Granita al lampone

di _heartbeat_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Granita al lampone ***
Capitolo 2: *** Un'altra volta ***
Capitolo 3: *** L'armadio ***
Capitolo 4: *** Cuddled in your arms ***



Capitolo 1
*** Granita al lampone ***


Santana Lopez cammina sicura di sè per il corridoio stretto e affollato del McKinley stretta nella sua divisa da cheerleder bianca e rossa che la fa diventare ancora più arrogante e presuntuosa. Passa guardando attentamente ogni singolo individuo lì presente dall'alto.Me compresa.
È così da sempre al McKinley come in ogni liceo: ci sono quelli che contano e quelli che invece sono meno che zero.
Ovviamente i secondi sono le vittime preferite dei primi, i più deboli.
Gli sfigati.
Non specifico neanche in quale categoria io mi trovi perchè sarebbe ridicolo.
Vedo Kurt avvicinarsi accompagnato da Mercedes.
Per farvi capire: giro con un ragazzo gay e una ragazza che oltre ad essere grassa è anche nera, loro non vanno a genio alla società ma io li trovo persone speciali.
Io stessa sono figlia di due papà.
Avete capito bene: due uomini che stanno insieme, felicemente sposati da non so quando, in più uno di loro è anche di colore.
Saluto con un gesto veloce della mano Artie Abrams, un ragazzo sulla sedia a rotelle prima di dedicarmi completamente ai miei due amici.
- Buongiorno Rach- dice Kurt sorridendo con i suoi meravigliosi occhi azzurri.
Kurt è un ragazzo con il suo fascino.Se non fosse gay e non avesse quell'aria da bambolina di porcellana potrebbe anche piacere ma ora non credo.
Avresti qualche chance se fossi alto e grosso come un armadio, giocassi a football, mangiassi tre volte alla settimana ( mi raccomando tre non due non quattro) al ''Bel Grissino'', uno dei locali più frequentati dal top e dal flop del McKinley e uscissi con Quin Fabray, la capo cheerleder.
Esatto, il bambinone con gli occhi azzurri, si è preso una cotta platonica per il quaterback della squadra del liceo?
Sta diventando quasi un'ossessione e sono convinto che dovrebbe cercarsi qualcuno che non sia così.
A me sembra pure scemo quel Finn Hudson.
Ecco che sta passando assieme ad alcuni compagni.
Vedo Noah Puckerman puntare lo sguardo sul culo della Lopez prima di mordicchiare una spalla alla gatta morta che ha di fianco.
Se sono qui in gruppo ci deve essere un motivo e non potrebbe essere più evidente.
Guardo Mercedes e lei capisce.
-Uno...Due...e...- 
Non fa in tempo a terminare il conto alla rovescia che tre enormi bicchieri colmi di granita al lampone mi si riversano addosso lasciando per il momento intatti i miei amici.
Kurt si porta le mani alla bocca stupito.Come se non lo sapesse.
Forse sta solo esultando che non è toccato a lui questa volta.
Noah ride seguito dall'altra e anche alcuni ragazzi.
Mi viene da piangere ma la granita ha coperto tutto e mi ha gelato anche le lacrime.
Sono ferma immobile e sento come se il pavimento si stesse sciogliendo piano piano e mi risucchiasse per essere calpestata ancora di più di quanto non stiano già facendo quei bastardi.
Li odio e mi odio.
Odio quello che sono: la solita Rachel Berry con il naso più lungo delle gambe e ghiaccio colorato di rosso ovunque, anche in posti dove il ghiaccio non dovrebbe essere.
Ci siamo intesi vero?
Santana è immobile, sembra quasi pietrificata.
Mi fa così schifo.Dopotutto non è lei che comanda tutto?Lei che mi ricopre di insulti, che ride di me, di noi.
Vorrei non aver mai messo piede in questa scuola.
Arriva il professore di spagnolo Will Shwester per punire i colpevoli ma ovviamente nessuno ha visto ne sentito niente e la loro scusa è che mi è caduta la granita addosso.
Certo.
Perchè io mi prendo una granita alle otto e un quarto di mattina e me la tiro addosso fin tra i capelli, nei vestiti e nelle scarpe.
Ovvio.Chi non lo farebbe dopotutto?
Mi chiede se sto bene.Annuisco sempre immobile.
Sembra abbastanza sconcertato anche lui ma se fossero state le cheerleder non avrebbe potuto fare nulla contro la Sylvester.
Non parliamo dei giocatori di football.
Gli unici puniti siamo noi poveri sfigati che abbiamo la colpa di essere così noi.
Mi chiede se voglio tornare a casa ma non ne ho voglia.
Avrebbero avuto la certezza di avermi colpito e affondato ma Rachel Berry non si abbatte così facilmente.
Scuoto la testa e vedo Finn Hudson sollevare lo sguardo su una ragazza bionda chesi sta avvicinando.
Vedo tristezza nei suoi occhi ma non capisco se per me o se per quella che capisco essere la sua ragazza che si sta avvicinando.
Sento una leggera stretta sul braccio e vedo un altro corpo vestito da cheerleder.Non sorride.
-Hai da cambiarti?- mi sussurra nell'orecchio facendomi leggermente rabbrividire forse per lo stupore o non so cosa.
Annuisco e dico a Kurt di prendere la roba dall'armadietto.
Lo fa e torna poco dopo con un sacca rosa.
Apro la porta del bagno e scompaio dentro accompagnata stranamente, molto stranamente dalla bionda.
Mi cambio velocemente in uno dei quattro water sostituendo i miei vestiti bagnati con quelli di emergenza.
Esco e penso di togliere la granita dai capelli e penso anche ad una soluzione per presentarmi a lezione.
Credo di stare pensando troppo perchè mi accorgo che Quinn è ancora lì, zitta e immobile.
Mi volto e la vedo abbassare lo sguardo attristata.
Sembra quasi dispiaciuta per quello che è successo, effettivamente ci sono andati pesanti sta volta.
Mi tampono il viso con l'asciugamano e vedo che finalmente la cheerleder da un segno di vita avvicinandosi.
Mi prende l'asciugamano e delicatamente me lo passa sulle guance arrossate cercando di non graffiarmi la pelle.
Mi sfiora le orecchie e devo dire che il suo tocco caldo e morbido mi fa molto piacere.
Faccio per prendere la spazzola ma lei mi blocca.
-Faccio io, è più facile- dice ma non è la stessa voce che ha di solito, sembra quasi docile -Non ti spiace vero?- aggiunge poco dopo.
Nego con la testa e per una volta lo dico perchè è la verità e non perchè ho paura di quello che potrebbe succedere.
Mi tocca i capelli come ha fatto con il viso.
Mi tratta come se fossi un tesore prezioso da proteggere.
-Non succederà più, davvero- 
Stento a crederlo ma puó essere che tra di loro si riescano a convincere e comunque fingerò passando nel corridoio di essere tranquilla di fronte a loro.
-Se lo dice te- rispondo.
Lei sembra sorpresa e abbozza una specie di sorriso.
-Cosí non ti si era ghiacciata la lingua-
Cerca di asciugare i capelli.
Mi guardo allo specchio e mi appare subito chiaro davanti agli occhi la nostra differenza.
Lei è: alta, bionda, circondata di successo e ragazzi, sportiva, bella, con gusto, stronza e se vogliamo la fidanzata di Finn Hudson capitano della squadra di football.
Io invece sono: bassa, bruna, circondata da pochi amici anche loro emarginati dalla società scolastica, secchiona, sfigata, nasona e logorroica.
Tra di noi c'è l'oceano come vivere su due pianeti separati.
Ed è così.La realtà è questa.
-Ti sei incantata a guardarmi?- scherza lei o almeno penso che stia scherzando, voglio sperare che stia scherzando.
-Ehm...no, in realtà pensavo- rispondo risvegliandomi da questa trance.
Ha finito.Sembro piú carina, mi ha pettinato i capelli e sembrano molto più lucenti e voluminosi.
-Sai, Shwester ha ripristinato il vecchio Glee Club, sai dove canti e balli, ci sono le liste fuori-  mi guarda e io non so cosa devo rispondere perchè mi vengono in mente due possibilità: la prima è perchè vuoi che ci vada, proprio io e la seconda è per entrare in un gruppo di canto coreografato, perchè si chiama così cara Fabray, e venire presa di mira ancora di più no grazie.
Temo di aver pensato troppo a lungo perchè lei mi domanda se io ho intenzione di partecipare.
-Perchè?- domando.
Lei sembra cercare buoni motivi.
-Perchè sei brava a cantare, sei nel tuo mondo, hai una bella voce credo- 
Non so come faccia a sapere che canto.
-Come fai a...-
-Devi smetterla di cantare sotto la doccia negli spogliatoi, ti si sente sai- ride divertita.
Ecco il mio problema.Quando canto non mi rendo conto di niente, non mi sento e non sento le altre persone.
Arrossisco leggermente.
-E te stai a sentire me?- 
-Perchè no?- sorride dicendo quelle due parole.
-Non lo so, non mi piace farmi sentire dagli altri, non dirlo a Santanati prego-
-Lo sa giá, c'era anche lei e se ti interessa anche Finn-
-Perchè dovrebbe interessarmi?- dico imbarazzata e preoccupata da come possa reagire se fraintendesse le mie intenzioni.
-Va bene- 
Mi alzo per uscire dal bagno ma lei mi blocca.
-Che vuoi?- chiedo leggermente scocciata.
-Niente, solo mi piace stare qui con te, mi rilassa-
Credo di aver sentito male.Non può essere vero.
Quin Fabray ha appena detto che le piace stare in bagno con me, con una sfigata come me.
Non so di nuovo cosa rispondere, vorrei dirle che anche io qui non ci sto male anzi, è rilassante davvero.
-Anche io ci sto bene peró non mi sembra il massimo questo bagno no?- provo a smuovere la situazione.
-Non sarà il massimo ma va bene.È un po' che volevo parlarti-
Sono sempre più stupita e confusa.
Lei invece sembra la solita Quinn ma al posto dell'espressione seria e arrogante c'è un sorriso che sembra quasi spontaneo.
-Tu ci andrai?- azzardo a chiederle sul Glee.
-Dove?Al Glee?-
Annuisco e mi siedo sul marmo del lavandino.Lei sembra soddisfatta da questo mio gesto.
-Non lo so, potrei ma devo vedere con gli allenamenti e tutto- risponde -E poi io non conosco nessun musical, non ne ho mai visti, mi sentirei una nullità in confronto a gente esperta e appassionata come te-
-Cos'é, sai ogni cosa di me?- 
-Giusto il minimo- sminuisce lei.
La cosa si fa sempre più strana ma stranamente piacevole.
-Per una volta non saresti te a dettare leggi ma io, ti potrei far sentire una merda, come tu fai sentire me ogni giorno-
Quinn abbassa il capo, sembra dispiaciuta ma io ho bisogno di dirle come mi fa stare perchè non ce la faccio più.
-Scusa- sussurra quasi che non la sento.
La rabbia ribollisce dentro di me.
-Per cosa?Per avermi fatto pentire di aver messo piede qui dentro, per le prese in giro, le granite, gli insulti di voi cheerleder?Grazie tante- dico con un filo di sarcasmo nella voce.
-Per tutto, mi dispiace davvero- sembra ancora più triste.
Cerco di farle un cenno come a dire che va tutto bene anche se non va tutto bene per niente.
Capisco il dispiacere e il rimorso e capisco che per una volta le sue scuse sono sincere quindi vorrei anche perdonarla un minimo ma non riesco.
-Va bene- è l'unica cosa che esce dalle mie labbra.
Lei abbozza un sorriso che ricambio con una sorta di ghigno.
Controllo il telefono e vedo che siamo in ritardo o almeno io, vittima punibile dalla legge dell scuola, rischio di arrivare tardi.
Glielo dico e Quinn sembra affranta.Non credo ami molto la lezione a cui deve partecipare.
Avrà altro a cui pensare.Qualcosa di importante.
-Se venissi mai al Glee Club, le prese in giro finirebbero?- chiedo.
Ci pensa su e poi mi sorride, penso sia un segno positivo.
-Se ne potrebbe parlare, io non dirò più a nessuno di darti fastidio, non dopo oggi- risponde.
Mi sembra tutto molto strano.
Mai dire mai.Però.
Annuisco velocemente e vorrei davvero crederle ma mi risulta difficile.
-Canteresti per me?- 
Ma come, mi prendi a granitate da un intero anno e poi te ne esci così.È destabilizzante.
-Adesso?-
Ho come una strana voglia di accontentarla ma non mi spiego il perchè.
-Se ti va, altrimenti quando vorrai-
 
         Do you ever fell like a plastic bag
         drifting through the wind 
         Wanting to start again?
         Do you ever fell like a paper thin
         Like a house of cards,
         one blow from caving in?

Canto questa canzone perchè mi sembra sia l'unica in grado di farmi liberare la mente perchè io mi sento troppo spesso un sacchetto di plastica abbandonato nel vento e non credo di avere abbastanza forza per ricominciare.
Quinn mi ascolta, canticchia le parole e intanto sorride.
Cerco di chiudere gli occhi per non incontrare i suoi e sento che qualche calda lacrima mi scende sulle guance.

          'Cause baby you're a firework
          Come on show'em what you're worth
          Make 'em go "oh, oh, oh"
          As you shoot across the sky-y-y

Sono ancora seduta sul lavandino ma il marmo non mi sembra più così freddo anzi sembra fin troppo caldo.
Mi sudano le mani e sento nuovamente quella strana emozione di cercare di accontentare Quinn.
        
        'Cause baby you're a firework
        Come on show'em what you're worth
        Make 'em go "oh, oh, oh"
        As you shoot across the sky-y-y

Apro gli occhi e sento un peso su di me.
La mia mano è stretta alla sua e questa sensazione è wow.
Mi guarda concentrata a cantare e sembra quasi fiera di quello che sto faendo.
Almeno questa volta non sta origliando.
Ricambio un po' la stretta alla mano e lei si risveglia dal vortice dei suoi pensieri.
Si accorge di quello che sta facendo ma non cambia nulla.
-Perchè piangi?- mi dice e delicatamente con l'indice mi asciuga le lacrime dalle ciglia.
-Perchè io sono così, mi sento così inutile-
-Non sei inutile, hai talento e lo hai dimostrato a me, sai cantare Rachel- 
Mi ha chiamata per nome fino ad adesso ero sempre e solo stata Hobbit, Nasona e Berry.
Cerco di sorridere.
Quinn si avvicina e mi stringe in un abbraccio caldo e intenso che stranamente ha un effetto tranquillizzante.
Potrei vivere tra quelle braccia.
Mi sento quasi protetta.
È Quinn.Quinn Fabrey.
Mica chiunque altro.
Si avvicina ulteriormente e mi lascia un tenero bacio sulla guancia che mi fa increspare la pelle di tanti brividi.
Lo stesso effetto ce lo ha anche lei che più che stupita sembra contenta di quello strano effetto perchè mi abbraccia nuovamente.
Mi sento un po' a disagio perchè insomma, io non la odiavo dieci minuti fa.
Ci passo sopra e vedo lei che fa.
Ha la pelle morbida e liscia.Sembra una bambina nel corpo di una sedicenne.
Ad un tratto non mi sembra più tanto stupida.
Non sembra più neanche Quinn Fabray.
Quella che conoscevo io.
Quella che stava con Finn Hudson.
-Mi è piaciuto stare con te, aiutarti, prendermi cura di te, ascoltarti cantare nel tuo mondo e piangere davanti a me, sembri coraggiosa-
-A non essere molto popolari ci si fanno molti meno problemi di voi cheerleder- rispondo.
Sta ancora tenendo la mia mano.
-Ti piace la mia mano eh?- dico io scherzando.
Lei si affretta a separarle.
-Uhm scusa...io...io non volevo, se ti da fastid...- Non le lascio finire la frase che gliela porgo e lei torna a stringerla felice -È calda e morbida e sta perfettamente nella mia.Coincidenza?- chiede e io non capisco cosa ci sia sotto, mi limito ad osservare quell'abbraccio di mani.
Ammetto che mi piace sentire il contatto con lei.
-Non credi che sia l'ora di tornare, ci daranno per disperse!- dico.
Quinn annuisce e scendiamo dal marmo.
Appoggia la mano alla maniglia ma si blocca.
-Vacci al Glee, hanno bisogno di una come te- mi dice.
-Tu verrai?- richiedo nonostante abbia già una risposta a quella domanda.
-Ci verrò ma aspetto te.Vieni?-
Penso un paio di secondi.
-Verrò- rispondo pronta.
Quinn sembra felice e sorride.Mi viene incontro e mi abbraccia e poco dopo di allontanarsi mi lascia un nuovo bacio sulla guancia sinistra.
-Ti aspetto e ci sarò Rachel.Canterai ancora per me?-
-Non voglio smettere di cantare per te, voglio cominciare a cantare con te.Ci riuscirò?-
-Canteremo presto insieme-
Detto questo apre la porta del bagno che è diventato inaspettatamente caldo.
Sospiro.Prendo la mia roba, la appallottolo dentro alla sacca ed esco sorridendo.
Kurt e Mercedes non ci sono più.
Li ho trovati a fine giornata.
Anche Quinn non l'ho più vista per un paio di giorni.

Mi sono iscritta al Glee Club come promesso anche se sono passati almeno dieci giorni dalla chiacchierata con Quinn e dopo tre giorni di lezioni il gruppo ha iniziato a prendere forma: siamo io, Mercedes, Kurt, Artie Abrams, quello sulla carrozzella, una ragazza gotica di nome Tina Cohen Chang e pochi altri ragazzi.
Comincio a dubitare di Quinn ma dovevo aspettarmelo, perchè lei avrebbe dovuto promettere a me e soprattutto perchè io ci avevo sperato così tanto.
La volevo vedere arrivare e mettersi a cantare e volevo di nuovo i suoi abbracci, il suo tenermi la mano di quel giorno.
Ma non si presenterà mai.
Mr. Shwe, lo chiamiamo così, è un ottimo professore.Lo adoriamo anche se è un po' fissato con alcuni artisti.
Si interrompe un attimo perchè viene disturbato dalla voce di una ragazza, alzo gli occhi da Tina e mi accorgo della misteriosa persona.
Quinn è immobile, veste abiti normali, non la sua divisa bianca e rossa.È lì che aspetta.
Parla con Shwester, lui risponde alle sue domande e ogni tanto ci guarda, mi guarda.
Dopo qualche minuto fa un piccolo applauso e accoglie la nuova arrivata calorosamente.
Tutti sono un attimo scossi come me quel giorno.
Lei è una cheerleder.
Eppure Quinn Fabray è qui, seduta di fianco a me su una di queste sedie rosse malridotte dell'aula canto che sorride ad una battuta di Kurt.
Mi prende la mano salda tra le sue e mi guarda.
-Eccomi- mi sussurra all'orecchio.
-Sei venuta!- constato io.
-Sarà il nostro piccolo segreto-
Passo tutta la lezione così con la testa sulle nuvole e i piedini paradiso a cantare e sorridere perchè Quinn è tornata.

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Capitolo 2
*** Un'altra volta ***


Caro diario, 
mi svegliata con un gran mal di testa nel mio bel letto, nella mia bella camera e nella mia solita bella casa.
Di fianco a me c'è Finn che dorme tranquillo russando ogni tanto e rigirandosi tra le lenzuola color verde.
Sembra un bambino innocente e dovrei essere fiera di essere la sua ragazza, dovrei essere più che felice di essere quello che sono ma non ci riesco proprio.Non ora.
Non sono riuscita più di tanto a dormire questa notte, avevo troppi pensieri.
Da quando è successa quella cosa non riesco più a darmi pace, non riesco a trovare una ragione che giustifichi la mia azione.
Posso avere tutto sai, sono una cheerleder, sono bella e piaccio, non sono più vergine e sono la fidanzata di Finn Hudson.
Ma ho fatto di peggio perchè prima di me Finn aveva Rachel e io come se fossi una folata di vento durante una tempesta l'ho allontanato da lei.
Non è questo che mi spaventa, non mi è mai importato più di tanto delle cotte degli altri, non ho mai avuto problemi ad avere dei ragazzi, non è questo.
Finn non mi piace più un granché, forse non mi è mai piaciuto più di tanto, ci sto solo per lei.
Questo è quello di cui ho paura.
Non voglio diventare un mostro senza cuore ma non capisco perchè faccio così.
Sto usando una persona per me stessa, lo sto avendo solo per non farlo avere a qualcun' altra, perchè non ce l'abbia lei.
Santana dice che dovrei cambiare aria, lasciare stare i giocatori di football, lasciare stare i ragazzi in generale per un po', pensare solo a me stessa.
Certo per lei è facile.È Santana.
SANTANA LOPEZ.
La latina più caliente della scuola.
L'unica che mi tiene testa e che anche io devo rispettare.
Insomma, Santana ha cambiato e usato così tanta gente che non posso proprio prendere consigli d'amore da lei.
Sono nella merda, perchè questo non è amore.
Amore è cominciare a ridere solo pensando alla persona.
Io non rido mai se non per schernire le persone.
Io non so amare.
NON SO COSA È L'AMORE.
Non è Finn, non Puck e nessun altro giocatore di football, i ragazzi del Glee non ne parliamo.
Vorrei avere davvero il coraggio di rimanere da sola.Ci pensi: Quinn Fabrey che sta sola per più di due ore.Non so se rimarrei dove sono ora.
Vorrei che Rachel avesse il coraggio di portarmi via Finn, vorrei che lei mi facesse male, vorrei che mi graffiasse il cuore e mi tirasse i capelli.
Non so perchè vorrei tutto questo.Vorrei solo trovare una scusa per parlarle, scusarmi e poterla abbracciare.
Tra poco ci saranno le nazionali, non voglio arrivarci depressa per questo ma così non riesco a dormire ed inizio ad essere stanca.
Quando Finn mi bacia, mi accarezza, mi stringe a sè non sento niente.
Ma mi basta un suo sguardo per andare a fuoco.Un suo sorriso potrebbe stendere chiunque.
Non so neanche perchè dico questo, non so perchè non funziona più come al solito e non so perchè pensi così tanto a Rachel.
Sto impazzendo forse.
Non so più cosa devo dire, come mi devo comportare, cosa è giusto e sbagliato.
Non sono più la solita.
Quinn Fabrey sta cambiando...

Scrisse tutto e poi lasciò cadere il diario chiuso in fondo al cassetto del comodino facendo più rumore di quanto avesse immaginato.
Finn si svegliò di soprassalto aprendo gli occhi così velocemente che la pallida luce che entrava dalle persiane lo accecò per qualche istante.
-Cos...a c'è?- disse stropicciandosi gli occhi.
-Niente tranquillo, mi sono svegliata e ho spostato il comodino per sbaglio- mentì Quinn, ormai era talmente tanto abituata a mentire che non se ne accorgeva nemmeno più -Dobbiamo andare a scuola, oggi ci sono le prove per le nazionali in Auditorium-
Finn sbuffò e si mise un cuscino in testa.
Quinn gli baciò la guancia e scese a prepararsi.
Arrivarono a scuola prima del solito.Finn salutò la ragazza e si diresse con i suoi compagni di squadra verso il campo.
Quinn scese in Auditorium dove vide Santana e Brittany sedute poco distanti dall'ingresso.
Si tenevano per il mignolo come sempre.
-BUONGIORNO RAGAZZE!- urlò una volta dietro le due.
Santana la fulminò con lo sguardo mentre lasciava per un attimo la mano di Brittany.
-Sei impazzita per caso?- le chiese.
"Ci sono vicina" pensò tra sè e sè Quinn.
Si limitò a sorridere e si sedette di fianco alle amiche.
-Novità?-
-A parte che non ci hai neanche salutato civilmente, c'è solo la Berry che è lì seduta da una buona mezz'ora a scarabocchiare e buttare via interi blocchi di carta-
Quinn sembrò non capire, vide Kurt seduto in una delle prime file concentrato sul suo telefono.
Poco sotto c'era Rachel, con i capelli raccolti, seduta a gambe incrociate sul palco.
Si avvicinò a Kurt.
-Ehi Kurt!- disse in tono più normale ma comunque decisamente alto.
Il ragazzo alzò lo sguardo e vedendola in piedi la invitò a sedersi.
-Ciao Quinn- riprese a scrivere il messaggio.
-Kurt ti prego, metti da una parte per un attimo il tuo fidanzato canterino della nuova scuola e guardami- 
Il ragazzo era sorpreso da quel modo schietto, salutò Blaine e si voltò verso la bionda.
-Che c'è?-
-Che ci fai qui, ci spii?- rise la bionda spezzando quel filo di tensione che si stava formando.
-Ma che...no, certo che no.Non ne abbiamo bisogno- si difese Kurt da quella frase ironica.
Gli mancava il Glee Club, le nuove direzioni erano state la sua famiglia, lo avevano accettato per quello che era e basta.
-Allora perchè?-
-Mi macavate, e poi non mi piace vedere Rachel così, mi fa un po' pena-
Vedere Rachel così?Perché come stava?Sì, era concentrata sulle nazionali ma le sembrava la solita Berry.
-Cos'ha che non va?-
Kurt la guardò con un'espressione stupita.
Forse non la conosceva abbastanza da capire quando non stava bene.
Lei non la conosceva quasi ammise a se stessa.
-Quando è così non è solo nervosa, c'è sotto dell'altro.Ci sono le nazionali, il fatto che ha scoperto chi è sua madre, Finn, Quinn ci sono tante cose.Tu non l'hai vista ma prima piangeva e io da amico non riesco a dirle niente perchè non mi ascolta, vuole isolarsi nel suo mondo e non parla con nessuno-
-Secondo te se provassi a parlarle cambierebbe qualcosa?- provò Quinn.
-Sì, probabilmente prenderebbe la tua faccia come un punchball e cambieresti il colore della pelle.Senza offesa Quinn ma diciamo che sei l'ultima persona che vorrebbe vedere e tu con lei non sei stata molto carina anzi, pittosto stronza direi- continuò il ragazzo.
-Kurt, credi che mi perdonerà mai?-
-Certo Quinn, ci vorrà il suo tempo ma dopotutto è una piccola cosa solo che sai, Rachel aveva Finn e per lei era una cosa non da tutti uscire con il quaterback della scuola.Era diverso che per te-
-Kurt, io non so cosa mi stia succedendo, non so perchè sto ancora con Finn e non so perchè penso così tanto a Rachel, non so che mi succede-
-Da quando pensi a Rachel?-
-Da quando sto con Finn e la vedo triste.Non sono mai stata così-
-Cosa pensi se posso?-
-Non lo so Kurt, penso che il suo sorriso sia stupendo, vorrei abbracciarla, vorrei che mi facesse male come io le sto facendo male.Penso che Finn sia stato fortunato perchè il suo era amore e non se ne approfittava come io sto facendo con lei.Penso che quando è concentrata è tenera e vorrei trovare una qualsiasi ragione per poterle parlare.Vorrei asciugarle le lacrime e soprattutto non essere io la causa del suo pianto.Non voglio farle del male-
Kurt sgranò gli occhi alle parole di Quinn, non poteva crederci.
Il suo istinto gay gli diceva che era certamente innamorata o si stava innamorando in qualche modo di Rachel e del suo modo di essere.
Sorrise teneramente e scrutò a lungo il volto di Quinn e poi la figura di Rachel che ignara di tutto continuava a scrivere.
Erano così diverse tra di loro.
Bianco e nero ma in mezzo alle due c'era una parte di grigio comune.
Erano dolci.
Spostò lo sguardo cinque file più indietro fino a trovare lo sguardo di Santana mimando con le labbra un "dopo ti dico".
-Aspetta aspetta Fabray.Tu in due settimane hai pensato tutto questo.Un po' mi stai spaventando.Cosa aspetti a mollare Finn-
-Non so cosa fare Kurt.Non mi è mai successo prima-
-Quinn ti sei innamorata di Rachel-
Quinn sospirò.Kurt l'abbracciò.
-Adesso sai che fai?Vai lì da lei e le dici tutto quello che hai detto a me e poi pensiamo a Finn-
Quinn sembrò spaventata.
-Ma che sei scemo?Non sono neanche sicura di quello che provo e tu vuoi che glielo vada a dire a lei.Non posso presentarmi lì e dirle:"Ehi scusa, dopo che ti ho rubato il fidanzato mi sono accorta che non mi interessa lui ma te, ti va di essere la mia ragazza?"...Scusa no grazie-
-Quanto la fai difficile Quinn, non devi certo dirle questo, magari prova iniziando da amiche e poi chissà.Rachel non ti spezzerebbe il cuore.Ci tiene molto più di quanto pensi sai-
Quinn annuì e si alzò e Kurt, nei panni di cupido, rimase a godersi la scena.

Quinn scese i gradini e andò dritta da Rachel.
-Ciao- sussurrò.
Rachel alzò lo sguardo dai fogli accartocciati.
-Cosa ci fai qui?- 
-Non mi va di vederti triste-
-Non sono triste, sono concentrata-
Quinn aprì una delle palline.
  
          Without you I feel broke like an half of a all
         Without you I want know answer all
          Without you I fell torn like a sail in a storm
          Without you it's just a sad song....

-È per Finn?-
-No, puoi pure tenertelo non ti preoccupare, nessuno te lo vuole portare via come fai tu-
-Senti Rachel mi dispiace e da un po' non sono più la solita, non so cosa mi stia succedendo ma mi sono accorta che sto usando le persone, mi sono accorta che io non so amare.Mi sono accorta che io non amo Finn-
-E a me che me ne importa, sono fatti tuoi, è la tua vita e per me puoi fare quello che vuoi.Quinn parlane a lui, Finn è Finn e io non sono il portavoce di nessuno e ora levati se puoi-
-Non dicevo quello Rachel.Per chi è questa canzone?-
-Cos'è vuoi sapere tutti i ragazzi che mi piacciono per passarteli uno ad uno.Mi dispiace sta volta, temo che sia un po' difficile che rubi te stessa-
Quinn sgranò gli occhi.Aveva detto che era per lei quel pezzo di canzone buttata per terra.
-Cosa?-
-Niente, lascia stare e vai ti prego-
Quinn si sentì un po' ferita da quel tono freddo e distaccato soprattutto dopo quelle parole che avevano acceso un fuoco dentro il suo cuore.
Rachel non aveva mai alzato lo sguardo.
-Adesso mi segui e mi dici cosa vuol dire-
Prese Rachel per un braccio e la strattonò giù dal palco in malo modo prendendola al volo prima che toccasse terra.
Era incredibilmente leggera e nuovamente qualcosa si accese in lei.
Sembrava quasi una spia che si accendeva non appena Rachel era nei paraggi.
Arrivarono nel corridoio deserto per l'ora.C'erano solo loro.
-Che cazzo fai Quinn?- soffiò Rachel mentre la mano della bionda scendeva fino a quella della mora e la prendeva tra le sue.
Altra scarica.
Fumo.
Scintille.
Brividi.
Mille colori ed emozioni.
Rachel.
-Cosa volevi dirmi?- chiese Quinn una volta ferme vicino al suo armadietto con il volto poco distante da quello di Rachel.
Rachel cercò di mantenere la calma e di ragionare ma cavolo, era Quinn Fabray.Era lì a pochi centimetri da lei.
Annullò le distanze posando le labbra su quelle morbide di Quinn.
Chiuse gli occhi.
Esplosioni.
Fuochi d'artificio.
Farfalle nello stomaco.
Vita.
Aria.
Amore.
Si staccarono dopo pochi secondi ma a loro erano sembrate ore.Quinn aveva ancora gli occhi chiusi e sorrideva.
Era dolce, tenera e bellissima.
Rachel non la invidiò più.Sentì qualcosa bruciare nel petto.
Le loro mani ancora intrecciate.
-Questo volevo dirti-
Quinn aprì gli occhi incredula.Era davvero successo tutto così in fretta, non erano passate ore e settimane in quei pochi secondi di contatto.
-Rachel, tu non sai neanche quanto io ci abbia pensato, quanto io volessi farti stare bene.Non sai quante volte ho pensato che fossi bellissima e che Finn fosse fortunato ad averti con sè perchè tu lo amavi.Tu ami le persone io non lo so fare-
Rachel la zittì.
-Baciami-
Quinn la baciò nuovamente questa volta per più secondi.
-Cosa hai sentito?Quando mi hai baciato, quando mi hai preso la mano?- le disse Rachel.
-Un mondo che vive, calore, il cielo stellato in una notte d'estate, il mare, la libertà, la voglia, il sole, un vulcano che erutta.Il tuo cuore e il mio fusi insieme, i nostri respiri all'unisolo.Tutto questo in un attimo-
-Non credi che questo sia amore?-
-Ma io, ho paura Rach, di farti soffrire, di farmi male, degli altri-
-Anche io Quinn ho paura ma siamo in due no?Ognuno sa amare Quinn, anche la più stronza delle cheerleder- sorrise.

Caro diario,
Ho imparato cosa vuol dire amare una persona.
Credo di essermi innamorata del mio angelo...

          

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Capitolo 3
*** L'armadio ***


- Rachel?Ehi Rach!- una voce calda e familiare continuava a chiamarla mentre due mani scuotevano pian piano la sua figura per cercare di risvegliarla.
Rachel per risposta sbuffò e tirò a sè le coperte che erano scivolate tornando beatamente al sua amato riposo.
- Rach dai, è tardi e i tuoi mi uccidono se mi vedono qui - continuò.
Rachel socchiuse gli occhi riparandosi con una mano dai raggi del sole che filtravano dentro la stanza.
Guardò la sveglia e si lasciò sprofondare nel cuscino.
-Buongiorno anche a te, grazie per la considerazione- ironizzò la più alta.
Rachel mimò con le labbra un “simpatica” e Quinn si affrettò a sdraiarsi di fianco a lei.L’abbracciò da dietro stringendola quanto più poteva a sè come per non voler far somparire il calore dei loro corpi incastrati.
-Buongiorno- disse Rachel voltandosi e ritrovandosi a pochi centimetri dal viso dell’altra.
Chiuse gli occhi e il fiato le si mozzò per qualche secondo.
Si erano già baciate più di una volta ma Quinn le faceva sempre uno strano effetto.La mandava in un altro pianeta e il mondo scompariva all’istante come se non fosse mai esistito davvero e fosse solo una scenografia di quel momento posta in secondo piano rispetto a loro.
-Ora puoi anche baciarmi visto che amorevolmente sono venuta a svegliarti- disse ridendo la bionda mentre notava la faccia di Rachel arrossarsi pian piano.
La mora sospirò e si voltò completamente.
-Così sa tanto di ricatto e a me non piacciono i ricatti- continuò Rachel posizionandosi meglio.
-Allora rifaccio tutto- breve pausa per riprendere fiato –Signorina Berry vuole avere l’onore di baciare le labbra migliori di tutto il mondo?- Quinn sorrise e Rachel le lasciò un pugnetto gentile sulla spalla.
-Scema-
-Va meglio?- chiese Quinn.
-Decisamente Q.-
-Allora?-
Rachel non se lo lasciò ripetere due volte, appoggiò le sue labbra su quelle di Quinn e perse quel poco di lucidità che le era rimasta lasciandosi andare a quell’altalena di emozioni e colori e strane sfumature nella sua mente, nel suo stomaco e in ogni suo singolo muscolo.
Quinn portò le mani dietro il suo collo e le cinse la vita con le cosce mentre Rachel le accarezzava una guancia con una mano e la stringeva a lei con l’altra.
Non contarono più i minuti che stavano passando.Avevano voglia di stare insieme ma c’era il rischio che qualcuno oltre ai suoi papà le sentisse.
E poi Quinn era sbucata dalla finestra e non si doveva sapere di lei.
-Rachel tesoro, la sveglia è suonata da un pezzo tutto bene?-
La voce di Hiram la fece sussultare e i passi che sentì in lontananza le procurarono dei brividi freddi per la schiena.Erano un misto di paura ed eccitazione.
Si staccò da Quinn che la guardò confusa.
In casa era tornato il silenzio segno che Hiram non era vicino alla porta.
“E ora dove ti metto a te?” pensò velocemente la mora lanciando occhiate a Quinn e all’armadio di legno.
Era l’unica soluzione.
-No mia cara.Non ci penso neanche, non mi infiilerò nel tuo armadio al buio immersa tra quei mostri orripilanti dei tuoi vestiti.E’ una tortura e non me la merito-
Rachel le tappò la bocca con un bacio e lentamente la fece alzare dal letto sempre tenendola stretta.Avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere sola insieme a Quinn in quel momento.Non le era mai successo prima.Con nessuno.
-Guardami!- disse fermandola –Rach guardami negli occhi!-
Rachel alzò lo sguardo mostrando i suoi occhi castani velati di lucido.
Occhi verdi mischiati ad occhi marroni.Cuori diversi fusi insieme.
Rachel vide Quinn cominciare a ridere e ,un po’ per la rabbia un po’ per qualche sua strana fissa mentale, arrossì visibilmente.
-Che hai da ridere?- disse in tono quasi freddo.
-Niente, è che, non ti avevo mai vista così...insomma dovresti vederti-
-Che c’è di strano?Mi sono appena svegliata- sbuffò Rachel.
-Lo so e sei bellissima solo...non pensavo che ti potessi eccitare per due bacetti- rise Quinn.
Rachel si appuntò mentalmente di preparare una vendetta lunga e dolorosa ma soprattutto lenta per punire Quinn.
Era imbarazzatissima.
-Non sono eccitata Q.- rispose la più piccola.
-I tuoi occhi non dicono lo stesso e scommetto che anche la tua amica lì sotto non è d’accordo con le tue parole.Non è mica una cosa brutta.Sei umana e cosa più importante la mia ragazza- Quinn sottolineò quel mia con molta enfasi.Troppa.
Rachel chiuse gli occhi e avvertì nuovamente dei passi sulle scale.
-Shhhhh...Quinn non è il momento più adatto per parlarne con mio padre a pochi metri da qui-
Quinn l’abbracciò.
-Calmati Rach, se mi becca gli puoi dire che sono passata a prenderti e a darti il buongiorno- disse calma la bionda.
-E come gli spiego le labbra gonfie, i capelli scompigliati e gli occhi velati di eccitazione?-
Quinn sembrò voler aprire la bocca ma la richiuse subito dopo.
Il tabellone tra di loro in mezzo al campo in quel momento  parlava chiaro.Rachel 0 ---- Quinn 1.Palla al centro.
Lo sapeva, l’aveva visto e ne aveva avuto la conferma.
-Di solito quando Mercedes mi passa a prendere non capita che prima di andare ci baciamo per cinque minuti-
-Ma io non sono Mercedes, sono Quinn e posso- sorrise e si avvicinò per baciarla.
Rachel si spostò prendendola per mano.
-Rach cosa stai combinando?- di nuovo suo òpadre.Lo sentiva vicino e sentiva crescerle dentro sempre più eccitazione.
-Quinn ti prego.Faccio in modo di sbrigarmela al meglio.Giuro che non lo farò più-
Quinn annuì sospirando e con l’aiuto di Rachel si infilò comodamente dentro all’armadio.
-Te la farò pagare- scherzò.
-Scusa- fu l’ultima cosa che Rachel disse prima di lasciarla al buio.
Attimi e la porta della camera si spalancò.
-Rachel si può sapere con chi parlavi?- chiese Hiram entrando.
Suo padre era alto, ben vestito e curato, pronto per un nuovo giorno di lavoro.
-Niente pà, ho chiamato Cedes e le ho detto di non venire oggi che non sto molto bene e non credo di riuscire ad andare a scuola-
Rachel si allontanò dall’armadio e andò vicino alla finestra.
-Ah...e cos’avresti?- chiese inquisitorio.
“Bella domanda” Rachel pensò ad una lista di possibili malattie che non facessero preoccupare suo padre.
-Mal di stomaco, sai i giorni del mese- era la scusa più plausibile in quel momento.
Suo padre sembrò un attimo incerto.
Rachel incrociò le dita sperando che non avesse intuito niente.Non poteva.Non era mica un veggente.
Era peggio, suo padre.
-Lo dico a tuo padre, farà in modo di tornare prima dal lavoro.Io non posso Rach.Mi raccomando se hai bisogno chiama senza problemi-
Stava per allontanarsi quando scorse su una sedia poco distante dal letto la felpa grigia di Quinn.
Rachel si maledisse e cercò di rimanere più calma possibile per non destare sospetti.
Hiram la prese In mano e se la portò al naso.
Era persa se lo sentiva.
-E questa?- chiese –Non è tua vero?-
Non aveva senso mentire.
Rachel scosse la testa.
-E’ di Quinn- disse.
Quinn dal canto suo, chiusa nell’armadio, comininciò a trattenere il fiato.
-E cosa ci fa a casa tua?-
“Cosa ci fa a casa mia?Allora...Pensa Rachel”.Finn.
-Finn- balbettai.
Hiram annuì.
-Stanno ancora insieme?Finn e Quinn intendo-
Non sapeva cosa dire.Doveva mentire ma le faceva male.Per Quinn e per Finn.Più per Quinn.
-Non ne sono sicura-
Rimanere sul vago era la cosa migliore.
Hiram sembrò soddisfatto.
-Va bene.Vuoi che gliela riporti mentre vado al lavoro?-
Rachel scosse la testa.
-Ne avrà altre, può resistere se gliela porto domani- disse tranquilla Rachel.
Hiram le baciò la fronte e poi sorridendo uscì dalla porta.
Rachel aspettò di sentire la macchina che attraversava il vialetto della casa e poi corse all’armadio.
Quinn mise le mani davanti agli occhi per ripararsi dalla luce e Rachel l’aiutò ad uscire.
Entrambe avevano trattenuto il fiato per l’intero colloquio con Hiram.
-Com’era l’armadio?- chiese ironicamente Rachel.
-Non era Narnia-
Rachel sorrise e si avvicinò.
-Ah no?Ho sempre pensato che lo fosse-
Quinn le avvolse i fianchi con le mani.
-Beh in effetti qualche somilianza c’è?-
Quinn rise e Rachel potè solo bearsi di quella risata cristallina.
-Tipo?-
-I mostri sono gli stessi-
-Sei bellissima e non lo dico perchè sei rimasta chiusa in un armadio per dieci minuti buoni...lo penso davvero-
-Anche tu sei bellissima.La più bella diva che abbia mai incontrato-
-Ne hai incontrate tante?-
Quinn scosse il capo.
-Una sola-
Rachel l’abbracciò.
-Così non vale però-
-Così è meglio: you are my one and only-
Rachel la baciò piano e poi sempre con più urgenza.
Quinn la prese per mano e la trasse a sè avvicinandosi al letto.
Erano sole.Loro e i loro baci come sottofondi, i loro respiri e la loro voglia di stare finalmente insieme.
-Sai che te la devo far pagare per quello che mi hai fatto passare!- le disse in un sussurro Quinn mentre alternava parole a piccoli baci e morsi sul collo della fidanzata.
-Abbiamo tutto il tempo che vogliamo-
-Mi vuoi?- chiese Quinn facendo sedere Rachel.
La mora la baciò facendo incontrare le loro lingue.
-Ahhh...pensa come sono messa male- rispose Rachel.
Quinn le sorrise e tornò a baciarla lentamente.
Voleva che fosse dolce, ci teneva e sapeva che anche Rachel ci teneva.
-Ti amo Rach- disse all’improvviso.
-Ti amo Quinn- le rispose.
Detto questo Quinn la guardò e si spostò sopra di lei, le sorrise, chiuse gli occhi sospirando ed ebbe la certezza che non avrebbe potuto desiderare di meglio dalla sua vita.
 
 
 
 
Angolo girl power:
Zaalvee a tutti popolo, mi scuso per il ritardo e per non essere costante come avrei voluto con questa storia.Avevo intenzione di pubblicare un capitolo la scorsa domenica ma tra cose varie e una sorpresina romantica al boyfriend non ci sono riuscita.Chiedo venia.
Mi dispiace per gli errori di battitura che possono essere sfuggiti ma ho la tastiera rotta.
Se vi è piaciuto il apitolo lasciate una recensione e se vi ha fatto schifo pure almeno saprò migliorarmi.
Purtroppo per voi non avrete mai capitoli totalmente rossi perchè oltre ad essere imbranata nel raccontare il sesso non sono molto esperta.
Da Narnia,
un bacio
ce J

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Capitolo 4
*** Cuddled in your arms ***


In casa regnava il silenzio, c’eravamo soltanto noi due e l’unica luce accesa era quella della piccola abat-jour sul mio comodino.
Mia madre era via per lavoro e sarebbe tornata dopo qualche giorno così per non rimanere sola avevo invitato Rachel da me.
Dio ero troppo agitata.
Avevo controllato che fosse tutto in ordine e a posto prima di aprire la porta e farla accomodare, avevo rifatto il letto, cambiato gli asciugamani, fatto la spesa e ordinato la cena da un take away cinese poco distante stando attenta a prendere prodotti vegani per Lady Hobbit.
Lo so che non è proprio un appellativo carino ma mi è entrato in testa  per colpa di Santana e poi pronunciato da me fa uno strano effetto e mi piace parecchio.
Rachel era strana in quel periodo, sembrava un po’ assente: a scuola era distratta e non seguiva quasi mai, scribacchiava sul suo quadernino parole incomprensibili, non mangiava quasi se non per cortesia o perchè stava per svenire e anche al Glee non era più la solita.
Mancava un po’ a tutti la sua isteria, il suo essere nervosa e competitiva e assolutamente determinata ad avere qualsiasi ruolo da solista.
Poi tutto era svanito, sembrava molto apatica quasi annoiata e un po’ preoccupata.
Avevo provato a farmi raccontare cosa le succedeva, avevo ridotto gli allenamenti allo stretto necessario per starle vicino ma lei non voleva, diceva che non ne valeva davvero la pena, diceva che perdevo solo del tempo con lei.Credeva tutto questo e forse lo crede ancora.
In realtà c’era molto di più, lei mi sconvolgeva come un uragano mi metteva a testa in giù e giocava con il mio cuore senza neanche saperlo.
Ci tenevo davvero e anche lei, vedevo i suoi occhi illuminarsi quando mi guardava e la sua mano da gelida riscaldarsi stretta nella mia.
L’amavo e l’amo ancora e forse anche per quello l’avevo invitata da me, volevo passare un po’ di tempo da sola con lei, abbracciate strette come a non voler andare via.
Era tutto diverso dalle mie precedenti relazioni,: c’era sempre un corpo ma questa volta era femminile, c’era forse più cuore e più anima e non era solo amore fisico.Per niente.
Non era ancora successo e non volevo forzare troppo i tempi, certo lo volevo con tutta me stessa ma sentivo di non essere ancora pienamente consapevole.
Mi sembrava di vivere in un sogno.
 
Quando aprii la porta e la vidi lì con una tortina in mano mi venne da sorridere, l’abbracciai ringraziandola e le diedi un bacio sulla guancia.
Lei sorrise e ricambiò il bacio.
Ora eravamo Rachel e Quinn o meglio Rach e Q.
Fuori dalla porta appesi come cappotti avevamo lasciato la Cheerleder e la Sfigata che erano dentro di noi.
Sistemai la torta sul tavolo e lasciai Rachel a girovagare per casa.Non era la prima volta che veniva ma sempre si incantava a fissare le mie foto da piccola.
Ne avevo davvero tante disseminate per l’ingresso, il salotto e la mia camera.Ormai erano parte integrante del muro, non le toglievamo mai nemmeno per pulire.
Mi avvicinai a lei senza che se ne accorgesse e la cinsi con le mie braccia appoggiando il mento sulla sua spalla insipirando il profumo di vaniglia e buccato.La sentì sorridere e abbassare la testa per trovare la mia.
-Mi mancavi- disse dopo qualche minuto ferme in quella posizione.
-Anche tu- risposi dandole un bacio semplice sulle labbra.
Rachel chiuse gli occhi e arrossì violentemente.
-Possibile che ti faccia sempre questo effetto, diventi un peperone-
Risi e lei mi guardò un po’ imbarazzata.
-Scusa è che non ci sono ancora abituata e sì cavolo, sei Quinn Fabray, sei tu e mi fa strano pensare che sei la mia ragazza cioè, insomma guardami e guardati...siamo così diverse eppure siamo quasi carine insieme-
Le diedi un altro bacio e la presi per mano trascinandola veso il divano.
-Noi siamo carine e anche piuttosto dolci a dire il vero e sì, siamo diverse ma questo mi piace e non poco- presi due coche dal frigo e le appoggiai sul tavolino del divano, era quasi ora di cena e il fattorino del cibo sarebbe arrivato a momenti.Rachel mi aiutò a portare pop corn e le tovagliette ammassando tutto davanti al televisore.
-Quindi pizza e film?- chiese e in quel momento suonarono alla porta.
-Non proprio...- aprì salutando il ragazzo coreano, lo pagai e mi chiesi perchè in un ristorante cinese il fattorino era coreano.Tornai in sala annunciata dal profumo dei nostri sacchetti –Ciese e film!-
Rachel esplose in uno yuppie mentre apriva la sua vaschetta di spaghetti di soia con le verdure.
Scegliemmo un classico che adoravamo entrambe, Sister Act: quella suora faceva morire dal ridere e poi era anche una sorta di musical quindi ci accontentava in tutto e per tutto.
Mangiammo anche la torta sbriciolando un po’ sul tappeto e verso le undici e mezza andammo a dormire.
Mi piaceva dormire con Rachel, si appoggiava sul mio petto tenendomi per mano e mi cullava con il suo respiro.Ci addormentavamo quasi sempre insieme.
Mi misi il mio solito pigiama che consisteva in una canotta bianca e un paio di pantaloncini corti scozzesi blu, lanciai una maglia larga grigia a Rachel che si raccolse i capelli in un muccio alto e disordinato, la maglia le arrivava a metà coscia, gliela davo sempre quando veniva a casa mia e poi mi piaceva sentire il suo profumo sul tessuto.
Sistemò i cuscini sulla spalliera e ci si stravaccò sopra allargando le braccia per invitarmi ad accoccolarmi.
Io obbedì.
La trovavo incredibilmente bella e anche parecchio sexy vestita così, sembrava più grande, una del college.
Le mie gambe fredde si incastrarono con le sue e la guardai per un attimo negli occhi.
Mamma mia che spettacolo, mi ci persi e ci rividi tante immagini nitide, ricordi di noi insieme, del Glee, della sua famiglia e poi una piccola lacrima le inumidì l’iride.
Mi affrettai ad asciugargliela con il pollice.
Non volevo vederla piangere, a nessuno piace veder piangere le persone a cui si tiene.
-Ehi Rach, che ti succede?-
Tirò su con il naso guardandomi.
-Vedi Q, mi sento così inadeguata, così ingenua.Sembro una bambina-
Appoggiai la testa sul cuscino e aspettai.
Non sapevo come comportarmi, entrambe sapevamo che non era vero, nessuna di noi era inadeguata, solo non sapevo come farglielo capire.
-E perchè ti senti inadeguata?-
-Perchè stiamo insieme da quanto ormai, due mesi, forse di più e non ho ancora il coraggio di andare oltre ai baci con te.Ti capirei se...-
Mi misi a sedere tornando seria, volevo mettere le cose in chiaro e subito.
-Adesso stammi bene a sentire okay?-
Rachel annuì e io continuai.
-Non me ne frega niente del sesso in questo momento, non sei pronta tu e non lo sono nemmeno io, se avessi cercato un’esperienza da una botta e via probabilmente ora non sarei qui con te e non ci sarebbe stato niente in questi due mesi, starei in un motel con Santana o con chissà quale altro ragazzo.Rachel io voglio aspettarti e aspettarmi, non devi sentirti inadeguata: sei bella, adesso ancora più che mai, sei simpatica, hai talento, e mi fai sentire felice.Con te mi sento davvero speciale.Sorridi piccolina mia-
Vidi spuntare sul suo viso una smorfia simile ad un sorriso.Io lo interpretai come un sorriso.
Le presi la mano e la strinsi forte con la mia, mi avvicinai e le diedi un bacio per ogni occhio, uno sul naso e uno sulle labbra.
Scesi sul mento e poi sul collo fino all’incavo della spalla.
La sentivo tesa.E come potevo biasimarla, sembrava mi stessi contraddicendo da sola.
Soffiai sul suo orecchio e vidi la sua pelle incresparsi di pelle d’oca
Non volevo andare oltre, poteva bastare.
Mi lasciai cadere sul cuscino e con sorpresa sentii le labbra di Rachel appoggiarsi morbide sulla pelle scoperta dalla canotta.
Non faceva niente di che, le muoveva lente lasciando dei piccoli baci qua e là.
Sospirai.
Mi guardò e sembrò soddisfatta del suo lavoro.
Appoggiò la guancia sul mio petto e ascoltò il mio respiro.
-E ora?- chiese.
Avevo un piccolo segno rossastro poco sopra la clavicola.
Rachel sorrise e mi abbracciò.
-Non lo so-
Restammo in silenzio per qualche minuto.Camera mia era illuminata dalla luce arancione e calda della lampada da comodino.
C’era vita quella sera.
Vita tra di noi.
-Come fai a capire di essere pronta?-
-Quando i brividi e le farfalle nello stomaco diventano milioni solo al sentire il nome della persona che ami; quando ti senti completa e felice allora capisci di essere pronta.Devi solo provare.Buttati- risposi pensando a come mi ero sentita io.
Capiva Rachel, aspettava di fidarsi.
-Ti senti pronta?- chiesi.
-No, non ancora-
-Sai cosa mi piace di te?-
Scosse la testa.
-Mi piace potermi addormentare tra le tue braccia e sentirmi protetta, mi piace che tu aspetti e mi piace che sei determinata.A volte vorrei capirti di più.Vorrei vederti mangiare di nuovo per piacere, cantare perchè è la cosa che sai fare meglio e sorridere perchè sei davvero bella quando sorridi-
Mi diede un bacio sulla fronte e spense la luce.
-Credo di poter dire di essere felici con te-
-Ti amo sai- dissi buttandolo fuori di getto.
Rachel sembrò sorpresa, forse non se le aspettava.
-Hmm...Anche io credo sai-
Poco dopo crollammo.
Buonanotte mondo.

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