a god's arisen

di byakunewgate
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** esame di promozione ***
Capitolo 2: *** Il villaggio Fullgod e i Foster ***
Capitolo 3: *** un nuovo inizio ***
Capitolo 4: *** addestrare un eroe ***
Capitolo 5: *** uno scontro predestinato ***
Capitolo 6: *** Il semidio misterioso ***
Capitolo 7: *** le montagne della disgrazia ***
Capitolo 8: *** un crudo passato ***
Capitolo 9: *** rivelazioni di un passato mai vissuto ***
Capitolo 10: *** lotta per il futuro ***



Capitolo 1
*** esame di promozione ***


“ODINO! DAMMI UNA CHANCE!”
“No, e non osare mostrarti nuovamente al mio cospetto con una così scarsa capacità combattiva”
Pronunciate queste ultime parole, il dio Odino puntò il suo braccio verso il giovane ragazzo e lo spazzò via, insieme a tutto il circondario. L’ambiente si ritrovò avvolto da una luce accecante che, una volta scomparsa, rivelò un paesaggio devastato e ridotto ad un vuoto deserto.
Ma così siamo un po’ avanti col racconto. Vediamo di tornare indietro e vedere come siamo arrivati qui.
Il sole sorse per dare inizio a un nuovo giorno anche nel villaggio di Fullgod. Il giovane Raiser, un ragazzo di 17 anni alto circa un metro e settanta con dei lunghi capelli neri, si alzò dal letto e andò in bagno per sciacquarsi la faccia e sistemarsi i capelli. Come era solito fare, li legò in una coda di cavallo che quasi raggiunge il fondoschiena, ma lasciò dei ciuffi in fronte che scendono lungo i lati del viso, fino alle guance.
Sistematosi il viso, tornò in camera e si mise i suoi jeans elastici blu scuro e le sue scarpe da ginnastica bianche. Poi, si infilò il suo kimono a una manica, la sinistra, azzurro e lo legò alla vita con una fascia rossa e bianca a righe oblique.
Vestitosi, prese del cibo dalla dispensa e uscì  di casa per recarsi al suo dojo e iniziare gli allenamenti e, durante il viaggio, masticava il cibo che aveva preso.
Il dojo si presentava immenso sia esternamente che internamente. L’esterno era puro e semplice, quasi senza arredi. L’interno era pieno zeppo delle migliori attrezzature per l’allenamento nello stile corpo a corpo.
“Buongiorno ragazzi! Buongiorno maestro!” il ragazzo salutò tutti e si diresse verso il maestro per chiedere che avrebbe dovuto fare oggi. Il maestro era un uomo alto sul metro e ottanta, molto robusto e pelato. Indossava sempre un kimono nero con una cintura doppio danno.
“Ah, Raiser! Mattiniero come sempre vedo! Oggi ti aspetta un esercizio diverso dal solito: dovrai allenarti in privato nella stanza di preparazione; come ben sai fra tre giorni sosterrai l’esame di promozione”
“Ok, ha perfettamente ragione. Devo esercitarmi per sostenere l’esame nel migliore dei modi”
“Ben detto ragazzo! Insieme a te si alleneranno anche Gary e Lester”
“Ah, perfetto. Li raggiungo immediatamente. Buona giornata maestro!”
Chiuso il dialogo, Raiser andò nella stanza di preparazione, una stanza semplice, arredata con un tatami steso sul pavimento e attrezzate con delle assi verticali munite di sbarre rotanti che vengono utilizzate per perfezionare la tecnica corpo a corpo. All’interno della stanza c’erano due ragazzi: Gary e Lester. Il primo era un ragazzo di 18 anni alto sul metro e settante di media robustezza. Vestito esattamente come il maestro, eccezion fatta per la cintura. Quella di Gary era marrone. Lester, vestito analogamente a Gary, era un ragazzo di 18 anni alto sul metro e settantacinque. Anche lui di media robustezza.
“Ehi Raiser! Finalmente sei arrivato!” aprì il discorso Lester con un grande sorriso
“Ciao ragazzi, scusate il ritardo, ma oggi … “ Raiser smise di parlare e strinse nel pugno il suo kimono e mettendo giù una faccia quasi depressa.
“Tranquillo Raiser, lo sappiamo bene. Non preoccuparti. Ora non perdiamo tempo e concentriamoci sull’allenamento” disse Gary sorridendo e cercando di invogliare Raiser. Sapeva che non era un gran bel giorno per lui.
“Hai ragione. Iniziamo!” gridò il giovane dal kimono azzurro con entusiasmo. I tre ragazzi iniziarono, quindi, il loro allenamento privato.
Dopo nemmeno venti minuti, si sentì un boato all’interno dell’atrio del dojo. Gary e Lester andarono a controllare cosa fosse successo e si ritrovarono di fronte a un gruppo di dieci ragazzi che avevano sfondato la porta del dojo.
“Potevate semplicemente bussare, non credete?” chiese il maestro con un tono seccato
“Sta zitto, vecchio! Ora questo dojo è nostro e che nessuno discuta! Altrimenti saranno guai!” disse il ‘capobanda’ degli infiltrati al dojo.
“Guai di che tipo?” chiese Lester incuriosito.
“Tante botte!” gridarono gli altri nove stranieri.
“Bene, io voglio discutere!” disse Gary provocandoli.
Irritati dalla provocazione del ragazzo, i dieci si lanciarono all’attacco contro l’ultimo interlocutore, che venne aiutato da Lester e dal maestro stesso. I tre seppero difendersi abilmente, ma la superiorità numerica li portava in svantaggio.
“Tu, recluta! Vai immediatamente a chiamare Raiser!” gridò il maestro mentre si difendeva.
“Certo” rispose al recluta che corse a chiamare il giovane, il quale si precipitò subito sul campo di battaglia. Appena Raiser mise piede nell’atrio lo scontro si fermò per vedere chi fosse il ‘jolly’ che il maestro aveva chiamato in loro aiuto.
“E questo sarebbe il vostro jolly? Uno stupido ragazzino con un orribile kimono a una manica sola per di più di un colore orribile e abbinato a una cintura che non dà alcuna certificazione? Mi prendete in giro?!” il capobanda si adirò nel vedere la semplicità del giovane Raiser, il quale, sentite le parole e le risate degli infiltrati, alzò lo sguardo verso di loro fissandoli in cagnesco. Nessuno aveva mai visto il giovane così arrabbiato.
“Ahi! Avete proprio sbagliato il modo di approcciarvi con lui!” disse Gary  ridendo.
“Eh già, brutta mossa deridere il kimono del suo defunto padre, per di più nel giorno dell’anniversario della sua morte! Brutta faccenda. Raiser non perdona chi tocca la sua famiglia, pace all’anima loro.” gli rise in faccia Lester piazzandosi insieme all’amico Gary alle porte del dojo per impedire loro di scappare.
Raiser si avvicinò minaccioso al gruppo di ragazzi, i quali tentavano di indietreggiare. Intanto, in disparte, il maestro prese la parola.
“Avete tempo finché Raiser non vi raggiunge per dirci chi siete, chi vi manda e perché, altrimenti tante botte!”
Il capobanda non fece in tempo a pronunciare una sillaba che si trovò il ragazzo davanti al naso, il quale lo colpì con una manata alla testa, facendolo cadere a terra svenuto. Raiser si diresse poi verso gli altri nove, che provarono a difendersi, ma senza successo. Uno tentò di tirargli un pugno in faccia, ma il giovane afferrò il braccio e scagliò l’avversario contro un nemico alle sue spalle, per poi colpirli entrambi con un calcio rotante in aria. Ne restavano sette. Il ragazzo li tartassò con una serie di colpi ai nervi delle articolazioni, per bloccarne i movimenti, per poi finirli uno a uno, ognuno in modo diverso. Uno venne colpito da un calcio allo stomaco, un altro subì un montante sotto il mento, un terzo si vide arrivare addosso il quarto nemico lanciatogli addosso da Raiser, il quinto si prese un calcio sul fianco destro, il sesto un calcio cadente in cima al cranio e l’ultimo un colpo di palmo in mezzo al petto.
Erano tutti al tappeto, senza forze se non per lamentarsi, Raiser si avvicinò al capobanda, appena rinvenuto e sconvolto da ciò che vedeva, e lo sollevò per la maglia e lo fissò con lo stesso sguardo con il quale iniziò a menare le mani.
“Ehi amico, io te l’avevo detto che erano guai” disse Lester ridendo della grossa.
“Chi siete, chi vi manda e perché? Ti do cinque secondi per iniziare a parlare!” disse il giovane Raiser ancora furibondo.
“Il clan Foster! Mi hanno mandato loro per prendere un tizio che di cognome fa Jin e che si allena in questo dojo!” rispose il capobanda terrorizzato.
“Allora digli che Raiser Jin vi ha fatto il culo e che se mi vogliono devono venire di persona. E ora vedi di sparire dalla mia vista insieme a tutti i tuoi amichetti nel giro di venti secondi, a meno che non vogliate una seconda porzione di botte” Raiser fu così brutale nei toni che i dieci si alzarono e, in qualche modo, scapparono con la coda tra le gambe.
Le reclute guardavano sbalordite Raiser; loro lo avevano sempre visto come il classico bravo ragazzo che si allena per potersi difendere ma che non farebbe male a una mosca di sua spontanea volontà.
“E questo è quello che succede a provocare il nostro caro Raiser, non è un caso se è il primo in assoluto a sostenere l’esame di promozione a 17 anni e non a 18” disse il maestro con un grande sorriso sulle labbra.
“Ehi Raiser, forse è meglio che stacchi per oggi” gli disse Gary mettendogli la mano sulla spalla.
“Già, ci alleneremo domani tutti insieme, non ti preoccupare” continuò Lester cercando di calmarlo.
“Come volete, ci vediamo domani. Arrivederci maestro” queste furono le ultime parole di Raiser prima di lasciare il dojo e dirigersi verso una meta a pochi nota.
*
“Ciao papà, ciao mamma” disse il giovane Raiser una volta giunto di fronte alla tomba dei suoi genitori “Sono ormai dieci anni che siete in paradiso, sono sicuro che siete lì. Oggi sono venuti alcuni tizi mandati dal clan Foster per prendermi, non so per quale motivo. Io gli ho detto di riferire che, se vogliono prendermi, devono venire di persona. Io odio gli scontri inutili, ma forse questo gli farà capire che si stanno comportando nella maniera sbagliata. Sono quattro anni che portano scompiglio al villaggio e sinceramente ogni volta che sento il loro nome mi vengono in mente tutte le brutte azioni che hanno commesso, ma soprattutto mi venite in mente voi. Lo so, vi ho promesso che non avrei agito senza controllo, ma c’è bisogno di qualcuno che li faccia ragionare e, a questo punto, voglio essere io quel qualcuno. Non gli permetterò di fare altre scorribande in giro, ve lo prometto. Ora devo andare, ho bisogno di parlare col maestro. Dice di essere molto contento che sono ancora lì ad aiutarli. Un’ultima cosa prima di andare: voglio che sappiate che non ho affatto rinunciato al mio sogno. Un giorno ce la farò, davvero. Ora vi saluto, ci vediamo domani. Vi voglio bene”
Finito di parlare coi suoi genitori, il ragazzo si diresse verso l’uscita del cimitero. A lui non importava di sembrare pazzo, lui era sicuro che i suoi lo sentissero dal paradiso. Una volta fuori dal cimitero, il giovane si vide davanti un uomo sui 24 anni, alto circa un metro e settantacinque, con dei capelli che gli arrivavano fino alla base del collo, scompigliati. Indossava una giacca di pelle con maniche strappate sopra a una maglia nera, anche essa con le maniche strappate. Portava inoltre un paio di jeans strappati e delle scarpe da ginnastica nere. Con sé aveva portato i dieci uomini che avevano attaccato il dojo in precedenza.
“Raiser Jin. Quale onore vederti dopo dieci anni, sei cresciuto molto!” disse l’uomo.
“Posso sapere cosa vuoi da me, Alan Foster?” rispose il ragazzo. La sola vista di Alan Foster lo faceva alterare.
“La risposta è molto più che semplice: voglio te nel mio clan!”
“Come osi venire a chiedermi una cosa del genere proprio oggi?!” il giovane iniziava seriamente a perdere il controllo, ma cercava in ogni modo di resistere, lo aveva promesso ai suoi genitori e non poteva rompere una promessa di tale importanza.
“Oso perché posso permettermelo”
“Ehi Raiser, questi qui ti stanno ancora dando fastidio?” disse Gary appena giunto sul posto insieme all’amico Lester.
“Vuoi una mano a fargli capire che devono starti lontano?” continuò Lester
“No, grazie comunque ragazzi, ma non voglio che vi mettiate in pericolo. Quell’uomo è Alan Foster e non voglio che coinvolga anche voi; per cui, andate via. Ora!”
“Come vuoi amico, ma se hai bisogno noi ci siamo” concluse Lester prima di andarsene con l’amico.
“Quindi? Che hai intenzione di fare?”  Riprese Alan con un tono abbastanza minaccioso
“Farò una cosa molto semplice: declinerò l’offerta!”
Finito di parlare, Raiser si lanciò verso l’uomo pelato colpendolo con un pungo nello stomaco, poi lo passò per scappare, ma si vide arrivare due dei dieci uomini dietro Foster. Il ragazzo rispose saltando e colpendoli entrambi con un calcio in faccia, poi corse via. Non poteva permettersi di combattere con Alan, non in quel momento.
“Brutto bastardo, te la farò pagare cara! INSEGUITELO! CHE ASPETTATE?!”
“Sì, capo! Subito!”
I restanti otto si lanciarono all’inseguimento di Raiser, ma non riuscirono a trovarlo. Si era allontanato troppo. Gli uomini tornarono da Alan e gli spiegarono la situazione, ma il capo del clan Foster non fu per niente comprensivo.
“COME SAREBBE A DIRE CHE VE LO SIETE LASCIATO SCAPPARE?!”
“Ci scusi, ma era troppo veloce, non siamo riusciti a stargli dietro.” Disse il capobanda
“Ho capito, vuoi il gioco duro Raiser? E il gioco duro avrai! Tornate tutti alla base, siamo alla quiete prima della tempesta.” Concluse Alan prima di tornare alla base con i suoi uomini.
*
“Salve maestro!” disse il giovane Raiser entrando nel dojo
“Raiser! Finalmente sei qui! Temevo non saresti più arrivato! Oggi è il grande giorno! Sosterrai l’esame di promozione!”
“Ha ragione, mi scusi per il ritardo. Ho avuto un contrattempo a casa.”
“Non importa, ora sei arrivato. Vai immediatamente a prepararti!”
“Sì, maestro.”
Raiser andò a prepararsi e, come si aspettava, nella stanza di preparazione trovò anche Gary e Lester, anche loro impazienti di sostenere l’esame.
“Ehi Raiser, pronto per l’esame?” iniziò Gary
“Certo che lo sono Gary” rispose
“Dai ragazzi, facciamoci valere e rendiamo il maestro fiero di noi!” continuò Lester
“Hai ragione, non possiamo deluderlo! Ha lavorato tanto per farci sostenere questo esame e non possiamo fare altro che passarlo!” disse Gary dando forza agli altri due. Il discorso si concluse con un batti cinque collettivo per darsi la carica.
“Lester Carrik, Gary Pierce e Raiser Jin! Il vostro esame inizia ora! Venite pure!” una voce fuori campo chiamò i tre ragazzi, che entrarono nell’atrio che era stato attrezzato per l’esame. A chiamarli era stato uno dei tre esaminatori.
“Molto bene, siete tutti qui, possiamo iniziare. La vostra prima prova consiste nella constatazione della resistenza fisica e della tecnica. Dovrete mostrarci la vostra tecnica con le sbarre rotanti e il vostro tempo di resistenza prima di cedere alla stanchezza o di essere colpiti. Naturalmente ci sarà un limite massimo della prova oltre il quale il test sarà fermato. Questo per fare in modo di concludere tutte le prove in giornata. Il primo a partire sarà il signor Carrik” la spiegazione del secondo esaminatore fu ascoltata da tutti quanti e Lester si preparò a sostenere la prova. A seguirlo ci furono prima Gary e poi Raiser. Tutti e tre sostennero l’esame e sbalordirono allo stesso modo i giudici e tutto il pubblico per la loro tecnica.
“Molto bene, ora vi comunicherò i risultati della prima prova: tutti e tre gli esaminati hanno resistito fino al limite massimo di tempo! Non era mai successa una cosa di questo genere! Ne sono piacevolmente sorpreso! Ora, la seconda e ultima prova consiste con un combattimento con dei maestri scelti dalla commissione. In base al giudizio che i maestri vi daranno, sceglieremo se promuovervi o meno. L’ordine di partecipazione è analogo a quello precedente. Il primo maestro sarà Goreb Sanchez!” Il terzo giudice fu chiarissimo sulle regole e il primo combattimento si prestò a cominciare.
Goreb Sanchez era un uomo alto sul metro e settanta, pelato, ma molto muscoloso. Vestito esattamente come il maestro del dojo.
Appena partito, Lester si lanciò contro il suo avversario colpendolo con un calcio allo stomaco, per poi prenderlo per il collo e ribaltarlo a terra con estrema facilità. Infine mise il suo piede sul petto del nemico, come per dichiararlo sconfitto, ma quest’ultimo si rialzò e ribaltò la presa, sbattendo al suolo il ragazzo.
“Mai sottovalutare un avversario, e mai dare una vittoria per scontata, ricordalo sempre” disse lo sfidante di Lester vedendolo quasi immobile.
“Lo stesso vale per lei, maestro!” pronunciate queste parole, Lester si rialzò di scatto e, con estrema velocità, gli piazzò un calcio alla base del collo che lo fece cadere all’indietro, ma il ragazzo so pose dietro all’uomo per evitarne la caduta e gli piazzò una ginocchiata sulla schiena, che lo fece piegare all’indietro. Il ragazzo prese l’avversario per il collo col braccio e lo fece cadere a terra girandolo a pancia in giù.
“Mai sottovalutare un avversario, e mai dare una vittoria per scontata, ricordalo sempre” disse Lester facendo intendere al maestro scelto dalla commissione che era stato sopraffatto.
“L’incontro finisce qui! Avendo battuto il maestro Sanchez, Lester Carrik viene automaticamente promosso! Il prossimo sarà Gary Pierce che affronterà il maestro Marek Sanchez!”
Marek era il fratello gemello di Goreb Sanchez, l’unica cosa che li differenziava era una cicatrice sul cranio di Marek.
Lo scontro iniziò e il maestro si lanciò in un assalto furioso sul povero Gary, che si vide arrivare un pugno violentissimo dritto in faccia. Non si aspettava una partenza così esplosiva. Il ragazzo non demorse e si rialzò pronto a continuare. Si scagliò verso il nemico, ma si vide nuovamente arrivare un pugno in pieno viso. Fortunatamente, Gary se ne accorse e lo schivò, per poi sferrare un calcio poderoso sul fianco sinistro, che fece destabilizzare Marek. Il ragazzo approfittò della situazione e, roteando su sé stesso, colpì il maestro con un calcio alla schiena, per poi atterrarlo con una presa al collo.
“Complimenti! Può bastare così, finitela!” disse il maestro rialzatosi come se niente fosse.
“Bene, con l’approvazione del maestro Marek Sanchez, dichiaro Gary Pierce promosso! Ora è il turno di Raiser Jin, che affronterà … il maestro Alan Foster!” disse il primo giudice.
“Ciao  Raiser, sorpreso di vedermi?”
“Alan … tu …” il ragazzo si stava scomponendo all’idea di doverlo affrontare e temeva seriamente di non potercela fare, ma, non ostante ciò, non si ritirò e si preparò  ad affrontare il suo peggiore incubo.

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Capitolo 2
*** Il villaggio Fullgod e i Foster ***


“Alan! Che ci fai tu qui?!” chiese il giovane Raiser alquanto alterato
“Che hai? Non ti vado bene? Se è così allora puoi anche evitare di sostenere l’esame, ma in quel caso sarai bocciato” rispose Alan con un ghigno sadico in faccia.
“Bastardo … sosterrò l’esame e ti batterò!”
“Dimostramelo, che l’incontro inizi!”
Non appena Alan finì di parlare, si vide Raiser davanti alla faccia pronto a colpirlo con un pugno, ma il maestro Foster afferrò il braccio del ragazzo e lo lanciò via senza il benché minimo problema. Il giovane tornò alla carica, ma ottenne lo stesso risultato.
“Andiamo, non vorrai farmi credere che questo è tutto quello che sai fare!” Disse il maestro Foster provocando il suo esaminato
“ASSOLUTAMENTE NO!”
Il ragazzo si fece trasportare dall’odio verso Alan e si lanciò furibondo verso l’esaminatore con una serie di colpi totalmente prevedibili e banali. Infatti, il maestro Foster non ebbe problemi a evitarli tutti e, dopo qualche minuto, prese la parola.
“Basta così, mi sono stancato. Raiser Jin, il tuo esame non è sufficiente, di conseguenza, sei bocciato! E ora tutti fuori di qui.”
Tutti erano rimasti attoniti nel sentire le parole pronunciate dall’esaminatore, ma nessuno osò obiettare. Subito dopo, le porte del dojo vennero aperte con grande enfasi per entrare più velocemente.
“AIUTO! STANNO ASSALTANDO LA CITTÀ! SERVE IL VOSTRO AIUTO!” il grido di uno degli abitanti di Fullgod, che chiedeva aiuto al più imponente dojo del villaggio, venne udito nell’intero edificio
“Non c’è tempo da perdere! Raiser! Gary! Lester! Spargetevi per il villaggio in modo da coprire più zone possibili!” disse a gran voce il maestro del dojo, radunando nel frattempo tutti i rimanenti per organizzare la difesa della zona. Escludendo i tre ragazzi, erano tutti presenti, meno che una persona.
*
“Che casino, proprio oggi dovevano assaltare il villaggio?! Tra tutti i giorni possibili proprio quello che sarebbe potuto entrare negli annali del villaggio! Quando mai capita che un ragazzo sostenga l’esame di promozione un anno prima del previsto?! E poi che ci faceva quel fuorilegge di Alan Foster tra gli esaminatori?!”
Il lamento di Lester si spargeva tra le grida della gente terrorizzata dall’assalto. le case venivano mano a mano demolite e, guardandosi attorno, si vedeva quasi solo gente scappare evitando quei poveri sfortunati stesi a terra che si sono trovati sulla via degli assaltatori.
“Alan Foster non è un fuorilegge. Ricordalo.”
Disse un ragazzo fissando il giovane Lester negli occhi. Indossava una maglietta azzurra senza maniche che si abbinava alla perfezione con dei pantaloncini blu lunghi fino a poco sotto il ginocchio. Ai piedi portava delle comunissime scarpe da tennis nere. I lineamenti quasi femminili del suo viso erano accompagnati da dei capelli neri corti ai lati, ma lunghi in cima alla testa, spostati verso la sinistra del ragazzo. I suoi occhi neri non lasciavano trasparire nulla di concreto, se non che conoscesse il maestro Foster.
“Senti, non so chi tu sia, ma non ho tempo da perdere con te. Ho un villaggio da salvaguardare, per cui finiamola in fretta. Fatti sotto!”
“Come preferisci, ma non sperare di vincere” disse il tizio con un tono molto calmo.
*
Gary correva affannosamente per i sentieri del villaggio, quando si trovò davanti un ragazzo alto sul metro e settanta, con dei capelli neri, corti ai lati e un po’ più lunghi in alto. Indossava un gilet di pelle nero e dei jeans corti blu. Ai piedi portava delle scarpe da tennis nere.
“Levati dai piedi! Devo andare a salvare la popolazione!” gli gridò Gary
“Nessuno mi dice cosa devo fare. NESSUNO TRANNE IL MIO CAPO!” subito dopo, il ragazzo si lanciò contro Gary con un pugno nello stomaco.
“Ma che problemi hai?!” gli chiese Gary rispondendo all’attacco con un pugno sul viso.
“Bene, ora è il momento di un confronto serio. Finalmente un avversario decente. PREPARATI!”
Il ragazzo si lanciò contro Gary con una serie di pugni e calci, che, però, vennero tutti schivati. Gary, poi,  parò un calcio direttogli in faccia e colpì il suo avversario con una manata sul collo.
Questi cadde a terra, ma si rialzò colpendo il ragazzo del dojo con un calcio sul petto e facendolo volare indietro. Quest’ultimo rispose con un pugno diretto all’addome, ma il nemico parò il colpo con il ginocchio e contrattaccò con un calcio, che venne schivato con un salto all’indietro da parte di Gary.
“Si può sapere chi diavolo sei?!” chiese Gary abbastanza alterato.
“Mi chiamo Tyler. Sono qui per distruggere un po’ di gente sotto ordine del mio capo!” rispose
“E chi sarebbe il tuo capo? Sentiamo!”
“IL MIO CAPO SONO IO!”
“Non ci posso credere. Vuoi distruggere il villaggio da solo?!”
“Ti sbagli. Non tutto il villaggio! Solo un po’ di persone!”
“Tu hai seri problemi. Stai tranquillo che ti sconfiggerò e salverò il villaggio!”
Il clima si riempì di tensione e, in meno di un secondo, i due ripresero il combattimento, entrambi più determinati che mai a sconfiggere il proprio avversario per raggiungere il proprio scopo.
*
“Ma che diavolo sta succedendo al villaggio?! Perché ci stanno attaccando?!”
Questi erano i pensieri che scorrevano incessantemente nella mente del giovane Raiser mentre correva a perdifiato attraverso il villaggio e tra le orde di civili che fuggivano dall’assalto per mettersi in salvo.
Il ragazzo correva da circa cinque minuti, poi si trovò davanti la persona che meno di tutte si sarebbe aspettato di vedere.
“Ancora tu?! Perché mi perseguiti Alan?!”
“Semplice. Voglio farti capire che il tuo posto non è qui, ma con me. Qui il tuo potenziale è sprecato, io saprei renderti molto più forte di come sei ora!”
“NON VERRÒ  MAI CON TE ALAN!” il ragazzo si lanciò contro il capo del clan Foster con tutta la sua forza, colpendolo in faccia con un pugno violentissimo che lo spedì contro il muro dietro di lui.
L’avversario del ragazzo si rialzò come se nulla fosse successo e iniziò a combattere contro Raiser. Quest’ultimo sferrò all’avversario un calcio in pieno volto, che venne prontamente schivato. Successivamente, il capo dei Foster decise di contrattaccare e afferrò il giovane per un braccio e iniziò a riempirlo di ginocchiate allo stomaco.
Raiser sembrava non poter più far nulla, ma ad un certo punto decise di mettercela tutta per reagire e fermò la ginocchiata di Alan con una ginocchiata, poi, neanche lui sapeva come avesse fatto, ribaltò la presa portandogli il braccio dietro la schiena e colpendolo con un calcio per allontanarlo. Infine, lo colpì con un calcio sul viso per atterrarlo.
“NON SOTTOVALUTARMI ALAN! NON SONO PIÙ QUELLO CHE ERO UNA VOLTA!”
“Ho notato, infatti sei migliorato molto, te lo devo riconoscere. Purtroppo, però, non sei migliorato abbastanza.  Preparati ad affrontarmi seriamente!”
*
Il  combattimento tra Lester e il ragazzo misterioso procedeva in perfetta parità, ad un certo punto, i loro pugni si scontrarono, i due si allontanarono tra loro e si fermarono. Lester prese la parola.
“Vuoi almeno dirmi chi sei?!”
“E va bene, te lo dirò. Mi chiamo Tyron. Sono un membro del clan Foster, nonché un avversario del tutto fuori alla tua portata!”
Una volta finita la frase, Tyron si lanciò contro Lester con un forte calcio, colpendolo allo stomaco. Poi, si diresse verso di lui e lo colpì con una gomitata alla schiena, che fece cadere il ragazzo a terra. Successivamente, lo sollevò e lo lanciò in aria, per poi colpirlo con un poderoso pugno allo stomaco mentre Lester era in caduta libera.
Quest’ultimo, venne poi scaraventato contro il muro di una casa vicina.
“Spero che questo ti abbia fatto capire chi tra noi è superiore.” Disse il Foster sempre con un tono calmo
“Neanche per sogno!”
Lester rispose rialzandosi e andando verso il suo avversario per colpirlo con una serie di pugni, ma questi vennero tutti schivati. Quando Tyron decise di essere stufo di giocare con Lester, gli afferrò il braccio e lo lanciò lontano.
“Mi sono stancato di giocare con te, ti lascerò in vita, a condizione che tu non mi segua.”
Detto questo, il membro del clan Foster se ne andò spavaldo.
*
Nel frattempo, Gary era alle prese con Tyler. Quest’ultimo si rivelò un nemico non troppo difficile da affrontare, in quanto combatteva in modo molto impulsivo e prevedibile, ma, non ostante ciò, era comunque un osso duro.
Il nemico, dopo qualche minuto di scontro, si lanciò alla carica e colpì il suo avversario con un pugno in faccia, poi con un calcio alla schiena e, infine, con una gomitata sul collo. Successivamente gli piazzò il piede sul petto e schiacciò ripetutamente per farlo soffrire.
“Credevi davvero che fossi impulsivo?! Ma fammi il piacere! Era una finta per farti abbassare la guardia!” disse Tyler ridendo.
“Sei un membro dei Foster?” disse Gary dolorante.
“Affatto, io sono quello che li vuole distruggere! Quel bastardo del capo mi ha rubato la ragazza, è mio compito vendicarmi! E per farlo inizierò con il distruggere i suoi scagnozzi come te!”
“Io non sono un suo scagnozzo, anche io voglio distruggere il suo clan!”
“COSA?! Questa non me la aspettavo! Scusami per averti massacrato! Mi dispiace!”
Fatte le dovute scuse, Tyler aiutò Gary ad alzarsi.
“Senti Tyler, ho una proposta. Io ho un paio di amici abbastanza forti, se ti va, possiamo andare insieme a sconfiggere Alan”
“Ottima idea, andiamo! Non abbiamo tempo da perdere!”
I due, poi, si misero a correre in cerca di Lester e Raiser per poter arrivare a sconfiggere Alan tutti insieme.
*
“Non … non credevo che potesse essere così forte.”
Pensò Raiser tra sé e sé mentre era disteso a terra di fronte all’imponente figura del suo avversario che dominava sovrana sull’intero villaggio.
“Che c’è Jin, qualcosa non va? Sei già stanco?” chiese ironicamente Alan ridendo della grossa.
“Alan, perché giochi ancora con questo marmocchio?” chiese una figura che stava giungendo sul posto.
“Ah sei arrivato qui, Tyron. Comunque continuo perché mi diverto!” rispose ridendo ancora più sadicamente di prima.
“Vuoi che lo finisca io?” chiese Tyron con il suo solito sguardo calmo.
“Se vuoi, puoi divertirti un po’, ma non ti azzardare a farlo fuori, altrimenti mi incazzo sul serio!”
“Certo, resterà vivo, non preoccuparti capo.”
Tyron si diresse verso il corpo esanime del giovane Raiser, lo sollevò da terra e lo mise in piedi.
“Hai riposato abbastanza, è ora di lottare” gli disse Tyron
“E va bene, farò del mio meglio” Rispose il giovane mettendosi in guardia.
Non passò neanche un secondo, che il giovane ragazzo subì un pugno in faccia che lo fece cadere, ma si rialzò per combattere ancora. Raiser tentò di reagire piazzando un calcio verso l’addome avversario, ma questo venne schivato e Tyron colpì il suo avversario con una gomitata sul fianco, facendolo cadere per terra.
In quell’istante, Tyler, Gary e Lester giunsero sul campo e videro Raiser steso a terra.
“Non ti avevo detto di non seguirmi?” chiese Tyron rivolgendosi a Lester mantenendo la sua solita calma.
“COSA DIAVOLO HAI FATTO AL MIO AMICO?!”  chiese Lester furibondo.
“Rilassati, io gli ho solo dato due o tre cazzotti, quello che vedi è opera di Alan Foster”
“BRUTTO BASTARDO! TI UCCIDERÒ!” gridò Gary iracondo
Gary e gli altri due scattarono verso Alan, scansando Tyron e ignorandolo completamente, ma, poco prima di giungere di fronte al loro bersaglio, sentirono una voce che li chiamava.
“Ragazzi … fermatevi … vi prego …” disse Raiser tentando di rialzarsi
“Raiser! Sei vivo!” esultò Lester
“Perché dovremmo fermarci?!” chiese Tyler
“Già, in tre possiamo farcela!” gridò Gary
“No ragazzi, devo farlo io” rispose Raiser
“Perché?!” chiese nuovamente Tyler
“Perché … Alan … è l’uomo che, in passato, ha ucciso i miei genitori!”

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Capitolo 3
*** un nuovo inizio ***


“COSA?!” il grido dei tre avversari dei Foster risuonava shockato dalla notizia ricevuta dal giovane Raiser.
“E quindi? Sì, ho ucciso i suoi genitori dieci anni fa, che importa? Tanto non contavano nulla” la risposta di Alan shockò ancora più della notizia ricevuta.
“BRUTTO BASTARDO!”
Tyler non poté resistere e si lanciò verso il capo del clan nemico con un pugno direttogli in faccia, ma questo venne bruscamente parato dall’avversario, che, però, subì una forte ginocchiata allo stomaco. Successivamente, anche Gary si unì alla mischia andando a colpire Alan con una manata sul collo, ma questo non bastò a fermare il leader nemico.
Tyron si stava pericolosamente avvicinando al suo capo per aiutarlo contro i due ragazzi, ma venne colpito da un calcio che lo sbatté contro il muro di una casa vicina. I muri crepati di ogni casa del villaggio e i sentieri pieni del sangue delle vittime causate dall’assalto rendevano il villaggio di Fullgod un luogo perfetto in cui lottare.
“Hai capito male bello mio, il tuo avversario sono io!” Lester era ansioso di prendersi la rivincita.
“Credo che sia inutile combattere ancora, ti ho già dimostrato prima che sono nettamente superiore a te, non mi sembra il caso di …”
Nemmeno ebbe il tempo di finire la frase, che Tyron si vide arrivare in faccia un pugno che lo fece finire nuovamente contro il muro su cui era stato schiantato precedentemente. Il membro dei Foster si rialzò e, capito che non aveva scelta, andò alla carica colpendo il giovane Lester con una serie di pugni, che, però, vennero tutti abilmente schivati.
Nel frattempo, Alan continuava il suo scontro contro Gary e Tyler. Non ostante l’inferiorità numerica, il Foster non faceva la benché minima fatica a reggere il confronto. Gary si lanciò verso il suo avversario cercando di colpirlo con una serie di calci, mentre Tyler cercò di colpirlo dall’alto con un colpo sfruttando entrambi i pugni stretti tra loro. Alan rispose prendendo la gamba del ragazzo del villaggio e lanciando quest’ultimo contro il suo alleato.
“Mi sono stancato di giocare. Tyron, lascia stare quella pezza da pavimenti e vieni qui.” Disse Alan richiamando il suo sottoposto.
“Certo, capo.” Rispose Tyron lasciando a terra il povero Lester che, nel frattempo era stato malmenato a dovere.
“Dai ragazzi, non è finita. Possiamo ancora farcela!” disse Gary cercando di incoraggiare gli altri.
“Mi dispiace dovervi contraddire, ma no. Non potete. È una battaglia persa in partenza.” Rispose Alan totalmente incurante della determinazione dei ragazzi.
“Finché saremo uniti … finché potremo aiutarci a vicenda … nemmeno tu potrai sconfiggerci totalmente!” il grido di Raiser, che nel frattempo si era rialzato barcollante, incoraggiò anche Lester e gli altri a rialzarsi per combattere.
“Andiamo Raiser, non ti reggi neanche in piedi, ma so che a te questo dettaglio non importa affatto, per cui, se ti va, ti dirò la vera ragione per la quale voi non potete sconfiggermi” disse il capo dei Foster.
“Sentiamo, sono proprio curioso.”  Rispose il giovane Jin.
“La questione è molto semplice: voi non avete la benché minima chance di battermi perché io, in realtà, SONO UN SEMIDIO!” la rivelazione del nemico lasciò tutti a bocca spalancata, compreso il suo sottoposto che non si aspettava minimamente una cosa del genere.
“Che avete? Siete sorpresi? Aspettate ancora un momento, non ho finito. Un semidio, come avrete capito, è figlio di un Dio e un umano, ma la cosa bella, che grazie alla nostra metà divina ereditiamo dei poteri speciali!”
“Capo, non ce ne aveva mai parlato, perché?” chiese Tyron stupefatto delle rivelazioni del suo capo.
“Perché non siete mai stati degni di conoscere tale segreto.”
“E perché ora ce lo hai detto?” chiese Lester incuriosito.
“Semplice, perché ora … MORIRETE TUTTI!”
Pronunciate queste parole, Alan alzò le braccia e dal nulla venne generato un tornado di sabbia che avvolse il campo di battaglia
“E ora nessuno di voi può scappare” concluse poi il capo dei Foster con un tono altamente minaccioso.
Tutti erano rimasti pietrificati nel vedere ciò che era appena successo davanti ai loro occhi. Alan Foster un semidio, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, nemmeno Raiser che lo conosceva da più tempo degli altri.
“Raiser Jin, ti darò un’ultima chance. Unisciti ai Foster e sarai salvo da questo inferno.” Riprese il nemico
“MAI! NON ACCETTERÒ MAI!” Raiser, furibondo, si lanciò contro il suo avversario con un pugno, che però venne abilmente schivato da un Alan che, in tutta risposta, assestò al giovane attaccante un poderoso calcio allo stomaco, facendolo cadere nuovamente a terra.
“RAISER!” gridò Gary lanciandosi in un disperato soccorso dell’amico, ma il Foster lo prese per la gola prima che il ragazzo potesse fare qualcosa.
“Ammirate. E che serva da lezione ad ognuno di voi. SAND DRY!” Alan, grazie alla sua sabbia, prosciugò l’intero corpo di Gary da ogni singola molecola di acqua contenuto in esso, uccidendo così il ragazzo. Di questi rimase solo lo scheletro ricoperto da qualche strato di tessuti vari che componevano gli organi e i muscoli vari.
“BASTARDO!” Lester si lasciò accecare dalla rabbia e si diresse verso il nemico, ma Tyler lo fermò
“VUOI FARTI AMMAZZARE?! HAI VISTO CHE PUÒ FARE! SE TI TOCCA SEI FINITO! E LO STESSO VALE PER TE RAISER!” gridò quest’ultimo.
“Calmatevi ragazzi, questa tecnica funziona solo sui mortali, per cui Raiser non si deve preoccupare, perché anche lui, come me, è un semidio!” disse Alan scioccando tutti i presenti, compreso Raiser che mai si sarebbe aspettato una cosa di questo genere.
“Come sarebbe a dire che sono un semidio?!” chiese il giovane Jin sconvolto.
“Sei figlio di un dio e di una mortale, mi pare molto semplice da capire” rispose il Foster
“Quindi, se sono un semidio, anche io ho dei poteri, giusto?” continuò il ragazzo
“Esattamente, ma di certo non sarò io a dirti quali sono. Dovrai risvegliarli da solo … VEDENDO I TUOI AMICI MORIRE!”
Pronunciate queste parole, il boss nemico si lanciò verso Tyler e lo scaraventò contro una casa vicina per evitare che gli desse fastidio durante la strage, poi andò verso Lester e lo colpì con un calcio allo stomaco, che lo fece indietreggiare di qualche metro, poi l’avversario di Alan venne colpito da una gomitata sulla schiena e, poi, da una ginocchiata in faccia.
Tyron si lanciò verso Lester per prenderlo e colpirlo con un pugno sul viso, ma venne fermato dal suo leader che gli prese il braccio e gli sferrò una ginocchiata in faccia che lo fece rimbalzare indietro.
“Tyron … prova ad intrometterti un’altra volta e giuro sulla mia sabbia che ti faccio secco!” disse il Foster al suo sottoposto
“Sì capo, le chiedo scusa, ma credevo che avrei avuto io il privilegio di dargli il colo di grazia” rispose Tyron deluso.
A questa risposta, Alan andò da Lester, lo prese per i capelli, lo sollevò e lo lanciò in aria. Poi alzò il braccio, dal quale uscì una scia di sabbia, che prese poi la forma di una mano artigliata che si dirigeva verso il malcapitato per poi chiudersi nel tentativo di stritolarlo. Quest’ultimo, per sua fortuna, si accorse di ciò e scansò il colpo, cadendo poi a terra.
“LESTER! STAI BENE?!” gridò Raiser tentando di correre verso l’amico, ma la sua condizione fisica glielo impediva.
Il ragazzo, intanto, si contorceva dal dolore, inizialmente Raiser pensava che fosse per la caduta, ma poi vide ciò che gli era veramente successo.
“Gli è andata bene, ha perso solo un braccio, ma questo era per farti capire, caro Tyron, che qui le decisioni le prendo io e nessun altro. E non sono ammesse obiezioni!” disse Alan abbastanza alterato per i modi del suo sottoposto.
“Ha ragione capo, le chiedo umilmente scusa. Non accadrà più.” Si scusò Tyron.
“Lo so bene che non accadrà più. SAND CRUSHING!”
Pronunciato quel grido,  il Foster ripeté la tecnica appena utilizzata sul giovane Lester e, in men che non si dica, Tyron era stato colpito in pieno. Quando la mano di sabbia si dissolse, del povero sottoposto rimasero solo le briciole delle ossa.
“BASTARDO! ERA UN TUO COMPAGNO! CHE AVEVA FATTO DI MALE?!” imprecò Raiser contro Alan
“Mi aveva contraddetto. Comunque vedo che ciò non basta a farti risvegliare i poteri. Mi deludi” rispose lui
“Perché  insisti tanto sul farmi risvegliare i poteri?!”
“Semplice. Ucciderti e basta è noioso. So che sei un semidio, voglio una lotta alla pari! E mi voglio divertire!”
“TU SEI PAZZO!” il ragazzo stava perdendo ogni briciola di calma.
“BRAVO! ARRABBIATI! E SCATENA LA TUA FORZA LATENTE!” Alan iniziava davvero a prenderci gusto.
“NON FARÒ IL TUO GIOCO!” rispose il giovane Jin cercando di calmarsi.
Vicino al Foster, passò uno scorpione attirato dalla sabbia. Alan lo schiacciò per vedere la reazione di Raiser.
“ERA UN ANIMALE INNOCENTE!”
“SMETTILA DI LAMENTARTI E COMBATTI!” anche Alan iniziava a perdere la calma, ormai non sapeva più che fare per stimolare Raiser a un combattimento poteri contro poteri
“MAI!” disse Raiser sempre più convinto.
“Mi sto annoiando …”
Alan si guardò in giro cercando qualcosa che potesse far combattere Raiser da semidio quale era, ma non trovò nulla. Poi ebbe un’illuminazione.
“Bene, se nemmeno questo basterà a farti combattere, ti ucciderò e basta. SAND VIEL, DESTRUCTION!”
Una tempesta di sabbia si sollevò circondando l’intera zona. Inizialmente non accadde nulla, ma, dopo qualche secondo, le case si staccarono da terra insieme alle persone e iniziarono a girare nel moto della tempesta sgretolandosi.
I corpi delle persone si disidratarono e lo stesso per gli animali. Ogni forma di vita venne polverizzata e le abitazioni finirono per essere ridotte in un mucchio di cenere. Quando la tempesta si fermò, il villaggio di Fullgod era diventato un deserto, sul quale spiccavano solo due figure in piedi: Alan Foster e Raiser Jin. Quest’ultimo si guardò in giro, poi guardò per terra, prese il cadavere dello scorpione di prima e lo strinse nella sua mano e poi guardò il suo avversario.
“Hai ucciso i miei genitori, i miei amici e ora l’intero villaggio. Era pieno di persone innocenti che hai sterminato senza pietà. Tutto questo solo per il tuo divertimento. Non te la farò passare liscia!”
Attorno al corpo del ragazzo si formò un’aura bianca che, poi, esplose in una luce abbagliante. Quando questa si dissolse, il giovane Jin era completamente diverso da prima. Il suo sguardo era cambiato totalmente. I suoi occhi erano diventati come di ghiaccio e sembrava che in quel preciso istante stesse per uccidere il suo avversario. Il giovane lasciò cadere il corpo dell’animale a terra, poi guardò il suo nemico e riprese a parlare.
“Come vuoi tu, mi scatenerò. Ma solo per vendicare tutto il villaggio! TRANSFORM!”
Non appena finì di parlare, il suo corpo iniziò a mutare di aspetto: la sua pelle divenne molto più ruvida e cambiò colore andando verso il marrone, dai lati del corpo spuntarono sei zampe che potevano essere retratte nel corpo a proprio piacimento e gli spuntò una coda dotata di pungiglione.
“Che spettacolo, puoi fonderti con gli animali! Non vedo l’ora di combattere!” disse il Foster eccitato all’idea dello scontro tra semidei.
“Sono pronto, combattiamo!”
Raiser si lanciò verso il suo nemico con una velocità assurda e iniziò a colpirlo con una serie di pugni e calci, i quali vennero parati senza problemi. Alan reagì bloccando entrambe le mani del ragazzo, il quale fece spuntare le altre sei zampe dal corpo, tre per lato, e iniziò a tartassarlo di pugni con esse. Successivamente, trasformò i suoi pugni in chele e liberò le mani dalla presa per poi andare all’attacco cercando di mozzargli un braccio.
“DESERT CAGE!”
Alan rinchiuse Raiser in una prigione di sabbia che ne bloccò l’assalto.
“Molto bene, sei migliorato moltissimo da quando hai risvegliato i tuoi poteri, ma non basta di certo a battermi. Dovrai impegnarti molto di più!” disse il Foster provocando il giovane Jin.
“Ed è esattamente ciò che ho intenzione di fare!” il ragazzo fece uscire il pungiglione dalla prigione e cercò di colpire l’avversario, il quale parò l’assalto.
“Molto bravo, ma per te finisce qui!” rideva il boss nemico.
“Ti sbagli, io ti sconfiggerò e lotterò al fianco di Odino per distruggere i bastardi come te!”
Raiser tagliò la prigione usando le chele, poi tirò un calcio nello stomaco del suo avversario facendolo allontanare, ma questi non lasciò il pungiglione e portò il ragazzo con sé nella caduta. Poi, cercò di lanciarlo via roteando il braccio col quale teneva il pungiglione, ma Raiser atterrò sulle zampe facendo anche uscire le altre sei. A quel punto, si diede uno slancio con otto zampe per avere maggiore forza e velocità e sferrò un violentissimo pugno sul viso del suo avversario, il quale iniziava a stancarsi di subire.
“Ora basta! SAND CRUSHING!” il Foster ripeté la mossa usata in precedenza contro Lester e Tyron, ma il giovane scavò un passaggio nella sabbia per nascondersi e schivare l’attacco. Aveva acquisito ogni singola abilità dell’animale con cui si era fuso.
“BASTARDO! VIENI FUORI!”
Raiser non se lo fece ripetere due volte e sbucò da sotto il suo nemico sferrandogli un montante degno di nota che fece sobbalzare Alan. Poi, si appoggiò a terra con tutte le otto zampe e le due mani e rivolse il pungiglione verso il suo avversario.
“POISON SHOT!” dal pungiglione del ragazzo uscì un dardo di veleno che si dirigeva verso Alan, il quale si protesse creando un muro di sabbia.
“Molto bene, ma ora mi sono stancato. Smetterò di usare il 30% della mia forza e passerò oltre. DESERT DUNE SHOCK!” il terreno iniziò a tremare, la sabbia lanciata dalla tempesta che distrusse il villaggio si spostò formando delle dune intorno al giovane Jin, circondandolo. Queste dune, poi, si alzarono, unendosi a formare una specie di gabbia.
“E che dovrebbe fare questa tecnica?” chiese Raiser dubbioso sul da farsi.
“Tra poco lo vedrai … OVERKILL SAND STREAM!” all’interno della gabbia si generò una tempesta di sabbia di una potenza paragonabile a quella che distrusse il villaggio, ma concentrata in uno spazio molto più ristretto. Il ragazzo, non ostante fosse trasformato in scorpione, faticava a reggere il confronto con la sabbia e non riusciva nemmeno a scavare un buco nel terreno per salvarsi, la gabbia gli impediva ogni movimento sotterraneo. Raiser iniziava a perdere le forze, ma non demorse.
“Io, ti sconfiggerò … e combatterò … al fianco … DI ODINO!”
Il grido di Raiser non spaventò minimamente il suo avversario, ma ciò che accadde in seguito lo fece rimanere molto perplesso.
La tempesta di sabbia cessò improvvisamente e tutta la sabbia svanì dal campo di battaglia. Dal cielo nero come la pece a causa della devastazione che circondava la zona uscì una luce purissima, dalla quale scese una figura stranissima. Era un gigante con degli occhi blu intenso e una lunghissima barba bianca. Indossava un mantello rosso che copriva un vestito bianco legato alla vita con una fascia rossa bordata di giallo. Indossava, inoltre, sul capo un elmo a punta di un rosso molto scuro, quasi viola, con degli anelli gialli che lo circondavano. Sul fronte di questo, spiccava una punta gialla che partiva dalla base dell’elmo fino a metà della sua altezza. Ai polsi portava delle guarnizione dello stesso colore dell’elmo con delle pietre verde brillante incastonate in esse. Nella mano destra teneva un lungo bastone giallo che terminava con un diamante immenso sulla cima.
“No … non è possibile … tu qui? Perché sei qui … ODINO?!” imprecò Alan spaventato dalla sua presenza.
Il dio si limitò a fissare il suo interlocutore senza dire nulla. Poi si decise e prese la parola.
“Tu non ucciderai questo semidio. Ora va via da qui.”
Detto questo, Odino sbatté il bastone sul suolo, generando una folata di vento che fece volare via Alan portandolo molto lontano dall’ormai morto villaggio di Fullgod.
“Per quanto riguarda te, Raiser Jin, sparisci.” Riprese il dio
“ODINO! DAMMI UNA CHANCE!” implorò il ragazzo.
“No, e non osare mostrarti nuovamente al mio cospetto con una così scarsa capacità combattiva”
Pronunciate queste ultime parole, il dio Odino puntò il suo braccio verso il giovane ragazzo e lo spazzò via, insieme a tutto il circondario. L’ambiente si ritrovò avvolto da una luce accecante che, una volta scomparsa, rivelò un paesaggio devastato e ridotto ad un vuoto deserto.

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Capitolo 4
*** addestrare un eroe ***


Dopo lo scontro tra Raiser e Alan, del villaggio Fullgod si perse ogni singola traccia. Il dio Odino aveva spedito i due contendenti in posti del tutto diversi, cancellando ogni traccia del disastro che la sabbia che Alan aveva provocato al villaggio.
“Dannato Odino! Perché è intervenuto?! Cos’ha Raiser di così speciale per meritarsi la sua protezione?! Solo perché vuole combattere al suo fianco! Che palle! Proprio quando stavo per finirlo! Vabeh, avrò un’altra occasione per farlo fuori. In ogni caso, devo cercare di capire dove quel vecchio mi abbia lanciato. Quanto odio quando usano la loro autorità del cazzo su di noi. Fossi un dio li sottometterei a dovere. Bah, cerchiamo un punto di riferimento e qualche villaggio da distruggere.”
Alan si mise in cammino quasi senza meta cercando di capire in che posto si fosse rialzato e cercando di capire cosa avrebbe fatto in seguito.
*
Quando il giovane Raiser si rialzò, non vide nulla che gli fosse familiare, eccetto il suo stesso corpo disteso sulla superficie di quella montagna. Vicino a quel precipizio sovrastante un bosco.
“Dove diavolo sono finito? Che fine ha fatto Alan? Dove è andato Odino? Perché mi ha spedito qui? Che posto è questo? Perché mi ha salvato? Perché ha fermato Alan? Aaah! Non capisco più nulla!”
Il ragazzo era molto confuso e inoltre era stanchissimo dallo scontro con Alan. Aveva per la prima volta risvegliato i suoi poteri da semidio e non sapeva neanche se sarebbe stato in grado di attivarli di nuovo. Guardandosi in giro non vedeva nulla che potesse aiutarlo in nessun modo. Fortunatamente, guardando in alto, il giovane riuscì a scorgere una casa e si diresse verso di essa sperando di trovare qualcuno che lo aiutasse a capire dove fosse finito.
“Ehi! C’è qualcuno qui dentro?”
Raiser entrò nella casa e vide soltanto un salone addobbato con teste di animali, fucili e armamentari vari, tappezzato in pelle di animale e quant’altro. Dall’ambiente che aveva potuto scorgere non poteva aspettarsi altro che l’abitazione di un cacciatore.
“Che strano, sembra non esserci nessuno, controllerò meglio di fuori” pensò il giovane tra sé e sé.
Il ragazzo girò intorno alla casa e non vide nessuno, ma si strabiliò per cosa ci fosse ai piedi della montagna: quattro paesaggi completamente differenti, uno per lato della casa. Di fronte al lato dell’ingresso stava un fitto bosco, a  destra dell’ingresso stava un lago, a sinistra il mare e sul retro un deserto.
Sembrava un miracolo. L’eden del potere di Raiser. Questo pensò subito di fregarsene di chi abitasse in quella casa finché non fosse diventato abbastanza forte da sconfiggere Alan. Decise di allenarsi in questo posto umanamente impossibile per accrescere la sua forza e vendicare il villaggio ormai distrutto.
Inizialmente andò nel bosco per trovarsi animali in cui trasformarsi e frutta da mangiare. Non appena entrò, vide alberi e cespugli in ogni angolo, il bosco era così fitto che in alcuni punti quasi non passava la luce.  Come potevano delle bestie vivere in un posto così? Il ragazzo iniziava a chiedersi se quel fitto bosco fosse effettivamente vuoto e decise di addentrarvisi per avere una risposta a tale domanda. Nemmeno quattro passi e i cespugli si mossero. Mezzo secondo dopo, una figura sbucò da questi in direzione di Raiser.
Il giovane reagì sdraiandosi sulla schiena e lanciando il suo aggressore lontano da sé con un piede per poi ritornare in piedi e partire all’attacco. La figura parò senza problemi il suo pugno e assestò al semidio una ginocchiata nello stomaco, seguita da una gomitata e  da un calcio in testa che lo fece volare contro un albero.
“Chi sei?! Come osi invadere il mio territorio?!”
Chiese la figura. Era un uomo alto sul metro e settanta, muscoloso, con dei corti capelli biondi alzati con del gel in stile sergente militare. I lineamenti del volto erano quasi spigolosi. Indossava una canotta bianca, un paio di pantaloni lunghi mimetici e degli scarponi neri. Raiser non ebbe il tempo di pronunciare una lettera che lo strano tizio riprese l’assalto riempiendo di botte il povero Raiser ancora stremato dallo scontro con Alan. Dopo una violenta serie di legnate, il tizio riformulò il quesito.
“Vuoi dirmi chi sei?!” richiese
“Te lo avrei detto anche se non mi avessi preso a legnate!” rispose il semidio
“ALLORA MUOVITI A RISPONDERE PRIMA CHE TE NE DIA ALTRE!”
“OK! CALMO!” il ragazzo fece un respiro profondo per riprendere la calma e poi riprese a parlare.
“Mi chiamo Raiser Jin, provengo dal villaggio di Fullgod, il quale è appena stato vittima di una tragedia. Una tempesta di sabbia ha distrutto l’intero territorio uccidendo praticamente tutti gli abitanti. Ti basta come risposta?”
“Hai detto Raiser Jin?! Una tempesta di sabbia?!” chiese il tizio stupito.
“Sì, ma tu chi diavolo sei?”
“Dannazione! Alan si sta lasciando andare in futili attacchi a chiunque gli capiti sotto tiro! Sapevo che prima o poi sarebbe successo! Non c’è tempo da perdere! Muoviti e seguimi!”
“VUOI DIRMI CHI CAZZO SEI?!” chiese il giovane ormai privo di pazienza
“Va bene. Mi chiamo Owen Vanbohmel. Vivo in quella casa in cima alla montagna. Ti trovi precisamente nell’eden, ovvero il luogo dove Déi e semidei si sono addestrati nel corso dei secoli. E, come potrai intuire, io … sono quello che li addestra.”
“Aspetta un momento … questo vuol dire …”
“Che sono stato io ad insegnare ad Alan Foster le basi del combattimento, esatto. E per miei doveri sono obbligato e onorato di insegnare le stesse cose anche a te. Abbiamo poco tempo. Devi sviluppare i tuoi poteri, imparare a controllarli, imparare a combattere, ma fortunatamente per quello ti sei portato avanti da solo, e, infine, devi sviluppare delle tecniche di base con i tuoi poteri che ti permetteranno di resistere al tuo primo combattimento serio.”
“Il primo?! Sono appena uscito da uno scontro con …”
“Alan Foster. Lo so. E non credere che si sia minimamente impegnato. Ora muoviti. Abbiamo da lavorare!”
“Che faremo esattamente?” chiese il giovane incuriosito.
“Per i primi due mesi una cosa sola: cercheremo di fare accrescere il tuo potere. In questo territorio, creato dall’eden apposta per addestrare te, ci sono bestie di ogni tipo. Useremo loro.” spiegò Owen
“Ho capito, da cosa iniziamo?” chiese sempre più curioso
“Hai capito male. TU inizi” rispose l’allenatore
“Che intendi?”
Owen prese Raiser per un braccio e lo lanciò nel bosco.
“Sopravvivi” detto questo, Vanbohmel scomparve.
*
“Vanbohmel! Rispondimi immediatamente!” disse una voce proveniente da chissà dove
“Oh, è lei. A cosa devo una sua chiamata?” rispose l’uomo
“Raiser è entrato nell’eden. Dico bene?”
“Ciò che dice è esatto. È nell’eden. Gli ho imposto due mesi di sopravvivenza.”
“Se dovesse morire, sappi che sarai il primo che verrò a cercare!”
“Non si preoccupi. Suo figlio ce la farà.”
“Lo spero per te.”
Detto ciò, la voce chiuse la conversazione e scomparve.
“Vedi di farcela Raiser” pensò Owen tra sé e sé “da questo allenamento dipende il tuo intero destino”
*
“Ok Raiser, sono passate solo due settimane. Ne mancano ancora sei. Puoi farcela.” Pensava tra sé il semidio cercando qualche bestia con cui combattere per accrescere il suo potere.
“Il bosco è stato tosto, ma credo che il difficile sia passato. Ora ho acquisito più riflessi e più esperienza, non dovrebbe essere così  complicato combattere qui in giro.”
D’improvviso, sentì un rumore provenire alle sue spalle. Il giovane si girò di scatto, poi sorrise.
“Perfetto, ti sei fatto vivo. Era un bel po’ che ti cercavo. A NOI DUE!”
*
“TI GIURO CHE STO DICENDO LA VERITÀ! NON SO NEMMENO CHI SIA QUESTO RAISER!” disse un tizio tremante di paura di fronte a una figura.
“Dove si sarà cacciato quel bastardo?!” disse la figura subito prima di prendere il tizio tremante e stritolarlo
“Ehi Alan! Calmati! Non è il caso di uccidere chiunque ti capiti sotto tiro solo perché non sa di chi stai parlando.” Disse una figura con tono autoritario.
“Dì un po’, vuoi essere il prossimo?!” rispose il Foster decisamente alterato.
“Sono proprio curioso di vedere come tu possa ferirmi” disse la figura rivolgendosi ad Alan
Era un ragazzo alto sul metro e settantacinque, snello, con capelli neri di media lunghezza, indossava una maglia nera sotto una camicia rossa con maniche corte, colletto e bordature bianche costantemente aperta. Sugli arti inferiori portava dei jeans e ai piedi delle scarpe da tennis blu e bianche. Sulla testa portava costantemente un cappello rosso con la zona sovrastante la visiera di colore bianco.
“Se sei così curioso, vieni qui che te lo mostro!” rispose il Foster molto alterato.
“E va bene, ma non dirmi che non ti avevo avvisato” il ragazzo si alzò dalla sedia.
I suoi occhi scarlatti iniziarono a brillare come una luna di sangue, uscì dal locale invitando il semidio a seguirlo per misurarsi con lui, il quale si incamminò quasi impaziente di combattere. Un ghigno sadico comparì sulla bocca di entrambi subito prima che ogni persona nei paraggi si dileguò cercando riparo.
*
I due mesi passarono e la sopravvivenza del giovane Raiser era terminata. Owen si addentrò nell’eden a cercare il suo nuovo allievo in modo da potergli comunicare il successivo passo dell’allenamento.
“Raiser, credevo stessi cercando qualche bestia.” Disse Vanbohmel al semidio.
“Ho già tutte quelle che mi servono. E non solo, sono anche riuscito a scoprire la base del mio potere: per potermi trasformare devo avere creato un legame con l’anima dell’animale in questione, altrimenti la trasformazione risulta impossibile. Ci ho messo un po’ a capirlo, ma dopo esserci riuscito ho collezionato anime come se non ci fosse un domani, raggiungendo nel giro di cinque settimane l’obiettivo di raccogliere le anime che mi servivano per un combattimento. Le restanti tre settimane lo ho passate a meditare e a tenermi in forma per la fase successiva del mio allenamento.” Spiegò Raiser
“Sono stupito, questo è senza dubbio uno dei risultati migliori che abbia mai registrato” disse l’allenatore “Comunque sono qui appunto per parlarti della prossima fase di allenamento.”
“Di che si tratta?”
“Semplice: combatti.” Detto ciò, Owen colpì Raiser con un calcio nello stomaco che lo spedì dritto all’interno delle acque del lago.
Il giovane ne uscì indenne e si apprestò ad assestare una serie di colpi al suo avversario, i quali vennero tutti evitati senza il benché minimo problema. Seguitamente, Owen si prestò a sferrare una ginocchiata verso Raiser, che la parò con un calcio che fece sobbalzare indietro il suo addestratore.
“Non male per soli due mesi di sopravvivenza” esclamò Vanbohmel
“E non hai ancora visto niente bello! Transform!”
Il giovane si trasformò e riprese a combattere con il suo allenatore.
“Bene, tra tutte le bestie questa era l’ultima che mi sarei aspettato. FATTI SOTTO!”
La lotta durò diverse ore, finché Raiser non fu così stanco da non riuscire più neanche a tenere una trasformazione.
“Bene, per oggi può bastare. Continueremo domani e per il prossimo mese. Ora va a dormire.”
Detto questo, l’allenatore si dileguò lasciando Raiser sulla riva del lago accanto al quale hanno combattuto.
*
Alan e il suo avversario sembravano contendersi il titolo di più forte in assoluto da quanta potenza stavano scaricando.
“Non ti basta tutto questo casino Alan?  Non ti pare ora di calmarti?” chiese il ragazzo misterioso al Foster.
“Non credere che solo perché anche tu sei un semidio allora puoi impormi le cose! Comunque non mi pare il caso di sprecare inutilmente energie. Devo conservarle per Raiser.” Rispose il semidio di sabbia.
“Finalmente l’hai capita. Posso anche andarmene. Ci si vede.”
Detto questo, il semidio si allontanò fino a diventare un puntino all’orizzonte.
“Bene … e anche stavolta lo scontro si è interrotto senza un cazzo di vincitore. Mi conviene tornare alla ricerca di quel bastardo.”
Finito di parlare, anche Alan si mise in cammino a perseguire i suoi scopi.
*
“Perfetto Raiser. E anche questo mese è passato. Il tuo allenamento è praticamente concluso. Hai un ultimo mese di allenamento. Usalo per perfezionare le tue tecniche e le tue mosse in modo da diventare forte al punto da raggiungere qualunque obiettivo tu ti ponga. Posso dichiarare il mio lavoro qui concluso. Ottimo lavoro Raiser.”
Queste furono le parole di Owen Vanbohmel verso Raiser al termine del suo percorso di allenamento.
“Grazie maestro” rispose “stia pur certo che farò tesoro di ogni suo insegnamento.”
“Molto bene Raiser. Ti lascio ancora un mese di libertà nell’eden. Hai questo posto leggendario a tua completa disposizione. Buona fortuna per il tuo futur-”
“SAND CRUSHING!”
L’attacco travolse Owen e non ne lasciò la benché minima traccia.
“OWEN!” gridò Raiser in preda al panico.
“Finalmente. Ci ho messo ben tre mesi a trovarti, ma ora non mi scappi più Raiser. Qui dentro neanche Odino potrà salvarti. Preparati alla resa dei conti. Raiser Jin contro Alan Foster. SARÀ UNO SCONTRO LEGGENDARIO!”

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Capitolo 5
*** uno scontro predestinato ***


“Bastardo. Hai ucciso Owen … non ti bastava uccidere la mia famiglia e il mio villaggio? Ora anche il mio e anche tuo maestro?! PERCHÉ?!” imprecò Raiser in preda alla rabbia.
“Se vuoi delle risposte, caro mio, dovrai estorcermele con la forza. Combatti!” provocò Alan ansioso di lottare con il semidio.
“TI ODIO!”
Pronunciate queste parole, Raiser si lanciò all’assalto del suo avversario con una furia inimmaginabile e iniziò a tartassarlo di pugni e calci come se non ci fosse un domani.
“Bravo Raiser, è così che ti voglio. Impavido. Senza paura. Ma non ci siamo ancora. Ti fai trasportare dalla rabbia. Mostrami le tue reali potenzialità!”
Detto ciò, il Foster spazzò via il ragazzo con un calcio all’addome e lo invitò a combattere concentrandosi e non trasportandosi dalla rabbia.
“Va bene Alan, avrai quello che chiedi. TRANSFORM!”
La pelle del giovane iniziò a mutare e a riempirsi di penne marroni, dalla schiena gli spuntarono due ali e il suo viso divenne bianco e gli spuntò un becco molto affilato. I suoi piedi divennero zampe con artigli pungenti. Una volta completata la trasformazione saltò in alto e spiccò il volo pronto per riprendere a combattere.
“Un’aquila reale eh? Davvero bella mossa. La loro vista è ottima anche in punti ciechi. Stupenda logica, come mi potessi aspettare diversamente da te? Ma ciò non ti basterà. SAND STORM!”
L’intera zona del lago venne pervasa da una tempesta di sabbia che rendeva la vista di chiunque al di fuori dell’utilizzatore della tecnica totalmente inutile, ma ciò non bastò a scoraggiare Raiser, che, con una discesa in picchiata, si lanciò verso il suo avversario afferrandolo per le braccia tramite le zampe e portandolo in tutt’altra zona dell’eden, precisamente nel deserto, zona della savana. Poi lo lasciò cadere e, subito prima che toccasse il terreno, si lanciò in picchiata contro il Foster in un assalto che colpì in pieno il suo obiettivo mantenendolo in aria. Raiser ripeté la stessa mossa diverse volte fino a stordire completamente il nemico.
“Bene, e ora, TRANSFORM!”
La trasformazione in aquila scomparve e la pelle del ragazzo iniziò a ricoprirsi di squame marroni, gli arti inferiori si unirono in una lunga coda. Il suo viso venne anch’esso ricoperto di squame e gli spuntarono due zanne nella bocca.
“Transform. COBRA!”
Terminata la trasformazione, il cobra si lanciò verso Alan con la bocca spalancata per morderlo e avvelenarlo, ma, sfortunatamente, il Foster si riprese dallo stordimento e reagì creando un pugno di sabbia che colpì in pieno Raiser scagliandolo al suolo.
“Davvero niente male Raiser, ma questo non ti basterà a vincere.”
“VOGLIO DELLE RISPOSTE!”
“Le avrai una volta che mi avrai sconfitto. Parola d’onore.”
Appena Alan finì di parlare, Raiser si scagliò contro di lui per attaccarlo con una serie di morsi repentini, che vennero tutti abilmente schivati. Il semidio di sabbia, dopo un po’ saltò in aria e sferrò un calcio alla testa del serpente, facendolo cadere a terra, per poi prenderlo per la coda, farlo roteare e lanciarlo in modo da correre nella stessa direzione, scivolare sotto di lui e colpirlo alla mascella con un calcio dal basso.
“Questo è il modo di combattere di un vero combattente!” provocò Alan
“Non è ancora finita!”
Dopo essersi auto incoraggiato, Raiser tornò al suo aspetto umano e riprese lo scontro con un combattimento corpo a corpo.
Iniziò bersagliando prevalentemente l’addome e il petto del nemico in modo da metterlo in posizione difensiva. Il suo piano riuscì perfettamente. Decise quindi di iniziare a colpirlo sul serio e sferrò un diretto sinistro verso la faccia del suo avversario, il quale parò il pugno senza problemi senza, però, notare che il giovane lo stava per colpire con un poderoso calcio al fianco, che andò pienamente a segno facendo volare Alan lontano dal Jin.
Il ragazzo si prestò a rincorrere il Foster per colpirlo di nuovo, ma quest’ultimo se ne accorse in tempo e reagì
“SAND PRISON!”
Alan lanciò dei fasci di sabbia che andarono a piazzarsi attorno al corpo di Raiser bloccandone ogni movimento.
“Davvero i miei più sentiti complimenti. Non mi aspettavo nulla di simile. Bravo. Ma non è ancora sufficiente. Mi sa che morirai prima di avere le tue risposte. SAND … CRUSH –“
“TRANSFORM!”
La pelle di Raiser iniziò a ricoprirsi di peli e il suo corpo si ingrandì a dismisura, la sua massa muscolare quadruplicò in un attimo e divenne abbastanza forte da spezzare la prigione che lo teneva bloccato.
“GORILLA!”
Dopo essersi liberato, si lanciò furiosamente contro il nemico e prendendolo con un braccio lo lanciò in aria, poi saltò più in alto e lo colpì con un pugno a due mani sulla schiena per farlo cadere a terra e si schiantò su di lui atterrando in piedi sulla sua schiena con tutto il peso di un gorilla adulto. Poi lo prese e lo lanciò lontano.
“SAND BULLETS!”
Alan scagliò contro il gorilla dei proiettili di sabbia che, se fossero penetrati nel suo corpo, lo avrebbero brevemente disidratato, ma questi vennero deviati da un poderoso colpo di mano del ragazzo che continuò l’assalto. I tentativi del Foster furono molti, ma vennero tutti brutalmente deviati.
“Un’ultima chance. SAND CRUSHING!”
“transform! EAGLE!”
Il ragazzo si trasformò seduta stante in aquila per spiccare il volo ed evitare il colpo. Poi scese in picchiata
“transform! LION!”
Il giovane assunse in un momento l’aspetto di un ibrido uomo-leone. Gli spuntarono una lunga criniera e una coda. Il suo corpo fu ricoperto da una folta pelliccia e i suoi arti divennero zampe dotate di una forza straordinaria.
Raiser tentò di affondare i suoi artigli nel collo di Alan, ma quest’ultimo rispose con un balzo indietro e uno scatto verso il leone che si concluse con un calcio micidiale che spedì Raiser lontano da lui.
“Ora basta. Finiamola. SAND DRAGON!”
Dalla sabbia del deserto spuntò una colonna che prese le sembianze di un drago cinese che si diresse verso Raiser.
“transform! SCORPIO!”
Il ragazzo reagì prontamente trasformandosi in scorpione e nascondendosi nella sabbia per evitare il drago, ma questo lo scovò senza il minimo problema e lo fece uscire dalla sabbia per poi colpirlo.
“Transform! CROCODILE!”
La pelle del giovane si coprì di durissime squame verdi, gli crebbe una unga e robustissima coda, il suo viso si allungò e la sua bocca si riempì di portentose zanne capaci di strappare gli arti umani senza fatica.
Anche qui la reazione del giovane fu repentina e, trasformandosi in coccodrillo, con un colpo di coda riuscì a parare il morso del drago e a guadagnare qualche secondo di salvezza che usò per tornare umano e scappare.
“È inutile che scappi, il drago ti prenderà prima o poi!” gridò Alan facendo cenno al suo avversario di arrendersi.
“Non mi arrenderò tanto facilmente Alan!”
Il ragazzo si mise a correre verso il Foster inseguito dal drago.
“Ho capito cosa vuoi fare. Spostarti all’ultimo in modo che il drago mi colpisca. Non te lo lascerò fare!”
Il semidio di sabbia non ebbe neanche il tempo di finire di parlare che il semidio animale era già davanti a lui e scivolò sotto le sue gambe per dirigere il drago contro Alan.
Il drago puntava a Raiser, posto esattamente dietro Alan, ma, un attimo prima di colpire il suo evocatore, si fermò di colpo e riprese l’inseguimento solo dopo che il Foster si spostò dalla traiettoria del drago.
“Visto? Qualsiasi cosa tenti è inutile. Arrenditi!”
“MAI! TRANSFORM! SCORPIO!”
Raiser si trasformò in scorpione ed entrò nella bocca del drago.
“Quale pazzie fa compiere la paura …” disse Alan tra sé e sé, poi si girò per andarsene, ma si vide sbucare dal pieno corpo del drago di sabbia Raiser che lo attaccò con una delle chele da scorpione.
“SEI ANCORA VIVO?! MALEDETTO! SAND CRUSHING!”
“Non stavolta!”
Il ragazzo si sdraiò a terra per evitare il colpo e poi compì uno scatto basso verso il suo avversario e lo centrò in pieno addome con il suo pungiglione.
“POISON SHOT!”
Lo scorpione sparò veleno all’interno del corpo del Foster, che cadde a terra sconfitto.
“Complimenti. Mi hai battuto” disse Alan a fatica
“EHI! Aspetta a morire! Mi devi delle risposte!”
“Giusto. Cosa vuoi sapere?”
“Perché hai fatto tutto quello che hai fatto?! I miei genitori, il villaggio, il maestro … perché mi perseguiti?!”
“Semplice. Avevo bisogno di te. Nel paradiso è in corso una rivolta. Gli déi guidati da Odino hanno intenzione di sterminare tutta la razza umana per essere sicuri di eliminare ogni singolo semidio. Questo perché temono una nostra rivolta. Sarai tu a doverla portare avanti. Ti chiedo di distruggere gli déi in nome di Zeradias l’angelo primordiale: ex capo degli déi nonché tuo padre”
“E IO DOVREI CREDERTI?! DAMMI UNA SOLA RAGIONE PER FARLO!”
“Beh. Perché Zeradias non è solo tuo padre.”
“Cosa intendi? Spiegati meglio Alan!”
“Non mi sono minimamente impegnato in questo scontro. Mi sono fatto uccidere per permetterti di crescere. Anche Owen è vivo. Il suo potere è il teletrasporto e poco prima di essere colpito è andato chissà dove per non farsi vedere da te.”
“Alan cosa intendi con non è solo mio padre?”
“Semplice. Raduna tutti i semidei sparsi per il pianeta e ribalta la gerarchia divina. Buona fortuna per la rivolta … fratellino.”
“F – fratellino?!”
Alan sorrise a suo fratello minore e chiuse gli occhi totalmente privo di vita.
“Io … non lo sapevo. Quindi …  mi hai sempre e solo protetto … Alan … io … io …”
Dagli occhi di Raiser iniziavano a scendere le prime lacrime.
“TI VENDICHERÒ! DISTRUGGERÒ ODINO E GLI ALTRI DÈI!”
*
“E così il piano di Alan per risvegliare i pieni poteri di Raiser a funzionato.”
 disse Owen tra sé e sé osservando l’esplosione di potere generata dalla rabbia di Raiser nei confronti della delusione data da un dio che aveva sempre stimato.
“Staremo a vedere come si compirà la rivolta. Buona fortuna. Raiser. Ci rivedremo quando tutto sarà finito.”

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Capitolo 6
*** Il semidio misterioso ***


Dopo l’arduo scontro con Alan, Raiser ebbe bisogno di molto tempo per riprendersi dallo shock causato dalle rivelazioni di suo fratello maggiore e dalla fatica dovuta allo scontro. Ci volle un mese di completo riposo nell’eden, ma poi ritrovò la forza di muoversi e di cercare gli altri semidéi.
Sul confine tra eden e terra, il ragazzo si trovò dirimpetto a Owen.
“OWEN! STAI BENE!” disse il giovane entusiasta di vederlo sano
“Certo, non mi è mai successo nulla. Comunque ho visto da lontano il tuo scontro con Alan e devo dire che sei migliorato parecchio dalla prima volta che ti ho visto. Complimenti.” Si congratulò Vanbohmel
“Sarò anche migliorato, ma scommetto di non essere neanche un’unghia del potere di Alan. Se non ci è riuscito lui a ribaltare la gerarchia divina, come posso farlo io?”
“Non scoraggiarti Raiser, non sarai da solo. Avrai gli altri semidéi con te e appena sapranno che Alan si è sacrificato per questo accorreranno sicuramente in tuo aiuto. Ora va e trovali tutti. Credo  in te.”
Detto ciò, Owen sparì lasciando che il giovane compisse il suo destino.
*
“L’hai fatto davvero Alan alla fine. Non pensavo saresti arrivato a tanto per raggiungere il tuo scopo. Bene, che tuo fratello raduni gli altri semidéi, sarà meno problematico  cercarli.”
“Odino, signore. La attendono in sala.”
“Certo, arrivo subito.”
*
“Da dove posso iniziare a cercare gli altri semidéi?” pensò Raiser tra sé e sé
“Ehi, tu! Sei il fratello minore di Alan Foster o sbaglio?” disse un ragazzo nascosto dall’ombra di un albero rivolgendosi al Jin
“E tu come fai a saperlo?! Chi sei?!” chiese Raiser curioso e spaventato allo stesso tempo
Il ragazzo uscì dall’ombra che lo copriva. Era un ragazzo alto sul metro e settantacinque, snello, con capelli neri di media lunghezza, indossava una maglia nera sotto una camicia rossa con maniche corte, colletto e bordature bianche costantemente aperta. Sugli arti inferiori portava dei jeans e ai piedi delle scarpe da tennis blu e bianche. Sulla testa portava costantemente un cappello rosso con la zona sovrastante la visiera di colore bianco. Si prostrò al giovane semidio come se quest’ultimo gli fosse inferiore.
“Mi chiamo Crimson Jagger, sono un vecchio conoscente di Alan. So tutto della sua natura, dei suoi poteri, della sua storia e della rivolta. Sono venuto io a cercarti per evitarti la fatica di trovarmi”
“Sei un semidio? Meno male! Uno in meno da cercare! Ma, di che si tratta il tuo potere?”
“Questo non è affar tuo, ne verrai a conoscenza al momento del  bisogno. Ti basti sapere che io e Alan eravamo soliti scontrarci al massimo della nostra potenza”
“Ok, me lo farò bastare. Tu sai per caso come trovare gli altri semidéi?”
“Meglio. So DOVE sia ogni singolo semidio, ma per convincerli dovrai pensarci tu. È a te che è stato affidato il compito.”
“Ok, grazie mille. Dove si trova il primo?”
“Seguimi. Ti ci porterò io” disse Crimson con un ghigno stampato in faccia.
*
Il  paesaggio era deserto e le colline erano verdeggianti fino all’orizzonte. Non un’abitazione osava rovinare il paesaggio maestoso che madre natura aveva creato.
“Bene. Siamo arrivati” disse il “semidio guida” al giovane ragazzo.
“Mi stai prendendo in giro?! Qui non c’è nessuno!” rispose adirato
“Ti stai sbagliando. Hai un semidio proprio davanti ai tuoi occhi”
“TU?! Mi hai fatto fare tutto questo viaggio per affrontarti?! Non potevamo farlo nell’eden?!”
“No, qui c’è più tranquillità e libertà di combattimento. Dai il meglio di te e colpiscimi. Se ci riesci”
Neanche il tempo di finire la frase, che Crimson si ritrovò davanti un Raiser pronto a sferrargli un pugno con tutta la sua forza, ma, con una velocità che dava dell’incredibile, il ragazzo misterioso parò il pugno sferratogli utilizzando il suo solo dito indice destro.
“COME HAI FATTO A PARARLO SOLO CON UN DITO?!” gridò incredulo il semidio animale
“Ci vuole ben altro per cogliermi di sorpresa. Impegnati se vuoi che mi unisca a te”
Raiser non se lo fece ripetere due volte e iniziò a tartassarlo di colpi provenienti da ogni direzione, ma che vennero, però, parati sempre col solito indice destro.
“Ora basta. Mi sono stancato. TRANSFORM! GORILLA!”
Trasformatosi in gorilla iniziò a  usare una forza inaudita per provare a colpirlo in ogni punto possibile, ma neanche questo bastò a superare quell’indice.
“TRANSFORM! EAGLE!” Il giovane divenne aquila per provare con degli assalti ripetuti, che vennero sempre parati o deviati da quel dito che sembrava più  duro del diamante. Stanco di tutti i tentativi, Raiser tornò umano e iniziò ad ansimare dalla fatica.
“Sei già stanco Jin? Continuando così renderai il sacrificio di tuo fratello completamente inutile! Sono sicuro che ora si sta rivoltando su se stesso per aver deciso di affidare tale compito a te!” lo provocò Jagger.
“Non ti azzardare a parlare così di mio fratello!”
“Bene, fino a qualche giorno fa lo odiavi con tutto te stesso e ora nessuno può sfiorarlo? Se continuassi cosa mi faresti?”
“Te la farei pagare con tutte le mie forze!”
“Bene, non aspetto altro! Fatti sotto prima che tuo fratello vomiti!”
“SMETTILA! TI DISTRUGGO!”
 il ragazzo animale si alzò all’improvviso scatenando un’onda di potere spaventosa. I suoi occhi sembrarono trasformarsi in tre anelli che si incrociavano: il primo in verticale e gli altri due in maniera obliqua uno opposto all’altro. Crimson rimase stranito nel vedere quegli occhi. Raiser si scagliò contro il suo avversario con tutta la potenza ricavata da quello scatto e, con una velocità che rasentava l’inverosimile, si ritrovò di fronte al Jagger con un pugno puntato verso il suo volto. Poco prima di venire colpito, il semidio misterioso si girò di lato e porse il palmo destro verso il pugno di Raiser e lo parò con quella mano. L’impatto fu devastante e l’urto si sentì a distanza di chilometri e chilometri. Subito dopo, gli occhi del ragazzo tornarono normali e questo si accasciò a terra completamente privo di forze. Riaprì gli occhi giusto in tempo per vedere il suo avversario in piedi di fronte a lui sogghignante e poi svenne privo di forze.
*
“Cosa? Dove sono? Che posto è questo?” disse Raiser dopo aver riaperto gli occhi ancora confuso dallo svenimento. Si ritrovò in un letto la stanza che lo circondava era interamente di legno, con armadi, scrivania e mobili  dello stesso materiale. Una tipica casetta di montagna.
“Vedo che ti sei svegliato. Sono due giorni che sei svenuto. Avrai fame. Se scendi al piano di sotto ti troverai un pasto caldo” disse Crimson rivolgendosi al ragazzo.
“Crimson? Cosa è successo? L’ultima cosa che ricordo sei tu che parlavi male di mio fratello e poi io che in qualche modo cercavo di colpirti. Poi cosa è successo?”
“Semplice, mi hai sferrato un pugno talmente potente che per pararlo ho dovuto usare l’intera mano. E fidati che quello è solo una piccola parte del potere che hai scatenato involontariamente. Ti allenerò per fartelo controllare, ma non illuderti in un mio atto di bontà, lo faccio solo perché me l’ha chiesto tuo fratello. Il mio allenamento sarà duro allo sfinimento, finché non controllerai il potere, vedi di non svenire più per non perdere tempo. Appena avrò finito con te, andrai a cercare gli altri semidei e li porterai con te. Poi ci rincontreremo”
“Avevi detto che mi avresti aiutato  a cercarli!”
“Infatti. Ti dirò i luoghi in cui sono. Il resto spetta a te. Ora mangia e preparati per essere devastato dall’allenamento”
Raiser non se lo fece dire due volte e si recò in sala da pranzo e gustò lo spezzatino che era sul tavolo. Poi uscì. Non fece in tempo a mettere la faccia fuori dalla porta che subito si ritrovò il piede di Crimson sulla sua faccia e poi si trovò scaraventato decine di metri lontano dalla casa.
“Mai abbassare la guardia” gli disse il semidio misterioso subito prima di ritrovarsi il pugno di un gorilla davanti al naso, che parò  con il solito indice. “Mai, appunto. Ora non siamo qui per combattere, ma per farti controllare il tuo potere represso. Quindi siediti qui.”
“E va bene, cosa devo fare?” chiese il giovane dopo essersi seduto
Crimson non rispose. Si limitò a piazzare al Jin una fascia sugli occhi, poi si allontanò.
“Ehi Crimson! Cosa devo fare?!” chiese Raiser impaziente di allenarsi
“Semplice. In piedi” Rispose Jagger avvicinandosi
“Fatto, e ora?”
“Non toccare la benda e … SCHIVA!”
Crimson iniziò a sferrare colpi improvvisi da ogni direzione e il giovane non fu in grado di schivarne neanche uno e si ritrovò presto pieno di lividi.
“CHE ALLENAMENTO SAREBBE QUESTO?!” gridò Raiser facendo cenno a trasformarsi, ma Crimson lo bloccò sul nascere con un colpo che lo sbatté contro una collina vicina.
“Amplia la mente. Non vedere solo con gli occhi. E osa trasformarti che ti ridurrò così male che neanche l’esame del DNA potrà stabilire chi sei” il tono terrificante del semidio misterioso ci  mise poco a rimettere in riga il ragazzo.
“Bene, chiedo scusa, comunque credo di aver capito come funzioni”
“SCHIVA!” neanche il tempo di finire di parlare che si ritrovò di nuovo contro la collina che ormai sembrava essere paragonabile a un groviera.
Questo allenamento continuò per svariati giorni. Finché il Jagger decise di passare a qualcosa di più serio.
“Bene Raiser. Ora passiamo alle cose serie. Mettiti la benda e combatti con me.”
“Cosa?! Sei impazzito spero!” gridò il ragazzo sconvolto dalla richiesta del suo allenatore, neanche vedendo riusciva a sfiorarlo, come poteva pretendere che combattesse con una benda sugli occhi?
“Osi contestare?” il semidio misterioso lo linciò con uno sguardo di ghiaccio
“Ehm, no, cosa vai a pensare? Iniziamo pure” disse Raiser terrorizzato dal suo avversario, poi  si mise la benda sugli occhi e i due diedero inizio allo scontro.
*
“Perfetto, ora hai un discreto controllo sul tuo potere nascosto. Andando avanti ne scoprirai le vere potenzialità. Ci sono due semidéi che devi radunare prima di tornare a cercarmi. Sono Jerard Chaos, che si trova nelle montagne della disgrazia a sud, e Mike Starling, che si trova nella valle del tramonto a ovest. Va, compi il tuo dovere e poi torna a  cercarmi.” Disse Crimson al giovane Jin una volta terminato il mese di allenamento.
“Grazie di tutto, giuro che farò del mio meglio per radunare gli altri due semidéi il prima possibile. Ci vediamo” ringraziò vivamente Raiser
“Muoviti. Non hai tempo da perdere, poi io odio i convenevoli. Ci vediamo quando sarai più forte, non deludere le aspettative che tuo fratello mi ha messo in testa.”
Queste furono le ultime parole di Crimson Jagger, il semidio misterioso, prima di allontanarsi fino a dissolversi all’orizzonte lasciando che il giovane Raiser Jin intraprendesse il cammino verso il suo destino.

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Capitolo 7
*** le montagne della disgrazia ***


Raiser si dirigeva spedito verso sud per raggiungere le montagne della disgrazia e convincere Jerard Chaos a partecipare alla rivolta che Alan voleva iniziare da parecchi anni. Ora che aveva un discreto controllo sul suo potere nascosto, sentiva di potercela fare.
Dopo parecchi giorni di viaggio, finalmente arrivò di fronte al paesaggio delle montagne della disgrazia, un nome veramente appropriato per il luogo. Erano tre montagne vicine, tutte alte 5,4 Km, ripide e frananti, sulla cima non una punta di neve su ognuna delle montagne, solo una nube tempestosa che sovrastava i tre picchi, veniva paura solo ad osservarle da lontano. Si diceva che solo una persona le avesse scalate tutte e tre uscendone illeso e Raiser suppose che si trattasse proprio di colui che stava cercando, quindi, si incamminò alla ricerca disperata di una persona in mezzo alla distruzione e alla disgrazia.
Dopo solo un’ora di cammino ai piedi delle montagne, il giovane aveva già rischiato la vita cinque volte a causa di bestie feroci, frane e fulmini, con tutti quei disastri il Jin si chiedeva come potessero ancora essere in piedi quelle montagne.
Ci vollero cinque ore prima di arrivare esattamente nel punto in cui le tre valli tra le montagne si incontrano, un punto quasi mitologico chiamato “il centro del mondo” perché nessuno eccetto la misteriosa persona fu mai riuscito a raggiungerlo e perché si pensava che da quel punto si potesse scatenare uno scisma mondiale capace di distruggere  l’intero pianeta.
Sorprendentemente, il ragazzo trovò una persona in piedi al centro del mondo, era un ragazzo sulla ventina, alto sul metro e settantatre con dei lunghi capelli arruffati che gli arrivavano a metà schiena, indossava una maglia a maniche corte e strappate blu e dei jeans lunghi di un blu talmente scuro da sembrare nero. Ai piedi delle semplici scarpe da tennis nere.
“Chi sei? E perché sei al centro del mondo?” chiese il ragazzo misterioso con fare altezzoso.
“Mi chiamo Raiser Jin, sono qui solo perché sto cercando Jerard Chaos.?” Rispose
“Mi hai trovato. Di cosa avresti bisogno? Sentiamo.” Il tono altezzoso di Jerard non cambiò di una virgola.
“Beh, sto radunando tutti i semidéi per una rivolta contro la gerarchia divina. Mi è stato detto da mio fratello Alan che Odino è andato a capo degli déi al posto di mio padre Zeradias solo per sterminare umani e semidéi e riformare il mondo secondo le sue leggi.”
“Alan?! Parli di Alan Foster?! E tu saresti QUEL Raiser?! Figlio di Zeradias e fratello di Alan?!”
“Tutto esatto. Mio fratello si è sacrificato per permettermi di portare a termine il suo sogno di rivolta”
“Alan è morto?! E Crimson non ha fatto nulla a chi lo ha ammazzato?!”
“Veramente Alan si è fatto uccidere da me per farmi risvegliare i poteri assopiti, e Crimson mi ha aiutato ad avere un discreto controllo su di essi. Ora però prima di reclutare Crimson per la rivolta dovrò radunare te e Mike Starling”
“Non ho intenzione di unirmi a tale follia. Se mi vuoi con te, dovrai sconfiggermi a combattimento!”
“Mi aspettavo una risposta del genere. Iniziamo!”
Jerard non aspettò neanche che il suo avversario si mettesse in guardia e sferrò subito il primo pugno, che venne però parato dalla mano destra di Raiser, che però non vide la ginocchiata che gli arrivò dritta in pancia, che fu seguita da un poderoso calcio che sbatté il ragazzo contro una delle tre montagne.
Questo non fece abbattere il Jin che si rialzò immediatamente e corse  verso il suo avversario con il quale ingaggiò un corpo a corpo degno di nota.
Raiser cominciò a tartassarlo di colpi ininterrottamente per metterlo sulla difensiva, ma Jerard sembrava riuscire a schivare senza il minimo sforzo ogni suo colpo. Lo scontro andò avanti così per un po’, finché il Chaos non si stancò di schivare e, dopo aver evitato un diretto, sferrò un calcio al costato di Raiser che, nonostante il colpo, si rialzò più determinato di prima, aveva subito botte peggiori nell’allenamento con Crimson.
“Ok, è ora di chiudere i giochi. Col mio potere ti finirò in tre minuti neanche. Climat. DROUGHT!”
Sulle montagne della disgrazia calò un sole fortissimo e incessante. Jerard aveva il potere di modificare le condizioni meteorologiche a suo piacimento entro un determinato raggio di azione.
“E credi che questo sole mi spaventi? Il deserto ha temperature ben peggiori! Transform! CROCODILE!”
In un secondo, Raiser si trasformò in coccodrillo, proprio come aveva fatto nello scontro con suo fratello, e scattò ad attaccare come se non ci fosse un domani utilizzando sia gli arti, sia le possenti mascelle caratteristiche del coccodrillo. In quella situazione, il nemico si trovò un po’ spiazzato e, ad un certo punto, non riuscì più a schivare i colpi. Si prese in successione un pugno in pancia, un calcio al fianco destro e un poderoso colpo di coda al fianco sinistro che lo sbatté contro la montagna vicina, che franò in direzione del semidio caotico, ma, proprio quando la frana stava per colpire l’avversario di Raiser, un fulmine sgretolò le macerie, salvando Jerard da un colpo fatale.
“Quando si dice un fulmine a ciel sereno. Credevi bastasse questo a battermi? Ora faccio sul serio. TORRENTIAL RAINFALL!”
un diluvio degno del giorno del giudizio calò sul campo di battaglia.
“Devi sapere, caro Raiser Jin, che a seconda delle condizioni meteo, le mie abilità cambiano. Per esempio, sotto forti piogge …” in un lampo Jerard sembrò scomparire e riapparire con un pugno conficcato nella pancia del semidio animale che fu scaraventato lontano, ma riuscì a restare in piedi grazie alla dura scorza del coccodrillo
“… la mia velocità aumenta all’inverosimile!” concluse Jerard con un ghigno malefico stampato in volto.
“Non importa quanto tu sia veloce o forte, troverò il modo per batterti!” si incoraggiò Raiser
“LO VEDREMO! SGORBIO!”
Dopo essersi dato la carica, Jerard partì all’assalto con dei colpi rapidissimi provenienti da ogni direzione. Inizialmente, il ragazzo subì passivamente, ma poi si ricordò dell’allenamento con Crimson e reagì.
Con la coda gli afferrò un pugno diretto alla sua schiena e poi lo lanciò contro una montagna. Quindi, corse verso il suo avversario e fece cenno di colpirlo con un pugno, ma poco prima di colpirlo, fece una mossa inaspettata.
“TRANSFORM! GORILLA!”
Il Jin passò da coccodrillo a gorilla in un istante e fece per colpire il Chaos con una forza stratosferica, ma quest’ultimo reagì anch’egli inaspettatamente
“CLIMAT! TORNADO!”
La pioggia torrenziale cessò. Un vento violentissimo pervase la zona di battaglia e il possente gorilla ne fu trascinato dalla corrente aerea liberando il nemico dalla morsa in cui era caduto. Quest’ultimo, poi, saltò in mezzo al tornado per colpire il suo avversario, che non voleva ad ogni costo essere preso.
“TRANSFORM! EAGLE!”
Trasformatosi in aquila, sfruttò la corrente a suo vantaggio per prendere velocità e colpire il semidio caotico con un assalto diretto allo stomaco. Questi venne catapultato fuori dalla corrente e, Raiser non seppe spiegarsi come, rimase in piedi.
“CLIMAT, THUNDERSTORM!”
Una tempesta di fulmini minacciò l’aquila. In quella situazione, per Raiser era morte certa. Decise quindi di atterrare in fretta e tornare umano, ma non appena toccò terra, si ritrovò un pugno diretto verso la sua faccia. Reagì repentinamente trasformandosi in gorilla e parando il colpo con le possenti braccia dell’animale. Poi lanciò il suo avversario in aria e saltò a sua volta sopra questi per colpirlo con un pugno a due mani sulla schiena.
Jerard fu colpito in pieno da quella furia infermabile e, appena si schiantò a terra, vide che il gorilla stava per schiantarsi su di lui con tutto il suo peso, quindi si spostò per evitarlo.
“CLIMAT DARK NIGHT!
Il paesaggio si oscurò completamente sprofondando nel buio più assoluto della notte. Raiser, spiazzato, tornò umano.
“Bene, ora vediamo chi la spunta!” disse Jerard girando continuamente attorno al suo avversario per non fargli capire la sua posizione esatta.
Poi, rimanendo nel buio, il semidio caotico scatenò nuovamente la pioggia per aumentare la sua velocità e disturbare l’udito di Raiser in modo che fosse pressoché impossibile capire dove fosse.
“E ora quale animale userai per salvarti la vita?! VEDIAMO!” lo provocò Jerard
Raiser non rispose, si limitò a concentrarsi su dove potesse essere il suo avversario. 1, 2 e 3. Jerard si lanciò all’assalto puntando al viso del Jin arrivando dal lato sinistro. Il colpo era pressoché perfetto, ma Raiser se ne accorse e afferrò di scatto il braccio del Chaos saltandogli sulla schiena e atterrandolo.
“COME CAZZO HAI FATTO?!” chiese il semidio caotico strabiliato e terrorizzato allo stesso tempo. In quel momento, Raiser si ricordò delle parole di Crimson durante l’allenamento.
“Raiser, il potere nascosto che caratterizza la tua famiglia è la volontà. Ogni membro della tua famiglia ha una volontà particolare che si sviluppa in modo diverso a seconda dei poteri del possessore. Controllala e potrai fare qualsiasi cosa.”
“Semplice caro mio Jerard. ETHERIOUS WILL!”
Un’esplosione di potere spazzò ogni cambiamento climatico facendo tornare il sole. Riaperti gli occhi, il Chaos vide gli occhi di Raiser completamente cambiati, erano i tre anelli incrociati che gli erano comparsi nello scontro con Crimson.
“C – cosa sono quegli occhi?! Perche il meteo è tornato normale?! Come hai fatto a parare il colpo?!”
“Questo è il potere latente della mia famiglia. La volontà. Ancora non si è sviluppata per bene nel mio corpo, ma credo che per ora basterà a sconfiggerti.”
“No, non puoi spazzare il mio meteo in questo modo senza muovere un dito!”
“Evidentemente mi sottovaluti. Ti farò cambiare idea.”
In una frazione di secondo, Raiser colpì Jerard con un pugno rapidissimo al petto, scagliandolo contro la montagna alle sue spalle, poi scattò davanti a lui e lo colpì con un calcio al fianco scagliandolo verso un’altra montagna, ma, prima che si schiantasse, si spostò dietro di lui e, con un calcio lo lanciò in aria, poi saltò e, con un altro calcio, lo scaraventò a terra, per poi precipitarsi in picchiata con un pugno che, al suo impatto, scatenò un urto violentissimo.
“EH?! Sono ancora vivo?! Com’è possibile?!” si chiese Jerard. Dopo aver riaperto gli occhi, vide Raiser sopra di lui col pugno conficcato nel terreno accanto alla sua faccia. I suoi occhi non erano per niente cambiati e, con uno sguardo di ghiaccio, gli disse: “Ti ho convinto ora?”
“Sì, mi hai battuto. Sono stato sciocco a farmi cogliere di sorpresa. Ti seguirò per la tua stupida rivolta”
Raiser diede un altro pugno al terreno in segno di collera e Jerard si spaventò a morte.
“Non osare mai più chiamarla stupida rivolta. Mio fratello ha dato la vita per questo e nessuno si deve permettere di offendere una cosa così importante. Sono stato chiaro?” disse con un tono calmo e terrificante
“Cristallino! Non lo farò più. Giuro!”
“Bene, ora seguimi. Ci dirigiamo a nord.”
“Mike si trova lì?”
“No, devo fare una cosa importante, poi andremo da Mike.”
“OK! Arrivo!”
I due semidéi si incamminarono verso nord per il misterioso scopo di Raiser con un solo pensiero, fare questa cosa e reclutare Mike Starling il prima possibile per dare inizio a questa rivolta
“ASPETTA RAISER!” urlò Jerard
“Cosa vuoi? Non ho tempo da perdere”
“Prima di andare a Nord, c’è una cosa importante che devi vedere.”
“Di che si tratta?” rispose Raiser curioso.
“Seguimi. Ti mostrerò … il segreto delle montagne della disgrazia!”

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Capitolo 8
*** un crudo passato ***


“Di che si tratta?” chiese Raiser molto curioso dopo aver disattivato l’etherious will
“Questo posto non è sempre stato così minaccioso, c’è un segreto dietro a tutto questo e, se vuoi affrontare gli déi, è giusto che tu ne sia a conoscenza.”
“Ok, basta che sia una cosa veloce.”
“Certo, seguimi.”
Jerard portò il Jin dentro a una caverna ai piedi della montagna più a sud, l’interno era illuminato da candele e c’era una specie di percorso guidato da seguire per giungere a quello che il Chaos diceva essere il segreto della montagna.
Dopo 20 minuti di cammino all’interno della caverna, i due semidéi raggiunsero una porta enorme, fatta di legno. Jerard la aprì e mostrò al semidio animale cosa si celava dietro a quella porta misteriosa. Gli occhi del Jin si spalancarono davanti a ciò che vide: una stanza immensa di pietra, adornata con oggetti d’oro massiccio in qualsiasi direzione si guardasse e, al centro della stanza, una stele immensa piena di scritte a caratteri incomprensibili.
“Cosa sono quelle scritte?” chiese Raiser incapace di battere ciglio davanti a tale magnificenza
“Semplice. È la “Stele del Ricordo” contiene la vera storia delle montagne della disgrazia scritta nella lingua che parlavano gli abitanti di queste montagne prima  di quel giorno.”
“Quale giorno?”
“lo capirai da solo. La stele è fatta di diarite: una pietra particolare e molto rara, ormai introvabile, che è in grado di assimilare in sé i ricordi di un posto in cui è conficcata nel terreno e riportarli sulla sua superficie sotto forma di storia scritta nella lingua del posto. Un piccolo frammento di questa pietra ormai vale milioni. Semplicemente toccandola e svuotando la mente ti verranno trasmessi tutti i ricordi di questo antico paese una volta conosciuto come “Le montagne della virtù”.”
Raiser si avvicinò cautamente e, con delicatezza, chiuse gli occhi, svuotò la mente e appoggiò una mano sulla stele. Il giovane si sentì subito pervaso da una strana sensazione e cominciò a vedere sempre più nitidamente i ricordi di un paese ormai estinto.
*
Il sole splendeva radioso sulle tre montagne della virtù, erano tre montagne vicine tra loro, perfette sia nella forma senza una zona pericolosa, sia nella somiglianza. Erano tre gocce d’acqua con tre splendidi ghiacciai in vetta. Era così spettacolare come posto che era considerato una meraviglia mondiale.
Tra ogni coppia di montagne giaceva una valle in cui stanziava un villaggio. Le valli erano la “valle della saggezza” rivolta a sud-ovest, la “valle della meditazione” rivolta a sud-est e la “valle dei ricordi, rivolta a nord.
Tra le strade del villaggio della valle dei ricordi, correva piangendo, 15 anni orsono, un ragazzino di 5 anni con dei capelli lunghi fino al collo una maglietta bianca, dei jeans corti azzurri e delle scarpe grigio chiaro.
“PAPINO!” gridò il ragazzino in lacrime alla disperata ricerca del padre
“Ehi piccolo! Che hai da piangere?” gli disse il padre sorridendo e prendendolo in braccio. Era un uomo sulla quarantina, alto sul metro e sessantotto, con dei capelli corti che ormai iniziavano a ingrigirsi. Indossava una camicia bianca tinta unita accompagnata a dei pantaloni  grigio scuro e delle eleganti scarpe marroni.
“Non ti trovavo più! Credevo di averti perso!” gridò ancora in lacrime il piccolo
“Ehi Jerard, non preoccuparti. Sono qui. Però adesso smetti di piangere e non togliermi gli occhi di dosso. Qui al mercato è facile perdersi di vista. Ok?” disse l’uomo a suo figlio.
“Ok papi!” gli rispose il ragazzino ritrovando in un attimo il sorriso.
“Arioh! Vecchia canaglia! Da quanto tempo!” gridò un uomo rivolgendosi al padre di Jerard. Era vestito in giacca e cravatta, alto sul metro e settantadue, capelli corti e ormai per metà grigi dati i 44 anni suonati.
“Ma tu guarda che sorpresa! Jeremy Isaiah! Saranno 10 anni che non ci vediamo in giro! Che fine avevi fatto?” rispose Arioh abbracciando il suo vecchio amico.
“Sono stato trasferito alla valle della saggezza per lavoro nell’ultimo decennio, e ho perso i contatti con tutti purtroppo. Ma tu guarda! Ti sei fatto una bella famiglia!”
“Già, questo è mio figlio, dai su piccolo. Presentati”
“Mi chiamo Jerard, ho cinque anni e gradirei un piatto di cibo visto che ho tanta fame” disse il piccolo sbuffante
“Ahahahaha davvero simpatico il piccolino. Perché non ne approfittiamo per mangiare qualcosa e parlare un attimo? Ne saranno successe in 10 anni!” chiese amichevolmente Jeremy
“Mi pare un’ottima idea, qualche anno fa hanno fatto un ristorante dove fanno degli ottimi hamburger di pesce” propose Arioh
“Sì! Pesce burger!” gridò il piccolo Jerard correndo in direzione del ristorante “Muovetevi lumaconi!”
I tre si gustarono un delizioso pasto e poi andarono tutti a casa di Arioh per prendersi un buon caffè e fare due chiacchiere marito, moglie e vecchio amico di lui.
“Dimmi Janine, che scuola hai frequentato? Mi pare di averti vista da qualche parte” chiese Jeremy alla moglie di Arioh. Una donna bellissima alta circa un metro e sessanta con dei lineamenti perfetti e dei lunghi capelli castani perfettamente lisci, un fisico invidiato dalla maggior parte delle donne della valle. Indossava un abito blu scuro e delle scarpe col tacco nere. Teneva fra i capelli una forcina nera che fermava una ciocca ribelle che le si piazzava sempre davanti al naso. Quella forcina era un regalo di suo marito di quando si sono conosciuti e, da allora, non poteva vivere senza.
“Ho frequentato la statale a fondo valle. Comunque anche tu hai un viso piuttosto familiare” rispose la donna
“Davvero? Ecco dove ti ho vista! Abbiamo fatto la stessa scuola!”
“Sul serio? Che corso frequentavi?”
“Facevo ingegneria meccanica al secondo piano. Tu?”
“Ma dai! Era la classe accanto alla mia! Facevo psicologia! Ahahahaha!”
“E andavi in giro sempre con quella altezzosa di Rossella vero? Ahahahaha”
“Proprio vero! Era molto altezzosa, ma anche una buona amica. Tu invece giravi con quell’imbranato di Jerry McTwist. Ho ragione?”
“Proprio vero, un imbranato ahahahaha! Però era simpaticissimo e di ottima compagnia, non potevi annoiarti con lui nelle vicinanze”
La chiacchierata sui ricordi scolastici si prolungò fino a tarda sera, finché Janine non andò a mettere il piccolo Jerard a dormire.
“Senti Arioh, scusa se sono indiscreto, ma quando ti sei sposato con Janine, era già madre?”
“Non preoccuparti, non è un segreto. Comunque sì, l’ho conosciuta quando Jerard aveva un anno e ci siamo sposati l’anno dopo, ma perché me lo chiedi così tutto d’un tratto?”
“Beh, semplicemente perché ha gli occhi di tua moglie, ma da te sembra non aver preso nulla”
“Ahahahaha capisco. No il padre scappò subito appena seppe che lei era incinta. Un mostro”
“Puoi dirlo, le persone che fanno così mi fanno arrabbiare talmente tanto che le prenderei a calci”
“Ehi uomini! Di che parlate?” chiese Janine con un sorriso smagliante
“Di uomini che si comportano male” rispose Jeremy rispondendo al sorriso e reggendo il suo calice di vino
“Arioh, perché non mi hai avvisato di un improvviso discorso sulla tua gioventù?”
I due uomini scoppiarono a ridere e si misero a parlare dei bei tempi passati insieme da giovani ormai persi nei meandri del passato.
“Oh, guarda. Si è fatta una certa. Meglio che torni a casa. Domani mi godo un giorno di completo relax e poi
mi tocca tornare nella valle della saggezza per lavoro. Spero tanto mi ritrasferiscano qui, l’ambiente è molto più allegro” disse Jeremy per chiudere la conversazione
“Beh, meglio della valle dei Ricordi non ce n’é. Inutile provarci. Dai ti saluto vecchiaccio. Buona notte e goditi la piccola vacanza.” Si congedò Arioh contento di aver rivisto un vecchio amico
“Senz’altro cucciolo di uomo ahahahaha. Buona notte anche a te Janine!” salutò Jeremy e, dopo che la donna ricambiò il saluto, si diresse verso casa sua.
*
“Janine, tesoro, hai bruciato qualcosa in cucina?” chiese Arioh alla moglie appena sveglio
“No, credevo che stessi accendendo il camino” rispose
“Mami! Papi! C’è puzza!”  gridò il piccolo Jerard
“JANINE! GUARDA FUORI! LA VALLE VA A FUOCO!”
“COSA?!” la donna guardò fuori e vide un uomo incappucciato che si mise a dar fuoco a tutto ciò che gli capitasse a tiro invocando di trovare suo figlio
Arioh decise di scendere per fermare quel tipo prima che sua moglie, Jerard e la sua casa venissero travolti dalle fiamme
“EHI TU! Chi cazzo ti credi di essere per venire qui e bruciare tutto?!” imprecò  il padre
“Taci. Sgorbio.”
Il tizio misterioso colpì Arioh con uno scatto di dito e lo fece sbattere contro il muro della casa.
“ARIOH! TESORO!” Janine uscì preoccupatissima per la salute del marito
“Sto bene, ma questo qui sembra avere una forza del tutto sovraumana”
“Janine. Finalmente ti ho trovata. Dov’è Jerard?” chiese il tizio misterioso
“Lo conosci amore?” chiese spaventato Arioh
“Non ci posso credere. Lui è … il vero padre di Jerard. Il dio Rioma”
“COSA?! JERARD E IL FIGLIO DEL DIO RIOMA?!”
Rioma batté le mani e creò un’onda sonora così potente da distruggere l’intero villaggio nella valle dei ricordi, lasciando vive solo tre persone: Janine, Arioh e Jerard
“Sono venuto per mio figlio.” Disse
“E c’è bisogno di distruggere tutto il villaggio?!” disse la donna adirata
“Vi è andata male che prima io sia passato dagli altri due”
Marito e moglie si girarono verso le altre due valli e le videro entrambe in malora e le montagne intorno a loro erano semplicemente devastate, tutte frananti, ripide e pericolose
“C’è stato un uomo che abbia provato a fermare la mia ricerca e la sua fine credo sia piuttosto ovvia. Mi pare si chiamasse Jeremy”
“HAI UCCISO JEREMY! BASTARDO!” Arioh si arrabbiò talmente tanto da assalire il dio, che, però, con un affondo fatto con l’indice destro, sfondò il cranio del giovane marito, uccidendolo”
“RIOMA FERMATI! NON ERA NECESSARIO UCCIDERLO!” disse la povera donna in lacrime con in braccio il figlio sconvolto da ciò che aveva appena visto e scoperto
“Consegnami Jerard”
“MAI!”
Il dio spazzò la mano creando una folata di vento che distrusse le case rimaste in piedi dietro la donna e fece cadere quest’ultima sulle macerie
“Lascia stare il piccolo Jerard!”
“Non dirmi cosa fare, mortale”
Detto questo, Rioma sputò verso Janine, ma lo sputo divenne presto un proiettile che le trapassò il cuore, togliendole la vita.
“Jerard”
Disse il dio fissando il piccolo in lacrime
“Ti do una sola chance, ti risparmierò la vita. Cresci e diventa forte, quando sarai abbastanza forte, mi farò rivedere. Addio”
Il piccolo straziò dal dolore provocato dalla perdita dei genitori. Al suo grido si scatenò un temporale degno del nome di diluvio universale, con annessa tempesta di fulmini. La terra tremò e dal suolo uscirono dei geyser.
Rioma osservò il figlio, compiaciuto del lavoro svolto e poi si allontanò scomparendo all’orizzonte.
Questi ricomparve sorvolando le ormai devastate montagne della virtù e decise di pronunciare delle parole verso tutti i cittadini del mondo
“Cittadini del mondo! Esseri mortali! È il dio Rioma che vi parla! Da questo preciso istante, le montagne della virtù cambieranno nome; si chiameranno: montagne della disgrazia! Fareste meglio a starne lontani per la vostra incolumità!”
Pronunciatosi al mondo, il dio scomparve.
*
Il semidio animale riaprì gli occhi e trovò Jerard seduto su una pietra qualche metro più lontano da lui. Gli si avvicinò e pose una mano sulla sua spalla.
“Mi dispiace per quello che è successo al tuo villaggio e ai tuoi genitori. Ora so che hai sempre avuto un motivo per partecipare a questa rivolta. Ora andiamo, ci aspetta un viaggio verso le terre del sole a nord”
“Posso sapere cosa devi fare lì?”
“Devo dolo incontrare una persona. Andiamo”
“Sì, arrivo”
I due semidéi uscirono dalle montagne e si diressero verso nord per raggiungere le terre del sole.

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Capitolo 9
*** rivelazioni di un passato mai vissuto ***


I due semidéi  si dirigevano spediti verso nord per raggiungere le terre del sole e incontrare questa misteriosa persona con cui Raiser doveva urgentemente parlare
“Proprio non vuoi dirmi nulla di quello che dobbiamo fare a nord?” chiese Jerard abbastanza curioso
“Scoprirai tutto a tempo debito. Non si tratta di una cosa che si può sbandierare ai quattro venti” rispose seccamente Raiser
“Che palle aspettare” disse Jerard, il quale, poi, voltandosi, vide qualcosa di strano
“Chi sono quelli?” chiese
“Non ne ho idea, ma ci conviene stare attenti. Girano voci sul fatto che al confine con le terre del sole girino molti gruppi di banditi. Voglio evitare uno scontro con dei mortali” rispose il semidio animale
“Ehi! Voi due! Chi siete?!” gridò un uomo in direzione dei due semidéi.
Era un uomo alto sul metro e settanta, robusto e corpulento. Aveva dei capelli corti castani e indossava normalissimi jeans accompagnati da un giubbotto di pelle e da degli stivali da motociclista entrambi neri.
“Siamo due turisti in visita alle terre del sole. Un mio amico ci attende, se permettete, ora andiamo” disse Raiser  incamminandosi per evitare lo scontro
“Eh no! Voi credete di poter passare del territorio di Adrian Loss, che sarei io, e passarla liscia?!”
Finita la frase, Adrian schioccò le dita e pressoché dal nulla sbucarono dieci uomini vestiti come fossero ninja in tuta nera
“Ninja, ALL’ATTACCO!”
I dieci ninja si diressero subito verso le due semidivinità, i quali non ci misero molto a reagire parando i primi colpi.
Jerard si trovò subito con cinque uomini addosso e iniziava a far fatica senza la possibilità di usare i poteri per evitare di ferire dei civili, mentre Raiser riuscì a non trovarsi nella stessa situazione del suo compare.
Il semidio caotico ebbe un colpo di genio per liberarsi della presa in cui era finito, si abbassò e si mise a girare su sé stesso  con una gamba tesa per fare lo sgambetto a tutti e uscire dalla mischia. Intanto, uno degli altri cinque ninja si diresse verso il semidio animale puntandogli addosso un coltello, ma questi gli bloccò il braccio armato e lo allontanò da sé con un calcio al ventre.
Lo scontro tra i due semidéi e i dieci ninja durò un buon quarto d’ora e i nemici parevano instancabili, nonostante le botte prese.
“Ancora non vi arrendete alla potenza dei miei guerrieri?!” gridò Adrian
“Ancora non hai capito che siamo ben più forti di loro?!” replicò il semidio caotico
“Inutile, perirete qui davanti ai miei occhi! Uomini, fuori l’artiglieria pesante!”
All’ordine del capo, i dieci nemici estrassero le loro spade da combattimento e, dopo essersi messi in cerchio attorno ai due ragazzi, si avvicinarono a questi con l’intento di uccidere, ma, subito prima che questi sferrassero i loro fendenti, i due semidéi scomparvero nel nulla e le spade dei ninja si scontrarono tra loro. Adrian fu così furibondo da lanciare un urlo che si sentì a centinaia di metri di distanza.
*
“Ma che diamine … dove sono finiti i ninja? E Adrian? E tutto il paesaggio di prima?” chiese Jerard totalmente confuso.
I due ragazzi si ritrovarono in qualche modo in mezzo a un’immensa prateria. Questa era colorata di un verde così lucido da riflettere i raggi solari e creare un arcobaleno al suo centro. Nessun’albero, nessuna casa, nessun oggetto osava rovinare questo paesaggio magnifico.
“Ci troviamo nelle terre del sole, uno dei paesaggi naturali più splendidi del mondo” disse una figura
“Owen! Sei tu!” esultò Raiser nel vedere una figura nota
“Allora sei stato tu con il tuo teletrasporto a portarci qui!” disse il Chaos con tono felice
“Certo, se avessi aspettato voi che scappavate senza usare i poteri non ne saremmo più venuti a capo” rispose Vanbohmel
“Aspettare? Ci stavi aspettando?” chiese il semidio caotico confuso
“Ecco Jerard, la persona che avrei dovuto incontrare qui è proprio Owen” spiegò il Jin
“Ora capisco, ma perché dovevi vederlo?”
“Sinceramente nemmeno io so il perché, è stato piuttosto vago” rispose Owen a Jerard
“Raiser, spiega”
“Certo Jerard, con calma. Ho voluto incontrare Owen semplicemente per delle informazioni”
“Di che tipo?” chiese Vanbohmel
“Vorrei che mi parlassi della mia famiglia. Beh, quella divina ovviamente”
“Come mai questa domanda?”
“Se voglio affrontare gli déi, dovrò pur conoscerli e poi sono curioso di saperne di più su mio padre”
“Capisco, siediti. Ora ti dirò tutto quello che so”
In questo modo, Owen iniziò il suo racconto.
“Tuo padre, Zeradias, non è sempre stato un Dio. Molto tempo fa, e si parla di parecchi millenni fa, era un mortale. Lui aveva un fratello ed entrambi coltivavano il sogno che avevi tu prima che tuo fratello ti rivelasse tutto: combattere al fianco degli déi come loro pari. Quello che so di suo fratello è che era mediamente alto con dei lunghi capelli neri, non ne conosco neanche il nome. Tornando al nostro discorso, all’età di 18 anni, i due fratelli decisero di intraprendere un viaggio alla ricerca della forza necessaria per sorprendere gli déi. Si unirono all’esercito militare delle terre del sole e, in poco tempo, il loro nome divenne famoso per via della loro estrema abilità nel combattimento; non esisteva armata che non potessero battere. Qualche anno dopo, finalmente gli si presentò davanti la più grande occasione della loro vita, o come il fratello di tuo padre amava dire, il loro ‘colpo da un milione di dollari’: la possibilità di dimostrare il loro valore a un dio in persona. Per questo compito, fu scelto il dio Rioma, padre di Jerard. I due fratelli, come ci si potesse ovviamente aspettare, non scalfirono minimamente il dio, come potevano due mortali competere con una forza divina? Ciò nonostante, Rioma rimase allibito di fronte alla loro abilità e decise di portarli con loro nel paradiso, la cui entrata rimane ancora leggendaria. Zeradias e il compare vennero portati dinnanzi alla cosiddetta ‘fontana della purezza’, una fontana dalla quale scorre l’acqua degli déi, la sola cosa in grado di trasformare un mortale in un essere divino. Entrambi bevettero quell’acqua, ricevendo immortalità e poteri divini; tuo padre non si era mai sentito meglio, ma suo fratello non ebbe la stessa reazione. La sua pelle iniziò a staccarsi dal corpo e quest’ultimo si scurì fino a prendere il colore della pece, poi scomparve e non ci fu più traccia di lui. Tuo padre era disperato, ma non demorse e portò avanti il suo sogno in onore di suo fratello. Con forte sorpresa di tutti gli déi, tuo padre, nel giro di un anno dalla sua proclamazione ufficiale a Dio, sviluppò una fama incredibile e una forza superiore a tutti gli altri déi, divenendone così il capo, la ‘promozione’ avvenne all’unanimità in seguito a un avvenimento leggendario: sulla terra venne liberata, tuttora non si sa come, una bestia dalla potenza inimmaginabile e dalla furia sovrannaturale. Era così forte da riuscire a dare filo da torcere a Rioma, Atena e Dogma. Fu proprio l’intervento di Zeradias a fermare e sigillare questa feroce bestia il cui nome incute ancora timore ovunque lo si sente pronunciato: ‘Great Sage’. Passarono i secoli e la terra sotto il governo divino di tuo padre viveva in pace, finché un non avvenne il più grande disastro della storia divina. Dogma decise di ribellarsi agli déi dopo aver sviluppato in segreto un nuovo potere, superiore a ogni immaginazione, ma ciò non bastò a battere gli altri déi che, unendo le forze, lo sconfissero esiliandolo dal paradiso. Dogma , sprovvisto di un posto in cui vivere, decise di provvedere da solo, così creò gli inferi e andò a risiedere lì e, per non perdere i suoi poteri divini, fece un accordo con tuo padre il quale stipulò che Dogma potesse tenere le sue capacità sovraumane, a patto che non uscisse mai dagli inferi e governasse sulle anime dei morti; così tornò la pace. Qualche anno dopo, si presentò Odino al cospetto degli altri déi, a quanto ne so era un essere divino da molto prima di tuo padre, ma si era nascosto tra i mortali per avere un periodo di pace. Una volta tornato in paradiso, ancora non mi spiego come, riuscì a spodestare tuo padre dal trono divino su cui sedeva. Molti millenni dopo, agli déi fu ordinata una ‘ricognizione ravvicinata’, ovvero gli déi dovettero mischiarsi tra i mortali per verificare se la pace che vedevano dal paradiso fosse una vera pace o solo una mera illusione. L’ordine fu dato ovviamente da Odino, ma l’idea fu di Zeradias. In quel periodo, gli déi fecero ben più di ciò che gli era stato chiesto e così nasceste voi semidéi. Poi beh, il resto della storia la conosci. Questo è tutto quello che so.”
Il racconto del Vanbohmel fu chiaro e ascoltato fino all’ultima virgola da entrambi i semidéi, i quali rimasero allibiti di fronte alle rivelazioni che gli erano state fatte.
“Grazie Owen, mi sei stato molto d’aiuto. Ora dobbiamo muoverci, dobbiamo ancora trovare Mike e tornare da Crimson.” Rispose Raiser
“Di nulla, ora andate. Non vi tratterrò oltre”
I tre si salutarono e Owen si teletrasportò lontano dalle terre del sole lasciando i due semidéi da soli.
“Jerard”
“Dimmi Raiser”
“La nostra visita qui non è terminata, abbiamo ancora un posto da visitare”
“Di che si tratta?”
“Si tratta di un tempio dedicato a mio padre situato proprio in queste terre. Voglio parlare direttamente con lui”
“Bene, andiamo.”
I due si diressero al confine nord delle terre del sole e, in poco più di un’ora di cammino, raggiunsero il tempio: un colonnato in marmo di una bellezza unica, illuminato dalla riflessione dei raggi solari grazie all’erba del posto.
“Perfetto Raiser, ci siamo.” Disse il Jin
“Lo vedo” rispose
“Te la senti?” chiese ancora Jerard
“Certo, sono pronto a tutto. Entriamo”
I due semidéi erano a meno di un metro di distanza dall’ingresso del tempio e si prostravano ad entrare, quando furono travolti da una strana forza che li fece cadere indietro
“OWEN! COSA FAI?!” chiese Raiser scandalizzato.
“Ora basta. Non posso farvi entrare qui. Se volete passare, dovrete passare su di me!”
La frase del Vanbohmel lasciò i due ragazzi senza parole, tutto si aspettavano, meno che questo. Non gli restava che tentare il tutto per tutto e affrontare un avversario che molto probabilmente era al di fuori delle loro possibilità.
 
 

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Capitolo 10
*** lotta per il futuro ***


I due semidéi si prepararono psicologicamente per affrontare Owen Vanbohmel, l’allenatore dei semidéi, che stava a guardia dell’entrata del tempio di Zeradias.

“Bene, a quanto pare non abbiamo altra scelta. Jerard, spero che tu sia pronto. Questa sarà la più dura battaglia che abbiamo mai affrontato” disse Raiser

“Mai stato così pronto. Facciamogli vedere chi siamo!”

Al grido di incoraggiamento di Jerard, i due ragazzi si lanciarono all’attacco contro il loro avversario, il quale non ebbe problemi a teletrasportarsi alle loro spalle e a colpirli con una manata sulla nuca.

“Non crediate che ci andrò piano solo perché siete miei allievi e perché fino a poche ore fa abbiamo parlato amichevolmente” disse Vanbohmel

“Dannazione, il suo potere ci farà sudare parecchio la vittoria. Dobbiamo impegnarci Jerard!”

Raiser si lanciò all’attacco tentando di ingaggiare un corpo a corpo con Owen, il quale schivava ogni suo singolo colpo senza il benché minimo problema. Dopo due minuti di tentativi andati a vuoto, il semidio animale tentò di cogliere il suo avversario alla sprovvista con un calcio al fianco, che, però, venne facilmente parato e il giovane fu lanciato lontano.

Intanto, Jerard tentò un attacco furtivo da dietro con un pugno rivolto alla schiena, ma l’allenatore si girò di scatto e parò il colpo semplicemente appoggiandoci la mano. Lo sguardo glaciale di Owen faceva percepire ai due ragazzi che avrebbero dovuto fare molto di più se avessero voluto passare.

“State solo sprecando il vostro tempo in questo modo. Se è il massimo che sapete fare, rinunciate e fate prima” disse Vanbohmel.

“Mai! Se non ti battiamo ora non avremo speranze di arrivare agli déi!”

Raiser prese l’iniziativa e andò all’attacco contro Owen sferrando una serie di pugni e calci, ma questi, con una difesa praticamente impenetrabile, parò ogni colpo.

Il semidio animale provò a coglierlo di sorpresa sferrando un calcio al fianco, ma il suo avversario gli prese la gamba e fece per lanciarlo lontano, ma il ragazzo afferrò la testa del nemico e si apprestò a colpirla col ginocchio per stordire il nemico, ma, sfortunatamente, l’allenatore si accorse all’ultimo istante della strategia e si teletrasportò alle spalle del giovane e, con un calcio ben piazzato, lo spedì lontano.

Poi, Owen si accorse che Jerard stava arrivando da dietro tentando di colpirlo, ma quest’ultimo venne bloccato senza il benché minimo problema e scaraventato via.

“Ve lo ripeto ancora una volta: rinunciate finché siete ancora in tempo” disse l’avversario dei due semidéi

“Non finché non ci saremo giocati tutte le nostre carte! Vai Jerard!” incitò il semidio animale

“Bene, iniziamo con le armi pesanti. CLIMAT! TORRENTIAL RAINFALL!”

Jerard scatenò una pioggia torrenziale con la quale aumentò vertiginosamente la sua velocità e tentò nuovamente un assalto

“Ti seguo! TRANSFORM! CROCODILE!”

Raiser si trasformò in coccodrillo e accompagnò l’amico in un attacco su due fronti.

Inizialmente, il Vanbohmel non ebbe il minimo problema a parare tutti i colpi sferratigli, ma in seguito sentì che la farsa non avrebbe retto per molto e decise di passare a un livello successivo.

“Beh, devo dire che non ve la cavate male. Comunque, sta di fatto che questo gioco è durato fin troppo. TELEPORT, DEMATERIALIZATION!”

In quell’istante, l’allenatore si fermò e i colpi dei due semidéi attraversarono letteralmente il corpo di Owen, andando l’uno a colpire l’altro semidio. Poi, Owen balzò indietro per uscire dalla cerchia di avversari in cui era finito.

“Ebbene? Credevate che il mio potere fosse solo teletrasportarmi da un luogo all’altro? La realtà è che posso tranquillamente trasportare anche oggetti e persino le particelle del mio corpo, rendendomi così intangibile. In compenso, quando uso quella tecnica, nemmeno io posso toccare le atre cose o persone senza passarci attraverso.”

“Questo è un bel problema” disse Raiser

“Ma comunque risolvibile!”

Jerard fece un cenno al suo compare e si diresse nuovamente all’attacco tentando di sferrargli un pugno diretto al viso.

“Un attacco diretto? Davvero deludente”

Owen protese il braccio in avanti per parare il colpo, ma ebbe una piccola sorpresa.

“Non così in fretta. CLIMAT! THUNDERSTORM!” il semidio caotico sfoderò una tempesta di fulmini contro il Vanbohmel, il quale, per evitarla, si rese intangibile e, in questo modo, anche il Chaos gli passò attraverso. Successivamente, tornò tangibile e afferrò il suo aggressore per la gamba.

“TRANSFORM! GORILLA!”

Il Jin si trasformò in gorilla e colpì il nemico con un pugno a due mani sferrato dall’alto, il quale andò, per la prima volta, perfettamente a segno. Il gorilla, poi, proseguì a colpirlo, ma dopo due o tre attacchi, Owen iniziò a parare tranquillamente gli attacchi furiosi dell’animale.

“Bella mossa davvero, ma non vi basterà a vincere!”

L’allenatore si rese intangibile e attraversò il gorilla, il quale si voltò di scatto tentando uno schiaffo a mano tesa, che attraversò l’avversario. A quel punto, il Vanbohmel si apprestò a sferrare il suo colpo, ma dovette rinunciare perché Jerard lo stava attaccando, quindi si fece attraversare; poi, si teletrasportò lontano dai due ragazzi.

“Davvero una bella prova, ma ciò non basterà minimamente a scalfirmi. Il gorilla, il tuo animale più forte, non ha assortito alcun effetto, come pensi di fare? E tu Jerard. La tua velocità non è servita a nulla, nemmeno con l’aiuto della tempesta di fulmini. La verità è che ora come ora non avete alcuna speranza sia contro gli déi, sia contro di me, ma entrambe le cose coincidono.” Disse Owen

“Cosa stai cercando di dire?!” chiese Jerard

“Semplice, mio caro semidio. Non sono un semplice allenatore di semidéi. Io, sono un Dio.”

“Come sarebbe a dire un Dio?!” chiese allibito il semidio animale

“Esatto. Io sono un Dio. Quindi per la vostra rivolta dovrete battere anche me!”

Detto ciò, Owen si diresse verso i due avversari e li colpì entrambi scaraventandoli al suolo.

“Questa non ci voleva, non siamo ancora all’altezza di un Dio” disse il Chaos

“Non mi importa se sei un Dio, il loro capo, o un subordinato. Ti sconfiggerò ugualmente!”

Raiser si diede la carica e attaccò il Dio, ma questi parò il colpo con una facilità estrema

“Il tuo coraggio è ammirevole, ma purtroppo non basta a farmi fuori.”

Vanbohmel lo lanciò lontano da sé

“Ora, miei cari semidéi, vi mostrerò fin dove si spinge il potere di un Dio!”

I due ragazzi si erano appena rialzati a fatica quando si videro di fronte uno spettacolo inaspettato: intorno all’allenatore si formò un’aura bianca e percepirono una forza del tutto superiore alle loro possibilità. Jerard fu il primo bersaglio, il quale si vide arrivare addosso l’avversario con una rapidità che aveva dell’inverosimile.

“Non te lo permetterò! ETHERIOUS WILL!”

Raiser si lanciò contro il nemico con tutta la sua furia e riuscì a colpirlo in faccia, ma senza ottenere il minimo risultato.

Il Dio reagì con uno schiaffo che lo scagliò a debita distanza.

“Bene, mio caro Jerard Chaos. Dimmi un po’. Se ti dovessi prendere una vacanza, dove ti piacerebbe andare?”

“Cosa vuoi dire?” la domanda di Owen confuse molto il semidio caotico, che rispose balbettando

“Visto che non scegli, farò da me. TELEPORT! ULTI-TRANSFER!”

Bastò che il Vanbohmel appoggiò il palmo della mano sul ragazzo, che questo scomparve nel nulla più assoluto.

“Bastardo! Cosa hai fatto a Jerard?!” chiese il Jin adirato

“Semplice” rispose “L’ho spedito in un altro posto. È ancora vivo, se è questo che vuoi sapere; bisogna solo sperare che sopravviva dove l’ho mandato” rispose Owen con un ghigno malefico stampato in faccia

“Maledetto! Riportalo qui!”

Raiser si lanciò all’attacco contro l’allenatore con tutta la furia possibile

“Non mi resta che chiudere l’incontro anche con te. TELEPORT! TIME SKIP!”

Il tempo intorno al Dio sembrò come fermarsi e quest’ultimo scattò ad una velocità spropositata contro il povero ragazzo e lo colpì ripetutamente da ogni direzione senza che questi potesse reagire. Terminato il massacro, il semidio animale si ritrovò a terra sanguinante e dolorante ovunque.

“Raiser, hai molto talento e molto coraggio, ma non sono sufficienti. Sei stato sconfitto. TELEPORT! ULTI-TRANSFER!”

Owen Vanbohmel appoggiò il fatidico palmo della mano sul corpo di un Raiser praticamente senza forze e lo fece sparire nel nulla.

*

“Owen, non ti pare di essere stato troppo duro con quei due?” chiese una figura alta sul metro e ottanta, con dei corti capelli neri sparati indietro e dei lineamenti perfetti. Indossava un’armatura di platino con uno stemma inciso sul petto raffigurante dei fasci di luce. Sugli arti inferiori portava una semplice calzamaglia nera. Ai piedi scarpe di platino e ai polsi delle fasce dello stesso materiale con attaccate una piuma ciascuno. Dal dorso spuntavano due ali bianche luminose come energia pura.

“No Zeradias. Se li avessi lasciati passare sarebbero senza dubbio morti.” Rispose

“Capisco, potrei sapere dove li hai spediti?” insistette Zeradias

“Li ho separati, portandoli in posti dove sono sicuro che possano sviluppare un livello di potenza che gli permetta di continuare il loro viaggio.”

L’angelo primordiale accennò a un sorriso e fece cenno al Vanbohmel di continuare con quello che stava facendo. Poi, si voltò e prese il volo verso destinazione ignota.

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