Speranza

di Clira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inaspettata, bellissima sorpresa ***
Capitolo 2: *** Un aiuto da Leah ***
Capitolo 3: *** Partenza ***
Capitolo 4: *** Ricerca ***
Capitolo 5: *** Il dono ***
Capitolo 6: *** Intruso ***
Capitolo 7: *** Ah, cose da lupi... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8-Ultimo attimo ***
Capitolo 9: *** Fuoco e fiamme ***
Capitolo 10: *** Separazioni ***
Capitolo 11: *** Verso l'Italia ***
Capitolo 12: *** Diversivi... ***
Capitolo 13: *** Visioni e separazioni...di nuovo... ***
Capitolo 14: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 15: *** La verità...o quasi... ***
Capitolo 16: *** "Fuochi d'artificio"...la terra trema ***
Capitolo 17: *** Liberi tutti ***
Capitolo 18: *** Il ritorno ***
Capitolo 19: *** L'incontro ***
Capitolo 20: *** Di nuovo a casa ***



Capitolo 1
*** Inaspettata, bellissima sorpresa ***


Speranza cap.1-Bellissima, inaspettata sorpresa                                                 Speranza
                                                 

                                                          CAPITOLO 1: INASPETTATA, BELLISSIMA SORPRESA

Era così bello ritrovarsi ogni mattina tra le braccia di Emmett (non che comunque sprecassimo la notte per dormire), però quando il sole sorgeva, stranamente anche noi, seppur per poco, ci calmavamo ed era un momento di pura e semplice tranquillità in cui restavamo stretti l'uno all'altra come se al mondo non ci fosse altro che il nostro amore. E poi Emmett, come ormai faceva da quando la nostra relazione aveva avuto inizio, interrompeva quel momento con frasi del tipo: - Ehi piccola, non vedo l'ora che venga la notte...!  - oppure con certi commenti del genere: - Caspita Rose, ci hai davvero dato dentro! - ma dopotutto io lo amavo anche per qusto.
Quel momento però mi trasmetteva anche emozioni e sentimenti contrastanti. In fin di conti un nuovo giorno significava nuova vita, quella vita che non sarebbe mai cresciuta in me. Tutti mi credevano solo un pezzo di ghiaccio; un'arpia senza cuore. Effettivamente potevo sembrare un pezzo di ghiaccio data la temperatura e la durezza della mia pelle, inoltre...era anche vero che il mio cuore non batteva più, ma io provavo sentimenti come ogni altro essere  umano, anzi, forse anche più forti.
Bella non aveva idea di quanto fosse fortunata; lei aveva Renesmee: la sua bambina, la luce dei suoi occhi oltre Edward, la sua ragione di vita. Io avevo il mio Emmett, il mio grande amore, mio marito, però non mi sarei mai potuta sentire del tutto completa senza quel bambino che avevo sognato durante la mia vita umana e che avevo continuato a sognare nella mia esistenza da vampira
A quel punto sospirai ed Emmett si fermò con le dite tra i miei capelli biondissimi e fluenti.     - Cosa c'è, Rose? - io lo guardai e lui inclinò la testa fino alla mia altezza per fissarmi negli occhi. - Allora? Sei triste? Forse...non hai voglia di andare a trovare Tanya, Kate e gli altri a Denali? Possiamo sempre chiamare e accampare una scusa... - disse riprendendo ad accarezzarmi i capelli. Oltre alle apparenze, il mio Emmett era meraviglioso. E l'unica cosa che gli importava ancor più delle partite e delle risse ero io. Se non mi vedeva felice, non si dava pace. Sfoderai il mio sorriso migliore, anzi...il suo preferito, quello che gli riempiva il cuore di tutto il mio amore. - No, è tutto a posto. Andiamo pure da Tanya. - risposi alla fine. Infatti, un mese e mezzo dopo il quasi (grazie a Dio) scontro con i Volturi, io ed Emmett eravamo partiti e prima di rientrare a casa, circa tra due settimane, saremo passati a trovare il clan di Denali. Mio marito rispose al sorriso, poi mi strinse a sè e mi baciò con quella sua passione capace di soggiogarmi. - Allora...tra quanto ci aspetta Tanya? - chiese lui. - Abbiamo ancora una settimana di tempo... - risposi massaggiandogli una tempia. Emmett mi prese la mano e ne baciò le dita. - Ti amo, bimba. -  - Ti amo anch'io, mio  amore... - risposi posando la testa nell'incavo del suo collo. Le sue braccia incredibilmente forti mi strinsero dolcemente.
Un'ora dopo ci alzammo dal letto e restammo tutto il resto del giorno chiusi in casa, come una normale coppia di innamorati.
Il giorno seguente piovve a dirotto, così decidemmo di andare ad allenarci a baseball; il tempo era ideale. L'ultima volta che avevamo giocato, era stato il giorno della disastrosa partita che avevamo organizzato poco fuori Forks, il giorno in cui eravamo stati interrotti dall'arrivo di James, Victoria, Laurent e tutto ciò che ne era seguito. Sembrava fosse passato più tempo di quanto ne fosse trascorso in realtà.
Emmett battè una palla che schizzò sul campo più veloce della luce e io non ebbi grosse difficoltà a prenderla, stavo cominciando anche a diventare più veloce. La cosa non sarebbe piaciuta a Edward!  - Fantastica, baby! Vedrai che quando torneremo a casa stracceremo tutti! - esclamò Emmett entusiasta. Io gli sorrisi radiosa, ma ad un certo punto, un dolore lancinante mi squarciò l'addome e io lanciai un grido agghiacciante, cadendo rovinosamente al suolo, sporcandomi dalla testa ai piedi di fango. Mio marito era rimasto così atterrito che restò immobile, paralizzato dallo sgomento vedendo quella scena. Un attimo dopo, però mi fu subito accanto. - Rose! Rose! Che ti succede?! Amore mio, rispondimi! - il dolore si faceva sempre più straziante e intenso. Io gridavo in preda all'agonia, Emmett gridava sopra di me in preda al panico. - Rose! Rose! Che cos'hai? Amore, rispondi! -. Non lo sapevo, non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma ovviamente non era normale quel dolore al ventre; non per chi, come noi, era un vampiro. Rovesciai gli occhi indietro e capii dal tono in cui Emmett "parlò" che non era stato più preoccupato in tutta la sua vita. - ROSALIE! - non lo avevo davvero mai visto più spaventato di quanto lo fosse in quel momento; lui era sempre così forte. - Em...m...ett... - biascicai - Ri...por...tami... de...ntr...o... - sentii le sue braccia possenti avvolgermi in un abbraccio protettivo e in meno di due secondi fummo a casa. - Rose! Amore mio, dimmi cos'hai! -  - La mia...pancia... -  - Hai mal di pancia?! - Emmett era sempre più sconvolto. - Rose, adesso chiamo Carisle, vediamo se lui... -  - Cosa? - lo interruppi - Vediamo se lui...ha mai sentito di...una vampiro...con il mal di pancia? No, Emmett. Lascia per...dere, non...facciamoli preoc...cupa...re inultilmente... -  - Ma Rose, stai malissimo! - Emmett urlava sempre più forte e probabilmente non se ne accorgeva neanche. Poi poggiò la testa sul mio petto, che continuava ad alzarsi e ad abbassarsi irregolarmente. - Che cosa devo fare? - questo però lo disse ad alta voce, con uno spesso velo di tristezza ben evidente nel suo tono, che mi fece stare ancora più male, non volevo che soffrisse. Lui odiava essere impotente, poi se si trattava di me... - Stammi vicino, amore mio... - dissi infine, accarezzandogli la testa per confortarlo. - Non ti preoccupare Emmett, sta già passando. - e grazie a Dio era vero, meno di un minuto dopo il dolore si placò, lasciandomi esausta e ansante.
Ciò che era successo era davvero fuori dal comune; decisamente anormale per un vampiro. - Rosalie, amore come ti senti? -  - È passato, Emmett...è passato... - lui mi accarezzò i capelli incrostati di fango e mi baciò la fronte.
Per tutto il resto della giornata io rimasi a letto, più costretta da Emmett che per altro e la notte si infilò anche lui sotto le coperte, ma non la trascorremmo al solito modo. No, Emmett mi strinse a sè e io posai la testa sul suo petto, con gli occhi chiusi. Lui invece, li tenne spalancati per tutta la notte, quasi sgranati; il torace era fermo immobile: non stava respirando.
La mattina dopo, nell'attimo in cui ci fissammo, lui si accigliò. - Che cosa c'è? - gli chiesi. - Hai gli occhi quasi neri, Rose, abbiamo cacciato tre giorni fa. Cosa ti sta succedendo? -  - Non lo so Emmett, ma adesso mi sento bene. -  - Mmm...ora andiamo a caccia, poi torniamo a casa, rinvieremo la visita a Denali. -  - No amore, voglio stare ancora un po' da sola con te e a casa sarebbe praticamente impossibile...è troppo affollata. -  - Ma Rose... - cercò di protestare. - Andiamo a caccia, Emmett - tagliai corto. - Ho sete. - lui cedette. - Va      bene... -.
I giorni passarono e tutto tornò alla normalità se non fosse stato per il solo fatto che avevo più sete del solito.
La sera prima di partire per andare a trovare Tanya però, mi accorsi di una cosa e rimasi pietrificata. Stavo per infilarmi il completo da notte preferito da Emmett (per intenderci, eravamo tornati alle nostre solite occupazioni notturne), ma poi i miei occhi la videro: quella piccola protuberanza dell'addome. No, non poteva essere; era letteralmente impossibile. - Emmett! - mi uscì come un suono stridulo, quasi isterico e questa non era decisamente una cosa da me. Mio marito arrivò in una frazione di secondo. - Cosa c'è, Rose? Stai ancora male?! - era di nuovo preoccupato. Mi indicai il ventre. - La vedi anche tu? - lui seguì la direzione che le mie dita gli mostravano. Sbarrò gli ochhi, li sgranò, boccheggiò. Non lo avevo mai visto così in difficoltà prima di allora. - Io... -   - Tu... -  - Sono incinta...! -   - Sei incinta...! - parlammo contemporaneamente. Ci fissammo, sconvolti, felici e un mare di altre emozioni indescrivibili, ma ad un tratto qualcosa cambiò.
L'espressione di Emmett si indurì. - Cosa c'è? - gli chiesi; io ero al settimo cielo. Adesso non avrei più avuto nulla da invidiare a Bella e forse, sarei davvero riuscita a trattarla come una sorella, infondo lo volevo. Ora avevamo una cosa in comune, una cosa più forte della nostra natura di vampire: la maternità. Ma c'era una falla in tutta quella mia felicità. Tra me e Bella c'era stata una differenza; una differenza fondamentale: lei era ancora umana quando era rimasta incinta di Renesmee, io , ovviamente, non lo ero. Quel pensiero cominciò a strisciare prepotentemente in me come la più velenosa delle serpi. Com'era possibile? Forse era questo stesso pensiero che aveva reso l'espressione di Emmett così fredda e distaccata. Infatti un attimo dopo... - Rose, non è...possibile che tu sia incinta; il tuo corpo non può subire variazioni. -. Emmett cercava di di rimanere calmo e razionale, la parte non gli si addiceva molto, ma apprezzai i suoi sforzi più di ogni altra cosa. Mi avvicinai a lui e lo strinsi con le mie braccia sottili e forti. lui posò la testa nell'incavo del mio collo e io presi ad accarezzargli la nuca. - Andrà tutto bene Emmett, vedrai che andrà tutto bene. - restammo lì in piedi abbracciati per quasi sei ore, senza sentire la stanchezza, poi Emmett ruppe il silenzio. - Che cosa diremo a Tanya? Sono quasi le tre di mattina, dobbiamo... -  - Non diremo niente a Tanya. - Emmett parve perplesso. - Non andremo a Denali, non torneremo a casa. -  - Ma Rose! Carlisle potrebbe aiutarci! -  - Era già in diffcoltà quando si trattava della gravidanza di Bella che era anormale solo per metà; figurati, per la mia non saprà proprio cosa fare! No. Carlisle ci ha sempre aiutati, ma questa volta non sarà possibile neanche per lui. -  - E allora dove vuoi andare, Rose? -  - A scoprire la verità. -

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Ed eccomi con una nuova ff per voi! La prima che scrivo su Twilight! Allora...che ne dite? Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Magari adesso il titolo della storia non vi sembrerà particolarmente azzeccato, però con l'evolversi dei fatti i nodi cominceranno a sciogliersi e gli eventi si chiariranno.
 Che cosa intendeva la bella Rose con " Andremo a scoprire la verità" ? Come si comporterà Emmett adesso che la sua vita è stata così radicalmente stravolta? E come prenderanno i Cullen la scomparsa di due membri della loro famiglia? Mah!
 Questi misteri saranno svelati nei prossimi capitoli...
Fatemi sapere cosa ne pensate! Ringrazio in anticipo chi leggerà e soprattutto chi mi lascerà una piccola recensione! Anche le critiche sono ben'accette. Mi scuso invece, per i probabili errori, la maggior parte di battitura.
 Baci a tutti!
                                                                                                                                         

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Capitolo 2
*** Un aiuto da Leah ***


Cap 2: Un aiuto da Leah                                                          UN AIUTO DA LEAH:

Emmett era confuso, non disse nulla. - Lasciamo qui le valige con i vestiti, meglio viaggiare leggeri. Prendi solo i soldi. -  - Ma Rose...che cos'hai intenzione di fare? -  - Fidati di me, Emmett. -.
Infilai degli abiti comodi e un paio di scarpe da ginnastica, rinunciando ai soliti vestiti di seta o di raso e ai tacchi a spillo vertiginosi. Misi tutti i soldi che potevo nelle grosse tasche davanti della felpa e nel frattempo, Emmett si occupò dei vestiti che andò a posare nello sterminato armadio a muro (naturalmente opera di Alice) della nostra camera da letto preferita; ce n'erano quattro.
Adesso ci trovavamo nella villa che Esme, Carlisle e tutti gli altri ci avevano costruito per il nostro terzo matrimonio. Era nei pressi di Weston, nel Vermont ed era la più grande tra le nostre ville: tre piani, quattro stanze da letto doppie, tre singole, cinque bagni, una cucina, due salotti, uno studio, due grandi librerie e un giardino enorme, nel quale, appunto, giocavamo a baseball nelle giornate che ce lo permettevano.
- Rose, forse è meglio lasciare qui anche i cellulari. -  - Sì, hai ragione. -  presi il mio dalla tasca dei pantaloni della tuta da ginnastica azzurra che avevo indossato, lo spensi e lo lasciai dentro il cassetto del mio comodino, poi chiusi tutto a chiave. Emmett fece altrettanto con il suo e non appena fu tutto pronto, uscimmo di casa.
Era una bella notte, il cielo era diradato dalle nuvole e le stelle brillavano a migliaia. Non tirava un alito di vento e tutto intorno a noi era tranquillo. Inspirai a fondo quell'aria pacifica e sperai che tutta quella situazione si sarebbe potuta risolvere per il meglio. Già.
Speranza.
Era ciò di cui avevamo bisogno. Sentii Emmett girare le chiavi nella toppa della porta e in un attimo lo trovai al mio fianco, imponente e bellissimo come al solito. - Resta con me, amore mio. Ho bisogno di te. - mormorai ammirando ancora il panorama notturno che si stendeva a perdita d'occhio dalla collina in cui sorgeva la nostra casa. Cercai la sua mano con la mia e quando la trovai, la strinsi delicatamente. Poi volsi lo sguardo verso Emmett, che mi fissava un'espressione stranita; sicuramente non si aspettava una frase del genere. Lui mi afferrò l'altra mano e mi inchiodò con i suoi occhi dorati. - Per sempre. - e lentamente, posò le sue labbra sulle mie. Un bacio lento, dolce e appassionato...ma non alla Emmett.
- Ehi Rose, ma...non pensi che almeno dovremmo lasciare un biglietto a Carlisle? -  - No, se sapessero che siamo vivi e stiamo bene si metterebbero immediatamente sulle nostre tracce e poi Tanya dirà loro che eravamo qui, lei lo sapeva, seguirebbero gli odori. -  - Vuoi far credere loro che siamo morti?! Distruggerà Esme! -  - Non necessariamente morti, ma nemmeno dar loro la certezza che siamo vivi e siccome, sicuramente, Alice cercherà di vederci...dobbiamo fare in modo che non succeda. -  - E come? L'unico modo che ha per non vederci è... -s'interruppe di colpo. - Non vorrai mica prendere Renesmee?! -  - No, non Nessie; lei starà a casa con Edward e Bella. - Emmett parve più sollevato. - Ma allora? -  - Allora credo che dovremmo fare una piccola deviazione per La Push. - ora gli occhi di lui erano pronti a saltargli fuori dalle orbite a mo' di molle. - Jacob?! -  - No, nemmeno lui. Soffrirebbe troppo lontano da Nessie e viceversa. Dovremmo chiedere a qualcuno che non abbia avuto l'imprintig. -  - Seth! Quel ragazzino è simpatico! -  - Seth è troppo piccolo per venire con noi. -  - Be', non è mica una missione mort... - s'interruppe un momento. - Non sarà un viaggio rischioso, vero Rose? -  - No, niente rischi, tranquillo però...Leah e Susan ci ammazzerebbero. -  - Leah! Potremmo chiederlo a lei! -  - Non nutro grande simpatia nei confronti di quella ragazza e ad ogni modo credo che la cosa sia reciproca... -  - Rose, non ti offendere ma è un'ardua imprasa trovare qualcuno che ti vada a genio. E poi prendila come un'esperienza che avrete per conoscervi meglio! - io gli lanciai un'occhiata del tipo "spero-che-tu-stia-scherzando" che per un attimo lo fece tentennare, ma...era Emmett dopotutto e quindi non si lasciava mai scoraggiare. - Più che altro penso le farebbe bene allontanarsi un po' da Sam ed Emily per un bel po'... - dissi infine. - Ecco, Rose! Così va meglio;questo si chiama parlare! Allora è deciso. -  - Vada per Leah. - assentii allora con poco entusiasmo.
Dato che sicuramente non saremmo riusciti ad arrivare a La Push prima dell'alba, decidemmo di posticipare il nostro "viaggetto" alla notte successiva; se fossimo partiti verso le otto di sera, saremmo arrivati a La Push per le due di mattina.
Non appena arrivammo alla riserva, quella notte, cominciammo a cercare casa Clearwater, dovevamo fare in fretta; il tempo scorreva velocemente. Se Tanya non aveva ancora avvisato Carlisle del fatto che io ed Emmett non ci eravamo fatti vivi quella mattina, cosa che comunque mi sembrava molto difficile, non avrebbe aspettato ancora a lungo. Poi, ci fu un rapido movimento tra gli alberi e qualche istante dopo un grosso lupo con il pelo chiaro balzò fuori dalla vegetazione squarciata da quel repentino movimento, atterrando alle nostre spalle. Fortunatamente era proprio la persona che cercavamo...anche se in quel momento non si sarebbe potuta definire esattamente una persona. Leah ringhiò. - Calma cucciola, siamo noi... - cominciai. Dalla sua bocca ancora semi spalancata non uscì più alcun suono, ma i muscoli di tutto il suo corpo rimasero in tensione.  - Abbiamo bisogno di te, Leah. - prese parola Emmett.
Il grosso lupo pareva ancora diffidente, però adesso nei suoi occhi si poteva anche scorgere un bagliore di curiosità. - Avremmo...un grosso favore da chiederti... - dissi forzatamente tra i denti, cercando di essere un po' più gentile. Era di fondamentale importanza che accettasse. Accidenti! Già non mi stava simpatica e come se non bastasse adesso ci si metteva anche quell'odore da cane che mi faceva venire il voltastomaco. - Però sarebbe meglio che prendessi le tue sembianze umane perchè si tratta di una cosa che vorremo far sapere solo a te e non a tutto il tuo branco. - Leah ringhiò sommessamente. - Per favore, è una cosa urgente; non vogliamo mica farti del male... - disse Emmett. Io aprii una borsa che portavo a tracolla e ne tirai fuori dei vestiti. Visto che io ed Emmett avevamo avuto a disposizione anche quella giornata, eravamo riusciti ad organizzarci un po' meglio, così avevamo portato anche qualche ricambio. Le porsi gli abiti. - Tieni, io ed Emmett ci gireremo mentre ti cambierai. - il mio tono era freddo e non ammetteva rifiuti. Lasciai cadere i vestiti per terra, poi aspettammo che Leah ci desse il consenso di voltarci un'altra volta.
- Allora succhiasangue...che volete da me? - già si partiva con il piede sbagliato. Mi schiarii forzatamente la voce. - Sono incinta. - dissi senza tanti preamboli o cerimonie. La ragazza parve spiazzata. - Ma voi vampiri... -  - Credi che non lo sappia? È appunto per questo che adesso siamo qui. Non abbiamo idea di come sia potuto succedere e adesso vogliamo capire. -  - E credete che lo sappia io? -  - No, non crediamo che tu sappia. -  - Parla chiaro, bambolina. -. Ringhiai tra i denti ed Emmett mi prese una mano per calmarmi; sapeva che odiavo quel genere di soprannomi. Respirai a fondo prima di continuare. - Dobbiamo partire, andare in un posto distante da qui. -  - E io cosa c'entro? -  - Se anche mi lasciassi finire... - sibilai. Quella ragazza cominciava davvero a darmi sui nervi.
Emmett si frappose tra noi, mettendosi di profilo con i palmi alzati verso me e Leah, a mo' di croce. - Signore, calmatevi, d'accordo? Non mi sembra il caso di far degenerare la situazione. Dobbiamo andare via da qui possibilmente prima dell'anno prossimo. -  - Dillo a lei! - ringhiai. Ormai mi stavo alterando. - Rose... - mi riprese Emmett. Chiusi gli occhi e respirai di nuovo. - Dicevo... - ripresi dopo qualche secondo - ...che siccome dobbiamo andare in questo posto e non vogliamo che Alice ci veda...volevamo che tu venissi con noi. -  - Un momento...praticamente volete soltanto usarmi come scudo da quell'altra succhiasangue visionaria?! -  - Ehi, non parlare così di mia sorella! - la ammonii. - Comunque sì, l'idea era più o meno quella... - conclusi. Leah incrociò le braccia.  -  E perchè dovrei farlo? -  - Perchè in questo modo ti allontaneresti per un po' da Sam ed Emily, infondo...non è una brutta prospettiva allontanarsi da loro per qualche temp, no? -  - È per questo che avete scelto me? Speravate che avrei accettato a colpo sicuro dopo questo ricatto? Che cosa vorrebbe essere? Una specie di...prendere o lasciare? -  - Niente del genere, cucciola, avevamo pensato ad altri due candidati prima di te: Jacob, ma non volevamo allontanarlo troppo da Renesmee e poi...tuo fratello... - lei parve congelarsi. - Non osate...! - ma le parole le morirono in gola ad un mio sguardo gelido. - Però è troppo piccolo e sapevamo che tu e tua madre ci avreste scuoiati vivi se avessimo allontanato Seth da casa. Escludendo tutti quelli che hanno avuto l'imprinting per non separarli dalle rispettive compagne... -  - Allora io ero l'ultima scelta....? -  - No, l'ultima scelta sarebbero state le nuove reclute. -  - Oh, adesso sì che mi posso sentire realizzata! Sono la terza scelta di due succhiasangue per fare loro da scudo, che bello! - disse sarcasticamente. - E comunque non puoi negare che una pausa da Sam ed Emily non ti farebbe altro che bene... -. Alla fine cedette. - D'accordo... -  - E sia ben chiaro, lupa... -  - Rose... - mugugnò Emmett facendo finta di niente e grattandosi la nuca con sguardo rivolto altrove. Ripresi senza badargli molto: - Non potrai trasformarti; mai... -  - Ma... -  - Niente ma; se ti dovessi trasformare i tuoi compagni ti leggerebbero nella mente mandando tutto a monte, quindi niente trasformazioni. -  - E come farò? Da umana non potrò reggere il vostro passo perchè voi...correrete, no? -  - Sì, correremo e saremo noi a portarti in spalla. - Leah fece una smorfia. - La cosa non entusiasma neanche me, credimi, ma bisognerà fare così; non c'è altro modo. -  - Evviva... - mormorò così piano che con orecchie umane non sarei riuscita a sentirla. - Andiamo, allora... -.
Emmett mi prese una mano, Leah ci seguiva. Camminammo a passo normale per un po', quando... - Comunque succhiasangue...i tuoi vestiti puzzano... - io alzai gli ochhi al cielo, ignorandola. Emmett sghignazzò e sempre parlando con la stessa indifferenza di poco prima bisbigliò: - Donne... - gli diedi una gomitata tra le costole. - Ahi! -

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Ehilà! Salve a tutti!! Ed eccomi con il secondo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e soprattutto spero che non abbia deluso le vostre aspettative! In questo capitolo Emmett e Rose vanno molto inaspettatamente a chiedere aiuto a Leah. Mentre scrivevo il capitolo mi è venuto di getto perchè non sapevo come altro fare per far in modo che Alice non li vedesse dunque poi mi sono venuti in mente i cari lupacchiotti anche se  Leah era quella più inaspettata che avrebbero potuto scegliere dati i suoi cattivi rapporti con tutti i "succhiasangue"...be'? Cosa ne dite? Spero che mi facciate sapere in tanti cosa ne pensate. Caspita, invece nel primo capitolo sette recensioni e undici preferiti!! Non mi aspettavo che avesse tanto successo! Anche perchè ho cominciato a modellarmela nella mente mentre giocavo ad un videogioco che proprio non c'entrava nulla....poi ho staccato subito e ho iniziato a scriverla, ehehe! Quindi...
 Grazie, grazie, grazie grazie, grazie, grazie, grazie e...insomma...una GRAZIE periodico a tutti! Spero che continuiate a seguirmi in questa mia ff! E adesso, siccome è più che doveroso ringraziarvi uno per volta....

Scarlett blood: che carina la recensione! Wow, come ho già detto, non mi aspettavo che la storia avesse tutto questo successo! Spero che adesso il tuo cuore stia un po' meglio comunque! Ihihihihih!!! Bacioni e ancora grazie mille per avermi recensito! Se in questo capitolo lascerai un altro commentino io, Emmett e Rose te ne saremo davvero molto grati!

Emm/Rose: davvero molto!!
Io: zitti voi, che ho altre sei persone preziosissime e gentilissime da ringraziare!
Emm/Rose:  -_______-
Comunque stavo dicendo....

patu4ever: sono contenta che la mia ficty  ti sia piaciuta! Ti ringrazio per avermi lasciato la recensione! Continua a seguirmi...e possibilmente a comentare...!!! Kiss!

EddinaCullen: ehi! Sono contenta che il primo capitolo ti abbia incuriosita e spero che il secondo non ti abbia delusa! Quindi un grazie mille anche a te, continua a seguirmi! Ciao!

BellaCullen88: ciao! Mi ha fatto piacere che la mia ff ti sia piaciuta Ehm....scusa il gioco di parole...ad ogni modo...sono contenta che ti abbia incuriosita e...il mistero della gravidanza di Rose sarà svelato nel 5 chap! Comunque...ti ringrazio vivamente per la recensione e spero che continuerai a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensi! Baci!

Lithia del Sud: eh, sì sono convinta anch'io che Esme, Rosalie ed Alice sarebbero contente di avere discendenti...Rosalie lo è devvero molto!

Rose: lo sono tantissimo!!
Io: grrrrr....vuoi smetterla di interrompermi mentre ringrazio queste person, per favore?!
Rose: O.o...ok, scusa!
Io: Bene, adesso che è scappata via posso riprendere...
Allora...sì...ti dicevo che Rosalie è molto felice di questa del tutto improvvisa e fuori dal comune gravidanza! Ti ringrazio tanto per il commento, spero che continuerai a seguirmi. Ah! Comunque complimenti per il nick, mi piace! Ciao!

_Giuls_: Ciao! Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta e che ti abbia interessata! Continua a seguirmi! Kisssssss!

bella95: Salve! Che bello! Sono contenta che la mia ficty ti sia piaciuta! Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative, sono felice comunque che abbia trovato bellissimo il primo capitolo, io onestamente non me lo aspettavo e spero che questo non sia stato da meno! Un grazie mille e spero che continuerai a seguirmi! Baciiii!!!!!!

Inoltre ringrazio anche........
amimy
BibiBarbara
cesarina89
Gius
Honey Evans
nene 1964
valeEfla
e ancora....
bella95
Lithia del Sud
patu4ever
e Scalette blood per avere aggiunto questa ff tra i preferiti!   GRAZIE MILLE!
Ringrazio anche le persone che semplicemente seguono la mia ff! Fatemi sapere! Baciiiii!                                                            

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Capitolo 3
*** Partenza ***


Capitolo 3-Partenza                                                                               CAPITOLO 3: PARTENZA

I giorni passavano e il mio ventre cominciava a gonfiarsi, non velocemente come era successo a Bella, ma neanche lentamente come quello umano.
 Tornammo nel Vermont e passammo un'altra settimana nella nostra casa per decidere il da farsi.
- Rose, qual è il tuo piano? -  - Dobbiamo andare in Brasile. -  - In Brasile?! -  - E che cosa dovremmo fare in Brasile? - s'intromise Leah. - Be'...dobbiamo scoprire il motivo per cui sono rimasta incinta. Lì credo che troveremo delle risposte. È pressappoco lo stesso luogo in cui Carlisle e Edward volevano andare per cercare di saperne qualcosa in più sulla crescita accelerata di Nessie. -  - Pressappoco? - chiese Emmett. - Sì, non è proprio lo stesso posto...ora non ricordo bene dove volesse andare Carlisle, ma noi dovremo andare a Porto Alegre. Si trova nel sud del Brasile. -   - E come conti di arrivarci? - fece poi Leah. - In aereo, naturalmente! - che domanda. Qualche attimo dopo estrassi i passaporti e le carte d'identità  mie e di Emmett. - Leah, tu hai qui i tuoi documenti? -  - No, i miei sono rimasti a La Push. - sbuffai. - Ehi bionda, guarda che nessuno mi aveva detto che avremmo fatto il giro del mondo in ottanta giorni. -  - Lascia perdere... - mi alzai e salii in camera per controllare quando sarebbe partito il primo volo per Porto Alegre: sarebbe decollato l'idomani mattina alle tre. Mi si aprì anche la cartella della posta elettronica che diceva che avevo novantotto messaggi non letti, sessantadue dei quali erano soltanto di Alice. Gli altri mittenti erano prevalentemente Carlisle, Esme, Jasper, Tanya, Edward e Kate. Di tutti loro ce n'erano almeno due, ma un'unica persona me ne aveva mandato solo uno. Il solo messaggio che lessi fu quello di Bella.
" Zia Rose,
sono Nessie. Dove sei andata? Lo zio Emmett è con te? I nonni sono preoccupati e anche tutti gli altri a casa; nonna Esme piange ogni sera. Carlisle le dice  che state bene, ma non lo sa neanche lui. Tanya ci ha avvisati poche ore dopo il vostro ritardo; ha detto che tu e lo zio Emmett non avevate mai ritardato.
La zia Alice non riesce  a vedervi e questo ci spaventa ancora di più. Per favore zia Rose, se leggerai questa e-mail, rispondi; sono tanto preoccupata per te e lo zio Emmett. Salutamelo se è lì con te. Vi voglio tanto bene.
Nessie. "       
sospirai. La mia piccola Nessie, non avrei mai voluto che soffrisse e non avrei voluto nemmeno che tutti quanti a casa soffrissero, ma non c'era altro modo; era necessario. Io ed Emmett dovevamo assolutamente capire come fosse potuta accadere una cosa del genere, anche se io ormai mi sentivo in paradiso. Sentivo crescere dentro di me la mia piccola creatura giorno dopo giorno. Qualche riga sotto il messaggio di Nessie ce n'era un altro; questo però era di Bella.
"  Rose,
ma dove siete finiti? Siamo davvero preoccupati, Esme è distrutta, Edward, Carlisle e Jasper non si danno pace, Alice ha delle crisi di nervi ed è sempre più frustrata per il fatto che non riesce a vedervi. Perchè non riesce a vedervi, Rose? In che razza di posto siete finiti? Se leggerai questo messaggio, ti prego, rispondi; ci basta sapere solo che siete al sicuro e che state bene. Per favore, Rose, davvero, per favore rispondi. Manchi tanto anche a Nessie e Edward sta letteralmente impazzendo; tutti a casa stiamo impazzendo.
Come se non bastasse, ho saputo da Jacob e dal resto del branco che la notte dopo la vostra sparizione, è scomparsa anche Leah Clearwater; la sorella di Seth.
Ci stiamo veramente spaventando, Rose; tutte queste sparizioni nel giro di così poco tempo...che cosa sta succedendo? Di nuovo i Volturi? Non ha senso che te lo chieda perchè se davvero fossero stai loro sarebbe veramente impossibile che tu riesca a leggere questa e-mail, figuriamoci a rispondere. Spero soltanto che non sia così, perchè dopotutto...è solo questo che ci resta, no?
La Speranza.
Ci mancate, Rose; Esme è veramente disperata e noi siamo preoccupati. Se leggerai il messaggio; davvero, dateci vostre notizie, fateci sapere se state bene e magari, tornate a casa.
Inoltre c'è anche la preoccupazione per Leah che...insomma...siamo tuuti con i nervi a fior di pelle. Susan Clearwater è distrutta, Seth è davvero giù di morale e Charlie sta mobilitando il mondo intero per cercarla. Mi sa che dovremmo fare lo stesso con voi...
Tanya ci ha detto che sareste andati a casa vostra nel Vermont prima di andare a trovarli a Denali. Credo che Edward, Carlisle e Jasper  vi cercheranno lì la settimana prossima.
Be', Rose...adesso devo mettere a letto Renesmee e per l'ennesima volta...rispondi se leggerai.
Con affetto e preoccupazione,
Bella" .
E così era quella la situazione a casa: Esme era disperata, Alice si dannava perchè non riusciva a vederci, Edward, Carlisle e Jasper non si davano pace, Nessie era triste e Bella preoccupata. Come se tutto questo non mi facesse già abbastanza male, si aggiungeva anche il problema di Leah. Charlie la stava cercando ovunque e tornare a La Push per prendere i suoi documenti non sarebbe stata un'impresa semplice. Forse non era stao un colpo di genio coinvolgere anche Leah e ad ogni modo...avrei dovuto aspettarmi che il branco, sua madre e Charlie non se ne sarebbero stati con le mani in mano. Inoltre Bella aveva detto che la settimana prossima Edward, Jasper e Carlisle sarebbero arrivati qui. Il messaggio risaliva solo a questa mattina, perciò avevamo ancora tempo, ma io volevo partire con il volo del giorno seguente, quello delle tre di mattina.
Prenotai subito tre biglietti ; poi riguardai un'ultima volta la posta elettronica. Il tempo di leggere l'e-mail di Nessie e Bella e di prenotare il viaggio, che erano arrivati altri undici messaggi: cinque da Alice, uno da Edward, uno da Jasper, uno da Carlisle e tre da Esme. A malincuore spensi il computer subito dopo aver stampato i biglietti; non avrei voluto far soffrire così la mia famiglia.
Tornai in salotto, dove Emmett e Leah  mi aspettavno. -  Nessie ti saluta  tanto e  anche gli altri a casa. Sono tutti molto preoccupati. -  dissi a  mio  marito . Lui sorrise. - Hai letto la posta? -   - Solo il messaggio di Bella, in cui aveva scritto anche Nessie. Stanno perdendo la testa tutti quanti, Bella ha messo in ballo anche i Volturi. - al solo sentirli nominare Emmett ringhiò. - Ha detto anche che Edward, Carlisle e Jasper arriveranno qui la settimana prossima perchè Tanya li aveva informati che ci saremmo fermati nel Vermont prima di passare a trovarli a Denali. - poi mi rivolsi a Leah. - Inoltre, lupa, tua madre è preoccupata e Charlie ti sta cercando dappertutto, ha mobilitato chiunque e anche il tuo branco ha paura per te, però dovete assolutamente andare a recuperare i tuoi documenti a La Push entro stanotte e domani perchè ho prenotato il volo per le tre di domattina. -   - Scusa Rose, hai detto...dovete? - mi chiese poi Emmett. - Sì, la dovrai portare sulle spalle, altrimenti non ce la farete mai andata e ritorno da qui a La Push. -  - Io non ti lascio da sola! Rose, sei incinta! -   - Esatto amore, incinta, non malata. Non preoccuparti Emmett, starò bene. -. Lui mi posò una mano sulla guancia e mi baciò appassionatamente; ecco...questo era il classico bacio alla Emmett.  - Ci vediamo domani all'aeroporto di Burlington a mezzanotte, ok? Non tornate qui a casa, andate direttamente in aeroporto. -  - Va bene. -   - E...lupa? -  - Sì, succhiasangue? -  - Se i miei vestiti puzzano... - dissi con una certa acidità nella voce - ...prenditene alcuni dei tuoi mentre passi da casa... -  - Senz'altro... - e detto questo si mise a cavalcioni su Emmett, cosa che non mi piacque neanche un po', e i due sparirono.
Passai tutto il resto del giorno a cancellare i nostri odori, soprattutto quello di Leah; tra tutti i componenti della famiglia, io ero sempre stata la più brava a  far perdere le tracce. Quando fui soddisfatta, presi i biglietti che avevo posato su un mobile all'ingresso e chiusi la porta a chiave.
Dato che non avevamo corse in programma, o almeno...non ne avevamo immediatamente, ero tornata al solito abito di raso rosso aderente, che quindi sottolineava quella lieva, ma ormai visibile anche ad occhi umani, protuberanza del ventre. Volevo che la gente vedesse. L'avevo sognata così a lungo; l'avevo sperata così a lungo. Ed eccola; ancora una volta.
Speranza.
Siccome era ancora molto presto quando arrivai a Burlington, andai in un centro commerciale e quando quello chiuse decisi di andare al cinema a vedere un film tutto calci, pugni e pugnalate che cominciava alle nove. Per l'intera durata della proiezione non feci altro che accarezzarmi il grembo, mi veniva come un gesto spontaneo.
Non appena iniziarono i titoli di coda, verso le undici e mezza, raccolsi le mie cose in un lampo e poi uscii spedita dal cinema, seguita anche da molti fischi di approvazione. Ah...umani....
Imboccando stradine secondarie e laterali, arrivai in aeroporto dopo venti minuti circa, a mezzanotte meno dieci. Emmett e Leah mi raggiunsero a mezzanotte, furono puntualissimi.
Emmett mi corse subito in contro e mi baciò con quel fare tipico di quando era molto preoccupato per qualcosa.
- Rose! Come stai? -  - Tranquillo, amore...sto benissimo. - la sua mano scivolò al mio ventre  - E il bambino? - mi illuminai; era la prima volta che Emmett si rivolgeva anche a nostro figlio. - Sta bene...anche la bambina. -  - La bambina? - mi fece eco. - Sì, sarà una bambina, me lo sento. - dissi convinta. - Te lo senti come Bella sentiva che Renesmee sarebbe stata un maschio? - gli sorrisi serafica, un sorriso al quale non avrebbe potuto resistere. - Credimi Emmett: sarà una bambina. - vidi con la coda dell'occhio Leah alzare gli occhi al cielo, ma non le badai, in quel momento nulla e nessuno avrebbe potuto di struggere la mia felicità.   - A questo punto erano meglio Sam ed Emiliy... - si lamentò allora la ragazza. - Alameno loro non puzzano. -  - Nemmeno per noi portarsi dietro una cagna è particolarmente entusiasmante, però farà bene a tutti. -  - Farà bene a voi perchè così potrete fare ciò che vorrete in modo che gli altri succhiasangue non vi possano vedere. -  - Farà bene anche a te perchè in questo modo non sarai costretta a vedere ogni giorno il tuo ex che tuba con tua cugina. - replicai senza fare una piega. Emmett mi strinse una mano, segno del fatto che stavo andando oltre, così decisi di cambiare argomento. - Com'è andata a La Push comunque? Avete avuto difficlotà? -  - Un po'. Per non lasciare i nostri odori in giro siamo arrivati alla riserva nuotando e io sono rimasto in acqua ad aspettarla finchè non ha preso tutto ciò che le serviva. -  - Sì, è stato meglio così. Buona idea, Emmett. - approvai. Lui sorrise. - Però ormai La Push è sorvegliata da intere pattuglie di poliziotti e da tutto il branco di Sam. - spiegò poi mio marito. - Già, ho dovuto fare attenzione e ad ogni modo sono sicura che stamattina Seth abbia fiutato il mio odore. -  - Sì, ma comunque non ci troveranno; è impossibile che riescano a trovarci e anche ammesso che arriveranno qui perderanno le tracce quando saliremo sull'aereo. - ragionai. Emmett mi cinse la vita da dietro, posandomi le mani sul ventre. - Ehi succhiasangue, io prendo qualcosa da mangiare al bar, sto morendo di fame. -  - D'accordo, veniamo con te. -  - Non ho bisogno di due baby-sitter; credo di essere abbastanza grande per poter andare da sola. -  emisi una risata di scherno.- Voi umani... - lei mi lanciò un'occhiata sprezzante. - Mangia pure quanto vuoi, lupa, noi staremo ad un altro tavolo. Tieni i soldi. -  dissi porgendole una banconota da venti dollari. - No, grazie. Ho i miei. - riposi i soldi nel portamonete, poi io ed Emmett prendemmo posto a due tavoli di distanza da quello di Leah, ordinando due bicchieri d'acqua che lasciammo intatti sulla liscia superficie di marmo del tavolo. - Sei preoccupata, Rose? - mi chiese Emmett dopo un po'. - No, non preoccupata, amore. Voglio solo scoprire come sia successo, dopotutto...è una cosa più unica che rara tra noi vampiri. Però non sono mai stata così felice; sogno di diventare madre da quasi un secolo ormai... - dissi sorridendo. - Sono felice anch'io, Rose. Amerò questo bambino solo come un'altra cosa al mondo...e quella cosa sei tu, piccola... - lui si sporse dalla mia parte per baciarmi e io ricambiai con trasoprto. Quando ci staccammo lanciai un'occhiata al tavolo di Leah, che stava divorando famelicamente il quarto muffin al cioccolato dopo due brioches alla crema e tre succhi ace.
Verso l'una e un quarto andammo a fare il check-in e aspettammo di venire imbarcati.
Il nostro aereo sarebbe atterrato a Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sul, nel meridione del Brasile. A Porto Alegre avrei dovuto trovare un uomo che forse sarebbe riuscito a chiarire tutta quella situazione.
Verso le due, Leah cominciò ad avere i primi colpi di sonno, gli occhi le si fecero rossi e gonfi e le palpebre pesanti. Effettivamente per gli umani una giornata come quella doveva essere stata pesante. Cercai di non farla addormentare perchè altrimenti svegliarsi per salire sull'aereo sarebbe stato ancora peggio.
A quell'ora, le poche persone che popolavano la sala d'imbarco erano tutte accasciate sui sedili e sulle poltrone. Verso le due e mezza ci chiamarono per farci salire sul pullman che ci avrebbe portati sull'aereo e, una volta saliti, lasciammo che Leah si sedesse accanto al finestrino in modo da poter poggiare la testa per dormire, cosa che accadde non appena si sedette.
Emmett chiamò l'hostess, che quando arrivò gli sorrise ammiccante, sicuramente attratta dalla sua bellezza. Era una ragazza giovane, i capelli rossi e lisci erano legati in un elegante chignon e gli occhi erano azzurri con un velo di ombretto e una striscia di matita nera. Il sorriso le scomparve non appena notò la mano di Emmett intrecciata alla mia e il ventre gonfio che accarezzavo dolcemente con la mano libera. Il posto di quel sorriso fu preso da un'espressione delusa e qualche istante dopo intimorita, mentre fissava me. Era davvero questo l'effetto che facevo alle altre persone? Sì, lo sapevo benissimo e il fatto non mi era mai dispiaciuto a causa della mia vanità. Anche quando ero umana era stato così, forse anche più di adesso. Mi piacevano gli sguardi; mi piaceva essere al centro del mondo.
Un istante dopo, Emmett chiese all'hostess un cuscino da dare a Leah. La ragazza lo portò subito. Non era brutta, ma sicuramente non poteva reggere il confronto con i vampiri, figurarsi poi con me.
Emmett mi passò il cuscino dato che ero io quella in mezzo e delicatamente, senza svegliare Leah, lo sistemai sotto la sua testa in modo che potesse stare più comoda senza risvegliarsi con un atroce torcicollo all'atterraggio.
Passò qualche ora e cominciò ad albeggiare, io chiusi il finestrino di Leah per fare in modo che non le arrivasse il sole...ma soprattutto perchè temevo che qualche raggio potesse colpire me o Emmett. Fortunatamente anche gli altri passeggeri avevano chiuso i loro oblò e, altro colpo di fortuna, l'aereo sarebbe atterrato alle otto di sera, quindi non ci sarebbe stato il problema della luce. Il Brasile non era esattamente piovoso e coperto come Forks, nè tantomeno, a Porto Alegre avevamo case sicure in cui poterci riparare.
Ad un tratto Emmett si voltò a fissarmi negli occhi. - Gideon. - disse soltanto. - Che cosa? - gli chiesi sottovoce battendo le palpebre. - Il nome per nostro figlio: Gideon. - ribadì come se fosse la cosa più ovvia del mondo. - Gideon? - ripetei esterrefatta. - Sì. - rispose lui tranquillo. - Vuoi fargli venire dei complessi? Gideon è un nome orribile! -  - Che cosa c'è che non va in quel nome? -  - Be', fammici pensare un momento... - feci finta di pensarci                   - ...semplicemente tutto! E poi te l'ho detto, amore: sarà una bambina. - affermai con decisione. - Ma come fai ad esserne così convinta?! -  - Lo so e basta! Emmett...sarà una femmina  e anche ammesso che dovesse essere un maschio...non ti permetterei mai di dargli un nome simile. -  - Per me invece è un maschio. -  - Sì...lo dici solo perchè sei il padre...ho ragione io, tesoro. -  - Potrei dire la stessa cosa di te dato che sei la madre. -         - Ma per noi madri è diverso; noi ce lo teniamo dentro per un mucchio di tempo; lo so Emmett....è.una.bambina. - scandii con fermezza. - E comunque Gideon è un bel nome; è potente! -  - Come accidenti fa un nome ad essere potente?! E poi è terrificante. -  - Oh, Rose, hai capito quello che volevo dire... -  - No, veramente non l'ho capito... - lo stuzzicai.  - Kenneth? -  - È un altro nome da maschi, è un altro nome orribile e poi non ti pare che suoni un po' troppo simile ad Emmett? -  - Appunto! - alzai gli occhi al cielo. - E allora che ne dici di Lilian o Elizabeth? -  - No, troppo comuni e poi Elizabeth era il nome della madre di Edward, non vorrei che magari... -  - Ah, giusto...e allora? -  - Ho già deciso il nome per nostra figlia... -  - Che cosa?! E perchè non mi hai detto niente? -  - Sarà una sorpresa; lo scoprirai quando nascerà. - dissi con un sorriso radioso. Lui mise scherzosamente il broncio, infatti dopo qualche minuto di silenzio non riuscì più a tenerlo e mi stampò un bacio sulla fronte.
- Mi dispiace per gli altri, sai? - dissi ad un certo punto - Gli altri? -  - Sì, i nostri fratelli...mamma e papà, la piccola Nessie. Soprattutto per lei e per Esme. Esme starà perdendo la testa... - Emmett si fece serio. - Hai voluto tu non dar loro notizie, neanche un biglietto... -  - E tutt'ora non voglio che sappiano perchè...ho paura di come potrebbero prenderla. - Emmett mi guardò con gli occhi sgranati.  - Hai paura di come Carlisle potrebbe prenderla?! Di come Esme potrebbe reagire?! -  - No, no, non fraintendermi...ho paura perchè si spaventerebbero a morte. Non ti ricordi com'erano preoccupati per Bella? Bella che era umana e che è tra noi da un anno...poco più. Io faccio parte della famiglia da quasi un secolo e non sono umana, non so se mi spiego, ma li farei spaventare troppo, credo. Voglio dire...le vampire non possono avere figli; non possono partorire. -  - Lo so, amore mio. Ti prometto che troveremo la spiegazione per tutta questa faccenda e dopo torneremo a casa tutti insieme: io, tu...e nostra figlia. - gli posai una mano sulla nuca, lo avvicinai a me e lo baciai.
Per tutto il resto del viaggio fantasticammo sulla nostra bambina; ormai anche Emmett si era arreso, poi, verso le otto e dieci di sera atterrammo a Porto Alegre. Leah si svegliò pochi minuti prima dell'arrivo.
All'aeroporto si mangiò un sacco di dolcetti e piatti tipici del luogo, di cui non conosceva neanche il nome. Io ed Emmett eravamo sempre seduti a due tavoli di distanza dal suo quando dissi: - Tesoro, ho sete... - lui si chinò subito ed estrasse da un borsone un bicchiere lungo di cartone con il coperchio e la cannuccia in cui di solito ci si metteva il caffè. Subito la mia gola smesie di ardere.
Andai in bagno per cambiarmi, così buttai il bel vestito rosso in un cestino e infilai scarpe e tuta da ginnastica; adesso dovevamo cominciare a correre.
Emmett si caricò Leah sulle spalle e così sparimmo nella notte, come delle ombre.

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Ed eccomi qui, genteeeeeeee!!!!! (di nuovo a torturarvi) Scusate il ritardo, ma la settimana scorsa tra scuola e impegni vari non ho avuto un attimo di pace, neanche durante il fine settimana....ad ogni modo....basta scuola adesso; aboliamola!!
Che cosa ne dite del terzo chappy?? Spero vivamente che vi sia piaciuto, che vi abbia incuriosito ancora di più e che non vi abbia deluso...il successo della ficty mi sta sconvolgendo, davvero vi piace così tanto???!!!! Sono molto molto molto happy!!!   =)
Continuate a recensire, ok? Ci conto!! Adesso qualche piccola anticipazione....
Emmett, Rose e Leah sono arrivati in Brasile per cercare un tizio che, onestamente, non sanno neanche se esista effettivamente...che cosa accadrà? Riusciranno a trovarlo? Mah! La ricerca non sarà così semplice. Avrà esiti immediati? Quanto dovranno sostare nella bella Porto Alegre i nostri ragazzi?
Tutto questo lo potrete scoprire solo continuando a seguirmi, spero di avervi incuriosito abbastanza con queste mie domande!! Me lo lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate??? Graziee! Baci baci baci e adesso passiamo ai ringraziamenti....

Scarlett blood: ciao cara! Sono contenta che il secondo capitolo non ti abbia delusa e spero che anche questo non sia stato da meno, sono contenta anche che il tuo cuoricino si stia riprendendo!! Grazie per il commento e continua a seguirmi! Bacio!

EddinaCullen: mi fa piacere che la la mia ff ti abbia incuriosita, spero che continuerai a seguirmi, ancora siamo soltanto all'inizio dell'avventura! Ihihih! Kiss!

evelyn_cla: ciaoo!  Grazie mille per i complimenti, spero che questo capitolo non ti abbia delusa. Ho pensato ai sentimenti di Rose perchè nel libro la facevano vedere sempre fredda e distaccata rispetto agli altri e ho voluto far vedere il lato di Rosalie oltre la facciata, spero di non aver turbato nessuno con questa mia ff. Grazie ancora, smack!

Momoka chan:  Grazie davvero per i complimenti sulla storia, sono contenta che ti sia piaciuta e spero che questo capitolo abbia aumentato la tua curiosità, continua a seguirmi, baci!!

patu4ever: ciaooo!!  Sono contenta che la  mia ficty continui ad incuriosirti e sono convinta anch'io del fatto che la Rose fredda e austera dei libri della Meyer non andrebbe mai a chiedere aiuto a Leah, è per questo che l'ho messo...perchè secondo me c'è molto di più in Rose oltre che bellezza, superficialità e ghiaccio. Continua a seguirmi!  Kiss kiss!

bellezza88: ciao! Mi fa piacere che la mia ff ti abbia coinvolta...in quanto ai margini dellla pagina...onestamente non sono molto esperta di questo programma, di solito uso word e in efp non si può usare, adesso scrivo con Nvu, il programma consigliato nel sito e se lo sai tu potresti dirmelo, lo farò nel prossimo capitolo. Comunque grazie ancora per la recensione, baci!

Inoltre un ringraziamento anche a....
alfakein
alistar125
cougar
mokky
e ancora...
bellezza88
evelyn_cla
e Momoka chan per avermi aggiunta ai preferiti! Quidi...un
GRAZIE INFINITO a tutti coloro che hanno commentato, continueranno a farlo, mi hanno aggiunta e anche chi segue semplicemente la mia fic. Un saluto grande grande dalla vostra Clitemnestra...perchè senza di voi non avrei più scritto dal primo capitolo...bacio!!



     

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Capitolo 4
*** Ricerca ***


Cap 4-La ricerca                                                             CAPITOLO 4: RICERCA     

Viaggiammo per tutta la notte; Porto Alegre era molto grande e noi non conoscevamo con certezza il luogo esatto in cui saremmo dovuti andare, anzi, non ne avevamo neanche la vaga idea.
Ai primi albori chiedemmo indicazioni per un hotel e così ci spiegarono la strada per un albergo vicino. Per fortuna sapevamo parlare tante lingue.
Una volta arrivati prendemmo due stanze comunicanti divise solo da una porta, una delle quali era doppia l'altra invece era singola.
Passammo barricati nelle nostre camere tutto il resto del giorno; serrammo imposte e persiane e Leah chiamò il servizio in camera per farsi portare qualcosa da mettere sotto i denti. Era sorprendente la quantità di cibo che quella ragazza mangiasse ogni giorno.
Non appena il sole fu sparito dietro l'orizzonte, uscimmo dall'albergo per cominciare la nostra ricerca della verità.
Porto Alegre era un bel posto, ma quella notte...quella notte era densa di emozioni. La mia gioia per la gravidanza, la preoccupazione che attanagliava Emmett e anche se lui cercava di non darlo a vedere, io lo conoscevo fin troppo bene per non capirlo; poteva darla a bere a Leah, ma sicuramente non a me. Indubbiamente non lo potevo biasimare e anche se avrei voluto rassicurarlo che tutto sarebbe andato per il meglio, se i nostri ruoli si fossero invertiti probabilmente anch'io mi sarei preoccupata in quel modo.
Corremmo nell'oscurità della notte frugando ogni angolo di Porto Alegre, ma fu un totale buco nell'acqua; non trovammo chi cercavamo.
Al sorgere del sole ci riavviammo verso l'albergo e salimmo nella nostra stanza prima che un solo raggio potesse colpire me o Emmett. Una volta saliti in camera a passo umano, io mi lasciai cadere pesantemente sul divanetto di pelle bianca addossato alla parete destra. Mi posai automaticamente una mano sul ventre; ormai era diventato un gesto spontaneo per me. Emmett si sdraiò su quello stesso divano, poggiando la testa sulle mie gambe e accarezzandomi anche lui il grembo.
Leah invece entrò nella sua stanza e si buttò sul letto, sfinita, e subito si addormentò profondamente.
- Vedrai che lo troveremo, Emmett. Stai tranquillo, io starò bene. -     - E anche lei, vero? - disse indicandomi il ventre. In quel momento mi sentii felicissima. - Sì certo, amore mio. Anche lei starà benissimo e una volta scoperta la verità torneremo tutti a casa; Esme, Carlisle e gli altri devono essere davvero preoccupati. -  - Sì, è vero. - fece una pausa, poi: - Ti amo, Rose. -  - Ti amo anch'io. -.
Quando fu ora di pranzo chiamai il servizio in camera e svegliai Leah, che però riprese a dormire subito dopo aver pranzato.
Verso le sei mi cambiai e indossai un paio di pantaloni neri e una maglia verde chiaro. I pantaloni ormai mi entravano a stento; sicuramente il giorno dopo non mi sarebbero più stati.
Quella notte, come la precedente, uscimmo al calar del sole e subito iniziammo la nostra ricerca, stavolta andammo a vedere nei villaggi che confinavano ad est con Porto Alegre. E anche quella notte...fu un completo fallimento.
Fu così per giorni, che via via diventarono settimane e ancora nulla.    - Non è possibile! - sbottò Emmett una sera; ormai eravamo tutti nervosi. Mio marito era il più teso di tutti perchè era preoccupato sia per me, che per la bambina. Anch'io ero molto preoccupata per lei perchè nella mia gravidanza c'era stata una variazione: adesso la velocità con cui il mio ventre si gonfiava era diminuita, ma non sapevamo assolutamente spiegarci il motivo; era tutto così assurdo! Emmett aveva proposto più di una volta di tornare da Carlisle, però mi ero ostinatamente rifiutata; questa volta lui non sarebbe stato in grado di aiutarci, se solo ci fosse stata la minima possibilità avrei accettato senza indugio. Avremmo fatto inversione di marcia e saremmo tornati subito a Forks, ma purtroppo, questa possibilità, non c'era.
Io ero in piedi e posai una mano pallida sulla spalla sinistra di Emmett, seduto sul bordo del nostro letto. Con quel gesto cercai di rassicurarlo. Lui ne baciò il dorso gelido e mi fissò con i suoi occhi color dell'oro; eravamo andati a caccia la notte prima.
- Rose, che cosa faremo nel caso non riuscissimo a trovare il tizio che stiamo cercando? -  - In quel caso ci saranno solo due cose da    fare... - feci una pausa. - Aspettare...e sperare... -  - Speranza... - disse lui e quasi la fece sembrare una domanda. Non lo avevo mai visto così disorientato; il mio povero amore. - Speranza. - ribadii io. Guardai mio marito negli occhi e in quegli occhi vidi qualcosa che mi spaventò. Il Dolore. L'Apprensione. La Rabbia. L'Impotenza, causa scatenante della precedente. Il Nervosismo ormai alle stelle. Tutte caratteristiche che con il mio Emmett non c'entravano nulla. Neanche quando avevamo dovuto affrontare i Volturi appena pochi mesi fa era stato male in quel modo, anzi, non vedeva l'ora di battersi.
Mi inginocchiai accanto a lui e gli presi il volto tra le mani. - Speranza, amore mio. Spera che ce la faremo. Spera, e torneremo tutti a casa sani e salvi. - detto questo premetti le mie labbra fredde sulle sue e lo baciai con trasporto.
Trascorse un'altra settimana, ormai eravamo lontani da casa da quasi tre mesi compreso il viaggio che io ed Emmett avevamo fatto prima di partire per il Brasile. Io sembravo incinta di quattro mesi.
Anche la stanza in cui eravamo confinati a questo punto cominciava a darmi sui nervi seppure fosse una bella camera. Le pareti bianche mi davano un senso di claustrofobia, mi ricordavano quelle di un ospedale...o di un manicomio. Già, perchè era quella la verità: stavo impazzendo e quello era il mio manicomio personale.
Per il resto...la stanza era spaziosa, il letto rettangolare era in lucidissimo mogano e le coperte candide erano calde e accoglienti, anche se, con tutta onestà, non ne avevamo mai fatto uso anche se ogni mattina le disfacevamo per dare l'impressione di aver dormito. Infatti eravamo sempre molto discreti durante le nostre uscite notturne e non ci facevamo mai vedere, specialmente perchè si sarebbero accorti della crescita accelerata della mia pancia.
 A questo punto anche il consierge, la cameriera ai piani di giorno, quella di notte, i due ragazzi del servizio in camera e il facchino avevano imparato a conoscerci.
Qualche notte dopo, la storia si ripetè, ormai stavamo impazzendo davvero; dovevamo trovare quell'uomo e dovevamo trovarlo prima che la bambina nascesse.
Per settimane continuammo a cercare vanamente quell'individuo e per settimane i nostri tentativi finirono a niente.
E così passò un altro mese.
- Ehi succhiasangue, sto cominciando ad innervosirmi... - esordì Leah un tardo pomeriggio. - Ti invidio se cominci a farlo solo adesso. - risposi scocciata. Emmett in quel momento non c'era, era andato fuori a comprarmi die vestiti adatti dato che il cielo era coperto. Inoltre avevo il sospetto che fosse uscito per starsene un po' da solo e schiarirsi le idee. Ma lo capivo; lo capivo benissimo e di certo non avrei mai potuto biasimarlo.
- Non sto iniziando ad innervosirmi solo adesso, però mi sembrava fosse ora di farlo notare. - sospirai. - Puoi...andare, se vuoi... - dissi alla fine, stancamente. - Che cosa? -  - Torna alla riserva, Leah. Tua madre sarà disperata, tuo fratello e il tuo branco...be', anche loro probabilmente. Torna a casa, Leah. - ripetei. - Credo tu abbia fatto abbastanza per noi. - e dicendo questo mi posai una mano sul pancione che adesso sembrava di sei mesi. - Non posso chiederti più di così. -  - E...e questo cosa significa? Stai...mi stai cordialmente scaricando? - chiese cominciando ad infervorarsi. - Dopo...dopo quasi tre mesi, ora, così, decidi che non avete più bisogno di me? Non avevi detto che non volevate che la tappa visionaria vi vedesse?! - a questo punto tanto valeva che lasciassi cadere tutte le mie infinite barriere. Risposi in modo pacato, con un sorriso; in quel momento per il mio comportamento sarei potuta passare per la figlia biologica di Esme e Carlisle. - Intanto, per favore, non usare certi termini e certi toni quando parli di mia sorella. In secondo luogo...non sto cercando di scaricarti, Leah. Ti sto solo offrendo una possibilità che personalmente, se mi trovassi al tuo posto, prenderei al volo e me la darei a gambe... - feci una breve pausa, poi, con sguardo perso fuori dalla finestra e lontano anni luce, aggiunsi: - ...egoista come sono... - e a questo punto, l'ultima barriera e il l'orgoglio che tanto mi caratterizzava potevano davvero andare a farsi benedire. Quelle parole parvero colpire Leah come nient'altro di ciò che avessi detto in tre mesi avesse fatto. - Perchè adesso dici questo? -  - Perchè è la verità. Prendi Emmett: oggi l'ho guardato e ho visto l'immagine di un uomo lacerato dal dolore; sta soffrendo come non ha mai fatto ed è tutta colpa mia. Tu sei costretta qui, tua madre e i tuoi fratelli saranno disperati, non voglio neanche immaginare quanto male stia Esme, ma non solo lei; anche tutto il resto della mia famiglia. È solo colpa mia se queste persone che non c'entrano nulla stanno soffrendo così. È tutta colpa mia. - ripetei. - Rosalie, tu lo stai facendo per il tuo bambino. -  - Sì, è vero, ma a quale prezzo? -  - Non credo che per un figlio ci siano prezzi, Rosalie. -  - Lo so, ma...è vero anche che sto facendo del male alle persone che più amo e che mi sono state vicine durante la mia intera esistenza. Comunque...sarà una bambina... - Leah sorrise; il primo sorriso sincero che si aprisse sul suo volto da quando eravamo arrivati. Poi, accadde qualcosa; qualcosa che mi lasciò totalmente senza parole: Leah tese una mano verso di me e disse: - Resterò, Rosalie. Resterò finchè non avremmo scoperto la verità e alla fine torneremo tutti a casa. Vedrai, andrà tutto bene. -. Questa volta fui io a rimanere sorpresa. Afferrai la sua mano con estrema delicatezza; dopotutto rimaneva pursempre un'umana; mutaforma che fosse o meno. - Grazie...lupa... -  - Non c'è di che...succhiasangue. -.
Emmett tornò un'ora dopo con tre buste.
Quella notte uscimmo per l'ennesima volta; ormai era quasi diventata più un'abitudine che una ricerca vera e propria.
Stavolta però qualcosa sembrava diverso. Avremmo cercato in una foresta poco fuori Porto Alegre, così cominciammo a costeggiarla.
La notte era nera, il silenzio sepolcrale, non tirava un alito di vento; tutto era immobile; la natura sembrava quasi morta.
Io ed Emmett correvamo affiancati, lui teneva Leah sulle spalle, ma poi...qualcosa che a quel punto non ci saremmo aspettati cambiò le cose e scombinò tutto...

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 Buonasera a tuttiiiiii!! Scusatemi per il ritardo, davvero, ma è stato un periodaccio. Uff...allora ragazzi...che cosa ne dite di questo nuovo capitolo?! Spero vi sia piaciuto, a me onestamente non molto...mentre lo scrivevo non sapevo più come tirarlo avanti; a volte ho dei blocchi colossali.
 Va be'...ad ogni modo cosa ne dite? Fatemi sapere sempre in tanti, ok? Ho bisogno dei vostri pareri! E vi informo che da questo capitolo, come avrete visto, vi interromperò sempre sul più bello! Ihihihih!! Fatemi essere un po' cattiva!
Coooomunque...cosa sarà questo qualcosa che cambierà tutto? Avranno finalmente trovato l'uomo (o donna) che stanno cercando da tre mesi? E come questo fatto cambierà le cose? Riusciranno finalmente a scoprire il segreto della gravidanza di Rosalie? Sì, no, forse...mah! Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo capitolo, lo so che sono perfida, eheheheh!!!
Adesso spazio ai ringraziamenti....

patu4ever: ciao cara!! Sono contenta che il chappy precedente ti sia piaciuto e spero che questo non sia stato da meno! Come richiesto, ho ingrandito la scrittura, se dovessero esserci altri problemi dimmi pure e vedrò di risolverli! Bacioni e fammi sapere cosa ne pensi del quarto capitolo! Smack!

Scarlett blood: ciao mia regina! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il terzo chappy  e mi auguro che neanche questo ti abbia delusa! Nel capitolo precedente concordo con te nel dire che i nomi proposti da Emmett erano orribili! Ihihih, poverino! Comunque...dato che ti chiedevi chi avrebbero trovato adesso che sono a Porto Alegre, mi dispiace, ma dovrai aspettare ancora un po'...ad ogni modo...i migliori saluti e fammi sapere cosa ne pensi del nuovo chapter! Bye bye!

La_Pepsi: ciao bella!! Come vedi ho aggiornato, anche se non tanto presto. Grazie per i complimenti e spero che verrai a leggere e commentare anche questo capitolo. Baci baci!

Kikyo90: grazie dei complimenti carissima! Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento e che mi farai sapere cosa ne pensi! Scusami ma devo accelerare i tempi, quindi un grosso bacio e grazie ancoa! Smack smack!

evelyn_cla: grazie per i comply, mia signora! Sono contenta che il mio modo di aver riadattato il personaggio di Rose ( senza nulla togliere alla Meyer, ovviamente) ti sia piaciuto! Siccome sono di fretta e devo ancora ringraziare altre persone, rileggere tutto e postare, ti mando un saluto e mi raccomando, fammi sapere anche qui! Kiss!!!

LaBabi: grazie mille per i complimenti, gioia mia! Emmett e Rose sono anche i miei personaggi preferiti, chissà da cosa si era capito...! Ihihih!! Ad ogni modo, se potrà interessare a tutti i fan di questa coppia, posso dire che ho già cominciato una nuova ff che posterò non appena questa sarà finita, ma ci vorrà un po'. Comunque...adesso vado perchè devo essere molto molto celere! Un bacio e fammi sapere che cosa ne pensi di questo nuovo chappy! Ciaoooo!

pucciosi4ever: ciaooo! Grazie di cuore per aver inserito la mia storia tra i preferiti e anche per aver commentato! Spero che questo seguito non ti abbia delusa! Un bacio e fammi sapere cosa ne pensi, stella! Ciao!!

Momoka chan: mia cara!!! Allora...sono contenta che il terzo capitolo sia stato di tuo gradimento e spero che questo non sia stato da meno! È vero, nel capitolo precedente il discorso sui nomi è stata una delle poche cose riuscite bene! Quelli scelti da Emmett facevano proprio schifo! Ihihih!! Povero caro! È vero anche che l'effetto Rose/Leah fa un certo contrasto perchè sono le due che più non sopportano le razze l'una dell'altra dunque il mix si vede e con l'aggiunta di Emmett che cerca di mediare quando le due cominciano a scaldarsi porta ad un certo effetto, eheheh!!  =) Comunque...sono di frettissima, perciò...buona serata e fammi sapere anche per questo capitolo! Bacio!

EddinaCullen: grazie mille per i complimenti, mia cara! Spero che anche questo quarto capitolo ti sia piaciuto e mi auguro che continuerai a seguirmi! Un bacione grande, vado di frettissima! Fammi sapere mi raccomando! Smack!

Come al solito ringrazio anche le persone che mi hanno aggiunta ai preferiti, che oggi putroppo non farò in tempo a ringraziare una per una dato che sono presa con le bombe e ringrazio anche chi segue senza commentare! Baci enormi a tutti!! E un enorme...GRAZIEEEE!!

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Capitolo 5
*** Il dono ***


capitolo 5-il dono                                                                        CAPITOLO 5: IL DONO

Una luce. Lì, nel profondo della foresta si intravedeva qualcosa: una luce, o meglio...un fuoco e tanto bastò per riaccendere in noi la speranza.
Speranza.
Prima o dopo tornava sempre; la speranza ci accompagnava in ogni momento nel nostro viaggio.
- Ditemi che non è un miraggio... - disse Leah con uno strano tono di voce. - No che non lo è. - finalmente il voltò di mio marito tornò ad illuminarsi di quella luce che tanto amavo. Il mio Emmett era tornato.
Ci fiondammo nel folto della foresta ad una velocità ancor maggiore della solita, in direzione del piccolo falò. Mano a mano che ci avvicinavamo scorgevamo sempre più distintamente una casetta di legno scuro.
Quando arrivammo a circa sette metri di distanza, ci fermammo e   proseguimmo a passo umano. Leah saltò giù dalla schiena di Emmett e lentamente ci avviammo. Il primo ad entrare fu Emmett, che si dovette abbassare non di poco per riuscire a passare; io fui l'ultima.
L'interno dell'unica stanza era caldo e accogliente e un altro piccolo fuocherello scoppiettava anche lì dentro. Come ambiente era abbastanza spazioso. In fondo a sinistra era sistemato alla bell'e meglio un giaciglio improvvisato, il suolo era coperto da pelli di animali scuoiati e un angolo della stamberga era celato da una tenda.
Al centro della stanza era posto in posizione precaria un tavolino decisamente traballante e la sedia dietro di esso non era da meno. Libri sgualciti e pagine consumate e ingiallite dal tempo erano sparsi disordinatamente sulla superficie del piccolo tavolo e e anche in tutto il resto della camera: sul giaciglio, sulla sedia, vicino al falò, dentro un'anta di legno semi aperta di quello che una volta doveva essere stato un mobile. A completare l'insieme fu l'odore di fumo, incenso, muffa e pelle che aleggiava lì dentro.
Ad un tratto, un lieve fruscio alle nostre spalle bastò a metterci in allarme e in una frazione di secondo ci eravamo già voltati. Un ometto basso e tozzo entrò nella capanna trascinando un cerbiatto morto per le bella corna. Quel tizio camminava nel modo più strano che avessi mai visto; sembrava meccanico e ogni volta che poggiava un puiede per terra si udiva ul leggero ticchettio di legno. Solo quando fu abbastanza vicino al fuoco si accorse della nostra presenza e alzò il volto. Inorridii quando lo vidi; era una maschera di piaghe, non sapevo come una persona potesse ridursi in quel modo. Gli occhietti erano minuscoli, coperti proprio da quelle ferite che gli ricadevano pesantemente sul volto; riuscii a stento a vedere una luce ramata che gli brillava negli occhi. Le mani dell'individuo erano grandi e sproporzionate come il torace rispetto alle sue gambe corte. Dio, pareva tutto così assurdo!
Emmett si parò istintivamente davanti a me e Leah.
Dopo qualche istante di silenzio, l'uomo parlò; la sua età non si riusciva a capire date tutte quelle gravi ferite, ma la voce...fu quella che mi stupì più di ogni altra cosa; aveva una voce bassa e profonda, ma in un certo senso anche rassicurante.
- Buonasera, ragazzi... - noi restammo in religioso silenzio. L'uomo lasciò la presa sulle corna del cervo, che cadde a terra con un rumore ovattato e attutito dalle pelli degli altri animali.
Lo sconosciuto si avvicinò verso il fono della capanna, scostò la tendina e qualche istante dopo tornò con tre sgabelli che sembravano troppo grandi e pesanti per essere trascinati da uno come lui. Era davvero molto basso, sicuramente non più di un metro e quaranta centimetri, anzi, forse anche di meno. Ci porse i tre sgabelli, mentre lui si sedeva sulla sedia traballante, poi ci sistemammo davanti al piccolo falò. La sedia, seppur fosse evidentemente instabile, era più alta degli sgabelli, ma, nonostante questo, l'uomo non arrivava nemmeno alla spalla di Emmett. Alla luce del fuoco, la sua pelle era pallida come la nostra, ma c'era una sfumatura diversa; non capivo bene cosa fosse.
- Dunque, ragazzi... - riprese parola lo sconosciuto, sempre con quella voce così inadatta a lui. - Credo di aver capito cosa vi porta in questo luogo sperduto... -  - Siamo i figli di Carlisle Cullen... - presi parola sperando che il nome di nosstro padre gli dicesse qualcosa. - Loro sono i figli di Cralisle Cullen... - puntualizzò Leah.Io l fulminai. - Carlisle Cullen...? Carlisle Cullen...? - l'uomo sembrava parlare più con sè stesso che con noi. - No, questo nome non mi dice niente... -. Io, Emmett e Leah ne fummo sorpresi e mi augurai solo che non avessimo fatto l'ennesimo buco nell'acqua.
- Ma io so chi siete voi...e sopratttutto...so cosa siete. - fece un attimo di pausa durante il quale trattenemmo il respiro. - So cosa siete tutti voi. - aggiunse allora fissando Leah. - Figli della notte e mia giovane Quileute; anche tu avrai una parte in tutta questa storia... -. Emmett balzò in piedi ringhiando e lo sgabello rotolò a terra fino a colpire la parete opposta e fermarsi per la potenza di quello scatto (non che effettivamente la distana fosse molta). - Non preoccuparti, Emmett Cullen; io sono un amico e ho le risposte alle domande che vi hanno tanto assillato in questi ultimi mesi. E dopotutto...siete stati voi a cercarmi, dico bene? -  - Come conosci il mio nome? - sibilò mio marito, ancora sospettoso. - Non fare caso a questo, ragazzo mio. Dato che so quali creature siete, vedendo il grembo della tua bellissima compagna... -  - Moglie... - lo interruppe lui.                         - Perdonatemi... - disse rivolgendosi anche a me.  - ...moglie. - si corresse. - Credo che le mie supposizioni sul motivo della vostra presenza qui siano azzeccate. - ci fu una pausa carica di tensione.          - Ebbene, Rosalie...tu sei sempre stata una persona forte e decisa e questo è stato determinato anche dalla malaugurata esperienza che ti capitò qundo eri ancora umana, quando quegli uomini quasi ti uccisero e tutto il resto che seguì; le circostanze che ti portarono ad essere ciò che attualmente sei. - le mie mani si chiusero convulsivamente a pugno ed Emmett, che aveva recuperato lo sgabello ed era tornato a sedersi al mio fianco, posò le mani sulle mie e a quel contatto mi rilassai. - Anche da umana comunque eri molto forte anche se tutti non ti consideravano tale; se ti ponevi un obiettivo era quello. -  - Non vedo come questo c'entri con la nostra situazione. - lo interruppe nuovamente Emmett, freddo. - Non essere impaziente, Emmett... - lo riprese bonariamente l'uomo. - Dicevo... sono stati proprio quei caratteri, Rosalie, a determinare il tuo dono. -  - Il mio dono? Io non ho un dono... - ero sempre più confusa. - Questo è ciò che credevi tu; nessuno se n'era mai accorto; a quanto pare neanche tu stessa, ma a quanto pare ce l'hai. -  - E tu come fai a saperlo? -  - Perchè anch'io ne ho uno e il mio dono è proprio di percepire quelli altrui e tu hai un dono, Rosalie. E sta proprio in questo fatto: la tua determinazione; la tua forza di volontà. Più sei decisa, più è alta la possibilità che ciò che vuoi si realizzi. Hai desiderato per così tanto tempo e così intensamente di diventare madre, che alla fine è successo e ora tu ed Emmett avrete il tanto sospirato bambino. - adesso le nostre espressioni erano molto più rilassate. - Quindi...è solo per questo? -  - Sì, Rosalie... -  - Allora...mia moglie starà bene e anche la bambina? -  - Sì, staranno bene entrambe, Emmett... - un sorriso raggiante si allargò sul volto di mio marito. Poi però mi tornò in mente una cosa. - Un momento...èc'è anche qualcos'altro...per un po' di tempo la mia pancia ha cominciato a crescere più lentamente e adesso invece il ritmo è aumentato ancora di più rispetto all'inizio della gravidanza...cosa sta succedendo? -. - L'uomo si rabbuiò. - Anche il tuo bambino ha un dono, Rosalie; ho sentito anche il suo quando sono entrato... -  - Un dono? E quale? - lui scese tentennante dalla sedia. - Permetti? - chiese pretendendo una mano verso il mio ventre. Io non opposi resistenza. Lui chiuse gli occhi e li riaprì pochi attimi dopo. - A quanto pare sente il pericolo quando è vicino. -  - E questo cosa sinifica? Siamo in pericolo? - chiese Emmett preoccupato. - Questo lo sa solo vostro figlio, ma ad ogni modo...sì, penso che se ha avuto questa reazione è siate davvero in pericolo, ma non chiedetemi quale perchè questo non lo posso sapere. -  - Che reazione ha avuto? -  -Be', queela che hai detto tu: ha rallentato la sua crescita per un po' e dopo l'ha ripresa ancor più velocmente di prima. -  - E questo che cosa                significa? -  - All'inizio ha rallentato perchè aveva paura, ma poi, quando ha capito che voi avreste corso ancor più rischi di lei, ha cominciato ad accelerare in modo spropositato per cercare di nascere il più presto possibile e in questo modo avvertirvi. Lei vi ama e non vuole che vi accada qualcosa. -  - Lei ci ama? -  - Certo. È consapevole del fatto che la vostra razza non può avere figli e ha capito che se adesso esiste è solo perchè la vostra forza di volontà va oltre ogni limite. Voi amate lei e lei vi ama il doppio. - quelle parole mi colmarono di gioia  come nient'altro aveva mai fatto. Poi però mi sorse un dubbio. - Anche nostro fratello Edward ha avuto una figlia; si chiama Renesmee, ma lei è stata concepita e partorita da un'amana. Adesso lei cresce molto velocemente e raggiunti i sette anni d'età diventerà adulta. Io però non sono umanae, insomma...che cosa accadrà alla mia bambina? Come crescerà? -  - Be', questo dipenderà soprattutto dai rischi che tu, Emmett e le persone a cui vorrà bene correrete. Di conseguenza più le persone sono in pericolo, più lei crescerà velocemente ma ado ogni modo quando sarà arrivata a diciassette anni si fermerà. - io mi sentii serena. Serena e felice. Però c'era sempre  quel timore; il timore del rischio che correvamo. Cosa poteva minacciarci anche qui in Brasile? Scacciai quel pensiero; ci avrei pensato in un altro momento. - Ma tu...come fai a sapere tutte queste cose? -chiese ad un tratto Emmett. Una strana espressione attraverò il volto deformato di quell'uomo. Qualcosa di molto simile alla malinconia. - Perchè mia madre era una vampira. - a quelle parole Leah raggelò; io ed Emmett invece lo eravamo già abbastanza di nostro e non avremmo potuto andare oltre dato che eravamo morti da poco meno di un secolo. - Mio padre invece...era un licantropo... - completò l'uomo. Non poteva essere vero! Una vampira e un licantropo?!?! Insieme?! Doveva esserci qualcosa di sbagliato, insomma...no! Il mio cervello non riusciva ad elaborare una soluzione possibile per quanto fosse sviluppato. - Non sono sempre stato così, però... - disse ad un certo punto. - Ero bello, ero...alto... - un'ondata di tristezza gli si abbattè addosso, poi...ma come accidenti avevo fatto a non accorgermene prima?! Le sue gambe erano...troncate di netto e il pezzo mancante era sostituito da delle piccole protesi il legno. Ecco perchè avevo sentito quel rumore quando camminava! Adesso mi spiegavo anche quel suo portamento così meccanico e il motivo per il quale il suo corpo era esageratamente sproporzionato. Ero così ossessionata dallo scoprire la verità, da non accorgermene neanche. Ma non ero l'unica ad averlo notato in quel momento a giudicare dalle espressioni di Emmett e Leah.  Poi l'uomo riprese il suo racconto: Suppongo vi stiate chiedendo come mai, allora  io sia ridotto così adesso. Be'...un giorno incontrai un branco di licantropi e tre vampiri. Mi ritennero come l'ibrido più ripugnante, così i vampiri mi morsero e i mutanti, una volta ripresa la forma umana, diedero fuoco alla radura in cui ci trovavamo. Dato che io ero anche metà licantropo, i morsi dei vampiri mi provocarono queste piaghe che ricoprono la mia pelle e...mi staccarono le gambe. I lupi le diedero in pasro alle fiamme e così non le recuperai mai più. - io ero sconvolta e inorridita. Come avevano potuto?! Poi l'uomo interruppe quel silenzio sepolcrale che si era formato senza che noi potessimo accorgercene. - Forse ora è meglio che andiate; il sole sorgerà a breve e non conviene che qualcuno vi veda. - Leah non disse una parola, Emmett annuì e io mi avvicinai a quel povero malcapitato. Mi chinai alla sua altezza e chiesi: - Come ti chiami? -  - Alastair...Alastair Stowe. - gli presi le mani e ne baciai il dorso. - Grazie Alastair. -
Qualche istante dopo uscimmo e giusto poco prima dell'alba arrivammo in hotel. Non appena fummo in camera Emmett mi sollevò eda terra e mi strinse forte a sè. - Ce l'abbiamo, fatta, Rose! Finalmente lo abbiamo trovato e abbiamo scoperto tutto! - la sua gioia era incontenibile. - Ti amo, bimba! -  - Ti amo anch'io. -. Poco dopo però mi feci scura in volto. - Che cosa c'è, amore? - chiese Emmett preoccupato da quel mio improvviso cambiamento.  - La bambina cresce in fretta quindi noi siamo in pericolo. Dobbiamo scoprire di che cosa si tratta. Qual è il pericolo? -

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Salveeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Scusate per il drammatico ritardo, ma tra la scuola e Internet che va a colpi non ho potuto fare di meglio! Vi chiedo umilmete perdono. Mi dispiace tantissimo anche perchè non riuscirò a ringraziarvi uno alla volta come faccio di solito e come meritate, anzi meritate molto di più per tutte le belle recensioni che mi lasciate. Comunque...spero che questo capitolo non vi abbia deluso! E così adesso il mistero della gravidanza di Rose è stato svelato e anche questa volta vi ho lasciati su un punto che dà da riflettere. Che cosa sarà mai questo pericolo? Lo scoprirete solo se continuerete a seguirmi! Siccome non ho neanche il tempo di rileggere tutto perdonate gli errori dibattitura, ma devo proprio andare altrimenti i miei mi linciano! Baci a tutti e mi raccomando...commentate in tantiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!! Smack!

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Capitolo 6
*** Intruso ***


Capitolo 6-Intruso                                                                            CAPITOLO 6: INTRUSO

Ci scervellammo per giorni cercando di trovare una soluzione a quel rompicapo: quale poteva essere il pericolo che ci minacciava? Una settimana dopo la visita ad Alastair e la scoperta della verità, chiedemmo al consierge dell'albergo di prenotarci tre biglietti per Burlington; finalmente saremmo tornati dalla nostra famiglia. Non vedevo l'ora di riabbracciarli, ma soprattutto volevo scusarmi con Esme, Carlisle ed Alice e volevo stringere Nessie tra le mie braccia; chissà quanto era cresciuta in quei tre mesi! Un'altra cosa che mi premeva molto era che volevo scusarmi con Bella per il modo in cui l'avevo trattata in quei due anni, poco più.
Quando chiedemmo il conto dell'albergo e i primi biglietti per Burlington, il consierge rimase molto sorpreso. Saremmo prtiti l'indomani notte alle quattro.
- Evviva, mi aspetta un'altra esaltante notte di viaggio in  aereo... - si lamentò Leah con il suo solito tono decisamente poco entusiasta.         - Non fare storie, lupa...dormirai durante il volo. - la rimbeccai seccata. Infatti dopo quel momento in cui ci eravamo confessate e avevamo lasciato cadere le nostre barriere e messo da parte l'orgoglio, eravamo tornate ai soliti modi.
Il cielo era tornato a coprirsi, così potemmo uscire anche di pomeriggio.
- Allora signore...cosa volete fare oggi? Qualunque cosa sia offro io! - esclamò Emmett con il sorriso sulle labbra. Non si era demoralizzato un attimo da quando avevamo scoperto la verità, non si era preoccupato neanche del pericolo imminente; diceva che non poteva accaderci niente se eravamo insieme...soprattutto se adesso si aggiungeva anche la nostra bambina.
- Se ti dicessi di voler andare sulla luna mi accontenteresti? - chiese Leah, sarcastica. - Sì, molto divertente, ma io intendevo qualcosa che si potesse fare entro i confini della Terra. - rispose lui sempre con un sorriso. - Ah, peccato. No, allora non ho proposte; la Terra è così noiosa...! -  - Già, tanto noiosa, ma che ci vuoi fare Leah? Siamo nati su questo pianeta.... - li guardai tra l'incredulo e lo sconcertato. - Ma che razza di discorsi state facendo?! - Emmett scoppiò in una fragorosa risata non appena notò la mia espressione. - Andiamo, vi porto al centro commerciale! - disse infine con gli occhi che gli brillavano.
Il centro commerciale di Porto Alegre era tutta un'altra cosa rispetto a quelli che ero solita frequentare, ma non mi dispiaceva. Era più intimo e accogliente, i negozi avevano una tappezzeria strana ma orginale e confortevole al contempo. I camerini erano più spaziosi rispetto a quelli americani e le tende avevano un che di esotico. Il tutto dava un effetto d'insieme contrastante ma che saltava all'occhio in maniera piacevole.
Trascorsi tutto il resto del pomeriggio a sfilare per mio marito, che non si stancava mai di quel mio passatempo. Naturalmente io dovetti andare in un reparto premaman e questo lo entusiasmò ancora di più perchè diceva che adesso, oltre che essere bellissima, quel pancione mi dava anche un tocco di dolcezza e mi fece notare che da quando aspettavo la bambina ero più radiosa che mai.
Quando scelsi cosa comprare ( dopo circa tre ore passate a sfilare ), io ed Emmett andammo a cercare Leah. La trovammo in un negozio di articoli sportivi a gesticolare con una commessa. Già! Ci eravamo dimenticati che lei non sapeva parlare il brasiliano, così andammo in suo aiuto.
Passando davanti ad una vetrina non potei fare a meno di notare un abitino che per la mia minuta sorellina sarebbe stato perfetto ed Alice ero sicura che ne sarebbe stata entusiasta. Dopotutto, in un modo o nell'altro, dovevo farmi perdonare per ciò che avevo fatto e per quello che stavo facendo passare alla mia famiglia e quello era il primo passo. Allora decisi che siccome io ed Emmett avevamo fatto penare tutti in quei mesi, avremmo dovuto prendere un regalo per ognuno di loro. Soltanto per un membro della famiglia non sapevo cosa prendere: Nessie. Per lei un vestito sarebbe stato fuori discussione perchè sicuramente in tutto quel tempo chissà quanto era cresciuta. Dunque...trascinai Emmett e Leah nella mia caccia ai regali, di cui, c'è da dire, non furono molto entusiasti.
La sera andammo al cinema ed Emmett scelse un film di cui contammo centosette morti e poi perdemmo il conto.
- Ah, bello...ci siamo proprio divertiti... - commentò sarcasticamente Leah non appena uscimmo dalla sala. Lei ovviamente non aveva neanche capito nulla del film dato che non conosceva la lingua. Ghignai. - Tanto tu sei l'unica che dorme... - mi guardò sprezzante, ma non disse nulla.
Tornammo in albergo a piedi, con passo umano, lentamente e senza fretta. Ci godemmo quella serata tranquilla; il cielo era di un blu intenso, le stelle brillavano innumerevoli e uno spicchio argenteo di luna illuminava di una luce soffusa cielo e terra. Un raggio color argento colpì un lembo della mia pelle sul collo, rendendolo, se possibile, ancor più pallido.
Emmett mi prese per mano e camminammo in silenzio lungo le strade di Porto Alegre come se capitassimo lì per caso; Leah stava alla mia sinistra, con sguardo perso in quel posto che sembrava essere sotto l'effetto di chissà quale incantesimo.
Arrivammo in hotel verso le undici di sera e dopo che Leah mangiò qualcosa e andò a letto, io ed Emmett restammo ad osservare dalla finestra il meraviglioso paesaggio di quella notte. Poi mio marito si allontanò e cominciò a frugare tra le buste di vestiti che avevo comprato quel pomeriggio.
- Cosa stai facendo, amore? - lui non rispose, ma mi rivolse solo un sorriso. Quanto amavo quel sorriso...be'...in verità amavo qualunque cosa di lui; ogni suo gesto o modo di fare, ogni suo dettaglio.
Dopo qualche istante di ricerca, estrasse un abito di raso bianco che a lui era piaciuto particolarmente. - Metti questo, Rose. - io lo fissai perplessa. - Fidati. Mettilo. - e così dicendo me lo porse. Io lo presi e lo indossai, Emmett mi aiutò ad stringere i lacci a incrociare sulla schiena, ma ad un tratto si fermò, cominciando ad accarezzarmi lievemente la schiena bianca e perfetta. - Emmett? - lo richiamai allora. - Sai cosa ti dico Rose? Con il vestito sei bellissima, ma senza stai molto meglio. - mi cinse la vita e mi fece voltare delicatamente. Mi baciò con passione e io ricambiai con trasporto, allacciandogli le braccia dietro il collo e poco a poco mi sospinse sul letto. Quella notte, dopo tanti mesi, facemmo di nuovo l'amore e a quel punto le parole non servirono più.
Aspettammo che il sole sorgesse, l'uno tra le braccia dell'altra, poi, il primo raggio d'oro colpì la mia pelle, facendola risplendere come mille diamanti. Ad un tratto Emmett mi strinse ancor di più a sè. - Non credo che potrò mai ad abituarmi a te, Rose. Ogni volta che ti vedo è...come se fosse la prima e così anche le emozioni che provo. È strano che sia stata proprio la morte a darmi la cosa più bella che potesse capitarmi. - io gli sorrisi, il mio sguardo straripava dell'amore che provavo per lui. - Per me vale lo stesso, amore mio. -. Posai la testa sul suo petto ampio e forte e lui mi baciò la fluida chioma bionda. - Ti amo da morire, Rose. - Anch'io. - dissi chiudendo gli occhi.
Un attimo dopo però, la porta comunicante tra la nostra stanza e quella di Leah si aprì e la ragazza fece il suo ingresso. - Oh, mio Dio! - esclamò, e alla velocità del  suono, si richiuse la porta alle spalle. Emmett scoppiò a ridere. - Ops... -.
Per tutto il resto della mattinata, Leah non si fece vedere, ma all'ora di pranzo la prendemmo per fame.
Uscì dalla stanza con un'espressione che fece sorridere Emmett, costretto a reprimere le risate per non farla imbestialire. - Mai più. - disse solo. - Non preoccuparti lupa, da domani non sarai più costretta ad averci intorno. -  - Già, mi consolo con questo. La cosa di cui ho paura sono le ire di mia madre... -  - Allora spera solo che sia così preoccupata per te da dimenticarsi di punirti. -  - Non è tipo... -.
Il resto della giornata trascorse tranquillo, io ed Emmett cercavamo ancora di capire quale potesse essere il famigerato pericolo di cui ci aveva parlato Alastair e a cui andavamo incontro, ma fallimmo miseramente.
- Emmett, secondo te qual è il il rischio? - chiesi con una mano sul ventre gonfio che ormai sembrava di otto mesi. Lui si fece subito serio. - Non lo so, Rose. Ma credimi, non permetterò mai che succeda qualcosa a te o a nostra figlia. Mai. - sottolineò con enfasi l'ultima parola. Io mi misi subito in allarme. - Emmett, ti prego, non fare gesti avventati. - la mia voce cominciò a tremare; lo conoscevo bene e avevo capito cosa gli passasse per la mente. - Questo non  dipende da me, io farò il necessario per proteggervi. -  - Emmett! -scattai in piedi, adesso non ero più agitata, ora avevo paura. Lui si spaventò per la mia reazione e subito mi fu vicino e mi strinse forte a sè. - Rose! Rose, calmati, ok? Tesoro, avanti, è tutto a posto. Ssst... - disse mentre io mi aggrappavo forte alla sua camicia. Leah uscì dalla sua stanza. - Cosa sta succedendo? -  - Niente, non ti preoccupare, adesso passerà. - le disse Emmett. Lei tornò dentro.
Ma che diavolo mi stava accadendo?! Ero così...vulnerabile, così...umana e fragile. Poteva essere la gravidanza? No, probabilmente no. Avevo paura. Per la prima volta dopo chissà quanto tempo, avevo davvero paura probabilmente perchè adesso avevo più cose da perdere di quante ne avessi mai avute. La mia famiglia, mio marito, mia figlia. E non volevo perdere nessuno di loro altrimenti non sarei riuscita a sopportarlo. Le braccia forti di Emmett mi stringevano ancora e qualche istante dopo  mi calmai.
- Amore è tutto a posto? - mi chiese lui; mi sembrava davvero preoccupato. - Sì. Sto bene. -  - Mi hai fatto preoccupare, hai reagito così... - ma non riuscì a trovare le parole per finire, cosa decisamente insolita per lui. Sospirai. - Scusami. - dissi soltanto. Cominciai a odiarmi. Ero così fragile. Debole. Umana. Però sapevo anche che non avrei lasciato che Emmett facesse qualche idiozia; potevo essere forte come sempre. La leonessa maestosa e protettiva che tutti conoscevano. Con quei pensieri mi tranquillizzai. Emmett mi cullò ancora po' tra le sue braccia, poi mi baciò e ci staccammo.
Verso le due e mezza di mattina scendemmo nella hall per pagare il conto di quei mesi e i soldi non ci mancarono. Io uscii senza farmi vedere  da nessuno perchè altrimenti si sarebbero fatti domande sul fatto che quando ero arrivata sembrava che fossi all'inizio della gravidanza e ora, dopo qualche mese, alla fine. Emmett e Leah  mi raggiunsero qualche minuto dopo. Lui prese tre buste e si caricò Leah sulle spalle, io presi i regali e ciò che rimaneva e poi sparimmo nella notte.
Non passamm per il centro della città, ma costeggiammo i boschi, i tratti erbosi e quelli isolati. Ci avremmo impiegato di più, ma per noi non era un problema.
Dopo venti minuti arrivammo in una radura  nascosta da siepi, cespugli  e alberi rigogliosi. La notte era nera, non brillava una stella e il silenzio sepolcrale veniva alterato solo dal rumore smorzato dei nostri passi leggeri e dal frusciare ovattato dei nostri vestiti.
Sostammo lì per qualche minuto, ma non ci eravamo ancora accorti, che da dietro un cespuglio, qualcuno ci teneva i grandi occhi puntati addosso.

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Salve a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Scusate il drammatico ritardo, ma sono stata piena di cose da fare...ufff...vorrei riuscire ad aggiornare più spesso....comunque, adesso sono qui e...che dite? Come vi è sembrato il sesto chapter??? Spero vivamente che non vi abbia deluso, mi raccomando fatemi sapere.
Come vedete, anche qui ho interrotto in un momento cruciale e da qui succederanno cose...eheheheh!! Sono perfida!  Di chi saranno mai quei grandi occhi? Che cosa accadrà ora ai nostri eroi? E poi...c'è sempre l'interrogativo del pericolo a cui i tre (più quasi uno ihihih!!) vanno incontro. Mah! Chissà! Ihihihih!! Spero di riuscire ad aggiornare presto e mi auguro anche di ricevere qualche commentino!     =)
Be', adesso passiamo ai ringraziamenti, che purtroppo l'ultima volta non sono riuscita a fare. Ah! Come al solito scusate gli eventuali errori. Smackkkkk!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La_Pepsi: amore mioooooooo!! Ti ringrazio vivamente per i complimenti e sono contenta sia del fatto che il chappy precedente ti sia piaciuto tanto sia del fatto che sono riuscita ad aiutarti un po', ma adesso è tornato tutto a posto, vero?!     ;-) Ancora grazie mille, fammi sapere anche qui! Kissss!!!

Kikyo90: grazie mille cara, mi fa piacere che il capitolo 5 non ti abbia delusa, ma purtroppo, ancora il pericolo al quale il nostro strano trio va incontro non è ancora venuto a galla, bisognerà pazientare un po' per scoprirlo. Spero di riuscire a postare presto, bacio!

Eddina Cullen: ehilà! Sono contenta che il 5 chappy ti sia piaciuto e spero che questo non sarà da meno. Grazie mille per i complimenti comunque e mi dispiace, lo dici anche a te, bisognerà avere un po' di pazienza qual è il pericolo che attende il nostro trio. Smack!

Momoka chan: ciao bellaaaa!!! Allora, cosa ne pensi del sesto capitolo?? Grazie mille per i complimenti e spero che questo capitolo ti piaccia altrettanto!! Emmett, povero, in questa storia lo faccio dannare, eheheh!! Grazie ancora per i complimenti e fammi sapere anche qui, un abbraccio!!

patu4ever: my lady!! Grazie davvero per i complimeti e spero che questo caitolo ti sia piaciuto come il precedente. Vedo che anche tu mi hai chiesto quale potrà mai essere questo famoso pericolo, ebbene...devo dire anche a te che dovrai avere un po' di pazienza prima di scoprirlo. Kiss kiss!!!!!!!

pucciosi4ever: grazie mille per il commento, carissima e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Spero veramente di riuscire ad aggiornare un po' prima! Fammi sapere anche qui, mi raccomando, bacio!!

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Capitolo 7
*** Ah, cose da lupi... ***


capitolo 7-Ah, cose da lupi...                    

                                                                     CAPITOLO 7: AH, COSE DA LUPI...


Le due cose accaddero simultaneamente: nel momento in cui la fiutammo, la bestia ci si scagliò contro e mezzo secondo dopo Emmett si parò davanti a me e Leah  per farci da scudo, emettendo un suono gutturale. Poi, lui e il grosso lupo si diedero addosso senza risparmiare colpi. Notai il tremito via via sempre più violento di Leah e subito la trattenni per impedire la trasformazione. Nell'attimo che seguì, i miei occhi dardeggiarono su Emmett, che proprio in quel momento stava sollevando di peso il grosso lupo dal manto bianco e fulgido. Vidi l'animale volare per poco più di quattro metri e cozzare contro un alberello poco imponente che si abbattè sotto la forza devastante di quel colpo. Ma l'irrevocabile accadde subito dopo. Gli occhi del lupo e quelli di Leah si incrociarono e lì fu il dramma. Il lupo riprese le sue sembianze umane nell'attimo  preciso in cui Emmett gli si scaraventò addosso travolgendolo con tutta la sua potenza disumana.
A quel punto, però, Leah si trasformò facendo esplodere scarpe e vestiti. - No! - esclamai. -Leah! Torna indietro! -. La lupa si scagliò contro Emmett e i due rotolarono per qualche metro. In un attimo fui accanto a loro e li separai. - Smettetela! - ordinai in tono freddo e autoritario. Aprii la valigia di Leah e le lanciai qualcuno dei suoi vestiti.  - Trasformati. - lei ringhiò - Adesso! - il mio tono non ammetteva repliche. - Ma è impazzita?! - sbraitò Emmett. - Hanno avuto l'imprinting. - tagliai corto. - Che cosa?! - lui era spiazzato.  - Sì, si sono guardati e...è successo... -  - Oh, perfetto! -. Intanto lo sconosciuto continuava a guardarci con astio; del fatto che non avesse i vestiti, non ce n'eravamo nemmeno accorti.
Quando me ne resi conto voltai lo sguardo verso Leah, che si stava allacciando le scarpe, Emmett invece lanciò un paio dei suoi vestiti al ragazzo, anche se probabilmete lui avrebbe potuto nuotarci dentro data la stazza decisamente più imponente di mio marito. Poi mi venne in mente che Leah si era trasformata e allora... - Leah, spero per te che tutti quelli del tuo branco stessero dormendo, altrimenti giuro che... -  - Jacob. -  - Jacob cosa?! -  - Lui mi ha sentita. -  - Che cosa?! -  - Sì, era trasformato, mi ha sentita, ma non credo abbia avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo e sicuramente non ha visto voi. -  - Lo spero per te. - sibilai.
 Non appena David fu pronto Leah gli si avvicinò. - Ciao... -  - Ciao, io sono David. -  - Io mi chiamo Leah. - i due si sorrisero con una punta di imbarazzo. - Ma per favore... - mormorai spazientita.
David era un ragazzo alto e biondo con la carnagione piuttosto chiara e gli occhi verdi. - Perchè viaggi con dei succhiasangue? - chiese poi a Leah, sottolineando con disprezzo l'ultima parola. - È una lunga storia. - rispose Leah con un tono smilelato da far venire il voltastomaco. Quella caratteristica non era di certo da lei. - Ah, cose da lupi... - surrò Emmett in modo da farsi sentire solo da me. Ghignai. Qualche istante dopo, gli occhi verdi di David si posarono sul mio ventre gonfio. - Tu... -  - Lascia perdere, la storia è lunga e non c'è tempo da perdere. -  - Voglio che mi spieghiate ogni cosa. Da adesso in poi tutto quello che riguarda Leah riguarda anche me. - io ed Emmett lo fissammo con sguardo furente, allora cercai di sviare l'argomento. - Ma voi cani non avevate la pelle più scura? - il mio tono era sprezzante. - Questa è una caratteristica di noi Quileute, ma non siamo l'unica tribù al mondo, perciò ci sono anche altri diversi da noi. - spiegò Leah. - Non cercare di cambiare discorso,  sanguisuga. - Emmett strinse i pugni. - Non rivolgerti a mia moglie in questo tono. - gli sibilò. -  - Altrimenti? -  - Altrimenti ti faccio a pezzi e non è un modo di dire. - ringhiò. - Credo sia meglio calmarci tutti adesso, va bene? -  - NON mi calmerò fichè non mi direte cosa sta succedendo. - i mei occhi si ridussero a due fessure mentre fissavo con astio quell'idiota. Adesso che aveva avuto l'imprinting con Leah sarebbe stato impossibile togliercelo di torno. Sbuffai esasperata. - Quattro mesi fa, più o meno, sono rimasta incinta e dato, come sai anche tu, che per noi vampiri è impossibile avere figli, io e mio marito abbiamo deciso di... - e così narrai tutta la storia. - E dunque questa gravidanza e tutto il resto sono potuti avvenire grazie al tuo dono, a questa tua...forza di volontà. -  - Esatto. - dissi in tono freddo. - E, a proposito...com'è che vi chiamate? - alzai un sopracciglio, poi mi voltai verso Emmett che aveva la mia stessa espressione sorpresa.       - Io sono Rosalie. - dissi poco convinta. - E io Emmett. - concluse lui con il medesimo tono. - E tu perchè sei qui? Voglio dire...non hai l'aspetto di uno del Brasile... -  - No, infatti sono svedese. Sono qui perchè mi sono staccato dal branco. Ho avuto una discussione con il capo branco e poi volevo essere libero, cambiare vita... -  - Sì...che cosa commuovente... - lui non badò alla mia osservazione sarcastica e continuò. - E poi...se non fossi venuto qui non avrei mai incontrato Leah... - ok, sentivo il diabete arrivare alle stelle. Io ed Emmett ci guardammo, alzammo gli occhi al cialo e sbuffammo. - Be', adesso che cos'hai intanzione di fare? - gli chiese Emmett. - Che cosa significata? -  - Che io, mia moglie e Leah partiremo stanotte per tornare a casa, in America. -  - Che cosa?! No! -  - Risparmia il fiato, cane. Non partiremo neanche noi, ci hai fatto perdere l'aereo. - il mio tono era duro come la pietra. - Cosa?! - ruggì Emmett. - Ormai sono le quattro meno cinque. - Emmett puntò gli occhi furenti su David.      - Lasciamo perdere, è meglio andare a cercare un altro posto in cui fermarci. E mi rifiuto di tornare in quell'albergo: ve la immaginereste la faccia del consierge? - disse Leah. - E che t'importa di quel tizio? Qui non ci conosce nessuno... - rispose mio marito. - Allora che cosa faremo? Dobbiamo prenotare di nuovo i biglietti per Burlington. - dissi irritata. - E stavolta quattro. - s'intromise David. - È meglio che non parli, cane. - gli ringhiò contro Emmett.
Passammo quella notte a cercare un posto in cui stare e verso le sette di mattina trovammo una casa malandata che io e mio marito riuscimmo a rimettere in sesto nell'arco della mattinata. Certo, non era proprio quello a cui eravamo abituati, ma ci si poteva adattare.
- Ho fame... - si lamentò Leah verso mezzogiorno. - Mangia. - risposi secca. - E cosa? -  - Mi sembra che tu abbia sia i soldi che le gambe perciò direi che puoi anche andare da sola. -  - Non parlo brasiliano. -. Sibilai. Quella ragazza a volte mi dava davvero sui nervi. - Allora non so cosa farci. - e detto questo andai nell'altra camera. Nella casa c'erano soltanto due stanze: quella dei cani e l'altra in cui stavamo io ed Emmett. Lui mi aspettava lì, sdraiato sul pavimento ad occhi chiusi. Bellissimo e immobile sarebbe potuto passare per una scultura. Le sue braccia erano posate lungo i fianchi e non appena mi sdraiai accanto a lui, mi cinse la vita in una gesto spontaneo e immediato. Chiusi gli occhi anch'io. - Secondo te è possibile che fosse David? Il pericolo di cui parlava Alastair, intendo. -  - Non lo so, può darsi. Forse la bambina ha sentito che ci saremmo battuti e si è spaventata. -  - Sì, forse. -. Posai la testa nell'incavo del suo collo e le sue labbra si poggiarono delicatamente sulla mia fronte, poi una mano scivolò sul ventre ormai gonfio. A questo punto era solo questione di giorni prima che la bambina nascesse. - Tesoro? - mi chiamò dopo un po'.    - Sì? -  - Credo sia meglio partre dopo la nascita di nostra figlia a questo punto. Se dovesse nascere durante il viaggio in aereo o in aeroporto sarebbe un guaio. -  - Sì, hai ragione tu. Allora è deciso, partiremo dopo la sua nascita. - lui mi strinse ancora di più a sè. - Sai Rose, onestamente non avevo mai pensato all'eventualità di diventare padre, ma adesso...ora sono felice. - niente più di quelle parole avrebbe potuto darmi gioia.  - Ti amo. -  - Ti amo anch'io, bimba. - e detto questo mi baciò.
Andammo soltanto a sera nella stanza di Leah e David; quest'ultimo aveva portato il cibo per sè e per la sua ragazza dato che, essendo in Brasile da più tempo, aveva imparato a parlare la lingua locale. - Ciao succhiasangue. -  - Ciao cani. - fu il cordiale saluto che ci scambiammo. - Oggi abbiamo deciso che partiremo dopo che la bambina sarà nata. - poi mi rivolsi a David: - Allora verrai anche tu? -  - Sì, certo... -  - Fa' come vuoi... -.
Quella notte, mentre Leah e David dormivano, io ed Emmett uscimmo e ci sdraiammo sotto un grande albero vicino alla casa, che si trovava in una radura nascosta da una fitta vegetazione. - Questo viaggio è stato il più incredibile che abbiamo mai fatto, Rose. -  - Sì, lo penso anch'io. -  - D'ora in avanti sarà tutto diverso. -  - Ma in modo positivo. -  - Decisamente sì. -  - Immagina come sarà quando sarà nata. - dissi non riuscendo a trattenere un sorriso. Emmett distolse lo sguardo dal manto blu tempestato da innumerevoli piccoli diamanti che ci sovrastava e mi fissò. Mi sarei persa molto volentieri in quello sguardo. Mio Dio, quanto lo amavo. - Sarà bellissimo. E anche lei sarà bellissima, come la sua mamma, dopotutto... -  - E come il suo     papà. -.
La notte la trascorremmo così, a fantasticare su nostra figlia, entrambi eravamo impazienti per la sua nascita.
Quando cominciò ad albeggiare, Emmett mi disse: - Aspetta qui un momento amore, torno subito. - e infatti dopo meno di due secondi fu di nuovo fuori, una macchina fotografica tra le mani. - Che cosa vuoi fare? - gli chiesi. - Documentare la tua gravidanza... - rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. - Cosa? -  - Vieni qui. - mi prese per mano e mi portò in un punto pieno di fiori. - Siediti qui per terra. - disse. Io obbedii. Indossavo un bel vestito azzurro di raso con le maniche lunghe, lungo fino alle caviglie che si allargava sulla parte finale della gonna ed Emmett era entusiasta dell'effetto finale. La perfezione arrivò quando il sole colpì la mia pelle e la fece brillare come mille diamanti. A quel punto scattò la foto, che poi sviluppò con il suo pc quel pomeriggio stesso. Ormai non avevamo più il coraggio di guardare il numero di messaggi di posta elettronica che continuavano ad arrivarci imperterriti; avevamo smesso di guardarli dopo il duecentoundicesimo mandato da Alice, ma ancora si trattava di mesi addietro.
Il pomeriggio passò tranquillamente, anch'io ed Emmett ci eravamo rilassati adesso che eravamo arrivati alla conclusione che fosse David il pericolo di cui ci eravamo tanto preoccupati.
Ma quanto ci sbagliavamo...

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Salve a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Sorry per il ritardo, ho avuto un po' di problemini in questo periodo....comunque...alla fine il mio aggiornamento arriva sempre!! Adesso avete scoperto di chi erano i grandi occgi che spiavano il nostro trio da dietro un cespuglio, ma ecco che vi lascio con un altro finale bastardo. Scusatemi, ma mi diverto tanto!!! Fatemi sapere in tanti cosa ne pensate anche di questa new entry...l'idea di mettere in cantiere David mi è venuta un giorno mentre avevo un'ora di supplenza a scuola, mentre non sapevo che fare mi sono messa a pensare alla storia ed è così che ha preso forma il licantropo svedese che avrebbe perso la testa per la nostra Leah...che dite, dunque? Vi piace? Spero vivamente di sì, fatemi sapere!! Un bacio enorme a tutti e soprattutto un grosso ringraziamento alle persone che seguono, che recensiscono e chi mi ha aggiunta ai preferiti.
Passando alle recensioni....

La_Pepsi: amore miooooooo!!! Hai visto! Ieri ti ho promesso che avrei aggiornato e oggi ho aggiornato...allora...ti è piaciuto il capitolo??? Spero di non aver deluso le tue aspettative, fammi sapere anche qui! E ovviamente un grazie grande grande grande grande grande!!!!!! Smackkk!!!

cloe cullen: grazie mille per i complimenti cara! Sono contenta che la mia ficty ti abbia coinvolta e che ti sia piaciuta!! Spero che mi lascerai un commentino anche qui per farmi sapere cosa ne pensi! Kiss!!

pucciosi4ever: ciao bella! Ecco qui l'aggiornamento! Spero di averti sorpresa positivamente e di non averti delusa!! Grazie mille per i complimenti e fammi sapere anche qui, mi raccomando! Bacio!!!

Momoka chan: ehi carissima!! Spero che il nuovo chappy ti sia piaciuto come il precedente!! Ihihihih!!! È vero, sono stata cattiva e adesso ancora perchè anche questo finale non è diciamo tra i più rassicuranti...e vedrai gli svolgimenti, vedrai....comunque! Un Bacione, bella! Ciao!

patu4ever: tesoro miooo!! Grazie mille per i complimenti! Ed ecco il nuovo chapter! Ti è piaciuto? Spero vivamente di sì e spero anche di non aver deluso le tue aspettative! Allora...mi farai sapere anche qui cosa ne pensi??? Un bacione!!

Eddina Cullen: ciao mia cara! Grazie mille per i complimenti sul capitolo precedente, mi auguro che questo ti sia piaciuto altrettanto. Mi dispiace di averti lasciato in sospeso anche questa volta, ma sai...è l'effetto suspance o come altro si scrive quella cosa lì. Un bacio grande!!

Kikyo90: ehi bella! Allora...innanzitutto grazie per i complimenti e per quanto riguarda la tua teoria...eh, chissà...bisogna aspettare, altrimenti si rovina l'effetto sorpresa. Ad ogni modo ti posso dire che ne succederanno di cose!! Mi fai sapere cosa ne pensi anche qui?
 Un bacio, ciao!    

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Capitolo 8
*** Capitolo 8-Ultimo attimo ***


Cap. 8-Ultimo attimo                                                                      

                                                      CAPITOLO 8: ULTIMO ATTIMO

Trascorsero tre giorni, noi continuavamo a stare nella nostra casetta, che di giorno in  giorno, io ed Emmett miglioravamo. Ormai era luglio inoltrato e non vedevamo più la nostra famiglia da febbraio; chissà come stavano, chissà  quanto era cresciuta la mia Nessie.
Una sera stavo sistemando alcuni vestiti nella camera mia e di Emmett mentre lui, David e Leah erano nella stanza accanto. Ad un tratto, con un dolore straziante al ventre, caddi a terra; un tonfo sordo.
Subito la porta si aprì sbattendo ed entrò Emmett. - ROSE! - esclamò preoccupato. Leah e David entrarono a loro volta. Aprii la bocca in un grido muto e vidi le loro espressioni impaurite. - Rose! - ripetè mio marito.
Emmett mi sorreggeva la schiena, io mi presi il grembo con entrambe le mani e urlai. - Rose che cos'hai? -  - Credo... credo che stia per nascere... - dissi con una smorfia di dolore che mi deformò il bel volto di solito impeccabile.
Mi alzai la maglia e sentii mordere da dentro. Gridai ed Emmett mi strinse forte, convulsamente; lo vedevo, era terrorizzato...
- Tranquilla Rose, andrà tutto bene, ci sono qui io.... - ma non so chi fra noi due avesse più bisogno di una rassicurazione.
Leah e David continuavano a fissarmi sconvolti; un attimo dopo la mia pancia cominciò ad eseere dilaniata da piccoli denti. Emmett sbarrò gli occhi, poverino, lui non aveva assistito al parto di Bella, non sapeva come funzionava. - Non preoccuparti amore, è stato così anche per Bella; è tutto a posto... - cercai di rassicurarlo, sebbene il dolore fosse insopportabile. Gli  accarezzai una guancia e lui mi baciò, poi un altro morso mi fece urlare.
Poco a poco iniziai a vedere la testa; fu dopo mezz'ora che venne fuori completamente, urlando a pieni polmoni.
 - Hai visto che avevo ragione? È una bambina... - dissi ansante ad Emmett. - Sì! -. Lui la prese tra le braccia e la avvolse in una delle sue enormi maglie intanto che la mia pancia si ricomponeva e tornava piatta e perfetta.
- Fammela...fammela tenere... - lo implorai protendendo le braccia verso di lui. Mio marito mi porse nostra figlia e Leah e David, ancora sconvolti, uscirono dalla stanza, avevano capito che era arrivato il momento di lasciarci da soli.
- Ciao tesoro, bambina mia...ciao Hope... -  - Hope? - mi chiese Emmett. - Sì. Speranza. Credo sia il nome più appropriato. Non ti piace? -  - No; Hope va bneissimo. - rispose sorridendo. Accarezzò con delicatezza la testa della nostra bambina e poi mi baciò con passione. Dopo i miei occhi ritornarono su Hope. Era bellissima, ancora più bella di Renesmee appena nata. I miei lineamenti, gli occhi del colore dorato di Emmett. Nonostante noi "vampiri vegetariani" avessimo tutti gli occhi color dell'oro, ognuno era diverso per le sfumature e per altro e quelli di Emmett erano particolarmente belli. Hope passò lo sguardo da me a lui e sorrise. Non ero mai stata così felice e dall'espressione  di mio marito dedussi che per lui doveva essere la stessa cosa. - I miei amori...le mie donne... - disse Emmett non riuscendo a smettere di sorridere. - Quanto ti amo, Rose... -  - Anch'io ti amo. Tanto... - mentre il mio respiro  tornava a regolarizzarsi guardai mia figlia e le posai un bacio sulla fronte; lei mi fissava con quei suoi bellissimi occhi grandi. Protese una manina verso di me e me la posò su una guancia, io la baciai, poi fece lo stesso con Emmett. Era proprio come aveva detto Alastair: nostra figlia ci amava, io potevo sentirlo e ricambiavo con amore e devozione. La mia piccola stella...il mio barlume di speranza.
Due ore dopo la mia pancia era tornata  piatta, ma notai una cosa: tra le mie braccia, Hope cominciò ad agitarsi.         - Emmett! - chiamai. Lui mi fu subito accanto e lo notò a sua volta. - Che cos'ha? -  - Credo abbia fame...e sicuramente avrà sentito l'odore di Leah e David. -  - Chiamalo odore... - commentò sarcasticamente. - Tesoro, non è che potresti andare in città a comprare dei biberon? Io comincio ad andare nella foresta. -  - Va bene. - e in un lampo sparì dalla finestra.
Dieci minuti dopo ci incontrammo di nuovo; io tenevo Hope in braccio, i suoi occhi si facevano sempre più neri e le occhiaie marcate. Il primo animale che trovammo fu un cervo ed Emmett se ne occupò. Quanno ebbe riempito i biberon che aveva comprato e me li porse. Ce ne volle solo uno comunque perchè Hope fosse sazia e i suoi occhi ridivennero dorati.
Tornammo nella casa nella radura, David e Leah stavano mangiando. - Ciao succhiasangue...siete usciti? -  - Sì, cani...abbiamo fatto la spesa... - dissi sventolando la busta con i biberon davanti agli occhi di Leah, facendole così vedere i dieci contenitori pieni di liquido denso e rosso cupo; quello svuotato da Hope lo avevamo riempito subito. I due ragazzi facero una smorfia. - Ehi, non fate quelle facce; anche voi vi nutrite così quando siete trasformati. - disse loro Emmett. - Infatti non mi piace... - puntualizzò Leah. - Questo è un altro paio di maniche... -.
Tre ore dopo tornammo in camera nostra.
- Rose, credo che dovremmo andare all'anagrafe a registrare Hope prima che diventi troppo grande da dare nell'occhio. -  - Sì, hai ragione. Andiamo domani? -  - D'accordo. -. Emmett mi baciò e tra le sue braccia, nostra figlia emise una risata cristallina. Che bel suono; era molto simile a quello di di Nessie. Adesso finalmente saremmo riusciti a tornare a casa e questa volta, sperai, senza alcun intoppo. Non appena Emmett si staccò da me, guardò Hope.           - Quando sarai grande piccolina, sarà il tuo papà a scegliere un ragazzo giusto per te. - disse serio. Io mi misi a ridere. - Non ascoltare la mamma... - continuò poi. - Cosa?! - esclamai dandogli un pugno sul braccio. - Ahi! - e ci mettemmo a ridere tutti e tre.
Il resto della notte trascorse in silenzio; gli sguardi dicevano tutto ciò che le parole non avrebbero potuto.
Adesso eravamo come un castello di carte; sapevamo che se uno di noi fosse mancato, sarebbero crollati anche gli altri e questo ci dava una forza incredibile.  Quell'esserci l'uno per l'altro che in quel momento ci sembrava di vitale importanza.  Perchè niente poteva eguagliare la forza e l'amore di una famiglia e nessuno sarebbe riuscito a scindere specialmente la nostra.
Il giorno seguente per fortuna fu coperto e piovve ininterrottamente per ore, così riuscimmo ad andare dall'anagrafe e spiegammo che a breve saremmo tornati in America, quindi la cittadinanza della bambina sarebbe stataamericana. Fortunamente non fecero storie.  
Tornammo nella radura verso le due di pomeriggio, David e Leah erano usciti insieme; ormai quei due erano diventati inseparabili.
Hope sembrava già molto più grande della sua età effettiva e cominciarono a crescerle i primi capelli. Biondissimi, come i miei però erano dello stesso riccio morbido di quelli di Emmett.
Presi in braccio la mia bambina e la strinsi a me come il tesoro più prezioso del mondo...ciò che in effetti era insieme ad Emmett. Lei posò la testa nell'incavo del mio collo e la accarezzai delicatamente, stampandovi un leggero bacio. Emmett arrivò da dietro e mi cinse la vita. - Rose, quand'è che vorresti partire? Così prenoto il volo... -  - Non lo so, tesoro... -  - Allora aspettiamo un altro paio di giorn, ok? -  - Va bene... - e detto questo mi baciò, poi diede un bacio anche a Hope. - Tra pochi giorni saremo a casa, tesoro e così conoscerai tutti gli altri. Ti piaceranno, vedrai e poi hai anche una cuginetta, si chiama Renesmme: Nessie. -. Le accarezzò dolcemente una guancia e nulla mi potè riempire di  gioia più di quella scena. Mi strinsi di più a Emmett e lui mi baciò i capelli.
Restammo insieme senza separarci un attimo per tutto il resto del pomeriggio; io ed Emmett  facevamo i turni per tenere in braccio Hope , amavamo troppo nostra figlia per lasciarla un attimo. Non facevamo questo per viziarla, a dire il vero non ce ne rendevamo neanche conto, però se non era con noi lo sentivamo come...qualcosa di sbagliato, momenti persi.
A sera, Leah e David tornarono a casa. - Ciao sanguisughe... - fu il saluto gentile e pacifico di lei.  - Ciao cani... - risposi altrettanto garbatamente. - Signore, nente scenate davanti alla bambina... - s'intromise Emmett. Che padre meraviglioso era; quanto lo amavo...! Penso che nessuno a casa lo avrebbe mai immaginato così.... - Hai rgione tu, scusa. -.
Il resto della serata  trascorse tranquillamente, ognuno nella propria stanza. Io ed Emmett eravamo seduti per terra, con le schiene contro il muro, lui mi cingeva le spalle con un braccio e con l'altro teneva Hope accoccolata sul suo grembo. Con gli occhi chiusi sembrava quasi che quel piccolo angelo stesse dormendo.
Era davvero bellissima, io restai a guardarla per ore ed ore; ci sarei riuscita anche per il resto dell'eternità senza stancarmi.
E quel momento magico avrei voluto durasse per sempre; quella perfezione  raggiunta dopo tanta fatica adesso sembrava essersi equilibrata.
Così, ignari, andammo incontro al disastro che ci attendeva come una un'oscura nube minacciosa.

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Hola!!! Sono ritornata a tormentarvi! Dopo ben sei mesi che non aggiornavo più questa storia rieccomi qui, non l'avrei lasciata inconclusa! ALLORA...che ve ne pare dunque?? In questo chappy la tanto desiderata bambina è nata!
Hope. SPERANZA. Ma si pone ancora il dilemma della grande catastrofe che income sui nostri eroi. Ci sarà davvero una speranza per loro? Che cosa accadrà? Ormai l'ora si avvicina  e le lancette del destino si sono messe contro Emmett e Rosalie già da tempo...il nome di questo capitolo è ispirato proprio da questo. "Ultimo attimo"...perchè questo è il loro ultimo attimo di pace. L'inferno è alle porte; l'inferno è nell'aria...e nel prossimo capitolo si scatenerà...

Non posso ringraziare uno per uno come meritereste, devo scappare, ma vi prometto che sarò più celere negli aggiornamenti d'ora in poi. Ringraziamenti a tutti coloro che continueranno a seguire la mia FF e un grazie speciale a:

- Pocha
- ila74Cullen
- patu4ever
- cloe cullen
- Kikyo90
- Eddina Cullen

per aver commentato. Lo so che sono stata imperdonabile per lo spropositato ritardo, ma me la lasciate una recensione? Così so se mi volete trucidare o se volete che continui. Perdonate anche gli errori che sicuramete ci saranno dato che non ho nemmeno il tempo di ricontrollare. Baci a tutti e ancora un immenso GRAZIE!!!

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Capitolo 9
*** Fuoco e fiamme ***


c9
CAPITOLO 9: FUOCO E FIAMME

Due giorni dopo, Hope sembrava già di un mese, cambiamento che non sfuggì nè a me nè ad Emmett, così cominciammo di nuovo a preoccuparci. - Se sta crescendo vuol dire che siamo in pericolo e se il pericolo non era David, allora.... -  - Rose, io non lo so, ma te l'ho già detto: non permetterò mai che accada qualcosa a te o a nostra figlia... -  - È proprio questo che mi preoccupa. - dissi con evidente ansia nella voce.
Affrontammo l'argomento nel tardo pomeriggio, mentre Leah e David non c'erano e quando, per la prima volta, lasciammo che Hope giocasse per terra da sola con una bambola che ero andata a comprarle anche se non durò molto dato che siccome Hope era ancora troppo piccola e non sapeva calibrare bene la sua forza, le staccò la testa. - Quella bambina è tutta suo padre.... - commentò Emmett sorridendo. Io lo ignorai. - Credo sia meglio tornare sull'argomento di prima, tesoro... - lo richiamai. - Se non è David... -  - Sì, hai ragione tu... -  - Sono preoccupata. Soprattutto perchè conosco te e il tuo carattere e so che potresti commettere delle grosse idiozie. -  - Grosse idiozie o meno... -  - No, Emmett. - lo interruppi sottolineando forzatamente il "no". Lui mi prese per le spalle e Hope smise di fare a pezzi la sua bambola, voltandosi per guardarci inquieta. Nostra figlia era davvero intelligente, capiva tutto ciò che accadeva, ed era nata solo da tre giorni...
Avevo stretto talmente tanto i pugni, che se fossi stata umana probabilmente le unghie mi si sarebbero conficcate nei palmi e le nocche sarebbero diventate bianche. - Rose, calma... - disse Emmett, sembrava quasi spaventato. Hope gattonò fino al punto in cui stavamo e si aggrappò alla mia gamba; io la sentti a malapena. - Rose... - ripetè Emmett.
Fece scivolare le braccia fino a prendermi le mani, poi le aprì con delicatezza. Si chinò a spostare appena Hope dalla mia gamba, mi attrasse a sè e mi cinse la vita con le sue braccia possenti. - Non ti preoccupare Rose, andrà tutto bene, piccola mia. Presto torneremo a casa e le cose andranno a posto, probabilmente il periocolo è solo qui in Brasile. Una volta tornati a Forks staremo bene, di nuovo con la nostra famiglia, tranquilla bimba. -. Gli posai le mani sul collo e chinai la testa in modo da portare la fronte all'altezza delle sue labbra, lui vi posò un lieve bacio. - Ti amerò per tuto il resto dell'eternità, Rose... -  - Anch'io... - sussurrai.
Mi voltai a guardare mia figlia, ci fissava con i suoi occhi grandi e bellissimi, ma in quel momento anche preoccupati. - Bambina mia... - dissi prendendola in braccio. Lei si agganciò con le piccole braccia al mio collo. La cullai un po', tranquillizzandola. - Emmett accarezzò la mia cascata di capelli biondi e fluenti, poi ci abbracciò entrambe. - Siete le sole ragioni della mia...esistenza... - disse seriamente. - Allora se è vero ciò che hai appena detto, se è così...Emmett, fallo per noi: non essere impulsivo. - lui continuò a carezzarmi i capelli. - Va bene. Cercherò di restare calmo. - gli baciai il collo. - Grazie. -. In quel momento anche Hope parve rilassarsi.
Per un'ora restammo abbracciati in quel modo, poi Leah e David tornareono a casa, ma con una novità. - Ehi succhiasangue! -chiamò Leah non appena ebbe varcato la soglia, costantemente con la mano di David intrecciata nella sua. - Finita la magia... - mormorai irritata a mio marito. Lui sghignazzò, poi entrammo nella stanza di quei cani, ormai impregnata del loro odore nauseabondo. - Che vuoi, lupa? - chiesi in tono sbrigativo e poco cortese, sempre stringendo a me il mio piccolo angelo biondo e riccioluto. - State in campana, abbiamo sentito l'odore di altri di voi nelle vicinanze.-  disse David. - Che cosa?! Quando? - esclamò Emmett mettendosi subito in allarme.    - Dove?! - proseguii io con lo stesso atteggiamento. - Tre chilometri a sud-ovest da qui. - spiegò il biondo con una nota di tensione nella voce. - Quanti? - continuai. - Tre come minimo. -  - Va bene, se sono soltanto tre possiamo farcela senza problemi. -  - Però è sempre meglio andare a controllare. - disse Emmett. - D'accordo. Voi due rimanete qui. - ordinai ai due mutaforma. - Se proprio dobbiamo... -  - Sì, dovete. - e un attimo dopo io ed Emmett eravamo già schizzati fuori dalla porta più veloci di due saette; Hope era sempre stretta a me.  - Forse sarebbe stato meglio lasciarla a casa. -  - Emmett, mi sento più sicura se è con noi, siamo più forti di Leah e David. -     - Sì, questo è vero. -.
Ci dirigemmo nella direzione che David ci aveva indicato e in pochi minuti fummo sul posto.
Annusammo l'aria; era vero, sebbene l'odore non fosse molto accentuato, comunque lo avvertivamo con chiarezza. - Mi sembra familiare... - disse Emmett. - È vero, sembra anche a me... - risposi ampliando i miei sensi al massimo.
Corremmo insieme lungo tutto il perimetro della radura, l'odore era sempre presente e sebbene ci pareva di conoscerlo, non riuscivamo a capire a chi appartenesse, il che era molto strano.
Ci anddentrammo più nel folto della foresta percorrendo qualche chilometro in pochi minuti. Ad un tratto però la scia finì in prossimità di un ruscello e noi ci fermammo.
- Cosa ne pensi, Rose? - mi chiese Emmett. - Che dovremmo prenotare il primo volo per Burlington e tornare a casa il più presto possibile. Non voglio mettere in pericolo Hope. -                - Neanch'io. Avanti, torniamo a casa e vediamo se trovo qualcosa... -  - D'accordo. -. Così ricominciammo a correre e in meno di dieci minuti fummo a casa.
- Allora? - ci chiese David non appena entrammo. - Allora niente. Li abbiamo sentiti e l'odore non ci sembra nuovo, però non riusciamo proprio a capire a chi appartenga; l'hanno coperto bene. - spiegò Emmett. - Qualcuno della vostra famiglia? -  - No, impossibile. -  - Perchè? -  - Perchè senza alcun dubbio i loro odori riusciremmo a riconoscerli e poi che motivo avrebbero avuto per coprire le loro tracce? - ragionai. - Sì, infatti... -  - Comunque abbiamo deciso di prenotare il primo volo per Burlington. Non vogliamo mettere in pericolo nostra figlia. -  - Sì, forse per questa volta hai ragione succhiasangue. È meglio levare le tende il prima possibile. -
Il pomeriggio trascorse con una strana tensione che aleggiava in casa; avevo un presentimento e purtroppo non presagiva nulla di buono. Inoltre Hope continuava ad agitarsi tra le mie braccia ed era la prova inequivocabile che stava per succedere qualcosa. E purtroppo era proprio così.
L'inferno era alle porte; il dramma era lì e si sarebbe consumato a breve; era nell'aria.
Battevo nervosamente il piede destro per terra, Hope era tra le mie braccia ed Emmett stava prenotando i biglietti per Burlington, quando chiese: - Amore, forse non sarebbe meglio prenotarli direttamente per Port Angeles? Dopotutto...a che cosa servirebbe tornare nel Vermont? -  - Sì, d'accordo. Hai ragione tu, non servirebbe a niente. Vada per Port Angeles. -  - Perfetto. -.
Il giorno seguente fu una giornata stupenda: il cielo era terso e il sole splendeva alto nel cielo, ma questo implicava che io, Emmett e Hope non saremmo potuti uscire di casa.
Quella mattina, mio marito volle assolutamente immortalare me e la nostra bambina con la sua fotocamera, quindi restammo nei dintorni senza quindi correre rischi.
Hope ne era entusiasta; sorrideva sempre davanti all'obiettivo e sembrava aver dimenticato l'agitazione dei giorni precedenti.
Se solo ci fossimo accorti di quei movimenti tra la fitta vegetazione, se solo avessimo prestato un po' più di attenzione a ciò che stava accadendo attorno a noi, troppo presi dalla nostra felicità...avremmo potuto evitare il disastro.
Quella per noi fu una giornata meravigliosa; ci divertimmo moltissimo e le "due o tre foto" di Emmett si trasformarono in un centinaio o più...ma ne valse davvero la pena.
A sera, quando Leah e David tornarono, anch'io fui più gentile del solito, mi venne spontaneo.
- Ciao, cosa avete fatto oggi? - chiesi in tono quasi cordiale, il che per me era una cosa davvero rara, sicchè anche Leah e David rimasero stupiti a fissarmi.
- Che cosa c'è? Stavo solo chiedendo... -  - Sì, infatti. -  - Oh, scusami, Leah... - la ragazza sgranò gli occhi ancora di più. - È la prima volta che sei così cortese...a cosa è dovuto? Per caso c'è qualcosa che ti stai preparando a dirmi? - nel frattempo Emmett e David passavano lo sguardo dall'uno all'altro e poi da me a Leah senza capire. Anche per loro questa era una novità. Certo, Emmett sapeva che riuscivo anche ad avere i miei momenti di di dolcezza e di cordialità, ma probabilmente non si aspettava che sarebbe capitato anche con Leah e David. Emise una sorta di risata tra il sorpreso e il divertito, poi prese Hope tra le braccia e sparì nella stanza adiacente.
Mentre io e Leah parlavamo  (Leah continuava ancora ad essere riluttante e a stare sul chi vive), David si mise ad armeggiare ai fornelli.
Parlammo ancora un po', entrambe senza mai sbilanciarci troppo ad ogni modo, e quando fu pronto da mangiare, io tornai nell'altra stanza, lasciando Leah e David a discutere sul mio insolito comportamento.
Emmett era seduto sul davanzale della finestra con Hope in braccio. - Ciao tesoro. - disse mio marito non appena mi richiusi la porta alle spalle. - Buonasera... - risposi io. La mia bambina mi sorrise e protese le piccole braccia versodi me. Io la presi e la strinsi; era così bello avere  quella creaturina tra le braccia, mi faceva sentire completa come mai prima d'ora.

                                                                    ***

I giorni passarono e, dieci giorni dopo quella sera, presi Hope e la portai nella foresta per "fare di nuovo la spesa". Emmett era rimasto a casa, avevo insistito per trascorrere un po' di tempo da sola con nostra figlia. Tra l'altro, quello sarebbe stato  l'ultimo pomeriggio che avremmo trascorso in Brasile perchè mio marito aveva prenotato il volo per la mattina seguente. Arrivata nel bosco posai la mia bambina in mezzo all'erba e  mi lasciai andare ai sensi. Il malcapitato animale non ebbe scampo; presto lo dissanguai, riempii i dieci biberon di Hope con la sua linfa vitale e poi tornai a voltarmi verso il mio piccolo angelo biondo. Non appena la vidi rimasi esterrefatta e un brivido di paura mi pervase tutto il corpo.
In quel pochissimo tempo Hope era cresciuta in modo smisurato; ora sembrava avere sei o sette mesi dai tre che dimostrava solo fino a pochi minuti prima, quando eravamo arrivate lì. La cosa peggiore è che continuava a crescere. Cresceva e si agitava e l'unica cosa che seppi fare io fu solo rimanere allibita. Poi un movimento tra gli alberi  distolse la mia attenzione da Hope. Un lupo dal fulgido manto bianco mi si parò davanti, sulla sua groppa c'era Leah.
- È successo qualcosa. - disse solo. In una frazione di secondo tutti i miei pensieri si ricondussero ad un semplice nome: - Emmett... - bisbigliai.
Tesi tutti i miei sensi al massimo per percepire ogni cosa attorno a me e poi fiutai qualcosa...c'erano tanti odori che si sovrapponevano l'uno all'altro, ma quello dominante, quello che mi spaventò a morte fu l'odore del fumo...qualcosa stava bruciando e proveniva dalla direzione della radura.
Presi in braccio Hope e corsi come una saetta. Non appena arrivai però rimasi paralizzata.
Sapevo che era accaduto qualcosa di terribile; lo avevo capito strada facendo, ma non appena vidi la casa bruciare non capii più nulla. Il tempo parve annullarsi; il mondo parve annullarsi.
Hope cresceva tanto che i suoi vestiti non le stavano più e continuava ad agitarsi, ma io non riuscivo a fare nulla perchè sapevo che il mio amore era lì dentro...e bruciava. Ecco cosa c'era lì. Solo quello: fuoco e fiamme. E morte.

********************************************************************************

Salve a tutti. Rieccomi qui con il nuovo capitolo. Perdonate il ritardo, perdonate gli errori. Perdonate il fatto che non so se continuerò questa ff. Questi giorni sono durissimi, tanto che mi è difficile continuare, anche se so che lo devo fare.
Perchè a volte non possono esserci parole e non possono esserci perchè o spiegazioni. Alcune cose succedono e basta.
È per questo che voglio dedicare questa canzone al mio angelo che ora mi guarda da lassù....

In Volo:

Lo so erano giorni tristi perchè eri da solo nella via

il buio intorno a te
che non parlavi ma t'ascoltavo sai
negli occhi quella luce che conoscevo già
luce di sogni di questa nostra età
che hai spento in un momento non riaccenderai
dimmi perchè sei volato via
perchè ora non è più qui
la tua voce che ha dato a tutti noi questa voglia di insistere
quale vento da noi ti ha portato via
quale demone dentro te
quale dubbio o inspiegabile bugia ti ha potuto vincere
in volo verso un'altra libertà
in un luogo in cui di nuovo tu ci guiderai
è un sogno che in silenzio se ne va
in volo via da qui scappando da una strada che ora lasci a noi...

Sai non capisco ancora cosa sia è qualcosa che va oltre la musica, oltre le parole, è un brivido che si ferma a metà lungo la mia schiena e non riuscirà mai ad arrivare in fondo perchè hai scelto da solo in quel momento ci hai voluto lasciare un ricordo senza voce un ricordo senza spiegazione e sicuramente questo non cambierà le cose nulla potrà cambiare le cose ma almeno tutto questo resterà... in memoria di ciò che è stato ciò che c'è e ciò che ci sarà, parole tue TREP...ci sarà.

Addio angelo mio...ti voglio bene...

Trep è il nome della canzone, preferisco non cambiarlo. Un bacio a tutti...e un immenso grazie perchè continuate a seguirmi. Credo ch continuerò, ma non sarà presto...un'altra volta...perdonatemi...ma era LUI che continuava a spingermi a scrivere...che si arrabbiava quando non lo faceva, che lo voleva imparare da me...

addio Amore

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Capitolo 10
*** Separazioni ***


Capitolo 10-Separazioni
CAPITOLO 10: SEPARAZIONI

Tutto attorno a me era fuoco, era distruzione. Era morte.
E cosa fare? Entrare? Morire a mia volta?
Fosse dipeso da me non avrei indugiato un solo istante; neanche un momento. Ma adesso c'era quella piccola creatura che tra le mie braccia cresceva e si agitava. Ed era a lei che dovevo rendere conto.
Emmett e Rosalie non c'erano più. Ora c'erano Emmett, Rosalie e Hope. O forse ormai solo Rosalie e Hope.
Questo però avrebbe dovuto farmi riflettere, perchè se fossi entrata a mia volta ci sarebbe stata solo Hope e io non potevo abbandonare la mia bambina dopo così tanto che l'avevo desiderata.
Ma Emmett...il mio Emmett. Colui che mi aveva dato amore e devozione e che li aveva fatti scoprire a me.
Emmett...
Io non lo avevo salvato da quell'orso ormai così tanto tempo prima per saperlo morto definitivamente quel giorno. No; non potevo lasciarlo morire a quel modo, non lo avrei sopportato.
Posai Hope a terra senza neanche rendermene conto e mossi qualche passo verso la casa, poi fui sempre più decisa e alla fine mi ritrovai a correre. Correre a velocità umana però. Era come se quella vista avesse portato via tutti i miei poteri da essere non-morto; non riuscivo a reagire. Non riuscivo a pensare. Il mondo si era annullato.
Non udivo la voce di Leah, nè il ringhiare e l'abbaiare selvaggio di David.
C'eravamo soltanto io e quella dannata casa. Io e quelle fiamme portatrici di morte.
Mi resi conto di David solo quando il mutante mi si parò davanti per sbarrarmi la strada. Gli ringhiai contro come avvertimento, ma lui non si spostò di un millimetro. Stavo per saltare per aggirarlo, quando qualcosa mi richiamò alla realtà: la  mia bambina, Hope, il mio piccolo barlume di speranza era lì accanto a me, aggrappata alla mia gamba.
Fissai la mia creatura e quegli occhi color miele colmi di tristezza e dolore nonostante la tenera età, mi fecero capire che entrare tra quelle fiamme sarebbe stato un grosso sbaglio.
Così presi mia figlia tra le braccia e le posai un delicato bacio sulla fronte, poi guardai la casa, ormai avvolta solo dal fuoco e dalle fiamme e desiderai solo di poter piangere. Ma i vampiri non potevano piangere, fa parte della nostra dannazione. E mai io avevo desiderato così ardentemente piangere.
Non avevo mai desiderato così ardentemente che il terreno mi si aprisse sotto i piedi per potermi inghiottire e farmi sparire dal resto del mondo.
L'unica cosa che ancora mi bloccava sulla Terra era Hope.
Ma è proprio nei momenti bui che bisogna tirare fuori la forza che ognuno di noi ha dentro di sè e lottare per sentirsi vivi. Lottare per fare in modo che non tutto sia andato perduto. Lottare per non ferire le persone che nonostante tutto continuiamo ad amare e che sono ancora attorno a noi.
Ed era questo che dovevo fare, ma...in quel preciso istante qualcosa, un pensiero più precisamente, mi investì con la stessa forza di un uragano all'apice della sua potenza e io gridai.
Ora avevo percepito cinque odori ben distinti: Caius, Santiago, Felix, Demetri...e Jane. Le mie pupille si dilatarono e la mia rabbia fu quasi incontenibile, tanto che Hope si spaventò.
- Rosalie! Rosalie, cosa c'è?! - Leah mi  era corsa incontro, strappandomi mia figlia dalle braccia per paura della mia improvvisa reazione. - I Volturi. -  - Che cosa?! - Leah divenne d'un colpo pallida e David ringhiò rabbioso  e allarmato. - Erano i loro odori che io ed Emmett non riuscivamo a percepire l'altro giorno...erano loro! - esclamai fuori di me dalla rabbia. David si trasformò nuovamente in essere umano  e si coprì con una tuta lanciatagli da Leah. - Ok...quali sono dei Volturi? - mi chiese la ragazza con fare pratico. Io riacquistai lucidità. Un'idea cominciava a farsi strada nella mia mente e forse...Emmett poteva ancora essere vivo; la casa in fiamme avrebbe potuto davvero essere una montatura di quegli spregevoli esseri.
- Sono qui Caius, il più aggressivo degli anziani, Jane...quella piccola strega con il potere di provocare l'illusione del dolore, è la più crudele, spesso viene vista come leader in assenza degli anziani, Felix che è dotato di una forza mostruosa, perfino maggiore di quella di Emmett, Santiago ha praticamente i suoi stessi poteri e Demetri: il loro segugio. Probabilmente è stato lui a trovarci fin qui. -  - Hanno formato un gruppo di caccia notevole. - disse David. - Io credo che non abbiano veramente ucciso Emmett. -  - Lo pensi davvero? -  - Nonostante tutto i Volturi hanno troppa stima per Carlisle da aggredire così suo figlio. No. Avranno portato Emmett a Volterra...ed è esattamente lì che io andrò. - i due sgranarono gli occhi. - Sei impazzita?! Dopo che hanno fatto questo! - e Leah indicò la casa ancora in fiamme. - Sei convinta che lasceranno che tu ti riprenda Emmett così, come se nulla fosse successo?! -  - Non ho detto questo. Non so ancora come farò, ma in qualche modo mi organizzerò. Magari durante il viaggio qualcosa mi verrà in mente. -  - No, Rosalie non puoi andare! Ti uccideranno certamente! -  - Allora dovrei lasciare che uccidano lui sapendo benissimo che forse avrei potuto salvarlo?! -  - No, ma potremmo tornare a Forks e chiedere alla tua famiglia di venire. Potremmo radunare di nuovo i clan e... -  - No, è impossibile. Ci vorrebbe troppo tempo. - mi calmai un istante e riflettei. Dovevo pensare...dovevo ragionare.
Emmett...
Emmett...
EMMETT...
Il mio Emmett.
No. Dovevo fare qualcosa...e dovevo farla subito, ma che diavolo potevo fare?! Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi.
Dopo qualche minuto di religioso silenzio che però a me parve un'eternità dissi, puntando il dito contro Leah e David. - Voi avevate già preparato i bagagli? -  - Sì. Sono sotto quell'albero, eravamo già pronti a partire. -  - Perfetto, anch'io avevo già uscito i miei. - il mio sguardo si posò su Hope, i suoi abiti le stavano stretti per quanto era cresciuta. Tirai fuori una delle maglie extra-large di suo padre e gliela infilai, dopo averle tolto i precedenti abiti.
- Ho preso una decisione e non sarà discutibile. Voi due porterete Hope a casa, a Forks, ma non dovrete dire una parola su dove sono io o su cosa sia accaduto durante tutti questi mesi. Porterete mia figlia davanti la porta di casa mia, suonerete il campanello e sparirete. Andate a Seattle e aspettate mie notizie, ho bisogno che lo facciate, vi prego. Andate in un albergo, a  quest'indirizzo... - e dicendo ciò consegnai a Leah un bigliettino. - Avete capito cosa vi ho detto? - - Quanto dovremmo aspettarti? - mi chiese la ragazza e io intuii dove voleva andare a parare. - Tre settimane. Tre settimane e se non arriverò entro quell'arco di tempo...be'...vorrà dire che saprete che fine ho fatto. - mi rabbuiai, così come loro.
- Portate quelle a loro... - dissi indicando un paio di buste poco distanti dalla casa. - Ora scriverò una lettera in cui spiegherò tutto sulla gravidanza e sul no stro viaggio, non accennerò minimamente a ciò che è successo dopo, dei Volturi e tutto il resto. Loro non dovranno mai saperlo. -  - Mai? -  - Se non torneremo no. Potrebbero cercare vendetta e non sarebbe proprio il caso...loro contro i Volturi. - Leah sospirò, rassegnata. - Lo faremo... - disse per sè e per David.    - Se invece dovessi avere fortuna e riuscire a recuperare Emmett vi darò mie notizie e non appena la mia lettera vi sarà arrivata, partite subito per Forks e andate alla riserva, ma continuate a non dire nulla alla mia famiglia...o alle vostre, perciò non dovrete trasformarvi perchè altrimenti vi leggeranno nella mente. E chiedete esplicitamente di non far entrare  per nessun motivo Edward a La Push. Alice e Jasper ve lo hanno chiesto prima di farlo quando sparirono per andare a riunire i clan, ma voi dite che per nessun motivo mio fratello dovrà entrare alla riserva perchè riuscirebbe a vedere nella vostra mente. Non parlate con nessuno, chiaro? -  - Io arriverò con lui nel giro di qualche giorno e a quel punto...be'...credo che ci dovremmo preparare allo scontro perchè se riuscirò nel mio intento...i Volturi non me la faranno passare liscia... - i due ragazzi sospirarono.     - Va bene. Ma tu cerca di fare attenzione... -  - Sì. Proverò a non farmi uccidere. - dissi cercando di alleggerire l'atmosfera.
E improvvisamente Leah  mi abbracciò. Io restituii il gesto cercando di calcolare la mia forza, sempre superiore alla sua. Poi David mi posò una mano sulla spalla destra. - Conto di rivederti viva, succhiasangue... - mi disse con un sorriso forzato. - Badate a voi stessi. E alla mia bambina. - dissi fissando poi Hope. Solo in quel momento mi resi conto di dovermi separare da mia figlia. Dovevo abbandonarla, ma l'avrei sempre portata con me, nel mio cuore, nei miei pensieri, sperando che tutto sarebbe andato bene e che presto l'avrei rivista.
Avevo paura, anzi, ero terrorizzata all'idea di perderla per sempre, ma almeno se fossi morta lo avrei fatto per qualcuno che amavo profondamente. Per cercare di salvare il padre dell'angelo che ora tenevo stretto tra le mie braccia.
Era giunto il momento. Tirai fuori i soldi e li diedi ai due ragazzi. - Questi sono i soldi per il biglietto aereo. Partite con quello che avremmo dovuto prendere oggi e fate quanto vi ho spiegato prima. Fate attenzione e...buona fortuna... - dissi incerta. Vidi gli occhi di Hope farsi vacui, aveva capito che presto avrebbe perso anche me, forse e io le accarezzai la testa stampandovi poi un leggero bacio. Scrissi una lettera alla mia famiglia in cui spiegavo loro parzialmente cosa fosse accaduto in tutti quei mesi, ma non accennando a dove fossimo io ed Emmett ora e quando ma soprattutto se saremmo mai tornati. -. Non appena consegnai la lettera la consegnai a Leah e poi, fra le macerie della casa ormai distrutta trovai l'album in cui Emmett aveva messo tutte le foto  che mi aveva fatto sia quando ero incinta che dopo, quando Hope era ormai nata e misi anche quello nelle buste che David e Leah avrebbero dovuto lasciare sulla porta di casa mia insieme a Hope. Erano le buste con i regali che avevo fatto loro quel pomeriggio al centro commerciale con Emmett e Leah, anche se ormai sembravano passati secoli.
Strinsi per l'ultima volta mia figlia e poi la deposi con dolcezza tra le braccia di Leah. - Addio, piccola mia. Ricorda sempre che ti vorremo bene, io e il tuo papà, qualunque cosa dovesse succedere. - dissi posandole le labbra sulla fronte.
- Non è un addio, Rosalie. Vi rivedrete. Ci rivedremo tutti. -  - Certo. - sorrisi io falsamente, ma non sapevo quanto potesse essere vero, forse non ci saremmo rivisti mai più.
Avevo una paura folle, ma dovevo andare avanti.
Avevo una paura folle, ma dovevo continuare a lottare.
Avevo una paura folle, ma dovevo riuscire a salvare la persona che amavo.
David e Leah  iniziarono ad allontanarsi, portando con sè mia figlia. Ma ad un tratto David si voltò e tornò indietro, vidi che si stava slacciando qualcosa dal collo.
- Questo appartiene alla mia tribù, ti proteggerà dalla vista di tua sorella Alice ora che io e Leah non ci saremmo più. - gli sorrisi sinceramente. - Grazie David. - e detto questo il ragazzo tornò da Leah, allontanandosi definitivamente.
Fu così che vidi la mia bambina allontanarsi, notai che protendeva le piccole braccia verso di me ma mi voltai dall'altra parte perchè non avevo la forza di guardarla e quando sparirono crollai al suolo in ginocchio. Analizzai la collana che David mi aveva appena consegnato; era un piccolo acchiappasogni dal legno dipinto di blu molto grazioso. Lo indossai, poi mi alzai nuovamente e in qualche modo misterioso una nuova forza mi rinvigorì. Adesso ero sola, in un Paese non mio con nessuno al mio fianco e stavo andando nella bocca del leone, ma non m'importava. Se in questo modo avrei recuperato Emmett ero disposta a tutto.
presi tutto ciò che non era andato distrutto durante l'incendio e lo infilai in una sacca.
Così, stranamente sola dopo quasi una anno mossi qualche passo verso la foresta. Dapprima fu un passo incerto, poi sempre più deciso, infine iniziai a correre, non a velocità umana come poco prima, ma veloce, sempre più veloce, come era solito fare per quelli della mia razza, anzi, correvo ancor più veloce di quanto facessi prima, forse lo ero anche più di mio fratello Edward.
Correvo verso l'aeroporto.
Correvo verso l'Italia.
Correvo verso Volterra.
Correvo verso i Volturi.

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Ciao a tutti! Per vostra sfortuna sono tornata con il decimo capitolo. Forse prima di quanto aveste potuto immaginarvi dato ciò che avevo scritto alla fine del capitolo precedente, onestamente anch'io sono rimasta sorpresa dalla mia scelta quando, dopo essere tornata da scuola, mi è venuta la strana voglia di mettermi al computer e continuare questa storia.
Be'...che dire...il mistero è stato svelato, ma senza alcun dubbio la situazione si complica. Cosa accadrà? State a vedere!
La situazione si farà sempre più pericolosa per la nostra bellissima vampira; riuscirà a portare a termine l'obiettivo che si è prefissata e salvare la vita del suo amato? Stavolta i Volturi ci sono davvero andati giù pesante, soprattutto portandosi dietro una scorta così letale.  
Ah! Inoltre...dai prossimi capitoli sicuramente non vedremo più solo il punto di vista di Rosalie, ma anche quello di molti altri personaggi, incluse probabilmente anche le piccine di casa Nessie e Hope.

Volevo poi passare ai ringraziamenti e stavolta non volevo ringraziarvi solo per aver recensito la mia storia che senza di voi certamente non porterei avanti, ma volevo farlo anche per le parole di consolazione per ciò che mi è accaduto.

Oggi è esattamente un mese da quando è accaduto, forse è stato per questo che ho deciso di aggiornare di nuovo. Un mese...e sembra trascorsa una settimana appena.
Perciò ringrazio tutti voi, specialmente:

- Serenella94: grazie mille della recensione, sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto spero che continuerai a seguire la mia ff e a recensirla. Inoltre ti ringrazio davvero moltissimo per il messaggio che mi hai mandato e grazie anche per il sostegno. In questo mese non ti ho contattata perchè ero ancora troppo  sconvolta ma comunque ho davvero apprezzato la tua mail e il fatto che mi sia vicina, come anche tutti gli altri. Un abbraccio e grazie ancora!

- RenesmeeBlack: ti ringrazio particolarmente per le parole della tua recensione. Il LUI che ho perso diciamo che...era il mio Emmett. Sono rimasta commossa il mese scorso quando ho letto la tua recensione e di nuovo ti ringrazio moltissimo.
Come vedi, vi ho fatti aspettare meno di 30 anni, fortunatamente ;-) e spero che il nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Grazie ancora per le parole, spero che continuerai a  seguire la mia storia.
Un bacio, ciao!

- Vane_123: sono contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia così come anche la storia e  lusingata dal fatto che la mia ff fosse la prima che hai recensito =).
Inoltre ti ringrazio anche per le parole di conforto e dopotutto...sì, anche lui vorrebbe che continuassi a scrivere, ma lo faccio soprattutto per voi che con i vostri commenti e le vostre parole mi date gioia e mi fate andare avanti. Spero che continuerai a seguirmi. Un abbraccio!

- Kikyo90: ciao! Grazie mille per la recensione e per ciò che mi hai detto anche in proposito al mio ex ragazzo...eh sì...era il mio ex ragazzo di cui ero ancora innamorata. Spero che continuerai a seguirmi e ti ringrazio ancora. Davvero moltissimo.
Un bacio!

- Momoka chan: ehi! Grazie mille per le bellissime parole della tua recensione, sono rimasta davvero felice quando l'ho letta e non solo per i commenti alla mia fic. Naturalmente anche il fatto che ti piaccia e che la segui non può che farmi piacere e spero anche continuerai a farlo!
Un abbraccio forte! Ciao bella!

- ila74cullen: ti ringrazio veramente per la recensione e per le parole che mi hai detto, mi hanno davvero fatto un grande piacere.
Sono contenta anche per il fatto che la mia storia ti piaccia e spero che continuerai a seguirla. Un bacio, ciao!

Ringrazio poi anche Honey Evans per la mail e tutti voi, persone meravigliose che mi state vicino e recensite le follie che partorisce la mia mente!
Ma adesso io devo voltare pagina quindi la mia fic continuerà senza doverla interrompere per motivi di crisi personali perchè come dicevano i Queen:

"I'll top the bill, I'll overkill
I have to find the will to carry on
on with the show
on with the show
The Show Must Go On!"

ringrazio tutti voi per ciò che avete detto e fatto e adesso si andrà avanti! Un abbraccio forte a tutti!

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Capitolo 11
*** Verso l'Italia ***


Capitolo 11: Verso l'Italia
CAPITOLO 11: VERSO L'ITALIA

ROSALIE'S POV

Mentre correvo non riuscivo a ragionare lucidamente, ero troppo spaventata per pensare a cosa sarebbe potuto accadere.
Come stava Emmett? Dove lo avevano portato? E soprattutto...era vivo? Mi bloccai. Guardai il paesaggio intorno a me, ero ancora nella foresta, ma ormai riuscivo a sentire i rumori della città.
Tutta quella situazione mi sembrava così irreale; i Volturi stavolta avevano esagerato e poi...che diavolo aveva potuto spingerli a fare una cosa del genere ad Emmett?! E in un certo senso...a Carlisle...?
Sicuramente dovevano essersi inventati una scusa perchè non potevano certo aver preso un membro della nostra famiglia così brutalmente senza prima inventarsi qualcosa. La rabbia dentro di me si fece sempre più violenta, come se qualcosa stesse prendendo vita nel mio corpo, una terribile bomba pronta ad esplodere in qualunque momento.
Ad un tratto udii qualcosa alle mie spalle, un rumore appena accennato, ma fu abbastanza per mettermi in allarme. Mi voltai di colpo e mi preparai in posizione di attacco...un momento dopo un odore familiare mi colpì. Ringhiai emettendo un suono gutturale.
- Rosalie, sei al sicuro. Non sono nessuno dei tuoi nemici... - quella voce mi provocò sollievo, ma anche stupore e il secondo non fu poco.
- Alastair! - esclamai. - È un po' che non ci vediamo... -  - Già... - mormorai ancora sbalordita. Lui mi fissò con un'espressione grave dipinta sul volto e mi cominciò ad avvicinarsi a me con quel suo passo strascicato. - Vedo che la tua bambina non è con te...e nemmeno tuo marito... -  - Tu sai che cosa è successo, vero? - lui annuì tristemente. - So che Emmett è in serio pericolo e che tu hai dovuto separarti dalla piccola... -  - Ma sapevi cosa sarebbe successo? -  - Intendi la prima volta che ci siamo incontrati? -  - Sì... - mormorai disperata. - Oh, Rosalie e come avrei mai potuto saperlo? Non prevedo il futuro... - in quel momento mi venne in mente Alice e una morsa di nostalgia mi strinse la bocca dello stomaco.
Alice...la mia sorellina. In quell'istante mi resi conto di quanto volessi davvero bene alla mia famiglia: Alice, sempre così allegra e piena di vita, con quella sua follia sempre in grado di sollevare il morale di chiunque.
Jasper, calmo e riflessivo, l'unico uomo in grado di sopportarla, pensai con dolcezza.
Edward, il mio fratellone, il primo che avesse fatto parte della nostra famiglia.
Esme e Carlisle, i genitori amorevoli che chiunque vorrebbe, che fosse umano o meno.
E adesso Bella e Nessie, che purtroppo ero riuscita a conoscere davvero solo per pochi mesi.
Infine Emmett e Hope...i miei grandi e veri amori, le ragioni della mia stessa esistenza.
Chissà cosa sarebbe capitato a Nessie nel caso io ed Emmett non ce l'avremmo fatta, la sola idea mi dilaniava.
Avevo così a lungo desiderato di avere una famiglia tutta mia e, quando finalmente l'impossibile si era realizzato...ogni cosa mi era stata strappata via dalle mani. Il dolore era indescrivibile, ma io ce l'avrei fatta perchè amavo mio marito e avrei fatto l'impossibile a mia volta per salvargli la vita. E amavo  mia faglia e non avrei permesso a niente e nessuno di rovinarle l'esistenza, nemmeno se si trattava sei Volturi. Fosse stato necessario li avrei affrontati, altrimenti avrei solo preso Emmett e sarei corsa via, mi importava solo che lui fosse sano e salvo.
Poi, tornando ad osservare Alastair, chiesi: - Ma come mai sei qui? Non mi aspettavo certo di vederti...e poi...sbaglio o questa non è affatto la zona in cui abbiamo trovato la tua capanna? -       - No, Rosalie, non sbagli. Il fatto è che...sono nomade...voglio dire...nè i vampiri nè i licantropi che mi hanno ridotto così hanno mai smetto di cercarmi. E poi oggi ho avvertito che qualcosa non andava, così sono venuto qui e...ho trovato te... - gli sorrisi, ma dopo dissi inorridita: - Non hanno ancora smesso di cercarti?! -  - No...e non smetteranno finchè io sarò in vita... - rispose lui semplicemente. - Ma questo è orribile! - lo sdegno nella mia voce era percepibile. - Dipende dai punti di vista immagino...suppongo che dal loro sia una cosa giusta...dopotutto mi definiscono un ibrido che non merita neanche una possibilità. In quel momento presi una decisione. - Vieni con me. -  - Che cosa?! - lui sembrava sinceramente sorpreso e la sua solita voce profonda si era fatta per un momento più acuta.
- Non posso, Rosalie. Ti rallenterei soltanto. -  - Non lo faresti, ti porterò io... -  - Ma...dopo tutti questi anni...il mio posto è qui... -  - Con della gente che vuole ucciderti? No, vieni con me, Alastair e poi...mio marito è in grave pericolo, la mia bambina non c'è, Leah e David stanno tornando in America con lei e la mia famiglia è lontana. Sono completamente sola, non c'è nessuno che possa aiutarmi e tu sei molto saggio e una persona di cui mi fido. E ti avverto che guadagnarsi la mia fiducia non è semplice. Ho bisogno di te. Quando tutto sarà finito, poi, ti prometto che potrai andare dove vuoi, non ti darò più fastidio, davvero. -  - Rosalie, tu non mi hai mai dato fastidio e...va bene. Verrò con te se credi che potrò esserti d'aiuto. - il sorriso che mi rivolse era dolce. In uno slancio di felicità lo abbracciai. - D'accordo...allora andiamo! -  - Ma...non riusciremo ad arrivare in Italia prima che si faccia giorno, il volo sarà molto lungo e gli umani ti scopriranno. - in quel momento mi venne un'altra idea. - Vorrà dire che prenderemo un altro mezzo di trasporto...! - e detto questo mi caricai Alastair sulle spalle e sparii nella foresta, avevo cambiato destinazione.

***

DAVID'S POV

Quella situazione era così irreale...io e Leah eravamo arrivati all'aeroporto già da un paio d'ore, il nostro volo sarebbe partito alle dieci, mancava ancora un'ora. La piccola Hope si guardava intorno spaesata, non era abituata ai posti così affollati e io e Leah avevamo paura che non riuscisse a controllare la sua sete, ma sembrava molto brava, per adesso non dava segni di  voler aggredire qualcuno e poi avevamo già provveduto a nutrirla poco prima di entrare nell'enorme edificio.
Ma anche lei sentiva che qualcosa non andava. Continuava a guardarsi intorno come se stesse aspettando qualcuno, probabilmente i suoi genitori, ma Emmett e Rosalie non sarebbero arrivati tanto presto, sempre se sarebbero mai tornati. Scossi la testa, dovevo pensare positivo.
Da quanto ne sapevo di Rosalie soprattutto e per quanto l'avessi conosciuta in quei mesi, era davvero strano che si fosse formato un tale legame, specialmente fra la vampira e Leah.
Hope mi fissò con i suoi occhi color miele...era veramente una bambina bellissima e lei tra tutti era quella che ne poteva meno riguardo a ciò che era accaduto. Guardando quegli occhi, giurai a me stesso che avrei protetto quella bambina, lo avrei fatto a qualunque costo anche se ero ben consapevole che data la sua forza avrebbe anche potuto uccidermi in qualunque momento, ero certo che non lo avrebbe fatto. All'insaputa di chiunque mi nominai tacitamente suo tutore momentaneo, non lo dissi neanche a Leah, mi sentivo legato a Hope, in un modo o nell'altro, anche se apparteneva alla specie nostra nemica fin dall'alba dei tempi. Ma non mi importava, fino a quando Emmett e Rosalie non sarebbero tornati, io l'avrei protetta anche se una volta tornati  a Forks ci sarebbe stata la sua famiglia a prendersi cura di lei. Poi però pensai che anch'io sarei dovuto andare via. Una volta averla lasciata lì...dovevo andare a Seattle con Leah e aspettare notizie da Rosalie se mai sarebbero arrivate. Be', per lo meno sapevo che la piccola era al sicuro.
Leah mi guardò - A cosa stai pensando? - mi chiese. - A cosa succederà.. - dissi in tono grave. Poi osservai Hope. - Posso tenerla? - le domandai e lei, un po' presa alla sprovvista da quella richiesta, mi cedette la bambina, che io strinsi al mio petto con fare protettivo.

***
ALICE'S POV

Il cielo notturno era stranamente più buio del solito e io ormai ci avevo perso le speranze. Non avrei mai più visto nè mia sorella nè mio fratello. Rosalie ed Emmett erano ormai scomparsi da un anno, poco meno. I primi mesi li avevo trascorsi attaccata ai vetri della finestra insieme ad Esme, lei era distrutta.
Rosalie poteva anche avere un carattere un po' difficile e scontroso, ma era pur sempre mia sorella, l'unica che avessi avuto; ora ovviamente c'era anche Bella, ma lei era entrata a far parte della nostra vita solo da pochi anni, mentre Rosalie...be'...decisamente molti di più...
Era lei a cui avevo confidato ogni cosa negli ultimi settant'anni...anno più anno meno...
Era lei quella da cui andavo quando c'era qualcosa che non andava. C'era stato un periodo in cui ero in crisi con Jasper, ancora agli inizi della nostra relazione, quando io e lui eravamo diventati dei Cullen da poco, in cui andavo in camera di Emmett e Rosalie nel cuore della notte interrompendo le loro attività ben poco caste e  mi sfogavo come una ragazzina fa con la propria madre e lei mi ascoltava. Era sempre stata pronta ad ascoltarmi e adesso mi mancava terribilmente.
Che cosa le era successo?! Ed Emmett...lui era l'ideale fratello giocherellone e scherzoso che avevo sempre desiderato, in grado di far ridere chiunque...certo, un po' attaccabrighe, ma sicuramente straordinario.
Udii un rumore di passi alle mie spalle e mi voltai, era Jasper.
- Ehi... - mi disse semplicemente. - Ciao... -  - Alice, amore, vieni via da lì...per mesi sei stata seduta dietro quella finestra ad aspettare che tornassero,  ma non lo hanno mai fatto...e sicuramente se continui a torturarti in questo modo non renderai le cose più semplici... -  - Ma Jazz... - sicuramente se fossi stata in grado di piangere in quel momento lo avrei fatto. Lui mi strinse al suo petto e disse. - Lo so, tesoro, mancano anche a me... -.
- Alice... - la voce grave di Carlisle mi fece voltare, lo fissai. Se ne stava in piedi con le braccia incrociate al petto e la fronte corrucciata.
Lui stava malissimo; era quello che lo dava a vedere di meno, probabilmente perchè essendo il capofamiglia voleva dimostrarsi forte, ma in quegli anni avevo imparato a conoscerlo e non riusciva ad ingannarmi.
- Ciao Carlisle... - dissi in tono spento. Lui mi sciolse amorevolmente dall'abbraccio di Jasper e mi strinse. - Non disperare, Alice, in questo momento dobbiamo rimanere uniti. -  - Come sta Esme? - s'informò il mio fidanzato. - Più o meno come sta da circa dieci mesi... - disse lui cullandomi leggermente. A quelle parole mi abbattei ancora di più. Con la coda dell'occhio vidi Jasper uscire dalla stanza, probabilmente stava andando ad usare il suo potere su Esme; lo aveva fatto moltissime volte ormai e lo aveva fatto sull'intera famiglia, non solo su di lei.
Il fatto di non riuscire a vedere Emmett e Rosalie poi mi faceva una rabbia  davvero terribile. Non sapevo se erano vivi, non sapevo se erano morti, non sapevo se stavano bene o meno. Non riuscivo a sapere nulla e i miei nervi erano a fior di pelle in ogni momento.
Io e Carlisle restammo a parlare ancora per un po', poi decisi di andare a trovare Edward e Bella nella loro casetta poco lontano dalla nostra villa.

***
ROSALIE'S POV

Eravamo arrivati. Non eravamo più a Porto Alegre, ma eravamo in una cittadina non molto distante.
Erano quasi le undici di sera, mi dissi che Leah e David erano già partiti a quest'ora se il volo non aveva avuto ritardi. Per consolarmi mi dissi che almeno stavano portando la mia bambina dalla mia famiglia, lontana da quel posto pericoloso.
Fu Alastair a riportarmi alla realtà. - Che cosa ci facciamo in un negozio di noleggio elicotteri, Rosalie? - io ghignai, arte che avevo imparato da Emmett. - Be'...l'hai detto tu...non era il caso di prendere un aereo, perciò...questo è l'unico mezzo che mi è venuto in mente. Certo, c'erano anche i caccia dell'aeronautica militare, ma sarebbe stato un po' troppo complicato, perciò mi accontento dell'elicottero. - Alastair sembrava preoccupato. - Vuoi rubarlo? -  - Mia sorella Alice ha rubato una Porshe, perchè io non posso rubare un elicottero? -  - Be', nonostante tutto penso che la Porshe passerebbe più inosservata... -  - Dettagli... -  - Rosalie...? - ma io lo interruppi dicendo: - Aspetta qui... - e andai a fare un giro circospetto di tutto il perimetro.
Localizzai tutte le telecamere e una alla volta le disattivai, fu un lavoro che impiegò circa venti minuti.
- Bene, ora possiamo entrare senza alcun problema... -  - Non ti sembra un po' pericolosa come cosa? -  - Alastair, se ti fa sentire meno in colpa lascerò dei soldi sula bancone... -  - Lasciamo perdere... - disse lui sconfitto. Io sorrisi di nuovo. Ora non mi restava altro che scegliere quello che mi piaceva di più. Presi il più vicino, aiutai Alastair a salire e poi entrai a mia volta.
- Mio Dio, ma che cosa stiamo facendo?! - lui sembrava alquanto terrorizzato. Se aveva vissuto da nomade per tutta la vita certamente non era abituato a quel genere di cose.
- Allaccia le cinture, si parte! -  - Rosalie, lo hai mai fatto prima? -  - No, ma c'è sempre un prima volta a tutto Alastair! - ora lo vidi veramente male. - Suvvia! E poi fidati, ne capisco di motori più io di qualunque altra persona! -  - Sì, ma tu parli di automobili! -  - Non solo, è stato Emmett ad insegnarmi qualcosa sui mezzi aeronautici... - dissi con una fitta di nostalgia ripensando a quelle divertenti lezioni che ,mio marito mi aveva dato così tanto tempo fa, le avevo quasi dimenticate.
Be', dopo un attimo misi in azionai quell'elicottero e in qualche istante presi quota, svanendo poco a poco nel cielo notturno.

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Salve a tutti! Ecco qui il capitolo numero 11! E in cinque giorni di distanza dall'altr, un vero record per me, non trovate??
Sono di frettissima, perciò non vi posso ringraziare uno alla volta, ma ringrazio infinitamente Morkia94, Jo_96, ila74cullen e gotica per le recensioni! Spero che continuerete a recensire la mia ff e a seguirla!!
Un bacio immenso a tutti!

P.s. Ah, a proposito! Ditemi cosa pensate riguardo ai vari punti di vista che ho aggiunto, mi farebbe piacere!

Ciaooooooo!!!

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Capitolo 12
*** Diversivi... ***


Capitolo 12-Diversivi...
CAPITOLO 12: DIVERSIVI...





ROSALIE'S POV

Il viaggio mi parve essere interminabile...ed io ero una predatrice, quindi di pazienza ne avevo...e molta, ma la preoccupazione era tale che non pensavo ad altro che ad arrivare, avevo già impostato la destinazione, dunque mi era apparsa nel monitor la rotta, molto in stile navigatore satellitare.
Alastair seduto accanto a me in quel momento dormiva, fino ad appena un'ora prima era rimasto del tutto terrorizzato; aveva paura che sbagliassi qualcosa, che l'elicottero precipitasse o quant'altro.
Finalmente quando aveva trovato un po' di serenità era riuscito ad addormentarsi. Infatti, era anche se era mezzo vampiro, aveva anche bisogno di riposo perchè era per metà licantropo.
Oramai eravamo in prossimità della Toscana, erano passate parecchie ore da quando eravamo decollati.
A quell'ora quasi stava albeggiando, perciò non potevo compiere grandi spostamenti alla luce del giorno; dannazione! Non sopportavo l'idea di lasciare Emmett nelle mani di quegli assassini spietati; chissà cosa avrebbero potuto fargli. 
Imprecai più volte a bassa voce, cosa assolutamente analoga per il mio modo di fare sempre posato e trattenuto, per fortuna Alastair era nel mondo dei sogni e perciò non poteva sentirmi.
Dovevo assolutamente inventarmi qualcosa per entrare nel palazzo dei Volturi il prima possibile. 
Dopo poco iniziai l'atterraggio in un prato vasto e isolato da potermelo permettere e a quel punto, il mio accompagnatore cominciò a svegliarsi. 
- Buongiorno... - gli dissi con una nota di tensione nella voce. - Rosalie... - i suoi occhi ancora assonnati sembravano stupiti. - Siamo già arrivati? - sorrisi ironica. - Hai visto...e senza precipitare; sono stata brava, ammettilo! - scherzai. Quello era un lato di me che ancora nemmeno io stessa conoscevo. Ero sempre stata così impegnata a non lasciar mai trapelare le mie emozioni e i miei sentimenti da non rendermi conto delle gioie della vita, piccole o grandi che fossero.
Da quando la mia esistenza da vampira era cominciata, avevo sempre eretto e mantenuto il castello di ghiaccio che mi ero creata attorno in tutti quegli anni, troppo spaventa dagli eventi che già mi erano accaduti, troppo spaventata dalla crudeltà della vita. 
Infatti non importava se eri vivo o se eri morto; anzi...se eri non-morto, la vita era ingiusta comunque. Che fregatura.
L'arrivo di Hope comunque aveva cambiato tutto; quella bambina mi aveva donato un punto di vista del tutto nuovo; quella completezza tanto bramata, e come diceva il suo nome stesso, la speranza. Mi aveva aperta all'amore incondizionato di una madre, mi aveva fatto scoprire tutto ciò che avevo peerso in quegli anni, tutto ciò che mi ero preclusa.
La voce di Alaric mi distolse dai nostalgici pensieri di mia figlia e mi riportò alla realtà, che era ben peggiore. 
- Non manca molto al giorno, che cosa hai intenzione di fare? -   - Non lo so, ci stavo pensando poco fa. Non sopporto l'idea di lasciare Emmett nelle grinfie dei Volturi abbandonato al suo destino. Se gli facessero del male, io... -  - Lo so, ma non puoi irrompere nel loro palazzo e riprendertelo, sai che non te lo consentirebbero così facilmente, ci vuole un piano. -  - O un diversivo... -  - Che intendi dire? - ma nella mia testa, un'idea cominciava già a prendere vita.

***



EMMETT'S POV

Buio. Freddo. 
Tutto attorno a me era buio e freddo. C'era solo un'altra cosa che riuscivo a precepire oltre il buio e il freddo.
Dolore.
Atroce e lancinante dolore pervadeva ogni singola parte del mio corpo. Muscoli, ossa, tutto mi faceva male ogni movimento che provavo a fare era solo una straziante fitta di dolore, un dolore che non avevo mai provato nemmeno quando era umano, nemmeno quando ero stato attaccato dall'orso che mi aveva quasi ucciso. Un dolore che neanche la trasformazione da semi-vivo a non-morto mi aveva procurato. Cercai di concentrarmi su qualcosa, qualcosa che facevo fatica a ricordare...mi impegnai come mai avevo fatto per tentare di creare un contatto con mia sorella Alice, forse sarebbe riuscita a vedermi...
Ma quando fui troppo stanco anche solo per pensare, mi lasciai andare.
E in quel momento solo un nome attraversò la mia mente. ROSALIE...

***



EDWARD'S POV

Tempo. Che strana parola. Era da tanto tempo che non vedevo più Emmett e Rosalie. Sembrava proprio fosse passato un arco di tempo più lungo della mia stessa esistenza. 
Paura, rabbia: sentimenti che durante tutto questo tempo avevo provato fin troppe volte.
Avevo dato sempre per scontata la presenza dei miei fratelli, erano diventati una routine per me, dopo tutti gli anni trascorsi insieme, poi. Rosalie specialmente. Era stata la quarta ad entrare nella nostra famiglia e dopo di me la prima della generazione dei figli. 
Quasi un anno; era trascorso quasi un anno da quando loro se n'erano andati. Perchè se n'erano andati? Cosa poteva essere accaduto da spingerli a fare una cosa simile? Ma erano davvero andati via? Insomma...alla fine nessuno di noi poteva davvero sapere come fosse andata e cosa fosse accaduto sul serio. 
L'unica cosa che sapevamo era che dovevano andare Tanya e il resto del clan a Denali, ma non si erano presentati. Da allora più nulla.
Avevamo provato con le e-mail, messaggi e chiamate a cellulare, la loro casa nel Vermont e poi tutte le altre che avevamo costruito loro, ma nulla. Erano semplicemente...svaniti nel nulla.
Non mi ero mai sentito così affranto da quando ero nato...più o meno un secolo.
Emmett era stato il mio migliore amico, il classico fratellone sempre lì a prenderti in giro ma che in qualche modo sapeva cosa fare per tirarti su di morale. 
E Rosalie...non eravamo mai andati particolarmente d'accordo, però...Dio, lei era sempre stata lì. Leggevo la sua mente e non le facevo mai domande anche se riuscivo a sentire tutto il dolore e l'amarezza che l'attanagliavano per essere divenatata...be'...un mostro.
Mi diedi immediatamente dello stupido. Lei tra tutti noi era la più pura, quella che da vampira non aveva mai toccato una sola goccia di sangue umano, era certamente migliore di me.
L'unica volta in cui aveva ucciso era stato quando era arrivata a Royce e la sua banda di balordi assassini. Se l'erano meritato per ciò che le avevano fatto. Loro erano dei veri mostri.
E lei...così bella e così addolorata perchè il desiderio della sua vita era andato distrutto durante quella notte terribile.
Ogni istante in cui l'avevo avuta vicina sentivo quei suoi devastanti pensieri e non le avevo mai chiesto se ne volesse parlare, per codardia probabilmente. Avrei potuto fare di più, avrei potuto tentare di farle sentire quanto bene le volessi realmente, ma ero troppo occupato ad autocommiserarmi per farlo. E lo rimpiangevo come mai avevo fatto in vita mia. 
Mi voltai. Bella era lì dietro di me e mi fissava affranta, il mio tormento la distruggeva. Se non fosse stato per lei e per la mia piccola Nessie a questo punto senza alcun dubbio sarei uscito di senno. 
In quel momento ci trovavamo nella nostra piccola casa al di là del fiume, la nostra bambina era nell'altra stanza e dormiva, noi due eravamo nella nostra camera da letto, io fissavo il cielo fuori dalla finestra con sguardo vacuo.
- Edward, amore... - le sorrisi dolcemente. Mio Dio, quanto la stavo facendo soffire. Mi alzai e la presi fra le mie braccia, stringendola forte. Era il mio spiraglio di luce in quell'oblio perpetuo.
- Perdonami... - sussurrai al suo orecchio. Lei si alzò in punta di piedi e mi baciò con ardore. Se avessi potuto piangere in quel momento lo avrei fatto, ma ero dannato e non potevo. La tristezza mi pervase. - Edward, che ne diresti di andare a casa dai tuoi? Nessie si è svegliata, voglio stare vicino ad Alice ed Esme... -  - Certo, andiamo subito... - così prendemmo la nostra piccola e ci avviammo, con calma, a passo umano.
Ma non appena fummo ad una trentina di metri dall'imponente casa, i miei sensi colsero qualcosa; vetri rotti e un grido che non avrei dimenticato mai più: l'urlo disperato di Alice.

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Saaaaaaaaaaaaaaaaaalve a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo, in ritardo...chiedo umilmente perdono...
Dunque dunque dunque...in questo capitolo ho aggiunto qualche POV in più come avete notato e, rullo di tamburi...anche quello di Emmett! Buio e freddo, dolore; che cosa starà mai passando quel povero ragazzo? Ed il finale con il grido di Alice, che cosa è successo? Mah...siccome sono stata TROPPO cattiva e avete tutto il diritto di linciarmi, PROMETTO assolutamente un aggiornamento tra meno di una settimana per chiarire tutto ciò che è accaduto.
Inoltre anche il POV di Edward. Come avete visto anche lui è terribilmente afflitto per la sparizione dei due fratelli e il fatto di non sapere cosa effettivamente sia successo loro lo fa letteralmente impazzire.
Andando ad esaminare il punto di vista di Rose...cosa passa nella sua testa? Di quale diversivo stava parlando con Alastair? Sicuramente qualcosa di grandioso; non può certamente rischiare di perdere il suo amato, anche se questo potrebbe rischiare qualcosa....di materiale! Ok, non mi sono spiegata e così non faccio altro che insinuarvi dubbi, perciò passo ai ringraziamenti:

RenesmeeBlack: ciao! ti ringrazio per le belle parole e ti ringrazio anche per il fatto che apprezzi questa follia che la mia mente ha ormai partorito più di un anno fa! 
Un bacio enorme!

Morkia94: ciaooooo! Sono felice che il chappy precedente ti sia piaciuto e che ti siano piaciuti anche i vari punti di vista! Il POV di Dave devo ammettere che non era previsto, mi è venuto così di getto, sono contenta ti sia piaciuto! È vero, Alice è una di quelli che in questo momento è più addolorata di tutti e in questo capitolo ho evidenziato anche l'angoscia e la sofferenza di Edward. Spero che continuerai a seguire la mia ff!
Bacii!

ila74cullen: ehi!! Che piacere che ti siano piaciuti i vari punti di vista e, come hai visto, ne ho aggiunti di nuovi! Spero ti siano piaciuti anche questi! Fammi sapere che ne pensi anche di questi, spero ti siano piaciuti come gli altri!
Un abbraccio e al prossimo capitolo!!

Dopo ciò...ringrazio nuovamente loro, ma non meno tutti gli altri che seguono, che hanno messo la mia ff tra i preferiti o che semplicemente...la leggono. Un abbraccio a tutti, vi ringrazio ancora di cuore!!!
Alla prossima!



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Capitolo 13
*** Visioni e separazioni...di nuovo... ***


Capitolo 13-Visioni e separazioni...di nuovo...

CAPITOLO 13: VISIONI E SEPARAZIONI...DI NUOVO...




ROSALIE'S POV

I miei pensieri vorticavano dentro di me alla stessa velocità del fulmine, dovevo riflettere...e dovevo farlo velocemente; ogni secondo poteva essere di vitale importanza.
"Pensa, Rosalie, pensa..." continuavo a ripetere nella mia testa. Alastair mi fissava perplesso, non capiva cosa mi stesse prendendo, attendeva una risposta alla domanda che mi aveva fatto, ma ancora la risposta non la conoscevo neanche io stessa...o almeno non per adesso.
Dovevo ritrovare almeno un minimo di calma e lucidità per ragionare freddamente ed elaborare qualcosa di sensato.
- Devo andare in città... - decretai alla fine. - Subito... - Alastair mi guardò costernato. - Che cosa?! Sei impazzita?! La gente ti noterà e i Volturi ti uccideranno! -  - No, mi coprirò bene. Ho in mente una cosa; anzi...un paio di cose, ma prima devo fare dei controlli in città e devo procurarmi un po' di materiale...leggermente illegale e pericoloso... - adesso la sua espressione pareva allarmata. - Che cosa hai in mente di fare, Rosalie? -  - Aspetta e vedrai, ma...accidenti, ho paura che mi ci vorranno come minimo un paio di giorni... -. 
Presi la borsa con i vestiti e tirai fuori un paio di pantaloni bianchi di raso, una maglia leggera a collo alto del medesimo colore, dei guanti, un cappello col frontino e un foulard.
- Non vorrei dire, ma è quasi giugno e tu andrai in giro vestita come se fosse novembre? -  - Non posso scoprirmi alla luce del sole...la gente penserà semplicemente che sono un tipo egocentrico; l'importante è che i Volturi non sospettino niente... -  - Già... -  - Inoltre devo andare a comprare qualcosa che copra il mio odore; un profumo o qualcos'altro, altrimenti Demetri si accorgerà subito della mia presenza... -  - Chi è Demetri? -  - Il loro segugio, ha dei sensi impareggiabili... -  - Ok. Io posso essere utile? - si offrì. - Mentre sarò in città provvedi a nascondere l'elicottero, d'accordo? - Alastair sembrava contento di potermi aiutare in un modo o nell'altro. - Sarà fatto; dopotutto...nascondere è ciò che so fare meglio; è ciò che ho fatto per tutta la mia vita...! E...Rosalie? - mi richiamò quando stavo per allontanarmi. - Sì? -  - Quando hai paura o sei arrabbiata...o stai provando altre emozioni molto intense...il tuo dono funzionerà senza neanche tu te ne renda conto e sarà molto potente. Ricorda questo, potrebbe servirti se mai dovessi trovarti faccia a faccia con i Volturi... - non capii il perchè di quell'informazione, ma mi fidavo di Alastair e se me lo aveva detto doveva pur servire a qualcosa. - Grazie... - lui sorrise. - Adesso vai... -  - Va bene... - e detto questo sparii.

***



LEAH'S POV

Il nostro aereo era atterrato, ormai era quasi mezzogiorno e non mi parve vero il fatto di ritrovarmi a Port Angeles  una volta usciti dall'aeroporto.
Saremo dovuti uscire al sole, quindi prima mi assicurai di aver coperto Hope al meglio, in modo che neanche un lembo della sua pelle fosse esposto alla luce.
Chiamammo un taxi e David disse all'uomo alla guida di portarci a Forks.
Per tutto il tragitto, il mio compagno non fece altro che tenermi la mano, anche se era seduto nel sedile davanti e io in quello dietro con Hope tra le braccia. Spesso le aggiustavo i vestiti in cui era avvolta perchè cercava di muoversi , ma per il momento non potevamo fare altrimenti.
Mi dispiaceva davvero per quella povera bambina, sapevo che amava i suoi genitori come forse, nemmeno loro stessi si amavano dopo tutti quegli anni. L'amore che Hope nutriva verso Emmett e Rosalie, specialmente per quest'ultima era qualcosa di veramente straordinario.
Ad un tratto vidi gli occhi della bambina farsi scuri, così, spaventata, presi immediatamente uno dei suoi biberon.
David, avvertendo quel mio movimento repentino si voltò per vedere cosa stava succedendo. Sembrava allarmato, ma gli feci cenno che era tutto a posto quando Hope cominciò a bere e i suoi occhi tornarono dell'abituale colore; lo stesso di quelli di Emmett.
Il viaggio verso Forks fu stranamente silenzioso; era un silenzio pesante, probabilmente anche perchè io e David sapevamo bene che il nostro lavoro non era ancora finito. Dovevamo solo lasciare la piccola davanti casa Cullen e poi saremmo dovuti fuggire subito verso Seattle, andando a stare nell'albergo indicatoci da Rosalie.
Dopo un bel po' di tempo, anzi, a me l'attesa parve interminabile, mi ritrovai a guardare un paesaggio familiare; eravamo entrati a Forks.
Sembrava così irreale. Tutti i mesi appena passati in Brasile insieme a Rosalie, Emmett, David e Hope...erano diventati la mia realtà e trovandomi di nuovo circondata da ciò che un tempo mi sembrava così familiare e rassicurante...era davvero...quasi onirico. La coltre di nubi, il sole inesistente dopo così tanti mesi in Brasile, il verde ovunque e guardando il cielo mi accorsi che avrebbe piovuto a breve...che novità per Forks.
Era così strano ritrovarsi lì...adesso avevo quasi l'impressione di non averci mai vissuto; non ero uscita molto dalla riserva durante la mia vita, ma comunque riconoscevo tutti i posti del piccolo paesino.
Dissi al tassista di lasciarci appena fuori dalla strada che portava alla casa dei Cullen, immersa nella foresta.
In aereo io e David ci eravamo messi d'accordo che lui sarebbe andato a portare Hope davanti l'abitazione dei vampiri, mentre io sarei andata a prendere la macchina che Rosalie ci aveva comprato. L'aveva ordinata per telefono proprio per permettere a me e Dave di andare a Seattle nell'albergo indicatoci.
Anch'io avrei voluto andare con lui ad accompagnare la piccola alla porta, ma i Cullen avrebbero sicuramente riconosciuto il mio odore, quindi era meglio se fosse andato solo lui.
Strinsi Hope tra le mie braccia per l'ultima volta; quella bambina era davvero intelligente, aveva intuito che anche adesso qualcosa non andava. Sapeva che adesso avrebbe dovuto separarsi anche da me e David; le uniche persone che aveva conosciuto, oltre i suoi genitori, da quando era nata.
La guardai per l'ultima volta, sembrava avesse più di un anno e invece aveva appena un mese. Povera piccola, chissà che cosa stava passando.
Le diedi un ultimo bacio sulla fronte, poi strinsi un momento la mano di David, presi le nostre valige e guardai il mio fidanzato allontanarsi con Hope e con i bagagli che Rosalie ci aveva detto di portare alla sua famiglia.

***
 


BELLA'S POV

Mentre io, Edward e Nessie ci stavamo avviando verso la grande casa nascosta dalla foresta, sentimmo un grido disperato. Riconobbi la voce di Alice.
Per un istante mi voltai verso mio marito e la sua espressione mi colpì come una pugnalata, anche se probabilmente, per come ero adesso, si sarebbe fatto più male il coltello di me. Edward era agghiacciato, terrorizzato, per un momento avrei voluto avere i suoi poteri e leggere la sua mente. Ma un frazione di secondo dopo lui era già arrivato davanti casa sua. Saltò in quella che era stata la sua camera da letto con un movimento armonioso e sparì dalla mia vista. Io ero rimasta per un istante di troppo con la mente del tutto annullata, ma subito dopo seguii  il mio compagno e in pochi istanti fui nel salotto di casa Cullen, in cui tutti erano radunati.
La scena che mi si presentò davanti mi spaventò. Esme e Carlisle erano ai lati di Alice, che cercavano di calmarla, Jasper l'aveva fatta sedere sul divano e la teneva per le spalle. 
Con la coda dell'occhio vidi Jacob dietro una finestra e subito lo raggiunsi in veranda. Misi Nessie tra le sue braccia e gli dissi: - Jake, porta Nessie a casa mia e di Edward... - la mia voce tradiva l'agitazione. - Bella, ma che cosa sta succedendo? -  - Non lo so, ma non voglio che per il momento Nessie resti qui... - lui annuì, estremamente riluttante, ma poi fece quanto gli avevo detto, un attimo dopo ero di nuovo in casa.
Alice era ancora così agitata che non riusciva a formulare delle frasi di senso compiuto e se fosse stata umana ero certa che in quel momento avrebbe pianto, così come Esme. La donna infatti continuava a rivolgersi ansiosa alla figlia.
- Alice tesoro, che cosa c'è? Hai visto i tuoi fratelli?! - ma Alice aveva ancora uno sguardo perso nel vuoto e ogni istante che passava sembrava essere sempre più angosciata. Poi, finalmente, parve riprendersi. Jasper la strinse forte, Esme le teneva convulsamente una mano e Carlisle era seduto accanto a lei, limitandosi ad osservarla preoccupato. Edwardo ed io eravamo  più distanti; avevo come l'impressione che se Alice avesse detto qualcosa su Rosalie ed Emmett, mio marito sarebbe potuto esplodere. 
Poco dopo lei parlò. - Era Emmett...ho visto Emmett...Lui...sta male! Sta soffrendo orribilmente, Non capisco dove si trova; è in un posto al chiuso ed è tutto buio! Il dolore che prova è atroce, dobbiamo fare qualcosa! - Esme era disperata e Edward era impietrito.
Poi posai il mio sguardo su Jasper. E la sua espressione mi sconvolse.

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Ciao a tutti!!!! Come va? Come promesso ecco a voi il nuovo capitolo in meno di una settimana. Avrei aggiornato anche qualche giorno fa, solo che è da domenica sera che ho un virus intestinale, quindi non è che mi alzassi molto dal letto...
Ero stata troppo crudele a lasciarvi con il grido di Alice nell'ultimo capitolo e adesso vi lasci con l'espressione di Jasper che spaventa la nostra Bella. Nel prossimo capitolo sarà proprio Jasper ad aprire, così saprete subito cosa sta succedendo.
Dunque dunque dunque...adesso i Cullen sanno che Emmett sta molto male, ma di Rosalie non si sa ancora nulla. Edward è agghiacciato e Bella cerca di farsi vedere forte per supportarlo, ma quanto sarà in grado di reggere anche lei? E Jasper? Perchè ha quell'espressione così tirata e distrutta? Esme ormai è all'apice della sua disperazione e questa visione di Alice ha fatto scattare in ogni Cullen un campanello d'allarme. 
Cosa succederà adesso? Carlisle deciderà di muoversi per scoprire cosa è successo? Lui è il capofamiglia, quello che per dovere si faceva sempre vedere calmo e razionale...ma se dovesse succedere qualcosa a suo figlio?
E Rosalie...che cosa intendeva dire ad Alastair quando parlava di procurarsi del materiale "leggermente illegale e pericoloso"? Che cosa avrà in mente per salvare la sua dolce metà?
Inoltre tra poco David lascerà la piccola Hope davanti casa Cullen e che cosa succederà a quel punto?
Aspettate il prossimo capitolo arriverà tra una settimana, poco meno o poco più, dipende quanto ci metto a scriverlo.

P.s. Sto provando ad inserire delle immagini, come avrete notato i riquadri vuoti nel precedente capitolo, non so se in questo si vedranno o meno; non riesco proprio a capire perchè non vengano fuori...va be'...

Adesso passo ai ringraziamenti...

Morkia94:  ciaooo! Sono felice che l'idea dei vari punti di vista abbia reso più interessante la storia e ti ringrazio veramente per i complimenti! Spero mi lascerai un commentino anche per questo chappy! Baci!

Luna Renesmee Lilian Cullen: ciao! Sono davvero contenta che la mia ff ti sia piaciuta, la recensione mi ha fatto piacere! Come vedi si è scoperto il perchè dell'urlo di Alice, ma dato che vi ho lasciato con altri interrogativi spero di riuscire ad aggiornare presto per non farvi stare troppo sulle spine. Mi farebbe piacere se mi dicessi cosa ne pensi anche di questo capitolo!
Smack!

Momoka chan: ahahah! Che ridere quando ho letto il tuo commento! Davvero, sono felice che il precedente capitolo ti sia piaciuto così tanto, adesso spero non mi lincerai per tutti gli interrogativi finali anche se ne avresti il pieno diritto dati tutti quei punti di domanda.
Comunque spero che mi dirai cosa ne pensi di questo nuovo sprazzo di follia; sai, sarà il virus intestinale che mi sono presa.
Un Bacioneee!

ila74cullen: ciao bella! sì, sono pienamente d'accordo con te sull'incomprensione tra Edward e Rosalie, anche perchè lui adesso soffre moltissimo per l'assenza dei due fratelli. Ora poi, dopo la visione di Alice, è completamente sconvolto e si sente così impotente che vorrebbe solo spaccare tutto ciò che gli capita sotto mano.
Inoltre nel prossimo capitolo aprirò con delle riflessioni di Jasper molto interessanti, spero piaceranno anche a tutte voi.
Io non so davvero come tanta gente segua questa mia ff, mi rendete veramente felice!!   (me piange  :*D ...di gioia naturalmente!!!) 
Un bacio!!!

Ringrazio inoltre gli angeli che mi hanno messa tra i preferiti,  i seguiti, quelli che hanno messo me tra gli autori preferiti e tutti quelli che si limitano a leggere; vi adoro!
Un abbraccio a tutti e alla prossima!!!!!!

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Capitolo 14
*** Incontri inaspettati ***


Incontri inaspettati

CAPITOLO 14: INCONTRI INASPETTATI

JASPER'S POV

Il mondo attorno a me era miseramente andato in frantumi dopo le parole di Alice. Tutto ciò in cui avevo creduto...tutto ciò che avevo amato...ma che fine aveva fatto quel mondo?
Ero sempre stato io in qualche modo quello forte, perchè grazie ai miei poteri riuscivo a plasmare i sentimenti degli altri. 
Ero io quello che doveva correre non appena succedeva qualcosa per tranquillizzare la mia famiglia.
Ma per un volta...solo per una volta...avrei voluto che qualcuno riuscisse ad utilizzare i miei poteri su di me, perchè non ce la facevo a reggere questo. 
Non mi era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione, per questo mi accontentavo di rimanere ai margini e aiutare chi aveva bisogno di me.
Io ero già grato a Carlisle per avermi dato la possibilità di entrare a far parte della sua famiglia, per avermi dato una possibilità di cambiare e questo si sembrava già talmente tanto da non chiedere nient'altro, ed ogni volta che usavo i miei poteri su di loro in caso succedesse qualcosa mi faceva sentire come se piano piano riuscissi a riscattare il mio debito verso quelle stupende persone che mi avevano dato tanto. Però...in quel momento...era egoista da parte mia desiderare che qualcuno facesse ciò che io avevo fatto per loro? 
"Solo una volta, ti prego...solo questa volta..." pensai rivolgendomi a nessuno in particolare, ma lo pensai con tutto l'ardore di cui ero capace.
Che cosa stava succedendo attorno a me? Perchè quella disgrazia era dovuta capitare alla mia famiglia?
Guardai Esme e mi ritrovai ad osservare il volto distrutto di una madre terribilmente affranta e angosciata.
Mi volsi verso Carlisle: un uomo forte che aveva sempre trovato il modo di farci uscire da ogni guaio; un uomo che ci faceva sentire amati sempre in ogni circostanza; anche le più disperate.
La mia piccola Alice: mia moglie. Mio Dio, quanto l'amavo e vederla così tormentata mi faceva quasi provare un dolore fisico, anche se i vampiri non possono provare dolori dato il loro essere dannati. L'unico dolore che ricordavo era quello atroce della trasformazione e lo comparai con quello della perdita che stavo provando in questo momento. Quello attuale era peggio, Dio se era peggio. 
Era...era quasi insopportabile, dilaniava ogni singolo lembo della mia anima, se ancora ne avevo una, facendola a brandelli e di ciò che ne restava la spazzava via quasi con derisione perversa.
Sentii qualcuno posarmi una mano sulla spalla, mi voltai. Era Edward. 
Avevo dato libero sfogo ai miei pensieri tanto da dimenticare che mio fratello poteva sentire anche quelli. In casa Cullen la privacy era qualcosa di astratto; lui aveva sentito tutto.
- Se potessi avere i tuoi poteri giuro che sarei io ad alleviarti questa pena, fratello... - mi disse guardandomi con occhi vitrei. Sorrisi amaro, senza dire niente. - Mi dispiace di non poter capire cosa deve essere per te  tutto questo... - stavolta il mio sorriso fu un po' più sincero. - Credo che anche tu abbia i tuoi problemi sentendo i pensieri degli altri. -. In quel momento seppi che il mio legame con Edward era diventato più saldo.
Mi voltai a guardare Bella, mi fissava con un'espressione stravolta; chissà che faccia dovevo avere io se proprio lei, che aveva il dono del self-control mi fissava così atterrita. Edward mi diede una leggera pacca sulla schiena. - Sì, ha il dono dell'autocontrollo, non quello del cuore di pietra e tu...hai proprio una brutta faccia, Jazz! - entrambi ci mettemmo a ridere in modo quasi esagerato, ma più che altro fu per alleviare la tensione nervosa.
Pensai a Rose ed Emmett. Quante volte eravamo rimasti seduti esattamente in quella stanza a parlare del più e del meno; ricordavo perfettamente ogni cosa, ogni singolo istante trascorso con loro, ogni parola detta, ogni scherzo fatto; specialmente quelli di Emmett. Qualche volta mio fratello aveva finito per scocciarmi con i suoi scherzi, ma quanto avrei dato per un altro ancora in quel momento. Quante volte avevo dato tutti quei momenti per sconatati...che cosa stupida...credevo che niente avrebbe più potuto toccarci, farci del male in qualche modo. Eravamo immortali, potevamo vivere per sempre, ma...tendevamo a certe sofferenze esattamente come ogni altro essere umano.
Avvertii un braccio sottile cingermi la schiena, era Bella. La fissai. Io e lei non avevamo mai avuto una gran confidenza, soprattutto dopo l'incidente avvenuto durante il suo diciottesimo compleanno quando avevo cercato di saltarle alla gola per dissanguarla; l'unica volta che mi ero aperto un po' di più nei suoi confronti era stato quando le avevo raccontato della mia vita, la storia che mi aveva portato a diventare un vampiro. Ma a causa della disgrazia che stavamo vivendo adesso avevo imparato che dovevo apprezzare molto di più ciò che mi veniva dato e io lo sapevo già bene dato che mi era stata data prima una seconda vita e poi una seconda opportunità da Carlisle. Ricambiai l'abbraccio dell'ultima sorella arrivata, poi mi avvicinai a mia moglie. Alice era ancora molto scossa. La sollevai dal divano e la strinsi forte tra le mie braccia. Percepii il suo esile corpo e quasi ebbi il timore di farle male; era così...stranamente fragile. Era difficile immaginare che una persona così graziosa e minuta racchiudesse un'anima tanto forte e determinata. Usai i miei poteri su di lei per alleviare il suo dolore, subito dopo, udimmo qualcuno suonare al campanello e, per un istante, sei paia d'occhi si fissarono costernati.

***

ROSALIE'S POV

La giornata era trascorsa velocemente, ma a vuoto e questo mi fece saltare i nervi. Adesso io ed Alastair ci trovavamo nell'elicottero; era notte fonda, lui aveva nascosto il nostro mezzo proprio come gli avevo chiesto ed era stato anche molto bravo. 
- Te lo avevo detto che sapevo farlo bene! - disse con fare allegro. Cercava di distrarmi, ed io gliene ero grata, ma il mio pensiero volava sempre ad Emmett...e qualche volta a Hope. Chissà cosa stava facendo la mia bambina in quel momento? Chissà invece cosa i Volturi stessero facendo a mio marito in quel momento?! Il solo pensiero mi fece ringhiare sommessamente. - Rosalie? - mi voltai a guardare il mio coraggioso accompagnatore. - Quanto ancora ci vorrà prima di riuscire ad andare via da qui? Voglio portare via Emmett...e devo farlo subito; ogni istante è prezioso per come stanno le cose in questo momento... -  - L'unica cosa che so è che tu sei agitata e una persona agitata è una persona che sbaglia e che commette errori. In queste circostanze non possiamo permetterci di commettere errori, ne va della vita di Emmett. Devi cercare di calmarti e pensare lucidamente ad un piano... -  - Ho un piano, ma non so se da sola riuscirò a metterlo in atto. -  - Sai che vorrei poterti aiutare, ma...non sono esattamente in splendida forma... - gli sorrisi.  - Credimi Alastair, tu hai già fatto molto per me...e anche per Emmett e Hope... -  - Non ho mai visto vostra figlia... -  - Oh, è bellissima... - il mio sorriso si fece più dolce e disteso al pensiero della mia bambina. Pensare a lei era come una medicina che serviva a distendermi i nervi. Ma subito dopo mi misi in allarme. I miei sensi avevano captato qualcosa.
Saltai giù dall'elicottero, in allerta. Alastair era teso, anche lui aveva avvertito che qualcosa non andava.
- Sono vampiri? - mi chiese. - Sì... - risposi in un sussurro appena percettibile. Inoltre l'odore che avevo sentito non mi era nuovo. Emisi un ringhio gutturale e un attimo dopo mi avventai nella direzione da cui mi pareva di aver sentito il loro odore.
Le figure che mi ritrovai dinnanzi erano alte e leonine; un uomo e una donna dai capelli biondissimi, quasi bianchi. Li avevo già visti e un istante dopo ricordai.
- Peter?! Charlotte?! - esclamai sconvolta. Loro non sembravano meno sorpresi di me. - Rosalie? - mi domandò l'uomo con la sua voce profonda. - Che cosa ci fai qui?! - chiese poi la donna.
Non potevo crederci; erano proprio i Peter e Charlotte che fino ad appena l'anno prima avevano alloggiato in casa Cullen per fare da testimoni contro i Volturi; gli amici di Jasper!
- Io...hanno preso Emmett... - dissi solo, infine. - Hanno preso Emmett? Chi lo ha preso?! -  - Be', chi è che sta a Volterra? -   - I Volturi?! - Peter sembrava adirato. - Già...sono venuta a riprenderlo; non permetterò che gli facciano del male. -  - Ma...Rosalie...perchè? Perchè lo hanno preso? Ha fatto qualcosa? -  - No, certo che no! - esclamai arrabbiata; come potevano pensare una cosa del genere?! Così...decisi di raccontare loro la storia; quella vera...
- Oh mio Dio...allora...allora è per questo?! E tua figlia? Adesso dov'è? -  - Ora lei è a Forks. Io ed Emmett abbiamo viaggiato con una dei licantropi dello scorso anno per fare in modo che Alice non ci vedesse. So che è sbagliato, che avremmo terrorizzato a morte la nostra famiglia, ma io in quel momento proprio non sapevo cosa fare, ero nel panico. Ma voi...non dovreste essere nomadi d'America? Cosa ci fate in Italia? A Volterra, specialmente... -  - Siamo andati a vedere la famiglia di Peter; la sua vera famiglia. Emigrarono circa cinquant'anni fa e da allora veniamo qui ogni due anni più o meno per dare un'occhiata. -  - Oh, capisco... - poi Charlotte mi sorrise.
- Va bene. Jasper è stato come un fratello per noi, e tu sei sua sorella, perciò ti aiuteremo e inoltre...tua figlia ha bisogno di te e di suo padre. Conta su di noi! - Peter fece un cenno di assenso con il capo alle parole della sua compagna, segno che era d'accordo.
Mio Dio, non ci potevo credere! Forse la fortuna cominciava a girare anche per me e chissà se fossi davvero riuscita adesso a salvare la vita di Emmett. Finalmente cominciai a sperare e subito i miei pensieri corsero a Hope, la mia bambina. 
Così, mentre la notte si faceva sempre più nera, portai i nuovi arrivati all'elicottero e lì spiegai loro il mio piano per portare mio marito fuori dal palazzo dei Volturi.

***

DAVID'S POV

Ormai era il crepuscolo; io ero arrivato. Una cinquantina di metri davanti a me riuscivo a vedere la grande casa che doveva appartenere alla famiglia Cullen. Hope era tra le mie braccia, con gli occhi chiusi, sembrava stesse dormendo, ma sapevo bene che non era così.
Non era cresciuta più di tanto da quando ci eravamo separati da Rosalie, segno che ancora non si era messa nei guai e che forse Emmett non stava troppo male.
La guardai per un momento. Era davvero bellissima; i suoi genitori dovevano davvero essere orgogliosi di ciò che avevano fatto. Ricordai inoltre la tacita promessa che avevo fatto in aeroporto, la sera prima. L'avrei protetta; mi fosse costato qualunque cosa. Semmai Emmett e Rosalie non fossero più tornati l'avrei protetta. 
Feci un passo avanti, poi un altro e un altro ancora. Hope iniziava a muoversi. Alzò la piccola testa e mi fissò con i suoi grandi occhioni dorati. 
- Stai tranquilla, piccolina...vedrai che tutto tornerà a posto e tu sarai di nuovo insieme alla tua mamma e al tuo papà... - dissi accarezzandole i riccioli biondi. Ormai sembrava che avesse un anno passato.
Avevo sentito un po' di trambusto in casa Cullen un po' prima di arrivare, infatti era per questo che avevo deciso di aspettare qualche altro minuto prima di andare a portare Hope davanti la porta, ma forse più che altro era che io avevo paura di lasciare quella bambina. Il momento però sembrava essere arrivato, dovevo andare. 
Mi incamminai lentamente verso la grande casa, Hope pareva tranquilla; forse avvertiva che le persone che si trovavano lì dentro erano buone e non le avrebbero fatto del male.
Lasciai la piccola dinnanzi alla grande porta insieme alle buste di Rosalie e alla lettera, poi suonai il campanello.
Immediatamente mi trasformai e corsi via per fare in modo che nessuno mi vedesse. 
Hope emise un gridolino e con la coda dell'occhio la vidi protendere le piccole braccia nella mia direzione. 
Qualcosa scese lungo il mio muso, ricoperto dal pelo bianco e candido: una lacrima.

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Bonjour tout le monde! Come va?? Ecco qui per voi il 14esimo chapter!! Come promesso alla fine del capitolo scorso, questo, l'ho aperto con il pov di Jasper.
Ho provato ad analizzare anche le sue emozioni per vedere  se ne saltava fuori qualcosa di buono (è stato così? Spero vivamente di non avervi deluse, visto anche che molte ci tenevano al punto di vista del nostro Jazz...). 
Devo dire che è stato più difficile del previsto; la Meyer, a mio parere e da quanto ho letto anche secondo alcune di voi, ha dato troppo poco spazio al suo personaggio, che invece ritengo molto interessante!
Ad ogni modo...ho cercato di cavar fuori ciò che sente lui in questa situazione. Il suo dono è stato molto utile a tutta la sua famiglia, avendolo usato per tranquillizzare e "confondere"  ogni membro per diminuire la loro sofferenza. 
Lui però non ha potuto utilizzarlo su sè stesso, dunque è l'unico che abbia provato appieno il dolore, la rabbia e l'angoscia che questa situazione comporta.
Lasciandosi andare ai pensieri, dimentica persino il fatto che Edward può percepire anche ciò che pensa e dunque il fratello si rende conto di cosa debbano essere stati davvero tutti quei mesi per Jasper, senza poter alleviare le sue sofferenze neanche per un attimo. Inoltre c'è anche l'abbraccio con Bella; finalmente forse riusciranno ad aprirsi un po' di più tra di loro, quindi.
Passando a David...be'...su di lui non c'è molto da dire. La preoccupazione che ha dentro è palese; ha preso talmente a cuore la vita di Hope che teme che la piccola possa stare male per l'eventuale scomparsa dei genitori. Dal canto suo, lei capisce già tutto e forse nei prossimi capitoli pubblicherò anche un suo POV per far capire anche come lei stia vivendo tutto ciò. Nel capitolo 15 vedremo finalmente cosa faranno i Cullen quando si ritroveranno davanti la nipotina e finalmente scopriranno (anche se parzialmente), cosa è accaduto ad Emmett e Rose e il perchè che li ha spinti ad andare via. Ma di certo non si immaginano neanche cosa stia capitando ai due in questo momento.
E infine veniamo a Rosalie...be'...eccoci al dunque...lei ed Alastair hanno casualmente incontrato Peter e Charlotte e  loro si sono offerti di aiutarla dopo che la ragazza ha spiegato cosa sia successo a lei ed Emmett. Così ora saranno in tre, ma è pur sempre contro i Volturi che devono combattere. 

La vera domanda però è: qual è il piano di Rose? Vi posso dare qualche anticipazione...
  1. Senza dubbio sarà pericoloso
  2. A Volterra ci sarà un gran trambusto e tutti saranno nel panico
  3. I Volturi avranno il loro bel da fare
  4. Nel capitolo non ho scritto appositamente che Rosalie non ha del tutto sprecato la sua giornata. Infatti è andata in un posto un po' particolare a fare richiesta di  una cosa...particolare! Naturalmente ha usato anche il suo potere mentale per velocizzare i tempi.  E sarà grazie a quella cosa che il suo piano potrà essere messo in funzione. Ma che cosa sarà?
Lo so che vi lascio sempre sul più bello e con mille dubbi, ma...perdonatemi è per rendere la suspance del momento, vi prego non odiatemi! Vi prometto sempre un aggiornamento più celere possibile!

NOTA!!!  Se qualcuno avesse domande a cui ancora non riesce a rispondere sono sempre aperta ai chiarimenti! Basta che me lo facciate sapere! E naturalmente che non sveli qualcosa che ancora dovrò spiegare nei prossimi capitoli!

Detto questo passo ai ringraziamenti!

ila74cullen: ciaooooo! Come vedi purtroppo non si sa ancora nulla di Emmett e inoltre non credo di inserire altri suoi POV, fino a che Rosalie non attuerà il suo piano...e chissà come andrà a finire...! Per quanto riguarda il punto di vista di Jazz...spero vivamente di non averti delusa!
Un bacione!

Momoka chan: ma ciao! Che bello, che bello, che bello, sono contenta che la mia storia ti appassioni, spero che continuerai a lasciarmi qualche commentino! E non vi voglio per niente male; anzi! Non fosse per voi smetterei di scriverla seduta stante! Abbiate pazienza...so che sono cattiva a interrompere i capitoli così, ma devo farlo. Poi...be'...fai bene a preoccuparti per gli oggetti..."leggermente illegali e pericolosi" perchè la nostra Rose ha in mente qualcosa che porterà decisamente trambusto a Volterra! E i Volturi avranno i loro grattacapi, credimi! Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti!
Un bacio!

Morkia94: ciao!! Uh, sono davvero felice che il chappy ti sia piaciuto e spero che questo non sia da meno! Ebbene sì, adesso i Cullen sanno che cosa accade ad Emmett, ma non sanno ancora dove si trova, perchè sta male ecc....spero che il POV Jasper ti sia piaciuto, spiegando il perchè della sua espressione terribilmente affranta. Dopo che lui è stato quello sempre in grado di tenere sotto controllo ogni situazione, Bella è rimasta sconvolta vedendolo in quello stato. Be'...chissà invece come reagiranno quando verranno a scoprire dell'esistenza di Hope e tutto il resto (o quasi)...
Per quanto riguarda le tue storie...in questi giorni non ho avuto il tempo di andare a leggerle, chiedo umilmente perdono, è tutta colpa di quell'orribile posto chiamato scuola! Ma ti prometto che appena rivedo il capitolo e lo posto corro subito a leggerle! Aspettati di vedere un mio commento entro oggi!
Ciaoooo!

Luna Renesmee Lilian Cullen: ciaoooo! Come vedi non è stata necessaria una settimana per avermi di nuovo tra i piedi (non so se sia un bene o meno! Ih ih ih!)
Be'...spero davvero di aver risposto alle tue domande e anche di non averti delusa con questo capitolo! Inoltre...sono pienamente d'accordo con te per il fatto che Jasper è stato troppo sminuito, il suo è un personaggio davvero interessante e particolare, a me devo dire che piace davvero molto. Lui, Emmett e Rosalie sono i miei personaggi preferiti! Spero di vedere un tuo commento anche per questo capitolo!
Un abbraccio, ci sentiamo presto!!

Ringrazio inoltre anche tutte le persone fantastiche che anche senza commentare leggono la mia ff, chi la segue, chi l'ha messa tra i preferiti!!! Un GRAZIE DI CUORE a tutti! Ci risentiamooooooo!

 

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Capitolo 15
*** La verità...o quasi... ***


Capitolo 15-La verità...o quasi...  

CAPITOLO 15: LA VERITÀ...O QUASI...


EDWARD'S POV

Carlisle, inginocchiato davanti al divano all'altezza delle gambe di Esme, cercava di calmarla e così faceva anche Jasper, che teneva Alice stretta a sè. Bella teneva una mano alla sua migliore amica, così, io andai ad aprire la porta.
Ero sovrappensiero, la mia mente vagava verso Rosalie, verso Emmett, verso ogni assurda possibilità che aveva potuto portarli via da noi, e naturalmente, tutte le mie ipotesi, erano una più insensata e meno probabile dell'altra. Certamente però, non mi aspettavo di certo ciò che mi ritrovai di fronte. Inizialmente non vidi nessuno, poi, abbassai lo sguardo. Rimasi basito.
Una bambina. Una bambina angelica dai boccoli biondi, la carnagione marmorea e gli occhi...no. Non poteva essere. Quegli occhi, quegli occhi che conoscevo così bene. Gli occhi di Emmett. Senza alcun dubbio la piccola creatura che mi trovavo davanti era una vampira, ma c'era qualcosa di diverso in lei. Non era come tutti i bambini vampiri privi di una propria volontà che dovevano essere eliminati per l'incolumità della razza umana, lei era quasi come...mia figlia. Somigliava molto a Nessie e ogni istante mi rendevo conto che la piccola continuava a crescere. Ma che cosa poteva essere allora? Emmett aveva avuto una figlia? Con Rose? No, non era possibile; lei era una vampira e pertanto non poteva concepire. Ma lei...era così simile ai miei fratelli! Gli occhi di Emmett, i capelli, i lineamenti e la straordinaria austera bellezza di Rosalie...che cosa poteva significare tutto quello? Poi vidi la lettera. 
C'era una lettera accanto alla bambina e anche delle buste di plastica che sembravano quelle dei centri commerciali. Presi in braccio la bambina e la lettera tra le mani...e non appena notai il nome scritto all'esterno ebbi un tuffo al cuore: 
Rosalie.
L'elegante calligrafia di mia sorella sarei stato in grado di riconoscerla ovunque. Era meglio che aprissi subito quella lettera o sarei impazzito, e forse, sarebbe stato più conveniente se l'avessi letta prima io, non avevo idea di cosa ci fosse scritto lì dentro e temevo fossero cattive notizie, quindi avrei potuto trovare un modo per spiegarlo al resto della mia famiglia. L'aprii.

Cari Esme e Carlisle,
 cari fratelli, 
se questa lettera è arrivata nelle vostre mani significa che ciò che su questa Terra mi sta più a cuore è sana e salva. La mia bambina. 
Hope.
Non so chi di voi stia leggendo per primo la mia lettera, ma ci sono delle cose che dovete sapere. 
Tutto è iniziato quando io ed Emmett eravamo nella nostra casa in Vermont,quasi un anno fa. Mentre stavamo giocando a baseball, fui presa da un dolore atroce e quella sera notai una piccola protuberanza sul mio ventre. Ero incinta.
Lo so che è impossibile, lo so che è assolutamente assurdo per una vampira, ma fu proprio per questo che io ed Emmett decidemmo di partire; volevamo scoprire di che cosa si trattava, com'era possibile un simile miracolo.
Ci recammo in Brasile, dove  Edward e Carlisle volevano andare per saperne di più sulla gravidanza di Bella e sulla sorte di Renesmee e lì, dopo parecchi mesi di ricerche, incontrammo un uomo: Alastair Stowe e lui ci aiutò, disse che avevo un dono e questo dono era dato dalla mia forza di volontà e dalla mia tenacia. Potevo far avverare qualunque cosa se soltanto lo avessi voluto molto intensamente...e così è stato. Ho avuto la mia bambina, il mio piccolo angelo che ha completato quella parte di me che tanto avevo desiderato durante la mia intera vita ed esistenza. Quando è nata Hope io ed Emmett abbiamo coronato la nostra felicità, ci è stata svelata l'essenza stessa della felicità, credo che Edward e Bella ne sappiano qualcosa. 
Inoltre, Alastair ci svelò che la nostra bambina ci amava a tal punto da sentire quando eravamo in pericolo e così le persone attorno a lei. Potevamo capire di essere in pericolo da quanto in fretta lei crescesse e questo avrebbe potuto esserci utile per metterci in guardia.
Ma adesso, dovete promettere a me ed Emmett che vi prenderete cura di lei. Non è come tutti gli altri vampiri bambini, Hope è molto intelligente e cresce. Cresce e ve ne renderete conto molto presto. 
Ora devo andare, spero che vi prenderete cura di lei come faremmo io ed Emmett e spero inoltre di rivedervi presto. Ci mancate, ci mancate molto tutti quanti.
Vi vogliamo bene e continueremo a volervene qualunque cosa accada. Voglio anche scusarmi con Bella per il modo in cui l'ho trattata fino a quando siamo partiti. 
Ricordatevi che vi porteremo sempre con noi, ovunque, qualunque cosa accada.
Rosalie ed Emmett"

Se fossi stato umano e avessi avuto un cuore che ancora batteva probabilmente in quell'istante si sarebbe fermato. Com'era possibile? Rosalie aveva avuto una bambina, proprio quella bellissima bambina che in quell'istante stavo tenendo tra le braccia. E tutto ciò era stato possibile grazie al suo straordinario dono; nessuno di noi sapeva che mia sorella riusciva a far avverare ciò che voleva e il più grande desiderio era sempre stato quello di avere un bambino.
Ma nella lettera non accennava al perchè lei ed Emmett non fossero tornati; che fine avevano potuto fare? Da lontano, vidi arrivare Jacob con la mia piccola Nessie in braccio, così, strinsi mia nipote, presi le buste ancora vicino alla porta d'ingresso e aspettai che i due arrivassero. - Ehi Edward, ma...chi è? - chiese Jacob perplesso. - Vieni dentro, devo parlare a tutti. -
E mentre la notte calava, io, Jacob, Nessie e...Hope, rientrammo in casa. C'erano tante cose che avrei dovuto spiegare alla mia famiglia.

***

ESME'S POV

Non c'erano più parole, se fossi stata umana, non ci sarebbero state neanche più lacrime. Avevo perso due figli da quasi un anno. Non c'era più altro da dire. Ero morta dentro. I primi mesi erano stati così distruttivi da avermi spossata quasi a livello fisico. 
Emmett e Rose. I miei Emmett e Rose.
Mi mancavano, mi mancavano così tanto! Mi mancavano l'allegria e la solarità di Emmett e la gentilezza di Rosalie, il suo lato che solo noi, la sua famiglia, conoscevamo. Quando era arrivata lei in famiglia, avevo sentito di essere finalmente capita. Amavo Edward e Carlisle, ma loro non potevano rendersi conto all'epoca di cosa significasse perdere un figlio, la mia Rose sì. In quella terribile notte di ormai tanti decenni prima, lei aveva perso ogni possibilità di crearsi una famiglia e bramava un figlio come nulla nella sua vita.
Carlisle prese posto sul divano accanto a me, mi strinse forte e mi posò un lieve bacio sui capelli. Gli accarezzai dolcemente il collo e sospirai nascondendo il volto nella sua spalla perfetta. Lo amavo. Lo amavo tanto che avrei dato la mia vita per lui, ed era essenzialmente per lui che avevo resistito tutti quei mesi. Lui era la ragione per cui non ero ancora impazzita.
Mi preoccupai solo in quel momento di cosa stesse facendo Edward fuori per tutto quel tempo, chi aveva suonato al campanello? 
In quel periodo ero stata talmente presa dal dolore che quasi non badavo più a tutti i miei sensi da non-morta. Ero praticamente diventata un'umana. Una fragile madre in preda al dolore della perdita.
Vidi Alice aggrapparsi spasmodicamente a Jasper e provai un'altra fitta di dolore. Mi alzai e le andai vicino. Jasper la depose sul pavimento e la strinsi forte a me in un abbraccio protettivo e materno. La mia "bambina" mi guardò con occhi vitrei e disperati e mi abbracciò tanto forte da farmi quasi male, ma non m'importava. In quel momento volevo solo starle vicino.
Poco dopo entrò Jacob, con la piccola Nessie tra le braccia e subito Bella corse a prenderla, ma ciò che stupì tutti noi, fu quando Edward fece il suo ingresso nella stanza. Anche lui aveva una bambina in braccio e subito tutti noi puntammo gli occhi su di loro. Furono le parole che mio figlio pronunciò dopo che lasciarono tutti senza parole.
- È la figlia di Emmett e Rose... -

***

ROSALIE'S POV

Cominciava ad albeggiare, io, Peter, Alastair e Charlotte eravamo nell'elicottero; io avevo appena finito di spiegare agli altri tre il mio piano.
- Sei impazzita?! - Alastair era davvero in preda al panico. - Devo farlo. Serve assolutamente qualcosa per distrarli e senza alcun dubbio questo lo farà! -  - Oh sì, questo li svierà senza ombra di dubbio. - intervenne Peter. - E quando hai intenzione di metterlo in pratica questo piano? -         - Non appena avrò tutto il necessario. -  - Sei sicura che sia la cosa giusta da fare? -  - Non so se è la cosa giusta, ma...se riuscirò a riprendermi Emmett...sarà la cosa giusta... -  - È pericoloso. - asserì poi la vampira. - Non so che altro fare a questo punto. -  - Sarà rischioso, ma avrai il nostro appoggio. -  - Non so veramente come ringraziarvi. -

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Saaaaaaaaaaalveeeeeeee!!!!!!!!!!!!! Allora...che ne dite di questo nuovo chappy? Spero vi sia piaciuto! Scusate se ci ho messo un po' più di tempo ad aggiornare ma ho avuto davvero tante cose da fare! Finalmente adesso ci sarà ben una settimana di vacanza e quindi spero di riuscire a postare qualche altro capitolo il più presto possibile! E come avrete notato, il POV di Rosalie oggi è stato mooolto breve, ma in questo periodo sono in mancanza di idee! Già tanto è stato che venissero fuori i due POV precedenti! Ditemi cosa ne pensate, specialmente del profilo di Esme dato che era la prima volta che ne facevo uno!

E adesso come al solito faccio una breve analisi:  Edward ha finalmente trovato la piccola Hope davanti la porta di casa e ha letto la lettera lasciata alla famiglia da parte della sorella. Senza dubbio è sconvolto da tutto ciò che è capitato, ma, se non altro, ora sa che Rosalie sta bene (per lo meno lei). 
Per quanto riguarda Esme...quello che sta passando è davvero atroce: dolore, perdita, sentimenti che nessun essere umano, o anche dannato per l'eternità dovrebbe provare, perchè è veramente orribile. Naturalmente, come dopotutto anche il resto della famiglia, è rimasta sconvolta per le ultime parole di Edward  e adesso tutti si chiedono come si potuta accadere una cosa del genere.
Rosalie invece è sempre più agitata e nervosa per il suo piano e per la paura di perdere il suo amore per tutto il resto dell'eternità. Peter, Charlotte e Alastair pensano che il piano sia altamente pericoloso, ma sono con lei e l'aiuteranno? Come finirà? Riuscirà prima o poi la nostra Rose a riabbracciare il suo amato monkey-man??? Questo si vedrà! 

ANGOLO PUBBLICITÀ: Ho una mezza ideuzza di pubblicare un'altra ff (una Bella/Edward) un po' particolare a breve. Si intitolerà "La Rosa Nera" Una storia in cui Bella sarà una strega/vampira di fine 1100 e Edward un vampiro di due o tre secoli dopo (devo ancora decidere!). Fatemi sapere se vi attira!  Naturalmente non ho nessunissima intenzione di abbandonare Speranza nel frattempo e, come già detto, spero in un celere aggiornamento!

Scusate ma oggi sarò proprio di poche parole per i ringraziamenti perchè sono davvero di frettissima, ma sappiate che vi adoro tutti e che non andrei avanti senza di voi! Baci angeli!


Morkia94: grazie grazie grazie grazie 1000000000!!! Sono sempre contenta dei complimenti che mi fai! E sono ancora più felice che la mia storia continui ad appassionarti! Chiedo inoltre umilmente perdono per non aver recensito le tue altre ff o "Blood and Love", ma davvero, non ho proprio avuto il tempo di andare a vederle in questo periodo, sono strapiena di cose da fare! Spero di riuscire a farci un salto entro stasera! Spero mi lascerai un commentino per dirmi cosa ne pensi  del 15 chapter e della mi nuova idea! Un abbraccio immenso!

kekka cullen: ciaooooooooo!! Sono veramente contenta che la mia storia ti stia piacendo; ricevere nuovi pareri fa sempre tanto piacere e spero che mi dirai cosa ne pensi anche su questo capitolo e sulla Bell/Ed che mi frulla intesta! Ti ringrazio ancora veramente! Un bacio!

ila74cullen: mia regina!! Come farei senza di te che mi segui da così tanto tempo ormai e che mi lasci commenti sempre così belli!? Ti ringrazio infinitamente, spero mi farai sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo e della nuova ff che sta via via prendendo forma nella mia testolina bacata!! ;-P
Un bacioneeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!

Ringrazio anche i preferiti, i seguiti e tutte le altre persone fantastiche che leggono semplicemente la mia storia! Un abbraccione a tutti!!!!!!!!
E vi prego di perdonare eventuali errori!

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Capitolo 16
*** "Fuochi d'artificio"...la terra trema ***


Capitolo 16-"Fuochi d'artificio"...la terra trema


CAPITOLO 16: "FUOCHI D'ARTIFICIO"...LA TERRA TREMA:


LEAH'S POV

Io e David eravamo arrivati da qualche ora nell'albergo di Seattle che Rosalie ci aveva indicato. Eravamo entrambi esausti. Il viaggio in aereo dal Brasile a Port Angeles, da lì a Forks in taxi e adesso guidare fino a Seattle ci aveva davvero tolto le forze. Be'...per lo meno adesso avremmo solo dovuto aspettare senza più fare spostamenti. Ora avremmo dovuto attendere tre settimane; tre settimane che, avrei scoperto, si sarebbero rivelate le più lunghe della mia vita.
Di solito quando aspetti qualcosa, sai che l'attesa sarà lunga, ma quella volta...sarebbe stata davvero estenuante. 
Continuavo a farmi mille domande. "Arriveranno? Riceveremo la lettera di Rosalie? Staranno bene? Emmett è vivo? Cosa gli staranno facendo? E Hope?"  seguitavo a torturarmi il cervello e diventavo via via sempre più nervosa.
D'altra parte, David non era da meno, avevo intuito che si era affezionato alla bambina di Emmett e Rosalie talmente tanto da essere disposto a battersi lui stesso per salvarla. Aveva uno strano legame con lei, non so perchè.
In quel momento ero seduta su una poltrona nella stanza che avevamo prenotato e lui era nel bagno sotto la doccia. 
Continuavo a battere nervosamente il piede destro per terra, irrequieta, non riuscivo veramente a trovare qualcosa che potesse distrarmi e farmi pensare un po' meno a ciò per cui ero andata lì. Temevo che la lettera di Rosalie non sarebbe mai arrivata; temevo che tutto sarebbe stato inutile, ma dopotutto...che altro potevo fare se non attendere?
Dave uscì dal bagno ancora umido, con i capelli che gocciolavano e la camicia blu ancora aperta. Indossava un paio di jeans scuri e dei calzini neri. Non appena mi vide, mi venne subito incontro. - Sei agitata? - - Tu no? - gli risposi con un'altra domanda? -  - Certo che sono agitato; ho paura che non avremmo mai notizie da Rosalie, ma tutto quello che ho imparato da quest'avventura, è che devo sempre continuare a sperare, e stranamente sono stati proprio Rosalie ed Emmett che mi hanno insegnato tutto questo. Loro, con la speranza e la forza di volontà sono riusciti a generare Hope e adesso si battono fino all'ultimo per salvare il loro amore. E la mia, di speranza...è che riescano a tornare dalla loro bambina e dalla loro famiglia sani e salvi. -. E detto questo mi baciò.

***

ALICE'S POV

Inizialmente non capii le parole di mio fratello. Era appena entrato nella stanza con in braccio una bellissima bambina dai boccoli biondi e quegli occhi che mi sembravano così familiari.
E subito dopo misi insieme i due pezzi del puzzle.
- È la figlia di Emmett e Rose... - aveva detto Edward solo pochi istanti prima. A quelle parole il silenzio era caduto sovrano, un assordante silenzio. Tutto era immobile, i presenti all'interno della stanza avevano smesso di respirare, per un attimo anche Jacob aveva trattenuto il respiro, ma poi, dato che era un essere umano, era stato costretto a ricominciare. "È la figlia di Emmett e Rose..." e subito ricollegai. Gli occhi di quella bambina che mi sembravano tanto familiari. Ecco perchè. Erano gli occhi di mio fratello. Gli occhi di Emmett.
Avrei voluto piangere, ma non potevo. Mi sciolsi dolcemente dall'abbraccio di mia madre e corsi verso Edward, prendendo tra le braccia quella bambina angelica. 
Sì, somigliava ai miei fratelli in tutto e per tutto. Gli occhi di Emmett; i capelli, la bocca, i lineamenti e la bellezza di Rose.
Strinsi al petto quella creatura, la creatura che, non avevo più dubbi per quanto impossibile fosse, era davvero la progenie di Emmett e Rosalie. Le posai un lieve bacio sulla fronte e le accarezzai la piccola schiena.
Esme mi si affiancò subito e prese tra le braccia la piccola. Anche lei se avesse potuto avrebbe pianto in quel momento. 
Guardavo la mia nipotina con un amore incondizionato, sentivo il bisogno di proteggerla da qualcosa, anche se non sapevo da cosa di preciso. Le accarezzai la testa bionda, sembrava avesse quasi un anno, ma, mi resi conto, non sapevo quando fosse nata di preciso. Mi voltai a guardare Edward. - Com'è possibile una cosa del genere? - lui alzò una mano, in cui teneva una lettera e disse: - Questa l'ha scritta Rose. Qui ha spiegato tutto. - e così, si mise a raccontare ciò che era accaduto ai miei fratelli in tutto quel tempo.
Be'...allora a giudicare da ciò che Rose aveva scritto, Hope, non doveva essere poi così grande.
- No, non credo sia nata da molto... - confermò Edward.
 E infine, vidi qualcosa che mi fece provare una tenerezza  che non avevo mai provato fino a quel momento. Carlisle se ne stava seduto in un angolo infondo alla stanza, con la testa tra le mani e sembrava quasi che...singhiozzasse. Mi diressi quasi danzando verso di lui, lasciando Hope ad Esme e al resto della mia famiglia.
Mio padre doveva essere veramente distrutto dopo quell'anno. Io ed Esme eravamo quelle a cui avevano dedicato più attenzioni, ma lui, Edward, Jasper e persino Bella....ero stata così presa dalla mia angoscia da non capire quanto dovessero stare soffrendo loro.
Mi sedetti accanto a lui e lo strinsi forte, lui alzò lo sguardo e nei suoi occhi potei leggere tutta la sua disperazione e il suo dolore. 
Finalmente si era lasciato andare.

***

ROSALIE'S POV

Era passato tanto tempo da quando ero arrivata a Volterra...e finalmente...quella sera avrei messo in atto il mio piano. Avevo dovuto aspettare molto più tempo del previsto prima che arrivasse l'occorrente di cui avevo bisogno per far funzionare tutto.
Ormai era la terza settimana che me ne stavo lì, nei dintorni di quella città ad architettare tutto. Se entro cinque giorni non avessi dato mie notizie a Leah e David a Seattle, loro se ne sarebbero andati, sarebbero tornati a Forks. 
Dipendeva tutto da quella sera. Dipendeva tutto dalla riuscita, o no, del mio piano. Non volevo neanche immaginare cosa sarebbe potuto succedere se avessi fallito.
Il cielo cominciava ad imbrunire ormai e l'oscurità iniziava a calare. Quel giorno c'era qualcosa di strano; ogni cosa sembrava morta e immobile in quell'atmosfera tesa. 
Alastair era all'interno dell'elicottero, cercava di dormire, ma non ci riusciva, teneva gli occhi chiusi, ma sapevo che era nervoso e agitato. Se le cose si fossero messe male, avevo detto a Peter e Charlotte di abbandonarmi e portare Alastair via da lì...e di corsa.
I due vampiri in quel momento stavano aggirando tutto il perimetro della radura in cui eravamo atterrati per assicurarsi che tutto procedesse come da previsto.
- Non ci sono umani, nè vampiri qui intorno. È tutto a posto. - disse Peter una volta che furono tornati. - Ottimo. Credo che stasera, verso le otto, sia il momento più appropriato per iniziare. - i due annuirono. - D'accordo. -  - E ricordate, non voglio che due rischiate più del dovuto, perciò non avvicinatevi troppo, badate solo a tenerli occupati e cercate di coprire il vostro odore. -  - Sì, Rosalie, lo hai già detto tre volte oggi. - mi riprese bonariamente Charlotte. - Lo so, scusatemi, sono nervosa. - mi sorrisero.
Alzai lo sguardo; il cielo ormai era blu, con qualche striatura di verde all'orizzonte e si cominciavano a vedere le prime stelle.
Ero irrequieta. Il giorno in cui mi sarei giocata il tutto per tutto era arrivato. Non vedevo Emmett da quasi tre settimane ormai, ma a me sembrava molto di più. Mi mancava, mi mancava terribilmente. Mi mancavano le sue braccia forti a circondarmi la vita, mi mancava il suo dolce profumo che riusciva ad inebriare tutti i miei sensi, mi mancavano le sue labbra e il loro sapore. Mi mancava qual senso di protezione che provavo ogni volta che mi era accanto. Pensai a lui intensamente, così intensamente che per un attimo ebbi la sensazione di sentirlo. 
Dovevo fare attenzione quella notte, dovevo salvarlo, ed ero pronta a rischiare la mia esistenza per farlo. Presi un respiro profondo, anche se non ne avevo bisogno, lo feci, cercai di rilassarmi il più possibile per prepararmi a quella sera. 
Qualche istante dopo percepii una mano poggiarsi sulla mia spalla. Mi voltai, era Peter. - Cerca di non agitarti troppo, d'accordo? - mi aveva quasi letto nel pensiero. - È quello che sto cercando di fare...rilassarmi, intendo... - sul suo volto si aprì un mezzo sorriso, uno di quei sorrisi che non sei neanche sicuro ci siano stati veramente. - Sei in grado di pilotare un elicottero? - gli chiesi poi. - Tu o Charlotte... -  - Rosalie, tu sarai con noi... -  - Non è detto, Peter. Dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza e non è detto che io ed Emmett riusciremo a metterci in salvo. Saprete guidarlo? -
- Sì, io sì... - sorrisi debolmente. - Bene. Allora cominciamo... -.

Per riuscire a coprire il mio odore dovetti fare del mio meglio tra profumi, terra e piantagioni varie. Cercai di strofinarmi contro ogni albero che potevo e infine Peter e Charlotte dissero che ero abbastanza coperta, ma anche loro dovettero fare lo stesso. Dopotutto con Demetri nei dintorni non si poteva mai sapere. Per precauzione cercammo di variare, per quanto possibile, anche l'odore di Alastair. Certo, se l'avessero fiutato, sarebbero stati piuttosto confusi perchè essendo a metà tra un vampiro e un licantropo, non sarebbero riusciti ad identificarlo.
Entrai nell'elicottero, sempre ben nascosto dalla vegetazione e presi due zaini. Uno lo porsi a Charlotte.
- Ricordate, sulla torre campanaria... -  - Sì, certo. -  - Fa attenzione, Rosalie... -  -Cercherò di non farmi uccidere... - dissi ironica. E con questo, mi misi l'altro zaino in spalla e svanii nell'oscurità.
Quella sera i Volturi avevano organizzato una sorta di ballo, una festa a cui avrebbero partecipato gli umani, che probabilmente alla fine sarebbero diventati il dessert. La sola idea mi faceva rabbrividire. Dopotutto un tempo lo erano stati anche loro, come potevano nutrirsene?!
Corsi quanto più velocemente potevo e mi appostai in un'altra radura, a poche centinaia di metri dal palazzo di quegli assassini orribili, preparando tutto l'occorrente.
La torre campanaria fece suonare le otto di sera, poi le otto e mezza, le nove. Iniziai a preoccuparmi. A quest'ora Peter e Charlotte avrebbero dovuto fare la loro mossa.
Nove e mezza...dieci. Ecco. Dalla torre arrivarono dei fuochi d'artificio. Non erano quelli normali, però. Erano sempre colorati come tutti gli altri, ma molto, molto più rumorosi, quasi assordanti. Cominciai a percepire il disorientamento e la confusione tutto attorno a me, la città iniziava ad andare nel panico, nessuno si era aspettato una cosa del genere. Bene, adesso toccava a me. Avevo calcolato tutto. In quel momento non ci sarebbe stato nessuno nel centro storico, quindi estrassi dallo zaino un piccolo telecomando e premetti un pulsante rosso. Nello stesso istante, dalla città si udì un boato assordante. Quella era la bomba ad orologeria che avevo piazzato la notte precedente. Certo, avrei distrutto una parte di Volterra, ma ne sarebbe valsa la pena e avrei voluto fare meno danni, ma con i Volturi, bisognava fare le cose in grande per distrarli.
Le urla giunsero fino a me dal centro storico. Ok, adesso avevo l'ultima bomba da far esplodere e in quel momento si trovava proprio sotto i miei piedi. Quella sarebbe servita a farli allontanare dal palazzo, ma io dovevo avvicinarmi di più a loro, in modo da avere immediatamente il via libera.
Corsi velocemente come mai prima di allora, saltai sui tetti delle case, vidi di sfuggita Peter e Charlotte lanciarsi dalla torre campanaria, ma qualcuno li stava inseguendo. Deviai per un momento; non potevo permettere che loro ci finissero in mezzo.
Quando mi avvicinai a loro, li vidi messi spalle al muro da...no, dannazione! Era Felix, quel bestione, ma la rabbia che provai in quel momento fu più forte, lui era stato uno di quelli che mi aveva portato via Emmett.
In quel momento la scena mi riportò alla mente quando, tanti anni prima ormai, ero andata a caccia di Royce e i suoi compari, prendendoli uno alla volta. Sì, stavolta avrei fatto lo stesso. Per Emmett.
La collera mi montò dentro e poco prima che Felix saltasse addosso a Charlotte mi avventai su di lui ed entrambi cademmo rovinosamente a terra. Fummo molto veloci, combattevamo in una danza impetuosa senza esclusione di colpi. Ad un tratto lui mi alzò da terra come se fossi una piuma e mi scaraventò contro un muro, che si sgretolò sotto il mio peso. A quel punto Peter e Charlotte gli si tuffarono contro, affondando i denti nella sua pelle marmorea. Non avrei accettato aiuto per uccidere quel viscido schifoso, ma Felix era troppo forte perchè riuscissi a batterlo io da sola, forse era troppo forte anche per tutti e tre, ma in quel momento io stavo dando ascolto solo al mio istinto primordiale di sopravvivenza e furia omicida.
La guardia dei Volturi emise un grido orribile, ma venne coperto dai fuochi d'artificio e dal caos che si stava scatenando in città. Noi quattro ci trovavamo in una piazzetta isolata e nessuno si accorse di ciò che stava accedendo per fortuna.
Le braccia di Felix volarono via, sotto i morsi di Peter e Charlotte e poco dopo io gli staccai la testa. Mi accorsi che c'era della legna accatastata in un angolo e così riuscimmo ad accendere un falò.
Charlotte prese le braccia del vampiro, che continuavano ad agitarsi per terra e le buttò nel fuoco. Pezzo per pezzo riuscimmo ad eliminare quel mostro.
Non potevo crederci; avevamo ucciso Felix! Lui era il più forte insieme a Santiago, comunque adesso non potevo permettermi di esultare e pensare che tutto fosse finito; no, ancora la parte più dura doveva arrivare. E io dovevo far saltare in aria la seconda bomba.
- Dovete tornare all'elicottero. - dissi a Peter e Charlotte. - No, dobbiamo aiutarti, non potrai farcela da sola se sono così... -  - Ce la farò, non ho intenzione di battermi con nessun altro di loro, uccidere Felix è stato già troppo, se dovessero scoprire che siamo stati noi ci ucciderebbero di sicuro. -  - Ma non puoi entrare in quel palazzo da sola. -  - Devo farlo, voi pensate a mettere in salvo Alastair, io faccio esplodere la seconda bomba nella radura, li farà allontanare. - i due mi guardarono di sbieco, non troppo convinti. - Fidatevi, io devo trovare Emmett. Credo lo abbiano portato nei sotterranei. -  -Fa attenzione Rosalie... -  - Certo. - detto questo, saltai sul tetto di una casa e premetti di nuovo il pulsante rosso. Il fragore dell'esplosione raggiunse immediatamente le nostre orecchie e non appena mi voltai, vidi Peter e Charlotte che si stavano già allontanando. Sospirai e mi misi in attesa.
Dal palazzo dei Volturi ci fu un fuggi fuggi generale di umani terrorizzati, che però vennero ricacciati dentro dalle guardie di Marcus, Aro e Caius, dicendo loro che sarebbe stato più sicuro rimanere all'interno dell'edificio.
Un attimo dopo, questi tre, insieme a Renata, Demetri, Alec, Jane e Santiago, corsero fuori, verso la radura, da dove era venuta la seconda esplosione.
Bene, molto meglio di quanto mi aspettassi.
Mi insinuai tra la folla spaventata senza dare nell'occhio e corsi nel palazzo ad una velocità esorbitante, percorsi ogni singola stanza del castello e non appena arrivai alle scale che mi avrebbero condotto ai sotterranei, quasi mi ci tuffai. In un attimo fui al piano inferiore.
Tutto era buio e sudicio, ma continuai a correre senza rallentare, troppo presa ormai dal fatto di essere arrivata fino a lì.
Ad un tratto qualcosa mi fece fermare di botto. Un rumore. Anzi, una sorta di gemito debole. Camminai velocemente senza più correre, percorrendo il corridoio, fino a quando arrivai ad una cella in fondo. Mi voltai di scatto ed... - Emmett! - esclamai.

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Buongiorno a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo!  =)  
Spero vi sia piaciuto come tutti gli altri e spero di non avervi deluse/i! Come avete visto in questo capitolo ho lasciato molto più spazio alla nostra Rose che agli altri dato che finalmente ha messo in atto il suo piano. Avete visto, quindi? Bombe e armamentari vari erano ciò che le servivano e che stava aspettando per mettere tutto in pratica.
Inoltre...la lotta con Felix...mah! Questo sicuramente porterà a guai, ma almeno ha finalmente ritrovato il suo amato Emmett. Che cosa accadrà adesso?
Perdonatemi, però oggi non ho proprio il tempo ringraziarvi uno alla volta, perciò un GRAZIE DI CUORE a ila74cullen, Morkia94 e sonosempreio, che credo abbia recensito nel primo cappy! Grazie ragazze!!!!!!!!!
E grazie inoltre a tutte le persone che leggono, ecc.

ANGOLO PUBBLICITÀ: Ho pubblicato la nuova storia, si intitola La Rosa Nera, come avevo già detto, se avete voglia di fare un salto e lasciare un commentino è sempre gradito! Un  BACIO IMMENSO A TUTTIIIIIIIIIIII!!

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Capitolo 17
*** Liberi tutti ***


Capitolo 17-Liberi tutti

CAPITOLO 17: LIBERI TUTTI

ROSALIE'S POV

Finalmente, non ci potevo credere: era lì! Era lì, il mio Emmett, il mio Amore...ma c'era qualcosa...qualcosa di strano, qualcosa di sbagliato. Soffriva. Stava soffrendo come un cane, lo vedevo, lo percepivo, faceva quasi star male me.
Lo chiamai nuovamente, spaventata. - Emmett! Emmett! - mio marito alzò appena il capo, la fatica che faceva a fare ogni singolo movimento era tangibile. - Rose... - era un sussurro appena, ma io lo udii perfettamente dati i miei sensi super sviluppati.
- Rose...d...devi - ogni parola era una sofferenza. Mio Dio, ma che cosa gli avevano fatto?? Bastardi psicopatici, li avrei uccisi! Sì, li avrei uccisi tutti se solo fosse stato necessario! Ma adesso che ci pensavo...meritavano di essere uccisi anche solo per ciò che avevano fatto a mio marito. 
- Devi andare subito...v-via...torneranno...stanno...stanno per t-tornare... - il dolore che provava non lo potevo sopportare; perchè soffriva così?! Iniziai a spaventarmi seriamente. 
Mi guardai intorno, solo le sbarre della sua prigione ci separavano. - No, non me ne vado senza di te, non ci penso neanche, Emmett, non ti lascio a morire nelle mani dei Volturi. -  - T-ti... uccideranno -  - No, io ucciderò loro se si avvicineranno un'altra volta... -  - Ma davvero? - quella voce proveniente dalle mie spalle mi raggelò all'istante. Mi voltai lentamente per trovarmi di fronte...Jane. 
"Piccola stronza" 
pensai tra me. Certamente era lei la causa del dolore do Emmett. 
La furia che mi montò dentro fu incontenibile, la sentivo sempre più violenta prendere quasi possesso su di me, sì, non pensai più razionalmente a tutto ciò che mi stava accadendo attorno e quando Jane, con la sua vocina insopportabile, disse guardandomi: - Dolore - udii a stento la voce di Emmett che terrorizzato gridava contro di lei, la collera che avevo accumulato in corpo venne liberata con la stessa potenza di un uragano e si abbattè contro l'avversaria che mi stava innanzi. Una sorta di barriera luminescente che rischiarò quegli oscuri sotterranei a giorno la investì e il potere che lei stessa mi aveva mandato contro, le si ritorse addosso. Si accasciò per terra e iniziò ad essere preda degli spasmi di atroce dolore. 
In quel momento mi tornarono in mente le parole di Alastair: "
Quando hai paura o sei arrabbiata...o stai provando altre emozioni molto intense...il tuo dono funzionerà senza neanche tu te ne renda conto e sarà molto potente. Ricorda questo, potrebbe servirti se mai dovessi trovarti faccia a faccia con i Volturi..."  
Allora forse era per quello; era stato il mio dono a permetterlo. Ora capii a pieno le parole di Alastair: il dono di Jane le si era rivoltato contro perchè il miei poteri lo avevano permesso. Ad ogni modo...adesso non potevo concedermi di pensarci troppo a lungo, a breve sarebbero arrvati gli altri e non potevo di certo rimanere lì. 
Allargai le sbarre della cella di Emmett senza alcuno sforzo e lo strinsi forte a me dopo tanto tempo, lui era debole, non capivo il perchè, non era normale: i poteri di Jane funzionavano solamente con un contatto visivo e lei non lo stava guardando. E inoltre notai un'altra cosa...i suoi occhi...erano...vacui, come se fosse cieco. E lì di sicuro c'era lo zampino di Alec. Ma non capivo...com'era possibile?
 Dovevo pensarci in un secondo momento. Mi caricai Emmett sulle spalle e spiccai un balzo fuori da una finestra dai vetri opachi e sudici. Poco dopo mi voltai indietro per vedere Jane rialzarsi e Aro, Caius, Alec, Demetri e un altro giovane ragazzo che non avevo mai visto fare il loro ingresso nelle segrete. Jane era furente e sbraitava a tutti gli altri cos'era accaduto. Vidi l'intero gruppo voltare la testa e fissarmi per mezzo secondo, ma non concessi loro altro tempo e svanii nell'oscurità della notte, mio marito sempre sulle spalle.
Arrivai alla radura in cui ci eravamo nascosti per quelle settimane, ma l'elicottero non c'era più. Guardai l'ora. Era passato troppo tempo, loro erano andati via, come avevamo programmato da piano.
Ormai cominciava ad albeggiare, e l'unica cosa che mi rimaneva da fare era correre. Correre, andare via da lì di corsa. Respirai intensamente per dieci secondi, poi iniziai a sentire degli odori familiari...erano loro, i Volturi...e ci stavano dando la caccia.

***

CARLISLE'S POV

Erano passati quindici giorni dall'arrivo di Hope e ormai tutti ci eravamo convinti del fatto che non potesse essere una dei bambini vampiro perchè il fatto che crescesse era palese, com'era lampante dopotutto che fosse la figlia di Emmett e Rose. Era la loro fotocopia esatta, la piccola somigliava davvero molto ai miei figli e l'amavo come fosse la mia bambina. 
L'avrei protetta e mi sarei preso cura di lei fino al ritorno di Rose ed Emmett...ma qualcosa dentro di me, diceva che c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che Rose non aveva scritto nella lettera. 
Era solo un presentimento, ma di solito i miei presentimenti si rivelavano piuttosto azzeccati e io impazzivo perchè non riuscivo a capire cosa fosse. 
Da quando la piccola era arrivata il clima in casa si era leggermente disteso, era come se un po' di Emmett e Rose fosse tornato da noi, ma quel dettaglio che mia figlia aveva omesso era...davvero...insopportabile. Cercavo di tenere i miei pensieri per me perchè non volevo far sapere a Edward di tutti i miei timori, però ero consapevole del fatto che Jasper probabilmente capiva i miei sentimenti e questo mi dispiaceva. 
Da quando Hope era arrivata, Bella, Edward e Renesmee erano rimasti da noi e questo era di conforto, soprattutto per Esme, l'assenza di Emmett e Rose per lei era insostenibile.
Ad un tratto però udii la voce preoccupata di mia moglie: - Carlisle! - urlò. In meno di due secondi fui da lei e capii il perchè di quel grido. Tutti gli altri membri della famiglia si erano radunati lì.
Hope stava crescendo a dismisura. Era notte, non capivo perchè, Rosalie aveva spiegato che la bambina cresceva nei momenti di pericolo e questo significava che noi eravamo in pericolo. Noi o...o loro. Era possibile che ovunque fossero Emmett e Rose, Hope riuscisse a sentirli? Hope diventava sempre di più, i suoi capelli si allungavano e quando si arrestò aveva la fattezze di una bambina di tre anni.
Alice stringeva la piccola tra le sue braccia e la paura iniziò ad insinuarsi dentro di me con prepotenza.
Ma che cosa stava succedendo?


***

DAVID'S POV

Mancava poco. Se entro qualche giorno non avessimo ricevuto notizie da Rosalie ed Emmett avremmo dovuto tornare a Forks. 
Solo pochi giorni. Pensai a Hope, a quest'ora almeno lei era con la sua famiglia. Chiusi gli occhi e mi massaggiai le tempie con due dita.
Leah stava riposando sul letto, io non riuscivo a farlo, ero troppo teso.
Era sera inoltrata, il cielo di Seattle aveva assunto una colorazione blu scuro. Decisi di fare una doccia veloce e poi di scendere a prendere qualcosa che la mia fidanzata avrebbe potuto mangiare una volta che si fosse svegliata.
Una volta alla reception però il consierge mi richiamò: - Scusi, lei è il signor David Hagen? - mi voltai, preso alla sprovvista. - Sì, sono io... -  - È arrivata una lettera per lei e per la signorina... Clearwater? - il mio cuore accelerò, corsi verso il bancone e presi la lettera. Vidi il nome sul retro: Rosalie.
- Grazie! Grazie mille! - lui mi fissò stranito, sorpreso da quel mio entusiasmo. - Di nulla, signore... -.
Non presi l'ascensore per tornare in camera e salii tre piani di scale di corsa. Spalancai la porta della stanza che io e Leah avevamo preso, la 119.
- Leah! Leah! Tesoro, svegliati! - lei scattò a sedere sul letto. - Dave! Che cosa è successo?! - io le porsi la lettera. - Oh mio Dio, è di Rosalie! -  - Sì! Credo ce l'abbia fatta. -. Leah l'aprì e la lesse ad alta voce:

"  Leah, David,
perdonatemi non ho molto tempo. Questa notte sono riuscita a liberare Emmett, ma i Volturi si sono messi sulle nostre tracce.
C'è qualcosa che non va, Emmett continua a stare male, non riesco a capirne il motivo. Ho incontrato di nuovo Alastair prima di partire dal Brasile e lui è venuto con me.
Arrivata nei dintorni di Volterra ho incontrato Peter e Charlotte, gli amici di Jasper e loro mi hanno dato una mano, però abbiamo ucciso Felix, una delle guardie dei Volturi e non credo che questa ce la faranno passare. Adesso mi sto dirigendo a Forks, ma non ho un mezzo di trasporto, dovrò inventarmi qualcosa. Voi fate come avevamo stabilito; tornate a Forks,  andata alla riserva e quando sarete a La Push non trasformatevi e date disposizioni di NON far entrare Edward, non dovranno sapere nulla fino al nostro ritorno.
Vi ringrazio ancora.
Rosalie."

- Ce l'ha fatta! - esclamai entusiasta. Leah però non aveva un'espressione felice, era preoccupata. - Leah, che cos'hai? -  - Emmett sta male, non capisco. Che cosa gli avranno fatto? - effettivamente nemmeno io potevo immaginarlo. - Non lo so, ma noi dobbiamo affrettarci. Torniamo a Forks. -  - Sì. -.
Preparammo i bagagli buttandoli nelle valige come capitava e scendemmo alla reception. - Bene. Alla volta di Forks, allora! - esclamò Leah.
Una volta arrivati pagai il conto, prendemmo la macchina che Rosalie ci aveva dato, la misi in moto facendola rombare e partimmo sgommando.

 ***
HOPE'S POV

Tutto era strano. Non vedevo mamma e papà da un sacco di tempo e mi mancavano terribilmente. Adesso però mi trovavo in un'altra casa diversa da quella in cui ero nata, una casa molto più grande in cui abitavano tante persone che a quanto pareva mi volevano bene, conoscevano i miei genitori.
Ero intelligente e capivo benissimo cosa stava succedendo attorno a me. Quelli dovevano essere i miei nonni e i miei zii...e avevo una cugina, si chiamava Renesmee, ma tutti la chiamavano Nessie.
Ricordavo che la mamma non voleva far sapere a nessuno che cosa fosse successo durante quell'anno e aveva detto che c'era uno dei suoi fratelli: Edward, che riusciva a leggere i pensieri altrui. Allora io dovevo fare in modo che non leggesse i miei.
Volevo bene alla mia famiglia, ma la mamma...lei e papà erano le persone più importanti della mia vita. Cercavo di pensare solo ai momenti belli che avevo trascorso con loro, ma che non rivelassero ciò che era accaduto davvero.
Ora potevo pensare liberamente perchè lo zio Edward non c'era era a caccia, ma una cosa accaduta il giorno prima mi aveva spaventata davvero. Avevo cominciato a crescere e sentivo quel disagio che ero solita provare quando qualcuno era in pericolo e avevo capito che erano mamma e papà. Avevo una gran paura per loro, avevo paura che non li avrei mai più rivisti.
Da quanto ero cresciuta avevo scoperto di riuscire a parlare, ma non lo avevo fatto molto, lo avrei fatto solo quando i miei genitori sarebbero tornati.
Un ragazzo biondo entrò in quella che era diventata la mia stanza, che da quanto avevo capito era la camera da letto dei miei genitori. Nessuno me lo aveva detto esplicitamente, ma sentivo il profumo della mamma.
- Ciao Hope... - io ero seduta sul letto e guardavo lo zio Jasper che si avvicinava. Mi prese tra le sue braccia dopo essersi seduto vicino a me. Aveva delle braccia molto forti, ma non erano come quelle di papà. Era tanto che papà non mi prendeva in braccio, se n'era andato; anzi, la mamma aveva detto che lo avevano portato via i...i Volturi, mi sembra.
Ma perchè mi avevano portato via il mio papà? Che cosa volevano da lui? Era per questo che era andata via anche la mamma, lo andava a prendere di nuovo e lo portava a casa, aveva detto.
Però mi mancavano tanto, li volevo rivedere, volevo essere presa in braccio da loro.
Guardai zio Jasper, sembrava veramente triste e stanco. Mi misi in piedi sulle sue gambe, tanto non gli avrei fatto male, poi gli posai una mano sulla guancia. Cercavo di accarezzarlo, ma per me tutto questo era ancora nuovo. Sorrise. - Sai piccola, somigli proprio alla tua mamma. - poi però si lasciò cadere la testa in avanti e tutti i capelli gli coprirono il viso. Forse dovevo parlare con lui adesso, era veramente giù.
- Mamma e papà ti vogliono bene; ne vogliono a tutti voi e sono certa che torneranno. - avevo una voce cristallina e squillante, somigliava un po' a quella di mia cugina.
Lo zio alzò di scatto la testa e mi fissò, poi nella stanza entrarono i nonni e la zia Alice, solo loro erano in casa in quel momento.
- È stata lei? Lei ha parlato? - fu la nonna a pronunciare quelle parole cariche di emozione. Lei e la zia Alice erano sempre molto dolci con me. - Sì, sono stata io... - risposi prima dello zio Jasper. - Ho detto che mamma e papà vi vogliono bene. E ve ne voglio anch'io. -

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Hola!!!!!!!!!!!! Eccomi qui ed ecco qui il capitolo n^ 17! FINALMENTE Emmette e Rose si sono ritrovati, eh?
Mmm, dunque...che cosa ne dite? Vi è piaciuto? E la parte di Hope? Spero di non avervi delusi! Ma che cos'è successo ad Emmett? Perchè continua a stare così male? Nei prossimi capitoli vi verrà svelata ogni cosa! Ormai i tasselli cominciano ad essere chiariti poco a poco e piano piano si arriverà alla vicenda finale.
Che ne dite? Spero che sia stato di vostro gradimento!
Colgo inoltre l'occasione per augurarvi una FELICE E SERENA PASQUA! Buone feste a tutti!
Passando ai ringraziamenti....

ila74cullen: Ciao caraaaaaaaaaa! Come farei io senza di te? Le recensioni che mi lasci sono sempre meravigliose!! Non merito tanto!  *_* (me si commuove!)
Sono felice che ti sia piaciuta la parte di Carlisle, come vedi in questo cappy gli ho dedicato un intero POV! Mi auguro che non ti abbia delusa e che ti sia piaciuto.
E riguardo al fatto che la parte nello scorso capitolo in cui Emmett e Rose si ritrovano ti ha fatto commuovere...be'...non so davvero cosa dire! Sei davvero gentilissima!
Un bacio!

Morkia94: Ciao bella! Ebbene sì, finalmente Emmett e Rose si sono ritrovati!
Sono felice che il piano per entrare nel palazzo dei Volturi ti sia piaciuto!! Ti ringrazio molto perchè continui a seguirmi, senza di voi mollerei tutto! Spero che anche questo cappy ti sia piaciuto come gli altri! Ti ringrazio anche per la recensione a "La Rosa Nera", quando la aggiornerò ti ringrazierò meglio!
Un abbraccio!

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Capitolo 18
*** Il ritorno ***


Capitolo 18-Il ritorno  

CAPITOLO 18: IL RITORNO

ROSALIE'S POV

Non controllavo la mia velocità, non m'importava, dovevo solo correre via da lì il più in fretta possibile.
La stretta su Emmett era sempre ferrea, ma lui non accennava a stare meglio. Come se già tutto questo non bastesse, sentivo l'odore di quei maledetti sempre alla nostre spalle, a quanto pareva...non mollavano. Ero anche svantaggiata perchè non conoscevo quei posti così bene come loro.
Dannazione, cominciava anche ad albeggiare e c'era da tener conto che non ero più nella piovosa Forks, ma nella soleggiata e calda Italia.
Ad un tratto vidi il mare e finalmente tirai un sospiro di sollievo. Una volta lì, avrebbero perso le nostre tracce anche se si fossero tuffati loro stessi.
Avevo corso tutta la notte con Emmett sofferente caricato sulle spalle e onestamente non sapevo nemmeno dove ci trovassimo adesso; l'unica cosa di cui ero davvero conscia era che dovevo fare in modo che i Volturi smettessero di inseguirci. In quella situazione dovevo pensare in fretta, anche un secondo sarebbe stato fatale, sapevo che se quella volta ci avessero presi, per noi sarebbe stata la fine.
In mare, finalmente, potei rilassarmi un momento. Emmett aveva gli occhi chiusi, sembrava non desse alcun segno di vita, ma io percepivo il suo respiro appena accennato. Lo strinsi forte e poi iniziai a nuotare più velocemente possibile.
Verso la salvezza. Verso casa.


LEAH'S POV

Oramai erano quasi le dieci di mattina; io e David eravamo quasi giunti a La Push con la macchina sportiva che Rosalie ci aveva affittato.
Mio Dio, ancora non potevo credere che fosse trascorso quasi un anno da quando io e i due vampiri avevamo intrapreso quel folle viaggio. Dopo avevo anche incontrato l'amore della mia vita, per altro.
Fui riportata alla realtà dalla voce di Dave. - È qui? - accennai ad un sì con il capo e lui spense il motore della macchina.  Non appena scendemmo, ci lanciammo uno strano sguardo. Intesa, preoccupazione...quasi una resa. Sì; era ora di affrontare la realtà.


EDWARD'S POV

Guardavo la mia piccola Nessie dormire placidamente tra le braccia di Bella, poco distante da loro invece stava mia nipote. Ero rimasto terrorizzato la notte precedente, quando aveva iniziato a crescere a dismisura in quel modo. Una cosa del genere non era mai successa neanche a mia figlia, ma nella lettera Rosalie aveva spiegato che la piccola cresceva quando c'era qualcosa che non andava. Dato che però noi stavamo bene, o comunque...così diciamo...dovevo presupporre che quelli in pericolo fossero Emmett e Rose.
Tutto questo mi faceva impazzire, e faceva impazzire anche gli altri a casa. Per Esme ero veramente in pensiero, era quella che stava peggio di tutti. Ed Alice, purtroppo...be', anche lei iniziava a crollare. Tra tutti era Bella la più forte, era sempre lì per aiutare mia sorella e mia madre e Jasper invece...dopo il brutto periodo che aveva avuto anche lui adesso pareva si stesse riprendendo. Credo fosse stato dopo le parole di Hope che fosse tornato un po' più in sè.
Il telefono squillò, io mi avvicinai per rispondere e non appena alzai la cornetta, udii la familiare voce di Jacob.
- Ehi Cullen! Devi venire subito a La Push, è successo il caos! Leah è tornata...!"

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Hola miei cariiiiiii!!! Ebbene sì....sono tornata arompervi le scatole. Guardate....non so che dire per lo spropositato ritardo, ma ho avuto un sacco di problemi con il computer, la scuola e mooooooooolto altro. Ora però, che sono un po' più libera, posso dirvi che ricomincerò ad aggiornare il più spesso possibile.  
Inoltre, siccome partirò tra un mesetto, vi dico che conto di concludere Speranza prima di allora.
Ormai non manca poi tanto dato che tutti stanno tornando (ma manca ancora qualche colpo di scena, eh!)
Orbene...questo capitolo, come avrete notato anche voi è stato davvero brevissimo. Era per rifare il punto della situazione dopo tanto tempo ed è stato un "capitolo di passaggio", chiamiamolo così per fare comunque capire che sono ancora viva...ora passo a ringraziatre le quattro meravigliose persone che hanno recensito il capitolo precedente!!


Morkia94: Ciao!! Come vedi sono resuscitata! (Non so se è una fortuna o meno... XD )
Ad ogni modo...ti ringrazio veramente per la recensione, sono contentissima che il pov di Hope ti sia piaciuto così tanto e mi auguro che commenterai anche questo nuovo capitolo! Un bacio!!

Luna Renesmee Lilian Cullen: Ciao bella! Non ti preoccupare se non hai aggiornato, ma  sapere che comunque hai sempre seguito mi rende felicissima!!  =) ...e comunque, come avrai notato...anche io non ho scherzato con il ritardo....eheheh e per questo chiedo ancora umilmente perdono. Un abbraccio! Ciaoooooo!!!!!!!!!

bika95: Buonasera!! Mi ha fatto davvero piacere sapere di avere una nuova lettrice! E sono contentissima anche di sapere che la mia ff ti ha presa così tanto!!!   *_*    (me felice!!)
Spero che continuerai a seguire anche dopo questo mio imperdonabile ritardo.
Un bacio!!!!!!!!!!!!

ila74cullen: mia caraaaaaaaaa!!! Oddio, quanto mi dispiace di aver avuto un simile ritardo!! Ma adesso che la scuola è finita e che il mio pc è di nuovo sano posso tornare a scrivere. Devo ammettere che ho anche avuto un blocco non da niente, è per questo che l'attesa si è prolungata ulteriormente. Sono stata davvero ingiustificabile! Non finirò mai di chiedere perdono.
Sono felicissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che questo, seppur breve e alquanto insulso, non sia da meno...
Un bacio!!

Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi le le persone che hanno inserito la mia storia tra seguite, preferite, da ricordare e quant'altro! Un abbraccio immenso a tutti!!!!!!  =)
( e perdonate eventuali errori, ma se voglio pubblicare non ho tempo per rivedere il capitolo...sorry! Baci!!)

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Capitolo 19
*** L'incontro ***


Capitolo 19-L'incontro

CAPITOLO 19: L'INCONTRO

ALICE'S POV

Dal telefono la voce di Jacob era arrivata chiara a tutti noi. - Leah?! Leah Clearwater? - chiese Bella sorpresa. La chiamata non durò molto a lungo, Edward riattaccò dopo pochi istanti. - Vogliono che qualcuno di noi vada a La Push, però hanno detto che Leah ha specificato molto precisamente che non vuole  assolutamente sia io ad andare. Inoltre hanno parlato di un certo David... -  - David...? E chi sarebbe? - chiese Esme. - A quanto pare è un licantropo con cui Leah ha avuto l'imprinting...non ho capito bene la storia. -  - Perchè Leah ha detto esplicitamente di non volere te? -  - Non lo so, Carlisle... -  - Credo di saperlo io... - intervenni dopo qualche istante. Tutti puntarono gli occhi su di me, in attesa di una spiegazione.
- E se Leah avesse qualcosa a che fare con la scomparsa di Rosalie ed Emmett? Sono spariti la stessa sera...lei torna, due settimane dopo che appare Hope...e chiunque l'abbia lasciata sulla nostra porta è stato abbastanza veloce da sparire prima che aprissimo... -  - No, il branco avrebbe sentito i suoi pensieri se fosse stata lei... -  - Quel David...è un licantropo anche lui, no? Magari è stato lui.. - - In questo modo si spiegherebbe anche il perchè non sei mai riuscita a vedere Emmett e Rose...se erano insieme a loro...tu non puoi avere visioni sui licantropi... - prese parola mio marito, prendendomi per mano. - È vero! Forse è così! - negli occhi di Esme si accese un lampo di speranza, una luce che non vedevo più da mesi. - Ma allora perchè continui a non avere visioni su di loro? Adesso, ovunque siano Rosalie ed Emmett, credo siano parecchio distanti da loro... - osservò Bella. - Magari ci sono altri licantropi... - ipotizzò Edward. - No, è poco probabile... - disse  Carlisle, cupo. Sapevo che cosa stava pensando. Credeva che i miei fratelli fossero morti, salvando la loro bambina, dandola in custodia a Leah e il suo compagno per riportarla qui. Gli misi una mano sulla spalla, rivolgendogli uno sguardo rassicurante e scuotendo vigorosamente la testa subito dopo, in un gesto negativo. Per una volta...volevo essere io a rassicurare lui.
Mio padre sorrise e mi cinse le spalle con un braccio. - Andrò io a La Push... - sentenziò infine, pochi istanti dopo...

CARLISLE'S POV

Dopo il discorso di Alice e Jasper pensai davvero che ormai non ci fosse più stato nulla da fare per i miei due figli.
Ad un tratto percepii una mano sulla mia spalla. Mi voltai, era Alice. Dal suo sguardo capii che aveva compreso a ciò che stavo pensando, preferii non guardare Edward perchè lui lo sapeva di certo e se io stesso avevo certe vacillazioni, non volevo immaginare loro.
La piccola mano di Alice era ancora sul mio braccio, poi lei scosse la testa, infondendomi coraggio, quel coraggio che era sempre stato mio ma che aveva tentennato nell'ultimo periodo.
Io sapevo che avrei dovuto fare di tutto per proteggere la mia famiglia, quindi lo feci.
Avevo deciso. Sarei andato io alla riserva, ero certamente il più adatto, soprattutto perchè se avessi mandato qualcuno con particolari doni, probabilmente Leah sarebbe fuggita, sentendosi in trappola. Escludendo Edward già a priori, rimanevamo quindi solo io ed Esme, ma lei era troppo fragile in quel momento.
- Vado alla riserva, cercherò di parlare con Leah... -  - Se i licantropi stessi ci hanno chiesto di andare il motivo sarà fondato... - disse Bella. - Ci vediamo più tardi... - ripresi parola. E detto questo, partii alla nostra solita velocità non umana e fui a La Push in pochi minuti.
Vidi Jared e Paul in piedi ad attendermi. - Sei venuto tu...? -  - Già... - Sei da solo? -  - Sì... - loro si scostarono per lasciarmi passare.

LEAH'S POV

Ero seduta su una scogliera, a La Push, sembrava trascorso così tanto tempo dall'ultima volta che ero stata lì! Un anno appena, ma a me parve molto di più.
Non appena ero entrata alla riserva, mi ero vista venire tutti incontro. In testa mia madre e Seth, che sembrava essere cresciuto ancor più di prima. Mi avevano abbracciato e poi era cominciata la carica.
Domande di ogni tipo e di ogni genere, alle quali non avevo assolutamente accennato ad una risposta. Poco dopo avevo capito che avevano intenzione di telefonare ai Cullen, credevo che avessero intuito che io e David, al quale guardavano ancora con sospetto, avessimo qualcosa a che fare con la scomparsa anche di Emmett e Rosalie. E ci avevano visto giusto.
A scanso di problemi; nessuno doveva sapere niente riguardo a ciò che era accaduto durante l'anno, specificai di non far venire Edward nella maniera più categorica; lui ci avrebbe letto nel pensiero e sarebbe stata la fine.
Così, avevo preso David per mano e, senza un'altra parola, lo avevo portato lì, su quella scogliera, dove ci eravamo rintanati nell'attesa che uno dei Cullen arrivasse a farci il terzo grado.
Avevo ragione, infatti una decina di minuti dopo, vidi comparire Carlisle Cullen.
- Lascia che sia io a parlare... - bisbigliai a David, ma seppure il dottore fosse ancora piuttosto lontano, ebbi il sospetto che avesse udito ugualmente.
Entro pochi secondi lui fu al nostro fianco.
- Leah, da quanto tempo... - esordì sedendosi alla mia destra. - Già... - risposi un po' nervosa. - Tu invece devi essere David... - disse poi rivolgendosi al mio compagno. Dave annuì e Carlisle sorrise gentilmente, come suo solito. Dovevo ammettere che lui era il componente della famiglia Cullen che preferivo di più, sebbene fosse un succhiasangue. Da quando avevo trascorso tutto quel tempo a stretto contatto con Rosalie ed Emmett avevo imparato ad apprezzarli di più...almeno...per quanto riguardava la loro famiglia; se si prendeva un gruppo di pazzi psicopatici come i Volturi, certo...l'idea si ribaltava...la voce di Carlisle, però...mi portò nuovamente alla realtà. - Dove sei stata in tutti questi mesi, Leah? - notai che era stato diretto, cosa insolita per lui, di solito arrivava a ciò che voleva girandoci un po' attorno, probabilmente per non mettere l'interlocutore a disagio, ma nonostante il tono pacato, captai una nota di frenesia. Voleva sapere qualcosa riguardo ai suoi figli naturalmente, ma io non potevo parlare.
- Mi dispiace, Carlisle, vorrei poterti aiutare... - non volevo liquidarlo con quelle misere parole, ma dovetti farlo, dovevo farlo perchè lo avevo promesso a Rosalie; dovevo farlo perchè si trattava anche di Hope...

ROSALIE'S POV

Erano trascorsi due giorni da quando mi ero tuffata in mare, avevo attraversato luoghi sconosciuti, infine, una sera, ero arrivata in una radura, di certo molto lontana da dove ero partita.
Non so per quale miracolo ciò fosse accaduto, ma mi ritrovai davanti un elicottero che conoscevo bene, con a bordo tre persone che conoscevo ancora meglio: Alastair, Peter e Charlotte.
Quasi non riuscii a credere ai miei occhi e quella fu, credo, la prima volta che dubitai della mia vista nella nuova vita da vampira.
Peter e Charlotte mi furono subito vicini. - Che cosa è successo ad Emmett? - chiese Peter preoccupato. - Non lo so; i Volturi devono avergli fatto qualcosa, ma non riesco a capire cos'abbia... - la preoccupazione per mio marito tornò a galla, repressa fino a quel momento dall'istinto di sopravvivenza che aveva preso il sopravvento su tutto il resto.
Ci fu un momento in cui restammo tutti fermi a fissarci. In quell'istante capii quanto fossi realmente grata a tutti loro per ciò che avevano fatto per me.
Poco dopo, Peter prese posto come pilota, Charlotte al suo fianco e io dietro con Alastair ed Emmett posato sulle mie gambe.
Stavolta...la meta sarebbe stata Forks.

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Buonasera a tutti!! ^_^
Avevo detto che speravo di finirla prima di partire, ma parto domani mattina, quindi mi sarà impossibile terminarla...mi dispiace dirvi che fino a fine agosto non potrò aggiornare causa assenza computer, ma cercherò comunque di buttare giù la brutta copia dei capitoli successivi in word nel frattempo...
Colgo anche l'occasione per augurare a tutti voi delle vacanze ricche di sorprese e soprattutto...DIVERTITEVI! Che è la cosa più importante da fare durante l'estate!! =)
Sarò breve perchè devo ancora finire di preparare la valigia ( -.-" ), quindi passo subito ai ringraziamenti...

Morkia94: ciaooooooooo!! Ti ringrazio veramente per i complimenti e spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento come gli altri!! ^_^
Un bacio!

ila74cullen: ahahah! A quanto pare non c'è stato bisogno di "Chi l'ha visto" e adesso ho dato spiegazioni per la mia futura assenza, anche se la cosa mi dispiacerà...ormai è un anno e mezzo che la tiro avanti sta ff e presto credo che sarà conclusa, liberandovi della mia presenza ;-P
Ti volevo inoltre ringraziare per il sostegno costante che mi dai! Sei davvero fantastica!
Un abbraccio! =)

Luna Renesmee Lilian Cullen: ti ringrazio per tutto quello che hai scritto, sono felice che la mia ff continui ad interessarti e spero che neanche questo chappy ti abbia delusa! =)
Un bacio!!!

Ringrazio poi tutte le altre persone meravigliose che hanno inserito "Speranza" tra le seguite, preferite e quant'altro, ma anche, ovviamente, a tutti i lettori silenziosi!
Un abbraccio a tutti e, di nuovo, buone vacanzeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!



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Capitolo 20
*** Di nuovo a casa ***


Capitolo 20-Di nuovo a casa  

CAPITOLO 20: DI NUOVO A CASA

ROSALIE’S POV

Non ci potevo credere; avevamo viaggiato per tre giorni e finalmente…eccoci. I luoghi che mi si presentavano ora davanti erano finalmente familiari e soprattutto…sicuri.  Peter, Charlotte ed Alastair erano andati a sistemare l’elicottero, mentre io stavo portando Emmett verso casa proprio in quel momento…era strano…casa.

Casa.

Sì, dopo quasi un anno di assenza…ero finalmente a casa…ma c’era una brutta situazione che mi dava il tormento…come se quella storia non fosse ancora finita, e dopotutto sapevo che i Volturi non mi avrebbero mai permesso di andare via in quel modo; ero certa che si stessero preparando all’atto finale e io non potevo far altro che fare altrettanto…o ci avrebbero annientato. Dovevo tornare a casa immediatamente, dovevo avvertire la mia famiglia…dovevo capire come poter finalmente aiutare Emmett. Guarirlo: questo era ciò che mi premeva ancor più di tutto il resto, e poi…stringere di nuovo Hope tra le mie braccia. La voglia che avevo di rivederla era frenetica…la mia bambina, chissà come stava, chissà quanto era cresciuta.
E poi, iniziai a vederla, in lontananza, eccola: la mia casa. E chi era quel piccolo folletto moro che se ne stava lì? Seduta da sola sui gradini della veranda c'era la mia piccola Alice, la mia sorellina. Ciò che provai in quel momento  fu inspiegabile, era tutto troppo grande. Se avessi potuto piangere mi sarebbero spuntate delle lacrime di gioia. Tenevo mio marito sulle spalle, ma mi sentivo leggera, anche se sapevo che non sarebbe durata molto perché non appena avessi riabbracciato la mia famiglia e la mia bambina, la paura per ciò che stava accadendo ad Emmett mi avrebbe sopraffatta. Ma in quel momento, in quel preciso momento, volevo solo mettere piede dentro casa e stringere la mia famiglia. Vidi quel puntino di Alice ingrandirsi e farsi sempre più riconoscibile; sapevo che si trattava di lei solo grazie alla mia vista potenziata, altrimenti non l'avrei neanche notata. E poi, anche lei parve percepire qualcosa perchè si alzò dai gradini della veranda in modo fulmineo e si guardò intornò freneticamente, come se stesse cercando qualcosa. Infine si voltò verso la mia direzione e i nostri occhi si incontrarono. Vidi diverse espressioni susseguirsi sul suo volto in rapida successione. Stupore, felicità, sollievo e altro ancora. E poi la sua voce, che non udivo da ormai più di un anno, arrivò alle mie orecchie: - Rose! -

ALICE'S POV

Avevo bisogno di allontanarmi un attimo dalla mia famiglia e di concedermi qualche momento da sola. Mi sentivo così triste senza Rose, dopo tutto questo tempo. Aveva un carattere duro in apparenza, ma io la conoscevo per com'era veramente e lei...be', era semplicemente mia sorella. Ed Emmett poi; lui era l'anima della casa, sapeva sempre come farci ridere nei momenti difficili e avrei tanto voluto averlo lì in quel momento. Sentire la sua voce, sentire le sue battute. Giocherellai con la catenina che avevo appesa al collo, era uno dei regali di nozze di Emmett e Rose, di quasi trent'anni prima, una delle tante cerimonie mie e di Jasper. Lui adesso era dentro a cercare di sedare il dolore di Esme, che ogni giorno, invece di diminuire pareva aumentare. 
Io sapevo solo che non volevo più vedere la mia famiglia così, eravamo tutti molto demoralizzati, ma la speranza ancora c'era.
E, in quel momento, come se qualcuno avesse finalmente ascoltato le mie preghiere, mi parve di sentire un odore familiare. Mi alzai di scatto perché quell'odore ero certa che appartenesse a mia sorella. Non volevo illudermi un'altra volta, ma...stavolta sapevo che quel profumo apparteneva a lei. Iniziai a guardarmi intorno freneticamente, finché ad un tratto, in lontananza vidi una chioma di capelli biondi avvicinarsi sempre di più. Sul mio volto sì aprì un sorriso incredulo e forse quasi sconvolto. Per un momento rimasi immobile, poi con uno slancio iniziai a correre verso di lei. - Rose! -


ESME'S POV

Sapevo che tutti i miei figli e mio marito erano preoccupati per me, ma non sapere che fine avessero fatto i miei due figli era un dolore forse ancora peggiore di saperli morti. C'era la costante ansia, era tutto così opprimente, tutto così insostenibile. Avevo Jasper sempre intorno, sapevo che usava molto il suo potere con me per cercare di alleviare, per quanto possibile, il mio dolore. Gli avevo detto più volte di non preoccuparsi e di passare più tempo con sua moglie; sapevo che anche Alice era atterrita all'idea di perdere sua sorella, ma lui continuava a prestare più attenzione a me, supponevo che fosse stata lei stessa a dirgli di farlo, di tenermi d'occhio, di aiutarmi. Ma avevo paura di diventare quasi un peso per loro, perciò da qualche giorno avevo iniziato a fingere che andasse meglio; solo Edward sapeva la verità, ma lui non diceva niente, era sempre molto discreto e per questo gli ero molto grata. 
Stavo coccolando un po' la piccola Hope quel pomeriggio, ero seduta con lei nella stanza di Emmett e Rose, nella quale non ero entrata per mesi, quando Jasper arrivò.
- Ehi... - mi disse lui - Ciao, caro -  - Come stai? - sorrisi debolmente - La bambina allevia il dolore, avere Hope tra le braccia mi aiuta a sentirli più vicini. Avrei solo biogno di sapere che sono vivi. È questo il mio desiderio. - lui posò una mano sulla mia. - Ci hanno mandato Hope, sono certo che arriverà un altro segnale. -  - Grazie Jasper. - mio figlio mi sorrise debolmente. Sapevo che anche lui soffriva molto per Emmett, erano sempre stati molto legati. E poi il suo dono in quel momento era quasi un fardello: lui alleviava il dolore altrui, ma nessuno poteva occuparsi del suo.
Restammo lì a parlare ancora per un po', Hope ci guardava e in cuor mio sapevo che capiva. Jasper si era affezionato molto a lei, giocava spesso insieme alla piccola, le stava facendo un po' da secondo papà e questa era una cosa molto dolce.
Ad un tratto però, dall'esterno della casa, udimmo la voce di Alice gridare: - Rose! - rimasi pietrificata.

EDWARD'S POV

Io e Bella stavamo andando a casa dei miei genitori dopo aver trascorso un po' di tempo da noi; di tanto in tanto anch'io avevo bisogno di staccare da quell'atmosfera opprimente, a volte avevo bisogno di non sentire tutti i pensieri negativi della mia famiglia e Bella riusciva a darmi un po' di pace. Lei teneva la nostra Nessie in braccio e io guardavo distante, la mia mente vagava, avevo un disperato bisogno di riposo....e di mio fratello. Quel dannato bestione rompiscatole che sopportavo da quasi settant'anni mi mancava terribilmente.
Presi una mano di mia moglie e prima di arrivare alla villa ci fermammo, mi sedetti per terra, prendendomi la testa tra le mani. Mi faceva quasi male, già cominciavo a sentire i pensieri dolorosi di Esme.
Bella si sedette al mio fianco, posandomi una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene, Edward. Vedrai che le cose si risolveranno....
E,  precisamente in quel momento, giunse alle nostre orecchie l'urlo di Alice. - Rose! -

ROSALIE'S POV


Mi ci vollero solo pochi secondi per arrivare da mia sorella e stringerla forte, dopo aver posato momentaneamente mio marito sull'erba. Alice era incredula. - Rose! Oh, mio dio...Rose! - erano queste le uniche parole che riusciva a pronunciare mentre sapevo che, se avesse potuto, sarebbe scoppiata in lacrime anche lei.
In un momento mi trovai davanti la mia intera famiglia e, fra le braccia di Jasper, anche la mia Hope. - Mamma! - trillò felice quando mi vide. 
Dopo un attimo Esme era già aggrappata al mio collo, scossa, e nonostante i tentativi di Carlisle, sembrava che non avesse la minima intenzione di lasciarmi andare. Mia madre continuava a ripetere il mio nome, come se fosse l'unica parola in grado di pronunciare.
Dopo qualche altro istante Edward si avvicinò al corpo di Emmett ancora adagiato sull'erba. - Rose...che cosa gli è capitato? - io mi voltai, riuscendo a sciogliermi dolcemente dalla stretta di Esme. - Non lo so, Edward. Speravo che voi poteste aiutarmi a capirlo.
Carlisle lo prese in braccio senza sforzo dopo avermi stretta a sua volta e tutti ci incamminammo all'interno della casa.
Lì, Emmett venne sistemato su un divano e poi, proprio come mi aspettavo, iniziarono le domande. Così, raccontai loro tutto ciò che era accaduto fin da quel giorno alla partita da baseball, quando avevo scoperto di aspettare la mia bambina. Raccontai loro dell'improvvisa decisione di partire, di chiamare con noi Leah e....un momento...Leah! Mi ricordai di lei e di David solo in quel momento, dovevo assolutamente vederli e ringraziarli per essersi presi cura di mia figlia e per averla portata a casa sana e salva.
Ora avevo di nuovo la mia Hope tra le braccia e sarebbe stato tutto perfetto se solo avessimo trovato il modo di riportare Emmett alla normalità.
Dovevamo assolutamente trovare una soluzione.


LEAH'S POV

E così erano tornati. La notizia si era diffusa alla velocità della luce anche alla riserva e ora praticamente tutti si stavano recando nei pressi di casa Cullen per saperne di più.
Io e David ci prendemmo per mano e raggiungemmo a gran velocità la grande villa abitata dai vampiri, seguiti subito dopo dal resto del branco.
La famiglia uscì non appena si accorse di noi e quando vidi Rosalie, lei mi corse incontro, io feci altrettanto e ci abbracciammo.
Tutti erano sconcertati; non si sarebbero mai e poi mai aspettati una cosa del genere, specialmente tra me e lei. Poi venne il turno di David, ma qualcosa non quadrava. Mancava Emmett. Rose capì all'istante i miei pensieri e mi invitò a entrare. Lì vidi il vampiro sdraiato sul divano, gli occhi chiusi, immobile e compresi immediatamente che qualcosa non andava. - Rose, che cosa è successo? -  - Da quando l'ho portato via da Volterra è così. Non so cosa gli abbiano fatto quei maledetti. -
Fu la chiara voce della piccola Hope a sconvolgerci tutti. - Lo sapremo presto, mamma. Loro sono qui. Stanno arrivando. -  - Hope ha ragione. - confermò poi Alice. - Li ho visti anch'io. I Volturi saranno qui presto. -.
Un silenzio glaciale calò nella stanza.

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Ed eccoci qui dopo..........mmmm......un anno? Mi sa anche di più. Potrete mai perdonarmi?! Io non credo e spero solo che questo capitolo serva un pochino più o meno a riscattarmi, ma non ci spero neanche molto, lo so che sono imperdonabile. Ma questa fic andava finita e io questo capitolo l'ho terminato solo adesso, in questo preciso istante, dopo un blocco grande come il globo.
Beh....spero che il ritrovo della famiglia Cullen sia stato all'altezza delle vostre aspettative e se così non è, mi dispiace molto...
Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio a tutti!! :-)

P.s. ho creato un nuovo contatto su Facebook "Clitemnestra Efp" che utilizzo proprio per parlare con voi, in caso abbiate consigli o critiche da farmi, se volete io ci sono sempre!  Spero mi lascerete un commento per sapere, dopo tanto tempo, cosa ne pensate di questa mia follia che ormai a breve, temo vedrà il suo tramonto con la parola "FINE". Ancora un saluto a tutti e buona serata! (E come al solito perdonate gli eventuali errori)

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