Ogni volta che chiudo gli occhi

di Neflehim
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notti insonni ***
Capitolo 2: *** Decisioni da prendere ***



Capitolo 1
*** Notti insonni ***


-Notti insonni.-





Quando una persona annega non inala fino ad un attimo prima di perdere conoscenza.
Viene chiamata Apnea Volontaria.
Non importa quanto sei nel panico, l'istinto di non fare entrare acqua é così forte che non apri la bocca fin a quando non senti che ti esplode la testa.
Poi quando la fai entrare smette di far male.
Non fa più paura.
E' come trovare la pace.


Eppure lui la pace non riesce a trovarla ed ogni notte continua a sprofondare nell'acqua.
Non ci sono suoni attorno a sé.
Solo il buio più scuro e qualche sprazzo di luce qua e là.
Trattiene il fiato per quanto può.
La testa scoppia ma cerca di resistere per non far entrare l'acqua.
Alla fine non ce la fa, il tanto decantato istinto di sopravvivenza prevalse sulla ragione e gli fece aprire la bocca alla ricerca di aria da introdurre nei polmoni.
Ma l'aria rimase dov'era e al suo posto i polmoni furono inondati d'acqua bloccando il respiro in qualsiasi sua forma.
Il cuore gli palpitava nelle orecchie come un pazzo.
La testa iniziò a farsi leggera, i pensieri corsero via.
Non cercò neppure di salvarsi.
Non faceva più male.
Non aveva più bisogno di respirare e non sentiva più nulla.
Anche i battiti stavano decelerando.
Sapeva cosa stava accadendo ed anche l'agognata pace di cui tanto parlavano iniziava a sentirla.
Gli esperti – se si potevano chiamare così- sostenevano che quando muori rivedi tutta la tua vita scorrere veloce davanti agli occhi, eccola dicevano.
E' come riempire d'aria polmoni e guance prima di tuffarsi in acqua – paradossalmente ridicolo come esempio vista la sua presunta situazione – cercando di resistere più minuti possibile senza respirare.
Si riempono occhi e cervello di immagini, archiviano memorie prima di morire cercando di resistere tutta l'eternità senza dimenticare: un tentativo di riempire un vuoto.
Qualcosa con lui non andava .
Non erano immagini di tutta la sua vita quella che gli passavano davanti agli occhi.
C'era sempre stato qualcosa che non andava con lui.
Non era mai stato abbastanza.
Un semplice umano in un branco di creature sovrannaturali.
Era dannatamente ovvio e tragicamente cliché che il primo maledetto spirito maligno senza corpo a Beacon Hills avrebbe posseduto l'unico essere di sola carne ed ossa del branco.
E lui sapeva e ricordava perfettamente tutto.
Non aveva importanza che alla fine il Nogitsune si fosse separato da lui lasciandolo quasi morente, mentre prosciugava tutta la sua energia vitale.
Quante volte prima di arrendersi e lasciargli il completo possesso della sua mente si era sentito sedurre da quella voce oscura.
Quante volte gli aveva sussurrato nell'orecchio che era il corpo e lo spirito perfetto in cui albergare. Che aveva la giusta dose di oscurità dentro di sé, che avrebbe potuto donargli un potere immenso se si fosse abbandonato a lui.
Aveva ceduto per salvare Malia ma questo non contava.
Aveva perso e ucciso.
Si perché davanti ai suoi occhi non scorrevano le immagini della sua vita.
Piuttosto non di tutta la sua vita.
Ma solo della parte che più odiava.
Non c'erano le immagini di quando giocava contento con i suoi genitori ancora entrambi vivi. Non c'era l'immagine di Scott che gli chiedeva di essere suo amico all'asilo con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Non c'era il volto sereno di Melissa mentre gli preparava i biscotti assieme al suo migliore amico e neppure la prima volta che aveva visto Lydia.
Non c'erano immagini di abbracci, affetto e dei baci rubati con Malia.
Nessuno dei momenti felici della sua vita gli stava scorrendo davanti agli occhi.
Rivedeva invece le vittime dell'ospedale che cadevano inerti al suolo, colpiti dalle lame demoniache degli Oni.
A rallentatore vide la morte di Allison e sapeva che era la fine.
Presto il suo incubo infernale si sarebbe presentato.
La vide combattere, dagli occhi del suo clone malefico.
Era brava, agile e forte.
Si muoveva con scioltezza ed alla fine riuscì ad eliminare uno degli Oni che stava per uccidere Isaac, ma quel secondo di distrazione successivo al successo le fu fatale.
Non poté far altro che restare a guardare mente la lama penetrava nelle costole della cacciatrice, il suo volto sorpreso e quasi inorridito mentre vedeva quel mostro fatto di ombre sfilare la spada senza esitazione pietà .
Sentì l'urlo disperato di Lydia pronunciare il nome della ragazza e capì come sarebbe finita.
Perché le Banshee non avevano predizioni di persone ferite.
Le Banshee avevano predizioni di morte.
La vide cadere a terra mentre sul posto arrivava Scott, lo sguardo spaventato di chi non capisce cosa stia succedendo o che non riesce a credere a ciò che stava vedendo.
Lo vide precipitarsi da lei, reggerla tra le sue braccia e cercare di toglierle inutilmente il dolore.
Inutilmente, perché la ferita di Allison era mortale e lei non sentiva più alcun dolore.
Non c'era più speranza.
Poté solamente restare a guardare mentre sul volto dell'amico fraterno scorrevano inesorabile gocce salate.
Il dolore che si poteva perfettamente scorgere nei suoi occhi.
Anche lui aveva compreso l'inesorabile fine dell'amata.
Non sentì l parole che i due si scambiarono ma vide chiaramente la mano di Allison perdere sensibilità e cadere al suolo, inerme.
Ed in quel momento urlò.
Urlò con quanta più voce possibile.
Spalancò gli occhi annaspando, alla ricerca di quanta più aria possibile.
Si mise seduto di scatto, il sudore che gli imperlava la fronte.
Stiles....” mormorò una voce, facendogli voltare il capo di lato, verso l'altro letto poco lontano da lui.
Ti ho svegliato … scusa.”
Il materasso si abbassò quando l'altro gli si sedette accanto.
Tranquillo … sono qui per questo.”
Alzò lo sguardo finalmente su di lui: Scott.
Suo padre gli aveva chiesto di venire dopo aver passato due notti infernali nel tentativo di svegliarlo.
La presenza dell' Alpha accanto a sé aveva portato benefici.
Come una quasi consapevolezza che nonostante sia comunque orribile, ciò che sta vivendo in quelle notti é comunque un sogno da cui quindi alla fine si sarebbe di certo svegliato.
Prima della decisione dello sceriffo di farlo andare a vivere da Melissa e Scott le notti di Stiles erano il vero inferno: per ore si sentiva annegare e rivivere costantemente le sue colpe con il timore di non potersi più risvegliare.
Era già successo, poco dopo aver sconfitto il Nemeton, quando Deaton li aveva avvertiti dell'oscurità che avrebbe circondato il loro cuore.
L'inferno di Stiles era stato il non potersi svegliare dagli incubi ed esserne cosciente.
Dal giorno in cui avevano sconfitto il Nogitsune, Scott non lo aveva lasciato solo quasi mai a volte accompagnandolo lui stesso fino a casa.
Un giorno quando le cose erano diventate davvero esilaranti in modo inquietante, l'amico gli aveva confidato il timore che se lo avesse lasciato solo, sarebbe potuto sparire di nuovo e fortunatamente ci avevano riso su perché era una cosa davvero imbarazzante da dire.
Comunque, quando lo sceriffo aveva rischiato la crisi di nervi o di uscirne pazzo per non poter fare nulla per il figlio di notte, aveva deciso di rivolgersi di nuovo a Scott ed in effetti era migliorato.
E forse sarebbe migliorato ancora.
Si sentì trascinare giù, verso il cuscino e fissò perplesso l'amico che si sdraiò accanto a lui lasciando la mano sulla sua spalla in una specie di strano abbraccio .
Arrossì leggermente perché quella era una situazione decisamente nuova e non da loro nonostante la loro amicizia decennale.
Hei amico … questo é imbarazzante...” mormorò cercando di staccarsi inutilmente,in quanto Scott non pareva per nulla intenzionato a lasciarlo.
E solo in quel momento si rese conto che forse non era l'unico che aveva bisogno di quel contatto.
Stai zitto, Stiles. Obbedisci al tuo Alpha per una volta e dormi” gli intimò l'amico borbottando.
Il cuore iniziò a pulsargli nelle orecchie e il fiato mancargli come accadeva sempre quando si trovava in situazioni che non riusciva a gestire.
Questo piccolo inconveniente ovviamente fu captato dai sensi da lupo di Scott che sospirò passandosi una mano tra i capelli.
Di conseguenza Stiles si rimise seduto di scatto scuotendo la testa nel panico “ No no no... non riesco proprio a dormire...”
Un altro sospiro e Scott fu seduto al suo fianco.
E che vuoi fare? Un giretto in moto alle Hawaii? Sono le tre del mattino Stiles...” gli chiese il moro sarcastico alzando un sopracciglio.
Ti ha fatto male passare troppo tempo con me e ...” e riuscì a fermarsi giusto in tempo prima di pronunciare quel nome proibito.
Scott si passò un altra mano tra i capelli e lanciò uno sguardo verso la parete di fronte a loro, probabilmente diretta alla madre dormiente nell'altra stanza.
Latte?” propose poggiando i pedi scalzi sul pavimento gelido.
Stiles alzò un sopracciglio “ E quanti anni abbiamo … cinque?”
L'amico gli sorrise storto “ Non lo vuoi?”
Ovvio che si.”
Un copione che ormai si ripeteva ogni dannata sera.

Scesero lentamente le scale per non svegliare Melissa.
Fortunatamente la cucina era piuttosto distante dall'ingresso così la luce non rischiò di svegliare la padrona di casa.
Mentre Scott scaldava il latte, decise che aveva davvero bisogno di una boccata di aria fresca , così uscì fuori facendo un cenno all'amico.
Sentiva ancora il corpo appiccicoso e rabbrividì quando uno spiffero gelido entrò sotto la maglietta.
Un anno.
Era passato un anno da quando praticamente viveva con Scott, scappando la mattina prima di andare a scuola per preparare la colazione a suo padre – il colesterolo cavolo e non era solo una parola a caso scritta sul vocabolario!- e lasciargli anche il pranzo – patate,broccoli e carne senza sale per lo più, non voleva di certo che lo sceriffo si procurasse un infarto con le schifezze che avrebbe sicuramente mangiato approfittando della sua assenza-.
Il rumore di vetri rotti lo riscosse dai suoi pensieri … o ricordi.
Con il cuore a mille rientrò in cucina e la scena che gli si presentò era meno pericolosa di quanto pensava ma non per questo meno scioccante: Scott era in ginocchio, al lato opposto dell'angolo cottura,una tazza i frantumi ai piedi del muro.
Cercava di raccogliere i cocci ma le mani gli tremavano troppo e i pezzi gli sfuggivano dalle dita facilmente.
Questo non era normale.
Non era normale che una semplice ed innocente tazza bianca il cui posto sarebbe dovuto essere sul ripiano in marmo con all'interno del caldo liquido calmante, si fosse invece schiantata contro il muro opposto.
Perché una tazza poteva cadere ed infrangersi a terra, ma di sicuro non poteva fare un volo di circa mezzo metro senza che qualcuno ce la lanciasse.
Quindi il dolce e caro Scott aveva lanciato – per un motivo che ancora non concepiva – una tazza del set preferito di Melissa contro il muro.
Nel momento in cui neuroni nel suo cervello gli fecero comprendere questo piccolo particolare, iniziò a sospettare che non era l'unico passare le notti insonni e si diede dell'idiota per non averlo notato prima.
Con gli occhi sbarrati e il cuore che iniziava galoppare lo vide riuscire ad afferrare uno dei cocci ma non riporlo nella busta di plastica al suo fianco. No, se lo strinse nel palmo e con la coda dell'occhio Stiles si rese conto che le unghie dell'amico erano dannatamente appuntite e gli occhi di un'affascinante scarlatto.
Si mosse solo quando vide dei rivoli rossi colare dalla pelle bianca fino a sporcare il pavimento.
Scott lo aveva di certo sentito e non si mosse neppure quando Stile gli mise un mano sulla spalla, lasciandosi tirare su senza opporre resistenza.
Lo lasciò anche aprirgli la mano togliendo il pezzo della tazza insanguinato dalla pelle dell'amico in modo che essa non si rimarginasse lampo su una cosa estranea.
Non si dissero nulla.
Non ce ne era bisogno per ora.
Stiles raccolse i resti della tazza per terra, attento a non ferirsi mentre l'altro si sciacquava la mano incriminata nel lavandino.
Va bene anche un bicchiere...”
Scott capì al volo ma alzò gli occhi al cielo prendendo un'altra tazza dalla vetrina e poggiandola sul bancone per poi versarci il latte caldo.
Gliela porse ed entrambi uscirono di nuovo all'aria aperta.
Stiles poggiò i gomiti sulla balconata del portico e si scaldò le mani con la bevanda rimanendo a fissare la luna piena affascinato.
Poteva sentire il respiro regolare di Scott accanto a lui e sorrise all'autocontrollo che il suo quasi fratello era riuscito a sviluppare in quegli anni.
Da quanto?” mormorò, consapevole che l'altro non avrebbe parlato se non fosse stato il primo a farlo.
Scott spostò lo sguardo su di lui ma di nuovo non disse nulla, aspettando.
Da quanto non dormi?”
Il moro sospirò passandosi una mano tra i capelli “ Non lo so... settimane forse...”
Stiles lo guardò male mentre nella mente cercava di ricordare una sola volta in cui, svegliandosi dai suoi incubi non se lo fosse trovato accanto completamente sveglio e pimpante.
Ormai il latte caldo la sera era una specie di rituale che silenziosamente avevano tutti accettato: Stiles si svegliava da un incubo, Scott lo calmava e poi latte caldo sul portico.
Prese un sorso e rimase in silenzio, giurando a se stesso che da quel momento sarebbe stato più attento alle condizioni del fratello.
Chi é morto stavolta?”
La domanda non era crudele, Stiles lo sapeva.
Ormai anche quella era parte del rituale notturno.
Stanotte il pacchetto al completo fratello...”
Scott gli strinse la spalla facendo cadere a terra la tazza che l'altro aveva tra le mani ma entrambi non se ne curavano, cullandosi in quel mezzo abbraccio che sapeva di casa e conforto.
Stanotte niente Derek?”
Neppure questa era una domanda di quelle crudeli ma fece male comunque.
Perché a volte signore quel lupo misantropo era più spaventoso di un qualsiasi maledetto incubo.
Vedere continuamente le sue spalle mentre si allontanava per sempre da Beacon Hills assieme a Breaden...
Sapere che non lo avrebbe mai scelto.
Che per lui sarebbe sempre rimasto il misero umano che era.
Il dolore a volte era tanto forte che solo l'abbraccio di Scott riusciva ad impedirgli di cadere preda alla pazzia.
Essere parte del suo branco dava molti benefici.
Di Isaac hai avuto notizie ? “ gli chiese invece, glissando la domanda.
Lo vide incassare le spalle e scuotere la testa leggermente e si pentì di quella domanda.
Avvolse anche lui il braccio attorno al suo collo cercando di consolarlo in qualche modo.
Erano fratelli. Forse non di sangue ma anche più profondamente.
Nell'animo.
Entrambi lo sentivano e questo bastava.
Sarebbero morti, l'uno per l'altro, senza esitazione alcuna.
Lo squillo di un telefono li fece sobbalzare e con un sorriso di scuse Scott si spostò leggermente tirando fuori il cellulare ed inarcando un sopracciglio leggendo il nome impresso sullo schermo.
Stiles lo fissò perplesso da quella reazione ma non fece in tempo a chiedere chi fosse che l'amico attivò la chiamata.
Pronto?”
Lo disse quasi esitante, visto che ancora non ci credeva.
Hei Testicolo Sinistro!
Sospirò e chiuse la chiamata sotto lo sguardo interdetto di Stiles.
Jackson.”
E solo quel nome bastava come spiegazione.
Infatti l'amico alzò gli occhi al cielo sbuffando.
Il telefono squillò di nuovo e Scott scosse la testa esasperato prima di attivare la chiamata.
Jackson hai la minima idea di che ore siano qui da noi?!”
Sentì un leggero ringhio dall'altra parte del telefono, segno che Jackson nonostante gli anni passati non aveva ancora il completo controllo della sua trasformazione.
McCall! Non azzardarti mai più ad attaccarmi in faccia!
Di tutta risposta Scott chiuse di nuovo la chiamata.
Era passato il tempo in cui si faceva mettere i piedi in testa da quell'idiota.
Stiles si appoggiò con i gomiti al legno del portico e con il mento sulle mani sospirando.
Per l'ennesima volta la suoneria vibrò nell'aria.
Scott senti quello che ha da dire o giuro che dovrai comprarti un telefono nuovo!”
L' Alpha prese un profondo respiro e rispose “ Cosa vuoi Jackson?”
Non riesco a contattare Derek...devo parlargli.
Benvenuto nel club allora. Che succede?”
Scott guardò di sfuggita Stiles che invece continuava a fissare la luna.
Devo parlare con un Alpha McCall! Non con te!
Il ragazzo sospirò sorridendo amaramente “Notizie degli ultimi due anni Jackson: Derek non è più un Alpha, mentre io si.”
Il silenzio provenne dall'altra parte per un tempo infinitamente lungo, prima che ci fosse una risposta.
Che cazzo hai fatto McCall?!! Lo hai ucciso?
Il solo pensiero lo fece ringhiare, attirando di nuovo l'attenzione di Stiles che lo guardò preoccupato.
Non ho ucciso proprio nessuno idiota! Lo sono diventato a solo!
L'amico gli strinse un braccio in segno di conforto.
Si può fare?” il tono eccitato dall'altra parte lo fece tornare a sorridere.
Succede una volta ogni cinquecento anni. Sei arrivato tardi.”
Di nuovo silenzio.
Sei libero?”
Quella domanda gli fece inarcare le sopracciglia e cercò di scherzarci su “ Mi dispiace Jackson ma non mi interessi.”
Stiles stavolta lo fissò sbigottito.
Che diavolo hai capito McCall! Intendevo se potevi venire a Londra!”
Scott si passò una mano tra i capelli esasperato dall'ennesimo imprevisto della sua vita.
Prima dimmi che succede.”
Un sospiro dall'altra parte.
Un altro branco ha detto che vuole che entri a far parte del loro gruppo, gli ho detto che ho già un branco ma non mi hanno creduto.”
Scott scosse la testa “ L'odore di un Omega é diverso da quello di un Beta.”
Jackson probabilmente sbuffò visto il gracchiare che provenne dall'apparecchio.
“Insomma puoi venire?”

Fammi capire : hai bisogno che facciamo finta di essere il tuo branco in modo da librarti degli altri?”
Esatto.”
Stiles intanto lo fissava curioso ed anche un po' interessato.
Alla fine Scott pensò che potesse essere una distrazione per il branco... sperando Lydia non lo uccidesse prima, ovviamente.
Paghi tu sia il viaggio che l'hotel e Jackson... siamo sei.”
Un esclamazione provenne dall'altro lato “ Sei? Ma chi diavolo siete McCall?”
Io,Stiles, un altro licantropo, una coyote mannaro, una … volpe diciamo e...” lasciò un attimo di suspance “Lydia.”
Silenzio e stavolta davvero inquietante.
Perché diavolo Lydia fa parte del tuo branco?!”
Se l'aspettava un uscita del genere.
E' una ...creatura sovrannaturale ora.”
Peter?”
Si stupì di una reazione così pacata.
Esatto ora è una Banshee.”
E cosa sarebbe ?”
Scott ci pensò su un attimo.
Insomma sostanzialmente :urla tanto da trapanarti i timpani e predice la morte.”
Di nuovo silenzio. Probabilmente Jackson stava cercando di assimilare il tutto.
Come mai non hai nominato Allison? Cos'è ti ha mollato McCall?”
Lo disse in tono quasi scherzoso ma quelle parole bastarono a colpirlo dritto al cuore.
Il dolore fu così forte da fargli tremare le gambe costringendolo ad appoggiarsi alla balconata.
Stiles lo vide sbiancare di colpo e si raddrizzò.
Che succede Scott?”
L' Alpha scosse la testa e dopo aver emesso un leggero sibilo riuscì a rispondere a Jackson.
Allison é morta Jackson.”
Anche Stiles a quelle parole perse colore .
Io... mi dispiace.”
Scott scosse la testa e prese un profondo respiro “ Lascia perdere e trovaci un aereo per la prossima settimana.”
Alla fine attaccò senza salutare.
Quella telefonata aveva fatto abbastanza danni per quella notte.
Stiles lo strinse n un abbraccio fraterno e poi si staccò con un mezzo sorriso.
Allora si va a Londra?”
Scott sorrise contagiato “ Si va a Londra.”
Entrambi scoppiarono a ridere prima che l'umano tornasse serio e sbiancasse .
Ed ora chi lo dice a mio padre?”












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Capitolo 2
*** Decisioni da prendere ***



Angolo dell'autrice: Salve a tutti ! Allora diciamo che questo capitolo sarà molto concentrato su Liam e su una mia rivisitazione sul perché Scott non ha trasformato Hayden.
Neflehim.




Decisioni da prendere.






All'arrivo dell'alba, Melissa li trovò ancora fuori, seduti per terra, con la tazza di latte tra le dita e segni neri sotto gli occhi.
Fece loro una bella ramanzina prima di dare un bacio sulla guancia ad entrambi e preparò loro una tazzona bollente di caffè e una colazione coi fiocchi per rimetterli almeno un po' in sesto visto che si erano rifiutati di rimanere a casa.
Mentre si lavava sentì Scott dall'altra parte della stanza chiamare Lidya ed il resto branco per indire una riunione prima dell'inizio delle lezioni.
In macchina rimasero in silenzio prima che Stiles prendesse parola.
Devo trovarmi un appartamento ed un lavoro” se ne uscì all'improvviso, rischiando che l'amico uscisse fuori strada.
Come scusa?!” gli disse accostandosi momentaneamente.
Stiles sospirò aspettandosi una reazione del genere “ Non posso continuare così, Scott. Lo sai tu e lo anche io. La tua presenza ha alleggerito di molto il carico degli incubi ma non posso continuare a svegliarmi nella notte urlando e rischiando di svegliare tua madre. E' ora di trovare un posto in cui stare invece di pesare sugli altri.”
Una presa sulla sa spalla , una presa dolorosa, gli fece capire cosa ne pensava Scott di quelle parole ma non desistette e lo interruppe prima che l'amico potesse ribattere.
Oh andiamo Scott! Cosa dovremmo fare in futuro eh? Quando troveremo qualcuno con cui stare?”
L'amico sussultò comprendendo.
Non avrebbero potuto stare insieme per sempre.
Non avrebbe potuto tutelarlo per tutta la vita, costantemente, proteggendolo da pericoli di ogni sorta.
Eppure era proprio questo quello che intendeva fare.
Aveva permesso che il suo migliore amico fosse posseduto da uno spirito malvagio millenario.
Aveva permesso che si rinchiudesse nell'ospedale psichiatrico e poi che abbandonasse ogni speranza di vivere.
Aveva perso Allison e nonostante fossero passati quasi due anni ancora non riusciva a dimenticare quel giorno.
Stiles continuava ad annegare nei suoi incubi ed ogni notte la passava nella paura di non rivederlo più svegliare.
Gli si era tolto un peso dal petto quando Deaton gli aveva detto di stare vicino a Stiles e che la sa presenza come Alpha probabilmente lo avrebbe aiutato.
Aveva già perso Allison, non poteva perdere anche Stiles.
Aveva bisogno di Stiles. Era suo fratello, la sua ancora.
Amava il suo branco, ormai era tutta la sua vita.
Amava anche sua madre. Lei gli aveva insegnato ad essere l'ancora di se stesso ma la realtà era stata un altra.
Lui aveva bisogno di qualcuno che era sempre rimasto al suo fianco.
E anche se avere come ancora una persona dava immensi problemi, lui ne aveva bisogno.
Stiles ne riparleremo dopo il viaggio. A lungo.”
E l'umano non poté fare altro che arrendersi. Il tono della voce di Scott non ammetteva repliche mentre faceva ripartire la macchina e tornava in strada.
Arrivarono a scuola dopo circa dieci minuti e nel parcheggio laterale, quello dove avevano deciso di ritrovarsi da qualche anno giù di lì, c'era tutto il branco.
Scesero velocemente dalla macchina e li raggiunsero, trovandoli agitati e scocciati.
Allora? Sono abbastanza certa che non sia morto nessuno … ancora” iniziò Lidya fissandoli male per un qualche motivo sconosciuto. Era una minaccia quella giusto?
Cosa succede stavolta?”
Entrambi i ragazzi abbassarono lo sguardo cercando le parole adatte per dire tutto senza farsi uccidere dalla banshee.
Oh beh … non c'era poi molto da fare alla fine.
Jackson.. mi ha chiamato, stanotte.”
Con una stretta al cuore la videro perdere colore all'improvviso per poi stringere le labbra in una linea sottile.
E che voleva il grande lupo londinese?” lo disse con crescente sarcasmo.
Scott sospirò “ Aiuto. Pare sia stato preso di mira da un altro branco perché é un Omega.”
La ragazza sollevò un sopracciglio “ E noi cosa dovremmo farci?”
La campanella suonò dando inizio alle lezioni così Scott decise di darci un taglio.
Andremo a Londra e vedremo che fare, ci organizziamo più tardi. Paga tutto lui.”
Detto questo non diede peso al boccheggiare di Lidya e si voltò verso la scuola avviandosi, troppo stanco per sostenere un dibattito su quanto fosse sbagliato andare a Londra ed aiutare Jackson.
Stiles rimase un attimo indietro fissandolo preoccupato.
Che ha?”
Si voltò verso Lidya che stava anche lei guardando la schiena di Scott con le sopracciglia corrugate.
Non dorme bene...” le disse riprendendo a camminare.
Anche io non dormo bene di queste notti” si unì la ragazza mentre gli altri li seguivano poco lontani.
Malia, poi la superò sbuffando “ benvenuta nel club.”

*************

Ok, questa storia doveva finire.
Non poteva proprio sopportare lo sguardo ferito del fratello ogni volta che Liam lo ignorava.
Raramente il branco mangiava in mensa così s'inventò una scusa - sotto l'appoggio di Lydia che ovviamente aveva capito tutto - e fortunatamente lo stato depresso dell'amico gli impedì di concentrarsi sul suo battito cardiaco svelando così la bugia che gli aveva detto.
A passo di marcia si diresse verso il tavolo delle matricole che lo fissavano in soggezione.
Eh già, da quando erano diventati il branco più "in" della BHHS quasi tutti avevano timore anche solo a rivolgere loro la parola.
Si fermò davanti al Beta che lo guardò indifferente mentre gli altri al tavolo trattenevano il respiro - a parte Mason che sapeva tutto ovviamente.-
Mise su il suo sorriso più inquietante e fece segno a Liam di uscire fuori ma quello non si mosse così una piccola vena sulla sua tempia iniziò a pulsare.
"LIAM." Il tono con cui gli uscì era gelido e non da lui, tanto che anche l'espressione indecifrabile dell'interessato si scompose.
" VIENI.CON.ME.SUBITO."
Nonostante la paura che poteva leggergli negli occhi, Liam sostenne il suo sguardo ed ebbe perfettamente il coraggio di ribattere " Perché?"
Il sorriso alla Joker di Stiles si allargò mentre tirava fuori dalla maglia una collana che come ciondolo aveva una piccola fiala contente della polvere viola.
Liam a quella vista rabbrividì dilatando le pupille.
" Sai cos'è?" gli chiese Stiles con voce melliflua.
Il ragazzo riuscì solo ad annuire mentre il suo pallore in volto era ben visibile a tutti.
" Allora sai che sfortuna se una piccola dose un giorno ti cadesse nel bicchiere, mmh? Piccolo Liam..."
Stavolta non fu solo il Beta a rabbrividire,ma tutto il tavolo, probabilmente più per il tono inquietante usato che per il vero significato della frase.
Stiles gli fece cenno di nuovo verso l'uscita e stavolta Liam lo seguì ubbidiente.
Prima di andare via però, Stiles decise che era davvero il caso di rassicurare almeno Mason, così voltò leggermente il capo e sorrise, in modo normale stavolta.
Si girò di nuovo solo quando l'altro parve meno nervoso.
Alla fine Stiles decise di uscire definitivamente dall'edificio per fare in modo che Scott e gli altri non sapessero quello che stava facendo.
" Dove sono gli altri?" gli chiese Liam quando si ritrovarono sul retro, al confine con la foresta.
" Non era con loro presenti che volevo parlare."
Uno sbuffo per mascherare una risata provenne dal Beta.
" Lo capiranno nel momento in cui sarai davanti a loro... hai scordato cosa siamo?"
Stiles alzò un sopracciglio " E tu hai scordato chi sono io?"
Tirò fuori una boccetta simile ad uno spray e la mostrò al licantropo che l'annusò simile ad un... lupo, ovviamente.
"Non ha odore!" esclamò Liam scattando indietro stranito.
Stiles sorrise storto " Me lo ha dato Deaton... copre il vostro profumo sugli umani."
Il silenzio scese tra loro per qualche minuto e alla fine fu Stiles ad interromperlo.
" Vuoi lasciare il branco Liam? Hai deciso di diventare un Omega?"
Quelle parole fecero trasalire il giovane.
Sapeva perfettamente cosa voleva dire essere un Omega.
L'esemplare di lupo più debole nella gerarchia.
Il lupo solitario,senza un branco é destinato alla morte.
Un Beta senza un Alpha era solo una farsa.
La rabbia esplosiva con cui era nato prese il posto dell'assoluto terrore al solo pensiero di essere solo.
" L'ha lasciata morire!" ringhiò,trasformato per metà.
Stiles fece un gesto di stizza.
" Immaginavo fosse una cosa del genere... quell'idiota di un lupastro!"
Liam rimase sorpreso. Non aveva mai sentito l'umano parlare in questo modo del suo Alpha.
" E dimmi... Scott ti ha dato un motivo per non averla trasformata?"
Il ragazzino ringhiò " Mi ha detto che era troppo pericoloso e che non poteva farlo!" lo disse con sdegno " Ma sapevo che non era la verità perché il suo cuore batteva come un tamburo ed è stato lui ad insegnarmi come riconoscere le menzogne!"
Stiles sospirò.
" E dimmi Liam..." il tono di voce del ragazzo era calmo tanto che riuscì a farlo tornare in sé "Riflettendoci a mente fredda ... ti pare una cosa da Scott quella?"
Liam sobbalzò, soppesando quella domanda.
" Ti pare una cosa dallo stesso Scott che ti ha salvato? Che si é preso la responsabilità di salvare tutte le creature di Beacon Hills, umani compresi?"
Rimase a fissarlo il Beta, perché Stiles aveva ragione.
Quello che era accaduto non collimava con la personalità dell' Alpha che conosceva, di cui si era fidato.
Possibile che ci fosse un motivo ?
E se si perché Scott non glielo aveva detto?
"No."
Stiles sorrise.
" Allora perché?"
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli "Aspetta."
Tirò fuori il cellulare e mandò un messaggio a Scott inventando che uno dei loro professori lo aveva fermato per parlare.
"E' una storia abbastanza lunga ..." mormorò poggiandosi al muro li vicino " che collima quasi con il giorno in cui é stato morso al nostro primo anno di liceo..."
Liam sentì un brivido attraversargli la schiena.
Nessuno gli aveva mai raccontato come il suo Alpha fosse diventato un licantropo e lui non aveva mai avuto il coraggio di chiedere, non sentendosi abbastanza degno di fiducia per fare una cosa del genere, ancora.
Si sentì quindi in difetto in quel momento.
Ma comunque non si oppose, perché voleva sapere. Doveva.
Quei due mesi di distanza dal branco, gli avevano lasciato una voragine dentro.
La solitudine di chi si trova in mezzo a tanta gente ma non sente nulla.
Di chi si sente completo solo al fianco di determinate persone.
Restare lontano dal branco -da Scott- era come tagliarsi un arto.
Il dolore era così forte che più di una volta si era ritrovato raggomitolato nella doccia, con l'acqua gelida che gli scorreva sulla testa e le mani insanguinate, mentre cercava di reprime l'istinto di avvicinarsi di nuovo a loro.
Perché il branco é famiglia. A volte persino di più di coloro che i hanno generato.
Dopo le prime notti passate insonni, aveva deciso di informarsi su cosa volesse dire far parte di un branco di lupi. Si, perché non c'erano di certo libri che parlava di come era essere parte di un branco di licantropi, banshee, kitsune, coyoti mannari e umani posseduti dagli spiriti.
Ne era venuto fuori che un lupo è più forte quando é in branco.
Più veloce.
Istinti più affinati.
Più forte.
Un lupo che abbandonava il branco diventava più debole.
Non avere il sostegno dei suo compagni... l'essere solo in mezzo al mondo,deteriorava i sensi fino a portarlo lentamente alla morte se non trovava al più presto un altro branco a cui affidarsi.
" Sai..." iniziò Stiles ma pareva immerso nei suoi pensieri, come se più che a lui stesse parlando a se stesso "una volta lo zio psicopatico di Derek..." si fermò un attimo come se pronunciare quel nome fosse estremamente doloroso e da come il suo odore era cambiato probabilmente lo era " disse che ciò che cambia molti uomini... é una ragazza."
Il cuore di Liam prese a correre come un matto.
" Il nome della ragazza che cambiò Scott era Allison Argent."
Per un attimo il giovane Beta trattenne il fiato.
" A- Argent?"
Stiles sorrise amaramente " Si ... era la figlia di Chris Argent, il cacciatore."
E Liam comprese da subito che non sarebbe stata una storia rosa e fiori... perché andiamo!
Un licantropo e la figlia di un cacciatore di licantropi sono più o meno come Romeo e Giulietta.
"Allison non era una cacciatrice e non sapeva dell'esistenza dei licantropi... " di nuovo Stiles non si rivolgeva più a lui ma era immerso nei ricordi " era una ragazza dolce e forte e la conoscemmo esattamente il giorno dopo che Peter Hale, nella sua follia, morse Scott perché lo voleva nel suo branco."
Qualcosa Liam aveva saputo, avendo avuto a che fare sia con la zia della suddetta ragazza che con lo zio psicopatico di Derek.
Aveva saputo che Kate Argent aveva dato fuoco alla casa dove viveva la famiglia di Derek sterminandone gran parte.
" Tra Scott e Allison fu una specie di amore a prima vista. Ma non era facile: Scott all'inizio non sapeva cosa fosse e perdeva il controllo facilmente" all'improvviso Stiles sorrise guardandolo " ha attentato spesso alla mia vita in quel periodo in effetti."
Senza volerlo anche Liam si ritrovò a sorridere a sua volta.
" Derek lo allenò ma solo dopo un paio di mesi Scott si rese conto che la sua ancora per il controllo era proprio Allison. Peter minacciava la loro quotidianità e spesso Scott allontanò Allison per non coinvolgerla, ma alla fine non servì a nulla."
Liam ascoltava incantato.
" La notte del Ballo di Primavera i parenti di Allison le rivelarono cosa era Scott e la cosa degenerò: quella fu la notte in cui Peter morse Lydia rendendola una Banshee. Ed anche la notte in cui riuscimmo ad uccidere Peter dopo che lui ebbe quasi ucciso Kate."
Il Beta si appoggiò al muro affianco al ragazzo in attesa che proseguisse.
" Allison e Scott stettero assieme nonostante la natura dell'uno e il lavoro che l'altra aveva deciso di intraprendere, ma la strada fu solo in salita e quando tra una cosa ed un altra, Derek per difendersi morse la madre di Allison, costringendola ad uccidersi prima della Luna piena, si può dire che la loro storia finì."
Solo in quel momento Liam decise di interromperlo " Perché si suicidò?"
Stiles sorrise amaramente " C'è una legge tra i Cacciatori, secondo il quale se vieni morso e non muori, ti devi uccidere tu stesso prima di trasformarti completamente. Un gesto di completa lealtà verso gli altri Cacciatori."
Liam capì, ma sinceramente non poteva accettare una legge del genere.
" La perdita della madre per Allison fu un duro colpo, e per un lungo periodo il suo unico obbiettivo fu di uccidere Derek.
Allontanò Scott ed alla fine il loro rapporto era completamente distrutto nonostante continuassero ad amarsi."
Strinse i pugni la matricola, presagendo che presto la tragedia si sarebbe compiuta.
" Successe alla fine del nostro terzo anno di liceo... ricordi che ti avevo detto di essere stato posseduto da uno spirito malvagio?"
Liam annuì ma rimase paralizzato quando gli occhi di Stiles incontrarono i suoi : c'era così tanto dolore in quello sguardo!
" Vedi ... la madre di Kira era una kitsune molto potente...Fu lei ad evocare il Nogitsune - lo spirito maligno - per vendetta ma ne perse il controllo. Combatté e uccise lo spirito nel 1943 per poi sotterrare la sua vera forma sotto il Nemeton. Quando il Nogitsune tornò a Beacon Hills, la madre di Kira evocò gli Oni, degli esseri né buoni né cattivi il cui unico scopo era quello di uccidere le persone possedute da degli spiriti malvagi."
Stiles si fermò un attimo per lasciare che il ragazzo acquisisse tutte le informazioni necessarie.
Quando Liam gli fece cenno di aver assimilato tutto proseguì " Tra una cosa ed un altra fui posseduto dallo spirito che alla fine si separò dal mio corpo in un altro me stesso ma mantenne comunque una specie di legame da cui succhiami via la forza vitale. Quello stesso giorno il Nogistune rapì Lydia."
Il Beta rabbrividì.
Improvvisamente non era più così sicuro di voler sentire il resto della storia.
Non sapeva se era davvero pronto.
Eppure non riusciva a muovere un passo da lì.
Restava attaccato alla voce del ragazzo come se il significato di quelle parole fosse l'unico appiglio in mezzo alla tempesta.
" Tutto il branco la andò ovviamente a salvare e poi accadde."
Trattenne il respiro la matricola del tutto convinto a rilasciarlo solo alla fine del racconto.
" Il Nogitsune riuscì a prendere il controllo degli Oni ma Allison comprese che l'argento spinto in profondità nei loro corpi poteva ucciderli. Quel giorno riuscì ad uccidere uno degli Oni per salvare Isaac - un altro licantropo ma di lui ne parliamo un altra volta -ma non vide arrivare il colpo di un altro dietro di lei..." la voce di Stiles si spezzò e se Liam non conoscesse abbastanza l'altro da sapere che non era il tipo, avrebbe giurato che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro.
" La spada dell' Oni la trapassò e lei cadde a terra senza forze, proprio nel momento in cui Scott tornò dopo aver salvato Lydia."
Il Beta chiuse gli occhi e sentì le unghie trapassagli le carni ma ignorò il dolore.
" A-Allison spirò tra le sue braccia, Liam... Non riuscì neppure ad alleviarle il dolore, perché lei non sentiva più nulla."
Liam ringhiò in quanto faceva ancora parte del branco di Scott e poteva immaginare... sapeva, almeno in minima parte, quanto dolore il suo Alpha aveva dovuto sopportare!
Eppure il dubbio... quell'atroce fastidio continuava a trapanargli la testa come un chiodo fisso.
" Perché non l'ha trasformata?"
Stiles rise amaramente la voce ancora spezzata da un pianto che non voleva scoppiare" Perché non sarebbe servito a nulla."
Continuava a non capire.
" Perché ?"
L'umano scosse la testa " E' una cosa da Alpha... se un umano può diventare un Beta loro avvertono l'istinto di morderlo... è un sintomo costante... un ossessione latente che però, con abbastanza autocontrollo potevano reprimere fino a quando non fossero quelle stesse persone a volere il morso se offerto..." Stiles si passò nuovamente una mano tra i capelli "Scott era stato per anni con Allison ma non aveva mai sentito l'istinto di morderla. Allison non era destinata a diventare come voi."
Ora Liam iniziava a comprendere, ma ancora alcune cose gli erano oscure.
" Certo, ci sono degli Alpha che non comprendono questo fatto o che lo ignorano, come Ennis che morse la prima fidanzata di Derek sperando che facendo un favore a lui potesse farlo anche a sua madre, Talia Hale.
Solo che Paige, - era questo il nome della ragazza - non era destinata ad essere morsa."
E Liam comprese stavolta.
"Il giorno in cui Scott mi morse ... disse che mi avrebbe cambiato ma tu..." Stiles chiuse gli occhi " tu hai detto << Sempre se non ti uccide>>"
Il ragazzo annuì " Già, beh si... non hai molta scelta, quando vieni morso: o ti trasformi o muori tra atroci sofferenze."
La matricola sentì le gambe cedergli ma si forzò a rimanere stabile.
" Perché non mi ha detto nulla?"
Ci fu silenzio per un po', prima che Stiles rispondesse alla sua domanda.
" Perché a volte l'odio smorza il dolore" fissò Liam negli occhi stavolta " odiando Scott, il dolore per aver perso la ragazza che amavi non sarebbe stato atroce quanto il suo... il senso di colpa per non aver fatto nulla per salvarla. Per averla messa in pericolo ...non ti avrebbe dilaniato...e forse ti saresti allontanato abbastanza da non essere più coinvolto in tutto questo... nel nostro mondo, come stavi facendo."
Un improvviso botto fece voltare l'umano verso il lupo che, preso dalla rabbia, aveva quasi creato una voragine nel muro dell scuola con un solo pugno.
E' un idiota!”lo vide esclamare.
Sorrise , Stiles “ E' un Alpha, preoccuparsi per il benessere del suo branco é il suo ruolo.”
Sentì la campanella iniziare a suonare, segno che la pausa pranzo era finita.
Si staccò dal muro dirigendosi verso l'entrata della scuola “ Hai ancora un po' di tempo prima di decidere … e la prossima settimana potrai farlo senza averci attorno... quindi fai con calma.”
Il ragazzino contrasse le sopracciglia confuso da quelle strane parole “ perché ? Voi dove andate?”
Stiles si voltò leggermente verso di lui “Un vecchio... amico si, ci ha chiesto aiuto e per questo andremo a Londra per dargli una mano... probabilmente staremo lontani almeno una settimana.”
Quella rivelazione fu un duro colpo per Liam che barcollò all'indietro.
Sapere che presto, anche se per poco tempo, il branco avrebbe lasciato Beacon Hills senza di lui , fu disarmante più del doverci rimanere lontani nella stessa città.
Perché Londra era tremendamente più lontana rispetto a qualche tavolo di distanza a scuola.
Cosa doveva fare?


****************

"Cosa hai?" gli chiese Scott quella sera sedendosi accanto a lui sul letto, vedendolo con la testa fra le mani.
"Mio padre ha quasi dato di matto quando gli ho detto che saremmo andati a Londra per un po'".
Il ragazzo alzò leggermente la faccia per fissarlo, gli occhi lucidi ma non stava piangendo, non all'esterno. Pareva distrutto all'interno.
"Lo so c'ero anche io” disse il moro sospirando.
" Pensavo volesse uccidermi ...  è non  è  bastato dirgli che avrebbe pagato tutto Jackson..."
La voce diventava sempre di più un lamento.
" Stiles lo so. Ho visto."
" Dio vorrei il manuale del figlio adolescente perfetto!"
Scott ridacchiò senza ironia.
"Non penso che esista e comunque non siamo più adolescenti da un paio d anni oramai " ci tenne a puntualizzare solo per cercare di alleviare la tensione.
"Quanto ancora dovrò farlo preoccupare Scott? Se continuo così gli verrà un infarto! "
A questa domanda Scott non seppe rispondere e nonostante sapesse quanto Stiles odiava i gesti troppo affettivi – o piuttosto imbarazzanti – ma decise che era il caso, in quel momento esattamente come lo era stato quella mattina.
Circondò le spalle di Stiles che non si scostò.
Perché doveva essere così complicata la loro vita?
Londra era davvero la scelta giusto o l'ennesimo sbaglio da lui commesso?
Stiles... se vuoi puoi rimanere... posso andare io... o chiedere a Jackson di venire qui fino a quando il branco non si stanca...”
L'amico alzò di scatto la testa dal suo collo e la scosse ripetutamente.
No... verrò.”
Scott sapeva che non era semplice testardaggine la sua. Provò comunque a ribattere.
Non avrebbe fatto nulla se voleva dire far uscire fuori di testa padre e figlio Stilinski.
Stiles...”
DI nuovo però l'amico lo bloccò .
Sul serio Scott. Nel momento in cui ho capito che la tua situazione sarebbe stata permanente ho deciso che … ti avrei fatto uscire tutto intero in ogni dannato casino soprannaturale in cui ti saresti ficcato. Quindi... dopodomani si parte!”
Scott prese un respiro profondo mentre no strano ma familiare calore invadergli il petto, mentre sospettava – anzi ne era quasi certo – che Stiles stesse solo mostrando la sua facciata in cui affrontava il mondo con un sorriso falso e sarcasmo a quintali.
Doveva parlare con John.
Era suo dovere in quanto Alpha del branco.

******************


"Stiles...la lista dei piani peggiori della storia si sta allungando..."La voce della ragazza al suo fianco lo fece uscire dai suoi pensieri tormentati su tragiche morti.
"Perché cos'ha che non va?"
Lidya alzò un sopracciglio come a chiedergli se glielo stesse sul serio domandando.
"Sì sul serio Lyds!"sbotto' esasperato,perché, ritrovarsi a viaggiare su una scatola di sardine con le ali, con cinque carnivori sull'orlo di rigettare tutta la colazione ed una banshee isterica non era proprio il massimo per iniziare quell'assurda vacanza.
"Cioè fammi capire quale parte del buon piano rientri il fingere che Jackson sia un membro del nostro branco?"
La fissò un attimo assorto prima di risponderle con un sopracciglio alzato " E' il piano che ti preoccupa o il fatto lo rivedrai di nuovo dopo tre anni?"
E fu così che Stiles poté dichiarare al mondo di essere riuscito ad azzittare per la prima volta nella storia Lydia Martin e riuscì a trascorrere il resto del viaggio nel completo silenzio e tranquillità.










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