Padre Nostro...

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNO ***
Capitolo 2: *** DUE ***
Capitolo 3: *** TRE ***



Capitolo 1
*** UNO ***


Amara e l’Oscurità che si portava dentro o meglio l’Oscurità che era lei stessa, ormai si aggirava in piena tranquillità in lungo e largo nell’intero Paese.
Era riuscita a sfuggire  alle “infernali premure paterne” di Crowley.
Si era lasciata alle spalle un preoccupato Sam e un sempre più confuso Dean.
Ma nonostante tutto, nonostante sapeva di aver vinto un'altra battaglia , lei aveva fame.
Lei aveva sempre fame e sempre ne avrebbe avuto.
 

Ed era proprio per questo, spinti da questa consapevolezza, che i due cacciatori e l’angelo, da giorni, rinchiusi nel bunker, non facevano altro che seguire quelli che ormai sembravano essere segnali più che riconducibili al passaggio di Amara in qualche città o paese o semplice borgo.
Il giovane, a volte passava, nottate intere tra i libri della tradizione dei Men of Letters. Momenti di ricerche intervallati solo o dai rimproveri di Dean che lo volevano a letto almeno per qualche ora  o dalle visioni terrifiche della Gabbia.
Il maggiore, di contro, non era messo meglio. Ore e ore al computer per seguire e confermare con una telefonata ciò che era accaduto, facendosi spacciare ora per un federale , ora per un ranger, ora per un semplice detective. E anche lui si costringeva a concentrarsi costantemente solo sulla ricerca di Amara, per evitare quello che più lo stava mettendo in ansia in quel momento.

Forse dovrei tornare lì dentro, Dean!”, questo gli aveva detto Sam rivelandogli della gabbia e questo era ciò che per nessuno motivo Dean poteva né accettare né permettere.

Ed era per questo che quando fecero ritorno al bunker quella sera stessa, la prima cosa che fece fu nascondere gli anelli dei cavalieri. Aveva tenuti i primi tre dopo aver perso Sam al Cemetery Skull in Kansas e aveva recuperato quello di Morte quando lo aveva ucciso con la sua stessa falce.
Non poteva rischiare che Sam li trovasse anche perché era strasicuro che quel nerd del suo fratellino ricordava la formula che avrebbe aperto il passaggio per quella prigione infernale.
 
“Ehi, Dean!!” fu il richiamo di Castiel. Richiamo che lo destò dai suoi pensieri.
 
“Cosa c’è?!” fece sfogliando distrattamente dei fogli su cui aveva scarabocchiato qualche appunto.
“Credo che ci sia qualcosa a Duluth, in Minnesota.” Riferì girando il pc verso l’amico.
“Cosa?!”
“Credo che si tratti di Amara. Qui parlano di virus che colpisce il controllo nervoso, ma io penso che lo facciano perché non sanno…”
“…che cosa fare.” Finì per lui Dean.
I segnali c’erano tutti. Insofferenza, indifferenza, scatti improvvisi di rabbia, cambi repentini di umore, completa mancanza di senso di rimorso o una qualsiasi emozione. Ad occhi “innocenti” quella gente poteva semplicemente sembrare psicopatica o impazzita per un qualche oscuro motivo.
Già! Oscuro, era proprio la parola giusta!
 
“Ok! Sono stanco di stare qui dentro. Sto’ impazzendo. Se partiamo adesso, domani mattina siamo sul posto. Voglio stanare quella puttana oscura!” esclamò chiudendo di scatto lo schermo del pc e poi guardando Cas…
“Con tutto il rispetto per tua zia, Cas!” ironizzò.
“Cos….Amara o l’Oscurità o come tu voglia chiamarla non è mia zia!” lo riprese offeso l’angelo.
“Beh! in certo senso lo è. È la sorella di tuo Padre, no?!” asserì provocatorio e sorrise quando vide il confuso disagio palesarsi sul volto dell’amico.
 
Raggiunse Sam in uno degli archivi del bunker e lo trovò seduto a terra, gambe incrociate, circondato e immerso in una decina di libri e una miriade di fogli.
Solo Sam era capace di capire qualcosa in tutti quegli scritti letti contemporaneamente!!
“Ehi! Einstein …vieni. Si torna in strada!”  lo richiamò.
“Come?..dove andiamo?!” chiese sorpreso il giovane mentre si strofinava le mani sul viso per destarsi da quella concentrazione.
“Duluth!”
“Minnesota?..che ci andiamo a fare? A stanare il fantasma di Bob Dylan?!”
“Zitto profano e muovi il culo!!” fece scioccato dall’affermazione del fratello , andando via.
 

La mattina dopo, come previsto , erano a Duluth. I tre chiesero udienza al responsabile della polizia del posto, giustificando la loro presenza , con un caso di altre persone che avevano manifestato la stessa situazione generatasi a Duluth.
“Sono l’agente Plant.” fece Dean. “Il mio collega, l’agente Bohanam.” indicando Sam. “Lui…” fece poi rivolgendosi verso Castiel “..è il dott. Dempsey. Un consulente esterno.”
“Dottore?” fece il poliziotto.
“Beh!! da quello che ci hanno comunicato, qualunque sia la cosa che ha …diciamo…sconvolto, una parte dei suoi concittadini sembra avere natura mentale più che fisica. E il dott. Dempsey è un genio quando si tratta di capire l’inconscio di qualcuno. Potrebbe leggere l’anima se volesse !!” dichiarò con sul viso un aria strafottente e convincente allo stesso tempo, che solo Sam e Cas seppero ricollegare a ciò che il maggiore aveva appena asserito.

Vennero portati alle celle di sicurezza dove erano stati internati i vari “colpevoli”  e mentre l’agente di polizia li stava mettendo al corrente di ogni reato, fu richiamato per un incidente stradale.
“Io devo andare. Potete fare da soli!” asserì lasciandoli da soli.
“Tranquillo!, faremo loro solo qualche domanda.” ci tenne a dire Dean e una volta che furono soli, il maggiore si portò al centro del corridoio e guardò gli altri due.
“Sam tieniti pronto a muoverti. Cas? Anche tu. Lettura chiara e veloce!” disse e i due si misero in posizione , guardandosi con attenzione attorno.
“Ok! Signori e signore!” esclamò Dean. “Diteci dov’è la nostra cara amica in comune. Diteci dov’è Amara!”
Niente! La più assoluta indifferenza.
“Andiamo! Sappiamo che vi ha fatto qualcosa. Come vogliamo chiamarlo… il “bacio del vero amore”?” provò ad ironizzare.
“Lei ci ha resi liberi!” dissero quasi in sincrono un paio di loro.
“Sì, di fare cosa? spaccare teste? Squarciare petti? Spezzare gambe?” elencò il cacciatore ricordando i vari crimini di cui erano accusati.
“E non sentirsi in colpa!”  fecero altri due.
“Non ci diranno mai dov’è, Dean!” sussurrò Sam e Dean con una smorfia rabbiosa, sapeva che il fratello aveva ragione.
“Ok!” fece deciso e poi si rivolse di nuovo agli occupanti delle celle. “Fate come volete, ma sappiate che quando la troverò, perché la troverò..” ribadì con tono deciso. “…la farò a pezzi e la rimetterò nel barattolo sottovuoto in cui è stata conservata fino ad ora!”
“Nooo!!” gridò uno di loro, scattando verso le sbarre della cella e cercando di afferrare Dean. In quello stesso momento scattò anche Sam, afferrando il braccio teso verso il fratello che aveva indietreggiato per istinto.

Sam tenne il ragazzo pressato contro le sbarre della prigione, mentre Castiel, veloce e senza indugi, gli infilò una mano nel torace.
Il detenuto gridò , ma  Dean, andando in aiuto a Sam, gli mise prontamente una mano sulla bocca per evitare che qualcuno al di fuori di quel reparto di sicurezza , sentisse le grida.
Il ragazzo si dimenava come un ossesso e le barre di ferro non permettevano una presa facile.
“Cas…fa..presto!!”  fece Sam, sforzandosi di mantenere una presa forte intorno al detenuto.
“Solo le ultime notizie, Cas. Non ci serve l’intera cronologia!!” si accodò Dean.

Dopo qualche altro momento, Cas andò via dal ragazzo che sembrò ignorare completamente il dolore e tornò a sedersi pacatamente sulla sua panca.
“Allora?!” fece il maggiore guardando l’angelo.
“Niente anima!”
“Questo lo sapevamo Cas, grazie!! Ma sei riuscito a leggere niente altro?” fece il maggiore.
“Delle immagini confuse…un posto…un magazzino, credo!” farfugliò  l’angelo.
“Ok! Andiamo via da qui. Al motel cercheremo di dare un senso a tutto!” suggerì Sam e andarono via.
 
Al motel, Castiel spiegò in ogni particolare ciò che aveva visto. Il luogo, le varie immagini che aveva “rubato” dal ragazzo della prigione.
“Va bene, Cas. Hai detto che c’erano delle ruspe nel magazzino che hai visto, giusto?!” fece Sam.
“Sì!”
“ E che ad un tratto eri in un campo!” continuò , digitando ancora sui tasti del suo computer.
“Sembrava una grande coltivazione abbandonata!” ricordò Castiel andando incontro ai suggerimenti di Sam.
“D’accordo. A circa 30 miglia da qui, c’è una vecchia azienda agricola andata in fallimento. È abbandonata da anni ed è l’unica che corrisponde a quello che ha visto Cas.” fece il giovane mostrando le foto del posto sul portatile.
“Sam come facciamo a sapere che è quello il posto?! Sai quanti posti del genere, abbandonati o no, ci sono in tutto il Paese!” disse Dean, non proprio convinto.
“Semplice! Ci andiamo e controlliamo. Male che vada, siamo punto e accapo!” rispose innocentemente al fratello che non era affatto entusiasta di quel sopralluogo.
“Va bene. Ma non mi convince. Me lo sento a pelle. Finiremo nei guai!!” disse con un mezzo broncio  mentre prendeva il suo giaccone e le chiavi dell’Impala.
“Dean, se finiremo nei guai, vuole dire che avremo trovato Amara!” rispose ironico Sam.

Dean stava per rispondergli a tono, ma cavolo!!.. Aveva ragione.
Infondo era Amara il “guaio” a cui stavano dando la caccia.



N.d.A.: Unico avviso a questo punto della storia. Piccola "cosa" in tre parti. Spero vi piaccia!!
A presto!!!

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Capitolo 2
*** DUE ***


Quando arrivarono al magazzino, i tre , si divisero i lati.
Sam sarebbe entrato dall'ingresso principale, Cas dal retro e Dean avrebbe preso le scale che portavano al piano di sopra dove prima dovevano esserci gli uffici dell’azienda.

Quando il maggiore arrivò alla porta al piano superiore, l’aprì con cautela, cercando di non farle fare rumore, o cigolare. Non era messa molto bene, quindi doveva fare attenzione ad essere il meno “presente” possibile.
Lo stesso fecero gli altri due, al piano inferiore.
 Anche se lontani, i tre, sembravano agire in sincrono. Lenti, circospetti, silenziosi. I sensi al massimo dell’allerta.

Ma mentre i due al piano di sotto andavano incontro alla completa assenza di una qualunque presenza sia umana che soprannaturale, per Dean, al piano di sopra, la situazione fu diversa.

La vide. Ferma al centro della piccola stanza. Ancora quel vestito di uno strano viola. Immobile come se lo stesse aspettando. Di nuovo.
Che gli dava le spalle. Di nuovo.
Intenta a fissare il nulla di nuovo.
 
“Questa volta non mi fermerò, mi dispiace!” sussurrò Dean, riponendo la pistola e afferrando il coltello di Ruby, stringendone l’elsa per assicurarsi di avere una presa decisa sull’arma.
“Neanche io mi fermerò, Dean!” fece la ragazza, voltandosi verso di lui.
E ancora quel sorriso non sorriso che lo gelava. Quell’espressione inespressiva che lo confondeva. Quel tono di voce atono a tal punto da non sembrare nemmeno naturale.
 
Aveva affrontato centinaia di mostri e creature di ogni specie, eppure , Amara, lo faceva rabbrividire. Gli incuteva una paura che non aveva mai provato e che non sapeva di poter provare.
Dean Winchester aveva paura!
Quella sorta di consapevolezza gli fece fare un passo indietro nel momento esatto in cui Amara ne fece uno verso di lui.
Ma quel passo fu traditore per il cacciatore.

Dean incespicò in qualcosa e cadde all’indietro sedendosi goffamente sul sedere. Cercò di rialzarsi immediatamente , ma Amara gli fu velocemente accanto e gli mise una mano sul petto, spingendolo verso il pavimento.
La sensazione che provò Dean fu strana e allarmante allo stesso tempo.
Amara aveva pur sempre le sembianze e il fisico di una ragazzina di appena sedici anni o poco più eppure la forza che Dean sentiva opprimergli il petto sembrava quello che aveva sentito quando quel gigantesco Golem lo aveva afferrato.
Insostenibile, incontrastabile.
Gemette , cercando con le mani di spostare la mano di Amara che spingeva su di lui. La vedeva sorridere appena e rendersi conto che l’Oscurità si stava divertendo nel vederlo soffrire lo agitò fortemente e fece schizzare al massimo i livelli dell’adrenalina. Così il suo cervello iniziò di nuovo a ragionare.
O lo faceva o era finita.
Agire a livello fisico era inutile. Lo aveva capito.
Quindi l’unico modo , era cercare di puntare su quel legame che Amara diceva esserci tra loro.

“Mi…mi hai…promesso che….non mi avresti….fatto ….fatto del male…” biascicò cercando di trattenere il dolore.
“Ma io non voglio farti del male, Dean. Voglio mostrarti finalmente quello che sono in realtà e come ci si sente ad essere parte di me! La rabbia, la disperazione, l’oppressione, il dolore…” sibilò placidamente mentre una mano si poggiava sulla fronte del cacciatore.
Dean pensò, istericamente, che Amara stesse per risucchiargli via l’anima e renderlo uno di quegli automi che si stava lasciando dietro in quel suo viaggio sulla Terra.
“No…” cercò ancora di dire, provando a spostarsi.
“Sentirai il peso della mia esistenza. Proverai sul tuo corpo l’affanno e il dolore del mio ingiusto esilio!!” sibilò placidamente.
“No!!….no…non farlo.”  biascicò , tentando di fermarla. “Amara…no!!” , ma Amara non aveva intenzione di ascoltarlo.
Poggiò la mano sulla fronte di Dean. Strinse, schiacciando pollice e mignolo sulle tempie del cacciatore e si concentrò, sorridendo, mentre un dolore atroce e profondo attraversò il corpo di Dean, ormai, in completa balia dell’oscura ragazza.

Un doloroso urlo.
Poi più niente.
 
Al piano terra, Sam e Cas, si ritrovarono al centro del magazzino. Non avevano trovato niente. Stavano per raggiungere le scale interne che avrebbero portato al piano superiore quando furono presi di sorpresa da un grido di dolore.
“Deaaannn!!?” gridò di rimando Sam, precipitandosi su per le scale, seguito da Castiel.

Bastarono pochi secondi e quando Sam spalancò con un calcio la debole porta dell’ufficio si ritrovò davanti agli occhi una scena sconvolgente: Dean, a terra, privo di sensi. Amara accanto a lui con ancora le mani imposte sul suo corpo inerme.
E poi i loro visi. Quello del fratello sembrava sconvolto dal dolore, quello di Amara era fastidiosamente soddisfatto.

“Io ti uccido!!!” gridò Sam, scagliandosi contro la ragazza e puntandole contro la lama angelica.

Ma a lei bastò un gesto semplice della mano per spingerlo via e farlo sbattere contro la parete opposta.
Sam grugnì dolorosamente quando impattò con la schiena e cadde svenuto al suolo.
“Vuoi tuo fratello?” domandò retoricamente Amara. “Raggiungilo!” sussurrò decisa, stringendo la mano, sporta verso Sam,  a pugno. Come se avesse afferrato qualcosa e poi l’avesse tirata via. In quel gesto Sam si contorse sul pavimento, gemette vistosamente e poi si accasciò completamente abbandonato.

Castiel, preso di sorpresa da quello a cui era stato testimone, cercò di reagire. Di aiutare i suoi due amici. Sentiva, sapeva  che non erano morti. Sentiva ancora il battito dei loro cuori. Anche se erano suoni accelerati, spaventati. Ma comunque c’erano.
“Che cosa hai fatto?!” gridò avventandosi contro di lei, ma gli bastò distrarsi la frazione di un secondo per afferrare la sua lama , per ritrovarsi a fissare il vuoto davanti a lui.
Amara era sparita. Castiel non sapeva nemmeno che ne fosse in grado.
Si ritrovò in quello strano posto, in quella vecchia stanza, con i suoi due amici a terra, persi in chissà quale luogo oscuro e non sapeva cosa fare. Se poteva almeno fare qualcosa.

Liberò il centro della camera e mise i due fratelli vicini e lui si inginocchiò al centro , tra di loro.
“Se vi ha fatto del male fisico, posso provare a guarirvi. Se è un male psicologico, posso tentare di sanarlo. Io potrei…” fece imponendo sulle fronti di entrambi i fratelli per iniziare la guarigione.
 

“No! Fermati Castiel!!” fece la voce alla sue spalle. “Non riportarli indietro. Non ancora!”

 
“Tu?” sibilò rabbioso Castiel quando i suoi occhi incrociarono di nuovo quelli del Re degli Inferi. “Come osi?!” lo ammonì mettendosi tra Crowley e i corpi indifesi dei due fratelli.
“Di solito questa è una frase da re e non da soldato!” ironizzò su quel “Come osi?!
“Questa volta non sono sotto l’incantesimo di Rowena. Saprò dove colpire e come ucciderti. Non ti darò scampo, essere immondo!!” ringhiò mentre avanzava verso di lui con la lama armata nella mano.
“Ok!Ok! datti una calmata Padre Merrin.” fece il demone. “Ascoltami prima e poi deciderai, d’accordo?!”
“Cosa dovrei ascoltare ?” ringhiò l’angelo.
“Amara non li vuole morti, non  adesso almeno. O li avrebbe uccisi con un battito di ciglia. Credimi , ne sarebbe capace!” affermò il demone, ricordando il suo polso che si piegava in due sotto un semplice sguardo della ragazza ribelle.
“Questo che vuol dire?!”
“Amara vuole mostrare loro ciò che ha passato in quel tempo infinito che è stato il suo esilio. Vuole farli provare ciò che lei ha provato.” cercò di spiegare al nemico angelico.
“E questo ti sembra un buon motivo per cui debba lasciarli ovunque loro siano!?” gridò rabbioso Castiel, raggiungendo i due amici a terra.
“Aspetta…aspetta!!” lo richiamò ancora , Crowley. “Pensa , Castiel: abbiamo dei fottuti Jedi, infiltrati nella Morte Nera e…” e poi , ancora più deciso. “…e non guardarmi così, perché so benissimo che hai capito che cosa intendo.”
“Certo che ho capito. Ma non intendo rischiare le loro vite in questo modo.” lo ammonì Castiel.
“Ascoltami. Non pensi che vedendo ciò che Amara è realmente, sentendo ciò che lei sente, Sam e Dean , riescano, con la fortuna sfacciata che si ritrovano , a capire come sbarazzarci di lei?! A trovare un dannatissimo punto debole?...Andiamo!!” esclamò. “Lo sai benissimo che se c’è qualcuno che può rimetterla in  riga, sono quei due sottospecie di modelli!!” rinforzò con decisione.

Dannato Crowley!! Aveva ragione.

Amara infondo era solo un involucro.
Era ciò di cui era fatta dentro, il loro nemico reale.

L’aveva sentita dire a Sam “Raggiungilo!”, quindi la cosa certa era che i due cacciatori erano in un qualche posto nascosto nell’Oscurità. Ed erano insieme.
E se davvero in quel posto avessero avuto la possibilità di scoprire una qualsiasi debolezza ? Ma come capire se ce l’avevano fatta? Come sapere quando era il momento di riportarli indietro? Come non rischiare di ucciderli?
 

“Saaammm!!” gridava Dean avvolto da quel buio fatto di fumo. “Sammyyy!!!” con più forza.
“Dean!!!” fu la risposta. “Dean da questa parte….io…io non riesco a …vederti!”
“Non muoverti, fratellino. Ti trovo io….ti  trovo io!!” fu l’accorato monito del maggiore che iniziò ad aggirarsi in quella nebbia, continuando a seguire i richiami dal fratello , fin quando, miracolosamente, non riuscì a trovarlo.
Lo abbracciò. Lo abbracciò forte e se da un lato era felice di vederlo , dall’altro era terrorizzato dal fatto che anche Sam fosse in quella situazione.
“Dean… Dean dove siamo?!”  chiese Sam guardandosi intorno.
“Credo che dire che siamo entrambi dentro Amara potrebbe sembrare volgare e si potrebbe incazzare!” azzardò il maggiore.
“Dean!” lo riprese Sam, apprensivo.
“Troppo spinta?!”
“Decisamente!” lo rimproverò il più giovane.
“Comunque , credo che siamo …nell’Oscurità, Sammy!” disse poi Dean.
“L’Oscurità!” ripetè l’altro. “E’ qui che ti sei ritrovato la prima volta, subito dopo che il marchio è andato via?!”
“Sì.” ricordò il maggiore. “Sembra di essere in un’altra dimensione.” Riflettè dato la completa assenza di una qualsiasi cosa fisica o no.
“Che ne dici se cerchiamo una qualche via di fuga o cerchiamo almeno di capire se c’è qualcosa o qualcuno qui dentro oltre noi!?” suggerì Sam , iniziando ad avanzare.

Quel loro girovagare sembrò durare ore, o forse minuti. I loro orologi sembravano impazziti , davano letteralmente i numeri e così non riuscirono a quantificare nè il tempo trascorso, né lo spazio percorso.
Ad un tratto Sam si girò verso Dean e lo vide alquanto provato.
“Ehi, tutto ok?” chiese.
“Non ti senti stanco anche tu, come…come se avessi corso la maratona di Boston?!” fece il maggiore, massaggiandosi il petto.
“No, anche se …non mi sento al cento per cento. Non mi starai diventando vecchio, fratellone?!” ironizzò il minore.
“Zitto, stronzo!”
“Riprenditi, idiota.”

Ripresero quel loro girovagare e più continuavano, più quel senso di spossatezza  si faceva pressante. Cominciavano ad avere difficoltà nel respirare. Era come se quel fumo, gli stesse opprimendo i polmoni.
“Dean…Dean, cazzo!! Devo…devo fermarmi!” ansimò Sam, piegandosi in avanti e poggiando le mani sulle ginocchia, come per riprendere fiato.
“Sì…anche io.” Lo assecondò Dean.
“Sai? Non credo che siamo noi….credo che il nostro star male sia dovuto al posto. A come è fatto!” azzardò come ipotesi il giovane Winchester.
“Che vuoi dire!?” fece Dean , mentre cercava di riprendere fiato e forza.
“Mi hai detto che Amara quando ti ha messo al tappeto…” ma Dean lo fermò, risentito.
“Ehi!!…smettetela di dirlo guardandomi come se mi fossi rammollito. È la fottuta sorella di Dio. Metterebbe al tappeto chiunque!” replicò offeso.
“Ok! Scusa!” ammise Sam e poi riprese la sua spiegazione. “Comunque lei ti ha detto che… ti avrebbe mostrato dove e come ha vissuto…ciò…ciò che aveva provato e.. e quindi questo senso di oppressione, stanchezza, debolezza, confusione, smarrimen….”
“Sì…hai reso l’idea, fratellino!” lo fermò Dean.
“E’ come se quello che ha provato Amara ci stesse schiacciando lentamente!” concluse, aprendosi appena la camicia che gli dava l’impressione di soffocarlo.
“E quando ci avrà schiacciati del tutto?!” fece in un ansimo, ma Sam non rispose e onestamente Dean non la voleva la risposta. “Ok! Andiamo avanti.” fece il maggiore poggiando una mano sulla spalla del fratello e aiutandolo a riprendere il cammino.

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Capitolo 3
*** TRE ***


“Quando pensi che dobbiamo aspettare ancora?” fece nervoso Castiel che teneva costantemente sottocontrollo i due amici dormienti.
“Non lo so. Non ho idea di cosa stia accadendo al di là dell’arcobaleno!”rispose Crowley.
“Perché?!” fece poi perplesso l’angelo.
“Perché sono qui con te e non a Darklandia!” rispose ironico.
“No, perché vuoi che trovino il modo per sconfiggere Amara?” ribadì confuso. “Fino a qualche settimana fa, sembrava che tu volessi avere il premio “padre dell’anno” e ora complotti con noi per farla fuori. Perché?” gli fece presente Castiel.
Crowley abbozzò un mezzo sorriso e capì che in quel momento , l’angelo, avrebbe scoperto ogni sua menzogna.

Quello non era più l’angelo con i paraocchi di quando lo aveva conosciuto. Castiel era , ormai, un provetto esempio di come essere un Winchester: “Nessuno dice la verità. Tutti mentono!

“Quella piccola fotocopia di Dio al femminile può schiacciarmi senza nemmeno farmene rendere conto e io, onestamente, dopo aver ritrovato il mio “io” interiore, non sono ancora pronto ad abbandonare i giochi. Soprattutto quelli con i Winchester. Troppo divertenti!!” fece.
“Crowley!!” lo richiamò Castiel, seccato.
“Ok! Il fatto è che mi basta un Dio da avere come antagonista e i due cowboy, qui, costantemente alla calcagna , pronti a farmi fuori. Sono le regole del gioco e mi vanno bene. Quindi non mi serve un’altra divinità instabile e i suoi robocop adepti. Hai idea di cosa potrebbe combinare quella …cosa….quando si troverà al potere e ad avere a che fare con le paturnie mestruali. Sarebbe capace di far implodere l’universo intero!” spiegò al suo solito modo.
“Io…non credo che lei…avrebbe le pat..” balbettò Castiel cercando di rispondere all’esempio portato dal demone.
“Oh! lascia perdere angioletto. Sai a che cosa mi riferisco. Amara è arrabbiata, infuriata, per non dire oscuramente incazzata con il suo Divino fratellone che l’ha messa in castigo dall’alba dei tempi. Vuole la sua rivincita e su questo è stata molto chiara. E se la prenderà qui sulla Terra, su in Paradiso e giù all’Inferno. Lucifero in persona sta gridando di paura in questo momento. E io ho bisogno che lui rimanga dov’è, che Michele rimanga dov’è e soprattutto io voglio rimanere sul mio trono.” ammise deciso e con gran stupore da parte di Castiel, sincero.
Paradossalmente sincero!
 
 

Sam camminava , anche se a stento, davanti a Dean, fin quando un tonfo non lo costrinse a voltarsi.
Dean era a terra!
“Dean….Dean!!!” lo richiamò allarmato.
“Non ce la faccio. Sammy….non riesco…quasi più…a respirare…” cercava di spiegare il maggiore tenendosi il petto che gli doleva e gli bruciava dall’interno.
“E’ tutta colpa…degli hamburger…!” provò a scherzare Sam, anche se , pure lui era in evidente difficoltà. Dean lo aveva, decisamente, solo preceduto nel crollare a terra sfinito.
“Va’ avanti…Sammy. Cerca di…trovare…un modo…di uscire da qui…almeno…almeno tu potrai…”
“Sta’ zitto, scemo. Non ti lascio, puoi ….puoi scordartelo!” lo rimproverò il più giovane.
“Sam…sto…sto solo seguendo le…tue nuove regole….” biascicò Dean sempre più a corto di fiato.
“Fanculo le nuove regole. E poi…poi qui ci siamo ..solo tu ed io…quindi…” gli fece presente Sam, sedendosi accanto a lui. “Ora, ci riposiamo…un attimo e poi…tu…. tiri su quel tuo culo…pesante e ce la filiamo…da qui!” sembrò volerlo incoraggiare e forse convincere sé stesso.
Ma sedersi e fermarsi non sembrò portare alcun giovamento.
Anzì!
Il loro respiro si faceva sempre più difficoltoso. Il dolore al petto sempre più persistente e la debolezza sempre più insostenibile.
“Sammy, credo…credo che ci stia….schiacciando!” ansimò Dean e afferrando un braccio del fratello ancora accanto a lui, lo strattonò. “Alzati…continua….trova un modo….esci da qui…Sammy…” provò di nuovo a convincerlo.
“Te lo scordi, Dean…io…io non ti lascio. O ne usciamo …insieme. O finisce qui…per tutti e due. Io e te. Lo sai. ….è stato…è stato sempre così e sarà così fino…alla fine!” sembrò giurare mettendo una mano su quella del fratello ancora stretto sul suo braccio.
“Sammy….”
“E’...Sam!” ribadì serio.
Ed entrambi sorrisero, fin quando una fitta più forte al petto e la mancanza d’aria non li fece gemere.
“Fa’ male…Sam. Dio!! fa’ davvero male!!” soffriva Dean, stringendosi le mani al petto.
“Lo so…lo so…ma cerca di resistere Dean.” lo incoraggiava il minore anche lui, parecchio dolorante. “Ricordi? Ricordi quello che diceva papà?”
“Papà ne diceva di stronzate!!” sbottò a sorpresa Dean ridendo nervosamente per nascondere il dolore che sentiva.
“Wow!! Se non fossimo immersi in questa…. oscurità biblica che ci sta schiacciando, non avrei ….mai creduto che un giorno ti avrei sentito dire…. una cosa del genere!!” ammise Sam cercando di controllare il dolore che pulsava forte dentro di lui.
“….” Dean non rispose altro e lo guardò solo in attesa di sapere quale aneddoto avrebbe tirato fuori Sam, in quel momento, su loro padre.
“Va’ avanti nonostante il dolore!” proseguì poi, Sam.
“Nonostante il dolore!” fece eco Dean.
Indiscutibile motto Winchester!!!
“Già quante volte lo avrà detto papà!?” chiese retoricamente Sam, mentre sentiva le forze venirgli sempre meno.
“..papà..” mormorò in un gemito Dean.
“ …papà..!” ripetè Sam e poi quasi come se avesse capito di essere alla fine, che entrambi lo erano, il minore dei Winchester chiuse gli occhi.
 
Per un attimo solo silenzio. Solo quel tediante brusio dell’Oscurità e i loro respiri incerti.
 
E poi senza aprire gli occhi , Sam, mise una mano sul petto del fratello steso accanto a lui.
“Padre Nostro…” iniziò a pregare. “…che sei…nei Cieli.. sia... santificato il tuo nome…” cercava di recitare rimanendo concentrato sulle parole.

Dean lo guardò , stupito di una tale reazione. Sapeva che Sam pregava, lo aveva perfino preso in giro per questo.
 
Ma quante volte anche lui lo aveva fatto. Quante volte anche Dean Winchester aveva pregato? Lo aveva fatto in quel parcheggio quando suo fratello si ostinava a voler affrontare Lilith e lo aveva fatto quando Carestia aveva infettato Sam e poi aveva ancora pregato Castiel perchè proteggesse il suo fratellino quando aveva intrapreso le Prove.
Aveva pregato. Molte volte Dean aveva pregato. Forse pregava molto più di Sam!!
 
“….venga il tuo regno….sia fatta la tua volontà,…. come in cielo così in terra...”
 
“Sammy…” lo richiamò senza rimprovero il maggiore, anzi, forse nel suo tono, Sam sentì della tenerezza. Così rispose con un sorriso a quel richiamo fraterno.
“Una volta me lo dicesti anche tu….Dean. Ricordi? “La preghiera è l’ultima ancora di un uomo disperato.”, beh! noi…siamo decisamente all’ultima ancora….e siamo decisamente….disperati. Quindi…” volle spiegare e non giustificare il giovane al fratello. Poi riprese.
“…Dacci oggi il nostro pane…il nostro pane…il nostro…” sembrava confuso o forse esausto.
“… quotidiano..” lo aiutò Dean, stringendogli il braccio che ancora non lasciava. Sam gli sorrise complice, grato di quell'appoggio e a quel punto iniziarono a recitarlo insieme.
“….e rimetti a noi i nostri…. debiti…” e con sorpresa cominciarono a notare che più pregavano, più quella sorta di nebbia oscura si diradava intorno a loro.
 
Si guardarono stupefatti da ciò che stava accadendo e allora continuarono e più quel fumo si diradava e più quell’asfissiante sensazione di oppressione si attenuava e allora andarono avanti sempre più decisi e concentrati.
 
“…come noi li rimettiamo ai ….nostri debitori….” e così fino alla fine, fin quando , insieme, non recitarono l’Amen e quella forza che sembrava stesse per schiacciarli, parve sparire.
 
 

“Ora basta!! Li riporto indiet….” stava dicendo esasperato Castiel ma non riuscì a finire la frase.
 
Un respiro strozzato venne fuori dalla bocca dei due fratelli , che ripresero i sensi nello stesso momento, lasciando spiazzati e sorpresi sia l’angelo che il demone.
“Dean?...Sam???” esclamò esterrefatto Castiel , andando loro vicino e assicurandosi che stessero bene. “Come state? Cosa è successo? dove eravate?” domandava agitato.
“Lui che ci fa qui?!” chiese invece Dean che notò subito la presenza di Crowley.
“Felice di vederti anch’io, Dean!” rispose ghignando il demone.
“Vi spiegherò tutto. Ma voi …cosa..”
 Dean si voltò a guardare Sam ancora seduto a terra, al suo fianco. Si alzò e porgendo una mano al fratello, aiutò anche il minore ad alzarsi.
“Tutto ok?!” quasi mormorò.
“Sì. Tutto a posto. E tu?!”
“Tutto bene.”
“Ok, va bene!! Tu stai bene, lui sta bene e noi tutti siamo felici. Ma ora possiamo sapere se nel Paese delle Meraviglie Oscure, avete scoperto qualcosa?!” si fece avanti Crowley con il suo pacato impeto inglese.
“Ragazzi..” fece anche Castiel che vedeva sui volti dei suoi due amici un espressione di incredulità e forse anche, se incerto, felice ottimismo. Sembrava quasi speranza.

“Dobbiamo trovare Dio!” esclamarono all’unisono i due fratelli.

“Cosa?!” fecero altrettanto, l’angelo e il demone.
“E’ l’unico che può aiutarci a fermarla!” fece Sam
“L’unico che può rimetterla in castigo!!” ironizzò Dean.
“Dean ma ci ho già provato!” fece Castiel. “A trovare Dio. Ricordi? Ero un angelo a pieno regime e non ci sono riuscito. Come credi possa riuscirci ora?!” chiese sentendosi in colpa per quelle sue mancanze angeliche.
“Non lo farai da solo Cas!” lo rassicurò Dean. “Lo faremo insieme e ci darà una mano anche Mr. Inferno!” fece sarcastico , guardando Crowley.
“Ah sì?!” rispose il demone con lo stesso sarcasmo.
“Sì, se vuoi continuare a tenere il culo al caldo sul tuo bel trono infernale, perché onestamente non riesco a trovare altro motivo per la tua presenza qui.” lo smascherò , Dean.
“Dean ha ragione, Crowley!! Amara non ci penserà due volte a farti fuori e mettere sottosopra l’Inferno, gabbia compresa. Quindi se vuoi tenerti il posto e tenere Lucifero e Michele ancora in gabbia, ci darai una mano a trovare Dio!” fece risoluto il più giovane dei Winchester.
Il demone si sentì decisamente messo a nudo. Quei due sembravano gli avessero letto in faccia ogni timore. Ma , per la miseria, avevano ragione e volente o dolente, doveva collaborare.
“E una volta che lo avremo trovato?...Se ….lo troveremo!?” fece dubbioso il demone.
“Lo pregheremo!” disse Dean , sorprendendo  sia l’angelo che il suo antagonista.

Castiel rimase perplesso da quello che sembrava essere comunque un piano di azione da parte dei due fratelli. Ma poi fece mente locale a ciò che fu la sua prima conoscenza.
Pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, così che possiate  comparire davanti a Lui…”
Crowley guardò l’angelo che era rimasto concentrato in quelle su quelle parole appena pronunciate.
“Ho sempre saputo che quel Luca fosse il più intelligente di tutti!!”, poi si stiracchiò l’onnipresente cappotto di buona fattura e riprese il suo ghigno inglese. “Mi farò sentire!” disse allontanandosi.

“Dove vai?!” fece Dean.
“A caccia di Dio, idiota!!” e sparì.
“Voi state bene?!” chiese l’angelo, guardandoli ancora.
“Sì, Cas.”
“Sì, amico. Stiamo bene.” fece eco Dean.
“Allora mi metto alla ricerca anche io!” e battendo una pacca amichevole sulle spalle dei suoi amici, andò via anche lui.
 

I due Winchester tornarono all’Impala, concentrati o forse sconcertati , ancora, da quello che era successo.
Entrarono in macchina in silenzio e per un attimo restarono a fissare l’orizzonte che avevano davanti.
Poi fu il minore a rompere quel momento.
“Allora sai pregare , Dean?!”
Il maggiore sorrise. Sapeva che quel piccolo nerd  glielo avrebbe rinfacciato.
“Cosa credi che facessi ogni volta che ti trovavi nei guai, fratellino!” rispose spiazzando decisamente ogni risposta ironica che si era preparato Sam.
“Tu?…per me??...” fece completamente colto di sorpresa.
“E per chi altro, altrimenti?!” replicò.

Mise in moto la sua Piccola e con un gesto veloce accese la radio.

 
“..Se Dio avesse un volto, a chi somiglierebbe? 
e lo vorresti vedere? 
se vederlo significasse che dovresti credere 
in cose come il paradiso, Gesù, 
i Santi, e tutti i profeti?”

(One of Us, cover of J. Winchester)
 
 
 


N.d.A.:   E anche  questa è fatta. Spero che vi sia piaciuta. A me è piaciuto scriverla non appena mi si è flashata l’idea in mente.
Allora solo per la felicità di chi ama le citazioni stile Spn:
  • Bob Dylan è nato a Duluth.
  • Plant e Bonham sono parte dei Led Zeppelin.
  • Dempsey è riferito a Patrick Dempsey. Il dott. Sheppard di Grey’s Anatomy. Occhi azzurri, sguardo trasognante, capelli perfettamente spettinati…chi vi ricorda??
  • Padre Merrin è il prete esorcista de “L’esorcista” che non fa che ripetere “Creatura immonda…” alla povera posseduta.
  • Castiel cita Luca 21, 36.  Mi è sembrato simpatico metterlo in questa storia, anche perché Castiel già parla dell’evangelista quando lui e Dean sono con Chuck….(4x18)  “Avresti dovuto vedere Luca!!”, ricordate? E poi questo passaggio mi sembra più o meno attinente a quello che stanno passando i nostri eroi.
  • Quando ho visto che della canzone che ho citato c’era una bella cover fatta da un Winchester non ho resistito.
Per tutto il resto, credo davvero che Dean, durante le stagioni di Spn, sia quello che ha pregato di più, nonostante le sue prese in giro a Sam.
Pensateci e fatemi sapere se sbaglio!!!
 
Baci, Cin!!!

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