il destino è stato crudele con te?

di the_phoenix34
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the nightmare ***
Capitolo 2: *** a strange morning ***
Capitolo 3: *** indagine 1 ***



Capitolo 1
*** the nightmare ***


Cap.1: the nightmare
Tik tok! Rieccheggiava il suono di un orologio. Il suono veniva da sotto la distesa di sabbia mossa dal vento. C'era una lieve bufera che rumoreggiava silenziosa o forse il ticchettio profondo e continuo dell'orologio distoglieva l'attenzione da ogni altro rumore. Ma l'orologio non si vedeva, c'era solo sabbia che volava via col vento, si alzava sempre più e aumentava anche la potenza fino a che la bufera non divenne confusionale. Poi una melodia, una melodia strana e dolce fermò il tocchettio dell'orologio invisibile e la sabbia vorticosa si tolse spolverando un paesaggio rigoglioso. L'erba era fresca, di un verde vivo e si vedeva che era appena bagnata di rugiada. C'erano delle mucche che pascolavano allegre e un cane da guardia che le trotterellava attorno. I fiori erano colorati per non parlare del dolce profumo che emettevano. Le api svolazzanti svolgevano con regolarità. C'erano dei corococó gialli appena sgusciati che erano impazienti di scoprire il mondo e sfuggivano pimpanti alle rispettive mamme che disperatamente li rincorrevano senza successo. Romani si ritrovò a osservare queste piccole finezze a cui non aveva mai dato importanza. Osservava la contentezza di sua sorella che parlava con l'allevatore dei corococó, chiuse gli occhi per sentire un profumino invitante di latte e fece per muoversi che il cielo da azzurro divenne di un giallastro color sabbia. L'orologio tornò a battere, i fiori si appassirono, sua sorella non c'era più, le api non c'erano più, i corococó immobili e il loro guardiano seduto a terra a osservarli. Era profondamente deluso e triste. Il cane era scomparso e Romani si sentiva la nausea. Uno scalpito di zoccoli in sintonia con l'orologio la fece voltare , ma era solo lei a vedere e sentire quel cavallo? Perché per gli altri c'era tanta monotonia? La cavalla investí Romani impennandosi davanti a lei. Era un sauro dai finimenti marroni e i crini bianchi compresa la parte finale degli arti. Il cavallo... Anzi la cavalla ,era nervosa, spingeva col muso Romani e poi alzò la testa verso il cielo. La cavalla schizzó via come un fulmine e la bambina nel tentativo di inseguirla inciampó di schiena. Così fu costretta a guardare una bizzarra luna sorridente davvero diabolica a un palmo di naso da lei. L'orologio rimbombava, l'aria era soffocante, Romani aveva capogiri mentre tutto quello che le stava attorno veniva schiacciato e lei sdraiata la che non poteva fare nulla se non osservare la morte di ciò che aveva visto nascere e abbandonarsi al suo terribile destino. Tutto nero, che silenzio. Hehehe! Qualcuno rise nel buio. Due occhi uguali a quelli della luna di prima apparvero e poi si sentì una melodia molto tetra... Che portava sollievo allo stesso tempo. Gli occhi, in un battito di ciglia, si mostrarono una maschera. "non avresti dovuto farlo" sussurravano tante voci accavallate. La maschera di getto aggredì quella che sembrava la dormente Romani. La piccina si alzò di scatto trattenendo un urlo, aveva la massa di capelli rossi arruffata e le lacrime agli occhi. Con una mano si tappava la bocca e con l'altra si reggeva a stento. Tremolava un po'. Spostò la tendina della finestra sul letto e osservò l'esterno ma tutto era sereno, la luna era normalissima. Anzi era pure piena. Romani risistemò la tenda e si rigettó nel letto tirandosi la coperta fin sopra al naso. Senza però chiudere occhio. "Andiamo Romani è stato solo un sogno , anche se sembrava molto realistico" . La bimba si rigirava nel letto inquieta ripensando alle frasi sussurrate e alle melodie ascoltate. Osservò l'orologio, erano le 3:22 del mattino. Poi si rannicchió chiudendo gli occhi. "domani andrò in paese e ci inagherò" poi finalmente riuscì a dormire. 

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Capitolo 2
*** a strange morning ***


 Cap 2: a strange morning CHICCIRICHÌ! Fece il gallo con tutta la voce che aveva. Il suo verso era l'unica cosa che si udiva. La bambina si alzò lentamente, spostó le tendine come di consueto per osservare all'esterno. La luce flebile del sole illuminava appena il panorama che aveva assunto dei colori pallidissimi. Dovevano essere le 5:00 e si sa che in una fattoria il lavoro inizia sempre molto presto. La bimba si sciacquó, si pettinó chiudendo la grossa massa rossa con un fiocchetto bianco panna, si mise la tunichetta bianco-azzurro con un grembiulino bianco sopra, acciuffó il suo cestino e si catapultò giù dalle scale. -ben svegliata cavalletta, oggi mi sembri pimpante La dolce voce di sua sorella alle prese coi fornelli fece pensar bene alla bambina di non raccontare nulla del sogno, non voleva farla spaventare per un incubo. - sono ...felice Si limitò a mormorare. -Romani! I tuoi compiti di oggi sono dar da mangiare ai cani, dare la colazione a Gorg, prendere il latte da megghie e poi sei libera Compiti molto semplici e stupidi ,pensava sempre la bambina, che però servivano a mandare avanti la fattoria. - lo farò. -sei di poche parole oggi. Comunque tieni, Gorg è già sveglio. Romani prese il piatto delicatamente e lo infilò nel cestino. -grazie Cremia, sei sempre così dolce. A più tardi. E la piccina uscì evitando un qualsiasi altro cenno della sorella. Mentre camminava lentamente ripassava il programma giornaliero. Appena svolti tutti i compiti si sarebbe precipitata in città e si sarebbe documentata meglio su quello strano sogno. Romani pensava così intensamente che aveva già aperto la porta senza accorgersene. Tanti piccoli pulcini svolazzavano da destra a sinistra, tutti in movimento. C'era un frastuono di cip cip tutti insieme. -vuoi restare la tutto il giorno? So che i miei corococò sono un'opera d'arte ma mi sembra che tu abbia anche altri lavori per oggi. La piccola contadina cercava con lo sguardo il soggetto che avesse espresso quelle parole. In questo grosso campo recintato brulicante di pulcini vi era al centro un alberello giovane, un arbusto! Sotto medesimo, spesso vi sostava Gorg per osservare i suoi figlioletti ed esserne fiero, ma questa volta non era al suo posto. A Romani venne l'impulso di correre sotto l'arbusto e di iniziare a girare in tondo osservando fra le fessure dei cancelli di legno colorati, ma neanche li c'era Gorg. Eppure lei lo aveva sentito parlare! -Romani sono qua! La figura uscì da dietro un cancello con in mano un ovetto non ancora schiuso. Gorg allora si sedette sotto l'albero accarezzando l'ovetto con due dita, accucciandolo come fosse un corococò adulto. Fece un lieve cenno a Romani per farla accomodare accanto a lui. La bimba si sedette e osservò l'uovo. -l'unico rimpianto che avrò sarà quello di non arrivare a vedere lui e tutti i fratelli suoi, diventar grande e forte. Romani riflettè parecchio su quella frase, perché l'unico rimpianto? Gorg stava forse per andarsene? In ogni caso la bimba si affrettó di lasciargli la colazione e con una riverenza si congedò andando via. Chiuse la porta con uno sbuffo e scacció via tutti i vaghi e fantasiosi pensieri dalla testolina. Quindi si diresse nella sezione della porta accanto. -buon giorno madame.... La voce flebile della piccina si disperse nel grande recinto vuoto. Nemmeno un cane o una qualsiasi bestiolina. Romani s'affrettó a versare in un enorme capiente il cibo per i cani e uscì in silenzio. Chiusa la porta ripassò mentalmente il programma: aveva aiutato gorg, aveva cibato i cani e poi... Doveva mungere la mucca ecco. Fece una corsa d'un fiato ma si fermò un po' prima rispetto alla stalla, fu molto agile nel nascondersi dietro una cassa e poté spiare Cremia che finalmente uscì dalla casa. Canticchiava una canzoncina veramente carina, (epona's song) e sembrava essere di ottimo umore. Ma non era il caso di soffermarsi su tanto. Il dovere chiamava, c'era una mucca da mungere! Quindi Romani entró nella stalla, uscì una boccetta di vetro e la posizionó sotto la mucca, ancora prese uno sgabello e si sedette. - buongiorno megghie! Posso prendere il latte? La mucca si limitò a sbuffare - certo che domande! Romanì perciò riempì alcune boccette, siccome ne era avanzata una decise di conservarla per qualcosa di speciale e la infilò nel cestino. Finiti finalmente i suoi doveri si sedette su una cassa di legno davanti alla casa e incominciò a sistemare il suo arco. Era perfetto! Un lavoro di tanto tempo che era risultato bene. Lo spago era resistente e tesissimo, l'arco aveva una curva a dir poco perfetta (certo con tutta la levigatura subita) e ai margini dell'arco c'erano due medaglie dorate con delle spirali incise. Per renderlo ancora più perfetto mancavano semplicemente le frecce.

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Capitolo 3
*** indagine 1 ***


Romanì posó l'arco sotto un albero per poi arrampicarsi. Si sedette su un ramo ed iniziò a staccare rametti di varie lunghezze e ad infilarli nel cestino . All'estremità del ramo dove lei era seduta, spiccava il più bel rametto che lei avesse visto : era robusto , abbastanza lungo... Insomma una freccia vera e propria. Romaní si mise a gattoni per poterla raggiungere e si avvicinò lentamente per evitare di spezzare il ramo. Allungò la mano, il dito indice stava per sfiorare il rametto -ROMANÌ TI CERCAVO presa alla sprovvista , la rossa cadde a terra, fortunatamente l'albero non era molto alto. Romanì si riprese scuotendo la testa. Poi si strofinò gli occhi e riconobbe il piccolo elfetto davanti a lei. - ti cercavo perché stanotte è successa una cosa strana. Ho fatto un incubo pazzesco! Romaní quasi incredula propose una bella soluzione - ma se andassimo in città? Mentre tu mi racconti il tuo sogno! Il piccolo bomber annuì felice. In quel momento passò dietro loro Cremia. - vorreste andare in città eh? Siccome sto andando anche io salite in carrozza con me? -certo! Risposero i piccoletti in coro. Salirono sul carretto con Cremia e partirono per la città. Ovviamente il tratto fu breve. - bene divertitevi e non fate tardi mi raccomando! -si Cremia! Le due cavallette scapparono verso cronopoli sud. Si ritrovarono davanti al grande orologio che ticchettava possente. Forse proprio come nel sogno di quella notte. - che bello! Fra qualche giorno sarà il capodanno! Amo questa festa e tu Romaní? - certo...è la festa più bella del paese penso... Come la trascorrerai? -beh...io veramente... Con la band dei bomber.... Ma a questo capodanno volevo chiederti di venire con noi. -una ragazza è ben accetta? Romani sa che nel codice dei bomber ne una ragazza ne uno strano possono partecipare al gruppo. Il piccoletto gonfia il petto -Io sono il capo e una piccola eccezione la posso fare. -allora verrò ! Comunque comunque! Che ti è successo l'altra notte? -ah ! Un incubo. Ho sognato di andare all'Osservatorio e di osservare la luna cadere sopra di noi... Il giorno del Carnevale. Un particolare brutto era la musica che rieccheggiava. Io la conosco benissimo! È il suono della guarigione ! Romaní lo osservò sbalordita. -cantamela. -sai che sono stonato... Comunque faceva *X Y R X Y R* Ecco come si chiamava! Song of healing! Romaní appuntó il nome della canzone nel taccuino. - dimmi cosa sai. -è una canzone che se suonata con gli strumenti sacri da una sensazione di sollievo a chi la ascolta Romani segnò pure questo. -sappiamo che abbiamo una maschera, un orologio e una melodia. Prova a immaginare qualcuno che possa saperne qualcosa... Il piccoletto corrugó la fronte e pensò. Gli vennero in mente 4 persone soltanto. -la nonna di Anju, l'osservatore astronomico, il sindaco ed il tizio strambo nella clock tower. -chi? -uno nuovo presumo. Comunque da cosa iniziamo? Visto che siamo a sud perché non andiamo da Anju? -ottima ideaa! Esultò Romanì alzandosi di scatto. Il bomber la seguì. Finì per fare a gara fra i due che arrivarono pari. Romanì aprì la porta trovandosi davanti Anju al bancone e di fronte Cremia, accanto c'era il bel kafei ed appunto la nonna di anju. La voce delicata di anju s'apprestò a dire -ahh cremia! Io e kafei abbiamo deciso di sposarci Kafei era tanto compiaciuto e cremia quasi non stava in piedi dall'emozione. Però , con il tatto di un gentleman, bomber fece irruzione e chiasso. Anju smise parlare e kafei diventò rosso rosso. -nonna di anju... Proprio te cercavamo. Saresti così gentile da dirci qualcosa sulla clock tower? La vecchietta spinse la sedia a rotelle fino ad arrivare ai bambini, lentamente fece cenno ai ragazzi di riprendere a parlare e spinse i bimbi fuori. -volete sapere esattamente cosa? Romani si era praticamente programmata un'intervista ed iniziò l'interrogatorio. -la clock tower è accessibile solo al capodanno e non solo...è l'unica via di fuga da termina, scandisce il tempo esatto. Più non posso dirvi. Romanì rimase appunto un po' delusa... Ma annotò comunque quelle scarse informazioni. i bimbi andarono via verso ovest. Arrivarono quindi allo studio del sindaco. Una sorridente donnina al bancone chiese loro chi fossero e cosa volessero. Ovviamente lasciò entrare i piccoli nello studio. i due chiesero al sindaco dei libri sotto la voce "strumenti". Il sindaco cercò fra i libri e trovò "strumenti sacri". Una volta fuori dallo studio i bambini lo sfogliarono. -qui dice che gli strumenti sacri sono strumenti graziati ! Se si intonano con essi alcune melodie, esse faranno in modo da avverare il loro significato: se suoni song of healing chi sta davanti a te si sentirà meglio. E Romaní continuò ad appuntare. -oh ecco la pagina di tutte le melodie plausibili! Senza un minimo rispetto del libro il piccoletto strappa la pagina e la inserisce nel suo taccuino fra gli appunti. Quindi i due scapparono verso la scorciatoia per andare all'Osservatorio. C'era un collega del piccolo bomber che bloccava la strada. -capitano buona giornata! Vuole passare? E lei però non può! ! Romaní, intelligentemente, rispose -a che scopo? La luna non è anomala! Li andremo solo se il cielo da segni particolari non trovi? -in effetti... Romaní gli tirò il polso e lo trascinó fino a clock town sud. Nell'atto il ragazzino divenne un po ' rosso. Perciò aprirono il gran portone spingendolo con tutta la forza che avevano. Appena scesero le scale esso si richiuse cigolando. Clui che era seduto a terra di spalle e stava frugando nel suo zaino come un ladro, si voltò di scatto. -ho....visite! Aveva i capelli rosso scuro e gli occhi piccoli piccoli, la sua voce era rauca e scherzosa ma anche inquinante. A Romaní fece una strana impressione se non anche paura. Per fortuna c'era l'altro tappo con lei. Poi il suo sguardo si posò su un borsone pieno di maschere. Forse era quello giusto! - hey tu! Io sono il capetto della squadra dei bomber! Stiamo indagando su una cosa. Tu hai delle maschere! Faccele vedere! Ovviamente il pover'uomo era parecchio confuso. Che volevano dire quei due nanetti? Ps: grazie per i consigli sul codice html ma non sono riuscita ad applicarlo, prima o poi ci riuscirò (spero al prossimo capitolo). In più volevo chiedervi cari lettori se trovate la storia di vostro gusto o se c'è qualcosa che non va. Vi prego di farmelo sapere. Al prossimo capitolo sciauu <3 <3

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