In Love With Him

di AliceMiao
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Ragazza Al Portone ***
Capitolo 2: *** Il Mio Nome è Isabelle ***
Capitolo 3: *** Un Giro In Citta? ***
Capitolo 4: *** New York ***
Capitolo 5: *** Ma Quello Conta Come Bacio? ***



Capitolo 1
*** Una Ragazza Al Portone ***


~~Poter uscire anche di giorno aveva i suoi vantaggi. Per esempio ti sentivi meno isolato, potendo stare con gli altri. Ed era quello che stavo facendo. Avevamo appena finito le prove della nostra band che aveva cambiato nome per l'ennesima volta. Alla fine ci congedammo decidendo la data del prossimo concerto.
Decisi di andare dagli altri quel pomeriggio, giusto per non annoiarmi. Ma non avrei mai pensato che quel pomeriggio sarebbe stato decisivo per me.
Dopo aver superato il cancello vidi una ragazza che bussava insistente sul portone dell'edificio. Indossava degli abiti stracciati, i capelli marroni e lunghi le ricadevano sulla schiena ed erano tutti spettinati. Batteva con forza i pugni sulla porta, ma nessuno la ascoltava, così mi avvicinai. Mi rivolse uno sguardo che mi faceva star male. Era rigato di lacrime e anche di sangue (come le ferite sul corpo che notai in seguito) e nei suoi occhi leggevo un disperato appello di aiuto.
"Almeno tu aiutami". Wow che voce meravigliosa! Aspetta perchè sto pensando alla sua voce?
"Cosa succede?".
"Sono una cacciatrice, ho bisogno di entrare per nascondermi. Ti prego aiutami!". Notai che sul corpo aveva varie ferie di demoni e capii che stava dicendo la verità.
Aprii il portone e la feci entrare. Venni subito accolto da Jace che appena vide la ragazza mi sgridò.
"Perchè l'hai fatta entrare?! Potrebbe essere un nostro nemico!".
"Non vedi che ha bisogno di aiuto?! Cosa volevi fare? Lasciarla fuori a morire di freddo?!". Perchè mi sentivo così protettivo nei suoi confronti?
Arrivò anche Alec nel frattempo, probabilmente attratto dalle nostre urla. Mi aspettavo che reagisse male, invece ebbe una reazione inaspettata.
"A-Alec!". La ragazza gli corse incontro, felice.
"O Mio Dio". La abbracciò non appena la raggiunse.
"Ti ho trovato!". Stava piangendo dalla gioia. Quindi si conoscevano. Sembrava che fossero più di semplici amici.
"Sorella mia. Pensavo fossi morta".
Sorella?! Era sua sorella?!
"Tranquillo sto bene. Credo".
La prese in braccio. "Vieni ti curo, nel frattempo mi racconti cos'è successo, ok?".
Lei annuì e li vidi sparire dietro l'angolo.
"Sua sorella, chi l'avrebbe mai detto!".
"Perchè pensava fosse morta?".
"Anni fa la loro famiglia venne attaccata dai nostri nemici e lei sparì. Sospettavano che l'avessero catturata, ma credevano che dopo un anno sarebbe già morta, aveva solo 6 anni quando accadde. Invece eccola qui".
"Un lieto fine".
"Io non credo. Chissà come l'hanno ridotta. Di certo non le hanno dato una suite a cinque stelle sul mare con servizio in camera".
"Possibile che tu trova sempre il momento per fare battute?".
"Talento naturale".
Iniziammo a ridere e ci dirigemmo verso la palestra.

(Alec)
La portai in una delle camere migliori e la posai delicatamente sul letto. Si era raggomitolata contro il mio petto, posa che la rendeva ancora più indifesa. Iniziai a curarla, ringraziando l'Angelo che la ferite di demoni non l'avessero uccisa.
"Come ti senti?".
"Molto stanca. E debole".
"Devi riposare per bene. Vuoi dirmi cos'è successo?".
"Scusa ma non me la sento ora. È tutto così spaventoso! Mi serve tempo".
Stava iniziando a piangere di nuovo, così mi avvicinai e l'abbracciai. "Qui sei al sicuro, tranquilla".
"Torneranno a cercarmi". La consolai, dicendole che non l'avrei mai permesso.
Quella sera chiesi a Magnus di fare un incantesimo che tenesse lontani i nemici dalla sua stanza, in modo da saperla al sicuro, mentre uscivo a caccia. Mi sarei occupato di chi le aveva fatto del male, nessuno poteva toccare mia sorella e passarla liscia, demone o uomo che sia.

(Simon)

Quella sera uscii con Maia e le raccontai cos'era successo.
"Incredibile, chi farebbe mai una cosa simile?! A una bambina tra l'altro!".
"Qualcuno a cui non interessa nulla degli altri, ma solo il suo obbiettivo finale".
"Vero. Comunque mi dispiace molto per lei. Mi piacerebbe conoscerla".
"Te la presenterò di certo. Forse un po' di compagnia femminile le farà bene".
"Le chiacchiere tra donne sono un vero toccasana!". Iniziammo a ridere entrambi.

(???)

"Potrai fuggire finchè vuoi, tanto ti trovo sempre". La stavo guardando dalla finestra della sua stanza. Dormiva beatamente, protetta dall'incantesimo di quel maledetto stregone.
"Goditi la libertà finchè puoi dolcezza". Detto questo sparii nell'oscurità.

Note: Avete capito chi è la ragazza arrivata al portone? Sicuramente sì. La trama è diversa da quella originale. Spero di avervi incuriosito e che vi piaccia!
Baci AliceMiao

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Capitolo 2
*** Il Mio Nome è Isabelle ***


~~Aprii lentamente gli occhi. Temevo che fosse stato un bellissimo sogno, che al mio risveglio mi sarei ritrovata su un letto di paglia scomodissimo con anelli di catene alle caviglie. Invece no, era tutto reale. Mi misi a sedere e mi guardai intorno. Non era in una cella buia e fredda, in compagnia di alcuni solitari topolini (che mi faceva sembrare Cenerentola), a soffrire la fame e la sete. No, ero in una stanza bellissima, su un letto comodissimo, al caldo e senza topolini in giro. Però un po' di fame ce l'avevo lo stesso. Manco a farlo apposta in quel momento qualcuno bussò ed entrò un ragazzo: era lo stesso che mi aveva fatto entrare il giorno prima. Ero in debito con lui, se non mi avesse aiutato al 90% sarei morta di freddo. L'altro 10% era occupato dalla possibilità che mi catturassero di nuovo.
"Scusa se ti ho svegliata!", disse posando un vassoio sul tavolino accanto al mio letto.
"Tranquillo, ero già sveglia. È la mia colazione?".
"Sì. Mangia pure tutto quello che vuoi". Ok... Non sapevo se sarei riuscita a svuotare il vassoio, ma c'era la possibilità che succedesse. Sul vassoio c'erano tre brioches, una fetta di torta alle nocciole, un muffin ai lamponi, uova con pancetta, un succo di mela e un te caldo al limone.
"C'è la possibilità che non rimanga più nulla, ti avverto. Prendine pure un po' però se vuoi".
"Sono un vampiro, non mangio anche se mi piacerebbe".
"Oh. Scusa non lo sapevo". Che figura! Non sapevo fosse un vampiro, anche se avevo notato che quando mi aveva aiutata a entrare avevo sentito che la pelle era un po' troppo fredda. E, ora che ci facevo caso, notai anche gli occhi tendenti al rosso e la pelle pallida.
"Tranquilla. A proposito, io sono Simon".
"Piacere di conoscerti. Io sono Isabelle".
"Piacere di conoscerti. Sei anche tu una cacciatrice?".
"Esatto. Impari in fretta", scherzai. Lui rise e risi anch'io.
"Modestamente sono troppo intelligente", disse stando al gioco e ridendo e causando la mia di risata. Wow, da quanto tempo non ridevo?
"E sai perchè ti hanno catturata anni fa?".
Scossi la testa. "Non me lo hanno mai detto a dire il vero".
"Capisco. Immagino non sia stato semplice stare là per tutti questi anni".
Quanto aveva ragione! Purtroppo che quell'affermazione spazzò via l'allegria che avevo quella mattina. Mi rattristai e chiusi gli occhi, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire.
"Ehi, va tutto bene?". Annuii, poco convinta. E lui si accorse che non ero sicura che andasse tutto bene. Sentii che mi afferrava una mano.
"Scusa, non avrei dovuto dirlo".
"Non devi scusarti. Non potevi saperlo. Potresti lasciarmi sola? Finisco la colazione e poi mi riposo un'altro po'".
"Come vuoi". Si alzò e si avvicinò alla porta. "Se hai bisogno di qualcosa chiama pure".
Annuii e lui uscì dalla porta. Appoggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi. Non me la sentivo di finire la colazione, così cercai di addormentarmi. Ma poco prima di finire tra le braccia di Morfeo mi ritornò in mente una frase che avevo sentito mille volte negli ultimi anni: Ti troverò ovunque tu andrai; non potrai mai scappare o nasconderti.

(Alec)

Andai a casa dei miei genitori per dargli la notizia. Peccato che mi sarei aspettato una reazione opposta a quella che ebbero.
"E allora? Anche se è tornata lei non è più nostra figlia. Chissà cosa le hanno fatto quei mostri. Potrebbe anche essere una trappola!".
"Non parlare così di mia sorella!".
"Lei non è più tua sorella. La bambina che era un tempo è morta. Lo capisci che non sarà mai più la stessa di prima?!".
"Sì lo capisco, ma ciò non cambia nulla. Lei è sempre mia sorella!".
"Ora basta! Esci di qui, fa pure come ti pare, ma se ho ragione io, poi non tornare a piangere o a rifugiarti".
"Certo che non lo farò. Perchè oggi hai perso anche un figlio". Uscii sbattendo la porta. Era pazzesco! Dovevo scaricare in qualche modo la mia rabbia, ma come? Senza rendermene conto, quasi fosse stato un gesto automatico, mi ritrovai davanti alla casa del mio fidanzato.
"Vuoi entrare?". Eccolo. Lì, davanti a me, che mi invitava a entrare in casa sua.
Varcai la soglia e lui chiuse la porta. Il soggiorno aveva cambiato stile per l'ennesima volta in due giorni. Ora aveva l'aspetto di un salotto stile Ottocento.
"Cambiato stile di nuovo?".
Lui rise. "Sì. Non riesco a decidermi".
"Si vede. Comunque grazie per aver protetto mia sorella con quell'incantesimo ieri".
"Vuoi che lo faccia tutte le notti? Per me non è un problema".
"Non è chiederti troppo vero?".
"No tranquillo. Secondo me faresti bene a portarla a casa, sarebbe più protetta lì".
Sospirai. "Mio padre e mia madre si rifiutano di credere che sia viva. Dicono che non è più lei, che è cambiata e che non potrà mai più essere la stessa. E poi mi ha cacciato fuori di casa. Non in modo esplicito, ma si poteva capire benissimo il senso".
"Ho capito. Però dico, quale genitore non sarebbe felice di vedere la propria figlia, che credevano morta, tornare dopo anni e scoprire che è ancora viva?".
"I miei genitori. Sai come sta? Non sono ancora passato da lei oggi".
"Prima mi ha chiamato Simon. Ha detto che sta bene, anche se è ancora un po' scossa, ma è normale dopo quello che le è successo".
"Sì lo immagino".
"Cosa c'è che ti turba?".
"Il fatto è che temo che possano venire a riprendersela. Ho paura di non riuscire a proteggerla".
Mi prese una mano. "La proteggerai, sta tranquillo. È vero quasi sicuramente torneranno a riprendersela, ma non sei solo stavolta. Ci sono i nostri amici. E io".
Sorrisi e gli diedi un leggero bacio. "Grazie".
Sorrise anche lui e per tutto il pomeriggio parlammo di come poter migliorare il salotto e di che stile usare per un po'.

(Simon)

Mi sentivo in colpa per quello che era successo quella mattina, così dopo aver passato un po'di tempo a parlarne con Maia decisi di tornare da lei.
La porta della sua stanza era aperta e inizialmente mi preoccupai, ma poi sentii la voce di Alec e mi calmai.
"Ah Simon, mi passeresti quelle bende?". La sua voce mi fece rendere conto di essermi bloccato davanti alla porta aperta.
"Certo!". Presi le bende e gliele passai. Volsi lo sguardo su di lei: le braccia erano interamente fasciate, così come parte del petto. In quel momento provai una rabbia indescrivibile, come se volessi occuparmi personalmente di uccidere colui o coloro che avevano fatto questo a lei, a una ragazza che conoscevo da un giorno e che mi sembrava di conoscere da sempre.
"Stanno guarendo?".
"Sì, un giorno o due e rimarranno solo alcuni segni".
Meno male una buona notizia! Li lasciai soli e andai in camera mia. Avevo bisogno di sangue.
Quella ragazza stava segnando la mia vita. Non sapevo per quale motivo, ma sentivo che sarebbe successo qualcosa, era come una sorta di presentimento. Ma in fondo non si può mai stare tranquilli, giusto?

Note: spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Baci AliceMiao

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Capitolo 3
*** Un Giro In Citta? ***


~~Il giorno seguente mi sentivo decisamente meglio. Avevo constatato definitivamente che non si trattava di un sogno e che era tutto reale.
Come la mattina precedente Simon mi portò un vassoio pieno di cibo, ma sembrava teso e nervoso.
"C'è qualcosa che non va? Sei teso come una corda di violino", dissi addentando un pezzo di torta al cioccolato.
"È che ho paura di dire la cosa sbagliata e farti tornare in mente quello che è successo".
Sorrisi. "Mi fa piacere che tu sia così premuroso, ma non serve. Mi passerà". Bevvi un sorso di tè e guardai fuori dalla finestra. Il tempo era sereno e il sole splendeva.
"Sei mai stata a New York?".
"No, non sono mai stata da nessuna parte. Perchè me lo chiedi?".
"Visto che è una bella giornata che ne dici se andiamo a visitare la città?".
Ma... Non era mica un vampiro? "Ma tu sei un vampiro. Credevo che i vampiri non potessero uscire di giorno".
"Sono un caso particolare".
"Oh. Beh in questo caso volentieri". Sorrisi.
"Perfetto. Dimmi quando sei pronta!", disse e andò a prepararsi.
Mi alzai e andai verso l'armadio. Mio fratello lo aveva riempito di vestiti della mia taglia. Scelsi un paio di jeans, stivali con tacco, canottiera nera e giubbetto di pelle.
Uscii dalla camera e (dopo essermi persa) arrivai all'ingresso, dove c'era lui ad aspettarmi.
"Scusa mi sono persa un attimo!".
"Tranquilla lo capisco. Anch'io mi sono perso un po' di volte all'inizio!". Ridemmo e lui aprì la porta, ma quando stavamo per uscire una voce ci fermò.
"Dove state andando?". Jace.
"Le faccio fare un giro della città. Perchè c'è qualche problema?".
Avanzò verso di noi. "Sì. È pericoloso per lei".
Sospirai. "Sto bene, non devi preoccuparti".
"Non è a quello che mi riferisco. Là fuori ci sono persone che ti stanno cercando".
"So difendermi. E poi non mi attaccherebbero mai davanti a migliaia di persone".
"Tu stai qui, non esci". Questa volta era stato Alec a parlare.
Mi voltai verso di lui. Aveva uno sguardo che fin da piccola conoscevo bene: uno sguardo che non ammetteva repliche.
Gli camminai di fianco e mi diressi in camera mia. Una volta lì chiusi la porta e mi sedetti sul letto. Mi sentivo come una malata che non poteva uscire perchè altrimenti avrebbe infettato la città.
Qualcuno bussò. "Posso entrare?". Alec. Ovvio.
"No". La mia risposta era stata secca e decisa.
"E dai, non essere arrabbiata!".
"Non dovrei?".
"Aspetterò qui finchè non apri".
"Aspetta pure, tanto non ti faccio entrare". Mi misi comoda sul letto, finendo la colazione (visto che non sarei uscita non mi sembrava il caso di lasciare lì tutto quel ben di Dio).
Dopo un'ora mi chiesi se era ancora davanti alla porta. "Sei ancora lì?".
"Sì. Hai deciso di farmi entrare?".
Sospirai. "Entra".
Entrò e chiuse la porta. Si sedette accanto a me, sul letto.
"Capisci perchè non voglio che tu esca?".
"Sì, ma non puoi neanche tenermi prigioniera qui dentro".
Sospirò. "Questo lo so, ma...".
"E allora non comportarti come un carceriere che impedisce al carcerato di uscire".
Mi guardò negli occhi. "Lo so, sono molto protettivo, ma non voglio perderti una seconda volta".
"Lo so. Nemmeno io lo voglio. Ma prova a metterti nei miei panni".
Sospirò e passò una mano tra i capelli, nervoso. "Tornerai prima che faccia buio?".
"Certo. So bene che una volta che cala il sole ci sono molti demoni in giro".
"Starai sempre appiccicata a Simon?".
Annuii. "Sempre".
Sospirò per l'ennesima volta. "E va bene. Ma solo fino a che non fa buio e a patto che tu stia sempre, e ripeto sempre, appiccicata a Simon. Intesi?".
"Sì. Intesi". Lo abbracciai. "Grazie".
Lo sentii sorridere. E lo feci anch'io. Capivo il motivo per cui era così protettivo, ma doveva imparare anche a fidarsi degli altri. E di me.
"Forza raggiungilo all'ingresso". Sorrisi e uscii di corsa dalla stanza.

(???)
Stavo riflettendo sulla prossima mossa da fare, quando un soldato venne da me.
"Buongiorno. Mi duole informarla che la ragazza è fuggita".
Sorrisi e andai verso di lui. "Lo so bene, lo so bene. Ed è giusto così".
"Non vi capisco. Che intendete dire?".
"Quel demone aveva predetto che sarebbe successo".
"E allora perchè non avete rafforzato le difese? Perchè avete fatto comunque in modo che fuggisse?".
"Perchè, mio caro, aveva predetto anche ciò che sarebbe successo se lei fosse fuggita. Ed è molto bello quello che succederà, quindi ho lasciato che fuggisse".
"Oh. Siete molto astuto e intelligente, mio signore".
"Grazie. Ora va".
Si inchinò e se ne andò. Lo feci anch'io. Scesi in profondità.
Mi avvicinai alla porta della sua cella. Sul pavimento c'era ancora del sangue. Suo sangue.
"Ti troverò ovunque tu andrai; non potrai mai scappare o nasconderti ".
Sorrisi chiudendo la porta alla mie spalle e dirigendomi nella mia stanza.

Note: chi è il personaggio misterioso? Cosa vuole dai protagonisti?
Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

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Capitolo 4
*** New York ***


~~New York era davvero enorme! C'erano grattacieli ovunque, palazzi, parchi, locali, bar, ristoranti e chi più ne ha più ne metta.
Dopo aver girato per alcune ore vari luoghi, tra cui negozi dato che avevo bisogno di abiti nuovi, ci sedemmo su una panchina nel Central Park.
"Allora ti piace la città?".
"Sì è molto bella. Un po' caotica, ma bella". Sorrisi. Ero felice di essere potuta finalmente uscire.
"Ci si abitua al caos". Sospirò "Tra poco dobbiamo rientrare".
Appoggiai la testa alla sua spalla e chiusi gli occhi, annuendo piano.
"Sei stanca?". Mi abbracciò, attirandomi a sè.
"Un po'. Credo che l'effetto delle rune stia svanendo".
Mi prese in braccio, alzandosi. "Andiamo, ti riporto a casa".
"Simon?". Lui mi guardò. "Posso chiudere gli occhi e appoggiarmi?".
"Certo". E lo feci. Appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, cadendo in un sonno profondo.

Una bambina gioca nel prato di casa.
"Vieni a prendermi!". Un'altro bambino la insegue, cercando di prenderla.

"Ho vinto!". La bambina è riuscita a non farsi prendere.
Si sente un rumore di vetri che si rompono e dei demoni avanzano verso i bambini. Il bambino urla spaventato, chiamando i genitori. La bambina inizia a correre per fuggire. Lei corre, corre, corre, ma inciampa e cade. Un demone la raggiunge, allora lei si mette a piangere e a urlare, ma nessuno arriva. Nessuno la aiuta.
Si calma: ha capito che nessuno arriverà e si lascia portare via da quei mostri oscuri
.

Mi svegliai di colpo, mettendomi a sedere. Ero nel mio letto, al sicuro. Ero sudata e le guance erano bagnate dalla mie lacrime, che continuavano a scendere indisturbate, senza che potessi fare nulla per fermarle. Strinsi la coperta, cercando di dimenticare il sogno appena fatto, ma era impossibile. Quella scena era ben impressa nella mia testa.
Qualcosa si mosse accanto a me e solo allora mi resi conto di non essere sola: accanto a me c'era Alec.
Senza dire una parola mi sdraiai accanto a lui e mi abbracciò. "Va tutto bene".
Scossi la testa, continuando a piangere.  Quel giorno nemmeno lui era venuto a darmi una mano.
"Perchè non sei venuto quel giorno?".
"Avevo detto ai nostri genitori che eri inseguita, ma loro non hanno voluto nemmeno provare a salvarti. Dicevano che ormai eri spacciata".
Le lacrime scesero ancora più in fretta. E allora capii. "I nostri genitori non verranno a trovarmi vero?".
Scosse la testa. "No, dicono che non sei loro figlia perchè sei cambiata dopo quello che è successo".
"Sono i nostri genitori. Perchè fanno così?".
"Non lo so. Non lo so davvero". Mi abbracciò di più. "Io non ti volterò mai le spalle. Te lo prometto".
Chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi. Avvenne solo dopo alcuni minuti, ma non feci nessun'altro incubo.

(Simon)

Stavo tornando nella mia camera, quando incontrai Jace.
"Tutto bene in città?".
"Sì. Nessun pericolo nei dintorni. Il che è strano".
"Troppo strano. Sospetto".
Annuii. Chissà se avevano in mente qualcosa oppure si erano semplicemente stancati di lei! In quel periodo iniziavo a sentirmi molto protettivo nei confronti di Isabelle... Ma perchè?
Andai nella mia camera e chiamai Maia. Mi serviva un parere femminile.
"Ciao!".
"Ciao! Senti, hai tempo per parlare?".
"Certo! Di che vuoi parlare?".
"Mi sento molto protettivo ultimamente con Isabelle. Ma non riesco a capire perchè".
"Mmmh... Forse provi qualcosa per lei".
"Cosa? No, questo no".
"Se lo dici tu. Io ci penserei comunque".
"Lo farò. Grazie per aver parlato di questa mia sensazione che nemmeno sono sicuro sia l'istinto protettivo".
"Figurati.  Se hai bisogno chiama ancora!". E riattaccò.
Maia era una buona amica. E anche Isabelle lo era. Ma allora perchè con Maia non provavo lo stesso istinto di protezione che provavo con Izzy? Mille domande e nessuna risposta. Per il momento.

Note: chi sono i due bambini del sogno?  Spero vi piaccia!
Bye AliceMiao

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Capitolo 5
*** Ma Quello Conta Come Bacio? ***


~~La sera prima mio fratello mi aveva rivelato una cosa che non potevo ignorare: i miei genitori non mi consideravano più loro figlia. Era brutto averlo scoperto, forse era meglio se non me l'avesse mi detto. Ma da una parte meglio così, almeno so che persone sono. È come se con questo comportamento vogliano punirmi. Come se fosse stata colpa mia se mi hanno catturata anni fa!
Quando aprii gli occhi Alec era già uscito. Pensai di essere sola nel letto, ma quando mi girai su un fianco vidi che Simon era accanto a me, addormentato. Sorrisi e mi alzai piano, per non svegliarlo. Chissà perchè si trovava lì, forse aveva fatto la guardia al posto di mio fratello.
Mi feci una bella doccia calda e rilassante. Mi era sempre piaciuto fare la doccia anche da piccola, mi aiutava a rilassarmi quando ero agitata. Una volta vestita aprii la porta per uscire, ma mentre stavo mettendo piede fuori dal bagno andai a sbattere contro Simon, che nel frattempo si era alzato. Che c'è di strano direte;ebbene, le nostre labbra si toccavano. Esatto, si toccavano, ma nessuno voleva muoversi. Alla fine fu lui a fare un passo indietro.
"Scusami davvero!", disse imbarazzato.
"Non preoccuparti, va tutto bene!". Lui, rosso come un peperone (non credevo che i vampiri potessero arrossire, però questi sono dettagli), si scusò altre tre volte, dopodichè uscì.
Ok, la giornata era iniziata in modo molto strano. Decisi di andare in biblioteca, per leggere un po'.  Una cosa che mi era sempre piaciuta della biblioteca è il silenzio. Una volta lì presi un libro e iniziai a leggere, ma non riuscivo a concentrarmi. Perchè? Semplice: non riuscivo a togliermi dalla testa la scena di prima, quella del bacio. A proposito, quello conta come bacio?

(Alec)

Il sole entrava dalle tende, colorando di un leggero rosa la camera. Lo so, la mia camera non ha le tende rosa. Infatti non ero a casa mia, bensì dal mio fidanzato. Come ci sono finito?
Lasciai mia sorella riposare tranquilla e tornai nella mia camera, ma non riuscivo a prendere sonno, così chiamai il mio fidanzato stregone, chiedendogli se potevo raggiungerlo. Lui ovviamente accettò allegro.
Mentre ritornavo cosciente, iniziai a percepire delle braccia che avvolgevano la mia vita e un altro corpo contro la mia schiena.
"Buongiorno".
"Buongiorno. Hai dormito bene?"
"Sì. Scusa se ti ho chiamato così tardi ieri, ma non riuscivo a prendere sonno".
"Tranquillo, la mia porta è sempre aperta per te".
Lo sentii alzarsi e andare a cambiarsi, così lo feci anch'io.  Tuttavia non riuscivo a togliermi la scena di mia sorella che piangeva quella notte. Non l'avevo mai vista così disperata, ma in fondo sapere che i tuoi genitori non ti vogliono come figlia fa molto male. Come se fosse colpa sua se l'hanno catturata!
A proposito, dovevo ancora trovare il tizio che le aveva fatto male e ucciderlo con una morte lenta e dolorosa.
"Se continui così mi strappi la tenda. Lo sai che sono di seta pregiata?". Non mi ero accorto di aver iniziato a stringere la tenda rosa della camera.
"Scusa, sono solo un po' sovrappensiero".
"Non l'avevo intuito. Comunque posso darti una mano a cercare il tipo che ha catturato tua sorella".
"Davvero?!".
Lui annuì ed io lo abbracciai ringraziandolo.

(Simon)

Ok, cos'era stato? L'avevo baciata? B-a-c-i-a-t-a-? Non potevo crederci! Avevo fatto una figuraccia! Cominciamo bene. Ma alla fine se Alec non avesse insistito col mettermi di guardia non sarebbe successo, quindi in parte è anche colpa sua... Ma chi prendo in giro?! È solo colpa mia che non ho bussato prima di aprire la porta!
Aprii la porta della biblioteca. Lei era lì, intenta a leggere. Era così carina con la luce che le rifletteva sui capelli e sul braccio! Aspetta che sto pensando?!
"Sei tu! Perchè non vieni invece di stare impalato sulla porta?".Ecco, mi aveva visto.
Mi avvicinai a lei, prendendo un libro a caso. I Segreti Dei Vampiri: azzeccato direi.
Iniziai a leggere, ma continuavo a spostare lo sguardo su di lei.
Ok, se suo fratello mi avesse visto mi avrebbe ucciso! E solo allora realizzai di essere scampato alla morte perchè Alec non mi aveva visto baciare sua sorella. Ma quello si poteva considerare un bacio?

Note: spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

 

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