Illegal Love

di LiliFantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** angeli ***
Capitolo 2: *** Discesa dal cielo ***
Capitolo 3: *** Primo giorno. Liceo. Domani. ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***
Capitolo 5: *** Strani silenzi ***
Capitolo 6: *** Passeggiata vittoriana ***
Capitolo 7: *** Una grande famiglia felice ***
Capitolo 8: *** Un liceo labirintico ***
Capitolo 9: *** Michele, Gabriele e Raffaele ***
Capitolo 11: *** Doveri imbarazzanti ***
Capitolo 12: *** Bibliotecaria nata ***
Capitolo 13: *** Blasfemo ***
Capitolo 14: *** Fonte di emozioni ***
Capitolo 15: *** Una macchia sulla pelle ***
Capitolo 16: *** Giocare a carte scoperte ***
Capitolo 17: *** AVVISO VERY IMPORTANT ***



Capitolo 1
*** angeli ***


PROLOGO

Angeli. Creature potenti e misteriose. Buone e generose. Alcuni timidi, altri piú estroversi.
Diciamo che sono permessi i matrimoni tra angeli. C'è uno ad esempio che mi fa il filo da quando quella stupida di Eva mangió la mela...
Ma, amore tra mortali e angeli...
Uhm.
L'ultima volta che degli angeli si sono innamorati di umani decidendo di aiutarli, sono stati scagliati giú dal cielo...

Ma parlando di me...
Io ho di angelico solo il nome e le ali.
Mi chiamo Angel (ovviamente), ho 17 milioni di anni, che purtroppo sulla Terra dovrò far passare per 16.999.983 di meno. Fatevi un po' il conto.
I miei capelli sono neri, lunghi fino a metá schiena e gli occhi azzurri, con strane pagliuzze gialle.

Mi hanno affibbiato una specie di bulletto nell'ultimo decennio, o forse più.
Un novitá siccome mi ritrovo da sempre a proteggere topi di biblioteca o scienziati.
Ad esempio, l'ultima volta dovevo proteggere Einstain. Eh beh... ho dovuto abbassargli i voti a scuola per farlo uscire un po'.
Ovviamente ho fallito su tutti i fronti, vista quella stupida teoria generale, della relatività o come diavolo era.
Insomma, io fatico terribilmente per fargli guadagnare una vita sociale, e lui che fa? Si mette a inventare teorie e a fare orrende linguacce.
Comunque, non voglio continuare a parlarvi dei miei metodi di lavoro.

Ultimamente direi che sono successi un bel po' di casini e, per quanto ne ho capito, credo di esserne stata io la causa...
Per cui sono stata messa in punizione.
Già, in punizione. Un angelo 'in punizione' non si era mai sentito... bah.
Comunque, sarò crostretta ad abitare sul Mondo Terreno per... un po' di tempo.
Okay okay, non so neanche io per quanto, ma sinceramente non mi aspetto un gran bel finale per questa assurda storia.
Pensate che dovrò persino iniziare a frequentare uno stupido liceo francese!





*ANGOLO DELLA SCRITTRICE USCITA DI NOCE* (??)
Heilà!
Ed ecco il prologo! (?) *coff coff*
Non é la prima ff che pubblico, ma tutte le altre che ho scritto sono finite serenamente nel secchio della spazzatura *ri-coff ri-coff*
Comunque, per chi ha già letto questa storia, saprà o quantomeno si ricorderà vagamente (ma anche no) che questo "ANGOLO DELLA SCRITTRICE" prima non c'era.
QUINDI l'ho aggiunto dopo... QUINDI quando ho postato questo prologo non c'era. Ed è per questo che scatta la domanda da €100.000.001 (perché "1" non lo so neanche io...):

COSA CAVOLO CI FACCIO QUA?

In effetti non sarei dovuta esistere nel prologo, non sarei dovuta comparire. Invisibile al mondo intero.
Almeno avrei potuto far credere a voi lettori che sono una normale persona normale (?)... e sinceramente non c'é neanche un motivo preciso per la mia comparsa. Semplicemente mi sono messa in testa di migliorare i capitoli precedenti al mio "cambio" di modo di scrivere. (??)
Per cui ci metteró un accidenti di tempo, ma aspettando che l'ispirazione torni dalle sue vacanze in Antartide, é l'unica cosa sensata che mi viene in mente di fare (?)
Comunque, dopo il mio monologo, spero troviate ancora una ragione per continuare a leggere questa storia. Detto questo, vi saluto!



~ Lili

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Capitolo 2
*** Discesa dal cielo ***


// CAPITOLO IN CORSO DI REVISIONAMENTO \\

Potrete trovare quindi dei punti in cui il discorso dovrebbe andare a capo o errori di ogni tipo.


Errori corretti o in correzione:

- Corretto l'errore del testo completamente in corsivo.
- Quasi finito il revisionamento dei dialoghi.
- Quasi finito il revisionamento degli "a capo".
- Da iniziare il revisionamento dello stile del testo.
- Quasi finito il revisionamento del testo.

Continuerò con le correzioni appena avrò tempo.

Grazie dell'attenzione.







CAPITOLO 1

DISCESA DAL CIELO



— Ma dai! Sul serio?? — esclamai.
*Certo. Compi il tuo dovere di angelo protettore!*
— Pfff. D'accordo, mio Signore.
Mi allontanai mogia fino al confine del Paradiso e saltai giù.
Purtroppo non ero abituata a cadere neanche da una sedia, figuriamoci fare bungee-jumping saltando dal confine del Paradiso...
L'aria mi attraversava i capelli, gli occhi volevano traslocare dalle orbite, mentre lentamente il mio corpo cambiava aspetto e le mie ali si disintegravano.
Sentii come una fonte di calore avvolgermi e, in pochi secondi assunsi l'aspetto di un raggio di luce.
Il fuoco mi circondava e l'atmosfera in cui cominciavo ad entrare mi mandava leggermente a fuoco i piedi, le mani e i capelli...
Sfortunatamente i raggi di luce non sanno atterrare, per cui decisi che sarebbe stato piú semplice schiantandomi come un meteorite in una foresta.
E, in effetti, il meteorite c'era (o piú precisamente ero io) e la foresta c'era.
Non mi restava che parcheggiare.
La luce che mi illuminava si spense e, in un microsecondo angelico atterrai poco morbidamente in una pianura desertica.
Beh, sinceramente non credo fosse desertica prima del mio arrivo...
Appena dopo l'impatto aprii gli occhi, che fortunatamente avevano scartato l'idea del trasloco.
Sbuffai dolorante e con un forte respiro mi stiracchiai. Appena finito il mio "esercizio fisico" mattiniero, mi alzai stancamente.
— Ma che mi tocca fare! Restai a lamentarmi per i miei 3 minuti personali e solo dopo uscii dal cratere che avevo formato — Ops.
Cominciai a guardarmi attorno, in attesa di qualcosa che non giunse...
C'erano degli alberi. Tanti, tanti alberi, qualche cespuglio e...
Aggrottai la fronte — ... Una puzzola?? Quella specie di topo troppo cresciuto mi si avvicinò — Sei tu l’angelo?
Spalancai la bocca e inclinai il viso perplessa. Posizione perfetta per permettere alla mosca evidentemente depressa, che da qualche minuto mi girava intorno, di suicidarsi nella mia gola. Ma, poverina, il suo gesto estremo fu interrotto dalla mia esclamazione.
— No, dico... non Gli bastava farmi scendere sulla Terra, doveva darmi pure una puzzola come guida!
Lei, in risposta, emise un flebile rumore, che credo venisse dal suo didietro, ma decisi di evitare di indagare.
— Non sono una puzzola...sono una donnola!! Urlò la puzzola, appena ebbe finito di esprimersi con il suo sederino varie volte.
— Sì sì...va beh, è lo stesso... Cercai di sembrare il più indifferente possibile, sventolandomi una mano davanti al viso e facendole quindi notare il mio "apprezzamento" verso la sua orchestrina improvvisata, benché non sentissi alcuna puzza...
— Signore! — alzò gli occhi al cielo — Perché proprio lei?! —
— Hey puzzola, lascia stare il Padre e portami... dove mi devi portare. Io sono qui eh! — feci discretamentenotare, tastandole leggermente la testa con il piede.
— Me ne ero accorta — rispose sbuffando e scrollandosi il mio piedino nudo di dosso — Andiamo —
Zampettó in mezzo al cratere, fino a raggiungere il confine con il fitto del bosco e, facendomi cenno di seguirla, si addentró tra gli alberi e le felci.
Oltrepassai un enorme cespuglio di strane bacche viola.
— Quelle sono more, c... cara. Squittì la mia guida come se mi avesse letto la mente, sforzandosi nel pronunciare l'ultima parola.
Io, per tutta risposta, arricciai il naso — Bah, certe stranezze del mondo mortale! Nell'Eden non ci sono cose talmente bizzarre. Borbottai in risposta — E che nome poi! "More"... bah!
La puzzola scosse la testa esasperata — Sí che ci sono le more nell'Eden, tonta!
Superato un altro cespuglio, il paesaggio cambió: il terreno non era piú costituito da terra asciutta e secca, una distesa di foglie colorate ricopriva il terreno umido e fangoso.
Un lungo sentiero di sassi umidi apparse davanti ai miei occhi e sotto i miei piedi, che morivano sopra quelle pietre appuntite.
Alzai lo sguardo:
Piante di ogni genere facevano da sfondo ad un fiume che scorreva placido, le fronde degli alberi coprivano l'azzurro del cielo, mentre un'umida luce pre-autunnale filtrava furtivamente tra le foglie, illuminando le pigne appese all'albero davanti a me, come tutti gli altri arbusti della foresta.
La puzzola si avvicinó ad un castoro che stava costruendo una diga sul fiume che scorreva sul limitare della foresta e gli disse qualcosa in castorese, credo, ma qualunque lingua stessero parlando, non si poteva non notare quell'intesa tra i due...
E poi si lanciavano certe occhiate... sinceramente, meglio non intromettersi troppo nella vita intima di un castoro e una puzzola.
Una volta finito di chiacchierare in quella strana lingua con l'animale, fece un cenno della coda a quest'ultino come a ringraziarlo e si avvicinó alla sottoscritta.
— Ora questo buonuomo... ehmm... "buoncastoro” ti porterà nella tua casa terrena. E detto questo, la puzzola se la diede a gambe.
Quindi, mi voltai verso l'unico animale in grado di ascoltarmi rimasto.
— Ciao! Esclamai, agitando la mano energicamente.
Ma il castoro non mi rispose, anzi, mi ignoró completamente.
Uscí dal fiume e zampettó tra il cratere che avevo provocato, fino a raggiungere l'altro lato della vallata, al confine con il fitto del bosco.
Io, ricordandomi le ultime parole della puzzola, ritenni saggio seguire il Buoncastoro ed evitando di perdermi miseramente nella foresta...
Cosí gli corsi dietro, fino ad arrivare a due passi dietro di lui ma, a quel punto, i miei piedi si erano accorsi su cosa stavano camminando...
Cacciai un urlo.
Sotto di me c'era un sentiero di umido brecciolino e foglie di vario colore.
La luce del sole illuminava le foglie e il mio viso, costringendomi a socchiudere gli occhi.
Ripresi a camminare, mentre gli arbusti e le felci attorno a me sembravano volermi afferrare prepotentemente le caviglie, e i miei lunghi capelli corvini si aggrappavano ai rami piú bassi degli alberi attorno a me.
Stavo per cadere, quasi disgustata da quella sensazione di sangue sotto la pianta dei piedi, quando il castoro si fermó.
— Squit squit quik squik... Annunciò, prima di fare un passo avanti, cercando di tornarsene al suo laghetto.
— Uhm...sicuramente... ma... — mi avvicinai a lui con un'espressione comprensiva in volto — ... Sai parlare l'italiano?
In risposta, il castoro sbuffò e mi superò per tornarsene zampettando in direzione del fiume.
— No, aspetta! So anche il francese se vuoi!!! — gli urlai poco prima che svoltasse l’angolo — ... e anche... l’inglese... Borbottai, accorgendomi ormaidi star parlando da sola.
— Uff...i castori francesi sono i peggiori!
Una volta finito di pensare cose malevole sul poco disponibile Buoncastoro, mi costrinsi a voltarmi e alzare gli occhi verso la radura davanti a me. E sbarrai gli occhi come se non ci fosse un domani.
Era una grande vallata di un bellissimo verde acceso, ricoperta di strani fiori bianchi (credo si chiamassero Margherite... o forse Margherotole... bah, suona meglio Margherotole).
A sinistra era posto uno splendido orto di fragole, vari altri ortaggi e alberi da frutto, tra i quali spiccava il ciliegio.
Esattamente davanti a me, invece, c'era la villa.
— Pero! Che casetta...
Era una villetta a due piani, di un bel bianco panna.
Il cancelletto davanti all’ingresso, simile alle Porte del Paradiso, era argentato; davanti al quale, finiva il sentiero percorso fino a quel momento, e nascevano al suo posto dei bianchi gradini in marmo, che andavano a terminare davanti al portone d'ingresso, marrone scuro, colore che ben si abbinava alle tonalitá chiare dei muri.
Sollevai lo sguardo verso il cielo — Grazie!!! E corsi verso l’ingresso, decisa piú che mai ad aprire la porta, per far terminare la tortura di quei sassi sotto i piedi.
Appena entrata, chiusi la porta davanti a me e inspirai forte: l’odore era quello di una brezza primaverile, il mio preferito tra i profumi angelici.
— Non mi hai fatto mancare nulla...
Il salone era piuttosto ampio e luminoso. A sinistra c'era il camino angolare, la cui apertura era chiusa da una grata nera di ferro. Davanti a me, infondo alla stanza, c'era un grande televisore a muro, difronte al quale era sistemato un divano a quattro posti, nero, di pelle.
A destra era posto un piccolo altare, che prendeva tutto l'angolo, a cui erano appoggiati una candela, una croce e un piccolo Rosario.
Appena lo adocchiai, avanzai lentamente, inginocchiandomi e recitando una preghiera di ringraziamento. Insomma, spirito ribelle o no, ero pur sempre un angelo.
Poi mi alzai e andai al piano di sopra. Ispezionai tutte le camere, nessuna esclusa, prima di entrare ad ammirare la camera da letto. Era davvero spaziosa, con quel meraviglioso terrazzo già pieno di vasi di fiori colorati. Per non parlare dell'enorme armadio. Se era così grande, doveva per forza contenere la quantità immensa di vestiti che conservavo nella mia casa in Paradiso! Inutile dire quanto quel pensiero mi illuminò la giornata. — Iris, ti prego. Dimmi che mi hai portato qui tutti i vestiti... Iris? È semplicemente la mia coinquilina. Anche se non è propriamente mia amica. Troppo, troppo perfetta. Troppo solare. Troppo tutto. In ogni caso, lei crede io sia la sua migliore amica, quindi era plausibile il fatto che si sia occupata del trasferimento della mia roba. Cominciai a strizzare gli occhi, con un sorriso speranzioso in viso. Aprii le ante con uno scatto. — NO! L'unica cosa che conteneva quel bestione bianco, erano dei pantaloni bianchi – troppo bianchi – e una maglietta rosa con un fiore giallognolo stampato sia davanti sia sul retro.
— Un’altra delle mie punizioni immagino... — sussurrai, digrignando i denti. Afferrai con delusione e rabbia il completo sbuffando — Io questa cosa non la metto! Scordatelo. Si sentì un fragoroso tuono, che rimbombò nella stanza facendo cadere un vaso dalla terrazza, che si schiantò sul vialetto. Sobbalzai per il rumore improvviso. — Okay, okay! Va bene! — alzai le mani in segno di resa e uscii dalla stanza, per andare a cambiarmi e farmi una doccia gelata — Non c'era bisogno di scaldarsi tanto...
Quando uscii andai a guardarmi allo specchio — Oh maledizione! Sembra che dieci unicorni rosa mi abbiano vomitato addosso...
Con un'ultimo "Bleah" chiaro e conciso, scesi le scale saltando i gradini due a due, non facendo caso al pericolo di cadere e rompermi il collo. Acchiappai le chiavi di casa lasciate sul mobiletto all'ingresso e uscii, con l’intento di comprarmi qualcosa di più decente da indossare.
Dopo pochi passi cominciai a preoccuparmi — Oh Dio — alzai gli occhi verso il cielo — Ma come faccio a orientarmi qua?? "Maledizione" uscii di corsa dal bosco, oltrepassando il ruscello del Buoncastoro, vari semafori e vari altri palazzi. Mi ero ufficialmente persa. "Cavolo, parla!" *Hey, parlo quando mi pare e piace. Comunque, laggiù c'è un negozio. E oh! Anche lì, e là, laggiù e... anche dietro di te, idiota!* Grugnii in modo davvero poco femminile, prima di voltarmi e incamminandomi verso la boutique più vicina a passo di elefante.
Stavo camminando appunto verso ma mia agognata meta quando, improvvisamente, intruppai qualcuno e caddi a terra.
— Hey, attento a dove metti i piedi!! — urlai appena ebbi toccato il suolo. Digrignai i denti e mi alzai subito dopo per vedere chi mi aveva fatto cadere.
Mi trovavo davanti ad un ragazzo alto, con un bel fisico e una strana capigliatura rossa. Lui mi scrutò con attenzione per poi soffermare lo sguardo sul mio petto, che io coprii immediatamente — Ma sei stupido o cosa?? Brutto tinto del cavolo!! — detto questo feci per andarmene, ma lui mi fermò.
— E te ne vai così senza neanche scusarti? — aggrottò la fronte, assumendo un'espressione contrariata, che subito dopo convertì in malizia — Va bene che volevi attirare la mia attenzione finendo a gambe all'aria, ma dovresti almeno scusarti con il sottoscritto, visto che il tuo piano ha fallito miseramente.
— Cosa?? Punto primo, sei tu che mi sei venuto addosso. Punto secondo, io non ho pianificato proprio niente, idiota megalomane. Punto terzo, se vuoi scusarmi... — feci per andarmene, ma venni puntualmente fermata dal tizio, che mi afferrò per un polso — Maledizione, che altro vuoi??
— Sai, mi piacciono le ragazze decise come te... —
— E a me piacciono i ragazzi che non rompono le scatole!
Scoppiò a ridere e allentò la presa — Sei proprio divertente! Ma non si direbbe da come ti vesti...
Mi guardai dalla testa ai piedi e divenni rossa di rabbia — Non infierire. Ringhiai.
— Tzé! — ghignò lui — Non giocare col fuoco, nanerottola!
All'inizio volevo solo trargli un pugno in faccia, poi cominciarono ad uscirmi lacrime dagli occhi, a furia di trattenere le risate — Pffff... — cercai di tratteneremi in un'ultimo disperato tentativo, ma purtroppo non fiu abbastanza forte e scoppiai a ridergli in faccia, piegandomi in due. Quello doveva essere un qualche clown sotto copertura, ma a giudicare dalla sua faccia sorpresa e parecchio irritata, mi sbagliavo — Sei... — provai a frenarmi, altrimenti mi sarebbe partito un polmone — Sei solo un cretino — mi misi a sorridere come una psicopatica, completamente piena di me — In quanto a parole non riuscirai mai a battermi, mi spiace — Approfittai dello shock nel quale lo avevo fatto cadere, per dargli delle pacche sulla spalla con aria comprensiva. Evidentemene lo avevo ferito nell'orgoglio, perché decise stranamente di cambiare discorso — Non ti dispiace se ti ho chiamato nana??
Sorrisi divertita da quello strano ragazzo — E perché? Tanto non avrai più possibilità di chiamarmi così — risposi una volta che lo ebbi superato — A non rivederci! Urlai, salutandolo con un cenno della mano, quando fui abbastanza lontana.
Con la coda dell'occhio notai che mi stava ancora osservando tra il divertito e il sopreso, ma finsi di non farci caso, trovandomi però a sorridere nel ripensare a quella discussione avuta con quello strano ma al contempo interessante ragazzo. Cercai di non pensarci più, altrimenti mi sarei rovinata la giornata da sola, sicuramente. Per cui mi avviai verso la boutique ch avevo adocchiato. Appena entrata mi trovai davanti una ragazza con i cappelli argentei.
-Ciao!- esclamò lei.
Sorrisi -Stavo cercando qualcosa...- mi guardai allo specchio -...di più decente da mettere- un terzo tuono rimbombò nella stanza. Io sorrisi.
-Strano...sembra stia arrivando un temporale...ma non c’è neanche una nuvola nel cielo...- disse lei affacciandosi dalla finestra.
-Già...proprio strano...- sussurrai ridacchiando.
-Ma adesso veniamo a noi...- mi prese per un braccio e mi trascinò verso i camerini.
Quando uscii avevo tre o quattro buste in mano e una nuova amica albina alle calcagna.
-Che ne dici se ci vediamo uno di questi giorni?- le proposi -Possiamo mangiare qualcosa a casa mia...-
-Certo!! Sei la prima che conosco con i miei stessi gusti di moda!- esultò lei.
-“Stessi” è una parola grossa...ma ok!-
-Domani alle 19:30?- chiese sorridendo.
-Ok! Questo è il mio numero...ti scrivo domani per darti l’indirizzo di casa mia- presi un foglietto e scarabocchiai qualche numero.
Detto questo salutai quella ragazza di nome Rosalya e mi incamminai verso il bosco.
Stavo camminando, quando caddi nuovamente...ma questa volta sopra a qualcuno.
Sollevai lo sguardo imbarazzata e mi trovai a pochi centimetri di distanza dalla bocca di un ragazzo biondo con dei bellissimi occhi dorati “Anche questo sarebbe un angelo perfetto...”
-Scusa!- mi alzai con un balzo e lo aiutai a rimettersi in piedi. Lo scrutai meglio: al contrario di me era rosso come un pomodoro -Non guardo mai dove metto i piedi-
Lui sorrise, era un sorriso davvero bellissimo -Sempre tra le nuvole...-
Risi per il doppio senso di quest’ultima frase -E’ esattamente così!-
-Come ti chiami?- mi chiese all’improvviso.
-Angel. Tu?-
-Nathaniel...ma puoi chiamarmi Nath- rispose sorridendo.
Vagai con lo sguardo fino ad un libro caduto in malo modo per terra.
-Stavi leggendo?- presi il libro e gli diedi una sistemata -Non ce l’hai il segnalibro?-
-Oddio, ho perso il segno!- esclamò visibilmente seccato.
Sorrisi. Presi un pezzo di carta (che ho sempre con me, come avrete notato) e mi misi a sfogliare il libro. Nathaniel mi guardò perplesso.
Mi bloccai su una pagina e ci misi il pezzo di carta -Ecco...era questa la pagina giusto?-
-Come hai fatto??-
-Memoria fotografica- risposi ridacchiando “Alias poteri da angelo” pensai sorridendo.
-Ma sei un angelo?- chiese ridendo. Sbiancai e mi misi a sudare freddo.
-C-cosa?? Ah ah ah...ma cosa te lo fa pensare???-
-Niente, era un modo di dire...- spiegò guardandomi serio.
Sospirai forte e mi buttai sull’erba per riprendermi da quell’attacco di panico.
-Hey, che hai stai male??- chiese preoccupato.
-No, non è niente...- mi alzai, facendomi aiutare da Nathaniel.
-Spero di rivederti anche domani...- disse lui.
Ci riflessi un po’ su e poi mi decisi e presi l’ennesimo foglietto di carta -Che ne dici se facciamo la colazione insieme ad un bar verso le 7:00 domattina?...Questo è il mio numero di cellulare-
Appena ricevette l’invito, sorrise come fosse la persona più felice del mondo -Certo!-
-Ok, ora devo proprio andare a casa- e mi cominciai ad addentrarmi nella fitta boscaglia.
-Ma tu abiti nel bosco??-
-Sì, perché?-
-Sicura di non essere uno spirito della natura venuto per rallegrarmi la giornata?- chiese sorridendo.
Scoppiai a ridere -Più che sicura!-
Entrai in casa e mi misi a trafficare con i nuovi vestiti.
Magliette con disegni rock, pantaloncini corti e due paia di sneakers...eh già, non avrebbero mai potuto sospettate chi fossi veramente...
Prendo il mio cellulare (casualmente trovato sopra l’altare) e controllai i messaggi.
-Strano, nessuno mi ha mai mandato messaggi...forse perche nel Paradiso non c’è campo...- 
-Deve essere Rosal- mi bloccai -Come “numero sconosciuto”??? Chi è tanto pazzo da sfidare la sorte dando il MIO numero a sconosciuti??!!-
Ok, da quando ho cominciato a parlare da sola?...fai un respiro...inspira...ok, ora concentrati sulle cose buone del mondo...sulla bontà...sulla lealtà...la generosità...e il rispetto del prossimo...sul perdono...sull’amore...ora sono pronta a leggere il messaggio...
“Ciao nana, ho rubato il foglietto con il tuo numero alla tua nuova amichetta Rosalya, che guarda caso conosco anche io. Ho voluto mandarti questo messaggio semplicemente per farti arrabbiare. Il tuo tinto del cavolo”
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!- gettai gentilmente il telefono a terra -Ti odio stupido tintooooooooooooooooo!!!!- mi affacciai alla finestra -Dimmi che esiste la licenza angelica di uccidere!-
“Sì, diciamo che esiste” sobbalzai. Lui non mi ha mai risposto a voce (tranne ovviamente in Paradiso).
-Cosa devo fare per averla?- chiesi speranzosa.
“Gli angeli non possono uccidere i propri protetti”
-Ma questo cosa centra con- raddrizzai la schiena -Oh no...per favore no...-
Mi sembrò quasi che Lui stesse ridendo...quindi glielo chiesi, con molto tatto.
-Che diavolo hai da ridere??!-
“Non dire quella parola in mia presenza”
-Quale?-
“Quella”
-Quale quella?-
“Diavolo”
-Oh, scusa...la rifaccio- assunsi una posa teatrale -Che angelo hai da ridere, mio santissimo Signore?-
“Ma come fai ad essere un angelo??”
-Ma dai! Lo sai che sono il tuo angelo preferito!-
“Il mio cosa??”
-Ma sì...è inutile nasconderlo...io sono la tua preferita!- feci gli occhioni dolci.
“Ti rendi conto con CHI stai parlando? Devi avere più rispetto nei miei confronti!”
-Ma io ho rispetto!-
“Sicuramente!” disse ironico “Io me ne vado”
-Certo mio Signore- dissi tornando ai miei vestiti.
Quando ebbi finito andai a farmi una doccia e poi misi qualcosa di comodo per la casa.
Misi una specie di camicia da notte (creazione della stilista Rosalya) che era effettivamente comoda come aveva affermato quest’ultima.
Mi misi in ginocchio davanti all’altare.
-Mio Signore, per favore ascoltami...tu che sei l’Altissimo nei cieli ascolta le preghiere di questo umile angelo...tu Onnipotente rispondi alle mie domande...-
“Ti ascolto Angel”
-Ti volevo chiedere...ma posso mangiare i cibi umani? Perché ho una fame...non è che hai una scorta di cibi angelici da qualche parte??-
“Ascolta le preghiere di questo umile angelo, eh?”
-Allora??-
“No, i cibi umani non puoi mangiarli...ma sei immortale quindi non puoi morire di fame...”
-Dov’è finito il Dio Misericordioso?-
“Ti manderò ogni giorno qualcosa, piccolo angelo presuntuoso”
-Presuntuoso?? Piccolo??-
“Buona fortuna...e mi raccomando: i cibi mortali fanno male agli angeli...non mangiarne neanche una briciola”
-Ai tuoi ordini mio Signore-
Comparì un cesto contenente i cibi angelici sull’altare.
Il cibo degli angeli è indescrivibile. Ma anche se sapessi come descriverlo...potrei solo dirvi che brilla di una luce intensa.
I mortali non possono mangiarlo perché il loro corpo, rispetto a quello delle creature sacre, è molto più debole e non reggerebbe a un tale carico di magia.
Mentre per i cibi mortali è il contrario. Il corpo degli angeli è talmente evoluto che dei cibi talmente poveri li ignorerebbe completamente...portando quest’ultimi alla morte. La situazione è un po’ più complicata...ma è più o meno come ve l’ho spiegata...anche se era solo un breve riassunto.
Mi misi davanti alla televisione con in mano una tazza di thé caldo (ovviamente per gli angeli), cercando il canale “Tv Paradiso”, che il Padre mi aveva inserito il giorno prima. Come vi posso spiegare?...vediamo...
...Tv Paradiso è più o meno il telegiornale degli angeli, dove August (un angelo giornalista) illustra le nuove notizie. Ovviamente i mortali non hanno questo canale e non ne sospettano neanche l’esistenza.
“Saluti a tutti gli Angeli, Arcangeli, Cherubini e...” si guardò intorno in cerca di un suggerimento. Sembrava un cherubino quando era in difficoltà con l’interrogazione “...Cherubini e...e...”
“...E Troni! Troni dannazione!! Ti scordi sempre la stessa battuta da secoli!!!” sussurrò qualcuno da dietro le quinte.
“Ah, sì giusto! Cherubini e Troni...” continuò lui “Oggi volevo aggiornarvi sulle ultime notizie!”
-Fin qui c’ero arrivata-
“Un angelo molto famoso, che conoscono tutti per la sua simpatia è stato spedito in missione nel mondo dei mortali! Angel!”
-E così sono famosa!-
“Preghiamo tutti per lei...intanto i becchini angelici stanno preparando la sua lapide”
Mi andò di traverso il thé.
“Oggi il servizio finisce qui perché io devo pensare ad una frase da dire al momento della sepoltura di Angel! Linea allo studio “Nuvola Verde”. Arrivederci e alla prossima!”
-Che coooosa???!!!- presi a tossire. Stramazzai a terra inerme -Devo dirgliene quattro a quel giornalista del cavolo!-
Mi alzai andai a prendere la mia -odiata- tunica, che aveva due spacchi sulla schiena per permettere alle ali di uscire.
Quando mi fui sistemata i capelli, uscii sul balcone.
Aprii le ali. Io ho le ali più grandi di tutti e ne vado estremamente fiera: 3 metri l’ala destra e altri 3 la sinistra. Così lunghe e potenti da farmi da strascico, uno strascico di piume grigiastre, più scure di quelle di tutti gli altri angeli; così resistenti da rompere l’acciaio...insomma...sono bellissime.
Le ali sono la fonte di vita di un angelo, il punto di forza: un angelo non è più un angelo senza le proprie ali e senza di esse entrerebbe in depressione...letteralmente.
Mi alzai in volo.
“Non puoi tornare senza un mio ordine”
-Perdonami mio Signore, ma non hai visto Tv Paradiso? Hai sentito che stanno preparando la mia tomba? Ma che razza di angeli sono???-
“Pazienta, tutto si risolverà”
-E se io volessi dargli un bel calcio nel sedere??-
“Rispetta il prossimo tuo”
-Sì sì...e bla bla bla-
“Fa come ti dico!”
Sospirai e tornai sul balcone.
-E mo’ che faccio??- mi girai e osservai le mie ali -Non mi ricordo più la formula per renderle invisibili...-
Farò quello che faccio sempre quando ho un dubbio...ossia...
-Mio Signore, per favore ascoltami...tu che sei l’Altissimo nei cieli ascolta le preghiere di questo umile angelo...tu Onnipotente rispondi alle mie domande...-
“Sempre la stessa frase...perché non ne inventi un’altra?”
-...ho dimenticato la formula per rendere le ali invisibili!-
“Oh Me!”
-Suona meglio “Oh Signore” che “Oh Me”...però in effetti...-
“Non posso dirtela...fa parte dei Segreti Angelici...devi chiederla ad un angelo”
-E dove lo trovo un angelo-
“Puoi rimanere in casa per due giorni? Io intanto ti posso mandare un messaggero”
-Due giorni? Sì...no aspetta...nooooo-
“..?”
-Devo andare con due amici domani-
“Mi fa piacere che hai trovato degli amici mortali...però in questo caso è un problema”
-Troverò un modo...cercherò qualche altra formula-
“Domani mattina arriverà il messaggero”
-Certo mio Signore- feci un breve inchino e corsi in camera a cercare qualche formula.
-“Cercare le ali”, “Scegliere le ali”, “Cambiare le ali”...uff...trovata:“Nascondere le ali”!-
Recitai la formula e mano a mano le mie ali si stavano trasformando in...
-Due prosciutti???- mi guardai allo specchio e per poco non svenni -Chi è che va in giro con due cosce di mucca sulle spalle??-
Ripetei la formula e questa volta...
-Ma dai! Come si fa ad avere due puzzole sulle spalle??-
-Siamo donnole!- urlarono allunisono.
-Ho un dejà-vu...-
Ripetei ancora e mi comparve uno zaino verdognolo sulle spalle
-Uno zaino è più accettabile...ma il modello è scadente-
-E io sarei scadente???!-
-Aaaaaaa!! Uno zaino parlante!!!
E ripetei ancora una volta...e ancora...e ancora...
-Ma ti sembra normale andare in giro con una barca a vela sulle spalle???-
Ma non mi arresi...
...Ormai era notte fonda e tutti dormivano...apparte un povero angelo innocente che cercava di leggere una stupida formula nonostante avesse due wurstel attaccati alle spalle...
-Forse ci siamo...-
Lessi ancora una volta quelle parole e, con uno schiocco di dita...mi apparve un bellissimo...cuscino gigante...sulle...spalle...
-Ufff...- mi buttai sul letto -Pero! E’ comodo!-
Mi addormentai cercando di pensare alle cose belle successe in quel giorno...praticamente pari a 0.
Mi svegliai alle 5 di mattina.
Ero stanca e mi andai a vestire anche se avevo uno stupido cuscino attaccato alla schiena.
Misi un paio di short e una maglia bianca con un angelo nero sul davanti; conclusi con delle sneakers nere.
In quel momento ricevetti un messaggio
“Sono Nathaniel. Scusa se ti ho svegliata; volevo sapere se va bene alle 6 e mezza al bar nel centro”
“Va benissimo. Ero già sveglia, non preoccuparti...sono mattiniera ;)”
“A dopo allora”
Mi ributtai sul letto. Dopo un quarto d’ora mi decisi ad alzarmi e a rifare il letto.
Quando arrivarono le 6 meno dieci uscii di casa, siccome sono molto lontana dal luogo dell’incontro.
-Se solo trovassi la formula giusta, potrei rendermi invisibile e volare fin lì- dissi tra me e me.
Arrivai in perfetto orario, ignorando le persone che fissavano il mio megacuscino sulla schiena (che non era altro che le mie ali trasformate) 
-Ehilà!-
-Ciao Angel...ma...che hai sulla schiena?-
-Oh...niente...un paio di amici mi hanno attaccato per uno scherzo un cuscino sulla schiena...e non è voluto più venire via...-
-Strano come scherzo...-
-Ho degli amici abbastanza strani...-
-Se lo dici tu...andiamo?-
Annuii.
-Però è comodo quando mi siedo...- dissi riferendomi al cuscino.
-Hai ragione- rispose lui ridacchiando -Cosa prendi?-
-Una briosce e un caffè- mi guardai intorno -Lì c’è il reparto salato- dissi indicando un angolo del bar.
-Perché scusa?-
-Perché non ti piacciono i dolci-
-Ma come fai a saperlo??- chiese sorpreso.
-Intuito- risposi semplicemente con uno dei miei più smaglianti sorrisi. Ma era un errore: i sorrisi degli angeli incantano i mortali...infatti.
-Hey, lasciami passare bamboccio!!- urlò una signora sulla sedia a rotelle.
Nathaniel continuava a guardarmi come un ebete. Sospirai. Con un cenno della mano fermai il tempo (Non sto scherzando...noi angeli abbiamo anche dei poteri magici), mi alzai e presi Nathaniel di peso, trascinandolo davanti alla commessa del reparto salato, abbassandogli la testa in direzione dei tramezzini, per non farlo sembrare un maniaco.
Presi la signora sulla sedia a rotelle e, con uno sforzo immane la spostai più avanti.
Poi andai davanti al reparto cornetti, presi una briosce e mi preparai velocemente un caffè, misi i soldi nella cassa (perché essendo un servitore di Dio non posso rubare) e mi rimisi seduta sul tavolo. Con un altro cenno con la mano il tempo ripartì e mi misi comoda per godermi lo spettacolo.
Nathaniel continuava a fissare i tramezzini, la commessa aggrottò la fronte -Se vuoi un tramezzino basta dirlo...-
-Oh sì...certo...ma ho una strana sensazione-
Mi scappò una risatina.
-Spostati bambo- la vecchietta sbatté lentamente le palpebre, poi scosse la testa più e più volte -Possibile che mi sia sognata tutto...?-
-Angel...stavi dicendo che volevi ordina- disse Nathaniel avvicinandosi -Ma quando hai ordinato? Non me lo ricordo...-
-Lascia stare...a volte succede di non ricordarsi le cose...è normale- dissi ridacchiando.
-Sì...hai ragione...- sussurrò sedendosi.
Una volta finita la colazione mi accompagnò a casa...ovvero sul limitare della foresta.
-Un giorno me la farai vedere casa tua?-
-Probabile- dissi sorridendo.
Arrossì nel vedere il mio (modestamente) bellissimo sorriso, ma i sorrisi angelici sono sempre angelici -Sì...ok...allora...a domani?-
-A domani!-

 

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Capitolo 3
*** Primo giorno. Liceo. Domani. ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 2

PRIMO GIORNO. LICEO. DOMANI.



Stavo passeggiando nel parco, cercando qualcosa -qualsiasi cosa- da fare.
Vidi in lontananza una grande quercia e, decidendo di ascoltare la mia pigrizia che continuava a ripetermi “Dormi...dormiii!!” con una voce abbastanza inquietante, mi avvicinai per schiacciare un pisolino.
Da vicino l’albero era ancora più enorme. Le foglie di quel bel verde creavano un certo contrasto con l’ambiente circostante.
-Certo che qua è tutto diverso dal paradiso...- pensai ad alta voce, fregandomene della gente che mi guardava come se fossi appena evasa da un manicomio usando un megacuscino di tre metri come arma.
-Cuscini!...Cuscini!!- urlò qualcuno in lontananza -Cuscini grandi!!...Cuscini medi!!...mini cusciniiii!!!- si avvicinò sempre di più -Abbiamo prodotto i cuscini grandi: un metro e mezzo di pura morbidezza!!!- si mise davanti a me -Lei vuole un cuscino grande?-
-No, già ce l’ho-
Mi guardò, poi andò a fissare il mio megacuscino.
-Qui la concorrenza è davvero spietata...- borbottò andandosene.
Quando se ne fu andato, mi misi sdraiata sotto la quercia. Passarono dieci minuti e io stavo per passare dalla dormiveglia al sonno quando...
-Non ti hanno insegnato a non rubare le cose degli altri?- aprii lentamente un occhio e  sfortunatamente stavo osservando un’odiosa chioma rossa.
-Ed ecco il nostro caro stalker...cosa avrei rubato io? -
-Casomai la stalker sei tu...e quella è la mia quercia-
E perché? Io che ho fatto di tutto per evitarti! Sei un cretino! Ma non potrei mai dirgli una cosa tanto offensiva, giusto?
-Io sarei una stalker?? Chi è quello che ha rubato il mio numero di telefono senza permesso? Tu, pezzo di- mi fermò proprio sul clou della frase.
-Potrei anche non essere stato io...- disse con una faccia che attirava come un magnete le mie mani...dovevo avere una grande forza di volontà per trattenermi dal dargli un bel ceffone ben piazzato...
-Stupido idiota del cavolo! Tu hai il coraggio di dire che non sei stato tu??...E poi come fa ad essere tua la quercia? -
Guardò la quercia -Tutto è di Castiel-
-Chi è Castiel??-
-Sono io scema-
-Ti chiami Castiel?-
-Che perspicacia!-
-Allora, Castiel, perché non ti trasferisci a fanc- uffaaa...perché mi interrompe sempre sul più bello??
-E’ una nuova moda?- ghignò indicando il cuscino attaccato sulla mia schiena.
Mi avvicinai e lo presi per la maglietta -Se mi prendi in giro un’altra volta ti becchi questo sul tuo bel faccino- dissi sollevando il pugno.
-Ahaha...-
La mia doveva essere una frase intimidatoria...invece perché ora si sta rotolando a terra dalle risate?
Non è che mi importasse se fosse morto di risate o no...quindi me ne andai.
 “Gli angeli li aiutano i protetti...”
-Se fossi me tu lo aiuteresti? Sii sincero-
“Ma io sono Dio...non posso immedesimarmi in te...e poi sono misericordioso...lo dicono Bibbia e Vangelo”
-Sei anche Modesto eh?-
“Oh Me!”
-Ancora?! Te l’ho tetto che suona male!-
“E cosa dovrei dire allora?”
-Che ne so-
“Io vado via...”
-Fa con comodo...-
Stavo camminando nel bosco per tornare a casa, quando sentii una voce. Mi avvicinai, passando tra le felci che contornavano il sentiero. Chi aveva parlato ora era poggiato su un ramo dell’albero centenario davanti casa mia. Mi avvicinai per permettermi di identificare quel qualcuno.
-Tu sei un angelo vero?- mi chiese il cherubino.
-E tu perché sei qui?-
-Non era a te che serviva la formula per l’invisibilità delle ali?-
-Ah sì...è vero-
-Lo sai che è molto bello qui?...Però continuo a pensare che siano meglio i giardini dell’Eden- disse scendendo dal ramo -Hai sbagliato la formula “Nascondere le ali”?- indicò il cuscino.
Strinsi i pugni -Mi sono accontentata. Un cuscino sulla schiena ha i suoi pro e contro...-
Lui fece spallucce. Giungemmo alla radura ed entrammo nella mia casa.
-Girati-
Feci come mi aveva detto e lo sentii pronunciare la formula. Girai la testa verso lo specchio dell’ingresso e vidi le mie ali tornare...ali e poi diventare mano a mano sempre meno visibili, fino a scomparire nel nulla.
-Fissatela in testa...io qui non ci torno una seconda volta-
-Ok...- dissi prendendo in mano il foglio. Aspettai che se ne andasse, ma lui rimase davanti a me, come se volesse ancora qualcosa -Scordatelo...io non sborso neanche un centesimo!-
-Devi fissartela la formula...-
-Va bene...ok...ora va via!-
-...Letteralmente-
-Ma tu sei pazzo! Io non vado in giro con un foglietto appiccicato sulla fronte...già ho avuto un cuscino attaccato alla schiena...e non è stato bello-
Non ebbi il tempo di cacciarlo a calci fino alla porta d’ingresso, che mi aveva già attaccato il foglietto piegato in due con tanto di scotch a fiorellini sulla fronte.
Mi guardai allo specchio -Ma ti sembra normale??- mi girai ma lui non c’era più. Sospirai rassegnata e andai in bagno per togliermi lo scotch, che nel frattempo aveva aderito alla pelle.
Mi misi seduta sulla lavatrice, per stare più comoda e mi concentrai per rendere l’operazione il più possibile indolore.
Presi un angolo dello scotch e cominciai a tirare
-Ahi!- un po’ più forte... -Ahuu!...- feci un gran sospiro che non mi infuse per niente coraggio -Ok...credo di esserci...se faccio un tiro secco potrebbe non farmi male...- mi misi più comoda -Uno...due...e tre- tirai forte. In quel momento trattenni il respiro, mi uscirono delle lacrime dagli occhi...decisi di provare a respirare, ma al posto di un respiro uscì...
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!- la mia voce rimbombò in tutta la stanza e io mi accasciai a terra tenendomi la fronte e augurandomi che un cherubino di mia conoscenza fosse bocciato a scuola per sempre.
“Fa male?”
-Se fa male? Certo che fa male!! Altrimenti perché avrei urlato??- gridai alzandomi da terra.
“Perché non sei mai riuscita a controllare la rabbia!”
-La vita è ingiusta- piagnucolai.
“Zitta e mettiti un cerotto: quella ferita mi fa senso...”
-La prima cosa che farò appena uscita da casa sarà informare i mortali che Dio non è come se lo immaginano loro...-
“Fa come vuoi...arrivederci...”
-A risentirci-
“Eh?”
-A risentirci, non arrivederci: io non ti vedo mai quando parli...quindi il saluto giusto sarebbe a risen- mi guardai intorno -Hey, ma mi stai ascoltando??...bah-
Mi misi un bel cerottone e andai a sdraiarmi sul letto: non mi andava di guardare in televisione i preparativi della cerimonia funebre in mia memoria, e se non sbaglio avrebbero intervistato il presidente del “Pompe funebri Paradiso company” per decidere giorno e orario della sepoltura del corpo proprio quel giorno.
Guardai l’orologio -Uhm le 19 e venti....Coooosa??!! Le 19 e venti??!!!- mi alzai di scatto ricordandomi solo in quel momento di un appuntamento con una ragazza che inizia con Rosa e finisce con lya. E io che dovevo preparare la cena! Dovrò ordinare qualcosa...cosa??
Mi tuffai sul letto per recuperare il cellulare poggiato sul comodino alla sua sinistra.
-Conosco un sito: “Spedizioni frutta e verdura Eden” per me...e per lei??- cominciai a girare intorno al letto, passandoci sopra quando il percorso era ostacolato dal muro attaccato alla spalliera -Uff...comincerò con del Sushi Paradiso per me...poi ordinerò del Sushi del mondo mortale per lei...-
Proprio quando stavo per digitare il numero sulla tastiera del cellulare...il campanello suonò e le fatidiche 19:30 giunsero...
-Ciao Rosa...- dissi con 0 enfasi.
-Stai male Angy??-
-No...ma non ho preparato la cena...-
-Come mai?-
-Diciamo che avevo perso le mie caramelle...allora ho chiesto aiuto a un bambino, che le ha ritrovate. Siccome non voleva più aiutarmi perché gli stavo antipatica, mi ha spiaccicato tutte le caramelle sulla fronte, io mi sono arrabbiata e stavo per picchiar coff coff  volevo dire...stavo per dirgli gentilmente di chiedermi scusa...ma era già scappato via...allora ho cercato di togliermi quell’appiccicume dalla testa, ma non voleva staccarsi...allora ho tirato sempre più forte...ma ho tirato così forte che -effetto ceretta- è venuta via anche la pelle...-
La vidi fare una smorfia di disgusto ed entrare in casa senza chiedere altro...ovvero quello che speravo facesse.
-Ordiniamo qualcosa allora?- chiese ostentando un sorriso.
-Sushi?-
-Andata!-
Tirai un sospiro di sollievo. Andai in camera mia a ordinare.
-Perché non ordini qui?-
-Si dice che le ordinazioni vengono prima se chiami dalla tua camera...sai, sono superstiziosa...-
-Non la aveva mai sentita questa diceria...-
-Fidati- dissi solamente, dirigendomi in camera -E deve esserci una sola persona...-
-Ok...-
Salii le scale e entrai nella mia camera chiudendo la porta alle mie spalle. Digitai il numero sul mio cellulare e una vocetta leggermente familiare mi rispose.
-Pronto?-
-Vorrei ordinare un Sushi Paradiso-
-Arriviamo subito!-
Chiusi la chiamata, e neanche dieci secondi dopo comparve un cherubino che mi passò un cofanetto di cristallo ornato da stelle in oro, contenente del Sushi luminescente.
-Grazie...ecco i tuoi soldi- dissi abbassando lo sguardo per guardarlo in faccia. Quando misi bene a fuoco mi prese un colpo -Tu...Tu!!!!!!- mi uscì la bava dalla bocca per la rabbia (non letteralmente, altrimenti avrei dovuto pulire io) -Tu piccolo gnomo!!! Tu, opera di questo oltraggio alla mia sacra fronte!!!! Tu che mi hai appiccicato dello scotch a fiori sulla testa!!!!- stavo per tirargli addosso il sushi, ma mi interruppe la voce di Rosalya.
-Angy! Hai fatto?? Io ho fame!!-
-Sì! Ecco!!- mi avvicinai al cherubino -Non è finita qui! Ora sparisci...- sussurrai a denti stretti.
Lui filò via con la coda tra le gambe ed io tornai da Rosa esibendo un sorrisino compiaciuto.
-Ora ordiniamo il tuo...- borbottai digitando il numero di un ristorante giapponese dall’altra parte della città.
-Perché? Quello che hai in mano è solo per te?-
Guardai il cofanetto -Ho...un’allergia al riso...questo è un sushi speciale-
-E perché è fluorescente??-
-Te l’ho detto che è un sushi speciale!- dissi aspettando che qualcuno rispondesse.
Quando il fattorino ci portò il tanto atteso pesce crudo, dovettero passare dieci minuti buoni prima che potessimo gustarcelo in santa pace:
-Quanto ti devo?-
-Tu non devi niente me!-
-Quanto ti devo pagare?- chiesi scandendo bene le parole.
-No debiti! Tu non pagale!!-
-No...io devo pagarlo questo pesce giusto??- chiesi a un passo dal perdere definitivamente la pazienza.
-Ahhhh...peschelia!-
-No...io...vabbé, dammi quel pesce e facciamola finita-
-No lei pagale me! Io denunciale lei!!-
-Ok...allora...quanti soldi ti devo dare per questo sushi??-
-Il pesce?-
-Sì, il pesce...senti, mi sto stancando...io- dissi sospirando.
-No! Lei non deve stancalsi di me! Io buono!! Io pulile tuoi pavimenti!!-
-Io non voglio che tu mi pulisci i pavimenti!-
-Allola io fale tua spesa!- esclamò saltellando.
-Ascolta, io ti do dieci euro...tu te ne vai e ci lasci in pace...ok?-
-Io non volele essele un peso pel te!-
-Allora apri la manina...prendi questo bel pezzo di carta...e te ne vai!-
-Bel pezzo di calta!!!-
Sospirai rassegnata e gli diedi i dieci euro.
-Posso mangiale con voi? Mi sento tanto solo...tutti mi evitano e dicono che io essele stupido e-
-Sparisci!!-
Lui scappò via sulla sua moto tornando finalmente da dove era venuto.
Subito dopo Rosalya scoppiò a ridere.
-Sono stanca: ho parlato troppo...- dissi sedendomi in modo scomposto sul divano.
Mangiammo in santa pace il nostro sushi...ovvero...lei mangiò in santa pace il suo sushi...
Ogni volta che mi chiedeva se poteva assaggiare il mio, dovevo inventare scuse improponibili:
-Dai! Me lo fai assaggiare??-
-No...ehm...perché...qui c’è un pezzo di tonno avariato!-
-Come avariato?? Ma se ha un bel colore e profuma non può essere avariato!-
-E’ una malattia che vedono solo le persone more! Si chiama...”Tonno neros...” per questo molti scienziati sono mori-
-E come lo sai questo?-
-L’ho letto su...Malattieittiche.com...ma un mese fa il sito è stato cancellato perché il suo creatore non aveva pagato le tasse...-
-Strano...-
Annuii e buttai quel filetto di tonno innocente nel cestino dei rifiuti.
La serata continuò con un breve film, pop-corn e patatine e, arrivate le 21:30 Rosa dovette tornare a casa.
-Da ora in poi tu sarai la mia migliore amica!- disse appena fu uscita.
-Perché?-
-Perché tu sei unica...strana...divertente...l’ho già detto strana?-
-Sì-
Mi abbracciò ed andò via.
E io sarei la strana? Chi è che sceglie la sua migliore amica così velocemente?...
Arrancai verso il bagno in stile uomo delle caverne; mi feci una doccia, lavai i denti e mi misi il pigiama. Con gli occhi chiusi strisciai verso la camera da letto.
-Credo sia questa la stanza- sussurrai tastando tutti gli oggetti davanti a me -Sì è que...ahiaa!- avevo sbattuto contro qualcosa, ma non volli aprire gli occhi.
“Così sembri uno zombie, sai?”
Annuii.
“Vai a dormire senza aver fatto neanche una preghiera??”
Annuii di nuovo.
“Fila davanti l’altare!”
Scossi la testa e, una volta trovata la camera giusta mi lanciai con un balzo felino sopra al letto, o almeno su ciò che credevo fosse il letto...
“Apri gli occhi!...A meno che tu non voglia dormire sulla scrivania...però l’immagine è divertente...dovrei farti una foto e postarla su Facebook...ma io non ho un cellulare...”
-Grascie scignore per tutto bla bla...Amen-
“Stai comoda con la guancia sull’astuccio?”
-Comodiscima...-
Dopo poco tempo già ronfavo beatamente.
Erano le 5 di mattina...ora in cui tutti hanno il diritto di continuare a dormire...tutti...tranne una persona...
-Aaaaaaa!!!- urlai al suono assordante della sveglia -Sei stato Tu ad impostarmi la sveglia vero???- cercai di spingere il pulsante di spegnimento che doveva stare sul mio comodino...ma non trovavo né il pulsante...né il comodino...
Così, ancora con gli occhi chiusi, mi allungai un po’ di più...e po’ ancora...e ancora...
-Ma cosa...? Aaaaaaa!!- secondo urlo della giornata... -E’ vero...ho dormito sulla scrivania...Uahhhhh- uno sbadiglio, poi due, poi tre...e decisi di alzarmi da terra.
Mi diressi verso il bagno strusciando i piedi sul pavimento.
Una volta vestita e lavata, uscii per fare colazione.
“Ferma”
-Cosa c’è??-
“L’hai dimenticato?”
-Dimenticato cosa?-
“Ah! L’ha dimenticato”
-Se mi dicessi cosa...-
“Vediamo...ti dice qualcosa: Primo giorno. Liceo. Domani...?”
Le gambe cedettero e io rimasi accasciata davanti al cancelletto d’ingresso; poi alzai lo sguardo verso il cielo e sollevai teatralmente le braccia.
-Noooooooooooooo!!!!!- terzo urlo della giornata.
“Dove dovevi andare ora? A fare colazione?”
-Ho perso l’appetito...-
“Addirittura!”
-Tu non sai neanche com’è andare a scuola...-
“Uhmm...la scuola è così brutta? E poi tu quando ci sei andata, scusa??”
-A stare ad osservare i propri protetti fino a quando non diventano cariatidi impari più di quanto immagini...- sospirai -Ma perché poi devo andarci? Cosa deve imparare un angelo che esiste da sempre?? Sai quanta fisica ho dovuto apprendere quando mi avete rifilato quello psicopatico di Einstein??-
“Non era psicopatico...E comunque devi andarci per tenere d’occhio Castiel”
-Chi è Castiel?-
“Oh Me!”
-Sei ostinato eh? SUONA MALEE!!-
“Castiel è il tuo protetto...il “tinto” come lo chiami tu...”
-Non me lo ricordare-
“Se non ti ricordassi le cose, ti scorderesti persino come ti chiami!”
-Sei venuto qui per prendermi in giro??-
“Anche...”
-Ti saluto...-
Mi alzai e, preparandomi psicologicamente per affrontare la lunga camminata, mi avviai verso il bar.
Avevo raggiunto il ruscello (quello del castoro non-poliglotta) e proprio in quel momento lo stavo attraversando, passando su dei piccoli sassi scivolosi e instabili (situazione perfetta per l’angelo più sfortunato dell’Universo).
-Hey nana!- mi girai per vedere chi avesse parlato, ma nel farlo persi l’equilibrio e caddi rovinosamente nel fiume (appunto) -Nuotata mattutina??- ghignò lui...“Il Persecutore Cretino”.
 -Ma sei idiotaaaa???!!!- ringhiai.
-Ahaha!! Vuoi una mano??-
-No guarda...vorrei che mi schizzassi altra acqua!- detto fatto: in men che non si dica mi trovai più fradicia di quanto non lo fossi già -Non la conosci l’ironia??- mi guardai attorno -Mi aiuti a uscire da questa stupida pozza??- un castoro poco raccomandabile mi si avvicinò di soppiatto e cominciò a picchiarmi con la coda...e faceva anche male...
-Ahia!! Stupido castoro!!- cercai di difendermi, ma ogni volta che tentavo un movimento -ti ringrazio molto muschio scivoloso- cadevo, perché ero a contatto con quest’ultimo -E tu non fai niente??- lo Stupido si avvicinò, ancora ridendo, e mi liberò dalla presa ferrea dello Stupido2.
-Mi hai rallegrato la giornata! Come premio vieni a casa mia...-
-“Angel” e “casa del tinto” in una stessa frase non vanno assolutamente bene! Io me ne torno a casa MIA!- mi voltai e scivolai (letteralmente), reggendomi agli alberi per non perdere l’equilibrio, in direzione della radura dove si ergeva la mia “Splendida-e-cento-volte-migliore-di-quella-di-Castiel” casa.
Mi feci una o due docce per togliermi di dosso quella sensazione di viscido del muschio.
Poi, non volendo più uscire per paura che qualcuno potesse attentare nuovamente alla mia vita, mi sdraiai sul divano accendendo la Tv.
“Saluti a tutti gli Angeli, Arcangeli, Cherubini e...” si mise una mano sulla fronte “Non dite niente! Me la ricordo...ce l’ho sulla punta della lingua...” si alzò e cominciò a girare per lo studio, uscendo qualche volta dall’inquadratura delle telecamere.
“E Troni idiota! Stupido Cherubino!!”
“Cosa hai detto? Non ti ho sentito...ero sovrappensiero”
“Ho detto che la tua battuta è Troni! Sei proprio un idiota!”
“Come?? Parla più forte...non ti sento”
“Devi dire Troni! Ma sei scemo??”
“Non ti sento...”
“Grrrrrr aaaaaaahh!!!” si sentì un rumore di qualcosa di metallico.
“No signore! Posi quel microfono!” urlò qualcuno.
“Ora ti sistemo io, stupido smemorato di un giornalistaaaaa!!!! Ahahaha!!!”
____________
*BIIIP*
“Avvisiamo i telespettatori che c’è stato un inconveniente sul set di Tv Paradiso. La linea verrà momentaneamente passata a “TG Ultraterreno”, ci scusiamo per il contrattempo”
___________
“Buon giorno a tutti. Oggi sarete con noi di TG Ultraterreno! La prima notizia è della nostra cara Marilyn...a te la linea Mary!”
“Buona mattina. Anche qui in Paradiso possono succedere cose di ogni tipo. Il regista del famoso canale Tv Paradiso è stato spedito davanti al Signore, per aver picchiato il protagonista dello spettacolo August il Cherubino con un microfono. Ascoltiamo l’intervista della vittima”
“I-io ero lì e cercavo di ricordarmi la battuta...non è niente di grave no? Capita a tutti di scordarsi per UNA VOLTA la battuta! Comunque...stavo dicendo...l-lui si è avvicinato urlando, io n-non s-apevo cosa fare...allora lui ha afferrato un microfono, ripeto UN MICROFONO, e r-ripetutamente lui...mi ha graffiato la pelle! La mia povera pelleee!! Sapete quanto c’è voluto per ottenere una pelle così perfettamente liscia e abbronzata?? Eh? Lo sapete? No che non lo sapeteeeee!!!! Weeeee voglio la mia mammaaaaa!!!”
“Ehmmm...scusate ma dobbiamo interrompere l’intervista perché August ha avuto un crollo...ed ora sta piangendo e...che schifo! Sta sbavando e gli cola in un modo esponenziale il...bleah...cambiando argomento...oggi parleremo di una persona famosa! Angel l’angelo protettore! Mi riferiscono che proprio in questo momento stanno decidendo se assegnarle la medaglia all’Onore Sacro per il sacrificio che ha fatto andando sulla Terra, intanto la sua lapide è già pronta e si dovrà”
Spensi la tv e mi andai a vestire.
Poi andai a sdraiarmi per preparare la mia povera testolina a quello che sarebbe successo il giorno seguente.

 

 

**Angolo della scrittrice**
Scusate se vi ho fatto aspettare troppo...
Ecco il nuovo capitolo. Avrete capito leggendolo che tra poco arriveranno nuovi personaggi XD...nel prossimo capitolo arriverà il Dolce Amoris!! Farò di tutto -Ripeto- DI TUTTO per non farvi annoiare! ;)

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


AVVISO

Un piccolo avviso per i miei lettori...
Il prossimo capitolo é ancora da elaborare bene...anche perché tutto quello che scrivo mi sembra banale T.T....e ci metteró un po' a postarlo...quindi siate pazienti por favor...
Comunque volevo aggiungere che sto scrivendo anche una terza fanfiction....ma é ancora un segreto ^^.
Detto questo vi saluto! *fa un cenno con la mano e fugge via correndo*

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Capitolo 5
*** Strani silenzi ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 3

STRANI SILENZI



-Aaaaaaahhh!!!- urlai immancabilmente.
“Ben svegliata!”
-Ma sono le 4!!!-
“Oggi devi andare a scuola”
-Ma non alle 4!! Buonanotte...-
“Io mi sono preso la briga di svegliarti e tu ti riaddormenti come se non fosse niente??”
-Magari se ti stessi zitto ci riuscirei...-
“Milioni di cristiani venderebbero la propria madre per avere una mia apparizione...tu hai la possibilità di avere come sveglia personale ME...il grande Dio...il Signore di tutti i tempi...il Padre dei cieli...e che cosa fai??...Mi rifiuti??”
-Magari potessi...tu mi stai sempre appiccicato come una cozza...-
“Perché? Le cozze stanno appiccicate??....E poi come puoi paragonarmi ad una COZZA???”
-Dio la cozza suona bene- borbottai ridacchiando.
“ALZATIIIII!!!!!”
-Aaaaaahhhhh- caddi giù dal letto con tutte le coperte addosso -Contento ora??!!-
“Beh...sì...ahahah”
-Grrrrr...ridi anche??- mi alzai e andai con un’andatura un po’ da coatti verso il bagno.
Dieci minuti più tardi ero pronta...c’era solo un piccolo problema...
-Sono ancora le 4:10!!!- esclamai mettendomi seduta su una sedia di fronte al tavolo da pranzo.
“A che ora devi andarci?”
-E che ne so io! Avevi detto che ti saresti occupato tu di tutto...oh ma...aspetta un attimo...-
“Che cosa c’è?”
-Mi hai iscritta vero??-
“Oh ma certo che ti ho...ehmm”
-Mi hai iscritta vero???!!!-
“Ah, ah, ah...ma sì che ti...”
-Mi hai iscritta vero??????!!!!!!!-
“Ehmm...mi sono dimenticato...ma puoi farlo sempre adesso!!”
-Grrr grrr grrr....Grrraaaaaaaaaahhhhh!!!!!- diedi un pugno sul tavolo di......travertino -Whuuuaaaa!!!-
“Ben ti sta!”
-E tu...e tu...e tu lo dici pure???!!!- mi alzai dalla sedia e andai a prendere una felpa in camera da letto. Chiusi frettolosamente la porta di ingresso e il cancello.
Presi a correre come una furia verso...ma dove stavo correndo?? Non sapevo neanche dove era quel benedetto -o maledetto- liceo!
-A chi chiedo aiuto??- innanzitutto uscii dalla boscaglia: lì avrei trovato solo castori permalosi e puzzole che si credono donnole...
-Ma solo i cretini vanno in giro a quest’ora...salvo chi si deve alzare alle 3 di mattina per lavorare...o anche quei poveracci che si mettono a suonare in mezzo alla strada- borbottai.
Dopo un po’ che passeggiavo, cominciai a sentire il suono di una chitarra, credo elettrica. Mi avvicinai con gli spiccioli pronti in mano...ma li avrei potuti anche tenere...
-Ok...mi devo ricredere: a quest’ora vanno in giro solo i cretini...- il ragazzo che stava accucciato in un angolo della strada si girò, ma avevo capito già chi mi trovavo davanti per un qualcosa che lo contraddistingueva dagli altri suonatori cretini...
-Ehilà nana! Questa mattina non ci vai a farti il bagnetto nel fiume?- chiese beffardo. Avete capito chi era il cretino vero??
-Ciao Castiel! E’ davvero un immenso piacere incontrarti! Ti voglio tanto bene e-
-Cosa ti serve?- tagliò corto.
-Grazie, mi hai risparmiato l’orrendo complimento che mi ero preparata...-
-Il complimento lo posso ascoltare lo stesso?- sorrise malizioso.
-Manco morta ti farò un complimento...ma vorrei un favore...-
-Il favore ha un prezzo...-
-Cosa vuoi??-
-Qualsiasi cosa...-
-No, devi avere il mio consenso...-
-Un bacio-
-Bleah!! Ti saluto-
-Allora non ti aiuto...-
Ci pensai un attimo -Prima mi aiuti e poi forse ti do un bacio...- dissi accucciandomi su di lui per stuzzicarlo.
-Mhmm...sono a tua completa disposizione!- sottolineo la parola “completa” ma finsi di non farci caso.
-So che è ancora presto...ma mi dovresti accompagnare ad un certo liceo che si chiama Dolce Amoris...-
Sgranò gli occhi -E cosa dovresti fare in questo presunto liceo, se io ti ci accompagnassi??-
-Segreto. Mi accompagni allora??- chiesi avvicinandomi un altro po’.
Lui arrossì -cosa che non avrei ma pensato sapesse fare- e, facendomi cenno di seguirlo, si incamminò per la strada con la chitarra a tracolla.
-Sì, è decisamente elettrica...- sussurrai.
-Mhm?-
-No, niente...-
Mentre camminavamo, non potei fare a meno di guardarmi intorno.
La strada era costeggiata da piccoli alberelli; i fiori erano un po’ ovunque: sui balconcini dei palazzi e nei vasi davanti ai negozi.
-Non c’è che dire...una città perfetta...senza neanche una cartaccia per terra...-
“Puoi dirlo forte!”
-Sai, preferirei di no...non voglio che mi prenda per una pazza che parla da sola!-
“Perché, non lo sei??”
-Grrrr...-
-Con chi parli, nana?-
-Ehmm...no...pensavo ad alta voce...- lo sentii ridacchiare.
Giungemmo davanti ad una specie di garage...che scendeva sotto terra...
Io mi bloccai davanti l’ingresso.
-Che c’è hai paura?- mi beffeggiò lui.
No, beh...sai, essendo una che è sempre vissuta tra le nuvole...
-S-soffro d-di claustrofobia...-
-Se non vuoi che ti accompagni dimmelo prima...-
-N-no ecco...s-sto venendo...- scesi lentamente le scale e lo seguii, scendendo sempre di più attraverso un’altra rampa di scale a chiocciola.
Mi sentivo mancare il fiato e la testa cominciò a girare. Stavo per svenire, ma Castiel mi prese al volo.
Mi aspettai di sentire un’altra presa in giro...che non arrivò. Gli era stata servita su un piatto d’argento e lui l’aveva rifiutata...possibile che stava diventando più...gentile???
No! Ma per carità!! Ahaha!! Castiel gentile! Ahahahahah!!!!
Senza accorgermene avevo cominciato a ridere, lui mi guardava perplesso.
-Ho motivo di credere che stia accompagnando sulla mia moto una pazza psicopatica?-
-S-sulla t-tua moto???!!- Davanti a me si stagliavano kili di vernice rossa e nera su una meravigliosa moto...sì, certo...meravigliosa, ma non per me! Io odio le moto!! Sai quanti protetti mi sono morti su quei cosi?? Sai io che punizioni ho avuto per questo??!!
-No, io su quel mostro non ci salgo!!-
-Vuoi che ti accompagni in questo liceo o no??-
-D-d’accordo...- no Angel! Così non va bene! Devi essere più ferma e decisa! Non puoi farti convincere dal primo rosso tinto che passa! Non che ce ne siano altri deficienti come lui -apparte il giapponese cretino della sera prima-  ...però...!
Fatto sta che mi aveva già obbligato a montare in sella -in questo i pantaloncini che avevo messo erano perfetti! Altro che gonne e tuniche!...- e avevo indossato il casco.
“Ok in questo momento sto rischiando la vita su un attrezzo tinto rosso, guidato da un cretino tinto rosso...rilassati...cerca la pace interiore...”
Stavo assumendo una posizione yoga, ma il mio momento di pace fu interrotto da una partenza particolarmente brusca che mi costrinse ad attaccarmi a mo’ di koala alla sua schiena...gesto tipico dei motociclisti maniaci...
Dopo neanche dieci minuti ci eravamo già fermati. Non persi un secondo di più e mi staccai da lui, scendendo dalla moto alla velocità della luce.
-Guidi sempre da spericolato?- chiesi riprendendo mano a mano colore.
-Solo con le belle ragazze...- disse avvicinandosi sempre più vicino -fin troppo vicino- per i miei gusti.
-Che cavolo pensi di fare??-
-Il bacio...me lo avevi promesso...-
-Ahhh...sì è vero- mi allontanai da lui, e lui mi seguì a ruota. Lo portai dietro un albero.
-Quindi eri seria...-
-Certo che ero seria...- mi allontanai ancora un po’ di più, avvicinando ad una piscina.
“Grazie liceo di avere una piscina!!!”
Lui mi si avvicinò, bloccandomi al muro che si trovava proprio di fronte al bordo vasca.
Mi avvicinai a lui.
-Spero che tu abbia fatto colazione almeno due ore fa...- gli sussurrai nell’orecchio.
-Cosa???-
Mi allontanai da lui e con uno spintone lo gettai in acqua...
Senza perdere tempo corsi verso l’ingresso, trovando fortunatamente la porta aperta.
-Ok...ora non mi resta che trovare qualcuno disposto ad iscrivermi al liceo...alle 4:30 di mattina...-
Mi misi a gironzolare per i corridoi, sbirciando qualche volta nelle aule.
Dopo un po’ mi rimase solo una porta da controllare. C’era scritto “Sala Delegati”...perché non l’avevo notata subito?? Mi risparmiavo cinque minuti preziosi...
Stavo per bussare, ma non ce ne fu bisogno...perché la porta si aprì investendo in pieno il mio povero naso...
-Oddio scusa!- disse qualcuno -Ti porto in infermeria...Angel?? Ma cosa diavolo fai qui??- chiese sorpreso. Alzai lo sguardo.
-Ciao Nath, mi porteresti in infermeria anche se sono Angel??-
-Oh, sì...certo- balbettò imbarazzato.
-Entro domani!- urlai reggendomi il naso, che intanto aveva cominciato a sanguinare.
Mi portò in un aula (ovviamente l’infermeria).
-Scusami ancora...-
-Inutile piangere sul latte versato- mi guardai allo specchio -...o dovrei dire sul sangue...- sospirai. Intanto il biondino era andato a cercare il disinfettante -Ahhh...se continuiamo così, mia cara Angel, presto ci ritroveremo in una bara d’oro...ad ascoltare uno stupido discorso da parte di August l’idiota!- sussurrai a denti stretti.
-Che dici??-
-Niente...- mi disinfettò la ferita e mi fasciò il naso.
-Hai perso molto sangue...-
-Me ne ero accorta...- dissi guardandomi le mani, che ne erano piene. Lui si mosse a disagio, avvicinandosi a me.
-Vuoi che ti porti in ospedale?- chiese serio.
-Vuoi che ti elenchi le cose a cui sono riuscita a sopravvivere??-
-No grazie-
-Ora te le elenco...- mi alzai e cominciai a girare in tondo -Sai quante cadute dal letto ho sopportato per colpa di QUALCUNO???...Sai l’altro giorno da chi sono stata picchiata eh?? Da un castoro, sì...da uno stupido castoro! E perché? Perché sono riuscita a cadere in un fiume per colpa di QUALCUN ALTRO!! E sai che ho fatto dopo eh?? Sono riuscita a farmi convincere dal QUEL CRETINO a farmi accompagnare su uno STUPIDO E IDIOTA mezzo infernale e per poco non ci rimettevo la pelle!! Dopo di ché ho spinto sempre QUEL QUALCUNO in una piscina-
-Chi avresti spinto in una piscina??-
-Fammi finire...allora...dicevo...l’ho spinto in una piscina...poi sono corsa qui dentro con l’intento di iscrivermi a questo stupido liceo...e mi sono beccata una porta sul naso!!!...Allora...pensi che io riesca anche a svenire per una stupida botta sul na- mi sentii debole, la vista mi si offuscò e svenni.
(Messaggio per i posteri: ricordatevi di portarmi subito in un ospedale quando inizio a fare i monologhi sulla mia sfortunata vita).
Mi risvegliai poco dopo. Vedevo solo bianco. Sembrava stare in paradiso...
...ma no, non era il paradiso...mattonelle teli e mobili...credo proprio che stia sognando...
Ora richiudi gli occhi...aprili...no, qualcosa non va...quello stupido armadio rimane lì, davanti a me...se avesse avuto gli occhi avrei giurato che stesse fissando...ma gli armadi non hanno gli occhi...vero?? Oddio...gli armadi con gli occhi...aaaaaahhhh!!!
-D-dove mi trovo??-
-Ciao Angel- era una voce calda e rassicurante...ma NON mi rassicurava per niente.
I film mi hanno insegnato che le donne con voci come quella sono per il 70% cattive e malvagie...il restante 30%......boh...forse dovrei guardare più  film...
-Io sono un medico...ora ti trovi in un ospedale-
Aspetta...il fatto che tutto sia bianco...il medico...l’ospedale...l’armadio!! No, forse l’armadio è un dettaglio poco significante...
Ora c’era solo una cosa da chiarire...
-Hai dei tentacoli sotto la gonna??-
Il medico strabuzzò gli occhi -Come scusa??-
Socchiusi gli occhi e mi avvicinai a lei...
-Ok...non sei un mostro che vuole mangiarmi?-
-Io? Ahahah!! No...- rispose lei ridendo di gusto.
Mi rilassai.
-Hai uno strano senso dell’umorismo...-
-Niente di me è normale...- aggiunsi sorridendo.
-Come ad esempio il tuo svenimento...-
-Eh?-
-Hai riportato una piccola frattura al setto nasale destro...ma niente è talmente grave da far svenire una persona talmente sana e forte come lo sei tu...-
-Sana?? Forte?? Cosa??-
-Stranamente tu non sei come le altre persone...ti abbiamo fatto una lastra alcune ore fa...sei molto complicata morfologicamente...il tuo corpo è come una piramide di carte placcate in oro e resistenti come il metallo...ha un non so che di alieno...-
“Oh no...e se scoprissero chi sono???”
-Quando mi dimetterete??-
-Ehm...dovremo fare altri test per scoprire cosa c’è dietro alla piramide di carte-
-Ma io sto bene giusto??-
-Oh...sì, certo-
-Allora sono libera di andarmene-
-Beh...io-
-Queste sono le regole! Bye bye!- mi alzai e corsi in bagno per rivestirmi...l’unico problema? Non avevo i vestiti...
“E allora? Sei abituata ad andare in giro con una tunica, no? Dov’è il problema??”
-Il problema sta nel fatto che così sembro essere appena fuggita da un manico-
Fui interrotta dalla voce del medico...che -sempre con voce calda e rassicurante- mi intimava di uscire dal bagno o altrimenti avrebbe sfondato la porta a calci...
-Cosa faccio??- sussurrai guardandomi intorno.
Allora...cosa posso usare per uscire??
...Ho della carta igienica...uno stura lavandini usato da poco...e una confezione di saponette...
-Non puoi farmi uscire da qui??-
“Mica posso fare i miracoli io!!”
-...-
“Ok...forse la cosa è un po’ contraddittoria...”
Sentii il medico-ninja che dava pugni alla porta, mentre elencava -con voce non più calda e rassicurante- tutti i campionati di karate che aveva vinto...
-Potresti fare qualcosa??!-
“Ok...tra dieci secondi sarai fuori di qui...”
Intanto la porta diventava sempre meno resistente...
“...9...”
-Benissimo...diventerò una polpetta di angelo! Esistono le polpette di angelo vero??...Bene...tra poco cominceranno ad esistere...-
Una vite saltò...
“...8...”
-Non te ne frega niente se diventerò una polpetta al forno??-
“...7...”
-...Polpetta al forno con patate...-
“...5...”
-Dopo il 7 viene il 6...e non il 5...-
“Stavo cercando di abbreviare i tempi tonta! Sei riuscita a far passare 5 secondi in più del necessario!”
-...Con un po’ di carote non sarei male...-
“...4...”
-...Rosmarino...-
Uno dei due cardini della porta si ruppe...
-Oh no! Ho dimenticato di mettere l’olio!-
-Smettila di parlare della tua ricetta da cannibali! Mi deconcentri!”
-Per contare da 1 a 10 non ci serve molta concentrazione...-
“Ed ecco altri 5 secondi sprecati!”
-A che punto ero arrivata??...Ah sì...all’olio-
Sulla porta apparve una crepa...
“...Aspetta...ho perso il conto!”
-Eri arrivato a 4-
“...4...”
Un’altra crepa...
-Ma che è questa porta? Indistruttibile??-
“Preferiresti diventare la polpetta che stai cucinando mentalmente??”
-...Rosolare lentamente...-
La porta emise un rumore sinistro...
“Ma dai!! Mica le porte dei bagni degli altri ospedali sono così resistenti!! E rompiti!”
-E’ da 6 minuti che cerchi di contare fino a 10-
“Fino a 1”
-Non interrompermi!!...Fino a 1 e ora stai aspettando che il medico-ninja la rompa definitivamente??-
“...3...”
-La la la...un po’ di peperoncino...ooh lè!-
“Ooh lè??”
-Ho appena rigirato la polpetta...tu continua a contare-
Un’altra crepa...
“...2...”
-...Vediamo...che cosa scelgo per l’impiattamento??-
“...2...”
-L’hai già detto 2...comunque...preferisci un piatto a fiori o uno a cuori?-
“...1...”
-No, dai...veramente...quale preferisci??-
“...0...”
-Dovevi dire anche 0? Aaaaaaahhhh!!!!- sentii il pavimento risucchiarmi...e poco dopo mi ritrovai con il sedere per terra...di fronte a qualcuno che non volevo vedere...
-Cosa ci fai qui nana?- ghignò.

-Ehilà Castiel!...Potresti aiutarmi a uscire dalla nazione senza destare sospetti?-
-Cosa hai rubato? La Sacra Tunica da Ricovero?-
-No...diciamo che sono fuggita da un ospedale-
-Ahahahah...e che ci facevi nell’ospedale?-
-...Ero ricoverata...-
-Cosa?? Perché??-
-Non ci credo...sei preoccupato Castiel?-
-Più che altro sono preoccupato per me...potrebbero arrestarmi per sequestro di persona...potrebbero considerarmi un complice...perché sei fuggita??-
-Odio le domande...quindi chiudi il becco-
Mi alzai, ignorando il fatto che mi trovavo per strada con indosso un camice che mi copriva ben poco, alle 6 della mattina.
-Vieni a casa mia, che ti presto qualcosa...che ti copra di più...-
-Questa è gentilezza??-
-E’ sempre un piacere ospitare una ragazza mezza nuda a casa mia...-
-Non è gentilezza- mi voltai verso di lui -...Ma comunque ho anche io una casa...e devo tornarci prima di pranzo-
-La mammina è ansiosa?- chiese beffardo.
-No...io vivo da sola- mi rabbuiai in viso. Questa mia frase faceva riaffiorare ricordi...ricordi che dovevano restare sepolti.
Lui, stranamente non replicò.
-Allora ti accompagno-
Acconsentii, ancora perplessa per il suo comportamento.
Mi incamminai verso il bosco con lui al seguito...ascoltando i suoi strani silenzi.
Hey Padre, sei sicuro di non avermi fatta comparire in un’altra dimensione??

 

**Angolo della scrittrice**
Scusate per l'attesa, ma ho avuto una specie di blocco dello scrittore...
Comunque...ecco qui il nuovo capitolo...
Non c'è molto del Dolce Amoris...ma vi giuro che il prossimo sarà tutto ambientato nel liceo ;)
Alla prossima! XD

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Capitolo 6
*** Passeggiata vittoriana ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 4

PASSEGGIATA VITTORIANA



Stavo beatamente dormendo...quando un rumore proveniente dal piano di sotto mi svegliò.
-Fortuna che tenevi alla larga i ladri, eh!-
“Non è un ladro”
-Si si...come no...- mi alzai e afferrai una mazza da baseball (che tenevo sempre a portata di mano, nel caso in cui il Dio-allarme non avesse funzionato correttamente).
“Non puoi fare del male al tuo prossimo”
-E se il mio prossimo facesse del male al suo prossimo, io posso fargli approssimativamente male??-
“Non ho capito un’aureola”
-Hai personalizzato anche questa di frase?-
“Aureola? Sì...sono bravo eh? Eeeeh?? Hehe”
Scesi al piano di sotto.
Mi appostai dietro al muro, impugnando la mazza con più vigore.
-Uno...due...tre, e vado là...- feci un profondo respiro -E uno...e due...e...tre!-
Corsi verso la cucina con un urlo di battaglia.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!- mano a mano che mi avvicinavo all’individuo rallentavo il passo -Oh-
-Hey nana! Che ci fai qui?-

-COME CHE CI FACCIO QUI?? CI VIVO RAZZA DI IMBECILLE!! DOVREI DOMANDARTELO IO CHE CI FAI QUI!!! TU E QUELLA SOTTOSPECIE DI CAVALLO!!!!-
-E’ un cane e si chiama Demon-
-D-demon? Come Demon??? Ma che razza di nome è???!!!-
-Avresti preferito Angel?? Ah...ma un cane che si chiama Angel ce l’abbiamo già...-
-IO NON SONO UN CANE!!! ORA TU MI SPIEGHI CHE CI FAI IN CASA MIA, E FORSE NON TI SFRACELLO IL CRANIO CON UNA MAZZA DA BASEBALL!!!-
-Calma! Ieri ti ho accompagnata qui...quindi so dove abiti...e oggi ho pensato di venirti a trovare...-
-NON ME LA BEVO!!! E POI PERCHE’ ORA SEI IN CUCINA???-
-Avevo fame-
-TI ODIOOOOO!!!!!-
-So che ti dovevi iscrivere al Dolce Amoris-
-Come fai a saperlo?-
-Ho minacciato il biondino e, essendo un pappamolle, me l’ha detto-
-TU COSA???!!!-
-Se vuoi ti ci accompagno-
-IO NON CI SALGO UNA SECONDA VOLTA SU QUEL MOSTRO A DUE RUOTE!!!!-
-Allora andiamo a piedi-
-Perché sei gentile??-
-Perché mi piaci-
-Ahahahah!!!!! Ahahah...divertente!!! Mi hai fatto ridere, quindi forse mi faccio accompagnare-
-Ti devo ricordare che pochi minuti fa volevi uccidermi?-
-Oh ma quello è il mio sogno nel cassetto-
-Ti arresterebbero- rispose lui sorridendo.
-Però il mio sogno si sarebbe avverato!-
Castiel scoppiò a ridere e si sdraiò sul divano.
-Non fare come se fossi a casa tua- dissi andando in bagno, sapendo che non mi avrebbe comunque dato ascolto.
Mentre chiudevo la porta alle mie spalle, sentii che rideva.
Sbuffai e andai a farmi una doccia.
Presi le chiavi e l’occorrente per il liceo.
-Perché prendi quei quaderni?- mi chiese il rosso entrando in camera.
-Non dovevo andare a scuola??-
-Scusa, ma tu non ci sei mai andata a scuola??- non seppi cosa rispondere, visto che la risposta sincera sarebbe dovuta essere “No, ma so più o meno come funziona perché ho osservato voi mortali dall’alto delle nuvole paradisiache!”
-Cosa centra??-
-Il giorno dell’iscrizione non devi fare lezione! Ah, fa pure rima!-
-Idiota! Potevi dirmelo prima!!-
Posai tutto quello che con cura avevo preparato e lo seguii fino al cancello del Dolce Amoris. Poi lui se ne andò per i fatti suoi, mentre io rimanevo a fissare quel nome idiota attaccato sopra alla porta del liceo.
-Se pensi che questo nome mi piaccia solo perché sono un angelo ti sbagli di grosso- sussurrai.
“Ma come fa a non piacerti? E’ talmente ricolmo di bontà e amore e”
-TUTTI DENTRO BAMBOCCI!!! SCANSAFATICHE INGRATI!! SONO LA PRESIDE E SONO IO CHE COMANDO!!! NON RALLENTATE IL PASSO SOLO PER RIMANDARE L’ENTRATA A SCUOLA!!! SE MI DESSERO 1 EURO PER OGNI PASSO CHE FATE DIVENTEREI RICCA!!! MUOVETE QUEI PIEDI! FORZA!! NON HO TEMPO DA PERDERE IO!!!-
-Bontà e amore eh?-
 “Che c’è? Anche Dio può sbagliare!”
Mi avvicinai a quella che doveva essere “SONO LA PRESIDE E SONO IO CHE COMANDO!!!”
-B-buongiorno...-
-CHI SI CREDE DI ESSERE!!! INVECE DI RIVOLGERMI LA PAROLA ENTRI DENTRO O LA SPEDISCO IN PRESIDENZA, DOVE IO COMANDO ANCHE AGLI SCAFFALI!!! SONO STATA SUFFICENTEMENTE CHIARA?????-
Deglutii -Ehm...io devo ancora iscrivermi al Dolce Amoris...
-COSI’ TARDI??? QUALE COMPLESSO PSICOLOGICO LE HA IMPEDITO DI ISCRIVERSI QUANDO LE ISCRIZIONI ERANO ANCORA APERTE????!!!-
-P-problemi familiari...mio padre è un uomo molto ma molto in alto nella scala sociale...e ho dovuto seguirlo nel suo importante lavoro ehm...all’estero-
-Prego mia cara...mi segua. E’ un onore avere nel nostro liceo una studentessa come lei!-
Sbaglio o l’arpia ha due personalità...?
-Quanto in alto di preciso?-
-Fino alle nuvole...-
-Ohhh...-
-Devo andare nella sala delegati per l’iscrizione?-
-E lei come lo sa?? NON MI DICA CHE E’ ENTRATA QUI DI NASCOSTO’?????!!-
-Mio padre è molto ricco...e conosce il Presidente degli Stati Uniti!-
-Quanto ricco?-
-Moltissimo...-
-Allora, se sa dove deve andare ci vada...con calma...e se nel frattempo vuole qualcosa da bere ha il mio permesso di usare la macchinetta dei professori...-
Ridacchiai sotto i baffi mentre la cicciona si allontanava...
“Un padre importante fino alle nuvole eh?”
-Che c’è? Non ho mica detto una bugia!-
Bussai alla porta e il biondino mi aprì.
-Ciao Nath! Dovrei iscrivermi al Dolce Amoris...-
-C-certo...- mi fece entrare e chiuse la porta -Come va il naso?-
-Non preoccuparti...non fa più male...- lui sorrise “Che carino! Ma quando è dolce questo ragazzo?”
Si avvicinò e mi accarezzò il naso...
...“ok ma così esagera!”
-Ok...non che non mi facciano piacere le tue premure...però devo iscrivermi prima che Hitler versione donna mi uccida...-
Arrossì e mi passò un modulo di iscrizione.
Quando riuscii a rispondere a quelle stupide domande con risposte ancora più stupide e completamente inventate...decisi di farmi un giretto per il liceo e magari fare amicizia con qualcuno...
...Perché fino ad allora conoscevo solo il cretino tinto rosso e l’accarezza nasi...
Stavo gironzolando per i corridoi, pensando a quanto fossi felice e contenta...quando lei arrivò.
-Chi ti credi di essere tu??- esclamò una chioma bionda, leggermente imbufalita.
-Oh, ma quanta gentilezza! Io penso di essere Angel...ehm...Heaven...a meno che mia madre non mi abbia scambiato nella culla-
-A casa, mio fratello Nathaniel parla solo di Angel. Angel qua Angel là! Stagli alla larga!!!-
-In effetti vi somigliate...-
-Veramente??-
-No-
E me ne andai trotterellando gioiosamente in cortile, pensando a quanto mi piaceva far infuriare la gente...(ok, non è un comportamento da angelo...ma che ci posso fare?)
Vidi una bellissima e accogliente panchina, che si trovava all’ombra di un grosso albero...allora decisi di..........arrampicarmi sull’albero.
Ero quasi giunta in cima...ma qualcosa mi ostacolava il passaggio...
Cercai di spingerlo via, ma qual qualcosa urlò e mi fece cadere...o almeno quasi cadere, perché, sempre quel qualcosa, mi afferrò appena in tempo.
Cercai di mettere meglio a fuoco cosa mi trovavo davanti...e mi accorsi che era un “chi” e non un “cosa”.
-Che ci facevi sull’albero??-
-E tu perché ti ci stavi arrampicando??-
Mi trovavo davanti ad un ragazzo con i capelli azzurri e gli occhi rosa...un tipo strano insomma...
-Come ti chiami???- chiese improvvisamente.
-Ehm...Angel Heaven-
 -Angel Paradiso??-
-Uhm...ehmm...che c’è di strano?-
-E’ un cognome strano...ma ok! Qui siamo tutti strani!!!-
“Soprattutto tu!”
-Tu invece come ti chiami?-
-Alexy!-
“Che entusiasmo!”
-Ok...io mi farei un pisolino...qui-
-Sull’albero??-
-Già-
-Mi stai simpatica angioletto!-
-Angioletto??-
-Assomigli ad un angelo...-
-C-cooooosa?????!!- mi alzai con talmente tanta foga, da sbattere la testa su un ramo -Ahioo!!-
-Il tuo nome...Angel...il cognome...gli occhi...tutto di te è strano!-
-Quindi dicevi...così...per dire...-
-Sì...- poi fece un sorriso smagliante e mi abbracciò -Da adesso in poi sarai la mia migliore amica!-
“Questa frase l’ho già sentita...”
-Ehm...conosci per caso una ragazza di nome Rosal-
-Rosalya!! Sì! Certo che la conosco!!-
-Ecco perché...-
-Perché cosa?-
-Niente...buona notte- mi misi comoda e chiusi gli occhi.

POV CASTIEL
Stavo andando in cortile, quando vidi Alexy scendere da un albero facendo finta di essere un agente segreto...aspetta...un agente segreto???
-Alexy! Perché stai facendo...ehm...quello che stai facendo?-
-Non urlare!- mi sussurrò avvicinandosi -Qualcuno sta cercando di dormire!-
-Tu...non stai dormendo-
-Io no, ma la mia migliorissima amica sì!-
-Rosalya è su un albero???-
-No! Non è Rosalya!!-
-In questi due minuti ti sei fatto una nuova migliore amica??-
-Che ci devo fare??? Quella ragazza è speciale! Non si può non volerle bene! E’ simpatica!!- mi indicò l’albero -Se vuoi va’ a vedere...ma se la svegli di cucirò un vestito tutto per te!-
-Sarò silenzioso come...cosa c’è di silenzioso??-
-Che ne so!...Una lucertola?-
-Come...una lucertola!-
Mi arrampicai sull’albero e vidi la misteriosa nuova migliore di Alexy. Era Angel...
M avvicinai di più...cercando possibilmente di non cadere dall’albero...
Chissà perché poi, sarà andata a dormire su un albero...bah...questo rimarrà un mistero...
“Beh...devo ammettere che è davvero bella quando dorme...”
Stavo per accarezzarle una guancia (ma perché stavo per accarezzarle una guancia?!) ad un tratto spalancò gli occhi e io caddi dall’albero per lo spavento.
Fortunatamente atterrai sul morbido...sul morbido????
Mi guardai intorno...e capii di stare seduto sopra un cuscino enorme.
-Ma dove è spuntato questo coso???- intorno a me on c’era nessuno...allora sollevai lo sguardo e vidi Angel con in mano un altro cuscino...ma ero sicuro che non ci fosse prima, sull’albero...un altro mistero...

POV ANGEL
Quanto odiavo il doverlo proteggere! Mi aveva svegliato, era caduto...e avevo anche dovuto salvarlo!
-Mi sarebbe piaciuto vederlo rantolare a terra per il dolore, massaggiandosi l’osso sacro...- sussurrai impercettibilmente.
“Hai fatto bene invece a usare la tecnica dei cuscini...anche perché ultimamente ci sei stata molto attaccata...ahahah!!!”
-Non prendermi in giro!-
Scesi dall’albero e mi ripresi i cuscini, promettendomi di farli sparire il prima possibile...
-I cuscini...da dove sono usciti fuori?-
-Ehm...sono un’illusionista...ed ho imparato dei trucchetti molto...ehm...difficili e convincenti-
-...Chissà perché non ti credo...-
“Maledetta la mia carenza di fantasia!”
-Che ne dici di farmi fare un giro del liceo?-
-Perché dovrei?-
Mi avvicinai con aria minacciosa -Te lo ripeto un’altra volta: CHE NE DICI DI FARMI FARE UN GIRO DEL LICEO?????-
-Ok...-
Mi portò nella serra.
-Questa è una stupida serra, con degli stupidi ed inutili fiori...-
-Il tuo modo di descrivere i luoghi è fantastico!- ironizzai.
Poi in palestra.
-Qui c’è il Club di Basket!-
-Wow!!!-
-Perché tanto entusiasmo?-
-Perché io adoro il basket!!!-
-Ahaha! Una nana come te che gioca a basket??-
-Scommettiamo che riesco a fare 10 canestri consecutivi da 10 metri di distanza???-
Qualcuno sbucò da dietro un angolo -Ciao, io sono il capitano del Club di basket ed ho sentito tutto-
“Bel modo di presentarsi...”
-Se ci riesci, considerati dentro la squadra!-
-Non ci sperare troppo- disse Castiel.
Mi appostai a 10 metri di distanza e, con uno slancio, tirai la palla direttamente a canestro.
Tutti rimasero a bocca aperta.
Feci un altro canestro e poi un altro e un altro...alla fine avevo fatto 10 canestri consecutivi...vidi che restavano comunque altri due palloni. Mi allontanai di qualche altro metro e li tirai nuovamente a canestro.
Il ragazzo mi si avvicinò lentamente, con la bocca ancora spalancata.
Mi porse una mano e io la strinsi poderosamente -Piacere, sono Dajan-
Gli sorrisi -Angel-
Sorrise anche lui, mostrando i suoi bianchissimi denti -Sei la prima ad essere entrata nella squadra come cestista in meno di 5 minuti...e sei per di più una ragazza! Ci vediamo questo pomeriggio alle 16:00 per l’allenamento-
-Ci sarò!-
Dajan si allontanò, mentre Castiel mi guardava sbalordito.
-Continuiamo con il giro?- chiesi come se non fosse successo niente.
Annuì senza spiccicare parola.
Poi feci un brave giretto in tutte le aule, del tipo “Oh, che bella alula! Ok...andiamo avanti”
Poi mi mostrò l’infermeria (che conoscevo bene), poi la piscina (Che mi aveva salvato il giorno precedente) e altri svariati posti di cui non mi importava un fico secco...
Ad un tratto mi scontrai contro qualcuno...
-Oh...scusami...- un ragazzo albino con abiti che conoscevo molto bene (questo perché io esistevo già nell’epoca vittoriana...e ovviamente Dio ci impose di vestirci in modo appropriato a seconda dell’epoca in cui ci trovavamo...ma se devo essere sincera, mi erano piaciuti un sacco)
-Belli i tuoi vestiti!- esclamai. Lui sgranò gli occhi...probabilmente nessuno gliel’aveva mai detto...apparte forse la sua coscienza...ma io vedevo Jhon più in stile rock...chi è Jhon? Ogni coscienza ha un nome...la sua si chiamava Jhon.
-Incantato che ti piacciano- si avvicinò con l’intensione di baciarmi la mano e io, abituata agli angeli vittoriani baciamano, gliela porsi di buon grado.
-Hai un buonissimo profumo...sembra brezza primaverile- sorrisi. Castiel roteò gli occhi e mi tirò a lui...chissà perché poi!
-Castiel!- mi girai verso l’albino -Come si chiama mio bel signore?-
-Il mio nome è Lysandro. E lei?-
-Angel-
-Mi fate vomitare, voi due! Io me ne vado-
-Grazie!- mi voltai nuovamente verso Lysandro -Che ne dice, Lysandro, di accompagnarmi a fare un giro della scuola?-
-Le sarei grato se ci dessimo del “tu”, Angel-
-Ne sarei onorata Lys-
Sorrise e io ricambiai.
Ci prendemmo a braccietto ed andammo a fare una bella passeggiata vittoriana nel Dolce Amoris.

 

 

 

**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
Ed eccoci al Dolce Amoris!....
Lo so, lo so.....non ci sono molti personaggi nuovi...ma ho preferito andare con clama e pazienza....anche per creare un po' di suspense...che di fatto in questo capitolo non c'è...
Ma non stiamo a guardare il capello giusto? Perché si può sbagliare PER UNA VOLTA la battuta no?
Prego tutti i santi e gli angeli (compresi Angel e il giornalista August) di ricevere una recensione...almeno posso capire se sto andando bene così o no...inutile continuare a scrivere una fiction naufragata....
Ok...ora inizio a scrivere il capitolo 5, senza scusanti e ve lo farò avere entro....boh!
Siate pazienti *si fa il segno della croce e scappa via*

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Capitolo 7
*** Una grande famiglia felice ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 5

UNA GRANDE FAMIGLIA FELICE



Ero appena tornata dal Dolce Amoris.
Mi accorsi che nella cassetta postale a destra del cancello c’era una lettera. La afferrai ed entrai in casa, chiudendo cancello e porta alle mie spalle.
Stavo per mettermi seduta sul divano per aprire la busta, quando mi squillò il cellulare.
-Ciao Rosa-
-Angy! Mi chiedevo se ti andasse di venire a fare un giro in centro con me, magari ti mostro meglio la città-
-Oh, ma certo!-
-Allora scendi, sto davanti all’ingresso nella foresta-
-E se ti avessi detto di no?-
-Avrei usato le maniere forti...vieni, che non mi piace aspettare-
-Ecco, arrivo-
“Non la leggi la lettera?”
-Non vedi che ho le mani legate?-
“Mhm...no...”
-Era un modo di dire, idiota!-
“Idiota a me??? Modera i termini signorinella!”
-“Signorinella” me lo diceva solo mia nonna-
“Hai una nonna??”
-Sì...ha superato abbondantemente i 900 milioni di anni...ma va ancora a ballare la samba con alcuni suoi amichetti...-
Presi un giubbotto ed uscii correndo.
Superai felci e querce alla velocità della luce e, dopo poco tempo, l’avevo raggiunta.
-Pensavo non arrivassi più...-
-Ma se ci ho messo venti secondi!-
-Te l’ho detto che non amo aspettare!-
Sorrisi e mi incamminai con lei, verso il centro.
La strada era divisa in due da una striscia di terra alberata. Il contorno era costituito da palazzi e grattacieli.
I negozi erano ovunque, decorati da fiori. Alcune primule spuntavano in un piccolo pezzo di prato tra un albero e l’altro.
Delle rose rampicanti decoravano le mura esterne di un bar, il cui nome estremamente fantasioso era “La rosa”.
-Che fantasia eh...- sussurrai ironica.
“A me piace...”
-Non avevo dubbi...-
Attraversammo una strada molto trafficata, poi girammo a destra.
-Questo è il mio bar preferito...- disse lei.
E ovviamente dovetti entrare...
-Cosa prendi?- mi chiese Rosa, invitandomi a sedere a un tavolo che dava sul parco dove avevo conosciuto il cretino tinto rosso.
-Un caffè-
-Ok...- andò ad ordinare.
Tornò dopo qualche minuto con un vassoio in mano.
Mi diede il mio caffè, mentre lei si beveva il suo cocktail...
Poi mi portò ad un Centro Commerciale...ci divertimmo un sacco.
Quando si fecero le 15:30 mi riaccompagnò a casa.
-Ciao Angy, se hai bisogno di qualcosa chiamami-
-Ok-
Le diedi un bacio sulla guancia ed entrai in casa, buttandomi sul letto e cominciando a pensare.
“Non pensi di stare dimenticando qualcosa?”
-No- risposi serenamente.
“Hai promesso qualcosa a qualcuno oggi...”
-Mhm...no-
“A volte mi sembri uno struzzo! Sempre sotto terra”
-Io direi piuttosto, sempre sopra le nuvole, ma poi....COME TI PERMETTI DI PARAGONARMI AD UNO STRUZZO???-
“Non devi andare al Club di basket tra circa....mezz’ora?”
-Oh...ca-
“Niente parolacce”
-Ok! Ok!- mi alzai e corsi in bagno per farmi una doccia veloce.
Una volta vestitami con le prime cose che trovai, scattai davanti all’altare.
-Non ce l’hai un completo da basket??-
“Basket? Forse...un attimo...-
Comparve una maglia e dei pantaloni sull’altare. Li guardai meglio, sbattendo più e più volte le palpebre.
-Q-questo tu lo chiami completo da basket...????!!-
C’erano dei pantaloni rosa pastello, delle ciabatte infradito, una fascia da hippy e una maglia con su scritto “I’m a very good child”.
-Riprenditeli prima che li butti nel water...- dissi continuando a fissare quell’obbrobrio.
Svoltai l’angolo, salii le scale e entrai in camera mia. Mi buttai sul letto matrimoniale al centro della stanza, afferrando il cellulare.
Composi un numero in fretta e furia, il mio interlocutore rispose quasi subito -Ciao Angy! Cosa ti serve??-
-...Missione shopping di salvataggio!-
-Capito! Vengo subito a prenderti con la shopping-mobile!!-
Dopo cinque minuti Rosa era sotto casa mia. Presi velocemente una felpa ed uscii dal cancello.
-Tu vivi in un posto strano...comunque...che inizi la Missione Shopping di Salvataggioooo!!!-
Guidava come un razzo...mi chiedo perché non ricevemmo neanche una multa...
-Cosa cerchi??- chiese appena fummo entrate nella boutique dove l’avevo conosciuta.
-Allenamento. Basket. 10 minuti-
Si mise a rovistare tra gli scaffali e dopo poco tempo mi porse una maglia lunga blu e bianca (le classiche maglie da basket insomma) e dei pantaloncini corti.
-Graaaazieee!!!- saltammo nulla shopping-mobile e, arrivata davanti al liceo, la salutai frettolosamente, per poi correre in direzione della palestra.
-Ciao bella!- mi salutò Dajan. Poi, vedendo che ero senza fiato e con una maglia con ancora l’etichetta del negozio in mano, cominciò a ridere -Sei in perfetto orario, non preoccuparti-
Sorrisi e mi avvicinai alla squadra per fare conoscenza con i miei nuovi “colleghi”.
-Ciao io mi chiamo Alan- disse un ragazzo castano sorridendo malizioso.
-Ciao Alan. Sono Angel-
-Ti va di uscire con me?-
Scoppiai a ridere -Se riuscirai a battermi...potrei farci un pensierino...-
Rise anche lui e se ne andò contento.
Ad un tratto venni accerchiata da altri ragazzi -Hey, hey, hey...non sono una tipa facile io! Ci vuole tempo per conquistarmi pivelli!-
Risero anche loro, qualcuno mi diede anche il cinque...boh, questa sì che è gente strana...
Andai in bagno per cambiarmi, quando uscii sentii qualche ragazzo che mi fissava in un modo un tantino strano...
Poi, abbassando lo sguardo, notai che la maglia mi lasciava abbondantemente scoperto il reggiseno. “Maledetta Rosalyaaaa!!”
-Che c’è ragazzi?? Non avete mai visto il reggiseno di una ragazza?- chiesi sforzandomi di sorridere.
Alcuni distolsero lo sguardo imbarazzati, altri continuavano ad osservarmi divertiti.
Schioccai le dita -Cominciamo ad allenarci o aspettiamo che si faccia notte?-
Passarono le ore e verso le 19:30 avevamo finito.
-Sei stata grande oggi!-
-Già...ci hai schiacciati tutti-
-Solo Dajan ti tiene testa! Sei proprio in gamba!-
-Grazie...un giorno, pivelli, diventerete bravi come me!- dissi agguantando una bottiglietta posata su una panca.
-Quella era la mia bottiglietta!- disse Jack.
-Paura dei miei germi?...Tranquillo, sono sana come un pesce!- lui sorrise e si riprese la bottiglietta, bevendone un sorso.
-In questo modo ci siamo baciati...-
Sorrisi a mia volta e mi avvicinai alla sua bocca -Un bacio si da’ con le labbra, pivello-
Vidi che era arrossito appena -Credo che diventeremo una grande famiglia felice!- esclamai. Molti sorrisero, altri risero...già...
“Sto cominciando a volere un mondo di bene a questi ragazzotti!”
Ripresi la bottiglietta dalle mani del suo proprietario ed uscii fuori.
-Come ti permetti stupido nanerottolo??!!- sentii urlare da qualche parte dentro il liceo.
“Perché non vai a controllare chi sta urlando?”
-Perché dovrei?-
“Perché te l’ho detto io!”
-E se mi rifiutassi?-
“Perché dovresti?”
-Perché oggi hai cercato di farmi andare in giro vestita da Hippy!-
“E con ciò? Ricordati che giorni fa ti ho salvato dal medico ninja! Merito un po’ di rispetto da parte tua!”
-Disse colui che ha impiegato 20 minuti per contare da 1 a 10-
“Da 10 a 1!”
-E’ lo stesso-
“Almeno io quando mi trovo in difficoltà, non mi metto a cucinare una polpetta immaginaria!”
-Non ti troverai mai in difficoltà! Tu sei Dio!-
“Io mi sono impegnato per arrivare fino in cima alla colonna sociale!”
-Ma tu Dio lo eri fin dalla nascita!-
“Oh...è vero...ma questo non cambia il fatto che faccio bene il mio lavoro!”
-Sabotando la reputazione altrui!-
“Quando mai ho fatto ciò che dici??”
-Con la puzzola, quando sono scesa sulla terra ad esempio!-
“Era una donnola”
-Io non direi...puzzava come dei peli di capra imbevuti in un liquido giallo non meglio definito!-
“Siete tutti figli miei!”
-Scommetto che ti piace avere una figlia che si lava nel muschio del fiume di un castoro!- mi misi a camminare -Poi quando mi hai fatto andare in giro per il paradiso vestita da clown...-
“Era per far divertire i cherubini...”
-E non ti è dispiaciuto quando mi hanno tirato i broccoli in faccia!!!-
“Quello invece era per far divertire tutti gli altri...”
-Per non parlare...della malvagia Tazza del Bagno!!...ho ancora i brividi...-
“...Quello in effetti non era stato uno spettacolo per nessuno...”
-....E quando mi hai detto che oltre il mucchio di nuvole sulla sinistra c’era il mare...e invece non c’era...-
“La vista mi si era annebbiata...”
-E io ho fatto un volo di 350.000 metri, prima di riuscire ad aprire e ali...-
“E i mortali ti scambiarono per una cometa...quelli sì che erano bei tempi...”
-Bei tempi????? Tu sei tutto matto!-
“Ora vai a vedere chi sta urlando”
-Ok......cioè, no! Mi hai ingannato ancora!!! Grrrrrr!!!!!!-
“Vai, vai...forza e coraggio!”
Sbuffai e mi avvicinai al liceo.
Entrai dal portone principale (Perché lo lasciano eternamente spalancato non lo so neanche io...)
-Alzati mostriciattolo!- continuò a gridare quel qualcuno.
Mi avvicinai alla classe da dove proveniva la voce.
C’era la biondona che stava urlando ordini a qualcuno.
-Hey!-
Lei si girò di scatto -Dove sei stata? Al raduno dei sudati?!-
Mi appoggiai alla porta con un braccio, facendo lo sguardo da “Paladina della giustizia”.
-Non sei invisibile...- sussurrai.
-Cosa intendi dire??-
-Che voglio vedere chi stai insultando-
-Che te ne importa! Vattene!-
-Io non accetto ordini, specialmente da un’arpia come te!-
-Arpia io???-
-Ma allora sei proprio fessa! Chi sennò? Il banco??-
Mi avvicinai e la scansai. C’era un ragazzino con una maglia da schifo, dei pantaloni da schifo, dei capelli da schifo e degli occhiali da schifo.
-Cosa ti ha fatto l’arpia, bel bambino?-
-M-mi ha ricattato- sgranai gli occhi.
Mi voltai di scatto verso di lei...ma non c’era più.
-Vedi? Gli fai talmente paura che è scappata via!-
-Sei tu che gli fai p-paura- singhiozzò -Io sono solo un’orribile, schifoso e insignificante mostriciattolo...-
“Ok...concentrati...invece sei bello!, invece sei bello!, invece sei bello!, invece sei bello!...”
-Invece sei b-bello!-
-Dici sul serio?-
Distolsi lo sguardo imbarazzata “E’ solo un povero ragazzino orribile...povero...”
-Vieni con me...-
Mi seguì fino dentro la palestra.
-Ragazzi!- tutti si voltarono verso di me -Ho trovato...-
Lo guardai -Ken- rispose timidamente.
-...Ken in aula di arte...e la biondona lo stava maltrattando...-
-Ambra?-
-Si chiama così? Ok...cosa facciamo con lui?-
Tutti spostarono lo sguardo verso Ken. Mi avvicinai al ragazzino e gli porsi la bottiglietta che avevo in mano, facendogli bere un sorso.
-Hey, la mia bottiglietta!!- gridò Jack.
Il nanerottolo era timido e mi si agganciò alla maglia, conciando a tirarmela.
-Ok, ma così mi spogli!!- urlai staccandomelo di dosso.
-Mi sarebbe piaciuto se Ken avesse continuato...- ghignò Alan.
-Ah ah ah...molto divertente...- risposi ironica. Mi voltai verso il mio nuovo piccolo amico -Sai tornare a casa da solo?-
Lui annuì e se ne andò rosso in volto.
Mi scappò una risatina -Mamma, quanto è timido!-
-Non tutti sono abituati a vedere una ragazza che si lascia spogliare!-
Scrollai la testa -Sempre il solito, Alan- poi mi rivolsi a Dajan -Sono ufficialmente dentro?-
-Certamente!-
-Bene! Allora festeggiamo la notizia con un’altra partita!- esultai contenta.

POV LYSANDRO
Stavo seduto sul divano per decidere se chiamare Angel o no.
Proprio in quel momento doveva aver finito con l’allenamento di basket...era notte e volevo riaccompagnarla a casa...
Lo squillo del cellulare mi risvegliò dai miei pensieri.
-Pronto?-
-Ciao Lys-
-Angel...-
-Io al Club ho finito...potresti venirmi a prendere?-
-Oh...ehm...certo-
-Io ti aspetto sotto scuola-
-Arrivo subito-
Presi una giacca ed uscii.

POV ANGEL
-Eccomi!- gli feci cenno di avvicinarsi -Non hai una moto vero?-
-No, ho una macchina...-
-Uff...menomale-
-Hai paura delle moto?-
-Eh sì...qualche mese fa mio cugino è morto in un incidente motociclistico, quindi...-
-E’ morto??? Mi dispiace!-
-Oh ma non era niente di grave...-
-Come non era niente di grave??? Non era morto?-
-Ho detto che era morto?-
-Sì-
-Era morto...ma poi l’hanno rianimato all’ultimo momento!...- mi grattai la testa imbarazzata.
Lui scoppiò a ridere e poi mi fece salire sulla macchina, riaccompagnandomi a casa.
-Fermati qui, grazie-
-Ma come??? Da qui si entra nel bosco!-
-Io abito nel bosco-
-Vuoi che ti accompagni?-
-No, non c’è bisogno...grazie- gli diedi un bacio sulla guancia. Lui sorrise e io ricambiai, poi mi addentrai nella boscaglia.

 

 

 

**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
Ed eccomi qui con un nuovo capitolo fresco di stampa!!!
Comunque...ecco il capitolo...che è concentrato principalmente sulla mia dote di scrittrice e *coff coff*...ehm...sulla meravigliosa dote di Angel! Il basket!! Ok...abbiamo anche incontrato il timido Kentin...che incontreremo anche nei capitoli seguenti, come anche tutti gli altri componenti della "Grande famiglia felice"!...
Se volete, lasciate una recensione...leggerò ovviamente tutto e bla bla bla...
Allora...approfitto per ringraziare tutti quelli che seguono le mie storie...ci ho messo cuore e anima per scrivere quelle quattro parole ogni capitolo...e ancora grazie e grazie e grazie...^^
Ora, per importunarvi un altro po'...voglio farvi ascoltare in diretta l'intervista alla grande Angel!!!

"Ciao a tutti cari lettori di Illegal Love! Adesso ascoltiamo cosa ha da dire Angel!"
"Di cosa vogliamo parlare Lilli?"
"Da dove viene il tuo talento per il basket?"
"Ehm...forse dai miei poteri magici..."
"Cosa??? Quindi tu bari in tutte le partite!"
"Sono modestamente bravissima nel basket...ma ho i poteri e ne approfitto! Heheh"
"Ciao. Scusate se mi intrometto...vorrei parlare anche io...e per chi non avesse capito chi sono...anche perché la scrittrice non fa capire niente tra tutte queste virgolette e punti...sono Dio"
"Ancora tu! Cosa c'è?"
"Penso che tutti vorrebbero avere nel proprio show Dio in persona!"
"Beh, io no! Sono ancora arrabbiata per questa sera!"
"E che avrei fatto io??"
"Hai parlato davanti a tutti i lettori dei cherubini che mi hanno preso a broccolate in faccia!"
"Veramente lo hai detto tu!"
"Che cosa??? VIENI QUI SE NE HAI IL CORAGGIO!!!"
"IO??? OH...MA CON PIACERE!!!!"
"Hey...state calmi...farete cadere tutte le lettere!!"
"ORA MI VENDICHERO' PER TUTTE LE VOLTE CHE MI HAI PRESA IN GIRO!!!"
"BEH...ALLORA IO TE LA FARO' PAGARE PER NON AVER FATTO NEANCHE UNA PREGHIERA!!!"
"E IO PER AVERMI AFFIBBIATO IL CRETINO TINTO ROSSO!!!"
"Ci ho messo tanto per scrivere tutto questo obbrobrio!!! Non fate cadere anche le virgolette! Vi prego!!!"

*Lilli si guarda intorno e scappa via*


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Capitolo 8
*** Un liceo labirintico ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 6

UN LICEO LABIRINTICO



Stavo dormendo beatamente nel mio amato letto, quando qualcuno di odioso mi svegliò cantando una canzone improponibile...
“Suona la sveglia! Suona la sveglia! La la la!!! La...la...laaaaaaaa!!!!”
-SMETTILA DI CANTARE!!!-
“E...la...sveglia sta suonandoooooo!!!! La sveglia suona solo per teeeee!!! La la la la laaaaa!!! La...sveglia sta suonando pirippuppà!...La sveglia suona per te trintillè!!”
-BASTAAAAA!!!!- cominciai a cercare nel cassetto le cuffie che proteggono dall’inquinamento acustico...purtroppo, o non le avevo comprate...o non esistevano...
“Che c’è?”
-AVREI PREFERITO CADERE GIU’ DAL LETTO CHE ASCOLTARE TE!!!-
“Oh, ma per quello c’è ancora tempo...”
-Cosa??-
“Un attimo...lo devo trovare...ah eccolo!”
-Che cosa devi trovare? Ma che...aaaaaaaaahhhh!!!!- il suono acuto di un megafono mi fece cadere dal letto in modo scomposto.
“MI PIACE IL MEGAFONO!!! LA MIA VOCE SOAVE SI RIESCE A SENTIRE MEGLIO!!!”
-Togli quel coso!! Mi romperai i timpani!!!”
“AH, OK!!- si sentì il rumore di un cassetto che si chiudeva “L’ho rimesso a posto...ora vai a lavarti, che puzzi come un bisonte!”
-Io non puzzo come un bisonte! E poi tu come fai a sentire il mio odore???-
“Chiudi quella boccaccia, vai a farti una doccia e poi vestiti!”
-Non voglio andare a scuola!!!-
“Dai, poi se riesci a tornare viva ti darò un bel cioccolatino!”
-Veramente?- chiesi con occhi sognanti.
“No! Ahahah!!”
-TI ODIO!!!-
Andai a farmi una doccia veloce e poi mi infilai velocemente dei pantaloncini ed un top beige. Mi pettinai i capelli corvini ed uscii lentamente di casa, afferrando la borsa ricolma di quaderni che avevo preparato la sera precedente.
Dopo una litigata con il guidatore dell’autobus (Ma che ne sapevo io che per salire su un maledetto autobus bisognava comprare i biglietti!!) decisi di farmi la strada a piedi.
Appena giunsi nei pressi del liceo, rallentai l’andatura.
Mi stavo incamminando a rallentatore verso il cancello del Dolce Amoris; si potevano sentire distintamente il suono di tamburi, che rendevano l’ambiente anche più inquietante di quanto non lo fosse già...
...aspetta...ho detto...SUONO DI TAMBURI????
Mi fermai di colpo -Potresti evitare??-
“Volevo solo creare un po’ di suspense...”
E ricominciai la mia camminata...testa a alta e vento nei capelli...yeah, così si fa!
E come l’altra mattina, la Preside che comanda anche sugli scaffali, era all’ingresso...
-SIGNORINA!!! NON SIAMO IN UN FILM DI MATRIX!!!-
-Ci sono anche altri film con scene a rallentatore, non solo Matrix...-
-SI FACCIA GLI AFFARI SUOI ED ENTRI IN CLASSE!!!!!!-
Sobbalzai per lo spavento e scappai all’interno del liceo.
Mi misi a camminare per i corridoi, in attesa che qualche inaspettato eroe venisse a salvarmi da “Disorientamento” il mio malvagio nemico.
“Smettila di farti complessi esistenziali e vai a chiedere a qualcuno dov’è la tua aula!!”
-E a chi chiedo???-
“Indovina...”
-...a Nath!-
“Madò che genio!” ironizzò.
-Non me l’aspettavo da te sai?-
“Cosa non ti aspettavi?”
-Sai che si arrabbierà...-
“Chi??”
-Lei-
“Lei chi???”
-Lo sai che vuole essere chiamata con il suo nome completo...-
“...oh no...”
-“Madò” è un brutto modo di chiamare tua moglie...-
“Oh no!!!”
“DIO!!!” urlò una voce femminile.
-E’ lei...buona fortuna...-
“Ne avrò bisogno...ehm...ciao Cara”
“COME MI HAI CHIAMATA????”
“Mado...nna...m-mi ero s-scordato il nna...lo sai, p-può s-succedere...”
“ODIO QUADO MI CHIAMI MADONNA...VOGLIO ESSERE CHIAMATA MARIA!!! ADESSO ME LA PAGHERAI DUE VOLTE!!!!”
“Ma cara...adoro il nome Maria...è...è...bello e candido come la neve...come i tuoi capelli...”
“IO NON HO I CAPELLI BIANCHI, RAZZA DI IMBECILLE!!!! SONO MORA! MORA!!!!”
-Ahaha...Maria, tifo per te...-
“Ti ringrazio cara...”
“T-ti sei calmata?” balbettò lui.
“NOOOO!!!!”
-Senti, Maria...sai per caso dov’è Nathaniel...è un ragazzo alto e biondo...occhi ambrati...-
“Ah...più avanti a sinistra, tesoro”
“Grazie!”
“ED ORA VENIAMO A NOI...”
“N-no...”
Seguii le indicazioni che lei mi aveva fornito e, fortunatamente, lo trovai intento a fare il suo lavoro giornaliero...ovvero sgridare un cretino tinto rosso di mia conoscenza, che non se lo filava di pezza...
-Nath!- si girarono entrambi a guardarmi -Ho un problemino...-
-Posso aiutarti?- chiese Nathaniel avvicinandosi.
-Sapresti dirmi dov’è la mia classe??-
-Vieni...ti accompagno- mi prese per mano, portandomi chissà dove tra i meandri sperduti della scuola, mentre Castiel ci guardava male...ma molto male...
Giungemmo davanti ad una porta, lui si congedò dicendomi che aveva un conto in sospeso con qualcuno...povero Castiel...e con questo intendo dire che se le meritava tutte, quel deficiente...
Inspira...espira...inspira...espira...inspira...espira...inspira...espira...
Cominciai a fissare il varco che conduceva alla sala della tortura...poi presi coraggio e bussai.
-Avanti!- mi sembrava quasi di stare entrando in quelle grotte buie dove dimorano i malvagi spiriti maligni...e quella voce non migliorava le cose...
Ok...cosa ci vuole??? Ti avvicini alla porta ed entri...e uno e due e tre...no non ce la faccio...
-Avanti!!!-
Ancora???? Non hai capito che qui c’è una povera ragazza che sta andando in iperventilazione???? Chiudi quella boccaccia, ratto di fogna!
-Avanti ho detto!!!-
Ok...immaginati che quella sia una porta magica...se la apri, Castiel verrà teletrasportato gratuitamente in Siberia.......ahh, così è tutto molto più facile...
Aprii la porta, trovandomi davanti una specie di gnomo, con il pizzetto e due occhietti neri praticamente invisibili, sommersi da kili di peli sopracciliari.
-Buongiorno signorina...come mai quando le ho detto di entrare lei non ha obbedito??-
-Era suo quel vocione??-
-La mia voce è bellissima!...Chi è lei?? E con quale coraggio interrompe la mia lezione????-
Guarda...non lo so neanche io...
-Sono la nuova alunna-
-Ed allora si presenti alla classe senza farmi perdere altro tempo!- disse, evidentemente ignorando che il suo metro e quarantacinque d’altezza non gli garantiva lo stesso trattamento di un professore di due metri e mezzo...
Mi misi davanti alla cattedra -Sono Angel...- qual’era il cognome che mi ero inventata?? Ah, sì...-Angel Heaven...vengo da...dall’America...ma sono di origini italiane...ehm...ho 17 anni- con un centinaio di milioni di anni in più... -Ed è da poco che sono arrivata in Francia...-
Vagai con lo sguardo sulle facce di tutti i miei nuovi compagni di classe, quando raggiunsi l’ultima fila mi illuminai...un immenso sorriso si andò a formare sulla mia bocca e quella della persona che stavo fissando.
-Rosalya!!!- esclamai, lei corse ad abbracciarmi.
Lo gnomo roteò gli occhi -Heaven, se vuole si sieda vicino a Lacroix...ma se continuate con queste smancerie mi verrà il voltastomaco...bleah!-
Con un sorriso da ebete stampato sulle bocche, ci andammo a sedere nell’ultimo banco dell’ultima fila...meraviglioso...
...E ovviamente non ascoltammo un cavolo...

POV AMBRA
-Del ghiaccio nei pantaloni?- propose Lì.
-E DOVE LO TROVO IL GHIACCIO, IDIOTA?!-
-Ok ok...-
-E se le devastiamo l’armadietto??-
-Charlotte! Voglio qualcosa di più originale!!-
Ad un tratto mi venne in mente...
-E se...- continuò Lì.
-Chiudi il becco Lì...ho trovato...- dissi con un sorriso malefico stampato in faccia.
Quella Angel si pentirà di essersi messa contro di me...

POV ANGEL
-E come si chiamava il piccoletto che hai salvato?- chiese Rosa.
-Ehm...ah, sì...Ken...-
-Ken?? Quello che sta nella classe accanto?-
-Sta nella classe accan...e io che non gli avevo dato più di 13 anni!-
-Dammi retta, quel ragazzino è un amore!-
-Sì, lo so...poi è timidissimo!-
“Sembrate due vecchiette strizza-guance, voi due!!”
-Stai zitto!- sussurrai.
-Con chi parli??-
-C-con nessuno...-
-Ok...la prossima è un’ora buca...che ne dici se- fu interrotta dalle urla del professore.
-CHE CI FATE NELLA MIA CLASSE?? COME VI PERMETTETE DI INTERROMPERE LA LEZIONE?? FUORI! IMMEDIATAMENTE!!- esclamò lui saltellando.
-Chi erano?- chiesi, non avendo visto niente.
-Se avesse prestato attenzione forse ora lo saprebbe!- rispose acido.
Maledetta la mia boccaccia...

POV AMBRA
-CHARLOTTE...-
-C-che c’è?-
-MI AVEVI DETTO CHE QUESTA ERA L’ORA BUCA...-
-E-eh...sì...-
-BEH.....INVECE ERA LA PROSSIMA!!!!!-
-C-calma...m-mi dispiace...-
-ALLORA FATTI VENIRE UN’IDEA MIGLIORE!!!!-
-M-ma possiamo rubare i fascicoli del professore anche la prossima ora! Poi daremo la colpa alla ragazzina...-
-Sai che è una bella idea?...-
-Davvero??-
-NOOO!!! IL PROFESSORE SOSPETTERA’ DI NOI!! SIAMO VENUTE L’ORA PRECEDENTE E IN QUELLA SUCCESSIVA I FOGLI SPARISCONO...NON CREDERA’ MAI ALLA NOSTRA VERSIONE!!!-
Ah ma...te la farò pagare Angel...in un modo o nell’altro...
-Mi è venuta un idea...- borbottò Lì.
Sospirai -Quale?-
-E se le mettessimo del ghiaccio nei pantaloni??-
-AAAAAAAHHH!!!!- cominciai a dare capocciate al banco davanti a me.

POV ANGEL
-Mi aspetti un attimo qua?- chiesi a Rosa, non appena la lezione con lo gnomo finì.
-Che devi fare??-
-Vado a prendermi un caffè alle macchinette degli insegnanti-
-E me lo dici così??? Bisogna avere un piano ben congegnato per infiltrarci lì senza destre sospetti...- disse guardandosi intorno, controllando se l’avesse sentita qualcuno.
-Ho detto alla preside che mio padre è ricco-
-Ah ok...-
Mi incamminai verso il corridoio da dove ero venuta. Raggiunsi l’angolo dove Nath martoriava Castiel e poi, oltrepassata l’infermeria, giunsi ad una sala “Sala insegnanti. Macchinette insegnanti”...sì, deve essere questa...
Entrai senza esitare. Mi appoggiai alla macchina, inserendo le monete. Aspettai pazientemente che il mio caffè mi venisse offerto.
“ALT!!!” per lo spavento mi cadde il caffè a terra.
-ORA LO PAGHI TU IL PROSSIMO!!!!-
“Hai già bevuto del cibo mortale ultimamente...”
-Ma era solo un caffè al bar! Ero con Rosa, non potevo mica dirle di essere allergica alla caffeina!!-
“Ho detto...HAI GIA’ BEVUTO DEL CIBO MORTALE ULTIMAMENTE...”
-Ok...continua...-
“Se ne bevi troppo rischi il collasso...se hai fame o sete chiedi al sottoscritto...MA NIENTE CAFFE’ TERRENO!!!”
-Ok ok!!!...A proposito...-
“Cosa?”
-Com’è andata con Maria??- chiesi sorridendo.
“B-bene...”
-Non ne sembri convinto...cosa ti ha fatto??-
“N-non ne v-voglio p-parlare...”
-Ok...ahahah coff coff...ehm...pffffahahaha!!-
“Smettila di ridere! L-lei...f-fa p-paura...”
-Oh poverino!- dissi ironica.
Uscii dalla stanza, cercando di ritrovare la strada di ritorno.
“Come mai non trovi la strada??”
-Scusami, ma ho dimenticato a casa le briciole!-
“Tu sei troppo sarcastica...ma non ho capito lo stesso cosa vuol dire...”
-E’ un film, idiota...-
“ANCORA CON QUESTO IDIOTA?? MA CHI TI CREDI DI ESSERE????”
-Tua figlia?-
“Uhm...più o meno...”
Continuai a camminare, finchè non mi sentii chiamare...
-Hey Angel!-
Mi girai e mi trovai davanti ad Alexy -Ciao Alexy, cosa c’è?-
-Mio fratello Armin non vuole fare shopping con me...vuoi venire al Centro Commerciale con me e Rosa??-
-Ok!-
-Ti aspettiamo sotto casa tua alle 15:00!-
-Sai dove si trova??-
-C’è Rosa con me...adoro la sua Shopping-mobile!!!!-
Detto questo, scappò via...lasciandomi lì impalata a fissare il muro che avevo di fronte come un idiota...
Possibile che qui siano tutti strani???
Continuai a camminare per un po’ e, fortunatamente, riuscii a trovare il cortile...e di conseguenza Rosa, che per qualche oscuro motivo stava sdraiata per terra, ad accarezzare l’erba...
-Rosa...ma cosa diavolo stai facendo??-
-Guardo il prato...-
-E perché guardi il prato???- in quel momento cominciai a preoccuparmi della sua sanità mentale.
-Cerco un quadrifoglio...-
-E perché cerchi un quadrifoglio?????-
-Perché spero mi porti fortuna...-
Mi inginocchiai davanti a lei e la presi per le spalle, squotendola. Poi le diedi qualche schiaffetto sulle guance.
-MA CHE CAVOLO STAI FACENDO????- sbottó lei, irritata. Tirai un sospiro di sollievo.
-Ah...sei tornata te stessa...-
-Cosa???...Comunque...stavo cercando un quadrifoglio perché la prossima settimana c’è una gara di moda...-
-UNA SFILATA????? IN UNA SCUOLA????-
-...E voglio partecipare...-
-Vincerai sicuramente...-
-Ho chiesto ad Alexy e Violet di aiutarmi con il vestito con cui mi presenterò alle audizioni...-
Ed ecco il perché di tanto entusiasmo...-E chi è Violet?-
-Credo che verrà anche lei al centro commerciale con noi...ma è timida e non ci ha dato ancora una risposta definitiva...-
-E invece...Armin?-
-Non l’hai ancora conosciuto?? E’ il fratello gemello di Alexy...un tipo strano...- rise -Ma infondo è simpatico...- poi mi guardò sorridendo -Lo conoscerai...-
Ricambiai il sorriso ed annuii.
Ad un tratto sentii correre qualcuno verso di me. Mi girai. Era Ken.
-Ciao!- lo salutai sorridendo.
-Ti volevo ringraziare...mi hai salvato...ehm...ieri-
-Di niente! E poi mi chiedevo...-
-Cosa??-
-...ti andrebbe di diventare mio amico?-
Restò a bocca aperta...povero...nessuno gliel’aveva mai chiesto...
-S-sì...-
-Se ti serve qualcos’altro...se Ambra ti dà ancora fastidio...non esitare ad avvisarmi...con un colpo secco la stendo e non ti darà più nessun disturbo!- dissi alzandomi
-Grazie!!!- mi si avvicinò e mi abbracciò. Sorrisi dolcemente.
Quanto mi sarebbe piaciuto essere l’angelo custode di questo piccoletto...ma purtroppo mi era toccato il motociclista folle...
Si staccò e corse via con le guance color peperone.
-Te l’ho detto che è timido...- dissi alla mia migliore amica.
-Non hai ancora conosciuto Violet...-
Stavo per mettermi seduta accanto a lei, quando la campanella suonò.
Mi alzai con uno sbuffo...e rientrai nel liceo insieme a Rosa, ritenendo saggio farmi accompagnare da lei...
La giornata passò velocemente. Quando uscii dal portone principale della scuola -perché avevo miracolosamente ritrovato la strada- scorsi dietro al cancello Alexy e Rosa che stavano in trepida attesa della mia uscita trionfale dal labirinto.
-Ciao! Non dovevate aspettarmi sotto casa mia?-
-Rosa è diventata paranoica...- rispose Alexy, guardandomi negli occhi come per dire "È impazzita. Non fidarti...potrebbe morderti la testa da un momento all'altro"
Mi avvicinai e, con molto entusiasmo (soprattutto loro), salimmo sulla macchina di Rosa e partimmo, facendo rotta verso il centro commerciale.

 

 

**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
E eccomi quaaaa!!! Ok...sono piena di adrenalina! Ho scritto questa storia così velocemente che non so neanche cosa ho scritto...
Comunque...eh, le solite cose...spero che vi piaccia ed accontenti le vostre aspettative...che io qui muoio in un casino di file...lasciate perdere...non cercate di comprendermi...non ci riuscireste...
Evitando di parlare del disordine della sottoscritta...vi è piaciuto?? Sì, no, forse, non lo so...fate voi ;)
Io vi saluto con il sorriso e con le mani sulla tastiera vi dico...arrivederci al prossimo capitolo in gioia e bontà (?) Ciaoo^^

*Se ne va saltellando*

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Capitolo 9
*** Michele, Gabriele e Raffaele ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 7

MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE



Era notte fonda...tutti dormivano serenamente nei loro comodi letti...tutti...tranne me...
-E-e q-quindi...è per questo che ho paura...-
-Non ti preoccupare, Rosa...nessun ninja sbucherà nel nulla con uno spara-pomodori per macchiarti il vestito...- ero esausta, erano ore che continuavo a cercare di tranquillizzarla...
...Ma ti pare che nel bel mezzo di una sfilata di moda, sbuca un tizio vestito da ninja che spara verdura????...Beh...se il tizio in questione fosse Ambra, forse potrei anche crederci...
-Potrebbe essere chiunque ed i-io non lo riconoscerei...per una stupida calzamaglia!-
-Magari il volto resterà scoperto...- ipotizzai, arrendendomi alla sua immensa fantasia...
-No...i ninja mettono una benda davanti alla bocca...e non avrò il tempo di cercare di riconoscere il criminale, che mi avrà già bombardato di pomodori maturi!!- e scoppiò a piangere...
...Perché proprio a me?...Perché proprio a me?...Perché proprio a me?..

IL GIORNO DOPO

“Svegliati...”
-Dieshi minuti...-
“Svegliati!”
-No...tre minuti...
“Ho detto svegliati!!”
-Non vedi che shto negoziando???-
“Non vedi che non me ne importa nulla???”
“Due minuti e mezzo, ultima offerta”
-SVEGLIATI!!!!-
Mi fece cadere dal letto...ancora.
-VAI IMMEDIATAMENTE A PREPARARTI E POI VAI A SCUOLA!! NIENTE MA!”
Mi alzai da terra...in teoria avrei potuto dormire anche lì...
Sarei dovuta andare a scuola per forza...ma non ne avevo tanta voglia, come invece ne avevo di dormire...ovviamente...ma perché oggi riesco a fare solo ragionamenti banali????
Avevo fame...decisi quindi di fare colazione...già, sono un genio...
Mi trascinai per tutta la casa, per cercare una tazza dove mettere il latte...ah...già, le tazze stanno in cucina...
“Come mai tutta questa stupidità? Ok...tu sei sempre stupida...però...HEY! ATTENTA!!! QUELLA NON E’ UNA PORTA!!! E’ UNA FINESTR”
-Aaaaaaaaaaahhhhhh!!!!!-
Caddi sul viottolo di casa, con la faccia spiaccicata al suolo........e ne approfittai per schiacciare un pisolino.
“Oggi sei proprio fuori combattimento...”
-Shtai shitto...oshi...shoè...ieri...shono rimashta tutta la notte a parlare con uhuaaaahh!!!-
“Metti la mano davanti alla bocca quando sbadigli!”
-SHTAI SHITTO!! Dishevo... shono rimashta uaaaahh tutto il pomeri...ehm...la notte a parlare con uhuaaaaaahh!!!-
“Finisci sto cavolo di frase!!!”
-Non credevo che anche Dio uhuaaaahh...poteshe dire cavolo...-
“FINISCI LA FRASE!!!”
-...A parlare con Roshalya...ma dico! Neshun pomodoro può avere uno shpara-ninja!!!-
“Forse volevi dire nessun ninja può avere uno spara-pomodori...”
-NON MI CONTRADDIRE!! Dishevo...ieri shono rimashta tutta la notte-
“Credo che tu la l’abbia già detta questa parte della frase...”
-Ah shì? Ok...buona notte allora...-
-Ah no!! Oggi devi andare a scuola, che tu sia diventata scema o no!”
-Io non shono shema!!-
Mi alzai svogliatamente e, strusciando i piedi a terra, rientrai in casa...TUMP!
“Prima di entrare in casa...apri la porta”
-Uffa...- avvicinai la chiave, o almeno quella che credevo fosse la chiave, alla serratura- Non shi apre...e mi shta shtranamente cominchando a far male il dito...-
“Le porte di aprono con le chiavi...le dita sono troppo grandi per entrare nella serratura...” abbassai lo sguardo verso la porta...e effettivamente non avevo la chiave in mano...
-E che ne shapevo io!!-
“Incredibile! Sei riuscita a diventare più idiota di quanto non lo fossi già!! Entrerai de Guinness dei Primati!!”
-SHTAI SHITTO TU!!!-
Cominciai a dare capocciate alla porta.
“Senti...te la apro io la porta...non c’è bisogno di fare...quello che stai facendo...”
Mi accasciai a terra -Apri shta maledetta porta...deve esshere difettosha: non shi apre-
“Sei tu ad essere difettosa”
-SHITTO!!!”
Entrai in casa e, camminando in stile zombie, arrivai in bagno. Mi feci una doccia, mi misi qualche cerotto sulla fronte per aver sbattuto al muro involontariamente, mi misi dei pantaloni attillati neri ed una maglia verde e presi la cartella...
Uscii dal portone. Presi il solito sentiero delineato da file di felci. Superai la quercia centenaria e il fiume.
Mi incamminai verso la scuola, usando la strada che cominciavo già a definire “solita vecchia strada”.
-Scusi Signora Preside...- sentii dire da qualcuno. Mi voltai per osservare la scena.
-COSA C’E’? MARMOCCHIO...-
-L-le ho portato un regalo...- le rispose timidamente il ragazzino.
-CHE COSA MI HAI PORTATO??-
-U-un arancia. L’ho colta personalmente dall’albero di mia madre...- le porse il frutto -M-mi sono sbucciato un ginocchio...ma sono riuscito a prenderla...-
-Un’arancia?- lei prese lo prese in mano -Beh...-
-Non m-mi ringrazi...non serve...è un regalo fatto con il cuore...- lui si strinse nelle spalle imbarazzato.
-No, infatti non ti devo ringraziare, perché...IO SONO ALLERGICA AGLI AGRUMI!!!!- gettò l’arancia a terra, schiacciandola con il piede.
Sgranai gli occhi, restando a bocca aperta.
-M-mi scusi i-io n-non lo sapevo- balbettò lui mortificato.
-VEDI DI STUDIARE DI PIU’!!! ODIO I BALBUZIENTI!!!! ORA FILA DENTRO!!! O TI SPEDISCO DRITTO DRITTO IN PRESIDENZA!! SE MI DISUBBIDIRAI ANCHE SOLO UN’ALTRA VOLTA...TI SPEDIRO’ A PULIRE LE LAVAGNE DI TUTTE LE CLASSI...NUTRENDOTI DI GESSO E POLVERE!!-
Il poverino sobbalzò e scappò via con le lacrime agli occhi.
Mi avvicinai furiosa alla psicopatica.
-Signora Preside...con tutto il rispetto-
-GIA’, IL RISPETTO! QUELLO CHE DOVRESTI AVERE TU E TUTTI GLI A LTRI STUDENTI...-
-Signora! Lei non si può permettere di trattare in questo modo noi studenti! Siamo persone!-
-PERSONE? BENE! E PERSONE SIATE! LO SAI CHE LE DICO?? CHE ORA LE MI SEGUE “PERSONALMENTE” NEL MIO UFFICIO!-
Sbuffai...con i psicopatici non si ragiona mia cara Angel...
Entrammo dal portone d’ingresso. Lei mi guidò attraverso non so quanti corridoi. Giunti davanti ad una porta dipinta completamente di un rosa confetto, si fermò.
-Questo è il mio ufficio, entri-
Dopo un attimo di ribrezzo, mi decisi ad entrare.
Cominciai a squadrare la stanza.
Gli armadi erano bianco panna con dei cuoricini rosa, il lampadario aveva la forma di un fiore, la scrivania era completamente rosa e i muri erano tappezzati di scritte del tipo “Fate l’amore, non fate la guerra” oppure “Peace and Love” e roba di bigiotteria praticamente ovunque...in un angolo era posato, come fosse un trofeo, un servizio da thé a fiori.
-Si sieda!!-
Mi accorsi solo in quel momento che avevo portato una mano nulla bocca, come a voler fermare un conato di vomito...mi ricomposi all’istante e mi misi seduta.
-Ora...signorina Heaven...le spetta un ringraziamento...-
-Come scusi?? Pensare che poco fa sembrava volermi seppellire viva!-
-Esatto...-
Ok...questa è pazza...
-Le dicevo...come ringraziamento...domani dovrà rimanere a scuola a mettere in ordine alfabetico tutti i libri della biblioteca...-
-CHE COSA??! MA LEI E’ VERAMENTE CRETI...ehm...volevo dire...non crede di esagerare un po’?-
-Domani, a lavoro compiuto, verrò a controllare io stessa...ah, volevo dirle...NON FACCIA LA FURBA CON ME EH!!!...Ok...ora può anche andare in classe...-
Mi alzai tremante di rabbia ed uscii fuori, prima che avessi potuto commettere un delitto.
Cominciai a girare per tutti i corridoi, per cercare quello giusto...
-Sbaglio, o qui ci sono già passata...?- cominciai a guardarmi intorno.
“Senso dell’orientamento pari a 0...”
-Gli angeli non sono abituati a scuole del genere!!...Qui è tutto uguale...hey, davvero...non ci sono già stata qui??-
“Vai a avanti e poi svolta a destra, tesoro”
-Maria! Che piacere!! Menomale che ci sei tu!-
“Già...scusa se ti ho lasciata da sola con questo imbecille, ma sai...poco fa c’era una festa in mio onore...gli stendardi erano belli, però...”
-...Però?-
“Gli umani non ci azzeccano mai nei miei ritratti...neanche una volta! Io non sono bionda insomma!”
“Già...ma nel mondo mortale non esiste un bianco talmente luminoso quanto i tuoi capelli...per cui non possono sapere...oh oh”
-Coff coff idiota coff coff-
“NON HO I CAPELLI BIANCHI!!! STUPIDO STROGLODITA! CRETINO!! IMEBECILLE!!!”
-Io mi dileguo...- andai avanti, come mi aveva suggerito Maria, e poi svoltai a destra.
E fortunatamente mi ritrovai davanti alla mia aula...
Bussai e feci ingresso nei miei incubi.
Mi andai a sedere vicino a Rosa...che si stava sbracciando per farmi notare che era arrivata...
...Rosa, l’avevo già notato che eri in classe...non c’era bisogno di agitare lo zaino a mo’ di lazzo...ma ok...
Come farei senza Rosa??
All’improvviso entrò una donna, abbastanza alta e sulla trentina. Portava una camicetta rossa, dei jeans scuri e delle ballerine abbinate...insomma, la classica “Sono bella e so di esserlo”...l’unico problema? Quel coso enorme che le spuntava proprio sotto gli occhi...era lungo, molto lungo...era il suo naso...
Si sedette sulla cattedra a gambe incrociate -Sono l’insegnante di religione cattolica. Oggi parleremo dell’argomento “Angeli”...-
OH NOOOOOOO!!!!
La lezione finì ed io ero stanca...possibile che tra tutte le materie mi doveva capitare proprio quella che sapevo meglio??? Che noia...
-Angy! Che ne dici se domani andiamo insieme ad Alexy al cinema??-
-No mi dispiace...-
-COSA??!! CHE COSA DEVI FARE???-
-La Preside mi ha messo in punizione-
-COOOOOSA???? PERCHE’???!!-
-Perché ho difeso un ragazzino e la sua arancia-
-Un ragazzino?? Quale arancia??-
-Un ragazzino timido ed un’arancia arancione!-
-E ti sembra una risposta??-
-Un ragazzino ha offerto un’aranci ad Hitler, lei l’ha spiaccicata per terra e lo ha fatto scappare...-
-E tu avresti difeso l’arancia??-
-Sono arrivata troppo tardi! Poverina...-
La giornata passò lenta...quello era il giorno delle lezioni noiose...
Stavo per tornare a casa, ma sentii che qualcuno mi prendeva per un braccio. Mi girai di scatto -Castiel...che sfortuna incontrarti!-
-Si si già...oggi Lys aveva da fare...ma chissà per quale motivo, mi ha pregato di riaccompagnarti a casa...-
-Beh...è molto gentile...ma ci so andare con le mie gambe, grazie-
-Non fare la bambina. Ora io ti accompagno, niente storie-
-Allora ok-
-Non è da te arrenderti così facilmente- disse sorpreso.
-Lo hai detto tu che non devo fare i capricci, giusto?-
-E da quando in qua tu fai quello che dico io??- esclamò sorridendo.
-Se mi fossi rifiutata, ti avrei dato l’opportunità di prendermi in giro, riuscendo comunque ad accompagnarmi...in questo modo mi sono risparmiata le tue beffe. Ora, senza farmi perdere altro tempo, andiamo-
Mi fissò sorpreso per qualche secondo, poi , scoppiò a ridere e iniziò a camminare.
Arrivati a casa, mi salutò con un cenno della mano, mentre io entravo dal portone d’ingresso.
Andai in camera. Feci velocemente i compiti che ci avevano assegnato, per poi correre in salotto e gettarmi sul divano. Accesi la Tv, andando sul canale Tv Paradiso.

“Salve a tutti! Angioletti, Cherubinucci e Tronini!!” il presentatore era cambiato. Ora c’era un Angelo di mezza età con un viso palesemente rifatto. Teneva in mano una specie di specchio in argento “Avrete notato che il produttore è cambiato. Ora ci sono io: James!! Non sono bellissimo???”
“Signore...si sente bene?” sentii dire da dietro le quinte.
“BENISSIMO!!” era la voce del regista che aveva picchiato il vecchio presentatore.
“Ora...invece di parlare della solita Angel e del suo funerale...roba fuori moda!!...Io parlerei della linea di prodotti Angelius! Un balsamo divino!!! I miei capelli sono splendidi!...Ah, guardate” tirò fuori centinai di barattoli “Questo è Ang Plus...questo Ang Neo...e questo Ang Carl+...a me piace chiamarlo Carlino!!”
“GRAAAAAA!!!” il regista cominciò a gridare “Mi dispiace ragazzi ma non ce la faccio più...”
“No signore!! Non faccia un gesto così avventato!!”
“LA VITA NON HA PIU’ UN SENSO!!”
“Signore!!! Posi quella sedia...n-non può uccidersi!”
“E INVECE SI’ CHE POSSO!!! NON RIUSCIRO’ AD ANDARE AVANTI!!!”
“Signore!!”

______________________________________________________________________________________________
*BIIIIIP*
“INTERROMPIAMO MOMENTANEAMENTE IL PROGRAMMA PER UN INCONVENIENTE SUL SET DI TV PARADISO. PSSEREMO LA LINEA A TG ULTRATERRENO. CI SCUSIAMO PER IL DISTURBO”
*BIIIIIP*
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Spensi la Tv. Decisi di andare a fare una corsetta nel parco. Presi una felpa e mi misi delle scarpe da ginnastica.
Stavo per uscire...ma notai un foglio di carta poggiato sul mobile all’ingresso...
“Quella non è la lettera che hai trovato nella”
Lo interruppi -Sì è quella...chissà perché non l’ho letta prima...- mi avvicinai e la presi.
“Perché avevi le mani legate”
-Cosa??...Ah sì...già- andai in camera da letto, presi un tagliacarte e la aprii.
Ne tirai fuori un foglio di carta dorato. Era fatto di carta angelica...questo vuol dire che...
-Sono spacciata...-
“Cosa c’è scritto?”
-La manda il Consiglio degli Arcangeli...- mano a mano che leggevo, sgranavo sempre di più gli occhi. Ma la cosa che mi preoccupava di più era contenuta nelle ultime due righe:
“…...e per questo motivo deve venire immediatamente in Paradiso per un colloquio.
Il Consiglio degli Arcangeli la saluta”
Sì...sono spacciata...
“E quindi gli Arcangeli ti hanno richiamato...”
-E se mi togliessero le ali??-
“Io sono Dio...tutti gli Arcangeli ubbidiscono a me...ora preparati e vai in Paradiso”
Mi alzai con il cuore che batteva a mille. Misi la tunica che mi ero ripromessa di non mettere più per qualche tempo (il destino mi è avverso) e spiegai le ali...che nel frattempo erano diventate nuovamente visibili.
Mi buttai dalla finestra (sbaglio, o questa cosa mi è già successa questa mattina?...) e cominciai a volare verso le nuvole.
Diventai mano a mano sempre più luminosa. In poco tempo assomigliavo molto di più ad una cometa che ad un povero angelo angosciato.
Passarono svariati minuti (che potrebbero essere considerati giorni in tempo umano...anche perché sto viaggiando più o meno alla velocità della luce).
Dopo un po’ apparve qualcosa di molto luminoso davanti a me.
E’ un’oasi desertica volante?...No!
E’ una lampadina troppo luminosa?...No!
E’ Rosalya che è esplosa per la frustrazione?...No!
Cari lettori...mi trovavo davanti alle Porte del Paradiso...
Pensate che io sia fortunata a trovarmi là? Vorreste essere al mio posto??...Bene!...Ma io non sono della vostra opinione...considerando il fatto che tra pochi minuti sarò cacciata da quel cancello a calci sul sedere...
Mi avvicinai e la porta si aprì con un cigolio.
Gettai uno sguardo alla reception -Hey, Pietro!- lui si girò -Che ne dici di oliarle meglio?? Fanno un rumore orribile quando si aprono e poi di solito la luce è più intensa...non è che La Sacra Lampadina si è fulminata?...-
-Sono il Portiere del Cielo, non l’elettricista!- sbuffò lui -Entra per favore...L’Arcangelo Michele ti aspetta...-
Mi incamminai, con fare guardingo.
Il Paradiso non è edificato SU una nuvola, ma SOPRA tantissime nuvole magiche, che lo nascondono agli occhi dei mortali...
Il pavimento è di marmo bianco e luminoso. A destra e a sinistra ci sono tantissime case. Hanno tutte un ampio giardino con fiori ed alberi da frutto provenienti dall’Eden, le porte sono dello stesso materiale delle cigolanti Porte del Paradiso, le mura sono di marmo bianco o grigiastro e i tetti di cristallo...stupende.
Attraversai un porticato ed arrivai davanti ad una specie di castello, completamente bianco. La porta si aprì istantaneamente ed io entrai.
Percorsi interamente un corridoio molto ampio, le cui pareti erano tappezzate di immagini di Santi, Cherubini, Angeli ed Arcangeli...notai una mia foto...ero ancora un Cherubino all’epoca: i miei capelli erano legati in due codini, portavo l’apparecchio e avevo un’orribile tunica con su scritto “I’m a student of Sacred Academy”...
Era orribile andare in giro con quella tunica che fungeva un po’ da grembiule scolastico...per non parlare del fatto che quando non dovevamo andare a scuola (e le tuniche ci venivano tolte) dovevamo andare in giro nudi (per questo ringrazio gli umani di aver inventato i pannolini...).
-Avvicinati, piccolo angelo...-
Ed ecco di nuovo quella sensazione di stare per dire addio alle mie magnifiche alucce...
Guarda il lato positivo...almeno qua non sentirai la voce di Dio nella testa...
Continuai a camminare, finchè non entrai in una grande sala.
-Ed ecco qua la nostra Angel...- tuonò qualcuno all’improvviso. Io trasalii.
Ma siete pazzi???? Volete farmi venire un infarto???
-Volevamo parlare della tua missione...- continuò sempre la stessa persona che mi aveva quasi ucciso poco prima.
Davanti a me comparvero tre Arcangeli... “Complimenti per la grande entrata di scena” pensai ironica.
-Dobbiamo parlare...mettiti seduta-
Mi fecero accomodare su un grande tavolo fatto interamente in oro. Mi domandai all’istante quanto potesse valere nel mondo dei mortali.
-Allora...Michele, Gabriele e Raffaele giusto? Ok...sono pronta...avanti con i quiz!-
Loro risero contemporaneamente, con una risata tanto bella e genuina quanto la loro voce...ed io cosa ho imparato dai film e dagli ospedali??...Esatto...le voci belle e “rassicuranti” nascondono un ninja o qualcos’altro...ma siccome stiamo parlando di Arcangeli, la mia teoria potrebbe non reggere...beh, meglio restare in allerta...
-Volevamo parlare del tuo protetto...- continuò Michele.
-Del cretino tint...ehm...di Castiel...-
-Esatto- rispose Gabriele.
-Dovevamo parlarti di lui- aggiunse Raffaele.
...L’avranno fatto apposta a farli finire tutti con “ele”?... Un po’ più di fantasia no eh?
______________________________________________________
Uscii da quel palazzo più preoccupata che mai...avevo un bel peso che da portare sulle spalle...



**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
Salve a tuttiiiiii ^^
Ed ecco qua un'altro capitolo!!!
Ve lo avevo detto che sarebbe arrivato in fretta....hehehe
Comunque...ringrazio nuovamente tutti quelli che seguono la mia storia!!! SIETE DELLE PERSONE MAGNIFICHE!!!!
Ok...mi sono liberata...*si getta per terra per riprendersi dall'attacco di adrenalina*
Bene...se volete recensite la storia, altrimenti no...ok, sì so che è banale...
Ora devo proprio andare! Devo portare a compimento la "Missione nuovo capitolo"!!
*L'aereo che si trova sopra di lei le getta una scaletta, Lili ci si aggrappa saldamente*
Alla prossima!! XD

 

 

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Capitolo 11
*** Doveri imbarazzanti ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 8

DOVERI IMBARAZZANTI



Quella mattina mi svegliai prima del solito. Un pensiero mi assillava dal giorno precedente...
“Uffa...”
In quel momento stavo rifacendo il letto -Cosa c’è?-
“Così mi togli tutto il divertimento...”
-Vuoi dirmi che ti piace svegliarmi??-
“In realtà mi piace farti cadere dal letto...”
Scrollai la testa. Ormai c’ero abituata...
“Perché ho il presentimento che questa sarà una brutta giornata?”
-Perché è così-
“...Di solito ci metti più grinta nel rispondermi...cosa ti hanno detto gli Arcangeli?”
-Brutte cose...molto molto brutte...- sospirai -E oggi mi tocca pure la biblioteca...-
Una volta finito andai in cucina per fare colazione.
Mi muovevo lentamente, stile bradipo assonnato:
Prendo un bicchiere. Prendo il latte. Cosa devo fare ora??...Ah sì. Verso il latte. Rimetto il latte nel frigo. Metto il bicchiere nella lavastoviglie. No...aspetta...credo di aver dimenticato qualcosa...Ah già...Prendo il bicchiere dalla lavastoviglie. Verso il latte...Ma dov’è il latte??...Ah, nel frigorifero.
“Quanto sei noiosa...”
-Sono depressa...-
“Poverina...” rispose ironico.
Presi il bicchiere e lo bevvi tutto d’un sorso...peccato che non dovevo berlo tutto d’un sorso...
“Se bevi i cibi angelici così velocemente...”
-Sì coff...lo...so coff...lo so...coff coff- in quel momento capii cosa voleva dire morire soffocato.
“Sei proprio senza speranze...”
-Stai off...zitto e coff coff...lasciami...coff...a soffocare coff...in santa coff pace...coff coff coff- mi buttai per terra, rantolando come una persona morsa da un ragno mutante. Quando mi fui ripresa completamente, mi abbandonai alla disperazione -Non voglio andare a scuola...posso presentare una giustificazione falsificata!-
“Fai come vuoi”
Mi luccicarono gli occhi -Veramente??-
“No! Tu vai a scuola punto e basta”
Sbuffai e finii di prepararmi.
Presi la borsa con i libri, agguantai le chiavi di casa ed uscii.
Mi fermai di colpo davanti al vialetto.
-Senti un po’...-
“Cosa vuoi?”
-Sai...sono stanca di andare a piedi...che ne dici di farmi un regalo di compleanno??-
“Ma oggi non è il tuo compleanno!”
-E’ da 17 milioni di anni che non me ne fai uno!!-
“Hai anche tenuto il conto eh? Ma brava...”
“Tesoro...” la mia salvatrice MORA entrò in scena.
-Ti adoro quando mi salvi dall’imbecille!-
“Sì ahahah...”
-Ahaha...-
“Mi dispiace interrompere la vostra discussione...ma preferirei andarmene”
-Addio!-
“Allora tesoro...volevi un regalo o sbaglio?”
-Non so se chiedo troppo...ma vorrei...-

_______________________________________

“Via libera...”
-Ok...- uscii dal nascondiglio e, di soppiatto mi nascosi dietro una colonna, a destra del portone d’ingresso.
“Sicura che il travestimento reggerà?”
-E’ sicuramente meglio dei completi hippy di Dio...-
Mi sistemai l’impermeabile e abbassai sul viso il cappello ad ampia falda. Afferrai il tesserino falso ed uscii dal nascondiglio.
Mi avvicinai al controllore all’ingresso.
-Chi è lei?- mi chiese squadrandomi da capo a piedi.
-COME SI PERMETTE DI RIVOLGERSI IN QUESTO MODO A ME??!!! A ME!!!!-
-Ehm...scusi...ma vorrei comunque sapere chi è lei...-
Mi sporsi sul banco. Mi voltai a destra e a sinistra, fingendo di controllare se c’era qualcuno intorno.
-Agente della C.I.A. Amelia Stark- gli mostrai il tesserino falso -Sono in missione segreta-
-Oh...chi la manda?- sussurrò lui.
-Il Presidente-
-Di cosa?-
Ma questo è più idiota del Signore!
“Hey!! Io non sono idiota!”
-Degli Stati Uniti...d’America!-
Sgranò gli occhi -Cosa le serve?-
-Devo andare a dare un’occhiata...- risposi indicano l’ingresso alla mia destra.
Lui annuì e premette un pulsante. La porta si aprì con un CLIK.
Diedi un’ultima occhiata in giro, poi entrai.
Mi trovavo su un’enorme pista di atterraggio. A destra e a sinistra c’erano file e file di hangar...ma a me ne interessava solo uno...
Mi avvicinai ad un uomo e gli sussurrai qualcosa all’orecchio.
Lui mi indicò un Hangar: il n° 16.
Me lo aprì e io rimasi a bocca aperta. Sono da sempre un’appassionata di elicotteri...probabilmente perché più in alto mi trovo, più mi sento a casa...letteralmente.
-Ammira...un Eurocopter Tiger!- esclamai.
“Un Euro...cosa?”
L’uomo dietro di me si grattò la testa confuso. Io mi girai lanciandogli uno sguardo truce -Il fatto che io parli da sola ti crea forse qualche problema???- lui si allontanò di qualche passo, giusto per non rimanere vittima della mia furia distruttiva...
-Ma torniamo a noi! Un Eurocopter Tiger!!-
-Prendo questo- dissi all’uomo che nel frattempo si era preparato per fuggire via il prima possibile.
-Oh...ma non sono in vendita!-
-Ah...ma certo che lo sono- gli porsi la mano -Piacere, Amelia Stark-
L’uomo mi guardò, per niente impressionato -Ovvero?-
-Una che può mandarla a chiedere l’elemosina da dentro un cassonetto ripieno di zucchine e melanzane puzzolenti-
Deglutì -Quanto vuole?-
-Posso pagarle qualsiasi cifra- gli allungai il tesserino.
-E’ un agente della C.I.A.???- continuò a leggere, dopo qualche riga aggrottò la fronte -Aspetti...MA QUESTO TESSERINO E’ UN FALSO!!!-
-Cosa???-
Lui mi guardò. Poi, poco prima che riuscisse ad afferrarmi, scappai via.
Corsi a perdifiato verso l’elicottero e ci entrai dentro.
“Sai come farlo partire?”
-Credo di sì...ma...perché mi sento osservata...??-
-COSA CI FA LEI QUI DENTRO???!!- mi gridò il guidatore.
-Ehm...io... SOMNO!!-
Lui cadde sui comandi come una pera cotta.
“Quindi tu conosci i metodi dell’ipnotismo!”
-Certo che li conosco! Come avrei fatto altrimenti ad ottenere tutti quei dieci alla Sacred Accad...non è come pensi...-
“Ahaha...non preoccuparti...ora digli di portarci al Dolce Amoris-

______________________________________

-AIUTOOO!!!-
-SI SALVI CHI PUO’!!!-
-SCAPPATEEEE!!!-
Centinaia di ragazzi e ragazze urlanti correvano da tutte le parti. C’è chi si nascondeva sotto le panchine, chi su gli alberi...ma la maggior parte (quelli con un po’ di cervello) entravano nel liceo.
“Wow!!! Stare con te è molto meglio di rimanere con quell’idiota di mio marito!!!”
-Lo credo!- scoppiai a ridere -E questo elicottero è una vera forza!!-
Atterrammo nel cortile della scuola. Appena uscita, mi trovai davanti un Castiel versione statua.
-Ciao-
-...-
-Heilà-
-...-
-Sei morto?-
-...-
-Uff...-
-...-
-Quel tizio ti sta rubando la moto!-
-Co-cosa??? La moto?? LA MIA AMATA MOTOOOO!!!- stava per andare ad azzannare un povero ragazzino che distava 50 m dalla sua moto, ma io lo fermai...evitando un possibile omicidio.
-Stavo scherzando-
Mi voltai verso il guidatore ipnotizzato -Ne memineris quam ob causam dixisti tuleritis et istum helicopter-
-Nescio cur hanc helicopter- ripeté lui.
-Ora puoi andare- dissi ancora. Lui mi fece “ok” con il pollice e volò di nuovo via.
 Mi voltai verso il rosso. Lui mi fissava. Io lo fissavo. I miei occhi, simili a un mucchio di paglia dorata lanciato nel mare erano incatenati ai suoi, grigio tempesta.
Ed ad un tratto lui aprì la bocca per dire la cosa più intelligente e gentile che io abbia mai sentito....
-Non c'ho capito un cavolo-
-Meglio così- risposi.
Mi avvicinai al suo braccio sinistro. Lui mi guardò sorpreso e perplesso. Gli presi il polso e lo sollevai, scoprendo l’orologio. Le 7:50.
-Come facevi a sapere che porto l’orologio???-
Sollevai lo sguardo -Evita di fare domande a cui non posso rispondere-
Sorrise maliziosamente -Ti metti a fare ricerche su di me adesso?-
Cercai di trattenermi dal ridere -Ti sopravvaluti caro Castiel-
-Ohhh...ora non mi chiami più “cretino tinto rosso”?-
Sorrisi -Se vuoi ricomincio a chiamarti così, caro cretino tinto rosso-
Aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito dopo...ahaha!! te l’ho fattaaa!
Mi andai a sedermi sotto un albero, accanto alla panchina, infilai le cuffie nelle orecchie e aspettai che l’orrendo oggetto squillasse per l’ennesima volta: la campanella, infatti, suonò poco dopo...ed ovviamente la cicciona non si fece aspettare.
Mi incamminai insieme a Castiel all’ingresso.
-ENTRATE MOCCHIOSI!! FORZA! AVANTI!! NON FATEMI PERDERE TEMPO! HO DEGLI ALUNNI DA PUNI...ehm...DELLE COSE DA FARE!!-
-Spostati vecchia-
-CASTIEL! RISPONDIMI UN’ALTRA VOLTA IN QUEL MODO E FINISCI DRITTO IN PRESIDENZA!!!-
-Come faccio a passare se 120 kg di grasso sono in mezzo all’ingresso?-
La preside si mosse a disagio. Non sapeva cosa rispondere...quindi si spostò e basta. E bravo il nostro Castiel...
Io entrai.
Stavamo percorrendo un corridoio e, se mi ricordavo bene (cosa quasi impossibile se si tratta di corridoi, stanze e affini) per arrivare alla mia aula dovevo andare molto...molto più avanti; sì, perché la mia classe è edificata ai confini dell’Universo.
Superammo l’Aula Delegati e l’infermeria.
Io intanto stavo pensando a come chiedergli "quello". Gli Arcangeli mi avevano dato quel compito e, per quanto possa essere seccante e insopportabile dovevo portarlo al termine...e che sia un bel termine...
Cominciai a guardarmi intorno, poi concentrai il mio sguardo su Castiel.
-Cas!- chiamai.
-Cas?- chiese sorpreso.
-Non è così che ti chiami??-
-Da “cretino tinto rosso” a “Cas”?-
-“Castiel” e “cretino tinto rosso” sono nomi troppo lunghi...- risposi noncurante. Poi tornai a guardarlo seria -Per caso...negli ultimi tempi...ti è successo...ecco...qualcosa di strano?- chiesi insicura del risultato che questa domanda mi avrebbe fatto conseguire. Ma cosa mi tocca dire per tre angeli snob!
“Non puoi parlare in questo modo degli Arcangeli!” ed ecco che ricompare l’immancabile Altissimo celeste!
-Cioè?- socchiuse gli occhi.
-Cioè quello che ho detto!- Oddio...questi doveri sono talmente imbarazzanti!...
Scossi la testa -Non fa niente, è una domanda...stupida-
-Più che altro è insensata- indicò la porta dietro di lui -Questa è la mia aula-
-Bene- gli feci cenno di smammare -Allora, se è la tua classe, entra-
Dopo aver fatto –immancabilmente-  il suo solito sorrisino, aprì la porta ed entrò.
Mi fermai a fissare per qualche secondo la porta dietro la quale era sparito il rosso, poi mi voltai cominciando a guardarmi nervosamente intorno.
-Oh cavolo...ma dove mi trovo??-
“Dai, ti aiuto io a ritrovare la strada! Fidati di Dio!”
Sono fregata...

______________________________________

Ed eccomi...ancora davanti a quella orribile porta rosa.
Bussai -MA CHE BUSSA A FARE??? ENTRI!!-
Entrai sbuffando -Buona mattina signora Preside-
Mi misi seduta.
-Ed eccoci ancora qui...come mai signorina Heaven?-
-Non è stata lei a convocarmi? Non l’ha capito?? E’ proprio stupida allora...- sussurrai.
-COSA HA DETTO???-
Sobbalzai -N-niente-
-Bene...allora, se non si ricorda il perché è stata mandata da me...sarà conveniente che le rinfreschi le idee- si alzò -Come mai è entrata in una classe non sua senza permesso??-
-Eh..beh...io...m-mi ero persa...-
Prese il servizio da the riposto in un angolo e cominciò a preparare del the, usando un fornello portatile opportunamente sistemato su un tavolo.
Mi sentivo soffocare tra tutto quel rosa...
Stavo cominciando anche a sentire strane voci...
“Angel...Angel...indossa questo vestitino ROSA...”
“Angel! Guarda...qui ci sono dei cuoricini...mettili in testa...Angel...”
“Angel...qui c’è un bidone ROSA con della tintura ROSA! Perché non ti ci butti dentro Angel?...Affogherai ahaha!...”
Ok...quest’ultima è un po’ insensata...
-E COME MAI APPENA È ENTRATA SI È MESSA A SCHIAFFEGGIARE UN ALUNNO??-
-P-pensavo che fosse un ladro...-
-...Un ladro che ripassava musica?-
-Ehmm...beh...la ripassava in modo...sospetto-
-Uhm...ripassare musica è sospetto?-
Abbassai lo sguardo. Nel dire bugie sono una frana...
-Ma d’altronde una punizione ce l’ha già...- sorrise cattiva -Mi basta solo raccomandarmi che oltre in ordine alfabetico dovrá rimettere a posto i libri anche per colore...-
Spalancai la bocca. Mi aspetta un futuro pieno di libri, lettere alfabetiche e colori...
Mi alzai di scatto ed uscii sbattendo la porta.
Cominciai a camminare per i corridoi...mi ero persa, ancora...ma non mi demoralizzai, perché qualcosa avevo imparato da quello stramaledettissimo liceo...quindi, la cosa da fare quando ci si perde (oltre prendere a schiaffi un povero ragazzo innocente per un malinteso) è camminare finchè non incontri qualcuno...

_________________________________________________
Ormai avevo perso quasi tutte le lezioni...
...Mi ero persa: 1 ora e mezza, mi ero intrusa in una classe godendomi la ramanzina di un professore particolarmente suscettibile: mezz’ora, avevo passato tre intere ore a cercare Castiel per ordine degli angeli snob (e per giunta non l’avevo neanche trovato)...poi era successa quella cosa con quel ragazzo...e la punizione extra dalla Preside...
...Quindi decisi di saltare anche l’ultima e passare direttamente alla biblioteca...
Cominciai a gironzolare tra le aule chiuse. Svoltai a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra...mi ero ufficialmente persa. Complimenti Angel! Complimenti!...
Ad un tratto mi scontrai contro qualcuno e caddi a terra -Ohi...ci mancava solo questa...- borbottai massaggiandomi la schiena.
-Scusami! Ti sei fatta male??- alzai lo sguardo. Nathaniel si era accucciato davanti a me con un’espressione preoccupata.
-Ne ho passate di peggio...- alzai una mano, lui capì al volo e l’afferrò aiutandomi ad alzarmi da terra.
-Sicura di non esserti fatta male??-
Sorrisi scuotendo la testa. Poi cominciai a guardarmi intorno -Sai mica dove ci troviamo?-
-Ahah...ti sei persa di nuovo? Se vai dritta per dritta e poi svolti a destra ti trovi davanti all’ingresso. Vuoi che ti accompagni?-
Ci pensai un attimo -Ma sì...tanto dovevo dirti una cosa...-
Riordinò i fogli nella cartellina che aveva in mano e, sorridendo in modo strano, cominciò a guidarmi nel labirinto.
Seguimmo le indicazione che mi aveva dato poco prima e, come mi aveva detto lui, mi ritrovai davanti al portone d’ingresso.
Entrò in sala delegati e io lo seguii.
-Cosa volevi dirmi?- chiese mentre riponeva i fogli che teneva nella cartellina in un cassetto.
-Volevo chiederti un favore- lui richiuse il cassetto e si girò per ascoltarmi -L’altro giorno la preside mi ha dato una punizione...-
Lui corrugò la fronte -Una punizione??-
-Non avevo fatto niente! Ho solo difeso un ragazzo e la sua arancia!!-
-Quale arancia??-
-...E’ una lunga storia...- sospirai -E mi ha dato l’incarico di riordinare la biblioteca...-
-Ma la biblioteca è enorme!-
-per questo volevo chiederti di aiutami...per favore!-
-Ehm...beh...- arrossì -...Mi piacerebbe...ma non posso...ho promesso a mia sorella Ambra di accompagnarla a fare compere-
Sbuffai cadendo a terra -E ora come faccio???-
-Puoi sempre chiedere a qualcun altro...-
Mi rialzai. Giusto! Ricorda Angel...mai arrendersi! Mai!
Lo ringraziai ed uscii per andare a cercare qualcuno con cui passare un intero pomeriggio tra fogli pieni di parole...
Girai per tutto il liceo per ore...
...Ormai avevo chiesto a tutti: a Rosa, ad Alexy, a Ken e a Lysandro...e anche a nuove conoscenze: Iris, Violet e Kim.

Ormai ero demoralizzata...mi vedevo già inerpicata su una scala in modo precario, a cercare di afferrare un libro troppo lontano...quando sentii un rumore...sembrava fosse una specie di suoneria.
-Ciao!- mi sentii chiamare da dietro...aspetta...è una voce che non ho mai sentito prima...forse lui mi può aiutare!!
Mi girai di scatto. Mi trovavo davanti un ragazzo alto, con capelli corvini ed occhi azzurri. Teneva in mano una console accesa.
-Ciao...- lo squadrai da capo a piedi -Mi ricordi qualcuno...conosci Alexy?-
Lui sorrise -Alexy è il mio fratello gemello. Tu come ti chiami? Non ti ho mai vista in giro...-
-Sono Angel...se Alexy è tuo fratello...tu dovresti essere Armin giusto?-
Armin sorrise -Esatto. Ora scusami ma devo finire di giocare- alzò la console -Spero di incontrarti di nuovo...- e detto questo se ne andó continuando a imprecare contro non so quale mostro invincibile...
Già...non troverò nessuno disposto ad aiutarmi...
-Allora...ho chiesto a tutti...o ho dimenticato qualcuno? Uhm...- dopo un po’ mi venne in mente qualcuno...ma era talmente assurdo pensare che accettasse di aiutarmi!
...Comunque...tentar non nuoce (o forse sì...?)


**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
Ed eccomi finalmenteeee!!! ^^
Allora...scusate l'attesa...ma ora finalmente ci sono...
...Questo capitolo è uscito fuori un po' corto...e per questo chiedo scusa a voi lettori...ma l'ho scritto più che altro per creare una sorta di collegamento tra il capitolo precedente e quello successivo che, se non avessi scritto "Doveri imbarazzanti", sarebbe venuto lunghissimo....
Comunque...
Tra due o tre capitoli c'è il colpo di scena! Non chiedetimi di anticiparvelo perché io non vi ascolto...BLA BLA BLA BLA BLA!!
...Scherzo...
Ma tornando a noi...mi farebbe piacere ricevere una recensionuccia, anche piccola piccola *__* ...giusto per capire cosa vi piace e cosa non di questa storia...magari anche dei pareri personali, in cui scrivete cosa secondo voi posso modificare...
(E non per arrivare a 20 recensioni perché i numeri dispari, benché io sia nata il 21, mi fanno schifo O.o ...no no)

...No, ma seriamente, vorrei ricevere una recensione per sapere cosa ne pensate voi lettori di questa storiaccia brutta e cattiva *3*....
....
E per concludere il mio monologo vi dico:
...CONTINUERÓ A RIPETERVI CHE RINGRAZIO INFINITAMENTISSIMAMENTE CHI STA SEGUENDO LA STORIA FINO ALL'ALBA DELLA FINE DEL MONDO: QUANDO LE TROMBE D'ARIA VORTICHERANNO SOPRA LE NOSTRE TESTE E I VULCANI ERUTTERANNO SOMMERGENDOCI DI LAV...*coff coff*...(?)
Detto questo (...cosa cavolo ho detto fino ad adesso??? *_*) vi saluto e me ne torno da dove sono venuta...
*Due angeli scendono su di lei, trasportandola direttamente a casa di Angel*

 

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Capitolo 12
*** Bibliotecaria nata ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 9

BIBLIOTECARIA NATA



La scuola era quasi del tutto deserta. Le porte erano chiuse e gli alunni che restavano gironzolavano per le classi, per poi superarmi ed uscire dal portone per tornarsene a casa...
Solo tre domande continuavano a gironzolarmi in testa...insieme a parziali risposte...PARZIALI:

1) Perché ho difeso quell’arancia???? Probabilmente senso di giustizia.
2) Dove diavolo si è cacciato quel maniaco???? Presumibilmente dove riesce meglio a recar danno alla gente.
3) Dove mi trovo ora?????!!! Appunto...a questo non ci sono ancora arrivata...

Continuai a girare di corridoio in corridoio, dimenticandomi – come sempre – da quale angolo ero venuta...per cui...sì, mi ero persa...di nuovo.
-Come mai sei qui, pivellina?- ghignò qualcuno da dietro di me.
-Non è giornata...per cui ti prego di lasciarmi in pace- risposi voltandomi verso il “Trio delle Starnazzanti”.
-Sarà sempre giornata, per noi...quindi- si avvicinò pericolosamente al mio viso con l’intento di spaventarmi...
-Hey...io non sono il tuo tipo Oca Regina...sai, sono più propensa per il genere maschile...ma con questo non intendo dire che ci sia nulla di male, non preoccuparti...custodirò con cura questo piccolo segreto...- risposi riferendomi al fatto che si era avvicinata a me...o più precisamente alle mie labbra.
...Per cui...no, non mi aveva affatto spaventata...
Si allontanò di scatto diventando rossa di rabbia -Cosa stai insinuando???- ringhiò lei.
-Non ti sei accorta che prima ti eri avvicinata...un po’ troppo? Oh...allora devo piacerti davvero tanto per scatenare in te tutta questa voglia e-
Il mio discorso fu interrotto da una risata molto acuta...proveniente dal lato destro di Ambra...
-LI’! SMETTILA IMMEDIATAMENTE DI RIDERE!!!!- tuonò la bionda.
-Oh...ehm...A-ambra...s-scusami...io-
-NEANCHE UNA PAROLA DI PIU’!!!- poi si voltò verso di me, puntandomi contro un’unghia smaltata -Con te farò i conti più tardi...-
-Oh...sei più vogliosa di quanto immaginassi!-
-NIENTE DI QUELLO CHE TU DICI E’ VERO!!- urlò prima di allontanarsi definitivamente.
In effetti aveva ragione...ma volevo farla arrabbiare un po’...me lo posso permettere ogni tanto, vero?
Stavo per ricominciare a cercare di ritrovare la strada, quando qualcuno (o più precisamente una chioma rossa e cretina) sbucò da dietro un angolo...
-Wow...ne hai di fantasia nana- ghignò lui.
-Cioè?-
-Ho assistito a tutta la scena-
-E la cosa dovrebbe suscitare in me un qualche genere di interesse?-
-Oh...giusto...a te interessa solo quello che faccio e chi incontro- rispose ricordandosi la domanda poco opportuna che gli avevo fatto quella mattina.
-Per niente...ma volevo chiederti una cosa...-
Lui sorrise beffardo aspettando che continuassi.
-Sai...oggi devo scontare una specie di punizione...- cominciai a dire.
-E così la nana è diventata una bulla! Un po’ me lo aspettavo...-
-MA IO HO SOLO DIFESO UN’ARANCIA, MALEDIZIONE!-
Mi guardò perplesso, ma decisi di lasciarlo nel dubbio più assoluto...
-Per cui...io in teoria dovrei riordinare i libri della biblioteca per colore e in ordine alfabetico...e mi chiedevo...- mi sporsi verso di lui facendogli occhi dolci -Mi potresti aiutare??- passarono venti secondi...e poi si decise a rispondermi.
-Beh...non saprei...-
-Ti prego!-
-Teoricamente potrei aiutarti...-
-Ti prego!!!-
-Considerando che per qualche ora non ho nulla da fare...-
-TI PREGO!!-
-Direi che potrei fare uno strappo alla regola e dirti...
Trattenni il respiro -Sì...?-
-...No!-
Spalancai la bocca -C-come n-no...?-
-No-
-Come no??-
-No-
-Come no???!!!-
-Noo-
-COME NOOOO?????!!!!-
Lo afferrai per le spalle cominciando a scuoterlo -No!! Io non ce la farò mai da sola!-

POV CASTIEL
Sobbalzai quando lei si accasciò a terra -Hey...che hai?- le chiesi cominciando a preoccuparmi.
Sentii che stava tremando. Mi accucciai su di lei sollevandole il viso.
Le mi stava guardando in silenzio senza emettere rumore...dai suoi occhi uscivano lacrime a fiotti.
Ero davvero preoccupato...lei non era un tipo che si mette a piangere per queste cose...è piuttosto simile a me...ed io non piango mai!...Beh...apparte quella volta...
...Però quel bambino era davvero cattivo! Come facevo a non piangere???? Ed avevo solo 9 anni!!
...Quel giorno stavo beatamente mangiando le mie adorate caramelle, aspettando serenamente che le carie sopraggiungessero felici...quando...

INIZIO FLASHBACK
____________________________________________________________
-Hey- alzai lo sguardo: un bambino con un’aria da bullo mi si presentò davanti.
-Cosa c’è?- chiesi innocentemente.
-Quelle che hai in mano sono le Sweet Goodness*?-
Abbassai lo sguardo verso il sacchetto di caramelle che tenevo in mano -Esatto-
-Che ne dici di darmele?-
Il mio sguardo si indurì -Me ne sono rimaste poche...e voglio che le ultime siano solo per me!-
Sì...all’epoca ero proprio un bravo bambino...talmente altruista e generoso...!
Il bambino di fronte a me mi si avvicinò sorridendo -Oh...ma io le voglio davvero tanto...-
-Cosa? No! Non ti azzardare a-
In un microsecondo aveva già afferrato il sacchetto, togliendomelo dalle mani.
E, così come era arrivato, sparì nel nulla...
-No...le mie caramelle- singhiozzai -L-le mie caramelle- un altro singhiozzo -L-le m-mie...- una lacrima mi attraversò la guancia.
Sollevai le braccia al cielo -NOOOOOOOOOOOO!!!!!-
________________________________________________________________
FINE FLASHBACK

Da quel giorno non uscii più a guardare in faccia una caramella...
Mi rinchiusi nella mia camera...mi sentivo solo ed escluso...il mondo mi era crollato addosso...
Tutti mi chiamavano “quello che si è lasciato fregare le caramelle”...ed io senza quei dolciumi ero perso...
Solo un giorno smisi di piangere ed uscii dalla mia camera.
Solo quel giorno accesi la luce.
Solo quel giorno decisi finalmente di voler ricominciare da capo.
Era arrivato Halloween.

POV ANGEL
Sono sempre stata una brava attrice...ed era facile fingere di piangere...
Castiel si accucciò su di me ed io attuai la parte 2 del mio malefico piano.
Mi lasciai sollevare il viso e lo guardai facendomi uscire altre lacrime.
Poi vidi il suo sguardo perdersi le vuoto “Le mie caramelle” lo sentii sbiascicare in una specie di sussurro o imprecazione...dipende dai punti di vista...
Abbassai la testa singhiozzando un po’ più forte e, come mi aspettavo, si risvegliò da quello stato di trans...
-Perché piangi?-
Sollevai nuovamente il viso e lo afferrai per le spalle -Non riuscirò mai a riordinare la biblioteca da sola...tu...tu eri la mia ultima speranza...p-però adesso- mi interruppi per concedermi un ultimo, teatralissimo singhiozzo -...Però adesso non ho più speranze...- appoggiai le mani sul mio viso ricominciando a piangere.
-Aspetta...ok...ti aiuterò a riordinare la biblioteca-
-Veramente?- chiesi guardandolo.
Lui sospirò -Sì-
-Me lo prometti??- chiesi ancora.
-Sì...te lo prometto...-
Io mi alzai di scatto, prendendolo talmente di sorpresa da farlo cadere all’indietro.
Mi asciugai gli occhi dalle finte lacrime e gli sorrisi compiaciuta.
-Cosa?- sgranò gli occhi -Quindi tu...stavi solo...-
-Facendo finta...esatto- lo presi per la manica, tirandolo in piedi.
-Quindi io...-
-Tu hai promesso di aiutarmi...quindi mi aiuti!-
Lo trascinai in un angolo -E mi aiuti cominciando con l’indicarmi la direzione della biblioteca!-
Sulla sua faccia si formò un ghigno -Sicura che non è perché vuoi passare più tempo con lo strafigo che ti ritrovi davanti?-
-Quale? Sicuro che questo strafigo non sia diventato trasparente? Perché...non lo vedo...-
Lui scoppiò a ridere mi superò, prendendo a camminare attraverso un corridoio.
Poi, vedendo che non gli andavo dietro, si voltò verso di me
-Non vuoi più andare in biblioteca?- mi chiese sorridendo.
Io sbuffai e cominciai a seguirlo.
Superammo svariate classi che non avevo mai visto prima...e ci addentrammo nel cuore del labirinto.
Lui se ne stava a fischiettare in tutta calma, mani in tanca e la tipica espressione da “io sono figo e me la tiro”...
Mentre io...beh...mi ero già persa nei miei pensieri, ossia nel vuoto più totale.
Stavo osservando il susseguirsi di quelle ombre...quelle ai nostri piedi, esatto...
Potrò sembrare un’idiota senza speranze – e probabilmente è così – ma ne ero rimasta affascinata...non avevo mai fatto caso alle ombre...non ne avevo mai vista una in Paradiso...per me erano una novitá...
Le ombre erano ovunque.
Sotto un tavolo, dietro uno scaffale...
...NO SERIAMENTE...MA A COSA DIAVOLO MI SONO MESSA A PENSARE??? ALLORA SONO PROPRIO RIMBAMBITA!
E intanto lui camminava...e camminava...
Chissà se era vero che mi stava portando in biblioteca...ma poi...
QUANTO PUO’ ESSERE GRANDE QUESTA SCUOLA?? HO CAPITO CHE E’ UN LICEO DI FIGLI DI PAPA’ E GENTE RICCA O QUASI...MA C’E’ UN LIMITE!      
Per cui, io, presa nel profondo da questi miei saggi pensieri, non mi accorsi che il “non-mio Non-Cavaliere Rosso” si era già fermato davanti ad una porta, lasciando me che, con un’indecifrabile espressione sul volto e una mano sotto il mento in stile “Il pensatore idiota”, continuavo a camminare superando di svariati metri la destinazione.
E mentre io, come  una deficiente, proseguivo il mio cammino lento e costante...il Non-Cavaliere Rosso osservava con aria divertita tutta la scena...
“Ok...aspetta un attimo...perché mi sento così sola??” cominciai a rendermi finalmente conto che qualcosa non andava “Mi sento come se stessi camminando...da sola, verso...non so dove...”
Tolsi la mano da sotto il mento e, voltandomi lentamente verso l’individuo che ora stava ridendo come un matto, spalancai la bocca.
Ero arrivata alla fine del corridoio...per quanto avrò camminato? 50 m in più del necessario?...Cosa c’è da ridere eh??
Lasciai le braccia penzoloni ai lati della vita e, facendole dondolare in modo poco elegante, lo raggiunsi a passo di elefante.
Emisi una specie di mugolio, che poteva essere simile ad un grugnito o ad un “Arrrrggh” di un pirata...
Sospirai ed entrai nella biblioteca tenendo lo sguardo basso.
Come prima cosa restai colpita dalla altezza del soffitto...potrà sembrarvi un dettaglio insignificante...ma, parola mia, quello era davvero uno dei soffitti più in alto che avessi mai visto...credo che si piazzerà......al 122° posto, subito dopo quello del salone utilizzato per allestire il “Festival delle Polpette” in Paradiso.
Poi cominciai a ispezionare più accuratamente il luogo...il tetto era alto sì, ma l’ambiente non era molto vasto...c’erano sì e no sui 15 scaffali.
Ne ho viste di biblioteche io...ce n’era una a via San Michele Arcangelo (ovviamente sto parlando del Paradiso) che era veramente enorme...
Ma non fraintendete...MI VA ASSOLUTAMENTE BENE COSI’...se fosse stata più grande sarei andata direttamente a buttarmi da un ponte.
I libri erano riposti in modo disordinati negli scaffali.
Alcuni erano rimasti appoggiati sui tavoli in modo scomposto, alcune pagine di non so quale libro erano state strappate e gettate a terra.
-MA QUALE RAZZA DI INCIVILE LASCIA UN BIBLIOTECA IN QUESTO STATO???-
Potete rompere qualsiasi cosa, ridurre in cenere un banco o lasciare escrementi di cane sul pavimento...ma non dovete trattare male un libro.
Perché sono così ferma e decisa nel dire questo?
Semplice...
Perché io ho passato i primi 5 milioni di anni della mia vita a scrivere ispirazioni destinate all’uso degli umani...
Già, perché le ispirazioni che sopraggiungono nella testa di voi mortali mentre state comodamente sdraiati sul letto, o seduti su una scrivania, a cliccare i tasti del vostro computer...da dove verranno mai??
Ma che domande!...Dalla sempre gentile disponibile Angel, che si spezza la schiena per farvi venire un’idea!
Avete capito?...No?
...Mi spiego meglio...
HO PASSATO I MIGLIORI ANNI DELLA MIA VITA PIEGATA SU UN BANCO DELLA SACRED ACCADEMY A SCRIVERE ISPIRAZIONI DI OGNI GENERE PER ORDINE DEGLI ARCANGELI...
POI, VENGO SAPERE CHE QUALCUNO DISTRUGGE LE CREAZIONI CHE SONO STATE STAMPATE DA ME NEI VOSTRI CERVELLINI E LE RIDUCE IN UNA POLTIGLIA SPIACCICATA SUL PAVIMENTO DI UNA STANZA CON UN SOFFITTO MOLTO ALTO (dettaglio insignificante)...
...COME LA DOVREI PRENDERE???
-Cominciamo a mettere a posto?- chiesi al rosso, cercando di riprendere il controllo di me stessa...
Lui annuì poco convinto e mi si avvicinò.
Cominciai a raccogliere tutte quelle pagine sparpagliate per terra e, accartocciandole, le buttai nel cestino.
Mi stavo innervosendo...e quando mi innervosisco non finisce mai bene...
Una volta ripulito il pavimento passai agli scaffali.
Li contai velocemente: in tutto erano 16...mi auguravo fossero di meno...
-Hey- esclamai. Castiel si voltò verso di me -Che ne dici di prendere tutti i libri poggiati sul quel tavolo?- mi ricordavo infatti, che su un tavolo in fondo alla stanza erano poggiati tre o quattro libri...
Lui sembrò pensarci un attimo -Uhm...no-
Ma...che cosa...?
-Castiel! Prendi quei libri-
-Non mi va-
Cominciai a massaggiarmi le tempie -Castiel- replicai lentamente -Potresti per piacere prendere quei libri e darmeli? Grazie...-
-Perché non lo fai tu?-
-Perché sono occupata, come vedi, a riordinare i libri superstiti di tutto il casino che avete fatto in questa povera biblioteca!-
-Ahah...”avete”?? Chi ti dice che sono stato anche io??-
-Perché tu, con la grazia da bisonte che ti ritrovi, combini sempre macelli!-
-Senti chi parla...- cominciò a sghignazzare.
-Cosa ti sarebbe costato prendere quei quattro libri sul tavolo e darmeli??-
-Niente...ma non sarebbe stato divertente- ghignò lui.
-Castiel, sei un cafone!-
-Wow...come siamo nervose oggi...-
Feci un profondo respiro e mi avviai verso il tavolo dove mi ricordavo ci fossero quei famosi quattro libri.
 Ma con tutta la mia sorpresa non li trovai.
Cercai ovunque: sotto al tavolo, nella zona intorno...niente.
Stavo per convincermi ad visitare uno studio psichiatrico per una terapia...quando qualcosa attirò la mia attenzione: qualcuno stava battendo qualcosa su un banco...e siccome siamo in due nella stanza, quel qualcuno era Castiel...
-Cerchi questi?- chiese con la sua solita sfrontatezza.
Mi voltai verso di lui.
Avevo già i nervi a fior di pelle...metaforicamente parlando, a questo punto dovevano aver già bucato il derma...
Considerando che ero stanca e sapendo che l’esaurimento nervoso era abbastanza vicino mi chiesi se non fosse più conveniente uscire da quella gabbia di matti, consumare un’abbondante e costosa cena nel migliore ristorante di Parigi e, subito dopo, fare una bella nuotatina nella Senna, indossando uno dei completini da notte di Rosa...
-Tu sei...sei...UNO STUPIDO CRETINOOO!!-
-Hey hey...calma nana- sollevò i quattro libri che teneva in mano -In teoria ti avrei fatto un favore...sei in debito con me, piccola-
Cominciai a emettere dei piccoli grugniti, poi iniziai a curvarmi e a tremare e, come se un mostro sputa fuoco stesse per fuoriuscire dalla mia bocca, sollevai il viso ed urlai.
Quando ebbi finito di sfogarmi, con molta calma, mi avvicinai a Castiel e gli schiacciai un piede con nonchalance.
-Ahia!- mi guardò stranito -Ma sei pazza??-
Gli sorrisi -Uhm...sì...credo proprio di sì...-
Gli strappai dalle mani i libri.
Quel deficiente aveva preso, senza che me ne accorgessi, i quattro libri da quel tavolo e, sicuramente con lo scopo di farmi arrabbiare, li aveva nascosti...
...MA VI SEMBRA UN COMPORTAMENTO DI UNA PERSONA MENTALMENTE NORMALE???!!!
“Ok ragazza...calma...ricordati di essere un angelo” e, proprio l’individuo che si trovava all’ultimo posto nella mia lista delle persone che volevo sentire in quel momento, irruppe nella mia testa.
“Devi stare calma...sei un angelo e devi essere misericordiosa...anche se non potrai esserlo, ovviamente, più del sottoscritto...”
-ANGELO UN CORNO!- gridai senza rendermene conto.
Castiel si girò di scatto, guardandomi come se la mia pazzia stesse cominciando a manifestarsi in tutto il suo splendore proprio in quel momento...
Divenni tutta rossa dall’imbarazzo e cominciai a balbettare frasi senza senso, prima che la mia GRANDISSIMA fantasia venisse in mio soccorso.
-Ehm...uhm...ah...ah, ah, ahahaha!!- cominciai a ridere nervosamente -Il fatto è che...ahah...proprio adesso mi è venuta in mente una canzone...ehm...simpatica...fa così...-
Cominciai ad agitare le braccia in aria -Aaaaangeeeeeloooo...un corno! Ange ange angelo un corno! Un corno un coooornooo...Aaaaaaangelo uuuuun coooornoooo oh oh oh ooooh...-
Castiel continuava a fissarmi con gli occhi sgranati.
Ero diventata ancora più rossa di prima -Facciamo come se non fosse successo nulla, ok?-
Lui annuì e, ancora shockato, ritornò sui libri.
Dopo qualche minuto di silenzio, scoppiò nella risata più sonora che abbia mai sentito.
-Sei proprio divertente, nana!- esclamò.
Io cominciai a dare capocciate ad uno scaffale.
“Smettila di cercare di spaccarti la testa e chiedigli ciò che sto per dirti...”
Mi allontanai in fretta da Castiel -Come scusa??-
“Devi chiedergli una cosa da parte degli Arcangeli...”
-Mamma mia...ancora loro...- mi girai per controllare se il rosso mi aveva seguita -E poi non puoi fargli tipo un’apparizione...mentre dorme?-
“No che non posso!”
-Come no! La Madonna sai quante ne ha fatte??-
“Quali?!”
-Ehm...Fatima!-
“...Vabbé, solo quella...”
-Lourdes...!-
“Ok ok...ma non posso lo stesso...”
-Uffaaaa...- sospirai -Cosa gli devo chiedere?-
“Eh...beh...”
Mi sussurrò l’intera frase che dovevo dire, come fosse un copione da imparare a memoria...
Era strano. Come facevo a chiedergli una cosa del genere?? Sarei sembrata più pazza di quanto già immaginava...ma cosa mi tocca fare!
Mi avvicinai alla chioma fiammeggiante che si intravedeva da dietro i libri.
-Cass- richiamai la sua attenzione.
Lui si voltò verso di me.
-Ehm...so che può sembrarti strano...ma un’amica un po’ pazza mi ha chiesto di domandarti una cosa-
La sua bocca si aprì nel suo solito sorrisetto -Cosa?-
-Quando ti fai la doccia...perché ti sarai fatto la doccia ultimamente, spero...- scossi la testa, imbarazzata soprattutto dalla sua espressione perplessa -...Hai mai notato un...non so’...un segno...una specie di livido fatto a forma di- deglutii -Di una croce sottosopra...??-
Sbarrò gli occhi -Cosa??-

POV CASTIEL
Come cavolo faceva a saperlo?? Già ero abbastanza confuso su quel segno spuntato all’improvviso...poi ci si metteva pure Angel???
Da quando è arrivata lei, il mondo, quello che tanto odiavo per la sua banalità, si è capovolto, sommergendomi nelle sue stranezze...

POV ANGEL
-No- rispose lui -Non so proprio di cosa tu stia parlando...- 
-Oh- dissi semplicemente, prima di tornare a riordinare alfabeticamente l’undicesimo scaffale.
Passò un’ora in cui nessuno aveva più fiatato. Io avrei fatto la stessa cosa al posto suo...
Ma infondo, cosa potevo farci se certa gente mi dava compiti talmente strani?!
Finimmo finalmente di spolverare il sedicesimo scaffale.
Sbuffai e mi accasciai a terra per la stanchezza.
Castiel mi guardò preoccupato -Ti senti male?-
Scossi la testa -No, non è niente...sono solo stanca...-
Mi alzai con un po’ di fatica e lo seguii fuori dalla biblioteca. Era già ora di cena...avevo saltato il pranzo...
-Vieni, ti riaccompagno a casa- disse lui, appena fui uscita.
-Non non devi. Ce la posso fare da sola, grazie-
Lui rise -Tu? In queste condizioni? Domani mattina ti ritroverei stesa sul marciapiede davanti al liceo a ronfare!-
-Cosa? Non è ve- fui interrotta da uno sbadiglio enorme che mi colse alla sprovvista, facendomi perdere l’equilibrio...ma come si fa a perdere l'equilibrio per uno sbadiglio??
Castiel era – fortunatamente per me e per la mia testa – agile, e mi evitò una caduta poco piacevole sul pavimento.
-Tu che ce la fai da sola?? Ti faresti investire!-
Non avevo più neanche la forza di rispondere e, sfinita, mi feci guidare fino all’uscita.
Scendemmo le scale alla lentezza di una lumaca. Se fossimo andati poco più veloci avrei rischiato di perdere le ultime forze rimaste e spiaccicarmi sull’asfalto...per cui era meglio andare lenti...
Mi accorsi troppo tardi che mi aveva fatta salire sulla sua moto. Accese il motore.
-Cosa?? NO! ASPETTA!-
Mi infilò il casco e partì. Di conseguenza, fui costretta ad aggrapparmi a lui più forte che potevo.
Sembrò esserne addirittura contento, perché lo sentii ridacchiare...
Questa sì che è gente strana...
Quando arrivò davanti al fiumiciattolo che scorreva sul limitare del bosco che ormai avevo imparato a chiamare “cortile di casa”, si fermò e mi aiutò a scendere.
Ero stanchissima...avevo bisogno urgentemente di un po’ di cibo angelico, altrimenti sarei riuscita a rimanere cosciente solo per un’altra mezzora...dopodiché sarei crollata.
Che vi devo dire ragazzi?...Le creature sacre sono cosí...
Mi prese in braccio. Non avevo la forza di protestare.
Non sembrò troppo sotto sforzo. Gli angeli sono leggerissimi.
Piuttosto, mi sembrava sorpreso del mio peso fuori dal normale...
Invece devo dire che i cherubini sono abbastanza pesanti...molto più pesanti degli angeli...sì, anche per me sembra una cosa cosa strana e difficile da credere...ma è così.
Mi portò fino davanti alla porta, che aprì in un attimo.
Ho sempre l’abitudine di lasciare la porta d’ingresso aperta...chissà perché...
Mi poggiò sul divano.
Fece per uscire, ma io lo trattenei...non mi sembrava giusto mandarlo via senza neanche ringraziarlo.
-Vuoi fermarti a cena?-
Ci pensò un attimo -Uhm...ok, basta che il cibo sia decente-
Oh...ma certo...e avrò anche modo di constatare qualcosa per conto degli Arcangeli...
-Fai come se fossi a casa tua- annunciai.
Lui sembrò sorpreso da questa frase...in effetti non avrei mai pensato di dire qualcosa del genere proprio a lui.
-Che fai lì impalato?? Vai a farti un giro o che so io!-
Dopo aver espresso la sua opinione con un sorrisetto malizioso, salì in camera mia.
E così ebbi modo di tirare fuori dal frigo il cibo angelico, che essendo fluorescente avrebbe potuto insospettirlo, e preparare qualcosa.
Quando fu tutto pronto, lo chiamai e lui scese qualche minuto dopo, sedendosi a tavola.
Mangiammo con calma. Devo dire che era venuto tutto buono.
Ora mi bastava solo inventare una scusa per verificare gli effetti...dovevo trattenerlo per altri cinque minuti per verificare la veridicità della teoria dei miei  tre mandanti.
-Cosa hai fatto in camera mia?- chiesi mentre sparecchiavamo.
-Ho gironzolato...-
-Non hai aperto nessun cassetto/ scaffale/ sportello?-
3 minuti restanti.
-Oh, ma certo che sì- sorrise.
Sollevai lo sguardo, guardandolo male -Cosa hai visto?-
Della risposta non mi importava un fico secco...non avevo nulla da nascondere in camera mia...
-Non pensavo che tu indossassi roba del genere per andare a dormire...!- sorrise malizioso.
...Maledetta Rosalya!...
-E allora?-
Lui scoppiò a ridere -Beh...questo ti rende molto più interessante ai miei occhi!-
-Cosa cavolo...? Cosa cavolo intendi dire??-
-Ahaha...niente. Ora ti saluto, nana-
Mi scompigliò i capelli e si avvicinò al mio orecchio -Ci vediamo domani!- sussurrò con voce suadente.
Arrossii dalla testa ai piedi. Come diavolo si permette?? Ah, giusto...lui è Castiel...
Lui sorrise compiaciuto e se ne uscì trionfante dalla porta di casa. Dopo qualche minuto sentii il rombo delle sua moto.
Se ne era andato senza neanche ringraziare!
Però, in compenso, erano passati cinque minuti e trenta secondi e non era morto...per cui i miei mandanti avevano ragione.
Mi diressi in camera da letto, mi misi il pigiama/creazione di Rosa e mi stesi.
Era mezzanotte, quasi l’una, quando riuscii finalmente a prendere sonno...il giorno dopo mi sarei trasformata in una mummia vivente...

____________________________________________________________
*Le Sweet Goodness sono delle caramelle di una marca completamente inventata da me, per cui andare a cercarle in un negozio specializzato in caramelle sarebbe un po' inutile ;) 


**ANGOLO DELLA SCRITTRICE**
E ciao a tutteeee!!
Ma ciao e ancora ciao! Cosa avete fatto di bello in questo mio quasi-mese di assenza?
Io di certo l'ho passato a studiare e a maledirmi per tutto il tempo che ho impiegato a scrivere questo benedetto capitolo...
Vi chiedo davvero scusa ma c'è davvero tanto da studiare in questi giorni...comunque...

Come vi sarete resi conto (quelli che magari avevano già dato un occhiata a questo capitolo prima dell'aggiornamento) che ho tagliato tutto un pezzo finale.
Questo perché mi faceva schifo il fatto che avevo aggiunto una parte che potevo tranquillamente inserire nel capitolo successivo...
Per cui ho cercato di dare meno capocciate allo spigolo della porta possibili, perché dovevo comunque saper modificare quella mia liliata e renderla per lo meno decente...

Tornando a noi...spero comunque che questo capitolo vi piaccia...
Io mi fiondo a scrivere il prossimo, augurandomi di non metterci troppo tempo prima di pubblicarlo... Ciao!!

P.S. inutile dire che mi piacerebbe ricevere una recensione anche minima sulla storia...perché è da l'altro ieri che accedo al sito di EFP, illudendomi di ritrovare la scritta "Hai un nuovo messaggio" nella posta, quando invece non c'è anima viva.
Questo non lo dico per far vedere quanto sono patetica, perché non lo sono (invece io credo di si), ma per capire (come dico petulantemente in ogni capitolo) se la storia vi sta piacendo e anche per raggiungere al meglio il capitolo X (quello rivoluzionario)...che arriverà tra 4-5 capitoli al massimo (ci sono arrivata tramite una scaletta approssimativa e pessimista. Non giudicatemi T.T)

Per cui ripeto il "Ciao!!" aggiungendo un'altra "o" e un altro punto esclamativo...no, altri due...

Ciaoo!!!!

*Lili se ne va, continuando a domandarsi quanto è patetica da 1 a 10*

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Capitolo 13
*** Blasfemo ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 10

BLASFEMO



Era già mattina, avevo del sonno arretrato ed ero in viaggio. Un viaggio pericoloso e pieno di peripezie e dubbi insormontabili: ero in cammino verso il Dolce Amoris.
La mia mente, che fino a qualche minuto prima aveva viaggiato felicemente nel nulla più assoluto, ora stava analizzando dati che neanche io volevo analizzare.
Alla mia destra i cartelloni pubblicitari, alcuni dei quali erano mezzi stracciati, costituivano tutta una parete, la stessa parete che tra pochi minuti si sarebbe interrotta per regalarmi la vista maestosa dell’obbrobrioso edificio rosa confetto.
Ero uscita da casa in anticipo, per colpa di qualcuno e del suo megafono (avete capito chi è, no?).
Intanto la striscia di alberi proseguiva inesorabile verso l’orizzonte, accompagnata da una scia di frutti spappolati ai suoi piedi.
Ma io mi chiedo: perché, molte volte, gli umani mettono degli alberi da frutto, oltretutto non commestibili, in mezzo alle strade???
Non pensano al fatto che questa bella frutta un giorno possa cadere e spiaccicarsi sull’asfalto??
Bah...la risposta è sempre “bah”...a volte gli umani sembrano non riflettere sulle proprie azioni e fare tutto come gli capita.
Ma, anche persa in questi pensieri, non riescii a non notare il “verde” che mi circonda. Certo, non è meglio dell’Eden e non ci si avvicina neanche minimamente...ma era comunque apprezzabile.
Tra un albero e l’altro uno sprazzo di prato ospitava alcuni fiori. Ogni tanto, accanto ad alcuni cestini della spazzatura, si notavano delle bottiglie o lattine per terra...ma il tutto era sempre e comunque apprezzabile.
Ed ecco che, ancora una volta con la mente in viaggio su un altro pianeta, entro dal cancello principale che costituisce l’ingresso della solita piazzola delle scuole, ai piedi del portone principale.
Cominciai a guardarmi intorno, cercando di individuare la panchina e l’albero dove avevo fatto la conoscenza di Alexy.
Girai la testa a destra e a sinistra con bradipa lentezza, trovando quel piccolo luogo di pace e tranquillità posto alla mia destra.
Era facile da raggiungere, alla portata di tutti, ma sembrava avere come uno scudo repulsore: non avevo visto nessuno, apparte ovviamente Castiel, che ci si era seduto sopra...
Ispezionai l'ambiente: nessun cartello di proprietà privata...ok!
Mi avvicinai con cautela, come se avessi paura che da un momento all’altro sarebbe potuta saltare fuori una banana mutante urlante, accompagnata da una foglia di lattuga in vestito da sposa, con tanto di vermi come strascico (sì, sto facendo dei corsi di “ritrovo della fantasia”).
Raggiunta la panchina, mi sedetti mettendomi comoda.
Avevo sonno, tanto sonno. I miei occhi si chiusero automaticamente, neanche avessero attaccate delle calamite.
Ma, appena chiusi le palpebre, un rumore improvviso me le fece aprire di scatto.
Davanti a me non c’era nessuno...davanti a me, perché vicino a me si era seduto qualcuno...
-Buongiorno nana!- disse sorridendo.
Annuii, cercando di non chiudere gli occhi per la stanchezza.
Oh, ma dai! Io sono un angelo! Posso fare qualsiasi cosa!!
Mi imposi di tenere gli occhi aperti e, fortunatamente, non crollai dopo dieci secondi.
-Buongiorno Cas- risposi io, voltandomi verso di lui.
Ghignò, guardandomi divertito -Troppo stanca per litigare?-
Sorrisi -Direi proprio di sì- poi sbadigliai portandomi una mano alla bocca, per accentuare il concetto.
-Quanto sei pigra, nana!- esclamò lui ridacchiando.
-Cosa?? Io pigra?? Ci sarai te!- ribattei abbastanza irritata.
-Ahah. Parla quella che si è attaccata un cuscino sulla schiena!- rispose in tono provocatorio.
-Era un incidente!! Non l’ho attaccato mica io!!!- gridai imbarazzata.
-Giusto, tu sei talmente bassa che neanche ci arriveresti a toccarti la schiena!-
-Stupido tinto! Come ti permetti??? Io non sono bassa!!-
Mi appoggiò una mano sulla testa, scompigliandomi i capelli. Poi, sempre tenendo un braccio appoggiato alla mia testa, pescò dalla tasca del suo giubbotto un pacchetto di sigarette.
-Tu fumi?- chiesi indicando la sigaretta che si era portato alla bocca.
-Sveglia la nanerottola!- ridacchiò, accendendosela con un accendino rosso fiammante.
Ok...poteva anche non essere la domanda più intelligente del mondo...però...però cosa?? Non c’è un “però”, era una domanda semplicemente idiota, punto.
Abbassai lo sguardo. Non avevo mai visto una sigaretta da vicino...alcuni miei protetti la fumavano ma, sai...è un po’ difficile notare una sigaretta da non so quanti chilometri di distanza...
Fece un tiro. Poi aprì la bocca, dalla quale uscì una nuvoletta di fumo grigio.
La fissai curiosamente, mentre essa scompariva, portata via da un venticello per nulla piacevole, svanendo completamente.
Poi annusai l’aria. Allora era quello l’odore del fumo.
Castiel, perplesso nel vedere il mio comportamento, cominciò a fissarmi curioso -Non hai mai visto una sigaretta, piccola?-
-Ancora con questo piccola “piccola”...- borbottai infastidita.
-Cosa “ancora con questo piccola”??- chiese, ovviamente, non capendo il senso della frase.
-Beh...anche un’altra persona mi chiama “Piccola”...e...non mi piace più di tanto come nomignolo...ecco-
-Chi ti chiama così??- chiese corrugando le sopracciglia in un misto di curiosità e irritazione.
Ok...io non capisco ancora quante personalità abbia Castiel: per un attimo è menefreghista, poi diventa improvvisamente gentile, poi provocatorio, curioso, simpatico, incavolato, irritato per chissà che cosa...ma quale problema ha questo ragazzo??
Va bene, diciamo che so parte della sua storia, della sua vita...gli Arcangeli hanno ritenuto necessario informarmi di alcune cose...ma anche del fatto che degli argomenti “delicati” li avrei dovuti ricavare da sola e avrebbe dovuto scegliere lui se raccontarmeli o no...e bla bla bla... (ovviamente no? Perché che cosa costava a quei babbei dire qualche parola di più??)
Peccato che con Einstein non è stato così.
Sapevo già del suo stato di sanità mentale, del suo essere giocoso mantenuto anche a cinquant’anni, del suo profondo odio contro i parrucchieri e qualsiasi genere di pettine...e del suo modo di esprimersi attraverso la “linguaccia”, espressione con cui adorava farsi foto e selfie, come a voler dire “Hey! Ieri ho mangiato lo spezzatino, puoi controllare se ho dei rimasugli incastrati tra i denti, mentre scrivo questa formula ultra complicata e generata dalla mia innata genialità?”
Ok, sinceramente io ammiravo Einstein, e non credo che gli serviva qualcuno per individuare un pezzo di carne tra i denti...
Ma, ritornando a noi... (mi sarei potuta soffermare sul pezzetto di spezzatino tra i denti di Albert, ma credo che questo racconto sia un argomento ben più allettante per voi lettori, quindi...)
-Un...mio amico- risposi, confusa dal tono di voce che aveva usato poco prima il rosso.
-Uhm- mugugnò lui, quasi in un sussurro e trovando improvvisamente interessante il tabacco della sua sigaretta che andava sgretolandosi e cadendo a terra.
Poi, con un espressione strana, si voltò nuovamente verso di me.
Era impossibile capire cosa pensasse, attraverso quegli occhi così meravigliosi, ma così enigmatici.

POV CASTIEL
-Oggi in classe avrai una sorpresa- dissi sorridendo nuovamente.
Perché quel giorno sorridevo così tanto?? Mi riesce così bene quella mia espressione severa e enigmatica...perché con lei funzionava due volte su quattro??
E’ così facile rispondere alle domande con altre domande...avrei un “perché?” su tutto.
A volte il mondo è strano. La vita è strana...o forse sono strano io??
Lei intanto continuava a fissarmi incuriosita -Che genere di sorpresa?-
Riavvicinai la sigaretta alle labbra, portando lo sguardo a terra -Lo scoprirai- risposi solamente.
Angel mi osservò con un espressione strana: un misto tra curiosità estrema (devo dire la verità...metteva quasi paura...) e perplessità rabbiosa.
Mi voltai verso di lei per scoprire a cosa stesse pensando. Pure un babbuino riuscirebbe a decifrare gli occhi che hanno le persone...sono...così semplici...
Io ci riesco sempre.
Mi devo ricredere...quasi sempre.
Angel ha degli occhi così belli...ma al tempo stesso complessi...
Era impossibile capire cosa pensasse, attraverso quegli occhi meravigliosi, ma così enigmatici.

POV ANGEL
Aveva dei lineamenti così...così...”mascolini” (sembro una psicopatica).
Mi sentivo attratta da quel viso così perfetto...e devo dire che quei capelli rosso fuoco  gli donavano personalità e lo facevano sembrare più...affascinante...
E, analizzando ogni dettaglio di quel volto e di quegli occhi tempestosi, il tempo volò. Credo fossero passati due minuti, più o meno, da quando avevamo cominciato a fissarci (ripensandoci, sembravamo veramente dei maniaci...!) e devo essere sincera...(anche perché, in determinate circostanze, se non lo fossi verrei disintegrata molecolarmente dal Signore...) Castiel era davvero molto bello.
Altre volte (come qualche minuto fa) avevo pensato che fosse attraente, ma solo in quel momento, in quei due minuti, mi accorsi che non era solo attraente, ma era anche e soprattutto bellissimo.
Ma a cosa mi metto a pensare?? Sono un angelo, cavolo!...
Mi ridestai per prima da quei pensieri, mentre Castiel era ancora intontito da chissà quali profonde riflessioni.

POV CASTIEL
Non so dire per quanto tempo restammo lì, a guardarci negli occhi, imbambolati come due bambini in una fabbrica di Sweet Goodness.
(Non sono fissato con quei dolci. Se scopro che avete anche solo potuto pensarlo, vengo lì e vi getto dalla finestra)
Speravo solo che non passarono più di uno o due minuti...altrimenti sarei sembrato più maniaco di quanto non lo fossi già realmente...
Ma, la cosa che mi turbava maggiormente era che l’unico pensiero che si ostinava a passare per il mio cervello era rivolto a quanto il suo viso, i suoi lineamenti, la sua corporatura snella...fossero perfetti.
Oh, ma che diavolo!?...
Mi diedi due schiaffoni mentalmente.
...Ma come mi vengono in mente certi pensieri assurdi??!

POV ANGEL
Scossi leggermente la testa, come per scrollarmi di dosso l’immagine del viso di Castiel che continuava costantemente a fare cu-cù nella mia testa.
Cercai di mascherare l’imbarazzo che mi aveva dipinto le guance di un leggero rossore, con un’espressione indifferente, ma non mi ero accorta che a tradirmi c’era un sorriso, comparso inconsciamente sulle mie labbra.
Ancora intontita, diedi un fugace sguardo all’orologio.
Le 7:30.
Non ero solo in anticipo, ma ero abbondantemente anticipo.
Dio non era solo stupido, ma era abbondantemente stupido.
“Hey! Non ti rivolgere a me in quella maniera, maleducata!”
-E’ ancora presto- borbottai scocciata.
-Sei così impaziente, perché sei venuta in anticipo?- chiese il mio partner di panchina ridacchiando.
-Sapessi...- mormorai in tono abbastanza alto da permettere a Castiel di sentirmi, perché altrimenti sarei sembrata una che parla da sola...e io non sono una che parla da sola, vero??
(Tutti i pensieri espressi in queste righe, benché falsi, vengono dal profondo del mio cuore...per cui farmi capire che tutto questo è solo un’illusione di Mr. Orgoglio potrebbe rappresentare un male per voi e per le vostre ispirazioni, che non saranno più disponibili per un bel po’...)
Castiel buttò quell’involtino di tabacco a terra, schiacciandolo con un piede e, con un’espressione abbastanza strana se paragonata alle solite espressioni Castiellistiche, chiuse gli occhi portando la testa all’indietro.
Dal canto mio, non mi importava se si addormentasse o meno...l’importante era che fosse restato al sicuro sotto *coff coff* la mia ala protettiva...
“Ma che cosa fai?? Devi essere più convincente!!”
-Ma come faccio io a- sobbalzai, sentendo Castiel mugugnare e, pensando che lui avesse potuto sentirmi mentre mi facevo un’amorevole chiacchierata con me stessa, decisi di prendere provvedimenti.
Gettai la tracolla a terra e cominciai a rovistare disperatamente, in cerca del mio cellulare.
Una volta trovato, lo portai all’orecchio e cominciai a conversare con “Voi Sapete Chi”, fingendo di parlare al telefono con qualcun altro che fosse...un normale e semplice umano.
-Come faccio ad essere convincente con una frase del genere?!- esclamai.
“Deve essere una frase ad effetto!...ed invece tu hai fatto una frase a cetriolo!”
-Ehh?? A “cetriolo”???-
“Sì! Proprio cetriolo!”
-Ehm...Ma perché cetriolo??- chiesi incerta, mettendomi di nuovo seduta sulla panca e ignorando la borsa abbandonata a se stessa sul pavimento, come una sogliola...
“E tu invece, “Come una sogliola”?? E’ per ottenere questo che ti mando a scuola di Ritrovo della Fantasia??”
-Hey! Che hai contro le sogliole??-
“Niente...sono sempre figlie mie...forse un po’ timide...ma sempre figlie mie!”
-Quindi sono...- spalancai gli occhi -...le sogliole sono mie sorelle!!-
“Tan-tan-taaan...”
Scrollai la testa, liberandomi dal quel pensiero insulso (tranquille sogliole, niente di personale...beh, forse un po’ sì...)
-Tu non mi hai ancora spiegato che centra il cetriolo!-
“Mhm...non centra particolarmente...ma suona bene!”
Sbuffai, facendomi cadere stancamente il telefono sulle gambe.
Mi accucciai per raccogliere la tracolla da terra, per poi riadagiarmi sulla panchina infilandomi gli auricolari nelle orecchie. Collegai quest’ultimi (gli auricolari e non le orecchie...ahaha!...ah...ah...ah...non fa ridere, vero?) al telefono e, quando mi fui messa comoda, cliccai “play”.
Subito una canzone conosciuta solo da me e da pochi eletti risuonò come un tuono in una sala vuota e silenziosa.
Era una delle poche canzoni di quei tempi, quando avevo ancora il coraggio di guardare in faccia il passato e fargli una pernacchia...
Un assolo di chitarra mi risuonò nelle orecchie. Mi chiesi se le cuffie fossero potute scoppiare per sovraccarico, perché la musica era troppo alta.
Ma d'altronde io ascolto musica a questo volume da una vita e non mi è ancora successo niente (escluso ovviamente quel timpano rotto...ovviamente)
E, con le note di quella canzone, scivolai nel sonno.
____________________________________________________________
Mi svegliai qualche minuto dopo: avevo avvertito una strana sensazione, simile alla “pelle d’oca” che viene ai comuni mortali...simile, perché quella sensazione era peggio.
Era come terrore allo stato puro. Una macchia di odio e terrore puro...che cammina.
La sentivo distintamente entrare nel liceo. Avevo ancora gli occhi chiusi, ma la sensazione era forte e passava oltre le palpebre.
Aprii gli occhi lentamente, come per paura di veder ciò che non volevo vedere...ma davanti a me non c’era nessuno.
No, sto dicendo cavolate: diciamo pure che ero praticamente circondata da persone che aspettavano ansiose il suono della campanella (io non ho mai capito perché quasi tutti i mortali si accalcano davanti alla porta d’ingresso delle scuole, dando spinte come se non ci fosse un domani...aspettando poi il suono di un oggetto tanto insulso!)
Fatto sta che mi alzai di scatto voltandomi nervosamente da una parte all’altra, cercando qualcuno riconducibile a quella “macchia di odio”...
Poi, veloce come un fulmine geneticamente modificato, un pensiero parecchio pessimista mi passò per la mente, facendomi provare un terrore che non avevo più provato da quel giorno...
-E se fosse...-
“No!”
-Mhm?-
“Non lo dire...cerca di non pensare subito al peggio!”
-E-era una sensazione strana...che altro può essere se non quello?!-
“Non dirlo comunque”
Annuii, ancora nervosa, e mi sedetti nuovamente.
Ad un tratto fui presa da uno stato d’angoscia terribile...dov’era Castiel???!!
Mi voltai velocemente e tirai un sospiro di sollievo.
Il mio protetto era ancora lì, addormentato. Fortunatamente.
Mi lasciai andare a peso morto sullo schienale della panca, portando le mani dietro la testa a mo’ di cuscino. Sospirai.
Anche se era solo uno stupido tinto rosso, dovevo proteggerlo...a tutti i costi.
Fino a quel momento avevo lasciato che i giorni andassero avanti, che le ore proseguissero, che le persone a cui tenevo e a cui cominciavo ad essere legata mi ignorassero (Rosa esclusa); non mi ero resa conto che in quei giorni avevo conosciuto persone...persone che mi avevano resa felice...
La mia squadra di basket, ad esempio. Non li avevo più cercati...non ero andata più agli allenamenti...
Poi Lys...non lo avevo più sentito.
E ancora Nathaniel, Alexy, Violet, Iris, Ambrottola... (No, Ambrottola poteva pure gettarsi dalla finestra, per me)
“Abbi rispetto del prossimo!”
Armin...e...ODDIO! KEN! NON AVEVO PIÙ RIVISTO KEN!!
Avevo passato tutto il tempo a pensare a me, alla scuola e ai problemi che mi creavano quegli stupidi Arcangeli, che non avevo dedicato attenzione alla mia natura, al mio destino di angelo protettore...
Ed un angelo protettore deve proteggere il proprio protetto...(e anche tutti gli umani in generale)
-Bah...da questo momento in poi rispetterò i miei doveri e porterò a termine il mio lavoro...- indurii lo sguardo -...fino alla fine-
E la Paladina della Giustizia (ovvero io) promise di aiutare le persone fino alla morte (apparte il fatto che non posso morire) e difendere chiunque anche a colpi di cetriolate...
“Vedi?? I cetrioli suonano bene nelle frasi!”
-Stai zitto...devo finire il mio monologo mentale-
“Ok ok...”
...e fino alla fine, proteggere chiunque, che sia ricco o che sia povero, dalle grinfie di cattivoni mascherati da ninja!
“Tu ti vedi troppi film”
E anche se la bontà nella gente scarseggia e il numero di corrotti aumenta, ella riuscirà a trovare, con parole convincenti e cetrioli oliati al punto giusto, un minimo di felicità nella vita per far sbocciare un arcobaleno dove regna l’ombra!
“Il tuo discorso non ha un filo logico”
-Fatti gli affari tuoi-
Ma, proprio quando la Paladina stava per entrare in azione, un suono acuto e sinistro rimbombò nella sua mente e nel suo cuore e...
“Sta suonando la campanella...sveglia Castiel”
-...Guastafeste...- brontolai, avvicinandomi al ragazzo.
-Castiel- sussurrai, sfiorandogli la spalla.
Lui non solo non si muoveva di un millimetro, ma non dava neanche segni di vita.
Sbuffai -Quindi sei uno di quelli che si sveglia solo con il suono delle trombe...- mi avvicinai di più -Castiel- ripetei con un tono di voce un po’ più alto del normale.
Non si muoveva, ma anzi, continuava a ronfare alla grande.
Cominciai a scuoterlo, continuando a ripetere il suo nome ad alta voce.
Dopo un po’ sembrò risvegliarsi dal suo mondo di colline colorate e alberi arcobaleno, e aprì gli occhi.
-Mamma?- chiese innocente.
Mi sbattei una mano sulla fronte -No! Allora sei proprio tonto!-
-Zio?- chiese ancora.
-Noo...io sono Ang- lui mi interruppe, abbracciandomi forte.
-Papà!- gridò contento.
In un primo momento mi irrigidii a quel contatto così improvviso, poi le mie guance cambiarono colore, mimetizzandosi in mezzo ai suoi capelli...e infine, ma solo infine, mi resi conto che Castiel, essendosi ammalato di qualche disturbo mentale ancora ignoto all’umanità, mi aveva scambiata per suo padre.
-Castieeeel!!- urlai. Lui si staccò all’improvviso.
Ad un tratto sembrò tornare in lui. Corrugò la fronte, le guance si imporporarono -Perché mi hai abbracciato?- chiese arrossendo sempre di più.
Trattenni a stento le risate -1) Io non ti ho abbracciato, semmai sei stato tu a farlo; 2) La campanella ha suonato qualche minuto fa; 3) Wow...quindi tu sai arrossire!-
Sgranò gli occhi -Io ti ho abbracciata??...Quando?!-
Scoppiai a ridere -Poco fa...ma apparte il fatto che mi hai scambiata per tuo padre, non mi ha dato particolarmente fastidio-
-IO TI HO SCAMBIATO PER CHI??!- urlò in preda al panico.
-Stai bene?- chiesi preoccupata.
Lui si immerse in chissà quali pensieri...sembrava un comportamento abbastanza Lysandresco...per niente da Castiel.
Ero sicura che non centrava il fatto che mi aveva scambiata per un uomo, o perché mi aveva abbracciata...piuttosto ero preoccupata perché ero a conoscenza delle sofferenze che aveva dovuto sopportare per molti anni...e nell’argomento, suo padre era il protagonista...
-Castiel? Stai bene??- chiesi poggiando le  mie mani sulle sue spalle.
Lui si girò, guardandomi negli occhi -Sì...sì, non preoccuparti- rispose fingendosi calmo.
-Sicuro di stare bene?- domandai ancora.
-Certo nana! Sarai mica diventata sorda?!- si stava decisamente innervosendo...e in quel momento decisi di non rischiare rimettendoci la pelle.
Lo guardai negli occhi per un po’ -Allora entriamo?- indicai la porta d’ingresso spalancata.
Annuì, con il suo solito broncio. Si alzò e, infilando le mani nella tasche dei pantaloni, mi superò, facendosi seguire da me all’interno dell’edificio.
Mi accompagnò alla mia classe per qualche oscuro e misterioso motivo.
Come poteva Castiel essere diventato improvvisamente gentile??
I Castiel che abitavano la terra all’epoca degli uomini di Neanderthal, erano scontrosi...io li ho visti...giocavano con le mazze in modo improprio e passavano tutto il tempo a cacciare (prima che scoprissero la tintura per capelli e il tabacco).
Comunque...
Mi accompagnò davanti alla porta, poi, senza dire una parola, se ne andò.
Io mi ritrovai da sola davanti ai miei peggiori incubi...ci avrei dovuto fare l’abitudine...
Bussai.
-Prego signorina Heaven, entri- ormai anche loro ci avevano fatto l’abitudine: se non ero ancora in classe mi trovavo fuori, intenta ad avvicinare la mano chiusa a pugno alla porta dell’aula.
Appoggiai la mano alla maniglia della porta, aprendola lentamente e facendo ingresso nella tana del leone.
Dopo aver ascoltato un discorso sull’arrivare presto e sul rispetto degli insegnanti, riuscii a sedermi vicino alla mia migliore amica.
-Buongiorno Rosa- sussurrai sedendomi. In risposta ricevetti un sorriso meraviglioso e un abbraccio stile boa constrictor.
Era l’ora di religione...purtroppo...
La professoressa si alzò dalla cattedra -Oggi avrete una sorpresa...-
Nel sentire quelle parole, mi tornò in mente la frase di Castiel... “Oggi in classe avrai una sorpresa” aveva detto.
-Un alunno di questa scuola ha avuto dei...ehm...problemi con i propri insegnanti e in particolar modo con la sua professoressa di religione...che ha avuto un esaurimento nervoso- sospirò -E per questo la preside l’ha trasferito nella nostra classe...-
La prof sembrava talmente depressa nel dire quella notizia che, se non si fosse laureata in teologia e religione cattolica, non oso immaginare cosa avrebbe potuto fare...
Ma in quel momento riuscivo a chiedermi solo una cosa...forse un paio:
- Chi cavolo è questo tizio??
- Che cosa ha fatto per far avere l’esaurimento nervoso ad una professoressa di religione???...Di religione!
Ma, le mie riflessioni e le preghiere della prof, furono interrotte dal rumore della porta che veniva aperta. I miei occhi si spalancarono, così come la mia bocca...
Era lui che sarebbe stato trasferito nella nostra classe???
-Bene...ora, signorino, vista e considerata la sua carenza in questa materia...vada a sedersi vicino alla signorina Heaven, che si da il caso sia la migliore di tutta la scuola nella materia “religione cattolica”-
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva -COSA???!-
Ma la professoressa era così infelice che non fece neanche caso a me, povero angelo semi-svenuto sulla propria sedia...
-Ma poi...lui come può essere trasferito in una 4° quando va in 5°??- chiesi incredula alla professoressa.
-Il signorino non va in 5°-
-Ma...ma...ma lui...- mi voltai verso il ragazzo. Stavo per chiedergli spiegazioni, quando mi ricordai un particolare: lui era stato bocciato in 1°... (a qualcosa le informazioni degli Arcangeli erano servite...)
-Ahhh...ora ho capito...- borbottai -Ma...Rosa?- mi girai verso l’albina, che in quel momento stava trucidando con lo sguardo il ragazzo che si sarebbe dovuto sedere vicino a me.
-Castiel...- sussurrò lei, imbufalita -Se mi tocchi Angy sei finito- lo minacciò, alzandosi.
Rosalya prese tutte le sue cose e si andò a sedere al banco vuoto alla nostra sinistra, in modo da poter controllare tutte le mosse del rosso...mentre io ero intenta a allungare teatralmente le braccia verso di lei, come se non l’avessi potuta più rivedere...
-Ora si sieda, signorino Robinson- disse la Evans (ovvero la prof...sono sempre molto banale eh?) in tono abbastanza scocciato.
Castiel ghignò, adagiandosi poco elegantemente sulla sedia.
Mentre si metteva comodo, si avvicinò a me -Sorpresa!- sussurrò, soffiandomi nell’orecchio. Rabbrividii, irrigidendomi leggermente.
Sentii una voce, proveniente dalla mia sinistra, che sussurrava frasi del tipo “La mia piccola Angy!” o “Alla fine dell’ora lo dissanguo”...era Rosa.
Il rosso sembrò sentirla, perché si allontanò leggermente, spaventato da quella macchina da guerra albina...
La professoressa cominciò a parlare dell’immensa Misericordia di Dio (certo...davvero immensa) e io stavo per mettermi comoda per cercare di ascoltare il meno possibile, quando fui catturata da un particolare interessante...Castiel.
Era mezzo sdraiato, con le cuffie nelle orecchie.
-Cas- lo richiamai, scostando delicatamente gli auricolari. Lui si voltò verso di me -Non l’ascolti la lezione?- chiesi abbastanza perplessa...d’altronde io non conosco tutte le usanze degli umani...
Assottigliò gli occhi -Tzè! Non pensavo fossi una studentessa modello...cerca di non rompere- fece per riprendersi le cuffiette, ma io lo fermai.
-Neanche io sto ascoltando la lezione, figuriamoci se sono una studentessa modello...ma ho dei motivi per farlo...-
Castiel sembrò incuriosirsi -E quali motivi avresti, nana?-
Feci per rispondere...ma mi bloccai, pentendomi di quello che avevo appena detto...non potevo mica dirgli che ero un angelo!
-Ehm...perché...- poi mi venne il colpo di genio -Mio padre conosce un tizio che conosce un altro tizio che è il cugino di un tizio che fa l’esorcista...-
“L’esorcista???...Non potevi dire semplicemente “mio padre conosce un parroco”? Oppure “Mio zio è un parroco”??...Dovevi per forza uscirtene con un’altra figura di cetriolo???”
-L’esorcista?!- chiese Castiel a bassa voce, incredulo.
Beh, Angel...quel che è fatto è fatto...
-Ehm...sì...e conosco questo esorcista da quando ero piccola...e quindi l’argomento “Angeli e Diavoli” lo conosco bene e non serve che segui la lezione...- spiegai poco convinta.
-Mhm...buon per te...ma ora dammi le cuffie- disse in una mezza specie di ordine.
-Eh? Io non ti do le cuffie se prima non me lo chiedi gentilmente!- risposi a tono.
Lui sbuffò irritato. Doveva piacergli parecchio quella musica...chissà cosa ascoltava...
“Perché non le metti e lo scopri da sola??” Dio...sempre il solito...e poi mi vengono a dire che dovrei ascoltare una lezione su quanto è misericordioso??
Ma, in effetti aveva ragione...senza chiedere il permesso, impugnai le cuffie e me le infilai nelle orecchie...
MI PENTIRO’ PER SEMPRE DI QUELLO CHE HO FATTO...ecco, questo è il riassunto della canzone che stavo ascoltando...
Non solo andava contro il cattolicesimo...ma andava contro qualsiasi altra religione e, se gli alieni avessero una loro credenza religiosa, andrebbe contro anche a quella...
Era un gruppo metal (ok, a me piace il rock, il metal...ma quello era ostile a ogni mio principio di vita).
Come potevo essere l’angelo custode di un mortale che ascolta canzoni del genere?? Sembro razzista? Sarà pure...ma quelle canzoni erano dedicate solo e solamente a Satana.
-Ma...queste canzoni sono blasfeme...- sussurrai sconvolta.
Mi guardò irritato -Non esistono solo canzonette di bambole e orsacchiotti rosa-
Ero ancora spaventata da quello che avevo sentito...quella musica avrebbe attirato letteralmente il male -Tu non credi, vero?- chiesi fredda.
Lui sembrò essere confuso dal mio improvviso cambio di umore, ma si vedeva che era ancora arrabbiato per le mie critiche verso quel complesso -Non credo a cosa?-
Sollevai il viso, guardandolo negli occhi e intristendo lo sguardo -A Dio-
Distolse lo sguardo, afferrò le cuffie dalle mie mani e, rimettendosele con indifferenza rispose semplicemente con una parola, una sola parola, che mi fece crollare il mondo addosso.
-No-

*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Weee! Ciao!! ^^
Questo è un'altro dei miei capitoli e...ci stiamo avvicnando sempre di più al cap X!! Evvivaaa!! Sono euforica...da quel momento in poi la storia si smuoverà un po'...non vedo l'ora! *-*
Cooomunque...siccome in ogni "Angolo della scrittrice" non so mai cosa dire, ne approfitto per dire qualcosa con lo scopo di far passare più tempo possibile e chiudere questo benedetto capitolo  ringraziare tutti i lettori...
Un grazie ai lettori silenziosi, che leggono la mia storia di nascosto senza farsi scoprire da mamma Lili, che sene sta sempre lì, con un computer e un mestolo in mano, pronta a darvelo in testa se fate qualcosa di sbagliato (no, scherzo). Ma un grazione speciale a coloro che leggono, seguono e commentano, rendendomi tanto felice!!
Detto questo, vi saluto e me ne vado!...ciao!!
 

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Capitolo 14
*** Fonte di emozioni ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 11

FONTE DI EMOZIONI



Il mio piccolo cervello in quel momento era stramazzato a terra, ridendo di pura gioia (o pura follia): le lezioni erano finite...e quello voleva dire...SI ESCE DA SCUOLAAA!!!
Presi la cartella, ficcandoci dentro l’astuccio e un libro a forma di mattone, che pesava come un mattone.
Poggiai il tutto sul banco, pensando che sarebbe stato più facile da tirare su...mi sbagliavo:
Afferrai saldamente la tracolla, tirando con tutte le mie forze, ma più tiravo più sentivo le mie braccia cedere sotto tutto quel peso...e più le mie braccia cedevano, più mi innervosivo, pentendomi di aver portato con me anche l’elenco delle formule magiche (sì, perché Dio mi aveva ovviamente fatto comparire un libro angelico nella borsa, così da farla diventare più pesante...ovviamente!)
Cominciai a fere leva sulle gambe, per riuscire almeno ad appoggiare quell’incudine sottoforma di borsa sulla spalla.
-Serve una mano?- sentii dire. Alzai lo sguardo.
Rosa aveva appena afferrato il suo zaino, mettendoselo in spalla a rallentatore come in quelle pubblicità di borse, in cui ragazze e ragazzi dal fisico perfetto e vestiti da perfetti campagnoli si caricano in spalla borse e borsette luccicanti, facendo vedere quanto sono fortunati, belli, felici...e LEGGERI...
Tipo la pubblicità della mozzarella: oh la mozzarella, una gustosa bontà! Mhmm...(ironicamente parlando)
Ma non era Rosa colei che aveva pronunciato quelle parole, ma bensì il mio compagno di banco, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta con un ghigno sul viso.
Siccome non era difficile notare che il tizio si stava trattenendo con tutte le sue forze dal ridere, decisi di cedere a Mr. Orgoglio seguendo la strada del “chi fa da se, fa per tre”.
Negai con un mugugno, appoggiando le mani sotto alla borsa e tirandola su come si tirano su i bebè.
La presi in braccio e, ondeggiando a destra e a sinistra per il troppo peso, raggiunsi Castiel.
-Rosa- sussurrai.
Lei si avvicinò a me correndo...ma non per aiutarmi, anzi, mi diede un bacio sulla guancia per poi superare il rosso, uscendo dalla classe.
-Dopodomani c’è la sfilata!- gridò -Devo assolutamente prepararmi!!- e detto questo scappò via.
Castiel tornò a guardarmi con quel suo sorriso sghembo, incrociando le braccia al petto -Bene, allora andiamo- si voltò e uscì dall’aula, aspettandomi a qualche metro di distanza con uno sguardo di sfida.
Peccato che io avevo pensato solo ad accettare la “sfida” di Castiel e non al fatto che avrei dovuto portare quel coso fino a casa...sì, sono un’idiota.
“Ah, questo è sicuro!”
Deglutii -E-ecco- feci qualche passo traballante. Riuscii ad arrancare verso la porta e stavo anche per uscire, quando un ciondolo fatto a forma del simbolo della pace, ovviamente applicato alla mia borsa da Mr. Hippy (Dio), si agganciò alla maniglia della porta.
Entrò in atto una specie di effetto fionda: il ciondolo agganciato alla maniglia si allungò poiché era fatto di gomma, per poi spingermi all’indietro, facendomi inciampare e sbattere la schiena contro la porta dietro di me.
Caddi a terra con un gemito di dolore.
Castiel assunse un’espressione preoccupata. Si accucciò accanto a me -Ti sei fatta male??- chiese togliendomi la tracolla di dosso, che essendosi schiantata sul mio petto mi impediva di respirare.
-N-no- risposi insicura. Feci per sollevare la schiena, ma un forte dolore mi fece urlare e ricadere all’indietro.
Il ragazzo storse la bocca, per poi cominciare a ridere -Che ti ridi?!- ringhiai tra smorfie di dolore.
-E’ che ahaha...sei così tonta!-
Sgranai gli occhi -Cosa????!!-
-Se ti fossi fatta aiutare non saresti caduta...sei proprio idiota!- disse ricominciando a ridere.
-E tu invece sei tanto meglio!- risposi ironica, tentando nuovamente di alzarmi invano.
-Vedi?- disse ancora, alzandosi da terra.
-Vedi cosa?- chiesi stanca di quella conversazione.
-Non è più facile dire “Mi aiuti per favore, Castiel?” invece di fare la stupida?-
Ero tentata di rispondere “non sono stupida, brutta idiota!”, ma decisi di arrendermi...tanto non ce l’avrei mai fatta ad alzarmi da sola -Castiel- lo chiamai -Mi aiuti per favore?-
Lui sgranò gli occhi, indietreggiando spaventato -Non ci posso credere!! Tu che dici “Castiel” e ”per favore” in una stessa frase?! Non me lo sarei mai aspettato!-
Sbuffai -Tu mi hai chiesto di dirlo e io l’ho detto-
Ghignò -E se ti dico “baciami”, tu mi baci?-
Sobbalzai -Eh?!-
-Scherzavo- rispose sorridendo. Mi afferrò la mano, tirandomi in piedi.
Quel movimento, però, mi provocò un forte dolore proveniente dal fondoschiena, zona osso sacro. Inconsciamente un piccolo gridolino mi uscì dalle labbra.
-Ti fa davvero così male?- chiese tornando serio.
-No, no...posso camminare da sola non preoccuparti- e tornai dritta, sopportando le fitte senza dire nulla.
-Dai! Si vede che stai soffrendo! Sei veramente un’idiota!!- esclamò arrabbiato.
Mi voltai verso di lui -Non è vero, Castiel. Sto bene-
Roteò gli occhi -Tu vieni a casa da me- rispose, prendendomi per mano.
-Cosa?? No! E poi perché a casa tua?- chiesi perplessa.
Sorrise malizioso -Ti ricordi quando eri scappata da quell’ospedale? E da allora che dovevi venire a casa mia...e mi devi un debito. Non fare storie- intrecciò la mano alla mia, stringendola forte.
Il mio cuore saltò un battito, aumentando progressivamente la velocità.
Le mie guance si imporporarono. Sentivo una strana sensazione nascermi nel petto, una sensazione che – giuro – non avevo mai provato in vita mia...ma la cosa che mi impauriva di più era il fatto che mi piaceva...
“Angel”
Provai a liberarmi dalla sua presa, ma senza successo -Non.fare.Storie- replicò indurendo lo sguardo.
Sospirai e mi feci guidare fino fuori dal liceo. Mi accompagnò alla sua moto, aiutandomi a salirci sopra. Poi mise in moto e partì.
Mi aggrappai a lui non appena sentii il rombo della moto e il vento nei capelli. Ero terrorizzata, ma cercai ugualmente di non darlo a vedere...quello era l’unico mezzo di trasporto e non potevo certo costringerlo ad andare a piedi lasciando la sua amata moto lì...
Dopo dieci minuti arrivammo davanti ad una villetta a due piani tinteggiata di grigio.
Il cancelletto era ad apertura elettrica e, una volta aperto con l’apposito pulsante, vi ci entrò dentro parcheggiando la moto sul viottolo.
Scese dall’attrezzo infernale avvicinandosi a me, mi prese le mani facendomi discendere con molta cautela.
Poi, sempre tenendo la sua mano stretta alla mia, si avviò verso il portone d’ingresso, inserì le chiavi nella toppa ed aprì la porta.
Avevamo ancora le mani intrecciate ed io ero sempre più paonazza.
“Angel, è importante”
Cominciai ad ispezionare l’ambiente, che a prima vista sembrava normalissimo...ovviamente era normalissimo per gli esseri umani...ma non per me.
Era una bella casa, ampia, grandi finestre...un po’ come in quei cataloghi di mobili.
Una casa perfetta per i mortali ma, ripeto, non per me.
Riuscivo perfettamente a sentire forti emozione aleggiare nell’aria. Emozioni potenti ma malvagie, emozioni che solo una creatura poteva emanare...
No Angel, non pensare subito al peggio...solo ottimismo.
Peccato che di ottimismo ce ne voleva davvero tanto per togliermi quella brutta idea di testa.
Quella che era zompata nel mia testa appena ero entrata in quella casa...era l’unica spiegazione...ma anche la peggiore.
E tutte quelle idee supposizioni facevano crescere in me solo un pensiero: ero arrivata troppo tardi.
Castiel mi fece accomodare sul divano, poi divise le nostre mani dirigendosi in cucina per preparare il pranzo.
Ero preoccupata e mi sentivo in colpa, ero felice di essere lì (strano a dirsi) ma avevo paura, paura di non riuscire a proteggere Castiel, perché quello era un peso troppo grande da portare per me.
...Prima o poi sarei caduta.
Dopo qualche minuto decisi di alzarmi, ero stanca di restare seduta su quel divano freddo in quell’ambiente primo di emozioni...(no, di emozioni ce ne erano pure troppe, ma mi facevano drizzare i peli sulle braccia).
Poggiai una mano dietro la schiena. A quel contatto, un brivido che alloggiava sulla mia schiena cominciò a ballare la samba, salendo e scendendo lungo la spina dorsale.
Recitai a bassa voce una delle Preghiere Angeliche per dolori muscolari, che funzionava un po’ come quella pomata dei mortali...Viamal trauma gel.
Appena mi fui alzata, il dolore era scomparso...lasciando il posto ad una paura che non credevo di riuscire a provare più da quel giorno.
Castiel era ai fornelli, perso ancora una volta nei suoi pensieri.
Non mi andava di leggergli nella mante, ognuno ha i propri segreti...ed era meglio rispettare la legge sulla Privacy...
Mi avvicinai a lui senza l’uso di alcun potere. Una volta arrivatagli accanto, gli toccai lievemente la spalla, facendolo sobbalzare per lo spavento.
-Non mi avevi sentita arrivare?- ed ecco un’altra domanda scema...ovvio che non mi aveva sentita arrivare, altrimenti il suo cuore non starebbe battendo così velocemente...
...Ma...aspettate un attimo...perché in questo momento riesco a sentire i battiti del suo cuore??
Abbassai lo sguardo sulla mia mano, appoggiata delicatamente sul petto del ragazzo.
COME CAVOLO HO FATTO AD APPOGGIARGLI LA MANO SUL CUORE SENZA RENDERMENE CONTO???
La tolsi istantaneamente, abbassando lo sguardo.
Non riuscivo a non pensare a cosa avevo fatto, né avrei potuto dimenticare la faccia del ragazzo, diventata rossa fino alle punte delle orecchie.
Sentii il sangue salirmi verso le guance. L’unica cosa che mi rimaneva da fare era prepararmi al meglio per la mia imminente peperonizzazione.
 
POV CASTIEL
Non potevo credere a quello che stavo provando.
Angel se ne stava seduta sul divano dietro di me, mentre io sorridevo come un ebete solo ripensando al fatto che lei era a casa mia...già, sono proprio un idiota.
Cercai di concentrarmi sull’acqua che avevo messo a bollire, ma era tutto inutile...quello stupido sorriso continuava a farmi capolino sulle labbra.
Alla fine mi arresi, lasciandomi trasportare da quel vortice di pensieri che stavano facendo la fila nella mia mente...
Ad un tratto comparve l’immagine di Angel davanti ai miei occhi...i capelli neri come la pece che ondeggiavano al vento, i suoi occhi gialli e azzurri risplendevano alla luce del sole...il suo viso così perfetto e così...
Ma quel sogno ad occhi aperti, così come tutti i sogni, sparì, portato via da una strana sensazione...come se qualcuno mi avesse appena toccato la spalla...
Sobbalzai...in effetti...qualcuno mi aveva appena toccato la spalla...e, siccome eravamo in due in quella casa, quella persona era Angel.
Mi voltai verso di lei -Non mi avevi sentita arrivare?- chiese, appoggiandomi una mano sul petto. Trasalii a quel contatto, diventando completamente rosso.
Il mio cuore aumentò i battiti...e cominciai a sentire una strana sensazione allo stomaco...
Possibile che io mi stia...

POV ANGEL
Scossi la testa, ignorando l’imbarazzo che stava prendendo possesso di me. Mi scostai da lui.
-Io vado a farmi un giretto...se mi cerchi, sono sopra...- dissi avvicinandomi alla rampa di scale a chiocciola che mi avrebbe portata al piano superiore.
Sentii Castiel annuire e tornare poi a sminuzzare il basilico.
Cominciai a salire, trovandomi pochi secondi dopo davanti ad un corridoio illuminato solo dalla luce fioca che proveniva dalle finestre coperte da tende opache.
Cominciai a tastare il muro come un’idiota, in cerca dell’interruttore.
Lo trovai poco dopo – indovinate – sulla parete opposta a quella che stavo “analizzando” (ma guarda un po’!)
Una volta accesa la luce...il mondo divenne più chiaro e più felicemente luminoso.
“Qua ci starebbe molto bene un coro di angeli...o un coro di Me...per cui o canti tu, o canto io, il che non sarebbe male...eheh”
-Qualsiasi cosa, ma non cantare!- esclamai impaurita.
“Il mio canto è magnifico!!...Comunque...” si schiarì la voce “Dobbiamo parlare di...ehm...di te e del ragazzo”
-No, ora non posso-
“Subito!”
-No, ora non posso...ne parliamo appena torno a casa-
Non diedi al mio interlocutore il tempo di rispondere e aprii una porta a caso, in un millisecondo...
Ok...sturalavandini, mattonelle bianche, water, carta igienica...questo è sicuramente il bagno...
“Tu entri in una casa e la prima porta che apri è...il bagno! Complimenti! Bella scelta”
-Non sapevo che fosse il bagno!- mi difesi, richiudendo la porta dietro di me.
La mia seconda scelta ricadde su un’altra porta...del tutto uguale alla prima...
La aprii...
-Uhm, interessante...è la camera di Castiel...vediamo cosa riesco a trovare...- sorrisi -Dai Angel, mettiti al lavoro-
“Devo ritenermi fortunato di avere una figlia che parla da sola??”
-Assolutamente- risposi entrando nella stanza.
La sua camera era ampia ma, come tutti gli altri luoghi della casa, anonima.
Beh sì...c’erano poster sul muro, calzini sporchi a terra e oggetti che neanche volevo sapere cosa fossero o a cosa servissero...ma per quanto riguarda foto e tutte le altre cose che la maggior parte dei liceali tengono nella loro camera...neanche l’ombra.
Attivai i miei sensi di angelo (tipo quei supereroi che combattono il crimine e vengono acclamati dal popolo...beh, non mi dispiacerebbe un po’ di fama...)
“Angel...tu sei un angel! Ahaha...l’hai capita?? Angel tu sei un angel...ahaha! Ehhh? L’hai capita? Ehhhh?”
Sentii una forte fonte di emozioni positive posta dietro di me, forse accanto alla porta d’ingresso...
Mi voltai lentamente, cominciando a squadrare la parete in cerca dell’oggetto che irradiava quei sentimenti.
Posai la mano sulla maniglia, appoggiandomi ad essa e ricominciando a cercare l’oggetto, anche se fosse stato solo una pantofola.
Mi scostai dalla porta per controllare nel assetto di un mobile e, nel farlo, intravidi in un angolo una specie di casetta...e dall’entrata sbucava una corda ricoperta di pelliccia nera (ok, era una corda un po’ strana...) allungai una mano in avanti e chiusi gli occhi per concentrarmi.
-E’ da quel coso che proviene l’energia positiva...Ah! Deve essere sicuramente quelloo!- esclamai entusiasta della mia genialità.
“Ma la smetti di parlare da sola??”
Mi slanciai in avanti per raccogliere quello strano oggetto, buttandomi a terra, e lo afferrai, stringendolo...
-Hey ma...è...è morbido- notai, palpandolo -Chissà che cos’è...-
“Già, chissà che cos’è...MA LA SMETTI DI PARLARE DA SOLA?? SEMBRI UNA DEFICIENDE SCHIZZATA! Ed infondo è quello che sei...MA SEMBRI COMUNQUE UNA DEFICIENTE SCHIZZATA!!”
-Stai zitto tu!- risposi digrignando i denti...poi emisi un ringhio.
“Perché hai ringhiato?”
-N-non lo so...ma ho una strana sensazione...come se non fossi stata io a ringhiare...-
“Ma se non sei stata tu chi può”
Il Signore fu interrotto da un nuovo ringhio, molto più forte e spaventoso...proveniente da...dietro di me.
L’oggetto peloso che tenevo stretto tra le dita si mosse, sfuggendomi di mano...
Mi voltai -Ma che cos- la voce mi si bloccò in gola...deglutii.
-Oh-oh- mi trovavo davanti ad un muro peloso e nero...sollevai lo sguardo -Oh-oh- replicai come un disco rotto. Una goccia di bava mi cadde sulla fronte.
Sbiascicai un aiuto, indietreggiando e cercando di rialzarmi allo stesso tempo.
Sbattei contro la porta, che si chiuse...non avevo vie di fuga...
Il mostro, che conoscevo bene per un motivo preciso, mi si avventò contro, cominciando a........leccarmi la faccia...
“Ohh...ahaha!”
-Smettila di...di ridere!!- cercai di togliermi Demon di dosso, ma in quel momento era come un gigante in confronto a me...
Quando sentii che un po’ delle sua bava, colando, mi aveva raggiunto la schiena (dove alloggiavano le mie amate ali che, anche se erano invisibili...c’erano) lanciai un urlo.
“Sei ancora così gelosa delle tue ali?”
Grugnii contro il cane -Te lo dico gentilmente...per favore cucciolone adorato potresti togliere le tue bellissime zampotte dalla mia faccia??-
Vedendo e sentendo che il cane, al contrario di quello che gli avevo chiesto di fare, stava cominciando a mangiucchiarmi le dita delle mani, cacciai un altro urlo più potente del primo (chi ha mai avuto le proprie mani sul menù di un cane, potrà capire che dolore stavo provando).
 
POV CASTIEL
Stavo preparando la pasta al pesto...e in quel momento ero intento a tritare una manciata di pinoli, quando sentii Angel urlare.
Mi aveva preso così alla sprovvista, che persi l’equilibrio finendo a terra insieme a tutti i pinoli...
Mugugnai, arrabbiato per aver fatto finire a terra la mia opera d’arte (che poteva essere definita in tutti i modi, tranne “opera d’arte”) e mi alzai di scatto, ignorando il macello che quella mia caduta aveva provocato alla cucina e corsi verso il piano di sopra, rischiando di inciampare sui gradini e rompermi l’osso del collo giusto un paio di volte...
Aprii la porta della mia camera...e quello che vidi mi lasciò di stucco (ed è dire poco)...
-Ciao Castiel!- esclamò Angel, salutandomi con uno mano sanguinante.
Corsi verso di lei, afferrandole la mano -COME DIAVOLO HAI FATTO A FARTI QUESTE FERITE???- chiesi urlando.
-Ah...ehm...- cominciò a balbettare fasi senza senso, poi vidi il suo sguardo illuminarsi e guardarmi fiera di sé -Mi sono chiusa la mano nella spillatrice!- e mi indicò l’attrezzo sulla mia scrivania.
-Non so come puoi anche solo PENSARE che io creda ad una scemenza simile!!- esclamai nero di rabbia -Chi cerchi di proteggere?- chiesi serio.

POV ANGEL
Non sapevo davvero quali pesci pigliare...mi sarei sentita in colpa se avessi rivelato che ero stata morsa da Demon...ma non potevo fare nient’altro.
-Demon- risposi abbassando lo sguardo, come fossi una bambina che viene sgridata dalla madre.
-Cosa Demon??-
-Mi ha morsa...è stato Demon-
Lo vidi rabbuiarsi in volto e assumere un’espressione differente...come di tristezza.
-E’ stato lui a morderti?- chiese come se non avesse sentito quello che avevo appena detto, cercando conferma nei miei occhi.
-Sì...ma non è nulla di grave...è tutto a posto!- risposi sorridendo...ma lui non poteva sapere che avevo l’abilità di guarire dalle ferite con una sola parola...
Alzò lo sguardo, osservando intensamente la mia mano, che intanto continuava a sanguinare -Cosa vuoi che gli faccia?- chiese intristendo ancora lo sguardo.
E solo allora, osservando quei suoi occhi, capii...
Ecco perché da Demon proveniva quella fonte di positività...era Castiel che la trasmetteva al cane...
Quindi Demon (indipendentemente dal nome che gli aveva dato quello sciagurato) era una fonte di amore...
Gli appoggiai una mano sulla guancia, sollevandogli il viso.
Lo guardai dolcemente e lui arrossì -Non è niente di grave...e tu non punire Demon, non voleva farmi male- tolsi il palmo dalla sua guancia, liberando la mia mano ferita dalle sue -Una fasciatura e torna tutto a posto-
Mi allontanai da Castiel, abbassandomi per accarezzare Demon che nel frattempo si era rintanato nella cuccia, poi uscii dalla camera.
...Tanto sapevo già dov’era il bagno...
 
POV CASTIEL
Volevo che Angel fosse una brutta persona...lo volevo con tutto il cuore...
Volevo odiarla...avrei voluto tante cose, ma in particolare una:
Avrei voluto non innamorarmi di lei...
Se fosse stata una persona malvagia tutto quello che stavo provando non l’avrei provato e avrei tranquillamente potuto rispettare il mio impegno di stare lontano dalle storie serie...ma purtroppo lei è perfetta.
Avevo giurato di non innamorarmi mai più...ero diventato un'altra persona, con un carattere completamente diverso da quello che avevo anni prima...e mi ero promesso che quello che era successo con Debrah non si sarebbe ripetuto...ma, purtroppo, ho incontrato lei.
Dopo qualche minuto cominciai a sentirmi scemo...
Perché in quel momento, invece di farmi complessi esistenziali, non ero con lei ad aiutarla a fasciarsi la mano??
Scossi la testa, dirigendomi verso il bagno.
 
POV ANGEL
Afferrai il libro delle preghiere angeliche. Andai all’indice, scorrendo con il dito in cerca della formula giusta.
-Mhm... “Riparare le ossa”, “Riparare le unghie"...bla bla bla...Eh? “Sputare un dito"??-
“Cosa??”
-Qua c’è scritto come...sputare un dito!-
“Un...dito??”
Perplessa, cominciai a leggere  -Mettere una mano sullo stomaco e allo stesso tempo infilare un dito nella gola e...oddio!...Meglio se mi concentro sulla formula che serve a me...-
“Già...”
-Mhmm...Ah! “Far scomparire le ferite"-
“Ok, bene...ora fai “scomparire” quella ferita ed esci dal bagno”
Annuii, appoggiandomi la mano addentata da Demon sulle gambe. Mi sedetti a terra per stare più comoda.
Ormai ero diventata esperta e, dopo aver trasformato per sbaglio la mia mano in un cocomero (ma solo per due volte), riuscii a far sparire le ferite e a fasciarmela appena prima che Castiel venisse a bussare alla porta.
-E-ecco un attimo!-
Mi alzai con un balzo felino (talmente “felino” che diedi una capocciata al lavandino...ah! Fa pure rima! Potrei scriverci una poesia...)
Aprii la porta, trovandomi davanti un Castiel versione preoccupata (di questi tempi succede molto spesso...strano vero?).
Lui si spostò di lato per farmi passare -Grazie- sussurrai.
Chiusi la porta dietro di me e sorpassai il rosso, dirigendomi in cucina.
-Angel- esordì appena raggiunsi le scale. Mi voltai verso di lui, aspettando che continuasse. Sospirò e si avvicinò a me.
Le mie guance si imporporarono quando posò delicatamente una mano sulla mia spalla, guardandomi dritto negli occhi.
Sentii il mio cuore aumentare i battiti. Non ero mai stata così prima di allora...
Non avevo mai provato quella sensazione provocata dall’aumento della velocità cardiaca...
“Angel...non farmi pensare quello che non voglio pensare..."
Non avevo mai provato quella strana sensazione allo stomaco...
"Angel...tu non stai disubidendo a quello che penso io, vero??...Angel!...ANGEL! MI STAI ASCOLTANDO??"
Quei meravigliosi occhi...quella bocca così vicina alla mia. Il suo respiro mi accarezzava le labbra. Il suo profumo mi inebriava...
"SEI UN ANGELO! HAI DELLE REGOLE DA RISPETTARE...TORNA IN TE!...TU SEI UN ANGELO!!"
Temetti che il mio cervello stesse per scoppiare con tutte quelle grida del Signore...ma non riuscii a distogliere lo sguardo da quei bellissimi occhi, da quel bellissimo viso...
“Angel! Stai disubbidendo alla regola più importante! Torna in te! Corri via da quella casa e da quel mortale...ti assegnerò un altro protetto!”
Scossi la testa, continuando a guardare Castiel...fino a che non mi resi conto che la distanza fra noi era quasi scomparsa...
 
POV CASTIEL
Non volevo soffrire ancora...non volevo innamorarmi di nuovo...
Tutte quelle mie convinzioni stavano svanendo, così come stavano svanendo i centimetri che mi distanziavano da quelle labbra...così belle e tentatrici...
Non potevo aspettare ancora, continuando a rispettare quelle convinzioni e quelle regole che non volevo rispettare...in quel momento volevo solo baciarla.
Quando tornai in me un solo pensiero mi oltrepassò la mente:
MA QUANTO SONO CRETINO DA 1 A 1000, ESCLUSI I PRIMI 999???
Ma che cavolo sto facendo?? Angel penserà che sono un maniaco...un deficiente...un maniaco!!
Aspettate...mi sono perso qualcosa...DA QUANDO IN QUA MI PREOCCUPO DI CIO’ CHE GLI ALTRI PENSANO DI ME???
 
POV ANGEL
No, no, no...non doveva finire così...io ero un angelo...io...
Non sapevo più cosa pensare...Castiel...non poteva volere ciò che stava dimostrando di desiderare...
...lui non poteva volere...me!
Nonostante tutti i buoni propositi che avevo da quando tolsi l’apparecchio, buttai gli elastici per codini e mi laureai in “Angelica protezione dei mortali” diventando un Angelo a tutti gli effetti e giurando di mantenere le 10 regole fondamentali degli angeli...io volevo quelle labbra...
Mi sentivo attratta da quegli occhi che mi fissavano magnetici.
E io che avrei fatto??
Avrei chiuso anche i miei, abbandonandomi a quella forza maggiore che mi attirava alle sue labbra...
...Oppure avrei ascoltato le urla di Dio, scappando da quella casa e da quel ragazzo??
Ma, proprio quando stavo per riflettere seriamente sulla possibilità di ricambiare il gesto o meno...venni interrotta dall’inaspettato...

*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Hey!! Ciaooo!
Come state miei cari? Bene?? Ohh che bello! (?)
Ed ecco il nuovo capitolo...eh già.
E sono felice perchè tra due cap. arriverà il Capitolo X!! So che non ve ne importa un fico secco di questa storia del Cap X...ma mi entusiasma dirlo...e mi fa sentire un agente segreto: "Hey, tra poco arriverà il Capitolo X. La mia squadra è pronta per agire" Ahahaha *ride come una pazza isterica* (?)
Questo capitolo, come avrete potuto notare, è incentrato sulla "relazione" tra Castiel e Angel...che anche io reputo essere due stoccafissi.
In questo capitolo più che mai risultano mezzi tonti ed ingnorano i loro sentimenti come deficienti. Questa storia, comunque, si dilungherà (sì, dispiace anche a me) per molti altri capitoli...
Vi dico solo che ho già ideato una specie di fine...sì, proprio la fine finissima di tutta la storia, ma arriverà tra molto mooolto tempo...
Ok! Qui tutto bene Roger...passo e chiudo!
*Si mette gli occhialetti da aviatore, controlla che tutte le cinghie del paracaduete siano a posto, per evitare spiacevoli inconvenienti, e si butta dall'aereo urlando come una pazza appena evasa dal manicomio*
 
 

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Capitolo 15
*** Una macchia sulla pelle ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 12

UNA MACCHIA SULLA PELLE



Non potevo crederci...quel...farabutto!
Castiel poggiò le sue labbra sul mio orecchio, facendomi rabbrividire -Angel...volevo dirti...non ho finito di preparare la cena- concluse staccandosi da me.
Mi sentii avvampare di rabbia. Raddrizzai la schiena, stringendo con forza il passamano della scala dietro di me.
Come si permetteva quel bastardo di trattarmi in quella maniera??
Visto e considerato, poi, il fatto che stava per farmi ricadere nel peccato e nella tentazione, nel vero senso della parola.
Lui, però, non sapeva quale rischio correvo se quei tre centimetri che separavano le nostre labbra si fossero azzerati all’istante. Non sapeva cosa avrei subito, quali punizioni avrei dovuto sopportare per colpa di un’incosciente reazione da parte mia.
No, non lo sapeva. Nessun mortale avrebbe dovuto sapere niente. Nessun mortale avrebbe neanche dovuto sospettare qualcosa.
Scrollai la testa, scacciando quei pensieri che stavano solo ritardando la mia risposta. La risposta che avrei dato a quell’essere pieno di orgoglio e di mistero, così vulnerabile a ciò, a chi, sarebbe giunto prima o poi.
Perché sarebbe arrivato il momento di difendere il ragazzo da quella capigliatura rosso fuoco, che in quel momento stava rovinando alcuni dei miei preziosi minuti.
Però, il momento in cui avrei dovuto mettere in pratica ciò che gli Arcangeli mi avevano incaricata di fare, non era ancora giunto; e ciò voleva significare che in quel momento la parte del difensore ancora non mi spettava...
Mi voltai verso di lui, fissandolo intensamente, come a volergli leggere l’anima. Quel mio sguardo però, a differenza delle altre volte, non era finalizzato a leggergli dentro.
Il mio viso, la mia espressione, esprimevano rabbia. Soltanto rabbia.
Rabbia per lui, quello che non era successo e ciò che sarebbe potuto succedere. Niente di me era dolcezza.
Il mio sguardo tagliente lo trapassò da parte a parte. Lo sentivo.
Sentivo il suo stupore verso ciò che esprimevo senza l’uso di parole. Sentivo il suo senso di colpa. Sentivo la tristezza che si impadroniva di lui, e l’ansia che lo circondava.
Io sentivo tutto.
Ma nonostante ciò che vedevo nei suoi occhi, le sensazioni che provavamo entrambi, non smisi mai un attimo di chiedermi se io, in quel momento, sarei stata ferma senza reagire.
In effetti, la domanda sorge spontanea...
Io mi sarei scansata davvero da lui nell’attimo in cui i miei voti di castità verso il genere umano sarebbero morti?
Avrei obbedito a ciò a cui non mi era concesso disobbedire?
Io ero un angelo...lui un mortale...cosa mi aspettavo sarebbe successo?? Che sarebbe nata una grande ma illegale storia d’amore? Angel...esci dal mondo dei sogni.
Intanto la mia rabbia verso quel ragazzo cresceva...e la domanda che continuavo a pormi era sempre la stessa: avrei veramente rinunciato a tutti i miei principi di vita per lui??
Avrei tanto voluto che la risposta di Eddy (la mia coscienza) fosse un secco “NO”...ma purtroppo non sono un’ipocrita...ed Eddy neanche.
Sì...in realtà lo avrei baciato.
Ma il problema era che quelle labbra mi attiravano come magneti. Erano come una porta chiusa con su scritto “ATTENZIONE! PERICOLO DI MORTE CERTA. NON APRITE LA PORTA SE NON VOLETE PERIRE DOLOROSAMENTE!!” ...insomma...come si fa a non aprirla??
Sollevai lo sguardo che, persa nei miei pensieri, avevo inconsciamente spostato dal viso quasi mortificato del rosso al tappeto, senza dire una parola.
Mi avvicinai sempre silenziosamente al ragazzo e, fissandolo ancora una volta dritto negli occhi, gli tirai uno schiaffo.
Il suono rimbombò sulle pareti, propagandosi nell’ambiente come lo scoppio di un tuono, solo più acuto.
Non era uno schiaffo leggero, ma bensì uno di quelli che lasciano il segno. Uno di quelli che dipingono il viso di quel leggero rosso, lo stesso rosso che in quel momento stava disegnando sulla sua guancia i tratti della mia mano.
Stessa mano che ora si era adagiata al mio fianco, compiaciuta dell’aver svolto il suo compito.
Spostai la mia concentrazione dai suoi occhi grigi che mi fissavano sbigottiti alla sua guancia.
-Rossa- sussurrai, continuando a guardare quella macchia che decorava il suo bel viso con delle sfumature color carminio.
Lui doveva capire una volta per tutte che a giocare con i sentimenti della gente ci rimedi solo ceffoni.
Dopo qualche secondo fece per parlare, ma lo interruppi prontamente -E sappi che non me ne andrò. La cena la preparo io- detto questo girai i tacchi e scesi con passo svelto dalle scale.
Mi avviai verso il salone ed entrai in cucina.
Mi guardai velocemente attorno, giusto il tempo di capire ciò che avrei dovuto fare in quel momento.
Così, buttai nel secchio la pasta (che in quel momento sembrava più il vomito di un gigante ubriaco che pasta), il basilico sminuzzato sparso a terra e i pinoli, che facevano compagnia al basilico sul pavimento.
Mentre stavo mettendo l’acqua sul fuoco, sentii Castiel scendere dalle scale e sedersi sul divano in salotto.
Lo ignorai completamente, concentrandomi sull’acqua che borbogliava placidamente.
-Se la guardi non bolle mai- sussurrai spostandomi di lato, per appoggiare la schiena al muro. Chiusi gli occhi, cercando di rendere l’attesa più piacevole.
Cosa del tutto impossibile se si ha il Signore che ti sussurra nella testa...
“E cosa vuol dire?”
Sospirai -E’ una specie di detto che ho sentito dire da alcuni mortali: se fissi l’acqua messa a bollire...non bolle- risposi prendendo un elastico dalla tasca dei pantaloni per legarmi i capelli.
“Dici che è una specie di...stregoneria??”
-Beh...non lo so...non l’ho mai capito- dissi con palese indifferenza.
Una volta fattami una semplice coda alta, volsi lo sguardo alla pentola, accorgendomi con gioia che alcune bolle avevano cominciato a formarsi sulla superficie dell’acqua.
Sorrisi.

POV CASTIEL
Mi ero sdraiato sul divano, tentando di non pensare a quello che avevo detto ad Angel...
E pensare che avevo fatto tutta quella scenata solo per mascherare la mia voglia di...beh, sì, avete capito...
Ad un tratto la sentii esultare di gioia -STREGONERIA O NO, L’ACQUA BOLLE!!-
Mi venne da sorridere per la sua ingenuità. Sembrava come se provenisse da un altro mondo, diverso dal nostro...era sempre impressionata da tutto...
 Affetta da una perenne allegria.
Come si fa a non volerle bene? Anche ad uno come me, un carisma ed un entusiasma del genere non passano inosservati...
Beh...neanche a tutti gli altri ragazzi del liceo, in effetti, non passati inosservati...
Quel pensiero mi bloccò completamente. Ogni singolo muscolo si rifiutava di muoversi.
La mia mascella si contrasse in una specie di strano ringhio. Ero come posseduto da qualcosa che mi impediva di pensare a nient’altro che alla ragazza che ha ribaltato la mia esistenza. Sotto tutti i punti di vista.
Scrollai la testa.
Perché quei capelli corvini dovevano essere sempre così spendenti e profumati??
Perché i suoi sorrisi dovevano essere così belli?? E suoi denti così stramaledettamente bianchi e perfetti??
Angel era la ragazza più bella della scuola. Lo sapevano tutti.
Tutti si erano accorti fin da subito di lei...chi non l’avrebbe notato? Forse io, povero idiota?
Ma certo che no...come poteva un cervello come il mio, realizzare che la ragazza che mi trovavo stranamente sempre intorno, poteva essere così...perfetta??
Ma io non potevo...no...non dovevo assolutamente continuare a pensare a lei. Non potevo continuare a penare su pensieri che prepotentemente si impadronivano della mia mente.
Una sfilza di nomi mi si materializzò davanti agli occhi. Nomi di ragazzi. Ragazzi che, prima di me, avevano adocchiato Angel...
Afferrai con forza il cuscino sopra al quale prima era appoggiata la mia testa, immaginando come avrei pestato il Rompipalle Galattico (soprannominato Nathaniel).
I motivi erano tanti per il quale in quel momento volevo vedere la faccia di quel biondino piena di lividi neri.
Motivi che mi costringevano a desiderare di riempire le mie mani del mio e del suo sangue, di evitare di soffermarmi sul dolore che avrebbe invaso le mie nocche chiuse a pungo, di concentrarmi invece sul mio odio per lui.
Angel non sarebbe mai stata sua.
Quel pensiero mi trapassò la mente. Non sapevo da dove era uscito fuori, anche perché lei non aveva passato molto tempo con il delegato...

Ma era ugualmente nato dalla mia mente accecata da una ingiustificata rabbia verso colui che una volta chiamavo “migliore amico”.
Mi voltai nervosamente da una parte all’altra, guadagnandoci solo una spiacevole caduta a terra.
-AHIA!!- esclamai appena dopo lo schianto.
Si sentì un rumore di pentole sbattevano tra loro, probabilmente opera di Angel, che presa dallo spavento le aveva lasciate rovinare sul pavimento.
Ignorando gli oggetti caduti a terra, lei si precipitò sul posto controllando se stessi bene.
Mi aiutò a rimettermi seduto sul divano.
Si sistemò al mio fianco e, per qualche strano motivo, mi adagiò una mano sopra la schiena mormorando qualcosa in una lingua che non capivo.
A quello strano quanto inaspettato contatto mi sentii infiammare le guance, e mi voltai di lato per evitare che notasse questo particolare.
Castiel che arrossisce.
Immediatamente, un tepore partì dal suo palmo e si irradiò per tutta la mia schiena, fino alle spalle.
-Non fare domande- sussurrò dopo aver tolto la mano dalla mia schiena.
Mi mossi leggermente, a disagio. Stranamente non percepivo alcun dolore...
-Ma come...- mi venne spontaneo dire.
Lei, per tutta risposta, sbuffò -Non fare domande- replicò alzandosi in piedi.
Mi fece appoggiare al suo collo, per tirarmi su.
Appoggiai la mano alla sua nuca e, nel momento stesso in cui la toccai, una scarica elettrica mi attraversò.
Per un secondo rimasi paralizzato da una sensazione, stranamente proveniente dal mio petto, poi mi voltai verso di lei.
...E rimasi bloccato ancora una volta...
Era una visione celestiale..
I capelli corvini erano tirati indietro e fermati da un elastico rosso, a formare una perfetta coda alta.
Aveva indossato una delle mie tovaglie a mo’ di grembiule per cucinare e, strano ma vero, le metteva in risalto le curve.
Era una perfetta cuoca, ma molto, molto sexy.
Sentii come un coro di angeli cantare.
Tutto era a rallentatore.
Mi sentii come se tutto fosse più bello e meraviglioso, come se il mondo potesse cambiare in bene, come se le mie speranze non fossero ancora perdute...
Mi sembrò di stare per svenire...

POV ANGEL
Castiel mi guardava a bocca aperta, poi, ad un tratto, chiuse gli occhi e si lasciò cadere all’indietro.
Mi si gelò il sangue nelle vene -Oh no! Effetto Angelo no...Effetto Angelo no!
Presi a caso una rivista dal tavolino davanti al divano e cominciai a sventolargliela davanti alla faccia...
-Svegliati!...Effetto angelo noooo...ti prego, non adesso!- sospirai seccata -Coglie le persone sempre nel momento meno opportuno...uffa-
Gonfiai le guance e misi il broncio.
“Hey, che stai facendo??”
-Sto mettendo il broncio-
“E il tuo protetto cosa sta facendo?”
-Oh, niente...sta solo giocando a chi muore prima...SECONDO TE???”
“Calmati!...mhm...indigestione di crostacei?”
Sospirai -No-
“L’hanno preso a broccolate in faccia?”
-No-
“Allora...oh, non mi dire che...”
Sorrisi compiaciuta -Esatto!-
“...LA MALEFICA TAZZA DEL BAGNO E’ TORNATA??? SI SALVI CHI PUOOOO’!!!”
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte -No, idiota!-
“Beh...quelle erano le ipotesi più probabili mia cara”
Alzai gli occhi al cielo -Ti dice niente “Effetto-Angelo”??-
“Ahhhh...questo spiega tutto...ma nessuno ci sarebbe mai potuto arrivare”
-Un idiota come te sicuramente no...-
“PORTA RISPETTO, ANGELO INSIGNIFICANTE!!”
Ridacchiai -E adesso come faccio a rianimarlo??-
“Beh, devi comunque stare più attenta a non mostrare il simbolo angelico a nessun mortale...”
Automaticamente mi portai una mano alla nuca.
I simboli angelici sono come dei tatuaggi, dei marchi che le creature angeliche sono costrette a farsi quando salgono di rango, diventando “Angeli”.
Sono come dei tesserini, dei passe-partout, dei lascia-passare per il Paradiso...e in particolare per un luogo segreto di quest’ultimo...ma non ne posso parlare...fa parte dei segreti angelici e deve rimanere TOP-SECRET.
“Beh...è comunque solo svenuto”
-Mhm...è strano che sia solo svenuto...i mortali muoiono se toccano i “tatuaggi” degli angeli...- borbottai.
D’un tratto mi ricordai del colloquio che avevo fatto con gli Arcangeli snob...
-Ah, sì è vero...Castiel è il-
“STUPIDA!”
-Che cavolo vuoi??”
“Se lo dici davanti a tutti, Loro ti sentiranno, idiota!”
-Davanti a tutti??-
“Bah, a volte sei proprio deficiente! Che se sai se qui intorno ci sia qualche presenza maligna pronta a riferire tutto a Lui??”
-Ahhh...sì, in effetti non ci avevo pensato-
“Poverina...”
-Fai del sarcasmo??- esclamai irritata.
“Sì, qualche problema??”
Sbuffai -BASTA! Ricordiamoci che qui davanti a noi c’è il mio protetto mezzo morto!-
“Svenuto, non mezzo morto”
-Fa lo stesso...-
“In ogni caso, non sembri particolarmente contenta che non sia morto...”
-Se fosse morto, lo avrei resuscitato...quello non è un problema per me-
Annuì “Allora...come pensi di fare per svegliarlo?”
Scrollai la testa -Non lo so!- gridai agitata.
“Hey hey...calma piccola...fammi pensare...”
-Se togli la parola “piccola”, quella frase non ha comunque lo stesso significato??-
“Beh sì...”
-E ALLORA TOGLILA!-
“Ciò che è detto, è detto...piccola”
Ringhiai -Pensa a qualcosa! Almeno quello lo sai fare, no?-
“Ripeto...PORTA RISPETTO!”
Mi guardai intorno freneticamente.
Mi inginocchiai accanto a lui, cercando di pensare a qualcosa.
“Si può sempre provare la respirazione bocca a bocca...”
Mi bloccai e sgranai gli occhi -COSA???-
“La respirazione bocca a bocca”
-Ma...non posso baciare un comune mortale! E’ contro le regole-
“Poco fa non mi sembravi tanto dispiaciuta di baciarlo”
Mi incupii -Non ne voglio parlare-
“Oh beh...ehm...” si mosse a disagio, consapevole di aver toccato un argomento delicato “La rianimazione bocca a bocca non è un vero e proprio bacio” rise nervosamente “Se ti dico io di farlo, va bene...”
-Non posso- dissi alzandomi e accucciandomi su di lui.
“ANGEL! IL RAGAZZO DAVANTI A TE E’ IL TUO PROTETTO. HAI IL DOVERE DI PROTEGGERLO, SE NON VUOI ESSERE ESPULSA DALL’ORDINE DEGLI ANGELI PROTETTORI!” tuonò il Signore.
Sobbalzai spaventata.
“O lo rianimi, o l’espulsione è assicurata”
Mi avvicinai a lui lentamente. Quando i nostri nasi arrivarono a sfiorarsi, un brivido percorse la mia schiena.
Chiusi gli occhi e poggiai le mie labbra sulle sue. Erano morbide.
Soffiai nella sua bocca dell’aria magica e, tempo tre secondi, si svegliò.
Mugugnò stupito e cercò di scansarsi, come se credesse che tutto quello era un sogno da cui si poteva svegliare ma, con tutta la mia sorpresa, dopo un po’ chiuse anche lui gli occhi e mi strinse a sé, scambiando la mia innocua rianimazione fosse qualcos’altro.
La sua lingua trovò facilmente un ingresso tra le mie labbra.
Forse perché ero talmente sorpresa dalle emozioni che provavo, da non riuscire a reagire...
...o forse perché, in fondo, non volevo reagire.
Ma ormai l’innocua rianimazione bocca a bocca si era trasformata in qualcos’altro.
Qualcosa di meraviglioso.
Sentii un lamento provenire dalla mia testa...
“Angel!!...Ok, fingerò di non aver visto nulla se ora tu ti stacchi da lui!”
Chiusi gli occhi, lasciandomi andare a quella passione, a quelle braccia che mi stringevano la vita e a quelle mani che mi accarezzavano i capelli.
Ero in paradiso...ma quello non era il Paradiso che conoscevo...un altro genere di sensazioni mi avvolsero come in un bozzolo. Lui aveva un buon sapore, uno strano sapore di tabacco mi riempì le papille gustative. Mi piaceva.
Sentii come se tutto quello che avevo desiderato si fosse realizzato all’istante.
“Angel, mi dispiace. Sono cosciente del fatto che sono stato proprio io, inconsapevolmente, a creare questa situazione...ma tutto questo è illegale”
Ignorai quella potente voce che mi tuonava nel cervello. Allungai le braccia verso il suo viso e i suoi capelli, che strinsi tra le mie mani. Erano morbidi. Molto morbidi...
Troppo morbidi...
“Sappi che prenderò provvedimenti”
Castiel mi strinse con più vigore, accarezzandomi il viso. Delle scariche elettriche mi attraversavano la spina dorsale ad ogni sua carezza, ad ogni suo tocco.
Ero completamente rapita, da lui, dalle sue morbide e carnose labbra e dalle sua mani che vagavano sul mio corpo instancabili, senza sosta.
Io giocherellavo con una ciocca dei suoi capelli con una mano e con un lembo della sua maglietta con l’altra.
Poi cominciai ad accarezzargli il petto.
Le nostre lingue ballavano, staccandosi e incontrandosi continuamente.
Le sue mani mi raggiunsero le gambe, sfortunatamente coperte solo da un paio di pantaloncini di jeans striminziti, e mi prese in braccio.
Non volevo soffermarmi sul significato di quel gesto poco ambiguo e continuai a baciarlo, fino a che non sentii il respiro mancarmi e la forza abbandonare i miei polmoni. Avevo bisogno di prendere aria.
Mi staccai da lui, ansimando e cercando di riempire di nuovo gli organi respiratori completamente sgonfi.
Castiel fece lo stesso e, quando fummo di nuovo in grado di parlare, mi strinse ancora a lui, portandomi davanti alle scale e cominciando a salirle.
-Come fai ad essere così leggera??- chiese stupito, con una voce roca che mi fece girare la testa.
Stava andando nella sua camera da letto e io non riuscivo a muovere un muscolo.
Ero completamente sotto il suo controllo, ma sapevo dove voleva andare a parare con quel gesto.
Non potevo permettergli di farlo...
Io non avevo il diritto di fargli credere di essere una normale ragazza che poteva baciare chi le pare e piace.
-Cass- sussurrai. Ma lui non mi ascoltava. Era come sordo alle mie parole, ai miei inutili avvertimenti. Nulla. Nel suo cervello in quel momento c’era il nulla.
Aprì la porta e si tolse la maglietta. Poi la richiuse dietro di sé quasi frettolosamente, urtando però contro un mobile.
Subito dopo si sentì il rumore sordo di qualcosa che cade. Socchiusi gli occhi, cercando di vedere meglio in quella stanza buia e identificare ciò che aveva provocato quel rumore.
Era una cesta di aggeggi, probabilmente cavi per la sua chitarra elettrica.
Ma lui, ancora sordo al mondo circostante e alle cose che succedevano attorno a lui, non badò al macello che aveva creato.
Superò il mucchio di cavi elettrici e mi appoggiò delicatamente sul letto.
Dopodiché ricominciò a baciarmi, sistemandosi sopra di me.
In un primo momento gli cedetti, rispondendo ad ogni suo bacio senza esitare, poi, quando riuscii a riprendere il controllo di me stessa e della mia mente sopraffatta evidentemente da qualche strano bisogno fisico, lo bloccai.
-Castiel-

POV CASTIEL
Lei mi bloccò e io corrugai le sopracciglia, palesemente sorpreso.
-Che c’è?- chiesi perplesso.
Lei si guardò intorno imbarazzata -N-niente...- le sue guance si tinsero di un lieve rosso.
“Che avrò fatto di sbagliato??” pensai cercando di riprendere un minimo di contegno.
Poi, ad un tratto, mi venne una possibile spiegazione in mente e ciò che avevo pensato mi fece stranamente sorridere -Non mi dire che è la tua prima volta...-
Angel si girò di scatto verso di me, arrossendo violentemente -N-no! Non è p-per quello...- esclamò agitando nervosamente le mani.
-E allora cos’hai? Ti senti male???- chiesi tirandola su, per aiutarla a rimettersi seduta.
-No...sto bene...è solo che...- vagò incerta con lo sguardo dal mio viso, fino al mio petto, probabilmente pensando a cosa rispondermi, ma, giunta nella zona dello sterno, vide qualcosa che la paralizzò completamente.
Sgranò gli occhi e mi strinse le braccia con le mani, quasi a voler conficcare le unghie nella mia carne. Ma ignorai il dolore, concentrandomi sulla sua espressione.
-Angel...- sussurrai spaventato.
Dire che ero preoccupato era dire poco...lei aveva un’espressione strana sul viso. Sembrava terrorizzata, atterrita.
In quel momento era come se ci fosse qualcuno nel mio cuore a controllare la mia preoccupazione, giocando a flipper.
Ogni volta che mi preoccupavo, lui faceva un punto...
-Hey...- lei non si muoveva -Angel...mi stai facendo preoccupare!-
Sgranò maggiormente gli occhi (per quanto possibile) e una lacrima le rigò il viso.
In quel momento, il tizio del flipper avrà fatto 1500 punti.
La presi per le spalle, cominciando a scuoterla -ANGEL!! COS’HAI?? PERCHÉ PIANGI???-
Lei indicò il mio petto e io portai velocemente lo sguardo su di esso, notando una macchia.
Una strana macchia...
La stessa strana macchia che avevo scoperto qualche giorno prima mentre mi facevo la doccia...
Una macchia a forma di croce capovolta.
La sentii singhiozzare e io mi voltai verso di lei, non capendo il perché di quelle lacrime.
Che cosa avevo fatto di sbagliato??
-Castiel- altre lacrime le rigarono le guance -Cas, mi dispiace- disse riprendendo a muoversi, per poi buttarsi su di me abbracciandomi.
-Angel, ma cos- ma lei mi interruppe, stringendosi a me e appoggiando la testa sul mio petto.
Una mano si allungò per accarezzare il mio petto, come a voler togliere quello strano segno, prima lievemente e poi quasi a voler graffiare via la macchia.
Poi, come allo stremo delle forze, si abbandonò tra le mie braccia debolmente e scoppiò a piangere -M-mi dispiace- sussurrò tra i singhiozzi.
Perché le dispiaceva?? Perché in quel momento la mia Angel stava piangendo???
Non capivo più niente, ma il vederla piangere era una tortura straziante anche per un menefreghista come me...io dovevo proteggere quella piccolina, non farla star male.
Dopo un attimo di esitazione, ricambiai il suo gesto, stringendola forte tra le mie braccia, senza fare domande.

 


*ANGOLO DELLA SCRITTRICE PAZZA*
Heilaaa'!!!
Ma come stiamo, belle ragazze???
Bene? male? So and so?
Io bene (sempre e comunque scuola esclusa)...
Allora, codesto è il nuovo capitolo..trattatelo bene, è il mio tesoro (?)
So che tutto quello che si è creato è solo e solamente colpa del Signore. Se non evesse costretto Angel a baciare Castiel, lei non avrebbe visto il segno sul petto del nostro rosso preferito e non starebbe piangendo...beh, che ci volete fare? Io sono pazza, e con i pazzi non si ragiona. Bing boing (?)
Il prossimo capitolo sarà una sfida per me: è da mesi che ho immaginato e ho elaborato tutto quello che scriverò prossimamente, per cui devo avere la premura di mettere per iscritto tutti i particolari che ha ideato la mia mente...
Però, in compenso, posso tirare un sospiro di sollievo...volevo far "avvicinare" Castiel e Angel il più lentamente e morbidamente possibile e spero di essereci riuscita...
Detto questo vi saluto, spedendovi per posta tanti abbraccioni e baciotti!
Grazie a tutti, lettori miei!!! non sapete quanto mi rendete felice con le vostre recensioni! (ma grazie anche ai lettori silenziosi eh)

*se ne va, saltellando come una lepre, tra colline di caramelle e cespugli di zucchero filato*

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Capitolo 16
*** Giocare a carte scoperte ***


// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 13

GIOCARE A CARTE SCOPERTE



-Mhm...- mugugnai, girandomi a destra. Sentivo una strana sensazione.
Mi voltai nuovamente, a sinistra. Un profumo a me molto familiare si era impossessato delle mie narici.
-Mhm?- replicai cominciando a girarmi nel letto per capire se stessi sognando.
Poi, sentendo una fonte di calore alla mia destra e un respiro caldo sul collo, aprii di scatto gli occhi.
-COSA???- Con uno strano quanto buffo balzo mi misi a sedere su quel letto che non era mio.
-Castiel, ma cos- mi interruppi immediatamente. Le braccia mi ricaddero lungo i fianchi.
E un’espressione di stupore prese dominio sul mio viso esterrefatto. Inarcai un sopracciglio.
-Ho dormito con te per tutto il tempo??- sussurrai cercando di non svegliarlo.
Mi avvicinai con passi felini al corpo addormentato di fianco a me.
Però...era davvero bello quando dormiva. Sembrava così in pace...
Sorrisi amorevolmente e presi ad accarezzargli una guancia.
-E sei stato così buono da non svegliarmi, eh?- sorrisi nuovamente -Ma allora mi vuoi bene! Beh, se è così anche io te ne voglio tanto!!- mi avventai su di lui abbracciandolo, incurante del fatto che lo avrei svegliato.
Appena aprì gli occhi, con la sua voce potente, cominciò ad abbagliare.
-Calma Demon! Ti ho detto che ti voglio bene ed ora tenti di farmi fuori le orecchie??-
Mi sollevai da lui lentamente, per poi stiracchiarmi in un coro di sbadigli.
Dopodiché, mi slanciai fuori dal letto, ricordandomi solo in quel momento di un dettaglio abbastanza importante...
-Uhm, ma...aspetta...se Demon ha dormito con me...e Demon è il cane di...allora io...questa è la casa di...- barcollai all’indietro, fino a ricadere sul letto. La testa mi girava e, come credendo di poter fermare le sue piroette, portai le mani al capo terrorizzata.
No...
Se era davvero successo tutto quello che ricordavo, allora io avevo davvero disubbidito al Signore...e poi...poi cosa era successo??
Poi, già...poi c’era la consapevolezza di stare fallendo la mia missione di proteggere Castiel.
E il problema era che non avevo fatto nulla, nulla per impedirlo. Nulla per evitare che succedesse.
Nulla.
Dovevo controllare in prima persona ciò che succedeva a quel ragazzo. Dovevo fin da subito accantonare la mia ostilità per lui e proteggerlo con tutta me stessa.
Avevo passato tutto il mio maledetto tempo ad odiarlo. Lo avrei dovuto seguire ovunque...avrei dovuto...
Era tutto un avrei dovuto...ciò che è fatto è fatto...ciò che è detto è detto.
Il destino ha già scritto la sua storia, la mia storia. Il Marchio è stato lasciato, ed io non me ne ero neanche accorta.
Satana aveva lanciato il suo avviso, senza che io fossi riuscita a proteggere Castiel. Lo avrei dovuto capire prima...
Dopotutto la musica che ascoltava durante la lezione di religione era palesemente controllata da Lui.
Mi lasciai cadere a terra, le mani avanti a reggere stancamente il mio peso. I miei lunghi capelli sul viso, a coprire le mie guance rigate dalle lacrime.
E allora perché non avevo fatto ciò che avrei dovuto fare? Perché avevo sottovalutato in quel modo la situazione?
-Perché ora sono così triste??- sussurrai, tra i nuovi singhiozzi che erano andati a impadronirsi del mio respiro.
Perché mi sentivo così legata a lui?? Perché mi sentivo felice quando era con me, anche solo a tormentarmi con le sue battute e offese scherzose?
No, non potevo lasciar correre le cose. Anche se sembra tutto finito, anche se la speranza sembra essere un’irraggiungibile emozione, si deve fare tutto, rischiare ogni cosa per chi si ama.
Non credevo avrei conosciuto un sentimento talmente potente in quel modo, ma lui non lo avrebbe mai saputo.
Avrei in qualche modo riconquistato la fiducia di Dio, salvato la mia e la vita del Paradiso.
-Poi abbandonerò per sempre il lavoro di Angelo Protettore...- mi alzai da terra lentamente. La decisione era stata presa.
Farò solo il mio lavoro.
Mi incamminai verso il bagno per farmi una doccia. Poi mi rivestii con ciò che avevo già addosso e scesi al piano di sotto.
I miei passi erano lenti e cadenzati. Ogni scalino equivaleva ad un sordo rumore che si propagava nell’ambiente deserto del salotto del rosso.
Appena giunta con entrambi i piedi sul pavimento dell’ampio salone, cominciai a preoccuparmi.
-Castiel?- chiamai inquieta.
Nessuna risposta. La mia voce era l’unico suono presente in quella stanza. Il divano al centro della stanza era vuoto, la Tv era spenta, le finestre erano chiuse e coperte dalle spesse tende color albicocca. 
La porta d’ingresso era chiusa a chiave dall’interno, segno che Castiel non era uscito.
Così cominciai a cercarlo chiamando il suo nome, ma ovunque cercassi di Castiel non c’era traccia.
-CASTIEL!!- urlai ancora -CASTIEL! DOVE SEI??- sentii la gola farmi male e inciampai  cadendo all’indietro stanca e confusa.
-Castiel...d-dove sei??- sussurrai terrorizzata -Ho paura...- altre lacrime fuoriuscirono dai miei occhi spaventati.
Portai le braccia in avanti ad abbracciare le gambe, appoggiai la schiena al muro e la testa alle ginocchia.
Perché avevo così tanta angoscia? Perché in quel momento ero inerme a terra senza fare nient’altro che piangere?
Stavo per alzarmi e uscire a cercarlo, quando sentii una mano toccarmi una spalla.
Mi alzai di scatto, per poi ricadere a terra in un urlo di terrore, che subito si spense nel vedere ciò che avevo davanti.
Castiel era in piedi davanti a me con un’espressione mista tra il preoccupato e il confuso, con la mano che mi aveva toccato la spalla avanti a mezz’aria.
-A-angel...che cos’hai??- chiese accucciandosi lentamente accanto a me.
Io intanto avevo ancora il cuore che batteva a mille per lo spavento e gli occhi sgranati, mentre con una mano mi reggevo il petto come per evitare che il cuore fuoriuscisse dalla cassa toracica tra un battito e l’altro.
Cominciai a guardarmi intorno interdetta, poi, quando Castiel mi fu davanti a osservarmi preoccupato, mi voltai verso di lui, facendogli però notare i miei occhi colmi di lacrime.
-C-cosa...? Angel, stai piangendo...- portò una mano sul mio viso e mi asciugò delicatamente alcune piccole lacrime sulle mie guance.
Ma io scrollai la testa liberandomi dalla sua presa e portai di scatto le mie mani sulle sue spalle scuotendolo energicamente.
-DOVE CAVOLO ERI?? MI HAI FATTA PREOCCUPARE!- gridai mentre lasciavo che altre lacrime mi rigassero in silenzio il volto.
-Io ero in giardino a tagliare il prato...- rispose sorpreso.
Mi interruppi, sgranando gli occhi e allentando la presa su di lui -Cosa?-
-Perché stavi piangendo?- chiese assumendo un’aria estremamente seria e  prendendomi una mano per stringerla tra le sue.
-I-io...t-ti ho cercato ovunque...e...l-la porta era chiusa...-
Lui scosse la testa indicandomi qualcosa dietro di lui -C’è un’altra porta là, che conduce direttamente al giardino...- spiegò lentamente -...perché continui a piangere?- chiese ancora portando una mano ad accarezzarmi la guancia.
-Ascolta...- dissi piano, riprendendo fiato e compostezza -Quello di ieri sera...è stato solo un incidente-
Lui si interruppe e, dopo un attimo di esitazione, annuì, allontanandosi leggermente da me -Certo...- si alzò, aiutandomi a fare lo stesso -Io, stare con una nanetta come te? Tzé...-
Sorrisi, sollevata di aver ritrovato il Castiel che avevo conosciuto la prima volta -Quindi, Rosso Tinto, mi faresti l’onore di riaccompagnarmi a casa?-
-Mhm...- incrociò le braccia al petto -Devo pensare di aver conquistato un’altra ragazza?- disse maliziosamente, appoggiandomi un braccio sulle spalle ed attirandomi leggermente a lui.
-Certo...- sorrisi -In un’altra vita- mi liberai da lui scivolandogli sotto il braccio.
Corsi all’ingresso per afferrare il giubbotto ed aprire la porta, seguita a ruota da Castiel che prese le chiavi dalla moto e mi superò, ignorando il galateo del “Prima le signore”, ed uscendo, ignorandomi completamente.
Questo un po’ contribuì a farmi comprendere che finalmente tutto era tornato alla normalità, ma, di certo, questa sua indifferenza mi aveva rovinato la mattina...
Salimmo sulla moto ma, proprio quando stava per mettere in moto, sentii una voce familiare chiamare il mio nome.
Mi voltai di scatto riconoscendo in quella voce Rosalya.
-Rosa?- scesi dal veicolo infernale e mi avvicinai a lei, accorgendomi solo dopo che l’albina era seguita da un ragazzo.
 -Angy!!- corse verso di me con l’intento di abbracciarmi, ma venne bloccata dalle sbarre del cancello che dava accesso al giardino e alla casa del rosso. Si bloccò e diede un pugno alla gabbia metallica che bloccava il suo intento -CASTIEL! APRI IMMEDIATAMENTE QUESTO MALEDETTO CANCELLO!-
Mentre Rosa imprecava contro la sua povera vittima, io mi avvicinai al ragazzo che poco prima stava seguendo Rosalya.
Era alto, mi superava di venti centimetri buoni...quindi alto più o meno quanto Castiel...
Aveva i capelli neri come la notte e gli occhi color smeraldo, indossava una lunga tunica bianca e un paio di sandali in cuoio.
-Angel...- sussurrò lui.
Mi avvicinai ancora, incastrando le dita nella rete metallica che rivestiva il cancello.
-J-Jeson??- il mio tono era malinconico ed incredulo, come divenne il viso del ragazzo quando dimostrai di ricordare il suo nome.
Sentii un rumore e un urlo provenire da dietro di me. Sobbalzai spaventata, girandomi di scatto e vedendo Castiel cadere dalla moto e rialzarsi subito dopo in una bestemmia che fece sospirare il ragazzo dietro di me.
Mi scostai dalla rete metallica e dal cancello per andare a controllare se Castiel stesse bene, ma fece prima lui a raggiungermi che io a muovere un singolo passo nella sua direzione.
-Chi è lui??- esclamò avvicinandosi al ragazzo, ed evitando per un soffio di inciampare in un sasso sul viottolo.
-Nessuno...- risposi appoggiandogli una mano sulla spalla.
Il rosso si voltò verso di me corrugando un sopracciglio -E allora perché conosci il suo nome??-
-Saranno fattacci miei perché lo conosco! E poi, a te cosa importa...non sarai mica geloso?-
Lui scrollò le spalle liberandosi della mia mano -N-no! Ma che dici?? Sei pazza?-
Sorrisi -Noo...tu sei geloso?? Tu?-
-Prima devi spiegarmi chi è questo tizio e come mai ti conosce!- continuò lui alzando il tono della voce.
-Hey, tu non sei mia madre! Non deve importarti chi conosco perché non siamo né migliori amici, né fidanzati...anzi, non so nemmeno io cosa siamo noi due! Quindi ora non fare il geloso e apri questo cancello!- risposi a tono, profondamente irritata dall’immenso orgoglio del rosso.

Lui strinse i pugni e si voltò verso di me con un’espressione talmente rabbiosa che mi fece venire i brividi. Castiel, per la prima volta nella mia vita, mi faceva paura.
-Ah, io sarei geloso?? Ma neanche per sogno! Ma ti sei mai guardata allo specchio?? Prima di insinuare una cosa del genere, prova a ricordare cosa puoi e non puoi essere...e di certo non potrai mai essere il mio tipo!- urlò lui ormai fuori controllo. Poi, a passo di elefante aprì il cancello e corse in casa, sbattendo la porta.
Sentii gli occhi pizzicarmi, ma cacciai indietro le lacrime e lasciai che Rosa corresse a soffocarmi in un caldo abbraccio.
-Vieni, ti riaccompagno a casa- sussurrò lei staccandosi da me quanto bastava per permettermi di continuare a vivere.
Uscii dal cancello, concedendomi un fugace e malinconico sguardo alla casa nella quale avevo passato la notte, vedendo con la coda dell’occhio un’ombra che ci osservava dalla finestra.
Ed eccola qui, Angel Heaven, che si allontana ancora una volta dal suo protetto invece di proteggerlo, colei che si è lasciata sopraffare dai sentimentalismi e che ora ha il cuore a pezzi.
Il mio ennesimo errore.
-Angy, questo bel ragazzo si chiama Jeson, ma tu lo sai già...ed è venuto da me chiedendomi di accompagnarlo da te- fece una piccola pausa -Siamo andati a casa tua, ma non c’eri, quindi ho capito che avevi passato la notte da Cas...quindi...cosa devo sapere su di te e Castiel??- chiese mentre camminava in direzione della sua Shopping-mobile.
Sussultai imbarazzata -Sì, ho passato la notte da Castiel...ma non è successo assolutamente nulla! Mi sono svegliata ed accanto a me c’era Demon, sono scesa ed ho trovato Castiel a tagliare il prato...poi gli ho chiesto di riaccompagnarmi a casa e sei arrivata tu- mi affrettai a rispondere.
 Lei si fermò di scatto e cominciò a guardarmi negli occhi, poi si avvicinò con aria inquisitoria, bloccandomi al muro.
Jeson, intanto, osservava la scena a debita distanza, appoggiato al muro alla destra del marciapiede.
-Mhm...sì...dici il vero...- concluse lei staccandosi da me, afferrandomi un braccio e trascinandomi per venti metri, facendomi entrare a forza dentro la macchina. Jeson salì subito dopo, senza proferire una parola.
Rosa accese il motore e cominciò ad osservarmi dallo specchietto retrovisore -Comunque...me lo dovevi dire subito che eri un angelo-
Mi andò di traverso la saliva -COSA?!?-

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-Quindi...Jeson ti avrebbe raccontato tutto perché tu faresti parte del destino??- domandai perplessa mentre preparavo delle tazze di thé.
Jeson si alzò dal divano e mi si avvicinò, aiutandomi a prendere un vassoio che non riuscivo ad afferrare in una credenza troppo in alto.
Arrossii nel sentire i suoi addominali scolpiti poggiarsi alla mia schiena.
MA IN CHE RAZZA DI FILM-POLPETTONE ROSA SONO FINITA???
-Angel, erano ordini del Signore. Secondo lui quella ragazza potrebbe influire sul tuo destino- rispose il ragazzo porgendomi il vassoio.
Io lo afferrai ringraziandolo in un sussurro, per poi indurire lo sguardo -Quindi Dio prima mi abbandona e infanga il mio nome di angelo, poi mi fa saltare anche la copertura??-
Jeson corrugò la fronte -A noi Guardiani e agli angeli non ha raccontato nulla sul perché ti abbia ripudiata...e se non vuoi dirmelo io non te lo chiederò, ma vista la situazione in cui ti trovi, ha deciso darti una terza possibilità-
Già...una terza...Dio era stato già troppo buono con me nel darmene una seconda...
Lui si voltò facendomi cenno di seguirlo. Si accomodò su un divano ed io a quello davanti a lui, accanto a Rosalya.
-Questo è il momento di scoprire le carte- posò le braccia sulle gambe -E giocare a carte scoperte-
Annuii, mentre Rosa più che mai era concentrata sulle sue parole.
-Rosa...- iniziai -E’ vero, io sono un angelo- mi girai a guardarla.
-E agli angeli vengono assegnati dei protetti. Io...- continuò Jeson -...Io ero uno dei protetti di Angel, quelli erano gli anni della Prima Guerra Mondiale, eravamo in Italia...-

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Mi allacciai il vestito e scesi al piano di sotto.
-Jeson...ho paura- sussurrai trattenendo le lacrime e abbracciando il ragazzo che amavo.
Lui mi strinse amorevolmente fra le braccia cercando di infondermi coraggio -A chiunque ti controlli da lassù, io impedirò che ti venga inferto qualunque male-
Sorrisi dolcemente -il Signore non dà sofferenza a nessuno- una lacrima mi rigò il viso -Non avrei dovuto innamorarmi di te e raccontarti tutto...i-io non avrei mai voluto complicarti la vita...-
Inarcò un sopracciglio -Scherzi? Tu dai scopo alle mie giornate, sei la luce dei miei giorni...impedirò a chiunque di allontanarti da m- fu interrotto da un inaspettato boato.
Jeson si voltò velocemente verso la finestra di legno e si affacciò, tenendomi a disparte.
-Un’altra bomba...- sussurrò correndo ad abbracciarmi.

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Le lacrime ormai sgorgavano incontenibili dai miei occhi. Ricordavo, ricordavo benissimo quel giorno...ero io la causa di tutti i mali...
Rosalya mi si avvicinò, abbracciandomi mentre io scoppiai a piangere.
Non volevo mostrarmi così debole davanti ad una persona che una volta si fidava di me. Non volevo farmi vedere così vulnerabile da un ragazzo al quale avevo rovinato la vita con il semplice fatto di esistere, di essere scesa sulla terra a proteggerlo.
Jeson mi osservò con aria malinconica -Erano altri tempi, eravamo giovani all’epoca...credevamo ancora nelle fughe d’amore-
Mi staccai da Rosa, riprendendo la mia postura iniziale e ostentando un’espressione seria, anche se nel ricordare mi sentivo sempre più morire dentro.
-Il nostro rifugio era piccolo, ci nascondevamo dalla nostra stessa patria...- feci una pausa in cui mi concessi un singhiozzo e permisi ad una lacrima di terminare la sua corsa lungo il mio viso, fino a cadere al suolo.
-Jeson era stato reclutato contro la sua volontà dall’esercito ed io ero stata costretta a lavorare in una fabbrica di armi pesanti...come molte altre donne della Nazione-
Altre lacrime fuoriuscirono dai miei occhi rossi dal pianto e dal dolore che mi provocavano quei ricordi. Lacrime salate cadevano dal mio mento, fino a uccidersi sul pavimento, umido del mio pianto.
Ed ecco, un altro flashback ad oscurarmi la vista. Un altro ricordo a trafiggermi il cuore. Un altro dolore che sale, e sale fino alla mia testa pulsante.
L’ennesima pugnalata al petto.

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-Non ti preoccupare- mi sussurrò Jeson all’orecchio -Andrà tutto bene...-
-No invece, non andrà tutto bene!- lo presi per le spalle, tentando invano di fermare le lacrime -Ci prenderanno! Moriremo, Jeson. Moriremo tutti i due!!- urlai in preda al terrore.
Lui si voltò, guardandomi dritto negli occhi. Non parlò. Mi guardò e basta. Nessuna parole di incoraggiamento uscì dalla sua bocca.
Certo...
Come darmi torto? Saremmo morti per mano del nostro stesso esercito.
Ci avrebbero uccisi entrambi, con la scusa del Tradimento.
Satana. Satana annebbia le menti. Satana, esaltatore di vendetta. Ingannatore delle genti.
Satana spietato e tentatore. Satana crudele e assassino.
Era colpa mia. Jeson sarebbe morto per mano di un angelo. L’ironia della sorte...
E’ crudele il destino. Il mondo è ingiusto. Satana è intorno a noi, e nel mio cuore.
Un angelo innamorato è facile preda della vendetta. E io, come un topo nella trappola, ero caduta nel peccato.
Abbracciai il ragazzo che amavo, con tutte le forze che mi rimanevano in corpo. Lo abbracciai come se non ci fosse un domani. Lo abbracciai siccome non c’era un domani.
Un altro rumore sordo esplose appena fuori dal nascondiglio. Cominciai a piangere, fino a graffiarmi la gola con le mie stesse grida di sofferenza.
Satana crudele e spietato assassino delle genti.
Jeson mi strinse ancora più a lui, emettendo singhiozzi strozzati e sofferenti. Gocce salate caddero sulla mia testa. Jeson piangeva.
Un’ultima esplosione giunse poco prima dell’abbattimento della minuta porta di pietra che avevamo posto all’ingresso, come protezione.
Protezione troppo debole contro la dinamite.

__________________________________________________________________________________

-Ed entrarono i soldati- disse tristemente il ragazzo che sedeva davanti a me.
Sentivo Rosa tremare; emetteva dei singhiozzi poco pronunciati ad ogni suo respiro.

__________________________________________________________________________________

Tre uomini armati fecero ingresso nella piccola grotta di terra e fango.
Quello al centro gridò agli uomini affianco a lui di sparare.
-In nome della legge io...-
Chiusi di scatto gli occhi, accucciandomi su me stessa e tenendo le mani sopra la testa.
Uno sparo. Due spari. Tre spari. Uno di seguito all’altro. Uno dopo l’altro, senza interruzione.
Un urlo di dolore...che non era mio.

__________________________________________________________________________________

-Ed è così che io morii...- sussurrò Jeson -Ho salvato Angel dalle armi di quei soldati. Sono stato eletto Guardiano dal Signore per il mio ultimo gesto di amore-
Il cielo annuvolatosi tutto d’un tratto, faceva da sfondo ai suoi occhi verdi, diventati scuri e tristi. Anche il cielo soffriva. Anche il cielo quel giorno di tanti anni fa era in lutto per l’ennesimo assassinio di Satana.

__________________________________________________________________________________

Jeson cadde all’indietro, accasciandosi tra le mie braccia deboli.
Sgranai gli occhi, mentre la mia voce piano piano diminuiva. Mentre la mia speranza spirava insieme al mio amato.
Mentre le mie mani raggiungevano tremanti il petto del ragazzo cadutomi in grembo.
Petto sanguinante. Carne a terra come gelatina. Organi sfregiati da quella mitragliatrice pesante.
Schegge di legno a terra. Il muro dietro di noi bucato dalle pallottole che erano entrate in lui e uscite dalla sua schiena.
La mia voce che tornava dirompente, per un ultimo e doloroso grido. Un grido potente ed assassino.
Il grido di un angelo che uccide le anime. Il grido di un angelo che spacca le pareti.
Il grido di rabbia che fa crollare le piccole grotte di terra e fango.

__________________________________________________________________________________
 



*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Hey, ciao!
Come va ragazzuole??
Ed eccoci qua...in questo capitolo mi sono soffermata sul passato di Angel...
Non so...ho l'impressione che sia un po' banale l'ingresso di Jeson nella storia...voi che ne pensate?
Comunque...siccome credo che Jeson non sarà uno dei personaggi principali della ff (come invece lo saranno ovviamente Cas, Angel e Rosa...e forse altri ^^) non l'ho caratterizzato molto, infatti non ha un "carattere"  preciso...ma vabbè ^_^'
Comunque...mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate...quindi, accetto anche le negative e le neutre: servono a migliorare!
Per cui, vi saluto ancora...e...e rigrazio enormemente le lettrici e recensitrici (?) che mi aiutano e sostengono tantissimo!!!
In particolare sono two persone, ma non voglio fare nomi...e neanche iniziali... (forse iniziali sì...)
*Coff S. Coff*
*Coff M.V Coff*
Ok ok...basta...la finisco qui ^^
Al prossimo capitolo!!

*Fa il segno militare con la mano e ritorna trotterellando nel suo manicomio di fiducia*
 

 


 

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Capitolo 17
*** AVVISO VERY IMPORTANT ***


Salve a tutti telespettatori! Annunciamo l'inizio di un programma potenzialmente pericoloso e ricco di Raggi Gamma che vi trasformeranno in tanti mostri alieni. Ció che state per vedere potrebbe disturbarvi la vista per qualche millennio e attaccare le zecche alle vostre papille gustative. 
SIETE STATI AVVERTITI! SE SUCCEDE QUALCOSA, IO NON SONO MAI STATA QUI!


Hey! Ma ciao!! Come stiamo bella gente? (?)
Invece di prolungare il discorso in ulteriori parole inutili, come mio solito, direi di arrivare subito al dunque:
Come avete visto (o non visto) dal titolo, questo è un avviso.
Avevo sperato che una crisi esistenziale come quella che ha attaccato il mio povero cervello non mi capitasse mai...ma la sfortuna non risparmia nessuno...
Quindi, presa appunto da questa crisi, mi sono detta: "hey, visto che i primi capitoli di Illegal Love fanno pena e in questo momento non ho un tubazzo di ispirazione, perché non mi concedo una pausa dagli aggiornamenti per modificare tutto quanto??"
Quindi, come avete capito, mi prendo una piccola pausa...miglioro tutto quello che c'è da migliorare e torno!
Poi...un ultimo favore...potete lasciare una recensione a questo avviso molto triste e commovente? (?) Vorrei sapere qual è per voi la cosa principale che dovrei cambiare anche rispetto a questi ultimi capitoli. Detto ció...ho detto tutto!
A presto (spero!) 

~Lili

Bling blang bibling! Pubblicitaaaá!
Il programma è giunto al termine, se avete cominciato ad avere i primi disturbi provocati dai Raggi Gamma o dalle zecche papillari, non esitate a provare il nostro prodotto anti zecche e raggi nucleari! La prima prova gratis!
Alla prossima!!

 

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