The Crimson College (e i suoi misteri)

di Anna_Gryffindor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo. ***
Capitolo 2: *** Umiliazioni, odio e misteri che cantano ***



Capitolo 1
*** Arrivo. ***


Il grande college si ergeva maestoso, le lunghe scalinate di pietra bianca gli davano un aspetto antico e misterioso. Infatti, se avevo letto bene, era stato costruito sulla base di un'antica villa.
Dietro al college si intavedeva il boschetto, sul lato sinistro i giardini e il laghetto e sul lato destro un "tempietto", una struttura circolare non molto grande formata da colonne greche circondato da un roseto. 
Qua e là c'erano studenti organizzati in gruppi a seconda dei loro gusti: i dark con il loro trucco pesante, le catene e le borchie; le "principessine" con i loro capelli platinati, lisci e impeccabili, i loro vestitini firmati; i nerd occhialuti, gobbi e spelacchiati; le "orientali" con i loro occhietti a mandorla e le facce gentili e via discorrendo.....cosi mi si presentava il Crimson College in Scozia quel 19 settembre soleggiato.
Ero arrivata la sera prima con un volo Irlanda-Scozia e avevo lasciato là i miei parenti e tutto il resto per restare da questa mia zia che in realtà era un'amica di famiglia.
Era stata una mia decisione, affrontare il volo e la separazione da quel mondo perchè volevo veramente studiare in quella scuola.
Inspirai profondamente ed entrai, subito qualche testa maschile si girò verso di me e mi osservò maliziosa. Non capisco perchè fanno così: capelli rosso scuro; occhi verdi, troppo verdi quasi da lupo, lentiggini innumerabili, labbra ne carnose ne sottili, una terza di seno nonostante i miei quindici anni, corporatura media. Quello sguardo che molti definiscono selvatico o da animale in gabbia. Nella mia altra scuola l'ottanta percento delle persone mi avrebbe portata a letto, il resto del venti o era gay o erano miei famigliari. Si, nell'altra scuola ne avevo cinquantanove, tra fratelli e cugini.
Un ragazzino dall'aria cordiale si avvicinò speranzoso. Fisico asciutto, capelli color del grano, un occhio azzurro ghiaccio l'altro marrone cioccolato. "Ehi, io sono Mark. Mark Blackthorn e tu devi essere Anna Morgenstern." Annuii. "Bene, mi hanno incaricato di farti da "guida scolastica" e farti vedere le aule più importanti, i dormitori, le Sale Comuni e la Sala Grande. Se mi vuoi seguire....iniziamo. Questo è l'atrio, vabbhè noi non ci facciamo molte cose nell' atrio....diciamo che visto che era un'antica villa non potevamo buttarlo giù. Seguimi." L'atrio infatti assomigliava più all'ingresso di una casa. Andammo a sinistra e, dopo un lungo corridoio pieno di quadri curiosi (paesaggi, frutta, animali, case...) arivammo davanti ad una porta di quercia. Mark la aprii rivelando la zona mensa. "Questa è la Sala Grande, noi mangiamo qui. Era un antica sala da ballo e lo puoi notare dalle decorazioni e dalle esagerazioni della camera." Mark aveva ragione, il corridoio che avevamo attraversato era bello, l'atrio era bello, ma davanti alla Sala Grande tutto il resto scompariva. Oro e azzurro si conteggiavano il posto sui muri.
Poi uscimmo dalla Sala e ci incaminammo verso il secondo piano. "Qui c'è l'aula di scienze, quella di musica, quella di italiano. La la stanza di arte, di matematica, di storia. Li il teatro. Al terzo piano ci sono i dormitori, le docce e i bagni. Ora seguimi nell'aula 301 per l'accoglimento." Avevo cercato di memorizzare tutte le aule, di farmi una piantina mentale, ma qualcosa non quadrava. L'istituto da fuori sembrava più grande.... "Mark, cosa c'è al quarto piano?" Lui si voltò verso di me, prima sorpreso, poi un'ombra scura li andò a coprire il viso sereno. "A noi studenti è esplicitamente detto di non metterci neanche un respiro, rischiamo l'espulsione. Tu non vuoi essere espulsa giusto?" Feci di no con la testa. Poi mi fece cenno di seguirlo e ci incaminammo verso l'aula 301.
"Tutti seduti!" Una signorina giovane e gaia ci accolse nell'aula. Era bella, capelli mori, pelle mulatta occhi scuri e un po' a mandorla. Infatti alcuni ragazzi la stavano fissando sbavando.
Mi sedetti insieme a Mark e attirai un po' di sguardi, giusto un po'. "Siileenziioo!" Disse con voce canterina "Ok, possiamo iniziare, io sono Abbigail Mils, la vostra professoressa di storia. Benvenuti al Crimson College, per i vecchi e per i nuovi. Ora farò l'appello e voi vi alzerete e verrete qui a prendere i vostri orari, il numero della camera e con chi sarete in camera. Jem Abberforth." Un ragazzino magrolino, occhialuto (doveva essere un nerd) si alzo lentamente dalla sedia e prese tremolante l'orario. "Mark Blackthorn." Mark si alzò. "Caroline Chan." Una ragazza orientale si alzò sorridente e si diresse alla cattedra. "Isabella Dumonde." Una ragazza dai lunghi capelli corvini, vestita da dark, si alzò e a passo sicuro si diresse verso la cattedra. "Will Herondale." Un ragazzo particolare si alzò. Era magro e muscoloso, occhi gialli, capelli biondo-marrone ricci, un bel viso. Non mi aveva staccato li occhi di dosso da quando ero entrata. Si diresse verso la cattedra e quando tornò al suo posto, accennò un sorriso nella mia direzione. Mark si irrigidì, era evidente che si conoscevano. Altri tizi e tizie varie si diressero alla cattedra. "Anna Morgenstern." Mi alzai e subito dei ragazzi fecero correre i loro occhi su di me, tornai al posto a disagio. "Ora che tutti hanno il loro orario, possiamo prendere il libro di storia e ripassare. Andate a pagina 20." All'inizio presi un po' di appunti, ma ben presto mi ritrovai a fare dei ghirigori che si trasformarono in disegnini. Amavo disegnare e disegnavo da quando ne avevo memoria. Osservai Will, riuscivo a vedere solo il suo profilo dato che era al mio fianco sinistro, notai che era seduto da solo. Iniziai a disegnarlo, non só bene il perchè. Quando avevo finito l'abbozzo, Will si girò e io distolsi lo sguardo imbarazzata. Quando la campanella suonò segnalando la fine di quella lezione, aprii la cartella con li  orari e notai solo in quel momento il mio compagno di stanza.....a dirla tutta compagna: Isabella, la dark. In quel momento mi assalì un altro dubbio. Dov'era la mia valigia? Dato che la prossima lezione avevo inglese e notai che Mark era con me glielo chiesi "Mark, dov'è la mia valigia?" Lui mi sorrise "Non ti preoccupare, le inservienti la hanno presa insieme alle altre e la troverai in camera tua." Ci sedemmo vicini anche quella volta. Will non c'era. "Seduti!" Un signore anziano, con una barba giallognola e vestito da hippy ci accolse. "Io sono il professor Brown e vi insegnerò inglese. Ora prendete i quaderni e scrivete questo." Si girò verso la lavagna e scrisse I PRECETTI DI MR. BROWN "Ora, voglio che voi ogni mese facciate una sezione intitolata cosi. Alla fine del mese discuteremo sul precetto e cosa esso ci trasmette." Tutti scrivemmo il titolo "Il precetto di questo mese è IMPARARE DALLE NOSTRE DIFFERENZE." E lo scrisse. Passammo un'ora a discutere del programma finchè la campana non suonò nuovamente. Ora avevo un'ora di scienze. Camminai per i corridoi fino ad arrivare all'aula di scienze. I posti erano già tutti occupati tranne quello vicino a Will, quindi decisi di sedermi li, dato che non potevo passare l'ora in piedi.
"Silenzio!" Una vecchia signora decrepita ci intimò il silenzio. Non riuscivo a capire quanti anni avesse.....sembrava vecchia di migliaia di anni. La pelle tutta raggrinzita e solcata da pesanti rughe, i capelli bianchi e sottili raccolti in uno chignon stretto, la schiena ingobbita dal peso degli anni, gli occhi dai tratti orientali dispensavano saggezza di chi ha visto troppe cose.....allo stesso tempo però dalla voce potevi pensare che avesse poco più di quarant'anni. "Io sono la professoressa San Kuy e vi insegnerò scienze, voglio che mi trattiate come se fossi vostra nonna e potete darmi anche del tu. Se ci son problemi di qualunque tipo, potete trovarmi nella stanza 401 e io vi aiuterò, anche se sono cose banali del tipo -nonna San il ragazzo mi ha lasciato che faccio?-" e qui tutti riserò, insieme a lei. "Sapete, voglio che facciate cosi perchè io non ho più nessun parente vivo e l'unica famiglia che ho ora siete voi. Siete la mia famiglia e io vi vorrò bene." Si fermò come se le facesse male parlare della sua famiglia. Un ragazzo che non avevo ancora visto alzò la mano. Nonna San fece cenno di parlare. "Nonna San, sò che è una domanda un po'.....impertinente, ma quanti anni hai?" Lei accennò un sorriso "Qual'è il tuo nome?" "Alan." "Bene Alan, non ti preoccupare per la domanda che hai fatto.....me la fanno tutti. Anche gli altri prof. Ho abbastanza anni per aver visto la maggior parte delle cose in questo mondo......ma allo stesso tempo non ho abbastanza anni per conoscere il resto." Era una risposta enigmatica, credo che facesse parte del suo essere orientale. Risposte enigmatiche da maestro Confucio. "Ragazzi, cos'è la morte alla fine? Vi faccio questa domanda....pensateci!" Rimuginavo....cos'è la morte? Un viaggio, un'avventura, la fine..... Will alzò la mano e mi ritrovai a fissarlo. Parlò per la prima volta. "La morte è l'iniziò di un'altra vita. Non si può vivere senza morire e rivivere di nuovo." Si girò verso di me e mi sorrise. Girai lo sguardo imbarazzata e arrabbiata....con me. *smettila Anna per l'amor del cielo, nessun ragazzo ti ha fatto far questo. Se sei imbarazzata, non pensare a lui, trattalo con indifferenza e un po' d'odio.* La campanella suonò. Ora dovevo pranzare e poi.....pomeriggio libero. Rividi Mark e mi aggiunsi a lui e ai suoi amici. "Ah, eccola qua! Anna lui è Robin." Un ragazzo africano mi sorrise. "Lui è Jacques." "Bonjour. Bellezza." Disse il moro. "Loro sono miei amici dall'infanzia e non ci credevano che io conoscessi la ragazza più bella dell'istituto. Ora spero che siate felici!" E risero tutti insieme. "Sei fortunato." Sussurrò Robin all'orecchio di Mark. Imbarazzo, di nuovo. Ci sedemmo tutti insieme e iniziammo a mangiare. "Allora, sei nuova giusto?" Annuii. "Devi stare attenta, qui i ragazzi sono molto pervertiti e una ragazza come te....uuuh farà fare certi sogni." E risero tutti insieme, anch'io risi.....erano simpatici.
Dopo pranzo mi incamminai verso il terzo piano e mi misi a cercare la stanza n.218. Mi guardai attorno, la zona dormitori era molto carina: i pavimenti di legno emanavano un odore di antico; i muri erano ricoperti da carta da parati di un rossiccio tramonto con dei gigli ricamati. Arrivai davanti alla stanza 218. Una targa dorata recitava Anna Morgenstern & Isabella Dumonde. Entrai e un profumo di melograno mi investì, la camera era meravigliosa: due letti a baldacchino, uno di fianco all'altro con delle lenzuola color pesca; i muri erano ricoperti della carta da parati del corridoio; una finestra abbastanza grande sopra i due letti; le valigie erano sui letti; ai piedi del letto c'erano due bauletti; due comodini per ogni letto; a sinistra c'erano i due armadi e a destra c'era una porta a vetri.La aprii e uscii sul balconcino. La brezza di settembre mi accarezzò il volto, la vista era stupenda. Il balcone dava sul laghetto dove il sole stava tramontando. "Ehi! C'è nessuno in camera?!" Una voce femminile mi fece riscuotere e rientrai. Isabella era appena entrata, i capelli corvini da un lato e mi scrutava con sguardo enigmatico da parte dei suoi occhi violacei. "Tu devi essere Anna. Sei veramente bella, almeno una volta che non dicono cazzate." E mi sorrise. Ricambiai. "E tu devi essere Isabella, sei veramente così dura come dicono?" E ridemmo di gusto. "No, non credo di essere dura come dicono....non ho mai fatto a botte con nessuno per ora. Sono russa, credo lo dicano per questo....e sono anche dark." Ridemmo nuovamente. "Io vengo dall'Irlanda." Avevamo cominciato a svuotare le valigie. "Davvero? Ho sempre desiderato andare in Irlanda. Dai racconta!" "Ok, vivo in un piccolo villaggio che si chiama Oak Bridge. È circondato da verdi colline e boschetti e c'è anche il mare. Al centro c'è una quercia e dalla quercia si sviluppa tutto. La quercia è praticamente il centro e li si trovano le botteghe e il pub che è il cuore dei cittadini. Attraversando i sobborghi acciottolati si sviluppano le altre case. Poi c'è il molo e la campagna, con delle fattorie." Isabella sembrava incantata. "È un posto così bello perchè te ne sei andata?" "Non avevo molte opportunità, la stessa cosa potrei chiedere a te." "Io vivevo in questo villaggio della campagna russa. Le case avevano ancora i tetti di paglia e si viveva praticamente come nel medioevo. Vivevo con mia nonna, i miei genitori non ci sono più." "Oh, mi dispiace." Mi sorrise "Non mi piacciono le persone che dicono mi dispiace per una cosa che non hanno fatto. Smetti di compatirti con me." E ridemmo di nuovo. Credo fosse iniziata una grande amicizia.

Note: eccomi con la mia seconda fanfic. Questa volta i miei personaggi si trovano all'interno di un college dall'aria misteriosa e.....non voglio anticipare...continuate a leggere e recensite recensite recensite e.....recensite *_* daaai non è difficile!

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Capitolo 2
*** Umiliazioni, odio e misteri che cantano ***


Una settimana dopo mi ero abituata a quel college come si ci avessi passato una vita, quello a cui non mi ero ancora abituata erano gli sguardi maliziosi dei ragazzi.
Mark e Isabella erano i miei migliori (anche se non so se si possa dire cosi dopo una settimana) amici, ma si comportavano come guardie del corpo. Mark si metteva a fare un verso basso che assomigliava impercettibilmente ad un ringhio...ma nessuno lo sentiva, o almeno non se ne accorgevano ed Isabella lanciava uno sguardo trapassante con i suoi occhi violacei che faceva spaesare per un momento i ragazzi, come se non si ricordassero il perchè fossero li. Era bello, ma anche frustrante.
Quella mattina mi sedetti come mio solito vicino a Izzy e Mark andò con i suoi amici. Stavo imburrando tranquillamente la mia fetta di burro quando Izzy mi diede di gomito "Anna, Will ti sta fissando. È la centocinquantesima volta, merda se continua cosi va a finire che mi incazzo." E lo guardò con rabbia. "Lascialo stare, è un tamarro in senso spregievole." Stava facendo quel suo solito sorrisino e in una settimana avevo scoperto molto di lui. Non era un tipo solitario come credevo, anzi era il ragazzo più popolare fra tutte le ragazze, per i corridoi quando passava le ragazze bisbigliavano e sorridevano fra loro. Non era un santarellino come pareva, ma era un gran casanova e si diceva che il novanta percento delle ragazze fosse andata nella sua camera da letto. Un tipo di cui meglio non fidarsi e di cui non innamorarsi, ma era difficile: i suoi occhi gialli attiravano lo sguardo, le labbra sembravano dirti -baciami- e il suo corpo magro muscoloso ti faceva correre i brividi per la schiena. Izzy aveva ragione, mi guardava...sempre. Come se fossi una preda.
"Ohi! Mi stai ascoltando?" Izzy aveva detto qualcosa e probabilmente non l'avevo neanche ascoltata....cazzo Will, mi fai perdere.
Feci segno di no arrossendo. "Stavo dicendo che, fra una settimana partiamo per Edimburgo per rimanerci per una settimana." Ecco una bella notizia, mi illuminai e Izzy sorrise, sembrava....soddisfatta.
Dopo la colazione avevo lezione di storia e mentre camminavo sola (Mark e Izzy erano a latino) gli sguardi dei ragazzi si fecero più insistenti e sembravano volermi spogliare con gli occhi, cercai di non farci caso finchè la terra cominciò a mancarmi sotto i piedi e caddi rovinosamente a terra, sbattei il naso e il labbro.
Mi rizzai a sedere e toccai il naso, nessun danno, toccai il labbro e mi sborcai il dito con un po' di sangue. Una decina di ragazzi accorse in mio aiuto, ma quando gli guardai in cagnesco decisero che era meglio di non farlo. A quel punto sentì delle risatine, mi girai ed ecco che vidi Will e i suoi amici che ridevano di gusto. Senza pensare, accecata dalla rabbia mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui. Per un istante fui rimbambita dalla nostra vicinanza, ma poi alzai un pugno e glielo spataccai sul suo faccino. Noncurante delle sue condizioni, mi diressi a lezione fra gli applausi di qualche ragazzo.
"Cavolo Anna, ma che accidenti ti è successo!" Pranzo con una Izzy divertita e sorpresa. Tagliai il mio hamburger e dissi "Allora, stavo camminando come la più normale fra le persone, quando inciampo e cado. Sbatto il labbro e fine." Izzy mi scrutava divertita. "E allora perchè Will ha un occhio nero?" Sbuffai. "Perchè il bastardo ha avuto la magnifica idea di farmi inciampare." "E allora li fai un occhio nero?" "No, ma mi ha rotto il labbro." E chiusi il discorso. Più tardi raggiungemmo Mark e decidemmo di andare al lago per parlare. Io e Izzy avevamo però un accordo quella volta: dovevo lasciarla sola con lui e andare da qualche parte con una scusa. 
Arrivati al lago e dopo cinque minuti annunciai che avevo voglia di una doccia e nessuno dei due sembrò molto dispiaciuto, o almeno solo all'inizio. Passando davanti a Izzy le sussurrai un in bocca al lupo e mi diressi verso il college. Non sapevo cosa fare e vagai finchè non mi ritrovai davanti alle scale che portavano al quarto piano, ovviamente avevo rispettato la regola, ma la curiosità mi stava rodendo l'anima, ora più che mai e quando sentì una specie di cantilena la curiosità esplose del tutto. La cantilena diceva qualcosa, ma lo sentivo indistinto e poi quando posai il piede sul primo gradino si fece un po' più forte e riuscì a capire il testo. Diceva "Anna teacht, tá tú ag iarraidh agus nach bhfuil d'áit iontu. Anna" era irlandese e significava: Anna vieni, ti stiamo chiamando e il tuo posto non è li sotto. Era inquietante, ma mi sentivo sotto trance e i miei piedi si muovevano da soli sui primi gradini finchè un urlo di una donna mi fece arrestare di colpo. Come se fossi riemersa da un tuffo in piscina mi guardai attorno, ma non vidi ne la donna ne nessuno nei corridoi e mi accorsi di aver salito i primi cinque gradini. Come una scheggia mi fiondai in camera e mi buttai sul letto. Chi stava cantando? Chi urlava? Quella sera saltai la cena e dovetti affrontare una Izzy extra curiosa. Infatti quando entrò in camera e mi notò pallida sul letto si sedette sul suddetto letto e disse una sola cosa "Racconta." Annuì e iniziai. "Stavo vagando per i corridoi quando mi sono imbattuta nella scala che portava al quarto piano, stavo davanti alla scala quando una cantilena in irlandese cominciò ad echeggiare per il corridoio e io come in trance ho cominciato a salire i primi cinque gradini poi un urlo mi ha fatto fermare. Non so cosa sia successo." Izzy mi guardava con aria grave c'era qualcosa che lei sapeva ma non voleva dire. Mi sorrise e si mise a dormire, ma prima disse "Anna, anch'io ho sentito qualcosa, non sei l'unica. Dormi ti farà bene, a me ha fatto un buon effetto." Cercai di prendere sonno e infatti dopo poco caddi in un sonno profondo. Fui vittima di uno strano sogno: all'inizio ero davanti alla scala, c'era Will che con voce suadente mi diceva di salire e io lo ascoltavo. Salivo le scale finchè non mi capovoltai su me stessa e finì nell'aula di scienze e c'era Nonna San che sorrideva, un sorriso che mostrava due canini troppo aguzzi e mi stava dicendo qualcosa, prima sussurrando e poi quasi urlando:"Anna, devi venire qui. Non avere paura, vieni...devi fare..." Non finì la frase perchè l'urlo della donna rieccheggiò dappertutto e mi svegliai. Ero sudata e respiravo affannosamente, era l'una di notte e sconvolta decisi di incamminarmi verso i bagni per ridarmi una sistemata.
I corridoi illuminati dalle lampadine soffuse ti facevano sentire a casa, ma il corridoio era deserto e l'aria era pervasa da un silenzio surreale, ma poco dopo sentii dei rumori provenienti dall'ingresso e la porta che si apriva. Ormai del tutto sveglia e rinunciando al bagno mi diressi al piano di sotto e non trovando nessuno uscii nel giardino.
Quello che vidi fu lo spettacolo più strano e inverosimile: Will e Mark erano uno di fronte all'altro e sembrava si stessero fronteggiando. "Non ti permetto di fare un'altra cazzata come quella di oggi." Mark parlava come se stesse ringhiando, infatti la bocca arricciata mostrava i denti con i canini leggermente più lunghi del normale. Sembrava un animale. Will rise scettico "Di che diamine stai parlando? Oh, non mi dire che ti sei innamorato di Anna, tu non sai chi è lei." Ma, di che cazzo stava parlando! Io sono io e nient'altro. Mark scoprii i denti ulteriormente, Will invece se ne stava lì e lo guardava con aria di superiorità. "Cosa stai insinuando sporco vampiro." Ok, avevo decisamente sentito troppo. Vampiro? È tecnicamente impossibile. "Hahaha, non parlare cosi di me, licantropo pidocchioso. L'ho sempre detto che siete una razza ritardata senno avresti già capito chi è Anna." Se prima avevo detto di aver sentito troppo, bhè mi sbagliavo. "Isabella l'ha capito prima di te, sanguisuga. Io s'ho chi è." Mark ringhiava e non dico per dire, ringhiava veramente come un cane arrabbiato. Will alzò un sopracciglio divertito dalla reazione di Mark. "Allora non è nelle regole stare con un Dhampyr o stai mandando a fanculo il vostro stupido codice!" Ora aveva perso leggermente la pazienza. Non volevo sentire oltre. Ero sconvolta, non potevo essere un Dhampyr, non potevo essere un mezzo vampiro e Isabella? Isabella sapeva già tutto e non mi aveva detto niente. Ritornai in camera e aspettai il giorno, quel giorno avremmo fatto una bella chiacchierata.

Note: Eccomi con un nuovo capitolo. Che dire, Anna scopre di essere una creatura leggendaria oltre a scoprire che anche i suoi amici lo sono. Will si rivela essere un vampiro seducente e Mark un licantropo. Isabella? Bhè dovrete andare avanti con la lettura per capire o forse avete già intuito? Recensite per favore e ridico, non è tanto difficile. Basta che vi sedete e digitate qualcosina 😉🙃😌 anche per dire che la storia fa schifo. Forza!

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