Little Doll

di Gamora96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


C'era una volta, nei pressi dell'Oceano, un piccolo villaggio immerso nel verde. I suoi abitanti erano persone semplici ed umili, che lavoravano la terra ogni giorno per avere quel che gli bastava per sopravvivere. La caratteristica fondamentale di quelle persone, era che non amavano i cambiamenti. I genitori crescevano i loro figli affinché questi avessero sempre i piedi per terra, e non decidessero un giorno di lasciare il proprio villaggio per ammirare il mondo. Erano poche le occasioni in cui veniva permesso ad un estraneo di entrare nel villaggio, e quando questo accadeva, erano sempre molto diffidenti e speravano che andasse via in fretta. L'unico a non sottostare a queste assurde regole era Luka, un bambino di otto anni. Questo amava la musica, il mare, le storie di avventura. Il suo sogno, era quello di andare per mare e scoprire posti nuovi, volti nuovi. Sua madre lo credeva pazzo, e lo metteva spesso in punizione per motivi ridicoli, ma questo non cambiava i pensieri del ragazzo, che si chiudeva nella sua stanza a leggere libri, per scoprire qualcosa in più sul mondo che lo circondava. 
L'unica zona del villaggio che da sempre lo incuriosiva, era la foresta, all'interno della quale non era permesso andare. Dalla finestra della sua camera riusciva a vederla, verde e maestosa, piena di misteri da svelare. Primo tra tutti, il mistero della torre di pietra. Gli abitanti del villaggio dicevano che, all'interno della foresta, ci fosse un vecchio castello in pietra, abitato da un potente e pericoloso stregone. Inizialmente era uno di loro. Lavorava nei loro campi, mangiava il loro cibo, ma un giorno le cose cambiarono. Divenne un reietto, per via dei suoi sogni e delle sue idee, e venne costretto a vivere isolato da tutti. Col tempo, le chiacchiere su di lui si fecero sempre più spietate, al fine di spaventare i bambini e tenerli lontani dalla foresta. Peccato che Luka non fosse un bambino come tutti gli altri. Quelle storie non lo spaventavano affatto, anzi lo incuriosivano, al punto che un giorno, mentre tutti erano al lavoro, si diresse tutto solo nella foresta. 

La foresta era meravigliosa. Il fatto che nessun umano ci mettesse piede le aveva permesso di conservare la sua antica bellezza. Gli alberi erano molto alti, più verdi che mai, e gli uccellini cinguettavano felici. Quando arrivò in prossimità del castello quasi non se ne rese conto, intento com'era ad osservare il verde intorno a sè. Vederlo dal vivo era tutta un'altra cosa, e per un attimo si sentì vacillare. E se davvero il vecchio che lo abitava fosse uno stregone maligno? Prese un respiro profondo, e si accinse ad entrare, notando che il grande portone d'ingresso era aperto. All'interno, la tenuta era incredibilmente maestosa. Grandi quadri ad olio erano appesi alle pareti, ritraendo paesaggi e splendide dame dell'antichità. La sala principale era immensa, e lussuosi drappi colorati si estendevano sulle pareti per impedire al sole di entrare dalle immense finistre. Sul soffitto, un maestoso lampadario di cristallo creava stupendi giochi di colore laddove alcuni fasci di luce erano riusciti ad entrare per sfiorare la superficie di quel pregiato cristallo. 
Luka si guardò intorno a bocca aperta, osservando ogni minimo particolare di quel posto tanto meraviglioso. La sua attenzione venne attirata da uno splendido camino intagliato in legno, in cui piccole storie prendevano vita. All'interno del camino c'era molta cenere. Doveva essere rimasto inutilizzato per un bel po'. Sfiorò con le dita le piccole figure intagliate ai bordi del camino e rimase notevolmente sorpreso quando sentì muoversi la parete al suo fianco. Il muro si aprì, rivelando quella che sembrava essere una piccola porta. Dall'altra parte, c'era un lungo corridoio, terminante con un'irregolare scala in pietra. Luka rimase immobile per qualche secondo, osservando attentamente quella nuova scoperta. Non aveva idea di cosa ci fosse alla fine di quella scala. Probabilmente si era già spinto troppo oltre, poteva mettersi nei guai! Avrebbe fatto meglio a voltarsi in quel preciso istante e correre via, più veloce che poteva. Il suo cervello elaborò attentamente quei pensieri ... e li scartò. 

Luka salì le scale facendo molta attenzione. Si teneva alla parete con una mano, e guardava a terra per non rischiare di cadere. Quei gradini erano terribilmente irregolari. Bastava una piccola disattenzione per ritrovarsi con la faccia a terra. Quando finalmente le scale terminarono, si ritrovò di fronte ad una nuova porta, contornata d'oro. Di nuovo, la voce nella sua testa gli disse di andare via e di nuovo, il bambino ignorò quello sciocco commento. 
La stanza dall'altra parte della porta era piccola ma accogliente. Le pareti erano in pietra, e qualcuno le aveva riempite di disegni, per lo più infantili, ma alle volte molto belli. Alcuni giocattoli erano a terra, di fronte ad una vecchia scrivania in legno con tanto di specchiera. Sul lato opposto, un piccolo letto dalle coperte rosa. Ciò che veramente attirò l'attenzione del bambino, però, era ciò che stava sul letto. Inizialmente pensò che si trattasse di una bambina, ma poi si rese conto che non era umana. Il viso era quello di una bambina a tutti gli effetti, con corti capelli marroni e labbra a cuoricino, fatta eccezione per i suoi occhi, che sembravano fatti di vetro. Erano sottili e trasparenti e, se guardava con attenzione, poteva scorgere ciò che c'era dall'altra parte. Un insieme di meccanismi in legno che le permettevano di muoversi e di pensare. Sembrava una bambola, una bambola molto complessa, con la meccanica di un orologio. La sua mano destra era completamente in legno, diversamente dal resto del suo corpo che sembrava essere umano al 100% ma che ovviamente non lo era. Luka trattenne il respiro quando la vide voltarsi verso di lui e sgranare i grandi occhi di vetro 
"Chi sei tu?" 

"C-ciao" fece Luka titubante "Io sono Luka" 
"Che cosa fai qui?" la bambola si alzò e lo guardò con disapprovazione. Era poco più alta di lui, e se fosse stata umana avrebbe potuto avere all'incirca dieci anni. Nonostante sembrasse tanto giovane, però, il suo sguardo tradiva una profonda tristezza, e una maturità che Luka non aveva mai visto, neppure negli occhi dei suoi stessi genitori "Non dovresti essere qui. Agli estranei non è permesso entrare" 
"Mi dispiace" disse il bambino imbarazzato "Ho visto la porta aperta e ho pensato di poter entrare" la bambola si voltò dall'altra parte, terribilmente a disagio. Era chiaro che non era abituata a parlare con delle persone "Sai" fece Luka sorridendo "Potremmo rimediare. Se facessimo amicizia, non saremmo più estranei giusto?" lei non rispose "Io mi sono già presentato. Ora tocca a te. Qual è il tuo nome?" 
"Mio padre mi chiama Sarah" 
"Sarah ... è uno splendido nome" la bambola arrossì appena e il cuore di Luka sussultò sorpreso. Come poteva arrossire? Non era umana! "Chi è tuo padre?" chiese poi curioso 
"È l'uomo che mi ha creata" rispose lei con decisione "Mi ha insegnato a parlare, a camminare, mi tiene compagnia quando ne ho bisogno. È stato lui a farmi in questo modo" 
"Tuo padre è ... lo stregone della foresta?" 
Sarah inarcò un sopracciglio confusa "Stregone? Non conosco questa parola" 
Luka riflettè qualche secondo, per trovare le parole giuste "Uno stregone ... è un uomo in grado di fare cose incredibili" 
Sarah sorrise "Allora mio padre è uno stregone, perchè tutto quello che fa è incredibile" Luka rise divertito. Gli piaceva quella creatura. Si chiese cosa avrebbero pensato i suoi se gli avesse parlato di lei. Probabilmente sarebbero morti di paura. Una bambola in grado di parlare, di muoversi e di pensare? Gli sembrava così assurdo! Eppure ce l'aveva proprio davanti agli occhi! "Sai, non ho mai visto altri esseri umani a parte mio padre ... tu sei diverso da lui ... sei più simile a me" 
"Beh, tuo padre è un adulto mentre io sono un bambino. Un giorno anch'io crescerò e diventerò come lui" 
"Crescere ... dev'essere bello" i suoi occhi di vetro tornarono ad essere terribilmente tristi, e Luka cercò qualcosa da dire che potesse aiutarla a tirarsi su 
"Hai fatto tu questi disegni?" chiese indicando le pareti della camera. Sarah annuì "Sono molto belli. Hai talento! Li hai copiati da qualche libro?" 
"Che vuol dire copiare?" 
"Hai disegnato qualcosa che avevi già visto?" 
La bambola fece di no con la testa "Disegno quello che mi viene in mente" 
Luka trovò difficile crederlo, dal momento che la mente di quella bambola non era altro che un insieme di viti e bulloni, ma non credeva che fosse in grado di mentire. Guardò fuori dalla finestra, e si rese conto che era quasi il tramonto "Io devo andare. Se i miei genitori scoprono che non sono a casa passerò dei grossi guai" Sarah abbassò lo sguardo affranta. Non le piaceva molto l'idea di restare da sola "Ti va se ... torno qui anche domani?" 
Il suo viso si illuminò "Mi piacerebbe molto" 


Angolo dell'autore!! 
Eccomi qui con una nuova storia. Forse non è una grande idea dato che ne stò già portando avanti altre due, ma non ho proprio resistito. In più, questa sarà una storia più breve rispetto alle altre perciò dovrei farcela ;) 
Ringrazio tutti coloro che vorranno leggerla e spero che mi farete sapere cosa ne pensate. Buona giornata a tutti :3

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Capitolo 2
*** 2 ***


Luka prese presto l'abitudine di andare a trovare Sarah ogni giorno. Non appena i suoi uscivano per lavorare nei campi, il bambino trovava una scusa per poter sgusciare fuori di casa e fare visita alla piccola bambola. Sarah era molto felice di avere Luka accanto a sè. A quanto pare era molto che non vedeva suo padre, e rimanere da sola in quella torre era insopportabile. Era così bello avere qualcuno con cui parlare. Luka, poi, era incredibile. Aveva un'energia fuori dal comune e quando parlava riusciva ad incantarla. Ben presto, il ragazzo iniziò a portare dei libri con sè, da leggere a Sarah che, a quanto pare, non aveva mai imparato. All'inizio la bambola si sedeva in un angolino, con le ginocchia al petto, e ascoltava incantata le favole che Luka le narrava, ma ben presto, il bambino decise di provare ad insegnarle a leggere, in modo che potesse gustarsi quelle splendide storie anche senza il suo aiuto. Un giorno, mentre la bambola leggeva una favola su di un cavaliere che rischiava la vita per salvare una dama, si rivolse a Luka confusa
"Qui c'è una parola che non conosco" disse alzando il libro e indicando col dito di legno la parola in questione "Amore ... cos'è?"
Luka ci riflettè a lungo. Non era facile da spiegare. Persino un adulto con una certa esperienza non poteva spiegare razionalmente e con assoluta precisione il significato di quella parola "L'amore" disse infine "È un sentimento. Il sentimento più forte che un essere umano possa avere"
"Solo gli esseri umani provano questo sentimento?" domandò Sarah seria
Luka abbassò lo sguardo, imbarazzato. Che stupido! Dimenticava sempre che lei non era umana "Beh ... suppongo di si. Non ne sono sicuro"
Sarah rivolse di nuovo il libro verso di sè e lo osservò attentamente. Sulla copertina, era stato ritratto il cavaliere, che portava tra le braccia la sua dama "Che tipo di sentimento è?"
"Non è semplice da spiegare. Amare una persona vuol dire ... tenere a lei, volerle bene. Ma non è semplice affetto, è qualcosa di più. Quando ami una persona vuoi passare tutto il tuo tempo con lei, sentire ogni giorno la sua voce ..."
"Tu provi amore?"
Luka fece spallucce "Voglio bene ai miei genitori, ma non credo sia la stessa cosa. Cioè si li amo! Ma in modo diverso!" sospirò "È una cosa da adulti comunque. La capirò meglio quando crescerò" Sarah mise via il libro leggermente offesa "Perchè solo gli esseri umani possono provare amore? Cos'hanno di tanto speciale?"
"Beh" disse Luka arrossendo "Per quanto ne so, è il cuore che ci permette di provare sentimenti, perciò immagino che provino amore le creature che hanno un cuore"
"Allora io posso provarlo!!" esclamò la bambola felice
Luka strabuzzò gli occhi sorpreso "Tu hai un cuore?" Sarah annuì con decisione, sempre più esaltata "Posso vederlo?"
La bambola si tirò su la maglietta, mostrando il petto nudo di bambina. Anche se il suo busto era ricoperto di pelle chiara, era evidente che si trattava di un corpo anormale. Era completamente liscio, privo di qualsiasi elemento anatomico. Metteva un po' di soggezione. Sarah non sembrò notare il disagio del bambino. Cercò con le dita il punto in cui doveva trovarsi il cuore, e spinse leggermente contro la pelle sottile. Afferrò con delicatezza la pelle sul suo petto e la tirò verso l'esterno, aprendo un piccolo cassetto che rivelò l'interno del suo corpo. Luka rimase a bocca aperta. Stavolta, viti e bulloni passarono in secondo piano quando vide il piccolo globo di luce azzurro che le brillava nel petto "Mio padre dice che è questo a rendermi viva"
"Che cos'è?"
"Non lo so di preciso, ma se gli esseri umani hanno bisogno di un cuore per vivere, allora posso dire che sia questo il mio cuore, perchè senza non vivrei"
"È bellissimo" Sarah arrossì, e Luka la imitò. La bambola richiuse il cassetto sul suo petto e rimise in ordine i suoi vestiti. Poi afferrò un nuovo libro e cominciò a leggere.

Sarah e Luka divennero grandi amici. Spesso il bambino riusciva a convincere la bambola ad uscire dalla sua stanza per giocare insieme nel castello, ma per quanto provasse non riusciva a convincerla ad uscire all'aria aperta. Diceva che suo padre non voleva, che era pericoloso per lei perche gli abitanti del villaggio non avrebbero capito. L'avrebbero guardata come fosse un mostro e le avrebbero strappato il cuore dal petto prima che lei potesse fare loro del male. Luka provava a convincerla che non era così, che come lui si era affezionato a lei anche gli altri lo avrebbero fatto, ma Sarah non lo ascoltava. Eppure sapeva che la bambola desiderava uscire e vedere il mondo, un po' come lui, che voleva lasciare il villaggio per scoprire cose nuove.
Un giorno la bambola gli mostrò la stanza in cui suo padre le aveva donato la vita. Era una stanza molto grande e buia, piena zeppa di cianfrusaglie e oggetti strani di cui Luka non conosceva l'utilizzo
"Tuo padre era un inventore!" disse il bambino con meraviglia analizzando attentamente ogni oggetto nella stanza "Ora capisco. Gli davano dello stregone perchè non capivano le sue invenzioni. Gli uomini di questo villaggio sono crudeli. Allontanano chiunque sia un po' diverso da loro"
"Lo diceva anche lui"
"Non hai idea di dove sia?"
Sarah fece di no con la testa "Era partito per non so quale tipo di viaggio. Mi aveva promesso che sarebbe rientrato presto ..." il suo sguardo si rattristò "A questo punto temo che sia morto"
Luka la prese per mano e la guardò con decisione "Non devi preoccuparti! Non rimarrai mai da sola. Ci sarò io qui con te"

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Capitolo 3
*** 3 ***


Passavano gli anni, e Sarah guardava Luka crescere, diventare più forte e più saggio. Il suo corpo, invece, restava sempre lo stesso. Era bloccato nel tempo, incapace di cambiare. Questo la metteva a disagio. Temeva che il ragazzo si sarebbe stancato di lei, o che avrebbe iniziato ad averne paura. In fondo, chi vuole al suo fianco una simile creatura? Non era una bambola, e non era un'umana. Chi mai avrebbe potuto accettarla?
Eppure, a dispetto di tutto, Luka continuava a farle visita, a ridere insieme a lei e ad insegnarle cose nuove. Sarah imparava molto in fretta, e il ragazzo era felice per questo. Anche se la bambola si ostinava a tenere il muso dicendo che per lei era impossibile crescere e maturare, per lui non era così. Lo capiva dai suoi occhi. Quei suoi occhi di vetro rivelavano la sua vera età, le sue emozioni, i suoi desideri. Quando Luka ebbe compiuto tredici anni, si ritrovò con sorpresa a non guardarla più come una semplice bambola, bensì come un'umana a tutti gli effetti.
Quando Sarah si rese conto dello sguardo indagatore del suo amico, si ritrovò ad arrossire. Era uno sguardo diverso dal solito, diverso da qualunque altro avesse mai ricevuto. Si alzò in piedi, un po' titubante "Mi ... mi accompagneresti fuori?"
Luka lasciò cadere a terra il libro che aveva tra le mani e la osservò a bocca aperta. Aveva smesso ormai da tempo di proporle di uscire, perchè sapeva che la sua risposta sarebbe stata sempre la stessa. Quando si era diretto al castello, quella mattina, non si aspettava di certo una simile piega degli eventi. "Ma certo! Dove vuoi andare?"
Sarah giocherellò nervosamente con l'orlo del suo vestito di seta "Non saprei. Non ho mai visto nulla. Credo che mi basterebbe ... guardare gli alberi"
Luka si alzò e la prese per mano sorridendo "Vedrai che ti piacerà"

Quando Sarah mise piede fuori dal palazzo, rimase estasiata da ciò che si ritrovò di fronte. Luka lo notò, e scoppiò a ridere "Dovresti vedere la tua faccia"
Sarah non sentì la sua voce, intenta com'era ad osservare quegli splendidi colori. Per lei, che tanto amava disegnare, vedere quella moltitudine di colori tanto brillanti era un vero sogno. Camminò sul manto erboso, gustandosi quella stupenda sensazione ad ogni passo. Osservò gli alberi, alti e maestosi, le cui foglie, a contatto col vento, sembravano produrre della musica. Un piccolo uccellino si unì alla sinfonia, iniziando a canticchiare allegramente. Sarah si avvicinò al piccolo animale, sgranando i grandi occhi chiari di bambola. Quando questo la vide smise di canticchiare, indeciso sul da farsi. Non riusciva a capire cosa fosse quella strana bambina che lo fissava, dunque non sapeva se scappare o meno. Sarah sorrise, e tese la mano nella sua direzione. L'uccellino sembrò pensarci un momento, poi sbattè le piccole ali piumate e si posò sulla sua mano di legno, riprendendo a canticchiare. Luka la guardò estasiato canticchiare insieme a lui. Aveva una voce dolce e melodiosa. Lo aveva sempre intuito, solo ascoltandola parlare, ma sentirla cantare gli fece battere forte il cuore.

Luka e Sarah passarono il resto della loro giornata a giocare all'aperto. La bambola si guardava intorno con stupore, ammirando ogni cosa con sorpresa infinita. Per la prima volta, la serietà dei suoi occhi scomparve, lasciando spazio ad un'amore infinito per la natura. La cosa che più la colpì di quello stupendo panorama, fu il cielo, grande e maestoso, in grado di far sentire insignificante qualsiasi essere umano. La luce del sole la colpiva donando ai suoi capelli innumerevoli sfumature dorate che la facevano somigliare ad una giovane regina.
"Un giorno ti mostrerò il mare!" disse Luka con entusiasmo "Sono sicuro che ti piacerà. È un po' come il cielo, maestoso e spettacolare"
Sarah gli afferrò la camicia, abbassando lo sguardo imbarazzata "Io ... ti devo dire una cosa"
"Che cosa?"
La bambola arrossì terribilmente, restando in silenzio "Non so se ti piacerà ... potresti odiarmi"
"Hei" replicò lui severo "Non potrei mai odiarti. Capito? Mai"
Gli occhi di vetro le si riempirono di lacrime, lasciando Luka senza parole. Come poteva piangere? Il suo corpo non era quello di un essere umano. Piangere per lei doveva essere impossibile "Io credo di amarti"


Angolo dell'autore!
Vorrei ringraziare Jayden_15_13_22 per essere la stata la prima a mettere la mia piccola storia tra le preferite. Grazie di cuore :')
E grazie a tutti coloro che l'hanno letta e che continueranno a leggere. Spero che vi piacerà :3
purtroppo questo capitolo è venuto un po' corto, ma al prossimo cercherò di rimediare Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 4
*** 4 ***


Luka si rigirò nel letto nervoso. Non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Sarah del giorno prima. Finalmente era riuscito a portarla fuori dalla sua stanza, a farle vedere un po' il mondo. Avevano passato tutta la giornata all'aria aperta, ridendo e scherzando. Si erano divertiti un mondo, finché la bambola non gli aveva fatto una strana dichiarazione
"Io ... credo di amarti" aveva detto con occhi lucidi. Quelle parole avevano mandato Luka in confusione. Piangere, amare ... non erano cose che solo un essere umano poteva fare? Come poteva Sarah provare delle simili emozioni? Lui non riusciva a capirlo. L'aveva guardata con confusione, chiedendole se ne fosse davvero sicura
"Credere non vuol dire necessariamente amare" aveva assunto un'aria divertita, ma dentro di lui le emozioni erano in subbuglio "Forse ti stai sbagliando"
Sarah aveva scosso la testa con decisione, offesa del fatto che Luka potesse pensare una cosa del genere. Non era certo il tipo che parlava di una cosa tanto importante senza esserne sicura!! "Non mi stò sbagliando! Io ti amo!" il suo tono era quello di una bambina di cinque anni, ma i suoi occhi rivelavano un profondo sentimento "E tu mi ami?" a questo punto non le importava più di essere odiata da lui. Voleva fargli sapere quello che provava, e voleva sapere se anche lui provava la stessa cosa. Il ragazzo era rimasto in silenzio, senza sapere cosa dire. Di recente aveva provato emozioni contrastanti nei suoi confronti, ma non era sicuro di poterli chiamare amore. Almeno non il tipo d'amore che spingeva due individui a passare la vita insieme.
Aveva abbassato lo sguardo imbarazzato "Io non lo so ... mi dispiace"
Sarah lo aveva guardato con delusione. Per un attimo era rimasta senza fiato, sperando che lui potesse dirle di si "Oggi è stato molto bello" aveva detto con un sorriso forzato "Ci vediamo domani?"
"Ma certo!" aveva esclamato Luka con decisione "Tutti i giorni!"
Quando Sarah era andava via lui si era sentito stranamente pesante. Aveva passato il resto della giornata a pensare a lei. Aveva ripensato alla prima volta che l'aveva vista, molti anni prima. Nonostante avesse capito che non si trattasse di una persona, il suo primo pensiero era stato "Dio. È bellissima"
Questo pensiero lo folgorava ogni volta che ascoltava la sua voce melodiosa, che sentiva la sua risata infantile o che guardava i suoi occhi di vetro, così luminosi. Era qualcosa che non riusciva a spiegarsi. La sua vita era cambiata notevolmente dall'arrivo di Sarah, e non era stato più lo stesso. Ad un tratto, si rese conto di quanto fosse impensabile stare senza di lei, e uno strano pensiero lo folgorò. E se anche lui la amasse?

Il giorno dopo, Luka era pronto per andare da Sarah. Aveva intenzione di parlare con lei e di darle una risposta seria, quella che, li per lì, non era riuscito a darle, probabilmente per paura. Prima che potesse uscire di casa, però, suo padre lo fermò
"Dove credi di andare?" Luka lo guardò confuso, non capendo cosa intendesse dire e l'uomo continuò "Ormai hai raggiunto una certa età" disse severo "Non ti sembra il momento di cominciare a dare una mano nei campi?" il ragazzo rimase a bocca aperta. Non poteva perdere tempo con queste sciocchezze! Doveva incontrare Sarah! Le aveva promesso che sarebbe andato da lei ogni giorno!
"Ma padre ..."
"Niente ma! Preparati e vai ad aiutare tua madre"

Quando Luka le aveva risposto a quel modo Sarah si era sentita morire. Immaginava che lui l'avrebbe respinta, ma per un momento aveva quasi creduto che il suo amore potesse essere ricambiato. Questa flebile speranza, l'aveva distrutta quando si era sentita dire di no. Lo aveva salutato con un sorriso forzato, ed era rientrata in fretta cercando di trattenere le lacrime. Quando era arrivata nella sua stanza, le aveva lasciate cadere, incapace di trattenerle oltre. Qualcosa nel suo petto si incrinò, lasciandola senza parole. Non era normale che una bambola provasse un simile dolore. Si distese sul letto a pancia in giù, e affondò la testa nel cuscino. Forse sarebbe stato molto meglio non dire nulla. La reazione di Luka non le era piaciuta. E se ora avesse cominciato davvero ad odiarla? Se non si fosse fatto vedere mai più? Passò l'intera notte insonne, rigirandosi nervosamente nel letto, terribilmente preoccupata. Non poteva vivere senza Luka. Non più. Era già stata abbandonata una volta, non poteva sopportarlo di nuovo. Soprattutto perchè, questa volta, c'era qualcosa di più. Un sentimento nuovo e più profondo. Era questo il sentimento che Luka le aveva descritto anni prima. La sua descrizione, però, l'aveva tratta in inganno. Le era sembrato un sentimento stupendo, felice, ma forse la felicità arrivava solo nel momento in cui la persona amata ti riamava a sua volta. Per quelle povere persone che finivano con l'innamorarsi da sole, questo sentimento aveva tutt'altro che positivo. Ti logorava dentro, lasciandoti senza niente

Il giorno seguente, Sarah prese un libro tra le mani e cominciò a leggere, aspettando che Luka le facesse visita. Quando il libro finì, guardò all'esterno, dove il sole iniziava a tramontare, tingendo il cielo di un rosso vivo e meraviglioso, ma non riuscì a godere di quel tramonto. Luka non si era presentato

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Capitolo 5
*** 5 ***


Luka si gettò sul letto esausto. Il lavoro nei campi era più faticoso di quanto si aspettasse. Aveva faticato tutto il giorno, osservando con crescente sorpresa l'abilità di sua madre che, nonostante il lavoro terribilmente pesante sembrava non stancarsi mai. Alla fine, il ragazzo si era diretto nella sua stanza, e prima che potesse rendersene conto, si era addormentato.

Sarah aveva camminato avanti e indietro per la stanza, tendendo l'orecchio di tanto in tanto nella speranza di sentire i passi di Luka. Quando si era resa conto che il ragazzo non sarebbe venuto, si era lasciata prendere dal panico. Allora aveva davvero iniziato ad odiarla! La sua dichiarazione lo aveva sconvolto così tanto che non avrebbe più avuto il coraggio di guardarla negli occhi. Questo pensiero la sconfortò. Possibile che un sentimento così forte, così bello, come l'amore, che teoricamente dovrebbe unire due persone, fosse anche in grado di separarle?
Ascoltò il silenzio che regnava nella sua stanza e non riuscì a sopportarlo. Non sarebbe più riuscita a vivere in solitudine, non dopo aver provato cosa voleva dire avere qualcuno vicino che ti rendesse felice. Uscì dalla stanza e scese le scale, ritrovandosi nel salone principale. Quella stanza, così grande, era terribilmente fredda durante la notte, ma per sua fortuna il suo corpo di legno non era in grado di avvertire gli sbalzi atmosferici. Uscì dal palazzo, vagando nella foresta alla cieca, senza sapere cosa fare. Voleva rivedere Luka, parlare con lui, sapere per quale motivo non era venuto a trovarla. Forse si era trattato solo di un grosso malinteso! Camminò per quelle che le sembrarono ore, guardandosi attorno per poter distinguere ciò che si celava dietro l'oscurità. Quando scorse le prime case, sentì il cuore roteare nel suo petto. E così era in quel villaggio in cui Luka viveva. Era molto piccolo, e decisamente molto diverso da quella che un tempo era stata la casa dì suo padre, ma anch'esso aveva qualcosa di davvero meraviglioso. Affacciava su un'immensa distesa d'acqua che non sembrava mai avere fine. Sarah rimase a bocca aperta ad osservare quel paesaggio tanto maestoso "Dev'essere il mare!" esclamò meravigliata. Luka aveva ragione. Era bellissimo. E il suo suono, il suo odore, avevano un che di incredibilmente malinconico. Guardò con attenzione le varie case in legno, cercando di capire quale appartenesse al suo giovane amico, ma erano tutte molto simili tra loro. Alla fine, vide un uomo in piedi che trasportava in casa gli strumenti che aveva utilizzato per lavorare nei campi durante la giornata. Parlare con un altro essere umano, all'infuori di Luka, non le sembrava una grande idea, ma non poteva certo introdursi in ogni casa sperando ogni volta che fosse quella giusta! Si fece coraggio, e si diresse verso l'uomo, che nel frattempo la fissava con sguardo indagatore "Mi perdoni" disse Sarah con cortesia "Saprebbe dirmi dove vive il mio amico Luka?"
L'uomo all'inizio, sembrò non rendersi conto delle stranezze della ragazza, ma quando poi riuscì a guardarla negli occhi, la sua espressione cambiò.

Quando Luka sentì le urla provenienti dall'esterno per poco non cadde dal letto. Si alzò in fretta, terribilmente preoccupato. Difficilmente qualcosa riusciva a sconvolgere la pace e la tranquillità dei membri del suo villaggio. Doveva essere accaduto qualcosa di davvero molto serio. Cercò sua madre e si preoccupò quando non riuscì a trovarla. Uscì in fretta di casa, cercando il punto da cui provenivano quelle urla spaventose, e si rese conto che, sul limitare della foresta, c'era sua madre, che guardava con occhi sbarrati la folla di paesani che si era riunita al chiaro di luna "Madre, che succede?" si avvicinò lentamente, colto da uno strano presentimento, e ciò che vide lo raggelò. Al centro della folla c'era Sarah, che si copriva il viso pieno di tagli. Lì dove le pelle era stata strappata si poteva vedere il legno sottile che formava il suo corpo. Le donne la guardavano con disprezzo, mentre gli uomini urlavano cattiverie di ogni sorta verso quella 'creatura senza Dio'. La bambola aveva gli occhi lucidi e tremava visibilmente, ma quando uno dei paesani la efferrò per il braccio strattonandola con furia, mantenne la calma e lo guardò con fierezza, cercando di mascherare la paura
"È questo che il vecchio pazzo faceva tutto solo in quella sua casa maledetta?!" fece l'uomo con disprezzo "Creava fantocci, mostri senz'anima!"
"Forse non ho un'anima" disse Sarah seria "Ma la vostra sicuramente finirà all'inferno"
"Come osi tu piccola ..."
Luka si frappose tra i due, spingendo via l'uomo e aprendo le braccia in segno di protezione. I suoi genitori, nel mezzo della folla, rimasero interdetti di fronte a quello spettacolo "Nessuno osi più toccarla!" urlò il ragazzo con rabbia "Sarah è mia amica"
La bambola ricacciò indietro le lacrime e lo guardò commossa. Non credeva si sarebbe frapposto tra lei e gli abitanti del suo villaggio. Era felice che lo avesse fatto. Si aggrappò timidamente alla sua camicia, abbassando lo sguardo
"Sei impazzito ragazzo?!" esclamò una donna dall'interno della folla "Allontanati da quella cosa! È pericolosa!"
"Non lo è affatto!" ribatte lui con decisione "È più buona di quanto un normale essere umano potrebbe mai immaginare" le prese la mano, perche tutti potessero vedere "Ed io la amo. La mano come non ho mai amato nessun'altra" Sarah arrossì. Luka si voltò verso di lei e le sfiorò le ferite con le dita "Cosa ti hanno fatto"
"Non è nulla" fece lei imbarazzata "Non avevi detto ... di non esserne sicuro"
"Scusami. Sono stato uno stupido"
"Luka ..." sua madre si fece avanti tendendo le braccia verso di lui "Avanti non essere sciocco. Allontanati da quella cosa"
"Mi dispiace" disse lui tristemente "Ma proprio non posso"
In seguito, suo padre provò a protestare, a minacciarlo. Gli disse che se fosse andato via con quella cosa, non lo avrebbe accettato mai più in casa sua. Non sarebbe più stato suo figlio. Per quanto questo lo ferisse, Luka non si voltò. Continuò a tenere Sarah per mano e scomparve nella foresta.

Negli anni seguenti, la storia di Luka e Sarah arrivò a molti. I paesani non osavano entrare nella foresta alla ricerca del ragazzo, perchè ne avevano più paura che mai. Un giorno, uno straniero udì la loro storia e cercò il castello nella foresta, ma quando vi entrò, si rese conto che era disabitato da tempo. In paese si diceva che i due giovani fossero morti, puniti per i loro peccati, ma spesso, in diverse parti del mondo, si parlava di una strana coppia. Un uomo, mano nella mano con una bambina dalla pelle candida e lo sguardo di donna. Questi non si separavano mai, e suscitavano parecchio scalpore. Chiunque li vedesse, pensava che sì trattasse di padre e figlia, ma c'era qualcosa nei loro sguardi, nei loro modi di fare, che sembrava dire il contrario. Si guardavano come si guardano di solito due amanti, e questo era inaccettabile! La cosa che più sconvolgeva però, erano gli occhi della bambina, così chiari e sottili da sembrare di vetro.

Quando Luka, ormai vecchio, esalò l'ultimo respiro, le sue ultime parole furono per Sarah, il suo unico, grande amore. La bambola, rimasta sola, si distese accanto al suo amato, e fermò il globo di luce nel suo petto, aspettando di riunirsi a lui in un'altra vita.

Nessun amore è impossibile

Fine

Angolo dell'autore!
L'avevo detto che sarebbe stata una favola breve XD spero che vi sia piaciuta e che mi farete sapere cosa ne pensate. Alla prossima :)

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