Perché fa così male amare?

di Ale_2608
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Da quanto è che va avanti questa storia? Qualche mese, ma ormai sono stufo. Shindou pretende solo attenzioni e fra un'po non posso più farmi uno straccio di vita sociale. Ormai mi chiede perfino dove vado, con chi vado e per quanto starò fuori. Insomma, insopportabile. Se non sbaglio, alla fine del Grand Celestia Galaxy, Matatagi si era dichiarato, anche se l'ho rispinto chiedendogli di rimanere solamente amici. Da allora non l'ho più rivisto, solamente i fratelli quando passavo davanti alla loro scuola. Evidentemente si era chiuso in casa e non voleva vedere nessuno. Solo adesso mi rendo conto dell'errore. Mi alzai dal divanetto, quello della stanza del pianoforte di Shindou, e mi misi la mia felpa. Lui smise di suonare e chiese:

-Dove vai?-

-Mi sono appena ricordato un'impegno. Ciao- ed uscì. Cominciai a camminare verso la casa di Matatagi, immerso nei miei pensieri. Poco dopo arrivai e suonai al campanello, vedendo venirmi ad aprire entrambi i fratellini. Entrambi sorrisero e mi saltarono addosso dicendo:

-Finalmente possiamo rivederti! Ci sei mancato moltissimo!- e mi trascinarono dentro. Mi fecero sedere e chiesi:

-E Hayato?- all'improvviso i loro sorrisi scoparvero completamente:

-Onii-chan non riesce più a uscire dalla stanza, già da tre mesi- cavolo, sapevo che ci dovevo pensare un'po su! Chiesi dove si trovasse la sua stanza e salì le scale, ritrovandomi di fronte ad essa. Bussai leggermente alla porta, sentendolo solo un 'Avanti' leggermente basso. Entrai e lo vidi rannicchiato su se stesso, che volgeva lo sguardo dall'altra parte. Richiusi la porta e dissi:

-Hayato, che ti succede?- lo vidi sussultare e si girò leggermente verso di me, così riuscì a vederlo in faccia: era molto più magro e più pallido. Si risdraiò e disse:

-Nulla- lo sapevo, stava evitando il discorso:

-Se è per quella faccenda, voglio solo avertirti che tra poco lascerò Shindou, sei il primo a cui lo dico- si alzò e mi si avvicinò:

-Se sei venuto solo per questo, puoi anche andartene- sbarrai gli occhi all'affermazione, anche se non l'aveva detta in modo freddo:

-Senti, possiamo ricominciare tutto da capo, e questa volta Shindou non ci sarà-  dissi mettendo le mie mani sulle sue spalle; era combattuto, si vedeva dall'espressione. Da una parte voleva accettare, dall'altra evitare di soffrire di nuovo.

-Non ci sarà seriamente Shindou questa volta?- chiese alzando lo sguardo

-Sì, te lo prometto- lo vidi sorridere e annuì, era tanto tempo che non lo vedevo così ed ero felice, sì, altro che Shindou. Ho sbagliato a rifiutarlo, eccome se avevo sbagliato. Dovevo solo lasciare Shindou adesso, evitando di ricevere un sonoro schiaffo:

-Scusa Hayato, ma adesso devo proprio andare da Shindou, poi mi fa il quarto grado. Ti giuro che quando ho finito con lui, torno subito qua- sembrava che il suo sorriso scomparse per un secondo, anche se poi ritornò e mi disse:

-Certo!- ed uscimmo dalla stanza, e quando i fratellini lo videro gli saltarono addosso, facendolo quasi cadere:

-Finalmente sei uscito Onii-channnnn- dissero in coro mentre Hayato rideva 

-Eccomi eccomi, forza cosa volete da mangiare?-

-Polpetine di riso!- dissero nuovamente in coro mentre io li guardavo sorridendo, erano veramente uniti. Hayato si girò verso di me e mi chiese:

-Vuoi mangiare qua da noi?-

-Certo, prima devo fare quella cosa con Shindou. A dopo piccole pesti, anche tu Hayato- e uscì. A noi due Shindou.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Stavo tornando a passo svelto a casa di Shindou, la cosa non sarebbe potuta andare avanti per molto, avrei messo la parola 'fine' a quella relazione la sera stessa. Suonai al campanello e il solito maggiordomo menne ad apririmi, dicendo che il 'signorino' era ancora nella stanza del pianoforte a suonare. Vero, avrebbe avuto un concerto a poco. Salì le scale ed aprì la porta, nel mentre suonava. Appena si accorse di me smise di suonare e mi si avvicinò:

-Dove sei stato?-

-Allora, devo parlarti ed è importante- lui si sedette, accavallando le gambe, e rispose:

-Certo tesoro, che c'è?-

-Non chiamarmi 'tesoro', ora non serve più- spalancò gli occhi, sapendo cosa intendevo

-Dopo tutto questo tempo vuoi farla finita?- non era arrabbiato, aveva accettato la situazione, stava pure sorridendo.

-Non è come pensi Takuto-

-Invece lo so. Ti sei pentito di come hai trattato Matatagi quando si era dichiarato e sei andato da lui a chiedergli scusa, accorgendoti di esserti innamorato perso di lui e non di me-

-Sì, è più o meno andata così. Comunque scusa- luia cennò una risatina e mi rispose:

-Se ami davvero qualcuno devi essere anche capace di lasciarlo andare, no? Forza, va da lui, non ti servo più- ero in pena per lui, ma accennai un saluto e corsi a casa di Hayato, che sicuramente stava dando di matto con i suoi fratelli. Suonai e questa volta venne ad aprirmi un Hayato con i capelli in ogni direzione e che sembrava appena essere sopravvissuto dalla guerra mondiale:

-Che ti è successo?- chiesi

-I miei fratellini, stanno combinando il finimondo in cucina- sospirai ed entrai dentro, trascinandoci anche Hayato per la caviglia, che però si era seduto a terra e non voleva muoversi. Andai in cucina e li vidi preparare le polpettine tranquillamente:

-Che avete fatto voi due?- chiesi, loro si voltarono e Shun rispose:

-Stiamo solo facendo le polpettine- guardai Hayato e dissi:

-Meglio se tu riposi- e lo feci alzare portandolo in salotto, sul divano:

-Non muoverti da qua- dissi tornando dai suoi fratelli per aiutarli, sentendolo sbuffare. Erano abbastanza bravi a cucinare, sicuramente in questi tre mesi avranno dovuto cucinare da soli per loro e per Haato. Mi sento in colpa, in parte almeno. Dopo una ventina di minuti avevamo preparato tutto ed andammo in salotto, anche se Hayato si era appisolato, ed era pure molto carino, cosa che non ho neanche pensato con Shindou mezza volta.

-Ragazzi, voi andate a mangiare in stanza guardando la TV, ma abbassate il volme visto che Hayato è stanco- dissi accarezzando ad entrambi i capelli. Entrambi annuirono ed andarono al piano i sopra con un piatto dove c'erano delle polpettine. Andai a sedermi vicino ad Hayato, quando sentì che avevano chiuso la porta, e cominciai ad accarezzargli i capelli, cercando di sistemarglieli. Era così carino mentre dormiva, non lo avevo mai visto così. Poco dopo mugugnò qualcosa di incomprensibile ed aprì lentamente gli occhi, spalancandoli quando si accorse che gli stavo accarezzando i capelli, arrossendo.

-Tutto bene?- chiesi, anche se sapevo cosa succedeva

-S-sì, tutto bene- disse sdraiandosi su un fianco con il muso

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eravamo seduti sul divano a guardarci la TV, visto che non avevamo niente da fare, e ci guardammo gli episodi del Galaxy, anche perché avevo scoperto che ci avevano fatto pure una serie, cosa che non sapevo. Eravamo arrivati al passato di Hayato, fino a quando non disse, sdraiato a testa in giù:

-Ma sono stalker? Come fanno a sapere il mio passato?-

-Be, del mio?- dissi e finalmente anche l'ultimo episodio finì, all'ora di tipo le due e mezza di notte. Hayato andò a vedere se quelle due pesti stavano dormendo e, a giudicare dal silenzio, stavano dormendo. Scese giù dopo cinque minuti, con indosso dei pantaloni da ginnastica grigi lunghi fino alle caviglie e una maglietta a maniche corte nera, scalzo. Si sedette nuovamente e disse sbadigliando:

-Non vai a casa tua? E' molto tardi-

-Mah, francamente non so cosa fare a casa- fra un'po mi trasferisco qua a vita natural durante

-Vado a sistemarti la stanza allora- continuò alzandosi e sbadigliando. Lo presi per il polso e dissi:

-Fa nulla, posso anche dormire sul divano- poggiò i gomiti sullo schienale del divano, a poco da me e si avvicinò dicendomi a bassa voce:

-Ne sei sicuro Ibuki?- aveva gli occhi semi chiusi, per il sonno e per come mi stava parlando. Cavolo, dovevo trattenermi dal saltargli addosso:

-Sì, sono sicuro- dissi avvicinando a mia volta il viso:

-A me sembra ingiusto sprecare quest'opportunità- mi sussurrò a un soffio dal viso, fin troppo sensualmente. Lo presi da dietro la schiena e lo feci sdriaiare sopra di me baciandoci. Aspettavo da tanto questo momento e, da come stava ricambiando, non aspettava altro. Ci staccavamo solo per riprendere fiato, ma di molto poco. Poco dopo mi tolse la fascia e la mise a terra, anche se mi chiedevo ancora perché. Poi mi ripresi la fascia e gliela misi attorno al suo collo, alzandomi tenendolo a cavalcioni e cominciando a camminare, per poi salire le scale senza staccarci. Hayato aveva le braccia attorno al mio collo e le mani erano tra i miei capelli, cosa che a me piaceva molto. Entrai in una stanza a caso, rivelatosi alla fine proprio quella di Hayato, per poi chiudere la porta più delicatamente possibile, impossibile in quel momento. Lo feci sdraiare sul letto e io di sopra, staccandoci e guardandoci per qualche secondo. Le labbra erano rosse per i troppi baci e le guancie leggermente imporporate, insomma, adorabile:

-Ibuki...- mi disse guardandomi con gli occhi sempre leggermente chiusi, aveva sonno, riuscivo a vederlo.

-E' meglio se dormi Hayato, sei stanco- dissi accarezzandogli una guancia, mentre lui metteva la sua mano sopra la mia, intrecciando le sue dita con le mie:

-Ti prego, rimani con me. Non posso farti andare via proprio quando sei ritornato- potevo capire dalla voce che da li a poco i sarebbe sicuramente messo a piangere e gli occhi lucidi confermavano la mia ipotesi.

-Non me ne vado, rimango qua per quanto tu voglia- e lo baciai per l'ultima volta, solo castamente, poi mi abbracciò e si addormentò.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La mattina dopo, quando mi svegliai, mi accorsi di essere sotto le coperte insieme ad Hayato, il quale stavo abbracciando e mi ricordai quello che era successo la sera prima: mi era quasi dichiarato, sottoforma fisica. Quella mattina entrambi i fratellini sarebbero dovuti andare a scuola, come me e Hayato, anche se erano le nove e mezza. Chi aveva voglia di andare a scuola dopo quello che era successo? Ovviamente nessuno, infatti chiusi nuovamente gli occhi, almeno prima che sentì Hayato tirarmi un calcetto, sicuramente si era svegliato. Aprì gli occhi e lo vidi sveglio con la mia fascia addosso, che cercava di imitarmi:

-Che ci fai con la mia fascia?- chiesi ancora stanco

-Me l'avevi data tu ieri sera e poi mi piace- disse mettendoci una mano sopra e sorridendo. Si vedeva che era molto più riposato e più vivace, era un bene. Sbadigliai e misi un gomito sul cuscino, appoggiando sul gomito la guancia:

-Ma i tuoi non si preoccuperanno non vedendoti tornare?- mi chiese leggermente preoccupato:

-No, vivo da solo ormai e ai miei non importa più di molto, basta che non infrango la legge, il resto mi è concesso- dissi con non-chalance vedendolo annuire. Dovevo ammettere che però era davvero bello con la mia fascia, meno male che si è ripreso velocemente:

-Hai fame?- mi chiese

-Un'pochino- dissi ancora mezzo addormentato. Lui gattonò verso di me, fino a dirmi a poco dalle mie labbra, con un tono sensuale:

-Allora ti alzi da quel letto e vieni giù- e mi diede un bacio a stampo sulle labbra, staccandosi subito dopo e saltando giù dal letto, ma prima di uscire mi disse:

-Muoviti pigrone- e mi fece la linguaccia uscendo. Prima o poi mi farà impazzire quel ragazzo, ne sono sicuro. Mi alzai e scesi lentamente stiracchiandomi per bene, mentre di sotto sentivo le canzoni di Skrillex a palla. Arrivai in cucina e vidi Hayato già ai fornelli, andano pure a ritmo, stranamente. Lo raggiunsi di soppiatto e l'abbracciai da dietro, facendolo quasi saltare:

-Ho fame- dissi lamentandomi

-Sto cucinando se non vedi. CALL 991 NOW!- disse cantando il ritornello della canzone, e anche bene. Mi staccai ed andai a sedermi sulla sedia, quasi sdraiandomi sul tavolo. Poco dopo sentì un'odorino invintate ed alzai la testa, ritrovandomi qualche polpetta di riso, del sushi con del wasabi a parte e un'po i spaghetti di soia con i gamberetti. La migliore colazione dell'anno sicuramente. Mi sedetti e proprio quando cominciai a mangiare mi accorsi che però Hayato aveva solo una scodella di riso, altro che la mia di colazione:

-Prendi un'po del mio- dissi, lui mi guardò e poi guardò la mia colazione:

-Ok- e prese un'po di spaghetti, mangiandoli subito prima del riso -Sono un cuoco degno di MasterChef- disse vantandosi

-Hai cucinato tutto tu?- chiesi mangiando un pezzo di sushi:

-E certo, chi dovrebbe se no? I miei fratellini sono troppo piccoli, riescono solo a farsi le polpettine e il sushi, devo preparare io da mangiare-

-Capito- risposi prendendo del riso. Chissà se è ancora così in forma da quando è finito il Grand Celestia Galaxy:

-Ti sfido in una gara di corsa- dissi solamente, mentre lui praticamente sputò del riso:

-Ma sei impazzito?! Sei più lento di una lumaca!-

-E io ti sfido comunque- lui sbuffò ed andò a cambiarsi. Francamente volevo anche vederlo con la divisa del club di atletica, poi al diavolo la figuraccia--aspetta, ma c'è il mio onore in gioco! Devo vincere! Quando riscese, giurai di poter svenire, ma seriamente! Indossava una canottiera rossa, abbastanza grande per lui, dei pantaloncini lunghi fino poco sotto l'inguine blu scuri e delle scarpe da ginnastica bianche:

-Cosa?- chiese vedendomi

-No, nulla, piuttosto andiamo- mangiai in fretta e furia, per poi uscire con lui

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Forse posso anche permettermi la sconfitta per una volta--ma anche no! Devo vincere, anche se sembra impossibile!
-La smetti di pensare a cosa che non centrano e concentrarti sulla sfida?!- mi rimproverò e così dovetti di nuovo vederlo con la divisa, mentre faceva streaking sulle braccia e saltellava.
-Sei sicuro di vincere a quanto vedo- dissi ghignando:
-E certo, voglio vedere te. Chi arriva primo alla scuola vince- disse menttendosi in posizione e io sbiancai:
-Ma è un kilometro!-
-Avrei voluto farti fare dieci volte sto tragitto, perciò muoviti. Pronti, partenza, VIA!- e cominciammo a correre. All'inizio ero io in testa e non ci credevo, pensavo di essere finalmente più veloce, ma dopo cento metri stavo morendo:
-Ne mancano altri novecento Ibuki- canzonò Hayato superandomi e facendomi l'occhiolino come se fosse la cosa più facile del mondo. Cercai di raggiungerlo, la cosa più difficile del mondo, anche se cominciò a rallentare, fino a fermarsi. Lo raggiunsi e dissi:
-Che...succede?-
-Te la do vinta questa volta, sono fuori allenamento...e perché ho freddo- mi tolsi la felpa e gliela misi sulle spalle, mettendogli un braccio attorno ad esse:
-Forza torniamo a casa- e cominciammo a camminare verso casa. Entrammo, ma a casa c'era Yuuta, tutto solo ed agitato. Tolsi il braccio in tempo che Yuuta si voltò verso di noi e corse ad abbracciarci:
-Shun! Shun è rimasto a scuola! A scuola c'è il fuoco!- a quell'affermazione Hayato sbiancò e spalancò gli occhi:
-A che piano si trova a sua aula?!-
-Terzo piano, stanza 24- neanche il tempo di dire altro che Hayato stava già correndo fuori come un matto ed ero sicuro al 100% che voleva entrarci a costo di lottare con la polizia e i vigili del fuoco. Presi in braccio Yuuta e corsi anche io verso la scuola ed era seriamente in fiamme, e neanche poco. Vidi da lontano Hayato che aveva scavalcato le recinzioni e si stava arrampicando per entrare dentro una finestra, riuscendoci. Io speravo solamente che entrambi si salvassero. Ci furono minuti di interminabile silenzio per tutti i presenti, me e Yuuta compreso, fino a quando non vedemmo qualcuno che saltava giù dalla stessa finestra di prima, con in braccio un bambino. Fortunatamente i pompieri riuscirono a prenderli con un telo e da la scesero sia Shun che Hayato. Shun stava bene, mentre Hayato aveva il braccio rossastro, sicuramente si era scottato toccando del ferro. Tutti i presenti cominciarono ad applaudire mentre Yuuta aveva le lacrime agli occhi e lo feci scendere, mentre corse verso Shun abbracciandolo. Alla fine tutti tornarono indietro e mi accorsi che la scottatura di Hayato era molto più grande, quasi su tutto il braccio:
-Mi hai fatto preoccupare scemo- dissi abbracciandolo
-Non sarei andato sapendo che non sarei uscito fuori con mio fratello-

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