The profecy and the consequences

di Mattalara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The bard of Herobrine ***
Capitolo 2: *** The pact ***
Capitolo 3: *** The esecond face of the locket ***
Capitolo 4: *** The escape ***
Capitolo 5: *** The beast of the night ***
Capitolo 6: *** The End ***
Capitolo 7: *** The Story of the Queen ***
Capitolo 8: *** The Aether ***
Capitolo 9: *** Real problem ***
Capitolo 10: *** A new beginnig ***



Capitolo 1
*** The bard of Herobrine ***


<< Svegliati. Hei ragazza, apri gli occhi >>

Alex aprì a fatica gli occhi, cercando di ricordare gli avvenimenti delle ultime ore e di trovare la fonte delle voci.
Non vide nessuno.
Era in una stanza buioa e poco arredata, c'erano solo: una libreria, un paio di porte ed una finestra.
Si alzò dal letto sul quale era sdraiata e guardò fuori dalla finestra. Il luogo era una terra oscura e desolata, illuminata da minetali luccicanti, fiamme che bruciavano il terreno e fiumi di lava incandescente.

<< Il Nether?! >>

Esclamò spaventata e finalmente le tornarono alla mente i ricordi del giorno prima.

---

Era appena tornata a casa.
Abitava in un tranquillo villaggio in campagna, insieme al suo ragazzo: Steven Stackbloc, o come era conosciuto più o meno da tutti: Steve.
I due erano sempre insieme, anche quando uscivano a caccia o in miniera, ma quel giorno, Alex era dovuta uscire per una missione importante, o meglio, quella che secondo lei era una missione importante: addomesticare un gattopardo*.
C'era voluto molto, ma alla fine faceva ritorno trionfante, seguita da un'ora elegante gatta siamese dai classici colori giallo e marrone, con grandi occhi verdi. La ragazza non vedeva l'ora di presentarla a Steve e Storm, sperando che l'ultimo non si rivelasse geloso. Storm era il cane di Steve, un husky bianco, era ovvio che, essendo li da più tempo, avrebbe potuto essere geloso della nuova arrivata, ma, conoscendo il carattere giocoso, avrebbe cambiato subito idea.

<< Steve! Ci sei? Devo presentarti Paola! >>

Non le veniva in mente un nome più da gatto in quel momento, così scelse la seconda opzione.
Entrata in casa sua, udì Storm che abbaiava come un matto e grattava su una porta, che si rivelò essere la botola della cantina.
Alex lasciò i due animali al piano di sopra e scese di corsa, trovando Steve davanti ad un altare: una base di blocchi d'oro con sopra della netherrak accesa e delle torce di pietra rossa agli angoli.

<< Che stai facendo? Non starai mica... >>
<< E dai è solo una leggenda, non si può davvero evocare il signore del Nether con un semplice altare >>

In certi momenti Alex lo avrebbe volentieri strozzato, Steve voleva davvero provare evocare Herobrine, il re del Nether, il demone che tutti, umani e mob temono, solo per vedere se esisteva o meno?
Alex corse verso l'altare per spegnerlo, interrotta dal fumo che si espanse in tutta la cantina, presto mutando in una coltre di fitta nebbia che rese impossibile vedere qualcosa.
La ragazza errava nel buio urlando:<< Steve! Dove sei?! >> fino ad intravedere quella che sembrava la sua sagoma, girata a fissare il vuoto.

<< S-teve? Guarda che cazzo hai... >>

Si girò di scatto e la frase le morì sulle labbra, riducendosi ad un sospiro spaventato. Al posto degli occhi violacei del suo ragazzo, c'erano due orbite bianche e luminose, vuote, come se stesse guardando gli occhi di un cieco.
L'uomo sorrise, mostrando una fila di zanne affilate e fece un passo verso di lei.

<< Herobrine?! >>

Chiese Alex con un filo di voce, neanche si era accorta di essere riuscita a parlare.

<< Alex! >>

Steve iniziò a correre, seguendo il suono della sua voce, mentre il demone si avvicinava alla ragazza e la afferrava, ignorando il fatto che tale fosse svenuta.

---

<< Perché non mi ha ucciso? >>

Si chiese Alex, terrorizzata all'idea di essere prigioniera di tale mostro.
Una voce nell'ombra le rispose:<< Evidentemente non è nel suo intento >>

<< Chi c'è? >>

Chiese cautamente la ragazza.
Dall'ombra uscirono quattro creature: un maiale, una lupa nera dai glaciali occhi blu, una Creeper ed un Enderman.
Alex indietreggiò lentamente, la lupa ed il maiale non erano certo un problema, ma contro i mostri non aveva speranze senza armi e armatura.

<< Oh, sscussa* >>

Disse la creeper con molte esse, lasciando di stucco la ragazza, che si aspettava tutto fuorché una frase di senso compiuto da parte di una Creeper.
L'enderman fece un gesto con le lunghe braccia, al ché una luce abbagliante circondò i quattro, lasciando al posto delle creature quattro umani: un ragazzo biondo, che vestiva con dei jeans ed una camicia azzurra, portava degli occhiali blu, come i suoi occhi, due orecchie da maiale e la coda si notavano sul suo corpo; c'era una ragazza con un lungo abito da sera scuro, aveva coda e orecchie, ma da lupo, nere come i suoi capelli ed occhi blu, aveva anche zanne e artigli, ma erano ovviamente meno visibili. La ragazza, che doveva essere la Creeper, aveva indossava solo dei fusò con una felpa e degli stivali verdi, come i suoi capelli, gli artigli, le labbra e gli occhi erano nero pece, l'effetto era abbastanza iquietante nel caso di questi ultimi; l'Enderman era mutato in un ragazzo vestito con uno smoking elegante, aveva capelli corvini e classici occhi viola con la pupilla bianca.

<< Come avete...? >>
<< Alcuni mob hanno sviluppato questa abilità per sopravvivere. Io sono Lara, loro sono Savana, Francessco e Michele >>

Spiegò la Creeper, Lara.

<< Non avete intenzione di attaccarmi? >>
<< No tranquilla. Il Signore ci ha proibito di sfiorarti >>
<< Herobrine? >>

I quattro annuirono.

<< Perché mi ha portato qui? >>
<< Non ne siamo al corrente. Fin'ora ci ha solo detto di controllarti e assicurarci che tu abbia tutto ciò di cui hai bisogno >>
<< Mi chiedo perché di questa premura >>

Fece Alex, alquanto scettica sul fatto che Herobrine potesse essere gentile.

<< Lo stai per scoprire mia cara >>

Disse una voce alle sue spalle.
Gli altri quattro fecero dei passi indietro e poi un profondo inchino, per poi fingere di interessarsi ad altro.

<< Mi auguro che il tuo soggiorno sia piacevole >>
<< Sono stata rapita dal sovrano del Nether e non so cosa sia successo al mio ragazzo, secondo lei come dovrei sentirmi?! >>

Chiese seccata Alex.
Herobrin non si scompose e continuò a sorridere con aria di superiorità.

<< Steven sta bene, mi sono limitato a prendere te, dammi pure del tu >>
<< Ok...perché mi hai portato qui?! >>
<< È una sorpresa, ti dirò soltanto che, da ora in poi, tu appartieni a ME >>

E detto ciò scomparve, sfiorandole quasi per gioco una spalla, la quale iniziò a bruciare dopo il contatto. Alex fece per grattare la pelle offesa, prima che la mano artigliata di Lara la fermasse.

<< Ti darà più fastidio se la strofini >>
<< G-giusto, grazie >>

Vedendo la ragazza intimorita, la Creeper sorrise rassicurante, mormorando un divertito:"Tranquilla che non esplodo".

<< Eheh...anche perché poi moriresti >>
<< In realtà, noi Creeper muoriamo solo se uccisi prima o attivati con un accendino, sennò ci ricomponiamo >>
<< Oh, non lo sapevo >>
<< Ci sono molte cose che gli umani non sanno >>

Alex scoprì la pelle che prudeva e notò uno strano simbolo: era come un fuoco che formava una "H", scolpito nella pelle come se un ferro rovente fosse stato pigiato sulla spalla.

<< Oddio >>
<< Su con la vita! ...ehm...p-perché non andiamo a casa tua a prendere le tue cose? >>

Alex li guardò, sicura di aver capito male.

<< Si. Potremmo andare a casa tua a prendere ciò che ti serve e tornare subito, con il mio teletrasporto si fa in fretta >>

Fece Michele, l'Enderman, poi ci afferrò tutti fra le braccia, tornando al suo vero aspetto, subito dopo ci fu come uno spostamento d'aria e, in un battito di ciglia, eravano a casa mia.

---

<< Stavolta voglio proprio vedere come mi fermerà >>

Fece Herobrine sghignazzando.
Dietro di lui, una donna lo ascoltava interessata, stringendogli poi le mani.

<< Sei sicuro del piano? >>
<< Non preoccuparti, dopo di questo, mio fratello non avrà speranze >>

Detto questo si seperarono, lei attraversò un portale oer l'End ed Herobrine riprese a pedinare Alex ragazza e i quattro messi a farle la guardia.

 

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Note d'autrice: (*)= I gattopardi sono gli ocelot per chi ha un gioco che non traduce in italiano i nomi.

(**)= A differenza di quando è in forma umana, un Creeper in grado di mutare, parlerà con le "S" prolungate in forma normale.

(***)= I nomi sono dati dal fatto che io, mia sorella ed i miei cugini(ed un'altra persona che vuole restare anonima) abbiamo inventato la storia insieme, giocando a Minecraft noi quattro, da qui l'idea di inserirci.

Mattalara

 

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Capitolo 2
*** The pact ***


Il quintetto comparve nel cortile della casa di Alex in poco tempo.

<< Bel viaggetto >>

Disse la ragazza.
Dalla porticina per cani, uscì Paola, che aveva riconosciuto l'odore della ragazza, in quell'istante Lara urlò terrorizzata, indietreggiando con continui:<< UN GATTOOO! >> e rannicchiandosi dietro Michele tutta tremante.

<< Che cos'ha? >>
<< I Creeper hanno paura dei gatti, peggio di Michele quando piove o nevica >>

Si, acqua e neve erano perfette per ustionare gli Enderman.
Alex annuì, prendendo in braccio la gatta confusa ed entrando, infine andò a sistemare le valige, chiedendosi dove fossero Steve e Storm.

<< Può venire anche lei se vuoi >>
<< Grazie >>

La gatta miagolò confusa

<< Ti andrebbe di ricevere anche tu una forma umana? >>

La gatta era ancora confusa.
Michele concentrò la sua magia in una perla dell'End e la posò sul capo della gatta, avvolgendola subito nella luce scaturita dall'oggetto.

---

In cucina, Lara era in fase di esplorazione.
Non aveva mai avuto modo di ammirare da vicino una casa umana, visto che solitamente le distruggeva.
Ad un tratto una ragazza le si fece accanto: aveva una maglietta ed una gonna gialle con moti i fuoreli, lisci capelli d'oro con qualche sfumatura color cacao e gli occhi verdi, con qualche pagliuzza cerulea a malapena visibile; a giudicare dai tratti felini e dal nome sulla medaglietta del collare, non vi erano dubbi su chi fosse.

<< Sa-salve, tu ssei... >>
<< Si. La gatta di Alex, ehm...scusa per averti soffiato contro prima >>
<< No, scusami tu per la reazione eccessiva, ma noi Creeper siamo felinofobici di natura, sono Lara comunque >>

Ridacchiarono entrambe imbarazzate, pensando che era meglio passare un po' di tempo insieme per conoscersi ed abituarsi l'una all'altra.

<< Forse, ci conviene conoscerci meglio, visto che passeremo molto tempo inssieme >>
<< Detto così sembra che ci stai provando >>
<< Lo so >>

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Alex aveva già preso tutto il necessario, cercando di ignorare i fastidiosi litigi che
Savana e Francesco avevano spesso e il desiderio di rimanere li, ad aspettare il suo amato e a scordarsi di Herobrine, il suo marchio e le sue parole.

<< Tutto pronto? >>
<< Si, possiamo andare >>

Rispose Alex a Michele, quell'Enderman parlava davvero molto.
Scesero le scale, radunandosi in salone e preparandosi ad andare, sollevati di vedere la Creeper più rilassata vicinoalla gatta, che continuava a farle le fusa in modo strano.

<< Vi siete appena conosciute e già state insieme? >>
<< No...non ancora >>

Scherzò Lara ammiccando scherzosamente.

<< Facciamo un patto? Qualunque cosa accada, saremmo sempre amici >>

Disse Alex, mettendo una mano al centro del cerchio formato da loeo, ad uno ad uno, tutti unirono le mani, compresa la nuova aggiunta al gruppo.
Anche se non si fidava pienamente dei mostri, erano l'unica alleanza di Alex e fino a quel momento, le erano stati vicini e le stavano facendo un grosso favore, in fondo stava cominciando ad affezionarsi e, da un lato, non aveva altra scelta.

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<< Davvero moto carini >>

Sussurrò Herobrine con scherno, guardando la scena da una specie di specchio.

<< Odio quando i miei sudditi ci vanno di mezzo. Sai bene che non dovrai toccarlo, vero? >>
<< Non ti fidi di me Queen? >>

La donna lo fissò, con fare seccato, ma evitò di fare troppe polemiche e annuì, in fondo era forse uno dei pochi in cui riponeva la sua fiducia, pur non apprezzando particolarmente quel piano.
Herobrine scomparve, lasciando sola la donna, nelle desolate distese dell'End.

<< Mh...so già che, in questa prima volta che provo pena per un'uma, il piano sarà un casino assurdo >>
 

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Note d'autrice: Sprvoliamo la coppia fin troppo ovvia: CreeperXCat.
Se non siete amanti delle coppie Yuri, spero che vi godrete il resto del racconto, se le odiate per motivi di intolleranza ed omofobia verso le coppie gay(sia in situazioni inventati che nella realtà), cercatevi un'altra storia.
La felinofobia è la paura dei felini, ma quello è stato già spiegato.
E si, gli Enderman prendono danno al contatto con l'acqua e le palle di neve feriscono anche il drago dell End. Che i Creeper fuggono se ci sono gattopardi o gatti vicino a loro era abbastanza noto nel fandom.

Mattalara

 

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Capitolo 3
*** The esecond face of the locket ***


Alex era nella sua nuova stanza a dormire.
Aveva una strana sensazione, ma non ci fece caso, in fondo, poteva essere solo l'influenza del luogo e dell'attuale situazione.
Mentre dormiva, nei suoi sogni, iniziarono a comparire strane immagini:

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Un regno, in fiamme.
Gente che correva e urlava, mentre i mostri che si riparavano fra le macerie o fuggivano anche loro, come se ci fosse qualcosa di talmente pericoloso da terrorizzare tutto e tutti. In più un'enorme sagoma oscura volava sopra le nuvole, era impossibile capire cosa fosse.
La sua visione si spostò poi su un enorme altare di pietra brillante, con sopra quattro più piccoli, poi gli occhi di Herobrine. Fissavano la sagoma oscura e Notch, il grande signore di Minecraftia e fratello del demone, il quale stava sopra una grande torre e osservava la scena.
Infine, Alex vide solo un medaglione cadere a terra ed infrangersi in due facce, su una vi era Herobrine, sull'altra vi era una figura femminile, che divenne annebbiata, come se non dovesse più stare li.

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La ragazza si svegliò di scatto...due facce...una era di Herobrine...l'altra di una ragazza.

<< O mio Notch! >>
<< Che succede?! >>

Paola e gli altri quattro erano entrati di corsa nella stanza, tutti e cinque nelle loro forme originali.

<< Le due facce del medaglione...Herobrine vuole una sposa non è così?! >>

Mentre Paola le saltò in braccio, gli altri si guardarono fra di loro, con un misto di sorpresa e dispiacere. 
Annuirono.

<< E quella sposa...sono io? >>

Aspettarono ancora di più prima di annuire.

<< Non posso. Io ho Steve! >>
<< Avevi >>

I mostri e gli animali si ritirarono in un angolo, come pulcini che si stringono, arrivando a salire gli uni sopra gli altri per fuggire dalle mani dei bambini che vogliono solo accarezzarli.
Solo che in questo caso, il pericolo era vero.

<< Perché?! >>
<< Perché no? Ho bisogno di una regina per il mio regno >>
<< Potevi prendere qualcuna d'accordo con questa follia! >>

Le lacrime di dolore, paura e rabbia erano visibili negli occhi della ragazza, Lara stava trattenendo Paola dall'attaccare Herobrine.
Il demone sorrideva, non sembrava sconvolto dal coraggio della ragazza, ma anzi, era visibilmente divertito.

<< Io amo Steve! >>
<< Quel mortale simile a me? Ti conviene cambiare mire, lo dico per il tuo bene, sei già diventata mia moglie dal momento in cui ti ho scelto. Abituati all'idea >>

Le disse comprimendola al muro e baciandola.
I cinque si ritirarono ancora di più nell'ombra, Alex aveva gli occhi spalancati, ma appena finì il bacio, tirò un forte schiaffo ad Herobrine, provocando sussulti di sorpresa dalla sua gatta e i servitori di quel mostro.
Il Nether stesso sembrò tremare in quell'attimo, scosso dalla situazione, tanto che alcuni mostri vicini alla finestra della stanza, scapparono a nascondersi.

<< Rinuncia! Io non potrei mai amare un mostro come te! >>

Urlò infine cadendo in ginocchio e scoppiando in lacrime.
Herobrine fissò sorpreso la ragazza, stavolta c'erano accenni di rabbia nei suoi occhi, ma non reagì. La guardò quasi impassibile per alcuni secondi, poi uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle con naturalezza, come se non fosse accaduto nulla.
Paola andò dalla padrona, insieme agli altri, nelle rispettive forme umane.
Tuttavia, non ebbero modo di consolare Alex, la quale si era già alzata in piedi, con una determinazione bruciante nello sguardo.
Di voltò verso i suoi nuovi amici.

<< Dovete tirarmi fuori di qui. Vi prego? >>

Partì un ovvio coro di:"Cosa?!" e "Non possiamo! Herobrine ci ha ordinato di non farlo. lui è il nostro padrone!"

<< Ma voi dovete, siamo amici! >>
<< Ma lui, è il nostro sovrano >>
<< Si. Ma da quando mi ha scelta, ha detto che sono diventata sua sposa, quindi sono anche io la vostra sovrana e vi ordino di aiutarmi! >>

I mostri si fissarono indecisi, poi sorrisero subdolamente, il ragionamento non faceva una piega.
Le sorrisero e si inchinarono con un nuovo coro di"Ai vostri ordini Padrona".

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Capitolo 4
*** The escape ***


Avevano ormai attraversato mezzo Nether, anche se era difficile definire da quando si trovavamo in viaggio.
Alex avrebbe preferito usare il di Michele ed uscire subito, ma sembrava che Herobrine potesse percepirlo.
Molti mostri li osservavano con curiosità, ma nessuno osava anche solo avvicinatdi alla "proprietà" del loro signore. Gli uomini-maiale-zombi nemmeno li guardavano e tenevano lo sguardo basso, sulla terra sotto di loro.
C'era però uno scheletro avvizzito che, da diverso tempo, fissava in cagnesco l'umana.
I sei giunsero ad un enorme lago di lava.

<< E adesso? >>
<< Tranquilla. Hei Sadness >>

Una Ghast si alzò da sotto la lava, piangendo si voltò a fissarli, poi sorrise diventando un elegante ragazza con un lungo abito color nuvola simile ad una camicia da notte e dai lunghi e lisci capelli color neve, volando, si posò davanti a loro.

<< Ciao a voi miei amici, avete bisogno di aiuto? >>

Chiese con una voce sottile, squillante e melodiosa allo stesso tempo.

<< Si, ci servirebbe un passaggio per il luogo dei "viaggi clandesstini" >>
<< Saltate su >>

Disse allegramente, ritornando al suo vero aspetto e facendoli salire sul dorso.
"Che pellr liscia e setosa, sembra una razza giante"
Pensò Alex, Sadness si mise in viaggio.
Volarono per alcuni minuti, anche se il panorama era alquanto monotono, il venticello caldo fra i capelli era abbastanza piacevole, puzza di zolfo a parte si intende.
Giunsero a destinazione, atterrando dove un gruppo di scheletri avvizziti li attendevano e si apprestavano a circondarli.

<< Ciao Charles. Qual buon vento? >>
<< Puoi immaginarlo, vogliamo l'umana >>

Fece uno scheletro avvizzito in armatura di diamante, lo stesso che guardava male Alex da quando aveva lasciato la sua stanza.

<< Facci passare e zitto! >>
<< Oh! Avete sentito ragazzi? Lo speck vuole fare l'eroe! >>

Il gruppo di scheletri rise con voce scricchiolante, ma nessuno, a parte Alex e Paola, sembrava turbato, gli altri avevano tutta l'aria di chi dice:<< Non abbiamo tempo da perdere! >> ed era chiaro che si preparavano già ad uno scontro.
Gli scheletri attaccarono, ma, anche se in forma umana, la compagnia di Alex vantava di "guerrieri" eravamo più forti, anche se con quei nemici era meglio essere molto cauti, ci mancava solo venire colpiti e finire morti avvizziti.
Una spada scivolò di mano ad uno degli scheletri ed impugnandol, Alex si gettò nella mischia.
I nemici erano stupiti della sua forza e delle sue abilità, pur essendo una debole umana, padroneggiava la spada come un piuma, danzando fra i nemici, schivando e rispondendo ai colpi, alla fine erano a terra, quasi tutti, alcuni fuggirono e Sadness teneva fermo Charles.

<< Non abbiamo molto tempo, andiamo! >>
<< Ci risentiamo Sadness >>

Così detto, se né andarono, lasciando soli lo scheletro avvizzito e la Ghast.
Sadness spinse Charles a terra, piantandogli un poderoso calcio sullo stomaco che, anche se a piedi scalzi, era risultato molto potente.
Le ossa dello scheletro scricchiolavano in segno di protesta, lui cercò di alzarsi, solo per essere spinto nuovamente a terra.

<< Sei sempre stato una spina nel fianco Charles, ogni volta eri sempre pronto a fare il bullo con tutti. Bene, potrò finalmente liberarmi di te! >>
<< P-parliamone >>
<< Mh...fammi pensare, no! >>

Con questo, la Ghast sputò una palla di fuoco sullo scheletro avvizzito, ridacchiando crudelmente e fissandolo contorcersi nel dolore, diventare polvere.
Il suo teschio cadde a terra ancora intatto, con un'espressione vuota, lei lo fissò prendendolo in mano, e sussurrandogli qualcosa, poi lo lasciò cadere e lo schiacciò con un piede, per poi tornare alla sua forma e volare via, piangendo lacrime di gioia.

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Steve stava piangendo la scomparsa e la forse morte di Alex, solo, in camera sua.
Mentre si disperava nel ricordo della sua amata, udì Storm abbaiare con evidente insistenza al piano di sotto, corse a vedere cosa succedeva.
Quasi svenne dalla sorpresa: Alex era li!
Viva e vegeta.
Corse ad abbracciarla, piangendo di gioia.

<< Ero così preoccupato per te! >>
<< Sto bene tesoro, non preoccuparti >>

Disse ricambiando l'abbraccio e trattenendo a stento le stesse lacrime di gioia in cui stava quasi venendo affogata dal ragazzo.
Steve notò poi Storm ringhiare al gruppo di mostri li dietro.

<< E loro sono miei amici: Lara, Savana Francesco, Michele e Paola >>

Li introdusse in ordine.
Steve strinse loro le mani con un timido:<< Piacere di conoscervi e grazie per averla aiutata >> appena mutarono in forma umana.

<< È stato un piacere >>

Strom smise di ringhiare e andò a fare conoscenza.

<< Mentre Micky da una forma umana anche a Storm, è il caso di annunciare che Herobrine si accorgerà presto della cosa e dovremo quindi aspettarci il peggio >>

Disse Lara, venendo stritolata dalla gatta.

<< Che mi sono perso? >>

Chiese Steve confuso.

<< Vieni che ti spieghiamo tutto >>

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Il gruppo si sistemò per la notte, ignaro dei luminosi occhi bianchi nel buio, proprio fuori dal giardino della casa.
Herobrine sorrise, aveva modo di riprendere la ragazza e liberarsi di Steve allo stesso momento.

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Capitolo 5
*** The beast of the night ***


Note d'autrice I: Gli incantesimi dovevano essere in Greco, perché trovavo il latino troppo ovvio, la mia tastiera non era d'accordo.

Mattalara
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Nell'End, la situazione aveva turbato tutti, Enderman e anche la loro regina.
La draghessa dell'End ruggì al cielo un avvertimento contro Herobrine, gridando di non sfiorare uno dei suoi figli. 
Spesso gli umani uccidevano degli enderman e lei si dispiaceva per essi, ma lui aveva combattuto per una grande causa, con fedeltà e coraggio, non meritava di morire così.
Volò verso un portale che lei aveva aperto, ma le catene dei cristalli non sembravano volerla lasciare andare. Anche se le rigeneravano ogni ferita, Notch aveva fatto in modo che fossero fonte di prigionia per lei.
Tirò ancora.

<< Notch! So che questa è la mia punizione, ma tu hai sempre aiutato i deboli e coloro che sono nel giusto! Ora devo perare nel bene come te! >>

In quel momento, le catene si dissolsero nel nulla, permettendole di attraversare il varco creatosi in cielo e uscire dall'End.

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Steve e Alex dormivano l'una fra le braccia dell'altro, gli altri erano tranquillamente appisolati nel salone, sul divano e sul vasto tappeto di lana blu.
Qualche ora prima, Alex aveva raccontato agli abitanti del villaggio delle sue "avventure" e aveva spiegato loro che quei mostri non erano un pericolo. Gli abitanti erano felicissimi di rivederla ed elogiarono di continuo i supi amici per averla salvata.
Ora Steve e Alex avrebbero dormito sogni tranquilli.
Ma Francesco, Savana, Lara e Michele non avrebbero dormito bene, ancora.

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Nei loro sogni, si trovarono tutti e quattro in un posto buio, privo di luce e di ogni altra cosa, a parte il nero e l'oscurità del luogo.
Era freddo, vasto e, grazie alla paura dell'ignoto, terrificante.
I cinque videro gli occhi di Herobrine brillare nel buio, poi lui comparve davanti a loro.

<< E così, l'avete aiutata a fuggire >>

La sua voce era come se fosse nelle loro teste, non muoveva le labbra, sembrava che fosso solo uno spettro, un'ombra senza corpo ne anima, una proiezione dell'inconscio senza consistenza, nata solo per incutere timore e dubbio.

<< Non ssiamo andati contro gli ordini >>
<< Siamo legati dal patto di fedeltà, obbediamo ai comandi dei nostri sovrani e lei è divenuta la nostra regina, dal momento in cui il tuo marchio è comparso sul suo corpo >>

Gli altri due annuirono, Herobrine non sembrava adirato, li fissò per pochi minuti, disse solo:<< La fedeltà è una delle qualità che più apprezzo >> prima di svanire, lasciandoli svegliarsi.

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I quattro svegliarono Rex e Paola e andarono a chiamare i due piccioncini innamorati.

<< Che succede?! >>
<< Lui sta arrivando! >>

L'Enderman non completò la frase che un urlo agghiacciante ruppe l'atmosfera.
Il gruppo si affacciò alla finestra, un cerchio di fiamme aveva circondato il villaggio, gli abitanti si erano radunati in una piazza agitati.
Steve e Alex uscirono a combattere, con armature ed armi di diamanti, seguiti dagli altri.
Il demoni dagli occhi bianchi comparve davanti a loro.

<< Mia sposa, miei sudditi e tu guarda, anche la mia nemesi >>
<< Mostro! >>

Ringhiò Steve, stringendo le sue armi.

<< Mi hanno fatto complimenti migluori. Tu poi, sei un ladro, hai rubato mia moglie e i miei assistenti >>
<< Lui non ti ha preso niente! Io sono sua e loro hanno scelto di aiutarmi! >>
<< Spiacente mia cara, ma tendo a non essere gentile con chi mi deruba >>

Così detto, Herobrine fece un cenno in direzione del giovane, Steve venne spazzato via da una forza invisibile, insieme al suo gruppo.
Stavano per attaccare di nuovo, finché Herobrine non parlò per primo.

<< Sermonibus quos praeceperis prohibere subditos >>

I quattro mob si bloccarono di colpo, fermandosi sui loro passi, come se ipnotizzati.

<< L'incantesimo...qualcuno ha un vocabolario di latino? Steve tu trattienilo! >>
<< Fa con comodo >>

Scherzò lui, attaccando Herobrine.
Il demone attaccò con un'altra spada, forse per divertimento, forse per prolungare ancora la presa in giro contro quel ragazzo, invece di ucciderlo subito con i suoi poteri.
Il bibliotecario, affacciandosi alla finestra, lanciò ad Alex un dizionario di latino e si ritirò nella casa.

<< Praeceptum meum ad te habentem subditos oppugnare album luscus daemoniis immolant et non aliis ascolatre me >>

Ora i quattro si ripresero, mentre gli occhi di Alex presero a brillare di bianco.
Herobrine sembrava colpito.
Michele comparve dietro di lui, spingendolo a terra, mentre gli animalo lo azzannavano e graffiavano ovunque. Il demone cercava di liberarsi, sebtebdosi stringere da Lara fra le braccia, quindi la Creeper esplose. Una voragine rimase al suo posto, con i resti del terreno e della polvere da sparo, la quale si riunì fino a formare il corpo di Lara, che si rianimò in pochi secondi.

<< Che mi sono persa? >>

Herobrain comparve, nuovamente integro, davanti a loro.

<< Sciocchi! Non potete fermarmi, non potete fare nulla! >>

Fece per avvicinarsi a loro.
Un ruggito inumano ruppe l'atmosfera del momento, annunciando una figura oscura che volava sopra il villaggio.

<< Regina?! >>

Bisbigliò Michele.
Un enorme drago nero come la pece, salvo corna, ossa delle ali e spine sulla schiena schiena, che erano bianche, atterrò dietro di loro, avvolgendoli con la coda e ringhiando contro Herobrine.

<< Tu... >>
<< Patefacio porta et non transibit per eam , quae me >>

Disse il drago con una, stranamente dolce, voce femminile.

<< Il drago dell'End è una femmina?! >>
<< Non lo sapevi Steve? >>

La dragonessa prese il gruppo fra le zampe e volò verso il cielo, attraversando il varco da lei creato, lasciando Herobrine a tentar di sfogare la sua ira sul villaggio.
Una luce abbagliante lo colpì all'improvviso e dovette chiudere gli occhi accecato, aprendoli e ritrovandosi nel Nether.

<< NOOOOOOOOTCH! >>

 

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Note d'autrice II: Chiedo venia per gli errori.

1) Sermonibus quos praeceperis prohibere subditos= Comando a voi miei sudditi di fermarvi.

2) Praeceptum meum ad te habentem subditos oppugnare album luscus daemoniis immolant et non aliis ascolatre me= Comando a voi miei sudditi di attaccare il demone dagli occhi bianchi e di non ascoltare altri che me.

3) Patefacio porta et non transibit per eam, quae me= Apriti portale e che non possa attraversarlo altri che me.

Mattalara

 

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Capitolo 6
*** The End ***


Gli Enderman fissarono adoranti la loro regina tornare.
La dragonessa volò in cerchio un paio di volte, il tempo di far tornare al loro posto i cristalli, poi posò il gruppo a terra e si mise li accanto.
Fissò il piccolo gruppo, guardando leggermente contrariata il marchio di Herobrine sulla spalla di Alex, un sigillo infrangibile, o meglio, con i giusti mezzi era anche violabile. Riconobbe subito il ben noto Steve, grande minatore, cacciatore di mostri e figlio dell'uomo che sconfisse il primo Drago dell'End, suo padre.
Michele s'inchinò al suo cospetto, copiato presto da tutto il gruppo. 
La draghessa si chiuse nelle ali, lasciandosi avvolgere dalle sue stesse fiamme, quando tali si estinsero, al posto del rettile, vi era una bellissima donna, in un abito regale, nero come i suoi capelli, salvo alcune striature bianche e i vari tratti draconici.
Sorrise, scrutando ancora il gruppo con quegli occhi viola ed ipnotici.

<< Potete alzarvi >>

Disse con una voce soave ed autoritaria allo stesso momento.
Gli otto si alzarono, mentre i mostri la fissavano con rispetto, sottomissione e adorazione, Alex era come affascinata da tale creatura e Steve era in un misto fra paura e curiosità.

<< Regina, grazie per averci salvato >>
<< Morire con onore è una morte onorevole, ma di sicuro non lascerò che Herobrine ti tocchi, non quando uno dei miei sudditi ha lottato con tanto coraggio. Ciao anche a voi a proposito, ho seguito la vicenda dai suoi occhi >>

Spiegò indicando Michele

<< Ho visto ogni cosa accaduta e, a parte le congratulazioni per le vostre imprese, voglio offrirvi il mio aiuto >>
<< Davvero? >>

La regina dell'End sorrise, illuminando i suoi occhi e mettendo su un espressione convincente.
Il gruppo la ringraziò nuovamente.

<< Vi condurrò ai vostri alloggi momentanei >>

Disse Queen, e li guidò fino ad una fortezza dell'End.
Fortuna gli Skulker non li attaccavano, sarebbe stato tragico altrimenti.

<< Spero vi troviate bene, io sarò in sala da pranzo se mi cercate >>

Salutò andandosene.
Alex decise di seguirla, era curiosa di sapere di più sulla regina dell'End.
Attese un po', non voleva dare l'impressione di una che si appiccicava subito agli altri.
La trovò seduta a mangiare da un piatto di diamanti, rubini e altre gemme preziose davanti.

<< Ciao Alex, vieni pure >>

Alex si sedette accanto a lei.

<< Grazie ancora per l'aiuto Regina >>
<< Di niente, so cosa si prova a non essere aiutati ne momento del bisogno >>

Disse la regina.

<< Cosa intendete? >>
<< Dammi pure del tu cara e chiamami Quenn. Se poi vuoi saperlo, è una storia cominciata anni fa >>
 

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Note d'autrice: la storia continuerà nel prossimo capitolo.
Un ringraziamento a Tony Stark per aver recensito gli altri capitoli.

Matalara.

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Capitolo 7
*** The Story of the Queen ***


Una ragazza fuggiva.
Fuggiva attraverso la foresta, fino all'entrata di una caverna.
Entrò, non preoccupandosi dei mostri che avrebbe potuto incontrare, aveva più paura della folla inferocita che la inseguiva.
Tutto per suo padre: il drago dell'End, ucciso qualche giorno prima da un cavaliere sconosciuto.
Quello che l'uomo non sapeva, è che nella sua forma umana, il drago aveva sedotto la madre della giovane, poco prima della sua morte, la donna aveva messo al mondo la loro progenie: una bambina che aveva gli occhi del drago dell'End.
La madre voleva tenerla nascosta, fino a ché la figlia non fosse stata in grado di nascondere il suo aspetto e controllare i suoi poteri.
Ma era stata scoperta, sua madre era stata imprigionata e giustiziata nella piazza del villaggio, lei doveva la prossima vittima per loro, con la sola colpa di essere figlia del Re deceduto dell'End.
L'essere un mostro ai loro occhi
Era nascosta dietro una parete rocciosa, mentre gli altri, armati scacciavano i mob e la cercavano.
Camminando, si scontrò contro uno scheletro, il quale si voltò di scatto, con l'arco teso e una freccia puntata verso di lei, ma si fermò senza scoccarla. Lo scheletro ripose le armi e tese l'ossuta mano alla ragazza, per aiutarla ad alzarsi.
Lei accettò, guardando l'tro ritirarsi nell'ombr e avanzando in quella direzione.
Vi erano altri mostri, ma nessuno l'attaccava, alcuni le si facevano accanto come animali domestici al padrone e, per un attimo, pensò di godersi la compagnia, ma era arrivata ad un vicolo cieco e quindi sarebbe dovuta tornare indietro.
Decise di fermarsi a riposare, non  accorgendosi della folla in avvicinamento, non finché non fu troppo tardi.

<< Ecco il mostro! >>

Urlò una donna.
Un cavaliere in armatura di ferro, le lanciò contro una rete e la trascinò fra la folla.
Un altro uomo, vestito come un boia, con il volto mascherato da un nero cappuccio ed una scure in mano, si avvicinò a lei e sollevò la sua arma, pronto a colpirla.

<< È giunta la tua ora mostro! >>
<< La prego! Sono solo una ragazzina! >>
<< Non c'è età per morire >>

La ragazza piangeva disperata, la folla la tratteneva, deridendo le sue suppliche e le sue grida, quando tutte le persone presenti, iniziarono ad essere decimate.
I loro corpi presero fuoco, bruciando fra le fiamme, fiamme non erano state appiccate da nessuno dei presenti e ciò poteva voler dire solo una cosa.

<< È lui! >>

Gli umani rimasti tentarono di fuggire disperati, ma le fiamme li raggiunsero e fecero fare loro la stessa fine degli altri, ridotti a mucchi di cenere al suolo.
Il boia voleva completare la sua opera prima di soccombere, quindi alzò di nuovo l'ascia e la calò con forza verso la ragazza.
Un colpo lo mise al tappeto.
Un solo colpo, di una sola persona.
No, di un demone.
La ragazza cercò con gli occhi il suo salvatore, specchiadoli in quelli completamente bianchi del demone che l'aveva aiutata.
Il Re del Nether, il fratello rinnegato di Notch: Herobrine.
Lui la liberò dalla rete e l'aiutò ad alzarsi. 

<< Grazie davvero, ma perché mi avete aiutata? >>
<< Perché tu sei come me. Potente, in grado di fare grandi cose, ma fortemente incompresa solo per quello che è >>

La ragazza sorrise.

<< Immagino tu sappia chi sono io. Tu invece, come ti chiami? E come mao ti danno la caccia? >>
<< Queen, sono la figlia del drago dell'End >>

La ragazza fissò il famoso "demone dagli occhi bianco" dinnanzi a lei.
Non aveva paura, anzi, era felice di aver trovato qualcuno come lei, finalmente si sentiva davvero felice. Il cuore le batteva con firza nel petto, forse erano le semplici infatuazioni giovanili che vengono alle ragazze quando quando vivono nell'illusione che ci sia un principe azzurro, venuto a salvarle da una triste vita e a portarle in un mondo fantastico e pieno di gioia e amore.
O forse era solo l'emozione.
Lui le prese la mano, fissandola forse con più intensità.

<< Posso chiederti di restare con me? >>
<< Restare con te? >>
<< Si Queen. Vedo in te qualità che nessun'altra al mondo possiede >>

Disse lui fissandola, nei suoi occhi vuoti si leggevano tante emozioni, forse, forse, c'era anche il temore di un rifiuto.
Lei sorrise più ampiamente.
In fondo la stava davvero salvando da una triste vita, forse esisteva davverp un principe pronto a portarla nel suo castello, dove sarebbe stata un'amata principessa.
Le sembrava una favola quasi impossibile, eppure era reale.

<< Sarei felice di seguirti Herobrine >>

Esclamò abbracciandolo con fare infantile.
Le fiamme bruciavano incandescenti intorno a loro, scaldando i loro corpi e preannunciando l'avvenire.
Ma non tutte le favole hanno un lieto fine.

---

Notch osservava orgoglioso il suo Eden personale.
I Moa e le Valchirie solcavano i limpidi cieli con grazia e pace.
Tutto era perfetto.
Poi un tuono ruppe l'atmosfera, accompagnando un fulmine che colpì la sala del trono, entrando da una finestra e cadendo proprio al centro, su un altare dorato. 
Notch si avvicinò all'altare, notandovi inciso uno strano disegno: Herobrine, a cavallo di un drago, i villaggi in fiammo sotto di loro e l'Aether che si trovava sul loro cammino.
"Non lascerò che accada"

---

Herobrine comparve nel Nether.
Portava un mazzo di rose rosse in una mano e un diamante nell'altra.
Lui e Queen vivevano insieme da molto, lei era cresciuta ed era diventata una bella ragazza e, come accade spesso con due persone che crescono insieme e imparano a conoscersi e a tenere l'uno all'altra, era sbocciato fra loro il fiore dell'amore.

<< Queen! Sono tornato! >>

Esclamò, non ricevendo risposta.
La chiamò ancora, ancora e ancoea, non udendo comunque la sua voce.
Poi insospettito cominciò a cercarla, non c'era, né nella, villa né nel Nether, al di fuori del regno, nessun mostro l'aveva vista.
Non poteva essere scomparsa.
Il sovrano stava per arrendersi, mentrr lacrime di dolore solcavano il suo viso, poi un'idea illuminò la sua mente.

<< NOTCH! >>

Urlò con rabbia e odio.

---

Queen si risvegliò in quelle che sembravano essere delle prigioni.
La testa le bruciava e c'erano dei Moa a fissarla.
Ricordava vagamente di stare dormendo nel suo letto, poi un forte colpo alla testa e poi niente.
"Oh mio Herobrine...Herobrine!"
Si alzò in piedi e si avvicinò ai Moa.

<< Scusate dove mi trovo? >>

Un Moa blu fece un cenno alla finestra, da cui si potevano vedere i limpidi cieli dell'Ather.

<< Perché sono nell'Aether?! >>

Uno dei volatili, dalle piume bianche, porse lei una pergamena, su cui era scritto:"Il divino Notch ha visto le tenebre nel tuo futuro, resterai qui fino a ché non risolverà la cosa".
Queen era sorpresa.
Perché mai Notch, difensore dei deboli, dovrebbe aver visto qualcosa di brutto nel sue futuro?
Così tanto da rinchiuderla e allontanarla dal suo ragazzo? 
Cercò di uscire, ma i Moa la stavano ostacolando
Ero spaventata, ma soprattutto arrabbiata.
Aveva finalmente trovato la felicità dopo tanto tempo e Notch voleva portargliela via.
Avrebbe pagato, lui e tutti coloro che avrebbero osato ostacolarla.

<< Forse non avete capito, levatevi dai piedi! >>

Un Moa nero tentò di beccarla.
La ragazza afferrò il suo becco, sollevandolo per quello, come se non pesadse nulla e scagliandolo lontano.
Il Moa si rimise in piedi zoppicando e venendo circondato dagli altri.
Queen uscì dalle prigioni, desidedando solo vendicarsi contro colui che voleva portarle via tutto, a giudicare dall'esercito di Valchirie che la stava caricando poi, doveva usare per forza le cattive.
Lanciò un urlo, che mutò presto in un ruggito inumano, mentre delle fiamme viola la accerchiarono, accompagnando il mutamento del suo corpo.bCome quando ci si toglie, o mette, un vestito, appena aprì gli occhi era cambiata: mutata in una draghessa completa.
Guardò la torre da dove proveniva l'odore del suo amato, Herobrine doveva essere li.
Cominciò ad arrampicarsi, bramando, ad ogni mossa, il sangue di Notch.
"Se è un mostro che vogliono, un mostro avranno"
Pensò, raggiungendo la finestra e vedendo Herobrine legato al muro, Notch era davanti a lui.

<< Dov'è lei Notch! >>
<< Non avevo scelta, devi starle lontano! >>

Queen strinse le zanne.

<< Stai delirando, vedi in me il male anche quando non c'è. Lasciaci riunire o farò cadere il tuo regno! >>
<< Non potrai mai farlo da solo >>

Il ruggito le lasciò le labbra quasi senza che Queen se ne rendessi conto.
I due interlocutori avevano i loro sguardi rivolti verso di lei, pieni di ammirazione uno e di paura l'altra.

<< Adesso cosa mi dici, fratello? >>

Notch iniziava ad avere paura, borbottando:"P-posso s-s-spiegare".

<< È tardi ormai >>

Queen sfondò le mura con una zampa, liberando Herobrine dal muro e posandoselo sulla sua testa.

<< Sei fantastica >>
<< Grazie, ora vediamo se riesco a volare senza esercizio >>

Si lasciò cadere, voltandosi e spiegando le ali, cominciando a sbatterle e trovando, dopo un'iniziale instabilità, l'attività facile e piacevole.
Qualcosa la colpì ad un ala.
Bruciava, era un dolore insopportabile che le fece ritirare al corpo l'ala e la fece cadere al suolo.
Herobrine le si fece vicino per controllare come stava, le scaglie erano arrossate e fumavano, della nevecadeva da esse.
Neve?!
Notch comparve dietro Herobrine e cominciò a colpirlo con una spada, lui rispondeva ai colpi e Queen provava ad alzarsi, ma le Valchirie la colpivano ogni qual volta mi mettevo in piedi.
Provò a sparare una palla di fuoco da sdraiata, Notch le lanciò un altro "proiettile", colpendola in gola, facendo esplodere le fiamme dentro di lei.
Herobrine urlò.
Notch sussurrò qualcosa.
Lei svenne dal dolore.

---

<< Herobrine fu confinato nel Nether, fino a che non riuscì a trovare il modo per uscire e io divenni la nuova sovrana dell'End. La lontananza ci impedì di continuare la relazione, lui disse che era fino a che non avremmo sconfitto Notch, ma quel giorno è ancora lontano. L'uovo che covo è il frutto della nostra unione, destinato a grandi cose >>

Disse Queen con le lacrime agli occhi, Alex piangeva dalla commozione, accorgendosi di una stanza chiusa che prima non aveva notato e che, a giudicare dallo sguardo di Queen, conteneva l'uovo.

---

Herobrine fissava in disparte la scena, piangendo.
Piangendo come Notch, che ormai da anni disperava per il suo errore.
Errare non è solo umano e, a volte, è difficile perdonare grandi errori.

 

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Note d'autrice: (*)= Si, anche io mi chiedo come mai la neve ferisca tanto il drago dell'End.

Mattalara

 

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Capitolo 8
*** The Aether ***


Erano passati due giorni.
Steve e Alex erano sempre più determinati a fermare Herobrine e Queen era disposta ad ospitarli nel suo regno e agli altri li con loro stava andando tutto bene, anche se i mostri e gli animali sembravano prendere la cosa troppo alla leggera, visto che erano tutti impegnati a cercare delle compagne. Michele già partiva svantaggiato, visto che gli Enderman erano tutti maschi; Francesco sembrava l'unico messo bene in fatto di possibilità; Savana stava per cedere alle avances di Storm e Lara e Paola si erano conisciute meglio ed erano vicine ad un rapporto serio.

---

Herobrine osservava la scena del gruppo riunito a discutere il prossimo passo.
Il sovrano degli inferi si scambiò un breve sguardo con la sua ex, l'unica che sembrava sapere che fosse li, pur non dando segno di averlo notato. Herobrine sentiva una strana sensazione nel petto, cuocente e straziante, fredda e vuota, così insolita.
Pensò quasi di stare male.

<< Sadness! >>

La Ghast si avvicinò a lui volando e chiedendo insicura:"Si mio signore?".

<< Sento come il forte bisogno di...aprirmi con qualcuno, credo di sentirmi male, sentimentalmente parlando >>
<< Me ne intendo signore, capita a tutti, a volte è solo una questione psicologica >>
<< E cosa mi suggerisci di fare per distrarmi? >>

Ora la Ghast era in leggera difficoltà, visto che Herobrine adorava giustiziare e torturare i suoi sudditi, quando si annoiava.

<< Non so, provi a leggere un libro, a scrivere a parlare con qualcuno di interessi, a pensare >>
<< Pensare? >>

Chiese nuovamente Herobrine, Sadness non era a disagio, ma non era neanche molto tranquilla, quella era una situazione nuova per lei e temeva di non uscirne.

<< Pensare, riflettere, sognare. Riguardare la propria vita come un film e scegliere il prossimo passo, i prossimi desideri, ciò che è meglio >>
<< Tu cosa desideri? >>
<< Che?! >>

Chiese Sadness, certa di aver capito male.

<< Cosa desideri? >>
<< Sinceramente? Il mio più desiderio, Padrone, è sapere se i miei amici stanno bene >>

"Un desiderio così semplice e puro" Pensò Herobrine.
Toccò una mano della Ghast, in forma umana e lei scomparve.

---

Sadness si ritrovò subito dopo in un altro regno.
Sabbie giallognole formavano grandi isola sospese nel cielo violaceo e vuoto, torri di ossidiana con delle gemme in cima erano visibili e c'erano Enderman erano ovunque.
Uno di loro le si fece vicino dicebdo:"Salve signora, io sono Mike e benvenuta nell'End, cosa ci fa qui a proposito?".

<< Grazie Mike, scusate l'intrusione ma sto cercando una creeper, una lupa, un maiale e un Enderman >>
<< Oh i viaggiatori, ci sono anche due umani un cane ed una gatta? >>
<< Un umana ed una gatta ci sono >>

L'Enderman la prese per mano e l'accompagnò fino ad uno spiazzo fra le colonne, Queen stava discorrendo tranquillamente con il gruppo quando notò Mike e Sadness.

<< Madre, questa ghast è amica dei nostri ospiti, è qui per vederli >>
<< Tu sei Sadness? I nostri ospiti ci hanno parlato di te >>
<< Si. È...davvero un bel posto l'End >>

Mormorò la Ghast insicura, era carino si, ma non era il suo genere di habitat.

<< Un po' vuoto ma concordo >>

Ci fu una brava presentazione fra coloro che non si erano conosciuti bene. Sadness era alquanto stupita, l'umano più temuto dai mostri: il grande Steve, davanti a lei, senza armi né armatura...era quasi buffo aver avuto paura di lui.

<< Ho visto più "leggende" in queti giorni che nei libri di storia >>

Commentò sarcastica Sadness.

<<  Ah ho trovato chi mi avevi chiesto >>
<< Perfetto >>

Esclamò Lara.
In quel momento, da un portale appena aperto, entrò un pesciolino d'argento femmina.
Strisciò fino al gruppo e cambiò forma, in una bella ragazza con un abito da sera argento e scarpe col tacco alto; i lunghi capelli erano argento scuro, come la cresta di spine sulla schiena, due tenaglie erano leggermente visibili nella bocca, gli occhi erano neri come la notte.

<< Silver! Da quanto tempo! >>
<< Molto cara, scusa se ero introvabile ma sai com'è, i clienti >>
<< Ragazzi lei è Silver ed è specializzata in commercio e "spaccio" di oggetti legali e non >>

Spiegò Savana, sperando di non ricevere battute stupide in risposta.

<< Questo è il grande Steve? Ma non ha le corna >>
<< Mi spiegate come sono descritto fra voi? >>

Gli altri risposero un:"Evitiamo" molto sbrigativo e chiesero la merce a Silver.
Dalla sacca che portava con se, tirò fuori un secchio pieno d'acqua e dei blocchi di pietra brillante.
I mob li disposero a forma di portale per il Nether, poi prese il secchio fra gli artigli.

<< Immagino abbiate intuito cos'è >>
<< Il portale per l'Aether? >>
<< Si. I miei amici mi hanno parlato della situazione e di come voi stessi abbiate riconosciuto il necessario intervento di qualcuno che può più di Herobrine >>

Detto ciò, versò l'acqua nel portale, un azzurro strato sottile di liquido si formò alla porta.

<< Grazie dell'ospitalità Queen >>
<< È stato un piacere. Ah, se Notch lo permette o abbassa la guardia, dategli un calcio in culo da parte mia >>

Disse con un ghigno la draghessa.
Il gruppo attraversò il portale, tranne Silver che stava cercando di vendere merce agli enderman.

---

I viaggiatori arrivarono in un luogo magnifico.
Sembrava come se tutti i luoghi più belli di Minecraftia fossero fusi in quell'unico maestoso regno, che riusciva ad infondere un senso di calma e pace anche solo a guardarlo.
Valchirie e Moa svolazzavano tranquilli nel cielo e alcuni animali con dorate ali da angelo li seguivano.

<< È bellissimo >>
<< Paradisiaco >>
<< Altro che la caverna più buia del bosco >>

Iniziarono a fare complimento i vari membri del gruppo.

<< Dove sarà Notch? >>
<< Trovato >>

Grugnì Francesco.
Un uomo con una folta barba nera e uno sguardo gentile si avvicinò a loro.

<< Buongiorno miei coraggiosi eroi >>

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Capitolo 9
*** Real problem ***


Notch era li in piedi davanti a loro, era indescrivibile la sensazione di incredulità e ammirazione che albergava negli animi dei viaggiatori in quel momento.
Si unirono in un profondo inchino di gruppo.

<< Sono ben felice di accogliervi >>
<< Grazie signore, siamo qui per chiederle aiuto >>
<< So già tutto. Ho osservato tutta la storia da molto, è stato un po' triste, vedere a che punto hanno portato Herobrine i miei errori >>

Disse con evidenti cenni di tristezza nel tono.

<< Si riferisce alla storia che mi ha raccontato Queen? >>
<< Si. Purtroppo non nego le mie colpe, non basta essere una divinità per saper interpretare i segni, avrei potuto evitare questa situazione, se fossi stato più attento >>

Disse Notch abbassando il capo, il gruppo si rimise in piedi e si avvicinò al Signore di Minecraftia.

<< Tutti possiamo sbagliare, riconoscere i propri errori e riparare da essi è una grande cosa, ci serve il suo aiuto >>
<< Dovete scendere nel Nether, mio fratello può essere convinto anche a parole, se sa amare allora ha un cuore che può essere facilmente smosso. Però non vi lascerò andare disarmati e non protetti >>

Disse, nelle sue mani comparvero degli amuleti in diamante, circondati da scudi d'oro con un filo rosa perla che scintillava.
Alex e Steve e gli altri li indossarono, una luce abbagliante avvolse tutto il gruppo.

<< Herobrine non potrà farvi nulla, nemmeno pensare di farvi qualcosa in futuro finché le indosserete e lui non potrà toglierle. Ora andate >>

Gli altri tornarono, con una serie di ringraziamenti e elogi, nell'End.
Queen e gli altri li accolsero calorosamente e ascoltarono il racconto.
Alla fine, tutti andarono a dormire, aspettando il domani.

---

Queen si risvegliò in un luogo sconosciuto, all'inizio, non ci mise molto a riconoscere quel luogo dove era accaduto solo il peggio, in passato: l'Aether.
Alzando lo sguardo, notò Notch li accanto, ringhiò, estendendo le ali e allontanandosi da lui.
Nel mentre Herobrine arrivò come una furia.

<< Tu! Lurido stronzo! Ti diverti vero?! Ad interferire in cose che non ti riguardano e a creare solo guai?! >>

Urlò spingendolo contro un albero.
La draghessa smise di ringhiare e fissò i due interessata.

<< Dateci un taglio >>
<< E perché?! Così lui può rovinare nuovamente la mia vita, come ha rovinato la nostra?! La tua?! No! Non lascerò che stavolta mi intralci! >>
<< Ho detto basta! >>

Ringhiò tirando via il demone e mettendoselo fra le spire della coda, avvolta attorno a lui come un serpente.
Notch si rialzò in piedi e fissò i due.

<< Sei andato troppo lontano, fratello >>
<< Io?! Se non fosse stato per te, sarebbe mai accaduto nulla di tutto questo! Ma tu dovevi metterti in mezzo e rovinare due vite >>
<< Non ho mai voluto che accadesse lo sai bene >>
<< Ma è accaduto >>

Sussurrò Herobrine, zittendo l'altro.
Queen distolse lo sguardo, lasciando Herobrine ed avvicinandosi ad uno specchio d'acqua, toccandola sussurrando:"Mostrami ciò che voglio vedere".
L'acqua turbinò in un vortice, mostrando poi un' immagine: fuoco e fiamme, villaggi pieni di mostri, villaggeri ridotti in schiavitù e Notch che cadeva, poi due occhi rossi che la giardavano.
La visione si dissolse.

<< Dobbiamo smetterla, non finirà bene la cosa >>
<< La pozza delle visioni mostrerà anche tutto ciò che vuoi vedere, ma non è detto che sia sempre vero >>

Sibilò Herobrine.

<< La pozza non sbaglia. Cosa hai visto Queen? >>
<< Vai a guardare da solo Notch! E per te sono solo Regina dell'End! >>
<< Ok, ma non potrai fare molto fratello, sai anche tu che il sacrificio sarebbe l'unico modo per accontentarti >>

Herobrine sorrise in risposta alle parole del fratello, cominciando a svanire, il suo sorriso era spaventoso.

---

Queen si svegliò di colpo, chiamando poi a se il gruppetto di amici.

<< Che succede? >>
<< Mi ha dato la soluzione >>

Disse semplicemente la draghessa.

<< Chi? >>
<< Notch >>

Ovviamente, tutti volevano conoscere la soluzione di cui parlava.
Queen chiuse gli occhi e sussurrò:"Sacrificio".
Tutti erano in silenzio, anche Silver aveva smesso di pubblicizzare i suoi prodotti agli Enderman.
Sacrificio.
Il gruppo si riunì per parlarne.

<< Che facciamo? >>

Chiese Lara.

<< Vedrai che ne usciremo amore, insieme >>
<< Sarà dura >>
<< Niente pessimismo >>

Michele e Francesco annuirono con incitazioni e frasi incoraggianti.
Intanto nella camera di Steve e Alex, la ragazza dormiva tranquilla, il suo "principe" le baciò la fronte e piangendo, uscì dalla stanza, raccogliendo i materiali per un portale del Nether.

---

Herobrine era nella sua fortezza.
Era felice, aveva la dolce sensazione che stesse andando tutto bene, e, infatti, due pigman accompagnarono Steve al suo cospetto.

<< Steven. Che piacere >>
<< Risparmia i convenevoli mostro! >>

Ringhiò il giovane sotto i suo respiro.
Herobrine fece cenno ai mob di uscire e loro obbedirono, lasciando soli i due.

<< Perché sei qui? Per affrontarmi? >>
<< No! Per fare uno scambio >>
<< Continua... >>

Fece Herobrine sogghignando.

<< Tu lascia in pace Alex e gli altri, ed io... >>
<< E tu? >>
<< Io sarò il tuo cavaliere >>

Herobrine sorrise, anzi, ghignò in modo sinistro e vittorioso, mentre la collana del giovane veniva tolta da Steve stesso e lanciata nella lava.
L'umano si inchinò a lui, mentre il marchio del demone s'infrangeva sulla sua pelle, come quello di Alex.

<< Ben fatto mio cavaliere >>

Si complimentò Herobrine dandogli delle pacche affettuose sul capo, come se fosse un cane.

<< Ora ti ordino di metterti in quell'armadio e di stare fermo senza fiatare. Puoi respirare comunque >>

Come se una forza invisibile lo controllasse, Steve si ritrovò a fare quanto chiesto, non riusciva più a controllare il suo corpo, né la sua voce, ma almeno i suoi pensieri ancora gli appartenevano e riusciva ancora a spostare lo sguardo.
Si chiese perché tale comando, ma la risposta era ben peggiore della situazione.

<< Ciao Alex >>

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Capitolo 10
*** A new beginnig ***


<< Ciao Alex >>
<< Ciao "maritino" >>

Disse lei sarcastica.
Herobrine sorrise, avvicinandosi a lei e godendo della sensazione di panico che avvertiva, ovviamente da parte dello Steve nell'armadio. L'umano infatti stava lottando con tutte le sue forze, per sfuggire al suo controllo e avvertire Alex, fare qualcosa per fermarla.
Ma non poteva fare nulla.

<<  Come mai qui? >>
<< Per farti una proposta >>
<< Sono tutto orecchie >>

Disse il demone, tenendo l'orecchio verso di lei con finto tono professionale.

<< Tu devi lasciare in pace i miei amici, permettendogli di starmi accanto quando vogliono loro ed io, in cambio... >>
<< In cambio? >>

"Alex no! È una trappola!"
Voleva urlare Steve, ma quel suono rimase un muto pensiero nella sua mente.

<< ...in cambio sarò la tua sposa >>

Il tempo sembrò fermarsi.
Alex si tolse a collana, gettandola nella lava e baciando Herobrine sulle labbra. Il marchio sulla spalla era incandescente, quasi più dello sguardo colmo di gioia del demone, che ruppe incantesimo posto su Steve.
Quest'ultimo quasi cadde, dopo aver letteralmente sfondato l'armadio urlando:"NO!"

<< S-steve?! >>

Chiese Alex sorpresa.
Non capiva il motivo della su presenza li, poi, pensandoci bene, la realtà era dolorosamente ovvia.

<< Perché l'hai fatto?! PERCHÉ? >>
<< Io non sapevo! >>

I due scoppiarono in lacrime disperati, capendo di essere stati imbrigliati, sconfitti e, di conseguenza, che Herobrine aveva vinto.
I si ritrovarono in una radura nel bosco i Minecraftia, con tutti i loro amici intorno.
Il cielo si fece scuro ed Herobrine era li, sospeso in aria, come un angelo della morte che scende in terra a mietere le sue vittime. Sprigionò il suo potere su tutta Minecraftia, i mostri avanzarono verso i villaggi, le armi e le armature scomparvero, le mura furono distrutte e tutte le abitazioni bruciavano fra le fiamme. Gli umani soccombevano sotto quella furia, mentre Queen, libera dai suoi legami, si librava nel cielo notturno, ruggendo ad esso con tutta la sua gioia.
Finalmente era libera!
In più, le catene scomparse erano state sotituite da dei bracciali rosati attorno alle zampe, ancora in grado di rigenerare senza problemi ogni ferita le venusse inferta.
Il vento soffiava fortissimo e il freddo era pungente, quasi a voler sottolineare l'oscuro futuro che si prospettava sotto il comando dei due sovrani.
Evidentemente la "tenera" Queen non era così all'oscuro dei piani di Herobrine.

<< Due spose, un cavaliere, quattro regni, solo miei >>

Una risata terrificante risuonò come un eco in tutta Minecraftia, così come i fulmini che squarciarono il cielo in quell'istante, raggiungendo anche l'Ather.

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Quello che era un vero e proprio paradiso, era ridotto ad una cupa landa di terrore.
I suoi abitanti erano terrorizzati e Notch non poteva aiutarli. Sentiva le forze venir meno e i suoi poteri venire assorbiti dal suo stesso fratello.
Fratello che ora lo stava imprigionando, nella stessa fortezza ed incatenato alla stessa fredda parete ammuffita dove, anni prima, Notch aveva rinchiuso lui.
Era finita.
Herobrine aveva vinto, Minecraftia, il Nether, l'End e l'Aether erano tutti suoi, visto che, in quanto compagno di Queen, era anche sovrano del regno di lei.
Il gruppo corse a ripararsi in una grotta, con un fuoco ed una tenda improvvisata, non c'erano più speranze.

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In un luogo sconosciuto.
O meglio, sconosciuto a tutti fuorché chi vi abitava imprigionata, in un blocco di ghiaccio seppellito sotto chili e chili di neve e terra, due occhi rosso sangue si aprirono nel buio.
La donna a cui appartenevano sorrise, felice di essere di nuovo viva e, sopratutto, pronta a compiere la missione per la quale era ststa creata: uccidere Herobrine.

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