The story isn't over yet

di starmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Twins ***
Capitolo 2: *** Reverse roles ***
Capitolo 3: *** First clues ***
Capitolo 4: *** He is... ***
Capitolo 5: *** Broken Heart ***
Capitolo 6: *** Cry ***
Capitolo 7: *** Take the girl ***
Capitolo 8: *** Plane ***
Capitolo 9: *** Happy ending ***



Capitolo 1
*** The Twins ***


THE TWINS 

 

L'aeroporto è pieno di passeggeri, tra i tanti una famiglia entra velocemente dalla porta di vetro dell'ingresso. Emma Swan corre veloce verso la biglietteria, dietro di lei Killian Jones cammina con un passo più moderato, trascinando con se due grossi trolley. Emma appoggia le braccia sul bancone prendendo dalla borsa i soldi per i biglietti. La ragazza da dietro il bancone osserva la donna muoversi con velocità. Emma da i soldi dopo averli contati. 

Emma: quattro biglietti per Storyboo

La ragazza fa un saluto di circostanza e passa i biglietti alla donna. Emma li prende e ritorna con un passo più regolato verso la sua famiglia. Hook la guarda non per niente entusiasta, la donna sposta il suo sguardo alle due gemelle. Sono diverse, completamente diverse.

 Elizabeth, Liz o Lizzie è bionda, un biondo chiaro come il sole, come sua madre e ha anche i suoi stessi occhi verdi smeraldo, leggermente bassa e non troppo magra, giusta, i suoi tratti sono più fini della madre, delicati, le guance rosee contrastano con al pelle chiara, un taglio d'occhi quasi felino, ma dolce. 

Eveline, Eve è più scura, dai lineamenti fini, Eve ha ereditato gli occhi azzurri cielo di Hook e i capelli leggermente di pochi toni più chiari. Ha una postura più rigida di Lizzie, ma anche lei ha uno sguardo dolce e innocente. 

 

Emma prende il telefono dalla borsa bianca. 

Emma: il volo è previsto fra mezz'ora 

Hook si avvicina alla moglie lasciando un attimo le valigie. 

Hook: quindi puoi smetterla di tenere tutto sotto controllo e rilassarti cinque minuti

Hook avvicina le labbra alla guancia della donna poggiandole delicatamente, Emma sorride involontariamente. 

Eve: dobbiamo farlo per forza? 

Eve si siede su una delle sedie dell'aeroporto, lo smartphone in mano. 

Emma: Eve…- Emma la guarda con un tono di rimprovero, il suo sguardo si assottiglia. Hook poggia la mano sul braccio della donna incitandola a calmarsi. 

Emma: sai che dobbiamo farlo…ok non puoi fare come tua sorella 

Emma indica Lizzie, la ragazza è seduta due posti distante da Eve, ha le cuffie alle orecchie, gli occhi verdi vagano per l'aeroporto, non sembra guardare qualcosa in particolare. Eve sbuffa. 

Eve: come sempre 

Emma fa un sospiro e alza gli occhi al cielo. 

Hook: non iniziamo anche qui 

Emma guarda sul marito in malo modo e poi torna a guardare sua figlia. 

Emma: abbiamo bisogno di questo viaggio 

Eve: quella città è piena ti strani tizi 

Hook fa un colpo di tosse che Emma intuisce come un segno di smetterla di parlare dell'argomento. 

Una voce segnala che il volo sta per partire. Lizzie nota che i tre si stanno muovendo e si alza trascinando il suo trolley verso i familiari. 

 

Mary-Margaret fa avanti e indietro di fronte alla porta di casa, spera che quel campanello suoni da un momento all'altro. I suoi capelli sono più lunghi e ha una frangetta che le copre la fronte, sul suo volto ci sono i segni di piccole rughe dovute al tempo. David esce dalla cucina con in mano un vassoio. 

David: ti stai preoccupandotroppo sai come sono questi viaggio stanno bene 

Mary: lo so lo so e solo…

 

La porta di casa si apre e Mary fa un passo indietro pronta ad accogliere la famiglia, ma entra Neal, il secondogenito. Neal è la versione giovane di David, gli stessi capelli biondi e gli stessi occhi chiari.

Neal: cos'è quella faccia delusa?

Mary: scusa tesoro ma oggi arriva tua sorella e… 

Neal: era oggi? 

Neal guarda i genitori confuso. 

David: sei di nuovo andato a suonare da Liam? 

Neal nota il tono arrabbiato del padre e richiude con calma la porta di casa. 

Neal: avevamo le prove… 

David: Neal sai che non è un qualcosa che puoi fare…all'infuori di Storybook 

David sottolinea con attenzione le ultime parole. 

Neal: quindi Emma può andare a vivere a New York farsi una famiglia e io non posso lasciare questa bettola 

David e Mary-Margaret guardano il figlio salire le scale verso la sua camera, si scambiano uno sguardo. 

 

 

Emma si trova di fronte la porta dei suoi genitori, sono almeno tre anni che non tornava a Storybook, ne aveva sentito la mancanza. Fa un respiro profondo preparandosi alla marea di domande di sua madre. 

La porta si apre e Mary-Margaret ha un grosso sorriso sul volto, sorriso che presto avrebbe ricoperto di domande l'intera famiglia, dalla figlia Emma al genero Hook. 

Mary-Margaret: oddio…siete così…non vedevo l'ora

La donna abbraccia la figlia e poi indica alla famiglia di entrare in casa. Hook non è ancora abituato alle smancerie della suocera, ma sembra ormai aver smesso di domandarsi il motivo di quel comportamento bizzarro. 

David sbuca dal soggiorno andando verso la figlia abbracciandola. 

David: Waoo vi trovo bene 

David si scioglie dall'abbraccio e fa un cenno a Hook, poi sposta il suo sguardo alle gemelle. Lizzie e Eve sono una di fianco all'altra. David nota subito le varie differenze delle due. Lizzie così esteriormente uguale a sua madre e Eve con il portamento  tipico di suo padre. 

Mary- Margaret: siete bellissime…oh cielo il pollo 

Mary sparisce verso la cucina. 

David: andate di sopra ho un regalo per voi 

Eve e Lizzie si guardano confuse, lentamente salgono le scale. David rimane solo con i due coniugi. 

Emma: allora? qual'è l'emergenza? 

David diventa cupo in volto e si avvicina alle scale accertandosi che le ragazze non ci siano. 

David: qualcuno sta cercando di riaprire il portale

Hook: cosa? è impossibile 

David: allora così ci fa qui questo? 

David tira fuori dalla tasca uno scrigno, uno di quelli che aprendosi suonano una incantevole melodia. Emma si avvicina e lo afferra svelta. 

Emma: non posso crederci è proprio lui 

David: esatto 

Emma: credevo di averlo lasciato dall'altro lato?

David: infatti era li…lo trovato nella vecchia soffitta…se gli oggetti stanno tornado qui allora potrebbe tornare anche qualcuno 

Emma guarda seriamente il piccolo scrigno. 

Emma: le ragazze non devono essere coinvolte…ho fatto di tutto per donargli una vita normale 

Hook: non lo scopriranno…dobbiamo solo sapere cosa succede..siamo a Storybook mi stupirei se ci fosse della normalità 

Emma sorride al marito, ama quando cerca di tirarle su il morale. 

 

Eve e Lizzie hanno percorso quasi tutto il corridoio del piano superiore, alla fine di esso c'è qualcosa, un enorme pacco. Eve si fionda verso di esso mentre la gemella cammina lentamente un po' riluttante. 

Eve: lo apro senza di te muoviti 

Lizzie fa una smorfia e si avvicina alla sorella abbassandosi per aiutarla ad aprire il regalo. Le ragazze scartano velocemente il cartone. 

Eve: è una macchina da cucire? 

Eve la guarda elettrizzata, ha sempre amato la moda. Lizzie prende in mano la chitarra con inciso sopra il suo nome, le viene da sorridere, ma si trattiene. Eve la osserva, chiaramente ci sono delle cose che non si spiega della sorella. 

 

 

Mary-Margaret muove le mani all'interno dell'impasto. Si appoggiai sul tavolo della cucina. Emma entra, erano anni che non ci metteva piede, era strano essere di nuovo li. Guarda le pareti riverniciate di un colore chiaro, i mobili verde chiaro, le trasmettono un senso di tranquillità. Mary stacca lo sguardo dalla poltiglia gialla per portarlo su sua figlia. 

Mary: come vanno le cose…intendo a NewYork 

Emma si siede di fronte alla donna guardandola armeggiare con prepotenza contro la torta, come se fosse una sfida a chi avrebbe la meglio. 

Emma: bene…ho spostato il mio lavoro qui e Hook…beh a quanto pare era più elettrizzato di me nel tornare qui 

Mary: mare? 

Emma: è Hook chi può impedirglielo 

Mary sorride nel vedere negli occhi della figlia quella scintilla che tutte le donne innamorate hanno. 

Neal entra in cucina, si sente a disagio, è strano per lui avere una sorella maggiore così grande conoscendo la verità. 

Neal: ciao…bentornata a casa 

Emma lo guarda, era davvero cresciuto. Più lo osservava più notava la somiglianza con David. 

Emma: ciao

Neal avanza verso il frigorifero, lo apre velocemente e lo fissa attentamente, non sa nemmeno lui perché è li, non ha nemmeno fame, forse voleva solo rivedere sua sorella, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo. Di sottocchio guarda la maggiore chiacchierare di chissà cosa con la madre. 

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=66ZWaiNLigI

 

Lizzie è seduta sul divano del salone, è molto accogliente, nelle pareti ci sono appese molte foto di famiglia, in alcune si rivedere lei da piccola insieme a sua sorella. Tiene tra le mani la chitarra che il nonno le ha regalato, ha cercato di scrivere qualcosa, ma non si sente per niente ispirata, dalla porta collegata all'ingresso suo padre entra. 

Killian: Hey splendore 

Sembra parecchio sudato, la maglia nera è quasi appiccicata al corpo. 

Lizzie: hai vinto? 

Killian: avevi dubbi? 

Suo padre si siede accanto mentre David entra seguito da Eve, entrambi vestiti con una tuta sportiva. 

Lizzie sorride al padre osservando la sorella parlare così tranquillamente con il nonno. 

Lizzie: ti piace questo posto vedo… 

Hook la guarda, riconosce sempre quando gli nasconde qualcosa. 

Killian: mi suoni qualcosa? 

Hook guarda la sua bambina, era sempre stata quella più chiusa tra le due e spesso era quella che si isolava di più. Lizzie annuisce, adora mostrare le sue abilità a suo padre, la fa sentire bene. 

 

La cena si svolge tranquillamente, Emma racconta le novità di NewYork e gli altri ascoltano affascinati, almeno i suoi genitori. Hook cerca di mangiare il pollo senza ammazzarlo nuovamente. Neal è un po' infastidito, Emma ha visto il mondo, lui non può uscire da Storybook. Eve cerca di tenere il passo del discorso di sua madre e Mary, mentre Lizzie sembra più interessata al piatto vuoto. Hook se ne accorge, è come avere un radar per lui, la guarda preoccupato, non sa più che fare. 

Emma si volta verso Hook sentendo lo sguardo dell'uomo addosso. Killan le fa segno con la testa di guardare Lizzie. 

 

La serata finisce tranquilla, la famiglia Jones arriva finalmente nella loro nuova casa. Lizzie entra nella sua stanza, è già piena delle sue cose, da un lato ci sono un sacco di cose scintillanti, persino dei glitter sullo specchio, è il lato di Eve. Eve entra nella stanza, mentre Lizzie si prende un momento per osservarla meglio. 

 

 

Emma si intrufola nel letto freddo, sobbalza al contatto con le lenzuola. Killian si toglie la maglia e il pantalone, preferisce dormire in box, non si è mai abituato alle strane usanze dei pigiami, almeno non per lui. 

Emma: sono davvero preoccupata per Lizzie…non ci dice più nulla ormai 

Hook: sta crescendo 

Emma: si ma non era così prima, mi raccontava tutto è come se…le fosse successo qualcosa…tu ne sai niente?

Hook la guarda capendo dove vuole andare a parare. 

Hook: non mi ha detto nulla 

Emma: ma lei ti dice tutto 

Hook ride divertito.

Hook: non mi dice più nulla da quando è diventata beh sai cosa 

Emma: donna? 

Emma cerca l'aggettivo più delicato, sa che per Hook è difficile ammettere che le sue bambine siano cresciute. 

Hook: esattamente…e poi se la caverà ha perso da te 

Emma guarda Hook seriamente. 

Emma: è proprio questo che mi preoccupa

 

 

Eve rientra dal bagno con il pigiama addosso. Il lato di Lizzie è completamente pieno di poster e cose diverse. La chitarra è posta accanto al letto, come se da un momento all'altro la dovrebbe prendere, sul comodino c'è una lampadina a forma di stella. Eve sorride, è ancora la stessa di quando erano piccole. Lizzie è sdraiata sul letto davanti al portatile, non riesce a dormire. Eve si intrufola nelle coperte. 

Eve: chi ci accompagna domani?

https://www.youtube.com/watch?v=w0EcoGN42u8&spfreload=1

Eve non sa perché glielo chiede, si sente una stupida, ma aveva bisogno di dire qualcosa. 

Lizzie: la mamma 

Lizzie chiude il portatile mostrano il volto. 

Liz: hai bisogno di qualcosa?

Il tono freddo fa intendente subito a Eve che è meglio non proseguire con la conversazione. Si sdraia nel letto, dopo due secondi si rialza subito, scende giù dal letto e va verso la sorella. 

Eve: sai Lizzie sono così stanca di questa battaglia tra me e te 

Lizzie: ti do un informazione non l'ho iniziata io 

Lizzie scende anche lei dal letto, le due sono una di fronte all'altra. 

Eve: quante volte vuoi che mi scusi 

Lizzie: tu fai sempre così Eveline non importa cosa succede credi che bastino delle scuse per far tornare il mondo felice e contento di girare intorno a te..credi che solo perché siamo venute qui le cose cambieranno? per quanto credi che resteremo…tra un po' potremmo tornare a NewYork e allora tu sarai di nuovo la reginetta del ballo e io la sorella sfigata che salutano perché..beh sono tua sorella sfortunatamente

Lizzie si pente subito di aver detto quelle parole, ma non lo dice, anzi prende il cuscino dal letto e si avvia verso l'uscita. 

Eve è scossa, ferita, non credeva di essere così odiata da sua sorella. Sente un nodo allo stomaco, si sente sola. Abbassa la testa, per quanto crudeli quelle parole erano vere. 

 

 

 

Emma: questa me la devi spiegare.. 

Lizzie pre e chiude le palpebre e cerca di abituarsi alla luce del sole. Il volto di sua madre è la prima cosa che vede. 

Lizzie: giorno anche a te 

Emma: che diamine ci fai qui? 

Emma sembra parecchio adirata, ma è anche curiosa. 

Lizzie: non mi andava di dormire in quella stanza tutto qui 

Lizzie si alza togliendosi la coperta di pail blu. 

Emma: hai litigato di nuovo con tua sorella…possibile mai che non riuscite a stare sole senza ammazzarvi a vicenda 

Lizzie va verso la cucina ignorando la donna. Hook scende dalle scale, ha sentito tutto. 

Emma: cosa devo fare? 

Hook: vuoi che le parli? 

Emma: lo faresti?

Emma fa un enorme sorriso, uno di quelli che Hook ama tanto. 

Le da un bacio sulla fronte e poi va verso la cucina. 

 

 

 

Lizzie affonda il cucchiaio nel latte pieno di cereali al cioccolato. Killian si siede di fronte alla figlia. 

Hook: più cereali del solito…allora vuoi dirmi cosa è successo?

Lizzie: ti ha mandato mamma?

Hook fa uno dei suoi sorrisi ammalianti, Lizzie piega la testa di lato seria, conosce troppo bene i giochi di suo padre. 

Hook: non posso nasconderti nulla vero?

Lizzie abbozza un sorriso, non può farne a meno. 

Lizzie: nulla di nuovo non vedo perché dovrei parlarne 

Hook prende un cucchiaio e affonda anche lui nella tazza della figlia rubando un po' di cereali. 

Hook: sai cosa penso? alla fine della giornata, alla fine di tutto, le vostre guerre a scuola, i ragazzi, le amicizie…sono tutte cose che a fine giornata non ci sono, ma Eveline si e per quanto può non sembrare, ma lei ci tiene davvero a te…sei sua sorella ti vuole bene e anche tu gliene vuoi dovete solo…dirvelo 

Hook muove il cucchiaio in alto, per accentuare il suo discorso. 

Hook: so che per voi non è facile ok? siete così diverse, ma siete entrambe mie figlie e voglio il meglio per voi, non lasciare che pettegolezzi e stupidi ragazzi vi separino..che per altro preferirei che non ci uscite al di sotto dei trent'anni 

Lizzie ride divertita e guarda suo padre, sa sempre come tirarle su il morale. 

 

 

Emma bussa alla porta. 

Eve: ho finto 

Eve apre la porta, è pronta per andare a scuola. Emma entra nella stanza senza dire nulla. 

Eve: cosa ti porta da queste parti signora Jones? 

Emma la guarda seria, non ha voglia di scherzare. 

Eve: come non detto cosa succede?

Emma: dovrei essere io a chiedetelo…tua sorella ha dormito sul divano 

Eve: ti avevo detto che ci volevano delle camere separate 

Emma: certo così al posto di litigare fingereste di non conoscervi nemmeno qui 

Eve: non sarebbe una cattiva idea 

Emma si siede sul letto della figlia appoggiando le mani sul soffice piumone. 

Emma: tesoro so che questo non è facile per te..ma torneremo a NewYork ho solo bisogno di un po' di tempo qui…i tuoi nonni ne hanno bisogno e vorrei che nel frattempo tu e Elizabeth risolveste i vostri problemi 

Eve: non mi ascolta nemmeno 

Emma: come avete fatto ad arrivare fino a questo punto

Eve si siede accanto alla madre, abbassa il capo. 

Eve: credo che il vero colpo sia stato quando mi sono messa con Finn 

Emma guarda la figlia, non sapeva nulla di questa storia. 

Eve: lei era così innamorata di lui e io glielo portato via 

Eve si sente spezzata, gli occhi sono ormai lucidi. Emma allunga il braccio e porta vicino la figlia, facendola appoggiare a se. 

Emma: Lizzie capirà…lasciale il tempo di elaborare la cosa…vi volete bene e un ragazzo non può cambiare questo 

Eve: non è solo questo…questa è solo la scintilla è come se non mi sentissi sua sorella…ci siamo escluse a vicenda per gli ultimi tre anni

Emma guarda al camera delle figlie, è praticamente divisa in due. 

 

 

Liz guardò la piccola scuola di fronte a se. Era così differente da quelle di NewYork, così piccola e calorosa, il sole sembrava regalarle un colore del tutto nuovo e sconosciuto. Eve stava già percorrendo gli scalini per avanzare nell'entrata. 

Evelin entra tranquillamente, per lei essere in una scuola è come percorrere una sfida e lei ama le sfide. I ragazzi le mandano occhiate compiaciute, mentre le ragazze rimangono in silenzio a giudicare con i loro sguardi. Dietro di lei Lizzie cammina cercando di ignorare gli sguardi curiosi che attirano le due. 

Layla: devi essere nuova? 

Eve si volta, di fronte a lei c'è una ragazza abbastanza bella. Due occhi scuri che si fondono con il verde scuro, la scrutano, riconosce quel tipo di sguardo. 

Eve: mi sono trasferita ieri 

Eve sposta di lato il capo, deve sembrare sciolta e disinvolta. Layla la guarda dritta negli occhi, sembra di guardare due leoni pronti a lottare. 

Liam: le stai dando il tuo benvenuto speciale? 

Un ragazzo mette la mano sul capo della ragazza osservando Eve molto entusiasta di ciò che vede. Eve e Liam si guardano, Eve sorride ammiccante e Liam rimanda. Layla guarda i due decisamente non approvando, poi il suo sguardo ricade su una testolina bionda dietro la ragazza. Layla osserva Lizzie con attenzione, la vede appoggiata all'armadietto aspettando che Eve si sbrighi, le cuffie alle orecchie e lo sguardo decisamente altrove. 

Eve: che ne dici di farmi fare un giro scolastico?

Eve guarda Liam mentre lui valuta attentamente la richiesta. Layla si allontana. 

Lizzie guarda la sorella flirtare, se lo aspettava, ride delusa e avanza senza di lei, nonostante il preside richiede la presenza di entrambe. 

 

Layla: sei sua partente? 

Lizzie salta in aria, talmente era concentrata sui suoi passi che non si era accorda di essere seguita. 

Lizzie: sorelle..gemelle 

Layla sbatte più volte le palpebre incredula. 

Layla: siete così… 

Lizzie: diverse?

Lyala: esatto 

Lizzie accenna ad un sorriso. 

Layla: ma su una cosa credo di non sbagliarmi..tua sorella è abituata ad essere una leader 

Lizzie: non ci vuole molto per capirlo 

Layla: allora è venuta nel posto sbagliato…qui le regole sono diverse..per quanto sia affascinante comandare siamo tutti reali

Lizzie assottiglia gli occhi e guarda confusa la mora. Layla si morde la lingua. 

Lizzie: siamo cosa? 

Layla: reali persone reali 

Lizzie annuisce poco convinta. 

 

 

Eve e Liam entrano nella piccola palestra della scuola. 

Eve: quindi questa è tutta la vostra scuola? 

Liam sorride malizioso. 

Liam: deduco che ti aspettavi qualcosa alla NewYork? 

Eve sorride divertita dai modi di fare del ragazzo, attratta dal sorriso che il ragazzo le rivolge. 

Eve: posso adattarmi 

Eve lo guarda negli occhi azzurri, vede chiaramente una scintilla divertita. Lei si porta, con un gesto veloce, i capelli dietro l'orecchio, mostrando meglio gli zigomi alti e i lineamenti del viso, il suo sguardo si fa più arguto. Liam fa un mezzo sorriso, sembra una gara a chi seduce meglio. Un tonfo fa voltare i due. 

 

Liam si irrigidisce e fa un passo verso Eve. 

Liam: cosa ci fai qui? 

Il ragazzo avanza verso la palestra, sbattendo a terra il pallone. 

- devo allenarmi se non vi dispiace 

Il ragazzo dagli occhi celesti guarda Eve e poi Liam, il suo sguardo si muta da semplice curiosità a completo irritazione. Guarda con astio Liam prima di andare verso il centro della palestra. 

Liam: sarà meglio andare 

Eve nota il cambiamento di Liam, la cosa la incuriosisce ed anche parecchio. 

 

 

 

Lizzie esce finalmente dalla stanza del preside, non ne poteva più delle chiacchiere e delle raccomandazioni. Le enormi vetrate del corridoio mostravano tutto il cortile scolastico. Lizzie si ferma un attimo, era uno strano posto Storybook, c'era qualcosa in questa città che l'affascinava. 

Elizabeth si avvicinò di più alla finestra, c'era qualcosa di strano, qualcosa che non riusciva a capire cosa fosse, poi notò una figura dietro un albero dalle foglie leggermente giallastre. Liz mise a fuoco meglio cercando di capire il volto della persona. Era un ragazzo, i capelli scuri e decisamente bello, Liz si accorse che lui l'aveva vista, si ritrasse facendo due passi indietro, incerta tornò a guardare, ma non c'era più nessuno. 

 

Liam e Eve continuano a girare per la scuola, improvvisamente Liam si ferma di fronte a degli armadietti. 

Liam: voglio presentarti una persona 

La porta di un'aula si apre e esce una ragazza con addosso una divisa sportiva. La bionda si ferma nel vedere Liam. 

Liam: Kate voglio presentati Eve è nuova

Kate allunga la mano verso Eve mostrando un meraviglioso sorriso. 

Kate: scusami ma vado di corsa è stato un piacere conoscerti 

Kate supera i due sparendo nei corridoi. 

- ti ho cercata ovunque 

Lizzie cammina a passo svelto verso la sorella, Eve è pronta a sentirsi una delle sue ramanzine. 

Liam: non mi avevi ancora presentato la tua amica 

Liam guarda Lizzie molto interessato, Eve lo guarda incattivita. 

Eve: è mia sorella, gemella 

Il tono freddo con cui lo dice fa capire a Lizzie di non essere la benvenuta. 

Lizzie: il preside ha detto che da domani siamo ufficialmente delle studenti di questa scuola, non volevo dirti altro ci si vede 

Lizzie si volta irrigidita. Liam nota il gelo tra le due, non vuole farne parte, ma la curiosità è più forte di lui. 

Liam: certo che andata d'amore e d'accordo 

Eve guarda Liam in malo modo, non ne vuole parlare. 

 

 

Come ogni sera la cena si svolgeva a casa dei nonni. Lizzie aspettava seduta sul divano, tutti erano in cucina a chiacchierare. Neal scende le scale, solitamente era lui che si sedeva sul divano a guardare la TV aspettando che la cena fosse pronta. Indeciso sul da farsi si siede accanto a lei, ha due anni in più della nipote. 

Neal: che guardi?

Lizzie: un programma sulla musica, lo mandano in onda ogni sera 

Neal prende il telecomando dal tavolino e lo mette più forte, come Lizzie anche lui ama la musica. David raggiunge i ragazzi in salone, ma non fiata, li guarda dalla soglia della porta ad arco, stanno discutendo sui vari ragazzi che cantano, si scambiano opinioni, sono rilassati. David rientra in cucina.

Emma: la cena è pronta perché non li hai chiamati?

David: il pollo ancora non è cotto, lasciamoli altri cinque minuti alla TV 

 

https://www.youtube.com/watch?v=yQBTdkrPu7g

 

Emma riconosce un senso di serenità nello sguardo del padre, raramente prende decisioni che non capisce. Eve seduta già a tavola guarda la scena, abbassa lo sguardo sul suo profilo di facebook, guarda le vecchie foto con sua sorella, le mancano quei momenti. Si volta verso la porta che collega al soggiorno, può sentire le voci dei ragazzi venire dal salotto. 

 

Da Granny ormai si radunano tutti i ragazzi, Neal ha portato con se Lizzie, tra i due c'è una sintonia naturale. La presenta alla sua band. 

Neal: lui è Connor il chitarrista
 

Lizzie riconosce la figura del ragazzo, l'aveva visto il giorno stesso nascosto dietro un albero. Allunga la mano verso di esso, lui le stringe la sua, è calda, e il suo sguardo è penetrante, Lizzie fa un sorriso di circostanza, si sente in imbarazzo. Cosa che non avviene con il batterista Jackson, lui le sorride immediatamente, è lui stesso che si presente, sembra avere un bel temperamento. 

Jackson: quindi sei una delle gemelle, strano non vi ho visto in giro oggi 

Jackson assume una faccia pensierosa, Lizzie gli sorride seduta proprio di fronte a lui. 

Lizzie: lunedì è il primo giorno effettivo a scuola 

Jackson: fico, hai la mia età quindi saremo nella stessa classe, forte no?

Il ragazzo parla sempre con un fare ingenuo, quasi dolce, Lizzie non può fare a meno che adorare il modo di fare del ragazzo.

Liam: guarda un po' chi si vede in giro, era da un po' che non sbucavate fuori dalla tana 

Neal alza lo sguardo. 

Connor: divertente Liam, tu vedo che ancora non ti decidi con Layla 

Connor sorride divertito e Liam si volta verso il bancone dove una Layla annoiata lo sta aspettando. Si rivolta e si sofferma su Lizzie per un secondo, si chiede cosa stia pensando in quel momento di lui. 

Neal: se non ti brighi a raggiungerla penserà che non te ne frega niente 

Neal gli manda una frecciatina, ha notato come si è soffermato sulla nipote, Liam si schiarisce la voce. 

Liam: ci vediamo ragazzi 

Saluta Lizzie con un sorriso e gli altri con un cenno alla mano. Liz corruccia la fronte confusa. 

Jackson: hey ho un idea geniale perché non le facciamo sentire qualche nostro pezzo?

Gli altri due membri si guardano non poco convinti, non sono abituati a nessun tipo di pubblico. 

Lizzie: sarebbe fantastico 

Il sorriso incoraggiante di Liz convince gli altri due. 

Connor: perché no infondo è bene che qualcuno inizi a sentirci 

Connor le sorride e Lizzie non può fare a meno che sorridere a sua volta. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=w05rkWdpgIo

 

Neal suona la chitarra mentre canta, il microfono a poca distanza da lui. Liz è seduta su una sedia del garage di Jackson. E' rapita dalla loro musica, tiene il tempo con il capo. 

 

 

Eve passa di fronte alla vetrina del Granny, entra senza esitare, Liam e Layla sembra che abbiano un appuntamento. Liam la nota, non può fare a meno di notare quanto sia bella, è affascinato da lei, Layla scuote il capo. 

Layla: mi stai ascoltando?

Liam: si dicevi?

Liam scuote il capo, Layla sospira, Eve si avvicina ai due. 

Eve: hey cosa bisogna fare per divertirsi da queste parti?

Eve sa che non avrebbe dovuto intromettersi, ma è più forte di lei, Liam l'attira troppo e il sorriso inconsapevole e involontario del ragazzo le lascia intendere che la cosa è reciproca. 

 

Liz inizia a muovere la braccia a tempo, la canzone la trascina, è chiara, cristallina. Connor le rivolge uno sguardo, Lizzie sente le guance imporporassi, cerca di nascondere il rossore, sorride divertita, era da tanto che non si sentiva così viva, energica.

 

Eve, Liam e Layla sono in piazza, ci si trova di tutto, dagli artisti di strada alla musica di ogni genere. Eve si guarda intorno entusiasta, Layla è dietro ai due, è stanca della situazione, ferma Liam per un bracci mentre la ragazza avanza ignara dei due. 

Layla: se questa è la tua idea di appuntamento fa proprio schifo 

Layla molla la presa. 

Layla: divertiti con la ragazza di passaggio, ma non tornare da me non appena partirà di nuovo 

Layla gli volta le spalle andando via. Eve lo raggiunge. 

Eve: se ne andata? non sarà stata per colpa mia?

Eve lo guarda negli occhi celesti chiari. 

Liam: no tranquilla, andiamo 

Liam si volta riprendendo la strada, sente uno strano senso di colpa che non ha da lui.

 

Neal canta l'ultimo verso, poi toglie la chitarra dalle mani appoggiandola ad un tavolino di legno. 

Neal: allora?

Liz: siete fantastici…sono onorata di essere la vostra prima vera fan 

Connor: direi anche l'unica per sempre 

Connor posa la sua chitarra elettrica vicino quella di Neal ed esce dalla stanza. Neal sospira nervoso. 

Liz: che intende dire?

Neal: si è fatto tardi ti accompagno a casa 

Neal ferma il furgoncino che una volta apparteneva a suo padre, proprio di fronte alla grande casa dei Jones. 

Neal: riguardo quello che ha detto Con…

Liz: non preoccuparti…ho notato che ho toccato un tasto dolente, non succederà più 

Lizzie era contenta di essere stata con loro, ma se questo li turbava si sarebbe fatta da parte. 

Neal: in realtà ti volevo chiedere se ti va di venire anche domani alle prove…per una volta abbiamo cantato per qualcuno e non….non per noi capisci

Lizzie rimane spiazzata, sorride sincera e annuisce. 

Lizzie: certo, è grandioso

 

 

Liz entra in camera sua, sente il rumore di movimenti provenire da essa. Eve sta prendendo il pigiama dalla cassettiera. Eve la guarda, non immaginava che Liz fosse uscita con Neal. 

Eve: ti sei divertita?

Eve cerca di entrare in contatto con lei, ci prova, Liz la guarda, non ha voglia di discutere, non più, adesso è felice e vuole godersi il momento. Le sorride. 

Lizzie: certo, buonanotte 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Reverse roles ***


Salve a tutti, se siete arrivati al secondo capitolo allora almeno un po' di curiosità sono riuscita a suscitare. Allora volevo fare un piccolissima premessa xD sto provando a scrivere in maniera diversa, se inizialmente sembra un copione è un po' per presentarvi meglio quasi tutti i personaggi, man mano scenderemo nei dettagli. Adesso vi lascio al secondo capitolo, spero vi piaccia anche questo capitolo. 

 

 

Reverse roles
https://www.youtube.com/watch?v=okHYf83nKMc

 

 

Lizzie si sveglia, il tepore del sole caldo sul suo volto la costringe e richiudere gli occhi verdi. Sente il profumo del caffe appena fatto, ne avrebbe davvero bisogno in questo momento. Il rumore dell’acqua che proviene dal bagno le fa intuire che la sorella è già in piedi. Prende il telefono sotto carica sul comodino, accanto alla lampadina a forma di stella. Sono le otto meno venti. Si alza di colpo. 

Liz: maledizione 

Eve esce dal bagno, scuote il capo divertita. 

Eve: nuova città stessa Lizzie 

Eve si mette la giacca di jeans e prende lo zaino in spalla. 

Liz: potevi svegliarmi 

Eve: credimi ci ho provato 

Lizzie apre di corsa l’armadio, non trova il jeans che cercava. 

Liz: dove lo ficcato 

Eve: è sotto il letto, lo hai lanciato incazzata l’altro giorno 

Eve esce dalla camera, Liz rimane ferma un attimo a metabolizzare la cosa, era arrabbiata con lei quando lo ha fatto, fa un respiro profondo, era strano comunicare con Eve senza litigare. 

Eve scende al piano di sotto, Emma mette a tavola dei biscotti caldi e dei cereali. Eve apre il frigo prendendo il latte. 

Eve: papà? 

Emma: è andato a sbrigare delle cose con il nonno 

Eve la guarda poco convinta, sentono dei passi arrivare, Liz entra come un uragano e corre verso la tavola, ha i capelli scompigliati e non si è truccata. 

Lizzie: Dio sto morendo di fame 

Afferra un biscotto mangiandolo di corsa.

Liz: papà?

Emma: hei io non vi basto?

Eve e Liz si guardano in faccia, è difficile non lasciarsi sfuggire una risata.

Liz: vuol dire che andremo a piedi

Emma: posso accompagnarvi 

Eve: mamma 

Eve la guarda saccente. 

Emma: cosa?

Liz: hai ancora la vestaglia addosso 

Emma si guarda, poi guarda le sue figlie, era stato un momento di complicità tra loro, sorride, più perché finalmente le sue figlia sembrassero avessero sotterrato l’ascia di guerra. 

Emma: va bene vi conviene andare 

 

Liz e Eve sono quasi arrivate a scuola. Eve controlla le sue notifiche suoi social, mentre Liz legge i messaggi divertenti che Jackson le manda. 

Eve: allora che programmi hai per oggi?

Liz: lezione, lezione e ancora lezione 

Eve si lascia scappare un sorriso. 

Eve: intendevo per il pomeriggio 

Liz: ooh vado dai nonni, Neal mi vuole dare alcune playlist 

Eve annuisce. 

Eve: vai molto d’accordo con lui, che tipo è?

Liz: è nostro zio, ma è come un fratello sai...oh mi ha mandato un messaggio

Liz si affretta a leggerlo. Eve si sente un po’ esclusa, era abituata ad essere lei quella ricoperta di messaggi e attenzioni.

Liz: possiamo pranzare insieme se ti va? Jackson dice di avere un super panino voglio proprio vedere 

Eve si morde il labbro, vorrebbe davvero, ma lascia che questo sia il suo momento, con i suoi amici. 

Eve: credo che mi vedrò con qualcuno, ma grazie lo stesso 

Liz la guarda leggermente delusa, ma cerca di non darlo a vedere, vuole sistemare le cose tra loro, non peggiorarle. 

Liz: certo, siamo arrivate 

 

La lezione era alquanto noiosa. Jackson aveva riservato un posto per Liz, aveva trovato subito una chimica con la ragazza, era una delle poche persone che lo ascolta quando parla, anche quando dice cose insensate. Eve dal canto suo si è dovuta sedere con una ragazza, bionda e decisamente bella, ma che sembra non essere molto entusiasta di avere una nuova compagna di banco. 

Eve: quindi questa professoressa è severa?

 

 

La ragazza, Hanna distoglie lo sguardo dal libro, nonostante l’aria da svampita sembra parecchio interessata allo studio, almeno per quello che Eve a notato durante le prime due ore. 

Hanna: normale 

Hanna ritorna al suo libro di storia ignorando la ragazza, Eve si volta verso Liz, la gemella sembra invece conversare con alcuni compagni, la vicinanza di Jackson le ha fatto bene, è un ragazzo di buon cuore che si fa amare da tutti. 

Neal: Hey ragazzi 

Jackson e Liz si voltano sentendo la sua voce. 

Jackson: hey amico non hai lezione?

Neal si avvicina. 

Neal: ora buca, allora per sta sera è tutto pronto?

Neal si riferisce a Jackson, la cosa incuriosisce molto Liz che li guarda senza capire. 

Neal: è la nostra prima esibizione da Granny’s, Ruby ci ha dato il via libera

Liz: ma è fantastico

Neal: verrai vero?

Jackson: ovvio che verrà, dovessi trascinarla io stesso 

Jackson con il braccio sinistro avvicina Liz a se stritolandola in un leggera morsa. 

Liz: ho capito, davvero, Jackson mi stai soffocando

Neal ride divertito. La professoressa entra in classe e Neal saluta i ragazzi allontanandosi. 

 

 

Hook e Charming sono di fronte al pozzo da dove è uscita la maledizione, quello dove Rumple e Belle si sono ritrovati. 

Hook: quindi questo nuovo nemico ha un nome 

David: se lo avessi non starei indagando 

Hook scuote il capo, cerca di muoversi in quei jeans, non si abituerà mai a vestirsi come un normale cittadino di New York. La camicia semi sbottonata molto in stile country. David dal canto suo si è adattato molto più facilmente. 

David: le gemelle non sospettano niente?

Hook: l’unica cosa a cui importa loro al momento sono per mia sfortuna i loro litigi e i ragazzi 

Hook fa un sospiro amareggiato, David scuote il capo. 

David: beh almeno non devi trattenere un figlio nella sua città natale con tutte le tua forze 

Hook: dovresti farlo uscire, c’è un mondo la fuori di cui noi non abbiamo la minima idea, cioè hai idea di quanto internet consumino le mie figlie? Cioè io ancora non ho capito come accenderlo un computer 

David: lavori in un agenzia di navi, cioè ne sei il proprietario e non sai usare un computer?

Hook sorride malizioso e sfrontato. 

Hook: cosa serve essere un capo se non c’è qualcuno che fa le cose al posto tuo?

David scuote il capo, nota che in mezzo a della boscaglia c’è qualcosa di diverso. 

David: cosa è quello?

I due si avvicinano, sembra esserci un buco nel terreno, qualcosa di profondo. 

Hook: questa si che è nuova 

 

 

La ricreazione è sempre il momento preferito di ogni studente, tutti tranne per Eve in questo momento, è sola, per la prima volta i ruoli si sono invertiti, in lontananza Liz, Jackson e Connor stanno discutendo e mangiando seduti sul prato verde. 

Liam: mangi da sola?

Liam si siede a terra accanto alla ragazza. 

Eve: mi piace la solitudine 

Liam: che strano non l’avrei mai detto 

Liam parla con lei, ma si sofferma a guardare Lizzie, ricorda il momento ieri al bar, scuote il capo non pensandoci. 

Liam: allora perché non stai con tua sorella?

Liam la guarda con i suoi occhi celesti. Eve non può fare a meno di essere attratta da lui, è il suo tipo, il tipico atleta della scuola, carino e poco sveglio, almeno è questa l’impressione che lei ha di lui. 

Liz: Eveline 

Eve alza lo sguardo, è sorpresa di vedere la sorella. 

Eve: heii 

Liz: sta sera sono al Granny’s ti va di andarci insieme? I ragazzi cantano e non mi va di stare seduta da sola 

Liz mente, sta stare benissimo da sola, Eve lo sa bene e capisce anche che questo è la spinta di Lizzie verso di lei, un modo per dirle “ sto benissimo da sola, ma vorrei che tu ci fossi”. Eve sorride. Liam si alza, si è ricordato che ha una cosa da sbrigare. 

Liam: Eve sarà felice di venire, ora dolcezze devo fare una cosa, è sempre un piacere Lizzie 

Liam si allontana, Liz scuote il capo, tra di loro sta iniziando a diventare ormai un abitudine punzecchiarsi, Eve corruccia la fronte, questa le è nuova, non lo aveva notato prima il modo in cui Liam guarda Lizzie. 

Liz: allora verrai?

Eve: certo 

Eve annuisce per rafforzare la risposta. 

 

La lezione di matematica è la più difficile, il prof non vuole sentire una parola e chiaramente è un tipo abbastanza burbero, ha in fronte sempre delle rughe di espressione, sembra sempre corrucciato. I capelli bianchi brizzolati sono folti per la sua età. E’ basso e un po’ rotondo, ma nonostante tutto sa spiegare e riesce a far capire tutte le equazioni. 

Jackson: non è carina? 

Jackson guarda verso i banchi dietro, ha una faccia pensierosa e abbastanza innamorata, sospira, non nasconde i suoi sentimenti. 

 

 

Liz: di chi parli?

Jackson: ma di lei naturalmente, bella, occhi di ghiaccio, con i suoi occhi incattiviti e pieni di odio per l’umanità 

Liz alza le sopracciglia confusa, si volta verso i posti dietro notando una ragazza corrucciata suoi libri. 

Liz: ti piace lei?

Jackson: lo so sono un masochista 

Liz: no credo sia romantico e poi gli opposti si attraggono 

Jackson fa un sorriso malizioso, ha in mente qualcosa che Liz capisce subito. 

Jackson: seguendo la tua logica il tuo ideale sarebbe…rullo di tamburi…Liam 

Liz lo guarda male. 

Liz: non ho mica detto che questa è la legge dell’amore 

Jackson: è la cosa si fa interessante in quanto anche tua sorella è attratta da lui 

Liz: uno io non lo sono, due ma tutte queste informazioni?

Jackson: sono un buon osservatore

 

L’ufficio dello sceriffo era al completo: Emma insieme ad Hook, David insieme a Snow e Regina con Hood. I due sono spostati da un po’ ormai. 

Regina: quindi fatemi capire, avete trovato un grosso buco nel terreno un vecchio sonaglio e già pensate a qualche maledizione?

Regina scuote il capo completamente scettica. 

Emma: ogni cosa non è mai casuale qui 

Regina sospira nervosa. 

Regina: abbiamo fatto di tutto per mantenere l’equilibrio qui, credi che sia facile controllare le nuove generazioni? Non mi sembra che tu abbia avuto di questi problemi con le tue gemelle

Hook: ei ei, non paragonare le nostre vite, le nostre figlie non sanno nemmeno di essere imparentate con re e regine e non è bello mentire, soprattutto ai proprio figli 

Regina si zittisce. 

Regina: quindi che vogliamo fare?

Snow e David si guardano complici. 

Snow: per ora nulla effettivamente hai ragione non abbiamo nulla di concreto, ma non faremo come in passato, questa volta saremo pronti, qualsiasi sia la minaccia 

Regina: cosa hai in mente?

 

 

 

Il giardino verde poco curato, ci sono attrezzi lasciati li, non curanti. Liam sale le scale del portico e poi entra silenziosamente, non vuole fare rumore. Va verso il salotto, lo vede li, seduto nel divano di fronte alla tv, la barba incolta, per niente curato. Gli occhi spenti che fissano lo schermo, senza emozioni: il principe Philip. 

 

 

Liam: sono tornato 

Philip lo guarda per un secondo, poi riprende a guardare lo schermo. Liam si morde il labbro andando verso la cucina, è completamente sottosopra. 

Liam: avevi detto che avresti sistemato 

Philip si alza dal divano e si apposta alla soglia della porta. 

Philip: ho detto che lo avrei fatto Liam 

Philip lo guarda torvo, come se avesse un oscurità dentro. 

Liam: ma non lo hai fatto 

Philip: HO DETTO CHE LO FARò 

Liam si blocca di colpo, negli occhi di suo padre vede una rabbia furiosa, un odio che non comprende. 

Liam: vado in camera mia 

Liam si allontana superando il padre. Philip si guarda intorno colpevole, si porta una mano tra i capelli. 

Philip: maledizione 

 

 

Liz e Eve entrano in casa, c’è un profumo invitante, sembra sugo. Eve sbuca dalla soglia della cucina, Emma è hai fornelli concentrata, non si è nemmeno resa conto che le sue figlie sono entrate nella stanza. 

Killian: le mie ragazza nella stessa stanza senza scannarsi come animali imbestialiti, questi si che sono pregressi 

Hook entra in cucina facendo finalmente voltare Emma. 

Emma: siete arrivati giusti in tempo, andate a lavarvi le mani 

Eve: non abbiamo cinque anni mamma 

Emma: parlavo per lo più per tuo padre

Hook la guarda confuso e offeso. 

Lizzie: non prendertela papà 

Hook guarda la figlia bionda, adora quando lo chiamano papà, è una parola a cui non aveva mai pensato di essere affibbiato, invece è una cosa ormai speciale per lui, come un tesoro per ogni pirata. 

 

 

Neal finisce il suo piatto di carne, Snow non lo fa alzare da tavola fin quando non ha mangiato tutto. 

Snow: allora tesoro come è andata la giornata?

Neal fa spallucce.  

Snow: potresti almeno dirmi come vanno i tuoi voti 

Neal lascia la forchetta e guarda sua madre. 

Neal: tutte A contenti? 

Neal è sarcastico. 

Neal: mi chiedo a cosa mi servono visto che non posso fare ciò che voglio 

David: Neal ne abbiamo gia parlato, puoi andare fuori città 

Neal: si ma non per suonare

David smette di mangiare concentrandosi interamente a suo figlio. 

David: cosa farai se qualcuno ti chiede del tuo passato? Se qualcuno indagasse su di te?

Neal: mentirei, per voi 

Neal è sincero, li guarda negli occhi, vuole che il messaggio arrivi forte e chiaro, Snow e David si guardano sorpresi. 

 

 

Eve sistema gli ultimi vestiti nell’armadio, ormai ha capito che staranno per un bel po’ a Storybook. Liz entra in camera, va verso il lato sinistro della stanza, il suo. 

Liz: quindi ci vediamo sta sera? 

Eve: certo

Liz la guarda poco convinta, non è sicura che la sorella mantenga la parola. 

 

Flashback 

 

Lizzie e Eve stanno pranzando alla mensa, nella vecchia scuola di New York si faceva anche il pomeriggio. 

Lizzie: allora ci vieni? Daii

Eve: okay okay se questo film è tanto importante per te 

Lizzie: è favoloso e poi lui è cosi cosi bello 

Lizzie inizia a fantasticare, lo fa spesso, Eve sorride, le piace vederla cosi felice. 

Fine Flashback 

 

Liam è sdraiato sul suo letto, la stanza è un po’ vuota, come se non avesse personalità, insolita per un ragazzo della sua età. Sente bussare alla porta. 

Philip: posso entrare 

Liam si alza mettendosi a sedere sul letto. Philip entra. 

Philip:  non volevo alzare la voce prima

Philip si siede vicino al figlio. Liam non parla, non ha molto da dire, ho meglio non sa come esprimersi. 

Philip: e solo che avrei voluto una vita diversa per noi, non era questo il nostro destino 

Liam lo guarda negli occhi, si legge una sofferenza che Philip coglie subito. 

Liam: ma è questa la nostra vita, so che non è giusto, che dovremmo essere li con loro, ma siamo qui e io ho solo te 

Philip rimane spiazzato, Liam non si era mai aperto cosi tanto con lui, quella frase sembrava una lama tagliente sul suo petto. 

 

 

Liz suona al campanello della casa dei suoi nonni. Snow apre, è sorpresa di vederla li. 

Snow: Elizabeth? Entra entra 

Liz: puoi chiamarmi Lizzie 

Liz fa un sorriso dolce, Snow ricambia. 

Snow: quindi Lizzie come mai sei venuta, cioè non che mi dispiaccia anzi sono felicissima…

Liz sorride, non è abituata alla parlantina di sua nonna. 

Liz: oh Neal voleva darmi alcune playlist che ha fatto 

Snow: oh quindi ti piace la musica come lui

Liz: l’adoro e lui è bravissimo 

Snow si sente in colpa, i suoi genitori lo bloccano e sua nipote invece crede in lui, nel suo potenziale.

Snow: Neal è di sopra 

Lizzie sorride annuendo salendo le scale. David entra nell’ingresso.

David: credi che stiamo sbagliando?

Snow: forse lo facciamo per il motivo sbagliato 

David: abbiamo perso maggior parte della vita di Emma 

Snow: è non vogliamo perderci niente di Neal, ma cosi ci stiamo facendo odiare 

 

Lizzie bussa alla porta di Neal, sopra c’è un cartello, come quello dei negozi, con scritto CLOSED. Lizzie sorride e Neal apre la porta. 

Neal alza le sopracciglia confuso e scettico. 

Liz: chiuso? 

Neal: o questo o una nuova serratura

Neal fa spazio per far entrare la nipote. 

Liz: ho parlato con tua madre, cioè mia nonna, Dio è cosi strano, abbiamo la stessa età però sei mio zio

Neal: beh strano ma forte 

Neal richiude la porta andando a sedersi al suo Macbook appoggiato alla scrivania.

Neal: allora hai chiesto a Eve di venire sta sera?

Lizzie si butta seduta sul letto togliendo la il piumino nero, indossa una felpa grigia con la scritta rosa. 

Liz: si, ma non sono sicura che verrà 

Neal si volta non capendo. 

 

Flashback

Eve sta sistemando i libri nel suo armadietto. 

Molly: Eveline 

 

 

Eve si volta, in spalla il suo zaino blu chiaro. Molly è castana, bella. 

Molly: sta sera c’è il concerto nei Marron 5 non puoi assolutamente mancare e abbiamo un biglietto in più 

Eve spalanca gli occhi entusiasta, poi si blocca di colpo. 

Eve: solo un biglietto?

Molly: già, mi dispiace ma non ho un biglietto per tua sorella e tu sei quella più gettonata, una scelta facile 

Molly sorride per nulla dispiaciuta, Eve prende il biglietto del concerto. 

Molly: ti contatto io per metterci d’accordo

Liz è dietro l’angolo, ha sentito tutto, era andata per parlare con Eve. 

Fine Flashback

 

https://www.youtube.com/watch?v=ssEzwLiZQ9s

 

Eve è da Granny, china sui libri, sente il rumore della sedia di fronte a se e alza lo sguardo, Layla è proprio di fronte a lei. 

Layla: una settimana e già hai in pugno Liam dimmi il tuo segreto ragazza di città 

Eve: mi piace

Layla la guarda sorpresa. 

Layla: hai interrotto il nostro appuntamento, volutamente 

Eve: mi prendo ciò che mi piace 

Layla sorride divertita. 

Layla: divertiti fin che puoi, Liam ha un grande cuore, prima o poi si accorgerà che nel tuo non c’è niente, merita di meglio 

Eve: suppongo che il meglio dovresti essere tu 

Eve pungente come sempre le tiene testa. 

Layla: vedremo Eve 

Hanna che era in fila ha assistito alla scena. 

 

 

Liz e Neal sono in piazza, hanno un gelato tra le mani. Jackson invece lo ha gia divorato. 

Jackson: quindi per la scaletta siamo a posto?

Neal: c’è la Connor, io porto gli strumenti e tu vedi di portare la testa 

Liz ride divertita dando un altro morso con le labbra nel gelato. 

Jackson: allora Liz parlaci di New York 

Liz ingoia il liquido freddo. 

Liz: New York, beh è come se avesse un’anima sua sapete? È non dorme mai, nel bel mezzo della notte potresti passeggiarci e troverai sempre qualcuno, è un posto magico 

Neal abbassa il capo, ha paura che la sua faccia lo tradisca. Jackson invece sembra abbastanza coinvolto nel racconto per dare qualche sospetto alla ragazza. 

 

La sera ormai è arrivata a Storybook, Eve si guarda allo specchio, ha scelto un completino blu scuro e un giubbino di pelle, nota che Liz non è nemmeno tornata per pranzare. In casa c’è solo suo padre, scende le scale raggiungendolo, l’uomo sembra affrontare una grande impresa ai fornelli. 

Eve: la mamma? 

Killian: dai tuoi nonni, sta arrivando sicuramente 

Eve: quindi hai deciso di darti ai fornelli?

Eve sorride divertita dai movimenti buffi di suo padre. Hook gira con il mestolo, non sa nemmeno lui cosa stia venendo fuori, ma in assenza di Emma prova a rendersi utile. Eve si avvicina alla pentola. 

Eve: ha un odore strano

Eve si allontana istintivamente sorridendo. 

Eve: Liz?

Killian si volta sorpreso, la guarda un secondo senza sapere cosa dire, è sorpreso che sua figlia gli faccia questa domanda. Incuriosito e sorpreso la guarda, con un espressione da punto interrogativo sul volto. 

Eve: ho fatto solo una domanda 

Eve si sente in imbarazzo, ma cerca sempre di non darlo a vedere. 

Killian: niente- l’uomo sorride dolcemente- mangia dai nonni 

Eve annuisce, si siede finalmente a tavola, già apparecchiata da Hook. E’ strano per lei essere quella che sta a casa, quella meno popolare, sospira, si sente stranamente malinconica. 

 

Snow accompagna la figlia maggiore fino alla macchina, non ha più il vecchio maggiolino giallo, ormai si è trovata costretta a comprarne una per una famiglia numerosa come loro. Emma prende dalla tasca del giubbotto le chiavi. Snow si stringe nel cappotto, non è abituata ad uscire la sera. 

Snow: quindi indagherai ancora?

Emma la guarda annuendo convinta. 

Emma: questa volta dobbiamo essere avvantaggiati, sono stanca di nemici che agiscono nell’ombra

Snow le sorride, guarda la sua casa e poi si rivolta verso sua figlia. 

Snow: non ne abbiamo ancora avuto modo di parlare, ma come sta Henry? 

Emma: bene, per adesso è a Chicago, il suo primo lavoro 

Emma parla orgogliosa, il piccolo Henry non è più un bambino. Emma sospira, si è resa conto che si è fatto tardi. 

Emma: ti chiamo io domani mattina, Liz la riaccompagna Neal?

Snow: si hanno legato molto loro due 

Emma: lo notato, sono felice che abbia qualcuno con cui confidarsi, non è il tipo che si apre facilmente 

Snow annuisce, come Emma anche Snow ha lo stesso problema con il figlio. 

Snow: lei e Neal sono molto simili 

Emma sorride entrando finalmente nella macchina grigio topo. Snow si abbassa un secondo fino al finestrino. 

Snow: ci vediamo domani 

Snow si alza nuovamente guardando la macchina andare via. Entra in casa e si dirige in cucina dove Neal, Liz e David stanno apparecchiando la tavola. 

David: la nostra Liz ha fatto molto bene a Neal, non lo vedevo cosi da anni 

David le sussurra all’orecchio, in modo che i due non possono sentire, troppo occupati a parlare. Liz si volta verso sua nonna. 

Liz: grazie per avermi fatto restare

Snow: no dirlo nemmeno, siamo una famiglia

 

Liz e Neal sono seduti nel solito tavolo dove si riunisce la band. Connor e Jackson sono appena arrivati, Connor si siede accanto a Neal, mentre Jackson prende posto vicino Liz. Tutti i ragazzi si possono vedere dalla vetrata. Neal sembra nervoso, picchietta il piede sul pavimento da almeno una manciata di minuti senza sosta. Liz lo guarda cercando di tranquillizzarlo, il modo pacato di fare della ragazza ha quasi un effetto tranquillante. Neal annuisce guardandola negli occhi, pronto a salire sul quel piccolo palco. 

Ruby: volete qualcosa?

Liz si volta, una donna bellissima, è la prima cose che le passa per la mente vedendola. 

Connor: per noi il solito e per lei…cosa prendi?

Liz: patatine fritte 

Neal la guarda sgranando gli occhi, si chiede dove vada a finire tutto quel cibo, Liz fa spallucce intuendo i suoi pensieri. Si sente una voce rauca, i quattro ragazzi si voltano verso il palco, un uomo è salito su di esso, continua a ripetere “prova”. Neal inizia a sentirsi di nuovo agitato, è la prima volta che canta di fronte a tutta quella gente, in effetti il Granny non è mai stato cosi pieno. Jackson si alza dalla sedia, è entusiasta di suonare finalmente. 

Connor: frena non ha ancora detto i nostri nomi 

L’uomo sul palco è davvero affascinante, i suoi occhi azzurri sono grandi e penetranti, si possono vedere da lontano, ha della barba spuntata. Ha un sorriso a trentadue denti. 

 

 

-Bene come sapete io sono James, questa sera abbiamo deciso di dare inizio alla musica dal vivo, fin ora abbiamo avuto tutta la musica del mondo, ma da oggi in poi ogni sera avremo dei veri artisti a cantare, chiunque può partecipare, io e mia moglie Ruby vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato con questo progetto, in particolare i nostri amici laggiù- James indica Neal, Jackson e Connor, Ruby inizia a battere le mani entusiasta cosi gli applausi si espandono, diventando il suono preferito di Neal, che cercando di rimanere concentrato si alza dalla sedia raggiungendo il palco.

  • James: quindi diamo il benvenuto ai ragazzi…che non hanno ancora un nome 

James sorride scuotendo il capo, scende dal palco permettendo ai ragazzi di salire, Liz si alza battendo le mani insieme a tutti colore che sono nella grande stanza. 

Lizzie: in bocca al lupo 

Connor si volta annuendo. 

Neal: questa canzone è una cover di una canzone dei The Script, in pratica raccoglie quello che noi ragazzi pensiamo sempre, che se ci impegniamo possiamo essere ciò che vogliamo, grazie 

Neal intimidito ha preso tutto il suo coraggio facendo quel discorso, ci teneva tanto, a casa ha provato più volte a recitarlo, ma alla fine ha deciso di dire le parole che gli venivano in quel momento, abbassa il capo aspettando che i ragazzi iniziano a suonare. 

https://www.youtube.com/watch?v=jukv9Q1eR2g

Liz si avvicina al palco, lo fanno anche altri, Layla in lontananza guarda i ragazzi curiosa. La musica è qualcosa che sia fin dentro alle ossa, Liz lo sa bene, guarda entusiasta i ragazzi, I suoi occhi verdi si soffermano su Neal, gli sorride, sa che nonostante li sembra cosi forte e sicuro di se si sta facendo tante domande, si chiede se piacerà alla gente, se sta cantando nella giusta tonalità. Liz si volta un attimo verso dietro, si aspettava che Eve entrasse da un momento all’altro, qualcosa dentro la sua testa si ricollega alla realtà, guarda il telefono, nessun messaggio da parte della sorella gemella. Liz cerca di non pensarci, deve sostenere i ragazzi. 

 

Eve è proprio di fronte alla vetrata del Granny, può vedere tutto, anche Liz, soprattutto lei. Eve la guarda, incapace di fare quel passo in più che la porta da lei. E’ come se fosse bloccata da qualcosa, dentro di lei sente un vuoto che non sa spiegare, guarda sua sorella, le sembra cosi felice, ha paura che se entra nel suo mondo lo farà a pezzi. 

Liam: non ci riesci proprio 

Eve perde un battito, il fiato caldo del ragazzo è proprio vicino al suo collo, si volta di poco quanto basta per notare la sua figura. 

Eve: a fare cosa?

Liam: ad essere onesta con lei 

Eve: lei è felice

Liam: è questo quello che ti ha detto?

Eve: guardala 

Liam lo fa, fa come dice e la guarda, Liz ha qualcosa di diverso dalle altre, il suo viso ispira fiducia. Liam sorride, lo fa istintivamente. 

Liam: è quel genere di persona che ti salva sempre 

Eve si volta a guardarlo, questa volta confusa e sorpresa allo stesso tempo. Le parole di Layla improvvisamente le arrivano alla mente in modo prepotente, forte, come una spinta prepotente che la sbatte al muro mettendola di fronte alla cruda realtà. Un cuore buono che Liam non lascia molto intravedere, ma glielo si può leggere negli occhi, due piccoli pezzi di cielo che sanno guardare oltre. Eve si rivolta verso la strada pronta a tornare a casa, ma si ferma un attimo. 

Eve: divertiti 

Liam le sorride voltandosi entrando da Granny. Liam istintivamente si avvicina a Liz. 

Liam: come se la sono cavata?

Lizzie si volta verso di lui, il suo sguardo sorpreso sparisce subito, sorride felice. 

Liz: sono stati grandiosi 

Liam prende una patatina dal sacchetto bianco che Liz teneva in mano. 

Liz: heii 

Liz fa il broncio, mentre il ragazzo fa spallucce. 

 

Flashback 

 

Lizzie è nella sua vecchia camera, è separata da quella della sorella. Sente i passi verso la porta chiusa a chiave.

Eve: Lizzie mi dispiace, me lo sono dimenticata 

Liz è appoggiata alla porta. 

Liz: ci vediamo domani a scuola 

Liz si alza da terra raggiungendo il letto. Eve nota il tono di voce rassegnato, sente che qualcosa si è spezzato, rotto. 

 

Fine  Flashback 

 

Questa volta è Lizzie quella che percorre il corridoio, entra finalmente in camera, sono le undici, guarda il letto di sua sorella, Eve esce dal bagno. Le due si guardano, c’è una manciata di secondi di silenzio, Eve non sa cosa dire e Lizzie semplicemente si limita a tornare a guardala con la delusione di prima. 

Eve: mi dispiace 

Lizzie scoppia, di nuovo. 

Liz: sai una cosa, a me no, d'altronde non potevo aspettarmi diversamente da te 

Lizzie va verso il bagno sbattendo forte la porta. 

 

 

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Capitolo 3
*** First clues ***


First clues

 

 

Hanna segna delle X nella lista. Gli occhi blu non si staccano dal foglio. Regina poggia sul tavolo una tazza di latte fumante, sa quanto sua figlia lo adori. La donna indossa un vestito nero, stretto, nel suo stile. I capelli corti e neri lasciati sciolti. La cucina di Regina è perfettamente in ordine. 

Regina: non ti stancherai troppo con questa organizzazione?

Hanna: sono la figlia del sindaco devo esserne all'altezza 

Hanna non parla molto, ma quando lo fa ha sempre un tono duro e schietto, ama dire le cose subito, non le piacciono i giri di parola. 

Regina scuote il capo e si siede di fronte alla ragazza, il profumo del caffè invade la stanza, Regina si alza di colpo spegnendo il gas prima di bruciarlo. 

Robin: le mie donne preferite 

Robin entra nella cucina, avanza verso Hanna dandole un bacio fugane sulla guancia, Hanna non si muove più di tanto, ma gli sorride per poi continuare nella sua lista. Robin si avvicina a Regina baciandola. 

Hanna: devo andarmene o le smancerie sono finite? 

Hanna alza lo sguardo furbo, Regina e Robin si staccano immediatamente. Hanna si alza dalla sedia prendendo con se la sua tazza di latte ancora fumante. 

Hanna: lo bevo in camera mia 

Hanna esce dalla stanza lasciando i due coniugi da soli. Regina serve il caffè appena fatto in una tazza nera. Robin la prende tra le mani. 

Regina: allora cosa ne pensi di questa storia?

Robin: parli delle cose strane che avvengono in questa città?

Robin alza le sopracciglia e beve un sorso del caffè. Come al solito Regina mette sempre poco zucchero, ma Robin non si lamenta, gli va bene così. 

Robin: penso che non importa cosa arrivi, saremo pronti 

Le parole di incoraggiamento del marito risollevano il morale della donna. Regina beve il suo caffè guardandolo, nel suo sguardo c'è un'amore profondo, la felicità per il suo lieto fine. 

Robin: a proposito l'albero di Natale è già in salotto, aspetta solo noi 

Regina lo guarda scettica, non ama molto queste tradizioni, non fanno parte del loro mondo, ma la città si è adeguata alla Terra ormai.

 

Elizabeth dorme, il sole filtra dalla tenda lilla della camera delle ragazze. Sente un suono familiare. Apre le palpebre lentamente, il suono insopportabile della sveglia è un continuo ticchettare di qualcosa di incomprensibile. Sbuffa, stropicciassi gli occhi, detesta alzarsi dal letto caldo, se potesse resterebbe li per sempre, non le importa del mondo in questo momento preciso. La voce di sua madre dal piano di sotto le fa intuire che questo non le è concesso. Svogliatamente si toglie il piumone blu facendolo arrivare ai piedi del letto. Di fronte a lei, la parte della camera di Eve è perfettamente in ordine, ma di lei nessuna traccia. Liz mette i piedi nudi a terra, li ritrae quando con il contatto del pavimento freddo sobbalza. Cerca con lo sguardo le ciabatte bianche pelose, le prende con le mani, faticando un po. Ancora in pigiama scende al piano inferiore, entra nella cucina, i mobili panna danno una luce calorosa all'intera stanza. Nota subito l'assenza di sua sorella, ma non dice nulla, si limita ad aprire il frigo sotto gli occhi indagatori di sua madre. Emma segue ogni suo movimento. Liz non dice nulla, prende del latte e lo versa nel pentolino più piccolo che trova nella credenza. 

Emma: buongiorno anche a te 

Liz mugugna qualcosa di incomprensibile, detesta parlare di prima mattina e detesta soprattutto quando le si fanno delle domande, ma visti i precedenti può comprendere sua madre. 

Emma: non sei un po' in ritardo?

Liz si limita ad annuire mordendo un biscotto che si trovava nel cestino sulla tavola. Starnutisce improvvisamente, di rimando porta la mano davanti alla bocca. Fa un piccolo ruggito, Emma a stento riesce a trattenere una risata. 

Liz: non è divertente 

La voce della ragazza è diventata leggermente nasale. Liz porta il capo verso l'alto imprecando contro non si sa chi. 

Liz: il raffreddore…oggi 

Liz si alza trascinando i piedi con passo pesante verso il soggiorno. 

 

 

Eveline è arrivata prima a scuola, non voleva affrontare nuovamente sua sorella. Si muove con eleganza, i corridoi della scuola sono semivuoti. Ancora mancano una manciata di minuti e nessuno a voglia di andare a scuola prima. Eve si ferma di fronte al suo armadietto. 

 

 

Eve non è l'unica che è arrivata di mattina presto. Neal è seduto sulle panchine della palestra interna. I ragazzi scelti per organizzare il ballo di fine anno sono in cinque e lui è stato contattato da uno di loro per la musica, dovevano parlare proprio in quel momento, ma fin ora degli organizzatori nemmeno l'ombra. Neal sbuffa, si mette in piedi raccogliendo lo zaino che aveva appoggiato a terra. Dei passi, quasi piccoli tamburelli: tacchi. Hanna avanza verso uno scrivania messa appositamente per loro organizzatori, sopra di esse ci sono un sacco di scartoffie che alla vista di Neal sembrano il demonio in persona. Il ragazzo la guarda camminare con fierezza verso di essa, quasi lo mette in soggezione. Neal scrolla le spalle avvicinandosi alla ragazza. 

Neal: scusa 

Hanna si volta, tiene in mano ancora quella cartellina azzurra piena di appunti e liste. Sembra seccata o forse è solo l'impressione che Neal ha di lei. 

Hanna: se hai qualcosa di interessante da dirmi okay altrimenti ho del lavoro da fare 

Neal ne ha subito la conferma, si morde le labbra sorridendo divertito. 

Neal: yogurt acido di prima mattine eh? comunque siete stati voi a contattarmi per il ballo 

Hanna alza un sopracciglio, fa un sospiro annoiato.

Hanna: il musicista giusto 

Hanna lo guarda studiandolo nei minimi particolari. 

Hanna: sei sexy puoi andare 

Hanna si rivolta, controllando le altre liste. Neal la guarda un attimo shoccato, Hanna non ci fa caso, non da mai troppa retta alle persone. Il biondo annuisce, un sorriso divertito si allarga sul suo volto, fa un passo indietro, per poi voltarsi e andare via dalla palestra. Hanna si volta, stava per dire qualcosa, ma non c'è più nessuno. 

 

 

Liz sale le scale della scuola, si è imbottita con una sciarpa pesantissima, rosa pallido, abbinata al maglione sotto il cappotto panna. Prima di entrare a scuola strofina le mani, il naso piccolo arrossato. Il cappello di lana panna copre metà della  fronte, quasi vicino agli occhi. 

Liam:  che fai qui impalata con questo gelo?

Liam affianca la ragazza, si sporge alla sua sinistra per vederla meglio. Liz si volta alla sua destra. 

Liz: sono protetta! 

Liz indica con gli indici di entrambi le mani il capello pesante. Liz sorride a trentadue denti. Liam fa una smorfia compiaciuta. Indossa anche lui un piumino decisamente pesante. L'aria è davvero fredda questa mattina. Liz sospira, nel farlo un piccola nube esce dalla bocca. 

Liam: ci sarai alla festa questo fine settimana? 

Liz: festa?

Liz poggia di lato la testa, ha un espressione ingenua, da bambina, totalmente diversa dalla gemella Eve. Liam la guarda, il ragazzo ha un espressione intenerita, cosa che Liz trova veramente una cosa strana. 

Liam: prima delle feste natalizie, sarà divertente 

Liz si morde il labbro inferiore, cerca di nascondere il volto distogliendo lo sguardo davanti a se. Liam nota che la ragazza improvvisamente è diventata molto più cupa.

Liz: non sono adatta per le feste 

Liz avanza, lasciandolo indietro. Liam sbatte le palpebre più volte, non è certo che sia successo davvero, anzi non capisce completamente il comportamento della ragazza. 

 

 

Emma entra in quello che ormai è diventato il ritrovo dei Charming e co. Regina tiene le mani conserte, ha una faccia seccata, elegante, come al solito. Snow invece tiene in mano un cestino pieno di prelibatezze natalizie. Emma la guarda, senza parlare, ma Snow risponde, come se non avesse bisogno di sentire nulla. 

Snow: ho pensato che potevano servivi visto quanto tempo dobbiamo perdere 

Regina: infatti, tempo perso, direi di continuare le nostre vite

Emma: dove sono gli uomini 

Emma si guarda intorno, ci sono solo loro donne, la cosa la insospettisce. 

Snow: sono andati a controllare nuovamente la foresta…bosco, mi confondo sempre 

Regina: non siamo nelle favole 

Regina si stacca dalla finestra, sciogliendo le braccia e lasciandole cadere con forza lungo i fianchi. 

Regina: oh una città da organizzare

Regina esce dall'ufficio dello sceriffo lasciando sole madre e figlia. 

Snow: suppongo che sta a noi il compito di controllare le telecamere 

Emma annuisce sedendosi accanto alla madre, nella scrivania del padre. Snow mordicchia una merendina. 

Emma: ho sentito Henry al telefono questa mattina, ci teneva a salutarvi 

Snow: devo chiamarlo qualche giorno, non mi hai detto molto di lui l'ultima volta 

Emma sospira, si toglie il cappotto rosso, ogni tanto lo ritirava fuori dall'armadio. Leva i guanti panna e li poggia sulla scrivania accanto alla sua borsa, non era mai stata un tipo da borse, ma questo era cambiato alla nascita delle gemelle. 

Emma: ha scelto le orme che tutti immaginavamo, lavora in un editoria, si da molto da fare

Snow: non scrive?

Emma sorride, un sorriso genuino. 

Emma: certo, ma non è facile nel mondo reale…come ha detto Regina non siamo nelle favole 

Emma distoglie lo sguardo da sua madre, si concentra sulle telecamere, vorrebbe che queste storie nei nuovi cattivi finissero una volta per sempre. E' difficile tornare ad essere la Salvatrice dopo anni di vita normale. 

 

 

Eve si guarda intorno, durante la ricreazione solitamente sapeva dove sedersi: il posto dei popolari. Per lei era la regola, era una cosa importante. Adesso si guarda intorno, sono tutti occupati, non si capisce bene chi sia popolare o meno, una cosa che non aveva mai visto. Cerca con lo sguardo la sorella, ma sembra non essere nemmeno presente nella piccola mensa. 

Liam: ti sei persa?

Eve sbuffa e fa una smorfia. 

Eve: non ho idea di dove sedermi, qui siete tutti così uniti 

Eve lo dice con un tono strano per Liam, quasi dispregiativo. Eve lo nota, a volte non riesce a farne a meno. 

Eve: scusa non volevo dire questo 

Liam: tranquilla, non mi offendo..è una cosa carina. 

Liam sorride, un sorriso furbo, malizioso, dal resto lo fa sempre, pensa Eveline. 

I due sono davanti ad uno dei tavoli occupati, tra i presenti c'è Layla, parla con una ragazza decisamente bella, è nella classe con le gemelle. Due profondissimi occhi azzurri, lo stesso colore nel mare, un trucco molto marcato e i capelli neri perfettamente lisci. 

Liam: Tom prendi una sedia 

Tom: andiamo sto finendo il panino 

Liam si avvicina all'amico, con un gesto veloce e di scatto toglie la sedia al ragazzo facendolo cadere. 

Liam: così siamo pari 

 

 

Liam ride divertito, Tom lo guarda male, ma non dice nulla, sa benissimo a cosa si riferisce il ragazzo, uno dei suoi soliti scherzi, Tom è famoso per questo. Eve lo guarda, non lo aveva ancora notato tra i ragazzi. E' biondissimo, occhi azzurri, ha un aria quasi angelica, ma ha un espressione da sbruffone. Il modo in cui si muove, il modo in cui gesticola e parla. Eve ha sempre avuto una certa diffidenza per i tipo come lui. Tom la guarda, capendo solo adesso perché l'amico gli ha preso la sedia, un sorriso smagliante si allarga sul suo viso, da una gomitata a Liam dicendogli qualcosa all'orecchio, qualcosa che lei chiaramente non riesce a sentire. Eve si volta di scatto, aveva quasi un presentimento, in effetti non si sbagliata, riconoscerebbe subito il profumo di vaniglia di sua sorella, ama pazzamente quella fragranza, nonostante non sembri Eve sa tutto di lei e ama sapere di essere l'unica a sapere questi particolari. Non è sola, Neal si è avvicinato per salutare Liam e i ragazzi. Tom gli batte il cinque, chiaramente tutti conoscono tutti, tranne le due gemelle, pensa Eve. Liz guarda Eve, entrambe in imbarazzo, per la prima volta si sentono nello stesso modo, in piedi di fronte ad un sacco di persone nuove che non conoscono. 

Eve: come va?

Liz alza lo sguardo, non si aspettava di certo che le parlasse come se nulla fosse, ma Eve aveva calcolato che li non avrebbe potuto fare scenate e aveva una voglia immensa di parlarle, dirle quello che veramente le passava per la testa, ma prima di tutto doveva avere nuovamente la sua fiducia, anche a costo di sembrare calcolata. 

Liz: bene 

Liz si sente oppressa, Neal ci sta mettendo un sacco, certo è normale che si metta a parlare con i suoi amici, ma lei si sente osservata, in effetti tutti gli occhi sono puntati sulle gemelle. 

Eve: più tardi possiamo parlare devo dirti una cosa 

Liz capisce il gioco, o meglio il suo chiederlo li di fronte a tutti, un po' come a costringerla ad ascoltarla, annuisce, nonostante vorrebbe dirle di no è curiosa. 

Tom: belle nipotine ti sei trovato 

Tom da una pacca al ragazzo, Neal scuote il capo, ormai è abituato al modo schietto e senza regole del ragazzo. Tom dice quello che pensa, quando lo pensa, senza peli sulla lingua, è molto simile ad Eve per questo. 

Neal: esatto mie nipoti quindi occhio 

Neal da lontano gli fa segno che lo controlla, mentre raggiunge le due nipoti. 

Neal si rivolge a Eve, non gli sembra giusto che lei stia sola, anche perché vorrebbe conoscerla meglio, lui è fatto così, introverso, chiuso, ma di buon cuore. 

Neal: ti vuoi unire a noi? 

Liz guarda Neal non capendo dove vuole andare a parare, a volte dimentica che è zio di entrambe, ma rimane in silenzio. 

Liam era ritornato con una sedia in più, guarda Eve andare via, gli aveva procurato un posto, scuote il capo.

Tom: le donne vanno trattate con i piedi 

Tom è sempre brutale, a volte anche troppo. Liam fa un gesto per zittirlo. 

Liam: non aggiungere altro 

Liam assume un altro sguardo, non sembra affatto tranquillo, per un attimo assume lo stesso sguardo arrabbiato di suo padre. Una rabbia inesplosa che si porta dentro, che non lascia intravedere a nessuno. 

 

Regina controlla le scartoffie che ogni giorno deve firmare, è ormai ora di tornare a casa, Robin la starà aspettando. Si alza dalla poltrona infilandosi la giacca nera, un cappotto precisamente. prende alcune carte più urgenti, tra le tante ne vede una diversa, sembra un foglio normale, non ricordava di aver mai scritto su dei quaderni da scuola. Prende il foglio tra le mani curiosa, i suoi occhi indagatori riconoscono il contenuto, o almeno qualcosa di simile.

 

 

Eve segue Neal, sono seduti nella vecchia biblioteca, nessuno va mai li, ci sono libri impolverati e il custode è più assente che presente. Eve fa la conoscenza di Jackson e Connor, li trova simpatici, un po' capisce Liz del perché passa tanto tempo con loro, forse di più di quanto sta in casa ultimamente. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=L2URIAPegF4&spfreload=10

 

Liz invece è stranamente silenziosa, si alza una volta finito il panino. 

Liz: ho dimenticato una cosa ci vediamo dopo in classe 

Liz esce subito dalla stanza, non da il tempo nemmeno agli altri di dire qualcosa. Jackson la guarda, ha intuito il problema, ma vuole lasciarle il suo spazio. Liz si ritrova senza farci caso fuori in cortile, nonostante il freddo, le mani congelate e il naso rosso, si nasconde dentro quella giacchetta rosa. 

Liam: cosa ci fai qui?

Liam si volta, appoggiato alla ringhiera delle scale, proprio all'entrata della scuola. Liz lo guarda confusa, per la seconda volta si incontrano li, una strana e bizzarra coincidenza. Liam sembra turbato, lo si nota dal modo in cui tiene la sigaretta, Liz apre e chiude più volte le palpebre, era la prima persona che vedeva fumare, era un po' strano, quel posto sembrava così idilliaco e perfetto, come una bolla fuori dal mondo, ma Liam in quel gesto era più vicino al mondo reale di tutto l'intero paese. Liam si stacca, spegne la sigaretta con fare brusco, sembra un'altra persona. 

Liz: potrei dire lo stesso di te, non sapevo che…fumassi 

Liam guarda la sigaretta, non ne va fiero, ma ha bisogno di qualcosa che lo calmi. Liam si avvicina alla ragazza, questa volta è chiaro che qualcosa la turba, già dalla mattina si era chiesto se era stata colpa sua, per via di quella conversazione. Ma Liz non si ritrae, anzi non sembra turbata dalla sua presenza, ne infastidita, semplicemente si stringe nelle spalle per via del vento, trema dal freddo, ma non vuole rientrare. 

Liam: avevo bisogno di pensare 

Liz: è vai fuori per questo? fa freddo 

Liz abbozza un sorriso, una smorfia, ricorda molto Eve in questo momento, Liam abbassa gli occhi, poi li rialza sulla ragazza, è difficile non guardare quelli verdi di lei, sono particolari, gli ricordano gli occhi dei gatti. Sono occhi dolci, non ne aveva visto molti come i suoi, trasparenti, poteva leggerci tutto di lei dai suoi occhi e in questo momento era chiaro come il sole che qualcosa la turbava. 

Liam: e allora tu? cosa ci fai qui visto che stai tremando 

Liam mentre dice si sfila la giacca, lo fa involontariamente, sa che va fatto, non è una questione di galanteria, ma qualcosa che gli viene naturale, non riesce a vederla tremare dal freddo e starsene senza far nulla. Liam appoggia la giacca blu sulle piccole spalle di Liz, la ragazza si volta alla sua destra ritrovando il viso di lui a pochi centimetri da lei, lui abbozza un sorriso sincero. 

Liz: che fai?

Liam: fa freddo allora mi dici cosa ci fai qui?

Liz stringe i denti senza darlo a vedere, ma Liam nota il movimento delle labbra, capisce che non vuole parlarle e non vuole forzarla, ma voleva sapere come stava, non ci badava molto se lei rispondesse o meno, gli bastava vedere una sua reazione. 

Liz: oggi mi sono ricordata di come ero a New York 

Liam incuriosito si siede sulle scalinate, Liz lo segue affiancandolo. I due sono vicini, le loro spalle di possono toccare tranquillamente, ma non c'è  imbarazzo tra i due, almeno così sembra. Liz guarda a terra, non è facile per lei aprirsi, ma Liam non la conosce, le viene più facile. 

Liz: A New York le cose erano ben diverse da qui..la gente... alla gente non importava di me, io ero solo la sorella sfigata di Eve, se per caso venivo pure derisa…- Liz si blocca per un secondo. 

Liz: ho imparato a difendermi, ho imparato a tirare fuori le unghie se necessario, ma oggi tu mi hai detto del ballo e io ho ricordato tutte le volte che ci sono andata da sola o che sono rimasta a casa…non che sia importante per me il ballo, ma fa male vedere che il mondo intero preferisce lei perché è bella, sociale, divertente…mentre io sono così cupa e…

Liam: è timida 

Liz si volta di scatto verso di lui, non si aspettava questa affermazione.

Liam: se vuoi un consiglio, lascia perdere la competizione con tua sorella, sei una persona meravigliosa già così come sei 

Liam la guarda convinto di quello che dice, non c'è segno di cedimento, poi nota lo stupore negli occhi di Liz, le guance imporporarsi di colpo. Si rende conto che quello che ha detto può risultare quasi romantico. I due si guardano per una manciata di secondi, non sanno bene cosa dire. Liz è colpita fortemente da quelle parole, che nessuno le aveva mai detto, certo fatta eccezione per suoi genitori, forse riesce a credere di più in se stessa. Liz distoglie lo sguardo, come se quel movimento veloce del suo cuore le stesse dando un segnale bello e forte. Strofina le mani sulle gambe coperte dai jeans. 

Liam: la ricreazione sarà finita da un po' 

Liz annuisce alzandosi nella stesso momento del ragazzo. Liam non sa più che dire. 

Liz: ci vediamo in giro 

Liz cammina veloce lungo le scale, vuole scappare da li, sente le guance andare in fiamme. Entra nel corridoio chiudendosi alle spalle la porta, i ragazzi si muovono in fretta per entrare in classe. 

Liam si guarda intorno, il cortile vuoto, per un momento non aveva pensato a tutte le cose negative della sua vita. 

 

Neal ha chiesto un ora di permesso per poter uscire dalla classe e andare dagli organizzatori, entra in palestra, rispetto alla mattina era molto più addobbata, una cosa che non aveva mai visto in quella scuola. Avanza senza inciampare nelle decorazioni che si trovano ancora sul pavimento arancione. Tra gli organizzatori ci sono Hanna e Layla, la seconda la conosce da anni ormai, ma non ha mai avuto un vero rapporto con la ragazza. Uno degli organizzatori è Junior, un ragazzo magrolino con gli occhiali, ha un aria da nerd, ma sa il fatto suo, è stato lui a contattarlo. 

Hanna: sei tornato

Hanna da lontano lo guarda, Neal alza la mano salutandola, tra i due c'è uno sguardo quasi di sfida. Junior lascia andare il pacco con cui sta trafficando e si avvicina al ragazzo. 

Junior: vorremmo sentire la tua voce dal vivo, loro non sanno come canti, gli ho detto che possono fidarsi, ma a quanto pare non si fidano dei miei gusti

Neal istintivamente si volta verso Hanna, aveva capito che era stata lei, le sorride divertito, è una sfida per lui. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=Pm5duOz4bBw&spfreload=10

 

Il microfono attaccato alla bocca del ragazzo, non tocca il microfono, ma tiene le mani occupate sulla chitarra, anche se ha la base che lo accompagna. Hanna lo guarda, voleva metterlo alla prova, i due si guardano divertiti, è un gioco ormai.

 

L'uscita della scuola è sempre il momento preferito da tutti, sono le quattro precise. Eve guarda il cortile pieno di ragazzi che vanno via. Tra tanti riconosce la figura di Liam che va via, sta per oltrepassare il cancello, corre verso di lui. 

Eve: Liam 

Il ragazzo si gira, ha uno sguardo arrabbiato, deluso. 

Eve: ti ho fatto qualcosa?

Liam: Dio sei così cieca 

Eve lo guarda, non le era mai sembrato così diverso in questo momento, forse quello che aveva pensato di lui non era del tutto vero. 

Liam: mi sono preso cura di te, ti ho trovato un posto e non è questo il punto ma…il fatto che mi hai lasciato li come un cretino a tenerti la sedia, non sono il tuo cane 

Liam si volta lasciandola li da sola. Eve lascia cadere le braccia lungo i fianchi. 

Tom: uhh finalmente il nostro amico ragione con la testa e non beh sa cosa

Eve lo guarda male, il ragazzo era spuntato da chi sa dove, praticamente Eve adesso lo vede ovunque, sembra un fungo. 

Eve: la smetti di fare lo stronzo… non ti conosco ma non fai altro che screditarmi 

Tom la guarda divertito, non lo sorprende più di tanto il suo comportamento. 

Tom: andiamo ti aspetti che la gente ti veda come la stella del cinema, una bella recita che ti sei costruita

Eve: non sai niente di me 

Tom annuisce e poi sposta lo sguardo verso di lei. 

Tom: e tu hai dato per scontato Liam, è il mio migliore amico 

Eve: non mi sembravate tanto amici 

Eve lo punzecchia, incrocia le braccia al petto. Tom, di nuovo, sorride. 

Tom: buona giornata my lady 

Tom si allontana, anche lui la lascia nel bel mezzo di una conversazione, scuote il capo stanca, ma prima di ripartire a camminare si ferma un attimo, era strano che tutti la odiassero. Si volta in cerca dell'unica persona che vorrebbe avere al suo fianco in quel momento, ma tra la folla non c'è ombra di sua sorella. 

 

Neal lascia andare la chitarra ridandola ad uno dei ragazzi che gliela porsa prima. Junior guarda gli altri che si sono zittiti. 

Junior: allora avete ancora dubbi 

Hanna si avvicina a Neal, gli porge dei biglietti, precisamente tre. Il biondo la guarda senza capire. 

Hanna: sono dei passi per poter entrare prima degli altri, fatevi trovare qui sabato alle sei proverete mentre noi finiamo gli ultimi addobbi 

Neal prende tra le mani i pass, guarda la ragazza tra il confuso e l'entusiasta, saluta tutti andando verso l'uscita, ormai è ora di tornare a casa. Layla si avvicina ad Hanna, si conoscono dai tempi dell'asilo. 

Layla: sapevi benissimo come cantava, l'hai sentito l'altro giorno al bar 

Hanna: lo so 

Hanna sorride soddisfatta. 

Layla: lui ti piace

La ragazza mora fa un passo indietro divertita, il suo sorriso si estende sul volto, Hanna la fulmina con lo sguardo. 

Hanna: volevo solo giocare un po' non vuol dire niente 

Layla annuisce decisamente poco convinta.

 

 

Regina entra nella stanza dello sceriffo, era sicura che li avrebbe trovati tutti li a pensare a qualcosa. Si avviva verso la stanza, non bussa nemmeno, non è da lei. 

Regina: ho trovato qualcosa 

Gli occhi puntati su di lei. 

Regina: un incantesimo, qualcosa che non avevo mai visto prima 

Emma si avvicina a lei, Regina le porge il foglio. Ad Emma è famigliare, come un qualcosa che ha già visto. 

Emma: che strana questa scritturo non è nuova di cosa si tratta?

Regina la guarda incerta se rispondere, non sa nemmeno lei la risposta corretta in effetti. 

Regina: un incantesimo di privazione…sembra che privi i poteri per sempre, rendendo il corpo incapace di accettare la magia una cosa mai vista nei miei lunghi anni…deve averlo creato qualcuno davvero potente 

Snow avanza tra i due. 

Snow: pensate sia stato Gold?

Regina sospira, non sentiva da molto quel nome e non era felice di risentirlo. 

Regina: può darsi, ma la scrittura è così femminile 

Emma annuisce, pensa ancora a dove potrebbe averla vista.

 

Jackson e Lizzie sono nella camera di quest'ultima, stanno facendo i compiti insieme, sono quelli per le vacanze, Liz non è convinta di volerli fare, solitamente li faceva sempre all'ultimo minuto, era il suo modus operandi, ma Jackson nonostante sembrava sempre sulle nuvole era alquanto bravo a scuola. Liz era rimasta in silenzio per tutto il tempo, china sui libri. Jackson richiude con forza il libro di matematica. Liz sobbalza guardandolo. 

Jackson: oggi eri strana 

Liz sorride, in mente ha sempre le parole di incoraggiamento di Liam. 

Liz: lo so, è passato non preoccuparti 

Jackson alza le sopracciglia, confuso fa spallucce. 

Jackson: se lo dici tu

Liz: non preoccuparti 

Liz si alza dal letto raggiungendolo nella scrivania. 

Liz: quindi andrai al ballo con gli altri?

Jackson: sono sul palco a suonare 

Liz: è fantastico 

Jackson: pensa potrai vantarti di avere tre cavalieri 

 

La sera fa parecchio freddo nella cittadina, Eve beve un sorso di cioccolata calda, seduta nelle scalinate del portico. Sente una figura accanto a se, ne riconosce il profumo. 

Liz: oggi volevi parlarmi 

Eve la guarda di sfuggita, Liz indossa una coperta rossa, natalizia, ha anche stampato un piccolo pupazzo di neve. 

Eve sospira, per via del freddo dalla bocca le esce del vapore, sembra quasi fumo. Liz guarda di fronte a se, le luci dei giardini intorno alla sua casa sono bellissime, tutte natalizie. 

Eve: mi sono comportata come una stronza, lo faccio sempre, con tutti…io non riesco a farne a meno 

Liz la guarda, l'ascolta. 

Liz: perché mi stai dicendo questo?

Eve: perché io sono fatta così e tu sei il mio opposto 

Liz annuisce e poi torna a guardare il panorama. 

Liz: non ti ho mai chiesto di essere diversa e non ti odio 

Eve la guarda sorpresa. 

Eve: come ci riesci? non essere arrabbiata con me 

Liz: oh non ho detto questo, sono furiosa con te…ma non facciamo che essere così ripetitive, siamo cupe, siamo depresse siamo cattive…dovremmo semplicemente dire basta.

 Le due si sorridono, in quel momento nonostante molte cose non se le fossero dette, per entrambe quel poco andava bene. Un botto, un rumore quasi di sparo. Le due si alzano di scatto, proviene da un paio di isolati da casa loro, si affrettano a correre verso il rumore. Il giardino dove sono arrivate sembra una casa abbondata.. La cosa strana è che non si trova niente. Liz guarda meglio, anche se con il buio che c'è non vede molto, qualcosa si muove. Lentamente si incammina verso di esso, Eve prende il telefono affrettandosi a metterle la torcia, la punta davanti a lei e Liz, c'è un ragazzo, vestito in modo strano, quasi fiabesco, da principe o re, non sanno ben dirlo, la cosa schioccante era la somiglianza spacciata con Liam. 

- Elizabeth 

La voce calda, profonda, lo pronuncia quasi con stupore, lui stesso non crede ai suoi occhi. 

Liz: mi consoci?

Liz e Eve si guardano negli occhi confuse. 

 

 

Il ragazzo sembra messo male, Eve nota sul fianco del sangue, molto sangue, le sorelle non sanno cosa fare, come comportarsi. Il ragazzo sviene accasciandosi a terra, Liz istintivamente va verso di lui abbassandosi per controllare il battito, guarda Eve preoccupata. 

 

 

 

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Capitolo 4
*** He is... ***


 

Salve a tutti, questo capitolo l'ho scritto un pò velocemente tra una festa e l'altra, spero vi piaccia e scusatemi se trovate alcuni errori di ortografia, l' ho letto più volte, ma molti mi sfuggono, vi lascio alla lettura. Baci.


 

He is...

 

 

Eve porge una tazza di caffè fumante alla sorella, ha le mani intorpidite, Lizzie le sente gelate al tocco, le sedie bianche e scomode dell'ospedale non hanno aiutato le due a dormire durante quelle poche ore notturne. Emma si avvicina alle figlie, non voleva che restassero per tutta la notte, ma entrambe, con grande stupore dei genitori aveva insistito. I due le avevano lasciate fare visto che per una volta con grande sorpresa erano d'accordo, Emma e Hook erano rimasti li, svelti, a vegliare su di loro per tutta la lunga notte, i dottori davano poche notizie sul nuovo sconosciuto, Emma era sempre più convinta che centrasse qualcosa con tutta la faccende degli oggetti trovati. 

Emma: dovreste andare a casa, vi chiamo se ci sono dei miglioramenti 

La madre le guarda, nonostante non abbia dormito sembra quasi non aver risentito delle ore piccole, le guarda in modo amorevole.

Eve: cosa ha detto il dottore?

Liz segue il discorso delle due, sembra parecchio stanca, ma non fa che credere che lui la conoscesse, ne era sicura. Si stringe nel giubbotto nero, vuole solo riposare, ma prima di tutto vuole delle risposte. 

Emma: la sua ferita era grave l'hanno operato d'urgenza, ci vorrà un po' prima di svegliarsi 

Eve annuisce, si alza da quella sedia che l'ha tormentata per tutta la notte. Emma prende il giaccone della figlia più piccola e lo porga a Eve, la bruna lo mette senza fare storie, di certo oggi di scuola non se ne sarebbe parlato. Liz invece rimane ferma, non si alza da quella sedia. Ha la testa china e lo sguardo altrove, forse nemmeno a sentito cosa sua madre le ha detto. 

Emma: Lizzie?

Liz: andate voi, io voglio restare qui 

Emma sospira, è tutta la notte che cerca di convincerla, ma era più difficile a dirsi che a farsi. Killian si avvicina alla famiglia, si siede accanto alla figlia bionda. La guarda con i suoi occhi saggi, erano anni che Killian sapeva come gestire le sue figlie, soprattutto la maggiore. C'era un legame speciale tra loro due, forse perché Lizzie le ricordava troppo sua moglie, non solo per via del suo aspetto, era come avere una piccola Emma davanti a se.

Killian: facciamo così, tu vai a casa, fai un pisolino ti cambi e poi ti riaccompagno qui, promesso 

Liz lo guarda, sa benissimo che suo padre mantiene sempre le sue promesse, non le ha mai mentito. Annuisce, Emma guarda Hook, è sempre affascinata dal modo in cui lui si prende cura delle sue figlie, ha un modo tutto suo, riesce sempre ad ottenere dei risultati, cosa che lei ultimamente non riesce a fare. 

I tre se ne vanno, lei si avvicina ad uno dei medici, la ferita era strana, sicuramente non una pistola, era chiaramente stata una spada, i vestiti la riportano alla foresta incantata. James Whale, ormai direttore dell'ospedale di Storybook si volta richiamato dal suono della voce della donna. 

Whale: non c'è bisogno che ti dica che questo tizio non viene di certo da questo mondo 

Emma: la ferita?

Emma è diretta, non gli interessano i giri di parole in questo momento, vuole solo chiarezza. 

Whale: ferita all'addome nel lato sinistro, sembra che sia recente, se non lo avessero trovato sarebbe morto questa notte

Emma è veramente confusa, un uomo proveniente da un mondo diverso, possibilmente la foresta incantata, appare improvvisamente nel loro mondo. Poi c'era quel fattore che Eve continuava a ripetere: è troppo simile a Liam. Lo aveva ripetuto per tutto il tragitto lungo l'ospedale, Liz invece era fin troppo silenziosa, come se sapesse qualcosa che non le aveva detto, stranamente Eve le teneva il gioco. Il continuo ostentare di Liz di rimanere con il ragazzo non la rendeva tranquilla, sapeva che le figlie non le dicevano tutto, ma ormai queste erano questioni delicate. 

 

 

Eve porge un cambio alla sorella, una maglione rosa e un fuso' nero, lo appoggia sul lavabo asciutto del loro bagno, è dipinto di un rosa candito, il suo colore preferito. Liz è sotto la doccia. Eve non resiste, era troppo curiosa. Si siede sul pavimento, ha bisogno anche lei di un momento di tranquillità. Lascia scivolare i piedi nudi lungo le mattonelle, fino quasi a toccare il mobile dove tengono le tovaglie. 

Eve: Liz?

La sorella mugugna qualcosa dalla doccia, Eve sa di avere la sua attenzione, ma esita un attimo, ha un po' paura di parlare in questo momento. Poi fa un grosso sospiro prendendo poi aria. 

Eve: perché non hai detto alla mamma che sembra conoscerti?

Liz si ferma, smette di accarezzare il corpo con il bagnoschiuma. Apre di poco la tenda, tanto da mostrare solo il viso, i capelli biondi bagnati sono leggermente più scuri, gli occhi verdi lucidi, pensierosi. 

Liz: se lo avessi fatto lei non mi avrebbe mai dato le risposte di cui abbiamo bisogno, mamma tende sempre a proteggerti non dicendoci mai tutto 

Eve non può che concordare, si stringe la gambe al petto guardandola. 

Eve: quindi adesso che facciamo?

Liz la guarda un secondo, pensa, sta pianificando qualcosa. Ha un espressione tipica in questi momenti, anche da piccola quando pensava a qualcosa si perdeva nello sguardo per dei secondi, come se fosse in un mondo tutto suo, Eve non aveva mai ben capito cosa facesse di preciso, se pensasse o pianificasse, ma aveva imparato a darle il suo spazio, finendo con gli anni nel allontanarsi troppo, era stata questa la realtà dei fatti tra le due, il loro essere così differenti che aveva spaccato un legame fortissimo. Eve abbassa gli occhi, non le piace perdersi nel pensare queste cose. 

Liz: andremo in ospedale e faremo in modo di essere sole quando si sveglierà…questa città ha qualcosa di strano 

Eve annuisce, anche per lei le cose non era chiaramente come sembrano, sembra quasi un posto al di fuori del mondo. Ricorda che anche quando venivano a trovare i nonni da piccole la cittadella era un posto diverso, aveva qualcosa che nessuna città aveva, un tocco quasi magico. Eve si alza dal pavimento, anche lei dovrebbe rinfrescarsi con un doccia. Liz rimane sola nel bagno, esce dalla doccia attorcigliando alla vita l'asciugamano bianco panna. Si guarda allo specchio, non sa cosa pensare, toglie con la mano i capelli che le ricadono sul volto solleticandola. Nella sua mente non ha altro che confusione, risente il suono del il suo nome pronunciato da quel ragazzo, una voce così calda, famigliare, così disperata. Scuote il capo, non può essere Liam, non avrebbe senso, ne logica e lei non crede nelle storie di magia. Alza il volto verso l'alto, la luce piazzata ai lati dello specchio è bianca, forte, ma una delle due difetta. Ritorna a guardare il suo profilo, è ora di darsi una mossa e asciugare i capelli, d'inverno fa davvero freddo. 

 

 

Jackson è in classe, è strano essere a scuola senza quella che ormai è diventata la sua compagna fissa. Sbruffa  più volte, annoiato, non vede nemmeno Eveline, chiaramente è successo qualcosa. Il prof deve ancora entrare in classe, controlla il telefono, le aveva mandato una decina di messaggi, iniziava seriamente a preoccuparsi. Si alza, ha bisogno di risposte, di mettersi il cuore in pace e continuare la giornata in tranquillità. Il corridoio è decisamente movimentato, ma in ogni scuola è così. La classe di Neal è proprio alla fine del corridoio del piano superiore, in fin dei conti è solo tre anni più grande di loro, al quarto anno, un altro semestre e probabilmente sarebbe andato via, non aveva mai pensato a cosa sarebbe stata della band una volta che il maggiore del gruppo sarebbe andato via, Jackson scuote il capo, non vuole pensarci, ha ancora un anno con lui e Connor. La porta è aperta e si sente chiacchierare, capisce che nemmeno da lui la lezione è iniziata, entra trovandolo seduto sul banco a parlare con una ragazza carina. Neal richiamava davvero molto successo tra le donne, forse era il fascino ereditato dal principe azzurro, si ritrovò a pensare il ragazzo. Neal lo nota e chiude la discussione con la ragazza scendendo dal tavolo e raggiungendo l'amico. 

Neal: Jackson che ci fai da queste parti?

Neal è curioso, non si avvicinava mai li, diceva che era per i vecchi, Neal non si offendeva, ma era sorpreso di vederlo li. Jackson tamburella con i piedi, sembra che qualcosa lo turba. 

Jackson: E' tutta la mattina che mando messaggi a Lizzie e non risponde, vorrei solo sapere se sta bene tutto qui 

Neal sorride involontariamente, è felice che si preoccupi per sua nipote in un modo così genuino e buono, proprio come è fatto lui. Perché Jackson  è quell'amico che c'è sempre, sa ascoltare, anche quando non sembra. 

Neal: vorrei aiutarti, ne so meno di te, so solo che i miei mi hanno detto che hanno tutto sotto controllo 

Neal è poco convinto, non ha mai creduto a tutto quello che i genitori gli raccontano, o meglio sa benissimo quando gli nascondono qualcosa, ma ormai nonostante tenti di scoprire la verità, sa che con loro è una causa persa, tendono a fare gli eroi, sempre. 

Layla: guarda chi si vede 

Layla spunta da dietro le spalle di Neal, sono in classe insieme. Neal la guarda, non si era mai avvicinata a lui, ma da quando ha provato per l'organizzazione, non fa che fargli domande. 

Jackson: Layla 

Layla: non sei accompagnato dalla tua Bonnie, Clyde?

Jackson fa una faccia buffa, non sa perché ma in fondo Layla la sempre considerata una ragazza per bene, è strano che ultimamente sia così accanita contro le gemelle. Si limita a sorridere non dandole una risposta. 

Jackson: vado in classe è già suonata la campana 

Layla lo guarda scettica, non ha sentito nulla, Neal trattiene a stento una risata, si copre la bocca con la mano sinistra. 

Neal è di nuovo li, in palestra, ormai ci passa più tempo che in classe, ma avevano richiesto la lista delle canzoni, stranamente c'era solo Hanna, ma Neal ormai non si stupisce più di trovarla sempre indaffarata. Neal sa già che la discussine andrà a finire in una specie di sfida, avanza cercando di fare meno rumore possibile con i piedi, ma essendo una palestra l'eco arriva fino a lei. Hanna alza gli occhi blu e lo nota, non si scomoda dalla sedia, anzi ritorna a guardare quei fogli come se fossero una cosa di vitale importanza. Neal scuote il capo divertito, Hanna lo diverte, lo incuriosisce. 

Neal: allora a chi devo lasciare le canzoni?

Hanna non dice nulla, senza alzare lo sguardo indica un punto impreciso della scrivania. Neal annuisce e poggia il foglio sulla scrivania, resta un attimo fermo. Hanna senta ancora la sua presenza vicina, alza lo sguardo, in effetti è proprio di fronte a lei. 

Hanna: vuoi qualcosa?

Il figlio dei Charming si morde il labbro inferiore, non lo fa spesso, ma lei lo rende agitato in tutti i sensi, sono poche le persone che gli fanno perdere le staffe. 

Neal: in classe non ci vai mai?

Hanna alza le sopracciglia, poi sbuffa riabbassando il capo, gli occhi celesti di lui la fissano e lei in un certo senso si sente in imbarazzo. Neal ha capito che non vuole parlare, ma gli piace punzecchiarla, si allontana nuovamente, gli sembra quasi di vivere un dejia-vù. 

 

 

 

 

In ospedale i nostri eroi sono tutti riuniti, incuriositi e più che certi che il ragazzo abbia molte risposte alle loro domande. Killian non c'è, è a casa a controllare le figlie, sono grandi, ma non se la sente di lasciarle sole, non dopo la lunga notte che hanno passato. Emma si alza da quella sedia che anche a lei sembra una vera tortura, non si spiega perché in un ospedale dove la gente deve passare ore mettano posti così scomodi. Avanza verso la finestra, la persiana fina permette di vedere il ragazzo ancora convalescente, ogni tanto i medici entrano per controllare i monitor, è una questione delicata, sa soltanto questo. Regina le si avvicina, le due sono ormai in un punto di fiducia massima, se c'è una persona che può aiutare Emma lei sa benissimo che questa persona è Regina. 

Regina: hanno detto per quanto ancora resterà... beh addormentato?

Emma: un paio di ore o giorni, non si può sapere con certezza, so solo che sa qualcosa 

Regina: i suoi vestiti indicano chiaramente che proviene dalla foresta incantata

Whale si avvicina alle due, ha gli indumenti del ragazzo in mano. 

Whale: ho trovato qualcosa che sono sicuro vi interesserebbe molto 

Whale prende dalla tasca del ragazzo una fede, d'oro, sembra un piccolo ramo intrecciato, non di certo una che si usa nel mondo normale. E' bellissima, fiabesca, fuori dal mondo, ha una luce viva, propria. Emma la prende tra le mani, le sembra di percepire amore, come se le stesse comunicando tutto l'amore che si sono promessi gli sposi, nonostante non abbia idea di chi siano. Ha un certo potere, può percepirlo, come se racchiudesse qualcosa di forte. 

 

 

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Neal è seduto sulle scale che portano al piano di sopra, la sua casa è totalmente addobbata per il Natale, ma dei suoi non c'è traccia. Ha la chitarra in mano, suona qualche accordo, le cose si sono fatte sospette, i suoi genitori sono sempre in casa, ma da quando sua sorella è tornata gli stanno nascondendo qualcosa. Incuriosito si alza appoggiando sulle scale la chitarra color nocciola. Avanza verso il piano di sopra, senza esitare entra in camera da letto, non ha paura di essere beccato, sa inventare facilmente scuse credibili. Tutto sembra normale, ma sa benissimo che i suoi sono pessimi nel nascondere le cose, infatti gli basta un occhiata fugace alla camera per capire che c'è qualcosa di nuovo in quella camera, proprio vicino la specchiera di sua madre, un carillon, lo aveva visto da un'altra parte, ma non in questo mondo ne era sicuro. Lo aprii, non c'era la tipica ballerina a ballare, Neal spalancò gli occhi, la figura bellissima e bionda di sua sorella ballava con il marito: Hook, indossava un vestito da pirata.

 

https://www.youtube.com/watch?v=DIKxR-4C_dM

 

I due iniziano a girare e dal carillon esce un suono dolce, malinconico, Neal lo prende tra le mani, quel suono gli ricorda qualcosa, non ricorda molto dei suoi primi anni di vita, ma sa benissimo di non trovarsi nello stesso posto, è come se il suono lo riportasse indietro, in quei precisi momenti. Ricorda vagamente dei prati immensi, piedi di verde, una cosa molto rara nel mondo reale, ricorda colori vivaci. Ricorda stanze differenti dalle mura di una casa, ma non riesce mai a focalizzare il tutto. Sospira, si sente amareggiato, il suono smette lasciandogli una sensazione di vuoto, lo riposa sulla superficie del cassettone dei genitori, sopra ad un centrino decorato. Si volta, sente delle voci provenire dal piano di sotto. 

Snow: Neal non sembra sia in casa 

David: non si sa mai potrebbe sentirci 

I due sussurrano, Neal cerca di trattenere una risata, ma è difficile immaginarsi i suoi due genitori in stile spie. Si avvicina alle scale, facendo attenzione a non farsi vedere. Il pavimento in parquet fa poco rumore per fortuna. 

David: dobbiamo scoprire cosa sta succedendo in questa città 

Neal corruccia la fronte, sapeva che qualcosa non andava, i coniugi erano veramente pessimi nel nascondere le cose. Tranne in circostanze essenziali. Scende le scale, non è il tipo che lascia passare le cose, ama i confronti e detesta la poca chiarezza. Arriva in cucina dai due, finalmente i tre sono uno di fronte all'altro, Neal li guarda, ha uno sguardo serio, vuole risposte, lo sanno bene i due, si guardano in volto sconvolti, non credevano che questo momento sarebbe arrivato così in fretta, il giorno in cui il piccolo Neal sarebbe stato coinvolto nelle battaglie di famiglia. I tre sono seduti a tavola, Snow ha insistito per farlo sedere, nonostante le repliche del secondogenito, Neal alla fine ha dovuto cedere. Seduto di fronte ai genitori ascolta la loro storia, hanno poco chiaro pure loro quello che succede, ma sa che inevitabilmente qualcosa sta arrivando, lo aveva percepito appena era arrivato l'inverno. Sospira guardando suo padre, l'eroe delle favole, da quello che gli raccontava sua madre da piccolo, una coppia di eroi anzi, anche se lui vede solo i suoi genitori, in tutte le loro sfaccettature, sia buone che cattive. 

Neal: quindi non farete niente?

David: non sappiamo con cosa abbiamo a che fare Neal 

Neal annuisce, si alza di botto dal tavolo, i due si guardano preoccupati mentre il figlio esce dalla cucina. 

David: abbiamo fatto bene?

Snow: mentire ad Emma ci aveva portato a perderla, non faremo lo stesso con lui 

Snow si alza, è sempre più convinta di essere nel giusto, in fondo, pensa David, non ha così tutti i torti. Neal cammina lungo la strada, sa dove deve andare, sa come muoversi, lui è impulsivo, ma ha sempre avuto un intuito per certe cose. Le porte dell'ospedale si muovono in maniera automatica, Emma è proprio li, al piano terra, sta prendendo un caffè dalla macchinetta, anche lei ci sta capendo poco. Si volta notando la presenza di Neal, i due nonostante siano fratelli hanno legato poco, Emma di lui non sa molto, a differenza di lui che ascolta sempre i racconti dei suoi genitori, anche se loro non lo pensano. Neal si avvicina a passo svelto. 

Neal: voglio vederlo 

Emma corruccia la fronte, non può impedirglielo, anche perché lui già sta procedendo verso la segreteria, lo raggiunge camminando a passo svelto cercando di non fare cadere a terra il caffè, arriva tardi, Neal è già di fronte alla stanza, dal vetro è rimasto immobile, era ancora privo di sensi, ma Neal poteva già immaginare il colore dei suoi occhi. I lineamenti erano identici, certo un paio di anni in più, era come se fosse suo fratello maggiore. Scuote il capo, non è possibile. Si volta verso di Emma. 

Neal: sto solo facendo una teoria okay? ma non avete pensato a dei viaggi del tempo 

Emma si ferma, la sua mente riceve in ritardo la frase, o meglio la deve elaborare, quello che dice sembra essere surreale, ma poi le viene in mente il viaggio con Hook nel passato, è possibile che stia succedendo di nuovo. Si avvicina alla stanza guardando il fratello, non lo avrebbe mai detto, ma per una volta doveva dare ascolto a qualcun altro. I due in si guardano complici, nessuno ci era arrivato fin ora. 

Emma: sei intelligente 

Neal si porta le mani sulla poca barba spuntata, chiaramente in imbarazzo, sorride cercando di nasconderlo con la mano, un chiaro gesto di timidezza. 

Neal: grazie

Emma sorride, orgogliosa di suo fratello, era la prima conversazione seria che avevano mai avuto in tutti questi anni, è stato un momento importante per entrambi, e loro lo sanno bene. Era nata una nuova alleanza, Emma deve solo imparare a fidarsi di lui e lui di lei. 

 

 

Liz apre gli occhi, è sul letto, su di lei solo una semplice coperta di lana azzurrina chiara. Eveline dorme sul letto, la stanchezza alla fine aveva preso il sopravvento. Nota che in casa sua non c'è nessun rumore, suo padre forse è andato via, scende velocemente le scale, rischia di cadere negli ultimi scalini, ma riesce con un salto a farcela, apre la porta di casa, il freddo della sera è abbastanza evidente, si stringe le spalle, suo padre in effetti è in cortile, ecco perché non lo aveva sentito, Hook le spiega che sta sistemando la macchina, in effetti Hook prende molto alla leggera la questione del ragazzo misterioso, ma sa che sta a cuore alle figlie. 

Hook: non volevo svegliarti 

Liz: devi accompagnarmi in ospedale, per favore 

Liz lo guarda, lo sta pregando, una cosa che non fa mai, non chiede mai aiuto, Hook lascia andare la pezza fatta d'olio, le sorride, non riesce proprio a dire di no alle sue bambine. 

Hook: salta su 

Liz corre fino al corridoio, ricorda benissimo la strada, ci ha fatto avanti e indietro per tutta la notte. Raggiunge sua madre, nota che ci sono tutti, persino Neal. Si ferma di colpo, non sapeva che anche lui era coinvolto, i due si guardano, Neal non sa perché ma si sente colpevole e confuso allo stesso tempo. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=hyBz5OvfUGE&spfreload=10

 

Eveline si sveglia, è tardi, sono le undici, il suo telefono è pieno di messaggi, uno di questi è di Liam, prende il telefono è lo legge velocemente, le chiede di vederla, ma ormai è quasi tardi, si alza comunque scendendo le scale, si mette il giubbotto, non facendo caso nemmeno che nessuno è in casa. Arriva fino da Granny's, Liam è proprio li, anzi sta uscendo dal locale, lei gli spunta davanti, vuole sapere cosa voleva. 

Eve: Liam, mi dispiace mi sono addormentata e…

Liam: lascia perdere 

Liam avanza, ma lei lo blocca costringendolo a voltarsi. 

Eve: mi dispiace, per prima per oggi 

Eve sorride, cerca di essere convincente, è davvero dispiaciuta. 

Liam sospira, le crede. Eve lo legge nei suoi occhi, è più tranquillo, vorrebbe poterlo baciare in questo memento, non gli era mai sembrato così perfetto, Tom aveva ragione, lo aveva sottovalutato. Eveline smette di pensare, si avvicina a lui e lo fa, appoggia le sue labbra su di lui. Liam è chiaramente confuso, ma risponde al bacio, poggia le sue mani sulla schiena di lei. Eve si sente al settimo cielo, Liam le da emozioni nuove, emozioni che nessun ragazzo le aveva mai dato, si sente viva, si lascia trasportare da quel bacio al sapore di menta fresca, si stacca da lui riprendendo a respirare, sorride felice. Liam sorride di rimando, era raro che una ragazza prendeva l'iniziativa, piacevolmente sorpreso si sfiora le labbra. Aveva preso una mentina per nascondere l'odore del fumo, sorride a quanto sia ironica la sorte. Il telefono di Eveline suona, è sua sorella, da tanto non vedeva il nome di Elizabeth comparire sul piccolo schermo. 

Eve: devo andare vieni con me

 

 

I macchinari iniziano a muoversi in maniera diversa, Liz aveva chiesto di rimanere e il dottore aveva dato il via libera, ma solo ad una persona. Liz si alza, il ragazzo si muove lentamente, si sente intontito, fiacco, per via di tutti i medicinali che ha in corpo, Liz si affretta a raggiungerlo, vuole rassicurarlo. Il ragazzo apre gli occhi, seppur con fatica, sbatte più volte le palpebre. Non riesce a credere ai suoi occhi, si sente confuso, decisamente non crede che sia la realtà. 

- Lizzie…non- parla a fatica, come se non avesse più forze, dopotutto è normale dopo un operazione come quella subita. 

- non può essere vero…non può averlo fatto 

il ragazzo scuote il capo, è agitato. Si guarda intorno, è nel mondo umano, lo riconosce benissimo. 

Liz: ascoltami, guardami…ci sono io 

Liz gli prende il volto tra le mani, non sa perché lo fa, non è nemmeno da lei prendere il volto di uno sconosciuto tra le mani, ma è come naturale. Lui si ferma di colpo guardandola, è come se stesse vedendo un fantasma o qualcosa del genere. 

Liz: come sai il mio nome? 

- devo fermala…devo fermarla 

Lui torna ad agitarsi, si muove alzandosi, Liz cerca di non guardare il fisico statuario del ragazzo, ma è più forte di lei. Liz alza lo sguardo nei suoi occhi, lo sa, è lui, i suoi occhi, li riconoscerebbe ovunque, non può sbagliarsi, per quanto assurdo possa sembrare, ma sa che è lui. 

Liz: chi devi fermare? Liam 

Liz è più autoritaria, deve farlo o altrimenti non attirerà mai la sua attenzione. Liam si ferma di colpo, sorpreso dal fatto che lo abbia detto così, senza nemmeno avere un briciolo di dubbio.

Liz: sono i suoi occhi, sei tu 

Liam sente il cuore andare a mille, lo stesso Liz, c'è tensione. Sembrano due treni che corrono sempre più veloci, Liz lo guarda, non può smettere di farlo.

Liz: chi devi fermare?

Lui tentenna, ma non sa che altro fare, forse così cambierà le cose nel futuro.

Liam: te 

Liz spalanca gli occhi, Liam inizia a sentirsi male, non è stato un bene agitarsi in quel modo, i dottori entrano mettendolo nuovamente a letto. Liz indietreggia, anche perché la obbligano ad uscire. Eve e Liam sono li, insieme, il ragazzo è stato appena informato, non crede nemmeno lui a quello che vede. Liz nota le mani intrecciate di Eveline e Liam, perde un battito, è confusa, disorientata, si allontana da tutti i presenti, Emma e Hook la richiamano, non gli piace che vada in giro la sera da sola, ma Liz non li ascolta, in questo memento ha bisogno solo di un amico e loro non sono d'aiuto. Liam lo guarda, nonostante possa vedere ben poco è sorpreso dalla somiglianza con quello sconosciuto, avanza un paio di passi, i dottori non gli permetteranno di entrare, ma gli basta per guardarlo, l'altro Liam, quello venuto dal futuro lo guarda, in un attimo di lucidità, lo guarda serio in volto, poi sviene nuovamente, Whale lascia calare la morfina dalla flebo voltandosi verso le infermiere. 

Whale: tenetelo d'occhio 

Liam fa dei passi indietro, Hook si avvicina al ragazzo, l'aveva visto entrare mano con mano con Eveline e la cosa non gli piaceva affatto, lo guarda indagatore e abbastanza restio, Emma si avvinca prima che Hook possa fare una scenata epica. 

Emma: sei Liam giusto?

Il ragazzo annuisce, poi si volta un attimo indietro ancora confuso.

 

Il bosco di Storybook è buio, un nero pece, si sente solo un rumore strano, quasi un tuono, ma innaturale. Dal niente sbuca fuori un volto. Due occhi azzurrissimi, profondissimi, un trucco fortemente marcato, di nero, il rossetto rosso sangue. Il vestito nero ricamato lascia scoperto il collo e le spalle. Con calma la donna avanza, bella, di una bellezza fuori dal comune, uno sguardo glaciale, spietato. Al collo ha una collana, un piccolo ciondolo, una mezzaluna con una piccola pietra celeste incastonata, piuttosto comune è totalmente diversa dal vestito che indossa. Ha un portamento regale, avanza, non sembra portare nemmeno un mantello, nonostante il gelo che c'è nel bosco. Uno sguardo apatico , sembra come non contenere un 'anima, cammina trascinando il lungo vestito nero . cadono dei petali neri, forse un ingrediente dell'incantesimo. Porta una corono, non tipica delle regine, ma nemmeno delle principesse, sembra quasi una ninfa, bellissima, ogni umano ne sarebbe folgorato all'istante. Sparisce nell'ombra del bosco, proprio come è arrivata. 

 

 

Liz si trova di fronte alla porta, non sa di preciso che cosa dirà, ma in questo memento ha bisogno di lui, la porta si apre, un Jackson mezzo assonnato la guarda non capendo, ma non chiede nulla, fa spazio lasciandola entrare. 

Jackson: va tutto bene?

Liz non dice nulla, si avvicina al ragazzo abbracciandolo, Jackson la stringe a se, come solo un amico sa fare, non chiede più niente, tutto quello che può fare per aiutarla in questo momento è starle vicino. 

Jackson: ho qualcosa per te, volevo dartelo a natale ma viste le circostanza te lo do ora 

Jackson si abbassa, chinandosi sotto l'albero di natala decorato di tutti i colori, tipico di lui. Liz sorride, almeno lui riesce a tirarla su di morale senza far nulla. Prende da sotto di esso un pacchetto piccolo, il più piccolo, ma per Liz il più prezioso. Jackson si siede di fianco a lei nel divano. Il ragazzo le sorride, è felice e spera solo che le piaccia. Liz lo prende tra le mani, curiosa per come è sempre stata, lo scarta, facendo attenzione a non rovinarlo. Il pacchetto contiene un contenitore nero, tipico della bigiotteria. Liz lo apre, una mezzaluna con un piccolo brillante azzurro, una pietra lavorata, qualcosa di meraviglioso. 

Jackson: mi ricordava te non potevo non comprarla 

Liz entusiasta la porta al collo, Jackson l'aiuta a metterla. 

Liz: non la toglierò mai

Liz la tocca con le mani, è la cosa più preziosa che avesse mai potuto ricevere, sorride, vuole davvero bene a Jackson, per un attimo il pensiero che forse un giorno dovrà tornare a New York le sembra una cosa brutta, forse per lui sarebbe rimasta. Un amico, quello di cui aveva più bisogno. 

Liz guarda l'orario, ormai sono le undici passate, sicuramente i suoi saranno preoccupatissimi. Belle le porge una tazza piena di cioccolata calda, non aveva mai conosciuto la madre di Jackson, una persona meravigliosa, era questo il primo pensiero della ragazza. Si era offerta di riaccompagnarla a casa non appena avrebbero finito di bere. Belle è una donna pacata, molto diversa da Jackson, stranamente nessuno dei due aveva menzionato il padre del ragazzo, ma Liz non voleva intromettersi nei loro affari, come Jackson non la pressa, vuole fare lo stesso con lui. Sorride ad una battuta del migliore amico mentre Belle si siede sulla poltrona accanto al divano. La casa è accogliente, stile classico, in legno, una tipica casa in periferia. Liz gira il contenuto quasi nero della tazza, aveva un profumo davvero invitante. Soffia bevendone poi un sorso. 

Liz: è buonissima…- Liz tentenna non sa di preciso come chiamarla.

Belle: chiamami Belle 

La bionda non è sicura, in fondo è sempre una persona più grande di lei. Ma poi sorride. 

Liz: è buonissima Belle 

Belle felice le sorride alzandosi dal tavolo in modo da lasciare spazio ai due amici, è contenta che Jackson abbia trovato un'amica. Si allontana verso la cucina. 

Liz: non mi avevi detto che tua madre è così dolce? 

Jackson: tutti amano mia madre 

Jackson fa una faccia saccente, Liz prende un cuscino dal divano tirandoglielo in faccia divertita. 

 

Liam rientra a casa, non sa di preciso cosa sia successo, ha ancora la testa confusa, il soggiorno è completamente buio, non ce la fa ad arrivare fino alla camera da letto, si butta sul divano poggiando con forza il telefono sul tavolino di fronte. Guarda il soffitto, gli occhi azzurri completamente persi, non si era mai sentito più confuso e in tutto questo doveva aggiungerci anche il bacio con Eveline, era stato inaspettato, non ci aveva nemmeno mai pensato a quello che poteva provare per lei o per sua sorella. Liam si alza di colpo, non capisce perché le venga in mente Liz quando lui ha baciato Eve. Si mette seduto portando le mani sul volto, stanco, forse dormire non era poi una idea così cattiva. Si alza lasciando li il telefono, non ha voglia di sentire nessuno in questo momento. Sale le strette scale che lo portano al piano di sopra, suo padre sicuramente già dorme, lui avanza ancora fino alla fine del corridoio, nella sua stanza. 

 

Eve sente un rumore, da sotto le coperte calda dove era appena entrata. Non vuole alzarsi, il letto è troppo accogliente. Quando sente i passi verso la sua stanza capisce che si tratta di sua sorella, in quel momento non pensa più al freddo del pavimento o dell'aria gelata che c'è nell'intera stanza. Si toglie la coperta di scatto, in effetti Liz è proprio li, indossa ancora il cappotto ed è appena entrata, ha le scocche rosse e il naso del medesimo colore. Eve avanza verso di lei, ha un'espressione curiosa sul volto. I capelli scuri legati in una coda alza e morbida per la notte, il trucco è sparito dal suo volto, ci tiene alla cura della pelle. Liz si toglie finalmente il cappotto, un po' le dispiace toglier via quel calore dal corpo, ma l'impazienza nel volto di sua sorella è qualcosa che non può attendere. Una volta messo il pigiama rose si siede sul letto di Eve, le due sono una accanto all'altra, erano anni che non erano così, che non si confidavano tra loro. Liz non sa da dove iniziare a raccontare, non sa nemmeno come spiegarle quello che il ragazzo le ha detto, fa fatica a chiamarlo Liam, perché è come se lo fosse, ma allo stesso tempo non è il suo Liam, non di questo tempo. Appoggiata al morbido cuscino cerca di spiegarle la cosa, ma Eve fa fatica a seguirla, anche lei trova assurdo ogni cosa che la gemella le sta raccontando. Spalanca gli occhi più volte confusa. 

 

Belle mette la tazza sporca all'interno del lavandino, sospira pensando che domani è un altro giorno di lavoro. Si ferma un attimo, le sembra di aver sentito un rumore, di scatto si volta, sobbalza, per fortuna non ha la tazza in mano altrimenti sarebbe caduta a terra in mille pezzi. Le viene da urlare, ma la figura con un gesto alla mano le toglie la voce. E' Liz, dal futuro, ma Belle non la riconosce, forse perché diversa da quella dall'aspetto angelico che ha adesso. Elizabeth le si avvicina, è seria in volto, ma non riesce a capire se sia cattiva o meno. 

Liz: abbiamo molto di cui parlare 

Liz ha un tono di voce pacato, autoritario, ma calmo, come se quell'espressione senza sentimenti non le appartenesse. Belle non sa dire quale sia la sua vera natura, ma in questo momento vorrebbe solo fuggire di li, sente lo sguardo gelido di lei sul suo corpo. Il vestito nero si trascina in ogni movimento che fa, seppure minimo. Belle la guarda terrorizzata, mentre lei alza la mano verso di lei.  

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Capitolo 5
*** Broken Heart ***


Broken Heart

Liam apre gli occhi azzurri. L'ospedale emana un odore forte, mette a fuoco la vista, nota una figura bionda, è Liz. No, guarda meglio, le assomiglia, i capelli biondi lo hanno confuso, è Emma. Sbatte più volte le palpebre cercando di fare mente locale, si trova indietro nel tempo, in luoghi in cui ha già vissuto. Si guarda intorno mentre Emma si avvicina al ragazzo, sicuramente ha molte domande da porgergli. Ha un viso premuroso, la ricordava così, erano secoli che non vedeva il suo volto. Un macigno allo stomaco gli si forma prima di poter dire qualsiasi cosa, non sa con quale coraggio potrebbe rivelare determinate cose, forse non dovrebbe farlo, ma visto che è indietro quanto vale cambiare le cose in meglio. Si mette a sedere, non sopporta l'aria degli ospedali, nemmeno da piccolo poteva tollerarla. Emma è proprio di fronte a lui, dal suo sguardo il moro capisce che nemmeno lei sa proprio da dove iniziare a parlare. Sembra decisamente fuori dal suo campo, la situazione. Liam sorride, in un momento l'espressione spaesata di Liz appare sul suo volto, il sorriso gli muore in gola quando ricorda il motivo per cui è li. Sospira prendendo un bel po' di aria. 

Liam: suppongo che hai molte domande

Emma annuisce, non ha ben chiaro come deve comportarsi, per fortuna il ragazzo sembra sapere il fatto suo. 

Emma: tu mi conosci?

Liam fa un mezzo sorriso, gli viene spontaneo, vorrebbe dirgli il motivo per cui la conosce così bene, ma si ritira prima di rischiare di dire troppo, ci sono cose nel futuro a cui non vuole rinunciare per niente al mondo. Emma si muove di scatto, abbassa il capo verso i suoi jeans cercando qualcosa nella tasca destra. Tira fuori l'anello. Liam sente il cuore battere all'impazzata, non si era nemmeno reso conto di averlo perso, era troppo abituato a portarlo sempre al dito. 

Emma: dal modo in cui lo guardi sembra una cosa veramente importante 

Liam lo prende tra le mani, riesce a percepirlo, riesce a sentire ancora il calore, sorride felice di sapere che l'amore che prova per lui è ancora li, rinchiuso in quel filo d'oro. I suoi occhi celesti si illuminano, Emma non può fare a meno di pensare che con chiunque fosse spostato dovesse avere un sentimento molto forte, potente. Si siede sulla sedia bianca che ogni camera ha, attendendo che sia lui a prendere l'iniziativa. 

Liam: non mi ero reso conto di averlo perso 

Emma sorride, è incantata da questo amore che non conosce, in un certo senso è famigliare, lei per Hook è scesa fino negli inferi per riprenderselo, i suoi hanno sempre fatto l'impossibile per ritrovarsi. Liam lo infila al dito, ripromettendosi di non perderlo mai più. Guarda Emma, ripensa alla piccola Liz, quella che ha visto la sera prima, ci sono tante cose che le deve ancora dire, ma adesso Emma deve sapere tutto. 

Liam: quello che sta per succedere cambierà le cose per sempre, il mondo in pace che avete avuto fin ora non esisterà più, Storybook non esisterà più 

Emma si alza dalla sedia, quelle parole erano come tante pugnalate, il mondo per cui aveva combattuto per tutta la vita sarebbe sparito? non riusciva a credere ai suoi occhi. 

Liam: la magia più o meno sta per tornare, non so dirti di preciso il momento, è successo piano piano 

Liam cerca di ricordare, ha passato tanti anni nella foresta incantata che non ricorda bene il passato, anche se certe cose non potrà mai più dimenticarle. 

Emma: come so che non menti?

Liam: una persona mi ha detto che tu hai un dono, riesci a capire quando una persona mente, allora, sto mentendo?

Liam la guarda, uno sguardo totalmente sincero, Emma ne è sicura, è la cosa la terrorizza, spera ancora che lui stia mentendo, almeno le sue parole non sarebbero vere. 

Liam: se non vuoi che tutto vada distrutto c'è una persona che deve morire 

Emma spalanca gli occhi, uccidere non è mai stato una sua opzione, era qualcosa al di fuori dal suo animo. Ma gli occhi di Liam nascondevano un dolore che lei non conosceva. Mordendosi il labbro alza lo sguardo verso di lui, ha paura quasi a chiederglielo. 

Emma: le mie figlie…

Liam: sono vive 

Liam lo dice in un sussurro, quasi a non sapere dire veramente ciò che è successo in futuro. Sposta il suo sguardo sulla donna. 

Liam: devi farmi uscire da qua

 

 

Liz si siede a tavola, Eve è seduta di fianco a lei, agli occhi dei genitori sembra essere tornati ad un paio di anni fa. Emma ha un aria vagamente confusa, Liz ogni tanto le lancia un occhiata, mentre silenziosamente fa colazione con il latte e i cereali, la sua colazione preferita, Eve invece opta per dei tost caldi. Killian si gode il momento, non importa quanti cattivi possano arrivare, nessuno può rubargli quei piccoli momenti in famiglia, sono la cosa più importante che ha, si volta d'istinto verso sua moglie, la vede tesa e lo preoccupa, Emma scuote il capo, sa già che Hook le dirà di non preoccuparsi, ma lei non può smettere di pensarci. Le gemelle sembrano conversare tranquillamente, come se tutto quel periodo a litigare non fosse mai esistito, ma i due genitori sanno che ci saranno ancora molte sfide per le loro ragazze. Questo sabato ci sarà la festa, Eve sta già fantasticando su cosa mettere per il ballo. Lizzie non è molto propensa ad andare, stranamente ha paura di andarci, non vuole tornare ad essere l'unica esclusa, ma ha fatto una promessa ai ragazzi, sospira bevendo l'ultimo sorso di latte caldo e  fumante. 

L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Jackson è seduto sulle scalinate, non ama particolarmente la scuola, ma sa che è importante, soprattutto per sua madre, vuole darle il meglio, renderla orgogliosa di lui. Con le piccole cuffie alle orecchie guarda il paesaggio, la canzone gli sembra perfetta per iniziare la serata. Scrive sul blocchetto alcune rime, lo fa spesso, intorno ci disegna dei mostriciattoli scarabocchiando. Connor si siede accanto a lui, era talmente preso dalla musica che non si era accorto che l'amico era arrivato. Ma Connor fa dei segnali per farsi vedere, Jackson abbassa il volume della musica, senza togliere le cuffie. 

Connor: buongiorno 

Jackson: scusa stavo ascoltando questo 

Jackson da una cuffia all'amico, Connor annuisce, sicuramente è del suo stesso parere. 

Connor: la vuoi fare come apertura?

L'amico dai capelli a spazzola annuisce convinto, si distrae non appena vede arrivare Layla che lo guarda ancora infastidita per l'altro giorno, si è sentita presa in giro. 

Liz: hey 

Connor e Jackson alzano gli occhi, per tutta la giornata precedente la ragazza era sparita, ma almeno Jackson sapeva che stava meglio, Connor invece non aveva avuto sue notizie. Neal arriva dietro di loro, Liz lo guarda, sicuramente ci sono tante cose che si devono dire e Neal sinceramente non sa come spiegarle senza rivelarle la verità più grande, la loro verità. 

Liam sistema i libri nel suo armadietto, ha ancora al testa frastornata, credeva che fosse tutto un sogno, ma poi si è reso conto della realtà. Sospira richiudendo l'anta. Sente un profumo familiare, non sa spiegare come lo conosce, si volta lentamente, Liz passa nel corridoio insieme a Jackson, i due sono ormai inseparabili. I due si guardano, Liam non sa cosa pensare, ogni volta che la vede, sembra che la vede per la prima volta, non può fare a meno di guardare i suoi occhi chiari. I suoi pensieri vengono distratti da Eve, la ragazza è di fronte a lui, ha un enorme sorriso dolce sul volto, Liam già sa cosa vuole, con Eve è facile capire i suoi desideri, Liam sorride ammaliante. 

Liam: immagino vuoi andare al ballo?

Liam si muove seguito dalla ragazza, lei è decisamente elettrizzata, Liam di meno, ha ancora in mente tutto quello che è successo la sera prima. Ma lo farà, è nella sua natura, non le rovinerà la festa per il suo malumore. 

La lezione è abbastanza leggera, Eve riesce a sopportarla tranquillamente, soprattutto con la testa altrove, sta già pensando a cosa mettere, sicuramente qualcosa di blu, le piace risaltare gli occhi. Hanna seduta accanto a lei è tesa, nella sua testa ci sono solo le preoccupazioni per la festa, deve tutto andare alla perfezione altrimenti la sua reputazione come presidentessa andrà a rotoli, batte il piede cercando di mantenere una postura corretta da seduta, Eve sposta il capo di lato distratta dal rumore del piede che batte. Vorrebbe dirle qualcosa, ma non sa nemmeno come interagire con lei, è come avere di fronte un muro enorme. 

Neal e Liz sono soli, le lezioni sono finite, i due sono nella classe di quest'ultima, la bionda è seduta su uno dei banchi, attende che lo zio dica qualcosa. 

Neal: inutile che ti menta raccontandoti una balla sul motivo per cui ero li, inutile che ti dica che non ne so niente, non mentirei a te 

Neal la guarda negli occhi, vuole che capisce che lui è sincero, sopratutto con lei a cui ci tiene davvero di più di quello che poteva pensare, non è una semplice nipote, è un'amica. E' chiaramente una cosa che non sa come gestire. 

Liz: eri li con tutti loro, in questa città sta succedendo qualcosa vero?

Neal annuisce, la guarda con il volto serio, un espressione che non aveva mai visto, forse corrucciata, imbronciata, ma non aveva mai visto un espressione tanto seria sul suo volto chiaro. 

Neal: però non sta a me dirti questo se vuoi sapere la verità sai da chi devi andare 

Liz non risponde, lo sa benissimo, non ha bisogno nemmeno di chiedere, l'immagine dei suoi genitori è nitida nella sua mente. 

 

 

Regina e Emma sono da Granny's, poche persone presenti e una leggera musica in sottofondo, aiutava a rilassare i nervi. 

Regina: Hood passa a prendermi tra poco cosa dovevi dirmi di tanto urgente 

Regina la guarda con i suoi occhi scuri e scrutatori. 

Emma: ho parlato con il ragazzo 

La voce di Emma è roca, spezzata, come a non voler parlare, conosce troppo bene Regina, lei non ci penserebbe un attimo a fare fuori la minaccia, sempre se trovassero un modo. Ma Regina ha imparato a conoscere gli stati d'umore della salvatrice, sa quando non le vuole dire qualcosa. Alza la mani in segno di resa. 

Regina: non faccio niente senza approvazione 

Emma stringe la tazza che ha davanti, ormai non fa altro che bere caffè. 

Emma: dobbiamo uccidere qualcuno o il nostro futuro è segnato 

Regina non è sorpresa, dopo anni di salvataggi e piani questo forse era uno dei meno assurdi progettati dagli eroi della storia. 

 

 

Liz trascina verso i bagni la gemella, Eve ha predicato per tutto il tragitto, non ha idea di cosa Elizabeth le voglia dire, ma sembra parecchio decisa, infatti richiude la porta del bagno e controlla che non ci sia nessuno. Elizabeth si comporta in modo strano, non da lei, sembra nervosa, agitata, solitamente è Eve quella che si comporta in questo modo. 

Eve: stiamo giocando alle spie?

Liz: ti sarai accorta anche tu che in questa città qualcosa non va?

Eve: beh la maggior parte della gente si comporta in modo strano 

Liz: appunto sospetto che mamma e papà ci stiano nascondendo qualcosa e qualcosa non banale 

Eve corruccia la fronte, non capisce dove la gemella vuole andare a parare. 

Liz cammina lungo il corridoio, vuole delle risposte e le vuole subito, Eve cerca di farla ragionare, non può marinare la scuola, hanno ancora due ore pomeridiane. Eve incontra Liam e lo guarda cercando aiuto con lo sguardo. Liam si imbatte in Liz, non sa perché deve fermarla, ma dallo sguardo preoccupato di Eve non preannuncia nulla di buono. Liz si blocca, sbattendo con il petto del ragazzo, si sposta subito, non riesce a non arrossire, ci prova. Ultimamente Liam le provoca questo effetto destabilizzante e non vuole provarlo, non ora che lui e sua sorella stanno insieme, non ora che il rapporto con lei sta andando bene, sta migliorando. Scuote il capo riprendendo a camminare frenetica, vuole anche un po' scappare da li, da lui. Liam rimane immobile, sente addosso il profumo di vaniglia della ragazza, così diverso da quello pizzicante e sensuale di Eve. Si decide chiamandola. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=qXGvOOeB7x4

 

Liam: Hey 

Liz si volta, non sapendo cosa voglia, Eve e di fianco a lui. Liam la guarda, uno sguardo strano, sembra un po' confuso anche lui. 

Eve: aspetta ancora la fine delle lezioni poi ci parleremo insieme 

La voce di Eve li riporta entrambi alla realtà. 

Liz: per una volta Eve ho bisogno che tu stia dalla mia parte 

Eve la guarda, non era mai successo che Liz le chiedesse aiuto, che le chiedesse di partecipare, che si imponesse in modo così forte in qualcosa in cui crede. Senza esitare va verso la sorella, Liam le guarda allontanarsi, chiaramente confuso, i suoi pensieri sono tutti sotto sopra, ma è felice di vederle così unite, così vicine. 

I pomeriggi sono sempre tranquilli, Emma e Killian hanno già discusso sul da farsi e l'uomo non ha esitazioni, mentre la moglie ancora si chiede se sia la cosa giusta. Il giardino era poco curato, in fondo stavano li solo da qualche settimana era normale che non se ne prendessero cura come si deve, soprattutto con tutte le cose che stanno succedendo. I due sono seduti sulle sedie di legno poste suo portico, c'è ne anche una a dondolo, quella che usavano per addormentare le gemelle da piccole, Emma la guarda malinconica, le ricorda ancora perfettamente, ogni lineamento, ogni gesto, ricorda tutto di loro. 

Liz: mamma 

Emma sposta lo sguardo alzandosi dalla sedia, quel tono di voce duro, fermo. Killian la guarda, capisce subito che qualcosa è successo. I due genitori si avvicinano alle gemelle, sono di fronte a loro. C'è un momento di tensione. Liz vorrebbe chiederlo subito, ma è come se la voce non le uscisse dalle corde vocali, una strana paura si fa spazio in lei. 

Eve: abbiamo bisogno che ci raccontate la verità, tutta la verità

Eve in gesto istintivo prende la mano di Liz, la bionda la guarda confusa, la stringe a se, come quando erano piccole, unite. I genitori si guardano in faccia preoccupati, speravano che questo giorno non sarebbe mai arrivato, ma sapevano che prima o poi le cose sarebbero diventate troppo grandi da nascondere, anche con ogni sforzo possibile. I quattro si trovavano nella cucina, il posto più frequentato ormai. Era diventato quel luogo di passaggio ogni mattina, dove tutti si ritrovavano per fare colazione e per cenare. Emma inizia a raccontare, è difficile per lei spiegare perché è la Salvatrice, raccontare che ognuno delle persone che conoscono sono speciali, sono diverse dal resto del mondo, anche loro in un modo diverso sono speciali. Liz guarda suo padre, Hook, non crede a ciò che sente, ciò che le raccontano, è tutto troppo surreale, ma qualcosa la spinge a crederci, sarà stato l'arrivo dell'altro Liam, sarà che per tutta la vita si è sentita diversa in qualche modo dagli altri. Ma ci crede, come Eve, è come un fattore naturale, un percorso che fa parte di loro, il problema fondamentale e che i loro genitori hanno mentito, ad entrambe. 

Eve: sei la figlia di biancaneve?

Eve si alza dalla sedia, deve metabolizzare la cosa, riesce a stento a pronunciare quella frase, Liz invece li guarda basita, shoccata. 

 

 

Il Liam del futuro guarda la finestra di quella casa vuota, Emma gli ha promesso il via libera a meno che lui le raccontasse tutto, ma le cose dovevano succedere piano piano. Gli ha portato dei vestiti di questo mondo, gli mancavano un po' quei jeans e le felpe, una cosa che non esisteva dall'altro lato. Si guarda allo specchio, non ha più quell'aria regale che lo caratterizzava, per un momento è solo un uomo. Sorride pensando alla vita che avrebbe avuto con lei in questo mondo, avrebbero avuto quella villetta con prato che lei sognava tanto, quei bambini bellissimi che fantasticava la sera prima di dormire, avrebbe avuto quel piccolo albero di ciliegio proprio sotto la sua finestra, per sentirne il profumo ogni mattina. Avrebbe avuto quel sole filtrare in cucina illuminando ogni colazione per iniziare la giornata con il buon umore. Avrebbero avuto anche quella macchina per famiglie, avrebbero avuto una vita perfetta se solo non gli avessero strappato via ogni cosa, ogni possibilità di vivere sereni senza dolori. Si affaccia alla finestra, si sente osservato, ma sospira quando non vede nessuno. Si guarda di nuovo in quello specchio alto, ovale, alzando di poco la maglia può vedere la cicatrice della spada, per un momento aveva pensato di morire, di non rivedere più il suo volto. Liz esce dalla porta di casa, le cose che le hanno appena rivelato l'hanno scombussolata e non poco, Eve la raggiunge, ma non la segue, la bionda non si è accorta nemmeno della sua presenza. La vede camminare lungo il vialetto del quartiere, cammina frenetica. Liz cammina senza sapere di preciso dove andare, dove fermarsi, forse non vuole nemmeno fermarsi, vuole solo camminare, aspettare che le cose tornino alla normalità, aspettare di tornare a New York, dove le cose almeno erano stabili. 

Liz alza lo sguardo, è nel piano centro di Storybook, Belle sta entrando nella sua libreria, la guarda per un secondo, sembra vacillare, ma poi la donna la saluta con un sorriso e un accenno alla mano. Liz non può fare altre che capire a quale personaggio e affibbiato il suo nome. Poi collega i pezzi, se Belle era quella Belle, di sicuro il padre di Jackson doveva essere la bestia, ma la bestia dov'era? Tutto non ha più un senso logico e lei si sente disorientata, è una di quelle persone che non crede se vede, una che mette sempre la logica prima del cuore, la mente prima di tutto, ma in questo caso non c'è niente che la mente possa elaborare, non c'è una soluzione logica. Granny's non è lontano, infatti è la prima tappa che lei decide di fare, si ferma davanti alla vetrata, Ruby sta servendo alcuni tavoli, suo marito invece è dietro il bancone, Liz nota che la pancia di Ruby è leggermente gonfia, non ci aveva fatto caso prima che lei aspettasse un bambino, era troppo distratta dalla band. In fondo erano umani, amavano, vivevano come loro, semplicemente non venivano da questo mondo, non era la loro casa. Liz si ferma immobile davanti alla vetrata, realizza che quel mondo è reale quanto il suo, è vero, in fondo ogni racconto ha sempre una sua parte di verità. 

Hanna: entri o lascia passare gli altri?

Liz si volta di colpo, era la prima volta che sentiva la sua voce, inevitabilmente si chiedeva di chi fosse la figlia, chi fosse lei nel mondo delle fiabe. Hanna la guarda, non capisce perché la fissi in questo modo. 

Hanna: cos'è il gatto ti ha mangiato la lingua?

Liz: scusa Dio non so che ci faccio io qui 

Liz sposta la testa di lato confusa, non sa nemmeno lei quello che sta dicendo. Hanna la vede nervosa, leggermente sconvolta. 

Hanna: senti non sono brava nei rapporti con le persone, non che me ne freghi qualcosa, ma se vuoi…puoi parlarmene 

Liz la guarda corrucciando la fronte, forse però parlare con una persona che non conosce è la soluzione migliore, non riuscirebbe ad aprirsi con la sua famiglia. 

Le due ragazze sono sedute ai tavolini interni, Ruby porta sul tavolo due tazze fumanti di cioccolata calda, Hanna non sa cosa deve dire di preciso, a parte Layla che la conosce da quando era piccola non ha effettivamente amici, forse per via del suo carattere sempre schivo e diffidente. Liz guarda il liquido scuro, a quelle movenze che sono chiaramente di Emma. Alza lo sguardo incerta sul da farsi, ma orami è li e quanto vale tirare fuori quello che pensa. 

Liz: i miei mi hanno detto da dove venite…veniamo 

Liz scuote il capo correggendosi, Hanna alza di poco la testa capendo il motivo del suo comportamento. Beve un sorso di cioccolata, la sua bevanda invernale preferita, diversamente da quello che sembra adora zuccherarla molto. 

Hanna: ti sconvolge tanto come cosa? credo che qualche accenno avresti dovuto averlo avvertito venendo qui 

Liz: una cosa è un accenno un'altra è scoprire che tuo padre è uncino e tua madre è una salvatrice eroina 

Liz scuote nuovamente il capo, come segno di rifiuto, Hanna sorride, raro per lei, ma lo fa. 

Hanna: beh almeno non sei la figlia della regina cattiva e Robin Hood 

Liz la guarda spalancando gli occhi, un sorriso divertito si allarga sul volto. 

Liz: Robin Hood?

Hanna: già ho anche un fratello da parte sua, ma per adesso è partito per il primo anno di collage credo che sia quello che frequenta tuo fratello 

Liz: Henry?

Hanna annuisce confermando. 

Liz: non lo sento da un po' 

Liz beve un sorso malinconica, era da un po' che non pensava a suo fratello, poi realizza che anche lui sa di questa storia, anzi forse è il motore portante. 

Liz: l'ultima volta che l'ho visto è stato in estate aveva gli esami quindi era abbastanza indaffarato è un tipo molto deciso in quello che fa

Hanna: il mio invece è un vero e proprio orsacchiotto gommoso, non nel senso di grasso, ma ha un carattere dolce e zuccherato oserei dire 

Liz: che carattere è zuccherato? 

Le due scoppiano in una risata rumorosa, si guardano intorno tappandosi la bocca. 

Liz non si era mai sentita in sintonia con una ragazza, non aveva mai parlato con qualcuna in un modo così liberamente, nonostante Eve fosse sempre nel suo cuore, non era lo stesso, Eve era sua sorella, molte cose non poteva dirgliele. Dalla vetrata si vede entrare una figura, è Liam, quello di questo tempo. Liz smette di ridere di colpo, ogni volta che lo vede le fa uno strano effetto, un qualcosa che non vuole e non deve provare. Liam le fa un sorriso per salutarla e poi va verso uno dei tavolini pieni di gente. Hanna guarda lo sguardo con cui Liz lo guarda, non ama molto le cose romantiche e sdolcinate, ma quello sguardo era diverso da quello che vedi in TV, era reale. 

Hanna: ti sei cacciata in un bel casino eh?

Liz: cosa?

Hanna: Liam…tua sorella e tu 

Liz: io? no no  no io e loro no non c'entro nulla 

Hanna: se ne sei convinta 

Hanna fa spallucce tornado a bere dalla sua tazza rossa. 

Liam si siede vicino Tom, il suo migliore amico, i ragazzi sono tutti concentrati in qualche conversazione futile. Liam si volta verso Liz, la guarda, in un modo che nemmeno se ne rende conto. 

 

 

Emma entra in camera delle gemelle, c'è solo Eveline sdraiata sul suo letto. Ha uno sguardo pensieroso, un po' distratto. La madre si siede ai piedi del letto mentre la figlia si alza con il busto sedendosi di fronte a lei. 

Eve: perché non ce lo avete mai detto? insomma Henry lo sa

Emma: Henry a causa di ciò ha rischiato la sua vita molto volte, non volevo che succedesse lo stesso a voi due 

Eve: sono la nipote di biancaneve? 

Eve non può fare a meno che sorridere, è una cosa entusiasmante se la si prende con leggerezza. Ma una parte di lei ancora stenta a crederci. 

Eve: Liz non è ancora tornata vero?

Emma scuote il capo avvicinandosi alla figlia, permettendole di appoggiare il capo sulla sua spalla. 

Emma: tornerà presto, lei torna sempre 

Il telefono di Eve si illumina, un messaggio da Liz: sto bene torno per cena. Eve sorride così come sua madre, Emma conosce benissimo le sue bambine, anche se non lo da spesso a vedere si preoccupa per ogni cosa. 

 

Elizabeth, quella del futuro, guarda dall'alto dell'orologio tutta Storybook, la guarda quasi con malinconia, il vestito nero si trascina in mezzo alla polvere, ma non sembra importarle. Le unghie di un rosso scarlatto, forte, come il suo rossetto. Guarda lei da giovane, quando era piena di speranze e sogni, ricorda bene quel giorno, ricorda cosa verrà adesso e cosa starà per arrivare in futuro. Guarda Hanna, la forte ragazza che ha conosciuto quel giorno. La bionda si volatilizza nel nulla, di lei resta solo un alone nero nell'orologio che piano piano svanisce con lei. 

 

Liz e Hanna camminano lungo la strada, era diverso anche per Hanna questo nuovo approccio. Con Liz parlava liberamente di cose futili, cose che aldilà dei suoi pensieri non esprimeva mai. Moda, ragazzi, vestiti, erano argomenti inutili per lei, ma Liz aveva un modo tutto suo per spiegare le cose, non perdeva tempo a guardare cose era In o no, lei le diceva solo quello che le piaceva, era diretta, abbastanza sicura dei suoi gusti, forse questo è quello che le accomuna davvero. Hanna guarda le vetrina, come organizzatrice è costretta a partecipare al ballo scolastico, anche se non vuole andarci. Liz si ferma di colpo, quel vestito blu era perfetto per Hanna, lo stesso colore dei suoi occhi, che non erano propriamente celesti, erano un colore più elettrico, quasi vivo. 

Liz: hai già un vestito per il ballo?

Hanna: credevo non ti importasse molto

Liz: mia sorella ci andrà con Liam e per adesso ci stiamo riavvicinando quindi mi trascinerà quanto vale essere presentabili no 

Hanna fa spallucce entrando nel negozio, guidata dalla bionda. 

Liz prende il vestito, lo da in mano ad Hanna indicandole, girando le mani, dove si trovasse il camerino. 

Hanna: stai scherzando? è troppo appariscente

Liz: l'unica cosa appariscente è la tua negatività 

Liz spinge piano piano la ragazza verso il camerino, ignorando le parole di Hanna di replica. 

 

https://www.youtube.com/watch?v=9ifR2A9Afbk

 

Le luci gialle danno il tocco finale alla palestra. Hanna guarda le decorazioni con stupore, non aveva visto nel tutto il suo lavoro, non riesce a crederci di aver realizzato lei qualcosa di così bello e perfetto. Gli occhi blu riflettono le luci nell'aria. Una voce la distrae. Neal avanza verso di lei, rimane un attimo fermo a guardare il suo vestito, solo ora Hanna si rende conto che nessuno l'aveva mai vista con un abito del genere, lungo, scende morbido, senza spalline e con il corpetto a forma di cuore con qualche leggero strass, per una sera si sentiva bellissima. Neal era invece con uno smoking semplice, Hanna non glielo direbbe mai, ma gli sta benissimo. 

Neal: verso che ora faremo una pausa io e la band? 

Hanna sospira, tornando alla realtà, per un momento aveva pensato che stesse per dirle qualcosa di diverso, non sa perché si aspettasse diversamente. 

Hanna: canterete fino alle nove da li in poi siete liberi 

Hanna fa un sorriso forzato mentre Neal le sorride entusiasta, è felice di avere la serata libera dopo. Si sposta allontanandosi, poi si ferma di colpo voltandosi verso la ragazza, come se si fosse dimenticato di dirle qualcosa, Hanna lo guarda scettica aspettandosi una nuova domanda. Alza le sopracciglia impaziente visto che il ragazzo non accenna a parlare. Lo vede mordersi il labbro inferire e poi aprire bocca. Ma le parole che escono sono tutt'atro che una domanda, lui se ne va allontanandosi da lei, ma le sue parole le rimbombano ancora in testa. Quel "sei bellissima" si sono incise nella sua mente, si sente avvampare anche se non vuole, si porta la mano istintivamente al cuore, non credeva che potesse andare così veloce, era quasi innaturale per lei. Si sente afferrare le spalle da dietro, sobbalza spaventata e ancora intontita. Si volta di scatto per vedere chi è il suo "aggressore". Si sorprende di vedere Elizabeth così elettrizzata, poi riconosce quello sguardo, Lizzie ha chiaramente sentito e visto tutto. Si sente avvampare nuovamente, mentre la nuova amica ridacchia divertita, in un modo che non è quasi da lei, ma il rossore sulle guance di Liz nasconde altro che due risate, chiaramente non è in piena forma, Hanna nota il drink che ha in mano. 

Liz: ci credi che mi sono dovuta cambiare dieci volte?

Liz si muove non smettendo di ridere, Hanna la trascina verso la parte meno confusionaria della palestra, quella vicino all'albero di natale. 

Hanna: hai bevuto?

Liz: questo? credi ci sia dell'alcool? ohh ora capisco 

Liz avvicina il bicchiere divertita, Hanna prende il bicchiere tra le mani, sa benissimo chi ha messo l'alcool nel ponch, sospira non può farci niente, ma di sicuro non sarà lei ad avere problemi con il preside. Hanna guarda verso la porta principale, Liam e Eve stanno entrando, lei ha un vestito molto simile al suo, a molto più chiaro. Inevitabilmente i quattro si scontrano e Eve non può fare altro che avvicinarsi per salutarle. Liam guarda Liz, non l'aveva mai vista vestita così, con quel vestito nero, un tubino stretto e ricamato, era corto, fin troppo corto si ritrovò a pensare. 

Eve: ciao ragazze 

Eve sorride, non le piace che Liz stia con altre persone, soprattuto ragazze, è possessiva nelle sue cose, ma cerca di fare uno sforzo. Liz guarda Liam, è perfetto, in quello smoking, la camicia che non può nascondere il fisico del ragazzo, gli occhi celesti di lui posati su di lei, poi lui li sposta, Liz guarda le mani dei due unite, una fitta al cuore che non può gestire. Eve guarda gli sguardi che si lanciano, ha un attimo di confusione, ma poi si accorge che Liz ha un bicchiere in mano e chiaramente non è nel meglio di se. Glielo prende dalle mani annusandolo. 

Eve: sei ubriaca Liz 

Liz porta l'indice alla mano con forza. 

Liz: shhhh Hanna può sentirti 

Poi scoppia in un'altra risata, Liam cerca di trattenersi, ma è davvero buffa in quelle condizioni, in una maniera dolce. 

Eve: avete messo dell'alcool dei drink?

Hanna: non guardare me sarà stato Tom, a modo suo vuole movimentare la serata 

Eve: ora mi sentirà 

Eve si allontana lasciando il suo ragazzo li. Liam la guarda alzando un sopracciglio, confuso. Hanna sorride divertita, è il momento di vendicarsi un po'. 

Hanna: vado a vedere se è tutto okay? me la tieni d'occhio un minuto?

 

https://www.youtube.com/watch?v=XUY7MiKBMco&spfreload=10

 

Liam non riesce a dire di no in quanto Hanna è già sparita tra la folla, rimane solo con Liz, la ragazza è appoggiata alla parete, non sembra essersi resa conto che è da sola con lui. Liam invece è pienamente cosciente della cose e diversamente dal normale non dovrebbe dargli problemi, in fin dei conti è solo la sorella della sua ragazza, anche se non ricorda nemmeno quando i due hanno iniziato a frequentarsi, è stato tutto così veloce che solo adesso realizza che probabilmente la bionda brilla che saluta le persone senza nemmeno conoscerle è sua cognata. Liam le si avvicina, prendendo delicatamente il suo braccio tirandola verso di se, ancora una volta viene investito da un profumo dolce, quasi gustoso, sospira ignorando i suoi sensi e concentrandosi su quello che deve fare, cioè portarla lontano da li, ha visto troppe occhiate dai ragazzi per lasciarla in balia di loro. Liz si ferma di colpo, si guarda un attimo spaesata e poi lo guarda, fissa, Liam non capisce cosa le sia preso, ma lo sguardo che ha Liz è diverso dalle altre volte che la vista, in questo momento non vede la ragazzina cocciuta o timida, vede una donna, bella, una ragazza che ha tutte le qualità per essere perfetta, ma in fondo lo è già, gliela detto una volta, una frase del genere, ma non si era reso conto di quanto avesse ragione in quelle parole. 

Liam: dovresti prendere un po' di aria fresca 

Lizzie annuisce, non ha il coraggio di dire niente, in un momento di lucidità si rende conto che il ragazzo ha il braccio intorno al suo e che la sta trascinando fuori dalla palestra, è imbarazzata, ma allo stesso momento felice e non deve esserlo, lui è sempre il ragazzo di sua sorella e lei non deve provare questi sentimenti per lui. 

Liz: mi dispiace io…io non posso venire 

Liz lo guarda, titubante persino lei della decisione appena presa, tutto il suo corpo la spingeva verso di lui, ma la sua mente, quel poco di lucidità che le era rimasta le imponeva di scappare da li, andare lontano da quei sentimenti che stanno crescendo sempre di più, fino a divorarla dentro. Liam la guarda, è deluso e sa che non dovrebbe esserlo, in fondo non ha detto nulla di strano, ma è come se in quelle parole ci fosse celato qualcosa, una frase non detta che lui capisce, coglie al volo. Liz fa un passo indietro, quel gesto significava tutto per Liam, era un po' come perderla. La ragazza si volta, ha il viso sconvolto, l'alcool le fa esternare i suoi sentimenti contro la sua volontà. 

Hanna: stai bene?

Liz non si era resa conto che aveva l'amica di fronte, annuisce, ma dentro si sente a pezzi, non era stata così la prima volte che si era innamorata, forse non era nemmeno amore, adesso lo percepisce quel vuoto al petto, una sensazione di inutilità e solitudine che non riesce a togliere dal petto. Alza lo sguardo verso la ragazza, Hanna la guarda senza dire nulla, non c'è niente da dire in questi casi, forse un abbraccio è l'unica cosa che serve veramente. Hanna lo fa, anche se non è da lei, abbraccia quella piccola ragazza triste. Era per questo che aveva sempre avuto paura dell'amore, di tutto ciò che rappresentava. 

Eveline nota Tom di spalle, si pavoneggia con due ragazza, forse qualche anno più grande di lui. La mora lo costringe a voltarsi prendendolo da un braccio, Tom la guarda scocciato. 

Tom: cosa vuoi? ho da fare 

Tom indica con il capo le ragazze, ma loro ridacchiando si allontanano. Eve fa un sorriso soddisfatto. 

Eve: si ti vedo molto occupato ad importunare le ragazze 

Tom: se non hai niente di importante da dirmi vorrei godermi la serata 

Eve lo guarda imbestialita, non sopporta che qualcuno le rivolga in quel modo la parola. 

Eve: hai messo tu l'alcool nel ponch?

Nel viso di Tom si allarga un sorriso divertito, anzi elettrizzato. 

Tom: almeno così la gente si scioglie un po' 

Eve: ti rendi conto che per colpa tua mia sorella è ubriaca fradicia?

Tom scoppia a ridere, una risata divertita che irrita ancora di più la giovane ragazza. 

Eve: che diavolo ridi?

Tom: lo avvertita che c'era dell'alcool, le andava bene, forse dovresti smetterla di farle da balia, sa badare a se stessa meglio di quanto tu creda

 

https://www.youtube.com/watch?v=L4Ed2_bfnFo

 

Tom diventa serio in volto, non capisce perché ha questo strano atteggiamento con lei. Eve non si capacita di come il ragazzo la tratti sempre male, sempre con tono dispregiativo. Lo guarda allontanarsi verso Liam, il ragazzo è solo, Liz non c'è, si spaventa non vedendola con lui e la cerca con lo sguardo. Ma Liz è vicino al palco, ascolta la canzone cantata da Neal, vicino a lei c'è Hanna, quella ragazza che per tutto il tempo le è stata vicino, quella di cui Liz le ha parlato, quella che ultimamente sta prendendo posto nel cuore di Liz. Eve la guarda, è spaventa che prenda il suo di posto, per anni era sempre stata certa che nonostante i litigi, i silenzi, l'odio, ma lei sarebbe sempre rimasta li, la sua Lizzie, la bambina sorridente che la amava con tutta se stessa, ma le sue certezze piano piano iniziano a vacillare, Lizzie non è più una bambina, ha i suoi sentimenti, i suoi modi di pensare, ha i suoi piaceri e dispiaceri, ha la sua vita, che da anni ormai non è al passo con quella di Eveline. 

Liam: cosa stai facendo?

Liam segue lo sguardo di Eve, uno strano senso di angoscia si fa largo in lui quando vede che sta guardando Lizzie. Guarda Eve, deve distrarre la mente, deve fare qualcosa, in fondo Eve è bella, intelligente, sexy, cosa vorrebbe di più? Guardandola si rende conto della diversità che ha davanti, è bella a sua modo e lui non può che essere felice di stare accanto ad una ragazza come lei. Le sorride sincero, con questi pensieri per la testa. 

Liam: balliamo?

Eve lo guarda sorpresa, pensava che non glielo avrebbe mai chiesto per tutta la serata, eppure, eccolo li, di fronte a lei, con quello smoking meraviglioso a chiederle di danzare. La ragazza sorride porgendogli la mano. 

 

Neal finalmente smette di cantare, per un ora di fila non ha fatto una pausa, ma adesso è libero per tutta la serata. Jackson scende dal palco, la prima cosa che nota è Layla che prende il ponch come fosse acqua fresca, lui mira invece al buffe, i due sono uno di fianco all'altro, lei non gli rivolge la parola, Jack nota subito quanto sia permalosa, gli scappa una risata e lei lo guarda male, si volta per andarsene, ma barcolla. Jackson la prende prima che possa cadere a terra e fare una figuraccia. Layla lo guarda diventando tutta rossa in volto, scappa via lasciandolo solo, Jackson confuso torna al buffe, c'è davvero di tutto. Connor porge delle tartine ad una Liz con ancora dei segni dell'alcool, ma non evidenti come prima, in fondo la serata sta finendo. Si siede accanto a lei nelle scale per salire sul palco, ormai vuoto. 

Connor: ho visto che ti sei divertita questa sera 

Liz: alcool, tutto merito suo 

Liz porta l'indice vicino la testa facendolo ruotare, per intensificare il significato della frase. 

Connor: non hai ballato

Liz: qualcuno me la chiesto, ma non ricordo nemmeno il loro volto 

Connor si alza, porgendogli la mano. 

Connor: la serata è quasi finita, non vuoi andare a casa senza il tuo ballo 

Liz alza gli occhi verdi verso di lui, confusa prende la mano, in fondo non c'è nulla di male in un ballo, sono solo amici. Con un balzo Elizabeth scende dallo scolino e prende la mano di Connor, il ragazzo la guida verso la pista. Neal nota la scena, qualcosa non lo convince, Eve se ne accorge pure, a differenza di Liam che prova uno strano impeto di spaccare la faccia a Connor, lei è felice, la vede danzare divertendosi, più che un ballo è una strana danza di non sa nemmeno lei che genere, ma la scena che ha di fronte la rende felice, si volta entusiasta verso il suo ragazzo, ma lui non sta guardando lei, guarda i due che ballano, il suo sguardo non è per nulla felice. Eve sente come un secchio d'acqua gelata in testa, qualcosa di così evidente e palese che per una come lei è colpo durissimo, era sempre stata sicura di piacere, di venire prima delle altre. Liam si volta scuotendo il capo verso di lei. 

Liam: facciamo un giro 

Eve annuisce, stranamente non dice niente, lui ha pur sempre scelto lei, qualcosa deve pur valere e Liz non glielo porterebbe mai via. Si volta indietro per un'ultima volta guardando la sorella. 

 

 

Liam, quello del futuro, guarda il frigorifero semivuoto, Emma gli aveva portato qualcosa per durare in questi giorni, non sapeva di preciso quanto sarebbe durato in questo tempo, non sapeva nemmeno sa sarebbe tornato a casa sua, se avrebbe rivisto la sua famiglia. Prende un piatto già preparato, non era mai stato un ottimo cuoco, cosa che non di poteva dire invece di Emma, negli anni aveva affinato quella abilità. Il campanello suona, non si aspettava che sarebbe tornata così presto, si stringe in quello che sembra un pigiama, anche se un pezzo di tuta e una T-shirt non si può chiamare decisamente così, non per come è ormai abituato. Apre la porta sicuro di trovarsi di fronte Emma. Ma le ciocche rosse che escono dal cappello di lana non si addicono proprio ad Emma. Belle avanza, non chiede nemmeno il permesso per entrare, agitata si volta verso il ragazzo. 

Belle: è venuta da me 

Liam è confuso, non si aspettava di vedere Belle, Elizabeth era andata da lei, per quale motivo, cosa voleva cambiare dal passato? Gli occhi del ragazzo si allargano leggerete, poi tutto diventa chiaro, il piano della donna era chiaro come il sole, come aveva fatto a non pensarci prima? era tutto iniziato in quel momento, tutto in quel periodo, tutte le perdite erano iniziate adesso. 

Liam: come sai di me?

Belle: loro si fidano di me 

Liam: sei dalla parte di Elizabeth?

Belle resta in silenzio per una manciata di secondi, il cuore che le batte a mille, non sa neanche lei in cosa si sta immischiando, ma non può restare ferma a guardare, questa volta non può lasciare che se ne occupino gli altri. 

Belle: ho bisogno che tu mi confermi quello che mi ha detto, devi dirmi se è la verità…conosco il giovane te da tanto tempo non ha mai mentito 

Liam si trova alle strette, ha paura di farle ancora del male, ma il viso triste e cupo di lui è una conferma alle parole dette da Elizabeth. Belle si porta la mano alla bocca istintivamente, le lacrime le escono spontanee, è una reazione naturale ad una notizia del genere. 

Liam: mi dispiace 

Belle lo guarda con le lacrime agli occhi, occhi di una madre che piange, per un attimo gli sembra di vedere sua madre, ma a differenza di queste erano lacrime di gioia. Il volto di Aurora sorridente è un pensiero che lo rende malinconico, gli manca quella donna piena di vita, la sua famiglia. In tutta la sua vita non aveva mai potuto ricordare il suo volto, quei capelli ramati raccolti in boccoli, quegli occhi chiari come i suoi. Poi il suo sguardo si rivolge nuovamente alla donna che ha di fronte a se. 

Belle: Liz…Elizabeth ha detto che c'è un modo per impedire tutto questo 

Liam guarda Belle decisamente contrario. 

Liam: se lo fa sarà un assassina 

Belle: non sembra importarle 

Liam scuote il capo frenetico, la conosce troppo bene, sa bene quanto nonostante tutto lei si stia logorando l'anima al solo pensiero di uccidere. 

Liam: no non posso permettere che le porti via anche l'umanità 

Belle: allora trova un'altro modo perché se dovessimo arrivare fino a quel punto credimi non esiterò un attimo a farlo io stessa 

 

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Belle lo guarda con gli occhi infuocati di una madre che protegge il suo piccolo, una leonessa inferocita. Liam rimane in silenzio, vuole proteggere l'animo di Liz, ma non può farlo da solo. Guarda l'anello che ha al dito, quel filo d'oro sottile, una promessa da mantenere a tutti i costi. Guarda la porta di casa aperta con decisione, non lascerà che le succeda qualcosa, che vada incontro ad un destino tanto oscuro, non una persona con la sua luce, con il suo buon cuore. Non lascerà che quella ragazzina che è stata tutto il tempo in ospedale con lui diventi un mostro spietato, senza cuore, che quel sorriso dolce sparisca per sempre dal suo volto, non la lascerà sprofondare nell'oblio. 

Liam: so che mi puoi sentire Liz, ti fermerò qualsiasi cosa hai in mente…non te lo lascerò fare, ti riporterò a casa, è una promessa 

Elizabeth che è dall'altra parte della strada sorride, un sorriso divertito, ma i suoi occhi sono tristi. 

Elizabeth: buonanotte Liam 

Liz si allontana nel buio, Liam guarda ancora fuori, non può vederla, lei sa benissimo usare i suoi trucchetti con la magia. Ma lui ne è convinto, ha portato lei Belle da lui, ha in mente qualcosa e deve fermarla. 

Liam ha appena lascialo Eveline a casa. Scende le scalinate del portico, ma si trova una Liz incappucciata dentro il suo cappotto che avanza verso la porta di casa, i due si fermano sorpresi, era come se il destino giocasse continuamente con loro. Liz abbozza ad un sorriso, ma Liam sembra arrabbiato, avanza verso il cortile lasciandola li da sola. Lizzie si sente ancora peggio, se prima era certa che almeno potevano essere amici adesso con quello sguardo truce aveva smontato anche questa illusione. 

Liz: perché ti comporti così?

Liam si ferma di colpo, non si aspettava che lei lo richiamasse. Si volta con ancora addosso quell'espressione furibonda. 

Liam: che vuoi che ti dica?

Liz: credevo fossimo amici? cosa è cambiato?

Liz respira a fatica a paura di sentire quello che uscirà dalla sua bocca. 

Liam: niente, non è successo niente, buonanotte Lizzie 

Liam si rivolta andando via, Liz lascia cadere le braccia lungo i fianchi, non sa proprio cosa pensare. Torna dentro con gli occhi lucidi, deve riprendersi, non può farsi vedere così in casa. Eve aveva assistito la scena dalla finestra, erano troppo occupati nella discussione per rendersi conto che lei li aveva visti. Chiude la tenda con un magone allo stomaco, il volto arrabbiato e triste, non si era resa conto di nulla fino ad ora, non aveva notato il modo in cui si guardano, come sua sorella arrossisce in sua presenza, non aveva notato il modo in cui lui la guarda. 

Liz: hey sei qui…davo a darmi una rinfrescata 

Eve: si sono appena arrivata 

Eve sorride, mascherando quel dolore che inizia a diventare opprimente, quel dubbio che non fa che rimbombare nella sua testa. Osserva la sorella entrare in bagno e lei non fa nulla, non le dice nulla, non sa cosa dire perché nemmeno lei sa che sta succedendo effettivamente. 

 

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Belle entra in casa sua, Jackson deve ancora rientrare, è sicura di trovarla li, in effetti è seduta proprio nel suo salotto, con aria elegante e sguardo criptico. Elizabeth si alza avvicinandosi all'albero di Natale, lo guarda spostando il capo verso la destra. 

Elizabeth: tipico di Jackson 

Elizabeth si volta verso la donna con un sorriso soddisfatto. La corona che ha in testa le da l'aria di una ninfa bellissima, ma il suo sguardo pieno di rabbia e odio non si addicono per niente al volto angelico che ha per natura. 

Elizabeth: hai avuto le tue conferme? mi hai aiutato anche in futuro…dovrei dire mi aiuterai ma non importa, allora?

Belle: vuoi uccidere il padre di mio figlio

Elizabeth: credimi in futuro non lo chiami con questo nome 

Elizabeth sembra quasi divertita dalla situazione. Si avvicina a Belle. 

Elizabeth: Liam come conferma non ti basta lo so, quindi ti ho portato un regalo 

Elizabeth muove le mani, una piccola nuvola nera appare portando una lettera che si poggia con delicatezza sulle mani bianche di Belle. 

Elizabeth: questa l'hai scritta tu

Belle la guarda, era proprio la sua scrittura, ed era indirizzata a lei stessa. 

Elizabeth: vuoi che Jackson muoia Belle?

Elizabeth sa benissimo quali tasti toccare. E' disposta a tutto per ottenere quello che vuole, niente gli porterà via ciò che è suo. 

Belle la guarda, solo sentire quella frase la faceva sprofondare in un dolore immenso, non osa immaginare come sia viverlo di persona, se Elizabeth e Laim avevano ragione questo avrebbe comportato che quel dolore sarebbe diventato molto più forte, Belle non può perdere Jackson, lui è il suo mondo, per lui ha rinunciato all'amore, quell'uomo che l'unica cosa di buono che ha lasciato dietro se è il figlio che dal primo momento lei ha imparato ad amare.

Belle: cosa devo fare?

Sul volto di Elizabeth si allarga un sorriso soddisfatto, la guarda divertita e entusiasta allo stesso momento. I suoi occhi chiari luccicano quasi, ma in fondo Liz sapeva benissimo che lei sarebbe stata dalla sua parte, la prima parte del piano è stata piuttosto facile, adesso veniva la parte difficile. 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Cry ***


 

CRY

 

 

 

Il vento le scompiglia i capelli lisci e bruni, l'odore del mare la rilassa, è sempre stato così anche da piccola, a New York non si era mai presa del tempo per pensare. Eve è seduta sul muretto vicino al porto, ricorda un po' Emma quando non voleva nessuno intorno a se. Ma Eve non era sola, con lei c'era Liam, le vacanze ormai stavano finendo e i due si erano visti poco, Liam si era chiuso in se stesso e difficilmente usciva, anche con gli amici. Tom non era riuscito ad entrare nemmeno nella camera del ragazzo, era completamente chiuso nelle quattro mura della sua stanza. Eve guarda il mare con gli occhi celesti, quegli occhi attenti e maliziosi come suo padre. Liam è seduto di fianco a lei, ha uno sguardo pensieroso, sembra sempre con la testa tra le nuvole è Eve ormai coglie ogni particolare, come se nella sua testa ogni volta che il ragazzo non la guarda scattasse un allarme. Eve guarda verso il basso, il mare è calmo, ricorda proprio Liam in questo momento, così calmo eppure sembra potersi agitare da un momento all'altro. Eve lo guarda mentre si prende una sigaretta, non lo aveva ancora visto fumare. Liam la guarda, poi scuote il capo, dimenticava che era Liz che l'aveva beccato fuori da scuola, gli occhi celesti del ragazzo ruotano verso il mare aperto -Mi hai beccato- dice in tono ironico il ragazzo, ma nemmeno Liam è molto convinto che faccia ridere. Eve lo guarda serio, non vuole perderlo, porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio con fare innocente, a volte anche lei ha dei piccoli gesti semplici, Liam lo nota, nonostante quello che sembri Eve gli piace. Getta fuori dalla bocca un po' di fumo, rilassando i nervi a fior di pelle che ha in questi giorni.

 -Posso farti una domanda?- domandò Eveline portando le ginocchia al petto con fare infantile, i suoi occhi celesti lo scrutano, studiandolo, Liam toglie la sigaretta dalla bocca voltandosi verso di lei, per un secondo il panico lo prende, si sente un traditore e non sa nemmeno il motivo di questi sentimenti contrastanti che lo rendono così confuso, si limita ad un "certo" sicuro di se, anche se nella sua mente sta ipotizzando le peggiori domande e tutte hanno un soggetto in comune. - tu di chi sei figlio, cioè da quando so la verità sono curiosa e…- Liam corruccia la fronte, si aspettava una domanda diversa, chiude le palpebre più volte, si da dell'idiota mentalmente per aver solo pensato che lei potesse chiederle di Liz. Lui sorride, sollevato in un certo senso, però ci sono tante cose della sua famiglia che tiene per se, suo padre è solo uno dei tanti problemi che si porta da sempre, nervoso guarda il mare, nemmeno lui è in grado di rilassarlo, guarda la sigaretta, si sta spegnendo sola, la fissa con uno sguardo un po' perso nel vuoto, poi inizia a parlare - Sono il figlio di Aurora e Filippo- il sorriso di Eveline si allarga sul suo volto, mentre Liam rimane impassibile, non ricorda nemmeno il volto di sua madre, ricorda solo il vuoto con cui ha imparato a convivere dopo tanti anni, ricorda solo il dolore di suo padre celato nei suoi occhi, Eve invece gli sorride ingenuamente, priva di ogni conoscenza sulla sua vita chiede - Posso vederla? cioè com'è fatta? è proprio come nei libri?- Liam si sente addosso un brivido gelato, non riesce nemmeno a voltarsi verso di lei, alza il capo verso il cielo, chissà magari la foresta incantata è proprio il paradiso, cerca il coraggio per rispondere, ma non trova le parole esatte, Eve nota questo silenzio, un silenzio però che cela tanto, non aveva mai notato la sofferenza del ragazzo, non aveva mai notato quella luce negli occhi che si spegneva quando parlava di genitori, dandosi della stupida cerca di rimediare. 

- Se non vuoi parlarne non fa niente, lo capisco- Eve abbassa il capo mortificata, Liam la guarda intenerito, non può prendersela con lei, non è colpa sua se è il destino è stato crudele con lui. Le sorride avvicinandola e abbracciandola.

 

 

Liz poggia i piedi sul prato verde, la pioggia della notte precedente è ancora nell'aria, il cielo per nulla sereno, ma l'aria priva di vento. Guarda la casa di fronte a se, sua madre le aveva dato l'indirizzo a patto che lei non facesse stupidaggini. Prende un grosso respiro e fa quegli ultimi due passi che la portano di fronte alla porta dell'uomo che un domani Liam dovrebbe diventare. Vederlo così grande, ancora più bello di quanto non lo sia ora le fa uno strano effetto, quel ragazzo probabilmente nel futuro sarà suo cognato e lei adesso non fa che arrossire ogni volta che è in sua presenza. Un senso di malinconia le prende quando la porta si apre, si sente mancare il respiro quando lui poggia i suoi occhi chiarissimi su di lei, in un certo senso è come se Liam la stesse guardando, ma ha uno sguardo diverso di adesso, intenso, forte, un sentimento che ancora lei non comprende. 

- Mi chiedevo quando saresti arrivata- lui abbozza un sorriso, Liz vorrebbe distogliere lo sguardo, ma è li per un motivo preciso, non può far si che i sentimenti per il Liam di adesso la distraggano nella sua missione. Lui le fa spazio per entrare e senza dire nulla lei lo fa, è sempre stata quella timida e silenziosa, ma ultimamente si era ritrovata a dover uscire gli artigli per farsi ascoltare. La giovane Liz guarda la casa, semplice, con pochi mobili, l'essenziale, una scelta sicuramente presa da sua madre. La cucina è semplice, Liz non può fare a meno di guardare ogni movimento che il ragazzo fa. Liam va verso il frigo, porta la mano destra tra i capelli morbidi, si volta con un'espressione imbarazzata sul volto, sorride cercando di sdrammatizzare la situazione. Liz lo guarda senza dire nulla, ha le guance imporporate di rosso, sente come un blocco nel parlare con lui, lui sorridendole le elenca alcune cose che ci sono in frigo. 

- tua madre mi ha portato della cola, soda, succo? è succo questo?

Lui la guarda indicando la busta alla pesca contente il liquido colorato, lui non riesce a trattenersi, non era mai stato amante del succo, poi nell'altro mondo era una cosa che non esisteva proprio. Liz sorride imbarazzata, cerca di guardarlo, ma mai negli occhi. 

- L'…- Liz si blocca, ha un momento di panico, ma poi si riprende e torna a parlare - l'ultima volta che ci siamo visti, mi hai detto che dovevi fermarmi, fermarmi dal fare cosa?- Liam non è sorpreso dalla domanda, anzi si chiedeva quando gliel'avrebbe fatta. Con rassegno si siede di fronte alla ragazza, in quel tavolino per quattro persone, i due sono uno di fronte all'altra. Liam cerca le parole giuste, ma non è facile spiegare perché si trova li, molte cose non può dirgliele. 

- succederanno tante cose, cose delle quali influenzeranno molto su tutti voi, quello che intendevo non era fermare propriamente te, tu adesso non hai fatto nulla, io parlo dell'altra Elizabeth, parlo della mia Elizabeth, quella del mio tempo 

Lizzie rimane immobile, quella frase tanto criptica quando chiara e diretta. Apre e chiude più volte le palpebre confusa, Liam si morde la lingua, vorrebbe dirle di più, vorrebbe dirle cosa succederà, chi diventerà, ma deve trattenersi, anche se con lei è difficile, Liz aveva sempre quel dono di saper ascoltare la gente, capirla fino in fondo. Liam le sorride e Liz non capisce il perché, lo guarda, ma poi abbassa lo sguardo, non riesce a guardarlo in faccia. 

- Ho qualcosa sul volto?- lui la guarda senza capire, un'espressione ingenua e naturale, alquanto buffa, la ragazza scoppia a ridere, una risata naturale, che fa immobilizzare il ragazzo, la fissa incantato. 

- Cosa?- lei gli domanda, ma lui scuote il capo e poi le sorride malinconico, dolce - Niente, solo che sono anni che non vedo Lizzie ridere così di gusto- Lizzie è colpa da una profonda malinconia, è stupida dal cambiamento radicale che affronterà nel futuro. 

- Sei così diverso da lui- Liz non riesce a trattenersi, deve dirlo, in fondo è quello che ha sempre pensato, ogni volta che guardava il ragazzo di fronte a se non poteva non paragonarlo con il Liam di adesso, quello con cui a litigato, quello che le ha parlato bruscamente e poi è sparito, quello che sta insieme a sua sorella. Liam la capisce, lo vede dal suo sguardo a cosa sta pensando, sposta un po' la testa di lato, vorrebbe aiutarla in qualche modo, ma deve lasciare che tutto faccia il suo corso. Sospira, almeno qualcosa deve pur esserci che può fare per lei. - Con lui devi andarci cauta, in questo momento sta affrontando diverse cose e quello di cui ha bisogno è di sapere che ci sia qualcuno sempre li per lui, che lo sostenga

Liz lo guarda, uno sguardo quasi amareggiato - Lui ha Eve, io non gli servo 

Liam perde un battito, aveva dimenticato quelle piccole dinamiche del passato. Adesso comprende meglio lo sguardo triste di Liz e una fitta al cuore lo colpisce, non può fare di meglio, non può dirle di più. Abbassa il capo affranto. Poi gli torna in mente una cosa, l'inizio di tutto era avvenuto per colpa di Tremotino, era iniziato da Lizzie, se il piano di Elizabeth non sarebbe andato a buon fine quella in pericolo sarebbe stata proprio la ragazzina di fronte a se . Liam si guarda l'anello, lo sfila in silenzio sotto gli occhi attenti di Liz che non capisce cosa sta facendo, il ragazzo glielo porta e lei curiosa gli domanda - Cosa? perché lo stai dando a me?- Liam si limita a sorridere malinconico, ha un valore importante per lui quell'anello - voglio che lo tenga tu per favore- lei annuisce accontentando il ragazzo. Liz alza lo sguardo, deve parlare di altro, non è andata da lui per parlare di questioni di cuore. Lo guarda decisa chiedendo quello che Liam forse aveva sempre più temuto nel momento esatto in cui la vista davanti alla sua porta. 

- come devo fare per vedere Elizabeth?

 

 

Jackson entra da Granny's, c'è poca gente la mattina, ma è l'ultimo giorno di vacanza e non vuole sprecarlo a poltrire a letto, così ha deciso di vedersi con Connor per parlare della prossima canzone. Avanza verso il bancone, Ruby lo saluta con un sorriso meraviglioso e poi gli porge due ciambelle, sa a memoria ogni ordine dei suoi clienti. Jackson ha già l'acquolina in bocca, le prende quasi con foga e si volta verso i tavoli, vuole quello vicino al box, almeno sente la musica anche li. Ma il tavolo è già occupato da Layla, inizia a sudare freddo, ha un po' paura della ragazza, sopratutto ultimamente che si comporta come una vipera nei suoi confronti. Jackson prende un grosso respiro e tentennando avanza verso il tavolo. 

- Hey- Jackson accenna ad un saluto e un sorriso che gli muore in gola quando lei alza lo sguardo gelido su di lui - cosa vuoi?- una domanda, più che altro un modo per liberarsi di lui, si capisce benissimo che non lo vuole intorno. Jackson allora prende l'iniziativa, senza che lei dica niente si siede di fronte alla ragazza, lei lo guarda tra il confuso e il seccato, lui allora inizia a parlare prima che lei possa replicare in qualche modo - lasciatelo dire okay? io non ho niente contro di te, anzi mi stai pure simpatica, dici sempre quello che pensi e non ti lasci intimidire da nulla, sono qualità che io non ho, quindi ho bisogno di sapere perché mi odi tanto?

Lei lo guarda, per un attimo non sa da dove iniziare, non vorrebbe rispondergli, farlo vorrebbe dire mettersi a nudo e lei non è pronta, ma non può nemmeno tirarsi indietro, le parole di lui diventato un eco che si ripete nella sua mente e non vuole smettere.

- Io non ti odio-  si alza di colpo, lui la guarda sorpreso, la vede andare via, allontanarsi, di nuovo fuggendo da lui. Ritorna a guardare le sue ciambelle, stranamente non aveva più appetito e niente al monto gli aveva fatto mai passare la fame prima di oggi. 

- Hey fratello - la voce calda di Connor gli fa alzare lo sguardo, probabilmente aveva visto tutta la scena, o forse era solo arrivato in quel momento, ma per Jackson non aveva molta importanza, non era un tipo timido o che si teneva tutto per se, anzi a volte lo rimproveravano per non riuscire a trattenersi dal dire qualcosa di stupido o imbarazzante. Sospira mentre Connor prende il posto di Layla, lui ha in mano un cappuccino, indossa una sciarpa blu, gli copre fino al mento, il freddo ultimamente è più presente che mai. Connor lo guarda curioso, non lo aveva mai visto così affranto, fa una smorfia divertita e poi scoppia in una rumorosa risata che distrae Jackson dai suoi pensieri - Non credevo che questo giorno sarebbe arrivato- Connor continua a ridere anche se cerca di smettere, scuote il capo con violenza e poi sospira guardando il migliore amico, non può fare a meno di sorridere anche mentre cerca di bere il cappuccino ancora troppo bollente. 

- Che hai da ridere?- Jackson chiede corrucciando la fronte e guardandolo male, sembra un bambino capriccioso offeso dall'amichetto di turno, Connor alza il capo guardandolo, questa volta comprensivo e quasi protettivo, in effetti Connor era sempre così nei suoi confronti, protettivo, quasi paterno, Jackson non gli aveva mai tenuto nascosto il suo rapporto con suo padre, rapporto che non esisteva, in un certo senso Connor si era sentito in dovere di prendersi cure di lui, gli veniva naturale. 

- E' la prima volta che ti vedo così per una donna, è una buona cosa- Connor annuisce con fare saggio, teatrale, Jackson lo guarda impallidendo, come se quello che stesse dicendo fosse fuori dal mondo, dal suo mondo. Per il ragazzo esistevano tre cose fondamentali al mondo: il cibo, la musica e sua madre. Il genere femminile per lui era un luogo oscuro e pericoloso che lo metteva in difficoltà. Il suo migliore amico ha sempre cercato di spronarlo un po', farlo uscire da quel guscio in cui si è rinchiuso. 

- Non dire sciocchezze sto solo cercando di capire cosa le ho fatto per farmi trattare come un idiota, mi è tornata la fame- un sorriso enorme spunta sul viso del più piccolo, Connor lo guarda ingozzarsi come al solito e gli scappa un sorriso, si ritrova a pensare a quanto sia ingenuo e buffo il suo migliore amico. 

 

 

Belle era sola in casa, Jackson sicuramente sarebbe tornato per pranzo, non lo avrebbe mai saltato, non c'era nessuna ragione al mondo per cui lo avrebbe fatto. Era strano come fosse uscito fuori così tanto buono, quando suo padre di buono non aveva mai avuto nulla. Le ci sono voluti anni per capirlo, anni di bugie e tranelli. Fissa quella lettera poggiata sul tavolo della cucina, lei seduta sulla sedia non aveva avuto il coraggio di aprirla, Elizabeth le aveva detto che l'aveva scritta lei e in effetti quel " per Belle" sembra proprio scritto da lei stessa, una calligrafia semplice e pulita. Elizabeth prima o poi sarebbe tornata, lo sentiva, lo sapeva. Guarda con terrore quella lettera, una volta letta le cose sarebbero cambiate e sicuramente avrebbe avuto molta più chiarezza riguardo quello che succederà a Jackson. Non ha fatto che ripetersi perché proprio lui, perché tra tanti era lui quello che sarebbe morto, non lo accettava, nessuna madre lo accetterebbe. Belle si alza dalla sedia, è più facile in piedi, la prende tra le mani tremolanti e insicure. Cosciente che quello che leggera la distruggerà ancora di più, ma deve farlo, per il bene di Jackson. Prende il foglio all'interno della lettera, è bianco, pulito, sicuramente scritto con calma, forse aveva avuto del tempo per farlo. Belle inizia a leggere le prime righe e già dall'inizio capisce che quel dolore era ancora forte, presente. 

Una Belle molto più grande è seduta su una piccola sedia, una camera da letto in stile medievale, non molto ricca, sembra molto piccola e piena di cianfrusaglie. E' china su quel foglio bianco, inizia a scrivere con l'inchiostro nero accanto al foglio, ogni tanto intinge la penna all'interno. 

" Cara Belle, o dovrei dire cara me, se stai leggendo questa lettera vuol dire che il piano di Elizabeth sta andando a buon fine, ti chiederai come una persona buona come te sia arrivata al punto di partecipare ad un piano tanto crudele e meschino, ma in fondo non possiamo mai dire cosa sia giusto o sbagliato. Si, è vero, quello che lei ti ha detto, che il mio bambino, il mio dolce bambino non c'è più, è un dolore atroce, che ancora oggi dopo quasi vent'anni dalla sua morte mi logora l'anima, quel dolore mi ha spinto a voler aiutare Elizabeth, perché in fondo anche lei ha perso molto, davvero tanto, tutti noi abbiamo perso molto. Ma c'è un modo e non te lo chiederei se non fossi così disperata. Tremotino verrà da te, ti convincerà che vuole cambiare, dirà la solita recita che ha imparato con gli anni e per qualche assurda ragione tu lo ascolterai di nuovo, lo accetterai di nuovo, quindi Belle ti chiedo di non farlo, non lasciare che lui ti inganni di nuovo e ti porti via l'unica felicità che veramente hai avuto. Il suo vero obbiettivo non è mai stato Jackson, lui ha salvato Lizzie, la sua giovane e ingenua amica, le gemelle sono l'obbiettivo di Rumple, il potere chiuso in loro, prima le separerà e poi le ucciderà. Jackson è stato un eroe, ma quel gesto nei confronti di Lizzie ha comportato gravi conseguenze, so che lei adesso ti sembra rude, crudele e quasi folle, ma devi fidarti di lei, devi fidarti di me, quindi di te stessa, Belle se questa lettera è nelle tue mani probabilmente io non ci sono più e l'unica speranza che le cose vadano diversamente è lei, aiutala, aiutala a salvare il mio bambino."

Belle sente le lacrime scorrere sul suo viso, non le asciuga, le lascia scorrere copiose sul volto, era scritta di suo pugno, la sua mano tremante dal dolore, non potrebbe sbagliarsi. Con lentezza si siede sulla sedia sulla quale era appoggiata prima. Guarda la sua cucina, da un momento all'altro lui sarebbe entrato e le avrebbe fatto un enorme sorriso andando dritto verso la pentola sul gas e chiedendo cosa ci fosse per pranzo, poi avrebbe brontolato qualcosa su una ragazza, ultimamente lo faceva spesso e dopo sarebbe salito in camera come ogni giorno. Il pensiero che tutto questo un giorno finisse la consumava dentro e ogni volta che vedeva il viso di suo figlio non faceva che sentire quella morsa sul collo che la bloccava, le impediva di parlare. 

 

 

Liam va verso la via di casa, ha ancora quello strano vuoto nel petto che non riesce a spiegare, forse le parole di Eve su sua madre l'avevano scosso più di quello che pensasse. Con capo chino continua a camminare, è quasi arrivato a casa, ma sente un suono, il suo nome, non riconosce la voce, non la mai sentita. Si volta verso la sua destra, è un immagine strana, gli fa uno strano effetto. Vedersi di fronte lui da grande non è una cosa da tutti i giorni, ma in fondo lui è sempre figlio di una ragazza raccontata in un libro di fiabe. Il giovane si ferma di colpo mentre il Liam del futuro si avvicina a lui, non avrebbe dovuto lo sa bene, ma c'erano cose che doveva dirgli. Cose nel suo passato che doveva salvare, rimpianti che lo hanno tormentato nel corso degli anni. 

- Possiamo parlare?

Liam, lo guarda, non sa cosa rispondere, non è il momento di aggiungere altri drammi alla sua vita, ma lui è li, avrà quell'aspetto, non fa che pensare cosa gli sia successo per essere finito di nuovo qui, indietro nel tempo. Liam annuisce avvicinandosi al ragazzo, non sa come comportarsi, non gli è mai capitata una cosa del genere, a nessuno del mondo è mai capitata. Il più grande lo guarda, uno sguardo malinconico e nostalgico. Ha quasi timore di parlare di ciò, sa benissimo quanto lo turbava quell'argomento, era come un tabù per lui, prende un grosso respiro e inizia a parlare, non aspetta nemmeno che lui risponda, si conosce benissimo da sapere che un no secco probabilmente sarebbe più probabile - Devo parlarti di tuo padre- Liam sbatte più volte le palpebre confuso, poi lo guarda in modo rude, duro, i suoi occhi si fanno sottili, quasi minacciosi - Non ho niente da dire su mio padre- Liam fa per andarsene, ma il più grande lo afferra per un braccio costringendolo a voltarsi, ha una forza maggiore, è allenato, si vede benissimo, Liam lo guarda in cagnesco, ma lui non demorde, anzi il suo sguardo si fa più duro di quello del giovane, lui lo ascolterà con le buone o con le cattive.

- Vieni con me 

I due sono dietro l'angolo di una casa vuota, è in vendita probabilmente. Il giovane Liam è seduto sulle piccole rampe di scale che portano alla porta posteriore della casa, mentre quello del futuro è in piedi, cerca di trovare le parole, ma parlare con un giovano Liam era davvero un compito arduo, Liam sospira nervoso, poi lo guarda negli occhi, vuole che capisca bene il messaggio, vuole che lo percepisca sulla pelle, che se lo ricordi bene a mente, che quelle parole diventino uno scrigno di cui farne tesoro. 

- Mio padre, in questo caso tuo padre…ha bisogno di te, devi stargli vicino, se non lo farai te ne pentirai, sarà il tuo unico rimpianto Liam, avrai la donna che ami al tuo fianco, avrai un bel castello da governare, avrai ricchezze e amore, ma avrai anche il rimpianto di non essergli stato vicino e questo peso te lo porterai dentro, me lo porto dentro ed è opprimente, ho bisogno che tu non faccia il mio stesso errore

Il giovane lo guarda confuso, colpito da quelle parole così dirette - Mio padre è una persona diversa forse da quella che conosci tu- Liam sorridendo beffardo scuote il capo, ma l'altro lo contraddice immediatamente - Cosa ti fa credere che lui ci sarà per sempre?

Liam non voleva farlo, non voleva dirlo, ma era l'unica chance che lui capisse, che comprendesse quanto quel dolore del padre è profondo, quanto in realtà quell'uomo sia l'unica famiglia che abbia mai avuto accanto per diciassette anni, quanto suo padre avesse bisogno di lui, ma il troppo orgoglio non ha mai aiutato. Il Liam del futuro sente un odore, un profumo che conosce, sembra investirlo di colpo, una dolce fragranza di vaniglia delicata. Si volta, aveva l'impressione che Elizabeth fosse li, ma c'erano solo delle ragazzine che camminavano per i fatti loro, scuote il capo amareggiato, vuole vederla, deve vederla, ci sono cose che la ragazza gli deve spiegare. Con lo sguardo affranto ritorna a guardare Liam, il giovane però è sparito, il ragazzo scuote il capo, ricorda com'era fatto, il tempo lo ha aiutato a maturare, ma in fondo era rimasto sempre quella testa calda che faceva sempre di testa sua. Poi di nuovo viene investito da quel profumo, questa volta ne è certo, non può sbagliarsi, va verso la strada principale, quel gruppo di ragazze sta ancora camminando, ne è certo, Elizabeth è li, camuffata tra quelle ragazzine, Liam cammina frenetico, non vuole passare per stalker, ma deve esserne sicuro, come se ne fosse certo, attratto in un modo particolare da una di loro, la volta dal braccio. Il suo cuore perde un battito, i grandi occhi chiari lo guardano sorpresi, non si aspettava di vederlo, o forse di essere stata scoperta, ma in fondo Elizabeth lo sapeva bene, voleva essere trovata nel suo subconscio, altrimenti non si sarebbe mai fatta vedere. Liam assume uno sguardo serio, duro e parla quasi con i denti stretti - dobbiamo parlare- Liam la prende per il braccio trascinandola verso la sua casa, sa benissimo che lei non gli farà mai del male, nonostante tutto lui si fida di lei, si fiderà sempre di lei. Elizabeth guarda con i suoi occhi grandi la finestra che mostra il cortile della modesta casa di Liam, la trascinata fino dentro, il ragazzo chiude la porta sbattendola forte, è arrabbiato, furioso con lei, con la rabbia che gli ribolle nelle vene gli domanda furente - Cosa diavolo stai combinando Lizzie?- Liam respira a stento, sente il petto alzarsi e scendere in maniera innaturale, il cuore va a mille per la rabbia e l'emozione di averla di nuovo li davanti a se. Elizabeth si volta di colpo, non ha più quel vestito nero, è vestita in modo normale, semplice, i capelli sciolti le arrivano sotto il seno, cadono morbidi e lucenti. La ragazza sbatte le mani ai fianchi esausta e nervosa - Cosa vuoi che ti dica Liam, che sono tornata indietro per finire il lavoro?- Liz alza le sopracciglia mentre Liam scocciato sposta lo sguardo, poi lo riporta su di lei avanzando si qualche passo per poi riprendere a parlare - Vuoi uccidere Tremotino, lo già ucciso io nel futuro, possiamo andare avanti…- Liam la guarda serio in volto, ma anche lei lo è, lo guarda, lui non potrebbe capire, non ancora, affranta lo guarda negli occhi, ci sono cose che lui ancora nonostante tutto non è a conoscenza, così inizia a parlare con un tono più calmo, caldo, sembra di rivedere la giovane Lizzie - Tutto questo lo sto facendo per te…mi riprenderò ogni cosa Liam, ogni cosa che ci ha portato via sarà come se non fosse mai successa…saremo tutti felici, io, tu, anche Eve..- Liam scuote il capo e poi avanza verso di lei arrivando fino a pochi centimetri da lei, deglutisce e poi la guarda iniziando a parlare fissandola negli occhi, quegli occhi che con il tempo cambiavano spesso, a volte erano azzurri come il mare, a volte riprendevano quella tonalità verde cristallo. 

- Le cose potrebbero andare diversamente, io potrei..- Liam non lo dice, ha quasi paura a dirlo, ma lei gli sorride, quel sorriso caldo che ha sempre riservato solo per lui - Andrà tutto bene…tu farai la tua scelta indipendentemente da tutto il resto…- Liz lo sorpassa avanzando verso la porta, si ferma un attimo, sa che lui le chiederà qualcosa, infatti il ragazzo si volta chiedendole - Come fai ad esserne sicura?- lei di nuovo gli sorride - Perché mi fido di te. 

Liz esce dalla casa lasciandolo solo, con quella sensazione di smarrimento e paura che si faceva spazio in lui. 

 

 

Liz e Hanna sono da Granny's, ormai è diventato il ritrovo di tutti i ragazzi, Connor le saluta da lontano e poi va verso Neal, i due insieme a Jackson suoneranno qualche pezzo. Hanna non smette di guardare Neal, non fa altro che pensare alle parole che le ha detto alla festa, ha provato in tutti i modi a scacciarlo dalla mente, in fondo non è niente per lei. Liz si volta, non ricorda bene le parole di Neal, in effetti di quella sera ricorda poco, era chiaro nella sua mente invece la grossa litigata con Liam avvenuta dopo il ballo, una cosa che non avrebbe dimenticato così facilmente. Scuote il capo ritornando a guardare Hanna, la ragazza sembra su una nuvola, un mondo tutto suo, guarda Neal con lo sguardo fisso nel vuoto, Liz schiocca le dita più volte di fronte al suo viso facendola trasalire, quando ebbe la sua attenzione lo domandò senza peli sulla lingua - Ti piace mio zio?- Hanna spalanca gli occhi colta all'improvviso, la guarda con le guance che le si colorano di rosso improvvisamente, Liz non può non sorridere di fronte ad una scena del genere, la Hanna dal cuore di ghiaccio era diventata un peperone rosso, lo stesso rosso del suo maglione, pensò. 

- Sei fuori di testa, ma l'hai visto, cioè è carino, sexy è biondo, ha gli occhi azzurri 

Liz scoppia a ridere di colpo, mentre Hanna si rende conto di quello che ha appena elencato, sono tutti pregi del ragazzo, ma lei voleva elencare i difetti, arrossendo ancora di più ingoia con ferocia i biscotti che ha di fronte. 

- Non c'è nulla di male se ti piace, sei una bellissima ragazza e lui un bellissimo ragazzo, o Dio vi ho appena immaginati insieme…- Liz si prende una pausa facendo un enorme sorriso che spaventa l'amica - siete perfetti, oh mio Dio devi chiedergli di uscire- Liz chiude gli occhi con sicurezza, Hanna invece per poco non sputava un polmone nel piatto, la guarda basita - Sei completamente impazzita?- Liz la guarda non capendo dove sia il problema, con un espressione ingenua sul volto, Hanna allora ne approfitta, nota Liam entrare nel locale è fa un sorriso malizioso, beffardo. 

- Ammetti che ti manca Liam è io ammetto che…insomma quello che hai detto- Hanna incrocia le braccia sicura di se, Liz la guarda in modo malinconico, non si aspettava quello sguardo così profondo e doloroso. Gli occhi verdi e cristallini di Liz si ricoprono di uno strato di malinconia, abbassa lo sguardo lungo il suo caffè-latte, socchiude gli occhi, ripensa a quella sera, al ballo quando lei è andata via da lui, in quel momento le cose si erano rotte, come un vetro che va in frantumi, qualcosa in lei le fa alzare lo sguardo, Hanna la guarda, cerca di darle tutto il suo supporto con lo sguardo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=kTv8TojcgDE

 

 La voce proveniente da lontano di Liam costringe Liz a voltarsi, i due si guardano per un istante, sembra interminabile, ma Liam rompe quel momento, si volta di scatto, con rudezza, non voleva guardarla, si rivolta verso Tom, il suo migliore amico, ha bisogno di distrarsi e vedere Liz su quel tavolo a pochi metri da lui non aiutava. Liz si alza di colpo, deve andare via da li, deve lasciare quel posto, Hanna alza lo sguardo preoccupata, non l'aveva mai vista così disorientata, nemmeno quando ha saputo dei suoi genitori, Liz sposta la sedia, fa rumore, prende nervosamente la sua giacca, decisamente troppo leggera per il freddo che fa di sera. Hanna si alza con lei, deve seguirla, deve starle vicino - Resta qui…di a Neal che torno a casa sola, grazie Hanna- Liz le sorride e si allontana lasciandola li, da sola. Liam ha notato la scena, resta immobile a fissare la sedia vuota di Liz, poi qualcosa lo smuove, gli dice che deve andare, che deve muoversi. Si alza di colpo, cammina quasi correndo, la nota andare verso la strada principale, deve fermarla. 

- LIZZIE 

Urla il suo nome, era da tanto che voleva farlo, urlarlo al mondo intero, aveva un suono bello è buffo allo stesso tempo. Liz si blocca di colpo, il cuore già agitato inizia a battere più forte, si volta lentamente, quasi ad avere paura che sia stato solo nella sua testa. Ma lui era li, un paio di metri da lei, era li davanti a lei. Gli occhi verdi di lei si spalancano, non ci crede, non capisce, ha solo confusione nella testa, ma di una cosa è certa, lui è li, è corso dietro di lei. Liam la guarda, ora che è la non sa che dire, non sa che fare, sapeva solo che doveva correrle dietro, che doveva fermarla, come se, se non lo avrebbe fatto sarebbe tutto finito, tutto cosa? si ritrova a pensare, in fin dei conti tra i due non c'è niente, anzi non sarebbe dovuto essere li, sarebbe dovuto andare da Eve, a parlare dei suoi problemi con lei, ma invece è andato da lei, di nuovo, qualcosa lo spinge verso la gemella bionda impacciata e insicura.

- Cosa vuoi?- in un attimo di lucidità Liz risponde con prepotenza, vuole un po' vendicarsi dal modo brusco in cui il ragazzo si è rivolto a lei, lui la guarda, sembra una corsa contro il tempo. Sente come qualcosa che lo spingere ad avanzare verso di lei, fa quei pochi passi e le arriva a pochi centimetri, non si avvicina più di così, ha paura di cosa potrebbe succedere se lei fosse troppo vicina. 

- mi dispiace per come ti ho trattato…la mia vita è un casino è me la sono presa con te perché tu…- Liam si blocca di colpo, con lei le parole gli scivolano dalla bocca, non si trattiene, le racconterebbe tutto di lui, vuole raccontargli tutto. Sospira nervoso e poi riprende a parlare. 

- sono stato uno stronzo quando tu non mi hai fatto niente…hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me…- Liam poi dice qualcosa che non vorrebbe dire, qualcosa che gli fa male solo al pronunciarlo - torniamo amici come prima, era bello parlare con te- Liam si morde la lingua, fa troppo male immaginarla solo per un istante con un altro, ma deve farlo, non può lasciare Eve, si sente in dovere di stare con lei, non vuole rovinare il rapporto crescente delle gemelle, se lui si mette in mezzo tutti gli sforzi che le due hanno fatto finiranno li. Liz lo guarda, lui non sa ben dire cosa pensa, ma legge chiaro nei suoi occhi un dolore immenso, come se le abbiano appena pugnalato il cuore, più volte. Lei ingoia quelle parole e poi sorride, un sorriso finto, lui lo sa bene, vorrebbe abbracciarla, dirle che andrà tutto bene, ma resta fermo li dov'è.

- Certo siamo amici, gli amici litigano- Liz sorride nuovamente, annuendo, poi si volta, cammina andando via, lontano da lui. Liz si sente a pezzi, molto peggio di come si sentiva prima, non riesce a non lasciarsi sfuggire quell'unica lacrima che le riga il lato sinistro del viso, l'asciuga di colpo continuando a camminare. Liam la osserva fin quando non sparisce dietro l'angolo della strada, anche lui, come lei, ha il cuore a pezzi. 


 

Neal scende dal palco, cantare gli da sempre un carica di adrenalina. Va verso il tavolo dove era seduto prima, c'è ancora il suo giubbotto di pelle, cerca con lo sguardo Lizzie, ma non la vede, sul palco era talmente concentrato sulla canzone che non si è accorto di nulla, immaginando che fosse in bagno si dirige verso il tavolo prendendo la giacca in mano, sente una voce, lieve, sembra quasi che se lo sia immaginato, si volta per sicurezza, in effetti è Hanna, ha uno sguardo corrucciato e impacciato, fa fatica a parlare con lui, soprattutto per via delle parole che le ha detto al ballo, imbarazzata cerca di non guardarlo mai negli occhi, parla in modo diretto e nervoso.

- Liz è andata via ha detto di andare a casa da solo…bene posso andare 

Hanna si volta di scatto, si incammina, rigida, sembra quasi un robot, Neal sorride, quella ragazza lo incuriosisce troppo - Hanna?- la ragazza si volta, ha un espressione ingenua sul volto, sembra un cucciolo, Neal sorride avanzando verso di lei - Da quando ti ho detto che sei bellissima ti comporti in maniera strana, prima non facevi altro che rispondermi male adesso scappi come un coniglio- Hanna alza le sopracciglia sbianchendo in volto, la rabbia le percorre tutto il volto, come poteva aver detto tutte quelle cose belle su di lui? come era stata così stupida? - Sai una cosa hai ragione volevo solo essere meno acida visto che sei stato gentile, ma visto che è un problema ti accontento subito- Hanna si volta incamminandosi verso l'uscita, ma di nuovo il ragazzo la raggiunge, questa volta sono fuori dalla locanda, Neal la fa voltare prendendola dal braccio e costringendola a guardarlo negli occhi - Smettila di fare la bambina capricciosa…non ho mai detto che non mi andava bene, solo volevo capire il perché fuggi sempre, ogni volta che mi vedi ti volti dall'altro lato facendo finta che non mi hai visto, dovrei essere io quello arrabbiato qui non tu…- Neal sposta di poco il capo di lato, cerca una spiegazione, gli occhi blu elettrici di lei lo guardano quasi impauriti, Hanna non era mai stata così vicina ad un ragazzo, mai, e lui era li, ha pochissimi centimetri da lei, i suoi occhi celesti come il mare la fissavano attendendo una risposta che lei non era capace di dare. Neal rilassa i muscoli allontanandosi di poco, quel poco per vedere meglio l'espressione arrossata e imbarazzata della ragazza, era lui ha provocare quella reazione contrastante, solo adesso capiva meglio il comportamento furtivo della bionda, quel suo scappare ogni volta che lo vedeva, era lui che la metteva a disagio, abbassa il capo amareggiato, poi sospira guardandola negli occhi. 

- Mi dispiace se ti metto in imbarazzo…- fa un sorriso tirato, forzato - Ci vediamo a scuola- Neal si volta andando verso la porta di vetro del Granny's. Hanna riprende a respirare, aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo, il cuore invece non la smetteva di battere all'impazzata, si sentiva colpevole, voleva dirgli che non era quello il vero motivo, non era in imbarazzo per via sua, o meglio non in senso negativo come credeva lui. Si porta le mani sul volto confusa, guarda al strada vuota, deserta, ha un po' di paura ad attraversarla da sola, si chiede come Liz non ne abbia avuto, poi un pensiero le arrivò in mente, aveva notato Liam correrle dietro, doveva sapere cosa era successo, se stava bene, si incammina anche lei, verso quelle vie buie. Neal la osserva dalla vetrata, si sente deluso, Hanna iniziava a piacergli sul serio, ma se lei non ricambiava era inutile anche solo parlarle visto come si comportava. 

https://www.youtube.com/watch?v=m15Xnqw1V6w

 

Liam entra in casa, la discussione con Liz lo ha reso più triste di prima, sale il primo scalino quando sente un rumore in cucina. Ritorna indietro, Philip è ancora in piedi, ha una bottiglia in mano, sembra davvero messo male, avrà bevuto tutta la serata, pensò il figlio. Liam corre verso di lui che è crollato a terra seduto vicino al frigorifero. Lo chiama "papà" dopo tanto correndo verso di lui, lo aiuta ad alzarsi, è davvero messo malissimo, con fatica lo fa camminare fino al divano del piccolo soggiorno, lo aiuta a sdraiarsi, era raro che capitassero questi momenti, ma succedeva. 

- perché lo hai fatto?- Liam con tono di rimprovero si siede sul pavimento, le parole dell'altro Liam rimbombavano nella sua testa, gli ha detto di stargli vicino, forse voleva avvertirlo di qualcosa che sarebbe successo, qualcosa di brutto. Liam non ci aveva mai pensato a cosa sarebbe successo se avesse perso suo padre, nonostante tutto era l'unica famiglia che aveva, l'unica su questa terra. - mi dispiace Liam…sono un pessimo padre..- Liam alza di poco il volto, quanto basta per vedere gli occhi tristi di suo padre, quel verde scuro fissare il vuoto del soffitto, non lo aveva mai visto così sofferente - Lei mi manca ogni giorno, ma non è questo il vero problema…- Liam annuisce, sa benissimo di cosa sta parlando, ma lui quel dolore non può conoscerlo, non lo ha mai visto. 

- avrei tanto voluto crescerlo, chissà adesso come sarà, se assomiglia almeno un po' a me…o ha preso tutto da sua madre…- Philip fa un sorriso, ha gli occhi lucidi, Liam lo vede bene, abbassa il capo, per tutta la sua vita ha vissuto con il fantasma della sua vecchia famiglia, di sua madre che non è riuscita a passare il portale insieme a loro, arrivata troppo tardi. Una famiglia divisa in due, da una parte Liam e suo padre, liberi sulla Terra e dall'altra Aurore e il primogenito, il fratello maggiore di Liam, quel fratello di cui non ricorda neppure il volto, ma quel ricordo aveva divorato il piccolo Liam già da piccolo, i racconti di suo padre, la tristezza nel parlare di loro. Liam prende il telefono - Hey, so che sono un'egoista e non dovrei chiamarti, ma ho bisogno di te, ti prego…- Liam attacca il telefono, guarda suo padre caduto in un sonno profondo, non lo avrà neppure sentito parlare. Una decina di minuti dopo Liam sente il campanello suonare, aprendo la porta la vede, è li, nonostante tutto quello che si sono detti Lizzie è di fronte quella porta, per lui. Ha un espressione preoccupata e triste allo stesso tempo. 

- mi hai chiamato- Liam cerca di sorridere, ma proprio non ci riesce - e tu sei venuta- Liam apre l'anta della porta facendola entrare, Liz nota il corpo addormentato sul divano, era facile capire che si trattasse di suo padre. I due ragazzi sono seduti sulle scale del soggiorno, uno di fianco all'altro, stanno stretti, ma in fondo non importa a nessuno dei due, anzi è piacevole sentire quel calore che trasmettono. 

- Mio padre è il principe Philip, quello di Aurora…- Liz non ha lo sguardo entusiasti che aveva avuto Eveline appena glielo ha detto, ma le circostanze sono ben diverse, Liam continua a parlare - Ho un fratello più grande, nel momento che dovevamo entrare tutti nel portale lui beh è scappato, non so cosa sia successo effettivamente, mia madre gli è corsa dietro, mentre io era in braccio a mio padre, ma non c'era più tempo, la maledizione è arrivata in un lampo, quando mio padre si è risvegliato sulla Terra, qui a Storybook loro non cerano più…- Liam ha gli occhi lucidi, Liz sente un magone alla gola, come se quel dolore fosse anche suo - Per tutta la vita non ha fatto altro che prendersi la colpa per non essere andato con loro, per essere rimasto li con me…è tutta colpa mia Liz, lui sarebbe felice se io non fossi stato d'impedimento…se io…- Liz urla, non ha paura di svegliare il padre, vuole che lui la sente bene - NON è VERO- Liz lo guarda arrabbiata in volto, lo costringe a guardarla negli occhi, ma Liam non riesce più a trattenere quelle lacrime che per anni ha trattenuto, anche Liz ha gli occhi lucidi, ma vuole dargli forza, quindi riprende a parlare affermando quello che ha sempre pensato - Tu non hai la colpa di nulla, se il destino è stato uno stronzo, se non hai conosciuto tua madre non è colpa tua okay, non sei il carnefice sei la vittima Liam….- la voce di Liz si spezza, ha cercato di essere forte, ma non ci riesce, Liam lascia per la prima volta che qualcuno lo veda piangere, la guarda trattenendo il fiato, ha a paura ad abbracciarla, non risponderebbe delle sue azioni, non con lei che lo guarda così, con quello sguardo che dice tutto. Ma è Liz che si avvicina, porge il volto del ragazzo sulla sua spalla abbracciandolo, cullandolo quasi, come si fa con i bambini quando si fanno male, Liam spalanca gli occhi, Liz lo sorprendeva ogni volta. Si lascia stringere a lei, assaporando il profumo di vaniglia dolce che la caratterizza. 

 

 

Hanna è quasi arrivata a casa, sua madre sarà furiosa per via dell'orario, veloce percorre il giardino, un rumore di foglie pestate la fa voltare, sobbalza appena vede una donna di fronte a se, una bella donna dai capelli rossi. Con il cuore a mille e la voce tremante domanda - chi sei?- Hanna fa dei passi indietro, la donna fa un'espressione delusa, arrabbiata - Ma come non riconosci nemmeno tua madre? 

Zelena si avvicina ad Hanna, la ragazza corruccia la fronte e fa altri due passi indietro confusa continua a chiedere - di cosa stai parlando? mia madre è Regina

Gli occhi celesti di Zelena diventano furenti - Deve sempre prendersi tutto ciò che è mio, mia madre, il regno, la gloria, tutto lei, tutti scelgono sempre Regina…- con sguardo furente riprende a guardare la figlia ormai terrorizzata da quella donna che sembra impazzita.

- Ma questa volta mi riprenderò tutto, iniziando da te che tu lo voglia o no tesoro sono io tua madre 

Zelena la guarda con occhi spiritati, sembra una pazza agli occhi della povera Hanna che non fa altro che indietreggiare, mentre la donna avanza. 











Salve a tutti, siamo arrivato già a metà storia, sono sicura che tra i nostri amici del futuro adesso avete le cose un pò più chiare, ma dobbiamo anche scoprire cosa sta succedendo a Eve per tutto questo tempo che è rimasta un pò piatta ultimamente, ma la vedremo presto in azione, grazie per le recenzioni, sono importanti per me, mi fanno capire che la storia piace e mi aiutano a crescre, a livello di struttura. Ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi di questo triangolo che si sta formando, chi è il vostro personaggio preferito? Adesso vi lascio in pace xD al prossimo capitolo.
Baci.

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Capitolo 7
*** Take the girl ***


Salve, volevo fare una piccola premessa, alla fine del capitolo la scrittura è più veloce, ci sono più dialoghi, questo perchè troverete più azione. Nel prossimo ci soffermeremo sui personaggi promesso. Vi lascio alla lettura. Baci! 



Take the girl

 

 

Hanna indietreggia ancora, quella donna le fa veramente paura, non credeva che qualcuno la potesse terrorizzare tanto, sente il cuore andare veloce e le gambe tremare, anche se non lo da a vedere, è sempre stata una ragazza forte, ma quello che si trova davanti è al di fuori da ogni immaginazione, Zelena alza un braccio verso di lei e la guarda sorridendo soddisfatta - Non fare idiozie- Hanna si volta di scatto, salvata da una voce familiare, ma che non ha mai sentito, la ragazza è bionda, occhi profondi e chiari, la guardano sicuro di se, Hanna vorrebbe ringraziarla per averla salvata, ma qualcosa le dice che le due si conoscono. Zelena abbassa le mani, come se obbedisse ad un ordine. Elizabeth si avvicina ad Hanna guardandola negli occhi, per un millesimo di secondo ha un espressione dolce, pacifica, poi tranquillamente la incoraggia ad andare via - E' meglio se torni a casa- Elizabeth la guarda seria in volto, questa volta sembra un ordine. Ordine che Hanna non si fa ripetere due volte, muovendo velocemente le gambe, avanza verso la porta di casa, le luci sono spente, probabilmente i suoi dormono già. Richiude la porta dietro di se respirando a fatica, spaventata si volta verso la parte di vetro della porta, è piccola, ma si riesce a vedere cose succede. Hanna alza di poco il capo per vedere meglio, ma non c'è nessuno. Si lascia scivolare lungo il pavimento freddo, appoggiando la schiena con la rigida porta di legno. Si guarda intorno ancora sopraffatta dalla paura, ha il terrore anche di percorrere le scale. Non capisce perché quella donna le abbia detto di essere sua madre, lei una madre ce l'ha, proprio al piano di sopra, proprio a due stanze dalla sua. Gli occhi blu elettrico guardano il buio di fronte a se, porte le ginocchia al petto, sembra una bambina spaventata, infatti lei ha paura, paura che il mondo le possa crollare da un momento all'altro, che quelle parole detto con disprezzo siano vere, che quella pazza fuori nel suo giardino possa aver detto la verità. 

Elizabeth e Zelena sono nel vecchio rifugio di quest'ultima, dove teneva prigioniero Gold. Elizabeth guarda con rabbia la strega, alza il capo, facendolo voltare leggermente verso la destra, fissandola con durezza, poi dice con voce limpida, chiara, diretta - Non fare mai più una cosa del genere- Zelena la guarda in cagnesco, odia prendere ordini dalle persone, soprattutto da qualcuno più piccolo di lei - Ricordami perché mi hai trascinato fin qui?- Elizabeth sospira stanca di dare sempre spiegazioni a tutti, guarda verso la finestra, il bosco è buio, privo di qualunque luce, un po' come lei - Tu hai creato la maledizione per tornare indietro adesso devi crearne una per rendere il corpo di una persona un virus per la magia- Zelena la guarda shoccata, impaurita che un incantesimo del genere possa addirittura esistere, è come la soluzione ad ogni problema o la causa. Confusa domanda - Cosa devi fare con una cosa del genere?- Elizabeth sorride in maniera soddisfatta, compiaciuta e poi afferma - Il miglior modo per sconfiggere Tremotino è privarlo della cosa a cui ha sempre tenuto in modo permanente…diventerà umano e nelle sue vene non potrà più scorrere nessun tipo di magia…- Zelena la guarda con un terrore negli occhi che la bionda non si aspettava, ma il suo sorriso compiaciuto costringe la strega a ricomporsi, tanto che Elizabeth si volta andando verso la porta non dicendole più niente. Zelena resta sola in casa, prende dalla tasca qualcosa, una cosa che aveva tenuto con se per tutti questi anni, una fotografia di una neonata, della sua bambina da piccola. Se l'era ripromesso anni prima, l'avrebbe ripresa, sua figlia era solo sua. 

 

 

La scuola ormai è ricominciata, per Neal è una vera scocciatura, deve fare solo l'ultimo anno, ma sa che per i suoi genitori quello non è la fine, dovrebbe andare all'università, e lui questo proprio non lo vuole fare. Percorre il corridoio della scuola, sbadiglia mentre Liz cammina di fianco a lui, ultimamente è più sull'attenti, sembra quasi che si nasconda da qualcosa, Neal ha capito da un po' che le cose si sono fatte movimentate, ma fin ora non ha mai chiesto niente, in fondo ci sono cose che non vuole sapere in qualità di zio. Annoiato afferma - Adesso sai tutta la storia- Liz annuisce, non le sono ancora chiare le idee, ma almeno sa la maggior parte delle cose. 

- Ragazzi- i due si voltano vedendo arrivare Connor e Jackson, i quattro ormai sono inseparabili. Liz cerca con lo sguardo qualcosa, o meglio qualcuno, Neal la guarda intuendo di chi si trattasse, nervoso la guarda sperando che la trovi, nonostante tutto vorrebbe vederla, ma di Hanna non c'è nessuna traccia, sono due giorni che la scuola è ricominciata e lei non si è presentata, Liz sicuramente sa qualcosa, ma Neal è troppo orgoglioso per chiederlo così direttamente, anche se inizia a preoccuparsi seriamente. Vorrebbe chiedere a sua nipote se in questi giorni almeno l'avesse sentita, ma lo sguardo preoccupato di Lizzie verso i corridoio gli facevano intuire che anche lei non ha sue notizie. Si morse un labbro pronto per dire qualcosa, apre la bocca per parlare, ma la campanella lo blocca di colpo facendolo trasalire. Liz guarda suo zio un po' confuso in mezzo alla folla, non si era mosso a differenza degli altri due ragazzi, mimando un ciao agli altri ritorna da Neal, restano soli nel corridoio. Liz poggia il capo di lato e allunga una mano verso il braccio dello zio, mandandogli il suo calore e tutto il suo affetto, gli sorride chiedendo con delicatezza - Qualcosa non va?- Neal le sorride tranquillizzandola, i due prendono a camminare lentamente uno di fianco all'altro. La luce filtra attraverso le vetrate della scuola, è una luce lieve, il sole è coperto da nuvole ma ogni tanto c'è qualche piccolo raggio che filtra attraverso esse. Liz si limita ad osservare i raggi entrare dalla finestra in maniera così prepotente, naturale, un po' come è l'amore in fondo, lui non chiede il permesso, non lascia scegliere di chi innamorarsi, ne chi amare. Sospira capendo che qualcosa in Neal non andava, è troppo taciturno e il suo viso imbronciato di certo non era un segno positivo. E' da un po' che i due non restava soli, a dire che tutto è iniziato con loro, con la loro strana amicizia di zio e nipote. Neal scrolla le spalle e poi le racconta dettagliatamente tutto quello che è successo dopo che lei è andava via dal bar. Liz annuisce ascoltando ogni parola, e due cose erano chiare nella sua testa: uno che Hanna e Neal chiaramente, palesemente, si piacevano e due che Hanna doveva darsi una mossa, sarebbe potuta arrivare da un momento all'altro una ragazza che accorgendosi quanto Neal sia fantastico glielo avrebbe portato via. Scuote il capo togliendo dalla mente l'immagine di sua sorella e Liam, non le faceva bene pensare ai due di prima mattina. Ricorda ancora il profumo del ragazzo su di se, è come se la sua memoria memorizzasse ogni cosa che riguardasse il ragazzo a partire dagli occhi tristi e misteriosi. Quando Neal con un sospiro nervoso fini di raccontare la storia si fermò di colpo. 

- Ha proposito di questo argomento fin ora non ti ho chiesto niente perché non ero veramente molto sicuro di voler sapere la risposta, ma Liz cosa sta succedendo tra te, Eve e Liam? non mentirmi, non sono cieco- Neal abbozza un sorriso ironico e Liz si morde la lingua, non sa nemmeno cosa dire in realtà, non sa esattamente cosa sono lei e Liam, sono amici, ma non lo sono veramente, sa che prova dei sentimenti per lui, è sono forti, ma sa che deve dimenticarlo, suo zio la guarda sereno, senza pregiudizi, in effetti la sua è una semplice domanda più che un'accusa. Sospirando la ragazza si appoggia al muro di fianco al ragazzo, il sole che filtra dalla finestra di fronte schiarisce gli occhi di entrambi, un profondo verde smeraldo e un piccolo pezzo di oceano. Liz abbassa il capo iniziando a raccontare - Credo che io e Liam ci piacciamo, cioè io sono sicura di quello che provo per lui, ma lui sta con Eveline quindi il caso è chiuso- Neal prende aria, come se si prendesse del tempo per pensare, poi con un gesto semplice alza il volto verso i raggi del sole, cercando di non chiudere gli occhi - Ho visto il modo in cui ti guarda, non guarda Eve come guarda te- Liz lo guarda, se da un lato quella frase la rende felice, una parte di lei non può fare a meno di sentirsi in colpa per Eve, che come per destino o sfortuna, era apparsa nei corridoi e si era fermata proprio davanti a loro, dal sorriso stampato sul volto sembra non aver sentito la discussione. Si avvicina a passo svelto, muovendo la sciarpa rosa confetto, arriva davanti ai due con ancora il sorriso sul volto, Liz si sentiva una traditrice, nonostante non avesse fatto nulla, ma solo il pensiero di essere innamorata del ragazzo di sua sorella la faceva stare male. Neal noto il cambio di espressione e decise di intervenire. 

- non vi avevo mai visto insieme in effetti…- Neal tra l'imbarazzo e la tensione cerca di fare da tramite al silenzio imbarazzante che si sta creando. 

 

Durante la ricreazione Jacksonè seduto vicino Liz, i due sono nel tavolo da soli, probabilmente nelle classi di Connor e Neal la lezione si è prolungata. Eve ha deciso di sedersi con Liam lontano, Liz nota questo cambiamento e non può fare a meno di pensare che lei sapesse qualcosa o che avesse sentito tutta la discussione avuta con Neal. Sospira cercando di capire anche perché Jackson è così silenzioso, non è proprio da lui. Appoggia la mano sulla guancia tenendosi con il gomito sul tavolo, non ha proprio appetito, stanca chiede - Oggi cosa ti prende?- lui distrattamente morde il panino e poi si volta verso di lei, ha leggermente la stessa espressione della ragazza - Perché voi donne non dite mai quello che vi passa per la testa?- Liz corruccia la fronte confusa, poi si mette seduta dritta, ferita nell'orgoglio, in modo ironico - Noi donne? bellezza siete voi maschi che avete i neuroni in palla- Liz difende il genere femminile con orgoglio mentre Jackson alza le sopracciglia poco convinto - Sarà ma non si capisce mai quello che volete- riprende a mordere il panino, e solo allora Liz sorride rilassandosi e si mette nella posizione di prima, ha uno sguardo da bambina in questo momento, guarda un punto impreciso davanti a se e sospirando riprende a parlare - Sai il punto non è mai cosa vogliamo, quello lo sappiamo benissimo e ve lo diciamo pure, ma voi non state a sentire veramente, partecipate alla conversazione vero, ma quando si tratta delle cose dette sottintese sembra che il vostro cervello si azzeri- Jackson la guarda, chiaramente parla di qualcos'altro, lui voleva solo sapere perché Layla lo schifava tanto, ricordandosi della ragazza la cercò con lo sguardo, era al tavolo dei popolari, con Eve e Liam, mugugna qualcosa e poi torna dal suo panino. 

Eve guarda Liam ridere e scherzare con Tom, ha un sorriso limpido, semplice, più lo guarda più capisce che non vuole perderlo, poi un pensiero le sfiorò la mente, si volta verso il tavolo dove è seduta sua sorella, ma per fortuna non sta guardando dalla loro parte, si sente sollevata, ha come paura che basterebbe uno sguardo di Liz per far si che Liam la lasci. Si sente una stupida a pensare una cosa del genere, dovrebbe lasciarlo libero, è chiaro come il sole che al di la del piacergli lui non prova veri sentimenti nei suoi confronti, ma per la prima volta nella vita prova qualcosa di forte e non vuole lasciarlo andare. Liam si sente osservato e si volta verso Eve sorridendo, ma dentro ha un uragano, una tempesta, ogni muscolo gli diceva di correre via da li, lontano da tutti. Abbassa il capo, non è in grado di guardarla negli occhi, ogni volta che li guarda rivede quelli di sua sorella e non è giusto nei suoi confronti, Liam torna a guardare il suo piatto, avrebbe messo fine alla storia prima che si facesse seria, non vuole che Eveline soffra, non può permetterlo. Ma poi ripensa alle due ragazze, a quanto è stato bello vederle unite, vicine, a quanto è stato importante il passo che hanno fatto l'una verso l'altra, quello non può rovinarlo, e se questo vuol dire stare con Eve per il bene di entrambe l'avrebbe fatto, anche se era doloroso cercare di non provare più quel sentimento che gli rodeva l'anima ogni giorno. 

 

Hanna è sotto le coperte, sono giorni che finge di stare male, non ha detto nulla a sua madre, ha paura di quello che potrebbe dirle, paura che quella pazza furiosa fosse realmente sua madre, che la sua vita sia sempre e solo stata una menzogna. Allunga le coperte fino a coprire anche il volto. Ormai è pomeriggio inoltrato e sicuramente tutti sono usciti da scuola, ripensa alla discussione avuta con Neal, schiaccia la testa con il cuscino per scacciare via l'immagine del ragazzo dai suoi pensieri, ma ci pensa il rumore dei passi a distrarla, seguito da un lieve bussare - Hanna è venuta Lizzie a trovarti..- la voce di Regina è un eco nella sua mente, non fa altro che ricordarle quello che era successo. La porta si apre e Liz entra, Regina scende, vuole lasciarle il suo spazio. Liz gira la stanza fino ad arrivare al letto dove Hanna è affondata sotto le coperte, la ragazza cerca di capire cose abbia, ma a giudicare dalle varie schifezze intorno al letto era da escludere che fosse malata, si siede sul letta facendo mugugnare e brontolare l'amica poi sorridendo incomincia a parlare - Vuoi dirmi che succede o devo tirare ad indovinare e sai benissimo di cui ti parlerei..- con un sorriso malizioso Liz le tira via le lenzuola e Hanna si ritrova con l'aria gelata della stanza a rabbrividirla. Si mise a sedere sbuffando rumorosamente, chiaramente fatto di proposito, Liz sorridendo l'affianca sul letto appoggiando anche lei la testa sullo schienale di legno del letto, chiaramente con i cuscini sopra. Hanna prende un pacco di patatine che aveva appoggiato sopra il comodino e senza dire una parola lo passa a Liz, non le andava di parlare, non ancora, ma si sentiva già meglio con la ragazza accanto. Liz sorrise prendendo una patatina e guardando l'amica che aveva assunto un'espressione buffa e imbronciata. Liz allora volendo aumentare la dose la guarda con uno sguardo da chi la sa lunga e poi afferma convinta - Sono sicura che oggi Neal stava per chiedermi di te - annuendo con fare saggio prese un'altra patatina, sotto gli occhi imbronciati, ma comunque attenti alla discussione di Hanna. Qualcosa in lei però ha fatto scattare una lampadina, Liz le aveva detto subito dei suoi problemi, lei invece aveva ancora un po' di timore, forse perché la sua storia era quasi più assurda di scoprire di essere la figlia di Hook, okay forse no, pensò Hanna, ma aveva comunque paura di essere presa per pazza. Hanna prese il telecomando sul piumone color limone chiaro e si mise comoda sul letto, le avrebbe detto tutto, presto. 

 

 

Belle è in libreria, ormai è sua, ci sono pochi clienti, consolata dal fatto che sono tutti abituali, va verso il retro della libreria, li può avere un po' di pace e tranquillità, non che in una biblioteca ci sia confusione, ma sembra che ogni cosa le dia fastidio, forse i troppi pensieri che ha ultimamente la rendevano più suscettibile del solito. Va verso l'enorme libreria, quella contenente i libri più vecchi, solitamente nessuno li richiedeva. Con la mano prende un libro posto in alto. 

- sapevo di poterti trovare qui 

Belle perde un battito, poi un altro, era come se qualcuno le stesse pugnalando il cuore, più volte, a paura a voltarsi, spera fino alla fine che tutto si stia svolgendo nella sua mente. Ma quando si volta i suoi occhi celesti si spalancano, Tremotino è proprio di fronte a lei, senza poteri, apparentemente, se la maledizione aveva riportato tutti a Storybook aveva anche lasciato la magia dall'altro lato. Belle lascia cadere il libro che ha in mano, un impeto di rabbia la fa indietreggiare fino a sbattere con la libreria, lui invece sorride imbarazzato, sembra quasi disperato, ma Belle ha imparato con il tempo e le varie bugie, che dietro quel viso dispiaciuto e terrorizzato si nascondeva un vile codardo che non è capace di amare, se non se stesso. Lui avanza di qualche passo e Belle indurisce lo sguardo ringhiando quasi un " cosa ci fai qui?". Rumple la guarda, non l'ha mai vista così arrabbiata, sembrava sul punto di sbranarlo con lo sguardo.

- voglio vedere mio figlio 

Belle spalanco gli occhi e puoi sorridendo in modo ironico scuote la testa, in modo frenetico, nevrotico. I suoi occhi celesti si tingono di rabbia, con tono sprezzante urla - Tu non vedrai mai mio figlio. 

Lui allora la guarda con un sorriso malizioso e furbo, calcolato - è anche mio figlio se non erro- Lei allora sposta il capo di lato, in quel momento avrebbe davvero apprezzato un'apparizione di Elizabeth come faceva di solito, ma probabilmente non si sarebbe fatta mai vedere da lui. 

- E se non erro hai scelto il potere alla famiglia, quindi Rumple esci da questa stanza e sparisci dalla mia vita, per sempre…mi hai ingannata, manipolata così tante volte che ho perso il conto, ma non ti azzarderai a fare lo stesso con mio figlio, lui non è come te…non è un codardo 

Rumple sgrana gli occhi e fa dei passi indietro, quelle parole, "quella parola" detta da lei era come se gli avessero strappato il cuore dal petto, cuore nero e privo di sentimenti certo, ma Belle era comunque una costante fissa nella sua vita e vedere quanto lei sia arrivata ad odiarlo con il tempo lo distruggeva, più di quanto lui stesso credeva possibile, è come vedere una Belle completamente diversa, certo Elizabeth aveva rimarcato il male che lui rappresentava, ma Belle è più che sicura che lui l'avrebbe usata nuovamente solo per suo compiacimento, è come se lei fosse un bambola con cui giocare quando gli pare. Indurendo lo sguardo e capendo che lui non avrebbe fatto un passo per andarsene, decide di uscire lei dalla stanza. Ma quando si trovò nel piccolo corridoio che separa la libreria dal retro si ritrovò a sobbalzare dallo spavento. Elizabeth è appoggiata al muro, non indossa più quel vestito nero a strascico, forse per attirare meno l'attenzione. Ha uno sguardo serio e calcolatore, le braccia incrociate e i capelli legati in una coda morbida, fatta in modo distratto, non ha proprio l'aria di essere un'assassina, ma se le parole che aveva letto su quella lettera erano vere ora capiva quel vuoto nello sguardo della ragazza. Ancora un po' scossa domandò - Sei stata qui tutto il tempo? potevi intervenire, lo vuoi morto no?- lei la guarda senza dire una parola, poi stacca la schiena dal muro e le spiega in modo diretto e schietto - Non posso ucciderlo adesso…tu non puoi sentirlo, ma ha i suoi poteri, tutti quanti- Belle scuote il capo non capendo - Hai detto che Liam ci è riuscito- Liz cambia espressione, come se ci fosse una luce diversa, Belle lo nota ogni volta che parla del ragazzo - L'ha fatto nel momento giusto, ovvero quando stava rubando i miei poteri, è li che è vulnerabile- Belle riunisce i pezzi guardando Liz come se fosse la cosa più ovvia di sempre - Ecco cosa è venuto a fare, avvicinarsi a Jackson era solo una scusa, è venuto per rubarvi i poteri- Liz non dice nulla, ma nemmeno smentisce, si limita a sospirare in maniera nervosa e guardare la donna trattenendo la sua rabbia. 

 

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Eveline è seduta sulle scale del portico di casa. Sua madre è in giro con sua nonna chissà per quale motivo. Vorrebbe chiamare Liam, ma c'è qualcosa che la frena. Sospira guardando lo schermo del suo telefono. Sente un rumore di passi provenire dietro di lei, sicuramente è suo padre, l'unico in casa in quel momento, poi lo sente esclamare - Cosa ci fai qui da sola?- sente del calore provenire dal qualcosa al suo fianco, Hook le si è seduto vicino e il suo braccio forte strofina con quello minuto della figlia. Era raro che i due parlassero o avessero un momento solo per loro. Hook la guarda con i suoi occhi azzurri, è strano come nonostante fosse lei quella che assomigliasse di più all'uomo fosse anche quella meno legata. Eveline si è sempre sentita quasi in competizione per il suo affetto, ma Liz ha sempre avuto la precedenza, in compenso però vale l'inverso con sua madre, ha un rapporto speciale con Emma, cosa invece che Liz non ha. Abbassando il capo Eve risponde alla domanda con voce bassa - Pensavo- un suono lieve, Hook intuisce che qualcosa turba la sua bambina. 

- Puoi parlarmi se qualcosa non va?- Eve si volta, stenta a credere a quello che sente, forse non è semplicemente abituata che per una volta le attenzioni dell'uomo sono rivolte solo a lei. Sorride incerta e insicura su cosa rispondere, vedendola in difficoltà Hook riprende a parlare - Non mi dirai che avete di nuovo problemi di cuore, no per favore- Hook alza gli occhi al cielo in modo teatrale e drammatico, Eve si lascia scappare un risolino, suo padre in fondo ci aveva anche azzeccato. Eve prese coraggio è gli chiese quello che veramente le frugava per la mente prima che il padre la raggiungesse. 

- Cosa faresti se la persona che hai accanto non ti amasse veramente? se fosse innamorata di un'altra persona 

Hook allora corruccia la fronte decisamente confuso, solitamente era Liz quella con questi generi di problemi e per farla parlare ci volevano giorni e giorni, Eve è diretta, spigliata, senza peli sulla lingua. - Credo che Liam non ami me ma Liz- Le c'è voluto tutta la suo forza d'animo per dirlo, soprattutto a lui, ma in fondo sente che in questo momento deve dirlo, deve togliersi questo peso dal petto. Lui allora si irrigidisce e la guarda con disappunto - Preferirei che quel damerino stesse lontano da entrambe- poi sospira, non è il momento di fare il padre iperprotettivo, deve consigliarla, ma è difficile per lui, ex donnaiolo incallito. Eve lo guarda, è strano pensare come lui in realtà fosse un pirata, in effetti ora capisce tutte quelle immagini trovate sulla cronologia del suo portatile di navi. Sorride al pensiero di suo padre, con un paio di occhiali e una coperta di lana di sopra in piena notte a cercarsi modelli di navi di tutti i generi. Poi sente la sua voce e si riprende dai suoi pensieri, concentrandosi nuovamente su suo padre. 

- Non posso dirti cosa fare tesoro, ma posso darti un consiglio, per me siete speciali entrambe, ma l'amore funziona in modo irrazionale, non credo che lui avesse progettato di innamorarsi di tua sorella…anch'io non credevo di potermi innamorare di nuovo, ma poi ho conosciuto tua madre..- Hook fa un sorriso a trentadue denti, quella scintilla negli occhi ogni volta che parlava di loro due. Eve sente una morsa allo stomaco, sa benissimo che dovrebbe lasciare Liam, liberarlo da questo legame che evidentemente non porterà mai a qualcosa di concreto e vero. Guarda nuovamente suo padre, c'era un'altra cosa che doveva chiedergli prima che lui rientrasse in casa. 

- Solitamente non mi chiedi mai come sto o cosa mi balena per la testa

Hook allora fa un sorriso smagliante che la ragazza non comprende, lui con naturalezza passa il braccio al collo della figlia abbracciandola come meglio può. 

- Tu sei sempre stata indipendente, forte, ogni volta che ti parlavo ti chiudevi a riccio, così ho deciso che avrei vegliato su di te da lontano, se stavi male chiamavo subito tua madre, so quanto sei legata a lei…non faccio preferenze sulle mie bambine Eve 

Lui la guarda negli occhi celesti e per un secondo Eve si è sentita colpevole di avergli rivolto quella domanda, ma il secondo svanisce quando l'uomo riprende a parlare. 

- E' vero che passo più tempo con tua sorella, ma questo non vuol dire che le voglia più bene di te Eveline, scenderei all'inferno se dovessi per te 

Eve si lascia scappare delle piccole lacrime, si lascia abbracciare più forte da suo padre, non è da lei piangere come una bambina, ma quelle parole sono quelle che si è sempre voluta sentire da tutta la vita, forse Liz ci è arrivata prima, per quanto fosse chiusa e insicura, non si è mai posta il problema con i suoi genitori, nonostante con Emma parlasse poco e non avesse il loro stesso rapporto non se ne crea un complesso, sa che sua madre l'ama e le basta, invece lei ha sempre sentito sulla pelle quella mancanza. Probabilmente quel suo essere sempre un passo avanti a Liz è dovuto a questo, ha sempre ritenuto lei la preferita di papà, almeno fuori dalla porta di casa è lei quella che viene prima, forse l'incrinarsi del loro rapporto ha radice proprio li. Ma adesso c'è un nuovo problema: Liam. Cosa deve fare con il ragazzo? E' ormai diventato palese che lui non l'avrebbe mai amata, ma ha bisogno di esserne sicura, è solo una persona sapeva cosa sarebbe successo nel futuro, persona chiaramente che proveniva da esso. 

 

 

Jackson è ancora a scuola, i corsi supplementari lo costringono a stare fino alle sei se necessario. Sbuffa picchiettando il piede sotto il banco, tra poco potrà uscire da quella porta, nemmeno a dirlo sente la voce del professore che li incita a tornare a casa, ringrazia mentalmente il destino e prende lo zaino appoggiato a terra. Connor sicuramente lo starà aspettando a casa sua per una sana dose di videogiochi. Il corridoio è vuoto, fa un po' impressione in effetti vederlo così tetro. Sente una voce in fondo al corridoio, riconosce quella di Layla, parla di qualcosa tipo moda o cose del genere. Si affaccia alla porta, guardandola dare lezioni ad altre tre ragazze. Layla si sente osservata, si volta di scatto, non sa nemmeno lui perché si comporta da stalker. 

- Per oggi abbiamo finito 

Le tre ragazze si alzano uscendo dalla classe, Jackson si trova in difficoltà, lei non lo ha sgridato, non gli ha detto niente. Semplicemente ripone dei foglie in un quaderno per poi metterlo nel suo zaino. Jackson apre la bocca per dire qualcosa, ma lei si volta con i suoi occhi nocciola fissi sul ragazzo. Layla è una bella ragazza, forse il suo atteggiamento da svampita lo nasconde agli occhi della gente. 

- Vuoi qualcosa?

Stranamente ha un tono gentile, calmo, non è quasi da lei comportarsi così, dov'è finita la vera Layla, si ritrova a pensare Jackson. Incerto risponde - Niente ho sentito parlare e mi sono incuriosito- lei semplicemente annuisce e poi gli sorride - aspetta mi hai sorriso?- Jackson non crede ai suoi occhi, apre e chiude le palpebre più volte, quella decisamente non è Layla. La ragazza fa spallucce e poi si allontana da lui, uscendo dalla classe e lasciandolo solo. Jackson si porta la mano ai capelli lisci e castani, qualcosa non quadrava, lei non è mai così gentile, dov'è finita la ragazza che lo rimprovera di ogni cosa che fa. Quando si ritrovò davanti allo schermo piatto di Connor, con la signora Lewis che lo riempiva con leccornie di tutti i tipi, viziandolo in maniera esponenziale, si ritrovò costantemente con la testa tra le nuvole, tanto che Connor spense la TV e una volta che sua madre oltrepassa la porta della sua stanza richiudendola dietro di se, guarda il migliore amico con rimprovero. 

- mi dici che ti succede, non hai nemmeno mangiato gli orsetti gommosi e so che tu ne vai matto, ogni volta non me ne lascia manco mezza zampetta

- niente niente torniamo a giocare 

- ti ho ucciso dieci volte 

Connor lo guarda scettico, poi sospira, chiaramente quando un ragazzo si comporta così come un imbecille c'è di mezzo una donna. 

- Cosa è successo con Layla…ti comporti come se fossi innamorato di lei

Jackson spalanca gli occhi scuotendo velocemente il capo - no no no no io no tu piuttosto hai voluto ballare con Liz- Connor allora sospira, veramente il suo amico non ne capiva niente d'amore, è proprio ceco nel non vedere che Liz è pazza per un altro. Rassegnato che con il suo amico non avrebbe possibilità di spuntarla si mette comodo sul divano posto davanti al suo enorme letto. 

- Jackson o negli occhi hai due enormi prosciutti o molto più probabilmente non fai proprio caso alle cose…comunque non per riprende di nuovo l'argomento, ma se ti turba tanto il comportamento di Layla chiedile cose le sta succedendo e falla finita…così almeno mi ridarai indietro il mio migliore amico e non questa sfaticato…tra poco ti metti a scrivere canzoni depresse…- Connor si sporta un po' verso il tavolino prendendo un pacco di patatine, di certo non si preoccupata della dieta, magro per com'è, mentre Jackson nonostante fosse tentato ha leggermente perso l'appetito, è questo che aveva fatto scattare in allarme l'amico. La signora Lewis ritorna, non fa parte dei reali, orami sapevano tutti a quale mondo appartengono. Ma la donna è gentile, buona, sempre premurosa con tutti, anche il marito che sta molto spesso via per lavoro ha un buon rapporto con Jackson. Non ha mai conosciuto suo padre, ma Belle lo ha dipinto come il male assoluto e a chiunque lui domandasse otteneva sempre la medesima risposta. La donna entra in camera guardandolo preoccupata - Non hai mangiato niente, sicuro di star bene?- Jackson le fa un sorriso, quella donna lo vizierà sempre, pensa Connor mentre si abbuffa di patatine attendendo che la madre riesca dalla sua camera. 

- Non preoccupati Camille sto benone anzi mi è venuta fame- Jackson prende il pacco di patatine che Connor mangia tranquillamente, il ragazzo lo guarda male, ma si arrende, nonostante non fosse suo fratello, sembrava che fosse il cocco della famiglia. Amareggiato si alza andando verso il computer, almeno li qualcuno online con cui giocare lo avrebbe trovato. 

 

 

Liam, quello del futuro, esce in giardino, Eve non è voluta entrare, ha paura di entrare, forse perché sa già la risposta alla sua domanda e sicuramente non vuole farsi vedere debole da lui, lei non riesce a nascondere le emozioni come Elizabeth. Liam la guarda, è strano trovarsela così giovane di fronte a se, le sorride prima di chiederle il motivo della sua visita. 

- Vorrai chiedermi qualcosa?

Eveline lo guarda, è bello, più bello di quando lo aveva visto la prima volta in fin di vita, si morde un labbro, le parole sembrano non volere uscire dalla sua bocca, come bloccate. Ma poi il pensiero che quel dolore che prova adesso diventi più forte le da coraggio, se qualcosa ti ferisce la cosa migliore è estirparla via il più presto possibile. 

- Non sono io vero? 

Liam fa finta di non capire, non vuole rivelare troppo, ma Eveline è sempre stata un passo avanti a tutti

 - Non sarà io al tuo fianco, giusto?

Lui non risponde, quasi incapace di proferir parola, in effetti non sa nemmeno cosa deve dire, è così surreale la situazione, lei riprende a parlare - Va bene così, puoi dirmelo - Liam la vede sul punto di piangere, si sente uno stronzo, nonostante questa discussione l'abbia avuta anni fa, ma riviverla non è una cosa così facile. 

- Non perdere tempo dietro me…tu sarai felice, nonostante tutto tu sarai quella più felice…lo troverai prima di quanto credi 

Eveline corruccia la fronte non capendo di cosa sta parlando - Cosa dici?- lui le sorride, ha un sorriso bellissimo, Eve si da della stupida solo per pensare a questo in un momento del genere - L'amore…non sono io il tuo amore 

Liam sorride in modo sereno, quasi consapevole di quello che attende la ragazza, in un certo senso questo la rassicura e le da coraggio per fare quello che deve. 

 

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Eve si trova vicino a Granny's, Liam, quello di questo tempo avanza verso di lei, lui non sorride, non lo fa più molto spesso. I due sono uno di fronte all'altra, lui sente che qualcosa non va, Eve non ha il suo bel sorriso sul volto, la ragazza non sa come dirlo, non sa nemmeno se è sicura di dirlo, ma poi guarda il suo sguardo, così diverso, i suoi occhi non brillano quando la vede, non come brillano per Liz. Abbassa il capo cercando di non piangere, cercando di trovare le parole giuste, quelle più adatte, ma non ci sono parola adatte per lasciare un uomo che si ama. Alza lo sguardo, non nasconde gli occhi lucidi, Liam sente una morsa alla gola, vorrebbe fuggire da li, si aspetta cosa sta per dirgli, ma rimane li, merita di sentirsi così male. 

- Forse siamo andati troppo veloci…io non so…non riesco a capire cosa provi…Liam io credo che…- Liam la guarda e Eve capisce che se lo aspettava, non è affatto sorpreso a giudicare dalla sua espressione seria. Sospira prendendo più fiato possibile, quanto vale ormai dire tutto. 

- Tu non provi nulla per me e anche se continuiamo ad uscire insieme non mi guaderai mai come guardi lei, io merito qualcuno che mi guarda come tu fai con Lizzie…lo stavo per fare di nuovo che stupida…- Eve non riesce a trattenere le lacrime - Eve…- lui cerca di consolarla, ma lei riprende a parlare - E' successo pure a New York, mi sono messa con un ragazzo che lei voleva, lo faccio sempre, prendere tutto ciò che è suo, per cosa poi, per la mia stupida fissazione che mio padre preferisce lei a me…me lo merito, non sentirti in colpa, solo che questa volta è diverso, provo davvero dei sentimenti per te…e devo smettere perché è chiaro come il sole che per te lei è tutto…è il tuo sole Liam e io te lo stavo spegnendo…questa volta non farò l'egoista- Eve sorride asciugando le ultime lacrime che versa. Il telefono le squilla, guarda di chi è il messaggio, è Liz. Sorride in modo ironico. 

- Devo andare, Liz vuole vedermi…prenditi la ragazza Liam 

Eve si volta allontanandosi. Scosso e confuso si avvia verso il locale, tutti i suoi pensieri spariscono quando vede Lizzie insieme e Neal da Granny. Cosa ci faceva li se ha mandato il messaggio ha Eveline. Va verso i due preoccupato, sente che qualcosa non va, sta succedendo qualcosa.

- Lizzie? cosa ci fai qui?

Lei lo guarda confusa, poi con fare ovvio risponde - Mangio un panino?- dice indicando infatti il cibo posto sul tavolo, Liam allora scuote il capo - Non intendevo questo, hai mandato un messaggio a Eveline proprio un paio di minuti fa- Lizzie lo guarda come se stesse dicendo cose insensate - Liam sul serio che cosa hai bevuto? sono stata da Hanna e poi con Neal tutto il tempo, ho pure il telefono scarico…è impossibile…oh mio Dio- Lizzie che cercava il telefono nella borsa per farlo vedere a Liam non lo trova, spaventata guarda il ragazzo e poi Neal che si alza di scatto - Vado a chiamare i tuoi genitori, voi andate a cercarla- Neal esce dal locale, i due si guardano in faccia, ci sono tante cose che Liam le vorrebbe dire in questo momento, soprattutto della rottura con Eveline, ma non è il momento, adesso Eve ha la priorità. 

Eve cammina lungo gli alberi, più ci pensa più è strano che sua sorella le abbia chiesto di incontrarsi li, Lizzie è più una persona da mare che da montagna e poi con tanti posti in città dove poter parlare proprio un luogo così nascosto. Si guarda intorno, tra poco il sole tramonterà, anzi sta già calando, si porta le mani alle braccia per via del freddo, le ha mandato una dozzina di messaggi ma non ha mai avuto nessuna risposta. Stanca si appoggia a quello che sembra un pozzo, sembra vecchio, antico, ci sono delle rampicanti intorno ad esso. 

Quando Neal è entrato nell'ufficio, Emma non si immaginava che gli avrebbe detto una cosa del genere, perché qualcuno dovrebbe ingannare sua figlia, perché prendersela con Eve, forse la Elizabeth del futuro ha piani ben peggiori di quello che pensava, la prima persona che le viene in mente è lei. Ancora stenta a credere che sia sua figlia il cattivo di turno. Chiude gli occhi mentre giuda velocemente. Accosta proprio di fronte all'entrata del bosco. Hook scende, a differenza della moglie non crede che sia stata Elizabeth, nonostante tutto crede in lei, anche se non è più la stessa. I due coniugi scendono seguiti dal resto della famiglia. Liz e corre veloce, è più avanti rispetta al ragazzo, hanno deciso di dividersi per avere maggior campo. Eve sente dei passi, si volta sobbalzando nel buio. Una faccia che non conosce, quella non è sua sorella, quell'uomo non lo ha mai visto, indietreggia spaventata. Non ha mai pensato che le potesse succede una cosa del genere, è stata ingannata, manipolata. Fa dei passi indietro, trattenendo le lacrime. 

- Chi sei?

Tremotino mostra il suo volto, Eve terrorizzata cerco di scappare, si volta per correre, ma lui le appare davanti, come per magia. Si ferma di colpo spaventata, ha paura, non credeva di poterne avere così tanta, vorrebbe solo che suo padre arrivasse e la salvasse, che sua madre la rassicurasse, vorrebbe Liz al suo fianco, per darle quel coraggio che lei non aveva. Deglutisce spaventata mentre lui avanza. Sente qualcosa dietro di lei, un rumore strano. 

- EVE!!

Quella voce, troppo familiare per non riconoscerla, Tremotino si volta soddisfatto, ha entrambe le sorelle li, ma non può sconfiggerle insieme. Liz spalanca gli occhi, quel vortice nel terreno non è normale, è un vuoto dallo strano colore violaceo. E' un portale. Eve si volta guardandolo, terrorizzata fa dei passi indietro, ma Tremotino la spinge via. 

Emma sente delle voci, sa che le sue bambine sono li. Gli eroi si incamminano, ma davanti a loro si mostra Elizabeth, con il suo vestito nero, i suoi occhi chiari e induriti dall'esperienza e da cose sconosciute ai suoi genitori. Ad Emma e Hook basta un niente per capire che è lei, ha gli stessi occhi, anche se uno sguardo più oscuro. Emma la guarda, quella è davvero sua figlia? è la sua bambina? Hook sorride quasi, non riesce a smettere di pensare a quanto sia bella la sua piccola. Elizabeth sofferma lo sguardo su di lui, l'unico che ha creduto in lei, glielo legge negli occhi, mentre in Emma lo vede chiaro, non si fida, non si fida di sua figlia, forse sarebbe stato al contrario se ci fosse stata Eveline al suo posto, ma non se ne crea poi tanto un problema, anzi sposta il capo di lato. 

- Non potete proseguire 

Una voce lenta, pacata, ma è un ordine, non una richiesta. Emma spalanca gli occhi. 

- Sapevo che c'eri tu dietro a tutto questo, perché fare questo a tua sorella?

Elizabeth sente un conato allo stomaco, un senso di vuoto, forse il sapere una cosa e sentirla sono due cose ben distinte. Hook la guarda con uno sguardo deluso, Elizabeth allora risponde, con la stessa calma di prima - Non puoi cambiare le cose, Eve deve accettare il suo destino, ma non è qui, è tutto già stato scritto…

Hook la guarda cambiando espressione, sapeva che non era stata lei, sorride sollevato. 

- Non sei stata tu 

Emma lo guarda, per un attimo prende la fiducia persino di suo marito - Hai bevuto il cervello Hook? sta succedendo qualcosa alla nostra bambina? non faresti così se al suo posto ci fosse lei…- Emma indica Elizabeth, che a quel punto perde le staffe, si avvicina con una velocità innaturale, l'oscurità le scorre nelle vene, parla a denti stretti, parole piene di rabbia. 

- Se ci fosse Eveline qui le avresti creduto senza batter ciglio…lei starà bene, è qualcosa che deve fare 

Elizabeth parla con tono più pacato, in fondo è pur sempre una mamma che teme per la sua piccola, ma non vuole che incolpi Hook. Non per qualcosa di cui nemmeno lei è l'artefice. 

Eveline resta immobile, mentre Rumple le gira intorno soddisfatto. 

- Lasciala andare

 

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Lizzie parla a denti stretti, è buffo come i ruoli siano inversi in queste situazioni, Eve è quella spaventata e Liz quella coraggiosa. Eve guarda la gemella, teme di tutto, ma almeno, se dovesse succederle qualcosa sa di aver fatto pace con lei e con se stessa, le va bene così, sorride a Lizzie prima di sentire una mano pensante sulla spalla. Senza rendersene conto si sente trascinare verso il terreno. Una mano stringe la sua, non si era nemmeno resa conto che Liz si era lanciata per tenerla, anche se la forza del vortice era troppa, se non lasciava la presa sarebbe finita pure lei nel vortice, non poteva farlo, per quanto avere in quel momento sua sorella vicino fosse rassicurante, lei doveva vivere. 

- Lasciami andare Lizzie…va tutto bene

Eveline piange, non vuole lasciare la presa, ma deve. Liz però non cede, il vortice inizia a trascinare via entrambe. L'ultima cosa che Eveline vede è la mano di Lizzie staccarsi dalla sua con forza, sorride finendo dentro la bocca del vortice. Lizzie sente un peso su di lei, quando un secondo dopo è libera si guarda intorno disorientata, con lei c'è solo Liam, il ragazzo è affannato, ha corso pur di arrivante in tempo. Liz lo guarda, uno sguardo arrabbiato e spaesato. 

- Perché hai salvato me, dovevi salavate lei…perché me? PERCHE' ME E NON LEI 

Liam la guarda, anche lui piuttosto confuso, poi lo dice, in modo naturale - Perché credo di essere innamorato di te. 

Non si rende nemmeno conto di averlo detto, ansi si stupisce lui stesso, spalanca gli occhi, non aveva mai sentito come suonano quelle parole, era la prima volta che lo diceva e sicuramente che le provava. I due si guardando rendendosi conto dell'immensità del loro sentimento, ma con la consapevolezza che quello che era appena successo avrebbe cambiato tutto. 

 

Emma chiude la porta della camera di Lizzie e Eve, la figlia finalmente dorme, le hanno dato qualcosa per calmarla, non riesce a capacitarsi di quello che è successo, sua figlia è finita chissà in quale mondo e lei ha perso la fiducia dell'altra, si vergogna di questo, scende le scale raggiungendo tutti in soggiorno, persino Regina la raggiunta, Liam è rimasto, vuole rimanere, ormai lui c'è dentro fino al collo, Neal è seduto vicino a lui, vorrebbe salire e vedere come sta sua nipote, ma Emma lo tranquillizza. 

- Si è addormentata

- Tutto questo è incredibile- interviene MaryMargaret, suo marito l'abbraccia, non riescono a credere che stia succedendo di nuovo. 

- Quindi dietro tutto c'era Tremotino?- Chiede con fare ovvio Regina, non per nulla sorpresa. 

- Non posso credere di non essermi fidata di mia figlia- Emma guarda Hook, l'uomo è rimasto a fissare per tutto il tempo la finestra. La porta di casa si apre, tutti si voltano verso essa, pronti ad un eventuale attacco, ma con grande stupore di tutti entra una ragazza, mai vista prima. Ha dei capelli corti e castani, mossi, due occhi celesti che spiccano, due piccole gocce d'acqua. Emma avanza pronta a difendere la sua famiglia. 

- Non un passo avanti…chi diavolo sei tu?

Lei sorride, un sorriso familiare a tutti, Emma che aveva alzato la mano la lascia cadere lungo i fianchi, non crede ai suoi occhi. 

- Non saluti tua figlia…- Eveline alza le sopracciglia in modo ironico, tutti la guardano shoccati. Non si aspettavano di vederla - Allora suppongo avete già un piano per salvare Elizabeth?- Emma la guarda non capendo, in tutto questo cosa c'entra Elizabeth? con Tremotino poi. 

- Non avete ancora capito vero? è tornata indietro per una missione suicida…si lascerà uccidere al posto di Jackson 

Dalle facce sconvolte e sbianchite di tutti Eveline capisce che Elizabeth ha fatto un ottimo lavoro, ha nascosto a tutti le sue reali intenzioni, spalanca gli occhi lei stessa, questo voleva dire che nemmeno Liam sapeva nulla. 

 

 

Eve apre più volte gli occhi, il sole è forte, i raggi le danno fastidio agli occhi celesti. Poggia la mano sul terreno, toccando l'umida erba fresca. Facendosi forza con le ginocchia cerca di alzarsi, ma è priva di forze. Davanti a lei appare una figura, un ragazzo. Bellissimo, capelli biondi e ondulati, due occhi celesti, fieri, sicuri di se. La guardano con sospetto e curiosità. 

- Siete una forestiera?

Eve sbatte più volte le palpebre, solo ora nota gli strani indumenti medievali che indossa. Cerca di alzarsi e lui le porge la mano, una mano calda al tocco. Eveline si alza, sgrana gli occhi appena vede il paesaggio. Questa non è Storybook. Un castello, villaggi, alberi secolari, questa non è casa sua. Si volta verso il ragazzo, lui ha ancora l'espressione sospetta. 

- dove mi trovo?

Lui la guarda ancora più curioso, si avvicina osservandola bene, guarda i suoi vestiti, poi un lampo, sorride a trentadue denti. 

- Vieni dall'alto lato, mia madre me ne parla spesso 

- L'altro lato? tua madre? ma di cosa parli?

Eve si strofina la testa confusa. 

- Aurora "la bella addormentata" la chiamate voi, mia madre conosce persone come te 

Eveline si blocca di colpo, lentamente si volta verso di lui - Sei il fratello di Liam. 

Eveline è chiaramente confusa, perché tra tante persone proprio lui, incredibile quanto fosse strano il destino. Lo guarda cercando somiglianze che così apparentemente non c'erano. Ma lo sapeva, era lui, Liam non le aveva mai detto nulla, in effetti della sua famiglia non le aveva mai detto niente.

 

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Capitolo 8
*** Plane ***


Salve! Scusate se non ho pubblicato, ma ho vari problemi di linea, la pubblico velocemte prima che la ristacchino. Infatti non lo riletta per correggere verbi ed errori. Scusate ancora. Questa volta ho scritto dal punto di vista dei protagonisti, volevo che si percepisse cosa provassero. Spero di esserci riuscita. Buona lettura ^_^

PLANE
 

 

 

 

Liam esce dal palazzo, non ama particolarmente stare rinchiuso in quelle mura, nonostante il freddo glaciale che penetra fin dentro le ossa. Il paesaggio in lontananza è bellissimo, un manto bianco in cui perdersi. Ci sono alberi simili ai nostri pini. Le nubi in alto nel cielo gli ricordano molto il mondo in cui è cresciuto, un mondo che gli manca profondamente. In quel manto bianco nota un cappuccio rosso fuoco. La riconoscerebbe ovunque quella figura bionda seduta sulla neve fredda. 

Liam: Liz 

Liz si volta, gli occhi chiarissimi si voltano verso di lui, la ragazza si alza in piedi. Nel suo volto c'è ancora quell'aria angelica, fanciullesca. Il suo sguardo è come un abisso, un mare profondo in cui Liam ci si perde ogni volta, un mare dove cerca di non affogare nel dolore racchiuso in esso. Liz è diventata un anima persa, lo si capisce nei movimenti svogliati e disinteressanti in cui fa ogni cosa. Ma lui non si è mai arreso, nonostante vorrebbe, semplicemente non ci riesce. Non può lasciarla andare, non ne è capace. Liz si muove con movimenti lenti verso di lui. 

Liz: hanno pranzato?

Liam la guarda, a volte ha anche paura a parlare con lei, è diventata così fragile che ha quasi paura di romperla. 

Liz: sono 1825 giorni esatti che non vedo i miei genitori 

Liz trema in ogni movimento che fa, ma non è un semplice tremare per il freddo, è un fremere, come una rabbia contenuta troppo. Glielo legge negli occhi. Nei gesti che nascondono un impulso che non comprende.

Liz: dovrei essere abituata 

Liam: vieni qui 

Liz si muove verso di lui, non replica, non dice niente, si limita ad accovacciarsi sul suo petto lasciandosi abbracciare, cullare dalle braccia del ragazzo. In un momento di distrazione Liz si lascia scappare una lacrima, Liam non se ne accorge, accarezza i capelli della ragazza. 

Liam: io ci sono, non vado da nessuna parte 

Liz si stringe nella maglia pesante del ragazzo, sente il cuore di lui battere forte, quasi all'unisono con il suo, sono sempre stati così loro, per anni interi, uniti, due corpi che non fanno altro che attrarsi come una calamita. 


Liam apre gli occhi, sente bussare con forza alla porta. Si alza, indossa solo un pezzo di tuta grigia chiara. Svogliatamente, e ancora addormentato, apre la porta. Spalanca gli occhi appena nota quella chioma castana che conosce a memoria. Eveline sprizza di energia da tutti i pori, salta addosso al ragazzo abbracciandolo, lui incredulao l'abbraccia a sua volta - Cosa ci fai qui?- lui si allontana di poco per vederla meglio, Eve cambia totalmente espressione - Waoo che bel saluto, un ciao cognatina come stai non sarebbe sgradito..- Liam la guarda male e poi sospira facendo spazio per farla entrare, richiudendo la porta alle sue spalle. 

- Dobbiamo parlare di Lizzie 

Lo sguardo serio della gemella dai cappelli castani non preannuncia nulla di buono, Liam lo sa bene, Eveline è quella più maturata, è diventa una donna forte, un'ottima madre e una regina stimabile. Ma se lei in persona ha lasciato il suo regno per tornare indietro nel tempo allora le cose sono ancora più gravi di quello che si aspettava. Si morde il labbro, vorrebbe solo che Liz fosse con lui, parlare con lei, chiedere cosa avesse in mente, invece si torturava ogni notte, con incubi in cui la persona che ama di più non c'è più. Non gli importa di lui, vuole solo che lei sia salva, felice, ma soprattutto, salva. 

Lizzie apre gli occhi, il sole filtra prepotente dalla finestra, si guarda intorno, Eveline non c'è. Allora non ha sognato nulla? continua a ripeterselo ogni volta che si è svegliata durante la notte. Con ancora le occhiaie ben visibili e il pigiama improvvisato da una maglietta lunga e larga scende le scale. Emma è li, solitamente la mattina non si vede mai in giro, ma adesso sono li, tutti e due i suoi genitori. Il pirata è seduto sul divano con un espressione assorta e preoccupata. Emma invece se ne sta appoggiata alla finestra, come se da un momento all'altro Eveline spuntasse in giardino. Indossano ancora i vestiti di ieri, segno che non hanno chiuso occhio tutto la notte. 

- Dobbiamo portarla indietro 

I due si voltano e la guardano, non l'hanno nemmeno sentita scendere le scale, certo con i calzettoni ai piedi non l'avrebbero mai sentita, ma loro sono proprio distratti. Lizzie avanza nel soggiorno, ha uno sguardo deciso. 

- Allora cosa facciamo? Voi avete sempre un piano no? Tu sei un pirata, tu una salvatrice…non ci arrendiamo così vero?

Elizabeth inizia a preoccuparsi, le facce decisamente sconvolte dei suoi genitori non le capisce, perché non facevano niente? Perché è l'unica che rivuole in dietro sua sorella? Emma si avvicina a Lizzie facendola sedere sul divano in mezzo tre lei e suo padre. La guarda nervosa. 

- Tesoro…c'è una cosa di cui dobbiamo parlare

 

POV LIZZIE 

 

I miei mi hanno raccontato tutto, il mio piano, tanto elaborato e tanto disperato. Guardo il mio giardino così vuoto, privo di alcun fiore, siamo qui solo da poche settimane e già è successo di tutto. Il fatto che anche la Eveline del futuro fosse qui mi ha rincuorato parecchio, almeno so che la riporteremo a casa. Per tutta la notte non ho pensato ad altro che a Eve e alle parole di Liam, parole che mi sono sempre voluta sentire, lui le ha dette, a me e a nessun'altra. Quel pensiero mi rende felice e triste allo stesso tempo. Sono felice che lui ricambi i miei sentimenti, ma lui è il ragazzo di mia sorella. Torturo l'erba verde del giardino. Sento dei passi, alzo lo sguardo curiosa. Hanna. Cosa ci fa qui? Si siede silenziosa di fianco a me, sulle scale del portico di casa mia. I suoi occhi blu elettrici sono cupi, tristi, forse sua madre le ha già raccontato tutto. Quando la sento parlare ne ho la conferma.

- Mi dispiace 

Appoggio il capo sulla sua spalla, non piango, non ci riesco. Sono solo vuota. 

- L'altro giorno mi hai chiesto cosa avessi…

Alzo il capo e la guardo negli occhi curiosa, almeno mi sarei distratta per pochi secondi. 

- Una donna era fuori dalla mia porta, diceva di essere mia madre, quella vera, non mi sono mai spaventata tanto, era strana, sembrava pazza…non posso essere sua figlia, io ho una madre…- La vedo poco convinta delle sue parole, in fondo pensandoci bene la cosa non mi sorprenderebbe più di tanto. 

- Ma quando lei stava per toccarmi una ragazza mi ha salvato, da quello che mi hanno raccontato credo che si tratti di te

La guardo ancora più sorpresa, consolata però dal fatto che anche la mia versione più grande tenga ad Hanna, faccio un lieve sorriso e prendo un grosso respiro. 

- A quanto pare io dal futuro vorrò uccidermi 

La vedo spalancare gli occhi e aprire basita la bocca - TU COSA?

- Ne sono quanto te, quest'uomo ha portato via tutto, Jackson si sacrificherà per me e morirà al mio posto, forse questo pensiero non lo retto…in effetti anche solo pensarci è terribile

Hanna mi guarda, ha uno strano luccichio negli occhi, come se avesse appena avuto un idea geniale. 

- Ci sono varianti diverse questa volta- Mi guarda di nuovo con quel piccolo sorriso da furba - Noi lo sappiamo, quindi dobbiamo solo nascondere Jackson no?

Perché non ci ho pensato subito? Dio è la soluzione più ovvia, mi alzo di scatto facendola quasi spaventare, ma poi mi segue alzandosi a sua volta. 

- Cerchiamo Jackson e Hanna…devi parlare con tua madre- Lei annuisce, la vedo preoccupata e disorientata, forse c'è qualcos'altro che non mi ha detto. Mi incammino lungo il giardino seguita da quella che ormai per me è la mia migliore amica. 

 

 

POV EVELINE 

 

Le mura del castello sono giganti, alte e imponenti. Ne ho visti pochi nella mia vita. La maggior parte durante le gite scolastiche, ma sono sempre stata troppo intenta a divertiti con gli altri per pensare alla gita stessa. Mi sento frastornata, è un luogo sconosciuto, per fortuna Will mi sta vicino. Cammina al mio fianco guidandomi in questi corridoi lungi e larghi. Guardo le grandi finestre maestose. Lui sicuramente si è accorto che ho la testa un po' in aria - Andrà tutto bene, mia madre ti piacerà- Non è questo quello che mi preoccupa, mi preoccupa il fatto che io so la verità. Conosco suo figlio, devo dirle di Liam? Si devo farlo, devo almeno rassicurare quella donna, dirle che sta bene, che è bello, alto…okay sto vaneggiando. Sospiro quando le grandi ante della porta in legno si aprono. Una stanza grande e immensa. Ci sono le guardie ai lati della porta e altre due vicino ai due troni. Eccola li la madre dei ragazzi, la regina. E' bella, davvero una bella donna.. Il vestito è coperto dal mantello, il freddo in effetti qui è dieci volte sulla terra, forse qui è un'altra stagione. Avanzo titubante, ho più paura delle mie parole che di quello che lei mi possa dire o chiedere. 

- Madre 

Will si inchina leggermente, forse ancora non è re. Ora che ci penso vuol dire che lui e Liam sono principi. Beh mia sorella ha scelto bene, con questo pensiero almeno alleggerisco la tensione dentro di me. Lei mi guarda con i suoi occhi celesti, gli stessi occhi di Liam, Dio sono precisi. Mi torturo le labbra aspettando che lei parli.

- William potresti lasciarci sole…tutti quanti 

Will mi guarda, non vuole lasciarmi da sola, sa che sono in difficoltà, gli faccio un sorriso rassicurante. E' bello sapere che c'è qualcuno che tiene a me. Davvero una bella sensazione. Le guardie escono seguite da Will, anche se è poco convinto, anzi lo vedo alquanto irritato. Si chiudono le porte e io rimango da sola in quella grande stanza, sotto gli occhi attenti e scrutatori di Aurora. Lei si alza togliendo via quel mantello pesante, ha un vestito bellissimo, rosa e ornato da piccoli fiori dorati. Si avvicina a me addolcendo lo sguardo, forse lo solo giudicata male. Ora vedo solo lo sguardo di una madre premurosa. 

- Vieni da Storybook?- Io annuisco deglutendo, ecco che arriva la domanda - Conosco persone che vengono da li- Non me lo ha chiesto? Forse ha paura della risposta, devo dirlo, devo liberarmi di questo piccolo peso che diventa ogni momento più opprimente. 

- Conosco suo figlio, il suo secondo figlio…- Dico decisa, i suoi occhi celesti si illuminano, ora so che ho fatto bene a dirle tutto - Sta bene, è un bravo ragazzo- Ripenso al nostro ultimo incontro, per un attimo spero vivamente che lui e Liz chiariscono, voglio il bene di entrambi e non sono io. Lei mi sorride commossa, si l'avevo proprio giudicata male. 

- Ho fatto allontanare William perché non voglio che si faccia strane speranze, si ritiene ancora il colpevole per quello che è successo. Mi chiedo come tu sia arrivata qui?

Lei mi guarda curiosa e scrupolosa - E' stato un uomo…non ho idea di come ci sia riuscito 

E' tutto così surreale, voglio tornare a casa, è passato solo un giorno, ma mi mancano tutti, Liz, la mamma, mio padre. Mi manca persino Storybook. 

 

 

Pov Hanna 

 https://www.youtube.com/watch?v=RPG2ZKJTlKY&spfreload=10

 

Io e Liz abbiamo cercato tutto il giorno Jackson, ma sembra essere sparito nel nulla. Sono le sei di sera, abbiamo deciso di concederci una pausa, anche perché c'è una cosa importante che devo fare, entro nella cucina. Mio padre e mia madre stanno discutendo, sicuramente della situazione attuale. Mi guardano sorpresi di vedermi li, in effetti avevo detto che sarei rimasta fuori fino a tardi. Mi mordo la lingua senza farmi notare, ho seriamente paura di quello che possano dirmi. Mi prenderanno per pazza? Mi diranno che è vero? Preferisco la prima opzione, almeno so che non mi hanno mentito per sedici lunghi anni. Prendo un bel po' di aria prima di iniziare a parlare. 

- L'altro giorno fuori in giardino c'era una donna 

Ora che ho la loro attenzione devo continuare, ma non ci riesco, sento la paura bloccarmi la gola, voglio solo correre lontano da li. Mia madre mi si avvicina, ha visto il mio viso leggermente sconvolto. Mio padre mi accarezza la guancia, forse ho davvero una faccia troppo sconvolta. 

- Che ti succede, Hanna?- Mi chiede mia madre spronandomi. 

- Ha detto di essere mia madre

Ecco, quello che temevo, l'espressione incupita e sconvolta di mia madre, una chiara risposta, quel volto terrorizzato, si allontana di poco portando la mano sulla bocca carnosa, mio padre mi guarda con una faccia triste, almeno lui è mio padre? Vorrei davvero chiederglielo, forse sono solo adottata e me lo hanno tenuto nascosto? Ma sento che c'è di più, molto di più. Sento i miei occhi bruciacchiare. 

- E' tutto vero…- Faccio alcuni passi indietro. In un attimo non ci vedo più, corro veloce lontano da li, li sento chiamarmi, gridano il mio nome preoccupati e spaventati, ma io voglio solo svegliarmi da questo incubo. Quella donna ha detto la verità, quella pazza è mia madre, non ha per niente l'aspetto di una persona buona. Corro così tanto che mi ritrovo da Granny's. Forse è il destino che vuole che questa giornata peggiori, perché dalla porta vetrata esce proprio lui: Neal. Con la sua solita aria nervosa. La barbetta bionda gli contorna leggermente le labbra. Mi blocco quando lui si accorge di me. Il suo sguardo si fa preoccupato, posso immaginario perfettamente perché ho ancora il sapore delle lacrime sulle labbra. D'istinto corro verso di lui. Affondo il volto nella sua maglia. Mi sento un idiota, non è proprio da me. Ma le sue braccia calde e confortevoli mi rassicurano. E' come respirare, ma molto meglio. Sento le sue mani stringermi la vita, vorrei che durasse per sempre, sentire così vicino il suo battito, avere il suo profumo sotto il naso. Le sue labbra accarezzare i miei capelli biondi. Mi sto innamorando di lui, ora ne sono certa, il punto è che ho paura, paura che mi possa ferire. 

 

 

POV Lizzie

 

Il tramonto è vicino, si possono vedere i colori caldi tingere il cielo privo di nuvole. Alzo gli occhi verdi al cielo, questi occhi così diversi da quelli di mia sorella. Mai ho pensato che potesse mancarmi così tanto. Eppure io e lei non facciamo altro che litigare, per ogni cosa. Qualcosa si è spezzato con il tempo e ci stiamo provando davvero a rimetterlo insieme. Guardo il mare di fronte a me, uno spettacolo bellissimo, impetuoso e blu profondo, proprio come Eveline. Sento i passi di qualcuno arrivare alle mie spalle, mi volto. Vedo Liam e tutto ciò a cui stavo pensando semplicemente svanisce, come se il solo suo sguardo scacciasse via ogni mio pensiero dalla testa. Ci guardiamo entrambi negli occhi, ma sappiamo bene che non possiamo dire niente, che non c'è niente da dire in questo momento, c'è solo d'agire, perché riporterò indietro mia sorella e impedirò a me stessa di mettere in atto il suo piano. 

- Grazie per essere venuto- soffio quasi quando lui annuisce e sposto lo sguardo di lato, non guardandomi, fa male, per entrambi, ma adesso va bene così. 

- Dobbiamo trovare Jackson no? 

Annuisco. Auto-convincendomi che di averlo chiamato solo per questo. Mi avvicino a lui incamminandomi. 

- Che carini 

Una voce sarcastica, fine, quasi divertita. Mi volto di scatto insieme a Liam. Una ragazza, chiaramente non lo mai vista, ma il suo sguardo è così famigliare, lo sento quasi mio, poi faccio un passo indietro capendo che quella ragazza non sono altro che io. La mia versione del futuro. E' bella, più di quanto io mi sia mai immaginata nella mia vita, ma il suo sguardo vuoto non mi appartiene, quel dolore celato non è mio, non ancora almeno. Liam si pone davanti a me, come se mi vuole proteggere. Lei sorride, ha un bel sorriso, troppo controllato per qualcuno che vuole uccidersi. 

- Sei me…cioè tu

- Sono te? Direi una versione migliorata 

Lei si avvicina a me e Liam indietreggia costringendomi ad indietreggiare. Lei lo guarda per un secondo, ma riesco a vederla, una piccola scintilla, malinconia, lo guarda con malinconia, come se fosse lui l'unica cosa che rimpiange di tutto questo. Che anche nel futuro questi sentimenti non se ne andranno? Non voglio essere condannata ad un amore a senso unico. Lei poi guarda me, sospira quasi annoiata. Con un gesto alla mano fa volare via Liam che cade a terra sbattendo sicuramente la testa. E' privo di sensi. 

- LIAM 

Corro verso di lui, è istintivo, ma non riesco a muovermi, come se il mio corpo non mi obbedisse. 

- Abbiamo un lavoretto da fare 

Si avvicina a me, non riesco a pensare ad altro che ha Liam, ho bisogno di sapere che lui sta bene, che è vivo, non importa cosa vuole farmi lei, voglio solo sapere che lui sta bene. Sento gli occhi chiudersi soli, come se un sonno improvviso mi avesse colto alla sprovvista. Li chiudo non riuscendo a reagire in alcun modo. 

Il rumore dei tacchi è piuttosto assordante. Li sento ticchettare sul pavimento. Apro lentamente gli occhi, la prima cosa che vedo è il pavimento in legno polveroso. Tossisco più volte non appena mi alzo. Mi guardo intorno, sono in una stanza, intorno a me c'è disegnato un cerchio. Mi muovo in avanti per andare via da questo posto, ma oltre la scritta non posso mettere piede, come se ci fosse un barriera invisibile che mi impedisce di oltrepassare oltre la linea. 

- Ti hanno fatto un incantesimo 

Mi volto sconcertata riconoscendo la voce, è Jackson. Legato in una sedia, ha uno sguardo stanco e annoiata. 

- Jackson 

Ha uno aspetto diverso, molto più duro e freddo, non sembra il solito Jackson. 

- Stai bene?

Gli chiedo con un po' di timore, lui sospira in modo nervoso. 

- Mi ha detto che morirò…mi ha detto che tutto quello che sta facendo è per proteggermi…ma dimmi Elizabeth, perché mi hai rinchiuso qui? Cosa diavolo succede nella tua testa 

Io faccio dei passi indietro, non mi aspettavo questo da lui, è come se fosse diverso. O forse sono solo io che credevo di conoscerlo meglio di quanto pensassi. 

- Non ho fatto niente non io 

Jackson abbassa il capo, come mortificato, forse è stato solo uno scatto di rabbia, per altro più che giustificabile visto la situazione. 

- Scusami, me la prendo pure con te…Liz giusto tu non sei lei…Devi andartene adesso, fallo per me, vattene da qui immediatamente, cerca di usare i tuoi poteri, fa qualcosa, devi uscire da questa casa adesso 

Il suo sguardo deciso e preoccupato mi mette paura. Mi tremano le gambe, ma non lo do a vedere, sono fatta cosi, cerco sempre di non cadere mai. Il cuore sento che va a mille, riesco a malapena a dire qualche frase di senso compiuto. 

 

 

Pov Eveline

Il tramonto da dietro queste finestre è qualcosa di immenso, è come se non esistesse altro, lo fisso da parecchi minuti e per quanto sembra così bello non posso fare a meno di sentire la mancanza della mia casa. Ogni singolo centimetro, anche i miei cassetti disordinati, ho un disperato bisogno di sentire l'odore di vaniglia e gelsomino della mai camera. Voglio rivedere mia sorella, i miei genitori. Sento gli occhi pungermi, ma i passi che vengono verso di me mi deconcentrano. Passo una mano velocemente sugli occhi struccati. Will mi affianca, ha un espressione preoccupata. 

- è raro vedere questi tramonti 

Mi volto verso di lui, credevo che questi momenti momenti per loro fossero la quotidianità.

- Qui non è sempre così bello come sembra…siamo pochi e non c'è peggior cosa della solitudine, un tramonto non toglie via questo sentimento 

Lo guardo, capisco perché la madre non gli abbia detto niente, che non gli abbia fatto ascoltare la nostra conversazione. Posso leggere nei suoi occhi cristallini il senso di colpa. Ha vissuto per tutti questi anni sentendosi colpevole della separazione della sua famiglia. 

- Vuoi tornare a casa

Non me lo chiede, lo dice e basta, come se già sapesse di cosa ho bisogno. Si prende cura di me, in un modo che nessuno a mai fatto. Sento le guance avvampare e mi volto immediatamente verso il tramonto che ormai va svanendo. Lui sorride divertito e poi mi guarda con i suoi occhi celesti. 

- Ci sarà qualcuno che ti aspetta?

- La mia famiglia 

Sorrido malinconica guardandolo negli occhi, ci si potrebbe perdere da quanto sono chiari e limpidi. Non sono tormentati e misteriosi come quelli di Liam, quelli di Will sembrano quasi puri, coraggiosi, una fierezza che non appartiene al mondo umano. E' chiaramente destinato a diventare un re. 

- Vieni con me 

Will allunga la mano verso di me. Tentenno, ho paura a fidarmi, sento che se dovessi lasciarmi andare un'altra volta verrei ferita, come è successo con Liam. Ma i suoi occhi sono così sinceri che non posso tirarmi indietro, afferro la sua mano e mi lascio guidare lungo i corridoi.

 

 

 

Pov Hanna 

 

Abbiamo chiesto ovunque, siamo anche andati a casa di Belle, ma non si trovava nessuno. Inizio seriamente a preoccuparmi. Neal e Connor stanno chiedendo a degli amici del Granny's, ma dalle loro facce non si presunta nulla di buono. 

- Non l'hanno visto nemmeno qui

Connor sembra veramente nervoso, parla arrabbiato e preoccupato. Neal invece si avvicina a me, e da questo pomeriggio che non mi lascia un attimo da sola, non gli ho raccontato nulla, non mi sembra il caso, non ora con la situazione di Jackson. 

- Dovremmo tornare da Liz forse lei ha novità 

Mi dice speranzoso, io annuisco, mi sembra una buona idea. Ci voltiamo verso Connor per vedere se è d'accordo, ma è troppo occupato a provare a richiamare al telefono il suo migliore amico. 

- Non può essere sparito nel nulla..- Connor ringhia mentre si allontana, io e Neal ci guardiamo in faccia, preoccupati, la situazione è veramente degenerata. Ormai il tramonto è passato. 

La casa di Liz sembra ormai il ritrovo della squadra, c'è pure mia madre, ma cerco di evitare i suoi sguardi procurati su di me, mi sento in colpa, ma allo stesso tempo mi sento ferita da loro. Neal è vicino ad Emma parlano di qualcosa che non riesco a sentire. Sento un rumore, mi volto verso la finestra, ma non c'è niente, poi ancora, è come se fosse solo nella mia testa. E' una voce. Mi guardo intorno cercando qualcosa o qualcuno, sono tutti impegnati a cercare soluzioni per dare retta a me. Poi vedo il volto di Neal avvicinarsi a me e parlarmi, ma non lo sento, il rumore è troppo forte. Mi volto verso la finestra e la vedo. Lei. 

Quella donna che dice di essere mia madre, quella donna che a quanto pare è mia madre. " Ti sto aspettando figliola"

Sento le sua parole nella testa, ma come è possibile? Tutti si accorgono della sua presenza e si precipitano fuori, in prima linea, mia madre ed Emma. 

- Oh ma guarda l'intera squadra di eroi, ma come siamo poetici 

Zelena parla sorridendo in modo quasi inquietante, non posso credere che mia madre sia lei. Di sfuggita guardo Regina, la mia mamma è lei, non importa da chi io sia nata, è lei che ricordo ad ogni mia recita, ogni mio compleanno, ogni mio incubo. 

- TU 

Grida mia madre avventandosi su di lei, ma Zelena con un semplice gesto alla mano la scaraventa lontano, io guardo la scena pietrificata, sento che devo fare qualcosa, ma non so cosa. Non riesco a muovermi. 

- La magia? 

Mia madre si alza sconvolta, in questo mondo non c'era più. 

- Divertente vero? come adesso siete tutti quanti dei piccoli, insignificanti burattini

Si avvicina a me immobilizzando chiunque mi si avvicini. Mi arriva di fronte, il suo sguardo per un attimo si addolcisce. I suoi occhi celesti mi fissano quasi con uno strano amore che non avevo mai visto. Forse è così che ci si sente? a rivedere dopo tanto la propria figlia. 

- Mi ha sempre preso tutto…Hanna che nome! Avevo già scelto un altro nome per te, qualcosa di più malvagio 

E di nuovo quel sorriso inquietante che mi mette paura. Faccio un passo indietro. 

- Zelena?

Una voce sconosciuta e femminile diventa la mia salvatrice, Zelena si sposta e posso vedere una ragazza bella dagli occhi chiari, è accompagnata da un ragazzo troppo somigliante a Liam e Liam stesso.

- Non posso credere che Liz si sia unita a te 

Zelena sbuffa. Si muove annoiata voltandosi verso di loro.

- Bla bla bla…finito di parlare moscerino?

- Oh ho finito eccome 

La ragazza avanza minacciosamente verso di lei, ma il ragazzo la blocca. 

- Non puoi sconfiggerla lo sai 

Lei abbassa lo sguardo incattivito e poi lui la libera quando sente che i suoi muscoli più rilassati. 

- Oh non sei forte quanto tua sorella poverina, messa a paragone con la più potente strega dei tutti i tempi 

Spalanco gli occhi. Liz? Liz sarà così potente? Allora perché non uccidere Rumple? perché questo piano? Cosa ha Rumple di così prezioso che la rende vulnerabile? 

 

 

Pov Lizzie 

 

I passi del corridoio accanto si fanno sempre più vicini, non trovo nessun modo per uscire da qui. La porta si apre mostrandomi me, o meglio la futura me. Un atteggiamento sicuro di se, forte, fiero, qualcosa che sicuramente adesso non mi appartiene per nulla. 

- è il momento 

Lei mi guarda seria in volto, cosa vuole fare con me? Perché le servo io?

Lei entra nel cerchio, come se ne fosse totalmente immune. I suoi occhi glaciali fissano i miei, mi sfiora la guancia lentamente, come farebbe una madre. 

- Mi dispiace, avrei dovuto salvarci tutti molto tempo fa 

Io la guardo impassibile, non capisco cosa dice, ne dove voglia andare a parare. 

- Ormai posso dirtelo sai? Non ha più importanza, so che vuoi saperlo

Ora sono decisamente più spaventata e confusa di prima. 

- Lui ha scelto te, ha sempre scelto te, tutt'ora. Avremmo dovuto avere una semplice vita, io e lui e…e il nostro bambino 

Perdo un battito, sento il respiro farsi pesante, un figlio? Liam non ha mai parlato di nessun figlio. Lei sorride malinconica. 

- Lo perso, per colpa sua, quando ha rinchiuso i miei genitori, ho lottato…non sapevo di averlo in grembo 

La sua voce trema quasi. Un dolore che non posso comprendere, non posso sentire mio, ma posso vederlo nei suoi occhi, tutta quella rabbia, quei sentimenti così forti da trafiggere con il solo sguardo. 

- Liam lo sa?

Chiedo a fior di voce, ho paura che qualsiasi cosa io dica lei possa fare qualcosa. I suoi occhi diventano lucidi e si induriscono nello stesso momento in cui sente pronunciare il suo nome. 

- Perché dargli altro dolore? 

Sento un dolore atroce alla testa, un suono che mi fracassa i timpani. So che è lei, perché mi sta facendo questo? Perché fa del male a se stessa? Non mi rendo conto nemmeno di essere finita con le ginocchia sul pavimento freddo e sporco. I suoi occhi glaciali sono l'ultima cosa che vedo, azzurri e pieni di rimorsi, pieni di un vuoto incolmabile. Poi semplicemente non vedo più niente, come se la mia testa semplicemente smettesse di funzionare, un sonno che mi fa sbattere la testa a terra, sento solo il dolore iniziale, poi non sento nemmeno più quello. 

 

 

Pov Eve

 

Il giardino dove Will mi ha portato è qualcosa di bellissimo, ormai il sole è calato da un po', ma le luci della notte e della luna rendono il tutto così perfetto, ogni cosa è come dovrebbe essere. Le rose emanano un profumo che mi ricorda la mai casa, mi viene da sorridere al solo pensiero che la nonna amerebbe questo posto. Will guarda verso la luna, vorrei sapere cosa gli passa per la testa, a cosa sta pensando. Ha uno sguardo perso verso il cielo stellato, non sorride, semplicemente è come se non ci fosse. Poi la sua voce mi arriva alle orecchie come una delle più belle canzoni - Ogni sera passo di qui e guardo le stelle, lo so che è da femmine e robe varie, ma ogni volta che guardo il cielo…- Si ferma un attimo abbassando il capo e guardandomi, non mi ero resa conto che avesse degli occhi così chiari, così simili a Liam, ma hanno una sfumatura diversa, una luce diversa, qui non vedo l'amore per Liz, quando guardo Will, sento che lui guarda me, e non pensa a nessun altra. 

- Ogni volta che lo guardo penso che l'altra parte della mai famiglia sia li, oltre le stelle 

Dice le ultime parole con il cuore spezzato, glielo si legge sul volto. Io cerco di sorridere, voglio che stia meglio. Guardo verso l'alto, anche a me fanno pensare alla Terra, mi ricordano le sere al campeggio con Liz, le volte in cui tornavo tardi ubriaca e lei fingeva di dormire e invece mi aveva aspettata sveglia perché anche se non mi rivolgeva la parola lei si preoccupava per me. 

- Stai piangendo 

Lui si affretta ad asciugare l'unica lacrima che non mi ero accorta neanche di aver versato. E' assurdo quanto Liz mi manchi più di chiunque altro, so di essere egoista, ma anche più dei miei genitori. Io sorrido nuovamente cercando di sdrammatizzare la situazione, è tutto un grosso casino e io non so come uscirne. Sento come se qualcosa mi opprimesse, una terribile sensazione al petto, un dolore che non comprendo. Lascio perdere concentrandomi solo su Will. 

- Non preoccupati mi è solo venuta in mente una cosa 

Sorride con i suoi splendidi denti bianchi. Okay adesso guardo pure il suo sorriso, sono messa male. Alzo lo sguardo al cielo, almeno delle stesse non posso prendermi una cotta. Sento il suo sguardo su di me, vorrei che non smettesse mai di guardarmi in quel modo, mi fa sentire, importante, amata. Qualcosa che Liam non era mai riuscito a fare. 

 

 

Pov Hanna 

 

- Non posso credere che sia venuta qui! Con quale faccia poi??- Mia madre è veramente adirata, si muove con velocità, nonostante il vestito nero stretto e i tacchi altissimi che io sicuramente non saprei mai portare. Io sono rimasta seduta sul divano con Neal accanto, gli sto torturando la mano da un paio di minuti, Emma e Hook sono decisamente preoccupati, lui guarda ogni minuto la finestra, nella speranza che la figlia bionda faccia ritorno a casa, Emma invece si tortura le unghie e lancia sguardi verso la porta con la stessa speranza del marito. Da quello che ho capito la ragazza che è intervenuta è Eveline, quella del futuro, è diversa da quella che conosciamo, molto più calma, loquace, assomiglia molto a Lizzie da quello che vedo. Mentre la futura Liz, tutto l'opposto, non sembra più lei, i pieni, i segreti, mi chiedo se siamo ancora amiche nel futuro. Emma si volta di scatto verso Eve, scatta, un'espressione corrucciata e infuriata. 

- Devi dirci tutto quello che sai, non importa le ripercussioni con il futuro devi dirmi dove si trovano le mie bambine, perché io vedo solo una ragazza cresciuta e una donna la fuori fuori di testa che decisamente non è mia figlia- Hook le si avvicina, appoggiando la mano sulla spalla della donna dandole contorto e facendole capire che è dalla sua parte. Eve abbassa il capo, non so perché abbia quell'espressione amareggiata. Ma la voce di Liam interrompe il silenzio imbarazzante e teso. 

- Hai ragione, ormai tanto vale che vi diciamo tutto…Rumple in futuro vi terra tutti prigionieri, tutti intendo compresi Hanna, Neal, Connor, persino i vostri cittadini, sono solo cinque le persone che non è riuscito a catturare. Me, Liz, Eve e mio fratello e Belle, credo si sentisse troppo in colpo per quello che le aveva fatto…Per anni io e Lizzie abbiamo vissuto in un castello al nord, nel gelo della neve, un posto lontano da tutti, ha vissuto sentendosi in colpa, con tutti i suoi poteri non era riuscita a liberarvi 

- Perché non ci è riuscita?- domanda innocentemente Neal, io lo guardo, mi ponevo la stessa domanda. Lui lo guarda, incerto se proseguire o meno. 

- Perché anche se sarebbe riuscita a salvare voi, non avrebbe avuto il tempo di proteggere uno delle persone che più ama al mondo 

- Sua sorella…- Emma lo dice in soffio, una cosa naturale, talmente ovvia che era quasi troppo scontata, ma vera. In fondo è quello che farei io per Roland, per mio fratello, nonostante non lo vedi spesso, nonostante tutto darei la vita per lui e sacrificherei ogni cosa. Così ha fatto Liz, per il bene di Eve. Non oso immaginare i sensi di colpa, il dolore che si parta alle spalle in questo momento. 

- Non manca molto al giorno dell'incidente…- interviene finalmente Eveline, i suoi occhi azzurri si posano sul calendario dietro il divano.

- E' domani 

Gli occhi di tutti noi sono shoccati. I volti paonazzi, mi volto istintivamente verso Neal, cercando come una sicurezza, qualcosa che non mi facesse cadere nello sconforto. Lui scuote il capo e mi guarda stringendo di più la mano. Posso sentire che lui c'è, non mi lascia. Una sensazione che non avevo mai provato. D'istinto mi volto verso Liam, quello della mai età, non ha detto nulla per tutto il tempo, ma riconosco quello sguardo, si sente in colpa, non so di preciso per cosa, ma i suoi occhi lucidi e il volto rivolto verso il basso sono chiari segnali. 

 

 

Pov Lizzie 

Il dolore alla testa è forte, sento una strana sensazione di nausea. Cerco di alzarmi ma per poco non inciampo nel mio vestito. Vestito? Spalanco gli occhi quando mi vedo addosso il vestito nero che solitamente indossa lei. Alzo lo sguardo verso Jackson che ha uno sguardo terrorizzato. 

- Cosa è successo?

Lui non mi risponde, quasi intimorito da me. La mia voce è diversa, più acuta del solito. Lui cerca di parlare, ma non ci riesce. Poi lo vedo prendere fiato. 

- Ha preso il tuo corpo… tu, tu non sei tu 

Mi sfioro con la mano il volto, questi lineamenti sono simili ai miei, ma allo stesso tempo non mi appartengono. Mi guardo le mani lunghe e bianche, belle, delicate. Un corpo perfetto che non è mio, non mi appartiene. 

- Ha scambiato i nostri corpi…- lo dico sussurrando, facendo fatica io stessa a crederci. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Happy ending ***


 

Happy ending

 

Lizzie si guarda intorno, il sole ormai sta per tramontare, è passato un giorno intero da quando lei è Jackson sono dentro quella stanza. Jackson non fa che lamentarsi per via della fame, incredibile come in momenti come questi resti sempre lo stesso ragazzo spensierato, questo da almeno un po' di conforto alla bionda che cerca disperatamente una via di fuga da quel luogo. 

- Liz ci stai provando da ieri è tutto inutile 

- Deve esserci qualcosa che possa fare 

Liz si guarda intorno, gira e rigira, guarda il cerchio sotto i suoi piedi. Poi Jackson sussulta, la guarda con gli occhi chiari come se avesse appena scoperto qualcosa di miracoloso. Di spettacolare. Sorride a trentadue denti mentre la ragazza lo guarda non capendo dove voglia arrivare - Ma certo- urla il ragazzo sotto gli occhi verdi di lei - I poteri…quel corpo ha i poteri- Lizzie sgrana gli occhi e poi si allarga dello stesso sorriso che pochi secondi prima aveva Jackson, ma poi si spegne improvvisamente - Non ho idea di come funzioni- dice amareggiata mentre poggia con forza le mani lungi i fianchi morbidi. 

- Non so prova a fare qualcosa…

Lizzie, quella del futuro cammina lungo la piazza di Storybook, è così strano essere nel corpo di un adolescente, dopo tutto quello che ha subito, sopportato. Ma non può lasciare che l'anima della Lizzie del passato subisca anche questo dolore. La biblioteca e proprio di fronte a lei. Belle la guarda da dietro il vetro, sa che Jackson è al sicuro, ma non è tranquilla, anche perché sa che tra pochi istanti quella ragazzina bionda non ci sarà più, è una cosa che le stringe il cuore e avrebbe provato a dissuaderla, ma sa benissimo che non ci sarebbe riuscita, non lei almeno. Belle spalanca gli occhi riconoscendo la figura dietro Lizzie. Poi si volta, avanzando verso il retro della biblioteca. 

- Ti stavo cercando principessina 

Lizzie si volta riconoscendo quella voce bassa. Rumple è di fronte a lei, vivo. Sospira preparandosi, non credeva che sarebbe dovuto andare così. 

 

Le stanze buie della fortezza sono umide, i sotterranei non vengono quasi mai usati, ma Liz li conosce a memoria, percorre quel corridoio ogni sera, ogni notte. Ha in mano una piccola candela, ha un vestito diverso dal solito, con delle tonalità di bordò scure. Alla fine del corridoio intravede la porta che cercava, la apre ignorando il cigolio fastidioso che provocava lo spostamento dell'asse. Guarda quello che è ormai diventato il suo rifugio, l'unico posto dove Liam non ci ha mai messo piede. Al centro un grande tavolo in legno scuro e dei libri sopra di esso. Elizabeth sfiora uno dei libri, sembra quello più recente, moderno, sembra non avere nulla a che fare con il resto della stanza, così fuori da quel mondo fiabesco. Lo prende tra le mani, la copertina rossa attira chiaramente la sua attenzione, ma il reale motivo erano le parole incise sopra, in ogni pagina, un nuovo appunto, un nuovo progresso. Si siede sul tavolo, cercando di muoversi all'interno del largo vestito. Sfiora l'ultima pagina, quella più consumata, si nota dalle varie cancellature. Un botto, un rumore, la fa trasalire, chiude di scatto il libro. Lo riposa sopra il tavolo correndo verso l'uscita della stanza. Corre lungo tutto il corridoio, sente uno strano peso nel petto, qualcosa che conosce già, un presentimento che conosce fin troppo bene. La paura, un sentimento che ogni notte non la lasciava più dormire. Il palazzo però è nel silenzio assoluto, nessuna persona è all'interno della sua dimora. Si tranquillizza cercando di mantenere una calma che ultimamente non le appartiene più. Il panico è una cosa con cui condivide ogni suo giorno. 

Rumple: vedo che i geni del principe Charming hanno dato i suoi frutti 

Rumple si concentra a fissare i lunghi capelli biondi e gli occhi chiarissimi, una caratteristica di David, Liz ha l'aspetto regale di una principessa, come suo nonno. Rumple ha la pelle ormai rovinata, l'oscurità nella foresta incantata non si può nascondere. Liz lo guarda in cagnesco, nei suoi occhi la rabbia è più palese che mai, un odio che viene da dentro le viscere, le mani le fremono, il cuore batte all'impazzata. 

Liz: VATTENE DALLA MIA CASA 

Rumple semplicemente sorride, un sorriso inquietante. 

Liz: soffri di udito per caso?

Ed eccoli li, la Liz tagliente, pungente, quella che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno se quello che ha di fronte la potesse uccidere.

Rumple: potrei ucciderti

Liz: hai avuto tante occasioni, non lo hai mai fatto

Rumple si muove quasi divertito dalla situazione. Si avvicina alla ragazza. 

Rumple: devi fare una cosa per me 

Liz sgrana gli occhi incredula, non crede nemmeno alle sue orecchie. 

Liz: come ti permetti? come osi chiedermi qualcosa dopo quello che mi hai portato via…dopo quello che hai fatto a…

Liz si blocca, non riesce a pronunciare il suo nome, non riesce a capacitarsi di come nonostante siano passati più di una quindicina di anni lei non riesce a dirlo, a nominarlo. Per un secondo lo sguardo di Rumple si incupisce, ma è una questione di un millesimo di secondo, torna a sorridere divertito. 

Rumple: mi darai la tua magia 

Liz corruccia la fronte confusa e stranamente incuriosita. 

Liz: cosa?

Rumple: ogni essere magico di questo mondo presto sarà semplicemente umano 

Liz sorride sarcastica, i suoi grandi occhi verdi lo guardano come un uomo che delira. 

Liz: tu sei completamente pazzo, in tutti questi anni di potere e hai ancora paura che qualcuno prenda il tuo posto…non esiste uomo che vorrebbe essere odiato quanto te 

Rumple resta in silenzio, anche se non lo da a vedere, le parole rabbiose della giovane ragazza sono vere, dalla prima fino all'ultima, forse è sempre stata questa la sua debolezza, la paura degli altri. Qualcuno di più forte sarebbe nato, sarebbe stato in grado di ucciderlo e lui questo non lo poteva permettere. Ma la chiarezza di Liz non l'aiuta, anzi lo sguardo di Rumple non prevede nulla di buono. 

Rumple: se non farai come ti dico il tuo principino non vedrà sorgere la luce del sole 

Il cuore di Liz perde un battito, si volta di scatto verso le scale che portano al piano superiore, in fondo al corridoio si trovava la loro stanza. 

Rumple: l'unica cosa al mondo che ami, sarebbe un peccato perderla per sempre 

Liz si volta di scatto verso di lui. D'istinto porta la mano in avanti, una luce nera colpisce in pieno petto l'Oscuro, Liz si guarda le mani confusa, non ha mai usato una magia del genere, le mani le tremano, è come se una forza dentro di lei fremesse per uscire, Rumple la guarda piacevolmente sorpreso. 

Rumple: mi chiedevo quando li avresti fatti uscire 

Liz sente il cuore battere veloce, non riesce a respirare in modo normale. 

Rumple: farò una visitina alla tua amata sorella 

Liz lo guarda male, ma non fa in tempo a dire nulla che la figura di fronte a se sparisce. 

 

 

Emma esce fuori verso il giardino, cammina svelta, vuole trovare sua figlia, ne ha abbastanza di stare con le mani in mano. Eveline la segue. 

- Mamma 

Emma si volta, è strano sentirselo dire da una persona così diversa dalla sua bambina, anche per Eveline non è facile, sono anni che non vede sua madre, che non sente la sua voce. Sente il cuore esplodere, ma deve tenere duro, non è tutto perduto. 

- Non puoi andare da sola 

- Devo fare qualcosa…le mie bambine…non posso lasciare che lui le uccida 

- Io sono al sicuro, devi fidarti di me…mi riporterete a casa, ma la nostra priorità è Lizzie…mamma non posso perderla 

Uno sguardo di supplica, un dolore immenso che Emma può solo percepire, il legame delle gemelle in futuro diventerà qualcosa di talmente forte che nemmeno lei può capire. 

- Va bene, allora andiamo a riprenderci tua sorella 

Eveline la guarda ringraziandola con lo sguardo. 

 

Eveline dal suo piccolo giardino non vedeva altro che una luce chiara nel cielo, le nuvole certo erano presenti, ma nonostante era quasi un periodo piovoso, non c'era nessuna traccia di neve o pini giganti.

Il suo giardino personale era dietro le mura del suo castello. Era un giardino naturale.  Eve non faceva nulla, usava solo la sua magia pura per curare qualche pianta un po' malaticcia. Alza sempre gli occhi al cielo, dando le spalle all'enorme porta ad arco in roccia. 

Will: sapevo che ti avrei trovato qui 

Eveline si gira sorridendo all'uomo. Lui ha un'espressine seria, Eve sa benissimo che non era il momento migliore per lascialo da solo a gestire le cose nel regno, ma aveva bisogno di tempo per ragionare, del tempo per se. William si avvicina a quella che adesso è la regina, sua moglie, ormai da quattro anni. Eveline si lascia accarezzare il volto, ama il calore della mano di lui sfiorarle la pelle. Chiude gli occhi assaporandone ogni attimo. Will scende con la mano togliendo una ciocca di capelli dal volto della moglie. 

Eve: mi dispiace averti lasciato nel bel mezzo di una riunione 

Will: non vorrei che il motivo fosse tua sorella 

Eve lo guarda, il suo sorriso si tramuta in una bocca serrata, lo sguardo si paralizza. Non è facile per lei parlarne. 

Eve: non la sento da troppo tempo ormai 

Will: Liam è con lei

Eve: lo so lo so 

Eve si volta dandogli le spalle, sospira nervosa sentendo il vento scompigliarle leggermente i capelli, le mani calde di Will si posano sulle sue braccia scoperte. 

Eve: dovrei prendermi cura io di lei 

Eve appoggia la testa sul torace del marito, Will sorride, ha imparato a convivere con lo strano rapporto che ha sempre legato le due gemelle. 

Will: tante volte le hai detto di venire da noi

Eve si volta di scatto, lo guarda negli occhi seria in volto.. 

Eve: dovremmo farle una visita, portare Jon con noi 

Will: cosa? sei impazzita? li ci sono chissà quanti gradi sotto zero

Eve: è suo nipote vorrei che lo conoscesse, Will posso proteggerlo e vorrei che tu venissi con me 

Eve lo prega, sbatte più volte le palpebre con fare civettuoso. Will rotea gli occhi palesemente sconfitto. 

Will: va bene, ma io devo restare qui, c'è ancora un regno da tenere in piedi 

Eve sorride a trentadue denti, si avvicina al marito baciandolo. 

 

In casa tutti sono agitati. Hook non fa che tempestare di domande Liam, che non può dire molto con la sua versione giovane presente. 

- Possiamo fare qualcosa al posto di restare come idioti con le mani in mano- è proprio Liam a parlare, ma quello adolescente, sembra quasi che stai per scoppiare, dentro se non riesce a perdonarsi di essersi fatto abbattere così, di essersi fatto prendere Liz da sotto i suoi occhi. E' arrabbiato con se stesso, frustato e vuole a tutti i costi ritrovarla. 

- Per quanto detesti questo ragazzo ha ragione..- incoraggia Hook. Liam fa finta di non sentire, in fin dei conti sa benissimo che quello sarà suo suocero, ma il giovane Liam invece sembra invece parecchio distratto. 

- Dobbiamo dividerci- suggerisce Neal. Hanna gli stringe la mano e annuisce, d'accordo con il ragazzo. 

- Spero che abbiate un piano, senza magia siamo praticamente inutili…- Interviene Regina, ma il sorriso di Liam fa intendere qualcosa di diverso. 

- Chi ha detto che siamo senza magia? Hanna 

La bionda lo guarda sbalordita, così come Regina, Hanna non aveva mai mostrato segni dei poteri. Ho forse è sempre stata lei ad ignorare i segnali. 

Emma e Eveline entrano in casa determinate, così come il resto dei presenti. 

- Possiamo rintracciare Lizzie- Dice sorridendo Emma, Liam la guarda non capendo, in che modo assurdo volevano trovarla? A quel punto Eveline interviene - L'anello. Sono sicura che lo porta ancora

- Quale anello?- chiede il giovane Liam, quello ancora adolescente. Eveline se lo lascia sfuggire, forse ha fatto confusione con la linea del tempo, ma per lei è così naturale considerare Liam e Liz come una coppia. 

- Le vostre fedi ovviamente 

Il ragazzo la guarda shoccato e confuso, lo sguardo glaciale e fulminante di Hook non aiuta il ragazzo. Il Liam adulto invece guarda arrabbiato la cognata che capisce di aver combinato un bel casino. 

 

Elizabeth apre senza ripensamenti la porta in legno massiccio della sua camera da letto. La stanza ha un odore dolce, la finestra di fronte ad essa è aperta facendo entrare un forte gelo in tutta la grande stanza. Spostando il capo di lato la prima cose che Liz vede è il grande letto dove Liam dorme, sembra tranquillo, ha un espressione serena, pacata. Liz riprende a respirare lentamente, notando che il suo cuore a ripreso a battere a ritmi regolari. Trascina velocemente il vestito lungo la stanza arrivando al lato del letto del ragazzo, si china controllando il suo respiro, totalmente rassicurata si lascia andare, sedendosi nel letto, non badando che con il peso del suo corpo il ragazzo avesse aperto gli occhi. Liz sente mugugnare qualcosa e si volta di scatto, i suoi occhi cristallini guardano il volto semi addormentato di Liam. Il ragazzo si stropiccia gli occhi, vede ancora un po' sfocato, ma riconosce la figura di Elizabeth seduta nel letto. 

Liz: non volevo svegliarti 

Liam con le braccia si alza mettendosi a sedere di fianco alla ragazza. 

Liam: non preoccuparti…è successo qualcosa sembri scossa

Liz fa spallucce, come a cercare di scrollarsi quella sensazione di panico di sopra. Si alza in un movimento brusco andando verso la finestra, Liam guarda i suoi movimenti, non l'aveva mai vista così agitata nel cuore della notte, anzi si chiedeva perché fosse vestita visto l'orario. 

Liz: Rumple è stato qui 

Lo sguardo indagatore di Liam si tramuta in un espressione seria, cupa.

Liam: come ha fatto ad entrare?

Liz: non lo so, l'incantesimo non era abbastanza potente, non ne ho idea…ma non è questo il punto 

Liz ritorna a sedersi al fianco del ragazzo, gli occhi celesti fanno fatica a trattenere le lacrime, gli occhi rossastri di lei sono un colpo al cuore per Liam, troppe volte li aveva visti piangere ingiustamente. Con un gesto semplice trascina la ragazza vicino al suo cuore che a differenza di quello di Liz batteva lento e per lei era sempre un tranquillante. 

Liz: non permetterò a nessuno di farti del male 

Liz sussurra, non si rende conto nemmeno lei delle parole che usa, Liam confuso sporge il capo verso la ragazza, ma il viso pacato di lei e gli occhi chiusi gli dicono che si è addormentata. Liam alza lo sguardo verso la finestra, dei fiocchi di neve scendono forti, veloci, sembra quasi pioggia. 

 

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Il giovano Liam esce fuori verso il cortile, sembra che gli manchi l'aria, come se si fosse dimenticato di respirare. Guarda il giardino verde di fronte a se, incapace di dire una sola parola, non sa nemmeno cosa ci fa li, paralizzato. Dovrebbe essere in giro, a cercare la ragazza che ama. Sente una voce richiamarlo più volte. Qualcosa lo afferra per le spalle costringendolo a voltarsi. Liam, quello adulto lo fissa serio in volto, determinato. 

- Calmati 

Il giovane lo guarda quasi in cagnesco. Arrabbiato - Perché non mi hai detto niente? Una cosa del genere?- Liam indica la casa, come per indicare Lizzie. L'adulto sospira cercando di mantenere una calma che in questo momento è impossibile avere. 

- Non potevo rischiare che cambiasse questo…l'amore che provo per Elizabeth non doveva essere compromesso, non lo avrei mai permesso per questo si, ti ho mentito, ma non è poi una bugia, alla fine io non sono altro che te, sei tu che agirai in questo modo e posso garantirti che non te ne pentirai, farai di tutto per salvarla, metterai la tua stessa vita dopo di lei 

Liam lo guardava sbalordito, un amore così forte, così intenso non credeva nemmeno esistesse. 

Elizabeth guarda negli occhi Rumple, uno sguardo senza paura, senza esitazione, cosa che colpisce molto l'uomo, non ha proprio l'aria di un adolescente come si aspettava fosse. Uno sguardo da donna, da persona che sa cosa significa il dolore, che sa cosa significa perdere. Rumple sorride, divertito dalla situazione, trovarsi di fronte qualcosa di insolito, nuovo. Quello sguardo così simile ad Emma, i suoi occhi verdi fissi suoi suoi, temerari, un coraggio che una ragazza non dovrebbe avere. 

- Sembra quasi che mi stessi aspettando- Dice Rumple gesticolando come solo lui sa fare. Sul volto della giovane bionda spunta un sorriso ironico, divertito. 

- Avanti, fa quello che devi fare

Lizzie incurva il capo portandolo leggermente verso la sua destra, il sorriso divertito di Rumple si ferma un attimo, non è come aveva previsto, qualcosa nel suo piano sembra differente. Lei doveva essere una semplice ragazza da uccidere, rubare i poteri ancora nascosti. 

- Cos'è non ne hai più il coraggio..- Lo provoca lei, quasi vuole che scateni la bestia. 

Jackson cerca di liberarsi da quelle bende, ma più si muove, più esse stringono. 

- Okay un ultimo tentativo poi non so che diamine fare…- la voce di Elizabeth lo fece fermare, poggiando la schiena lungo la sedia. Guarda la ragazza muovere le mani in modo buffo, gli viene da sorridere, ma la situazione è piuttosto messa male. Lizzie esasperata lascia scivolare con forza le braccia lungo i fianchi con i palmi delle mani aperti. Una folata di vento si spende intorno a lei. Si guarda le mani, un sorriso entusiasta si espando sul suo volto e guarda verso Jackson che ride a trentadue denti. 

- Ce l'hai fatta

- Ce l'abbiamo fatta 

Lizzie corre verso di lui, ripete lo stesso gesto con la mano, ma verso Jackson, pensa semplicemente che le corde non ci siano più. Jackson sente il corpo libero e leggero, vede sparire di colpo tutto quello che lo teneva legato in quella sedia. Si alza abbracciando l'amica, anche se adesso è una spanna più alta di lui - Dobbiamo andare a salvarti- Quelle parole fecero trasalire la bionda - No, io devo andare…tutto questo è iniziato così, ma certo…tutto questo è già successo…- Lizzie si muove lentamente, portando la mano sui biondi capelli spaventata - Tu che mi salvi…tutto è già stato fatto, non so spiegarlo ma so che è così…dobbiamo cambiare la storia e per farlo Jack devi rimanere qui

La porta si apre improvvisamente, Belle entra con il viso stanco e spaventato. 

- Jackson 

- Mamma 

Jackson la guarda arrabbiato, usa un tono di rimprovero, sa quello che ha fatto e no può perdonarlo. Liz invece guarda la donna, la capisce perfettamente, farebbe la stessa cosa se suo figlio si trovasse in difficoltà. Istintivamente si guarda la pancia, quel corpo che una volta portava in grembo un bambino, quel corpo che lo aveva perso. Le si stringe il cuore al solo pensiero di ciò. Si volta verso Jackson con uno sguardo comprensivo - Non odiarla Jack, ha fatto tutto questo per te…Belle- Si volta verso la donna - Restate qui, qualsiasi cosa succeda…io ho un futuro da cambiare- Liz si volta verso Jackson che nonostante volesse correre fuori e aiutare gli altri, il suo unico aiuto è non essere d'intralcio. Lascia andare l'amica, si sente inutile. 

 

 

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Eveline e il piccolo Jon scendono dalla carrozza, indossano dei vestiti abbastanza pesanti, la madre tiene la mano del figlio talmente stretta che ha paura di fargli male, ma la paura che gli accada qualcosa è ancora più forte. Due uomini sono posti ai lati dell'enorme portone in materiale che assomiglia molto al ferro, i due si inchinano vedendola arrivare. La porta viene aperta e ai due è permesso entrare. La prima stanza è sicuramente quella più grande, un enorme stanza in muratura, come è solito un castello, ma molto più cupo, degno di una fortezza. Le scale sono la prima cosa che viene all'occhio, grandi, danno l'impressione che non ci sia quasi una fine, eppure è solo il secondo piano. Eveline si abbassa verso suo figlio, ha gli occhi azzurri del padre e i capelli castani di sua madre, un viso dolce, candido. 

Liz: non aspettavo tua visite 

Liz scende dalle scale, Eveline si volta rimettendosi in piedi, la mora sorride avvicinandosi alla sorella. Liz rimane un secondo a fissarla, quasi arrabbiata, ma poi il suo volto si rilassa allargando le labbra in un sorriso dolce, Eve l'abbraccia, le era mancata davvero tanto. 

Liz: lui è Jon, si è fatto un ometto 

La voce di Liz rispetto al solito è molto più pacata, sembra aver abbandonato quell'aria smarrita che ha spesso sul volto. 

Liz: perché non lo portate nelle cucine avrà sicuramente fame 

Liz ordina ad una cameriera di portare il piccolo nelle grandi cucina della fortezza, Eve sorride al piccolo mentre questo viene guidato verso una strada che la donna ricorda a malapena. 

Liz: vieni con me 

Il tono rigido e serio della sorella le fa prevedere che qualcosa non va come dovrebbe, Eve fa un lungo sospiro non osando nemmeno immaginare cosa le aspetta. Eve segue la gemella bionda lungo un lunghissimo corridoio, stanza si lamenta svariate volte, a differenza di tanti anni prima Liz non glielo rimprovera più. Liz si ferma di colpo, così di scatto lo fa anche la sorella. 

Liz: qui non può sentirci nessuno 

Liz con un semplice gesto della mano apre la porta, Eve sente una strana sensazione, come un pericolo che non comprende, ma si fida di sua sorella, entra. Sobbalza non appena la porta si chiude di scatto da sola, mentre Liz non ne sembra poi così sorpresa, anzi si avvia direttamente al centro della stanza, dove la scrivania è talmente ricoperta di libri che è difficile distinguere il suo aspetto. 

Eve: non potevi parlarmene sopra?

Liz: sopra corriamo il rischio di essere spiate 

In modo nervoso Liz cerca il suo quaderno degli appunti, quello con la copertina rossa, in un gesto di impeto, rabbia scaraventa tutti i libri a terra. Il terrore nei suoi occhi chiari è talmente palese che anche Eve inizia ad averne. Si avvicina alla sorella cercando di tranquillizzarla. Liz la blocca di colpo andando verso la porta. 

Eve: dimmi che succede e basta 

Liz si volta verso di lei, prima che potesse aprire e andare via. 

Liz: quel mostro di Tremotino, ha rubato i miei appunti ecco cosa era venuto a fare…Dio era tutta una messinscena 

Liz si porta le mani ai capelli, li porta verso dietro, come faceva sempre quanto era ansiosa. 

Eve: Rumple è stato qui?

Liz: ha minacciato di fare del male a Liam, a te se non gli davo quello che voleva 

Eve: perché non me lo hai detto subito

Eveline avanza, era sempre stata quella impulsiva, quella che si lancia a capofitto in ogni battaglia. 

Liz: ferma

Liz lo urla con forza, Eve si blocca, ma non semplicemente in modo naturale, i suoi muscoli sono irrigiditi, persino la sua bocca resta sigillata, gli occhi celesti costretti a guardare sola la lunga strada di fronte a se. Liz non capisce cosa le prende, si avvicina guardandola nel volto, sgrana gli occhi quando si rende conto che è immobilizzata. Alza lentamente la mano passandola davanti alla ragazza, ma non esce la solita luce bianca che ha ereditato come Eve da sua madre, quello che viene fuori è una luce nera, quasi una nube. Eve riprende il controllo del suo corpo.

Eve: oh mio Dio, cos'era quello?

Liz la guarda, per la prima volta non sa cosa rispondere, cosa dire. 

Liz: è iniziato ieri 

Eve prende le mani di sua sorella, non sono consumate come quelle di Rumple, non è l'oscurità. 

Eve: come è stato?

Liz ha paura ad ammetterlo, ma a lei dice tutto. 

Liz: come una scarica di adrenalina, ti senti forte, inarrestabile

Eve: Liz 

Liz cerca di fare un sorriso, ma viene fuori una smorfia poco convinta. 

 

 

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Emma corre verso la piazza, può vederli, è quasi vicina, deve solo correre più veloce. Rumple si avvicina alla ragazza, col sorriso divertito. Lizzie guarda il volto dell'uomo che l'ha privata di tutto, della sua famiglia, dei suoi genitori, di quel figlio che sarebbe dovuto nascere. Il suo sguardo si sposta lungo l'orologio posto in alto, sa che li c'è Zelena, tutto sta andando secondo i piani, deve solo lasciare che lui le prenda il cuore, quel cuore ormai privo di ogni sentimento, se non amore per Liam e sua sorella. L'unico briciolo di sentimenti rimasti nel tempo sono per loro. In un istante si ricordò di quella promessa che aveva fatto ha Liam durante il suo matrimonio. 

"Ti amerò finche ne avrò memoria, fino al mio ultimo respiro, perché tu sei l'amore della mia vita e niente mi porterà via da te"

Si ricordo nel modo buffo e dolce in cui lui le aveva sorriso, imbarazzato per via di tutti gli occhi puntati su di loro. Poi ricordò il sapore del bacio, era stato veloce, casto, giusto per un matrimonio, ma aveva sempre lo stesso sapore dolce e passionale. Gli occhi azzurri del ragazzo fissi sui suoi, come a non volersi più staccare. Elizabeth socchiuse gli occhi, come per intingere nella mente quell'espressione felice di suo marito, ricordarne i lineamenti, ricordare il suono della sua risata cristallina. Poi un sorriso lieve si increspò sulle sue labbra, ricordando ogni loro piccolo e dolce momento. Non si pente di niente, tutto quello che ha fatto con Liam, ogni momento, ogni giorno del suo matrimonio, lo porterà con se, nell'oltretomba. Rumple è ormai davanti a lei, la mano alzata di pochi centimetri, ma quanto basta per essere vicino al suo cuore. - Mi sorprendi ragazzina, non dici nulla?- Rumple sposta di lato il capo, curioso e elettrizzato dal comportamento ambiguo di lei. 

- Fallo- dice lei sprezzante.

L'urlo di Emma arriva alle orecchie di Lizzie come un eco lontano. Sente la voce di sua madre, ma il dolore al petto è troppo forte, ogni parte del suo corpo è immobilizzata, abbassa il capo biondo e vede la mano di Rumple dentro il suo petto, il suo cuore è stretto nelle sue mani dalla pelle quasi come quella di un rettile. Elizabeth alza lo sguardo, si è ripromessa che non sarebbe andata così, che non avrebbe visto il terrore negli occhi di chi ama, non negli occhi di Liam che adesso la sta guardando con le iridi spalancate e il terrore negli occhi. Le labbra aperte per dire qualcosa, ma la voce non esce. Il giovane Liam invece sta urlando, bloccato dalle forti braccia di Hood non può muoversi. Lizzie può vedere gli occhi blu elettrici di Hanna riempirsi di lacrime trasparenti e le gote tingersi di rosso. Neal, il suo amato zio che gli è sempre stato vicino, ma questo lui non lo sa, non ancora. Ha lo sguardo perso su di lei, come se non riuscisse a crederci. Suo padre che che ha appena sfoderato una spada dal suo vecchio abito da pirata avanza verso di loro, ma lei non riesce a vedere più con chiarezza. Guarda Rumple, perché non le strappa il cuore? Lo sguardo dell'uomo è preoccupato, tira forte verso l'esterno, ma il cuore di Lizzie resta li, come se non volesse uscire. Elizabeth guardo Liam, poi un flash, un qualcosa che non ha previsto nel suo piano. Abbassa il volto verso la sua mano destra pendolante nel vuoto e lo vede. Un piccolo filo d'oro intrecciato, l'anello di Liam. Guarda Liam sconvolta, nonostante tutto l'ha protetta. L'anello che lei stessa gli ha donato, impregnato di magia per proteggerlo da qualsiasi cosa. 

- L'anello…- Liam parla, non potendo non nascondere un sorriso di sollievo. Ma quel sollievo dura poco, Liz sente stritolare il cuore, Rumple lo sta stringendo, mentre con un gesto della mano scaraventa tutto gli altri lontano, ognuno in angoli e luoghi che Liz non può vedere. Ma cerca con lo sguardo Zelena. Poi sente pronunciare delle parole: Eveline. 

- Ev..- non riesce a pronunciare nessuna parola, Eve riesce a far rallentare la presa di Rumple, ma non è abbastanza forte. 

- Mamma!!

La sua stessa voce le arriva alla testa, ma non è nella sua mente, Lizzie sta correndo verso i suoi genitori, si accascia su loro controllando se stanno bene. Emma la guarda, riconosce lo sguardo innocente di sua figlia, sa che è lei. L'abbraccia d'inestinto e Hook fa lo stesso. 

- Dobbiamo fermarlo- dice Liz quando si libera dall'abbraccio - So che voi ce l'avete con lei, ma posso capirla, quello che le ha portato via…voi, il bambino 

Gli occhi dei suoi genitori si incupiscono e spalancano nello stesso momento - Oh mio Dio…- Emma si porta la mano alla bocca guardando nella direzione di suo marito. 

- Di che bambino stai parlando?

Lizzie si volta, Liam sembra abituato a vedere la Liz del futuro, in fondo è lei sua moglie e lei ha il suo corpo adesso. Il suo sguardo sembra cambiare, da confuso a arrabbiato, terrificante - Che bambino LIZZIE??

Lizzie sobbalza, non sicura di cosa rispondere, ma ormai non ha molto importanza, si volta verso Eveline che cerca di trattenere Rumple, deve aiutarla, sa che può farlo. 

- Mi dispiace Liam…- Liz non può fare a meno di far uscire quelle lacrime dal volto, l'espressione triste e arrabbiata del ragazzo la rendono ancora più vulnerabile. Emma l'abbraccia, come per ricordarle che nonostante tutto lei è li. Liam si volta frustato, ha una camminata decisa, Lizzie si libera dell'abbraccio correndo verso di lui, cercando di fermarlo. 

 

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- LIAM NO

Liam prende la spada che è caduta a Hook, la lascia strisciare a terra, cammina lentamente verso di lui, come ha fatto in passato. Il suo sguardo non ha emozioni. 

Lizzie corre verso di lui, ma Zelena le appare davanti, la bionda si blocca - L'incantesimo…tu e tua sorella fatelo, prima che sia nel pieno delle sue forze- Lizzie prende il pezzo di carta che Zelena le porge e senza pensarci due volte corre verso Eveline. Hanna si avvicina a Zelena, ha ancora qualche graffio per via della caduta. 

- Ci stai aiutando- Hanna sembra sorpresa, Zelena la guarda, finalmente con uno sguardo vero, sincero, quasi dispiaciuto di non poter essere stata quella madre che lei non ha mai avuto. - Non sono venuta per farti del male, sei mia figlia- Hanna si lascia sfuggire un piccolo sorriso. Regina non può fare a meno di notarlo e per quanto volesse portare via la sua bambina da li, non ne ha il diritto. 

Eveline si volta, sua sorella di fianco a lei, sa che non è lei, non ha quello sguardo cupo e triste, ha uno sguardo pieno di speranza. Eveline annuisce e Lizzie le fa vedere il pezzo di carta. Le due portano avanti le mani, iniziando a pronunciare quelle parole difficili e incomprensibili alle persone normali. Una strana energia si espande verso Rumple. Il vento soffia forte facendo voltare verso l'alto il manto nero di Lizzie e i capelli biondissimi. 

Rumple tira finalmente fuori la mano dal cuore di Liz, si accascia a terra, dolorante. Poi qualcosa lo trafigge al petto, vicino al cuore. La lama del pirata è intrisa del sangue di Rumple che guarda negli occhi quel ragazzo sconosciuto. Liam stringe ancora di più verso il suo interno girando la lama. Rumple guarda per l'ultima volta il volto degli eroi, tra di essi, la sua Belle non c'è. Con un ultimo respiro cerca di dire il suo nome, ma non ci riesce, cade a terra privo di vita. 

Liam non ci pensa due volte e si volta verso Liz, nonostante abbia quel corpo da ragazzina, dentro c'è l'anima della donna che ama. 

- Liz 

La ragazza è a terra, priva di sensi.

 

Liz apre gli occhi, non sa di preciso dove si trova, sa che è al sicuro, sente il calore caldo del sole sulla sua pelle chiara. Il terreno verde sopra cui è distesa è morbido e umido. 

- Ce l'hai fatta

 

Liz si volta notando una figura seduta accanto a lei, vede il volto del ragazzo dall'alto. Un ragazzo che non aveva mai visto. Gli occhi celesti di lui sono sorridenti, felici. Liz si mette a sedere accanto a lui, stranamente sente di conoscerlo. 

- Dove sono? Liam?- Liz si agita cercandolo con lo sguardo, il ragazzo le sorride e dice tranquillamente - Sta bene…ti sei presa solo un attimo per te…questo posto è solo un illusione- Liz guarda le montagne di fronte a se, sono quelle della foresta incantata. 

- Hai cambiato il futuro Lizzie, quindi ci vedremo dall'altro lato

Il ragazzo le sorride felice, lo vede sempre più lontano, tutto diventa più scuro e buio. 

Liz apre gli occhi, riprendendo a respirare come se fosse stata in apnea per tutto il tempo. La prima cosa che vede sono gli occhi di Liam sui suoi, sorridenti, felici di trovarla viva, ha le braccia forti del ragazzo sul suo corpo esile e minuto. Si alza facendosi aiutare da lui, che non appena è in piedi l'abbraccia forte, la stritola quasi. Si rende conto di essere ancora nel corpo della giovane Lizzie, lo nota dal fatto che Liam sembra un gigante in confronto a lei e anche dal fatto che ancora non l'ha baciata. Si stacca dal caldo abbraccio è sposta i suo sguardo verso sua sorella, che annuendo fa un gesto con le mani. Liz finalmente è di nuovo nel suo corpo da adulta. La persona vicina a lei è sua sorella, si lancia abbracciandola senza pensarci un secondo di più. Liam si avvicina alle due, finalmente tutti e tre insieme. 

La giovane Liz guarda la scena, in tutto questo non ha ancora considerato il fattore che Liam sarà suo marito, avvampò di colpo. 

- Liz 

Si volto verso le sue spalle, il ragazzo è un po' indolenzito, ma riesce a muoversi, i due si guardano. Si sorridono. 

 

- Quindi adesso tornerete a casa?- Chiede Emma abbracciando sia Eve che Lizzie, l'intera famiglia si trova in giardino, pronta a salutarsi. Liz stringe la mano di Liam, ha paura a lasciarlo andare. - Una volta tornati nel futuro le cose saranno diverse, i nostri ricordi saranno cambiati…ma sono sicura che ogni sentimento che proviamo adesso sarà lo stesso…- dice Eveline guardando con amore la sorella e il cognato. Hook sospira, anche se in fondo è felice di sapere che le sue bambine saranno in buone mani. 

- Qualsiasi uomo si avvicini alle mie bambine non avrà vita facile, ma vedrò di chiedere un occhio per te ragazzino- Hook dice e Liam, il ragazzo sorride stringendo la mano che il pirata gli porge. 

- Adesso dovete solo riportare Eveline a casa- afferma Lizzie. La giovane e l'adulta si guardano negli occhi, si sorridono, pronte a lasciarsi l'una alle spalle dell'altra. 

- L'incantesimo è anche piuttosto facile, ma lasciatemi un altro paio di giorni 

Emma e Hook si guardano confusi, la giovane Liz invece capisce tutto, sorride maliziosa e complice con la grande Eveline.

 

Un paio di giorni dopo Hanna è china sui libri, la biblioteca è sommersa da libri di incantesimi. Liz sbuffa più volte, cercano da giorni quel famoso incantesimo che permetterà a Eveline di tornare a casa. La porta che si apre spezza quel silenzio pesante che si è creato. Neal si avvicina ad Hanna dandole un leggero bacio sulle labbra, poi le si siede affianco, cercando nel suo piccolo di aiutare le due ragazze. Sorride guardando le due essere diventate così complici e amiche - Allora novità su Zelena?- chiede il ragazzo, volendosi accertare che la sua ragazza stia bene. Hanna fa spallucce e poi lo guarda negli occhi, non ha più paura di un confronto faccia a faccia, stare con Neal la tranquillizza, non si sente ne in imbarazzo ne intimorita, si sente solo bene - E' tornata nel suo tempo…ma ho deciso di cercarla, vorrei trovare un modo per arrivare conoscerla so quello che stai per dire è cattiva e ecc. ma è mia madre è ci ha aiutati, le devo una possibilità- Neal che a differenza di quello che pensava la sua ragazza, l'abbraccia semplicemente, dandole quella sicurezza di cui ha bisogno. 

- Ho trovato qualcosa- l'urlo stridulo di Liz fa voltare entrambi verso di lei, gli occhi verdi di lei si illuminano di gioia - Non mi permette di riportarla a casa, ma posso comunicare con lei

 

 

Eveline sfoglia quel libro da giorno ormai, ci sono incantesimi potenti e complicatissimi. Will si siede accanto a lei, su quella roccia bianca posizionata sulla collinetta, vicino al castello - Dovresti fare una pausa- le suggerisce il biondo. Eveline sospira nervosa, non vuole arrendersi, deve trovare un modo. Poi i suoi occhi chiari si soffermano su una pagina piegata, giurerebbe che pochi secondi prima era normalissima. Un po' giallastra, ma comunque le pagine del libro erano in perfette condizioni. Prende la pagina leggendo quell'incantesimo, lo stesso incantesimo che Liz ha trovato, sembra quasi un segno del destino, o semplicemente volere della magia stessa.

- Potrebbe funzionare…- mormora la ragazza, William sposta il capo sporgendosi leggendo ogni parola, ci capisce poco, infatti Eveline non appena nota la sua faccia confusa si appresta a spiegargli. 

- E' un incantesimo tra gemelle, permette di comunicare attraverso uno specchio…in pratica la nostra magia è collegata dobbiamo trovare solo un ponte…- Lui annuisce e poi afferma - Lo specchio- Eveline sorride, lo stesso sorriso entusiasta di sua sorella.

- Esattamente - afferma decisa.

 

 

Liz è di fronte lo specchio del soggiorno dei suoi nonni, quello specchio è abbastanza grande da far vedere a tutti i presenti la sorella. O almeno a tutti i componenti della sua famiglia. 

- Funzionerà- si ripete da più di un ora, deve solo concentrarsi e ripetere nella mente le parole del libro, non è difficile, ma il pensiero che fallisca non la lascia andare. Avanza le mani verso lo specchio, da esse esce una luce bianca luminosa, molto più luminosa di quanto lo fossero quelle della madre. Lo specchio sembra cambiare, come se ci fossero delle intermittenze. Poi la figura di Eveline inizia a diventare più nitida. Eve rimane immobile, sorpresa di trovarsi tutta la famiglia li, per lei. 

- EVE 

E' la voce di Lizzie, le due si guardano, felici di vedersi, un amore tra sorelle forte, palpabile quasi. Eve non credeva che questo giorno sarebbe arrivato. Lasciare andare la sua parte cinica e gelosa e riprendersi quel legame unico con sua sorella, che in fin dei conti ha sempre messo lei al primo posto. 

- Ti porteremo a casa 

Eve si morde le labbra non appena sente la voce di sua madre, guarda sua sorella con occhi da cerbiatta, Liz corruccia la fronte, un chiaro segno che la ragazza ha qualcosa da dire. 

- Non sono sola…Liz devo presentarti una persona- Eveline si allontana un attimo, torna qualche secondo dopo trascinando contro la sua volontà un ragazzo biondo. Liz alza un sopracciglio confusa, ma da una parte di lei felice che lei non sia sola. 

- Lui è William…andiamo saluta

- Eve…- lui replica, ma poi impacciato si volta verso lo specchio, Liz lo guarda bene, ha qualcosa di famigliare, assomiglia a qualcuno, ma non sa spiegarsi chi - Lui è il fratello di Liam- Afferma entusiasta la bruna ottenendo lo sgomento e sorpresa di tutti i presenti in soggiorno. Lizzie sorride quasi sorpresa, ora ricorda a chi assomiglia, lo ha visto solo una volta, ma nonostante i capelli biondi e gli occhi chiari, è palese che sia la fotocopia di Philip, il padre dei ragazzi. Eve ha ragione, deve portarlo anche lui a Storybook, Philip ha davvero bisogno della sua famiglia, così come Liam. 

 

 

Un mese dopo tutti si trovano nel confine di Storybook. Lizzie resta sempre vicino a Liam e Philip, trascinato controvoglia, sembra burbero e scontroso, ma con Lizzie è stato gentile, la seguita nonostante tutto - Cosa ci facciamo qui?- chiede al figlio che evidentemente ne sa meno di lui - non lo so- Philip sospira, poi guarda di nuovo suo figlio - mi dispiace…per tutto quello che ti ho fatto passare in questi anni, mi sono auto-distrutto e ho fatto pagare le conseguenze a te, tu che meno di tutti avevi la colpa…- Liam lo guarda, per la prima volta vede quel padre che ha sempre voluto, il vero Philip, un principe fiero e dal buon cuore. Annuisce e risponde cercando di mettere a nudo quei sentimenti che ha sempre celato a tutti - Non importa, non sei stato un peso per me, papà- Philip sente gli occhi quasi bruciare, le lacrime che vorrebbero uscire, non lo chiamava più così da tanto tempo, lo sguardo che ha suo figlio, così fiero di lui, qualcosa che non sente di meritare, ma che comunque lo rende felice - Siete pronti- Si avvicina Liz con uno strano sguardo felice sul volto. I due annuiscono senza sapere bene a cosa devono essere pronti. 

Lizzie e Hanna avanzano, le due sono le uniche cha hanno iniziato a praticare la magia, forse il fatto di essere spronate ha fatto riattivare il processo più velocemente dei genitori. Si stringono per mano, prendendo energia e magia l'una dall'altra. Avanzano con la mano libera verso il confine, il luogo più ampio per ospitare un intero regno. Una luce bianca esce da entrambe le mani delle ragazze, bianca, magia buona. Lo sforzo è tanto, è richiede più energia del solito. Emma afferra la mano di Lizzie, sa che anche lei può aiutare, Regina seguendo l'esempio di Emma prende quella di sua figlia. La loro magia si intensifica. Hanna guarda sua madre, perché nonostante Zelena, Regina resta sempre sua madre. Davanti a loro inizia a materializzassi del fumo viola, poi appaiono molti sconosciuti che non hanno mai visto. 

 

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Lizzie la vede, tra la folla, con lo sguardo che si sposta da un angolo all'altro. Le mani che prima erano unite si lasciano, per la forza dell'incantesimo. Lizzie lascia tutti, corre verso di lei. Eve la vede e non ci pensa due volte, corre verso la sua direzione. Le due dopo mesi sono di nuovo insieme, appena sono abbastanza vicine si abbracciano, in un modo protettivo, forte, si stringono l'una all'altra, come se qualcuno da un momento all'altro potesse dividerle di nuovo. Emma guarda la scena di fianco al marito commossa. 

- Philip 

L'uomo sente una voce femminile, familiare, quasi una visione. Aurora però è proprio di fronte a lui, con un vestito rosa bellissimo, da regina. L'uomo chiude e apre gli occhi più volte, incredulo, stenta a crederci - Papà?- lo richiama Liam confuso - Chi sono?- chiede ingenuamente il ragazzo, Philip capendo che non è una visione sorride, formando quasi una mezza luna. Si volta entusiasta verso suo figlio - E' tua madre- Aurora guardo Liam, commossa, le lacrime ormai le rendono gli occhi azzurri lucidi e bellissimi. 

- Il mio bambino…- non ci pensa due volte a correre e abbracciarlo. Liam sente un calore familiare, ma troppo sfocato per riconoscerlo, ma gli piace, quella sensazione di protezione, è la sua mamma. Philip invece si sofferma su William, così uguale a lui, così bello, cresciuto. 

- William 

Il biondo lo guarda con uno sguardo colpevole, come il padre si è colpevolizzato per tutti questi anni. Ma l'uomo si avvicina abbracciandolo, come se quel tempo non fosse mai esistito, gli importa solo di averli li. Will ricambia quell'abbraccio con forza, è grande, ma ha sempre risentito di quella mancanza, nonostante l'amore di sua madre, sapeva che gli mancava qualcosa. I fratelli si guardano confusi. 

- Tu sei Will 

- E tu devi essere Liam 

I genitori li lasciano, in modo che possano conoscersi meglio. Aurora guarda il suo Philip, l'uomo che ha sempre amato. Il marito la bacia con passione, una passione trattenuta per troppo tempo. 

 

Lizzie guarda tutti i presenti che si ricongiungono con le loro famiglie, persino la famiglia di Connor aveva qualche parente intrappolato li. Eveline le si avvicina. 

- Siamo di nuovo a casa

- Casa?- si volta confusa verso la bruna - Si, non credevo che l'avrei mai detto, ma mi è mancata Storybook- Liz sorride mentre Eve le mette un braccio intorno al collo, poi un pensiero le viene in mente - E se dovessimo tornare a New York?- Per un secondo nota lo sguardo di sua sorella incupirsi. Ma poi riprende quella scintilla. 

- No…non voglio tornarci..- dice con fare ovvio e guardando Will, Liz lo nota ed è confusa, così lo dice e basta. 

- Ti piace Will?

Eveline arrossisce e poi guarda la sorella, tenta di negarlo. 

- No, no che dici 

Liz sorride maliziosa e si avvicina di più alla gemella - Ti conosco come le mie tasche, non c'è nulla di male è un bel ragazzo, solo, non stai con Liam…- La frase cambia tono e diventa più bassa. Eveline la guarda confusa - Non te la detto?- la bionda scuote il capo non capendo - Ci siamo lasciati…è stato meglio così, credevo di essere innamorata, ma poi ho incontrato Will e adesso posso dirlo…so quello che provate perché adesso lo provo pure io…- Eveline sorride, ma sono arrivate vicino i suoi genitori che sono corsi ad abbracciarla. Liz si sposta di poco, guarda da lontano Liam, chiedendosi perché non le abbia detto niente. 

 

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Mentre tutti festeggiano da Granny's. Liz si allontana un attimo, ha bisogno di prendere fiato, di restare un attimo da sola a pensare, è stata tutto il giorno con la sua famiglia. Il tramonto sta per arrivare. Dietro il Granny's c'è un muretto, si siede sopra, lasciando i piedi a penzolare nell'aria. 

- Liz- La voce di Liam la distrae dai suoi pensieri e la ragazza arrossisce leggermente, sentendosi in imbarazzo visto che stava pensando proprio a lui. Liam le si avvicina, talmente vicino che appoggia le mani sulle gambe della ragazza. Liz si sente avvampare, il ragazzo abbassa il capo e poi lo rialza deciso, la prende per la vita facendola scendere, Liz cerca di liberarsi dalla presa. 

- Liam che diavolo stai face...

Liz tocca di nuovo il pavimento e poi sente le labbra morbide del ragazzo sulle sue. La schiena le finisce contro il muro ruvido del retro del locale. Chiude gli occhi assaporandone ogni momento. Si è immaginata tante volte che sapore abbia, come sarebbe stato, ma la realtà supera la sua fantasia. Si lascia andare completamente rispondendo al bacio con una passione che non sapeva nemmeno di avere. Affonda le mani chiare sui capelli castani del ragazzo, stringendoli tra le dite e sentendone la morbidezza, non credeva che esistesse qualcosa di così bello. Le sue emozioni sono in subbuglio, ma di una cosa ne è sicura, ama Liam, lo sapeva da prima, la capito dal momento in cui la visto, quando con una battuta o una parola piano piano a iniziato a entrare in lei, sotto pelle, senza permesso. I due si staccano riprendendo fiato, Liam appoggia la fronte su quella di lei, guardando i suoi occhi verdi smeraldo. 

- Perché adesso? 

Lui le sorride - Era giusto così, Eve è tornata…e tu non ti senti in colpa- Liz sorride, lo ha fatto per lei, ha aspettato per lei e sue sorella, quel pensiero la resa ancora più felice, avvicina il volto a quello del ragazzo riprendendo a baciarlo e Liam si lascia baciare. 

 

 

 

TREDICI ANNI DOPO 

 

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Elizabeth cerca di far uscire dal forno quella torta che Hanna le ha consigliato, ma ai fornelli è proprio impacciata. Una mano afferra l'altro lato aiutandola a sorreggere l'enorme vassoio. Eveline e Liz la poggiano sul tavolo. 

- Dio quanta ne hai fatta?

- Hai visto quanti ospiti abbiamo in giardino?

Eveline ride - Doveva essere un semplice barbecue- Liz scuote il capo divertita. Una piccola testolina bionda scorrazza per la cucina. Lunghi capelli chiarissimi lasciati liberi, grandi occhi azzurri - Josie non correre per la cucina puoi farti male- La bambina che può avere cinque o sei anni corre verso Lizzie nascondendosi dietro le sue lunghe e lisce gambe. Lizzie sospira - Dov'è tuo fratello?

- Lui e Jon vogliono catturarmi e chiedervi un riscatto 

Le due sorelle adulte si guardano in faccia preoccupate e divertite allo stesso tempo. Eveline si abbassa verso la nipote - Vostro nonno vi ha raccontato ancora storie sui pirati?- La piccola bionda annuisce, stringendosi ancora di più alle gambe della mamma. Il piccolo Nathan sbuca fuori dalla porta, ha una spada giocattolo, dietro di lui, il cugino Jon, a differenza dei cugini, ha i capelli scuri, ma gli occhi chiari di suo padre. I due brandiscono le spade verso Josie, ma Lizzie si pone davanti con fare autoritario. 

- Bene, bene abbiamo i pirati in casa…Eve chiama le guardie- I due cugini scappano dalla cucina divertiti, mentre sentono le risate divertite delle mamme. Lizzie prende in braccio la figlia rassicurandola. Jon e Nathan escono in cortile, raggiungendo gli altri bambini che giocano. Lizzie, che tiene stretta la mano della piccola Josie, si avvicina al tavolo apparecchiato alla perfezione, fatto da Hanna. La donna ha un grosso pancione, ma si muove meglio di un ninjia se si tratta di sistemare. Nonostante le repliche continue di Neal. Liam la raggiunge dandole un piccolo bacio sulla guancia, poi si abbassa prendendo in braccio la figlia minore. 

- E' arrivato Jackson- comunica il marito voltandosi verso gli altri uomini per parlare di partite e robe varie, portandosi con se la piccola Josie. Lizzie scuote il capo, adesso capisce da chi ne ha preso Nathan. Si avvicina al PK grigio, dall'auto scende un ragazzo. Uguale a quello della visione di Lizzie nel futuro, lei però non può ricordarlo. 

- Ce l'avete fatta…- Lizzie abbraccia il suo migliore amico e poi sua moglie. Layla. I due seguono la donna, raggiungendo tutti gli altri invitati, Jackson si fionda verso Connor e Neal, i tre sono ancora una famiglia. Liam è seduto vicino il fratello. Lizzie li guarda da lontano, Eveline l'affianca.
 

- Non saremo delle principesse qui, ma questo è molto meglio 

Lizzie si volta verso di lei sorridendo maliziosa. 

- Si, non è male 

Le due scoppiano a ridere, unite più che mai. 


THE END

 

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