A Christmas Nico

di Mo0ny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lo spirito del Natale passato ***
Capitolo 3: *** Lo spirito del Natale presente ***
Capitolo 4: *** Lo spirito del Natale futuro.Si cambia! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quello era un pomeriggio freddo e buio. Dalla finestra del suo ufficio, Jason vedeva la neve che cadeva soffice sui tetti delle case. Era la vigilia di Natale. Tutti i negozi erano chiusi, tranne l’ impresa di Nico Di Angelo, l’ uomo più avido che il mondo avesse mai conosciuto. Aveva lunghi capelli corvini, occhi neri più del buio della notte e la pelle pallida. Aveva un carattere chiuso e scorbutico, nessuno lo sopportava. Jason a volte si chiedeva come faceva a lavorare per lui, ma poi si ricordava della sua famiglia. Aveva bisogno dei soldi per sua moglie e le due bambine. Non riceveva molto ma quei soldi erano necessari per la sua sopravvivenza. Qualcuno suonò alla porta e Nico alzò la testa.
- Vai ad aprire Jason!-disse Nico al suo lavoratore. Jason obbedì e andò ad aprire la porta. Entrò un ragazzo con i capelli neri e gli occhi verdi. Era bello, alto e aveva la pelle molto abbronzata, Percy Jackson, il marinaio che lavorava nel cantiere navale ai margini della città. Vicino a lui c’era sua moglie Annabeth, dai capelli biondo e mossi, gli occhi grigi e un sorriso sempre cordiale.
- Buona sera!- disse Percy entrando.
- Buona sera! Cosa desiderate signori?-chiese Nico con un sorriso falso.
- Vede, ci sono  poveri che non hanno niente da mangiare per Natale. Stiamo raccogliendo fonti per organizzare una cenone di Natale per loro. Vorrebbe contribuire?-chiese Annabeth.
- Un offerta? UN OFFERTA?- ruggì Nico.
- Guardi che non è obbligatorio! Non c’è bisogno di urlare se non vuole!-le disse sfacciatamente Annabeth che fin da piccola era stata una ragazza dallo spirito ribelle.
- Uscite fuori immediatamente! Non ho intenzione di pagare perché dei morti di fame festeggino una festa senza valore come il Natale!- disse ancora Nico tornando a posto.
- La ringraziamo per la…ehm… noi andiamo!- disse Percy.
- Chiedo scusa per quello che ha detto- disse Jason senza farsi sentire. Cercò nelle tasche qualcosa e trovò due sterline. -Ecco prendete  buon Natale- disse salutandoli.
- Grazie! Molto gentile!- disse Percy prima di allontanarsi. Jason tornò alla sua scrivania e ricominciò a scrivere.
Una mezzoretta  più tardi la porta bussò di nuovo.  Era Hazel Levesque, la sorellastra di Nico. Aveva la pelle color cioccolato, gli occhi d’ oro e il capelli mossi e scuri.
- Salve fratello!- disse Hazel molto allegramente.
- Ciao- disse Nico freddamente.
- Caro fratello, domani è Natale. Cosa ne pensi di venire a cenare con me e Frank? Saremmo felici di ospitarti! Lo saranno anche i nostri bambini- le disse.
- Ma cosa avete tutti?! Io non voglio festeggiare il Natale! Non voglio ne cenare con te e Frank e non voglio neanche fare stupide offerte per quei morti di fame!- ruggì Nico.
- Vedo che non hai perso la tua solita gentilezza! Sappi che se dovessi ripensarci ci sarà sempre un piatto in più per te. Arrivederci, ciao Jason!- disse Hazel prima di sbattere la porta e andarsene. Jason guardò l’ orologio. Finalmente erano le cinque.
- Ehm signor Di Angelo? Sono le cinque, posso andare?- chiese intimorito Jason.
- Si scalza fatiche!- disse Nico e Jason quasi si spaventò nel formulare la domanda.
- Ehm signore, domani è Natale. Non è che potrei avere una giornata libera?- chiese infilandosi il suo cappotto pieno di buchi.
- No! Una giornata è troppo. Domani vieni qui alle 7 e te ne vai alle 13, mezza giornata altrimenti niente!-disse.
- Mezza giornata va benissimo signore. La ringrazio di cuore. Arrivederci e buon Natale!- disse Jason andandosene.
- Che ci troveranno mai di bello nel Natale, io proprio non lo so.- disse Nico contando i guadagni della giornata.

Qualche minuto più tardi, uscì dal lavoro e si ritrovò a passeggiare tra le strade innevate della città. C’ erano un sacco di persone che cantavano le solte insulse canzoncine mentre addobbavano anche la chiesa del paese per il giorno seguente. I bambini giocavano a rincorrersi e si lanciavano palle di neve. Finalmente Nico vide la sua enorme casa. Era grande sì, ma era buia e isolata. Nessuno la invidiava. Nico aprì il portone di casa cigolante ed entrò. Sistemò il suo enorme cappotto nero e andò a prepararsi qualcosa da mangiare.
Preparò il fuoco e consumò la sua cena. Poi andò a coricarsi al piano superiore poggiando la testa sul cuscino e si addormentò.

Un rumore improvviso di passi lo svegliò. Anzi no. Non era un rumore di passi, era qualcosa di più pesante. Catene, ecco cosa erano. Qualcuno stava salendo le scale che portavano nella sua stanza. I passi non si sentivano, ma il rumore era forte, fortissimo. Istintivamente si alzò e afferrò il bastone e andò dietro la porta. Dopo qualche secondo, essa si aprì e Nico colpì l’ uomo incatenato. Il problema era che il bastone passò attraverso esso e non gli fece neanche un graffio.
- Amico non puoi uccidere chi è già morto!- disse l’ uomo. Non poteva essere lui. Esso era morto. La voce non poteva essere sua.
- Chi sei?- chiese il povero Nico spaventatissimo.
- Fa sempre piacere scoprire che il tuo compare si sia scordato di te. Sono Leo Valdez imbecille!-  disse.
- Non può essere tu sei morto!- esclamò. Po però Nico lo guardò attentamente. Era coperto da catene ed era trasparente, come uno spirito. Aveva ancora i capelli ricci e il sorriso da piantagrane.
- Sono uno spirito! Vengo qui per dirti una cosa!- disse Leo.
- Non sarai arrabbiato perché ho rubato i tuoi soldi una volta che tu eri morto, no?- chiese Nico preoccupato.
- Ma no che ti salta in mente! Lo avrei fatto anch’ io!- disse e le catene strinsero di più. -Sono qui per dirti di cambiare.
- Cosa? Ma se sei stato tu a portarmi su questa via!- disse il moro.
- Lo so. Ma puoi vedere tu stesso cosa mi è successo per essere stato così cattivo. Sono incatenato a vita… cioè a morte… insomma hai capito!- disse Il morto indicando le catene. -questo è quello che capiterà anche a te se non cambierai!
- In che senso cambiare? Io non voglio mica farlo!- disse Nico.
- Ascolta. Stanotte ti invierò tre spiriti: lo spirito del Natale passato, lo spirito del Natale presente e lo spirito del Natale futuro. Se neanche loro riusciranno a cambiarti credo proprio che per te non ci sia scampo.-
- Ma cosa stai blaterando?
- Arrivederci amico!- disse lo spirito prima di andarsene.
- Mi sa che sto invecchiando!-disse Nico andò a coricarsi non credendo a quello che era successo.


Angolo Autrice!!!
Ehilàààààà. Sono unamoresolitario, piacere di conoscervi o di rivedervi in caso mi conosciate. Ho deciso di scrivere questa fanfiction che è tratta da “A Christmas Carol” ma con protagonista Nico Di Angelo. Sarà aggiornata ogni domenica e l’ ultimo capitolo sarà pubblicato il 20 dicembre, per passare insieme il Natale. Vi piace l’ idea? Lasciate una recensione se è così e se non è così… lasciatela lo stesso! XD. Alla prossima,
unamoresolitario!!!

 

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Capitolo 2
*** Lo spirito del Natale passato ***


Quella sera, Nico faceva sogni tranquilli. Amava la comodità del suo letto, sarebbe rimasto lì per sempre. Ma anche i sogni più belli prima o poi finiscono. Sulle note leggere e delicate di “White Christmas” Nico si svegliò per la seconda volta quella notte. La vista ancora era un po’ annebbiata ma Nico intravide una figura femminile. Quando la vista divenne più limpida, Nico distinse una ragazza dai capelli riccissimi e rossi. Aveva anche una leggera spruzzata di lentiggini che a contatto con la pelle chiara, risaltavano i bellissimi occhi verdi. Teneva in mano un bastone col quale dirigeva gli strumenti che volteggiavano in aria accompagnati da una delicata polvere gialla.
- Chi sei?- chiese Nico un po’ spaventato. Lei rise.
- Ma come? Il tuo compare non ti aveva avvertito che sarei venuta  a trovarti?- ancora fra le nuvole, Nico chiese:
- Quale compare?-
- Leo Valdez, naturalmente. Io sono lo spirito del Natale passato, piacere di conoscerti.- le disse cambiando canzone. A quel punto Nico ricordò tutto.
- Ma allora è vero.- disse stupito. La rossa rise di nuovo.
- Oh, signor Di Angelo, tutto è reale. La magia del Natale poi… è una festività più che vera! Ma spesso i ricordi alimentano rancore e la magia perde valore fino a sparire dal cuore delle persone.- disse, ma Nico non ci capì un tubo.
- Cosa vuole?- chiese Nico freddo. La spirito rise, di nuovo.
- Allora lei è proprio lento signor Di Angelo. Voglio fare un piccolo viaggio nei ricordi!- stavolta lo spirito accennò ad un sorriso e un vortice di nebbia cominciò a ruotare intorno a Nico.
- Ehi!! Spirito aspetta!- ma ora il vortice lo aveva quasi rinchiuso e Nico chiuse gli occhi.

Quando li riaprì si ritrovò  poggiato sulla soffice neve. Era giorno e il posto in cui si trovava, non era di certo Londra! Nico si guardò un po’ intorno e vidi due bambini. Uno era piccolo, aveva la pelle pallida, i capelli neri lunghi e corvini. Indossava una sciarpa e dei vestiti un po’ malmessi. Il piccino era caduto a terra e stava piangendo. La bambina, evidentemente più grande, si posò vicino a lui e lo aiutò ad alzarsi.
“La situazione non ti è familiare?-“domandò lo spirito. Nico si avvicinò ancora di più. Guardò la bambina in volto e il suo cuore ebbe un tuffo nel vuoto.
“Dove siamo?” chiese Nico
“Siamo nel tuo passato. Qui tu non puoi intervenire, devi semplicemente osservare la tua vita passata.”
“Non può essere.. non sarà mica…?”
“Esatto Nico. Lei è tua sorella, Bianca” gli rispose lo spirito dolcemente. La bambina aveva capelli lunghi che gli arrivavano fino ai glutei e d erano un po’ mossi alle punte. La pelle era pallida e candida  e le guance erano sempre ricoperte di lentiggini. Nonostante gli occhi neri come la notte, i suoi sguardiemettevano sempre dolcezza e felicità.
“Perché mi mostri questo spirito?” chiese Nico un po’ rattristato. La scena cambiò. Erano nella casa di Nico. Era quel giorno. Quel fatidico giorno di 20 anni fa, quando Bianca e sua madre Maria, erano morte. Nico era in un piccolo angolo. Piangeva e teneva lo sguardo basso. Nico ricordava la sensazione che aveva provato. Si sentiva solo e perso. Anche suo padre Ade piangeva. Ma non per sua figlia o per sua moglie, no. Piangeva perché tutti dovevano vedere in lui una persona generosa e gentile, nessuno sapeva quello che Nico e Bianca passavano ogni giorno: schiaffi, calci e tanto altro.
“Che faremo senza di loro…” questo lo pensava veramente visto che la Maria portava  i soldi a casa lavorando nelle industri tessili. Nico fece un orribile espressione di disprezzo.
“Andiamo avanti” annunciò lo spirito vedendo lo sguardo triste del Nico adulto.

La situazione cambiò all’ improvviso. Ora c’ erano due bambini: uno era Nico, aveva intorno ai 12 anni e a fianco a lui c’ era una bambina di colore. Aveva i ricci color cioccolato e gli occhi dorati. Aveva un sorriso trentadue denti e stava rincorrendo il giovane Nico per le strade del paese.
“Me lo ricordo questo giorno!- annunciò il Nico del presente felice. – Mio padre si era sposato da pochi giorni con Marie Levesque,  una donna ricchissima, che era rimasta vedova da un certo Plutone con cui aveva fatto una bambina. Hazel. Stavamo giocando a nascondino e… quello fu l’ inizio…” Mentre completava la frase Hazel cadde e sopra di lei, il piccolo Nico. Quando si rialzavano, Hazel aveva le ginocchia sbucciate e usciva un sacco di sangue dalle sue mani. Si mise a piangere come avrebbe fatto qualunque bambino. Proprio in quel momento, Marie uscì dalla casa e andò a soccorrere la sua piccola.
- Come stai piccola? Ti sei fatta male? TU- disse indicando Nico che soffriva anche lui poiché si era fatto –Quando tuo padre tornerà lo verrà a sapere e saranno guai!
- Ma non è stata colpa sua!- cercò di aiutarlo Hazel ancora piangendo.
- Hazel tu non difenderlo! Fila in camera tua Nico e non uscire fin che tuo padre non verrà a casa!-
La scena mutò di nuovo.  Erano nel salotto della cucina e Marie e Ade stavano parlando di quel che era successo. Nico era in mezzo a loro e aveva lo sguardo passo.
“Spirito ma loro non ci vedono?” chiese Nico cercando di distrarsi.
“No. Siamo come dei fantasmi, loro non possono né vederci e né sentirci ma noi possiamo. Ora presta attenzione a quello che succede.”
“Ma so cosa succederà! È la mia vita passata!”
“Solo guardando ciò che ti ha fatto soffrire  hai qualche possibilità si cambiare” gli disse lo spirito.
- Nico!!!- ruggì Ade –Hazel è più piccola di te! Ti avevo chiesto solo una cosa! Una! Di andare d’ accordo con lei! Invece cerchi di ucciderla!
- Ma è stato un incidente! Ci stavamo riconcorrendo e lei è inciampata e…
- Ora è colpa sua! - disse Marie –Ade, io non so come tu faccia a sopportarlo! Dice bugie in continuazione e non ha il minimo segno di rispetto! Se fossi in te io lo avrei già spedito in un collegio!
- Lo farei anch’io ma non ho i fonti per farlo!
- Posso pagartelo io! Sai quando ci tenga che tuo figlio diventi uomo giusto e responsabile!- disse Marie.
Quello fu per Nico l’ inizio dell’ inferno. Lo spirito prese per mano Nico e iniziarono a fluttuare nel cielo fino a quando non arrivarono nel vecchio collegio tanto odiato da Nico. Era  scuro e pauroso, un po’ come uno di quei castelli che si usano quando si cerca di raccontare una storia paurosa.
Nico era in un angolo e un suo compagno lo stava picchiando e di brutto.
- Lasciami Luke! Ti ho detto che non ho niente da darti!-  disse un Nico 15enne.
- Sentito Ottaviano? Lui non ha niente!- disse picchiando un pugno nelle pancia di Nico che cadde a terra.
- In questo caso… possiamo continuare a dartele! - disse picchiandogli un calcio nel ventre. Il Nico adulto, si mise una mano alla pancia. Ricordava il dolore di quei pugni e quei calci. Poi si sentì un’ altra botta ma questa, Nico non la sentì sul suo corpo. Sentì però Luke e Ottaviano che si lamentavano.
- Solace, devi imparare a farti i fatti tuoi!- urlarono ad un ragazzo dai cappelli biondi e ricci, gli occhi blu e la carnagione molto scura.
- Vi piace fare a botte con i più piccoli! Prendetevela con me che ho la vostra stessa età!
- Se è questo il tuo desiderio, sarai accontentato!- dissero cercando si dargli qualche botta, ma il ragazzo era veloce e li schivò colpendoli da dietro con un bel calcio. Luke e Ottaviano caddero a terra e quando si rialzarono se ne andarono.
- Tutto bene?- chiese al povero Nico che era afflosciato a terra, porgendogli la mano. Nico la prese e si alzò.
- No che non va tutto bene! sono appena stato picchiato! Come cavolo faccio a stare bene?!!- esclamò Nico. Il ragazzo biondo ebbe la faccia  tosta di mettersi a ridere.
- Scusa non ci ho pensato! Io sono Will Solace e il tuo nome è…
- Nico Di Angelo.

La scena mutò ancora. Questa volta erano nella mensa della scuola, lui e Will.
- Non voglio sembrarti scortese… ma perché stai sempre con me?- chiese Nico a Will.
- Perché sei mio amico!- gli rispose Will.
- E da quando esattamente?
- Da quando mi hai detto di chiamarti Nico Di Angelo.
- Mi sono fregato con le mie stesse mani.
- Perché? Non ti sto simpatico?
- Vuoi che risponda?
- Altrimenti non avrei formulato la domanda.- gli disse Will e Nico non ce la fece a non rispondergli sinceramente.
- Non mi piace ammetterlo, apri le orecchie perché non ho intenzione di ripeterlo. Sei un vero amico!- disse Nico e la scena ricambiò di nuovo.

Erano sull’ uscio della porta del collegio. Il Nico uomo aveva quasi dimenticato quella forte amicizia che c’ era stata fra lui e Will e sorrise nel rivedere tutte quelle scene insieme a lui.
- Mi dispiace ma questo Natale vado a casa. Spero non ti dispiaccia. Sono stato costretto da mia madre altrimenti ti giuro che sarei rimasto volentieri con te…
- Will calmati! Sono abituato a stare da solo in questo collegio con due o tre alunni e quello stupido professore di latino. Non c’è problema, davvero.
- Lo so ma ti avevo promesso che avremmo passato il Natale insieme invece… scusami!- cercò di dire Will davvero dispiaciuto. Anche Nico c’ era rimasto un po’ male ma credeva al suo amico e sapeva che diceva sul serio quando diceva che suo madre l’ aveva obbligato.
- Se mi dici un'altra volta scusa, giuro che non ti parlerò più. E poi quest’ anno anche Luke e Ottaviano vanno via, quindi starò abbastanza bene.
- Ti prometto che quando torno ti porto  un bel regalo!- disse Will cogliendo di sorpresa Nico che ne rimase commosso.
- Non ce n’è bisogno!
- Ho già in menta una cosina o due… ora vado, altrimenti la cocchiere mi manda a quel paese. Arrivederci Nico!
- Ciao Will. E non azzardarti a regalarmi qualcosa!- disse Nico che in realtà voleva un regalo da Will, da Hazel o da chiunque gli mostrasse affetto. Il Nico trentenne, rimase malissimo nel vedere quel Nico giovane così felice.
“Quel regalo non arrivò mai. Così come il mio amico. Morì in una sparatoria. Dei ladri volevano derubarlo.”
“Mi dispiace tanto Nico…”provò a dire lo spirito.
“Se ti dispiacesse andresti avanti invece di continuare a farmi vedere il sorriso di Will!”
“Giusto” disse lo spirito sorridendo. Forse qualcosa stava cambiando.

La sera del Natale dell’ anno successivo, Nico aveva  sedici anni. Stava cenando e vicino a lui c’ era un ragazzo e una ragazza. La ragazza aveva i capelli neri, gli occhi scuri e la pelle chiara. Il ragazzo, era di un anno più grande di Nico e aveva i capelli ricci e neri, gli occhi marroni e la carnagione scura. Stava spiegando qualcosa alla ragazza che non voleva ascoltarlo.
- È inutile che cerchi di spiegarmelo! Non lo capirò mai Leo!!- gli disse.
- Reyna, sei un caso disperato! Come fai a non capire una cosa così semplice! Per la milionesima volta le locomotive a vapore sono azionate grazie al…
- Leo! SMETTILA!! 
- Voglio vedere come farai all’ esame!
- Mi inventerò qualcosa!
- Qualcosa cosa? Anche un ragazzo del quarto anno lo capirebbe.
- Si come no…
- Vuoi vedere? Ehi tu ragazzo? Dico a te con la camicia nera e il colletto bianco!-  Nico alzò lo sguardo.
- Come ti chiami?- gli chiese Leo.
- Nico Di Angelo.
- Perfetto! Tu sai da cosa sono alimentate le macchine a vapore e come funzionano?
- Certo che lo so.
- Visto Reyna?- quando Nico capì di averla messa in difficoltà disse:
- Ma per il semplice fatto di averlo studiato in biblioteca per conto mio su un libro facilitato!- Reyna capì l’ aiuto che il moro cercava di dargli e gli sorrise.
“Mi ricordo che da quel giorno, Leo e Reyna cominciarono a parlarmi e a pranzare o a cenare con me” disse Nico.

La scena cambiò per la milionesima volta.
Erano nella camera di Nico e Leo era venuto a farsi dare un aiuto con la matematica. Si stavano divertendo un casino ma Leo continuava a non capirci niente in quelle stupide cose matematiche.
- Non vorrei intromettermi, ma tu non volevi diventare un ingegnere?
- Si ma nel tempo libero mi piacerebbe continuare a fare quello che faccio ultimamente.
- E cioè?- chiese Nico curioso.
- Il ladro.- Nico era sicuro di aver capito male.
- Cosa?!
- Il ladro. Mi riesce benissimo! Guarda qui!- disse tirando fuori un portafoglio. C’ erano un mucchio di soldi.
- Da dove li hai presi?- chiese Nico ancora stupito.
- Dalle tasche di quello di latino. Non se n’è neanche accorto!
- Quando glieli restituirai?- chiese Nico speranzoso. Leo si mise a ridere.
- Restituirli? Non ci penso neanche! Anzi, questa sera ho intenzione di sgraffignare anche la cassaforte! I soldi non vengono mai utilizzati, sono praticamente nulli! Nessuno li controlla mai.
- E tu come lo sai?
- È sto progettando di rubare un po’ di soldi da un bel po’ e quindi ho studiato i vari movimenti.
- E Reyna?
- Reyna cosa?
- Sa di queste tue genialate?
- Ovvio che no! Altrimenti  sarei in prigione da un bel po’! Che dici? Stasera mi aiuti?
- Ma neanche per sogno!
- Lì dentro ci sono più di 2000 sterline e se mi aiuti la metà è tua.
- Che stiamo aspettando!
“Come mai accettasti così al volo?”
“Rivalutai la situazione. Avrei potuto perdere un altro amico se non avessi accettato, e così lo aiutai. Reyna non lo venne a sapere mai.”
“Di la verità! Ne eri innamorato!”
“E come se ero innamorato! Ma a lei non interessavo. A lei piaceva Leo che si sposò con Calipso che era una ladra come noi e alla fine si trasferì in un’ altra città e non ebbi più sue notizie.”
“Il passato l’ abbiamo ripercorso tutto. Tu e Leo faceste carriera in questo bel mestiere fino a farvi diventare avidi e senza cuore. Ora possiamo ritornare nel presente.” Disse e si trasportarono di nuovo nella casa fredda e buia.
- Sappi che lo spirito del Natale  presente arriverà a breve. Riposa un po’ e medita su quello che hai visto. Forse per te c’ è ancora speranza. – Disse prima di andare via.


Angolo Autrice
Ciao!! Oggi abbiamo fatto la conoscenza dello spirito del Natale passato che, per chi non lo avesse capito, è Rachael.  Abbiamo percorso tutta la vita del giovane Nico fino ad arrivare al presente. Chi sarà lo spirito del Natale presente? Scrivetemi in una recensione chi pensate che sia. Noi ci vediamo
Alla prossima,
unamoresolitario!!

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Capitolo 3
*** Lo spirito del Natale presente ***


~~Dopo la visita dello spirito del Natale Passato, Nico non aveva chiuso occhio. Gli aveva fatto piacere rivivere alcuni momenti della sua vita, come l’ incontro con Will, Reyna e Leo. L’ aveva reso felice rivedere sua sorella Bianca e rivivere alcuni momenti felici insieme a Hazel. Ma lui non voleva cambiare! Aveva perso Reyna ed era sicuro che se Will fosse ancora vivo avrebbe senz’ altro rotto ogni tipo di amicizia con lui per via della strada intrapresa. Era stata una dura nottata per lui e quando chiuse  gli occhi, non li riaprì.
Quella notte sognò tutti i fantasmi del suo passato. Sognò Will e il suo fantastico sorriso; sognò Reyna e i suoi occhi scuri ma sempre allegri; sognò Bianca e sua madre Maria che cucivano alcuni vestiti; sognò Hazel che aveva il muso sporco di latte.
Si svegliò. Non voleva sognare altro. Batté le palpebre qualche minuto prima di rendersi conto che la sua stanza era completamente invasa di strumenti musicali che suonavano strane canzoni, dolci, ma strane. Fu allora che Nico ricordò degli spiriti.
- Era ora signor Angelo –disse un uomo sulla quarantina. Era bassino, con i baffetti e gli occhi di chi ti disprezza. Aveva una tuta tigrata e sembrava un gran bevitore.
- E tu chi saresti? –chiese Nico.
- Io sono lo spirito del Natale presente signor Angelo –disse.
- Di Angelo.
- Si quel che è… -disse scocciato. –sappi che non amo essere chiamato spirito. Chiamami Mister D.-
- Ci mancava uno spirito natalizio scorbutico! –fu il commento di Nico.
- Allora, ti muovi! Sappi che alle 3:46 ho un incontro con Chirone e Sileno quindi ti prego di muoverti!
- E cosa dovete fare esattamente? –chiese Nico curioso di sapere cosa mai dovesse fare uno spirito.
- Ci concediamo una partita a pinnocolo. Sbrigati! –disse Mister D. annoiato. Nico andò vicino allo spirito camminando a rallentatore. Aveva paura di quello che avrebbe visto. Ma forse il presente non sarebbe stato così tragico. Ad ogni modo, decise che si sarebbe mostrato sempre crudele e senza cuore, qualsiasi cosa avrebbe visto. Si mise di fianco a Mister D. e venne di nuovo avvolto da un soffice strato di neve e fu avvolto da un sacco di emozioni


Quando quell’ uragano di emozioni finì, lui si ritrovò a quel pomeriggio di poche ore fa. Annabeth Chase e Percy Jackson erano davanti la porta del suo negozio e stavano avendo una piccola discussione.
- Sei sicuro di voler entrare? –chiese Annabeth sistemandosi la chioma di capelli biondi e ricci.
- Tentar non nuoce! –disse il marinai sempre allegro.
- Sai perfettamente che ti caccerà in malo modo! –disse Annabeth un po’ scocciata. Percy annuì sorridendo e disse:
- È Natale! Può anche darsi che sia cambiato di uno scricciolo! –disse bussando. Jason Grace aprì e la giovane coppia entrò. Anche Mister D. entrò passando dalla porta come un fantasma e Nico lo seguì.
- Lui era seduto sulla scrivania del suo ufficio quando Annabeth e Percy cominciarono a parlare.
-  Buona sera!- disse Percy.
- Buona sera! Cosa desiderate signori?-chiese Nico con un sorriso falso.
- Vede, ci sono  poveri che non hanno niente da mangiare per Natale. Stiamo raccogliendo fonti per organizzare una cenone di Natale per loro. Vorrebbe contribuire?-chiese Annabeth.
- Un offerta? UN OFFERTA?- ruggì Nico.
- Guardi che non è obbligatorio! Non c’è bisogno di urlare se non vuole!-le disse sfacciatamente Annabeth.
- Uscite fuori immediatamente! Non ho intenzione di pagare perché dei morti di fame festeggino una festa senza valore come il Natale!- disse ancora Nico.
- La ringraziamo per la…ehm… noi andiamo!- disse Percy.
“ti scocciava tanto dare qualcosa?” disse Mister D.
“Non è un mio problema se le persone muoiono di fame!”
“Ma avresti potuto contribuire per cambiare le cose! Vieni! “disse ancora Mister D. riattraversando la porta seguito da Nico.
- Te l’ avevo detto Percy! –gridò Annabeth.
- Ok, ok ho sbagliato! Ma… -si fermò quando un bambino corse da lui abbracciandolo.
- Ciao Percy! –disse il bambino che aveva i capelli castani, grandi occhi dello stesso colore ed era molto alto e robusto. Era vestito male: i pantaloni erano pieni di buchi, le scarpe erano rotte e la maglia era di lana grezza
- Ehi Tyson! Come mai sei solo? –chiese Percy che aveva un’ ammirazione particolare per il piccolo. Si vedeva.
- Non sono solo! Beckendorf è salito sopra. Ha costruito un modello di ferrovia davvero fantastico e vuole farmelo vedere! Comunque mamma ha accettato. Verremo alla cena di Natale!
- È fantastico campione! Batti il cinque! –disse Percy giocando col bambino.
- Percy posso farti una domanda? –chiese il bambino e Percy annuì. –Cosa si fa durante il cenone di Natale?
Quella domanda ferì Nico dal profondo del cuore. Anche lui che non aveva quasi mai partecipato al cenone sapeva cos’ era.
“Quel bambino, è il figlio di Ninfa?” chiese Nico. Mister D. annuì. Ninfa aveva perso il marito prima che Tyson nascesse e si guadagnava da vivere lavorando in un’ industria tessile portandosi dietro anche suo figlio che aiutava nel lavoro.
- Tyson vieni! –era Beckendorf, il figlio minore d’ Efesto il fabbro che era già un abile costruttore.
- Arrivo! Me lo spieghi un ‘altra volta, ok? –disse il piccolo Tyson andando dal suo amichetto.
- E pensare che c’è gente ricca che non vuole dare neanche una sterlina per questi poveri bambini! –disse Annabeth a Percy che annuì guardando il negozio di Nico.
“Si riferivano a te!” gli disse Mister D.
“Grazie, non l’ avevo capito!”
“Vieni andiamo avanti!” tagliò corto lo spirito.


Quando la scena mutò, Nico si trovava davanti una casa che era sicuramente molto ma molto mal messa! Il tetto era pieno di spifferi e buchi di vario genere e i mattoni erano sparsi per terra. La porta era arrangiata con una tavola di legno anch’ essa piena di spifferi  e il colore delle pareti  era di un colore che andava dal bianco al giallo.
“MA chi vive in questa baracca?!” domandò Nico a Mister D.
“Entra e guarda con i tuoi occhi!” Nico si fece avanti e attraverso le “pareti” della casa. Quel che vide lo lasciò senza fiato. Era la casa di Jason Grace il suo aiutante. C’ era anche una ragazza con i capelli tagliati in modo asimmetrico, gli occhi caleidoscopici e i vestiti malmessi.
- Ragazze! Lacy vieni  giù, la cena è pronta!  Charlie, tu rimani fermo. Sto arrivando!–disse Jason.
“In che senso ‘sto arrivando’?” chiese Nico.
“Ora lo vedrai.” Disse Mister D. Dopo qualche minuto entrò Jason che aveva in braccio un bambino con i capelli biondi e gli occhi caleidoscopici. Aveva circa 9 anni intuì Nico. La bambina aveva invece i capelli castani e gli occhi azzurri e aveva circa 10 anni. La tavola in tanto era stata apparecchiata con tovaglioli di pezza sporchi e forchette arrugginite. L’ unica cosa era pulita era il piatto grande che stava al centro della tavola. Nico pensò che sotto al coperchio ci fosse un bel pollo ma quando lo alzarono, c’ era solo un misero uccellino che sarebbe bastato solo ai due bambini, forse. La ragazza aveva preparato anche una zuppa ma a Nico non sembrò molto ricca. Quando Jason poggiò il bambino, Nico si accorse che esso aveva soltanto una gamba.
“Cosa gli è successo?” chiese Nico.
“Un incidente stradale. La famiglia Grace non può permettersi le medicine adeguate. Presto morirà.”
“MORIRA’?!”
“Si, ma tanto a te che ti importa, sono solo dei morti di fame!” disse Mister D. e Nico provò vergogna per quello che aveva detto poco fa. La moglie di Jason aveva appena dato le misere porzioni tutti.
- Sembra, buono mamma! –disse la piccola.
- Lo è Lacy! –disse il bambino che aveva iniziato a mangiare.
- Buona Vigilia a tutti! –disse la piccola Lacy.
- Grazie –gli dissero gli altri.
- Papà domani rimani a casa? –domandò Charlie.
- La mattina no, ma ci vediamo il pomeriggio. Sarò a casa per il pranzo! –disse cercando di rendere felice la bambina.
- Che bello! –disse la bambina ma era evidente che era triste.
- E inoltre domani verrò pagato quindi potrò comprarvi qualcosa per Natale! –disse Jason e sua moglie lo guardò. Era evidente che non potava farlo. Mimò con la bocca “Ho qualche spicciolo da parte”.
- Dobbiamo ringraziare il signor Di Angelo allora! –disse Charlie. Jason aveva la testa bassa ma disse:
- Certamente! Piper, potresti prendere l’acqua –chiese gentilmente.
- Certo caro! –disse lei alzandosi.
- Facciamo una preghierina! Voglio che il signor Di Angelo passi un buon Natale! –disse Lacy obbligando il padre a farlo.
“Pregano per l’ uomo che li ha fatti morire di fame!” disse Mister D. Nico non disse nulla. E cosa poteva dire? Solo guardare quei bambini che pregavano e chiedevano un Buon Natale per lui, gli fece sciogliere il cuore.  Tutte le parole pronunciate prima del viaggio con lo spirito erano andate via col vento. Non esistevano più. Non potevano esistere. Quei bambini, il suo aiutante sempre generoso anche con l’ uomo che più dovrebbe odiare… Nico si accorse di essere un fallito. Un vero fallito…


La scena cambiò. Stavolta era in una casa lussuosa. Aveva un cancello ed era alte almeno tre piani e aveva anche un giardino bellissimo. Lo spirito lo guidò all’ interno e dopo aver girato in quella lussuosissima casa piena di colori, si ritrovò davanti Hazel seduta ad un tavolo per la cena della vigilia insieme a sua madre Marie e ai genitori di Frank: Ares ed Emily. C’ erano anche due bambini dalla carnagione scura i tratti orientali e gli occhi dorati. I capelli della più piccola erano lunghi, ricci e neri mentre quelli del bambino erano ricci color cioccolato e corti. Stavano cenando.
- Grazie per averci invitati cara suocera! È sempre un piacere venirvi a trovare. I regali li ho lasciati sotto l’ albero. –disse Emily.
- Non dovevate!
- Mamma non dire così! Altrimenti nonna non mi regala più niente –tutti risero tranne Hazel che gli lanciò un’ occhiata assassina.
- Non dovevi nonna! –disse di nuovo il piccolo guardando la madre.
- Così va molto meglio, Sammy! –
- Come mai quell’ idiota di tuo fratello non è venuto? –domandò Marie.
- Per prima cosa mio fratello non è un’ idiota e secondo non lo inviterei mai se nella stessa stanza ci sei tu madre! –disse Hazel che aveva davvero un carattere tosto.
- Quindi quest’ anno non lo hai invitato?
- Certo che l’ ha fatto! Solo che l’ invito è per il 25! –disse Frank.
- Mamma io voglio conoscere mio zio! –disse la bambina
- E lo conoscerai Emi! Solo che non so se in questo momento se la sente di venire! –disse Hazel lasciando un bacio a stampo sulla guancia della piccola.
“almeno qualcuno che ti difenda l’ abbiamo trovato!” disse ancora Mister D. e la scena cambiò, solo che questa volta, definitivamente.

Era di nuovo nella sua stanza.
- Tra poco verrà lo spirito del Natale futuro e  credimi, l’ incontro non durerà molto! Ci vediamo Di Angelo! –salutò Mister D. smaterializzandosi. Nico si sentiva il cuore a pezzi. L’ unica cosa che voleva, dopo quelle visioni, era cambiare!!!


 

 

Angolo Autrice
Ciao! Oggi è venuto a farci visita lo spirito del Natale presente che è Dioniso. Perché? Ci voleva qualcuno senza cuore che sbattesse in faccia le cose a Nico senza timore, mentre per il passato, ci voleva qualcuno con più tatto come Rachael. Non è molto lungo ma soddisfacente. Marie ancora è viva mentre Ade è morto (il signore dei morti che muore, che controsenso!). Il prossimo capitolo sarà ancora più corto, forse. Vi è piaciuto? Scrivetemi cosa ne pensate in una recensione. Voglio ringraziare voi 5 che la seguite e voi 5 che la preferite. Un ringraziamento speciale va a voi muti lettori e un’ altro a voi che recensite.
Alla prossima,
unamoresolitario!!

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Capitolo 4
*** Lo spirito del Natale futuro.Si cambia! ***


~~Quella volta, Nico non volle mettersi a dormire. Aveva paura di sognare i volti di quei bambini. Aveva paura di sognare Percy e Annabeth con i loro sguardi delusi e arrabbiati. Aveva paura di sognare la delusione di Hazel. Nico aveva promesso. Quando anche il terzo spirito sarebbe arrivato, tutto sarebbe cambiato. Avrebbe aiutato Charlie e Lacy, sarebbe andato al canone di Natale di Hazel e avrebbe conosciuto Emi e Sammy e avrebbe donato un sacco di sterline per i poveri bambini come Tyson e  Beckendorf. Lo avrebbe fatto, lo aveva giurato a sé stesso. Chiuse per un momento le palpebre e quando le riaprì, si ritrovò davanti un uomo basso con i baffetti e un fischietto appeso al collo. Aveva una maglia arancione e un pantalone scuro. Aveva uno strano cappello e una mazza da baseball.
- Tu sei il terzo spirito? –domandò Nico alzandosi dal letto.
- Proprio così. Non guardare la ma mazza da baseball con questa faccia! –disse il nanetto. –non ho intenzione di ucciderti… forse.
- Rassicurante… Come mai voi spiriti del Natale siete così scorbutici? –domando
- Non lo siamo mica con tutti! Ma con qualcuno che disprezza il Natale siamo molto crudeli! Anzi, ci stiamo trattenendo!
- Fantastico! –disse Nico.
- Allora, sono lo spirito del Natale futuro ma puoi chiamarmi Hedge! Gleeson Hedge! –disse lo spirito pronunciando il suo nome mentre gonfiava il petto.
- Preferisco spirito…
- Muoviti ragazzo! Ho alcuni impegni per questa notte! –
- Per esempio? –chiese Nico.
- Domani c’ è una partita di American Football e io non posso mancare!
- Cos’è l’ American Football?
- È qualcosa di futuristico. Ora muoviti!
- Guarda che sei tu che devi trasportarmi! –disse ancora Nico. Per risposta, Nico venne avvolto di nuovo dalla neve candida e soffice e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, non era nella sua casa ma nella stradina dove si trovava il suo negozio ma era più buio e senza nessuno che percorresse quella strada. Non c’ erano i bambini che davano tanto fastidio a Nico con i loro palloni, , non c’era Katie che vendeva frutta e verdura e non c’ era nemmeno Travis che cercava di fidanzarsi con essa.  All’ improvviso si aprì una luce dove prima c’ era il negozio di Nico ma ora era molto molto più rovinato.
“Entra!” gli disse lo spirito e Nico oltrepassò la porta come un fantasma e vide dentro due anziane persone. Avevano tutte e due i capelli bianchi e la pelle piena di rughe ma sorridevano maliziosi davanti al camino appena acceso. Nico li guardò per qualche secondo e non esitò a riconoscere gli occhi agguerriti di Clarisse e la malizia negli occhi Chris. Cosa stavano facendo…? Clarisse rise.
- Visto vecchio marito mio? Di Angelo è in ospedale e noi da bravi cittadini gli facciamo trovare la casa bella pulita! –Clarisse rise di nuovo.
- Siamo gentili eh? –anche lui rise con freddezza. Ora Nico aveva capito cosa stavano facendo. Rubavano. Rubavano tutto quello che c’ era in quel maledetto negozio, che molto non era. Nico aveva l’ impressione che non fossero i primi a sgraffignare là dentro. E poi cosa avevano detto? ‘Di Angelo è in ospedale…?!’
- “Crepa cuore, figliolo” –disse lo spirito o Hedge come cavolo voleva essere chiamato!
- “Crepa cuore???!!!!”
- “Primo o poi tutti moriamo! Diciamo solo che il tuo cuore si è fermato.”
- “Quando per l’ esattezza?” chiese Nico.
- “Troppo vuoi conoscere figliolo! Non tutto può esserti rivelato! Certo he se campi anche il tuo crepacuore potrà essere rimandato a due anni più avanti…” gli disse lo spirito ma poi si accorse di aver detto troppo.
- “Che dici figliolo? Andiamo direttamente al momento cruciale?” chiese lo spirito e Nico si trattenne a mandarlo a quel paese.
- “va bene” disse semplicemente stringendo i pugni.

La scena era cambiata. Ora si trovavano davanti al cimitero della città di Londra. Era sera e Nico vide due uomini che stavano scavando una tomba. Avevano già piantato la lapide e Nico si avvicinò. Sopra di essa c’ era scritto “Nico Di Angelo. Morto il 24 dicembre” l’ anno era coperto.  I due mentre lavoravano, stavano commentando la morte di Nico.
- Hai capito chi è questo sfigato? – chiese il primo che era alto, con i capelli biondi e gli occhi castani.
- Si. Il tizio del negozio sulla 34° strada! Hai visto? Nessuno al suo funerale. Il prete quasi non voleva celebrare la messa! –a parlare era stato l’altro, più basso con gli occhi castani e gli occhi blu.
- Davvero?! – chiese il primo. Il moro annuì.
- Hai visto invece quel povero piccolo? –chiese invece il biondo indicando una lapide là vicino. Nico si avvicinò e quasi non gli vennero le lacrime. “Charlie Grace. Morto il 24 dicembre” anche quell’ anno era coperto.
- Il padre del piccolo è rimasto mezz’ ora davanti la lapide. Ha pianto gridato e mandato a quel paese chiunque gli venisse a mente, compreso il vecchio Di Angelo! –disse il biondo. –la sorellina e la madre poi… non puoi capire, che cera che avevano! –continuò.  Nico si sentì una merda…
- Ehi John, che ne dici di prenderci un caffè? –chiese il moro rivolgendosi al biondo che si chiamava John.
- No Alvin! Dobbiamo terminare il lavoro! –disse John.
- E chi vuoi che se ne accorga! Nessuno è andato al funerale, pensa se qualcuno andrà a portargli dei fiori! –disse Alvin.
- Effettivamente… Andiamo John! –e insieme andarono via. Con un po’ di paura, Nico andò verso la buca della sua tomba. Quando vi si affacciò, vide tutti gli orrori che l’ inferno potesse offrire. Vide uomini torturati, feriti, doloranti, stanchi ,incatenati e sofferenti. La anime cercano di uscire e fu in quel momento che Nico, promise per l’ ennesima volta di cambiare. Lo promise lanciando un urlo prima di cadere nella buca e vedere l’ obblio.


Nico si svegliò il giorno di Natale, svegliato dalle campane che suonavano allegre. Sbadigliò e sbatté le palpebre due o tre volte prima di ricordarsi che era Natale. Saltò fuori dal letto con una strana euforia che sicuramente, non gli apparteneva. Si vestì velocemente, ballando a ritmo. Mangiò ancora più di fretta guadagnandosi un singhiozzo che non voleva staccarsi dalla sua gola. Aveva deciso quello che avrebbe fatto quel giorno in cui la sua vita sarebbe cambiata. Prima cosa da fare era la seguente: andare in banca.

- Buongiorno! –salutò euforico all’ uomo che stava dall’ altra parte.
- ‘giorno. In cosa posso esservi utile? –chiede.
- Vorrei ritirare un po’ di soldi, anzi parecchi soldi! –
- Mi fornisca un documento e mi dica la cifra che desidera ritirare. –gli disse l’ uomo. Nico mostrò i documenti e a bassa voce rivelò la cifra che desiderava ritirare e all’ uomo quasi non venne un colpo!
- Arrivo subito! –disse ancora in preda all’ ansia.

Quando uscì dalla banca, si diresse verso la chiesa del paese. Là trovo Annabeth e Percy intendi a preparare tutto per quella serata. I due sbarrarono gli occhi appena lo videro.
- ‘giorno. –salutò Nico.
- Salve signor Di Angelo! Quale buon vento la porta qui? –chiese Percy mentre montava alcune tavole di legno per i tavoli.
- Vorrei porgervi le mie più sentite scuse per quello che è successo ieri e vorrei darvi questo… -disse Nico porgendo l’ assegno ad Annabeth che gli venne un colpo nel leggere la cifra che Nico stava porgendo.
- Ma questo è troppo! –disse Percy che si era avvicinato.
- Bè… recupero tutti gli anni in cui non h dato una mezza sterlina! Voglio chiedervi solo una cosa. Comprate un pensiero al piccolo Tyson con una parte di quei soldi.
- Lo faremo sicuramente. Non so davvero come ringraziarla signor Di Angelo!! –disse Annabeth e con Percy si fiondarono ad abbracciarlo. Per quanto Nico detestasse il contatto fisico, accettò volentieri quell’ abbraccio e quel bacio sulla guancia lasciatogli da Annabeth.


Nico era appena giunto davanti la casa del suo aiutante, Jason Grace. Rideva a crepapelle per quello che stava per fare, dovette fare uno sforzo mortale per trattenersi. Quando si riprese, fece un gran respiro e fece il suo solito muso lungo e bussò alla porta, sulle spalle aveva un sacco.. Ad aprire fu la moglie di Jason, Piper, si ricordò Nico. Esso entrò sfacciatamente e con una faccia arrabbiata, molto arrabbiata. Erano solo le 8 di mattina e di solito Jason attaccava alle 8:30, tecnicamente non era in ritardo, quindi perché il suo principale era lì? Molte domande si fece Nico quando lo vide avvicinarsi. Ebbe subito una risposta.
- Grace! Ti avevo dato una mezza giornata libera ma mi sa tanto che non te la meriti! –disse cercando di non ridere. Vide i sue bambini che aveva visto quella notte con lo spirito che guardavano la scena e Nico non capì se erano impauriti o incuriositi. Jason corrugò la fronte chiedendosi sicuramente cosa Nico voleva dire.
- Non capisco…
- Non capisci eh? L’ altra volte ti avevo chiesto di portare con te le tue cose e come al solito le hai lasciate nel solito posto!
- Si sbaglia signor Di Angelo le ho prese tutte quante!
- A davvero! Allora prende questo sacco pieno di…
- GIOCATTOLI!!! –venne interrotto dalla voce strillante della piccola Lacy che era andata a sbirciare nel sacco. Nico rise di gusto per l’ espressione di Jason.
- Non capisco…  -disse Jason.
- Cosa c’è da capire! –disse Nico che ancora rideva –è Natale e ho fatto un piccolo regalo ai tuoi figli! –poi se lo prese da parte e gli disse:
- Sappi che hai tutta la giornata libera inclusi i giorni fino a Capodanno.. no anzi fino al 7 gennaio e questa è la tua tredicesima e il mese di dicembre –disse porgendogli l’ assegno. Jason ancora aveva gli occhi sgranati.
- Continuo a non capire…
- Eppure mi sono spiegato abbastanza bene! Questi sono  tuoi soldi e quelli sono re-ga-li! –disse scandendo bene le parole.
- Ma perché? Insomma, lei è tutto tranne che generoso! –disse Jason.
- Non è generosità! È Natale!!! Jason fati un bel cenone e per una volta in questi dieci minuti, non sgranare gli occhi! –gli disse Nico prima di dare gli auguri a tutta la famiglia e andare via. A Jason quasi gli prese un colpo quando lesse la cifra e il biglietto che era allegato che diceva:

“Caro Jason,
Ho saputo da poco che tuo figlio, Charlie, ha una grave malattia che gli impedisce di camminare. Accetta questi soldi che te li sei guadagnati e scusami… per tutto! Salutami la famiglia e la piccola Lacy sperando che i regali gli piacciano! Buon Natale ancora,
Nico Di Angelo.”


Jason pianse. Gli vennero le lacrime agli occhi quando si rese conto che, grazie a quei soldi, Charlie avrebbe ricominciato a camminare.
- PIPER!! –gridò a grande voce con le lacrime agli occhi.
- Cosa voleva… -venne interrotta dall’ abbraccio del marito che la strinse forte con le lacrime agli occhi e gli mostrò l’ assegno. Anche Piper sorrise e disse:
- Con questo possiamo comprarci una casa, aiutare nostro figlio e perché no? Goderci un po’ questo Santo Natale!
- Mamma, mamma!!- Gridarono tutte e due i bambini –guarda che belli! –dissero indicando la fila di giocattoli che Nico gli aveva  lascito.

Quella sera, Nico si preparò con il miglior abito trovato. Prese una delle tante carrozze e andò da Hazel.
Quando si ritrovò davanti il cancello non voleva bussare, ma poi si fece guidare dalla sua buona stella e bussò. Fu Emi ,la piccola Zhang ad aprire. Lo guardò con una faccia interrogativa e chiese:
- Tu chi sei? –
- Sono Nico, Nico Di Angelo. –disse alla bambina a cui il volto gli si illuminò.
- Mamma, mamma!!! –gridò la piccola dando le sue calde manine a Nico –Zio Nico è qua!! –disse euforica. Hazel arrivò due secondi dopo e alla vista del fratello si commosse e andò ad abbracciarlo più forte che poté.
- Ciao! –disse con la voce mezza strozzata dall’ abbraccio della sorella.
- Alla fine sei venuto! –disse la sorella. –e quelli cosa sono? –disse indicando delle scatole che Nico aveva in mano.
- I regali per te e per Frank e naturalmente per i bambini. –disse.
- Non startene alla porta, entra! –disse euforica Hazel. Quando Nico entrò venne accolto dai bambini, Sammy ed Emi che gli fecero un sacco di domande. Nico sorrise. Era sicuro che non si sarebbe mai scodato di quel Natale…

 


 


Ehi non penserete di andare via!!
Ecco qui gli auguri della scrittrice che ha scritto quest’ ultimo capitolo alle 2 di notte e lo ha finito alle 3:03 con esattezza XD! Ci tengo a voi e ancor di più ad augurarvi un buon Natale! Molti di voi conoscono “il miracolo della 34° strada” ecco, ho voluto scrivere in questa storia che Nico aveva il suo negozio lì in onore di quel film perché tutti possono cambiare! Grazie tutti voi che avete recensito, preferito e ricordato la mia storia e naturalmente ai muti lettori che aumentavano a dismisura!! Grazie, grazie e buon Natale!!!
Unamoresolitario!!!

 

 

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