Let Love Be Your Energy di Hermione Weasley (/viewuser.php?uid=1689)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Arrivo di Draco ***
Capitolo 2: *** Vendetta ***
Capitolo 3: *** L'allenamento ***
Capitolo 4: *** Quegli occhi Azzurri ***
Capitolo 5: *** Il Rapimento ***
Capitolo 6: *** Partenze e Whisky Incendiario ***
Capitolo 7: *** La Fortezza di Daftown ***
Capitolo 8: *** Nelle Segrete di Hogwarts ***
Capitolo 9: *** Sensi di Colpa ***
Capitolo 10: *** Trappola ***
Capitolo 1 *** L'Arrivo di Draco ***
Ciao! Eccomi
qui con il mio ennesimo delirio, ma non mi sono porprio potuta
trattenere dal mettere nero su bianco le idee che mi gironzolavano in
testa già da un po'.
E' sempre una
Ron/Hermione, ma siccome ultimamente ho avuto una certa passione per
il personaggio di Draco ho deciso di inserirlo in questa storia come
terzo incomodo di tutta la faccenda.
Sarà
quindi il tanto temuto triangolo e staremo a vedere come e se Ron
riuscirà a strappare la sua amata dalle grinfie del sadico e
super sexy biondino.
Hogwarts non
c'è più, non c'è più come scuola. La
guerra è sul punto di scoppiare ed è tema riccorrente
in tutta la ff.
Insomma
leggete e ditemi che ne pensate!!!
Recensite
please!
Un baciotto
HERMIONE
WEASLEY
_______________________________________________________________________
Let
Love Be Your Energy
Lascia
che l'amore sia la tua energia
1
And
if you've got no love for me then I'll say goodbye
If
you're willing to change the world
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love be your energy
I've
got more than I need
When
your love shines down on me
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you're willing to change the world
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love be your energy
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can't contain how I feel
When
your love shines down on me
Let
Love be Your Energy, Robbie Williams
Alzò
vagamente lo sguardo dal libro di incantesimi che stava leggendo. Gli
occhi stanchi, scavati da tutta la preoccupazione che aveva afflitto,
non solo lei, ma tutti i membri dell'Ordine.
Quello
che molti avevano temuto era successo.
Voldemort
stava muovendo guerra contro l'Ordine, contro tutti coloro che gli si
sarebbero opposti.
Per
questo Hogwarts non era più una scuola di magia e stregoneria.
Era diventata la base dell'Ordine della Fenice e degli Auror che
avrebbero dovuto battersi in quella folle guerra.
Non
si sentivano più le risate rieccheggiare nei corridoi, non
c'erano più gruppetti di ragazzini del primo anno che si
mettevano sempre nei guai, non c'erano più i banchetti in Sala
Grande, niente più Quidditch e anche i fantasmi si facevano a
malapena vedere.
Era
tutto così squallido.
Hermione
era sola in quello che sarebbe dovuto essere il dormitorio femminile
del 7° anno di Grifondoro. Calì e Lavanda erano state
mandate a casa così come tutti i loro compagni, di qualsiasi
casa e di qualsiasi anno.
Le
aveva odiate quelle due, ma adesso era tutto così vuoto senza
di loro, senza i battibecchi della mattina, senza i loro vestiti
ammucchiati per terra, nei quali Hermione non faceva altro che
inciampare.
Era
rimasta l'unica ragazza di tutta Hogwarts.
Lei,
Harry e Ron erano rimasti lì per volere dell'Ordine, per vari
motivi: Harry perchè era Harry Potter, lei perchè
conosceva gli incantesimi meglio di qualsiasi mago maggiorenne e
Ron...bè credete veramente che avrebbe lasciato soli i suoi
due migliori amici? E comunque al di là di questo, sarebbero
rimasti loro di spontanea volontà.
Ma
adesso Hermione era stanca, era due notti che non dormiva, passava le
giornate a imparare ogni sorta di incantesimo, aveva paura. Non lo
voleva dare a vedere ma aveva paura di morire, di perdere Ron o
Harry. Cercò di togliersi quel nefasto pensiero dalla testa,
facendo un vago cenno con la mano.
Ma
d'altronde che diavolo volevano da tre ragazzi di 17 anni come loro?
Hermione
proprio non riusciva a comprendere, le sembrava una cattiveria bella
e buona da parte di tutti tenerli lì a rischiare la vita, non
credeva che Silente l'avrebbe fatto sul serio.
Ma
ormai le cose erano andate come erano andate.
L'unica
cosa da fare in quel momento era trovare un modo per andare avanti,
per sopravvivere.
E
lei voleva farlo. Doveva farlo. Per Harry, per Ron, per se stessa.
Si
guardò intorno, i letti erano senza lenzuola, nè
materassi, erano scheletri, in un completo stato di abbandono, chiare
testimonianze del periodo che stavano vivendo un po' tutti.
Chiuse
il libro decisa a farsi una doccia.
Quando
lo sguardo le cadde su uno di quei letti distrutti. C'era qualcosa di
scintillante là sotto. Si chinò quel tanto che bastava
per afferrarlo.
E
appena lo vide le ci volle solo un secondo per riconscerlo.
-Calì
dove hai messo il mio anello?- chiedeva Lavanda.
-Io?
Ma se ieri sera te l'ho reso- rispose Calì infastidita.
-Non
dire sciocchezze! Tiralo fuori!-
-Ma
ti dico che non ce l'ho!-
-Calì
non farmi arrabbiare dov'è il mio anello!?-
-Ragazze
smettetela!- urlò Hermione che tentava inutilmente di leggere
il suo libro di Aritmanzia.
-Hermione
non ti impicciare! Questa ladruncola mi ha rubato l'anello che le
avevo prestato ieri sera!-
-Ma
Lavanda ti dico di no!-
La
ragazza bionda si voltò di scatto verso Hermione.
-Tiralo
fuori- disse con gli occhi ridotti a fessure.
-Cosa?!
non vorrai insinuare che sia stata io a prenderlo!-
-Chi
altrimenti? Grattastinchi?-
-Lavanda
per favore non dire cavolate, non sapevo neanche che esistesse
quell'anello!-
-Hermione
ho detto tiralo fuori!-
-Ma
Lavanda non ce l'ho!!!-
Ma
la discussione fu troncata da Calì che afferrato un grosso
cuscino dal proprio letto l'aveva sbattuto in faccia a Lavanda.
Hermione
era rimasta immobile, sbigottita. Quando all'improvviso scoppiò
a ridere.
-Che
hai da ridere?- chiese Lavanda trattenendo a stento le risate.
-Ah
ah ah ah- Hermione continuava , le mani sulla pancia.
-Ah
si eh!-
In
quel preciso istante, cominciò una battaglia a cuscinate che
si ricorderà per sempre nella storia di Hogwarts.
Hermione
fece scorrere l'anello sul palmo della mano, era tutto polveroso.
Alla fin fine aveva scoperto dove era finito. Sotto il letto di Calì.
Nessuno l'aveva rubato.
Quel
giorno fu probabilmente l'unica vera volta che si era divertita con
le sue compagne di dormitorio. Posò l'anello sul comodino.
Ma
nell'atto di alzarsi, una qualcosa di non meglio identificato attirò
la sua attenzione dalla finestra.
Si
avvicinò curiosa.
Premette
il naso contro il vetro ghiaccio.
Una
figura arrancava sul prato poco distante dall'ingresso.
Sembrava
una bestia, un animale...ma no! Quella era una persona.
Hermione
non capì chi fosse ma fece la prima cosa che le passò
nella testa.
Cominciò
a correre, fuori dal dormitorio, giù per le scale, attraverso
la Sala Comune, uscendo dal buco del ritratto, quasi scivolando sulle
lunghe scale di marmo bianco, fino alla Sala d'Ingresso.
Non
si fermò, corse a più non posso. Con passi rapidi e
svelti percorse i prati umidi.
Fino
a quando, non la vide.
Ma
si era una persona, accasciata li, avvolta in un mantello nero
strappato e consunto.
Rallentò
il passo, timorosa.
Dopotutto
non sapeva chi fosse, magari era un nemico.
Chiunque
fosse aveva l'aria di stare molto male.
Fece
un bel respiro.
Si
avvicinò, non si mosse, sembrava svenuto.
Non
riusciva a vederne il volto, era sdraiato a pancia all'ingiù.
Raccolse
tutto il suo coraggio, afferrò la strana figura per una spalla
e la voltò in modo da poterne distinguere il viso.
Avrebbe
potuto essere preparata proprio a tutto, ma non a quello.
I
capelli sporchi di sangue, gli stavano appiccicati sulla fronte
madida di sudore, quella bocca che tante volte l'aveva insultata
durante la scuola, era semichiusa in un ghigno di dolore e
sofferenza, quelle mani sempre ben curate, erano tagliate e livide.
I gelidi occhi grigi, nascosti dietro le palpebre tremanti.
Quello
non sembrava affatto Draco Malfoy.
Ma
che diavolo ci faceva a Hogwarts? Sarebbe dovuto essere in qualche
fottutissima base segreta di Voldemort a imparare l'arte del
Mangiamorte. Ma a quanto pare non era così.
Non
sapeva bene che fare, ma una cosa era certa, doveva chiamare aiuto,
subito.
Si
tastò la giacca per cercare la bacchetta, ma nella furia di
scendere l'aveva lasciata nel dormitorio.
Si
avviò veloce verso l'ingresso, svoltò l'angolo e...
Qualcosa
la urtò all'improvviso, qualcosa di caldo, forte e molto alto.
-Ron!-
esclamò.
-Che
ci fai qui?- le chiese il ragazzo.
-Devi
venire assolutamente!-
Lo
prese per un braccio e cominciò a strattonarlo fino al punto
in cui giaceva Draco, o meglio quello che restava di Draco.
-Per
la barba di Merlino! Ma che ci fa qua Draco Malfoy!- chiese Ron
stupefatto.
-Non
lo so, ma dobbiamo portarlo subito in infermeria!-
Ron
estrasse la bacchetta dai jeans, scoloriti.
-Mobilicorpus-
Il corpo privo di sensi di Malfoy cominciò a levitare piano
piano a qualche centimetro da terra.
-Andiamo-
Ron le fece cenno di seguirlo.
Così
si avviarono verso l'Infermeria preceduti da un Malfoy semi-morto che
si muoveva a mezz'aria.
*
Fecero
il più veloce possibile, ma fu davvero un' impresa.
Trasportare
il corpo su per le scale era più difficile di quanto
immaginassero e Ron fu sul punto di farlo cadere più di una
volta.
Non
c'era nessuno per i corridoi e quindi fu anche problematico cercare
aiuto.
Fortunatamente
raggiunsero l'Infermeria.
Appena
lì vide Madama Chips fece un balzo.
-Oh
Santo Ippocrate! Ma che è successo?- chiese sbiancando.
-Non
lo so, l'abbiamo trovato nel parco, in queste condizioni- farfugliò
Hermione.
-Dovevate
portarlo subito da me!- li rimproverò la vecchia signora.
-E'
quello che abbiamo fatto- le rispose Ron con una smorfia stampata
sulla faccia.
-Adesso
uscite, devo occuparmi di questo poveretto. Forza via!-
Senza
troppi preamboli sbattè fuori dall'Infermeria sia Ron che
Hermione.
-Non
posso credere che quello sia Draco Malfoy- fece la ragazza scuotendo
la testa.
-Già.
Quasi quasi mi faceva pena. Quel piccolo sudicio bastardo.-
-Ron!-
-Che
c'è? Non è forse vero?-
Hermione
rimase in silenzio. Dopotutto Draco Malfoy era una delle cose
peggiori che le fossero mai capitate negli anni che aveva trascorso a
Hogwarts.
Ma
in fondo il suo arrivo aveva portato una ventata di novità,
buone o cattive che fossero.
-Bè
io me ne vado- fece Ron dopo un momento di silenzio.
-Perchè?
Pensavo che magari potevamo studiare un po' insieme, io te ed Harry-
propose Hermione con un sorriso speranzoso stampato sulla faccia.
-No,
mi dispiace ma non abbiamo tempo. Lupin ci aspetta per
l'addestramento-
-Addestramenti!
Sempre e solo addestramenti, di un po' ma ti ricordi che esisto?-
chiese Hermione alzando un po' troppo la voce.
Ron
la squadrò da capo a piedi con gli occhi spalancati, come se
avesse davanti una povera pazza.
Hermione
si aspettò una reazione da lui, l'inizio di un litigio, un
qualcosa che comunque la risvegliasse da quello stato di trance che
l'aveva avvolta fino a quel momento.
Ma
Ron non ebbe nessuna reazione.
Si
voltò e senza dire una parola la lasciò lì da
sola, più confusa che altro.
E
all'improvviso le lacrime cominciarono a rigarle il viso, lacrime di
rabbia, di paura di esasperazione, di tutto.
Ma
perchè Ron non la considerava?
Perchè
la evitava ogni maledetta volta? Perchè? Era da due mesi che
non litigavano e solo in quel periodo Hermione si era resa conto di
quanto i loro litigi mantenessero viva la loro amicizia, di quanto li
tenessero uniti l'uno all'altra.
E
adesso, calma piatta, lui la evitava, e lo stesso faceva con Harry.
Sembrava che ognuno vivesse sotto la propria campana di vetro,
isolato dagli altri, tutti rinchiusi nei propri problemi, nelle
proprie preoccupazioni.
Era
il periodo più brutto della vita di tutti.
Hermione
si chiese come sarebbe stato essere una ragazza babbana, che vive
tranquilla nella sua città, si chiese che effetto le avrebbe
fatto essere all'oscuro di tutto.
La
prospettiva non le sembrò niente male.
Ma
in fondo, almeno in questo modo avrebbe potuto combattere, avrebbe
potuto dimostrare quanto valeva sia come strega che come persona.
Doveva
combattere per difendere ciò che di più caro aveva.
In
quel momento Madama Chips uscì dalla stanza.
Hermione
si asciugò in fretta le lacrime.
-Allora
Madama? Come sta?- le chiese curiosa.
-Tutto
a posto, ma un bel po' di Dissennatori gli hanno fatto la festa. Non
so come abbia fatto, ma se non fosse fuggito, a quest'ora avremmo un
Draco Malfoy senza anima. Ah! Brutte bestie i Dissennatori. Senti,
cara, io devo andare ad avvertire il professor Silente, tu rimani con
lui, non mi fido a lasciarlo solo. E se vedi che si sveglia, dagli un
po' di quel cioccolato che ho lasciato sul comodino. Va bene?-
Hermione
annuì.
-Bene,
allora tornò tra un po'. Mi raccomando Signorina Granger-
E
dette questo Madama Chips girò sui tacchi. I passi che si
allontanavano via via.
Poggiò
una mano tremante sulla maniglia della porta dell'Infermeria. Quella
si aprì cigolando. Hermione la richiuse dietro di se, cercando
di fare il minor rumore possibile.
Si
avvicinò al letto dove giaceva Draco.
Era
pallido, come non lo era mai stato.
E
tutto quel sangue che gli imbrattava i capelli.
Era
un peccato vederlo in quel misero stato. Dopotutto Draco era sempre
stato, ignorante, maligno, ma sicuramente un ragazzo di bell'aspetto.
Chissà chi l'aveva ridotto in quel modo.
Insicura,
gli scostò piano piano, i capelli dalla fronte umida. Era
freddo. Le palpebre tremavano impercettibilmente. Le labbra spaccate
e livide. Anche il sopracciglio sanguinava. Prese un panno umido, e
glielo passò sulle ferite, per tentare di ripulirle.
Fece
più piano possibile. E dove il panno passava, rivedeva il vero
Draco Malfoy, sempre perfettamente pulito e ordinato.
Senza
volerlo gli sorrise. Continuò ancora per qualche attimo
finchè...
-Ah!-
gridò.
La
mano destra di Draco, le aveva bloccato all'improvviso il polso.
Adesso
la guardava con quegli occhi grigi persi nel vuoto.
-Granger-
disse con un filo di voce -Non mi toccare-
Ma
Hermione, superato lo shock iniziale, continuò la sua opera di
pulizia.
-Sta'
zitto, Malfoy, non mi pare che tu sia nella giusta posizione per
darmi ordini-
Gli
rispose con un sorriso.
Draco
tentò di alzarsi, ma ricadde subito sul letto, con una smorfia
di dolore sul viso.
-Stai
fermo, non peggiorare le cose- gli disse Hermione risoluta.
-Ma
che ci faccio qui!?- chiese in un sussurro, ormai si era
completamente arreso, si lasciò disinfettare le ferite.
-Speravo
che me lo potessi dire te-
-Che
mi avete fatto?-
-Noi??
Ma se ti ho trovato più morto che vivo sul prato davanti al
castello!- ribattè lei.
-Io...Io
non ricordo nulla- disse con un filo di voce.
-Vedrai
che andrà tutto bene- lo rassicurò Hermione.
-Granger
la smetti di toccarmi?-
-Guarda
che lo faccio per te! Se vuoi rimanere tutto sporco di sangue, fa
pure a me non interessa!-
Hermione
lasciò il panno nella bacinella sul comodino e lo fisso con le
braccia incrociate.
-Non
sei cambiata affatto eh, Granger...- commentò Draco.
-Nemmeno
tu, Malfoy- gli rispose sottolineando con particolare enfasi il
cognome.
Sembrava
che Draco fosse sul punto di ribattere, ma Madama Chips entrò
sbattendo le porte.
-Oh
il nostro paziente si è svegliato. Signorina Granger se ne
vada il preside vuole parlare con lei-
E
senza dare possibilità alla ragazza di ribattere Madama Chips
la spinse fuori dall'Infermeria.
-Ma....-
fece voltandosi.
-Niente
ma!-
Draco
rideva divertito. E Hermione non potè fare a meno di
ricambiare, dopotutto la situazione era tutt'altro che seria.
Senza
nemmeno accorgersene si ritrovò sbattuta fuori dalla stanza
per la seconda volta, nel giro di 10 minuti, probabilmente un record.
Si
guardò intorno con un sorriso ebete ancora stampato sulla
faccia.
Raccolse
i capelli in una coda di cavallo, Silente la stava aspettando.
|
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Capitolo 2 *** Vendetta ***
Ciao!
Accidenti non
credevo che la storia sarebbe piaciuta cos tanto!!!
Che bello!
Sono veramente contenta!
Allora prima
di cominciare vorrei fare una premessa.
Come avrete
notato ho una certa propensione ad una Draco/Hermione e inizialmente
potrà anche sembrare così, ma state tranquilli che Ron
alla fine compiccierà qualcosa, ho detto che sarà una
Ron/Herm e manterrò la promessa... Il fatto è che mi
sono letteralmente flashata per Draco e non ho proprio potuto fare
meno di metterlo in mezzo più bello e sexy che mai *__*
Oddio...
Quindi ripeto:
NON è UNA DRACO/HERMIONE anche se come ha detto Sanae, su
questa coppia ci si può sbizzarire parecchio!!!
Ok, allora
leggete il chap e fatemi sapere che ne pensate!
Alla fine
trovate anche i ringraziamenti!
HERMIONE
WEASLEY
ps: Questa
storia la dedico ad Agnese ovvero lo zio Sev!!!! Ti voglio Bene!
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-Cioccorana-
disse Hermione al gargoyle che proteggeva l'entrata dell'ufficio di
Silente.
Non
capiva esattamente come mai il preside avesse lasciato la parola
d'ordine per l'entrata del suo ufficio. Dopotutto tutte le parole
d'ordine erano state abolite, anche la Signora Grassa poteva fare
entrare chiunque nella Torre di Grifondoro.
La
scala di pietra cominciò a salire, con un passo la ragazza fu
sopra.
La
porta dell'ufficio di Silente era aperta.
Curiosa,
si affacciò.
Harry
era dentro che discuteva animatamente con il vecchio mago.
Diede
due brevi colpetti di tosse, dopodichè bussò alla porta
per attirare l'attenzione, non aveva molta voglia di essere additata
come spiona o qualcosa di simile.
-Ah
Signorina Granger, entri pure, Harry stava giusto per andarsene- le
disse Silente con un sorriso.
Hermione
fece un cenno di saluto verso Harry.
-Bè
allora io vado- disse il ragazzo oltrepassando Hermione in direzione
della porta.
-Harry-
Silente lo chiamò. -Promettimi che ci ripenserai- aggiunse con
fare serio.
-Lo
farò professore-
Detto
questo se ne andò lasciando Hermione e Silente soli.
-Allora
signorina Granger, Poppy mi ha detto che ha trovato un signorino
Malfoy più morto che vivo davanti al castello-
Hermione
annuì.
-Bene,
credo che se ne possa occupare lei del nostro paziente- aggiunse il
vecchio.
-Cosa?!
Non dirà sul serio, vero? Insomma è Draco, Draco
Malfoy!- rispose lei, tutt'altro che d'accordo, è vero le
aveva fatto piacere stare quegli scarsi 5 minuti con lui, ma una
manciata di minuti era un conto, tutti i santi giorni, era un altro.
-Credo
che abbia molte cosa da dire- continuò il preside. -E credo
che interrompere lo studio degli incantesimi sia anche un toccasana
per lei, non crede?-
-Ecco,
giusto di questo volevo parlarle- prese un respiro -Le chiedo per
l'ennesima volta di ammettermi agli addestramenti-
-Mi
dispiace Signorina Granger, ma non posso-
-Ma
perchè?- chiese stizzita. -Perchè no?-
-Non
dipende da me- le rispose fissandola attraverso gli occhiali a
mezzaluna.
-Che
significa non dipende da me?!- Hermione non aveva mai perso la
pazienza davanti a Silente.
-Io
ero perfettamente d'accordo sulla sua partecipazione agli
allenamenti-
-Ma?-
-Ma
I signori Potter e Weasley non erano del mio stesso avviso-
-Cosa!?
Sta scherzando!?-
-Temo
di no-
-Ma
perchè?-
-No
me lo chieda perchè non lo so, ma è stata una loro
specifica volontà-
-E
lei da loro ragione?-
-Credo
che sia una richiesta più che motivata-
Hermione
rimase in silenzio, la rabbia le stava per dare al cervello.
-BENE!!!
Dica ai signori Potter e Weasley che io me la so cavare da sola e non
ho bisogno che due persone che a malapena mi considerano decidano ciò
che va bene o non va bene per me! Sono stanca!-
Si
alzò di scatto, la sedia si rovesciò.
E
sulla soglia vide qualcuno che non avrebbe dovuto essere lì.
Ron
la stava fissando con le braccia incrociate.
-Spero
che tu abbia sentito, Signor Weasley- gli disse prima di superarlo e
scomparendo dalla scala a chiocciola.
*
Percorse
velocemente, forse anche un po' troppo velocemente la strada che la
separava dall'Infermeria. Volevano che si occupasse di Malfoy? Voleva
che trascorresse tutte le sue giornate con l'essere più
maligno che avesse mai conosciuto? Bene! L'avrebbe fatto, dopotutto,
lei non era neanche padrona di fare ciò che voleva.
Corse
nella stanza che Harry e Ron dividevano, supponeva che Draco avesse
bisogno di qualcosa da mettersi. La stanza si trovava al piano terra
tra la Sala Grande e l'aula di Trasfigurazione.
Senza
neanche pensare entrò di schianto. Diretta verso il baule di
Ron, lo aprì, prese il primo maglione che le capitò e
un paio di jeans. Senza rimettere a posto nulla, tornò sui
suoi passi verso l'Infermeria. Se solo Draco si fosse azzardato a
fare commenti sarcastici su quei vestiti, Hermione giurò a se
stessa, che l'avrebbe schiantato sul posto. Anche con un adulto
presente.
Arrivata
per la terza volta davanti all'Infermeria, aprì di scatto la
porta, la richiuse con violenza, incurante di come stesse Malfoy o di
cosa stesse facendo.
Solo
quando si voltò verso il suo letto capì di essere stata
un po' troppo affrettata.
Tentò
comunque di non perdere la spavalderia che aveva accumulato durante
il tragitto dall'ufficio di Silente a lì.
-Non
ti ho sentito bussare- le fece notare Draco arcigno.
Era
in piedi a torso nudo.
Lunghi
e profondi tagli gli solcavano il ventre e il petto, e anche la
schiena non era da meno.
Evidentemente
Madama Chips gli aveva disinfettato le ferite, ma Hermione non fu
decisamente in grado di spiccicar parola, in quel momento. Era quasi
incantata.
Cavoli!
Magari avrebbe potuto mandare anche Harry e Ron a fare
l'addestramento per Mangiamorte, perchè Draco era...come
dire...perfetto?
Le
spalle larghe, i pettorali, gli addominali, tutti perfettamente
scolpiti.
-Hai
ancora molto da fissare?- le chiese di nuovo incrociando le braccia.
Hermione
si rese conto di essere alquanto ridicola, lì davanti a lui in
quel modo a fissare quelle spalle e quegli addominali e... insomma
quelli.
-Credi
che non abbia mai visto un uomo a torso nudo?- gli chiese acida,
sopresa anche lei da tanta spavalderia.
-No-
fu la risposta secca di lui.
Hermione
non ebbe molto da ridire, in effetti Draco aveva perfettamente
ragione.
-Bè
chi te lo dice?- gli disse con tono di sfida.
-Bè
è ovvio-
-E
perchè è ovvio?-
-Perchè
tu sei Hermione Granger, avrai visto un uomo a torso nudo a malapena
su uno di quei tuoi tanti amati libri-
Hermione
si ghiacciò. Che rabbia che le faceva.
Gli
lanciò addosso i vestiti in malo modo.
-Sono
di Ron, mettili- più che una proposta sembrava un ordine.
-Di
Weasley? Ma sei impazzita, non li metterò mai! Nel 99% dei
casi saranno pieni di pulci!-
Hermione
dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non
schiantarlo, come si era poco prima ripromessa di fare.
-Mettili,
ho detto-
-Granger,
mi fai quasi paura-
-Bene
sono contenta-
-Ma
non posso mettere dei vestiti di quello lì-
-Quello
lì ha un nome, Draco-
-Non
mi interessa se ha un nome, io questa roba non me la metto nemmeno se
mi pagassero!-
-Bene
vorrà dire che andrai in giro in mutande-
Hermione
si sentì avvampare in seguito alla sua ultima affermazione.
-Cos'era
una proposta Granger?- le chiese Draco con un sorriso sprezzante.
-Affatto,
ma figurati, io ho cose di meglio da fare che guardare te che ti
spogli-
-Non
mi pare proprio- le fece notare il ragazzo.
Ma
perchè quel maledetto doveva sempre aver ragione? Oggi non era
proprio la giornata fortunata di Hermione. Era diventata rossa come
un pomodoro più di tre volte da quando era entrata là
dentro.
-Madama
Chips che ha detto?- gli chiese tentando si portare la conversazione
su ben altri argomenti.
-Che
posso andarmene-
-Dove
hai intenzione di andare?-
-Ma
perchè Granger sto parlando con te?- chiese più a se
stesso che ad altri.
-Perchè
sono l'unica sfigata disposta ad ascoltarti-
Draco
alzò gli occhi al cielo.
-Rimango
qui, stupida ragazzina, dove vuoi che vada?- le fece notare dopo un
momento di silenzio.
-Allora
dovremo trovare qualcosa da fare- disse lei sovrappensiero.
Draco
si voltò verso di lei, incredulo.
-E
non era una proposta!- gli fece lei notando il suo cipiglio.
-Meglio
così-
-Senti
io me ne vado-
-Ringraziando
il cielo!-
-Mister
Simpatia, io torno tra un'ora, tu vestiti, ho un'idea-
-Senti
non darmi degli ordini, capito Granger, non sono messo così
male!-
-Bè
qui ci sono io e si fa come dico io-
Si
divertiva un sacco a tiranneggiare su Draco Malfoy.
Lui
fece una specie di grugnito di protesta, ma niente più.
E
senza una parola Hermione uscì dalla stanza. Dopo tutto quello
che era successo aveva proprio bisogno di una doccia bollente.
*
La
camera di Hermione si trovava nel punto più alto della Torre
di Grifondoro. Era la stanza riservata ai Caposcuola. Grande
spaziosa, con un baldacchino proprio in mezzo.
Sulla
destra c'era una grande porta finestra, con un piccolo balcone
annesso.
Ci
passava gran parte della serata guardando le stelle e aspettando che
tutte le luci del castello si spegnessero. Sulla parete sinistra
invece c'era una piccola porta che conduceva al bagno che le era
riservato, costituito da una vasta stanza circolare. Ricordava molto
il bagno dei prefetti, ma era molto meglio. La vasca era grande il
doppio e i rubinetti erano molti di più, ognuno contenente
un'essenza diversa, personalmente preferiva quella all'albicocca.
Ed
era proprio lì che attualmente si trovava, immersa nella
schiuma fino al collo.
Era
capace di trascorrere delle ore in quella vasca, e quella volta non
sarebbe stata da meno se una voce anche troppo famigliare non la
destasse dai suoi pensieri.
-Hermione?-
Era
la voce di Ron.
-Sono
in bagno, aspetta e non entrare!- gli disse cercando di farsi sentire
oltre la porta.
Si
alzò di malavoglia, afferrò l'accapatoio e lo indossò,
tamponandosi alla bell'e meglio i capelli fradici con l'asciugamano.
Uscì
dal bagno accompagnata da una nube di vapore argenteo.
A
quanto pare Ron fu sopreso di trovarla in quelle condizioni, le
orecchie gli diventarono rosse, con grande soddisfazione della
ragazza.
-Senti
io ti dovrei parlare- le fece dopo un attimo di smarrimento.
-No,
mi dispiace ho da fare- rispose lei secca.
Non
si era affatto dimenticata di come l'aveva trattata un paio di ore
prima.
-Senti
Hermione, è importante, ti devo delle spiegazioni-
-Davvero?
Bè dovrai aspettare, perchè non ho tempo, e sono anche
in ritardo-
-Ma..-
-è
la mia risposta definitiva, spero che tu non abbia niente in
contrario, anzi forse dovresti chiedere ad Harry se posso fare quello
che mi va, visto che tu e lui vi siete così liberamente
permessi di scegliere cosa è giusto per me-
-Ascoltami..-
-Esci
Ron, Draco mi aspetta-
A
quanto pare la lingua di Ron si era incollata, perchè il
ragazzo non ebbe il coraggio di ribattere, senza una parola uscì
dalla stanza, lasciandola nuovamente sola.
Ma
per la prima volta Hermione non era affatto triste o stressata.
Sorrideva.
Non
avrebbe mai creduto che la vendetta potesse essere così dolce.
_____________________________________________________________________
Allora che ve
ne pare? Hermione l'ho dipinta un po' troppo sadica, ma insomma era
così che mi piaceva...Fatemi sapere come mi sembra, please!
Allora
ringrazio:
hermione
vannuccina
Giugizzu
Laila
Angela
EMMA
e agli ormai
classici ma che fanno sempre un gran piacere! ^_^
Nigthmare
Ginny89
Sanae
Elly
N.B. Cho 89
che non ha recensito verrà fustigata in pubblico, la visione è
sconsigliata ai minori.
Fanfiction
Consigliate
"Iris"
di "Cho89", una breve ma stupenda one-shot sulla coppia
Ron/Hermione ispirata dalla canzone omonima dei Goo Goo Dolls,
leggetela perchè poverina Cho89 la ucciderò io
personalmente, datele l'ultimo saluto come si deve.^_^
HERMIONE
WEASLEY
ps: Credo che
il ritmo di aggiornamento sarà una volta alla settimana, vi
autorizzo a picchiarmi se cos non sarà!!! ^_^
We
Can Be Heros
Just
For One Day
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Capitolo 3 *** L'allenamento ***
Ciao
Bellissimi!
Come
va?
Ecco
il 3 chap....spero vi piaccia con colpo di scena alla fine! ah ah ah!
Comunque per i fan della coppia Ron/Hermione posso dire che molto
presto passeremo ai fatti, però prima vi voglio fare un po'
soffrire! Come sono cattiva!!!
Draco
ha contagiato anche me.
Leggete
e Receniste!!!!
HERMIONE
WEASLEY
______________________________________________________
Let
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Lascia
che l'amore sia la tua energia
3
"Close
your eyes so you don't feel them
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don't need to see you cry
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if you want to I will Try
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Someone
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In
you
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And
I hope you'll find your freedom
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Eternity,
Robbie Williams
-Hermione!-
La
ragazza si voltò verso la voce che la stava chiamando. Era una
giornata fredda ma piuttosto soleggiata. Le grandi finestre della
Sala Grande lasciavano entrare luminosi raggi di sole, che
riscaldavano e rallegravano l'ambiente.
Si
soprese di vedere Harry lì davanti a lei, i pantaloni di felpa
che usava per gli allenamenti e la maglia blu notte che gli aveva
regalato lei per il suo diciassettesimo compleanno. Una stretta allo
stomaco la assalì quando gliela vide addosso e una piacevole
sensazione di calore la avvolse.
-Dimmi-
gli rispose con un gran sorriso sulle labbra.
Anche
Harry sembrava di buon umore, sicuramente meglio di quello che aveva
avuto in quegli ultimi mesi. Probabilmente era successo qualcosa che
l'aveva tirato su di morale, ma che cosa? E all'improvviso Hermione
si ricordò della parole che Silente gli aveva rivolto quel
giorno nel suo ufficio poco prima che lei entrasse.
-Promettimi
che ci ripenserai-
A
che cosa si riferiva?
Ma
non ebbe il tempo di pensare.
-Senti,
è stata fissata una riunione per mezzogiorno nell'Ufficio di
Silente, dovresti venire.-
-Ok,
perfetto-
-Bene
allora è meglio che vada, manca meno di mezz'ora e necessito
di una doccia- le rispose allegro.
-Ok,
ci vediamo dopo-
Harry
corse via.
Ma
che cosa l'aveva rallegrato a quel modo? Hermione era convinta che
avesse a che fare con le parole del preside, ma dopotutto non erano
state molto rassicuranti, sembrava che stesse parlando di una cosa
che Silente non gli voleva far fare, qualcosa sulla quale non era
d'accordo.
L'ennesima
idea brillante di Harry per farsi uccidere?
Sperò
fermamente di no.
Finì
velocemente il succo di zucca che stava bevendo, immersa ancora nei
suoi pensieri. Molto probabilmente i suoi dubbi sarebbero stati
chiariti alla riunione.
Anzi
sicuramente.
E
all'improvviso si ricordò che ci sarebbe stato anche Ron...Non
aveva nessuna voglia di vederlo. L'ultima conversazione che avevano
avuto era stata tutt'altro che amichevole, e ripensandoci la sera
dopo Hermione credette di essere stata un po' troppo cattiva. Ma
dopotutto se l'era meritato, lei non aveva fatto altro che trattarlo
come l'aveva trattata lui. Aveva ben poco di cui lamentarsi.
Ma
in tutti casi Hermione si sentì in colpa.
Di
norma non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, non era mai
stata così acida con lui...Bè si magari qualche volta,
ma mai l'aveva fatto con quel piacere che aveva provato la sera
precedente.
A
forza di stare con Draco, stava diventando come lui.
Si
alzò, mancavano 10 minuti a mezzogiorno, decise quindi di
avviarsi verso l'ufficio di Silente.
*
La
scala a chiocciola era a dir poco intasata. C'erano un sacco di
persone, che nonostante alloggiassero al castello, Hermione aveva
visto a malapena: Lupin, Tonks, Shacklebolt, Moody, il signor
Weasley, Madama Chips, la McGrannit, Piton, Harry, Ron (accidenti!),
Draco...Draco? Ma che ci faceva lì? Non si aspettava di
trovarlo.
Se
ne stava in disparte, appoggiato al muro. Stava molto meglio del
giorno precedente. Alla fine era riuscito a non mettersi i vestiti di
Ron, pare che il signorino Malfoy avesse preferito una vecchia divisa
di Piton..bleah!
Ron
gli stava lanciando occhiate di fuoco, mentre Harry gli parlava di
qualcosa che evidentemente non lo interessava affatto.
Hermione
si avvicinò a Draco.
-Ciao-
-Ancora
tra i piedi?- le rispose acido.
-Putroppo
per te si-
Stranamente
le offese e le risposte maligne di Malfoy non la toccavano
minimamente. Sorvolava su tutto quello che di poco carino le diceva.
-Hanno
chiamato anche te?- gli chiese di nuovo.
-Altrimenti
non sarei qui, tu che dici? Credevo che fossi più sveglia-
-Suppongo
che ti abbia chiamato Silente-
Draco
annuì facendo una smorfia.
-Volevo
chiedere al vecchio di poter partecipare agli allenamenti-
Una
stretta allo stomaco la prese. Se Draco fosse stato ammesso a quei
maledetti allenamenti, lei sarebbe rimasta sola, per l'ennesima
maledettissima volta. Che rabbia. Subito il sorriso le sparì
dalla faccia. E la depressione l'assalì di nuovo.
-Bene-
rispose piatta.
-Ma
quando si decide a farci entrare?-
-Aspetta,
un po' di pazienza-
Non
fece a tempo a parlare che via via le persone cominciarono a
defluire su per la scala a chiocciola. Lei, Draco, Harry e Ron furono
gli ultimi a salire.
Ron
continuava a fissare Draco con occhi di fuoco. Per un attimo Hermione
incontrò il suo sguardo. Un brivido la percorse non appena i
loro occhi si incrociarono.
Ma
tentò di non darlo a vedere.
Quando
entrarono, l'ufficio di Silente era già pieno zeppo, alcuni
come la McGrannit e Piton stavano in piedi dietro la scrivania del
preside, altri come Moody sedevano, insomma alla fin fine loro
quattro rimasero in fondo alla stanza, anche se la visuale era ottima
visto che al centro dell'ufficio non c'era nessuno, tutti quindi
riuscivano a vedere Silente senza problemi.
-Bene-
cominciò il preside -Sarò breve. Abbiamo deciso, di
inviare due spie nei territori di Voldemort-
Molti
tremarono al suono di quel nome, ma Silente continuò
tranquillamente a parlare.
-Chi
saranno queste due persone è ancora da decidere, anche se ho
ricevuto già parecchie proposte, suppongo che la risposta
definitiva l'avrete entro una settimana. Secondo gli ultimi
avvistamenti, i Mangiamorte si stanno ancora preparando, abbiamo
ancora un margine di circa 2 mesi prima del possibile attacco, anche
se non possiamo esserne completamente sicuri. Il professor Piton ha
già preparato parecchie pozioni, gli allenamenti del professor
Lupin sono a un ottimo punto, credo che il Ministero non abbia mai
avuto degli Auror migliori di quelli che alloggiano ad Hogwarts, la
professoressa McGrannit ha già insegnato moltissime
trasfigurazioni avanzate ad un numero ristretto di Auror Speciali, e
la Signorina Granger ha memorizzato più incantesimi di quanti
la mente umana possa concepire.-
Aggiunse
sorridendo in direzione di Hermione che si sentì arrossire
all'istante.
-Ognuno
di voi è quindi indispensabile in questa lotta. Spero che
continuiate a lavorare come state facendo adesso perchè sono
davvero fiero di tutti voi. Bene, adesso se nessuno ha delle domande,
vorrei fare un salto a Hogsmeade, ho finito le mie Api Frizzole e non
riesco a concentrarmi se non ne ho una ventina sulla mia scrivania,
pronte a essere mangiate. Perciò mi scuserete se chiudo la
riunione qui-
A
quanto pare nessuno aveva domande.
-Allora,
grazie a tutti per essere venuti, la prossima riunione sarà
tra una settimana esatta alla stessa ora, salvo comunicazioni
importanti. Arrivederci-
Immediatamente
uno per uno tutti uscirono dall'ufficio del preside, più o
meno delusi da quello che si era detto. Hermione e gli altri che si
trovavano in fondo furono spinti fuori dalla stanza, Draco che aveva
bisogno di parlare col preside sgusciò tra una persona e
l'altra fino a raggiungerlo.
Lei,
Ron e Harry, invece, uscirono. Quando arrivarono alla fine della
scala, Ron e Harry si allontanarono insieme, in direzione della loro
camera. Hermione decise di aspettare Draco, almeno si sarebbe sorbita
l'ennesima delusione, vedendo un altro a cui era stato permesso di
fare quello che lei non poteva.
Ma
evidentemente non era così. Perchè quando Draco apparve
dalla scala a chiocciola proprio accanto al gargoyle, non aveva una
faccia molto contenta.
Hermione
gli andò subito incontro.
-Allora?-
gli chiese.
-Allora,
non sono ancora in grado di frequentare gli allenamenti- le rispose
furioso.
-Colpa
di Madama Chips?-
-Ma
che ne so, accidenti!- era proprio arrabbiato.
-Senti
ho un'idea-
-Non
ho tempo per le tue idee malsane!-
-Che
ne dici se ci allenassimo io e te?-
-Cosa?
Ma sei pazza Granger?-
-Perchè
no?-
-Perchè
tu sei tu?-
-E
quindi? Sono sempre stata migliore di altri- rispose con una nota di
superiorità nella voce.
-No-
-Ti
prego! Meglio di nulla!-
-Ho
detto di no!-
-Bè
allora vuol dire che hai paura-
-Paura
io?-
-Si-
-Ma
stai scherzando?-
-Affatto-
-Io
non ho paura di te-
-Be
allora alleniamoci insieme-
-Di
la verità non vedi l'ora di mettermi le mani addosso- aggiunse
ridendo.
Hermione
gli tirò una botta sulla spalla.
-Che
cos'era un sì?- gli chiese.
-E
sia. Mamma mia, ma com'è possibile che io stia facendo una
cosa del genere? Non ci posso credere-
-Perfetto
allora ci troviamo tra mezz'ora nel parco, ok?-
-Va
bene-
-Ciao!-
Draco
non rispose e Hermione si allontanò in fretta. Sinceramente
non vedeva l'ora.
*
-Colpiscimi!-
-No!-
-Granger,
ho detto colpiscimi-
-Ma
non so come fare!-
-O
su via! Colpisci o me ne vado-
-Ok,
ok dammi solo un secondo-
Hermione
e Draco si stavano allenando nel parco sulle rive del lago. Prima di
cominciare avevano fatto 10 giri di quello specchio d'acqua ed
Hermione era seriamente sul punto di svenire per la fatica. Si era
chiesta se gli allenamenti di Lupin fossero così estenuanti.
Fece
un bel respiro. E si decise a colpire e...
PAM!
Lo
colpì dritto in un occhio facendolo vacillare.
-Oddio!
Ti ho fatto male?- chiese tutta preoccupata.
-No-
rispose a stento Draco tenendosi le mani sull'occhio.
-Non
volevo-
-Senti
hai fatto proprio bene quindi non ti lamentare come una gallina,
capito?-
Hermione
annuì riprendendo fiato.
Dopo
quel colpo non proprio indolore, cominciarono ad allenarsi sul serio,
Draco le insegnò come parare i colpi bassi, quelli alti, e più
v0lte avevano lottato, per modo dire, visto che lui non sembrava
molto propenso a colpirla come aveva fatto lei poco prima.
Ma
la sorte volle che dopo un colpo di Draco particolarmente violento,
Hermione cadesse a terra.
E
mentre la ragazza tentava di riprendersi accadde qualcosa che nessuno
immaginava.
Ron
fece capolino dalla collinetta che separava il lago dalle Serre di
Erbologia.
Hermione
si alzò subito in piedi, aveva paura di sapere quello che
sarebbe successo di lì a poco, ma si sbagliava.
-Malfoy
che le hai fatto?- Gridò avvicinandosi infuriato a Draco.
Lui
si limitò a fissarlo con astio.
-No
Ron, non è successo nulla- si affrettò a dire Hermione
mettendosi tra i due.
-Spostati
Hermione- l'apostrofò Ron.
-Ma
non vuoi capire che non mi ha fatto nulla?-
-Senti
l'ho visto io, non sono cieco!-
-Ron
calmati!-
-No
non mi calmo e ho detto togliti di lì!-
-No,
non puoi decidere per me, ti ho detto che è tutto sotto
controllo-
-Hermione
conterò fino a tre, poi ti sposterò io di lì,
capito?-
-Ron
smettila!-
-HO
DETTO TOGLITI!-
-NO!-
-SPOSTATI
HERMIONE!-
-HO
DETTO DI NO-
-MUOVITI-
-RON
ADESSO...-
CIAFF!
E
prima che se ne rendesse conto, Ron l'aveva schiaffeggiata.
Hermione
girò la testa da una parte portandosi la mano sulla guancia
arrossata, sentiva il sapore del sangue che le scendeva dal labbro
spaccato.
Il
respiro cominciò ad aumentarle mentre il cuore accellerò
convulsamente i battiti.
Ron
era lì con gli occhi sgranati, anche lui incredulo per ciò
che aveva appena fatto.
Nessuno
dei due ci poteva credere e nemmeno Draco, che era rimasto zitto e
imbabolato dietro di lei, non credendo che la situazione avrebbe
preso una piega del genere.
Hermione
fissò Ron con disprezzo, prima che gli occhi le si riempissero
di lacrime. Corse via oltre la collinetta e poi fino al castello.
Ron
era ancora lì che si fissava le mani.
Draco
lo guardò schifato.
-Non
capisci proprio un cazzo, Weasley-
____________________________________________________________________________
Allora
che ne dite? Attendo commenti!
Ringrazio
tantissimo chi ha recensito la scorsa volta!
Cho89
Nightmare
Ginny89
Nene89
Laila
Ghirlanda
Manry
Pohebe80
Elly
Seya
Sara.themyth!
Sanae
^__^
Grassie
mille!!!!
Un
baciotto e al prossimo chap!!!
HERMIONE
WEASLEY
ATTENZIONE!
DRACO
MALFOY PROVOCA DIPENDENZA
|
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Capitolo 4 *** Quegli occhi Azzurri ***
Ciao
Bellissimi!!!!
Come
state??
Ecco
il quarto capitolo, spero che vi piaccia. So che magari l'inizio vi
potrà sembrare un po' esagerato, ma era come mi piaceva!
Insomma...
Ripensando
all'idea iniziale, ho deciso che la fine potrà essere o
Hermione/Ron, Hermione/Draco oppure ognuno per i fatti suoi...
Chissà
Chissà Chissà
Ho
tante idee e spero di poter aggiornare al più presto!!!
Adesso
leggete e ditemi che ne pensate!
Un
baciotto
HERMIONE
WEASLEY
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Eternity,
Robbie Williams
Corse
per i corridoi così velocemente che le bruciavano i polmoni,
respirava a fatica. Prima di accorgersene si ritrovò in camera
sua, nella torre di Grifondoro.
Si
fermò appena varcata la soglia della stanza. Si tastò
con dita tremanti il labbro sanguinante. E quando si vide l'indice
sporco di sangue, non ci vide più. Qualcosa le era scattato
nel cervello.
Meccanicamente
diede un calcio al comodino che cadde a terra con un tonfo. Il
bicchiere che c'era sopra andò in mille pezzi che si sparsero
per tutta la stanza.
Provò
uno strano piacere a fare ciò che aveva appena fatto. E fu
così che, afferrato il libro di incatesimi sul quale aveva
trascorso notti intere, lo gettò contro la porta finestra. Il
vetro si infranse e altri frammenti e schegge andarono ad aggiungersi
a quelli di poco prima.
Aveva
gli occhi annebbiati dalle lacrime, non vedeva più nulla. Si
avvicinò al cassettone aprì tutti i cassetti e cominciò
a lanciare magliette, canottiere tutto sul pavimento. Spalancò
con rabbia le ante dell'armadio e tirò fuori i mantelli, i
pantaloni tutto quello che c'era dentro. Spinse con foga l'armadio da
un lato fecendolo cadere sul letto.
Prese
il candelabro che teneva sul cassettone e lo battè con forze
contro il sostegno del baldacchino. Le candele si spezzarono al
minimo tocco e l'oggetto di rame si piegò sotto l'urto. Si
aggrappò alle tende del letto e tirò con tutta la forza
che aveva. Dopo averle staccate del tutto uscì sul balcone
mentre un getto d'aria ghiaccia la colpì. Ma attualmente non
sentiva nulla. Fece cadere le tende dalla finestra. Poi corse di
nuovo nella stanza.
Le
lacrime continuavano a scenderle dagli occhi, rigandole il viso.
Si
avvicinò allo specchio, solo tre parole le uscirono di bocca
con un sibilo strozzato.
-Mi
fai schifo-
E
con un pugno duro e preciso ruppe anche lo specchio. Vide il suo
riflesso sgretolarsi insieme allo specchio e cadere a terra ultimando
così il tappeto di vetro che si era spanto per tutta la
camera.
Le
nocche le bruciavano e un frammento di vetro le si era conficcato
nella mano. Il sangue le usciva a fiotti e sembrava non aver
intenzione di smettere. Si guardò le mani dolenti e
sanguinanti. Ricominciò a piangere ancora più forte
mentre pian piano si inginocchiava a terra incurante dei vetri che le
premevano sulle ginocchia e sulle gambe.
Non
provava nulla nè dolore nè disperazione. Si sentiva
vuota e senza emozioni.
Le
lacrime continuavano a sgorgarle da quegli occhi color cioccolato.
Finchè
non si sentì afferrare da due braccia forti e decise. Due
braccia pallide e perfette.
-Draco
lasciami- riuscì a dire con un filo di voce.
Il
ragazzo non rispose, ma sembrava intenzionato a farla uscire da quel
posto il prima possibile.
-Draco
ho detto lasciami- continuò con un po' più di vigore.
-No-
-LASCIAMI!-
questa volta urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
Cominciò
a dimenarsi, tirare calci agitare le mani e battergliele sulle
braccia che in un secondo la mollarono.
Si
voltò di scatto verso il biondo che la guardava con un misto
di sorpresa e preoccupazione negli occhi.
Appena
i loro sguardi si incontrarono un nuovo attacco di pianto aggredì
Hermione, che cominciò a tirare pugni sul petto di Draco.
Lui
per tutta risposta la afferrò per i polsi con un gesto deciso.
Il
sangue le colava su tutto il braccio fino a macchiare la maglietta
celeste che indossava.
-Hermione,
usciamo di qui per favore-
Qualcosa
si placò in lei non appena sentì il suo nome uscire
dalle labbra di colui che l'aveva sempre chiamata "Granger"
o "Sporca mezzosangue".
Annuì
con espressione disperata mentre Draco la sospingeva fuori dalla
camera.
*
-Ma
guarda che ti sei fatta-
Hermione
si limitò a fissarlo impotente, non aveva voglia di parlare nè
di dare spiegazioni, nè a lui nè a nessun altro.
Erano
seduti sulle vecchie e logore poltrone davanti al caminetto, nella
Sala Comune di Grifondoro.
Il
fuoco era spento.
Con
due semplici incantesimi Draco le fasciò le ferite e le pulì
la maglietta.
Una
strana sensazione la avvolse vedende che Draco, Draco Malfoy si stava
prendendo cura di lei. Si chiese se quello fosse tutto uno strano
sogno.
-Avresti
potuto farti seriamente del male- disse appoggiandosi allo schienale
della poltrona che occupava.
-Avrei
voluto- rispose secca cominciando a fissare con sguardo vuoto il
pavimento.
Il
silenzio li avvolse, fu solo dopo una decina di minuti durante i
quali ognuno era rimasto immerso nei propri pensieri, che Hermione si
decise a parlare.
-Posso
farti una domanda?-
Draco
annuì senza guardarla.
-Che
cosa ti è successo il giorno in cui ti abbiamo trovato davanti
al castello?-
Spostò
il suo sguardo su di lei.
-Mi
domandavo quando me l'avresti chiesto- rispose serio.
Hermione
lo guardò attenta e curiosa, ma il biondo sembrava non aver
intenzione di spiccicar parola.
Gli
scoccò uno sguardo esortandolo a parlare.
-Insomma?-
-Non
sono tenuto a dirti nulla, Granger-
-Ah
bè fa come vuoi-
Rimasero
in silenzio per un'altra buona decina di minuti-
-Era-
Hermione si voltò sorpresa verso la voce di Draco -Da quattro
mesi che prendevo parte agli allenamenti di preparazione per
Mangiamorte. Mio padre ha insistito tanto perchè io li
facessi. Sono stati quattro mesi lunghi ed estenuanti. Prendevo parte
alle riunioni più importanti, alle quali partecipava anche
Tu-Sai-Chi. Discutevamo degli attacchi, quando sferrarli e come. Io
intervenivo spesso e per la prima volta mio padre era fiero di me.-
dicendo quelle parole gli occhi gli si illuminarono.
-Ho
sempre desiderato un po' di attenzione da mio padre, ma più il
mio desiderio cresceva e più il suo odio verso di me
aumentava. Io voglio bene a mio padre, so che non è un uomo
che merita affetto e considerazione e che probabilmente il suo posto
è ad Azkaban, ma io non posso fare a meno di amarlo, è
più forte di me. E per tutti questi anni io non ho fatto altro
che compiere atti e gesti che gli facessero piacere, ma che lui
prendeva a mala pena in considerazione. E la mia disperata volontà
di compiacerlo è arrivata fino a questo punto. Io gli dicevo
tutto di Potter, di Silente, di quello che accadeva ad Hogwarts. Ma
quando avevo bisogno di essere ascoltato lui si limitava a farmi una
strana smorfia e a regalarmi qualche oggetto di valore che mi facesse
stare zitto almeno per un po'.-
Si
voltò verso Hermione con uno strano e malinconico sorriso
sulle labbra. Lei lo fissava sconvolta, non credeva che Draco potesse
avere tutti questi problemi. Sinceramente le era sempre sembrato uno
stupido ragazzino ossigenato, viziato come pochi e abituato ad aver
sempre ragione su tutto. Ma quello che adesso lui le stava rivelando
dimostrava l'esatto contrario.
Evidentemente
Draco si rese conto di ciò che le stava dicendo e si affrettò
a dirottare il discorso su altri argomenti, dopotutto quella non era
la risposta alla domanda che lei gli aveva fatto, e lui non aveva mai
detto niente del genere e nessun altro.
Si
schiarì la voce con un lieve colpo di tosse.
-Io
stavo nella base di Daftown, vicino Hogsmeade. Lì studiavamo
gli attacchi per Hogwarts. Finchè non è cominciata una
strana corrispondenza, ricevetti una lettera che mi aprì gli
occhi. Risposi al mittente e feci una cosa che mio padre non sapeva
nè sospettava...-
Si
alzò e si avvicinò alla finestra fissando il parco del
castello.
Hermione
lo seguì con lo sguardo rapita da quel racconto.
Draco
sospirò.
-Mi
alleai con il nemico- continuò con appena un filo di voce.
-Cosa?-
stavolta Hermione era davvero sconvolta, sembrava che qualcuno le
avesse rovesciato addosso un secchio di acqua ghiacciata. -Vuol dire
che tu eri dalla nostra parte?-
Draco
annuì.
-Cominciai
a passare informazioni a Silente e alla sua allegra combriccola. Ho
visto tanta gente essere torturata e morire nelle prigioni di Daftown
e non voglio più assistere a spettacoli del genere. Una volta
mio padre mi portò in una di queste celle. Disse che mi voleva
vedere all'opera, che voleva vedermi uccidere a sangue freddo e senza
pietà. Mi aspettavo un uomo, un vecchio ma quando entrai in
quella maledetta stanza c'era una bambina. Avrà avuto sette
anni o poco più, era bionda con due grandi occhi azzurri.
Credevo che non avrei avuto problemi a uccidere qualcuno, ma quando
la vidi indifesa e tremante non ebbi il coraggio di alzare la
bacchetta. La cosa che mi colpì fu ciò che stava
facendo. Aveva un piccolo orsacchiotto di pezza e lo teneva stretto
tra le braccia come se lo volesse proteggere.
Era
la figlia di un uomo che aveva dato problemi a mio padre al Ministero
ed era incappata in una cosa troppo più grande di lei.
Levai
la bacchetta più di una volta, ma non una parola uscì
dalle mie labbra. Mio padre mi esortava, mi incitava a farlo, ma
io....non ci riuscii. Fu allora che lui spazientito e deluso dalla
mia debolezza la uccise senza pietà, senza risentimento. E io
rimasi lì impietrito senza far nulla per fermare quello
scempio. Quegli occhi azzurri pieni di paura e innocenza li sogno
ancora la notte. Probabilmente è stato questo a farmi cambiare
idea. La mia speranza era quella di fare qualcosa e far sparire dai
miei sogni quella bambina che mi rimproverava di non aver salvato il
suo orsacchiotto. Ma è stato tutto inutile, ogni volta che
chiudo gli occhi, la vedo.-
La
voce gli si ruppe in gola, ma tentò ugualmente di continuare.
-Per
la prima volta dall'arrivo di quella lettera mi sono sentito utile e
considerato. Ma per un assurdo sbaglio il mio gufo portò la
lettera a mio padre anzichè a me. E' stato orribile. Ha
mandato dei Dissennatori nella mia camera. Sono fuggito dalla
finestra e mi sono nascosto nella Foresta Proibita. Rimasi cinque
giorni dentro il bosco, finchè i Dissennatori non mi
trovarono. Mi attaccarono e insieme a quelle bestie c'erano anche una
decina di Mangiamorte. Riuscii a evocare il mio Patronus e a fuggire,
l'unica cosa che avevo in testa era raggiungere il castello. Ed è
stato allora che tu mi hai trovato-
La
guardò, triste e stravolto.
Hermione
non sapeva che dire.
Il
ragazzo fece per andarsene, si avvicinò all'uscita.
-Draco?-
Hermione richiamò un attimo la sua attenzione.
Malfoy
non si voltò per guardarla negli occhi, ma non ebbe problemi
ad udire quella parola appenna sussurata.
-Grazie-
Have
you ever loved somebody?
So
much that you was just too blind to see, past
All
of the pain they was causing you
Ladies
do you feel me?
Have
you ever loved somebody?
So
much that you went against the right things
that
you should do
Then
it's time to make change
Bad
Habit, Destiny's Child
_________________________________________________________________________
Allora
che ne dite?
Spero
che vi sia piaciuta!!!
Grazie
mille a:
Cho89
Sanae
Ginny89
Nightmare
nene89
Laila
Pohebe80
Seya
daffydebby
hermione
Angelwings
Grazie
grazie grazie!!!
Alla
prossima! E lasciatemi un commentino please!!!
HERMIONE
WEASLEY
ps:
aggiornerò al più presto Il Ballo d'Inverno ^_^
ATTENZIONE!
LA LETTURA PROLUNGATA DI QUESTA FF POTREBBE CREARE
DANNI
IRREVERSIBILI AL CERVELLO O SEMI PAZZIA TEMPORANEA
|
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Capitolo 5 *** Il Rapimento ***
Vi
ho visti piuttosto sconvolti ragazzi!
Calma
Calma Calma!!!
Insomma
se leggete la recensione che mi ha lasciato Night al chap 4 capirete
quali sono le mie intenzioni!
Nulla
di sconvolgente suvvia!!!
Non
preoccupatevi Ron/Herm fanatici, tutto andrà bene!!!
Allora
questo è il primo chap sull'Herm e Ron andante....
Comunque
leggete!!!
HERMIONE
WEASLEY
_______________________________________________________
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Love Be Your Energy
Lascia
che l'amore sia la tua energia
5
And
if you've got no love for me then I'll say goodbye
If
you're willing to change the world
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love be your energy
I've
got more than I need
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Love be Your Energy, Robbie Williams
-Sei
sicuro, Harry?- la voce di Silente era seria e grave.
Harry
era convinto di non averlo mai visto così. Le lunghe dita
intrecciate, gli occhi azzurri stanchi ma sempre attenti e vigili lo
scrutavano da dietro le lenti a mezzaluna. Faceva quasi paura, il
vecchio e arzillo mago che mangiava Cioccorane era all'improvviso
stato sostituito da un uomo dall'aria seria e preoccupata.
-Si-
-Bene,
non ho intenzione di impedirti di fare ciò che vuoi, ma lascia
che ti dica che non è una missione da poco. E' pericoloso, non
perchè non mi fidi te, ma...-
-La
prego signor Preside, non voglio rimanere ancora qui con le mani in
mano, non in seguito ai recenti avvenimenti.-
-Ti
capisco. E sia-
-Quando
partiremo?-
-Domani
all'alba, non c'è un minuto da perdere. Porta il mantello ma
ricorda che i Dissennatori riescono a percepire anche le persone che
ne indossano uno. Sempre la bacchetta alla mano, non abbassate mai la
guardia. Metti in pratica ciò che ti ha insegnato Lupin in
questi mesi, agite in silenzio, con cautela e prudenza. State in
luoghi buii, e evitate i posti deserti, sono quelli più
pericolosi. Portatevi un po' di cioccolata e qualche pozione che vi
farò avere dal professer Piton. Non fate sciocchezze, non
attaccate, voglio un lavoro pulito. La trovate, la liberate e
mandatela direttamente al San Mungo con questa pergamena. E' una
passaporta diretta all'ospedale. Prendi la mappa Harry potrà
esserti utile. Dovrete collaborare, se non lavorerete insieme, allora
è inutile che partiate. Cercate di scoprire più cose
possibili, ma prima di tutto salvatela. Per ora è la nostra
priorità. Sono stato chiaro?-
Harry
annuì più convinto che mai voltandosi verso Draco, che
era fermo appoggiato al muro pochi passi più indietro.
Silente
fece un respiro profondo riprendendo la sua solita calma e
tranquillità.
-Bene!
Draco, Harry spero che tutto si risolva per il meglio. Tenete a mente
quello che vi ho detto, mi raccomando. Bè adesso andate a
prepararvi, un buon riposo è ciò che serve a entrambi-
Senza
una parola i due ragazzi abbandonarono l'ufficio del preside. Un
nuovo peso gravava su tutti e due.
*
Aprì
lentamente gli occhi. Aveva un forte mal di testa. Riconobbe subito
il caminetto spento della Sala Comune. A quanto pare si era
addormentata dopo che Draco se n'era andato.
Si
mise a sedere stropicciandosi gli occhi. Le mani le facevano ancora
male, la cosa migliore sarebbe stata andare da Madama Chips, ma come
avrebbe giustificato quelle ferite?
Fece
un respiro profondo, portandosi una mano sulla guancia dove Ron
l'aveva colpita.
Non
riusciva a capire come mai l'avesse fatto. Non era mai stato così
violento. La sua reazione l'aveva stupita e ferita allo stesso tempo.
Ma
più che arrabbiata con lui, si sentiva arrabbiata con se
stessa, per non aver reagito, per non aver saputo rispondere a quel
gesto. Aveva parole per tutte le occasioni, ma non per questa. Il
fiato le si era mozzato in gola, se avesse aperto la bocca
probabilmente non le sarebbe uscito che un sibilo strozzato, e
nient'altro.
Si
alzò mentre un brivido le percorse la schiena.
Cominciò
a lentamente a salire le scale verso la sua camera. Mise la mano
sulla maniglia pronta a trovarsi davanti il caos che lei stessa aveva
fatto. Ma quello che vide fu una stanza pulita e ordinata, tutto era
come doveva essere.
Dobby
era sicuramente passato di lì.
Chiuse
la porta dietro di se.
La
porta finestra aperta lasciava entrare un vento ghiaccio e pungente.
Il cielo era rosato con sfumature di arancione qua e là, il
sole tramontava oltre le colline . La sera non avrebbe tardato ad
arrivare. Un altro giorno era passato e non nel migliore dei modi. Si
affacciò sul balcone. Tutto era tranquillo e sereno, almeno in
apparenza.
Nessuno
si aggirava per il parco, bè nessuno tranne un ragazzo dai
capelli rossi che sedeva in riva al lago.
Ron.
All'improvviso
Hermione decise che ci voleva parlare, per dirgli cosa non sapeva,
magari una delle sue belle ramanzine. Qualcosa che lo ferisse così
come lui aveva ferito lei.
Prese
il mantello e scese le scale per l'ennesima volta.
In
men che non si dica si ritrovò nella Sala d'Ingresso e poi sul
prato.
Il
vento era incredibilmente ghiaccio, se lo sentì penetrare
nelle ossa, facendola rabbrividire.
Si
strinse ancora di più nel mantello.
Ron
era seduto davanti al lago, proprio dove poche ore prima l'aveva
colpita.
Aveva
una maglietta a maniche corte dei Cannoni di Chudley, i capelli rossi
scompigliati selvaggiamente dal vento. Hermione si chiese se avesse
freddo, il che era più che sicuro vista la temperatura. Aveva
le gambe piegate e i gomiti poggiati sui ginocchi. Le mani nei
capelli e la testa bassa.
Gli
si parò davanti, le mani sui fianchi. Non riusciva a guardarlo
in viso, aveva lo sguardo basso, anche se Hermione sapeva benissimo
che si era accorto della sua presenza.
-Ron?-
tentò. Era furiosa con lui, ma sentiva che qualcosa non
andava.
Il
ragazzo non si mosse.
Anche
Hermione ammutolì.
Rimasero
in quella situazione piuttosto scomoda per almeno cinque minuti. Alla
fine di quell'interminabile pausa Hermione aprì bocca per dire
qualcosa, qualsiasi cosa.
Ma
proprio in quel momento Ron alzò il viso verso di lei.
Gli
occhi rossi e gonfi dal pianto. Le guance arrossate e bagnate. La
carnagione incredibilmente pallida.
-Ron
che è successo?-
Chiese
inginocchiandosi davanti a lui. Ma Ron non rispose si limitò a
guardarla scuotendo la testa.
-Qual'è
il problema?- provò di nuovo Hermione.
-Il
problema è che fa tutto schifo!- stava praticamente urlando.
-Questa vita fa schifo, questo mondo fa schifo, io faccio schifo!-
Hermione
lo guardò con gli occhi spalancati. Si spostò indietro
non appena il ragazzo si alzò di scatto.
-Ma
che è successo?- chiese ancora lei.
-Hanno...-
la voce gli si ruppe in gola. -Rapito Ginny-
-Che
cosa?-
-Oggi
pomeriggio-
-Ma
non può essere.- farfugliò Hermione sconvolta.
-Può
essere eccome, quei figli di puttana l'hanno rapita proprio fuori
dalla Tana-
-E
adesso...Silente che ha detto?-
-Io
vado a prenderla, non posso rimanere qua senza fare nulla-
-No,
Ron, non puoi andare-
-Perchè
no?-
-Perchè
sei troppo coinvolto-
-Me
ne fotto! Quella è mia sorella!-
-E'
per questo! Lascia che sia qualcun altro a salvarla. Gli Auror sono
forti e capaci vedrai che la prenderanno senza il minimo sforzo-
-No,
io vado con loro-
-Ma...-
-No,
niente ma, sono inutile, sono completamente inutile. Non riesco fare
nulla, sono un incapace!-
-Non
dire così, Ron, sai che non è vero-
-Per
esempio oggi...- Divenne completamente rosso.
-Non
importa di oggi-
-Si
che importa. Io....Io non...- rimase nuovamente in silenzio.
Hermione
lo osservò, mordendosi il labbro inferiore.
Un'altra
folata di vento la fece rabbrividire. Ron tremava come una foglia,
senza ritegno. Aveva le braccia bianche e le labbra viola, se fosse
rimasto ancora un po' là fuori, sarebbe morto congelato.
-Ron,
entriamo- fece stringendosi nel mantello.
Lui
rimase immobile, una mano sul fianco, l'altra che si massaggiava una
tempia.
Era
diventato ancora più alto in quegli ultimi mesi. Aveva messo
su un po' di muscoli sulle braccia. Le lentiggini erano andate via
via scomparendo, contando ormai poche superstiti. I capelli non erano
più color carota, ma di un rosso più scuro. Gli occhi
da azzurri si erano fatti blu. Era cresciuto parecchio.
Non
aveva più nulla del ragazzino incontrato sul treno, che
cercava di far diventare il suo topo giallo, quel lontano 1°
settembre. Un giorno che le sembrava lontano anni miglia.
Non
era mai piaciuto alle ragazze, ma dal sesto anno in su era diventato
popolare soprattutto grazie al Quidditch. Quando passava per i
corridoi le ragazzine del quarto anno bisbigliavano eccitate, e i
ragazzi lo guardavano ammirati. Lui e Harry venivano fermati da ogni
parte per un saluto, per una stretta di mano, per un bacio...
Ron
era diventato una specie di sciupafemmine. Aveva avuto una storia con
Lavanda, con entrambe le sorelle Patil, con alcune ragazze di
Tassorosso, qualcuna di Corvonero, e girava voce che avesse avuto un
flirt anche con una Serpeverde del 5° anno. Storie che erano
durante meno di una settimana, alcune nemmeno un giorno.
Hermione
si ricordò Lavanda e Calì che elencavano le sue doti,
letteralmente parlando, o la faccia di Hannah,
mentre Padma le raccontava della loro ultima incursione nel
rispostiglio delle scope. In linea di massima Ron non aveva mai
invitato a Hogsmeade la stessa ragazza per due volte di seguito.
Ma
lei e Harry non avevano mai dato giudizi sul suo comportamento, si
erano limitati a parlarne tra loro le sere nella Sala Comune.
Hermione
si ricordava sin troppo bene, le serate passate davanti al fuoco,
tentando di rimanere sveglia, rodendosi il fegato pensando a ciò
che lui stava facendo con la fortunata di turno.
Sì,
era cambiato.
Ma
quello che vedeva davanti a se, era pur sempre il suo miglior amico
che in poche parole le stava chiedendo di aiutarlo.
Fece
un passo avanti verso di lui, eliminando poco per volta la distanza
che li separava.
Era
altissimo, Hermione arrivava poco più su del suo petto.
Alzò
una mano tremante e gliela posò sulla guancia, asciugando le
lacrime con il pollice.
-Il
Capitano di Grifondoro non dovrebbe piangere, lo sai vero?-
Ron
tirò sul col naso, fissandola negli occhi.
-Se
i ragazzi del 1° anno ti vedessero in questo stato, crollerebbe
loro un mito, e non vuoi che questo accada, vero Ron?-
Hermione
alzò gli occhi verso di lui e notò il suo sguardo fisso
su di lei.
Rabbrividì
quando i loro sguardi si incontrarono.
Spostò
le mani sul suo petto e si rannicchiò sulla sua maglietta dei
Cannoni di Chudley.
Ron
l'abbracciò poggiando il mento sulla sua testa.
-Ho
paura- disse lei con un filo di voce.
Ron
non rispose ma la strinse ancora di più.
-Sarà
meglio entrare, non credi?- continuò lei.
Si
staccarono con riluttanza l'uno dall'altra.
-Dobbiamo
parlare con Silente- disse Ron.
-Già-
Hermione
fece per incamminarsi verso il castello, quando la voce di Ron la
fermò.
-Hermione?-
-Si?-
-Mi
dispiace-
Lei
gli sorrise scomparendo attraverso la porta di ingresso.
___________________________________________________________________________
Allora
che ne dite???
Non
vedo l'roa di scrivere il prox chap!!!!
Come
promesso dovrei pubblicare presto l'ultimo chap del Ballo (Se Dio
vuole!) e la mia one shot natalizia!!!
Un
grazie speciale a chi ha recensito vale a dire:
Cho89
Nightmare
vannuccina
Pepy
Paddy
Phoebe80
Angela
Angelwings
*********
Elly
Laila
anonima
Cioccorana
Grazie
infinite!!!
Commentate
please!!!
Un
baciotto
HERMIONE
WEASLEY
|
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Capitolo 6 *** Partenze e Whisky Incendiario ***
Ciao!
E scusatemi per il mio mastodontico ritardo ç_ç Ma
adesso che Il Ballo è ultimato e la one-shot scritta sono
molto più tranquilla: avrò tutto il tempo per dedicarmi
a questa ff!!!
Prima
di tutto volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno recensito
Giochi o non giochi? Non
sapete quanto mi avete fatta felice ^^ Grazie sul serio! Siete
mitici!
Vediamo
spero che questo chap vi piaccia, è un po' di transizione.
Prepara il terreno a quello che succederà nel prossimo...Ma
non voglio anticiparvi nulla ^^
Leggete
e fatemi sapere!!
Spero
di averlo fatto abbastanza lungo! ^^
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Harry
percorreva a passo svelto i bui corridoi che conducevano ai
sotterranei di Serpeverde.
Era
avvolto dall'oscurità, ma procedeva sicuro: in quegli ultimi
mesi lui e Ron erano stati parecchie volte da quelle parti, anche
solo per passare un'oretta senza essere disturbati da nessuno.
Sentì
il grande orologio del castello segnare le dieci. Aumentò il
passo.
Dopo
qualche minuto giunse ad una piccola porta nera. Tastò con le
mani il legno vecchio e marcio, fino a trovare la maniglia
arrugginita. Vi esercitò una lieve pressione, e la porta con
un cigolio tutt'altro che rassicurante, si aprì.
La
debole luce del fuoco acceso nel caminetto lo raggiunse.
Era
una stanza piuttosto spartana, un letto già rifatto, un
armadio nell'angolo destro e un comodino alla sinistra del letto. Il
tutto veniva completato dal caminetto.
Draco
si voltò verso il suo visitatore.
Non
fece alcun commento, si limitò a fare quello che stava facendo
prima dell'arrivo di Harry.
Si
mosse con rapidità all'armadio e prese un mantello nero. Lo
indossò.
-Che
stai facendo?- gli chiese Harry dopo un momento di silenzio.
-Vado
a prendere la Weasley- rispose secco.
-Ma
la partenza è domani- ribattè Harry accigliato.
-E
tu credi che i Mangiamorte aspetteranno domani per farla fuori?-
Harry
non sapeva che rispondere, ma tutt'a un tratto la gola gli si seccò.
-Allora
che fai vieni o no?- gli chiese Draco astioso.
Se
solo un anno prima gli avessero detto che un giorno sarebbe partito
con Harry Potter per andare a salvare una Weasley e rischiare la
vita, probabilmente avrebbe riso per un anno filato.
Non
avrebbe mai creduto che una cosa del genere potesse accadere.
-Certo
che vengo. Dammi dieci minuti- disse avvicinandosi alla porta.
-Cinque-
Harry
fece un breve cenno di assenso in direzione di Malfoy per poi tornare
da dove era venuto.
*
Era
passata circa mezz'ora da quando Hermione si era chiusa nel bagno di
Mirtilla Malcontenta.
Fortunatamente
il fantasma della ragazza non c'era.
Si
guardò un'ultima volta allo specchio.
Il
cuore le batteva ancora all'impazzata, e le mani le tremavano. Si
passò una mano nei capelli. Era ridicolo sentirsi così
per una tale sciocchezza. Ma una cosa era certa: erano stati troppo
vicini, troppo.
Aprì
il rubinetto, e si sciacquò il viso e le mani.
Dopodichè
fece un bel respirone e uscì: non serviva a nulla restarsene
chiusa là dentro.
La
luna era già alta nel cielo, pallida e piena.
Hermione
chiuse la porta dietro di sé.
Aveva
bisogno di parlare con qualcuno e attualmente aveva una sola persona
in mente.
Si
mise a correre nella direzione dei sotterranei.
Ma
arrivata davanti alla Sala Grande, si rese conto che non c'era alcun
bisogno di scendere nelle viscere del castello.
-Draco!-
gli disse correndogli in contro.
Solo
allora si rese conto che Malfoy non era solo, c'era Harry con lui.
Avevano
entrambi un pesante mantello nero addosso, con in mano i rispettivi
manici di scopa.
Non
ci voleva molto a capire che erano in partenza.
-Ma
dove state andando?- chiese loro, anche se sapeva già la
risposta.
-A
Hogsmeade a comprare Api Frizzole- rispose acido Draco.
Harry
gli scoccò una strana occhiata, per poi rivolgersi a Hermione.
-Stiamo
andando a Daftown-
-Da
Ginny- sentenziò lei dopo un attimo di pausa.
-Scusaci
Granger ma dobbiamo proprio andare, o invece della tua cara amichetta
troveremo un mucchietto di ossa e cenere-
L'idea
la fece rabbrividire e anche Harry era del solito parere, poichè
chiuse gli occhi come cercando di scacciare quel pensiero dalla
testa.
-E
Ron?- chiese Hermione.
-Dovrai
dirglielo tu- rispose Harry -Non sono riuscito a trovarlo-
La
ragazza cominciò a torturarsi le labbra. Se Ron fosse venuto a
sapere che Harry e Draco erano partiti senza di lui o comunque senza
dirgli niente si sarebbe arrabbiato di brutto.
Ma
purtroppo la salvezza di Ginny era molto più importante
dell'ego del fratello.
-Ok-
fece Hermione annuendo. -Glielo dirò io-
Non
sapeva perchè ma alzandosi un punta di piedi scoccò un
bacio sulla guancia prima a Harry e poi a Draco.
Malfoy
rimase un attimo interdetto, con un'espressione tra lo stupito e il
disgustato. Harry invece non battè ciglio, non era la prima
volta che la sua migliore amica lo baciava sulla guancia.
I
due si incamminarono verso la porta d'Ingresso.
-State
attenti-
Harry
si voltò sorridendole. Hermione si fidava del suo migliore
amico. Era sicura che di lì a poco avrebbe rivisto Ginny viva
e vegeta. O almeno lo sperava. E in un certo senso la tranquillizzava
anche vederlo partire con Draco. Rimase bloccata sulle scale,
entrambi inforcarono le scope. In meno di un secondo erano già
volati via.
-Hermione!-
La
ragazza si voltò verso la voce che la chiamava.
Quando
il suo cervello realizzò a chi apparteneva, si sentì
rabbrividire.
Adesso
arrivava il bello.
-Ron-
constatò Hermione aspettando che il rosso la raggiungesse.
-Senti
mi sai dire dove si trova la stanza di Malfoy?-
-Perchè?-
-Devo
parlargli- rispose lui abbassando gli occhi.
-Si
trova nei sotterranei, vicino all'entrata della Sala Comune di
Serpeverde-
-Ah!
Quella stanza dove andavamo io ed Harry. Ok grazie-
Fece
per correre nella direzione che Hermione gli aveva appena indicato,
ma la voce di lei lo fece fermare.
-Ma
non lo troverai- la ragazza chiuse gli occhi, preparandosi al peggio.
-Come
sarebbe a dire?- chiese lui.
-Se
n'è andato.-
-Se
n'è andato?-
-Si-
-E
dove, di grazia?-
-A
Daftown-
-Non
mi vorrai dire che è tornato dalla parte di Voldemort-
-No,
no, anzi-
Ron
sgranò gli occhi cominciava a capire e la cosa non gli piaceva
affatto.
-E
Harry dov'è?- continuò con la voce sempre più
bassa.
Hermione
rimase un attimo in silenzio valutando attentamente il peso delle
parole che stava per pronunciare.
-Con
lui-
-Con
lui!? Mi stai prendendo in giro?-
-No.
Sono andati a prendere Ginny-
Il
silenzio li avvolse. Per la prima volta da quando Ron l'aveva
chiamata, qualche minuto prima, Hermione si decise a guardarlo negli
occhi.
-E
mi spieghi che cazzo c'entra Malfoy?- Ron stava decisamente
cominciando ad alzare un po' troppo il tono di voce.
-Non
lo so-
-Ecco
appunto, non lo sai! Ci dovevo essere io al posto suo.-
-Dai
retta a me Ron è meglio così-
-No,
non è meglio così.- cominciò a camminare avanti
e indietro. -E Harry? Perchè non mi ha detto nulla? Si può
sapere perchè diavolo non mi ha detto nulla!?-
-Io...non
lo so Ron-
-Ma
possibile che Silente l'abbia fatto andare via con Draco? E' un
Malfoy non ci si può fidare di lui-
-Se
Silente gli ha dato fiducia un motivo ci sarà- ribattè
Hermione.
-Si
esattamente come Piton, eh?-
-Esattamente
come Piton. Non mi pare che abbia mai tradito l'Ordine- gli fece
notare lei.
Ron
si passò una mano sulla fronte, incredulo. Voleva esserci lui
con Harry. Doveva esserci lui, accidenti!
Senza
dire altro si allontanò dalla Sala d'Ingresso lasciando
Hermione più confusa che mai.
*
Aveva
quasi finito metà della bottiglia. Non aveva una grande
passione per il Wishky Incendiario, ma si sentiva stranamente bene
quando lo beveva. Era come se riuscisse a estraniarsi dal mondo. I
suoni, le voci gli parevano ovattati.
Fece
per poggiare la bottiglia sul comodino dopo averne buttato giù
un altro sorso.
Sapeva
che era sbagliato, che tutto quell'alcool non gli faceva affatto
bene, ma non riusciva a smettere.
Ma
proprio in quel mentre Hermione entrò a sorpresa nella sua
stanza.
La
faccia le si contorse in una pura espressione di disgusto quando vide
la bottiglia semivuota nelle sue mani.
-Ron,
che stai facendo?- chiese avvicinandosi e togliendogli la boccia di
mano.
-Niente-
rispose lui tentando di tirarsi su a sedere.
-Te
lo sei bevuto tutto?-
Ron
non rispose, si limitò a tirare sul col naso e a passarsi una
mano tra i capelli spettinati.
Hermione
sospirò mettendo la bottiglia sul davanzale della finestra, il
più lontando possibile da lui.
-Di',
stai bene?-
-Mai
stato meglio-
-Sei
sicuro? Se hai bisogno ne possiamo parlare- si offrì lei
sedendosi sul letto.
-Non
c'è niente di cui parlare-
-Allora
perchè ti sei scolato più di mezza bottiglia di
Whisky?-
Ron
non sapeva che rispondere, fatto sta che le forze e la ragione lo
stavano lentamente abbandonando.
Si
lasciò cadere sui cuscini.
-Scusa
Herm ma ho parecchio sonno e se non ti dispiace vorrei dormire-
chiuse gli occhi abbracciando il cuscino.
-No,
non importa vado a dormire anche io-
-Bè
allora buonanotte- le disse Ron.
Hermione
si alzò dal letto diretta alla porta.
-Buonanotte-
rispose con un sorriso un po' malinconico.
Chiuse
la porta dietro di se. Fu un attimo. Un qualcosa balenò nel
cervello di Ron.
Ma
che stava facendo? Lei tentava di aiutare il suo migliore amico
semi-ubriaco e lui la sbatteva fuori dalla porta. Si sentì
all'improvviso un emerito coglione.
Scattò
in piedi e uscì dalla stanza che lui e Harry condividevano.
-Hermione!-
Fu
quasi un urlo, di certo non si aspettava di trovarla proprio lì
davanti alla porta, ma era proprio lì che si trovava.
La
ragazza si stava chiudendo la felpa azzurra che indossava sopra il
pigiama.
-Che
c'è?- rispose lei stupita.
-Ecco,
io mi chiedevo se...-
Hermione
lo incitò ad andare avanti con lo sguardo.
-Siccome
il letto è grande, e la stanza così vuota...io mi
chiedevo se, ecco volessi rimanere a dormire qui-
Le
ultime parole finirono in una specie di sbuffo. Ron si sentì
avvampare.
Hermione
aveva sgranato gli occhi.
Se
fosse stato Draco a chiederle una cosa simile, lei gli avrebbe
risposto "Cos'è una proposta?", così come
faceva lui con lei.
Ma
con Ron era tutto più diverso e complicato. Troppo complicato.
Il
ragazzo si stava grattando la nuca, aspettando una risposta.
-A
dormire?- chiese con voce flebile Hermione.
Si
sentì piuttosto stupida a chiedere una cosa del genere.
Arrossì violentemente.
-Per
dormire- sentenziò Ron più rosso di lei.
-Ok-
rispose Hermione con lo sguardo fisso a terra.
-Oh
stupendo-
Ron
aprì la porta per farla passare. Hermione prese un cuscino dal
letto di Harry e lo sistemò sul lato destro del letto di Ron.
Lui
intanto si era già infilato sotto le coperte.
Con
riluttanza anche Hermione fece lo stesso. Si sentiva tranquilla e
nervosa allo stesso tempo.
Ron
spense la candela. Hermione era sul ciglio del lato del letto, ancora
un centimetro e sarebbe caduta di sotto. Ed era convinta che anche
lui stesse facendo lo stesso.
Non
potè fare a meno di sorridere. La situazione era davvero
tragi-comica!
-Buonanotte
Ron- sussurrò dopo un po'.
-'Notte,
Herm- fece di rimando lui.
Hermione
chiuse gli occhi sperando con tutto il cuore che Ron non russasse.
____________________________________________________________
Allora
che ve ne pare?
Aspetto
commenti ^^
Grassie
Mille a chi ha recensito lo scorso chap!
Paddy
Giada
Nightmare
Cho89
Ginny89
vannuccina
Elly
hermy
grangy
Phoebe80
Laila
Sanae
^^
Federiketta
Pepy
Angelwings
Un'ultimissima
cosa.
E'
stato aperto da qualche mese un carinissimo forum di Harry Potter.
Abbiamo un gioco di ruolo, lo smistamento, e ogni settimana chi
troverà la soluzione all'indovinello che l'Admin propone
vincerà avatars, gift e animazioni riguardanti chiaramente
Hp!!! Abbiamo bisogno di nuovi iscritti per dare il via al gioco ^^
Quindi perchè non ci fate un salto? Ci farebbe davvero molto
piacere.
Harry Potter Forum
Scusate
lo Spam ^^
Siccome
non penso di aggiornare prima di lunedì, vi faccio i miei
migliori auguri per un felicissimo 2005!
Buon
Anno ^^
Baci
Bacini Baciotti
Hermione
Weasley
|
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Capitolo 7 *** La Fortezza di Daftown ***
Ecco
il 7° chap! Spero che vi piaccia!
Mi
auguro di riuscire a scrivere il prossimo al più presto,
poichè Cho che conosce la storia mi sta assillando sa un mese!
Leggete
e commentate!
HERMIONE
WEASLEY
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che l'amore sia la tua energia
7
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love be your energy
I've
got more than I need
When
your love shines down on me
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I
can't contain how I feel
When
your love shines down on me
Let
Love be Your Energy, Robbie Williams
Era
buio pesto, Harry non vedeva al di là del suo naso.
Erano
ormai due orette buone che camminavano, era a dir poco esausto. Non
si sentiva più i piedi, al loro posto c'erano due blocchi di
ghiaccio.
La
notte era fredda e stava cominciando a nevicare.
Solo
la prima mezz'ora avevano volato, dopodichè, Draco gli aveva
praticamente ordinato di procedere a piedi: volare era troppo
rischioso man mano che si avvicinavano.
Harry
incespicò un pochino. Non sapeva esattamente dove fossero,
doveva essere un prato o comunque aperta campagna. Sentiva i piccoli
ghiaccioli tra i fili d'erba frantumarsi sotto il suo peso. Si chiese
se lui e Draco avrebbero fatto la stessa fine e si augurò
fermamente di no.
Draco.
Si attualmente non sapeva cosa o come avrebbe fatto se non ci fosse
stato lui. In effetti era Malfoy che faceva strada, Harry si stava
limitando a seguirlo. E la cosa straordinaria era che non sembrava
affatto stanco, anzi aveva la stessa andatura da quando erano
partiti. Sembrava instancabile, non si fermava, non si voltava,
tirava dritto per la sua strada e tanti saluti.
Harry
tirò sul col naso. Non aveva ancora realmente pensato a Ginny
da quando erano partiti, sperò di trovarla in salute o
quantomeno viva.
Si
strinse ancora di più nel mantello. Gli occhiali gli si
stavano appannando, il respiro formava nuvolette bianche che si
disperdevano nell'aria a intermittenza.
Fu
un attimo. E all'improvviso una folata di aria ghiaccia lo avvolse.
Ma non era quel freddo legato alle condizioni metereologiche. Era un
freddo strano, un qualcosa di più psicologico, qualcosa che
era legato alla mente, ai ricordi.
Si
guardò intorno furtivo, ma non vide nulla, era impossibile
vedere qualcosa.
E
quel freddo aumentava senza sosta.
Harry
non aveva più dubbi, doveva essere un dissennatore o più
di uno.
Continuò
comunque a procedere con lo sguardo basso. Ma dopo i due passi
seguenti si ritrovò contro la schiena di Draco.
Si
era bloccato all'improvviso.
Si
voltò verso di Harry per la prima volta da quando era
cominciato il viaggio.
Si
mise un dito sulle labbra, invitandolo al completo silenzio.
Harry
gli si mise a fianco, tentando di capirci qualcosa.
Lo
guardò interrogativo, ma Draco fissava tutt'altra parte, di
fronte a se per la precisione.
Harry
aumentò la stretta sulla bacchetta.
Fece
come il compagno e guardò avanti a se.
Solo
allora gli occhi si abituarono all'oscurità e alla pallida
luce della luna, un'imponente fortezza nera si stagliò nella
notte.
Harry
deglutì, la mano serrata sulla bacchetta.
Adesso
capiva quel freddo. Era praticamente sicuro che la base fosse difesa
dai dissennatori.
Draco
voltò il capo nella sua direzione.
Con
l'indice indicava un punto non meglio identificato nel buio.
Doveva
essere una torre o qualcosa di simile.
Probabilmente
era dove tenevano i prigionieri.
Guardò
nuovamente Draco. Come avrebbero fatto a raggiungere la Torre? Con le
scope era troppo rischioso, Harry lo sapeva, lo spostamento d'aria
avrebbe insospettito i dissennatori e le sentinelle.
-Devi
farmi levitare- gli sussurrò Draco nell'orecchio.
Harry
fece un cenno di assenso con la testa.
Tirò
fuori la bacchetta dal mantello, non aveva ancora mollato la presa.
La
puntò contro il biondo, tentando di mantenere la
concentrazione.
Far
levitare una persona non era cosa facile.
Chiuse
gli occhi facendo un bel respiro.
-Wingardium
Leviosa-
Con
un abile gesto della mano Harry esercitò l'incantesimo.
Il
corpo di Draco cominciava a levitare.
Nella
salita Malfoy gli fece segno che era tutto a posto.
Salì,
salì... Harry pensava che stessero passando giorni. La mano
gli faceva male, non sapeva quanto ancora avrebbe retto. Il che lo
preoccupava e non poco, cosa diamine avrebbe fatto se la caduta e la
quasi certa morte di una persona avesse attirato l'attenzione di
tutta la fortezza?
Non
osava immaginare.
Nel
frattempo Draco aveva raggiunto la finestra più alta della
Torre evidentemente era lì che doveva fermarsi. Con un
semplice "Alohomora" aprì i vetri e entrò.
Harry
sospirò dal sollievo, il polso gli doleva. Ma non ebbe tempo
per le riflessioni: Draco lo stava facendo levitare verso la Torre.
Chiuse
gli occhi godendosi la sensazione. Era stupendo farsi cullare solo
dal vento. Giunto a destinazione però non potè non
rimanere stupito.
Quella
in cui si trovava non era esattamente quella che si poteva chiamare
"Angusta Cella". Era piuttosto una sontuosa camera da
letto. La tappezzeria era verde, il pavimento di pietra nera, come
tutta la fortezza. Non c'era nessun quadro attaccato alle pareti e il
caminetto nel lato destro della stanza era spento.
Harry
guardò interrogativo Draco, che gli fece ancora una volta
cenno di stare zitto.
Malfoy
raggiunse la porta e badando a non fare cigolare nè la
maniglia nè i cardini, la aprì.
Una
lieve e tenue luce li raggiunse.
Ci
doveva essere qualcuno al piano di sotto.
Si
voltò verso Harry e lo raggiunse.
-Questa
era la mia stanza, era l'unico modo che avevamo per entrare. Le celle
si trovano nel sottosuolo, dobbiamo attraversare tutta la fortezza in
tempo record, dobbiamo andarcene prima dell'alba.-
Harry
aveva voglia di schiaffeggiarlo. Ma com'era possibile? Dovevano
andare nel sottosuolo ed erano entrati da una Torre, che mossa
intelligente.
Era
comunque vero che lui non aveva piano migliore. Sbuffò ancora
una volta tirando automaticamente fuori, il mantello
dell'Invisibilità di suo padre.
*
Era
da circa 5 minuti che era sveglio, ma non osava aprire gli occhi. Non
aveva realmente dormito per tutta la notte. Diciamo solo che il
ciglio del letto non era molto comodo, aveva rischiato di cadere di
sotto un sacco di volte.
Gli
ci erano voluti parecchi minuti per ricordarsi di tutti gli
avvenimenti della sera precedente. C'era il fatto del Whisky, di
Hermione nel suo letto e....
Si
bloccò come ghiacciato.
Sentire
le parole "whisky", "Hermione" e "letto"
nella stessa frase lo spaventava.
Lui
era ubriaco e, insomma non completamente però...
Sperò
con tutto il cuore di non averle fatto nulla, nulla di nulla.
Cominciò
ad agitarsi nonostante dall'altro lato del letto non provenisse alcun
rumore.
Come
prima cosa controllò di essere completamente vestito.
Si
tastò cauto la pancia.
Fu
un sollievo sentire la leggera stoffa della t-shirt sotto le dita, e
anche i pantaloni di felpa erano al loro posto.
Era
tutto ok.
Si
sentì alquanto stupido per aver pensato di aver fatto qualcosa
con Hermione. Insomma era impossibile, una cosa dell'altro mondo.
E
poi Ronald Weasley era un gentiluomo e non un ubriacone
arrapato...quasi...
Sbattè
gli occhi tentando di mettere a fuoco la stanza. La piazza del letto
accanto alla sua era vuota. Hermione non c'era. Chissà perchè
ma la cosa non lo stupiva affatto. Era come se nel suo inconscio se
l'aspettasse.
Si
alzò di malavoglia e raggiunse il bagno.
Guardò
la sua immagine allo specchio, aveva un aspetto orribile, le occhiaie
peggiori che avesse mai visto.
Si
lavò i denti e si sciaquò il viso con acqua ghiaccia,
come era solito fare.
Poi
tornò sul letto e vi si sedette sopra.
Le
tende della stanza erano ancora tirate, non c'era nemmeno uno
spiraglio di luce. Non avrebbe nemmeno saputo dire che ore fossero.
Rimase a gambe incrociate sul letto contemplando il nulla.
Un
attimo dopo sentì dei passi avvicinarsi alla porta. Si chiese
chi potesse essere, si abbandonò sul letto e si infilò
sotto le coperte. Non sapeva esattamente perchè ma era quello
che lui e Ginny avevano sempre fatto, quando la Signora Weasley li
sentiva parlare alle 5 del mattino e faceva irruzione in camera loro.
La
prima cosa che lo raggiunse quando la porta si aprì, fu
l'odore di cioccolata calda. Sentì il rumore del metallo sul
comodino, insieme al tichettio dei cucchiaini sul bordo della tazza.
Dopodichè
fu raggiunto dalla luce, la tenue luce della mattina.
Chiunque
fosse entrato aveva tirato le tende, senza mezzi termini.
-Sveglia!-
La
voce di Hermione non tardò ad arrivargli agli orecchi.
Si
tirò fuori dalle coperte, sorpreso.
-'Giorno-
le disse coprendosi gli occhi con la mano.
-Buongiorno!-
-Ma
che fai?- le chiese indicando il vassoio sul comodino.
-Ti
ho portato la colazione, cioccolata calda, densa e fumante- gli
sorrise.
Ron
sgranò gli occhi: era convinto che qualcosa non andasse.
-Ma
che ore sono?- le chiese sottovoce.
-Le
sei-
-Le
sei? Ma sei pazza?-
-No,
perchè?- Hermione afferrò il vassoio e lo poggiò
sul letto.
Poi
porse una delle due tazze a Ron che la fissava come estasiato.
Dopodichè
anche lei si sedette sul letto, facendo attenzione a non far cadere
la sua cioccolata sulle lenzuola. Adesso era l'uno di fronte
all'altra.
Rimasero
in silenzio per un bel po', ognuno sorseggiava dalla propria tazza.
-Ehi,
credi che Harry e Draco abbiano già fatto....tutto?-
Era
Ron che aveva parlato, Hermione alzò gli occhi verso di lui.
Il
suo sguardo si era incupito.
-Bè,
penso e spero di si- rispose dopo un attimo di silenzio.
-E
secondo te Gin sta bene?-
Hermione
lo guardò ancora una volta.
-Ne
sono certa-
Ron
le sorrise per niente rassicurato.
Ripiombarono
nel silenzio.
Quando
ebbe finito la sua cioccolata, poggiò la tazza vuota sul
vassoio e poi il vassoio sul comodino.
-Ron-
cominciò Hermione, lasciando anche lei la tazza sul mobiletto.
-Sei sporco di cioccolata-
-Dove?-
Hermione
gli indicò un punto appena sopra il labbro superiore.
Ron
si tastava la zona labbra a casaccio.
-Ancora?-
chiese dopo un minuto di vani tentativi.
-Si-
-O
accidenti!-
-Aspetta-
Hermione
si inginocchiò sul letto, avvicinandosi al ragazzo.
Quando
non c'erano che pochi centimetri di distanza tra i loro visi, lei gli
passò un pollice sopra le labbra, evidentemente gli stava
togliendo le macchie di cioccolata.
Ron
si sentiva alquanto imbecille. Era così stupido da non
riuscire a pulirsi la bocca da solo?
A
quanto pareva si!
Ma
all'improvviso non seppe più formulare un pensiero sensato.
Aveva
lo sguardo fisso su Hermione, che era ancora lì protratta
verso di lui, che tentava di pulirgli la bocca.
Se
la stava mangiando con gli occhi. E all'improvviso, lei non fece
nemmeno a tempo a guardarlo negli occhi, Ron le poggiò una
mano dietro la nuca e la attirò verso di se.
Bè
quello che accadde dopo non fu un vero e proprio bacio, piuttosto un
leggere sfiorarsi di labbra e niente più.
Hermione
si ritrasse all'improvviso, osservandolo con gli occhi sgranati.
Neanche
lui sapeva perchè l'aveva fatto, insomma l'aveva fatto e
basta, no?
Ma
adesso si chiedeva se non avesse sbagliato e il cervello gli stava
suggerendo "Si, Si, Si!"
Deglutì
a fatica e guardò altrove.
Fu
così che non vide una Hermione piuttosto sopresa abbandonare
la stanza senza nemmeno chiudere la porta.
*
Harry
non sapeva esattamente come avevano fatto a recuperare Ginny.
Fatto
sta che adesso Draco lo stava seguendo fuori dalla fortezza con la
Weasley sulle spalle.
Era
svenuta, ma a detta di Malfoy, ancora viva.
Avevano
rischiato di essere presi parecchie volte, ma erano sempre riusciti a
cavarsela.
All'improvviso
Draco si bloccò.
Harry
che era avanti, si voltò indietro osservandolo interrogativo.
Malfoy
si tolse l'anello con la pietra verde che portava al dito indice.
Vi
puntò contro la bacchetta.
-Portus-
l'anello brillò un attimo e poi tornò normale.
Draco
poggiò delicatamente Ginny per terra e le infilò
l'anello al dito.
Harry
non sapeva cosa dire, si limitò a fissarlo.
In
pochi secondi la ragazza scomparve.
-Ma
cosa...?- chiese Harry.
-L'ho
mandata direttamente al San Mungo, non ce l'avrebbe fatta e più
leggeri siamo e meglio è-
Harry
voleva ribattere ma si rese conto che Draco aveva perfettamente
ragione.
Dopo
qualche minuto riuscirono ad uscire dalla fortezza. Il sole stava
sorgendo e la luce cominciava ad invadere i prati.
-Muoviti
Potter- lo incalzò Draco cominciando a correre.
Fu
allora che un urlo fece ghiacciare loro il sangue nelle vene.
-SONO
Là! STANNO FUGGENDO!-
Harry
si voltò, era stata una delle sentinelle di guardia sulle mura
a dare l'allarme.
Tornò
a correre verso Draco, fino a quando anche il biondo non si voltò
verso la muraglia.
La
cosa andava di male in peggio: un nugolo di dissennatori li stava
raggiungendo velocemente e senza sforzi.
Tornarono
entrambi a correre in direzione di Hogwarts.
Ma
si bloccarono quasi instantaneamente.
Contro
la luce mattutina Harry riconobbe senza sforzi, un uomo alto, ben
messo, con i capelli biondissimi e un sorriso strafottente sulle
labbra.
Tutte
le volte, la somiglianza tra Draco e suo padre lo stupiva.
-Ma
guarda chi si vede- la voce di Lucius era fredda e tagliente.
Rimasero
in silenzio, fu Draco a dar voce ai suoi pensieri, con poche, concise
e chiare parole pronunciate a denti stretti.
-Oh
merda-
_______________________________________________________________
Ecco!
Allora che ve ne pare?
Aspetto
commenti!
Grazie
millissime a tutti coloro che hanno recensito il chap 6:
Sanae
Cho89
Nightmare
Sailor
Mercury
Angela
Federiketta
vannuccina
Angelwings
Laila
Julyaneko
hermy
grangy
Pepy
Grazie
grazie grazie!
Un
bacione!!!
E
Buon rientro agli sfortunati come me ç_ç che tornano a
scuola domani *__*
Non
voglio nemmeno immaginare, senza contare i compiti arretrati...
Ok
ok, non voglio deprimermi!
Auguri
a tutte le ragazze!
Siamo
un po' tutte befane dentro, eh? ^^
Un
bacione
Hermione
Weasley
Harry Potter Forum
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Nelle Segrete di Hogwarts ***
Ciao!!!!!!!
Scusate
per il ritardo, ma ho avuto da fare, scuola ecc ecc. ^^
Allora
bando alle ciance!
Questo
capitolo è dedicato a Cho89,
anche se non credo di averlo scritto così come avrebbe voluto
lei, ma comunque questo è per te!
Buona
Lettura!
______________________________________________________________________________
Let
Love Be Your Energy
Lascia
che l'amore sia la tua energia
8
And
if you've got no love for me then I'll say goodbye
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I've
got more than I need
When
your love shines down on me
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your love shines down on me
Let
Love be Your Energy, Robbie Williams
-Allora,
allora, allora, che ci fa il grande Harry Potter tra noi?- La voce di
Lucius era fredda e tagliente, aveva appena tirato fuori la bacchetta
e la cosa non annunciava niente di buono.
Harry
lanciò una fugace occhiata a Draco che però non lo
stava guardando.
Strano
come una cosa all'apparenza normalissima ti possa annullare le difese
fino a renderti invulnerabile.
Attualmente
era questo l'effetto che Lucius faceva a Draco.
Il
ragazzo se ne stava fermo davanti al padre, con la testa china e le
braccia tese lungo il corpo, come in una sorta di tacito inchino.
Harry
non sapeva davvero che fare, i Dissennatori si stavano avvicinando,
erano praticamente circondati, stavolta non sarebbe stata facile
cavarsela....se se la fossero cavata.
-Come
ci si sente ad essere dalla parte dei buoni, eh Draco?- Lucius si
stava rivolgendo al figlio con un ghigno tutt'altro che benevolo
sulla faccia.
Draco
non rispose, rimase immobile.
-Ti
ho fatto una domanda Draco- riprese tranquillo il padre.
Ma
il ragazzo non aveva nessuna intenzione di parlare o muoversi.
-Esigo
una risposta, vile bastardo-
-La
smetta!-
Harry
si era messo nel mezzo, non sapeva il perchè ma l'aveva fatto,
dopotutto Draco l'aveva aiutato per tutta la missione, anzi aveva
fatto tutto lui, praticamente. Ma adesso quella mossa non gli sembrò
più tanto brillante.
Lucius
si voltò astioso verso di lui.
-Sta'
zitto sfregiato- rispose a denti stretti -Allora, Draco- disse
tornando a rivolgersi al figlio -vuoi rispondere?-
-Ho
detto basta- la voce di Harry era più ferma e convincente.
Fece
un bel respiro, se la stava sfacciatamente cercando.
Lucius
fece una specie di mezzo sorrisetto, per poi puntargli la bacchetta
addosso senza pensarci sopra nemmeno un attimo.
-Stupeficio!-
Harry
cadde a terra, ma si rialzò quasi subito. Un profondo taglio
gli si era aperto sul braccio. Il sangue macchiò l'erba e non
esitava a smettere di scendere.
-Stai
al tuo posto, Potter- riprese Lucius.
Cominciò
a battersi la bacchetta sulla mano destra, con noncuranza.
-Sei
stato una delusione, una emerita delusione. Non pensavo che mio
figlio sarebbe diventato quel pappamolla che sei. Non sei degno di
far parte dei Malfoy, sei solo uno schifoso traditore e adesso ti
faccio vedere io quale trattamento riserviamo ai traditori, noi
Mangiamorte.-
Draco
alzò un attimo la testa verso il padre, ma la riabbassò
quasi subito. Una strana e malinconica espressione gli era apparsa
sul viso, Harry la notò.
Lucius
si allontanò di due passi dal figlio, gli puntò addosso
la bacchetta, con uno strano sorriso sulle labbra.
Harry
non poteva credere che un padre potesse uccidere il figlio. Non
pensava che al mondo esistessero persone così meschine e senza
cuore. E lui che si lamentava di Zio Vernon!
Ma
non aveva molto tempo per pensare, doveva agire e subito. Dopotutto
lui aveva dalla sua parte la Profezia, giusto?
Sarebbe
morto solo in uno scontro contro Voldemort stesso, che aveva da
perdere?
-Crucio!-
Malfoy senior scandì le parole con estrema cura, pregustando
già la scena che gli si sarebbe parata davanti tra non molto.
Un
fiotto di luce rossa scaturì dalla bacchetta, ma non fu Draco
ad essere colpito.
Harry
si era messo nel mezzo. Un'altra volta.
E
adesso ne stava subendo le conseguenze, si dimenava per terra, in
preda ad un dolore lancinante. Gli occhiali gli caddero e una lente
si ruppe.
Fu
come se Draco si fosse risvegliato da uno stato di trance. Alzò
gli occhi verso il padre, e tirò fuori la bacchetta.
-Che
hai intenzione di fare?- chiese Lucius più divertito che
altro.
-Farò
quello che tu hai fatto a lui- rispose Draco a denti stretti.
-Oooh!
Ora si che ho paura. Potrai fuggire quanto vorrai Draco. Per quanto
mi disgusti ammetterlo sei un Malfoy, sei un bastardo, un viscido
bastardo, sei uguale a me, e più vorrai dimostrare che non è
vero e più ti renderai conto che lo è-
Il
vento cominciò a soffiare. I Dissennatori si stavano
avvicinando, ma con un gesto della mano Lucius fece loro segno di
aspettare ancora.
Draco
si guardò intorno, non c'era alcun modo per tornare a
Hogwarts. L'unica via di fuga era Smaterializzarsi, era da poco che
aveva ottenuto la licenza e non era molto pratico, ma poteva
farcela....doveva farcela.
Il
corpo di Harry giaceva ai suoi piedi privo di sensi.
Posò
lo sguardo sopra il padre che gli sorrideva strafottente. Lo
divertiva vedere le persone in trappola, ancora di più se
quelle persone erano suo figlio traditore e il grande Harry Potter.
-Ti
sbagli- disse Draco acquattandosi sul prato. Afferrò Harry per
un braccio. -Io non sono come te-
L'ultima
cosa che vide prima di smaterializzarsi furono solo i Dissennatori
che gli venivano addosso.
*
Draco
riaprì gli occhi.
Era
al centro di Hogsmeade, in mezzo alla strada principale.
Non
poteva smaterializzarsi a Hogwarts, era impossibile riuscirci.
Lasciò
il corpo di Harry disteso a terra. Nelle vicinanze non si vedeva
anima viva, il villaggio sembrava deserto.
Si
alzò in piedi, guardandosi attorno.
Se
solo ci fosse stato qualcuno avrebbe potuto chiedere aiuto per
portare Harry al castello, ma evidentemente avrebbe dovuto cavarsela
da solo.
Tirò
fuori la bacchetta.
Doveva
far levitare Harry sino alla scuola.
Gli
puntò contro la bacchetta e...
Ma
non ebbe il tempo di dire niente.
Qualcuno
lo aveva appena afferato per le braccia, facendogli cadere la
bacchetta di mano.
Un'altra
persona lo spinse a terra. Cadde vicino a Harry, mentre uno dei due
che lo avevano colpito gli legavano le mani dietro la schiena.
-Ehi
ma che fate?- chiese furioso tentando di vedere chi l'avesse
aggredito.
-Sta'
zitto Malfoy.-
Un
omone gli si era appena piazzato davanti. Draco non ebbe problemi a
riconoscerlo.
-Parker?-
chiese il ragazzo.
Alfred
Parkar Junior era il comandante del corpo Auror del Ministero,
alloggiava al castello come tutti gli altri della sua squadra.
-Proprio
io.- rispose l'uomo facendo apparire una barella e distendoci Harry
sopra. -Pessima mossa-
Draco
lo guardò interrogativo mentre, l'altro Auror che lo teneva da
dietro cominciò a strattonarlo verso la strada che conduceva
al castello.
-Ma....-
tentò di dire Draco, prima che Parker non lo zittisse.
-Avevo
detto a Silente di non fidarsi di te. Eri solo una spia-
Draco
scosse la testa.
-Spera
solo che Potter sopravviva, non so che cosa tu gli abbia fatto, ma ti
posso solo dire che sei davvero un bastardo- continuò l'uomo
non volendo sentire ragioni.
-Stupida
testa vuota non sono stato io!- rispose furioso Draco.
-Ah
no? Allora chi è stato?- chiese Alfred voltandosi verso di lui
e incrociando le braccia.
-E'
stato....- ma non una parola uscì dalle sue labbra.
*
Guardò
un'altra volta l'orologio che aveva al polso. Erano le 10 del mattino
e Hermione era piuttosto preoccupata.
Tra
non molto Continuava a ripetersi.
E
purtroppo l'esito della missione di Harry e Draco non era la sola
cosa che la preoccupavano.
Affatto...
Cercò
di scacciare qualsiasi pensiero nefasto dalla testa, e non era
facile.
Chiuse
gli occhi e prese aria.
Decise
di scendere in Sala Grande, magari per mettere qualcosa sotto i
denti.
Uscì
dalla camera da letto, e scese le scale fino alla Sala Comune e poi
attraverso il buco del Ritratto. Ben presto arrivò davanti
alla Sala Grande, era deserta.
Stava
per entrare ma proprio in quell'istante, il portone di Ingresso si
spalancò.
Una
barella levitava a mezz'aria ma Hermione non riusciva a distinguere
chi ci fosse sopra.
Lo
sguardo le cadde su due enormi figure che trascinavano un ragazzo.
Draco.
Hermione
sgranò gli occhi, quei due non sembravano molto ben disposti
verso Malfoy.
-Ehi
ma che fate?- chiese andando loro incontro.
-Mi
scusi signorina Granger, ma Potter ha bisogno di cure subito- rispose
secco Parker.
-Cure?
Che significa?-
Lanciò
un'occhiata bieca a Draco, ma lui stava volutamente evitando il suo
sguardo.
Incrociò
le braccia in attesa di una risposta.
-Malfoy
ha ferito Harry, signorina-
Fu
come se qualcuno le avesse appena lanciato una secchiata di acqua
ghiaccia.
Come
poteva essere successa una cosa del genere?
Non
aveva senso, ci doveva essere un errore.
-Che
cosa?-
-Mi
scusi ma devo portarlo in Infermeria-
Tutt'altro
che gentilmente, Parker spostò Hermione, e scomparì per
le scale in direzione dell'Infermeria.
Ma
il gesto poco carino, non la sfiorò nemmeno.
Il
suo sguardo era fisso su Draco.
-Tu-
disse puntandogli l'indice addosso.
-Signorina
Granger, devo portarlo via, per favore...-
Ma
Hermione fece finta di nulla.
-Io
mio fidavo di te- continuò lei imperterrita. - Io ti ho
mandato con lui, io ho creduto in te, pensavo che potessi....- si
interruppe un attimo -Ma sei come loro, Draco. Credevo di potermi
fidare e invece...Ma come hai potuto?-
Fu
in quel momento che Draco la guardò negli occhi.
Hermione
era troppo furiosa per pensare.
Non
notò quella punta di malinconia nei suoi occhi, nè il
vacillare delle sue labbra, nè l'insicurezza dipinta sul suo
volto.
Non
lo fece, ma avrebbe dovuto.
*
Rimase
un attimo impietrita a guardare l'Auror che portava via Draco.
Non
sapeva che fare, le sembrava tutto un brutto sogno, un orribile
sogno.
Come
aveva fatto ad essere così ingenua?
Come
aveva potuto credere che un Malfoy potesse cambiare?
Come?
Continuava
a farsi domande inutil.
E
poi si ricordò.
-Harry-
si disse.
Subito
cominciò a correre verso l'Infermeria.
E
mentre percorreva i corridoi che la separavano dal suo migliore
amico, si rese conto di Ginny. Lei non c'era con Draco, nessuno aveva
nominiato una Weasley.
Fu
come se un ernome macigno le si fosse posato sul petto.
E
se non l'avevano trovata?
Se
non avevano fatto in tempo?
Aveva
una tremenda voglia di piangere.
E
Harry? Come stava Harry?
Perchè
doveva essere tutto così difficile e complicato?
Aumentò
il passo, cominciò a piangere.
Rapidamente
si asciugò le guance con le mani che le tremavano.
Svoltò
l'angolo e si ritrovò davanti all'Infermeria, le porte erano
sbarrate. Delle urla provenivano da dentro, Hermione non riusciva a
distinguere di chi fossero.
E
poi lo notò. Ron stava in piedi appoggiato alla porta di legno
massiccio, le braccia conserte, gli occhi semichiusi, come a voler
cercare un attimo di pace in tutta quella confusione.
Gli
si mise davanti.
-Fammi
passare- disse tentando di frenare le lacrime.
Ron
aprì gli occhi piuttosto stupito.
-No,
Herm- rispose serio.
-Fammi
passare- ripetè lei, ricominciando a piangere.
-Meglio
di no-
-Ti
prego Ron, fammi passare-
Adesso
Hermione piangeva senza ritegno, come se il peso di tutti quei giorni
fosse venuto fuori all'improvviso.
Ron
scosse la testa, attirandola a se e circondandola con le braccia.
-E'
colpa mia- singhiozzò stringendolo.
-Non
è vero- le rispose lui.
Se
solo non si fosse sentito in dovere di mantenere la calma avrebbe
pianto anche lui. Stava facendo uno sforzo enorme per non lasciarsi
andare, ma non poteva abbandonare Hermione, non così.
-E'
stato quel bastardo- mormorò lei più a se che a altri.
-Io gli ho dato fiducia, è colpa mia-
-No-
rispose secco il ragazzo.
La
spinse un po' indietro e poi cominciò a frugarsi nelle tasche.
Tirò fuori una pergamena unta e consunta, ingiallita e
vecchia.
-La
Mappa del Malandrino?- chiese Hermione leggeremente stupita.
-Io
lo vado a cercare-
-Chi?-
-Malfoy-
rispose Ron. Si piegò un attimo e afferrò un fagotto
che stava appoggiato allo stipite della porta.
-Ma...-
-Parker
mi ha detto che non potevo parlarci, a quanto pare il Ministro in
persona sta arrivando per interrogarlo. Ma non voglio e non posso
aspettare. Da quel che ho capito l'hanno rinchiuso nelle segrete,
dovrebbero trovarsi da qualche parte nei pressi dei Sotterranei. Con
il Mantello dell'Invisibilità nessuno mi potrà vedere,
devo solo stare attento a Moody, mi vedrebbe lo stesso-
Hermione
lo fissò un attimo prima di parlare.
-Vengo
con te-
-Non
se ne parla-
-Posso
decidere per me stessa, una volta tanto?-
Ron
non ebbe di che ribattere, afferrò il mantello arrotolato e la
Mappa.
-Andiamo-
disse.
Hermione
lo seguì per i corridoi, giunsero nuovamente nella Sala
d'Ingresso.
Ron
trascinò la ragazza in un angolo e comprì entrambi con
il mantello, dopo aver "azionato" la Mappa del Malandrino.
Attualmente
la targhetta con scritto "Draco Malfoy" levitava poco
lontanto dai Sotterranei di Serpeverde.
Senza
una parola cominciarono a camminare in quella direzione.
Il
Mantello era piuttosto piccolo e Ron troppo alto. Furono quindi
costretti ad avanzare appiccicati l'uno all'altra.
Fu
solo allora che un brivido percorse la schiena di Hermione.
Si
era completamente dimenticata degli avvenimenti di quella mattina.
Non
doveva pensarci.
Cercò
di concentrarsi su Draco e su quanto avrebbe voluto spaccargli la
faccia in quel momento.
Svoltarono
per la terza volta, l'aria si faceva sempre più umida, le
pareti sempre più nere e i corridoi sempre più bui.
Alcune
torce illuminavano a intermittenza il percorso.
L'atmosfera
era spettrale.
Scesero
delle scale che conducevano a un altro corridoio.
Si
bloccarono un attimo per controllare la direzione.
-Guarda-
mormorò Ron.
Stava
indicando due targhette che si stavano velocemente avvicinando al
punto in cui si trovavano.
-Tonks
e Shackelbolt- sentenziò Hermione. -Vengono da ovest-
-Ma
che dici! Questo è est!-
-Scherzi?
Vengono da sinistra-
-Ti
dico che è destra, Hermione.-
-Da'
qua- disse sbuffando e strappandogli la Mappa di mano.
La
osservò un attimo.
-Ehi
Ron, ma ci deve essere un errore qui dice che sono praticamente a
pochi passi da noi e...-
Ma
non fece in tempo a finire la frase. Ron le aveva messo una mano
sulla bocca e l'aveva letteralmente schiacciata contro il muro.
Il
cervello di Hermione si ritrovò velocemente a pensare.
Stare
sotto il Mantello con Ron era una cosa, essere premuta tra lui e il
muro è un'altra.
-......ha
detto così-
-Sul
serio?-
La
voce di Tonks interruppe i suoi pensieri.
Lei
e Shacklebolt si stavano avviando verso le scale dalle quali lei e
Ron erano arrivati.
Scomparvero
in pochi secondi.
Quando
se ne furono andati spostò lo sguardo verso il ragazzo.
Lui
la stava fissando, sembrava in trance.
-Ron...-
tentò di dire lei da sotto la mano del ragazzo.
-S..scusa-
si riprese lui lasciandola andare.
Hermione
tentò di non fare caso a nulla, ricominciò a camminare,
quando svoltarono l'angolo si ritrovarono in un corridoio più
ampio dei precedenti.
Le
pareti erano costellate di celle, più o meno grandi, spesse
inferriate arrugginite le sbarravano.
Quello
era il luogo dei sogni di Gazza.
Più
di una volta aveva asserito di voler appendere gli studenti
negligenti per i pollici.
Erano
tutte vuote.
Ron
le diede un pizzicotto sulla spalla e indicò un punto proprio
davanti a loro.
Una
cella più grande capeggiava in fondo al corridoio.
Hermione
diede un 'altra fugace occhiata alla Mappa e non ebbe più
dubbi.
Era
lì.
Controllando
che non ci fosse nessuno nei paraggi, uscì da sotto il
Mantello, tirò fuori la bacchetta e si avviò rapida
verso le sbarre di quella cella.
-Alohomora-
disse. In un attimo fu dentro, Ron la seguiva guardingo, per essere
certo che nessuno li avesse notati.
Il
che era molto difficile visto che non c'era anima viva.
O
quasi.
Hermione
sentiva la rabbia montargli dentro, ma quando vide in che stato si
trovava Draco, perse un po' di quella sicurezza che era convinta di
avere.
Era
lì, sguardo chino a terra.
Il
torso scoperto, le braccia tese e pallide sulla pietra fredda.
Due
pesanti bracciali di ferro gli tenevano i polsi fermi al muro, le
gambe tese sembravano non riuscire a reggere il peso del corpo
intero.
Al
cigolare della porta, Draco alzò gli occhi verso i suoi due
visitatori- Fece una smorfia.
-Che
ci fate qui?- chiese acido, mentre del sangue gli colava dal labbro
spaccato.
-Tu-
disse Ron piazzondoglisi davanti. -Brutto figlio di puttana!-
-Che
paroloni Weasley- rispose Draco con un sorriso sfacciato.
Ron
alzò un pugno, aveva voglia di fargli uscire gli occhi dalle
orbite.
-No!-
Hermione gli aveva fermato il braccio. -E' incatenato Ron, non
potrebbe difendersi-
Immediatamente
abbassò la mano, Hermione aveva ragione.
-Se
Harry muore- sussurrò Ron a denti stretti. -Io ucciderò
te-
Draco
lo guardò fisso negli occhi. Quella malinconia che aveva poco
prima tornò a rabbuiare il suo volto.
-E
Ginny- asserì Hermione.
-La
Weasley sta bene- disse Draco.
-Sul
serio?- chiese stupita lei.
-No
per finta- rispose ironico lui.
-Non
mi fido- fece Ron astioso.
-Sei
libero di fare quel che vuoi.-
Hermione
tentò di guardarlo negli occhi, e stranamente aveva la netta
sensazione che fosse sincero.
-Sei
stato tu a colpire Harry?- gli chiese dopo un po' di silenzio.
Draco
non rispose.
Rimase
piuttosto stupita di quel comportamento.
-E
allora...-
Ma
fu interrotta bruscamente da Ron che la afferrò per un braccio
e la trascinò in un angolo, appena in tempo, prima che
Cornelius Caramell in persona entrasse nella stanza.
Non
era solo, al suo fianco camminava un uomo enorme, con una specie di
passamontagna di pelle sulla faccia.
Hermione
si fece scivolare lungo il muro e si sedette a terra. Ron fece lo
stesso.
-Allora
Signor Malfoy...- cominciò Caramell togliendosi il pesante
cappotto grigio che indossava. Fece apparire una poltrona e ci si
sedette sopra. -E' stato lei ad attentare alla vita del signor
Potter?-
Come
era successo prima, Draco non rispose.
-Gradirei
una risposta- disse il Ministro facendo cenno al bestione di
avvicinarsi a Draco. -Altrimenti sarò costretto a utilizzare
le maniere forti-
Hermione
strinse le labbra.
Pregò
perchè Draco rispondesse, ma fu tutto invano.
Caramell
fece un cenno con la mano. L'omone fece apparire una specie di frusta
nera.
-La
prego signor Malfoy non mi faccia ricorrere a questi modi, così
babbani-
Ma
nessuna risposta arrivò dal ragazzo.
L'omone
fece un passo verso di lui.
Hermione
chiuse gli occhi.
Uno
strano rumore invase l'aria poco dopo.
E
quando riaprì li riaprì, una lunga striscia rossa e
sanguinante si era aperta sul petto di Draco.
-Vorrei
proporle un'altra domanda signor Malfoy- continuò Caramell
-Dove si trova Colui Che Non Deve Essere Nominato?-
Draco
alzò la testa.
-Io
non le dirò nulla- tacque prima di sputare ai piedi del
Ministro.
Caramell
spalancò gli occhi indignato.
-Bob-
disse rivolto all'omone -Questo ne vale cinque-
La
bestia sorrise stupidamente. Hermione dubitò dell'esistenza di
massa cerebrale nella sua testa.
Si
avvicinò a Draco e cominciò a frustarlo di nuovo.
Hermione
chiuse gli occhi mentre la presa della mano di Ron le si serrava sul
braccio.
Uno....
Nessun
segno di cedimento....
Due...un
gemito e ancora sangue...
...Tre....
Hermione
scattò in piedi, uscendo allo scoperto.
-BASTA!-
Si
mise davanti a Draco, le mani sui fianchi, gli occhi fiammeggianti.
-Ma
non si vergogna? E lei sarebbe il Ministro della Magia?-
Caramell
sembrava sconvolto, non credeva di essere visto, chiaramente questo
cambiava molto la sua posizione.
-Ma
si rende conto? Ma come si permette? Adesso capisco perchè ci
troviamo nella situazione attuale! Con gente incapace come lei non
stento a credere che perderemo la guerra!-
-Signorina
suvvia si calmi- borbottò Caramell ovviamenre a disagio. -Bob
torna indietro dai-
Il
bestione fece un paio di passi indietro, grattandosi il capo.
Caramell
si alzò dalla poltrona in direzione di Hermione.
-Mi
stia lontano. Sono disgustata-
Si
voltò e con due colpi di bacchetta liberò Draco che gli
cadde tra le braccia.
Se
Ron non l'avesse sostenuta, sarebbe probabilmente caduta sotto il
peso del corpo di Malfoy.
Lo
sistemò a terra.
Aveva
gli occhi semichiusi e il sangue che gli colava sugli addominali.
-Sta'
calmo Draco.- gli sussurrò.
Ron
lo fissava sbigottito.
-Mi
dispiace ragazzi-
Entrambi
si voltarono verso il Ministro. -Ma se vengono a scoprire questa cosa
al Ministero mi radiano dall'albo. Dovrò obliviarvi-
-Che
cosa?- Ron sembrava furioso.
-Hai
sentito bene, Weasley. Mi dispiace-
Alzò
il braccio e...
-Cornelius-
una voce calma e pacata irruppe nella stanza. -Abbassa la bacchetta
per favore-
Silente
era comparso davanti alla porta della segreta.
-Il
senno non è mai stato una tua prerogativa, vero Cornelius?- il
vecchio mago continuava a parlare con quella ferma detreminazione che
aveva sempre avuto.
-Suvvia
Albus, ormai al Ministero facciamo sempre così-
-Seguimi-
disse in risposta il preside.
-Dove?-
chiese impaurito il Ministro.
-Dove
meriti e se opponi resistenza sarò io a dover ricorrere a seri
provvedimenti-
Il
silenzio calò nella stanza.
Fu
il rumore della bacchetta di Caramell a infrangerlo.
L'aveva
lasciata cadere.
-Andiamo
Cornelius- disse Albus facendosi da parte in modo che potesse uscire
dalla cella. -E anche lei, signor?-
-Bob-
rispose con voce ebete il bestione.
-Signor
Bob-
In
pochi secondi sparirono tutti e tre.
Hermione
rimase un attimo interdetta.
Draco
sembrava privo di sensi.
Si
allungò per prendere la bacchetta del Ministro.
Nell'allungarsi,
la manica del golf le salì lungo il braccio scoprendo
l'orologio.
Lo
sguardo le cadde sulle lancette dorate.
-11
e un quarto?- Una pura espressione di panico si dipinse sulla sua
faccia.
Senza
dire un parola corse fuori dalla cella.
Inutili
furono le grida di Ron che la chiamavano.
Corse
a più non posso.
Le
bruciavano i polmoni, non respirava più.
Arrivò
alla Sala d'Ingresso.
Si
fermò un attimo per riprendere fiato.
Un
gruppetto di Auror si stava avviando in Sala Grande.
-Un
attacco a Hogsmeade?- faceva uno.
-A
quanto dicono....- sentenziò un altro
-Che
cosa?- Hermione chiese sconvolta.
Ron
era apparso al suo fianco.
-Attacco
a che?- chiese mentre riprendeva fiato anche lui.
-A
Hogsmeade. Madama Rosmerta ha detto che due Mangiamorte hanno ucciso
quattro persone per strada.
A
qaunto pare avevano un appuntamento con qualcuno del castello.-
-E
questo qualcuno non si è presentato e i Mangiamorte se la sono
rifatta con la folla- asserì un altro.
-Ma
è assurdo!- esclamò Ron -Chi sarebbe così
stupido da prendere appuntamento con dei Mangiamorte?-
Cadde
il silenzio.
Hermione
smise di respirare un'altra volta, tuttavia schiuse le labbra, doveva
parlare.
-Sono
stata io-
__________________________________________________________________
Allora?
Attendo
commenti! ^^
Spero
che vi via piaciuto!
Un
grazie speciale va a chi ha recensito lo scorso chap:
Sanae
FallenStar
Cho89
Nightmare
super
gaia
hermy91
Federiketta
Hilary14
Kagome13
Elly
maria_chan
Hermione
Jane Granger
Phoebe80
pepy
Royal
Japan 5
Blacky
chiara
Laila
Charlotte
Doyle
Angelwings
hiromi91
Scusate
se ho dimenticato qualcuno!
Comunque
grazie sul serio!
Siete
MITICI!!!!!
Un
bacione e al prossimo chap!!!
HERMIONE
WEASLEY
ps:Vorrei
segnalare la carinissima storia di Federiketta You
are in my mind every second of my life, sulla coppia
Ron/Herm!!!
pps:
Recensite!!!! ^^
|
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Capitolo 9 *** Sensi di Colpa ***
Eccomi
qua con il nono chap!
Scusate
per il ritardo, ma a scuola ci stanno letteralmente uccidendo ç____ç
Non ci posso pensare!
Bè
spero almeno che vi piaccia.
Dedico
questo capitolo a Alastor
e Federiketta del
Forum di Hp!
Siete
mitici!
____________________________________________________________________
Let
Love Be Your Energy
Lascia
che l'amore sia la tua energia
9
And
if you've got no love for me then I'll say goodbye
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I've
got more than I need
When
your love shines down on me
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I
can't contain how I feel
When
your love shines down on me
Let
Love be Your Energy, Robbie Williams
Era
ancora buio.
L'aria
era ghiaccia, le entrava nei polmoni come pugnalate.
Nonostante
il freddo continuava a correre.
Era
tesa, doveva scaricare la tensione.
Troppe
preouccupazioni tutte insieme l'avevano completamente depressa.
Portava
il maglione azzurro che utilizzava per dormire, un paio di pantaloni
di felpa blu notte e i capelli raccolti in una coda di cavallo.
In
quel momento Ron stava dormendo da solo nel suo letto troppo grande.
E
Draco e Harry...
Aumentò
la velocità non voleva pensarci.
Tutttavia
non era così facile non volgere la mente al suo migliore amico
che stava rischiando la vita.
E
a Gin che probabilmente non avrebbe rivisto viva.
Corse
ancora di più.
Gli
occhi le lacrimavano un po' per il freddo un po' per la tensione.
Stava
per svoltare per l'ennesima volta attorno al lago, quando un'ombra
scivolò alla sua destra.
Si
voltò verso quella direzione leggermente proeccupata.
Ma
decise che probabilmente era solo una nuvola che passava.
Tornò
a guardare avanti continuando a correre.
Si
voltò a sinistra. Di nuovo quell'ombra.
Il
cuore cominciò a batterle ancora più velocemente.
C'era
decisamente qualcosa che non andava.
Tentò
di farsi coraggio andare avanti.
Non
doveva farsi suggestionare.
Avanzò
ancora per un po' fino a che qualcosa o qualcuno la spinsero a terra.
Cadde
con al schiena all'ingiù.
Si
guardò attorno terrorizzata.
Riprese
pian piano fiato, fece per rialzarsi, ma un enorme peso le impdì
qualsiasi movimento.
Sentì
il fiato caldo di qualcuno nell'orecchio e prima che se ne potesse
accorgere l'affilatissima lama d'acciaio di un coltello a serra
manico le stava solleticando il collo.
Fece
appello a tutto il suo sangue freddo per mantenere la calma.
-Ciao
Mezzosangue- quella voce le ghiacciò il sangue nelle vene.
Hermione
rimase zitta.
-Allora
sono qua per....come dire, proporti un accordo?-
L'uomo
le passo la lama sul viso. Aveva due grandi occhi grigi.
-Il
Signore Oscuro ha deciso di darti la possibilità di passare
dalla sua parte-
-Mai-
sussurrò Hermione, il coltello si fece all'istante più
vicino e insistente sulla sua carne.
-No
no no no. Devi stare zitta se non vuoi morire adesso. Diciamo solo
che su tu passassi dalla nostra parte la piccola schifosa babbanofila
tornerà a casa sana e salva-
-Gin-
balbettò lei.
-Esatto.
A quanto pare Draco e Potter si sono infiltrati nella fortezza per
salvarla.- rise -Solo che non sapevano di essere stati avvistati sin
dall'inizio. Che stolti! E adesso sono ancora dentro, la Weasley non
uscirà dalla base te lo assicuro. Quei due non riusciranno a
portarla via, prima che se ne possano rendere conto andrò loro
incontro a far loro la festa- il suo viso si contrasse in una smorfia
orribile.
Tutto
un insieme di pensieri si aggrovigliarono nella mente di Hermione. E
adesso che cosa avrebbe dovuto fare?
-C..che
devo fare?- chiese mormorando, la lama ghiaccia del coltello le si
piazzò sulle labbra.
-E'
tardi il sole sta sorgendo. Vieni alle 10 mezza alla Testa di Porco a
Hogsmeade. Ne riparleremo. Vieni sola o te ne pentirai. Niente
giochetti o la Weasley muore e con lei tutta la sua famiglia.-
Il
peso dell'uomo le si tolse da dosso.
Adesso
la fissava dall'alto in basso. Una ciocca di capelli biondi
fuoriusciva dal mantello nero.
-Lucius?-
balterò Hermione.
L'uomo
sghignazzò.
-Se
non ti presenti Mezzosangue ne pagherai le conseguenze. Spero di
essere stato chiaro. Adesso devo andare. Potter e il mio caro figlio
mi stanno aspettando, non vorrei farli aspettare-
E
così come era venuta la lasciò.
Rimase
distesa ancora per un po', facendo ordine tra i suoi pensieri e
chiedendosi se quello non fosse stato altro che un bruttissimo,
orribile incubo.
*
Hermione
procedeva a passo spedito per la via che conduceva a Hogsmeade.
Aveva
ancora in testa l'espressione di Ron e degli altri Auror mentre
raccontava quello che le era successo.
Più
parlava e più si sentiva stupida, incosciente e imbecille.
Come
aveva potuto far morire così quattro persone?
Senza
contare che non molto tardi la notizia si sarebbe sparsa e tutti
l'avrebbero considerata come la ragazzina che per un suo stupido
capriccio aveva fatto morire gente inoccente.
Strinse
i pugni lungo il corpo. Era così arrabbiata con se stessa!
Il
sole splendeva alto nel cielo.
Odiava
il sole in quel momento, avrebbe preferito un temporale con lampi,
tuoni e fulmini.
Giunse
al villaggio. Frotte di maghi parlottavano di qua e di là.
Si
voltarono tutti a guardarla.
Hermione
rabbrividì chiedendosi se non sapessero già tutto.
Aumentò
il passo, le lacrime premevano per uscire.
Sarebbe
voluta sparire.
Chiuse
gli occhi continuando a camminare.
Quando
li riaprì si ritrovò davanti una vecchia signora.
Aveva
i capelli neri raccolti in uno chignon, era piccola e cicciotella.
Hermione
si fermò, deglutendo lentamente.
-Mi
scusi signorina lei viene dal castello?-
-Ehm...si
perchè?-
-Allora
lei sa chi è stato a causare la morte di quelle persone,
giusto?-
Hermione
la fissò negli occhi.
Non
riusciva a spiccicar parola.
-No,
io non lo so- sentenziò dopo un attimo.
La
vecchietta se ne andò senza una parola, continuando a scuotere
la testa.
Hermione
la guardò un'ultima volta avviandosi a passo spedito verso la
Testa di Porco.
Arrivò
nel piccolo vicolo dove si trovava il locale.
Spinse
la porticina nera verso l'interno e entrò.
Non
c'era molta gente seduta ai tavoli, e quelli che c'erano non
preannunciavano niente di buono.
Si
avviò al bancone e si sedette su uno sgabello.
-Una
burrobirra- disse al barista.
Seduto
accanto a lei c'era un uomo vestito di verde scuro.
Aveva
una faccia stravolta, davanti a se facevano bella mostra due
bicchieri e una bottiglia semi vuota di Whisky.
Il
vecchio barista le porse una vecchia e polverosa bottiglia di
burrobirra.
Hermione
l'aprì tentando di non guardare l'uomo alla sua destra.
Bevve
un sorso.
-Lo
sai, tu sei bella come lei-
Hermione
si voltò verso il mago che aveva appena parlato. Aveva alzato
lo sguardo dalla sua bottiglia di Whisky e adesso la fissava
malinconico. Nonostante avesse bevuto molto sembrava maledettamente
sobrio.
-Mi
scusi?- chiese la ragazza.
-Oh
si avete gli stessi occhi-
-Mi
scusi ma continuo a non capire- Hermione bevve un altro sorso di
burrobirra, fissando l'uomo.
Aveva
dei folti baffi argentei e due occhi color del cielo pieni di
tristezza e malinconia.
-Mia
figlia. Lei ti assomigliava tanto- le rivolse un sorriso impacciato.
-Come
si chiamava?-
-Elisabeth.
E tu?-
-Hermione-
rispose la ragazza finendo la sua burrobirra.
-O
se solo potessi avere tra le mani i responsabili della sua morte...-
-Cosa
è successo?-
-Come
non lo sai? Mia figlia è morta stamani mattina-
Una
stretta allo stomaco si impadronì di Hermione. Quella storia
stava cominciando a farsi familiare, troppo.
-I
Mangiamorte me l'hanno portata via- grosse lacrime solcavano il viso
dell'uomo. -Ma se solo sapessi chi è stato quell'idiota che li
ha fatti venire qui con la scusa di un appuntamento, io...io credo
che l'ucciderei. E pensare che noi abbiamo riposto tutte le nostre
fiducie nel corpo Auror e in Silente soprattutto, e lui ci ripaga
arruolando persone che non sanno fare il proprio lavoro e mettono a
repentaglio la vita di noi maghi comuni.-
Hermione
sgranò gli occhi. Il cuore cominciò a batterle nel
petto, sempre più forte. Aveva voglia di piangere, di urlare,
di correre via. Ma attualmente i suoi occhi erano incatenati a quelli
del vecchio padre che le stava davanti, a cui avevano portato via la
figlia, a cui lei aveva portato via la
figlia.
Si
sentì sprofondare.
-Scusami-
fece l'uomo alzandosi dallo sgabello sul quale era seduto. -Non
dovrei annoiarti con i miei sproloqui.- Tirò fuori alcune
monete dalla tasca del pastrano nero che indossava e le lasciò
sul bancone.
-Dopotutto
tu non c'entri nulla, goditi la tua vita come Elisabeth avrebbe
fatto. Sii felice anche per lei, Hermione-
Si
abbottonò la giacca e prima che la ragazza se ne potesse
accorgere, se n'era già andato.
Hermione
si voltò verso il barista che stava pulendo alcuni calici con
uno straccio più sporco
dei
capelli di Piton.
Tentò
di riprendere fiato ma invano.
Si
sentiva una emerita cretina. Come aveva potuto prendere appuntamento
con un Mangiamorte e non rispettare il patto? Come?
Aveva
fatto morire la figlia di quell'uomo e con lei altre tre persone, e
lui che cosa aveva fatto? Ignaro che la colpevole fosse proprio lei,
le aveva detto di godersi la vita, di essere felice come Elisabeth
sarebbe stata!
Eppure
la sua idiozia l'aveva uccisa. Lei l'aveva
uccisa.
Si
rivolse all'uomo dietro al bancone.
-Fammi
uno Scotch, doppio-
*
Erano
le cinque del pomeriggio. Il sole era scomparso. Il cielo era buio,
la pioggia cadeva fine e fastidiosa. Il vento ghiaccio soffiava da
ogni parte, infiltrandosi tra i mantelli dei pochi coraggiosi che
avevano avuto il fegato di sfidare le intemperie.
Hermione
avanzava con passo lento.
Aveva
capito perchè a Ron piaceva tanto il whisky. Tutti i suoni le
voci le giungevano attutiti, ovattati. Le forme sfocate, le luci
opache.
Tremava
come una foglia. Gli stivali le affondavano nel fango e nelle pozze.
Giunse
davanti al portone di Hogwarts.
Il
barista della Testa di Porco l'aveva buttata fuori dopo tre ore e
sette bicchieri di Scotch.
-Non
è un posto per gente come te- le aveva detto.
Stupido
pensò Hermione tutt'altro in che se Lo reggo benissimo
l'alcool.
Entrò
nella Sala d'Ingresso.
Camminava
barcollando. Nemmeno lei sapeva dove stesse andando di preciso.
Andava
dove le gambe la portavano. Il cervello le aveva detto addio ore
addietro, ormai.
Si
fece scivolare il mantello lungo le spalle e lo buttò per
terra.
Era
ubriaca fradicia. Per lei, che non aveva mai bevuto in vita sua, quei
sette bicchieri erano stati una mazzata bella e buona.
Svoltò
al primo angolo che le capitò, andando a sbattere contro
qualcosa di maledettamente morbido e profumato.
-Hermione
è tutto il pomeriggio che ti cerco- la voce di Ron le giunse
lontana e interrotta come la musica di un vecchio giradischi rotto.
-Anch'io-
rispose lei. Gli passò le braccia attorno al collo,
avvicinando il proprio viso a quello del ragazzo.
-Che
stai facendo?- chiese lui dopo un attimo di smarrimento.
-Quello
che avrei dovuto fare molto tempo fa, Ron.- pronunciò quelle
parole ad un centimetro dalla bocca di lui.
Il
ragazzo fece una smorfia, liberandosi dalla sua presa.
-Hermione
ma tu sei completamente ubriaca!- esclamò.
-E
allora? Che c'è non posso ubriacarmi?-
-Non
dire sciocchezze, quanto hai bevuto?-
-Non
cambiare argomento, Ron! Che c'è sono troppo brutta per te?-
-Herm,
tu non sei in te, non stai bene-
-Io
sto benissimo invece! Cosa c'è che non va in me, eh Ron?
Dimmelo! E' perchè non sono bella come Calì? Perchè
non ho capelli biondi e lisci come Lavanda? Perchè non sono
sexy come Padma? Dai dimmelo Ron! Dimmi cosa c'è che non ti va
bene ! Porca puttana! Ma perchè devi essere così
stupido! Ma come fai a non accorgertene, dimmelo Ron! Dimmelo!
E'
perchè non sono mai venuta con te in quel cazzo di sgabuzzino
di Gazza!? E' perchè non sono alta come quella demente di
Tassorosso? E' perchè non ti sono mai saltata addosso, Ron!?
Cazzo! Dimmelo Ron! Dimmi perchè! E mi dispiace se sono
pallosa e petulante! Mi scuserai se ho sempre avuto di meglio da fare
che stare con te in quello sgabuzzino, tipo salvarti il culo! Hai
capito, Ron? Perchè tu non c'eri con me davanti al fuoco, tu
non c'eri! Pensare a te con qualche schifosa di turno, tu non
capisci! Cazzo! Non sono abbastanza eh? Dimmelo per favore Ron! Te e
quel Quidditch del cavolo! Te lo dico io che cosa ci potevi fare con
quella scopa Ron! Stupido! Mi dispiace solo che non ci sia nessuna
pollastrella civettante da poterti scopare! Sei uno stronzo! Hai
capito? Mi fai schifo! E' tutta colpa mia-
Aveva
gli occhi ridotti a fessure, il viso rigato di lacrime. Le mani
ghiacciate.
Si
voltò di scatto correndo nella direzione opposta a quella
dalla quale era arrivata.
Ron
era rimasto immobile. Non sapeva se essere offeso o ferito da quelle
parole.
Tentò
di convincersi che Hermione era ubriaca fradicia. Non sapeva quello
che stava dicendo. Più tentava di convincersi e meno ci
credeva.
Non
era in se, Ron continuava a dirsi.
Eppure
le era sembrata maledettamente sincera.
___________________________________________________-
Allora
ringrazio:
Federiketta
Alastor
Nightmare
Cho89
Ginny89
GinnyMolly88
Blacky
hermy91
Hilary14
Kagome13
Sanae
Hiromi91
Laila
Angelwings
Grazie
grazie grazie ^^
Siete
mitici!
Spero
di poter aggiornare al più presto! Ho tante idee, tanta voglia
ma poco tempo ç___ç
Un
baciottone!!!!
Hermione
Weasley
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Capitolo 10 *** Trappola ***
Ehm ehm. Mi
vergogno quasi * *
Prima di tutto
volevo veramente scusarmi per il mio immane imperdonabile
mastodontico ritardo. E' stato un po' un periodaccio con scrittura e
tutto il resto. L'ispirazione era andata in vacanza e con lei anche
la mia voglia di scrivere. Avevo buttato giù alcune bozze, ma
mi facevano tutte schifo, quindi ho preferito aspettare per
riprendere la storia.
Il capitolo è
"strano" vi avverto, non è affatto la trama che
avevo programmato, ma mi è venuta giù così di
botto, mi sembrava di veder apparire sullo schermo le parole di un
altro, e invece è tutta farina del mio sacco. Gli avvenimenti
hanno preso una piega del tutto inaspettata. No, non vi preoccupate
Ron e Hermione ci sono sempre, insieme ai loro problemi, avevo
intenzione di dedicare tutto questo capitolo alla loro "storia"
ma dai picchia e mena, è finita diversamente.
Il prossimo
capitolo sarà solamente su loro due.
Basta, vi sto
annoiando a morte, lo so! ^^;;
Scuse
infinite. Ecco il 10imo capitolo! Spero vi piaccia!
Baciotti
HERMIONE
WEASLEY
______________________________________________________________________
Let
Love Be Your Energy
Lascia
che l'amore sia la tua energia
10
And
if you've got no love for me then I'll say goodbye
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I've
got more than I need
When
your love shines down on me
If
you're willing to change the world
Let
love be your energy
I
can't contain how I feel
When
your love shines down on me
Let
Love be Your Energy, Robbie Williams
La
sensazione dell'acqua che ti scivola addosso. Acqua bollente, fumante
che corre sulla pelle, in una corsa folle e irrefrenabile. E insieme
a quell'acqua sembra che anche i tuoi problemi vengano portati via,
uno ad uno, senza esclusione di niente. E ti senti una persona nuova,
con una vita nuova e nessun ostacolo ti sembra poi tanto
insormontabile.
Questa
magra, piccolissima consolazione rimaneva ad Hermione. I vestiti
appallottolati sul pavimento, i rubinetti della vasca aperti, fumo in
tutta la stanza, come in un'enorme sauna.
I
suoi movimenti erano meccanici, stizziti, probabilmente non si stava
minimamente rendendo conto di quello che stava facendo.
La
testa svuotata di ogni suo pensiero, i suoni ovattati, la vista
annebbiata, il fumo che ti impedisce qualsiasi distinzione di ciò
che ti circonda. Il vuoto.
Uscì
dalla vasca, trascinandosi lungo il bordo e poi tirandosi su con
estrema fatica. Afferrò uno degli enormi asciugamani che
facevano bella mostra sui radiatori della stanza. Aprì la
porta del bagno accompagnata da un nube di vapore candido. Si strinse
nell'asciugamano alla bell'e meglio. I capelli fradici le stavano
appiccicati sulla fronte, sul viso, lungo la schiena e le spalle. Si
abbandonò sul letto, e prima di potersene rendere conto, stava
già dormendo.
*
Nebbia.
Una nera collina. Ombre. Suoni, sussurri. Il vento. I corvi che
volano in tondo. Freddo. Il cielo grigio. La pioggia. Brividi.
Sussurri. Una voce. Una ragazza. Un'ombra. Spirito. Voce spezzata,
voce incrinata. Paura. Brividi. Parole. Nessun senso. Urlo. Nessun
suono. Striscio, gattono, mi trascino. Una lapide. Iscrizioni.
Elisabeth.
Morta. Uno spirito. Occhi di fuoco. Grido. Nessun suono. Tremo.
Brividi. Paura.
Il
buio.
Vendetta.
*
Hermione
si svegliò di soprassalto. Aveva freddo. Si mise a sedere sul
letto, ma dovette stendersi praticamente subito. Si sentiva la testa
pesante, le palpebre di piombo.
La
fronte imperlata di sudore. Tremava. Non avrebbe saputo dire
esattamente perchè stesse
tremando. Quegli occhi. Due tremendi occhi di fuoco che la
squadravano fissi e dopo, un urlo agghiacciante. Il sangue che si
gela il cuore che cessa di battere, voglia di urlare e nessun suono
che ti esce dalle labbra, voglia di correre e le gambe incollate
irrimediabilmente al terreno. La collina nera, i corvi e le lapidi.
Hermione
tentò di fare mente locale. Doveva essere un cimitero,
probabilmente il piccolo Campo Santo che si stendeva a qualche miglio
da Hogsmeade.
Non
dovette farsi molte domande per capire chi fosse quella ragazza. Si
strinse nell'asciugamano e solo allora si rese conto di non essere
vestita.
Si
costrinse ad alzarsi dal letto, non aveva nessuna intenzione di stare
a vegetare tra le coperte. Una strana e assurda convinzione andava
via via facendosi strada nella sua testa.
Lei
l'aveva chiamata, Lei aveva richiesto la sua presenza. E
Hermione non poteva far altro che ubbidire.
Sarebbe
andata al cimitero, un mazzo di fiori, e qualche lacrima. Si sentiva
in dovere di farlo e l'avrebbe fatto.
Raggiunse
l'armadio molto lentamente e cominciò con altrettanta flemma a
vestirsi. Prese le prime cose che le capitavano sottomano, era già
tanto che il cervello stesse rispondendo ai suoi deboli impulsi, non
aveva nessuna voglia né forza di pensare alla moda in quel
momento.
Legò
i capelli in una coda di cavallo, si infilò il mantello e
scese le scale.
Giunse
nella Sala d'Ingresso, era deserta. Doveva essere molto presto e in
effetti quando uscì sui prati si rese conto che potevano
essere al massimo le sei del mattino. La luce era poca, e il buio
inghiottiva ancora gran parte del parco.
Camminò
in solitaria in direzione del sentiero per Hogsmeade, solo allora si
rese conto che in tutto quel verde, qualcosa non andava.
Una
persona si muoveva in penombra nei pressi del lago. Alta con i
capelli rossi. Era Ron, senza ombra di dubbio.
Si
voltò facendo per andargli incontro, ma si bloccò
all'istante.
Aveva
passato i primi dieci minuti di dormiveglia tentando di capire che
cosa avesse fatto la sera precedente, ma un po' per gli strascichi
dell'alcool un po' per il gran mal di testa che aveva, non era
riuscita a ricomporre quel puzzle, per ora rimasto ancora irrisolto.
Vedendo
Ron qualcosa era tornato fuori, come un fiore che sboccia
all'improvviso, inavvertitamente, stupendo tutti i presenti.
Qualcosa
le stava impedendo di andare da Ron, una sensazione, la
consapevolezza di aver fatto qualcosa. Di avergli
fatto qualcosa.
Hermione
era una persona puntigliosa estremamente pignola e attualmente non
sapere quello che lei stessa aveva fatto, la stava mandando nei
pazzi. La irritava, e non poco.
Cosa
aveva detto a Ron? Che cosa gli aveva fatto?
Le
sembrò tutto così assurdo. Lei, sempre precisa e pronta
a tutto, non aveva la risposta a quella domanda. Ron, sicuramente non
l'aveva vista, decise quindi di fare silenziosamente retromarcia e
evitare la sua compagnia fino a che non avesse scoperto gli
avvenimenti della sera precedente.
Le
sembrò inutile stare a rimuginarci troppo sopra, non le
sarebbe venuto in mente niente sforzando le meningi in quel modo.
Doveva aspettare, pazientare e attendere, che qualcosa o qualcuno le
facessero tornare vividi nella mente i ricordi della serata che la
notte si stava portando via con sé.
*
Rabbrividì
stringendosi ancora di più nel golf color porpora che la
Signora Weasley gli aveva mandato , secondo l'ultima lettera di Bill,
Molly ne aveva fatto uno per tutti i membri dell'Ordine. Sorrise al
pensiero di sua madre intenta alla lavorazione di una ventina di golf
fatti a maglia.
Fece
una smorfia al pensiero di Piton con uno stupendo golf verde scuro,
con le iniziali "SP" lavorate sul petto.
Stupido
Pappacefalo pensò Ron.
Era
la terza volta che faceva il giro del lago, rimuginando, camminando
senza sapere bene dove stesse andando. Aveva freddo ma nessuna
intenzione di coprirsi di più. Non aveva dormito molto quella
notte. Le parole di Hermione gli rimbombavano nella testa. Non sapeva
esattamente come comportarsi di fronte a un tale fiume di parole in
corsa. Una parte di lui si sentiva offesa, in effetti non erano state
affatto amorevoli le frasi che la ragazza gli aveva rivolto, ma
l'altra si sentiva soddisfatta perchè in fondo quel mucchio di
insulti non servivano ad altro che nascondere una dichiarazione, e
più ci pensava e più la cosa gli sembrava palese.
Hermione
provava qualcosa per lui, era evidente, ma adesso il problema era
rendersi conto di quello che lui provava
per lei. E attualmente, quello per Ron, era il problema più
complicato davanti al quale si fosse mai trovato.
Ma
d'altronde, le sue avventure, le sue esperienze non erano state forse
che vani tentativi per cercare di colmare quel vuoto? Quel vuoto che
lei creava in lui. Quel vuoto che avrebbe voluto riempire con attimi
e momenti vissuti con lei e con nessun'altra. Non era forse la
disperata ricerca di sicurezza? Aveva bisogno di convincersi che
Hermione per lui non era che un'amica, una splendida incredibile
amica che gli stava accanto nei momenti difficili che lo sorreggeva
negli attimi di smarrimento. Eppure c'era sempre stato un vuoto tra
di loro, una distanza che in qualche modo andava colmata, e che Ron,
seguendo chissà quali pensieri, aveva riempito con altre
ragazze. Le sue avventure fisiche o metaforiche che fossero non
l'avrebbero più stimolato né appagato, si era reso
conto che avrebbe scambiato mille notti con una qualsiasi di loro in
cambio di un sorriso di Hermione. Un sorriso di quelli che solo a lui
riservava, un sorriso carico di emozioni e affetto, di cui Ron non
aveva forse mai capito il significato, se non quando gli erano venuti
irrimediabilmente a mancare. L'aveva allontanata da sé,
estraniata dalla sua vita e adesso ne pagava le conseguenze. Cosa
credeva? Che Hermione fosse un automa, uno stupido pezzo di latta che
non provava alcuna emozione?
Bè
la sera precendente lei gli aveva dato la prova che contraddiceva
tutto questo.
Era
ubriaca, lo sapeva, ma aveva visto quel bagliore nei suoi occhi,
quella sincerità nelle sue lacrime, che adesso era
praticamente convinto che gli avesse detto la verità, verità
che era rimasta racchiusa nei pensieri di lei, una manciata di
emozioni represse.
Una
folata di vento gli spettinò i capelli. Lo costrinse ad alzare
lo sguardo verso la collina che portava all'Ingresso del castello.
Fu
un attimo. E la vide. Era praticamente certo che la cosa non fosse
stata reciproca, lei era voltata verso il sentiero per Hogsmeade e
solo per qualche remoto e assurdo caso avrebbe potuto rendersi conto
di essere stata vista.
Le
andò dietro facendo ben attenzione a non farsi sentire.
L'avrebbe seguita, tenendosi a debita distanza. Capì che
probabilmente era una delle sue solite cavolate, ma stavolta volle
andare fino in fondo.
*
Nonostante
fossero le sette passate il cielo era rimasto grigio e pieno di
nuvole.
Hermione
si trovava davanti ad un cancelletto arrugginito che la sorpassava di
poco in altezza. Al di là di questo i morti riposavano.
Il
vento ululava e i corvi volavano sulla sua testa. Qualche albero
spoglio rompeva la monotonia del Campo Santo.
Allungò
una mano tremante verso il cancello e lo spinse.
Si
aprì con un sordo e angusto cigolio. E tutt'a un tratto l'idea
di andare lì da sola le sembrò la cosa più
stupida di questo mondo.
Ma
ormai era arrivata fino a lì, perchè non andare avanti?
Che aveva da perdere?
Niente,
le sembrava di aver già perso tutto.
Lasciò
il cancelletto aperto e si avviò su per uno stretto viottolo
che divideva due immensi prati verdi. Tante piccole lapidi di forma e
dimensioni diverse lo costellavano.
Ogni
tanto un mazzo di fiori, qualche margherita gialla o un crisantemo
viola, facevano capolino dalla massa monocroma che le si stendeva
davanti agli occhi.
Non
sapeva esattamente come avrebbe fatto a trovare la tomba di
Elisabeth, ma fu come se quello fosse l'ultimo dei suoi problemi.
Camminava
lentamente. I corvi gracchiavano. Il vento ululava.
Si
lasciò trasportare verso ovest, in una parte di cimitero dove
il poco sole non batteva.
Una
lapide attirò la sua attenzione. Era molto grande. Un angelo
con le ali spiegate vi stava sopra. Vi si avvicinò non si
scompose minimamente quando lesse il nome sul marmo.
Elisabeth
Taffin
Agosto
1978 - Ottobre 1992
Allungò
le dita verso le scritte ripassandone il contorno. Quando si rese
conto che qualcosa non andava. La lapide diceva Ottobre 1992, ma non
era possibile! Quello era l'ottobre del 1997, Elisabeth era morta
solo pochi giorni prima e non cinque anni addietro. Si sentì
rabbrividire. Ma subito prese coscienza degli avvenimenti. Qualcuno
le stava giocando uno scherzo un terribile scherzo. Cominciò a
controllare tutte le tombe e ogni iscrizione che leggeva più
il sangue le si gelava nelle vene.
Su
ogni lapide, le medesime parole:
Elisabeth
Taffin
Agosto
1978 - Ottobre 1992
Fece
immediatamente marcia indietro, doveva essere una trappola, un
inganno, qualcuno voleva confonderla, spaventarla. Corse in direzione
del cancelletto, la testa ancora girata verso l'angelo di pietra.
Andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
Alzò
gli occhi incrociando quelli azzurri e spauriti di Ron.
Iniziò
a scuotere la testa mettendoglisi a fianco. Tentò di parlare
ma la gola era secca e arida, nemmeno una parola uscì dalle
sue labbra. Fu lui a parlare per primo.
-Herm,
che sta succedendo?-
Le
si fece istintivamente più vicino, entrambi si guardavano
attorno.
Hermione
aveva le labbra incollate, serrate l'una contro l'altra.
Poi
all'improvviso una sagoma scura attirò la sua attenzione.
Strattonò
la manica di Ron in modo che anche lui guardasse da quella parte.
Via
via che si faceva più vicino, Hermione ne distingueva i
lineamenti dolci, l'espressione gentile, il pastrano nero, i baffi
argentei.
Era
quell'uomo il padre di Elisabeth, quello che aveva incontrato alla
Testa di Porco il giorno prima.
Hermione
deglutì facendo scivolare la sua mano in quella di Ron.
L'uomo
si faceva sempre più vicino.
Quando
non ci furono che un paio di passi a dividerli dall'individuo, l'uomo
parlò.
Aveva
gli occhi bianchi, le braccia rigide lungo il corpo.
-Sei
bella come lei- sussurrò.
Hermione
si sentì mancare la terra sotto i piedi. E all'improvviso una
fiammata, il calore del fuoco e l'uomo inghiottito dalle fiamme,
lingue rosse che gli attanagliavano le membra.
Ron
sgranò gli occhi stringendo la presa sulla mano di Hermione,
entrambi troppo spaventati per parlare. La cosa macabra era che
l'uomo non batteva ciglio rimaneva impassibile via via che le fiamme
lo consumavano, non un grido, un gesto, niente di niente. Quegli
occhi bianchi che fissavano il vuoto.
E
all'improvviso, così come erano arrivate, le fiamme si
dileguarono, e al loro posto, una figura alta magra, il viso scavato,
i capelli lunghi neri, una donna longilinea dai tratti marcati.
-Lestrange-
fu tutto quello che Hermione riuscì a dire.
La
donna scoppiò a ridere.
-Ahahahah!
Stupida mezzosangue, dovresti vedere la tua faccia.- si fece seria
-Hai per caso visto un fantasma?- ricominciò a ridere
tenendosi le mani sulla pancia.
Era
lì sola con l'assassina di Sirius e la mano di Ron stretta
nella sua.
_______________________________________________________________________
E
vabbè io l'avevo detto che era strano, si discosta da tutto il
resto, ma è stato tutto quello che sono riuscita a fare!
Adesso
vedrò di riprendere il ritmo di scrittura, come si
conviene^^;;
Io
e Nightmare abbiamo
un'idea in cantiere per una ff insieme, nevvero Fede?
Bè
vedremo che cosa viene fuori.
E
poi...e poi anche una con Cho89
si si, promesso Sari :*
E
insomma se avessi il tempo vi ringrazierei uno ad uno, ma purtroppo
non ne ho nemmeno a pagarlo oro.
La
prossima volta farò i ringraziamenti personali, uno ad uno,
promesso.
Scusate
questa povera pazza ^^
Ok
dopo aver implorato il vostro perdono!
Un'ultimissima
richiesta: lasciate una recensioncina da bravi!
Un
baciottone a tutti coloro che hanno continuato a seguirmi :*
Grazie
grazie grazie
Hermione
Weasley
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