Solo e pensoso i più deserti campi

di Mainagioja
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Senza Nome 1 ***
Capitolo 2: *** Senza Nome 2 ***
Capitolo 3: *** Senza Nome 3 ***
Capitolo 4: *** Senza Nome 4 ***
Capitolo 5: *** Senza Nome 5 ***
Capitolo 6: *** Senza Nome 6 ***
Capitolo 7: *** Senza Nome 7 ***
Capitolo 8: *** Senza Nome 8 ***
Capitolo 9: *** Senza Nome 9 ***
Capitolo 10: *** Senza Nome 10 ***
Capitolo 11: *** Senza Nome 11 ***
Capitolo 12: *** Senza Nome 12 ***
Capitolo 13: *** Senza Nome 13 ***
Capitolo 14: *** Senza Nome 14 ***
Capitolo 15: *** Senza Nome 15 ***
Capitolo 16: *** Senza Nome 16 ***
Capitolo 17: *** Senza Nome 17 ***
Capitolo 18: *** Senza Nome 18 ***
Capitolo 19: *** Senza Nome 19 ***
Capitolo 20: *** Senza Nome 20 ***
Capitolo 21: *** Il Punto ***
Capitolo 22: *** Titoli di Coda ***



Capitolo 1
*** Senza Nome 1 ***


Come mi sento?

 

Uhm.. domanda interessante..

direi che possiamo dire che sto bene nel complesso, ed è quello che dico.

Però non significa che tutto stia andando bene, significa che in generale il bene supera il male.. o almeno così credo..

Innanzi tutto: lei è davvero instabile. Sapevo che fosse ancora sotto shock ma non pensavo che avrebbe tenuto tutto così nascosto e che avrebbe reagito come se non lo fosse. Ora mi chiedo se, quando mi ha chiesto se allora stavamo insieme, ho fatto la scelta giusta. Peccato (ma meno male) che non lo saprò mai. È evidente che lei da molto peso a certe parole e a certi discorsi. Noi due non siamo come D e G, non ci diciamo 'ti amo'. Io lo farei, ma lei non dà lo stesso peso a quella parola come glielo do io. E non ha lo stesso significato per lei come lo ha per me.

Ora lei è in crisi. Dice che se io mi 'innamorassi' (dando a questa parola il significato che ha per lei) di lei, non saprebbe corrispondermi ora come ora. Questo la spaventa, crede che mi farebbe male, che mi ferirebbe. Chiariamo subito che tutto può ferire tutti, ma poi le ferite si rimarginano più o meno velocemente.

Non so che fare, non so come comportarmi, perché ho paura di fare la mossa sbagliata. Io voglio due cose adesso, e cioè (a) che lei stia bene e (b) che lei stia con me. Il mio timore è quello di non trovare un modo per far coesistere sia (a) che (b). Le opzioni ora sono: dimostrale il mio 'amore' (col significato che ha per me) e darle la mia sicurezza, ovvero, farle vedere che non ci sono problemi e, grazie al processo di autoinganno (che già Aristotele avanzò per primo, affermando che se riusciamo a far diventare una buona azione un'abitudine, essa diventerà virtù), che lei stessa si convinca del fatto che è tutto okay e svaniscano questi dubbi. Oppure darle il suo tempo e il suo spazio, farle capire che qualunque decisione prenderà, fintanto che sarà una SUA decisione, a me starà bene. Lati negativi: infonderle sicurezza avrebbe esattamente l'effetto di portarla a pensare

cose che, attualmente, lei non pensa, e le sue decisioni non sarebbero solo sue ma anche mie. Egoismo puro. D'altro canto, concedendole spazio e tempo, inevitabilmente finiremmo per allontanarci, e lei probabilmente finirebbe col pentirsi di aver fatto certe scelte (ovvero tutto quello che ho provocato io in qualche modo) e tornare sui suoi passi. Ha già affermato più volte che non ha la minima intenzione di tornare con Lui. Le credo e penso di capirla.

Ovviamente a me non piace l'idea che ci 'lasciamo' (Egoismo puro), ma il brutto è che non so che senso le dia lei. Intende fare come le avevo proposto io: “perdere quota con l'aereo per evitare di stallare, riprendere velocità, e solo allora, quando l'aereo è pronto, riiniziare l'ascesa”, oppure intende la rottura definitiva?

 

Qui a me sorgono innumerevoli dubbi, innumerevoli obiezioni, tutte provocate dalle mie parti contrastanti: Egoismo e Altruismo.

Voglio stare insieme a lei.

Voglio che lei si senta bene.

Voglio che sia sicura delle scelte che fa.

Voglio aiutarla a portare il peso di quelle scelte.

Voglio però che le scelte siano sue (ma allora abdicherei dal compito di aiutarla, sarebbe come dire: ti propongo le varie opzioni, ti dico che per me basta solo che sia una tua scelta, poi ti aiuto nella scelta, poi ti dico che non voglio che le tue scelte siano influenzate da altri, e allora ti carico per benino il fardello e te lo scarico per intero sulle tue spalle).

Voglio vederla più spesso (Egoismo puro, giacché non so nemmeno quanto lei voglia vedere me [così affermando sto incolpando lei {Egoismo puro}]).

E tante altre cose che ora non mi vengono nemmeno in mente.

Quello che sto (o almeno credo di star ) facendo in pratica è creare tanti problemi a me, farmi tante inutili seghe mentali, per avere così uno sforzo martirico e tacito da fare, per poi divulgarlo al mondo (Egoismo Puro).

Anche a proposito di questo.. (confessione, diario, che cazzo xe sta roba?) la stessa cosa: esprimo tutto quello che ho dentro, poi mi riprometto di non caricarle altro sforzo, ma so già che finirò per mandartelo (già che ci siamo parlo direttamente a te, no?). In questo modo mi sento bene con me stesso (yay, sto facendo dei sacrifici anch'io) e poi lo dico anche in giro così mi sento ancora meglio (yay, adoratemi perché sto facendo il martire sacrificato).

NO!!!

Non funziona così! Il sacrificio sta proprio nel tenersi tutto per sé! Il vero sacrificio sta nel chiarire le cose a sé stessi, e poi essere consapevole del fatto che tu non stai condividendo certe cose perché non vuoi che gli altri stiano male perché ti stanno facendo male!!(?) (ma in realtà mi sta davvero facendo male? In fondo quella che sta soffrendo ora è lei (a sto punto dovrei dire 'sei tu' [Egoismo Puro]). E allora perché lo faccio? Da sempre (occhio, non è una giustifica) ho sempre tentato di essere il protagonista, quando non dovevo esserlo, e quando invece mi ritrovo a dover agire (per esempio nei videogames come Battlefield e LoL), mi ritiro in retroguardia a far il martire che si sacrifica per aiutare il protagonista (ovvero facendo il soldato di mezzi e non il fante, oppure facendo da Support e non da ADC [Egoismo Puro]). Diciamocelo però, ammettendo di essere egoista sto solo tentando di non sembrare egoista. È ammettere di star cercando di espiare il mio egoismo è un'ulteriore modo per cercare il perdono. E potremmo andare così all'infinito, perciò.. sappiate che sono Egoista, ma non tenete conto del fatto che ve lo sto dicendo io.

Tanto per rendere un esempio: ora dovevo cercare un modo per aiutare te, e invece sono qua che mi crogiolo nel divulgare i miei di problemi, sono qua che mi rigiro compiaciuto nella mia stessa merda. (ora mi viene in mente un'immagine di un maiale che si rotola nella merda e fa vedere a tutti quanto sia schifosa la sua vita, compiaciuto delle attenzioni che ne ricava).

Come posso mandarti questo 'sfogo'? Finirei con l'aumentare ancora di più il tuo fardello..

come posso renderti felice senza che tu sappia cosa ci sta dietro? Come posso riuscire ad aiutarti?

Ma soprattutto.. come posso chiederti come posso aiutarti senza che tu inizi a preoccuparti per me?

 

Se davvero vuoi che io ti aiuti (in realtà sono io a volerlo, ma spero davvero che tu accetti questo mio intento), per favore, dammi una risposta egoista per una volta. Io e te siamo gli esatti opposti di questa moneta: tu affermi di poter essere egoista, ma non ci riesci. Io invece continuo a far pesare di essere altruista mentre non faccio altro che professare l'Egoismo. Ti chiedo un aiuto io: aiutami a farmi fare l'altruista okay? Solo per una volta. Dimmi 'esattamente' cosa devo fare per aiutare te. E non cosa fare per non ferirmi.

Ora ti scaricherò addosso una colpa, ma è lecita.

Nascondendomi quello che vorresti (o anche solo pensi di volere) ora mi fai soltanto stare più in pensiero per te.

Se vuoi che ti risponda alla domanda che mi hai fatto oggi alle 18:33, esattamente un'ora fa, prima promettimi che anche tu mi darai una risposta, TUA e non mia. Promettimi che non ti adatterai a quello che voglio io ma mi dirai quello che vuoi te. Non voglio che si ripeta quello che è successo la sera del 10 di questo mese, quando io ti diedi una proposta e tu la prendesti subito come una affermazione da assecondare.

Facciamo questo accordo, io ti mando questa unica pagina di diario, tu prenderai conto di queste parole, e mi manderai una risposta sincera alla tua stessa domanda. E ti prometto che anche io ti risponderò sinceramente, ti dirò esattamente cosa risponderei senza tanti giri di parole e senza filosofate varie.

Se vuoi una risposta sincera prima rispondimi sinceramente, senza ammorbidimenti (nel caso tu pensassi ce ne fossero bisogno) e senza giri di parole. Questo è il favore che ti chiedo.







Questo è il primo capitolo di un diario che tenni più di un anno fa. La storia è semplice: momento di stallo, lei mi chiese cosa volevo fare, mi chiese "Come ti senti?"
E io scrissi, scrissi questo, e glielo mandai come risposta. Come si svolse la storia in seguito, lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Lo condivido su internet perchè credo sia bello condividere i propri pensieri col mondo, Manterrò tutti i nomi censurati o in qualche modo lascerò le identità incognite. Per il resto Eseguirò un copy-paste delle pagine che scrissi quell'anno e mezzo fa che ancora adesso mi salta in mente e mi ricorda che certe cose sono successe, che certe cose sono cambiate, e altre invece sono rimaste le stesse.
Spero che vi piaccia, e che magari vi ci rivediate o vi sentiate in sintonia con le mie idee.
Enjoy :)

 

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Capitolo 2
*** Senza Nome 2 ***


Come mi sento 2.

 

È avvenuto quel che temevo. Abbiamo rotto.

Non dico che non mi abbia ferito sta cosa, ma come ho ripetutamente ripetuto a lei, bisogna scegliere delle priorità. Io accetto la sua scelta, e almeno adesso lei sta meglio. Non credo che lei sia così stronza da sentirsi bene. Ma almeno sta meglio, e questo è un bene.

Ci avevo sperato davvero. Lei mi piaceva davvero. Oh avanti chi voglio pigliare per il culo? Mi piace ancora, e questo non saprei dire se è un bene o meno.

 

Ok eccomi tornato da una pausetta, mi ero rimesso a messaggiare con lei. Si sente come una merda, speravo non fosse così. Dice che si fa schifo da sola ecc.

G è già informata a quanto pare, ti credo, sono migliori amiche..

 

Stavamo facendo una 3v3 con D ma ho la nausea e quella forte pressione alla gola che vorrei non conoscere già. Sto veramente male. Ormai direi che la rottura è definitiva e non quella della metafora dell'aereo. Ogni secondo che passa mi vien più voglia di abbandonarmi alla disperazione, ma so che basta solo un istante di debolezza per finire in un circolo vizioso. È dura..

Io in teoria domani dovrei andare a scuola, ma mi sa che vomiterò prima dell'alba, la nausea è forte. Dovranno fare a meno di me nella squadra di pallavolo, e dovrò recuperare filosofia in seguito. Non è la cosa giusta da fare, crogiolarsi nella merda non fa per niente bene. Mi dispiace tanto che non sia andata a buon fine.. con lei mi sento, anzi, sentivo veramente bene. Quando la vedevo non potevo evitare di sorridere, e dovevo sforzarmi molto per rimanere serio quando la guardavo..

La vita è fatta di eccezioni. Questa è un'eccezione nel suo genere, che, per mia sfortuna, è l'unico genere di cui mi è stata data l'opportunità di venire a conoscenza.. Esattamente come nell'ultima volta mi sono emozionato di fronte alla possibilità di poter uscire da questo fottuto limbo, e puntualmente la realtà ha bussato alla porta. Ormai non mi sono sorpreso più di tanto. Ci dev'essere un qualcosa nella mia visione di una relazione che stona. È un'ipotesi. Forse sono troppo avventato. Però questa volta ci sono anche andato piano, mi sono imposto certi limiti, limiti che mi ha aiutato lei stessa a definire. È stata davvero un'esperienza costruttiva, non lo nego. Ne uscirò con molte idee più chiare di prima. Mi dispiace solo che sia stata anche così distruttiva.

Licia Troisi aveva ragione quando scrisse che per creare qualcosa di nuovo e prospero bisogna prima distruggere ciò che c'era di vecchio. Mi spaventa davvero il dover distruggere quello che provavo e provo ancora per lei. Temo il momento nel quale realizzerò davvero che non potrò più scrivergli cuoricini nei messaggi o mandarle il buongiorno e la buona notte, o chiamarla “Hun”...

È estremamente dura, me ne dimentico sempre. Odio che debba concludersi così..

Devo ammettere che il suo titubare aveva fatto venire dei dubbi anche a me ma li avevo prontamente scacciati via. In fondo non erano veri dubbi, ma filmini mentali di situazioni come questa: situazioni tristi in un mondo dove le cose andavano nel senso sbagliato. Peccato che non ho considerato anche questo, di mondo. Nei prossimi giorni mi torturerò di MA e di SE. Lo so già. Quello che più mi tormenta è questo: E se non avessi deciso di ufficializzare la cosa? Forse sarebbe stato benefico per entrambi. Forse lei non avrebbe avuto paura e sarebbe riuscita a risolvere i suoi dubbi senza necessità di 'piegar la carta dall'altro lato'. Magari io non mi sarei affezionato così tanto a lei da finire così distrutto...

No non è vero. Prima che mollasse Lui, avevo vissuto un episodio del genere. Mi ero convinto che lei sarebbe tornata da Lui, e ne ho sofferto tantissimo anche allora. Ora lo posso dire perché non ho nulla da perdere, non rischio nulla al dire che l'amavo. Forse è dovuto alla mia inesperienza. È stato un mese e mezzo molto bello. I più bei giorni della mia vita fin'ora.

Ora non so cosa accadrà, sicuramente inizierò a pensare a cose orribili.

Ma poi il peggio è che lei sta soffrendo il quadruplo, ed è la seconda volta a distanza di 9 mesi che vive una situazione simile...

Non so davvero come faccia. È forte, molto forte. Ha un senso dell'altruismo e del dovere che si pagherebbero in miliardi. Nel mio piccolo ho avuto fortuna penso. Effimero ma bello.

Non so davvero quando né se potrò mai provare una cosa del genere per un'altra persona. Il mio cervello è ancora aggrappato all'idea che un bel giorno ci riincontreremo e ricominceremo da capo. Sarà meglio che si spicci a togliersi di torno, quell'idea. Non dico che non accadrà sicuramente, dico solo che (come giustamente lei mi ha fatto notare) sarebbe ancora più doloroso, continuare a credere in un futuro per noi.

Mi dispiace davvero. Ho paura di collassare se mi stacco da questa tastiera. Domani dovrò riaffrontare la vita di merda che mi ritrovo. Eppure l'ho fatto per 16 anni e mezzo (senza contare quelle piccole pause illusorie che non sono mai durate più di 2 giorni, e quegli anni nei quali non avevo coscienza nemmeno di me stesso).

Non dovrebbe costituire un problema così grande. Mi rifugerò in un qualche libro, magari comincio Trono Di Spade.. Chissà.

Non è per niente bello.

Ma significa che lei mi importa davvero, ne sono contento..

Devo solo evitare di ricominciare a pensare cose negative e tutto andrà per il meglio.. Spero..

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Capitolo 3
*** Senza Nome 3 ***


A sto punto direi che questo lo posso chiamare un vero diario. E come tale, inizia con una data.

 

26/5/14

 

Oggi ho preferito saltare scuola. Non me la sentivo di affrontare la vita quotidiana senza essere nemmeno abituato a non averla più accanto. Non mi sento affatto meglio. Ho solo voglia di sfogarmi col pianto, ma ho paura di non riuscire più a tirarmi fuori una volta iniziato. Eppure qualcosa mi dice che mi sentirei meglio...

Devo resistere. Devo tenere duro per lei. Lei non ha versato nemmeno una lacrima, nonostante stia soffrendo più di me. Sarebbe un insulto.

Ad ogni minuto che passa mi sento sempre più pieno di disperazione. Non posso credere che l'ultimo bacio che le ho dato sia stato così corto e così ordinario, così quotidiano, così normale...

Sto veramente per scoppiare a piangere. L'unica mia consolazione è che lei adesso si sente meglio. Ma il mio fottuto cervello non vuole abbandonare l'idea assurda che un giorno ci rimetteremo insieme. Non andrà così, ne sono più che certo. Ma il mio cuore è disperato come mai lo è stato prima.

Non so se rimanere a casa sia stata una buona idea, ora non so come distrarmi. Qualunque cosa faccia mi fa irrimediabilmente pensare a lei. Mi sto lentamente autodistruggendo.

La voglia di piangere e la pressione alla gola sono più forti che mai. Mi ha appena chiamato papà, chiedendomi come sto, se sto meglio, se ho controllato la febbre ecc.

Sono stato abbastanza riservato da non far trapelare niente nei due mesi scorsi. Loro sanno soltanto dell'esistenza di lei. Non ho mai avuto abbastanza confidenza con i miei genitori da raccontargli della mia vita sentimentale. Loro non sanno niente di me in questo campo. Di conseguenza accusano il mio malessere ad una malattia, pensano che io abbia l'influenza o un raffreddore. Io continuo a ripetere loro che non è niente di tutto questo, che è malessere nella sua forma più pura, ma loro non capiscono. Spero non lo capiscano mai. Non mi va di raccontargli niente. Non mi sento abbastanza in confidenza con loro.

 

Siamo chiari. Io le dico che sto bene. In realtà sto malissimo. L'unico appiglio che ho per affermare di non star soffrendo, è che lei ora stia meglio. Per tutto il resto mi sento come una merda, peggio.

Ormai la pressione alla gola mi permette a malapena di parlare. Nonostante questo, non devo cedere, per nessuna ragione devo sprofondare di più.

Le voglio un bene dell'anima. Questo dolore non è dovuto a lei, al contrario, è dovuto proprio alla mancanza di lei. Le voglio bene. Tanto. Forse più di quanto sarebbe permesso dalla nostra società, vista la nostra situazione attuale. Ora però mi chiedo, fino adesso non è ancora avvenuto niente per cui io debba effettivamente notare la sua assenza, e sto già male, dunque, cosa cavolo mi succederà quando sbatterò la faccia con la realtà e mi piomberà addosso la consapevolezza del fatto che non è più con me?

 

Mi ha chiesto se voglio parlarne con lei. Ho paura di farlo, se le dicessi che in realtà sto male, la farei stare peggio, e allora non mi rimarrebbe che arrampicarmi sugli specchi per trovare un motivo per non deprimermi del tutto. Le voglio davvero tanto bene. Devo farmi coraggio. Lei si è offerta ad aiutarmi, vediamo di non farla stare peggio ^-^

 

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Capitolo 4
*** Senza Nome 4 ***


Sempre il 26/5/14

ora però son le 15:50

 

Nelle ultime due ore ho capito e scoperto un sacco di cose. Fino adesso sono stato un po' orbo: avevo capito le sue motivazioni, le avevo accettate, ma, come già una volta mi ero fatto notare da solo, non puoi capire una persona, o quello che ella prova, a meno che tu non provi assieme a lei nello stesso istante la stessa situazione. Quando noi diciamo ad una persona 'so come ti senti' non è vero affatto. Quello che conserviamo noi è un ricordo degli effetti che ha su di noi, ma non essendo più soggetti a quelle emozioni, non possiamo capire a pieno la sofferenza o la gioia di quelli che la stanno provando al presente. Ed è esattamente quello che è successo anche questa volta!

Io ho provato quello per cui lei sta passando adesso. L'ho provato 4 mesi fa quando ricevetti il rifiuto da parte di E e, se ci penso bene, se di colpo una tipa (mettiamo C come

esempio) mi avesse chiesto nelle settimane seguenti se volevo mettermi con lei, io le avrei risposto subito di no. Perché? Perché era passato troppo poco tempo da quando avevo provato dei sentimenti per E!

Non ricordo esattamente, ma mi sembra che, prima di sentirmi pronto ad un'altra relazione, sia passato un mesetto, mezzo forse (dopotutto con lei non avevo concluso niente, mi ero fermato solo al serio interesse, è risultato molto più facile riprendersi).

 

Lei era appena uscita da una relazione stabile di più di 7 mesi, ora vien da chiedersi, come cacchio ho fatto a non capire che doveva ancora riprendersi!?

La risposta l'ho già scritta qui sopra: io non stavo provando in prima persona quello che stava provando lei...

Ora invece mi è tutto molto più chiaro. Ho trovato una risposta definitiva ai miei piccoli perché.

Ora lo sto provando io sulla mia pelle, ora la capisco meglio. Insomma, se adesso arrivasse una a chiedermi di mettermi con lei, mica risponderei si? Questo non cambia niente fra me e Lei, non è che siccome adesso io ho capito torneremo insieme, assolutamente, e devo abbandonare quell'idea al più presto.

No, questa è una valida lezione di vita. Estremamente costruttiva. Non sono mai stato arrabbiato con lei per le due decisioni, MAI. Ma ora sono persino in grado di condividerle a pieno. Ha fatto le scelte più giuste. Ha dimostrato saper tener testa a tutto e tutti. E ora posso ammirare a pieno l'impresa da lei compiuta. Le ho già detto che l'ammiro per le sue decisioni, ma lei non capisce fino a quanto ^-^

Lo ripeterò all'infinito, lei è la più matura fra tutti noi, lei possiede questo autocontrollo che a pochissimi di noi viene concesso. È davvero un peccato che lei non se ne renda conto.

 

Comunque, tanto per non tralasciare nulla, ora tornare alla vita quotidiana sarà molto più facile. In fondo lei non se n'è andata del tutto. Rimaniamo pur sempre buoni amici, e lei rientra ampiamente nella mia lista di migliori amici. Non è che non ci parleremo mai più o non ci manderemo più messaggi.

Insomma..

Prima di provare un serio interesse per lei avevamo già del feeling, e questo feeling non è andato via, io e lei siamo ancora amici, giochiamo ancora a LoL, ci sentiamo ancora su Skype, e magari ci troveremo anche in giro ogni tanto..

Non è una disfatta totale, non stiamo più insieme, peccato, ma non è un motivo per buttarsi giù: molte cose sono rimaste. Forse ormai sto anche iniziando a mitigare i miei sentimenti extra per lei..

 

Sono stato davvero fortunato a capirlo. Ora devo recuperarmi dall'idea che non stiamo più insieme, e passerà del tempo prima che io riesca a provare interesse per un'altra, ma..

Hey! Finalmente capisco al 100% i suoi problemi :) e adesso posso.. non so cosa posso adesso.. so solo che domani vado a scuola sì o sì, che dopo nerderemo tutti assieme su LoL e che la vita non farà troppo schifo :) ora la capisco e posso immedesimarmi..

È il sollievo più grande per me, subito dopo il fatto che adesso lei stia meglio..

Sì, mi sento anche io decisamente meglio. Magari non avrò nemmeno più bisogno di tenere questo micro diario.. bom vedremo ^-^

 

 

 

17:55

 

Va molto meglio, gliel'ho anche detto. E mi è sembrato che ne fosse contenta..

Voglio rimarcare però il fatto che mi sento meglio rispetto a prima, non bene..

 

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Capitolo 5
*** Senza Nome 5 ***


27/5/14 17:12

 

Ritiro ciò che ho detto ieri. Abbandonerò questo diario mica presto. Probabilmente smetterò da solo; un giorno sentirò di non averne più bisogno e non mi ricorderò di compilarlo e solo allora, forse, la smetterò.

 

Dunque.

Non sto per niente bene. Vorrei davvero potere averla qui, non per baciarla, solo per abbracciarla e per parlarle faccia a faccia. Il groppo in gola non svanisce mai, ogni tanto si attenua, ma è sempre all'agguato. Sono pieno di dubbi. Non so come comportarmi con Lei, davvero. Ho notato che sono sempre io a iniziare una conversazione, sono sempre io a mandare il primo messaggio e ho paura. Ho paura che Lei adesso come adesso non voglia avere troppi contatti con me e io invece le stia dando l'impressione di essere pesante. Ho paura di iniziare a diventare insopportabile (anche se in realtà non sono troppo insistente). Ecco i punti della questione:

  • Oggi ho provato a non scriverle per vedere se era Lei la prima a mandare il messaggio. Ad un certo punto non ce l'ho fatta più e gliel'ho mandato io. (potrebbe darsi per via del fatto che oggi era a Mon. e avevano un evento in sala con 110 pax da servire, domani riproverò).

  • Ho paura di essere insistente e asfissiante.

  • Ho paura che, in tal caso, Lei non me lo stia dicendo per non ferirmi.

  • Di conseguenza dovrei non scriverle.

  • Ma così facendo, rischierei di far crollare i pochi legami che ci tengono ancora assieme (ah, si, qui ci metto un asterisco *, ci tornerò più avanti.)

  • Però, visto quello che è successo fin'ora, non so se Lei vuole mantenere legami o cosa.. Non mi dice mai niente..

  • Ho paura a chiederglielo io stesso.. Lai sta seguendo la sua strada, sa cosa vuole, mentre io invece sono alla cieca.

 

Non ho la minima intenzione di chiederglielo, ma è per questo che lo chiederò a G. Lei la conosce meglio di tutti noi (sì, è triste, ma non sono riuscito a conoscerla bene quanto G) e sicuramente potrà darmi una risposta simile a quella che mi darebbe lei..

 

Ora vorrei riprendere l'asterisco *.

Non so se è una situazione temporanea o meno, probabilmente sì (non ho vissuto abbastanza a lungo per saperlo, ma, a quanto pare, tutto è effimero nella vita), ma fatto sta che veramente io non riesco a togliermi dalla testa l'idea di tornare con lei. È estremamente controversa come cosa, perché questo è esattamente quello che deve succedere: che io non riesca a dimenticarla o a immaginare la mia vita senza di Lei, almeno per ora. Ogni volta mi rendo conto di più di quanto Lei abbia segretamente sofferto da quando si è mollata con Lui. E non mi ha mai detto niente di concreto (ecco perché prima ho sottolineato quell'affermazione) sul quanto stesse male ancora...

Avrei dovuto notarlo da solo, ma ero troppo occupato ad essere felice per lasciarmi turbare da qualunque cosa.

È solo una stima basata sul nulla, ma credo che prima che Lei si senta definitivamente “pronta”, passeranno altri due mesi, più altro tempo indeterminato che serve a provare interesse per un altro.

Ma “pronta” per cosa, e con chi?

La probabilità che si senta pronta per me è pari a 1%.

Cioè, pensiamoci:

  1. Nel tempo che si recupererà da lui, si recupererà anche da me. Perché ci metterà più tempo a dimenticare Lui (7 mesi di relazione) che a dimenticare me (2 settimane ufficiali). Perciò, quando sarà definitivamente pronta, di me non le sarà rimasto più nulla.

  2. Le stelle sono allineate in modo che Lei si senta di nuovo pronta proprio nel bel mezzo dell'estate, il che significa che (a) io sarò a chilometri di distanza e non avrò nemmeno la minima occasione per tentare quell'1% e (b) avrà tutto il tempo del mondo per interessarsi a qualcun altro (hai idea di quante persone le stiano dietro? Solo da quando si è mollata con Lui si è già ritrovata con me, Max, e anche il compagno di classe rumeno che le scodinzoliamo dietro!!!).

 

Tutto questo per cosa? Per aiutarmi a convincermi a dimenticarla..

Davvero LL è condannato per sempre? E come mai me lo chiedo giacché non esiste più nessun LL?

 

Non ci capisco più niente..

 

G, nel caso io ti mandi questo, beh.. sappi che questa è la mia vita quotidiana da sabato scorso (sì, iniziavo a temere già allora). Com'è giusto che sia, è un susseguirsi di domande e dubbi che, appena risolti, ne fanno nascere altri due ognuno.

Mi sento davvero male per Lei, non sono stato abbastanza attento da accorgermene, che Lei stava soffrendo anche peggio di così..

Perché sono stato così cieco? Semplice, (come già ho affermato nella scorsa pagina di diario) perché non lo stavo provando sulla mia pelle. Ora la capisco, e capisco anche perché non è giusto che Lei stia con me. Ogni minuto mi torna sempre in mente la stessa domanda: se quella volta non avessi deciso di dare l'ufficialità alla nostra relazione, si sarebbe conclusa in questo modo? Non avremmo rotto nel vero senso della parola, in quanto non saremmo stati propriamente insieme, ma forse Lei non sarebbe crollata del tutto. Di conseguenza, però, io adesso non sarei capace di capirla a pieno.. e di conseguenza non mi accorgerei della sua vera sofferenza..

Comunque la si guardi, tutto porta a me, seduto al computer a battere sulla tastiera per evitare di avere un crollo, pieno di sensi di colpa e false speranze.

 

Cacchio, è ovvio che ieri sera Lei non aveva voglia di stare con me su Skype, neanche dopo la partita, ma il motivo non riesco a coglierlo. Perché era distrutta come me (infatti pure io mi son ritirato in fretta nel letto)? Non avrebbe senso però, perché io con Lei c'avrei volentieri parlato. No aspetta, forse potrebbe essere logico, per il fatto che Lei sta soffrendo per via di 'noi' ma soprattutto per via di 'loro' e di conseguenza è molto più distrutta di me.

Ma tutto questo non ha alcun fottuto senso!! Perché, se è Lei a soffrire di più, non va in giro a chiedere aiuto su dubbi come sto facendo io? Significa che non ha dubbi? No. Significa che è più forte di me, spaventosamente più forte di me. Affermare che Lei non ha dubbi è un po' accusatorio, in fondo anche Lei è un umano..

E allora perché Lei ce la fa e io no? Perché non riesco ad essere abbastanza forte anch'io?

 

Tornando al problema principale, non so come fare per far rimanere in vita quell'1% di possibilità che ho. È un atto disperato, infondato, inutile, e destinato a fallire. Ma è pur sempre una speranza. La speranza è l'ultima a morire, ma la priorità assoluta è comunque che Lei stia bene.

Se il mio tentativo di lasciare una briciola di speranza rischierà di farla star male, allora che i corvi si mangino pure quella briciola.

Sapere che Lei sta bene è l'unica consolazione che posso procurarmi sicuramente. Non è la più forte, né la più facile, ma è per la lunga quella che sono sicuro di poter ottenere.

 

(apro questa parentesi solo nell'eventualità che questo testo arrivi a te, G. Questo Non Deve Capitare Fra Le Sue Mani. Lei non deve sapere, come io non devo sapere. Questa è a tutti gli effetti una pagina di diario, che tu lo legga sarebbe già una profanazione, non aggravarla)

 

18:24 (non ci sono state pause, è solo un tenere conto del tempo)

 

Sta volta mi sono espresso abbastanza, sono quasi vuoto. È un piccolo sollievo, temporaneo, perché, come ogni malattia che si rispetti, la sera peggiora (per non parlare della notte). Ma questa, a differenza delle altre, mi concede una leggera tregua “solo” verso queste ore, e ormai l'angoscia si sta già riaprendo strada nella mia mente (gli altri direbbero 'cuore').

Non rileggerò quel che ho scritto, non lo faccio mai, è sempre meglio lasciare la prima stesura, quando si tratta di esprimere le emozioni, perché vengono scritte esattamente come sono provate in quell'istante: sparse, in disordine, ma collegate in modo sublime e perfettamente concepibile. Se rileggessi, correggerei, e stabilirei uno schema che distruggerebbe tutto l'ordine naturale delle cose.

Suppongo che scriverò qualcos'altro più tardi, quando le fitte peggiori arriveranno..

 

 

22:48

 

Ormai avevo già deciso che non avrei scritto sta sera, ma mi è appena venuto in mente un piccolo paragone che vorrei evitare che accadesse: M (non M la sua migliore amica).

Esatto, proprio quello che le sta dietro da una settimana. Quello che vorrei evitare è proprio di finire con l'essere rompiballe come M, che non riesce a capire un 'no' e che usa in continuazione l'autoconvinzione e non capiva (prima) che Lei non voleva mettersi con lui perché stava con me e (poi), quando ha scoperto che il ragazzo non ce l'aveva (non sa che non ce l'aveva “più”), si è convinto che non volesse mettersi con lui perché stava ancora uscendo dalla rottura con Lui.

Ora, questo mi fa ridere. In un certo senso M ha capito più di me, nel modo sbagliato, ma si è avvicinato molto di più alla verità di quanto non abbia fatto io..

È deprimente..

Comunque questa sera la sto passando meglio delle altre, probabilmente perché abbiamo messaggiato un po'. Spero davvero di non star diventando un M...

 

 

 

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Capitolo 6
*** Senza Nome 6 ***


28/5/14 15:36

 

Appena tornato a casa. Sta mattina è stata Lei a scrivermi per prima, ma non so quanto sia attendibile come fatto. Mi ha dato il buongiorno e poi abbiamo un po' chattatto del più e del meno. Ma poi, quando è iniziata la scuola e la nostra conversazione è conclusa, non ha assolutamente più tentato di riattaccare bottone. Questo però non ha alcun significato, in realtà sono io che tento sempre di stabilire una conversazione (nota per me stesso quando e se rileggerò queste righe: non sono depresso, perciò non leggere questo con la tonalità di un depresso). Direi che semplicemente è da escludere la possibilità che lei non voglia più saperne niente di me. Good.

Oggi comunque è stata una giornata piuttosto normale, il che è un notevole miglioramento. Ho davvero trascorso il tempo senza tristezza eccessiva né melanconia penosa. Tutto come da vita quotidiana. Ho solo scoperto una cosa e mi sono posto un altro dubbio, ma non mi ci torturo tropo perciò direi che è okay.

 

Scoperta: D pensa che lei sia irresponsabile e irrazionale. Ho tentato di fargli approfondire l'argomento, gli ho chiesto da dove aveva tratto questa conclusione, il tutto con tono tranquillo. Non mi cambia niente quel che pensa lui, ma mi ha incuriosito che fosse arrivato a quest'opinione. Niente da fare, non vuole dirmi da cosa lo ha “dedotto” (parole sue) e le sue risposte sono sempre rimaste molto vaghe, del tipo “l'ho capito da certi suoi comportamenti” ma poi, quando gli ho chiesto esattamente “quali” comportamenti, sgusciava via sbiascicando cose incomprensibili che a quanto pare dovevano essere motivazioni valide. Insomma, non go capì un tubero ma non mi frega.

 

Nuovo dubbio: mi son dimenticato di chiedere a G cosa ne pensava (sì, alla fine le ho mandato la mia pagina di diario di ieri) perciò, mentre ero in bus le chiedo su Whatsapp se saprebbe rispondermi. Mi ha informato che sto sabato si troveranno (non so esattamente per cosa, but i don't care too much) e tenterà di capire come sta la situazione. Allora mi farà rapporto, per ora mi ha solo detto che “passerà” (ed ecco il mio dubbio). Lei intendeva lo star male, che finirà la sofferenza, ma e se non si limitasse solo a quello? E se, inconsapevolmente, G mi avesse avvisato che prima o poi supererò effettivamente i miei sentimenti per Lei? Se ci penso bene, (forse ho già scritto questa roba ma non go voja di andare a ricontrollare) effettivamente potrebbe anche darsi che io smetta di provare questi sentimenti, e allora a cosa sarebbe servito tutto questo? Non sto dicendo che potrei “innamorarmi” (assegnando a questo vocabolo il significato che gli attribuisco io) di un'altra, il che potrebbe anche accadere, ma se io semplicemente mi abituassi a non 'dover' provare più sentimenti per lei e finissi per dimenticarla per davvero? Mi intimorisce o mi solleva questo fatto?

 

In aggiunta, mentre chattavamo, G si è riferita a lei come (parole testuali) “la tua ex”...

Vedete.. io non sono mai come gli altri coi nomi, per me assumono sempre un significato diverso da quello che gli altri gli danno. Per esempio, io l'ho sempre e solo chiamata col suo nome, ed è così che mi sono sempre riferito a Lei, anche nei miei pensieri. Non l'ho mai veramente chiamata “la mia morosa” o “la mia ragazza”. Lei è sempre e solo stata perfettamente.. Lei. Ma adesso che G le ha coniato (anche giustamente) questo titolo... Mi fa strano, molto strano. Non è come se la realtà mi fosse piombata addosso ne niente del genere, ma dirlo, o solo pensarlo, rende la cosa.. irreversibile.

Per dio, è giusto così. So già che non torneremo assieme (in realtà non lo so), ma che te lo confermi un altro è.. strano..

 

 

20:29

 

Sono sull'orlo della crisi.

Stavo chattando tranquillamente con Lei, per un momento mi sono dimenticato di tutto quello che è successo fra noi. Ho un'urgente voglia di piangere. Forse me le cerco anche un po', forse in effetti un bel pianto non mi farebbe male. Purtroppo so che una volta iniziato non riuscirei più a controllarmi.

Ho bisogno di fare una chiacchieratina con G, anche se so che non è la più adatta. Destino vuole che la più adatta sia proprio Lei stessa, ma è proprio di Lei che vorrei parlare, dunque non mi rimangono molte opzioni. Mi sento davvero come una merda. Dovrei pure mettermi a studiare ed è quello che farò, ma davvero sono col morale a terra. Quando le chiedo come va spero soltanto che mi dica come si sente, e non che mi riassuma tutto con un semplice 'bene'.

Sono frettoloso, lo so, ma non posso evitarlo, non posso evitare di provare speranza, di sperare che riesca a superare lo shock e che io riesca a... cosa? A riconquistarla? A convincerla? A cosa esattamente? Non so nemmeno se lei provi ancora dei sentimenti per me.. e non ci sono modi per scoprirlo. Credo di non aver mai avuto così tanta paura in vita mia. Ora è meglio che mi metta a studiare.

 

Spe, giusto un ultimo pensiero.

È inutile aspettarsi che lei mi dica come sta se neanche io non le dico come sto. È il karma.

 

 

21:50

 

Ormai questo è un diario a tutti gli effetti, perciò posso anche scrivere cose che riguardano la scuola, per esempio. Sono abbastanza nel panico, non ho seguito praticamente niente nell'ultimo mese perché passavo le lezioni a chattare con lei, e ora dovrei studiare italiano tutto da capo. Sarà una lunga notte.

Tornando all'argomento principale, sono stato oltre il limite delle lacrime per un paio di volte. Mi son tirato indietro abbastanza in tempo, ma mi sembra che ci vorrebbero molte più lacrime. Forse sono solo stanco. Mi manca da morire il suo sorriso, le sue labbra, la sua pelle. Mi manca guardare in quei due pozzi d'acqua cristallina che ha al posto degli occhi. Mi manca il suo odore, il suo sapore, delle labbra e della pelle. Mi manca il tatto dei suoi capelli, così fragili e crespi che assomigliano tanto a spighe di grano.. (ailo el poeta che si risveglia)

Mi manca da morire, ma so che adesso lei sta meglio. Non sarebbe stato nemmeno contemplabile la possibilità che rimanessimo assieme. Meglio mettersi il cuore in pace, anche se neppure questo è contemplabile.

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Capitolo 7
*** Senza Nome 7 ***


29/5/14 15:41

 

Oggi aveva gli esami. Le ho augurato buona fortuna e gg. Non è accaduto niente di particolare, o almeno adesso non me ne ricordo, nel caso lo aggiungerò dopo.

Sempre parlando di scuola, di scienze ho avuto la conferma che è andata male, e ad italiano ho fatto un paio di scene mute. Ho ripassato in bus la mattina, ma non avendo seguito in classe non potevo davvero aspettarmi di più. (mi ha appena mandato un messaggio. Media del 8,5/9 in bar. Good) in realtà credo proprio che la prof sia stata clemente con me: Emiz sapeva quasi più di me e si è beccato 5+

Povero.

Bom ora mi metto a nerdare un pizzico a LoL e poi giù con info.

Mi manca tantissimo, troppo.

 

 

 

21:04

 

Mi son messo a guardare alcune registrazioni che le avevo fatto di nascosto durante le nostre videochat su Skype, quando stavamo insieme. È stato davvero traumatizzante. Non per il fatto di rivederla col punto di vista di quando stavamo ancora insieme, ma per il fatto che mi son sentito come quello di 'El lado bueno de las cosas' che quando non si sentiva bene si voleva riguardare il filmato del suo matrimonio. Mi faccio pena da solo. Sto sprecando qualche lacrima, niente più. Non sto piangendo a dirotto e senza controllo, è solo un piccolo sfogo.

Mi manca davvero tanto. Credo che se solo potessi abbracciarla, ogni mio dolore svanirebbe. Se solo potessi sentire il suo odore o il calore del suo corpo...

Anche sotto questo aspetto siamo i due lati opposti della medaglia: io sono molto freddo mentre lei è molto calda. Mi ricordo ora quella volta che ho tenuto la mia mano sulla sua pancia per cinque minuti buoni perché senò le venivano i grizzoli dai brividi quando la toccavo. Quello fu un pomeriggio che non dimenticherò mai, ancora meno ora che l'ho riportato qua.

Mà mi ha tolto internet perché non so perché. Oggi le girava così. Devo rassegnarmi, niente “partita delle nove”. Ormai l'avranno già iniziata.

So di non essere abbastanza pronto per domani, ma, come ho appunto detto, non ho internet e di conseguenza non posso verificare che quello che sto facendo non sia una cagata di pagina web in HTML. Inutile usarlo come scusa per riavere internet.

Sono qua, che piango a intervalli, senza modo di distrarmi se non scrivere come mi sento. Se non avessi tutti quei dubbi chatterei volentieri con lei, ma siccome la vita, a quanto pare, è stronza sotto ogni aspetto (piccolo post scriptum: la vita non è stronza, né brutta né bella, ma originale [grazie ancora per avermi fatto scoprire questa frase saggia e vera]); questo non fa eccezione.

Credo sempre di più che si tratti veramente del karma. Io non sono sincero con lei, riguardo a quel che sento e a quel che provo, e lei, di conseguenza, non lo è con me. Però, dai, diciamocelo, se io adesso, dopo solo appena sei giorni dalla rottura, tentassi di nuovo di riagganciare legami con lei, (uno) manderei tutto in fumo e (due) combinerei un casino. Se voglio che lei si recuperi, devo essere attento a quel che faccio e a quel che dico, soprattutto a quel che penso. Se di colpo mi mettessi in testa l'idea di ritentarci... Non oso immaginare...

Sempre nel caso che esista davvero, solo Dio sa ciò che accadrebbe esattamente. Ma non occorre essere dio per sapere che sarebbe qualcosa di veramente catastrofico.

Cioè, dai cazzo. È successo solo cinque, ripeto, CINQUE giorni fa!

Sono in tutte le possibili situazioni di svantaggio: non la conosco abbastanza da intuire cosa pensa (il destino sia dannato [no, scherzo, non cambierei comunque nulla {ma questo lo penso solo perché non so cosa sarebbe successo altrimenti (ho decisamente paura dell'ignoto e dell'oblio)}]), non sono in posizione di poterglielo chiedere (magari fra un paio di settimane), ho sempre e comunque paura di “meter la pata”.

Mi sto riascoltando qualche canzone di Coti dopo anni che non ne sentivo neanche una. Per la precisione ho passato tutto il giorno a tentar di ricordare il titolo di “Mar de gente”.

Ne cito solo una parte:

“Hay días que, no podría nunca explicar,

momentos para olvidar oh oooh,

hay dìas que la ilusión me vuelve a matar,

y salgo por las noches para caminar,

y al cabo de unas horas me doy cuenta que es en vano

y que no volverás..”

 

Sicuramente Lì potrebbe apprezzarlo. Lo scriverò a Lei su fb.

 

 

 

22:03

 

Credo che chiuderò qui e tenterò di addormentarmi.

Ho ancora tante cose da dire, non mi sento vuoto, ma non riesco a trovare queste cose. Sono nascoste da qualche parte del mio cervello (altri direbbero cuore).

Ho solo voglia di soffrire, perché in uno strano angolo dei miei pensieri penso che se soffro il tutto si accelererà. Ma anche perché, a quanto pare, io il pianto (ovvero la sofferenza) me lo cerco: infatti potrei perfettamente non far cadere neanche una lacrima, ma ogni tanto mi da sollievo sfogare questo dolore, che però me ne provoca altro.

Il tempo sta passando velocemente, ma è comunque troppo lento. O almeno credo, chi mi assicura che lei abbia bisogno di tanto tempo? Non lo so, ma non so nemmeno se è falso.

In più dovrei tentare di chiarirmi le idee su un fatto in particolare:

Io sono ancora illuso del fatto che forse potremmo tornare insieme dopo che avrà superato quello di Lui, ma siamo sicuri che ci sia solo quello? Sto ingenuamente dando per scontato che il suo unico problema sia quello, ma chi me l'assicura? Sono sicuro che quella fra noi sia solo una pausa e non una vera e propria rottura finale e completa? Abbiamo davvero intrapreso una terza via? Ovvero, invece di (a) far scendere l'aereo, e qui, semplicemente acquistare velocità e sicurezza per poi riprendere la risalita, o (b) atterrare e rimetterlo nell'hangar, abbiamo davvero preso la scelta (c)?

Che sia possibile? Far atterrare l'aereo instabile e mandarlo a far rifornimento prima del volo decisivo, per dar tempo ad uno dei due pilori di riprendersi dall'incidente aereo che ha vissuto precedentemente..?

Che sia possibile?

Non lo so e non credo che lo scoprirò mai “se non vivendo”.

Ho solo voglia di abbracciarla. Niente di troppo spinto ma almeno qualcosa.

Ah toh guarda. Ora mi sento piuttosto vuoto.

Le ho appena dato la buona notte. È strano, ma è un vizio che non voglio assolutamente mollare.

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Capitolo 8
*** Senza Nome 8 ***


30/5/14 00:41

 

Dopo scuola sono andato direttamente a casa di S sia per pranzo che per cena. Sono tornato solo cinque minuti fa, un suo amico (tale G da quanto ho potuto capire) mi ha dato un passaggio in moto. Boom, la prima volta che vado in moto. Non ho mai pensato che sarebbe stata una cosa importante e infatti non lo è stata, anzi, mi è quasi sembrata una routine mettermi il casco e salire a cavalcioni sul posteriore del sedile, una mano stretta al manico vicino al sedere e una vicino al suo fianco pronta a doversi aggrappare nel caso di bisogno. Niente di che.

Bom, oggi le avrò mandato qualcosa come solo dieci messaggi in totale, suddivisi in due conversazioni e una buonanotte. Mi sento male per aver cercato così poco contatto con lei ma allo stesso tempo è un traguardo: mi son dovuto sforzare a non farlo e ci son riuscito, yay. Mi manca da morire. Oggi due persone e mezzo sono venute a sapere della mia rottura con lei. S, che me l'ha chiesto di persona, ed E, che invece dev'esserne venuta a conoscenza attraverso G. Quella mezza persona, invece, è mia sorella, che mi ha chiesto se stavamo ancora insieme. Io ho prontamente ignorato il messaggio e non le ho risposto, e da questo deve aver già intuito da sola.

Mi manca estremamente. Ad un certo punto l'ho detto a G per messaggio e lei mi ha risposto “sul serio?”

Sono rimasto interdetto. Non per il fatto che non ero sicuro della mia affermazione. Lei mi manca come l'insulina (ho ho ho, che battuta shpiritossa), ma per il fatto che questa domanda può nascondere e significare molte cose. Non so esattamente cosa, ma mi ha fatto venire dei sospetti. Il problema è che non so che tipo di sospetti. So solo che lei e G si sono parlate, questo è sicuro, e deve averle confidato qualcosa, essendo migliori amiche è normale che si dicano cose (non chiedetemi esattamente cosa, non lo so) e questo aumenta la fondatezza dei miei sospetti.

Oppure è tutto solo una serie di ragionamenti basati su supposizioni prese per vere che mi ha portato a credere certe cose come vere.

Cosa abbiamo concluso dopo tutte queste pippone mentali? Assolutamente nulla, siamo allo stesso punto di partenza.

Lei continua a dirmi che sta bene. Le credo, e sono felice per lei. Davvero, sapere che lei sta bene è il più grosso sollievo per me, e anche se non so se sia vero, le credo, e spero che, se lei continua a dire di star bene, finisca col trasformare l'abitudine in virtù e così stia davvero bene. In un modo o nell'altro lei starà bene. Sono Felice per questo.

Azz.. mi è appena venuto in mente che non le ho detto di far ascoltare Coti a Lì. Bom, glielo dirò domani.

Mi bruciano gli occhi per la stanchezza e per tutto il fumo che c'era a casa di S. Ho notato che persino Nala aveva gli occhi rossi, povera vecchia cagnolona...

Sto dormendo seduto, perciò penso che andrò a dormire.

Mi manca.

Mi manca troppo.

Mi manca tutto di lei.

Come mi piaceva tutto di lei.

Come mi piace ancora tutto di lei.

Come mi piace lei tutt'ora.

Come io ne sia infatuato.

E per ultimo, come, anche se questo ha portato dolori immensi, io non cambierei nulla.

 

Il dolore è un effetto collaterale della felicità.

La sofferenza è un effetto collaterale dell'essere felici.

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Capitolo 9
*** Senza Nome 9 ***


1/6/14 9:43

 

Mi sono appena reso conto che ieri non ho scritto niente. Eppure avevo tante cose da dire..

Ora non me le ricordo tutte ed è improbabile che io riesca a trascriverle punto per punto, ma le adatterò un po' a quello che dirò oggi.

Mi manca, tantissimo. Ieri abbiamo fatto una partitella a LoL e bom, niente di che, lo scrivo giusto come annotazione. Ieri mi è mancata forse anche più del solito, e una inconcepibile verità mi ha schiacciato. Avevo capito che lei e G si sarebbero incontrate, ma non è stato e non sarà così; G ha 38 di febbre e non ha neanche accennato al fatto che dovesse incontrarsi con Lei. In pratica, non saprò mai esattamente quello che le passa per la testa. Amen.

Non mi viene altro. Forse la notte ha eliminato ogni residuo di quel che volevo dire, peccato.

Vado a far colazione va'.

 

 

00:08

 

Appena tornato da casa di S.

Sono arrivato da lui e poco dopo mi ha mandato un messaggio Lei.

Lei ha mandato per prima un messaggio a me, chiedendomi come sto. Sono rimasto allibito. Non ho esultato, non sono così messo male, ma sono rimasto un momento lì a ragionare sulle varie cose che significano questo fatto.

In primo luogo è da escludere che non mi voglia più sentire, e se prima non era del tutto sicuro, ora lo è. Poi, per svariati ragionamenti logici ma non esprimibili (ovvero come la maggior parte dei processi della nostra mente), sono riuscito a confermare una cosa, lei ormai non sta più male per la rottura con lui ne con la mia. In realtà non lo è più da abbastanza, forse dal giorno dopo che abbiamo rotto, ma io non avevo prove di ciò. Ora sì, e ora so anche che l'unica cosa che posso fare per sfruttare quell'1% è starmene al mio posto e lasciare che il tempo faccia il suo corso. Ora ha solo bisogno di riflettere lei stessa, su cosa non so, riabituarsi alla vina normale, fino a quando non si sentirà pronta per una relazione. Purtroppo questo può avvenire principalmente in due modi, ovvero (a) lei pensa di essere pronta a lasciare i suoi sentimenti per me o (b) lei dimentica i suoi sentimenti per me.

Il mio compito ora è di starle vicino e farle sapere che ci sono, sempre mantenendomi nei massimi limiti. Sempre nel confine più interno.

È tutto.

Credo di sentirmi felice.

Lei sta bene e non vuole perdermi del tutto. Good.

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Capitolo 10
*** Senza Nome 10 ***


2/6/14 10:20

 

Mi manca oltremodo e oltremondo.

Oggi ho avuto un sogno strano ma conosciuto, solo che il finale era del tutto nuovo. All'inizio centrava con le invasioni di zombie (elaborato dal gameplay di The Walking Dead che mi sono guardato ieri). Io tornavo a casa e scoprivo che avevamo dovuto costruire un edificio intero in più solo per delle seconde scale che erano imposte dalla legge e che erano salate da pagare se assenti. Il che aveva causato la totale chiusura del cortiletto. Non so chi, forse io stesso ha commentato che sembrava quasi che fossimo tornati nella vecchia casa, e che quella fosse l'esatta copia della cantina umida e fredda. Da questo posso capire che ci eravamo trasferiti dalla nostra casa attuale, non so il motivo. Poi per un qualche motivo ci siamo ritrovati a tentare di salvare alcuni di quegli zombie, perchè erano stati dei nostri amici o conoscenti, e io mi ritrovavo a fare una scelta. Credo che fosse sul fatto di rischiare di farne entrare un altro, che a quanto pare era un mio conoscente, o meno. Io ho scelto di “salvarlo” e di colpo tutti scoppiavano in un applauso dicendo che tutto era uno scherzo e mi sembra che avevo superato una specie di test (questo mi ricorda quel programma stupido nel quale facevano credere ad un tipo che c'era stata un'invasione zombie e tutti erano attori d'accordo a fargli credere la verità [falsissimo ovviamente]). Poi tornava il gigante colossale e ovviamente io andavo a ucciderlo. Questa volta però era fatto di legno e aveva una forma strana, quasi a metà fra una statuetta antica e le sembianze di Orianna (LoL), solo versione alta sessanta metri e in legno scuro. Per un qualche motivo dentro c'era mia madre, ma (ovviamente) non ha senso, perché ci avevo parlato due secondi prima di iniziare la risalita verso la testa del titano (a proposito, senza usare la manovra tridimensionale .-. ). Bah. Poi non ricordo se alla fine le ho mozzato la collottola o cosa. Fatto sta che tornavo a casa e trovavo mia madre tutta triste e per un qualche motivo sapevo che era successo: Asso era morto.

Questo si riconduce a quando si è presentata in camera mia con un sacchetto contenente una rondine morta, cacciata dai miei gatti. Per buona regola dell'ironia il gatto era nel sacco della spazzatura, ancora dentro il cestino di plastica, con la punta della coda nella bocca, quasi fosse ancora il cucciolo che si addormentava dopo aver giocato troppo. Poi centrava qualcosa col fatto che lui stesso aveva deciso di andare via o non so che. Poi di colpo mi avvicinavo e lo chiamavo, lui apriva gli occhi e, muovendo solo un po' la testa, mi guardava. Io, totalmente noncurante del fatto di star parlando con un gatto morto, lo accarezzavo e gli davo il mio ultimo addio. Poi ovviamente (occhio, qua ormai il sogno si stava per concludere ed iniziavo a svegliarmi, anche se non troppo) chiedevo come cavolo stesse succedendo. Sempre mia madre mi faceva notare che si stava scolorendo e che, per ovvi motivi (?), stava per andarsene. Di colpo ho notato che in effetti, il pelo di Asso, stava diventando candido come quello di Pico, e per non so quali fenomeni ultraterrenocosmico-parasovrannaturali sentivo la sua energia vitale che svaniva.

 

Infine mi sono svegliato e mi sono messo a piangere per la disperazione. Ero totalmente consapevole che quello era stato un sogno, fin dal primo istante (cosa rara) ma mi aveva comunque lasciato scosso. Due secondi dopo mi sono alzato e sono andato ad aprire la porta ai gatti per farli entrare in casa, ho afferrato Asso e l'ho quasi stritolato versando qualche lacrima.

Dovete sapere che gli animali hanno un vero e proprio sesto senso. Lo si può intendere come l'Etere di Aristotele: la sostanza della quale è fatto il mondo sovralunare, che in un certo senso, è la versione perfetta della composizione delle quattro sostanze sublunari: terra, acqua, fuoco e aria.

Beh, il loro sesto senso è questo: la versione perfetta dell'unione di tutti i loro altri sensi. Anche l'uomo lo possiede, solo che, siccome i sensi dell'uomo sono atrofizzati, il nostro sesto senso è relativamente trascurabile. Come dicevo, gli animali lo possiedono, e questo lo possiamo provare tutti, soprattutto se abbiamo degli animali abituati a vivere con l'uomo. Non solo gli animali domestici, e sicuramente non solo con l'uomo, ma qualunque animale (compreso l'uomo) conviva e coesista con un altro animale (compreso l'uomo) stabilirà con esso un legame, che noi chiamiamo Empatia. Ora, immaginate che empatia esista fra un uomo e il suo animale domestico. Se avete un gatto sicuramente avrete notato che, dopo un po', siete in grado di percepire il loro umore, sempre basandovi sul loro comportamento, e di ricavarne i loro desideri ecc.. Ecco, quella è l'empatia, ma quella che stabiliamo noi coi nostri animali è un eufemismo in confronto a quella che loro stabiliscono con noi. Vi faccio un esempio fresco fresco: le prime tre notti dopo la mia rottura con lei, mi sono sempre ritrovato un gatto al mio fianco nel letto, prima di addormentarmi, quando mi alzavo nel sonno e al risveglio. Loro erano sempre lì. Non posso sapere come la pensano loro, ma io lo interpreto così: loro hanno capito che non stavo bene, l'hanno intuito, probabilmente dal mio comportamento e dal mio odore (ovvero dai sensi normali) e poi ne hanno ricavato la conclusione (attraverso l'unione di questi sensi “primari”) che io non stavo bene. Ormai, anche se non ragionano come noi, avranno appreso che la loro presenza ci è gradita, di conseguenza avranno capito che se ci stanno vicini, se ci fanno compagnia, noi stiamo meglio. Ed ecco come, secondo me, hanno capito che io stavo male. Occhio, l'hanno capito i gatti e non la mia famiglia. È ciò che volevo, non condividerlo con la mia famiglia, ma non l'ho neanche condiviso coi gatti (per ovvi motivi), ma, a differenza degli umani, i gatti hanno i sensi più sviluppati e sono stati in grado di percepire la mia sofferenza.

Ora, io sto parlando per me stesso e lo considero ovviamente come una regola generale, ma non intendo dire che questa sia una cosa universale. Sono molti i fattori che determinano un tipo di relazione fra due individui e la conseguente sintonia. Non è mai lo stesso per tutti.

“La vita è fatta di eccezioni”, è la frase più saggia che io abbia mai detto e indovinate grazie a chi l'ho potuta formulare? Sì, esatto, sempre lei.

Questa affermazione va considerata nel suo completo. Non si limita alla vita dell'essere umano, né alla vita di tutti gli esseri viventi. Si riferisce all'intero universo nel pieno senso della parola. Tempo e spazio, materia ed essenza, astratto e concreto. Tutto, tutto è fatto di eccezioni, non esistono regole universali, l'universo stesso è considerabile un'eccezione. Dunque, noi potremo creare teoremi su teoremi, leggi su leggi, ma ci sarà sempre un'eccezione a smentirla, o meglio, a confermarla. Non è infondato il detto “Questa è l'eccezione che conferma la regola”.

Ora, se davvero tutto è soggetto a eccezioni, a casi particolari che sfuggono dagli schemi. Allora anche la mia affermazione precedente ne ha. Ed ecco che si va a creare un altro piccolo infinito.

C'è una cosa che mi riesce molto spontanea e semplice: creare infiniti. È molto semplice, e ti trastulli la testa per cose inutili che fruttano poco di tutto, ma è estenuante. Da sempre ho avuto una certa attrazione per l'infinito. Da piccolo potevo passare ore in quelle cabine con due specchi messi l'uno di fronte all'altro che, come tutti dovremmo sapere ormai, creano una serie teoricamente infinita di riflessi. Io lì mi sento calmo e in pace con me stesso. A guardare e a scrutare infinite vole la stessa cosa.. l'infinito. Incomprensibile, inconoscibile, incalcolabile, eppure così facile da creare..

Non dico che mi corrano dei brividi lungo la schiena ogni volta che creo un nuovo infinito, ma mi sento.. Non saprei spiegarmelo. È interessante, semplice ed estremamente potenziale. Cacchio, un infinito ha estremo potenziale, forse non è sfruttabile, forse solo teorico e non si applica nella fisica o nella realtà in generale, ma è estenuante. Il tuo cervello ha appena creato un altro infinito, sentiti potente.

Chi ha letto TFiOS potrà capire cosa intendo se dico che lei è stato il mio 'piccolo infinito', e che è stato fantastico. Direi che è in assoluto il migliore, ma non avrebbe senso, ho vissuto troppo poco, ho ancora 4/5 della mia vita ancora da vivere (basandosi sulla media). Chi mi assicura che non troverò mai un'altra ragazza come lei? Nessuno. Neanche me stesso dal futuro, per motivi che ora non vi sto a elencare (ho già filosofeggiato abbastanza). Sarei lieto che fosse così: darei a lei l'importanza, la dignità e il merito che le spettano, ma chi mi assicura che non troverò mai una ragazza persino meglio di lei (cosa adesso inconcepibile) e poi, sarebbe davvero triste. Intendo, io la considero l'unica vera prima, perché tutte le altre volte si è trattato di soluzioni temporali alla solitudine, mentre con lei.. con lei io ho davvero provato qualcosa. Non è stata una soluzione temporale, io non mi sentivo solo, non ne avevo bisogno. È stato qualcosa di totalmente inaspettato, non ricercato e privo di logica, esattamente come dev'essere per me l'amore (attribuendogli tutti i significati che ha per me, soprattutto quello dell'albero).

Mi manca un mondo. Continuo a chiedermi se devo imporre questi sentimenti di svanire o permettere loro di vagare qua in attesa di una possibile ripresa.. Ieri ho scritto che devo soltanto aspettare, ma non sarà per niente facile. Sono davvero convinto (o illuso, più avanti avremo conferma) di poter davvero rimettermi con lei quando sarà pronta, ma ho paura di quello che potrebbe succedere a noi nel frattempo. L'ho già detto e lo ripeto, l'estate porta tanti cambiamenti, potremmo perfettamente interessarci ad altre persone nel frattempo, è totalmente possibile.

Ho davvero un cago della maronna.

 

 

 

16:45

 

Mi manca davvero, ma sto riuscendo a riprendere la mia vita di prima, la mia quotidianità comune.

Però mi manca.

Non so perché ho aperto di nuovo questa pagina di diario. Prima mi sono espresso veramente a fondo e credo di essere quasi vuoto, o almeno lo sono in quanto cose esprimibili. Precisiamo che non tutto è così facilmente esprimibile, lo saprete tutti ormai, credo, mi annoio un po' questo è vero. Ho appena finito di fare gli esercizi per la verifica di domani, sono pronto. Ma tutti gli altri miei compagni stanno ancora studiando. Non so se ho voglia di giocare al computer, non credo, sono sazio, ma non saprei neanche cos'altro fare fare. Non ho voglia di fare niente. Forse dovrei approfondire anch'io nello studio, ma non c'ho voglia.

Ogni volta che mi ritrovo in una situazione del genere mi torna in mente una canzone. È strano, la canzone non l'ho mai sentita, ma so della sua esistenza grazie ad un programma alla radio che stavo ascoltando un giorno in macchina. Parlavano appunto di questa canzone e di come è nata: l'autrice stava tentando di trovare ispirazione per un nuovo pezzo, ma aveva la mente in bianco. Così di colpo s'è messa a comporre proprio sulla sua mancanza di ispirazione ed ha pubblicato la canzone. Poi non so se l'han fatta sentire, non ricordo, ma mi sembra che poi me la sono persa per via di una galleria lunga o perché siamo arrivati a destinazione. Oppure ancora perché mi son perso nei miei pensieri a ragionare su questo fatto straordinario e non ho prestato ascolto alla canzone in sé.

Ecco, io adesso sono l'autrice, privo di una meta, un obbiettivo o qualsivoglia ispirazione, eppure sto scrivendo già da qualche minuto roba su roba.

Per ragionamenti collegati in modo strano, che non oso neanche descrivervi, ora potrei introdurvi la metafora del germoglio e della sequoia, oppure solo 'dell'albero', ma non credo che lo farò. Come ho già detto sopra, ho filosofeggiato abbastanza per oggi. Potrei perfettamente dedicare questo giorno interamente al filosofeggiare, ma domani non avrei di che scrivere. Probabilmente avverrà comunque qualcosa per cui io mi ritroverò ad avere materiale da sfogare, ma anche se così fosse (a) non si sa mai e (b) avrò più roba da scrivere domani. In un modo o nell'altro avrò un tema da riprendere e non mi impaccerò nel scegliere di cosa parlare. Pure questa tecnica l'ho appresa alla radio. Stavamo andando in montagna per le vacanze di Natale, la radio accesa come sempre, c'era un'intervista di uno scrittore sudamericano, abbastanza famoso a quanto pare. Non so chi fosse, mi ricordo solo che accennò due sue opere: una che aveva nel titolo la parola Capitano o Generale, che fra l'altro risultava anche essere la sua opera meglio riuscita (secondo il suo stesso parere) e un'altra nella quale scriveva di due anziani che si amavano e che, per paura dei segni che il tempo aveva lasciato sui loro corpi, facevano l'amore al buio. A quanto pare, questo tipo non ha (penso sia ancora vivo) paura della morte, ma sì di morire, perché se morisse non potrebbe scrivere a proposito della sua esperienza con la morte. Molto poetico, l'ho subito aggiunto alla mia collezione di insegnamenti della vita. Ha pure accennato al fatto che ha dovuto vivere una oppressione, credo di tipo dittatoriale, alla quale lui si opponeva e, per protesta, aveva fatto uno sciopero dallo scrivere per alcuni anni, ma poi si è reso conto che poteva appoggiare meglio la sua causa proprio scrivendo e condividendo le sue idee. È tutto quello che posso dirvi di lui. Non ricordo il suo nome, né il suo paese natale, non ricordo neanche se quell'intervista fosse attuale oppure se fosse una riemissione in onore della sua morte. Davvero non ricordo niente a proposito della 'copertina', ma ricordo bene il contenuto di quel 'libro' che è stato il discorso che ha tenuto alla radio. Lui ha detto che seguiva una routine precisa: si alzava presto la mattina e scriveva due ore, poi faceva la sua vita e poi scriveva altre due ore la sera.

Poi gli è stato chiesto in che modo scrivesse, se seguiva uno schema o se inventava tutto sul momento. Lui ha risposto che nei suoi libri tentava sempre di trattare un dato argomento con le sue idee e i suoi punti di vista, ma che non andava a casaccio. Lui lasciava sempre un lavoro non finito ma con l'idea in mente, così, quando avrebbe riniziato a scrivere la volta dopo, avrebbe già avuto un argomento da cui partire, e una volta concluso quello la sua mente avrebbe proseguito da sola, siccome aveva avuto già il tempo per prendere il ritmo.

Credo che questo sistema l'abbia ereditato da Hemingway, credo.

Ebbene è così che farò io, lascerò in sospeso l'argomento della metafora dell'albero e domani saprò già come iniziare.

 

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Capitolo 11
*** Senza Nome 11 ***


3/6/14 17:40

 

OMFG tante cose sono successe da quando ho chiuso la scorsa pagina di diario.

In primis, lei mi ha fatto venire a conoscenza di sta serie, Faking It, miglior serie tv di sempre. Ste due migliori amiche fin dall'infanzia che fingono di essere lesbiche per essere popolari e poi una di loro lo diventa davvero. È brutto riassumerlo così ma è questo l'argomento principale. Mi sono guardato tutti gli episodi fin'ora usciti (solo sei, le bestemmie) tutti in streaming, credo di essere andato a dormire all'una di notte. Non lo facevo da quando non ho iniziato Shingeki no Kyojin.

Epico.

Poi, come c'era da aspettarsi, essendoci delle lesbiche coinvolte (nah scherzo, non è solo per quello, ma le attrici sono effettivamente gnocche) M è subito saltata di gioia nel sapere che anche io seguo la serie. Io, Lei e M abbiamo già fondato un gruppo su whatsapp per gli scleri a riguardo.

Inoltre, l'accenno alla serie serve a introdurre il fatto che.. E e L si sono messi assieme, ed essendo io grande amico di entrambi (forse sono un po' più intimo con E) sono qua che mi comporto come Shane (il gay della serie sopracitata) e questo mi mette a disagio. Io e Shane abbiamo di diverso solo l'orientamento sessuale. Per il resto abbiamo lo stesso carattere: adoriamo essere i mentori strizzacervello della gente, adoriamo lasciare il nostro segno, sapere che una certa cosa è avvenuta grazie al nostro contributo. È orribile, perchè è da presuntuosi e da eccentrici, ma spesso finiamo con l'aiutare la gente. Davvero! Guardate me. D e G stanno assieme soprattutto grazie al mio contributo, ed è un po' come sentirsi il creatore di qualcosa e ammirare ogni giorno la propria creatura. Una versione assai più pallida dell'essere un padre. Esattamente come ieri dicevo del mio cervello che non riesce a comprendere l'infinito ma è capace di crearne tantissimi, e ti senti bene, “potente” per aver fatto qualcosa del genere. Stessa roba.

Neanche oggi credo che spiegherò la metafora dell'albero. Penso che sia una carta da tenersi nel caso di vuoto totale. Sorry.

Ora che ci penso, se davvero ho intenzione di pubblicare sta roba, farsi attendere potrebbe essere un buon metodo di marketing.. I'm a Genius. Non saprete mai quand'è che arriverà la spiegazione di tutto. Ohohohoh mi sento malvagio quanto il diavolo. Yuppy!

 

Ok, mi sono appena registrato ad un sito dove potrei iniziare a pubblicare queste mie pippe mentali.

Forse dovrei aspettare e pubblicare tutto in un unico volume. Rischio di perdere il vero senso di questo mio sfogo. Innanzitutto dovrei cambiare tutti i nomi e controllare che nessuna persona vera venga citata. Sono miei pensieri e segreti, ma coinvolgono pure quelli di altre persone. Non sarebbe giusto sbandierarli in giro. Per quanto i fatti descritti qui siano veri (orca, sembra uno di quegli avvisi prima dei documentari sugli omicidi ecc.) sarebbe quasi meglio considerarli immaginari.

Quello che voglio io è ricavare un'opinione sincera dalla gente, sapere cosa ne pensa, ricevere commenti e proposte. Da quanto ho potuto capire spesso su questo sito si incontra gente fuori di testa, ma questo ormai è ovunque, quindi.. che cambia se pubblico qua o cartaceo? La gente idiota c'è sempre stata e ci sarà sempre, meglio farsene una ragione.

Non so nemmeno perché sto pensando queste cose, magari risulta che non lo leggerà nessuno a parte me, come da tradizione in quanto diari. Ma direi che questo non è un diario segreto. In realtà non so nemmeno se è un diario..

Boh.

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Capitolo 12
*** Senza Nome 12 ***


4/6/14 13:52

 

Mi manca. Mi manca davvero tantissimo. Ogni messaggio che mi manda io le rispondo come se non fosse mai successo tutto questo patatrac. Unica differenza, non le mando più cuori, ma per il resto è come se non fosse cambiato nulla. E questo mi sta facendo impazzire.

Sono un illuso, lo so, sono solo un illuso. Non torneremo insieme, e non riesco a cacciarmelo in testa, soprattutto perché appena ci tento mi viene il dubbio che lei forse voglia ancora stare con me, e che se io tranciassi quei legami più forti allora anche lei finirebbe col farlo, e sarei io la causa per la quale non stiamo insieme. Però questo dubbio è un'assurdità. Ma allo stesso tempo non sono sicuro di niente e perciò non posso sapere nemmeno se quello che penso o faccio sia giusto o no. Se lei adesso mi dicesse chiaramente 'non credo proprio che tornerò da te quando mi sentirò pronta' forse soffrirei, anzi, sicuramente soffrirei, ma almeno avrei una certezza e saprei come muovermi. Sarebbe una certezza orribile, ma almeno sarebbe una certezza.

Beata ignoranza o angosciata coscienza? Io sceglierei sempre la coscienza. Perché quando sei cosciente di una cosa puoi trovare il modo di affrontarla, se invece sei un ignorante felice.. finisci comunque con l'angosciarti, perché non sai cosa fare. Proprio come mi sento io adesso.

Stop! Mi stava passando per la testa il fatto che se proprio fossi disperato mi basterebbe mandarle un malware, un backdoor, e potrei avere accesso al suo diario e così potrei sapere cosa fare. Devo proprio essere messo male per avere certi pensieri. E non intendo male come un'auto che ha fatto un incidente. Intendo come un'auto difettosa di fabbrica.

Ho anche avuto una mezza idea di chiedere consiglio a M, ma non sarebbe saggio. Lei la conosce bene sì, ma non sa tenerle un segreto nascosto, sono troppo intime. A G non dirò nulla se non che mi manca, perchè (a) è vero e (b) in un certo modo lei potrebbe prendere una specie di iniziativa e indagare per conto suo, e una volta fatto sarebbe facile estrapolarle delle informazioni, anche solo notando da come parla di quell'argomento. Proprio come faccio io.

Non so davvero che fare. Una cosa stupidissima e veramente infima, lei ogni tanto mi manda ancora dei cuori, ma io non so proprio come interpretarli. Anche io mando cuori in giro ma sono scritti in un contesto ben chiaro con un significato preciso. E anche lei fa così. Ma quando li manda a me, sono incapace di capirli. Ovviamente la cosa più probabile se non certa è che siano i cuori amichevoli sopracitati, ma ovviamente io non posso limitari a quello. Devo cercare un significato intrinseco che possa gettare luce su cosa pensa riguardo a tutta sta faccenda. Miseriaccia non so nemmeno se ci pensa a questa faccenda!

Do per scontato che ogni tanto ci faccia un pensierino, ma che ne so io? Ne parliamo? No.

Dunque perché dovrei pensare che lei sia come me e che si torturi ogni giorno a girarci sopra?

Sto un po' impazzendo, ammettiamolo. Ci sto praticamente scrivendo un libro, e ho anche la vaga idea di pubblicarlo. Ma andiamo! Tutti noi siamo passati attraverso delle rotture. Perché mai io dovrei essere diverso dagli altri? Che io sappia, nessuno ha mai scritto un libro su una sua rottura. Ok, Dante, Petrarca, Boccaccio, Leopardi e tutti gli altri che non conosco hanno scritto intere opere, ma perché una tipa non gliel'aveva data. Ed è comunque successo molto tempo fa, oramai nessuno fa più cose del genere.

Oddio, forse qualcuno sì.. (mi è venuto in mente 5 righe fa ma dovevo aspettare per introdurlo bene)

C'è uno youtuber, non scriverò il nome del suo canale, vi dico solo che se fosse italiano il suo nome, quello vero, sarebbe Domenico. Beh, sto qua ha una playlist interamente dedicata alle sue rotture, ne ha fatto dei piccoli cortometraggi. Mi sono piaciuti davvero molto. Forse inconsapevolmente ho preso lo stimolo da lui, ma io non so disegnare, so solo scrivere quel minimo per dare senso a quel che voglio dire, e quindi scrivo.

Forse ho davvero preso spunto anche da lui. Quando ci siamo messi d'accordo per rompere, io ho avuto l'impulso di scrivere perché era come potersi sfogare con qualcuno, solo che quel qualcuno sono io stesso, e invece di parlare da solo davanti a uno specchio ho iniziato a tenere questo diario.

L'idea del diario me l'ha data Lei. Lei tiene un diario da... forse da prima di compiere i dieci anni. Lo scrive al computer e poi lo stampa e lo aggiunge al suo quaderno ad anelli. Me l'ha mostrato di sfuggita, è spesso quanto il mio polso, tenendo conto del fatto che non scrive nemmeno tutti i giorni, è ammirevole (fatemi un favore e leggete quest'ultima battuta con la voce di Piton).

Insomma, Lei e sto tipo sono stati i miei mentori (questa frase varrà solo se ne farò un libro e lo pubblicherò).

Però ripeto, voglio davvero pubblicarlo? Osservate un momento la incoerenza: tengo un diario perché così posso sfogarmi senza dire niente a nessuno e poi lo dico a tutti. WTF Man!

Mi manca cazzo.

Mi dispiace non conoscerla abbastanza da poter almeno intuire cosa pensa.

Mi rompe il fatto di essere stato così ingenuo.

Mi rompe il fatto che ora sto pensando che G non ha avuto nessun problema a mettersi con D subito dopo aver mollato T.D.C. E che dunque potrebbe significare che lei abbia ancora questa insicurezza per quello che le successe l'estate scorsa.

Mi secca che questa cazzata abbia un certo fondamento logico.

Mi irrita che questo faccia ricadere una specie di colpa su di lei.

Mi dà sollievo il fatto che sia una baggianata: D e G flirtavano da parecchi mesi prima di mettersi insieme, mentre io e lei abbiamo fatto tutto in molto meno tempo.

Mi distrugge il fatto che sia andata male.

 

“Y no lo entiendo
Fue tan efímero
el caminar de tu dedo en mi espalda dibujando un corazón
Y pido al cielo que sepa comprender
Estos ataques de celos
Que me entran si yo no te vuelvo a ver”

 

Io dovrei anche studiare per l'interrogazione di recupero di italiano.

Non ci riesco, non riesco a non pensare a lei. Non.Va.Bene!

Io in teoria dovrei passare oltre e non sperare in un miracolo divino. Se solo avessi almeno una certezza.. Non voglio giocare d'azzardo con una cosa così seria.

Questo mi ricorda un videogame, del quale probabilmente non posso dirvi il nome, dove la protagonista si ritrovava nell'esatto confine fra il nostro mondo e quello dopo la morte e doveva scegliere se tornare indietro e salvare il mondo nonostante le sofferenze, o lasciare i casini a quei bastardi che li avevano provocati.

Io sono nell'esatto confine, e non ho nessuna certezza di niente. Dovrei dimenticare tutto e continuare con la mia vita? O dovrei continuare a crogiolarmi in questa dolce sofferenza dell'incertezza? A differenza del videogioco, le due scelte non sono immediate allo stesso modo. Se decidessi di dimenticare tutto potrei farlo, non so come, ma finirei per farlo. Se invece volessi continuare a sperare dovrei restare in questo limbo per ancora un tempo indefinito. E dopo questo tempo indefinito mi ritroverei comunque davanti all'eventualità di dover dimenticare per forza.

In quanto proporzioni siamo a ¾ di dover abbandonare tutto e ¼ di probabilità di poter veramente tornare con lei.

Se voglio prendere una decisione ho bisogno di certezze.

Ma di certezze non ne ho.

 

“Io, di risposte non ne ho

mai avute e mai ne avrò,

di domande,

ne ho quante ne vuoi”

 

 

 

 

E voglio evitare di finire col..

 

“Non so se la rotta è giusta o se

mi sono perduto ed è

troppo tardi

per tornare indietro, così

meglio che io vada via

non pensarci è colpa mia

questo mondo

NON SARÀ MIO!!”

 

Mi sa che non mi lasceranno in pace con la storia del copyright.

 

Mi manca davvero..

e nel frattempo sono diventate le 15:58

 

 

17:37

 

Ne stavo parlando prima con G, ho aperto la conversazione dicendo 'Mi manca tantissimo'.

Al che lei ha risposto che le dispiaceva, ma poi mi ha chiesto in che senso. Sul serio? In che senso? Mi pigli per il culo?

QUALI ALTRI SEN...

Aspetta...

Quella domanda mi ha fatto un momento riflettere. Io non la vedo di persona da una settimana e mezzo, ma (purtroppo) ci capitava spesso di non poterci vedere se non di sfuggita, dunque ho il cuore in pace. Sul social network ci sentiamo spesso, e ci messaggiamo ogni giorno.

Ma allora, com'è possibile che mi manchi? Sarà che sto sbagliando termine?

Ovviamente vorrei averla qua, ma, come mi ha fatto indirettamente pensare G, non le salterei addosso, ne tenterei di baciarla, né la butterei sul letto come facevamo spesso. Allora cos'è che mi rende così triste? Dopotutto la rottura è stata di comune accordo, anzi, non ce lo siamo proposti e basta, ci siamo capiti. Lei mi ha spiegato la situazione e io l'ho capita, l'ho condivisa, e ci siamo messi d'accordo sul farla finita, siccome non stava in piedi.

La risposta è semplice, e l'ho già puntualizzata più volte, ma adesso la approfondirò.

Io spero davvero di tornare con lei un qualche giorno, lo spero con l'anima. Il chiodo al quale mi appendo è stata la sua risposta quando le ho chiesto se pensava di fare una rottura completa oppure di prendere una sottospecie di pausa. La risposta che mi ha dato mi ha demolito, nel senso buono(?). Mi ha messo le cose in chiaro, ma io sono testardo e per via dell'autoconvinzione e trasformazione della nostra percezione della realtà tramite autoinganno ho cercato altri significati forse anche infondati e inesistenti.

Mi ha detto che sarebbe meglio non illudersi per evitare di rimanerci male.

Questo può essere perfettamente stato un modo per dirmi di non sperarci affatto, oppure (come io mi sono convinto che fosse) di essere prudenti, ovvero di vedere come va e magari riprovarci.

Secondo voi quale di questi due è il mio chiodo spuntato di speranza? Immagino sia ovvio.

Beh, già a partire da quella risposta io ho iniziato ad avere dubbi su tutto.

Come mai sono così triste? Perché non so niente e sono insicuro su tutto. Potrei perfettamente andare a verificare io stesso i fatti, ma rovinerei qualunque cosa (“se” c'è veramente qualcosa).

Non posso andare lì e chiederle:

Non posso. Devo scoprirlo per sapere che fare, ma non è questo il modo.

Non posso neanche ingaggiare M e G come detective privati perché investighino e mi facciano rapporto.

Non so, non posso e non voglio.

Ecco i principali motivi per i quali sto male e sono triste.

Io non so in tutte le sue forme.

Non so se quel che penso sia giusto. Non so cosa pensa lei. Non so nemmeno se lei stia pensando a qualcosa. Non so come fare per sapere. Non so come fare per sapere senza rovinare tutto. Non so so c'è effettivamente qualcosa da rovinare. Non so se tutti i miei pensieri hanno senso. Non so se tutte le mie supposizioni sono basate su fatti reali o su versioni create da me stesso. Non so perché non abbandono tutto e basta. Anzi no, questa la so, non abbandono tutto perché non so niente.

Non so, non so, non so..

 

 

19:10

 

Ok, l'ho persa per sempre u.u ormai non mi frega più neanche di evitare gli smile u.u

Stavamo chattando, fidatevi tutti, il brivido lungo la schiena l'ho sentito. Non saprei elencarvi esattamente i motivi per cui l'ho capito. Ma ora lo so.

Andare avanti e voltar completamente pagina, finire il fottuto libro, e prendersi una pausa per iniziarne uno nuovo.

 

19:36

 

Non mi sento affatto bene, ma noto un notevole miglioramento per quello che si prospetta nel futuro. Sono libero da me stesso.

È un peccato? Si, ma non ci penso più. Da ora in poi stop, convinzione completa sull'andare avanti, concentrazione e focus sulla mia vita.

Oppressione al petto? No problem, passerà ;)

L'ho già detto a G ed è entusiasta. Tutto andrà per il meglio e gg. Ho scelto una direzione e non c'è ritorno, ok. Ufff.. fa strano sentirsi così sicuri di qualcosa quando sei abituato a non essere sicuro di niente da un po'. Nessun problema, si può rimediare. Ora però meglio che mi metto a studiare.

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Capitolo 13
*** Senza Nome 13 ***


5/6/14 19:34

 

Non ci sono stati ripensamenti da ieri. Sono contentissimo della mia decisione. È quella che fra tutte ha meno possibilità di fallire. Non ho molto da dire. Non mi servirebbe nemmeno tenere questo diario, almeno per oggi, ma mi sto annoiando a morte, e allora scrivo.

 

Davvero non c'è niente da dire.

 

Non so proprio che fare.

 

Forse mi rimetto a nerdare a LoL.

 

Nah, non ho voglia di giocare.

 

Su youtube non c'è niente da guardare.




//vorrei fare una piccola nota di autore, forse l'unica che mi permetterò di aggiungere post produzione.
  Vi avviso che state per tirare uno dei più grossi facepalm della storia dell'umanità. Non scherzo, al rileggere queste pagine già ridevo sapendo cosa sarebbe successo a breve.
"Divertitevi"//

 

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Capitolo 14
*** Senza Nome 14 ***


7/6/14 17:20

 

Sto ridendo come un matto.

È uscito il nuovo episodio, il quarto, di quella serie di quel youtuber che avevo citato qualche giorno fa. Non so come mai c'abbia messo così tanto, suppongo che, essendo universitario, sia fino al collo di studio. Non fa niente, il quarto episodio è uscito.

Mi ha fatto ridere tantissimo come le cose che dice in sto video siano le stesso cose che penso io e questo mi dà una spinta in più al voler pubblicare questo mio diario. Lui l'ha fatto, e io sono ho provato a me stesso che le cose che sto scrivendo ora le possono capire tante persone. Mi dà uno stimolo in più. Le mie parole non andranno a vuoto, perse nel vento. Ci sarà qualcuno che leggendo trarrà sapere, e qualcuno che condividerà a pieno i miei pareri, ora sono sicuro che questa non è una perdita di tempo e che non ne rimarrò completamente insoddisfatto.

Prima cosa che mi ha fatto sorridere in quel video. Verso il minuto cinque descrive ciò che accade nella tua testa dopo la rottura, ovvero un'esplosione di domande dalle quali se partono altre, domande che spesso non trovano risposte. Nel suo caso è stato diverso, lei gli ha chiesto di andare su Skype e gli ha detto che voleva rompere e fine, dopo una relazione di 9 mesi lei ha voluto chiudere. Lui ovviamente c'è rimasto malissimo. Poi appunto ha descritto questo fenomeno delle domande e dei dubbi, e qui noi due ci incontriamo. Lui però fa riferimento ad una cosa che capitava a tutti noi da piccoli, quando gli adulti ci dicevano “fattene una ragione”. E qui lui esprime perfettamente a parole ciò che vorrei dire io. Spesso non bisogna trovare una ragione o crearsene una, spesso bisogna semplicemente accettare.

Ed è quello che ho fatto io qualche giorno fa, ho semplicemente accettato il fatto che non torneremo assieme. Questo non ha trovato risposta alle mie innumerevoli domande, non ha dato certezza ai miei dubbi. Quelli rimarranno forse per sempre, ma hanno semplicemente smesso di tormentarmi di giorno e di notte. Ed è fantastico.

 

Vorrei cogliere l'occasione per giustificarmi per ieri, non ho scritto nulla per mancanza di tempo, sono andato ai topi subito dopo scuola, poi sono tornato a casa con D e ci siam messi a giocare a LoL e infine siamo andati da S a mangiare la pizza. Son tornato a casa verso l'una, non avevo nessuna energia né tempo per scrivere.

E poi sinceramente non avevo più nemmeno il materiale, ormai ho accettato le cose come stanno e mi sento molto meglio, non ci sono più pensieri o microeventi da prendere in considerazione, e sono alquanto contento di questo.

 

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Capitolo 15
*** Senza Nome 15 ***


9/6/14 20:16

 

 

Appena tornato a casa.

Ho saltato anche ieri, non c'era niente di importante da dire. Nerdato tutto il giorno e parlato un po' con Lei. Niente di che.

Ieri però ci siamo messi d'accordo per andare a pranzare tutti assieme appena dopo scuola. G purtroppo aveva le prove di canto, forse a breve farà un altro saggio, e D doveva subito tornare a casa, quindi siamo andati al burger king solo io Lei, M e C.

Appena uscito da scuola mi sono diretto verso il suo istituto e sono arrivato giusto un minuto prima che finissero le lezioni. Lei è uscita assieme ai suoi compagni di classe e appena mi ha visto mi è subito corsa in contro e mi ha abbracciato. È stato bello poterla vedere di nuovo, mi ha fatto enormemente piacere. Poi, dopo esserci separati, ho stritolato M e poi ancora sono corso incontro a M (il filogiappo intendo) e gli ho incrinato le costole, era da troppo tempo che non li vedevo. Ovviamente ho anche salutato C, ma con lei non sono mai riuscito ad entrare in confidenza, quindi mi sono limitato ad un Ciao. Poi ci siamo incamminati noi quattro verso casa di M, doveva mollare un momento una finta torta che credo abbiano usato per esercitarsi. L'abbiamo aspettata nell'atrio d'entrata, l'ultimo volta che ci ero stato con Lei avevamo passato l'attesa limonando in un angolino giusto dietro la porta.

(mi chiama mio padre, sono arrivati i nonni e faccio brutta figura se rimango qua e non scendo, continuo dopo)

 

 

21:19

 

(Eccomi di ritorno)

Dicevo, l'ultima volta che eravamo stati lì avevamo limonato alla grande, e io mi ricordo che era tutto il giorno che volevo baciarla ma siccome eravamo in giro lei non voleva, per timore che qualcuno la riconoscesse e scoprisse che si era già messa con un altro. Questa volta invece siamo stati lì a parlare del più e del meno assieme a C, senza che nessuno dei due accennasse niente a riguardo della magia che c'era stata lì.

Fatto molto ironico e metaforico, nell'angolino dove ci eravamo appartati, ora c'era un bidone pieno di cocci e macerie da buttar via. Solo io l'ho notato e solo io ho accennato un sorriso per via di questa metafora che solo io ho colto.

Poi siamo andati al burger, abbiamo mangiato, esattamente come avevamo fatto qualche settimana prima, seduti accanto, solo che ora io non le tenevo una mano sulla gamba o dietro la schiena 'casualmente' appoggiata sul suo sedere a palmo aperto. Per il resto non mi è sembrato che fosse cambiato nulla, non lo dico con melanconia, niente rimpianti e niente sguardi al passato, solo felicità che non sia andato tutto a finire male.

Poi C se n'è andata, doveva incontrarsi con la sua dolce metà, avevano qualcosa di cui parlare, non so esattamente che, mentre io, Lei e M siamo andati a fare un giro per i negozi alla ricerca del nuovo costume per Lei. Siamo passati prima per l'OVS che c'è subito davanti al fast-food, ma non abbiamo trovato niente. Lei era alla ricerca di un costume color verde acqua tipo il colore della copertina di TFiOS che è il suo colore preferito e anche il mio secondo. Si tratta di un verde acqua che è bellissimo sia nella variante pallida che in quella intensa, molto bello e si intona perfettamente coi suoi occhi, che ballano in continuazione dal blu elettrico al verde chiaro.

Poi siamo andati in un posto che non mi ricordo e lì abbiamo trovato qualcosa di decente, il colore era azzeccato, la taglia 80 c'era, era comodo e stringeva le tette in modo da formare la Y, purtroppo aveva delle finte pietre preziose ricamate che rovinavano tutto. Abbiamo deciso allora di provare da NewYorker e lì abbiamo trovato quello perfetto: PushUp ideale (anche se inutile giacché lei ha dei seni che stano perfettamente su da soli e di una 3a abbondate che fa invidia a molte e che fa sbavare in molti), colore verde acqua intenso, comodo, stringeva le tette nel modo giusto...

Insomma, taglia 80C che, quando l'ha indossato, io e M abbiamo battuto il pugno e abbiamo fatto fatica a trattenere la bava che ci colava dalla bocca da quanto era sexy. Credo che questa estate sarà una bella estate.

Poi ne abbiamo provato altri cinque tanto per sfizio (forse più nostro che suo) ma il primo è rimasto il vincitore indiscusso. Inoltre io e M ci siamo messi d'accordo per comprale un completino intimo molto sexy e di regalarglielo per il compleanno.

Dopo il sensazionale acquisto ci siamo seduti all'ombra e mi hanno mostrato un po' di foto che si sono fatte a scuola col suo pc. Sono quasi morto dalle risate quando mi hanno mostrato tutte le derpate di M.

Ormai erano quasi le cinque e ci siamo incamminati verso una gelateria per scappare dal sole cocente. Siamo rimasti all'interno con l'aria condizionata, stravaccati su un divano morbidissimo e abbiamo ordinato, due Coke e un sorbetto maxi.

Abbiamo parlato del più e del meno per quasi due ore. Oggi io e Lei abbiamo stabilito la nostra relazione senza discorsi penosi e senza momenti di imbarazzo. Io e Lei siamo migliori amici e d'ora in poi usciremo più spesso insieme, andremo insieme al mare, e finalmente M potrà andare in giro con noi senza sentirsi la terza incomoda. Io stesso ho deciso di andare oltre e di non indugiare su ciò che non è sicuro. Mi sono torturato abbastanza da raggiungere questa conclusione, ma non mi pento delle mie scelte, e soprattutto sono felice che ora io e Lei possiamo di nuovo essere amici intimi senza nessuna inconvenienza.

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Capitolo 16
*** Senza Nome 16 ***


10/6/14 15:37

 

D mi preoccupa un po'. Non molto, solo un po'.

Sapevo che da quando si era messo con G era diventato un po' protettivo nei suoi confronti, ma forse dovrei imparare a tenerlo più spesso a mente. Oggi G stava chiacchierando col professore durante la lezione, svago totale, non abbiamo fatto niente e parlavamo con chiunque, compreso il prof. Ad un certo punto il prof a chiesto un po' in giro che media pensavano avrebbero avuto agli scrutini finali e G ha confessato che avrebbe sperato di avere otto ma che purtroppo non sarà possibile, visti gli ultimi voti. Il prof allora le ha chiesto in quali materie avrebbe bisogno un voto in più... È un po' privata come cosa, dunque non scriverò i dettagli, anche se questo tecnicamente è un diario, per vari motivi non me la sento di condividere certe cose. Andando al sodo, ho fatto la ovvia, vecchia, palese battuta del “prof potrebbero convincerla dei favoretti?”. Insomma, è una battuta totalmente innocente, non l'avrei mai detto seriamente e non lo farei mai, ma D la pensa diversamente. Non scriverò niente di concreto né di esplicito, ma D mi aveva detto tempo fa di una cosa molto fragile e terribile che G gli aveva confidato dal suo diario (ecco un altro motivo per il quale io qui non espliciterò mai troppi dettagli). E per motivi vari questa battuta gli ha toccato questa fibra scoperta. Si è infuriato, esattamente come aveva fatto quando G aveva condiviso con lui quella vecchia pagina di diario. Non dirò altro, se non che ho visto nei suoi occhi molte emozioni forti e un'esplosione di rabbia e panico che spero non dover vedere mai più.

 

 

 

20:43

 

Non so perché ma mi sta prendendo la malinconia. Già da ieri in realtà, solo che oggi si è acuita.

Consiste in una forte pressione al petto e la costante sensazione di stanchezza. Non riesco a concentrarmi su niente di concreto e rimango coi sensi allerta su tutto ed è sfiancante. Poi tristezza e infine magone. È strano, non dovrei avere il magone per nessuno, ma la sensazione è quella.

Ora sto tentando di distrarmi tentando di provare interesse in qualcuna. Lei mi stava facendo vedere le foto di alcune tipe che le piacciono (sì, a quanto pare potrebbe essere passata sull'altra sponda, ne aveva accennato ieri) e c'è sta qua che è veramente carina e a quanto pare è anche simpatica. Ora devo studiarmela bene sul come conoscerla. Devo trovare amici in comune che potrebbero occasionalmente presentarci.

 

 

21:50

 

Bom, ho appena appurato che non riuscirò a togliermela dalla testa tanto facilmente, ma devo assolutamente farlo. Ormai non c'è più niente per cui lottare, niente per cui soffrire e soprattutto niente per cui valga la pena sognare. Solo devo lasciar passare anch'io un po' di tempo. Cercare una immediata sostituta non funzionerà. Non devo soltanto dire al mio cervello che non deve provare più niente per lei, il cervello stesso deve esserne convinto. IO devo esserne convinto, cosa che fin'ora non ho fatto. È inutile negarlo, nel profondo so che in parte speravo che questa separazione fra noi due l'avrebbe portata ad avvicinarsi, ma so bene che non funziona così, anche se non riesco ancora a comprenderlo del tutto.

Se davvero fossi andato del tutto oltre, mi porrei tanti problemi quando lei mi manda un cuoricino per chat? No. Non mi sembrerebbe così sbagliato mandarle cuoricini anch'io e di conseguenza glieli manderei. No, invece ogni volta che me ne manda io tentenno e mi autoconvinco doppiamente: prima metto come base che quel cuore non sia solo un cuore qualsiasi e poi mi tento di convincere che in realtà non significhi niente. Da pazzi.

Comunque io non riesco a mandarle cuoricini, non riesco a raddrizzare la carta soltanto tenendola dritta, devo per forza piegarla un po' dall'altro lato. Mi conosco quel che basta per sapere che se le mandassi cuoricini, questi, per me, acquisirebbero un valore molto più grande e non posso permettermelo, non se voglio riuscire ad andare oltre. Non posso farmi ancorare dai dei stupidi pixel rossi a forma di muscolo cardiaco stilizzato. Non devo questionarmi su che significato hanno davvero per lei.

Ma lo voglio davvero? Passare oltre intendo. Come mai fin'ora ho tentennato così tanto? Qui si ritornerebbe al fatto delle insicurezze e del fatto di essere totalmente ignaro di quel che pensa lei, ma è proprio ciò che voglio evitare ed è proprio per quello che ho fatto la mia scelta. Dunque il problema si risolve da solo.

Ah no, aspetta, dimenticavo che a me piacciono le sfide e le cause perse.

Diciamo che negli ultimi quattro giorni, vivere con la consapevolezza, anche se solo apparente, di essere andato oltre, mi ha permesso di parlarle in modo sincero e di poter godere un pomeriggio assieme a lei senza passare ogni secondo a tentare di interpretare i suoi modi di fare.

È stata una liberazione, ma adesso la melanconia torna e mi sto ascoltando bachata, perché la adoro e perché esprime spesso parte di ciò che provo.

Stavo pensando poi che è strano e patetico che io ci stia mettendo più tempo a dimenticarla di quanto tempo siamo effettivamente stai assieme...

Sono pazzo? Sì.

Sono strano? Pure.

Mi piace rendere tutto complicato? Certamente, altrimenti non ci sarebbe sfida.

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Capitolo 17
*** Senza Nome 17 ***


13/6/14 7:59

 

è successo di nuovo. Ieri e l'altro ieri sono stato perfettamente bene e adesso sta per ricominciare la malinconia. È un po' come un'altalena, ci sono alti e bassi, ma non si riesce mai a fare il giro completo (citazione spudorata da TFiOS).

Ora però vorrei evitare fraintendimenti, questa cosa del giro completo non è riferita al fatto che non riuscirò mai a dimenticarla, ad andare oltre. Significa semplicemente che la forza di gravità è più forte della nostra singola forza delle gambe e del busto.

Mi sento un po' giù e vagamente triste, soprattutto mi sento svogliato. Oggi dovrai avere la cena di classe elegante, ma ora come ora preferirei rimanere a casa. Magari poi sta sera mi risveglio, ma per adesso ho solo voglia di isolarmi un po', quel giusto per sentirmi al riparo da occhi penetranti.

 

Bene, non so più di cosa parlare.

Sono un po' giù, ma nient'altro. Potrei raccontare del maledetto sogno erotico che ho fatto, ma è una cosa estremamente imbarazzante. Perché? Perché svegliarsi di colpo con la consapevolezza di star, beh sì, eiaculando, non è proprio il massimo della vita. Mi vergogno tantissimo quelle volte che accade. So che accade a tutti, ma continuo a vergognarmene. Pensateci, probabilmente durante la notte avete pure ansimato come dei conigli arrapati e avete mugugnato cose sconce e probabilmente imbarazzanti. Cose che potrebbero essere sentite da chiunque.

Dio che brutta cosa i sogni erotici...

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Capitolo 18
*** Senza Nome 18 ***


14/6/14 6:27

 

La malinconia si è diffusa ovunque dentro di me. Mi sono tornati in testa pensieri ai quali avevo rinunciato di dar retta ancora, pensieri tristi che mi deprimono ancora di più.

Ieri c'è stata la cena di classe, siamo andati ad un ristorante diverso da quello stabilito e alla fine abbiamo pagato un cifrone solo per una pizza e una bibita. Poi, come se non bastasse, al momento di pagare, i conti non tornavano, mancavano ancora venti euro. Li ha dovuti mettere D di tasca sua, si è offerto, ma ovviamente gli ha dato molto fastidio sta roba e gli credo bene. In più siamo arrivati alla conclusione che qualcuno non ha proprio pagato.

 

Oggi sarei dovuto andare ad una festa a casa di M (il filogiappo), ma poi ho scoperto che né Lei né M sarebbero venute e ho deciso di non andarci nemmeno io. Rischiavo di andare ad una festa conoscendo solo il padrone di casa.

 

Sto dormendo in piedi, ieri sono andato a dormire all'una e oggi, logicamente, mi sono svegliato spontaneamente prestissimo. Dai cazzo! È Estate! Doveri svegliarmi non prima delle dieci e invece...

Ieri sera le ho mandato una buona notte abbastanza diversa. Ho già detto più volte che quello della buonanotte e del buongiorno è un vizio che non voglio abbandonare, ma ieri mi son reso conto di quanto, per una persona normale, questo si avvicini all'insopportabilità. Spesso e volentieri sono io il primo a dare il buongiorno e la buonanotte, e non sembra che gliene freghi se continuo a farlo, ma vorrei evitare di diventare una sottospecie di stalker.

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Capitolo 19
*** Senza Nome 19 ***


16/6/14 14:54

 

Ho saltato dei pezzi, dei particolari che sono avvenuti nella mia testa e anche altrove.

Non li scriverò. Non ora come non allora. Purtroppo certe cose rimangono nella propria mente per quel piccolo periodo di tempo che basta a farle calcificare, rendendo impossibile o quasi la loro liberazione e condivisione.

Dunque parlerò come se non ci fossero state interruzioni.

 

Stavo sul socialnetwork e mi è capitato un suo post sulla bacheca, una canzone di Demetria. L'ho ascoltata, anzi, la sto ancora ascoltando adesso, non l'ho ancora finita di sentire.

 

Allora, il testo consiste in una dichiarazione d'amore. In pratica dice che lei è leggera, che le parole che lui dice sono così cariche d'amore e dolcezza che la soffiano via (rapita dal vento in pratica). Dice che il suo cuore gli appartiene e che deve esserci per non farla cadere, gli prega di essere lì quando ne avrà bisogno.

È una bella canzone, peccato che sia soltanto una canzone e che non abbia nessun significato. Forse un po' di tempo fa mi sarei illuso che quelle parole fossero dirette a me, ma ho imparato a non illudermi più in questo modo. Se non si hanno prova concrete, non bisogna saltare alle conclusioni.

Fine.

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Capitolo 20
*** Senza Nome 20 ***


18/6/14 17:52

 

Mi son ricordato solo ora che posso sfogare il mio panico qui.

Innanzitutto, ieri sono andato a casa di I dove abbiamo fatto la festa di compleanno di S. tutto divertente e cazzi vari. Unica pecca, non sono riuscito ad ubriacarmi neanche sta volta. È una settimana che ci provo, mi sfondo d'alcol e non riesco ad ubriacarmi. Mi sono fatto fuori un'intera bottiglietta di acquavite e varie birre ma niente da fare, nemmeno l'ebrezza. Mi sono comunque divertito, abbiamo fatto il bagno di mezzanotte in piscina e poi ci siamo presi un paio di caffè per riuscire a stare in piedi per la maratona di Harry Potter, che poi alla fine non abbiamo neanche fatto.

Sarò andato in branda verso le 4 del mattino ma ho comunque dormito poco e a intervalli. Sono stato in letto con N ma ovviamente non è successo niente, siamo stati solo abbracciati per riuscire a stare insieme in quel materasso monoposto. Fra l'altro, in un disperato bisogno di sfogare la frustrazione, ho raccontato a N parte dei vari problemi che mi affliggono e cagate varie. Lei, ubriaca fradicia ma comunque cosciente di sé (come sempre del resto) mi ha dato il suo parere, ovvero di dimenticarla del tutto, che se c'è una qualche colpa questa è solo sua e mi ha fatto tutti gli esempi di situazioni che aveva vissuto in prima persona. Nonostante ciò, le sue pene d'amore si nono sempre concluse con un No definitivo, e non con una risposta mancante, non ricavabile se non con una domanda diretta che non si può porre. Al che lei mi ha chiesto perché io non posso farle questa domanda, perché mi rifiuto di chiederglielo.

Non ho saputo rispondere.

Lo so bene che non voglio farlo, ma cosa mi spinge a questo? Devo pur avere un motivo.

Non le ho risposto, e in realtà non ho nemmeno ragionato troppo sull'importanza di quella questione, solo ora mi ci sto arrovellando assiduamente.

Perché? Veramente non so come rispondere.

Ah no, ecco la risposta che arriva da sola. Se glielo domandassi probabilmente crollerebbe questo inferno amato che è l'incertezza. È semplice, questo non sapere, tutta questa insicurezza è relativa a tutte le situazioni. Il “non so” non sta a significare né Sì né No. Quando N mi ha detto che avevo paura del rifiuto aveva ragione. Io non voglio un No, non voglio un Fine, indipendentemente da quello che questo comporterebbe per Lei, io, nel mio profondo, non voglio un No.

Avere una risposta certa farebbe crollare questa piramide di probabilità e di insicurezze, e rimarrebbe in piedi solo la verità. Ho già detto in precedenza che io sceglierei sempre l'angosciata coscienza, ma allora, perché continuo a rifugiarmi in questa bolla di ignoranza? È una delle più grosse incoerenze che io abbia mai detto.

La verità è che ho paura della verità.

Questa è la base dell'esistenza di tutti i miei problemi.

Ho appena scritto a N per ringraziarla di avermi posto il problema giusto. Le manderò tutto quello che ho scritto fin'ora , così potrà capire a fondo tutto quello che ho costruito nella mia testa pur di evitare l'angosciata ma sempre benedetta coscienza.

Ora ho deciso cosa fare. Forse, se le Parche lo vogliono, riuscirò ad andare al festival il giorno prima di partire. Starò fuori 10 giorni, con contatti minimi con gli altri siccome fuori dai confini e senza accesso assicurato a internet e senza la possibilità di mandare messaggi. Ecco, se riesco ad andare con Lei al festival, potrei farle la misericordiosa domanda proprio prima di salutarci. Così facendo, avrei la possibilità di chiederglielo di persona, senza il rischio di rovinarle tutta la serata. In più, siccome si può anche dire che la risposta più probabile sarà No, grazie al fatto che io starò fuori, non si porrà nemmeno il problema delle comunicazioni limitate.

Ecco, per una volta ora so esattamente cosa fare. Il groppo in gola si è allentato, ma quello allo stomaco no, probabilmente mi son preso qualcosa, ho la nausea da un po' di giorni.

Mi sento finalmente libero.

In più dovrei chiederle di accettare una condizione, se Si allora lasciamo tutto al caso, se No voglio comunque che rimaniamo amici. Una risposta completa non deve per forza rovinare una buona amicizia.

 

20:41

 

Nel frattempo non posso fare altro che rosicare e rodermi il fegato da false sensazioni di gelosia.

 

 

20:55

 

Sono passati pochi minuti ma continuano a passarmi pensieri per la testa e altre robe. Prima di tutto però definiamo il papiro precedente come il vero e come quello che seguirò alla fine. Ma ora vorrei fare il contrasto con quello che invece penso quando la paura mi penetra nell'anima.

Sì cazzo, ho una paura immensa. Ho così tanta paura che potrei anche rimanere in questa stanza per altro tempo. Di colpo queste pareti di insicurezza, cecità, menzogne e inganni (casualmente tutti creati da me stesso per me stesso) sembrano sicure. Perché mai dovrei chiederle un chiarimento? Perché dovrei volere una risposta che finirà col distruggere me e l'amicizia che ho con Lei? Perché dovrei essere così egoista e avido da abbattere anche i pochi legami che ci uniscono?

A me non basta autoconvincermi, ho bisogno di una sua conferma, che esca dalle sue labbra che sia stata pensata dal suo cervello. So che è sdolcinato, ma non voglio perderla. Sotto quale aspetto però? Diciamocelo, non sono riuscito a sperimentare con lei una relazione di vera e pura amicizia, almeno non da parte mia. Non so cosa significhi essere suo amico, non ho mai provato solo simpatia per lei. Dunque mi riesce difficile ipotizzare la nostra relazione senza i sentimenti che io attualmente e inevitabilmente provo per lei. Non riesco a immaginare un immediato futuro dove io potrò salutarla o abbracciarla senza avere quell'impulso di baciarla, o di morderle il collo o semplicemente di guadarla negli occhi con una intensità che esprima i miei sentimenti.

Dovrò abituarmi a non provare certe emozioni. Non a reprimerle, semplicemente a vivere senza avere quegli impulsi. Fin'ora ho solo nascosto o ignorato tali cose, ho sperato, ho desiderato.

Nulla può negare che, quando ci siamo rivisti per la prima volta dopo il fatidico giorno, io abbia avuto un costante impulso di baciarla. Non si può ignorare che io abbia sempre sperato che M si allontanasse un momento per permettermi di avere un po' di intimità con Lei. Non si può nascondere che il mio disperato bisogno di lei mi abbia portato a credere cose non certe, cose che non ho osato disdire in quanto nemmeno certo della loro falsità.

C'è da dire che il non poterla baciare non è stato un problema insormontabile. Questo grazie al fatto che, quando uscivamo assieme, non potevo baciarla se non in luoghi appartati per via del suo timore. Al momento odiavo quella cosa, odiavo non poterla baciare liberamente. Non la odiavo per questo, anzi, la capivo, ora invece credo che questa abitudine sia stata l'unica a trattenermi dal buttarmi su di lei non appena ci siamo rivisti.

 

Devo concentrarmi, venerdì saprò le risposta. Avrò quella sua conferma di cui io ho bisogno per andare avanti.

Non devo tirarmi indietro all'ultimo però. Tempo di arrivare il venerdì e sicuramente mi sarò rimangiato parte di quel che ho deciso...

ho anche deciso esattamente come formulerò la domanda. Prima pensavo di fare tutto un discorso a memoria come Gus, ma questo sarebbe un po' come un rimpianto, almeno per me. Dunque andrò da lei verso la fine della serata e le dirò che per andare oltre ho bisogno che lei stessa lo dica, glelo dirò, che ci ho provato da solo, ma che non ci sono riuscito. Le dirò la verità, che ho solo bisogno che questa conferma venga da lei.

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Capitolo 21
*** Il Punto ***


21/6/14 1:20

 

Siccome sono un coglione della madonna, questa è la seconda volta che scrivo questo capitolo. La prima stesura l'ho scritta alle 00:44 ma per un qualche fottuto motivo mi si è chiuso tutto, devo aver cliccato per sbaglio qualcosa e tutto è andato perso.

Tenterò di riscrivere il tutto, ma, come dice Van Houten in TFiOS, scrivere serve a seppellire, non a resuscitare, dunque mi sarà un po' difficile dissotterrare quel che ho scritto in precedenza.

 

A differenza degli altri, questo capitolo ha un nome, un titolo, che fra l'altro gli si addice. Infatti questo episodio della mia vita si conclude qui, adesso. Non ricordo quel che ho scritto prima, ma in qualche modo ero arrivato al parlare delle mie lacrime, un modo che ora non riesco a riscrivere, dunque ne approfitterò della mia frustrazione attuale per introdurle. Sì, sto piangendo, ho tenuto dentro troppe cose per troppo tempo e ora voglio sfogarmi sotto forma di acqua salata che esce dai miei occhi. Ma a differenza della maggior parte delle volte, dall'occhio sinistro escono lacrime di dolore, mentre da quello destro sono di sollievo.

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Le ho detto che non riuscivo ad andare avanti, oltre. Che con la sua risposta vaga il mio cervello non si era dato pace. Lei aveva tentato di darmi un NO in modo delicato e poco distruttivo, ma così facendo, negandomi un NO assoluto e definitivo, il mio cervello non aveva abbandonato la speranza e aveva continuato a tormentarmi e ad arrampicarsi sugli specchi, aggrappandosi ad ogni spiraglio creato dalla mia stessa mente. Questo autoinganno mi ha tormentato durante le scorse settimane in modo orribile, portandomi a soffocare dentro la bolla che io stesso mi ero andato a creare.

E lei ha capito. Ha compreso. Ha saputo condividere la mia angoscia, in quanto lei stessa lo aveva vissuto sulla sua pelle precedentemente.

E mi ha liberato. Mi ha dato questo No definitivo, puro e assoluto, di cui io avevo tanto bisogno.

Lei è tenerissima, è dolce, è saggia, è bella, è gentile ed è stata abbastanza empatica da comprendermi e da liberarmi da questo peso inutile.

Io... Sì, io posso affermare di amarla. Io la amo.

Sono però anche sollevato dal fatto che adesso riuscirò ad andare oltre, che non avrò blocchi nell'abituarmi via via al non sentire più certi sentimenti per lei, le sono grato. Lei è fantastica e anche se spendessi ogni singolo giorno che mi resta a ringraziarla, non sarebbe mai e poi mai abbastanza. Ora sto piangendo a dirotto ma mi sento bene, mi sento sollevato, mi sento grato, mi sento incredibilmente felice. Mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato anche se per così poco tempo. Lei mi ha regalato il più bell'infinito che io mi sarei mai potuto meritare.

Grazie.

Grazie per questo piccolo e meraviglioso infinito.

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Capitolo 22
*** Titoli di Coda ***


1/7/14 00:59

 

Come ogni storia che si rispetti, pure questa ha un mezzo finale in sospeso, il mio è alquanto tragico.

Tutto il tempo in viaggio a tentare di distrarmi, di voltare completamente pagina, e appena torno Lei mi dice che pensa di rimettersi con Lui.

 

 

 

 

 

 

 

Mi casca un po' il modo addosso, in teoria e in pratica no, ma dentro di me so che un po' ci rimango male. Brevemente Lui e Lei si sono riavvicinati, principalmente come amici, ma poi Lui le ha dichiarato che i suoi sentimenti non sono cambiati e che la ama ancora, e ha pure dichiarato apertamente che se ne andrà all'estero a fare non so che lavoro pericoloso. Lei ha sempre detto che ha il cervello di una nocciolina, che i suoi pensieri sono suoi e che non ci sono tutti i meccanismi di influenza esterna ad agire sulle sue decisioni, eppure Lui ha appena usato un trucco vecchio come mia nonna e su di lei ha funzionato. Non è cattivo per questo, sto solo dicendo che sta ricorrendo a trucchi per riconquistarla, e questo mi infastidisce un po' soprattutto perchè stanno funzionando bene. In pratica adesso lei si è miracolosamente resa conto che se lo perdesse avrebbe molti rimpianti eccetera. Dunque adesso vuole rimettersi con Lui ora che ne ha il tempo, in maniera da avere il suo finale felice eccetera.

Se sapesse che nemmeno io ho ancora voltato pagina completamente, che in quella pagina è stata irrimediabilmente fatta una piega a mo' di segnalibro e che potrà essere superata ma mai dimenticata del tutto. Però io almeno me lo tengo per me e non la faccio angosciare e continuo a tentare di andare avanti.

Mettiamo subito la premessa ricorrente, Lei non ha colpa di niente e non la avrà mai. Prima le ho scritto questa cosa: non pensare alle conseguenze su di Lui, se non ti rimetterai con lui, seguirà la routine degli ultimi 2 mesi alla quale ormai è abituato, se invece ti rimetterai con lui, sarà felice come una pasqua. Qualunque cosa tu faccia a lui andrà bene.

Non sa però che questa cosa era più riferita a me. Io mi adatterò sempre alle sue scelte perchè saranno le Sue scelte e dunque saranno quelle che la porteranno alla felicità e dunque alla mia pace con me stesso.

Mi infastidisce pure che quello che io ho provato per lei abbia così poco peso nelle sue scelte. Certo, meglio che non venga influenzata, ma cazzo è come se non fosse mai successo niente.

Mi sento davvero giù di morale.. insomma, Lei si è mollata con Lui per stare con me, poi ha deciso che con me non ci voleva stare e infine si rimette persino con lui...

FATALITY

 

Cazzo.

Cazzo cazzo cazzo.

La mia autostima scende a -∞.

Davvero i miei sentimenti per lei valgono così poco? Davvero valgo così poco?

Cazzo.

Ora, questo significa pure che non soffrirà a causa mia.. ma porca puttana, significa che non è nemmeno mai stata felice a causa mia. Non sente la mia mancanza, non si preoccupa che io possa provare sentimenti seri per lei, o almeno più seri di quanto ho dato a credere. Lei non mi piaceva soltanto, le mi piaceva davvero, cristo, davvero tanto.

Qui mi incamminerei in una serie di bestemmie ma non cambierebbe un emerito cazzo.

Ma davvero ora mi deprimo. Perché cazzo dovevo nasconderle il fatto che io ancora sto male per quel che è successo?

Ma ovvio, perché io devo sempre mettere da parte quel che provo perché cazzo c'è sempre di mezzo qualcun altro. Qualcuno che sarà sempre meglio di me e cristo, qualcuno che sicuramente conterà più di me.

Non conta quanto io faccia bene le cose, i sentimenti che provo io per gli altri saranno sempre più grandi di quelli che gli altri proveranno per me.

Mi è appena tornata in mente una bellissima metafora.

La vita è un fiume, non conta quante onde creiamo, non conta quanti massi tenteremo di buttarci dentro. La corrente è troppo forte, le onde verranno riassorbite dal flusso, la forza dell'acqua si porterà via i massi che gettiamo. Non conta quello che facciamo, il fiume tornerà sempre nel suo alveo naturale.

 

La mia vita è uno schifo. Ho conosciuto una ragazza fantastica, fra noi c'era feeling, ma lei era già occupata da 7 mesi con uno più grande di lei di 6 anni. Abbiamo iniziato a provare dei sentimenti e Lei ha deciso di mollare Lui per mettersi con me. Siamo durati 3 settimane, dopodiché lei mi ha confessato che non si sentiva di nuovo pronta per una relazione, dopotutto aveva appena messo fine ad una storia seria e mi ha detto che non voleva stare con nessuno. Ora però, a quanto pare, Lei e Lui si sono riavvicinati e Lei ha una mezza idea di rimettersi con Lui (che nel frattempo ha tentato in tutti i modi di riconquistarla). Il segreto? Io sto assecondando, perché le voglio bene e non voglio ferirla dicendole che a me piace seriamente e che provo ancora forti sentimenti per lei, ma nel frattempo sto morendo dentro.


















Questa è l'ultima pagina che scrissi. Da allora sono passati più di un anno e mezzo. Molte cose sono successe, molte cose sono cambiate, e altre invece sono rimaste le stesse.
In un modo o nell'altro tutto è andato avanti. Io sono cresciuto, sono cambiato, mi sono lasciato alle spalle molte cose per poterne accogliere di altre.

Cosa posso aggiungere...
Io credo che ogni nostra esperienza sia costruttiva, perchè noi siamo la somma di tutto ciò che siamo stati, di tutto ciò che ci è accaduto, quindi non bisogna dimenticare ciò che ci è successo di spiacevole, ma usarlo come spunto, come insegnamento, specialmente se le cose spiacevoli sono dipese direttamente dalle nostre azioni.
A me va molto bene ora, ma non credo dirò mai il perchè, dico solo che mi va bene, anzi, benissimo. Ho trovato la felicità, sto pian pianino superando la mia resistenza al crescere, sto accettando il fatto che devo iniziare a cambiare. E mi sta bene. Ho con chi condividere il peso del cambiamento. Sarà una passeggiata.
Sono ottimista per ciò che riguarda il mio futuro, ho scelto una strada e sono deciso a percorrerla fino in fondo e so di non essere solo.
Aggiornamenti: D e G si sono mollati, G è tornata con T[esta]D[i]C[azzo], che nel frattempo ha imparato dai suoi errori ed è diventato un mio caro amico. Poi si sono rilasciati, in un modo un po' poco ortodosso ma sticazzi, quel ch'è fatto è fatto, e G si è messa con T, un tipo assai simpy. D invece si è trovato un'altra G, che quando mi han detto che si chiamavano uguali mi sono messo a ridere come un coglione. Lei è una tipa ingamba e molto simpatica e assieme sono felici.
        Non dirò nulla su cosa è successo poi a Lei, lascerò alle vostre capaci menti di immaginare cosa sia avvenuto (ma credetemi, non credo che nessuno sia capace di ricreare lontanamente la realtà, ricordatevi che la vita è originale, molto originale)

Mi sono accorto rileggendo queste pagine che alla fine non ho più spiegato cosa sia la metafora dell'albero, volete che ve la racconti? A voi la scelta.
Insomma, spero vi sia piaciuta questa mia breve testimonianza.
Grazie a tutti per il tempo e l'attenzione.
L.

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