The Mystery Of The Dark Princess

di Tress
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** Il portale ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Arrivo ***
Capitolo 6: *** Trovata ***



Capitolo 1
*** Addio ***


La cercarono per giorni, ancora e ancora, continuarono anche quando ormai tutti erano senza speranza; quando ormai tutti avevano rinunciato. Era passato quasi un anno.

Dopo degli avvistamenti in quella zona avevano deciso di andare a controllare e in meno di una decina di minuti furono in Alaska in una piccola cittadina a nord. Appena scesi cercarono informazioni chiedendo ai negozianti, nessuno seppe dire niente su di lei, tranne un vecchio signore che possedeva un piccolo negozietto di articoli vintage. Indicò ai giovani la direzione presa da quella strana donna e loro si incamminarono nella neve.Erano disperati.

Dopo così tanto tempo finalmente la videro, una piccola sagoma scura traballante in un immenso mare di neve;  erano andati in ogni angolo del mondo per cercarla da quando se n’era andata senza dire una parola, nemmeno al suo fratellone, né alla sua migliore amica, al leader del gruppo che ormai era diventato il suo migliore amico e nemmeno a lui.  
 Lui, le aveva dato tutto, il suo amore, la sua vita. A quanto pare non le bastava. Eppure non riusciva a credere che se ne fosse andata così, che colei che aveva sempre ammirato per la sua forza fosse scappata a quel piccolo ostacolo.

Poteva rifiutarlo.
Certo avrebbe fatto male,  ma sarebbe comunque stato meglio della fuga.

Corsero da lei, tutti e quattro per riabbracciarla perché dopotutto le volevano bene, anche se li aveva abbandonati, volevano che lei tornasse da loro.

Erano sempre più vicini e correvano come non avevano mai fatto, sentivano le membra pesanti e il respiro affannato ma continuavano, era troppo importante per fermarsi , ora che l’avevano trovata. Ormai riuscivano a vedere le pieghe del mantello svolazzante e le candide gambe di lei che quasi si confondevano con il paesaggio, il cappuccio calato e testa rivolta verso l’orizzonte a osservare il tramonto.

Sapeva che stavano arrivando, ma lei non era pronta per raccontare tutto e neanche per chiedere scusa, si odiava per quello che aveva fatto e per quello che era obbligata a fare, comunque voleva bene a ognuno di loro e volle concedersi un ultimo sguardo prima di sparire di nuovo e stavolta per molto più tempo. Forse per sempre.

Si voltò, e li vide, con gli occhi lucidi mentre correvano da lei.

Gli mancavano. Si, gli mancava tutto di loro: le grida, i litigi, perfino i piatti tutt’altro che deliziosi dell’amica ma soprattutto le mancavano gli scherzi del suo fratellone e di colui che aveva fatto soffrire così tanto e che si rendeva conto solo ora di amare.

Li guardò uno per uno.

Il leader, con i capelli neri più arruffati del solito leggermente umidi per via della neve, un sorriso in volto che era sicura coinvolgesse anche gli occhi nonostante coperti dalla mascherina; mano nella mano con la sua migliore amica con i capelli rossi e occhi che brillavano dalla felicità, notò che aveva cambiato uniforme  per una sua versione più invernale che le stava benissimo (ovviamente), la fece sorridere, chissà quante ore per scegliere quel vestito. Di fianco a loro c’era il suo fratellone sorridente, con le parti di metallo lucide e di un azzurro che ben si intonava al candore della neve,  non vedeva l’ora di riabbracciarlo.

Di fronte al gruppo un ghepardo verde con il manto cosparso di minuscoli cristalli di ghiaccio, sapeva bene chi era in realtà, lo riconosceva perfettamente tramite il colore degli occhi di smeraldo e dall’insolito colore della pelliccia sottile. Si soffermò su di lui, osservando  quegli occhi e a pensare a quanto fosse stata ingiusta, non si meritava tutto questo, lei non voleva assolutamente ferirlo, ne è stata costretta. Dopotutto lo amava.
Li osservò un ultima volta, stavolta tutti e quattro insieme; si chiese come avrebbe fatto senza di loro, senza di lui..

 Non poteva restare e loro l’avrebbero sicuramente convinta del contrario. Ma stavolta non poteva cedere.

Creò un portale nero  sotto di lei e quando furono troppo vicini si lasciò cadere con gli occhi lucidi guardandoli con disperazione e rassegnazione.

-Addio-

E un'unica piccola lacrima scese fino ad arrivare al mento, la prima della sua vita, mentre le tenebre che conosceva così bene l’avvolgevano gelide più della neve stessa.
 
 
 
 
Non so come possa essere venuto fuori, spero vi piaccia e dalle recensioni vedrò se continuare o no, non ho la più pallida idea di come verrà una volta finito ma era da troppo tempo che volevo fare una cosa del genere.
Spero davvero che vi sia piaciuto, recensite e fatemi sapere se ci sono errori, se volete che continui o se è meglio che io mi dia all’ippica e che smetta di scrivere.
Grazie mille per aver letto questa mia piccola storia, fatevi sentire.
 Tress

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Capitolo 2
*** Riflessioni ***


mesi prima…


-Azarath Metrion Zinthos-

Dopo un lungo ed estenuante viaggio era finalmente a trovare un po’ di calma e serenità. Era passato così tanto tempo dall’ultimo giorno della sua vita da Titans, eppure si ricordava tutto. Tutti gli scherzi, le battute e le mancavano molto.

-Azarath Metrion Zinthos-

Ogni giorno pensava a loro, anche durante la meditazione non riusciva a concentrarsi. Vorrebbe essere ancora lì con loro, con BB. Le mancava quello gnometto verde, difficile a credersi eppure era sempre stato così dolce con lei che  invece non aveva mai fatto niente per lui, lo aveva sempre trattato con indifferenza, tranne quando era sua complice in uno dei suoi soliti scherzi. Forse per ripagare almeno in parte alla sua dolcezza.

-Azarath Metrion Zinthos -

Erano passati così tanti anni, si ricordavano ancora di lei? Si ricordavano della ragazza perennemente depressa  che raramente diceva qualcosa se non insulti?

-Azarath Metrion Zinthos-

Oh si che si ricordavano di lei, dopotutto lei era quella che aveva quasi portato suo padre a distruggere la Terra. Colei che aveva combinato più guai di tutti loro messi insieme. Che aveva fatto rischiare la vita più e più volte la vita a ognuno di loro. Che gli aveva mentito.

-Azarath Metrion Zinthos-

Si odiava per tutto il dolore che aveva fatto sopportare a tutti loro, si odiava per non aver mai dimostrato i suoi sentimenti e quanto teneva a ognuno di loro.
E a quel punto iniziò a provare una rabbia sovrumana, mai provata prima. Un sentimento fortissimo che riusciva a stento a trattenere.

-Aarath Metrion Zintos-

Si era tenuto tutto dentro per anni, non aveva mai mostrato un sentimento né positivo né negativo. E ora era sola, non poteva ferire nessuno a un centinaio di chilometri dalla città più vicina. Poteva esplodere, mostrare qualcosa.

-AZARATH-

Lasciò la posizione che utilizzava sempre per meditare continuando a levitare aprendo leggermente le braccia e divaricando le gambe. Il mantello prese a svolazzare e il cappuccio che fino a poco prima le copriva il volto le scivolò giù lentamente mostrando i grandi occhi ancora chiusi.
Era colpa sua. Li aveva traditi e aveva quasi portato l’intero mondo alla fine.

-METRION-

La sua anima sotto forma di oscuri tentacoli uscirono dal suo corpo  in una leggiadra danza. Stese ancora di più le braccia per aiutare l’afflusso della sua anima.
Non aveva mai trattato bene le persone a cui teneva di più, mai un 
grazie o una dimostrazione d’affetto.

-ZINTHOS-

Così urlò l’ultima parola del suo mantra, così sfogò tutta la sua rabbia.
Aprì gli occhi, ora diventati rossi e luminosi, spalancò la bocca in un urlo carico di frustrazione e di rabbia. Un esplosione. La sua anima demoniaca che dimostrava un sentimento. Una bolla oscura le avvolse il cuore e da lì si espanse disintegrando tutto ciò che incontrava lasciando però integro il corpo della giovane. Così una sfera enorme e ora rossa, quasi fosse una sfera di fuoco la avvolse e dopo che l’urlo finalmente si spense anche questa si dissolse.

La corvina cadde a terra nel cratere provocato dai suoi poteri, aveva qualche bruciatura ed era davvero sfinita, voleva soro riposare ora.

Doveva riposare ora.

Buio, un ultimo pensiero le riempì la mente.

Avrebbe fatto il possibile per proteggerli, glielo doveva.

Li amava davvero.

La sua famiglia.

La sua salvezza.









Mi scuso davvero tantissima per essere sparita per così tanto tempo lasciando in sospeso così. Chiedo umilmente perdono ma non so quanti di voi se ne saranno accorti dopotutto ahahah.
se comunque vi è piaciuta la storia o se trovate errori che volete farmi sapere recensite, aspetto solo quello per continuare la storia. questi capitoli sono effettivamente molto brevi ma dopo un periodo di vuoto totale devo riprendermi per gradi. Le prossime storie saranno sicuramente più lunghe. Penso abbiate notato la mia passione per l'andare a capo dopo quasi ogni parola e mi scuso ma penso che dia un tocco in più alla storia. 
spero vi sia piaciuto questo piccolo capitolo e spero mi abbiate perdonato.
Al prossimo delirio psicotico.
Tress

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Capitolo 3
*** Il portale ***


Un portale, tutto era iniziato da un portale, il suo viaggio sulla terra, l’arrivo di Trigon.
E ora doveva attraversare per la seconda volta nel giro di un anno quel lungo viaggio. Il viaggio verso il luogo in cui era nata, il viaggio verso “casa” o almeno, sarebbe dovuta essere casa sua.
Doveva tornare. Dopo la distruzione di Trigon aveva acquisito un altro potere, aveva visto la madre svanire nel nulla, a quel punto preoccupata meditando la raggiunse telepaticamente e sentì in lei una forte presenza demoniaca molto familiare, il padre.
Non era riuscita a eliminarlo del tutto, si era salvato attaccandosi come un parassita all’anima di Arella, per questo ha dovuto lasciare i Titans, non voleva farli soffrire e un piccolo dettaglio del piano non sarebbe di certo piaciuto ai membri della sua vecchia squadra, i membri della sua famiglia.
Ma sua madre era in pericolo, l’intero mondo rischiava con Trigon a piede libero, finché era debole poteva essere distrutto, una volta riprese le forze sarebbe stato tutto inutile e molto pericoloso, straordinariamente pericoloso per il mondo intero.
Per mesi aveva cercato sulla terra gli strumenti e gli ingredienti esatti per sconfiggere quel demone, per sconfiggere suo padre. Il solo pensiero le dava ribrezzo. Il “padre” che le aveva violentato la madre facendola cadere in un vortice di depressione da cui è uscita solo nel momento in cui è diventata una sacerdotessa di Azarath, nel momento in cui è uscito da lei il frutto del suo seme demoniaco.
Tutto il dolore che aveva causato, ai suoi amici più cari, alla madre.
Ma ora non poteva permettersi sbalzi emotivi, aveva bisogno di tutta la concentrazione necessaria per raggiungere Azarath e valutare la situazione, sentiva molto, troppo, la presenza demoniaca simbolo del padre. Qualcosa non andava. Si era rafforzato prima di quanto aveva previsto, non era di certo forte quanto lo era sulla terra ma in uno scontro diretto Raven non avrebbe mai avuto la meglio, non avrebbe mai fatto del male alla madre, doveva solo trovare un modo per attuare il suo piano e quindi esiliare l’anima del padre in un'altra dimensione. Lì non avrebbe causato danni. Lì non avrebbe ferito nessuno.
Tutto ha un prezzo però.
A questo pensiero spuntò un ghigno sul volto assorto della maga, un piccolo accenno di tetro sarcasmo e masochismo in un certo senso.  Perché non doveva pensare a loro, non doveva pensare a lui. Si sarebbe sentita in colpa. Eppure c’era un ricordo che cercava di sfuggire alla sua volontà.
Ormai distratta si arrese e iniziò a ricordare quell’episodio tanto deprimente .

Era mattino, la maggior parte dei Titans stava dormendo, per lei era relativamente una bella giornata. Il suo bel tè caldo, la sua routine.
 La quiete prima della tempesta. Leggeva un libro nella sala comune con la chiave della sua felicità tra le pagine, la chiave della sua quiete. Non vedeva l’ora di vedere la Sua faccia quando avrebbe visto la lettera tra le mani della potente maga che tanto temeva ma che ammirava.
 Infatti non poco tempo dopo Ecco BB con un espressione sconvolta in viso e con ancora il pigiama addosso. Un pigiama composto da un paio di pantaloni della tuta sporchi e sgualciti.
 Raven non poté trattenere un sorriso sghembo e uno sguardo malizioso che fecero trasalire BB, così abituato alla maschera inespressiva della giovane. – Perso qualcosa?-  BB dovette attendere qualche secondo per realizzare tutte quelle novità e quando comprese quello che voleva dire la maga si irritò e con la rabbia negli occhi l’accusò:
 -TU! Maledetta, dove l’hai nascosta?- 
  -Nascosto cosa BB? Non so di cosa tu stia parlando.-
- Non mi mentire, ridammi subito quella lettera imbarazzante prima che la legga qualcuno.-  e questa volta al posto della rabbia il viso di BB mostrava solo imbarazzo e timore. Come aveva fatto a cadere in uno dei ricatti della maga? Di nuovo?
-tutto ha un prezzo BB, lo sai. Se rivuoi questa sdolcinata lettera per Terra dovrai prima promettermi una cosa.- appoggiò il libro sulla sua destra e si voltò di più verso BB per poter intimidirlo con il suo sguardo assassino.
BB non poté far altro che abbassare gli occhi e mugugnare un consenso che di sicuro gli era costato molto, ma a quel punto non gli importava.
-Sta bene. Devi promettermi di fare tutti i compiti che ci ha assegnato Robin al posto mio senza lamentele.-
BB non rispose, era a bocca aperta che fissava la perfida ragazza che le stava di fronte, così bella, così intelligente ma allo stesso tempo così  perfida a volte. Amava vederla sorridere e sarebbe rimasto a parlarle per ore anche se quando parlavano doveva stare ben attento a ciò che diceva.
 Era da molto che stella li aveva traditi, non piaceva più al ragazzo, ma comunque quella lettera se letta dai suoi amici poteva essere usata per prenderlo in giro, e questa era una cosa che il verde proprio non sopportava.
-Come ti ho già detto poco fa BB questo è il prezzo  per la lettera e se non ti sta bene la terrò io, facendo in modo che finisca su ogni social media di questo mondo.-
-In questi momenti mostri la tua parte demoniaca più di quando ti arrabbi Raven. Accetto, va bene ora ridammi quella maledettissima lettera.-
Un ondata di tristezza sconfinata  avvolse Raven, sentire quelle parole da lui la fecero sentire male, la fecero sentire in colpa. Il sorriso che prima le illuminava il volto scomparve pian piano e sentendo le lacrime avanzare decise di finire lì la questione. Prese la lettera con due dita sfilandola lentamente dalle pagine del libro, si alzò e gliela buttò addosso con rabbia facendola cadere per terra.
-Mi dispiace di non essere come vuoi tu.-
Una volta bisbigliato questo lei creò un portale nel vetro e se ne andò lasciandosi alle spalle un perplesso e dispiaciuto ragazzo verde.

Finito il ricordo una voragine molto familiare comparve di nuovo nel petto della giovane, un vuoto che non poteva essere riempito ma che poteva essere ignorato per il bene del mondo.
Quel ricordo è stata una debolezza. Non poteva permettersi altre distrazioni o quel viaggio sarebbe durato in eterno consumando gradualmente le sue forze.
Il prezzo da pagare era alto ma accettabile, ma di sicuro avrebbe accettato qualsiasi cosa per la salvezza della madre e degli amici.
Erano le persone che più di chiunque altro la capivano e che riuscivano a colmare quel vuoto, quel dolore.
E ora doveva eliminare la causa di quel dolore, la causa dei suoi problemi, la causa della sofferenza della madre. Doveva eliminare la stessa creatura demoniaca che le aveva donato la vita.
E questo le sembrava buffo, tetro, cattivo, ma pur sempre buffo in un certo senso.
 
 

Bealora, lo so che dovete ancora metabolizzare il secondo capitolo ma dopo essere scomparsa così volevo trovare il modo di farmi perdonare; oltretutto ero davvero impaziente di sapere cosa ne pensate degli sviluppi sulla storia. Quindi recensite e fatemi sapere. 
Questi capitoli sono molto riflessivi ma già tra poco si potranno avere scene più "attive" ecco. Appena Raven arriverà a Azarath quindi se non nel prossimo capitolo in quello dopo. Devo ancora decidere e non voglio spoilerare niente anche se sinceramente non so neanche io come continuerà ahahah.
Spero comunque che questo delirio psicotico vi sia piaciuto e spero anche di ricevere consigli e correzioni di eventuali errori.
Alla prossima.
Tress

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Capitolo 4
*** Scoperte ***


Sentiva di essere ormai nelle vicinanze di Azarath , tra poco il suo lungo viaggio sarebbe giunto alla fine. Una volta arrivata non sarebbe potuta andare direttamente da Trigon, il viaggio è stato troppo lungo e ha finito per prosciugare le sue energie. Appena arrivata avrebbe dovuto trovare un posto in cui riposarsi e recuperare le energie perdute, ma soprattutto un posto in cui preparare il veleno per poter separare l’anima demoniaca del padre da quella pura della madre facendola sopravvivere.
Si ricordò di una vecchia foresta nei confini di Azarath in cui proprio nel mezzo degli alberi si ergeva una piccola casetta diroccata in pietra. Una volta arrivata avrebbe potuto creare un letto di luce nera per poter assopirsi e quindi riposare. Ora che anche l’ultimo pensiero a preoccuparla era risolto non poté fare a meno di pensare come se la cavassero i ragazzi, se avessero bisogno di lei o se semplicemente stavano male per la sua scomparsa.
 Ma sapeva che se avesse iniziato a preoccuparsi per loro sarebbe di certo finita a sconcentrarsi come l’ultima volta; quindi decise di ripetere mentalmente la lista degli ingredienti del veleno che serviva per esiliare Trigon ancora e ancora, quasi come se fosse un nuovo mantra.
 Il veleno che avrebbe ucciso suo padre e salvato la madre, ma con un prezzo molto alto, doveva tentare però, lo doveva per la salvezza del mondo.
 
-BB non esce dalla sua stanza da una settimana, pensate che dovremmo dirgli qualcosa? O almeno aiutarlo. Che ne pensate amici?-
 Stella ormai era preoccupata da giorni per il suo piccolo amico verde, erano giorni che rimaneva chiuso nella sua stanza, a fare cosa poi.
A piangere l’abbandono dell’amica, l’abbandono della sua migliore amica, di colei che amava. Lui non sapeva le motivazioni della corvina, non sapeva che era andata via per salvarli e non per fuggire da lui.
Si sentiva veramente in colpa, pensava di essere la causa della sua fuga.
Tutti pensavano che si fosse arreso.
-No Stella, lasciagli il tempo per realizzare la cosa, sai perché sta soffrendo e andargli a parlare non risolverà le cosa. Sai quanto può essere testardo BB-
 Robin era colui che più aveva sofferto per la scomparsa di lei dopo BB ovviamente.
 Era ormai molto legato alla maga e vederla sparire così quando erano in Alaska lo ha ferito davvero. Si ricordava davvero bene quel giorno, il più triste nella storia dei Titans.
Lei che scompare nella coltre di neve in uno dei suoi portali, BB che rimane completamente immobile ancora sotto forma di ghepardo per poi trasformarsi in essere umano e piangere senza dire una parola e fissare il punto in cui la sua amata fuggì da lui.
Robin si inginocchia a fianco di BB per dargli sostegno anche se non si sentiva in grado, come il verde il capo era davvero rimasto segnato da quell’abbandono.
Stella era alle spalle dei due Titani in piedi con lo sguardo basso che cercava di trovare un senso alle azioni dell’amica stringendosi nell’uniforme nuova.
Cyborg aveva perso sua sorella, l’aveva aiutato tanto senza mai chiedere niente in cambio, ora doveva rispettare il volere della ragazza anche se non gli sembrava assolutamente giusto. Non capiva le sue motivazioni ma conoscendo la saggezza della ragazza e i suoi sacrifici sapeva che ovunque fosse stesse facendo il loro bene.
Cy ormai stanco di sapere l’amico così triste e così disperato decise di ignorare le parole del loro leader e andare a vedere come stava. Lo conosceva molto bene e sapeva cos’era successo poco prima della partenza della viola, sapeva quanto stava soffrendo
Si avviò verso la stanza del Verde, ma prima di entrare si sofferma a osservare la stanza della sua cara amica ora dispersa e non poté fare a meno di ricordare quella notte, la notte in cui perse un amica e una parte del suo migliore amico.
Cercò di ricomporsi e quindi bussare alla porta del Verde, ma dopo non aver sentito alcun suono decise di aprire comunque la porta poiché possedeva i codici di ingresso di tutte le stanze in quella torre.
Rimase sconvolto.
La stanza di BB era già disordinata di suo, in più un mucchio di vestiti visibilmente sporchi si ergeva accanto al suo letto e cibi vari erano per terra o sulla scrivania con vari fogli di appunti sparsi ovunque.
Ma BB non stava piangendo, non era disperato e non era caduto in un vortice di depressione.
 Il Verde era seduto di fronte al computer, sembrava più maturo, più grande e molto più serio ma conservava sempre il suo sguardo pieno di..speranza. Anche ora che la sua amata era fuggita lui SPERAVA che lei tornasse.
Così preso dalle sue ricerche non si accorse neanche dell’amico appena entrato nella sua stanza, e non si accorse nenache che quest’ultimo prese in mano uno dei suoi appunti.
Incantesimi, pietre magiche e posizioni per la meditazione.
Speranza.
Avrebbe aiutato il suo migliore amico, perché anche se rispettava le scelte di Raven teneva troppo a lei per lasciarla andare via così senza lottare, senza pensare a quanto avrebbe sofferto l’amico.
Ora si rendeva conto che Garfield non si era mai arreso e lui non sarebbe stato da meno.
 
 
Oooooook, non sono morta di nuovo ahahah
Scusatemi tanto ma sono stata parecchio impegnata in questi giorni tra una verifica e l’alta. Come sempre spero vi sia piaciuto come proseguimento della mia misteriosissima storia ahahah.
Alla prossima
Tress

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Capitolo 5
*** Arrivo ***


Giorni, settimane di ricerche.
BB stava cercando un modo per rintracciare la sua amata e per raggiungerla. Non si sarebbe mai arreso alla sua assenza, soffriva da mesi e non riusciva a dimenticarla.
Aveva iniziato dopo l’Alaska, una volta tornato alla torre è corso nella camera di lei per sentire il suo profumo e accomodarsi sul letto morbido fingendo che lei fosse accanto a lui, solo per un istante, non gli serviva molto tempo, voleva solo dire che l’amava sopra ogni cosa e che avrebbe fatto di tutto per cercarla.
Non si sarebbe mai arreso, e proprio in quella stanza mentre versava lacrime amare un idea, un illuminazione, la speranza lo pervase.
Magia, non era un mezzo demone, ma dopotutto non doveva essere una cosa complicata e Raven in parte era umana, doveva almeno provarci.
Si alzò di soprassalto e si diresse verso la libreria della ragazza, divise i romanzi dai libri di magia e iniziò a leggere questi ultimi, uno per uno, prendendo appunti e segnandosi le cose importanti e il materiale necessario. Ci mise due giorni, poi si esercitò con le magie più semplici, e il quinto giorno iniziò a cercare i materiali necessari a rintracciare l’amata.
Non era in grado di attuare magie impegnative ma le basi le conosceva, almeno in teoria. Ma la magia nera, la più potente e quella che corvina padroneggiava perfettamente era la più difficile e senza un insegnante non avrebbe mai imparato.
Si era impegnato tanto  proprio quando aveva appena trovato la prima gemma situata in Namibia si accorse di una presenza nella sua camera, sapeva l’identità dell’individuo e quindi aspettò che si rendesse conto da solo del suo lavoro e decidesse se aiutarlo o uscire. Passò  un minuto nel quale il ragazzo rifletteva sulle condizioni dell’amico ma poi si piegò a raccogliere uno dei fogli abbandonati nella stanza apparentemente senza motivo, si guardò in torno e capì, risistemò il foglio nel punto in cui l’aveva preso e si sedette spargendo altri appunti, li stava dividendo in base ai materiali da trovare.
Aveva deciso di aiutarlo, una lacrima solcò il viso del ragazzo dalla pelle verde.
-Grazie fratello-
-Questo e altro per lei e per te.-
Un sorriso appena accennato fiorì sulle labbra dei due ragazzi, il primo dopo quasi un anno di tristezza e disperazione, il primo accenno di speranza.


Mancavano una manciata di secondi all'arrivo e la ragazza si sentiva già abbandonata di ogni forza. Un ultimo sforzo, un ultima formula e poi si sarebbe diretta in quella che sarà la sua casa per qualche giorno, giusto il tempo di prepararsi e riposare.
Sentiva pesante come un macigno la sacca che portava a tracolla che conteneva giusto un libro e qualche ampolla contenenti vari ingredienti, il libro contenente quell'inantesimo, l'incantesimo che era sia la sua salvezza che la sua punizione.
Ma sopratutto, la cosa più importante che teneva sempre con se, anche se non di sua spontanea volontà. La gemma che racchiudeva la sua essenza e che era indispensabile nella meditazine, il suo centro; rossa, potente e bellissima.
Ma ora stava arrivando e per non farsi scoprire decise di fare un incantesimo che avesse nascosto la sua anima così che il padre non la percepisse ora che era così vicina e così tato in pericolo.
Il portale oscuro da cui emerse la portò al limite della foresta, date le sie scarse forze aveva deciso di non esaurire del tutto le energie e per questo aveva deciso di camminare per il tratto di strada che le mancava e poter usare i suoi poteri in caso di pericolo.
Così si inamminò per quella foresta oscura, buia e tetra che tanto ricordava dalla sua infanzia, veniva sempre lì a riugiarsi quando veniva insultata o trattata male per non pensare al suo destino, a suo padre e all'odio.

Da questo punto non sarebbe più potuta tornare indietro.






Ok ragazzi scusatemi davvero tanto ma è stato un periodo molto stressante per me con a scuola e il resto e anche se di nora i miei cpitoli sono molto brevi non ce l'ho proprio fatta a scrivere.
spero non abbiate perso fiducia in me e spero vi stia piacendo come prosegue la storia. Mi raccomando recensite in tanti.
Tress

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Capitolo 6
*** Trovata ***


Sicuramente in così tanti anni in cui non aveva fatto ritorno al suo mondo natio qualcosa doveva pur essere cambiato, e la differenza della città le era stata subito evidente dopo la sua prima visita alla madre. Ma il problema principalmente era il tempo trascorso per il rifugio che doveva ospitarla per qualche giorno. Sicuramente non aveva tante pretese, ma proprio non se lo ricordava il buco che si mostrava in ben tre quarti del tetto. Fortunatamente per preparare l’incantesimo non aveva nessuna rilevanza. Avrebbe patito un po’ il freddo, nulla in confronto a ciò che l’aspettava. 
Sistemò gli antichi manufatti magici per terra protetti da una barriera e si mise a lievitare a gambe incrociate sopra di loro.
Era davvero esausta, non sarebbe riuscita ad assopirsi utilizzando i suoi poteri.  Decise di meditare per riposarsi e recuperare le energie perse durante il giorno.
E in quegli attimi di tranquillità non potè farea meno di chiedersi con dolcezza come se la stesse cavando quella peste di smeraldo, e con questo pensiero il dolore al petto si fece ancora più intenso portandola in un silenzio carico di preoccupazione.
Con questi pensieri iniziò a pronunciare il suo antico mantra per distrarsi.
“Azarath Metrion Zinthos” 
E presto un altro giorno sarebbe arrivato e con lui la preparazione di quel proibito rituale.


“Gar, ho trovato l’incantesimo.”
Un sorriso comparve sul volto del Verde che creò due piccole fossette ai lati della bocca sulle sue guance ruvide di accenni di barba incolta e adolescenziale. Non era passato poi molto tempo e di certo non fu un cambiamento repentino ma solo ora agli occhi di Cyborg si resero evidenti dei cambiamenti enormi. Era decisamente cresciuto, anche fisicamente, il corpo era diventato alto e con un accenno di muscoli mentre non era affatto cambiata la sua goffaggine, il viso squadrato mostrava ancora qualche tratto infantile nell’alone di meraviglia che non abbandonava mai il suo sguardo e quell’aria scherzosa mostrata dalle zanne che si intravedevano nel sorriso stesso.
Gioia, per la prima volta dopo tantissimo tempo BB era felice. Presto sarebbe riuscito a rintracciare Raven, ce l’aveva quasi fatta;  per giorni si era esercitato con piccoli incantesimi mentre Cyborg si occupava a volte al computer e a volte girando per il mondo di trovare l’incantesimo giusto, l’incantesimo per percepire la sua presenza, la sua posizione. 
Ringraziò l’amico e decise di tentare subito.
Li aveva abbandonati, questo è vero, ma neanche per un istante aveva creduto che potesse essere per cattiveria. C’era sicuramente un motivo, voleva proteggerli, ne era certo. Corvina però doveva capire una cosa. Non hanno bisogno di essere protetti. 
Con più determinazione di quanta credeva di possedere BB si sedette a gambe incrociate con la schiena dritta che formava una leggera curva. Contro ogni aspettativa di Cyborg si mise a levitare e poco dopo iniziò a ripetere le poche parole trovate poco prima con l’espressione concentrata, nuova e matura che da poco lo caratterizzava. Ci mise esattamente 5 minuti.
Con uno scatto riaprì gli occhi, ora carichi di calde lacrime di gioia.
“Trovata”
Era così vicino alla sua amata. Solo un incantesimo, sarebbe andato a salvarla. Nessuno gli avrebbe impedito di trovarla e salvarla.

Non era però una buona notizia. Se l’aveva rintracciata il ragazzo che se pur dotato praticava da poco questa magia significava che le barriere della corvina erano deboli. Ora era certo. Un'altra persona si era accorta della sua presenza, e questo renderà  le cose decisamente più difficili.

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