Always and Forever.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Epilogo. ***
Capitolo 2: *** Sempre e per sempre. ***
Capitolo 3: *** La famiglia. ***
Capitolo 4: *** Il potere. ***
Capitolo 5: *** La sorella. ***



Capitolo 1
*** Epilogo. ***


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Caroline si guardava fissa allo specchio della sua camera e sapeva che non era più la stessa: aveva appena passato un pomeriggio intenso con Klaus Mikaelson e aveva lasciato che egli toccasse ogni singola parte del proprio corpo.
Dopo la rottura con Tyler, Caroline si era solamente dedicata a progettare il proprio futuro, il college e tutto il resto. Ma nonostante ciò, le mancava una tessera del puzzle, una persona che la rendesse felice. Odiava il potere che il malvagio Klaus aveva su di se: era cattivo, un tiranno, un pervertito e stranamente questo l’attirava. Sperò che le avesse fatto un incantesimo, che non si trattasse solo di un vampiro e di un licantropo, ma anche di un potente stregone che l’aveva costretta a farselo piacere. Ma purtroppo non era così.
“Confessami quello che provi per me e poi io sparirò, senza tornare mai più.” Questo le aveva detto e lei aveva dovuto dire la verità. Stava cercando Matt, il suo amico scomparso e alla fine si era ritrovata a fare l’amore tra le foglie con l’ultimo uomo con cui doveva farlo. Aveva dovuto ammettere che fra di loro c’era un legame che gli univa e lei lo odiava. Ma non poteva nemmeno nascondere il fatto che le fosse piaciuto e che fosse triste non appena si fu svegliata,senza vestiti nel cuore della foresta e lui non era lì.
“Sparirò, senza tornare mai più.” Aveva detto. Si creò un senso di angoscia nel suo cuore e di mancanza che non si sapeva spiegare.
Nessuno l’aveva mia trattata così male e poi così bene come aveva fatto Klaus. Dopo lunghi minuti, sembrati ore, a riflettere sul proprio riflesso, Caroline decise di volerlo seguire. Non si impose nemmeno un perché: l’unico era motivo era che lui le piaceva tanto.
Katherine era finalmente morta, Matt salvo e anche se la proprio migliore amica, Elena, era triste per via di Damon, Caroline voleva seguire Klaus dovunque andasse.
Aprì l’armadio pieno di vestiti e con la propria super velocità, fece le valigie. Ma doveva spiegare il perché lo faceva ad Elena e decise di scriverle un biglietto:
Cara Elena, ne abbiamo passate tante insieme e abbiamo persino superato la morte. Sei la mia migliore amica e per questo ti sto scrivendo che vado via da Mystic Falls.
Nonostante avessi pianificato il mio futuro nei minimi dettagli, qualcosa mi spinge altrove ed entrambe sappiamo di chi sto parlando: Klaus.
Devo sapere perché il mio cuore mi spinge da lui e spero tu capisca. Ci sentiremo ogni giorno, te lo prometto.
Con affetto, tua Caroline.
 
Infine, piegò il foglio in quattro e lo lasciò sul letto di Elena. Sul comodino aveva una foto incorniciata di loro due e quindi decise di portarsela.
Prese anche le chiavi dell’auto e andò in città in cerca di Klaus: magari non si era allontanato dalla foresta o magari era all’aeroporto, ma dubitò che qualcuno come lui prendesse un aereo.
Guidava convinta e decisa, stava per dare praticamente la propria vita ad un Originale per capire che cosa davvero volesse Caroline dalla vita. Forse era un grande errore, forse no. Sapeva solamente che Klaus stava caricando una borsa nel didietro della sua auto lussuosa, sul ciglio dell’autostrada. Non appena lo vide, fece manovra e si fermò davanti a lui.
L’ibrido sembrò confuso e si coprì gli occhi per via dei fari luminosi. Caroline spense l’auto, fece un grande respiro per trovare il coraggio di uscire e mostrarsi.
Chiuse lo sportello e prese le proprie valige, sapendo che avrebbe abbandonato la macchina lì.
Voltandosi verso Klaus, vide che egli stava facendo una cosa che Caroline non gli aveva mai visto fare: sorrideva.
Non che il sorriso lo facesse sembrare meno pazzo, ma questo spinse a sorridere anche Caroline. Klaus non disse niente, venne da lei a passò svelto, ma poi esitò a qualche passo.
- Guarda un pò chi torna strisciando.- le disse, con la sua solita nonchalance.
Era odioso e divertente allo stesso tempo. -Che ci fai qui? E per di più con delle valigie.- chiese, con un’alzata di sopracciglia bionde.
Caroline cercò di usare il suo stesso atteggiamento, ma aveva paura di sembrare goffa e stupida, così si limitò a sussurrargli di starsene zitto e gli prese il viso fra le mani per baciarlo.
Per quel poco tempo che erano stati lontani, a Caroline erano mancate quelle labbra carnose e morbide, come l’accenno di barba sulle sue guance.
Klaus pensò che non c’era spiegazione migliore di quella, quindi prese le sue valige e le caricò nella propria macchina. Con sarcasmo, le aprì anche la portiera vicino al posto del guidatore.
Infine, fece ruggire il motore e aprì il tettuccio dell’auto per mostrare il cielo pieno di stelle. Partì a tutta velocità, mantenendo quel sorrisetto sulle labbra.
-Dove stiamo andando?- domandò Caroline, con il comodo vento fresco che le agitava i capelli biondi.
Per un attimo gli occhi azzurri di Klaus si tolsero dalla strada per incrociare quelli di Caroline, dello stesso colore. -A casa.-

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Capitolo 2
*** Sempre e per sempre. ***


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“Nel corso della mia lunga vita, sono giunto alla conclusione che siamo sempre legati a coloro che hanno il nostro stesso sangue. E poiché non scegliamo noi la nostra famiglia, quel legame può essere la nostra forza più grande, oppure il più profondo rimpianto.”
-Elijah Mikaelson.
 
Ci avevano impiegato tutta la notte per arrivare a New Orleans, in Louisiana, dove Klaus era nato. La sua famiglia era composta da vari fratelli e sorelle: Elijah, Rebekah, Finn, Kol, Freya ed Henrik. Cresciuti da un vampiro, Mikeal e da una strega, Esther. Finn e Kol avevano ereditato la magia della propria madre e Freya, la primogenita,  era misteriosamente morta di peste. Henrik, invece, ucciso da un lupo mannaro.
Dopo questi due episodi, Mikeal chiese a suo moglie di fare un incantesimo sui propri figli e renderli immortali: così, nacquero gli Originali.
Ma in seguito, tutti scoprirono che Esther aveva tradito il proprio marito con un licantropo, Hansel e da lì era nato Klaus: questo lo definiva in tutto e per tutto un Ibrido, licantropo e vampiro insieme.
Fu odiato da Mikeal come nessun altro e i fratelli furono costretti a scappare da lui da città in città, per non essere trovati. Ma New Orleans era la loro vera casa.
Questo era tutto ciò che Klaus le aveva detto prima di arrivare in Louisiana, accennandole anche che una strega stava complottando contro di lui.
Il quartiere francese era complessivamente diviso tra lupi mannari, streghe e vampiri.
Klaus non vedeva l’ora di mostrare a Caroline la sua bella e lussuosa dimora, solo che sembrava esser occupata da qualcuno che conosceva Klaus più di qualsiasi altro: Marcel.
***
Il più saggio ed elegante dei fratelli Mikealson era appena entrato nel territorio di New Orleans, trovando sulla strada un gruppo di streghe che pregava. Elijah afferrò la prima strega che trovò accanto a se per chiederle spiegazioni.
-Mi chiamo Elijah Mikealson, sono venuto qui per sapere cosa centrano le streghe con mio fratello: so che una di loro complotta contro di lui, Jane-Anne Deveraux.- le disse lui, con addosso un elegante vestito di Armani.
La strega di colore mise indietro i suoi capelli neri ed ondulati, sembrava non avesse affatto paura dell’Originale. -Strano perché Jane-Anne è morta, chiedi alla sorella.- rispose ella, indicando una ragazza dal viso angelico che era a terra, accarezzando il viso della morta.
Elijah fece alcuni passi, quando sentì i propri capelli, poco ingelatinati, che volavano appena. Alzò gli occhi verso il cielo del pomeriggio, le nuvole non si muovevano, ciò voleva dire che non c’era vento. Quindi qualcuno era appena sfrecciato dietro di se.
Il vampiro si voltò e vide davanti a se una ragazza che gli sorrideva in modo curioso.
Allora si avvicinò. -Capelli biondi, occhi azzurri, viso furbo..Tu devi essere Caroline.-
Caroline ridacchiò. -Intelligente, saggio e con un abito di Armani…Fammi indovinare, Elijah?-
Elijah baciò la mano di Caroline come si faceva una volta. -Mio fratello mi ha parlato molto di te. Ho anche pensato che tu avessi fatto breccia nel suo cuore di pietra.- commentò poi.
Caroline si sentì quasi lusingata e alzò le spalle leggermente. -Ci sto provando.-
Poi Elijah tornò a concentrarsi sulla situazione davanti a se. -Tu sai cosa è successo?- le chiese.
-Ne so quanto te. Ho seguito Klaus fino a qui, ma quando siamo arrivati a casa sua, abbiamo scoperto che era già occupata.- spiegò Caroline.
L’altro sembrò contrariato. -E chi ha osato?-
Prima che Caroline potesse rispondere, si presentarono sul posto un gruppo di ragazzi, più di colore che bianchi, che camminavano fieri di se come dei bulli: c’era una donna con una stana capigliatura a cresta, un ragazzo che aveva i capelli folti e ricci…
-Lui.- rispose infine Caroline, indicando un ragazzo nero con pochi capelli, gli occhi quasi a mandorla e un sorriso affascinante che nascondeva dei denti bianchissimi.
Il suo nome era Marcel: Klaus lo aveva trasformato in un vampiro ai tempi della schiavitù dei neri, solo che egli sembrava troppo interessato alla sua cara sorella Rebekah e alla fine, Klaus aveva punito entrambi.
Marcel sembrava aver preso il controllo del quartiere francese che una volta apparteneva ai Mikealson: aveva cacciato via i licantropi e teneva sotto controllo le streghe, vietando che facessero incantesimi.
Anche quel pomeriggio, Marcel vietò che il corpo di Jane-Anne venisse consacrato in strada: New Orleans era una città piena di visitatori e chiunque poteva vederli.
Prima che i vampiri di Marcel potesse mettere mano sulla ragazza dal viso angelico, Elijah e Caroline la portarono via per chiedere spiegazioni, spingendola in un angolo lontani da tutti.
-Tu chi sei?- domandò Elijah.
-Mi chiamo Sofie Deveraux, sono la sorella della morta.- rispose la donna.
-Che cosa voleva da mio fratello?-
Sofie condusse i due vampiri nel cimitero della città, posto sacro per le streghe.
-I vampiri ci tengono sotto controllo da molto tempo, sono abbastanza disperata da chiedere aiuto ad uno come Klaus, sapendo che Marcel era la sua pupilla.- spiegò Sofie. -Poi è successa una cosa: alcune streghe hanno visto entrare in città un licantropo, una donna incinta di Klaus.-
Caroline sgranò immediatamente gli occhi perché una lupa e una soltanto poteva esser venuta a contatto con Klaus: -Hayley.-
Sofie annuì udendo quel nome. -Ho pensato che questo figlio potesse mettere fine a questa guerra che c’è tra le nostre razze.- commentò.
Caroline non la stava ascoltando, stava solo pensando a quanto disprezzasse Hayley in quel momento. -Che puttana!- esclamò, senza nemmeno accorgersene.
I due la guardarono strano e lei si scusò.
Elijah si promise che avrebbe parlato con Klaus per risolvere la cosa.

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Capitolo 3
*** La famiglia. ***


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“Questa città una volta era mia. E durante la mia assenza, Marcel ha ottenuto tutto quello che ho sempre desiderato: potere, fedeltà, famiglia. L’ho fatto a mia immagine e lui mi ha superato. Voglio quello che ha. Voglio essere il re.”
-Klaus Mikealson.
 
Caroline condusse Elijah fino alla casa dove lei e Klaus si erano messi. Era pur sempre lussuosa e assomigliava quasi ad un castello. La vampira era furiosa che Klaus si fosse abbassato al livello di un licantropo ed entrò a passo deciso nel soggiorno, dove stava beatamente bevendo vodka sul divano in pelle.
Si alzò con un mezzo sorriso. -Beh, vedo che hai conosciuto mio fratello Elijah.- le disse.
Caroline si diresse da lui e con tutta risposta, gli lanciò un ceffone. -Hayley Marshall!? Sei andato al letto con Hayley Marshall?! Cioè la lupa che ci ha provato con il mio fidanzato?!- esclamò, rossa in viso dalla rabbia.
-Ex.- la corresse Klaus. -E poi c’è una spiegazione dietro tutto questo.- Per una volta Klaus sembrava non avesse parole per spiegare l’accaduto.
Elijah invece sembrava confuso. -Quindi lo sai?- chiese al fratello.
-Sono venuto a saperlo poco dopo di voi. Sofie Deveraux ha portato Hayley poco fa, chiedendomi che sia protetta. Balbettando qualcosa su un incantesimo.- sospirò Klaus, risedendosi a peso morto sul divano.
A quel punto, Hayley venne fuori da quella che sembrava una sala da ballo, con il pavimento in legno e un pianoforte vecchio,ma brillante. Una ragazza dal viso ampio, i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore, che davano sull’oro.
-Ha detto che ha fatto un incantesimo su di se così che la sua vita dipendesse dalla mia.- spiegò il licantropo.
Non appena Caroline la vide, si accigliò e se Elijah non l’avesse tenuta ferma, l’avrebbe forse picchiata.
Caroline sospirò e si appoggiò ad un tavolino in legno, che sopra aveva una lunga scatola piatta, fatta dello stesso materiale. Lo aprì per curiosare e ne trovò un oggetto appuntito, con delle decorazioni tutt’intorno d’argento. -Questo cos’è?- domandò.
Elijah si allontanò come se fosse pericoloso. -Mettilo giù! E’ l’unica arma che può uccidere un Originale!- esclamò.
-Merda.- lo rimise nella scatola come fosse una pietra bollente e si allontanò dal tavolino.
-Comunque, io non ho niente a che fare con quella…cosa… chi ti dice che è davvero incinta? Potrebbe esser qualsiasi altra cosa. - intervenne Klaus, alzandosi.
Hayley si passò una mano sulla pancia con uno sguardo quasi ferito ed Elijah la notò. -Bambino Klaus, si chiama bambino.-
-No, ha ragione lui. Dopotutto è strano…i vampiri sono morti..- commentò Hayley.
Klaus la guardò con sguardo imbarazzato e Caroline ridacchiò sotto i baffi.
-Klaus..Ascolta..-
Ci fu un attimo di silenzio, in cui le orecchie acutissime dei tre vampiri udirono il cuoricino del bambino che batteva forte.
Sembrò che questo fece stringere il cuore di pietra di Klaus, ma subito dopo il suo sguardo ritornò duro. -E’ un trucco, Elijah.- commentò.
-No, è un dono.- continuò il fratello, con tono tranquillo. -Per ricominciare e riprenderci quello che era nostro. La nostra famiglia e stata distrutta, ci siamo odiati. Vuoi che sia ancora così?-
Klaus scosse la testa e prese fra le mani la bottiglia di vodka, facendo per andarsene. -Io non mi farò manipolare.-
Elijah si pose davanti a lui. -E anche se ti facessi manipolare? Quella ragazza e suo figlio…Anzi, tuo figlio vivranno.- continuò.
Sul viso di Klaus si presentò ancora una volta quello sguardo maligno. -Io le ucciderò tutte.- esclamò, uscendo dalla villa.
L’altro non esitò a seguirlo. -E poi? Che farai? Tornerai a Mystic Falls per essere l’ibrido che spaventa tutti? Perché hai portato qui Caroline altrimenti?- gli domandò.
Klaus esitò a quella domanda.
-Ti aiuterò, saremo una famiglia e la costruiremo insieme.-
Elijah credeva che Klaus fosse quasi convinto, quando gli prese la mano e gliela strinse come se fosse d’accordo. -No.-
 

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Capitolo 4
*** Il potere. ***


Ti sei mai sentito come se non ci fosse nessuno a questo mondo che ti ami?” -Caroline Forbes. Forse Elijah non era riuscito a fare breccia nella sua mente, ma Caroline aveva intenzione di provarci e lo seguì direttamente in città, dove i turisti festeggiavano per strada, mischiati a quelli che dovevano essere i vampiri di Marcel. -Klaus, fermati!- esclamò Caroline, a pochi passi da lui. -Hai visto cosa fa mio fratello? Ti usa come arma contro di me, abbastanza sleale, non credi?- le disse lui. Prima che Caroline potesse ribattere, Klaus bevve tutto il contenuto della bottiglia e la lanciò in aria gridando: -Marcel!- Tutti lo notarono, tranne i turisti che ballavano con musica alta. Il vampiro di colore si fece strada tra la folla, posandosi davanti a Klaus. -Ti sei preso tutto quello che era mio. La mia domanda è: come?- chiese. L’altro mostrò i suoi denti perfetti in un sorriso. -Mi sono guadagnato la loro lealtà. Si, tu avrai pur costruito qualcosa di bello partendo da una fogna, ma poi te ne sei andato, lasciando tutto. Io ho cacciato i lupi mannari e ho il controllo sulle streghe. Il sangue scorre a fiumi e ci sono sempre feste. Puoi partecipare se vuoi, ma è sempre mio. La mia casa, la mia famiglia e le mie regole.- spiegò Marcel, con voce dura e decisa. -E se qualcuno infrange queste regole?- domandò ancora l’ibrido. -Viene ucciso.- rispose. -Io sono il re!- esclamò poi. Ci fu un attimo di silenzio, in cui Klaus si guardò attorno, come se stesse scegliendo una plausibile preda. Quindi scattò e afferrò un vampiro, mordendolo al collo: il morso di un ibrido causa molto dolore, visioni incessanti, e se non si beve il sangue dello stesso ibrido, si diventa come lui. -Il tuo amico morirà prima di domani. Ho infranto una delle regole, ma non posso essere ucciso.- commentò, con un sorrisino soddisfatto. -Chi ha il potere adesso?- Caroline sapeva che Klaus non si sarebbe mai fermato davanti a niente, era spaventata da un lato, ma dall’altro era affascinata. Un vampiro solitario guardava lo spettacolo da lontano e prima che Klaus facesse altre mosse azzardate, egli afferrò sia lui che Caroline, portandoli via nel prato della loro nuova casa. *** -Non era chiaro il mio volere di rimanere da solo?- esclamò Klaus, quasi su tutte le furie. -Non puoi far finta di niente.- commentò Elijah, prendendo il fratello alla gola e spingendolo contro la porta, creando una crepa. -Non mi interessa niente del bambino, ne tanto meno di Hayley. Quella lupa è già morta.- sussurrò, con voce strozzata. Elijah gli diede un altro pugno, facendolo passare attraverso la porta ormai in frantumi. -Proverò con tutte le mie forze a farti ragionare, ti picchierò come faceva nostro padre se è necessario!- Egli stava per dare un altro pugno, ma il suo respiro e il suo corpo si fermarono. Klaus poté vedere la punta del paletto in legno argentato uscire dalla pancia di suo fratello. Infine, egli cadde a terra. Klaus si accorse che era stata Caroline e la ragazza sembrava su tutte le furie. -Basta, chiaro?! Non sono venuta fin qui per vedere due bambini litigare! Anzi, non so nemmeno perché sono venuta qui con te!- esclamò. -Se pensavi che saremmo corsi verso il tramonto in groppa ad un unicorno, beh ti sbagliavi!- commentò Klaus, usando il suo stesso tono. -Bene!- -Bene.- Detto questo, Caroline sfrecciò via in città, dove ormai si era fatta sera da un pezzo. Camminò per strada con i jeans e la giacca di pelle, come se fosse un motociclista che voleva stare da solo. Poi, il suo telefono squillò: Elena. Caroline era preparata ad essere sgridata dalla sua migliore amica. -Pronto?- rispose. -Caroline Forbes, ma sei impazzita?! Scappare via con Klaus non era nei tuoi piani e poi… Klaus?! Ovvero l’ibrido più pericoloso di questo mondo?!- gridò Elena. L’altra sospirò. -Lo so Elena, lo so. Ti ricordi quando ti dicevo che Damon era una scelta sbagliatissima? Ma tu l’hai scelto lo stesso? Ecco, è la stessa cosa. Il mio cuore mi spinge da Klaus, Elena e io devo capire il perché. Forse sono innamorata di lui o forse no, ma devo saperlo.- spiegò Caroline. Allora Elena cambiò idea. -Spero tu sia sicura di quello che fai, sta attenta.- le disse. Caroline sorrise, almeno qualcuno si preoccupava per lei. -Te lo prometto.- Infine, attaccò ed entrò in un pub per bere qualcosa. All’apparenza non sembrava nemmeno una ragazza che beveva alcol, ma anche lei aveva i propri segreti da nascondere. Si sedette su uno sgabello davanti al bancone di legno, quando la barista si pose davanti a lei: occhi verdi, capelli biondi ondulati e viso lucido ed ampio. Il suo nome era Camille. -Cosa ti servo?- -Vodka, per favore.- le rispose lei. Caroline poté sentire l’odore di Klaus che entrava nel bar, ormai sapeva com’era: era un miscuglio di profumo alla vaniglia, forte e di sangue, quindi odore di rame. Sospirò alla sua vista. -Qui nessuno può stare mai da solo.- commentò, sorseggiando. -Quello che hai fatto è stato grandioso..quasi da..fammi pensare…traditrice?- le disse Klaus, con un sorriso divertito. -Ho imparato dal migliore.- L’ibrido sorrise di più, poi si fece quasi serio. -Ero ubriaco quando sono andato al letto con Hayley.- -Quando è stato?- chiese lei, posando lo sguardo sul vampiro alla propria sinistra. -Quando hai rifiutato di venire via con me, perché avevi dei conti in sospeso con Tyler.- rispose Klaus. Caroline si ricordava benissimo quel giorno, sorrise ed arrossì. -Mi ricordo anche quello che mi dicesti: Lui è il tuo primo amore ed io..- -…Intendo essere l’ultimo.- finì lui. Caroline sprizzò quasi dalla gioia per quel momento, finalmente Klaus le dava un pò d’attenzioni. Si alzò dallo sgabello per baciarlo delicatamente sulle labbra, pensando che ne avesse davvero bisogno. -Perché mi hai portato qui?- gli chiese, in un sussurro. Klaus le cinse i fianchi. -Volevo mostrarti quella che una volta era casa mia. Non sapevo che ad attenderci ci sarebbe stato tutto questo.- rispose, quasi con tono dispiaciuto. Caroline gli accarezzò la guancia, quasi commossa. -Se è questo quello che desideri, ti aiuterò a riprendertelo.-

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Capitolo 5
*** La sorella. ***


“Siamo le creature più forti al mondo, ma siamo danneggiati e non esiste cura a questo. Viviamo senza speranze, ma non moriamo mai. Siamo la definizione di maledetti…sempre e per sempre.”
-Rebekah Mikealson.
 
Sulla strada del quartiere francese cominciò a crearsi una scia di vampiri morti, come un percorso che conduceva alla casa di Klaus. La colpevole, era Rebekah.
Avendo saputo del fratello pugnalato e appena scomparso, aveva intenzione di chiedere a Klaus cosa volesse fare e aiutarlo nel suo intento.
La ragazza dai capelli ondulati trovò il fratello e la sua nuova fiamma a combattere in giardino, come se si stessero preparando ad un eventuale battaglia.
Klaus si basava sulla velocità, i denti appuntiti e i sensi acuti, insegnandolo anche a Caroline.
Poi l’ibrido si accorse della sorella e fece un grande sorriso. -Rebekah!-
La vampira se ne stava a braccia conserte, picchiettando il tacco delle sue scarpe sulla terra. -Dov’è nostro fratello?- chiese.
-Temporaneamente scomparso, ma non preoccuparti, sto lavorando per ritrovarlo.- rispose Klaus, asciugandosi la fronte.
Rebekah alzò un sopracciglio, fulminando Caroline con addosso un top aderente. -Vedo.- commentò.
-Rebekah, dovresti ricordarti di Caroline.- continuò Klaus, per presentarle.
Ma nessuna delle due si mosse, soltanto un cenno per un saluto. Per la Caroline di prima, quella che aveva tutto sotto controllo, quella che non si sarebbe azzardata a partire con Klaus, Rebekah non era altro che una vipera, ma adesso, doveva accettarla: dopotutto era la sorella di Klaus.
-Sospetto sia Marcel che ha preso il corpo di nostro fratello.- continuò l’ibrido.
Rebekah sgranò quasi gli occhi. -Corpo?! Che cosa gli hai fatto?!-
L’altro rise. -Non io, Caroline gli ha infilato il paletto di quercia bianca nel petto.-
-E te ne stai lì, con le tette di fuori, a fare niente?! Non ti senti un pò in colpa?!- esclamò lei, parlando con Caroline.
Caroline ci riflesse, in effetti non si era comportata in modo giusto con Elijah: sembrava simpatico dopotutto.
-Oh mio Dio, sto diventando come te.- commentò Caroline con faccia schifata, riferendosi a Klaus.
Scacciò via tutti i pensieri e raccolse la giacca di pelle da terra per mettersela. -Ti aiuto a cercarlo.- le disse.
Klaus rimase quasi sorpreso e sembrò arrabbiarsi molto.
***
Rebekah e Caroline si diressero in città per cercare Marcel, che con tanta noncuranza, aveva preso possesso della loro casa. Sulla cancello che accedeva alla casa vi era disegnata una grande M che stabiliva il suo dominio assoluto.
-Klaus mi ha raccontato che c’è stato qualcosa tra te e Marcel.- le disse Caroline.
-Klaus ha salvato Marcel dalla schiavitù dei neri e lo ha cresciuto come suo pupillo. A contrario di come è adesso, posso dirti con sincerità che Marcel era molto attraente una volta diventato adulto.- spiegò Rebekah, mentre Caroline sorrideva a quest’ultima esclamazione. -Mio fratello è sempre stato come lo vedi adesso e anche a quei tempi, era ossessionato dal volermi proteggere: credeva che Marcel non fosse adatto a me e così…mi pugnalò, mettendomi in una bara per anni e anni.- raccontò. -Infine, lo ha messo davanti ad una scelta: divenire vampiro o continuare ad amarmi. E lui ha evidentemente scelto la prima.-
La storia di Rebekah era sicuramente triste, ma da un lato ella crebbe che Klaus voleva solamente difenderla, anche se era assai esagerato farla dormire in una bara per lunghi anni.
-Capisco.- commentò Caroline. -Ha quasi fatto lo stesso con il mio ex.-
A Rebekah scappò un sorriso. -Noto il modo in cui ti guarda. Chissà, magari gli piaci sul serio.-
Caroline alzò le spalle. -Facciamo così, io cerco Marcel in città e tu resti qui nel caso tornasse.-
Rebekah annuì sicura. -Ottimo piano. Mi piaci.-
L’altra sorrise e con le mani dentro la giacca, continuò a passeggiare, cercando Marcel anche nei più stretti vicoli di New Orleans.
 
Fu in quel momento che Caroline vide uscire Hayley da un negozio: ai sensi acuti della vampira, parve la dimora di una strega.
Così la seguì senza farsi vedere, fin che la lupa non si sedette su una panchina.
Goffamente, Caroline si nascose dietro ad un cespuglio: con gli occhi poté vedere che in mano aveva una fiala contenente un liquido e con il naso capì che si trattava di veleno.
Improvvisamente, sentì dei rumori, foglie che scricchiolavano e poi passi.
Si trattava di un gruppo di vampiri di Marcel, che circondarono la povera Hayley incolpandola di essersi accoppiata con un Ibrido. I vampiri erano divisi in due gruppi, ovvero i vampiri che avevano l’anello solare per proteggersi alla luce del sole e i Notturni, ciò quelli che uscivano solamente di notte.
A Caroline fece quasi pena; non lei, ma il bambino. Non poteva permettere che gli venisse fatto del male e quindi tentò di fare una cosa giusta.
Spezzò il collo ad ogni vampiro attorno alla panchina prima che toccassero Hayley o il suo grembo.
Hayley rovesciò il contenuto dallo spavento, ma tutti i vampiri erano ormai a terra grazie alla velocità di Caroline.
-Grazie.- la ringraziò la lupa.
Caroline si abbassò per odorare meglio il contenuto e finalmente capì di cosa si trattasse: strozza lupo.
Hayley aveva intuito che la vampira sapesse e abbassò lo sguardo.
Nonostante a Caroline non piacesse Hayley, non capiva il perché si stesse letteralmente suicidando.
-Perché?- le chiese.
-Sai quanto è difficile avere un figlio di Klaus dentro di me? Succede questo.- rispose Hayley, riferendosi ai vampiri a terra.
-Hayley non importa che sia il figlio di Klaus o no: è un bambino.- commentò Caroline.
Hayley si zittì e si carezzò la pancia. -Grazie.-
Detto questo, ella se ne andò.
Non appena la lupa si allontanò, Caroline iniziò a non sentirsi bene: il cervello pompava contro il suo cranio facendole sanguinare il naso, la testa le scoppiò e sentì tremolare le proprie gambe, fino a farla svenire lì per terra insieme a tutti gli altri vampiri.
Una vera e propria magia.

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