Kitsune's Pearl

di Steffa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C'è chi cerca, c'è chi trova ***
Capitolo 2: *** Richiesta od obbligo ***
Capitolo 3: *** One tail ***
Capitolo 4: *** Kitsune and Boy ***
Capitolo 5: *** The red pearl ***



Capitolo 1
*** C'è chi cerca, c'è chi trova ***


Kitsune's Pearl


C'è chi cerca, c'è chi trova

Il sole splendeva alto nel cielo quasi completamente sgombro dalle nubi, che si componevano di qualche cumulo sfilacciato lungo l'orizzonte lontano.
L'atmosfera al Liceo Inari di Konoha, una tranquilla cittadina del Giappone, era quella tipica di una fine mattinata di lezioni, ancora pochi minuti e la campana avrebbe segnato la libertà per l'ora di pranzo dei giovani che lo frequentavano.
Una sola figura solitaria si avventurava nel cortile della scuola in un atteggiamento agitato mentre frugava con lo sguardo in ogni angolo possibile, sbuffando più volte e borbottando a mezza voce contro un certo fato avverso.
Il giovane ragazzo si scostò una ciocca di biondi capelli dalla fronte sudata, spostando velocemente le turchine iridi da un cespuglio all'altro, inginocchiandosi di fronte ad essi per scostarne i rami.
“Dannazione!” imprecò ad alta voce, alzandosi in piedi per l'ennesima volta senza nulla di fatto e tirando un calcio al povero arbusto innocente.
“Ehi, tu.”
Una voce pacata e profonda lo colse di sorpresa, facendolo sussultare sul posto, prima di voltarsi per vedere chi fosse stato, anche se il sospetto gli aveva già proposto una possibile soluzione.
Girò lentamente il capo, facendo seguire il movimento a tutto il corpo, ritrovandosi dinnanzi un ragazzo intorno ai diciotto anni, scuri capelli, quasi quanto la pece, lisci, dello stesso colore erano anche gli occhi, socchiusi mentre lo osservava con sguardo severo, la pelle in contrasto, pallida come se fosse marmo.
Indossava la divisa della scuola, impeccabile nel portamento, la camicia bianca abbottonata completamente nonostante la calura dei primi giorni di maggio, la cravatta rossa perfettamente annodata, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni scuri.
Certo nulla a che fare con ciò che indossava il biondino, con la sua cravatta allentata attorno al collo e la camicia stropicciata e sbottonata per i primi tre bottoni per permettersi di respirare, i pantaloni non si presentavano meglio di tutto il resto ed aggiungendo qualche macchia d'erba qua e là, l'opera era completa.
“Uchiha.” sibilò il biondo, incassando il capo tra le spalle e piegando le labbra in un broncio, sapendo bene ciò che sarebbe accaduto di li a breve.
“Chi ti saresti aspettato, Uzumaki, la fata turchina?” lo ribeccò insolente il moro, inclinando un poco il capo verso una spalla, senza accennare di provare alcun sentimento data l'espressione atona.
“Ci avevo sperato per un momento e ritrovarsi di fronte il grugno di un teme come te ha smontato ogni mia possibile fantasia.” rispose prontamente l'altro, incrociando le braccia al petto.
L'offesa parve scorrere addosso al ragazzo senza neppure sfiorarlo mentre osservava il comportamento del biondo.
“Che cosa ci fai fuori dall'aula? Non è ancora suonata la campana di fine lezione.”
Colto in flagrante, il biondo non poté far altro che accentuare la sua smorfia, sbuffando sonoramente.
“Non credo che siano fatti tuoi.” si intestardì ulteriormente fissando truce l'altro.
“Oh, invece credo proprio che lo siano e spero che tu abbia anche una buona scusa, perchè sinceramente non ho voglia di portarti fin dal preside per l'ennesima volta.”
Le parole del ragazzo fecero scatenare la reazione del compagno, che strinse i pugni come nel tentativo di trattenere la rabbia, digrignando i denti e facendo saettare gli occhi verso la fascia che il moro portava al braccio sinistro, ossia il suo riconoscimento come membro della sicurezza scolastica.
Sasuke Uchiha, più precisamente il presidente del club fondato dallo stesso preside in persona, perchè sorvegliasse gli scalmanati studenti del liceo e mantenesse quindi la disciplina degna di una società civilizzata, rampollo di una ricca famiglia e futuro imprenditore di tutti i beni in loro possesso.
Suo acerrimo nemico, Naruto Uzumaki, tipico teppistello da quattro soldi, orfano da sempre, cresciuto in balia della sua sbandataggine, senza che nessuno potesse insegnarli le buone maniere, comparso un bel giorno a Konoha, nessuno conosceva le sue vere origini e fu quindi preso in custodia dal preside della scuola.
In realtà Naruto avrebbe potuto narrare molto della sua storia, ma più per la propria sicurezza, che per altro, aveva sempre taciuto; certo, altrimenti chissà che cosa sarebbe potuto accadere...
Nella migliore delle ipotesi, gli avrebbero riso in faccia, oppure lo avrebbero rinchiuso in una di quelle stanze dalle pareti imbottite; la peggiore preferiva non doverla prendere in considerazione.
“Beh, che vuoi? Ho perso... Una cosa e la stavo cercando.” sbottò indispettito il biondo.
Sasuke inarcò elegantemente un sopracciglio, tentando di comprendere se ciò che aveva detto il ragazzo fosse vero oppure no, ma in fondo poco importava.
“Se anche fosse e potrei dubitarne, non è questo il momento di cercare quella cosa, dovresti essere in classe.”
Fece appena in tempo a terminare il suo dire, che il suono della campana della scuola annunciava il termine delle lezioni mattutine e faceva di conseguenza nascere un ghigno sul volto del biondo.
“Dicevi, Uchiha?” domandò con fare da sbruffone.
“Che sinceramente non ho voglia di perdere tempo con te, anche se dovrei portarti comunque dal preside. Ma considerando il fatto che più ti sto lontano, più sono sereno, fa quello che ti pare, ma se durante le lezioni pomeridiane, ti ritrovo a gironzolare, non la scamperai.” detto ciò, senza attendere una risposta, gli voltò le spalle allontanandosi a passi svelti e silenziosi per dirigersi verso l'edificio e quindi in mensa.
Inutili furono gli insulti che Naruto gli rivolse a gran voce per costringerlo ad affrontarlo “da vero uomo”, come si era definito ed il biondo si ritrovò nuovamente solo nel cortile a dover sbollire la rabbia che quell'insulso Uchiha gli provocava ogni volta.
Nei tanti anni della sua lunga esistenza, non aveva mai incontrato nessuno di così terribilmente insopportabile, non gli andava affatto a pelo.
Scosse il capo per eliminare il pensiero fastidioso di quel ragazzo dalla mente, dedicandosi nuovamente alla ricerca di quel prezioso oggetto che aveva perso chissà come, chissà quando.
Si era accorto della sua mancanza solamente una mezzora prima, non sentendo il familiare peso nella tasca dei pantaloni della divisa ed il panico era divenuto padrone dei suoi pensieri.
Non poteva averla persa veramente, senza quella non sarebbe più potuto...
No, meglio non pensarci, altrimenti sarebbe stato peggio.
Doveva solamente ripercorrere mentalmente i suoi movimenti durante la mattinata e sicuramente l'avrebbe potuta ritrovare, o almeno era quello che sperava fermamente.
Stava ancora cercando di ricordare, quando d'un tratto un brivido gelido gli percorse la schiena, come se una folata di vento invernale gli avesse fatto accapponare la pelle.
Eppure non v'era nemmeno un soffio d'aria che si muoveva ed il sole riscaldava tutto ciò che sfiorava, testimoni le gocce di sudore che ancora gli imperlavano la fronte.
Tentò di scuotersi di dosso quella sensazione di disagio scuotendo il capo con convinzione, ma era come se avesse avuto la certezza che qualche cosa fosse accaduto, qualcosa di importante.
Chissà, forse si era dimenticato di un appuntamento o di un impegno.
Nel frattempo, a pochi metri di distanza, all'interno dell'atrio della scuola, Sasuke si stava infilando nella tasca dei pantaloni della divisa una piccola sfera d'un bianco perlaceo.
L'aveva trovata incastrata tra le fessure della porta d'ingresso e dopo averla rigirata un paio di volte tra le dita, con una scrollata di spalle, aveva deciso che sarebbe potuta essere un bel portachiavi.
Lo attendeva in quel momento l'assistenza in mensa, dove una marea di ragazzi agitati ed urlanti gli avrebbero dato del bel filo da torcere.




Angolino dell'autrice
Oddei, giuro che non ho la minima idea di dove abbia potuto trovare l'idea per questa storia... XD
Mi sono svegliata questa mattina e avevo già buona parte della storia in testa, tutt'altro campo di patate è metterla per scritto, ma ci proverò! **
Perdonate i possibili errori, ma ho veramente fretta, quindi non ho avuto tempo per rileggere decentemente, quindi abbiate pazienza! XD
Bene bene, dunque...
Chi sarà mai in realtà Naruto Uzumaki? Che cosa avrà perso di così importante?
Ok, odio queste domande retoriche, quindi la smetto...! XD
Spero di avervi incuriositi e quindi vi saluto, ringraziandovi anticipatamente per aver avuto il coraggio di leggere questo primo capitolo! XD
Alla prossima!!
Kiss

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Capitolo 2
*** Richiesta od obbligo ***


Kitsune's Pearl


Richiesta od obbligo

Finalmente l'ora libera per il pranzo era terminata e Sasuke doveva solamente incontrarsi con il preside per chissà che idea stramba gli fosse saltata in mente, prima di potersi rilassare in fondo alla sua classe, nel suo solito posto isolato e tranquillo.
Quando entrò nell'ufficio della presidenza, trovò l'uomo seduto alla sua scrivania, era un uomo eccentrico di mezza età con una gran zazzera di capelli bianchi e la risata facile, nonché la brutta abitudine di nascondere giornaletti poco consoni alla sua posizione dignitosa, nei posti più disparati.
Strano, ma vero, in quel momento pareva più serio che mai e lo salutò con un rigido cenno del capo.
“Non possiamo continuare così, sono quasi certo che Akasuna sia invischiato in un qualche losco affare tra le mura scolastiche, ma senza nessuna prova, non possiamo fare nulla.” parlò subito, senza dare il tempo al giovane di aprir bocca o di avanzare nella stanza.
Sasuke stava già vagando con lo sguardo fuori dalla finestra alle spalle del preside e seguiva con le scure iridi i contorni dell'edificio scolastico, dal terreno sino al tetto piatto con le balaustre in ferro.
“L'unica cosa sicura è che non posso andare da lui e chiedergli di che cosa si tratti.” rispose tranquillamente, abituato a certe situazioni assieme a quell'uomo imprevedibile, ma senza degnarlo d'uno sguardo diretto.
“Ah, ovvio, ovvio. E' per questo che abbiamo bisogno di una spia!” esclamò in risposta il preside balzando in piedi dalla posizione seduta che aveva sino a pochi attimi prima.
Lo sguardo che Sasuke si decise a donare al preside era completamente scettico riguardo a ciò che aveva udito.
“Jiraya-sama, crede veramente che riusciremo a convincere uno studente del gruppo di Sasori perchè ci faccia da spia?” domandò sospirando afflitto.
Ma l'uomo non pareva preoccupato.
“Ho già un piano. Il mio Nacchan saprà farsi accettare, in fondo tra teppisti ci si capisce ed una volta che sarà nel giro, potrà informarci di ogni singola parola fuoriesca dalle labbra di Akasuna.”
“Lei crede veramente che Naruto possa aiutarci in questo caso?” domandò allarmato.
“Ma certo! Basta che tu glielo chieda.” pareva del tutto convinto della buona riuscita del suo piano.
“Io... Non credo che quello là voglia prestarmi attenzione e non credo nemmeno che voglia aiutarci, conoscendolo.” tentò ancora di ribattere Sasuke, l'idea di dover collaborare con Naruto non lo elettrizzava affatto.
“Vorrà dire che scenderemo a patti.” l'espressione del preside parlava per lui, era disposto ad ogni cosa, pur di riuscire a dare la giusta punizione ad Akasuna, anche allearsi con il suo figlioccio, con il quale aveva una sorta di rapporto di amore-odio, più odio da parte del biondo, nonostante gli fosse riconoscente per ciò che aveva fatto per lui.
Naruto aveva un carattere difficile in fondo, sospettoso di ogni singolo gesto da parte di chiunque, probabilmente ciò era dovuto al suo personalissimo metodo di crescita.
Tutti quanti in città e nel liceo si domandavano come avesse fatto a sopravvivere solo sino ai diciotto anni, la sua vita passata era totalmente avvolta nel mistero e nessuno era divenuto a tal punto suo amico da far si che il giovane avesse potuto confidarsi.
Nonostante la sua solarità, celava un certo lato distaccato che faceva in modo di lasciargli in ogni caso una specie di via di fuga da chiunque, era un vero spirito libero.
O almeno lo era stato sino a quel giorno.


Fu così che Naruto si ritrovò quello stesso pomeriggio, quando il sole stava cominciando a calare oltre i tetti dei palazzi, rinchiuso in un'aula della scuola, seduto ad uno dei banchi, di fronte a lui se ne restavano immobili Jiraya e Sasuke con le espressioni da cospiratori.
“Si può sapere che cosa volete da me? Se è per il fatto che ho saltato le lezioni, non me ne importa nulla, datemi la punizione e finiamola qua.” sbottò d'un tratto il biondo, indispettito da tale situazione.
Non riusciva a capire le intenzioni dei due e, se si erano riuniti in quel modo, aveva ben poco da stare tranquillo.
Inoltre, s'aggiungeva il fatto che non era riuscito a ritrovare la sua sfera e la depressione stava cominciando a farsi spazio nel suo animo, nonché una notevole agitazione.
“Non è per quello, Naruto, puoi stare tranquillo. Diciamo che possiamo fare un patto.” iniziò a parlare il preside, ammiccando nella sua direzione.
Il ragazzo sbuffò rumorosamente, lanciando un'occhiata sbieca al più grande.
“Ehi, maniaco, non credere che cederò ai tuoi ricatti, solamente perchè mi hai accolto a casa tua, avrei anche potuto farne a meno.” rispose astioso.
“Dobe, dovresti solamente essergli grato, saresti sotto ad un ponte non fosse stato per lui.” lo ribeccò Sasuke, prendendo parola per la prima volta.
“Fatti gli affari tuoi, Uchiha.” sibilò il biondo.
Certo tra i tre non correva buon sangue e quella sera l'Uzumaki aveva un carattere più intrattabile del solito.
Sasuke sbuffò annoiato, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa, giocherellando con la piccola sfera che aveva trovato quella mattina, lasciando che sia il preside a spiegare la situazione al suo figlioccio.
“Vedi, Nacchan...”
“Quante volte ho detto che non voglio essere chiamato così?” scattò Naruto, balzando in piedi e battendo le mani sul ripiano del banco, mentre un brivido gli percorreva la schiena, gelato ed improvviso.
Che diavolo gli stava prendendo?
Non ebbe modo di prestare molta attenzione alle sue sensazioni, dovendo ascoltare le parole del compagno di scuola che prendeva parte alla conversazione.
“Mettiamola in termini semplici. Noi faremo dei favori a te, lasciando correre qualche tuo comportamento non appropriato, qualche assenza e qualche voto basso, se tu fai un favore a noi.”
“Dove sta' l'inghippo?” domandò sospettoso il ragazzo.
“Nessun inghippo, ma abbiamo bisogno di qualcuno che entri nelle grazie di Akasuna no Sasori e raccolga informazioni su ciò che sta controllando qua a scuola. Sono sicuro che ce la potrai fare.” spiegò Jiraya con un largo sorriso in volto.
Il biondo sgranò gli occhi, conosceva quel tipo, Akasuna, ma non si era mai ritrovato né in buoni, né in cattivi rapporti con lui, semplicemente si ignoravano a vicenda ed ora veniva a sapere che avrebbe dovuto farselo amico per fare la spia per quei due?
Ma per favore, non c'era mica da scherzare con certe cose.
“Non ci penso nemmeno!” esclamò infatti scandalizzato, da quando in qua si metteva in mezzo a beghe del genere?
Meglio decisamente prendersi l'insufficienza in condotta ed in tutte le materie.
“Ma dai, che ti costa?” piagnucolò Jiraya con un'espressione ben poco consona alla sua posizione di caposcuola.
“Che mi costa?” ringhiò Naruto stringendo le palpebre sulle iridi azzurre. “Mi costa che se mai Akasuna mi scopre, non so che fine potrò fare e poi non mi va per nulla di stare al vostro stupido gioco.” concluse incrociando le braccia al petto, alzando poi il mento con espressione di superiorità come per dar più peso alle sue parole.
Fu la volta di Sasuke di fare la sua mossa; si avvicinò al biondo, squadrandolo da capo a piedi, assottigliando lo sguardo scuro.
“Hai paura.” non era una domanda, né pareva una provocazione, il tono era atono e sicuro di sé, proprio ciò che fece esplodere Naruto.
“Non ho paura!” ribattè all'istante con un urlo.
“Allora fallo.” completò la sua opera l'Uchiha, mantenendo la sua comoda posizione rilassata con le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa.
Naruto sbarrò leggermente gli occhi, mentre un altro brivido gelato gli pervadeva le membra a partire dalla spina dorsale, per poi percorrere tutto il corpo.
Deglutì un paio di volte, nel tentativo di eliminare un groppo alla gola che gli impediva di rispondere.
Ciò che gli stava capitando non era per nulla normale, non gli era mai accaduto prima, non di fronte ad un misero essere umano.
L'unica cosa che riuscì a fare, fu annuire debolmente, quasi come se a fare quel movimento non fosse stato realmente lui.
Un momento dopo sentì la sua flebile voce rispondere.
“Va bene, lo farò.”
Quando qualche minuto più tardi, si ritrovò a camminare lungo le vie della città per ritornare a casa di Jiraya, aveva ancora la mente impegnata nel tentativo di comprendere il perchè del suo comportamento: aveva accettato quell'incarico folle, non era riuscito a rifiutare ulteriormente, nonostante fosse quello il suo volere.
Davanti a quell'odioso Uchiha, non era riuscito a dire ciò che desiderava ed il suo corpo aveva agito a suo piacimento.
Ma perché?
“In duecento anni, mai. Mai!” esclamò con rabbia, tirando un calcio ad una lattina vuota, abbandonata sul marciapiede.
L'unica cosa che gli restava da fare, era eseguire ciò che desiderava quello sconsiderato d'un preside, non sia mai che si dica in giro che Naruto Uzumaki non mantenga la parola data.
In fondo non sarebbe dovuto essere troppo difficile quel compito.
Se solo avesse con sé la sua sfera...
E nel frattempo avrebbe dovuto anche tentare di ritrovarla, oltre ovviamente a capire ciò che era accaduto, perchè era certo che centrava tutto con la sua perdita.




Angolino dell'autrice
Wow, ragazzi, non avrei mai pensato ad un tale successo, che bello, mi commuovo!! ç_ç
Dunque, prima di tutto, scusate se avete dovuto aspettare un pochino per il nuovo capitolo, ma sono tornata solamente ieri da una gita scolastica in Spagna!! *_*
Ma eccomi qui ora, purtroppo un po' di corsa, ma essendo ritornata dopo una settimana di nullafacenza, i prof pretendono un bel po' da noi, poveri studenti di quinta, quindi mi dispiace non potervi ringraziare decentemente uno per uno, ma sappiate che vi adoro e vi dico un GRAZIE di cuore per le bellissime recensioni!!! *_*
Dunque, ringrazio: Elie91, Irimi, Azzusam, YUKO CHAN, miiky, MatyXV, EWILAN

Un sentito grazie anche a chi ha inserito la fic tra le preferite!!
abusiva, alexiell, ANOKIRA86, avalon44, elie84, figth, giaggia, igniflia, Irimi, MatyXV, miiky, naru_sasu_fan, shinku66, strega, YUKO CHAN, _Zexion_

Vi rimando quindi al prossimo capitolo, sperando che questo vi sia piaciuto! ^^
So che le cose sono ancora un po' confusionarie, ma con l'andare della storia, si scopriranno sempre nuovi particolari!
Alla prossima dunque!!! *_*
Kiss

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Capitolo 3
*** One tail ***


Kitsune's Pearl


One tail

Quando la mattina Naruto si presentò nel cortile della scuola, si sarebbe potuto definire letteralmente con i nervi a fior di pelle.
Le iridi d'un bel celeste intenso, parevano quasi scintillare di propria iniziativa, volendo fulminare chiunque gli capitasse a tiro, i piedi venivano trascinati rumorosamente a terra, come a voler dimostrare in un ulteriore modo alternativo il suo malumore, le mani se ne restavano profondamente infilate nelle tasche dei pantaloni della divisa.
Non riusciva ancora a capacitarsi di ciò che avrebbe dovuto fare, oppure, più semplicemente, stava pesantemente risentendo della notte passata del tutto insonne.
Si era infatti rigirato più e più volte tra le lenzuola, nel tentativo di comprendere il perchè ed il per come non avesse mandato al diavolo l'Uchiha ed il preside quando ne aveva avuto la possibilità, invece di accettare la loro proposta.
Inutile precisare che non aveva trovato alcuna risposta plausibile.
Emise un lungo sbuffo risentito ai soli pensieri, mentre la sua attenzione veniva richiamata da un gruppo di ragazzi schiamazzanti che si trovavano vicino all'ingresso dell'edificio scolastico.
Si trattava di un gruppo ben assortito con individui che parevano completamente differenti tra loro, ma che in fondo, erano buoni amici.
Li aveva conosciuti tutti, a tempo debito, ma ancora non sapeva se poteva considerarli amici o meno, in fondo la sua particolare posizione implicava anche particolari accorgimenti.
Incrociò lo sguardo dorato di uno dei ragazzi, il quale aveva una zazzera di capelli scompigliati castani e due strani segni rossi sulle guance, si trattava di Kiba Inuzuka, aveva la sua stessa età.
Il ragazzo nel vederlo, lo salutò animatamente sbracciandosi nella sua direzione, il che fece scappare un risolino al biondo; quel Kiba gli era stato sin dal principio simpatico, anche se non andava molto d'accordo con il suo enorme cane, Akamaru.
Ripensò divertito ad uno degli avvenimenti che li vedeva come protagonisti e che si era concluso con lui stesso e l'animale che si ringhiavano contro a vicenda, rischiando quasi di azzannarsi per non ricordava neppure più quale motivo.
Rispose al saluto muovendo una mano nell'aria, per poi proseguire senza fermarsi a parlare con gli altri.
Prima si sarebbe tolto il fastidio del suo compito, prima sarebbe finita quella pagliacciata.
Sapeva bene dove si ritrovasse l'Akasuna con un paio di suoi amici, indi girò attorno all'edificio senza indugi, proseguendo per raggiungere l'entrata sul retro, utilizzata da ben pochi studenti, una zona tranquilla, insomma.
Come previsto il rosso era là, poggiato con la schiena contro il muro che delimitava il cortile, un'espressione atona, completamente priva di emozioni, mentre al suo fianco un biondino al contrario stava sghignazzando e parlando a raffica.
I lunghi capelli del secondo avevano permesso a Naruto di capire di chi si trattasse ed in fondo non se ne sarebbe dovuto stupire, Deidara non si separava mai da Sasori, stavano assieme in pratica, anche se a quanto pareva non avevano mai ufficializzato la relazione.
Quando i due si resero conto del suo sopraggiungere, l'atmosfera parve congelarsi per qualche istante, Deidara aveva smesso di sproloquiare e Sasori aveva puntato il suo sguardo freddo sul nuovo giunto, quasi come se volesse pietrificarlo sul posto.
La situazione però si sbloccò un momento dopo.
“Nacchan!! E' tanto che non parliamo un po' vieni qua!” lo salutò allegramente l'altro biondo, facendogli un cenno.
Deidara aveva un carattere decisamente più solare di quello del suo compagno e sin dal principio, aveva preso la brutta abitudine di chiamare Naruto con quello squallido soprannome, proprio come faceva il preside, scatenando l'ira del diretto interessato.
Eppure in quel caso, il biondo lasciò correre, sfoderando uno dei suoi larghi e coinvolgenti sorrisi.
“Ciao Deidara. Non vorrei disturbare.” disse puntando lo sguardo direttamente su Sasori e fermandosi di fronte ai due.
“Oh, andiamo, mica disturbi. Vero Danna, nh?” ribattè l'altro dando una gomitata tra le costole del rosso.
Quello in risposta strinse un poco le palpebre, quasi volesse studiare Naruto e comprendere le sue intenzioni con il solo sguardo.
Il biondo si ritrovò a deglutire, con la malsana preoccupazione che tutto venisse scoperto ancor prima di cominciare.
Fortunatamente non fu così, infatti Sasori annuì leggermente prima di parlare.
“Ciao Naruto.” salutò con un tono di voce totalmente incolore.
Beh, si poteva considerare un buon inizio, avere il saluto dell'Akasuna non era cosa da nulla, in fondo.
Grazie alla parlantina sciolta di Deidara, il buon umore tornò anche per il biondino, che aveva cominciato a partecipare al suo discorso, parlando del più e del meno finchè non udirono la campana d'inizio lezioni rintoccare nell'aria.
“Ah, che seccatura, con una così bella giornata...” si lamentò Deidara, mentre i tre si muovevano verso la parte anteriore del cortile per poter entrare nell'edificio scolastico.
Naruto ridacchiò, dando la sua completa approvazione al commento del ragazzo e fu proprio in quel momento che vide la figura di Sasuke stagliarsi poco lontano da loro, proprio accanto al portone d'ingresso.
Un brivido gli percorse la schiena, una sensazione che oramai gli era stranamente divenuta familiare tutte le volte che incrociava la strada con quel teme, indi quasi non si rese conto di quel che gli accadeva.
Aveva deciso di ignorare spudoratamente il moro, passandogli accanto senza nemmeno incrociare il suo sguardo, continuando invece a parlare con Deidara ed interagendo con quel minimo di reazioni che aveva Sasori.
Da parte sua, l'Uchiha, non aveva scostato lo sguardo dal biondino finchè non scomparve dalla sua vista, entrando nella scuola.
Strano pensarlo, ma lo infastidiva vedere quel dobe ridere e scherzare con quel tipo, Deidara, non aveva una bella reputazione nell'ambiente, giravano voci che fosse una specie di dinamitardo.
Scrollò il capo con uno sbuffo, quasi maledicendo tale pensiero, certamente non era in pensiero per quel baka d'un Naruto e mai lo sarebbe stato.
In fondo sapeva il fatto suo, tra teppisti si comprendevano, perciò doveva semplicemente sperare che non facesse qualcuna delle sue stupide uscite, rovinando tutto il piano.

La mattinata era trascorsa senza impicci per Naruto, che stava in quel momento uscendo dall'aula già semi deserta per l'ora di pranzo, quando un richiamo lo fece fermare.
“Ehi, Naruto!”
Voltandosi individuò subito il ragazzo correre tra i banchi per raggiungerlo, seguito con più calma da altri due ragazzi, uno alto con i capelli raccolti in una coda alta e l'espressione annoiata e l'altro un po' più basso e tarchiato con capelli color del fuoco ed un panino già stretto tra le mani.
“Kiba, che c'è?” domandò il biondo curioso.
Quando lo raggiunse, il moro gli diede un amichevole pugno sulla spalla ridacchiando.
“Nulla di che, vieni a pranzo con noi?”
A Naruto non sarebbe dispiaciuto davvero passare un po' di tempo con loro, ma purtroppo aveva già altri progetti che centravano sempre con l'Akasuna ed il suo gruppo.
Si era inoltre ritrovato decisamente stanco, più del solito e conosceva anche la causa di tale situazione.
Declinò quindi l'invito con la scusa di non sentirsi troppo bene e di aver deciso di fare un salto in infermeria.
Attese qualche istante che i tre furono scomparsi oltre la soglia della classe, prima di uscire, per dirigersi invece verso il bagno, aveva bisogno di una rinfrescata.
I bagni erano completamente vuoti, così che potè prendersela con calma, sciacquandosi il viso con l'acqua fresca e poggiando poi le mani sul bordo del lavandino per osservare la propria immagine riflessa nello specchio.
Davanti a sé il solito Naruto, forse i capelli un poco più scompigliati del solito, due lievi ombre sotto agli occhi di quell'intenso azzurro come occhiaie e gli immancabili segni sulle guance.
L'espressione divenne d'un tratto triste ed assente mentre i pensieri correvano veloci.
Della sua perla non v'era traccia da nessuna parte e l'idea d'averla persa per sempre era divenuta purtroppo fin troppo reale.
Questo fatto comportava diverse reazioni, non piacevoli senz'altro.
Mantenere quella forma, una forma che gli consentisse di essere Naruto Uzumaki, diveniva più difficile di giorno in giorno, ma doveva tenere duro, poiché se anche per sbaglio dovesse ritornare ad esser il vero se stesso, senza la sua perla, non avrebbe più avuto la possibilità di tornare umano.
Ma a lui piaceva quella vita, si stava divertendo, anche se doveva andare a scuola, anche se doveva cedere ai ricatti di un ero-sensei e di un odioso Uchiha.
“Aaaah.... Dannazione!!” esclamò battendo un pugno sul lavello, lasciandosi prendere per un momento dallo sconforto.
“Io lo sempre detto che sei un dobe, ma prendere a pugni i lavandini non è da tutti.”
Una voce che proveniva dalle sue spalle lo colse alla provvista, facendolo saltare sul posto per la sorpresa, mentre un esclamazione gli sfuggiva dalle labbra.
Si voltò rapidamente per ritrovarsi di fronte proprio lui, Uchiha, con la sua solita espressione atona che sembrava essersi congelata su quel volto.
Agitò nervosamente la coda dietro di sé, corrugando la fronte e prendendo fiato per urlargli in faccia tutti gli insulti che potessero saltargli in mente in quel minuto...
Ma... Un momento...
La coda?!?
Si pietrificò sul posto, non osando più muovere un muscolo, se non lievemente per rendersi conto che realmente gli era spuntata la coda, la Sua coda, folta e di un bel color ramato.
Dannazione, era proprio l'espressione giusta, mentre sbarrava gli occhi, eppure l'Uchiha non aveva nessuna reazione particolare, che non se ne sia accorto, poiché quel suo nuovo pezzo era nascosto dal suo stesso corpo?
“Beh, cos'è quella faccia? Hai visto un fantasma?” domandò sempre tranquillo il moro.
Effettivamente non se n'era accorto davvero, questo permise a Naruto di tornare a respirare, mentre tentava di far rallentare i battiti del suo cuore che pareva esser impazzito.
Deglutì il groppo che gli si era formato in gola, lasciando che i muscoli si rilassassero, stando però bene attento a non muovere la coda, il minimo spostamento l'avrebbe resa visibile e poi...
No, non poteva nemmeno pensarlo.
“No, soltanto quando un teme mi arriva all'improvviso alle spalle, non è proprio piacevole.” ribatte infine alle parole del moro, fortunatamente riuscendo a mantenere un tono decente e non tremolante per la paura che si era preso.
Nel frattempo rifletteva, maledicendo quel dannato Uchiha, proprio una bella trovata fargli prendere quello spavento e fargli spuntare la coda, fortuna che ne aveva ancora soltanto una, sicuramente non si sarebbe mai più arrabbiato davanti alle prese in giro sei suoi compagni, che ne avevano già due o più...
Ma non era quello il momento di tornare al passato, il presente era già fin troppo complicato.
Avrebbe dovuto far sparire la coda ed anche all'istante, ma il solito problema persisteva.
Senza sfera, non avrebbe potuto far nulla.
“Certo, certo, ma chiudi la bocca, o ti potrebbero entrare le mosche e scombussolarti quel poco che ti resta in quella testa da baka.” lo prese in giro Sasuke.
Naruto, senza rendersene conto, obbedì alle sue parole, chiudendo le labbra.
Era stato un gesto semplice, che aveva compiuto quasi senza pensarci, ma forse avrebbe dovuto far più caso all'immediatezza con cui aveva reagito a quel dire.
Si trovava però troppo impegnato in sproloqui mentali in quel momento.
La sfera era persa, chissà dove, indi per cui, lui non avrebbe potuto mutare il suo aspetto.
Tentò di ricordare se qualcuno dei suoi compagni gli avesse mai raccontato di trasformazioni senza sfera, ma non era possibile e lo sapeva bene.
Un brivido gli percorse la schiena, l'ennesimo in soltanto due giorni.
Non poteva restare con quella coda, non sarebbe più potuto uscire di casa, o peggio...
Avrebbe dovuto lasciare la città.
No, non poteva proprio, avrebbe almeno dovuto fare un tentativo, ma ovviamente quell'Uchiha gli stava tra i piedi.
“Devo andare in bagno.” borbottò, muovendosi poi rapidamente, senza voltare mai le spalle al moro, radendo i lavelli e fiondandosi poi dietro la porta del primo gabinetto che aveva incontrato.
Sbattè la porta senza troppi complimenti, poggiando poi la schiena contro il legno e sospirando pesantemente.
Per il momento non era stato scoperto, era andata bene.
Il problema da affrontare, però, non s'era ancora rimosso ed in quel momento potè muovere senza problemi la coda che spuntava dai pantaloni, afferrandone poi la punta per squadrarla malignamente e sperare che sparisse in quel modo.
Sasuke nel frattempo era rimasto un poco sorpreso dal comportamento del biondo ed in quel momento stava fissando la porta chiusa dietro la quale era sparito.
L'aveva seguito dentro ai bagni perchè poco prima l'avevo visto rifiutare un invito di Kiba per pranzare con il suo gruppo, cosa alquanto strana, da parte del biondo, rifiutare cibo, non aveva mai assistito ad una cosa del genere.
Non che gli interessasse, sia chiaro, ma considerando il fatto che non aveva fame, avrebbe potuto passare il tempo istigando quella testa quadra d'un dobe.
Il moro sbuffò leggermente vedendo che il biondo non accennava ancora ad uscire, così estrasse il cellulare per controllare l'ora, così facendo, la sua attenzione si catalizzò sul suo nuovo oggettino.
La sfera pendeva da un filo nero, attorcigliato attorno alla sua liscia superficie come se fosse una rete, in modo da non farla scivolare via.
Certo, non era chissà che bellezza, però non era neppure da buttare.
Naruto chiuse gli occhi, almeno un tentativo poteva farlo, male che vada, la coda sarebbe rimasta là, al suo posto.
-Sparisci, sparisci, sparisci!! -
Pensava con tutta l'intensità di cui era capace, concentrandosi all'inverosimile.
-Sparisci, dannazione! -
“Ehi dobe, sei caduto nel buco?” la voce di Sasuke lo raggiunse con la sua solita cadenza non ben identificabile, tra lo scocciato ed il divertito.
Fu questione di un attimo, si sentì un lieve rumore simile ad un PUFF, e Naruto, riaprendo gli occhi, vide una piccola nube di fumo bianco lasciar posto al nulla.
Ci era riuscito!
La coda era di nuovo sparita e lui sicuramente era un genio, non c'erano altre spiegazioni.
“Evvai!” esclamò al massimo dell'entusiasmo, aprendo la porta del gabinetto con uno slancio e saltellando per la felicità. “Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!” canticchiava nel frattempo.
Si bloccò solamente quando incontrò lo sguardo scettico dell'Uchiha, il quale si domandava se andare in bagno potesse procurare un tale entusiasmo e considerando che si trattava del dobe, tutto era possibile.
“Che diavolo hai da urlare in questo modo? Hai imparato a fare pipì nel gabinetto?” domandò maligno, accennando un ghigno con le labbra.
Il biondo digrignò i denti, pronto a rispondergli per le rime, ma l'occhio gli cadde senza volerlo sul cellulare stretto nella mano del moro ed in particolar modo, sul pendaglio che vi era legato.
Quella era... Una sfera.
Già, ma non poteva essere...
Cioè, era sicuramente una coincidenza, non era sicuramente la Sua sfera.
Si avvicinò al ragazzo, dimentico delle sue parole di poco prima, gli occhi puntati sulla sferetta assicurata per quel filo nero.
“Che... Che cos'hai li...?” domandò con un filo di voce, sotto lo sguardo interrogativo dell'Uchiha, che non capiva perchè si stesse comportando in tal modo.
“Questa? L'ho trovata per terra.” disse alzando le spalle con noncuranza.
Naruto sbarrò gli occhi, ripetendosi mentalmente che non poteva assolutamente essere vero.
Quell'idea malsana che l'Uchiha avesse potuto trovare la sua sfera e prendersela, non stava né in cielo né in terra.
Se fosse stato realmente così, allora lui avrebbe dovuto...
Ancora quel dannato brivido che gli percorse la schiena.
Da che cosa fosse prodotto non lo sapeva, o meglio, non lo aveva saputo sino a pochi attimi prima.
In quel momento la consapevolezza di ciò che era accaduto e di ciò che sarebbe stato costretto a fare, gli fecero sbarrare prima gli occhi e poi le labbra, lasciandolo senza parole.
Era in pericolo e non soltanto perchè era completamente nelle alquanto discutibilmente sicure mani di Uchiha, ma anche per il fatto che presto o tardi il suo segreto sarebbe salito a galla ed allora non avrebbe più potuto celarsi dietro le spoglie d'uno studente liceale, la sua vita sarebbe cambiata quasi sicuramente in peggio.
“Beh, non ho intenzione di sprecare ancora il mio tempo con te.” borbottò il moro, voltandogli le spalle per uscire a passo sicuro e tranquillo dai bagni.
Il biondo lo seguì solamente con lo sguardo, impossibilitato a muovere un qualsiasi muscolo o anche soltanto a parlare.
Lo vide uscire e con lui se ne andavano anche la sua sfera e la sua stessa libertà.




Angolino dell'autrice
Parto con la premessa che questo capitolo doveva essere decisamente migliore di come io l'abbia pubblicato, ma la sfortuna di Nacchan sembra aver voltato le spalle a lui per dedicarsi a me... ç_ç
In poche parole, ho perso il mio prezioso quadernetto su cui avevo già scritto i prossimi tre capitoli, quindi anche questo, che ho dovuto riscrivere da zero, avendo io ben altro per la mente ultimamente.
La scuola, essendo in 5° scientifico, non mi dà tregua, quindi anche lei ci si mette ad impedirmi di fare un aggiornamento in tempo e decente.
Non posso far altro che chiedervi immensamente scusa per il ritardissimo e per il capitolo scabroso... (_ _)
Spero possiate perdonarmi e prometto che il prossimo sarà più ben curato e se avrò tempo rivedrò anche questo aggiornandolo con le dovute modifiche.
Beh, dato che sono di fretta, ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, ossia: Capitatapercaso, ryanforever, Irimi, wolvie91, Azzusam.

Un ringraziamento anche ai 25 preferiti! *_*
Ora vi lascio, sperando di non aver creato gravi disturbi mentali per un capitolo tanto brutto... ç_ç
Alla prossima!!! *_*
Kiss

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Capitolo 4
*** Kitsune and Boy ***


Kitsune's Pearl


Kitsune and Boy

Erano trascorsi già tre giorni dai fatidici eventi che avevano visto Naruto impegnato in elucubrazioni mentali che lo avevano spinto a chiudersi nella sua stanza, dandosi malato per non dover presentarsi a scuola.
Sperava che non dovendo affrontare il problema, quello sarebbe svanito senza lasciar traccia, ma mai ipotesi fu più sbagliata.
Il giorno stava giungendo al termine ed il biondo era ancora coricato sul suo letto sfatto, gli occhi azzurri spersi nell’osservare il soffitto, mentre tentava senza successo di capire come diavolo potesse essere successo tutto quel casino.
Quando udì bussare alla porta, si riscosse all’improvviso, probabilmente si trattava di Jiraya che voleva per l’ennesima volta farsi i fatti suoi.
Certo, forse poteva averlo fatto preoccupare un poco, ma non aveva potuto fare altrimenti, la sola idea di doversi ritrovare di fronte l’Uchiha lo faceva rabbrividire mentre il panico affiorava lentamente.
E se avesse scoperto la sua natura?
Tutto sarebbe cambiato.
Sperava che non sarebbe dovuto accadere ancora per molto tempo, contava di poter passare ancora degli anni fra quelle persone, prima di doversene allontanare.
Temeva ciò che gli sarebbe potuto accadere, temeva i commenti dei suoi compagni se lo fossero venuti a sapere.
La sua perla era nelle mani di una persona che non avrebbe passato l’esistenza con lui, cosa sarebbe potuto succedere di peggio?
Kyuubi l’aveva spiegato più e più volte quando tutti loro erano ancora dei cuccioli.
Il loro era un branco speciale, le kitsune di cui in Giappone narravano le leggende, Lei, la kitsune con le nove code, Kyuubi, istruiva i cuccioli, lasciandoli poi liberi nel mondo perché vivessero la loro esistenza.
Avevano precise regole nel branco, la segretezza doveva essere la prima e la più importante, infatti a nessuna kitsune era permesso d’allontanarsi dal bosco sacro prima d’aver appreso l’arte magica della trasformazione, per potersi celare sotto spoglie umane.
Ognuno di loro nasceva e veniva consegnata loro una perla, La Perla che conteneva la loro stessa essenza, la loro magia, che altrimenti non sarebbero riusciti a contenere nel loro corpo.
La loro magia faceva parte della natura stessa, se non avessero qualche cosa che potesse racchiuderla, si sarebbe dispersa senza lasciar traccia.
Kyuubi aveva trovato l’oggetto adatto in quella perfezione della sfera, senza spigoli, tonda e compatta, non avrebbe potuto trovare di meglio.
Kyuubi era la più anziana di loro, aveva migliaia di anni alle spalle, era la più saggia, buona ma severa, guai a contraddirla, la sua ira si sarebbe sentita in tutto il mondo.
Quanto tempo era passato da quando aveva lasciato il bosco?
Più di un secolo, ma non ricordava esattamente, aveva vissuto così tante vite da non riuscire a riunirle tutte insieme.
Dovevano viaggiare in lungo ed in largo, da un’epoca all’altra, la loro missione principale era trovare la compagna che sarebbe stata adatta a condividere quel segreto con loro, la perla le sarebbe stata consegnata senza remora e si sarebbero appartenuti per l’eternità, acquisendo anch’essa l’immortalità d’una kitsune.
Qualcuno dei suoi compagni aveva già trovato quella persona e doveva ammettere che provava una sorta di invidia quando li aveva visti insieme, parevano un essere unico, si comprendevano con un semplice sguardo, si completavano a vicenda.
S’era rattristito qualche volta, pensando che a quel mondo non esistesse nessuno che potesse condividere tali esperienze con lui, poi scacciava tali pensieri con una scrollata di capo e stampandosi in faccia uno dei suoi soliti sorrisi.
D’un tratto un altro colpo alla porta lo fece distrarre per la seconda volta, sperava che l’ero-sensei avesse compreso che non voleva vedere nessuno, ma probabilmente era più testardo di quanto immaginasse.
Fu però la voce che udì dall’altra parte del legno che lo riscosse definitivamente.
“Usuratonkachi, se non apri questa porta la sfondo.”
Era la voce di Sasuke, come poterla confondere, ma che diavolo voleva da lui?
Per l’agitazione si rivoltò sul letto, cadendo poi rumorosamente a terra con un lamento di dolore.
Osservò la porta con indecisione, mentre si massaggiava il fondoschiena dolorante, non sapeva se andare ad aprire la porta ed affrontare il ragazzo, oppure rimanere rinchiuso li dentro, sperando nella protezione di chissà quale divinità.
Pensò però che sicuramente l’Uchiha non stava scherzando con l’idea di sfondare la porta, così infatti s’alzò lentamente avvicinandolesi ed allungando una mano che tremava un poco.
Tentò di deglutire a vuoto e di recuperare un minimo di dignità prima di far scattare la serratura e girare il pomello, accostando la porta per poi allontanarsi velocemente, come se temesse un attacco improvviso del ragazzo, ritornando nel rifugio sicuro del suo letto.
Sasuke entrò nella stanza con passi leggeri e silenziosi, richiudendosi poi la porta alle spalle, per lanciare infine uno sguardo nei dintorni.
Come s’era aspettato, regnava il caos più totale, vestiti ammucchiati sulla sedia della scrivania, sulla quale libri e fogli erano sparpagliati alla peggio, su un comodino, oltre a qualche libro, spuntava la forma d’una strana sveglia a rana, non poteva aspettarsi altro da quel dobe.
“Cosa ci fai qua, Uchiha?” domandò Naruto, seduto sul bordo del letto con le gambe incrociate sotto di sé, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento ingombro di fumetti e di qualche scatola di ramen istantaneo.
“Tsk… Non credere che mi interessi, ma Jiraya-sama mi ha chiesto di capire che cosa ti prende e perché non vieni più a scuola.” rispose il moro con tono apatico come al solito.
“Beh, grazie per l’interessamento, ma non sono affari tuoi, quindi puoi anche andartene.” commentò con tono acido l’altro, alzando lo sguardo su di lui per lanciargli quello che sarebbe dovuta essere un’occhiata di sfida.
Stava tentando di capire dove potesse essere la sua sfera e considerando se fosse riuscito o meno ad assalire il ragazzo per un tentativo di recupero.
Scartò all’istante l’idea, sapeva che l’Uchiha praticava karate, non avrebbe avuto alcuna speranza con quelle sembianze umane, né tanto meno senza la sfera.
“Lo immaginavo che avresti detto qualcosa del genere, con la fantasia che ti ritrovi.” lo sfotté allora il moro, osservandolo di rimando con un’espressione di superiorità.
“Neh, puoi anche dire all’ero-sensei che non sono affari suoi”
“Adesso mi dici che cosa ti prende, capito dobe?” parlò imperiosamente l’Uchiha.
In realtà, doleva ammetterlo, ma gli interessava realmente conoscere le cause della sua inspiegabile assenza, la scuola pareva decisamente più tranquilla senza di lui, forse più vuota.
Non che gli importasse della sua salute, sarebbe anche potuto emigrare per lui, ma lo infastidiva non essere a conoscenza di quel che passasse per la mente del biondo.
Solitamente riusciva a comprendere le persone senza troppe difficoltà ed era proprio per questo motivo che le voleva evitare il più possibile, erano tutti talmente fastidiosi che non poteva sopportarli.
Puntò i suoi occhi scuri come la notte in quelli azzurri come il cielo più sereno di Naruto, attendendo una sua risposta.
Il biondo sentì quello strano calore all’altezza dell’addome e si maledì mentalmente mentre apriva bocca per rispondere, impossibilitato a frenare la sua lingua, la sfera stava compiendo il suo incantesimo, costringendolo ad obbedire ad ogni richiesta di colui che ne era in possesso.
“Non volevo incontrarti.”
Le sussurrò semplicemente queste poche parole, ma risuonarono comunque nella stanza che fu subito avvolta da un pesante silenzio.
Aveva nuovamente scostato lo sguardo, ritenendo che osservare il tappeto steso sul pavimento fosse molto più interessante che scoprire l’espressione dell’Uchiha, in piedi davanti a lui.
Si era fregato da solo, chissà che cosa avrebbe pensato di tali parole l’altro, l’avrebbe preso per pazzo.
Sasuke non era sicuro d’aver udito realmente ciò che gli era stato detto, pensò per un momento di chiedergli di ripetere, ma rinunciò, non si sarebbe abbassato a tale livello.
Rimase quindi in silenzio, scrutando le reazioni del ragazzo, che teneva ostinatamente lo sguardo fisso sul pavimento, mentre notò un lieve rossore sulle sue gote, donandogli un’espressione decisamente adorabile.
No, un momento, che cosa aveva appena pensato?
Era colpa dell’aria malsana presente in quella stanza, ne era certo, non aveva pensato realmente a tali cose.
“Non usare stupide scuse, non puoi saltare giorni scolastici per dei capricci.” lo rimproverò allora.
“Neh, vai al diavolo teme!” sbottò il biondo.
“Bene, allora ci vediamo domani a scuola.”
Detto ciò, il moro si voltò, avvicinandosi alla porta ed aprendola.
Prima di lasciare la stanza, lanciò un ultimo sguardo a Naruto, che azzardò a sua volta un’occhiata.
Si fissarono per qualche istante, mentre il biondo mise su un broncio fanciullesco e l’altro accennò un sorriso sghembo, lasciandoselo infine alle spalle, certo che il giorno successivo, l’avrebbe visto avanzare con passo strascicato nel cortile della scuola..




Angolino dell'autrice
Beeeeeeene, eccomiii!! ^^
Sisi, scusate se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ovviamente ho sempre la solita scusa: la scuola.
Ma non siamo qua per ascoltare i miei lamenti scolastici, quindi voglio subito passare a ringraziarvi, perché siete sempre troppo buoni con me! XD
Cici, questa volta voglio ringraziarvi uno per volta, ve lo meritate! ^^

§ Capitatapercaso §
Ciao cara!
Le tue recensioni sono sempre fantastiche!! XD
Scusa per il ritardo, come vedi sono riuscita a trovare un po’ di tempo, tranquillizza Sas’ke, altrimenti mi sclera e non può seguire il copione che ho preparato!
Perdono anche per i capitoletti un po’ corti, ma per il momento riesco a permettermi solo questo! -.-”
Spero comunque che questo capitolo ti sia piaciuto, come vedi c’è qualche spiegazione sulla natura di Nacchan! *_*
Alla prossima e grazie per le risate che mi faccio leggendo i tuoi commenti! XD

§ Irimi §
Eheh, contenta che ti sia piaciuto quell’obrobrio! XD
Si, mi piaceva immaginare Nacchan e Akamaru che si ringhiavano contro! ^^
Io ho sempre voluto poter accarezzare una di quelle code, ma credo sia un po’ complicato! *_*

§ ryanforever §
Ciao! ^^
Grazie per la comprensione per il mio lutto! XD
Bene, qua c’è qualche spiegazione sulla vita di Nacchan, ma chissà che dovrà ancora succedere… u-u

§ YUKO CHAN §
Ti ringrazio, sono contenta che ti piaccia la mia storia!
Ebbene, la sfera colpisce ancora! XD
Spero ti sia piaciuto il capitolo! ^^

§ nikynaa §
Ooooh, che bello, ispira veramente? XD
Sono felice allora!
Beh, come vedi, il mistero della coda e dei compagni s’è risolto almeno in parte!ù_ù
Spero che il capitolo ti sia piaciuto!

Bene bene, ringrazio anche chi ha inserito la fic tra i preferiti, siete ben in 30 (°_°) e a chi l’ha messa tra le seguite, siete in 6.
Prometto che il prossimo capitolo sarà più lungo e più interessante! Ihihih, vedrete che succederà! XD
Alla prossima, commenti, critiche e consigli sono sempre ben graditi!
Kiss

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Capitolo 5
*** The red pearl ***


Kitsune's Pearl


The red pearl

La bionda kitsune stava trascinando le sue stanche membra nel cortile della scuola. Ebbene, sì.
Ancora chiedendosi il perché ed il per come si trovasse in quel posto infernale, aveva praticamente eseguito la richiesta dell’Uchiha, senza che quello dovesse obbligarlo con il potere della sfera, che fortunatamente non aveva ancora scoperto.
Fatto sta, che il biondino non riusciva a capire il proprio comportamento, quando l’unica cosa che desiderasse fare, era restarsene rintanato sotto le sue coperte.
Come affermava un detto: lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Non che la situazione fosse poi da vedere in chiave sentimentale, sia chiaro.
L’unica cosa che provava per quel ghiacciolo cadaverico era odio, puro e semplice.
Non lo sopportava, non poteva vederlo senza desiderare di azzannare quella sua pelle candida, aspirarne il profumo, lambirne il sapore…
Sbarrò d’un tratto gli occhi non appena si rese conto di quello che la sua mente stava pensando.
Non era possibile!
Si maledì con un borbottio a mezza voce, mentre il sangue affluiva irrimediabilmente verso le sue gote, arrossandole un poco per l’imbarazzo di esser finito in simili pensieri.
A lui non piaceva Sasuke Uchiha, ne era più che certo.
In fondo come sarebbe potuto piacergli quel ragazzo misantropo, apatico e soprattutto estremamente irritante con quei suoi modi da “sono migliore di te e so di esserlo”.
Mentre Naruto proseguiva con i suoi viaggi mentali, non si accorse di quel paio di occhi scuri come la notte che seguivano ogni suo movimento attraverso il cortile della scuola.
Infine il dobe aveva fatto ciò che gli aveva detto, era ritornato a scuola e non poteva che ritenersi soddisfatto della buona riuscita della sua missione.
Certamente non avrebbe sopportato l’ennesimo piagnisteo del preside che si domandava perché il “suo Nacchan” non gli parlasse rivelandogli i suoi problemi interiori.
Era solamente quello il motivo, non voleva più fare da balia a quel uomo mal cresciuto.
Non centrava nulla con il fatto che solamente il vedere la chioma bionda del ragazzo essere spazzata da una sporadica brezza fresca, gli facesse desiderare di affondare le dita tra di essa, per saggiarne la morbidezza.
Non era neppure per quegli occhi cristallini e luminosi che in quel momento erano abbassati verso il terreno e neanche per quelle labbra rosee e piene che borbottavano chissà che cosa, come se parlasse tra sé e sé.
No, sicuramente non gli importava della presenza di quella catastrofe di ragazzo nella sua vita.
Come sempre non fece affiorare alcuna espressione dal suo volto, che rimase impassibile ed austero, mentre osservava attento i movimenti dell’altro, appoggiato al muro accanto all’ingresso dell’edificio scolastico.
Naruto intanto era ancora impegnato in più pensieri di quanti ne avesse mai fatti in tutta la sua lunga esistenza ed era a tal punto distratto, da non accorgersi dell’arrivo di una specie di uragano dai lunghi capelli biondi.
“Naaaaacchan!!!” esclamò quello, piombandogli addosso e cingendogli il collo con un braccio per farlo inchinare in avanti e scompigliargli poi i capelli con l’altra mano. “Come stai?”
La povera vittima tentò inutilmente di districarsi da quel abbraccio soffocante.
“Deidara… Coff… Non… Respiro…” si lamentò.
“Oh… Scusa!” ridacchiò il più grande, lasciandolo infine libero.
Naruto tossì ancora un paio di volte, passandosi una mano tra i capelli per tentare di ridar loro un ordine, gesto poco proficuo, visto che il risultato non variava.
Rinunciò, dunque, spostando lo sguardo sul ragazzo che l’aveva assalito, non potendo comunque trattenere un sorriso divertito e spontaneo.
“Hai cercato di uccidermi di prima mattina per caso?” domandò inscenando una falsa stizza.
Deidara rise divertito, scuotendo il capo e facendo oscillare in quel modo la lunga chioma.
“Ma cosa dici? E’ soltanto che era qualche giorno che non ti facevi vedere dall’ultima volta e mi chiedevo cosa ti fosse successo.” rispose quindi annuendo alle sue stesse parole.
La kitsune si rese conto solo in quel momento della silenziosa presenza di un’altra persona, che seguiva senza interesse apparente lo scambio di battute tra i due.
“Oh, ciao Sasori, non ti avevo notato.” lo salutò un poco titubante.
Quando ricevette in cambio uno sguardo e poi un cenno del capo, pensò che probabilmente la sua presenza non era gradita al rosso, ma quello parlò un momento dopo.
“Ciao Naruto. Ci chiedevamo proprio cosa ti fosse accaduto.”
Il biondo sbarrò per un istante gli occhi, quella era la frase più lunga che gli avesse mai sentito dire da quando lo conosceva.
Sostituì però velocemente l’espressione sbigottita con un sorriso sincero.
“Già, scusate, non mi sono sentito bene, così ho preferito starmene a casa per un po’.” mentì spudoratamente.
“Ah, certo, certo, dovevamo sospettarlo.” commentò l’altro biondo, dandogli una pacca sulla spalla che lo fece barcollare un poco.
Proprio in quel momento suonò la campana della scuola che avvertiva dell’inizio delle lezioni.
Tra una risata ed un commento apatico, l’una del biondo, l’altro del rosso, i tre si diressero verso l’interno dell’edificio, sempre sotto lo sguardo attento del moro Uchiha, che senza rendersene conto aveva stretto i pugni a tal punto da far sbiancare le nocche.
Come osava quel biondino psicopatico e dinamitardo mettere le mani addosso al suo dobe?
Non poteva accettarlo, affatto, avrebbe dovuto mettere in chiaro un paio di cosette con lui, poco ma sicuro.
Venne distratto dai suoi pensieri quando una voce lo richiamò alla realtà.
“Sasuke, se continui a fissarli in quel modo potresti ucciderli sul posto.”
Voltò appena il capo per incrociare i chiari occhi di Neji, all’apparenza impassibili tanto quanto i suoi, ma lui poteva facilmente leggervi il divertimento per quello che aveva appena scoperto.
“Fatti i fatti tuoi, Hyuuga.” sibilò irritato il moro.
L’altro si passò una mano sui lunghi e lisci capelli castani, socchiudendo appena le palpebre per scrutarlo, incurante del pericolo che avrebbe potuto correre nello stuzzicare l’Uchiha.
Neji Hyuuga, anch’egli appartenente ad una delle più agiate famiglie del Paese, era cresciuto assieme all’Uchiha, sia per convenienza da parte di entrambe le famiglie, sia perché in fondo erano simili e si ritrovavano tra loro.
In effetti, se proprio avessero dovuto ammetterlo, avrebbero potuto dire di essere migliori amici, strane parole per entrambi.
Neji era uno dei pochi che non veniva ignorato da Sasuke e l’unico che potesse leggere quella maschera inespressiva che era il volto del ragazzo.
In quel momento il castano stava internamente ghignando per la reazione del compagno di fronte al biondino.
Aveva intuito qualcosa e conosceva il perché di quell’espressione infuriata.
Sasuke era un Uchiha e si sapeva quanto gli Uchiha fossero possessivi e gelosi di ciò che ritenevano di loro proprietà, questo chiunque lo sapeva in effetti.
“Ma non mi dire, qualcuno ha fatto attivare il famoso possesso Uchiha.” lo riprese ancora il castano.
“Sta’ zitto.” borbottò il moro, volgendogli le spalle per entrare nell’edificio.
Quando entrarono entrambi in classe, la bionda kitsune non era ancora arrivata, ciò non poté che far assottigliare ancor di più le palpebre.
“Vedrai che arriverà.” gli sussurrò l’amico mentre gli passava accanto per andare a prendere posto al suo banco.
Passarono pochi minuti ed il professore entrò in classe facendo zittire tutti gli alunni che lo salutarono educatamente.
“Bene ragazzi, finitela di fare baccano e…” passò lo sguardo tra i banchi, soffermandosi su quello in ultima fila. “Dov’è Uzumaki? E’ ancora malato?” domandò notandone l’assenza.
Proprio in quel momento la porta s’apri di scatto, facendo palese l’entrata in scena del biondino trafelato.
“Anf… Anf… Mi scusi… Professor Kakashi…” ansimò di fronte all’uomo dai candidi capelli e dal viso coperto da una mascherina.
“Il primo giorno dopo la malattia e già fai ritardo, Uzumaki?” borbottò quello, scuotendo il capo sconsolato. “Va bene, non importa, vai al tuo posto, ho una novità da darvi.”
Senza attendere oltre Naruto si mosse per andare a sedersi, passando accanto al banco di Sasuke, poté facilmente udire il suo bisbiglio maligno.
“Dobe.”
Un basso ringhio fuoriuscì dalle labbra del biondo, che rispose con lo stesso tono.
“Grazie a voi.”
Ebbe quindi appena il tempo di lasciarsi cadere sulla propria sedia, accanto al posto vuoto, che il professore cominciò a parlare.
“Bene, ora che ci siamo tutti posso darvi la notizia. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe, è arrivato senza preavviso, quindi non ha potuto procurarsi i libri testo e materiale vario. Conto su di voi perché possiate aiutarlo e farlo sentire a proprio agio.”
Una serie di bisbigli incuriositi percorse l’intera classe, che già avanzava ipotesi su eventuali possibilità riguardanti quel nuovo ragazzo.
“Sicuramente non potrà essere bello come Sasuke-kun.” affermò Sakura, la ragazza dai capelli color confetto.
Si zittirono tutti nuovamente non appena si sentirono dei colpi alla porta per richiedere il permesso d’entrare.
Un momento dopo, tutti poterono vedere un ragazzo dalla corporatura magra e slanciata, la chioma color rosso fuoco che spiccava sulla pelle color avorio, facendo anche risaltare un paio d’occhi acquamarina cerchiati da leggere occhiaie scure.
Un tatuaggio rappresentante un ideogramma sulla fronte rendeva il ragazzo ancora più particolare, attirando su di lui lo sguardo di tutti.
Naruto, che aveva ancora lo sguardo perso nel nulla, alzò svogliatamente gli occhi per osservare quel nuovo venuto, per riabbassarli un momento dopo.
Bene, ora c’era anche Gaara lì con lui, avrebbe potuto rimproverarlo di ciò che aveva combinato senza difficoltà.
Sbarrò poi improvvisamente gli occhi quando si rese conto che era proprio Gaara quello che si stava accostando alla cattedra del professore e che dopo un breve esame dei presenti in classe, aveva puntato il suo sguardo proprio sul biondino, che stava deglutendo a vuoto nel tentativo di trovare il coraggio di guardarlo di nuovo.
Sabaku no Gaara era il suo migliore amico, anch’egli una kitsune appartenente al suo stesso branco, si conoscevano da tutta la loro esistenza, essendo nati nello stesso periodo.
Erano anni che non si incontravano e rivederlo in quel momento ed in quelle circostanze gli pareva solamente un brutto scherzo del destino, o forse, più sicuramente, una brutta iniziativa di Kyuubi.
Non aveva ascoltato una parola di ciò che aveva detto il professore e non aveva nemmeno udito l’atarassico saluto del rosso al resto della classe.
Si rese conto della presenza dell’amico, solamente quando ne sentì la presenza accanto a sé.
Si costrinse a guardarlo di sottecchi, con l’espressione che pareva proprio quella di un povero cucciolo abbandonato in volto.
Gaara ricambiò lo sguardo impassibile, scuotendo infine il capo in maniera quasi impercettibile, così come parve quasi un abbaglio il lieve incresparsi dell’angolo della sua bocca in un simil sorriso.
“Che cosa devo fare con te, se ne combini una ogni volta che ti perdo d’occhio?” domandò a mezza voce, sedendosi affianco a lui.
Naruto incassò il capo tra le spalle e se avesse avuto la coda in quel momento, l’avrebbe ritirata tra le gambe, abbassando nel contempo le orecchie facendole radere al capo.
Si sentiva mortificato ed aveva avuto la conferma che Kyuubi aveva scoperto il danno che aveva fatto, mandandogli Gaara probabilmente perché lo aiutasse a risolvere la questione.
“Kyuubi è preoccupata.” bisbigliò infatti quello, confermando la sua tesi.
“Mi dispiace.” rispose il biondo, ricevendo un leggero colpo sul braccio.
“Non fare quella faccia. Risolveremo la questione.” lo tranquillizzò con il suo solito tono il rosso, facendo calmare all’istante il compagno.
Con Gaara non avrebbe dovuto temere nulla, si fidava ciecamente di lui, sapeva che avrebbe trovato un modo per fargli riavere la sua perla.
Gli sorrise quindi in risposta, uno dei suoi luminosi ed allegri sorrisi che scaldavano il cuore delle persone.
Sasuke non si era perso neppure un gesto di ciò che avevano fatto i due ragazzi e non gli sfuggì neppure lo sguardo freddo eppure amorevole che il nuovo arrivato aveva rivolto al suo dobe dopo che quello gli aveva sorriso.
Certo, non aveva potuto sentire le parole che si erano scambiati bisbigliando, ma non aveva dubbi: quei due si conoscevano già da tempo.
Questa nuova consapevolezza lo fece fremere a tal punto che senza rendersene conto spezzò la matita che stringeva tra le dita.
Stizzito abbandonò i due moncherini sul banco, attirando l’attenzione di Neji, accanto a lui.
“Sasuke, respira.” lo riprese l’amico.
L’Uchiha per tutta risposta gli lanciò uno sguardo infuocato, che però non lo intimorì per nulla, facendogli invece emettere un sospiro esasperato, prima di tornare a dedicarsi al professore ed alla sua lezione.

Le ore mattutine erano passate velocemente per Naruto, il quale ancora non riusciva ad abituarsi alla fortunata presenza di Gaara accanto a lui.
Invece di seguire le lezioni, come sarebbe stato giusto fare, il biondo raccontò per filo e per segno tutto ciò che gli era accaduto, compreso lo strano compito che gli era stato affibbiato dal preside e che fece irritare l’amico.
“E’ pericoloso.” commentò semplicemente.
La bionda kitsune scosse il capo divertito.
“Non preoccuparti, Gacchan, me la so cavare, non è poi così difficile.”
Ma ciò che più aveva lasciato senza parole il rosso, era stata la perdita della sfera.
“Tu l’hai persa per strada?” domandò incredulo, scalfendo di poco l’espressione atona che solitamente l’accompagnava.
Naruto tentò di sdrammatizzare ridacchiando innervosito.
“Non l’ho fatto apposta, un momento era in tasca e quello dopo non c’era più.”
Gaara scosse il capo lentamente, non poteva essere vero.
Tra l’altro, quel tale, Sasuke Uchiha, non lo convinceva per nulla.
Continuava a lanciare ambigue occhiate nella loro direzione e più di una volta i due ragazzi si erano ritrovati a fissarsi a vicenda con freddezza, finché il rosso non era costretto da Naruto a riportare la propria attenzione su di lui.
“Kyuubi è arrabbiata?” domandò d’un tratto il biondo, mentre camminavano fianco a fianco dirigendosi verso la mensa, dopo essere riusciti a sgusciare via dal gruppo di curiosi che aveva tentato di interrogare il nuovo ragazzo e lo stesso Naruto sul perché si conoscessero già, poiché la cosa era stata alquanto evidente.
Gaara scosse un poco il capo.
“Non molto. E’ più preoccupata al momento.”
A tali parole il biondo emise un sospiro di sollievo.
“Ma vorrebbe staccarti la testa a morsi comunque.” lo raggelò un momento dopo il compagno.
Il biondo sbatté diverse volte le palpebre, sapendo bene che quando Kyuubi voleva mordere qualcuno, prima o poi l’avrebbe fatto.
“Gacchan, devi aiutarmi!!!” piagnucolò quindi, aggrampandoglisi al braccio con quegli occhioni che sembravano quasi di rilucere di luce propria.
Il rosso inarcò elegantemente un sopracciglio per osservarlo con espressione scettica, era abituato a simili ricatti fanciulleschi da parte del compagno, ma non era mai riuscito a negargli ciò che chiedeva.
“Ci sono io ora.” affermò solamente, lasciandogli un buffetto su una guancia segnata dai baffetti tipici delle kitsune.
Il solito e luminoso sorriso di Naruto lo ripagò pienamente, facendogli emettere un lieve sbuffo divertito mentre scuoteva il capo lentamente.
Si sedettero insieme ad un tavolo solitario, dove mangiarono, o meglio, Naruto mangiava e parlava di ciò che gli era accaduto negli anni in cui erano rimasti separati e Gaara ascoltava, commentando sporadicamente con qualche monosillabo o poco di più.
Mezzora più tardi, ancora insieme, avanzavano sempre sotto lo sguardo di tutti gli studenti incuriositi, finché il biondo non notò i due nuovi amici che si era procurato per convenienza, ma che in fondo non poteva che apprezzare.
Sasori e Deidara erano isolati vicino alle scale e stavano parlando con un ragazzo della loro stessa età probabilmente, neri i capelli lunghi, legati in una bassa coda, così come gli occhi erano scuri, viso un poco allungato con la carnagione pallida.
Incredibile la somiglianza con quell’antipatico dell’Uchiha, Naruto quasi non poteva crederci.
“Ah, Nacchan!” lo richiamò l’altro biondo muovendo una mano per attirare la sua attenzione.
Un poco titubante, lanciando ancora qualche occhiata verso il ragazzo sconosciuto, il biondo s’avvicinò, seguito prontamente da Gaara che pareva non lasciar neppure mezzo metro tra lui e il compagno.
“Tu devi essere quello nuovo, lo conosci Nacchan?” domandò allegramente Deidara.
“Sì, l’ho conosciuto qualche tempo fa.” disse solamente la bionda kitsune. “Lui è Gaara. E loro sono Deidara, Sasori e…” si zittì osservando il moro.
“Itachi Uchiha.” parlò quello con voce bassa e pacata.
Naruto non poté non sgranare gli occhi incredulo, possibile che Sasuke avesse un fratello?
A quanto pareva sì.
Gaara mosse appena il capo per salutare i tre nuovi conosciuti, mentre i chiari occhi si posavano apparentemente senza interesse sul più grande degli Uchiha, come volesse studiarne le intenzioni.
Il moro, da parte sua, osservava con celata attenzione i due ragazzi, finché d’un tratto non si decise a parlare.
“Credo che la campana sia già suonata, dobbiamo andare.”
Detto ciò i tre salutarono Naruto e Gaara, per lasciarli poi soli.
Dirigendosi verso la propria aula, il rosso non poté trattenere un commento.
“Non mi piacciono questi Uchiha.” borbottò con certezza.
Il biondo mugolò qualche cosa in risposta.
Il silenzio cadde tra i due, ma incredibilmente, Gaara lo interruppe nuovamente.
“Avresti bisogno di farti una corsa nel bosco, ritornare alla tua forma per scaricare.”
Il biondo si armò di un broncio infantile, scuotendo il capo sconsolato.
“Credi che non ci abbia mai pensato? Come farei però a ritornare sotto forma umana, senza la sfera?”
Il compagno fermò il suo lento incedere d’improvviso, tanto che la bionda kitsune non si accorse immediatamente di non avere più al suo fianco il ragazzo e dopo alcuni passi si voltò per osservarlo incuriosito.
“Che c’è?” domandò perplesso dall’espressione pensierosa dell’altro.
“Stavo pensando… Potresti… Usare la mia sfera.” ipotizzò con voce flebile, quasi non volesse farsi sentire da un qualche ascoltatore esterno.
Le labbra di Naruto si aprirono in un’esclamazione muta sorpresa, non poteva credere a quelle parole.
“Tu mi daresti la tua sfera?” domandò con un sibilo che a malapena fu udibile addirittura a se stesso.
Per tutta risposta vide il ragazzo muovere lentamente il braccio per andare a frugare brevemente nella tasca della divisa che era stato costretto ad indossare.
Un momento dopo la estrasse, mostrando all’altro ciò che stringeva tra le dita: una piccola sfera, delle stesse dimensioni di quella di Naruto, diversa solamente per il colore, infatti era di un cupo rosso vermiglio, somigliava vagamente al colore del sangue stesso ed aveva magnetizzato completamente lo sguardo del biondo.
Sarebbe stato facile accettare, stringere quella piccola perla e ritornare ad avere il suo fulvo pelo folto e morbido, la linea snella e la coda lunga.
Si riscosse un momento dopo, scuotendo il capo con forza per cacciare quei pensieri.
“Ma… Ma che dici, sei impazzito?!” urlò in preda al panico momentaneo per quello che avrebbe potuto fare.
L’espressione impassibile di Gaara gli fece affluire il sangue sulle gote, un poco per l’imbarazzo ed un poco per la rabbia.
“Non potrei mai usare la tua sfera, in quel modo tu non saresti più in grado di usarla a tua volta!”
Era quello il punto, una kitsune poteva decidere di donare la propria sfera ad un’altra sua compagna, ma per il donatore sarebbe stato impossibile rientrarne in possesso e la sua magia sarebbe stata per sempre del ricevente.
“M-metti via quella sfera!” si ritrovò quasi a pregarlo mentre sentiva un groppo alla gola bloccargli la saliva.
Il rosso osservò ancora per qualche istante il compagno, come se non fosse sicuro di ciò che aveva udito, infine ritirò la sfera, infilandola nella tasca, al sicuro.
“Allora dovremo recuperare al più presto la tua.” concluse con tono pacato che proprio non pareva adatto a quel momento.
“Sei un baka.” sospirò Naruto, facendogli cenno di seguirlo per le lezioni pomeridiane.
Poco distante, Sasuke aveva assistito in parte alla scena, non che ci avesse capito molto, era riuscito a malapena a vedere ciò che il nuovo arrivato stringeva tra le dita, una piccola perla rossa e la stava porgendo al suo dobe.
Aveva scoperto giusto quella mattina che seguire il dobe era un buon passatempo, già, perché lui non lo spiava, gli Uchiha non spiavano, osservavano solamente ciò che capitava davanti ai loro occhi.
Quel rosso, in ogni caso, si prendeva troppe libertà con il suo dobe e la cosa non gli andava per nulla bene.
Una sorta di curiosità lo aveva colpito da quando non aveva compreso di che cosa stessero parlando, voleva capire il perché del comportamento del biondo e sicuramente lo avrebbe scoperto prima o poi, di quello ne era certo.





Angolino dell'autrice
Nono, non state sognando, è proprio l’aggiornamento!!! XD
Già, queste due mattinate passate a crogiolare sotto le lenzuola, a sognare i possibili nuovi capitoli, mi hanno fatto proprio bene!
Mi è venuta l’ispirazione improvvisa e così eccomi qui ad aggiornare!ù_ù
Bene bene, ora ringrazio tutti quelli che hanno letto e passiamo alle recensioni sul capitolo precedente!

§ Capitatapercaso §
Alloooooora…..ù_ù
Cosa ne pensi mia cara? Spero che questo capitolo sia risultato più succoso dei precedenti! XD
Mi spiace che Sasuke non sia ancora saltato addosso a Nacchan, ma vedrai che capiterà prima o poi!u.u”
Sono d’accordo con Kyuubi, anche secondo me quell’Uchiha è alquanto indigesto… Non lo consiglio a nessuno!
Oh, per quanto riguarda l’abitazione di Nacchan!
Lui abita insieme a Jiraya, e si tratta di un appartamento che è al di fuori della scuola, in cui comunque ha una camera tutta sua…u.u”
Già già, non l’avevo ancora specificato, ma avrò modo di rimediare più avanti nella storia!
Come vedi questo capitolo è un pochetto più lungo, finalmente!ù_ù
Grazie per il sostegno con lo studio!! -.- Brutta bestia!
E grazie soprattutto per i tuoi magnifici commenti! **

§ miiky §
Troppo buona, sono felice che ti piaccia così tanto la mia ficciola! ^^
Spero che continui di questo passo! Un kiss

§ ryanforever §
Eheh, ed ecco nuove notizie sul nostro biondino…
Ma anche nuove domande si formano…u.u
Spero che possa continuare ad incuriosirti! ^^

§ YUKO CHAN §
Ahah, già, anche io ho pensato che per Nacchan sarebbe stato estremamente difficile recuperare la sfera solo soletto, quindi ecco qua che spunta Gacchan!! **
Chissà se lui riuscirà a combinare qualcosa…u.u
Mah, chi lo sa…
Spero che ti possa piacere anche questo capitolo!

§ Irimi §
Oh, sisi, la leggenda della sfera e delle kitsune esiste veramente in Giappone o comunque nelle culture orientali!
Avevo letto qualcosa a riguardo tempo fa e l’idea della fic mi è subito arrivata! ^^
Ihih, vero, Nacchan è carinissimo, mi sto divertendo un casino a metterlo nei guai!

§ EWILAN §
Wow, sono contenta che ti piaccia la mia storia!! ^^
Sono anche contenta che tu voglia seguirla, sperando che continui a piacerti allo stesso modo!
Grazie per il commento! ^^

§ damis §
Eheh, già, solo un dobe come Nacchan poteva perdere una cosa di tale importanza!! XD
Però, senza quella piccola distrazione, non mi sarebbe nata la fic, quindi eccoci qua a far dannare quel poveretto di Naruto e a far ghignare e morire di gelosia Sasu-teme! XD
Spero che possa piacerti anche questo capitolo, grazie mille per la recensione!! ^^

Beeeeeeene, ringrazio anche chi ha inserito la fic tra i preferiti! 35 *_* Che bello, sono felice!!
Ringrazio anche i 14 che l’hanno messa tra le seguite! ^^

Concludo come sempre: commenti, consigli e critiche costruttive sono sempre le benvenute! ^^
Alla prossima!!
Kiss

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