Twilight

di Lois Lane 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Io vorrei sapere a che cosa gli serviva il cellulare se non rispondevano mai, e non so nemmeno più cosa pensare.
Sia Edward che Jacob erano spariti da quasi un mese: ed ero rimasta completamente sola dato che mio padre passava molto tempo al lavoro.
Essendo il capo della polizia di Forks aveva molte cose di cui occuparsi oltre che di me.
Ero arrabbiatissima sia con Edward che con Jacob: chissà quali scuse mi avrebbero rifilato.
Arrivò lunedì e andai a scuola con il mio pick-up (avrei preferito andarci con la Volvo metallizzata di Edward, ma per qualche motivo a me sconosciuto lui si era dimenticato di me).
In tutto quel tempo da sola, mi stavo convincendo sempre di più del fatto che Edward mi avesse lasciato per un'altra ragazza.
Quando arrivai nel parcheggio, vidi due macchine dall'aria decisamente familiare: la Volvo argentata di Edward e la Jeep di Emmett (quindi erano tornati e purtroppo per me l'ultima ora avevo biologia, quindi avrei visto Edward essendo lui il mio compagno di banco).
Durante tutta la mattina, non vidi i Cullen e quando andai a pranzo mi sedetti insieme a Jessica, Angela, Mile e Eric.
"Finalmente sono tornati. E non sono nemmeno soli."
"Di chi stai parlando?"
"Dei Cullen. Sono seduti al loro tavolo."
Che erano tornati l'avevo capito da sola grazie alle loro macchine nel parcheggio, ma non avevo capito la frase .
Mi voltai quanto bastava per vedere il loro tavolo e andai nel panico: c'erano il clan di Denali (vegetariani come i Cullen, quindi con loro potevo stare tranquilla), i Volturi e altri quattro di cui non avevo mai sentito parlare (si nutrivano di sangue umano e vederli lì tutti assieme per poco non mi venne un infarto).
Ma che cosa gli era saltato in mente? Se avessi potuto avrei voluto strangolarli tutti.
"Bella, ti senti bene?"
"Sì, è tutto ok. Non vedo l'ora che questa giornata finisca."
Appena entrai in aula, vidi Edward seduto al suo posto e Aro, Caius e Marcus che parlavano con l'insegnate; mi sedetti sulla sedia tenendomi il più lontano possibile da Edward evitando di guardare lui e i gli altri tre.
Cercai di prestare attenzione alla lezione e prendere appunti, ma ero sicura di avere lo sguardo di Edward piantato addosso.
Il professore ci affidò un esercizio e mi dedicai a quello.
"Bella, dovrei parlarti dopo la scuola."
Adesso si è ricordato della mia esistenza, ma non avevo intenzione di cedere: ero furiosa con lui, quindi feci finta di niente e completai l'esercizio.
Finalmente le lezioni finirono, e credevo che la giornata fosse finita, ma mi sbagliavo: quando arrivai nel parcheggio trovai uno spettacolo a cui avrei preferito non assistere.
Tre ragazzi ne stavano incitando un altro a picchiare un quinto, che riconobbi all'istante: era Jacob.
Da quanto lo stavano insultando Jake avrebbe perso il controllo nel giro di poco tempo e non potevo permetterlo: se si fosse trasformato sarebbe successo un casino di dimensioni cosmiche.
Mi misi davanti a Jake cercando di spostarlo, ma lui era robusto.
"Bella, togliti di mezzo."
"No. Tu ora ti calmi e sali sul pick-up. Jake, calmati ti prego."
Jake mi prese per mano e mi trascinò nel bosco sopra la scuola.
"Non avresti dovuto farlo."
"Ma sei impazzito? Hai idea di quello che sarebbe successo se ti fossi trasformato? E se proprio vogliamo parlare di questo, posso sapere che fine hai fatto in tutto questo tempo? Sei sparito per quasi un mese."
"Bella, mi dispiace. Ma non posso dirti nulla."
"Sai bene che scoprirò tutto. E' solo questione di tempo. Voglio la verità, ora."
"Perchè non la chiedi ai Cullen? Anche loro sono spariti."
"Con lui farò i conti in un altro momento. Non riesco nemmeno a pensare a quello che sarebbe successo se non fossi intervenuta. Fammelo sapere quando potrò riavere il mio migliore amico."
Tornai al pick-up e guidai fino a casa, dove trovai una macchina argentata davanti al vialetto: ci mancava solo lui.
Quando entrai in casa, trovai Edward in piedi accanto al divano.
"Immagino che troverai anche l'uscita."
Non feci in tempo a salire le scale che lui mi bloccò.
"Hai di idea del rischio che hai corso?"
"Preferivi che si trasformasse davanti a tutti? Che cosa mi state nascondendo? Non sono una stupida Edward."
"Lo so. Ma mi hai fatto preoccupare e tanto."
"Che cosa ci fanno qui i Volturi e gli altri? E come vi è saltato in testa di portarli a scuola? Per cercare il loro prossimo pasto? O perchè fossi io a fargli da dessert?"
"Se solo pensassero di sfiorarti li distruggerei. Sono qui per una visita amichevole."
"E tu perchè sei tornato? Ti sei ricordato della mia esistenza e hai deciso di lasciarmi perchè ti sei innamorato di un'altra ragazza? Magari è un vampiro."
Sfoderò il sorriso sghembo che adoravo e le sue mani mi accarezzavano il viso.
"Adoro quando fai la gelosa. Secondo te potrei mai dimenticarmi della mia unica ragione di vita? Ti amo Bella."
"Se mi ami davvero allora dimmi la verità. Che sta succedendo?"
"Eravamo andati a caccia e abbiamo ricevuto visite. I Volturi non vedevano Carlisle da tanto tempo e sono venuti."
"Ma loro non lasciano mai Volterra, a meno che qualcuno non infranga la legge."
"Allora mi ascolti quando parlo."
"Questo non cambia le cose. Ti ho riempito la segreteria con chiamate e messaggi. Credevo che non mi volessi più."
"Me ne sono accorto. E come potrei non volerti più? Non facevo altro che pensare a te in ogni singolo momento. E adesso a casa mia. Vogliono conoscerti."
"Un'umana insieme a dei vampiri che si nutrono di sangue umano: proprio un'idea geniale. E poi vorrei stare un pò da sola con te."
"Facciamo così: andiamo a casa mia e poi stiamo da soli. Anche perchè comincio a non sopportare più i miei fratelli."
Presi con me solo le chiavi di casa, il cellulare e un documento: poi partì sulla macchina di Edward verso la sua casa immersa nel bosco.
Quando scesi dall'auto ero un fascio di nervi: e non vedere nessuno non fece che peggiorare le cose.
"Rilassati. Andrà tutto bene."
"Prima di mettere piede oltre quella porta, c'è una cosa che devo fare. Una cosa che mi è mancata tanto."
"E cioè?"
Mi avvicinai a lui e alzandomi in punta di piedi lo baciai: e non appena provai a intensificarlo, lui mi fermò.
"Bella, io ti amo. Ma continuare a minare il mio autocontrollo non mi aiuta."
"Tu trasformami e il problema è risolto."
"Questo discorso sta prendendo una brutta piega. Andiamo dentro."
Non avevo alcuna intenzione di lasciar perdere: prima o poi avrei ripreso il discorso della mia trasformazione.
TO BE CONTINUED...

ANGOLO AUTRICE: Ho cercato di mescolare un pò i libri. E questa storia è puramente inventata. Scusa te se non pubblico da tanto tempo ma lo studio mi porta via un sacco di tempo. Lois Lane 89

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Entrammo in casa e i trovai stretta tra le braccia di Emmett e poi quelle di Alice.
"E' fantastico rivederti Bella."
Mi avrebbe fatto ancora più piacere se mi avessero lasciato le ossa tutte intere.
Carlisle e Esme mi presentarono tutti: i Volturi e il clan di Denali li conoscevo già e feci la conoscenza di Alisaire, Garrett, Vladimir e Stefan.
In quel momento il mio cellulare squillò: era mio padre e mi allontanai per rispondere.
"Bella, io non riesco a tornare a casa stasera. Devo andare a Seattle. Dove sei adesso?"
"A casa di Edward. Ma più tardi mi riaccompagna a casa."
"Non è che potresti rimanere lì per stanotte? Sarei molto più tranquillo sapendo che non sei rimasta sola."
"Papà non posso rimanere qui. I Cullen hanno ospiti e poi non ho problemi a rimanere da sola per una notte."
"Bella, per favore. Non voglio che ti succeda qualcosa. Devo andare ora, e mi raccomando stai lontana da Seattle."
Prima che potessi chiedergli che cosa succedeva riattaccò.
"Qualche problema?"
"Mio padre deve andare a Seattle e non tornerà a casa stanotte."
"Puoi rimanere qui senza problemi. Ci divertiremo."
Restare chiusa in un bagno a fare da cavia ad Alice non era proprio la mia idea di divertimento.
"Edward mi riaccompagnerà a casa. Restare qui non è una buona idea."
"Tuo padre vuole saperti al sicuro. Quindi resterai qui. Andiamo a prendere le tue cose. E ti farò preparare la stanza degli ospiti."
"Posso stare nella tua stanza."
"Non ti lascerò dormire su quel divano."
Prima che potessi ribattere, Edward mi prese per mano e mi portò fuori per poi prendermi in spalla.
A super velocità sfrecciò nella foresta e arrivammo nella nostra radura.
Mi accoccolai tra le sue braccia, che avvolsero il mio corpo: accidenti quanto mi era mancato.
"Mi è mancato un sacco tutto questo: correre nei boschi con te, stare insieme. Mio padre è sempre al lavoro e Jake è come se non esistesse. Mi sento così sola."
"Tu non sarai mai sola. Non permetterò a nessuno di separarci. Resteremo insieme per sempre."
"Allora trasformami. Alice ha visto che sarò una di voi e io non ho intenzione di cambiare la mia decisione."
"Bella, per favore."
"Perchè vuoi che resti umana? L'unico modo per stare insieme per sempre è che io diventi un vampiro. E poi ci deve essere un motivo per cui nessuno riesce ad usare il suo potere con me tranne Alice e Jasper. Una volta trasformata potrei avere un dono."
"L'ipotesi non è del tutto errata, ma tu adesso resti umana."
Ci sdraiammo sul prato proprio mentre il sole stava tramontando.
Edward avvicinò il viso al mio e mi baciò sfiorando appena le mie labbra: come accadeva tutte le volte, non riuscì a controllarmi e premetti le mie labbra sulle sue e non appena aprì la bocca, lui s'allontanò di scatto.
"Mi dispiace."
"Non ti preoccupare, non è successo nulla. So quando fermarmi. E devo ammettere che questo è mancato anche a me."
Ma la pace durò poco: un grosso lupo rossiccio (Jake) piombò nella radura ringhiando fermandosi proprio davanti a noi.
"Che cosa ti è preso adesso?"
"Era venuto a cercarti a casa tua, ma non trovandoti ha concluso che non potevi che essere con me. E che non potevi fare stupidaggine più grande."
"Jake, sto bene e sono ancora viva. Se avessero anche solo pensato di farmi del male Edward li avrebbe distrutti."
"Non permetterò mai che le accadda qualcosa."
Jake ringhiò e io vidi i suoi occhi bruciare di odio prima che con un balzo sparisse nel bosco.
"Possibile che non ne faccio mai una giusta?"
"Lascialo perdere. E' solo paranoico. Torniamo a casa: si sta facendo buio."
Una volta a casa, andai in cucina a cercare qualcosa da mangiare e come presi un coltello in mano Alice me lo tolse.
"Questi coltelli sono affilati come un rasoio. Meglio evitare che tu ti faccia male."
"Alice, sono perfettamente in grado di usare un coltello."
"Lo so. Ma comunque ti ho già preparato io la cena."
Mentre mangiavo pensavo a quello che era successo oggi e Alice s'accorse che avevo la testa tra le nuvole e mi riportò alla realtà.
"Qualche problema?"
"Io non ci capisco più niente con tuo fratello e Jake. Prima dice che vuole stare con me per sempre e poi non vuole trasformarmi. E Jake non lo riconosco più: prima è piombato nella radura e per poco non attaccava. Per non parlare del fatto che si è quasi trasformato davanti a tutta la scuola."
"I maschi sono così: se non arrivano alle mani non si divertono. E mio fratello ti ama Bella, anche se a volte sembra che non te lo dimostri abbastanza. Prendi Jasper: ho dovuto aspettare un sacco di tempo prima che mi trovasse. I maschi sono fatti così: devi avere pazienza con loro."
Finì di mangiare e andai nella biblioteca.
Avevo un libro in mano quando mi accorsi che c'era qualcuno alle mie spalle: credevo fosse Edward, ma voltandomi vidi che era Caius.
"Leggere è un buon modo per conoscere il mondo. Che cos'è?"
"Cime Tempestose. E' il mio preferito. Anche se Edward non è dello stesso parere: odia i classici."
"Piace anche a me. E' una gran bella storia."
"Fantastico. Ora me vado in camera."
Evitai di augurargli la buona notte (i vampiri non dormono) e me ne andai nella camera di Edward.
Mi sdraiai sul divano e iniziai a leggere: finalmente un pò di pace.
Dovevo essere veramente stanca, dato che i miei occhi si rifiutavano di restare aperti.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quando mi svegliai, vidi Edward accanto a me.
"Lo sai che questa non è la tua stanza vero?"
"Mi sentivo sola. Ma che ore sono? Dobbiamo andare a scuola."
"Bella, oggi è sabato. Niente scuola. E sono le nove e mezza. Che cosa ti ha detto Caius ieri sera?"
"Come se già non lo sapessi. Comunque ho scoperto che anche lui ama i romanzi classici a differenza di te."
"Davvero non capisco cosa ci trovi di divertente. E Alice?"
"Due ragazze non possono fare due chiacchere tra loro?"
"Non devi paragonarmi a Jacob. Io non sono come lui."
"Siete maschi. E comunque non dovevi origliare."
Andai a vestirmi e scesi al piano di sotto senza rivolgergli più una sola parola.
Dopo colazione, fu Alice a riportarmi a casa.
"Non preoccuparti di mio fratello. Andrà tutto bene. E se avessi mai bisogno d'aiuto, non devi fare altro che alzare il telefono."
Rimasta sola, cercai di mettere in ordine la casa: questo mi avrebbe aiutato a non pensare alle discussioni con Edward e Jacob.
Neanche quella sera mio padre tornò a casa e non aveva nemmeno avvertito: provai a chiamarlo, ma non rispondeva mai.
Ora iniziavo davvero a preoccuparmi: il mio pick-up avrebbe impiegato troppo tempo per arrivare a Seattle, e Alice avrebbe certamente visto la mia decisione, quindi lasciai perdere.
Forse era molto impegnato e non poteva rispondere: mi sedetti sul divano e inizai a fare zapping con il telecomando.
Mi bloccai su un notiziario che parlava di una sparatoria a Seattle, e sperai con tutta me stessa che mio padre non fosse stato coinvolto.
Purtroppo venne data la notizia che alcuni agenti di polizia erano rimasti feriti e uno era rimasto ucciso: quando sentì il nome di mio padre e dissero che era lui quello che era rimasto ucciso, mì sentì morire.
In quel momento avevo un bicchiere in mano, e invece di lasciarlo cadere strinsi la presa e si ruppe, ferendomi la mano.
Non potevo chiamare Alice: essere ferita e avere un vampiro accanto era l'idea peggiore.
Avevo perso mio padre e adesso ero davvero rimasta sola per sempre: non era rimasto più nessuno accanto a me.
Vidi delle luci blu e rosse fuori dalla finestra, scostando appena la tenda vidi delle macchine della polizia e dell'FBI ferme davanti a casa mia.
Bussarono alla porta e io aprì tenendo ben nascosta la mano ferita.
"Isabella Swan?"
"Sono io. Ma che cosa volete da me? Non ho fatto niente di male."
"Sono un agente dell'FBI. Sono qui per comunicarle una notizia terribile."
"Se vi riferite alla morte di mio padre arrivate tardi. La televisione è più veloce di voi. Vi prego di andarvene e lasciarmi sola."
"Ci dispiace molto, ma dovrebbe seguirci per il riconoscimento."
"Ehm... d'accordo. Mi vesto e arrivo. Aspettatemi qui."
Andai in camera a vestirmi e mi fasciai la mano che tenni nella tasca della felpa per tutto il tempo.
Salì su una macchina e partimmo: anche se guidavano al massimo della velocità con le sirene accese, non potevano andare più veloce dei Cullen.
Rimasi in silenzio per tutto il tragitto e non appena entrai nell'obitorio vidi un corpo steso su un tavolo d'acciaio coperto da un lenzuolo.
Il lenzuolo venne tolto e a vedere mio padre freddo e immobile le mie gambe si rifiutarono di sostenermi e cedettero, facendomi cadere per terra.
Le lacrime iniziarono a solcarmi il volto: in quel momento avevo bisogno di avere accanto qualcuno di cui potermi fidare, ma ero rimasta sola per sempre.
L'agente mi riaccompagnò a casa e se ne andò, lasciandomi sola: che cosa avrei fatto adesso?
Uscì dalla porta sul retro e iniziai a correre, inoltrandomi sempre di più nel bosco: non sapevo nemmeno dove stavo andando.
Ad un certo punto inciampai e caddi; mi raggomitolai su me stessa e piansi.
Non so da quanto tempo fossi lì, ma ad un certo punto sentì qualcosa di caldo e peloso sfiorarmi la faccia.
Aprì gli occhi e vidi un lupo dal pelo color sabbia sopra di me, e anche se ero al limite delle mie forze lo riconobbi: Seth Clearwater.
Il branco quando era trasformato in lupo era in grado di leggersi nel pensiero, quindi sperai che Jacob fosse in forma umana in quel momento.
"Seth... vai via. Lasciami sola."
Seth non mi ascoltò e rimase accanto a me.
Quando lo sentì allontanarsi, pensai di essere rimasta sola, ma non fu così: sentì qualcosa di freddo toccarmi al mano fasciata.
Non è possibile, non poteva essere qui: riaprì gli occhi e vidi una figura dalla pelle pallida e i capelli biondi china accanto a me, e quella figura era Carlisle.
Premetti la mano contro il mio petto mentre mi mettevo a sedere e indietreggiavo.
Carlisle non era solo: con lui c'erano anche Alice, Emmett e purtroppo anche Edward e Jacob sotto forma di lupo.
Piantai lo sguardo sul terreno, ma nessuno se ne andò.
"Bella, sappiamo quello che ti è successo. E ci dispiace tanto. Saremo sempre al tuo fianco. Ora fammi dare un'occhiata alla mano."
Sempre al mio fianco? Ma se Edward e Jacob passavano tutto il tempo a combattere tra loro.
Provai ad alzarmi, ma le gambe non volevano saperne di reggermi in piedi.
"Bella, non devi avere paura. Fammi vedere la mano per favore."
Mi guardai intorno e non vidi Jake, che riapparve in forma umana.
Non avevo altra scelta: scappare era inutile, così mostrai la mano a Carlisle, che scoprì la ferita.
"Non è niente, solo un graffio. Devi aver stretto un pò troppo il bicchiere, ma non ci sono schegge. Basterà pulirla e qualche punto. Riportiamola a casa."
Edward e Jacob s'avvicinarono a me contemporaneamente, e si guardarono in cagnaesco.
"Fatela finita voi due. La vostra rivaltà sta diventando pericolosa. E Bella ha bisogno di entrambi."
Alice aveva ragione, e fu Emmett a prendermi in braccio e a riportarmi a casa dei Cullen: ma perchè lì? Ero ferita.
Dopo averla medicata, Carlisle mi fasciò la mano e mi lasciò sola con Edward.
"Mi dispiace tanto Bella. Per tutto. Non avrei dovuto lasciarti sola ad affontare tutto questo."
Mi spostai i capelli scoprendomi il collo, e dalla sua espressione Edward aveva capito quali erano le mie intenzioni.
"No Bella. Non ti trasformerò. Adesso hai solo bisogno di riposo."
Appoggiai la testa contro il suo petto e strinsi la camicia tra le mani.
Doveva avermi presa in braccio dato che non sentì più il terreno sotto i piedi e mi posò su un letto.
Non riuscì a staccarmi da lui e non volevo nemmeno farlo.
"Tesoro mio, non vado da nessuna parte. Ora devi dormire."
Mi cullò tra le sue braccia e pian piano mi addormentai.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando mi svegliai la mattina seguente, mi sentivo malissimo.
Accanto a me, seduta sul letto c'era Alice.
"Come ti senti?"
"Come se un esercito di carri armati mi fosse passato sopra. Vorrei che fosse tutto un sogno."
"Una buona colazione ti farà sentire meglio."
"Ho lo stomaco chiuso. Non riuscirei a mangiare nemmeno volendolo."
"Sto organizzando il funerale per domani."
"Grazie. E ora cosa faccio? Sono rimasta sola."
"Tu non sei sola Bella. Hai noi."
"Come no. Edward e e Jacob non fanno altro che combattere tra loro."
"Tranquilla, gli ho fatto un bel discorsetto ieri sera. Vedrai che si calmeranno."
Ho sentito quello che gli ha detto, ma la mia domanda era: quanto tempo sarebbe durata la tregua?
Mi vestì e scesi di sotto con Alice, ma non riuscì a mangiare nulla.
Uscì fuori e mi sedetti sui gradini dell'ingresso.
Non so quanto tempo passò, ma ad un tratto sentì delle braccia forti avvolgersi intorno a me: non avevo bisogno di molta immaginazione per sapere che era Edward.
"Mi dispiace per quello che è successo con Jacob. Ti sarò accanto per sempre. Ti amo Bella e sono pronto a tutto pur di vederti felice."
Mi liberai dalla sua stretta e mi alzai in piedi.
"Le tue sono soltanto parole. Se mi vuoi davvero allora trasformami."
"Non posso farlo Bella."
"Come pensavo. Tu non mi vuoi accanto a te. Ho perso mio padre, l'ultima parte della mia famiglia. E ora anche te."
Mi allontanai di corsa lungo il vialetto e tornai a casa a piedi: avevo bisogno di stare da sola.
Avevo perso tutto: mio padre, Edward e anche Jake, il mio migliore amico.
Ormai non c'era più niente che mi legava a Forks: dovevo andarmene da quel posto e cambiare vita.
Sarei partita il giorno dopo, subito dopo il funerale di mio padre; così iniziai a preparare la valigia.
Non ero nemmeno a metà quando Alice piombò nella mia stanza entrando dalla finestra.
"Che stai facendo? Ti ho visto andare via."
"E' quello che farò. Non ho più nulla da fare qui. Tuo fratello è stato molto chiaro. Non mi vuole più al suo fianco. Uscirò dalla sua vita, per sempre. Alice, io non ce l'ho con te, ma ti prego di lasciarmi sola."
"Tu non vai da nessuna parte. Si sistemerà tutto."
"No. Edward è più testardo di un mulo, non cambierà mai idea. E' finita Alice, non ho altra scelta che andarmene."
Alice mi guardò prima di andarsene saltando fuori dalla finestra: poi potei finire la mia valigia e andare sul sito della scuola e ritirare la mia iscrizione.
Quella notte mi assicurai di aver chiuso per bene porte e finestre prima di andare a letto, ma non riuscì a dormire bene.
La mattina seguente, mi vestì, caricai la valigia sul pick up e andai al cimitero.
Il branco e i Cullen erano a qualche metro di distanza gli uni dagli altri: un classico.
L'unico che riuscì a salutare fu Billy, dato che era il migliore amico di mio padre.
Salutai tutto il resto di Forks, ma non mi avvicinai a loro.
Buttai la rosa che avevo in mano nella buca mentre la bara veniva sotterrata e le lacrime non la smettevano di scendere.
Una volta conclusa la cerimonia, salì sul pick up e partì; guardai nello specchietto retrovisore e li vidi entrambi immobili.
Che bugiardi: dicono di tenere a me, e poi non fanno niente per fermarmi.
Lasciai per sempre Forks senza voltarmi indietro: non avrei rivelato niente sui Cullen o sul branco, ma andarmene era la decisione giusta.
Arrivai all'aereoporto di Seattle, mollai il pick up in un parcheggio in cui non bisognava pagare, e una volta entrata cercai di scegliere dove andare.
Scartai subito la West Coast, così optai per la Florida.
Salita sull'aereo, pensai ciò che mi attendeva nella mia nuova vita: non sarei mai più tornata indietro.
Per fortuna non avevamo venduto la casa di mia madre, così quando arrivai andai subito sulla spiaggia dopo aver posato le valigie in casa.
Era il tramonto, e mi sedetti sulla spiaggia; finalmente ero libera, ma non riuscì a trattenere le lacrime e appoggiai la testa sulle ginocchia.
"Ehi, stai bene? Posso aiutarti?"
Sollevai lo sguardo e anche con gli occhi appannati dalle lacrime, vidi un ragazzo inginocchiato accanto a me.
Aveva i capelli scuri, gli occhi verdi e un fisico atletico (indossava solo il costume).
"Sì, non c'è bisogno che ti preoccupi per me. Puoi continuare con quello che stavi facendo."
"Non lascio qualcuno in difficoltà. Hai l'aria di una che è in un mare di guai."
"Sto bene. E' meglio che torni in casa."
Mi alzai e corsi in casa, chiudendomi la porta alle spalle.
Il mio cellulare squillò, ma non appena vidi il nome "Alice" sul display ignorai la chiamata.
La sera seguente, scoprì che c'era una festa di paese e decisi di andare a fare un giro: mi sarebbe servito per distrarmi un pò.
Presi un frullato, e ad un certo punto vidi il ragazzo che aveva cercato di aiutarmi in spiaggia.
S'avvicinò a me e mi sorrise: era molto carino, ma non avevo bisogno di un'altra storia adesso (avevo il cuore spezzato per quell'idiota di un vampiro).
"Come ti senti adesso?"
"Un pò meglio. Mi dispiace per ieri."
"Non ti preoccupare, tutto ok. Come ti chiami?"
"Marie."
Ma perchè gli avevo dato il mio secondo nome?
"Io sono Lucas. Ti va di venire con me? Siamo soli entrambi, così puoi raccontarmi un pò di te."
Iniziammo a camminare, e stare con lui era molto piacevole.
"Allora, come mai a Jacksonville?"
"Beh.. era la casa di mia madre e non è stata venduta. Vivevo con mio padre vicino a Seattle. Purtroppo lui è stato ucciso in una sparatoria qualche giorno fa. Avevo bisogno di cambiare aria."
"Mi dispiace tanto. Non deve essere falice per te. Non avevi nessuno là?"
"Avevo un ragazzo, ma ho scoperto che per lui non ero abbastanza. Non mi voleva accanto. Sua sorella ha provato a farmi cambiare idea e a non partire, ma ormai avevo già deciso."
"Allora significa che non ti ha mai capito fino in fondo."
"Adesso non ho bisogno di una nuova storia, voglio solo dimenticare."
"E' comprensibile. Ma nessuno ti impedisce di avere un amico."
Girammo ancora per un pò e poi mi riaccompagnò a casa.
"Grazie. Era da un sacco di tempo che non passavo una serata così."
"Felice di averti aiutato. Buona notte Marie."
Lo salutai ed entrai in casa.
Purtroppo però, non appena accesi la luce in salotto e mi voltai, ci mancò poco che mi venisse un infarto: davanti a me c'erano Emmett e Jasper.
"Marie? Gli hai dato il tuo secondo nome?"
"Spero davvero che sia un incubo e che voi non siate davvero qui."
"Purtroppo siamo qui. Devi tornare a casa."
"Questa è la mia casa. Non torno indietro. Andatevene."
"Edward ha bisogno di te."
"Ma davvero? Non mi sembra che abbia cercato di fermarmi, o che sia venuto qui. Ho chiuso con lui. Voglio che spariate tutti dalla mia vita. Sarà come se io non fossi mai esistita. Addio."
Me ne andai in camera, e poco dopo sentì la porta aprirsi e chiudersi.
Quella non doveva essere la mia notte fortunata, dato che sentì qualcosa sul letto accanto a me.
Mi voltai e per poco non caddi dal letto: lui era vicino a me (era proprio Edward).
Mi afferrò prima che sbattessi la testa contro il comodino, ma non mi lasciò andare.
"Che cosa ci fai qui?"
"Davvero credevi che quei due erano qui da soli? E hai detto a quel tipo che non ti voglio?"
"Non riesco a vederla in altro modo. Se mi volessi davvero mi avresti già trasformata."
"Bella, non posso trasformarti. A parte il patto, non posso farlo per un altro motivo."
"E quale sarebbe?"
"Non ti priverei mai della tua anima. E non metterò fine alla tua vita."
"Ma la mia vita non ha più senso. Ho perso tutto quello che avevo. Ora puoi lasciarmi per favore?"
Come al solito non mi ascoltò e mi strinse con il suo corpo di pietra.
"Ti amo Bella, più di quanto immagini. Non ho intenzione di perderti."
"Mi dispiace tanto. Credevo che di essere rimasta sola. Sono capace solo di combinare disastri."
"Sei umana amore mio. Ma presto cambierà tutto."
"Vuoi dire che mi trasformerai? Se mi iniettassi il veleno con una siringa non mi morderesti e il patto non sarebbe rotto."
"Adesso vediamo. So solo che ti voglio accanto a me per sempre. E conosco un modo per dimostrartelo."
Chinò il viso e iniziò a baciarmi sul collo: rimasi molto sorpresa, dato che non si era mai concesso un gesto simile, che bastò a farmi andare su di giri.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai a lui, ma come succedeva sempre, si fermò per non farmi del male.
"Perchè ti sei fermato? Puoi anche farlo adesso."
"Adesso non è il momento. Dormi e domani torniamo a casa."
Stavo per chiedergli come avremmo risolto con Jake, ma cullandomi tra le braccia, riuscì a farmi addormentare prima che potessi parlare.
TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo, tornammo a Forks e naturalmente Alice mi stritolò nel suo abbraccio non appena mi vide.
Tornai a casa mia e mi sembrava più piccola di come l'avevo lasciata: così vuota, senza mio padre, mi sentivo più sola del normale.
Il mio pick-up era nel vialetto: qui c'era senza dubbio lo zampino di uno dei Cullen.
Mi accorsi che la casa difronte alla mia era stata messa in vendita e c'era un camion dei traslochi.
Una settimana dopo il mio arrivo, vidi che era arrivata una persona in quella casa, probabilmente il nuovo proprietario.
Era un ragazzo abbastanza robusto con i capelli neri, e anche da lontano lo riconobbi: era Lucas, quello che voleva essermi amico a Jacksonville.
Stava per venirmi incontro quando una moto si fermò proprio davanti a me: era Jake.
Smontò e mi strinse tra le sue braccia, così forte che quasi mi spezzò la spina dorsale.
"Jake, allenta la presa. Non riesco a respirare."
La mia richiesta fu esaudita, dato che lui allentò la presa permettendomi di allontanarmi da lui.
"Scusa. Mi sei mancata Bella."
"Quella che dovrebbe scusarsi sono io. Credevo che nessuno mi volesse più e pensavo che la cosa giusta da fare fosse andarmene. Come stai? E tuo padre?"
"Bene. Ma ora che sei tornata sto ancora meglio. Lui è ancora un pò giù. Era il suo migliore amico. Tu invece? Come ti senti?"
"Ancora non riesco a crederci di essere rimasta sola."
Avrei voluto dirgli che presto sarei diventata un vampiro, ma Lucas mi stava ancora guardando, e Jake sarebbe diventato una furia (quasi sicuramente si sarebbe trasformato).
"Ora devo andare. Ci risentiamo presto."
Jake ripartì, e non appena scomparve dietro la curva Lucas attraversò la strada e me lo trovai davanti.
"Bella? Il tuo nome è Marie."
"Marie è il mio secondo nome. Il mio nome di battesimo è Isabella, ma chi mi conosce mi chiama Bella."
"Quello era il tuo ragazzo? Non l'avevi lasciato?"
"E' il mio migliore amico. E con il mio ragazzo abbiamo risolto. E' stato tutto un brutto malinteso. E comunque non mi sembra che siano affari tuoi."
Entrai in casa chiudendomi la porta alle spalle: mi chiesi per quale motivo fosse venuto qui, ma poi decisi che non mi interessava.
Quella sera, quando andai in camera, vidi Lucas salutarmi dalla finestra della sua stanza.
"Che ci fa lui qui? Non pensavo che ti sarebbe venuto dietro."
"Non ne ho idea. E comunque devi smetterla di arrivarmi così alle spalle. O l'infarto mi verrà davvero una di queste volte. Credo che tu ti ricorda come si usa una porta."
Edward mi abbracciò da dietro e le sue labbra mi sfiorarono la guancia.
"Che divertimento ci sarebbe altrimenti? Adori le mie entrate spettacolari. E' meglio che tu vada a letto. Domani dobbiamo andare a scuola."
"Ho ritirato la mia iscrizione. Dovrai andare da solo."
"Secondo te non ho già sistemato tutto?"
Prima ancora che potessi rispondere mi ritrovai in braccio a lui e poi sul letto; cantò la mia ninna nanna e mi addormentai.
Il giorno dopo, quando arrivammo a scuola vidi Lucas: non me lo sarei tolto dai piedi molto in fretta.
"Ma i vostri ospiti ci sono ancora o sono tornati a casa?"
"Sono tutti qui."
"E quel discorso che abbiamo lasciato in sospeso in Florida? Quando mi darai ciò che mi hai promesso?"
"Dopo il diploma."
"Non voglio arrivare al mio compleanno ancora umana. E Jake? Non la prenderà affatto bene."
"Al cagnolino ci penseremo. Andiamo in classe."
Purtroppo mi trovai Lucas a lezione d'inglese, trigonometria, ginnastica e biologia.
L'insegante lo mise in un posto accanto a me e Edward, che come immaginavo non ne fu felice.
L'ultima ora avevo inglese e me lo trovai accanto.
"Quindi il tuo compagno a biologia è il tuo ragazzo?"
"Sì. Quello che mi chiedo io è: che cosa ci fai qui?"
"Sono venuto ad abitare qui. Mi sembra semplice. Che ne dici di uscire insieme stasera?"
"No. Edward non ne sarebbe contento. E' lui il mio ragazzo."
Dopo la scuola, Edward mi riaccompagnò a casa, e vedevo benissimo dalla sua faccia che sapeva già di Lucas.
"Sai già tutto vero? Ma non ti devi preoccupare. Sei tu l'unico con cui voglio uscire la sera."
"Così va meglio. Sei solo e unicamente mia."
Edward rimase con me mentre studiavo, anche se non fu facile con lui accanto.
Prima di cena, lo accompagnai alla macchina e vidi Lucas in piedi sulla porta.
"Chiuditi dentro e non aprire a nessuno."
"D'accordo. Torni da me dopo?"
"Ma certo. A dopo."
Mi baciò con delicatezza, salì in macchina e sparì.
Seguendo il suo consiglio, chiusi a chiave tutte le porte e andai in cucina a mangiare qualcosa.
Stavo leggendo un libro in camera mia quando lo vidi accanto alla finestra: la perfezione assoluta.
"Che ne dici domani di starcene un pò per conto nostro? Magari nella nostra radura."
"Sì. E' tanto tempo che non stiamo un pò da soli. Almeno mi levo quel rompiscatole dai piedi per un pò."
Edward capì subito che mi stavo riferendo a Lucas, e sfoderò il suo sorriso sghembo.
"E poi potresti dormire da me. Alice ha bisogno di te per una cosa."
"Sinceramente preferirei passare la serata con te. Stare tutta la sera chiusa in bagno a fare da cavia a tua sorella non mi entusiasma."
"Lo so. Ma se non lo fai, mi distruggerà la mia collezione di dischi."
Edward ci teneva troppo alla sua musica, così a malincuore dovetti accettare la serata con Alice.
Ma almeno avrei passato tutto il resto della giornata con lui, e mi addormentai tra le sue braccia.
Il giorno seguente, dopo colazione, uscimmo dalla porta sul retro: Edward mi prese in spalla e a tutta velocità, iniziò a correre nel bosco per poi fermarsi nella nostra radura.
Quella sera la passai con Alice chiusa in bagno, e alla fine riuscì a tornare da Edward.
Il giorno dopo, mi riaccompagnò a casa e mi lasciò sola: per occupare il  tempo iniziai a pulire un pò.
Nel pomeriggio ero andata a prendere della legna nel boschetto dietro casa, e mi trovai Jake davanti.
"Ciao. Come va?"
Non rispose e notai subito che era arrabbiato: che cosa gli è preso adesso?
"Che ti è successo?"
"Non dovresti passare così tanto tempo con i Cullen. Quando te lo metterai in quella testa che sono pericolosi? E con quelli in giro lo sono mille volte di più."
"Edward non permetterebbe mai che mi succedesse qualcosa. Non capisco perchè sei così paranoico."
"Perchè io ti amo Bella. Non hai idea di quanto tenga a te."
"Non sai quello che dici. Io amo Edward, e il sentimento è ricambiato. Non sono io la persona giusta per te. Non hai avuto l'imprinting con me."
"Questo non ha niente a che vedere con l'imprinting. Cerca di capire: con lui  rischi la vita ogni secondo. Con me sarebbe diverso. Ti renderei felice."
"Non sarei mai felice senza Edward. E' meglio se te ne vai Jake."
Feci per voltarmi a prendere la legna, ma fui costretta a voltarmi di scatto: Jake stava letteralmente fumando.
Infatti si trasformò in un lupo dal pelo rossiccio e mi piombò addosso schiacciandomi sul terreno: i suoi artigli ferirono il mio braccio sinistro.
"Vuoi uccidermi? Se lo fai puoi considerarti morto. Non ci sarà nulla che tratterrà Edward dal romperti il collo."
Ringhiò e s'allontanò da me, per poi scomparire nel bosco: tornai in casa senza la legna e serrai porte e finestre, compresa quella della mia camera.
Dopo essermi medicata il braccio (chiamare Carlisle era fuori discussione, dato che Edward l'avrebbe scoperto in pochi istanti) mi gettai di traverso sul letto e non riuscì a trattenere le lacrime.
Perchè Jake si era comportato così? Non avevamo mai litigato in quel modo.
Adesso la domanda era un'altra: come avrei fatto a tenere i Cullen e specialmente Edward all'oscuro di tutto?
Quella notte Edward non venne da me, e fu un bene; ma non riuscì a dormire.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


La mattina seguente, trovai la sua macchina sul vialetto che mi aspettava per andare a scuola.
"Tutto ok? Hai una pessima cera."
"Sto bene, non preoccuparti."
Era assolutamente un bene che Edward non potesse leggermi nel pensiero, altrimenti avrebbe scoperto tutto.
Ma poteva leggere nella mente delle altre persone, così dovetti continuare a fingere con tutti i miei compagni.
A pranzo mi sedetti con Jessica, Angela, Mike e Eric dato che Caius, Garrett e Kate erano al tavolo dei Cullen.
Però all'improvviso, successe qualcosa che non sarebbe dovuta accadere: Jessica notò qualcosa sul mio braccio sinistro.
"Bella, hai la manica macchiata. Penso sia sangue."
Era vero: la ferita si era riaperta.
Maledizione: e c'erano due vampiri che si nutrivano di sangue umano (fantastico).
Presi il mio zaino e corsi in bagno (meno male che avevo messo nello zaino del disinfettante e delle bende di riserva).
Sistemai la medicazione e mi infilai la felpa per nascondere la macchia e uscire dal bagno.
Purtroppo dopo la pausa pranzo avevo biologia, e oltre a Edward c'era Caius in classe.
"Che ti è successo al braccio?"
"Niente. Ho già risolto tutto. Stai tranquillo."
"Come mai ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa?"
"Ti sbagli."
"Non sei mai riuscita a tenermi nascosto niente a lungo. Prima o poi cederai."
Non dovevo cedere: io ero l'ago della bilancia che teneva in equilibrio il patto tra i Cullen e il branco.
Sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale se avessi parlato, e non dovevo permetterlo.
Per tutto il tragitto da scuola a casa mia, nessuno dei due parlò e poi mi lasciò sola.
Ero in bagno a medicarmi la ferita dopo aver buttato via la maglia macchiata e averne indossata una a mezze maniche, quando vidi dalla finestra 

qualcuno che non avrei pensato di rivedere così presto: Jake.
Mi precipitai di sotto uscendo dal retro senza nemmeno fasciarmi il braccio e lo affrontai.
"Che cosa ci fai qui?"
"Bella, non sai quanto mi dispiace per ieri. Non avrei dovuto perdere il controllo."
"Ti dispiace? Mi hai quasi uccisa. E dovresti ringraziarmi che i Cullen ne sono all'oscuro. Se Edward l'avesse saputo non avrebbe esitato: saresti già 

morto."
"Per te sarebbe una liberazione se io non ci fossi più."
"Mi ti ascolti quando parli? Sei il mio migliore amico, e io ho bisogno di entrambi. Se non fosse per me il patto sarebbe già stato infranto. Sto solo evitando 

una catastrofe."
Così dicendo, lui sparì nel bosco e io tornai in casa.
In salotto trovai Edward e Carlisle: il primo era furioso e nascondere il braccio dietro la schiena fu inutile.
"Si è trasformato davanti a te? Avresti dovuto chiamarmi."
"Proprio un'idea geniale. Comunque sto bene. Posso finire da sola la medicazione."
Carlisle fu irremovibile: volle occuparsene lui.
Per tutto il tempo che rimanemmo insieme, anche dopo che Carlisle se ne fu andato, Edward era furioso.
"Smettila. Se ti avessi chiamato sarebbe successo il finimondo e il patto sarebbe stato rotto. Non voglio che succeda. Ha solo paura che mi possa 

succedere qualcosa mentre sono con voi."
"Comunque hai ragione: non avrei esitato a farlo fuori."
"Edward Cullen che dà ragione a qualcun'altro? Non credo che sia mai successo."
"Falla finita. Vieni qua."
Mi tirò verso di se e mi trovai intrappolata tra le sue braccia: sarei rimasta in quella posizione per sempre se Edward non mi avesse riportato alla realtà.
"Si sta facendo tardi. Dovresti cenare."
"Non ho molta fame. E poi voglio che mi abbracci ancora."
"Bella... per quanto io adori coccolarti, non puoi digiunare."
Lo guardai negli occhi e notai che erano neri e non dorati.
"Da quanto tempo non vai a caccia?"
"Posso resistere ancora per un pò. Non ne sento il bisogno urgente."
"Facciamo così: se vuoi che mangi devi andare a caccia. Non voglio che muori di fame."
"D'accordo. Non andrò lontano. Starò nei paraggi per tenere sotto controllo il tuo amico."
Capì subito che si stava riferendo a Jake e non a Lucas; così uscì dalla porta sul retro e sparì nel bosco.
Tre ore dopo, stavo saltando da un canale all'altro per cercare qualcosa da guardare quando sentì bussare alla porta.
Chi poteva essere? I Cullen e Jake entravano senza bussare.
Spensi la tv e quando aprì la porta mi trovai Lucas davanti.
"Che vuoi?"
"Ti va di andare a fare un giro con me adesso? Così mi fai da guida."
"Non c'è niente da vedere a Forks. E comunque la mia risposta è no. Non uscirò mai con te."
"Sei con il tuo ragazzo?"
"No, Edward non è qui. Ma se ci fosse ti avrebbe già detto di sparire."
"Che cosa ci trovi in lui?"
"Lo amo. Ed è questo ciò che conta."
"E lo ameresti ancora se scoprissi che ti ha tradito con un'altra ragazza?"
"Non lo farebbe mai. Lo amo e la cosa è reciproca. E comunque non sono affari tuoi. Addio."
Gli chiusi la porta in faccia e chiusi a chiave per poi tornare sul divano: vidi Edward con il telecomando in mano.
"Ancora in mezzo ai piedi?"
"Me ne sono liberata. E tu, com'è andata?"
"Tutto a posto. Il cagnolino per ora è tranquillo."
I suoi occhi finalmente erano dorati come il miele e mi strinsi a lui, che non oppose resistenza.
Mi sollevò il viso con la mano ed erano così vicini che i nostri nasi si sfioravano.
"Non ti tradirei mai Bella. Mai e poi mai ti farei una cosa simile."
"Lo so. Stavo per fare una cosa prima che te ne andassi e ti prego di non fermarmi."
"E cioè?"
Appoggiai le mie labbra sulla sua bocca mettendogli un braccio intorno al collo e passandogli la mano tra i capelli.
Mi baciava con delicatezza stando attento a controllare i propri desideri, ma capì le mie intenzioni non appena riuscì a slacciare uno dei bottoni della sua 

camicia con la mano libera: mi bloccò la mano allontanandomi da lui.
"Ti prego no. Ti voglio."
"Bella, io ti amo e di questo non devi mai dubitare. Ma devi capire che potrei farti male. Non possiamo."
"Non mi farai del male. Mi fido di te."
"Non posso. Ed è ora di dormire. Ti porto a letto."
"Sono capace di andarci benissimo da sola. Non importa che vieni con me."
Delusa, mi alzai dal divano e mi chiusi nella mia stanza: ma perchè si comporta così?
Mi ero appena messa sotto le coperte, e muovendomi mi accorsi che non riuscivo a girarmi: Edward era accanto a me.
"Credevo che fossi andato via."
"Non devi pensare che io non ti voglia Bella. Io ti desidero con tutto me stesso, ma non possiamo farlo finchè sei ancora umana. Il rischio è troppo 

elevato."
"Allora sai che cosa devi fare. Trasformami e potremo stare insieme per l'eternità."
"Non posso privarti della vita."
"Vita?! Sono orfana e il mio migliore amico mi ha quasi fatta fuori. Non desidero vivere se non sei accanto a me."
"Ne riparleremo: ora dormi amore mio."
Mi cullò tra le sue braccia e mi addormentai.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La mattina dopo, scesi le scale ancora mezza addormentata; ma c'era Edward accanto a me (quindi non dovevo preoccuparmi di farmi male cadendo).
Stavo andando in cucina quando sentì bussare alla porta, ma avrei preferito non aprire dato che era Lucas.
"Buon giorno Isabella. Che ne dici di vestirti e venire a fare un giro?"
"Dico che te lo scordi. Ora levati dai piedi."
Gli chiusi la porta in faccia e tornai in cucina da Edward.
"Non c'è modo peggiore per iniziare la giornata."
"Fortuna che so come fare per migliorarla. Fai colazione e poi vestiti."
Quando fui pronta, uscimmo di casa passando dalla porta sul retro: mi prese in spalla e si inoltrò nel bosco.
Senza accorgermene eravamo appollaiati sul ramo di un albero (fortuna che non soffrivo di vertigini e che Edward era accanto a me).
"Meglio?"
"Adesso sì. Questo è il mio mondo, dove ci sei tu."
La tranquillità fu interrotta da una scossa che fece tremare l'albero sul quale ci trovavamo: mi aggrappai a Edward per evitare di cadere.
"Che succede? Un terremoto?"
"No. Sono quei geni dei miei fratelli. Lo trovano divertente."
Scendemmo sui rami più bassi e infatti trovammo Emmett e Jasper: quanto avrei voluto strozzarli.
"Potremmo starcene da soli?"
"No. Vogliamo stare con Bella."
"Non ha bisogno di guardie del corpo. Ci sono io con lei. E' la mia ragazza e vogliamo stare da soli."
Edward mi prese e andammo nella nostra radura.
"Non credi di avere un pò esagerato con loro?"
"No. Non voglio averli sempre in mezzo ai piedi. Quello che voglio è stare da solo con te."
Quando finì di pronunciare l'ultima frase, mi stese sul prato: non mi sembrava vero che avesse fatto un gesto simile.
"Avevi ragione prima. La giornata è davvero migliorata."
"Io ho sempre ragione."
Sempre modesto: i nostri visi erano molto vicini e non appena le sue labbra toccarono le mie, la mia reazione fu quella di sempre.
Le mie braccia furono intorno al suo collo e cercai di non farlo allontanare da me quando si staccò.
Purtroppo non passò molto tempo prima che dovetti tornare alla realtà, che per me significava tornare a casa.
Il giorno dopo, a scuola non avevo lezioni insieme a Edward, quindi Lucas ne approfittò per tornare all'attacco.
"Esci con me e non te pentirai."
"Mi pentirò se lo faccio. Te lo ripeto per l'ultima volta: è Edward il mio ragazzo. Quindi levati dai piedi."
Feci per andarmene, ma Lucas mi prese per un braccio.
"Forse mi sbaglio, ma non è stato lui a consolarti a Jacksonville. Non era lui che non ti voleva più?"
"E' stato tutto un brutto malinteso. E comunque non sono affari tuoi. E ora lasciami andare."
Neanche a farlo apposta, Emmett mi fu accanto e Lucas mollò la presa.
"E questo chi è? Non mi sembra lui."
"E' suo fratello. Ti consiglio di non farlo arrabbiare."
"Tutto ok, Bella?"
"Sì Emmett. Tutto a posto. Devo andare a lezione."
Emmett rifilò a Lucas un'occhiata assassina prima di allontanarsi.
L'ultima ora avevo spagnolo, e per fortuna Lucas non c'era, ma una ragazza di nome Jenny s'avvicinò a me.
"Ciao Bella. A volte ti vedo con quel ragazzo della riserva. E' un tuo amico?"
"Sì. E' il mio migliore amico. Si chiama Jacob."
Amico: in quest'ultimo periodo i rapporti tra me e Jake non erano proprio amichevoli.
"Il suo nome lo sapevo. Non è che potresti darmi il suo numero? Vorrei chiedergli di uscire. E' molto carino."
Questa era la consersazione più strana che avessi mai avuto: nessuno mi aveva mai chiesto di Jake.
"Mi dispiace Jenny, ma non credo che sia una buona idea."
"Perchè? Ti piace?"
"Non fraintendermi. Jacob per me è come un fratello. Lo conosco da quando ero piccola. Tra noi non ci sarà mai nulla di più dell'amicizia. Ma Jacob bisogna saperlo prendere. E' molto testardo."
La lezione cominciò e Jenny non ebbe più l'occasione di parlare di Jake.
Quando uscì nel parcheggio, stavo per dirigermi verso la macchina di Edward, quando vidi una persona familiare: Jake accanto alla sua moto, così andai da lui.
"Ciao Bella. Volevo chiederti scusa per tutto quello che è successo."
"Accetto le tue scuse e..."
Stavo per chiedergli se voleva fare un giro in moto, quando vidi il suo sguardo cambiare: sembrava imbambolato.
Vacillò per un momento e si sedette sul sellino; seguendo il suo sguardo, vidi Jenny che gli sorrideva.
Sventolai la mano davanti alla faccia di Jake, ma sembrò non accorgersene neanche.
Ricordai una cosa che mi aveva detto lui tempo prima e non potei fare a meno di sorridere: aveva finalmente avuto l'imprinting.
Andai da Jenny e gliela presentai: Jake le chiese se voleva andare a fare un giro con lui e lei non esitò un istante ad accettare.
Finalmente Jake si era dimenticato di me e aveva trovato la persona giusta per lui.
Quando salì in macchina, ancora sorridevo.
"Si può sapere cosa c'è da essere così contenta?"
"Ancora non ci sei arrivato? Quando Jake ha visto Jenny ha avuto il colpo di fulmine: ha avuto l'imprinting. Questo significa che noi possiamo stare insieme senza problemi. Puoi trasformarmi."
"Il terzo incomodo c'è ancora: Lucas."
"Non ho paura di lui. Ora niente ci impedisce di fare quello che vogliamo. A lezione Jenny mi aveva chiesto di darle il numero di Jake per uscire con lui. Ed è accaduto anche di meglio."
"Ora che hai fatto cupido, dobbiamo liberarci del tuo vicino."
"Non dobbiamo preoccuparci di lui. Trovarsi Emmett  davanti non deve essere stato piacevole."
"Lo terrò d'occhio comunque. Per sicurezza. E sono felice che finalmente possiamo stare insieme."
"Presto Jenny saprà tutta la verità. Spero solo che non la prenda troppo male."
"Ora basta pensare a loro. Stasera non potrò venire da te. Devo andare con Caius e Garrett in giro per la zona."
Quella sera infatti, rimasi sola: ora che Jake aveva avuto l'imprinting non avevo più nessuno con cui parlare.
Presi in mano il telefono, ma prima che potessi chiamare Alice, bussarono alla porta.
Naturalmente sapevo che non era Edward (lui non bussava praticamente mai), così quando aprì la porta non fui affatto sorpresa di vedere Lucas.
"Finalmente ti ha lasciata sola. Ora credo che possiamo parlare."
La sua mano si strinse intorno al mio braccio, e capì che non aveva intenzione di parlare.
Mi spinse dentro casa per poi chiudere la porta a chiave.
Ne approfittai della sua distrazione per avviare una chiamata a Alice e mi infilai il cellulare in tasca.
"Non so che cosa vuoi da me, ma è meglio che te ne vada. E anche subito."
"Il tuo bambolotto non è qui, quindi possiamo divertirci un pò."
Avanzò verso di me, e quando mi fu vicino, mi tirò uno schiaffo che mi fece cadere a terra: sentì qualcosa di umido e vidi che mi aveva spaccato il labbro.
Mi alzai in piedi, ma prima che potessi raggiungere la porta sul retro, Lucas mi prese e mi sbattè contro il muro per poi iniziare a mettermi le mani addosso.
"E' inutile che provi ad urlare. Nessuno ti sentirà."
E su questo si sbagliava: non so come, ma riuscì a liberarmi e a correre fuori, nel bosco dietro la casa.
Ad un tratto, sentì qualcosa afferrarmi per la vita e portarmi verso l'alto.
Non era Lucas: era un braccio freddo, infatti non appena sollevai lo sguardo vidi Jasper.
"Tutto ok?"
"Sì. Edward non dovrà sapere nulla."
"Troppo tardi."
Avrei riconosciuto quella voce ovunque: lui era dietro di me e Jasper scivolò giù dall'albero sul quale era salito.
"Non dovevi andare da qualche parte?"
"Abbiamo fatto prima del previsto. Sono tornato appena in tempo per sentire quello che succedeva dal telefono di Alice quando l'hai chiamata."
"Che cosa gli hai fatto a Lucas?"
"Niente, anche se vorrei ucciderlo. L'ho solo denunciato. Dovrebbe essere già arrivata la polizia."
Dopo la denuncia, mi portò a casa sua, ma impedì a Carlisle di medicarmi la ferita.
"Abbiamo rimandato troppo a lungo. E questo è il momento giusto. Trasformami."
"Bella... sei sotto schock. Non sai quello che dici."
"Invece non sono mai stata più lucida di adesso. Non puoi leggere i miei pensieri, e molto probabilmente avrei anch'io un dono se diventassi un vampiro."
"Il ragionamento non fa una piega. Ma non saresti mai più forte di me."
"Emmett, stai zitto. Non posso morderti. Il patto verrebbe infranto."
"Se mi iniettassi il veleno con una siringa il patto sarebbe salvo. Me lo hai promesso Edward. E io sono pronta. Non voglio restare umana."
Carlisle propose di addormentarmi con del sonnifero e darmi della morfina in modo che non sentissi dolore.
"Se vuoi cambiare idea questo è il momento per farlo."
"Non lo farò. Ho deciso quale sarà la mia strada e non intendo tornare indietro. Sono pronta."
Finalmente, il mio desiderio venne esaudito: divenni un vampiro.
Tre giorni dopo la trasformazione era conclusa ed ebbe inizio la mia nuova vita.
Le cose tra Jenny e Jake andavano alla grande e lei aveva accettato tutta la faccenda del lupo.
Tutti gli ospiti, inclusi i Volturi (nemmeno Aro e Jane potevano usare i loro poteri su di me) tornarono a casa e Garrett seguì Kate a Denali.
Io e Edward saremmo rimasti insieme per l'eternità e nessuno sarebbe mai stato in grado di separarci: essere un vampiro era il mio destino.
THE END

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