It was easier to hate you than to admit that I love you - Zade

di JessStilinski
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era primavera quando Zoe Hart, aspirante chirurgo di New York, si sentì comunicare la notizia che la sua borsa di studio non aveva più validità. Quella mattina Zoe se lo sentiva che qualcosa non andava, ma fino a questo punto no... non se lo aspettava proprio!
Il suo superiore le aveva detto mille volte che i pazienti non erano solo e semplici cartelle mediche da riempire, ma evidentemente non le era entrato nella testa. Quando andò nell’ufficio del suo superiore, egli disse:
- signorina Hart, se vuole riavere la sua borsa di studio, dovrà fare il medico generico per almeno un anno
- ma io non sono tagliata per farlo, insomma voglio diventare un chirurgo, vorrei riavere la mia borsa di studio – aveva protestato per una decina di minuti, ma senza successo perché il suo odioso “capo” le aveva continuato a ripetere che l’unica soluzione era esercitare come medico generico per almeno un anno
- e dove dovrei andare? Insomma non ho un posto dove stare...
- se non sbaglio il giorno della sua laurea le è stato offerto un posto in Alabama... lo sfrutti a suo favore signorina e ritorni il prossimo anno...
Così aveva lasciato l’ospedale ed era tornata a casa da sua madre per comunicarle quello che da quel giorno in poi avrebbe fatto, almeno per un anno...
Sua madre ovviamente aveva protestato e aveva giurato di chiamare subito l’ospedale per chiarire il malinteso, ma Zoe le aveva detto che era una cosa che doveva fare e che ogni sua minaccia contro l’ospedale non avrebbe avuto un esito positivo.
Doveva solo chiamare BlueBell e parlare con quell’uomo, il dottor Harley Wilkes. Così appena tornata a casa sua, cercò il numero e chiamò lo studio medico:
- Studio medico del dottor Wilkes e del dottor Breeland, posso fare qualcosa per lei?
- salve sono la signorina Zoe Hart e vorrei parlare col dottor Wilkes per favore...
- glielo passo subito, può attendere?
- si certo, grazie...
Dopo qualche minuto, una voce familiare rispose al telefono
- Zoe, ciao... che posso fare?
- dottor Wilkes, scusi se la disturbo ma volevo chiederle se la sua offerta era ancora valida
- oh ma certo che lo è... che cosa ti ha fatto cambiare idea?
- ho avuto un problema tecnico qua a New York e volevo esercitare come medico generico da lei...
- ma certo, quando arrivi?
- quando posso iniziare?
- anche domani, quando vuoi...
- bene, prenderò il volo di mercoledì mattina, dovrei essere a BlueBell nel pomeriggio
- benissimo, allora ti aspetto
- ok, grazie ancora
- non mi ringraziare, prima  o poi capirai perché lo faccio, ciao Zoe...
Una volta chiusa la chiamata, Zoe affondò nel suo letto cercando di dimenticare la brutta giornata. Ma quella frase prima o poi capirai perché lo faccio non le era chiara, forse c’era qualcosa sotto, o forse no...
I giorni successivi passarono presto, tra valigie da preparare e amici da salutare, Zoe si ritrovò sul suo posto in aereo a pensare a come sarebbe stato vivere in Alabama.
Pensò soprattutto a quanto le sarebbero mancate New York e la sua bellissima vita, lei ci era cresciuta la e ora catapultarsi in una cittadina sconosciuta dell’Alabama non era il suo attuale progetto di vita. Magari non era male, ma non le andava di trascorrerci un intero anno. La cosa positiva è che poteva stare ancora più lontana da sua madre... non avrebbe più sentito critiche e la cosa non le dispiaceva per niente! Però era sempre sua madre e le sarebbe mancata da morire.
“Invitiamo i signori passeggeri a tenere allacciate le cinture, tra cinque minuti atterreremo all’aeroporto di Mobil, vi auguriamo un bellissimo soggiorno”
Mobil, cittadina dell’Alabama a sole 3 miglia da BlueBell. Doveva chiamare il sindaco Lavon Hayes per farsi venire a prendere. Una volta presa la valigia Zoe chiamò l’uomo:
- Lavon?
- Zoe, ciao sono fuori dall’aeroporto
- Oh bene, arrivo subito
E infatti lo trovò con un cartello dove c’era scritto il suo nome, non una cosa che si vede tutti i giorni insomma pensò Zoe.
- Zoe, piacere, sono il sindaco di BlueBell Lavon Hayes
- piacere Zoe Hart, dottoressa Zoe Hart, piacere di conoscerti
- dottoressa?! Cosa ti ha spinto a trasferirti nella nostra meravigliosa città?
Zoe sospirò, ma le faceva piacere conversare durante il viaggio così rispose alle sue domande
- la mia borsa di studio è scaduta e siccome il mio superiore dice che tratto i pazienti come cartelle da riempire, mi ha detto che per riavere la mia borsa di studio dovevo esercitare come medico generico per almeno un anno... e così...
- e così sei venuta da noi...
- si, il dottor Wilkes me lo aveva proposto il giorno della mia laurea e io ho colto l’opportunità, vorrei vederlo...
- oh... non credo sia possibile...
Il sindaco si era incupito, qualcosa non andava e Zoe se ne era accorta
- che succede?
- non è possibile perché... Harley, il dottor Wilkes è morto domenica notte...
- ma come è possibile? Insomma ci ho parlato domenica pomeriggio...
- mi dispiace Zoe...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Morto?! Ma come poteva essere? Questo era quello che, la dottoressa, aveva pensato per buona parte del viaggio. Non se lo spiegava come poteva essere accaduto, anche se a livello medico, in fin dei conti, non si è mai sicuri di niente. Come le operazioni chirurgiche: non sei mai salvo al 100%! Ma a rompere questo silenzio imbarazzante ci aveva pensato BlueBell... Zoe non si sarebbe mai aspettata una città del genere, non era la solita cittadina sperduta... BlueBell era davvero carina, più di quanto immaginasse! - Lavon, BlueBell è... molto carina... - beh, è la magia di BlueBell, vedrai che ti travolgerà... - ne sono sicura... allora, tu in quanto sindaco dovresti avere la casa più bella in circolazione da queste parti... - beh, non mi lamento ecco... Detto questo, il sindaco girò in una viuzza piena di alberi. Arrivati in fondo al “viale” comparve la residenza del sindaco, la quale non passò di certo inosservata agli occhi della dottoressa. - questa è casa tua? - si, beh non mi trattano male hahaha - lo vedo, sembra quasi... una versione cittadina della Casa Bianca... - oh no, questa ha un altro nome... “La Piantagione Del Sindaco” e tu Zoe, abiterai nella casa sul lago - wow, una casa sul lago... - dovrai ricrederti... anche perché non sarai sola - cioè dovrò abitare con qualcuno che non conosco? - no, ma hai un vicino che abita all’altra parte del lago, è il mio migliore amico ed è il miglior barista di BlueBell... anche perché è l’unico, ma ha talento da vendere... - un barista come vicino... beh almeno saprò da chi andare quando mi andrà un drink... - lo imparerai a conoscere, non solo per i drink... - beh, almeno mi farò degli amici... Lavon non ne era tanto sicuro, il suo migliore amico era una di quelle persone che tornava a casa con una ragazza diversa una sera si e l’altra pure... era un donnaiolo! Ma in fondo non era una cattiva persona, anzi quando voleva era un bravo ragazzo - ah e dovrai dividere la corrente con lui - cosa? - si, il nostro impianto di corrente non funziona benissimo, anche se lo abbiamo riparato un sacco di volte... - bene, sarà divertente... Ma la dottoressa non credeva molto alle parole che diceva... non sarebbe stato affatto divertente dividere la corrente con un perfetto sconosciuto, ma non aveva altro posto in cui andare e volente o nolente, doveva soccombere a quello stato di corrente condivisa. Una volta scaricate le valigie, i due si incamminarono verso la nuova residenza della ragazza. Entrarono in casa e appoggiarono tutto quanto nel soggiorno - è da rimodernare un po’, ma credo che tu sarai perfetta in questo ruolo... - si ho già qualche idea, grazie... - e di cosa? Sei la benvenuta Zoe e Harley avrebbe voluto farti sentire a casa - bene, per caso hai qualche ristorante o paninoteca da consigliarmi per questa sera? - no, questa sera verrai a cena da me dottoressa, da domani potrai ambientarti in città... - sei sicuro? Insomma, potrei andare in un qualche ristorante in città... - no, no! Questa sera ti ospito a casa mia, non accetto rifiuti... A Zoe non rimaneva che accettare quel gentilissimo invito, in fondo non le andava di andare subito in giro per la città e una persona che l’avrebbe fatta sentire a casa, era proprio quello che faceva al caso suo... - ok, a che ora vengo? - facciamo le 8.00 p.m.? - perfetto! Allora a dopo... - a dopo Zoe! Detto questo il sindaco uscì e se ne andò a sbrigare gli affari che per quel pomeriggio aveva lasciato perdere, mentre Zoe iniziava a sistemare quella che sarebbe stata casa sua.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Vedendo quella che doveva essere casa sua, Zoe ne era rimasta contenta... Insomma, non era poi messa tanto male e sicuramente avrebbe avuto bisogno di una mano o due di pittura, ma poteva ritenersi soddisfatta... Anche perché era ormai giunta l’ora di cena ed era riuscita a sistemare quasi tutta la sua roba! Una cosa sbalorditiva, dato che di solito ci metteva giorni... Si, ora poteva iniziare a chiamarla “casa”! Non le restava che andare a fare una doccia e dirigersi verso casa del sindaco. Ma una cosa attirò la sua attenzione: la casa di fronte! Avrebbe giurato di aver visto due ragazze entrare assieme ad un tizio molto carino... che quello fosse il suo vicino? No, sicuramente si sbagliava... Ma se era veramente il suo vicino? Oddio non ci avrebbe voluto pensare! Lei non ce l’avrebbe mai fatta, anche se la sua ultima relazione risaliva a 6 anni prima e in quel momento avrebbe tanto voluto qualcuno al suo fianco, non sarebbe mai andata a casa con due uomini. Decise che avrebbe chiesto al sindaco. Quello che non sapeva era che non aveva visto male, anzi... Il suo vicino amava fare queste cose! Lavon aveva appena finito di cucinare quando Zoe entrò in casa sua - che profumino! - ciao, sei arrivata al momento giusto, è tutto pronto! Siediti così iniziamo a mangiare Mentre iniziavano a mangiare Lavon decise di chiederle come stava andando con la casa nuova - Allora, hai già iniziato a sistemare la tua roba? - si, ho quasi finito, mi piace come sta venendo... Zoe deglutì - senti Lavon, ti volevo chiedere una cosa... - dimmi pure Zoe... - credo di aver visto male, ma nella casa di fronte alla mia è entrato un ragazzo assieme a due ragazze... - no... - immaginavo, di aver visto male, insomma dai... - no, no... purtroppo hai visto benissimo! Oh bene, un donnaiolo come vicino... non poteva aspettarsi di meglio! - quindi il mio vicino è un... - si, lui è così! Ma credimi, non è come sembra... cioè va a letto con una donna diversa quasi tutte le sere, ma in fondo è un bravo ragazzo Zoe... so che può far sembrare il contrario, ma è sempre stato così... almeno da quando... - da quando? No dai, magari sono cose personali e non voglio entrarci... Si che voleva sapere invece, Zoe era sempre stata una donna che amava i pettegolezzi e in una piccola città avrebbe saputo molte cose, prima o poi, sia personali che non... quindi perché non sapere? - no, tutti lo sanno e prima o poi lo verrai a sapere anche tu... lui è diventato così da quando ha rotto con sua moglie... lo era anche prima, ma da quel giorno di più... - era sposato!? - si, stava da poche settimane con Tansy, quando una sera si sono ubriacati e sono tornati dopo due giorni con la fede al dito... la cosa è durata due mesi, non facevano altro che litigare poi un giorno lei ha fatto le valigie e se ne è andata... - mi dispiace... deve essere stata dura per lui... - oh si lo è stato, ma sapevamo tutti che in fondo non sarebbe durato molto, lo sapevano anche loro! Lui cercava davvero di far funzionare le cose, ma è nella natura di Wade far fallire tutto quello che ha sotto mano. Ha sofferto tanto, ma è bravo a nasconderlo... - beh, come biasimarlo... in fondo quando ti spezzano il cuore cerchi di nasconderlo, perché non ti vuoi far vedere in quello stato dagli altri, soprattutto dai tuoi amici... - si, credo si sentisse così... ci sono passato anche io e gli sono stato vicino, credo gli abbia servito l’aiuto di qualcuno in quel periodo, l’aiuto di qualcuno che sapeva come si sentiva... - ma bisogna andare avanti, e io ci sono riuscita 6 anni fa... invece lui penso che lo stia facendo in modo sbagliato... Lavon sospirò, la pensava esattamente come la dottoressa, ma non avrebbe mai immaginato che quella piccola fragile donna avesse passato una situazione del genere - già... ma è la sua vita e io non posso farci niente se lui continua a ragionare così... sono dell’idea che deve ancora arrivare la ragazza giusta per lui, quella che sappia fargli mettere la testa a posto... Intanto avevano finito di cenare e Zoe aiutò il padrone di casa nel mettere tutto a posto. Dopo aver salutato Lavon, Zoe si diresse verso casa e decise di provare la macchina del caffè che aveva trovato nella credenza. La collegò alla corrente, poi andò in camera a mettere il pigiama. Intanto nella casa di fronte il suo vicino stava dando una specie di festa, visto l’alto volume della musica. Perfetto! Pure la musica... pensò Zoe, ma quando accese la macchina del caffè ecco che la corrente salta! - ottimo! Neanche un caffè posso prendermi! Ma la corrente era saltata anche dall’altra parte del lago, così Zoe decise di andare a controllare il generatore. Mentre cercava di sistemarlo, la rabbia la pervase e in men che non si dica si ritrovò a bussare alla porta del suo vicino. - senti, dovresti venire a sistemare il generatore! - ferma un secondo, frena la tua lingua lunga signorina! Vengo quando ho finito qui... - cosa? Scherzi vero? Ora Zoe era davvero arrabbiata, non solo gli aveva fatto saltare la corrente, ma se la prendeva pure comoda... - se mi dai 5 minuti arrivo... - no, tu vieni ora... mi hai fatto saltare la corrente e te la vuoi prendere pure comoda? - eh va bene, ma giusto perché non ho voglia di litigare con “miss lingua lunga”... ah, se è per questo allora tu hai fatto saltare una bellissima serata... - oh ma per favore... Come osa chiamarla “miss lingua lunga”? Nemmeno si conoscono?!, Zoe era furiosa, ma finalmente “mister me la prendo comoda” decide di muoversi e in 10 minuti sembra riuscir a far ripartire il generatore... - beh grazie... - prego, senti visto che siamo svegli direi di parlare... - e di cosa? - per esempio non so il tuo nome e per instaurare un buon rapporto di vicinato... Ma la dottoressa non lo fece neanche finire di parlare - dopo questa sera dubito che diventeremo buoni vicini... Comunque mi chiamo Zoe Hart e sono la nuova dottoressa... tu invece? - Wade Kinsella, lavoro al Rammer Jammer - bene, ora che sappiamo come ci chiamiamo io vado a dormire... - di già? - si, buonanotte Wade... - buonanotte “miss lingua lunga”... Così facendo, Zoe si diresse verso casa e si infilò nel letto. Magari sarebbe riuscita a dormire e a non pensare al suo vicino! Quando aveva bussato alla sua porta non si sarebbe mai immaginata di trovarsi davanti un ragazzo così... sexy! Wade era veramente bello: alto, biondo e con degli addominali da far girar la testa... doveva rilassarsi, o almeno questo era quello che cercava di ripetersi da quando era entrata in casa. Fortunatamente il sonno ebbe la meglio su di lei.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Lavon glielo aveva detto, ma naturalmente lui non se lo ricordava. Ma quando le luci si erano accese aveva intuito quasi subito che la sua nuova vicina di casa era arrivata. Voleva rilassarsi quella sera e forse ci sarebbe anche riuscito, ma no... la nuova vicina doveva mandare tutto a monte! In un primo momento avrebbe voluto insultarla, ma poi quando le aprì la porta di casa fu come una... folgorazione! Zoe Hart, alias “miss lingua lunga”, era veramente carina: non molto alta, mora e... sexy! Poi era anche il nuovo medico della città... Ma Wade non pensava mai così, lui aveva tutto sotto controllo... ma era anche un ragazzo molto istintivo. Per questo forse il suo cervello aveva smesso di funzionare nel momento in cui si ritrovò davanti quella donna! Zoe naturalmente era all’oscuro di tutto questo e il barista non poteva farlo sapere, non se tutta la gente che viveva a BlueBell sapeva fin dall’alba dei tempi che lui non nutriva sentimenti per nessuna, lui era uno da una notte e via, non uno che perdeva la testa per una donna... “non posso rovinare così la mia immagine, non posso dire che mi piace una che conosco appena...” questo era quello che si era ripetuto Wade. Così anche il barista decise di andare a letto, voleva dormire e magari l’indomani si sarebbe accorto che era tutta opera della sua immaginazione e che la nuova dottoressa in realtà era brutta, magari era l’effetto delle 3 birre che si era bevuto... La mattina Zoe si alzò dal letto col mal di testa, ma si sentì strana... era come se qualcosa la destabilizzasse. Decide di non pensarci, si andò a vestire e andò da Lavon per la colazione. - buongiorno raggio di sole, come hai dormito? - buongiorno anche a te Lavon, bene... ma ieri sera è saltata la corrente e ho avuto modo di conoscere il mio vicino di casa... Lavon si sedette, sapeva che non era un buon segno - che impressione ti ha fatto? Zoe ci pensò su un istante e poi sputò il rospo - è incivile, un cavernicolo e poi mi chiama “miss lingua lunga”... lo odio! - no, non è così male come sembra... - oh beh, se ha un cuore deve essere ben nascosto sotto lo strato di muscoli che si ritrova... Wade è così... E in quell’istante entrò Wade, talmente tranquillo e sorridente che la dottoressa stava per urlargli contro, “come può essere così tranquillo dopo quello che è successo ieri sera, dovrebbe essere arrabbiato oppure dovrebbe aver dormito male...” Ma i pensieri di Zoe portarono Wade ad essere ancora più raggiante - io cosa? - tu... tu sei... Detto questo uscì furiosa dalla stanza. Lavon stava ridendo, Wade invece aveva una faccia preoccupata... non sapeva quello che aveva fatto e quindi era confuso! - che hai fatto per farla arrabbiare? - niente, o almeno credo... - dai racconta, tanto non devo fare niente stamattina! - ieri sera è venuta da me perché era saltato il generatore ed era arrabbiata e di pessimo umore, le ho solo detto di aspettare e poi sono andato a riparare il generatore e ci siamo presentati, tutto qui... non penso di aver fatto nulla di sbagliato! Ma Wade era ancora pensieroso, così Lavon cercò di capire, ma in fondo sapeva che cosa stava tormentando il suo amico... - Wade, c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi? - no... - Wade... - ok... ma è solo colpa tua! Lavon non capiva... ora era colpa sua! - mia? E che cosa avrei fatto? - mi hai mentito! Non mi avevi detto che la nuova vicina di casa, nonché dottoressa, era così... - così come? - carina e... si, insomma, sexy... Lavon scoppiò a ridere, ma poi si fece serio - oh no, no, no, no, non dirmelo... ti piace? - cosa? No... - tu non la farai soffrire, io te lo impedirò! Detto questo uscì dalla stanza e Wade rimase li, sempre più confuso. Non sapeva come la cosa si sarebbe evoluta... e lui aveva sempre tutto sotto controllo! Quando si alzò dallo sgabello mancava poco più di 20 minuti dall’inizio del suo turno al Rammer Jammer, così decise di andare a piedi, magari sarebbe riuscito a schiarirsi un po’ le idee.

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