Love Is A Losing Game

di imtheonekeepingyoualive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


love1 Love Is A Losing Game
Capitolo 1


Si svegliò poco a poco, uscendo lentamente dallo stato di torpore.
Rimase per qualche momento fermo, con lo sguardo puntato sulla finestra da cui filtravano sporadici raggi di luce, attraverso le griglie delle persiane.
Lindsey non c' era, la sentiva muoversi al piano inferiore. Doveva stare cucinando perchè il rumore di metallo e la televisione, giungevano fino a lui.
Non aveva la minima voglia di alzarsi, affrontarla e, magari, doverle pure dire di aver rivisto Frank. Perchè sapeva che le avrebbe rivelato tutto, se solo l' avesse guardato nuovamente come ieri.
Sospirò, girandosi e alzandosi dal letto, dopo aver scostato violentemente le coperte.
Uscì dalla camera a piedi nudi, scendendo il più silenziosamente possibile le scale.
Se l' ultima volta che le aveva salite, la notte stessa, gli era sembrato che i gradini fossero difficili da superare, non avrebbe mai pensato che scenderli sarebbe stato ancora peggio.
Stava lentamente raggiungendo l' inferno, si disse. Sempre più giù, più giù.
Percorse il corridoio, con il cuore che gli rimbombava nelle orecchie. Sentiva il profumo di caffè e di uova fritte, il tutto accompagnato dallo scampanellio del tostapane.
Si prospettava una mattinata difficile.
Lynz non era mai stata la donna di casa, anzi. Era sempre lui che faceva per due.
Tutte queste premure dovevano significare guai per lui.
O forse, si era ubriacata già di prima mattina?
Superò la soglia, mentre pensava tutte queste cose e la scena che gli si presentò davanti lo lasciò alquanto stupito.
Lindsey indossava la vestaglia viola che le aveva regalato lui e sfarfallava a destra e a sinistra, portandosi alla bocca ogni tanto dei pezzi di cibo. La tavola era apparecchiata con la tovaglia bianca, i piatti riempiti di uova e bacon, nel servizio più bello che possedevano, e il giornale posato accanto al telecomando della tv. E... Lei non stava ferma un attimo.
Si era trasformata nella notte senza che se ne accorgesse? Poteva essere un clone.
Quando si accorse di lui, lo salutò con un grande sorriso.
- Ben svegliato! -
Gerard non rispose immediatamente, ancora troppo spaventato.
- B... Buongiorno. - Disse, mentre si avvicinava alla sedia e si accomodava.
La sentì muoversi per un pò dietro di lui, temendo pure di essere accoltellato alle spalle e, quando una mano si posò sulla sua spalla, mancò poco che non saltasse fino al lampadario.
Gli posò un bacio sulla guancia, prima di prendere posto accanto a lui.
Che la guardava shockato.
Decisamente molto shockato.
La vide continuare a sorridere, come una di quelle perfette casalinghe degli anni '50, o come una casalinga disperata. Sì.
Poi prese la caffettiera e gliela mostrò.
- Vuoi del caffè? - Gli chiese.
Se Gerard avesse potuto fotografare questo momento, l' avrebbe fatto.
Annuì, troppo sconvolto per fare qualcos' altro. Vide il liquido nero riempire la sua tazza e, successivamente, quella della moglie.
- Se vuoi lo zucchero, è lì. -
Gli indicò una zuccheriera poco distante dalla sua mano sinistra e lui la prese. Ne mise due cucchiaini nel suo caffè e iniziò a mescolarlo.
Doveva cominciare ad avere paura?
Non era affatto abituato a queste cose, stare con Lynz voleva dire fare tutto da soli.
Da quando si era scoperta perfetta donna di casa? A parte che non pensava fosse capace di cucinare delle uova e della pancetta, questo doveva dargliene atto.
Iniziarono a mangiare e a sorseggiare la loro colazione, finalmente in un clima semi-tranquillo.
Gerard aprì il quotidiano sulla tavola, iniziando a leggere le notizie, mentre lei si faceva i fatti propri guardando la tv.
- Cosa hai fatto stanotte, dopo che sei scappato? -
Quasi si versò il caffè sul pigiama, quando la sentì pronunciare quelle parole, con quel tono freddo e glaciale.
Puntò i suoi occhi verdi in quelli neri della donna, inziando a sentire il sudore freddo imperlargli la fronte.
- Sono andato in un locale. - Disse, cercando di mostrarsi calmo.
- Solo? -
Decise di appoggiare la tazza sul tavolo, per prendere tempo.
- No. -
- Con lui, immagino. -
Sospirò, chiudendo gli occhi.
- Sì. -
La sentì sbuffare infastidita.
Si era aspettato le domande. Lo sapeva eppure ne aveva lo stesso timore. Anzi, ne era terrorizzato. Come un ladro davanti ad un poliziotto.
- Immagino vi siate divertiti un mondo, insieme. -
Perchè doveva fare così, non capiva che era peggio? Non capiva che soffrivano entrambi, lui a dover ammettere di amare il suo amico e lei a scoprire che non era nel suo cuore.
- Lynz, ascolta. Dobbiamo smetterla di comportarci così. Sono tornato per stare con te, non capisci? - Disse, prendendole la mano e stringendola.
La vide scrutarlo in viso, negli occhi, per controllare che fosse sincero, che dicesse la verità.
- Davvero? Non ci sarà più nessun Frank? -
- Niente più Frank. -
Sentì uno squarcio all' altezza del cuore, ma decise volutamente di ignorarlo.
Niente più Frank.




- Ehi fratellino, come va? Stasera venite a cena da noi? -
Mikey sembrava allegro come sempre. Sorrise.
- Certo. Alle 8 come al solito? - Disse, mentre si grattava il mento con il tappo della biro.
- Ovviamente. A stasera, allora. -
Si salutarono e la conversazione finì. Appoggiò il telefono accanto alla miriade di fogli sparsa sul tavolo e riprese a scrivere.
Si era svegliato con un' improvvisa ispirazione per un nuovo testo e si era messo subito al lavoro per non lasciarselo sfuggire. Doveva ammettere che, nelle ultime due settimane, il clima era tranquillo e il lavoro scorreva veloce e fluido come non accadeva da troppo.
Niente più liti, nè discussioni, con Lynz, niente più fughe e successive scopate in ville demoniache con il prorpio chitarrista.
Niente di niente.
E...
E niente più Frank da ben quindici lunghissimi giorni. Quindici fottuti giorni di silenzio.
Da parte sua.
Perchè aveva visto le chiamate sul cellulare, aveva notato i messaggi sul display, sapeva che la segreteria telefonica era strapiena, ma aveva deciso di tagliare i fili della loro vita privata.
Si sentiva più male che mai, ma l' aveva promesso a sua moglie e non poteva tradirla e deluderla di nuovo.
Finalmente tutto sembrava essere ritornato come ai primi tempi, quando sorridevano, si facevano le coccole e dormivano abbracciati la notte.
L' importante era sapere che Lynz non sospettava nemmeno lontanamente che, quando l' abbracciava, pensava a qualcun' altro.
No.
Riprese a scrivere sul foglio, sospirando.




Svoltarono a sinistra e imbucarono la via dove abitavano Mikey e Alicia.
Il viaggio era stato piacevole e leggero, avevano riso ascoltando la radio e adesso si stavano godendo quel silenzio che era calato dopo le ennesime risa. Lynz stava guardando fuori dal finestrino, mentre Gerard guidava tranquillo, canticchiando sottovoce.
Doveva ammettere che era bello così. Era bello sapere che stava riuscendo a dimenticare tutto quello che era successo con Frank. Sapere che adesso Lynz non lo trattava più freddamente ma, anzi, sembrava ben disposta nei suoi confronti.
Erano di nuovo una coppia.
Ma, quando vide le auto parcheggiate davanti alla villetta, sentì il suo cuore fare una capriola all' indietro e smettere di battere.
No, anzi, aveva deciso di mettersi a correre di buona lena.
Cazzo, era di Frank quell' auto.
Doveva essere una riunione della band e lui non era stato avvertito. Quell' infido del fratello.
Tutta colpa sua.
Si accorse che anche Lindsey aveva percepito l' improvviso cambiamento del clima all' interno della vettura. Infatti aveva sospirato e si era messa a sedere più composta, come se il gelo che era calato fra loro, avrebbe potuto essere combattuto rannicchiandosi su sè stessi.
Niente affatto.
Parcheggiarono e scesero, in perfetto silenzio pesante. Bene.
Gerard mise l' allarme alla macchina e raggiunse la moglie che si era avviata per il vialetto. Suonarono il campanello alla destra della porta bianca, su cui spiccava una ghirlanda, e aspettarono che qualcuno andasse loro ad aprire.
Quando la porta si spalancò, un' Alicia sorridente e bellissima, li accolse.
- Ehi ragazzi, ben arrivati! -
Sorrisero a loro volta, salutandola con baci e abbracci. Entrarono e si tolsero i cappotti, mentre la padrona di casa raccontava del fatto che suo marito e Ray avevano già scommesso su quindici cose diverse e che Bob si lamentava perchè il polso gli dava ancora noie.
Gerard prese mentalmente nota del fatto che il nome di Frank non era ancora stato pronunciato.
Che avesse preso un abbaglio?
Seguì con lo sguardo le due donne entrare in cucina e lui rimase fermo in mezzo all' ingresso, respirando e facendosi coraggio.
Lo sapeva che avrebbe dovuto rivederlo, prima o poi.
Solo che sperava che il momento fosse più poi, che prima.
Annuì deciso con la testa e fece per mettere piede in salotto, quando una voce alle sue spalle lo bloccò, facendogli gelare il sangue nelle vene.
- Ben arrivato, mio caro. -

 


Eccola che ritorna a stressarvi la vita. u_u
Ho deciso di fare un seguito di "Eyes Wide Shut" perchè mi dispiaceva lasciarla così, con loro due che si mollavano tristemente e senza vere motivazioni.
Quindi la Frerard continua, mie care slasher dipendenti. (Come la sottoscritta.)
Mi diverto a scriverla e ancora non so quanti capitoli sarà lunga, se devo essere sincera. Tutto dipende da cosa decideranno di fare i protagonisti.
Ma, ora, volevo ringraziare chi ha commentato la prima parte, eccccioè:
Xx_ImJustAKid, Annachiara, AintAfraidToDie, kiroandstrifyforever, Chemical_Marty, Dominil, _NeMeSiS_.
E chi l' ha aggiunta ai preferiti:
1 - Annachiara 
2 - cecijoe 
3 - Chemical_Marty 
4 - kiroandstrifyforever 
5 - Miss_Revenge 
6 - pogo 
7 - Pozzina 
8 - _NeMeSiS_ 
9 - _omfg_

Grazie davvero.
Sperando che piaccia ancora, vi lascio.
Alla prossima!
Xoxo Sory

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


love2 Love Is A Losing Game
Capitolo 2



Si voltò immediatamente, col cuore che gli batteva furiosamente all' altezza della gola.
Vide Frank che lo guardava glaciale dal terz' ultimo gradino della scala, tenendo la mano destra sul corrimano. Merda.
- Frank... - Disse, a mò di saluto. Peccato che il tono tremolante e preoccupato della sua voce lo tradì.
Lo vide scendere i gradini restanti, raggiungerlo e piantarglisi davanti. Se avesse potuto fuggire, l' avrebbe fatto immediatamente, abbandonando subito la casa e rifugiandosi in macchina.
L' avrebbe fatto sì, se lo sguardo che Frank gli stava riservando non avesse avuto l' effetto di bloccarlo, facendolo assomigliare ad una statua. E la temperatura del suo corpo si avvicinava paurosamente a quella del marmo.
- Gerard. Allora non sei morto, a quanto vedo. - Gli disse, con una voce sdegnosa.
Respirò più a fondo.
- Senti Frank io... -
- Non venirmi a dire le solite cose, Way. Ho già capito tutto. So che si tratta dei nostri matrimoni e delle nostre famiglie, però... Dio, neanche sparire così, come se ti fossi dileguato dalla faccia del pianeta! - Lo interruppe, furente.
Gerard lo guardò con gli occhi spalancati, capitava raramente di vedere Frank Iero veramente incazzato. E quando succedeva, era meglio tenersi a debita distanza.
Il cantante sapeva che stava per perdere un pezzo di sè, solo che non sapeva ancora quale. Più probabilmente la testa, sì.
Cercò di calmarlo, muovendo le mani per bloccare le sue. Peccato che l' altro sfuggisse il contatto come la lebbra.
- Frank, per favore. Se dici che hai capito tutto, perchè ripetersi? Io... Davvero, voglio provare ad avere un rapporto normale con Lynz! E... E tu non aiuti, merda! -
- Adesso non rifilarmi la colpa, Gerard! -
- Ma non lo faccio! Solo che, anche il solo sentire la tua voce, mi fa perdere la testa! - Disse, forse a voce un pò troppo alta.
Quando si rese conto delle parole che avevano appena lasciato le sue labbra, fece un verso frustrato e si voltò verso la porta del salotto, muovendo un passo verso sinistra. Sentì Frank chiamarlo a bassa voce, tentare di trattenerlo, ma non lo ascoltò.
Superò la soglia, venendo colpito dalle voci e dalle luci.
Vide Mikey, Ray e Bob seduti sul divano, che guardavano la tv. In realtà stavano facendo tutt' altro, ma a Gerard non importava minimamente, bastava allontanarsi da Frank.
O sarebbe impazzito prima degli antipasti.
- Geraaard! Ciao bello, dov' eri? - Gli chiese Bob, quando lo vide.
Li salutò con un grande sorriso e si avvicinò a loro, diede a tutti delle pacche e si sedette sulla poltrona alla loro sinistra.
- Ma... Frank? - Li interruppe Mikey.
Vide gli altri due accanto a lui, girarsi a cercare con lo sguardo il ragazzo. Solo lui fece orecchio da mercante e rimase con lo sguardo incollato allo schermo.
- Gee, non l' hai incontrato? Aveva detto che andava in bagno mezz' ora fa! Non è che sta male? -
Dovette per forza guardare Ray, che gli aveva appena parlato. Scosse la testa, senza dire nulla.
Si sentiva un bugiardo senza ritegno.
Gli altri annuirono e suo fratello si alzò e andò in cucina. Lo sentirono parlare con le donne e poi urlare "Frankie, idiota!" e capirono che si era rinchiuso lì.
Gerard lo sapeva che, logicamente, era per colpa sua. Sospirò, chiudendo gli occhi e passandosi le dita sulle labbra.
Erano 20 minuti che era arrivato e già rimpiangeva casa sua.
Si estraniò completamente da tutto e rimase immobile a guardare le immagini sullo schermo cambiare, senza seguirne, in realtà, nemmeno un fotogramma.
Fino a quando non sentì un tocco sulla spalla. Si risvegliò dallo stato catatonico in cui era caduto e spostò il viso verso destra, fino ad incontrare il volto sorridente del fratello.
- E' pronta la cena, andiamo a tavola. -
Annuì e si alzò. Vide Mikey spegnere la tv e abbandonare il telecomando sul divano, per poi seguirlo in sala da pranzo.
Vide tutti già seduti attorno alla tavola, bella e imbandita con mille e mille leccornie.
Quando Alicia si metteva in testa di fare una cena che si rispettasse, finiva sempre con l' esagerare con le portate. Eppure nessuno si lamentava mai.
Vide Lindsey seduta accanto a Bob, davanti a Jamia. Merda, lui era proprio davanti a... Frank.
Doveva dire a chi di dovere, di cambiare immediatamente la disposizione degli ospiti. Non poteva mangiare con Frank proprio davanti agli occhi per tutta la serata!
Lo sapeva. Si sarebbe strozzato. Prima della fine del pasto, avrebbe raggiunto Lucifero all' Inferno.
Sperava solo che gli tenesse un posto vicino a Freddy Mercury.




Erano arrivati al dessert e Gerard era ancora abbastanza vivo da accorgersi delle occhiate piene d' odio del ragazzo di fronte a lui.
Per fortuna la sensazione di gelo che lo pervadeva ogni volta che si accorgeva del fatto, veniva attutita dalle chiacchiere e dalle risate degli altri commensali.
Erano tutti rilassati e si stavano divertendo, tralasciando il piccolo particolare che portava il nome del suo secondo chitarrista.
- L' altro giorno sono andato dal dottore per far controllare il polso. - Disse Bob, ingoiando un pezzo enorme della torta al cioccolato.
- Ah sì? E cosa ti ha detto? -
- Tutto a posto, solo devo continuare ad allenarlo. Ma... E' stata la domanda che mi ha fatto dopo la visita, che ancora non mi convince. -
- Perchè? -
- Perchè mi ha chiesto cosa aspetto a sposarmi e a fare figli. Che a 30 anni, uno deve mettere la testa a posto. Mah. - Finì la frase mangiando l' ennesimo boccone di dolce.
Ci fu uno scoppio di risa, accompagnato da varie battutine e pacche d' incoraggiamento.
- E' vero Bob, non hai nemmeno la ragazza! -
- Ehi, porta rispetto! -
Gerard sorrise, dimentico dei suoi problemi con la figura davanti a sè che tentava di trapassarlo con lo sguardo.
Sentì la mano di Lynz prendere la sua e stringerla. Voltò il viso a destra e le sorrise, guardandola.
Si sentì la bocca stranamente asciutta, quindi, prese il bicchiere davanti al piatto e se lo portò alle labbra, iniziando a sorseggiarlo lentamente.
- Io... Avrei una notizia da darvi. - Sentì dire.
Era stata sua moglie a parlare. La guardò interrogativo, mentre la sentì prendere un respiro più profondo e notava anche che si stava sedendo meglio sulla sedia. La stretta attorno alle sue dita aumentò, facendo suonare un campanello nei recessi della sua mente. Che però non colse.
Vide che tutti si zittivano, prestandole attenzione. Le occhiate passavano da lui a lei, senza fermarsi.
- Io... - La vide guardarlo negli occhi, prima di concludere la frase. - Io aspetto un bambino. -
Sentì il bicchiere scivolargli dalle dita e finire sui suoi pantaloni, bagnandoli con l' acqua. La sua bocca spalancarsi e gli occhi rischiare la partenza.
Le vertigini lo costrinsero a chiudere gli occhi, mentre una sensazione di freddo lo avvolgeva.
Sentì la sorpresa anche negli altri, soprattutto nei colpi di tosse che avevano colto Frank.
Christa fu la prima a riprendersi.
- Oh, ma... Congratulazioni! - Disse, abbracciando Lynz.
Lui era ancora troppo shockato, per poter anche solo chiudere la bocca.
Poi sentì le pacche di Ray e di Bob sfondargli le spalle, l' abbraccio stritolante di Mikey e Alicia soffocarlo, Jamia che lo baciava sulle guance...
In mezzo a tutta questa confusione riusciva solo a cercare lo sguardo di Frank.
Che non trovò.
Lo cercò nella folla, ma... Vide solo l' espressione felice di sua moglie.
Allora si decise ad alzarsi e raggiungerla. L' abbracciò.
- Di quanto sei? -
- Quasi due mesi. - Rispose lei, sussurrandogli nell' orecchio.
Merda. Due mesi...
- E perchè non me l' hai detto prima? -
- Per cosa abbiamo litigato? Non ci parlavamo più. E... L' ho scoperto da poco. -
Annuì, continuando ad abbracciarla, mentre sentiva il terreno perdere consistenza sotto le sue scarpe.
Un bambino...




 Si congedarono dagli altri, salutandoli e ringraziandoli per i loro auguri.
Gerard doveva ancora abituarsi all' idea che sarebbe stato presto padre. Ma era ancora troppo presto per pensarci seriamente.
Raggiunsero la vettura e salirono, lui taciturno e con un colorito ancora più pallido del normale e lei con un sorriso che le illuminava il volto, le guance colorite e una strana luce negli occhi.
Si allacciarono le cinture e sentì Lynz ridere sommessamente.
- Perchè ridi? - Le chiese, sorpreso.
Lei lo guardò avviare il motore e immettersi nella strada. Poi tornò con lo sguardo sul paesaggio che scorreva fuori dal vetro.
- Adesso non potrai più tornare da lui. -
Sentendo le parole, dette con una sorta di piacere mal celato, quasi non si accorse in tempo del semaforo rosso.
Inchiodò, frenando improvvisamente, e si girò a guardarla, con gli occhi spalancati.
- L' hai fatto apposta? - Gli venne da chiedere, prima di potersi anche solo fermare.
Lei si girò a fulminarlo con lo sguardo.
- Certo che no, ma devo ammettere che mi aiuta. Non lascerai mai tua moglie incinta per un uomo. Non puoi. -
Sapeva che era vero, ed erano le stesse parole che aveva detto a Frank fuori dalla villa...
Eppure, sentirle dire dalla voce furiosa di Lynz, gli fecero comprendere che non poteva neanche più sognare.
E, come si ripeteva ormai da quindici giorni, niente più Frank.



Wow, che accoglienza!
Vedo che piace l' idea del seguito! ^^ Ne sono stra-contenta!
E questo capitolo è abbastanza monotono, se non fosse per la bomba che ha lanciato Lindsey. Ebbene sì, mie care, per tenersi il marito ha anche detto pubblicamente della gravidanza, senza averlo anticipato al papino.
E Frank? Dove sarà andato a cacciarsi quel benedetto omino? Mah...

Friem: Eeh, guarda, più drammatica di questa? Sapere di stare per diventare padre senza un minimo di preavviso sulla notizia... Per Frank sarà dura. Ma la Frerard si sa... ^^ Grazie dei complimenti!
kiroandstrifyforever: Gee non scappa da Frank, mai. E' una prerogativa del nano, quella di essere più martellante di un martello. u_u Grazie dei sempre numerosi complimenti!
AintAfraidToDie: Tesoro! Dopo l' illuminante conversazione su msn, so che tu mi capisci. Lo so e punto. E so anche che tu la pensi come me, sulla dolce coppietta.
Hulk e l' uomo-che-si-accasciava-nei-parcheggi, non mi esaltano. E, come vedi, la storia ne risente. Ma, adesso, con un pargolo in arrivo, che si fa?
Non ti ricorda qualcosa?
E... Ti adoro, per Diana! ^^
Chemical_Marty: Niente risse con le donne incinte, ma tanto lo sappiamo che Frankie non durerebbe cinque secondo contro Lynz. Non c'è paragone. Quella donna ha i muscoli d' acciaio.
Gee non si comporta, Gee segue la corrente. E la segue pure storto. Quell' uomo non cambierà proprio mai. u_u
giuxbouvier: Oh, cara scrittrice delle emozioni! E della mia immaginazione, sì!
Grazie per aver letto le mie storie, averle commentate e aver detto che ti piacciono e che ti piace il mio stile. Mi inorgoglisco sempre di più.
Gee è scemo, questo lo abbiamo appurato un pò tutto in varie fasi della sua vita. E Frank è troppo succube del cantante, per dargli una svegliata. Quindi...
Adesso vedremo quanto riusciranno a stare lontani, prima che tutto sfugga loro dalle mani.
_NeMeSiS_: E' stata Lynz ad essersi presa una sweet revenge sulla Frerard, non Frankie su Gee. E... Poveri tutti, oserei dire.
Come reagiranno realmente alla notizia? Frank come la prenderà, soprattutto?
Per la question che mi hai fatto: Sì l'ho tolta, perchè la odiavo. Insieme a quella di HP. Non credo che le posterò più, mi dispiace. Ma proprio non riuscirei a scriverle.
E ringraziami anche Anna, che segue anche se il papi glielo impedisce. E grazie soprattutto a te che non mi abbandoni mai! ^//^
_omfg_: A cena è successo di tutto e di più, non sono neppure riusciti ad usare la scusa del bagno ed alzarsi, perchè c' ha pensato Lynz a congelare l' atmosfera.
Grazie per la voglia di seguire la storia. Mi fai felice anche solo a sentirtelo dire!
pogo: Lo so, scrivo troppo, me lo dicono tutti. Eppure se non faccio andare le dita sclero. E poi mi scappano di mente le idee...
Lo so che sei una mia fidata lettrice, ho visto che hai un sacco delle mie storie tra i preferiti! Grazie! XD
 
Bene, dopo aver ricevuto 8 recensioni per il primo capitolo, voglio anche ringraziare le 5 persone che tengono tra i preferiti questa storia.

1 - AintAfraidToDie 
2 - kiroandstrifyforever 
3 - Pozzina
4 - _NeMeSiS_ 
5 - _omfg_

Grazie davvero!
E per la Fradè: So che sarai contenta di questa storia, te l' avevo detto che l' avrei scritta... ^^ (Fa un pò presuntuosa, questa frase...)

Grazie di tutto!
Xoxo Sory

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


love3 Love Is A Losing Game

Capitolo 3





Il tragitto proseguì in silenzio, carico di rancore pronto a scoppiare e pensieri vorticanti che potevano e volevano ferire, se solo fossero stati liberi di essere espressi.
Gerard guardava la strada come se avesse voluto incendiarla con la forza dello sguardo, mentre la mano che stringeva il volante era addirittura bianca, vista la forza con cui la teneva chiusa.
Sentiva solo il respiro leggermente accelerato di Lynz, poco lontano da lui.
C' era mancato poco che le tirasse un ceffone. Lui che non aveva mai creduto nella violenza, era stato veramente ad un pelo dal farlo.
Poi se ne sarebbe pentito, sicuramente, ma poteva quasi sentire la soddisfazione di colpirla.
Doveva smetterla di pensare a quello, altrimenti sarebbe scoppiato.
Si sentiva male, come ogni volta che riceveva una notiza inaspettata. Eppure poteva riuscire a scorgere una luce in fondo al tunnel di disperazione che stava prendendo forma nel suo cervello.
Una luce che era suo figlio.
Un figlio suo e solo suo, che gli sarebbe assomigliato, magari. Una piccola persona che l' avrebbe amato per come era, perchè era il suo papà.
Però...
- Sei sicura di essere incinta? - Chiese, glaciale, alla moglie.
Lei non voltò neppure lo sguardo e non rispose.
- Rispondimi quando ti faccio una domanda. -
Niente, il nulla.
Il suo autocontrollo stava per esaurirsi e non sapeva se sarebbe riuscito a non voltarla con la forza.
Arrivarono a casa, in quel preciso istante e Gerard parcheggiò l' auto nel vialetto. Spense il motore, facendo spegnere anche le luci della macchina che facevano risaltare il bianco del garage davanti a loro.
Sentì Lindsey scendere dalla macchina e sbattere la portiera.
Invece Gerard rimase ancora per un attimo seduto, a fissare la chiave nel quadrante.
Se in realtà non fosse stata incinta? Se si fosse scoperto tutto una bugia? Niente figlio, niente di niente.
Tutto in fumo. Tutto.
Aprì violentemente la portiera, per poi chiuderla forte. Mise l' allarme e corse fino alla porta di casa, che era aperta.
Non si tolse neppure il cappotto, salì le scale, preso da una foga improvvisa.
Doveva sapere. Era suo diritto.
Arrivò in camera, dove trovò sua moglie intenta a fare qualcosa nascosta dietro le ante aperte dell' armadio.
- Cosa stai facendo? - Le chiese, col fiatone.
Lei si mosse verso il letto, con in mano dei vestiti.
Se ne stava andando?
Spostò lo sguardo sul letto e vide una borsa aperta, non molto grande, giusta per i capi di un giorno o due.
La vide infilarli nella sacca e poi tornare di nuovo all' armadio.
Litigare con lei non aveva neanche senso, si limitava a rimanere zitta. Ma lo sapeva che prima o poi sarebbe sbottata. Lo sapeva.
Si avvicinò a lei, bloccandole un polso con la mano. La obbligò a girarsi verso di lui, cosicchè la potesse guardare in viso.
- Dove vai, ti ho chiesto. -
Lei liberò il polso dalla sua morsa, guardandolo in cagnesco.
- Da mia madre, Gerard. Starò là fino a quando non capirai cosa è meglio per te. Per noi. Pensaci. - Così dicendo lo superò, tornando al letto.
Lui rimase a pensare, occhi sbarrati e respiro pesante, mentre la sentiva chiudere la zip della borsa e sentiva i suoi passi per la camera.
Era arrivata alla porta della camera, capì.
- Pensaci Gerard. Cosa è meglio? -
Poi passi sulle scale, la porta che veniva aperta e poi richiusa. Adesso era solo.
E non aveva neppure cercato di fermarla. Perchè?
Si sentiva emozionalmente svuotato, come se non avesse più potuto provare nulla in vita sua.  
Chiuse le ante dell' armadio lentamente, in un gesto che quasi non si accorse di stare compiendo. Rimase con le mani appoggiate al legno del mobile, mentre cercava di ritornare in sè stesso.
Ci si adagiò contro con tutto il corpo, continuando a tenere le braccia dietro la schiena.
Era una merda, tutto. Doveva assolutamente fare qualcosa.
Sospirò pesantemente e, con un colpo di reni, si distaccò dalla superficie, rimettendosi dritto.
Il suo sguardo venne attirato da alcuni fogli piegati, appoggiati sul copriletto bianco. Aggrottò la fronte, confuso.
Si avvicinò e li prese. Li aprì e scoprì che erano i risultati degli esami del sangue di Lynz. Dove veniva esplicitamente detto che la donna era incinta.
La notizia lo colpì esattamente come aveva fatto qualche ora prima. Come una secchiata d' acqua gelida.
Sentì che stava per cadere, quindi allungò una mano verso il materasso e si resse. Poi ci si sedette sopra, impacciato dal cappotto che ancora indossava.
Allora avrebbero veramente avuto un bambino.
Di nuovo immagini di lui con un piccolo Way in braccio, gli inondarono la mente, facendolo quasi commuovere.
Merda, era suo figlio quello! E lei era sua moglie, non sapeva perchè era ancora lì seduto, invece di essere in macchina per raggiungerla.
E l' immagine di Frank prese violentemente il posto di quelle gioiose di prima.
Il viso di Frank, il sorriso e gli occhi dolci, le serate passate insieme e le carezze nascoste.
Non sapeva davvero come comportarsi.
Aveva capito tutto, sì, ma aveva le mani legate comunque. Si sentiva prigioniero in una gabbia trasparente.
Non si poteva vedere, ma questo non voleva dire che non ci fosse.
Sarebbe dovuto andare da Lynz, dirle di tornare a casa, che stavano per avere un bambino. Dirle che erano sposati.
Invece sentiva il bisogno di sentire Frank. Di vederlo, toccarlo, sapere che lui non l' avrebbe abbandonato, come non aveva mai fatto. Perchè lui era l' unica ragione per cui respirava ancora.
Ed era impellente, come se stesse avendo una crisi di astinenza.
Allora prese il cellulare, come aveva fatto due settimane prima. Compose il numero del suo chitarrista, con le dita che tremavano dall' agitazione.
Quando avvicinò l' apparecchio all' orecchio, continuava a ripetere, come una nenia disperata, il nome del ragazzo.
- ... - Non rispose, ma Gerard si accorse lo stesso che la conversazione era stata aperta grazie ad una specie di "clack".
Respirò sollevato, con gli occhi stranamente bagnati.
- Frank... - Disse e fu come respirare una boccata d' aria fresca dopo una lunga prigionia.
L' altro continuava a stare zitto, ma sapeva che lo stava ascoltando altrimenti avrebbe messo giù.
- Frank io... Lo so che ho sbagliato. E mi dispiace, ma... Porca puttana, ti amo! - Esclamò, buttandolo fuori con furia.
Scoppiò in un singhiozzo disperato, che non riuscì a controllare. Si portò una mano a coprire gli occhi, appoggiando il gomito sulla gamba.
- Mi ami? Davvero? -
Capiva il tono sarcastico dell' altro. Ne aveva tutti i motivi.
- Sì. E te lo posso dire tutte le volte che vuoi. -
- Non è quello Gerard, lo sai. E'... La situazione. -
- Lo so. - Disse, sconsolato.
- Me l' hai detto tu, non si può lasciare una moglie. E... Io non volgio lasciare Jamia, la amo. Ma... -
- Lo so. - Ripetè di nuovo.
Per un attimo, nessuno dei due, disse più nulla.
- Non sei bravo con le parole stanotte. Come mai? - Chiese l' altro.
- Perchè... Perchè mi sento vuoto dentro. Eppure voglio... - La voce diminuì, fino a perdersi.
- Cosa vuoi? -
- Voglio te, voglio stringerti come mi piace fare, voglio stare con te tutta la notte. Almeno stanotte. -
- E perchè? Se poi non posso averti? -
- Perchè l' amore è un gioco in cui si perde, Frank. -
Sentiva le lacrime ancora pronte ad uscire, il suo cuore che lanciava urla strazianti. Riusciva solo a pensare che non voleva perdere un altro secondo lontano da lui, dopo non ne avrebbero avuti più.
Lo sentì fare un verso sarcastico, come una mezza risata. Era come il suono della risata del tizio del bar, desolante.
- Lo so bene. Non ho mai vinto con te. -
- Frank, stanotte. Almeno stanotte. - Si ritrovò a ripetere, supplicandolo.
Quando sentì che non rispondeva, ebbe un senso di vertigine a pensare che forse non sarebbe venuto. Non poteva pensare di resistere senza vederlo
- Va bene. -  
Sospirò sollevato, sorridendo appena.
- Ti aspetto. -
Chiuse la conversazione e si passò una mano sul viso, per tergerlo dalle lacrime.
Non gli aveva neppure chiesto di Lindsey. Quante volte l' aveva chiamato dopo un litigio, per sfogarsi? Quante volte l' aveva consolato nelle sue lacrime per le delusioni d' amore?
Si rese conto per la centesima volta di quanto avesse sempre contato su di lui, di come si fosse sempre appoggiato alle sue spalle.
Perchè Frank c'è sempre.
Ma domani?
Frank ci sarebbe stato anche domani? E dopodomani e il giorno dopo ancora?
Gerard sperava vivamente di sì.



Ed eccoci al terzo e penultimo capitolo.
Ebbene sì, ragazze, la storia terminerà al prossimo capitolo. Non posso dire se farò o no un ennesimo continuo, perchè le mie idee e ispirazioni sono labili.
So che non è un capitolo per niente bello, dove in pratica non succede niente, ma... Il prossimo assicuro sarà più carino, dai.
Mi fa piacere vedere come seguite la storia, che vi appassiona e ciò davvero mi rende super felice.
Questa visione della realtà fa male però, perchè la Frerard si allontana sempre più. Ormai non è che un bel ricordo.

Fradè:
Guarda, non dubito che Lynz possa essere capace di accoltellarlo da dietro. E lui ha ben ragione ad esserne spaventato.
Anche se, come vedi, quando si litiga, si limita a chiudersi in un mutismo che dà sui nervi. Alla fine cosa succederà secondo te?
Anche io ti amo, Frankie, ma lo sai. Tu hai detto che Jamia non la lasci e io... Io aspetto un figlio. Quindi...
La società va a gonfie vele, comunque... XD
kiroandstrifyforever: Allora, Lynz non l' ha proprio nascosto per due mesi. Ha scoperto tardi di essere incinta, però questo non giustifica il suo comportamento. Eppure Gee lo sa che con Frank non potrà stare. Ma c'è ancora una notte per loro. Per la reazione di Frank al prossimo. ^^
friem: Sì, veramente stronza. Eppure un pò lo compatisco questo personaggio. A volte mi sembra di farla senza sentimenti umani. E il bambino è di Gee.
Compatisco anche la Frerard però.
Miss_Revenge: Lynz intralcia la Frerard perchè non mi sembra che nella realtà stia succedendo diversamente. E odio questa situazione, in cui tutti si stanno lentamente distruggendo con le porprie mani. Ormai no si riconoscono più e mi mancano terribilmente tutti. ç_ç
Annachiara: Il modo per tenersi Gee era scontato, quello più semplice da mettere in atto con uno come lui. Lo sapeva che sarebbe rimasto non per lei ma per il bambino.
E lo sapeva che l' avrebbe lasciata prima o poi, se non avesse trovato al più presto una soluzione. Perchè Frank ha pieno possesso del cuore di Gee, ma non del suo corpo.
Però, come si dice, meglio poco che niente? Frank lo sa.
AintAfraidToDie: Carissima.
Nella storia Lynz è veramente insopportabile, sicuramente peggio che nella realtà. Dio, non la reputo così disumana da compiere questi subdoli piani. O sì?
Gerard prova a fare di tutto, perchè non è un ipocrita perbenista, ma uno che tenta di fare andare tutto per il meglio, riuscendo solo a peggiorare le cose. Lui lo fa con buona intenzione.
Una moglie è una moglie e io penso che se la sia sposata perchè, al momento, era obnubilato. Una promessa è una promessa. Indissolubile.
E adesso che c'è un bambino non la lascerà di sicuro. E Frank non lascerà Jamia.
Ma esistono anche i momenti in cui le mogli non ci sono, no?
Quanto ti adoro, cara!
_omfg_: Tu pensa a me mentre la scrivevo. Le ho vissute con Gee queste cose e mi sono sentita male.
Sarà che io, Lynz, non la reputo degna, ma proprio l' ho odiata. Anche se devo darle l' attenuante, perchè era vero che l' aveva scoperto da poco di essere incinta, quindi...
Non ci si comporta così neppure per quello, ma lo sai che l' ha fatto per ripicca. La gelosia e l' invidia.
Con Frank presente, e tutta la band intera, avrebbe avuto tutto un' latro peso la notizia. E infatti.
Il Franco non ha fatto cazzate tragiche, ma... E' accorso da Gee, come sempre. Non ne può fare a meno.
Mi dispiace per l' happy ending... Se ti piacciono gli agrodolce, forse...
giuxbouvier: Quell' immagine ha shockato un pò tutti, vedo. E doveva essere così.
Perchè lei l' ha fatto tutto per tenerselo, non perchè voleva portare una mieta novella ai commensali. Quale momento migliore per dissipare ogni traccia Frerard?
E i due cari stanno insieme, pur sapendo che non è come vorrebbero. Gerard si sente un marito e padre di famiglia adesso e questo lo tiene legato a Lynz, anche se si sente prigioniero.
Almeno il bambino è suo e se lo può spupazzare come meglio crede. u_u
Anche io sono ufficialmente tua fan, dopo aver letto "Blue And Yellow", ti ammiro per quel capolavoro. Credo che te la recensirò. Sì.


Bene, ringrazio le 10 persone che la tengono tra i preferiti:

1 - AintAfraidToDie 
2 - Annachiara 
3 - friem 
4 - giuxbouvier 
5 - kiroandstrifyforever 
6 - Miss_Revenge 
7 - pogo 
8 - Pozzina 
9 - _NeMeSiS_ 
10 - _omfg_ 


Vi aspetto al prossimo capitolo.
Grazie davvero per come avete accolto la storia. Vi adoro!

Xoxo Sory

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


love4 Love Is A Losing Game

Capitolo 4



Sentì le fusa del motore di Frank, sotto la finestra.
Anche solo quel suono riuscì a farlo respirare più tranquillamente. Era come un placebo, per lui.
Scese le scale velocemente e spalancò la porta, per uscire sulla veranda.
Vide Frank scendere dalla vettura e raggiungerlo. Aveva uno sguardo duro.
No, era quello sguardo che voleva essere duro ma che, in realtà, faceva capire benissimo che internamente soffriva.
Era vestito ancora come alla cena, aveva solamente i capelli più spettinati.
Salì le scale della veranda e Gerard si scostò per lasciarlo entrare.
Seguì tutti i movimenti che compì per togliersi il cappotto, senza parlare. Quando lo vide allungarsi per appendere il capo all' appendiabiti, notò che un pezzo di pelle veniva scoperta dalla felpa che si alzava.
Respirò a fondo, obbligandosi a guardarlo in viso. Si accorse che lo stava squadrando, ancora con quell' espressione fintamente dura.
- Cosa ti ha detto Jamia, che venivi qui? - Gli chiese, con la voce in un sussurro.
Vide i suoi occhi abbassarsi e puntarsi sul pavimento ai piedi di Gerard.
- Niente. Come ogni volta che le dico che vengo da te, ovviamente. -
- Cosa intendi? -
- Che lei sa tutto, Gerard. Lo sospetta da ben prima che ci sposassimo. Ma che dico sospetto, lei ne è certa. Come darle torto? - Sbottò l' altro, alzando lo sguardo sul suo viso.
Rimase a guardarlo con gli occhi spalancati, non sapendo cosa dire.
Vide le sue mani alzarsi e andare a coprire quegli occhi nocciola che tanto gli mancavano.
- Mi dispiace Frank. - Riuscì solo a soffiare.
Si sentiva maledettamente in colpa per il suo fottuto egoismo, che l' aveva sempre contraddistinto. Stava rubando a Jamia suo marito.
Eppure non poteva farne a meno.
- Certo... - Disse l' altro, stancamente.
Si avvicinò a lui e gli prese i polsi in una delicata presa, facendo scivolare le mani verso il basso. Finalmente poteva rivedere quel nocciola che gli faceva battere il cuore.
- Sono egoista Frank, ti vorrei tutto per me. Solo per me. -
Accompagnò le parole con piccoli baci sulle guance e la fronte. Se quella sarebbe stata la loro ultima notte, che andassero a fanculo tutte le inibizioni.
Avrebbe detto tutto quello che pensava e avrebbe fatto tutto quello che gli passava per la testa.
- Ti rendi conto di quanto sei contraddittorio, Gerard? -
- Sì. -




Le labbra passavano sulla pelle, cercando ogni centimetro scoperto. Le mani agevolavano il lavoro, scostando i tessuti dei vestiti, facendoli finire sul parquet freddo.
Sorpiri e gemiti si confondevano, nell' aria. Ascoltando meglio si sarebbero potuti anche sentire i nomi dei due amanti, ripetuti più volte dalle bocche rosse e vogliose.
Gerard voleva sentire Frank come mai prima d' ora, voleva fosse suo per l' ultima volta, che si donasse a lui.
Gli baciò le labbra, leccandole lascivamente. Con una mano gli accarezzava l' intimità, facendo sì che dicesse frasi sconnesse.
Scese sul collo, per morderlo come un vampiro, come gli piaceva tanto fare. Intanto sentiva Frank muoversi col bacino, per seguire i suoi movimenti.
Sostituì la mano con la bocca, facendo spalancare gli occhi dell' altro.
Niente inibizioni quella notte.
- Gee, cosa fai?! - Lo sentì chiedere, con voce quasi strozzata.
Sentì la parte superiore del suo corpo alzarsi, quindi lo spinse di nuovo sul materasso con una mano. Non l' avrebbe fermato.
- Ca... Zzo! - Lo sentì gemere.
Si beava internamente delle reazioni che riusciva a provocare in Frank. L' aveva sempre amato quando lo pregava di continuare.
Sapeva che presto l' avrebbe fatto...
Alzò il capo, staccandosi da lui. Lo guardò in viso e lo trovò rosso e con gli occhi lucidi. Affannato.
Sorrise e gli scostò i capelli dalla fronte sudata. Ci posò piccoli baci, mentre tornava a lavorare su di lui.
Aveva deciso che non avrebbe mai dimenticato quella notte. Sarebbe rimasta impressa nei suoi ricordi come marchiata a fuoco.
Si sentì spingere sul letto e si ritrovò sotto la bocca famelica del chitarrista.
Si ritrovò ad urlare forte quando gli fece lo stesso scherzetto che, poco prima, aveva fatto lui.
Gli prese i capelli e li strinse fra le dita, cercando di assecondare la testa di Frank.
Stava per venire.
Lo fermò e lo fece girare, ormai si sentiva completamente senza più nessun freno. Era preda degli istinti più bassi.
Si leccò due dita, per abituarlo all' intrusione.
Poi, dopo aver tolto la mano, lo penetrò. Lo sentì urlare, mentre vedeva le sue mani stringere le lenzuola.  
Si lasciò andare, gemendo forte e ripetendo in continuazione il suo nome. Ogni volta era sempre meglio, sembrava sempre avere un suono più dolce.
Al contempo però sembrava sempre più amaro, sentendo la fine che si avvicinava.
Si riversò in lui, con un colpo più forte, mentre sentiva le membra stanche e tremolanti.
Ansante si accasciò sulla schiena dell' altro, solleticandolo con il suo respiro.
La nebbia dell' orgasmo si stava diradando, nella sua mente. Sentiva freddo, sul corpo sudato e senza più forze. Sentiva la consapevolezza della fine vicina.
Le lacrime pungevano per uscire.
Si alzò, baciando delicatamente la schiena del suo amante.
Si sdraiarono, abbracciati, coprendosi con le coperte.
Quanto poteva essere straziante dirsi addio? Paragonarlo alla perdita del muscolo cardiaco valeva?
No di certo.
- Sai, non so perchè ma questa scena mi ricorda quando, da piccolo, mia madre mi teneva fra le sue braccia, dopo che avevo fatto un brutto incubo e mi ripeteva: "be quiet, big boys don't cry. Big boys don' t cry..."* fino a quando non mi calmavo. - Disse Frank, sottovoce.
Una mano era appoggiata sul suo petto e lo accarezzava con il pollice, procurandogli dei brividi di piacere.
Gerard gli baciò la fronte, inebriandosi per l' ennesima volta del suo profumo.
- Be quiet, big boys don' t cry... - Soffiò, mentre calde lacrime scendevano dai suoi occhi.




- Questa scena non ti ricorda quella della festa? - Chiese Frank, sorseggiando il caffè.
Gerard alzò lo sguardo su di lui, guardandolo confuso.
- Come? -
- Ho detto se non ti sembra di averla già vissuta. Ci stiamo dicendo addio, per la centesima volta. - Rispose, mentre gli occhi diventavano lucidi.
Gerard rimase fermo a pensare, guardando il viso di Frank. Dio quanto gli sarebbe mancato poi...
- Sì. Tu non sai quanto vorrei rimanere qui dentro per sempre, solo con te. Il mondo fuori, che si fotta. -
Lo vide fare un sorriso sghembo, una smorfia più che altro.
- Lo vorrei tanto anch' io, ma lo sai perchè non si può fare? Perchè tu stai per avere un figlio e io ho una moglie da cui tornare. E anche tu, mi sembra. -
Gli passò una mano sulla guancia, mentre lo pugnalava con le parole.
Parole vere e assassine.
- Già, il bambino. -
- Non sei felice? -
Tornò a guardarlo, dopo aver posato lo sguardo in un punto imprecisato della stanza.
- Il bambino è l' unica cosa bella dell' intera faccenda. - Disse, per un momento più felice.
Frank lo scrutava, in cerca di ricordi da custodire per sempre. Non voleva dimenticare il colore degli occhi di Gerard, come cambiavano a seconda della luce. Nè la pelle bianca e liscia. I capelli neri come l' ebano e sempre arruffati. Il suo odore, di caffè e sigarette. E... Quel profumo di buono che aveva sempre.
- Quindi? Ci salutiamo? - Disse, ormai saturo di disperazione.
Gerard lo guardò con gli occhi spalancati, muto terrore.
La perdita. La separazione e la perdita. Come morire dentro pur continuando a respirare.
- Frank... - Disse, come una richiesta d' aiuto, come una supplica.
L' altro si alzò, mentre sentiva che mancava poco alle lacrime. Abbandonò la tazza sul tavolo, cercando di non cedere alle suppliche di Gerard.
Per una volta voleva andarsene senza dover perdere l' ultima briciola di onore che aveva, voleva solo uscire per poter scoppiare a singhiozzare in macchina, dove nessuno l' avrebbe sentito.
- Ti amo. - Disse, prendendo il cappotto.
Gerard lo guardò vestirsi, sentendo il suo cuore martellargli nel petto, rimbombandogli nelle orecchie. Sembrava voler esaurire tutti i suoi battiti, ben sapendo che quando quella porta si sarebbe richiusa dietro Frank, avrebbe smesso per sempre di vivere.
Stava respirando affannosamente, con gli occhi spalancati e la bocca chiusa in una linea sottile, che se si fosse aperta avrebbe detto solo suppliche e promesse che non sarebbero state mantenute.
Quando fu pronto ad uscire, Frank si girò per guardarlo, per l' ultima volta come amante.
- Me l' hai detto tu, l' amore è un gioco in cui si perde. Noi abbiamo perso. - Disse aprendo la porta.
Vide il sole investirlo, come una luce divina. Potè sentire una lacrima scivolare dei suoi occhi prima che quella soglia fosse richiusa alle sue spalle.
Quando fu solo, scoppiò a piangere forte, cadendo sulle ginocchia e chiudendosi il petto in un abbraccio, che voleva riprodurre almeno un pò il calore sentito la notte, senza riuscirci.
Proprio fuori, Frank, corse fino alla vettura, per rifugiarcisi dentro. Anche lui scoppiò a piangere, appoggiando il capo sul volante.
Rimasero del tempo nel loro dolore, pensando che la vita faceva proprio schifo se non potevano neppure stare assieme. Se nemmeno la loro seconda vita aveva retto e avevano finito per innamorarsi.
Alla fine Gerard sentì il rumore dell' auto di Frank allontanarsi, rompendo anche l' ultimo legame.
Quanto rimase per terra, appoggiato alla parete, non lo sapeva neppure lui. Si rialzò a fatica, sentendosi ubriaco per il pianto.
Salì lentamente le scale, senza flemma. Ormai non valeva più niente la vita, senza Frank. Senza sapere che, comunque, lui ci sarebbe stato.
Cosa voleva dire stare così? Sembrare una bambola di cera senz' anima?
Per cosa vivere?
Ed allora si ricordò che qualcuno che lo amava c' era. Qualcuno non ancora nato, ma che era suo.
Suo figlio.
Decise che doveva andare da Lynz e dirle come stavano le cose, che lui voleva stare con lei per il bambino. Che lui lo amava già.
Come aveva detto a Frank? L' amore è un gioco in cui si perde?
Aveva appena perso l' amore del suo amante, ma poteva avere quello del suo bambino.
Sarebbe stato un bravo padre. Ne era sicuro.
Se alla fine l' amore era un gioco in cui si perde, almeno sapeva che esisteva l' amore incondizionato.
Quello che lui e suo figlio avrebbero condiviso.




Arrivò davanti alla casa dei genitori di sua moglie.
Vide la macchina di Lynz posteggiata alla fine del vialetto, dietro a quella dei genitori.
Sospirando raggiunse la porta della villetta, sperando di non dover fare una scenata in pieno stile con i suoceri. Non ne aveva assolutamente voglia.
Suonò il campanello e aspettò che qualcuno andasse ad aprirgli.
Dopo due minuti si ritrovò faccia a faccia con Lindsey, che lo stava guardando gelidamente.
- Lynz, torna a casa, dai. -
- Hai deciso? - Gli chiese, invece, lei.
- Sì. -
La vide sorridere, mettendosi più dritta, come rinvigorita dalla notizia.
- Ho scelto mio figlio. -



* Frase presa dalla bellissima canzone "I'm Not In Love" dei 10cc.
Visto che qualcuno (indica Ele) mi ha chiesto da dove ho preso la frase "l' amore è un gioco in cui si perde" le faccio notare il titolo della fic, "Love Is A Losing Game", che è anche il titolo di una canzone di Amy Winehouse. Tutto chiaro? Bene.
Dopo tutto questo parlare di canzoni, passiamo alla storia.
Tristerrima? Di più. Disillusa.
Come sono io adesso sulla Frerard, che si allontana allontana, sempre più. Perchè... Non ditemi che non ve ne siete accorte, ma quei due praticamente non si strisciano. E se lo fanno lo fanno da conoscenti amici. And so? No more Frerard.
Sperando che in un futuro tutto ritorni agli albori, ma non saprei...

GloH: Se Lynz non se ne andava, non poteva esserci l' ultima notte, no? Licenza letteraria. (Se posso usare questo termine...)
Certo che Frank fa bene a non lasciare Jamia, perchè dovrebbe? In fondo non mi sembra che qui qualcuno sia disposto a divorziare. E adesso che c'è un figlio in arrivo, non la lascia nemmeno se gli dice che lo ama come non mai. Come infatti succede.
Anche a me fa tenerezza che Gee diventi padre, perchè un bel mini-Way che gli assomiglia, sarebbe il massimo. E poi ce lo vedo attaccato al figlio. Perchè lo ama. u_u
Per quanto riguarda la Frerard, il fan service chissà se ci sarà?
Ti amo, sai? Ma proprio tanto. ^^
friem: La Frerard secondo me è spenta. Perchè se tu vedi qualche live più o meno recente, vedi che non si strisciano. Vedi che anche fuori non è più come prima, perchè... Boh, sarà pure il fatto dei matrimoni, no? Del figlio. E di tutto. Non so. Le braccia di mammà sono aperte come quelle di Frank per Gee. Ma quando mai l' ha abbandonato?
AintAfraidToDie: Hulk. Il solo nome fa capire cosa pensiamo di lei. Che poi... Povero Hulk, paragonarlo a una tale...
Io non lo apprezzo del tutto perchè forse è proprio come dici tu, perchè un Gee così dannatamente in cerca di qualcuno che lo ami, che stia con lui, mi fa male.
Perchè è disposto a tutto pur di essere amato. Come ho sempre detto.
E l' altra mia fic non si basa sul suo bisogno così forte di non essere mai solo? Della sua fottuta fragilità?
E quindi, anche se ama Frank, sta con lei. Perchè il bambino è più importante per lui, come è giusto che sia. E' suo, carne della sua carne. E Lynz è sua moglie.
Si sono lasciati per davvero? Non è che in realtà è solo per far andare meglio le cose, per non complicarle ulteriormente?
Ma non finiranno per scoppiare?
E sì, è l' ultimo e ed è lemon. Ma triste lo stesso.
Dio non voglia che non pensi a qualcosa dopo... ^^
kiroandstrifyforever: Gee lo ama, Frank lo ama a sua volta. Ma... Questa ultima notte insieme forse non è stata la scelta migliore da fare. Perchè poi staccarsi è peggio, la mancanza dell' altro la senti come se ti mancasse l' aria. Quando respireranno ancora?
giuxbouvier: Sei sull' orlo delle lacrime? No, no, bloccale! Anche perchè la parte più straziante non era ancora arrivata.
Quanto è finita male secondo te? Così male che poi non potranno nemmeno più guardarsi senza soffrire? Così male che anche il solo sfiorarsi per sbaglio pugnala?
Non lo so.
L' ho commentata anche, "Blue And Yellow", perchè la adoro. L' ho messa tra i preferiti. u_u E come si suol dire, poche fan ma buone, no? XD
Xx_ImJustAKid: Non fa niente che non hai commentato prima. Puoi rifarti con questo ^^ (Elemosino commenti sì...)
Ecco il quarto capitolo, l' ultimo. Gerard cosa ha scelto? Ha scelto l' unico che lo ama senza farlo soffrire e, anche se forse sembra il comportamento più scontato e senza remore, beh... Io credo che lo faccia perchè lo ama sul serio e lo sente suo.
Frank lo sapeva che non sarebbero arrivati a niente, come lo sapeva Gerard. Ma volevano illudersi, almeno per una notte, che sarebbe stati insieme.
Invece alla fine, tutto è stato peggio. Si sono dovuti dire addio, per la centesima volta, e non è stato facile per nessuno dei due.
Quindi, molto più che triste questo capitolo.
Ele: (Il tuo nick è troppo complicato, scusa... Oggi sono pigra...) Dopo averti spiegato l' origine della frase, ti dici che ultimamente le mie Ferard sono tutte tristi.
Come lo sono io. Ammetto.
Perchè anch' io sono felice per un piccolo Way, ma... Non credi che sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Dopo il matrimonio, dopo il quale la Frerard già risentiva, adesso anche il figlio.
Non possono sfasciare una famiglia per stare assieme. Anche se lo vorrebbero.
E quindi Gee ha fatto la scelta più semplice: la famiglia. Il figlio.
Frank ha scelto Jamia. Ovvio, no? E lei non ha colpe. Si sarebbe ritrovata senza marito da un giorno all' altro. No, dai... Non si può.
Quindi, tutto ritorna come prima, in una pace apparente che nasconde in realtà frustrazioni e sentimenti repressi.
Non so questo clima quanto durerà.
Salutami Anna!


Grazie a tutte.
Per aver commentato, per aver letto, per aver aggiunto ai vostri preferiti questa storia. Grazie davvero.
Soprattutto a:
1 - AintAfraidToDie 
2 - Annachiara 
3 - fede_way 
4 - friem 
5 - giuxbouvier 
6 - kiroandstrifyforever 
7 - lolitosa 
8 - Miss_Revenge 
9 - pogo 
10 - Pozzina 
11 - _NeMeSiS_ 
12 - _omfg_

Bene, dopo avervi ringraziato non so quanto (e non è mai abbastanza) vi saluto con un bacio.
Ah, e fatevi sentire almeno per l' ultimo capitolo, dai... ç_ç

Xoxo Sory





 

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