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di KamiSaDB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia di Yami Ikeda ***
Capitolo 2: *** Un misterioso tumore ***
Capitolo 3: *** Una nuova vita ***
Capitolo 4: *** Doctor Ethan ***
Capitolo 5: *** Cosa mi succede? ***
Capitolo 6: *** La confessione ***
Capitolo 7: *** Eye & Stars ***



Capitolo 1
*** La storia di Yami Ikeda ***



Il mio nome è Yami, Yami Ikeda, e questa è la mia storia: ho 27 anni e frequento l'università nella facoltà di lettere. Vivo da solo, anche se spesso trascorro del tempo con mio fratello Tako, più piccolo di me di 3 anni. 
I miei genitori vivono in Francia, pur essendo di nazionalità giapponese. Io e mio fratello, invece, siamo tornati in Giappone, anche per motivi di lavoro. Il posto in cui vivo è sempre stato un posto tranquillo, fino ad adesso. 
Il 12 Novembre del 2016 feci un incidente in auto e da quel momento iniziai ad avere alcuni problemi, i medici dicono che ho qualcosa al cervello, non si tratta proprio di un tumore, ma non riescono a capire cosa ho e cosa mi sta succedendo. Da quel giorno vedo cose strane, riesco a vedere persone, anzi, esseri strani circolare fra noi, ma nessuno li riesce a vedere oltre me. In tutto questo però qualcosa di positivo c'è: avete mai pensato cosa fossero le stelle? Come dice la scienza, le stelle sono dei corpi celesti che brillano di luce propria, ma come facciamo ad esserne sicuri? Io riesco a vedere tutto quello che accade quando nasce una stella: ogni stella rappresenta un uomo che, nel bene o nel male, muore... diventando una stella.

Le dieci in punto del mattino, all'aereoporto di Sapporo atterra l'aereo con cui Yami e suo fratello Tako hanno viaggiato per tornare nel loro paese natale.
-E' bello essere di nuovo a casa, vero Yami?- Parla Tako.
-Già, mi mancava questo posto. Sono tantissimi anni che non vediamo il Giappone.-
-Non ne potevo più di tutti quei francesi AHAHAHAH- 
-Però mi è dispiaciuto lasciare mamma e papà da soli, dopotutto li non abbiamo parenti o amici stretti- continua Yami.
-Dai, siamo appena arrivati... non è ancora il momento di disperarsi, anzi, per caso vedi Nami qui in giro?- risponde Tako guardando in giro sperando di vedere Nami.
-Dove vi siete dati appuntamento?- chiede Yami.
-Mi aveva detto che mi avrebbe aspettato all'aereoporto.- si siede su un muretto sbuffando.
-Allora vedrai che sarà qui a momenti.- si appoggia anche Yami al muretto.
Improvvisamente si sente una voce in lontananza.
-Taaakoo!!-
-Eh?- si alza e guarda in giro. -Ah! Eccola qui!-
Nami li raggiunge correndo e salta addosso a Tako facendogli perdere l'equilibrio.
-Oh, amore mio quanto mi sei mancato!- riferita a Tako.
-Tranquilla, adesso che sono qui a Sapporo non ci separeremo mai più!-
Nami guarda Tako sorridente e lui la guarda a sua volta.
-Allora... hai portato tutto il necessario?- Chiede Nami incuriosita.
-Si si, è tutto apposto!- Le risponde Tako sorridendo.
-Il necessario?- Chiede Yami con un'espressione un po' confusa.
-Ehm si... vogliamo sposarci!- Risponde Tako imbarazzato.
- C-cosa?! Avete intezione di sposarvi!? Ma... non pensi sia un po' presto per pensare a certe cose?-
-Prima si fa meglio è, no?- Parla Nami emozionata.
Yami rimane un po' perplesso alla situazione, non è del tutto contento all'idea di vedere suo fratello sposarsi e di dover vivere da solo, ma accetta comunque la loro decisione.

Trascorrono 8 anni, Tako e Nami si sposano e il 28 Aprile del 2009 nasce la loro prima figlia, Toki.
Il 12 Novembre del 2016, Yami e la piccola Toki (di appena 7 anni), stanno facendo un giro in macchina per le strade di campagna.
-Hey Zio!- Esclama Toki.
-Dimmi, Toki!- Risponde Yami.
-Cosa sono le stelle?- 
-Le stelle? Ehm... non so... sono... delle masse di gas..- Risponde Yami.
-Io pensavo fossero delle luci- 
Risponde Yami sorridendo: - Quando sarai più grande lo capirai...-
Una macchina cambia velocemente corsia e sbatte con la loro rompendola quasi del tutto.
Circa mezz'ora dopo arrivano Tako e Nami nel luogo dell'incidente.
-Cosa è successo!?- Chiede Tako ai vigili che erano li per soccorere i feriti.
-Dov'è mia figlia!?- Chiede Nami urlando.
Gli infermieri tranquillizzano Nami dandogli la piccola Toki in braccio.
-La piccola sta bene, è solo svenuta per la paura... del resto ha solo qualche graffio- Risponde uno dei medici che era li per soccorrere Yami e Toki.
Nami stringe Toki e la copre con una giacca mentre altri medici mettono Yami in una barella.
-Cos'ha mio fratello!?- Chiede Tako preoccupato.
-Non sappiamo ancora di cosa si tratta, ma è messo davvero male. Dobbiamo portarlo immediatamente in ospedale.- Risponde il medico.
- Ma si riprenderà?! - 
-Non possiamo prometterle nulla.-
Yami apre leggermente gli occhi e guarda Tako prima di essere portato dentro l'ambulanza.

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Capitolo 2
*** Un misterioso tumore ***


12 Novembre 2016, Yami è stato portato in ospedale in seguito all'incidente stradale.
L'indomani mattina Yami si riprende e si trova in ospedale sdraiato su un letto.
Entra un medico con un foglio in mano e controlla i battiti cardiaci di Yami, per vedere se è tutto apposto.
Yami apre leggermente gli occhi e lo guarda.
-Uh? A-ah sei sveglio...?- parla in dottore guardandolo. - Come si sente? - 
- M-meglio...Grazie.- Risponde Yami un po' sofferente. 
-Stai andando molto bene, anzi, pensavamo tu non saresti riuscito a riprenderti.- Continua il dottore sorridendogli.
-Ma c-cosa è successo?-
-Hai avuto un brutto incidente, una macchina ti è salita praticamente addosso... ehm, posso darti del tu?-
-Certo...-
- p-posso chiederle una cosa?- Continua Yami.
-Dimmi pure- Risponde sorridendo.
-La bambina che era con me, come sta?-
-Tutto bene, tranquillo. La piccola ha solo qualche graffio per fortuna.-
-Bene...Ora mi sento decisamente meglio.-
-Sua figlia?-
-N-no... mia nipote...- Risponde Yami sorridendo a malapena. -Ma l-lei chi è?-
-Ah, scusa. Mi presento, sono il Dottor Ethan Black e sarò il suo presonale assistente.- 
-Capisco...-
Entra un altro dottore.
-Buongiorno, Yami.-
-Salve...-
-Allora... devi iniziare la cura e fare altri controlli...- 
-Ma cosa ho?-
-E' una domanda difficile figliolo, non sappiamo cos'hai- Risponde il dottore appena arrivato ridendo.
-Eh?- 
-Ma lo scopriremo...per iniziare, devi levare quelle lenti a contatto dagli occhi.-
- Lenti a contatto? I-io non uso lenti. - Afferma Yami sconvolto.
Interviene in Dottor Ethan ridendo - Dai, basta scherzare, leva quelle lenti.-
-Non sto scherzando, io non uso lenti a contatto!-
Continua il dottore - E allora come fai ad avere gli occhi gialli?-
- G-gialli?! - Un po' perplesso prede una ciotolina di metallo messa su un comodino e si specchia. - C-Cosa!? C-Che mi è successo?! -
Ethan guarda Yami e poi guarda il dottore per vedere cosa ne pensa lui.
-Vabbé, lasciamo perdere... Ethan, fagli un'analisi al sangue.-
-Si...- Mentre prepara la siringa.
-Io... non capisco...- Parla Yami mentre continua a specchiarsi.
-Nemmeno noi AHAHAH- Risponde Ethan ridendo.
-Allora Yami, parliamo un po', sei fidanzato?- Chiede il dottore.
Yami posa la ciotola sul comodino. -No... Io... non sono interessato...-
Ethan si gira a guardarlo, non si aspettava una risposta del genere.
Continua il dottore: -E a cosa sei interessato?-
-Mi piace molto leggere, è questo il mio interesse.- Risponde sorridendo.
-Ah bene... Allora sei un bravo ragazzo!-
Yami abbassa lo sguardo sorridendo.
-Lavori?- Chiede Ethan.
-Frequento l'università. - Gli risponde sorridendo.
-Capisco, fai bene. E' molto utile avere una laurea-
-Lei quanti anni ha, dottor Ethan?-
-Ho 34 anni, Chiamami solo Ethan... da oggi puoi considerarmi il tuo migliore amico.- Gli risponde sorridendo.
Yami non risponde e lo guarda sorridendo un po'.
Interviene di nuovo il dottore - Vivi da solo? -
-Si... I miei genitori vivono in Francia e mio fratello si è spo...- Si blocca d'improvviso perchè vede fuori una luce forte.
-Tutto bene, Yami?- Chiede Ethan incuriosito.
-M-ma cosa è stato?!-
Entrambi i dottori si girano verso la finestra.
-Ma cosa?- Chiede il dottore perplesso.
Entra un infermiere: -Dottore...-
Il dottore si avvcina all'infermiere e questo lo avvisa a bassa voce di aver perso un paziente.
-Avvertite immediatamente la famiglia- Risponde il dottore sospirando.
Yami guarda l'infermiere. -Ma... cosa sta succedendo...?- Si chiede nella sua mente.
-Yami, dobbiamo addormentarti per fare gli ultimi controlli...- Parla il dottore mentre da la siringa a Ethan.
Yami si appoggia al cuscino sospirando e guardando il tetto mentre Ethan lo anestetizza.

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Capitolo 3
*** Una nuova vita ***


L'indomani mattina, dopo aver fatto tutti i controlli, Yami si sveglia.
-Ehi, Yami, svegliati!- Lo sveglia Ethan -Sei stato dimesso!-.
Yami si sveglia e lo guarda.
Ethan gli sorride e poi si gira e sistema la roba si Yami in un borsone.
-C-come mai mi dimettete adesso?-
-Non ti abbiamo trovato nessun problema, puoi tornare a casa.-
Yami guarda in basso come dispiaciuto.
-Comunque, hai bisogno di essere controllato e di prendere alcuni medicinali.- Parla Ethan.
-Ovviamente- Risponde seccato Yami.
-Quindi io dovrò stare con te.-
-Cosa?!- Yami alza la testa e lo guarda agitato.
-Praticamente vivrò con te, tornerò a casa solo per dormire. Ovviamente divideremo tutte le spese.-
-M..ma...-
-Spero non ti dispiaccia.- Risponde Ethan sorridendo.
-N-no...Figurati, per me non cambia nulla- Gli risponde sorridendo timidamente. 
-Bene!- Sorridendo -Allora andiamo!- Lo aiuta ad alzarsi.
Yami si alza e si veste.
Yami e Ethan vanno fuori dall'ospedale si incamminano verso la casa di Yami.
-Ehm, Ethan.-
-Dimmi- Sorridendo.
-Tu non sei di queste parti, vero?-
-No no.- Gli risponde sorridendo Ethan -Io sono americano, sto qui da 10 anni per motivi di lavoro.-
-Lo sospettavo dal tuo nome...e dal tuo viso...- 
-Mhmhmhmh... Non ho il vostro fascino e i vostri occhi a mandorla!- Parla Ethan ridendo.
Yami sorride e abbassa lo sguardo.
-Scusa un attimo, vado al bar a prendere qualcosa da bere!- Parla Ethan.
-Si, vai pure.-
Ethan va al bar. 
Yami fa un respiro di sollievo mentre guarda Ethan allontanarsi.
-Che imbarazzo... Spero solo che lui non capisca.........- Parla fra se e se.
Yami guarda in giro e vede un mucchio di gente attorno a qualcosa e incuriosito si avvicina.
E' un uomo ferito.
-Ma cosa è successo??!- Chiede impaurito.
Un uomo gli risponde: -Un auto ha sparato a questo uomo!-
Yami fissa l'uomo ferito negli occhi fin quando questo non smette di respirare.
La folla si agita. Il cadavere si illumina si sconpone in tante stelle che salgono nel cielo.
Yami urla e indietreggia sbattendo su Ethan.
-Ehy, calmati.- Ethan cerca di tranquillizzarlo.
-L-Lo hai visto a-anche tu!?!?-
Nessuno ha visto nulla.
-Il morto?....- Chiede Ethan perplesso.
-L-La luce!!-
-Sta calmo! Sei solo sconvolto per quello che è successo...-
-Eh??!- Lo guarda in faccia terrorizzato.
Ethan lo stringe con un braccio.
-Dai andiamo...- Gli sorride per tranquillizzarlo.
Ethan e Yami continuano il loro cammino verso casa.
Arrivati a destinazione.
-Allora è questa questa casa tua?- chiede Ethan.
Yami non risponde.
Ethan lo guarda. -Yami!-
-A-ah? S-si è questa....-
Yami prende le chiavi e apre la porta.
Etrano dentro e Ethan posa lo zaino di Yami sul pavimento.
-Wow...Si capisce che ami leggere...- Parla Ethan guardando gli scaffali e il divano pieno di libri.
-ehehe... Non fare caso al disordine...- Yami prende alcuni libri dal divano per sistemarli.
Ethan gli prende il braccio. -Tranquillo, non c'è bisogno che sistemi.-
Yami lo guarda in faccia arrosendo.
-Perchè mi guardi così?- Chiede Ethan sorridendo.
Yami si gira dall'altro lato facendo finta di fare qualcosa.
Ethan rimane perplesso ma fa finta di niente. -Ti dispiace se accendo la TV?-
-Certo che no, fai pure.- Gli risponde Yami sorridendogli.
Ethan si siede e accende la TV.
Yami prende qualcosa da mangiare e si siede anche lui sul divano.
-Ecco, tieni!- Glielo offre sorridendo.
-Mh? Cos'è?- 
-Sono Dorayaki- Gli risponde sorridendo -Non li conosci?-
-Ehm... non li ho mai mangiati...-
-Dieci anni che vivi in Giappone e non hai mai mangiato Dorayaki?- Risponde ridendo.
-Ahahah, se devo essere sincero di solito non mangio il vostro cibo. Preferisco continuare a mangiare il cibo americano.- Risponde Ethan sorridendo.
-Okey allora questa sarà la prima volta! Dai assaggialo! -Gli avvicina il piatto.
-Va bene!- Ne prende uno e lo assaggia.
Yami lo guarda. -Allora... ti piace?-
-Si, è molto buono! Non me lo aspettavo!- Risponde sorridendo-
Yami continua a fissarlo sorridendo.
Ethan si sente osservato e lo guarda anche lui. Yami arrossisce.
Rimangono a fissarsi per qualche secondo.

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Capitolo 4
*** Doctor Ethan ***


Yami arrossisce e rimangono a fissarsi per qualche secondo.
D'un tratto entrò Tako.
Yami si alzò dal divano spaventato. -T-Tako... Che ci fai qui? Non si usa bussare?!- Yami gli parlò spaventato ma nello stesso tempo anche un po' arrabbiato.
Tako corse subito da lui e lo abbracciò forte. -Non sai quanto mi sei mancato... Avevo paura di perderti.-
A quelle parole Yami si tranquillizzò e sorrise. Lo strinse forte e gli sussurrò: -Ehy, tranquillo non sarà mica un banale incidente a portarti via il tuo fratellone.- 
Tako iniziò a ridere, era felice di rivedere suo fratello, e lo stesso era per Yami.
Dopo essersi allontanati si avvicinò Nami e abbracciò anche lei Yami.
-Oh, Yami! Per fortuna stai bene...-
Yami era imbarazzato, non si aspettava un gesto del genere da parte di Nami, anche perchè non avevano mai avuto molta confidenza, anzi, a Yami dava anche un po' fastidio.
-Si si... sto bene!- e la respinse un po', sorridendogli.
Poi Yami si sentì toccato da dietro, si girò e viste la piccola Toki.
-Ehy!- Mentre la prendeva in braccio sorridendole.
-Stai bene, piccola?- Le chiese sorridendo.
-Si sto bene!- Rispose Toki strizzando gli occhi, lei era sempre felice di vedere suo zio.
Yami la guardava e poi notò che aveva una ferita in fronte, la ferita era profonda e le stava uscendo del sangue.
-Ma cosa hai qui!?- Le toccò la fronte preoccupato. -Quando si è fatta questa ferita!?- Chiese a Tako.
-In realtà l'aveva il giorno dell'incidente, ma il medico le aveva dato dei punti ed era quasi guarita!- Rispose Tako avvicinandosi alla figlia.
Toki si era spaventata, non capiva il motivo per cui suo zio e suo padre facevano così.
Ethan si alzò dal divano e si avvicino. -Fa vedere...- E toccò la fronte della piccola per guardare meglio la ferita.
Toki aveva paura di Ethan ed indietreggiò.
Yami la fermò -Tranquilla Toki, lui è un medico e ti guarirà!- Le disse sorridendo.
A quelle parole rispose Tako: -Un medico?- disse ridendo -Adesso ci provi anche con i medici?-
Yami arrossì e Ethan rise.
-M-ma che dici?! Lui sta qui per seguirmi, devo continuare delle cure e dei controlli!-
A quel punto intervenne Nami. -Delle cure? Ma allora hai qualcosa?-
-No, no... Cioè, non si sa...- Disse Yami perplesso.
-Non abbiamo trovato nulla in Yami, però dobbiamo continuare a seguirlo perchè la sua situazione è parecchio strana.- Rispose Ethan alzando lo sguardo e guardando prima Nami e poi Yami. 
Yami abbassò lo sguardo e pensò a quelle luci.
-A proposito di cose strane, Yami, come mai hai gli occhi gialli?- Chiese Tako fissandolo.
-Ah-ahm... beh... Ho provato delle lenti a contatto, e mi sono piaciute molto! Quindi penso che le terrò!- Rispose Yami sorridendogli.
A quel punto Ethan fece una faccia strana e guardò Yami.
Yami gli diede un colpetto su uno fianco per fargli capire che non doveva dire nulla.
-Capisco...- Disse Tako un po' perplesso. -E' strano, di solito tu sei così semplice.-
-Eh eh eh... Nella vita si cambia...- Rispose sorridendo.
Nel frattempo Ethan medicava la piccola Toki e per finire disse: -Ecco fatto, ho messo un cerottino. I punti si sono levati da soli e le hanno fatto infezione riaprendo la ferita, ma non c'è bisogno di rimetterne altri!- Disse Ethan a Tako, sorridendogli.
-Grazie mille.- Gli rispose a sua volta sorridendo.
Ethan guardò Toki e le accarezzò la testa mentre si alzava. 
Toki andò subito da suo padre e si nascose dietro di lui.
-Ma perchè faccio paura ai bambini Giapponesi?- disse Ethan facendo una faccia sconvolta e guardando Yami, e quest'ultimo alzò le spalle come se non sapesse dargli una risposta.
Poi rispose Tako: -Toki ha sempre avuto paura nei confronti degli occidentali... Non so bene il motivo- e rise.
-Oh... Quindi le faccio paura perchè... Non sono Asiatico?- Continuò Ethan ridendo.
Disse poi Tako: -Scusa se te lo chiedo, ma dato che ormai sei diventato il partner di mio fratello....- ma venne interrotto da Yami che sobbalzò e arrossì dicendo: -Ma la vuoi finire!? Ti ricordo che è solo il mio medico.......e poi..... non vedi che è un ragazzo?-
Tako lo fisso con ironia e poi scoppiò a ridere, ma calò il silenzio quando poi Ethan aggiunse: -Beh non credo ci sia niente di male...-
Yami diventò tutto rosso, il cuore gli batteva forte e iniziò a fissare Ethan.
-Nulla di strano che mio fratello si innamori del proprio medico?- Disse Tako ridacchiando, in realtà sapeva cosa intendeva Ethan, ma voleva rompere il ghiaccio con un'altra battuta ironica.
-No, niente di strano a provare attrazione per un ragazzo..- Continuò Ethan sorridendo.
A quel punto Yami si mise una mano al petto e sorrise leggermente, pensava che anche Ethan provasse, come lui, attrazione per i maschi. Ma poi abbassò la mano e cercò di distrarsi prendendosi un bicchiere d'acqua. Tako fissò tutto il tempo Yami, e la sua reazione alle parole del dottore. E capì che Yami era veramente innamorato di Ethan, e si pentì di aver fatto quelle battute. Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante fu Nami a rompere il ghiaccio: -Certo, nemmeno io penso ci sia nulla di strano!- 
Ethan le sorrise, per approvare quello che stava dicendo.
Poi ricominciò a parlare Tako: -Comunque stavo dicendo... prima di questo discorso... dato che ormai, insomma, entreremo in confidenza... Volevo sapere come mai hai deciso di vivere in Giappone...-
-Beh, se non vi annoio, vi racconterò tutta la storia...- Disse Ethan sorridendo.
-Dai racconta, sono curiosa!- disse Nami.
-Ok, bene, io sono americano, sono nato e cresciuto a New York, purtroppo iniziata la fase dell'adolescenza, quando decisi che strada intraprendere, iniziarono i problemi. I miei volevano che io prendessi una strada semplice, anzi, per loro sarebbe andato bene anche se non avessi studiato... Volevano farmi diventare un cantante o un attore... io non volevo, cioè, mi piaceva cantare, ma non volevo farlo diventare un lavoro. Iniziai la scuola superiore e scelsi di specializzarmi in medicina, in realtà volevo fare veterinaria, ma ho preferito lasciare perdere e cercare qualcosa di più serio. I miei genitori non volevano, mi sottovalutavano, pensavano che io non fossi capace di fare cose del genere, e per di più non volevano nemmeno che mi facessi allungare i capelli! Mia mamma me li tagliava sempre, anche se io desideravo dei capelli lunghi! All'età di 24 anni decisi di andare via... non lavoravo, mi ero appena laureato, così decisi di seguire mio zio e ora mi ritrovo qui in Giappone da 10 anni, i miei li sento raramente, ma loro non sono felici quando io li chiamo. Ma non mi importa, dopotutto ora ho realizzato il mio sogno, sono un medico e posso tenere la lunga chioma che ho sempre desiderato.- 
La storia di Ethan affascinò tutti, nessuno si aspettava un passato così difficile, ma poi Tako aggiunse: - Sai, anche noi abbiamo avuto un passato simile...- e guardò Yami. 
Yami gli sorrise e abbassò lo sguardo.
-Noi siamo nati e cresciuti qui, a Sapporo, poi però ai nostri genitori venne la brillante idea di andare in Francia. Io odio la Francia. E intanto ora so anche parlare quella lingua. E' stato bruttissimo andare in Europa, abbiamo perso gli amici, la casa, i parenti, i nostri nonni, la nostra città e la nostra bellissima infanzia. Tutto perchè loro volevano andare lì. I nostri genitori sono sempre buoni e premurosi con noi, ma quando si trattava di decidere qualcosa, potevano morire tutti ma doveva essere come dicevano loro! Quando io mi diplomai, precisamente 7 anni fa, finalmente siamo tornati, con la scusa di voler iniziare l'università all'estero. In realtà io volevo tornare solo per poter stare con la mia ragazza, non avevo veramente intenzione di iniziare l'università. Poi mi sono sposato e... beh... la mia prima figlia l'ho avuta a 18 anni... Ho iniziato a lavorare in una pizzeria e adesso ho una famiglia tutta mia.- 
-Capisco... e invece per te Yami, non hai fatto come tuo fratello vero?- Chiese Ethan.
-Ehm... No... io... sono tornato qui e ho continuato l'università che avevo cominciato in Francia... Non c'erano motivi di.... d'amore, insomma... Sono tornato perchè mi mancava questo posto, e i miei nonni...-
-Non ti mancavano i tuoi amici?- Continuava a chiedere Ethan.
-No... Vedi, io non ho mai avuto veri amici. Preferivo stare da solo, mi piaceva chiudermi in una stanza e leggere... Non mi trovavo bene con gli altri...- 
Ethan lo guardò, e poi gli sorrise.
-Questo lo avevo capito... Dal tuo sguardo...-
-Dal mio sguardo? Come puoi capire il carattere di una persona dallo sguardo?- e chinò la testa vergognato, ma sorridendo.
-I medici capiscono tutto- e continuava a sorridergli.
Yami rialzò la testa e lo guardò sorridendo a sua volta. 
Tako li guardava, si capiva chiaramente che Yami era innamorato del dottore, ma il dottore ricambiava il suo amore?
Poi finalmente parlò e fece distrarre Yami dallo sguardo affascinante di Ethan: -Noi ora andiamo, si è fatto tardi!-
-Si ok! Allora, ci sentiamo domani!- Disse Yami.
-Certo- Rispose Tako sorridendo. -Arrivederci, Dottore.- 
Ethan andò per stringergli la mano ma Tako si inchinò com'è solito fare ai giapponesi. 
-Oh... Arrivederci a voi!- disse sorridendo.
Lo stesso fecero anche Nami e Toki, e andarono via.

-Wow... Non mi aspettavo un modo di salutare così...- Disse Ethan.
-Dieci anni che vivi qui e non sai praticamente nulla...- Rispose Yami sorridendo.
-Con me non sembri così timido e riservato, come hai detto prima...- Ethan lo guardava sorridendo.
-Oh, beh... Non posso esserlo... Dato che ti dovrò sopportare ogni giorno...- Abbassò lo sguardo e rise.
Ethan rise a sua volta.
-E poi...- Continuò Yami -Con te riesco a parlare tranquillamente, perchè tu non mi fai sentire escluso.- 
Ethan lo guardava e si avvicinò a lui. Yami dopo aver detto quella cosa tornò serio, le parole gli erano uscite dalla bocca senza il suo volere e appena vide Ethan avvicinarsì iniziò a battergli forte il cuore. 
Ethan gli mise una mano dietro la testa e lo guardò: -Sei un ragazzo speciale Yami, cerca di guarire in fretta!- e trascino la mano fin sopra la spalla. Yami tremava, non si aspettava queste parole, quel momento era orribile, ma bellissimo allo stesso tempo. Poi Ethan gli sorrise strizzando gli occhi e si allontanò. 
-Ora torno a casa, domani mattina tornerò di nuovo qui, andiamo a fare una passeggiata. Un po' di aria fresca ti farà bene!-
-Si..si ok... Allora ti aspetto! -
Ethan lo guardò mentre apriva la porta e gli sorrise: -Buonanotte!-
-Notte! - 
Ethan uscì dall'appartamento e andò via.
Yami era sconvolto. Si era innamorato di Ethan, ma aveva paura. Non voleva che lui lo scoprisse. 
Poi andò in camera sua, si levò la maglia e si buttò sul letto. Il suo letto era matrimoniale perchè prima lo condivideva con suo fratello, avendo una casa piccola non potevano permettersi più stanze. Iniziò a pensare a Ethan, pensava alla sua voce, al suo viso, al suo sorriso, e poi pensò a quante cose strane gli stavano succedendo. Quel ragazzo gli stava completamente cambiando la vita, in meglio.

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Capitolo 5
*** Cosa mi succede? ***


Dopo la lunga serata del giorno prima, finalmente sorse il sole.
Erano le 8:37 e Yami dormiva ancora a sonno pieno, poi bussarono alla porta.
Yami si svegliò di sobbalzo, si alzò dal letto a fatica e si diresse verso la porta.
-Ma che ore sono?- Diceva guardando l'orologio e allungando la mano verso la maniglia della porta.
Aprì la porta e trovò Ethan ad attenderlo dietro di essa.
-Buongiorno Yami!- Parlava sorridendo il dottore.
-B-buongiorno dottore...- Rispose Yami strofinandosi gli occhi.
-Ti ricordo che devi chiamarmi Ethan!-
-si, scusami...-
Yami indossava una cannottiera larga e bianca, aveva i pantaloni di una tuta viola ed era scalzo.
La cannottiera era smanicata, nonostante facesse freddo, e Ethan la notò subito.
-Ma non senti freddo?- Disse Ethan fissando le spalle di Yami.
Ethan invece indossava una t-shirt gialla con delle scritte in inglese, dei jeans chiari, una giacca di pelle nera e aveva i capelli legati con una coda bassa. 
Yami lo aveva squadrato dalla testa ai piedi, e dopo averlo osservato per bene, decise di rispondere.
-Si, in effetti sento freddo.- si girò per cercare una giacca mentre si accarezzava le braccia per scaldarsi.
Ethan, da dietro, gli poggiò le mani sulle braccia e lo accarezzò trascinandole fino ai gomiti.
A quel contatto Yami rabbrividì, arrossì e iniziò a sentire molto caldo.
-Mi sembri un po' assonnato, se sei stanco torno più tardi...- gli disse Ethan sorridendo.
Yami si girò e gli rispose strizzando gli occhi: -No tranquillo, sto bene!- e mentre indietreggiava inciampò nella borsa che il giorno prima aveva lasciato in giro per casa.
Ethan lo afferrò dalla mano prima che arrivasse a terra e lo tiro a se.
I due si trovavano distanti pochi centimetri, faccia a faccia e si stringevano la mano.
-Imbarazzante.....- disse Yami involontariamente. Poi si portò una mano alla bocca e si girò.
Ethan lo guardava con una faccia strana, non capiva il comportamento di Yami, per lui era un ragazzo strano, però gli piaceva. Yami appariva agli occhi di Ethan un ragazzo confuso e un po' imbranato, che a volte bastava una sola parola per farlo entrare nel panico. Yami spesso gli voltava le spalle, non era un gesto molto educato, però a Ethan piaceva.
Gli piaceva il comportamento di Yami, lo rendeva felice, anche se non sapeva bene il motivo.
Yami prese il borsone e lo buttò sul divano. Quel silenzio era imbarazzante ma per fortuna Ethan riuscì a spezzarlo.
-Allora, ti vai a vestire oppure vuoi uscire conciato così?- disse ridendo.
Yami lo guardò con la coda dell'occhio e sorridendo gli rispose: -Si, vado a vestirmi!-
Poi si diresse verso la sua camera. Ethan lo guardò entrare nella stanza ma poi il suo sguardo venne attirato da delle fotografie poste sopra uno scaffale. Erano 3 fotografie: in una erano raffigurati Yami e suo fratello quando erano più piccoli, Tako abbracciava Yami da dietro e in quella foto sorridevano entrambi. In un'altra erano raffigurati una donna e un uomo giapponesi, la donna indossava un elegante kimono, era truccata e aveva i capelli raccolti, mentre l'uomo indossava una semplice camicia e dei pantaloni scuri: probabilmente erano i genitori di Yami. Nell'ultima fotografia invece c'era la nipotina di Yami, in quella foto aveva 3 anni, aveva i capelli sciolti e disordinati, un vestitino colorato anch'esso disordinato e la piccola sorrideva, ed era proprio questo che rendeva quella fotografia bellissima. 
Ethan guardò quelle foto con attenzione, Yami era davvero un ragazzo d'oro, teneva alla sua famiglia più di ogni altra cosa. Poi Ethan abbassò lo sguardo e iniziò ad ammirare i libri di Yami, erano tantissimi e di tutti i tipi, c'erano libri di scienze, romanzi, libri d'arte, di astronimia, fumetti, diari, ma soprattutto libri di letteratura. Yami frequentava l'università nella facoltà di lettere e si sarebbe laureato a mesi, in quei giorni però non andava alle lezioni, proprio perchè doveva essere controllato da Ethan, continuava i suoi studi a casa.
Ethan prese un libro dallo scaffale, un libro di chimica, e lo aprì. Nel frattempo Yami uscì dalla sua camera: aveva messo una felpa bianca e dei jeans blu aderenti.
Ethan si girò verso di lui, ancora con il libro in mano: -Sei pronto?-
Yami guardò il libro che aveva Ethan in mano e poi gli rispose sorridendo: -si andiamo!-
-Ti piace la chimica?- chiese Ethan.
-Si, un pochino... L'ho comprato l'anno scorso, però non l'ho finito di leggere ancora.-
-Io lo conosco a memoria...- Disse ridendo Ethan.
Yami rise a sua volta.
Poi Ethan prese la fotografia dei genitori di Yami: -Questi sono i tuoi genitori?-
Yami guardò Ethan e poi prese la fotografia. La guardò per un po' e gli scappò un sorriso. Però non era un sorriso felice, era un sorriso pieno di angoscia e di nostalgia. -Si, sono loro...-
Ethan lo guardò in viso. -Ti mancano?-
-Tanto...-
-Perchè non torni da loro?-
-Perchè la mia vita è qui, e poi... loro sono testardi.-
-Ti capisco, anche a me piacerebbe avere i miei familiari con me, ma loro non mi vogliono più bene come prima...- 
-Però qui non sei solo!-
-Nemmeno tu lo sei...-
Yami fece un respiro profondo e guardò Ethan negli occhi: -Ethan, devo dirti una cosa...-
-Certo, dimmi pure!- continuò il dottore sorridendogli.
-Ehm... vedi... io... so che può sembrare un po' strano... e troppo presto... per queste cose... però....io...-
Ethan lo guardava sorridendogli.
-Io...- E abbassò lo sguardo. -Ti voglio bene...- 
Yami guardava fisso a terra e si mordeva il labbro inferiore.
-E c'erano dubbi? Ahahaha Anche io te ne voglio, Yami!- E gli mise una mano sulla testa.
Yami ora lo fissava negli occhi, avrebbe voluto dirgli dell'altro.
-Da come facevi sembrava tu mi stessi chiedendo di sposarmi!- Rideva Ethan mentre si avvicinava alla finestra vicino la cucina.
Yami si portò una mano dietro la testa e sospirò, non gli sarebbe dispiaciuto affatto sposare un ragazzo, soprattutto un ragazzo come Ethan.
-Oh no!- Esclamò Ethan. -Sta piovendo!-
-Oh...- continuò Yami -E adesso?-
-Fa niente, vuol dire che il destino vuole che rimaniamo a casa...- Rispose Ethan mentre si sedeva sul divano.
Poi anche Yami si sedette sul divano, accanto a Ethan.
-Ti dispiace se parliamo un po'?- Disse Ethan.
-Come? No...-
E: -Sei mai stato fidanzato?- 
Y: -Eh?-
Y: -Beh, una volta, da ragazzino... Ma era una di quelle stupide cotte adolescenziali, niente di che.- 
Yami diventò parecchio serio dopo aver detto questa cosa.
E: -Davvero? E come si chiamava?-
Y: -Namida! Era 2 anni più grande di me, aveva i capelli lunghi e biondi... Ovviamente erano di un biondo colorato. Le piaceva truccarsi e vestire come gli americani, parlava tante lingue, le piaceva l'inglese, il coreano e lo spagnolo. Ma era... una ragazza con la testa fra le nuvole.-
E: -Immagino cosa sarà successo dopo...-
Y: -Ci provava con tutti! Maschi, femmine, grandi, piccoli... Poi prese di mira me, e forse sono stato l'unico fidanzato che ha tenuto più di un giorno. Io ero un tipo solitario, vestivo semplice, avevo i capelli lunghi e...beh... l'ho attratta.-
E: -Wow, pensavo che la gente così esistesse solo in America...-
Y: -Ma poi l'ho lasciata... E ho fatto bene.-
E: -E da allora non hai più avuto relazioni?-
Y: -Beh... Tutte le ragazze che conosco hanno provato a baciarmi...-
E: -Davvero? Ritieniti fortunato allora! Ahahahah-
Y: -Fortunato? E' stato solo disgustoso.-
Ethan si mise a ridere e subito dopo scoppiò a ridere anche Yami.
E: -E invece, hai mai baciato un ragazzo?-
Yami smise di ridere e arrossì.
Y: -Beeh...-
E: -Fammi indovinare... Hai baciato tuo fratello!-
Yami sbarrò gli occhi.
E: -Ho indovinato?-
Y: -C-come............Tu lo sapevi?........-
E: -L'ho capito! Ho capito che eravate molto affiatati...-
Y: -....-
Y: -Non....devi dirlo a nessuno!-
E: -Tranquillo, di me puoi fidarti!-
Y: -...E comunque... Non è stato niente di che...-
E: -Però è successo più di una volta.-
Y: -.....................................Scusa ma tu, come fai a sapere queste cose?!-
E: -Non le so per certo, ipotizzo! Ho uno zio mezzo psicologo e quindi riesco a capirci qualcosa in questo campo...-
Y: -Oh.....-
E: -Ora però sono curioso... Come è successo?-
Y: -Perchè dovrei raccontare queste cose a te?-
E: -Perchè sono tuo amico, e hai detto di volermi bene!-
Y: -Si ma, come posso essere sicuro che tu non vada poi a raccontare i miei fatti agli altri?-
E: -Sai bene che non lo farei mai.-
Yami lo guardò negli occhi, era vero, Yami si fidava di Ethan, anche se lo conosceva da poco tempo.
Y: -Beh... Prima che mio fratello si sposasse noi condividevamo la casa, il cibo, il bagno, la camera, il letto, il divano, tutto era di entrambi, e, una volta, mentre eravamo entrambi sdraiati sul letto, a me venne lo strano desiderio di baciarlo, e gli diedi un bacio.-
E: -E lui non reagì?-
Y: -Si, prima mi respinse e iniziò a prendermi per pazzo, poi però ci rendemmo conto che quel bacio non era dispiaciuto a nessuno dei due, e fu così che ci baciammo di nuovo, però la seconda volta fu lui a lanciarsi sulle mie braccia e a baciarmi.-
E: -Wow...- 
Y: -...-
E: -...-
Y: -Mi stai prendendo per pazzo.-
E: -Baciare il proprio fratello non è una storia che si sente tutti i giorni.-
Y: -Direi.-
E: -Ma questo non vuol dire che tu sia pazzo. Non sono le solite storie a rendere più bella la tua vita.-
Y: -Ora sei diventato anche filosofo?- 
Entrambi si misero a ridere, Yami era davvero felice di sapere che Ethan non lo disprezzava per quello che aveva fatto, anzi lo apprezzava!
E: -Posso farti un'altra domanda?-
Y: -Sembra tu mi stia facendo un interrogatorio. Perchè invece non parliamo di te?-
E: -L'ultima domanda, sono curioso!-
Y: -Ok, spara.-
E: -Oltre a leggere cosa ti piace fare?-
Y: -Ahm... Scrivere...-
E: -E nient'altro? Ballare? Cantare? Praticare Sport? Cucinare?-
Y: -Non ho mai provato a fare niente di tutto questo...-
E: -E perchè non ci provi?-
Y: -Non è nel mio carattere!-
E: -Secondo me tu sei un bravo ballerino!-
Y: -Scherzi?-
E: -No davvero! Hai il fisico perfetto!-
Y: -Adesso sei anche un esperto di danza? Wow, devo scrivermi da qualche parte tutti i lavori che fai...- Yami rideva ironicamente.
E: -Dai! Provaci!-
Yami non gli rispose, voltò il suo sguardo altrove mentre rideva.
Ethan gli prese i polsi e iniziò a muovergli le braccia per costringerlo a ballare.
Y: -Smettila!- 
Yami scoppiò a ridere e poi si staccò dalle mani di Ethan.
E: -Va bene, va bene! Però ricordati che prima o poi lo farai!-
Y: -Non contarci!- 
Y: -Tu invece? Sbaglio o hai detto di saper cantare?-
E: -Niente di che...-
Y: -Dimostramelo!-
E: -Nah, non ne ho voglia...-
Yami lo guardava, la voce di Ethan era bellissima quando parlava, non riusciva ad immaginare quanto sarebbe diventata meravigliosa sentendolo cantare.
E: -Se sei curioso vienimi a trovare in ospedale mentre riordino le medicine negli scaffali!-
Y: -Ahahaha-

Passavano le ore così velocemente che, senza rendersene conto si era già fatto sera ed entrambi si erano addormentati sul divano mentre guardavano la TV.
Ethan dormiva appogiato al lato sinistro del divano e Yami gli dormiva accanto ma con la testa poggiata sullo schienale. Dormivano in un sonno profondo, talmente tanto che senza accorgersene Yami poggiò la testa sulla spalla di Ethan e con la mano gli stringeva il polso.
Poi entrò Tako, molto silenziosamente e accese la luce. Trovò i due dormire assieme e rimase immobile a fissarli. Poi Yami si svegliò e appena si rese conto della situazione si alzò in piedi.
-Vi ho disturbati?- Diceva Tako ridacchiando.
-N-No, ma che... Ma tu che ci fai qui a quest'ora?- Chiedeva Yami mentre si toccava la fronte.
-Ho litigato con Nami. Per l'ennesima volta.-
-Ah... quindi tu te la pensi e alle 2:00 del mattino litighi con tua moglie, e poi mi vieni a rompere le scatole a me? Che bella cosa.-
-Beh, sempre meglio di te che alle 2:00 del mattino ti trovi a dormire sul divano assieme al tuo dottore.-
Yami sospirò e se ne andò in cucina.
Nel frattempo Ethan si svegliò e si alzò in piedi.
-Che è successo?-
-Ci siamo addormentati sul divano e si è fatto tardi...- Rispose Yami.
-Oh cielo, devo tornare subito a casa... Mio zio sarà preoccupato!-
-Ti ospiterei... Se non fosse che per stanotte devo ospitare anche lui!- Disse arrabbiato Yami, indicando suo fratello.
-Potrebbe sempre dormire sul divano!- Gli rispose quest'ultimo.
-Mi sa che per stanotte ci dormirai tu sul divano!- Continuò il discorso Yami.
-Scusa ma che ti ho fatto ora?-
-Sai, la gente normale non va a casa degli altri alle 2:00 del mattino e soprattutto non usa fare battute sarcastiche su questioni serie...e comunque... si usa bussare!-
-Pensavo vi voleste bene!- Li interruppe Ethan ridacchiando.
-Non posso farci niente se hai un paziente antipatico!- disse Tako sbuffando.
Ethan rise e poi aggiunse: -Allora vi lascio al vostro litigio, io torno a casa. Ci vediamo domani per i controlli Yami!-
-Si, certo!-
-Buonanotte!- Salutò sorridendo Tako e Yami.
-Buonanotte!- Salutarono a loro volta.
Ethan uscì nel corridoio.
Yami sospirò e si appoggiò al divano.
-Cosa è successo con Nami?-
-Vuole trasferirsi a Tokyo.- Rispose Tako guardando in basso.
-Cosa? E perchè?-
-Non ne ho idea.-
-E tu non sei d'accordo? -
-Assolutamente no! Qui c'è tutta la mia vita! Non ha senso trasferirsi! E poi non voglio lasciarti qui!-
Yami gli sorrise e gli mise una mano sulla testa.
-Scusa per come mi sono comportato prima.- Aggiunse Tako.
-No, scusami tu. Eravamo entrambi nervosi.-
Tako lo abbracciò e poi continuò: -Devo dormire sul divano?-
Yami rise e disse: -Se continui a parlare ti faccio dormire sul tetto!- E lo spinse da dietro verso la porta della camera da letto.
-Tu non vieni?- Chiese Tako.
-Ti raggiungo fra un po'...- Gli rispose sorridendo.
Tako gli ricambiò il sorriso e poi andò nella stanza.
Yami si avvicinò alla finestra, ancora bagnata dalla pioggia, e guardava il cielo.
Pensava alle luci che aveva visto in ospedale e per strada, era davvero strano ciò che gli stava succedendo. 

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Capitolo 6
*** La confessione ***


Erano passati 2 mesi e quella mattina i due fratelli si trovavano ancora una volta a dover dividere il letto.
Le 8:30 del mattino, la giornata era abbastanza calda, nonostante fosse già inverno.
Yami dormiva sotto le coperte, completamente coperto, non usciva nemmeno la testa. Tako invece dormiva senza nulla addosso, solo i boxer e un paio di calzini, e con una gamba schiacciava il busto del fratello.
Squillò il telefono di Yami che si trovava sul comodino accanto al letto.
Dalla bocca di Tako uscì un lamento incomprensibile, Yami sospirò e si levò le coperte di dosso. Levò con violenza anche la gamba di suo fratello e tentò di alzarsi ma rimase impigliato nel lenzuolo che pendeva dal letto e finì con la faccia per terra.
Tako si mise a ridere mentre si copriva la faccia con uno dei cuscini. Yami si alzò sospirando e prese il cellulare dal comodino.
-Pronto?-
-Ciao Yami, ti ho svegliato?- Parlò Ethan al telefono.
-Oh, ciao... No, non mi hai svegliato, sono in piedi da ore...- Rispondeva Yami mentre sbadigliava dal troppo sonno.
Tako si tolse il cuscino dalla faccia e guardò Yami: -Si, come no...-
-Dovevi dirmi qualcosa?- Chiese Yami ignorando il fratello.
-Niente di che. Fra un po' passo da casa tua così facciamo i controlli e poi facciamo una passeggiata fuori se ti va...- Continuò Ethan
-Si certo! Ti aspetto!-
-Allora... a fra poco!-
-A dopo...- Chiuse il telefono sorridendo.
-Scusa ma perchè non glielo dici?- disse Tako.
-Dirgli cosa?-
-Non fare il finto tonto, si vede lontano un miglio che ti piace da morire quell'americano!-
-Ma che dici! Non potrei mai dirgli una cosa del genere!-
-Prima o poi lo scoppierai...-
-Sono un umano, non un palloncino.-
Tako rise, poi si alzò dal letto e si diresse verso il bagno mentre si toccava i capelli per sistemarli.
Yami lo guardò mentre si allontanava, poi sorrise e poggiò il telefono sul comodino.
Andò in cucina e perparò la colazione. Dopo qualche minuto si trovavano entrambi al tavolo a gustare la colazione.
-Mi ha chiamato mamma...- Disse Tako.
-Cosa voleva?- Rispose Yami poco interessato.
-Mi ha detto che è morto lo zio.-
-COSA!?- Yami smise di mangiare e fissò suo fratello.
-Che c'è?- 
-E me lo dici così tranquillamente?-
-Non lo conoscevamo nemmeno, perchè preoccuparsi tanto...-
-Tako era nostro zio! E comunque lui teneva tanto a noi!-
-Certo, eravamo i suoi unici nipoti...-
-Sei proprio senza cuore...-
Nel frattempo bussarono alla porta e Yami si alzò per andare ad aprire.
-Ciao Yami!- Salutò Ethan.
-Oh, ciao...- 
-Che succede?-
-Abbiamo appena saputo di aver perso uno zio...-
-Oh, mi dispiace tantissimo.-
Poi si intromise Tako un po' seccato: -Io devo andare a lavoro...-
-Torni qui dopo?- Chiese Yami
-No, vado a casa...Toki mi starà aspettando...-
-Ok...Chiamami quando arrivi a casa...-
-Si...- Mentre si dirigeva verso il corridoio -Ciao-
-Ciao, Tako!- Rispose Ethan.
Yami sospirò e poi guardò Ethan.
-Allora?-
-Facciamo i controlli... Dovrebbero essere gli ultimi per questo mese...- Ethan prese la sua valigia e prese l'attrezzatura. -Puoi sederti nel divano? Mi viene meglio.-
Yami annuì e si accomodò sul divano. Subito dopo si sedette anche Ethan che poggiò tutta l'attrezzatura su una sedia li vicino.
Ethan cercava qualcosa dentro la sua valigia e ogni tanto girava gli occhi verso Yami come se volesse dirgli qualcosa, ma era imbarazzato.
Prese lo stetofonendoscopio e se lo mise attorno al collo. Yami osservava ogni suo movimento. 
-Ehm, dovresti sbottonare la camicia...- Disse Ethan.
Yami era preso dal suo sguardo ma appena lo sentì parlare si riprese. -Cosa?- Rispose sbarrando gli occhi.
-Ho bisogno di sentire il tuo battito cardiaco...- Mentre metteva le auricolari alle orecchie.
-Oh... Si scusa...- Yami arrossì e molto lentamente si sbottonò la camicia.
Ethan si avvicinò a lui e poggiò la parte metallica sul petto di Yami.
Yami fissava il viso di Ethan molto vicino al suo petto e non potè non notare il sorriso che aveva. Yami era pietrificato, quella situazione era qualcosa di inimmaginabile, e il modo in cui sorrideva Ethan lo aveva fatto innamorare ancora di più.
Ethan scoppiò in una dolce risata: -Il cuore ti batte a mille!- e alzò lo sguardo guardando Yami negli occhi. Yami non riuscì a dire niente, era troppo emozionato e anche troppo imbarazzato da quella situazione.
Il sorriso di Ethan fu sostituito da un'espressione più seria.
-Yami, io ti piaccio veramente?- 
Yami non rispose, ma i suoi occhi parlavano da soli.
A quel punto Ethan lasciò cadere l'oggetto dalle sue mani e si avvicinò al viso di Yami baciandolo. Yami era immobile, solo dopo un po' decise di tornare in se e portò le sue mani dietro la testa di Ethan accarezzandogli i capelli. 
Quel bacio sembrava durare un'eternità finchè Yami non lo spinse leggermente e abbasò lo sguardo. -Scusa...- 
-Per cosa?- 
-Avrei dovuto dirtelo subito...Io...Non pensavo che anche tu fossi.....-
Ethan gli accarezzò la guancia. -Perchè ti fai tutti questi problemi?-
-Perchè ci tengo a te...-
Ethan gli sorrise, poi si allontanò e si poggiò alla spalliera. Yami si avvicinò di nuovo a lui e si poggiò alla sua spalla chiudendo lentamente gli occhi.
Si addormentarano entrambi e si risvegliarono nel primo pomeriggio.
Yami si alzò lentamente dal divano per non svegliare Ethan. Lo guardò mentre dormiva e gli sorrise dolcemente accarezzandogli il viso, poi si avviò in cucina per preparare qualcosa da mangiare. Nel tentare di cucinare del riso fece cadere una ciotola di metallo per terra facendo un rumore assordante. Raccolse la ciotola da terra e guardò il divano dove dormiva Ethan nella speranza di non averlo svegliato. Ma Ethan si svegliò.
-Scusa, non volevo disturbarti...- Disse dispiaciuto Yami.
-Non volevi, ma lo hai fatto...- Rispose scherzosamente Ethan.
-Non l'ho fatto apposta...- 
-Tranquillo, non fa niente- Mentre si avvicinava alla cucina. -Approposito, cosa prepari?-
-Riso- disse Yami mentre continuava a cucinare -E' l'unica cosa che so fare-
-Non è vero, quella roba che mi hai fatto mangiare in passato era buona.-
Yami si girò verso Ethan. -Si chiamano Dorayaki! E comunque erano comprati...-
-Ah, allora non sai fare niente.- Rispose ridendo Ethan.
-E' un'usanza degli Americani parlare senza pensare che qualcuno si potesse offendere?-
-No, è un modo di fare mio...-
-Bene, allora cerca di cambiare atteggiamento se vuoi continuare a starmi vicino.-
-Sarebbe peggio per te, se non ti posso stare vicino, non posso continuare a curarti.- Rispondeva ancora ridendo Ethan.
-Sbaglio o sei stato tu quello che circa...uhmm... 4 ore fa mi ha baciato senza preavviso?-
Ethan smise di parlare ma continuò a ridere, un po' imbarazzato.
Dopo essersi reso conto di quello che aveva detto, Yami arrossì e continuò a cucinare indifferente. Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante Ethan riprese a parlare: -Abbassa un po' la fiamma, così rischi di bruciare tutto.-
-Sapessi come si fa...- disse Yami cercando di regolare la fiamma. 
Ethan si avvicinò e spinse leggermente Yami. -Lascia fare a me- abbassò la fiamma e poi prese il cucchiaio di legno che aveva in mano Yami e prese un po' di brodo che c'era dentro la pentola. Yami era confuso da quello che stava facendo Ethan poi però quest'ultimo lo invitò ad assaggiare il brodo che aveva preso. Gli avvicino il cucchiaio alla bocca sorridendo: -Il cuoco deve sempre assaggiare per primo, dai assaggia e dimmi com'è.-
Yami lo guardò e prese in bocca il cucchiaio assaggiando quello che aveva cucinato, quasi bruciato. 
-Com'è?- disse Ethan. 
Yami fece una faccia disgustata. -Non riesco nemmeno a commentarlo...-
Ethan rise e poi prese altro brodo con il cucchiaio e se lo portò in bocca per assaggiarlo. Yami lo guardò, quel riso era salatissimo e appena Ethan se ne era accorto si portò una mano in bocca e guardò Yami ridendo. 
-Tu sei proprio negato-
Yami rise -Butta via questa roba, andiamo a mangiare al bar qui sotto.-
-E' un peccato buttarla, non hai animali domestici?-
-Ho un gatto, ma di certo non gli darò questo riso!-
-Perchè? E' solo salato, non avvelenato.-
-Al mio gatto do solo cose buone, non gli scarti.-
Ethan sospirò. -Va bene, come preferisci. Quindi che facciamo con questo riso?-
-Lascialo li-
Ethan posò il cucchiaio, si lavò le mani e prese il cappotto.
-Allora andiamo?-
-Si- mentre si sistemava i capelli.
Dopo dieci minuti si trovarono al bar a mangiare sushi.
Yami pensò a quello che era successo, cosa avrebbero dovuto fare? Adesso erano una coppia? Doveva parlargli.
-Ehm...Ethan...-
-Dimmi-
-Senti... per quello che è successo stamattina..... cosa dovremmo fare?-
-Scriviamoci una storia- rispose ridendo.
-Sono serio.-
-Cosa vuoi che ti dica? Tu mi ami?-
Yami arrossì e lo guardò. Ethan continuava a mangiare, e alzò lo sguardo aspettando una sua risposta. 
-Si, mi ami.- Disse tranquillamente Ethan.
-Perchè devi sempre mettermi in queste situazioni imbarazzanti?-
-Me lo hai chiesto tu...- rispose ridendo Ethan.
-Io ti ho chiesto cosa ne pensi tu!-
La cosa si era capovolta, adesso era Ethan quello imbarazzato.
Yami rideva. -Adesso chi è quello che non parla per l'imbarazzo?-
-Cosa dovrei pensare? Sei sicuramente un bel ragazzo.-
-E quindi?-
-Beh, è stato bello...-
-Cosa?-
-Baciarti...-
Erano entrambi imbarazzati.
-Senti, parliamo chiaramente. Tu mi sei sempre piaciuto, e soprattutto mi hai sempre incuriosito, da quando abbiamo parlato in ospedale, è stato bellissimo scoprirti. La situazione di stamattina era perfetta per cercare di capire cosa c'era fra noi che ci attirava così tanto. Che dire, quel bacio lo ripeterei infinite volte.-
Yami aveva completamente cambiato colore del viso.
-Adesso tocca a te. Parla tu.- 
-Ahm... Se dobbiamo parlare sinceramente... Io sono rimasto scioccato quando ti ho visto entrare nella mia camera in ospedale, soprattutto per i tuoi capelli.-
-Per i miei capelli?- ridendo.
-Si, davvero. Poi anche il tuo viso occidentale, eri... bellissimo.-
Entrambi si guardavano sorridendo.
Il silenzio fu interrotto da un cameriere che passava per portare il conto. Ethan si affrettò e pagò al cameriere.
-Perchè paghi tu?- Chiedeva Yami.
-Perchè, non posso?-
-Ma il riso l'ho bruciato io, dovrei pagare io il conto.-
-Ma io non sarei dovuto rimanere a mangiare a casa tua.- continuava Ethan mentre si alzava dal tavolo.
-La prossima volta pagherò io.- mentre si alzava anche lui dal tavolo.
-Se continui con questa storia non ci sarà una prossima volta.- Diceva scherzando Ethan mentre camminavano sul marciapiede.
Yami lo guardò e poi chinò il capo sorridendo.
Continuarono a camminare lungo il marciapiede in silenzio.
-Ethan... Ti amo...-
Ethan lo guardò, poi lo spinse verso una parete e lo baciò di nuovo. 
Yami sbarrò gli occhi, non si aspettava un gesto del genere. 
Poi li chiuse e lo baciò a sua volta.
Senza staccarsi entrambi si spostarono indietro, finendo in una stretta stradina al buio, in modo che nessuno li potesse vedere. Entrambi erano abbastanza conosciuti a Sapporo, e non potevano farsi notare dalla gente per strada, almeno non ora.
Il bacio durò tanto e le loro labbra si staccarono solo quando Ethan si accorse che Yami piangeva.
-Perchè piangi?- Gli chiedeva preoccupato.
Yami chinò il capo e si portò una mano sugli occhi.
-Scusa...-
-Stai bene?-
-Vedi... Io sono stato baciato da tante ragazze, e molte di loro erano innamorate di me, ma io non ho mai ricambiato il loro amore. L'unica persona che ha dato per certo della mia omosessualità è stato mio fratello. Neanche dopo averti conosciuto io sono stato in grado di dirlo a me stesso. Adesso, proprio in questo momento, mi rendo conto che quello che aveva sempre affermato mio fratello è vero. E questo cambierà molto la mia vita.-
Ethan non diceva nulla, lo guardava e ogni tanto gli passava un dito sulle guance per asciugargli le lacrime.
Yami lo abbracciò e lo strinse forte. 
-Ti prego, non mi lasciare.- disse mentre continuava a piangere.
Ethan lo abbracciò a sua volta.


NOTE DELL'AUTRICE-
Scusate la mia lunga assenza ma purtroppo sono stata molto impegnata =( 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguirmi. Grazie <3

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Capitolo 7
*** Eye & Stars ***




Anche dopo una settimana, i due continuavano a frequentarsi, non erano proprio fidanzati e soprattutto nessuno sapeva della loro relazione, anche se probabilmente Tako avrebbe scoperto tutto, dato che Yami non era molto bravo a mentire e la verità gli si leggeva negli occhi, però ci provava a non farsi scoprire, o almeno ci sperava.
Nè Ethan nè Yami avevano mai discusso sul fatto di diventare una coppia, oltre ad essere troppo timidi per prendere un discorso del genere, forse era meglio rimanere solo... amanti.
Dopotutto loro stavano parecchio bene assieme, uscivano spesso e si divertivano a passare le giornate assieme, ovviamente avevano i loro momenti romantici, ma preferivano non approfondire il discorso sulla loro relazione, avrebbero aspettato che il destino li portasse a fare la loro scelta nel momento giusto.
Erano le 17:25 del pomeriggio e si trovavano a fare l'ennesima passeggiata. Fuori faceva molto freddo e le strade erano coperte da un sottile strato di neve. Ethan indossava un pesante cappotto grigio, dei jeans, degli stivali e aveva i capelli legati con una coda bassa. Yami invece indossava un cappuccio, una sciarpa e dei jeans bianchi, anche lui indossava un cappotto, abbinato alle delle semplici scarpe da ginnastica nere.
Caminnavano molto vicini con le mani dentro le tasche dei cappotti.
-Ti va di andare in biblioteca?- Chiese Ethan.
-Come?- Yami voltò lo sguardo verso di lui.
-Ti piacciono i libri, no?-
-Certo che mi piacciono, ma ti annoieresti.-
-Perchè dovrei? Vedi che anche io ho passato metà della mia vita sui libri, che credi.-
-Ti annoieresti perchè io starei a leggermi tutti i libri di letteratura, non quelli di scienze o medicina.-
-Anche se io e la letteratura non andiamo molto d'accordo, non significa che io non ne leggerò mai uno. E comunque, non crederai che io ti lasci leggere un libro in santa pace?- Continuava ridendo Ethan.
-Che vorresti dire?-
-Se vuoi leggere un libro dovrai portarlo a casa.-
Yami lo guardò sconvolto, sempre sorridendo.
-Cos'è, una minaccia?- Continuava Yami fissandolo.
Ethan si mise a ridere per poi cominciare a correre per il marciapiede. Yami lo inseguì correndo anche lui lungo il marciapiede. Si inseguirono finchè non arrivarono alla biblioteca, che non si trovava troppo lontano da dove si trovavano qualche momento prima.
Ethan entrò correndo dentro l'edificio beccandosi un rimprovero dalla ragazza che lavorava lì. Poi arrivò anche Yami correndo e si fermò afferrando Ethan da dietro.
-Non è un parcogiochi qui, signor Ikeda.- Disse la ragazza.
Yami imbarazzato fece un inchino e si scusò.
Nel frattempo si allontanarono e si avvicinarono ad acluni scaffali.
-Come mai sapeva il tuo cognome?- Disse incuriosito Ethan.
-Vengo spesso qui, ormai mi conosce. E poi te l'ho detto, qui mi conoscono tutti, anche se io la maggior parte di loro non so nemmeno chi siano.-
-Strano, a quanto ho capito tu non sei un tipo molto sociale, come mai sei così noto?-
-Allora non mi credi quando ti dico che metà della popolazione di questa città ci ha provato con me?-
Ethan rise. -Con quel faccino che ti ritrovi non puoi sperare di passare inosservato.-
-Ahah.... peccato che io abbia 27 anni e che non dovrei apparire alla gente con un faccino carino da ragazzino di 12 anni appena compiuti.-
-Perchè dici questo? Sei così carino con quegli occhioni.- Continuava a ridere Ethan.
-Hai finito di fare lo spiritoso?- disse seccato Yami.
Ethan lo guardava sorridendo.
-Allora? Qual'è il tuo reparto?- Gli chiedeva Ethan.
-Mmmm... In questo scaffale ci sono libri abbastanza belli. Penso che mi butterò qui per oggi.-
-Ok, io faccio un giro!-
Yami gli annuì senza nemmeno guardarlo, ormai i suoi occhi erano occupati a leggere un libro di fantascienza.
Ethan si allontanò e andò dal lato opposto allo scaffale dove era immerso Yami. 
Yami era in piedi davanti allo scaffale  con il libro tra le mani e la testa bassa, intento a leggere. Ethan, dall'altro lato, stava messo nella stessa posizione, con un libro in mano, ma non leggeva veramente. Spostò dei libri su una mensola dello scaffale in modo che potesse vedere Yami attraverso questa. Poi abbassò di nuovo lo sguardo indifferente. Yami alzò gli occhi e intravedeva Ethan fra i libri dello scaffale. 
-Che stai facendo?- Chiedeva Yami.
-Sto leggendo, non vedi?- 
-Cosa leggi?-
-Un bel libro.-
-Posso vedere la copertina?-
-No- Ethan rideva come sempre.
-Perchè?-
-Perchè lo sto leggendo io.-
Ethan nel frattempo camminava nascondendo il suo volto fra i libri che li dividevano. Yami lo seguiva dall'altro lato dello scaffale, cercando di non perderlo di vista.
Ethan si divertiva a fargli questo tipo di scherzi e quando Yami capì le  sue intenzioni  iniziò a ridere e stare al suo gioco.
Mentre Ethan si divertiva a farlo impazzire, a Yami venne in mente un modo per far cadere lui nella trappola. Si abbassò e si mise a gattonare lungo il corridoio che avevano creato gli scaffali pieni di libri.
E il piano di Yami funzionò alla perfezione. Appena Ethan non lo viste più decise di girare lo scaffale e andare dove era Yami, ma non lo trovò nemmeno lì. Yami nel frattempo si era andato a rifugiare dietro un'altro scaffale.
Ethan cominciò a girare quel reparto della biblioteca, sperando di trovarlo nei paraggi. Appena capitò davanti a Yami, quest'ultimo lo tirò da un braccio e se lo portò vicino. Ethan era sorpreso, c'era cascato in pieno, non immaginava Yami si fosse nascosto apposta, anzi si era anche preoccupato. 
-Questa volta ho vinto io. Dovevi vedere la tua faccia mentre mi cercavi disperatamente hahahah - Yami rideva compiaciuto per quello che aveva fatto.
-Mi hai fatto spaventare.- Anche Ethan rideva, felice di averlo ritrovato e di vederlo così felice. L'idea di venire in biblioteca era stata brillante, Yami amava quel posto, e non c'era posto migliore per renderlo felice, soprattutto se con lui c'era Ethan. Ethan sapeva sempre come renderlo felice e farlo divertire, cosa che nessuno era mai riuscito a fare così bene. I genitori di Yami erano persone severe ed era rarissimo che portassero i propri figli ad un parcogiochi o che gli comprassero giocattoli. Avevano un solo giocattalo, uno lui e uno suo fratello, ma Yami non ci giocava quasi mai, preferiva leggere, giocare all'aperto oppure andare al parco ad osservare la gente che passava per la strada. Dopo il loro trasferimento in Francia, Yami passava le giornate in camera sua ad osservare la strada dalla finestra di casa sua, non voleva nemmeno uscire, tanto lo avrebbero solo disprezzato per i suoi occhi a mandorla, o cose simili, poi lui non sapeva parlare bene il francese quindi era difficile socializzare con qualcuno, era difficile socializzare con i giapponesi, immaginate con dei francesi. Ethan invece era diverso rispetto agli occidentali che aveva conosciuto, forse perchè prima era troppo piccolo per capire le intenzioni delle persone. Sia Ethan che il dottore che lo aveva curato dopo l'incidente in ospedale erano occidentali, ed erano molto simpatici nei suoi confronti. 
Si trovavano entrambi dietro uno scaffale, in giro non c'era nessuno e la ragazza che li aveva sgridati sembrava non si volesse muovere dalla sua scrivania. L'atmosfera era perfetta per qualcosa di romantico, così Ethan gli mise le mani sui fianchi e si avvicinò lentamente a lui, per dargli un bacio. Yami inizialmente si fece trascinare dai suoi sentimenti e dalla voglia che aveva di dargli un bacio, poi però ci ripensò, lo scherzo di prima non era abbastanza. Così scivolò via dalle mani di Ethan prima che quest'ultimo arrivasse a baciarlo. Si mise a correre per tutto l'edificio ridendo. Ethan spalancò gli occhi, forse lo aveva fatto divertire un po' troppo, e adesso non riusciva a fermarlo,e per di più si sarebbe beccato un'altro rimprovero da quella ragazza. Però la vista di Yami che rideva in quel modo gli fece dimenticare tutti i suoi pensieri e decise di inseguirlo, fregandosene della ragazza.
Si misero a correre per tutto l'edicicio finchè Yami non scivolò sul pavimento lucido, proprio davanti la scrivania della bibliotecaria. Yami scoppiò a ridere, e lo stesso fece Ethan appena lo viste a terra. La ragazza invece non rideva, anzi era parecchio irritata.
-Insomma, signor Ikeda! Le sembra questo modo di atteggiarsi in un luogo pubblico?-
Yami si alzò spolverandosi e si scusò nuovamente.
-Sbaglio o lei era quello che rimproverava la gente che parlava e disturbava qui dentro? Dov'è finita la sua serietà?-
-Perdonami, ora andiamo via.-
Entrambi uscirono dall'edificio e si avviarono verso casa ridendo.
Durante la strada Ethan stringeva Yami con un braccio. Stavano davvero bene, soprattutto Yami, adesso aveva qualcuno che teneva davvero a lui, aveva trovato qualcuno con cui essere... piccolo, qualcuno che lo proteggeva e che sarebbe rimasto al suo fianco, per sempre. In quel momento non importava nessuno, solo loro, lui e il suo dottore.

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