Anima per anima.

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE PRIMA ***
Capitolo 2: *** SECONDA PARTE ***



Capitolo 1
*** PARTE PRIMA ***


Quei bastardi di demoni erano troppi da affrontare. Perfino per i due Winchester.

Erano stati chiari nelle loro intenzioni quando avevano messo i due cacciatori alle strette. Li volevano morti. Ma la loro sarebbe stata una morte lenta. Sofferta. Dolorosa.
Li avevano imbavagliati all’inizio così da impedire che venisse pronunciato un qualsiasi esorcismo e solo dopo aver mostrato loro le pistole puntate alla tempia di ognuno dei due, li avevano di nuovo sbavagliati.

Poi li avevano divisi. Ma non li avevano portati in stanza diverse. No.
Avevano tenuto Dean in ginocchio al  centro della stanza , ben sorvegliato, in modo che non potesse tentare una qualsiasi tipo di reazione , mentre Sam lo avevano rinchiuso una sorta di gabbia , sempre nella stessa stanza. Così che il minore potesse assistere a qualsiasi cosa dovesse accadere.

“Se dovete ucciderci. Fatelo e basta!!” ringhiò il giovane dei Winchester. “Che cos’è tutta questa pagliacciata!?” ma il suo era solo un misero tentativo di guadagnare tempo.
Tempo per Dean, fermo in quella sua posizione di svantaggio. Per Castiel che avevano, fortunatamente, avvisato, qualche minuto prima di essere accerchiati. Tempo per cercare di studiare l’ennesima situazione di merda in cui erano finiti e sperare che ci fosse una qualche via di fuga.
Ma questa volta era dura. Era davvero dura.
Sam rinchiuso come un cane in quella gabbia poteva ben poco e Dean decisamente in una pessima situazione non dava loro molte speranze.
 
“Bene, bene, bene. Sam e Dean Winchester!!” fece una voce sopraggiunta dall’unico ingresso della stanza. “Quale onore!” sembrò ironizzare.
“Avvicinati, così ti stringo la mano e magari ti faccio l’autografo…sulla milza!!” lo provocò il cacciatore.
“Battuta vecchia, Dean. Crowley ha ragione! Dovresti licenziare chi ti scrive le battute!!” rispose ironico l’altro.
“Chi cazzo sei?!” lo richiamò Sam.
“Sono l’anima della festa!” sembrò presentarsi.
“E questo che significa?!” continuò Dean.
“Il mio nome è Baal. Sono....come dire, il demone preposto al divertimento per i …demoni. Loro chiedono , io esaudisco.”, fece con orgoglio. “E indovinate che cosa hanno chiesto questi miei amici?!”
“Morire per mano di un Winchester?!”
“Fuochino!!” ghignò malefico. “Uccidere un Winchester!” fece poi serio.
Dean deglutì. Sam si aggrappò nervosamente alle sbarre di acciaio che lo dividevano da suo fratello.
“Spero almeno che non sia una cosa veloce. Ho voglia di divertirmi anch’io!” fece Dean con la solita sfrontatezza e tono che lo caratterizzavano.
“Veloce?? No!, amico mio. Tu soffrirai parecchio e a lungo..”
“Dean…” si ritrovò a mormorare Sam.
Poi come se qualcosa fosse scattato dentro di lui, iniziò a scuotere con forza la gabbia, come se fare quel gesto avesse potuto aprirla in qualche modo.
“Figli di puttana, lasciate stare mio fratello!!!” ringhiò il giovane.
“Tranquillo, Sammy. Dovranno impegnarsi parecchio prima di mettermi ko!” tentò di rassicurarlo.
“Sì, tranquillo, Sammy.” Scimmiottò. “Anzi, osserva bene. Perché dopo toccherà a te!”

Un attimo dopo che Baal ebbe pronunciato quelle parole, il gruppo di demoni si strinse intorno a Dean.
La festa dei demoni iniziò.
La disperazione di Sam e il dolore di Dean, pure.
……..

Il cacciatore ormai era senza fiato. Era sfinito dal dolore, dalla stanchezza, dalla mancanza di fiato a causa dei colpi ricevuti ripetutamente. Anche il solo respirare gli provocava dolore.
Sapeva di avere qualche osso rotto. Anzi!, parecchie ossa rotte.
Il fianco soprattutto gli doleva. Di certo quel calcio ricevuto mentre era a terra non aveva lasciato molto scampo alla sua milza.
E poi quel sapore ferroso che gli invadeva la bocca e che a forza, deglutendo, si faceva scivolare giù in gola
Era ancora mezzo raggomitolato su sé stesso, a terra, quando vide uno dei demoni avvicinarsi al cerimoniere di quella “festa”
Vide Baal fare spallucce, indifferente e poi lo vide richiamare l’attenzione degli altri demoni.

E poi sentiva lui. Sam.
Sammy.
Chiamare il suo nome. Incoraggiarlo. Pregarlo di resistere.

Sam che malediva quei bastardi dagli occhi neri, ogni volta che lo vedeva cadere a terra per un colpo troppo forte. Sam che sbatteva furiosamente contro le sbarre per cercare di scardinare la porta di quella gabbia che gli impediva di aiutarlo.
Sam che non voleva arrendersi e che stava per spaccarsi una spalla a forza di lottare con l’acciaio della gabbia che lo teneva imprigionato.
…….
 
"Allora, a quanto pare siamo alla fine, mio caro amico!" sentenziò quasi deluso di essere alla fine di quella cosiddetta festa.
"Va' a farti fottere, bastardo!" sibilò sofferente Dean mentre si teneva la mano sul fianco ferito.
Il demone gli andò vicino. Si accoccolò accanto a lui e afferrandolo per i capelli, lo tirò sù il giusto perchè Dean potesse guardarlo in faccia.
Sam si tese contro la gabbia temendo per la sorte del fratello ormai completamente in balia di quella furia demoniaca.
"Sta' lontano da lui....stà lontano da lui!!!" gridò credendo stupidamente che Baal gli avrebbe dato retta.
Il demone, fermo nella sua posizione con ancora la mano stretta nella presa sulla testa di Dean, lo guardò e gli sorrise sprezzante.
Poi tornò a fissare il cacciatore sotto di lui.
"Di solito sono io quello che fotto e tu, caro Dean, sarai fottuto molto presto!" e lo spintonò di nuovo verso il terreno facendolo gemere. "Ora vi spiego quello che sta per accadere. Tre dei miei fratelli qui presenti avranno il grande onore di mandare all'altro mondo il famoso Dean Winchester..." disse mentre consegnava ai demoni in questione delle pistole.
"Che volete fare? No!...che volete fare??!!" si agitò come un animale , letteralmente in gabbia, Sam. "Figli di puttana!!!" urlò disperato mentre scuoteva rabbiosamente la sbarre della gabbia senza sortire alcune effetto su di essa.

I tre demoni presero postazione di fronte al cacciatore ancora steso a terra e caricarono le loro armi.
Poi , in sincrono, puntarono verso Dean.
"No...no...!" mormorava Sam.
Dean osservò quello che stava accadendo.
Fissò un punto indefinito sul pavimento, scosse appena la testa e facendo ricorso a tutte le sue forze, quelle poche che sentiva ancora dentro di lui,  puntò le mani a terra e si alzò.
Non potè evitare di digrignare i denti per sopportare il dolore che sentiva in tutto il corpo, ma comunque riuscì a rimettersi in piedi.

Poi un attimo, uno solo. Un brevissimo attimo in cui gli occhi dei due fratelli si incontrarono di nuovo.
La rassegnata consapevolezza del maggiore. La disperata frustrazione del più giovane.
Dean gli sorrise flebilmente mentre Sam scuoteva nervosamente la testa.
In quello stesso attimo, i due fratelli, ritornarono a molti anni addietro quando un cerbero infernale era pronto a prendersi l'anima di Dean per trascinarla all'Inferno. Anche allora, in quella stanza, un ultimo sguardo cercò di confermare il profondo legame fraterno che legava i due Winchester.

Poi il maggiore tornò a fissare i suoi aguzzini. Pronto ad affrontare la sua sorte.
“Stoico fino alla fine, Winchester! Anche a dispetto dell’inevitabile morte!” fece il demone.
“Dean…no. Dean…!” sussurrava terrorizzato Sam, che assisteva inerme a quella che si apprestava ad essere un esecuzione.
“Hai mai visto la morte fermare un Winchester?!” domandò ironico, mentre cercava di non piegarsi davanti a loro dal dolore.
“No. Ma c’è sempre una prima volta!” rispose convinto Baal.
 
E poi quel suo cenno con la mano.
Un attimo dopo, i tre demoni prescelti, fecero fuoco contro il cacciatore. Nel medesimo momento in cui le pistole risuonarono, il grido disperato di Sam riecheggiò insieme agli spari assordanti. Insieme alle risate e alle esclamazioni di soddisfazione di tutti quelli che stavano assistendo alla fine di un eroe.
 
Il corpo di Dean, sobbalzò all’impattare dei proiettili che lo raggiunsero in secondi diversi e ogni volta che uno lo colpiva, il cacciatore compiva un leggero movimento di contraccolpo. Fin quando, sconfitto, cadde sul pavimento a poca distanza da Sam. Il giovane Winchester raggiunse il terreno insieme a fratello e le sue ginocchia trovarono il cemento non appena la testa di Dean toccò pesantemente la terra.
"No, Dean....no...no.....” sussurrò istericamente. “Maledetti figli di puttana!!!...io vi uccido....io vi uccido tutti....Dean...Dean!!!!!" si esasperava il giovane cacciatore mentre cercava, con le braccia tese oltre le sbarre, di raggiungere il corpo inerme del fratello. "Deeaannn!!!"
…..
 
Baal e i suoi demoni se ne erano andati lasciando il corpo crivellato di colpi di Dean al centro della stanza e godendo soddisfatti della pura sofferenza e disperazione che leggevano sul volto del più giovane. Avevano concluso, sadicamente, che lasciare Sam a guardare il suo tanto amato fratello putrefarsi davanti ai suoi occhi fosse meglio di una morte veloce per mano loro.
Una volta soli, Sam, con la testa poggiata pesantemente contro le sbarre, quasi come se fosse stato privo di ogni forza o volontà, chiamava o forse solo ansimava il nome di Dean.

“Dean…”
Ma Dean non si muoveva.
“Dean…”
Sperando in un gemito, un lamento o solo un accenno di un qualcosa.
“Dean…”
Niente e poi ancora niente.
“Dean…”
 
Fin quando Dean si mosse.
 
“Dean??” lo richiamò il più giovane. “Oddio, sei vivo …sei….vivo!!” esclamò tra un misto di felicità e incredulità.
Sam si mise nell’angolo della gabbia che più si avvicinava al corpo del fratello e tirò fuori un braccio sperando di poterlo raggiungere.
“Ce la fai?...ce la fai a raggiungere la mia mano?....Dean….Dean…”
Il maggiore si mosse appena. Girò il volto insanguinato verso quello disperato e speranzoso di suo fratello.
Cercò di muoversi ma il suo corpo si rifiutava di obbedire a ciò che il cervello gridava di fare e allora comandò con tutte le sue forze ad un braccio di tendersi verso quello teso di Sam, che continuava a sporgersi, quanto più poteva, oltre le sbarre.
Dean riuscì a trascinarsi per soli pochi centimetri o forse era solo un impressione ed era esattamente dove era caduto.
“Sam….Sammy…io….io…non…” farfugliò il maggiore, incapace di muoversi ancora.
“Non…non parlare….cerca ..cerca solo di raggiungermi. Raggiungi la mia mano , Dean. Raggiungi la mia mano!!” e si tendeva e così provava a fare il maggiore.

Pochi centimetri. Solo pochi centimetri.

“Sammy…”
“La mia mano, Dean…” ripeteva come un ossessione Sam tendendo spasmodicamente le dita per recuperare quello spazio che separava le loro mani.
“Mi…mi…dispiace…..” biascicò Dean con la bocca impastata di sangue. 
Dean sapeva che era alla fine. Sentiva che non c’erano più forze in lui. Provava un enorme frustrazione nel rendersi conto che non sarebbe riuscito a raggiungere la mano che Sam gli tendeva alla disperata ricerca di un ultimo contatto fraterno.
Dio!! quanto avrebbe voluto non lasciare il suo Sammy.
Voleva che quel loro legame fosse forte fino al suo ultimo respiro.
Ma Dean  si rese conto che non aveva forze nemmeno per quell’ultimo respiro.
 
“Sammy….” sussurrò. “Samm….” poi una forza opprimente lo sopraffece e il maggiore si abbandonò del tutto, sfinito e cedette di nuovo verso il pavimento.
“No.no.no.no...!!” pregò istericamente Sam. “Ti prego…ti prego….no!!”, mormorava istericamente Sam. “Ti supplico non….non lasciarmi. Non abbandonarmi!!!”, ripeteva , sperando che Dean lo stesse a sentire. “Noooo!!!” gridò poi, disperato, mentre si lasciava cadere contro l’acciaio della gabbia, consapevole che Dean, oramai, non era più lì con lui.

I suoi respiri si fecero convulsi, il pianto gli attanagliava la gola, le lacrime gli bruciavano gli occhi e perso in quella profonda disperazione , un ultimo pensiero gli venne in mente per quel suo adorato e coraggioso fratello.
Fissò gli occhi sul volto addormentato di Dean. Tese quando più possibile le dita della mano verso quella che Dean aveva cercato in tutti modi di tendere verso di lui, senza riuscirci.
Un sorriso, amaramente triste, si affacciò timido sulle labbra del giovane. Non si spiegò perché e come mai , ma una sorta di nenia gli scivolò via prima dal cuore e poi dalle labbra.

Carry on my… wayward bro’….canticchiò sussurrandolo appena.For there'll be peace…. when you are done…e la sua voce era sempre più sottile...Lay your… weary head… to rest..ed era così difficile continuare.
Ma Sam doveva farlo, doveva continuare perchè Dean adorava quella canzone.
Per il maggiore era come se quella canzone descrivesse la loro vita. Fino all’ultimo respiro.
Don’t you cry no more …disse , sforzandosi di non soffocare le parole nell’ennesimo affranto singulto.
“Dean…” sussurrò poi come se si fosse reso conto di tutto , solo in quel momento.
……
 
“Vi ho trovati!!” esclamò Castiel non appena entrò nella stanza.

Ma l’angelo non si aspettava di trovarsi davanti agli occhi una scena del genere. Credeva che entrando in quella camera avrebbe dovuto dare man forte ai due fratelli e non trovarsi a provare per la prima volta, anche da angelo, un dolore forte e devastante al centro del proprio essere angelico.

Vide il corpo di Dean coperto di sangue, inerme e abbandonato accanto ad una gabbia in cui, un Sam privo di ogni volontà , continuava a fissare il fratello. Le loro mani separate da un minimo spazio che comunque era incolmabile.
Lo sconcerto durò un attimo, poi, l’angelo, riprese il controllo della sua lucidità e si precipitò accanto ai due fratelli.
Gli bastò  dare un colpo secco alla serratura della gabbia per liberare Sam e poi si accoccolò accanto all’amico esanime, senza avere ancora il coraggio di toccarlo.

Sam gattonò freneticamente fuori dalla gabbia e una volta fuori raggiunse immediatamente il corpo di Dean , prendendolo tra le braccia.
Se lo strinse al petto.
Con un gesto quasi impercettibile gli pulì un rivolo di sangue al lato della bocca leggermente schiusa. Amorevolmente gli sistemò la giacca chiudendogliela appena sul petto trafitto dai colpi di pistola.

“Sam…” mormorò Castiel osservando quei gesti così dolorosi.
“E’ morto. Dean , è morto. Mio…fratello….è morto!!” ripeteva incredulo il giovane.
L’angelo, sgomento da ciò che vedeva e da ciò che provava in modo così umano, cercò di trattenere quella sensazioni di furiosa rabbia che sentiva crescere dentro di lui.
Dean non poteva essere morto. Lui , l’angelo del Signore, non poteva aver fallito così miseramente la missione più importante che gli fosse mai stata assegnata: proteggere l’uomo giusto.
Non riusciva ad accettarlo, come non accettava e comprendeva quell’inutile sensazione di umidità che gli faceva bruciare gli occhi.
“Dean…no, amico mio!” mormorò dolorosamente.

Allora, poggiò una sua mano sul petto dell’amico cacciatore.
Un ultimo saluto.
Un ultima richiesta di perdono per non esserci stato quando avrebbe dovuto.

Ma non appena l’angelo lo toccò, sentì che c’era qualcosa di strano. C’era qualcosa non sarebbe dovuta esserci.
Non era possibile!! Forse ….forse non tutto…

Uno sguardo di puro sgomento gli si disegnò sul volto.
“E’ impossibile….è assurdo….” fece sbalordito, mentre quasi con uno strattone tirava via dalle braccia di Sam, il corpo di Dean e lo poggiava sul pavimento sporco dello stesso sangue del cacciatore.
“Castiel!!!!” lo ammonì sconcertato Sam che non voleva che quel suo ultimo contatto con il fratello, finisse.

“La sua anima….Sam, la sua anima…..” ripeteva l’angelo.




Prima parte delle note!
Sì, lo so è strano anche questo!!!!


N.d.A.: Ennesima storia sui bros. Ennesimo sclero sui bros. E come al solito Dean le prende e Sam si strugge.
Ma che volete farci??!!
Come diceva il guru Cas del 2014 “Sono fatta così!!”
Comunque vi rompo ancora un po’ per  spiegarvi alcune citazioni:
  • “Autografo sulla milza.” Dean lo dice al demone che vuole l’anima di Becky e Crowley in uno o due episodi dice a Dean che non fa che ripetere sempre le stesse battute.
  • “Hai mai visto la morte fermare un Winchester?!”…beh!, questa nemmeno ve la spiego, perché se non la riconoscete CHE CAVOLO DI SHOW STATE VEDENDO!!!!???
  • Stessa cosa per la canzone. Il primo o la prima che si azzarda a chiedere “Che cosa canta Sam?!”, giuro che invoco Crowley!!

 

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Capitolo 2
*** SECONDA PARTE ***


“La sua anima….Sam. La sua anima è ancora qui….lui….” disse senza perdersi in troppi giri di parole.

“Che stai dicendo Cas!?..non è …non è possibile!!” replicò ancora sconvolto Sam. Sapeva del forte legame d’amicizia che legava Castiel a Dean e collegò quella reazione al fatto che l’angelo non voleva arrendersi.
Ma Castiel sembrava deciso, non sconvolto.
“Non dirlo a me. Ma è così, perciò…”
“Perciò cosa?!” chiese allora.
“Posso provare….posso provare a salvarlo!” fece sicuro di quello che diceva.
“Cosa???? Ma tu….la tua grazia…come…..” e a questo punto anche Sam, iniziò ad ignorare la sua disperazione e iniziò a sperare di nuovo.

“Non posso più riportare in vita coloro le cui anime sono state già prelevate, ma Dean…o meglio l’anima di Dean è ancora qui…..con lui e quindi…”
“Fallo…Cas.”  lo incoraggiò convinto il giovane Winchester. “Fallo prima che un mietitore …..”
Cas non lo lasciò nemmeno finire che impose le mani sul corpo dell’amico ma dopo alcuni momenti vacillò.
“Che c’è? Che succede?” fece allarmato Sam.
“Non sono ancora abbastanza forte. Mi serve più energia per poter fare questa cosa!” spiegò stringendo con furia i pugni, come per controllare la frustrazione che sentiva dentro.
“Come …come posso aiutarti!?” fece agitato l’altro.
Lo sguardo dell’angelo vagava veloce alla ricerca di una soluzione. Poi i suoi occhi si bloccarono sul minore dei Winchester.
“Anima per anima!” proferì.
“Che …vuoi dire?!” fece interdetto, confuso ancora dal dolore presente in lui.
“La tua anima Sam.”
“Ti serve la mia anima?!”
“No. Mi serve solo la sua energia.”
“Ok! Prenditela!” rispose risoluto Sam senza nemmeno pensarci.
“Farà male!” lo avvertì  Castiel.
“Non più di quanto farebbe male perdere Dean!” lo rincuorò l’altro.
 
Dean era l’unica cosa che lo faceva andare avanti, come disse quando dovevano uccidere la Puttana di Babilonia. Dean era l’unico motivo per cui accettava la sua vita e non voleva quella vita senza suo fratello, come confidò a Charlie.
Quindi per Dean e tutto ciò che Dean rappresentava , Castiel poteva prendersi fino all’ultima stilla di energia della sua anima.
 
“Afferrati alle sbarre della gabbia. Ti aiuterà a contrastare il dolore.”
Sam obbedì e sedendosi spalle alla gabbia , portò le mani ad afferrarsi a due barre d’acciaio e strinse forte.
“Fa’ quello che devi e salva Dean!”
“Farò tutto quello che posso!” e pregando che funzionasse e soprattutto sperando di non uccidere anche Sam, l’angelo infilò una mano nel torace del giovane mentre l’altra la poggiava fermamente su quello di Dean.
Chiuse gli occhi e cercò concentrazione , estraniandosi dalle grida di dolore di Sam e dall’immagine di Dean morto.
 
Tutto durò pochi minuti anche se per Sam sembrò un Inferno tascabile. Ma avrebbe sopportato qualsiasi tipo di Inferno, pur di riavere suo fratello.
Cas sfilò la mano docilmente dal torace del giovane amico che si piegò in due tenendosi le mani sul petto dolorante e lentamente si sedette esausto e sfinito accanto al corpo di Dean, sperando con tutto sé stesso che quel gesto azzardato avesse funzionato.
Sia lui che Sam restarono a fissare il corpo del maggiore. In attesa. Quasi trattenendo il respiro.
 
Un attimo.
E poi un altro.
E poi un altro ancora.
 E poi….
 
 Un respiro strozzato e sforzato uscì dalle labbra ancora leggermente livide di Dean che aprì gli occhi, spaesato da quello che provava  e sentiva.
“Ma…ma cosa….cosa…” balbettò ancora confuso il maggiore dei Winchester.

Castiel sorrise sollevato. Sam non disse niente. Incredulo. Sollevato. Confuso. Felice. Stranito.
Il minore afferrò il fratello per il bavero della giacca , lo tirò su quel tanto per farlo sedere e lo abbracciò. Forte.
Sapeva che magari gli stava facendo anche male, ma non gli interessava. Non in quel momento.
In quel momento voleva solo abbracciare suo fratello di nuovo con lui. Vivo.
Dean capì ogni gesto che faceva il fratello. Sentì il suo respiro tremante contro il suo petto. Sentì l’umido della pelle all’altezza del viso di Sam.
“Ok! Va tutto bene, Sammy! Va tutto bene, fratellino!” disse trovando la forza di accarezzargli la schiena.
 
“A quanto pare , con voi Winchester, devo imparare a giocare di anticipo!” fece una voce poco lontana da loro.
 
Sam si girò di scatto. “Billie!” esclamò sorpreso e anche alquanto intimorito che aveva riconosciuto la voce del mietitore.
“Quella….Billie?!” chiese tentennate Dean e il giovane annuì. “Mi dispiace , dolcezza. Hai fatto un viaggio a vuoto. Almeno per oggi!”
“Non sarò sempre così impegnata, Dean.” replicò con calma la reaper.
“Tranquilla!, noi non siamo persone che si fanno ammazzare tutti i giorni!” intervenne Sam.
“Ma si fanno ammazzare spesso.” convenne rivolta al maggiore. “Quindi dovrò…come dire…far coincidere i nostri impegni!” rispose anche al minore.
“Beh!! ti consiglio di non aspettare accanto al telefono!” continuò Dean.
“Ti toglierò quel sorriso strafottente dalla faccia Dean Winchester e poi attenderò con ansia di trascinarmi dietro anche il tuo caro fratellino!” fu la poca velata minaccia.
“Il tuo capo non era stronzo come te, lo sai dolcezza?!” la stuzzicò il maggiore dei fratelli.
“Il mio capo aveva una ingiustificata simpatia per voi due e guarda come è finito!” disse quasi con aria rabbiosa mentre si avvicinava ai due fratelli.
Castiel si alzò velocemente  e si mise tra il Mietitore e i suoi due protetti.
“Non osare toccarli!” ringhiò funesto, l’angelo , mentre i suoi occhi divennero azzurri ed incandescenti mostrando la potenza della sua grazia angelica.
“Non mi abbasserò a tanto , angelo! Ma da oggi ti consiglio di non perderli mai di vista!” sembrò minacciarlo e senza perdere mai quella inquietante flemma, uscì dalla stanza.
 
I tre per un po’ si guardarono quasi storditi da quello, da tutto quello che era successo in quelle poche ore. Poi, Sam aiutò Dean a rimettersi in piedi e con Castiel, andarono verso la macchina dell’angelo.
Dovevano prima recuperare l’Impala e poi sarebbero potuto ritornare al bunker.

……
 
“Ok! Mi dici come hai fatto, Cas?!” chiese Dean decisamente curioso. “Hai sempre detto che dopo essere caduto e dopo che le porte di Paradise City erano chiuse , non eri più in grado di riportare indietro le persone e invece….”
“In parte è vero quello che…” fece l’angelo seduto ad una delle sedie del grande tavolo del bunker.
“In parte?!” si intromise Sam.
“Non sono più in grado di riportare indietro le persone le cui anime sono state già raccolte. Ma quando sono arrivato e ti ho toccato ho sentito che la tua anima era ancora dentro di te. Credimi, nemmeno io ci credevo. Perché di solito il mietitore arriva sul posto un attimo prima dell’ultimo respiro, quindi non riesco a capire come mai tu…” spiegò mentre invece non riuscì a spiegare il perché della presenza dell’anima.

“Beh! a quanto pare dovrò comunque mandare un cesto di frutta a Billie per ringraziarla di averci messo più tempo del dovuto per truccarsi!!” ironizzò il maggiore.
“Dean, io non ci scherzerei troppo. Quella Billie non è Morte e noi non le siamo per niente simpatici!” gli fece presente Sam, passandogli una birra.
“Trovami un essere soprannaturale a cui siamo simpatici, Sammy!” replicò Dean issando verso l’alto la bottiglia.
“A…a me, voi…siete simpatici!” ci tenne a precisare l’angelo con quella sua, ormai, familiare innocenza.
“Tu sei incasinato almeno quanto noi, se non di più. Quindi non fai numero!”, lo redarguì Dean. “Comunque, come hai fatto a farmi la rianimazione angelica?!” ritornando al discorso iniziale
“La tua anima era avvolta dai primi torpori della morte, in attesa di essere raccolta. Avevo bisogno di risvegliarla, ma ero ancora debole e così ho cercato la fonte di energia più vicina che potessi usare in quel momento!” spiegò Castiel.
Dean fece spallucce e ironizzò come suo solito.
“E questo che significa? Che ti sei trasformato in un angelico Horace Pinker?”

Castiel lo guardò stranito e in un certo senso anche un tantino offeso, capendo ormai la maggior parte dei riferimenti filmici dei due fratelli.
“Io non sono un serial Killer , Dean. E non era di certo di energia elettrica che avevo bisogno.” lo riprese con tono seccato.
“E allora!?” chiese esasperato il maggiore dei Winchester.
L’angelo a quel punto spostò lo sguardo su Sam, che stava assistendo in silenzio alla loro conversazione , per alcuni versi, spassosa.
Dean compì il suo stesso movimento e si ritrovò a fissare il fratello.
“Anima per anima!” sentì dire a Castiel mentre guardava Sam che abbassava lo sguardo, quasi come se fosse una colpa quello che aveva fatto.

“Sammy?!” sussurrò il nome del minore.
“Era l’unico modo per riportarti indietro. Da me!” sembrò volersi o doversi giustificare Sam.

Lo sguardo per un attimo dolce e comprensivo da parte del maggiore al fratello, divenne, un secondo dopo, furioso e rivolto verso l’angelo.
“Tu…tu, grandissimo figlio di puttana con le ali!!! Hai stuprato l’anima di mio fratello per riportarmi indietro?!” accusò.
“Cosa??…io….ma tu..tu eri….”
“Già. Io ero. Come ogni volta. Io ero!” asserì con convinzione. Ma non fece in tempo ad inveire ancora che la frustrazione di Sam coprì le sue rimostranze.
“Maledizione, Dean!!” urlò Sam alle sue spalle. “Dannazione! Dannazione!!!” fece furioso mentre colpiva una bottiglia di birra sul tavolo facendola schizzare contro un muro su cui andò in frantumi.
“Sammy?!” sussurrò preso di sorpresa Dean mentre vedeva il giovane uscire a grandi passi, dal salone principale.
 

.........

Qualche ora dopo, Dean raggiunse Sam in una delle stanze archivio del bunker. Si affacciò con cautela all’entrata e vide il giovane fratello seduto ad una panca che si toccava il petto.
Il primo pensiero del maggiore fu quello che forse Sam provasse ancora dolore, poi, però, cercò di rimanere lucido per cercare di affrontare la cosa con calma.
“Ehi!?” fece entrando appena nella stanza.
Sam scostò immediatamente la mano dal petto e fece una pallida imitazione di uno che stava sistemandosi la camicia. Dean decise di ignorare quel gesto.
“Ehi!...senti…scusa…scusa per prima , ma io….” si scusò Sam guardandolo appena.
“No, Sam. Sono io che devo scusarmi per come ho reagito alla cosa e ho se può farti sentire meglio ho chiesto scusa anche a Cas!” e il giovane sorrise compiaciuto.

Per un attimo i due stettero in silenzio. Chi doveva parlare per primo? Chi doveva ascoltare per primo?

“Che cosa hai visto, Dean?!” azzardò Sam.
“Visto?!” chiese Dean, non capendo all’inizio a che cosa si riferisse il fratello.
“Quando…insomma….quando tutto si è spento. Che cosa hai visto?!”
Dean sorrise amaramente. Chiuse per un attimo gli occhi come se stesse ricordando. “Niente. Niente, Sammy.” rispose pacatamente.
Poi guardò Sam, seduto al suo fianco che lo guardava e capì che il giovane voleva comunque sapere. “Sai? È strano da dire, ma è stato differente. Le altre volte c’è  stato l’Inferno e poi il Paradiso e poi, anche se in maniera diversa, quella sosta al villaggio vacanze del Purgatorio. Ma…insomma.. c’era sempre qualcosa dopo l’arcobaleno. Non so se il non aver visto niente fosse dovuto al fatto che la mia anima fosse ancora nella panic room..” ironizzò portandosi una mano al petto. “… oppure era qualcosa che precedeva…”
“..il vuoto?” finì cautamente il minore.
“Non lo so. Ma di una cosa sono certo, Sammy. Mette i brividi.” Ricordando quella sensazione di “niente” in cui si era ritrovato.
E poi ancora silenzio tra i due, come se stessero assimilando e rimuginando su quel niente a cui erano stati destinati. O a cui avrebbero cercato di destinarli.
“Dovevo farlo, Dean. Era l’unico modo. Niente patti, niente accordi. Solo io potevo!” iniziò d nuovo, il più giovane.
“Lo so ed è per questo che sono qui. In tutti i sensi!” precisò, Dean.
“Che vuoi dire?!”
“C’è una cosa che non ti ho detto in tutte le stronzate che invece non mi sono risparmiato ..” riprese il maggiore.
“Dean..” come a volerlo giustificare, l’altro.
Ma Dean non sembrava aver finito. Sembrava che ci tenesse a dire quello che voleva dire.
“…ed è una cosa che non ti ho detto da…wow!! Non ricordo nemmeno da quanto tempo…”, fece sorprendendosi ancora per quella sua consapevole mancanza. “Grazie!” disse sinceramente. “Grazie, Sammy!”
“Dean , tu non…”
“No. Non dirmi ancora che non devo dirtelo. Devo, invece. Cavolo!!, se devo. Mi hai salvato la vita, fratellino. Me l’hai salvata sul serio!” ribadì con decisione.
“Avresti fatto lo stesso per me!”
“Oooh!! su questo puoi scommetterci tutti i tuoi libri da nerd, ma il fatto è che questa volta, dopo che Morte è andato, che Crowley difficilmente scenderebbe di nuovo a patti con noi, con Castiel sempre a mezza ricarica e tutto il resto…..questa volta davvero mi hai salvato.” e Sam capì che Dean si riferiva al “vuoto” menzionato dal nuovo mietitore.
“Dean loro possono minacciare di spedirci in ogni dove. Possono sbatterci a terra , possono colpirci e torturarci con ogni arma reale o immaginaria, ma non potranno mai…mai, impedirmi di tentare di salvarti.” sembrò nuovamente promettere Sam.

Quel loro patto di andare avanti se uno dei due non ce l’avesse fatta. Quel “patto che non era un patto”, come diceva sempre il caro Bobby,  era stato consolidato ancora.

“E che fine ha fatto il “salvare tutti gli altri”, Sammy?!” chiese ironicamente Dean.
“Dove sta’ scritto che gli “altri” non siamo anche noi, Dean. E poi noi…siamo più forti se siamo insieme, no?”
“Puoi dirlo forte, fratellino. Puoi dirlo forte!” disse battendogli una mano sulla gamba.
 
Castiel al di fuori di quella stanza aveva udito l’ennesima riconciliazione tra i due fratelli. Li conosceva da anni ormai e sapeva che i due avevano bisogno di questi momenti per ristabilire le cose, per rinforzare il loro legame, la lealtà che provavano uno per l’altro. Il forte senso di protezione che li spingeva sempre ad affrontare quel limite umano e a volte anche ad oltrepassarlo.
Non era voluto intervenire prima per lasciar loro il modo e il tempo di spiegarsi e si palesò solo quando fu certo che ormai era tutto a posto.
Così entrò nell’archivio.
“Ehi! voi due!!” li appellò spavaldo tanto che i due fratelli si ritrovarono a sorridere nello stesso momento e nello stesso modo sorpreso. “Quando avete finito di interpretare i fratelli MacManus, là fuori ci sarebbe un entità metafisica più vecchia di Dio, di cui Dio stesso si è voluto liberare perché….come direste voi?...è una grandissima stronza!!”
“Wow!! Castiel?? Stai diventando troppo esplicito, amico!” esclamò Sam.
“Già, Mr. Miracolo, qui, vuole farci concorrenza!” si accodò Dean, mentre entrambi si rimettevano in piedi e raggiungevano l’amico angelo.
“Dai! Muoviti angioletto o finisco di spennarti quelle quattro piume che ti sono rimaste!!” fece Dean spingendo fuori dall’archivio Castiel, che si lasciava portare via.
“Sai, Dean? È umanamente impossibile che tu riesca a toccare le mie ali. Loro…loro non…” provò a spiegargli assumendo di nuovo la sua solita espressione perplessa.

“Sta’ zitto, Cas!” esclamarono all’unisono i Winchester mentre raggiungevano di nuovo il centro del bunker per riprendere da dove avevano lasciato con l’Oscurità.

 


Seconda parte delle note!!
E già!! Sono una precisa, io!!! 


N.d.A.: ......
  • Horace Pinker è il personaggio di un film di Wes Craven. E’ un serial killer che dopo essere stato giustiziato sulla sedia elettrica torna dall’aldilà e diventa più forte se si attacca alla rete elettrica. Indovinate chi lo interpretava? Niente di meno che Mitch Pileggi. E già!! Nonno Samuel in persona.
  • I fratelli MacManus sono due personaggi – fratelli - di un film in due parti: “The Boondock Saint”. Vanno in giro in macchina, armati da capo a piedi, ad eliminare i malvagi perché è questo che gli ha insegnato il padre. Vi ricordano qualcuno?? Ps: i 2 film sono molto pulp, per chi ama il genere.
Oddio, credo che, messe insieme alle note della prima parte , da quando scrivo su EFP, queste siano le note più lunghe che io abbia mai messo.

Ok! Chiederò perdono anche di questo.
Per adesso…
Baci, Cin!!!

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