Felici e Contenti

di _valy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I, o Cora Mills ha avuto un'idea ***
Capitolo 2: *** II, o Regina Mills fa una lista ***
Capitolo 3: *** III, o Emma Swan sa un paio di cose ***
Capitolo 4: *** IV, o Regina Mills è un personaggio di una sit-com anni '90 ***
Capitolo 5: *** Cut scene, o Emma Swan conosce le leggi universali della natura ***
Capitolo 6: *** V, o Regina Mills non ha bisogno degli occhiali ***
Capitolo 7: *** VI, o Regina Mills è una professionista ***



Capitolo 1
*** I, o Cora Mills ha avuto un'idea ***


 

 
 
Premessa:
 
Regina Mills lavora da anni - e con successo - nella casa di produzione televisiva di famiglia, immersa tra programmi di cucina che richiedono le sue cure maniacali per restare in piedi, minacce mal celate di sua madre Cora e il desiderio viscerale di fare di tutto per non deluderla.
(A chiunque chieda il lavoro non le piace, e ancor meno le piace la compagnia, ma non é un gran momento per il mercato, e con una laurea in scrittura creativa che cosa potrebbe fare? Ok, forse con la sua seconda laurea in marketing aziendale si potrebbe pensare di — ma va beh.)
Va (tutto) bene finché sua madre non decide che l'America non può fare a meno di un programma in cui tre concorrenti si annoiano su un'isola deserta sotto il pretesto di conoscersi e sfidarsi in prove letali (AKA una partita di scacchi e una gara di cucina) per conquistare le attenzioni di quello che sperano sarà il loro unico e vero amore.
E chi meglio di Regina per gestire, produrre, scrivere e controllare le riprese del "Reality Show che ha fatto sognare l'intera America" (Cora ha già lanciato la sua macchina pubblicitaria, sì)?
E ovviamente, chi se non Emma Swan può credere che partecipare a un programma del genere sia il modo perfetto per far sì che la sua ritrovata madre smetta di spronarla a uscire e trovare la sua anima gemella?
 
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Note:
 
Incolpo le bellissime fanfiction di AmyCarey di questo. (E anche un paio di ore di lezione di Filosofia del Linguaggio, ma soprattutto la prima.) E vi invito a leggerle per comprendere il mio momentaneo bisogno di fan fiction AU ambientate sul set di programmi TV. Ho fatto del mio meglio per sopperire a questo bisogno, ma le mie capacità sono limitate.
Inoltre, tutto ciò che so su reality show di bassa qualità deriva da suddette fanfiction e da un numero disgustosamente alto di serate passate a guardarli, quindi le inaccuratezze saranno presenti in grande quantità (mi scuso per questo).
 
 
 
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Capitolo I, o Cora Mills ha avuto un'idea
 
 
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É il quattro di febbraio e fa semplicemente troppo freddo per organizzare un meeting di emergenza negli uffici della Mills' Production, Boston, ma a quanto pare nemmeno il gelo artico può fermare Cora Mills quando questa ha preso la decisione definitiva di dare inizio alla damnatio memoriae del loro ultimo reality show, annullando la terribile pubblicità che la prima e unica stagione di "Date Fiasco" ha ricevuto sommergendo il mercato con un nuovo reality che "vi farà credere nelle favole" (Regina ha i suoi dubbi a riguardo, ma sono le 7/30 di mattina e il traffico é terribile e ha bevuto una sola tazza di caffè nero senza zucchero, quindi al momento ha dubbi su praticamente ogni cosa).
 
Ma sul serio, Regina spera che chiunque abbia avuto la cattiva presenza di spirito di presentare a sua madre un progetto su un reality show di quel tipo, e la faccia tosta di convincerla non solo a finanziarlo, produrlo e filmarlo, ma addirittura di affidarlo alla supervisione di ciò che di meglio la Mills' Production può offrire (Regina non é vanagloriosa, é quello che dice il suo biglietto da visita e il logo della home della sua pagina sul sito della società) - ecco, Regina spera che chiunque questa persona sia (anche se, se dovesse scommettere, punterebbe su quel Gold con cui da una decina di anni a questa parte sua madre é in affari non meglio specificati) apra gli occhi sugli errori commessi e si penta. E si pugnali al cuore.
 
E poi risorga e convinca Cora a ritirare denaro e tempo lavorativo da quel progetto, perché un reality show su una banda di giovanotti (di bell'aspetto, bianchi e di buona famiglia, se Regina conosce sua madre) che si ritirano su un'isola deserta per una settimana per trovare l'uomo o la donna della loro vita? É destinare a fallire - e Regina Mills non ama l'odore del fallimento.
 
 
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(Alle 12/30 di quello stesso 4 febbraio, Cora Mills e quel figlio di buona donna che é Gold firmano il contratto per produrre una stagione-prova di 5 episodi di quello che hanno deciso si chiamerà "Felici e Contenti. Non é mai troppo tardi per credere in un lieto fine". 
 
Alle 12/45 di quello stesso giorno Regina accetta controvoglia e al limite del ricatto di occuparsi esclusivamente della creazione e delle riprese del reality, abbandonando la supervisione dei due programmi di cucina ai quelli ha dedicato gli ultimi tre anni della sua carriera lavorativa e del suo tempo libero - e dai quali proviene il 37 % del ricavo della società. 
 
Alle 12/57, dopo cinque minuti chiusa in bagno a, nell'ordine, piangere, rifarsi il trucco e chiamare la scuola di Henry per informare che di lì a pochi minuti sarebbe arrivata a prendere il bambino, Regina esce dall'ufficio con un motivo in più per odiare sua madre.)
 
 
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Dio benedica gli stagisti e gli amici degli amici cui si é obbligati a fare favori dando un lavoro alla fidanzata del migliore amico del figlio del vicino, perché é più o meno soltanto per quello che fino a fine marzo Regina non deve intervenire nella gestione di quel fallimento annunciato che é "Felici e Contenti".
 
Cora ha messo su uno staff di neolaureati controllato da un suo amico di lunga data di cui Regina non ricorda il nome per informare agenti e agenzie dell'apertura del casting per la scelta dei partecipanti - e ha incaricato un paio di impiegate di operare una prima scrematura degli iscritti ("Bianchi ed eterosessuali ma senza che lo abbiano scritto in faccia, un paio di ragazzi disagiati per dare un po' di colore e di multiculturalità al programma. E per l'amor di Dio, nessun obeso", perché Regina conosce la politica di sua madre). Un altro staff di autori sta mettendo in piedi la struttura generale che porterà avanti le singole puntate e un team di manovali e artigiani sta lavorando alla costruzione della location.
 
Regina passa il suo tempo negli uffici della sede succursale a delegare compiti e a tentare di non venire sommersa dal desiderio di salire su un aereo destinazione Isola Che Non C'È e non tornare più indietro.
 
 
La mattina del 23 marzo, la sua assistente personale la informa che sua madre la desidera in ufficio. Soltanto anni di pratica fanno sì che questa non si renda conto del disagio e del tremolio che investe Regina alla notizia.
Quando entra, Cora é al telefono, seduta di fronte alla sua possente scrivania in mogano, con una pila di cartelle tra le mani. Con un gesto, mentre informa chiunque sia in linea che "Saremmo onorati di fare affari anche con lui," la invita a sedere e ad approfittare di quei momenti per sfogliare i documenti che ha di fronte.
 
A quanto pare è giunta la sua ora.
 
"Non che non mi fidi di Ashley e di Candice, cara, ma preferirei lasciare a te la scelta definitiva dei partecipanti. Confesso di avere dato un'occhiata veloce ai file personali che quelle due mi hanno consegnato e di averne selezionati tre o quattro, ma sugli altri lascio a te l'ultima parola. Mi raccomando, un poco di diversità va bene, ma vogliamo che la gente possa identificarsi con i nostri ragazzi e vivere attraverso loro il sogno americano, quindi limita le tonalità di colore, cara."
 
(Regina lascia l'ufficio una mezz'oretta più tardi, con i dati personali di settanta candidati e un mal di testa che non la abbandonerà per tutta la giornata a causa di un discorso che non sembrava avere fine su come deve fare il suo lavoro.)
 
 
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L'idea é semplice, al limite del banale (ma banale non é il primo aggettivo che viene in mente a Regina quando un paio di giorni dopo Henry le chiede di che cosa parlerà il suo prossimo programma. É in grado di rispondergli con qualcosa che non sia un insulto soltanto dopo una decina di secondi).
Tre partecipanti, di sesso opposto, su un'isola deserta che é in realtà l'angolo di uno studio di registrazione del sud della California, con una settimana di tempo per conoscersi, superare prove per guadagnare regali e notti romantiche e appuntamenti a lume di candela.
 
 
(Luci soffuse e sfumate su due figure che si incontrano al limite di una spiaggia bianchissima, una voce in sottofondo che informa il pubblico che "Non serve che un attimo per riconoscere il vero amore"; pausa ad effetto e zoom sul gioco di sguardi tra le due figure, un leggero vento a ondeggiare i capelli - biondi - della ragazza.
"Ma serve tempo per corteggiarlo e conquistarlo, per scrivere la prima parola della fiaba"; scena di una cena tra i due partecipanti, l'uno vicino all'altra, le mani di entrambi sul tavolo, a pochi centimetri di distanza.
La scena lentamente sfuma finché - bam, un primo piano di un'altra donna - perché il terzo incomodo é sempre una donna - con un sorriso astuto e malizioso che cammina ondeggiando i fianchi, lungo la spiaggia, verso la coppia intenta a cenare, appena visibile in un angolo.
"Che cosa sei disposto a fare per trovare la tua anima gemella? Sei disposto a lottare perché la tua storia abbia il lieto fine che merita?")
 
 
Regina vorrebbe piangere e urlare e insultare sua madre per aver pensato che un programma del genere possa anche solo non affondare dopo due episodi - e soprattutto per aver deciso di mettere lei a capo del progetto e nonostante questo continuare a inviarle mail su mail per specificare dettagli e fare piccole annotazioni e di fatto controllare l'intera produzione come suo solito.
 
Ma tira avanti, e non fa nulla di tutto quello che vorrebbe fare a riguardo di sua madre, perché "Ti voglio bene mamma," le dice Henry ogni mattina - e lei non può finire in prigione per tentato madricidio e rischiare di non vedere il suo ometto crescere. 
 
Quindi, stringe i denti soffocando gli insulti e trascorre 15 ore al giorno, la settimana seguente, a selezionare i 16 concorrenti rimanenti tra i 75 candidati e a tentare di scendere a compromessi con il team di autori per dare un senso, se non all'intero programma, almeno a qualche parte di quello.
Ci riesce, perché Regina é davvero il meglio che la Mills' Production può offrire.
 
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La CanalZone é pronta a lanciare un nuovo rivoluzionario reality show targato Mills Prod., dimostrando quindi di fidarsi della società nonostante i risultati sotto le aspettative degli ultimi tre semestri. Abbiamo in collegamento telefonico Leopold Blanchard, CEO del famoso canale televisivo e qui con noi Cora Mills, fondatrice e CEO della Mills Production. Direi, prima le signore, quindi una domanda per lei signora Mills: prima di parlare delle vostre aspettative a riguardo e di aspetti un po' più tecnici, può darci qualche informazione in più, qualche novità o qualche piccolo spoiler a riguardo?
 
"Marcus, caro, mi conosci ormai da parecchi anni e dovresti saperlo, non sono solita mostrare con tale disinvoltura le mie carte, preferisco farlo con una certa classe. Ma qualcosa posso anticiparlo, e spero che sia sufficiente.
Da mesi le energie della Mills Prod. sono su questo progetto, abbiamo tutti i nostri migliori uomini impegnati giorno e notte affinché la geniale idea di partenza di questo format venga sviluppata in modo sublime.
Ho avuto modo di parlare con alcuni dei futuri concorrenti e posso dirvi che la sensazione di essere parte di un momento rivoluzionario nella storia dei reality show é condivisa.
Non posso divulgare troppe notizie, ma dovete sapere che la vostra attesa riceverà risposte più esaustive a breve: poco più di una settimana e cominceremo a pubblicizzare il primo episodio del programma, che comincerà a settembre. Credetemi, le vostre speranze non saranno deluse".
 
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Regina chiude il suo laptop con foga, con "deluse deluse deluse" che le rimbomba nella testa. 
Odia sua madre e la sua rete di salvataggio in caso di fallimento ("delusione, cara") e le sue ridicole interviste e la pressione che sa metterle sulle spalle con una sola parola.
Vorrebbe soltanto addormentarsi e dormire fino a dopo settembre, quando questo reality non sarà altro che un ricordo (fallimentare) e le sue giornate torneranno ad essere lavoro-senza-Cora, Henry e cucina.
 
(Se stringe gli occhi abbastanza forte le può quasi sembrare che quel giorno sia già domani.)
 
 
 
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Capitolo 2
*** II, o Regina Mills fa una lista ***




Felici e Contenti, capitolo II




Avvertenze:

Cora Mills é una razzista di mer —.

Questa fanfiction é volutamente ironica, quindi spero che nessuno si offenderà se alcuni personaggi verranno presi in giro.


Note:

Non disperate, questo é l'ultimo capitolo EmmaSwan-free.



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Capitolo II, o Regina Mills fa una lista



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Regina pigia con forza con l'indice e chiude la mail che stava leggendo.
Gli occhi le bruciano per la sua testardaggine di indossare le lenti a contatto sette giorni a settimana, 16-17 ore al giorno, e forse anche un po' per quello che ha appena letto: l'unica cosa che aveva un senso in quell'orribile idea che é "Felici e Contenti" era la location, perché un'isola esotica in una località misteriosa, con cactus e piante di cocco e cavolate varie, amache e mare cristallino, avrebbe potuto spingere un'amante della natura senza abbonamento Netflix a guardare il loro programma, scambiandolo per un documentario della National Geographic sulle più strane usanze di corteggiamento esistenti in natura.

Ma "lo studio di registrazione al quale pensavi di fare riferimento ha aumentato la tariffa di affitto del 3% al giorno, e non posso semplicemente tollerare un affronto simile," le ha detto sua madre una decina di minuti fa, prima di informarla di leggere la mail, "quindi ho parlato con Gold, Matt e Jonathan e abbiamo trovato una soluzione. Troverai tutte le informazioni in una mail che Matt dovrebbe mandarti di qui a breve."

Quindi, addio isola deserta ed incontaminata e benvenuto Storybrooke, città fantasma, Maine. 

(La mail di Matt lo descrive come un rustico paese ancorato con fermezza alle sue radici inglesi, in cui la vita si è fermata ai primi del Novecento e la modernità, con i suoi ritmi sfrenati e il suo degrado culturale, non ha ancora preso il sopravvento. Il posto perfetto per incontrare e scoprire la vera natura della persona con la quale trascorrere il resto della vita.
Regina getta uno sguardo svogliato alla foto allegata, apre Google, e non può fare a meno di pensare che gireranno uno stupido programma TV a Cabot Cove.
Lo pensa finché non si carica la pagina con le temperature medie di Storybrooke, e da quel momento inizia ad imprecare.)



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In definitiva, a causa di un insignificante 3% parecchie cose sono da rifare.
Un nuovo staff che si occupa di contattare il sindaco del paese, le forze dell'ordine, hotel e ristoranti nell'arco di km, proprietari di club e pub e addirittura di un bowling - e di riferire a Regina.
Un altro staff che contatta i fornitori di abiti, accessori, orologi e quant'altro, per cambiare gli ordini e adattarli al nuovo clima, possibilmente senza perderci (troppo) denaro - e poi di riferire a Regina.
Un altro ancora, con i suoi fidati tecnici della luce e del suono, a capo di un gruppo di tecnici per le riprese, che saltano su un pulmino una mattina di aprile e iniziano a controllare le varie zone in cui filmeranno - e poi riferiscono a Regina.
E l'ultimo, lo staff degli autori, che dopo aver pensato e ripensato, scritto e riscritto, finalmente presenta a Regina un documento ufficiale e finale con una sorta di bozza della scaletta dei vari episodi, rivisto per adattare la trama alla nuova location.
Molto dovrà essere cambiato e riadattato in corso d'opera (e probabilmente già prima), ma é un inizio.


La cosa peggiore é probabilmente che Regina deve aggiornare l'immagine mentale che si forma nella sua testa quando pensa a questo sempre più annunciato fiasco. Addio coppia che passeggia lungo la spiaggia, vestita di abiti leggeri, in direzione di un'amaca su cui coricarsi abbracciati - e benvenute pattinate sul ghiaccio e visite al lago. (Dovrà riguardare Frozen per aiutare la sua immaginazione. Maledizione, si era appena tolta "Let it go" dalla testa.)



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Venerdì 11 aprile, come gli ultimi tre anni, Regina prende un giorno di ferie e concede a Henry di saltare la scuola.
Si svegliano alle 8, entrambi, ma Regina non scende dal letto finché non sente il rumore dei passi di Henry interrompersi di fronte alla porta della sua camera, per poi vedere la porta aprirsi e una testa di capelli neri fare capolino.
"Mamma?," Regina ha appena il tempo si sentire, prima che suo figlio si butti sul letto a peso morto, "É oggi! Scendi a fare colazione con me!"
É una delle poche ricorrenze che hanno da quando Henry é diventato abbastanza grande per imparare l'importanza di festeggiare i compleanni. Si svegliano tardi, si cambiano e insieme preparano pancakes alla Nutella e alla marmellata di mirtilli, per poi partire e andare a fare gli auguri al piccolo Roland, il migliore amico di suo figlio. E a dargli il loro regalo, ovviamente, e la colazione che hanno preparato con tanta cura.
E a viziarlo in modo disgustoso, esattamente come sua madre Marian ha fatto con Henry da quando lui é entrato nella loro vita.
Quindi per tutto il giorno restano a casa della migliore amica di Regina, a cucinare e a mangiare schifezze ("solo per oggi, tesoro") eccessivamente caloriche, e a guardare quei cartoni che piacciono tanto a Roland e che Henry finge di non adorare.

Nel tardo pomeriggio, quando suo figlio le chiede se può fare cena insieme a quello che considera praticamente un fratello minore, Regina accetta e promette di preparare le sue famose lasagne. Henry la ringrazia con un abbraccio che sembra non finire mai, e la lascia libera soltanto quando Roland lo chiama con un estasiato "'nry, vieni a vedere!"

(Marian e Roland partono sabato mattina, per andare a fare visita ai genitori di lei a Philadelphia, e Regina ed Henry ne approfittano per trascorrere il weekend insieme e per snobbare una cena a casa di Cora con la scusa che "Abbiamo già un impegno con un amico di Henry", senza ricevere un'occhiataccia da parte di Marian.)



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Domenica sera, prima di andare a letto, Regina cerca di concentrarsi sul tempo trascorso con Roland e Marian, sul sorriso che Henry ha indossato per ogni singolo minuto di tutte le ore che hanno trascorso insieme, davvero Felici e Contenti - e non pensare alla settimana lavorativa che incombe.
(Non é così difficile non pensare al lavoro e alle responsabilità e alla delusione, quando Henry la abbraccia e la bacia sulla guancia e le dice che "Sei la mamma più brava del mondo."
Darebbe qualunque cosa perché lui possa non crescere mai e restare invece sempre il suo piccolo e tenero ometto.)


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Purtroppo Regina non ha il potere di fermare il tempo; così il fine settimana giunge al termine e una nuova settimana lavorativa comincia.


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Robin Mc Rhood ha trentadue anni e il più incomprensibile accento inglese che lei abbia mai avuto la disgrazia di dover decifrare. Ma ha anche un figlio di tre anni, avuto da una ex-moglie scomparsa nel nulla pochi mesi dopo il parto, e niente urla "bravo ragazzo" come un uomo che si prende cura di un bambino abbandonato dalla sua stessa madre, senza nemmeno insultarla (o forse lo fa, ma nessuno lo capisce).
(Ok, la sua scelta potrebbe essere stata influenzata da una fotografia di un bambino che le ha ricordato terribilmente Henry, con quei capelli scompigliati e quelle guanciotte piene, ma sua madre non ha bisogno di saperlo.)
Hanno giocato la carta accento-inglese altre volte e ha sempre premiato - e Robin McRhood pare avere un passato sportivo, il che significa buone possibilità di vittoria in caso di prove fisiche e uuh e aah qualora dovesse togliersi la maglietta - quindi nella nota che associa al nome della sua scelta, a mo' di spiegazione, scrive quello.



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Sceglie Philip Prince perché é tutto ciò che Cora vuole quando si tratta di un concorrente in un loro programma TV: eterosessuale, bianco, americano di buona famiglia, con la voce profonda (e noioso e poco interessante, nonostante gli addominali e le camicie a quadretti) e quel briciolo di barbetta che fa tanto hipster.
E poi perché, beh - con tutto questo paragonare "Felici e Contenti" ad una fiaba, non si può non scegliere un ragazzo con un simile cognome.



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James Charming è un principe azzurro con un passato turbolento e una smodata e del tutto ingiustificata passione per i pantaloni attillati e le giacche di pelle.
(E gli stivali con la punta, ma Regina non ha alcuna intenzione di permettergli di indossare quelli sul set. Ci sono certe cose che i suoi occhi non possono sopportare. Dovrà pensare a una clausola specifica per il suo contratto.)
É rappresentato da un agente con qualche conoscenza nel mondo dei programmi televisivi, e dopo una chiamata di venti minuti eccessivamente condita di insinceri complimenti e velate minacce, Regina non può fare a meno di accettarlo nel gruppo. 

"Sapevo che non avreste rifiutato il mio bel faccino," le dice lui quando si sentono per la prima volta al telefono, per chiarire alcuni punti del contratto che dovrà firmare, ma lei stringe i denti e non lo insulta. É quasi fiera di sé quando sente la sua voce rispondergli "Non avremmo mai potuto," prima di rendersi conto quanto simile a Cora tutto ciò suoni alle sue orecchie e dover prendere un paio di respiri profondi per fermare le lacrime. James Charming é schifosamente egocentrico e dunque ancora troppo intento a parlare di se stesso in terza persona per notare il suo incipit di attacco di panico. Non sa se questo è un bene o un male.



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"Ti chiamo per una delle ragazze che rappresenti - sì, 'faccia da ebete e pessimo gusto in fatto di abiti vintage', esattamente lei."
Dio, odia quel genere di agenti, dovrebbero procurare lavori, non commentare il look delle loro clienti. 
"Potremmo essere intenzionati ad accettarla nel gruppo che stiamo formando, credo che mia madre ti abbia già dato tutte le informazioni a riguardo."

(La telefonata prosegue per dieci minuti, perché alcuni uomini non amano sentirsi dire "Riceverai tutte le informazioni per il contratto via mail," e preferiscono fare vecchio stile. Regina non ha mai capito l'ossessione di parlare con le persone. Ma é il suo lavoro, quindi stringe i denti e dà sfoggio delle sue ottime capacità riassuntive.
É al suo terzo tentativo di chiudere la chiamata, quando quel viscido di un agente la informa che "Sono certo che Gold apprezzerà questa ragazza, stellina."
Regina sopprime un insulto, sostituendolo con un "Sono certa che faremo ancora affari insieme se eviterai di chiamarmi stellina. Buona giornata.")



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Ruby Lucas ha il sorriso più malizioso e le gambe più lunghe che lei abbia mai visto, ed é accompagnata da un video di 37 secondi che é in realtà una raccolta di scatti vagamente professionali e profondamente osé. 
Regina apre il suo file, guarda il video, sopprime pensieri inopportuni e immagina la voce di sua madre sostenere che "Questa ragazza é la perfetta cattiva della puntata. Con un atteggiamento e un nome del genere non dovremmo nemmeno sforzarci per farla sembrare una ragazza facile e un'approfittatrice."
Aggiunge il suo nome alla lista - e per un attimo é vagamente disgustata da se stessa. Poi si ricorda che questo é quello che si fa, e che sta dando a queste persone la possibilità di farsi notare, di diventare qualcuno anche se solo per un paio di ore - che questo é quello che loro vogliono, per l'amor di dio! - e quella notte non ha problemi ad addormentarsi.



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Killian-detto-Ian Jones e Tamara Whose sono un azzardo, ma Regina si sente in vena di rischiare quel giorno (ha trascorso una piacevole serata con Marian e Roland, ed Henry l'ha ringraziata del dolce che gli ha permesso di mangiare dopo cena con un bacio sulla guancia e un sorriso da orecchio a orecchio).
Il primo é uno scozzese con la battuta facile, trasferitosi negli USA da un paio di anni e con un lavoro non meglio specificato. E con una brutta relazione tutt'ora in corso con una bottiglia di rum - ma ha una voce accattivante e, sinceramente, anche l'occhio (delle spettatrici, non certo il suo) vuole la sua parte. 

E la seconda, é di colore. (Sua madre é una razzista di mer —. "Mamma ha detto una parolaccia!," aveva riso, sconvolto, Henry la prima volta che Regina aveva tentato di spiegare a Marian perché sua madre Cora fosse reticente a introdurre più di un paio di partecipanti che non fossero bianchi ("si dice caucasici, veramente") nei suoi programmi TV. "Ma tuo padre é Latino!," le aveva fatto notare lei. "É anche schifosamente ipocrita, oltre ad essere razzista.")



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Il giorno seguente contatta personalmente altri tre futuri concorrenti, per prendere appuntamento per discutere in modo più approfondito il tutto ed eventualmente firmare il contratto che farà di loro i prossimi concorrenti del nuovo reality shock "Felici e Contenti". 
Gregory Smith le pare del tutto inoffensivo e decisamente smorto (Regina dubita che riuscirà a farsi valere contro uno qualunque degli altri ragazzi che lei ha finora selezionato).
Victor Whale la tiene al telefono per ventitré minuti, chiedendo precisazioni inutili su ogni singolo particolare ed avanzando richieste assurde e pretenziose ("No, non le copriremo il costo dei libri di testo aggiuntivi che dovrà acquistare per sopperire alle ore di lezione di anatomia che si perderà per partecipare al programma. So che i testi di medicina sono costosi, ma non é un nostro problema.")
August diGepetto vive ancora con suo padre (Regina lo sente parlare, eccitato, in sottofondo, mentre lei e il figlio sono al telefono). Questo lo fa salire immediatamente in cima alla lista dei suoi preferiti.



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Cora la chiama mentre é in auto, lunedì mattina, in direzione ufficio, con l'indispensabile indicazione "Bianchi, cara. Bianchi," quindi Regina sceglie tra una lista di bionde di discendenza puramente americana Kathrin Midas (che oltre ad essere bianca é ricca) e Elena GreenWest, che é in realtà a) rossa di capelli; b) britannica (dovrà fare due chiacchiere con Candice e Ashely perché, dio!, quelle due non sono nemmeno in grado di fare una lista seguendo dei parametri così evidenti come il luogo di nascita e il colore di capelli).
Ora che ci pensa, anche il cognome Midas non le pare così WASP, ma non ha nessuna voglia di aprire nuovamente quella lista e cercare un'altra candidata tra le rimanenti 14 bionde fotocopiate (o forse cloni di uno stesso originale - sì, la sera prima ha guardato due episodi di 'Orphan Black', e allora? Non si é mica venduta alla concorrenza), quindi conferma la sua decisione.



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Lunedì nel tardo pomeriggio, poco prima di scendere in garage a prendere la macchina per tornare a casa, il file di una certa Cordelia de Ville attira la sua attenzione. É bionda, anche se leggermente meno giovane delle loro scelte standard. Regina conclude che a sua madre potrebbe piacere (ciocche grigie a parte, ma ha in mente di inserire anche in questo caso una specifica clausola del contratto che le impedirà di avere quelle cose orribili tra i capelli), e così un altro nome si aggiunge alla lista.



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"Ho indetto una riunione venerdì in mattinata, cara."
"Ok."

"Alle 8/15 con i preposti a capo dei vari staff, con i quali spero tu abbia continuato a mantenere un rapporto, dopo tutti i problemi con lo spostamento della location a Storybrooke."
"L'ho fatto, madre. Quotidianamente."

"Alle 9/45 con Gold e un paio di altri investitori, e Leopold."
"Ok."
"Mi aspetto che tu abbia concluso di selezionare i partecipanti, direi entro questo giovedì sera, e mi abbia trasmesso la lista, di modo che io possa controllare e approvare o eventualmente apportare le opportune modifiche."
"Certo, come sempre," Regina trattiene a stento uno sbuffo, perché sua madre é così prevedibile e così poco fiduciosa delle sue abilità.
"Ritengo che una mail con la lista dei concorrenti sarà più che sufficiente, non c'è bisogno di un incontro di persona."
(Regina tira un sospiro di sollievo, il primo dall'inizio di questa discussione.)

"Dovrò attendere ancora a lungo una tua mail? Ricordi?, con le informazioni relative ai tre concorrenti che tu hai preselezionato? Potrebbe essere utile, per far sì che questi si sposino con la forma che abbiamo intenzione di dare al programma."
Cora ride, glaciale e informale come sempre, "Oh cara, non ce n'é bisogno. Fidati di me, sposano appieno la linea del nostro format."
Regina non le risponde e si chiude nel suo ufficio.



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Martedì pomeriggio sceglie Jefferson Hat, essenzialmente perché le pare il genere di ragazzo che sua madre vorrebbe avere a bordo, ed anche perché quando mostra una sua foto a Marian, questa se ne esce con un "É il tipo d'uomo che ti basta uno sguardo per capire che é in grado di fare cose indicibili a letto. E in più ha quell'area da stronzo e da cattivo ragazzo che, non so, non guasta mai, no?"
(Regina l'ha sempre detto che Marian ha pessimi gusti in fatto di uomini.)



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Mercoledì mattina, la lista si aggiorna con due nuovi nomi. Gli ultimi due nuovi nomi, se Regina ha qualche potere a riguardo.
Lilian Dragonies, giovane cameriera che spera di sfondare nel mondo del cinema a suon di scatti fotografici che la ritraggono con giacche invernali e scarponi militari e poco altro addosso; e Peter Pann, un ragazzo con un sorriso decisamente troppo malizioso e furbetto per i suoi 19 anni (e tra l'altro, perché diavolo un ragazzo di quell'eta dovrebbe preoccuparsi di trovare l'anima gemella, invece di divertirsi con gli amici, magari sballandosi di succhi di frutta non alcolici alla pera per altri due anni, prima di poter passare a qualcosa di più forte? Dio, la gioventù di questi giorni).
Sono rappresentati dalla stessa agenzia, il che é più o meno l'unico motivo per cui Regina li sceglie. Oltre al fatto che non le rimangono molte altre opzioni accettabili al momento.



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(Tre ore dopo riceve una chiamata dallo sfigato che sua madre ha messo a capo dello staff di autori, che la informa che "Abbiamo inviato una mail a sua madre, per aggiornarla della struttura e della scaletta provvisoria dei primi episodi. Si é detta soddisfatta della forma che abbiamo dato al reality, e mi ha incaricato di farle sapere che discuterete ulteriori particolari da aggiungere o da modificare nella riunione di venerdì."
Regina non sa se essere più arrabbiata per il fatto che sua madre preferisca comunicare con lei tramite sottoposti - o più sollevata per il fatto che non l'ha dovuta incontrare di persona.)

(Buone notizie arrivano dallo staff di tecnici, che la informa che tutto é stato sistemato perché nel giro di poche settimane possa essere dato il via alle riprese.)

(Cora ha ufficialmente mobilitato la sua macchina pubblicitaria e lei inizia seriamente ad avere paura del fallimento.
Ma tutti ripetono "É come vivere nelle fiabe. Un angolo di paradiso fuori dal tempo, un principe azzurro e una principessa che tra mille peripezie e mille ostacoli scopriranno di amarsi e potranno sondare la profondità del loro amore," e ancora, "Tutti amano i lieti fini," e in questi ultimi mesi Regina ha finto così spesso e così intensamente di crederci che ogni tanto le pare di crederci per davvero.)



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Lascia un messaggio in segreteria a sua madre, giovedì mattina, per informarla che "Ti ho inviato la mail con nomi ed informazioni personali dei concorrenti, e anche alcune proposte di abbinamento e dei possibili sviluppi degli episodi dati i loro caratteri."
Cora le risponde a mezzogiorno, con un secco "Non comprendo la logica sottesa ad alcune tue scelte, cfr Tamara, ma ci dovremo accontentare. Ricordati di domani, cara, ore 8/15."



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"Mamma," le dice Henry giovedì sera, dopo che hanno mangiato e lei l'ha aiutato a preparare lo zaino per l'ultimo giorno di scuola della settimana, "c'è una cosa che non capisco del tuo nuovo programma. Cor —, nonna, ha scelto tre persone. Tu ne hai scelte quindici."
"Sedici, caro."
"Ok. Tre nonna, sedici tu. Tre più sedici fa diciannove - e lo so che é giusto perché ho preso A nell'ultimo compito di matematica."
(E dio, Regina é stata così fiera del suo piccolo ometto quel giorno.)
"Però voi fate soltanto cinque puntate, e la settimana scorsa mi hai detto che ogni puntata ha bisogno di tre persone, che si sfidano per qualcosa, non ho capito bene cosa. Ma vedi? É sbagliato! Perché - si, insomma, tre per cinque fa quindici, é giusto? Ma voi ne avete scelti diciannove.
Quindi, beh - ne avete quattro di troppo.. che cosa fanno questi quattro?"

Regina non ha risposte da dargli. E si sente una cretina per non avere notato prima una cosa così ovvia. (E dopo si sente orgogliosa di quanto é intelligente il suo piccolo Henry.)
"Non lo so amore, ma appena lo scoprirò, domani, tu sarai la prima persona a cui lo dirò. Ma soltanto se ora vai a lavarti i denti." (Henry corre in bagno, perché é ubbidiente e anche terribilmente curioso.)



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(Un'ora dopo sua madre le invia una mail, con tre file allegati.
Non saprà che ne sarà di quei quattro concorrenti che suo figlio ha etichettato come 'di troppo', ma ora conosce i nomi dei concorrenti a cui va il favore di sua madre.
Elsa Arendl.
Neal Bealfire Peabody.
Emma Swan.)



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[Note: Non so quante/i di voi sono al corrente del fatto che la madre di Bealfire é la meravigliosa Helena Peabody di The L Word (un attimo di pausa per formarci e ammirare l'immagine mentale di questa donna). Ergo, il suo cognome in questa fanfiction.]

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Capitolo 3
*** III, o Emma Swan sa un paio di cose ***





Felici e Contenti, capitolo III



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Avvertenze:

Pur non avendo ancora cambiato il rating, questo capitolo contiene un po' di volgarità e di riferimenti al sesso.
Inoltre, note a fondo pagina.


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III, o Emma Swan sa un paio di cose



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Regina trascorre tre delle sue sei quotidiane ore di sonno rigirandosi inquieta nel letto, impigliandosi nelle lenzuola leggere e sognando di capelli biondi e di braccia forti e muscolose - e di una voce femminile roca e invitante che mormora "Vai a salutare la mamma, Henry".
Il mattino si sveglia con il fiato corto, a praticamente un passo dal cadere dal letto, e con il corpo sudato e bagnato in una quantità e in un posto troppo imbarazzante per fermarcisi a riflettere - e con un "Cazzo, no" sulle labbra e in testa.

Due ore più tardi, dopo che si é concessa una doccia riparatrice, ha preparato colazione per sé e per Henry, si é vestita per l'occasione secondo i gusti di sua madre e ha vestito Henry per la scuola, é salita in macchina e ha guidato fino alla suddetta scuola, osservandolo camminare a passo veloce (perché "Non si corre, Henry") verso due suoi compagni di classe dopo averla salutata con un "A dopo, mamma"!, si ritrova davanti alle porte degli uffici della Mills' Production, con un nodo alla gola e il suo IPhone in mano.

Sinceramente, ha tanti pregi, e troppo poco tempo per elencarli, ma non é mai stata brava né a resistere alle tentazioni né, soprattutto, a rinunciare a possedere delle informazioni che le vengono offerte, o a placare le sue curiosità.
É (solo) per questo che prima di aprire la porta e dare inizio alla sua giornata lavorativa, che si prospetta dura ed eterna, con quella stupida riunione che le sottrarrà tutto il mattino, abbassa lo sguardo sul suo telefono, lo screen a mostrare i più recenti messaggi scambiati tra lei e Marian, e dà forma alla sua più recente curiosità e alla sua al momento più pressante paura. 


Invia il messaggio e per altri due minuti rimane ferma a lato delle porte degli uffici, in parte per godersi quel poco di aria buona prima di entrare nella bocca dell'inferno, ma soprattutto per cercare di cancellare l'immagine della faccia divertita e saccente che sa, sa!, aver preso dimora sul viso della sua migliore amica a causa di quello che ha appena fatto.
(Regina sa anche che ne sentirà delle belle al loro prossimo incontro, ma ha altre preoccupazioni più urgenti al momento.)


É in ascensore, fermo al secondo piano in attesa che salgano alcuni impiegati, quando il suo iPhone vibra segnalando l'arrivo di un nuovo messaggio e - Regina controlla - no, non é Henry che la informa che é la mamma migliore del mondo perché gli ha aggiunto nello zaino, di nascosto, una bottiglietta di succo di mele per il pranzo alla mensa, poiché questa ne é vergognosamente sprovvista (Regina si é già lamentata a riguardo e ha anche riempito tre moduli per far sì che lo inserissero nel menù, ma senza risultati positivi. Al quarto modulo ha deciso di lasciar perdere).

Sblocca il telefono con la sua password e - no, cazzo no.
Perché al suo "Ricordi il nome della tata che Henry ha avuto tre anni fa, per circa due o tre mesi al massimo, prima di Mulan? Swan qualcosa." Marian ha risposto con un secco "Bionda, fisico da urlo e giacchetta di pelle. Emma."


E Ok. Regina é fottuta.



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In ventotto anni di vita, Emma Swan ha imparato un paio di cosette.

Uno, mai concedere passaggi a sconosciuti mentre si guida un'auto rubata (l'ha fatto e ha rischiato un anno di galera, e con la sfortuna che si ritrova sa che non sarebbe certo finita a Lichfield). E - oh sì, possibilmente, mai rubare un'auto in generale.
Due, mai rivolgere la parola ad un'estranea che brontola di uccelli e di gabbiette per volatili e soprattutto mai, mai, accettare di prendere qualcosa da bere in compagnia di suddetta estranea (ha fatto anche questo, e che cosa ne ha ricavato? Un'amicizia a vita con quella deficiente combina-guai e romanticona inguaribile di Mary Margaret).
Tre, se qualcosa può andare storto, andrà storto (ma forse questo l'aveva già capito Groucho Marx prima di lei).
E quattro, se qualcosa può andare e va storto, é sicuramente per colpa di quella pazza che sussurra agli uccelli (e no, non in quel senso, pervertiti!) e con la quale hai deciso era una buona idea prendere un caffè. (E di tua madre.)


Perché seriamente, si trova in questa situazione del cavolo per molte ragioni, alcune delle quali potrebbero, forse, magari, ricadere su di lei, ma la colpa maggiore ce l'ha comunque Mary Margaret. (E sua madre, sì.)



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Emma sa gestire molto bene le situazioni fastidiose e tese (dopotutto é arrivata ad un passo dall'entrare in polizia a New York, se non fosse stato per una vecchia amica che le ha offerto un lavoro fisso a Boston sei mesi prima della fine dei suoi corsi), ma sua madre l'ha tenuta mezz'ora al telefono riempiendole le orecchie e la testa di stupidi discorsi sul suo eterno ed indistruttibile amore per suo padre, sulla bellezza di avere ogni giorno una persona accanto con cui "confidarsi, trascorrere ogni momento e, Emma, cara, non sarebbe bellissimo se anche tu trovassi la tua anima gemella? Perché il tempo passa, e ormai molti tuoi compagni del liceo sono felicemente sposati e Ashley é incinta del suo secondo bambino, te l'ho detto? E tu vivi sola ("Con Mary Margaret, veramente.") e non hai avuto una storia seria con nessuno in anni, e inizio ad essere preoccupata per te. Sei una ragazza così amabile e carina, se solo ti decidessi ad aprirti un po' di più all'amore e alla possibilità di —".

Da lì alla fine del discorso, Emma ha pestato la cacca di un cane, ha tirato giù un paio di santi dal Paradiso e no, non si é aperta all'amore, ma in compenso ha aperto una lattina di birra. E poi un'altra. E un'altra ancora. (Essenzialmente perché non sa poi gestire così bene le situazioni stressanti, ma anche perché domani mattina non lavora e vuole approfittare della situazione.)
E poi é arrivata Mary Margaret e Emma ha risposto ad ogni sua domanda sul perché é coricata sul divano, ubriaca, con una coperta dei Simpson come cuscino con un "Mia mamma vuole che trovi l'anima gemella" e un sorso di vodka liscia.)



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Il giorno dopo, Emma si sveglia, sullo stesso divano, con un mal di testa lancinante e i capelli in uno stato pietoso, a far compagnia al suo alito. Mary Margaret é già uscita, perché ha lezione alle 8 tre giorni a settimana e comunque é una guastafeste che non assaggia mai una goccia di alcool.
É soltanto dopo che si é lavata i denti tre volte e ha tracannato due tazzone di caffè che nota sul tavolo della cucina un enorme post-it giallo. Ovviamente é di Mary Margaret, che la informa che "Ho trovato una soluzione a tutti i tuoi problemi: troverai il vero amore! So che sei scettica a proposito di amore, reality show, e le persone in generale, quindi ho riempito il modulo e inviato la richiesta a tuo nome. Mi ringrazierai quando avrai partecipato e avrai incontrato la tua anima gemella! Ps, Google-a Felici e Contenti e capirai. Buona giornata e non poltrire sul divano fino a stasera!"




Emma mangia una ciambella, ancora divertita al pensiero di Mary Margaret che usa il verbo 'Googleare', mentre aspetta che Google si carichi perché il loro Wi-Fi fa pena, ma non ha voglia di attaccarsi illegalmente al — e rischia di morire per un fottuto boccone andato storto quando la pagina si é caricata perché oh cazzo numero uno, quella cogliona di M&M l'ha veramente iscritta ad un reality show e oh cazzo numero due, quel reality show fa schifo.
(Seriamente, tre giovani alla ricerca del vero amore e con una settimana di tempo a disposizione per capire se la persona che hanno davanti é destinata ad esserlo? Che cosa si é fumato lo sfigato che ha avuto un'idea del genere?, i capelli di Millhouse?)


Così Emma scrive un messaggio a Mary Margaret (un secco "Ti odio. E per tua informazione, sto ritirando la mia richiesta in questo esatto momento.") ed é davvero nel bel mezzo della sua ricerca di una sezione che permetta di tirarsi indietro rettificando l'errore di una notte quando due cose succedono.
(La prima é la risposta di Mary Margaret, un misero "Mi dispiace, ma credo davvero che sarebbe un'ottima opportunità per te" che Emma ha ogni intenzione di ignorare.) La seconda é un messaggio di sua madre, di una lunghezza infinita, che con il pretesto di invitarla a casa loro per una cena in famiglia di lì a tre settimane vuole in realtà farle capire che il tempo sta passando, le rughe si stanno appesantendo e che morirà sola se non si "aprirà all'amore". 
(Quando ha tossito per un minuto e ha bevuto un bicchiere d'acqua e ha evitato di premere l'ultimo 1 del pronto intervento, Emma le risponde "Non riesco a non pensare a un film porno di pessima qualità ogni volta che usi quell'espressione.")


E ok, Emma ha un rapporto piuttosto intimo con l'alcool, ma sono le 9/30 di mattina ed é seriamente troppo presto per una birra, ma é davvero, davvero tanto incazzata con sua madre per quel messaggio del tutto inopportuno.
Andare a letto con uno sconosciuto é fuori discussione (é così stanca, e comunque ha perso un sacco di numeri quando ha cambiato cellulare tre mesi prima), quindi non é colpa sua se l'unica soluzione che le passa per la mente per rispondere alle provocazioni di sua madre é di ignorare la (ora trovata) sezione 'Ritira la tua submission', uscire dal sito in favore di un giro su Twitter (segue un po' di gente famosa, e allora?) e incrociare le dita sperando di essere scelta come concorrente di quello schifoso reality show.
Parteciperà a quello stupido programma e dimostrerà a sua madre che ha fatto tutto, davvero tutto quello che é in suo potere per trovare il vero amore, ma nemmeno quello é bastato perché é senza speranze - e finalmente sua madre smetterà di tirare in ballo l'argomento ad ogni incontro e in ogni messaggio.

Oh sì, saranno anche i postumi della sbornia, ma questa le pare davvero una delle sue migliori idee.


(La sera stessa, dopo che Mary Margaret é stata informata dell'accaduto e del perché Emma ha deciso di non ritirare la sua candidatura, l'idea non le pare più così ottima, ma il loro Wi-Fi fa davvero schifo ed Emma non ha voglia di aspettare i tre minuti minimi che il caricamento delle varie pagine le richiederebbe, e comunque quante sono le possibilità che tra tutti i candidati scelgano proprio lei??)




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(Forse - forse - potrebbe anche essere un po' colpa sua, perché é quasi certa che se avesse prestato un po' più di attenzione al sito ufficiale del reality avrebbe notato il nome CanalZone spuntare fuori da ogni lato, e avrebbe quindi probabilmente ricordato che Leopold, lo zio pervertito di M&M, quello che lei ha incontrato tre volte e tutte e tre le volte l'ha abbracciata con un po' troppa premura e semplicemente un po' troppo a lungo per non risultare vagamente inquietante, quel Leopold é tipo il maggior azionista del canale, o il CEO o che altro - Emma non é mai stata un asso in economia.
E visto l'entusiasmo di Mary Margaret di fronte alla prospettiva di una sua partecipazione al reality, avrebbe probabilmente registrato il sorrisetto astuto con cui la sua coinquilina ha reagito alla sua alzata di spalle e al suo "Non sceglieranno mai me, comunque", e avrebbe preso provvedimenti nella forma di un rapido click nella sezione 'Ritira la tua submission'.


Ma ci sono troppi "se" in questo suo ragionamento, quindi Emma decide di non concentrarsi su questo e di incolpare di tutto sua madre e quell'idiota di Mary Margaret. E di tornare a guardare 'Person of Interest'.)



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Emma non pensa a quella remota possibilità che é la sua partecipazione a "Felici e Contenti" per due settimane, perché lei e la sua complice-in-affari Aurora detta Rory hanno parecchi casi interessanti tra le mani. Beh, paganti più che interessanti, ma Emma non si lamenta (nemmeno Rory, ma Emma sospetta che questo sia perché la ragazza passa la maggior parte del tempo a dormire).
Dopotutto viene pagata per seguire gente in macchina e fare un paio di scatti compromettenti e magari hackerare qualche PC se le cose si mettono male, quindi questo é per lei praticamente il migliore lavoro di sempre. Forse anche migliore del suo breve impiego come tata, tre o quattro anni prima, perché possiede il non indifferente bonus di poter conoscere sempre nuove (future ricche e soprattutto ex)mogli desiderose di recuperare il tempo perso con un (ex)marito presuntuoso ed arrogante che le ha ignorate per anni - e lei é più che pronta a rivestire il ruolo del cavaliere dalla scintillante armatura che le ricoprirà di attenzioni (e di orgasmi).

(Oh sì, forse dovrebbe essere un po' più riconoscente con Rory per averla fatta tornare a Boston e averle proposto di mettere su questa attività insieme. Le comprerà una bottiglia di vino una volta chiuso il loro attuale caso, e quando vorrà una mano per capire se il suo dannato principe Felipe la tradisce, farà il lavoro gratis.)


Purtroppo l'idillio e la sua beata ignoranza non durano a lungo.
É in ufficio, intenta ad inviare per email al suo cliente i dettagli dei primi tre giorni di lavoro (totale assenza di prove), quando il suo iPhone si illumina con un'email che rovina la sua giornata e la sua settimana e chissà che altro. (La sua voglia di ammazzare Mary Margaret al momento é a livelli mai raggiunti prima, quindi se non si trattiene potrebbe rovinare la sua intera vita. A meno di finire a Lichfield, in quel caso potrebbe non comprometterla così tanto.)



A: EmmaSwan.ESw@gmail.com
Da: FelicieContenti.ilreality_eleonor@millsprod.com
Oggetto: Candidatura come concorrente

Signorina Emma Swan, 

In seguito alla sua applicazione online inviata alle ore 22.19 in data 23/02/2015, siamo lieti di comunicarle che lei é stata selezionata in via definitiva per partecipare come concorrente al nostro nuovo reality show "Felici e Contenti", le cui riprese cominceranno in data da definirsi.

Le comunichiamo inoltre che ha 48 ore di tempo per rispondere alla presente e-mail, sia per una semplice conferma di avvenuta consegna, sia per accettare o rifiutare di partecipare. (Non é in nessun modo necessario, in caso di diniego, compilare richieste online nella sezione 'Ritira la tua submission', é sufficiente rispondere alla presente.)

Qualora desiderasse rispondere affermativamente, inoltre, la informiamo che questa sua risposta non é in nessun modo equivalente alla firma e all'instaurazione di un contratto vincolante tra lei e MillsProduction. 

Per ulteriori dettagli riguardanti politica di rimborso, privacy, sicurezza etc troverà in allegato un documento specifico.
Le ricordiamo che per qualunque informazione é stato allestito un numero verde  (informazioni a riguardo sul documento sopracitato). In alternativa, può contattare la sezione 'Maggiori Informazioni' scrivendo a: FelicieContenti.ilreality_maggioriinformazioni.sarah@millsprod.com (la preghiamo di specificare nome e cognome).

Nella speranza che lei accetti la sua avvenuta selezione,
Le auguro una buona giornata.

Eleonor Reegby.


E cazzo, Emma vuole sprofondare all'istante.
O andare su Amazon, comprare una GiraTempo, tornare a due settimane prima e ritirare quella maledetta applicazione.

Ma Amazon non offre nessuna GiraTempo, quindi finisce per chiamare Mary Margaret anonimamente e insultarla per cinque minuti, finché non crolla e le confessa che "Mi hanno scelta ma col cavolo che ci vado! Ora recupero la mail e rispondo che mi fanno schifo e che preferirei mangiare barbabietole per un mese piuttosto che —."
Ma la sua coinquilina la gela con un "Hai idea di quanto ho dovuto insistere perché mio padre parlasse a mio zio della tua candidatura, e lui a sua volta ne parlasse a una delle Mills e la convincesse che sei la candidata perfetta per loro? Suppongo di no. Ma io sì, quindi per rispetto nei miei confronti ora farai quello che ti dico: aprirai quella mail e risponderai in modo adeguato a tutti gli sforzi che io ho fatto per te," ed Emma ha sempre avuto un po' di difficoltà a dire di no a Mary Margaret quando questa tira fuori la sua voce da maestrina. 

E in fin dei conti questo é il modo più rapido ed efficiente per liquidare in via definitiva la faccenda 'vero amore' con sua madre, giusto? Giusto!?

Quindi sì, fa esattamente come la sua coinquilina le ha detto di fare.
E poi esce dall'ufficio e va all'Whole Food sotto casa e compra una bottiglia di tequila e due pacchi da sei di birra e si ubriaca come poche altre volte prima, sperando di dimenticare e di svegliarsi a settembre, magari con una bella abbronzatura.


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Ovviamente si sveglia la mattina seguente, con una mail che la informa che un incontro é stato fissato negli uffici della MillsProduction, in Boston, Massachussetts, in data - oh, cazzo. Di lì a quattro giorni. 

(Emma prende il telefono e scrive a Mary Margaret "Vaffanculo, ti odio.", non tanto perché lo pensa ma perché ha bisogno di sfogarsi e con qualcuno deve pur prendersela.)



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Note:

1. Non ho controllato, ma spero di non aver usato la mail di nessuno.
2. Al prossimo capitolo per a) un ritorno alla prospettiva di Regina; b) l'incontro tra le due protagoniste.





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Capitolo 4
*** IV, o Regina Mills è un personaggio di una sit-com anni '90 ***


 

 
Felici e Contenti, capitolo IV
 
 
 
Note:
 
Scusate per il ritardo con cui pubblico.
Spero di riuscire a scrivere di più nei giorni a venire. Come sempre, mi auguro che il capitolo vi piaccia.
 
 
 
 
 
Capitolo IV, o Regina Mills è un personaggio di una sit-com anni ‘90
 
 
 
 
 
Nelle puntate precedenti, AKA Recap:
 
Emma Swan incolpa la madre e la coinquilina che preferirebbe non avere Mary Margaret della sua imminente partecipazione al nuovo reality shock "Felici e Contenti".
E abbiamo lasciato Regina Mills nell'ascensore, fermo al secondo piano, con un messaggio di Marian che la informa che sì, i suoi sogni erotici riguardanti una bionda sexy e muscolosa in versione tata sono stati, nei fatti, sogni erotici riguardanti Emma Swan.
 
 
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Nei tre minuti che separano il suo (inespresso, perché é chiusa in un ascensore con altre quattro persone e un ottimo servizio di sorveglianza via telecamere) "Sono fottuta, fottuta, fottuta" dall'ingresso nell'ufficio di sua madre al sesto piano, Regina riesce ad intrattenere con se stessa una serie piuttosto impressionante di pensieri (e anche a registrare la grandiosità di questo fatto - cosa che fa perché, sinceramente: ha parecchi pregi, se può essere schietta, e ama apprezzare quando questi vengono messi in mostra).
Nel giro di una notte e un paio d'ore, la sua vita si é trasformata in una sit-com anni '90 di pessima qualità, o in una serie TV di dodici miliardi di stagioni e di altrettanta pessima qualità, in cui succedono le cose più assurde e compaiono i personaggi più improbabili, sempre collegati in qualche strano modo con i personaggi principali (e sul serio, quante volte possono due migliori amiche tenersi la mano in ospedale e farsi massaggi insieme e dormire nello stesso letto e vivere nella stessa casa prima che qualcuno inizi a gridare "Lesbicheeee"? E quante sorellastre sconosciute può un'altra donna scoprire senza iniziare a dubitare che l'intera situazione in cui si trova sia frutto di una sua malattia mentale o di una sbronza colossale dovuta ad un paio di shot di tequila di troppo?).
 
La situazione non é delle migliori, Regina può ammetterlo senza troppi problemi. Ma alcuni elementi sono comunque in suo favore: a) (sì, é metodica a questi livelli anche nella sua testa) nulla é mai accaduto tra lei e suddetta Emma Swan; b) non é stata in nessun modo coinvolta nel processo che ha portato a scegliere la sopracitata Emma Swan come concorrente del suo programma televisivo, quindi nessuno potrà accusarla di favoreggiamento alla carriera o di danneggiamento della stessa (come é più probabile che sia, data la natura del reality show cui quella donna parteciperà); c) tre anni sono trascorsi da quei pochi mesi in cui Emma Swan ha lavorato per lei ed é più che probabile che suddetta Emma Swan non si ricordi in nessun modo di lei (dopotutto, si saranno parlate tre o quattro volte in tutto e Regina stessa ha avuto più problemi di quanto ami ammettere col processo mnemonico che l’ha portata a collegare il volto e la persona con il nome che questa porta).
In conclusione, in un minuto e mezzo Regina riesce a convincersi che date quelle premesse, tutto andrà per il meglio - se solo riuscirà a: a) evitare mail, messaggi, chiamate, incontri con Marian ("Non ci posso credere 'Gina! Vedi? É destino!," già la immagina) più o meno per il resto della sua vita; b) nascondere tutto a sua madre.
Non che ci sia nulla di che da nascondere - perché, sul serio, vedi punto a).
 
(Il restante minuto e mezzo vede Regina intenta a visualizzare mentalmente il resto della figura di Emma Swan, qualcosa che sia anche solo un particolare in più di una chioma di capelli biondi e dei muscoli niente male - non che Regina sia disposta ad ammetterlo ad alta voce, o anche con se stessa. La sua mente le configura soltanto una giacchetta di pelle, quindi lascia perdere.
É arrivata davanti alla porta dell'ufficio di Cora Mills, in ogni caso.)
 
 
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L'incontro con sua madre, che come sempre funge da preambolo alla riunione vera e propria, procede senza intoppi e senza (troppi) insulti. Dura soltanto cinque minuti, quindi questa potrebbe essere la ragione. O forse la ragione é che Cora la informa che non incontrerà i concorrenti prima di una settimana - e per i tre minuti successivi Regina, più che ascoltare la madre, complotta e complotta e complotta (e fa salti di gioia acrobatici nella sua mente, accompagnati da fuochi d'artificio arcobaleno).
 
Le due restanti riunioni, con i membri dei vari dipartimenti e con gli altri maggiori azionisti e pubblicitari, seguono in rapida successione il primo incontro.
 
Regina ha parecchie cose da fare e parecchie spiegazioni da fornirne e rimproveri da elargire, quindi riesce a non passare tutto il suo tempo a pensare ad Emma Swan.
In compenso, scopre che diavolo ci vogliono fare con quei quattro concorrenti di troppo: la spiegazione é assurda (é certa che ci sia sua madre dietro, perché nessuno nello staff degli autori avrebbe mai autorizzato una cosa simile senza la sua pre-approvazione preventiva) ed é accompagnata da uno schizzo mal fatto e complicato su una lavagna tirata fuori da chissà dove che ricorda a Regina una puntata di quella serie TV sulle lesbiche di Los Angeles che le ha fatto vedere Marian un paio di anni prima, sostenendo che fosse un cult, "E, sul serio, non puoi non avere mai sentito citare questo grafico Regina! É praticamente la cosa più conosciuta dell'intero programma!".
 
Dopo dieci minuti di spiegazione, seguiti da un silenzio imbarazzante, Cora si alza in piedi, dismette il preposto a capo dello staff degli autori e fornisce un breve riassunto dell'intera situazione e dell'idea che ne sta alla base.
E Regina odia ammetterlo, ma sua madre ci sa fare - perché in poco più di 60 secondi ha illustrato il tutto, farcito di sorrisi targati CoraMills, a metà tra l'arrogante e il condiscendente, e ha distribuito a tutti una clausola di non divulgazione da firmare ("Sì cara, anche tu - la sicurezza non é mai troppa").
 
 
Questo non le impedisce di scrivere un messaggio a suo figlio non appena esce dalla sala conferenze, per informarlo che "Ho finalmente scoperto che cosa ne sarà di quei quattro concorrenti. E ho anche guadagnato una bella panoramica sull'andamento generale del programma. Ti racconto tutto stasera amore, buona scuola."
Henry gli risponde tre minuti più tardi con un "Grande mamma! Non vedo l'ora" e Regina é sommersa dalla complicità che si é instaurata tra lei e suo figlio - almeno finché non si rende conto che sono le 12/34 e suddetto figlio dovrebbe essere in classe, con cellulare spento e attenzione rivolta esclusivamente all'insegnante. 
 
(La riunione con gli azionisti é assolutamente inutile, se non per il fatto che tutti si dicono sicuri delle possibilità dello show e desiderosi di espandere la campagna pubblicitaria a livello federale. Ergo, Regina non accenderà la TV finché tutta questa storia non sarà finita, chiusa possibilmente prima dei cinque episodi causa ascolti troppo bassi, perché il solo pensiero di avere a che fare con "Felici e Contenti" anche nel tempo che trascorre fuori dall'ufficio le fa venire i brividi.)
 
 
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I giorni che seguono la riunione sono in assoluto i più frenetici, tra telefonate da fare e incontri con agenti e manager da organizzare e a cui partecipare, con i soliti problemi dell'ultimo momento che si presentano nonostante le precauzioni e le mille attenzioni.
Ma Regina Mills sa fare il suo lavoro - e in men che non si dica una settimana é trascorsa, volata via senza che sua madre la invitasse ad una riunione con i concorrenti.
 
Regina non sa se gioire dei giorni aggiuntivi di tranquillità emotiva che le sono stati concessi o se disperarsi di fronte alla prospettiva di qualche trama malefica ordita da sua madre, o ancora se arrabbiarsi del fatto che nemmeno quando é stata Cora stessa ad affidarle il progetto questa riesce a mantenere la parola data e farsi da parte - nell'indecisione, opta per la strada più semplice e più sicura.
Spegne il PC, si alza dalla scrivania, raccoglie la borsa e la giacca e torna a casa, il cervello occupato a chiedersi se in frigo c'è abbastanza pollo e un poco di verdura per un paio di piatti di arroz con pollo.

(Ha a malapena il tempo di spegnere il motore della Benz una volta arrivata in garage, prima di sentire il leggero bip del telefono che la avverte che ha ricevuto una mail.
Per tutte le scale e fino in cucina spera e prega che non arrivi dall'ufficio di sua madre. Poi apre il frigo, si complimenta con se stessa per aver comprato _abbastanza pollo due giorni prima e trova il coraggio di sbloccare il telefono, fiduciosa.
A quanto pare nessuno lassù ha ascoltato le sue preghiere, perché la mail é in effetti una mail di sua madre e ha come oggetto "Meeting con i concorrenti".
E ok, Regina ancora non sa di che morte dovrà morire, ma sa che succederà lunedì alle 9.)
 
 
 
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Questo non le impedisce di godersi il weekend e di ignorare Marian e i suoi messaggi stupidi e infantili e assolutamente privi di senso e soprattutto non corrispondenti al vero, perché in nessun modo lei è interessata a Emma Swan o una qualunque altra donna vicina alla trentina, bionda e con un’alta possibilità di nascondere una tartaruga sotto alla canotta (ma sul serio, questo non è il punto).
“Il punto è che non sono lesbica, Marian. Quante volte te lo devo dire? Sì, ho guardato 'The L word' e sì, potrei forse anche aver guardato 'Xena' e aver pianto e sperato con ogni fibra del mio cuore che tra lei e Olimpia ci fosse del tenero - e ok, sono d’accordo con te sul fatto che, cito testualmente, Rizzoli e Isles dovrebbero abbandonare il sottobosco del sottotesto saffico e ergere una bandiera arcobaleno sulla cima più alta del monte più alto e impervio della Terra di Mezzo omosessuale; ma questo fa forse di me una lesbica? Non credo proprio.”
“Hai tre camicie di flanella nascoste nell’armadio, Regina.”
“Anche Kristen Stewart indossa la flanella.”
“Appunto,” le viene risposto.
 
Un’ora dopo Marian la chiama per informarla che “Non sono le serie tv per le quali ti trasformi in una fangirl alle prime armi a motivare la mia convinzione sulla tua non-eterosessualità. E nemmeno il fatto che so che guardi porno lesbici almeno una volta al mese.”
“Questo non c’entra nulla, e sinceramente non capisco perché continui ad utilizzarlo come prova a favore della mia non-eterosessualità. Studi più e meno recenti hanno dimostrato che il porno lesbico è in assoluto la categoria di video erotici più ricercata in internet, e in particolare che è la categoria preferita delle donne eterosessuali, perché pare -”
“Hai fatto sesso con cinque ragazze al college, Regina.”
“Ah già.”
 
(Dopo di che Regina le attacca il telefono in faccia e non la considera per il resto del weekend.)
 
 
 
 
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(Domenica sera, a letto, esausta dopo un’ora di conversazione telefonica con tre agenti di altrettanti concorrenti del reality, Regina alza gli occhi al cielo e per un attimo pensa di pregare qualcuno lassù perché il giorno dopo vada tutto bene. Ma è stanca ed irritata e gli occhi le bruciano, quindi decide di occupare il suo tempo in un modo più proficuo, cercando di addormentarsi, ad esempio.)
 
 
 
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Non va (affatto) tutto bene.
 
 
 
A quanto pare la sua vita si è davvero trasformata in una delle peggiori sit-com degli anni novanta, perché o il destino ha architettato qualche progetto che prevede la sua morte, o qualcuno lassù si è offeso per il fatto che lei non gli ha dedicato quei pochi minuti del suo tempo e ora si sta divertendo a fargliela pagare (Regina ha letto la Bibbia, quindi propende più per questa seconda opzione).
La sveglia non suona, Henry ha la febbre e deve restare a casa da scuola e Mulan non può coprire la mattina perché è fuori città a far visita alla madre fino all’indomani, quindi alle 8/30, con più di una mezz’ora di ritardo e con un paio di scarpe basse perché la sua camera è un disastro e non è riuscita a trovare il paio di Louboutin da abbinare al vestito, Regina decide di portare Henry (accompagnato dall’ipad e da un paio di libri e dalla sua coperta preferita) a lavoro con lei e di lasciarlo riposare sul divano dell’ufficio della segretaria del primo piano, in modo che la febbre si affievolisca.
 
Una corsa in automobile e quattro piani di scale fatti a piedi e carica di oggetti personali di Henry dopo, Regina è immobile davanti alla porta del suo ufficio, intenda a tentare di distreggiarsi in modo da riuscire ad aprire la porta senza rovesciare tutto ciò che ha in mano.
Ma ovviamente qualcuno sta tentando di ucciderla, perché un millesimo di secondo dopo i due libri che suo figlio non ha voluto con sè sono caduti a terra con un sonoro tonfo, la porta dell’ufficio è ancora chiusa e Regina si è rovesciata addosso un’intera tazza di caffè nero bollente.
 
Dopo un “Cazzo, cazzo..” e una veloce panoramica per assicurarsi di non essere stata vista da nessuno (perché ha una reputazione da difendere e manca del tempo per spiegare ad un eventuale spettatore come tutto questo non sia che un altro tassello della perfida e del tutto gratuita vendetta dell’uomo barbuto con la testa tra le nuvole), Regina entra imprecando nell’ufficio, trattenendo a stento la voglia di tirare un calcio alla porta, e corre ad ispezionare il danno all’immagine che quella tazza di caffè le ha procurato. La situazione è grave, ma la sua mente metodica è già all’opera: eliminare le prove del reato, ripulirsi, crearsi un alibi.
 
Tre minuti dopo è di ritorno davanti alla porta del suo ufficio, con un mocio ed uno straccio semi-umido in mano, i capelli raccolti momentaneamente in una coda sbarazzina e la sua giacchetta blu scuro firmata Giorgio Armani (e irrimediabilmente macchiata di caffè) posata sulla borsa, miracolosamente immacolata, che ha appoggiato a fianco della porta.
 
 
Passa il mocio in fretta, di modo da eliminare dal pavimento le macchie di caffè più evidenti, poi si arrotola le maniche della camicia fino ai polsi e prende in mano lo straccetto per dare un ultimo colpo alla porta.
Ha più o meno altri cinque minuti per finire tutto questo, posare gli attrezzi per le pulizie e rientrare in ufficio per cambiarsi la camicia macchiata di caffè, magari spruzzarsi una dose abbondante di profumo e mascherare -
 
“Mhm, mhm..”
 
Un leggero colpo di tosse dietro di lei la fa immobilizzare, il terrore in volto alla prospettiva che l’origine del rumore sia sua madre. Non potrebbe sopravvivere. Lentamente abbassa il braccio, interrompendo il suo lavoro di pulizie, e facendosi coraggio si gira.
Grazie a Dio non è sua madre.
È solo un’anonima ragazza bionda sulla trentina scarsa, vestita di abiti che sembrano essere stati rubati da Goodwill. E quel paio di stivali?
 
“Oh, spero di non disturbarti..”
Regina la fissa in silenzio. Più perché nessuno con quel senso della moda merita la sua attenzione che per il fatto che - sì, insomma, sta pulendo una porta e puzza di sudore e di caffè e forse dovrebbe essere in imbarazzo.
“Ecco, mi sono più o meno persa. Più o meno del tutto persa. Non so se puoi aiutarmi, ma - beh, non c’è nessun’altro qui nei paraggi e ho una riunione alle 9 e mi hanno detto che non devo assolutamente fare tardi perché il capo e la figlia del capo sono un po’ delle stronze e - ma suppongo che tu lo sappia visto che lavori qui.”
 
Regina continua a fissarla in silenzio, anche quando lo sguardo della ragazza cade sulla sua scollatura, ben visibile a causa della camicia bianca, e le sue guance si tingono di un rosso leggero.
Anche quando la etichetta come stronza (non è del tutto sicura che sia un insulto, dopo tutto. Almeno nel loro mondo).
Anche quando la coglie in flagrante delitto, intenta ad adocchiare lasciva la sua borsa ancora sul pavimento, la mente sicuramente persa a formare chissà quale pensiero perverso riguardante quello squisito accessorio. Come se una borsa simile potesse mai accoppiarsi con un paio di stivali del genere.
 
“Quindi, niente - sapresti dirmi dove cavolo è la stanza numero 2? Dovrebbe essere una sala per le riunioni, quindi non so se è a questo piano.. ma immagino che tu conosca bene il posto visto che devi farci le pulizie.. O forse ti occupi solo di questo piano e non -”
 
E ok. Questo è fottutamente imbarazzante (“una ragazza per bene non impreca mai, cara, nemmeno nei suoi pensieri”).
Solo perché è mezza ispanica e deve lisciarsi i capelli ogni giorno se vuole che non si arriccino con il minimo di umidità e la sua pelle non è bionda ed eterea come quella della ragazza che oh mio dio sta ancora parlando “- insomma, io ho lavorato come cameriera in un diner di Brooklyn e posso assicurarti che col limone -”
 
“Sesto piano, l’ultima stanza a destra. Porta rossa.”
Regina è davvero troppo arrabbiata e troppo in ritardo per iniziare una discussione sulla gravità della discriminazione razziale cui è appena stata vittima (cinque ore più tardi, in risposta ad un suo messaggio che riassume questa estrema forma di discriminazione, Marian le risponderà “Non ti è venuto in mente che forse ti ha scambiato per la donna delle pulizie non perché sei Latina ma perché avevi un mocio e uno straccio in mano e beh, stavi pulendo? E seriamente, quel vestito sarà anche di Armani, ma sembra un grembiule per le pulizie e tu lo sai”. Regina non risponderà).
 
 
“Oh, grazie! Ti offrirò un caffè per ripagarti della gentilezza, lo prometto. Mi hai veramente salvato la vita!”
E in un attimo la ragazza si è girata su se stessa e sta correndo verso l’ascensore in fondo al corridoio.
Regina è tentata di urlarle dietro, ma prima che possa aprire bocca la vede fermarsi un attimo e poi voltarsi verso di lei e dirle “Fuori servizio per due ore, scale!” e per un istante non può che ridere meschinamente tra sè e sè, perchè due piani di scale a piedi non sono certo una punizione adeguata per l’insolente comportamento di quella ragazza da quattro soldi, ma è un inizio.
 
 
(Ovviamente impiega poco prima di rendersi conto che quei due piani di scale, a piedi, attendono anche lei - e, oh cavolo! È in ritardo per l’incontro con i concorrenti.
Nasconde malamente il mocio e lo straccio nella stanza più vicina e proprio mentre la sua mente sta per volare in territori molto pericolosi e il suo allarme anti-Emma-Swan-pensieri si sta per attivare, quell’insolente bionda, dall’altra parte del corridoio, le urla “Carina la borsa, comunque” e - oh porca put- (no, non ha intenzione di imprecare), non può credere di avere intrattenuto una conversazione con una donna che ha etichettato come carina una borsa di Hermes.
Di Hermes.
Seriemente, ha idea di quanto le è costata quella meraviglia? Dio, certa gente.)
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Cut scene, o Emma Swan conosce le leggi universali della natura ***


 
 
Felici e Contenti, capitolo IV, Bonus
 
 

 
 
Note:
 
1) Un capitolo bonus (assolutamente privo di senso, me ne rendo conto), concretizzazione di un’idea che ha preso possesso della mia mente e mi ha sostanzialmente obbligata a metterla per iscritto, pena l’impossibilità di poter continuare a lavorare sui prossimi capitoli.
È Emma-centrico, quindi non aspettatevi pensieri logicamente connessi e buon senso, ma una certa propensione alla volgarità verbale, questa sì.
Come sempre, spero vi piaccia.
2) Dopo questo aggiornamento il ritmo della storia si accelererà - e finalmente vedremo Regina ed Emma interagire, lo prometto.
 
 

 
 
Cut scene, o Emma Swan conosce le leggi universali della natura
 
 

 
 
É l’ultima settimana di aprile, sono passati mesi da quella dannata sera in cui la sua dannata coinquilina ha compilato uno stupido modulo on-line - ed Emma si è ormai rassegnata alla prospettiva di essere una concorrente del nuovo reality di CanaleZone. Non che abbia firmato nessun contratto ufficiale o robe simili, perché secondo Mary Margaret e la sua voce da maestrina “è ancora troppo presto per questo: prima devi finire un ciclo di incontri preparatori; poi organizzeranno un incontro generale con tutti quelli che considerano concorrenti accettabili, in cui verrà delineato in modo più accurato non soltanto l’andamento dello show ma anche ogni aspetto legato al contratto. Dopo di che, se i produttori avranno confermato la tua candidatura, immagino che verrai contattata da una delle segretarie, ti verrà fissato un ulteriore incontro, individuale questa volta, e soltanto allora ti verrà presentato un contratto. ”
Quindi, sul serio, considerando il numero schifosamente alto di riunioni a cui è stata nelle ultime settimane, Emma non può fare a meno di pensare che è solo questione di tempo prima che Mayshia o Keshandra o quale altra segretaria la chiami e le comunichi la data della riunione generale con chiunque sia a capo della Mills’ Production.
Dio, spera che non sia un lunedì mattina. Odia i lunedì mattina.
 
 
(Martedì alle 17/09 Hazel Oncefor la chiama per comunicarle che è stata organizzata una riunione tra produttori e possibili futuri concorrenti in data lunedì 3 maggio, ore 9, nella Sala Meeting numero 2. Hazel è probabilmente la segretaria più gentile alla Mills’Prod, e si meriterebbe un aumento, perché le consiglia di non fare tardi e di non vestire di nero, e non attacca finché Emma non ha finito di grugnire e di lamentarsi della sua vita perché “Dovevate proprio fissare l’incontro che deciderà del mio futuro televisivo il giorno dopo la festa di compleanno della mia collega? Abbiamo già comprato la tequila! Cazzo, dai.”)
 
 
(Venerdì Emma segue la velata minaccia mascherata da consiglio premuroso di Mary Margaret e finisce per spendere 90$ in un nuovo paio di pantaloni e in una nuova maglia non nera. Le cose che si fanno per far tacere una coinquilina alle 7 di mattina..
 
Domenica pomeriggio, in previsione dello stato alterato in cui si troverà l’indomani mattina, sceglie i vestiti da indossare il giorno dopo alla riunione, perché è questo che fanno le persone mature.
 
Quattro ore dopo è coricata su un divano, ubriaca fradicia mentre Rory balla come un’ossessa avvinghiata a Ryan Gosling. Oh sì, quella tequila è veramente buona.)
 
 
(Forse le persone mature si sarebbero ricordate di montare una cazzo di sveglia prima di ingoiare 7 shots di qualunque liquore, e il giorno dopo non sarebbero state svegliate alle 7/59 dalla loro coinquilina. Grazie a Dio Emma gestisce bene le sbronze – e Mary Margaret è abituata agli insulti.)
 
 

 
 
Ed è così che sono le 8/57 di lunedì mattina (lunedì-3-maggio mattina, cazzo) ed Emma è piuttosto certa che esista una qualche legge nell’universo (forse la quarta legge universale di Newton, o quella legge per cui Einstein ha vinto il premio Nobel, è troppo stanca per mettersi a pensare seriamente) che afferma che “Dato un tempo iniziale t a cui è associata una quantità x di ritardo accumulato, e dato un tempo finale T a cui è associata una quantità finale y di ritardo accumulato, y = x + IdA(T-t), con IdA = valore dell’Importanza dell’Appuntamento fissato al tempo T.”
 
Sul serio, è l’unica spiegazione possibile al fatto universalmente noto per cui non solo quando qualcosa può andare storto, andrà storto, ma soprattutto quando le cose iniziano ad andare storte, andranno sempre più storte - finché non ci si ritrova in un fottutamente non-quantificabile ritardo, completamente perse in un edificio enorme e labirintico e pressoché sconosciuto, con un paio di mutande rosa a cuoricini rubate alla propria coinquilina, le ascelle puzzolenti e ovviamente senza la minima idea di come trovare una dannatissima stanza numero 2 in meno di tre minuti, in modo da evitare la camminata della vergogna davanti ai suoi futuri colleghi/concorrenti/avversari e soprattutto per non ricevere una strigliata dalle due Mills che sono a capo dell’intero progetto e che sono rinomate stronze (Emma non le ha ancora incontrate di persona, ma non sta esagerando: ogni singola persona con cui ha parlato all’interno della compagnia o alla quale abbia detto dell’imminente incontro con le alte sfere della Mills’ Production l’ha messa in guardia da quelle due - e questo vorrà pur dire qualcosa).
 
Dio, le sta per venire un attacco di cuore, se lo sente. O un rigurgito di tequila.
 
Ma cazzo, perché deve andare tutto a puttane proprio oggi.
È finalmente il giorno della riunione definitiva in vista della firma ufficiale del contratto - quel pezzo di carta che farà di lei una concorrente del “Nuovo reality show d’America” (parole di una pubblicità della CanaleZone, non sue) e uno zimbello per tutti i suoi amici o presunti tali (Mary Margaret esclusa).
Non che Emma abbia voglia di firmare il contratto (e di iniziare un numero imprecisato di giorni di riprese) ma è davvero stufa di ricevere mail da segretarie con nomi improponibili, delle chiamate alle 9 di mattina e dell’agitazione che viene dalla consapevolezza dell’indeterminatezza della situazione in cui ci si trova.
E, soprattutto, vuole dare un cavolo di senso a quelle (quante erano? Sei, sette? Quindici?) pseudo-riunioni assolutamente inutili e inconcludenti a cui ha partecipato nell’ultimo mese, quindi nessuno può biasimarla se ha una certa fretta di iniziare e finire la riunione di oggi, aspettare un paio di giorni e se tutto va bene tornare in questo stabile (possibilmente in una sala più facilmente localizzabile) e firmare il contratto ufficiale.
 
E così facendo chiudere questo eterno capitolo di introduzione e passare a quello che lo segue nell’interminabile libro “Come fare un fesso della propria persona e rovinarsi a vita la reputazione partecipando ad un reality”. (Dio mio, pure il titolo è eterno.)
 
 
(Sul serio, o mette la sua cazzo di firma su quel contratto entro la settimana o si uccide - durante una sbronza, sia chiaro, perché l’alcool migliora tutto, anche la morte - parola di Homer Simpson.
Va beh, forse sarebbe comunque preferibile questa seconda alternativa, almeno darebbe un taglio definitivo alle chiamate domenicali da parte di sua madre e alle inutili romanzine sull’importanza del vero amore, e tutto ciò evitando di trascorrere un numero al momento ancora imprecisato di giorni a rendersi ridicola in una cittadina di cinque abitanti in Maine.)
 
Ma no, Emma è troppo giovane e ha ancora così tante serie tv da guardare davanti a sé - quindi al momento uccidersi non le pare una possibilità praticabile.
Meglio trovare quella cazzo di stanza numero 2 entro (Emma controlla lo schermo del suo cellulare) 2 minuti e cercare di fare una buona impressione su chiunque sia a capo dell’intero reality, così facendo assicurandosi la possibilità che ci sia un contratto da firmare (e la via per liberarsi, almeno momentaneamente, delle chiamate domenicali a tematica “vero amore” di sua madre).
 
 
 
 
 
 
Ma Dio!, se ci fosse anche solo una fottutissima persona in questo cazzo di posto a cui chiedere una cazzo di indicazione per la sala numero 2.
Emma sta seriamente iniziando a incazzarsi, e a pensare che ci sia stata una qualche forma di rapimento al cielo (o all’inferno) mentre lei saliva le scale giusto una decina di minuti prima - perché non è possibile che non ci sia anima viva in un posto del genere.
È stata in questo stesso edificio tre volte nell’ultimo mese, e va bene che era ai piani inferiori, ma ogni corridoio era pieno di segretarie e di hipster con cappelli colorati e di vecchi -
 
Oddio. Finalmente.
 
A quanto pare esiste anche una qualche legge di natura (di cui Emma ha raramente avuto esperienza prima di questo giorno, se deve essere sincera), per cui “DdS(t)= x(IdA) (ossia il Disagio del Soggetto al tempo t è uguale al prodotto dell’Importanza dell’Appuntamento fissato al tempo T per il ritardo parziale accumulato in t); e DdP è direttamente proporzionale a DMdS (ossia il livello di Disponibilità delle Persone è direttamente proporzionale al Disagio Manifesto del Soggetto),” perché proprio mentre Emma sta per tirare un calcio ad una porta che non è targata “Numero 2” e poi collassare a terra e piangere per un paio di anni, i suoi stivali le fanno girare l’angolo e - miracolo, visione celestiale, beatitudine in terra –
 
“Grazie a Dio,” borbotta tra sé e sé, prima di pensare che la prossima volta che Mary Margaret andrà in chiesa Emma potrebbe fare lo sforzo di seguirla e ringraziare il Grande Capo per averle inviato come messaggero di buone e (si spera) utili indicazioni una donna delle pulizie con il grembiule più ridicolo del mondo e con la tecnica più assurda di spolvero-porte. Come se ad Emma fregasse qualcosa.
 
 
La donna non nota né lei, né la sua danza della vittoria, perché continua a strofinare un panno arancione sulla porta di un ufficio con un’insistenza encomiabile (“encomio” era la parola della settimana della classe di M&M tre settimane prima, e ad Emma piace da morire), finché Emma non tossisce per richiamare la sua attenzione - e non vorrebbe farlo, davvero, perché cazzo - quella donna ha un culo fantastico, tondo e sodo e fasciato da una bella gonna aderente, ma la sua mente le configura macabre immagini di torture medievali e le suggerisce un’implicita proporzione tra la perversità di queste e i minuti di ritardo con cui entrerà nella stanza della riunione, e così se ne esce con un leggero “Mhm, mhm” per interrompere le frenetiche pulizie della donna.
 
Donna che a quanto pare non ha solo un culo fantastico, ma anche due tette niente, niente male (che cavolo, sono fantastiche pure quelle, ma Emma non vuole essere troppo gay oggi).
 
 
Un “Oh, spero di non disturbarti” esce dalla bocca di Emma, mentre i suoi occhi sono fissi sulla scollatura della moretta che ha di fronte - e la bionda registrerebbe la stupidità della sua frase e il fatto che non sta facendo altro che perdere secondi che non possiede, se non fosse ancora un po’ intossicata - e soprattutto se la sconosciuta di fronte a lei non la stesse letteralmente asfaltando con uno degli sguardi più incazzati che Emma ha mai visto.
Sul serio, è certa che se la sconosciuta dal bel culo (sì, è femminista a questi livelli, con la tequila in corpo) avesse una pistola, ora lei si troverebbe a intrattenere questi pensieri in compagnia di Lucifero, tanto è altero e distante e omicida il suo sguardo.
Ma Dio, quelle tette.
(Emma decide di abbassare lo sguardo e di concentrarsi su queste.)
 
 
Finché si rende conto che - ok, forse è giunto il momento di pensare a cose più serie di un paio di tette e un bel, bel, bel culo.
Quindi si fa coraggio, alza lo sguardo e cerca di spiegare la situazione in cui è finita immersa, e in mutande non sue.
La sconosciuta dal bel culo (SdBC) continua a fissarla in silenzio, ed Emma ha sempre avuto qualche problema a intrattenere dei discorsi puntuali in presenza di belle donne, quindi non si ritiene del tutto responsabile per le assurdità che escono dalla sua bocca. Dopotutto, è universalmente noto che “IdD= Dds(BdD)”, ossia che l’Idiozia del Discorso è uguale al prodotto del Disagio del Soggetto per la Bonaggine della Donna che questo si trova davanti.
 
“Ecco,” Emma abbassa nuovamente lo sguardo sulla scollatura perché cazzo, quegli occhi, “mi sono più o meno persa. Più o meno del tutto persa.”
(E sì, vai avanti così Emma e SdBC ti uccide a mani nude e la fa franca al processo.)
“Non so se puoi aiutarmi, ma - beh, non c’è nessun altro qui nei paraggi e ho una riunione alle 9 e mi hanno detto che non devo assolutamente fare tardi perché il capo e la figlia del capo sono un po’ delle stronze e..” un respiro, perché sta perdendo il filo del discorso, “ma suppongo che tu lo sappia visto che lavori qui.”
 
E con questo Emma si interrompe, sperando che SdBC abbia capito la situazione terribile in cui si trova e le faccia la grazia di sorriderle, o anche solo di non incenerirla sul posto e di indicarle in qualche modo la sua disponibilità a risolvere questo problema.
Per tre secondi circa la bionda tace e fissa la donna, finché i suoi storici problemi con i silenzi tesi e imbarazzanti riemergono e Emma non può fare a meno di cercare qualcosa su cui divergere la sua attenzione, in attesa di un segno da parte di SdBC.
C’è una strana borsa appoggiata a lato della porta, con un giacchettino blu e marrone buttato sopra - ed Emma non è mai stata un’appassionata di moda, ma i suoi occhi ormai seguono regole loro proprie, quindi borsa-come-diversivo sia.
La sconosciuta la fissa, con uno strano disgusto negli occhi, ma senza aprire bocca.
 
Così, con uno sbuffo mentale, Emma continua a rendersi ridicola e a cercare indicazioni.
“Quindi, niente - sapresti dirmi dove cavolo è la stanza numero 2? Dovrebbe essere una sala per le riunioni, quindi non so se è a questo piano.. Ma immagino che tu conosca bene il posto visto che devi farci le pulizie..”
(Vai così Emma. Chiara e concisa.)
“O forse ti occupi solo di questo piano e non di tutto l’edificio, e quindi non lo conosci bene.. oppure hai iniziato a lavorare da poco e devi ancora prenderci la mano.. questo effettivamente potrebbe spiegare perché stai usando quel tipo di panno..”
(E la brevità va a farsi benedire. La sua bocca continua a parlare, indipendente dai pensieri che Emma ha nella testa - perché in presenza di una bella donna è idiota e socialmente imbranata a questi livelli.)
“.. Insomma, io ho lavorato come cameriera in un diner a Brooklyn e posso assicurarti che col limone..”
(Ma che diavolo sta dicendo? E perché continua a strofinarsi le mani ritmicamente e ad alternare lo sguardo dalla scollatura alla borsa e dalla borsa alla scollatura, sperando che la sua bocca smetta di parlare e -)
 
“Sesto piano, l’ultima stanza a destra. Porta rossa.”
 
Oddio.
SdBC le ha risposto.
Deve essere stata lei - perché Emma conosce il suono della sua voce e quella frase certo non è uscita da lei.
Per un attimo pensa di prenderla e baciarla lì sul posto, poi si rende conto che rischierebbe una denuncia e questo sì che comprometterebbe definitivamente le sue chances di firmare un contratto, quindi si limita a ghignare come l’idiota che è e a rispondere “Oh, grazie! Ti offrirò un caffè per ripagarti della gentilezza, lo prometto.”
(Il che è una sorta di presa per il culo, visto che SdBC non è stata per niente gentile.)
“Mi hai veramente salvato la vita!”
 
E con questo Emma si gira e inizia a correre verso l’ascensore, prima di immobilizzarsi davanti alle porte chiuse e ricordarsi che – cazzo!, fermo per la manutenzione annuale.
Il che è ovvio, data la fottutissima legge di natura numero uno.
“Fuori servizio per due ore, scale!” urla dietro di sé, a mo’ di inutile spiegazione del suo comportamento. Non ha tempo per voltarsi e controllare la reazione della mora che si è lasciata alle spalle, ma ce l’ha per immaginarsi un’occhiata gelida e omicida.
 
In una manciata di secondi (perché sì, è in forma) è arrivata davanti alla porta delle scale, e dopo che la sua mano ha abbassato la maniglia e la sua spalla ha aperto la porta, proprio mentre i piedi la conducono oltre la soglia, Emma percepisce la sua bocca aprirsi e la sua stupida, stupida voce urlare “Carina la borsa, comunque!”
Sì, a quanto pare è idiota a questi livelli.
 
 
(Mentre sale le scale due gradini alla volta, Emma non può fare a meno di pensare che non toccherà mai più uno shot di tequila prima di un appuntamento dall’alto valore di IdA.
E poi che deve fare una ricerca su Google per vedere se qualcuno ha già scoperto una legge di natura che descrive la relazione tra la Stronzaggine di una Donna e il livello di Bonaggine della stessa e l’Idiozia innata del Soggetto che la donna si trova di fronte.
Qualcosa come “SdD= IdS(BdD)”.
Non vede l’ora di tornare all’appartamento e lavorare un po’ su questa intuizione, perché cazzo - questa è la volta buona che le danno un (Ig)Nobel, se lo sente. E che la invitano come guest star in 'The Big Bang Theory' e.. -
 
Il suo piede scivola e la sua faccia impatta contro un gradino, ma sta ancora pensando a Kaley Cuoco in canotta e pantaloncini e alle tette di SdBC, quindi è tutto ok.)
 
 

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Capitolo 6
*** V, o Regina Mills non ha bisogno degli occhiali ***




Felici e Contenti, capitolo V
 
 
 
 
 
 
 
Note sul capitolo (e sul proseguimento della storia):
 
1) Questo capitolo si concentra su un unico avvenimento – e sostanzialmente segna la fine della fase iniziale di preparazione del reality e apre le porte alla registrazione vera e propria del programma televisivo.
Come sempre, spero che vi piaccia.
 
 
2) Dopo averci pensato a lungo sono giunta alla conclusione/decisione che per ora non spiegherò (se non in piccoli dettagli, necessari per una minima comprensione) la trama del reality show, ma più in là dedicherò uno o più capitoli ai vari episodi che precederanno la puntata che ha Emma Swan come concorrente.
 
 
 
 
 
 
 
 
V, o Regina Mills non ha bisogno degli occhiali
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono le 9/09 quando Regina Mills apre la pesantissima porta delle scale, il telefono buttato alla rinfusa in borsa dopo una chiamata lampo per controllare Henry, ed entra nel corridoio del sesto piano, diretta verso il banco di Maggie, la segretaria personale di sua madre.
Ha appena il tempo di aprire bocca per chiedere indicazioni, perché la mail del meeting non specificava la stanza dell’incontro, prima che questa le rivolga un “Stanno per iniziare, stanza numero 2” vagamente stizzito e sbrigativo.
 
E Regina la riprenderebbe per questo, perché non solo è la figlia del suo capo, ma è anche un suo diretto superiore e merita un certo rispetto - lo farebbe, perché è il suo comportamento standard in situazioni simili - se solo la sua mente non si fosse momentaneamente completamente oscurata al solo sentire le parole “Stanza numero 2.”
 
 
Oh, cazzo.
 
 
(Perché avrà anche speso gli ultimi sette minuti tentando di coniugare un cambio d’abito condotto alla velocità della luce con la sua naturale predisposizione a sudare in modo eccessivo quando nervosa e sotto pressione - ma non ha dimenticato che cosa è successo prima di quei sette minuti.
chi le è successo prima di quei minuti. Una bionda anonimamente insopportabile che cercava indicazioni per una stanza che casualmente era la numero 2 e - oh, mio dio come ha fatto a non pensarci prima.
Era ovvio. Sua madre utilizza sempre la stanza numero 2 quando si tratta di incontrare più di quindici persone e di fare bella figura sfoggiando la ricchezza della loro casa di produzione.)
 
Per fortuna impiega soltanto trenta secondi a percorrere i pochi metri che separano la postazione di Maggie dalla porta di quella maledetta stanza, perché per tutto il tragitto non fa altro che cercare di ricordare utili particolare del viso e del fisico della bionda, tentando di collegare quel volto a uno degli agenti a cui alcuni dei concorrenti fanno capo. Se solo avesse speso un paio di secondi a guardarla in faccia, invece di concentrarsi a insultare mentalmente il suo orribile paio di stivali.
I suoi tentativi non danno alcun frutto.
Abbandona l’inutile ricerca a metà del corridoio, e si rassegna alla (disgustosa, imbarazzante, riprovevole) possibilità che quella donna sia una delle concorrenti.
 
Regina non può che sperare che questa non abbia notato la macchia di caffè che adornava la sua camicia - e soprattutto che non abbia la faccia tosta di nominare l’incidente ‘Scambiare il tuo produttore per la donna delle pulizie’. (Sì, gli ha già affibbiato un’etichetta nella sua mente, perché è metodica e organizzata al limite dell’eccesso.)
(Ma sul serio, spera che non lo nomini, nemmeno per scusarsi.
L’offesa è ancora troppo fresca e Regina non può semplicemente pensarci: la tentazione di fare di quella bionda da quattro soldi la cattiva del reality è già talmente forte e pressante così, non c’è davvero bisogno di aggiungere altre motivazioni. Ne parlerà con sua madre quando si sarà calmata un poco.)
 
 
 
 
 
 
Essendo Cora la pessima madre, e dirigente, che è, Regina non è in nessun modo sorpresa quando al suo ingresso nella sala questa la saluta con un condiscendente “Grazie per averci raggiunti” e una per niente sottile occhiata all’orologio che porta al polso. (Regina è quasi del tutto certa che sua madre indossi quell’orologio solo per questo motivo, perché non l’ha mai vista utilizzarlo in situazioni che non prevedessero rimproverare qualcuno per un anche minimo ritardo.)
Gold e la vice di Blanchard la salutano con un cenno del capo appena accennato il primo e un sorriso disgustosamente zuccheroso la seconda, ma nemmeno questo sorprende Regina.
La sala è strutturata come una classica aula universitaria in scala ridotta, con una lunga cattedra e una sessantina di banchi in postazione rialzata disposti a emiciclo tutt’attorno. Senza guardarsi intorno Regina prende posto nella sua solita postazione a fianco di Cora, tra sua madre e Jonathan, il preposto a capo del team di autori.
 
Ha appena il tempo di posare la sua borsa al lato della sedia e di accendere e collegare il suo PC, prima che Cora, con un deciso colpo di tosse, richiami all’attenzione e al silenzio tutti i presenti.
Regina alza brevemente la testa, senza prestare troppa attenzione alle parole di sua madre, perché se conosce la donna (e la conosce eccome) queste saranno un’occorrenza con minime variazioni del solito discorso di introduzione.
 
“Bene. Come suppongo tutti voi sappiate, lo scopo primario di questa riunione è presentare a voi, futuri concorrenti e agenti dei futuri concorrenti del nostro nuovo reality, sia i particolari dello svolgimento di questo, sia i dettagli del vostro ingaggio e del contratto che firmerete di qui a breve. Ora, al fine di uno svolgimento lineare e privo di un numero esagerato di interruzioni, la riunione sarà strutturata come segue - e prego, notate la presentazione sullo schermo alle mie spalle. In un primo momento, sarà dalla mia assistente letta e vi sarà chiesto di firmare una clausola di non divulgazione. In secondo luogo, avremo, nell’ordine, una presentazione del programma e degli obiettivi dello stesso ad opera di Regina Mills e di Jonathan Grimm, e una breve esposizione della logistica delle riprese. Infine, Regina Mills vi delineerà i punti salienti del contratto e vi sarà lasciata la parola per domande o ulteriori chiarimenti. Se tutto è chiaro, possiamo incominciare.”
 
Dopo una breve pausa, Ashley prende la parola e inizia la lettura del contratto di non divulgazione e per una quindicina di minuti Regina ripassa mentalmente la sua presentazione (la sua parte, perché “ogni riunione è come una piéce di teatro, cara, e ciascuno deve interpretare il proprio ruolo con maestria e precisione,” le ha sempre detto sua madre) e prepara il file Power Point di supporto che ha preparato nel weekend.
Finché Ashley tace, e l’unico rumore che si percepisce è il fruscio delle biro che scorrono sui fogli delle clausole, e poi un’altra impiegata (Michelle, le pare) compare dal nulla e raccoglie i vari documenti - e tutti tacciono nuovamente e sua madre si volta verso di lei e -
Ok.
Regina respira e apre bocca e inizia a fare il suo lavoro.
 
“Prego, prestate attenzione alla presentazione alle mie spalle. Confido nel fatto che, essendo voi qui oggi, abbiate preso parte alle riunioni preliminari organizzate nel mese appena trascorso nelle nostre sedi secondarie - per questo non mi dilungherò a riprendere ciò che in esse è stato trattato. Se qualcuno di voi non avesse partecipato a una o più di queste riunioni, vi prego di contattare entro un paio di giorni i nostri uffici.
Ora, come suppongo voi già sappiate, questo reality nasce come variante del format ‘The Bachelor’, di cui abbiamo detenuto fino a due anni fa i diritti. Il fulcro del programma, al di là dei necessari rivestimenti pubblicitari, consiste nel presentare l’incontro e la convivenza per tempo una settimana di due persone di sesso opposto - che, come potete notare dal Power Point alle mie spalle, saranno da ora in poi indicati come F1 e M1 per brevità.
La location delle riprese è Storybrooke, Maine - ed è lì che avranno luogo tutti gli incontri, le interviste e il pernottamento. A proposito di questi aspetti vi verranno comunicate maggiori informazioni in seguito.
Una singola puntata avrà la durata di 50 minuti, che si dividerà in sei parti, che corrisponderanno ai sei giorni che F1 e M1 passeranno a Storybrooke.
Detto questo, passiamo ad analizzare più nel dettaglio l’effettivo svolgimento di queste sei parti o giorni..”
 
(Regina parla per più di mezz’ora, con le necessarie precisazioni e aggiunte specifiche di Jonathan, finché ogni aspetto pressante della struttura del reality è stato trattato e ogni concorrente ha chiaro in mente la terribile situazione in cui si trova.
Riesce a non posare lo sguardo su nessuno dei concorrenti e a fingere di credere nelle possibilità di questo progetto, quindi si reputa soddisfatta. Per il momento.)
 
 
“Siete pregati di aprire il plico di documenti che trovate sul banco. Ecco, a partire dal foglio A, troviamo uno stilizzato calendario delle riprese. Come potete vedere, prevediamo di impiegare 4 giorni per la registrazione di ciascun episodio, a cui va però aggiunto un margine di 2 giorni per eventuali problemi tecnici in cui potremo incorrere. Le riprese cominceranno in data 2 giugno per i primi tre concorrenti e finiranno approssimativamente entro la fine di giugno. A ciascuno di voi verrà fornito un programma più dettagliato nel momento in cui verranno formati i gruppi di concorrenti – dunque in seguito alla firma del contratto..”
 
 
 
Regina ha a malapena il tempo di scambiare un sorriso compiaciuto con Graham, il portavoce del team che si occupa delle riprese, quando questo termina la sua breve spiegazione tecnica su alcuni dettagli delle riprese delle scene in esterno - e di riposare cervello e corde vocali (e ovviamente cambiare il file per il supporto visivo), che tutti tacciono ed è nuovamente il suo turno.
 
Ma sebbene questo ambito non sia la sua prima scelta, né la sua specialità, ha lavorato ai contratti per i vari concorrenti per mesi, e con un impegno non indifferente - quindi apre bocca e tutto è una passeggiata. (Davvero, riesce a non pensare al caffè versato e all’incidente ‘Scambiare il tuo produttore per la donna delle pulizie’ e all’inutile e insolente biondina per più di dieci minuti.)
 
Non può fare a meno di darsi una mentale pacca sulle spalle alla fine del discorso.
Non è sicura se sia per complimentarsi della presentazione o di essere riuscita a non pensare a tutto quello, quindi decide che può vivere senza scegliere tra queste alternative.
Dopotutto ci sono problemi più urgenti su cui concentrare l’attenzione.
Ad esempio -
 
Facendosi coraggio, e approfittando del fatto che Cora ha nuovamente preso la parola, Regina alza lo sguardo e lascia che i suoi occhi vaghino veloci per la stanza, alla disperata ma subdola ricerca di una chioma di capelli biondi e una maglia -
 
 
Eccola.
 
 
È seduta scomposta (ovviamente), nel banco più laterale della terza fila, vicino ad una brunetta dallo sguardo felino che Regina è quasi sicura sia Ruby Lucas. (Quel video di presentazione che la ragazza aveva mandato allegato al curriculum le ha fatto una certa impressione, soprattutto tra le gambe - e allora? Non vuol dire niente. Niente.)
E naturalmente, essendo la maleducata irrispettosa che è, non sta prestando attenzione alle parole di Cora, preferendo giocherellare con quella che sembra una biro o una matita, piegando la testa ora a destra, ora a sinistra, quasi stesse cercando di fornire una nuova dimostrazione dei teoremi di incompletezza di Godel e di risolvere il problema della pace nel mondo.
 
Dio, nel vederla lì, comportarsi in un modo così ridicolo e infantile, Regina si rende conto che è assolutamente possibile che una persona del genere sia un agente.
Nemmeno se si trattasse dell’agente di Ruby Lucas - perché pure lei avrebbe standard più alti.
Decisamente una delle concorrenti, quindi.
 
(Va beh, vorrà dire che Regina avrà ancora a che fare con lei per un paio di mesi - e dovrà vederla almeno 17 ore al giorno per un arco di tempo tra i 4 e i 6 giorni. Può farcela.
Dopotutto, detesta sua madre, ma da anni riesce a convivere quasi pacificamente con lei per amore del suo stipendio fisso annuale e dei bonus legati agli ascolti.
Con qualche scena decontestualizzata ben studiata e qualche taglio al punto giusto presenterà la biondina come una stronza distruggi-vero-amore e magari riuscirà anche a non sentirsi in colpa per aver manipolato e travisato gli spettatori - e rovinato la reputazione di una persona. Non che una persona che indossa un simile paio di stivali possa avere chissà quale reputazione.)
 
 
 
Lo sguardo di Regina cade nuovamente su suddetta concorrente, mentre Cora viene sostituita da Sonya, l’assistente personale e vice di Blanchard, intenta a rispondere ad una domanda di uno degli agenti con una valanga di inutili dettagli sulla campagna pubblicitaria del reality e –
 
 
Oh mio Dio.
Oh, mio Dio.
La biondina si sta contorcendo sulla sedia, e un attimo dopo ha la maglia beige in mano e i suoi bicipiti sono gonfi e in mostra e deve avere un ottimo allenamento in palestra per averli così – ma deve anche aver fatto un certo sforzo per liberarsi della maglia, deve avere il fiato corto - perché il suo petto si alza e si abbassa velocemente, evidenziando la scollatura che quella canotta bianca non nasconde.
 
E chi diavolo indossa una canotta bianca ad una riunione di questo livello?
 
E sì, Regina può tranquillamente disdire quell’appuntamento preso mesi fa dall’oculista - perché è distante più di una decina di metri da quella scollatura, ma è sicura di vedere una goccia di sudore scivolare lungo il collo fino a scomparire in un reggiseno scuro che quella canotta bianca non copre a dovere.
(Oh cazzo. Marian ha ragione e lei ha bisogno di scop- no, di andare a letto con qualcuno. Qualcuna, meglio.)
 
A fatica (molta di più di quanta è disposta ad ammettere) riesce a spostare lo sguardo da quella dannata scollatura, ma proprio mentre i suoi occhi si stanno per allontanare e fissare su chi sa che cosa, ecco che la bionda piega il braccio e - oddio, quei muscoli. Quei bicipiti scolpiti e sodi e - cazzo se ha bisogno di andare a letto con qualcuno.
Accavalla le gambe con decisione, mentre la sua attenzione rimane fissa su quel braccio destro che si sta alzando, alzando, finché -
 
“Ehm, buongiorno. Ecco.. Ok. Iniziamo con.. Ok. Mi chiamo Emma Swan e non ho capito..”
 
No.
Non può essere vero.
No.
 
Regina non si rende conto di aver aperto bocca, finché Jonathan non la fissa con un sopracciglio arricciato e Cora non le rivolge uno strano sguardo che potrebbe voler dire qualunque cosa ma in sostanza è soltanto il suo modo di farle sapere che la sta deludendo.
E Regina piegherebbe la testa come un cane bastonato, se non fosse troppo impegnata a urlare e a piangere e a imprecare mentalmente – e a chiedersi perché.
Perché a lei e perché adesso.
E poi a pregare che Emma Swan non abbia sentito il suo “No” un attimo prima e soprattutto non l’abbia riconosciuta e non abbia nessuna intenzione di tenderle un agguato dopo la riunione per scusarsi, o per fare chi sa che cosa ad una persona simile può sembrare logico.
 
 
Ma ovviamente nessuno lassù ascolta le sue preghiere, perché nemmeno dieci minuti dopo la domanda di Emma Swan l’incontro finisce - e un agente con cui ha lavorato due anni prima interrompe il suo disperato tentativo di fuga per discutere di un nuovo programma di cucina, e non appena Regina riesce a liberarsi dai suoi estenuanti “Che ne dici? Pensi che funzionerà?” e si gira in direzione della porta, una mano si chiude delicatamente sul suo polso e lei non può fare altro che avvertire l’interessato che “Le consiglio di staccare quelle dita dal mio polso, signorina Swan” - perché chi può essere se non lei.
 
“Oh, certo,” le risponde la bionda, lasciando cadere lungo il fianco la mano che fino a un attimo prima la stringeva. “Ti ho fermata perché, beh - insomma, mi pare ovvio?”
“Lo sta forse chiedendo a me?” Per la miseria, che idiota. E lei ha lasciato per mesi il suo piccolo Henry in compagnia di questa deficiente?
 
Emma alza lo sguardo, una nuova determinazione negli occhi.
“No. Lo sto dicendo,” aggiunge avvicinandosi nuovamente, “volevo semplicemente scusarmi, per prima. Io ti ho vista lì, con il panno in mano, e ho pensato che.. Sì, insomma.. Sono stata una cretina..” e mentre lo dice alza il braccio a massaggiarsi le spalle e il collo e -
A quanto pare Regina è una pervertita che non può distogliere lo sguardo da uno stupido ed insignificante braccio, contratto e muscoloso ed eccitante. Dio, ha dei seri problemi.
 
“.. E ora scopro che non solo non sei una donna delle pulizie, ma sei una produttrice e forse avrei dovuto capirlo prima, insomma - quella borsa mi sembrava un po’ costosa e..”
“Un po’ costosa?” questo sì che attira la sua attenzione. “Hermes. Un po’. Costosa?”
 
“Mmm.. Non pensavo che questo sarebbe stato il punto su cui ti saresti concentrata, se devo essere sincera. Però sì, non l’ho vista bene - ma mi sembrava una borsa piuttosto seria, no?”
“È così che parla a tutti gli adulti con cui ha a che fare nella sua vita? Ponendo loro domande, invece di fare asserzioni?”
“Mmm, no..?”
“Lo sta facendo di nuovo,” sottolinea Regina con uno sbuffo. Un tale corpo sprecato e rovinato da un tale -inesistente- cervello. “Sta letteralmente contraddicendo le sue affermazioni attraverso il suo comportamento verbale e non-verbale.”
 
Emma Swan ha la decenza di abbassare la testa e sembrare imbarazzata.
Regina non può trattenere un sorriso, almeno finché la bionda non ricorda di essere un appartenente della specie homo sapiens (sul secondo sapiens Regina ha qualche dubbio) e di possedere la facoltà del linguaggio.
“Va beh, comunque ti ho fermata per scusarmi. Sia per averti presa per la donna delle pulizie sia per averti fatto perdere tempo e tutto il resto. E anche ringraziarti per avermi risposto e indicato la strada per trovare questa stanza.. So che ti avevo detto che ti avrei offerto un caffè, ma immagino che non ti vada granché la cosa, e poi chissà quanti caffè potrai prendere gratis in un ufficio come questo.. Quindi niente, spero che il nostro piccolo incontro-scontro non comprometta nulla.. Insomma, penso che nonostante tutto potremo lavorare bene insieme. O io sotto di te o come si dice.”
 
 
Se Regina annuisce lentamente e le risponde con un “Tabula rasa, per me. A presto, signorina Swan” è solo perché sua madre le ha sorriso condiscendente e fatto segno di seguirla.
O magari perché è una professionista e non vuole rendere una situazione già di per sé frustrante ancora più tesa e invivibile.
O perché ricorda che Henry aveva pianto quando tata-Emma si era dovuta licenziare.
 
Di certo non è perché sta immaginando una serie molto lunga di cose molto poco appropriate che Emma Swan potrebbe fare insieme o sotto di lei.
 
(Emma Swan annuisce seria e poi sorride e si allontana.
E cavolo, ha anche un gran bel sedere.)
 
(Per il resto della giornata Cora la trattiene in ufficio insieme e Ashley e una stagista di cui non conosce il nome - e tra file e chiamate e documenti Regina ha a malapena il tempo di scrivere due messaggi a Marian e di scendere una volta ogni due ore a controllare come sta Henry. E chiamare e disdire l’appuntamento dall’oculista.)
 
 
 

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Capitolo 7
*** VI, o Regina Mills è una professionista ***


 
 
Felici e Contenti, VI
 
 
 
 
 
 
Note:
 
  1. Ho scritto e postato di corsa, quindi vi prego di perdonare i probabili numerosi errori.
  2. A breve con l’inizio vero e proprio della fase di registrazione del reality. Come sempre, spero che vi piaccia.
 
 
 
 
 
 
VI, o Regina Mills è una professionista
 
 
 
È giovedì pomeriggio e Regina non vede l’ora di salvare e poi inviare tutti i documenti su cui ha lavorato negli ultimi giorni, chiudere il PC, uscire dall’ufficio (possibilmente evitando un incontro con sua madre in ascensore) e tornare a casa a cucinare qualche piatto esotico con Henry. (Il suo ometto si è decisamente ripreso dalla febbre che l’ha colpito lunedì e martedì e ha sviluppato l’appetito di un giocatore di football del secondo anno di college.)
 
Lancia un’occhiata all’orologio appeso al muro (le 17/37), prima di salvare le modifiche agli ultimi documenti contenenti i contratti dei singoli concorrenti.
Domani mattina - tra le 9 e le 11, secondo la tabella di marcia settimanale decisa già lunedì, dopo la riunione - le sue due segretarie contatteranno i vari concorrenti e i loro agenti e fisseranno gli appuntamenti per la consegna dei singoli contratti da firmare, tutti ad orari diversi, ma tutti tra il martedì e il venerdì della settimana successiva.
(Stanno rispettando il calendario stabilito ormai un mese prima, ma è sempre meglio non trovarsi con l’acqua alla gola. Per esperienza personale Regina sa che gli inconvenienti sono dietro l’angolo.)
Un leggero formicolio dietro la nuca le ricorda che ogni giorno che passa segna l’avvicinarsi del suo prossimo incontro con la biondina insolente - Emma Swan - e Regina non può che sperare (non per la prima, né per la terza o quarta volta) che qualunque giorno il loro incontro venga fissato sia uno di quei rari giorni primaverili in cui il clima è gelido e il vento soffia forte ed Emma Swan sia così costretta ad indossare qualcosa di più sostanzioso e coprente di una canotta bianca e un paio di jeans che le sembrano incollati addosso.
 
Torna a casa con troppi pensieri per la testa e un mal di testa che fa capolino fino a nascere e poi scoppiare, e nemmeno la zuppa di porri che si concede per cena è in grado di alleviarlo. La situazione non fa che peggiorare quando in cerca di una distrazione che non arriva accende la TV, con sonoro al minimo, e dopo dieci minuti di repliche di ‘The Bachelor. Seconda stagione’ la faccia di Cora è in TV e tutto ciò che esce dalla sua bocca sono bugie e scuse e falsi complimenti.
 
“Questo è stato definito il possibile punto di non ritorno per la vostra compagnia di produzione e per i rapporti che intrattenete con CanalZone. Dopo il non soddisfacente “Date Fiasco” e le accuse che vi sono state mosse, già a partire dalle ultime stagioni di The Bachelor, di velata misoginia e di non così velato razzismo, potrà questo nuovo reality cambiare davvero l’opinione che una fetta consistente degli spettatori si è fatta sulle vostre produzioni?”
Cora sorride, prima di tossicchiare e dare inizio al suo panegirico.
“Come sempre, hai sollevato delle questioni interessanti. Se me lo permetti, ti risponderò punto per punto, perché sono tutti aspetti su cui vorrei fosse fatta chiarezza.”
Cora si interrompe, finché un cenno del giornalista non le lascia intendere che lui ha capito perfettamente che non uscirà vivo da questa conversazione.
“Innanzitutto, ‘Date Fiasco’. Ne abbiamo già parlato, se non ricordo mai addirittura due volte solo con voi. I risultati sono stati leggermente al di sotto delle nostre aspettative, ma questo solamente sul mercato nord-americano. Gli ascolti in Sud America e in Inghilterra e Australia sono stati ottimi. Abbiamo incontrato delle difficoltà qui, sono disposta ad ammetterlo, ma siamo stati disgustosamente e illegalmente osteggiati, con campagne diffamatorie che hanno minato il programma già prima della messa in onda.
Per quanto riguarda invece le accuse che hai menzionato, sono idiozie che non ho intenzione di prendere sul serio. Durante tutte le stagioni di ‘The Bachelor’ che abbiamo prodotto, abbiamo sempre cercato di trattare con rispetto e dignità ogni nostra concorrente. Nessuna preferenza è mai stata fatta, nessuna pressione affinché qualcuno lasciasse lo show o vi restasse - tutto è sempre stato nelle mani dei nostri concorrenti. Loro hanno scritto il proprio destino, hanno -”
“Siete stati accusati, e più volte, di aver manipolato e modificato l’effettivo svolgimento dei fatti per incrementare gli ascolti. Siete stati anche accusati di aver spinto alcune ragazze a spogliarsi in momenti strategici, a offrirsi sessualmente allo scapolo.”
“Per la carità, queste non sono che invenzioni di alcune concorrenti insoddisfatte, alla perpetua ricerca di un briciolo di fama che non sanno trovare se non infangando il buon nome e la reputazione della nostra casa di produzione.”
“Eppure non sono state poche le concorrenti che hanno sostenuto che questo fosse il vostro modus operandi...”
 
 
(E Regina riderebbe della terribile figura che sua madre ha appena fatto - gioirebbe del fatto che Cora è stata quasi smascherata, rivelata per l’impostore che è, se il suo telefono non stesse vibrando di mail indignate e furiose e se non fosse sicura che domani toccherà a lei cercare di risolvere la situazione e affrontare l’ira di Cora. E se non avesse un mutuo e progetti per la pensione e un fondo per il college , per Henry che dipendono sullo stipendio che la Mills’ Production le paga ogni mese.)
 
 
(Il giorno dopo Cora è furiosa, come previsto. Ma la sua ira è diretta soprattutto a “Quegli incompetenti delle Relazioni Pubbliche, sono pagati per controllare i giornalisti e le loro domande prima di fissare un’intervista. Non posso essere onnipresente” e Regina è troppo la figlia di sua madre per non essere almeno in parte d’accordo con lei.)
 
 
 
 
 
 
 
La terribile intervista di Cora ha come conseguenza cinque ore di lavoro perso nel tentativo di rimediare, in ogni modo possibile, ai problemi da questa causati - e Regina scopre che deve passare il sabato mattina in ufficio.
“Madre, ne abbiamo già discusso. Ho un figlio, e questo significa che non ho un orario flessibile a tuo piacimento e -”
“Sì, ne abbiamo già discusso. È necessario che quelle ore vengano recuperate entro lunedì, se non vogliamo rischiare di accumulare ritardo sul calendario già alla prima settimana. Ti ho posta in questa posizione, ti ho dato potere decisionale e autorità sul resto dello staff - e tutto questo come segno della considerazione che ho di te.”
Cora tace, fissandola negli occhi con aria di sfida, e Regina non può fare altro che cedere e concederle un “Lo so. Farò quello che ti aspetti da me,” perché è una donna matura, una madre -per l’amor di Dio- ma ancora non può sopportare di leggere la delusione negli occhi di sua madre.
 
 
(Si lamenta con Marian la sera stessa, le guance rosse e il respiro accelerato e le sue parole frenetiche, finché Marian non la abbraccia e non le ricorda che”Va tutto bene, ci penso io ad Henry. Sono certa che sarà più che felice di trascorrere la giornata con Roland. E gli lascerò mangiare un cupcake con cioccolato fondente per dessert,” e Regina è così sollevata e felice e incredula di fronte alla gratuità di ogni piccolo gesto di Marian che per un attimo appoggia la testa sulla spalla della sua amica e si lascia abbracciare, assaporando il calore e la pace che Marian riesce a trasmetterle.
Ma Regina è Regina, anche nei suoi momenti di debolezza, e l’abbraccio non dura che un paio di secondi.
E Marian è Marian, quindi inarca un sopracciglio quando Regina si allontana e si siede compostamente sul divano - e dopo dieci secondi di silenzio, sorseggiando un calice di sidro inizia “Allora, questa Emma Swan.”
E la tira avanti per una mezz’ora, come se ci fosse qualcosa di importante da sapere oltre ad un “è una bionda insopportabile con un bel sedere.”
Dio, a volte Regina la odia. Marian, ovviamente.)
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo - pochi minuti dopo le 10, quando la sua segretaria personale ha concluso le chiamate del primo gruppo di partecipanti ed entra nel suo ufficio per informarla degli appuntamenti per la settimana seguente, Regina scopre che il suo prossimo incontro con suddetta Emma Swan avrà luogo il prossimo giovedì, ore 15/15.
Ed è una buona amica, perché prima ancora di segnare l’appuntamento sulla sua agenda scrive un messaggio a Marian per posticipare il loro incontro serale settimanale da mercoledì a giovedì sera, cosicché “Sul tuo attuale oggetto di curiosità maniacale io ti possa fornire qualche dettaglio in più di un semplice ‘bionda, bel sedere ma pessimi stivali’.”
 
Venti minuti più tardi Marian le risponde con un “Porto il vino, perché so che due ore di gossip non sono una cosa che puoi fare sobria. Ps, Henry e Roland hanno scoperto i Digimon. Ho paura.”
(Le restanti ore di lavoro trascorrono inutili e lenti, una lista di incontri che occupano la settimana seguente come unica prova del fatto che è entrata in ufficio quella mattina.)
 
 
 
Henry ha effettivamente scoperto i Digimon, ma grazie a Dio è sempre stato abbastanza ligio a rispettare gli orari e i limiti alle ore che può trascorrere di fronte a uno schermo acceso - quindi non fa storie quando alle 21 Regina lo manda a letto con un bacio sulla guancia e la promessa di non restare sveglio troppo a lungo tentando di finire di leggere, da solo (il suo piccolo ometto) qualunque libro di Harry Potter sia la sua ossessione questa settimana. Henry annuisce, rispondendole però che non può farle quella promessa perché è arrivato al punto in cui Hermione è stata trasformata in pietra e deve assolutamente scoprire che cosa ci faceva in biblioteca e -
E Regina sospira e non può fare a meno di concedergli di stare un’altra mezz’ora seduto sul divano con lei - perché “Non sei più un bambino, ometto.”
E forse è perché sta leggendo l’ultimo capitolo di ‘Ladra’ ed è pressoché certa che Susan troverà Maud e vivranno insieme felici e contenti (Dio, lavorare al reality la sta rendendo disgustosamente romantica) - o perché un Henry ossessionato con Harry Potter è molto, molto più affettuoso e coccolone di un Henry ossessionato con un libro di favole che a quanto pare sosteneva che lei fosse la regina cattiva di Biancaneve (i peggiori due mesi della vita di Regina), ma ora come ora fatica a pensare che si possa trascorrere una serata migliore di questa.
 
 
 
 
 
 
Quando le 15/15 di giovedì 14 maggio arrivano, Regina si è già assicurata la firma di tredici concorrenti - e la sua mente sta già progettando coppie, scene isolate, incontri con sfondi musicali, interviste esagerate e tagliate al momento giusto. Tutto prenderà una forma definitiva la settimana seguente, quando avranno il ‘sì’ di ogni concorrenti nero su bianco su un pezzo di carta e sua madre inizierà a chiamarla almeno tre volte al giorno e a riempirla di mail perché “Mi raccomando cara, voglio una scaletta il più dettagliata possibile di quello che prevedi possa succedere. Forma le coppie in modo che qualcuno esploda, che qualcuno si innamori davvero - e soprattutto, voglio un fino lavoro psicologico: abbiamo gli occhi di mezza America addosso, dopo quello scempio di ‘Date Fiasco’ e dopo le rivelazioni su ‘The Bachelor’, non possiamo permetterci un passo falso. Voglio che tu muova i tuoi fili restando nell’ombra. I momento più importante dopo la fase della scelta dei concorrenti è la formazione dei gruppi - è un onore che io abbia delegato questo compito a te.”
 
La voce di Cora le rimbomba nelle orecchie, finché tutto quello su cui riesce a concentrarsi è il disgusto che prova per se stessa al solo pensiero di dover manipolare e complottare e rovinare per portare a casa uno stipendio.
Dio, odia il suo lavoro.
Odia Cora e la sua ipocrisia e la sua mania del controllo che l’ha spinta ad affidare a lei la gestione di questo show. Questo inutile e disgustoso reality che non sta portando nulla di buono alle sue giornate, se non ore e ore di lavoro e di stress e di sensi di colpa.
 
E poi le 15/15 diventano le 15/16 e la porta del suo ufficio si apre dopo un leggero “Permesso?” e la sua segretaria entra e si avvicina alla scrivania per posarci sopra una pila di documenti. Due copie di uno stesso contratto.
 
E poi il corpo e il volto e la voce di Emma Swan fanno capolino dietro Melissa e - cazzo, forse il suo lavoro le sta portando qualcosa di buono, fosse anche solo una scollatura e un sedere niente male.
 
“Prego signorina Swan, si accomodi,” la sua voce non tradisce la leggera (leggera, sì) eccitazione che vibra lungo la sua schiena fino a concentrarsi in basso, sempre più in basso, finché –
 
“Agli ordini, signorina Mills,” risponde Emma Swan e il suo basso ventre praticamente va a fuoco.
(Ha una strana ossessione per l’utilizzo di espressioni e titoli formali durante le pratiche sessuali, quindi la voce roca di Emma Swan, più la scelta della forma di cortesia, più la totale sottomissione di questa nei suoi confronti è la ricetta perfetta per dimenticare anni e anni di moralità e codici deontologici -se simili come sono mai esistite nella professione che si è scelta e alla dipendenze di Cora Mills, per giunta- e iniziare a fantasticare in quell’angolo remoto della sua mente che mai prenderà il sopravvento - perché fantasticare su Emma Swan è imbarazzante, fantasticare su una donna che sta per firmare un contratto con la casa di produzione da lei rappresentata è moralmente criticabile, trasformare queste fantasie sessuali in realtà è semplicemente sbagliato.
E anche imbarazzante, oltre che probabilmente impossibile, data tutta la faccenda ‘Emma-Swan-partecipa-a-un-reality-show-che-ha-eterosessualità-come-suo-secondo-nome’.
Non che questo importi, perché la sua attrazione è leggera e insignificante e sicuramente passeggera e dovuta alle troppe suggestioni da parte di Marian - quindi è inutile che lei perda tempo a riflettere su quanto sarebbe sbagliato metter mano alla sua fantasia, perché - oh mio Dio, una colata di umori la investe al solo pensiero di ‘metter mano’ su Emma Swan - e deve smetterla.
É una professionista - il meglio che la Mills’ Production ha da offrire, non un ragazzo brufoloso che sperimenta le sue prime tette.)
 
 
Regina piega la testa e risponde ad Emma Swan con un mezzo sorriso di pura cortesia, e di certo non fissa la sua scollatura mentre la ragazza si siede di fronte a lei (lo giura - non lo fa. Non per più di un secondo, comunque).
“Bene, immagino che lei sappia perché è stata convocata qui oggi,” esordisce Regina quando Emma si è sistemata sulla sedia e ha appoggiato i gomiti sulla sua scrivania come l’idiota maleducata che è.
Le rivolge una delle sue occhiate, con tanto di cipiglio e sopracciglio alzato, ma a quanto pare il QI di Emma Swan non è migliorato nelle ultime settimane - quindi il messaggio di rimprovero e di minaccia non viene recepito.
(Oppure Emma Swan lo sta semplicemente ignorando. O forse il suo sguardo non è così minaccioso quando è diretto al seno e non agli occhi di una persona. No, è decisamente colpa di Emma Swan.)
 
“Beh.. la tua segretaria, quella che mi ha chiamato sabato mattina - e tra l’altro, non ci posso credere che chiamate la gente alle 9 di sabato mattina! Vi dovrebbero denunciare, cavolo. Ero a letto e ho sentito il telefono suonare e per un attimo ho pensato che fosse mia madre.. -”
 
“Questo suo discorso ha forse una qualche attinenza con la domanda che le ho posto?” Per la miseria, la ragazza è insopportabile.
 
“No, certo.. Ho la tendenza a divagare in modo imbarazzante quando sono nervosa - e a dire le cose più assurde e.. Lo sto facendo di nuovo, sì. Quindi, ok - in breve, so perché sono qui.”
 
“Oh, finalmente,” Regina non può trattenersi dal puntualizzare. “Se ha capito perché è qui oggi, la nostra riunione procederà più velocemente. In sintesi, le consegnerò il contratto che abbiamo delineato per lei - e poi le esporrò i punti più salienti, quelli che potrebbe trovare di più difficile comprensione qualora dovesse leggerlo da sola. Dopo di che le fisserò una data di consegna, un termine massimo entro il quale dovrà consegnarci il contratto firmato, o di persona o via mail, è davvero indifferente. Tutto chiaro?”
E mentre lo chiede le fa segno di prendere in mano una delle due copie del contratto etichettato ‘Emma Swan’, in modo che lei possa utilizzare la seconda copia per evidenziare i punti più importanti (non che abbia bisogno di una copia, perché ha lavorato come un’ossessa per preparare i contratti - e li saprebbe citare a memoria, davanti a migliaia di persone, durante l’intervallo del Super Bowl. Con Madonna e Katy Perry e Janet Jackson senza reggiseno davanti a lei.)
 
“Chiaro. Non sono un’idiota - o una bambina di cinque anni,” e - davvero, Emma Swan potrebbe anche essere credibile se non lo dicesse mettendo il broncio e abbassando la testa e addirittura chiudendosi tra le spalle. Non può pensare che una mossa simile la aiuti a essere presa sul serio - e se lo pensa, beh - allora è veramente l’idiota che sostiene di non essere.
 
“Non ho mai pensato che lei lo fosse, signorina Swan. O, beh - almeno non detto, o quantomeno non una delle due.” Regina le sorride con falsa gentilezza ed empatia - poi, gesticolando con una mano, continua. “Ora, se mi facesse la cortesia di adattare la sua attività mentale alla sua età fisica, potremmo cominciare a discutere di argomenti seri. Mi creda, non ho nessuna voglia di trascorrere qui più tempo di quanto non sia strettamente necessario - e suppongo che lo stesso valga per lei. Quindi, apra il contratto a pagina tre...”
 
E Regina sarà anche certa di aver sentito Emma Swan borbottare “Stronza comandona” mentre lei parlava, ma decide di lasciar correre perché, se deve essere sincera, è stata etichettata così talmente tante volte che ormai lo considera un complimento.
 
Tre quarti d’ora più tardi Emma Swan esce dal suo ufficio con un contratto in una cartellina e una decisa stretta di mano - e la promessa che “Sei un po’ una stronza quando ti metti, e mi hai già insultata talmente tante volte che sto cominciando a chiedermi se non ho una qualche vena masochista o cosa, ma firmerò il contratto. Anche se non so a che cosa vado incontro” e Regina trattiene un sorriso finché Emma non si gira e non si incammina lungo il corridoio e - wow, quel sedere.
 
Sarà anche la concorrente più disgustosa e imbranata socialmente e idiota e infantile, ma cavolo, quel sedere e quei muscoli e - oh mio Dio perché hanno dovuto sostituire un’isola deserta con una città che fa concorrenza alla Lapponia in fatto di temperature medie.
Un’altra - validissima - ragione per avercela con sua madre.
 
 
La sua mente - sì, quell’angolo della sua mente - fantastica su Emma Swan bagnata, in bikini, e poi con un pezzo soltanto, e alla fine niente e - “Neal Peabody, signorina Mills,” annuncia Melissa aprendo la porta del suo ufficio, e Regina è costretta a smettere di sognare ad occhi aperti e concentrarsi sull’uomo-che-si-crede-un-ragazzino che ha davanti a lei.
 
“Prego, signor Peabody. Si accomodi.”
 
(La riunione è noiosa, noiosa, noiosa, e lui non è meglio.
Non che Regina gli presti più che un briciolo di attenzione - la soglia minima per non compromettere l’alto standard della sua professionalità - perché la sua mente ha ripreso a immaginare Emma Swan in costume, e senza, e cavolo. Ha davvero bisogno di andare a letto con qualcuno.
E di tenere per sé buona parte delle sue reazioni fisiche alla presenza di suddetta Emma Swan, perché ha paura di quello che potrebbe iniziare a sostenere Marian se dovesse sapere del lago che sono al momento le sue mutande.
 
O del fatto che almeno in un paio di occasioni la sua voce ha detto “idiota”, ma la sua mente ha pensato “adorabile”.)
 
 
 
 
 
 

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