It will never change me and you

di BeaeSofia_9495
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new beginning ***
Capitolo 2: *** Strangers ***
Capitolo 3: *** Boys, Boys, Boys ***
Capitolo 4: *** Looking for a job ***
Capitolo 5: *** Let's party tonight ***
Capitolo 6: *** A lucky Saturday ***
Capitolo 7: *** Twister ***
Capitolo 8: *** Rolling in the deep ***
Capitolo 9: *** Jealousy ***
Capitolo 10: *** Clarification ***
Capitolo 11: *** Stand by me ***
Capitolo 12: *** Together again ***
Capitolo 13: *** Apologize ***
Capitolo 14: *** Are you ok? ***
Capitolo 15: *** Better than words ***
Capitolo 16: *** Baby I loved you first ***
Capitolo 17: *** You're so idiot! ***



Capitolo 1
*** A new beginning ***


Se ci fossero due parole per descrivere la vita di Dafne, queste sarebbero ansia e ritardo. Ansia, perché quel lunedì sarebbe iniziato un nuovo capitolo della sua vita alla London University; avrebbe frequentato il primo anno della facoltà di scienze politiche e relazioni internazionali. Ritardo, perchè anche quella mattina non aveva sentito la sveglia, dal momento che la sera precedente era rimasta alzata fino a notte fonda per chiacchierare con la sua migliore amica Rebecca. E ora si ritrovava a correre a destra e a manca per il loro piccolo appartamento nel tentativo di recuperare ciò che le sarebbe servito per quel giorno. Aveva ancora i capelli spettinati, il viso truccato per metà e, con  indosso solo un paio di pantaloni neri e il reggiseno, si catapultò nella camera dell'amica, con la speranza di riuscire a svegliare quella gran dormigliona. Una vera e propria impresa! Reb, infatti, dormiva in tutta tranquillità con la bocca socchiusa e i lunghi capelli corvini sparsi sul cuscino, completamente ignara del fatto di essere in grave ritardo. Anche per lei quello sarebbe stato il primo giorno di corsi della facoltà di medicina alla London University.
Dafne spalancò la porta dirigendosi verso il letto della bruna. 
- Sveglia, dormigliona! Il sole è alto nel cielo e gli uccellini cinguettano-
- Mmm....- mormorò Rebecca rigirandosi tra le coperte. 
- Non costringermi a farlo di nuovo! Nessuno vuole ritrovarsi tutto bagnato a prima mattina.- urlò quasi Dafne.
- Nooo! L'acqua no! - e scattó in piedi spostandosi i capelli dal viso. 
- Muoviti, siamo in ritardo stratosferico - disse l'altra mentre spingeva con poca delicatezza Rebecca nel bagno, tornando poi di corsa nella sua camera per finire di prepararsi. Dopo essersi sistemata i capelli castani in una lunga treccia che le scendeva sulla spalla, infilò in due secondi i suoi anfibi neri e la maglia grigia che le aveva regalato Reb per il compleanno.
L'altra, dopo una doccia al volo,  corse in camera per indossare la camicetta azzurra che tanto le piaceva, abbinata ad un paio di jeans e delle vans blu. Pettinati i capelli e messo un filo di trucco, si precipitò all'ingresso alla ricerca della sua borsa. 
Le due, finalmente pronte, uscirono di fretta dall'appartamento, scendendo a due a due gli scalini. Fortunatamente abitavano solo al secondo piano. 
Essendo in considerevole ritardo, decisero di tagliare per il parco, pieno di persone intente a fare jogging. Così facendo riuscirono ad arrivare all'università addirittura dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, avendo così tutto il tempo di riprendere fiato. 
- Bene, direi che ci siamo. - disse Dafne, controllando l'orario delle sue lezioni: l'aspettavano due ore di economia politica.
- Già - disse con un sorriso sulle labbra Rebecca, che non vedeva l'ora di seguire anatomia umana. 
Si fissarono per un po' e si abbracciarono felici, con la consapevolezza che finalmente avrebbe avuto inizio il loro sogno lì a Londra, città in cui fin da bambine avevano sognato di poter vivere. Certo, era stata dura lasciare l'Italia, ma ne erano certe, ne sarebbe valsa la pena!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
WRITERS' CORNER
Ciao a tutti! Eccoci con la nostra prima long. Siamo ancora in fase di elaborazione e noi per prime non sappiamo ancora cosa aspettarci dalle protagoniste. Se vi va di scoprirlo insieme a noi, tornate a trovarci ogni martedì, giorno in cui aggiorneremo. Le idee sono tante e speriamo possano piacervi. Siamo aperte a critiche e consigli, soprattutto per questo primo capitolo :) 
Bacioni, 
Bea e Sofia

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Capitolo 2
*** Strangers ***


Erano le cinque del pomeriggio. I corsi di quel primo giorno erano appena terminati e Rebecca stava aspettando Dafne seduta su una panchina, nei pressi di una quercia, dove si erano date appuntamento. Dopo qualche minuto trascorso a guardare i fiumi di studenti che lasciavano le aule, la vide intenta a sistemare un libro nella borsa. La chiamò e alzò un braccio per farsi notare. Dafne la individuò e le sorrise da lontano, incamminandosi verso di lei.
- Hey, come è andata?- le chiese appena l'ebbe raggiunta.

- Alla grande! Il professore di biologia mi ha ipnotizzata per due ore intere e anatomia è stata interessante come speravo. È stato tutto wow! - esclamò con un sorriso a trentadue denti - a te, invece?-

- Tutto fantastico. Il professor Thomas di relazioni internazionali ha fatto una splendida introduzione, penso che il suo sarà il mio corso preferito. Allo stesso tempo, però, la vedo dura per matematica nelle lezioni di economia -

- Dai sono sicura che ce la farai. Ora che ne dici di un bel caffè da Starbucks per riprenderci? -

- Ottima idea! Mi hai letto nel pensiero - 

Così si avviarono verso il parco, che avevano già attraversato quella mattina, nei pressi del quale c'era una caffetteria della famosa catena.

Giuntevi, varcarono l'ingresso mentre discutevano di cosa ordinare.

- Un espresso e un cappuccino, per piacere - chiese Rebecca alla ragazza  bionda dietro il bancone.

Mentre aspettavano le loro ordinazioni, sentirono due voci chiacchierare intensamente alle loro spalle, ma non vi badarono più di tanto.

 Afferrati i rispettivi bicchieri, si girarono distrattamente alla ricerca di un tavolino al quale sedersi. Purtroppo, Dafne, nel voltarsi andò a sbattere contro il ragazzo dietro di lei, rischiando quasi di rovesciargli tutto il caffè addosso.

- Scusami. Scusami tanto - disse imbarazzatissima la ragazza, alzando lo sguardo sul malcapitato e incontrando due vispi occhi azzurri.

- Tranquilla - disse quello sorridendole.

Dopo quel breve scambio di battute, Dafne raggiunse Rebecca che intanto aveva occupato l'ultimo tavolo libero del locale.

Stavano chiacchierando del più e del meno, raccontandosi i vari aneddoti della giornata universitaria appena trascorsa, quando una voce squillante le interruppe - Hey, rovesciatrice di caffè! Il mio amico ed io possiamo sederci con voi, dato che non ci sono posti liberi?- 

Le due si guardarono e - Mhm...Certo - rispose perplessa Dafne.

- Io sono Louis e questo è Liam - affermò il ragazzo dagli occhi azzurri, occupando con l'amico le due restanti sedie del tavolo.

- Piacere, io sono Dafne-

- E io Rebecca - aggiunse la mora.

- Non siete di qua, vero?- parlò per la prima volta Liam.

- No, infatti. Siamo italiane, ci siamo trasferite da poco.-

- Cosa vi porta qui a Londra? - continuò il ragazzo, mentre Louis le fissava interessato  in attesa della loro risposta.

- Studio - rispose Reb.

Per un attimo calò il silenzio tra i quattro, ma i ragazzi sembravano particolarmente in vena di parlare.

- Da quanto siete qui? - domandò Louis, curioso di sapere che piega avrebbe preso quella conversazione.

- Due settimane - dissero all'unisono le giovani.

- Sapete parlare la nostra lingua davvero bene, quasi non avrei detto che foste straniere. Vi state trovando bene? Conosciuto già nuove persone? Cosa studiate?- continuò a chiedere a raffica.

- Hey hey, calma Lou! Così le spaventi - disse ridendo l'amico.

- Oh andiamo, Liam. Non rimarranno sconvolte per così poco, vero ragazze? -

- Assolutamente, non siete i primi tipi...strani che incontriamo. In Italia abbondano - rispose quasi ridendo Dafne.

- Ah bene, quindi non mi darete del maniaco, se vi chiedessi quali piani avete stasera...-

- In realtà si...-  -Staremo a casa - risposero contemporaneamente le due, per poi scoppiare a ridere.

- Bene - continuò sull'eco della loro risata Louis - nel caso decideste di dar retta a questo maniaco, davvero sexy e affascinante tra l'altro, sappiate che domani sera saremo al Funky Buddha! Che ne dite di fare un salto? -

Dafne lo stava fissando, quando Rebecca intervenne dicendo - N-non credo sia il caso. Grazie lo stesso. Ora dobbiamo proprio andare, vero Daf? -

- Si giusto! Ciao, ci si vede in giro -

- Non ho dubbi - esclamò Louis con un ghigno sulle labbra mentre le ragazze avevano già raggiunto l'uscita del locale.

 

 

 

 

 

 

 


WRITERS' CORNER

Hola chicas! Nonostante l'intenzione di pubblicare una volta settimana, abbiamo pensato di postare già il secondo capitolo per darvi altro materiale da leggere. Come sempre, siamo in attesa dei vostri commenti.

Besos,

Bea e Sofia.

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Capitolo 3
*** Boys, Boys, Boys ***


Quella mattina, nell'enorme casa regnava stranamente il silenzio. L'unico rumore udibile era quello delle uova che venivano sbattute e del bacon che friggeva. Qualcuno era già pronto per far colazione, qualcun altro invece era ancora disteso tra le coperte stropicciate del proprio letto, dormendo profondamente. 
La sera prima, infatti, una volta rientrato a casa, aveva deciso di non impostare la sveglia perché sapeva che quel mercoledì avrebbe potuto tranquillamente rilassarsi, ma non aveva fatto i conti con i suoi quattro coinquilini. 
Harry, infatti, venne improvvisamente svegliato da una voce allegra, troppo allegra per i suoi gusti e per le sue povere orecchie - Sveglia bell'addormentato! Gli altri sono già giù in cucina. Datti una mossa, la colazione è pronta!- disse il biondo irlandese. Niall Horan era forse il ragazzo più vitale che Harry avesse mai conosciuto, ma proprio non riusciva a capire perché fosse sempre così pieno di energie. E da quattro anni a quella parte, quando l'aveva conosciuto ai provini di X Factor, non l'aveva mai visto comportarsi diversamente.
- Mhm...Niall, cavolo! Volevo dormire! Non me ne frega niente della colazione!- disse Harry scompigliando i suoi ricci castani.
- Neanche se ti dico che ho preparato i miei famosi french toast? - disse il biondo con fare ammiccante.
- COSA? Corro allora! Scendo tra due secondi. Guai se li finite! - disse Harry puntando contro l'amico uno sguardo fintamente minaccioso. Infilò velocemente un paio di pantaloni grigi della tuta e si precipitò in cucina, dove trovò gli altri già intenti a mangiare. I quattro ragazzi, infatti, seduti su degli sgabelli intorno all'isola della cucina, stavano divorando tutte le prelibatezze che si trovavano davanti: pancake, croissant, french toast, diversi tipi di frutta e chi più ne ha più ne metta. 
- Molla quel toast, Louis! - disse Harry sedendosi scompostamente accanto all'amico e dandogli una gomitata nel fianco.
- Hey calma, è qui il tuo piatto, brutto ingordo! - disse scherzosamente Liam, che gli era seduto di fronte - anche se per punizione non dovresti vederne neanche una briciola. Perché neanche oggi hai messo la sveglia? - continuò. 
- È mercoledì, per la miseria! Abbiamo la giornata libera. Siete voi quelli strani. - replicò il riccio, addentando finalmente la sua colazione. 
Una risata generale si levò nella stanza, senza però coinvolgere l'ultimo dei cinque ragazzi che fissava distrattamente il pancake che aveva nel piatto. 
- Hey bel pakistano! Che ti prende stamattina? Di solito adori le cose che ci prepara Niall. - chiese preoccupato Louis. 
Il moro, alzò i suoi occhi dorati dal piatto, puntandoli in quelli azzurri dell'amico. - Lunga storia, Lou! - disse, quindi, Zayn - ieri ho litigato pesantemente con Perrie...-
Tutti i presenti si voltarono verso Zayn. 
- Dai amico,non ci pensare. Sappiamo tutti come è fatta Perrie - disse apprensivo Liam. 
- Purtroppo...- aggiunse Harry.
- Ok, basta con questi discorsi. Stasera andiamo a divertirci - urlò esaltato Louis.
- Tutti al Funky Buddha! Bissiamo la serata di ieri! - proseguì Niall, facendo uno dei suoi strambi passi di danza e provocando una risata generale. 
 
 
 
Finita la colazione Liam e Zayn decisero di uscire per una passeggiata, munendosi di occhiali da sole e cappelli nella speranza di non essere riconosciuti dalle fan, per godersi una mattinata in tranquillità. Essere membri di una delle band più famose al mondo non era sempre facile. I One Direction, questo il nome scelto dai cinque amici quando erano  a X Factor, avevano in pochissimo tempo scalato le classifiche mondiali, supportati da milioni di fan.
- Aspettatemi ragazzi - disse Louis prendendo una giacca e raggiungendoli - Scendo con voi. Devo andare a prendere Julie all'aeroporto; chi la sente la mia cucciolotta se faccio tardi. - continuò chiudendosi la porta alle spalle. 
- Beh, direi che la mia giornata di relax può finalmente iniziare - comunicò Harry a Niall, mentre si stravaccava sul divano in pelle nera e afferrando il telecomando della TV al plasma. 
- Ti raggiungo - disse il biondo - che film vogliamo guardare? 
- Scegli tu, tanto tra poco mi riaddormento - se ne uscì il riccio portandosi le mani dietro la testa, a sostenerla. 
- Che noia che sei - 
- Voglio godermi questa mattinata di meritato riposo. E poi se non mi rilasso, come faccio a dare il meglio
di me stasera al Funky Buddha? - concluse ammiccando con un occhiolino Harry.
 
 
 
 
 
WRITERS' CORNER
Ecco il terzo capitolo. Sappiamo che è un capitolo di introduzione ai ragazzi e la storia deve ancora ingranare, ma siamo sicure che quella al Funky Buddha non sarà una serata come le altre...
Rebecca e Dafne vi aspettano nel prossimo capitolo ;)
Saluti, 
Bea e Sofia

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Capitolo 4
*** Looking for a job ***


Ormai era il terzo giorno di corsi ed essendo mercoledì, fortunatamente per Reb e Daf, questi sarebbero terminati alle 13.00. Quella mattina, prima di uscire, avevano impiegato parecchio tempo nel decidere l'abbigliamento adatto per ciò che avrebbero fatto il pomeriggio: avevano infatti stabilito che sarebbero andate in giro per Londra alla ricerca di un lavoro. 
Così, una volta finite le lezioni,si fermarono  alla caffetteria dell'università dove ordinarono un paio di panini che mangiarono in soli dieci minuti. 
Una volta finito di pranzare si diressero alla fermata del bus che le avrebbe portate in centro. 
- Siamo sicure di aver preso quello giusto? - chiese Rebecca appena salita sull'autobus.
- Sono abbastanza sicura di si. Prima mi sono fatta spiegare la strada dalla mia compagna del corso di economia , quella di cui ti parlavo ieri. -
- Chi? Emily?- chiese la mora.
- Esatto. -
- Voglio conoscerla, sai devo studiare il nemico. Potrebbe rubarmi il posto. - continuò Reb con uno sguardo indagatore, facendo ridere l'amica.
- Hai ragione, è molto simpatica. E te la presenterò presto perché credo verrà a casa a studiare matematica. - disse scherzando Dafne - Uh,questa dovrebbe essere la nostra fermata. Muoviti Reb! - disse trascinandola fuori per un braccio. 
Scesero nei pressi del British Museum, iniziando a camminare lungo la strada  affollata, piena di negozi . A quel punto la castana tiró fuori dalla borsa il giornale sul quale la sera precedente aveva segnato alcuni posti da controllare, che avevano fatto richiesta di nuovo personale . 
- Allora, io vado in fondo alla strada allo studio veterinario che cerca una segretaria part time. Ci ritroviamo qui fra un paio d'ore  e per eventuali cambi di programma ci aggiorniamo, ok?- disse Rebecca .
- Perfetto. Io controllo i negozi qua in zona che hanno bisogno di commesse. A dopo sis- la salutó l'amica. 
Così, separatamente, si avviarono speranzose alla ricerca del loro primo lavoro .
 
 
Dopo ben un'ora e mezza, Dafne non poteva che definirsi totalmente avvilita dal momento che, ovunque fosse andata, non vi erano posti disponibili, con orari conciliabili con quelli dei suoi corsi universitari. 
Si ritrovò, quindi, a passeggiare distrattamente in una strada secondaria e mentre si guardava intorno, notó con la coda dell'occhio un cartello con scritto " Cercasi personale", affisso fuori un negozio con enormi vetrine. Si fermò di colpo, decidendo di entrare per fare un tentativo. Varcata la soglia, subito riconobbe la canzone che stavano trasmettendo: Magic dei Coldplay, una delle sue preferite. Facendo vagare lo sguardo alla ricerca di qualcuno a cui rivolgersi per un eventuale colloquio, si soffermò sulle varie chitarre, classiche e non, che erano esposte, affiancate da scaffali stracolmi di cd. Il "Sound in time", questo il nome del negozio di articoli musicali, era molto più grande di quanto ci si sarebbe aspettati vedendolo dall'esterno. 
- Posso aiutarla, signorina? - la distrasse una voce maschile.
- Oh, salve! Ho visto l'annuncio e sono entrata per avere informazioni riguardo il posto di lavoro. -
- Certo, Miss...? -
- Dafne Delisi. -
- Benissimo. Io sono il proprietario , Mark Johnson. Hai già esperienza come commessa? -
- No, però me ne intendo di musica. Suono anche la chitarra e qualche volta mi sono esibita con una mia amica. - disse fiera la ragazza.
- Oh, perfetto. Finalmente qualcuno di competente. Mi sei simpatica, direi che il posto è tuo; ti faccio un contratto di tre mesi e se ci troviamo bene entrambi, per me puoi rimanere anche a tempo indeterminato...Tieni, questo è il foglio con gli orari e la paga, se per te non ci sono problemi, eccoti la penna. Puoi firmare. - disse l'uomo sulla sessantina, con un sorriso incoraggiante che spuntava sotto i suoi bianchi baffi.
- Dice sul serio? È-È..fantastico! Gli orari sono perfetti! È tutto perfetto! La ringrazio signor Johnson! - esclamò al settimo cielo Dafne, afferrando la penna e firmando il contratto. 
- Puoi chiamarmi Mark! E puoi iniziare tranquillamente domani con il turno pomeridiano, alle 17.30. - 
- Va benissimo, a domani allora, Mark. Ancora mille volte grazie. - disse la ragazza mentre usciva raggiante dal negozio, dirigendosi verso il luogo d'incontro che aveva stabilito con Rebecca. 
 
 
La mora, intanto, avendo fatto un buco nell'acqua con il lavoro allo  studio veterinario, si era avviata in anticipo nei pressi del British Museum e aspettava Dafne già da venti minuti, quando la vide arrivare da lontano. 
- Ti prego, dimmi che almeno tu hai avuto successo! - chiese speranzosa Reb. 
 - Si! Non puoi capire cosa è successo - disse l'amica battendo le mani - ho ottenuto un posto di lavoro in un negozio di musica. Così, su due piedi! Ci credi?- 
- Ma è grandioso! - se ne uscì Reb saltellando e abbracciando l'altra.
- Tu invece? - chiese Daf.
- Non mi ci far pensare! Ho fatto una fila assurda per ottenere un colloquio, per poi scoprire che cercavano soltanto gente qualificata... Che rabbia! - rispose l'altra - Ma ora non pensiamo a me , mi rifarò in questi giorni. Piuttosto, direi che dobbiamo assolutamente festeggiare e sperimentare finalmente la vita notturna di Londra! - continuò Reb in un impeto di ritrovato entusiasmo. 
- Hai perfettamente ragione. Ma per una serata favolosa urgono outfit altrettanto favolosi! Quindi ora diamoci dentro con lo shopping! - esclamò la castana. 
- Siiiiiii! -esultò entusiasta Reb - che ne dici di provare il locale che ci hanno consigliato quei due ragazzi al bar, l'altro giorno? -
- Il Funky Buddha intendi? - 
- Proprio quello! - 
- E Funky Buddha sia! - concluse Dafne.

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Capitolo 5
*** Let's party tonight ***


-Hai visto la mia pochette nera?- urlò Dafne dal bagno, mentre finiva di mettersi l'ombretto. Lo aveva scelto nero, per riprodurre un fantastico effetto smokey, dato che quel pomeriggio aveva finito per acquistare un vestitino nero: aveva una scollatura a cuore, era stretto in vita e terminava più largo sotto.  
Dall'Italia aveva poi portato con sé un fantastico completo di orecchini e collana, e aveva deciso di indossare un paio di décolleté rosse. 
- Allora? Sei per caso caduta nell'armadio?- urlò di nuovo. 
- Mm...oh...ahia!-  si sentì provenire dalla stanza di fronte.
- Ma cosa diavolo stai combinando?-  domandò Dafne affacciandosi nella camera dell'amica trovandola mezza infilata nel guardaroba, con la testa coperta dai vestiti e con indosso solamente una gonna verde smeraldo lunga, con due spacchi ai lati, che aveva comprato quel pomeriggio. 
- Non capisco perché la mia roba vada a ficcarsi in posti strani. - disse Rebecca scocciata. 
- Vada a ficcarsi? Forse è colpa tua, dato che sei così disordinata. Nel tuo armadio regna il caos.- replicò la castana incrociando le braccia. 
-Sembri mia madre, non è poi così disordinato. - 
-Si certo, come no - disse Dafne alzando gli occhi al cielo - comunque, ti ho chiesto se hai visto la mia pochette nera.- 
- Ehm, forse l'ho presa io. Vedi nel cassetto delle borse.-  disse Reb.
- Forse vorrai dire SCAVA nel cassetto delle borse. -
- Ah ah ah. Simpatica. In ogni caso questa è la crop dorata con la scollatura a cuore di cui ti parlavo prima, pensi vada bene sulla gonna nuova?-
- Wow, bellissima. Direi che è perfetta.- disse Dafne alzando i pollici all'insù.
- Grande!- rispose infilandosela e prendendo poi dalla scarpiera i sandali dorati con il tacco. 
Rebecca abbinò al tutto numerosi bracciali color oro, un paio di orecchini e si fece poi aiutare da Dafne con il trucco. 
Una volta che entrambe furono pronte, chiamarono un taxi che arrivò puntuale alle 22.30 per portarle finalmente al Funky Buddha. 
 
 
- Questa sera c'è più gente di ieri.-esordì Niall scendendo dal suv che li aveva accompagnati all'ingresso del locale. 
- Direi proprio di si.- concordò Zayn, che quella sera era particolarmente elegante: indossava una camicia bianca , leggermente aperta sul petto, che faceva intravedere i suoi tatuaggi colorati e dei pantaloni neri stretti, i capelli pettinati all'indietro con un ciuffo che ricadeva morbido sulla fronte.
- Su! Andiamo!- disse il biondino facendo un cenno a Paul, che doveva aprire loro la strada. 
Arrivati davanti al grosso buttafuori del locale, Louis disse -Abbiamo prenotato un tavolo nel privé, a nome Tomlinson.- 
-E lei è?-  chiese l' omone.
-Tomlinson. Louis Tomlinson.- rispose il ragazzo. 
- Deve fare sempre il solito 007.-mormorò ridendo Harry alle spalle dell'amico. Il riccio quella sera aveva optato per un look casual; indossava un paio di aderenti pantaloni neri, con sopra una camicia con una fantasia a fiori grigi e neri. Il tutto accompagnato dai suoi soliti stivaletti scuri e una giacca abbinata ai pantaloni. I capelli ricci erano stati portati all'indietro con aiuto del gel, e alle mani portava i suoi soliti anelli argentati. 
- Taci Harold.- gli disse Louis, entrando finalmente nel locale seguito dagli altri quattro.
Furono investiti dalla musica assordante e una volta raggiunto il privé, subito si gettarono nella mischia.
Dopo soli dieci minuti, Louis e Niall decisero di andare a prendere qualcosa da bere. 
- Due vodka lisce, grazie.- disse Niall rivolgendosi al barman. 
- Altri due, per piacere.- aggiunse una voce femminile, che li fece voltare.
Louis rimase a fissare pensieroso la ragazza dai lunghi capelli corvini, che aveva appena ordinato da bere, spostando poi lo sguardo sulla sua amica.
- Ma io vi conosco! E tu sei la rovesciatrice di caffè - se ne uscì Louis appena ebbe realizzato chi fossero le due ragazze. 
- E noi conosciamo te. Liam, vero?- chiese Rebecca. 
- Ahahahahah - rise di gusto il biondo  - io sono Niall e voi chi siete, splendide e simpatiche donzelle? Ah, e grazie per aver zittito il mio amico, che, tra parentesi, si chiama Louis.- 
- Io sono Rebecca. - 
- E io Dafne. Tu sei Louis, giusto! Il tuo amico si chiama Liam, perdona la gaffe.- continuò la ragazza ridendo, mentre il barman metteva sul bancone i quattro drink.
-Sono oltraggiato dal fatto che abbiate dimenticato il mio nome. Direi che per farvi perdonare, dovete venire con Niall e me al nostro tavolo. -
Le due ragazze si guardarono con gli occhi un po' lucidi, per i drink già bevuti, e annuirono. 
- Va bene. - disse Rebecca, seguendoli nel privé. 
Giunte al tavolo, riconobbero immediatamente l'altro ragazzo che avevano incontrato da Starbucks, Liam, e scorsero altri due che non avevano mai visto.
- Ragazze, ci rincontriamo!- le salutò Liam andando loro incontro - venite, vi presentiamo gli altri.- disse avvicinandosi al divanetto sul quale erano comodamente seduti. 
- Loro sono Harry e Zayn - disse il ragazzo indicando prima l'uno e poi l'altro - ragazzi, loro sono...Dafne e...Rebecca- concluse, guardandole in volto per assicurarsi di non aver sbagliato i loro nomi.
I ragazzi si alzarono per stringere loro la mano. 
- Piacere, Harry.- disse il riccio con fare ammiccante.
- Io sono Zayn.-  disse il moro distrattamente.
- Louis, ci hai portato due fan?- chiese curioso Harry.
- Cosa?- domandò confusa Dafne.
- No, hai sbagliato strada. In realtà...- ripose Louis, che però fu interrotto.
- Ah! Allora siete delle giornaliste?-  continuò convinto il ragazzo. 
- Non capisco di cosa tu stia parlando.- disse Dafne. 
- No Harry, niente di tutto questo. Io e Liam le abbiamo conosciute qualche giorno fa. E a quanto pare non hanno la più pallida idea di chi siamo.- spiegò divertito Louis. 
- Di cose state parlando ?- chiese perplessa Rebecca.
- Oh, davvero?- 
- Avete mai sentito parlare dei One Direction?-  continuò Louis. 
- Vagamente...Credo siano i cantanti di quella canzoncina che qualche anno fa si sentiva ovunque...- disse Reb. 
- What makes...qualcosa, giusto?- proseguì Daf - perché ce lo chiedi?-
- Oh mio dio, non ci posso credere. Sono serie.- disse Niall.
Harry e Zayn erano rimasti senza parole. Come era possibile?
-Beh...siamo noi!- disse Louis grattandosi la testa, incerto su cosa dire. 
Dafne e Rebecca strabuzzarono gli occhi, sorprese e imbarazzate.             - Scusate!- dissero contemporaneamente. 
- Dai, non fa niente. Non è mica un dramma- intervenne Liam - e poi dovete sapere che sono italiane, magari non...-
-Ma questa non è una giustificazione!- se ne uscì Harry.
- Non fateci caso, non riesce ad accettare che due belle ragazze come voi non lo conoscano.- spiegò Louis.
-Ahahahah promettiamo di rimediare a questa grave mancanza. Domani ascolteremo qualche canzone e giudicheremo. - rispose ridendo Reb.
- Già! Anche se non siete proprio il nostro genere faremo questo immenso sacrificio per voi.- continuò Daf guardando il riccio il quale, osservandola con un sopracciglio alzato, disse -Altro che sacrificio. Sarà un piacere per le vostre orecchie. E ora basta parlare, andiamo a scatenarci in pista. -
 
 
Tra un ballo e un altro i ragazzi avevano ormai perso la cognizione del tempo e della quantità di drink bevuti. Harry era scomparso chissà dove con una bionda tutte curve appena conosciuta, Niall aveva raggiunto Zayn sui divanetti di pelle del privé per scambiare due chiacchiere con l'amico e per riprendersi da quei balli scatenati; in pista, quindi, erano rimasti Liam, Louis e le due italiane che stavano ormai ballando senza sosta da ore, coinvolti dalla fantastica musica scelta dal dj quella sera e dalla frenesia del gioco di luci, aiutati anche dall'alcol che scorreva nelle loro vene. Il caldo stava diventando insopportabile per Dafne, che aveva così deciso di uscire fuori per prendere una boccata d'aria. 
- Reeeeb - urlò la ragazza all'amica, che si stava scatenando sulle note di una famosa canzone del momento insieme a Liam e Louis.
- Rebecca! - la richiamò Dafne toccandole un braccio per farla girare - Esco fuori, e già che mi trovo fumo una sigaretta.-
-Ok, a dopo!- le rispose la mora senza smettere di muoversi a tempo di musica.
 
 
" Finalmente un po' di tranquillità " pensò Dafne una volta uscita fuori e sedendosi su un muretto. Sistemò meglio il vestito in modo tale da non scoprirsi troppo le gambe e tolse le scarpe per dare un attimo di tregua ai suoi poveri piedi doloranti; legò i capelli e aprì la pochette prendendo una sigaretta.
-Cavolo, lo sapevo! Non ho l'accendino.- disse scocciata la ragazza.
- Serve questo?- fece una voce familiare accanto a lei. Zayn era appena uscito dal locale ed era ora in piedi di fronte a lei mentre le porgeva l'accendino, sorridendo. 
- Oh grazie! Se non fossi arrivato tu probabilmente sarei rimasta qui con la sigaretta spenta in mano. - rispose Dafne accendendo la sua Merit e facendo il primo tiro.
- Lieto di averti aiutata - replicò - e...così non avevate idea di chi fossimo?- chiese mentre anche lui si sedeva.
- Ehm...no. Ma dai, per voi è stato davvero così strano?- domandò la ragazza.
- Direi di si, soprattutto per quel montato di Harry. Sai, siamo abituati ad essere seguiti ovunque, purtroppo.- rispose il moro.
- Deve essere stancante, ma anche divertente immagino!-
- Si, ma non quando a causa della fama litighi con la tua ragazza...-
- Mi dispiace- disse Dafne poggiandogli istintivamente una mano sulla spalla.
- Beh, sono cose che capitano. Ma non voglio annoiarti con i miei problemi personali. Piuttosto, tu e la tua amica vi state divertendo? È la prima volta qui al Funky Buddha?-
- Si. Louis ci ha consigliato questo posto quando ci siamo incontrati qualche giorno fa. È davvero bello, la musica è fantastica e Rebecca si sta divertendo da matti.-
- Ho notato. È pazza quasi quanto Louis!- disse Zayn ridendo, mentre si passava una mano tra i capelli per sistemarli. Calò un attimo di silenzio, che fu subito interrotto dallo squillare del cellulare del ragazzo che, una volta riconosciuto il numero, sembrava non voler accettare la chiamata.
- Che fai, non rispondi?- chiese perplessa Dafne.
- È Perrie, la mia ragazza, non sono sicuro di volerla sentire. E poi stavamo parlando...-
- Figurati, rispondi tranquillamente. Io ora rientro per recuperare Rebecca, perché ormai si è fatto tardi per noi e domani dobbiamo andare anche all'università, per la miseria.- disse lei sbuffando. 
- Beh, allora ci si vede in giro. Buonanotte!-  disse Zayn facendole l'occhiolino.
- Sicuro! Buonanotte anche a te. E buona fortuna con la tua ragazza.- rispose Daf sorridendogli, prima di rientrare nel locale con ancora impressi nella mente gli occhi profondi del ragazzo. 
 
 
Vide Rebecca seduta nel privé con gli altri ragazzi, compreso Harry che si era riunito al gruppo in compagnia della bionda ossigenata, che osservava la mora con uno sguardo assassino, gelosa delle attenzioni che stava ricevendo da tutti. A Dafne venne quasi da ridere, sapeva bene quanto la sua amica potesse essere loquace. 
- Hey Reb! Direi che è ora di andare!- disse la castana non appena li ebbe raggiunti. 
- Uh, hai ragione. Non ho proprio guardato l'orologio. Cavolo è tardissimo. Hai già chiamato il taxi?- disse la mora mentre recuperava le sue cose. 
- Si, sarà qui a momenti. Ragazzi è stato un piacere, grazie della buona compagnia. Ci siamo divertite tanto. -disse Dafne. 
- Ma come, già andate via? - chiese Niall.
- Caro il mio irlandese, domani, anzi tra circa cinque ore dovremo stare in classe belle, pimpanti e fresche. Quindi si, è proprio ora di andare via.- 
- Aspettate- intervenne Harry lasciando la vita della bionda e avvicinandosi a Rebecca - vi facciamo accompagnare da Paul, ci fareste stare più tranquilli.- 
- Oh che ricciolino carino che sei. Ma non serve, grazie. E poi Daf ha già chiamato il taxi.-               
- Ma...- fece il riccio che però fu interrotto.
- Ci sta aspettando qui fuori, infatti.- disse l'amica controllando il telefono.
- Ok, allora andiamo. Grazie ancora di tutto. Ci si vede!- disse Reb sventolando la mano e  lasciando il privé per dirigersi con Dafne verso l'uscita.

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Capitolo 6
*** A lucky Saturday ***


Dafne stava correndo a tutta forza per le strade di Londra nel tentativo di arrivare in orario al "Sound in Time" :quel mattino aveva perso il pullman e quello successivo sarebbe passato troppo tardi per farla arrivare puntuale a lavoro, così aveva deciso di andare a piedi e si trovava, quindi, a sfrecciare per le vie della capitale cercando di non travolgere i passanti. Londra, infatti, quel sabato era già gremita di gente nonostante fossero appena le otto ed era proprio in quei momenti che Dafne rimpiangeva la tranquillità che vigeva nella sua città natale. Quel giorno aveva indossato un paio di blue jeans e sopra una maglietta a righe bianche e azzurre,  afferrata al volo dalla sedia accanto alla scrivania. Non aveva neanche avuto il tempo di pettinare decentemente i capelli, che erano stati raccolti in una crocchia disordinata; e ora che si trovava ormai in prossimità del negozio stava cercando di dare  una sistemata ai ciuffi ribelli che erano sfuggiti all'elastico.
- Buongiorno Mark! Scusa il ritardo! - disse la ragazza entrando di corsa e chiudendosi la porta alle spalle.
- Tranquilla, sono arrivato da poco anche io. Hai il tempo di cambiarti prima di aprire. Quando finisci qui, ricordati di iniziare a sistemare quegli scatoloni con i cd che sono arrivati ieri sera; vanno sugli scaffali delle edizioni speciali mi raccomando. - disse il proprietario.
- Agli ordini capo- disse Dafne simulando il saluto militare - ora vado nel retro. - 
Dopo aver infilato la maglietta blu con il logo del negozio e aver girato il cartello con la scritta " open ", subito si mise all'opera. Ancheggiando al ritmo della musica di sottofondo, si muoveva tra gli scaffali sistemando i cd appena tirati fuori dagli scatoli , da Beyoncé, Bruno Mars,Taylor Swift ad autori intramontabili come i Pink Floyd, i Queen e i Rolling Stones. Ammirava con curiosità le varie copertine, guardando le immagini e soffermandosi di tanto in tanto sui titoli delle canzoni, riconoscendone talvolta qualcuna e leggendone altre mai sentite prima. Finiti i cd dei Queen, aprì un nuovo scatolo pieno di dischi che portavano sopra scritto " Midnight Memories"; ne afferrò un primo blocco e mentre li sistemava nella fila apposita, notò sulla copertina dei visi conosciuti. 
- Anche tu fan dei One Direction? - disse una voce alle sue spalle, che riconobbe essere quella di Tom Johnson, suo collega e nipote di Mark. Dafne lo guardò e fissò poi il cd che aveva in mano - Oh no, non sono proprio il mio genere - disse sorridendo - ma li ho incontrati qualche tempo fa. Sono ragazzi simpatici e...un tantino strambi. - 
- Ci sono ragazze che pagherebbero per conoscerli o semplicemente vederli e le tue uniche parole sono 'simpatici' e 'strambi'? - chiese Tom ridendo mentre guardava Dafne che ritornava al lavoro - Beh, non mi sbilancio nel giudicare le persone dopo esserci stata insieme solo poche ore. - 
- Che ragazza saggia - continuò Tom  - io devo sbrigare delle commissioni, ce la fai a resistere un paio d'ore senza l'aiuto del sottoscritto? - disse il ragazzo ammiccando. 
- Vai pure, il negozio è in buone mani. - rispose lei ridendo per la buffa espressione assunta dal collega.
Tra una cosa e l'altra si era ormai fatto mezzogiorno e Dafne stava sistemando il settore delle chitarre elettriche, quando sentì la porta d'ingresso del "Sound in Time" aprirsi. 
- Un attimo e arrivo subito! - urlò la ragazza mentre riponeva alcuni plettri in un contenitore, senza però udire dall'altra parte una risposta. Si diresse allora verso l'entrata del negozio - Buongiorno, posso esservi d'aiuto? - disse avendo finalmente di fronte i due clienti appena arrivati.
- Non posso crederci! Tu qui? - domandò il ragazzo riccio che riconobbe essere Harry Styles. 
- Chi si rivede! - continuò accanto Zayn Malik. 
- Ciao ragazzi, che piacere rivedervi. Io qui ci lavoro da poco più di una settimana; voi invece che ci fate da queste parti? - domandó la castana.
- Ecco perché non ti ho mai vista prima qui da Mark! Noi siamo clienti abituali e conosciamo quel simpaticone da anni. Oggi siamo venuti perché ad Harry serve una nuova chitarra acustica...anche  se non sembra, oltre a fare il cretino sa anche strimpellare qualcosa. - spiegò il moro. 
- Smettila di offendere, suonatore di triangoli! - replicò il riccio cercando di assestare un colpo nelle parti basse dell'amico.
- Ehm...se avete finito con le vostre dimostrazioni d'affetto, Harry posso mostrarti le chitarre che abbiamo di là .- disse divertita dalla scena a cui aveva appena assistito. 
Harry poteva sembrare anche un ragazzo vivace e sicuro di sé, ma quando si trattava di strumenti musicali era anche un eterno indeciso: aveva infatti impiegato ben quarantacinque minuti per scegliere la sua Ortega blu scuro. 
Era, ormai, da un po' che avevano perso di vista Zayn e quando si avvicinarono alla cassa lo videro intento a chiacchierare con Mark.        - Hey, era ora! Hai trovato la tua nuova compagna? - disse l'uomo alludendo alla chitarra. 
- Si! Ci ho messo un po', ma alla fine non ho avuto dubbi. Doveva essere lei - disse guardando soddisfatto la chitarra che aveva tra le mani - ma è stato anche merito di questa bella signorina. - disse portando il braccio sinistro intorno alle spalle di Dafne.
- Giù le mani dalla mia assistente, furbacchione! - disse scherzando Mark. 
- Tranquillo Mark, con me le lusinghe non attaccano! - continuò la ragazza stando al gioco. Zayn, che stava osservando la scena divertito, dopo aver guardato l'orologio si rivolse al riccio dicendo - Harry paga e andiamo. Si è fatto tardi e Niall, Louis e Julie ci stanno aspettando per pranzare. - 
- Uh, è l'una! Dafne anche tu puoi andare, hai finito per oggi. -
- Vero! È stato un piacere ragazzi! - disse la castana salutandoli con la mano e avviandosi nel retro per cambiarsi. Aveva fatto solo pochi passi quando fu fermata dalla voce di Zayn - Hey Daf! Che ne dici di venire a pranzo con noi, se ti va? - chiese grattandosi il capo. 
- In verità avrei un appuntamento...- 
- Con chi? - domandò forse troppo istintivamente il moro. 
- Avevo promesso a Rebecca che avremmo pranzato insieme oggi, infatti, dovrebbe essere qui a momenti. - disse la ragazza controllando il telefono. 
- Ma può venire anche lei. Più siamo meglio è! - esclamò Zayn.
- Eccola! Ora glielo chiedo. - disse Dafne scorgendo attraverso la vetrina  l'amica, che tentava di tenere a bada i lunghi capelli scompigliati dal vento. Non appena la ragazza ebbe varcato la soglia del negozio, la raggiunse per informarla dell'invito appena ricevuto; Rebecca allora spostò lo sguardo oltre le spalle della castana, incantandosi di fronte a due occhi verdi che la fissavano in attesa di una risposta. Una volta ridestatasi, salutò i due ragazzi, riservando un cenno al proprietario, e comunicò di aver accettato il loro invito. 
- Bene! Allora andiamo prima che Niall ci sbrani tutti! - disse Zayn mentre apriva la porta del negozio seguito dagli altri tre e non prima di aver lanciato uno sguardo indagatore all'amico che ancora fissava la mora.
 
 
 
I quattro ragazzi si stavano dirigendo verso il punto di incontro stabilito con gli altri chiacchierando del più del meno. 
- Finalmente! Sto morendo di fame! - urlò il biondo, che fu riconosciuto dalle due italiane per il suo inconfondibile accento irlandese. 
- Calma Niall, sembra che non mangi da secoli! Ci ho messo più del previsto a scegliere la mia chitarra e Dafne può confermare. - disse il riccio rivolgendosi alla ragazza alle sue spalle.
- Ma che bella sorpresa! Dafne e Rebecca, chi si rivede. Incredibile quanto il destino voglia farci incontrare. E scommetto che a voi non dispiace vero? - disse Louis con fare divertito.
- Taci Lou. Smettila di sparare le tue solite cazzate - esordì una ragazza dai capelli rossi, mentre gli dava uno scappellotto dietro la nuca - scusatelo ragazze. Io sono Julie, la fidanzata di questo stupido. - disse porgendo loro la mano. 
Le due avevano appena fatto i loro nomi, quando Louis iniziò a fare le fusa alla rossa abbracciandola da dietro - Dai carotina mia! Tanto lo so che mi ami lo stesso. - 
Intanto Niall aveva salutato le italiane calorosamente e presele a braccetto si diresse con loro verso l'ingresso del ' Green Garden Restaurant' urlando - Chi vuole mangiare, ci segua! - 
Il locale scelto dai ragazzi era davvero      ben arredato, con interni in legno che creavano un'atmosfera allo stesso tempo familiare ed elegante, ma la vera particolarità era l'enorme terrazza arredata con gazebo e un'immensa quantità di piante e fiori colorati. I sette si accomodarono al tavolo loro riservato, al quale avevano fatto aggiungere due posti. 
Per fortuna il 'Green Garden' era poco affollato e nessuno aveva riconosciuto i quattro membri dei One Direction, notò Rebecca.
- Allora, mi chiedevo, com'è che stavate insieme voi quattro? - domandò Louis con sguardo malizioso e indagatore.
- Sono andato da Mark con Zayn per la nuova chitarra e abbiamo scoperto che Dafne lavora li, così abbiamo pensato di invitare lei e Rebecca a pranzo con noi. - rispose tutto d'un fiato il riccio. 
- Bene bene! Conosci il caro buon vecchio Mark! - intervenne Niall - ho comprato da lui quella che è attualmente la mia chitarra preferita, Ginny. -
- Hai dato davvero un nome alle tua chitarra? - domandò perplessa Rebecca.
- Mica solo ad una...- disse Zayn ridendo sommessamente.
- Reb cos'è questo tono? Sai che anche io ho dato un nome alla mia chitarra. - intervenne Dafne.
- Ops! Com'era? Kim giusto? - chiese la mora, guadagnandosi un'occhiataccia dall'amica.
- Bel nome, mi piace - disse l'Irlandese - quindi anche tu suoni? -
- Si, anche se è da un po' che non mi esercito...e mi fa strano suonare senza Reb che mi accompagna con il pianoforte. -
- Wow abbiamo due musiciste qui con noi. - fece Zayn stupito.
- Non esageriamo con le parole ora, più che altro ci definiamo appassionate di musica. - rispose Dafne  guardando il moro.
- Allora qualche volta dovete farci sentire qualcosa! - se ne uscì Louis battendo le mani.
- Non mi sembra proprio il caso ragazzi! - disse Reb portando le mani davanti al viso e scuotendo il capo - e poi sono secoli che non suono dato che il mio pianoforte è rimasto in Italia. -
- Non so come tu faccia, Louis non riesce a stare lontano per più di un giorno dal suo pianoforte a coda. - intervenne Julie che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
- Se mai un giorno dovessi avere tanta voglia di sentire scorrere i tasti sotto le dita, sentiti libera di venire a casa mia. - propose Louis.
- Da quando in qua sarebbe casa tua? - disse Harry alzando un sopracciglio con fare scherzoso, facendo ridere gli altri membri del gruppo. 
- Si hai ragione, casa mia che ospita a tempo indeterminato altri quattro stupidi e la mia incantevole ragazza. -rispose con lo sguardo puntato sulle italiane che se la ridevano sotto i baffi. 
- Ti ringrazio! - disse finalmente Rebecca rivolgendosi al ragazzo dagli occhi azzurri - È molto gentile da parte tua. -
Intanto arrivò il cameriere con le portate e i sette ragazzi iniziarono a mangiare, per un po calò il silenzio al tavolo ma durò ben poco dato che Niall aveva iniziato a tossire incessantemente a causa del pollo al curry troppo piccante che aveva ingerito. Dafne subito gli porse un bicchiere d'acqua, mentre Louis, Harry e Zayn se la ridevano bellamente. 
- Grazie...se non fosse stato per te questi tre idioti mi avrebbero lasciato morire - disse il biondo, lanciando loro uno sguardo omicida, mentre si ricomponeva e assumeva un colorito più normale - begli amici che ho! -
- Su Nialler, non prendertela! Considerando il modo in cui mangi di solito e la frequenza con cui accadono questi episodi non ci siamo preoccupati più di tanto, devi capirci! - commentò Zayn prendendo subito dopo un sorso di vino bianco dal suo calice.
 
 
Il pranzo continuò tra una risata e l'altra con Louis che lanciava molliche di pane facendole incastrare tra i capelli ricci di Harry, venendo poi rimproverato ogni volta da Julie con lo sguardo o con qualche gomitata ben assestata tra le costole; Niall che, nonostante affermasse di essere sazio, continuava ad ordinare altro cibo; Zayn, invece, si era perso parte di queste scene esilaranti perché da buoni venti minuti si era allontanato per parlare al telefono con la sua ragazza: in realtà all'inizio non voleva rispondere per evitare di rovinarsi il divertimento, ma Perrie continuava a chiamare e quindi alla fine aveva deciso di accettare la chiamata. Quando ritornò dagli altri, questi erano già in piedi per dirigersi verso l'uscita - Hey era ora! Quella simpaticona della tua fidanzata cosa voleva questa volta ? - chiese Harry alzando gli occhi al cielo, proprio non la sopportava quella biondina ossigenata. 
- Niente di importante. Stasera dobbiamo vederci e mi ha chiesto di fare delle commissioni. - rispose il pakistano, lasciando intendere di non voler continuare il discorso.
- Bene bene! - fece Rebecca strofinandosi le mani - Ora devo proprio scappare...-
- Ma come ci lasci già? - la interruppe Niall mettendo su un tenero broncio.
- Purtroppo si, devo trovare assolutamente un lavoro. Sento che oggi è il mio giorno fortunato. -
- Dai, sii positiva. Sai che ti accompagnerei, ma devo tornare necessariamente a casa per finire quella relazione, altrimenti il professor Thomas chi lo sente. - disse Dafne dispiaciuta.
- Reb se resti qui in zona  posso accompagnarti perché tanto devo andare a ritirare delle cose per Perrie. - si propose Zayn. La mora, sorpresa da quella gentilezza annuì dicendo - Certo! Così avrò qualcuno con cui lamentarmi durante il tragitto. Quindi, preparati! -
- Fratello, mi sa che hai fatto un guaio! - esclamò Harry ridendo, mentre dava una pacca sulla spalla all'amico in segno di conforto - Non vorrei proprio essere al tuo posto. -
- Hey riccio! Cos'è tutta questa confidenza? Tutti vorrebbero trascorrere del tempo con la sottoscritta. - disse Rebecca spostandosi i capelli con fare fintamente snob, scatenando le risate dei presenti. 
- Harry ti consiglio di non dire più cose del genere davanti a lei, potrebbe finire male, per te. - lo mise in guardia Daf scherzando.
- Ragazzi, la mia carotina ed io vi salutiamo. - se ne uscì Louis mettendo un braccio intorno alla vita di Julie. 
- Anche noi ora andiamo. - intervenne il biondo rigirandosi tra le dita le chiavi della sua amata Audi blu - Dafne, vieni con me ed Harry, ti diamo un passaggio. -
- Oh, grazie ragazzi. Accetto volentieri, così recupero tempo per studiare. - rispose la castana, rilassata all'idea di non dover tornare con quegli affollatissimi mezzi pubblici - Ci vediamo a casa, Reb! - concluse mandando un bacio volante all'amica, che nel frattempo aveva già salutato gli altri.
- Ciao! - dissero contemporaneamente Zayn e Rebecca, mentre si allontanavano.
 
 
 
- Allora, sei alla ricerca di un lavoro in particolare? - domandò sinceramente interessato il moro.
- Ora niente di preciso, ma la settimana scorsa sono venuta in zona  per un lavoro in una clinica veterinaria, ma cercavano solo gente qualificata. - gli rispose la ragazza dispiaciuta e un po' arrabbiata tornando con la mente a quell'episodio. 
- Vedrai che stavolta andrà meglio. - 
- E tu? Quali commissioni devi sbrigare? - 
- Stasera esco con Perrie e devo andare in alcuni negozi per ritirare i suoi ultimi acquisti.
- Wow, immagino il divertimento - disse sarcastica - già che ci siamo vengo con te, non mi dispiacerà guardare qualche vetrina.
- Grande, Reb! Non mi allettava proprio l'idea di andarmene in giro per i negozi tutto solo. -
- Tranquillo, quando si tratta di shopping e cose del genere sono sempre disponibile. - disse la ragazza facendogli un occhiolino.
I due entrarono da Gucci e Zayn si diresse subito verso la commessa chiedendole le buste con gli acquisti della sua fidanzata, quella sorrise entusiasta in direzione del moro consapevole di chi si trovasse di fronte e spostando poi lo sguardo sulla ragazza alle sue spalle, che le sembrava non aver mai visto in compagnia dei membri dei One Direction. Dopo aver riportato l'attenzione sul ragazzo gli consegnò le numerose buste invitando lui e la sua fidanzata a tornare a fare acquisti da loro, accompagnando il tutto con un sorriso ammiccante. 
- Cavolo la tua ragazza va matta per le scarpe...- disse la mora non appena furono usciti dal negozio, osservando le buste dalle quali si intravedevano diverse scatole.
- Si, purtroppo...e non hai ancora visto niente. Ora che entreremo da Prada rimarrai sconvolta. -  
Parole assolutamente vere: Rebecca, infatti, non poté fare a meno di rimanere con la bocca spalancata dinanzi all'enorme quantità di abiti che fu consegnata a Zayn, tanto che "poverino" si ritrovò a pensare, mentre osservava quei costosissimi vestiti appesi ai manichini.
- Amoreeeee! Sei qui! - esordì una voce fastidiosa alle loro spalle. Vide una ragazza bionda, con un vestitino succinto e dei tacchi vertiginosi abbinati ad un rossetto fucsia, che si fiondò in pochi secondi tra le braccia di Zayn che, però, non ricambiò con lo stesso entusiasmo. - Hey non stavi provando con le ragazze? - le chiese.
- Abbiamo finito prima perché Leigh aveva urgenza di vedere Aaron...e  sono corsa subito da te. Così ora non starai più solo soletto. - disse  - Hey tu, potresti portarmi un caffè senza zucchero mentre vedo le pochette della nuova collezione? - concluse all'indirizzo di Rebecca. La mora, non appena capì di essere stata scambiata per la commessa scoppiò in una fragorosa risata guardando Zayn il quale subito si premurò di fare chiarezza alla propria fidanzata che li osservava perplessa.
- Tesoro, non lavora qui. Lei è Rebecca una mia amica e mi sta facendo compagnia. - disse il ragazzo sorridendo  - Reb, lei è Perrie. -
- Piacere. - fece la mora porgendo una mano alla bionda, che però non la strinse, limitandosi a borbottare un "piacere" che a malapena si sentì.
- Beh, Zayn. Vedo che il discorsetto dell'altra volta non ti è servito a nulla...prima quella ragazza al Funky Buddha con cui sei stato fotografato  e ora quest' altra qui...non impari mai. - sentenziò guardandolo torva. 
- Stai fraintendendo tutto. Rebecca e Dafne sono solo delle amiche che ci hanno presentato Louis e Liam.-
- E come mai siete in giro da soli? -
- Semplice: io sono alla ricerca di un lavoro e Zayn doveva ritirare tutte le cose che hai comprato. - intervenne finalmente Rebecca - Ci siamo fatti compagnia a vicenda, tutto qui! E ora devo anche andare. Grazie di tutto Zayn...-
- Ma no, posso accompagnarti...-
- Sei gentile, ma ora sta con lei. Ci vediamo...ciao Perrie, è stato un piacere conoscerti. - terminò indirizzando un sorriso falso alla bionda e detto questo se ne uscì, lasciando la coppietta felice a discutere alle sue spalle.
 
 
 
WRITERS' CORNER
Ed eccoci qui con il sesto capitolo. Questi ragazzi sono proprio destinati ad incontrarsi, ma ora come si intrecceranno le loro vite? 
Se volete scoprirlo non mancate al prossimo appuntamento martedì prossimo.
Bea e Sofia 😘

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Capitolo 7
*** Twister ***


"[...]
She knows, she knows,
That I've never let her down before.
She knows, she knows,
That I'm never gonna let another
Take her love from
me now...
Everybody wants to steal my girl,
Everybody wants to take her heart away, 
couple billion in the whole wide world
Find another one 'cause she belongs to me
Na na na na na na (oh yeah, alright, yeah)
Na na na na na na (alright)
Na na na na na na
Na na 
She belongs to me
Na na na na na na (oh, yeah)
(She belongs to me, yeah)
Na na na na na na (alright)
Na na na na na na
She belongs to me "
- Bel lavoro ragazzi! - si complimentò Simon - Questa era perfetta! - disse poi facendo un cenno d'intesa al tecnico del suono. 
Louis e Zayn si diedero il cinque soddisfatti del loro lavoro, Niall si gettò a peso morto sul divanetto giallo per poi essere raggiunto dopo pochi minuti da Liam ed Harry, che gli si buttarono sopra incuranti di poter schiacciare l'amico.
- Sono contento di aver finito di registrare questa canzone! Non vedo l'ora di girare il video! Chissà Ben cosa avrà in mente. - esordì Louis.
- Ragazzi per oggi abbiamo finito, potete rilassarvi ora. - fece Simon sbucando dalla porta tutto contento - Alla prossima! Mi raccomando, cercate di finire la canzone che mi avete promesso al più presto. - concluse, prima di salutare tutti e andarsene.
- Direi che stasera dobbiamo festeggiare! - esclamò il biondo - Ho voglia di mangiare fino a scoppiare! - 
- Niall, tu hai sempre voglia di mangiare! - esclamò Liam - Però hai ragione, dovremmo festeggiare ora che l'abbiamo finalmente terminata. Possiamo organizzare qualcosa a casa nostra e magari chiamare Andy, Perrie, Josh e gli altri della band. - 
- Liam stai cercando un'occasione per mostrare a qualcuno i vini che stai collezionando in cantina, di' la verità! - sentenziò Louis.
- Ahahah! Mi hai scoperto! Vado fierissimo dei miei ultimi acquisti, che tra l'altro mi sono costati anche un bel po'. -
- Quanto vorrei potessero venire Dafne e Rebecca...- bofonchiò dispiaciuto Louis - Mmm potremmo chiamare Mark e chiedere il numero di Daf! - esclamò con un moto di ritrovato entusiasmo per il lampo di genio avuto.
- Non ce n'è bisogno! Ho io il suo numero! - disse subito Harry.
- Io ho quello di Reb! - affermò Zayn contemporaneamente al riccio.
- Perfetto! Allora ci pensate voi a chiamarle...io intanto avviso Julie, sarà contenta di rivederle. Liam, mi dai un passaggio in centro? Lottie è a Londra e parte stasera e vorrei salutarla, così ne approfitti anche tu perché non vi vedete da tempo. Fai guidare me la tua Maserati? - chiese speranzoso, tentando di afferrare le chiavi dalla mano dell'amico.
- Neanche per sogno! - disse Liam correndo verso l'uscita, seguito a ruota da Louis che ancora lo supplicava di poter mettere le mani sulla sua auto sportiva.
Intanto Niall, ancora seduto sul divanetto, aveva preso le sue cuffie arancioni per ascoltare un po' di musica e approfittandone per rispondere ad alcune fan su Twitter: le adorava, era grazie loro se erano potuti arrivare fino a quel punto e quando poteva cercava di ringraziarle tutte. Erano poi rimasti Zayn ed Harry,  avvolti dal silenzio che regnava in quella sala, un silenzio leggermente imbarazzante di domande non dette che, però, dopo poco svanì. 
- Su, ora chiamiamole prima che prendano altri impegni...altrimenti quel capriccioso di Louis chi se lo sopporta. - si riscosse Harry cacciando dalla tasca il telefono e cercando in rubrica subito dopo il numero di Dafne.   
 
 
- Arrivederci e grazie! - disse Rebecca sorridendo alla cliente a cui aveva consegnato lo scontrino: aveva appena venduto la trilogia de " Il Signore degli Anelli " di Tolkien che da anni desiderava leggere, ma non aveva mai  trovato  il tempo. 
Era ormai il secondo giorno che La ragazza lavorava come commessa e tuttofare in una piccola libreria gestita da una simpatica vecchietta; la signora Ruth, che aveva già da qualche anno superato la sessantina, in seguito alla morte del marito si era ritrovata ad occuparsi da sola del negozio capendo immediatamente di aver bisogno di un un aiuto. Si erano fatte le 7.00 di quel martedì sera  e Rebecca, su richiesta della proprietaria, stava sistemando le ultime cose sparse in giro in vista dell'imminente chiusura del " Fairy Rose", il negozio in cui lavorava per l'appunto, quando sentì il suo iPhone squillare.
- Hey Daf! - rispose avendo già visto il mittente della chiamata; difficile non riconoscere la foto dell'amica, che lampeggiava sullo schermo, in una posa alquanto buffa che Reb aveva immortalato un pomeriggio al parco mentre l'altra mangiava il gelato.
- Indovina chi mi ha chiamata! - disse di getto senza neanche salutarla.
- Tua madre? Tuo padre? La regina Elisabetta? Che vuoi che ne sappia...- rispose rigirandosi tra le mani un libro dalla copertina rossa che non sapeva ancora dove riporre. 
- Ma no! - disse Dafne con fare ovvio - Mi ha chiamata Harry...- esclamò - Styles! - continuò, notando che l'amica non dava segni di vita.
- Wow...- rispose con meno entusiasmo Rebecca, ma ugualmente curiosa - come mai? -
- Mi ha detto che siamo invitate stasera a cena da loro. Una cosa informale...almeno credo-
- Ah! E cosa si intende per "informale" tra le celebrità ? - chiese sarcastica la mora.
- In effetti non saprei...- rispose perplessa. - Ci pensiamo quando torni, tu tra quanto stacchi?-
- Tra mezz'ora dovrei essere a casa, Ruth dice che è stanca e vuole chiudere prima oggi. - comunicò Rebecca - E mi raccomando inizia a scegliere cosa indossare che perdi le ore davanti a quell'armadio. -
- Si hai ragione. - rispose Dafne ridendo - Dobbiamo essere da loro alle nove e vorrei arrivare puntuale.- disse la castana facendo sorridere l'amica che sapeva quanto lei ci tenesse a queste cose.
- Ok, a dopo! - disse chiudendo la chiamata e riponendo il cellulare nella tasca dei jeans, decisa a terminare il lavoro il prima possibile.   
 
 
- Louis smettila di urlare come un pazzo! - se ne uscì esasperato Liam che era appena salito dalla cantina; circa mezz'ora prima, infatti, aveva trascinato Andy con sé per scegliere i vini che avrebbero dovuto accompagnare la cena di quella sera, troppo indeciso su quale qualità indirizzarsi. 
- Liam non capisci! - disse Louis indicando lo schermo del televisore che stava trasmettendo la quinta puntata di X Factor Uk, programma che lui adorava - Simon ha appena eliminato George! Ha una voce fantastica, non può averlo fatto sul serio! - disse dispiaciuto il ragazzo. 
- Su, Simon sa quello che fa...- gli rispose Liam prima di essere interrotto dal suono del campanello
- Harry alza le chiappe e vai ad aprire, che non stai facendo niente.- 
- Vi odio- bofonchiò il riccio alzandosi dalla poltrona sulla quale aveva oziato fino ad un secondo prima.
- Noi ti amiamo invece, pulcino mio. - replicò Louis assumendo un espressione da tenero innamorato.
- Sono le ragazze!- udirono gridare dall'ingresso, seguito poi da un - Prego, accomodatevi.-
- Daf, Reb! - esclamò contento il ragazzo con gli occhi azzurri, distogliendo finalmente l'attenzione dalla TV.
- Ciao Tomlinson- disse la castana abbracciandolo. 
- E a me nessuno ci pensa? - esordì Liam fingendosi offeso.
- Certo orsacchiotto! Vieni qui- fece Rebecca allargando le braccia. 
- Lui comunque è Andy , un mio amico - continuò il castano dopo essersi staccato dall'abbraccio e rivolgendosi alle due ospiti indicando il ragazzo al suo fianco, che fino a quel momento aveva assistito in silenzio ai saluti. 
- Enchantè!- esclamò facendo il baciamano ad entrambe le ragazze che sorrisero divertite. 
- Andiamo di là. Julie, Perrie e Niall sono in cucina e Zayn è ancora di sopra.- disse Harry invitando le due a seguirlo.
Rebecca si stava guardando intorno curiosa finché il suo sguardo non si fermò sulla televisione - Che bello! X Factor!- disse la mora fiondandosi sul divano - Oggi trasmettono la quinta puntata! -
- Lou hai trovato compagnia. Spero non sia accanita quanto te...non credo sopporterei un'altra invasata in questa casa. - disse il ragazzo dagli occhi verdi.
- Riccio, che fai sfotti ?- fece Rebecca distogliendo appena lo sguardo.
- Sei la donna della mia vita. Dove sei stata tutto questo tempo? - disse Louis scherzosamente raggiungendola subito sul divano, mentre gli altri proseguivano verso la cucina. Dafne trovò Julie e Niall, vicino all'isola della cucina, intenti a preparare delle tartine; solo dopo qualche secondo notò una ragazza bionda seduta su uno sgabello, intenta a fissarsi le unghie smaltate di rosso con fare piuttosto annoiato, che scoprì successivamente essere Perrie, la famosa ragazza di Zayn. 
- Dafneeee! - corse la rossa a salutarla, interrompendo l'abbraccio tra la castana e il biondo, sinceramente contenta di rivederla - Come stai? E Rebecca dov'è? - 
- Credo l'abbiamo persa...è di là con Louis ad inveire contro i giudici di X Factor. - intervenne Liam, alzando gli occhi al cielo - Noi andiamo di là a preparare la tavola. - continuò,  facendo cenno ad Harry e Andy di seguirlo nel soggiorno.
- Io invece ti dò una mano - esclamò Daf - cosa preparate? -
- Carbonara - affermò fiero Niall - speriamo sia all'altezza dei vostri palati. - 
- Con me vai tranquillo...piuttosto preoccupati di Rebecca che da quando siamo qui non ha fatto altro che lamentarsi delle pessime doti culinarie di voi inglesi. - 
- Il nostro irlandese è un cuoco provetto - intervenne Julie, dando una pacca sulla spalla all'amico - Ah, Daf...tu che sei più vicina potresti prendere le uova dal frigo? Io vado un attimo al bagno.- 
- Certo! - rispose la castana avvicinandosi all'elettrodomestico e scomparendo dietro l'anta, alla ricerca della  confezione che pareva introvabile in mezzo a tutto quel cibo.
- Julieee! Quanto manca ? Ho fame! - disse una voce familiare, particolarmente vicina. 
Avendo trovato finalmente le uova Dafne chiuse lo sportello con un colpo secco e dopo essersi girata per passare tutto il necessario a Niall, si ritrovò davanti l'unico che ancora mancava all'appello; un po' per lo spavento dell'esserselo trovato alle spalle inaspettatamente e un po' per l'averlo urtato, si ritrovò a far cadere accidentalmente la confezione di uova prontamente presa al volo dal moro, che per lo slancio era arrivato a pochi centimetri dal viso di lei. 
- Zayn! - disse lei puntando il suo sguardo in quello dorato di lui, ammirando le sfumature di quelle iridi  che per la prima volta vedeva da così vicino - Mi hai fatto prendere un colpo. - si rilassò poi  la ragazza al pensiero di non aver combinato un guaio.
- Lo so, faccio questo effetto. - rispose lui alzando un sopracciglio e mordendosi il labbro inferiore con fare giocoso, ma anche terribilmente sensuale. Ecco, Zayn era quel tipo di ragazzo che qualunque cosa facesse, dicesse o qualunque espressione assumesse risultava sempre sexy, si ritrovò a pensare Dafne. 
- Ma smettila! - gli disse ridendo e spintonandolo scherzosamente. 
Perrie, intanto, stava assistendo alla scena  con il braccio a sorreggerle la testa, e aveva assunto un'espressione infastidita alla vista di quello scambio di sguardi tra i due che non le era piaciuto per niente. - Amore mio, ora che finalmente sei sceso accompagnami di là...mi scoccio troppo qui in cucina. - intervenne la bionda artigliandogli un braccio.
- Certo Perrie! - rispose - A dopo, Daf. - la salutò Zayn facendole un occhiolino e restituendole le uova.
- Non farci caso, è sempre così simpatica. - le parlò ironicamente Niall, ridestando l'amica che era rimasta perplessa di fronte ai modi della bionda - Ora passami quelle uova e guarda cosa può fare un irlandese quando si mette d'impegno.-
 
 
- È inquietante la quantità di cibo che riesci ingurgitare. Sei al terzo piatto, per la miseria! - esclamò Josh guardando il biondino che aveva la faccia quasi schiacciata nel piatto per la foga con cui stava mangiando.
Poco prima che la cena iniziasse erano stati raggiunti da altri quattro ragazzi: Jon, Sandy, Dan e Josh che furono presentati alle ragazze come i musicisti della band. 
- Come biasimarlo. Questa carbonara è ottima e lo dico da italiana. - disse Rebecca dopo aver terminato la sua abbondante porzione di spaghetti. 
- Ancora vino, ragazze?- propose Liam, afferrando la bottiglia di Blanc Fumé con la mano destra e portando il braccio sinistro dietro la schiena improvvisandosi cameriere. Le due italiane accettarono di buon grado e a Dafne venne in mente per un momento suo padre e la sua passione per i vini: avrebbe sicuramente apprezzato il Blanc Fumé, pensò.
- Cosa ci fanno due fanciulle come voi, qui a Londra tutte sole? - domandò  Sandy curioso.
- Beh io studio relazioni internazionali e Reb frequenta medicina; entrambe alla London University.- 
- Mhm quindi abbiamo di fronte a noi una futura diplomatica e una futura dottoressa...interessante - proseguì il bassista congiungendo le mani sotto il mento - e i vostri ragazzi come hanno reagito alla vostra partenza? Io al posto loro sarei continuamente in ansia se fossi fidanzato con una così bella ragazza. -
- Sandy! Smettila di fare il cascamorto con loro - intervenne Harry avvolgendo con il braccio le spalle di Reb, che si trovava alla sua sinistra - altrimenti scapperanno via a gambe levate per i tuoi modi da maniaco. - disse scatenando le risate di tutti. 
Era infatti dall'inizio della cena che Sandy, spalleggiato talvolta da Jon, importunava scherzosamente le ragazze facendo loro molti complimenti, velati e non.  
- Ahahahah! Ma no che non scappiamo, al massimo a fine serata potrei menarlo. E per la cronaca non siamo fidanzate e...per ora va bene così. - rispose Reb puntando uno sguardo fintamente minaccioso sul bassista sedutole di fronte, e notando poco dopo con la coda dell'occhio il braccio di Harry ancora a circondarle le spalle. Iniziò ad osservarlo passando in rassegna i numerosi tatuaggi, fino a soffermarsi sul suo profilo e attirando l'attenzione del riccio che si voltò verso la ragazza   mostrandole un sorriso con due adorabili fossette. Louis, seduto dal lato opposto del tavolo, aveva assistito  a quello scambio di sguardi tra i due e aveva sorriso compiaciuto, per poi esclamare - Gente! Direi che è arrivato il momento alcolico della serata. -
- E il vino cos'era? Acqua? - domandò sarcastica Julie, guardando il fidanzato la cui espressione la diceva lunga su quello che aveva in mente.
- Che carotina ingenua che sei! Sto parlando di quei fantastici superalcolici che hai chiuso a chiave nella credenza da quando Niall il mese scorso ha dato il meglio di sé. - disse il ragazzo dandole un pizzicotto sulla guancia affettuosamente. 
- Ho capito cosa intenti, fratello. - esultò Harry - Me ne occupo io! - 
- Dobbiamo preoccuparci? - chiese Dafne guardando gli amici.
- Se reggete bene l'alcol no.- furono le ultime parole famose di Louis... 
Un'ora dopo la situazione poteva dirsi completamente degenerata. Il gioco che le ragazze scoprirono essere in programma quella sera era il twister alcolico: ad ogni rotazione della lancetta, della quale si occupava Jon, oltre alla combinazione di colore/arto veniva anche selezionato per il giocatore di turno un cicchetto da mandare giù tutto in un sorso. E quella sera i bicchierini di vetro erano stati riempiti con gli alcolici più disparati, dalla tequila alla vodka liscia, dalla sambuca all'assenzio. 
Il tappeto era stato posizionato al centro del salotto e ne occupava buona parte, considerando le dimensioni del twister maxi. Liam aveva entrambe le mani poggiate su due cerchi rossi e i piedi su quelli verdi, a sovrastarlo c'era Dan che cercava in tutti i modi di non perdere l'equilibrio e schiacciare l'amico; a poca distanza da loro Rebecca, Harry e Julie avevano quasi incastrato i loro corpi, tanto che sembrava impossibile sciogliere quell' intreccio umano; Dafne aveva il piede destro posizionato davanti a quello del riccio  e l'altro piegato sotto il proprio sedere, con Louis che le passava un braccio sulla pancia e Zayn accovacciato in maniera strana e con il viso poco distante dalla tempia della castana; Niall sembrava essere quello più avvantaggiato dato che Andy, Josh e Sandy, che precedentemente si trovavano accanto a lui, erano caduti già da un po'; invece Perrie aveva preferito dal principio restare sul divano e non giocare, con la scusa di non volersi scomporre troppo.
- Rebecca, bevi e poi piede sinistro sul cerchio giallo. - disse Jon alzando la voce per farsi sentire.
- La vedo dura, non ce la farò m...ahi! - tentò di dire la mora prima di cadere e trascinare con sé Julie e il riccio, che fino all'ultimo aveva provato a mantenere l'equilibrio - Ragazzi scusate - continuò Reb tra una risata e l'altra mentre afferrava la mano che   Il ragazzo le stava porgendo per farla alzare - ma sono un tantino ubriaca...fino a due anni fa mi credevo astemia e ora, invece, sto bevendo come una spugna.-
- Così mi piaci ragazza! - esclamò l'irlandese  in una posizione improbabile, prima di essere spinto a terra da Harry - Non ti lascerò vincere di nuovo Nialler! Affondo io, affondi tu! - disse con fare teatrale sotto lo sguardo incredulo dell'amico, che ora si ritrovava a non poter proseguire la partita. Intanto Dan, a causa del troppo alcol ingerito, doveva necessariamente andare in bagno e nella fretta di alzarsi, urtando il braccio di Liam aveva finito per far cadere anche lui; gli unici rimasti in gioco erano quindi Louis, Zayn e Dafne.
- Vincerò io! - esclamò il ragazzo dagli occhi azzurri con fare altezzoso.
- Lou, invece di parlare bevi il tuo cicchetto e sposta la mano destra sul cerchio azzurro. - lo riprese Jon.
- Subito, capo. - affermò il ragazzo che, nello spostarsi colpì accidentalmente il fianco di Dafne, la quale perdendo l'equilibrio cadde con tutto il peso addosso al pakistano.
- Ho vinto! Ho vinto! - esultò Louis felice come un bambino. Sul tappeto, però, erano rimasti ancora Zayn e la castana che era totalmente sdraiata sul corpo del ragazzo. Resasi conto della situazione imbarazzante in cui si trovava, Dafne scoppiò a ridere priva di controllo fino a lacrimare, senza dubbio aiutata dell'alcol che aveva in circolo; Zayn che era rimasto incantato dalla risata della ragazza si riscosse quando notò che quella aveva iniziato a borbottare frasi sconnesse e a socchiudere gli occhi -  Hey ti senti bene? - domandò preoccupato.
- Certo che sto b...- iniziò a dire prima di crollare poggiando la testa sul petto del ragazzo.
- Dafne! Dafne! Che hai? - le corse Rebecca incontro inginocchiandosi - Aiutatemi ad alzarla. - 
Louis e Zayn la sollevarono e la adagiarono delicatamente sul divano - Ho sonno...- bofonchiò la castana abbracciando un cuscino accanto a lei. 
- Cavolo, mi hai fatto prendere un colpo. - disse Reb tranquillizzandosi - Ora chiamo un taxi e torniamo a casa. - 
- É tardissimo...non potete tornare da sole a quest'ora - affermò Louis serio - vi fermate qui stanotte.- 
- Non se ne parla. Grazie mille, ma davvero ora chiamo un taxi, tranquillo.- 
- Louis ha ragione- intervenne Zayn- non è il caso che torniate a casa da sole con Dafne in queste condizioni- 
-Ma ... - provó la mora, - Sul serio Reb, per noi non è un problema, abbiamo altre stanze e inoltre potrei prestarvi i miei vestiti- disse Julie premurosa.
- Va bene ragazzi, mi avete convinta. Grazie davvero. - disse riconoscente prima di seguire la rossa  al piano superiore.
 
 
Dafne aprì lentamente gli occhi disturbata dalla luce che filtrava dalle tende; subito sentì una fitta alla testa quando provò a mettersi seduta. Iniziò a guardarsi meglio intorno non riconoscendo il letto e la stanza in cui si trovava, ma scorgendo per fortuna la figura familiare di Rebecca accanto a sé. Aveva decisamente bisogno di lavarsi la faccia per riprendersi, così si alzò e uscì dalla stanza per dirigersi in bagno e, senza premurarsi di bussare prima di entrare, aprì la porta. Ciò che le si presentò davanti la fece imbarazzare: Zayn (come mamma Malik l'ha fatto) con un semplice asciugamano intorno alla vita, aveva appena terminato la doccia e si trovava ora, gocciolante dalla testa ai piedi, a neanche un metro di distanza dalla ragazza. Il moro storse la bocca in un sorriso malizioso e ruppe il silenzio che si era creato tra di loro - Che c'è? Ti piace quel che vedi?-  A quelle parole Dafne avvertì subito il sangue affluire alle guance - Oddio scusa! Ma che cavolo, avresti potuto chiudere a chiave la porta! -
- Hai ragione, solo che non pensavo di dovermi proteggere da una che vuole saltarmi addosso persino in casa mia. - rispose Zayn ridendo sommessamente.
- Cosa? - disse incredula - Io non voglio saltarti addosso! -
- Ieri sera non la pensavi così. - spiegò il ragazzo che, osservando l'aria perplessa della ragazza, subito continuò - Ti sei praticamente addormentata addosso a me. - 
Dafne sgranò gli occhi - Non ti credo, stai mentendo. - affermò fissando il pakistano che se la stava ridendo sotto i baffi. 
- Non mento mia cara. - disse lui mentre recuperava le sue cose dal bagno - Prego, il bagno è tutto tuo. -
Cinque minuti dopo Dafne stava scendendo le scale in condizioni migliori rispetto a quando si era svegliata, ma pur sempre assonnata  e seguendo il suono di alcune risate si diresse in cucina. - 'Giorno - biascicò sedendosi goffamente su uno sgabello.
- Ben svegliata! - ricambiò sorridente Harry seduto di fronte a lei mentre beveva una tazza fumante di caffè - Dormito bene? -
- Una favola guarda... - esclamò la castana ripensando al mal di testa, mentre rubava dal piatto del riccio un pancake per poi addentarlo.
- Hey quello era mio...- disse il ragazzo facendo il broncio - Niall prepara altro da mangiare, per piacere, altrimenti Daf finirà la mia colazione. -
- Certo! - rise il biondo, iniziando ad armeggiare vicino ai fornelli - Questa sarà la colazione migliore della tua vita, ragazza. - Dafne sorrise e ringraziò l'amico per la sua gentilezza, ma la sua attenzione ritornò dopo poco su Harry che la stava fissando in modo strano - Che c'è ? -
- Oh, niente...pensavo solo che ieri sei stata uno spasso. -
- Cosa intendi? - domandò lei allarmata - Che ho fatto?-
- Beh...-
- Muoviti e parla, Styles!-
- Diciamo pure che...ad  un certo punto della serata hai iniziato a ridere senza sosta, tanto che abbiamo pensato potessi svenire da un momento all'altro e di fatto è successo, perché ti sei addormentata di colpo addosso al nostro povero pakistano; poi hai abbracciato un cuscino come se fosse il tuo migliore amico e hai farfugliato cose strane mentre Zayn ti portava in camera. - le spiegò divertito, scatenando anche la risata dell'irlandese che stava ascoltando mentre cucinava. 
- Oddio! Non può essere vero - piagnucolò Dafne coprendosi con le mani il viso rosso per l'imbarazzo - Aveva ragione prima...e io che ho smentito tutto rispondendo male a quel poverino, che ha anche dovuto portarmi in braccio su per le scale. Dio, che figuraccia. -
- Buongiornoooo! - li interruppe Louis mentre entrava in cucina con fare teatrale, seguito da Julie - Gli altri dove sono? - domandò osservando i tre amici che aveva di fronte. 
- Liam é andato a correre - intervenne Niall mentre metteva davanti a Dafne un piatto pieno di frittelle, accompagnato da un bicchiere di succo di frutta - Zayn credo sia di sopra a prepararsi e...-
- Reb invece dorme ancora...- concluse la castana al posto del ragazzo. 
- Posso andare a svegliarla? - le chiese Harry con uno sguardo supplichevole - Ho in mente qualcosa che la farà andare fuori di testa...- disse ridendo. 
- Oh andiamo, lascia stare quella povera ragazza...sai che ti ucciderà dopo. - disse Louis.
- Daiiiiii, ti prego! - chiese a Dafne che lo guardava stranita, ignorando totalmente l'ammonimento dell'amico, come se il suo "si" avesse potuto dargli il via libera.
- Beh, Harry, se sarà un risveglio in grande stile, che mi potrà far ridere di lei a tempo indeterminato...allora hai tutto il mio appoggio - acconsentì Dafne incrociando  le mani sotto il mento.
- Sei una grande! - replicò il riccio schioccandole un bacio sulla guancia,  per poi fiondarsi sulle scale diretto al piano superiore. 
- Non ti facevo quel genere di amica, Daf! - disse Julie assumendo un'aria fintamente sconvolta.
- Non lo sono, infatti - rispose ridendo - ma Reb deve ancora pagarmela per aver lasciato che il nostro amico Alessandro scrivesse con un pennarello blu sulla mia faccia mentre dormivo. - spiegò provocando le risate dei presenti - Anche se...non vorrei essere nei panni di Harry quando Rebecca aprirà gli occhi...sa essere davvero terrificante quando viene svegliata all'improvviso. -
Il riccio, intanto, tutto contento di aver ottenuto il permesso di Dafne e per niente intimidito dagli avvertimenti di Louis, si trovava davanti alla camera degli ospiti pronto a dare il suo personale buongiorno alla ragazza che dormiva ancora placidamente. Una volta entrato nella stanza dalle pareti verdi si avvicinò quatto quatto allo stereo,  selezionando dal CD la canzone che stava canticchiando senza sosta dal giorno precedente; la voce inconfondibile  di Adam Levine invase l'ambiente ad un volume altissimo e ad essa si unì poco dopo quella di Harry che, salito sul letto, inizió a cantare " Animals", saltando come un pazzo e imitando un chitarrista esperto e scatenato.
La reazione della mora non tardò ad arrivare: il vasto prato verde, gli alberi, il sole , il vento fresco che le scompigliava i capelli e il suo piccolo Aro che scodinzolava felice, furono sostitutiti da un motivetto che le rimbombava nella testa. Il letto in cui fino a pochi minuti fa aveva dormito beata, inizió a muoversi in maniera inquietante e talmente forte che si sentì sballottata su e giù. A quel punto fu inevitabile  aprire gli occhi per capire cosa diavolo stesse accadendo: abituatasi alla luce del sole che, ormai alto nel cielo data l'ora, invadeva  la stanza , la prima cosa che mise a fuoco fu una figura alta con una specie di cespuglio al posto dei capelli che saltava sul letto e cantava una canzone che all'inizio non riconobbe, ancora troppo intontita per il brusco risveglio.
- Yeah, you can start over , you can run free...- continuava il riccio soddisfatto per l'espressione confusa che era apparsa sul viso di Rebecca, la quale aveva aggiunto alla figura sfocata anche un bel paio di occhi verdi fissi su di sè. 
- No no no ! Ti prego- si lamentò la ragazza seppellendosi interamente sotto il piumone bianco . 
-... just like animals , animals, like animals mals- 
- Harry...Harry! Te lo faccio vedere io l'animale, inizia a correre! - urlò la mora in preda all'esasperazione balzando giù dal letto.
-Oh oh, aiuto! Aiutoo ! - gridò  il ragazzo correndo fuori dalla stanza e imboccando il corridoio che portava alle scale - Dafne salvamiiii- proseguì sentendo poco distanti i passi di Rebecca, che non pensava potesse essere in grado di correre in quel modo appena sveglia.
- Sei morto! Morto! - 
Erano ormai giunti nel salone sotto gli occhi sconvolti di Niall e Julie e quelli estremamente divertiti e in attesa di Dafne e Louis. 
Harry arrivato in prossimità dei divani stava zigzagando nella speranza di seminare la mora, ma quella saltandogli sulle spalle lo fece finire disteso a pancia sotto sul tappeto con lei a " bloccarlo" al suolo . 
- Per la miseria Reb, quanto cavolo pesi!- biascicò il riccio che stava recuperando fiato dopo la corsa e la caduta.
- Cosa? Ma allora sei stupido? Non penso tu sia nella posizione, in tutti i sensi, per fare commenti sul mio peso- gli rispose la ragazza con un' espressione minacciosa, puntandogli l'indice dritto tra le scapole .
- Aahahah a proposito di posizione - inizió con voce roca Harry - preferisco di gran lunga questa- terminó capovolgendo la situazione e facendo finire Rebecca sotto di lui. 
- Lasciami subito. - 
- Altrimenti?- continuò il riccio passandosi la lingua sul labbro inferiore, facendo per pochi secondi incantare la mora.
- Che sta succedendo qui? Ho sentito dei rumori assurdi- intervenne una voce impedendole di rispondere. 
- Le ho dato il mio buongiorno speciale - disse fiero il riccio che ancora sovrastava con il suo corpo quello minuto della ragazza. 
- Lasciala stare, poverina - li raggiunse Zayn, spingendo di lato Harry per aiutare Rebecca ad alzarsi- se la traumatizzi in quel modo non vorrà più avere niente a che fare con noi- continuò sorridendo. 
- Grazie Malik - disse lei - voi invece cosa stavate aspettando? Siete dei traditori.- concluse incrociando le braccia al petto. 
- Non potevamo mica intervenire...Aspettavamo tutti con ansia che tu lo picchiassi e poi Dafne ci ha letteralmente proibito di fare o dire qualunque cosa . - affermò Louis.
- Sei perfida . - si lamentò Rebecca rivolta all'amica.
- Questa è solo una parte della vendetta che ti aspetta per la bravata del pennarello, sappilo.- le rispose la castana alzando un sopracciglio, facendo ridere gli altri che sapevano a cosa si stesse riferendo. 
- Basta! Mi avete scocciata tutti- se ne uscì la mora - ora datemi qualcosa da mangiare prima che dia veramente di matto. - proseguì raggiungendo l'isola della cucina . 
- Ecco a lei mademoiselle. -disse Harry sbucando alla sua destra e mettendole davanti un piatto  stracolmo di roba. 
- Sei sulla buona strada per il perdono, riccio. - affermò Reb guardando con occhi sognanti un muffin al cioccolato e afferrando la tazza con il latte macchiato, che sapeva avrebbe dato un senso alla sua giornata.
 
 
 
 
 
 
 
WRITERS' CORNER
Eccoci qui! Alloraaaaa Rebecca ha finalmente trovato lavoro, i ragazzi sembrano essersi affezionati alle nostre italiane e nuovi legami stanno nascendo! Vi sta piacendo la piega che sta prendendo la storia?
Ah, ci scusiamo per il ritardo, ma martedì eravamo impegnate con lo studio dato che è purtroppo periodo di esami 🙈 Ci siamo divertite un mondo a scrivere questo capitolo, speriamo facciate lo stesso leggendolo. 
Baci, Bea e Sofia 
 
 

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Capitolo 8
*** Rolling in the deep ***


- Quindi, come vi dicevo, questi sono i principali motivi per cui Floyd Hunter è considerato uno dei principali esponenti del neo elitismo. Tutto chiaro? Spero abbiate preso appunti, alla settimana prossima. - si congedò il professor Thomas. Dafne tirò un sospiro di sollievo: quelle ultime due ore di lezione erano state davvero pesanti, nonostante gli argomenti fossero molto interessanti. Una volta sistemati gli appunti salutò Emily e Jhonny,  ragazzo e compagno di corsi della bionda, per poi dirigersi a passo svelto verso l'uscita dove sperava ci fosse già ad aspettarla Rebecca: sapeva, infatti, quanto la sua amica potesse essere lenta nel sistemare la propria roba. Le due, il giorno precedente, avevano preso appuntamento con Julie per andare a pranzo e poi fare un giro per i negozi al centro commerciale; come volevasi dimostrare la mora era in ritardo, infatti, voltandosi la vide in lontananza uscire trafelata dell'edificio, con ancora i libri tra le mani. 
- Eccomi! - disse Reb piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato, una volta raggiunta l'amica - Ho di nuovo fatto confusione con le fotocopie degli appunti, non imparo mai. -
- Ho notato, sei sempre troppo disordinata. - replicò Dafne senza davvero rimproverarla, mentre l'aiutava a sistemare i libri in borsa - Su, ora andiamo che Julie ci sta aspettando. - continuò incamminandosi con la mora verso la fermata dell'autobus. 
Circa un'ora dopo le tre ragazze si stavano accomodando ad uno dei tavoli all'interno di Nando's con i vassoi pieni di schifezze: erano decisamente delle ragazze attente alla linea! Parlarono di come ciascuna di loro avesse trascorso la mattinata: Rebecca raccontò di come avesse iniziato una lunga discussione con il suo professore di chimica inorganica, il quale sosteneva che lei avesse sbagliato il risultato dell'esercizio sui gas che le era stato assegnato, ma alla fine era riuscita a farsi valere. Dafne era stata in coma per tutte le quattro ore scarabocchiando sulle pagine dei suoi quaderni e prendendo di tanto in tanto qualche appunto; mentre Julie aggiornò le ragazze sul suo lavoro come stagista al " The Daily News", uno dei più importanti giornali di Londra, per il quale aveva fatto un colloquio subito dopo essersi laureata in lettere.
- E invece da quanto conosci Louis e i ragazzi? - chiese Rebecca mentre intingeva una patatina nella maionese.
- Allora - inizió la rossa richiamando alla mente i ricordi  - ho conosciuto i ragazzi, o meglio Zayn e Liam, al compleanno di un mio amico dell'università; in quel periodo erano impegnati con il loro secondo tour e infatti, nonostante avessimo provato ad incontrarci più volte, loro non riuscivano mai a liberarsi. Ci organizzammo per vederci una sera due mesi dopo la festa e fu proprio in quell'occasione che conobbi Louis, da lì una cosa tira l'altra e vabbè , sapete com'è andata a finire.- concluse sorridendo - Poi vi farò raccontare meglio la storia da lui, che vi dirà come è stato imbarazzante il nostro primo incontro.-
- Ahahah abbiamo capito che con Lou è facile incappare in certe situazioni...-
- Decisamente! - rispose Julie alzandosi e gettando nel cestino di fianco i resti del suo pranzo, imitata poi dalle altre due - Ora dedichiamoci ad un po' di shopping. -
 
 
Erano appena uscite da Zara con numerose buste e notevolmente soddisfatte di ciò che avevano comprato, pronte a dirigersi nel prossimo negozio. Il telefono di Dafne inizió a squillare e con non poca fatica dovette destreggiarsi tra i vari acquisti per recuperarlo dalla borsa, sotto gli occhi divertiti delle due amiche che la guardavano mentre per poco non faceva cadere tutto.
- Pronto? Oh salve Mr. Mitchell, mi dica...- disse la castana una volta riconosciuta dall'altra parte la voce dell'uomo che aveva affittato a lei e Rebecca il piccolo appartamento in cui ormai abitavano da poco più di un mese - Cosa? Ma come è possibile? Abbiamo anche pagato la quota per il prossimo mese! - esclamò Dafne assumendo un'espressione seria e attirando l'attenzione della sua coinquilina e di Julie che ormai la fissavano interessate, non capendo un accidenti di quello che stava succedendo. 
- Va bene...- sospirò - entro stasera portiamo via tutto. A più tardi - concluse,  chiudendo la telefonata e riponendo in tasca il cellulare.
- Daf, cosa è successo? - domandò Rebecca osservando la faccia a dir poco sconvolta dell'amica.
- Non ci credo. Non ci voglio credere. Reb, siamo rovinate. - affermò con un tono tra il disperato e l'isterico, per l'assurdità della situazione.
- Ma di cosa stai parlando? - chiese la mora.
- Il palazzo in cui abitiamo é stato dichiarato inagibile ed entro stasera dovremo andarcene. - disse.
- Cosa stai dicendo? Non ci posso credere. - fece Reb mettendosi le mani tra i capelli. - Ok respira, respira. - iniziò a dire a se stessa - Troveremo una soluzione Daf...stasera possiamo dormire in un ostello e poi domani iniziamo già a cercare una nuova sistemazione. Ce la possiamo fare! - continuò lei cercando di confortare l'amica, la quale accennò un piccolo sorriso rincuorata dall'ottimismo di Rebecca.
 
 
- Non finirò mai...Perché cavolo devo avere tutte queste scarpe? - si lamentò la mora prendendo l'ennesimo paio di ballerine e mettendolo in una delle tante scatole di fronte a lei. Da quando erano tornate a casa quel pomeriggio avevano iniziato una corsa frenetica in giro per l'appartamento  nel tentativo di imballare tutto entro sera; avevano iniziato dal piccolo salotto, per poi passare alla cucina, al bagno e ora si trovavano nelle loro camere più indaffarate che mai. - Ma Julie non aveva detto che sarebbe venuta per darci una mano? - urlò all'amica una ormai esasperata Rebecca, mentre poggiava sulla scrivania uno scatolone per poi chiuderlo con varie passate di nastro adesivo. 
- Si, dovrebbe essere qui a momenti.- disse Dafne uscendo dalla sua stanza mentre reggeva delle buste piene di vestiti e sbuffando per spostare dal viso una ciocca di capelli che le era caduta scomposta davanti agli occhi.    
"DRIIIIIIIIIIIIIIN" - Ecco, appunto! - affermò la castana avvicinandosi al citofono, contenta al pensiero che lei e Rebecca avrebbero avuto un altro paio di mani ad aiutarle. Si avvicinò alla porta pronta ad accogliere l'amica, ma rimase totalmente sorpresa quando si ritrovò davanti la rossa accompagnata da niente meno che Niall, Louis e Harry. - E...voi che ci fate qui? - domandò Dafne spostando lo sguardo da un ragazzo all'altro.
- Voi chi? - si intromise Rebecca sbucando con la testa  dalla sua stanza. 
- Siamo qui per aiutarvi ovviamente! Più siamo meglio è! - affermò Louis entrando sparato in casa, guardandosi intorno e strofinandosi le mani come uno che sta cercando di capire da dove iniziare. 
- Julie ci ha detto quello che è successo e siamo qui per aiutarvi ad imballare tutto e portarlo a casa. - disse Niall con entusiasmo.
- Casa? Guarda che non abbiamo ancora trovato un'alternativa...abbiamo prenotato in un un ostello qui vicino. -
- Ma come, Julie, non glielo hai ancora detto? - chiese Harry perplesso rivolgendosi all'amica.
- Detto cosa? - fece Dafne che non ci stava capendo niente. 
- Beh no...sapevo che se le avessi informate prima non avrebbero mai accettato di trasferirsi da noi...- concluse con un sorrisino incerto.
- Da voi...? Ragazzi siete davvero gentili, ma sul serio, non ci sembra il caso.- disse Rebecca, che però fu completamente ignorata. 
- Oh, non dire stupidaggini! Ora muoviamoci che non abbiamo tutto il tempo del mondo. - affermò Louis oltrepassandole mentre si dirigeva in una camera a caso, che dedusse poi essere quella di Dafne data la presenza di una chitarra appoggiata al muro; si avvicinò al letto su cui erano sistemate delle cose pronto a continuare il lavoro iniziato dall'amica. Iniziò a prendere della roba alla rinfusa riponendola poi all'interno di una borsa, finché non si accorse di avere tra le mani la biancheria intima della castana la quale, avendolo raggiunto nella propria camera e resasi conto della situazione, gli tolse tutto dalle mani - Louis, togli quelle manacce da li! - affermò divertita incrociando le braccia al petto - Se volevi che ti prestassi qualcosa bastava dirlo. -
- Ah ah. Davvero simpatica. Bambola, non scherzare su queste cose...potresti offendere il mio amichetto qui sotto. - rispose ammiccando. 
- Ma taci! Qui continuo io. È meglio se porti i libri di là, intanto.- disse spingendolo di lato scherzosamente.
- Agli ordini capo! - rispose Louis, che in quel momento si stava letteralmente trattenendo dal ridere, per via dell'espressione che era comparsa sulla faccia di Dafne; Julie glielo aveva ripetuto tante volte: doveva smettere di essere così invadente, ma era più forte di lui, non riusciva a trattenersi certe volte. Se poi la sua splendida carotina avesse saputo che aveva messo in imbarazzo la castana per quella sciocchezza, l'avrebbe sicuramente preso in giro, non prima di averlo sgridato ovviamente.
Ormai si era fatta quasi ora di andare e i sei ragazzi erano riusciti a terminare prima del previsto; stavano sistemando tutto il necessario da portare via accanto alla porta di ingresso, mentre Rebecca, sostenuta da Dafne, continuava a dimostrarsi poco d'accordo sulla possibilità di trasferirsi a casa loro. 
- Ok, ora basta! - la interruppe Harry dirigendosi verso di lei e poggiandole le mani sulle spalle - Non ci creerete alcun disturbo, siamo noi che ve l'abbiamo proposto. Anzi non può altro che farci piacere ospitarvi...se proprio non volete potrete stare da noi finché non troverete un'altra casa, altrimenti potrete rimanere fin quando vi pare. Va bene? - disse puntando i suoi occhi in quelli da cerbiatta di lei. -Allora? - domandò il riccio sorridendo e sfoderando le sue fossette. 
La mora lo osservò, indecisa su cosa ribattere, ma poi si lasciò andare in un sospiro di rassegnazione dal momento che aveva capito che continuare a dire di no sarebbe stato inutile  - Andata! Verremo da voi! Grazie di tutto ragazzi, siete fantastici - disse abbracciando di slancio Harry che subito ricambiò.
- Grandioso! Bel lavoro, Styles! - si complimentò Julie battendo le mani per la felicità e davvero contenta di poter aiutare quelle due fantastiche ragazze.
 
 
- Tadaaaa! Benvenute, coinquiline! - disse Niall spalancando teatralmente la porta di casa! 
- Eccovi finalmente. - esclamò Zayn alzandosi dal divano e dirigendosi verso le due per abbracciarle affettuosamente, seguito poi da Liam.
- Dai ragazze seguitemi, non vedo l'ora di mostrarvi le vostre stanze!- intervenne Julie entusiasta prendendole per mano e correndo su per le scale, non prima di aver gridato - Lou! E voi altri sfaticati portate la roba delle ragazze di sopra-.
- E ti pareva...- sussurrò il ragazzo iniziando a prendere due valigie. 
Furono condotte davanti a due porte adiacenti che celavano due stanze perfettamente arredate che sembravano fatte apposta per loro. 
- Ragazzi...sono fantastiche! - affermò Dafne - Sono quasi più grandi del nostro vecchio appartamento...-
- E poi il letto a due piazze...è un sogno. - disse Rebecca buttandovisi sopra, imitata dopo poco da Niall. 
- Ed è anche morbidissimo! - continuò il biondo iniziando a saltellarci sopra. 
- Avete quattro anni, o cosa? - domandò un Liam perplesso, ottenendo  come risposta solo due linguacce. Ecco appunto.
Poco dopo i ragazzi ritornarono al piano inferiore richiamati dal campanello, che annunciava l'arrivo del fattorino con le pizze che Zayn e Liam avevano precedentemente ordinato.  
- Mmm proprio niente male. - disse Rebecca addentando l'ennesima fetta della margherita fumante che aveva davanti. 
- É la nostra preferita. Il pizzaiolo di Genni's è napoletano, sa il fatto suo. - aggiunse Zayn che aveva già finito la sua, tanto l'aveva mangiata con gusto.
- Ragazze...- prese parola Louis con un sorriso furbo in volto, interrompendo la cena e attirando l'attenzione degli altri - direi che è arrivato il momento di farci vedere cosa sapete fare con piano e chitarra...ovviamente con accompagnamento vocale. -
- Non se ne parla...- disse Dafne con tranquillità, prendendo poi un sorso di coca cola dal suo bicchiere.
- Su non fatevi pregare. - fece Harry. 
- Ma anche no. - continuò imperterrita la castana - Cioè voi siete...voi! E noi...-
- Daf, nessuno accetterà un no come risposta.- disse il riccio cercando di convincerla.
- Esatto! - affermò Zayn guardandola, come ad infonderle sicurezza.
- Vai tesoro, facci sentire qualcosa! - disse Rebecca che aveva distrattamente seguito il discorso.
- Forse non hai capito bene, intendiamo entrambe. - 
- Oh...- sussurrò la mora lanciando uno sguardo implorante all'amica, ma quella ormai l'aveva già afferrata per il polso trascinandola verso il pianoforte. - Su, l'abbiamo fatto tante volte. Non potrà poi essere così diverso...- disse Dafne cercando di convincere più se stessa che Reb. 
- Si come no...davanti ai One Direction...-
I ragazzi e Julie intanto si erano avvicinati e accomodati sui divani, curiosi di ascoltare le due italiane le quali, dopo vari fischi di incitamento da parte di Niall e dopo essersi scambiate uno sguardo di intesa, iniziarono. Dafne accarezzò prima timidamente, e poi con sempre più forza e decisone, le corde della chitarra che aveva trovato accanto al pianoforte; dopo pochi secondi fu seguita da Rebecca che con i tasti scandiva il ritmo di una canzone, ben presto riconosciuta dai ragazzi.
" There's a fire starting in my heart
Reaching a fever pitch it's 
Bringing me out the dark 
Finally i can see you 
Crystal clear
Go head and sell me out 
And I'll lay your ship there
See how i leave with
Every piece of you
Don't understimate the Things
I would do 
There' s a fire starting in my heart
Reaching a fever pitch it's
Bringing me out the dark.."
La voce della castana invase lentamente l'ambiente arrivando dolce alle orecchie dei presenti. Zayn non poteva credere che la ragazza che stava cantando in quel momento fosse Dafne, sembrava completamente un'altra persona e gli altri sembravano pensarla come lui. Fu poi la volta di Rebecca la cui voce partì subito forte e sicura, come se avesse cantato quel brano un milione di volte; teneva gli occhi chiusi mentre scorreva le dita veloci sui tasti, guardando di tanto in tanto l'amica.
" The scars of your love
Remind me of us
They keep me thinking 
That we almost had it all
The scars of your love
They leave me breathless
I can't help feeling..." 
E poi insieme, dopo essersi scambiate uno sguardo divertito, segno della complicità anche musicale che le legava, partirono entrambe con il ritornello:
"We could have  it all
Rolling in the deep
You had my heart inside 
Of your hand
And you play it
To the beat..."
Ormai la timidezza e l'incertezza che le avevano colpite all'inizio erano scomparse, si stavano divertendo da matti anche perché era da tempo che non si esercitavano insieme; continuarono a cantare fino all'ultima nota, riportando poi improvvisamente la stanza nel silenzio. Si voltarono verso gli amici e trovarono sei paia di occhi a fissarle, increduli. 
- Wow! - disse Julie mostrando subito una sorriso a trentadue denti.
- Siete state...formidabili! - continuò Louis. Harry e Zayn, attoniti, non riuscivano a spiccicare parola; Liam si complimentò subito con loro, mentre Niall corse ad abbracciarle euforico.
- E voi che avevate paura di cantare di fronte a noi! Ora siamo noi ad averne. - parlò finalmente Zayn, suscitando le risate dei compagni e facendo arrossire le ragazze.
- Harry, ti senti bene? - chiese Rebecca avvicinandosi al riccio, che non aveva ancora aperto bocca, e sventolandogli una mano davanti al viso. - Sono semplicemente rimasto incantato dalla sua bravura, signorina! - si ridestò  lui afferrandole una mano e depositandovi sopra un bacio morbido, che fece rabbrividire inspiegabilmente Rebecca. 
Dopo quella breve esibizione si spostarono tutti sul terrazzo, trascorrendo il resto della serata tra una chiacchiera e l'altra, sotto le stelle del cielo londinese e fattasi una certa ora, in vista degli impegni che ciascuno avrebbe avuto il giorno seguente, decisero di andare a dormire.
 
 
La sveglia suonò puntuale alle 8.30 e Rebecca aprì lentamente gli occhi mettendo a fuoco la stanza. Con una lentezza letargica si alzò dal letto e si diresse in bagno per darsi una sistemata, sostituendo il suo adorato pigiama con i gattini con un pantalone della tuta grigio e una canotta nera e, dopo poco, si diresse al piano inferiore dove trovó intenti a fare colazione Niall e il pakistano .
-Oggi ho un disperato bisogno di caffeina, altrimenti dovrò mantenermi aperti gli occhi con due stuzzicadenti- bofonchió prima di sedersi e poggiare la testa sul bancone.
-Hey se eri così stanca perché non sei rimasta a dormire? Tanto mi pare che in libreria devi andarci dopo pranzo , giusto ? - chiese Zayn scompigliandole i capelli e ricordando i loro discorsi della sera precedente sul nuovo lavoro della mora.
Reb voltó di poco il capo verso il pakistano e guardandolo dal basso -  Devo studiare purtroppo e non una materia qualsiasi no, ma anatomia- concluse afflitta.
- Ah, ora si spiega tutto. Forza mellow, puoi farcela e poi ci sono io qui ad aiutarti-
- Prima di tutto come mi hai chiamata? E poi spiegami, di grazia, come tu potresti aiutarmi a studiare anatomia, cioè a meno che non abbia intenzione di scrivere una canzoncina tipo quella di Hannah Montana con tutti i nomi delle ossa del corpo o una roba simile, non vedo come potresti essere d'aiuto- disse Reb più disperata che altro.
- Cara carissima mellow.... Ah che per inciso questo sarà il tuo soprannome, hai delle guanciotte così morbide! Dicevo cara, carissima mellow non dovresti dubitare del qui presente Jawaad, ho i miei metodi- le rispose impettito, lasciando la ragazza perplessa per la spiegazione che aveva ricevuto sul suo soprannome e per quello strano appellativo con cui il moro si era riferito a se stesso.
- Ora se non vi dispiace, andrei sul divano per la mia consueta "ora del risveglio". Se volete farmi compagnia siete bene accetti -disse guardando i due e afferrando la tazza di caffè fumante che le aveva poco prima porto Niall, per poi stravaccarsi tra i cuscini morbidi. Inizió a fare zapping senza trovare qualcosa che le interessasse davvero, cosa del tutto normale dato che di mattina il suo livello d'attenzione era davvero basso.
Due ore e mezzo dopo si trovava con il sedere addormentato che stava praticamente prendendo la forma dello sgabello dell'isola della cucina, sulla quale erano aperti due enormi libri e fascicoli di fotocopie e appunti vari. 
- Ma dico, perché io studentessa di medicina, dovrei saper disegnare per la miseria ? - si lamentò mentre strappava l'ennesimo foglio dal quaderno; era da circa un quarto d'ora che la mora cercava di fare una riproduzione decente della struttura ossea della parte inferiore del capo senza ottenere risultati, considerando la sua totale incapacità nel disegnare.
-Le tue urla e lamentele si sentono anche al piano di sopra. Cosa ti spinge a parlare da sola mellow?- domandò Zayn con voce divertita mentre scendeva l'ultimo gradino.
- Senti Malik in questo momento potrei strangolarti come Homer con Bart, quindi se non vuoi finire male gira a largo- gli rispose Reb riferendosi ad un episodio dei Simpson che avevano visto in mattinata, puntandogli la matita contro.
- Quanto sei minacciosa con quella matita non puoi capire- disse il moro ridendo - dai fammi vedere di che si tratta- continuò avvicinandosi al bancone. 
- Dovrei disegnare questo perché mi serve per imparare e poi ripetere meglio, senza contare che il prof potrebbe chiedermelo all'esame- affermò Rebecca indicandogli un'immagine sul libro. 
Zayn afferrò foglio e matita picchiettandosi con quest'ultima il mento, mentre studiava la pagina. Reb lo osservó in silenzio tracciare delicatamente varie linee mentre spostava lo sguardo velocemente dal libro al foglio, concentrato; continuó per qualche minuto fino a che non se ne uscì con un soddisfatto - Tada!- mostrando il disegno alla ragazza- Visto che ti avrei aiutata in qualche modo?-
- Oddio Zayn ti adoro! Sei bravissimo- esultó abbracciando stretto l'amico- ora dato che sei qui dovrei chiederti anche un altro favore- proseguì Reb con un velo di imbarazzo- ehm... Per caso potrei usarti come modello? Ecco dovrei ripetere i muscoli e le ossa del viso e mi faciliterebbe il compito farlo avendoti davanti- concluse abbassando lo sguardo per poi riportarlo implorante in quello del pakistano- sempre se non hai niente da fare - .
- Certo che posso aiutarti. Non avevo mai fatto da modello per studi anatomici- rispose il moro ammiccando. 
- Stupido, siediti qui- disse Rebecca assestandogli una gomitata sul petto.
- Ahi! Così lo riempirai di lividi il tuo modello- 
- Argh! Taci- 
 
 
- Quindi la mandibola è un osso dello splancnocranio, impari e mediano.È l'unico osso provvisto di un'articolazione mobile della faccia, l'articolazione temporo-mandibolare....- stava ripetendo Rebecca mentre spostava con due dita il mento di Zayn da destra a sinistra.
- Penso di aver memorizzato si e no due parole di tutto quello che hai detto. Come si fa a ricordare questa roba?- 
- Questa roba, signorino, è il minimo che un buon medico dovrebbe sapere se per esempio qualcuno rompesse il tuo bel facciamo e dovesse rimettertelo a posto- rispose piccata la mora - cavoli Zayn questa barba è peggio di un porcospino, per poco non mi bucavo il dito. Non pensi sia arrivato il momento di smetterla di giocare a fare l'uomo delle caverne?-
- Cosa hai detto? Ripetilo se hai il coraggio- la esortò lui fintamente infastidito.
- Dicevo solo che hai superato il limite consentito agli essere umani. - affermò per niente intimidita la ragazza.
- Ah quindi cosa sarei io sentiamo?- 
- Uhm.... Potresti essere diversi tipi di animali ...- 
- Ok ora basta!- disse velocemente facendo indietreggiare Rebecca per il guizzo divertito che gli attraversò lo sguardo; ma la ragazza non fu abbastanza pronta e con uno slancio le bloccó le braccia con una mano e con l'altra le tenne fermo il viso per poi strusciarvisi contro con la barba.
- Stupido, smettila! Lasciami!-
- Cosa sta succedendo qui?- chiese una voce che fece fermare i due, senza che però il ragazzo  lasciasse andare la mora.
-Harry noi...- inizió Reb venendo subito fermata dal riccio.
-Zayn cosa stavi facendo?- continuò senza staccare gli occhi dalle mani dell'amico che stringevano i polsi e il mento della ragazza.
- Bentornato bro. A me tutto bene grazie,a te? - provó il pakistano non riuscendo a spiegarsi la reazione dell'altro. 
- Stavamo studiando anatomia almeno prima che...- disse Reb per poi essere interrotta nuovamente.
- Anatomia? - chiese indagatore il riccio alzando un sopracciglio.
-Si Harry e non capisco perché continui ad interrompermi. Sei piombato qui così  e ti stai comportando in modo strano, che ti prende?- domandò la mora staccandosi totalmente da Zayn e facendo inconsapevolmente tornare il riccio a respirare normalmente; infatti, appena rientrato a casa, si era trovato davanti quella scena e aveva provato una spiacevole fitta allo stomaco che gli aveva quasi tolto il respiro tanto era opprimente, ma non aveva voluto capirne fino in fondo il motivo. Ora fissava l'Italiana smarrito, cercando qualcosa di sensato da dirle per giustificare il suo comportamento.
- Scusami Reb ma è stata una mattinata stressante-
 - Tranquillo. Se vuoi distrarti un po' puoi farmi tu da modello e dare il cambio a Zayn dato che gli ho rubato fin troppo tempo - propose la ragazza incerta.
-Modello?- chiese perplesso il riccio.
- Si Harry, modello. Sta studiando anatomia - rispose il moro con uno sguardo eloquente che fece deglutire Styles.
- Su vieni che devo finire di ripetere il cranio.- disse Reb trascinandolo verso il bancone per un braccio mentre questo tirava un sospiro di sollievo o forse delusione che fece ridere Zayn, consapevole dei viaggi mentali dell'amico . 
- A dopo. Buono studio e...Reb?-inizio il moro salendo le scale. 
- Si?-
- Se dovessi dover ripetere un muscolo molto importante che si trova in basso, sai dove trovarmi- concluse sogghignando.
-Zayn!-
-Zayn!- ringhiarono i due rimasti in cucina, una per l'imbarazzo,l'altro per la voglia omicida che l'aveva assalito nei confronti dell'amico.
 
 
Quella mattinata a lavoro per Dafne fu un totale caos: il  "Sound in Time", infatti, era più affollato che mai per l'uscita del nuovo singolo di Beyoncé che aveva attirato numerosi suoi fan; così lei e Mark  si erano ritrovati ad andare avanti e dietro per il negozio nel tentativo di soddisfare le esigenze di ogni cliente, senza contare coloro che erano venuti per acquistare degli strumenti musicali e che, quindi, richiedevano una maggiore attenzione. Nonostante la stanchezza fisica e mentale che stava provando in quel momento, Dafne non riusciva a togliersi dalla faccia quel suo stupido sorriso: era felice. Felice per la piega che stavano prendendo le cose nella sua vita. Felice perché lei e Rebecca si erano impegnate tanto, sostenendosi a vicenda, per ottenere quella borsa di studio che aveva permesso loro di andare a studiare a Londra; era felice perché frequentava dei corsi fantastici e giorno dopo giorno era sempre più affascinata da quel corso di laurea in relazioni internazionali; era felice perché aveva trovato un lavoro che si conciliava perfettamente con la sua passione per la musica; era felice perché il destino aveva fatto si che lei e Reb incontrassero dei ragazzi grandiosi, un po' strambi a primo acchito, ma davvero simpatici e dolci; era felice perché nel momento del bisogno, quando si erano ritrovate improvvisamente senza un posto in cui stare, proprio quei ragazzi le avevano aiutate e ospitate in casa propria come se le conoscessero da tempo, e non poteva che essere loro profondamente grata di ciò; era felice perché il giorno precedente aveva finalmente suonato e cantato con la sua migliore amica, di nuovo dopo lungo tempo, riprovando quelle emozioni che tanto le erano mancate. Era felice, punto. E neanche quell'orda impazzita di clienti avrebbe potuto modificare il suo stato d'animo.
- E anche oggi è andata! - sospirò Mark appoggiandosi con la schiena al bancone della cassa - Dio, quelle persone sembravano non finire più, ho quasi temuto assediassero il negozio. - ridacchiò.
- Già...- concordò la ragazza, mentre si sedeva per riposarsi - 
- Se non ci fossi stata tu probabilmente sarei fuggito, ho una certa età ormai. -
- Oh, non dire sciocchezze! Sei ancora un uomo forte e pimpante. -
- Si come no...- rise - beh, direi che possiamo tornare a casa, ci meritiamo un po' di riposo. - disse mentre sistemava le ultime cose fuori posto - Ci vediamo lunedì, e grazie ancora! -
- Ma figurati. - rispose la castana alzando gli occhi al cielo. Mark era sempre così gentile: la ringraziava ogni volta, eppure lei lavorava per lui, aveva dei compiti ben precisi da svolgere. - A lunedì! - lo salutò lei mentre recuperava la propria roba e si dirigeva fuori dal "Sound in Time". 
Dafne arrivò a casa dopo circa tre quarti d'ora: stava per citofonare, ma poi si ricordò della copia di chiavi che le era stata prestata da Liam quella mattina. Attraversò il vialetto che portava alla porta d'ingresso e una volta varcata la soglia di casa vide Rebecca, pronta per andare a lavoro, andarle incontro muovendosi lentamente come a non voler fare rumore. La mora osservando la faccia perplessa di Dafne, indicò con la testa il divano dietro si sé - Zayn si è addormentato. - le spiegò. - Io devo avviarmi al negozio da Ruth, ci sono delle consegne ed è meglio se sistemiamo tutto prima dell'orario di apertura. Harry é di sopra in camera e...ah! Di là c'è del pollo con l'insalata se hai fame. - concluse Rebecca abbracciando velocemente l'amica e uscendo di casa, senza neanche lasciarle il tempo di rispondere. 
Dafne si diresse silenziosamente verso la cucina e con una lentezza disarmante si liberò della borsa e della giacca; afferrò una mela dal portafrutta e l'addentò, per poi avviarsi al piano superiore: aveva assolutamente  bisogno di una doccia rigenerante. 
Venti minuti dopo la ragazza uscì dal bagno con dei vestiti puliti e i capelli ancora umidi, ma decisamente più rilassata. Mentre si dirigeva verso la sua camera in fondo al corridoio, notò la porta di una stanza (quella che, la sera prima, le era stata presentata con fare misterioso da Louis come " il paradiso di Zayn ") aperta e incuriosita si avvicinò. Sapeva di non dover entrare, ma come si dice "la curiosità è femmina", e lei avrebbe dato solo una sbirciata. Giusto qualche secondo.
Aprì lentamente la porta e quando si guardò intorno, dopo un po' di stupore, un sorriso affiorò sul suo volto: i muri erano ricoperti di graffiti, a terra c'erano decine di bombolette colorate, alcune finite e altre pronte da utilizzare. Entrò facendo attenzione a non calpestare niente e si avvicinò ad una larga scrivania di legno sulla quale erano poggiate disordinatamente delle matite e alcuni album da disegno; ne prese uno e con cautela iniziò a sfogliarlo, ammirandone i disegni. Cavolo! Chi avrebbe mai pensato che Zayn avesse una passione del genere, pensò Dafne.
- Ti piacciono? - domandò una voce assonnata e roca alle sue spalle. Dafne si voltò di scatto, colta in flagrante, e vide Zayn con le braccia incrociate e la spalla destra poggiata al muro che la guardava. 
- Scusa, non volevo spaventarti. - ridacchiò lui mentre si avvicinava alla finestra, che aprì subito dopo aver acceso una sigaretta.
- Sono...stupendi! - parlò finalmente l'italiana - E scusami non sarei dovuta  entrare così. -
- Non ti preoccupare, resta. - la rassicurò lui. Dafne allora ne approfittò per guardarsi ancora una volta intorno - Non sapevo ti piacesse disegnare... - affermò.
- Beh, diciamo che ci provo. - 
- Ci provi? Ma se sono delle opere d'arte! - disse entusiasta - Sai? Anche io adoro disegnare. Lo faccio sempre, mi basta avere una penna o una matita a portata di mano e subito do adito alla mia fantasia. È come se fosse una distrazione per me, mi rintano in un mondo tutto mio, fatto di colori e forme precise. É liberatorio, rilassante e...e forse sto parlando un po' troppo. - si interruppe imbarazzata, portandosi una mano tra i capelli ricordandosi di doverli ancora asciugare. E ti pareva che doveva fare la logorroica della situazione? 
- La smetti di crearti tutti questi problemi, Daf? Mi piace ascoltare quello che dici, è interessante. Anche perché è quello che provo io quando vengo qui dentro. Che sia felice o arrabbiato ho la necessità di esternare ciò che provo. - disse Zayn spegnendo la sigaretta ormai finita nel posacenere - Qualche volta devi mostrarmi i tuoi disegni! -
- Neanche per sogno! Sono degli scarabocchi in confronto a tutto questo! - esclamò la ragazza, lanciando un'occhiata a quei muri dipinti.
- Oh insomma! Dici che sei una principiante nel cantare, ma in realtà hai una bellissima voce; sai suonare la chitarra quasi meglio di Niall e dovrei crederti quando mi dici che i tuoi disegni non sono niente di che?- disse il pakistano alzando un sopracciglio e accennando una risata, mentre si dirigeva verso la porta. - E poi devo ricordarti che sei entrata qui senza il permesso del sottoscritto? Come minimo ora mi devi un favore e...-
- E va bene! Te li farò vedere! Un giorno, ma non oggi! - disse Dafne stizzita, e allo stesso tempo lusingata per i complimenti che le aveva fatto, mentre lo seguiva in corridoio.
- Dopo di lei, mademoiselle! - fece Zayn accennando un mezzo inchino, per lasciarla passare per prima.
- E certo, prima fai lo spaccone e ora ti atteggi a gentiluomo. Sei un caso perso, Malik. - esclamò spingendolo  con una spallata, senza ovviamente alcun successo, mentre scendevano le scale.
 

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Capitolo 9
*** Jealousy ***


- Niall smettila di muoverti! - urlò Caroline esasperata, mentre tentava di fargli indossare un'aderente giacca blu. A volte credeva che lavorare per i One Direction fosse peggio che stare in un asilo; in qualità di stilista del gruppo, Caroline Watson spesso si trovava a combattere con i ragazzi per farli entrare negli outfit scelti o semplicemente doveva richiamarli più e più volte affinché questi si fermassero, permettendole di fotografarli. L'unico che si comportava da ragazzo maturo in mezzo a quelle teste calde era Liam, che a volte l'aiutava a riportare l'ordine.
- Ti prego Car, dammi un altro paio di pantaloni questo mi sta stretto e non riesco a muovermi. - si lamentò Louis.
- Che c'è amore? Hai ingrassato il tuo bel culetto? - lo prese in giro Harry, mentre si abbottonava una delle sue tante camicie a fantasia: per quell'occasione ne avevano scelta una blu con vari ghirigori sopra, abbinata a degli skinny jeans.
- Non incominciate ragazzi! - sbuffò la stilista bloccando sul nascere una risposta verbale da parte di Louis, ma senza riuscire ad impedirgli di lanciare addosso all'amico una vans, che quello riuscì ad evitare per un soffio abbassando la testa.
- Ok, ora mi manca solo Zayn e abbiamo finito. Malik, vieni a provare questa maglia e questo pantalone, le scarpe invece sono dietro di te. - disse Caroline rivolgendosi al moro che, in silenzio, iniziò a sfilarsi la maglietta.
- Non vedo l'ora di tornare a casa per mangiare. Ho una fame da lupi. - affermò Niall mentre si guardava allo specchio.
- A proposito, qualcuno sa se le ragazze tornano per pranzo? - domandò Liam premuroso, dal momento che quella mattina non le aveva neanche incrociate in giro per casa. 
- Stavo parlando con Dafne - iniziò Louis con ancora l'iPhone tra le mani - mi ha detto che tornano direttamente nel pomeriggio perché devono incontrarsi con dei compagni di corso per dei progetti di gruppo  di metà semestre. - 
- Uff! - sbuffò Harry - Non mi va che tornino con il buio, quasi quasi vado a prenderle. - 
- Oh, come siamo premurosi. - lo schernì Zayn rientrando nella stanza e passandosi una mano tra i capelli. 
- Vuoi dire che non ti preoccuperesti a lasciarle tornare tardi da sole? - domandò il riccio squadrando l'amico.
- Certo che mi preoccuperei. - ripose - Ma credo che a darti fastidio sia il fatto che rimangano a studiare con altre persone. O meglio, che Rebecca studi con altre persone...- 
- Oh oh, cosa ci siamo persi? - chiese Louis malizioso, intromettendosi in quella conversazione.
- Niente. Non vi siete persi niente di niente. - disse Harry tentando di lasciar cadere il discorso, ma il moro continuò a parlare fissandolo con sguardo furbo. 
- "Zayn, che stavi facendo?" - lo scimmiottò il pakistano imitando la voce roca del riccio e riportando alla mente l'episodio in cui aveva trovato lui e Reb a studiare a casa da soli - Credimi, temevo mi svenissi davanti per quanto sei sbiancato quando ti abbiamo detto che stavamo facendo anatomia. - continuò deridendolo.
- Voi cosa? - domandò Niall, rimasto perplesso per quello che aveva sentito.
- Niente di che...la stavo aiutando a ripetere delle cose, ma quando il nostro caro Harry é arrivato per poco non dava di matto. -
- Ma non stavate ripetendo un bel niente. Vi ho trovati letteralmente avvinghiati. - rispose il ragazzo rianimato dal senso di fastidio provato nel ricordare la scena. 
- Beh? Anche se fosse? Quale sarebbe il problema? - chiese Zayn alzando un sopracciglio in segno di sfida. 
- Si Harry...quale sarebbe il problema? - infierì Louis con un ghigno. 
- Tu...tu sei fidanzato e poi... Argh , lasciate perdere- disse voltandosi mentre gli altri quattro ridacchiavano divertiti dalla scenetta alla quale avevano assistito.
 
Harry sfrecciava per le strade a bordo della sua Range Rover, diretto alla London University; erano le sei e mezza del pomeriggio e la città era già avvolta dal buio: figuriamoci se le avrebbe lasciate tornare a casa da sole. Vide da lontano il cancello dell'enorme edificio verso cui era diretto e, raggiuntolo, lentamente accostò al ciglio della strada, per poi scendere dall'auto in attesa delle ragazze. Le notò da lontano mentre si  muovevano verso l'uscita: Dafne cacciò dal pacchetto due sigarette porgendone una all'amica. Parlavano con un ragazzo che Harry subito squadrò: era alto, probabilmente poco più di lui, biondo, ben piazzato e troppo, troppo abbronzato. Il riccio storse il naso. Il ragazzo intercettò lo sguardo di Dafne la quale lo osservò meravigliata: che diavolo ci faceva lì in mezzo a tanta gente? - Hey! - lo salutò lei alzando la mano e accelerando il passo per gettargli le braccia al collo, contenta.
- Daf! - le sorrise pizzicandole una guancia. Intanto, Rebecca e il suo compagno di corsi li avevano raggiunti - Ciao Harry! Come mai qui? Ah...lui è Mike. Mike lui è Harry.- 
- Piacere! - dissero i due contemporaneamente stringendosi la mano con vigore.
- Beh io ora vado. Rebecca ci vediamo a lezione e...Daf, spero di rivederti presto. - concluse Mike facendo un occhiolino alla castana e rivolgendo un lieve cenno del capo al riccio.
- Su andiamo, ragazze! - disse rivolgendosi alle due e invitandole a salire in auto. 
- Mamma mia! - sbuffò la mora non appena ebbe chiuso la portiera - Non ne potevo più di Mike...- 
- Perché dici così ? - domandò alzando gli occhi verdi nello specchietto retrovisore per incrociare lo sguardo della ragazza seduta dietro di lui, mentre Dafne cercava una stazione radio che trasmettesse qualcosa di decente. 
- Innanzitutto parla troppo e poi è molto ottuso...ma oggi quello che mi ha dato proprio sui nervi è stata la sua insistenza nel chiedermi informazioni su Daf.- 
- Cosa? - si voltò verso di lei la diretta interessata, mentre al suo fianco un Harry apparentemente teso si rilassava sul sedile ed ora, divertito, aspettava la risposta di Rebecca.
- Tesoro, hai fatto colpo. - scherzò l'amica - Ma non so quanto possa farti piacere considerando il soggetto in questione. Ah...mi ha chiesto anche il tuo numero...-
- Che tu ovviamente non gli hai dato, vero? - disse la castana fissandola speranzosa, ma immaginando già la risposta.
- Ehm...si, invece. Potrei averglielo detto...- replicò la mora incerta.
- Rebecca! Ti uccido! - gridò Dafne slanciandosi verso i sedili posteriori, ma venendo bloccata dalla cintura di sicurezza. 
- Calma, tigre. - disse Harry ridendo e poggiandole una mano sulla spalla, mentre la ragazza incrociava le braccia al petto sprofondando nel sedile imbronciata.
 
 
- Ecco guarda! Mi ha già mandato un messaggio! - esclamò mostrando a Rebecca lo schermo del cellulare su cui lampeggiava la scritta "Hey, bellezza".
- E tu rispondigli "Ciao, bel fusto!" - replicò la mora imitando la posa di Braccio di ferro e mettendo in mostra i suoi "muscoli".
- Sei pessima. Ci manca che gli risponda così e sono finita.- 
- Dai, non ci pensare...ora andiamo a prepararci per la festa di stasera, che i ragazzi vogliono essere puntuali. A quanto pare la festeggiata esige molto dai suoi invitati. - disse con aria fintamente snob: Kendall Jenner non le era mai andata a genio; aveva sempre pensato fosse una ragazzina viziata. Infatti, lei e Dafne avevano accettato di accompagnare i ragazzi solo perché questi erano stati molto insistenti e, inoltre, Julie che evidentemente mal sopportava la compagnia di Perrie le aveva letteralmente pregate di non abbandonarla.
La castana si buttò di peso sul letto, schiacciando la faccia sul cuscino: era stanca e non aveva idea di cosa poter indossare; tra l'altro ci sarebbero state tante persone famose alla  festa e quello non avrebbe fatto altro che metterla in soggezione. - Uff! - sbuffò infatti.
- Dai Dafne! Non fare così, ci divertiremo. - disse Rebecca stendendosi accanto a lei. 
- La fai facile tu...vorrei solo rimanere in questo mio adorato letto. Non capisco come tu faccia ad essere così piena di energie. - continuò a piagnucolare la ragazza.
- Semplice: sono così allegra perché questa è l'occasione giusta per indossare quell'abito rosso che ho comprato tempo fa e che non ho mai messo. - replicò la mora, tirandola per un braccio fuori dalla camera e spingendola verso il bagno - Ora fatti una bella doccia e quando uscirai voglio vederti con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, altrimenti non ti presterò mai più quella gonna viola che tanto ti piace.-
A quelle parole Dafne subito si riscosse - Corro! - esclamò dirigendosi verso il bagno e spintonando l'irlandese che stava per entrarvi.
- Hey ma...- fece il biondo.
- Non farci caso Niall, cose da donne. - lo liquidò lei, entrando poi nella propria camera.
Rebecca dopo mezz'ora raggiunse in salotto i ragazzi, che erano seduti composti nei loro completi eleganti; si stava sistemando il vestito aderente che era salito un po' troppo per i suoi gusti mentre scendeva al piano inferiore e subito dopo aveva riportato alla giusta altezza le spalline dello scollo a barca. - Reb, sei bellissima! - esordì Liam, osservando la ragazza davanti a sé e attirando l'attenzione degli altri. Harry scattò in piedi voltandosi verso di lei, guadagnandosi una battutina da Louis del tipo - Che c'è, amico? Sei stato punto da uno spillo o cosa? - e ricevendo in cambio un'occhiata torva dal riccio. Intanto Niall si era avvicinato alla mora porgendole il braccio da vero gentiluomo - Dove la porto, signorina?-
- Su una stella! - concluse una Reb sognante ripensando ad una delle battute più famose del suo film preferito: Titanic.
Dopo neanche dieci secondi l'attenzione dei presenti si rivolse verso la cima delle scale, dalla quale si udiva borbottare una Dafne alquanto scocciata - Mettili, sono comodi, non avrai problemi, diceva. - 
Rebecca, che aveva capito che si stava riferendo ai vertiginosi tacchi che le aveva fatto indossare con l'inganno, rise sommessamente. Nel frattempo, la castana arrivò all'ultimo gradino sotto lo sguardo meravigliato di tutti: Dafne quella sera era semplicemente stupenda. Aveva deciso di osare con un cortissimo abito bianco, con le spalline sottili e che le fasciava il corpo, in contrasto con la sua carnagione olivastra. 
- Daf sei...sei...wow! - disse Zayn, facendo arrossire la ragazza, che smise di prestare attenzione ai complimenti degli altri.
- Oh mio dio! - commentò Louis portandosi una mano alla fronte avvilito - Uno mi balza dal divano e l'altro mi diventa balbuziente. La vedo tragica. - 
- Taci Lou! - gli sussurrò Julie che cercava di contenere le risate per ciò che aveva appena detto il fidanzato.
 
 
Bianco ovunque. Pareti bianche. Divanetti e tavolini bianchi. Console del dj e cubi sparsi in giro...bianchi. Quella sera il White Sparkle di Londra era stato interamente prenotato dalla sorellastra della ben nota Kim Kardashian, Kendall Jenner, per festeggiare il suo diciannovesimo compleanno in grande stile e, a dispetto di tutto quel candore di cui era tinta la location, la protagonista  della serata aveva invece optato per un look total black: indossava un lungo abito nero con uno spacco da capogiro e una scollatura che lasciava scoperta gran parte dell'esile schiena. 
Le italiane avevano conosciuto all'inizio della serata Kendall, che le aveva accolte con un sorriso smagliante che però non riuscì a celare a Rebecca tutta la diffidenza della proprietaria.
-Allora ragazze, che ve ne pare delle sorelle Jenner?- domandò Niall mentre occupava uno dei tavoli per poi essere seguito a ruota dagli altri. 
- Io non mi esprimo- rispose la mora alzando le mani.
- Kendall non saprei, Kylie mi è sembrata una tipa alla mano e poi adoro i suoi capelli verdi, ho sempre voluto tingere i miei- intervenne Dafne che stava riprendendo in considerazione l'idea di colorare almeno le punte della sua chioma castana di verde . 
- Dovresti farlo allora. Staresti bene - disse Zayn osservando la ragazza farsi sempre più pensierosa. 
-Si dovresti, nella vita bisogna osare ed io l'ho fatto: qualche tempo fa ho tinto completamente i miei capelli di lilla, un colore strano penserai, ma si abbinava perfettamente ai miei occhi chiari e mi stava da dio.- si intromise la voce di Perrie che voleva distogliere l'attenzione del fidanzato da Dafne. 
- Oh immagino cara... Doveva essere fantastico l'effetto barbie fairytopia - intervenne Rebecca sorridendo falsamente e facendo tossire Julie per coprire una risata scaturita dall'ironia delle parole della mora, evidente a tutti eccetto che alla bionda in questione.
- Gente ora che ne dite di scatenarci un po'? - chiese agli amici Liam.
- Payne, noi siamo con te! - rispose Dafne alzandosi dal divanetto e tirando la rossa per un braccio; furono poi seguite da Reb che trascinó con sè Niall e Zayn, ignorando la ragazza di quest'ultimo.
Ballavano come dei matti, imitando mosse e passi strani inventati dal pakistano, un ballerino provetto o quasi, notó la castana mentre nella sua mente richiamava varie immagini che potessero rendere la rigidità e la poca disinvoltura con cui il ragazzo si muoveva: un pezzo di legno, pensó, un bel pezzo di legno. 
Dafne si accorse che stare in mezzo a tutte quelle persone sconosciute, o meglio che aveva visto e sentito in TV o alla radio, non era così imbarazzante come credeva perché si trovava con dei ragazzi che la mettevano a proprio agio, che riuscivano a farla sentire in famiglia sempre e dovunque. Si stava divertendo tutto sommato, ma si sa: mai parlare troppo presto.                  La ragazza aveva appena preso un cocktail dal vassoio di uno dei camerieri di passaggio e stava approfittando di quegli attimi di riposo per guardarsi un po' intorno, curiosa; le piaceva osservare la gente, studiarne i comportamenti e cercare di capire cosa passasse nella mente di tutte quelle persone. Appoggiata ad una colonna di marmo (rigorosamente bianco), ad esempio, aveva notato un gruppetto di ragazze, forse dell'età della festeggiata, sedute su dei divanetti in fondo alla sala mentre chiacchieravano animatamente di qualcosa apparentemente importante; aveva notato il cameriere alto e magro che non faceva che controllare il cellulare, probabilmente  in attesa di qualche notizia importante; aveva notato il ragazzo palestrato che di fronte a lei si stava pavoneggiando con amici e amiche per i suoi muscoli a dir poco perfetti; aveva notato anche come Kendall ci stesse provando spudoratamente con Harry, il quale non si tirava indietro, sussurrandogli chissà cosa all'orecchio; e aveva notato chiaramente Rebecca osservarlo da lontano con aria infastidita, quasi a  fulminarlo con gli occhi. Rise. Ripresasi da quello stato di trance in cui era momentaneamente caduta, posò il bicchiere ormai vuoto su un tavolino accanto a lei, dirigendosi poi verso Rebecca: aveva proprio voglia di fumare una sigaretta in sua compagnia.  Mentre si faceva spazio tra la folla per aggiungere l'amica, qualcuno la urtò per la spalla e subito avvertì qualcosa di freddo e umido sul petto: perfetto, non avrebbe più potuto indossare quell'abito con molta probabilità. - Scusa! - le disse una voce profonda all'orecchio, riferendosi al cocktail che le aveva accidentalmente versato addosso. 
- Figurati, non fa niente. - lo liquidò lei con un sorriso forzato, per poi dirigersi al bancone su cui c'erano alcuni tovaglioli con i quali avrebbe potuto tamponare quell'orrenda macchia bluastra. 
- Oh, andiamo! - si innervosì Dafne notando che strofinando non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. 
- Posso offrirti qualcosa da bere, per farmi perdonare del guaio che ho combinato? - domandò la stessa voce di qualche minuto prima - Mi dispiace aver rovinato questo vestito che, lasciamelo dire, ti sta da dio. - continuò il ragazzo avvicinando pericolosamente il proprio viso a quello della ragazza ed emanando un fortissimo odore di alcol che le fece storcere il naso. 
- No, grazie. Sto bene così. - rispose girandosi alla ricerca di altri tovaglioli, nella speranza che il tizio accanto a lei se ne andasse.
- Credo di non averti mai vista qui. Sei un'attrice o cantante emergente?-  le chiese mentre si sistemava meglio su uno sgabello lì vicino al bancone.
- Per niente, sono venuta con un gruppo di amici. - 
- Oh, e chi sono? Magari li conosco! - 
- I One Direction. - 
A quella risposta il ragazzo scoppiò a ridere - Chi? Quei cinque ragazzini? Credono di essere chissà chi solo per quei loro bei faccini ma in realtà non valgono nulla. Dovresti stringere altri tipi di amicizie...- disse ammiccando. Dafne sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Si voltò verso di lui con uno degli sguardi più scocciati che potesse avere, nella speranza che il tipo comprendesse il suo fastidio - Innanzitutto quei cinque ragazzini, come li hai definiti tu, sono miei amici e non li sostituirei con nessuno; seconda cosa non si credono chissà chi e non vanno in giro ad offendere altre persone affermando di essere migliori di altri, proprio come hai fatto tu poco fa. Quindi,di nuovo, no grazie, non sono interessata ad altre amicizie. Mi bastano i miei ragazzini. - concluse rimarcando l'ultima parola. Che serata grandiosa: prima il vestito e poi il tizio montato. Fece per andarsene ma fu afferrata per il fianco da un braccio possente, che l'avvicinò di colpo al corpo del proprietario. " Ancora questo? Tra poco gli spacco la faccia se non la smette. " pensò Dafne guardandolo dal basso con uno sguardo omicida. 
- Dai, piccola. Non fare la difficile, voglio solo divertirmi un po'. - disse al suo orecchio, facendo poi scendere la mano dal fianco verso il sedere. 
- Piccola sarà tua sorella. E leva quella mano da lì. - esclamò furiosa, facendo pressione con entrambe le mani sul petto del ragazzo che, però, sembrò  non muoversi di un millimetro, anzi la strinse ancora di più a sè indurendo lo sguardo. - Senti mocciosa, non ti permetto di parlarmi così, altrimenti...-
- Altrimenti cosa? - lo interruppe una voce alle sue spalle, che Dafne sapeva bene a chi appartenesse. 
- Oh oh, guarda chi abbiamo qui...uno dei tuoi cari amichetti. Va via Malik, devo insegnare un po' di buone maniere a questa piccola maleducata, forse non sa come ci si comporta con certe persone. -
- Come ci si comporta? Proprio tu che...- replicò la ragazza, che fu immediatamente interrotta da Zayn. - Sta zitta, Dafne. - disse lui serio tirandola dietro di sé per il polso - E tu -  rivolgendosi all'altro - ti consiglio di andare a dare fastidio a qualcun altro, perché se ti vedo di nuovo vicino a lei mentre le parli, la tocchi o cose del genere, giuro sul serio che potrei non rispondere di me. Quindi ora sparisci. - concluse Zayn perentorio, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo che aveva di fronte il quale, senza molte cerimonie, borbottò qualcosa di incomprensibile per i due e girò i tacchi. 
- Mi stai facendo male. - disse Dafne alludendo alla mano di Zayn che ancora le stringeva il polso. Il moro se ne rese conto e subito la lasciò, come scottato; la fissò per qualche secondo con uno sguardo privo di espressione e poi si allontanò facendosi spazio tra la folla. La castana lo guardò perplessa mentre si allontanava: voleva ringraziarlo per averla aiutata, ma anche chiedergli spiegazioni per quel suo comportamento esagerato, così decise di seguirlo raggiungendolo sulla terrazza su cui si era diretto. Fortunatamente non c'era molta gente all'esterno, solo qualche gruppetto di persone che chiacchieravano. Dafne lo vide di spalle, appoggiato alla ringhiera, mentre cacciava una nuvoletta di fumo dalla bocca. - Hey. - gli disse avvicinandosi, ma senza ottenere risposta; riprovò ma, di nuovo, il silenzio. Così non andava, lei e la pazienza non erano mai state tanto amiche e anche Rebecca lo sapeva bene - Si può sapere che ti prende? - sbottò infatti. Zayn si girò con tutta la calma del mondo, per poi alzare un sopracciglio: sul serio non capiva? - Secondo te? - 
- Non lo so. Non lo so cosa ti prende! Altrimenti non sarei qui a chiedertelo. Volevo ringraziarti per essere venuto in mio aiuto, ma te ne sei andato tutto arrabbiato. Non credi che abbia bisogno di qualche spiegazione? - 
- Dio, Dafne! Sul serio non capisci? Sono arrabbiato perché invece di continuare a rispondere a quello stronzo saresti  dovuta andare via e lasciarlo perdere. Se non fossi arrivato io o un altro dei ragazzi, quello la mano, oltre che sul sedere, te l'avrebbe infilata anche da qualche altra parte! - esclamò tutto d'un fiato, alzando la voce. 
- Ma che...- lo guardò sorpresa; si stava preoccupando per lei, ma quello non era proprio il modo dirle certe cose - Ma come ti permetti? Pare che io sia una povera ingenua che non capisce la gravità della situazione. So difendermi da sola, grazie. - urlò lei ancora di più, se possibile.
- Si certo, come no. Ho proprio visto come sei brava a difenderti! - sbuffò il moro - Quello se ne stava scappando via a gambe levate talmente eri minacciosa. - disse con un sarcasmo che fece innervosire ulteriormente la ragazza. 
- Ok, ora basta! - esclamò lei lasciando cadere le braccia lungo i fianchi fasciati dal suo tubino bianco, vestito che ormai stava iniziando ad odiare tanti erano i problemi che le stava creando - Non sono per niente in vena di discutere di queste sciocchezze con te! Continua pure ad essere arrabbiato. Anzi non capisco perché stai perdendo tempo qui ad inveire contro di me, quando di la c'è Perrie. È lei la tua fidanzata! E a lei dovresti fare certe scenate! - disse gesticolando, ormai esasperata da quella conversazione assurda. Zayn stava per ribattere, ma fu interrotto da un colpo di tosse. Si voltarono entrambi verso la porta che dava sulla terrazza e videro sulla soglia Niall, Louis e Rebecca che li guardavano straniti. - Ehm...è tutto ok? - domandò l'irlandese con una certa esitazione, data la palpabile tensione.
- Si, tranquillo. Tutto alla grande... - disse Dafne scocciata; non ebbe neanche il tempo di continuare a rispondere che vide una chioma bionda andarle incontro squadrandola in malo modo, per poi oltrepassarla e fiondarsi sul moro dietro di sé.
- Amore, ti stavo cercando! Dove sei finito per tutto questo tempo? - domandò Perrie con quella sua voce fastidiosa - Andiamo dentro, che siamo stati pochissimo insieme! - disse trascinando il ragazzo con sé di nuovo all'interno. Dafne sospirò, quella serata stava andando sempre peggio; alzò lo sguardo e solo allora si accorse che i suoi amici erano ancora lì. - Chiamo un taxi e torno a casa, ragazzi, sono stanca e ho bisogno di dormire. - sospirò andando loro incontro, non prima di aver lanciato un'occhiata di intesa a Rebecca, che la guardava apprensiva, facendole capire che, a tempo debito, le avrebbe spiegato tutto. Louis e Niall fecero per seguirla, ma la mora li bloccò - Non vi conviene avvicinarvi ora. Deve sbollire la rabbia.- disse loro, domandandosi cosa potesse essere successo tra lei e Zayn.
La mora rientró nel locale diretta al loro tavolo per recuperare le borse e i cappotti suoi e di Dafne, dato che aveva intenzione di ritornare a casa con lei.
Arrivata vicino ai divanetti finse di non notare chi li stava occupando e la spiacevole sensazione che l'aveva colta; recuperó tutto ma con stizza si rese conto che la sua pochette era vicino ad Harry e a quel polipo di Kendall che gli stava appiccicata: non che al ragazzo sembrasse  dispiacere, per carità.
- Hey Reb dove stai andando? Perché hai quella roba tra le mani?- chiese il riccio colto di sorpresa quando se la trovó di fianco.
- A casa. Ah giusto, bella festa Kendall, ancora auguri- fece prima di voltarsi per andarsene, ma fu afferrata da Harry per un braccio e non appena si voltó si rese conto dello sguardo interrogativo che lui le stava rivolgendo. 
- Ma che è successo? È ancora presto, perché ...- inizió lui.
- Fattelo spiegare dagli altri io non posso perdere altro tempo, Dafne mi sta aspettando e consiglio anche a te di tornare a quello che stavi facendo prima che vi interrompessi. Non farti attendere, Kendall potrebbe innervosirsi. - detto questo si liberò dalla stretta di Harry per poi dirigersi spedita verso l'uscita, lasciando il ragazzo impalato a fissarla.

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Capitolo 10
*** Clarification ***


Rebecca era ormai pronta per recarsi al "Fairy Rose"; era stanca morta poiché la sera precedente era rientrata tardi dalla festa, in più aveva trascorso un'ora sul letto di Dafne, mentre lei le raccontava ciò che era successo al White Sparkle. E si ritrovava ora con due occhiaie che non aveva neanche provato a coprire e aveva legato i lunghi capelli in una coda alta, giusto per non sembrare uno zombie e avere una parvenza di ordine. Quella mattina era sicura avrebbe preso più bus per fare a piedi meno strada possibile, certa che non avrebbe retto; armandosi di buona volontà prese le chiavi e uscì.
Nel frattempo in casa altre persone stavano con fatica dando il benvenuto al nuovo giorno: Liam e Julie raggiunsero contemporaneamente la cucina, seguiti poco dopo da Zayn che inizió a preparare il caffè per tutti e con sorpresa dei presenti, arrivó anche Harry che di solito preferiva restare a letto dopo serate come quella appena trascorsa. Dafne intanto era uscita dal bagno e con ancora indosso il pigiama azzurro scese al piano inferiore trascinandosi i piedi fino allo sgabello. - Buongiorno! - disse con la voce ancora impastata dal sonno, rivolgendo un saluto generale ai presenti i quali ricambiarono, tutti tranne Zayn che non alzò neanche gli occhi.
- Dafne, wow, che capelli. Sembri uscita da un film dell'orrore. - la prese in giro Harry guardandola.
- Molto simpatico, cespuglio ambulante. - replicò la castana.
- Stai prendendo in giro la chioma che fa impazzire milioni di ragazze in tutto il mondo. - disse scompigliandosi i ricci.
- Harry potresti potresti passarmi il succo d'acero? - domandò il pakistano.
- Ma fattelo passare da Daf. È più vicina. - osservò il riccio dal momento che si trovava dal lato opposto del tavolo, mentre la castana avrebbe dovuto semplicemente allungare il braccio e passargli la bottiglia. Ciò che successe, invece, lasciò tutti perplessi. Le parole di Harry furono totalmente ignorate dai due ragazzi: Dafne, infatti, si alzò per avvicinarsi al frigo e recuperare il suo adorato succo alla pesca, mentre il moro senza aprire bocca scese dal suo sgabello e fece il giro del tavolo per prendere il succo d'acero. Julie socchiuse la bocca leggermente sorpresa e Harry fece spostare lo sguardo dall'uno all'altra, come se stesse guardando una partita di tennis, in attesa della reazione di uno dei due che però non arrivò.
- Basta, l'aria qui sta diventando pesante. - esclamò Zayn lasciando intatto il pancake nel piatto, per poi alzarsi ed uscire dalla cucina. 
- Si può sapere cosa è successo? - chiese un Liam stranito che fino a quel momento era rimasto un silenzio. 
- Niente, lascia perdere! - sbuffò Dafne riponendo nel lavandino il bicchiere e il piatto che aveva usato, andandosene subito dopo in camera sua e lasciando i tre amici a bocca aperta.
 
 
Quel giorno sembrava che tutta Londra avesse deciso di dedicarsi alla lettura : erano infatti entrate nel negozio di Ruth decine di persone, di tutte le età. 
C'erano signori alla ricerca di classici che li appassionassero e Rebecca fu fiera e orgogliosa di proporre e riuscire a vendere ai clienti i capolavori della letteratura italiana, dal divino Dante al più recente Pirandello. 
Numerosi furono anche ragazzi e ragazze che entrarono con l'intenzione di comprare l'ultimo libro pubblicato da George R.R. Martin della serie di " Game of thrones" , raccolta che aveva ottenuto un enorme successo anche in Italia e che la mora aveva iniziato a leggere da quando si era appassionata al telefilm.
Dopo ore di lungo lavoro, Rebecca stava aiutando la proprietaria con conti e scontrini vari, nonostante la matematica non fosse proprio il suo forte e inoltre stava aspettando Zayn, con il quale si era messa d'accordo affinché la andasse a prendere a lavoro. 
"Sono fuori " lesse sullo schermo del cellulare e quindi si affrettò a salutare la signora Ruth per non far attendere l'amico.
- Hey- esordì accomodandosi sul sedile in pelle della Maserati nera del moro e schioccandogli un bacio sulla guancia.
- Dobbiamo parlare. - se ne uscì quello.
- Ma ciao anche a te cara Reb- scherzò la ragazza - avevo anche io intenzione di chiederti un paio di cosette e immagino stiamo parlando della stessa persona. -
- Io non so cosa mi è preso. Vederla lì con quel tipo... sembrava così indifesa e lui era così insistente che io avrei voluto massacrarlo di botte. E lei che non capiva perché fossi così nervoso? Se io non fossi arrivato , non voglio immaginare...-
-Zayn ascolta - inizió Reb poggiandogli una mano sul braccio- Dafne è una persone molto orgogliosa e il fatto che tu le abbia dato dell'ingenua insinuando quelle cose non ha aiutato. Senza contare che era venuta per ringraziarti e tu te ne sei uscito con quella scenata da iperprotettivo, quasi come se fosse stata colpa sua che quel tipo abbia fatto il cretino. Ora sta sbollendo la rabbia e penso che stasera dovresti parlarle, questa situazione non fa bene a nessuno. - concluse guardandolo.
- Hai ragione, devo parlarle- affermó Zayn sospirando. 
- Bravo il mio pakistano! - disse la mora dandogli un pizzicotto sulla guancia coperta da uno strato sottile di barba - Ora portami a casa che ho bisogno di una doccia rigenerante. -
- Agli ordini, mellow! -
 
Intanto, Dafne era rimasta a casa a studiare in compagnia degli altri, che avevano tutta l'intenzione di trascorrere la giornata a rilassarsi. Harry era seduto scompostamente sulla poltrona del salotto mentre leggeva un libro e di tanto in tanto sgranocchiava qualche patatina presa da una ciotola poggiata malamente sulla sua pancia; Julie era in camera sua intenta a scrivere un importante articolo che avrebbe dovuto consegnare alla redazione il giorno seguente; Niall stava approfittando di quel tempo libero per accordare le sue chitarre; Dafne, invece, era seduta sul tappeto rosso della stanza, ai piedi del divano, mentre cercava di capire alcuni esercizi di economia politica. - Louis hai finito? - domandò la castana rivolta al ragazzo che, seduto dietro di lei sul divano, stava maneggiando i suoi capelli per farne tante treccine. 
- No. - rispose solamente. 
- Mi stai distraendo, odio che mi si tocchino i capelli. - sbuffò allora la castana.
- Come siamo scontrose oggi. Hai mangiato yogurt scaduto stamattina? - le chiese sarcastico - Comunque ho quasi finito. - continuò, nel tentativo di non farla più lamentare. 
- Simpatico come al solito. In ogni caso, sicuro di essere un cantante e non un hair-stylist? - ridacchiò Dafne portandosi davanti agli occhi una delle treccine  - Sai farle quasi meglio di me. -
- Anni e anni di esperienza con le mie sorelle, mia cara. Non puoi neanche immaginare cosa ho imparato vivendo con tante donne. - le spiegò lui abbozzando un sorriso nel ripensare alla sua famiglia. Dafne annuì, lasciando poi cadere la conversazione perché voleva e doveva necessariamente continuare a studiare per l'esame che avrebbe avuto a breve, ma dopo neanche dieci minuti fu distratta nuovamente da Louis che aveva iniziato a tirarle ogni treccia che aveva fatto, così, tanto per passare il tempo. - Mi spieghi che diavolo stai facendo ora? Mi fai male! Smettila di tirarmi i capelli. - piagnucolò la ragazza lasciando cadere di lato i libri e dimenandosi nel tentativo di spostare le mani dell'amico dalla sua testa: un bambino, ecco cos'era. 
- Dai, mi sto annoiando. Non studiare più e andiamo a fare una passeggiata, ti prego. - la supplicò lui assumendo un'espressione implorante. E costui dovrebbe avere 22 anni? 
- Tomlinson, comportati da persona seria e trovati qualcosa da fare. Non capisco come Julie riesca a sopport...- non ebbe neanche il tempo di concludere la frase che le arrivò un cuscino dritto dritto in faccia. 
- La volete piantare voi due? Sto leggendo la stessa pagina da venti minuti per stare a sentire le vostre stupidaggini. Tacete ora. - disse Harry esasperato, guardando i due colpevoli.
- Oh tesoro, sai anche leggere? Sto per emozionarmi. - esclamò Louis asciugandosi una finta lacrima e portandosi una mano al petto, facendo ridere Dafne. Il riccio stava per ribattere, ma fu interrotto dal rumore della serratura che si apriva; si voltarono tutti verso l'ingresso e videro entrare Zayn accompagnato da una Rebecca totalmente su di giri, che saltellava qua e là.
- Che ti prende Reb? - domandò curiosa la castana all'amica.
- Oh Daf! Non puoi capire! - disse correndole incontro e quasi inciampando nelle sue stesse scarpe - Poco fa ho ricevuto un messaggio da parte di Alessandro e Roberto. - 
-  E che hanno detto? - chiese sulle spine, pensando ai suoi migliori amici. 
- Vengono qui! A Londra! Tra tre settimane! - parlò quasi strillando e ottenendo l' identica reazione da parte dell'altra, che subito balzò in piedi a quella notizia.
- Uh che bello! Vengono Alessandro e Roberto! - esclamò euforico Louis, che si era lasciato trascinare dall'entusiasmo delle due italiane - Un momento...ma chi sono? - si interruppe poi, perplesso. 
- Sono i nostri migliori amici - spiegò Rebecca con un sorriso stampato in faccia. 
- Però...Alessandro e Roberto...che razza di nomi. - disse ad un certo punto Harry, storpiandone la pronuncia per via del suo accento inglese. 
- Già - concordò Zayn trattenendo una risata.
- Ehm - tossì Reb per attirare la loro attenzione - non vorrei essere maleducata, ma sul serio state criticando i loro nomi? Proprio voi? Uno che si chiama Harold e l'altro Jawaad? -
Dafne scoppio a ridere e Louis batté il cinque alla mora per ciò che aveva detto, mentre il riccio e il pakistano la ignorarono, punti sul vivo.
 
 
Era quasi ora di cena e Rebecca si trovava in cucina intenta a preparare il suo famoso gateau , aiutata da Dafne che, seduta accanto a lei mentre controllava alcuni appunti, le passava distrattamente gli ingredienti. La mora, da quel pomeriggio, non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia, al pensiero che a breve avrebbe abbracciato i suoi amici: non li vedeva da agosto ormai ed essendo abituata a passarci insieme gran parte del suo tempo quando era in Italia, ora la nostalgia iniziava a farsi sentire. 
- Che c'è Niall? - domandò Rebecca che aveva notato il biondo fissarla da qualche minuto. 
- Sai, pensavo che vorrei vederti così felice più spesso se questo serve a farti a preparare cose così buone e invitanti. -
- Ed io che pensavo che ti piacesse vedermi felice e basta. Senza secondi  fini. - rispose fingendosi oltraggiata e socchiudendo gli occhi - Harry, mi passeresti l'olio se hai finito con quell'insalata? - chiese rivolta al riccio.
- Che c'è, ti sono ritornate le buone maniere dopo ieri sera? - fece sarcastico, porgendole la bottiglia che lei afferrò alzando gli occhi al cielo. - Si brava, fai finta di niente. - disse Harry seccato.
- Hey ragazzi!- li salutò Zayn entrando in cucina dando una pacca sulla spalla a Harry e Niall e un bacio sulla guancia a Rebecca, ignorando del tutto Dafne la quale non gli diede la soddisfazione di farglielo notare. Si avvicinò al bancone per versarsi un bicchiere d'acqua, sfiorando accidentalmente il braccio della castana che, però, rimase impassibile. 
- Stasera vado a cena con Perrie, non aspettatemi svegli, farò tardi. - comunicò il pakistano agli amici. 
- Nessuno aveva intenzione di farlo...- borbottò Dafne.
- Come scusa? - si voltò verso di lei il moro.
- Niente, continua ad ignorarmi. - 
- Bene! - 
- Bene! - disse la castana mentre Zayn si girava per uscire, non prima di essere fulminato con lo sguardo da Reb. 
- Wow, Dafne. Anche tu non scherzi mica. E io che pensavo che l'unica schizzata qui fosse la tua amica. - disse Harry, ricevendo come risposta un guanto da forno addosso: la castana aveva decisamente un'ottima mira. 
- Hey, ma perché avete questo brutto vizio di lanciarmi le cose contro? - si lamentò il riccio.
- Perché forse te lo meriti. - disse retorica Rebecca.
- Dai smettiamola di litigare, già ci sono Zayn e Dafne. - affermò avvicinandosi alle spalle della mora, per poi avvolgerle le braccia intorno alla vita e schioccarle un bacio sul collo che la fece sorridere involontariamente: come si faceva a resistergli?
 
 
- Uff! - sbuffò Dafne rigirandosi nel letto e incastrandosi tra le coperte; proprio non riusciva ad addormentarsi - Uff! - fece di nuovo provando a sistemarsi supina. L'orologio nella stanza segnava le 3.45 del mattino e lei stava ormai sperando da due ore che il sonno le facesse visita. "Basta, devo fare qualcosa altrimenti impazzisco!" pensò mentre si alzava e usciva a piedi nudi dalla camera, attenta a non fare rumore; una volta in cucina si preparò una tazza thé caldo e andò a sedersi sul divano coprendosi le spalle con un plaid che aveva trovato lì. Iniziò a sorseggiare il thé con lentezza, per non scottarsi, e a guardarsi intorno: cosa avrebbe potuto fare? Accendere la televisione le sembrava una valida opzione, così prese il telecomando e iniziò a fare zapping, non trovando però niente di interessante a parte un video vecchio dei ragazzi trasmesso su Mtv Music. Posò la tazza ormai vuota sul tavolino di fronte a lei e si alzò, iniziando a camminare avanti e dietro per il salotto scocciata, sbuffando di tanto in tanto; adocchiò alcuni fogli e matite che aveva lasciato quel pomeriggio su un mobile, li prese e iniziò a scarabocchiare qualcosa. Stava abbozzando un ritratto di Piccadilly Circus, cercando si ricordare alla meglio quel posto in cui era stata qualche giorno prima. Era intenta a riprodurre la fontana al centro della piazza, quando sentì improvvisamente un rumore provenire  dall'ingresso. "Chi diavolo è?" pensò Dafne preoccupata, temendo fosse un ladro: quando vide Zayn entrare dalla porta di casa tirò un sospiro di sollievo e il suo cuore riprese a battere normalmente. Non sapeva dovesse ancora rientrare. La ragazza si risistemò meglio sul divano e riprese a disegnare concentrata, mentre Zayn posò le chiavi e si tolse la giacca. Il ragazzo la osservò per qualche secondo indeciso se avvicinarsi o meno; di certo, poi, quell'atteggiamento di indifferenza da parte di Dafne non lo aiutava per nulla, perché doveva essere così complicata? Si passò una mano tra i capelli e, memore della conversazione avuta con Rebecca si armò di buona volontà e fece il primo passo, andandosi a sedere accanto alla ragazza che però lo ignorò, proprio come aveva fatto tutto giorno il precedente. - Ciao...- disse il moro a bassa voce.
- Mmm - fece Dafne senza neanche girarsi a guardarlo. Zayn sbuffò.
- Hai intenzione di continuare a fare così? - le chiese allora.
- Così come? - 
- Come se ti andasse bene non considerarci minimamente anche quando siamo nella stessa stanza. -
- Sto facendo esattamente come te, e poi sei tu quello che ha dato di matto l'altra sera senza una ragione precisa. -
- Dio, Dafne. Ma non capisci che ero preoccupato? Ti chiedo scusa per la reazione esagerata che ho avuto, non me lo so spiegare. Ero solo...- 
- ...solo preoccupato. L'hai già detto Zayn. - disse finalmente guardandolo negli occhi e lui sembrò rilassarsi un attimo - Ma quando hai alzato la voce in quel modo avrei voluto volentieri strangolarti. Comunque va bene così, è tutto ok. - concluse riportando l'attenzione sul foglio di fronte a sé.
- Allora...Mi hai perdonato? - chiese il moro interrompendo quell'attimo di silenzio che era caduto tra di loro, punzecchiandole il braccio con un dito. Dafne rise sommessamente  - Si Malik, ti ho perdonato. - gli disse e quando vide il sorriso comparire sul volto del ragazzo, sentì come mancarle il respiro. 
- Bel disegno. - fece poi Zayn, prendendole il foglio dalle mani e osservandolo - Sei brava come mi aspettavo. - si complimentò facendole un occhiolino. 
- Si certo...- rispose alzando gli occhi al cielo e riprendendosi il disegno, decisa a non continuare quella conversazione sulle sue capacità artistiche, perciò - Guardiamo un po' di TV? - propose infatti, mettendo un canale che trasmetteva un cartone animato che non aveva mai visto e dopo neanche mezz'ora si addormentarono entrambi sul divano.
 
 
- Muoviti, Reb! - sussurrò Louis con un sorriso diabolico stampato in faccia. 
- Aspetta, voglio fare le cose per bene. - rispose la ragazza altrettanto a bassa voce impugnando la sua adorata Nikon che aveva recuperato in camera  - Ci uccideranno, lo sai? -
- Non è vero...un giorno ci ringrazieranno, mia cara. - 
Rebecca allora convinta dalle parole dell'amico iniziò a scattare diverse foto da più angolazioni ritraendo Dafne placidamente addormentata sulle gambe di Zayn; ci stava prendendo gusto finché non inciampò, ritrovandosi con il sedere per terra. Louis iniziò a ridere senza freni, lacrimando addirittura e, inevitabilmente, i due addormentati si svegliarono spaesati.
- Ahahahahah Reb! Come hai fatto? - domandò il castano senza riuscire a trattenersi. 
- Muori, Lou! -disse scocciata la mora mentre si rialzava.
- Hey, cosa state combinando voi due? - li interruppe il pakistano con voce roca, osservandoli.
- Niente! - esclamarono in coro i diretti interessati, mentre Reb si portava la macchina fotografica dietro la schiena sorridendo angelica.
 
 
 
 
WRITERS' CORNER
Salveeeeee! E con questo capitolo, siamo ritornate in regola, fortunatamente! 
Allora, che dire? La storia sta iniziando a prendere una direzione come avrete potuto vedere e speriamo di soddisfare tutte le vostre aspettative. Ci farebbe molto piacere se ci lasciaste un vostro parere!
Baci, 
Bea e Sofia

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Capitolo 11
*** Stand by me ***


- Qualcuno può aiutarmi con questa valigia? - si lamentò Rebecca trascinando il suo trolley sul pavimento grigio dell'aeroporto. Erano da poco atterrati a Los Angeles:  lei e Dafne avevano accettato di accompagnare i ragazzi per le riprese della pubblicità del loro nuovo profumo.
- Dai qua! Quanto ti lamenti! - disse Liam afferrando con facilità il bagaglio della mora - Certo che è pesante, cosa ci hai messo dentro? Un cadavere? -
- No, però posso provvedere per il ritorno...potrei riuscire a fartici entrare. - replicò la ragazza sorridendogli falsamente e inclinando la testa.
- A volte mi fai paura...- borbottò Liam che in quel momento fu raggiunto da Zayn - Si anche a me. Però ora muoviamoci che le macchine ci stanno aspettando qui fuori...sto vedendo movimenti strani tra la folla e vorrei evitare di rimanere bloccato in aeroporto per un'altra ora. - concluse il moro sistemandosi il borsone in spalla. 
All'uscita, infatti, trovarono due mini van con i finestrini oscurati e tre omoni che li attendevano composti vicino ad essi. Paul, aiutato dal suo collega Frank, aprì la strada ai ragazzi allontanando i curiosi che li avevano riconosciuti; si premurò di far salire a bordo prima Julie e le due italiane che non erano per niente abituate a quel genere di situazione, seguite poi da Niall e Louis. - Ma è sempre così? - domandò Dafne stralunata guardando attraverso il vetro del finestrino accanto a lei.
- Oh no...a volte anche peggio. - ridacchiò la rossa -  Oggi c'è poca gente. La notizia del loro arrivo in America non è giunta a tutti. Potremo goderci la tranquillità ancora per un po', forse. - le spiegò, prima di essere interrotta dall'accendersi del motore del van che li avrebbe portati in hotel. 
 
 
- Ragazze queste sono le chiavi della 613, la vostra camera. Alla vostra destra ci saranno Julie e Louis. A proposito Julie tienile tu le chiavi, altrimenti il tuo ragazzo le perderà come l'altra volta a Copenaghen - parlò Paul facendo ridere i presenti - Di fronte, nella 614 e nella 616 ci saranno Harry e Zayn, affianco Niall e Liam. Sul resto del piano noi della sicurezza e dello staff. Tutto chiaro? - 
I ragazzi annuirono e si diressero verso gli ascensori per raggiungere il sesto piano, desiderosi di entrare nelle proprie camere per riposarsi dopo il lungo viaggio.
- Ah! Finalmente! - disse Rebecca gettandosi a peso morto sul letto - Non vedevo l'ora di sdraiarmi un po'!- 
Dafne intanto era rimasta al centro della stanza osservando prima le pareti bianche e grigie, i mobili eleganti in legno, uno specchio gigante che l'amica avrebbe sicuramente apprezzato e concentrandosi infine sul l'ampia finestra che dava su un piccolo balcone - Reb! Che vista fantastica, guarda! - esclamò la castana richiamando l'attenzione dell'altra, che  subito la raggiunse all'esterno. 
- Wow! Non posso credere che ora siamo qui a guardare l'oceano e quelle spiagge che abbiamo visto solo nei film. Non vedo l'ora di scendere a fare un giro. - fece la mora.
- I ragazzi hanno detto che prima di cena ci avrebbero fatto visitare un po' la città. Così potremo iniziare a scattare qualche foto. - disse Dafne allegra, rientrando in camera e aprendo la sua valigia per recuperare tutto l'occorrente per fare la doccia. 
 
 
- Dai Liam, scattaci una foto qui! - esclamò radiosa Rebecca tirando l'amica per un braccio in modo tale da farla posizionare accanto a lei avendo alle spalle la scritta Hollywood, messa in risalto sulla collina dalla luce del tramonto.
- Ecco fatto! Ora direi che dobbiamo fare una foto tutti insieme. - disse il ragazzo accovacciandosi davanti a loro  mentre Harry li raggiungeva sorridente; era infatti da quando i quattro avevano lasciato l'hotel che stavano scattando foto a più non posso per avere più ricordi possibili di quell' improvviso e piacevole viaggio fuori programma. Gli altri, invece, avevano preferito rimanere in camera: chi per stare in dolce compagnia come Julie e Louis e chi per riposarsi come Niall e Zayn. Stavano passeggiando nei pressi di Venice Beach e le due italiane rimasero sorprese nel constatare quante persone si spostassero con pattini a rotelle e skateboard - A saperlo potevamo portare i nostri rollerblade! - se ne uscì Dafne.
- E magari a quest'ora stavamo scorrazzando avanti e dietro per queste strade e avremmo potuto conoscere qualche bel californiano biondo, abbronzato ed estremamente sexy. - disse la mora ammiccando verso l'amica.
- Sei irrecuperabile...- sbuffò Harry alzando gli occhi al cielo - e poi...- stava continuando, ma fu interrotto da un " Palla! " gridato da una voce non molto lontana. Dafne si girò giusto in tempo per accorgersi di un pallone da beach volley che si stava dirigendo nella sua direzione, ma prontamente con uno slancio lo afferrò tra le mani. 
- Per fortuna non ti ha colpita. Avresti potuto farti male. - disse un ragazzo in costume da bagno raggiungendola e sorridendole - Bei riflessi! Piacere, sono Chris. E lui è Ash, un mio amico. - concluse presentando il ragazzo che l'aveva seguito. 
- Ciao, io sono Dafne. -
- Ed io sono Rebecca. - disse la mora guardando il biondo, Chris, mentre sussurrava alla castana in italiano "Hai visto? Parli del sole e spuntano i raggi! " riferendosi al discorso di poco prima.
- Beh ragazze, noi ora dobbiamo andare a finire una partita. I nostri amici ci reclamano. - ridacchiò il ragazzo indicando il gruppetto di persone poco dietro di loro. - In ogni caso stasera ci sarà una festa qui a Venice Beach, perché non venite? - 
- Con piacere! Potremmo farci un salto. - disse Dafne sorridendogli, ma venendo interrotta dal tossicchiare di Liam e dalla mano di Harry che si poggiò sulla sua spalla  - In realtà stasera sono impegnate, quindi non credo  potranno venire. Ci si vede in giro. - disse scocciato prendendo le due ragazze per le braccia  e trascinandole con se.
 Dafne e Rebecca si guardarono per qualche secondo stranite, ma dopo poco scoppiarono a ridere. - Che avete da ridere? - domandò lui. 
- Dio, Harry li hai terrorizzati. Poverini. - esclamò la castana. 
- Dovevi vedere la tua faccia. Andiamo, era solo un invito ad una festa. -continuò poi la mora. Harry sbuffò. In quel periodo lo stava facendo spesso. 
- Liam spiegaglielo tu, per piacere. - disse il riccio guardando l'amico.
- Ragazze...Harry si preoccupa per voi - iniziò serio puntando il proprio sguardo nel loro - ma...ma...no, amico! Non ce la faccio. Sei stato esilarante. Manco avessero detto di voler andare a letto con loro. - concluse iniziando a ridere anche lui. 
- Aaah! Che ho fatto di male per essere circondato da persone come voi? - disse il riccio voltandosi: perché non facevano i seri? Voleva semplicemente "proteggerle" ed evitare che qualcuno le importunasse.
- Harry perdonaci! Non volevamo ridere di te. - esclamò Rebecca dietro di lui cercando di trattenersi ed Harry, al suono di quella voce allegra, sembrò subito rilassarsi perdendo il nervosismo che lo aveva assalito qualche minuto prima e lasciando che un sorriso divertito affiorasse sulle sue labbra.
 
 
- Zayn! Tocca a te. Devi calarti con quella fune! - urlò spazientito Micheal, il regista che era stato assunto per girare la pubblicità del profumo " You and I". I ragazzi in quel momento indossavano tutti delle tute nere e dei cappucci per improvvisarsi ladri ed erano legati a delle corde che avrebbero permesso loro di calarsi da una specie di tetto e "rubare" la boccetta di profumo, conservata in quella che doveva essere la camera blindata di una banca.  Micheal stava per dare di matto perché i cinque invece di pensare alle riprese e di concentrarsi, non facevano altro che perdere tempo spingendosi l'un l'altro. Il primo ad irrompere sulla scena doveva essere Liam seguito poi dagli altri quattro che avrebbero dovuto iniziare una sorta di lotta per impossessarsi del "bottino". Stavano provando da ben quattro ore, ma senza alcun risultato effettivo e Dafne, Rebecca e Julie stavano assistendo al tutto divertite, scambiandosi battute sulla goffaggine dei loro amici. 
- Cavolo Liam! Non di nuovo! È la nona bottiglia di profumo che fai cadere. Devi semplicemente afferrarla! Non è così difficile! - lo sgridò Micheal facendo zittire tutti - Ok, è rimasta l'ultima. Per ora però riprendiamo a provare con una bottiglia d'acqua. Useremo il profumo alla fine. Cercate di impegnarvi ora. - concluse ritornando a sedersi al proprio posto. I ragazzi allora furono nuovamente tirati su, per provare l'ennesima volta. 
- Vorrei capire per quale assurdo motivo Zayn è l'unico ad avere i capelli intatti dopo essersi tolto il cappuccio. - disse ridendo Rebecca. 
- Già! Sono perfetti. - concordò Dafne.
- Mica solo i capelli...diciamo che Zayn è tutto perfetto!- si intromise Julie, beccandosi un'occhiata divertita da parte delle amiche che la stavano fissando, così si affrettò a spiegare - Ragazze, andiamo. Non guardatemi così. Io amo Louis e credo che sia bellissimo, ma siamo sincere: Zayn con quella tuta e quei capelli è...a dir poco fantastico.- 
Le due italiane si ritrovarono ad annuire, perché si, rispetto a tutti gli altri aveva un fascino particolare con quella sua espressione seria e lo sguardo penetrante. Andarono avanti per un'altra ora nella quale i ragazzi avevano avuto un paio di problemi con le corde, Niall si era beccato un calcio in faccia da Louis, Harry era rimasto bloccato a mezz'aria e il regista stava ormai perdendo le speranze; ma alla fine erano riusciti a terminare le riprese alla perfezione, evitando anche di rompere l'ultima boccetta di profumo, per loro fortuna.
- Cavolo, non ce la facevo più. - borbottò Niall  raggiungendo le ragazze in fondo alla sala.
- Come sta il tuo naso, Horan? Il tuo senso dell'olfatto è ancora intatto? - domandò scherzosamente Dafne. 
- Certo, è perfetto come sempre. - annuì il biondo - anche se Louis dovrà pagarmela. Ha rischiato di farmi seriamente male e l'unica cosa che ha saputo fare è stato ridere. -
- Niall ancora con questa storia? Non l'ho fatto apposta! - disse allora il diretto interessato, beccandosi però un insulto e una linguaccia da parte dell'amico. - Ah, questi irlandesi. Sono così permalosi. - ridacchiò mentre abbracciava finalmente Julie. - Vi è piaciuto? No, non c'è bisogno di rispondere...so perfettamente che Liam ed io siamo stati i migliori, gli altri sembravano degli incompetenti. Non vi sembro un ladro vero? Potrebbero assumermi per qualche film! - disse Louis a raffica alzando le sopracciglia e cercando di assumere uno sguardo sexy, cosa che fece letteralmente scoppiare a ridere le ragazze.
- Dio, questa imbracatura mi sta uccidendo le parti basse. - mormorò Zayn avvicinandosi al gruppetto.
- Già. Per fortuna abbiamo finito. - disse Harry al suo seguito - Se avessi rovinato i gioielli di famiglia, avrei infranto i desideri di migliaia di ragazze - affermò con sguardo ammiccante, battendo poi il cinque con il moro che a quanto pare aveva apprezzato la sua battuta, ritenuta invece squallida dalle ragazze che avevano borbottato un " Sei senza speranza, Styles."
 
 
- Allora, come vi è sembrato questo secondo giorno a Los Angeles? - domandò curioso Liam alle due italiane, mentre assaggiava il roast-beef che gli era stato da poco servito. I cinque cantanti in compagnia di Julie, Dafne e Rebecca si trovavano in quel momento nel ristorante dell'albergo dove alloggiavano per cenare; era stata una giornata stressante per i ragazzi perché dopo aver terminato le riprese del profumo avevano dovuto subito cambiarsi e sistemarsi, assistiti ovviamente da Caroline e Lou, per dirigersi in uno studio radiofonico e partecipare ad un'intervista.
- Beh, niente male direi! Ho scattato delle foto grandiose oggi  pomeriggio, non vedo l'ora di svilupparle. - disse Rebecca battendo le mani come una bambina felice.
- E tu Dafne, che ne pensi? - chiese poi Julie.
- Una città singolare...soprattutto per la fauna maschile. - disse scoppiando in una sonora risata, seguita poi dalle altre due.
- Ragazze...noi saremmo qui, così ci offendete. - bofonchiò Louis - e poi Carotina mia, non dovresti dar loro corda. Ricordati che hai un fidanzato. Ed io sono molto più bello e affascinante di tutti quei tipetti che avete visto in spiaggia. -
- Oh, Louis - riprese a parlare Dafne, senza dare il tempo alla rossa di rispondere e sorridendo sorniona  - mio caro, dolce e ingenuo Louis. Non puoi di certo competere con quei "tipetti" aitanti degni di una prima pagina. Certo, anche voi siete stati immortalati per alcune riviste, ma credimi l'effetto è completamente diverso. E la tua piccola Julie - le fece un occhiolino di intesa - questo pomeriggio ha sfruttato il suo senso della vista più che mai, non è vero cara? Ho notato come hai consumato con gli occhi quel ragazzo moro e super abbronzato che stava facendo surf. Quando è uscito dall'acqua mi sono sentita tanto protagonista del telefilm Bay watch...aaah! -esclamò con aria sognante e sventolandosi una mano davanti al viso. A quelle parole, in parte vere perché si, avevano visto tanti bei ragazzi durante la loro passeggiata, ma senza rimanere a fissarli così a lungo come stava facendo intendere Dafne, Julie annuì con vigore decisa a darle corda e a voler prendere in giro Louis; una volta tanto sarebbe stata lei a farsi quattro risate. Rebecca, intanto, continuava a mangiare tenendo lo sguardo fisso sul piatto nel tentativo di non scoppiare a ridere; mentre Louis invece guardava la castana e la fidanzata quasi oltraggiato - State scherzando spero. - disse infatti rivolto alle due.
- No tesoro, però tranquillo...nonostante tu non sia il ragazzo più bello e atletico del mondo continuo ad amare sempre e solo te. - affermò la rossa pizzicandogli la guancia con fare affettuoso.
- Io sono il ragazzo più bello e atletico del mondo! - replicò Louis serio, facendo ridere tutti al tavolo.
- Certo Tomlinson, credici! - fece Dafne alzando gli occhi al cielo.
- Beh vorrà dire che non vi lascerò più andare in giro da sole con la mia Julie, la terrò sempre con me. -disse circondandole le spalle con un braccio e avvicinandola a sé.
- Andiamo, amico! Ma non capisci che Daf sta scherzando e la tua ragazza se la sta ridendo sotto i baffi? - disse Zayn dando un buffetto leggero al ragazzo che gli sedeva accanto, cercando di farlo rilassare.
- Onestamente, non so se stia scherzando...potrebbe essere seria. - intervenne Harry pensieroso, attirando l'attenzione del pakistano e degli altri tre - Ieri in neanche due minuti ha fatto amicizia con due ragazzi e ha persino accettato di andare alla loro festa insieme a Rebecca. Se non fossi intervenuto io, perché diciamolo Liam non è stato molto d'aiuto, probabilmente starebbero ancora facendo baldoria. Chissà, forse con Julie al loro seguito. -
Niall, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, scoppiò in una fragorosa risata e subito dopo batté il cinque alle due italiane complimentandosi per la loro intraprendenza; Liam roteò gli occhi perché Harry la stava vedendo più tragica di quanto in realtà non lo fosse; Zayn le osservò sorpreso avvertendo una strana sensazione allo stomaco; mentre Louis sgranò gli occhi - Ok basta! Ho deciso! Non uscirai più con loro, ti porteranno sulla cattiva strada, lontano da me. - borbottò il ragazzo con un tono quasi disperato, facendo intenerire Julie la quale subito lo abbracciò, incastrando la testa nell'incavo del suo collo e sussurrandogli  dolci parole per fargli capire che per lei ci sarebbe stato sempre e solo lui. Erano anime gemelle, punto.
- Beh...meglio cambiare discorso prima che Louis ci uccida davvero. - propose Rebecca osservando gli amici con uno sguardo divertito. 
- Concordo. - annuì Dafne.
- Perché non andiamo a bere qualcosa? - domandò Niall alla comitiva.
- Ci sto! Devo bere per dimenticare questa assurda conversazione. - disse Louis teatralmente.
- Io passo ragazzi. - fece Rebecca - Sono troppo stanca, ho bisogno di rilassarmi...credo proprio che resterò in camera.-
- Anche io rimango qui, ne approfitto per chiamare mamma e Gemma. Non le sento da prima di partire e credo che mi aspetti una bella ramanzina. - sbuffò Harry ripensando all'ultima volta che, dopo un lungo viaggio, non aveva richiamato la madre e questa era andata letteralmente fuori di testa per via della preoccupazione che l'aveva assalita. Era pur sempre il suo bambino.
- Allora a dopo! Cercheremo di non fare tardi.- sentenziò Zayn salutando Rebecca con un sorriso e il riccio con una pacca sulla spalla per poi rivolgersi al resto del gruppo - Ora andiamo! La vida loca di Los Angeles ci attende! -
 
 
Una nuvoletta di fumo grigio invase per qualche secondo il punto della terrazza dell'hotel in cui si trovava Rebecca: considerata la giornata divertente ma anche stancante che aveva trascorso seguendo i ragazzi prima in studio per le riprese e poi in radio per un'intervista, dopo essersi data una ripulita ed aver cenato come si deve, aveva deciso di rilassarsi con una bella sigaretta. La mora preferiva non definirlo esattamente un vizio quello del fumo, ma non poteva nemmeno negare che ogni tanto e soprattutto in certi momenti,il richiamo della nicotina fosse talmente  forte da non saper dire di no. Ancora non riusciva ad accettare di essere caduta nel circolo vizioso dei fumatori che aveva sempre criticato per la loro debolezza almeno fino a due anni prima, quando all'ultimo anno di liceo una mattina  come un'altra, aveva comprato  il suo primo pacchetto di sigarette rigorosamente Merit , le sue preferite. 
In quell' istante pensó che quello fosse uno dei pochi  momenti di relax che era riuscita a concedersi fa quando lei e Dafne si erano trasferite a Londra: c'erano lei, una sigaretta, le luci di Los Angeles e John Lennon che cantava in sottofondo. 
Aveva infatti portato con sè il suo iPod e dopo una canzone di Lana del Rey , era partita la versione di "Stand by me " del cantante britannico.
Si ritrovò a pensare alle parole del brano e constató che intorno era davvero scesa la notte e  la luna , seppure accompagnata dalle luci della città, splendeva sovrana illuminando ogni cosa, compresa la superficie del mare sul quale creava dei fantastici riflessi argentei che, tremolanti, incantavano Rebecca; infine stava provando ad immaginare a chi potesse dedicare quelle splendide parole o a chi avrebbe potuto dedicargliele. La sigaretta era ormai stata consumata, fino al filtro, e la mora di voltó per gettarla nell'apposito contenitore quando con la coda dell'occhio intravide una figura a pochi passi da lei, ma convinta che fosse un estraneo, decise di non voltarsi; tornó quindi a fissare l'oceano rilassata, fino a che non sentì due calde mani adagiarsi sulle sue spalle. Sobbalzó e sfiló una cuffia da un orecchio.
- Non hai freddo? - domandò una voce roca che a stento riconobbe.
Scosse la testa mentre lentamente si voltava per guardare in viso il suo interlocutore: due occhi verdi la trafissero penetranti. Harry.
- Hai i brividi, non mentirmi - continuò        
il ragazzo avvicinandosi alla mora che ancora restava immobile tra le sue mani. 
- Sto bene - riuscì finalmente a rispondere Rebecca provando ad allontanarsi , ma il riccio non glielo permise.
- Ecco tieni - disse sfilandosi la felpa nera e adagiandola sulle spalle del mora- cosa stavi ascoltando? - continuò avendo notato la cuffia penzolante che portó al suo orecchio, senza aspettare una risposta dalla ragazza .
" I won't cry, i won't cry, no i won't shed a tear
Just as long as you stand, stand by me
And darlin', darlin', stand by me..."
 
Rebecca, che immobile aveva lasciato che lui si avvicinasse per ascoltare la canzone, aspettava la prossima mossa non capendo bene cosa stesse facendo il ragazzo. Rimase però senza fiato quando Il riccio, alzando il viso, le aveva puntato contro due occhi verdi che le stavano sondando l'anima: lo sguardo che le stava rivolgendo era indecifrabile, ma tanto intenso da scuoterla nel profondo e portarla ad abbassare il viso, non potendo più sostenere la tensione che aveva accumulato e che le stava facendo stringere la bocca dello stomaco. Harry però non glielo permise. Le afferrò il mento con due dita e dopo essersi soffermato a lungo con lo sguardo e con il pollice sulle labbra di lei, vi si gettò con impeto poggiandovi sopra le proprie con irruenza. Rebecca spalancò gli occhi sconvolta: le labbra che la stavano baciando con passione erano morbide e calde e dopo pochi secondi si ritrovò a ricambiare il bacio con altrettanta forza. Passarono secondi, minuti e l'aria intorno era satura dei loro sospiri, il silenzio della notte  riempito dal rumore delle loro bocche che si trovavano ancora e ancora. A causa della mancanza di ossigeno la ragazza si staccò con difficoltà da lui senza riuscire ad interrompere del tutto il contatto, che mantenne poggiando la fronte a quella di Harry.
- Reb- sospiró  allora il ragazzo come se parlare gli fosse costato uno sforzo assurdo.
La mora aprì gli occhi per ritrovarsi a pochi centimetri quelli luminosi di lui e rimanerne incantata; poco dopo avvertì le sue mani raggiungerle il volto e carezzarle le gote delicatamente.
- O mio dio... Io...Devo andare- sussurrò Rebecca allontanando il viso da quello del ragazzo,  prima di dirigersi verso le scale , troppo velocemente per permettergli di reagire. Harry restó a fissare il vuoto di fronte a sé.

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Capitolo 12
*** Together again ***


Quattro giorni erano passati da quando i ragazzi erano rientrati a Londra e ognuno di loro aveva ripreso a badare ai propri impegni, chi per lavorare e chi per studiare. E sette giorni erano trascorsi da quando Harry e Rebecca si erano baciati. Il riccio, a distanza di una settimana, ancora non riusciva a spiegarsi come potesse essere accaduta una cosa del genere; sapeva solo che baciarla gli era piaciuto da impazzire e avrebbe voluto rifarlo ancora e ancora. Fin da quando aveva conosciuto l'italiana aveva instaurato con lei un feeling particolare, c'era un'attrazione che non poteva negare di provare e da quando le loro labbra si erano sfiorate quella notte a Los Angeles era più che convinto che quell'attrazione l'avvertisse anche Rebecca. Ma cavolo! Il giorno dopo si era comportata come se niente fosse accaduto: lo aveva salutato, lo aveva abbracciato, gli aveva restituito la felpa che le aveva prestato, lo aveva preso in giro per i suoi capelli disordinati e per le sue camicie oscene, e lui aveva deciso di comportarsi di conseguenza. Harry ne aveva anche parlato con Zayn e Louis e questi non erano stati poi così sorpresi del racconto dell'amico, anzi si erano mostrati davvero felici poiché erano convinti che tra i due ci fosse qualcosa, anche se i diretti interessati ancora dovevano rendersene conto. Zayn, in particolare, per rassicurarlo e aiutarlo a capire di più di quella storia gli aveva promesso che avrebbe parlato con Rebecca, con l'intento di scoprire cosa le passasse per la testa. Ovviamente il riccio lo aveva ringraziato, ma non poteva negare che un leggero fastidio lo avesse colpito al pensiero che il moro fosse diventato un così grande amico della ragazza e passasse tanto tempo con lei; per di più si vergognava dei pensieri che stava facendo ultimamente. Insomma, lui era Harry Styles e Harry Styles non si affida ad un amico per capire cosa pensa una ragazza del bacio che si sono dati, non ha paura di affrontarla. Ma soprattuto, Harry Styles non ha voglia di baciare di nuovo la stessa persona: a lui piace divertirsi, senza alcun tipo di impegno. Allora, perché continuava a pensare a Rebecca? E perché si innervosiva al solo pensiero che qualcun altro potesse toccarla e baciarla proprio come aveva fatto lui qualche giorno prima?
- Harry ti sei incantato per caso? - lo ridestò la voce di Liam che lo guardava curioso.
- Eh? - fece il riccio.
- A cosa pensavi? Sono venti minuti che sei seduto sul divano e fissi la televisione spenta. - gli spiegò.
- Oh...niente pensavo che tra poco è Natale e anche il compleanno di Louis. - mentì.
- Già, dobbiamo pensare al regalo. - si fece subito pensieroso Liam. 
- Hey, qualcuno ha visto le ragazze? Sono tornate? - domandò improvvisamente la voce di Julie dalla cima delle scale.
- Sono andate in aeroporto a prendere i loro amici. - urlò il ragazzo di fianco al riccio - Dovrebbero essere qui a momenti! -
- Chi dovrebbe essere qui a momenti? - domandò Zayn, seguito da Louis, mentre uscivano dalla cucina per andarsi a sedere accanto agli altri due. 
- Dafne e Rebecca dovrebbero arrivare qui tra poco con quei due tipi...Alessandro e Roberto...- gli rispose Harry infastidito.
- Ah, che gioia! - disse Zayn alzando gli occhi al cielo e facendo ridere sommessamente Louis e Liam.
- Sbaglio o qui qualcuno non è tanto felice di conoscerli? - chiese il ragazzo dagli occhi azzurri.
- Perspicace, Tomlinson! - fece il pakistano - E poi mi spiegate perché solo Niall le ha accompagnate e noi no? -
- Beh, innanzitutto perché non era il caso che ci facessimo vedere tutti e cinque in giro e poi perché Niall è il più discreto, quando si tratta di camuffarsi per non farsi riconoscere. Ah, e poi perché tu e mister riccio qua accanto a te non avete fatto altro fare battutine sui loro amici e quindi Daf e Reb hanno preferito non coinvolgervi proprio. - spiegò Louis sorridente, ma con un tono di voce quasi a volerli prendere in giro, tanto che Harry sbuffò e Zayn rispose qualcosa di incomprensibile. 
- Siete gelosi! - affermò Liam tutto d'un colpo.
- Cosa? - risposero i due contemporaneamente.
- Voi due siete gelosi di Dafne e Rebecca perché temete che rivedendo i loro migliori amici ci mettano da parte! - spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ma cosa blateri, Liam? Qui nessuno è geloso di nessuno! - disse Harry piccato. 
- Certo come no...poi ne riparliamo. - rispose l'amico, prima di essere interrotto dal rumore della serratura.
- Accomodatevi! - sentirono dire dall'ingresso tra una risata e l'altra; la voce allegra di Niall li mise tutti sull'attenti, curiosi di incontrare i nuovi arrivati. I quattro ragazzi si voltarono ad osservare il medesimo punto della casa dal quale videro sbucare Niall e le due italiane, seguite  poi dai loro due amici. 
- Oh, siete tutti qui! - esordì Dafne una volta raggiunti gli altri in salotto - Ragazzi, ho il piacere di presentarvi Roberto e Alessandro. Roberto, Alessandro, loro sono Harry, Liam, Louis e Zayn. Ah e lei è Julie. - continuò sorridente, indicando la ragazza dai capelli rossi che stava scendendo le scale in quel momento.
- Salve ragazzi! È un piacere conoscervi di persona, finalmente! Queste due non facevano altro che parlarci di voi e stavano diventando a dir poco insopportabili. - disse Louis divertito, alzandosi e andando incontro ai due ospiti.
- Amico, ti compatisco! Quando si mettono nelle orecchie l'unica cosa che vorresti fare è ignorarle...ma che ci vuoi fare, dobbiamo tenercele così purtroppo. - gli diede corda Alessandro, battendo il pugno a Roberto e  guadagnandosi un'occhiataccia dalle ragazze.
- Sei un grande! - rispose Louis ridendo - l'importante è non far arrabbiare Dafne, che per essere una fanciulla è piuttosto manesca. -
- Ehm...noi saremmo qui. - disse Rebecca, interrompendo quella conversazione - E direi che sia il caso che smetteste di fare comunella, altrimenti...altrimenti ve la vedrete con Dafne, che ve le darà di santa ragione. - 
- Hey, ma per chi mi avete presa? Io non picchio la gente come se niente fosse! - affermò fintamente irritata la castana.
- Certo, come no, ora sta zitta cara. Non vorrai far andare i tuoi amici fuori di testa dopo neanche due ore che sono atterrati?! - chiese retorico Louis, mettendole una mano sulla bocca per farla tacere.
- Ma...- provò lei a ribattere, venendo però fermata da un teatrale "Ssshhh" del ragazzo che fece ridere tutti.
 
- Su raccontateci qualche episodio imbarazzante che ha coinvolto Daf e Reb! - esclamò Niall entusiasta mentre afferrava un biscotto; dopo i convenevoli si erano, infatti, spostati tutti in cucina e sedevano ora attorno all'isola sorseggiando del thè caldo preparato da Julie e mangiando biscotti alla vaniglia.
- Beh, c'è tanto da raccontare...potremmo non finire entro stasera. - fece Alessandro mentre si passava una mano tra i capelli neri e ricci.
- Non oserete! - disse Rebecca osservando i due e socchiudendo gli occhi minacciosamente.
- Lasciali parlare! - l'ammonì Liam alzando un braccio verso di lei e provocando uno sbuffo da parte delle dirette interessate che si prepararono al peggio.
- Allora...ecco! - prese parola Roberto - Ci trovavamo a Londra, qualche anno fa, in un college per una vacanza studio e ci stavamo dirigendo tutti quanti, insieme ad altri gruppi di ragazzi provenienti dall'Europa, verso la mensa. Rebecca ed io eravamo i primi e mentre lei stava camminando ha improvvisato una specie di balletto senza senso  finendo però con il cadere con il sedere a terra, davanti a centinaia di persone. Tutti si sono avvicinati per vedere come stesse, ma lei non si alzava e ho dovuto tirarla. Dafne invece non ha mosso un dito, ha riso a crepapelle e l'ha presa in giro per tutta la serata, ma poi il karma l'ha punita il giorno dopo: mentre correva verso i dormitori è inciampata nei suoi stessi piedi ed è caduta a faccia a terra, sbucciandosi persino le ginocchia. - disse facendo ridere tutti i presenti, che iniziarono a fare battutine riguardo la loro goffaggine.
- Hey c'è poco da ridere, mi è rimasta la cicatrice. - bofonchiò la castana, la quale fu ignorata da Roberto che continuò a parlare - Dovete anche sapere che al nostro ultimo anno di liceo il bagno dei ragazzi era diventato una specie di ritrovo per fumare sigarette in compagnia. Dafne aveva raggiunto me e Ale, ma ad un certo punto il nostro professore di greco ha aperto la porta e lei, che si trovava lì dietro, per non farsi beccare si è schiacciata contro il muro respirando appena. È rimasta così per venti minuti, perché il prof si era fermato  a parlare lì fuori con un collega e lei ovviamente non poteva uscire come se niente fosse.- 
- Cavolo, Daf! Non ti facevo così amante del pericolo! - disse Harry scompigliandole i capelli.
- Ah e vi ricordate quando al posto di blocco, un poliziotto ci chiese i documenti e Rebecca mezza ubriaca disse che non voleva darglieli perché doveva farsi gli  affari suoi? - aggiunse Alessandro asciugandosi una lacrima che era sfuggita a causa delle troppe risate.
- Oddio Reb! - disse Louis mettendosi entrambe le mani in faccia - Ti pare il caso di fare una cosa del genere ? -
- Oh, andiamo. Non siate esagerati, non l'ho mica insultato. - rispose la mora alzando gli occhi al cielo.
- Non ci posso credere! Certo che tu e la tua amica fate ridere sul serio. - esclamò Liam. 
- Amico, sono uno spasso. - continuò Alessandro.
- Ok, basta parlare di noi! - intervenne Dafne con sguardo serio, senza però riuscire a nascondere un sorriso - Ora saliamo in camera nostra, così vi cambiate e poi usciamo per visitare la città. Su su, muovetevi! -
- Salite...con loro? - domandò Harry  guardando le due accigliato.
- Si...perché? - chiese Rebecca sorridente. Harry boccheggiò non sapendo cosa rispondere così Zayn andò in suo aiuto - Beh...vorranno riposare e stare tranquilli dopo il viaggio, devono anche cambiarsi. Dovreste lasciarli soli. -
- Tranquilli - disse Rob recuperando la propria valigia - È tutto ok, siamo abituati a fare queste cose insieme. - e detto ciò salirono tutti e quattro al piano di sopra.
Dopo qualche secondo di silenzio Zayn si decise a parlare - Cosa intendeva con... "Siamo abituati a fare queste cose insieme?" - domandò perplesso rivolgendosi agli altri.
- Non credo che...- iniziò il riccio.
- Nah, impossibile! - fece il pakistano scuotendo testa.
- Smettetela di immaginare cose che non esistono! - ridacchiò Julie, mentre riponeva le tazze nel lavandino - E lasciatele in pace, è da tanto che non si vedono. - 
 
 
- Ci pensate? Queste statue si trovavano nell'acropoli di Atene! - affermò Alessandro, osservando affascinato i complessi scultorei che un tempo decoravano il tempio di Atena; ricordava perfettamente le spiegazioni del professore  di letteratura greca riguardo la costruzione del Partenone, in onore della dea, per volere di Pericle.
Gli altri tre ragazzi sorrisero divertiti: sapevano quanto il loro amico amasse la storia; fosse stato per lui non sarebbe mai uscito da quel museo, talmente tanta era la voglia di scoprire curiosità su ogni singolo pezzo esposto.
- Ale è la terza volta che passiamo qui davanti, dovremmo andarcene. - sbuffò Rebecca - Sto per morire disidratata. -
- Spiegami tu come fai a volertene andare quando potresti rimanere ad ammirare queste fantastiche statue. - 
- No caro, io le ho osservate. Con attenzione, anche. Sei tu che le stai consumando con gli occhi, tra poco le fai sgretolare. - 
- Ve bene, andiamo.- acconsentì triste, sbuffando e rassegnandosi all'insistenza dell'amica.
- Bravissimo. Ti adoro quando ragioni. - esultò felice - C'è Starbucks qui fuori, andiamo a prendere un caffè. -
Si ritrovarono così, dopo aver trascorso ben quattro ore all'interno del British Museum, a bere e sgranocchiare qualcosa all'interno della caffetteria. 
- Sono simpatici i vostri amici...e non mi sembrano neanche così stupidì come mi aspettavo. - disse Alessandro mentre dava un morso al suo muffin al cioccolato, facendo ridere le due ragazze.
- Stupidi? - domandò Dafne divertita, sorreggendosi la testa sul palmo della mano.
- Beh, lo sai che per me lo sono tutti. - spiegò con aria saccente - Non tutti sono all'altezza del mio genio. Anche voi dovreste sentirvi onorate, perché vi ho concesso la mia amicizia. -
- Ma smettila! - lo interruppe la castana colpendolo ad un braccio - E tu Rob? Che ne pensi di loro? -
- Io? Beh...credo proprio che siano dei gran pezzi di ragazzi! - esclamò - E penso che se Ivan mi sentisse in questo momento mi ucciderebbe. - ridacchiò pensando al suo ragazzo - Siete sicure che nessuno di loro sia gay? - 
- Ehm...direi proprio di no. - rispose Rebecca.
- Spiegatemi come avete fatto a non saltargli addosso per tutto questo tempo! Cavolo, avete visto che bel sederino ha quel Louis? E le braccia di Liam? - domandò ancora il ragazzo, quasi oltraggiato dalla poca intraprendenza delle ragazze.
- Beh...- iniziò Dafne schiarendosi la voce e facendo spuntare sul suo volto un sorrisetto malizioso - ...la nostra cara Reb ha avuto un incontro ravvicinato con Harry. - 
- Che tipo di incontro ravvicinato? - chiese allora Roberto alzando le sopracciglia.
- Un bacio. Ci siamo semplicemente baciati...e non è cambiato niente, ci stiamo comportando normalmente. - precisò la mora.
- Vorresti che si comportasse diversamente? - domandò allora l'amico, facendosi serio.
- Io...io non lo so. So solo che non lo capisco, mi confonde. - disse Rebecca pensierosa.
- Capisco, vedrai che presto saprai cosa fare - la rassicurò - ma ora passiamo alle domande serie: come bacia il riccio? -
Rebecca parve quasi volersi trattenere, ma poi - Da dio...- disse con aria sognante - mi è sembrato che tutto intorno si fosse fermato e...non capivo più niente. È stato... - 
- ...disgustoso! - la interruppe Alessandro, guadagnandosi un'occhiata torva dai tre amici.
- Sei sempre il solito guastafeste. - lo riprese scocciato l'altro.
- Scusatemi se non muoio dalla voglia di sapere per filo e per segno come tu e quel tipo vi siete baciati. -
- Sei solo geloso perché non puoi fare il loro fratellone protettivo, proprio come quando abitavamo nella stessa città. - disse facendo un occhiolino alle due le quali si voltarono a guardarsi per qualche secondo, consapevoli di pensare la stessa identica cosa: quei battibecchi tra loro erano mancati tanto.
- Comunque...ritornando a parlare di cose importanti - ricominciò Roberto rivolgendosi a Rebecca - Sei cotta, cara mia! Lo vedo da come ne parli! Sareste proprio una bella coppia! - 
- Non dire sciocchezze! - lo rimbeccò lei roteando gli occhi - Ora parliamo d'altro, altrimenti Ale si annoierà a morte ascoltando questi nostri discorsi! - disse cercando di andare in salvo all'amico che spesso si limitava ad ascoltare i tre chiacchierare, anche se in realtà il suo obiettivo era quello di cambiare argomento: tutto, ma non lei ed Harry.
- Grazie, amici. Vi siete resi conto che sono ancora qui tra voi. - disse sarcasticamente Alessandro.
 
 
- Dai dai! Rimanete qui a dormire! - piagnucolò Dafne sedendosi sulla poltrona di fronte ai suoi migliori amici.
 Dopo il pomeriggio trascorso fuori, i quattro erano rientrati a casa pronti per una cena tutti insieme; Julie e gli altri, infatti, avevano insistito per ospitare a cena gli amici delle due italiane. In realtà avevano anche proposto loro di rimanere lì qualche giorno, ma Roberto e Alessandro si erano ritrovati a dover declinare l'invito, avendo già prenotato in un albergo nelle vicinanze e non volendo approfittare della loro ospitalità; finendo così con il dover sopportare quei discorsi insistenti da parte delle due ragazze, mentre tutti gli altri erano fuori in giardino a chiacchierare.
- Daf, basta! Ci vediamo domani, non insistere. - le disse Alessandro. 
- Ma perché no? - intervenne allora Rebecca scocciata.
- Perché no, ragazze. I vostri amici sono stati gentilissimi con noi e rimanere non mi sembra proprio il caso. - le spiegò Roberto.
- Ma come non vi sembra il caso? Anche Louis ha detto che per loro non c'è problema. Almeno per stanotte, è da tempo che non rimaniamo svegli a parlare fino all'alba. - propose la mora sfoderando i suoi teneri occhi da cerbiatta. 
- Esatto! Solo per questa volta, poi il resto della settimana ve ne starete in quel diavolo di albergo soli soletti. - rincarò la dose Dafne - Tra l'altro oggi abbiamo parlato solo di noi due e stiamo morendo dalla voglia di sapere come vanno le cose con Ivan e Sara. - 
Certo, sapevano quasi tutto perché erano soliti comunicare ogni giorno, ma sentirli parlare faccia a faccia della relazione con Sara, nel caso di Alessandro, e di quella con Ivan, nel caso di Roberto, era tutt'altra storia. Alla fine, dopo altri dieci minuti di lamenti e finte minacce da parte delle due ragazze, decisero di accettare la proposta per quella notte, anche perché sotto sotto pure loro avevano tanta voglia di passare altro tempo con le loro amiche.
 - Sono contento abbiate deciso di rimanere. Reb e Daf non vedevano l'ora di riabbracciarvi e per quanto mi diverta a prenderle in giro e a scherzare con loro, vederle così felici grazie a voi è grandioso. - disse Louis ai due italiani, dopo essersi accertato che le ragazze fossero in cucina con Julie.
- Anche noi siamo contenti di rivederle dopo questi mesi...parlare tramite Skype non rende giustizia alla nostra amicizia. - disse Roberto con un sorriso sulle labbra. 
- Sapete? - iniziò Niall - Non vedevamo l'ora di conoscervi...abbiamo sempre sentito parlare di voi e in un certo senso, in alcuni momenti, vi abbiamo considerato delle "ancore di salvezza". A volte quando Dafne e Rebecca hanno delle giornate no, sono impossibili da trattare e non fanno altro che sbraitare contro di noi, ma dopo essersi sfogate con uno di voi due ritornano magicamente normali. - ridacchiò il biondo.
- Si, amici. Qual è il vostro segreto? - domandò divertito Liam.
- Nessun segreto...immagino siano semplicemente l'affetto, la confidenza e la fiducia che abbiamo instaurato durante gli anni...poi certe cose vengono da sé. - spiegò Alessandro.
- Cosa viene da sé? - domandò improvvisamente Dafne mentre entrava in salotto seguita da Rebecca e Julie. Alessandro si alzò dal divano andandole incontro con sguardo minaccioso - Viene da sé pensare che tu sia una piccola imbrogliona! Credi che prima non ti abbia visto scavare nella mia valigia per appropriarti ingiustamente della mia felpa rossa? - le chiese.
- Come hai fatto a scoprirlo? - sbuffò la castana - Speravo di riuscire a tenerla. -
- Questo perché sono troppo furbo. Su ora vammela a prendere che ho freddo! Non vorrai far salire le scale al tuo caro ospite? - le chiese angelico, facendola sbuffare un'altra volta.
- Ok, ok. Vado. - disse voltandosi diretta al piano superiore, ma dopo neanche due secondi si fermò perché Alessandro le aveva dato un sonoro schiaffo sul sedere. Dafne si girò incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio come solo lei era in grado di fare, ma l'amico subito alzò le mani in avanti giustificandosi con un - Era di incoraggiamento! Non guardarmi male. -
Provò a fissarlo seria, ma poi non resistette e rise sussurrando un "cretino" che a malapena si sentì.
- Hey amico, la smetti di fissarlo? - chiese Harry a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri, rivolgendosi a Zayn che non la smetteva di osservare Alessandro, il quale aveva ripreso a parlare con i ragazzi di calcio.
- Eh? - disse il moro, senza alzare lo sguardo.
- Lo stai fissando con sguardo assassino, la smetti prima che ti prenda per un pazzo? - ridacchiò il riccio.
- Le ha dato...uno schiaffo sul sedere? - domandò incredulo voltandosi finalmente verso l'amico.
- Ehm...si - spiegò incerto il riccio.
- E lei non ha fatto niente! - disse stringendo tra loro le labbra, come a voler frenare il nervosismo - Ma poi perché ce l'hanno tutti con il suo sedere? - e ripensò al tipo che le aveva poggiato la mano su quella parte del corpo quando si trovavano al White Sparkle.
- Beh amico, devi ammettere che Dafne ha proprio un bel fondoschiena. - fece Harry - Ma non è questo quello di cui stiamo parlando, ovviamente. - si corresse quando il moro lo guardò male - Su, Zayn. Non ci pensare, era solo un'innocente schiaffetto. E cerca di controllarti, ricordati che sei fidanzato e se dovessi guardarli come hai fatto poco fa anche davanti a Perrie, sappi che potrai scatenare la sua ira funesta...Anche se non mi dispiacerebbe vederla impazzire! -
- Hai ragione - sospirò il pakistano - non so cosa mi sia preso. - 
- Ragazzi, direi che per noi sia arrivato il momento di andare a nanna - disse ad un certo punto Rebecca, interrompendo tutti quanti - Saliamo? - fece rivolta a Dafne, Roberto e Alessandro.
- Aspettate! Non abbiamo ancora preparato la loro camera.- intervenne Julie indicando i due ragazzi. 
- Oh, non preoccuparti. Dormiamo tutti insieme nella stanza di Reb perché la mia è eccessivamente disordinata. - ridacchiò la castana, mentre si avviava verso le scale seguita dagli altri tre. 
- Che c'è? - chiese Rebecca rivolgendosi ad Harry che l'aveva appena afferrata per un polso, guardandola accigliato.
- Dormirete tutti nello stesso letto? -
- Si Harold, l'abbiamo sempre fatto. C'è qualche problema? - domandò divertita.
- Ehm...no, solo.... - rispose titubante il riccio lasciandole il polso, prima di rendere evidente a tutti il suo fastidio.
- A domani Harry. - gli sorrise lei allontanandosi, senza lasciarlo finire.
- Buonanotte! - dissero poi le ragazze.
- Buonanotte! - ricambiarono tutti, qualcuno in modo più svogliato dell'altro.
- Perché così pensieroso Harry? Andiamo, è solo un'innocente dormita tutti insieme. Tutti gli amici lo fanno! - disse Zayn con ironia, avvicinandosi al riccio e guardandolo con aria scherzosa.
- Sta zitto! - lo rimbeccò lui, dandogli un pugno sulla spalla e facendolo ridere.

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Capitolo 13
*** Apologize ***


- Buongiorno Ruth!- trilló Rebecca più allegra del solito quando quella mattina entrò al " Fairy Rose" - guarda chi ti ho portato? Loro sono Roberto e Alessandro, gli amici di cui ti ho parlato, forse anche troppo - concluse la mora sorridendo.
- Ma cara cosa dici, è sempre un piacere sentirti parlare delle persone e delle cose a cui tieni, mi mette di buon umore- inizió la signora facendo arrossire la ragazza- ed è un piacere conoscervi giovanotti- disse avvicinandosi e salutando i due affettuosamente.
- Il piacere è nostro signora- rispose cordialmente Alessandro- anche Reb ci ha parlato di lei e di come le ha offerto questo lavoro  che tanto le piace-
- Non potevo lasciarmi scappare una signorina così a modo e in gamba - inizió la proprietaria del negozio facendo un occhiolino alla sua aiutante - e poi vi prego , chiamatemi Ruth, non sono poi così vecchia- 
-Certamente Ruth- intervenne Roberto.
- Ecco bravo. Ora Rebecca perché non fai fare un giro ai nostri ospiti?- 
- Con piacere. Seguitemi nel labirinto di carta - scherzò la mora.
- Se la metti così mi ci perderei volentieri in questo labirinto- disse Alessandro mentre con gli occhi che brillavano osservava i numerosi libri che riempivano gli scaffali. L'aria sognante che assunse rese felice la ragazza che sperava proprio in quella reazione; l'amico infatti stava ottenendo ottimi risultati ai corsi di Lettere moderne, facoltà che aveva scelto senza indugi non appena finito il liceo. La passione per la letteratura classica e moderna che animava Alessandro era indescrivibile e l'aveva portato addirittura ad instaurare un rapporto d'amicizia con la loro professoressa di latino, con la quale per l'appunto condivideva tale interesse.
Finito il giro turistico, Rebecca inizió a sistemare qua e là in attesa di eventuali clienti, mentre Roberto era andato nel retro con Ruth per una bella tazza di thè all'inglese e per rispondere a tutte le domande che lei  gli faceva sull'Italia e su Genova, città nella quale il ragazzo si era da poco trasferito per l'università e nella quale la signora gli raccontó essere andata in viaggio con il marito. Alessandro nel frattempo era nascosto in chissà quale angolo a sfogliare qualche libro di cui Rebecca ignorava perfino l'autore. 
La mattina passó veloce e all'una in punto la mora ricordó agli amici l'impegno che avevano preso con Dafne per il pranzo; Ruth salutò affettuosamente i due italiani e con sorpresa di tutti regaló ad Alessandro il libro che lui aveva letto per quasi tutto il tempo: una versione piuttosto vecchia dell'Otello di Shakespeare. 
-Quella signora è una grande! Si vede che ha riconosciuto in me l'animo di un vero lettore, esperto dell'arte del...- disse Alessandro mentre svoltavano l'angolo di Bond Street.
- Ti zittisci da solo o hai bisogno del mio aiuto ?- lo interruppe Rebecca che non ne poteva più di sentire la voce dell'amico che elogiava Ruth, Shakespeare e ovviamente se stesso.
- Quanto manca?- chiese invece Roberto che stava iniziando a risentire dell'aria gelida di Londra . 
- Ci siamo quasi. Ecco è quello laggiù  - rispose la mora indicando la vetrina del " Sound in time".
Il familiare scampanellio segnaló alla castana l'ingresso di nuovi clienti e le voci squillanti che udì chiacchierare le rivelarono la loro identità: i suoi amici.
-Hola chica!- esordì Rob in spagnolo con il tono con cui da sempre,tra di loro, erano soliti scherzare; anche se il ragazzo lo spagnolo l'aveva imparato davvero dal momento che aveva scelto di frequentare la facoltà di lingue.
- Ciao cuccioli miei - li salutó Dafne correndo ad abbracciarli.
- Certo che lavori proprio in un bel posticino- disse Ale guardandosi intorno. 
- Già, piace anche a me- affermò la castana sfregandosi le mani.
- Credo che Claudio e Fabrizio impazzirebbero se sapessero che lavoro qui e probabilmente ti verrebbero a trovare chiedendoti di provare tutte le chitarre che avete. - continuò il ragazzo mentre passava un dito sulle corde di una chitarra rossa. 
- Hai ragione e non te ne libereresti facilmente- intervenne Rebecca ridendo al pensiero dei suoi due amici musicisti che aveva lasciato in Italia; con loro oltre, ad un rapporto d'affetto, Dafne e lei avevano instaurato una forte intesa musicale che spesso li aveva anche portati ad esibirsi insieme in qualche locale - ah mentre voi fate un giro del negozio, ti dispiace se uso il bagno Daf ?- 
- Vai vai . Ti aspettiamo qui- le rispose l'amica.
La mora non ricordava che quel bagno fosse così stretto: le mancava quasi l'aria così spalancò la porta e fece per insaponarsi le mani.
- Ma guarda guarda chi c'è qua- esordì una voce che fece sobbalzare la ragazza ormai abituatasi al silenzio del retrobottega.
- Oh! Sei tu- disse Rebecca mentre si asciugava le mani con un pezzo di carta- Ciao Thomas- 
- Ciao Reb, non volevo farti spaventare, scusa- 
- Tranquillo, è colpa mia se non ti ho sentito arrivare- era troppo concentrata a non pensare a quanto stretto fosse quel bagno per percepire qualcuno avvicinarsi.
- Pranzetto tra amiche come sempre? - chiese ironico il ragazzo.
- Tra amici in realtà - rispose la mora avviandosi nel corridoio che portava al negozio- Dafne non te l'ha detto? Sono arrivati due nostri amici dall'Italia- 
- Amici?- chiese Thomas alzando un sopracciglio. 
- Esatto. I migliori - disse lei sorridendo. 
- Allora a questi amici- inizió pronunciando con enfasi la parola " amici"- non dispiacerà se ti invito ad uscire, giusto?- 
Rebecca boccheggió per qualche secondo, sorpresa dalla proposta che aveva appena ricevuto - Ehm...No...Cioè si!- rispose facendo preoccupare il ragazzo di un rifiuto .
- Si usciamo o no non usciamo ?- 
- Intendevo no a loro non dispiacerà, si possiamo uscire - concluse avendo ripreso il controllo. In effetti Thomas era un bravo ragazzo ed era anche molto carino, vedersi con lui magari l'avrebbe distratta per qualche momento dai mille pensieri che in quel periodo affollavano la sua mente.
- Dici sul serio?! Fantastico- sorrise il moro scacciando l'ansia che poco prima l'aveva assalito- mi farò dare il tuo numero da Dafne e mi farò sentire in questi giorni- .
- Ok. Io ora devo andare, allora ci sentiamo -
- Ci sentiamo- terminó Tom dandole un bacio sulla guancia per poi sparire nel retro. 
- Eccomi ragazzi, muoviamoci che sto morendo di fame- disse Rebecca tornando dagli altri.
- Sei sempre la solita, noi stavamo aspettando te e tu che sei appena arrivata ci inviti a sbrigarci - sbuffó divertito Alessandro.
- Hai capito con chi stai parlando?Inchinati plebeo- affermò altezzosa la mora . 
- Certe cose non cambiano mai- mormorò Dafne fintamente afflitta a Roberto, mentre si chiudeva la porta del negozio alle spalle.
 
 
 
- Daf? - la chiamò Zayn mentre scendeva le scale diretto in cucina - Dafne? Hai per caso spostato tu i barattoli nuovi di vernice? Non riesco a trovarli. - ma quando entrò nella stanza si ritrovò di fronte Niall e Louis.
- Dafne non c'è! - gli disse l'irlandese ritornando a sfogliare una rivista di automobili sportive.
- Oh! Credevo di aver sentito la sua voce prima. Ho pensato fosse ritornata dal pranzo con Rebecca e i ragazzi. - 
- Ma infatti era lei. Ci ha salutati al volo e poi è corsa in camera sua per recuperare la propria roba e quella di Reb. - prese parola Louis che, notando lo sguardo interrogativo del moro, continuò a spiegare  - Hanno deciso di prepararsi per la serata da Alessandro e Roberto, quindi ci raggiungeranno direttamente al Funky Buddha. -
- Tanto per non cambiare...- sbuffò il pakistano sedendosi svogliatamente accanto agli amici. 
- Che intendi? - chiese curiosamente Louis.
- Intendo che da quando sono arrivati quei due, cinque giorni fa, a stento siamo stati con Dafne e Rebecca. Stanno sempre insieme e non ci stanno minimamente considerando. Neanche fossero i principi di Inghilterra! - sbottò Zayn, provocando una leggera risata da parte dei due amici.
- Su Zayn, non fare tante storie. È normale che passino poco tempo  a casa. Tra poco Alessandro e Roberto partiranno e chissà per quanto altro tempo non li vedranno. - disse Niall, ottenendo una semplice smorfia da parte del moro. Il silenzio che era calato tra di loro fu presto interrotto dal suono del citofono, seguito dopo poco da un "Vado io!" urlato da Harry.
- Zayn, è appena arrivata Perrie. - comunicò il riccio entrando in cucina e avvicinandosi al frigorifero per prendere qualcosa da mangiare.
- Wow amico, se quella è la tua faccia  per l'arrivo della tua ragazza...- lo schernì Louis alla vista dell'espressione scocciata assunta dal moro, lasciando però  il discorso in sospeso a causa dell'occhiataccia che si era beccato.
- Vado da lei. - disse Zayn facendo un sospiro e alzandosi.
- Grazie per aver salvato i nostri timpani dall'ascoltare la sua soave voce. - continuò Harry, ricevendo da Lou un pugno di ammonimento sul braccio. 
- Coglioni! - sussurrò il moro, soffocando una risata.
 
 
 
- Liam, le hai chiamate? - chiese Niall, mentre si sistemava il colletto della camicia. I ragazzi erano da poco arrivati al Funky Buddha e a loro, oltre  Perrie e Julie, si era aggiunta alla serata anche Kendall che, invitata dal riccio, ultimamente stava trascorrendo molto tempo a Londra.
- Si, hanno detto che sono quasi arrivate. - spiegò il ragazzo - Eccole, stanno scendendo dal taxi laggiù. - le indicò e tutti si voltarono in quella direzione.
- Ragazzi, scusateci c'era traffico. - disse Dafne raggiungendo e salutando gli amici.
- Si certo, ora si dice così. Non è che hai impiegato quaranta minuti solo per vestirti. - la prese in giro Alessandro.
- Ma taci! - fece lei, pestandogli un piede con il tacco  e procurandogli evidentemente molto dolore data la smorfia che comparve sul suo volto. 
- L'ho sempre detto che sei una tipa violenta. Ti odio quando fai così. - replicò l'amico stringendo i denti.
- Ok ok, basta con questo teatrino. Perché non entriamo dentro, che qui fuori si muore dal freddo? - propose Rebecca interrompendo quel tenero battibecco.
- Su andiamo! - disse Niall prendendo lei e la castana sottobraccio e incitando gli altri ragazzi a seguirli - E per la cronaca, siete uno schianto stasera! -
Appena entrati furono travolti dalla musica assordante e da una temperatura decisamente più alta e piacevole di quella che c'era all'esterno; si diressero velocemente  al loro tavolo, sfilandosi i cappotti e sedendosi su dei comodi divanetti. 
- Ho decisamente bisogno di bere! Chi viene con me a svaligiare il piano bar? - disse elettrizzato Roberto, facendo ridere le ragazze. 
- Non riesci proprio a trattenerti, eh? - chiese retorica Rebecca.
- No! - rispose lui con un sorriso a trentadue denti - Allora? Mi fai compagnia? - 
- Pensi ci sia bisogno di chiederlo? - fece la mora alzando gli occhi al cielo; poi prese per mano Dafne e Alessandro trascinandoli con sé al bar, dove si fecero preparare quattro drink dai colori stranissimi e gettandosi subito dopo nella mischia. 
La serata stava trascorrendo tranquilla tra risate, balli e tanti, tanti drink: Julie si stava scatenando accanto a Reb, Ale e Rob; Louis, Niall ed Harry avevano preso altri bicchieri pieni di vodka; Liam stava flirtando con una ragazza vicino all'ingresso; Kendall era sparita chissà dove; Zayn e Perrie stavano chiacchierando al loro tavolo e Dafne era da poco uscita fuori dal locale con l'intento di fumare una sigaretta.
- Niall! Perché mai hai ordinato la vodka alla pesca! È orribile! - gli disse Louis con una faccia disgustata, mentre si sedeva accanto al pakistano e alla sua ragazza. Cavolo, se gli facevano male i piedi!
- Non è colpa mia, hai detto che volevi qualcosa di dolce e questo ho preso. - rispose il biondo con un'alzata di spalle.
- Ho capito, la prossima volta scelgo direttamente io. Sei d'accordo Harry? - chiese all'amico, ricevendo solo un "Mmh" di riposta. - Harry! - urlò Louis scocciato, notando che il riccio si era alzato di botto urtandolo e facendolo sporcare di quella dannata vodka alla pesca - Si può sapere che diavolo ti prende? Sta più attento. -
- Scusa, ho altro a cui pensare! - iniziò a dire fissando un punto preciso del locale. Louis si voltò, cercando di comprendere cosa intendesse l'amico e in un attimo capì: Rebecca stava ballando con Roberto, ed erano molto vicini, troppo. Voleva ridere: possibile che non avesse ancora capito che quel ragazzo fosse gay? Quando si accorse che Harry si stava dirigendo nella loro direzione, con uno scatto gli afferrò il braccio.
- Cosa diavolo pensi di fare?- 
- Se non smette di toccarle i fianchi in quel modo, giuro che...- cominciò a dire il riccio.
- Giuri cosa? Ti rendi conto che sta ballando solo con uno dei suoi migliori amici? Anche se fosse un estraneo, non potresti comportarti così, e sai perché? Perché non sei nessuno, non hai il diritto di arrabbiarti. - 
- Ma...- provò a ribattere.
- No Harry, niente ma. Ricordati che sei venuto qui con Kendall! Non puoi fare o dire niente! - concluse Louis, cercando di ammorbidire il tono di voce.
- Hai ragione. - sbuffò l'amico - Che mi è saltato in mente?! - 
- Non ne ho idea, ma ora stampati un bel sorriso sulla faccia, che la tua donzella sta venendo qui! - gli disse alludendo a Kendall. 
- Beh, allora sarà meglio che vada a prendere altro da bere. - ridacchiò prima  di voltarsi e raggiungere la ragazza.
 
 
 
- Cavolo! È mai possibile che dimentichi sempre quel dannato accendino? - sbuffò Dafne, appoggiandosi al muro che aveva alle spalle e guardandosi intorno alla ricerca di qualcuno a cui chiedere per accendere la sigaretta. 
- Serve questo? - domandò Zayn, spuntando alla sua sinistra con un sorriso; la castana ricambiò, afferrando l'accendino che le stava porgendo e - Deja vu! - disse.
- Già...- annuì il moro mentre tirava fuori anche lui una sigaretta. - Ci pensi? La prima volta che abbiamo parlato ci trovavamo in questo punto e a stento ci conoscevamo. Ora viviamo addirittura insieme. - rise.
- Come cambiano le cose...sono stati dei mesi così...pieni. E sono davvero contenta di aver conosciuto persone come voi. Sai, all'inizio pensavo che foste dei ragazzini montati...- si interruppe notando Zayn alzare un sopracciglio - fammi finire! Ma mi sono ricreduta...siete fantastici, gentili e simpatici. -
- Ecco così va meglio! - disse il moro, d'accordo con le parole della ragazza - Visto che siamo in vena di confessioni...anche io ho pensato fossi un po' antipatica, una persona un po' troppo sulle sue e davvero acida e scontrosa. - 
- Oh grazie Malik! - ironizzò lei - Spero che le tue opinioni siano cambiate. -
- No, ti sbagli. Sei sempre la stessa rompiscatole di un tempo.- la prese in giro e questa volta Dafne non si trattenne dal dargli uno schiaffo dietro la nuca; poi la ragazza spense la sigaretta sul muro accanto a sé, prendendo a fissarsi le scarpe, in silenzio.
- Che c'è Daf? - domandò Zayn apprensivo, notando il suo repentino cambiamento di umore.
- Niente.- rispose lei senza neanche alzare lo sguardo.
- Andiamo, si vede lontano un miglio che qualcosa ti turba. Non è da te essere così silenziosa. Vuoi dirmi che succede? - chiese dolcemente.
- È che...ti sembrerò una stupida che si deprime per delle sciocchezze ma...domani sera Alessandro e Roberto partiranno - iniziò Dafne, ignara del fatto che quella notizia fosse stata accolta con un certo entusiasmo dal ragazzo accanto lei, attento però a non darlo a vedere - Questi giorni insieme mi hanno fatto sentire come se fossi tornata ad un anno fa, quando non stavamo lontani neanche un secondo l'una dall'altro. Pensare che tutto questo stia per finire di nuovo, mi mette un po' di angoscia. - concluse passandosi una mano tra i capelli.
- Capisco cosa intendi...anche per me è stato difficile lasciare la mia vita a Bradford, ma ho avuto affianco quattro scalmanati che mi hanno fatto sentire sempre a casa. - disse guardandola negli occhi - Con questo non sto dicendo che noi possiamo sostituire il rapporto che avete con Roberto e Alessandro, ma di certo vi staremo sempre vicini. E poi loro saranno sempre lì ad aspettarvi, non scappano mica. E beh...se non ce la farete più senza di loro, potrete sempre prendere un aereo. Che saranno mai due ore di volo, dico bene? -
Dafne rimase piacevolmente colpita da quelle parole, che subito erano riuscite a farla stare meglio e ora capiva anche Rebecca quando affermava che Zayn era un ottimo ascoltatore. 
- Grazie Malik, non pensavo potessi essere così saggio. - scherzò Dafne, facendo ricomparire quel sorriso, che il moro tanto adorava, sul suo volto.
- Non so se doverti ringraziare per questa specie di complimento o doverti insultare per avermi sottovalutato. - disse il ragazzo ironicamente.
- Dovresti decisamente ringraziarmi! - rispose Dafne seria e con aria superiore - Scherzi a parte, grazie ancora per le tue parole. Mi sono state d'aiuto. -
- Ma ti pare? - fece roteando gli occhi - Su vieni qui! - disse avvolgendole le le braccia intorno alle spalle, stringendola in un caldo abbraccio che le fece dimenticare tutti i pensieri negativi di quella giornata - Ora torniamo dentro, altrimenti diventeremo dei ghiaccioli. -
 
 
 
- Dove vi eravate cacciati voi due? - domandò Louis tra una risata e l'altra: Niall era appena salito su un cubo iniziando a ballare in maniera sconnessa. 
- Pausa sigaretta. - spiegò Zayn con una scrollata di spalle, mentre osservava con la coda dell'occhio Dafne avvicinarsi ad un Alessandro piuttosto ubriaco - Che mi sono perso, amico? -
- Oh, non puoi neanche immaginarlo. - sghignazzò il ragazzo dagli occhi azzurri - Prima che il nostro biondino salisse su quel cubo improvvisando mosse di balli irlandesi, si è scontrato con Perrie e...le ha sporcato tutto il vestito con il drink che aveva in mano. Zayn, so che é la tua ragazza, ma dovevi vederla: é andata letteralmente fuori di testa; ha iniziato a sbraitare contro il povero Niall che per poco non si è messo a piangere. - gli spiegò ridendo con le lacrime agli occhi. 
- Sul serio? E ora dov'è lei? - chiese il moro cercando di rimanere serio, ma non riuscendo a trattenere l'accenno di una risata, consapevole del fatto che Perrie fosse una persona molto poco...comprensiva.
- É lì. - la indicò Louis con un cenno del capo - Si è spostata dall'altra parte del locale con Kendall e un'amica, pur di non starci vicini. Ah, ti cercava prima.-
- Vado da lei, allora. Altrimenti a fine serata Niall non sarà l'unico a non ritornare vivo a casa. -
- In bocca al lupo, amico! - ridacchiò Louis dandogli una pacca sulla spalla in segno di incoraggiamento. Sapeva perfettamente quanto Perrie potesse incutere terrore quando  si arrabbiava.
- Ragazzi, che ne dite di ritornare a casa? Si è fatto tardi. - disse Liam buttandosi a peso morto sui divanetti, raggiunto dopo poco da Rebecca e Julie.
- Che c'è Payne, ora che hai finito di chiacchierare con quella bella ragazza ti sei finalmente ricordato di essere venuto qui con degli amici? - domandò la mora.
- Eh? - fece finta di non capire il ragazzo, pur sapendo che non avrebbe scampato l'interrogatorio delle amiche. 
- Non fare il finto tonto, bello mio! - fece la rossa guardandolo maliziosa - Ti abbiamo visto mentre flirtavi con lei. Allora? Ti ha dato il suo numero? Uscirete insieme?- 
- Hey carotina, datti una calmata! Lascialo respirare! - la interruppe Louis. 
- Tesoro, stiamo parlando di cose serie qui, quindi sta zitto per piacere. - lo liquidò - Allora? - domandò di nuovo rivolgendosi a Liam.
- Beh...abbiamo ballato, le ho offerto da bere, abbiamo scherzato e...alla fine mi ha dato il suo numero. Ci sentiremo in questi giorni. - spiegò il ragazzo felice. 
- E bravo il nostro Liam! Sono fiera di te. - lo abbracciò Rebecca, contenta per l'amico - Ora che abbiamo saputo ciò che volevamo, direi che possiamo andare. - disse la mora.
- Alla buon'ora! - sbuffò Louis alzandosi in piedi - Vado a chiamare gli altri, ci vediamo fuori tra dieci minuti. -
 
 
- Ci vediamo domani mattina, cercate di svegliarvi presto! - fece in tono severo Dafne rivolta ai due amici, che sarebbero ritornati in albergo in taxi.
- Come se il problema lo avessimo noi e non la tua amica. - borbottò Alessandro alludendo a Rebecca e alla sua pigrizia - Comunque tranquilla, alle dieci saremo già pronti e pimpanti. Vedrai che sarete voi a far tardi. - 
- Stai zitto prima che ti prenda a schiaffi, ti prego. - disse la castana avvicinandosi al ragazzo per salutarlo - E tu controllalo - si rivolse poi a Roberto - non sono sicura che si sia ripreso del tutto. Credo abbia bevuto troppo...non che la tua faccia mi dica che stai bene, ma mi sembri in condizioni migliori. - 
- Agli ordini, capo! - rispose lui facendo ridere l'amica; poi salutò Rebecca con un abbraccio e anche tutti gli altri - A domani! - urlò mentre raggiungeva con Alessandro un taxi che si era appena fermato.
- Ci sono due macchine ad aspettarci laggiù! Muoviamoci! - disse Liam, intravedendo Paul da lontano.
- Dio, che freddo! - si lamentò Reb strofinandosi le mani lungo le braccia, nel tentativo di scaldarsi.
- Beh, potevi anche evitare di uscire mezza nuda. - borbottò Harry ripensando al vestitino blu che la ragazza aveva indossato e che ora era coperto dal cappotto.
- Che hai detto? - chiese la mora, leggermente infastidita da quel commento. 
Harry parve spaesato in un primo momento dato che non pensava l'avesse sentito, ma poi prese coraggio e parlò di nuovo - Ho detto che avresti potuto indossare qualcosa di più coprente...siamo a dicembre inoltrato, non a luglio. E tu sei praticamente nuda. -
- Stai forse dicendo che il mio abbigliamento è fuori luogo, Harry?
- In parole povere? Si! - 
- Ma che sfrontato! Ma l'hai vista la tua ragazza? È lei quella con un fazzoletto addosso. Dai a lei qualche consiglio su come vestirsi in maniera più decente! - disse Rebecca con nervosismo - Incredibile! Qua la gente sta uscendo fuori di testa! -
- Esattamente come te...che ti fai toccare da quel Roberto come se niente fosse. - 
Ok, quella cosa non doveva proprio dirla e Dafne se ne accorse, tanto che si avvicinò velocemente ai due sotto lo sguardo preoccupato degli amici; Louis si passò una mano in faccia, sapeva che Harry prima o poi l'avrebbe detto.
- Che cavolo stai dicendo? Innanzitutto vorrei farti presente che non mi faccio toccare da chicchessia, seconda cosa Roberto è gay! Dormiamo insieme, mi spoglio davanti a lui e viceversa! Ma tu ovviamente sei talmente stupido da non essertene reso conto! Che poi, perché sto qui a dirtelo? Vai al diavolo, Harry! - 
- Calmati Reb! - la prese per una mano Dafne. 
- Dimmi tu come faccio a calmarmi! Domani i nostri due migliori amici se ne tornano in Italia, stavamo passando una serata grandiosa e questo qui viene a fare commenti di poco gusto su di me. - 
- Questo qui ha un nome! - intervenne il riccio, pentendosene subito dopo per via dello sguardo gelido che Dafne gli riservò - Stai un po' zitto, Harry! Certo che ti stai comportando proprio come un bambino! Siamo un po' nervose entrambe, ma non mi sembra che stiamo sparando cazzate giusto per dare aria alla bocca. -  gli rispose scocciata, e forse per la prima volta Harry non seppe come ribattere.
Si diressero tutti alle macchine in religioso silenzio e anche durante il tragitto nessuno fiatò. Quando poi arrivarono a casa i ragazzi si limitarono a darsi velocemente la buonanotte prima di rintanarsi nelle proprie  camere.
- Certo che hai dato il meglio di te! - lo riprese Zayn quando furono da soli; il moro infatti aveva deciso di andare a parlare con l'amico a causa di quel suo strano comportamento - Diciamo che potevi risparmiarti quei commenti. -
Il riccio sbuffò, sdraiandosi sul letto e portandosi un braccio sulla fronte - Il suo amico è gay...non ci posso credere. - sussurrò.
- Non dirmi che di tutte le cose che ti ha detto Rebecca quella è la cosa che ti ha colpito di più. - chiese ironicamente il pakistano.
- Zayn, non capisci! Ho fatto la figura dell'idiota.-
- Ma non mi dire...- 
- E poi avevo ragione nel dire che il suo vestito fosse troppo corto. Andiamo l'hai visto pure tu...- disse il riccio cercando assenso da parte dell'amico.
- E chi sei tu per dire che non deve uscire in quel modo? Suo padre? - domandò serio Zayn - Ascolta amico. Capisco che tu sia geloso...- 
- Io non sono geloso! - precisò Harry.
- Ma mi prendi in giro? - sbottò il moro alzando la voce.
- Ok forse un pochino...- gli concesse.
- Ascoltami. Rifletti su ciò che è successo e schiarisciti le idee. Vi siete anche baciati e nessuno di voi ha parlato della cosa...direi che sia giunto il momento di farlo. - gli disse poggiandogli una mano sulla spalla. 
- Già, credo che farò così. Grazie, sei un amico. - 
- Lo so, sono il migliore. - rise - Ora vado di là, spero di non trovare sulla mia strada Rebecca o Dafne, ho paura di incrociare i loro sguardi.- 
- Cavolo! Posso capire Rebecca dati i miei commenti che, lo riconosco, sono stati inopportuni...ma Dafne. Ho temuto mi fulminasse con la forza del pensiero. - confessò Harry con la voce leggermente preoccupata. 
- Buonanotte! - disse l'amico scuotendo la testa al pensiero della castana incazzata e abbassando la maniglia della porta.
- Ah, Zayn? - lo richiamò il riccio facendolo voltare - Cerca di schiarirti le idee anche tu. - 
- Che intendi? - domandò accigliato.
- Sai a cosa mi riferisco. Ora lasciami dormire, Malik, la tua presenza mi sta irritando! - affermò Harry lanciandogli addosso un cuscino, prontamente evitato dal moro.
- 'Notte Styles. -
 
 
 
Il mattino successivo Harry si svegliò con un gran mal di testa, aveva necessariamente bisogno di un'aspirina; così si alzò e andò in bagno a recuperarne una. Erano solo le otto e mezza del mattino, probabilmente tutti dormivano ancora dato il silenzio che regnava in tutta la casa.
- Oh, sei sveglia.- disse sorpreso mentre entrava in cucina - Credevo stessero dormendo tutti. -
- Ciao Harry - rispose stancamente  Dafne mentre beveva un bicchiere di succo.
- Come mai già sveglia? - domandò il riccio sedendosi affianco a lei.
- Abbiamo deciso di anticipare l'incontro con i ragazzi, sto aspettando Rebecca. -
- A proposito...volevo scusarmi per ieri; ho riflettuto su come mi sono comportato e ammetto di non essere stato il massimo. -
- È tutto ok Harry, non è con me che ti devi scusare ma con Rebecca...-
non ebbe neanche il tempo di finire la frase che la mora fece il suo ingresso in cucina, bloccandosi appena vide il ragazzo al fianco dell'amica. Non aveva minimamente intenzione di parlare con lui, rovinandosi l'ultima giornata con Alessandro e Roberto, così preferì ignorarlo ed evitare qualsiasi tipo di contatto.
- Daf, ti aspetto fuori. Appena finisci la colazione raggiungimi. - 
- Rebecca! - la richiamò improvvisamente Harry - Possiamo...parlare?- 
- Che c'è, hai qualcos'altro da dire sui miei vestiti? - domandò acidamente.
- No, io vorrei scusarmi...-
- Senti, detto sinceramente ora come ora non mi va proprio di ascoltarti. È una giornata particolare e vorrei non avere problemi per la testa. Quando sarà il momento, forse, parleremo. Tu, invece, muoviti! - concluse rivolgendosi duramente a Dafne e dopo poco si sentì la porta di ingresso chiudersi. Harry sospirò e Dafne con lui.
- Ho combinato un casino, vero? - sbuffò il riccio scompigliandosi i capelli e sbattendo subito dopo la fronte sul tavolo.
- Direi di si...ma niente di irreparabile, tranquillo. - gli sorrise - Devi solo parlarle chiaramente. -
- Come se fosse facile, non vorrà mai ascoltarmi!  - bofonchiò lui.
- Non ne sarei così sicura. Devi solo trovare il momento...adatto, ecco. - gli disse  semplicemente - Ora devo andare, a dopo Hazza! -  lo salutò con un pizzicotto sulla guancia e poi corse fuori, sapendo che se non si fosse mossa Rebecca sarebbe andata su tutte le furie.
- Finalmente! - affermò, infatti, la mora non appena la vide uscire dalla porta - Quanti bicchieri di succo hai bevuto? Dieci? - domandò sarcastica.
- Hey stai un po' calma. - disse Dafne prendendola sotto braccio.
- Hai ragione...solo che vedere quella faccia da presuntuoso mi ha messo di cattivo umore. Ma non voglio pensarci ora, andiamo dai ragazzi, abbiamo tante cose da fare oggi. -
 
 
 
Fu una giornata divertente per i quattro italiani, come tutte quelle che trascorrevano insieme d'altronde. Era tutto perfetto, anche se ognuno di loro sapeva che di lì a poche ore avrebbero dovuto salutarsi nessuno faceva riferimento alla partenza.
- Questa foto non è venuta bene! Facciamone un'altra. - disse Reb controllando gli scatti effettuati con la sua Nikon. 
- Ti prego, dacci un po' di tregua. Abbiamo creato un book fotografico, possibile che non te ne piaccia nessuna? - domandò Alessandro con un tono esasperato.
- Sta zitto e sorridi.- gli intimò la mora prima di scattare di nuovo - Ecco questa è perfetta, visto che ti lamenti sempre? - ma il ragazzo non rispose, limitandosi a farle una linguaccia.
- Ora che si fa? - li interruppe Roberto.
- Beh, direi che possiamo fare un salto all' Hard Rock e poi ritorniamo in albergo a recuperare le vostre cose. - propose Dafne rabbuiandosi a quelle parole, proprio come Rebecca accanto a lei. 
- Che sono quei musi lunghi? - disse ad un certo punto Alessandro rompendo il silenzio che si era creato.
- Ma cosa dici? Le nostre facce sono perfette come sempre. - borbottò la mora, pur sapendo di non darla a bere a nessuno.
- Hey, su! Non fate così...- disse Ale poggiando un braccio sulle spalle di Rebecca e attirando a sé Dafne prendendola per il cappuccio della felpa - Anche noi siamo tristi, ci mancherete tanto. Ma ci rivedremo tra qualche mese...e poi useremo Skype come abbiamo fatto fino ad ora. Godiamoci queste ultime ore, ok? - 
- Certe volte la tua serietà e compostezza mi stupisce, sai? - disse Dafne spingendolo con una spallata. 
- Anche io ti voglio bene - ridacchiò Alessandro.
- Su, abbraccio di gruppo! - urlò Roberto divertito, fiondandosi addosso ai suoi amici.
Esattamente cinque ore dopo si ritrovarono tutti e quattro a bordo di un taxi, diretti all'aeroporto. Una volta giunti a Heathrow presero le valigie grazie all'aiuto dell'autista dirigendosi poi all'interno della struttura; il check in era stato eseguito online ed erano pronti per l'imbarco. I saluti furono meno tragici del previsto: certo, le ragazze si lasciarono scappare qualche lacrima, ma era perfettamente normale dato che non si sarebbero visti per mesi. Si abbracciarono per tanto tempo, fino a stritolarsi, ma chi se ne importava, no?
- Mi sa che ora dobbiamo proprio andare, ragazze. - disse Roberto, staccandosi a malincuore.
- Per forza? - si lamentò Dafne.
- Tu cosa dici? I nostri esami li fai tu? - chiese divertito Alessandro - Su, ci vediamo presto. - 
Un ultimo abbraccio e i due ragazzi si allontanarono pronti ad imbarcarsi, ma d'un tratto Roberto si girò correndo verso Rebecca e Dafne, lasciando Alessandro dietro di sé perplesso.
- Dimenticato qualcosa? - chiese la mora incerta.
- Si, questo. - e stampò un bacio sulla guancia ad entrambe le amiche - Volevo anche dirvi che sono tanto orgoglioso di voi, sia per l'università che per l'impegno che mettete nel vostro lavoro. Siete diventate due persone davvero mature e completamente diverse rispetto all'anno scorso. Tu - disse rivolendosi alla mora - mi raccomando, cerca di capire cosa passa nella tua testolina e in quella del riccio. So che c'è qualcosa tra di voi, l'ho capito da come vi guardate. Tutti l'hanno capito. E non provare a negarlo, so che stavi per farlo, l'ho visto dalla tua faccia. Dovete solo trovare il modo giusto per aprirvi l'uno all'altra. - le consigliò poggiandole una mano sulla spalla, prima di rivolgersi a Dafne - A te non ho molto da dire, ti ho osservata ma non ho ancora capito bene cosa ti passa per la mente, ma in alcuni momenti ti ho notata sempre sorridente, soprattutto in presenza di una persona...quindi non mi resta che augurare buona fortuna anche a te. - concluse facendole un occhiolino.
- Ti sei per caso trasformato in uno psicologo? - domandò sorridente la castana.
- No, più che altro posso vantarmi di conoscervi molto bene e di poter capire cosa vi passa per testa prima che lo facciate voi. - rispose il ragazzo con leggerezza - Io ora devo andare. Vi voglio bene, ragazze! - disse prima di voltarsi e raggiungere Alessandro con il quale si diresse nel punto dove si effettuavano i controlli.
Rebecca e Dafne rimasero ad osservarli per qualche minuto, finché non sparirono completamente dalla loro visuale - Direi che sia meglio andare ora. - propose la mora prendendo la mano dell'amica la quale le sorrise annuendo - Ho una fame da lupi, spero che Niall abbia cucinato qualcosa di buono per cena. -  
Si diressero verso l'uscita dell'aeroporto, pronte a chiamare un taxi per rientrare a casa, ma la loro attenzione fu catturata da una Range Rover parcheggiata poco distante da loro che ben conoscevano. Appena Harry le vide scese dall'auto, andando loro incontro e accennando un sorriso: sapeva che erano un po' giù di morale e stava cercando le parole giuste da dire per non rattristarle.
- Allora, sono partiti? - chiese. Bella domanda Harold, ovvio che sono partiti altrimenti non avrebbero quelle facce stanche né tantomeno quegli occhi lucidi. Davvero, complimenti.
- Già...- borbottò Rebecca.
- Ehm, io devo andare un attimo in bagno. Voi aspettatemi qui, faccio subito. - disse Dafne, nella speranza che quei due ne approfittassero per chiarire, prima di essere fulminata con lo sguardo dall'amica.
La mora, che non aveva alcuna intenzione di sopportare oltre quel silenzio imbarazzante che li aveva avvolti appena l'amica li ebbe lasciati, pensó bene di avviarsi in macchina salendo ovviamente sui sedili posteriori, con l'intenzione di evitare di trascorrere la tratta del ritorno al fianco del riccio. Inoltre temeva che qualche lacrima potesse ancora sfuggirle dagli occhi ripensando alla partenza di Alessandro e Roberto e preferiva che nessuno la vedesse, specialmente Dafne che di quella situazione ne stava risentendo tanto quanto lei.
Stava fissando da qualche secondo il sedile del passeggero davanti a lei, quando sentì il rumore di una portiera aprirsi; Harry l'aveva raggiunta sui sedili posteriori e sembrava più intenzionato che mai a riuscire a scusarsi. 
- Reb ascolta ...- provò, ma la mora non sembrava volesse prestargli attenzione così le strinse una mano con la propria e fu felice quando lei si voltò  a fissare prima le loro mani intrecciate e poi i suoi occhi chiari. Per un istante fu distratto da tutto quello che lesse nel suo sguardo: tristezza, delusione e rabbia. Mai, mai Rebecca gli era sembrata così fragile e in quel momento avrebbe soltanto voluto stringerla forte a sè per dirle che andava tutto bene e che non doveva  essere così triste perché lui era con lei e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla stare bene; purtroppo sapeva che lei non gliel avrebbe permesso, non dopo quello che le aveva detto la sera precedente.
- Harry ti prego non mi va ora di parlare, non ho la forza per discutere con te - mormorò fiacca.
- No Reb, non posso più aspettare. Non sopporto questa situazione e devo scusarmi con te per ieri sono stato uno stupido, un cretino. Ho bevuto qualche bicchiere di troppo e ho visto cose che non c'erano. So che Roberto è tuo amico, ma per me è stato come vederti ballare con uno sconosciuto e l'istinto di protezione mi ha fatto dire solo cavolate. - disse il riccio mantenendo il contatto visivo.
- Ma non avevi il diritto di dire quello che hai detto, mi hai trattato come se... Mi hai parlato come se fossi una qualunque che si veste come una poco di buono e fa la gatta morta in discoteca. Pensavo mi conoscessi, credevo...- inizió la mora.
- È proprio perché ti conosco che certe scene di ieri sera mi hanno fatto perdere la testa. Tu per me sei...sei...- su Harry puoi dirlo "sei importante", due paroline niente di che - come ... come una sorella-. Complimenti di nuovo. Oggi le stai azzeccando tutte, Harry. Una sorella, sul serio?
- Una... sorella?- chiese Rebecca delusa,  che tutto si aspettava fuorché che lui le desse una motivazione del genere. Pensava che il motivo per cui avesse avuto quella reazione fosse perché era geloso e quell' idea in fondo in fondo l'aveva resa felice. Probabilmente si era sbagliata.
- Si, sai con Julie per esempio tendo ad essere molto protettivo e lo stesso mi viene da fare con te. Quindi Reb, puoi perdonare questo povero cretino ?- concluse il ragazzo accennando un sorriso in attesa di una risposta della mora. 
- Se doveva succedere una cosa del genere per sentire Harry Styles definirsi " povero cretino", avrei fatto qualcosa molto prima - disse Rebecca prendendolo in giro facendolo ridere.
Il riccio fu sollevato al pensiero che tutto si fosse sistemato, ma allo stesso tempo si rese conto che forse non le aveva detto tutta la verità e non era stato sincero nemmeno con se stesso: perché gli veniva così difficile dirle cosa provava? La ragazza invece aveva mascherato con un sorriso la delusione che l'aveva colta alle parole di Harry. Roberto aveva ragione, aveva bisogno di schiarirsi le idee.
 
 
 
- Niall! - urlò Dafne spalancando la porta di casa, seguita a ruota da Rebecca e Harry - Ti prego! Dimmi che hai cucinato, sto morendo di fame. Anzi che dico, ho una voragine al posto dello stomaco. - si lamentò la ragazza portandosi una mano al petto e imbronciando il viso, cosa che fece sorridere il biondino.
- Tranquilla, la cena è quasi pronta. Dovrai aspettare solo qualche minuto per tua fortuna. - disse infatti andando a controllare la temperatura del forno.
- Oggi non hai mangiato? - domandò Zayn mentre fumava una sigaretta accanto alla finestra. 
- Certo che ha mangiato. - rispose Rebecca al posto dell'amica - Il problema è che è lei ad essere un pozzo senza fondo. - la prese in giro facendo ridere tutti. 
- Ah ah. Davvero simpatica. - roteò gli occhi Dafne.
- No sul serio, potresti fare concorrenza a Niall in certi momenti. - continuò Harry, dando corda alla mora.
- La smettete? Uffa, non vi sopporto quando fate così. Vuol dire che stasera ceneremo solo io e il mio irlandese preferito. - fece indicandolo.
- Ben detto! - l'appoggiò lui ridendo. Battibecchi del genere potevano sembrare assurdi e senza senso in alcuni momenti, ma era ciò che li caratterizzava in fondo: amavano punzecchiarsi e scherzare tra di loro. 
- Ragazzi abbiamo un problema - si sentì la voce nervosa di Louis dal salotto, prima ancora che raggiungesse i ragazzi - È successo un casin...Oh! Siete tornati! E voi due non vi state scannando come dei bambini. - si interruppe riferendosi chiaramente a Rebecca e al riccio.
- Già, che sorpresa vero? Siamo improvvisamente cresciuti diventando due persone serie e mature. - ironizzò Harry rispondendo all' amico - Comunque, cosa stavi dicendo prima Tommo? Che problema avremmo? -
Louis parve come riscuotersi a quelle parole e mise al centro del tavolo un giornale; i ragazzi si avvicinarono curiosi di leggere l'articolo in prima pagina, con delle foto allegate, che l'amico aveva loro indicato. Seguirono secondi di silenzio.
- Amico, direi che sei nei guai...- sussurrò Niall passandosi una mano tra i capelli.
- Già...- fece il riccio.
Le varie foto che erano state riportate su quel giornale ritraevano Dafne e Zayn fuori al Funky Buddha la sera precedente: 
Dafne e Zayn che ridono,
Zayn che le poggia una mano sulle spalle, 
Dafne e Zayn che si abbracciano, 
Dafne e Zayn che si guardano avendo i loro nasi a pochi centimetri di distanza.
- Cavolo! - sbuffò il moro, strofinandosi gli occhi con entrambe le mani.
- Ma che diavolo...- iniziò la castana senza neanche sapere come terminare la frase.
- Beh, direi che non sia il caso di allarmarci  più di tanto. Siamo abituati ad articoli del genere. Avremo la solita chiamata dal management e poi tanti saluti. - ruppe il silenzio Louis - È la reazione di Perrie a preoccuparmi. - sussurrò guardando dubbioso il pakistano.
- Zayn...mi dispiace...non credevo che...- disse incerta Dafne.
- Non c'è bisogno di scusarsi - le ripose lui sorridendole dolcemente - sono cose che capitano. Poteva succedere in qualsiasi altro momento,  e poi, alla fine, entrambe siete state già fotografate in nostra compagnia. Perrie non ne farà un dramma, ne sono sicuro.-
- Sicuro? Amico, hai dimenticato di chi stai parlando? - intervenne Harry, che però non ricevette alcuna risposta ma solo un' occhiata scocciata da parte dei presenti, come a fargli capire che di certo non stava migliorando la situazione.
- Ma poi...- riprese a parlare la castana - che cavolo significa " nuova fiamma per Zayn Malik"?Non ci stiamo mica baciando! Hanno inventato praticamente tutto! - sbottò. Anche se, effettivamente, le foto erano talmente sgranate da non poter capire se i due si stessero baciando o meno.
- È questo che fanno i tabloid. Non possiamo farci niente. - le spiegò il moro con una scrollata di spalle - Devono solo trovare una notizia più allettante della nostra e lasceranno perdere tutto. -
- Mmh - annuì la castana poco convinta, sperava solo di non creare problemi tra Zayn e la sua ragazza, per quanto potesse non sopportarla.
- Ok ok - batté le mani Niall per richiamare l'attenzione degli amici - basta con quella faccia preoccupata Daf, stai creando più problemi tu che Zayn. Ora pensiamo alla cena, prima che si freddi tutto. -
- Dafne? - la richiamò Harry - Vedi il lato positivo, sei fotogenica. - 

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Capitolo 14
*** Are you ok? ***


Da quando erano uscite le foto di Dafne e Zayn sui giornali, qualche giorno prima, la castana era perseguitata da un continuo nervosismo, dovuto alla preoccupazione di poter creare problemi al ragazzo; anche se il management si era mostrato "stranamente" calmo,a detta degli amici, rispetto alla notizia, lei continuava ad essere leggermente irrequieta. Perrie era partita con le altre componenti delle Little Mix, diretta in America, esattamente il mattino dopo la serata al Funky Buddha e sicuramente aveva visto su qualche giornale le foto che erano state scattate a lei e Zayn; quest'ultimo, inoltre, aveva passato vari pomeriggi continuamente al telefono con la bionda, mantenendo inspiegabilmente sempre un'espressione impassibile e talvolta alterandosi a causa delle "stronzate", così definite dal moro, che lei diceva.
- Terra chiama Dafne. - disse Rebecca sventolando una mano davanti alla faccia dell'amica, la quale si era incantata ad osservare un punto impreciso davanti a sé, persa tra i mille pensieri che le affollavano la mente.
- Hey, scusa...mi sono distratta - le sorrise - Dicevi? -
- Lo sei un po' troppo ultimamente. - commentò perplessa la mora - In ogni caso dicevo di essere contenta che oggi abbiamo un po' di tempo da dedicare a noi due. Ultimamente, per una cosa o per un'altra, non stiamo mai da sole anche solo per perdere tempo, come facevamo prima. - 
Effettivamente, per quanto vivessero nella stessa casa, da quando si erano trasferite dai ragazzi difficilmente riuscivano a stare da sole; non che la compagnia degli altri a loro dispiacesse, anzi era un continuo divertimento, però, avevano semplicemente bisogno di un momento da dedicare a loro stesse, a Dafne e Rebecca.
- Già. - le diede ragione la castana - Io proporrei di prendere una bella cioccolata calda da Starbucks e poi di andare al parco. Che ne dici? -
- Ma fa freddo...- mugugnò la mora.
- Oh, sempre a lamentarti.Ti riscalderai camminando o,se vuoi, potremmo sempre correre fino alla caffetteria...- 
- No grazie, mi va bene la passeggiata. - rise Rebecca spingendo di poco l'amica.
Stavano camminando da un bel po' sorseggiando le loro cioccolate, mentre stringevano i rispettivi bicchieri con entrambe le mani come a voler assorbire più calore possibile, e chiacchierando del più e del meno, come se non sapessero già tutto luna dell'altra, poi. Una ventata gelida le colpì dritte in viso, scompigliando i loro capelli e facendole rabbrividire: sarebbe stato difficile adattarsi a quel clima così freddo di Londra, dal momento che nel sud Italia non vi erano minimamente abituate. Adocchiarono una panchina libera poco lontano da loro e vi si diressero  nella speranza che nessuno la occupasse: nonostante facesse così freddo e il tempo minacciasse di piovere, il parco era davvero affollato; proprio nel momento esatto in cui stavano per sedersi una mano picchiettò la spalla di Dafne la quale si girò interrogativa, domandandosi chi potesse essere. Due ragazze, di qualche anno più piccole di loro, le stavano osservando curiose e quasi...imbarazzate.
- Vi serve qualcosa? - chiese la castana con gentilezza.
- Beh...su chiediglielo. - disse una delle ragazzine incitando quella accanto.
- Mhm...volevamo chiedervi una cosa...siete voi che...che vivete con i ragazzi? - domandò allora l'altra.
Dafne e Rebecca si scambiarono uno sguardo interrogativo, tanto che chiesero alle due di essere più precise.
- I One Direction. Vivete con loro? - parlò la prima che aveva aperto bocca, questa volta con più sicurezza.
- Si siamo noi...- rispose incerta Rebecca. 
- Oh...figo! - esclamò una sorridente - Hai visto? Avevo ragione! - fece battendosi le mani prima di riprendere a parlare, questa volta rivolgendo la sua totale attenzione a Dafne che, per un attimo, la osservò spaesata - Stai con Zayn? -
- Come? - domandò con voce particolarmente acuta la castana, anche se aveva perfettamente compreso ciò che le era stato chiesto.
- Abbiamo visto le foto e sono sicura sia tu quella ragazza. Allora, state insieme? - 
Rebecca tentò di trattenere una risata, ma con scarso successo tanto che Dafne le riservò un'occhiata in tralice prima di affrettarsi a rispondere - No, Zayn ed io siamo solo amici. La foto...stavamo solo parlando, ecco. - chiarì.
- Peccato. - bofonchiò l'altra ragazzina, rimasta in silenzio fino a quell' istante - Sareste stati una bella coppia. - le sorrise e la castana si trovò a ricambiare, quasi arrossendo - Ora dobbiamo andare, è stato un piacere conoscervi e scusate se vi abbiamo disturbate. -
- Oh non preoccupatevi, anche per noi è stato un piacere incontrarvi - replicò la castana, alzando anche una mano per salutarle.
Le due italiane furono avvolte per qualche secondo dal silenzio, per quanto in un parco ce ne potesse essere, finché non si sentì forte e chiara la risata di Rebecca.
- Si può sapere ora che ti prende? - chiese Dafne indispettita, senza però ricevere alcuna risposta - Allora? - insistette.
- Oh, dovevi vedere la tua faccia quando ti hanno chiesto di Zayn. Sembrava avessi una paresi facciale, eri davvero inquietante. - le spiegò l'amica, tentando di calmarsi.
- Non dire stupidaggini...ero solo sorpresa che ci avessero riconosciute. Tutto qui. - disse - E smettila di ridere così sguaiatamente, ci guardano tutti. - le intimò Dafne mentre si alzava, contagiata questa volta da Rebecca, che subito si affrettò a raggiungerla sistemandosi alla meglio la sciarpa intorno al collo.
Ripresero a camminare per le vie del parco, senza avere una meta precisa; semplicemente si guardavano intorno, ammirando il paesaggio che le circondava.
- Daf? - attirò Reb la sua attenzione.
- Mmh. - fu l'unico verso che la castana emise, sapendo che l'amica avrebbe capito di dover continuare a parlare.
- Avresti voluto fosse vero? - chiese la mora, mentre osservava un bambino appena caduto dallo scivolo. 
- Cosa? - chiese, non avendo chiaro cosa intendesse Rebecca.
- Avresti voluto che il bacio, che tu e Zayn sembrava vi foste dati, fosse vero? - si spiegò voltandosi nella sua direzione. Dafne sgranò gli occhi e per qualche secondo boccheggiò, ma  subito riprese il controllo di sé - No! Ovviamente no! Che ti salta in mente!- disse infatti - Perché me lo chiedi? - 
- Così...- rispose l'amica scrollando le spalle e nascondendo un sorriso - Era per sapere. -
 
 
Quando rientrarono a casa nel pomeriggio le due ragazze trovarono Louis, Harry e Niall seduti sul tappeto intenti a giocare a Battlefield, mentre si lasciavano andare in commenti poco appropriati e imprecazioni varie.
- Ragazzi...! -sussurrò Rebecca alzando gli occhi al cielo, chiudendosi la porta di casa alle spalle - Non riescono proprio a trattenersi...-
- Si! Ho vinto! - esultò improvvisamente Niall, saltando in piedi - Inchinatevi, stolti. -
- Secondo me imbrogli. Non puoi aver vinto sei partite di fila...- disse Louis, alle cui parole Harry si ritrovò ad annuire. 
- O forse siete voi ad essere...scarsi. Molto scarsi. - li derise il biondino - Ora scusate, la vittoria mi ha messo appetito, vado a prepararmi uno spuntino. Oh, ciao ragazze, siete tornate. - 
- Ciao, Horan. Nuovo record? - domandò Dafne salutandolo con un abbraccio.
- Nah, niente di nuovo. Li ho solo stracciati per l'ennesima volta. - rispose, per poi sparire in cucina.
Rebecca, intanto, aveva sfilato la propria giacca, lasciando cadere a terra la borsa per poi sedersi scompostamente su uno dei divani al centro del salotto. Quel giorno lei e l'amica non avevano fatto niente di che, ma era ugualmente stanca: avrebbe voluto stendersi sul letto e dormire fino al mattino seguente, ma sapeva che quello sarebbe rimasto semplicemente un sogno irrealizzabile. Ad un certo punto sentì un tonfo, segno che qualcuno si era seduto accanto a lei con non molta delicatezza; la mora non ebbe neanche bisogno di voltarsi per capire chi fosse: solo Dafne sbuffava in quel modo così strano, emettendo un suono alquanto divertente, e per giunta  lo stava facendo da quando erano uscite. 
- La smetti? Mi stai irritando. - bofonchiò Rebecca, girandosi finalmente a guardarla.
- Irritati, allora. - disse Dafne con un sorriso, che di dolce non aveva niente, tanto che la mora alzò entrambe le mani come in segno di resa, mostrando di non voler più continuare quella conversazione. Intanto, Harry e Louis erano rimasti in piedi al centro della stanza a fissarle curiosi e le due quasi sembravano non essersi accorte della loro presenza; poi un'idea brillante attraversò la mente del più grande del gruppo. Bisbigliò qualcosa all'orecchio dell'amico, il quale sentendolo parlare rise sommessamente, e insieme presero una rincorsa, urlando cose senza senso, per poi buttarsi a peso morto addosso alle ragazze che lanciarono un urlo, sia per lo spavento sia per il colpo ricevuto.
- Siete per caso impazziti? - sbottò Dafne, cercando di mantenere un'espressione seria anche se un sorriso minacciava di comparirle sul viso: i suoi amici erano letteralmente dei bambini. Andare in un asilo, forse, sarebbe stato anche meglio.
- Volevamo semplicemente mostrarvi tutto il nostro affetto. Non siete contente? - domandò Louis con una faccia da angioletto.
- Per niente. - disse Rebecca - E ora alzatevi, su. - 
- Ma come? Avete l'onore di essere a stretto contatto con due ragazzi super famosi e super belli e ci mandate via così? - chiese Harry, come se il pronunciare quelle parole avesse potuto far addolcire le ragazze.
- Ehm, più che altro direi super cretini. - aggiunse Dafne alzando un sopracciglio e beccandosi una tirata di capelli da parte di un Louis alquanto indispettito.
- Confermo la mia ipotesi: sei un cretino. - fece Dafne, spingendolo via dalle sue gambe e facendolo cadere con il sedere a terra, provocando le risate di Rebecca e di Harry che si stava sollevando dal corpo della mora per non pesarle ulteriormente. Louis stava per risponderle e probabilmente non le avrebbe detto niente di gentile, dato che si era fatto piuttosto male, ma non ebbe neanche il tempo di formulare una frase di senso compiuto nella sua testa che la sua attenzione, e quella degli  altri tre, fu catturata da due figure che scendevano dal piano superiore: Zayn e Perrie. - Hey amico! Perrie...- li salutò infatti. Il moro sorrise e altrettanto fece la bionda accanto a lui, la quale salutò tutti. Tutti tranne Dafne, alla quale rivolse un'occhiata scocciata prima di andare in cucina. Zayn le mimò uno "scusa" con le labbra e lei si ritrovò a sorridergli per fargli capire che era tutto ok. Quando anche il ragazzo scomparve nella stanza di fronte, la castana ritornò a prestare attenzione ai tre che erano lì accanto a lei.
- Le sei proprio simpatica, devo dire. - ridacchiò Harry, sedendosi sul tappeto di fronte a lei.
- Già...- disse Dafne.
- Guarda il lato positivo, sei fortunata. Noi dobbiamo continuare a sopportarla. - le sussurrò il riccio nella speranza di non essere sentito e facendo sorridere l'amica.
- Esatto! Non dovrai subirti i suoi sproloqui su unghie, make-up e tinte per capelli. - intervenne Rebecca arricciando la bocca in maniera buffa e spostandosi teatralmente una ciocca di capelli all'indietro.
- Beh, vado a fare una doccia. - comunicò Dafne pensierosa avviandosi alle scale - Salgo di sopra. - 
- Vedi di non finire il mio shampoo! So che lo stai usando tu! Vorresti avere capelli fantastici come i miei, ma è fatica sprecata bella mia, non ci riuscirai mai! - affermò Louis prendendola in giro, ma venendo completamente ignorato dalla castana.
- Ah e non passare troppo tempo in bagno. Sembrava ci fosse la nebbia, l'altra volta, con tutto quel vapore e i miei amati ricci hanno fatto una brutta fine. - aggiunse Harry alzando di poco la voce, nella speranza che l'amica riuscisse a sentirlo. E Dafne lo sentì, così come poté ascoltare il commento di scherno fatto da Reb  riguardo quella specie di nido per uccelli che il riccio aveva in testa. Dafne rise: certo che lì tutti i suoi amici avevano una strana fissa per i capelli.
Nell'ora che seguì, quella che fece fu forse una delle docce più belle di sempre; aveva acceso lo stereo iniziando a canticchiare e si era totalmente rilassata sotto il tocco leggero dell'acqua calda; inoltre, aveva anche "preso in prestito" un po' dello shampoo di Lou perché era davvero buono e profumato, ma non glielo avrebbe mai confessato. Dopo ben cinquanta minuti, Dafne si era decisa ad uscire dalla doccia coprendosi con un asciugamano; il vetro dello specchio era tutto appannato e anche i muri bianchi intorno erano ricoperti di tante goccioline: probabilmente anche quella volta Harry si sarebbe arrabbiato, e la ragazza rise a quel pensiero. Non appena mise piede fuori dal bagno, con ancora indosso l'asciugamano, rabbrividì al contatto con l'aria fredda che c'era nel corridoio, così a passo svelto si diresse verso la sua camera, desiderosa di vestirsi con qualcosa di pesante. 
- Hey! - esclamò una voce, facendo bloccare Dafne nel momento esatto in cui stava per abbassare la maniglia della porta e facendola voltare - Scusa per prima...sai Perrie è fatta così, e anche un po' gelosa. - disse Zayn, guardandola imbarazzato. E non capiva il motivo per cui si sentisse così: se per il comportamento poco educato della bionda o perché la ragazza davanti a lui aveva semplicemente un asciugamano addosso.
- Non fa niente, Zayn. - lo rassicurò  lei - La capisco, anche io mi sarei ingelosita e comportata così al posto suo. -
Zayn, sentendo quelle parole, le sorrise furbo e, probabilmente, anche compiaciuto. 
- Cioè...non che sia gelosa di te, eh! - riprese a parlare - Dicevo in generale! Ora entro in camera, prima che mi becchi un raffreddore. Ci si vede! - affermò Dafne velocemente chiudendosi la porta alle spalle, senza neanche dare al moro il tempo di replicare.
"Ci si vede?" si ritrovò a pensare la castana "Abitiamo nella stessa casa e questa è la cosa migliore che mi è uscita?". Sbuffò.
 Ritrovata dopo poco la sua tranquillità e ripresasi da quel momento di imbarazzo, che tra l'altro non riusciva a spiegarsi, si cambiò indossando una tuta per casa e iniziando a sistemare la camera: se sua madre l'avesse vista, probabilmente sarebbe andata fuori di testa. C'era il caos totale, e poi rimproverava Rebecca!
- Devi sentirti realizzata, ora! - disse una voce sulla soglia della sua camera. Dafne si girò e vide Perrie con le braccia incrociate al petto che la guardava infastidita. Aveva dimenticato fosse ancora di sotto.
- Come scusa? - 
- Oh, non fare l'ingenua con me. Ho capito fin da subito che tu e la tua amichetta non vedevate l'ora di finire su qualche rivista e avere il vostro momento di fama. E quale cosa migliore che adescare i One direction? - continuò con aria saccente.
- Sei completamente fuori strada. - la interruppe la castana - Abbiamo incontrato i ragazzi per caso. E non sapevamo neanche chi fossero...-
- Certo, e ti aspetti che io ti creda? -
- Che tu mi creda o no non è affare che mi riguardi, anzi detto sinceramente non mi interessa. Puoi pensare quello che vuoi, ma non venirmi a dire certe cose; anzi tra noi due forse sei proprio tu quella che approfitta della sua posizione, o sbaglio? - domandò alzando un sopracciglio in segno di sfida.
- Senti ragazzina! - esclamò Perrie entrando finalmente nella stanza e avvicinandosi al letto - Non ti permetto di parlarmi così! Sono più grande di te e dovresti portarmi rispetto. -
- Guarda che abbiamo solo un anno di differenza - le spiegò Dafne lentamente, come se stesse parlando con un bambino - e qui l'unica che si comporta da ragazzina sei tu: stai facendo dei discorsi assurdi. E il fatto che tu sia venuta qui da me per dire certe cose solo perché non ti senti più al centro dell'attenzione, non è altro che una conferma al tuo comportarti da ragazzina...nonostante la tua "veneranda" età ovviamente. - concluse incrociando le braccia al petto. Quell'ultima frase della castana  trasudava scherno a tutta forza  e fece andare fuori di testa Perrie la quale, dopo qualche attimo di silenzio, riprese a parlare - Fossi in te mi leverei quel sorrisetto dalla bocca. Non hai idea di chi ti sei messa contro. -
- Ma se stai facendo tutto da sola. Non so se te ne sei accorta, ma non ti ho mai considerata più di tanto dati i tuoi atteggiamenti da prima donna mancata. Anzi, ho anche provato ad essere gentile dato che sei la ragazza di Zayn, ma poi ogni volta mi fai ricredere sul mio comportamento. Neanche fossi la figlia della regina Elisabetta! Ora se permetti ho delle cose da fare, quindi esci dalla mia camera. - disse Dafne esasperata da quella conversazione, indicandole la porta con la mano e sorridendo falsamente.
La bionda di fronte a lei grugnì qualcosa di incomprensibile, si passò una mano tra i capelli e fece per andarsene; mentre si voltava, però, vide la chitarra della ragazza che tanto non sopportava appoggiata al muro poco distante da lei, e subito un'idea le balenò nella mente. Con calma si avvicinò allo strumento e lo prese tra le mani, sotto gli occhi interrogativi di Dafne che non capiva cosa volesse fare. Tutto accadde in un attimo. Perrie aveva gettato la chitarra a terra con forza, facendola rompere, dopodiché ci era salita sopra con quelle sue orrende scarpe con il tacco, facendola spaccare ulteriormente - Giusto, per rendere più chiaro il concetto. - ghignò - E sta lontana da lui! -
Dafne si sentì morire e le lacrime stavano per uscire, ma si trattenne, non doveva darle alcuna soddisfazione. - Esci! Esci subito da qui! - tuonò, come mai aveva fatto prima - Vattene o potrei non rispondere di me. - 
Perrie non se lo fece ripetere due volte e si voltò per andarsene, questa volta sul serio; nell'uscire dalla stanza andò a sbattere contro Niall che stava passando lì fuori evidentemente diretto in bagno. 
- Fa più attenzione Horan! La tua sbadataggine comincia a darmi sui nervi. - ringhiò la bionda prima di oltrepassarlo e scendere al piano inferiore. L'irlandese alzò le mani come a volersi scusare e poi si girò verso la porta della camera di Dafne rimasta aperta: vide lei al centro della stanza, con i capelli disordinati, la sua immancabile tuta e i piedi nudi che poggiavano sul parquet, fissare priva di espressione qualcosa sul pavimento. Niall si avvicinò senza però entrare e vide la chitarra dell'amica completamente distrutta - Ma cos...- provò a dire, ma fu interrotto dalla ragazza che gli andò incontro  - Non è successo niente. Ora scusa, ho da fare e ho bisogno di stare sola. - disse chiudendo poco delicatamente la porta in faccia all'amico e lasciandosi poi scivolare contro di essa una volta che fu rimasta sola. Quello che l'arpia aveva rotto non era un semplice strumento musicale: era la chitarra che il padre le aveva regalato tanti anni prima, quando aveva deciso di prendere lezioni. E Dafne l'aveva trattata con delicatezza, sempre, quasi come se fosse stata la sua bambina. - Accidenti! - sibilò con rabbia sbattendo un pugno contro la porta - Accidenti! - ripeté eseguendo lo stesso gesto di qualche secondo prima, questa volta però colpendo la mano con più forza e facendosi male. Le scappò una lacrima e poi un'altra ancora, finché non iniziò a piangere, nonostante avesse provato a trattenersi. Si odiava per essere così  debole per delle sciocchezze certe volte, ma che diavolo! Era un regalo dal valore sentimentale inestimabile!
Niall, intanto, era rimasto fuori la camera ancora perplesso per ciò a cui aveva assistito; quando sentì quei due colpi e subito dopo un singhiozzo provenire oltre la porta si preoccupò, così provò ad entrare, ma Dafne non glielo permise rassicurandolo però sul fatto che andasse tutto bene. Anche se non se la bevve, l'irlandese decise di lasciarla sola, proprio come le aveva consigliato Rebecca tempo fa: quando avrebbe voluto parlarne, sarebbe andata lei da loro.
 
 
Al piano inferiore, intanto, tutti stavano chiacchierando e preparando il necessario per la cena tra una risata e l'altra; ovviamente in compagnia di  una Perrie che come al solito prestava attenzione solo al fidanzato e con il resto del gruppo che, invece, non faceva altro che ridere e scherzare, soprattutto per le battute stupide di Louis. - Daf che fine ha fatto? Credo siano passate un paio d'ore da quando è andata di sopra. - chiese quest'ultimo.
- Forse si sarà addormentata...- ipotizzò Niall, che non era propriamente certo di poter parlare a tutti di quello che aveva visto poco tempo prima. 
A poca distanza da lui, Perrie aveva assunto un sorriso compiaciuto, ma nessuno se ne accorse perché proprio in quell'istante la castana fece il suo ingresso in cucina.
- Hey bella! - la salutò Julie felice, per poi chiederle sorpresa - Esci? - 
Dafne, infatti, dopo aver trascorso un bel po' di tempo nella sua camera a fissare il vuoto e a giocherellare con alcuni pezzi della chitarra rotta, aveva deciso di uscire per fare una passeggiata: l'aria fresca di dicembre le avrebbe fatto decisamente bene. Così aveva indossato un paio di leggings neri e un maglione bianco, gli anfibi e il suo amato parka verde militare. 
- Si. Vado a fare un giro.- rispose seria, senza neanche accennare un sorriso, cosa che non passò inosservata ad alcuno dei presenti.
- È tardi Daf. - le disse Rebecca - E la cena è quasi pronta...- 
- Oh, non ho fame, tranquilla. Nel caso mangerò qualcosa per strada.- rispose avvicinandosi silenziosamente, sotto gli occhi di tutti, all'isola per versarsi un bicchiere d'acqua.
- Che hai fatto alla mano? - chiese d'un tratto Harry osservando quella con cui lei stava mantenendo la bottiglia: aveva le nocche tutte arrossate e già si poteva notare l'accenno di un ematoma. Dafne sgranò gli occhi dandosi della stupida per non essersela coperta e per non aver preparato una scusa decente da propinare ai suoi amici; certo avrebbe spiegato che si era fatta male in seguito ad un moto di rabbia, ma tutto a suo tempo e in quel momento non aveva minimamente intenzione di parlare con nessuno. Così, tentò di ritrarre velocemente la mano per infilarla nella tasca del parka, ma fu bloccata da Zayn che se l'avvicinò al viso per osservare meglio il rossore - Si può sapere cosa hai combinato? - le chiese guardandola apprensivo, ma lei, ancora una volta gli riservò uno sguardo vuoto, accompagnato da una scrollata di spalle; poi si rivolse alla sua migliore amica tentando di sorriderle per tranquillizzarla, ma probabilmente le uscì una semplice smorfia. Ormai era chiaro a tutti che non volesse dare alcun tipo di spiegazione, così chi con un sospiro di rassegnazione chi di preoccupazione, nessuno fece più domande e Dafne ne approfittò per avviarsi alla porta, ma Louis la fermò - Andiamo, non vorrai uscire da sola a quest'ora...possiamo fare una passeggiata tutti insieme dopo, magari. Che ne dite? - domandò il ragazzo al resto del gruppo.
- Forse non sono stata chiara...- iniziò titubante la castana, allontanandosi dall'amico - Vorrei stare da sola. Quindi noi ci vediamo dopo. - e detto questo, senza salutare nessuno uscì di casa.
- Ma che le è preso? - domandò ad un certo punto Liam voltandosi, come tutti gli altri, nella direzione di Rebecca nella speranza che questa potesse dargli una riposta.
- Io...non ne ho idea...- disse solamente la mora con espressione accigliata.
 
 
- Non credete dovremmo andare a cercarla? - sospirò Louis con la testa appoggiata sulle braccia incrociate comodamente sul bancone della cucina. 
Ormai avevano finito di cenare da un bel po' e Perrie era stata riaccompagnata a casa; avevano chiacchierato dello strano  comportamento di Dafne, ponendosi mille domande diverse, ma senza trovare alcun tipo di spiegazione.
- Non risponde neanche al cellulare...ed è mezzanotte passata...- aggiunse il ragazzo.
- Basta, vado a cercarla. - disse Rebecca alzandosi dallo sgabello, seguita all'istante da Zayn seduto accanto a lei - Vengo con te! -
Non ebbero neanche il tempo di avvicinarsi alla porta che questa con uno scatto si aprì, mostrando una Dafne piuttosto infreddolita e con il naso arrossato per l'aria gelida della serata. - Che ci fate voi due impalati lì? - chiese mentre si sfilava la giacca.
- Noi...non rispondevi al cellulare e stavamo vendendo a cercarti. - le spiegò il moro.
- Ci hai fatti preoccupare. - aggiunse poi l'amica, guardando con attenzione la castana.
- Oh, scusatemi, non mi sono resa conto di aver camminato così a lungo. - affermò tranquillamente avviandosi in cucina e sedendosi di fronte a Louis, togliendogli dalle mani la tazza di thè che stava bevendo per prenderne lei un sorso.
- Stai bene? - le chiese allora l'amico -prima non avevi una bella cera.-
- Certo che sto bene, ragazzi. - esclamò Dafne facendogli un occhiolino - Ora vado in camera, sono molto stanca. - e detto questo si alzò e uscì dalla stanza, non prima aver dato un bacio sulla guancia a Rebecca e un pacca sulla spalla a Zayn e Louis.
- Beh...magari ha solo il ciclo. Voi donne avete sempre strani comportamenti in quel periodo...- borbottò il ragazzo dagli occhi azzurri, facendo lievemente sorridere la mora.
- Già...- annuì Reb, anche se era perfettamente cosciente che quella non fosse una reale motivazione.
- Su andiamo a dormire anche noi. - propose Louis, incitando i due amici a seguirlo al piano superiore.
 
 
 
- Buongiorno. - biascicò una Rebecca assonnata e con ancora il pigiama addosso, entrando in cucina desiderosa di prepararsi una tazza fumante di caffè. Niall ed Harry, gli unici ad essersi già svegliati, la salutarono con un cenno del capo, ancora troppo privi di forze per poter formulare delle frasi di senso compiuto. - E quelli? - domandò ridacchiando la mora, riferendosi ai calzini azzurri con gli unicorni che stava indossando il riccio, il quale subito tentò di sottrarli allo sguardo derisorio della ragazza.
- Me li ha regalati mia sorella Gemma - borbottò lui - e sono comodi. Non prendermi in giro, Louis già ha dato il meglio di sé quando li ha visti la prima volta. - aggiunse poi, corrugando le sopracciglia.
- Io non ho detto niente...- disse Rebecca alzando entrambe le mani - hai fatto tutto da solo. - rise.
- Buongiorno! - li interruppe la voce di Dafne, mentre li raggiungeva già vestita e truccata, con la borsa poggiata sulla spalla.
- Hey...- la salutarono in coro.
- Già esci? - domandò Niall - I corsi oggi non iniziano nel pomeriggio? -
- Bravo Horan! Te ne sei ricordato! Comunque si, devo seguire oggi pomeriggio...ma ho pensato di uscire già ora a fare un giro. Magari passo da Mark e vedo se ha bisogno di una mano in negozio. - spiegò allungandosi a prendere dal centro della tavola un muffin al cioccolato e portandolo alla bocca per dargli un morso - Ci vediamo stasera, a dopo! -  
- Non le hai parlato? - chiese dopo un po' Harry rivolto a Rebecca - La tua amica è strana...- 
- Ieri sera quando è tornata in camera ho provato a raggiungerla, ma mi ha detto che era troppo stanca e che ne avremmo parlato stamattina...ma evidentemente neanche ora ne aveva voglia. - disse Rebecca sospirando e beandosi poco dopo del calore rilasciato dal sorso di caffè che aveva appena preso.
Niall, intanto, stava combattendo una lotta interiore, indeciso se raccontare o meno l'episodio a cui aveva assistito di Perrie e Dafne; non voleva essere invadente o che, ma era pur sempre una sua amica e quel suo essere impassibile dal giorno precedente lo stava leggermente preoccupando così, tra uno sbuffo e l'altro, aveva  deciso di condividere una parte di quei suoi dubbi con la mora e il riccio.
- Ragazzi...- iniziò il biondo attirando la loro attenzione - forse so cosa è successo. - 
- Ovvero? - chiese Rebecca perplessa. 
- Ieri pomeriggio, mi trovavo di sopra, e passando fuori la camera di Dafne ho urtato Perrie che stava uscendo proprio da lì, nervosa come al solito. Penso che quella ragazza mi odi, ogni volta che mi vede inizia a blaterar...- 
- Niall! - lo interruppero Harry e Rebecca scocciati, invitandolo a continuare.
- Dicevo...Perrie era piuttosto incazzata e quando poi mi sono affacciato nella stanza di Daf ho visto la sua chitarra rotta in mille pezzi a terra...non ha voluto parlare con me, ha chiuso subito la porta. Sono rimasto ad aspettarla fuori, indeciso su cosa fare, e all' improvviso ho sentito dei colpi...credo sia per questo che ha quel livido sulla mano.
- Tu...tu credi abbia rotto lei la sua chitarra? - domandò basito Harry. 
Niall annuì.
- Che gran...! Dio, era la sua prima chitarra. Un regalo del padre, per giunta! Ci credo sia così giù di morale...- borbottò la mora presa dal nervosismo.
- Ne hai parlato con Zayn? - chiese poi il riccio all' irlandese.
- No e non so se farlo. In fondo Daf non ha voluto parlarne con nessuno e forse non spetta a noi farlo. - spiegò lui.
Rebecca si ritrovò ad annuire a quelle parole: non era compito loro parlarne. 
 
- Ragazzi, io salgo a cambiarmi e vado a fare la spesa ...- inizió la mora. 
- Vengo con te mallow - disse il pakistano che era appena entrato in cucina per fare colazione. 
- Grazie, anche perché lo sai che mi annoio da sola e poi odio portare le buste...- spiegò, facendo intendere all'amico che avrebbe dovuto portare lui tutti gli acquisti.
- Ho capito, dovrò fare io il lavoro sporco. - borbottò il moro.
- Hai capito bene! - gli sorrise angelica Reb - Andiamo? -
- Vengo anche io. - esclamò Harry alzandosi - Così ti do una mano, amico. Già me la immagino a fare la dittatrice, " Prendi questo", "Prendi quello"! - scherzò tentando di imitare la voce della ragazza.
- È proprio così che fa, infatti. - disse Zayn  sconsolato, passandosi una mano sulla faccia.
- Guardate che vi sento! - urlò Rebecca mentre saliva le scale - Muovetevi e andate a preparavi! -
 
 
- Harry, prendi quei cereali al cioccolato sul terzo scaffale. - fece la mora.
- Ma anche questi sono al cioccolato...- tentò il riccio agitando la scatola che aveva preso dal ripiano accanto a sé. 
- Ma non sono quelli che ti ho chiesto. - gli spiegò serafica, facendolo sbuffare. 
- Hazza, forse facevi meglio a rimanere a casa. La mia mallow ha gusti difficili. - rise Zayn abbracciando la ragazza. 
- Bravo, tu si che hai capito. A proposito, hai preso gli assorbenti per me e Dafne? Quelli con le ali. - domandò poi la mora.
- Assorbenti? Ali? - chiese il moro lanciando uno sguardo confuso all'amico che se la rideva.
- Si, quelli rosa. Te l'ho già detto prima. -
- Devo prenderli proprio io? Non puoi farlo tu? - disse imbarazzato.
- Su non fare storie, siamo ancora a metà del lavoro.. - disse dandogli una leggera spinta e tornando a guardare la lista della spesa, mentre il ragazzo si avviava tra i corridoi del supermercato borbottando qualcosa di incomprensibile. Poteva sembrare una passeggiata, ma occuparsi di cibo e cose varie per tante persone che vivevano in una così grande casa era davvero stressante. Del compito, prima se ne occupavano le domestiche, ma dopo il loro arrivo Dafne e Rebecca avevano deciso che sarebbero state loro a gestire quel tipo di faccende insieme a Julie: almeno sarebbero state di aiuto in qualche modo ai ragazzi.
La mora aveva appena spuntato tutto il necessario per la colazione, quando Harry le si avvicinò - Come lo vedi? - 
- Cosa? - chiese Rebecca perplessa, mentre concentrata cercava di capire cos'altro potesse servire in casa.
- Zayn, intendo...per quanto non sia compito nostro parlargliene ha il diritto di sapere ciò che è successo. - disse lui.
- Sapere cosa? - domandò curioso Zayn, sbucando improvvisamente alle spalle dei suo amici e avvicinandosi al carrello per posare ciò che la mora gli aveva chiesto di prendere.
- Cavolo! - sussurrò Rebecca lanciando un'occhiata di fuoco al riccio. Ora che scusa avrebbero potuto trovare?
- Ehm...niente di importante...- 
- Parlate! - disse con tono duro e serio. Aveva capito che i suoi suoi due amici gli stessero nascondendo qualcosa; lo aveva intuito nel momento esatto in cui Harry aveva borbottato incerto quel "niente" guardandosi intorno senza mai soffermare lo sguardo su un punto preciso, come se volesse evitare di incrociare i suoi occhi. E lo aveva capito osservando l'espressione omicida che Rebecca aveva rivolto al riccio: la stessa che aveva più volte rivolto a lui, a Dafne o agli altri ragazzi quando facevano o dicevano qualcosa di inopportuno. Conosceva entrambi  così bene da aver capito, osservando dei particolari che ad altri forse sarebbero sfuggiti, che qualcosa li turbava e li conosceva abbastanza bene da sapere che, con un po' di insistenza e qualche sguardo severo, li avrebbe fatti cedere. E così fu: dopo qualche attimo di titubanza, infatti, i due ragazzi si convinsero che raccontare tutto all'amico sarebbe stata la cosa giusta.
Dopo aver spiegato tutto ciò che Niall aveva riferito loro quella mattina, Harry e Rebecca rimasero a fissare in silenzio Zayn, dalla cui faccia non traspariva alcuna emozione: era semplicemente rimasto immobile, di fronte a loro, a fissare il vuoto con le sopracciglia leggermente aggrottate, di chi ha l'aria di star pensando tanto. Poi chiuse gli occhi e prese un sospiro, come a tentare di calmarsi,  tanto che in quel momento gli amici  temettero stesse per sbottare, ma  accadde esattamente il contrario: dopo aver salutato velocemente i due che lo stavano osservando curiosi, uscì dal supermercato a passo svelto, sapendo esattamente cosa avrebbe dovuto fare.
Intanto, il riccio e la mora erano rimasti all'interno circondati dagli scaffali grigi e colmi di cibo, domandosi cosa sarebbe successo - Beh, non ha reagito bruscamente come mi aspettavo...- interruppe Harry il silenzio.
- Già...- disse pensierosa Reb - mi aspettavo una reazione un po'...diversa. - 
- Capiremo tutto quando torneremo a casa. Ora finiamo questa spesa, forza . - affermò il riccio poggiando un braccio sulla spalla di lei per incoraggiarla a proseguire.
Stavano ormai discutendo da circa dieci minuti su quale tipo di marshmallow  acquistare, se quelli bianchi di forma cilindrica o quelli colorati e dalle forme più strane, quando una voce familiare li interruppe - Hey! - 
I due ragazzi si voltarono curiosi per poi aprirsi in un sorriso - Ciao Thomas - lo salutò Harry andandogli incontro e dandogli una pacca sulla spalla - Come sta Mark? È da un po' che non passo al negozio a salutarlo. -
- Sta bene. Proprio l'altro giorno stava borbottando qualcosa sul fatto che vi foste dimenticati di lui e che avrebbe dovuto farvi una bella ramanzina. - gli sorrise, mente si avvicinava a Rebecca per abbracciarla e facendo, inconsapevolmente, irrigidire il riccio.
- Allora Reb...riguardo ciò di cui abbiamo parlato l'altra volta...ti va di uscire insieme domani sera? - chiese il ragazzo titubante. A quelle parole Harry sgranò gli occhi: l'aveva appena invitata per un appuntamento? Proprio lei? La sua Rebecca? Senza neanche dare il tempo alle rotelle del suo cervello di mettersi in moto, rispose con un secco "No" al posto della ragazza, guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte dei due che aveva di fronte. Rebecca avrebbe voluto tanto staccargli quei ricci così carini e morbidi in quel momento: ogni volta che apriva bocca era in grado di farla innervosire, in un modo o nell'altro; proprio per questo stava per rispondergli a tono e chiedergli perché diamine avesse risposto al suo posto intromettendosi in una conversazione nella quale, chiaramente, non era incluso, ma fu nuovamente interrotta prima ancora di aprire bocca.
- E sentiamo, perché non dovrebbe uscire con me? - domandò Thomas infastidito dall'intervento del riccio, il quale si ritrovò a boccheggiare non sapendo cosa dire. Di certo non avrebbe potuto rispondere "Non potete, perché lei è la mia Rebecca e tu non devi azzardarti ad avvicinarti a lei", come aveva pensato di fare un un primo momento. No di certo, ma che andava a pensare? Rebecca non era sua e non aveva il diritto di essere geloso di lei; perciò ignorando il nervosismo che lo aveva colpito nell'udire l'invito di Thomas e mordendosi la lingua per evitare di dire cazzate che non avrebbero fatto altro che infuriare la mora, pensò subito a qualcosa da dire per giustificare quel "No" pronunciato poco prima come un deficiente - Mm...domani abbiamo un impegno! Non ricordi Reb? Dobbiamo andare tutti insieme in quel pub che ha scoperto Niall qualche giorno fa. - disse tutto d'un fiato, rilassandosi subito dopo per aver trovato una scusa decente.
- Oh, non ricordavo dovessimo andarci proprio domani - iniziò lei titubante - Beh poco male...Thomas, perché non vieni con noi? Più siamo meglio è! Vero Harry? - 
- Si certo...- bofonchiò il riccio, alzando gli occhi al cielo. Grandioso, avrebbe dovuto sorbirselo mentre ci provava con Reb.
- Certo, perché no. - acconsentì il ragazzo, contento per la proposta che lei gli aveva rivolto - Ma sappi che la nostra uscita è semplicemente rimandata. Ora devo andare, prima che zio Mark mi dia per disperso. Ci vediamo domani, ragazzi. -
 
 
- Finalmente abbiamo finito. Non ne potevo più. - disse Emily mentre si alzava dal proprio posto, diretta verso l'uscita dell'aula.
- Fortunatamente questo è stato l'ultimo giorno di lezioni. - sospirò Dafne seguendola.
- È tutto ok? - chiese l'amica posandole una mano sul braccio - Oggi sei stata piuttosto strana. -
- Sono solo un po' stanca...-
- Farò finta che sia solo questo, ignorando il fatto che tu abbia passato queste ore a sbuffare e a rompere in continuazione la punta della matita...perciò, che ne dici di andare a prendere un caffè al bar dell'università, prima di tornare a casa? - propose Emily.
- Ci sto! - accettò sorridente la castana incamminandosi con l'amica nel cortile. 
Erano le sei ed era già buio, le nuvole nel cielo non promettevano niente di buono e c'era sempre quel vento pungente così fastidioso che indusse  Dafne ad avvolgere meglio la sciarpa di lana intorno al collo e a stringersi di più nel suo parka. Non aveva per niente voglia di tornare a casa: magari ci sarebbe stata di nuovo Perrie a cena e, di certo, se l'avesse avuta di fronte con quel suo stupido ghigno a decorarle la faccia, non si sarebbe trattenuta, ne avrebbe dette e fatte di tutti i colori. Forse avevano ragione i suoi amici, era una persona violenta a volte. Solo con le persone che se lo meritavano, ovviamente. Dafne scosse la testa abbozzando un sorriso a quei pensieri leggermente assurdi.
- Daf? - attirò la sua attenzione Emily.
- Si? - chiese la castana mentre colpiva un sassolino con le scarpe, tentando di fargli compiere un percorso ben preciso lungo la pavimentazione del cortile. Lo faceva sempre, da quando era piccola.
- Se ti dicessi che uno di quei ragazzi famosi con cui vivi è appena sceso da una motocicletta e sta venendo verso di noi, che faresti? - 
Dafne corrugò la fronte. Chi poteva essere? 
- Ma che...Zayn...- disse osservandolo sorpresa.
- Beh, direi che possiamo rimandare il nostro caffè. Vedo che sei già impegnata. - le sorrise maliziosa l'amica.
- No Em, non è necessario rimandare...- provò a dire. 
- Io dico di si, invece. Ci vediamo in questi giorni, ok? - la salutò con un occhiolino, prima di allontanarsi verso l'enorme cancello e salutando il moro che si stava avvicinando con un cenno del capo.
- Ciao! - esclamò Zayn una volta che si fu avvicinato, strofinando le mani l'una contro l'altra per riscaldarle.
- Hey...- ricambiò il saluto la ragazza - Che fai qui? - 
- Sono venuto a prenderti, ovviamente! - disse iniziando a camminare con la ragazza verso la moto - Ecco, tieni. - le porse uno dei due caschi che aveva appesi al braccio.
- Potevo tranquillamente tornare con l'autobus, non ce n'era bisogno. - borbottò la castana afferrando il casco. Zayn si voltò a guardarla alzando un sopracciglio - Vuoi davvero andartene con i mezzi pubblici impiegando più o meno un'ora piuttosto che venire con me, quando con la moto ci  impiegheremmo meno della metà del tempo? -
- Ok, hai ragione! - sbuffò Dafne infilando il casco e sistemandosi la borsa in spalla.
- Non c'è di che, piccola. - disse il moro salendo sulla moto.
- Innanzitutto non ti ho ancora detto grazie...- cominciò la ragazza.
- Ma stavi per farlo! - precisò lui.
- E poi, non chiamarmi piccola. Lo detesto. - aggiunse infastidita.
- Agli ordini...piccola. - disse di nuovo e Dafne di tutta risposta gli mollò un pugno sulla schiena, ma Zayn non se ne curò più di tanto; anzi, partì a tutto gas accelerando e uscendo di corsa dal cortile dell'università, facendo quasi perdere l'equilibrio a Dafne aggrappata dietro di lui. Ogni tanto chiedeva di rallentare e si, Zayn l'accontentava, ma dopo poco riprendeva a correre come un pazzo infischiandosene delle lamentele della ragazza e ridendo ogni qual volta lei imprecava, credendo stessero per andare a sbattere contro un'auto o un muro. Dopo aver temuto di rischiare la vita ben cinque volte, Dafne avvertì la moto rallentare sotto di sé e quando finalmente si fermò, senza neanche dare il tempo a Zayn di spegnerla, scese e si tolse il casco, guardandolo furiosa - Sei per caso uscito fuori di testa? Non potevi andare più piano? -
- Quante storie...ho solo corso un poco. - le rispose lui con aria innocente.
- Un poco? Non so se te ne sei reso conto, ma stavamo per schiantarci contro quell'automobile rossa! - affermò tutto d'un fiato, prima di tirare un sospiro nel tentativo di riprendere la calma.
- Ok, giuro che non correrò più...- disse Zayn alzando le mani.
- Sarà meglio per te. - esclamò guardandolo con occhi socchiusi - Ora mi spieghi che ci facciamo qui? - domandò Dafne osservandosi intorno: si trovavano in una stradina secondaria di Londra illuminata dai lampioni e piena di negozietti e locali.
- Beh non avevo voglia di tornare subito a casa...spero non ti dispiaccia. - le spiegò.
- Oh, non preoccuparti. Neanche io avevo tanta voglia di tornare...-
- Chissà perché me lo immaginavo...- sussurrò Zayn tra sé, senza farsi sentire.
- Allora? Che si fa? - domandò poi Dafne curiosa. Il moro le sorrise e le indicò l'ingresso di un locale poco dietro di lei - Si va lì! - 
Il "Painting", questo il nome del posto in cui erano entrati, non era altro che un piccolo bar formato da due salette munite di tavolini e sedie di legno, con un enorme bancone all'ingresso, dietro al quale vi erano due anziani signori, probabilmente marito e moglie, che si occupavano delle ordinazioni. Sarebbe potuto essere un normalissimo bar se alcuni dei clienti presenti non si fossero trovati vicino alle pareti delle sale a dipingere e disegnare.
- Che stanno facendo? - chiese Dafne curiosa.
- Dipingono, non ci vedi? - la prese in giro Zayn.
- Sei davvero un genio Malik. L'avevo capito, solo...perché lo fanno qui? - 
Zayn sorrise, spostandole una sedia per farla accomodare, dopodiché si sistemò di fronte a lei - Li hai visti quei due signori prima? Sono i proprietari: Seth e Linda. - iniziò a spiegare - Hanno voluto creare un luogo diverso dai soliti, dove le persone potessero incontrarsi per chiacchiere e divertirsi, ma anche per dare sfogo alla propria fantasia, proprio come stanno facendo quei ragazzi laggiù. - disse alludendo ad un gruppetto che armeggiava con pennelli vari - Ho scoperto questo posto un paio di anni fa, stavo passeggiando e mi sono riparato qui dentro quando è scoppiato un temporale. Ho pensato fosse un segno del destino, era adatto a me...da allora poi ho iniziato a venire qui regolarmente quando avevo del tempo libero e ho conosciuto bene Seth e Linda, che...beh...mi hanno sempre trattato come il figlio che non hanno mai avuto. - concluse, sorridendo a quel pensiero.
- È...È davvero bellissimo. - affermò Dafne osservando con attenzione le pareti colorate che la circondavano - Grazie, per avermi portata qui e per aver condiviso questo posto...con me. -
- Sei l'unica che avrebbe potuto apprezzare davvero. - spiegò il moro con una scrollata di spalle, poi riprese a parlare - Perché prima hai detto di non voler ritornare subito a casa? -
- Ehm..- Dafne non era del tutto convinta di raccontargli di non voler vedere la sua ragazza e di come questa avesse distrutto la sua adorata chitarra Kim, presa da un moto di gelosia. Cosa avrebbe dovuto dirgli? - Io...ho consumato tutto lo shampoo di Louis e sono sicura che appena tornerò mi sgriderà...e...beh non avevo tutta questa voglia di sorbirmi le sue lamentele. - si inventò, complimentandosi mentalmente per la brillante scusa che aveva trovato - E tu? Perché non avevi voglia di rientrare? - chiese spostando la conversazione da sé sul moro.
- Ho lasciato Perrie. - 
 
FLASHBACK
Mentre si ritrovava a sfrecciare sulle strade londinesi diretto agli studi di registrazione, dove sapeva di trovare Perrie, Zayn non riusciva a capire esattamente cosa provasse al pensiero di ciò che Rebecca gli aveva raccontato. In un primo momento, era convinto di aver provato rabbia, perché una cosa di quel genere non sarebbe mai dovuta accadere; poi aveva sentito tristezza, perché sapeva benissimo quanto Dafne tenesse alla sua chitarra; infine aveva provato pena, perché non credeva che la sua ragazza potesse arrivare ad un gesto del genere.
Appena arrivato agli studi, parcheggiò la moto di tutta fretta e lanciò le chiavi al portiere che ormai conosceva da tempo, pronto a dirigersi al sesto piano dove stavano provando le Little Mix. Entrato nella saletta, si posizionò dietro i fonici facendo segno a Perrie, attraverso la vetrata che aveva di fronte, di uscire appena possibile: lui l'avrebbe aspettata fuori.
Dopo qualche minuto di attesa la bionda  lo raggiunse, salutando il moro con un bacio che, tuttavia, lui non si era sentito di approfondire, anzi aveva preferito allontanarla dal suo corpo il prima possibile e lei se ne accorse. - Che succede, Zayn? - domandò infatti.
- Mi stai davvero chiedendo che succede, Perrie? Sul serio? - chiese con sarcasmo; la ragazza aggrottò le sopracciglia e sembrò non capire.
- Che diavolo ti è saltato in mente? Per quale assurdo motivo hai distrutto la chitarra di Dafne? - riprese a parlare, guardandola con delusione.
- Te l'ha detto lei? - 
- No che non è stata lei! Si trova ad un livello superiore al tuo, tanto da non avermelo raccontato per non metterti nei casini con me. Mi dici che ti è preso? - chiese alzando di poco il tono di voce.
- Mi è preso che da quando è venuta a vivere da voi, qualcosa tra noi è cambiato. Trascorrete tanto tempo insieme e mi trascuri! Lei si sta approfittando di te e della tua fama! Così come quell'altra! - sputò velenosa, tanto che Zayn rimase sconvolto  da quelle affermazioni: come poteva essere arrivata a dire quelle cose con tale leggerezza? 
- Non parlare così di Dafne! - sibilò - Non hai idea di quanto siano umili lei e Rebecca. E comunque, hai rotto la chitarra per un'assurdità del genere?- 
- Ora le difendi pure? Certo, che ho dovuto farlo! Dovevo farle capire a chi appartenessi, Zayn. Tu sei mio e non deve permettersi di avvicinarsi a te, con quella sua aria da ingenua, senza sapere di poterne pagare le conseguenze.- urlò Perrie sbattendo un piede a terra.
- Ma senti cosa dici? Stai parlando di me come se fossi un oggetto qualsiasi! Sei cambiata Perrie...e questa nuova te è troppo diversa da quella che ho conosciuto tre anni fa. Non credo riusciremo a fare molta strada così.-
- Tu...tu...mi stai lasciando? - domandò incredula. Zayn annuì e dopo averlo fatto ebbe la sensazione di essere più leggero, come se qualcuno fosse riuscito a togliergli dalle spalle un macigno che da tempo lo bloccava.
- Credo sia meglio per entrambi.- precisò.
- È per lei vero? Stai buttando tutto all'aria per colpa di quella lì e di una stupida chitarra! - sbottò la bionda agitandosi.
- No, Perrie! No! Dafne ora non c'entra nulla! - spiegò il moro.
- Oh non mentirmi, ti conosco fin troppo bene! Vedo come ogni volta che ti sta intorno la osservi con attenzione, come cerchi in ogni modo un contatto con lei! E so anche che ora  ti senti semplicemente confuso, il nostro lavoro ci stressa. Quindi farò finta che questa discussione non sia mai avvenuta e riprenderemo a stare insieme come abbiamo sempre fatto. -
- Vuoi...vuoi far finta che non ti abbia detto niente? - la guardò accigliato - Mi dispiace, ma non credo di poter continuare. Ti ho amata e sono sicuro che anche tu l'abbia fatto, ma ora non è più come prima...stiamo insieme per abitudine, e anche tu lo sai. - disse Zayn addolcendo il tono di voce - Mi dispiace. - sussurrò di nuovo, dopodiché le diede un veloce bacio sulla fronte e si voltò per andarsene.
- Te ne pentirai! - gli urlò Perrie, ancora alle sue spalle, con voce arrabbiata - Stai buttando all'aria tutto, e quando tornerai da me non ci sarò! - urlò di nuovo, non sapendo  che sul volto di Zayn, mentre entrava in ascensore, era spuntato un piccolo sorriso. 
 
FINE FLASHBACK
 
 
- Ho lasciato Perrie.-
- Oh...mi dispiace...come stai ora? - gli chiese Dafne, spiazzata da quella notizia, poggiando una mano su quella di Zayn che stava giocherellando con un tovagliolo.
- Stranamente...bene, ma ora non mi va di parlarne. - disse lui guardandola. 
Calò per qualche secondo il silenzio, ma il moro subito lo interruppe - Perché non mi hai detto della chitarra? - domandò serio.
- Come...- corrugò la fronte la castana.
- Harry e Rebecca. - spiegò Zayn che,  notando che la ragazza non aveva capito, continuò a parlare - Niall ha visto tutto, l'ha raccontato a loro e loro a me. Ma non è questa la cosa importante. Perché non mi hai detto niente? -
- E cosa avrei dovuto fare, sentiamo! Venire da te e dire "Hey Zayn la tua ragazza psicopatica è venuta da me e ha rotto la mia chitarra e fammi pensare: mi ha minacciata perché crede che tra me e te ci sia qualcosa!" Andiamo, sarebbe stata una scena patetica: la mia parola contro la sua. Ho preferito tacere e far finta di niente. - 
- E da quando tu, Dafne, fai finta di niente? - replicò il moro - Perché sul serio, non capisco come tu abbia potuto nascondermelo.-
- Dio, Zayn - sospirò Dafne strofinandosi gli occhi e probabilmente togliendo quel po' di trucco che le era rimasto dopo quella giornata stressante - Non possiamo finirla qui? Sono stanca e ora ho solo voglia di bere qualcosa di caldo. Quindi, che ne dici di ordinare? -
Il moro annuì e sospirò e si alzò, ritornando dopo poco al tavolo con due cioccolate calde; le bevvero nel totale silenzio, mandandosi occhiate fugaci di tanto in tanto, giusto per capire cosa stesse facendo l'altro.
- Ti va di provare? - domandò Zayn ad un certo punto, poggiando la tazza vuota sul piattino di fronte a sé.
- Cosa? - 
- Quello. - disse indicando il muro colorato dietro di sé e, senza neanche darle il tempo di rispondere, la prese per mano trascinandola con sé. - Ecco! - le diede alcuni pennelli e delle tempere - Fammi vedere di cosa sei capace, su! - 
- Sei serio? - lo guardò scettica lei.
- Certo che lo sono. Ora vai, io mi metterò qui ad aspettare in attesa della tua opera d'arte! - la incoraggiò sorridente.
- Non ne ho voglia. - disse scocciata.
- Beh vorrà dire che te ne tornerai a casa da sola. - la avvisò.
- Non oseresti. -
- Oh, si. - disse il moro, anche se mai si sarebbe sognato di lasciarla lì da sola. Dafne sbuffò rassegnata.
- Ok, ma fa qualcosa intanto...non mi piace sentirmi osservata. - lo avvertì.
- Agli ordini...-
- Non azzardarti a chiamarmi "piccola" di nuovo altrimenti sarai tu a tornare a casa a piedi e senza più una moto, intesi? - affermò la ragazza seria, compiacendosi per averlo fatto tacere; non ne era sicura, ma quando si arrabbiava aveva l'impressione che Zayn avesse quasi paura di lei.
Trascorse poco più di mezz'ora e Dafne, dopo aver ultimato il suo disegno, posò i pennelli nell'apposito contenitore avvicinandosi alla sedia su cui il moro era comodamente seduto.
- Su fammi vedere. - disse alzandosi e avvicinandosi al punto in cui si trovava la ragazza poco prima. - Niente male Daf. - fece osservando con attenzione il fiore di ibisco che aveva disegnato e le foglioline verdi che c'erano intorno - Mi piace, ma...-
- Ma? - lo incitò lei.
- ...Ma le sfumature del rosso sono troppo evidenti in questo punto e in quest'altro. - le spiegò indicandoglieli - e qui l'ombra fatta dalle foglie è troppo scura. -
- Forse hai ragione...- commentò Dafne pensierosa, riflettendo sulle parole del ragazzo.
- Certo, che ho ragione! - esclamò Zayn con ovvietà - Fortunatamente, hai di fronte un vero maestro in questo campo e potrei darti qualche dritta. - disse lui con aria saccente.
- Si...un vero maestro di modestia. - ribatté ironica alzando gli occhi al cielo - Malik, lo sai che sei davvero ridicolo quando dici certe cose? - rise Dafne deridendolo.
- Sii gentile! - replicò fintamente offeso - Ricordati sempre che ho io le chiavi della moto e potrei andarmene senza di te. - 
- Nah, non ci credo che lo faresti. - disse storcendo la bocca - vero? - e di colpo lo abbracciò fissandolo con occhi teneri e sbattendo velocemente le ciglia. Quell'improvviso contatto  lo aveva lasciato lievemente spiazzato, perché Dafne non era per niente una persona solita abbracciare gli altri e mostrare affetto, ma ne era rimasto piacevolmente sorpreso; e quando stava per ricambiare, alzando le braccia per avvolgere le spalle della ragazza, quest'ultima si era velocemente allontanata rivolgendogli un occhiolino e mostrandogli subito dopo le chiavi che era riuscita a rubargli dalla tasca della giacca, in quel momento di distrazione. 
Dafne aveva anche provato ad allontanarsi da lui facendo lo slalom tra i tavoli e beffeggiandolo, ma il moro in pochi passi l'aveva raggiunta, riappropriandosi di ciò che gli era stato sottratto e scompigliandole i capelli - Troppo lenta, cara mia. - 
- Perché non lasci in pace questa bella signorina, piccoletto? - li interruppe una voce profonda e roca, che Dafne capì essere quella del proprietario che, lentamente, si stava avvicinando a loro. Il ragazzo gli sorrise - Seth -
- Zayn - fece di rimando l'altro - Allora, vuoi dirmi perché importunavi questa signorina? - domandò indagatore il vecchietto.
- Hey, non potrebbe essere stata lei ad importunare me? - rispose sulla difensiva.
- Non credo, piccoletto. Sai essere piuttosto fastidioso quando vuoi. Comunque piacere, sono Seth. - le sorrise l'uomo porgendole una mano che la castana prontamente strinse - Dafne, piacere mio. -
- Oh, ho sentito parlare di te. E anche della tua amica - rise all'occhiata che si era beccato da parte del moro - la prossima volta portate anche lei e venite con il resto dei ragazzi, è da tanto che non li vedo. -
- Certo Seth, anche loro vorranno sicuramente vederti. Noi ora dobbiamo andare, ci vediamo. E salutami Linda! -
- A presto, ragazzi. -
- Arrivederci!- esclamò Dafne, seguendo Zayn fuori dal locale. Una volta raggiunta la moto indossò il casco e salì sul veicolo aggrappandosi alle spalle del moro - Allora, torniamo a casa? - domandò lui.
- Certo...piccoletto! - acconsentì la ragazza ridendo e Zayn si voltò di poco con il busto, guardandola scocciato - Se ti chiedo di non chiamarmi così, non lo farai vero? - domandò scoraggiato.
- Ovviamente no. Su, metti in moto piccoletto! - 

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Capitolo 15
*** Better than words ***


Quel pomeriggio i ragazzi erano rientrati totalmente stremati: avevano avuto un incontro con i produttori che era durato tutta la mattinata e subito dopo erano dovuti correre in radio per un'intervista che si era rivelata una delle più pesanti e fastidiose. Infatti, ciò che doveva essere l'argomento principale di discussione, ovvero il loro album "Four", era passato magicamente in secondo piano per lasciare spazio ad una valanga di domande che riguardavano le "fortunate donzelle che vivevano con i One Direction". Julie ormai era conosciuta più che bene da tutti, ma Dafne e Rebecca rappresentavano una grande novità. "Sono per caso le fidanzate segrete di qualcunodi voi?" aveva chiesto con malizia l'intervistatore, ma l'unica cosa che aveva ottenuto in cambio era stata una risata dei ragazzi e un invito, non proprio gentile, da parte di Louis a proseguire con le domande perché quell'intervista stava diventando "monotona e ridicola".  
Harry soprattutto era stanco perché la notte precedente non era riuscito a chiudere occhio e si era ritrovato con delle occhiaie piuttosto evidenti e uno sguardo che di sveglio aveva ben poco. La cosa ovviamente non era passata inosservata al ragazzo della radio che, con tutta la sfacciataggine del mondo, non aveva esitato a chiedergli se il motivo per cui era stanco fosse perché aveva fatto "le ore piccole, dandosi alla pazza gioia con la sua nuova fiamma Kendall Jenner". E Harry, sebbene non avrebbe mai sventolato ai quattro venti cosa faceva la notte e con chi, avrebbe voluto dire con tutto il cuore che si, era stanco perché era stato con Kendall, ma la verità era che non aveva chiuso occhio perché non aveva fatto altro che pensare a Rebecca e al fatto che presto o tardi sarebbe uscita con Thomas, senza contare che se lo sarebbe dovuto sorbire anche quella sera a cena. Per sua fortuna, dopo qualche sorriso tirato e qualche risposta evasiva, l'attenzione dell'intervistatore si era poi spostata tutta su Zayn e sulla sua più che recente rottura con Perrie Edwards la quale il giorno precedente non aveva esitato a pubblicare un tweet in cui informava di essere di nuovo single. 
Un tormento, ecco cos'era stata quell'intervista. E mai in quattro anni i ragazzi avevano sperato che il tempo a disposizione per le domande finisse il più velocemente possibile.
Harry si era appena sdraiato sul divano nel salotto di casa, troppo stanco per muovere i piedi fino alla sua camera  e attento a non fare rumore per evitare di svegliare Dafne che si era addormentata, mentre probabilmente aspettava che Rebecca tornasse da lavoro, sulla poltrona. Appena varcata la soglia di casa l'avevano, infatti, trovata seduta con le gambe incrociate sulle quali era poggiato un album da disegno, con la testa che penzolava in avanti e i capelli che le ricadevano disordinatamente sulla faccia. Il riccio pensò che avesse una faccia davvero buffa in quel momento, con la bocca mezza aperta che sembrava stesse sbavando, così sfilò l'iPhone dalla tasca per scattarle una foto, iniziando subito a pensare a come avrebbe potuto usarla contro di lei. Trascorse poi una buona mezz'ora su Twitter e a parlare tramite messaggi con sua sorella Gemma, quando facendo vagare lo sguardo per la stanza non riconobbe la sciarpa di Rebecca poggiata malamente sul tavolino poco distante dal divano: e di nuovo il pensiero della mora e di Thomas tornò ad occupargli la mente, facendolo sbuffare e innervosire; così, senza pensarci due volte andò nella rubrica del cellulare per mandare un messaggio a Kendall e invitarla ad uscire con il gruppo quella stessa sera. Stava sbagliando ad agire così e lo sapeva, ma non riusciva a spiegarsi perché si sentisse in quel modo e forse aveva semplicemente bisogno di distrarsi.
 
 
Qualche ora dopo si ritrovarono tutti e otto seduti ad un lungo tavolo in legno posizionato nel punto più appartato del "New Age", il pub che Niall aveva scoperto qualche tempo prima insieme a Paul e che aveva insistito anche i suoi amici provassero perché, a detta dell'irlandese la birra artigianale che servivano lì era semplicemente divina. All'allegra combriccola ovviamente si erano uniti anche Thomas, che tutti conoscevano perfettamente essendo il nipote del caro Mark, e la nota Kendall, la cui presenza, però, non sembrava essere molto gradita al resto del gruppo, persino a Harry, nonostante fosse stato lui ad invitarla. 
- Mi spieghi perché c'è anche lei? - domandò Louis in un sussurro all'orecchio del riccio, il quale si limitò ad una scrollata di spalle - Beh perché mi andava di vederla. E poi hai dimenticato che ci stiamo frequentando? - disse mimando con le virgolette l'ultima parola.
- Si certo, a chi vuoi darla a bere! - disse l'amico alzando i suoi occhi azzurri al cielo - Sono giorni che non vi sentite e non hai mai parlato di lei, inoltre da quando siamo arrivati avrai scambiato con lei si e no due parole. E vorresti farmi credere che l'hai invitata perché come hai detto tu vi state "frequentando"? - domandò a Harry, il quale però lo ignorò, troppo concentrato a fulminare con lo sguardo Thomas che stava amabilmente conversando con Rebecca, chissà di che ridevano poi. In quel momento a Louis fu tutto più chiaro. - Non ci credo! - disse infatti, alzando leggermente la voce e attirando fortunatamente solo l'attenzione di Liam, che però dopo poco ritornò a parlare con Zayn - Tu sei un fottuto idiota, amico. L'hai invitata solo perché sei geloso di Rebecca! Ma cosa sei, un sedicenne nel pieno della sua fase adolescenziale? - sbottò il ragazzo, cercando di mantenere un tono di voce basso. 
- Lou, calmati. E sta zitto! - disse il riccio assestando una gomitata tra le costole dell'amico - Hai ragione, ok? L'idea di loro due insieme qui al pub con noi o altrove da soli mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Ho agito d'istinto e la prima persona che mi è venuta in mente è stata Kendall. - gli spiegò passandosi una mano tra i capelli e pensando che forse aveva fatto una completa cazzata. Cosa credeva di ottenere? Che Rebecca si ingelosisse di Kendall e che piantasse in asso Thomas per poi fiondarsi tra le sue braccia? Ma poi, da quando aveva iniziato a pensare a lei in quel modo? 
- Allora forse è il caso che il tuo istinto non ti suggerisca più niente. - esclamò ironicamente Louis, poi sospirò - Comportati come sei solito fare, senza preoccuparti troppo e non fare stupidaggini. Qualcosa mi dice che non le sei indifferente. - concluse indicando Reb con un cenno del capo, per farlo girare e fargli scoprire che la mora stava fissando il riccio proprio in quel momento.
 
 
Molte birre dopo i ragazzi si erano totalmente lasciati andare e avevano tutti, chi più chi meno, gli occhi lucidi e la faccia leggermente arrossata per il caldo che si iniziava a percepire. Dafne aveva praticamente attirato l'attenzione dei suoi amici da ben più di dieci minuti: aveva iniziato a ridere per via di una battuta stupida di Niall e da lì non si era più fermata; aveva le lacrime agli occhi e sembrava non riuscisse quasi a respirare, quando poi iniziava a calmarsi subito partiva un altro attacco di risate. Rebecca guardava divertita la sua amica, ogni volta era sempre la stessa storia: iniziava a ridere e nessuno riusciva a fermarla e la cosa preoccupante era che spesso accadeva anche quando non aveva un goccio di alcol in corpo. - Daf, ti consiglierei di darti una calmata - disse la mora alla castana, la quale si girò a fissarla -se continui così finirai con lo svenire di nuovo e poi il nostro Zayn dovrà riportarti a casa in braccio, proprio come l'altra volta. - 
Quelle parole fecero bloccare di colpo Dafne che, in preda all'imbarazzo, divenne più rossa di quanto già non lo fosse a causa delle tre birre che aveva bevuto poco prima, mentre  il pakistano ridacchiò pensando che la ragazza avesse avuto esattamente la stessa reazione di qualche mese prima, quando aveva scoperto cosa aveva combinato da ubriaca.
- Oh, Reb lasciala fare. - intervenne ad un certo punto Louis con lo sguardo di chi la sapeva lunga - Sono sicuro che non veda l'ora di essere portata via tra le braccia di Zayn. La sua è una tattica ben studiata. - 
- Sta zitto, idiota! - disse Dafne lanciandogli un tovagliolo di carta appallottolato addosso - Qui l'unico ad essere portato in braccio sarai tu, se non la smetti di sparare cazzate. - precisò poi con un'espressione che di dolce aveva ben poco mettendo finalmente a tacere Louis e facendo scoppiare a ridere Rebecca, dal momento che le minacce di Dafne erano in grado di far ammutolire tutti. - Che ne dite ora di aprire le danze? - propose poi la mora alzandosi dalla sua sedia e sistemandosi la gonna a vita alta che aveva indossato quella sera. Tutti annuirono, pronti a seguire la ragazza nella pista che era stata allestita al centro della grande sala del pub. Le note di "Titanium" di Sia avevano appena iniziato a liberarsi e i ragazzi, secondo dopo secondo, avevano iniziato a sciogliersi e a ballare: in particolare Louis e Niall stavano improvvisando dei passi di danza a dir poco ridicoli, sotto lo sguardo divertito dei loro amici.
- Ti stai divertendo? - chiese Rebecca avvicinandosi all'orecchio di Thomas per sovrastare il volume eccessivamente alto della musica; il ragazzo annuì sorridendole, per poi avvicinarsi e posarle una mano sul fianco mentre ballavano. Quel contatto, per quanto piacevole, sembrò tremendamente sbagliato alla mora: certo, non poteva negare che Thomas, oltre ad essere un bel ragazzo, fosse davvero gentile e simpatico, ma non riusciva a vederlo "in quel senso". E non poteva neanche negare che quella mano poggiata delicatamente sul suo corpo avrebbe tanto voluto fosse quella di...Harry? Ok, doveva assolutamente smettere di pensare certe cose, si ritrovò a dire a se stessa, mentre continuava a ballare; era lì con Thomas e a lui doveva pensare. Doveva ammettere, però, che quando poche ore prima aveva visto il riccio arrivare al "New Age" in compagnia di quella Kendall, aveva sentito una strana stretta alla bocca dello stomaco che l'aveva poi portata a riflettere su quanto poco avessero un comune quei due: lui bello e simpatico, lei con una faccia da paura senza trucco e con poco senso dell'umorismo, lui così dolce e gentile, lei sempre sgarbata e scocciata. Insomma, quando uscivano non parlavano neanche molto, quindi perché diavolo se l'era portata dietro?
- Hey tutto ok? - le chiese pensieroso Thomas ancora di fronte a lei. Perfetto, aveva addirittura dimenticato di stare ballando con lui. - Perché stavi fulminando con lo sguardo Kendall? - domandò poi divertito. Rebecca sgranò gli occhi per la sorpresa, non pensava di essere osservata e addirittura non si era accorta di essere rimasta a fissare Kendall tanto a lungo da essere notata - Oh...io...stavo solo guardando il suo vestito. Mi piace molto! - mentì, sperando di essere convincente e Thomas parve bersela.
- Si è molto carino - le diede ragione - ma stasera tu sei molto più bella. - le sussurrò facendola sorridere imbarazzata.
 
 
"Chissà che diavolo le sta dicendo per farla arrossire in quel modo" pensò Harry socchiudendo gli occhi, mentre faceva fare una giravolta, a tempo di musica, alla maggiore delle sorelle Jenner. Stava osservando Rebecca ormai da un bel po' e il fatto che sembrasse andare così d'amore e d'accordo con il nipote di Mark lo stava infastidendo e non poco; tra l'altro non faceva che ridere, quindi due erano le cose: o Rebecca era ufficialmente ubriaca e per questo aveva perennemente quel sorriso stampato in faccia oppure lui era davvero simpatico tanto da farla sbellicare dalle risate. Ecco, Harry sperava con tutto il cuore che si trattasse della prima opzione, perché altrimenti non avrebbe saputo cosa pensare o fare. Quando poi Thomas fece scendere la sua mano un po' più giù rispetto al fianco e avvicinò il suo viso esageratemente a quello della ragazza, per poi posarle un leggero bacio vicino all'orecchio, il riccio pensò che fosse troppo, davvero troppo. Così, senza riflettere più di tanto come faceva ormai da un po' a quella parte, mentre continuava a ballare con Kendall, iniziò a spostarsi tra la folla, con tutta l'intenzione di avvicinarsi alla coppia che era stata oggetto delle sue attenzioni fino a pochi minuti prima; erano bastate due giravolte in cui stava quasi per cadere e un piccolo saltello all'indietro che...ops! - Scusa non volevo urtarti. - disse Harry fintamente dispiaciuto.
- Non preoccuparti, è tutto ok! - lo rassicurò Thomas, riprendendo a ballare con Rebecca come se nulla fosse successo. Pur continuando a ballare, ma senza prestare più di tanta attenzione alla sua accompagnatrice, Harry cercò di rimanere accanto ai due che aveva appena raggiunto, con il chiaro intento di scoprire di cosa stessero parlando, cosa che però si era rivelata estremamente difficile data la musica troppo alta. Sbuffò scocciato, ora era una questione di principio. Si stava ormai arrovellando il cervello su come agire da buoni cinque minuti, quando come per magia arrivò la sua manna dal cielo: Louis. Lo vide avvicinarsi a Thomas interrompendo la sua conversazione con Rebecca, gli disse qualcosa all'orecchio che chiaramente non poté capire e poi lo vide trascinarlo verso un gruppetto di persone sconosciute accanto al loro tavolo, non prima di avergli rivolto un occhiolino. Harry sorrise: doveva ricordarsi di fare un gran bel regalo a Louis; così senza troppe cerimonie, come se il fatto non fosse il suo e come se la ragazza con cui stava ballando non fosse la sua "compagna", lasciò perdere Kendall per avvicinarsi a Rebecca che, probabilmente, stava andando a sedersi.
- Mi concede un ballo, signorina? - chiese con la sua voce roca attirando l'attenzione di Rebecca che si voltò confusa verso di lui; gli sorrise e annuì  per poi avvicinarglisi e lasciarsi trasportare dalla musica. - Così...tu e Thomas eh? - domandò ad un certo punto il riccio, cercando di far sembrare che la cosa non gli importasse più di tanto. 
- Io e Thomas cosa? - chiese perplessa lei.
- Beh, non pensavo usciste insieme. Non mi sembra il tuo tipo. - le fece fare una giravolta, per poi avvicinarla al suo petto. 
- Non usciamo insieme. E poi neanche Kendall sembra il tuo tipo, ma la frequenti comunque! - spiegò la mora con tono leggermente infastidito. Il solo pensare a quella ragazza la mandava fuori dai gangheri.
- Touchè! - rispose Harry abbozzando una risata e Rebecca, guardandolo soddisfatta, pensò che non ci fosse nulla di più bello, anche con la musica forte che non le aveva permesso di sentire quel suono nitidamente. Trascorsero un bel po' di tempo al centro della pista, più a parlare e scherzare che a ballare realmente come tutte le persone che li circondavano; sembrava tutto così naturale, tutto così "semplicemente giusto" pensò Rebecca assorta tra i suoi pensieri, fin quando però non furono interrotti dall'arrivo di Thomas - Hey, amico. Posso riprendere la mia donzella? - chiese facendo un occhiolino alla mora.
- Perché non ritorni a fare quello che stavi facendo prima? Non vedi che stiamo parlando? - domandò Harry al ragazzo, usando un tono scocciato che lasciò letteralmente sorpresa Rebecca.
- Si da il caso che stessi ballando io con lei prima e non so se l'hai notato, ma la tua ragazza o quello che è, si trova laggiù a girarsi i pollici dato che l'hai praticamente snobbata. E sai, Harry, non è affatto carino. Quindi ti dico cosa faremo ora: tu raggiungi Kendall e io rimango qui con Reb! - e detto ciò, afferrò la mano della ragazza, che guardava i due confusa, avvicinandola al suo corpo e avvolgendole poi il fianco con un braccio. Quelle parole e quel gesto furono la goccia che fece traboccare il vaso e Harry, troppo infastidito dalla sicurezza con cui Thomas aveva attirato a sé la mora, quasi come se fosse sua, come se avesse un qualche diritto su di lei, gli diede uno spintone - Non devi toccarla! - gli disse irritato, tirando poi Rebecca per un polso, ma con suo grande dispiacere la ragazza gli fece lasciare la presa con uno strattone, guardandolo delusa.
- Si può sapere che ti prende, Harry? - chiese Thomas avvicinandosi a lui, forse un po' troppo.
- Mi prende che ti stai prendendo un po' troppa confidenza con Rebecca e non mi sembra che...- 
- Adesso basta! State zitti, tutti e due! - intervenne la mora separando i due ragazzi - State parlando come se io non fossi presente e la cosa mi ha rotto le scatole. Tu - disse indicando Harry - non capisco questo tuo atteggiamento all'improvviso, ma forse è meglio che ritorni dalla tua ragazza. E anche tu - indicò Thomas - datti una calmata! Ora se non vi dispiace esco fuori, voi fate quello che volete. - disse girando i tacchi e avviandosi verso l'uscita, non prima di aver afferrato con rabbia la pochette nera che era poggiata sul tavolo.
Una volta fuori decise di dirigersi verso una stradina laterale del locale per avere maggiore tranquillità e schiarirsi la mente; accese una sigaretta e aspiró una profonda boccata di fumo.
Ancora non riusciva a credere alla scena a cui aveva appena assistito e di cui era stata protagonista, non avrebbe minimamente potuto immaginare che i due sarebbero potuti scattare in quel modo:  Thomas si era preso effettivamente troppa confidenza per il modo in cui l'aveva pretesa indietro e per il modo in cui l'aveva stretta possessivamente a sè, Harry invece non avrebbe dovuto reagire con tutta la rabbia che aveva dimostrato quando aveva spintonato l'altro ragazzo, anzi non avrebbe proprio dovuto reagire . Che diavolo pretendeva? Prima la trattava come una normale amica o coinquilina, poi un giorno la baciava, quello dopo faceva finta di niente, poi lanciava frecciatine comportandosi in modo strano ed ora quello! E come se non fosse già abbastanza fuori luogo il suo atteggiamento, Rebecca non poteva evitare di pensare che fosse fidanzato o almeno così sembrava, dato che si trascinava quella kendall come una piovra appesa ad un braccio ovunque . 
Aveva quasi finito la sua merit e non era per niente sicura che le andasse di tornare dentro dagli altri, la voglia di chiamare un taxi era forte, tant'è che aprì la sua borsa alla ricerca del telefono.
-Reb- pronunció una voce che alla mora parve quasi sospirare di sollievo.
- Lasciami in pace- inizió lei cercando con lo sguardo una via di fuga.
-Reb!- continuò il ragazzo deciso a parlarle .
- Voglio stare da sola - disse la ragazza stringendo convulsamente la pochette tra le mani.
- Volevo sapere se stai bene- 
- No! Non sto per niente bene ok? - esplose Rebecca - Io non sto bene. Perché tu hai una ragazza e ti impicci degli affari miei, continuamente e non fai che guardarmi, smettila di guardarmi! - 
- Io non ti guardo, non è vero che ti guardo - disse Harry cercando di non perdere il contatto visivo con quegli occhi esausti color cioccolato.
- Non hai fatto che guardarmi, non hai fatto che osservarmi e Thomas- sentendo quel nome il ragazzo sembró quasi percepire un pugno allo stomaco- a me piace, è perfetto per me! Io voglio provare davvero a dargli una possibilità, ma non posso respirare, non posso respirare se tu mi guardi in quel modo quindi smettila!- gli urló sbarrando gli occhi sorpresa e sollevata per tutto quello che era riuscita a dire. 
Ci furono molti secondi di silenzio durante i quali i due continuavano a fissarsi come in attesa; Rebecca respirava profondamente per recuperare fiato tanto aveva parlato velocemente.
- Tu credi che io lo faccia apposta?- inizió Harry rianimato da non si sa cosa - Credi che non preferirei guardare la mia ragazza? Ma lei non mi fa perdere il controllo come fai tu ! Non mi rende impossibile tutto quello che faccio, non mi fa venire il mal di stomaco se penso che un altro può averla sfiorata con le sue mani! Io farei qualsiasi cosa per non guardarti più!- 
In quella stradina laterale non udivano niente che non fossero i loro respiri. Rebecca sconvolta da tutto quello che il moro le aveva urlato in faccia si appoggiò con le spalle al muro dato che improvvisamente aveva sentito le forze abbandonarla; non poteva credere a quello che aveva sentito, non voleva dare un senso a tutto quello che si erano confessati, ma non ebbe il tempo di pensare ad altro perché improvvisamente due labbra calde furono d'impeto sulle sue. Harry non aveva fatto altro che guardarla, fissare le sue labbra carnose e poi ancora carico  per la sua confessione, non aveva resistito e poggiandole una mano sul collo, aveva accorciato le distanze tra di loro. 
Rebecca nonostante non si aspettasse quel bacio, si trovò a rispondere con passione, ancor più quando il ragazzo la sbattè con forza al muro per far aderire totalmente i loro corpi; non riusciva a stare fermo, voleva toccare e sfiorare ogni centimetro di quella pelle di cui tante volte aveva percepito l'odore. 
Ad un tratto la mora si staccò e fissó i suoi occhi in quelli verdi di lui, sconvolta, ma non riuscì a stargli lontana a lungo dato che fu lei stessa ad attirare a sè il riccio per sentire nuovamente quelle labbra che febbrili le sfioravano ora la bocca, ora le guance, ora il collo; per quanto avessero provato a far finta di niente, si desideravano da troppo tempo e dopo quei baci non si poteva più tornare indietro. Nessuno dei due voleva.
-Andiamo- soffió Harry sulle labbra di lei mentre le afferrava saldamente la vita per condurla verso la sua range rover. Ci vollero 10 minuti per arrivare a casa e in quegli attimi, seppur Harry stesse guidando, non erano riusciti a stare lontani; salirono frettolosamente le scale mentre Harry continuava a baciare ogni lembo di pelle scoperto, ma non ne aveva mai abbastanza.
Rebecca intrecciava ripetutamente le sue mane tra i ricci di lui e pensó che non ci fosse niente di più bello della bocca di Harry che le lasciava umidi baci ovunque o delle sue mani che la toccavano come fosse qualcosa da venerare che in quel momento lui e lui soltanto aveva l'onore di possedere. A lui e a lui soltanto desiderava appartenere quella notte: si lasciò spogliare con la consapevolezza che in quel momento sarebbe potuta stare solo in un posto, tra le sue braccia, sotto al suo corpo, in quella stanza satura dei loro sospiri e con il sottofondo dei loro cuori che battevano impazziti.
 
 
Era l'ennesima volta che Dafne sbadigliava quella mattina e l'unica cosa che desiderava fare in quel momento era ritornare nella sua camera e sistemarsi a 
letto, sotto il calore delle sue morbide coperte, ma era ben consapevole che non avrebbe potuto passare la giornata nella nullafacenza totale e che, presto o tardi, i ragazzi l'avrebbero tirata giù dal letto. Stava bevendo una tazza di thé caldo seduta scompostamente sul divano del salone insieme a Louis che le stava raccontando del nuovo album che presto sarebbe uscito, delle giornate impegnative in studio di registrazione, dell'ansia che tutti loro avevano al pensiero che le nuove canzoni potessero non piacere alle loro fans - Lou devi stare tranquillo, andrà tutto bene. Mi avete fatto sentire alcune delle canzoni che state scrivendo, anche se non sono del tutto finite, e sono davvero belle. Vedrai che sarà un successo! - gli disse lei con un sorriso parlando a bassa voce, dal momento che in casa regnava il silenzio totale e probabilmente tutti erano ancora tra le braccia di Morfeo, cosa del tutto comprensibile data l'ora in cui si erano ritirati dopo la serata al pub. Continuando a parlare del più e del meno, la loro conversazione fu presto interrotta da un leggero rumore di passi provenire dal piano superiore, segno che qualcuno si era appena alzato, e dopo un po' videro Rebecca scendere lentamente le scale per evitare di fare rumore e guardarsi intorno furtiva. Sebbene Louis e Dafne fossero riusciti a vederla dal punto in cui si trovavano, la mora tuttavia non li aveva minimamente notati e, come se niente fosse, si era diretta in cucina, uscendone dopo qualche minuto con due tazze di caffè con le quali, con altrettanta velocità, era scomparsa ritornando di sopra. Dafne stava ancora osservando la rampa di scale con gli occhi leggermente strabuzzati per la sorpresa e lo stesso stava facendo il ragazzo accanto a lei, con la bocca  spalancata - Ehm...sbaglio o quella era...- iniziò la castana, - ...la camicia che ieri sera ha indossato Harry? Si, era proprio quella. - parlò Louis terminando la frase, con tono di voce piuttosto sorpreso.
- E Rebecca...- 
- Si, la stava indossando poco fa. Si, è scesa con solo quella addosso. Si, ha preso due tazze di caffè. - 
I due si girarono di scatto, guardandosi fisso negli occhi, rivolgendosi silenziosamente quella domanda che ormai vagava per la loro mente e della quale potevano ben immaginare la risposta dato ciò che avevano visto e alla fine, dopo qualche attimo di riflessione, Dafne scoppiò a ridere - Cavolo, come abbiamo fatto a non capirlo! - disse - sono spariti nel bel mezzo della serata, insieme, lasciando Thomas e Kendall da soli. Ma noi eravamo troppo ubriachi per notare una cosa del genere. - 
La sera precedente, infatti, la mora aveva mandato all'amica un messaggio in cui le diceva che sarebbe tornata prima a casa con Harry perché si sentiva poco bene, tuttavia non aveva prestato più di tanta attenzione alla cosa: saperla con il riccio la rendeva tranquilla. Quando, però, si era imbattuta in Thomas che le aveva chiesto di Rebecca, la castana si era stupita del fatto che l'amica non l'avesse avvisato del suo allontanamento dal locale; per di più Kendall era rimasta da sola tutta la sera, dato che Harry dopo aver accompagnato la mora non era più ritornato da lei al pub. Ora tutto aveva un senso.
- Che scusa...idiota. Poteva essere più esplicita. - borbottò Dafne mettendo il broncio; aver capito l'accaduto unendo quei semplici indizi piuttosto che averlo saputo da Reb, l'aveva indispettita.
- Oh, ma che carina che sei - la canzonò Louis dandole un buffetto sulla guancia - però devi capirla. Il mio Harry è così passionale che non ti da neanche il tempo di pensare. - fece alzando le sopracciglia maliziosamente e facendo ridere Dafne. Dopo un po' fece il suo ingresso nel salone della casa Zayn, con solo un pantalone della tuta addosso e il petto scoperto con i tatuaggi in bella vista, i capelli scompigliati e un elastico che ne raccoglieva una piccola ciocca scombinata tirata all'indietro. "Dovrebbero smetterla di girovagare per casa mezzi nudi, tutti quanti. Ne va della mia salute mentale" si ritrovò a pensare l'italiana, mentre ancora fissava incantata il corpo del ragazzo a pochi metri dal divano su cui era seduta. Che poi, proprio non riusciva a capire come facesse a stare così svestito con tutto il freddo che faceva. Era inverno, per la miseria! Fortunatamente, però, tutti questi suoi pensieri confusi furono interrotti dalle parole di qualcuno che la ridestarono - Ragazzi...- fu proprio Zayn ad intervenire, con  voce talmente bassa e roca da far rabbrividire la castana - credo di aver visto Rebecca uscire dalla camera di Harry...e non sono sicuro fosse del tutto vestita. Ma probabilmente sto ancora sognando. - disse massaggiandosi gli occhi, mentre si avvicinava alla poltrona e lasciandosi cadere su di essa svogliatamente. 
- Mio caro Zayn, ebbene, non stavi sognando. - gli spiegò Louis, facendo di nuovo quello strano movimento con le sopracciglia che lo rendeva completamente buffo. Il pakistano a quelle parole sgranò gli occhi per la sorpresa: di certo non si sarebbe aspettato che l'amico desse una conferma a ciò che aveva detto poco prima, e se Rebecca era uscita in quelle condizioni dalla camera del riccio significava solo una cosa - Sono andati a letto insieme? - domandò infatti il moro, assumendo improvvisamente una posizione più composta - Quando è successo? E Thomas e Kendall? Dio, non ci sto capendo niente! - 
- Amico, noi ne sappiamo esattamente quanto te. - iniziò Louis con fare cospiratore - Però potremmo salire di sopra e capire se...se ci stanno dando ancora dentro. Giusto per avere una conferma alle nostre ipotesi, ecco! -
- Noi non faremo proprio un bel niente! - lo interruppe Dafne alzando gli occhi al cielo e abbozzando una risata per la sfacciataggine di quelle parole  - Certo che siete più curiosi e chiacchieroni di due ragazze! E tu Zayn, smettila di dare corda a Louis, per piacere. - disse alzandosi dal divano e avviandosi alle scale, diretta in camera propria, più che intenzionata a non continuare con i suoi amici quella conversazione che riguardava Harry, Rebecca e il sesso, ma soprattutto, facendo finta di non aver sentito Louis che le diceva "Apri la porta e dai una sbirciatina".
 
 
Dafne era sdraiata sul proprio letto intenta a leggere un libro sulla seconda guerra mondiale, scrivendo di tanto in tanto delle annotazioni ai lati delle pagine. Aveva passato gran parte della giornata a studiare e stava leggendo dell'invasione della Polonia, quando sentì bussare alla porta: subito aveva ipotizzato si trattasse di Zayn che da due ore stava girovagando per casa come un'anima in pena alla ricerca del gel per capelli che, con molta probabilità, gli aveva nascosto Niall, le cui risate si sentivano in tutta la casa ogni qual volta il pakistano imprecava. Con sua  sorpresa, però, vide sbucare Rebecca. Aveva un sorriso da ebete stampato in faccia da quando, dopo che lei e Louis l'avevano vista, era scesa per fare colazione; era stranamente gentile e cordiale: infatti, quella mattina, quando Liam l'aveva urtata macchiando una delle sue maglie preferite con della marmellata, con grande sorpresa di tutti, la mora si era limitata a dirgli di stare tranquillo e che certe cose potevano capitare. Per di più Louis aveva provato a stuzzicarla con le sue  battute da pagliaccio, come spesso era solito fare, ma non aveva ottenuto nessuna reazione soddisfacente da Rebecca che, invece, normalmente gli rispondeva a tono. Qualcosa chiaramente non quadrava e i sospetti di Dafne riguardo una possibile notte di fuoco con Styles si facevano sempre più certi, tanto che quando Reb le chiese se poteva prendere in prestito la sua borsa nera per uscire quel pomeriggio, la castana ignorò totalmente l'amica - Avanti, spara! - disse socchiudendo gli occhi e poggiando sulle gambe il libro che di certo ora non avrebbe piu continuato a leggere.
- Cosa dovrei fare? - domandò incerta la mora, sedendosi sul letto accanto alla castana.
- Dimmi che ti prende oggi, non sembri tu - le spiegò - sei così...così calma e rilassata. Per di più hai un sorriso inquietante in faccia da stamattina, quindi o ti sei fatta di qualcosa di pesante o è successo qualcosa e io voglio sapere cos'è questo qualcosa. Ora. -
- Andiamo Daf, deve essere successo  per forza qualcosa per farmi comportare così? E comunque, me la presti la borsa si o no? -
- Si, perché questa non sei tu. E no, la borsa non la prendi finché non mi dici cosa ti è successo. - esclamò seria. Rebecca sospirò - E va bene! -  incrociò le gambe e si sistemò i capelli, guardando negli occhi la ragazza che aveva di fronte - Io e Harry siamo stati insieme stanotte! - disse pronunciando le parole alla velocità della luce e puntando i suoi occhi scuri in quelli dell'amica. 
- Lo sapevo! - esclamò Dafne facendo spuntare un sorriso sulle sue labbra - E tralascerò il fatto che tu abbia aspettato tutto il giorno per raccontarmi la cosa, per giunta ti sei fatta anche pregare...- le scoccò un'occhiataccia - ma ora passiamo alle cose serie...Come è stato? - chiese la castana, animata da una curiosità che aveva tentato di trattenere fino a quel momento.
- Beh...è stato...fantastico! Il miglior sesso della mia vita. E lui è stato così dolce e passionale che...credo di non essermi mai sentita meglio. - le spiegò Rebecca con aria un po' stralunata. Era da quando si era svegliata tra le braccia del riccio che si sentiva diversa, un po' più serena con se stessa, più felice e quasi non riusciva a spiegarsi il perché di quelle sensazioni. Sapeva solo che stava bene e che avrebbe voluto continuare a sentirsi in quel modo, ma qualcosa dentro di sé non riusciva a farla rilassare del tutto, come se sapesse che il suo essere contenta presto sarebbe stato interrotto.
- E così il nostro Styles non è semplicemente un mocciosetto che se la tira...ci sa davvero fare. - disse Dafne, poggiando due dita sotto il mento  e assumendo un'espressione maliziosa.
- Decisamente...- sospirò la mora.
- E ora? Che situazione c'è tra di voi...- domandò titubante la castana, osservando con attenzione il cambiamento di umore della mora - Nessuna situazione, Daf. Che vuoi che ti dica...è tutto come prima. Lui continua a stare con Kendall e io...beh, credo proprio che proverò a vedere Thomas. Ammesso che lui sia disposto, dato che l'altra sera l'ho completamente abbandonato dopo che io stessa l'avevo inviato ad uscire con noi. - disse rabbuiandosi non appena ebbe preso coscienza dell'amarezza di quelle parole. Ecco, era proprio questa la sensazione che Rebecca sapeva avrebbe, presto o tardi, provato.
 
 
Quasi ora di cena e Dafne a momenti si sarebbe addormentata: non ne poteva più di studiare, la concentrazione si era quasi totalmente esaurita e la sua povera mente non avrebbe retto, ne era sicura. Con un uno scatto chiuse il libro poggiando quaderni e fogli con appunti vari sul comodino accanto al letto e si alzò per andare a frugare in uno dei cassetti della scrivania, tirandone fuori qualche foglio. Le sue aspettative di trascorrere il tempo ad abbozzare qualcosa, però, furono stroncate nel momento esatto in cui si rese conto di aver terminato i carboncini che solitamente usava per disegnare: quella mattina, tra una commissione e l'altra, aveva completamente dimenticato di comprarli; avrebbe dovuto farlo l'indomani e già che c'era doveva ricordarsi anche di acquistare delle matite in grafite. Come se avesse avuto un'illuminazione si rese conto che in quella casa non era l'unica a disegnare e Zayn avrebbe potuto sicuramente prestarle il materiale che le serviva; doveva solo sperare che non fosse uscito.
- Ehilà Daf! - la salutò una voce appena fu uscita dalla sua camera - Allora sei viva, credevo che i libri ti avessero mangiata. Non sforzarti troppo o il tuo povero cervello ne risentirà - la prese in giro il riccio scompigliandole i capelli, ma ricevendo in risposta una linguaccia dalla castana.
- Sei davvero simpatico, credimi. Tu, invece, ti sei fatto visitare da un medico? - gli chiese lei sorridendo sorniona.
- Perché avrei dovuto? -
- Beh, perché da stamattina non fai altro che mettere in mostra il tuo bel sorriso. Sembra che tu, proprio come Reb, abbia una paresi facciale. Sicuro di stare bene? - domandò con aria ingenua, ridendosela sotto i baffi alla vista dell'amico nel totale imbarazzo.
-...N-non dire stupidaggini! - borbottò sistemandosi i ricci - io sorrido sempre, non c'è niente di strano. -
- La mia era solo una constatazione - spiegò - in ogni caso...hai visto Zayn? Devo chiedergli una cosa. - 
- Si -  annuì - ho appena finito di parlare con lui nella sua stanza da hobby. - e detto questo la salutò con un cenno del capo, per poi superarla e scendere al piano inferiore.
La ragazza si avvicinò a passo svelto alla camera dove si trovava il pakistano e prima che potesse bussare si rese conto che la porta era socchiusa: evidentemente Harry, una volta uscito, l'aveva lasciata in quel modo senza farci caso; così entrò in silenzio, trovando Zayn, con una mascherina bianca a coprirgli naso e bocca, intento a verniciare con alcune delle sue bombolette un enorme telo attaccato alla parete - Daf - la chiamò la voce del ragazzo quando si accorse di lei.
- Hey, scusa, non volevo disturbarti. Volevo sapere se hai dei carboncini da potermi prestare. I miei li ho finiti. - gli spiegò lei.
- Certo - le sorrise - sono in quella scatola laggiù. - disse, ritornando poi a spruzzare la vernice viola sulla parete di fronte a sé; non stava ritraendo niente in particolare, semplicemente dava forma a qualsiasi cosa gli passasse per la testa: sembrava uno di quei murales colorati che si potevano osservare per le strade di Camden Town. - Ho parlato con Harry prima. - interruppe il silenzio il moro - le nostre ipotesi su stanotte sono vere. - le disse con aria maliziosa.
- Eh già...chi l'avrebbe detto. - 
- Come chi l'avrebbe detto? - chiese incredulo - Quei due non fanno che mangiarsi con gli occhi e Harry è geloso marcio. Finalmente hanno deciso di darsi una mossa. - 
Dafne rise - Sai, non ti credevo così preso dalla loro storia. Sembri una ragazzina entusiasta che ha appena visto i due ragazzi del suo telefilm preferito baciarsi e mettersi insieme. - disse prendendolo in giro, ma Zayn non parve prendersela più di tanto - In ogni caso, la situazione è un po' più complicata: che Harry sia geloso di Rebecca serve a poco e niente se non si decide a lasciare Kendall e lo stesso vale per Reb che è decisamente confusa. - spiegò, questa volta assumendo un tono più serio. - Wow! - esclamò scettico il pakistano - Tu si che sai come incoraggiare i tuoi amici con la positività che ti ritrovi. -
- Non pensare male. Sono contentissima per loro due, soprattutto per Reb dato che non la vedevo così da tanto...solo sono semplicemente una persona realista. E se quei due non si danno una mossa, tra loro non cambierà niente, ecco tutto. Oppure potrebbero rendersi conto di aver preso solo una sbandata e di non provare nulla che vada oltre l'attrazione fisica. Quindi chissà come andrà a finire... - 
- Ok, forse non hai un briciolo di positività dentro di te, e neanche di romanticismo. Ma che diamine di ragazza sei? - le chiese ridendo, mentre Dafne alzava gli occhi al cielo - Te l'ho detto, sono solo realista. E tu Malik, invece sei un romanticone non è vero? Quell'aria da ragazzo serio e misterioso è solo una copertura...scommetto che ti commuovi anche quando guardi i film. - continuò la castana.
- Non abbiamo tutti un cuore di pietra come il tuo, cara Daf. E per la cronaca, io non piango. -
- Se lo dici tu...- rispose la ragazza mentre osservava con attenzione i disegni che il pakistano aveva fatto, prima che lei arrivasse ad interromperlo. 
- Vuoi provare? - domandò lui avvicinandosi alla castana con la bomboletta che aveva ancora in mano e muovendola davanti al viso. - Non so usare queste cose, probabilmente il massimo che riuscirei a creare sarebbe una macchia priva di forma. E poi come fai a delineare i contorni? Me lo sono sempre chiesto. -
- Vieni, ti faccio vedere io. - le disse piano, prendendole una mano e portandola davanti al telo sul quale stava dipingendo lui poco prima, si posizionò alle spalle di Dafne e le fece afferrare la bomboletta - Ecco, tienila così. - le spiegò, abbassandosi di poco per arrivare alla sua altezza e posando il proprio braccio su quello della ragazza, fino ad afferrarle la mano con cui lei stava mantenendo cioè avrebbe utilizzato per verniciare. Quando Zayn si mosse premendo lo spray della bomboletta  guidando Dafne da dietro, avvicinò il suo corpo a quello della ragazza, facendo combaciare perfettamente il proprio petto con la schiena di lei. E Dafne poté giurate di aver avvertito un brivido percorrerle la schiena e subito dopo la sua temperatura corporea aumentare, cosa decisamente strana dato che fino a poco prima stava morendo di freddo; non per niente aveva indossato uno dei suoi maglioni più caldi quel giorno. Inizialmente non aveva capito cosa stavano riproducendo, lei con il moro che ancora l'aiutava nei movimenti, ma poi si era resa conto che stavano disegnando un omino stilizzato, vestito in maniera buffa. Dafne non sapeva esattamente quanto tempo avessero impiegato e quanto fossero stati in quella posizione, ma quando Zayn smise di spruzzare la vernice abbassando il braccio, quasi si rabbuiò al pensiero di dover porre fine a quel contatto; ma non accadde nulla del genere, anzi il moro rimase alle sue spalle, con il braccio posato ancora su quello di lei, con la testa che le sfiorava l'orecchio, con le loro mani a stringere quella stupida bombetta della quale ormai non importava più a nessuno. Aveva ancora lo sguardo puntato dritto davanti a sé, con il respiro che aveva preso ad accelerare nel momento in cui Zayn aveva poggiato l'altra mano libera sul suo fianco; Dafne non riusciva a pensare razionalmente, non capiva cosa le stesse succedendo e non lo sopportava, perché lei aveva sempre la situazione sotto controllo. Sempre. Così, neanche un secondo per pensarci, decise di girare la testa e forse, pensò, avrebbe fatto meglio a non farlo: i loro corpi erano ancora spiaccicati come poco prima, ma con la differenza ora che i loro nasi erano a meno di un centimetro di distanza, potevano fissarsi negli occhi, e pensò di poter annegare nell'intensità dello sguardo di Zayn, e potevano sentire i loro respiri fondersi. Spostando lo sguardo dagli occhi alla bocca della ragazza, il moro prese ad avvicinarsi alle labbra di lei, rimanendo sorpreso di quanto ancora i loro visi fossero lontani e scoprendosi desideroso di colmare al più presto quella distanza. Dafne, d'altro canto, era rimasta immobile al suo posto con mille pensieri che le frullavano per la testa e che avrebbe volentieri fatto tacere, data l'ansia che iniziava ad avvertire; quando poi sentì la presa di lui farsi più salda sul proprio fianco sembrò dimenticare tutto, i carboncini che era andata a prendere, la conversazione su Harry e Rebecca, Zayn che le spiegava come utilizzare quelle bombolette spray, quello stupido nervosismo che la stava assalendo da qualche minuto a quella parte: l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era baciarlo. Le loro labbra, che non erano ancora premute le une contro le altre, si stavano semplicemente sfiorando come a voler tastare il terreno, anche se entrambi sapevano che non ce n'era alcun bisogno e quando finalmente stavano per colmare quell'insulsa distanza tra loro - Hey Zayn mi accompagni al centro commerciale? - sentirono urlare, mentre un Liam già pronto per uscire  spalancava la porta e loro, per lo spavento, si allontanavano - Oh...ehm...ho interrotto qualcosa? - chiese titubante, percependo più che evidentemente la tensione e l'imbarazzo che era piombato tra i due appena era entrato. - No tranquillo - disse Dafne cercando di mantenere un tono di voce credibile e poté sentire chiaramente accanto a sé Zayn borbottare infastidito "ovviamente non hai interrotto niente"  - stavo giusto per andarmene. - esclamò allontanandosi dal pakistano e superando Liam, ancora piena di imbarazzo.
- Dafne? - la richiamò dolcemente quella voce roca che ormai avrebbe riconosciuto tra mille prima che uscisse dalla stanza - I carboncini che ti servivano. Tieni. - e glieli porse.
- Oh...grazie. Beh, io vado. Divertitevi al centro commerciale. - disse uscendo finalmente da lì, con il viso accaldato e il cuore che ancora le batteva all' impazzata al solo pensiero di cosa sarebbe successo se Liam non fosse entrato.

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Capitolo 16
*** Baby I loved you first ***


- Sveglia! - sussurrò una voce calma all'orecchio di Dafne, la quale si voltò dall'altro lato borbottando qualcosa di incomprensibile - Sveglia! - provò di nuovo, ma la ragazza sembrava completamente sopraffatta dal sonno. Zayn sbuffò passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli; poi si sedette sconsolato sul letto accanto a lei: tanto valeva stare comodo a quel punto. - Ah Dafne, Dafne...- quasi bisbigliò spostandole una ciocca di capelli dal viso e a quel contatto la vide storcere la bocca e aprire gli occhi lentamente, per poi sgranarli quando vide una sagoma scura seduta sul letto. Quando mise a fuoco la figura che le stava accanto sospirò di sollievo, mettendosi a sedere - Zayn! - lo colpì sul braccio, per quanto in quel momento non avesse un minimo di forza - Mi hai fatto prendere un colpo! E poi che diavolo di ore sono? - disse lanciando un'occhiata alla finestra dalla quale ancora non proveniva alcuna luce e facendo ridere il moro.
- Potrebbero essere le cinque meno un quarto del mattino...- rispose incerto e allontanandosi di poco dalla ragazza, giusto per prepararsi ad una sua eventuale sfuriata con tanto di colpi fisici. Resasi conto che Zayn non mentiva, dopo aver controllato l'orario sul telefono, Dafne si voltò verso di lui e fece schioccare la lingua sotto il palato, prendendo a parlare con calma - E potrei, di grazia, sapere  perché mai mi hai svegliata a quest'ora? E perché mai sei vestito? -  chiese osservandolo mentre indossava la sua solita giacca di pelle nera.
- Se mi dessi qualche secondo per parlare, probabilmente perderemmo meno tempo. - rise mentre si alzava, facendo muovere di poco il materasso - Ora vestiti, ti aspetto di sotto. Dobbiamo andare in un posto. - 
- Dove? - domandò stranita dato che non ci stava capendo più niente e il fatto che fosse stata svegliata così presto di certo non l'aiutava ad avere le idee più chiare.
- Vedrai. Ora muoviti, su. -
- E se io non volessi venire, ma rimanere qui a dormire in questo comodissimo letto? - disse incrociando le braccia al petto e guardandolo con gli occhi socchiusi.
- Beh, Daf...- sospirò Zayn, avvicinandosi di nuovo al letto e piegandosi in avanti con il corpo, poggiando le braccia sul materasso - puoi rimanere qui o andarti a vestire per uscire. E so perfettamente che farai la seconda cosa che ho detto, dato che la curiosità di sapere dove andremo ti sta divorando il cervello. Non è vero? - le spiegò con un sorrissino sulle labbra e con le braccia che quasi sfioravano le gambe della ragazza, la quale era rimasta incantata nell'osservare il viso del moro nonostante ad illuminarli ci fosse solo la luce dell'abat-jour sul comodino. La castana alzò gli occhi al cielo - Hai vinto! - sbuffò - Ora mi preparo...ma tu dimmi dove andiamo. - chiese speranzosa sorridendo e sbattendo le ciglia, nel tentativo di convincerlo.
- Non ti dirò niente. E non insistere, ti prego. Sei più stressante di Niall quando ha fame. - le rispose il pakistano mentre abbassava la maniglia della porta per poi rinchiuderla alle proprie spalle senza darle il tempo per replicare, ma riuscendo a sentire perfettamente un "idiota" da parte della ragazza.
La mezz'ora successiva Dafne, dopo essere rimasta imbambolata a lungo dinanzi al suo armadio crogiolandosi nell'indecisione di cosa poter indossare affinché non morisse di freddo, aveva raggiunto silenziosamente nel salone di casa Zayn, che la stava aspettando mentre fumava una sigaretta. Nell'attesa che la terminasse, ne approfittò per indossare il suo parka e una sciarpa di lana, decisa a coprirsi più che mai dato il freddo che faceva, nonostante Zayn avesse indosso semplicemente quella misera giacca di pelle con cui andava ovunque; dopodiché si premurò di lasciare un post-it sul frigorifero informando gli amici che lei e Zayn sarebbero usciti, giusto per non farli allarmare quando non li avrebbero trovati in casa una volta svegli. - Andiamo? - domandò lui, frugando nella scatola delle chiavi, e una volta che la castana lo ebbe raggiunto uscirono di casa.
- Sicuro che a Harry vada bene se prendiamo la sua Range Rover? - chiese lei, notando il pakistano aprire l'auto del riccio.
- Gli andrà più che bene, tranquilla. Anche perché la mia è a riparare a causa sua, dopo che l'ultima volta si è divertito a "giocare" come se fosse un pilota di formula uno. - spiegò ripensando alla brutta fine che aveva fatto la sua amata Ferrari.
 
 
 
Il viaggio in auto era durato ben tre ore e mezza, durante le quali Zayn e Dafne avevano riso e scherzato, improvvisando mini concerti sulle note delle canzoni che avevano beccato nelle varie stazioni radio anche se alla fine aveva cantato prevalentemente il moro, dato che la ragazza si vergognava: in fondo si trovava pur sempre al fianco di una pop star e le proprie doti canore di certo non arrivavano a quei livelli. Come ogni viaggio in macchina che si rispettasse, poi, Dafne si era lasciata cullare, lasciando perdere persino le sue insistenti domande su dove fossero diretti, fino ad addormentarsi e Zayn, se solo non fosse stato impegnato a guidare, le avrebbe certamente scattato una fotografia.
Quando l'auto finalmente si fermò e il motore fu spento la castana aprì lentamente gli occhi, svegliandosi una seconda volta da quella mattina e iniziando a guardare fuori dal finestrino - Bradford? - domandò stupita, leggendo su un cartello il nome della città in cui erano appena arrivati. Zayn le sorrise semplicemente e una volta che entrambi furono scesi si incamminarono in silenzio verso il luogo che il ragazzo aveva intenzione di raggiungere; Dafne si guardava intorno osservando con attenzione le strade e le case, domandandosi con ancor più curiosità cosa ci facessero lì, in quella che qualche tempo prima aveva scoperto essere la città natale del pakistano. Mentre passeggiavano per una delle stradine secondarie, la ragazza intravide in lontananza una  calca di gente e cercò di aguzzare la vista per capire cosa stesse succedendo; quando si avvicinarono rimase a bocca aperta: c'erano ragazzi e ragazze che coloravano i muri ai lati della strada con la vernice delle bombolette spray, creando i disegni più strambi; altri che, invece, impugnavano pennelli di ogni genere dipingendo su tele poggiate su dei treppiedi posizionati al centro della via, che per quell'occasione era stata chiusa al traffico - Benvenuta alla giornata ufficiale di street art a Bradford, mia cara! Guarda e ammira. - disse poggiandole una mano sulla spalla e facendole cenno di proseguire. Dafne avrebbe tanto voluto rispondergli e fargli domande su quel posto e su quella specie di "fiera" che si stava svolgendo, ma era stata totalmente rapita dagli sguardi concentrati di tutte quelle persone intente a dar sfogo alla loro immaginazione, dall'attenzione che queste mettevano nel definire il più piccolo dettaglio, dai sorrisi di chi guardava soddisfatto il proprio lavoro.  - Wow! Sono...sono bravissimi. - disse solamente la castana, continuando a guardarsi intorno affascinata e il moro si ritrovò ad annuire. Percorsero tutto il viale, arrivando fino alla fine, fermandosi di tanto in tanto ad osservare qualche artista e scambiando con alcuni di loro qualche parola, finché Zayn non riuscì ad individuare una parte di muro non pitturata alla quale prontamente si avvicinò; recuperò da terra un paio di bombolette che nessuno stava usando e ne porse una a Dafne - Tieni. Diamoci un po' da fare! - le propose con un occhiolino e la ragazza non poté far altro che accettare e sorridergli, grata di averla portata in quel posto.
Non sapevano dire esattamente quanto tempo fossero stati di fronte a quel muro, prima grigio e ora interamente colorato da loro, ma a nessuno dei due importava, si stavano divertendo e stavano facendo ciò che più amavano al mondo e questo bastava. Zayn era appena scoppiato a ridere per l'espressione imbronciata assunta da Dafne, che si era da poco resa conto di aver terminato la vernice nella propria bomboletta, che fu richiamato da delle voci familiari - Guarda, guarda, chi si vede! Zayn Malik ha deciso di fare un salto tra noi comuni mortali! - Non ebbe neanche bisogno di voltarsi che subito riconobbe chi stava parlando - Lucas! Quanto tempo! - esclamò con un sorriso sincero il moro, rivolgendosi poi ad altri due ragazzi - Ryan! Matt! - che salutò con una pacca sulla spalla.
- Che c'è Malik, visita ai quartieri poveri? - domandò beffardo il ragazzo dai capelli color cenere, Ryan. 
- Idiota - sbuffò Zayn ridendo - Lo sapete che non mi sarei mai perso questo giorno per nulla al mon...- provò a dire, ma fu interrotto.
- Hey chi è questa bella bambina? -chiese questa volta Matt oltrepassandolo e avvicinandosi alla ragazza, poggiandole due dita sotto il mento per alzarle il viso - Ah! Tu dovresti essere quella che i giornali hanno definito qualche tempo fa la "nuova fiamma" di Zayn?
- Matt...- cercò di ammonirlo il pakistano, consapevole di quanto il proprio amico potesse essere invadente certe volte e di quanto la castana poco apprezzasse le persone  sfacciate, come in quel caso. 
- Innanzitutto - iniziò infatti lei - non chiamarmi "bambina", il mio nome è Dafne. E tu, prego, saresti? Seconda cosa non sono la ragazza del tuo amico. E per finire...leva la tua mano da qui. - concluse afferrando il polso del ragazzo e spostando la mano da sotto il proprio mento, provocando le risate degli altri tre poco più avanti.
- Ragazzi, lei è Dafne - intervenne Zayn avvicinandosi ai due per separarli - Dafne, loro sono Ryan e Lucas. E questo idiota che hai appena conosciuto è Matt. - 
- Hey! - protestò il diretto interessato, fintamente offeso, che venne ignorato dal resto del gruppo - Però, simpatica la tua amichetta. Non vedo l'ora di conoscerti, bambina. - disse facendole un occhiolino.
- Chiamami di nuovo in quel modo e ti ritroverai a non poter fare l'occhiolino con quei begli occhietti che ti ritrovi. - spiegò serafica, sorridendogli.
- Matt, ti conviene fare come dice - gli consigliò ridendo Ryan dopo aver assistito a quel divertente battibecco - ha la faccia di una che fa sul serio. - 
- Oh non preoccupatevi, è innocua - affermò Zayn poggiandole un braccio intorno alle spalle - Però, Matt, sarebbe meglio che non la mettessi alla prova. - consigliò scherzosamente al ragazzo, il quale alzò le braccia in segno di resa - Ok, ok, la smetto. Piuttosto, che ne dite di andare a mangiare qualcosa? Così ci racconti un po' della tua vita da super star e di come tu e i ragazzi vi siete ritrovati questa bamb...ragazza e la sua amica in casa. Penso che prima o poi mi trasferirò anche io a Londra se ci sono queste prospettive. - disse, beccandosi una spallata dal moro.
 
 
- Non una chiamata, Zayn! Sei pessimo, amico, lasciatelo dire. - parlò Lucas prima di addentare il suo panino. Dopo il casuale incontro alla fiera di street art i cinque ragazzi avevano deciso deciso di fermarsi in un fast food per mangiare qualcosa e dare finalmente tregua ai loro stomaci che stavano ormai brontolando da un bel po'. - Avanti ragazzi, sapevate che sarei venuto. Vi avrei avvisati da un momento all'altro. - si giustificò il moro con una scrollata di spalle e bevendo poi un sorso della sua birra.
- Come no...- alzò un sopracciglio Matt riservandogli un'espressione eloquente. Poi lanciò un'occhiata alla sedia vuota di Dafne che si era alzata poco prima per andare in bagno e riprese a parlare - la tua amica è davvero molto carina...-
- Non ci pensare neanche Matt. É fuori dalla piazza. - disse Zayn, continuando a mangiare il suo cheeseburger, scartando quegli orribili cetrioli che tanto odiava.
- Ah davvero? - domandò allora il ragazzo con la fronte aggrottata - Mi era sembrato che prima avesse detto di non avere un ragazzo. -
- Non ce l'ha infatti. Semplicemente non fa per te. - spiegò il moro guardando l'amico negli occhi, mentre Lucas e Ryan osservavano divertiti quello scambio di battute tra i due: mancavano solo i pop corn e tutto sarebbe stato perfetto.
- Non fa per me o fa per te e quindi non devo avvicinarmi? - domandò con aria di sfida e Zayn, che sembrava essere diventato improvvisamente serio, posò il proprio panino nel cartone che aveva di fronte e si sporse verso l'amico - Il punto è che so perfettamente che tipo sei e Dafne non è quel genere di ragazza, ecco tutto. - precisò, ritornando al suo pranzo. Matt gli sorrise con un ghigno, sapendo perfettamente che quella conversazione aveva tremendamente infastidito il suo amico, così decise di insistere ancora un po' - Quindi non c'è nessun altro motivo? -
- No - affermò Zayn con voce piatta e serrando la mascella, cosa che non passò inosservata al suo interlocutore    il quale, pur volendo continuare ad infastidirlo, fu costretto a frenare quella sua voglia a causa del ritorno dell'italiana.
Quando Dafne si sedette al tavolo con i quattro ragazzi, notò uno strano silenzio e una certa tensione aleggiare nell'aria, ma dopo un po', quando tutti ripresero a parlare, pensò di essersi sbagliata; aveva osservato Zayn ridere e scherzare con i suoi amici ed era rimasta quasi tutto il tempo in silenzio perché aveva paura di poter interrompere quella sintonia che c'era tra di loro; i ragazzi l'avevano poi coinvolta nella conversazione raccontandole aneddoti divertenti su uno Zayn ragazzino che ne combinava di tutti colori: da quando al liceo aveva messo la colla sulla sedia del professore di matematica che proprio non sopportava a quando aveva fatto a botte con un ragazzo il doppio di lui perché aveva osato infastidire una delle sue sorelle. - E così...eri un piccolo teppistello? - domandò Dafne cercando di trattenere le risate: proprio non se l'aspettava che il moro fosse un tipo così esuberante, data la sua aria perennemente calma. 
- Zayn - li interruppe ad un certo punto una voce femminile, che fece spostare l'attenzione di tutti verso una ragazza in piedi, poco lontano dal loro tavolo, e Dafne rimase affascinata da quanto quella fosse bella, con i capelli neri come la pece e gli occhi di un azzurro intenso. Si avvicinò lentamente a loro riservando un cenno del capo a Ryan, Lucas e Matt e ignorando totalmente la castana, per poi prestare la sua completa attenzione al bel pakistano accanto al quale si sedette. - Ciao Rachel - la salutò il moro accennando un sorriso.
- Zayn, tesoro, diventi sempre più bello, lo sai? - chiese lei accarezzandogli la guancia, mentre lui cercava di ignorarla continuando a bere quel po' di birra che era rimasta nel suo bicchiere - Ho saputo di Perrie...sono così dispiaciuta - disse portandosi una mano al petto e fingendosi davvero triste - Sappi che...- accavallò le gambe - se dovessi avere bisogno di qualcuno con cui parlare o sfogarti io ci sono. E  magari potremmo ricordare i bei vecchi tempi, non credi? Prima ci divertivamo tanto io e te. - concluse allusiva, lanciando un'occhiata compiaciuta alla castana che li stava osservando di sottecchi, leggermente irrigidita. 
- Ehm...ti ringrazio Rachel, ma non sono interessato. - parlò il moro gentilmente, scostandole la mano dal proprio ginocchio e facendola sbuffare.
- Sai Zayn, sei diventato terribilmente noioso. - affermò la ragazza alzandosi  dalla sedia - Quando vuoi, chiamami...- gli sussurrò all'orecchio, ma facendo in modo che anche tutti gli altri potessero sentire, e andandosene non prima di avergli lasciato un bacio all'angolo della bocca. Per la seconda volta a quel tavolo cadde il silenzio, riempito dal disagio di Dafne, dall'essere sorpreso di Zayn e dalle risatine sommesse dei suoi tre amici - Wow, amico - parlò ad un tratto Ryan - Ogni volta che torni a Bradford è sempre la stessa storia. Proprio non le è andato giù il fatto che tu l'abbia rifiutata tre anni fa, eh? -
- Che vuoi che ti dica...è il fascino del sex symbol - disse Zayn passandosi una mano tra i capelli e alzando le sopracciglia con fare malizioso.
- "Chiamami se vuoi" - la imitò poi Dafne guardando il moro e accennando una risata - Era seria? -
- Beh, probabilmente lo era. Nessuno può resistermi, Daf. - precisò lui nuovamente. 
- Probabilmente? Quella ti stava mangiando con gli occhi! - scoppiò a ridere Matt - Ora che non sei più impegnato, un pensierino potresti farcelo. - e a quelle parole Zayn gli riservò un'occhiataccia, seguito da Dafne la quale, non appena si accorse della reazione avuta alle parole di Matt, cercò di ricomporsi, nella speranza che nessuno si fosse accorto del suo cambiamento di espressione. 
 
 
Dopo quel breve, ma intenso incontro con una delle "ex-fiamme" di Zayn Malik al fast food, i ragazzi uscirono dal locale per fare una passeggiata per le stradine "artistiche" di Bradford, come le aveva definite Lucas. Dafne stava cercando di imprimere ogni piccolo dettaglio nella sua mente; dal parco che avevano attraversato nel quale dei bambini si stavano rincorrendo alla chiesa gotica al centro della piazza, dai murales che aveva già visto quel mattino alla scuola che il moro le aveva detto di aver frequentato prima di entrare a far parte dei One Direction; ne aveva approfittato anche per scattare qualche foto che avrebbe poi mostrato a Rebecca, anche se però alcune di queste erano state "rovinate" a causa dello sbucare di braccia, mani e teste dei ragazzi dei quali era in compagnia. - Beh...direi che è ora di andare. - disse Zayn guardando l'orologio che aveva al polso, era quasi sera ormai, e l'italiana annuì, pronta a salutare quei tre ragazzi strambi ma anche davvero simpatici. - Dafne, aspetta - la richiamò Matt dopo averla abbracciata - Tieni, questo è il mio numero. Se qualche volta ti va di uscire, chiamami! - disse scoccandole un bacio sonoro sulla guancia e facendola arrossire.
- Ti ringrazio - gli rispose  poi, riprendendo il controllo di sé e  incurvando le labbra in un sorriso, per quanto quel ragazzo riuscisse ad essere schietto e sfacciato allo stesso tempo - ma sai che non lo farò, vero? - gli chiese.
- Lo so. - rise - Ma volevo lo stesso infastidire Zayn... credo stia tentando di fulminarmi con lo sguardo in questo momento - disse, beccandosi un pugno sul petto dalla ragazza - Però nel caso cambiassi idea, puoi chiamarmi comunque. Ora va, prima che il tuo "non ragazzo" venga qui ad ammazzarmi. - 
 
 
 
Rebecca stava lavorando al Fairy Rose intenta a riordinare vari libri fuori posto, riponendoli nelle apposite sezioni dal momento che, spesso, alcuni clienti entravano per dare un'occhiata, prendevano ciò che loro interessava e che avrebbero voluto acquistare, poi magari cambiavano idea e lasciavano il libro in questione in un punto a caso del negozio. Ad esempio aveva trovato la raccolta dei sonetti di Shakespeare nella sezione horror, l' "Ivanoe" di Scott in quella dei libri di cucina, oppure "L'amore ai tempi del colera" di Marquez sullo scaffale in mezzo alle favole per bambini e così via; cosa, questa, che ovviamente aveva fatto andare fuori di testa la ragazza, dato che non riusciva minimamente a concepire la distrazione e l'indifferenza  con cui spesso la gente agiva. La porta d'ingresso del Fairy Rose si aprì e Rebecca poté sentire alcune voci provenire qualche scaffale oltre quello dove si trovava lei, così con ancora un paio di libri in mano si precipitò ad accogliere i possibili clienti che erano entrati, stampandosi un sorriso in faccia che avrebbe potuto fare invidia alla pubblicità della Mentadent - Salve, ragazze! - esclamò rivolgendosi a quattro ragazzine infreddolite che si guardavano in giro curiose - Posso esservi utile? -
- Oh, ciao! - rispose una di quelle - Per caso avete il libro dedicato ai One Direction? - chiese con aria sognante. 
- Mhm credo di si. Controllo subito. - fece Rebecca voltandosi per avvicinarsi al computer e fare una veloce ricerca, ripensando a quante copie di quel benedetto libro aveva venduto in quelle settimane. Che poi, quali altre notizie poteva contenere oltre quelle che il mondo già conosceva? 
- Ecco a voi ragazze! - disse la mora porgendo i libri che aveva appena tirato fuori da uno scatolone ancora imballato - Vi serve altro? - domandò e quando le quattro dissero che erano a posto così, Rebecca provvide a fare loro lo scontrino. Mentre armeggiava vicino alla cassa, che proprio non ne voleva sapere di funzionare --avrebbe dovuto ricordare a Ruth di farla aggiustare--, si ritrovò ad ascoltare i discorsi delle quattro che riguardavano i ragazzi. 
"Guardate questa foto! Louis mezzo nudo", "Dio, i tatuaggi di Zayn mi fanno impazzire", "Guardate Liam e Niall, sono fantastici" e altre affermazioni di questo genere tennero compagnia per un bel po' a Rebecca, la quale non faceva che sorridere ogni volta che sentiva affibbiare qualche soprannome strano ai suoi amici; quando però le sue orecchie captarono le parole "ricci" e "Harry", i peli sulle sue braccia quasi si rizzarono come se fossero stati messi sull' attenti e in un baleno le ritornò alla mente la notte in cui avevano fatto l'amore. Era passato qualche giorno da quando tutto era accaduto e da quando si erano confessati quei piccoli segreti in quel sudicio vicolo del pub; si erano aperti l'uno all'altra come mai prima di quel momento, si erano urlati contro come mai avevano fatto e si erano baciati, più e più volte, fino a concedersi totalmente l'uno altra in quella camera da letto che odorava tremendamente di lui. Non c'erano né Kendall né Thomas, solo loro. Quelle sensazioni fantastiche che avevano provato, però, non erano servite a molto: nonostante il dolce risveglio, dopo qualche ora tutto era ritornato come prima, come se quella notte fosse stata semplicemente uno strappo alla regola che entrambi avevano deciso di concedersi. Come quando decidi di mangiare una fetta di torta anche se sei a dieta: la assaggi, la assapori per quel breve momento e poi sei costretto a rinunciarci, sebbene tu ne voglia ancora; e Rebecca si era rassegnata all'idea di non poterne avere di più, di quella torta, perché presto o tardi le avrebbe causato sicuramente un'indigestione. Harry, infatti, dopo quella volta aveva continuato a vedersi e sentirsi con Kendall, come se tra loro non fosse successo niente e come se le parole che si erano detti non fossero mai state pronunciate. - Ehm, hai finito? - la riscosse una voce. 
- Oh, scusate ragazze, mi sono distratta. - si giustificò Rebecca, impiegando qualche secondo per rendersi conto di essere rimasta impalata dietro la cassa con lo scontrino pronto in mano. Quando le sue clienti se ne andarono chiudendo finalmente la porta alle loro spalle, la mora si lasciò cadere di peso sulla sedia che aveva accanto, passandosi le mani sugli occhi e subito dopo tra i capelli, sospirando. Non ne poteva più: cercava di distrarsi e di non pensare a Harry, ma proprio non ci riusciva, così, animata da chissà cosa, recuperò il cellulare dalla borsa, pronta a chiamare Thomas: anche lei avrebbe fatto finta di niente e sarebbe andata avanti, proprio come Styles. E poi il nipote di Mark le piaceva, quindi  quella era una ragione in più per vederlo. Sperava solo che le rispondesse al telefono; non si vedevano dalla serata al pub, lei non lo aveva avvisato che se ne sarebbe andata e gli aveva mandato solo il giorno successivo un messaggio di scuse al quale lui, ovviamente, non aveva risposto. - Pronto? - un sorriso affiorò sulle sue labbra quando sentì la voce del ragazzo dall'altro capo del telefono.  - Hey Thomas, sono Reb...come va? - domandò incerta.
- Si va avanti...e zio Mark mi tiene piuttosto impegnato. - rispose; seguirono poi secondi di silenzio in cui la mora stava cercando di capire cosa dire, ma ancor prima di aprire bocca fu interrotta - Senti Reb, ho molto da fare. Quindi se non hai niente da dirmi ci risentiamo...-
- Aspetta! - esclamò lei - Volevo scusarmi per l'altra volta, tu non mi hai risposto e volevo assicurarmi che fosse tutto ok tra noi. -
Thomas sospirò - È tutto a posto, tranquilla. -
- E per farmi perdonare volevo chiederti se ti andava di uscire questa sera...- propose incerta la ragazza, sentendosi tremendamente in colpa se solo ripensava al motivo che l'aveva spinta a chiamarlo.
- Scomparirai di nuovo durante la serata? - domandò lui ridendo, senza nascondere il sarcasmo che trapelava dalla sua voce.
- Non accadrà! - 
- Allora accetto! - disse Thomas - Ora devo andare sul serio. Ci sentiamo più tardi. Ciao Reb! - la salutò prima ti chiudere la telefonata, lasciando la ragazza, ancora una volta, con il cellulare a mezz'aria e con la mente pensierosa.
 
 
Rebecca si stava guardando allo specchio: il maglione che aveva deciso di indossare quella sera era di un bianco crema e le cadeva morbido sui fianchi. Thomas le aveva proposto di andare al cinema e lei aveva accettato di buon grado dato che aveva già in programma di andare a vedere l'ultimo capitolo dello Hobbit , saga della quale aveva scoperto essere un grande fan anche il nipote di Mark.  
- Dove vai di bello stasera ? - chiese una voce allegra alle sue spalle.
- Oh Julie, vieni entra - disse Rebecca alla rossa quando la vide appoggiata alla porta della sua stanza- che te ne pare?- continuò mentre lisciava le pieghe della lana.
- Sei un incanto - le rispose sorridente l'altra- dove vai di bello?- 
- Al cinema con Thomas- 
Il minuto di silenzio che seguì alla risposta della mora caricó l'aria di dubbi e tensione.
- Non penso sia la cosa giusta da fare - sentenziò Julie che non era proprio riuscita a tacere, cosa che invece stava facendo Reb non sapendo cosa rispondere - insomma che senso ha considerando quello che provi per Harry?-
- C-cosa ? Io non so di cosa tu stia parlando- balbettò la mora abbassando lo sguardo- ed ora si è fatto tardi devo proprio andare- concluse afferrando la borsa di pelle marrone per buttarvici malamente dentro un pacchetto di sigarette e per poi dirigersi verso la porta sussurrando un " ciao " alla rossa.
 
 
Il film non le era piaciuto per niente : ok che è tratto da un libro fantasy,  ma Peter Jackson con gli effetti speciali aveva decisamente esagerato! Insomma strane creature giganti ed elfi volanti avevano reso l'ultimo capitolo una vera schifezza agli occhi di Rebecca che di cinema sapeva il fatto suo e non risparmiava critiche ad attori e registi.
Lei e Thomas stavano proprio parlando di quanto fosse stata eccessivamente surreale la scena di Legolas che " vola" da un pezzo di roccia a un altro, mentre il ragazzo la stava riaccompagnando a casa appena dopo la fine del film, dato che la mora l'aveva avvisato che si sarebbe dovuta alzare presto per studiare il mattino successivo.
Il cinema distava poco dell'abitazione della ragazza perciò il viaggio in macchina non durò molto.
- Eccoci qua - disse Thomas mentre accostava vicino al portone- spero che nonostante lo schifo di film ti sia divertita- 
- Ahahah... Abbiamo davvero ucciso Jackson con i nostri commenti questa sera- gli rispose ridendo la mora.
- Direi di si e direi che ucciderai anche me se non mi concedi almeno un bacio- sussurrò il ragazzo avvicinandosi al viso di lei che, confusa e sorpresa, non reagì, lasciando che Thomas interpretasse il suo silenzio come un consenso. La bació con irruenza, come se aspettasse quel momento da sempre, ma Rebecca risvegliata dalle sensazioni sbagliate che stava provando lo scostò.
- Scusa Thomas.... Ho sbagliato tutto, non...- 
- È per lui vero?- chiese nervoso il ragazzo- è per Harry non è così?-
- Cosa? Oh no no , ti sbagli. Come vai a pensare una cosa del genere? Sono io, è colpa mia se..-
-Reb- sospiró a quel punto il moro- ho visto come vi cercate con gli occhi, lo fate costantemente! E ho visto lui come ti guarda, anche quando tu non te ne accorgi, sempre!- alzó la voce calcando sull'ultima parola.
- Ti sbagli. Tra me e Harry non c'e niente, assolutamente niente. È tutta colpa mia ho sbagliato tutto devi perdonarmi; ora a devo andare. Grazie di tutto...A presto e scusa ancora- disse mentre usciva frettolosa dall'auto e apriva il cancello senza voltarsi indietro.
Cosa diavolo le era saltato in mente? Uscire con Thomas senza considerare realmente le conseguenze, senza pensare ai sentimenti del ragazzo che aveva palesemente una cotta per lei. Egoista, era stata un'egoista sconsiderata.
 
 
Un rumore sordo risuonò nella stanza interrompendo il silenzio in cui era avvolta. Sperava vivamente di non aver svegliato nessuno dato che era notte fonda e tutti erano andati a dormire da un pezzo; era la seconda volta che cadeva, la prima, mentre saliva le scale, a causa dell'equilibrio precario aveva quasi rischiato di spaccarsi la fronte, la seconda in quella camera dalle pareti verdi era scivolato con il sedere a terra. La testa aveva iniziato a girare pesantemente, molto più di prima se possibile, e la vista era quasi completamente offuscata , perciò certo che non sarebbe riuscito a mettersi in piedi, rimase seduto, spostandosi di poco per poggiare la schiena al letto. Sospirò e poi bevve un altro sorso, l'ennesimo di quella serata, dalla bottiglia di whisky che stringeva tra le sue mani fredde e tatuate. Era ubriaco fradicio e per quanto avesse sperato di mettere a tacere i pensieri che lo tormentavano con una bella sbronza, questa si era rivelata completamente inutile: quegli odiosi pensieri continuavano a rimbombare nella sua testa, come se fossero delle stupide vocine pronte a ricordargli quanto fosse stato idiota a non essersi dato una mossa. Quando quella sera aveva sentito Julie parlare di Rebecca e del suo appuntamento con Thomas era quasi impazzito; ricordava perfettamente come si era sentito nell'udire quella notizia: era stato assalito da una rabbia che poche volte aveva provato, ma che lo aveva infervorato al punto tale da colpire con tutte le sue forze il muro che aveva di fronte, lacerandosi addirittura la pelle sulle nocche della mano. Ricordava bene come Louis e Liam avessero tentato di calmarlo quando lui aveva aveva avuto la brillante idea di indossare il cappotto per "andare a spaccare la faccia a quell'idiota", ma i suoi amici erano riusciti a placare i suoi bollenti spiriti evitandogli di fare una totale cazzata. Ed ora era lì, ubriaco come non mai, nella camera da letto di Rebecca e lei non c'era perché era in giro con l'idiota, quando in realtà doveva esserci lui al suo posto. Ma, dopotutto, cosa pretendeva? Stava raccogliendo i frutti del suo stupido comportamento. Un ragazzino, ecco cos'era, un ragazzino che aveva troppa paura di esporsi perché abituato a divertirsi e a non impegnarsi, tanto "a vent'anni la vita bisogna godersela". Ma con Rebecca era sempre stato diverso: l'aveva capito dalla prima volta che l'aveva conosciuta, dalla prima volta che l'aveva sentita cantare, dalla prima volta che si era ingelosito di lei, dalla prima volta che avevano fatto l'amore. Non c'era solo attrazione fisica, ma qualcosa che andava ben oltre; riusciva a stare bene con la sua solo presenza al proprio fianco, con lei tornava a respirare di nuovo quando era arrabbiato, lo rendeva felice il solo guardarla sorridere. Ecco, dato che sapeva tutte queste cose perché non gliele aveva mai dette e aveva, invece, aspettato che qualcun altro gliela portasse via? 
Bevve un altro sorso di whisky dalla bottiglia ormai quasi vuota. Perfetto, di bene in meglio, anche l'alcol lo stava abbandonando. Mentre faceva leva su braccia e gambe per alzarsi in piedi, cosa che si era rivelata estremamente difficile se non impossibile date le sue condizioni, sentì il rumore della porta che si apriva e subito dopo dei passi, ma quando provò a voltarsi perse nuovamente l'equilibrio.
- Chi diavolo c'è ? - chiese Rebecca allarmata, avvicinandosi all'interruttore della luce e quando la stanza fu illuminata lo spettacolo che le si presentò davanti non era proprio dei più belli: Harry era sdraiato a terra, con la fronte leggermente sudata, i capelli scompigliati e gli occhi lucidi per il troppo alcol ingerito che la osservavano assenti. 
- Aaah! Ma cosa diavolo... Harry?!- urló spaventata la ragazza che non appena aveva acceso la luce della sua stanza, aveva trovato il riccio seduto ai piedi del letto.
- Dove sei stata?- le chiese lui ignorando la voce di lei incrinata per lo spavento che aveva provato nel trovarlo al buio nella propria camera .
- Come? Ti senti bene ?-
- Ti ho chiesto dove sei stata?- continuò Harry alzando il viso rendendo evidente la mascella contratta e l'espressione seria; non l'aveva mai visto in quel modo è proprio non riusciva a spiegarsi cosa diavolo gli fosse passato per la mente per farlo comportare così.
- Non vedo perché la cosa dovrebbe interessarti e soprattutto l'unica che dovrebbe chiedere qualcosa sono io. Cosa cavolo ci facevi al buio nella mia stanza a quest'ora ?- gli chiese la mora chiudendo la porta per evitare che le loro voci svegliassero qualcuno.
- Lo vuoi proprio sarebbe Reb?- le chiese il riccio con uno sguardo strano, di scherno - stavo aspettando che quel cretino di Thomas ti accompagnasse a casa , che tu tornassi da me e stavo facendo di tutto, di tutto- ripeté afferrando una bottiglia contenente un liquido ambrato che la mora prima non aveva notato- per desistere dal venire a prenderti io stesso e uccidere lui con le miei mani-concluse quasi con un sorriso folle a deformargli il viso.
La ragazza non era sicura di aver capito bene cosa lui le avesse detto, ma di sicuro realizzó che quello che ora Harry stava trangugiando con foga non era altro che whisky. Rebecca gli si avvicinò fino ad inginocchiarsi per avere il viso all'altezza di quello del ragazzo che cavolo se non puzzava di alcol! - Harry, cosa hai fatto? Ora calmati, non sei in te...- gli sussurrò spostandogli un riccio che gli cadeva davanti agli occhi di un verde reso più lucido che mai dall'alcol in quel momento-  dammi la bottiglia-
- Che c'è non posso bere un goccetto ? - biascicò lui, mentre una fitta lo colpiva alla testa.
- No se questo significa che hai intenzione di scolarti tutta la bottiglia, ubriacarti e finire mezzo morto in camera mia. - disse Rebecca guardandolo severa - Mi spieghi perché l'hai fatto? -
- Non volevo stare solo...- rispose solamente mentre la ragazza lo faceva sedere sul materasso.
- E non potevi stare con i ragazzi o, non so...con Kendall? - deglutì nel pronunciare quel nome.
- Non volevo dar loro fastidio e Kendall...beh lei non è te. - sussurrò guardandola fisso negli occhi per la prima volta da quando era entrata nella stanza e a Rebecca quasi tremarono le gambe nell'ascoltare quelle parole - Harry...-
- Aspetta, fammi parlare. Sono un tantino ubriaco e potrei dimenticare ciò che ho da dirti - disse facendo sorridere la ragazza - Kendall non è te. Non è minimamente paragonabile a te. E io sono stato così idiota da non rendermene conto prima e da lasciarti sfuggire dalle mie mani. E stasera...beh...il solo pensiero che stessi con Thomas e che lui potesse abbracciarti, stringerti la mano o addirittura baciarti mi ha mandato fuori di testa. - concluse spostandole una ciocca dietro l'orecchio, mentre lei lo guardava sorpresa ed emozionata. 
- Harry sei ubriaco e domani mattina probabilmente non ti ricorderai nulla di queste parole...- 
- No Reb - disse lui nervoso - sono ubriaco, ma so quello che provo. Te l'ho già detto, non riesco a respirare senza di te...- le prese la mano accarezzandogliela.
Rebecca sospirò, ancora scombussolata da quel discorso - Su ne riparliamo domani, ora è meglio che riposi. - 
- Dormi con me...- chiese lui osservandola con sguardo perso e supplichevole e Rebecca non poté che sorridere di fronte a quegli occhi imploranti, così accettò aiutandolo a distendersi sul proprio letto e posizionandosi accanto a lui e dopo un po' entrambi caddero in un sonno profondo con lei che gli accarezzava i capelli e Harry che la stringeva forte a sé.
 
 
I raggi del sole filtravano deboli e quasi a stento dalla finestra: Londra era più nebbiosa e fredda che mai. Ma tra quelle coperte che odoravano di lei non riusciva a prestare attenzione a niente altro che non fosse il respiro rilassato della mora che gli si infrangeva sul petto: durante la notte Rebecca si era mossa fino a poggiarsi con tutto il capo su di lui, usandolo come cuscino ed era da più di dieci minuti ormai che Harry la fissava incantato dormire e le accarezzava delicato i capelli. Moriva dalla voglia di baciarla così, deciso, le accarezzò delicatamente le labbra; fece poi lo stesso con le guance rosee, con gli zigomi e infine le lasciò un soffice bacio sulla punta del naso. 
A quel tocco Rebecca sbattè più volte le palpebre fino ad aprire gli occhi e trovarsi a pochi centimetri il viso di Harry. Lui sorrise.
- Cosa stai facendo? - bofonchiò assonata stropicciandosi gli occhi.
- Ma come? Ti sto dando il buongiorno- le sussurrò sulle labbra prima di baciarla. Rebecca era ancora troppo stordita e quel risveglio era stato troppo piacevole per protestare, così ricambió con una tale dolcezza che il riccio si sentì morire e approfondì il bacio per poi avvolgerla tra le sue braccia. 
- Harry...- disse la mora puntando gli occhi in quelli verdi di lui.
- Reb anche se non ricordo perfettamente quello che ti ho detto ieri- inzió lui sospirando e incastrando la mano tra i capelli lunghi della mora- te lo ripeto, so perfettamente quello che provo e tu non devi dubitarne, sei sempre stata diversa per me e non pensare che quella notte per me non sia stata importante. Sono io che sono uno stupido e ho lasciato correre,ho lasciato che ti allontanassi da me, ma ti giuro che non te lo permetterò mai più- disse serio mentre le adagiava un bacio umido sulla fronte- ed ora scendiamo a fare colazione, su!-
Rebecca che ancora non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, si lasciò trascinare come una bambola verso le scale.
In cucina trovarono gli altri intenti a fare colazione e a ridere per una battuta di Niall che gli costó un pezzo di pancake tra i capelli lanciato da Louis il quale stava per aprire bocca quando vide l'amico e l'italiana entrare nella stanza silenziosi e sorridenti.
- Buongiorno anche a voi raggi di sole- esclamò osservandoli divertito.
- Solo tu puoi parlare di raggi e di sole in pieno inverno Louis- gli rispose la mora scuotendo il capo. 
Nel frattempo Dafne stava fissando perplessa gli ultimi arrivati dato che si stavano comportando in modo decisamente insolito, ma nessuno sembrava averci fatto caso: Harry continuava a guardare l'amica con un sorriso dolce sulle labbra e senza che Rebecca gli chiedesse niente, le aveva portato una bella tazza di caffè e in quel momento le stava passando anche una ciotola di cereali al cacao ricevendo un grazie appena sussurrato dalla mora. 
Il riccio invece stava osservando in silenzio gli amici che chiacchieravano mentre lui assaporava il suo cornetto alla crema. Si sentiva decisamente bene, quasi non avvertiva i sintomi della sbronza della sera precedente, quel giorno avrebbe potuto scalare una montagna. Liam che stava fissando la mora lo distolse dai suoi pensieri; seguì lo sguardo dell'amico che finì dritto dritto...sulla scollatura della canotta di Reb! Speró di aver visto male ma fu più forte di lui e - Dannazione Reb, ti vuoi coprire!- esclamò a denti stretti attirando l'attenzione dei presenti e lasciando senza parole la ragazza che si affrettò ad infilare la sua felpa verde, dopo l'occhiata eloquente che aveva ricevuto dal riccio - Ecco, così va meglio- disse più rilassato ritornando a guardare gli amici che lo fissavano ridendosela sotto i baffi.
- C'è qualcosa che non va, Harry? - domandò stranito Liam.
- E lo chiedi a me? Sei tu che stavi guardando dove non dovevi! - esclamò il ragazzo con un sopracciglio alzato, indicando con un cenno del capo il petto della mora la quale, per l'imbarazzo, abbassò la testa concentrandosi sulla sua colazione.
- Oooooooh! Attento Liam, qui qualcuno è geloso! - intervenne Louis con tono canzonatorio.
- Ma la volete smettere? Reb, giuro che non stavo facendo niente! - si giustificò Liam alzando le mani in seno di difesa.
- Tranquillo, sta un tantino esagerando. - rise istericamente la ragazza lanciando un'occhiataccia al riccio - Beh, Zayn come è andata a Bradford ieri? Siete tornati piuttosto tardi...- tentò di sviare il discorso, ma senza riuscirci dato che il pakistano non ebbe tempo neanche di aprire bocca che fu subito interrotto da Louis - Già Harry, perché stai esagerando? - chiese malizioso guardando curioso l'amico, così come tutti gli altri presenti nella cucina.
- Io non sto esagerando! - incrociò le braccia al petto il ragazzo - Semplicemente non voglio che troppi sguardi siano puntati sulla mia Rebecca. -
- Tua?- domandò questa volta Zayn con una risatina.
- Dio...- sussurrò Rebecca strofinandosi gli occhi, mentre Dafne la fissava desiderosa di capirci di più.
- Si, mia! - affermò con sicurezza e ovvietà avvicinandosi alla mora per cingerle le spalle e posarle un delicato bacio sulla testa, nel totale silenzio dei presenti che li guardavano sorpresi e divertiti allo stesso tempo.
- Beh, Harold. Finalmente ti sei dato una mossa. Mi sa che da oggi in poi dovrò contendenti con qualcun altro! - disse Louis assumendo un'espressione fintamente disperata e facendo scoppiare a ridere tutti, persino Reb che stava morendo di imbarazzo per quella scenata che le aveva fatto il riccio.

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Capitolo 17
*** You're so idiot! ***


- Dafne, bevi quantità industriali di succo alla pesca! Sembri quasi Louis che riesce a trangugiare litri di thè ogni giorno. -
- Payne, è la mia droga! - spiegò la castana sorridendo all'amico, per poi versare un altro po' del suo amato succo nel bicchiere che aveva di fronte. Proprio non riusciva a fare a meno di quel liquido arancione, era la sua bibita preferita.
- Liam, per piacere...non paragonare il mio pregiato thè a quella porcheria che sta bevendo Dafne. - intervenne Louis con un'espressione quasi schifata, senza però distogliere lo sguardo dal giornale che stava leggendo: l'articolo che aveva trovato sulla squadra del Doncaster Rovers, ad alcune delle cui partite aveva anche preso parte, aveva totalmente attirato la sua attenzione, ma nonostante ciò era riuscito a seguire la conversazione dei due amici e quando aveva captato la parola "thè" si era sentito in dovere di intervenire e dire la sua dato che era la sua bevanda preferita; anzi non riusciva a capire come potessero esserci persone a cui non piacesse.
- Oh, Lou! - fece la ragazza alzando gli occhi al cielo - Si vede proprio che sei il classico inglesino da quattro soldi! - ghignò con l'intento di prenderlo in giro.
- Simpatica, davvero. - disse lui di rimando rivolgendole un'occhiata veloce prima di chiudere il giornale - E non starò qui ad elogiare la tua simpatia ulteriormente, perché il tuo caro amico inglesino ha delle cose da fare. A dopo italiana dei miei stivali. Ciao Payne! - e sparì al piano di sopra. 
Dafne e Liam rimasero a chiacchierare per un po' mentre lui le parlava della ragazza che da un po' aveva iniziato a sentire e con la quale quella mattina sarebbe dovuto uscire: si chiamava Sam, aveva la sua età e si stava per laureare in Fisica. Queste furono le uniche informazioni che la castana riuscì ad apprendere, prima che la loro conversazione fosse interrotta dall'ingresso di Rebecca e Harry che si tenevano per mano e Dafne non poté che sorridere alla vista di quanto quei due fossero teneri e perfetti insieme.
- Uscite? - domandò Liam, osservandoli vestiti di tutto punto. 
- Già, la signorina vuole portarmi a fare spese. Dice che non le piacciono per niente le mie camicie...andiamo, sono fantastiche! - disse il riccio guardando la mora di sottecchi. 
- Harry, su. Cerca di essere serio, perché io con quelle cose addosso non ti riesco proprio a guardare. -replicò Rebecca scuotendo il capo, ma il ragazzo, al quale stringeva ancora la mano, a quelle parole colse la palla al balzo alzando un sopracciglio - Ma davvero? L'altro giorno non mi sembrava ti fosse dispiaciuto fissarmi mentre facevamo le prove. Eppure indossavo una di quelle camicie che tanto odi...- sorrise sornione quando la vide arrossire, perché colta in flagrante.
- Hai frainteso, guardavo solo quanto fossi ridicolo vestito in quel modo. - cercò di trovare una scusa - In ogni caso non perdiamo tempo, andiamo! Ah, Daf! Più tardi dovrebbe passare Mike a pendere un libro che mi ha prestato tempo fa...l'ho lasciato sulla mia scrivania. Ci vediamo! - urlò, infine, chiudendosi la porta alle spalle senza neanche aspettare una risposta da parte dell'amica.
 
 
Era da poco passata l'ora di pranzo e Dafne era appena uscita dalla doccia dato che di lì a breve sarebbe dovuta andare al Sound in Time per il suo turno pomeridiano; stava pettinando i lunghi capelli castani completamente bagnati di fronte allo specchio leggermente appannato per tutto il vapore che riempiva il bagno, quando sentì il suono del citofono e si immobilizzò con il braccio a mezz'aria: aveva completamente dimenticato che Mike sarebbe dovuto passare a prendere il libro di Rebecca. Sbuffò e poggiò il pettine sul ripiano di fronte a sé, sistemando poi alla meglio un asciugamano intorno al corpo diretta al piano di sotto, dove il suono del citofono continuava a squillare, dato che in casa non c'era nessuno e il ragazzo aspettava ancora fuori.
- Ciao Mike! - lo salutò appena ebbe aperto la porta e il ragazzo le si parò davanti con il suo fisico mozzafiato.
- Heylà, bellissima! Oh...scusa, sono venuto in un momento sbagliato...- disse lui portando una mano dietro la nuca imbarazzato non appena ebbe notato che la ragazza che aveva di fronte aveva solo un asciugamano addosso. - Tranquillo, accomodati. - lo rassicurò lei.       
 Mike la seguì all'interno di quella casa decisamente grande, osservando con attenzione come Dafne si muoveva impacciata nel tentativo di mantenere l'asciugamano bianco saldo attorno al suo corpo, mentre sbuffava qualcosa riguardo il fatto che fosse in ritardo e che non ricordasse dove aveva messo poco prima il libro lasciatole da Rebecca. 
- Eccolo! - la sentì poi esclamare - L'avevo portato qui in salotto, ma i ragazzi devono averlo messo distrattamente tra queste riviste sportive. Scusa se ti ho fatto perdere tempo. - disse mentre si avvicinava al ragazzo - Beh, posso offrirti qualcosa? - 
- Un bicchiere d'acqua va benissimo, grazie. - le rispose, per poi dirigersi con la sua ospite in cucina - E così tu e Reb vivete qui ora, eh? - domandò guardandosi intorno.
- Già, i nostri amici sono stati davvero gentili...non saprei cosa avremmo fatto senza di loro. - 
- Beh...sareste potute venire a stare da me! Ho un appartamento molto spazioso e poi avremmo potuto passare più tempo insieme. Sai, per conoscerci meglio. - disse ammiccando e avvicinandosi alla ragazza.
- Già...- rispose incerta Dafne, perplessa per quell'improvviso avvicinamento - È andata così purtroppo...-
- Tu e il moretto state insieme? - domandò poi improvvisamente, cambiando discorso e lasciando la castana interdetta: non sopportava che le si facessero certe domande, per di più non le era piaciuto per niente il fatto che Mike si fosse avvicinato tanto da spostare una ciocca umida dalla sua spalla.
- Dio, tutti con questa storia! No, non stiamo insieme. E ora scusa, ma devo andare a lavoro e sono in ritardo...- fece per allontanarsi, ma lui la trattenne per un fianco avvicinandosi ulteriormente al corpo della ragazza e costringendolo tra il suo e l'isola della cucina - Esci con me! - disse su due piedi.
- Cosa? - domandò Dafne spostandosi di poco all'indietro, colta di sorpresa da quella proposta. 
- Tu e quel Zayn, o come si chiama, non state insieme. Tu sei single, io sono single. Perché non esci con me? - chiese di nuovo, con aria maliziosa e Dafne avrebbe voluto volentieri rispondergli con l'acidità degna di uno yogurt scaduto, date tutte le altre volte che glielo aveva chiesto, ma si impose di restare calma, così sospirò e prese a parlare - Mike, sei davvero un ragazzo simpatico...ma te l'ho già detto. Non mi va di uscire con te. - gli spiegò portando una mano su quella del ragazzo che era ancora appoggiata sul suo fianco, con l'intento di farlo allontanare.
- Non posso neanche provare a farti cambiare idea con un bacio? Sai...ci sarà un motivo se mi chiamano Magic Mike! - e a quella battuta pessima Dafne non poté che scoppiare a ridere, seguita dopo un po' dal ragazzo che, di fronte a lei, aveva tentato invano di mantenere un'espressione seria.
- Credimi, neanche Channing Tatum potrebbe farmi cambiare idea. -
 - Va bene, mi arrendo. - sospirò poi con aria rassegnata - Ma un giorno sappi che sarai tu a voler uscire con me! - le disse sorridendo e avvicinandosi ancor di più alla ragazza per posarle un bacio sulla fronte. Un contatto innocente, che durò abbastanza a lungo da poter essere visto da qualcuno che era da poco entrato in casa e ora osservava i due leggermente infastidito - E tu chi diavolo saresti? - domandò serio Zayn, fermo sulla soglia della cucina. 
- Sono Mike. Un amico di Rebecca e Dafne - gli si avvicinò porgendogli la mano, ma venendo totalmente ignorato dal moro che invece continuava a guardarlo male - Beh...- riprese incerto Mike - Io allora vado. Grazie per il libro, Daf! Ci vediamo in giro. - e senza neanche aspettare che la ragazza lo accompagnasse alla porta si volatilizzò, avendo certamente percepito l'ostilità che il pakistano non aveva esitato a mostrare nei suoi confronti.
Quando la porta si fu chiusa i due ragazzi rimasero a fissarsi per un po' con delle espressioni stampate in volto che di allegro avevano ben poco e circondati da un silenzio carico di tensione e nervosismo; Zayn osservava Dafne impaziente di sapere cosa ci facesse mezza nuda, da sola in casa, con quel tizio che tra l'altro neanche conosceva e Dafne osservava Zayn, in attesa di una spiegazione per quel suo comportamento, ma notando che non sembrava avesse intenzione di risponderle fu lei a prendere parola - Beh? Sei stato un po' maleducato lo sai? - 
Il moro rise - Ma davvero? Fino a prova contraria sono in casa mia e mi comporto come voglio. - non avrebbe voluto dare una risposta del genere, ma il pensiero di quel ragazzo così vicino a Dafne non riusciva a farlo ragionare lucidamente.
- Zayn, quando fai così mi innervosisci. Non riesco a capirti, sul serio! - sbuffò la castana, la quale lo oltrepassò diretta al piano di sopra: il tempo scorreva, lei era in ritardo per il lavoro e non aveva minimamente intenzione di stare dietro ad un Malik che con tutta probabilità aveva "le sue cose".
- Che ci faceva qui? - le chiese andandole dietro su per le scale - Allora? - insistette mentre saliva l'ennesimo gradino, ma dopo quella domanda fu costretto a bloccarsi perché Dafne si era fermata e girata di colpo. - Era venuto a prendere un libro! E poi si può sapere perché ti importa? - domandò iniziando a perdere la pazienza, ma Zayn la ignorò.
- E sei solita accogliere in questo modo le persone che si presentano alla porta di casa? - disse il ragazzo squadrandola da capo a piedi, e Dafne poté giurare di essersi sentita quasi nuda sotto il suo sguardo, nonostante a coprirla ci fosse l'asciugamano.
- Avevo appena finito di fare la doccia e...la sai una cosa? Non vedo perché dovrei darti spiegazioni! Pensa ciò che vuoi! Non sono affari tuoi! - sibilò per poi voltarsi e continuare a salire le scale, ma Zayn la bloccò per un polso - Certo che sono affari miei! - le disse serio e a quel punto Dafne scoppiò. - No che non lo sono, idiota! Ora lasciami stare, devo andare a lavoro e non ho tempo da perdere! - e detto questo sparì dietro la porta della sua camera, sbattendola con forza e lasciando Zayn da solo in corridoio.
Mezz'ora dopo l'italiana scese di sotto pronta per uscire e più nervosa che mai dal momento che più che a dei capelli i suoi assomigliavano alla criniera di un leone dato che non li aveva asciugati subito, poi aveva trovato un buco fatto chissà come su una delle sue maglie preferite e per di più stava ancora sbollendo la rabbia per la discussione senza senso che aveva avuto con il pakistano. Cosa avrebbe dato per aprire la testa del ragazzo e capire cosa gli passasse per il cervello, dio solo lo sa! Infilato il cappotto notò che in casa oltre Zayn c'era anche Niall, evidentemente già tornato da una delle sue tante partite di golf - Hey irlandese! - lo salutò lei con un sorriso - come è andata oggi? - 
- Ciao Daf! Una partita fantastica, la prossima volta vieni con me e ti insegno a giocare! - le propose salutandola con un bacio sulla guancia - Vai da Mark? -
- Ci conto allora! Si, il lavoro chiama. A proposito, per caso stasera puoi passarmi a prendere in negozio? - gli domandò speranzosa. In realtà Zayn si era già offerto di darle un passaggio quella mattina, così magari  prima di tornare a casa sarebbero potuti passare insieme al "Painting", ma dato che la loro ultima conversazione non si era conclusa nel migliore dei modi aveva preferito evitare di ricordarglielo e chiedere a Niall. 
- Certo, madamoiselle. A dopo! - disse il biondo improvvisando un inchino e facendo ridere l'amica, entrambi ignari di avere avere puntati addosso due occhi scuri che li guardavano infastiditi.
 
 
La giornata non poteva andare peggio: poco dopo essere arrivata al Sound in Time aveva iniziato a piovere e non aveva smesso neanche per un secondo; certo, non si poteva dire che Dafne odiasse la pioggia, ma le piaceva solo quando si trovava in casa, sul divano, con una coperta a riscaldarla e con una bella tazza di cioccolata calda. L'unica cosa positiva era che di lì a poco lei e Mark avrebbero chiuso il negozio, essendo ormai sera, e sarebbe potuta ritornare a casa a rilassarsi, per quanto i suoi pensieri glielo avrebbero permesso.
- Stai bene, cara? - domandò il proprietario guardando la ragazza apprensivo - Oggi ti ho visto un po' distratta. Sai non è da te non riuscire a spiegare ai clienti la differenza tra una chitarra classica ed una acustica.-
- Scusa Mark...oggi è stata una giornata un po' strana, ma tranquillo non è nulla di serio. - lo rassicurò, mentre infilava il cappotto - Ci vediamo domani! - e detto questo uscì dal locale, maledicendosi subito dopo per non aver portato con sé un ombrello quel pomeriggio; socchiuse gli occhi nel tentativo di riuscire a vedere attraverso la pioggia che cadeva forte, quando poi notò l'auto di Niall parcheggiata poco lontano prese coraggio e, coprendosi alla meglio con la borsa per ripararsi dall'acqua, raggiunse di corsa l'amico.
- Horan sei la mia salvezza! - disse appena entrata in auto, ma quando si voltò quasi sussultò perché il ragazzo che era di fronte a lei non aveva né i capelli biondi né gli occhi azzurri - E tu che diavolo ci fai qui? - chiese rivolta a Zayn, sorpresa e anche un po' infastidita dalla sua presenza.
- Ciao anche a te Dafne. - fece lui con un sorriso ironico stampato in volto. 
- Mi rispondi? - continuò lei facendolo sbuffare.
- Avevo detto che sarei venuto a prenderti io, ma poi all'improvviso vengo a sapere che hai chiesto un passaggio a Niall. Così mi sono detto, perché non fare di testa mia? - spiegò ancora una volta con quell'ironia che stava per mandare fuori di testa Dafne.
- Ok, ora basta! Non ho voglia di continuare quest'inutile discussione. - sospirò lei - Grazie per essere venuto, ma ora possiamo andare a casa? - domandò e, senza che le rispondesse o la guardasse, Zayn mise in moto l'auto inserendosi nel traffico londinese. 
Il viaggio in macchina fu lento e silenzioso, l'unica cosa che si riusciva a sentire erano i respiri dei due ragazzi, lo scrosciare dell'acqua sul parabrezza e lo sbuffare di Dafne che in quel momento voleva essere ovunque, ma non accanto a Zayn che non faceva altro che mandarle delle occhiate veloci mentre guidava. Il moro, d'altro canto, sperava con tutto il cuore che Dafne iniziasse a parlare, anche degli insulti avrebbe gradito, tutto pur di evitare quel silenzio, anche perché lui certe cose non le sapeva proprio gestire! Così provò ad accendere la radio, ma non ebbe neanche il tempo di capire quale canzone stessero trasmettendo che la ragazza seduta accanto a lui allungò il braccio per spegnere l'aggeggio. Dio, quanto lo irritava quando faceva così.
- Voglio ascoltare qualcosa di diverso dai i tuoi sbuffi. Stai diventando fastidiosa. - disse riaccendendo la radio, che lei prontamente spense di nuovo - Ed io no! -
- Guido io e decido io! - accese.
- Nessuno ti ha chiesto di venire, quindi non lamentarti! - spense e quella volta Zayn preferì non proseguire quella stupida battaglia con i tasti della radio o altrimenti avrebbero finito con il romperla e poi Niall avrebbe dato sicuramente di matto.
- Quanto sei testarda! Mi spieghi perché ti stai comportando in questo modo? - domandò ad un certo punto il ragazzo alzando di poco la voce. Avevano appena oltrepassato il cancello automatico della villa ed erano ancora seduti in macchina.
- Se non lo capisci, non posso farci niente! Grazie del passaggio, io entro in casa, se tu vuoi rimanere chiuso qui dentro fa pure. - detto questo prese la borsa e fece per aprire lo sportello, ma Zayn si allungò sopra di lei richiudendolo con forza.
- Tu non vai da nessuna parte. Ora io e te parliamo! - 
- E di cosa, di grazia? Di quanto tu sia caratterialmente instabile? Di quanto tu oggi sia stato poco simpatico con Mike? O di quanto tu mi abbia fatta innervosire per l'avermi tempestata di domande neanche fossi mio padre? Su Zayn, dimmi di cosa vuoi parlare. Sono tutt'orecchi! -
- Allora è Mike il tuo problema. Sei così acida perché ho interrotto il vostro "momento romantico"? - mimò con le dita le virgolette, sorridendo amaramente. E quello, forse, non avrebbe dovuto dirlo. - Non l'hai detto davvero. Certo che sei un completo idiota, Malik! - urlò Dafne, questa volta uscendo per davvero dall'auto e avviandosi lungo il vialetto, bagnandosi completamente a causa della pioggia che continuava a cadere. Non fece neanche cinque passi che sentì l'altro sportello sbattere alle sue spalle e subito dopo un rumore di scarpe che la seguivano. 
- Non chiamarmi idiota di nuovo, odio quando lo fai! - le disse alzando la voce mentre la raggiungeva, anche lui completamente fradicio in quel momento.
- Tu smettila di esserlo e io smetterò di dire che lo sei! - fece esasperata incrociando le braccia al petto.
- Quando fai così...-
- Quando faccio così, cosa? Illuminami ti prego, perché proprio non riesco a seguirti! - 
- Non ti sopporto quando fai così! - esclamò Zayn spostandosi alcune ciocche bagnate dalla fronte - Tu...tu non capisci quanto mi abbia dato fastidio vederti con quel tipo. Eravate così vicini che ho pensato vi stesse baciando. Per di più tu avevi quell'insulso asciugamano addosso e ed eravate da soli a casa, diamine. Cosa avrei dovuto pensare? - 
Dafne rimase a bocca aperta: aveva forse ammesso di aver provato in qualche modo un po' di gelosia per lei? Quel pensiero come le attraversò la mente così scomparve, lasciando spazio a rassegnazione e rabbia. Tanta rabbia. - No che non capisco Zayn! E come potrei d'altronde! Noi litighiamo e facciamo pace in continuazione, e tu sei così criptico che...che mi mandi fuori di testa! Io provo a capire cosa ti passi per la testa e quando credo di averlo fatto ti comporti in modo totalmente opposto! Sei stato così premuroso da prenderti cura di me e portarmi in giro quando quell'arpia della tua ragazza ha distrutto la chitarra di mio padre, nonostante quel giorno stessi male più tu che io data la vostra rottura. Stavamo quasi per baciarci l'altra volta, ma dopo allora hai continuato a comportarti come se niente fosse. E io allora mi dico che è ok, un momento di debolezza e confusione può anche capitare! - disse lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, per poi avvicinarglisi e puntargli il dito contro - Ma poi te ne esci con quella storia della street art, mi svegli la mattina presto e mi trascini a Bradford perché "quelli come noi hanno l'arte nelle vene" e non potevo perdermi una simile esperienza, hai detto! Ho creduto che dopo quel giorno ci fossimo avvicinati un po' di più, ma poi, ancora una volta è tornato tutto come prima. E ciliegina sulla torta oggi hai dato di matto quando hai visto Mike, quando la cosa non dovrebbe minimamente interessarti! Potrei persino decidere di sposarlo, così, su due piedi e tu non dovresti permetterti di aprire bocca. Perché questa è la mia vita - gli diede una leggera spinta - e io sono stanca di stare dietro ai tuoi sbalzi d'umore completamente privi di senso! Quindi, cosa avresti dovuto pensare quando hai visto me e Mike oggi? Non lo so Zayn, so solo che avresti dovuto stare zitto e comportarti con indifferenza dato che è una delle cose che ti riesce meglio e da oggi in poi...- Dafne aveva ormai preso la rincorsa e gli stava sputando in faccia tutti dubbi che le stavano divorando il cervello ormai da un po' di tempo, ma non ebbe il tempo di terminare la frase che Zayn le bloccò i polsi attirandola a sé e facendo scontrare le loro labbra in un bacio che sapeva di rabbia, passione, paura, consapevolezza, sentimenti non detti e che ora finalmente stavano venendo a galla. Rimasero a baciarsi così, per un tempo indeterminato, con i loro sospiri e lo schiocco delle loro lingue uniti alla pioggia fredda che, incessante, continuava a cadere sui loro volti e sul resto dei loro corpi. Erano bagnati fradici e probabilmente avrebbero preso la febbre per tutto il freddo che faceva, ma a nessuno dei due sembrava importare: c'erano solo loro due in quel momento, ed era l'unica cosa che contava. Zayn le lasciò andare i polsi, passando un braccio intorno alla vita della ragazza per avvicinarla di più al suo corpo e lo stesso fece Dafne circondandogli con le braccia il collo e schiacciando completamente il proprio petto contro quello del moro, come se quel gesto avesse potuto avvicinarli ulteriormente. Impacciati, senza mai allontanare le loro bocche, mossero qualche passo fino a poggiarsi al muro, dove continuarono a baciarsi e a toccarsi per imprimere chiaramente quel momento e quelle sensazioni nella loro mente. Zayn la baciava e allo stesso tempo le accarezzava le guance e poi la testa per spostare i capelli che di tanto in tanto le cadevano sul viso e Dafne, che aveva fin dal primo momento preso in giro Rebecca quando questa  le aveva raccontato di aver sentito le farfalle nello stomaco durante il suo bacio con Harry, dovette ricredersi avendo chiaramente avvertito quel vortice inspiegabile di sensazioni dentro di sé. Perché, diamine se le sentiva le farfalle nello stomaco! Quando si staccarono ponendo finalmente una distanza, seppur minima,  tra i loro visi rimasero a guardarsi negli occhi, continuando a trasmettersi con il solo sguardo quella stessa passione che li aveva travolti poco prima. Poi un sospiro, la fine del contatto tra i loro corpi, un rumore di passi e una porta sbattuta con forza. E Zayn, intanto, era rimasto lì nel vialetto di casa, sotto la pioggia, ad osservare il punto in cui Dafne era scomparsa più confuso che mai, forse un po' dispiaciuto, ma anche tremendamente felice. 
 
 
- Si può sapere cosa vi è successo? - chiese stranito Liam una volta che anche Zayn fu rientrato in casa. Si trovava sul divano a guardare la TV insieme a Louis, Harry e Rebecca e tutti e quattro non avevano potuto non notare Dafne grondante d'acqua attraversare l'ingresso con una faccia pallida, neanche avesse visto un fantasma, e dirigersi in camera sua dopo aver accennato a stento un saluto; e ora anche il moro, a distanza di pochi minuti dalla ragazza, aveva fatto la sua entrata completamente fradicio e con un'espressione in viso indecifrabile, che aveva lasciato tutti un po' perplessi. "Guai in vista", pensarono, ma nessuno aprì bocca. Sotto lo sguardo attento degli altri Zayn si avvicinò nel totale silenzio alla poltrona libera sprofondandovici sopra e chiudendo subito dopo gli occhi. Cosa aveva combinato? 
- Amico, non vorrei sembrarti un rompipalle ma sei completamente bagnato e quella poltrona tra poco annegherà per tutta l'acqua che stai cacciando. - parlò Louis cercando di essere simpatico, ma senza suscitare alcun tipo di reazione da parte del ragazzo, il quale continuava a tenere le palpebre serrate. 
- Malik, parla. - sbuffò ad un certo punto Rebecca, allontanandosi dal corpo di Harry che la stava stringendo a sé - La mia amica è entrata con una faccia da funerale e non ha degnato nessuno di uno sguardo e tu non sei stato da meno. Ora parla, prima che ti costringa io a farlo. - disse seria, riuscendo ad ottenere finalmente l'attenzione di Zayn che invece aveva totalmente ignorato Louis e Liam poco prima.
- Credo di aver combinato un casino...- spiegò massaggiandosi gli occhi - Sono un completo idiota! Dafne ha perfettamente ragione. - 
Lo stavano osservando apprensivi cercando di capire cosa fosse successo: sicuramente avevano avuto una delle loro solite discussioni, ma questa sembrava aver teso notevolmente le cose tra i due, dato che non li avevano mai visti con simili facce.
- Che sei un piccolo idiota lo sappiamo tutti! - disse la mora accennando un sorriso - Ma c'è sempre una soluzione a tutto e sono sicura che qualunque cosa sia successa tra te e Dafne riuscirai ad aggiustarla. - 
- Questa volta non sarà così semplice chiarire - disse lui alzandosi - Vado a cambiarmi. -
 
 
 
Era trascorso un giorno e i ragazzi si trovavano ora impegnati in una performance sul palco di "Hello London", un programma televisivo in cui avrebbero dovuto esibirsi con alcune nuove canzoni per pubblicizzare l'album. Fortunatamente quel mattino il tempo era stato benevolo: niente pioggia, solo poche nuvole sparse nel cielo e una temperatura che continuava ad essere decisamente bassa. I cinque ragazzi erano impegnati a cantare sul palco cimentandosi di tanto in tanto in quei loro strani balletti che non facevano altro che mandare fuori di testa le fans che urlavano a squarciagola come se non ci fosse un domani ed erano proprio quelle grida a dare la carica ai ragazzi che, proprio come il loro pubblico, erano più che entusiasti di trovarsi di fronte ad una folla che li apprezzasse così tanto. Stavano ridendo e scherzando, come in ogni loro performance d'altronde, ma l'unico che sembrava non divertirsi affatto sul palco era Zayn; era sempre solito interagire con i suoi compagni organizzando insieme a Louis stupidi scherzetti contro Niall, Harry e Liam, ma quel giorno il moro sembrava completamente assente. Non guardava i ragazzi, osservava distrattamente le fans, si muoveva disorientato e aveva addirittura dimenticato un paio di volte le parole delle canzoni in alcuni suoi assoli, tanto che Harry era dovuto intervenire  più volte cantando al posto suo. - Si può sapere che ti prende? - domandò il riccio al pakistano mentre Liam si occupava del proprio pezzo. 
- Niente Hazza. Non preoccuparti. - rispose il moro lanciando una veloce occhiata dietro il palco. 
- Beh non direi niente, dato quello che hai combinato da quando abbiamo iniziato. - poi sospirò - Tra poco tocca di nuovo a te, concentrati. -
Dietro le quinte di "Hello London", intanto, ad osservare lo spettacolo c'erano Rebecca, Lou con la piccola Lux in braccio e Dafne che però, a differenza delle altre tre, era intenta ad osservare un punto indefinito del palco senza prestare realmente attenzione ai suoi amici. Era dal giorno precedente che non riusciva a concentrarsi, da quando Zayn le aveva dato quel maledetto bacio e lei si era ritrovata a ricambiare; ed ora non riusciva a capire cosa provasse, si sentiva totalmente apatica, come svuotata di ogni sentimento.
- Dafne mi stai ascoltando? - chiese Rebecca infastidita, essendosi resa conto di aver parlato a lungo con la sua amica ma che questa non l'aveva ascoltata per niente. 
- Ehm...si...dicevi? - tentò la castana, mandando uno sguardo d'aiuto a Lou accanto lei, che però era intenta a giocare con la sua bambina.
- Sei strana. - sospirò - Vuoi dirmi cosa è successo? - 
- Niente Reb, non è successo niente. È solo una giornata no. - spiegò la castana osservando il proprio cellulare e facendo sbuffare l'amica.
- Certo che tu e Zayn vi state comportando proprio da bambini! Non si può sapere per quale motivo abbiate litigato? - chiese osservando seria l'amica, la quale però non ebbe il tempo di rispondere dal momento che la performance dei ragazzi era appena terminata e questi avevano fatto la loro comparsa dietro le quinte. - Amico, quella di oggi è stata la tua esibizione peggiore in questi quattro anni, senza offesa. - disse Louis rivolto a Zayn mentre si sedeva  sopra un baule che probabilmente conteneva strumenti musicali, ma il moro lo ignorò totalmente dedicandosi alla sua bottiglia d'acqua, che finì in meno di due minuti - Grazie della considerazione - borbottò il ragazzo dagli occhi azzurri mettendosi in piedi - Ora andiamo a recuperare le nostre cose che Paul ci sta aspettando. -
Mentre tutti si dirigevano verso l'uscita, chi ridendo da matti come Niall e Liam, chi coccolandosi come Harry e Rebecca, Zayn approfittò del fatto che Dafne fosse rimasta in fondo alla fila per afferrarla saldamente per il braccio e prenderla da parte, deciso più che mai a parlare con lei e cacciare dalla propria mente quel vortice di pensieri che lo stava confondendo ormai da troppe ore.
- Che vuoi? - chiese l'italiana con espressione seria, interrompendo il contatto tra la mano del moro e il proprio braccio.
- Parlare di ieri. - 
Dafne si aspettava certamente che prima o poi avrebbero affrontato quella conversazione, ma in quel momento non sapeva sul serio cosa dire o cosa volesse sentirsi dire. L'unica cosa di cui era certa in quel frangente era che volesse allontanarsi da lui perché la sua sola presenza era in grado di destabilizzarla; e l'essersi resa conto di una cosa del genere non aveva fatto altro che indisporre maggiormente la castana.
- Non c'è niente di cui parlare. - disse infatti, per poi voltarsi e fare per andarsene, ma il moro la bloccò.
- Sul serio, Dafne? - alzò un sopracciglio - Perché se non ricordo male ti ho baciata e tu hai baciato me. - 
- Giusto quello...- fece finta di cadere dalle nuvole - È stato un gesto dettato dalle circostanze. Dimenticati tutto. - affermò seria e nell'esatto momento in cui pronunciò quelle parole sentì qualcosa sgretolarsi dentro di lei. 
- Stai mentendo - la guardò incredulo il moro - Vuoi dirmi che non hai provato niente? -
- No Zayn, non ho provato niente. - replicò Dafne, e le ci volle tutta la forza del mondo per guardarlo negli occhi e dirgli una cosa del genere. Avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo di nuovo perché si, qualcosa l'aveva sentito quando le loro labbra si erano scontrate, ma la verità era che Dafne era spaventata. Spaventata di esporsi così tanto e di rimanere delusa, spaventata di non essere ricambiata e, soprattutto, spaventata di non essere all'altezza della situazione. Per questo l'istinto di auto-conservazione l'aveva portata a dire certe cose: non poteva rischiare.
- Sai, non ti credo. - fece avvicinandosi al viso della ragazza - Se non ti è importato nulla baciami di nuovo. Qui e ora. - 
- Tu sei fuori di testa. - disse Dafne facendo un passo all'indietro - Non sono tenuta a dimostrarti nulla. E te l'ho già detto: ciò che è successo non ha significato nulla per me. E sicuramente neanche per te. È stato solo un modo per sfogare la rabbia del momento. Quindi riprendiamo le nostre vite come se nulla sia accaduto. Ok? - 
- Ok. - annuì Zayn con un sorriso amaro, dopo un attimo di silenzio - Evidentemente non ho mai capito nulla di te, dal primo momento che ci siamo visti. Ma se è questo quello che vuoi, va bene, faremo come dici. E giusto per facilitarti le cose, possiamo anche smettere di parlare già che ci siamo, così sul serio sarà come se "nulla sia accaduto"- concluse rimarcando l'ultima frase - Ora scusami, ho da fare. - e la oltrepassò, non prima di averle lanciato un'occhiata gelida, lasciandola lì da sola, dietro le quinte di quello stupido programma, con il cuore che probabilmente si era riempito di crepe e con le lacrime che minacciavano di uscire. 
 
 
 
 
 
WRITERS' CORNER
Allora, questo capitolo è stato pubblicato con notevole ritardo e ci scusiamo per questo, ma per noi sta diventando sempre più complicato riuscire ad organizzarci per questa fan fiction e ci dispiace tantissimo. 
Speriamo che questo nuovo pezzo sia di vostro gradimento, anche perché finalmente c'è una svolta tra Zayn e Dafne. Fateci sapere cosa ne pensate ;)
 
Bea e Sofia 😘

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