con le armi pronte a scoccare frecce e sparare pallottole. Trovano una cassetta con tutto l’occorrente per le medicazioni, un po’ di carne secca, delle patatine e dell’acqua. Mettono tutto nei loro zaini, pensando che quando si ritroveranno con gli altri Leo e Percy divoreranno tutto.

“Se saremo tutti insieme… non so, sarebbe davvero un colpo di fortuna, no?” Talia mormora stringendo il suo arco. Si tocca i capelli corti e tagliati male. Lo sguardo comincia a perdersi nel vuoto e la mente si popola di immagini piene di sangue, freddo e zombie.

“Ci saremo tutti. Non pensare sempre in negativo” le risponde Reyna sedendosi su una sedia. “Manca poco e saremo al campo da baseball. Tutti. Insieme.”

Talia sospira e poggia la testa sul muro.
 

Sono trascorse due ore da quando hanno ripreso a camminare. La luce del tramonto che tinge tutto di rosso ed arancione, la strada deserta e polverosa, il freddo che si fa sentire sempre più. Non hanno incontrato neanche uno zombie oggi, la fortuna sembra essere dalla loro parte. Eppure Talia ha ancora un senso di vuoto nel petto ed una morsa alla bocca dello stomaco. Sa che non è fame, ma una delle sue strane sensazioni.

“Reyna” chiama la sua amica con un tono di voce troppo alto.

La ragazza si gira subito, guardando intorno se è tutto tranquillo. Nessuno zombie in vista. Reyna fissa gli occhi nocciola in quelli azzurri di Talia. Le si avvicina lentamente, posando una mano sulla sua guancia e sorridendole. “Tal, calmati. Va tutto bene”. Talia annuisce, si morde il labbro inferiore per darsi forza.

“Promettimi una cosa Reyna”. Entrambe riprendono a camminare, stavolta vicine. “Se mi mordono, uccidimi”.

Talia non la guarda, ha lo sguardo perso verso l’orizzonte, nella testa chissà quali pensieri. Reyna fa fatica a risponderle. Con la mano destra tasta la pistola, come a prendere una forza che solo la fredda arma può darle. Non si parlano per qualche minuto. Ascoltano solo il rumore dei loro passi.

Va bene” risponde sistemandosi la tracolla. Entrambe sanno che quella risposta è fasulla. Che è solo un modo per tranquillizzare Talia e continuare la loro lunga giornata. Reyna non potrebbe vivere senza Talia.
 

Trovano dei corpi a pochi chilometri dalla loro meta. Fortunatamente non riconoscono nessuno, quindi lasciano che i brividi di freddo si calmino e il cuore ritorni a battere normalmente. La notte scende e le due ragazze arrivano allo stadio quando sono le 23:40. La luna piena illumina gran parte del campo. Sono le prime ad essere arrivate. Si sistemano sugli spalti ad aspettare gli altri.

Talia passa un braccio attorno le spalle di Reyna prima di addormentarsi.

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