Diversi anni dopo

di Tiblis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il ballo degli angeli ***
Capitolo 2: *** Tre persone ***



Capitolo 1
*** il ballo degli angeli ***


Diversi anni dopo Un uomo incappucciato stava seduto su uno sgabello in una locanda della repubblica di Svevia, ovviamente il posto era malsano e pieno di vapori e le poche luci erano quelle delle lanterne poste sul soffitto che al contatto dei vapori della cucina sembravano uno spettacolo di angeli volanti. L’uomo stava ammirando quel meraviglioso spettacolo quando una cameriera lo fece ricondurre alla realtà «viandante» disse la donna con voce timida« è da una candela che state li seduto, qui la gente può stare seduta solo se ordina». Il misterioso uomo volse lo sguardo a quella donna con un rapido scatto del collo, la donna si era spaventata da quel movimento. Era una ragazza bassa con i capelli di un qualche tipo di colore scuro, indossava la tunica dei popolani e a completare tutto c’era un grembiule con vistose macchie d’olio e di sugo. Il viandante noto i suoi occhi, scuri e bovini. L’uomo , notando lo spavento, sorrise «scusa ragazza, ero sovrappensiero» disse l’uomo con tono pacato« che cosa avete?» La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, con le mani in mano. Poi disse « scusatemi signore, ehm….» si mise a pensare« abbiamo solo carne e zuppa, sinceramente non so che tipo di ingredienti hanno… è arrivato tutto pasticciato» si mise la mano sulla bocca, ma il viandante sembrava divertito e sorrise. « se vuole abbiamo del formaggio, quello sono sicura che sia buono… cioè…. Più c’è muffa più è commestibile, no?» disse nel tentativo di rimediare la figuraccia. “ che cara ragazza” pensò l’individuo« portami della carne, del vino della peggiore qualità che avete e dell’acqua calda, meglio ancora se bollente» rispose alla ragazza sorridendo, il bianco del suo sorriso si vedeva anche nella penombra dell’angolo, la ragazza era stranita dal suo comportamento. Un uomo normale la avrebbe mandata a cagare già dall’inizio o probabilmente l’avrebbe scambiata per una avance mal fatta e le avrebbe messo le mani sul culo. Ma lui la stava trattando in una maniera talmente gentile che ne rimase quasi spaventata. «arriva subito» disse sorridendo anche lei ma appena si voltò l’uomo disse « è la prima volta che in una locanda non mi chiedono i soldi appena ordino» la ragazza si voltò di scatto e vide un paio di monete d’argento sulla sua mano «signore grazie» disse la ragazza « ma si tratta di troppi soldi, la cena da noi costa solo un paio di pezzi di rame» «lo so » disse l’uomo «ma quelle monete servono anche a farmi passare la notte qui» «ah» disse la ragazza« vuole passare la notte assieme alle nostre ragazze?» chiese. « può sembrare strano ma … no, vorrei solo dormire nella vostra stalla se non vi dispiace» disse l’uomo mentre rimetteva nella sua borsa il suo borsellino. La ragazza però aggiunse che erano troppe anche per dormire nella stalla. « posso chiedere a mio fratello se potete dormire nelle camere…. Di solito lo permettiamo solo ai loro clienti» disse indicando una ragazza con l’ampia scollatura in fondo alla sala, era seduta in braccio ad un ragazzo con la faccia completamente rossa in mezzo ai suoi amici che ridevano e lo acclamavano. A giudicare dalla faccia terrorizzata del ragazzo, doveva essere la sua prima volta. “ la sta affrontando come se stesse andando sul patibolo, almeno lui ne serberà un bel ricordo alla fine. Inserisci l’arnese lì in quel condotto umido e dopo due minuti finisce tutto con lei che gli dirà «la miglior scopata di sempre» per invogliarlo a ritornare” pensò l’uomo assumendo una espressione amara in viso “ nel mio caso fu una esperienza terribile”. «no» rispose pacatamente volgendo lo sguardo alla ragazza« cerco solo di dormire» «le risulterà difficile messere» disse sorridendo mettendosi le mani dietro alla schiena dondolandosi« le camere fra di loro è come se le pareti non esistessero. E purtroppo, hanno l’orribile abitudine di lavorare fino a tardi » «mi hai chiamato messere?» domandò il viandante ignorando apparentemente il discorso «è molto strano chiamare uno così appena conosciuto» «lei è…. Molto gentile, basta questo a renderla importante…. Almeno per me» rispose titubante la ragazza, temendo di aver fatto l’ennesima figuraccia « sembra l’inizio di una storia, una ragazza che incontra uno gentile sconosciuto e poi chi sa cosa potrebbe accadere?» «non hai timore» domandò sorridendo in maniera simpatica il viandante «che possa farti del male? Ehm…. Magari col la scusa del classico uomo gentile posso portarti fuori con l’inganno e farti fessa» La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, era rimasta letteralmente spaventata dal discorso….. Ma poi lo straniero portò la mano sulla bocca coprendosela facendo poi un occhiolino con i suoi occhi azzurri. «lei è proprio uno stronzo» disse la giovane ragazza« prendere in giro una ragazza così» «chiedo venia mia signora» disse alzandosi dallo sgabello «cosa posso fare per rimediare?? In fondo le ho solo dato una triste lezione di vita» detto questo si mise a fare un inchino davanti a lei. La ragazza arrossì completamente sorridendo. « CRETINA!!» urlò una figura dall’altro lato della sala, proprio davanti al balcone dove si serviva da bere « il tuo fottuto compito non è quello di provarci con i vecchi ma quello di chiedere cosa vogliono da mangiare» La ragazza si voltò , e notò che tutti gli uomini accanto a lei stavano ridendo. Chiuse gli occhi per un secondo prendendo un sospiro mentre sentiva le risate attorno a lei. Ormai si era abituata alle sfuriate di suo fratello. «taglia corto giovane mastro» riprese a parlare l’uomo « le sembra il modo di comportarsi?» disse questo rivolgendosi all’uomo che c’era dietro al balcone. L’uomo era un giovane ragazzo, avrà avuto un paio di anni in più di sua sorella. Dalla luce delle lanterne e dei focolari poteva notare i capelli castani del giovane e la sua pelle di un colore biancastro e il suo volto mascolino e completamente glabro, nonostante ciò aveva delle sopracciglia folte ma che a prima vista sembravano ben curate. Attorno a lui c’erano dei ragazzi che con il volto nella penombra ricordavano oscure parodie di uomini. «cazzo vuoi vecchio?» fu l’unica risposta che uscì dalla sua bocca dal colore di rose. “ che bello “ pensò l’uomo anziano “ mi faccio già dei nuovi amici” «sei molto gentile a trattare la giovane in questo modo, posso presumere che tu sia geloso per il semplice fatto che lei rimorchi più uomini di quanto vorresti approcciarne te» rispose calmo. L’uomo divenne paonazzo mentre le persone che erano accanto a lui ( presumibilmente i suoi amici) avevano cominciato a ridere mentre sorseggiavano in boccali di legno. “ meraviglioso” pensò alla fine” non riesco mai a tenere la bocca chiusa”. Non riuscì a finire il discorso che il ragazzo , ripresosi , gli lanciò contro un boccale di ferro che teneva sul banco a piena velocità verso il volto del viandante, gli fu istintivo andare parzialmente giù evitando così il colpo. Ma l’uomo dietro di lui non fu altrettanto veloce, e fu colpito in pieno sulla nuca e capitolò giù come un macinio tirando uno strozzato lamento. “ Ales” gridò la ragazza intimorita” fermati, per l’amore degli spiriti non fare più cazzate” Il grido della ragazza fece emettere altre risate , il tentativo da parte della ragazza di dare ordini al fratello fu visto come l’abbaio di un cucciolo quando vede un lupo ringhiante. E in effetti il lupo scavalcò il balcone, mentre i suoi amici lo incitavano. Ma lui , come ignorandoli, continuava ad emettere dalla sua bocca imprecazioni velenose. Nel frattempo il viandante lo osservava impazientemente. «giovincello» disse, con un tono di voce tranquillo« ho ricevuto più volte quelli insulti addosso a me che te in tutte le risse da taverna in tutta la tua vita» Il ragazzo si avvicinava, con la luce delle candele a raschiare il suo viso incazzoso ,a lui e si fermò ringhiante , il viandante si rese conto che lui lo sovrastava di almeno una ventina di centimetri, la cosa lo intimorì un poco ma non si scompose. «forse è meglio se abbassi quelle mani» disse il viandante. Un pugno sulla guancia fu la risposta, il corpo del viandante che cadeva a terra ansimando «ora non fai più tanto il gradasso ,eh??» urlò Ales, mentre il viandante si rialzava dolorante mentre si teneva le mani alle cosce . “ ho fatto un errore a sottovalutarlo” pensò” se non fosse per la malat…” Non fece tempo a finire il pensiero che il ragazzo lo prese per le spalle e lo sollevò ansimante mettendolo in ginocchio. Poi lo prese per il collo e … E poi Ales sentì un forte dolore alla bocca dello stomaco , il viandante aveva tirato una ginocchiata lì. Cercò di non scomporsi ma non poté fare a meno di indietreggiare cercando sempre di tenere la mano destra attorno al collo dell’avversario . Gli occhi di Ales lacrimavano per la rabbia. I suoi amici lo stavano esultando fino a poco prima ma ora lo incitavano ad ammazzarlo. Ales si riprese, il suo volto assunse una espressione felina. E urlò con tutte le sue forze. Ma facendo questo perse tempo; Ales si prese un calcio al pomo d’Adamo, che quasi lo fece soffocare Mollò la presa al vecchio che si allontanò di qualche passo da lui, Ales era inginocchiato e in preda a dei forti rigurgiti. La folla che si era creata attorno a quei due aveva diverse reazioni, alcuni ridevano o bestemmiavano, altri semplicemente stavano zitti ma osservando con sguardo divertito. «Basta così!! Basta!!» urlò una voce maschile, che non fu difficile da riconoscere Ales stava ancora ansimando, quasi sembrava di soffocare. Il viandante era tentato di avvicinarsi per il resto ma la sua esperienza gli consigliò di non perseguire il suo obbiettivo. Si voltò e vide la persona che aveva urlato, sorrise . “ buona sera Ezio” fece un inchino, tenendo sempre una mano che premeva sullo stomaco. Il suo amico era un giovane vestito con un ampio mantello nero come lui, occhi gialli e sguardo dritto all’amico. “ mi aspettavo di vederti domani al porto” disse ad Ezio “ hai messo meno tempo del previsto” “ la nave ha incontrato bonaccia, hanno fatto prima” poi volse lo sguardo alla persona a terra “ e questo chi è?” fece un cenno verso di lui. “ sarebbe l’oste” rispose” o uno che gestisce il banco. Un tipo a posto” “ cazzo…. Per poco non frantumavi l’osso del collo a questo ragazzo” affermò Ezio , si tolse il cappello portandoselo al petto” chiedo scusa a nome suo” “ va-va a farti fott-ere” disse Ales, col le mani attorno al collo. Si stava rialzando. Mentre tutta la locanda era in silenzio a guardare loro. “ non è educato uccidere l’oste nella sua osteria, sempre tu sia l’oste” Ales continuò a guardarlo ferocemente mentre i suoi amici lo aiutavano a rialzarsi. Fu la cameriera di prima a rispondere. “ è in co-gestione. Io sono sua sorella” la sua voce voleva essere autoritaria “ messeri, per favore andate via” il vecchio viandante fece dei gesti da sornione “ ragazza protettiva eh?? Chiedo scusa, ma non mi pento di averti protetta” la ragazza chiuse la bocca “ protetta ?“fece Ezio” da lui?” indicò con il dito Ales il viandante mugugnò “ si può sapere perché?” Ales si sentì obbligato a rispondere“ avevo detto a mia sorella di pensare a lavorare e lui mi ha insultato “ “ poveretto, è lui la vittima” biascicò la persona tirata nel discorso “ scommetto che passi le giornate a maltrattarla” “ non sono affari suoi!” provò a parlare la ragazza “ lei non a-ve..” “ ragazza, tu mi daresti ragione se non fosse presente quell’idiota. Se proprio vuoi essere sottomessa almeno cerca di non farlo in maniera troppo celata” affermò “ e tu mio caro osticello conoscevo vostra madre, era una donna in gamba. Mi sembra si chiamasse Misha, si… se lei ha lasciato la locanda in gestione a voi due vuol dire solo una cosa. Ho visto solo lei lavorare mentre tu eri stato la tutto il tempo ad offrire roba a quegli sgorbi dei tuoi amici” a questo punto della frase loro tirarono urlando i boccali, ma lui li evitò facilmente e continuò a guardare fisso i due fratelli “ lei avrà pure il problema di essere “gentile” ma almeno riesce ad andare avanti la baracca , tu…. Tu invece sei solo un’idiota , ecco perché vostra madre ha dato anche a te la locanda. Cosicché non crepassi di fame” come se avesse risvegliato una verità atipica nella sua testa, Ales rimase scosso ed perse lo sguardo del suo interlocutore e parve scosso. Ma i suoi compagni erano ancora offesi dalla frase di prima e continuarono a lanciare oggetti e incitarlo a continuare. Sentendosi preso di contropiede parlò “ io non vengo a casa di un altro solo per rompergli le balle, questo posto è mio e voi mi avete stufato” indicò Ezio “ prendi il tuo amico e vattene, se no non garantirò di farlo uscire con il retto intero stanotte!” Ezio arricciò lo sguardo giocherellando con il mento rasato lo guardò con interesse, poi un po’ attorno. “ sono l’unico ad aver notato quell’uomo?” indicò un uomo barbuto che vestiva di stracci che stava supino, giaceva con la testa insanguinata “ qualcosa deve averlo colpito forte alla nuca ” si avvicinò e mise la mano attorno al lato destro del collo. “ ed è morto” affermò con un tono di falsa rassegnazione “ che gli spiriti lo prendano con loro” fece il gesto di protezione molti in sala risero, al che il vecchio viandante si avvicinò incuriosito e versò il corpo per poi avere una faccia stupita, aveva il tatuaggio nero . “ sei sicuro che…..” “si” disse Ezio “ il motivo della nostra permanenza è già finito. Andiamo maestro” al che viandante volse lo sguardò al pubblico esprimendo il miglior sorriso di circostanza che potesse avere “ grazie per la cena e la compagnia” si volse alle ragazze di dietro “ e mi devo scusare con voi se non ho approfittato della vostra presenza ma ho avuto scarsità di tempo” fece il segno a v con la mano ad Ales “ ed ora mi appresto a prendere commiato, saluti e Adii” “ fottiti, vattene ora!” urlò , poi strattonò il braccio della sorella “ e tu cretina vedi di pulire il sangue che dopo faccio i conti con te!” “ Ma … io ?” “ muovi il culo!! “ urlò ,per poi tossire in faccia alla sorella“ e voi” “ non ce n’è bisogno, andiamo” fece Ezio e poi guardò il suo amico “ non dovresti lasciare qualcosa?” il viandante soppesò “ ah, giusto!” prese delle monete da un borsello della giacca e le lanciò alla ragazza impaurita” queste sono per il cibo che non ho assaggiato e per l’intrattenimento , ma per lo più del trambusto che ho causato e quello che verrà dopo” la ragazza provò ad accennare qualcosa “ non c’è di che !” la anticipò per poi avviarsi verso la porta prese la spalla di Ezio “ ora andiamo, conosco qualche angolo delle piazze con cui possiamo stare con i nostri cavalli” Ezio lo seguì, poi sospirò e si voltò un’ultima volta appena prima dell’uscita verso i suoi involontari spettatori . “ non c’è di che , davvero!” parlò, tirò un’occhiata verso Ales che distolse lo sguardo. Fu l’ultima cosa che avrebbe fatto, l’ultima cosa che avrebbe sentito appena dopo sarebbe stato uno sparo.

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Capitolo 2
*** Tre persone ***


Mentre Ezio controllava da dietro uno dei muretti verso una vietta poco illuminata , il vecchio andò verso una fontana  che stava in una penombra di una piazzetta in muratura puzzolente a lavarsi la faccia dal sudore . C’era solo la luce della luna d illuminare tutta la scena.
“io lo sapevo, IO LO SAPEVO!!” discusse con il suo compagno, ma a causa della scarsa attenzione che riceveva sembrò che parlasse da solo “ che stavi per fare qualche cazzata, era andata fin troppo bene per te!! Tu che entravi e facevi da paciere e riuscivi ad evitare che la nostra missione non andasse a puttane”
Ezio lo degnò di uno sguardo solo per un secondo, poi ritornò a guardare le viette che confluivano nella piazzetta
“ e come ultimo colpo di fortuna  , scopriamo che quell’imbecille aveva colpito il nostro obbiettivo causandoli una emorragia cerebrale  rispandiamoci così una settimana di lavoro”
una smorfia sul viso di Ezio
“ ma tu avrai pensato “ ma che  santo ci protegga, è tutto fin troppo semplice. Complichiamoci un po’ la vita, dai !” e hai sparato a quell’oste dopo avermela fatta tu una manfrina su quanto pestarlo fosse stato da maleducati” smise di sacquarci, la faccia era diventata tutta deformata, come di plastilina.
Ezio affermò “ pensavo lo volessi anche tu”
“ no, Idiota! Io l’ho pensato! Non voluto!” riprese fiato “ c’è una grande differenza, come se…”
“  si, ho capito!! Basta!!” parlò deciso “ ora silenzio” lo zittì con l’indice.
I due rimasero in silenzio a sentire il silenzio attorno a loro, quando Ezio sparò ad Ales prima i due dovettero scappare da una folla inferocita che voleva linciarli, fortuna che Ezio ebbe in mente di non continuare a sparare. La via dell’osteria era fin troppo affollata e avrebbero potuto “ innervosire “ qualche altro gruppo.  I due erano riusciti  a prendere il cavallo del viandante e scapparono in sella insieme riuscendo ad evitare il lancio delle bottiglie. I due ripresero fiato dietro  ad un piccolo acquedotto ad archi che attraversava la città, erano riusciti a scappare velocemente con il loro cavallo dagli avventori della locanda ma avrebbero attirato troppo l’attenzione se avessero continuato la fuga così. Inoltre il loro cavallo non era abbastanza forte per tenere due persone contemporaneamente al lungo , hanno dovuto mollarlo lungo un viadotto malmesso legandolo ad un muretto, contro il volere del suo proprietario che voleva tenerlo sempre accanto. Considerando la vivibilità di quella zona, ma Ezio lo convinse che nel caso lo avessero ritrovato avrebbero guadagnato più tempo depistandoli. In cambio Lui dovette portare tutto il materiale che stava sul cavallo: erbe , fogli, materiali e munizioni.
Era da un’ora che scappavano da quando avevano lasciato il cavallo , sebbene la situazione fosse rimasta tranquilla  da un po’ era meglio non essere sicuri. Per quello che potevano sapere Ales era un membro di una banda di strada e alcune di loro sono note di incendiare un intero quartiere pur di vendicare la morte di un loro compagno. Ma era rimasto tutto tranquillo, ora erano al sicuro.
“ dovremmo essere al sicuro” parlò con un tono di voce basso il viandante con la faccia deformata” ora dobbiamo decidere”
“decidere cosa?” chiese Ezio
“ cosa scrivere sul rapporto, no?” affermò il suo compagno” non crederanno mai che abbiamo sparato ad un oste perché maltrattava sua sorella?”
“ dobbiamo? In fondo si tratta di un mutante” sorrise sarcasticamente “ loro direbbero “ un punto in più per noi” no?”
un coppino sulla nuca fu la risposta, seguì  un verso di dolore
“ non è questo il problema, hai usato una rivoltella per ucciderlo. Quel genere di armi non si usano più da secoli per loro. Se qualcuno la riconoscesse ci troveremmo dietro praticamente ogni tizio in armi in tutto l’emisfero”
Ezio tacque per un attimo “ dubito che avranno prestato attenzione alla forma dell’arma, ho sparato un solo colpo. Non in maniera diversa dalle armi che ci sono in giro…… è poi a chi interesserebbe della sorte di un poveraccio?? Sarà visto come la solita anima rapita dai bassifondi”
“ mmmmm, spero tu abbia ragione. Ma dobbiamo stare in questa città ancora per qualche giorno e dobbiamo stare cauti”
“ la tua medicina…… non possiamo prenderla ad un altro giro??”
il viandante lo guardò storto , poi si tolse la faccia. Su quella sotto  Aveva tumori neri sul lato destro della faccia che li coprivano l’occhio e orribili cicatrici sul lato sinistro che almeno permettevano al suo unico occhio rimasto libero di vedere. Ezio detestava quella visione
“ Maestro…… non lo sapevo, di solito non è…….”
“ così veloce…. Già”
sporse la visione ad una casa in muratura, era abbandonata da anni o almeno così sembrava. Era talmente fatiscente che pareva sul punto di crollare
“ dormiremo la, nel caso ci raggiungessero  sarà facile far crollare la casa per coprirci la fuga”
“ con noi sotto” aggiunse Ezio
“ ecco perché rimarrai sveglio , per aver lasciato il mio cavallo in balia dei bruti. “ parlò in maniera seria “ appena vedrai possibili segni di cedimento correremo via”
“ ma io pensavo di essermi fatto perdonare” si lamentò polemicamente “ ti ho portato tutta la tua roba che stava su baviecca”
“no, quello era un ordine da un superiore di grado ad inferiore graduato.” Disse scocciato “ questo è quello che devi fare se vuoi farti perdonare”
“ e se mi rifiutassi di farlo?”
“ mi appellerei ancora alla catena di comando e dovresti poi farmi un altro favore ” rispose “ ricorda che sono sempre il tuo capitano maggiore”
“ siamo praticamente pari di grado, è solo un vizio di forma” si lamentò
“ praticamente non vuol dire esattamente” la faccia arrabbiata deforme del maestro lo spaventò “ inoltre ho voglia di dormire”
il maestro accese la lampada ad olio che portava nella borsa e esplorò la casa, superato la scalinato di pietra si mise dietro ad uno strato ancora integro di muratura. Diede una veloce ripulita del pavimento e crollò sulla sua borsa che usava come cuscino e non diede più segni di movimenti.
Ezio invece rimase fuori, sebbene non volesse ascoltarlo gli era ormai istintivo come se fosse stato naturale obbedirgli. In pratica lo aveva cresciuto lui. Rimase a guardare le stelle osservando l’orsa maggiore e cercando la stella polare non trovandola. Nonostante avesse passato gran parte della sua vita fuori dal loro gruppo ristretto ancora non sapeva orientarsi usando riferimenti naturali , questo gli aveva impedito nonostante i molti anni di esperienza di avere una ulteriore promozione. La cosa lo stancava.
Guardò intorno per vedere ogni possibile presenza, ma eccezion fatta per il suono di qualche animale non avvertiva più alcuna sua presenza, si senti al sicuro. Aveva sempre creduto che il suo sesto senso non si sbagliasse mai, inoltre era visibile che la piazzetta non era più abitata ed evitata perfino dai più disperati vagabondi.
Tirò fuori dalla borsa una scatoletta metallica, con sopra il marchio nero inciso. Una spada e un teschio che sovrastavano il mondo. Al lato destro della scatola c’erano quattro pulsanti in fila. Premette il quarto, poi il primo e il terzo e infine il secondo. L’oggetto si aprì.
Uno schermo luminescente illuminò il volto di Ezio, e varie parole si mischiavano  con vari dati
“ inizializzazione in corso……”
la scatola stava sulle sue gambe, il disco interno si stava incominciando a vibrare.
“ inserire Codice :…..”
digitò 850333 C-25
“ Benvenuto, Funzionario Stanter, le funzioni di oggi?”
si aprì un elenco di opzioni.
  1. redigere rapporto e invio.
  2. Note personali.
  3. Cultura.
  4. Regole di ingaggio. Teoria e pratica.
  5. Regole di ingaggio decise.
 
Stanter andò a vedere la opzione delle regole, cliccò sullo schermo.
 
 
  1. ogni contatto con i nativi deve essere limitato alle regole previste  per l’eventuale  missione.
  1. tali regole di ingaggio una volta fissate non possono essere previste mutamenti.
Corollario: se la situazione lo richiede , si possono utilizzare metodi di ingaggio voluti dall’agente sul campo.
  1. ogni eventuale contatto stabilitosi deve essere limitato solo con gli umani di classe Gamma, le razze umanoidi vanno evitate.
Corollario: Gli esponenti di razze diverse  vanno ingaggiati  a seconda della discrezione possibile.
  1. Rimanere fedeli alla dottrina del partito centrale, seguendo i principi dei nostri antenati e ridare un futuro agli umani oppressi
Corollario: evitare di creare ogni possibile forma di proselitismo, a causa della scarsa visione culturale e bestiale degli umani gamma. Non fidatevi mai di loro.
  1. il fine giustifica i mezzi, sempre.
 
Stanter ebbe subito un pensiero   che subito mascherò a se stesso, le regole erano talmente generali che l’agente le aveva rispettate tutte. Ma il modo in cui le aveva rispettate era completamente estraneo alla sua logica, non era un uomo sotto copertura ma era uno di loro. Poteva anche rimanere fedele ai dettami come aveva dimostrato , ma questo significava che lo faceva per non-costrizione. Capitava sempre , prima o poi agli agenti in campo , di diventare così. I più non si accorgevano di essere diventati corrotti, gli altri addirittura provavano a disertare e provare a vivere una vita propria. Impossibile!! Sarebbe stato come se il sole non illuminasse più la terra ma pretendere che in essa continuasse ad imperare la vita, Il Credo è Tutto.
 Ezio digitò un tasto sullo schermo e incominciò a scrivere il rapporto
 
Nome: Ezio.
Cognome : Ruselli.
Matricola : C:25, Sezione Esterna.
 
Nome: Mercurio alias “ Medos”.
Cognome: Smith
Matricola: C-27, Sezione Esterna.
 
I due agenti si sono recati sul posto in data 24 Settembre 3185 nei territori della Confederazione Nanica, in particolare a Je’stass capitale  della Repubblica di Svevia. I cui territori corrispondono più o meno alla vecchia provincia di “Pista 5”.
 
Sono cui per comunicarvi che l‘obbiettivo è stato portato a termine , il Maestro Mercurio e io siamo riusciti a localizzare il traditore Dorian, che sfuggiva alla giustizia da almeno dieci anni. Non è stata necessaria alcuna operazione particolare, il soggetto soffriva di indigestione cerebrale e abbiamo potuto farlo passare per un incidente: successivamente Mercurio ha avuto una discussione con l’oste umano gamma  locale che lo aveva messo sotto  minaccia sia verbale che fisica ,ho dovuto abbatterlo ma non sono riuscito ad impedire    che la persona in  questione lo pugnalasse gravemente; a causa della malattia l’agente Mercurio non ha potuto reagire adeguamene ma sono riuscito a portarlo in salvo per provare a medicarlo ma era troppo provato, la ferita al pugnale aveva tagliato in due gli addominali inferiori. Ci eravamo rifugiati in una casa ma purtroppo era in pessime condizioni, il pilone centrale su cui  ci eravamo appoggiati crollò appena ero andato fuori per ripulire gli oggetti da cura in una vicina fontana. L’ho ritrovato senza vita e non potendo procedere al recupero del corpo ho dovuto lasciarlo una volta preso l’equipaggiamento della missione  per evitare che potesse finire in mani sbagliate.
Anche se deceduto in territorio occupato , ricorderò per sempre il suo sacrificio e così spero tutti noi.
Lode al patto.
 
Premette il tasto invio, senza dare una occhiata alla bozza. Aveva in ogni caso scritto tutto e non era il caso di controllare la sintassi.
L’operazione andò a buon fine, saranno stati felici a casa del successo della missione e già l’indomani faranno una veglia per ricordare il loro compagno che nonostante la lunga malattia aveva voluto continuare a servire la patria.
“ meglio non deluderli” pensò
una volta tanto non dovette mentire anche a se stesso. Ripose la scatoletta nella borsa e cercò qualcos’altro. Un oggetto rotondo e liscio nero, lo svitò parzialmente e lo lanciò dentro l’ingresso della casa e poi si voltò incamminandosi deciso fuori dalla piazzetta . Una forte rumore lo raggiunse dietro. Ma solo Ezio se ne preoccupò.
 

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