Let Love Be Your Energy

di Hermione Weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Arrivo di Draco ***
Capitolo 2: *** Vendetta ***
Capitolo 3: *** L'allenamento ***
Capitolo 4: *** Quegli occhi Azzurri ***
Capitolo 5: *** Il Rapimento ***
Capitolo 6: *** Partenze e Whisky Incendiario ***
Capitolo 7: *** La Fortezza di Daftown ***
Capitolo 8: *** Nelle Segrete di Hogwarts ***
Capitolo 9: *** Sensi di Colpa ***
Capitolo 10: *** Trappola ***



Capitolo 1
*** L'Arrivo di Draco ***



Ciao! Eccomi qui con il mio ennesimo delirio, ma non mi sono porprio potuta trattenere dal mettere nero su bianco le idee che mi gironzolavano in testa già da un po'.

E' sempre una Ron/Hermione, ma siccome ultimamente ho avuto una certa passione per il personaggio di Draco ho deciso di inserirlo in questa storia come terzo incomodo di tutta la faccenda.

Sarà quindi il tanto temuto triangolo e staremo a vedere come e se Ron riuscirà a strappare la sua amata dalle grinfie del sadico e super sexy biondino.

Hogwarts non c'è più, non c'è più come scuola. La guerra è sul punto di scoppiare ed è tema riccorrente in tutta la ff.

Insomma leggete e ditemi che ne pensate!!!


Recensite please!

Un baciotto

HERMIONE WEASLEY


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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


1


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams





Alzò vagamente lo sguardo dal libro di incantesimi che stava leggendo. Gli occhi stanchi, scavati da tutta la preoccupazione che aveva afflitto, non solo lei, ma tutti i membri dell'Ordine.

Quello che molti avevano temuto era successo.

Voldemort stava muovendo guerra contro l'Ordine, contro tutti coloro che gli si sarebbero opposti.


Per questo Hogwarts non era più una scuola di magia e stregoneria. Era diventata la base dell'Ordine della Fenice e degli Auror che avrebbero dovuto battersi in quella folle guerra.


Non si sentivano più le risate rieccheggiare nei corridoi, non c'erano più gruppetti di ragazzini del primo anno che si mettevano sempre nei guai, non c'erano più i banchetti in Sala Grande, niente più Quidditch e anche i fantasmi si facevano a malapena vedere.


Era tutto così squallido.


Hermione era sola in quello che sarebbe dovuto essere il dormitorio femminile del 7° anno di Grifondoro. Calì e Lavanda erano state mandate a casa così come tutti i loro compagni, di qualsiasi casa e di qualsiasi anno.

Le aveva odiate quelle due, ma adesso era tutto così vuoto senza di loro, senza i battibecchi della mattina, senza i loro vestiti ammucchiati per terra, nei quali Hermione non faceva altro che inciampare.


Era rimasta l'unica ragazza di tutta Hogwarts.

Lei, Harry e Ron erano rimasti lì per volere dell'Ordine, per vari motivi: Harry perchè era Harry Potter, lei perchè conosceva gli incantesimi meglio di qualsiasi mago maggiorenne e Ron...bè credete veramente che avrebbe lasciato soli i suoi due migliori amici? E comunque al di là di questo, sarebbero rimasti loro di spontanea volontà.


Ma adesso Hermione era stanca, era due notti che non dormiva, passava le giornate a imparare ogni sorta di incantesimo, aveva paura. Non lo voleva dare a vedere ma aveva paura di morire, di perdere Ron o Harry. Cercò di togliersi quel nefasto pensiero dalla testa, facendo un vago cenno con la mano.


Ma d'altronde che diavolo volevano da tre ragazzi di 17 anni come loro?


Hermione proprio non riusciva a comprendere, le sembrava una cattiveria bella e buona da parte di tutti tenerli lì a rischiare la vita, non credeva che Silente l'avrebbe fatto sul serio.

Ma ormai le cose erano andate come erano andate.


L'unica cosa da fare in quel momento era trovare un modo per andare avanti, per sopravvivere.

E lei voleva farlo. Doveva farlo. Per Harry, per Ron, per se stessa.


Si guardò intorno, i letti erano senza lenzuola, nè materassi, erano scheletri, in un completo stato di abbandono, chiare testimonianze del periodo che stavano vivendo un po' tutti.

Chiuse il libro decisa a farsi una doccia.


Quando lo sguardo le cadde su uno di quei letti distrutti. C'era qualcosa di scintillante là sotto. Si chinò quel tanto che bastava per afferrarlo.

E appena lo vide le ci volle solo un secondo per riconscerlo.


-Calì dove hai messo il mio anello?- chiedeva Lavanda.

-Io? Ma se ieri sera te l'ho reso- rispose Calì infastidita.

-Non dire sciocchezze! Tiralo fuori!-

-Ma ti dico che non ce l'ho!-

-Calì non farmi arrabbiare dov'è il mio anello!?-

-Ragazze smettetela!- urlò Hermione che tentava inutilmente di leggere il suo libro di Aritmanzia.


-Hermione non ti impicciare! Questa ladruncola mi ha rubato l'anello che le avevo prestato ieri sera!-

-Ma Lavanda ti dico di no!-


La ragazza bionda si voltò di scatto verso Hermione.

-Tiralo fuori- disse con gli occhi ridotti a fessure.

-Cosa?! non vorrai insinuare che sia stata io a prenderlo!-

-Chi altrimenti? Grattastinchi?-

-Lavanda per favore non dire cavolate, non sapevo neanche che esistesse quell'anello!-


-Hermione ho detto tiralo fuori!-

-Ma Lavanda non ce l'ho!!!-


Ma la discussione fu troncata da Calì che afferrato un grosso cuscino dal proprio letto l'aveva sbattuto in faccia a Lavanda.

Hermione era rimasta immobile, sbigottita. Quando all'improvviso scoppiò a ridere.


-Che hai da ridere?- chiese Lavanda trattenendo a stento le risate.

-Ah ah ah ah- Hermione continuava , le mani sulla pancia.

-Ah si eh!-

In quel preciso istante, cominciò una battaglia a cuscinate che si ricorderà per sempre nella storia di Hogwarts.


Hermione fece scorrere l'anello sul palmo della mano, era tutto polveroso. Alla fin fine aveva scoperto dove era finito. Sotto il letto di Calì. Nessuno l'aveva rubato.

Quel giorno fu probabilmente l'unica vera volta che si era divertita con le sue compagne di dormitorio. Posò l'anello sul comodino.


Ma nell'atto di alzarsi, una qualcosa di non meglio identificato attirò la sua attenzione dalla finestra.


Si avvicinò curiosa.

Premette il naso contro il vetro ghiaccio.

Una figura arrancava sul prato poco distante dall'ingresso.

Sembrava una bestia, un animale...ma no! Quella era una persona.


Hermione non capì chi fosse ma fece la prima cosa che le passò nella testa.

Cominciò a correre, fuori dal dormitorio, giù per le scale, attraverso la Sala Comune, uscendo dal buco del ritratto, quasi scivolando sulle lunghe scale di marmo bianco, fino alla Sala d'Ingresso.


Non si fermò, corse a più non posso. Con passi rapidi e svelti percorse i prati umidi.

Fino a quando, non la vide.


Ma si era una persona, accasciata li, avvolta in un mantello nero strappato e consunto.

Rallentò il passo, timorosa.

Dopotutto non sapeva chi fosse, magari era un nemico.


Chiunque fosse aveva l'aria di stare molto male.

Fece un bel respiro.

Si avvicinò, non si mosse, sembrava svenuto.


Non riusciva a vederne il volto, era sdraiato a pancia all'ingiù.

Raccolse tutto il suo coraggio, afferrò la strana figura per una spalla e la voltò in modo da poterne distinguere il viso.


Avrebbe potuto essere preparata proprio a tutto, ma non a quello.


I capelli sporchi di sangue, gli stavano appiccicati sulla fronte madida di sudore, quella bocca che tante volte l'aveva insultata durante la scuola, era semichiusa in un ghigno di dolore e sofferenza, quelle mani sempre ben curate, erano tagliate e livide. I gelidi occhi grigi, nascosti dietro le palpebre tremanti.


Quello non sembrava affatto Draco Malfoy.

Ma che diavolo ci faceva a Hogwarts? Sarebbe dovuto essere in qualche fottutissima base segreta di Voldemort a imparare l'arte del Mangiamorte. Ma a quanto pare non era così.


Non sapeva bene che fare, ma una cosa era certa, doveva chiamare aiuto, subito.

Si tastò la giacca per cercare la bacchetta, ma nella furia di scendere l'aveva lasciata nel dormitorio.


Si avviò veloce verso l'ingresso, svoltò l'angolo e...

Qualcosa la urtò all'improvviso, qualcosa di caldo, forte e molto alto.


-Ron!- esclamò.

-Che ci fai qui?- le chiese il ragazzo.

-Devi venire assolutamente!-

Lo prese per un braccio e cominciò a strattonarlo fino al punto in cui giaceva Draco, o meglio quello che restava di Draco.


-Per la barba di Merlino! Ma che ci fa qua Draco Malfoy!- chiese Ron stupefatto.

-Non lo so, ma dobbiamo portarlo subito in infermeria!-


Ron estrasse la bacchetta dai jeans, scoloriti.

-Mobilicorpus- Il corpo privo di sensi di Malfoy cominciò a levitare piano piano a qualche centimetro da terra.


-Andiamo- Ron le fece cenno di seguirlo.

Così si avviarono verso l'Infermeria preceduti da un Malfoy semi-morto che si muoveva a mezz'aria.


*


Fecero il più veloce possibile, ma fu davvero un' impresa.

Trasportare il corpo su per le scale era più difficile di quanto immaginassero e Ron fu sul punto di farlo cadere più di una volta.

Non c'era nessuno per i corridoi e quindi fu anche problematico cercare aiuto.


Fortunatamente raggiunsero l'Infermeria.

Appena lì vide Madama Chips fece un balzo.


-Oh Santo Ippocrate! Ma che è successo?- chiese sbiancando.

-Non lo so, l'abbiamo trovato nel parco, in queste condizioni- farfugliò Hermione.

-Dovevate portarlo subito da me!- li rimproverò la vecchia signora.

-E' quello che abbiamo fatto- le rispose Ron con una smorfia stampata sulla faccia.

-Adesso uscite, devo occuparmi di questo poveretto. Forza via!-


Senza troppi preamboli sbattè fuori dall'Infermeria sia Ron che Hermione.


-Non posso credere che quello sia Draco Malfoy- fece la ragazza scuotendo la testa.

-Già. Quasi quasi mi faceva pena. Quel piccolo sudicio bastardo.-

-Ron!-

-Che c'è? Non è forse vero?-


Hermione rimase in silenzio. Dopotutto Draco Malfoy era una delle cose peggiori che le fossero mai capitate negli anni che aveva trascorso a Hogwarts.

Ma in fondo il suo arrivo aveva portato una ventata di novità, buone o cattive che fossero.


-Bè io me ne vado- fece Ron dopo un momento di silenzio.

-Perchè? Pensavo che magari potevamo studiare un po' insieme, io te ed Harry- propose Hermione con un sorriso speranzoso stampato sulla faccia.

-No, mi dispiace ma non abbiamo tempo. Lupin ci aspetta per l'addestramento-


-Addestramenti! Sempre e solo addestramenti, di un po' ma ti ricordi che esisto?- chiese Hermione alzando un po' troppo la voce.



Ron la squadrò da capo a piedi con gli occhi spalancati, come se avesse davanti una povera pazza.

Hermione si aspettò una reazione da lui, l'inizio di un litigio, un qualcosa che comunque la risvegliasse da quello stato di trance che l'aveva avvolta fino a quel momento.


Ma Ron non ebbe nessuna reazione.


Si voltò e senza dire una parola la lasciò lì da sola, più confusa che altro.


E all'improvviso le lacrime cominciarono a rigarle il viso, lacrime di rabbia, di paura di esasperazione, di tutto.

Ma perchè Ron non la considerava?

Perchè la evitava ogni maledetta volta? Perchè? Era da due mesi che non litigavano e solo in quel periodo Hermione si era resa conto di quanto i loro litigi mantenessero viva la loro amicizia, di quanto li tenessero uniti l'uno all'altra.


E adesso, calma piatta, lui la evitava, e lo stesso faceva con Harry. Sembrava che ognuno vivesse sotto la propria campana di vetro, isolato dagli altri, tutti rinchiusi nei propri problemi, nelle proprie preoccupazioni.


Era il periodo più brutto della vita di tutti.

Hermione si chiese come sarebbe stato essere una ragazza babbana, che vive tranquilla nella sua città, si chiese che effetto le avrebbe fatto essere all'oscuro di tutto.

La prospettiva non le sembrò niente male.


Ma in fondo, almeno in questo modo avrebbe potuto combattere, avrebbe potuto dimostrare quanto valeva sia come strega che come persona.

Doveva combattere per difendere ciò che di più caro aveva.


In quel momento Madama Chips uscì dalla stanza.


Hermione si asciugò in fretta le lacrime.


-Allora Madama? Come sta?- le chiese curiosa.

-Tutto a posto, ma un bel po' di Dissennatori gli hanno fatto la festa. Non so come abbia fatto, ma se non fosse fuggito, a quest'ora avremmo un Draco Malfoy senza anima. Ah! Brutte bestie i Dissennatori. Senti, cara, io devo andare ad avvertire il professor Silente, tu rimani con lui, non mi fido a lasciarlo solo. E se vedi che si sveglia, dagli un po' di quel cioccolato che ho lasciato sul comodino. Va bene?-


Hermione annuì.

-Bene, allora tornò tra un po'. Mi raccomando Signorina Granger-


E dette questo Madama Chips girò sui tacchi. I passi che si allontanavano via via.


Poggiò una mano tremante sulla maniglia della porta dell'Infermeria. Quella si aprì cigolando. Hermione la richiuse dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile.


Si avvicinò al letto dove giaceva Draco.

Era pallido, come non lo era mai stato.

E tutto quel sangue che gli imbrattava i capelli.

Era un peccato vederlo in quel misero stato. Dopotutto Draco era sempre stato, ignorante, maligno, ma sicuramente un ragazzo di bell'aspetto. Chissà chi l'aveva ridotto in quel modo.


Insicura, gli scostò piano piano, i capelli dalla fronte umida. Era freddo. Le palpebre tremavano impercettibilmente. Le labbra spaccate e livide. Anche il sopracciglio sanguinava. Prese un panno umido, e glielo passò sulle ferite, per tentare di ripulirle.

Fece più piano possibile. E dove il panno passava, rivedeva il vero Draco Malfoy, sempre perfettamente pulito e ordinato.


Senza volerlo gli sorrise. Continuò ancora per qualche attimo finchè...


-Ah!- gridò.


La mano destra di Draco, le aveva bloccato all'improvviso il polso.


Adesso la guardava con quegli occhi grigi persi nel vuoto.

-Granger- disse con un filo di voce -Non mi toccare-


Ma Hermione, superato lo shock iniziale, continuò la sua opera di pulizia.

-Sta' zitto, Malfoy, non mi pare che tu sia nella giusta posizione per darmi ordini-


Gli rispose con un sorriso.


Draco tentò di alzarsi, ma ricadde subito sul letto, con una smorfia di dolore sul viso.


-Stai fermo, non peggiorare le cose- gli disse Hermione risoluta.

-Ma che ci faccio qui!?- chiese in un sussurro, ormai si era completamente arreso, si lasciò disinfettare le ferite.

-Speravo che me lo potessi dire te-

-Che mi avete fatto?-

-Noi?? Ma se ti ho trovato più morto che vivo sul prato davanti al castello!- ribattè lei.

-Io...Io non ricordo nulla- disse con un filo di voce.

-Vedrai che andrà tutto bene- lo rassicurò Hermione.

-Granger la smetti di toccarmi?-

-Guarda che lo faccio per te! Se vuoi rimanere tutto sporco di sangue, fa pure a me non interessa!-


Hermione lasciò il panno nella bacinella sul comodino e lo fisso con le braccia incrociate.


-Non sei cambiata affatto eh, Granger...- commentò Draco.

-Nemmeno tu, Malfoy- gli rispose sottolineando con particolare enfasi il cognome.


Sembrava che Draco fosse sul punto di ribattere, ma Madama Chips entrò sbattendo le porte.


-Oh il nostro paziente si è svegliato. Signorina Granger se ne vada il preside vuole parlare con lei-


E senza dare possibilità alla ragazza di ribattere Madama Chips la spinse fuori dall'Infermeria.


-Ma....- fece voltandosi.

-Niente ma!-


Draco rideva divertito. E Hermione non potè fare a meno di ricambiare, dopotutto la situazione era tutt'altro che seria.


Senza nemmeno accorgersene si ritrovò sbattuta fuori dalla stanza per la seconda volta, nel giro di 10 minuti, probabilmente un record.

Si guardò intorno con un sorriso ebete ancora stampato sulla faccia.



Raccolse i capelli in una coda di cavallo, Silente la stava aspettando.

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Capitolo 2
*** Vendetta ***


Ciao!

Accidenti non credevo che la storia sarebbe piaciuta cos tanto!!!

Che bello! Sono veramente contenta!


Allora prima di cominciare vorrei fare una premessa.


Come avrete notato ho una certa propensione ad una Draco/Hermione e inizialmente potrà anche sembrare così, ma state tranquilli che Ron alla fine compiccierà qualcosa, ho detto che sarà una Ron/Herm e manterrò la promessa... Il fatto è che mi sono letteralmente flashata per Draco e non ho proprio potuto fare meno di metterlo in mezzo più bello e sexy che mai *__*

Oddio...

Quindi ripeto: NON è UNA DRACO/HERMIONE anche se come ha detto Sanae, su questa coppia ci si può sbizzarire parecchio!!!



Ok, allora leggete il chap e fatemi sapere che ne pensate!

Alla fine trovate anche i ringraziamenti!


HERMIONE WEASLEY


ps: Questa storia la dedico ad Agnese ovvero lo zio Sev!!!! Ti voglio Bene!


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2


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Let Love be Your Energy, Robbie Williams







-Cioccorana- disse Hermione al gargoyle che proteggeva l'entrata dell'ufficio di Silente.


Non capiva esattamente come mai il preside avesse lasciato la parola d'ordine per l'entrata del suo ufficio. Dopotutto tutte le parole d'ordine erano state abolite, anche la Signora Grassa poteva fare entrare chiunque nella Torre di Grifondoro.


La scala di pietra cominciò a salire, con un passo la ragazza fu sopra.

La porta dell'ufficio di Silente era aperta.


Curiosa, si affacciò.


Harry era dentro che discuteva animatamente con il vecchio mago.

Diede due brevi colpetti di tosse, dopodichè bussò alla porta per attirare l'attenzione, non aveva molta voglia di essere additata come spiona o qualcosa di simile.


-Ah Signorina Granger, entri pure, Harry stava giusto per andarsene- le disse Silente con un sorriso.


Hermione fece un cenno di saluto verso Harry.

-Bè allora io vado- disse il ragazzo oltrepassando Hermione in direzione della porta.


-Harry- Silente lo chiamò. -Promettimi che ci ripenserai- aggiunse con fare serio.

-Lo farò professore-


Detto questo se ne andò lasciando Hermione e Silente soli.


-Allora signorina Granger, Poppy mi ha detto che ha trovato un signorino Malfoy più morto che vivo davanti al castello-


Hermione annuì.


-Bene, credo che se ne possa occupare lei del nostro paziente- aggiunse il vecchio.

-Cosa?! Non dirà sul serio, vero? Insomma è Draco, Draco Malfoy!- rispose lei, tutt'altro che d'accordo, è vero le aveva fatto piacere stare quegli scarsi 5 minuti con lui, ma una manciata di minuti era un conto, tutti i santi giorni, era un altro.


-Credo che abbia molte cosa da dire- continuò il preside. -E credo che interrompere lo studio degli incantesimi sia anche un toccasana per lei, non crede?-

-Ecco, giusto di questo volevo parlarle- prese un respiro -Le chiedo per l'ennesima volta di ammettermi agli addestramenti-

-Mi dispiace Signorina Granger, ma non posso-

-Ma perchè?- chiese stizzita. -Perchè no?-

-Non dipende da me- le rispose fissandola attraverso gli occhiali a mezzaluna.

-Che significa non dipende da me?!- Hermione non aveva mai perso la pazienza davanti a Silente.

-Io ero perfettamente d'accordo sulla sua partecipazione agli allenamenti-

-Ma?-

-Ma I signori Potter e Weasley non erano del mio stesso avviso-

-Cosa!? Sta scherzando!?-

-Temo di no-

-Ma perchè?-

-No me lo chieda perchè non lo so, ma è stata una loro specifica volontà-

-E lei da loro ragione?-

-Credo che sia una richiesta più che motivata-


Hermione rimase in silenzio, la rabbia le stava per dare al cervello.


-BENE!!! Dica ai signori Potter e Weasley che io me la so cavare da sola e non ho bisogno che due persone che a malapena mi considerano decidano ciò che va bene o non va bene per me! Sono stanca!-


Si alzò di scatto, la sedia si rovesciò.

E sulla soglia vide qualcuno che non avrebbe dovuto essere lì.


Ron la stava fissando con le braccia incrociate.

-Spero che tu abbia sentito, Signor Weasley- gli disse prima di superarlo e scomparendo dalla scala a chiocciola.


*


Percorse velocemente, forse anche un po' troppo velocemente la strada che la separava dall'Infermeria. Volevano che si occupasse di Malfoy? Voleva che trascorresse tutte le sue giornate con l'essere più maligno che avesse mai conosciuto? Bene! L'avrebbe fatto, dopotutto, lei non era neanche padrona di fare ciò che voleva.


Corse nella stanza che Harry e Ron dividevano, supponeva che Draco avesse bisogno di qualcosa da mettersi. La stanza si trovava al piano terra tra la Sala Grande e l'aula di Trasfigurazione.

Senza neanche pensare entrò di schianto. Diretta verso il baule di Ron, lo aprì, prese il primo maglione che le capitò e un paio di jeans. Senza rimettere a posto nulla, tornò sui suoi passi verso l'Infermeria. Se solo Draco si fosse azzardato a fare commenti sarcastici su quei vestiti, Hermione giurò a se stessa, che l'avrebbe schiantato sul posto. Anche con un adulto presente.


Arrivata per la terza volta davanti all'Infermeria, aprì di scatto la porta, la richiuse con violenza, incurante di come stesse Malfoy o di cosa stesse facendo.

Solo quando si voltò verso il suo letto capì di essere stata un po' troppo affrettata.

Tentò comunque di non perdere la spavalderia che aveva accumulato durante il tragitto dall'ufficio di Silente a lì.


-Non ti ho sentito bussare- le fece notare Draco arcigno.

Era in piedi a torso nudo.

Lunghi e profondi tagli gli solcavano il ventre e il petto, e anche la schiena non era da meno.

Evidentemente Madama Chips gli aveva disinfettato le ferite, ma Hermione non fu decisamente in grado di spiccicar parola, in quel momento. Era quasi incantata.


Cavoli! Magari avrebbe potuto mandare anche Harry e Ron a fare l'addestramento per Mangiamorte, perchè Draco era...come dire...perfetto?

Le spalle larghe, i pettorali, gli addominali, tutti perfettamente scolpiti.


-Hai ancora molto da fissare?- le chiese di nuovo incrociando le braccia.


Hermione si rese conto di essere alquanto ridicola, lì davanti a lui in quel modo a fissare quelle spalle e quegli addominali e... insomma quelli.


-Credi che non abbia mai visto un uomo a torso nudo?- gli chiese acida, sopresa anche lei da tanta spavalderia.

-No- fu la risposta secca di lui.


Hermione non ebbe molto da ridire, in effetti Draco aveva perfettamente ragione.

-Bè chi te lo dice?- gli disse con tono di sfida.

-Bè è ovvio-

-E perchè è ovvio?-

-Perchè tu sei Hermione Granger, avrai visto un uomo a torso nudo a malapena su uno di quei tuoi tanti amati libri-


Hermione si ghiacciò. Che rabbia che le faceva.

Gli lanciò addosso i vestiti in malo modo.


-Sono di Ron, mettili- più che una proposta sembrava un ordine.

-Di Weasley? Ma sei impazzita, non li metterò mai! Nel 99% dei casi saranno pieni di pulci!-


Hermione dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non schiantarlo, come si era poco prima ripromessa di fare.


-Mettili, ho detto-

-Granger, mi fai quasi paura-

-Bene sono contenta-

-Ma non posso mettere dei vestiti di quello lì-

-Quello lì ha un nome, Draco-

-Non mi interessa se ha un nome, io questa roba non me la metto nemmeno se mi pagassero!-

-Bene vorrà dire che andrai in giro in mutande-


Hermione si sentì avvampare in seguito alla sua ultima affermazione.


-Cos'era una proposta Granger?- le chiese Draco con un sorriso sprezzante.

-Affatto, ma figurati, io ho cose di meglio da fare che guardare te che ti spogli-

-Non mi pare proprio- le fece notare il ragazzo.


Ma perchè quel maledetto doveva sempre aver ragione? Oggi non era proprio la giornata fortunata di Hermione. Era diventata rossa come un pomodoro più di tre volte da quando era entrata là dentro.


-Madama Chips che ha detto?- gli chiese tentando si portare la conversazione su ben altri argomenti.

-Che posso andarmene-

-Dove hai intenzione di andare?-

-Ma perchè Granger sto parlando con te?- chiese più a se stesso che ad altri.

-Perchè sono l'unica sfigata disposta ad ascoltarti-


Draco alzò gli occhi al cielo.

-Rimango qui, stupida ragazzina, dove vuoi che vada?- le fece notare dopo un momento di silenzio.

-Allora dovremo trovare qualcosa da fare- disse lei sovrappensiero.


Draco si voltò verso di lei, incredulo.

-E non era una proposta!- gli fece lei notando il suo cipiglio.

-Meglio così-

-Senti io me ne vado-

-Ringraziando il cielo!-

-Mister Simpatia, io torno tra un'ora, tu vestiti, ho un'idea-

-Senti non darmi degli ordini, capito Granger, non sono messo così male!-

-Bè qui ci sono io e si fa come dico io-


Si divertiva un sacco a tiranneggiare su Draco Malfoy.

Lui fece una specie di grugnito di protesta, ma niente più.


E senza una parola Hermione uscì dalla stanza. Dopo tutto quello che era successo aveva proprio bisogno di una doccia bollente.


*


La camera di Hermione si trovava nel punto più alto della Torre di Grifondoro. Era la stanza riservata ai Caposcuola. Grande spaziosa, con un baldacchino proprio in mezzo.

Sulla destra c'era una grande porta finestra, con un piccolo balcone annesso.

Ci passava gran parte della serata guardando le stelle e aspettando che tutte le luci del castello si spegnessero. Sulla parete sinistra invece c'era una piccola porta che conduceva al bagno che le era riservato, costituito da una vasta stanza circolare. Ricordava molto il bagno dei prefetti, ma era molto meglio. La vasca era grande il doppio e i rubinetti erano molti di più, ognuno contenente un'essenza diversa, personalmente preferiva quella all'albicocca.


Ed era proprio lì che attualmente si trovava, immersa nella schiuma fino al collo.

Era capace di trascorrere delle ore in quella vasca, e quella volta non sarebbe stata da meno se una voce anche troppo famigliare non la destasse dai suoi pensieri.


-Hermione?-


Era la voce di Ron.


-Sono in bagno, aspetta e non entrare!- gli disse cercando di farsi sentire oltre la porta.


Si alzò di malavoglia, afferrò l'accapatoio e lo indossò, tamponandosi alla bell'e meglio i capelli fradici con l'asciugamano.

Uscì dal bagno accompagnata da una nube di vapore argenteo.

A quanto pare Ron fu sopreso di trovarla in quelle condizioni, le orecchie gli diventarono rosse, con grande soddisfazione della ragazza.


-Senti io ti dovrei parlare- le fece dopo un attimo di smarrimento.

-No, mi dispiace ho da fare- rispose lei secca.


Non si era affatto dimenticata di come l'aveva trattata un paio di ore prima.


-Senti Hermione, è importante, ti devo delle spiegazioni-

-Davvero? Bè dovrai aspettare, perchè non ho tempo, e sono anche in ritardo-

-Ma..-

-è la mia risposta definitiva, spero che tu non abbia niente in contrario, anzi forse dovresti chiedere ad Harry se posso fare quello che mi va, visto che tu e lui vi siete così liberamente permessi di scegliere cosa è giusto per me-

-Ascoltami..-

-Esci Ron, Draco mi aspetta-


A quanto pare la lingua di Ron si era incollata, perchè il ragazzo non ebbe il coraggio di ribattere, senza una parola uscì dalla stanza, lasciandola nuovamente sola.


Ma per la prima volta Hermione non era affatto triste o stressata.


Sorrideva.

Non avrebbe mai creduto che la vendetta potesse essere così dolce.


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Allora che ve ne pare? Hermione l'ho dipinta un po' troppo sadica, ma insomma era così che mi piaceva...Fatemi sapere come mi sembra, please!


Allora ringrazio:


hermione

vannuccina

Giugizzu

Laila

Angela

EMMA


e agli ormai classici ma che fanno sempre un gran piacere! ^_^


Nigthmare

Ginny89

Sanae

Elly


N.B. Cho 89 che non ha recensito verrà fustigata in pubblico, la visione è sconsigliata ai minori.


Fanfiction Consigliate

"Iris" di "Cho89", una breve ma stupenda one-shot sulla coppia Ron/Hermione ispirata dalla canzone omonima dei Goo Goo Dolls, leggetela perchè poverina Cho89 la ucciderò io personalmente, datele l'ultimo saluto come si deve.^_^



HERMIONE WEASLEY


ps: Credo che il ritmo di aggiornamento sarà una volta alla settimana, vi autorizzo a picchiarmi se cos non sarà!!! ^_^







We Can Be Heros

Just For One Day

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Capitolo 3
*** L'allenamento ***


Ciao Bellissimi!

Come va?

Ecco il 3 chap....spero vi piaccia con colpo di scena alla fine! ah ah ah! Comunque per i fan della coppia Ron/Hermione posso dire che molto presto passeremo ai fatti, però prima vi voglio fare un po' soffrire! Come sono cattiva!!!

Draco ha contagiato anche me.



Leggete e Receniste!!!!


HERMIONE WEASLEY

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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


3


"Close your eyes so you don't feel them

they don't need to see you cry

I can't promise i will heal you

But if you want to I will Try

...

Someone says the truth we love

I Believe without the doubt

In you

...

And I hope you'll find your freedom

eventually, for eternity"

Eternity, Robbie Williams





-Hermione!-


La ragazza si voltò verso la voce che la stava chiamando. Era una giornata fredda ma piuttosto soleggiata. Le grandi finestre della Sala Grande lasciavano entrare luminosi raggi di sole, che riscaldavano e rallegravano l'ambiente.


Si soprese di vedere Harry lì davanti a lei, i pantaloni di felpa che usava per gli allenamenti e la maglia blu notte che gli aveva regalato lei per il suo diciassettesimo compleanno. Una stretta allo stomaco la assalì quando gliela vide addosso e una piacevole sensazione di calore la avvolse.


-Dimmi- gli rispose con un gran sorriso sulle labbra.


Anche Harry sembrava di buon umore, sicuramente meglio di quello che aveva avuto in quegli ultimi mesi. Probabilmente era successo qualcosa che l'aveva tirato su di morale, ma che cosa? E all'improvviso Hermione si ricordò della parole che Silente gli aveva rivolto quel giorno nel suo ufficio poco prima che lei entrasse.


-Promettimi che ci ripenserai-


A che cosa si riferiva?

Ma non ebbe il tempo di pensare.


-Senti, è stata fissata una riunione per mezzogiorno nell'Ufficio di Silente, dovresti venire.-

-Ok, perfetto-

-Bene allora è meglio che vada, manca meno di mezz'ora e necessito di una doccia- le rispose allegro.

-Ok, ci vediamo dopo-


Harry corse via.


Ma che cosa l'aveva rallegrato a quel modo? Hermione era convinta che avesse a che fare con le parole del preside, ma dopotutto non erano state molto rassicuranti, sembrava che stesse parlando di una cosa che Silente non gli voleva far fare, qualcosa sulla quale non era d'accordo.

L'ennesima idea brillante di Harry per farsi uccidere?

Sperò fermamente di no.


Finì velocemente il succo di zucca che stava bevendo, immersa ancora nei suoi pensieri. Molto probabilmente i suoi dubbi sarebbero stati chiariti alla riunione.

Anzi sicuramente.


E all'improvviso si ricordò che ci sarebbe stato anche Ron...Non aveva nessuna voglia di vederlo. L'ultima conversazione che avevano avuto era stata tutt'altro che amichevole, e ripensandoci la sera dopo Hermione credette di essere stata un po' troppo cattiva. Ma dopotutto se l'era meritato, lei non aveva fatto altro che trattarlo come l'aveva trattata lui. Aveva ben poco di cui lamentarsi.

Ma in tutti casi Hermione si sentì in colpa.

Di norma non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, non era mai stata così acida con lui...Bè si magari qualche volta, ma mai l'aveva fatto con quel piacere che aveva provato la sera precedente.

A forza di stare con Draco, stava diventando come lui.



Si alzò, mancavano 10 minuti a mezzogiorno, decise quindi di avviarsi verso l'ufficio di Silente.


*


La scala a chiocciola era a dir poco intasata. C'erano un sacco di persone, che nonostante alloggiassero al castello, Hermione aveva visto a malapena: Lupin, Tonks, Shacklebolt, Moody, il signor Weasley, Madama Chips, la McGrannit, Piton, Harry, Ron (accidenti!), Draco...Draco? Ma che ci faceva lì? Non si aspettava di trovarlo.


Se ne stava in disparte, appoggiato al muro. Stava molto meglio del giorno precedente. Alla fine era riuscito a non mettersi i vestiti di Ron, pare che il signorino Malfoy avesse preferito una vecchia divisa di Piton..bleah!

Ron gli stava lanciando occhiate di fuoco, mentre Harry gli parlava di qualcosa che evidentemente non lo interessava affatto.


Hermione si avvicinò a Draco.


-Ciao-

-Ancora tra i piedi?- le rispose acido.

-Putroppo per te si-


Stranamente le offese e le risposte maligne di Malfoy non la toccavano minimamente. Sorvolava su tutto quello che di poco carino le diceva.


-Hanno chiamato anche te?- gli chiese di nuovo.

-Altrimenti non sarei qui, tu che dici? Credevo che fossi più sveglia-

-Suppongo che ti abbia chiamato Silente-


Draco annuì facendo una smorfia.


-Volevo chiedere al vecchio di poter partecipare agli allenamenti-


Una stretta allo stomaco la prese. Se Draco fosse stato ammesso a quei maledetti allenamenti, lei sarebbe rimasta sola, per l'ennesima maledettissima volta. Che rabbia. Subito il sorriso le sparì dalla faccia. E la depressione l'assalì di nuovo.


-Bene- rispose piatta.

-Ma quando si decide a farci entrare?-

-Aspetta, un po' di pazienza-


Non fece a tempo a parlare che via via le persone cominciarono a defluire su per la scala a chiocciola. Lei, Draco, Harry e Ron furono gli ultimi a salire.

Ron continuava a fissare Draco con occhi di fuoco. Per un attimo Hermione incontrò il suo sguardo. Un brivido la percorse non appena i loro occhi si incrociarono.

Ma tentò di non darlo a vedere.


Quando entrarono, l'ufficio di Silente era già pieno zeppo, alcuni come la McGrannit e Piton stavano in piedi dietro la scrivania del preside, altri come Moody sedevano, insomma alla fin fine loro quattro rimasero in fondo alla stanza, anche se la visuale era ottima visto che al centro dell'ufficio non c'era nessuno, tutti quindi riuscivano a vedere Silente senza problemi.


-Bene- cominciò il preside -Sarò breve. Abbiamo deciso, di inviare due spie nei territori di Voldemort-


Molti tremarono al suono di quel nome, ma Silente continuò tranquillamente a parlare.


-Chi saranno queste due persone è ancora da decidere, anche se ho ricevuto già parecchie proposte, suppongo che la risposta definitiva l'avrete entro una settimana. Secondo gli ultimi avvistamenti, i Mangiamorte si stanno ancora preparando, abbiamo ancora un margine di circa 2 mesi prima del possibile attacco, anche se non possiamo esserne completamente sicuri. Il professor Piton ha già preparato parecchie pozioni, gli allenamenti del professor Lupin sono a un ottimo punto, credo che il Ministero non abbia mai avuto degli Auror migliori di quelli che alloggiano ad Hogwarts, la professoressa McGrannit ha già insegnato moltissime trasfigurazioni avanzate ad un numero ristretto di Auror Speciali, e la Signorina Granger ha memorizzato più incantesimi di quanti la mente umana possa concepire.-


Aggiunse sorridendo in direzione di Hermione che si sentì arrossire all'istante.


-Ognuno di voi è quindi indispensabile in questa lotta. Spero che continuiate a lavorare come state facendo adesso perchè sono davvero fiero di tutti voi. Bene, adesso se nessuno ha delle domande, vorrei fare un salto a Hogsmeade, ho finito le mie Api Frizzole e non riesco a concentrarmi se non ne ho una ventina sulla mia scrivania, pronte a essere mangiate. Perciò mi scuserete se chiudo la riunione qui-


A quanto pare nessuno aveva domande.


-Allora, grazie a tutti per essere venuti, la prossima riunione sarà tra una settimana esatta alla stessa ora, salvo comunicazioni importanti. Arrivederci-


Immediatamente uno per uno tutti uscirono dall'ufficio del preside, più o meno delusi da quello che si era detto. Hermione e gli altri che si trovavano in fondo furono spinti fuori dalla stanza, Draco che aveva bisogno di parlare col preside sgusciò tra una persona e l'altra fino a raggiungerlo.


Lei, Ron e Harry, invece, uscirono. Quando arrivarono alla fine della scala, Ron e Harry si allontanarono insieme, in direzione della loro camera. Hermione decise di aspettare Draco, almeno si sarebbe sorbita l'ennesima delusione, vedendo un altro a cui era stato permesso di fare quello che lei non poteva.


Ma evidentemente non era così. Perchè quando Draco apparve dalla scala a chiocciola proprio accanto al gargoyle, non aveva una faccia molto contenta.

Hermione gli andò subito incontro.


-Allora?- gli chiese.

-Allora, non sono ancora in grado di frequentare gli allenamenti- le rispose furioso.

-Colpa di Madama Chips?-

-Ma che ne so, accidenti!- era proprio arrabbiato.

-Senti ho un'idea-

-Non ho tempo per le tue idee malsane!-

-Che ne dici se ci allenassimo io e te?-

-Cosa? Ma sei pazza Granger?-

-Perchè no?-

-Perchè tu sei tu?-

-E quindi? Sono sempre stata migliore di altri- rispose con una nota di superiorità nella voce.

-No-

-Ti prego! Meglio di nulla!-

-Ho detto di no!-

-Bè allora vuol dire che hai paura-

-Paura io?-

-Si-

-Ma stai scherzando?-

-Affatto-

-Io non ho paura di te-

-Be allora alleniamoci insieme-

-Di la verità non vedi l'ora di mettermi le mani addosso- aggiunse ridendo.


Hermione gli tirò una botta sulla spalla.

-Che cos'era un sì?- gli chiese.

-E sia. Mamma mia, ma com'è possibile che io stia facendo una cosa del genere? Non ci posso credere-

-Perfetto allora ci troviamo tra mezz'ora nel parco, ok?-

-Va bene-

-Ciao!-


Draco non rispose e Hermione si allontanò in fretta. Sinceramente non vedeva l'ora.


*


-Colpiscimi!-

-No!-

-Granger, ho detto colpiscimi-

-Ma non so come fare!-

-O su via! Colpisci o me ne vado-

-Ok, ok dammi solo un secondo-


Hermione e Draco si stavano allenando nel parco sulle rive del lago. Prima di cominciare avevano fatto 10 giri di quello specchio d'acqua ed Hermione era seriamente sul punto di svenire per la fatica. Si era chiesta se gli allenamenti di Lupin fossero così estenuanti.


Fece un bel respiro. E si decise a colpire e...


PAM!


Lo colpì dritto in un occhio facendolo vacillare.


-Oddio! Ti ho fatto male?- chiese tutta preoccupata.

-No- rispose a stento Draco tenendosi le mani sull'occhio.

-Non volevo-

-Senti hai fatto proprio bene quindi non ti lamentare come una gallina, capito?-


Hermione annuì riprendendo fiato.

Dopo quel colpo non proprio indolore, cominciarono ad allenarsi sul serio, Draco le insegnò come parare i colpi bassi, quelli alti, e più v0lte avevano lottato, per modo dire, visto che lui non sembrava molto propenso a colpirla come aveva fatto lei poco prima.

Ma la sorte volle che dopo un colpo di Draco particolarmente violento, Hermione cadesse a terra.

E mentre la ragazza tentava di riprendersi accadde qualcosa che nessuno immaginava.

Ron fece capolino dalla collinetta che separava il lago dalle Serre di Erbologia.

Hermione si alzò subito in piedi, aveva paura di sapere quello che sarebbe successo di lì a poco, ma si sbagliava.


-Malfoy che le hai fatto?- Gridò avvicinandosi infuriato a Draco.


Lui si limitò a fissarlo con astio.

-No Ron, non è successo nulla- si affrettò a dire Hermione mettendosi tra i due.

-Spostati Hermione- l'apostrofò Ron.

-Ma non vuoi capire che non mi ha fatto nulla?-

-Senti l'ho visto io, non sono cieco!-

-Ron calmati!-

-No non mi calmo e ho detto togliti di lì!-

-No, non puoi decidere per me, ti ho detto che è tutto sotto controllo-

-Hermione conterò fino a tre, poi ti sposterò io di lì, capito?-

-Ron smettila!-

-HO DETTO TOGLITI!-

-NO!-

-SPOSTATI HERMIONE!-

-HO DETTO DI NO-

-MUOVITI-

-RON ADESSO...-


CIAFF!

E prima che se ne rendesse conto, Ron l'aveva schiaffeggiata.

Hermione girò la testa da una parte portandosi la mano sulla guancia arrossata, sentiva il sapore del sangue che le scendeva dal labbro spaccato.

Il respiro cominciò ad aumentarle mentre il cuore accellerò convulsamente i battiti.


Ron era lì con gli occhi sgranati, anche lui incredulo per ciò che aveva appena fatto.

Nessuno dei due ci poteva credere e nemmeno Draco, che era rimasto zitto e imbabolato dietro di lei, non credendo che la situazione avrebbe preso una piega del genere.


Hermione fissò Ron con disprezzo, prima che gli occhi le si riempissero di lacrime. Corse via oltre la collinetta e poi fino al castello.

Ron era ancora lì che si fissava le mani.


Draco lo guardò schifato.


-Non capisci proprio un cazzo, Weasley-

____________________________________________________________________________

Allora che ne dite? Attendo commenti!


Ringrazio tantissimo chi ha recensito la scorsa volta!


Cho89

Nightmare

Ginny89

Nene89

Laila

Ghirlanda

Manry

Pohebe80

Elly

Seya

Sara.themyth!

Sanae ^__^


Grassie mille!!!!

Un baciotto e al prossimo chap!!!


HERMIONE WEASLEY



ATTENZIONE!

DRACO MALFOY PROVOCA DIPENDENZA


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Capitolo 4
*** Quegli occhi Azzurri ***


Ciao Bellissimi!!!!

Come state??

Ecco il quarto capitolo, spero che vi piaccia. So che magari l'inizio vi potrà sembrare un po' esagerato, ma era come mi piaceva!

Insomma...


Ripensando all'idea iniziale, ho deciso che la fine potrà essere o Hermione/Ron, Hermione/Draco oppure ognuno per i fatti suoi...

Chissà Chissà Chissà


Ho tante idee e spero di poter aggiornare al più presto!!!

Adesso leggete e ditemi che ne pensate!

Un baciotto


HERMIONE WEASLEY

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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


4


"Close your eyes so you don't feel them

they don't need to see you cry

I can't promise i will heal you

But if you want to I will Try

...

Someone says the truth we love

I Believe without the doubt

In you

...

And I hope you'll find your freedom

eventually, for eternity"

Eternity, Robbie Williams




Corse per i corridoi così velocemente che le bruciavano i polmoni, respirava a fatica. Prima di accorgersene si ritrovò in camera sua, nella torre di Grifondoro.


Si fermò appena varcata la soglia della stanza. Si tastò con dita tremanti il labbro sanguinante. E quando si vide l'indice sporco di sangue, non ci vide più. Qualcosa le era scattato nel cervello.


Meccanicamente diede un calcio al comodino che cadde a terra con un tonfo. Il bicchiere che c'era sopra andò in mille pezzi che si sparsero per tutta la stanza.

Provò uno strano piacere a fare ciò che aveva appena fatto. E fu così che, afferrato il libro di incatesimi sul quale aveva trascorso notti intere, lo gettò contro la porta finestra. Il vetro si infranse e altri frammenti e schegge andarono ad aggiungersi a quelli di poco prima.


Aveva gli occhi annebbiati dalle lacrime, non vedeva più nulla. Si avvicinò al cassettone aprì tutti i cassetti e cominciò a lanciare magliette, canottiere tutto sul pavimento. Spalancò con rabbia le ante dell'armadio e tirò fuori i mantelli, i pantaloni tutto quello che c'era dentro. Spinse con foga l'armadio da un lato fecendolo cadere sul letto.


Prese il candelabro che teneva sul cassettone e lo battè con forze contro il sostegno del baldacchino. Le candele si spezzarono al minimo tocco e l'oggetto di rame si piegò sotto l'urto. Si aggrappò alle tende del letto e tirò con tutta la forza che aveva. Dopo averle staccate del tutto uscì sul balcone mentre un getto d'aria ghiaccia la colpì. Ma attualmente non sentiva nulla. Fece cadere le tende dalla finestra. Poi corse di nuovo nella stanza.


Le lacrime continuavano a scenderle dagli occhi, rigandole il viso.

Si avvicinò allo specchio, solo tre parole le uscirono di bocca con un sibilo strozzato.


-Mi fai schifo-


E con un pugno duro e preciso ruppe anche lo specchio. Vide il suo riflesso sgretolarsi insieme allo specchio e cadere a terra ultimando così il tappeto di vetro che si era spanto per tutta la camera.


Le nocche le bruciavano e un frammento di vetro le si era conficcato nella mano. Il sangue le usciva a fiotti e sembrava non aver intenzione di smettere. Si guardò le mani dolenti e sanguinanti. Ricominciò a piangere ancora più forte mentre pian piano si inginocchiava a terra incurante dei vetri che le premevano sulle ginocchia e sulle gambe.


Non provava nulla nè dolore nè disperazione. Si sentiva vuota e senza emozioni.

Le lacrime continuavano a sgorgarle da quegli occhi color cioccolato.


Finchè non si sentì afferrare da due braccia forti e decise. Due braccia pallide e perfette.


-Draco lasciami- riuscì a dire con un filo di voce.


Il ragazzo non rispose, ma sembrava intenzionato a farla uscire da quel posto il prima possibile.


-Draco ho detto lasciami- continuò con un po' più di vigore.

-No-

-LASCIAMI!- questa volta urlò con tutta la forza che aveva in corpo.


Cominciò a dimenarsi, tirare calci agitare le mani e battergliele sulle braccia che in un secondo la mollarono.

Si voltò di scatto verso il biondo che la guardava con un misto di sorpresa e preoccupazione negli occhi.


Appena i loro sguardi si incontrarono un nuovo attacco di pianto aggredì Hermione, che cominciò a tirare pugni sul petto di Draco.

Lui per tutta risposta la afferrò per i polsi con un gesto deciso.

Il sangue le colava su tutto il braccio fino a macchiare la maglietta celeste che indossava.


-Hermione, usciamo di qui per favore-


Qualcosa si placò in lei non appena sentì il suo nome uscire dalle labbra di colui che l'aveva sempre chiamata "Granger" o "Sporca mezzosangue".

Annuì con espressione disperata mentre Draco la sospingeva fuori dalla camera.


*


-Ma guarda che ti sei fatta-


Hermione si limitò a fissarlo impotente, non aveva voglia di parlare nè di dare spiegazioni, nè a lui nè a nessun altro.

Erano seduti sulle vecchie e logore poltrone davanti al caminetto, nella Sala Comune di Grifondoro.

Il fuoco era spento.


Con due semplici incantesimi Draco le fasciò le ferite e le pulì la maglietta.

Una strana sensazione la avvolse vedende che Draco, Draco Malfoy si stava prendendo cura di lei. Si chiese se quello fosse tutto uno strano sogno.


-Avresti potuto farti seriamente del male- disse appoggiandosi allo schienale della poltrona che occupava.

-Avrei voluto- rispose secca cominciando a fissare con sguardo vuoto il pavimento.


Il silenzio li avvolse, fu solo dopo una decina di minuti durante i quali ognuno era rimasto immerso nei propri pensieri, che Hermione si decise a parlare.


-Posso farti una domanda?-


Draco annuì senza guardarla.


-Che cosa ti è successo il giorno in cui ti abbiamo trovato davanti al castello?-


Spostò il suo sguardo su di lei.


-Mi domandavo quando me l'avresti chiesto- rispose serio.


Hermione lo guardò attenta e curiosa, ma il biondo sembrava non aver intenzione di spiccicar parola.

Gli scoccò uno sguardo esortandolo a parlare.


-Insomma?-

-Non sono tenuto a dirti nulla, Granger-

-Ah bè fa come vuoi-


Rimasero in silenzio per un'altra buona decina di minuti-


-Era- Hermione si voltò sorpresa verso la voce di Draco -Da quattro mesi che prendevo parte agli allenamenti di preparazione per Mangiamorte. Mio padre ha insistito tanto perchè io li facessi. Sono stati quattro mesi lunghi ed estenuanti. Prendevo parte alle riunioni più importanti, alle quali partecipava anche Tu-Sai-Chi. Discutevamo degli attacchi, quando sferrarli e come. Io intervenivo spesso e per la prima volta mio padre era fiero di me.- dicendo quelle parole gli occhi gli si illuminarono.


-Ho sempre desiderato un po' di attenzione da mio padre, ma più il mio desiderio cresceva e più il suo odio verso di me aumentava. Io voglio bene a mio padre, so che non è un uomo che merita affetto e considerazione e che probabilmente il suo posto è ad Azkaban, ma io non posso fare a meno di amarlo, è più forte di me. E per tutti questi anni io non ho fatto altro che compiere atti e gesti che gli facessero piacere, ma che lui prendeva a mala pena in considerazione. E la mia disperata volontà di compiacerlo è arrivata fino a questo punto. Io gli dicevo tutto di Potter, di Silente, di quello che accadeva ad Hogwarts. Ma quando avevo bisogno di essere ascoltato lui si limitava a farmi una strana smorfia e a regalarmi qualche oggetto di valore che mi facesse stare zitto almeno per un po'.-


Si voltò verso Hermione con uno strano e malinconico sorriso sulle labbra. Lei lo fissava sconvolta, non credeva che Draco potesse avere tutti questi problemi. Sinceramente le era sempre sembrato uno stupido ragazzino ossigenato, viziato come pochi e abituato ad aver sempre ragione su tutto. Ma quello che adesso lui le stava rivelando dimostrava l'esatto contrario.


Evidentemente Draco si rese conto di ciò che le stava dicendo e si affrettò a dirottare il discorso su altri argomenti, dopotutto quella non era la risposta alla domanda che lei gli aveva fatto, e lui non aveva mai detto niente del genere e nessun altro.


Si schiarì la voce con un lieve colpo di tosse.


-Io stavo nella base di Daftown, vicino Hogsmeade. Lì studiavamo gli attacchi per Hogwarts. Finchè non è cominciata una strana corrispondenza, ricevetti una lettera che mi aprì gli occhi. Risposi al mittente e feci una cosa che mio padre non sapeva nè sospettava...-


Si alzò e si avvicinò alla finestra fissando il parco del castello.

Hermione lo seguì con lo sguardo rapita da quel racconto.

Draco sospirò.


-Mi alleai con il nemico- continuò con appena un filo di voce.

-Cosa?- stavolta Hermione era davvero sconvolta, sembrava che qualcuno le avesse rovesciato addosso un secchio di acqua ghiacciata. -Vuol dire che tu eri dalla nostra parte?-


Draco annuì.


-Cominciai a passare informazioni a Silente e alla sua allegra combriccola. Ho visto tanta gente essere torturata e morire nelle prigioni di Daftown e non voglio più assistere a spettacoli del genere. Una volta mio padre mi portò in una di queste celle. Disse che mi voleva vedere all'opera, che voleva vedermi uccidere a sangue freddo e senza pietà. Mi aspettavo un uomo, un vecchio ma quando entrai in quella maledetta stanza c'era una bambina. Avrà avuto sette anni o poco più, era bionda con due grandi occhi azzurri. Credevo che non avrei avuto problemi a uccidere qualcuno, ma quando la vidi indifesa e tremante non ebbi il coraggio di alzare la bacchetta. La cosa che mi colpì fu ciò che stava facendo. Aveva un piccolo orsacchiotto di pezza e lo teneva stretto tra le braccia come se lo volesse proteggere.

Era la figlia di un uomo che aveva dato problemi a mio padre al Ministero ed era incappata in una cosa troppo più grande di lei.

Levai la bacchetta più di una volta, ma non una parola uscì dalle mie labbra. Mio padre mi esortava, mi incitava a farlo, ma io....non ci riuscii. Fu allora che lui spazientito e deluso dalla mia debolezza la uccise senza pietà, senza risentimento. E io rimasi lì impietrito senza far nulla per fermare quello scempio. Quegli occhi azzurri pieni di paura e innocenza li sogno ancora la notte. Probabilmente è stato questo a farmi cambiare idea. La mia speranza era quella di fare qualcosa e far sparire dai miei sogni quella bambina che mi rimproverava di non aver salvato il suo orsacchiotto. Ma è stato tutto inutile, ogni volta che chiudo gli occhi, la vedo.-


La voce gli si ruppe in gola, ma tentò ugualmente di continuare.


-Per la prima volta dall'arrivo di quella lettera mi sono sentito utile e considerato. Ma per un assurdo sbaglio il mio gufo portò la lettera a mio padre anzichè a me. E' stato orribile. Ha mandato dei Dissennatori nella mia camera. Sono fuggito dalla finestra e mi sono nascosto nella Foresta Proibita. Rimasi cinque giorni dentro il bosco, finchè i Dissennatori non mi trovarono. Mi attaccarono e insieme a quelle bestie c'erano anche una decina di Mangiamorte. Riuscii a evocare il mio Patronus e a fuggire, l'unica cosa che avevo in testa era raggiungere il castello. Ed è stato allora che tu mi hai trovato-


La guardò, triste e stravolto.

Hermione non sapeva che dire.


Il ragazzo fece per andarsene, si avvicinò all'uscita.


-Draco?- Hermione richiamò un attimo la sua attenzione.


Malfoy non si voltò per guardarla negli occhi, ma non ebbe problemi ad udire quella parola appenna sussurata.


-Grazie-


Have you ever loved somebody?

So much that you was just too blind to see, past

All of the pain they was causing you

Ladies do you feel me?

Have you ever loved somebody?

So much that you went against the right things

that you should do

Then it's time to make change


Bad Habit, Destiny's Child

_________________________________________________________________________

Allora che ne dite?

Spero che vi sia piaciuta!!!

Grazie mille a:


Cho89

Sanae

Ginny89

Nightmare

nene89

Laila

Pohebe80

Seya

daffydebby

hermione

Angelwings


Grazie grazie grazie!!!

Alla prossima! E lasciatemi un commentino please!!!


HERMIONE WEASLEY


ps: aggiornerò al più presto Il Ballo d'Inverno ^_^



ATTENZIONE! LA LETTURA PROLUNGATA DI QUESTA FF POTREBBE CREARE

DANNI IRREVERSIBILI AL CERVELLO O SEMI PAZZIA TEMPORANEA



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Capitolo 5
*** Il Rapimento ***


Vi ho visti piuttosto sconvolti ragazzi!

Calma Calma Calma!!!


Insomma se leggete la recensione che mi ha lasciato Night al chap 4 capirete quali sono le mie intenzioni!

Nulla di sconvolgente suvvia!!!

Non preoccupatevi Ron/Herm fanatici, tutto andrà bene!!!

Allora questo è il primo chap sull'Herm e Ron andante....


Comunque leggete!!!


HERMIONE WEASLEY

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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


5


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams




-Sei sicuro, Harry?- la voce di Silente era seria e grave.


Harry era convinto di non averlo mai visto così. Le lunghe dita intrecciate, gli occhi azzurri stanchi ma sempre attenti e vigili lo scrutavano da dietro le lenti a mezzaluna. Faceva quasi paura, il vecchio e arzillo mago che mangiava Cioccorane era all'improvviso stato sostituito da un uomo dall'aria seria e preoccupata.


-Si-


-Bene, non ho intenzione di impedirti di fare ciò che vuoi, ma lascia che ti dica che non è una missione da poco. E' pericoloso, non perchè non mi fidi te, ma...-


-La prego signor Preside, non voglio rimanere ancora qui con le mani in mano, non in seguito ai recenti avvenimenti.-


-Ti capisco. E sia-


-Quando partiremo?-


-Domani all'alba, non c'è un minuto da perdere. Porta il mantello ma ricorda che i Dissennatori riescono a percepire anche le persone che ne indossano uno. Sempre la bacchetta alla mano, non abbassate mai la guardia. Metti in pratica ciò che ti ha insegnato Lupin in questi mesi, agite in silenzio, con cautela e prudenza. State in luoghi buii, e evitate i posti deserti, sono quelli più pericolosi. Portatevi un po' di cioccolata e qualche pozione che vi farò avere dal professer Piton. Non fate sciocchezze, non attaccate, voglio un lavoro pulito. La trovate, la liberate e mandatela direttamente al San Mungo con questa pergamena. E' una passaporta diretta all'ospedale. Prendi la mappa Harry potrà esserti utile. Dovrete collaborare, se non lavorerete insieme, allora è inutile che partiate. Cercate di scoprire più cose possibili, ma prima di tutto salvatela. Per ora è la nostra priorità. Sono stato chiaro?-


Harry annuì più convinto che mai voltandosi verso Draco, che era fermo appoggiato al muro pochi passi più indietro.


Silente fece un respiro profondo riprendendo la sua solita calma e tranquillità.


-Bene! Draco, Harry spero che tutto si risolva per il meglio. Tenete a mente quello che vi ho detto, mi raccomando. Bè adesso andate a prepararvi, un buon riposo è ciò che serve a entrambi-


Senza una parola i due ragazzi abbandonarono l'ufficio del preside. Un nuovo peso gravava su tutti e due.


*


Aprì lentamente gli occhi. Aveva un forte mal di testa. Riconobbe subito il caminetto spento della Sala Comune. A quanto pare si era addormentata dopo che Draco se n'era andato.

Si mise a sedere stropicciandosi gli occhi. Le mani le facevano ancora male, la cosa migliore sarebbe stata andare da Madama Chips, ma come avrebbe giustificato quelle ferite?


Fece un respiro profondo, portandosi una mano sulla guancia dove Ron l'aveva colpita.

Non riusciva a capire come mai l'avesse fatto. Non era mai stato così violento. La sua reazione l'aveva stupita e ferita allo stesso tempo.


Ma più che arrabbiata con lui, si sentiva arrabbiata con se stessa, per non aver reagito, per non aver saputo rispondere a quel gesto. Aveva parole per tutte le occasioni, ma non per questa. Il fiato le si era mozzato in gola, se avesse aperto la bocca probabilmente non le sarebbe uscito che un sibilo strozzato, e nient'altro.


Si alzò mentre un brivido le percorse la schiena.

Cominciò a lentamente a salire le scale verso la sua camera. Mise la mano sulla maniglia pronta a trovarsi davanti il caos che lei stessa aveva fatto. Ma quello che vide fu una stanza pulita e ordinata, tutto era come doveva essere.


Dobby era sicuramente passato di lì.

Chiuse la porta dietro di se.

La porta finestra aperta lasciava entrare un vento ghiaccio e pungente. Il cielo era rosato con sfumature di arancione qua e là, il sole tramontava oltre le colline . La sera non avrebbe tardato ad arrivare. Un altro giorno era passato e non nel migliore dei modi. Si affacciò sul balcone. Tutto era tranquillo e sereno, almeno in apparenza.


Nessuno si aggirava per il parco, bè nessuno tranne un ragazzo dai capelli rossi che sedeva in riva al lago.


Ron.


All'improvviso Hermione decise che ci voleva parlare, per dirgli cosa non sapeva, magari una delle sue belle ramanzine. Qualcosa che lo ferisse così come lui aveva ferito lei.


Prese il mantello e scese le scale per l'ennesima volta.

In men che non si dica si ritrovò nella Sala d'Ingresso e poi sul prato.

Il vento era incredibilmente ghiaccio, se lo sentì penetrare nelle ossa, facendola rabbrividire.

Si strinse ancora di più nel mantello.


Ron era seduto davanti al lago, proprio dove poche ore prima l'aveva colpita.

Aveva una maglietta a maniche corte dei Cannoni di Chudley, i capelli rossi scompigliati selvaggiamente dal vento. Hermione si chiese se avesse freddo, il che era più che sicuro vista la temperatura. Aveva le gambe piegate e i gomiti poggiati sui ginocchi. Le mani nei capelli e la testa bassa.


Gli si parò davanti, le mani sui fianchi. Non riusciva a guardarlo in viso, aveva lo sguardo basso, anche se Hermione sapeva benissimo che si era accorto della sua presenza.


-Ron?- tentò. Era furiosa con lui, ma sentiva che qualcosa non andava.


Il ragazzo non si mosse.

Anche Hermione ammutolì.

Rimasero in quella situazione piuttosto scomoda per almeno cinque minuti. Alla fine di quell'interminabile pausa Hermione aprì bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa.

Ma proprio in quel momento Ron alzò il viso verso di lei.


Gli occhi rossi e gonfi dal pianto. Le guance arrossate e bagnate. La carnagione incredibilmente pallida.


-Ron che è successo?-


Chiese inginocchiandosi davanti a lui. Ma Ron non rispose si limitò a guardarla scuotendo la testa.


-Qual'è il problema?- provò di nuovo Hermione.

-Il problema è che fa tutto schifo!- stava praticamente urlando. -Questa vita fa schifo, questo mondo fa schifo, io faccio schifo!-


Hermione lo guardò con gli occhi spalancati. Si spostò indietro non appena il ragazzo si alzò di scatto.


-Ma che è successo?- chiese ancora lei.

-Hanno...- la voce gli si ruppe in gola. -Rapito Ginny-

-Che cosa?-

-Oggi pomeriggio-

-Ma non può essere.- farfugliò Hermione sconvolta.

-Può essere eccome, quei figli di puttana l'hanno rapita proprio fuori dalla Tana-

-E adesso...Silente che ha detto?-

-Io vado a prenderla, non posso rimanere qua senza fare nulla-

-No, Ron, non puoi andare-

-Perchè no?-

-Perchè sei troppo coinvolto-

-Me ne fotto! Quella è mia sorella!-

-E' per questo! Lascia che sia qualcun altro a salvarla. Gli Auror sono forti e capaci vedrai che la prenderanno senza il minimo sforzo-

-No, io vado con loro-

-Ma...-

-No, niente ma, sono inutile, sono completamente inutile. Non riesco fare nulla, sono un incapace!-

-Non dire così, Ron, sai che non è vero-

-Per esempio oggi...- Divenne completamente rosso.

-Non importa di oggi-

-Si che importa. Io....Io non...- rimase nuovamente in silenzio.


Hermione lo osservò, mordendosi il labbro inferiore.

Un'altra folata di vento la fece rabbrividire. Ron tremava come una foglia, senza ritegno. Aveva le braccia bianche e le labbra viola, se fosse rimasto ancora un po' là fuori, sarebbe morto congelato.


-Ron, entriamo- fece stringendosi nel mantello.

Lui rimase immobile, una mano sul fianco, l'altra che si massaggiava una tempia.


Era diventato ancora più alto in quegli ultimi mesi. Aveva messo su un po' di muscoli sulle braccia. Le lentiggini erano andate via via scomparendo, contando ormai poche superstiti. I capelli non erano più color carota, ma di un rosso più scuro. Gli occhi da azzurri si erano fatti blu. Era cresciuto parecchio.

Non aveva più nulla del ragazzino incontrato sul treno, che cercava di far diventare il suo topo giallo, quel lontano 1° settembre. Un giorno che le sembrava lontano anni miglia.


Non era mai piaciuto alle ragazze, ma dal sesto anno in su era diventato popolare soprattutto grazie al Quidditch. Quando passava per i corridoi le ragazzine del quarto anno bisbigliavano eccitate, e i ragazzi lo guardavano ammirati. Lui e Harry venivano fermati da ogni parte per un saluto, per una stretta di mano, per un bacio...

Ron era diventato una specie di sciupafemmine. Aveva avuto una storia con Lavanda, con entrambe le sorelle Patil, con alcune ragazze di Tassorosso, qualcuna di Corvonero, e girava voce che avesse avuto un flirt anche con una Serpeverde del 5° anno. Storie che erano durante meno di una settimana, alcune nemmeno un giorno.


Hermione si ricordò Lavanda e Calì che elencavano le sue doti, letteralmente parlando, o la faccia di Hannah, mentre Padma le raccontava della loro ultima incursione nel rispostiglio delle scope. In linea di massima Ron non aveva mai invitato a Hogsmeade la stessa ragazza per due volte di seguito.


Ma lei e Harry non avevano mai dato giudizi sul suo comportamento, si erano limitati a parlarne tra loro le sere nella Sala Comune.

Hermione si ricordava sin troppo bene, le serate passate davanti al fuoco, tentando di rimanere sveglia, rodendosi il fegato pensando a ciò che lui stava facendo con la fortunata di turno.


Sì, era cambiato.

Ma quello che vedeva davanti a se, era pur sempre il suo miglior amico che in poche parole le stava chiedendo di aiutarlo.

Fece un passo avanti verso di lui, eliminando poco per volta la distanza che li separava.

Era altissimo, Hermione arrivava poco più su del suo petto.


Alzò una mano tremante e gliela posò sulla guancia, asciugando le lacrime con il pollice.


-Il Capitano di Grifondoro non dovrebbe piangere, lo sai vero?-


Ron tirò sul col naso, fissandola negli occhi.


-Se i ragazzi del 1° anno ti vedessero in questo stato, crollerebbe loro un mito, e non vuoi che questo accada, vero Ron?-


Hermione alzò gli occhi verso di lui e notò il suo sguardo fisso su di lei.

Rabbrividì quando i loro sguardi si incontrarono.

Spostò le mani sul suo petto e si rannicchiò sulla sua maglietta dei Cannoni di Chudley.

Ron l'abbracciò poggiando il mento sulla sua testa.


-Ho paura- disse lei con un filo di voce.


Ron non rispose ma la strinse ancora di più.


-Sarà meglio entrare, non credi?- continuò lei.

Si staccarono con riluttanza l'uno dall'altra.


-Dobbiamo parlare con Silente- disse Ron.

-Già-


Hermione fece per incamminarsi verso il castello, quando la voce di Ron la fermò.


-Hermione?-

-Si?-

-Mi dispiace-


Lei gli sorrise scomparendo attraverso la porta di ingresso.

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Allora che ne dite???

Non vedo l'roa di scrivere il prox chap!!!!


Come promesso dovrei pubblicare presto l'ultimo chap del Ballo (Se Dio vuole!) e la mia one shot natalizia!!!

Un grazie speciale a chi ha recensito vale a dire:


Cho89

Nightmare

vannuccina

Pepy

Paddy

Phoebe80

Angela

Angelwings

*********

Elly

Laila

anonima

Cioccorana


Grazie infinite!!!


Commentate please!!!

Un baciotto

HERMIONE WEASLEY


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Capitolo 6
*** Partenze e Whisky Incendiario ***


Ciao! E scusatemi per il mio mastodontico ritardo ç_ç Ma adesso che Il Ballo è ultimato e la one-shot scritta sono molto più tranquilla: avrò tutto il tempo per dedicarmi a questa ff!!!


Prima di tutto volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno recensito Giochi o non giochi? Non sapete quanto mi avete fatta felice ^^ Grazie sul serio! Siete mitici!


Vediamo spero che questo chap vi piaccia, è un po' di transizione. Prepara il terreno a quello che succederà nel prossimo...Ma non voglio anticiparvi nulla ^^


Leggete e fatemi sapere!!

Spero di averlo fatto abbastanza lungo! ^^


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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


6


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams




Harry percorreva a passo svelto i bui corridoi che conducevano ai sotterranei di Serpeverde.

Era avvolto dall'oscurità, ma procedeva sicuro: in quegli ultimi mesi lui e Ron erano stati parecchie volte da quelle parti, anche solo per passare un'oretta senza essere disturbati da nessuno.


Sentì il grande orologio del castello segnare le dieci. Aumentò il passo.

Dopo qualche minuto giunse ad una piccola porta nera. Tastò con le mani il legno vecchio e marcio, fino a trovare la maniglia arrugginita. Vi esercitò una lieve pressione, e la porta con un cigolio tutt'altro che rassicurante, si aprì.


La debole luce del fuoco acceso nel caminetto lo raggiunse.

Era una stanza piuttosto spartana, un letto già rifatto, un armadio nell'angolo destro e un comodino alla sinistra del letto. Il tutto veniva completato dal caminetto.

Draco si voltò verso il suo visitatore.

Non fece alcun commento, si limitò a fare quello che stava facendo prima dell'arrivo di Harry.

Si mosse con rapidità all'armadio e prese un mantello nero. Lo indossò.


-Che stai facendo?- gli chiese Harry dopo un momento di silenzio.

-Vado a prendere la Weasley- rispose secco.

-Ma la partenza è domani- ribattè Harry accigliato.

-E tu credi che i Mangiamorte aspetteranno domani per farla fuori?-


Harry non sapeva che rispondere, ma tutt'a un tratto la gola gli si seccò.


-Allora che fai vieni o no?- gli chiese Draco astioso.


Se solo un anno prima gli avessero detto che un giorno sarebbe partito con Harry Potter per andare a salvare una Weasley e rischiare la vita, probabilmente avrebbe riso per un anno filato.

Non avrebbe mai creduto che una cosa del genere potesse accadere.


-Certo che vengo. Dammi dieci minuti- disse avvicinandosi alla porta.

-Cinque-


Harry fece un breve cenno di assenso in direzione di Malfoy per poi tornare da dove era venuto.


*


Era passata circa mezz'ora da quando Hermione si era chiusa nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

Fortunatamente il fantasma della ragazza non c'era.

Si guardò un'ultima volta allo specchio.


Il cuore le batteva ancora all'impazzata, e le mani le tremavano. Si passò una mano nei capelli. Era ridicolo sentirsi così per una tale sciocchezza. Ma una cosa era certa: erano stati troppo vicini, troppo.

Aprì il rubinetto, e si sciacquò il viso e le mani.

Dopodichè fece un bel respirone e uscì: non serviva a nulla restarsene chiusa là dentro.


La luna era già alta nel cielo, pallida e piena.

Hermione chiuse la porta dietro di sé.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno e attualmente aveva una sola persona in mente.

Si mise a correre nella direzione dei sotterranei.

Ma arrivata davanti alla Sala Grande, si rese conto che non c'era alcun bisogno di scendere nelle viscere del castello.


-Draco!- gli disse correndogli in contro.

Solo allora si rese conto che Malfoy non era solo, c'era Harry con lui.

Avevano entrambi un pesante mantello nero addosso, con in mano i rispettivi manici di scopa.

Non ci voleva molto a capire che erano in partenza.


-Ma dove state andando?- chiese loro, anche se sapeva già la risposta.

-A Hogsmeade a comprare Api Frizzole- rispose acido Draco.


Harry gli scoccò una strana occhiata, per poi rivolgersi a Hermione.

-Stiamo andando a Daftown-

-Da Ginny- sentenziò lei dopo un attimo di pausa.

-Scusaci Granger ma dobbiamo proprio andare, o invece della tua cara amichetta troveremo un mucchietto di ossa e cenere-


L'idea la fece rabbrividire e anche Harry era del solito parere, poichè chiuse gli occhi come cercando di scacciare quel pensiero dalla testa.


-E Ron?- chiese Hermione.

-Dovrai dirglielo tu- rispose Harry -Non sono riuscito a trovarlo-


La ragazza cominciò a torturarsi le labbra. Se Ron fosse venuto a sapere che Harry e Draco erano partiti senza di lui o comunque senza dirgli niente si sarebbe arrabbiato di brutto.

Ma purtroppo la salvezza di Ginny era molto più importante dell'ego del fratello.


-Ok- fece Hermione annuendo. -Glielo dirò io-

Non sapeva perchè ma alzandosi un punta di piedi scoccò un bacio sulla guancia prima a Harry e poi a Draco.

Malfoy rimase un attimo interdetto, con un'espressione tra lo stupito e il disgustato. Harry invece non battè ciglio, non era la prima volta che la sua migliore amica lo baciava sulla guancia.


I due si incamminarono verso la porta d'Ingresso.


-State attenti-


Harry si voltò sorridendole. Hermione si fidava del suo migliore amico. Era sicura che di lì a poco avrebbe rivisto Ginny viva e vegeta. O almeno lo sperava. E in un certo senso la tranquillizzava anche vederlo partire con Draco. Rimase bloccata sulle scale, entrambi inforcarono le scope. In meno di un secondo erano già volati via.


-Hermione!-


La ragazza si voltò verso la voce che la chiamava.

Quando il suo cervello realizzò a chi apparteneva, si sentì rabbrividire.


Adesso arrivava il bello.


-Ron- constatò Hermione aspettando che il rosso la raggiungesse.

-Senti mi sai dire dove si trova la stanza di Malfoy?-

-Perchè?-

-Devo parlargli- rispose lui abbassando gli occhi.

-Si trova nei sotterranei, vicino all'entrata della Sala Comune di Serpeverde-

-Ah! Quella stanza dove andavamo io ed Harry. Ok grazie-


Fece per correre nella direzione che Hermione gli aveva appena indicato, ma la voce di lei lo fece fermare.


-Ma non lo troverai- la ragazza chiuse gli occhi, preparandosi al peggio.

-Come sarebbe a dire?- chiese lui.

-Se n'è andato.-

-Se n'è andato?-

-Si-

-E dove, di grazia?-

-A Daftown-

-Non mi vorrai dire che è tornato dalla parte di Voldemort-

-No, no, anzi-


Ron sgranò gli occhi cominciava a capire e la cosa non gli piaceva affatto.

-E Harry dov'è?- continuò con la voce sempre più bassa.


Hermione rimase un attimo in silenzio valutando attentamente il peso delle parole che stava per pronunciare.

-Con lui-

-Con lui!? Mi stai prendendo in giro?-

-No. Sono andati a prendere Ginny-


Il silenzio li avvolse. Per la prima volta da quando Ron l'aveva chiamata, qualche minuto prima, Hermione si decise a guardarlo negli occhi.

-E mi spieghi che cazzo c'entra Malfoy?- Ron stava decisamente cominciando ad alzare un po' troppo il tono di voce.

-Non lo so-

-Ecco appunto, non lo sai! Ci dovevo essere io al posto suo.-

-Dai retta a me Ron è meglio così-

-No, non è meglio così.- cominciò a camminare avanti e indietro. -E Harry? Perchè non mi ha detto nulla? Si può sapere perchè diavolo non mi ha detto nulla!?-

-Io...non lo so Ron-

-Ma possibile che Silente l'abbia fatto andare via con Draco? E' un Malfoy non ci si può fidare di lui-

-Se Silente gli ha dato fiducia un motivo ci sarà- ribattè Hermione.

-Si esattamente come Piton, eh?-

-Esattamente come Piton. Non mi pare che abbia mai tradito l'Ordine- gli fece notare lei.


Ron si passò una mano sulla fronte, incredulo. Voleva esserci lui con Harry. Doveva esserci lui, accidenti!

Senza dire altro si allontanò dalla Sala d'Ingresso lasciando Hermione più confusa che mai.


*


Aveva quasi finito metà della bottiglia. Non aveva una grande passione per il Wishky Incendiario, ma si sentiva stranamente bene quando lo beveva. Era come se riuscisse a estraniarsi dal mondo. I suoni, le voci gli parevano ovattati.

Fece per poggiare la bottiglia sul comodino dopo averne buttato giù un altro sorso.

Sapeva che era sbagliato, che tutto quell'alcool non gli faceva affatto bene, ma non riusciva a smettere.

Ma proprio in quel mentre Hermione entrò a sorpresa nella sua stanza.


La faccia le si contorse in una pura espressione di disgusto quando vide la bottiglia semivuota nelle sue mani.


-Ron, che stai facendo?- chiese avvicinandosi e togliendogli la boccia di mano.

-Niente- rispose lui tentando di tirarsi su a sedere.

-Te lo sei bevuto tutto?-


Ron non rispose, si limitò a tirare sul col naso e a passarsi una mano tra i capelli spettinati.

Hermione sospirò mettendo la bottiglia sul davanzale della finestra, il più lontando possibile da lui.


-Di', stai bene?-

-Mai stato meglio-

-Sei sicuro? Se hai bisogno ne possiamo parlare- si offrì lei sedendosi sul letto.

-Non c'è niente di cui parlare-

-Allora perchè ti sei scolato più di mezza bottiglia di Whisky?-


Ron non sapeva che rispondere, fatto sta che le forze e la ragione lo stavano lentamente abbandonando.

Si lasciò cadere sui cuscini.


-Scusa Herm ma ho parecchio sonno e se non ti dispiace vorrei dormire- chiuse gli occhi abbracciando il cuscino.

-No, non importa vado a dormire anche io-

-Bè allora buonanotte- le disse Ron.


Hermione si alzò dal letto diretta alla porta.

-Buonanotte- rispose con un sorriso un po' malinconico.


Chiuse la porta dietro di se. Fu un attimo. Un qualcosa balenò nel cervello di Ron.

Ma che stava facendo? Lei tentava di aiutare il suo migliore amico semi-ubriaco e lui la sbatteva fuori dalla porta. Si sentì all'improvviso un emerito coglione.


Scattò in piedi e uscì dalla stanza che lui e Harry condividevano.


-Hermione!-

Fu quasi un urlo, di certo non si aspettava di trovarla proprio lì davanti alla porta, ma era proprio lì che si trovava.

La ragazza si stava chiudendo la felpa azzurra che indossava sopra il pigiama.


-Che c'è?- rispose lei stupita.

-Ecco, io mi chiedevo se...-


Hermione lo incitò ad andare avanti con lo sguardo.

-Siccome il letto è grande, e la stanza così vuota...io mi chiedevo se, ecco volessi rimanere a dormire qui-


Le ultime parole finirono in una specie di sbuffo. Ron si sentì avvampare.

Hermione aveva sgranato gli occhi.

Se fosse stato Draco a chiederle una cosa simile, lei gli avrebbe risposto "Cos'è una proposta?", così come faceva lui con lei.

Ma con Ron era tutto più diverso e complicato. Troppo complicato.

Il ragazzo si stava grattando la nuca, aspettando una risposta.


-A dormire?- chiese con voce flebile Hermione.

Si sentì piuttosto stupida a chiedere una cosa del genere. Arrossì violentemente.

-Per dormire- sentenziò Ron più rosso di lei.

-Ok- rispose Hermione con lo sguardo fisso a terra.

-Oh stupendo-


Ron aprì la porta per farla passare. Hermione prese un cuscino dal letto di Harry e lo sistemò sul lato destro del letto di Ron.

Lui intanto si era già infilato sotto le coperte.

Con riluttanza anche Hermione fece lo stesso. Si sentiva tranquilla e nervosa allo stesso tempo.


Ron spense la candela. Hermione era sul ciglio del lato del letto, ancora un centimetro e sarebbe caduta di sotto. Ed era convinta che anche lui stesse facendo lo stesso.

Non potè fare a meno di sorridere. La situazione era davvero tragi-comica!


-Buonanotte Ron- sussurrò dopo un po'.

-'Notte, Herm- fece di rimando lui.


Hermione chiuse gli occhi sperando con tutto il cuore che Ron non russasse.

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Allora che ve ne pare?

Aspetto commenti ^^

Grassie Mille a chi ha recensito lo scorso chap!


Paddy

Giada

Nightmare

Cho89

Ginny89

vannuccina

Elly

hermy grangy

Phoebe80

Laila

Sanae ^^

Federiketta

Pepy

Angelwings



Un'ultimissima cosa.

E' stato aperto da qualche mese un carinissimo forum di Harry Potter. Abbiamo un gioco di ruolo, lo smistamento, e ogni settimana chi troverà la soluzione all'indovinello che l'Admin propone vincerà avatars, gift e animazioni riguardanti chiaramente Hp!!! Abbiamo bisogno di nuovi iscritti per dare il via al gioco ^^ Quindi perchè non ci fate un salto? Ci farebbe davvero molto piacere.


Harry Potter Forum


Scusate lo Spam ^^


Siccome non penso di aggiornare prima di lunedì, vi faccio i miei migliori auguri per un felicissimo 2005!


Buon Anno ^^


Baci Bacini Baciotti


Hermione Weasley




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Capitolo 7
*** La Fortezza di Daftown ***


Ecco il 7° chap! Spero che vi piaccia!

Mi auguro di riuscire a scrivere il prossimo al più presto, poichè Cho che conosce la storia mi sta assillando sa un mese!


Leggete e commentate!


HERMIONE WEASLEY


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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


7


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

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If you're willing to change the world

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Let Love be Your Energy, Robbie Williams



Era buio pesto, Harry non vedeva al di là del suo naso.

Erano ormai due orette buone che camminavano, era a dir poco esausto. Non si sentiva più i piedi, al loro posto c'erano due blocchi di ghiaccio.

La notte era fredda e stava cominciando a nevicare.

Solo la prima mezz'ora avevano volato, dopodichè, Draco gli aveva praticamente ordinato di procedere a piedi: volare era troppo rischioso man mano che si avvicinavano.


Harry incespicò un pochino. Non sapeva esattamente dove fossero, doveva essere un prato o comunque aperta campagna. Sentiva i piccoli ghiaccioli tra i fili d'erba frantumarsi sotto il suo peso. Si chiese se lui e Draco avrebbero fatto la stessa fine e si augurò fermamente di no.


Draco. Si attualmente non sapeva cosa o come avrebbe fatto se non ci fosse stato lui. In effetti era Malfoy che faceva strada, Harry si stava limitando a seguirlo. E la cosa straordinaria era che non sembrava affatto stanco, anzi aveva la stessa andatura da quando erano partiti. Sembrava instancabile, non si fermava, non si voltava, tirava dritto per la sua strada e tanti saluti.


Harry tirò sul col naso. Non aveva ancora realmente pensato a Ginny da quando erano partiti, sperò di trovarla in salute o quantomeno viva.

Si strinse ancora di più nel mantello. Gli occhiali gli si stavano appannando, il respiro formava nuvolette bianche che si disperdevano nell'aria a intermittenza.


Fu un attimo. E all'improvviso una folata di aria ghiaccia lo avvolse. Ma non era quel freddo legato alle condizioni metereologiche. Era un freddo strano, un qualcosa di più psicologico, qualcosa che era legato alla mente, ai ricordi.

Si guardò intorno furtivo, ma non vide nulla, era impossibile vedere qualcosa.

E quel freddo aumentava senza sosta.

Harry non aveva più dubbi, doveva essere un dissennatore o più di uno.


Continuò comunque a procedere con lo sguardo basso. Ma dopo i due passi seguenti si ritrovò contro la schiena di Draco.

Si era bloccato all'improvviso.

Si voltò verso di Harry per la prima volta da quando era cominciato il viaggio.


Si mise un dito sulle labbra, invitandolo al completo silenzio.

Harry gli si mise a fianco, tentando di capirci qualcosa.

Lo guardò interrogativo, ma Draco fissava tutt'altra parte, di fronte a se per la precisione.

Harry aumentò la stretta sulla bacchetta.

Fece come il compagno e guardò avanti a se.


Solo allora gli occhi si abituarono all'oscurità e alla pallida luce della luna, un'imponente fortezza nera si stagliò nella notte.

Harry deglutì, la mano serrata sulla bacchetta.

Adesso capiva quel freddo. Era praticamente sicuro che la base fosse difesa dai dissennatori.


Draco voltò il capo nella sua direzione.

Con l'indice indicava un punto non meglio identificato nel buio.

Doveva essere una torre o qualcosa di simile.

Probabilmente era dove tenevano i prigionieri.


Guardò nuovamente Draco. Come avrebbero fatto a raggiungere la Torre? Con le scope era troppo rischioso, Harry lo sapeva, lo spostamento d'aria avrebbe insospettito i dissennatori e le sentinelle.


-Devi farmi levitare- gli sussurrò Draco nell'orecchio.


Harry fece un cenno di assenso con la testa.

Tirò fuori la bacchetta dal mantello, non aveva ancora mollato la presa.

La puntò contro il biondo, tentando di mantenere la concentrazione.

Far levitare una persona non era cosa facile.

Chiuse gli occhi facendo un bel respiro.


-Wingardium Leviosa-


Con un abile gesto della mano Harry esercitò l'incantesimo.

Il corpo di Draco cominciava a levitare.

Nella salita Malfoy gli fece segno che era tutto a posto.

Salì, salì... Harry pensava che stessero passando giorni. La mano gli faceva male, non sapeva quanto ancora avrebbe retto. Il che lo preoccupava e non poco, cosa diamine avrebbe fatto se la caduta e la quasi certa morte di una persona avesse attirato l'attenzione di tutta la fortezza?

Non osava immaginare.


Nel frattempo Draco aveva raggiunto la finestra più alta della Torre evidentemente era lì che doveva fermarsi. Con un semplice "Alohomora" aprì i vetri e entrò.

Harry sospirò dal sollievo, il polso gli doleva. Ma non ebbe tempo per le riflessioni: Draco lo stava facendo levitare verso la Torre.


Chiuse gli occhi godendosi la sensazione. Era stupendo farsi cullare solo dal vento. Giunto a destinazione però non potè non rimanere stupito.

Quella in cui si trovava non era esattamente quella che si poteva chiamare "Angusta Cella". Era piuttosto una sontuosa camera da letto. La tappezzeria era verde, il pavimento di pietra nera, come tutta la fortezza. Non c'era nessun quadro attaccato alle pareti e il caminetto nel lato destro della stanza era spento.


Harry guardò interrogativo Draco, che gli fece ancora una volta cenno di stare zitto.

Malfoy raggiunse la porta e badando a non fare cigolare nè la maniglia nè i cardini, la aprì.

Una lieve e tenue luce li raggiunse.

Ci doveva essere qualcuno al piano di sotto.

Si voltò verso Harry e lo raggiunse.


-Questa era la mia stanza, era l'unico modo che avevamo per entrare. Le celle si trovano nel sottosuolo, dobbiamo attraversare tutta la fortezza in tempo record, dobbiamo andarcene prima dell'alba.-


Harry aveva voglia di schiaffeggiarlo. Ma com'era possibile? Dovevano andare nel sottosuolo ed erano entrati da una Torre, che mossa intelligente.

Era comunque vero che lui non aveva piano migliore. Sbuffò ancora una volta tirando automaticamente fuori, il mantello dell'Invisibilità di suo padre.


*


Era da circa 5 minuti che era sveglio, ma non osava aprire gli occhi. Non aveva realmente dormito per tutta la notte. Diciamo solo che il ciglio del letto non era molto comodo, aveva rischiato di cadere di sotto un sacco di volte.

Gli ci erano voluti parecchi minuti per ricordarsi di tutti gli avvenimenti della sera precedente. C'era il fatto del Whisky, di Hermione nel suo letto e....

Si bloccò come ghiacciato.

Sentire le parole "whisky", "Hermione" e "letto" nella stessa frase lo spaventava.

Lui era ubriaco e, insomma non completamente però...

Sperò con tutto il cuore di non averle fatto nulla, nulla di nulla.

Cominciò ad agitarsi nonostante dall'altro lato del letto non provenisse alcun rumore.


Come prima cosa controllò di essere completamente vestito.

Si tastò cauto la pancia.

Fu un sollievo sentire la leggera stoffa della t-shirt sotto le dita, e anche i pantaloni di felpa erano al loro posto.

Era tutto ok.

Si sentì alquanto stupido per aver pensato di aver fatto qualcosa con Hermione. Insomma era impossibile, una cosa dell'altro mondo.

E poi Ronald Weasley era un gentiluomo e non un ubriacone arrapato...quasi...


Sbattè gli occhi tentando di mettere a fuoco la stanza. La piazza del letto accanto alla sua era vuota. Hermione non c'era. Chissà perchè ma la cosa non lo stupiva affatto. Era come se nel suo inconscio se l'aspettasse.

Si alzò di malavoglia e raggiunse il bagno.

Guardò la sua immagine allo specchio, aveva un aspetto orribile, le occhiaie peggiori che avesse mai visto.

Si lavò i denti e si sciaquò il viso con acqua ghiaccia, come era solito fare.


Poi tornò sul letto e vi si sedette sopra.

Le tende della stanza erano ancora tirate, non c'era nemmeno uno spiraglio di luce. Non avrebbe nemmeno saputo dire che ore fossero. Rimase a gambe incrociate sul letto contemplando il nulla.


Un attimo dopo sentì dei passi avvicinarsi alla porta. Si chiese chi potesse essere, si abbandonò sul letto e si infilò sotto le coperte. Non sapeva esattamente perchè ma era quello che lui e Ginny avevano sempre fatto, quando la Signora Weasley li sentiva parlare alle 5 del mattino e faceva irruzione in camera loro.


La prima cosa che lo raggiunse quando la porta si aprì, fu l'odore di cioccolata calda. Sentì il rumore del metallo sul comodino, insieme al tichettio dei cucchiaini sul bordo della tazza.

Dopodichè fu raggiunto dalla luce, la tenue luce della mattina.

Chiunque fosse entrato aveva tirato le tende, senza mezzi termini.


-Sveglia!-


La voce di Hermione non tardò ad arrivargli agli orecchi.

Si tirò fuori dalle coperte, sorpreso.


-'Giorno- le disse coprendosi gli occhi con la mano.

-Buongiorno!-

-Ma che fai?- le chiese indicando il vassoio sul comodino.

-Ti ho portato la colazione, cioccolata calda, densa e fumante- gli sorrise.


Ron sgranò gli occhi: era convinto che qualcosa non andasse.


-Ma che ore sono?- le chiese sottovoce.

-Le sei-

-Le sei? Ma sei pazza?-

-No, perchè?- Hermione afferrò il vassoio e lo poggiò sul letto.


Poi porse una delle due tazze a Ron che la fissava come estasiato.

Dopodichè anche lei si sedette sul letto, facendo attenzione a non far cadere la sua cioccolata sulle lenzuola. Adesso era l'uno di fronte all'altra.

Rimasero in silenzio per un bel po', ognuno sorseggiava dalla propria tazza.


-Ehi, credi che Harry e Draco abbiano già fatto....tutto?-


Era Ron che aveva parlato, Hermione alzò gli occhi verso di lui.

Il suo sguardo si era incupito.


-Bè, penso e spero di si- rispose dopo un attimo di silenzio.

-E secondo te Gin sta bene?-


Hermione lo guardò ancora una volta.


-Ne sono certa-


Ron le sorrise per niente rassicurato.

Ripiombarono nel silenzio.

Quando ebbe finito la sua cioccolata, poggiò la tazza vuota sul vassoio e poi il vassoio sul comodino.


-Ron- cominciò Hermione, lasciando anche lei la tazza sul mobiletto. -Sei sporco di cioccolata-

-Dove?-


Hermione gli indicò un punto appena sopra il labbro superiore.

Ron si tastava la zona labbra a casaccio.


-Ancora?- chiese dopo un minuto di vani tentativi.

-Si-

-O accidenti!-

-Aspetta-


Hermione si inginocchiò sul letto, avvicinandosi al ragazzo.

Quando non c'erano che pochi centimetri di distanza tra i loro visi, lei gli passò un pollice sopra le labbra, evidentemente gli stava togliendo le macchie di cioccolata.

Ron si sentiva alquanto imbecille. Era così stupido da non riuscire a pulirsi la bocca da solo?

A quanto pareva si!


Ma all'improvviso non seppe più formulare un pensiero sensato.

Aveva lo sguardo fisso su Hermione, che era ancora lì protratta verso di lui, che tentava di pulirgli la bocca.


Se la stava mangiando con gli occhi. E all'improvviso, lei non fece nemmeno a tempo a guardarlo negli occhi, Ron le poggiò una mano dietro la nuca e la attirò verso di se.

Bè quello che accadde dopo non fu un vero e proprio bacio, piuttosto un leggere sfiorarsi di labbra e niente più.


Hermione si ritrasse all'improvviso, osservandolo con gli occhi sgranati.

Neanche lui sapeva perchè l'aveva fatto, insomma l'aveva fatto e basta, no?

Ma adesso si chiedeva se non avesse sbagliato e il cervello gli stava suggerendo "Si, Si, Si!"

Deglutì a fatica e guardò altrove.

Fu così che non vide una Hermione piuttosto sopresa abbandonare la stanza senza nemmeno chiudere la porta.


*


Harry non sapeva esattamente come avevano fatto a recuperare Ginny.

Fatto sta che adesso Draco lo stava seguendo fuori dalla fortezza con la Weasley sulle spalle.

Era svenuta, ma a detta di Malfoy, ancora viva.

Avevano rischiato di essere presi parecchie volte, ma erano sempre riusciti a cavarsela.

All'improvviso Draco si bloccò.

Harry che era avanti, si voltò indietro osservandolo interrogativo.


Malfoy si tolse l'anello con la pietra verde che portava al dito indice.

Vi puntò contro la bacchetta.


-Portus- l'anello brillò un attimo e poi tornò normale.


Draco poggiò delicatamente Ginny per terra e le infilò l'anello al dito.

Harry non sapeva cosa dire, si limitò a fissarlo.

In pochi secondi la ragazza scomparve.


-Ma cosa...?- chiese Harry.

-L'ho mandata direttamente al San Mungo, non ce l'avrebbe fatta e più leggeri siamo e meglio è-


Harry voleva ribattere ma si rese conto che Draco aveva perfettamente ragione.

Dopo qualche minuto riuscirono ad uscire dalla fortezza. Il sole stava sorgendo e la luce cominciava ad invadere i prati.


-Muoviti Potter- lo incalzò Draco cominciando a correre.


Fu allora che un urlo fece ghiacciare loro il sangue nelle vene.


-SONO Là! STANNO FUGGENDO!-


Harry si voltò, era stata una delle sentinelle di guardia sulle mura a dare l'allarme.

Tornò a correre verso Draco, fino a quando anche il biondo non si voltò verso la muraglia.

La cosa andava di male in peggio: un nugolo di dissennatori li stava raggiungendo velocemente e senza sforzi.

Tornarono entrambi a correre in direzione di Hogwarts.

Ma si bloccarono quasi instantaneamente.

Contro la luce mattutina Harry riconobbe senza sforzi, un uomo alto, ben messo, con i capelli biondissimi e un sorriso strafottente sulle labbra.


Tutte le volte, la somiglianza tra Draco e suo padre lo stupiva.


-Ma guarda chi si vede- la voce di Lucius era fredda e tagliente.


Rimasero in silenzio, fu Draco a dar voce ai suoi pensieri, con poche, concise e chiare parole pronunciate a denti stretti.


-Oh merda-

_______________________________________________________________

Ecco! Allora che ve ne pare?

Aspetto commenti!


Grazie millissime a tutti coloro che hanno recensito il chap 6:


Sanae

Cho89

Nightmare

Sailor Mercury

Angela

Federiketta

vannuccina

Angelwings

Laila

Julyaneko

hermy grangy

Pepy



Grazie grazie grazie!

Un bacione!!!

E Buon rientro agli sfortunati come me ç_ç che tornano a scuola domani *__*

Non voglio nemmeno immaginare, senza contare i compiti arretrati...

Ok ok, non voglio deprimermi!


Auguri a tutte le ragazze!

Siamo un po' tutte befane dentro, eh? ^^






Un bacione

Hermione Weasley


Harry Potter Forum








Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Nelle Segrete di Hogwarts ***



Ciao!!!!!!!

Scusate per il ritardo, ma ho avuto da fare, scuola ecc ecc. ^^

Allora bando alle ciance!

Questo capitolo è dedicato a Cho89, anche se non credo di averlo scritto così come avrebbe voluto lei, ma comunque questo è per te!

Buona Lettura!

______________________________________________________________________________



Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


8


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

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When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams




-Allora, allora, allora, che ci fa il grande Harry Potter tra noi?- La voce di Lucius era fredda e tagliente, aveva appena tirato fuori la bacchetta e la cosa non annunciava niente di buono.


Harry lanciò una fugace occhiata a Draco che però non lo stava guardando.

Strano come una cosa all'apparenza normalissima ti possa annullare le difese fino a renderti invulnerabile.

Attualmente era questo l'effetto che Lucius faceva a Draco.

Il ragazzo se ne stava fermo davanti al padre, con la testa china e le braccia tese lungo il corpo, come in una sorta di tacito inchino.


Harry non sapeva davvero che fare, i Dissennatori si stavano avvicinando, erano praticamente circondati, stavolta non sarebbe stata facile cavarsela....se se la fossero cavata.


-Come ci si sente ad essere dalla parte dei buoni, eh Draco?- Lucius si stava rivolgendo al figlio con un ghigno tutt'altro che benevolo sulla faccia.

Draco non rispose, rimase immobile.

-Ti ho fatto una domanda Draco- riprese tranquillo il padre.

Ma il ragazzo non aveva nessuna intenzione di parlare o muoversi.

-Esigo una risposta, vile bastardo-

-La smetta!-


Harry si era messo nel mezzo, non sapeva il perchè ma l'aveva fatto, dopotutto Draco l'aveva aiutato per tutta la missione, anzi aveva fatto tutto lui, praticamente. Ma adesso quella mossa non gli sembrò più tanto brillante.

Lucius si voltò astioso verso di lui.


-Sta' zitto sfregiato- rispose a denti stretti -Allora, Draco- disse tornando a rivolgersi al figlio -vuoi rispondere?-

-Ho detto basta- la voce di Harry era più ferma e convincente.


Fece un bel respiro, se la stava sfacciatamente cercando.

Lucius fece una specie di mezzo sorrisetto, per poi puntargli la bacchetta addosso senza pensarci sopra nemmeno un attimo.


-Stupeficio!-

Harry cadde a terra, ma si rialzò quasi subito. Un profondo taglio gli si era aperto sul braccio. Il sangue macchiò l'erba e non esitava a smettere di scendere.

-Stai al tuo posto, Potter- riprese Lucius.


Cominciò a battersi la bacchetta sulla mano destra, con noncuranza.

-Sei stato una delusione, una emerita delusione. Non pensavo che mio figlio sarebbe diventato quel pappamolla che sei. Non sei degno di far parte dei Malfoy, sei solo uno schifoso traditore e adesso ti faccio vedere io quale trattamento riserviamo ai traditori, noi Mangiamorte.-


Draco alzò un attimo la testa verso il padre, ma la riabbassò quasi subito. Una strana e malinconica espressione gli era apparsa sul viso, Harry la notò.


Lucius si allontanò di due passi dal figlio, gli puntò addosso la bacchetta, con uno strano sorriso sulle labbra.

Harry non poteva credere che un padre potesse uccidere il figlio. Non pensava che al mondo esistessero persone così meschine e senza cuore. E lui che si lamentava di Zio Vernon!

Ma non aveva molto tempo per pensare, doveva agire e subito. Dopotutto lui aveva dalla sua parte la Profezia, giusto?

Sarebbe morto solo in uno scontro contro Voldemort stesso, che aveva da perdere?


-Crucio!- Malfoy senior scandì le parole con estrema cura, pregustando già la scena che gli si sarebbe parata davanti tra non molto.

Un fiotto di luce rossa scaturì dalla bacchetta, ma non fu Draco ad essere colpito.

Harry si era messo nel mezzo. Un'altra volta.

E adesso ne stava subendo le conseguenze, si dimenava per terra, in preda ad un dolore lancinante. Gli occhiali gli caddero e una lente si ruppe.


Fu come se Draco si fosse risvegliato da uno stato di trance. Alzò gli occhi verso il padre, e tirò fuori la bacchetta.


-Che hai intenzione di fare?- chiese Lucius più divertito che altro.

-Farò quello che tu hai fatto a lui- rispose Draco a denti stretti.

-Oooh! Ora si che ho paura. Potrai fuggire quanto vorrai Draco. Per quanto mi disgusti ammetterlo sei un Malfoy, sei un bastardo, un viscido bastardo, sei uguale a me, e più vorrai dimostrare che non è vero e più ti renderai conto che lo è-


Il vento cominciò a soffiare. I Dissennatori si stavano avvicinando, ma con un gesto della mano Lucius fece loro segno di aspettare ancora.

Draco si guardò intorno, non c'era alcun modo per tornare a Hogwarts. L'unica via di fuga era Smaterializzarsi, era da poco che aveva ottenuto la licenza e non era molto pratico, ma poteva farcela....doveva farcela.


Il corpo di Harry giaceva ai suoi piedi privo di sensi.

Posò lo sguardo sopra il padre che gli sorrideva strafottente. Lo divertiva vedere le persone in trappola, ancora di più se quelle persone erano suo figlio traditore e il grande Harry Potter.


-Ti sbagli- disse Draco acquattandosi sul prato. Afferrò Harry per un braccio. -Io non sono come te-


L'ultima cosa che vide prima di smaterializzarsi furono solo i Dissennatori che gli venivano addosso.


*


Draco riaprì gli occhi.

Era al centro di Hogsmeade, in mezzo alla strada principale.

Non poteva smaterializzarsi a Hogwarts, era impossibile riuscirci.


Lasciò il corpo di Harry disteso a terra. Nelle vicinanze non si vedeva anima viva, il villaggio sembrava deserto.

Si alzò in piedi, guardandosi attorno.

Se solo ci fosse stato qualcuno avrebbe potuto chiedere aiuto per portare Harry al castello, ma evidentemente avrebbe dovuto cavarsela da solo.

Tirò fuori la bacchetta.

Doveva far levitare Harry sino alla scuola.

Gli puntò contro la bacchetta e...


Ma non ebbe il tempo di dire niente.

Qualcuno lo aveva appena afferato per le braccia, facendogli cadere la bacchetta di mano.

Un'altra persona lo spinse a terra. Cadde vicino a Harry, mentre uno dei due che lo avevano colpito gli legavano le mani dietro la schiena.


-Ehi ma che fate?- chiese furioso tentando di vedere chi l'avesse aggredito.

-Sta' zitto Malfoy.-


Un omone gli si era appena piazzato davanti. Draco non ebbe problemi a riconoscerlo.


-Parker?- chiese il ragazzo.

Alfred Parkar Junior era il comandante del corpo Auror del Ministero, alloggiava al castello come tutti gli altri della sua squadra.

-Proprio io.- rispose l'uomo facendo apparire una barella e distendoci Harry sopra. -Pessima mossa-


Draco lo guardò interrogativo mentre, l'altro Auror che lo teneva da dietro cominciò a strattonarlo verso la strada che conduceva al castello.

-Ma....- tentò di dire Draco, prima che Parker non lo zittisse.

-Avevo detto a Silente di non fidarsi di te. Eri solo una spia-


Draco scosse la testa.

-Spera solo che Potter sopravviva, non so che cosa tu gli abbia fatto, ma ti posso solo dire che sei davvero un bastardo- continuò l'uomo non volendo sentire ragioni.

-Stupida testa vuota non sono stato io!- rispose furioso Draco.

-Ah no? Allora chi è stato?- chiese Alfred voltandosi verso di lui e incrociando le braccia.

-E' stato....- ma non una parola uscì dalle sue labbra.


*


Guardò un'altra volta l'orologio che aveva al polso. Erano le 10 del mattino e Hermione era piuttosto preoccupata.


Tra non molto Continuava a ripetersi.


E purtroppo l'esito della missione di Harry e Draco non era la sola cosa che la preoccupavano.

Affatto...


Cercò di scacciare qualsiasi pensiero nefasto dalla testa, e non era facile.

Chiuse gli occhi e prese aria.

Decise di scendere in Sala Grande, magari per mettere qualcosa sotto i denti.

Uscì dalla camera da letto, e scese le scale fino alla Sala Comune e poi attraverso il buco del Ritratto. Ben presto arrivò davanti alla Sala Grande, era deserta.

Stava per entrare ma proprio in quell'istante, il portone di Ingresso si spalancò.

Una barella levitava a mezz'aria ma Hermione non riusciva a distinguere chi ci fosse sopra.

Lo sguardo le cadde su due enormi figure che trascinavano un ragazzo. Draco.


Hermione sgranò gli occhi, quei due non sembravano molto ben disposti verso Malfoy.


-Ehi ma che fate?- chiese andando loro incontro.

-Mi scusi signorina Granger, ma Potter ha bisogno di cure subito- rispose secco Parker.

-Cure? Che significa?-


Lanciò un'occhiata bieca a Draco, ma lui stava volutamente evitando il suo sguardo.

Incrociò le braccia in attesa di una risposta.


-Malfoy ha ferito Harry, signorina-


Fu come se qualcuno le avesse appena lanciato una secchiata di acqua ghiaccia.

Come poteva essere successa una cosa del genere?

Non aveva senso, ci doveva essere un errore.


-Che cosa?-

-Mi scusi ma devo portarlo in Infermeria-


Tutt'altro che gentilmente, Parker spostò Hermione, e scomparì per le scale in direzione dell'Infermeria.

Ma il gesto poco carino, non la sfiorò nemmeno.

Il suo sguardo era fisso su Draco.


-Tu- disse puntandogli l'indice addosso.

-Signorina Granger, devo portarlo via, per favore...-


Ma Hermione fece finta di nulla.

-Io mio fidavo di te- continuò lei imperterrita. - Io ti ho mandato con lui, io ho creduto in te, pensavo che potessi....- si interruppe un attimo -Ma sei come loro, Draco. Credevo di potermi fidare e invece...Ma come hai potuto?-


Fu in quel momento che Draco la guardò negli occhi.

Hermione era troppo furiosa per pensare.

Non notò quella punta di malinconia nei suoi occhi, nè il vacillare delle sue labbra, nè l'insicurezza dipinta sul suo volto.

Non lo fece, ma avrebbe dovuto.


*


Rimase un attimo impietrita a guardare l'Auror che portava via Draco.

Non sapeva che fare, le sembrava tutto un brutto sogno, un orribile sogno.

Come aveva fatto ad essere così ingenua?

Come aveva potuto credere che un Malfoy potesse cambiare?

Come?


Continuava a farsi domande inutil.

E poi si ricordò.


-Harry- si disse.

Subito cominciò a correre verso l'Infermeria.

E mentre percorreva i corridoi che la separavano dal suo migliore amico, si rese conto di Ginny. Lei non c'era con Draco, nessuno aveva nominiato una Weasley.


Fu come se un ernome macigno le si fosse posato sul petto.

E se non l'avevano trovata?

Se non avevano fatto in tempo?

Aveva una tremenda voglia di piangere.

E Harry? Come stava Harry?

Perchè doveva essere tutto così difficile e complicato?


Aumentò il passo, cominciò a piangere.

Rapidamente si asciugò le guance con le mani che le tremavano.

Svoltò l'angolo e si ritrovò davanti all'Infermeria, le porte erano sbarrate. Delle urla provenivano da dentro, Hermione non riusciva a distinguere di chi fossero.

E poi lo notò. Ron stava in piedi appoggiato alla porta di legno massiccio, le braccia conserte, gli occhi semichiusi, come a voler cercare un attimo di pace in tutta quella confusione.

Gli si mise davanti.


-Fammi passare- disse tentando di frenare le lacrime.


Ron aprì gli occhi piuttosto stupito.


-No, Herm- rispose serio.

-Fammi passare- ripetè lei, ricominciando a piangere.

-Meglio di no-

-Ti prego Ron, fammi passare-


Adesso Hermione piangeva senza ritegno, come se il peso di tutti quei giorni fosse venuto fuori all'improvviso.

Ron scosse la testa, attirandola a se e circondandola con le braccia.


-E' colpa mia- singhiozzò stringendolo.

-Non è vero- le rispose lui.


Se solo non si fosse sentito in dovere di mantenere la calma avrebbe pianto anche lui. Stava facendo uno sforzo enorme per non lasciarsi andare, ma non poteva abbandonare Hermione, non così.


-E' stato quel bastardo- mormorò lei più a se che a altri. -Io gli ho dato fiducia, è colpa mia-

-No- rispose secco il ragazzo.


La spinse un po' indietro e poi cominciò a frugarsi nelle tasche. Tirò fuori una pergamena unta e consunta, ingiallita e vecchia.


-La Mappa del Malandrino?- chiese Hermione leggeremente stupita.

-Io lo vado a cercare-

-Chi?-

-Malfoy- rispose Ron. Si piegò un attimo e afferrò un fagotto che stava appoggiato allo stipite della porta.

-Ma...-

-Parker mi ha detto che non potevo parlarci, a quanto pare il Ministro in persona sta arrivando per interrogarlo. Ma non voglio e non posso aspettare. Da quel che ho capito l'hanno rinchiuso nelle segrete, dovrebbero trovarsi da qualche parte nei pressi dei Sotterranei. Con il Mantello dell'Invisibilità nessuno mi potrà vedere, devo solo stare attento a Moody, mi vedrebbe lo stesso-


Hermione lo fissò un attimo prima di parlare.

-Vengo con te-

-Non se ne parla-

-Posso decidere per me stessa, una volta tanto?-


Ron non ebbe di che ribattere, afferrò il mantello arrotolato e la Mappa.


-Andiamo- disse.

Hermione lo seguì per i corridoi, giunsero nuovamente nella Sala d'Ingresso.

Ron trascinò la ragazza in un angolo e comprì entrambi con il mantello, dopo aver "azionato" la Mappa del Malandrino.


Attualmente la targhetta con scritto "Draco Malfoy" levitava poco lontanto dai Sotterranei di Serpeverde.

Senza una parola cominciarono a camminare in quella direzione.

Il Mantello era piuttosto piccolo e Ron troppo alto. Furono quindi costretti ad avanzare appiccicati l'uno all'altra.

Fu solo allora che un brivido percorse la schiena di Hermione.


Si era completamente dimenticata degli avvenimenti di quella mattina.

Non doveva pensarci.

Cercò di concentrarsi su Draco e su quanto avrebbe voluto spaccargli la faccia in quel momento.


Svoltarono per la terza volta, l'aria si faceva sempre più umida, le pareti sempre più nere e i corridoi sempre più bui.

Alcune torce illuminavano a intermittenza il percorso.

L'atmosfera era spettrale.

Scesero delle scale che conducevano a un altro corridoio.

Si bloccarono un attimo per controllare la direzione.


-Guarda- mormorò Ron.

Stava indicando due targhette che si stavano velocemente avvicinando al punto in cui si trovavano.


-Tonks e Shackelbolt- sentenziò Hermione. -Vengono da ovest-

-Ma che dici! Questo è est!-

-Scherzi? Vengono da sinistra-

-Ti dico che è destra, Hermione.-

-Da' qua- disse sbuffando e strappandogli la Mappa di mano.


La osservò un attimo.

-Ehi Ron, ma ci deve essere un errore qui dice che sono praticamente a pochi passi da noi e...-


Ma non fece in tempo a finire la frase. Ron le aveva messo una mano sulla bocca e l'aveva letteralmente schiacciata contro il muro.

Il cervello di Hermione si ritrovò velocemente a pensare.

Stare sotto il Mantello con Ron era una cosa, essere premuta tra lui e il muro è un'altra.


-......ha detto così-

-Sul serio?-


La voce di Tonks interruppe i suoi pensieri.

Lei e Shacklebolt si stavano avviando verso le scale dalle quali lei e Ron erano arrivati.

Scomparvero in pochi secondi.

Quando se ne furono andati spostò lo sguardo verso il ragazzo.

Lui la stava fissando, sembrava in trance.


-Ron...- tentò di dire lei da sotto la mano del ragazzo.

-S..scusa- si riprese lui lasciandola andare.


Hermione tentò di non fare caso a nulla, ricominciò a camminare, quando svoltarono l'angolo si ritrovarono in un corridoio più ampio dei precedenti.

Le pareti erano costellate di celle, più o meno grandi, spesse inferriate arrugginite le sbarravano.

Quello era il luogo dei sogni di Gazza.

Più di una volta aveva asserito di voler appendere gli studenti negligenti per i pollici.

Erano tutte vuote.


Ron le diede un pizzicotto sulla spalla e indicò un punto proprio davanti a loro.

Una cella più grande capeggiava in fondo al corridoio.

Hermione diede un 'altra fugace occhiata alla Mappa e non ebbe più dubbi.

Era lì.

Controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi, uscì da sotto il Mantello, tirò fuori la bacchetta e si avviò rapida verso le sbarre di quella cella.


-Alohomora- disse. In un attimo fu dentro, Ron la seguiva guardingo, per essere certo che nessuno li avesse notati.

Il che era molto difficile visto che non c'era anima viva.

O quasi.


Hermione sentiva la rabbia montargli dentro, ma quando vide in che stato si trovava Draco, perse un po' di quella sicurezza che era convinta di avere.


Era lì, sguardo chino a terra.

Il torso scoperto, le braccia tese e pallide sulla pietra fredda.

Due pesanti bracciali di ferro gli tenevano i polsi fermi al muro, le gambe tese sembravano non riuscire a reggere il peso del corpo intero.

Al cigolare della porta, Draco alzò gli occhi verso i suoi due visitatori- Fece una smorfia.


-Che ci fate qui?- chiese acido, mentre del sangue gli colava dal labbro spaccato.

-Tu- disse Ron piazzondoglisi davanti. -Brutto figlio di puttana!-

-Che paroloni Weasley- rispose Draco con un sorriso sfacciato.


Ron alzò un pugno, aveva voglia di fargli uscire gli occhi dalle orbite.


-No!- Hermione gli aveva fermato il braccio. -E' incatenato Ron, non potrebbe difendersi-


Immediatamente abbassò la mano, Hermione aveva ragione.


-Se Harry muore- sussurrò Ron a denti stretti. -Io ucciderò te-


Draco lo guardò fisso negli occhi. Quella malinconia che aveva poco prima tornò a rabbuiare il suo volto.

-E Ginny- asserì Hermione.

-La Weasley sta bene- disse Draco.

-Sul serio?- chiese stupita lei.

-No per finta- rispose ironico lui.

-Non mi fido- fece Ron astioso.

-Sei libero di fare quel che vuoi.-


Hermione tentò di guardarlo negli occhi, e stranamente aveva la netta sensazione che fosse sincero.


-Sei stato tu a colpire Harry?- gli chiese dopo un po' di silenzio.


Draco non rispose.

Rimase piuttosto stupita di quel comportamento.


-E allora...-

Ma fu interrotta bruscamente da Ron che la afferrò per un braccio e la trascinò in un angolo, appena in tempo, prima che Cornelius Caramell in persona entrasse nella stanza.

Non era solo, al suo fianco camminava un uomo enorme, con una specie di passamontagna di pelle sulla faccia.

Hermione si fece scivolare lungo il muro e si sedette a terra. Ron fece lo stesso.


-Allora Signor Malfoy...- cominciò Caramell togliendosi il pesante cappotto grigio che indossava. Fece apparire una poltrona e ci si sedette sopra. -E' stato lei ad attentare alla vita del signor Potter?-


Come era successo prima, Draco non rispose.

-Gradirei una risposta- disse il Ministro facendo cenno al bestione di avvicinarsi a Draco. -Altrimenti sarò costretto a utilizzare le maniere forti-


Hermione strinse le labbra.

Pregò perchè Draco rispondesse, ma fu tutto invano.

Caramell fece un cenno con la mano. L'omone fece apparire una specie di frusta nera.


-La prego signor Malfoy non mi faccia ricorrere a questi modi, così babbani-

Ma nessuna risposta arrivò dal ragazzo.

L'omone fece un passo verso di lui.

Hermione chiuse gli occhi.

Uno strano rumore invase l'aria poco dopo.

E quando riaprì li riaprì, una lunga striscia rossa e sanguinante si era aperta sul petto di Draco.


-Vorrei proporle un'altra domanda signor Malfoy- continuò Caramell -Dove si trova Colui Che Non Deve Essere Nominato?-


Draco alzò la testa.

-Io non le dirò nulla- tacque prima di sputare ai piedi del Ministro.


Caramell spalancò gli occhi indignato.

-Bob- disse rivolto all'omone -Questo ne vale cinque-


La bestia sorrise stupidamente. Hermione dubitò dell'esistenza di massa cerebrale nella sua testa.

Si avvicinò a Draco e cominciò a frustarlo di nuovo.

Hermione chiuse gli occhi mentre la presa della mano di Ron le si serrava sul braccio.


Uno....

Nessun segno di cedimento....

Due...un gemito e ancora sangue...

...Tre....


Hermione scattò in piedi, uscendo allo scoperto.


-BASTA!-

Si mise davanti a Draco, le mani sui fianchi, gli occhi fiammeggianti.

-Ma non si vergogna? E lei sarebbe il Ministro della Magia?-


Caramell sembrava sconvolto, non credeva di essere visto, chiaramente questo cambiava molto la sua posizione.


-Ma si rende conto? Ma come si permette? Adesso capisco perchè ci troviamo nella situazione attuale! Con gente incapace come lei non stento a credere che perderemo la guerra!-

-Signorina suvvia si calmi- borbottò Caramell ovviamenre a disagio. -Bob torna indietro dai-

Il bestione fece un paio di passi indietro, grattandosi il capo.


Caramell si alzò dalla poltrona in direzione di Hermione.

-Mi stia lontano. Sono disgustata-


Si voltò e con due colpi di bacchetta liberò Draco che gli cadde tra le braccia.

Se Ron non l'avesse sostenuta, sarebbe probabilmente caduta sotto il peso del corpo di Malfoy.


Lo sistemò a terra.

Aveva gli occhi semichiusi e il sangue che gli colava sugli addominali.


-Sta' calmo Draco.- gli sussurrò.

Ron lo fissava sbigottito.


-Mi dispiace ragazzi-

Entrambi si voltarono verso il Ministro. -Ma se vengono a scoprire questa cosa al Ministero mi radiano dall'albo. Dovrò obliviarvi-

-Che cosa?- Ron sembrava furioso.

-Hai sentito bene, Weasley. Mi dispiace-


Alzò il braccio e...


-Cornelius- una voce calma e pacata irruppe nella stanza. -Abbassa la bacchetta per favore-

Silente era comparso davanti alla porta della segreta.

-Il senno non è mai stato una tua prerogativa, vero Cornelius?- il vecchio mago continuava a parlare con quella ferma detreminazione che aveva sempre avuto.

-Suvvia Albus, ormai al Ministero facciamo sempre così-

-Seguimi- disse in risposta il preside.

-Dove?- chiese impaurito il Ministro.

-Dove meriti e se opponi resistenza sarò io a dover ricorrere a seri provvedimenti-


Il silenzio calò nella stanza.

Fu il rumore della bacchetta di Caramell a infrangerlo.

L'aveva lasciata cadere.


-Andiamo Cornelius- disse Albus facendosi da parte in modo che potesse uscire dalla cella. -E anche lei, signor?-

-Bob- rispose con voce ebete il bestione.

-Signor Bob-


In pochi secondi sparirono tutti e tre.

Hermione rimase un attimo interdetta.

Draco sembrava privo di sensi.

Si allungò per prendere la bacchetta del Ministro.

Nell'allungarsi, la manica del golf le salì lungo il braccio scoprendo l'orologio.

Lo sguardo le cadde sulle lancette dorate.


-11 e un quarto?- Una pura espressione di panico si dipinse sulla sua faccia.

Senza dire un parola corse fuori dalla cella.

Inutili furono le grida di Ron che la chiamavano.

Corse a più non posso.

Le bruciavano i polmoni, non respirava più.

Arrivò alla Sala d'Ingresso.

Si fermò un attimo per riprendere fiato.

Un gruppetto di Auror si stava avviando in Sala Grande.


-Un attacco a Hogsmeade?- faceva uno.

-A quanto dicono....- sentenziò un altro

-Che cosa?- Hermione chiese sconvolta.


Ron era apparso al suo fianco.

-Attacco a che?- chiese mentre riprendeva fiato anche lui.

-A Hogsmeade. Madama Rosmerta ha detto che due Mangiamorte hanno ucciso quattro persone per strada.

A qaunto pare avevano un appuntamento con qualcuno del castello.-

-E questo qualcuno non si è presentato e i Mangiamorte se la sono rifatta con la folla- asserì un altro.

-Ma è assurdo!- esclamò Ron -Chi sarebbe così stupido da prendere appuntamento con dei Mangiamorte?-


Cadde il silenzio.

Hermione smise di respirare un'altra volta, tuttavia schiuse le labbra, doveva parlare.

-Sono stata io-

__________________________________________________________________

Allora?

Attendo commenti! ^^

Spero che vi via piaciuto!

Un grazie speciale va a chi ha recensito lo scorso chap:


Sanae

FallenStar

Cho89

Nightmare

super gaia

hermy91

Federiketta

Hilary14

Kagome13

Elly

maria_chan

Hermione Jane Granger

Phoebe80

pepy

Royal Japan 5

Blacky

chiara

Laila

Charlotte Doyle

Angelwings

hiromi91


Scusate se ho dimenticato qualcuno!

Comunque grazie sul serio!

Siete MITICI!!!!!


Un bacione e al prossimo chap!!!

HERMIONE WEASLEY


ps:Vorrei segnalare la carinissima storia di Federiketta You are in my mind every second of my life, sulla coppia Ron/Herm!!!

pps: Recensite!!!! ^^

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Capitolo 9
*** Sensi di Colpa ***


Eccomi qua con il nono chap!

Scusate per il ritardo, ma a scuola ci stanno letteralmente uccidendo ç____ç Non ci posso pensare!

Bè spero almeno che vi piaccia.

Dedico questo capitolo a Alastor e Federiketta del Forum di Hp!

Siete mitici!

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Let Love Be Your Energy

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9


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Let Love be Your Energy, Robbie Williams





Era ancora buio.

L'aria era ghiaccia, le entrava nei polmoni come pugnalate.

Nonostante il freddo continuava a correre.

Era tesa, doveva scaricare la tensione.

Troppe preouccupazioni tutte insieme l'avevano completamente depressa.

Portava il maglione azzurro che utilizzava per dormire, un paio di pantaloni di felpa blu notte e i capelli raccolti in una coda di cavallo.


In quel momento Ron stava dormendo da solo nel suo letto troppo grande.

E Draco e Harry...

Aumentò la velocità non voleva pensarci.

Tutttavia non era così facile non volgere la mente al suo migliore amico che stava rischiando la vita.

E a Gin che probabilmente non avrebbe rivisto viva.

Corse ancora di più.

Gli occhi le lacrimavano un po' per il freddo un po' per la tensione.


Stava per svoltare per l'ennesima volta attorno al lago, quando un'ombra scivolò alla sua destra.

Si voltò verso quella direzione leggermente proeccupata.

Ma decise che probabilmente era solo una nuvola che passava.

Tornò a guardare avanti continuando a correre.

Si voltò a sinistra. Di nuovo quell'ombra.


Il cuore cominciò a batterle ancora più velocemente.

C'era decisamente qualcosa che non andava.

Tentò di farsi coraggio andare avanti.

Non doveva farsi suggestionare.


Avanzò ancora per un po' fino a che qualcosa o qualcuno la spinsero a terra.

Cadde con al schiena all'ingiù.

Si guardò attorno terrorizzata.

Riprese pian piano fiato, fece per rialzarsi, ma un enorme peso le impdì qualsiasi movimento.

Sentì il fiato caldo di qualcuno nell'orecchio e prima che se ne potesse accorgere l'affilatissima lama d'acciaio di un coltello a serra manico le stava solleticando il collo.

Fece appello a tutto il suo sangue freddo per mantenere la calma.


-Ciao Mezzosangue- quella voce le ghiacciò il sangue nelle vene.

Hermione rimase zitta.

-Allora sono qua per....come dire, proporti un accordo?-

L'uomo le passo la lama sul viso. Aveva due grandi occhi grigi.

-Il Signore Oscuro ha deciso di darti la possibilità di passare dalla sua parte-

-Mai- sussurrò Hermione, il coltello si fece all'istante più vicino e insistente sulla sua carne.

-No no no no. Devi stare zitta se non vuoi morire adesso. Diciamo solo che su tu passassi dalla nostra parte la piccola schifosa babbanofila tornerà a casa sana e salva-

-Gin- balbettò lei.

-Esatto. A quanto pare Draco e Potter si sono infiltrati nella fortezza per salvarla.- rise -Solo che non sapevano di essere stati avvistati sin dall'inizio. Che stolti! E adesso sono ancora dentro, la Weasley non uscirà dalla base te lo assicuro. Quei due non riusciranno a portarla via, prima che se ne possano rendere conto andrò loro incontro a far loro la festa- il suo viso si contrasse in una smorfia orribile.


Tutto un insieme di pensieri si aggrovigliarono nella mente di Hermione. E adesso che cosa avrebbe dovuto fare?

-C..che devo fare?- chiese mormorando, la lama ghiaccia del coltello le si piazzò sulle labbra.

-E' tardi il sole sta sorgendo. Vieni alle 10 mezza alla Testa di Porco a Hogsmeade. Ne riparleremo. Vieni sola o te ne pentirai. Niente giochetti o la Weasley muore e con lei tutta la sua famiglia.-


Il peso dell'uomo le si tolse da dosso.

Adesso la fissava dall'alto in basso. Una ciocca di capelli biondi fuoriusciva dal mantello nero.

-Lucius?- balterò Hermione.

L'uomo sghignazzò.

-Se non ti presenti Mezzosangue ne pagherai le conseguenze. Spero di essere stato chiaro. Adesso devo andare. Potter e il mio caro figlio mi stanno aspettando, non vorrei farli aspettare-


E così come era venuta la lasciò.

Rimase distesa ancora per un po', facendo ordine tra i suoi pensieri e chiedendosi se quello non fosse stato altro che un bruttissimo, orribile incubo.


*


Hermione procedeva a passo spedito per la via che conduceva a Hogsmeade.

Aveva ancora in testa l'espressione di Ron e degli altri Auror mentre raccontava quello che le era successo.

Più parlava e più si sentiva stupida, incosciente e imbecille.

Come aveva potuto far morire così quattro persone?

Senza contare che non molto tardi la notizia si sarebbe sparsa e tutti l'avrebbero considerata come la ragazzina che per un suo stupido capriccio aveva fatto morire gente inoccente.


Strinse i pugni lungo il corpo. Era così arrabbiata con se stessa!

Il sole splendeva alto nel cielo.

Odiava il sole in quel momento, avrebbe preferito un temporale con lampi, tuoni e fulmini.

Giunse al villaggio. Frotte di maghi parlottavano di qua e di là.

Si voltarono tutti a guardarla.

Hermione rabbrividì chiedendosi se non sapessero già tutto.

Aumentò il passo, le lacrime premevano per uscire.

Sarebbe voluta sparire.

Chiuse gli occhi continuando a camminare.

Quando li riaprì si ritrovò davanti una vecchia signora.

Aveva i capelli neri raccolti in uno chignon, era piccola e cicciotella.

Hermione si fermò, deglutendo lentamente.


-Mi scusi signorina lei viene dal castello?-

-Ehm...si perchè?-

-Allora lei sa chi è stato a causare la morte di quelle persone, giusto?-


Hermione la fissò negli occhi.

Non riusciva a spiccicar parola.


-No, io non lo so- sentenziò dopo un attimo.


La vecchietta se ne andò senza una parola, continuando a scuotere la testa.

Hermione la guardò un'ultima volta avviandosi a passo spedito verso la Testa di Porco.

Arrivò nel piccolo vicolo dove si trovava il locale.

Spinse la porticina nera verso l'interno e entrò.

Non c'era molta gente seduta ai tavoli, e quelli che c'erano non preannunciavano niente di buono.

Si avviò al bancone e si sedette su uno sgabello.


-Una burrobirra- disse al barista.


Seduto accanto a lei c'era un uomo vestito di verde scuro.

Aveva una faccia stravolta, davanti a se facevano bella mostra due bicchieri e una bottiglia semi vuota di Whisky.

Il vecchio barista le porse una vecchia e polverosa bottiglia di burrobirra.

Hermione l'aprì tentando di non guardare l'uomo alla sua destra.

Bevve un sorso.


-Lo sai, tu sei bella come lei-


Hermione si voltò verso il mago che aveva appena parlato. Aveva alzato lo sguardo dalla sua bottiglia di Whisky e adesso la fissava malinconico. Nonostante avesse bevuto molto sembrava maledettamente sobrio.


-Mi scusi?- chiese la ragazza.

-Oh si avete gli stessi occhi-

-Mi scusi ma continuo a non capire- Hermione bevve un altro sorso di burrobirra, fissando l'uomo.


Aveva dei folti baffi argentei e due occhi color del cielo pieni di tristezza e malinconia.


-Mia figlia. Lei ti assomigliava tanto- le rivolse un sorriso impacciato.

-Come si chiamava?-

-Elisabeth. E tu?-

-Hermione- rispose la ragazza finendo la sua burrobirra.

-O se solo potessi avere tra le mani i responsabili della sua morte...-

-Cosa è successo?-

-Come non lo sai? Mia figlia è morta stamani mattina-


Una stretta allo stomaco si impadronì di Hermione. Quella storia stava cominciando a farsi familiare, troppo.


-I Mangiamorte me l'hanno portata via- grosse lacrime solcavano il viso dell'uomo. -Ma se solo sapessi chi è stato quell'idiota che li ha fatti venire qui con la scusa di un appuntamento, io...io credo che l'ucciderei. E pensare che noi abbiamo riposto tutte le nostre fiducie nel corpo Auror e in Silente soprattutto, e lui ci ripaga arruolando persone che non sanno fare il proprio lavoro e mettono a repentaglio la vita di noi maghi comuni.-


Hermione sgranò gli occhi. Il cuore cominciò a batterle nel petto, sempre più forte. Aveva voglia di piangere, di urlare, di correre via. Ma attualmente i suoi occhi erano incatenati a quelli del vecchio padre che le stava davanti, a cui avevano portato via la figlia, a cui lei aveva portato via la figlia.

Si sentì sprofondare.


-Scusami- fece l'uomo alzandosi dallo sgabello sul quale era seduto. -Non dovrei annoiarti con i miei sproloqui.- Tirò fuori alcune monete dalla tasca del pastrano nero che indossava e le lasciò sul bancone.

-Dopotutto tu non c'entri nulla, goditi la tua vita come Elisabeth avrebbe fatto. Sii felice anche per lei, Hermione-


Si abbottonò la giacca e prima che la ragazza se ne potesse accorgere, se n'era già andato.

Hermione si voltò verso il barista che stava pulendo alcuni calici con uno straccio più sporco

dei capelli di Piton.


Tentò di riprendere fiato ma invano.

Si sentiva una emerita cretina. Come aveva potuto prendere appuntamento con un Mangiamorte e non rispettare il patto? Come?

Aveva fatto morire la figlia di quell'uomo e con lei altre tre persone, e lui che cosa aveva fatto? Ignaro che la colpevole fosse proprio lei, le aveva detto di godersi la vita, di essere felice come Elisabeth sarebbe stata!

Eppure la sua idiozia l'aveva uccisa. Lei l'aveva uccisa.

Si rivolse all'uomo dietro al bancone.


-Fammi uno Scotch, doppio-


*


Erano le cinque del pomeriggio. Il sole era scomparso. Il cielo era buio, la pioggia cadeva fine e fastidiosa. Il vento ghiaccio soffiava da ogni parte, infiltrandosi tra i mantelli dei pochi coraggiosi che avevano avuto il fegato di sfidare le intemperie.

Hermione avanzava con passo lento.

Aveva capito perchè a Ron piaceva tanto il whisky. Tutti i suoni le voci le giungevano attutiti, ovattati. Le forme sfocate, le luci opache.

Tremava come una foglia. Gli stivali le affondavano nel fango e nelle pozze.

Giunse davanti al portone di Hogwarts.

Il barista della Testa di Porco l'aveva buttata fuori dopo tre ore e sette bicchieri di Scotch.


-Non è un posto per gente come te- le aveva detto.


Stupido pensò Hermione tutt'altro in che se Lo reggo benissimo l'alcool.

Entrò nella Sala d'Ingresso.

Camminava barcollando. Nemmeno lei sapeva dove stesse andando di preciso.

Andava dove le gambe la portavano. Il cervello le aveva detto addio ore addietro, ormai.

Si fece scivolare il mantello lungo le spalle e lo buttò per terra.

Era ubriaca fradicia. Per lei, che non aveva mai bevuto in vita sua, quei sette bicchieri erano stati una mazzata bella e buona.

Svoltò al primo angolo che le capitò, andando a sbattere contro qualcosa di maledettamente morbido e profumato.


-Hermione è tutto il pomeriggio che ti cerco- la voce di Ron le giunse lontana e interrotta come la musica di un vecchio giradischi rotto.

-Anch'io- rispose lei. Gli passò le braccia attorno al collo, avvicinando il proprio viso a quello del ragazzo.

-Che stai facendo?- chiese lui dopo un attimo di smarrimento.

-Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa, Ron.- pronunciò quelle parole ad un centimetro dalla bocca di lui.


Il ragazzo fece una smorfia, liberandosi dalla sua presa.

-Hermione ma tu sei completamente ubriaca!- esclamò.

-E allora? Che c'è non posso ubriacarmi?-

-Non dire sciocchezze, quanto hai bevuto?-

-Non cambiare argomento, Ron! Che c'è sono troppo brutta per te?-

-Herm, tu non sei in te, non stai bene-


-Io sto benissimo invece! Cosa c'è che non va in me, eh Ron? Dimmelo! E' perchè non sono bella come Calì? Perchè non ho capelli biondi e lisci come Lavanda? Perchè non sono sexy come Padma? Dai dimmelo Ron! Dimmi cosa c'è che non ti va bene ! Porca puttana! Ma perchè devi essere così stupido! Ma come fai a non accorgertene, dimmelo Ron! Dimmelo!

E' perchè non sono mai venuta con te in quel cazzo di sgabuzzino di Gazza!? E' perchè non sono alta come quella demente di Tassorosso? E' perchè non ti sono mai saltata addosso, Ron!? Cazzo! Dimmelo Ron! Dimmi perchè! E mi dispiace se sono pallosa e petulante! Mi scuserai se ho sempre avuto di meglio da fare che stare con te in quello sgabuzzino, tipo salvarti il culo! Hai capito, Ron? Perchè tu non c'eri con me davanti al fuoco, tu non c'eri! Pensare a te con qualche schifosa di turno, tu non capisci! Cazzo! Non sono abbastanza eh? Dimmelo per favore Ron! Te e quel Quidditch del cavolo! Te lo dico io che cosa ci potevi fare con quella scopa Ron! Stupido! Mi dispiace solo che non ci sia nessuna pollastrella civettante da poterti scopare! Sei uno stronzo! Hai capito? Mi fai schifo! E' tutta colpa mia-


Aveva gli occhi ridotti a fessure, il viso rigato di lacrime. Le mani ghiacciate.

Si voltò di scatto correndo nella direzione opposta a quella dalla quale era arrivata.


Ron era rimasto immobile. Non sapeva se essere offeso o ferito da quelle parole.

Tentò di convincersi che Hermione era ubriaca fradicia. Non sapeva quello che stava dicendo. Più tentava di convincersi e meno ci credeva.

Non era in se, Ron continuava a dirsi.

Eppure le era sembrata maledettamente sincera.

___________________________________________________-


Allora ringrazio:


Federiketta

Alastor

Nightmare

Cho89

Ginny89

GinnyMolly88

Blacky

hermy91

Hilary14

Kagome13

Sanae

Hiromi91

Laila

Angelwings


Grazie grazie grazie ^^

Siete mitici!


Spero di poter aggiornare al più presto! Ho tante idee, tanta voglia ma poco tempo ç___ç

Un baciottone!!!!


Hermione Weasley



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Capitolo 10
*** Trappola ***


Ehm ehm. Mi vergogno quasi * *

Prima di tutto volevo veramente scusarmi per il mio immane imperdonabile mastodontico ritardo. E' stato un po' un periodaccio con scrittura e tutto il resto. L'ispirazione era andata in vacanza e con lei anche la mia voglia di scrivere. Avevo buttato giù alcune bozze, ma mi facevano tutte schifo, quindi ho preferito aspettare per riprendere la storia.


Il capitolo è "strano" vi avverto, non è affatto la trama che avevo programmato, ma mi è venuta giù così di botto, mi sembrava di veder apparire sullo schermo le parole di un altro, e invece è tutta farina del mio sacco. Gli avvenimenti hanno preso una piega del tutto inaspettata. No, non vi preoccupate Ron e Hermione ci sono sempre, insieme ai loro problemi, avevo intenzione di dedicare tutto questo capitolo alla loro "storia" ma dai picchia e mena, è finita diversamente.


Il prossimo capitolo sarà solamente su loro due.


Basta, vi sto annoiando a morte, lo so! ^^;;

Scuse infinite. Ecco il 10imo capitolo! Spero vi piaccia!

Baciotti


HERMIONE WEASLEY


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Let Love Be Your Energy

Lascia che l'amore sia la tua energia


10


And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I've got more than I need

When your love shines down on me

If you're willing to change the world

Let love be your energy

I can't contain how I feel

When your love shines down on me


Let Love be Your Energy, Robbie Williams




La sensazione dell'acqua che ti scivola addosso. Acqua bollente, fumante che corre sulla pelle, in una corsa folle e irrefrenabile. E insieme a quell'acqua sembra che anche i tuoi problemi vengano portati via, uno ad uno, senza esclusione di niente. E ti senti una persona nuova, con una vita nuova e nessun ostacolo ti sembra poi tanto insormontabile.


Questa magra, piccolissima consolazione rimaneva ad Hermione. I vestiti appallottolati sul pavimento, i rubinetti della vasca aperti, fumo in tutta la stanza, come in un'enorme sauna.

I suoi movimenti erano meccanici, stizziti, probabilmente non si stava minimamente rendendo conto di quello che stava facendo.

La testa svuotata di ogni suo pensiero, i suoni ovattati, la vista annebbiata, il fumo che ti impedisce qualsiasi distinzione di ciò che ti circonda. Il vuoto.


Uscì dalla vasca, trascinandosi lungo il bordo e poi tirandosi su con estrema fatica. Afferrò uno degli enormi asciugamani che facevano bella mostra sui radiatori della stanza. Aprì la porta del bagno accompagnata da un nube di vapore candido. Si strinse nell'asciugamano alla bell'e meglio. I capelli fradici le stavano appiccicati sulla fronte, sul viso, lungo la schiena e le spalle. Si abbandonò sul letto, e prima di potersene rendere conto, stava già dormendo.


*


Nebbia. Una nera collina. Ombre. Suoni, sussurri. Il vento. I corvi che volano in tondo. Freddo. Il cielo grigio. La pioggia. Brividi. Sussurri. Una voce. Una ragazza. Un'ombra. Spirito. Voce spezzata, voce incrinata. Paura. Brividi. Parole. Nessun senso. Urlo. Nessun suono. Striscio, gattono, mi trascino. Una lapide. Iscrizioni.

Elisabeth. Morta. Uno spirito. Occhi di fuoco. Grido. Nessun suono. Tremo. Brividi. Paura.

Il buio.

Vendetta.


*


Hermione si svegliò di soprassalto. Aveva freddo. Si mise a sedere sul letto, ma dovette stendersi praticamente subito. Si sentiva la testa pesante, le palpebre di piombo.

La fronte imperlata di sudore. Tremava. Non avrebbe saputo dire esattamente perchè stesse tremando. Quegli occhi. Due tremendi occhi di fuoco che la squadravano fissi e dopo, un urlo agghiacciante. Il sangue che si gela il cuore che cessa di battere, voglia di urlare e nessun suono che ti esce dalle labbra, voglia di correre e le gambe incollate irrimediabilmente al terreno. La collina nera, i corvi e le lapidi.

Hermione tentò di fare mente locale. Doveva essere un cimitero, probabilmente il piccolo Campo Santo che si stendeva a qualche miglio da Hogsmeade.

Non dovette farsi molte domande per capire chi fosse quella ragazza. Si strinse nell'asciugamano e solo allora si rese conto di non essere vestita.


Si costrinse ad alzarsi dal letto, non aveva nessuna intenzione di stare a vegetare tra le coperte. Una strana e assurda convinzione andava via via facendosi strada nella sua testa.

Lei l'aveva chiamata, Lei aveva richiesto la sua presenza. E Hermione non poteva far altro che ubbidire.

Sarebbe andata al cimitero, un mazzo di fiori, e qualche lacrima. Si sentiva in dovere di farlo e l'avrebbe fatto.

Raggiunse l'armadio molto lentamente e cominciò con altrettanta flemma a vestirsi. Prese le prime cose che le capitavano sottomano, era già tanto che il cervello stesse rispondendo ai suoi deboli impulsi, non aveva nessuna voglia né forza di pensare alla moda in quel momento.

Legò i capelli in una coda di cavallo, si infilò il mantello e scese le scale.

Giunse nella Sala d'Ingresso, era deserta. Doveva essere molto presto e in effetti quando uscì sui prati si rese conto che potevano essere al massimo le sei del mattino. La luce era poca, e il buio inghiottiva ancora gran parte del parco.

Camminò in solitaria in direzione del sentiero per Hogsmeade, solo allora si rese conto che in tutto quel verde, qualcosa non andava.

Una persona si muoveva in penombra nei pressi del lago. Alta con i capelli rossi. Era Ron, senza ombra di dubbio.

Si voltò facendo per andargli incontro, ma si bloccò all'istante.

Aveva passato i primi dieci minuti di dormiveglia tentando di capire che cosa avesse fatto la sera precedente, ma un po' per gli strascichi dell'alcool un po' per il gran mal di testa che aveva, non era riuscita a ricomporre quel puzzle, per ora rimasto ancora irrisolto.

Vedendo Ron qualcosa era tornato fuori, come un fiore che sboccia all'improvviso, inavvertitamente, stupendo tutti i presenti.

Qualcosa le stava impedendo di andare da Ron, una sensazione, la consapevolezza di aver fatto qualcosa. Di avergli fatto qualcosa.

Hermione era una persona puntigliosa estremamente pignola e attualmente non sapere quello che lei stessa aveva fatto, la stava mandando nei pazzi. La irritava, e non poco.


Cosa aveva detto a Ron? Che cosa gli aveva fatto?

Le sembrò tutto così assurdo. Lei, sempre precisa e pronta a tutto, non aveva la risposta a quella domanda. Ron, sicuramente non l'aveva vista, decise quindi di fare silenziosamente retromarcia e evitare la sua compagnia fino a che non avesse scoperto gli avvenimenti della sera precedente.

Le sembrò inutile stare a rimuginarci troppo sopra, non le sarebbe venuto in mente niente sforzando le meningi in quel modo. Doveva aspettare, pazientare e attendere, che qualcosa o qualcuno le facessero tornare vividi nella mente i ricordi della serata che la notte si stava portando via con sé.


*


Rabbrividì stringendosi ancora di più nel golf color porpora che la Signora Weasley gli aveva mandato , secondo l'ultima lettera di Bill, Molly ne aveva fatto uno per tutti i membri dell'Ordine. Sorrise al pensiero di sua madre intenta alla lavorazione di una ventina di golf fatti a maglia.

Fece una smorfia al pensiero di Piton con uno stupendo golf verde scuro, con le iniziali "SP" lavorate sul petto.


Stupido Pappacefalo pensò Ron.


Era la terza volta che faceva il giro del lago, rimuginando, camminando senza sapere bene dove stesse andando. Aveva freddo ma nessuna intenzione di coprirsi di più. Non aveva dormito molto quella notte. Le parole di Hermione gli rimbombavano nella testa. Non sapeva esattamente come comportarsi di fronte a un tale fiume di parole in corsa. Una parte di lui si sentiva offesa, in effetti non erano state affatto amorevoli le frasi che la ragazza gli aveva rivolto, ma l'altra si sentiva soddisfatta perchè in fondo quel mucchio di insulti non servivano ad altro che nascondere una dichiarazione, e più ci pensava e più la cosa gli sembrava palese.

Hermione provava qualcosa per lui, era evidente, ma adesso il problema era rendersi conto di quello che lui provava per lei. E attualmente, quello per Ron, era il problema più complicato davanti al quale si fosse mai trovato.

Ma d'altronde, le sue avventure, le sue esperienze non erano state forse che vani tentativi per cercare di colmare quel vuoto? Quel vuoto che lei creava in lui. Quel vuoto che avrebbe voluto riempire con attimi e momenti vissuti con lei e con nessun'altra. Non era forse la disperata ricerca di sicurezza? Aveva bisogno di convincersi che Hermione per lui non era che un'amica, una splendida incredibile amica che gli stava accanto nei momenti difficili che lo sorreggeva negli attimi di smarrimento. Eppure c'era sempre stato un vuoto tra di loro, una distanza che in qualche modo andava colmata, e che Ron, seguendo chissà quali pensieri, aveva riempito con altre ragazze. Le sue avventure fisiche o metaforiche che fossero non l'avrebbero più stimolato né appagato, si era reso conto che avrebbe scambiato mille notti con una qualsiasi di loro in cambio di un sorriso di Hermione. Un sorriso di quelli che solo a lui riservava, un sorriso carico di emozioni e affetto, di cui Ron non aveva forse mai capito il significato, se non quando gli erano venuti irrimediabilmente a mancare. L'aveva allontanata da sé, estraniata dalla sua vita e adesso ne pagava le conseguenze. Cosa credeva? Che Hermione fosse un automa, uno stupido pezzo di latta che non provava alcuna emozione?

Bè la sera precendente lei gli aveva dato la prova che contraddiceva tutto questo.

Era ubriaca, lo sapeva, ma aveva visto quel bagliore nei suoi occhi, quella sincerità nelle sue lacrime, che adesso era praticamente convinto che gli avesse detto la verità, verità che era rimasta racchiusa nei pensieri di lei, una manciata di emozioni represse.


Una folata di vento gli spettinò i capelli. Lo costrinse ad alzare lo sguardo verso la collina che portava all'Ingresso del castello.

Fu un attimo. E la vide. Era praticamente certo che la cosa non fosse stata reciproca, lei era voltata verso il sentiero per Hogsmeade e solo per qualche remoto e assurdo caso avrebbe potuto rendersi conto di essere stata vista.

Le andò dietro facendo ben attenzione a non farsi sentire. L'avrebbe seguita, tenendosi a debita distanza. Capì che probabilmente era una delle sue solite cavolate, ma stavolta volle andare fino in fondo.


*


Nonostante fossero le sette passate il cielo era rimasto grigio e pieno di nuvole.

Hermione si trovava davanti ad un cancelletto arrugginito che la sorpassava di poco in altezza. Al di là di questo i morti riposavano.

Il vento ululava e i corvi volavano sulla sua testa. Qualche albero spoglio rompeva la monotonia del Campo Santo.

Allungò una mano tremante verso il cancello e lo spinse.

Si aprì con un sordo e angusto cigolio. E tutt'a un tratto l'idea di andare lì da sola le sembrò la cosa più stupida di questo mondo.

Ma ormai era arrivata fino a lì, perchè non andare avanti? Che aveva da perdere?

Niente, le sembrava di aver già perso tutto.

Lasciò il cancelletto aperto e si avviò su per uno stretto viottolo che divideva due immensi prati verdi. Tante piccole lapidi di forma e dimensioni diverse lo costellavano.

Ogni tanto un mazzo di fiori, qualche margherita gialla o un crisantemo viola, facevano capolino dalla massa monocroma che le si stendeva davanti agli occhi.

Non sapeva esattamente come avrebbe fatto a trovare la tomba di Elisabeth, ma fu come se quello fosse l'ultimo dei suoi problemi.

Camminava lentamente. I corvi gracchiavano. Il vento ululava.

Si lasciò trasportare verso ovest, in una parte di cimitero dove il poco sole non batteva.

Una lapide attirò la sua attenzione. Era molto grande. Un angelo con le ali spiegate vi stava sopra. Vi si avvicinò non si scompose minimamente quando lesse il nome sul marmo.


Elisabeth Taffin

Agosto 1978 - Ottobre 1992


Allungò le dita verso le scritte ripassandone il contorno. Quando si rese conto che qualcosa non andava. La lapide diceva Ottobre 1992, ma non era possibile! Quello era l'ottobre del 1997, Elisabeth era morta solo pochi giorni prima e non cinque anni addietro. Si sentì rabbrividire. Ma subito prese coscienza degli avvenimenti. Qualcuno le stava giocando uno scherzo un terribile scherzo. Cominciò a controllare tutte le tombe e ogni iscrizione che leggeva più il sangue le si gelava nelle vene.


Su ogni lapide, le medesime parole:


Elisabeth Taffin

Agosto 1978 - Ottobre 1992


Fece immediatamente marcia indietro, doveva essere una trappola, un inganno, qualcuno voleva confonderla, spaventarla. Corse in direzione del cancelletto, la testa ancora girata verso l'angelo di pietra. Andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.

Alzò gli occhi incrociando quelli azzurri e spauriti di Ron.

Iniziò a scuotere la testa mettendoglisi a fianco. Tentò di parlare ma la gola era secca e arida, nemmeno una parola uscì dalle sue labbra. Fu lui a parlare per primo.


-Herm, che sta succedendo?-


Le si fece istintivamente più vicino, entrambi si guardavano attorno.

Hermione aveva le labbra incollate, serrate l'una contro l'altra.

Poi all'improvviso una sagoma scura attirò la sua attenzione.

Strattonò la manica di Ron in modo che anche lui guardasse da quella parte.

Via via che si faceva più vicino, Hermione ne distingueva i lineamenti dolci, l'espressione gentile, il pastrano nero, i baffi argentei.

Era quell'uomo il padre di Elisabeth, quello che aveva incontrato alla Testa di Porco il giorno prima.

Hermione deglutì facendo scivolare la sua mano in quella di Ron.

L'uomo si faceva sempre più vicino.

Quando non ci furono che un paio di passi a dividerli dall'individuo, l'uomo parlò.

Aveva gli occhi bianchi, le braccia rigide lungo il corpo.


-Sei bella come lei- sussurrò.


Hermione si sentì mancare la terra sotto i piedi. E all'improvviso una fiammata, il calore del fuoco e l'uomo inghiottito dalle fiamme, lingue rosse che gli attanagliavano le membra.

Ron sgranò gli occhi stringendo la presa sulla mano di Hermione, entrambi troppo spaventati per parlare. La cosa macabra era che l'uomo non batteva ciglio rimaneva impassibile via via che le fiamme lo consumavano, non un grido, un gesto, niente di niente. Quegli occhi bianchi che fissavano il vuoto.

E all'improvviso, così come erano arrivate, le fiamme si dileguarono, e al loro posto, una figura alta magra, il viso scavato, i capelli lunghi neri, una donna longilinea dai tratti marcati.


-Lestrange- fu tutto quello che Hermione riuscì a dire.


La donna scoppiò a ridere.

-Ahahahah! Stupida mezzosangue, dovresti vedere la tua faccia.- si fece seria -Hai per caso visto un fantasma?- ricominciò a ridere tenendosi le mani sulla pancia.


Era lì sola con l'assassina di Sirius e la mano di Ron stretta nella sua.


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E vabbè io l'avevo detto che era strano, si discosta da tutto il resto, ma è stato tutto quello che sono riuscita a fare!


Adesso vedrò di riprendere il ritmo di scrittura, come si conviene^^;;

Io e Nightmare abbiamo un'idea in cantiere per una ff insieme, nevvero Fede?

Bè vedremo che cosa viene fuori.

E poi...e poi anche una con Cho89 si si, promesso Sari :*


E insomma se avessi il tempo vi ringrazierei uno ad uno, ma purtroppo non ne ho nemmeno a pagarlo oro.

La prossima volta farò i ringraziamenti personali, uno ad uno, promesso.


Scusate questa povera pazza ^^

Ok dopo aver implorato il vostro perdono!

Un'ultimissima richiesta: lasciate una recensioncina da bravi!


Un baciottone a tutti coloro che hanno continuato a seguirmi :*

Grazie grazie grazie


Hermione Weasley




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