So Baby Don’t Cry, My Love Will Be Remembered

di Black__Pearl__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That Dangerous Memory Of You ***
Capitolo 2: *** Don't Hide Away From Love ***
Capitolo 3: *** Silently In Pain ***
Capitolo 4: *** Love comes stealthily, without time for a warning ***
Capitolo 5: *** When I See You, So Beautiful That It’s Sad ***
Capitolo 6: *** At Least In My Heart, I Will Warmly Shine On You ***
Capitolo 7: *** You Clearly Are There, You Still Remain There Just The Same ***



Capitolo 1
*** That Dangerous Memory Of You ***


Quella mattina doveva sembrare una mattina come tutte le altre.
Mi svegliai con le dolci note di “Don’t Go” nelle orecchie, avevo dormito solo 3 ore quindi gli album degli Exo stavano ancora scorrendo, reimpostati nella mia playlist. Tolsi le cuffiette stordita dalla musica, in fondo anche senza volerlo avrei sentito quelle canzoni e quelle voci ogni giorno.
Alzai lo sguardo verso la finestra, ancora chiusa che dava ancora l’idea notturna, guardai la sveglia, erano le 9 precise, avrei dovuto svegliarmi almeno un’ora prima. L’adorabile, ma col tempo molto disturbante, suono di notifica di Kakao mi scosse: “La colazione è pronta”. Ogni giorno doveva scrivermelo invece che aiutarmi a svegliare il resto del branco!
“Grazie mille, Suho!” pensai alzandomi. Saltai abilmente la pila di vestiti di varia appartenenza appallottolati per terra, pila che giungeva fino a Sehun, che quella notte si era addormentato nell’angolo tra la porta e il primo bagno della casa proprio accanto alla nostra camera, probabilmente si era addormentato aspettando che uscissi.
Afferrai un cuscino e uscendo glielo sbattei addosso svegliandolo di soprassalto, le 9 era fin troppo tardi per loro.
Avvertendo il rischio di inciampare tirai su il bordo dei pantaloni, poi tirai su il cappuccio come ogni mattina per nascondere la mia faccia deturpata dal sonno, ovviamente niente di quello che indossavo per dormire era mio, ma amavo i vestiti larghi. Stavo per esibire il mio “brillante aspetto” davanti ad un mucchio di ragazzi più grandi di me, non pare una cosa normale se non fosse che ormai facevo questa cosa ogni mattina da quasi 3 anni.

Raggiunsi la cucina e mi sedetti a tavola davanti alla mia tazza di cioccolata e biscotti salutando “lo chef” con un debole cenno con la mano. Mi guardai intorno, il deserto, ero l’unica persona sveglia oltre a Suho e Lay, che preferii non contare in quanto stava sul divano combattendo contro i suoi occhi che cercavano di richiudersi. Non ci badai più di tanto e iniziai a bere la mia cioccolata, che ogni giorno deliziava il mio risveglio e mi dava energie.

Poco dopo si aggiunse silenziosamente anche Baekhyun e Kyungsoo e subito dopo, molto rumorosamente, anche Sehun, tirandomi in faccia un colpo di manica in segno di vendetta.
-Dormito bene?- chiese Suho, come sempre, e come sempre mi limitai ad annuire nonostante il mio massimo di ore di sonno sia di 4/5 ore.
-Baekhyun si è mosso come un cane fino alle 2- esclamò Chanyeol apparendomi alle spalle e salutandomi con un abbraccio.
-Ya! Vogliamo parlare del tuo respiro terribilmente rumoroso? Prima delle 2 non riesco a dormire!- rispose Baek.
Insomma, tutto come ogni mattina, stesse chiacchiere, stessa colazione, stesso disordine per terra, stessa battaglia coi cuscini per svegliare Lay quando perdeva la lotta contro i suoi occhi … ma quel giorno sentii comunque qualcosa di diverso, ma non riuscii a spiegarmi cosa.

Forse il dettaglio a rendere quella giornata diversa poteva essere il fatto che era il loro giorno libero quindi sarebbero rimasti in casa a far danni.
-Se non viene mangerò anche la sua porzione!- sbottò Sehun continuando a mangiare indicando la porzione di Kai.
-Chi va a svegliarlo?- chiese Suho. Vedendo “l’accalcarsi della folla” mi alzai e andai io, avendo già finito la colazione. Entrai nella stanzetta buia saltando anche lì la pila di vestiti (esclusivamente di Kai in quanto Kyungsoo era sempre molto ordinato), seguendo le luci che provenivano dai buchetti della serranda.
In quel momento mi sentii afferrare il braccio e tirarlo giù, e in secondo fui sdraiata vicino a lui sul suo materasso.
-Non vuoi mangiare?- chiesi per smorzare la situazione imbarazzante, annegando nel suo abbraccio.
-Non è così importante- rispose lui con la voce ancora roca. –Hai da fare oggi?- chiese subito dopo.
-Forse no- risposi io alzandomi. Uno splendido sorriso gli si disegnò su quel viso divino.
-Allora puoi uscire con me- mi sussurrò entusiasta. Quel ragazzo … qualche mese fa scoprii di piacergli, lui mi piaceva in fondo era bello, bello da morire, ma c’erano molte cose che mi fermavano e non mi lasciavano mai cedere alle sue provocazioni, una di queste era la regola ferrea che vigeva sui rapporti amorosi degli Idol …
-Sai come la penso!- dissi seria.
-Non vuoi proprio cedere, eh?- chiese lui. –Un caffè, nulla di più- disse poi. Ci pensai un attimo, poi decisi di accettare, non avevo niente da fare nel pomeriggio.
-E va bene- risposi facendo ricomparire quel bellissimo sorriso. Sorrisi a mia volta e lo tirai per un braccio in modo che si alzasse. Una volta alzato si passò una mano fra i capelli, mise una felpa che trovò per terra e uscì. Quel ragazzo, era perfetto perfino quando si alzava da letto!

Dopo che tutti avemmo finito la colazione tornai in camera per rifare i letti, anche se stavolta dovetti rifare soltanto il mio, poiché Sehun aveva dormito seduto per terra e Chen era stato a trovare la sua famiglia. Tre giorni senza le urla di quel ragazzo parevano così silenziosi e vuoti … pensando a questo aprii il telefono:
“Quando torni?” scrissi a Chen per poi tornare a rifare il letto. Sapevo che sarebbe stato via fino al 20 di aprile. Poco dopo lo schermo si illuminò di nuovo:
“Scema! Torno stasera, ricordi? E andiamo al cinema, ricordi??” realizzai quindi che era già il 20 aprile. Ecco cosa stava andando storto in quella giornata, ecco perchè era tanto diversa … era il 20 aprile, stavo davvero scordandomi del compleanno di Luhan?

 
                                                                                                     ----


Mi lasciai cadere sul divano terribilmente innervosita dalla notizia appena appresa. Scorrendo tra le conversazioni di Kakao, verso le ultime c’era anche una chat con Luhan, non gli avevo mai scritto da quando se n’era andato, invasa sia dalla rabbia sia dalla tristezza, in fondo non mi aveva detto nulla … se n’era andato d’improvviso come un soffio di vento, che però a distanza di mesi continuavo ancora a sentire sulla mia pelle … avrei dovuto scrivergli? Un messaggio di auguri, anche se lui non lo aveva fatto durante il mio compleanno …
Aprii la chat, gli ultimi messaggi risalirono al giorno prima della sua partenza, quando gli scrissi che dovevo parlargli, era diventato così strano in quei giorni … e uscì, ma disse che andava tutto bene forzandomi visibilmente un sorriso … avrei dovuto scrivergli? E con quale coraggio, se non mi ero mai fatta sentire?
Aprii il suo contatto e visualizzai la sua nuova foto del profilo, un gatto grigio davvero adorabile. Chiusi il telefono, decisi che ci avrei pensato più tardi.
 
Quel pomeriggio io e Kai uscimmo per andare al Coffee Shop più vicino, passeggiavamo come un’apparente coppietta, a braccetto mentre ogni tanto si voltava per sorridermi o si passava la mano tra i capelli. “Dannato gesto, non ha senso se poi ritornano esattamente come prima!” pensai tra me e me, nonostante sapevo di trovare quel gesto particolarmente sexy, e lo sapeva anche lui.
Lui si era accorto del fatto che ero giù quel giorno, mi guardava più spesso quasi incuriosito dalla mia espressione seria.

Una volta entrati nel Coffee Shop ordinammo entrambi una cioccolata calda, e una volta seduti al tavolo si tolse la sciarpa nera che proteggeva continuamente la sua gola, e la mise intorno al mio collo, tentando di farmi sorridere, con successo. Lasciai quindi sprofondare parte del mio viso in quella sciarpa calda che profumava di lui, del suo meraviglioso profumo.
-C’è qualcosa che ti preoccupa?- chiese lui visibilmente preoccupato. Mi scossi dall’estasiante profumo della sciarpa e incrociai il suo sguardo, dopodiché scossi la testa, ma lui non sembrò crederci, non riuscì a togliermi gli occhi di dosso. Tentai nuovamente di sorridere immergendo la cialda nella cioccolata calda, e lo tranquillizzai per un po’.
Ammetto che le sue attenzioni mi piacevano, ci teneva a me nonostante non gli dessi mai corda … era sempre così premuroso e dolce, mentre sul palco era sempre diverso.

Uscimmo a fare una passeggiata fino all’ora giusta per tornare al dormitorio, dove avremmo preso il van per andare a prendere Chen all’aeroporto, poi al cinema per una serata tutti insieme.
Passeggiammo fino ad un parco nelle vicinanze del dormitorio dove ci piaceva andare spesso. Ci sedemmo sulla panchina e rimanemmo per un po’ in religioso silenzio.
-Me lo dirai? Che c’è che non va?- mi chiese guardandomi serio, non avevo scampo, dovevo trovare un modo per dirglielo.
-Se tu non parlassi con una persona da molto tempo, gli faresti gli auguri per il compleanno?- chiesi io vagamente appoggiando la testa sulla sua spalla per evitare sguardi imbarazzanti.
-E con questa persona si presume abbia avuto un bel rapporto?- chiese lui.
-Sì … molto bello … come anime gemelle quasi- risposi io pregando perchè non se ne accorgesse.
-Direi che glieli farei, anche solo perchè sono una persona educata- sorrise lui, io risposi sorridendo a mia volta.
-Grazie- gli dissi abbracciandolo. Una volta rientrati a casa seguii il suo consiglio e senza pensarci troppo presi il telefono e gli scrissi, un semplice messaggio di auguri, rimanendo comunque un po’ fredda … dopodiché mi lasciai andare ai vari pensieri sulla reazione e sulla risposta che avrebbe potuto avere.
-Yuni-ah! C’è il van, dobbiamo andare- urlò Kai sulla porta, già pronto per uscire. Mi scossi dai miei pensieri, misi un giubbotto leggero e uscii, quella sera avrei solo dovuto divertirmi.

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Capitolo 2
*** Don't Hide Away From Love ***


Nacque tutto nel gennaio del 2013, durante il rinnovo del contratto degli Exo. Allora ero più giovane ed ero capitata per caso al SM building dopo aver girato inutilmente la città in cerca di un lavoro. La SM aveva bisogno per loro di qualcuno che curasse gli affari generali e coordinasse gli impegni del gruppo … insomma cercavano qualcuno che facesse il lavoro sporco. Non avendo riscontrato alcun candidato, decisero di assumermi , dopo aver discusso a lungo sulla mia “tenera età” di nemmeno 20 anni.
Per la prima volta vidi la SM senza neppure un soldo per garantirmi un nuovo alloggio inizialmente. Pochi mesi dopo aver conosciuto i ragazzi andai a stare da loro, e la combinazione delle camere cambiò, in quanto venne fatta un’estrazione per il diritto di stare in camera con me, ironico no?

Li conobbi tutti insieme nelle loro condizioni peggiori, appena usciti dalla sala prove, stanchi, sudati e senza neppure un filo di trucco. Ricordo che molti di loro indossarono subito il cappuccio o tenevano la testa bassa, ma sicuramente spalancarono tutti la bocca come se avessero visto un fantasma. Uno dei pochi che riuscì a rimanere sobrio nonché a presentarsi per primo fu proprio Luhan. I suoi occhi e i suoi tratti mandarini così leggiadri lo rendevano un ragazzo proprio carino, fu questa la mia prima impressione.

Durante il primo mese di convivenza i ragazzi rimasero timidi e riservati, tutti tranne Chanyeol, che si divertiva ad ascoltare e ballare musica hip hop con me e ormai si apprestava a diventare il mio migliore amico tra loro. Nei mesi successivi stabilii una forte intesa con loro, che rese Suho il mio confidente nonché aiuto-cuoco e angelo custode, Sehun e Chen i miei rumorosi compagni di stanza con cui iniziavo spesso battaglie di cuscini, Chanyeol e Tao i miei migliori amici, e poi stabilii una forte amicizia con Luhan, Un’amicizia di quelle da cuscinate, di quelle da uscite per bere bubble tea, di quelle da film e cioccolata calda, da foto imbarazzanti e messaggi insensati …

Eppure quel qualcosa di strano successe una sera, dopo la conclusione del loro orario giornaliero. Metà di loro si erano già buttati in branda. Mi trovavo in cucina ad organizzare il loro orario del giorno dopo, ed era difficile poiché ognuno di loro aveva impegni diversi. In salotto pareva tutto buio ma in realtà la tv era accesa da un’oretta, un film mi stava tenendo compagnia. Sul divano, illuminato dallo schermo, Luhan era intento a guardare il film combattendo contro il sonno.
Mi alzai e dopo aver preparato due (doverose) cioccolate calde, lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui, che cercava di stare sveglio ma i suoi occhi si stavano piano piano assottigliando. Chiesi di cosa si trattava, anche se intuivo fosse un thriller, giusto il mio genere preferito. Gli chiesi se potevo rimanere a vederlo con lui e lui ovviamente accettò. Mi serviva solo come pausa dal lavoro, poiché comunque era già iniziato da un’ora abbondante.

Mi accorsi subito della differenza di temperatura fra il salotto e la cucina benché fosse uno spazio unico. Improvvisamente un brivido mi attraversò la schiena.

-Hai freddo?- mi chiese lui.

-Un po’- risposi io accorgendomi che anche lui doveva averne perchè aveva una coperta sulle gambe. Lui la sollevò e me ne offrì metà, questo implicò che mi avvicinassi a lui, non fu un gran problema. Mi avvicinai mantenendo comunque una distanza accettabile, anche se ero coperta solo a metà.

-Non essere ridicola, non sei coperta per nulla, puoi avvicinarti, tranquilla non ti mangio- rise lui.

Stavo esitando leggermente quando lui, posando abilmente la mano sul mio fianco mi avvicinò a lui ancora di più fino ad annullare ogni distanza, alzò il braccio e lo mise sopra lo schienale del divano così potei coprirmi totalmente. Piano piano la sua mano guidò la mia testa sulla sua spalla dolcemente. Fu strano, ma subito pensai ad un semplice gesto di apprensione e mi abituai in fretta al calore della coperta e del suo corpo così incollato al mio. Non vidi mai la fine del film, perchè mi addormentai proprio sulla sua spalla, tanta era la stanchezza.

Mi svegliai stesa sul divano, guardai l’orologio, era quasi ora di cena e ancora non mi ero messa ai fornelli. Mi alzai velocemente ma mi accorsi che la cucina era già di proprietà di Suho che si stava occupando di almeno 4 pentole contemporaneamente.

-Vuoi che ti aiuti?- chiesi io ancora nel sonno.

-Ben svegliata! Tranquilla, tu ora torni sul divano e finisci di riposarti, quando sarà pronto ti chiamerò, te lo meriti- Lo ringraziai con un forte abbraccio, ma non sopportavo di essere inutile così apparecchiai la tavola.

-Menomale fai qualcosa, non hai fatto altro che dormire- mi venne alle spalle una figura talmente alta che dovevo alzare la testa.

-Vorrei proprio farti lavorare un terzo di quanto lavoro io, Kris- gli dissi fregandogli il cappello per poi indossarlo. Con l’occasione gli chiesi se aveva visto Luhan, essendo in camera con lui.

-Quello è anche peggio di te, si è messo subito a letto, non cercatelo per cena- disse Kris sedendosi in attesa della cena. I ragazzi erano tutti molto stanchi, infatti alcuni non vennero per cena perchè si erano già addormentati. Probabilmente Luhan alla fine del film aveva preferito non darmi fastidio e andare a dormire in camera sua ,,, in ogni caso quella sera fu l’inizio di una serie di eventi che resero piano piano me e Luhan qualcosa … di più.
Questo era il secondo e fondamentale motivo per cui non avevo intenzione di dare corda a Kai … quel qualcosa tra me e Luhan, non riuscivo a smettere di sentirlo.

Prendemmo quindi l’abitudine di vedere film insieme e quando era il momento giusto, lui lasciava che mi addormentarsi vicino a lui.
Ogni tanto potevo sentire la sua testa appoggiarsi sulla mia e durante le cene iniziammo a diventare la coppietta del gruppo, io mi limitavo semplicemente a smentire i pettegolezzi, mentre potevo vedere un Kai particolarmente infastidito da tale “rumor”.
A pensarci bene, ogni volta Kai ci ricordava del fatto che io avessi 4 anni meno di lui. Sinceramente guardando Luhan mi era difficile percepire questa differenza, non soltanto per il suo aspetto giovane e fresco che traeva in inganno, ma per il suo carattere solare e dolce.
In realtà col passare dei mesi iniziò a crescere qualcosa che non avrei mai voluto vedere tra noi, imbarazzo e timidezza che mi portò a distanziarmi da lui, a bloccarmi ogni volta che mi trovavo con lui. A quel punto venne il momento di chiedersi: “Mi stavo innamorando di lui?”

 
                                                                                                                ------------
 

Quella notte i miei pensieri vennero interrotti da un messaggio di Kakao, il quale mi scosse nella mia dormiveglia, pensavo fosse una risposta di Luhan, quindi mi precipitai al telefono. Ma non era lui stavolta, era una persona alquanto scema che non si faceva sentire da un mese, Zi Tao:

“Wassup Baby? indovina dove sono”, in realtà sapevo benissimo che si trovava a Londra, il suo Weibo era costantemente aggiornato. Si trovava in una delle mie città preferite, così gli scrissi di spedirmi un souvenir.
Saranno passati 5 mesi dalla partenza di Tao, ma lui aveva preferito confidarsi con me del disagio che stava avendo, e benché mi dispiacesse, fui una di quelle che lo aiutò ad andarsene, per il suo bene, con la promessa che, anche all’oscuro degli altri, saremmo rimasti in contatto fisso, a lui piaceva che gli raccontassi i progressi della band, voleva sentirsi come se fosse ancora con noi.

Visualizzai anche il messaggio che avevo mandato a Luhan, ma ancora quel piccolo “1” giallo non se ne andava, non lo aveva neppure visualizzato, e ormai la mezzanotte era passata e non era neanche più il suo compleanno. Chiusi il cellulare e tornai a letto sperando, il giorno dopo, in una giornata migliore.

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Capitolo 3
*** Silently In Pain ***


Quel giorno uscii dal dormitorio dopo esserci stata segregata per due giorni a lavorare, uscii subito dopo pranzo per recarmi ad Incheon a prendere dei biglietti per gli Exo, che sarebbero andati in Giappone in inverno. Era sempre triste quando dovevo prendere loro i biglietti per partire, senza di loro mi mancava una parte di me, e ogni volta che fissavo quei biglietti avevo sempre l’impulso di strapparli o di inventare una qualche strage ambientale nel paese dove avrebbero dovuto recarsi …

Il nervosismo continuava ad assalirmi, non avevo guardato il telefono mai una volta nei due giorni precedenti, forse per paura di qualche messaggio inatteso, o per il troppo lavoro, “sicuramente per il troppo lavoro!” pensai tra me e me salendo sul pullman per Incheon, “Maledetta SM, per quei 9 scemi muovete i vostri van migliori, e io devo prendere il bus” pensai frustrata, dura verità.
Per la prima volta mi decisi a guardare il cellulare, che ovviamente pullulava di messaggi, che non considerai minimamente … avevo paura di aprire la chat con Luhan e vedere se aveva visualizzato … non avevo intenzione di peggiorare la giornata, quindi misi via il cellulare e tirai fuori l’iPod.
Avevo davvero troppe canzoni, nel cellulare non sarebbero mai entrate, dovevo tenere le due cose separate, con la stessa filosofia con cui separavo i due mondi, quello della fantasia e della musica da quello reale.
L’iPod riprodusse in automatico “Promise” degli Exo, quella canzone che amavo e che mi faceva sempre rilassare, ricordando quante volte Chanyeol si era bloccato provando il suo pezzo davanti a me.

Una volta arrivata all’aeroporto prenotai tutti i biglietti, tentata di aggiungere ai loro passaporti anche il mio, tanto avrebbe pagato tutto la SM, ma mi avrebbero anche licenziata. Dopo averli prenotati feci per uscire, passando sotto un televisore che trasmetteva MV cinesi, che riconobbi dalla lingua che sapevo parlare soltanto in parte. Mi voltai un attimo e continuai a camminare.
Non appena fui più lontana dallo schermo udii una voce che conoscevo fin troppo bene e mi bloccai immediatamente per ascoltarla meglio. Tornai rapidamente sotto lo schermo: “Your Song” era il nome della canzone e non potei non riconoscere Luhan nel video, nonostante avessi già inquadrato la voce. Rimasi a fissare il video, non sembrava cambiato molto, sembrava allegro, come del resto suggeriva la canzone … non era cambiato per niente, o forse era sempre più bello man mano che cresceva … mi sedetti sulla sedia appena sotto la tv per continuare a vedere il video, quando ad un tratto non riuscii più a vedere bene, le lacrime mi stavano appannando gli occhi, stavo ancora tornando indietro nel tempo …

Ricordai la prima volta che cantò per me.
Come accadeva ormai da giorni, stavamo guardando un film insieme. Avevo lavorato tutto il giorno e stavo per addormentarmi, nonostante io non riuscissi mai a dormire fuori orario.
-Che rabbia! Non riesco a seguire il film-sbottai infilando la mano nel pacco di popcorn e mangiandoli nervosamente per poi sdraiarmi sulle sue gambe.

-Dovresti andare a dormire, ci penserà Suho alla cena- disse scostandomi i capelli dal viso. Ogni giorno i suoi gesti sembravano voler superare quella amicizia che c’era fra noi, ma forse ero io che ci badavo troppo.

-Non riesco proprio a dormire fuori orario- anche se sapevo che tale condizione si annullava quando nel buio appoggiavo al testa sul suo petto o sulla sua spalla.

-Scommettiamo che io ci riuscirò?- sorrise lui abbassando il volume. Sorrisi in segno di sfida, “Principiante, ho provato molte volte con molte alternative ad addormentarmi fuori orario” pensai.

-E come pensi di fare?- chiesi dubbiosa.

-Posso cantarti qualcosa- propose lui entusiasta. Io annuii, tra tutte le voci della band, la sua era una delle mie preferite, era così delicata, alta di tono ma non eccessivamente “sparata” come quella di Chen (che più volte aveva tentato di cantare ma il tutto si era trasformato in schiamazzi molesti per il vicinato).

Dopo essersi schiarito la voce iniziò ad intonare le parole di “Baby don’t cry”, che cantava ovviamente in cinese. Riconobbi che aveva vinto la scommessa quando riuscì a farmi chiudere gli occhi, accompagnata dalla sua voce e dal dolce tocco delle punte delle dita sulla mia testa.


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Il ricordo mi assalì come un’onda che si scaglia sulla baia. Al primo battito di palpebre, le lacrime uscirono come una cascata furiosa. Perché quei momenti stavano tornando a galla? Non volevo di nuovo essere vittima di depressione, perchè questo successe quando se ne andò …

In quel momento la televisione stava trasmettendo di nuovo programmi coreani, il cielo si stava rabbuiando e il telefono vibrò all’improvviso. Risposi soffocando le lacrime.

“Si può sapere dove sei? È quasi ora di cena!” era Suho e sembrava un po’ arrabbiato, non avrei mai voluto farlo arrabbiare. Gli dissi che sarei subito venuta via, ma lui disse che mi aveva fatto mandare una macchina e che tra poco sarebbe stata lì. Lo ringraziai, ma lui percepì che qualcosa non andava nella mia voce e mi chiese se andava tutto bene, e ovviamente risposi di sì e chiusi la chiamata facendo finta di vedere il van.

Fortunatamente pochi minuti dopo il van arrivò, mi pulii il viso e salii in auto. Una volta a casa mi misi velocemente ai fornelli così non avrei fatto arrabbiare Suho, era l’ora di cena e ancora non c’era niente in pentola …

Mentre facevo ruotare il mestolo nella zuppa, sovrappensiero, mi comparve davanti una brochure di una bianca spiaggia azzurra. Con il braccio la tolsi di torno, quasi spaventata dalla sua comparsa, mi voltai, era Suho, che per fortuna mi stava sorridendo.

-Che ne dici? Isole spagnole- esordì Suho fieramente. In questi giorni si stava avvicinando la data della breve vacanza estiva del gruppo, la prossima sarebbe stata la seconda trascorsa anche con me.
L’anno prima fu una vacanza perfetta, l’unica ragazza in mezzo a tanti ragazzi muscolosi, era diventato un mio hobby fare foto di gruppo in costume e mandarle alle mie amiche.

-Tu non sai una parola di spagnolo!- sorrisi io scuotendomi dai miei pensieri.

-Au contraire, madame- disse lui immergendo elegantemente un dito nella zuppa per assaggiarla.

-Quello è francese!- dissi picchiandogli la mano per aver fregato la zuppa.

-Allora aiutami tu a scegliere un altro posto- disse sedendosi a tavola. Non risposi, non mi sentivo in grado di pensare quella sera.

-Va tutto bene?- mi chiese all’improvviso.

-Più o meno- sospirai io, passandogli le posate da disporre sul tavolo.

-Stai male? Che hai?- chiese visibilmente preoccupato alzandosi e toccandomi la fronte.

-Scemo, sto bene- dissi lui abbozzando un sorriso.

-Come mai ti sei fermata a Incheon così a lungo?- chiese poi serio.

-Stavo guardando una cosa alla televisione e mi sono distratta … guardavo un canale cinese- spiegai io senza scendere nei dettagli.

-Tutto qui?- esclamò lui. –Dovresti guardare l’orologio un po’ più spesso- disse tornando ad apparecchiare. Mi limitai a dargli ragione e a servire la cena.

Piano piano il branco di lupetti affamati si sedette a tavola:

-Un applauso a Yuni che è riuscita ad addormentarsi perfino in un aeroporto affollato e rumoroso- esclama Baekhyun alzando il suo bicchiere e scatenando l’applauso di tutti.

-Sei un’idiota, mi hai fatto preoccupare, non farlo mai più!- sbottò Chanyeol guardandomi serio.

-Dovreste controllare più spesso la posta, la cassetta fuori sta per straripare- sottolineò improvvisamente Lay.

-E questo che c’entra? Tra l’altro se l’hai notato perchè non l’hai svuotata tu?- sbottò Baekhyun.

-Eh? No avevo le mani impegnate-

-Mi sembra tu abbia troppo spesso le mani impegnate- esclamò Sehun con la voce soffocata dal bicchiere. In quel momento Kai si propose per andare a svuotare la posta. Si alzò e corse verso la porta d’ingresso. Rientrò poi con un malloppo di posta alto quasi quanto un dizionario.

-Yuni-ah, c’è qualcosa per te qui, anche se in teoria qui tutto è per te- mi alzai incuriosita, “quando mai vi occupate voi di affari interni?” pensai prendendo la posta e disponendola sullo schienale del divano. Mi incuriosì particolarmente il pacchetto che riportava il mio nome . La presi la aprii. Era un set di fotografie di Londra, sorrisi nel vedere il pacchetto di foto.

-E chi è che ti manda queste foto?- chiese Kai incuriosito. Scostai la busta, che conteneva anche un biglietto.

-Una mia amica- dissi correndo nella mia stanza.
Aprii la busta, non erano cartoline, erano fotografie già sviluppate. Aprii anche il biglietto:

“Londra ti saluta e ti aspetta presto … e anche io. Penso che starò qui per un po’, mi piace l’Inghilterra anche se piove troppo spesso. Ricorda di portare un ombrello e di imparare l’inglese per quando verrai.
Tao”

Nel set di foto c’erano anche alcune selca stupide che si era fatto. Le raggruppai e le nascosi nel mio zaino, nessuno sapeva che mi scrivevo ancora con lui, in ogni caso quel pacchetto mi restituì il sorriso in quella giornata buia.
Dopo aver nascosto accuratamente le foto tornai in cucina in mezzo al casino dei miei migliori amici, sperando che almeno noi saremmo sempre rimasti uniti, fino a che la morte non ci avrebbe separato.

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Capitolo 4
*** Love comes stealthily, without time for a warning ***


-Indovina cosa è successo oggi?- irruppe Luhan in cucina mentre stavo lavorando a dei contratti. Alzai la testa mostrando l’evidente disturbo che mi stava arrecando:

-Cosa?- chiesi spazientita, era possibile che con loro non riuscivo mai a finire il lavoro prima di mezzanotte?!

-Mi hanno pagato!- esclamò entusiasta sedendosi sul tavolo. Notai infatti che i suoi capelli erano diventati color castano scuro e non più biondi, e il nuovo taglio gli lasciava (finalmente) la fronte libera.

-Lo vedo, hai fatto i capelli- dissi chinando di nuovo la testa sul cotnratto.

-Già, ti piacciono?- mi limitai ad annuire semplicemente.

-Comunque, visto che ho riscosso, stasera ti porto fuori a cena!- esordì facendomi di nuovo alzare la testa dalla sorpresa,
“Cena?! Perché una cena?!” pensai sul momento.

-Io e te a cena? … e dove?- chiesi cercando di non sottolineare troppo la stranezza di quel “io e te”.

-Dovunque tu voglia- sorrise lui. –Sceglilo poi scrivimi- disse poi saltellando in camera.

Un invito a cena … da parte del mio migliore amico … non c’era proprio verso di lavorare. Mi alzai e andai a farmi una doccia.

Qualche ora dopo indossai un paio di collant, un maglione lungo nero, vi abbinai un lungo pendente a orologio e andai a truccarmi, mettendoci più impegno e cura, cosa che non accadeva da tempo. Sistemai i capelli pensando che non era nulla di così particolare da dovermi preoccupare o “farmi troppo bella” eppure lo stavo facendo inconsciamente.
Mi guardai allo specchio cercando un po’ di fiducia in me stessa sperando di sembrargli carina poi uscii dalla stanza afferrando la borsetta.

All’ingresso trovai Luhan ad aspettarmi, come pensavo anche lui aveva messo un trucco leggero, “cose da Idol”. Credevo che anche lui l’avrebbe presa in modo semplice, e invece indossava dei pantaloni neri in pelle stretti,  un blazer nero con sotto una camicia bianca appena sbottonata al collo, insomma si era fatto bello, anzi bellissimo … mi sentii talmente inadeguata da voler correre in camera a cambiarmi, ma lui mi disse che ero perfetta comunque … mi tese la mano per aiutarmi a scendere i sue scalini che separavano il corridoio dalla porta, avendo visto che indossavo degli stivaletti col tacco, e uscimmo di casa.

Parlando delle sue scorribande del giorno a spendere i suoi soldi arrivammo ad un prestigioso ristorante italiano, di quelli costosi, come aveva voluto lui.

Non ricordai di cosa parlammo a cena, ma ricordai che il cameriere, convinto fossimo una coppia, aveva fatto mettere sul tavolo una candela, accompagnata da un buon Chianti. Le altre coppie che avevano quella candela si guardavano armoniosamente, si tenevano la mano sopra al tavolo e condividevano il cibo. Davvero io e Luhan stavamo dando quell’idea?

Dopo aver mangiato, imbarazzata dall’errore della candela, chiesi a Lu di uscire e lui acconsentì totalmente d’accordo con me.
Ci recammo a camminare in un parco lì vicino, l’imbarazzo si era impossessato completamente di me ogni volta che lo guardavo, la mia mente riusciva solo a pensa re a quanto fosse divinamente bello, e al fatto di sembrare una coppia. Volevo scacciare quei pensieri, altrimenti non sarei riuscita a parlare con lui …

-Tutto bene?- mi chiese notando un silenzio ormai da qualche minuto. Io annuii timidamente e continuai a camminare senza dire un’altra parola.

-Sicura?- mi chiese affacciandosi per incontrare il mio sguardo, sebbene in quel momento io non volessi incontrare il suo.

-Sì … anche se sono curiosa … a cosa devo questo invito a cena?- chiesi con la stessa timidezza per smorzare la situazione. Certamente fra due amici era una cosa molto strana.

-Sai, ho notato che di recente sembri più chiusa, più in imbarazzo, ho pensato che fossi stressata e ti servisse staccarti dal lavoro, spero che abbia funzionato- spiegò lui.

Come poteva aver capito tutto? Aveva visto il mio cambiamento nei suoi confronti, mi conosceva così bene? La mia testa impazzì, quindi arrossii e mi fermai appoggiandomi ad un muretto evitando di guardarlo. Volevo piangere, sentivo l’impulso, stavo anteponendo l’imbarazzo alla nostra amicizia, lo stavo facendo soffrire con le mie torture mentali.

Ad un tratto sentii le sue braccia cingermi la vita da dietro, e stringermi in un abbraccio di apprensione.

-Scusami, ti sto creando troppo disagio, è colpa mia … - mi disse dispiaciuto.

“NO, NO, NON SEI TU, PIANTALA, IDIOTA!” avrei voluto urlarglielo in faccia.

-Tu non c’entri … la colpa è mia … - dissi stringendogli le mani che mi avvolgevano in quel freddo abbraccio. Il silenzio ci avvolse, le lacrime iniziarono ad uscire come un fiume in piena, non sapevo cosa altro dirgli, non volevo che tutto finisse fra noi, ma il mio imbarazzo non poteva portare da nessuna parte.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, finche lui non sciolse l’abbraccio e mi tolse le lacrime con un dito.

-Voglio provare una cosa, per farti passare la tristezza- chiese dolcemente, lo guardai negli occhi e annuii, guardandolo non riuscivo a smettere di pensare quanto fosse importante per me, i suoi occhi, i suoi sorrisi, la sua presenza …

Si appoggiò al muretto anche lui e mi guardò sorridendo, cosa aveva in mente? Mi disse di chiudere gli occhi. Io obbedii, dovevo aspettarmi che corresse a cogliermi un fiore? O forse una cosa ben più ovvia.

In quel momento sentii la pressione delicata delle sue labbra sulle mie. Aprii gli occhi per un nanosecondo, mi resi conto che mi stava baciando davvero, così richiusi gli occhi godendomi quel dolce contatto che stava facendo scivolare via l’ansia, l’imbarazzo e la tristezza. Poco dopo le sue mani avvicinarono il mio corpo al suo … quello era il mio posto, tra le sue braccia, e non lo avevo ancora capito …
Qualche minuto dopo si staccò rimanendo sempre vicino a me, finchè, vinto dalla timidezza, non abbassò la teata. Era successo davvero? Mi morsi il labbro inferiore, pensando che lui lo aveva appena baciato, finchè non mi aprì un sorriso impulsivo, uno di quei sorrisi talmente veri da non sapere di averlo mai fatto.

-Va meglio adesso?- mi chiese riacquistando coraggio per parlare. Io annuii mantenendo quel sorriso, probabilmente avevo una faccia da scema, ma non mi importava, le mie braccia erano ancora intorno al suo collo e le sue ancora sui miei fianchi, quello che era successo era la soluzione più ovvia a tutto, io e lui sembravamo una coppia perchè forse inconsciamente lo eravamo già …

-E se provassimo a stare insieme?- mi chiese ancora più dolcemente. Dopo quella domanda tornai rapidamente alla realtà, ricordando la dura legge sugli Idol e le loro relazioni … davvero si sentiva così coraggioso da trasgredirla.

-Lo sai come stanno le cose con voi Idol … non potreste avere una relazione … - odiavo dovergli dire quella cosa, avrei voluto dirgli di sì su due piedi, ero proprio noiosa …

-Lo so … ma non lo diremo a nessuno, lo terremo nascosto, se ti va di provare ovviamente- disse lui, e capii che per fargli prendere una decisione che gli sarebbe costato reputazione e lavoro, questa cosa doveva essere davvero importante per lui …

-Perché vuoi trasgredire le regole? Sai bene quel che rischi- dissi io, “Dio Yuni, quanto sei noiosa” pensai di nuovo.

-Perché ti amo veramente … - quella risposta mi spiazzò del tutto. Mi amava … mi amava davvero, gli piacevo così tanto da potermi già dire che mi amava? Era così perfetto, sapevo di provare gli stessi sentimenti per lui, ormai ne ero sicura con chiarezza.

-Prometti che ci penserai?- chiese lui rompendo l’abbraccio reciproco. Io annuii sorridendogli e iniziando a camminare.

Ora l’atmosfera rischiava di farsi più pesante, finchè non gli avrei dato una risposta, e mai avrei voluto creare altro disagio.  Camminando per strada guardai per un po’ le nostre mani sfiorarsi, finchè non presi l’iniziativa e gliela afferrai sorridendogli.

Arrivati alla porta del dormitorio lo fermai prima che potesse entrare.

-Ci ho pensato … - dissi io. Per quanto contassero le regole, se lui era tanto pronto a trasgredirle, lo ero anche io. Sapevo che l’amore nascosto avrebbe potuto portare sofferenza e bisogno l’uno dell’altro, ma volevo davvero stare con lui, e lo avrei fatto anche nascondendolo a tutti, lo avrei amato anche nel momento di nasconderlo.
Mi avvicinai e gli lasciai un piccolo bacio sulle labbra, provocandogli un immenso splendido sorriso.

-Proviamo, ma so che ce la faremo- dissi io sorridendo.
Quindi entrammo in casa, fingendo di esserci incontrati nelle rispettive strade di ritorno. Durante la cena parlammo delle nostre serate, totalmente inventate, lanciandoci sguardi d’intesa.
Sì, lo amavo, più che lo guardavo e più ne ero certa, lo amavo da morire, e non avrei mai smesso di amarlo, mai lo avrei lasciato andare.


                                                                                                                     --------

 
Mi svegliai da quel sogno soffocando il pianto per evitare di svegliare Chen e Sehun.
Mi alzai e lasciai cadere le prime lacrime, aver sentito nuovamente la sua voce aveva risvegliato tutti i miei ricordi, la sera del nostro primo bacio, nonché la sera in cui ci mettemmo insieme … la nostalgia mi colpì talmente forte da provocarmi dolore al petto.

Presi al volo dei fazzoletti e piano piano mi avviai alla porta d’ingresso. La aprii e uscii in strada, corsi e corsi piangendo fino al parco più vicino, dove, senza che mi importasse dell’ora, mi sedetti su una panchina sotto al cielo stellato, e lì continuai a singhiozzare.

Sentendo la testa girare, alzai la testa al cielo, da qualche parte sotto questo cielo ci doveva essere anche lui …

-Fa tanto male la tua assenza, sai? … chissà se qualche volta ci pensi a me- dissi soffocata dal pianto. Mi sdraiai sulla panchina per continuare a guardare il cielo.

-Mi manchi … mi manchi tanto … - sussurrai alzando una mano verso le stelle … 

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Capitolo 5
*** When I See You, So Beautiful That It’s Sad ***


Continuavo a guardare le stelle brillare vive nel cielo notturno, la loro nitidezza era svanita a causa delle lacrime che mi bagnavano gli occhi …  non avevo idea di che ora fosse, il tempo si era fermato …
In quel momento sentii qualcuno correre e avvicinarsi sempre di più. Volevo avere paura che si trattasse di un maniaco che girava per il parco di notte, ma non sentivo la forza per provare paura.

-Yuni!- sentii urlare da dietro. Mi alzai velocemente. Era soltanto Kai, sembrava preoccupato.

-Oddio, che ti è successo?- dovevo avere il viso completamente rigato dalle lacrime e le guance arrossate. Non gli risposi nemmeno, non avrei saputo neppure cosa dirgli.

-Allora? Ti ho vista correre fuori, che succede?- chiese ancora sedendosi vicino a me.

-Non sto bene, Jongin … volevo prendere un po’ d’aria- gli dissi semplicemente.

-Che cos’hai?-disse scuotendomi. Non volevo farlo preoccupare, ma non poteva sapere perchè stessi così male …

-Ho solo litigato con una mia amica … tranquillo- dissi abbozzando un sorriso finto e mi alzai cancellandolo del tutto. Mi incamminai verso casa senza che mi preoccupassi se mi stava seguendo o no.

Raggiunsi l’ingresso, la porta era aperta e le luci tutte accese. In cucina, Suho era sveglio e stava preparando del latte caldo. Vedendomi parve scuotersi. Mi lasciai cadere tra le braccia del leader sentendo cadere di nuovo le lacrime, come se potessi espellere tutta la mia tristezza.

-Kai, puoi tornare a letto, sto io con lei- disse lui. Quella frase sembrò infastidire molto Kai, che sbatté il giubbotto sul divano e tornò in camera. Sapevo di piacergli e di non renderlo abbastanza partecipe della mia vita, ma Suho era l’unica persona che sapeva di me e Luhan, l’unico con cui potevo parlare.
Suho mi invitò a sedermi e mi porse la tazza di latte caldo e dei fazzoletti.

-Che succede, Yuni? Non ti vedevo così da quando …- pensò bene di non dirlo, si era sempre evitato di parlarne, ma ormai girarci intorno era diventato inutile.

-Da quando Luhan se n’è andato … lo so- dissi io lasciandolo di stucco.

-Che cosa è successo? Ormai non ne parlavi da un po’- chiese lui.

-Alla tv cinese a Incheon, c’era un suo video … sembrava così allegro e spensierato … inizialmente ho pensato che ormai non pensasse più a noi, a me … - Suho mi prese la mano quasi sentendo che stavo per riprendere a piangere.

-Sapevo che ti sarebbe successo … non devi buttarti giù perchè ti farebbe soltanto male-

-No, Joon … ci sto cascando di nuovo- dissi stringendogli la mano.

-Quindi è così?- sentii una voce uscire dall’angolo, Kai …

-Stai per cadere in depressione di nuovo per quello lì?- sbottò lui. Suho si alzò per calmare la situazione. Depressione …

-Ti avevo detto di rimanere in camera, Kai!- sbottò Suho cercando di spingercelo dentro.

-Mi hai sempre raccontato solo menzogne! Tu non hai nessuna idea di come fosse vederti star male, vederti addormentarti dal nulla e impasticcarti per quello lì … alla tua età … vorrei ricordarti che quello lì se n’era andato senza neppure avvisarti, ora vive la sua vita e di te non gli importa più niente!- urlava mentre Suho cercava di calmarlo. Mi alzai e tornai in camera quasi barcollando.

Kai aveva ragione … se n’era andato da tanto tempo ormai … si era rifatto una vita e io non volevo cadere di nuovo in quel brutto momento, non volevo prendere di nuovo pasticche contro la depressione …


                                                                                                                       --------
 
 
“Puoi uscire? Devo parlarti” scrissi con grande preoccupazione quel messaggio che lui visualizzò immediatamente. Non era un bel messaggio, forse lo avevo scritto in modo troppo serio, ma ero molto preoccupata per l’atteggiamento di Luhan in quei giorni, così distaccato, malinconico e spento …
Lo vidi uscire di corsa senza neppure il giubbotto addosso.

-Amore, c’è qualcosa che non va?- mi chiese abbracciandomi immediatamente. Io lo abbracciai a mia volta, doveva avere freddo senza il cappotto.

-è successo qualcosa in questo periodo? Sembri così spento … -

-Ma no, va tutto bene … sono solo un po’ stanco- disse lasciandomi dei piccoli baci sulla fronte.

-Scusami … ero solo preoccupata-  gli dissi prima di far calare il silenzio.

-Ti amo, ricordatelo, per sempre, ok?- disse lui quasi sfiorando la serietà.

-Ti amo anch’io- gli dissi amorevolmente.

Tornammo dentro insieme … ma non ero molto convinta, sembrava così triste, perfino nel dirmi quel “Ti amo”, quella luce nei suoi occhi che amavo guardare si era spenta.

Quella sera dopo avergli dato la buonanotte, me lo trovai nuovamente in camera ad aspettarmi, e a chiedermi di dormire con me. Non potei proprio rifiutare, sembrava averne un forte bisogno. Ormai stavo insieme a lui da più di 9 mesi, conoscevo ogni sfumatura delle sue emozioni. Quella notte mi strinse così forte, come se non ci fosse un domani, intrecciava la mano con la mia, si agitava e non riusciva a dormire. Mi voltai e lo baciai dolcemente, avrei tanto voluto sapere cosa lo affliggeva e perchè non voleva dirmelo.
Se avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo bacio, forse gliene avrei dato uno più bello …

Il giorno dopo mi svegliai da sola nel mio letto. Pensai che fosse tornato in camera nel cuore della notte, per mantenere la nostra segretezza.
Andai in camera sua con l’intento di svegliarlo, ma il suo angolo dove si trovava il materasso era vuoto, completamente spoglio, e così anche la sua parte di armadio, che stava succedendo? Uscii e irruppi in cucina dove erano tutti svegli e stranamente silenziosi.

-Dov’è Luhan?- chiesi io interrompendo quel silenzio. Tutti si voltarono, quasi preoccupati, mentre Suho iniziò a venirmi incontro.

-Non te l’ha detto?- chiese Baekhyun. Scossi la testa, cosa mai avrebbe dovuto dirmi? Suho mi venne incontro e prendendomi la mano, mi trascinò fuori.

-Joon, che sta succedendo?- chiesi quasi spazientita.

-Ascoltami, Yuni, Luhan ha interrotto il contratto il mese scorso, forse per un problema di salute, ci ha lasciati ed è tornato a casa … anche lui … - non riuscii a crederci, e nel sentire quelle parole volevo soltanto svegliarmi da quell’incubo, svegliarmi fra le braccia di Luhan …

-Yuni, lo so come ti senti, ma ti assicuro che lui non voleva farti soffrire. Non voleva lasciarti vedendoti piangere … e lo capisco, se mai fossi arrabbiata con lui, perdonalo- disse Suho, ma lo ascoltai a malapena. Le lacrime iniziarono a cadere, offuscandomi gli occhi.

Aprii d’istinto il portone e corsi fuori, su quella panchina nel parco. Era troppo difficile gestire quello stress e quella sofferenza. Anche Kris aveva da poco lasciato il gruppo ed eravamo tutti molto scossi.
Urlai, urlai così forte che qualcuno avrebbe potuto intervenire credendo in un mio malore, anche se il dolore c’era effettivamente, ed era fortissimo. Luhan non c’era più, se n’era andato senza dirmi niente, senza dirmi il perchè stesse male, anche se lo avevo capito ormai, senza neppure un saluto … quel giorno era un nuovo giorno, il primo senza Luhan, e soltanto poche ore facevano tanto male, non sapevo come avrei fatto a sopravvivere … pensando che solo il giorno prima mi stava abbracciando … forse quel “Ti amo” doveva suonare come un addio, era sicuramente così. La domanda che mi risuonava in testa era solo una, “Perché?” … io lo amavo, perchè se n’era andato lasciando tutto in quel modo?

La situazione peggiorò notevolmente nei giorni seguenti. Affrontai il fatto chiudendomi in me stessa, segregandomi nella mia stanza e uscendone soltanto di notte per mangiare, in fondo durante il giorno rimanevo a dormire, ed era sempre difficile dormire annegando nelle lacrime …
Qualche giorno dopo scoprii di non riuscire neppure a lavorare senza che il lavoro mi causasse il mal di testa, mi sentivo svenire continuamente, e cedetti all’idea di essermi ammalata. Fu così che presi il mio primo periodo di malattia dal lavoro, che fu notevolmente lungo essendo il primo in un anno e mezzo di lavoro, nonostante avessi avuto nel tempo anche una piccola febbre, non cessavo mai di lavorare.
Trascorsi due lunghe settimane a letto, senza mai alzarmi, e i ragazzi cominciavano a preoccuparmi dell’entità e la gravità della mia malattia. Ricordo quanto piansi quando per la prima volta, Lay e Chanyeol mi aiutarono ad alzarmi e a camminare. La sensibilità nelle gambe era così diminuita che non riuscivo a reggermi in piedi … e ricordo quanto fu difficile per loro vedermi in quello stato, ricordo di aver visto da uno spiraglio della porta il pianto di Chanyeol dopo avermi portata in camera in braccio. Quel giorno che i due mi aiutarono ad alzarmi fu per un appuntamento dal medico, che mi prescrisse delle medicine, che scoprii poco tempo dopo essere degli anti depressivi. Mentre trascorrevo continuamente i miei giorni a letto, riuscivo a sentire tutti i discorsi e le litigate fra i ragazzi, che riguardavano me … loro tenevano molto a me, e io tenevo a loro, non volevo che soffrissero, avevano disdetto molti impegni per starmi dietro e prendersi cura di me. Dopo una di quelle litigate, Kai decise di dichiarare guerra a Luhan per avermi ridotto in quel modo e mi convinse del fatto che lui mi aveva solo fatto del male e che avrei dovuto odiarlo e tentare di dimenticarlo. Ascoltai quelle parole con gli occhi mezzi addormentati e il corpo intorpidito e dolorante, e gli diedi ascolto, dando inizio alla riabilitazione … nel modo sbagliato …
Ero in debito con loro, e non volevo assolutamente che succedesse di nuovo.
Ma in quei giorni avevo iniziato a ragionare di nuovo con la mia testa, e non con le congetture che Kai mi aveva messo in mente, io amavo Luhan e lo avrei sempre amato, anche dopo quello che aveva fatto, anche dopo avermi lasciata … ma tornare a quel pensiero fu un passaggio troppo doloroso, e avevo paura di cadere nuovamente in depressione e far soffrire i miei ragazzi …


                                                                                                                 --------


Uscii dalla mia stanza, l’ambiente si era calmato, Kai e Suho erano già tornati nelle loro stanze … era notte fonda, in verità da lì a pochi minuti il cielo avrebbe cominciato a schiarire.
Aprii piano piano la porta della stanza di Chanyeol e Baekhyun, e cercando di non disturbare quest’ultimo, scossi lievemente la spalla di Chanyeol. Mentre per confidarmi avevo bisogno di Suho, per cancellare qualsiasi tipo di tristezza avevo bisogno del mio migliore amico, il mio “Happy Virus”.

-Usciamo?- gli sussurrai in un orecchio.

-Adesso? Ma sei scema, è notte- disse girandosi dall’altro lato.

-Non è vero, tra poco sarà, perchè non andiamo a vederla?- lui si alzò ancora con gli occhi chiusi.

-Certo che sei strana … come vuoi, andiamo- disse alzandosi e infilandosi semplicemente un giubbotto. Uscimmo di soppiatto alla ricerca di un posto dove poter vedere l’alba, grazie a lui recuperai il sorriso, pur senza perdere quel pensiero fisso di Luhan … stare bene, stare bene e in salute era l’unica cosa che contava.

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Capitolo 6
*** At Least In My Heart, I Will Warmly Shine On You ***


La situazione si fece più tranquilla nei giorni seguenti, continuavo a lavorare e percorrevo la solita routine anche perchè in casa Exo stavano arrivando novità sensazionali: i ragazzi avrebbero debuttato in Giappone portando la loro “Love Me Right” oltre nuovi confini. La SM sembrava proprio voler premere molto su di loro, come sempre, dopo aver coinvolto anche la Cina adesso toccava al Giappone … “A questo punto perchè non farli sbarcare a Helsinki a cantare in finlandese? Se devono conquistare il mondo …” pensai divertita. L’altra novità era la loro partecipazione alla colonna sonora ufficiale di uno dei miei film preferiti, Star Wars. In ogni caso sul brano fu mantenuta la segretezza fino al momento della registrazione.

Quel giorno stavo dunque lavorando alle pratiche riguardanti l’accordo con la Disney su Star Wars quando Kai si sedette silenziosamente al tavolo vicino a me:
-Yuni, mi spiace tantissimo di aver fatto quella scenata ieri sera … - mi voltai, teneva lo sguardo basso, ma in realtà se lui non mi avesse fatto notare certe cose, quelle cose sarebbero successe di nuovo.

-Io invece ti ringrazio per averla fatta, potevo cascarci ancora, ma non succederà- gli dissi passandogli una mano fra i capelli liscissimi colorati di un rosso sbiadito. Mi sorrise, poi rivolse il suo sguardo ai fogli su cui stavo lavorando.

-Indovina chi è stato scelto per il cast del video?- disse guardandomi con il suo sorriso più bello.

-Tu?- dissi io quasi alzando gli occhi al cielo. Sapevo che avrebbero scelto solo pochi di loro per partecipare al video, ma ormai era scontato che il visual fosse inevitabilmente fra questi, anche se ormai in casa Exo c’era un bel giro di scommesse su chi sarebbe stato scelto, e tutti, e ripeto tutti avevano scommesso anche su Kai.

-Yeah Baby, quindi ho vinto parte della scommessa- esultò lui.

-Non dirmi che hai scommesso su te stesso!- lui annuì perso nelle risate.

-Narcisista!- sbottai io tornando al mio lavoro. Era tutto tornato alla normalità …

Mi alzai per controllare a che punto era il pranzo, avevo optato una pasta all’italiana per quel pranzo della domenica e da qualche ora i ragazzi vi ronzavano intorno con l’intento di prenderne un filo direttamente dalla pentola. Misi fine alla loro tortura chiamandoli a tavola. In realtà il pranzo era diventato come una mensa per poveri vagabondi: il tavolo allungabile si era rotto e non si poteva più aprire e allungare, col risultato che al massimo 5/6 persone potevano mangiarci dignitosamente, le persone rimanenti trascinavano altre sedie, o quando potevano il divano, fino alla tavola e mangiavano sulle loro stesse ginocchia, e da quando la situazione divenne in questo modo, al richiamo per il pranzo iniziavano tutti a correre come bambini per assicurarsi un pranzo normale e dignitoso.
Dato che quel giorno avevo fatto la pasta italiana, i primi che arrivarono lo fecero correndo fuori dalle stanze come dei tifoni, Chanyeol in prima linea, mentre Kai se la rideva, venire a scusarsi con me era una scusa fantastica per sedersi già al tavolo. Quel giorno lasciai riempire il tavolo ai bambini e mi accontentai di stare sul divano a mangiare in mezzo a Lay e Kyungsoo, i quali avevano dato la precedenza all’alzarsi da letto.

Mangiare accanto a Lay era più dura di quel che sembrava, una volta finita la sua pasta pretendeva di poter mangiare anche la mia, e in un tentativo di rubarmi uno spaghetto rovesciò il suo sugo sulla mia felpa grigia, o meglio sulla felpa grigia di Sehun da me ereditata. Dopo avergli lanciato un mezzo insulto nella sua lingua madre andai in camera a cambiarmi.
Onestamente, non cambiavo da mesi la felpa con cui stavo in casa, e non sapevo nemmeno dive cercarne un’altra bella comoda, tanto che stavo pensando di fregarne una a Chanyeol, finchè non trovai in fondo al mio monte di vestiti una felpa azzurro pastello. Sorrisi nel pensare alla storia di quella felpa, uno dei regali di Luhan prima che se ne andasse … anche se avevo superato la crisi mi venne da chiedermi come mai i suoi ricordi dovevano sempre venire a galla.


                                                                                                                      -------

 
Mi regalò quella felpa due settimane prima della partenza probabilmente. Luhan se ne stava a guardare un film come al solito, e io come al solito gli avevo preparato una cioccolata, e per smorzare la dura attività lavorativa mi mettevo sul divano con lui.

-Cioccolata, mi sembri un po’ giù, troppo “lavoro”?- chiesi io sarcastica appoggiando la testa sulla sua spalla.

-Ma no, sto benissimo, ma se questo mi garantirà una cioccolata ogni sera … sto tanto male- disse sorridendomi e lasciandomi un bacio fulmineo sulle labbra. Ricambiai il sorriso e bevvi la mia cioccolata.
In quel momento un brivido di freddo mi assalì, in salotto era sempre più freddo delle altre stanze.

-Hai freddo?- mi chiese lui sentendomi scuotere. Annuii e intanto mi alzai per andare a cercare una felpa in camera. Tornai tirando su il cappuccio di una felpa color azzurro pastello.

-Ma quella è mia! Ecco dov’era … la stavo cercando sai?- mi chiese mettendomi un braccio intorno al collo. Risi iniziando ad annusarne il colletto.

-Profuma di te- dissi dolcemente sfregandomi alla sua spalla.

-Ti piace proprio la mia felpa … allora te la regalo- disse lui.

-Davvero?- esclamai alzando la testa per guardarlo meglio.

-Certo, così avrai qualcosa per ricordarti di me … quando non ci sarò- disse facendosi più serio e tornando a vedere la tv. Gli presi la mano e intrecciai le mie dita con le sue.

-Ma tu ci sarai sempre- sorrisi io stringendomi a lui.

“Tu ci sarai sempre”, non ero riuscita ad interpretare il suo “quando non ci sarò”, sapeva di andarsene, me l’aveva regalata per quello.


                                                                                                                  ---------

 
Cercai di scacciare il pensiero e di soffocare le lacrime che stavano per scendere … eppure ero sicura di averle già finite tutte …
Quel pomeriggio mi rimisi a lavoro, i ragazzi si stavano facendo un pisolino, quelli che erano rimasti a casa, mentre Suho non riusciva mai a stare fermo e sentiva il bisogno di gironzolare per la cucina.

-Quella felpa … l’ho già vista da qualche parte- disse guardandomi.

-E’ da molto tempo che ce l’ho- dissi senza staccarmi dal lavoro.

-Ma non a te … cioè l’ho vista spesso, ma non addosso a te.- disse lui sedendosi poi vicino a me.

-A chi l’hai rubata stavolta?- chiese sorridendo bevendosi una bottiglietta di tè.

-A nessuno, scemo, era un regalo … - dissi io.

-Ahh, certo che ti sta bene, a me non starebbe mai, doveva essere stato qualcuno parecchio … piccolo!- disse lui.

-Era un suo regalo- aggiunsi io alzando gli occhi per un attimo.

-E perchè la metti?- mi chiese.

-Non dovrei?- chiesi subito dopo io.

-Non so … credevo che qualsiasi cosa riguardante Luhan ti facesse star male-

-Era così, ma forse non me ne devo preoccupare- dissi tirandomi su il cappuccio.

-Lo so quanto ti fa soffrire, non devi nascondere nulla con me e lo sai- a quel punto decisi di essere totalmente onesta con lui.

-Lo sai, Joon, l’ho messa perchè voglio davvero ricordarmi di lui, non mi serve scansare il suo ricordo, sarebbe meglio imparare a conviverci … e trattarlo come una bella esperienza passata- dissi lasciandomi sfuggire una lacrima che asciugai subito.

-Ho capito, sono contento che tu lo voglia superare del tutto, ma sono ancora certo che ti serva scappare da questa routine … perchè non vai in vacanza?-

-In vacanza? Con tutti questi fogli? E poi, da sola, la mia vita siete voi- dissi sorridendo.

-In ogni caso tra poco partiremo per il Giappone e tu dovresti rimanere qui, vai via anche tu qualche giorno-

-Joonie, è divertente parlare di sogni irrealizzabili con te, ma ora devo tornare alla realtà- dissi io.

-Come vuoi, ma pensaci!- mi ordinò tornandosene in camera.

Una vacanza … il mio desiderio era di andare con loro in Giappone, nient’altro, dal momento che non sentivo i miei genitori da molto tempo e tantomeno i miei vecchi amici, la mia vita erano davvero questi ragazzi, erano i miei migliori amici, i miei fratelli, e se avessi mai voluto una vacanza l’avrei voluta con loro. E poi, si fa sempre presto a parlare di vacanze, ma vagare per il mondo non era certo gratis, e a dirla tutta loro stavano già decidendo la meta per l’estate seguente.
Scacciai il pensiero con una risatina e tornai a lavorare.
Quella felpa aveva un grande significato, era ancora impregnata del suo dolce profumo, lui non amava i profumi forti, ma amava riempirsi di profumo, per questo ogni suo indumento profumava da morire. Alla fine pensai che fosse davvero meglio convivere con i ricordi e nient’altro, senza rimorsi e senza lacrime.

Il giorno dopo Suho si presentò di nuovo in cucina, era l’unico che non aveva niente da fare, trattandosi comunque di lunedì.

-Indovina chi hanno scelto oltre a Kai per il video di Lightsaber?- chiese sorridente.

-Non te- dissi sarcastica.

-Infatti no- disse senza alcun dispiacere. -Sehun!- disse poi.
Era ovvio, insieme a Kai sarebbe stato perfetto, per ora stavo vincendo la scommessa alla grande. Secondo la mia posta in gioco l’ultimo nominato avrebbe dovuto essere Chanyeol.

-Ho un regalo per te- disse poi dal nulla.

-A cosa devo il piacere?- chiesi chiudendo le cartelle, così avrei finalmente smesso di lavorare almeno per un po’.
Tirò fuori dalla tasca due foglietti di carta che parevano essere biglietti aerei.

-Cosa sono quelli, Joonie?- sbottai io sorridendo, quel dannato riccone voleva davvero mandarmi in vacanza!

-Biglietti! So che avresti sempre voluto vederla, ora ci andrai e zitta. Ho parlato coi datori di lavoro, e hai già le ferie- disse dandomi i biglietti. Andai dritta a cercare la località. LONDRA! Non riuscii a crederci, era sempre stato mio desiderio vedere Londra, la adoravo! Lo ringraziai con un abbraccio, anche se avrei voluto averli con me, tutti quanti i miei ragazzi.

Corsi in camera a metterli nel portafoglio, la partenza era fissata solo 5 giorni dopo.
In quel momento di felicità pensai che forse non sarei stata del tutto sola. Tirai fuori le foto che Tao mi aveva inviato da Londra, e subito dopo gli spedii un messaggio con una foto del biglietto.
Rivedere Tao era proprio quello che ci voleva, e non vedevo l’ora di partire e raggiungerlo. Sorrisi lasciandomi cadere sul letto: “Ma sì, forse mi serve davvero una vacanza”, pensai rotolandomi sul materasso.

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Capitolo 7
*** You Clearly Are There, You Still Remain There Just The Same ***


-Mi racccomando, Yuni, fai attenzione- mi disse Chanyeol sistemandomi al collo una delle sue sciarpe morbide mentre gli altri mi aiutavano a caricare la valigia sul Van. 5 giorni di ferie (forse più che meritate) a Londra.
I ragazzi dovevano fare le cose di fretta perchè poche ore dopo avrebbero dovuto prepararsi per recarsi come me a Incheon, per andare in Giappone.
-Credete che ci incontreremo a Incheon?- chiesi io.

-Non credo, abbiamo l’aereo dopo pranzo ma non pranzeremo a Incheon- mi rispose Suho aiutandomi a chiudere il portabagagli.

-Divertitevi allora, fate buon viaggio e fategli vedere chi siete- dissi abbracciandolo.

-Lo faremo sicuramente, e tu divertiti di più, anche per noi … e sta attenta sempre perchè sarai da sola- sorrise lui.

-Oh ma io non sarò da sola- dissi ammiccandogli rapidamente.

-Come? Hai degli amici laggiù?- chiese quasi sollevato. Io annuii e gli promisi che gli avrei mandato qualche foto. Poi salii sul Van e salutandoli partii.
Misi le mie tanto amate cuffiette e mi addormentai sulle note di “My Answer”.
 
Arrivai a Heathrow in tarda serata, o almeno era quello che pensavo essendo arrivata di notte (ora coreana), ma fuori era completamente soleggiato. Fortunatamente me la cavavo bene con l’inglese e non fu difficile trovare la metropolitana che mi avrebbe portata in centro al mio hotel. Tirai fuori dalla borsa la prenotazione, Suho non aveva proprio badato a spese, un hotel 4 stelle con vista sul Big Ben e il London Eye, alloggio in Suite Junior, quell’uomo era decisamente pazzo.
Una volta in metro mi ricordai di loro e decisi di scrivere a Suho: “Siete arrivati? Tutto bene?” il messaggio non si inviò per un bel po’ essendo in metropolitana, e ricevetti in risposta qualche foto della vista dal loro albergo.

Mi fermai sotto al London Eye e sistemai l’orologio, quindi era mattina a Londra, non avevo perso ore né tantomeno giorni di vacanza. Continuai a guardare la punta di quella immensa ruota panoramica, era un mio desiderio fortissimo poterci salire.

-Le ragazzine non dovrebbero girare da sole in una città come questa- sentii una voce da dietro e un qualcuno prendermi a braccetto sbucandomi davanti. Lo riconobbi subito dalle pieghe del sorriso, quello scemo di Zitao.
Non era cambiato più di tanto, sempre i soliti vestiti alla Gucci, sempre i soliti occhiali da sole e il solito cappello. Solo i capelli erano tornati castani del suo colore naturale, e aveva anche delle lenti a contatto che schiarivano notevolmente i suoi grandi occhi. Insomma si era occidentalizzato.

-Tao-ge- urlai saltandogli addosso. Anche io non ero cambiata molto, forse avevo solo dato un piccolo taglio ai capelli ma nient’altro. Invidiavo da morire Tao, aveva mollato tutto perchè non stava ricevendo il rispetto che meritava e aveva ragione … avevo notato da tempo che i ragazzi cinesi non venivano trattati allo stesso modo dei ragazzi coreani, e questo era ingiusto, per questo lo incoraggiai a rifarsi una vita. Ma confesso che c’è una paura grande che non smette mai di pervadermi: la paura che anche Yixing possa un giorno decidere di andarsene, è l’unico cinese che ci è rimasto …
 
Nei giorni che trascorsi a Londra ebbi il tempo di visitarla per bene insieme a Tao, e parlare con lui dei più e del meno, dei progressi della band e dei suoi, delle sue canzoni che seguivo continuamente e anche della nostalgia che talvolta lo invadeva, la nostalgia di noi, dei suoi amici, e della paura di tornare anche solo per un saluto, essendo stato marchiato come traditore …

Il giorno prima di partire inviai delle foto a Suho, tra le quali inviai anche una foto di me e Tao davanti al London Eye, sull’altra sponda del Tamigi, mi assicurai di scrivere sotto di non dirlo a nessuno.
Il giorno dopo ripartii, Tao mi accompagnò a Heathrow e mi chiese di tornare, entrambi ci eravamo divertiti molto e soprattutto io ero riuscita a staccarmi dalla routine e vedere la mia amata Londra.

 
Tornai a notte fonda al dormitorio ed entrai piano piano pensando che fossero tutti a dormire, invece erano seduti in cerchio in salotto, tipo riunione di una qualche setta segreta.

-Che diavolo state facendo?- chiesi lasciando la valigia nell’angolo del corridoio.

-Bentornata Yuni, allarghiamoci e facciamola entrare nel cerchio- disse serio Kyungsoo dicendo agli altri di scorrere. Che cavolo …

Mi sedetti fra Kyungsoo e Baekhyun chiedendo nuovamente cosa stessero facendo, accorgendomi anche della presenza di candele in mezzo al cerchio.

-Me lo sto chiedendo anche io cosa succede, me lo chiedo da 2 ore!- esclamò Xiumin buttando la testa indietro sul divano, mentre guardai gli altri concentrarsi seriamente su dei fogli, mentre Yixing si era addormentato con la schiena contro il divano.

-Quindi??- chiesi non sentendomi arrivare alcuna risposta.

-Abbassa la voce, è tardi- mi rimproverò Kyungsoo con quello sguardo inquietante che solo lui sapeva fare.

-Stiamo scegliendo la destinazione per la prossima estate- sussurrò Baekhyun.

-Tutto questo casino solo per quello??- sbottai verso Kyungsoo, che si voltò di nuovo con lo sguardo inquietante, per poi voltarsi di nuovo.

-Park Chanyeol, è giunto il tuo momento, mostraci la tua brochure- disse scrivendo il nome di Chanyeol su un foglio.
Chanyeol sollevò una brochure di un piccolo residence sul mare di Los Angeles, poi la consegnò a Kyungsoo.

-Per adesso è stata proposta la costa spagnola da Suho, i Caraibi da Chen e ora Los Angeles da Chanyeol-disse scrivendo sul suo foglio.

-E cosa avreste fatto in due ore?- chiesi curiosa.

-Abbiamo mangiato- rispose Chen riprendendo in mano un pacchetto di Popcorn già aperto.

-Avanti Minseok, proponi- disse passando a Xiumin. Lui gli passò semplicemente la brochure per poi tornare alla dormiveglia.

-Jeju, ne hai di fantasia!- disse Baekhyun in modo sarcastico.

-Yixing-ah … Zhang Yixing! Sta a te- urlò Kyungsoo. Vedendo il compagno ormai nel mondo dei sogni, fu Kai ad afferrare la sua brochure e passarla a D.O.
Sembrava un gioco carino e ormai mi stavo divertendo. Nel corso del cerchio fu proposta nuovamente l’Italia 2 volte, a Kai e Sehun era piaciuta molto la vacanza dell’anno prima, sebbene durante il viaggio preferimmo fermarci in sosta ad un grosso aquapark sul mar Adriatico, che io conoscevo molto bene. Altre proposte furono il Mar Rosso e addirittura il Mar Morto, studiato con attenzione da Kyungsoo e quasi bocciato immediatamente ad unanimità.

Erano già le 3 di notte, e mentre Chen e Baekhyun ci avevano abbandonato, Kyungsoo e gli altri discutevano animatamente sul discorso delle vacanze, era trascorso così tanto tempo che la cera delle candele si era abbassata di almeno un mignolo.
Salutai i ragazzi dicendo che ero troppo stanca e me ne tornai a letto, trascinando Chen per i piedi aiutata da Sehun.

Diedi la buonanotte a entrambi e Sehun spense la luce. Viaggio estivo … ricordai quello dell’anno prima, che fu meraviglioso, e ricordai di aver scritto anche un diario di viaggio.
Mi alzai d’improvviso e mi infilai con la testa nei cassetti a cercarlo. Lo trovai immerso tra gli indumenti intimi, lo portai con me e con la torcia del cellulare iniziai a leggerlo sotto le coperte … 

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