Save The Future

di Aliaaara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Save The Future
 
 
Capitolo 1
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
9:23 7/7/X791
 

 
 
 
 
Un frastuono. Un enorme boato. Strani versi nell’aria che assomigliavano a ruggiti. Mi faceva male la testa, tanto. Provai ad aprire un occhio, non vidi nulla e una luce improvvisa seguita dal suono di un esplosione mi accecò e dovetti richiuderlo velocemente. Sentivo puzza di bruciato.
Ma dove ero finita?
Ero stesa, la faccia premeva attaccata al pavimento, un braccio era steso lungo il fianco in una posizione scomodissima, l’altro invece era davanti a me e mi faceva un male pazzesco e non sapevo come.
Provai a tirare a me il braccio lontano, faticando, c’era qualcosa sopra che mi impediva di muoverlo. Provai a muovere allora quello destro ma sembrava avessi perso totalmente la sensibilità in quello, non riuscivo proprio neppure a sentire le dita della mano.
Strinsi gli occhi mentre mi facevo leva sui gomiti, cercando di tirarmi su. Qualcosa però mi pesava enormemente sulla schiena facendomi male, era troppo pesante. Cercai di togliermelo di dosso piegando da un lato la schiena e facendo in modo che il peso che avevo cadesse su un lato. Immediatamente dopo il tonfo di questo ne seguirono altri, sembravano massi dal suono e si abbattevano sulla mia schiena a ripetizione. Urlai probabilmente ma non mi parve neppure sentirlo per tutto il rumore che sentivo attorno a me.
In qualche modo riuscii a tirarmi su con la schiena e a reggermi sulle braccia, cercai di aprire gli occhi ma mi ci volle un po’ prima di farlo. Inizialmente una luce e un fischio acuto mi suonava nelle orecchie. Provai a guardarmi attorno ma non appena voltai lo sguardo vidi un faro abbagliante poco prima che un esplosione scoppiasse a qualche decina di metri da me facendomeli chiudere ancora per tutta la polvere che si elevò.
Tremavo, avevo paura. Cosa stava succedendo?
Mi costrinsi a tenere gli occhi chiusi. A ricordare. Cosa stavo facendo prima?
Il Torneo dei Giochi Magici, la cattura a palazzo, lei Natsu e gli altri che scappavano…
Sbarrai gli occhi.
Il viso puntato a terra e quello che vidi fu solo la terra, la polvere e macerie di quello che doveva essere un pavimento o colonne di qualche parete.
-La scossa di terremoto…- ricordai vagamente. La mia voce gracchiava, sentivo la gola secca come se fino a poco prima avessi urlato. Anzi, lo avevo fatto.
C’era stata quella scossa mentre fuggivamo da palazzo e le guardie ci avevano bloccati in un corridoio, poi le pareti avevano iniziato a rompersi, i pavimenti sgretolarsi e poco dopo stavo urlando mentre precipitavo nel vuoto con centinaia di massi che mi cadevano addosso.
Mi colse una consapevolezza –D..dove sono?- mi chiesi guardandomi attorno agitata con gli occhi sbarrati –Dove sono... gli altri?- mi chiesi.
E rimasi incredula quando alzai lo sguardo e la vidi.
La distruzione.
Il palazzo era crollato, quello che era rimasto era poco o più che macerie. Attorno ogni singola cosa era stata distrutta. La città che doveva ergersi alla mia sinistra stava bruciando in quel momento. L’arena dei Giochi sembrava intatta se non per uno squarcio su un lato che aveva fatto crollare tutta una platea.
Quello che però più di tutti attirò la mia attenzione fu il cielo.
Draghi.
Draghi ovunque.
Volavano, ruggivano, davano fuoco alla città man a mano che passavano.
Sentivo la gente urlare, ne distinguevo le grida sotto quei suoni sconnessi di esplosioni e frastuoni.
Guardai attorno a me girando lo sguardo di qua e di là sempre più agitata, il cuore mi batteva in petto e sentivo la testa girarmi. In quel momento l’unica cosa che avrei voluto fare era piangere, rannicchiarmi da qualche parte e piangere a dirotto come non avevo mai fatto.
Un urlo umano squarciò il cielo, mi drizzai col viso e mi guardai attorno cercando la persona a cui apparteneva quella voce –Natsu…?- mi chiesi speranzosa ma non lo vedevo.
Però lo avevo sentito. Doveva essere lì da qualche parte, dovevo trovarlo.
Cercai di farmi forza e di tirarmi in piedi ma solo in quel momento mi accorsi di un masso che mi copriva il braccio destro. Non sentivo più la sensibilità alla mano e questo non sapevo se fosse un bene o un male.
Iniziai a tirare, cercando di liberare il braccio. Tirai e tirai ancor più forte ma niente, il masso era troppo grosso.
Un'altra esplosione mi fece sussultare, cercai di affrettarmi, di questo passo sarei saltata in aria se fossi rimasta ancora lì. Allora mi misi in posizione a gatto e mi spostai verso il masso che mi tratteneva la mano, iniziai a spingere verso di lui con tutta la forza che avevo. Alla fine riuscii a spostarlo di un poco, quel tanto che mi bastasse per poter poi iniziare a tirare con tutta la forza che avevo, e finalmente liberai la mia mano.
Ripresi il respiro, avevo già il fiatone. Osservai la mia mano rossastra, sanguinava su più punti ma pian piano mi sembrava di riuscire a muovere le dita.
-Baaastaarddoo!!- sentii urlare e alzai lo sguardo in cielo da dove proveniva quel suono che avrei riconosciuto tra mille.
Natsu.
Stava in cielo e lottava contro un drago, continuava a colpirlo più e più volte nella speranza di fargli anche solo un graffio ma senza nessun risultato. Alla fine una zampata dell’animale lo fece precipitare a terra in picchiata e sprofondare tra le macerie.
-Natsu!!- gridai con tutta la voce che avevo in gola, preoccupata per lui.
Poco dopo lo vidi rialzarsi da terra, lo sguardo ancora fisso sul suo avversario e la faccia determinata più che mai, si pulì un rivolo di sangue che gli scendeva lungo la bocca come se nulla fosse e infiammò un pugno per poi partire alla carica contro il drago urlando a squarcia gola.
Sgranai gli occhi quando vidi il drago andargli in contro. Quando furono in linea di collisione  Natsu colpì il drago, questo non si fece nulla ma d’altra parte colpì con una fiammata il roseo in pieno, scagliandolo allora ancora più lontano.
-NATSU!- urlai ancora terrorizzata.
Aveva fatto un volo enorme e chissà dove era precipitato. Quello che però mi preoccupava più di tutti era il fatto che non lo rivedevo riemergere e continuare a lottare come al suo solito.
Dovevo andare da lui.
Mi alzai in piedi senza pensarci e mi incamminai verso la sua direzione. Ovviamente caddi al primo passo in avanti facendomi male, non avevo molta sensibilità nelle gambe.
Ci riprovai un ultima volta, sta volta rimanendo in piedi per un attimo in equilibrio per accertarmi delle mie condizioni. Sembravo tutta intera, qualche scorticatura in giro e vestito strappato, la mano sanguinava pesantemente ma per il resto mi sembrava tutto a posto, non avevo altro dolore.
Diedi un occhiata in cielo, i draghi erano troppo impegnati a distruggere tutto per prestare attenzione a me. istintivamente mi chiesi come avrei potuto competere con uno di quei cosi se me lo fossi ritrovata davanti e immediatamente il mio sguardo si posò sul mio borsellino delle chiavi.
Non c’erano.
 -Dove sono le miei chiavi??- mi chiesi andando nel panico più totale e piegandomi nel punto in cui mi ero risvegliata in cerca del borsellino.
Sollevai diverse pietre con fretta, la mano sembrava funzionarmi ancora bene, e sempre più agitazione. Ma di lui ancora nessuna traccia.
All’improvviso mi si illuminarono gli occhi quando vidi qualcosa di pelle marrone tra un masso e l’altro –Eccolo!- affermai sollevata e lo afferrai per un bordo iniziando a tirare per liberarlo.
Pesava troppo però e io credei si trattasse del masso ma quando questo cadde di lato mi comparve davanti il viso sanguinante e privo di sensi di una guardia reale, morta, a cui io stavo tirando una mano credendo che il borsellino fosse il suo guanto. Lo mollai immediatamente drizzandomi in piedi, facendo un passo indietro quando me ne resi conto e cacciai un urlo portandomi una mano davanti alla bocca dallo sgomento. La guardia aveva un osso innaturale nel collo, doveva essersi rotto quello nella caduta e doveva essere morto sul colpo. Questo mi fece capire come mi fosse andata bene e fossi fortunata di essere tutta intera.
Il mio pensiero andò agli altri.
-..Dove… Dove sono gli altri??- mi chiesi immediatamente guardandomi attorno.
Quello che vedevo erano corpi riversi a terra, alcuni maciullati, altri solo pezzi, c’è chi era completamente bruciato e chi invece era stato schiacciato da un masso e morto sotto di esso.
Ero terrorizzata mentre facevo qualche passo incerto tra quelle macerie sperando di non scorgere tra di essi un viso familiare o magari di rivedere il mio borsellino di chiavi ma ormai quest’ultimo mi sembrava del tutto perduto.
-…Wendy!- urlai ad un tratto mentre mi incamminai tra i massi facendo attenzione a non pestare nessuno -..Charlie...?- aggiunsi guardandomi attorno, le braccia strette in vita, tremavo –Mira! Lily!- provai più forte ma nessuno mi rispose, l’unico suono che mi giungeva erano quelle delle grida della gente lontana e delle esplosioni continue create dalle fiamme dei draghi.
Un drago in quel momento colpì poco lontano da me e io cacciai un urlo parandomi con un braccio il viso dalla nube di polvere che si alzò poco dopo e che una volta diradata mi lasciò di nuovo sola tra quei cadaveri -…Yukino…?- provai un ultima volta, la voce rotta per come stavo per scoppiare a piangere.
Non so per quanto tempo camminai per quelle macerie dimenticandomi momentaneamente di Natsu, singhiozzavo ormai a dirotto mentre osservavo un viso dopo l’altro di qualcuno che non c’era ormai più e pregavo, pregavo come mai avevo fatto in vita mia.
Pregavo che non scorgessi mai tra di loro uno dei loro visi, che in qualche modo durante la distruzione del palazzo fossero riusciti a mettersi in salvo. Mi chiesi se Loki fosse riuscito a tornare nel Mondo degli Spiriti Stellari prima di venire risucchiato in quella distruzione e sperai infinitamente che fosse riuscito a portarsi tutti gli altri con sé e salvarli.
Ma ogni mia più piccola speranza andò perduta quando vidi una ciocca blu scura uscire tra dei massi insieme ad un piccolo braccio esile, immobile.
-No…- dissi solo all’inizio, bloccandomi nel vedere quella scena –No…- ripetei per poi correre in quella direzione e buttarmi a terra ed incurante del dolore alle ginocchia ed iniziare a togliere massi su massi da quel corpo piccolo e fragile che non era riuscito a reggere un simile colpo.
-Ti prego.. no… t..ti..prego no, non lei… ti scongiuro…- iniziai a supplicare tra una masso e l’altro.
Le lacrime avevano iniziato a cedermi copiose dagli occhi, tanto è che ad un certo punto non ci vidi neppure più niente e dovetti fermarmi. Singhiozzai più volte mentre mi pulivo velocemente il viso con una delle mani per vederci qualcosa.
Ed era proprio lei, la piccola bambina di dodici anni dai lunghi capelli blu racchiusi in due codini. Quella stessa ragazzina che mi si era presentata la prima volta inciampando sui suoi stessi piedi in tutta la sua tenerezza durante quell’avventura contro gli Oracion Seis, che era rimasta senza casa e nessun posto in cui tornare. Quella che nascondeva un enorme potere e che era dovuta crescere in fretta per poter dimostrare quello che era in grado di fare.
La stessa bambina che il giorno prima mi aveva sorriso con quei occhi marroni sprizzanti di felicità dopo la vittoria al torneo,  in quel momento mi guardavano inespressivi, privi di vita, vuoti. La sua ultima espressione, quella che mi sarei portata con me per il resto dei miei giorni, era quella di una bambina morta schiacciata da delle macerie con un rivolo di sangue che gli usciva dalla testa.
Portai una mano davanti alla bocca e mi piegai in avanti e piansi, piansi, piansi a dirotto per quelle che mi sembravano ore.
Wendy era morta.
Era lì davanti a me priva di vita che fissava il vuoto totale.
 
 
Non smisi mai di piangere, solo ad un certo punto mi decisi di reagire e fare qualcosa ma non smisi mai di singhiozzare e riversare il mio dolore. Mi ero limitata ad allungare una mano verso la ragazzina per chiuderle gli occhi che mai più avrebbe riaperto, ad alzarmi ed allontanarmi da lì e dal quel posto che mi aveva causato così tanto dolore.
Tenni sempre la testa alta mentre mi allontanavo, mi sentivo vuota dentro, non avrei retto vedere un altro viso amico a terra e privo di vita.
Avevo pure rinunciato a cercare le mie chiavi.
Mi trascinai a fatica verso dove pensavo fosse precipitato Natsu, arrancando a fatica.
Dov’erano gli altri? Erano ancora vivi?
Se sì, stavano ancora lottando, ci avrei potuto scommettere qualsiasi cosa.
Ma lottare per cosa?
Più camminavo in quel posto e più vedevo chiaramente in cosa ci eravamo cacciati.
Più di diecimila draghi volavano sopra le nostre teste. Milioni di persone in quel momento stavano morendo una dopo l’altra. I maghi lottavano con tutte le loro risorse per scongiurare il pericolo e salvare qualche innocente quando ormai ognuno avrebbe dovuto pensare a se stesso.
Perché era tutto finito.
Qualsiasi cosa avessimo fatto sarebbe stata valsa inutile. Combattere era inutile.
Il mondo che conoscevamo era finito.
Non avevamo più alcun futuro.
 
 
 
 
11:02  7/7/X791
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autrice:
 
Eccomi qui con qualcosa di Fairy Tail! Non voglio dilungarmi troppo perché penso abbiate capito che tratto della storia avvenuta alla Lucy del futuro dell'opera originale, ho scritto una storia in cui penso siano andate le cose lì, spero vi piaccia e siate d'accordo con le mie scelte. Sarà una storia a più capitoli, vero, ma solo perché altrimenti sarebbe venuta una mega One-Shot confusionata, ma non sarà molto lunga, conto di tenermi sui sette capitoli.

Per chi si stesse chiedendo cos’è il WhitePeper, no non sto impazzendo, la spiegazione è qui sotto, dateci un occhiata se siete curiosi:
 
Il WhitePaper non è un contest e non serve nessun tipo di iscrizione per parteciparvi. Le vostre storie non verranno corrette da noi e non ci sarà nemmeno una classifica. Noi vi daremo soltanto degli spunti ogni mese e voi potrete scegliere se seguirli o meno. Ovviamente se starete al gioco vi chiediamo di mettere -Questa storia partecipa al WhitePaper "TEMA DEL MESE DATO"- Alla fine della fiction e nella trama esterna. Insieme a -Se ti interessa partecipare o sei curioso di scoprire cos'è un WhitePaper contatta Aliaaara o Diavolo Bianco.-
Quindi, se vi interessa, ditecelo con un messaggio privato così avremo un vostro contatto con cui vi invieremo un tema diverso ogni mese con una data di scadenza.
Ovviamente se avete dei possibili temi da proporre ditecelo (ne terremo conto). Il divertimento sta anche nello scrivere qualcosa quando il tema deciso non vi ispira, è come un modo per vedere cosa siete in grado di riuscire a creare. Speriamo che il WhitePaper vi ispiri e sproni a scrivere quando ne avete voglia ma non sapete cosa raccontare.
Se avete domande non esitate a chiedere.
 
Grazie tante per aver letto,
Bye-bye
Aliaaara

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Save The Future
 

Capitolo 2












11:27   7/7/X791



Un'altra esplosione.
Il raggio di fuoco colpì l’ennesima casa che crollò su se stessa.
Mi stavo dirigendo verso l’Arena, sperando che da quelle parti riuscissi a trovare qualcuno dei giochi magici. Cercavo aiuto. Però, più mi avvicinavo e più i morti aumentavano.
Solo qualche volta incrociai qualche persona viva a cui provai a chiedere aiuto ma tutte tiravano avanti correndo e scappando da quel posto, come se potesse esserci davvero un rifugio lontano da tutto quello. Non so neppure io cosa avrei potuto dirgli o esattamente che aiuto avrei potuto chiedere, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno di vivo, di venire rassicurata che tutto sarebbe andato per il meglio, e che i miei amici erano vivi lì da qualche parte.
Ad un tratto sentii un boato e la terra tremare e mi bloccai -…Cosa… Cosa è stato?- mi chiesi impaurita guardandomi attorno.
La terra tramava sempre di più man mano che il tempo passava, come se qualcuno o qualcosa di grosso si stesse avvicinando. Poi un ruggito.
Rabbrividii mentre mi voltavo verso dove era provenuto il boato e con sgomento vedevo la testa di un drago comparire da dietro una fila di case.
Trattenni un grido e rimasi immobile finché non lo vidi andare avanti e allontanarsi dal di lì, tirando un sospiro di sollievo. Per un attimo avevo creduto che sarei morta dalla paura ancora prima di venire uccisa da una drago.
Mi avvicinai ad un a casa, le gambe ancora mi tremavano dalla paura. Di solito starei stata lontana dalle abitazioni perché erano le prime a venir colpite e abbattute ma qualcosa mi diceva che se volevo trovare qualcuno avrei dovuto addentrarmi più all’interno della città.
Infatti fu così che li trovai.
-Gray…sama…- mi sembrò di udire nell’aria mentre ancora il drago si allontanava.
Mi voltai verso dove avevo sentito quella voce, chiedendomi se me la fossi solo immaginata –Possibile che…?- mi domandai speranzosa attendendo nel silenzio di riudirla.
Rimasi  immobile per ormai chissà quanti minuti prima da udire delle flebili parole -…ti prego, ti prego!- dicevano queste -..Gray-sama… no!-
-Juvia!- urlai ed iniziai a correre verso la voce della mia amica.
Sentii una fitta su un fianco per lo scatto e un dolore incredibile mentre correvo spingendomi ad andare più veloce ma lo ignorai e continuai. Ad un tratto vidi una testa blu in basso tra le macerie ancora fumanti di un edificio e sussultai sgranando gli occhi riconoscendola.
-..Juvia…- ripetei a me stessa sperando con tutta me stessa che fosse ancora viva.
Un leggero silenzio, riempito solo dalle esplosioni lontane, dai passi che si allontanavano del drago e dai singhiozzi della ragazza –..Gray-sama…- diceva questa.
Era viva.
Ripresi a correre verso di lei sollevata –Juvia! Juvia!- gridai avvicinandomi –Stai bene, Juvia…- mi mancò il fiato quando la raggiunsi e vidi in che condizioni era.
Juvia se ne stava a terra sulle proprie ginocchia, la testa china a terra a piangere a dirotto, i vestiti bruciati su vari punti e perdeva molto sangue da una ferita al braccio sinistro che pareva non importarle.
Piangeva a dirotto e singhiozzava parole confuse davanti al corpo a terra davanti a lei –Ti prego… non andartene… rimani qui c..con..me …Gray-sama… t..ti supplico...- diceva.
-Juvia…- dissi e solo allora, confusa, abbassai lo sguardo a terra.
Quello che mi si presentò davanti mi fece mettere la mani davanti alla bocca per soffocare un urlo.
Davanti a me, steso a terra, c’era Gray. Non aveva la maglietta come al suo solito, solo i pantaloni ormai strappati. Gli mancava una scarpa e da uno dei ginocchi scoperti si intravedeva un osso fuori uscito. Ciò che balzava agli occhi però era il petto che, sotto gli innumerevoli graffi e sangue, c’era una voragine che lo aveva trapassato da parte a parte e da cui perdeva così tanto sangue che mi sembrava non reale quella scena, se non assurda.
Il viso era scorticato, teneva un occhio chiuso ma non mancò di fare il suo sorrisetto provocatorio quando con l’unico occhio aperto mi vide –E..ehi…Lucy… Stai b..ene… sono cont..contento…- affermò a fatica con il tono di voce di chi non era per niente preoccupato.
-Gray…- sussurrai lasciandomi cadere a terra davanti al corpo e lasciando che le lacrime iniziassero a scendere dal mio viso –Come è…- ma non terminai la frase, trovandola inutile –No, ti prego… non anche tu… non puoi…- più dicevo qualcosa più mi pareva non necessaria.
Lui se ne stava lì a sorridere a terra mentre pian piano la vita se ne se andava da lui, mentre moriva. Non sapevo che fare, come aiutarlo, per un certo momento mi chiesi se ci fosse qualsiasi cosa per poterlo salvare ma più vedevo quella voragine che gli aveva distrutto e squarciato gli organi interni e più capivo che era solo questione di minuti che Gray se ne andasse.
Juvia accanto a me era caduta in un pianto disperato e farfugliava cose sconnesse tra loro che assomigliavano a suppliche. Non potevo neppure immaginale lontanamente il dolore che provava in quel momento mentre assisteva alla morte della persona che più amava al mondo.
Singhiozzai –Gray…- sussurrai piangendo provai ad avvicinare una mano ma la tirai indietro poco dopo –Mi dispiace… mi dispiace tanto…- iniziai col dire tra una lacrima e l’altra.
Lui provò a ridere ma sputò solo sangue iniziando a tossire –Gray-sama no!- gridò Juvia mentre teneva stretto il braccio del ragazzo e guardandolo con la paura di poterlo perdere da un momento all’altro –Non affaticarti, Gray-sama!- aggiunse lei.
Lui spostò lo sguardo verso i suoi piedi, cercando di alzare la testa per vedere qualcosa -…lui… sono m..morti…- affermò con fatica e io non capii all’inizio finché voltandomi non capii che si riferiva al drago di poco prima -…non doveva ucc..iderli… quel… bastardo…- affermò.
Distolsi lo sguardo dal corpo di Gray e dal drago, osservai invece attorno a me per capire chi fosse morto in mezzo a tutte quelle macerie e li vidi. I membri di Lamia Scale erano a terra, uno riverso sull’altro. Tra di loro c’era Lyon che aveva perso una gamba, nel suo volto un espressione di sorpresa e del sangue gli fuoriusciva dalla bocca.
-No…- affermai spaventata e piena di sgomento di fronte a quella scena -..deve essere un incubo…- affermai tra me e me incredula.
Erano sempre stati tutti maghi eccezionali, anche più forti di me, ed erano morti. All’appello mancavano solo Sherry e Jura ma tutti gli altri erano lì a terra e ormai un ricordo.
Sentii altri colpi di tosse e ritornai a guardare il ragazzo a terra –Gray-sama!- esclamò Juvia impaurita.
Cercai di trovare qualcosa da dire ma non mi venne in mente nulla di sensato.
-V..va..tutt..to… bene…- faticò a dire lui cercando di respirare a fondo –Va…be..bene… cos..ì, davvero…- aggiunse.
Non andava affatto bene.
A quelle parole Juvia sembrò esplodere.
-No!- affermò piangendo –Andrà tutto bene, Gray-sama! Juvia salverà Gray-sama!- disse sicura – Gray-sama si salverà e tutto tornerà come prima! Gray-sama non lascerà da sola Juvia, non può! Si aggiusterà tutto e Gray-sama tornerà ad allenarsi e Juvia continuerà a stargli vicino, anche se Gray-sama non vuole che lei gli stia affianco, Juvia cercherà di non essere d’intralcio a Gray-sama perché non vuole farlo arrabbiare o essere un peso per lui…- disse cercando di sorridere contenta mentre continuava a singhiozzare e versare lacrime.
La osservai, piangendo anche per lei che le toccava assistere a tutto quello, credendo ancora che potesse salvarsi il ragazzo –Juvia…- cercai di dirle ma lei mi interruppe.
- Gray-sama si salverà!- gridò quasi –Non lascerà sola Juvia, non lo farebbe mai!- affermò.
Vidi Gray girare lo sguardo verso di lei ed osservarla –Juvia…- affermò.
-Gray-sama??- chiese lei pronta per qualsiasi cosa gli avesse detto.
Lui però non disse nulla, provò a muovere il braccio a cui lei era aggrappata, alzandolo facendola staccare da lui per poi avvicinare la sua mano a quella di lei e con fatica prenderla tra le sue ed stringerla appena.
-Gray-sama…- affermò la ragazza dai capelli azzurri stupita.
Gray le sorrise e sta volta non era uno dei suoi soliti ghigni provocatori ma era dolce, tranquillo, sereno –Gr..azie, Juvia…- affermò –Sei…- ma si fermò prima di continuare, il sorriso sparì dalle sue labbra pian piano e i suoi occhi si fecero vacui mentre la testa aderiva perfettamente all’asfalto sotto di lui.
-Gray…- sussurrai sbarrando gli occhi mentre soffocavo un grido e piangendo di più.
Juvia rimase in silenzio un attimo mentre la presa di Gray nella sua pian piano si allentava fino a scomparire fino a lasciarle tenere in mano solo un arto di un cadavere –Gray-sama?- domandò incredula mentre lo fissava senza reagire in alcun modo, come se non avesse metabolizzato ancora.
Ma poi lo fece, capii cosa fosse successo e iniziò a piangere come non l’avevo mai vista fare – GRAY-SAMA!- gridò tra le lacrime.
Lo provò a scossare più volte, a chiamarlo a gran voce, fino a strillare dal dolore e macchiarsi del sangue della persona a cui teneva di più al mondo che se n’era andata. Piansi in silenzio mentre la osservavo sfogarsi e pian piano zittirsi, piegandosi poi sopra a quel copro che aveva tanto amato e protetto.
Il cielo della nostra zona della città in cui eravamo si scurì e ben presto iniziò a cadere la pioggia. Ma anche quando iniziò a diluviare Juvia non si fermò dal singhiozzare.
Alzai il viso al cielo e lasciai che la pioggia mi lavasse il viso, la polvere dai vestiti, il sangue dalle mani. Sembrava che l’acqua che cadeva dal cielo sapesse di dolore. Ma io sapevo che era così. Mi sembrava di ricordare ancora di tempo fa, quando conobbi Juvia. Lei aveva sempre vissuto sotto la pioggia, la seguiva ovunque lei andasse, poi però aveva conosciuto Gray, il sole che aveva illuminato la sua vita e ravvivato le sue giornate. In quel momento però il sole di Juvia si era spento e la pioggia aveva ricominciato a cadere su di lei.
Ad un tratto sentii la terra tremare, sempre più forte e sempre più vicino. Sentii un ruggito e alzando lo sguardo vidi in lontananza il drago avvicinarsi impavido sotto la pioggia, come se fosse stato richiamato dalle urla di Juvia.
Mi spaventai e mi voltai verso la ragazza –Juvia…- dissi allungando un braccio per prenderle una spalla e scossarla –Juvia dobbiamo andare subito.- provai a dirle –Dobbiamo andarcene o moriremo anche noi, sta arrivando un…-
Non finii mai la frase, Juvia mi staccò la mano dalla sua spalla e si alzò in piedi senza dire nulla. Aveva smesso di piangere, ma il suo viso era oscurato e non riuscii a capire cosa stesse pensando.
-Juvia...?- provai a domandare, leggermente spaventata da quel cambiamento.
Lei non disse nulla. La ragazza si voltò e iniziò ad incamminarsi verso il drago.
Sbarrai gli occhi –Ferma Juvia!- urlai –Torna indietro, presto!- ma lei non mi ascoltava, continuava ad andare verso il drago con lentezza, dondolando appena per via delle ferite –Juvia ti farai uccidere se continui così!- gridai.
Non mi ascoltò e io mi alzai in piedi continuando ad urlare –Juvia!- ma fu tutto inutile, il drago era a qualche passo da lei e non appena vide la ragazza ruggii contro di lei pronto a caricare ed attaccarla.
Vidi Juvia alzare lo sguardo, sul viso un dolore indescrivibile e una rabbia che non potevo credere che potesse mai possedere -…colpa tua.- diceva –Solo e soltanto colpa tua. È colpa tua se Juvia non potrà mai più stare con Gray-sama!- gridò mentre caricava un colpo e lo scagliava addosso al drago.
Questo non si fece nulla e colpì la ragazza in pieno petto scagliandola lontano –JUVIA!- gridai.
Con sollievo la vidi rialzarsi traballante, gli occhi sgranati, la rabbia in corpo, per poi scagliarsi contro il drago a più non posso, usando un colpo dopo l’altro ma senza riuscire a fargli del male.
Un altro colpo. La vidi a terra tirarsi su a forza per poi rifondarsi verso il drago e ricominciare da capo.
Più di cinque volte la vidi rialzarsi e contrattaccare senza sosta, più e più volte urlare contro il drago e sfogare la sua rabbia contro di lui. E io la guardavo senza riuscire a fare nulla, osservando la sua frustrazione quando lo colpiva più volte senza neppure fargli un graffio, sentendo le sue urla venire soffocate ogni volta che veniva lanciata o scagliata lontano e la sua vita spegnersi quando una zampata del drago la scagliò contro ciò che rimaneva di una parete.
-JUVIA!- gridai inutilmente.
Lei era là stesa sopra un masso, a pancia in alto con gli occhi riversi in cielo e la bocca aperta in un ultimo sussurro mentre richiamava per l’ultima volta il ragazzo che aveva tanto amato.
-No… Juvia…- sussurrai mentre il drago ruggiva per poi voltarsi e puntare lo sguardo su di me –Oddio…- affermai facendo un passo indietro.
Il drago ruggì ancora e avanzò verso di me.
-No…- affermai pensando che sarei stata spacciata.
Non avevo la mia frusta, le mie chiavi e nessuna dote speciale per salvarmi. Quindi feci l’unica cosa che ero in grado di fare: scappare.
Iniziai a correre sotto la pioggia a più non posso con alle spalle un drago che mi seguiva ruggendo e sputando fuoco colpendo vicino a me gli edifici e facendoli crollare. Urlai e caddi a terra graffiandomi i gomiti ma mi tirai su e ricominciai a correre.
Imbucai un vicolo tra due case, che poi una delle due venne distrutta dal drago con un raggio di fuoco. Approfittai della confusione per rintanarmi dietro una parete mezza distrutta, accovacciandomi e rannicchiarmi contro il muro sperando di non venir notata. Stavo piangendo ma tenevo le mani davanti al viso per non farmi udire dal drago in mezzo al silenzio che si era creato interrotto solo dalla caduta di alcune rocce e della pioggia.
Sentii il drago avvicinarsi e trattenni il respiro per la paura. Passò qualche secondo in cui il mostro fiutò l’aria per sentire se ci fossi ancora ma le ceneri e la pioggia dovevano aver coperto il mio odore perché poco dopo lo sentii allontanarsi e andare via alla ricerca di qualcun altro da uccidere.
Solo quando fui certa che era lontano ricominciai a respirare davvero e scoppiai a piangere, sfogando il mio dolore per la scena che avevo appena vissuto e per gli amici che avevo appena perso. Mi chiesi più di una volta se quell’incubo sarebbe mai finito ma ne dubitavo fortemente. Sembrava che io fossi destinata a soffrire ancora e ancora finché non sarebbe giunta anche la mia fine.
Diversi minuti dopo la pioggia aveva smesso di cadere improvvisamente, proprio come era arrivata. Ma io rimasi lì a piangere ancora, finché non ebbi più lacrime da far cadere.



11:52  7/7/X791












Note dell'Autrice:

Ciao a tutti e Buon Natale! Spero stiate avendo delle magnifiche feste, e come capirete dall'allegria di questo capitolo il mio umore non è al massimo dato i problemi che ho in casa ma mi tiro su scrivendo e sperando che almeno voi vi godiate il Natale!
Per il resto non ho molto da dire. Se avete domande non esitate a chiedere.
Buone Feste e Felice Anno nuovo!

Grazie tante per aver letto,
Bye-bye
Aliaaara





 

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