Card Captor Sakura - Saga della Desolazione di Smaug

di Fabiola19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 252: La ricerca di Erebor ***
Capitolo 2: *** Episodio 253: Le Terre Selvagge ***
Capitolo 3: *** Episodio 254: Il richiamo del Padrone ***
Capitolo 4: *** Episodio 255: Comandante di legioni ***
Capitolo 5: *** Episodio 256: Strani alloggi ***
Capitolo 6: *** Episodio 257: Il Cancello degli Elfi ***
Capitolo 7: *** Episodio 258: Bosco Atro ***
Capitolo 8: *** Episodio 259: Mosche e ragni ***
Capitolo 9: *** Episodio 260: Il Reame Boscoso ***
Capitolo 10: *** Episodio 261: Il Re degli Elfi ***
Capitolo 11: *** Episodio 262: Re e capitano ***
Capitolo 12: *** Episodio 263: La Runa di Kili ***
Capitolo 13: *** Episodio 264: Fuga nei barili ***
Capitolo 14: *** Episodio 265: Le alture del Rhudaur ***
Capitolo 15: *** Episodio 266: Bard l' Arciere ***
Capitolo 16: *** Episodio 267: La natura del Male ***
Capitolo 17: *** Episodio 268: Merce di contrabbando ***
Capitolo 18: *** Episodio 269: Pontelagolungo ***
Capitolo 19: *** Episodio 270: Il Governatore di Pontelagolungo ***
Capitolo 20: *** Episodio 271: La casa di Bard ***
Capitolo 21: *** Episodio 272: E' la nostra battaglia ***
Capitolo 22: *** Episodio 273: La Profezia ***
Capitolo 23: *** Episodio 274: Un' accoglienza calorosa ***
Capitolo 24: *** Episodio 275: La Montagna Solitaria ***
Capitolo 25: *** Episodio 276: Incantesimo di occultamento ***
Capitolo 26: *** Episodio 277: Sulla soglia ***
Capitolo 27: *** Episodio 278: Foglia di Re ***
Capitolo 28: *** Episodio 279: Il coraggio di pochi ***
Capitolo 29: *** Episodio 280: Il Nemico svelato ***
Capitolo 30: *** Episodio 281: Notizie dall' interno ***
Capitolo 31: *** Episodio 282: La Freccia Nera ***
Capitolo 32: *** Episodio 283: Nella tana del drago ***
Capitolo 33: *** Episodio 284: In arresto ***
Capitolo 34: *** Episodio 285: Sakura la Ladra ***
Capitolo 35: *** Episodio 286: Smaug il Magnifico ***
Capitolo 36: *** Episodio 287: L' attacco degli Orchi ***
Capitolo 37: *** Episodio 288: Scontri ***
Capitolo 38: *** Episodio 289: La medicina elfica ***
Capitolo 39: *** Episodio 290: La preda e il cacciatore ***
Capitolo 40: *** Episodio 291: Cammina nella Luce Stellare ***
Capitolo 41: *** Episodio 292: Un piano disperato ***
Capitolo 42: *** Episodio 293: Duello a Pontelagolungo ***
Capitolo 43: *** Episodio 294: Il fiume d' oro ***
Capitolo 44: *** Episodio 295: Smaug il Dorato ***



Capitolo 1
*** Episodio 252: La ricerca di Erebor ***


Era una notte tempestosa in un villaggio ai margini di Tomoeda. La pioggia battente e incessante cadeva con grande impetuosità sul terreno. Siamo a Brea, esattamente nel luogo della locanda del Puledro Impennato dove Sakura e i suoi amici vennero un anno fa per incontrarsi con Kerochan alla vigilia della loro prima partenza. Brea, come tutti sanno, era situato ai confini di Tomoeda. Le strade del piccolo villaggio erano deserte, illuminate nell' asfalto da lievi luci che provenivano dalle camere delle case che vi si affacciavano. Quella notte era il periodo di una settimana prima che Sakura partisse per il secondo viaggio. Le persone a Brea correvano verso le loro case, riparandosi dalla pioggia violenta con i loro cappotti. Una piccola figura misteriosa transitava tranquillamente per le vie del villaggio, protetto dal suo cappotto nero, noncurante delle gocce che gli arrivavano nella schiena. Nella strada più avanti, la piccola figura percorreva la direzione verso il locale di ritrovo per tutti gli abitanti. Vide uomini più alti di lui che sostavano in angoli di case per riscaldarsi le mani in dei fuocherelli accesi per quella notte fredda e piovosa, seguiti da lamentele dei passanti riguardo al tempo che stava facendo. Altri li vide che riportavano a casa un sacco pieno di cibo, forse come bottino di lavoro. Il locale per il piccolo uomo incappucciato era sempre più vicino, e lo constatò dal mucchio di gente che si riversava all' ingresso che si apprestava a raggiungere. Dietro di lui, altre due figure incappucciate lo stavano seguendo verso la locanda, anche loro quasi benestanti sotto la pioggia battente che rendeva il terreno fangoso e riempito di pozzanghere dove gli stivali dell' omino sprofondavano per poco sotto la superficie. L' omino col cappuccio svoltò l' angolo di una colonna e fu davanti all' ingresso del Puledro Impennato, con l' insegna che rappresentava proprio lo stemma della locanda. Il piccolo uomo si fermò dal varcare l' ingresso, sospettando di essere inseguito alle spalle. Come fece per voltarsi, balenò il suo sguardo dietro, socchiudendo in modo misterioso le palpebre. Accortosi che non c' era nessuno, l' omino fece per entrare, lasciando passare un uomo che stava uscendo dal locale.

Le due figure incappucciate gli furono di nuovo dietro, senza che l' omino si accorgesse un' altra volta della loro presenza, e si mischiarono con un altro gruppo di uomini alti che entravano alla locanda. L' uomo piccolo entrò quindi nella locanda, togliendosi dalle spalle un sacchetto dove teneva delle scorte per il viaggio. Una spada delle sue dimensioni si portava lo stesso dietro. Il piccolo uomo si tolse così il cappotto, mostrando a sé stesso il suo vero volto: era Thorin. Il Principe Nano era arrivato alla locanda del Puledro Impennato per una qualche sorta di incontro che gli aveva riservato una qualche vecchia conoscenza. Entrato nel locale, prenotò il tavolo al banco d' ingresso, e sentì già le prime frasi da uomini sbronzi per il locale: << Sto morendo di sete qui. Forza, forza! >> poi seguiti da forti risate di donne che forse erano già ubriache insieme ai loro mariti. Dei gatti neri e con gli occhi verdi erano posati sul bancone dell' ingresso, quasi per mettere timore ai tranquilli passanti e viaggiatori che sostavano a Brea per una vacanza. Denti storti si riuscivano a vedere nelle bocche dei birrieri che se la ridevano in modo grezzo e bruto al centro della locanda. Thorin si limitò solo a prendere il suo posto a tavola, in un angolino, davanti al caminetto acceso: << Attento! >> << Oh! Scusa, tesoro >> disse un uomo anche questo grezzo urtando il vassoio di una donna che portava al Nano. Questi ordinò un boccale di birra e nel mentre che lo aspettava si fumava un po' la sua pipa di viaggio: << Ecco qua >> disse la donna al Nano, porgendo il boccale: << Grazie >> rispose Thorin sereno alla donna che riprese a passare tra i tavoli. Posò la pipa da una parte, insieme al suo boccale di birra, e si avvicinò un piatto al centro del suo tavolo, cominciando a mangiare un grosso pezzo di pane che era depositato in esso. Alzò lo sguardo per guardarsi un po' intorno nella locanda, non notando un luogo pericoloso e pieno di sospetti come aveva intuito nell' ambiente di Brea. Un piccolo uomo veniva fatto salire su un alto sgabello da un vecchio amico: << Mastro Sparro >> disse il signore mettendo il piccolo amico a fianco a lui. Thorin non aveva di che preoccuparsi nel lento scorrere dei momenti in quel locale, e scorse tra le teste dei presenti una piccola fatina che ebbe il permesso di entrare, visto che vi erano alcuni stregoni nei paraggi. Sembrò tutto nella norma, fino a quando il giovane Principe non si fermò nel masticare il pane e rivolse i suoi occhi alla destra in fondo, sentendo il sospetto di essere osservato come prima. Tra il mucchio di gente che transitava, un uomo grosso e calvo era seduto nel bancone all' angolino di destra. L' occhio destro di questo era storto, dando uno sguardo più inquietante ad egli che puntava il Nano nella bancata centrale. Thorin masticò più lentamente, e rivolse una seconda occhiata alla sua sinistra in fondo, scoprendo il secondo uomo che lo pedinava. Quest' ultimo aveva i capelli, spettinati dalla pressione del cappuccio sulla sua testa, e anch' egli fissava Thorin in modo minaccioso. Il secondo uomo era alle spalle della vetrata sulla quale sbatteva il temporale che si presentava al mondo esterno alla locanda.

Il Nano ebbe un brutto presentimento, sentendosi quegli occhi puntati su di lui. Quasi come da scena western, Thorin posò delicatamente il pano nel piatto di fronte a lui, mettendo la mano sinistra vicino alla custodia della sua spada. La gente smise di passeggiare da entrambi i lati, e l' uomo calvo fece per alzarsi non smettendo di togliere gli occhi di dosso al Nano. Questo sapeva che i due uomini non dovevano avere buone intenzioni sul suo conto, e di conseguenza si mise a guardare il secondo uomo alla sua sinistra, anch' egli alzatosi senza mai smettere di togliere gli occhi di dosso a Thorin. Il Principe guardò un punto fisso del locale, cercando di non dare ai presenti una nota di panico al gesto che stava per fare. Il sangue si sarebbe sparso, e Thorin afferrò piano piano l' elsa della sua spada, osservando con la coda dell' occhio l' uomo che gli risultò più vicino a raggiungerlo. Ma forse non si rese conto che l' altro lo aveva raggiunto in velocità, e si sedette davanti al Nano. Questi fu preso dall' imprevisto, non pensando che l' uomo più lontano l' avesse raggiunto con uno scatto. Ma quello che gli fu davanti non era un uomo, ma una tigre che si posava comoda sulla sedia in parallelo al posto di Thorin: << Ti dispiace se mi unisco a te? Io prendo lo stesso >> gli chiese con voce pacata il grosso felino poi fermando la cameriera sull' ordinare lo stesso piatto del Nano. I due uomini si ritraerono nelle loro postazioni, vedendo che al Nano si era aggiunto un suo compare, che risultò indifferente alla situazione alla quale Thorin stava per subire. Il giovane Principe pensò un ringraziamento alla tigre gialla, al quale aveva organizzato l' incontro alla locanda. Ma Thorin si limitò solo a rimettersi sereno, senza rivolgere un grazie alla tigre che pensò che il Nano si ritrovasse in imbarazzo alla presenza di uno sconosciuto: << Dovrei presentarmi: mi chiamo Kerochan. Kerochan il Saggio >> specificò il Guardiano alato al suo conoscente Thorin: << Lo so chi sei >> rispose il Nano ormai già nota la fama della tigre sulla Terra di Mezzo: << Bene, allora. Questa è una bella coincidenza >> aggiunse allegro Kerochan: << E così hai deciso di lasciare Valinor, Kerochan. Da quanto tempo sei tornato? >> << Stamattina. Prima di rammentarmi che c' era ancora bisogno di me nella Terra di Mezzo >> spiegò la tigre al Nano: << Mh. Allora non ti sei dimenticato dei tuoi vecchi amici Nani >> disse francamente il Principe non accennando ad un sorriso. Kerochan rise quasi timidamente per il ritardo al quale portò a Thorin nel giungere da lui. Il Guardiano decise di cambiare discorso: << Cosa porta Thorin Scudodiquercia a Brea? >> domandò la tigre. Thorin fece per rispondere con una nota di sfiducia: << Ho ricevuto notizie che mio padre è stato visto vagare nelle Terre Selvagge vicino a Duland. Ci sono andato... Non c' era traccia di lui >> informò desolato il Nano alla tigre: << Ah... Thrain >> disse Kerochan con tristezza, anche lui conoscente del padre di Thorin.

Il giovane Principe proseguì nel parlare alla tigre: << Tu sei come gli altri. Credi che sia morto >> lo incolpò considerandolo dalla parte sbagliata: << Io non c' ero alla battaglia di Moria >> disse Kerochan per mettere in chiaro le cose: << No. Ma io c' ero... >> si disse Thorin con lo sguardo perso nel vuoto ricordando i momenti tristi della battaglia a cui dovette assistere. Si ricordò del momento in cui suo nonno Thror venne decapitato, e guardò in mezzo alla bolgia degli scontri tra Nani e Orchi, la testa di Thror che veniva esposta in alto da Azog: << Mio nonno, Thror, fu trucidato >> proseguiva il Principe. Nello stesso momento in cui lui levò gli occhi verso il capo mozzato del nonno, ci fu anche suo padre ad assistere a quella scena, vedendo i capelli bianchi del padre presi dalla mano dell' Orco Pallido che mostrava un suo trofeo macabro alla razza dei Nani: << Nooooo! >> urlò Thorin quando Azog lanciò la testa del Re, facendola rotolare giù per la collina. Il capo mozzato rotolò tra le gambe di tutti i combattenti alle porte di Moria. Il Principe dei Nani fece per gettarsi verso Azog, dopo che diede il suo urlo di dolore all' orrore che aveva appena assistito. Ma un Nano poco più basso di lui, lo frenò mettendogli la mano al petto. Era Thrain, il padre di Thorin, e quest' ultimo lo ricordò in uno dei momenti di quella famosa battaglia. Thrain assomigliava quasi a suo padre, se non fosse stato per i tatuaggi che si portava in fronte, e con il colorito dei capelli e della barba che erano più scuri: << Padre >> << Indietro! >> gli rispose Thrain al figlio impavido: << No, io combatterò con te >> replicò Thorin acciecato dall' ira, ma il padre si imponeva sempre: << Azog intende ucciderci tutti. Uno per uno, annienterà la stirpe dei Durin. Ma, per la mia vita, lui non si prenderà mio figlio. Tu resterai qui >> concluse Thrain, prima di lanciarsi lui stesso al posto del figlio per vendicare il suo parente più vecchio. Il Nano si fece largo tra i suoi compagni combattenti con il suo pesante martello, agitandolo e andando in direzione dell' Orco Pallido che spazzava via i Nani davanti a lui con la sua pesante mazza: << Mio padre caricò attraverso la porta dei Rivi Tenebrosi. Non fece mai ritorno >> raccontò Thorin nel ricordare gli ultimi istanti in cui vide scomparire nella bolgia il suo genitore, cercando di richiamarlo inutilmente: << Padre! >>. Il seguito della battaglia fu decisivo per il giovane Principe che spronò all' assalto finale le sue truppe che annientavano uno ad uno gli Orchi. Si ricordò del momento in cui Azog venne sconfitto, in cui decise di affrontarlo dopo che vibrava ancora mazzate sui Nani indifesi. Thorin utilizzò uno scudo di quercia per parare alcuni colpi di Azog, poi tagliandogli di netto il braccio sinistro. Non si dimenticò così le urla di dolore del Profanatore, inginocchiatosi mentre si teneva il braccio. L' ultimo momento dello scontro fu la ritirata del Pallido, seguito in successione con la carica di Thorin che guidava la marmaglia di Nani contro gli Orchi rimasti fuori dalle Porte di Moria. Thorin, cosparso di sangue in volto, urlò pienamente mentre si buttava nelle prime file di Orchi, lasciando cadere la sua spada nella faccia del mostro che aveva davanti.

Perse molti uomini, e a fine battaglia con i pochi compagni rimasti, si mise a cercare tra le molte distese di cadaveri quello di suo padre: << Thrain se né andato, mi avevano detto. Egli è uno dei caduti. Ma alla fine della battaglia cercai tra i trucidati, fino all' ultimo cadavere >> il Principe salì più colline che si presentavano nelle vicinanze della Porta Orientale di Moria, cercando tra i picchi di esse suo padre mentre la luce del giorno abbagliava il terreno cosparso di morti ai suoi piedi, mentre brandiva ancora lo scudo di quercia: << Mio padre non era tra i morti >> concluse Thorin ai fatti concreti, scuotendo la testa sicuro: << Thorin, è passato molto tempo da quando non si hanno altro che voci su Thrain >> gli informò la tigre Kerochan desolato: << E' ancora vivo, io ne sono sicuro! >> ribatteva il Nano sotto voce, sporgendosi per poco in avanti verso Kerochan. Questo non voleva contraddire il giovane Principe sulla verità che sosteneva riguardo alla sorte di suo padre. Glielo lesse negli occhi pieni di speranza, e il Guardiano fece per togliersi un altro dubbio: << L' anello, quello che tuo nonno portava. Uno dei sette dati ai Signori dei Nani molti anni fa... che fine ha fatto? >> chiese Kerochan a Thorin sul destino dell' anello di Thror. Thorin aveva ben poco a che fare con gli oggetti magici, e rispose un po' insicuro sulla sentenza che stava per dare, ricordando a tratti l' anello di suo nonno: << Lo diede a mio padre prima che andassero in battaglia >> << Quindi lui non lo portava quando è..ehm... andato disperso, mh? >> e il Nano abbassò di poco la testa per annuire in silenzio alla tigre: << E' tutto allora >> concluse Kerochan ad informazioni ottenute: << Ecco qua >> un attimo dopo, arrivò la cameriera che porse al tavolo di Thorin e di Kerochan un vassoio con un pezzo di pane dalla parte del secondo ospite. Thorin aspettò che la donna ritornasse a servire gli altri tavoli prima di fare domande alla tigre: << So che mio padre venne a trovarti, Kerochan, prima della Battaglia di Moria. Che cosa gli dicesti allora? >> chiese il Nano con voce bassa e allungando il collo sempre verso il Guardiano, che rispose energico: << Lo spronai a marciare su Erebor. A radunare i sette eserciti dei Nani per distruggere il Drago e riprendersi la Montagna Solitaria. E direi lo stesso a te: riprenditi la tua terra natìa >> confessò la tigre senza battere un ciglio allo sguardo attento di Thorin che non voleva farsi sfuggire neanche un dettaglio sulle cose che il nipote di Thror non sapeva. Thorin assunse l' espressione seria, e allo stesso tempo consapevole che c' era ben altro dietro a quella semplice discussione con il Guardiano. Il Nano spostò da una parte il suo piatto per avere lo spazio per afferrare il suo boccale di birra: << Non è una coincidenza questo incontro, vero, Kerochan? >> chiese Thorin certo del presentimento che si sentiva all' inizio, al dì fuori della locanda. Cominciò a bere la sua birra, non togliendo gli occhi di dosso alle labbra di Kerochan: << No. Non lo è >> rispose questo per confermare il mistero che si sentiva il Nano. Anche la tigre spostò da una parte il piatto, avendo più spazio però per parlare con Thorin: << La Montagna Solitaria mi preoccupa, Thorin. Quel Drago è stato lì, abbastanza a lungo. Presto o tardi menti più oscure si dirigeranno verso Erebor >> Thorin cominciava a guardarsi intorno, osservando i visi di quelli che passavano vicino al suo tavolo, nel caso in cui stavano tendendo le loro orecchie alla discussione.

Dopo un po', il Principe riprese a fissare Kerochan che continuò nel parlare: << Mi sono imbattuto in alcuni sgradevoli personaggi mentre viaggiavo sul Verde Cammino. Mi hanno scambiato per un vagabondo! >> ammise ironico la tigre: << Immagino che se ne siano pentiti >> rispose Thorin indifferente alla fine che fecero gli stranieri che fermarono Kerochan. La tigre fece per alzare sul tavolo la sua zampa destra e appoggiarla nel legno della bancata. Teneva un pezzo di carta strappato dagli stranieri che lo videro passare. Il Guardiano fece per aprirlo, scoprendo nel giallo in decomposizione del pezzo cartaceo una scrittura a lettere nere con le sporgenze di queste che finivano con degli spigoli minacciosi: << Uno di loro portava un messaggio... >> si riferì alla scrittura nella carta, avvicinandola e strisciandola premuta contro il bancone verso lo sguardo del Nano. Questi si accorse con più chiarezza che nella carta c' erano degli specie di scarabocchi: << E' Lingua Nera, questa >> avvertì Kerochan al Nano, che ritrasse lentamente la sua mano indietro che era poggiata sulla carta infestata da chissà quale maleficio della scrittura: << Una promessa di pagamento >> specificò il Guardiano, decifrando il messaggio: << Per cosa? >> chiese Thorin cupamente. La tigre sollevò lo sguardo verso il capo chino del Nano, che nel frattempo guardava timoroso la carta: << La tua testa >> buttò giù così la sentenza Kerochan, facendo sollevare il capo di Thorin verso di lui che lo guardava con stupore. Il Nano si sentì in pericolo adesso, sapendo che c' era qualcuno che gli dava la caccia alla decifrazione del messaggio in Lingua Nera. Ora fissava la tigre come se fosse un agente segreto che pareva conoscesse delle vie di fuga, nascoste da una possibile trappola: << Qualcuno ti vuole morto. Thorin, non puoi più aspettare: tu sei l' Erede al Trono di Durin. Mobilita gli Eserciti dei Nani, e se ne avete la forza e la potenza per riconquistare Erebor, convoca in assemblea le Sette Famiglie dei Nani. Pretendi che rispettino il voto >> aumentava il tono di carica Kerochan, ma senza farsi sentire da tutti. Thorin lo ascoltava sicuro di scendere in campo, ma dovette ribadire un' ultima cosa al Guardiano, dicendola sempre sotto voce e con segretezza: << I Sette Eserciti fecero quel voto a colui che maneggia il Gioiello del Re: l' Archengemma. E' l' unica cosa che li terrà uniti, e nel caso tu l' abbia dimenticato, il gioiello è stato rubato da Smaug >> in quell' istante gli occhi di Kerochan balenarono verso l' uomo calvo che notò per prima il Nano. L' uomo puntava ai due discutenti sul tavolo e cercò di nascondersi nella sua camminata dietro ad un pilastro, tentando di avvicinarsi per afferrare qualche parola. Il Principe dovette fermarsi, scorgendo adesso i due uomini di prima che uscivano dalla locanda alle spalle della tigre che davano ogni tanto occhiate a lui e a Kerochan.

Quest' ultimo diede poca importanza a ciò che avevano afferrato i due uomini, e propose con un' espressione di furbizia il suo aiuto al Nano nell' impresa che stava per scattare: << E se io ti dessi una mano a recuperarlo? >> chiese sicuro. Thorin non poteva credere che il Guardiano voleva davvero recuperare l' Archengemma, il famoso gioiello perduto tra l' oro di Erebor. Era una missione suicida per lo stesso Thorin: << Come? L' Archengemma giace a mezzo mondo da qui, sepolta sotto le zampe di un Drago Sputafuoco >> fece per far rendere conto a Kerochan il pericolo che si presentava. Ma questi continuò diritto per la sua strada: << Sì, infatti. Ed è per questo che ci serve una scassinatrice >> introdusse così il ruolo che avrebbe dovuto avere un altro membro che si sarebbe unito a Thorin. Quella scassinatrice fu Sakura Kinomoto. A distanza di sei mesi dalla partenza da Tomoeda e dall' inizio del secondo viaggio, la cattura carte si trovò a fare da osservatrice per la sua Compagnia. Thorin la mandò sopra ad una collina per controllare i movimenti degli Orchi che ancora li seguivano insieme al loro capo Azog, in groppa ai loro Mannari. I Nani e gli amici di Sakura sostavano alla fine della collina, tenendosi un po' nascosti tra le rocce nel caso in cui la cattura carte avrebbe detto che gli Orchi si stavano avvicinando a loro: << Coraggio, Sakura >> pensò Tomoyo tra il suo gruppo, stringendosi un pugno al petto nella tensione di essere scoperti di nuovo da Azog. Thorin non se lo sarebbe mai immaginato che una scassinatrice come Sakura si integrasse nella sua Compagnia di Nani, e ora la valutava con più importanza nel ruolo che assunse nel voler aiutare il Principe nella ripresa di Erebor.

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Capitolo 2
*** Episodio 253: Le Terre Selvagge ***


Il Nano si sentì in pericolo adesso, sapendo che c' era qualcuno che gli dava la caccia alla decifrazione del messaggio in Lingua Nera. Ora fissava la tigre come se fosse un agente segreto che pareva conoscesse delle vie di fuga, nascoste da una possibile trappola: << Thorin, non puoi più aspettare: tu sei l' Erede al Trono di Durin. Mobilita gli Eserciti dei Nani, e se ne avete la forza e la potenza per riconquistare Erebor, convoca in assemblea le Sette Famiglie dei Nani. Pretendi che rispettino il voto >> aumentava il tono di carica Kerochan, ma senza farsi sentire da tutti. Thorin lo ascoltava sicuro di scendere in campo, ma dovette ribadire un' ultima cosa al Guardiano, dicendola sempre sotto voce e con segretezza: << I Sette Eserciti fecero quel voto a colui che maneggia il Gioiello del Re: l' Archengemma. E' l' unica cosa che li terrà uniti, e nel caso tu l' abbia dimenticato, il gioiello è stato rubato da Smaug >> in quell' istante gli occhi di Kerochan balenarono verso l' uomo calvo che notò per prima il Nano. L' uomo puntava ai due discutenti sul tavolo e cercò di nascondersi nella sua camminata dietro ad un pilastro, tentando di avvicinarsi per afferrare qualche parola. Il Principe dovette fermarsi nel parlare, scorgendo adesso i due uomini di prima che uscivano dalla locanda alle spalle della tigre che davano ogni tanto occhiate a lui e a Kerochan. Quest' ultimo diede poca importanza a ciò che avevano afferrato i due uomini, e propose con un' espressione di furbizia il suo aiuto al Nano nell' impresa che stava per scattare: << E se io ti dessi una mano a recuperarlo? >> chiese sicuro. Thorin non poteva credere che il Guardiano voleva davvero recuperare l' Archengemma, il famoso gioiello perduto tra l' oro di Erebor. Era una missione suicida per lo stesso Thorin: << Come? L' Archengemma giace a mezzo mondo da qui, sepolta sotto le zampe di un Drago Sputafuoco >> fece per far rendere conto a Kerochan il pericolo che si presentava. Ma questi continuò diritto per la sua strada: << Sì, infatti. Ed è per questo che ci serve una scassinatrice >> introdusse così il ruolo che avrebbe dovuto avere un altro membro che si sarebbe unito a Thorin. Quella scassinatrice fu Sakura Kinomoto.


 


 


 

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A distanza di sei mesi dalla partenza da Tomoeda e dall' inizio del secondo viaggio, la cattura carte si trovò a fare da osservatrice per la sua Compagnia. Thorin la mandò sopra ad una collina per controllare i movimenti degli Orchi che ancora li seguivano insieme al loro capo Azog, in groppa ai loro Mannari. I Nani e gli amici di Sakura sostavano alla fine della collina, tenendosi un po' nascosti tra le rocce nel caso in cui la cattura carte avrebbe detto che gli Orchi si stavano avvicinando a loro. La giovane sbucava ogni tanto da una trincea di rocce nella sua postazione, osservando il gregge di Mannari con i loro fanti che percorrevano una collina distante dal luogo dove era Sakura. Gli ululati dei lupi affamati si sentirono in tutta l' area. Sakura si sentì un solletico improvviso al naso, che alla fine fece andar via con uno starnuto. L' Orco Azog sembrò averla sentita nello starnutire con le sue lunghe orecchie, e si fermò su una roccia con il suo Mannaro Bianco a guardarsi intorno. L' Orco aveva i raggi del sole rosso che albeggiava all' orizzonte che gli si posarono nella pelle pallida. Questo volse la sua faccia furiosa verso la direzione di Sakura, mostrandole i suoi denti accuminati. La cattura carte si abbassò, mimetizzandosi dietro alla roccia, nella speranza che Azog non l' avesse vista. Quest' ultimo diede ancora un' occhiata in giro con gli occhi freddi e assetati di vendetta che non volevano farsi perdere neanche un minimo movimento nei paraggi. Dopodichè, non trovando niente, diede un colpo di talloni ai fianchi della sua bestia, riprendendo a muoversi in avanti insieme agli altri Orchi. Sakura risollevò pian piano la testa oltre il masso, notando che Azog era sparito per il momento. Una ringhiata molto grossa le giunse alla sua sinistra, facendola tremare per poco. Sakura sgranò gli occhi e si nascose di nuovo dietro la roccia, rimanendo attaccata al muro di essa. Una seconda belva che non era stata vista da lei prima, adesso la vide chiaramente accostata ad un lato del sentiero dove Azog e i suoi erano appena appostati. Sakura emise un' espressione di stanchezza alla comparsa di quella che poteva essere una nuova minaccia che stava dando loro la caccia senza preavviso. La bestia ringhiava con le zampe anteriori posate sopra ad una roccia davanti a lei, fissando gli Orchi che se ne erano appena andati. La cattura carte scorse la figura di un orso abbastanza muscoloso nelle zampe, con la pelle che gli si era diventata grigia dalle prime luci dell' alba. Con il passo quatto, la ragazzina fece per discendere la collina il più in fretta possibile per avvertire il resto della Compagnia che aveva visto un' altra bestia nei paraggi. Questo mostro emise il suo ruggito più acuto nell' aria, rivolto a tutti coloro che osavano avvicinarsi a lei.

Gli Orchi e Azog perlustravano ancora la collina che andava a formarsi in una vasta catena montuosa, cercando tra le nuvole che scendevano tra loro la Compagnia di Nani, ricercata adesso da un' ennesima bestia feroce, oltre ai tanti Mannari. I Nani e il gruppo di Kerochan udirono i passi della loro compagna che si avvicinavano con la rottura di piccoli ramoscelli che venivano schiacciati dalla stessa ragazzina. La videro che stava discendendo il sentiero stretto della collina: << Quanto è vicino il branco? >> chiese informazioni Thorin: << Troppo vicino. Un paio di leghe, non di più. Ma questa non è la parte peggiore >> avvertì Sakura riunendosi con il fiatone tra il suo gruppo: << Cosa intendi dire? >> le domandò Toy subito intorno a lei, insieme al resto del gruppo: << I Mannari ci hanno fiutato? >> domandò Dwalin a fianco a Thorin: << Non ancora, ma lo faranno. Abbiamo un altro problema >> rispose sempre la solita ragazzina con già le prime domande che le venivano fatte in preda al panico: << Ti hanno visto? Ti hanno visto? >> le chiese la tigre Kerochan da una parte del grande gruppo: << No, non è questo... >> << Mh, che vi avevo detto? Silenziosa come un topo. Ha la stoffa della scassinatrice >> disse il Guardiano per far sapere a tutti i Nani delle abilità di Sakura. Questa non terminò la frase che già la Compagnia di Nani si mise a parlare tra di loro nel giudicare in modo benevolo la loro compagna: << Un attimo di silenzio, vi prego... >> cercò di farli zittire inutilmente Sakura, osservata dai suoi compagni che si misero in disparte dal tentare di calmare gli scambi verbali e accesi dei piccoli amici: << Sembra che non le diano ascolto >> << Poverina >> commentarono Meiling e Tomoyo con Li che sbuffò dalla testardaggine dei Nani, sapendo che la sua amata aveva da dire qualcosa di importante: << Kerochan, dovevi metterci proprio tu in questa situazione? >> disse Sakura richiamando l' autore della discussione: << Cosa? Non ti sento, Sakura >> rispose la tigre assordata dalle parole dei Nani. Fu a questo punto che la ragazzina mise da parte la voce serena, cercando di sovrastare la sua oltre quelle di tutti: << Volete darmi ascolto? Volete darmi ascolto?! >> alla fine tutti quanti i Nani smisero di parlare cogliendo le altre notizie che stava per dargli la loro scassinatrice: << Sto cercando di dirvi che c'è qualcos' altro là fuori >> indicò la direzione della collina, destando timore nei Nani, da Thorin fino a Bofur, così come nel suo gruppo: << Che cosa? >> chiese Li incredulo: << Quale forma ha assunto? Quella di un orso? >> chiese Kerochan anche lui timoroso.

Sakura gli diede conferma, scoprendo che l' aveva letta nel pensiero in qualche modo: << S... Sì, ma più grosso! Molto più grosso >> aggiunse la cattura carte. Ora tutti guardavano al Guardiano come un colpevole, sospettando che non li aveva avvisati riguardo a questo mostro in arrivo: << Kerochan, dicci che cosa sta succedendo >> gli disse Tomoyo speranzosa nel voler ricevere qualche buona notizia dall' amico giallo: << Tu sapevi di questa bestia? >> chiese Bofur con un pizzico di tono di rimprovero alla tigre. Ma questa non rivolse alcuna risposta alla Compagnia, e si voltò pensierosa dietro di loro, ormai tutti conoscenti di quello che Kerochan gli aveva nascosto: << Io dico di fare dietro front >> << Ed essere travolti da un branco di Orchi? >> aggiunse Thorin alle sciocchezze che Bofur proponeva, riaccendendo la discussione in mezzo ai tredici Nani, coinvolgendo qualche componente del gruppo di Sakura: << Potremmo andargli incontro e fronteggiarli per finirli una volta per tutte >> disse Toy: << Non ce la faremo. E' già tanto se li teniamo lontani con pigne di fuoco >> rispose a nome dei suoi compagni Thorin, che approvarono senza obiettare alla decisione del loro capo: << Ma è l' unico modo, non abbiamo altre vie di fuga. Lo capisci o no? >> << E allora perchè non ci vai solo tu, eh? >> chiese il Principe Nano per poco attaccandosi alla fronte del ragazzo per ingaggiare con lui un nuovo scontro verbale: << Ma voi due dovete sempre litigare? >> li separò Sakura stroncando sul nascere una lite. Si fece avanti Yuki, che interpellò Kerochan: << Che cosa dovremmo fare, Kerochan? >> domandò alla tigre voltata, e questa rispose: << C'è una casa. Non è lontana da qui, dove noi potremmo, ehm.. trovare rifugio >> << Perfetto, una casa va più che bene >> disse Sakura per cercare di mettere tutti d' accordo: << Spero che abbiano anche delle coperte per la notte, e del dolce latte caldo >> sperava Meiling sognando un salotto da sogno: << Aspettate, di chi è la casa? Amico o nemico? >> si intromise Thorin per chiedere informazioni sul luogo sconosciuto in cui stavano per andare, quasi sul voler spezzare i sogni della cinesina: << Nessuno dei due. Lui ci aiuterà o ci ucciderà >> rispose quasi all' indifferenza la tigre. Sakura e le due amiche emisero dei sospiri di spavento alla sentenza del loro amico: << Cosa? Oh no... >> commentò Sakura senza più speranza: << Dovrò dire addio al mio dolce salotto! >> si sconfortava Meiling riguardo ai suoi desideri: << Lui chi? Spiegati meglio >> disse Toy insistendo sulla tigre, ma il tempo correva veloce sul gruppo: << Che scelta abbiamo? >> domandò Thorin non sapendo neanche lui cosa fare. La risposta gli venne data dal ruggito troppo ravvicinato della bestia orso che sembrava aver fiutato i Nani insieme agli altri componenti da sopra la collina: << Nessuna >> concluse Kerochan con un' unica cosa da fare.

La Compagnia intraprese così una lunga corsa tra le Terre Selvagge, giungendo poi per affacciarsi in una vasta radura composta interamente dalla natura sotto il sole ormai già alto nel cielo azzurro. Sorpassarono un ruscello che separava quel verde prato dal terreno roccioso più in là, non smettendo mai di muovere le gambe: << Forza! >> diceva Kerochan per guidare il grande gruppo dietro di lui: << Avanti! >> continuò lo stesso ad urlare a gran voce per far avanzare alcuni Nani che risultarono più indietro al gruppo. Azog aveva intuito già la scia delle sue prede dove erano dirette, e anche lui stava dando loro la caccia, insieme ai suoi servi. Gli Orchi finirono dentro ad una fitta foresta di tronchi magri, seguendo sempre la Compagnia che vi si era addentrata, e manovrando la sua mazza in avanti per far dirigere in una corsa a tutta velocità gli altri Lupi e Orchi al suo fianco. La Compagnia discese in fretta un pendio coperto di foglie cadute che rallentavano il passo dei Nani, schivando qualche tronco che si presentava davanti ai fuggitivi. Il branco di Azog si dovette fermare sul ciglio di una collinetta, sentendo il verso della bestia di poco fa che li avvisava che erano entrati nel suo territorio. Ma i Nani furono più esposti al pericolo, e il grande gruppo si fermò per un istante al sentire il ruggito spaventoso dell' orso che li stava seguendo: << E' dietro di noi! >> esclamò Tomoyo impaurita: << Per di qua, svelti! >> ordinò Kerochan per far smuovere tutti i componenti. Il gruppo riprese così la corsa: << Forza, Sakura! Non rallentiamo! >> la prese per una mano Li per tirarla nel riprendere il lungo correre e per svegliarla dal terrore che la stava riassalendo: << Correte! Correte! >> urlava Thorin a tutti i suoi compagni. Bombur era l' unico tra i Nani che rimase pietrificato, e lo stesso Thorin lo tirò per uno dei lunghi baffi, destando anche lui dalla paura nel fissare la collina: << Bombur, vieni! >> e infine tutti i membri della Compagnia si rimisero a seguire il passo veloce di Kerochan che sembrava quasi un giaguaro. I membri del gruppo discesero a grandi passi una seconda salita, e saltarono una grossa radice che era posizionata nel loro sentiero: << Non lasciatelo indietro! >> avvertiva uno dei Nani per tenere sotto d' occhio Bombur che risultava molto lento nella corsa. La compagine riuscì a intravedere la fine della foresta, e più in là videro la casa detta dal Guardiano: << Alla casa! Svelti! >> diceva quest' ultimo per sostenere con un ultimo sforzo tutti quelli che gli stavano dietro. Furono in campo aperto, nel giardino che circondava la casetta in mezzo alla radura, e come ordine di Kerochan, Bombur si mise a correre più velocemente dei suoi compari e del resto. Superò incredibilmente con uno scatto l' ultimo posto, sorpassando tutti quelli che lo guardavano con sguardo confuso e meravigliato data la sua velocità con la grande massa che si portava in corpo. Bombur varcò il primo cancello della casa insieme a Kerochan, e il ruggito dell' orso si sentiva anche se era ancora dentro la foresta: << Forza, andate dentro! >> diceva la tigre sostando ad un lato del grande cancello e facendo scorrere i Nani e i suoi amici che giungevano in ritardo al primo varco. Bombur finì per essere il primo della fila, andando a tutta birra attraverso il giardino e percorrerlo con i piedi che non smettevano di agitarsi dalla corsa che gli prese. Andava tutto dritto verso il portone principale della casa, e cercò di buttarlo giù con la sua forza.

Ma invece il grasso Nano rimbalzò con la sua pancia sulla porta, trovandola serrata, e sbattendo la faccia contro di essa cadde all' indietro: << Vai! >> esclamò Kili buttandosi con una spalla sul portone insieme al fratello Fili per buttare giù le due ante: << Apritela! >> avvertì Toy in fondo. Kerochan diede un' ultima occhiata al bordo della foresta, non sentendo più il ruggito dell' orso. Alla fine, la bestia apparve sbuccando con un saltotra i folti cespugli verdi e ruggendo più che poteva nella sua corsa inarrestabile. Sakura e i suoi tre amici furono gli ultimi a varcare il primo cancello insieme ad alcuni Nani, e presto si ritrovarono ammassati dietro a tutti gli altri che sostavano davanti alle porte chiuse. L' orso infuriato stava percorrendo la distesa d' erba a tutta velocità, macinando metri a grandi passi: << Sbloccate la serratura, accidenti! >> esclamò Meiling isterica al sentire il terremoto che faceva la bestia nell' emettere i passi sul terreno. Ma i Nani spingevano inutilmente le ante senza sentire tra le loro grida gli avvertimenti della cinesina: << Ma che succede? >> si domandò Yuki in fondo alla calca con i suoi amici. Giunse a gran voce Kerochan che chiudeva di corsa la fila: << Aprite la porta! >> e l' orso dalla pelle nera era già sul punto di raggiungere il varco del cancello: << Presto! >> ordinò lo stesso Thorin notando la bestia che stava per sbranarli tutti. Il giovane Principe fece per farsi largo tra la folla e giungere al portone, tra l' incapacità dei suoi compari: << Fatelo! Thorin! >> gridava il Nano Dori non sapendo come sbloccare le ante. Thorin alzò la piccola sbarra che teneva agganciate le due ante, e tra l' imbarazzo di quelli che sostavano davanti ad esse, aprì il portone per riversarsi dentro alla stalla. I Nani e il gruppo di Sakura si riversarono in tutta fretta nella prima stanza che si presentava: << Presto! >> dissero alcuni Nani per far muovere Kerochan a intruffolarsi dentro. La Compagnia di piccoli esseri fece per richiudere le ante del portone, ma in una di queste vi sbattè la grossa testa dell' orso. Questo si sporse per poco alla vista del gruppo, sbraitando con un sonoro ruggito verso di essi e mostrandogli la dentatura che si portava nella bocca enorme. I Nani fecero pressione sulla porta, urlando in preda alla disperazione per il volto mostruoso dell' orso che scorsero ai loro occhi. Tomoyo si mise una mano alla bocca per trattenere un urlo che le stava per uscire. Sakura estraò di conseguenza Pungolo, e rivolse la punta verso il faccione del mostro terribile. Lo stesso fecero Li e Toy, sguainando le loro spade nel caso in cui la bestia fosse riuscita ad entrare. Questa continuava a ruggire nel tentativo di aprire le ante della porta, e allo stesso tempo Sakura digrignava con cattiveria la sua faccia contro il viso del mostro. La ragazzina sembrò aver tirato del tutto fuori il suo coraggio, e questo lo notò Li che le stava al fianco, non avendo mai visto quella faccia nel volto della sua amata. Kerochan indirizzò un' occhiata alla bestia che si dimenava con la testa che premeva sul grosso portone. Il Guardiano sembrò avvertire la bestia di una qualche messa in scena che doveva per il momento abbandonare. Infine, con un ultimo sforzo, i Nani alla porta spinsero l' anta che teneva aperta il grosso bestione e la chiusero, lasciando lui all' esterno.

<< Forza, ragazzi! >> gridò Dwalin ai suoi compari per abbassare la grossa sbarra in legno e serrare all' interno le due ante. La Compagnia fu salva per miracolo dall' attacco dell' orso, e poterono levare i loro sospiri di sollievo ad una fatica accumulata e al pericolo scampato. Alcuni dei piccoli amici si accasciarono alle ante del portone: << C'è mancato un pelo >> disse Toy riponendo la sua lunga katana nella custodia, seguito poi da Sakura e da Li. Meiling, che fino ad ora aveva trattenuto la tensione, buttò giù il fiato e svenne tra le braccia di Tomoyo: << Oh no, Meiling, che hai adesso? >> chiese l' amica reggendo la cinesina a sé. Yuki si risistemò gli occhiali ad una situazione più sicura: << Quello cos'è? >> domandò il Nano Ori al Guardiano per chiedere spiegazioni riguardo all' abominevole mostro che trovarono per la loro via di salvezza: << Il nostro anfitrione >> rispose per il momento corto Kerochan, aspettando che tutti si voltassero verso di lui. Con un sorrisino che sembrava ridersela alle facce impaurite di tutti, la tigre proseguì: << Il suo nome è Beorn. Ed è un mutatore di pelle >> << Grandioso! Ci mancava solo questa >> commentò Toy irritato dal secondo incomodo. La tigre fece per camminare avanti, ascoltata inutilmente dall' apparecchio acustico e schiacciato di Oin, ridotto in quello stato dai Goblin che li presero nelle loro caverne: << A volte è un enorme orso nero. Altre volte è un omone grande e forte. L' orso è imprevedibile, ma con l' uomo ci si può ragionare >> rammentava Kerochan fermandosi in mezzo a due fila di buoi dalle corna affilate e rinchiusi nei loro recinti. I Nani fecero così per spargersi per la casa, entrando prima per la cucina ornata con una struttura legnosa nei mobili. La tigre aggiunse un' ultima cosa: << Tuttavia, non è che faccia salti di gioia per i Nani >> e rivolse un' occhiata scomoda ai Nani Oin e Gloin e a quelli davanti a lui, e si scambiavano occhiate di timore, come se fossero ospiti sgraditi agli occhi del Guardiano. Tomoyo, seduta su del fieno, tentava di svegliare Meiling sventolandole un fazzoletto sopra la faccia, per farle prendere aria: << Hey, Thorin, controlliamo le finestre >> disse Dwalin per accertarsi insieme al suo amico dei movimenti che faceva il loro inseguitore: << Se ne sta andando >> riferì parola a bassa voce Ori, sbirciando dal buco della serratura. Il fratello Dori fece per allontanarlo dalla porta, mettendolo in guardia: << Vieni via da lì. Non è naturale, niente qui lo è. E' ovvio: è sotto un oscuro incantesimo >> disse superstizioso Dori, rivolgendosi alla tigre. Ma Kerochan contraddisse ogni pensiero negativo del Nano: << Non essere sciocco. E' sotto un solo incantesimo, il suo >> rispose di fretta prima di sorpassare i due Nani: << Bene. Sakura, Li, aiutate Tomoyo a far riprendere Meiling >> ordinò il Guardiano poi ai suoi amici: << Sì, subito >> disse Sakura ad ordine ricevuto e si diresse con Li verso Tomoyo.

La tigre rivolse un altro ordine ai suoi altri due amici: << Toy, Yuki, aiutiamo i Nani a preparare la cena >> << D' accordo >> risposero all' unisono i due: << Cercate di dormire tutti voi. Starete più al sicuro qui, stanotte >> emise un ultimo avvertimento a tutti la tigre, poi bisbigliò qualcosa tra sé e sé in modo che non fosse sentito dagli altri: << Lo spero... >> disse con espressione insicura prima di tornare a svolgere il suo compito con i due ragazzi. I Nani e gli amici di Sakura si misero in seguito ad organizzarsi il salotto e i posti per la cena non appena sarebbe tramontato il sole.

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Capitolo 3
*** Episodio 254: Il richiamo del Padrone ***


La notte calò sul giardino immenso che circondava la casetta, e così anche i primi addensamenti di nebbia notturna si posarono al livello delle finestre della dimora. Le luci erano accese nelle stanze della casa, facendo tenere ancora sveglia la bestia all' esterno. Questa stava girando i confini della foresta, annusando l' aria con il suo grosso naso ed emettendo ad ogni passo che faceva delle ringhiate. I suoi occhi erano gialli, e si illuminavano nella notte, osservando l' oscurità con fare assassino mentre la sua peluria lo rendeva più tondo e grosso, mimetizzandolo con l' ambiente nero che lo avvolgeva. Delle lievi cicatrici lo marcavano nel volto, intorno agli occhi e sul muso. La bestia era alla ricerca degli altri invasori del suo territorio, e cercava di scorgerli tra gli spiragli dei tronchi. Azog e il suo gruppo di Orchi però erano ben distanti dal fiuto della belva feroce, che setacciava ogni granello di roccia per scovare i primi cacciatori dei Nani. Azog vide l' orso su una sponda più in là a quella dove lui era, notando una piccola pallina nera che si muoveva in un tratto orizzontale. Un servo dell' Orco Pallido fece per avvicinarsi al fianco del suo capo branco, intimandogli di sferrare l' attacco ai Nani nella casa: << Attacchiamoli ora. Uccidiamo la feccia nanica mentre dorme >> pronunciò maleficamente quelle parole l' orco che aveva un' armatura accuminata dietro la schiena, e con tre strisce grosse e solide sopra al cranio che sembravano i suoi capelli: << No >> rispose l' Orco Pallido riluttante alla proposta del suo servo. Questi rimase sconcertato al rifiuto di un attacco a sorpresa sui Nani, e Azog fece per voltarsi, addentrandosi dentro la foresta e spiegando il motivo della sua risposta: << La bestia è in guardia >> disse cauto il Profanatore, rendendo conto al suo servo dell' attenzione dell' orso nel controllare il suo territorio. L' orco seguì il suo capo dietro, mollando un verso di rabbia alla presenza dell' orso che era vigile nella collina più avanti. Azog si riunì al branco che era nascosto in silenzio più dentro la foresta, con i Mannari che improvvisavano tra di loro delle sfide, emettendo schiocchi con le loro bocche che attendevano il pasto prelibato delle loro prede.

L' Orco Pallido non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere il suo obiettivo, ribadendo il cambio di programma che fu costretto a introdurre: << Aspettiamo che lascino la sua protezione >> avvisava Azog al suo servo, mischiandosi in mezzo al gruppo di Orchi che gli era rimasto. Tutti ghignarono al perfido piano del loro capo. Un rumore acuto di foglie che si muovevano udito alle spalle di Azog fece mettere in guardia gli Orchi presenti, perfino Azog. Questo si voltò caricandosi all' indietro la sua mazza ferrosa, pronto a dirigere il colpo verso l' essere che stava arrivando. Gli Orchi sui loro Mannari sguainarono pronti le loro sciabole al ringhiare delle loro cavalcature. I cespugli sopra ad una collinetta si mossero bruscamente, così come un tronco di un albero, e fu così che spuntò un secondo orco in groppa al suo Mannaro nero che si dirigeva verso Azog. Il lupo ringhiava a bocca aperta in faccia all' Orco Pallido, mettendogli in mostra i suoi lunghi denti aguzzi. Azog però non diresse alcun colpo alla belva che si ritrovò di fronte, mantenendo su di lei il sangue freddo e rivolgendole un' espressione imperiosa. L' orco a cavallo del Mannaro nero fece per togliere il muso della sua creatura alla faccia dell' Orco Pallido che trovò come affronto il continuo ringhiare su di lui della bestia. L' orco che vi era sopra, era un orco albino, dalla corporatura quasi muscolosa come Azog. Ma a differenza di questo, l' orco albino era ricoperto di cozzaglie di armature ferrose e appuntite in quasi tutto il corpo, lasciandogli scoperto il dorso e il basso ventre. Così come le gambe erano ricoperte solo fino agli stinchi di protezioni ferrose. Nel suo petto aveva dei pezzi di armatura tagliente, incastonati forse nella sua pelle. In testa portava dei pezzi di quello che sembrava avere prima un elmo schiacciato, anche essi erano appiccicati al cranio, lasciandolo scoperto sulla sommità. L' occhio sinistro dell' orco era cieco, mentre l' altro normale. Le sue orecchie erano delle dimensioni di un normale umano. Inoltre portava una lunga lancia, che finiva sulla sommità con dei grandi petali di ferro accuminati. Il tronco della lancia era grosso in larghezza che poteva perforare il ventre di un cinghiale, creandogli un buco abbastanza grande da dissanguarlo in fretta. L' orco albino riferì il messaggio che si portava all' Orco Pallido: << Si stanno radunando a Dol Guldur. Il Padrone ti ha convocato! >> disse brevemente e nascondendo una dose di mistero in quelle parole. Azog, per risposta, emise una ringhiata a denti stretti, lanciando un' occhiata accigliata indiretta all' orco che lo aveva appena avvertito, ma che non aveva colpa del richiamo che il misterioso Padrone di Azog gli aveva rivolto. Intanto, all' interno della casetta, i Nani cenavano seduti nella paglia al caldo del falò che accesero lontano dai recinti degli animali.

Anche Sakura e gli altri preferirono mangiare nella stalla, vista la scarsa lumnosità della cucina, anzi completamente assente da luci: << Arrostiscimi un po' questo >> disse Bofur al suo compagno Ori per fargli scaldare di più la salsiccia. Meiling si era ripresa e poteva così scaldarsi insieme al suo gruppo i marshmallow che avevano conservato. Kerochan passò in mezzo a loro, fermandosi poi da un lato del falò: << Hai già finito nell' aiutare Yuki e Toy? >> gli domandò Sakura: << Sì. Ma non sapete cosa significhi cucinare per diciasette persone, uff! >> commentò il Guardiano sfinito: << Dovrai abituarti, come facciamo io e mio fratello ogni giorno >> gli rispose Sakura con un sorriso: << Ma voi cucinate per meno di diciasette persone. E poi io non ho tutto questo tempo, lo volete capire? >> disse Kerochan irritato: << Il tempo per mangiare però ce l' hai, vero? >> ribattè Sakura imperiosa, lasciando la tigre sconfortata. Tomoyo se la rise: << Quasi quasi mi fai tenerezza, Kero >> << Almeno tu mi capisci, Tomoyo, per fortuna >> si consolò la tigre rallegrata dal fatto che l' amica di Sakura pareva comprendere gli stati del Guardiano: << Dovrebbero essere già cotti. Guardate un po' >> disse Li alle sue amiche e a Sakura per controllare la cottura delle caramelle bianche: << Sì, hai ragione, Li >> rispose Sakura al suo amato, masticando già il dolce cotto. Fecero per giungere Yuki e Toy nel gruppo, dopo aver lasciato le pentole dove cucinavano la cena: << Hey, ragazzi, avete finito finalmente >> disse a loro Tomoyo: << Già. Una bella scorpacciata ci siamo fatti, dopo una lunga scampagnata nei boschi >> disse Yuki ironico: << Un po' movimentata però >> aggiunse Sakura, seguita poi da un sospiro d' ansia di Meiling che fece per parlare: << Vi prego non parlatemi più di scampagnate, tanto meno nei boschi! E sopratutto se fatte con un orso selvaggio alle calcagna >> << Non ti è successo niente, tranquilla >> le disse Li per attenuare i lamenti della cugina: << Per poco che non mi veniva un infarto! >> ribattè questa: << Sei solo svenuta, invece >> << Non è divertente, però >> si scambiarono ancora parole i due cinesini: << Se non fosse stato per l' incapacità di quei Nani nell' aprire la porta, io non mi sarei afflosciata come un salame >> ribatteva la cinesina dando occhiate al Nano Kili che mangiava a pochi passi da loro: << Che c'è? >> domandò Kili con le guance gonfie della mela di cui si nutriva: << E per la cronaca, io ero insieme a voi nella fuga. Non ero vicino alla porta >> si intromise Bofur per ribadire un concetto al gruppo di Sakura: << Ma se ti abbiamo visto che cercavi a malapena di buttare giù la porta con le tue spalline >> ribatteva Kili al Nano. Toy era poggiato ad una trave, disinteressato della discussione, e guardava oltre le vetrate delle finestre della stalla: << Qualcosa non và, Toy? >> gli chiese l' amico Yuki in pensiero: << Ho come avvertito un cambiamento nello spostamento d' aria del vento. Le foglie degli alberi sembrano si siano mosse bruscamente >> disse Toy fissando oltre il vetro della finestra i cespugli degli arbusti che si muovevano alla bufera improvvisa del vento, che ora smise di soffiare. Tutti stettero in silenzio nella loro serietà, sentendo le parole attente del giovane Toy.

Sakura però fece per avvertirlo, pensando in positivo alla loro situazione: << Kerochan ha detto che staremo al sicuro qui, e ha ragione. Non vedo come possano arrivare gli Orchi con quella bestia che gironzola nel giardino >> << Ed è proprio questo che mi preoccupa. Non appena lasceremo questa dimora, quei mostri non attenderanno un minuto in più per braccarci tutti insieme >> continuò pensieroso il ragazzo. Il suo gruppo non emise una parola per fiatare contro le frasi che diceva. Solo Yuki intervenne poi, per cercare di placcare quell' atmosfera: << Non starai un po' esagerando? Insomma, sono solo degli Orchi come qualsiasi con un capo al loro comando tutto muscoli e niente cervello. Dubito che possano pensare alla logica, fin quando useranno la violenza nei loro piani >> si alzò l' amico per confortarlo. Kerochan interruppe il positivismo di Yuki: << Temo che io debba dare retta a Toy. Non bisogna sottovalutare quegli Orchi. Azog sembra che utilizzi solo la forza bruta, ma non è così. E' abbastanza furbo da poterci raggiungere in qualsiasi momento. Ma oltre a questo, egli è anche dotato di un' agilità nella lotta, e penso che sarà difficile batterlo con spade dalla lama lunga >> ora si sentì solo lo scoppiettio delle fiamme del falò nel gruppo distaccato dalla Compagnia di Nani. La faccenda risultò più complicata del previsto alle parole dette da Kerochan, ma questi sdrammatizzò subito con una soluzione già pronta: << Ma non dovete preoccuparvi! Sakura e Li hanno ancora la loro magia a disposizione. Sarà facile sconfiggere Azog >> e il suo gruppo cadde a schiena a terra al sentire subito quell' affermazione della tigre, rimanendo come presi in giro da un falso allarme: << Non ci avevo pensato... >> commentò Sakura con lieve imbarazzo: << Scusa, ma perchè non ci avresti solo detto questo, anziché farci preoccupare per niente? >> chiese Meiling irritata dallo scherzo del Guardiano che rideva come se gli fosse stata detta una battuta: << Io non capisco come abbiano fatto a nominarti Guardiano con la poca serietà che hai >> disse Li giudicando il ruolo di Kerochan: << Beh, sempre meglio di essere un folletto umano come te, cinesino! >> ribattè scocciato la tigre. Toy rimase anche in quell' occasione in silenzio, indifferente a tutto quello che si dicevano i compagni, e digrignò i denti come se non riuscisse a pensare tra tutte le parole del gruppo che aveva vicino, fissando il mondo esterno con timore: << Non è questo che mi intimorisce >> pensò Toy a tratti riassumendo i poteri sensitivi che aveva, prima che li donasse a Yuè. I Nani fecero così per alzarsi dal fieno, finendo di mangiare gli ultimi cibi, e vennero seguiti dal gruppo di Sakura: << Su, forza. Domani sarà un nuovo giorno >> disse Kerochan ai suoi stiracchiandosi e pregustando il momento in cui il suo dorso si sarebbe coperto dalle lenzuola calde che erano negli zaini: << Sì, è meglio se recuperiamo le forze >> ribatteva Yuki d' accordo con Kerochan nell' andare a letto. Il Nano Ori si fermò nel gruppo tra i suoi due fratelli, Nori e Dori, per ricordare un qualcosa che gli venne in mente in quegli attimi: << Perchè ti sei fermato, Ori? >> gli chiese Nori: << Non abbiamo gli ingredienti per preparare il miele mattutino per la colazione >> << E che ti importa. Possiamo farne a meno >> riprese Nori per tranquillizzare il fratello: << Ma io no, non posso. Sono sempre abituato ad una certa alimentazione, e non voglio rischiare di diventare inappetente i primi mattini >> spiegò Ori come da intellettuale: << Cosa? Ti trasformerai in un “appe”? >> chiese Nori confuso dal nuovo vocabolo del fratello.

Ori fece per puntare al giardino esterno: << Devo vedere se ci sono dei fiorellini con il polline là fuori. Oppure qualche alveare andrà bene, basta che non ci siano le api dentro >> << Io te lo sconsiglio caldamente di andare nella foresta >> fece per intervenire Thorin. Il Principe fece per avvisare il compagno ingenuo, prima che si riversasse fuori dalla dimora, e gli passò davanti: << Come? Ma perchè? >> disse quasi supplicando Ori, convinto che la notte nel giardino fosse stata più serena: << Te lo dico perchè non vorrei che qualcos' altro si unisca a te, oltre a dare la caccia ai fiori >> ammise Thorin ricordando il pericolo dell' orso a Ori. Quest' ultimo fece una faccia come se si ritrovasse il muso della bestia di fronte, e pian piano i suoi amici Nani lo lasciarono immobile in mezzo alla stalla con un pensiero scioccante, nel quale se non si fosse ricordato del mostro di fuori non sarebbe ritornato a dormire: << Se vuoi cercare dei fiori, puoi controllare nei tuoi scarponi. Li avrai sicuramente schiacciati quando scappavamo. Qualche pezzo sarà rimasto attaccato >> rispose Gloin seguendo il suo gruppo verso un posto da creare tra la paglia. Ori alzò un piede per fare come gli disse Gloin, poi rimase ad una sola gamba alzata, ripensando sul voler estrarre i pezzi di fiore che sicuramente erano ripieni di fango. Azog, ancora fuori nella foresta, digrignava i denti al messaggio che l' orco albino gli diede. L' Orco Pallido quasi si mise a ringhiare anche lui ad uno stravolgimento improvviso dei piani, richiamato da un suo alto Padrone: << Ma come? Non è possibile. Sei sicuro che ti abbia riferito questo? >> chiese il Profanatore al messaggero: << Era lui, padre. Ti confermo che è uscito dalla sua bocca >> affermò l' orco albino ad Azog, che lo chiamò padre, e quello doveva essere il figlio del Pallido. Quest' ultimo si voltò gonfiandosi di rabbia verso la casetta: << Ma proprio questo momento doveva scegliere? Avrebbe aspettato ancora un po' nelle sue faccende. Siamo ad un passo dal catturare quei Nani >> si impose Azog: << Dì al Padrone che deve ancora pazientare per il mio arrivo >> continuò l' Orco Pallido volendo respingere l' ordine di raduno alla vecchia fortezza, rifugio del Negromante: << Mi ha anche detto di riferirti questo: se non ti presenterai al mio ritorno, la sua punizione potrebbe essere severa. Ha giurato che ti avrebbe distrutto >> a quell' altro messaggio, gli orchi intorno ad Azog non fiatarono, forse cogliendo una sfida al quale nessuno diede al loro capo branco. Azog si voltò però con un sorriso maligno: << Allora, sta riacquisendo i suoi pieni poteri >> notò lui alla minaccia che gli fece il Padrone: << Molto presto discenderà con noi nella sua forma umana, come un tempo. Ma non è tutto. Ha anche un' alta carica importante da darti, prima che tu ritorni ad inseguire i Nani >> ghignò l' orco albino: << Ah, molto bene... >> rispose Azog accettando infine di seguire il messaggero fino a Dol Guldur.

La grande Compagnia all' interno della dimora si posizionava già sul manto del fieno, coprendosi con i pesanti lenzuoli al calduccio: << Buonanotte, ragazzi >> disse Yuki salutando già gli altri che si infilavano le coperte addosso: << Notte, Yuki >> risposero in coro Toy, Meiling e Tomoyo. Sakura e Li decisero di mettersi a dormire insieme, vicini nella paglia. Il cinesino indossava il suo pigiama, e quando Sakura si inginocchiò nel sedersi, Li le mise una mano sulla spalla: << Ho visto il coraggio che ci hai messo al momento in cui ci stavamo proteggendo dall' orso. Sei stata grandiosa >> le fece i complimenti l' amato, sedendosi a fianco a lei: << Oh, grazie Li >> << Forse alla fine è scappato perchè ha visto la tua faccia pericolosa >> disse ironicamente mimando il volto di un mostro: << Dai, non esagerare. Devo a te il mio coraggio. Dopotutto mi hai sempre sostenuto quando eravamo da soli >> ammise la cattura carte alla precedente esperienza, sorridendo a Li che contraccambiò: << Buonanotte, Sakura. A domani >> la salutò prima di mettersi da un lato del fieno: << Aspetta, Li >> << Dimmi >> lo frenò Sakura volendogli dire un pensiero che le fu in mente in quel momento: << Ecco, ti ricordi di quella Carta che vi ho fatto vedere non appena siamo scampati ai Goblin? >> << Sì, perchè me lo chiedi? >> domandò ancora Li mettendosi seduto come prima, diventando serio. Sakura si girava i pollici dalle parole che stava per pronunciare, dopo che si mise a titubare: << Riguardo all' avvertimento che mi avevi dato, sul non venire a contatto con essa, forse pensavo di tenerla con me in custodia visto che si tratta di una Carta di Clow. Voglio dire, non ha ancora manifestato alcun potere, né tanto meno negativo >> disse la ragazzina, e Li nel riprenderla le sorrise un po' amaramente: << Senti, Sakura, io ho sempre tenuto le distanze con oggetti magici la cui conoscenza era del tutto estranea >> << Sì, capisco >> annuì Sakura al timore del suo ragazzo: << Ricordati che le Carte di Clow se le hai catturate è perchè devono fare del bene all' umanità, e non il contrario. Se pensi che bisogna tenerla perchè non ha forza malvagia, fai pure, non ti obbligo a gettarla. Solo questo volevo specificare, scusa se non sono stato molto chiaro all' inizio >> << Ma figurati, non devi sentirti in colpa. Capisco molto bene le tue preoccupazioni, che sono anche le mie del resto >> giustificò Sakura: << Devo dire che anch' io sono molto più tranquillo, adesso. Buonanotte >> << Buonanotte, Li >> disse infine la giovane mettendosi anche lei da un lato. La sua espressione fu però una di quelle di chi non riusciva a togliersi di dosso un brutto pensiero, ma dovette cercare di riuscire a prendere sonno. Intanto Azog e il suo gruppo si dirigeva a tutta velocità verso Dol Guldur, in groppa ai propri Mannari e trepidanti del richiamo improvviso del loro Padrone. L' Orco Pallido fissava i tronchi della foresta, nelle vicinanze del luogo, con sguardo malefico, quasi soddisfatto alle intenzioni che aveva in serbo per lui il misterioso superiore.

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Capitolo 4
*** Episodio 255: Comandante di legioni ***


La notte sembrò trascorrere tranquilla per la compagine di Nani e umani all' interno della dimora disabitata. Solo lo squittìo di alcuni piccoli topi bianchi che risalivano i mobili in silenzio si sentiva nelle ore notturne. Una vecchia e grossa dama per scacchi era posta poco distante dall' andito in cui giacevano gli ospiti dormienti. I raggi della luna filtravano tra le palle di fieno e la paglia. Tutti dormivano con la mente ormai sgombera da pensieri e assolta nel mondo dei sogni. Sakura era ancora sveglia, rivoltata con la testa verso il soffitto del capanno a rimuginare nei suoi pensieri. Oltre a ciò, il sonoro russare di alcuni Nani la teneva sempre con le palpebre spalancate nel cuore della notte. Questa controllò Li che dormiva al suo fianco, constatando che stava dormendo, poi mettendosi seduta dava occhiate furtive in giro, nel caso in cui qualcuno non la stesse sbirciando nel prendere un qualcosa dalla sua tasca. La ragazzina afferrò così la Carta del Destino, dando le ultime occhiate intorno a lei, prima di scoprire ai suoi occhi la facciata frontale della Carta magica. Si sentiva come se fosse rincorsa da un tipo misterioso, ansimando dalla fatica mentre si portava sopra la testa la Carta che ammirava con beatitudine. Nella direzione dei suoi piedi, dall' altro lato del fieno, non si accorse che due occhi la stavano osservando con timore. La tigre Kerochan era rannicchiata sulle sue zampe, e teneva la testa poggiata su quelle anteriori, balenando il suo sguardo felino verso la sua amica che fissava a lungo la Carta come se fosse la prima che vedeva. Sakura continuò indisturbata nel volteggiare in silenzio il suo nuovo gingillo, assumendo il carattere di un gatto che voleva giocare con il suo gomitolo di lana. Anche l' Anello che si portò a presso un anno fa le fece quello strano effetto, sorridendo al piccolo oggetto concentrico di allora, ora sostituito con la Carta di Clow. La fortezza di Dol Guldur si presentò ancora più minacciosa di notte, circondata in alto nel cielo da un vortice di nubi che sembravano presagire un temporale. Era quello il posto dove Azog e gli altri Orchi arrivarono, giungendo all' appuntamento previsto.

La struttura del lungo ponte che collegava l' agglomerato della fortezza con la terra ferma era frastagliato alle colonne che lo sostenevano da lunghe radici spinose, rendendo più macabro il suo ornamento. Alla base della fortezza crescevano alberi spogli e con i rametti lunghi che puntavano al cielo grigio con minacciosità e inquietudine. Piantine del genere erano presenti in ogni muro eretto delle torrette che componevano il Colle della Stregoneria. Una voce cupa e sibilante si udiva in tutta l' area circostante, pronunciando parole incomprese ma che sicuramente avevano un qualche significato oscuro. Gli Orchi giunsero così per incamminarsi fino all' interno della roccaforte tenebrosa, per niente intimoriti dall' ambiente che vedevano, passando sotto ai ramoscelli scuri. Seguirono la luce densa di un fuoco che era acceso più avanti oltre il valico aperto di Dol Guldur. La fortezza era abitata da più Orchi che piano piano fuoriuscivano da vicoli bui delle torrette, accogliendo la loro altra parte che stava con Azog. Questi risalirono altri piani della grande e complessa fortezza che aveva dei sentieri messi a mò di labirinto. Infine, sostarono da una parte di quello che sembrava essere l' ultimo piano, lasciando passare solo il loro capo. L' Orco Pallido si trovò a camminare in silenzio su un pontile abbastanza largo. Il rumore dei suoi passi fu tutto quello che echeggiava nel silenzio assoluto che calò intorno a lui. Azog si fermò ad una certa distanza dal ciglio del ponte, dove oltre si affacciava un grande buco scavato nei piani aperti in profondità della fortezza. Attese qualche istante prima che il suo superiore si presentasse ai suoi occhi. Da un lato ecco che egli apparve, fluttuando nell' aria, una specie di nube oscura che raggiungeva in parallelo la posizione di Azog, mantenendosi sempre al dì fuori del contatto con la struttura del pontile. Dalla nube scura e nera fuoriuscirono delle parole incomprensibili rivolte ad Azog: << Cresciamo di numero. Cresciamo in potenza. Tu guiderai i miei eserciti >> disse la voce con tono più macabro di quello di qualsiasi orco che in quegli attimi incrementava di numero nell' abitare la fortezza. Il branco di Azog tremò nascondendosi dietro all' uscio dell' ingresso a quel piano, vedendo la sagoma del loro superiore che era ferma a mezz' aria davanti al Profanatore. Azog rispose senza destare alcuna paura: << Sarà un onore per me, mio Signore, sostenere quest' importante ruolo >> disse il Pallido chinandosi per poco alla nube muoveva i suoi raggi o braccia, quello che erano, come se fossero tentacoli lunghi. La voce della nube scura riprese a parlare: << E inoltre mi aiuterai a riacquisire la mia forma originale >> aggiunse parlando in lingua normale: << Ho saputo che state assimilando sempre più potere. Ve lo sentite? >> chiese ancora Azog: << Sì... Presto potrò lanciare la mia nuova minaccia a qualunque essere della Terra di Mezzo, e anche del resto del mondo! >> << Il vostro dominio sarà ineguagliabile >> concluse ancora l' Orco Pallido con gli auguri dell' inizio di una nuova Era catastrofica per la Terra di Mezzo: << Gli umani... sono ancora vivi? >> domandò la figura oscura.

L' Orco Pallido assunse un' espressione ad un mancato bersaglio: << Purtroppo, all' inizio, a causa della distrazione di alcuni dei miei uomini, ho lasciato che la feccia nanica scappasse insieme al suo secondo gruppo. Farò in modo che non si ripeterà mai più un errore del genere >> << Bene, eh, eh, eh, eh. Meglio così >> ribatteva la misteriosa sagoma come felice della fuga degli umani. Azog rimase confuso a ciò: << Che cosa volete dire? >> << Che c'è tempo prima che la mia vendetta su di loro si abbatta >> e il grosso corpo nero si spostò da un lato, emettendo dei rumori di roccia che si sgretola come se la percorresse. Il Profanatore seguì ogni spostamento del suo Padrone, ascoltando le sue parole: << Sei già a conoscenza del gruppo della cattura carte? Ne avrai sentito parlare >> << In effetti, è così. Pensa che sia in mezzo al gruppo di uomini quella ragazzina? >> gli domandò Azog: << E' lo stesso gruppo che mi raggirò per distruggere la mia arma più letale, l' Unico >> << Ci penserò io stesso a spazzarli via, Padrone >> fece per intromettersi di nuovo Azog giurando di svolgere lui la vendetta per il suo Signore: << Voglio che tu ne stia fuori per il momento. Ho detto che questa è la mia di vendetta. Uno ad uno, lentamente, cadranno nell' Ombra >> si promise l' oscura immagine: << Avevate anche detto che volevate tenere la vostra identità coperta. Come mai avete deciso di passare al contrattacco? >> << Non ci sarà bisogno di andare da loro. Saranno essi a venire da me >> << E in che modo intende attirarli fino a qui? >> << Uno di loro è già sulle mie tracce >> comunicò l' Oscuro, proseguendo: << Basterà coglierlo di sorpresa e ucciderlo. I loro amichetti saranno privi della sua protezione e sarà facile catturarli >> << Ditemi di chi si tratta >> insistette l' Orco Pallido. Il grosso mucchio di nube dalla quale si sentiva la voce tenebrosa si mise dal lato sinistro del pontile, e come per magia fece visualizzare ad Azog delle immagini, improvvisando ad uno schermo tra la coltre di nugolo di cui era avvolta la sconosciuta figura. Questa mise alla luce le facce del gruppo di Sakura, mostrando al Profanatore i volti del nuovo gruppo che era con i Nani. Azog ebbe così un vago ricordo delle facce di quegli umani: << Sono loro, mio Signore. Adesso ricordo: erano nei pressi delle grotte dei Goblin quando li abbiamo accerchiati insieme ai Nani >> << Lo so... >> rispose la nuvola nera. Poi fece scorrere le immagini, quasi come se fosse una sfera veggente, passando da Li, a Meiling, Tomoyo, Yuki ed infine si soffermò sugli ultimi tre che riteneva importanti, cominciando prima con il volto di Sakura, radiante e spensierata in un paesaggio registrato dal nugolo di tentacoli nero: << Questa che vedi è la cattura carte... >> fece per spiegare la sagoma nascosta: << Devo ammettere che mi ha dato del filo da torcere >> disse Azog: << Anche io l' avevo sottovalutata, insieme a suo fratello e ad un altra mia vecchia conoscenza del passato. Adesso lei è diventata il nostro bersaglio. Un' esserina così piccola è riuscita a passarmi alle spalle e a gettare nel magma il mio prezioso oggetto >> << Dev' essere stata aiutata >> aggiunse il Profanatore.

Altre immagini vennero visualizzate agli occhi del Pallido, mettendogli in chiaro i volti di Toy e della tigre Kerochan, presi come foto da appendere al gioco del tiro al bersaglio: << E queste sono le menti del piano che hanno attuato la distruzione del mio regno >> << Dovremmo farli fuori, mio Signore? >> domandò con rispetto Azog: << Quando arriverà il momento, potremmo toglierceli dai piedi >> << Avete un piano, scommetto >> intuì il Pallido avvicinandosi di un passo avanti: << La mia mente è sempre stata architettonica. Intendo riprendere gli ultimi oggetti magici che ci sono in giro. Sono venuto a conoscenza che due del gruppo della cattura carte ne sono in possesso >> lo schermo fluttuante della nube cambiò immagine, mostrando il volto del Guardiano: << Per il momento devi tenermi d' occhio sia lui che la ragazzina >> confermò i dettagli la sagoma al suo servo: << E gli altri? >> << Potranno morire tutti >> << Bene. Sarà così >> rispose Azog ghignando. Le immagini così cessarono di essere visualizzate, e l' Orco fece per fare altre domande al suo Padrone: << Che cosa se ne farà di tutti quei tesori magici, se posso chiedere >> << E' molto semplice. La mia linfa vitale è sparita da molto tempo, e quindi per mantenere custodito il mio spirito devo intruffolarmi all' interno del materiale di essi. Parte del mio potere l' ho trasferito in una Carta magica, e solo finchè vi sarà un bricciolo della mia forza in uno degli oggetti, io manterrò la potenza che mi verrà acquisita gradualmente. Inoltre gli stessi attrezzi risponderanno del solito incantesimo originario dell' Unico, visto che sono sotto il mio controllo >> spiegò sicuro e vincente la figura, aggiungendo: << Potrai immaginare chi è in possesso di quella Carta... >> << Quella ragazzina, vero? >> << Esatto. La sua incolumità mi è molto importante ora. Non voglio rischiare che la Carta venga distrutta insieme a lei. Per questo ti ho chiesto di prendere le distanze >> Azog chiese ancora per curiosità: << Mandate noi per evitare che vi possano scoprire nel vostro vero nome. Anche se devo ammettere che il vostro titolo di una volta era molto più minaccioso di quelli con cui vi fate chiamare ora, mio Signore Sauron >> << E' tutta questione di massima segretezza. Alzerò il sipario quando i miei poteri saranno pienamente acquisiti. Ti ho scelto per assistermi perchè hai il carisma necessario per guidare le mie vecchie armate di Mordor. Grazie all' unione con Dol Guldur e alle altre fortezze, la mia forma accelererà nel suo processo di metamorfosi >> disse già vincente il Padrone Oscuro, volteggiando da una parte e dall' altra a mezz' aria, sopra il perimetro del ponte. Il piano di vendetta dell' Oscuro Signore prometteva già pericoli in lontananza per il gruppo di Tomoeda: << Tornerò a dare la caccia. Vi porterò qui le teste di quegli insulsi umani >> avvisò il Profanatore già avventurandosi verso l' uscio. Ma Sauron lo fermò: << Dubito che riuscirai a rientrare nel tuo compito, visto che hai la carica di Comandante. Dovrai pazientare al momento in cui potrai scaricare tutti gli eserciti che vuoi su di loro >> disse il fantomatico Negromante.

Azog capì al volo che l' incarico che gli era appena stato dato era per una radunata di ogni truppa di Orchi alla fortezza di Dol Guldur. E questo lo ostacolò dal suo nuovo ritorno sul campo, all' inseguimento delle sue prime prede, finora tenute alla larga: << Che facciamo con Scudodiquercia? >> chiese l' Orco con un bricciolo di speranza in un rinvio da parte sua di poter ridare la caccia alla Compagnia di Nani. La figura oscura di Sauron si spostò con una velocità inquietante di nuovo dal lato sinistro di Azog: << La guerra è in arrivo >> rispose egli sicuro, convincendosi che sarebbero tornati tutti sotto terra in un modo o nell' altro. Ma l' Orco Pallido non aveva un' espressione rilassata da far scorrere il tempo: << Mi hai promesso la sua testa >> ribattè l' Orco indignato al volere di Sauron. La nuvola nera dai tentacoli minacciosi passò in mezzo al corpo del Profanatore, andando poi a nascondersi di nuovo tra gli angoli delle torrette di Dol Guldur e lasciò un messaggio quasi macabro e veritiero: << La morte arriverà per tutti >> e ogni forma nera di cui gli occhi di Azog erano spettatori, svanì nel nulla, risucchiata dalle fessure della fortezza. L' Orco Pallido digrignò i denti al dover per forza mollare il suo obiettivo, fissando il vuoto che aveva lasciato Sauron in alto: << Dobbiamo interrompere la caccia? >> chiese il servo di Azog sull' uscio dell' ingresso con alcuni orchetti intorno. Azog sollevò di poco la sua mazza ferrosa, quasi ad avvertire il servo che l' ordine di interruzione del piano del Profanatore non doveva essere annunciato. Il Pallido fece per voltarsi verso l' uscio, e si gonfiò nei polmoni prima di emettere il nome di un suo subordinato: << Bolg! >> lo chiamò a gran voce come se stesse facendo entrare il suo guerriero più micidiale. Da una parte dell' entrata a quel piano ecco che spuntò l' orco albino, chiamato Bolg, e figlio di Azog il Profanatore. Questi si apprestava a raggiungere il padre senza mai staccargli gli occhi di dosso. Teneva ancora la sua grossa lancia a portata di mano, e urtò un orchetto che si era messo in un centimetro dei suoi passi, spostandolo con un colpettino. Gli orchetti fecero quindi per aprirsi in due gruppi al passare di uno dei più grandi guerrieri di Azog. Bolg e Azog si incontrarono l' uno davanti all' altro, fieri nella loro camminata e malvagità. I due energumeni erano uguali in altezza, e si scrutarono negli occhi con lievi ghigni facciali: << Ho un compito per te >> gli disse il padre Azog, soddisfatto del suo figlio che avrebbe portato morte a chiunque si sarebbe trovato sulla sua strada: << Hai ancora sete di sangue nanico? >> chiese il Pallido a Bolg, incaricando adesso lui del compito di inseguire i Nani come se fosse un cane da caccia. Bolg emise una ringhiata a denti stretti, seguita da un sospiro di sete di vendetta e pregustando già la carne delle sue prede.

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Capitolo 5
*** Episodio 256: Strani alloggi ***


L' orso Beorn ad un certo punto cominciò a correre verso il confine della foresta, giungendo dall' interno di essa. L' animale fece per rallentare, ansimando dalla fatica nello sporgersi tra i tronchi degli alberi, assumendo la posizione eretta di un uomo. La creatura orsina cominciò un suo processo di metamorfosi dove tutto il suo pelo svaniva, lasciando solo la pelle bianca di un umano. Beorn stava tornando al suo stadio normale, quello umano. Si ritrovò inginocchiato al freddo, tutto nudo, e respirando come da uno sforzo fatto al ritorno sulla sua forma originale. Il grande Beorn si sollevò in tutta la sua altezza, fissando la sua casetta in cui si erano rifugiati i Nani ancora assopiti nel loro lento dormire di quella notte. La mattina dopo arrivò con i primi nitriti di pony che correvano nella steppa erbosa esterna della dimora di Beorn. Le criniere dei puledri volteggiavano bianche e splendenti ai raggi del sole che illuminavano il cielo sereno e azzurro di quel dì, e trotterellavano spensierati alla vista di nessun pericolo. Un presunto falegname era intento nel suo solito lavoro di tagliare a metà tronchi di legna con sempre più foga. Sakura si agitava nel suo lenzuolo in mezzo alla paglia, sognando chissà quale cosa la divertisse. Un ape dalle grandi dimensioni si posò sul piccolo nasino della ragazzina, facendola svegliare di scatto senza emettere alcun urlo per evitare di svegliare gli altri. Una seconda ape le svolazzava ad un lato dell' orecchio, e fece per mandarla via con un lieve movimento del braccio. Sakura si mise seduta nella paglia, scoprendo che il suo Li che le era a fianco la notte era sparito insieme al resto dei Nani e dei suoi altri amici. Il rumore di legna che veniva tagliata giunse alle orecchie della cattura carte, che nell' indirizzare lo sguardo verso la cucina vide i Nani accalcati verso le finestre. La giovane fece così per seguirli constatando che ci fosse anche il suo gruppo tra i piccoli amici. Nel breve tratto che percorse fino alla cucina, Sakura roteava la sua testa nella grande stalla che si presentava ancora più luminosa nel legno costruito in essa. Il falegname di fuori continuava a spaccare tronchi di legna con maggiore forza e violenza, fino a quasi far vibrare il terreno.

Tra i Nani ci fu solo preoccupazione all' uomo che sbatteva con veemenza la sua ascia sui tronchi, in qualche modo pareva avvertisse i suoi ospiti di una loro scomoda presenza: << Dovevamo darcela a gambe. Filarcela dal retro >> ribadiva Nori malauguratamente: << Hey, tu. Io non scappo da nessuno, bestia o altro >> intervenne Dwalin duramente al suo compagno mettendogli una mano sul petto. Per poco che i due Nani non cominciarono ad azzuffarsi, passando per le mani, mentre gli altri cercavano di dividerli: << Non serve a nulla litigare. Non attraverseremo le Terre Selvagge senza l' aiuto di Beorn >> avvisava la tigre Kerochan per rimettere la calma nel gruppo e riponendo le uniche possibilità sull' uomo orso dalla forza sovrumana: << Saremmo catturati prima di arrivare alla foresta, eh! >> concluse il Guardiano passando lo sguardo in tutti i Nani e nei suoi compari. Tutti fecero dei cenni con la testa, scambiandosi occhiate attente al rischio che stavano per correre nel far intervenire a Beorn: << Hey, ragazzi, che succede? Cos'è questo rumore? >> chiese Sakura sbuccando in mezzo a Li e a suo fratello: << Sakura, eccoti qua. Ora, questo richiederà una gestione delicata >> fece per parlare Kerochan camminando in mezzo ai Nani per discutere sul piano: << Dobbiamo agire con molta prudenza. L' ultima persona che lo ha spaventato... è stata ridotta a brandelli! >> annunciava la tigre senza dare ancora spiegazioni alla ragazzina appena arrivata. I Nani si scambiarono ancora occhiate tra di loro, avvertendo una nota di tensione nei loro cuori: << Ma è terribile >> commentò Meiling impaurita: << Lo so. Io andrò per primo e, ah.. Sakura. Tu vieni con me >> disse Kerochan indicando alla ragazzina come sua accompagnatrice personale. Seguì un sospiro di sorpresa da parte di Li e di Yuki nel far mandare la cattura carte insieme a Kerochan: << Chi è che ci ridurrà a brandelli? Sono un po' confusa... >> un ennesimo colpo di ascia venne fatto cadere con violenza sui tronchi di legno, facendo echeggiare il ruomore con più risonanza fino alla cucina: << Sembra molto arrabbiato >> riferì Tomoyo preoccupata, sbirciando da una lieve fessura di una finestrella: << E' un rischio che dobbiamo correre, amica mia >> rispose la tigre. Sakura non perse altro tempo e fece per passare in mezzo a tutta la Compagnia, fino ad arrivare da Kerochan: << Ah... Ehm... E'..E' una buona idea? >> domandò lei già intuendo cosa le sarebbe aspettato: << Sì. Voi altri, invece, restate qui e non comparite fino al mio segnale >> << Bene. Aspettiamo il segnale >> disse Bofur già appostato davanti alla finestra e rispondendo a Kerochan che aggiunse: << E niente mosse improvvise o rumori forti, e non stategli addosso >> << D' accordo >> ricevette Nori: << E uscite solamente in coppia. Oh, ehm.. cosa..? No, anzi, Bombur. Tu vali per due perciò uscirai da solo >> avvisò al Nano grasso che masticava una carota dal nervoso che gli venne, annuendo all' ordine della tigre.

Quest' ultima ebbe un ultimo promemoria da ricordare alla Compagnia: << E ricordate: aspettate il segnale >> detto questo la tigre fece per uscire con l' amica: << Sakura >> la richiamò da dietro Li: << Cosa c'è? >> << Stai attenta, mi raccomando >> le augurò seriamente un buon consiglio il giovane cinesino. La ragazzina sorrise e annuì: << Va bene >> incamminandosi al fianco con Kerochan sotto gli occhi preoccupati di Toy: << Il segnale? >> << Certo, il segnale >> discussero alcuni Nani sull' ultima parola che disse il Guardiano: << Quale sarebbe il segnale? >> domandò Bofur confuso. I Nani si voltarono verso di lui con la stessa domanda che balenò nelle loro teste. Sakura e Kerochan discesero i primi gradini dell' uscita della cucina, e con coraggio si avvicinavano sempre più a Beorn. La piccola ragazzina indirizzava ogni tanto il suo sguardo verso il volto di Kerochan che sembrò cambiare espressione alla chiara immagine di Beorn, alto quasi quanto il portone dell' ingresso principale. L' uomo batteva con più violenza la sua ascia sulla legna da abbattere, rimanovrandola per i pezzi di legno successivi che metteva. Kerochan deglutì sul posto, poi riprendendo ad avanzare ed espirando tutto il suo fiato in fuori al timore della forza dell' uomo orso sperimentata sulla legna tagliata. Beorn era voltato di spalle da dove i suoi due ospiti stavano giungendo. Sulla sua schiena cresceva una coda di cavallo che era unita ai capelli marroni. Era a petto nudo, lasciandosi solo dei pantaloni e delle scarpe a vestirlo, mentre i muscoli della pancia e dei pettorali li faceva prendere aria. La tigre nell' avanzare lentamente cominciò a tossire: << Sei agitato? >> gli chiese Sakura: << Agitato?! >> disse Kerochan rispondendo con un tono frettoloso e stressato. La conferma gli venne al momento in cui il rumore dell' ascia gli fu più acuto. La tigre si fermò per poco nei passi, poi riprese ad assumere la camminata di prima, non perdendosi in certe domande: << Agitato? Che sciocchezza.. Buongiorno >> salutò infine all' uomo orso che era sovrastato nelle orecchie dal rumore dell' ascia che sbatteva sui tronchi. Beorn ancora non si girò, e Kerochan fece per avvicinarsi di un passetto. L' ascia lo mancò di un pelo dal muso nel mentre che veniva mossa da Beorn per spezzare in due un altro pezzo di legno: << Buongiorno? >> ripetè la tigre con una nota di lieve paura. Beorn posò l' ascia sul blocco di legno usato per dividere la legna, appoggiandosi ad essa dalla sommità dell' asta di legno: << Chi sei tu? >> gli domandò l' essere enorme con voce grossa quasi fosse un lupo. Kerochan vide per poco metà viso del mutapelle che pareva lo osservasse con la coda dell' occhio dal colore castano chiaro. La tigre fece per farsi riconoscere, chinandosi per poco con la testa: << Sono Kerochan. Kerochan il Saggio >> Beorn si voltò di scatto verso i suoi due ospiti, abbassando al terreno il ferro dell' ascia. Si mostrò in tutta la sua imponenza e grossezza nel fisico, ribattendo al Guardiano: << Mai sentito nominare >> rispose corto e poco interessato al voler discutere. La sua faccia era avvolta da una folta barba, ai contorni del viso, che si univa con la capigliatura adesso a tratti grigia. Le sopracciglia erano prolungate e grosse dai molti peli dalle quali le componevano.

Kerochan rimase confuso alla sua poca fama in quelle Terre dimenticate. Sakura per la prima volta fu sorpresa dal sapere che il suo amico era inesistente per una creatura possente come Beorn. Il Guardiano sollevò la testa, rimanendo per un attimo in difficoltà e preso dal panico da ogni possibile risposta che comunicava all' umano, temendo che si fosse trasformato da un momento all' altro in un orso nero. La ragazzina fece per nascondersi dietro ad un fianco della tigre, mentre questa prendeva a parlare nel presentarsi: << Sono un Guardiano. Avrai sentito parlare del mio collega e mago, Radagast il Bruno. Risiede al confine Sud di Bosco Atro... >> << Che cosa vuoi? >> chiese Beorn già sul punto di perdere la pazienza in chiacchiere, sgranando gli occhi per intimorire la tigre: << Beh, semplicemente ringraziarti per la tua ospitalità. Avrai notato che abbiamo trovato riparo nel tuo alloggio qui, ieri sera. Ehm.. >> << Chi è questa piccoletta? >> domandò Beorn stringendosi forte l' asta in legno, notando Sakura che fu allo scoperto non appena Kerochan si mosse per poco da una parte. I suoi amici furono presi dallo spavento: << L' ha vista, oh no! >> commentò Tomoyo: << Oh, beh, lei sarebbe Sakura Kinomoto di Tomoeda >> la presentò Kerochan con la giovane che si metteva a fianco alla tigre. Beorn ringhiò a denti stretti, sollevando di poco la lunga ascia: << Non è un Nano, vero? >> chiese l' essere con il sangue che gli ribolliva al provare odio per i Nani. Kerochan distrusse ogni dubbio del mutapelle: << Ma no, no. Lei è una ragazza, di buona famiglia e di impeccabile reputazione >> la giudicò benevolmente l' amico. Beorn riabbassò l' ascia ai suoi piedi, non staccandosi dall' asta: << Una ragazzina e un Guardiano. Come mai siete qui? >> chiese l' uomo alto con sospetto: << Oh, beh, il fatto è che abbiamo avuto una brutta esperienza con gli Orchi sulle Montagne >> spiegò la tigre: << Perchè vi siete avvicinati agli Orchi? Che stupida cosa da fare! >> << Hai assolutamente ragione.. >> disse Kerochan all' uomo-animale, agitando la testa su e giù. Bofur prese il gesto di Kerochan come il segnale che aspettavano: << Eccolo! Via, via, via! >> riferì il Nano alla finestra ai suoi compagni. Dwalin fece così per farsi avanti, prendendo anche suo fratello Balin per uscire allo scoperto. Kerochan si pietrificò al sentire dietro di lui dei passi che discendevano i gradini dell' uscita, e vide che spuntavano i due Nani Dwalin e Balin. Il mutapelle afferrò l' ascia furibondo, mentre i due Nani se la prendevano con calma nel mettersi in coppia e posizionarsi come si deve. Sakura roteò con lieve preoccupazione i suoi occhi prima sui Nani e poi su Kerochan al notare l' espressione di Beorn che ringhiava su di loro: << Oh no, e ora che cosa facciamo, Kero? >> gli chiese sussurrando la ragazzina: << Dwalin e Balin >> si presentò il primo per tutti e due. La tigre fece per giustificare il motivo al mutapelle: << Ehm, devo confessare che parecchi del nostro gruppo sono in effetti Nani >> disse il Guardiano con il sudore che gli colava dalla fronte: << Tu chiami due “parecchi”? >> chiese Beorn con le pupille che si dilatavano.

Fissava da una parte e dall' altra i due esseri che tanto detestava nella loro razza: << Beh, ora che la metti così loro.. ehm... Sì, sì, loro potrebbero essere più di due, ehm... >> fece per elencarli Kerochan. Altri passi si udirono dagli scalini, non avendo il tempo per la tigre di parlare, che già si presentarono altri due Nani sotto indicazione di Bofur sull' uscire allo scoperto: << Oh! Ecco altri della nostra.. allegra truppa! >> disse per accogliere Oin e Gloin che si misero a fianco alla prima coppia, chinandosi al cospetto dell' uomo mutatore. Beorn cominciava ad arrabbiarsi sempre di più, non abbassando mai l' ascia al terreno: << E tu chiami sei “una truppa”? Cosa siete un circo ambulante? >> domandò l' uomo schernendo il Guardiano che rideva nervosamente e agitando la coda per calmarsi. Due Nani nel capanno attendevano il via di Bofur, che accolse un segnale diverso nei movimenti della tigre gialla: << Via! Via, via! >> mosse il braccio alzato il Nano alla finestra facendo uscire Dori e Ori. Il gruppo della cattura carte rimase sconcertato dal vedere il lento scorrere dei Nani verso l' esterno, interpretando male l' avviso di Kerochan. La smorfia del mutatore di pelle si fece più grintosa al vedere altri due Nani che si riversarono insieme ai primi quattro: << Dori e Ori. Al tuo servizio >> disse il primo Nano per presentare lui e suo fratello, facendo un inchino anche loro a Beorn: << Non voglio il vostro servizio! >> << Assolutamente comprensibile >> aggiunse Kerochan per dar ragione all' energumeno davanti a lui: << Via, via >> disse ancora Bofur. Uscirono i due giovani e bei Nani, Fili e Kili, che misero a dura prova la pazienza del mutapelle che sollevò il ferro dell' ascia vicino alla sua faccia: << Ah! Fili e Kili, me ne ero dimenticato... >> in quel momento il Nano alla finestra guardò con un sorrisino da furbo il gruppo della cattura carte, e di conseguenza li spinse insieme a lui e agli altri Nani rimasti verso l' esterno: << Sì.. Li, Tomoyo, Meiling, Yuki, Toy... ehm.. Nori, Bofur, Bifur e.. Bombur >> concluse a fine presentazioni il Guardiano con un bricciolo di scombussolamento. Il gruppo di Sakura rimase con espressione seria, non agitandosi o emettendo alcun sorriso che potesse infastidire il mutapelle. Questo sembrò calmarsi alla vista degli umani che componevano la Compagnia dei Nani: << Non c'è altro? >> domandò Beorn con pacatezza mista a spazientamento. Guardò tutto l' intero gruppo che gli si era presentato agli occhi, richiedendo: << Ce ne sono ancora? >> come per dare un ultimatum ai membri che dovevano chiudere la compagine nel suo numero. L' ultimo Nano fece per farsi avanti. Barba lunga e capelli lunghi e ben pettinati di colore nero vivo che gli adornavano elegantemente l' espressione fiera che rivolse al mutapelle. Thorin si presentò con assoluta calma a Beorn, rispettando il consiglio di Kerochan sull' uscire uno alla volta. Il mutapelle strizzò un occhio ad un volto a lui famoso dalle sue parti.

Thorin sembrò quello tra i Nani che destò più sicurezza a Beorn, e presto l' intera Compagnia fece per riunirsi al bancone della cucina della dimora dell' uomo cambia pelle con tutta la sua ospitalità da offrire ai suoi ospiti. Beorn fece per servire del buon latte in enormi boccali a ogni componente. Era più interessato a Thorin, il quale rimase in piedi poggiato ad una colonna: << Così tu sei quello che chiamano Scudodiquercia.. >> notò Beorn finendo di versare il latte a Fili, poi ridirigendosi a servire gli altri Nani: << Dimmi, perchè Azog il Profanatore ti sta dando la caccia? >> << Secondo voi dovremmo affidarci a Thorin per farci riconoscere alla gente più avanti? >> bisbigliò Meiling al suo gruppo: << Ti ho sentita! >> sbottò Kerochan assumendo un ruolo di bassa importanza nelle parole della cinesina: << Tu sai di Azog... Come mai? >> chiese pensieroso il Principe Nano al mutapelle: << La mia gente è stata la prima a vivere sulle Montagne, prima che gli Orchi scendessero dal Nord. Il Profanatore ha ucciso quasi tutta la mia famiglia >> raccontò il mutapelle, indossante un abito scollato, e sorseggiando dal suo bicchiere il latte. Sakura sospirò tristemente alla storia dell' uomo mutatore. La ragazzina abbassò poi lo sguardo sulle catene che teneva ai polsi il mutapelle che proseguiva: << Ma alcuni li ha resi schiavi. Non per lavorare, capisci, ma per sport. Ingabbiare mutatori di pelle e torturarli pareva lo divertisse molto >> disse Beorn segnato da quella terribile esperienza di prigionia di Azog. Lo sguardo dell' energumeno si fermò da una parte nel mentre che versava con inquietudine il latte ad un Nano. Sakura fece per chiedergli dal posto seduta con Li: << Ci sono altri come te? >> << Una volta ce ne erano molti >> disse Beorn finendo di versare il latte ad un Nano: << E ora? >> gli richiese la ragazzina: << Ora ce ne solo uno >> rispose il mutapelle come il solo rimasto della sua razza. Kerochan e tutti i membri della Compagnia stettero ad ascoltare i consigli del padrone di casa che ricordava loro di affrettarsi nel viaggio: << Dovete raggiungere la Montagna prima degli ultimi giorni di autunno >> e fece per sedersi: << Prima che il Dì di Durin arrivi, sì >> aggiunse Kerochan. Thorin fece un' espressione come se qualcosa lo assillasse in continuazione ad un obiettivo che doveva per forza raggiungere: << Non avete molto tempo >> confessò Beorn al trascorrere dei giorni con il fatidico di essi quasi alle spalle, visto che mancava poco meno di un mese al suo arrivo: << Perciò dobbiamo attraversare Bosco Atro >> comunicò lo stesso Guardiano. Ma Beorn avvisava del pericolo che incombeva sulla strada che la Compagnia stava per incamminarsi: << Un' oscurità grava su quella foresta. Cose malvagie strisciano sotto quegli alberi. Io non mi ci avventurerei, se non per grande necessità >> << E' pericoloso, allora >> disse Tomoyo con Meiling al fianco che tremava tenendosi le braccia: << L' ultima cosa che voglio sentire è di mostri che strisciano! >> << Non c'è altro modo per attraversarla? >> domandò Toy.

La tigre ebbe la risposta già pronta: << Prenderemo la strada Elfica. Quella zona è ancora sicura >> << Sicura? Gli Elfi Silvani di Bosco Atro non sono come i loro parenti. Sono meno saggi e più pericolosi. Ma non ha importanza >> nel mentre Kerochan fissava insieme a Beorn il Nano Thorin che si era voltato di spalle al sentire la parola che proveniva da “Elfi”. Il Principe però riprese a guardare il mutapelle all' ultima frase che disse: << Che vuoi dire? >> gli domandò: << Quelle terre brulicano di Orchi, e il loro numero è in aumento. E voi siete a piedi. Non raggiungerete mai la foresta da vivi >> presagiva Beorn una tragedia che avrebbe colpito la Compagnia: << Se è vero quello che dice, temo che Azog ci inseguirà con un battaglione ai suoi piedi, al più presto >> disse Yuki preoccupato e dando ragione alle frasi del mutapelle: << Questa non ci voleva >> commentò Toy frustrato. I membri furono colti dal silenzio in tutta la bancata, lasciando Thorin con la faccia di chi non si sarebbe aspettato un intoppo del genere. Beorn si alzò d' improvviso e inaspettatamente dalla sedia, davanti a tutta la Compagnia che temeva ogni movimento dell' essere enorme e alto quanto il soffitto. Questi guardava con sguardo fulminante il Principe Nano, mentre Meiling e Tomoyo fecero per ritraersi all' indietro ad un possibile attacco della creatura, con gli altri loro amici che erano pronti ad intervenire in qualunque evenienza: << Non mi piacciono i Nani: sono avidi e ciechi. Ciechi verso la vita di quelli che loro ritengono più miseri di loro >> disse Beorn con voce minacciosa e grossa come sempre. Si avvicinava a Thorin, abbassandosi ad una trave del tetto della sua casa, poi prendendo un topino bianco che si era buttato nel tavolo dal braccio di Bofur. La grande mano del mutapelle racchiuse il piccolo animaletto lasciandogli scoperta la testa. Se avrebbe stretto ancora di più la mano, del topo non ne sarebbe rimasto neanche un bricciolo di pelo. La tensione si fece alle stelle per Tomoyo che chiuse gli occhi per non voler assistere ad un orrendo spettacolo che l' uomo orso stava per fare davanti agli ospiti. Thorin rimase con lo sguardo attento alle parole che Beorn diceva, e l' avrebbe capito di più con quello che voleva fare con la preda tra le sue mani, non temendo l' uccisione del topino da vero Nano duro qual era. Beorn guardò per un po' l' animale racchiuso e la sua voce ebbe una nota di lealtà al Principe: << Ma gli Orchi li odio di più! >> confessò avendo qualcosa in comune con Thorin che a tratti fu sollevato da un possibile aiuto del mutapelle: << Che cosa ti serve? >> domandò in conclusione per farsi dettare dal capo Nano l' indispensabile per raggiungere più in fretta la Montagna.

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Capitolo 6
*** Episodio 257: Il Cancello degli Elfi ***


I Nani vennero muniti dei pony di Beorn, e cominciarono a salirci nel giardino esterno insieme al gruppo della cattura carte, a parte Kerochan che se la faceva a piedi. Il tempo correva contro la Compagnia per la riconquista di Erebor e dovevano mettersi subito in marcia: << Su, forza. Si sale >> disse simpaticamente Yuki aiutando Tomoyo a stare in sella. Ognuno stava rispettivamente sui propri cavalli, ad eccezione di alcuni Nani che a corto di destrieri stavano insieme ad un altro loro compagno. Così come Sakura e Li, Tomoyo e Toy, e Meiling e Yuki, stettero in coppia sui pony, pronti a partire. Kerochan arrivò per ultimo con Beorn, osservando da un ripiano di una collina il gruppo che si preparava alla partenza. Il Guardiano voleva tenersi vicino al mutapelle per sapere se aveva ancora informazioni da dargli: << Lascerete i miei pony prima di entrare nella foresta >> avvisava Beorn a fianco alla tigre: << Oh, hai la mia parola >> rispose Kerochan. Il gracchio improvviso di un corvo in volo fece rimanere attenti i due che discutevano: << Siamo sorvegliati >> disse Kerochan con il mutapelle che ora scrutava guardingo la foresta: << Sì. Gli Orchi non si arrendono. Daranno la caccia ai Nani finchè non li vedranno distrutti >> << Perchè ora? Perchè il Profanatore striscia fuori dalla sua tana? >> domandò inspiegabilmente il Guardiano. Beorn fece per avvicinarsi faccia a faccia alla tigre, non smettendo ogni tanto di dare occhiate nei paraggi: << C'è un' alleanza tra gli Orchi di Moria e lo Stregone a Dol Guldur >> informava il grosso uomo: << Sei sicuro di questo? >> << Branchi sono stati visti riunirsi lì. Ogni giorno di più, sempre di più >> in quel momento Thorin si voltò verso l' ultimo membro che ancora si intratteneva con Beorn più indietro. Lo stesso valeva per Li che notò Kerochan che discuteva da una parte con il mutapelle, avvertendo uno strano presentimento in quella situazione. Yuki si avvicinò con il suo pony e Tomoyo dalla coppia Li e Sakura: << Hai avvertito anche tu l' aria dell' atmosfera com'è cambiata? >> domandò Yuki al ragazzino, tutti e due ai primi posti della sella sui loro destrieri: << Sì. Non so come, ma penso che Kerochan sappia qualcosa >> ammise Li seriamente.

Sakura guardò anche lei, da dietro il suo amato, preoccupata l' insistente discussione tra Kerochan e Beorn. Il Guardiano fissava al gruppo in fondo come se l' avessero scoperto nell' espressione attenta che pareva li avvisasse: << E cosa sai di questo Stregone, quello che chiamano il Negromante? >> chiese il Guardiano interessato e investigativo su questa minaccia: << So che non è quello che sembra >> confermò Beorn parlando di sbieco alla tigre: << Creature malvagie sono attirate dal suo potere. Azog gli rende omaggio... >> << Kerochan >> lo richiamò a gran voce Thorin interrompendo un' informazione importante che poteva estendersi: << Perdiamo tempo >> disse corto il Nano volgendo uno sguardo al cielo. La tigre fece per lasciare Beorn, ma questo lo frenò con altre informazioni: << C'è dell' altro. Recentemente si è sparsa la voce che i Morti sono stati visti deambulare vicino alle Colline Alte di Rhudaur >> << I Morti? >> domandò Kerochan con inquietudine al ritorno di possibili fantasmi che prima seminarono il panico a Gondor, e tornò ad avvicinarsi a Beorn: << E' vero. Ci sono Tombe su quelle montagne >> confessò quest' ultimo cupamente. La tigre si ricordò così delle parole di Lady Mizuki riguardo alla scoperta della lama Morgul, appartenente ai Nazgùl che furono distrutti un anno fa, e che con tutta probabilità i loro spiriti erano riusciti a ricostruirsi nei loro corpi dei più antichi Cavalieri Neri, sepolti e intatti nella zona detta da Beorn: << Quando Angmar cadde, gli Uomini del Nord sigillarono il suo corpo e quanto lui possedeva nelle Colline di Rhudaur. Nella profondità della roccia lo seppellirono. In una Tomba così oscura, che non sarebbe mai venuta alla luce >> Kerochan aveva letto in precedenza i tipi di sepoltura che diedero a coloro che discendevano dal regno di Angmar. Il corpo dello Stregone venne avvolto in bende, imbalsamato come le mummie e per una credenza che il suo spirito si fosse vendicato uscendo dal suo cadavere, gli Uomini del Nord avvolsero il corpo mummificato dello Stregone di Angmar con catene, mettendogli tra le braccia la sua spada. Lo gettarono come un sacco di patate in una bara scavata in un muro roccioso, all' altezza della profondità più bassa di un antico sepolcro delle montagne di Rhudaur. Infine chiusero lo sportello della bara in modo che quella Tomba non fosse mai riconosciuta da alcuna forza maligna. Senza nome e senza identità, la Tomba di Angmar fu dimenticata nei pensieri di tutti, vagando se non altro nell' oblìo dell' oscurità per secoli. Kerochan si staccò dai suoi pensieri, roteando gli occhi su Beorn, dando ragione al mutapelle con fare sinistro e inquietante alla macabra verità: << Sì. Sì, ci sono Tombe lassù >> annuì per forza il Guardiano. Beorn fece per un attimo voltare i suoi occhi cupi di nuovo sulla foresta, poi riprese a parlare alla tigre: << Io ricordo un tempo in cui un grande Male governava queste terre. Un Male potente abbastanza da resuscitare i Morti. Se quel Nemico è tornato nella Terra di Mezzo, gradirei che tu me lo dicessi >> disse il mutapelle tenendosi aggiornato con Kerochan sui fatti che accadono.

La tigre ripensò a Sauron, l' Oscuro Signore sconfitto con la distruzione dell' Unico Anello un anno fa, che portò guerre e sofferenza in quei territori della Terra di Mezzo. Ma la tigre si affidava alle parole del suo amico Spinel, che ribadì durante il Bianco Consiglio, che era del tutto impossibile che il vecchio Nemico dei popoli della Terra di Mezzo fosse riuscito a sopravvivere: << Spinel il Guardiano dice che non è possibile: il Nemico è stato distrutto e non farà ritorno >> rassicurava a Beorn che valutava più l' opinione che Kerochan pensava tra sé e sé: << E Kerochan il Saggio che dice? >> domandò questa sentenza alla tigre come se volesse metterla in un vicolo cieco. Il Guardiano giallo non seppe più cosa rispondere nel dubbio che gli misero le voci di Elrond e dello stesso Spinel su questa faccenda. Un' altra cornacchia gracchiò in lontananza nella foresta, avvisando a Kerochan che doveva proseguire. Thorin tirò le redini del suo pony cercando con lo sguardo di far richiamare la tigre perditempo. Sakura e così il resto dei suoi amici ascoltò quel verso con timore, come se qualche minaccia si stesse rimettendo sulle loro tracce ad inseguirli: << Andate ora, finchè avete luce >> avvisò Beorn a Kerochan sentendo il momento buono per farlo andare via: << Sì >> rispose all' ordine la tigre facendo i primi passi verso la sua Compagnia per passare in prima fila a dirigere il traffico. Un ululato si sentì echeggiare fino a quelle parti: << Chi vi dà la caccia non è tanto lontano >> concluse il mutapelle restando sul posto. Kerochan avvisò i suoi compari: << Su, muoviamoci >> e cominciò a correre come un giaguaro, seguito dai pony di dietro: << Reggiti >> << Sì >> rispose Meiling a Toy: << Tieniti forte, Bofur >> avvertì Dwalin al suo compagno in bilico sulla sella. Beorn stette a sorvegliare la foresta per la Compagnia che lasciava quel posto alla volta del sentiero di Bosco Atro. Una lunga fila di piccoli cavalli percorse a tutta birra le lande ondulate e verdi del paesaggio esteso oltre la casa di Beorn, lasciando l' ospitalità e il mutapelle stesso. Il sole splendente sembrava incoraggiare l' avanzata inarrestabile dei prodi guerrieri che erano determinati a liberare la Montagna Solitaria. Dopo un po', il cielo si fece grigio, e superando una piccola boscaglia, la Compagnia rallentò i pony alla vicinanza con una foresta che si presentò davanti a loro. La foresta era piena di tronchi spogli e alti, accuminati con spine sporgenti nel legno e nei suoi ramoscelli che si estendevano in alto. I molti tronchi che formavano un grossa parete spinosa, parevano alti quanto un gigante di pietra agli occhi dei Nani e del gruppo di Sakura. Quello era Bosco Atro le cui foglie crescevano in basse quantità su alcuni rametti più avanti. Kerochan condusse il suo gruppo verso l' entrata sicura che egli riferì a Beorn. Il Guardiano si staccò dalla Compagnia che sostava distante dalla boscaglia raccapricciante, e si avvicinò sotto ad un arco formato radicalmente da fusti di alberi di media grandezza e ben tenuti in salute. Poco più avanti al varco vi era un ripiano fatto della stessa struttura e colorità di quegli alberi.

Il lastrico che partiva dal varco era fatto di pianelle di una casa regale: << La Porta degli Elfi. Qui c'è il nostro sentiero attraverso Bosco Atro >> dichiarò Kerochan sotto all' arco ornato dalla decorazione della gente Elfica: << Nessun segno degli Orchi. La fortuna è dalla nostra parte >> disse convinto Dwalin scendendo dal suo pony. Una risposta però che il Nano non avrebbe dovuto dire visto l' inseguimento seppur a lunga distanza dei loro cacciatori. Kerochan emise un' espressione di avviso e tardiva alla sentenza di Dwalin, poi balenando lo sguardo verso una collina che scorse. Su di essa si posò Beorn, tramutato in un orso che volgeva il suo muso verso al Guardiano. Questi capì che i destrieri andavano restituiti al mutapelle che fece da segnale di promemoria alla tigre: << Liberate i pony. Che tornino dal loro padrone >> ordinò Kerochan a tutti i suoi compari. Fecero così per scendere dalle loro cavalcature, privando dei pony le selle sulle quali si sedettero: << Sembra che sia tutto tranquillo, anche se dovessimo attraversare quel sentiero, visto che è fatto dagli Elfi. Sì, siamo in buone mani >> disse Meiling seguendo le parole di Dwalin e notando il paesaggio avvolto nel silenzio e non prestando attenzione ai tronchi che si intrecciavano in modo minaccioso fra di loro: << No. Non mi pare che sia così >> rispose Sakura guardando con mistero la foresta e passando poco sotto l' ombra dei tronchi di essa: << Che cosa intendeva? >> si chiese la cinesina confusa su quale avvertimento prestare ascolto: << La strada potrebbe essere insidiosa. Dovremmo tenere gli occhi aperti nel cammino >> disse Li specificando il motivo del pensiero della sua amata. Gli amici intorno a lui lo guardarono come se fosse una guida saggia, mentre Sakura esaminava lo stato della selva secca all' ingresso di piante e foglie: << Questa foresta sembra... malata. Come se una malattia l' avesse colpita >> annotava la ragazzina visualizzando i tronchi elfici che terminavano con delle spine che erano cresciute in alto come ramoscelli selvaggi. Gli occhi scrutatori della cattura carte fissarono il buio della coltre di tronchi che si faceva sempre più inquietante tra gli angoli della foresta: << Non c'è modo di aggirarla? >> domandò lei come se ci fosse una seconda opzione: << No, a meno che non andiamo duecento miglia a Nord, o il doppio di quella distanza a Sud >> rispose Kerochan prestando attenzione agli aculei che alcuni tronchi gli rivolgevano addentrandosi più nella foresta: << Ha tutta l' aria di essere una di quelle foreste da “chi si ferma è perduto” >> commentò Toy inquietante: << Già, infatti. Non promette niente questa strada >> certificò Yuki con mistero. Tomoyo assunse una faccia spaventata alle parole dei due ragazzi, e Yuki se ne accorse, decidendo di tranquillizzare l' amica: << No, stai calma, Tomoyo. Finchè sarai con noi, non potrai perderti. Te lo prometto >> le disse queste parole confortanti, mettendole una mano incoraggiatrice sulla spalla: << Grazie, ragazzi >> rispose Tomoyo con un sorriso.

Ma Sakura dava ragione alla sua amica a preoccuparsi, ma preferì tenersi quel sospetto tra sé e sé. Kerochan scendeva dei gradini con cautela, notando con la coda dei suoi occhi che il buio un po' più avanti si faceva gradualmente più opaco. Toy e gli altri suoi amici, insieme ai Nani, proseguivano nel liberare i pony dalle provviste e dagli zaini che caricarono i piccoli destrieri. Sakura rimase in disparte, sul punto in cui era giunta per osservare la foresta, e fece per mettersi la mano in tasca, dalla parte dove custodiva la Carta del Destino. La sentì ancora nel suo materiale cartaceo che si manteneva intatta nella sua forma rettangolare. La tastò più volte con la mano che sembrava non dimenarsi dal contatto con quella Carta di Clow. Lievi sussurri di una voce sinistra le giunsero alle orecchie, facendo una faccia accigliata al timore del ritorno di uno strano sintomo che provò qualche anno fa. La Carta di Clow la fece riemergere per poco dalla superficie della sua tasca, volteggiandola più volte da una parte e dall' altra con gli occhi che si perdevano nel vuoto. Kerochan si trovò a dover esaminare il fianco di un grosso tronco, coperto da un cespuglio di foglie. Nel lento avvicinarsi ad esso, il Guardiano ebbe di nuovo in mente le parole caute di Lady Mizuki che lo metteva in guardia poco prima di partire da Gran Burrone: << Qualcosa si muove nell' Ombra, non visto, celato al nostro sguardo. Ogni giorno cresce in potenza >> la tigre osservò a bocca semiaperta la statua di una donna velata che posava da un lato del tronco grosso dell' albero, quasi fosse un cadavere pietrificato con le foglie che le crescevano intorno. Le parole attente di Mizuki lo avvisarono quando puntò al cespuglio che copriva parte del tronco: << Attento al Negromante. Non è quello che sembra! >> e con la bocca Kerochan strappò via una parte del cespuglio, mettendo alla luce dei suoi occhi un simbolo dipinto di rosso sull' arbusto. Si sentì come se un occhio di fiamme lo osservasse, mettendosi davanti a lui. Quella visione era data dalla somiglianza con lo schizzo che vi era, raffigurante la pupilla di un gatto in mezzo a un cerchio. Una scossa fece svegliare Sakura dal suo stato ipnotico nell' osservare la Carta, sentendo anche lei d' improvviso la presenza oscura di un vecchio rivale. Sakura tirò di scatto la testa con gli occhi che si staccarono dall' oggetto: << Va tutto bene? >> domandò Toy alle spalle della ragazzina vedendola immobile. Sakura si voltò di scatto e fece per rimettere la Carta in tasca senza essere notata dal fratello: << Eh, eh.. ehm... Sì, tutto apposto, perchè? >> << E' la terza volta che te lo chiedo. Sei diventata sorda, per caso? >> le chiese ancora Toy in modo ironico e allo stesso tempo serio. Li sentì nella voce di Sakura una nota di agitazione mentre la sentiva da lontano, dubitando che nascondesse qualcosa: << No, tranquillo. Ho detto che sto bene.. Mi era venuto il pensiero che avessimo dimenticato qualcosa da Beorn! >> giustificò la cattura carte. In quell' istante, Kerochan sbiancò al simbolo che poteva rappresentare l' Occhio di Sauron: << Se il nostro Nemico è tornato dobbiamo saperlo. Và alle Tombe sulle montagne >> gli fece da guida la voce di Mizuki come se lo stesse seguendo.

Il Guardiano riflettè un attimo sulle parole della donna e su ciò che gli disse il mutapelle, le cui frasi combacciavano anche sui dubbi di Mizuki. Kerochan era costretto a scoprire quel mistero: << Le Alte Colline... E così sia >> si disse lui annuendo alla decisione presa. Fece per fare dietro front, con i Nani che liberarono i pony insieme al gruppo della cattura carte. I piccoli destrieri facevano la strada per tornare alla dimora di Beorn con le nuvole all' orizzonte che avanzavano sul percorso al quale i Nani stavano per intraprendere: << Devo partire, mi dispiace >> disse la tigre sbucando dal varco degli Elfi per avvisare la Compagnia. Tutti da Sakura ai suoi compagni, fino ai Nani si voltarono su un cambio di decisione di Kerochan nel volerli seguire fin dentro la foresta, rimanendo un po' dispiaciuti dall' assenza del Guardiano: << Cosa? >> chiese Tomoyo sconcertata: << Non vorrai lasciarci? >> chiese Sakura delusa ad un altro allontanamento del suo amico: << Non lo farei se non fosse necessario >> rispose Kerochan scusandosi con tutti e attirandosi un' occhiata scomoda da parte di Thorin. La tigre superò Sakura al suo lato, ma poi si fermò sospettando qualcosa in lei. Si voltò verso di lei, e la ragazzina sembrò dapprima non incrociare gli occhi della tigre che ora la fissava come se la stesse studiando misteriosamente: << Sei cambiata, Sakura... Non sei la stessa ragazzina che ha lasciato Tomoeda >> disse a bassa voce Kerochan. Toy colse la stessa sensazione che Kerochan avvertì in sua sorella. I Nani rimasero confusi, Thorin invece sembrò capire il mistero che si celava nella giovane. Tomoyo, Li, Meiling e Yuki avvertirono una nota di preoccupazione nella loro compagna e amica di sempre che rimase ammutolita per un po': << Stavo per dirtelo... >> disse Sakura per non farsi ripetere la stessa scena dopo che fuggì dal secondo Gollum e ritrovandosi così con i suoi amici. Kerochan stette a orecchie parate per udire la sentenza della sua amica che balbettava: << Ehm... Io... ho avvertito qualcosa in quella Carta >> << Avvertito cosa? >> le domandò la tigre socchiudendo gli occhi su di lei. Questa si stringeva dalla tensione la Carta in tasca, non volendo dire a Kerochan che aveva sentito la presenza oscura dell' Oscuro Signore: << Che cosa hai avvertito? >> insisteva il Guardiano cercando di far dire a tutti i costi la verità alla ragazzina. I suoi amici stettero anche loro con il fiato sospeso notando la faccia quasi seria di Sakura: << Su, avanti, Sakura >> bisbigliò Li con sguardo concentrato. La giovane sorrise alla tigre, facendo così per rispondere: << Il mio coraggio... >> mentì lasciandosi stare la Carta che tastava e non credendo che Sauron la perseguitava di nuovo. La tigre fu convinta della risposta della sua amica, forse non notando nervosismo in Sakura. La pioggia cominciò così a liberarsi su di loro, come se anche il cielo stesse trattenendo il respiro alla frase che Sakura doveva dire: << Bene. E questo è un bene. Ti servirà >> le disse Kerochan soddisfatto del cambio di atteggiamento della giovane che sembrava decisa come nella precedente avventura nell' affrontare i pericoli.

Il Guardiano fece per spostarsi da davanti a Sakura, mentre questa riassumeva una faccia seria e riservata: << Vi aspetterò allo spiazzo prima delle pendici di Erebor. Tenete la mappa e la chiave al sicuro. Non entrate in quella Montagna senza di me >> avvisò a Thorin per toglierlo da ogni sua possibile azione propria, conoscendolo bene. Il Principe rimase zitto come se ci fossero ancora testimoni di Kerochan che stavano per avvisarlo di qualunque frase del Nano di subordinazione dell' ordine della tigre. Kerochan fece per mettersi pronto a partire, ravvisando ancora la Compagnia mentre la pioggia aumentava: << Questo non è il vecchio Bosco Fronzuto... C'è un ruscello nel bosco che contiene un oscuro incantesimo. Non toccate quell' acqua, attraversatelo sul ponte di pietra. La stessa aria della foresta è pesante: crea illusioni. Tenterà di entrarvi nella mente e sviarvi dalla strada >> << Sviarci dalla strada? Che cosa vuol dire? >> chiese Sakura. Il Guardiano si scuotè il pelo che cominciava a essere fradicio, e si tenne pronto a scattare: << Dovete restare sul sentiero, non lasciatelo. Se lo fate, non lo ritroverete mai più >> consigliò sopratutto a Thorin che rivolse le spalle alla tigre, scocciato dall' ordine che diede Kerochan sul non essere troppo impulsivo: << Qualunque cosa accada restate sul sentiero! >> disse quest' ultima cosa correndo già verso le distese all' orizzonte con i nuvoloni che lo accompagnavano. Thorin fece così per prendere le redini della Compagnia, dirigendosi già avanti verso l' entrata della foresta: << Coraggio, dobbiamo raggiungere la Montagna prima che il sole cali sul Dì di Durin. C'è solo una possibilità di trovare la Porta >> disse il Principe Nano smuovendo i suoi compagni a seguirlo: << Andiamo >> avvertì Li a Sakura per cominciare a varcare il Cancello degli Elfi insieme al resto del loro gruppo che ebbe solo degli zaini per ripararsi la testa dalla pioggia.

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Capitolo 7
*** Episodio 258: Bosco Atro ***


La Compagnia, senza Kerochan, si affrettava ad attraversare il varco degli Elfi oltre il quale si estendeva la foresta del Bosco Atro per migliaia di chilometri. I membri del grande gruppo poterono stare al riparo dalla pioggia sotto ai cespugli degli alberi più in fondo al sentiero, percorrendolo ignari dei pericoli che poteva presentare il Bosco. Dopo un po' di tempo, smise di piovere, e Thorin si fermò a dirigere il traffico sostando in un bivio coperto da foglie in entrambe le direzioni. Per un attimo non riuscì a trovare le pianelle della stradina sulla quale camminavano, e fece per spazzarne via una parte con la suola dello stivale: << Il sentiero gira da questa parte >> avvertì il Nano a capo della fila svoltando a sinistra. In fila indiana, i Nani e il gruppo degli umani seguirono al Principe Nano, passando in mezzo agli alti alberi che sempre più in fondo alla foresta trovavano con radici spinose che avvolgevano i grossi tronchi fino alla sommità. Tutti gli avventurieri osservavano con silenzio ogni arbusto che si presentava di una tonalità di colore sempre più scuro. Gli occhi della Compagnia fissavano la struttura alberesca con fare timoroso, e inboccarono sempre più curve che si affacciavano verso il vuoto di un crepaccio all' interno della selva che aveva sempre più foglie grigie che crescevano in quantità negli alberi, ma che impedivano al sole di illuminare il paesaggio circostante. Lievi raggi di esso riuscivano a filtrare sul sentiero dei dicianove compagni di viaggio che si tenevano alla larga da vicoli bui tra alberi di grosse dimensioni. Yuki alzò una specie di tendina fatta di foglie bagnate per far passare i quattro ragazzini dietro di lui che si impensierirono alla decorazione di quella radice a penzoloni sollevata dal loro amico. Proseguirono sempre nel gruppo di Thorin, prendendo una scorciatoia che si prolungava sotto ad un ponte creato da un tronco abbattuto. Una seconda ricerca del sentiero fece frenare ancora l' avanzata di tutti. Dwalin sbattè l' asta della sua ascia sul terreno, cercando di trovare le mattonelle del sentiero: << Per di qua >> riferì il Nano a Thorin e agli altri avvertendo un rumore diverso da quello soffice delle foglie, sapendo dove proseguiva il sentiero.

Tutti ripresero a seguire questa volta Dwalin, svoltando ancora a sinistra mentre l' oscurità del Bosco si faceva a tratti più fitta. Sakura venne aiutata da Li nello scendere un piano rialzato della strada, rimettendosi a seguire in silenzio i Nani davanti a loro. Passarono ore e ore a vagare in quella foresta, senza mai un attimo fermarsi per mangiare. Bofur cominciò così a sentire i primi sintomi di quel Bosco, come detto da Kerochan, cominciando a sentire l' aria pesante di quell' ambiente: << Aria... Ho bisogno di aria. La testa mi gira! >> si lamentò il Nano con l' eco della sua voce che gli ritornava alle orecchie. Delle lucciole spuntarono d' improvviso dalle foglie degli alberi e si dirigevano verso i membri della Compagnia che piano piano cominciavano a rimanere intontiti dal lungo camminare. La nebbia della foresta si fece sempre più densa lì in quella parte dove il muschio spuntava con più frequenza agli occhi di tutti: << Quand'è che ci riposiamo? >> domandò Meiling ridotta a uno straccio e sbadigliando dal sonno. La cinesina e il suo gruppo notò che la coltre di nebbia quasi gli arrivava alla pancia e di conseguenza i Nani corsero più avanti. Nel tratto in cui si presentò alla Compagnia, c' erano ai lati dei sostegni del ponte di cui Kerochan aveva indicato loro: << Trovato il ponte! >> << Il ponte >> dissero Kili e Bofur notando l' arco del ponte dalla stradina che discendevano. Ma non appena tutti si riversarono all' inizio del ponte, notarono che questo era distrutto per gran parte al centro, lasciando solo dei trampolini da una parte e dall' altra della costa: << Ma è distrutto >> aggiunse Sakura stando sul ciglio della parte del ponte e osservando la nebbia che vi era sotto che copriva il fiume che scorreva: << E ora che si fa? Siamo bloccati >> << Che guaio >> commentarono Li e Tomoyo: << Potremmo attraversarlo a nuoto >> suggerì Bofur. Sakura intanto fissava all' acqua del fiume, rimanendo alla vista di essa ipnotizzata come se stesse per cadere in un sonno profondo: << Non hai sentito cosa ha detto Kerochan? Una magia oscura sovrasta questa foresta. Le acque di questo ruscello sono incantate >> rispose Thorin rammentando al compagno della magia del fiume di sotto: << Non mi sembra tanto incantevole >> disse Bofur quasi per sdrammatizzare. Pareva che anche lui stesse per addormentarsi sotto l' incantesimo dell' acqua putrida con il tono di voce che si faceva un po' più sonnolento: << Dobbiamo trovare un altro modo per passare >> disse ancora Thorin passeggiando per la costa alla ricerca di una soluzione. La cattura carte si riprese per un attimo alle parole del Nano, poi ritornò ad essere attirata dalla magia del ruscello, fissandolo con incanto nell' acqua nera coperta in certi punti da piccoli petali degli alberi primaverili. Sakura si inclinò pericolosamente verso il fiume, rischiando di cadere da un momento all' altro. Li fece in tempo ad afferrarla per la mano e a fermare la caduta della sua amata che si riprese del tutto: << Non guardare in basso >> la avvisò attentamente. La ragazzina annuì dopo che si destò dal non rendersi conto di stare per finire con la faccia verso l' acqua.

Kili sembrò trovare la soluzione nel raggiungere il pontile, riuscendo ad afferrare una delle liane grosse che vi erano nel tratto che si affacciava nel fiume: << Questi rampicanti sono resistenti >> disse il giovane Nano pronto a darsi la spinta da un tronco: << Kili! >> ma lo richiamò Thorin da dietro: << Mandiamo prima i più leggeri >> accertò con sicurezza il Principe Nano non rischiando che le liane si spezzassero da subito. Tutti i Nani fecero così per voltarsi verso il loro quattordicesimo membro che ancora teneva stretta la mano di Li. Sakura era quella che risultava più leggera in peso, non portando pesanti abiti o attrezzi con sé: << Che c'è? >> domandò la ragazzina confusa dagli sguardi dei Nani. Questa fu la prima a dover attraversare il fiume, arrampicandosi sui rampicanti che trovava davanti a lei. Come mise un piede su una radice sospesa, questa cominciò a tremolare e Sakura dovette tenersi ad una liana sopra di lei per reggersi in equilibrio: << Mi raccomando non cadere >> le disse Toy ironicamente: << Hai bisogno d' aiuto, Sakura? >> le chiese poi Tomoyo osservando la sua amica in bilico: << Tutto bene... Non vedo alcun problema! >> ma nello slanciarsi in avanti per afferrare una seconda liana, Sakura finì quasi per tuffarsi nel fiume. I suoi amici e alcuni Nani mollarono sospiri di paura a quel rischio: << Oh no, Sakura! >> esclamò Yuki pronto a gettarsi per recuperarla. Si sporsero appena dal ciglio del ponte e videro la loro compagna che si tenne alla radice su cui era incrociando le gambe ad essa, e rimanendo a testa in giù verso il fiume. Mollarono così un sospiro di sollievo: << Stai bene? >> si accertava Yuki: << Uno c'è! Va tutto bene.. >> rispose la giovane su un problema riscontrato adesso, guardando le cose capovolte nella posizione in cui era. Fece per rimettersi bene con una capriola in aria, mantenendosi sempre stretta alle liane. Prese un po' di respiro e di seguito si lanciò verso un rampicante poco distante da lei, rimanendo attaccata a quello con lei che improvvisava a essere un ponte e restando ad un pelo di distanza dalla superficie dell' acqua. Sakura abbassò lo sguardo verso l' acqua, dove si vedeva rispecchiarsi nel suo vero volto. Fu di nuovo presa dall' incantesimo del fiume, e lentamente socchiuse gli occhi facendo una faccia assonnata: << Sakura, non guardare l' acqua! >> << Non guardarla! >> le dissero Li e Meiling vedendola per un attimo fissa verso il basso. La cattura carte fece per chinare sempre più la testa verso il fiume, ma poi si risvegliò dal suo stato e riprese così a continuare a superare nell' arrampicata ai rampicanti. Con un passo arrivò ad un mucchio di altre liane robuste, finendo di oltrepassarlo con qualche difficoltà nell' appoggiare i piedi su sottili radici. Si diede infine lo slancio finale verso la terra ferma, arrivando sana e salva a destinazione: << C'è qualcosa che non quadra. Non quadra affatto... State dove siete! >> avvertì la ragazzina intuendo qualche pericolo in quel momento.

Ma fece in tempo a girarsi verso i suoi amici che già li vide ammucchiati insieme ai Nani nelle catene dei rampicanti, che non avrebbero retto un peso maggiore. La Compagnia si agitava da una parte e dall' altra tra le liane, non riuscendo a scalarle più in alto: << Oh, forza! Non riesco ad aggrapparmi! >> disse Dwalin vicino alla superficie dell' acqua. Bofur fece così per lanciarsi come una scimmietta tra i rampicanti, facendoli oscillare pericolosamente e rischiando di far finire nell' acqua qualche suo compagno. Sakura cercò di strofinarsi gli occhi per destarsi dalla magia del fiume alla quale era ancora sotto incantesimo, ma sembrava che le forze la stessero indebolendo: << Resisti, Toy! >> gridava Yuki all' amico avvolto alle braccia da piccole liane che cercava di prendere una delle sue spade per tagliarle: << Sono attorcigliato! Voi restate ancora lì, non aggrappatevi alle... >> disse il ragazzo ad alcuni Nani rimasti dall' altro lato del ponte per non accalcarsi in massa sui rampicanti, ma questi non fecero finire la frase a Toy che già si lanciarono come scimmiette sui sostegni grossi in diametro: << ...liane. Accidenti! >> concluse dal nervoso Toy: << Ah, aiuto! Ho il piede aggrovigliato, Li! >> si lamentava Meiling per chiedere aiuto al cugino: << Non agitarti troppo o finirai nell' acqua! >> la avvisò invece il cinesino << Ah! Ma perchè? >> << Tomoyo, sarò da te in un attimo! >> disse Yuki per aiutare anche la sua amica di sotto che rimaneva immobile su una radice, non emettendo ancora un passo: << Non riesco a stare in equilibrio, aiutatemi! >> si diceva la ragazzina reggendosi ad un rampicante di fronte. Bombur emise malauguratamente uno sbadiglio già preda della magia del ruscello sotto a lui. Il Nano grasso si addormentò d' improvviso sull' altalena creata da un rampicante a cui era seduto, miracolosamente salvo dal cadere nell' acqua incantata. A fianco a Sakura ci fu Thorin, che fu il secondo ad atterrare nella costa sicura. Uno strano scricchiolìo di rametti si sentì di fronte ai due componenti della Compagnia per il momento salvi. Sakura si risollevò con tutta calma, fissando insieme a Thorin la cosa che vide distante da lei. Tra la meraviglia e lo stupore di Sakura, ecco che un cervo bianco spuntò da dietro un tronco in una collinetta. L' animale, raro da vedere, era illuminato dai raggi del sole nella bianca pelle che si portava. Il cervo bianco si fermò a guardare proprio Thorin e Sakura, e quest' ultima assunse i movimenti cauti per paura di poter far fuggire l' animale nel suo rimettersi in posizione eretta. Ma Thorin non si perse in imbambolamenti con la creatura bianca del Bosco Atro, e caricò lentamente una freccia sul suo arco, alzandolo in direzione del cervo in lontananza: << Che stai facendo? >> gli chiese Sakura nel lento scorrere del tempo notando il gesto del Nano. Questo non emise alcuna risposta e osservò dritto negli occhi il cervo davanti che cominciava a sbuffare dalle narici come un toro che stava per attaccarlo. Thorin attese negli occhi del cervo che vi fosse stato un mancamento dei riflessi dell' animale, e al momento giusto lasciò scoccare la sua freccia sotto gli occhi dispiaciuti di Sakura di veder morire una creatura così magnifica qual era.

Per fortuna del cervo, la freccia gli passò poco sopra il collo, mancandolo di un soffio, e avendo l' occasione per l' animale di fuggire fino al cuore della foresta. Sakura capì che Thorin non aveva alcuna intenzione di uccidere il povero animale, ma solo di allontanarlo: << Non avresti dovuto... Porta sfortuna >> disse la ragazzina osservando la figura del cervo che spariva tra gli alberi, sapendo che come le coccinelle un animale del genere portava del bene ai visitatori della foresta. Thorin si tolse di dosso ogni superstizione in cui credeva la cattura carte: << Non credo nella fortuna, noi ci creiamo la fortuna >> ribattè il Nano dietro a Sakura. Bombur stava russando nel suo dondolo di liane e cadde a schiena nell' acqua con un tonfo simile a quello che faceva un sasso grande. Questo creò nei Nani che cercavano di attraversare i rampicanti un ingorgo per via del loro compagno grasso che finì per addormentarsi sul fiume: << Dammi una mano >> disse Dwalin per afferrare Bombur dalle braccia insieme ad un altro Nano che lo doveva aiutare. La fortuna sembrò non stare dalla parte di Thorin e della Compagnia in quell' istante. Sakura diede un' occhiata pentitrice sull' aver fatto fuggire il cervo e per non aver fermato Thorin, e presto lei sapeva che i guai si dovevano ancora presentare. I Nani e il gruppo della cattura carte si risistemò nella terra ferma, tutti di nuovo uniti e proseguendo nel sentiero. Sei Nani trasportavano nel cammino una larga barella dove sopra ci stava il loro compare Bombur, ancora assopito nel suo sonno magico dopo che cadde nel fiume. I compagni che lo sostenevano facevano a fatica nelle salite della foresta, per poco che non cadevano rovinosamente a terra: << Noi dobbiamo riposare! >> disse Balin ormai allo stremo delle forze per far fermare la compagine. Passarono a fianco a dei funghi di un colorito diverso sul cappello mentre Gloin cercava di trovare le pianelle nascoste tra le foglie, sbattendo la sua ascia a terra: << Il sentiero...è sparito! >> avvisava il Nano anche lui con una nota di sonnolenza: << E allora trovatelo, scansafatiche!... Tutti, voi. Cercate il sentiero! >> ordinava il Principe Nano con la testa che se la sentiva pesante: << Ma che significa? >> gli chiese Toy barcollando per un po': << Abbiamo bisogno di fermarci >> aggiunse Yuki reggendo l' amico in piedi. Sakura si sedette su una radice del terreno, con la testa che andava da una parte e dall' altra. In seguito, tutti i Nani si fermarono su un punto in mezzo alla stradina, con quelli che reggevano Bombur che rischiavano di cadere sotto il suo peso dal sonno. Thorin si appese ad un rampicante robusto per evitare di cadere a faccia a terra, quasi fosse sceso da una giostra rotante: << Ma dove siamo? >> domandò Meiling con le palpebre che si serravano con forza. Sakura rimase con la testa china in giù, sentendosi mancare il sangue al cervello e per fare in modo che risalisse per far riprendere ossigeno alla testa. L' aria della foresta la stava sempre più mettendo in difficoltà, facendole sentire anche delle specie di risatine alle orecchie. Le illusioni la stavano prendendo. Ma quei rumori estranei a lei si sentirono di nuovo alle sue orecchie, convincendosi di non stare delirando: << Eh? Che cos'è? >> si chiese la cattura carte intontita del tutto.

Quei rumori parevano venissero da sopra la foresta, dai rami per l' esattezza: << Voci... Voci! Le sentite? >> domandò la ragazzina al gruppo e sentendo la sua voce che le rimbombava in testa, scombussolandola ancora di più nella confusione più totale. Ma nessuno riuscì a udire le voci che Sakura affermava ci fossero: << Io non sento niente... Non c'è vento... Non c'è canto di uccelli. Che ore sono? Che ore sono? >> chiese Thorin: << Io non lo so. Non so nemmeno che giorno è... >> rispose assonnato anche Dwalin che reggeva la barella tra i suoi altri cinque compagni. Li si scosse la testa per provare a svegliarsi di nuovo, anche lui avvolto nella magia oscura di Bosco Atro: << Sakura.. Hai trovato qual... cosa? >> chiese Tomoyo barcollante anche lei dagli sbadigli. Vide che l' amica si era avvicinata con la faccia rivolta ad una parete, e fissava in modo interrogativo delle ragnatele che erano lì: << Ci stiamo mettendo troppo.. troppo! Non ha fine questa maledetta foresta! >> alzò la voce Thorin avendone ormai abbastanza di quel labirinto infestato, senza nenache un pizzico d' aria pura che gli arrivava: << Niente che io veda! Solo alberi e ancora alberi! >> disse Gloin strazziato: << Potete abbassare la voce? Non riesco a... dormire >> disse Meiling rannicchiata da una parte con Tomoyo: << No, che fate? Dobbiamo stare in piedi e... oh... >> nel tentativo di svegliarle, Li si vedeva la vista offuscata, accennando sempre più al dormire: << Là! >> esclamò Thorin scorgendo una via di fuga: << Da questa parte... >> e cercò di sostenersi nella camminata su radici ai lati della stradina: << Ma Kerochan ha detto che... >> << Fate come vi dico, seguitemi! >> continuò Thorin scansando Ori che tentava di parlargli mentre proseguiva in fondo per un' altra via. Sakura pizzicò più volte la ragnatela, come un anti-stress. Al secondo strappo che diede alla tela bianca, questa oscillò con più frequenza, fino a propagare le onde verso l' alto delle foglie degli alberi. Tra queste vi era un intreccio di ragnatele. Il moto oscillatorio che si espandeva in esse per via del continuo pizzicare di Sakura, fece in modo che le voci che lei sentiva si alimentarono sempre di più. Sembrava fosse una rete di collegamenti con fili di scatole che si usavano in precedenza per tenere in comunicazione due persone, per improvvisare ad un telefono semplice. La ragazzina rimase ancora confusa alle strane sibilazioni delle voci, non intuendo a chi potessero appartenere: << Sakura... Sakura! >> la voce di Li le giunse come un eco lontano. La cattura carte si voltò dietro e non vide più nessuno: << No... No. Aspettate! Aspettate! Fermi. Non possiamo.. lasciare il sentiero. Dobbiamo restare sul sentiero! >> avvertiva la giovane al suo gruppo che si allontanava più in fondo insieme ai Nani: << Dai, Sakura, ti stiamo aspettando! >> le disse Yuki in fondo.

Sakura si poggiò ad una roccia, rimanendo per poco appiccicata ad essa per via delle tele di cui era avvolta. La giovane si staccò dal masso, senza rendere conto di ciò, con la testa che le stava per esplodere dal riprendere a camminare. I Nani per risalire un pendio che si affacciava nel vuoto al loro lato, si passavano a vicenda la barella con Bombur sopra. Alla fine, tutta la compagine si ritrovò a gironzolare singolarmente nel labirinto della foresta che sembrava aver fatto svanire il sentiero sotto terra: << Non ricordo questo posto. Io non riconosco niente >> << Dev' essere qui. Non può essere sparito! >> disse Dori con preoccupazione dopo che Balin si stava sempre più per scocciare dal passare di via in via: << A meno che qualcuno non l' abbia spostato! >> << Non è nemmeno qui! >> dissero rispettivamente Dwalin e Ori, anche loro a corto di risultati positivi sul ritrovare il sentiero nascosto. I membri si ricomposero in fila indiana e continuarono a vagare sperduti tra la foresta, giungendo ad un punto dove il sole cominciava già a farsi vedere come se fosse già mattina. Sakura si guardò i piedi e vide che stavano camminando all' indietro mentre lei si vedeva il paesaggio davanti che le passava dritto. L' illusione della foresta non le diede un attimo di tregua, facendola stare ancora più in ansia dal temere di non riuscire più a trovare una via d' uscita. La ragazzina si voltò dietro di lei dal Nano Dori, ma invece vide che al suo posto c' era un' altra lei. A quel punto capì che gli incantesimi senza sosta del Bosco Atro cessavano non appena sarebbe uscita da esso. L' impresa le sembrò tanto impossibile a tal punto di lasciarsi andare al voler dormire in piedi. Le bastò risollevare la testa per distruggere l' illusione che la assillava. Ori fece per raccogliere da terra un oggetto perso da un suo compagno di davanti: << Guardate >> << Un portatabacco... Ci sono Nani in questi boschi >> aggiunse Dori dimenticandosi della sua vera identità, dimenticata nel vortice magico della foresta, e prendendo il portatabacco dalle mani del fratello: << Nani delle Montagne Blu, niente di meno! Questo è esattamente come il mio... >> disse Bofur sotto amnesia. Li cercò di destare il Nano per non fargli perdere la memoria del tutto riguardo all' oggetto che sicuramente gli apparteneva: << Perchè è il tuo, lo capisci? Stiamo girando intondo. Ci siamo persi >> gli disse il cinesino. Sakura si sentì come quella volta in cui si perse insieme al suo amato nel labirinto roccioso nei pressi di Mordor, temendo come allora che qualcosa li stesse seguendo prima di trovare una via di fuga: << Non ci siamo persi ci dirigiamo a Est >> ribatteva Thorin al ragazzino: << Ma da quale parte è l' Est? Abbiamo perso il sole >> diceva Oin intontito come gli altri: << Pensavo che l' esperto fossi tu... >> diceva Dwalin presuntuosamente al suo compare. La cattura carte ebbe così l' illuminazione, data dai raggi del sole che scorgeva tra le foglie di un albero sopra di lei. Una speranza di salvezza forse poteva ancora averla in quel momento, avendo ora un punto di riferimento: << Il sole... Dobbiamo trovare il sole... Lassù. Dobbiamo oltrepassare la volta >> indicava Sakura la via in superficie sopra agli alberi.

Ma i Nani cominciarono a spintonarsi e a litigare tra loro come se fossero ubriachi nella loro calca, non ascoltando le parole della ragazzina. In seguito anche Toy insieme a Yuki ingaggiarono innocue lotte tra loro, senza passare ai pugni veri: << Hey, lasciami, Toy! >> << Ma che fai? Sei impazzito, forse? >> si dicevano i due pronunciando le parole con lentezza: << Perchè mi guardi in quel modo? Che cosa ti ho fatto, eh? >> << Basta, Meiling. Lasciami... >> disse Tomoyo alla sua amica, entrambe con il sonno sulle loro facce, mentre la cinesina cercava di toglierla Li per le gambe da Tomoyo. Una bolgia a rilento si propagò tra il gruppo enorme, mimando liti buffe. Thorin fu l' unico a non essere coinvolto nel combattimento con i suoi compagni. Sentiva adesso le voci che Sakura riuscì a sentire prima. Voci che sussurravano alle sue orecchie per qualche altra illusione che la foresta lo colse. Ma il Nano si sentiva qualcosa di più pericoloso dietro: << Co... Cos'è? >> disse tra sé e sé, pensando tra il brusio di quelli che erano dietro: << Ora basta! Silenzio! Dico a tutti! >> sbottò infine il Principe, riavendo la calma tra i membri. Toy e Yuki smisero a loro volta di spintonarsi e si ricomposero sereni alle urla del Nano. Li e Tomoyo fecero lo stesso per prestare attenzione: << Che succede? >> domandò la ragazzina nel momento in cui Meiling venne lasciata di botto dal cugino che la teneva dalle gambe, facendola cadere a pancia a terra: << Siamo osservati... >> rispose corto Thorin alla sensazione che Sakura si sentiva prima.

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Capitolo 8
*** Episodio 259: Mosche e ragni ***


Sakura cominciò a scalare da sola l' albero sopra di lei, senza che i suoi compagni se ne accorgessero. Tra i rami in cui si arrampicava vi erano sempre più ragnatele che avvolgevano le parti dell' arbusto, così come nella foresta più in fondo si estendevano ancora più fitte. La ragazzina continuò indisturbata la sua scalata per riuscire a vedere il sole di fuori. Fu proprio sotto la chioma dell' albero con le foglie poco sopra la sua testa, e incominciava già a sentire dei canti di uccelli nel mondo esterno alla quale fu fino a quel momento privata della vista. Sakura fece così per riemergere lentamente la testa da sopra la cima dell' albero, chiudendo gli occhi, e sentendosi nei polmoni l' aria fresca di quel mondo che si schiantava sulla sua faccia. La ragazzina inspirò e buttò giù regolarmente il suo fiato, come se stesse cominciando a riprendere ossigeno. Sakura riaprì gli occhi, vedendo la meraviglia che si presentava alla sua vista. Fu risollevata dal fatto di riprendere a respirare come sapeva fare normalmente, ma lo fu ancora di più quando mille farfalle blu fuoriuscivano intorno a lei dalle foglie degli alberi d' autunno con la luce del sole che inondava qualunque cosa. In tutta la sua vita si sentiva di non avere mai vissuto ad uno spettacolo del genere, ridendo come una bambina allegra per la prima volta: << Wow! Sono stupende >> pensò lei nell' osservare le farfalline blu che le furono nel volo a pochi metri di distanza dagli occhi. In fondo vide il sole, nella sua più totale bellezza, che tramontava verso una distesa di catena montuosa che si prolungava oltre ad un grande lago. L' aria da sopra quell' altezza passava senza mai fermarsi, muovendo le foglie della foresta con un movimento rilassante. Il panorama era reso ancora più mozzafiato dal cielo a tratti azzurro e rosso del tramonto al quale Sakura stava assistendo, e che avrebbe voluto condividere con i suoi amici: << Riesco a vedere un lago! E un fiume! >> avvertì la ragazzina a gran voce verso il basso. Vide il grande lago in un bacino racchiuso dalle montagne più avanti e a sinistra, come girava la testa, notò la foce del fiume della foresta che si apriva nel bacino davanti a lei. Sakura abbassò un cespuglio che gli impediva di osservare un altro punto dell' orizzonte, vedendo la famosa vetta che doveva raggiungere: << E la Montagna Solitaria! Ci siamo quasi! >> disse la ragazzina.

Il monte era coperto sulla punta da nuvole, ma Sakura riuscì a riconoscerlo, vedendo già la sua immensità in altezza: << Mi sentite? So da quale parte andare! >> disse ad alta voce ancora la cattura carte per avvisare la Compagnia che era rimasta sotto. Fece per tendere un orecchio verso il basso, sentendo dei rumori di ramoscelli che venivano spezzati: << Ci siete? >> domandò di nuovo ai suoi, non ricevendo ancora risposta da nessuno. Lo scricchiolìo di rametti lo udì anche da un' altra parte, esattamente poco più avanti a lei. Le foglie degli alberi si muovevano più bruscamente in fondo, ondeggiando verso la sua direzione di albero in albero. Sakura aggrottò la fronte dal mistero, suscitando qualcosa di inquietante in arrivo: << Ci siete? >> ripetè tra sé e sé. La giovane fece per riabbassarsi sul posto in cui era con molta cautela, mentre le onde che si spargevano dalle chiome degli alberi si facevano sempre più vicine a lei. Cercò di individuare chi stava arrivando, accovacciandosi dal ramo grosso cui era poggiata per scrutare la foresta oscura. Non notò nulla e avanzò di un passo, ma qualcosa le teneva il piede. Abbassò lo sguardo vedendo un cumulo di ragnatele che le si era impigliato intorno al piede come una colla: << Oh, no. No, no. No, dai! >> disse Sakura cercando di togliersi di dosso la ragnatela, ma finì con l' inciampare su sé stessa, cadendo tra le sue grida dal ramo in cui era. Sbattè la pancia su un altro di sotto e scivolò su un terzo ramo, mancando la presa su quest' altro e finendo per tenersi sulla punta del ramoscello ancora più sotto, attutendole l' impatto con esso con un letto fatto interamente di tele di ragno. La giovane rimase per un po' dondolante nel rametto, rimanendo a penzoloni nel vuoto. Si voltò davanti, visualizzando la creatura che aveva tessuto tutte quelle ragnatele che vedeva nella foresta in cima. Un ragno dalle dimensioni enormi si rivelò da dietro una cortina di tela agli occhi della ragazzina, che con dose di ribrezzo mollò una smorfia impaurita all' essere mostruoso che aveva già le fauci e i denti spalancati su di lei. Il ragno gigante ruggì spalancando le zanne bianche, facendo strillare Sakura dal terrore di rivedere una creatura del genere. Questa si mollò dal rametto, cadendo ancora più verso il basso. Rimase però appiccicata nella schiena da un altro lettino di ragnatela, rimanendoci incollata e in trappola. Fu come una mosca finita nella tela del ragno nel mentre che cercava di liberarsi. Il ragno le fu subito addosso, discendendo a tutta velocità la tela che aveva preparato per attendere le sue prede. Il grosso insetto avvolse la ragazzina viva, chiudendola con le sue zampe in un bozzolo formato dalla tela nella quale era finita. Sakura vide nient' altro che buio per un po' di tempo, non riuscendo più a respirare e svenendo all' interno del bozzolo stesso, chiusa come un sandwich.

Pensava che si fosse allontanata troppo dal suo gruppo che non si era ancora accorto della sua assenza, ora ormai presa da un ragno gigante. Più in fondo nel cuore della foresta, uno sciame di ragni appendeva sopra ai rametti i corpi imbalsamati delle prede che riuscirono a trovare nei paraggi. In quei bozzoli c' erano i Nani, così come gli amici di Sakura, e anche loro sperimentavano per la prima volta il terrore di finire tra le grinfie di ragni giganti. Tutti erano immobili, avendo perso conoscenza da un assalto improvviso delle creature che ora abitavano Bosco Atro. La notte era calata, facendo così svanire ogni speranza per la cattura carte e i suoi amici di rivedere la luce del giorno, ritrovandosi in balìa dei terribili mostri. Alcuni ragni giganti finivano di avvolgere i restanti Nani sui rametti, creando un grosso filo dai loro pungiglioni per attaccare a testa in giù i corpi. Sakura era trascinata dal ragno che l' aveva presa per i piedi, sempre tenendola racchiusa dentro al bozzolo, verso la giungla di ragnatele che si presentava. Sakura giaceva nella sua tela a forma di sarcofago, assopita nel suo sonno temporaneo. Il ragno gigante mollò i piedi della cattura carte aprendo le sue fauci, e cominciò a portarsele verso il corpicino di Sakura per mangiarla viva. La creatura si posizionò sopra di lei, ma la cattura carte riuscì a riprendersi in tempo, ansimando alla vista della tela nella quale finì per la seconda volta imbalsamata. Vide gli occhioni del ragno che la fissavano minacciosamente, ripensando per un attimo al primo che aveva incontrato. In quel breve tempo in cui pensò presa dalla paura, Sakura si accorse che il ragno stava per pungerla mortalmente con il pungiglione. La ragazzina fece così per estrarre Pungolo nel poco spazio che aveva, e diresse la lama verso il petto del ragno, creando un buco nella tela. L' orribile creatura emise un verso strozzato, tentando di addentare la sua preda che spingeva sempre più in fondo la sua spada nel torace del mostro, mantenendolo a distanza. Sakura girò la sua lama elfica con il mostro impalato verso il vuoto, facendo cadere il ragno morto verso il basso. La carcassa della creatura sbattè su un ramo prima di atterrare con un gran tonfo a terra. Sakura si era sbarazzata per la prima volta da sola di una delle creature che l' avevano messa ko in precedenza. Si tolse in fretta le ragnatele dalle quali era rivestita per andare in salvo dei suoi amici. Sollevò gli occhi sopra di lei, notando i ragni che si radunavano verso un punto, mollando i loro bozzoli originari, come se richiamati da qualcosa. La giovane notò già i primi corpi imbalsamati di alcuni suoi compagni, riconoscendo quello di Thorin completamente avvolto dalle tele soffocanti. Non era ancora il momento di uscire allo scoperto, e Sakura fece per nascondersi dietro al tronco spezzato di un alto arbusto. Chiuse gli occhi abbassandosi perfettamente nello spazio creato dal tronco, mentre un ragno dalla sua parte opposta risaliva la schiena del nascondiglio che si era trovata, rabbrividendo al solo pensiero di trovarsi una tarantola sulle braccia. Il traffico di ragni continuò in modo che la ragazzina avesse via libera per attaccarli alle spalle. Ma come poteva fronteggiarli tutti insieme? Doveva rendersi invisibile, pensò. E subito la sua mano prese la Carta del Destino che teneva in tasca, facendo affidamento ad essa del suo potere di farla sparire.

Si tolse il ciondolo dal collo, richiamando allo scettro magico e per toccare la Carta del Destino al suo incantesimo. Con lieve voce, Sakura disse il nome della Carta e venne avvolta subito dalla cortina d' invisibilità dell' oggetto di Clow, riavendo la vista a tratti ondulante nelle cose che vedeva. Le voci che sentì prima, adesso le giunsero alle orecchie con chiare parole con tono sibilante, capendo da dove provenivano: dai ragni! Questi parlavano tra loro nella loro lingua fino a quel momento sconosciuta a Sakura, riguardo al voler mangiare il gruppo suo: << Uccidiamoli! Uccidiamoli! >> << Mangiamoli finchè il sangue circola >> dissero perfidamente due ragni tra il loro branco. Uno di loro si posò su uno dei corpi dei Nani, tastandoli e leccandosi i baffi dall' aver prima o poi messo le loro fauci nella carne dei piccoli esseri: << La loro pelle è dura, ma c'è del buon succo dentro >> << Pungoliamoli. Pungoliamoli di nuovo >> << Finiamoli! >> insistettero tra di loro. Il Nano nella quale si posarono si risvegliò di soprassalto, cominciando già ad agitarsi dal terrore. Mollò una piedata nel muso di una creatura vicino a lui, allontanandola per poco: << Ah! La carne è viva e scalcia! >> << Uccidiamoli. Uccidiamoli subito! >> risposero i ragni nell' affrettarsi col mangiare le loro prede che si sarebbero riprese ad agitarsi nel bozzolo in cui erano. Sakura ebbe l' occasione di alzarsi in piedi non vista da nessuno dei mostri, e ad avvicinarsi piano piano dietro al mucchio di ragni che circondavano di nuovo le loro prede appese a testa in giù: << Facciamo festa! Festa! Festa! Festa! >> << Festa! >> disse la voce di un ragno alle spalle di Sakura che rantolava nel correre a testa in giù nella parete fatta di ragnatele. La giovane si abbassò al passaggio del grosso mostro dietro di lei, mancando per poco di sbattere la sua testa contro la fronte del ragno, nonostante lei fosse invisibile ma non trasparente: << Mangiamoli vivi! >> continuava in modo minaccioso l' ultimo ragno. In poco tempo molti più esseri mostruosi furono intorno ad ogni componente della Compagnia. Sakura prese accanto a lei un pezzo di un tronco che ritrovò casualmente vicino. Fu un ottimo oggetto per distrarre i ragni, e fece per lanciarlo il più lontano possibile. I mostri a otto zampe si staccarono dalle loro prede, sentendo un tonfo ravvicinato ai loro sensi: << Che cos'è? Che cos'è? >> << Che cos'è? >> << Laggiù >> << Laggiù! >> << Mangiamoli vivi! >> << Assaggiamo il sangue! >> sibilavano in lontananza i ragni, disperdendosi verso il rumore che li aveva attirati. Solo uno di loro era rimasto nel luogo delle loro prede, volendo addentare una di esse: << Grasso e succoso! >> commentò l' essere gigante togliendo da un ramoscello quello che sembrava Bombur imbalsamato da testa a piedi, poggiandolo sotto di lui. Sakura non ebbe altra scelta se non quella di affrontare il ragno che stava per far del male ad un suo compagno di viaggio: << Solo un assaggino >> disse ancora l' essere nel pregustare la sua carne prelibata.

Sakura non perse altro tempo dirigendo, dopo averle dato un' occhiata certa, la lama della sua spada elfica di sempre verso il posteriore del grosso mostro che si bloccò nell' affondare il suo pungiglione sul corpo del Nano. Il ragno si girò con le zampe che si muovevano velocemente dietro di sé, andando alla carica di una forza sconosciuta. Sakura si difese come poteva, scagliando fendenti di spada sulle zampette anteriori del ragno, non avendo più paura di animali del genere. Il mostro si vide una sua zampa che gli veniva staccata inspiegabilmente dal nulla, infuriandosi ancora di più alla forza misteriosa che non riusciva a vedere: << Maledetto! Dov'è?! Dov'è?! >> disse l' essere balenando i suoi otto occhi dappertutto, non trovando niente. Sakura toccò la Carta del Destino con il becco del suo scettro, smettendo così di essere invisibile al suo avversario: << Qui >> rispose lei ridendosela furbamente alla faccia del mostro. Con lo scettro e la Carta nella mano sinistra, Sakura fiondò Pungolo dritto nel muso del ragno che si era lanciato all' attacco della ragazzina: << Ah! Pungola! Pungola! Ah! >> si lamentò l' essere cadendo nel vuoto dopo che la giovane estrasse l' arma da lui. Il ragno dolorante sbattè su un tronco di sotto, poi attutito nella caduta da un soffice letto di ragnatela, finì per toccare il terreno: << Esatto, Pungolo. Un bel nome, vero? >> disse la giovane ironicamente alla carcassa del ragno. Rivolse un' occhiata ai suoi compagni che dovevano essere salvati in fretta, girando da un altro lato la lama elfica: << Avanti >> si incoraggiò lei nel salvare la Compagnia. Bombur era già rotolato verso il basso, salvandosi nella caduta dalle tele di sotto. Sakura maneggiò Pungolo all' altezza dei fili che tenevano attaccati ai piedi i suoi compari, staccandoli dai ramoscelli ai quali erano appesi. Uno alla volta, i Nani cadevano sotto fino al terreno, rallentando la loro caduta nei cuscini di tela. Sakura arrivò così dai suoi amici di sempre, liberandoli dai loro bozzoli allo stesso modo dei Nani: << Eccomi qua, ragazzi >> disse lei tagliando di netto i fili tesi. Il suo gruppo cadeva come piume verso il fondo, ora al sicuro da qualunque altro mostro. Sakura balzò da un ramo ad un altro, tagliando gli ultimi bozzoli a penzoloni. Infine, l' intera Compagnia si trovò nell' agitarsi tra di loro, scalciando e muovendosi per liberarsi a tutti i costi della trappola imbalsamatrice dei ragni: << State tutti bene? Bofur? >> domandò Gloin destandosi con gli altri dal sonno profondo: << Io tutto a posto! >> << Levati di dosso! >> esclamarono Balin e Thorin nel cominciare a sbuccare la testa dalle tele e liberarsi del peso di alcuni loro compagni. Anche Toy e Yuki furono tra i primi a liberarsi: << Siamo liberi! >> << State bene voi? >> dissero rispettivamente Yuki e Toy ai tre ragazzini: << Sì! Aria, finalmente! >> commentò Tomoyo. I due cugini finirono di liberarsi di gran parte delle loro ragnatele, poi Li fece per mettersi alla ricerca della sua amata: << Dov'è Sakura? Sakura! >> << Sono quassù! Ah! >> rispose lei da sopra un ramo prima che un ragno le sbucasse da sotto.

Il ragno atterrò all' indietro la ragazzina con la sua carica, e le fu di nuovo sopra pronto a ucciderla. Sakura fu lesta a dirigere di nuovo Pungolo sul muso del mostro, infilzandolo a sua volta. Il ragno, prima di cadere verso il basso da una parte, avvolse tra le sue zampe la povera cattura carte, finendo insieme a lei cadere verso il fondo. La carcassa del ragno fece da scudo a Sakura nello sbattere contro i ramoscelli grandi. In un terzo colpo che diede ad un ramoscello, Sakura vide che dalla sua tasca volò la Carta del Destino. Fece per cercare di recuperarla, ma il ragno che la teneva la trascinò in un' altra traiettoria mentre la Carta cadeva in aria distante dagli occhi della sua protettrice. La giovane toccò sana e salva il terreno, liberandosi dalla stretta del ragno morto, e andando subito alla ricerca della Carta magica tra il fogliame ai suoi piedi, non trovandola ancora. I Nani e il suo gruppo si era finalmente liberato delle tele dei ragni, e fecero in fretta per scappare dai dintorni sapendo di aver attirato i restanti ragni: << Ho sentito Sakura! >> disse Li agli altri sentendo che la sua amata era in giro: << Dove è andata adesso? >> chiese Toy cercando di individuarla con lo sguardo. Thorin fece per richiamare il gruppo della ragazzina per il momento non tra loro, incoraggiandoli nella fuga: << Forza, muovetevi voi! >> ringhiò il Nano dirigendo la fila. I ragazzi sollevarono lo sguardo sopra le loro teste, notando i ragni di prima che discendevano a tutta velocità verso di loro, ruggendo dalla rabbia: << Scappiamo adesso! >> esclamò Meiling correndo davanti ai suoi amici verso i Nani: << Corriamo. Muoversi, muoversi >> disse Dwalin a tutti. La Compagnia si lasciò dietro un loro membro, ma presto si dovette fermare nel lottare contro i ragni che si posarono già ai loro occhi, appena scesi dagli arbusti intorno. La compagine fu sempre più ristretta dai temuti mostri che li accerchiavano da ogni parte. Dwalin fece cadere una martellata sotto il mento di un ragno, sfreggiandolo in volto e facendogli schizzare il suo sangue giallo. Thorin si esibì in una giravolta prima di far scendere la sua lama elfica sopra la testa di un altro essere davanti a lui. Li e Toy si misero a proteggere i loro tre compagni, lanciando fendenti mortali ai ragni che gli arrivavano ai piedi. Meiling e Tomoyo si strinsero più forte che potevano insieme a Yuki stando dietro alle schiene dei loro due guerrieri. Un ragno saltò addosso al Nano Bombur, indirizzandogli le sue chele per azzannarlo. Il Nano grasso fu a schiena a terra nel cercare di tenere a bada le fauci della grossa tarantola che rischiava di sbranarlo vivo. Otto suoi compagni gli furono in aiuto mentre le sue mani si agitavano dal continuo schioccare delle chele del ragno: << Bombur! >> disse Nori seguito poi da un ordine di Gloin: << Prendete le zampe! >> e i Nani nel numero pari delle zampe del ragno, presero ciascuna di esse, cominciando a tirarle verso di loro: << Forza! >> << Tirate! Tirate! Tirate! >> ripeterono Nori e Gloin. La bestia fu sospesa proprio sopra al corpo di Bombur, e come il gioco della fune, le sue gambe venivano tirate fino a che non si strapparono. La carcassa del ragno finì sopra alla grossa pancia del Nano, la quale salvò lo stesso dall' essere schiacciato dall' orrenda creatura.

Sakura sentiva in lontananza le urla di battaglia dei suoi compagni, ma ancora non andava in loro aiuto per via della ricerca disperata della Carta di Clow alla quale voleva proteggere a tutti i costi: << Dov'è? Dov'è? Avanti. Dov'è? >> bisbigliava quasi per non farsi sentire dagli alberi per trovare la Carta dispersa. La ragazzina si fermò un attimo di spalle, poi fece per voltarsi sentendo di aver avvertito qualcosa dietro di lei. Con sua grande sorpresa, ad alcuni metri di distanza da lei, vide la Carta del Destino posata sul manto di foglie che c' era. Sakura fu presa dalla consolazione di non aver perduto l' oggetto magico, e iniziò ad incamminarsi per riprenderselo con serenità senza mostri nei dintorni. Ma proprio dietro alla Carta, ecco che spuntò dalla bottola del terreno una creatura strisciante di dimensioni normali. Sembrava un gambero rosa poco cresciuto, un incrocio con un mille piedi, solo che questo aveva poche di zampette. All' apparenza sembrava innocuo vista la sua lenta camminata chissà dove. Ma Sakura rimase in allerta già da primacon Pungolo bene in vista al mostricciatolo viscido. La ragazzina perse il controllo non appena le zampe di quella specie di verme sfiorarono la Carta, punzecchiandola ai lati senza farlo apposta. La cattura carte si sentì come se l' oggetto magico fosse torturato dalla creatura innocua davanti a lei e urlò all' attacco del mostro, volendo ucciderlo dall' odio che provava: << No! No! No! >> gridava fiondandosi e colpendo le zampette del verme rosa che si agitavano ai suoi occhi: << Thorin! >> da un' altra parte, lo scontro dei Nani si faceva ancora più selvaggio con i ragni di Bosco Atro, quasi al pari di quello di Sakura: << Bombur, resisti! >> gridava Dori per cercare di aiutare il suo amico Nano. Thorin vibrò il suo fendente con Orcrist, tagliando in due la bocca di un mostro gigante mentre il suo amico Dwalin atterrava con la sua forza un ragno gigante che stava per attaccare il Principe Nano. Fili balzò sopra il dorso di un ragno, finendolo con una pugnalata alla testa. Kili tagliò di netto le zampe di un ragno, poi nella corsa venne preso da un' ennesima creatura da dietro le spalle che lo avvolse nelle sue zampe: << Aiuto, levatemelo dai piedi! >> gridava Meiling scappando e distaccandosi dal suo gruppo inseguita da un ragno: << Resisti, Meiling! >> le gridò Toy seguendo il ragno insieme a Li. Il cinesino saltò in corsa sulla schiena del ragno, conficcandogli in volo la sua spada in testa e salvando la cugina. Dwalin prendeva a pugni un ragno come se fosse un sacco da pugile, facendo approfittare ad altri suoi compari di fuggire. Fili intervenne in aiuto del fratello in difficoltà, gambizzando in parte il ragno per avere modo a Kili di affondare la sua spada nella bocca del mostro al suo urlo di richiamare il fratello. Sakura combattè anche lei selvaggiamente contro il verme rosa, tenendolo a bada nel muovere le sue gambe contro di lei.

Questa riuscì a spezzarne una e nel momento in cui il mostricciatolo si avventava in alto sopra di lei, la ragazzina inflisse una pugnalata alla gola del verme rosa che emise un verso strozzato al sentire il ferro della spada che gli si finiva ancora più in fondo. Sakura non ebbe alcuna compassione per il verso sofferente del mostro e lo finì senza alcuna pietà, conficcandogli nel cranio Pungolo. Il mostro morì per mano della persona più improbabile che ci fosse al mondo, non adatta a quel tipo di azione. La ragazzina ansimò dalla fatica dopo aver finito in modo crudele la creatura di fronte che non la attaccò per niente. Gli occhi verdi di Sakura scesero subito verso la Carta del Destino, ancora intatta e pulita da qualsiasi graffio o sporcizia del terreno. La afferrò subito, estraendo con noncuranza Pungolo dalla testa della carcassa del mostro: << Mia! >> disse sibilando Sakura, d' un tratto di nuovo cambiata nel carattere, ma non come sospettava Kerochan. La giovane si ritraè indietro, sedendosi sfinita a terra e osservando il suo premio con fare soddisfatto. Rimase per un po' a fissare la Carta magica, immersa nella strana magia che sentiva in essa. Dopodichè il suo sguardo tornò a riassumere insieme alla sua faccia un' espressione normale, e abbassò lentamente la Carta dai suoi occhi. La cattura carte sembrò che ritornasse in sé, accorgendosi delle sue condizioni, sconvolta in viso e con la terra che le sporcava le guance. Si guardò ai piedi, vedendo il corpo del mostro che aveva ucciso e provò orrore per il gesto che fece. Si fissò le mani che adesso erano diventate quelle di un' assassina spietata e senza cuore, e avrebbe potuto fare del male ai suoi amici in futuro. E tutto per colpa di una Carta che ora guardava con più timore. Quello che non riuscì a farle fare l' Anello, ci pensò quell' oggetto a farglielo fare. Si mise una mano alla bocca, scioccata dal gesto che aveva compiuto sull' indifesa creatura che non voleva per niente attaccarla, accennando ad un pianto dispiaciuto. Sapeva che presto si sarebbe pentita di quell' azione meschina e cercò subito di dimenticarsi dell' accaduto riponendo la Carta in tasca: << Dai, non vi fermate! >> si sentì la voce di Dwalin dal gruppo che incitava nella fuga, per un momento libero dai ragni: << Controllate! >> ordinava Thorin tendendo la sua spada elfica in avanti per tenere distanti i mostri che dovevano ancora arrivare. La Compagnia dovette fermarsi all' arrivo di un ragno gigante che si parò sulla loro strada scendendo dal filo che creò dal suo pungiglione: << Fermi! >> avvertì Toy al suo gruppo per evitare di fare ulteriori passi. I membri della compagine aveva ancora dei resti di ragnatela sparsi nel corpo, intuendo che sarebbero di nuovo stati rinchiusi nei bozzoli con il numero immenso di ragni che calava intorno a loro. Il ragno davanti si impennò in un suo ruggito, ma qualche movimento da sopra gli alberi fece attirare lo sguardo di Thorin. Questi vide che da un ramo si lanciò un uomo e si aggrappò al filo della tela di un ragno che discendeva in quel momento verso i Nani.

Forse l' aiuto era arrivato. L' uomo era abbastanza agile e acrobatico e atterrò sul dorso del ragno alla quale si aggrappò sulla tela, dopo che volteggiò intorno al filo. Utilizzò il corpo del ragno come slitta, scendendo a tutta birra il pendio di una collina. Balzò giù dal ragno e strisciò sotto alla pancia del secondo ragno che voleva attaccare i Nani, aprendogli la pancia in due con uno dei suoi pugnali. Con una sterzata, l' uomo atletico si parò di fronte a Thorin nella scivolata, puntandogli il suo arco con la freccia a pochi centimetri dal naso. Il Principe Nano stava per colpire l' uomo davanti a lui con Orcrist, ma un altro paio di aiutanti del misterioso tipo spuntarono intorno alla Compagnia che le puntarono a loro volta le frecce. Il gruppo di Sakura si strinse tra loro essendo accerchiati da più uomini dalle orecchie a punta. Ogni Nano che si voltava dietro, vedeva già una freccia che lo puntava minacciosamente. Dovevano trattarsi di Elfi vista la forma delle loro orecchie. L' Elfo davanti a Thorin tese ancora più indietro la sua freccia, tenendo sotto tiro il Nano: << Non credere che non ti uccida, Nano. Lo farei con piacere >> disse la creatura mistica schernendo al Principe. L' Elfo aveva lunghi capelli biondi portati all' indietro, lasciandogli una fronte spaziosa. La pelle aveva un colore bianco, ma non tanto, come il resto degli altri Elfi. Gli occhi suoi erano di colore azzurro vivo, dandogli nello sguardo un tocco affascinante. Indossava un' armatura in ferro, così come le protezioni, tenendo la custodia delle sue frecce dietro la schiena. Thorin accennò ad un lieve movimento del capo per non fare più alcun movimento: << Questi devono essere gli Elfi della foresta >> disse a bassa voce Yuki: << Accidenti, che accoglienza! >> commentò Toy. Meiling intanto era incantata a guardare con intensità l' Elfo che sostava di fronte a Thorin. Negli occhi della cinesina si formarono due cuori con lo sguardo dolce che indirizzava all' Elfo attraente: << Ti senti bene, Meiling? Hai la bava che ti esce dalla bocca >> le disse Tomoyo notando un atteggiamento strano nell' amica. Questa fece per richiamare da in fondo al gruppo l' Elfo: << Hey, ciao, se vuoi puoi colpire me con la tua freccia! Credo che Cupido abbia fatto già centro >> disse a gran voce la cinesina follemente innamorata. L' Elfo si limitò a guardarla indifferentemente, mentre i Nani stettero a guardarsi tra loro in modo confuso ed estraneo alle parole della ragazzina: << Ah, Meiling, ma sei impazzita? >> le disse il cugino sotto voce per farla smettere di mettersi in ridicolo di fronte a tutti, sotto lo sguardo imbarazzato dei suoi compagni: << Non ci posso fare niente, al cuore non si comanda >> rispose lei ipnotizzata in amore. Gli Elfi fecero per avanzare tenendo sempre le loro frecce puntate sui loro intrusi nella foresta, circondandoli in gran numero. D' un tratto, si sentirono delle urla in lontananza. Fili si accorse che suo fratello era rimasto indietro: << Kili! >> esclamò il Nano biondo sentendo le urla del parente in difficoltà. Kili era alle prese con un ragno che lo aveva atterrato dai piedi, e il Nano cercava di liberarsi tirando calci al muso del mostro che lo trascinava da terra. Altri ragni stavano venendo a sbranarsi il Nano indifeso, discendendo gli alberi di fretta. Però ad assistere il Nano fu un altro Elfo acrobatico dai lunghi capelli rossi questa volta.

Era una donna Elfo e se la cavava come il primo Elfo biondo che era arrivato nella foresta. Questa atterrò sopra un ragno e caricò in fretta il suo arco, scagliando una freccia contro un altro ragno che risultava troppo vicino al Nano. L' Elfo femmina fece una capriola saltando dal ragno dove era, per arrivare alle spalle del mostro che aveva colpito e per conficcargli in testa il suo pugnale elfico. In seguito, mollò fendenti ripetuti con i suoi pugnali sul collo del ragno cui era salita prima, finendolo poi con una pugnalata alla gola mentre lei si voltò di spalle. Si rimise in direzione del Nano, estraendo l' arco con una giravolta e scoccò una seconda freccia al ragno che attaccò il Nano. Questo sentì l' aria della freccia che gli mosse i capelli per poco, salvandolo all' ultimo dall' assalto del ragno. La donna Elfo riprese a tenere a bada un altro ragno che la stava per attaccare da dietro, indirizzando coltellate all' altezza del muso della creatura. Kili si trovò di nuovo in pericolo con un altro ragno che si stava avvicinando a lui e con la donna Elfo che non poteva proteggerlo per il momento: << Lanciami un pugnale! Presto! >> esclamò Kili all' Elfo femmina, che tenne sollevato il muso del ragno con cui combatteva con l' arco: << Se pensi che ti dia un' arma, Nano, ti sbagli di grosso! >> ribattè lei, prima squarciando il ventre del mostro che aveva di fronte poi lanciando il pugnale con grandi riflessi verso al ragno che giungeva dal Nano. Il mostro fu centrato in pieno in un occhio, morendo sul colpo e accasciandosi al suolo sotto lo sguardo di Kili che fu tratto in salvo insieme ai suoi compagni, ma che doveva subire lo stesso trattamento, finendo per essere circondato dagli altri Elfi.

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Capitolo 9
*** Episodio 260: Il Reame Boscoso ***


I ragni furono sterminati del tutto, ma ora i Nani e il resto dei loro compagni umani erano prigionieri di altre creature, cioè degli Elfi: << Perquisiteli >> ordinò l' Elfo biondo ad alcune sue truppe mentre altre tenevano sempre puntate le frecce nel caso fuggisse qualche Nano. Gli Elfi fecero così per avvicinarsi alla Compagnia per controllarli negli abiti e confiscare loro le armi che tenevano nascoste in tasca. Le creature mistiche parlavano tra di loro in elfico mentre cercavano indizi sui loro viaggiatori per incolparli di un qualche reato che avevano commesso. Fili rimase immobile a fissare un Elfo davanti a lui che odiava dalla nascita della sua razza. L' Elfo lo controllava nelle tasche interne del giaccone, non trovando niente dalla parte destra e poi facendo per estrarre un pugnale nascosto dall' altra parte della giacca del Nano. Così come tutti i Nani, perfino i ragazzi vennero perquisiti dagli Elfi che forzavano loro di farsi consegnare le armi: << Suppongo che non abbiamo altra scelta >> disse Li manovrando la sua spada per metterla dalla parte dell' elsa verso la mano di quello che gliela stava per prendere. Con molta disapprovazione, Toy consegnò solo la sua katana agli Elfi, tenendosi ben nascosto al lato la spada Glamdring agli occhi degli inquisitori. Le ragazzine non ebbero nulla da consegnare essendo a corto questa volta di lame per difendersi, così come Yuki era libero da qualsiasi spada: << Ehi! Ridammelo! E' una cosa privata! >> si lamentò il Nano Gloin non appena l' Elfo biondo gli portò via un ciondolo. Non appena lo aprì, l' Elfo scoprì che vi erano due piccoli ritratti nelle due facce interne del ciondolo del Nano. L' Elfo fece per chiedere a Gloin riguardo al familiare che vide nella facciata di sinistra: << Chi è questo? Tuo fratello? >> domandò la creatura mistica con un sorrisino beffardo: << Quella è mia moglie! >> rispose Gloin borbottando riguardo all' ignoranza dell' Elfo, scambiando la donna a sinistra nel ritratto per un Nano. L' Elfo poi posò lo sguardo nella parte destra del ciondolo, e con aria rivoltante vide la faccia di uno sgorbio: << E cos'è quest' orrida creatura? Un Orco-mutante? >> << Quello è il mio piccolino, Gimli >> rispose naturalmente il Nano. L' Elfo alzò un sopracciglio in segno di stranezza al figlio di un Nano che aveva un aspetto così sgradevole, a differenza degli Elfi che incarnavano la bellezza suprema.

L' Elfo fece per restituire il ciondolo al Nano, disinteressato dal voler custodire un oggetto del genere e inutile: << Tieni, non mi serve >> disse lanciandoglielo al volo. La creatura elfica fece così per avanzare più avanti nel gruppo, fino a sostare dagli esseri umani. Meiling tornò a fissare l' Elfo con occhi dolci, mentre Li si teneva pronto a scattare se l' Elfo avesse tentato di attaccarli: << E' da molto che non vedo più Uomini viaggiare con Nani nei boschi. Ditemi, c'è qualcun altro con voi? >> iniziò l' interrogatorio l' Elfo. Il gruppo dei cinque ragazzi pensava a Sakura, la loro amica dispersa chissà da quale parte della foresta. Se rispondevano all' Elfo riguardo alla presenza di un' altra loro compagna, sicuramente questo avrebbe settaciato la foresta con la sua velocità pur di trovarla. Ma loro non sapevano esattamente dove era finita, e fecero per emettere la sentenza: << No. Non c'è nessun altro con noi >> rispose Yuki cautamente: << E' un bene per voi. Chi si avventura da solo in questa selva è molto probabile che non ne esca vivo >> avvertì l' Elfo. Sakura intanto era arrivata sul luogo in cui gli Elfi stavano controllando i suoi compagni. La ragazzina aveva utilizzato la Carta del Destino per non farsi notare dagli Elfi che a sua insaputa l' avrebbero cercata se i suoi amici avrebbero risposto affermativamente. Nel cuore di Li, così come in quello di Tomoyo e degli altri che erano intorno, si creò un buco provocato dalle parole velenose dell' Elfo riguardo alla totale scomparsa della loro amica. L' Elfo fece per un attimo balenare il suo sguardo nella foresta, e Sakura pensò per poco che la creatura mistica l' avesse individuata nel suo potere di invisibilità. La cattura carte rimase ferma e immobile sul posto, non emettendo alcun rumore di foglie che spostava con i suoi passi. L' Elfo socchiuse gli occhi quasi suscitando una specie di magia tra i tronchi, soffermando sempre di più lo sguardo su un punto. Sakura era fissata insistentemente dall' Elfo che con tutta certezza sembrava averla individuata: << Speriamo di passarla liscia >> pensò lei rabbrividendo agli occhi di ghiaccio dell' Elfo, ripensando a quelli di Lady Galadriel che le fecero accaponare la pelle al solo pensiero. La tensione che colse Sakura fu al ritmo del battito del suo cuore, sentendo di essere prima o poi notata in qualche modo. L' attenzione dell' Elfo venne attirata dalla voce di Tomoyo: << Dovete lasciarci andare, vi prego! >> disse la ragazzina implorando alla creatura quasi altezzosa nelle sue espressioni. L' Elfo si voltò lentamente dalla giovane, e Toy fu costretto a nascondere ancora di più il fodero della sua spada elfica agli occhi della creatura che ascoltava Tomoyo adesso. Sakura mollò un sospiro di sollievo: << Siamo gente pacifica. Noi e i nostri amici Nani non abbiamo intenzioni diaboliche, dovete crederci >> proseguì Tomoyo: << Ammiro il tuo coraggio, ragazzina, ma per quello che avete fatto dovrete passarne le conseguenze >> ribatte l' Elfo.

Yuki fece così per chiedere spiegazioni: << E quale reato avremmo compiuto? Non mi sembra che noi siamo colpevoli di qualcosa >> << Per questo troverete risposta dal Re del reame Boscoso >> disse l' Elfo rivolgendo le spalle agli umani. Thorin lo guardò di sbieco, intuendo già la persona il quale avrebbe rincontrato dopo tanto tempo: << Ci vogliono portare nella loro tana, dunque >> giunse alle conclusioni Dwalin, cominciando ad accumulare odio per il principale Elfo a cui doveva rivolgere lo sguardo più tardi. Toy fece anche lui per intervenire alle parole dell' Elfo: << Siamo amici degli Elfi e del Re Elrond di Gran Burrone. Abbiamo stretti legami con lui da un bel po' ormai. E se ci lascerete andare, vi assicuro che il nostro cammino porterà serenità nel vostro regno così come negli altri della Terra di Mezzo >> la creatura bionda si fermò, rimanendo sempre di spalle agli umani, e ribadì il suo pensiero che aveva con loro: << Vi lascerei andare volentieri, se non fosse che siate incombuta anche con i Nani. Una lurida razza che non merita favori, neanche per i suoi alleati >> << Che cosa? >> chiese Li digrignando i denti: << Ehi! A chi hai detto “lurido”? Ripetilo se ne hai il coraggio! >> sbottò il Nano Nori agitandosi per cercare di andare verso l' Elfo, ma i suoi compagni lo tenevano per le braccia, evitando che le cose potessero peggiorare. L' Elfo riprese a parlare: << Sapevo che gli Uomini covavano ancora debolezza in loro. Nonostante adesso abbiano un Re, la loro guida è ancora sconosciuta nel mondo >> << Non è così. Se siamo in viaggio è per un buon motivo >> ribattè Toy: << Certo. E' la fedeltà che avete prestato a lui, Thorin Scudodiquercia, che vi ha fatto annebbiare il cervello >> disse rivolgendo un' occhiataccia al Principe Nano, che ricambiò più o meno con lo stesso sguardo: << Io non mi fiderei mai di un Nano, neanche per aiutarlo a riconquistare la sua casa >> concluse solenne l' Elfo scoprendo l' obiettivo della missione del gruppo. Sakura rimase per sicurezza ancora avvolta nell' incantesimo della Carta, nascondendosi dietro un albero. Non poteva intervenire in quel momento, ma non aveva altra scelta se voleva salvare di nascosto i suoi amici non appena gli Elfi si fossero distratti. Ma ora sembravano tutti intenti a proseguire nei controlli. Ori fu costretto a dare la sua fionda, seppur arma non letale, ai suoi inquisitori. Fili era per ore e ore controllato dallo stesso Elfo, che aveva in mano parecchi coltelli che il Nano nascondeva. Fili fece per assecondare l' Elfo nell' aiutarlo nel lavoro, dandogli un coltello nascosto da un' altra parte del giaccone. Ma l' Elfo non si diede per soddisfatto e tirò fuori un piccolo pugnale sotto alla piega della giacca di Fili, che sospirò amaramente. L' Elfo biondo passò quindi verso la sua compagna dai capelli rossi, parlandole in elfico: << I ragni sono morti? >> << Sì, ma ne arriveranno altri. Diventano più audaci >> rispose l' Elfo femmina sempre in elfico ad un' occhiata cupa del compagno. Fili sembrò a questo punto non avere più armi con sé, agitando il cappotto come per far udire all' Elfo davanti che non vi erano più coltelli, dato dal fatto che il tintinnio delle lame si sarebbe dovuto sentire.

Ma ancora una volta l' Elfo seppe esattamente dove teneva nascosto l' altro pugnale, e lo prese da dietro l' orecchio del Nano, che lo utilizzava come una specie di fermaglio nascosto. Un altro Elfo convocò il suo principale comandante, l' Elfo dai capelli biondi, mostrando a questo l' arma di Thorin. L' Elfo biondo prese la spada elfica con onore, quasi fosse una lama delicata che si infrangeva al solo lieve tatto. Il biondo cominciò a parlare in elfico: << Questa è un' antica lama elfica. Forgiata dalla mia gente >> disse la creatura manovrando la lama meravigliosamente, per eriggerla in alto sopra la sua testa. Thorin guardò all' Elfo con fare d' invidia quando egli sembrava mangiarsi con lo sguardo la lucentezza di Orcrist: << Dove l' hai presa questa? >> chiese l' Elfo al Nano con tono severo: << Quella mi è stata data >> rispose rude Thorin, provocando un atteggiamento stuzzicante nell' Elfo. Questo puntò la spada elfica in direzione della faccia del Nano, accusandolo gravemente: << Non solo un ladro, ma anche un bugiardo >> disse la creatura con disprezzo, emettendo poi un ordine in elfico alla sua truppa. Gli Elfi fecero così per spintonare la grande Compagnia indietro al sentiero, svoltando poi a sinistra di esso: << Ehi, no! Noi dobbiamo proseguire, mi avete sentito? >> ripetè Toy inutilmente agli Elfi che continuavano a dirigerlo dalla parte opposta: << Thorin, dov'è Sakura? >> chiese Bofur al Principe Nano che si accorse solo ora che la loro compagna era svanita nel nulla e ora la cercava con lo sguardo quasi preoccupato. Li riuscì a sentire la domanda di Bofur, non potendo fare niente anche lui sul dover mettersi a cercare la sua amata visto che gli Elfi li stavano rendendo loro prigionieri. Dopo un po' di tempo, la Compagnia si trovò in una parte della foresta dall' aspetto floreale. Più in là vi era una cascata, alla quale assistettero beatamente alle prime luci del giorno seguente, e che poterono ammirare da un ponte che attraversarono e che li congiungeva ad un alto ingresso di quella che era il Reame Boscoso degli Elfi: << Dove ci portano? >> domandò Tomoyo ricevendo come risposta una spinta da un Elfo. Le creature mistiche fecero in modo di tenere le mani legate solo ai componenti della Compagnia che si dimenavano, quali Dwalin. Gli Elfi che scortavano la compagine della foresta, varcarono la soglia del loro ingresso alla città, che si presentava con due ante grosse e alte, arricchite poco prima da colonne fatte di una struttura d' arte molto elegante. Due guardie elfiche tenevano aperte le porte al passaggio dei prigionieri, ed erano rivestite di armature pesanti con gli elmi che li coprivano fino agli occhi. Gli Elfi chiusero la fila, con il loro comandante biondo che ordinava in elfico alle guardie: << Chiudete le porte >> prima di varcare anche lui l' ingresso. In quei momenti, Sakura correva a più non posso per raggiungere la porta. Sarebbe passata inosservata visto che era ancora sotto l' effetto della Carta di Clow.

L' Elfo ad un certo punto si fermò a pochi passi dalla porta, sentendo nell' aria uno spostamento delle foglie dietro di lui. Si voltò dietro, avendo la stessa sensazione di prima nel tentare di adocchiare qualche presenza che si sentiva nascosta. Guardò il sentiero di dietro, avvolto da foglie gialle che cadevano in continuazione dagli alberi che crescevano ai lati di esso. Poco più avanti alla distesa di foglie, vi era il pontile che la Compagnia attraversò poco fa. Le sue orecchie non avvertirono alcun rumore in lontananza, e fece per voltarsi di nuovo per entrare nel suo Regno. Esattamente dietro di lui, ci fu Sakura che si attaccò poco distante dall' Elfo per evitare che le porte la rinchiudessero fuori. Le ante così si chiusero senza destare alcun sospetto alle guardie appostate. La Compagnia proseguiva sempre scortata dagli Elfi su un lungo sentiero fatto di legno intagliato. Il Regno che si presentava ai loro occhi era immenso, quasi riavendo il paesaggio della Città dei Goblin. Solo che questa volta, la grande roccia nella quale era costruito quel reame era quasi estinta, lasciando solo districati labirinti che portavano ad altre sale in fondo. Le colonne sostenevano il soffitto alto del paesaggio nella roccia della quale era costruito. Lo stretto sentiero che percorrevano i Nani era composto da lanterne poste sopra la strada e lasciate a penzoloni dall' alto, per decorare la stradina e illuminare con più tonalità la Città del Reame Boscoso. Uno spiazzo si trovava alla fine del sentiero. In questo vi erano appostate guardie come quelle dell' ingresso, ai margini della piazzetta. C' era un trono formato dal legno ricurvo del materiale cui era fatto. Il legno si avvolgeva su sé stesso in un vortice, aprendosi poi internamente per formare la struttura di una sedia. Sopra al trono vi erano quelli che sembravano i suoi capelli, creati con i rametti che sprizzavano dalla sua sommità. Qualcuno era seduto su di esso, attendendo l' arrivo dei suoi ospiti da lontano che già intravidero la figura del tipo che siedeva sul suo trono regale. Il tipo sul trono aveva le gambe incrociate comodamente, rivestito di un abito argentato e verdignolo con tuta nera sotto di questo e con stivali marroni ai piedi. Egli portava un anello bianco nell' indice della mano sinistra, e la mano destra posava su un suo bastone. La Compagnia intraprese un paio di curve del sentiero legnoso che era formato, e Thorin già digrignava i denti alla faccia dell' Elfo posto sul trono con indifferenza. L' Elfo sentì lo sguardo dei Nani furiosi che gli si posava su di lui, e fece per voltarsi lentamente vedendoli arrivare. Il suo sguardo era di ghiaccio, fisso come per ipnotizzare le creature che tanto lui detestava. Le sue sopracciglia erano grosse, a forma di striscia nera che terminavano con piccola lunghezza. Una corona fatta anche questa di rami era posizionata sulla sua testa. I rametti erano dritti, passando dalla nuca e lasciando i capelli bianchi e lunghi dell' Elfo sopra al suo cranio. Delle fragole crescevano su quella corona legnosa: quello doveva essere il Re di quel Reame. I Nani vennero portati al cospetto del Re Elfico, che rivolse a loro uno sguardo fulminante. Thorin non staccava gli occhi di dosso al rivale che siedeva sul suo trono, ricambiandogli la stessa occhiata.

L' Elfo biondo si mise davanti al Principe Nano, e fece per estrarre il suo pugnale elfico, cominciando a passare dietro ad ogni componente del gruppo. Liberò così Dwalin dalle funi cui era legato ai polsi. Il Nano massiccio emise un brusco movimento delle mani, di nuovo libere, sbuffando antipaticamente all' Elfo. La donna Elfo che era dalla parte opposta al suo compagno, fece per far calmare il Nano Bifur che si agitava di poco. Il Nano rivolse all' Elfo femmina una ringhiata a denti stretti, facendole abbassare la mano posata sulla spalla di Bifur: << Quello chi è? >> domandò a bassa voce Tomoyo: << Deve essere il loro Re >> rispose Yuki un po' indignato. Dwalin non perse altro tempo, buttando così già le prime parole contro il Re Elfico che guardava la Compagnia in modo superiore: << Questo è per quanto riguarda la benevolenza di Thranduil, Re degli Elfi. E' così che tratti i viaggiatori nelle tue terre? >> chiese Dwalin in modo ironico e fece per far notare al Re Thranduil le funi spezzate dalle quali fu legato il Nano in segno di sottomissione. Thranduil fece per girare la testa verso il Nano, riponendola dritta dalla posizione inclinata in cui l' aveva messa: << Solo coloro che mi infastidiscono >> rispose il Re Elfo con il tono di voce anche questo altezzoso e quasi beffardo nonostante fosse serio. Il gruppo della cattura carte da dietro i Nani ascoltò la voce di Thranduil per la prima volta, temendo che egli si fosse adirato pesantemente contro l' impulsività di Dwalin. Thorin fece per avvicinarsi al trono, risalendo le scale che lo separavano dall' Elfo seduto. Insieme al Nano, vi furono anche Dwalin e Balin, ed entrambi si dimostrarono protestanti ai modi dell' Elfo, sostenendo l' avanzata del loro compagno Thorin: << E' un reato adesso perdersi nella foresta? Essere affamati e assetati? >> domandò Balin con l' Elfo biondo che lo seguiva per controllare qualsiasi imprudenza che in ogni caso i due Nani avrebbero compiuto: << E' un reato il fatto di vagare nel mio Reame senza il mio permesso. Se dimenticate, siete passati nel sentiero costruito dalla mia gente >> ribattè Thranduil con tono indifferente alla fatica dei Nani che avevano sporcato il sentiero del Bosco con le loro piedate. Tutti i Nani di dietro rimasero scocciati insieme al loro altro gruppo di umani al sentire le parole provocanti dell' Elfo, che le rendeva tali assumendo quel tono fastidioso davanti a loro, senza alcun rispetto. Thorin fece per guardare i due compagni ai suoi lati, avvertendoli con un cenno della testa di non fiatare più, lasciando che Thranduil sprecasse le parole che diceva: << E' passato molto tempo da quando Thorin Scudodiquercia ha viaggiato così lontano a Est. E per quale scopo? Dove termina il tuo viaggio? Ci sono molte domande a cui devi rispondermi >> disse ora Thranduil con un sorriso schernente al Principe dei Nani. L' Elfo infine, dopo aver osservato ancora lo sguardo accigliato di Thorin, balenò i suoi occhi nel resto della Compagnia, fino al gruppo di Sakura. Questi ultimi li guardò con il solito sguardo indifferente alle loro facce attente a qualsiasi sua mossa.

Poi Thranduil diede l' ordine: << Lasciatemi il Principe dei Nani. Gli altri rinchiudeteli nelle celle >> disse al suo tono di voce quasi per ipnotizzare le sue guardie e il resto degli Elfi. I Nani vennero presi di forza dagli Elfi che li scortarono fino a lì, così come gli umani nella cui mente del Signore Elfico non passò nemmeno di chiedersi cosa ci facessero nel gruppo dei Nani. Poco dopo la Compagnia venne divisa in celle di piccola larghezza: << Non finisce qui! Mi hai sentito?! >> esclamò Dwalin spinto con forza nella piccola prigione con le sbarre che gli si chiudevano a chiave alle spalle. I Nani vennero più o meno sbattuti dentro le celle con lo stesso modo del loro compagno: << Giù quelle mani! >> << Ehi, fateci uscire da qui! >> dissero Nori e Gloin spinti bruscamente nelle prigioni. Yuki e Toy vennero messi insieme nella prigione dallo spazio stretto: << Ma che modi sono? Ehi! >> disse Yuki cercando di spalancare le sbarre che gli furono bloccate e chiuse in faccia, sbattendo in esse dall' impatto. Li, Tomoyo e Meiling furono posti di seguito insieme in una prigione sopra al ripiano di quella di Toy e Yuki. I tre ragazzini erano spintonati dall' Elfo biondo: << Posso avere un tuo autografo? >> chiese Meiling ancora innamorata all' Elfo prima che la gabbia le si chiudesse alle spalle dallo stesso. Una alla volta le sbarre delle celle si chiusero conseguentemente, finendo di rinchiudere i Nani. L' Elfo che perquisiva Fili si fermò dallo stesso Nano, scovandogli un altro pugnale nascosto nel cappotto. Fili sospirò un' altra volta all' ultima delle sue armi portata via prima che l' Elfo lo gettasse in prigione e la chiudesse: << E non vuoi perquisirmi? Potrei avere di tutto nei pantaloni >> disse in una delle sue battute il Nano Kili all' Elfo femmina per cercare di scherzare con lei, ma fu forse uno scherzo imbarazzante alla fine per lui alla risposta dell' Elfo femmina: << O niente >> ribattè quella spiazzando il Nano prima di sbattergli le sbarre davanti, mostrandosi distaccata con ogni legame con i Nani. Quest' ultimo guardò l' Elfo che si allontanava da lui, e sorrise tra sé e sé alla figura che lei gli aveva fatto fare. L' Elfo biondo fermò la sua compagna, dicendole in elfico parole riguardo al Nano che rinchiuse: << Perchè quel Nano ti fissa, Tauriel? >> << Chi può dirlo? >> rispose l' Elfo donna chiamata Tauriel al suo compagno: << E' piuttosto alto per un Nano. Non credi? >> proseguì lei per poco soffermandosi a pensare al viso di Kili, poi tornando ad andare avanti per non mostrare all' Elfo compassione per il Nano: << Più alto di altri, ma non meno brutto >> concluse lui in elfico prima che la sua compagna Tauriel svoltasse l' angolo. Kili si appoggiò al muro della sua prigione, fissando l' Elfo biondo come se avesse afferrato le parole elfiche che gli aveva detto. La creatura mistica socchiuse gli occhi verso il Nano, balenando un' occhiata attenta a lui come per dirgli che lo teneva d' occhio. La Compagnia dei Nani rimase bloccata lì a causa degli Elfi, non avendo più alcuna via di fuga che li potesse ricondurre sul sentiero di prima verso la Montagna Solitaria. Erano stati trasportati ancora più lontani dalla vicinanza con il monte, e il tempo cominciava a scorrere inesorabile.

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Capitolo 10
*** Episodio 261: Il Re degli Elfi ***


Passarono diverse ore rinchiusi nelle celle, e i Nani cominciavano già a cercare dei buttare giù le sbarre della loro prigione. Dwalin caricò sulla porta chiusa della sua cella, dandole spallate in continuazione e gemettendo ad ogni colpo che dava. Yuki e Toy cercavano anche loro di aprire con le loro forze la porta sigillata a chiave: << Forza, Yuki. Spingi! >> << Ci sto provando! >> dissero i due sforzando a denti stretti nello spingere contemporaneamente le sbarre verdi, senza però ottenere alcun successo. I tre ragazzini che erano nel ripiano sopra il loro escogitavano un modo più semplice per scappare dalla loro prigione, ma alla fine passarono il loro tempo a sentire più i lamenti degli altri loro compagni che non riuscivano a uscire dalle celle. Fili da prima diede un calcio alle sbarre, poi non riuscendo all' ennesima volta, si fiondò su di esse cercando di buttarle giù facendo pressione con il corpo. Ma ancora non ci fu tra quei pochi Nani che opponevano resistenza uno solo che fosse riuscito a liberarsi. Yuki allora decise di trasformarsi in Yuè, avendone già abbastanza: << Vediamo se così funziona! >> disse il Giudice Supremo: << Spostati, Toy >> avvertì all' amico tendendo la mano aperta verso l' ingresso di metallo. Il giovane fece per mettersi da un lato della cella, e Yuè fece partire una pioggia dei suoi cristalli taglienti che erano indirizzati verso le sbarre. I cristalli fecero così per infrangersi nel metallo della gabbia, provocando schizzi di piccoli pezzi di vetro al frantumarsi dei diamanti lanciati, seguiti da un rumore assordante di vetro che si distruggeva come se una grossa lastra fosse stata lasciata cadere dall' ultimo piano di un grattacielo. Sotto gli occhi increduli sia di Yuè che di Toy, la gabbia rimase intatta com' era: << Va tutto bene là sotto? >> chiese Tomoyo sporgendosi di poco dalle sbarre: << Sì, noi stiamo bene... ma ancora in trappola, purtroppo >> rispose Toy ingiustamente. Yuè si coprì con le sue grandi ali, tornando nella forma originale di Yuki: << E' tutto inutile! >> commentò il giovane con gli occhiali. L' amico si avvicinò alle sbarre, non notando alcuna scalfitura intorno al metallo: << E non hanno nemmeno un graffio! Ma come è possibile?! >> si disse Toy con le mani quasi ai capelli: << Vorrei proprio sapere di che materiale le hanno fatte queste celle >> aggiunse Li pensieroso.

La coppia di Nani Oin e Gloin si mise a sbattere con tutto il corpo sulla gabbia, usando il secondo Nano come ariete per mano del primo: << Lasciate perdere! Non c'è via d' uscita! >> avvertì il Nano Balin sentendo la grinta dei suoi compari nel voler uscire e che sbattevano ripetutamente. Gloin fece così per avvisare suo cugino Oin di cessare con i loro tentativi, e fu sollevato dal non dover più continuare con lo sbattere addosso alle travi ferrose: << Non è un sotterraneo degli Orchi. Queste sono le Sale del Reame Boscoso. Nessuno se ne và via da qui se non con il consenso del Re >> aggiunse Balin senza più alcuna idea oramai, abbandonandosi alla triste realtà. Le uncihe speranze di salvezza ora erano riposte nel Principe Nano che discuteva con l' autorità del Re Thranduil, e chissà se con qualche accordo egli non avesse liberato la Compagnia. Proprio nello spiazzo del trono del Re Thranduil, vi era Thorin, lasciato dallo stesso Re Elfico per intavolare una discussione. L' Elfo pensava che il Nano avrebbe potuto conferirgli qualche informazione riguardo ai tesori della Montagna: << Qulacuno immaginerebbe che una nobile impresa sia imminente. Un' impresa per riavere una terra natìa e annientare un Drago >> la voce di Thranduil si sentì echeggiare in tutto il Reame, volgendo la sua faccia per osservare quanto più i suoi occhi racchiudevano alla vista del paesaggio circostante. L' Elfo si voltò verso il Nano che gli fu davanti nella posizione composta di sempre e voltato di spalle, riferendogli parole intimidatorie. Thranduil fece per avvicinarsi al Principe Nano, nemico contro nemico si erano incontrati finalmente. Thorin sentiva dietro di lui i passi dell' Elfo che si facevano sempre più vicini, e ascoltava pacatamente le viscide frasi di Thranduil: << Personalmente sospetto un motivo molto più prosaico. Tentativo di furto. O qualcosa di quel genere >> disse l' Elfo stando adesso al lato del Nano, facendo per inclinare il capo verso di lui per continuare a fissarlo in modo provocatorio. Thorin non mosse un muscolo, roteando solo i suoi occhi sul volto di Thranduil che abbassò di poco la testa per stare quasi al livello delle orecchie del rivale basso: << Hai trovato una via per entrare. Cerchi quello che farebbe convergere sopra di te il diritto di regnare. Il Gioiello del Re. L' Archengemma >> annunciò l' Elfo allontanandosi dal Nano, per stargli in parallelo, che non gli toglieva quello sguardo pieno d' astio nei suoi confronti. Thorin girò la testa da una parte per non rendere conto al Re Thranduil dell' importanza di quella pietra: << E' prezioso per te oltre ogni misura. Lo capisco, questo. Ci sono gemme nella Montagna che anch' io desidero. Gemme bianche di pura luce stellare >> proseguì Thranduil con un sorriso falso. Ma il Nano colse il punto debole del suo rivale riguardo alle gemme a lui strappate, e poteva raggirarlo in qualsiasi modo adesso, anche perchè l' Elfo si mostrò accondiscendente sull' aiutare il giovane Principe: << Io ti offro il mio aiuto >> disse il primo chinando la testa e guardando di traverso Thorin.

Quest' ultimo, invece, si mostrò interessato all' accordo che Thranduil gli stava per dare, e con una smorfia derisoria fece proseguire l' Elfo: << Ti ascolto >> gli intimò: << Ti lascerò andare solamente se restituisci quello che è mio >> dettava la prima condizione l' Elfo in modo velenoso. In questo, Thorin non si rese conto che un po' assomigliava a lui, quando assunse quel caratteraccio con Sakura. Ma il Nano non voleva per niente ricopiare gli atteggiamenti del suo nemico pubblico. Thorin si voltò, passeggiando e quasi ridendosela sotto i baffi alla promessa del Re Elfico: << Favore per favore >> << Hai la mia parola. Da un Re a un altro >> ripetè promettendo l' Elfo dietro. Thorin posò a terra i suoi piedi, seguendo con fare veritiero i movimenti del suo corpo che sapeva già com' era la faccenda con Thranduil. Attese un po' prima di emettere la sua sentenza al Re del Reame Boscoso: << Io non mi fiderei che Thranduil, il grande Re, onori la sua parola dovesse la fine dei giorni incombere su di noi! >> alzò gradualmente la voce il Nano, facendola sentire furiosa in tutto il regno elfico. L' Elfo diede un' occhiataccia al rivale che lo scoprì nella sua falsità di sempre: << Tu sei privo di ogni onore! >> gridò rabbiosamente Thorin puntando il dito contro Thranduil e smascherandolo nell' assenza della sua dignità verso il prossimo, rinfacciandogli i fatti come si svolsero allora tra Nani ed Elfi. Il Principe fece per avanzare di passi, avendo tutta la ragione del mondo nell' incolpare Thranduil: << Ho visto come tratti i tuoi amici. Siamo venuti da te una volta, affamati, senza dimora, a cercare il tuo aiuto. Ma tu ci hai voltato le spalle! Tu ti sei allontanato dalla sofferenza del mio popolo e dall' inferno che ci ha distrutti >> poi seguì un augurio di pura morte nella lingua nanica rivolta a Thranduil che rimase come biasimato disonoratamente dalle frasi di Thorin che sbottò da tutti i pori. Ma a quella minaccia nanica, Thranduil scattò subito in avanti, stando con la faccia ad un metro di quella del Nano, e sibilando queste parole: << Tu non parlarmi del fuoco del Drago. Conosco la sua rabbia e la sua rovina >> avvertì il Re Elfico. Fece così per inalare a bocca aperta l' aria intorno a sé, e lentamente la parte sinistra del suo volto si toglieva della pelle come per magia, mettendo in mostra al Nano la carne rossa che copriva la mandibola dell' Elfo con l' occhio da quella parte del viso che si fece cieco: << Io ho affrontato i grandi Serpenti del Nord! >> esclamò Thranduil ritirandosi indietro e riassumendo il volto normale di prima. Fece vedere le ferite nascoste di uno dei suoi scontri con i Draghi di molto tempo fa, rendendo conto al Nano della pericolosità dell' essere nascosto dentro la Montagna. Thorin rimase a tratti intimorito dalle parole del suo rivale che assunse così una posizione di stallo nel cuore del Nano, dovuta al fatto di ricercare il passato terribile cui assistette Thorin: << Misi in guardia tuo nonno su ciò che la sua avidità avrebbe raccolto. Ma lui non mi ascoltò >> disse l' Elfo incamminandosi verso il suo trono e risalendo gli scalini.

<< Tu sei proprio come lui >> aggiunse Thranduil con disprezzo sui suoi scalini. Fece un gesto con la mano sotto la direzione del Nano, e in seguito questo venne preso dalle braccia da due guardie elfiche che sotto segno del loro Re fecero per discendere le scale: << Resta qui, se vuoi e marcisci. Cento anni sono un mero battito di palpebre nella vita di un Elfo. Io sono paziente. Posso attendere >> disse Thranduil in alto sul suo trono come se l' unico a godere di ricchezza doveva essere solo lui, e sentenziando la condanna del Principe dei Nani alla galera eterna mentre lo portavano fin sotto alle celle. Il Nano venne sbattuto come il resto dei suoi compari in prigione, privo di mantello e altri oggetti pesanti con sé. L' Elfo che lo portò fino a lì chiuse per bene il cancelletto, serrandolo con le chiavi che si teneva in un portachiavi con sé, e a giochi fatti potè stare sicuro che tutta la Compagnia era rintanata per bene in gattabuia. Balin fece per affacciarsi dalla sua prigione, essendo a fianco a quella del suo amico: << Ti ha offerto un accordo? >> gli chiese speranzoso Balin immaginando che fosse un momento temporaneo in cui Thorin venne sigillato in prigione: << Lo ha fatto. Gli ho detto che poteva andare a... >> e seguirono altre parole naniche, che alla faccia sfiduciata di Balin, dovevano essere delle blasfemie rivolte al Re Elfico: << Lui e tutta la sua stirpe! >> urlò Thorin scaricando tutta la sfortuna del mondo al Re Elfico e per far sentire la sua voce in tutte le Sale del Reame: << Bene, allora è fatta. Un accordo era la nostra sola speranza >> ammise sconfortato il Nano più vecchio, scuotendo la testa desolatamente: << Non la nostra sola speranza >> ribattè Thorin sicuro di sé. Infatti vi era ancora Sakura fuori, che non era stata presa dalle truppe elfiche e che sicuramente stava architettando un modo per far scagionare i suoi amici e compagni di viaggio. Li fu così per la prima volta reso vivo nell' espressione che fece a ciò che intendeva dire il Principe Nano, e il cinesino rivolse gli occhi alla cascata che cadeva nel vuoto poco distante alle celle, pensando alla sua amata che era ancora in giro in quel mondo crudele: << Che cosa ti ha detto esattamente? >> chiese Toy a Thorin, affacciandosi dalla sua gabbia: << Che non ci aiuterà, ecco quanto >> rispose corto il Nano: << Mi chiedo dove possa essersi nascosta Sakura. Quella ragazzina è una maga nel far perdere le sue tracce >> si lamentò il giovane ragazzo sul conto della sorellina: << Io dico che non dobbiamo perdere le speranze su di lei. Sono sicuro che sa che siamo tenuti prigionieri qui dal Re Elfo >> disse ottimista Yuki con un bricciolo di speranza: << Se ne siete così sicuri, allora perchè non è qui adesso? Eh? >> domandò il Nano Gloin ai due ragazzi. Questi rimasero senza alcuna risposta da dare al Nano, ritrovandosi di nuovo a dubitare in quella situazione: << Non è qui per il semplice fatto che il Reame è protetto da guardie in tutte le sue mura. E' impossibile avvicinarsi all' entrata di soppiato >> disse Bofur: << Non dirmi che avrà intenzione di farsi catturare? >> domandò Tomoyo in pensiero parlando verso le celle degli altri Nani distanti: << Se decide così, andrà in fumo tutto quanto >> << Prima dell' alba saremmo fuori da qui, state certi >> confortò Thorin al Nano Nori.

<< E cosa te lo dice che riusciremo a svignarcela? Quello ci vuole tenere rinchiusi per cento anni finchè non ci vedrà morti! >> sbottò Dori in preda ad una crisi di panico: << Vi sto dicendo che dobbiamo avere fiducia in lei. Sa esattamente quello che fa. E' la nostra scassinatrice personale del resto >> riprendeva il Principe Nano con queste frasi suscitanti esito positivo alla loro fuga e impresa di riconquista della Montagna. Rispetto ai primi mesi egli assunse un carattere più leale adesso con la cattura carte che si impegnava sopratutto nella riuscita della missione. Un bricciolo di sollievo e speranza tornò anche in Li, Tomoyo, Meiling e così nel resto dei Nani che poterono sperare di nuovo di riuscire nell' intento di scampare alla loro prigionia il più presto possibile. La cattura carte, intanto, era già all' interno del Reame di Re Thranduil sotto ancora l' incantesimo della Carta, vagando tra le Sale di esso nel cercare una soluzione per liberare i suoi amici. Ebbe assistito al momento in cui i suoi compari furono di fronte al Re Elfico, ma non poteva ancora intervenire a salvarli per non rischiare di peggiorare la situazione. Dopo un po', Sakura intraprese una via che scendeva con delle scalette verso il basso iniziando a esplorare quel luogo privo di ogni guardia o soldato Elfico.

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Capitolo 11
*** Episodio 262: Re e capitano ***


La speranza nel cuore della Compagnia era tornata grazie alle parole di Thorin, divenuto più disponibile ai suoi altri compagni umani: << Adesso mi sento più risollevata sapendo che puoi contare su di noi, Thorin >> disse Tomoyo ringraziando il Nano: << Sì, ma adesso basta con le arie sdolcinate, ragazza, o lo farai ramollire! >> scherzò Bofur da un' altra cella facendo ridere di gusto un po' i suoi nuovi compagni: << Bofur, non appena usciremo da qui, sappi che ti aspetterà un turno di guardia prolungato >> << Ma dai, capo, l' ho detto solo per ridere un po' insieme. Non te la prendere >> ribattè Bofur essendo stato preso sul serio da Thorin: << Rilassati, stavo scherzando! >> concluse il Principe fregando nelle parole il suo compare, e facendo ridere per il momento spensieratamente il resto della Compagnia. Balin fece così per parlare dopo le brevi risate che ci furono: << Eh sì, devo ammettere che ce la spassavamo quando eravamo giovani, o almeno voi che lo siete potete ancora continuare. Io non ho più quell' età >> << Chissà se rimanendo qui segregati non ci facciano qualche magia di pura bellezza. Non che a me serva molto >> disse Dori in una cella insieme al suo fratello Ori: << Vorresti dire che siamo brutti? >> domandò Dwalin nella prigione più in basso: << No, non solo voi. C'è di peggio nel mondo, tranquilli >> << Come, per esempio? >> domandò Nori con il tono di voce che si faceva carico di una battuta che stava per ribadire al suo compare: << Beh, come per esempio... >> << Tu, mio caro Dori! Eh, eh, eh! >> aggiunse Bofur simpaticamente: << Non è vero! Che ne sai tu della mia bellezza divina? Non hai visto questi baffi che si collegano al cuoio capelluto come mi danno un tocco di fascino? >> << Forse dovresti specchiarti nel ruscello di prima >> << O magari ti potresti tuffarci dentro >> commentarono per ultimi i due Nani Dwalin e Nori alla sentenza del loro amico Dori, provocando ridacchii in alcuni Nani. Dori ci rimase un po' male nell' essere preso un po' in giro, e rivolse un' occhiata fulminante dietro suo fratello Ori che se la rideva anche lui alle battute degli altri: << Ops, scusami >> fece per dirgli ingenuamente il fratello minore. Toy e Yuki sembravano ascoltare quella vivace discussione tra Nani, assistendo come se non ci fosse nient' altro da ascoltare: << Sì, sì, sì. Bellezza divina dei miei stivali >> commentò Toy alle grasse risate del suo amico.

<< A parte gli scherzi, gli Elfi sono le creature perfette nella faccia della terra, per il momento >> informò Tomoyo per aggiungere qualcosa: << Sì, Tomoyo, ti do ragione >> rispose Meiling con le mani attaccate alle guance e con un sorriso ebete che fissava fuori dalla cella: << Sbaglio, o sei diventata rossa d' un tratto? >> le chiese l' amica a fianco: << Avete visto con che occhi mi guardava? Ah... Sento che quello è il mio uomo >> << Ti riferisci a quell' Elfo di prima? >> le domandò Li nella stessa cella: << Sì! Lo amo perdutamente, ormai. So che anche lui è attratto dalla mia bellezza >> continuava la cinesina sfogiando le sue lunghe trecce nere al vento. Bofur fece per intervenire: << Ho sentito profumo di innamoramento qui? Ma ti devo dire una cosa, bellezza: sei davvero sicura che ti stava dando le attenzioni dovute? >> le chiese il Nano come essere vissuto al mondo. Meiling pensò subito alla risposta da dargli: << Beh, ecco... Sì, ne sono più che convinta. E' solo timido nel confessare il suo amore per il mio, tutto qua >> << A me non si direbbe, visto che era sempre vicino all' altro Elfo femmina >> tagliò corto Bofur rompendo ogni sogno fantastico della ragazzina. Questa rimase con la faccia persa per un attimo nel vuoto, pensando all' Elfo donna che per più volte vide attaccata al suo adorato Elfo biondo. Meiling adesso cominciò a tremare dai pugni serrati, divenendo furiosa al pensiero che la donna Elfo le potesse aver rubato il cuore del suo ammiratore: << Meiling, tutto bene...? >> le chiese Tomoyo titubando nel metterle una mano sulla spalla per calmarla. La cinesina adesso si fece rossa di rabbia, mandando quante più maledizioni possibili all' Elfo femmina: << Giuro che non mi porterà via il mio bel fusto, quella lì! Fosse anche l' ultima cosa che fa in vita sua >> << Purtroppo l' ha già fatto! >> concluse Bofur ironicamente da sotto, stuzzicando un po' la ragazzina: << Tranquilla, Meiling, ci saranno altri bei tipi che potresti incontrare nella vita >> la consolò Yuki dal ripiano superiore: << Sì, ma lui... è così bello! Perchè non posso tenermelo solo per me? Non è giusto! >> sbottò la giovane calmandosi e rassegnandosi alla delusione. Toy capì perfettamente la piccola amica, perchè anche lui subì il dolore di vedersi allontanare dalla creatura più bella di tutte, una volta. Li fece per sorridere alla situazione per sdrammatizzarla un po', poi si sporse dalle sbarre della cella per chiedere informazioni al Nano che secondo lui sapeva leggere i comportamenti degli altri: << Ascolta, Balin >> lo richiamò da sopra: << Sì, ragazzo? >> << Voi avete già conosciuto Thranduil in passato, giusto? E per curiosità, mi chiedevo come mai c'è quest' odio tra di voi >> formulò una domanda il cinesino nell' attesa di essere liberati. Thorin dalla sua prigione emise una smorfia disapprovata alla nomina del nome del Re Elfico, dovendo ancora una volta sentire la storia del rivale che si faceva odiare per il suo carattere dai Nani: << Devo avvisarti, ragazzo, che hai toccato un tasto dolente a riguardo >> confessò Balin sentendo un' atmosfera scomoda che emanava Thorin a fianco a lui.

Il Nano vecchio fece per raccontare: << Ci fu una battaglia molto tempo fa, tra l' Ultima Alleanza composta da Elfi e Uomini, contro le armate di Mordor per la liberazione totale dei territori della Terra di Mezzo. Qui una volta dominava una forza oscura che costringeva ogni essere a stare unito con gli altri nel tentativo di non cadere sotto il suo potere >> si fermò un attimo, cogliendo la serietà di tutti adesso: << Come ho detto, in quella battaglia c' era in gioco la libertà di ogni popolo, che alla fine fu vinta dagli Uomini. Noi sappiamo che Thranduil ha sempre avuto un lato peggiore del suo atteggiamento, tenendolo nascosto nei momenti in cui sapeva che non avrebbe ricavato molto in occasioni come questa. Perchè aveva accordi con gli Uomini che erano suoi alleati da molto tempo. Poi, un giorno il mondo degli Uomini cadde rovinosamente nell' Oscurità, lasciando il Re Elfico a combattere da solo le sue guerre contro i nemici della Terra di Mezzo che tentavano sempre di avere un pezzo di territorio alla loro portata. Il passato di Thranduil è sempre stato vissuto nella solitudine, proprio per il suo caratteraccio non devoto agli altri, e con conseguente mancanza d' amore da ogni essere. In più la perdita delle sue truppe nelle battaglie lo costrinse sempre più a rendere concreta la sua autorità di governare con prepotenza le zone in cui voleva per forza insediarsi >> << Una triste storia la sua >> commentò Toy a conclusione del racconto: << Ma io penso che ciò che l' abbia reso così sia anche l' amore spietato di un qualcosa che voleva per forza suo >> ammise Balin: << L' ha fatto per colmare qualche dolore? >> domandò sempre Toy: << In verità, non lo so, ragazzo. Non so che cosa nasconda nelle sue cicatrici più profonde, se ne ha alcuna >> confessò con mistero Balin. Sakura, nel frattempo, discese i gradini di un cunicolo rivolto verso il basso, sempre tenuta nascosta dal potere della Carta del Destino. Giunse ad una sala che pareva assomigliasse ad una specie di salotto ornato nella pietra. La ragazzina si tenne silenziosa, nascosta dietro ad una parete e guardando ogni tanto da essa se vi passava qualcuno in mezzo al sentiero. Avendo via libera, Sakura si staccò dalla parete per dirigersi verso ad un' altra gradinata che discendeva in basso: << So che sei lì >> ma Thranduil spuntò da dietro un' altra parete, passeggiando in mezzo alla via con il suo abito regale, dove Sakura stava per andare. Questa si sentì come se fosse stata scoperta al fatto che il Re Elfico la potesse vedere nell' invisibilità: << Perchè indugi nell' Ombra? >> domandò Thranduil con gli occhi puntati proprio sulla cattura carte. Questa emise una faccia rammaricata alla sua copertura, facendo per togliersi il ciondolo e richiamare lo scettro magico per affrontare l' Elfo: << Venivo a fare rapporto a te >> le rispose una voce dietro di lei che sbuccava dalla parete dove un attimo prima la ragazzina si nascose.

Era l' Elfo femmina di nome Tauriel che, miracolosamente, salvò ogni sospetto di Sakura che ripose subito al collo il suo ciondolo, emettendo un sospiro di sollievo. Tauriel fece così per chinarsi sull' attenti al suo Re. Ella era vestita di abiti verdi, il colore delle foglie vive e con i capelli rossi che le cadevano splendidi fino a metà schiena: << Non avevo ordinato che quel nido venisse distrutto non più di due lune fa? >> le chiese Thranduil riguardo allo sciame di ragni che era giunto nelle foreste di Bosco Atro, dimora degli Elfi Silvani: << Sgomberata la foresta come ordinato, mio Signore. Ma altri ragni vengono su dal Sud. Si riproducono nelle rovine di Dol Guldur e se li uccidessimo alla fonte... >> << Quella fortezza si trova oltre i nostri confini. Ripulite le nostre terre da quelle laide creature. Fatelo >> interruppe Thranduil il rapporto della sua soldatessa Tauriel che camminava avanti e indietro di fronte al Re Elfico. Sakura si soffermò per un attimo ad ascoltare in silenzio la discussione, nel mentre che avanzava lateralmente verso il cunicolo dall' altra parte, notando sempre se gli sguardi non la guardavano. Tauriel ribattè all' ordine del suo Re: << E una volta messe in fuga? Cosa accadrà? Non si spargeranno in altre terre? >> frenò con domande riflessive al suo Signore Elfico: << Le altre terre non mi riguardano >> rispose Thranduil provando alcun affetto agli altri popoli. L' Elfo femmina rimase senza parole a ciò che il suo Re aveva avuto il coraggio di dire, rischiando di espandere la minaccia delle creature giganti verso il mondo esterno a Bosco Atro. La cattura carte girò dietro ad una colonna a passo quatto, vedendo ormai che la via fu del tutto libera: << Le fortune del mondo si solleveranno e cadranno. Ma qui in questo regno, sapremmo resistere >> disse Thranduil certo dell' incolumità della sua fortezza, voltandosi verso il cunicolo dove Sakura discese inosservata. L' Elfo per puro caso balenò il suo sguardo proprio da quella parte, sentendo dello spostamento d' aria o un rumore simile all' istante in cui la maglietta di Sakura strisciò nella parete rocciosa. Fu solo un presentimento che svanì in un istante. Tauriel chinò il capo alla crudeltà del suo principale, facendo per tornare a svolgere il suo ruolo: << Legolas ha detto che hai combattuto bene, oggi. Si è molto affezionato a te >> le disse d' un tratto Thranduil riferendole ciò che un altro servo del Re gli disse riguardo all' agilità della donna Elfo. Questa rimase quasi scioccata a ciò che il suo compagno biondo chiamato Legolas pensava su di lei, intuendo che egli si fosse innamorato di lei già da qualche tempo. L' Elfa fece per spiegare le cose come le aveva pensate all' inizio Re Thranduil, sperando che i dubbi del suo Signore si dissolvessero subito: << Ti assicuro, mio Signore, Legolas mi considera solamente un capitano della guardia >> << Forse sì, una volta. Adesso non ne sono così sicuro >> rispose Thranduil avendo ormai già scoperto i sentimenti di Legolas e del rifiuto che Tauriel cercava di nascondere al suo Re quasi velenoso. L' Elfa abbassò lo sguardo un po' imbarazzata a ciò, e Thranduil passò verso una specie di abbeveratoio.

Tauriel sapeva che, come da tradizione, gli Elfi maschi che sceglievano la loro donna dovevano sposarsi con la loro amata che sarebbe stata costretta ad andare a nozze. Tentò un ultimo ostacolo da mettere alle frasi del Re Elfico: << Non credo che tu concederesti a tuo figlio di impegnarsi con un umile Elfo Silvano >> << No, hai ragione. Non lo farei >> ammise Thranduil richiudendo la brocca che ebbe riempito d' acqua dalla vaschetta, dando all' Elfo femmina una speranza di vittoria nella discussione. Ma ancora le parole di Thranduil le pesarono: << Tuttavia lui tiene a te. Non dargli speranza laddove non c'è >> avvisò severo il Re, dovendo far subire anche al figlio Legolas le sofferenze e le delusioni del mondo, quasi lo volesse far diventare come lui nel carattere. Tauriel non poteva assumersi la colpa di quel gesto. Ma col tempo, lo stesso Legolas l' avrebbe capito anche indirettamente quando la sua Tauriel da tempo nella sua mente non le restituiva le attenzioni dovute. All' esterno delle mura del Reame Boscoso, intanto, le guardie elfiche mantenevano gli occhi spalancati anche durante la notte, stando come sempre ai lati dell' ingresso che si riversava sul pontile che collegava al mondo elfico. Degli Orchi erano appostati lontano dal cancello serrato e presidiato da guardie, stando nella fiancata destra oltre al fossato del fiume che li divideva dalle mura. Tra questi Orchi vi era Bolg, il figlio di Azog, che prese le redini del branco del Profanatore sotto l' ordine che fu costretto ad emanare l' Orco Pallido per la volontà dell' Oscuro Signore: << I cancelli sono sorvegliati >> disse un orchetto nascosto insieme al suo nuovo capo dietro ad un albero e notando la sorveglianza della porta principale: << Non tutti... Seguitemi >> affermò il grande orco albino mettendosi la grossa lancia sui palmi come se fosse una mazza da baseball, e diresse il suo gruppo verso un' altra via, con alcuni di essi che lanciavano lievi ringhiate agli Elfi che avrebbero assalito da un' altra parte.

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Capitolo 12
*** Episodio 263: La Runa di Kili ***


Gli Orchi quindi stavano ancora dando la caccia ai Nani, sotto la totale incertezza di questi e del loro gruppo di esseri umani che stavano per essere attaccati e, se possibile liberati, dai loro cacciatori che sicuramente li avrebbero finiti quando ne avrebbero avuto l' occasione. Sakura continuava la sua esplorazione nelle sale del Reame, imboccando sempre più cunicoli scavati nella roccia. Le pareva che fosse finita in un labirinto dei Goblin, con la sensazione di rivedere da un momento all' altro la sua creatura più disturbante di sempre: << Devo trovare il modo per aprire quelle celle. Non posso far aspettare ancora i miei amici. Se solo gli Elfi non avessero messo tutte queste stradine.. >> << Uffa! Ma perchè si devono complicare così la vita? >> alzò la voce Sakura, perdendo la pazienza nel vagare da molto tempo in quegli anditi, e sfregandosi i capelli dal nervoso. La ragazzina fece per tapparsi subito la bocca, nonostante avesse il potere dell' invisibilità che la teneva ancora nascosta agli occhi di chiunque. Sbirciò un attimo entrambi i lati della strada in cui era, accertandosi che non vi fosse nessuno che passasse in quel momento e che l' avesse sentita strillare. Levò un ennesimo sospiro di sollievo dal temere che la sua copertura saltasse del tutto: << Ho sentito che il nostro Re ha intenzione di spostarsi con il nostro regno da un' altra parte >> una voce da un angolo fece sobbalzare Sakura sul posto: << Sì, teme che siamo ancora in pericolo di attacco degli Orchi >> aggiunse una seconda voce all' altra che aveva appena parlato. La ragazzina invisibile scorse nel muro due ombre dalle orecchie a punta che si stavano incamminando verso di lei. Sakura venne presa dal panico, agitando le mani da una parte e dall' altra alla ricerca di un nascondiglio: << Povera me! E adesso dove vado? Dove vado? >> pensò istericamente. Si voltò alle sue spalle, notando un' incurvatura in una colonna rocciosa che cresceva fino al soffitto. Fu un ottimo riparo, vista la profondità della roccia che faceva in modo che la giovane non fosse stata sfiorata dalle guardie in arrivo. Fece subito per attaccarsi alla colonna, rimanendo immobile nei movimenti per evitare di urtare gli Elfi in arrivo. La loro voce, così come le loro sagome, furono ben chiare alla cattura carte. Uno portava i capelli lunghi e biondi, mentre il compagno ce li aveva marroni.

Entrambi erano vestiti elegantemente con abiti che terminavano con una V alle ginocchia. Il primo era di colore verde, e l' abito del secondo era rosso: << Non possiamo andare avanti così, di luogo in luogo. Ne và del nostro commercio >> << Lo fa per la sua sicurezza, per il suo popolo. Non penso che valga la pena abbandonarci qui, Elros >> disse l' Elfo dall' abito rosso mancando per un pelo il naso della cattura carte ancora invisibile nella roccia: << Su questo sono d' accordo con te. Ma per quanto ancora reggerà questo piano del nostro Signore? >> chiese l' Elfo verde chiamato Elros al suo compagno. I due si soffermarono di fronte all' uscio di un cunicolo, anche questo con gradini che scendevano verso il basso. Sakura ne approfittò per affacciarsi verso i due Elfi, notando nel cinto dell' Elfo Elros che vi era attaccato un portachiavi con molte chiavi che erano appese nel cerchio metallico. La giovane capì che si trattava delle chiavi che avrebbero aperto ogni serratura delle celle dei suoi compagni rinchiusi. Per sua fortuna, Elros si mise voltato di spalle agli occhi della ragazzina, mostrandole il portachiavi scoperto ad ogni tentativo di furto di qualsiasi ladruncolo nei paraggi, o che si nascondeva furbamente dietro all' Elfo. Sakura approfittò della continua discussione dei due Elfi per entrare in azione. Con passo leggero si avvicinò sempre più al cinto di Elros: << Non pensare al futuro, amico mio. Finchè avremmo il nostro giusto pagamento con gli Uomini del Lago i nostri affari andranno in porto. Sosterremo la ricchezza di Re Thranduil. Io credo che le zone in cui siamo sempre stati siano un buon punto di scambio merci >> la mano di Sakura si stava allungando proprio verso il mazzo di chiavi in quel momento, sicura che sarebbe passato liscio come l' olio il suo furto. Ma le chiavi le furono coperte dalla mano dell' Elfo che si mise i palmi degli arti nei fianchi, assumendo una posizione da pensatore a ciò che disse il suo compare davanti. La ragazzina fece per ritrarre la mano indietro: << Oh no, c' ero quasi! >> pensò lei mangiandosi le mani dalla rabbia: << Già, forse hai ragione, Galion. Che ci importa. Fin quando abbiamo un compito ben saldo perchè oscurarci i pensieri? >> << Esatto. Ora dovrei andare a svolgere la contabilità dell' incasso della settimana scorsa >> dissero i due Elfi dividendosi da una parte. Sakura si spostò in tempo all' Elfo dall' abito verde che le passò di fronte alla faccia, e questi discese una scalinata dalla parte opposta a quella dove era adesso in piedi. La cattura carte vide che l' Elfo con le chiavi era rimasto nel suo piano, di fronte a lei, lasciato solo dal suo amico Galion. Elros si mise in piedi di fronte ad un tavolo attaccato al muro, controllando dei contratti di avvenuto pagamento con le merci di quel mese: << Ah, eccoli. Pagamento avvenuto nel mese corrente: Novembre >> lesse l' intestazione di un foglietto l' Elfo. Sakura assunse di nuovo il ruolo da scassinatrice, e con il solito passo quatto tentò un' altra volta di soffiare dalla tasca dell' Elfo il mazzo di chiavi, ben mostrato alla sua vista.

<< Mh? >> si disse d' improvviso Elros aggrottando la fronte al foglietto che stava leggendo. Questa volta le dita di Sakura furono ad un centimetro dal prendere il mazzo di chiavi tanto ricercato, facendo cautela dal poterlo scuotere con il tremolìo che percorse l' arto della ragazzina: << Ma qui manca la firma del chiattaiolo! >> esclamò Elros di botto. Sakura fermò in tempo la sua mano, mollando un breve urletto. L' Elfo si voltò dinanzi alla ragazzina che cadde silenziosamente a terra. I suoi occhi si indirizzarono nel volto di Elros che assunse un' espressione scocciata ad un' informazione che gli giunse al cervello. La ragazzina cominciò a temere che l' Elfo l' avesse scoperta nel rumore che emise emanando l' urletto: << Qui dice: pagamento di questa settimana. Ma non c'è stata alcuna firma di certificazione. Non mi dire che Galion è rimasto indietro con i tempi? Se lo viene a sapere il Re Thranduil, è la volta buona che ci sollevi dai nostri incarichi! >> sbuffò Elros passando avanti, e facendo fare a Sakura uno spostamento da una parte per evitare di essere urtata dalle gambe dell' Elfo. Questi fece per tornare ad inseguire il suo compagno, facendo la strada per raggiungerlo nella gradinata più avanti. Sakura rimase a guardare la sua possibilità di rubare le chiavi che si allontanava sempre di più. Fu colta dallo sfinimento, ma non si diede per vinta e fece per tornare a pedinare l' Elfo con le chiavi in mano nel cuore della notte. Nelle celle del Reame Boscoso, i prigionieri Nani dormivano tranquilli alla notte che giunse ai loro volti stanchi. Bombur russava sonoramente nella sua prigione, soffiando il terreno in cui si accasciò al suo soffio d' aria. Li, Tomoyo, Meiling dormivano nelle sdraiette della loro cella, attendendo di essere scagionati da un momento ad un altro. Così come Yuki e Toy non fecero altro che dormire tranquillamente nella loro cella: << Sei un bel fusto, sai? >> disse Meiling parlando nel sonno con ancora in testa la figura dell' Elfo biondo. L' unico ad essere ancora sveglio a quel punto fu solo Kili. Poggiato alla parete, fissava sulla sua mano la sua pietra nera e argentea che faceva girare da una faccia e dall' altra. In essa vi erano intagliate scritte probabilmente nella lingua nanica. Il Nano giovane si dilettava a far saltare in alto la piccola pietra liscia sulla superficie, facendola ricadere sul suo palmo. Per gli stretti sentieri esterni alle celle, scendeva l' Elfo Tauriel per controllare se tutti i prigionieri stavano dormendo e se ancora erano tutti presenti ai loro posti. Dopo la discussione con Re Thranduil, la donna Elfo si sentì appesantita alla severità del Re che di nascosto lasciava il figlio Legolas all' oscuro del suo intento nel voler far diventare il primogenito con un carattere duro e freddo come il suo. Tauriel cercò di distrarsi in quel giro di ricognizione tra le grate delle celle, notando poi un prigioniero Nano ancora sveglio. Fece per avvicinarsi alla sua cella, scoprendolo nel giocherellare con la pietra. Kili fece per fermarsi, assumendo lo sguardo offeso e rivolto verso il basso all' Elfo che si fermò di fronte a lui, oltre le sbarre verdi, che sapeva di non riuscire ad instaurare un legame vero e proprio con lei, data la rivalità per secoli delle due razze.

Tauriel, incuriosita dall' oggetto del Nano, chiese: << La pietra che hai in mano, che cos'è? >> Kili, sempre con il volto serio e un po' rattristito, rispose alla curiosità dell' Elfo: << E' un talismano >> disse semplicemente. Ma in quella breve risposta che diede, l' Elfo femmina fu come sorpresa da un raro oggetto che il Nano era entrato in possesso, e ora sembrava dargli più attenzione nell' ascoltare le parole di Kili: << Un potente incantesimo l' avvolge. Se qualcuno, oltre ai Nani, leggesse queste rune.. sarebbe eternamente dannato >> disse con il tono di voce che assunse come per mentire senza alcuna importanza la donna davanti a lui, mostrandole con sguardo accigliato la pietra nera. Tauriel divenne offesa in un attimo, stando alla larga dalle sciocchezze che il Nano le diceva e che parevano la prendessero in giro antipaticamente. Questa fece per girare la faccia, disinteressandosi di Kili, e passare avanti nella perlustrazione: << O no >> la fermò Kili ironicamente, scherzando sulla frase che aveva appena detto: << Dipende se credi in quel tipo di cose. E' solo un ricordo. Eh, eh >> rise il piccolo e bello essere alla faccia che fece Tauriel, prendendosi adesso gioco di lei simpaticamente. L' Elfo rivolse un' espressione dolce allo scherzo del Nano che voleva sin dall' inizio essere socievole con la femmina. Kili spiegò la realtà dell' identità dell' oggetto in mano, guardando di nuovo la scritta su di essa: << E' una pietra runica. Me l' ha data mia madre perchè ricordassi la mia promessa >> disse sfiorando i bordi lisci e levigati del sassolino nero: << Quale promessa? >> domandò ancora Tauriel: << Che sarei tornato da lei >> rispose il Nano moro alla malinconia della sua casa. L' Elfo femmina sapeva che il Nano voleva uscire, ma fu ancora attirata dalla dolcezza di lui quando venne a sapere che aveva una madre che lo aspettava: << Si preoccupa. Mi ritiene spericolato >> aggiunse Kili volteggiando la pietra in alto, quasi a esibirsi in uno spettacolino acrobatico con le dita: << E lo sei? >> gli chiese Tauriel: << No >> rispose ancora il giovane Nano ironicamente. Ma l' affermazione che diede nello scherzare gli fu quasi come un avvertimento al suo vero carattere che nascondeva. La pietra gli scivolò dalla mano, rotolando oltre la grata, e sbucando ai piedi di Tauriel, che fermò la pietra con un leggero tasto della suola su di essa, prima che finisse nel vuoto della cascata che cadeva verso il basso. Kili si rialzò di scatto, un po' imbarazzato, e fece per avvicinarsi alle sbarre per farsi riconsegnare la pietra da Tauriel. Questa si portò la Runa sopra i suoi occhi, leggendo la scritta in essa alla luce della luna che entrava con i suoi raggi in uno squarcio di roccia. Kili sentì delle grasse risate verso l' alto, pensando che fosse in atto un momento di baldoria tra Elfi: << Sembra che stiate facendo una gran festa lassù >> notò il Nano a Tauriel: << E' Mereth e-nGilith, la Festa della Luce Stellare >> disse l' Elfo femmina. Adesso l' Elfa parlava di quella festa importante, rivolgendo gli occhi in alto e avvicinandosi verso le gradinate: << Tutta la luce è sacra per gli Eldar. Ma gli Elfi Silvani adorano la luce delle stelle >> proseguì incantevolmente e beata.

<< L' ho sempre trovata una luce fredda. Remota e molto lontana >> aggiunse Kili sapendo anche lui della festa Elfica. Tauriel fu sempre più sorpresa alla conoscenza del Nano riguardo alla festività degli Elfi: << Essa è memoria preziosa e pura. Come la tua promessa >> rispose Tauriel dando una speranza di salvezza al Nano che la guardava intensamente negli occhi mentre gli rivolgeva un altro sorriso dolce. Questa fece per tendere la pietra nera al Nano, e lui la prese delicatamente tra il palmo delicato della pelle di lei. Tornò a parlare con il piccolo essere, confidandogli una cosa, quasi fosse un segreto: << Sono andata lì, qualche volta. Oltre le foreste, sulle montagne di notte. Ho visto il mondo cadere via, e la luce bianca dell' eternità riempire l' aria >> raccontò lei con voce incantevole allo spettacolo di assistere alla notte stellata. Kili la ascoltò guardandola voltata di spalle, con sullo sfondo l' acqua della cascata che cadeva senza fare alcun fragore verso il basso. Egli sorrise alla serenità dell' Elfa: << Ho visto una luna di fuoco, una volta >> disse il giovane Nano, attirando la meraviglia negli occhi di Tauriel che fece per ascoltarlo in silenzio, non facendo rumore con il suo passo leggero per evitare di coprire le sue parole e per stargli vicino mentre continuava: << Si era levata sul passo vicino a Dunland. Enorme. Rossa e dorata, era. Riempiva il cielo >> ora la bassa statura del Nano le faceva tenerezza così come i suoi occhi castani. Entrambi non smisero di guardarsi negli occhi che si illuminavano dall' acqua della cascata che scendeva. Tauriel si sedette sulle gradinate vicino alla cella: << Scortavamo alcuni mercanti da Ered Luin. Loro scambiavano lavori in argento con pellicce. Prendemmo il Verdecammino a Sud, tenendo la montagna a sinistra. E poi è apparsa. Un' enorme luna di fuoco, illuminava il sentiero. Magari potessi mostrarti le caverne sotto quelle montagne... >> pensava Kili in quell' atmosfera che si fece romantica tra l' armonia che si era creata tra la calda voce del Nano e l' espressione dolce di Tauriel. Legolas, l' Elfo biondo, era appostato poco sopra di loro, e vedeva la sua compagna che tanto amava ascoltare e fare gli occhi dolci a quel Nano che la fissava dapprima. L' Elfo adesso cominciò a dubitare del suo amore che provava per lei, ancora da Tauriel non scoperto, e rimase a guardare i due che furono per quasi tutta la notte a discutere e sorridersi amorevolmente. Una nota lieve e dolce in quel viaggio era sbocciata per Kili.

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Capitolo 13
*** Episodio 264: Fuga nei barili ***


Come di consueto, poco prima dell' alba, gli Elfi dovevano preparare le proprie merci per essere scaricate nelle loro navi e pronte per il commercio. In una cantina, i servi del Re Thranduil ammassavano dei barili vuoti fino a formare una montagnetta tra questi: << Galion, vecchia canaglia, c'è rimasto poco da bere >> disse l' Elfo Elros discendendo le scalinate che portavano fino a laggiù, ribadendo al suo compagno quello che aveva letto nel contratto di pagamento non ancora avvenuto delle merci: << Questi barili vuoti andavano rimandati a Esgaroth ore fa. Il chiattaiolo li starà certamente aspettando >> proseguì nella predica Elros. Sakura era scivolata alle spalle dell' ultimo Elfo arrivato nella cantina, e si nascose dietro ad una colonna mantenendosi la copertura della Carta del Destino: << Dì quello che ti pare del nostro irascibile Re. Ha un eccellente gusto per i vini >> rispose l' Elfo Galion fregandosene delle frasi che gli diceva il compagno, sorseggiando un boccale di vino rosso ai suoi occhi. La ragazzina si nascose per metà corpo dietro ad un bancone, stando alla larga sempre dagli Elfi che pensava di urtare da un momento all' altro. Il mazzo di chiavi adesso lo notò in una mano dell' Elfo rivolta verso i suoi occhi: << Dai, Elros, assaggia >> esortava Galion a far bere del vino al suo compare: << Ho i prigionieri sotto la mia sorveglianza >> << Sono chiusi a chiave. Dove possono andare? Ah, ah >> ribattè di nuovo Galion superficialmente, prendendo il mazzo di chiavi e appenderlo in un gancetto del muro mentre offriva un bicchiere di vino a Elros. Sakura le avrebbe prese senza alcun problema, visto che gli Elfi cominciavano a bere il liquido in grandi quantità. Nelle celle del Reame, i Nani si svegliarono un po' prima della luce del sole ancora non presente in cielo, dubitando di già della loro fuga: << Scommetto che il sole sta sorgendo. Dev' essere quasi l' alba >> mormorò Bofur sconsolato: << Non raggiungeremo mai la Montagna, non è vero? >> chiese Ori dalla sua prigione con tono triste. Fili cominciò a perdere anche lui le speranze, accasciandosi alla parete, vinto dalla sfiducia: << Sakura... >> disse Li tra sé e sé rattristito anche lui dal non poter vedere ancora la sua amata nei paraggi.

Fu in quell' attimo che la ragazzina decise di riapparire: << Non chiusi qui dentro, di certo >> fece sentire la sua voce bisbigliante sbucando di fronte alla cella di Li, Tomoyo e Meiling: << Ah! Sakura! Sei tu? >> le disse Tomoyo afferrando le sbarre dall' allegria mentre la cattura carte sventolava il mazzo di chiavi preso e si rinfilava di nascosto la Carta nella tasca sinistra: << Sakura, amore mio! >> << C'è Sakura, Toy! >> << Che cosa? Oh, alla buon ora! >> commentarono Li, Yuki e Toy alla rivista della loro compagna. Perfino gli altri Nani si fiondarono verso le sbarre per vedere se era davvero la giovane cattura carte, così come anche lo stesso Thorin fu preso dall' entusiasmo: << Sakura! >> << Cosa? >> esclamarono Balin e Kili increduli alla presenza della cattura carte in quel punto: << Pensavamo che non saresti più tornata >> aggiunse Meiling piena di felicità anche lei: << Non vi avrei mai abbandonato qui, amici miei >> << Eravamo in pensiero per te >> aggiunse Tomoyo quasi commossa: << Ora vi libero, ragazzi >> avvertì Sakura prendendo in mano una chiave qualunque, visto che le serrature erano uguali in tutte le celle. Il brusio dei Nani continuò pian piano sempre più acuto: << Ssh! Ci sono guardie nelle vicinanze! >> avvertì lei stessa agli altri. I primi che scagionò furono i suoi tre amici, poi salì al ripiano superiore per liberare Yuki e Toy: << Scusate se ci ho messo tanto >> fece per farsi perdonare Sakura: << Meglio tardi che mai, dico sempre io >> rispose Yuki simpaticamente alla ragazzina: << Mostricciatolo! >> le disse Toy in un modo non pesante, non appena lui e Yuki furono fuori. In seguito, la ragazzina liberò anche il suo compagno Thorin, seguendo poi con Balin che ebbe anche lui all' ultimo minuto una perdita di speranza che colmò con un gran sorriso di sollievo alla cattura carte. Sakura andò su e giù per le gradinate delle celle, liberando quanti più Nani possibile in fretta: << Eccomi, Nori >> disse la giovane arrivando nella cella del Nano Nori e liberarlo. Da sopra il ripiano dove c' erano Toy e Yuki, il primo fece per richiamare la sorellina: << Passaci le chiavi, così faremo più in fretta >> le bisbigliò a bassa voce tendendo la mano per afferrare le chiavi. Toy le prese al volo, dopo che Sakura gli rivolse un sorriso di ringraziamento sul volerla aiutare. Toy le passò poi a Yuki per liberare il Nano Kili dalla prigione, poi le lanciò successivamente al gruppetto dei tre ragazzini più in là: << Prendi, Li >> lo avvertì Yuki. Il cinesino prese al volo il mazzo di chiavi, facendo poi passa a mano con le sue due amiche dopo aver liberato uno ad uno i Nani: << Chiudete le porte. Ci farà guadagnare tempo >> suggeriva Thorin nel far passare inosservata la loro fuga, serrando le sbarre. I Nani e il resto dei compagni fecero per indirizzarsi verso le scale che portavano più in alto. Ma Sakura li fermò, discendendo le scale verso il basso per prendere un' altra via di fuga che lei aveva già visto: << Non di là. Quaggiù. Seguitemi >> disse lei facendo da guida alla Compagnia: << Dove ci stai portando? >> << C'è una via più semplice per uscire >> rispose la ragazzina rispondendo a Yuki. Thorin fece da chiudifila a tutti i membri della sua compagine. Così i Nani vagarono nelle gradinate verso il basso, insieme ai loro compagni umani, all' oscuro delle attenzioni delle guardie.

Tutto filava liscio come l' olio, ma il piano di Sakura doveva svolgersi in fretta prima che le guardie si accorgessero della fuga improvvisa dei prigionieri. Sakura assunse il passo silenzioso, scendendo i gradini che portavano alla cantina dove aveva preso le chiavi. Notò che gli Elfi erano tutti addormentati sui tavoli, ubriachi dal troppo vino che bevvero poche ore fa. Uno di questi tirò di scatto per un attimo la testa, tenendo serrati gli occhi, quasi fosse sonnambulo. Poi fece per riaccasciarsi con la testa sul bancone, ronfando come un ghiro insieme ad altri suoi compari. La cattura carte fermò per un attimo il gruppo, poi diede il via libera avanzando distante dal tavolo degli Elfi: << Da questa parte. Venite >> disse a bassa voce per far muovere tutti quanti: << Non ci credo. Siamo nelle cantine! >> avvisò Kili per niente d' accordo con il posto dove era finito: << Dovevi portarci fuori, non ancora più all' interno! >> << So quello che faccio! >> << Ssh! >> la zittì Bofur parlando sottovoce alla pessima mossa del piano della ragazzina: << Sakura, qual è il tuo piano? >> le chiese Li avvicinandosi quatto a lei: << Non temere, Li. Di qua! Di qua! >> incitava Sakura ai Nani per farli riversare al lato dei barili che erano ammassati a montagnetta. Le guardie elfiche, intanto, scoprirono che i loro prigionieri avevano lasciato le celle, cominciando a gridare l' allarme nella loro lingua elfica per andarli a cercare. Non appena la cattura carte diresse il gregge di fronte ai barili, fece per dare l' ordine: << Entrate tutti nei barili, presto >> << Cosa? Sei impazzita? Ci troveranno >> si avvicinò a lei Dwalin, disapprovando l' ordine di Sakura: << No, no. Non è così. Te l' assicuro. Vi prego, vi prego. Dovete fidarvi di me >> insisteva e supplicava la ragazzina alla testardaggine degli amici Nani. Questi cominciarono a mormorare tra di loro alla frase fuori luogo della giovane: << Non sono convinti >> disse Toy sottovoce. Sakura e il suo gruppo fece per voltarsi verso Thorin per chiedergli aiuto, visto che i Nani si fidavano solo di lui: << Fate come dice >> ordinò a bassa voce il Principe Nano accordandosi con Sakura. I Nani quindi fecero per infilarsi nei barili: << Anche voi, andate dentro i barili >> disse Sakura ai suoi compari: << Sei sicura di quello che fai? >> << Sì, fidati, Meiling. Usciremo sani e salvi da qui >> la rincuorò la cattura carte: << Va bene. Allora faremo anche noi come dici >> disse Yuki smuovendo i suoi compari. I barili erano abbastanza larghi per fare in modo che ci stessero perfino i due ragazzi Toy e Yuki: << Togli di mezzo questo testone fulvo! >> ringhiò Dwalin ad un suo compare. I barili però erano diciotto, e questo fece in modo di far lasciare a terra la ragazzina: << Sakura, e tu come farai? >> << In qualche modo vi raggiungerò >> ribattè corto lei alla sentenza di Li preoccupato per la fuga della sua amata: << Buona fortuna >> le augurò Tomoyo già infilata dentro al barile con il resto: << Grazie, amica mia. Su, non perdere altro tempo >> << Non farti catturare! >> le ribattè Li infilandosi anche lui per ultimo nella botte.

Gli Elfi, senza accorgersi di nulla, ronfavano beati sul tavolo. Sakura fece il giro delle botti per fare la conta dei componenti se c' erano tutti dentro: << Balin... diciotto, bene >> confermò lei a conti fatti: << Adesso che facciamo? >> domandò Bofur sottovoce, facendo spuntare le teste degli altri Nani dai barili che fissavano interrogativamente la ragazzina: << Trattenete il fiato >> << Trattengo il fiato? Che vuoi dire? >> chiese confuso Bofur mentre Sakura fu vicina ad una leva che azionò dal suo grilletto, e abbassandola verso il basso. Di conseguenza, una grande bottola sotto ai barili si inclinò con ampiezza pari ad un angolo acuto, facendo iniziare a far rotolare la Compagnia verso il basso. Le urla dei Nani si fecero acute, inaspettate al colpo di scena che presentò loro: << Ah, mi gira la testa! >> esclamò Meiling rotolando per ultima insieme ai suoi altri compari di dietro. I barili fecero così per tuffarsi nell' acqua, sottostante alla bottola. Sakura fece per esultare al piano riuscito, non appena un ultimo lamento si sentì dall' ultimo Nano rotolante nel barile, chiudendo così la bottola sotto gli occhi della ragazzina. Questa poi fece per voltarsi da una parte, notando che gli Elfi si stavano già svegliando. E stupidamente, si accorse di non avere altre idee di fuga per raggiungere i suoi compagni di sotto. Nel silenzio e nel tempo che calarono su di lei, questa fece per pensare ad una soluzione vedendo che gli Elfi tiravano su le teste a malapena: << Dov'è il custode delle chiavi? >> chiese l' Elfa Tauriel a gran voce. Sakura fu presa dal panico al sentire la voce della guerriera Elfo dalle scale delle celle, furibonda come non mai, alla ricerca dell' Elfo che aveva in custodia i prigionieri: << Oh, no! Sono nei guai! Cosa faccio?! Cosa faccio? Cosa faccio?!? >> si chiedeva lei ripetutamente andando avanti e indietro nel pianerottolo mobile, poi ritirandosi dietro ad uno scaffale di bottiglie di vino non appena notò che gli Elfi alzavano composti i loro capi dal tavolo. Tauriel richiamò a sé le sue truppe elfiche, discendendo a saltelli la gradinata verso le cantine. Sakura nel non sapere cosa fare, cercò di far aprire la bottola, sbattendo più volte i piedi sopra di essa: << Oh, andiamo, apriti! >> disse lei dal panico. Le grida degli Elfi adesso le furono più minacciose che mai, irrigidendosi come se si trovasse in un vicolo cieco. Fece per indietreggiare a passi stretti fino alla sommità della bottola che si inclinò sempre di più verso il basso. Sakura si accorse all' ultimo momento che stava sempre più scivolando verso la fine della bottola, mollando uno strillo a gran voce prima che i suoi piedi si staccassero dal pavimento movibile. Sakura cadde di schiena verso l' acqua in basso, avendo l' occasione per Tauriel di notare la bottola che si richiudeva davanti a lei, scoprendo che i Nani e gli altri prigionieri erano riusciti a scappare. La cattura carte cercò di risalire la superficie dell' acqua, aiutata dalla mano di Li: << Complimenti, signorina Kinomoto >> disse Thorin del buon lavoro fatto dalla scassinatrice che si teneva nel barile di Li.

Tutta la Compagnia ora galleggiava nei barili vuoti del fiume che iniziava dalla grotta aperta del Reame Boscoso: << Sakura sei salva! >> esclamò Tomoyo felice: << Reggiti, mi raccomando >> la avvisò Li dicendole di tenersi al suo barile: << Su, forza, andiamo! >> ordinò infine Thorin nuotando fino all' uscita dello stretto passaggio del fiume, smuovendo gli altri del gruppo. Le guardie elfiche ricoperte di corazza fino agli occhi seguivano le loro prede da un pontile distante al fiume, gridando a gran voce l' allarme e per cercare di accerchiarli. La Compagnia svoltò l' angolo di una parete rocciosa vedendo che il fiume calava in una piccola cascata alla luce del sole: << Tenetevi forte! >> gridò Thorin prima di essere trascinati con violenza dalla corrente dell' acqua, seguito dal resto dei suoi compagni. Imboccarono così delle rapide del fiume che fecero in modo ai barili di acquisire velocità: << Tappati il naso! >> gridò Li a Sakura prima che i due fossero sommersi nella caduta dalla schiuma forte: << Meiling! >> gridò Tomoyo per richiamare l' amica davanti a lei che scomparve nel getto della cascata. Tutti cominciarono a essere fradici nei loro abiti, rispuntando dai barili cui erano messi. Sakura tossì ripetutamente avendo ingerito l' acqua salata del fiume: << Sakura! >> la richiamò Balin per vedere se stava bene. La forte corrente adesso trascinava la Compagnia con più rapidità nelle curve del torrente infuriato che si formava di altre piccole cascate più avanti, facendo presagire una turbolenta fuga per i Nani: << Aiuto! >> << Ori! >> gridarono i due Nani Dori e Ori per poco con l' ultimo che non affogava nelle acque. I barili cominciarono a sbattere tra di loro per il forte getto della corrente, per poco che non si addossavano a vicenda i compagni: << Attento, Yuki! Non mollare! >> lo avvisava Toy prima di sbattere contro di lui: << La corrente è troppo forte! >> notò Yuki << Meiling, tieniti! >> << Ho il mal di mare! >> disse la cinesina andando in su e in giù nel torrente, lamentandosi con la sua amica Tomoyo. Legolas fece in tempo ad estrarre il suo arco, armato poi di frecce, e spuntare dall' uscita del Reame: << Chiudete il cancello! >> ordinò lui in elfico ad un soldato dietro mentre si incamminava all' inseguimento dei Nani. Il soldato fece per suonare il corno degli Elfi, avvertendo alle guardie di serrare il cancello più avanti. Da un colle distante dal fiume, i Nani avvertirono il suono del corno: << Ma che succede? >> si chiese Sakura reggendosi al barile di Li mentre l' acqua la bagnava del tutto. Una guardia elfo sentì in lontananza il corno, spargendo l' ordine alle altre guardie appostate sopra al cancello di serrarlo. Davanti agli occhi di Thorin, ci furono le gabbie aperte del cancello che era sommerso dall' acqua del fiume sotto alle mura del recinto esterno alla fortezza elfica. Una guardia fece per dirigersi verso una grande leva posta poco sopra la rientranza di sotto del fiume, e la abbassò, azionando il meccanismo di chiusura del cancello: << Stanno chiudendo il cancello! >> disse Li per spargere la voce in tutto il gruppo. Le due ante in ferro del cancello si unirono verso l' interno: << No! >> gridò Thorin sbattendo contro di esse non appena vide che mancava poco alla libertà.

Il Principe Nano grugnì dalla rabbia di non poter assaporare l' aria aperta. Dietro di lui si accalcarono il resto della Compagnia, esterrefatta dal piano in fallimento della cattura carte che fu costretta da un momento all' altro di tornare in prigione: << Accidenti! >> mollò un verso di rabbia Meiling appoggiandosi al barile di Li. Le guardie elfiche fecero per sguainare le loro lughe lame, pronti a rinchiudere i loro fuggitivi di nuovo in cella. Ma una freccia dalle piume nere si conficcò d' improvviso nella schiena di una guardia Elfo che cadde morente nell' acqua in mezzo ai Nani. Un orco spuntò a muso brutto di fronte alla Compagnia, risalendo le mura del cinto e ringhiando contro le creature naniche che furono per il momento salve dal vedersi essere catturate nuovamente dagli Elfi: << Attenti! Ci sono gli Orchi! >> esclamò Bofur vedendo che vi furono altri Orchi che risalivano le mura. I mostri sbalzavano da dietro la trincea, gettandosi contro le guardie efliche, e pugnalandole a morte. Sakura emise un sospiro di sorpresa e allo stesso tempo di sbigottimento all' arrivo delle creature della notte, che giunsero anche di giorno. Gli Orchi arrivarono in gran numero salendo la muraglia per assalire le guardie elfiche, dove alcune le gettarono dal bastione oppure direttamente in acqua. Il Reame Boscoso fu assediato da tanti Orchi in quel momento. Uno si gettò verso i Nani per colpirli, ma questi furono reattivi e lo scansarono, facendo finire il mostro affogato nel fiume. Gli Elfi che giungevano in soccorso dei loro compagni, venivano invece sterminati dagli Orchi. Al lato del fiume, verso una collinetta apparve Bolg che roteò la sua lancia per colpire alla testa un Elfo vicino a lui con i petali ferrosi. Dietro all' orco albino scavalcavano i suoi uomini Orchi che abbattevano gli Elfi più avanti: << Uccideteli tutti >> ordinò il grosso mostro minacciosamente per lo sterminio completo sia di Elfi che dei prigionieri che erano riversati alle porte chiuse del fiume. I Nani, così come il gruppo di Sakura, si voltarono per vedere il grosso energumeno che prese il posto di Azog adesso: << Siamo nei guai! >> esclamò Toy alla situazione che si stava formando. Un Orco si tuffò in mezzo ai Nani, nel gruppo tra Sakura e i suoi, e stava per dare una pugnalata alla stessa ragazzina che notò per prima. Ma il giovane Li fu lesto ad intervenire, estraendo di fretta la sua spada recuperata di nascosto dagli Elfi e conficcandola nel collo del mostro prima che questo potesse fare del male alla sua amata: << Andiamo sotto il ponte >> disse Thorin per far riparare anche gli altri stando vicino alla grata del cancello chiuso. Nell' ingorgo che si era creato, tutti i membri della Compagnia combatterono contro gli Orchi che li saltavano sopra. Dwalin ebbe il compito prioritario di proteggere il Principe Nano, e mollò una gomitata ad un Orco. Kili, avendo l' occasione di agire, guardò la leva grande che controllava l' apertura e la chiusura del cancello priva di ogni guardia nei dintorni: << Attenta, Sakura! >> le gridò Yuki per farla tenere distante dai mostri che tentavano di afferrarla.

Dwalin manovrò anche lui una grossa lama nanica recuperata, nel volto di un altro Orco, mentre i suoi compagni utilizzavano le mani per difendersi. Kili fece così per saltare su dal suo barile e raggiungere la piccola riva. Un Orco lo affrontò dirigendogli un fendente di sciabola contro lo stesso Nano, ma questi si abbassò in tempo e fece sbattere la fronte del mostro contro la roccia: << Kili! >> gli urlò Dwalin passandogli la lunga lama nanica per finire il mostro. Dapprima lo colpì da dietro, nel naso, poi lo infilzò alla gamba e lo uccise mollandogli altri fendenti. Ori si dilettava nel colpire gli Orchi appesi al suo barile con pugni, Toy e Yuki vennero aiutati dai Nani che passarono a loro delle altre armi riprese per uccidere gli Orchi che assalivano i barili delle loro amiche, sostenendo nella lotta anche Li. Il giovane Nano sulla riva fu ancora trattenuto da un altro Orco, e lo disarmò tagliandogli una mano poi quando il mostro si inginocchiò, Kili gli mollò un calcio facendolo finire nell' acqua e finendo affogato. Un Elfo che resisteva all' assalto dei nemici, uccise un Orco con un fendente orizzontale, ma la creatura mistica dei boschi venne schiacciata dalla mazzata della lancia di Bolg che sopraggiunse a sterminare gli Elfi che si opponevano al suo branco. Lo stesso orco albino alzò lo sguardo vedendo il Nano Kili che eliminava quanti più Orchi gli si presentavano sulla strada per poter azionare la leva. Il Nano fu nell' ultima gradinata a lottare con un Orco, e un secondo ne scese dalle mura alle spalle di Kili pronto a finirlo con la sua lancia. Il fratello Fili venne in aiuto del suo parente, e dal barile lanciò un pugnale verso l' Orco che si era messo dietro a Kili, uccidendolo sul colpo. Kili si liberò quindi dell' Orco con cui combatteva tagliandogli di netto la testa con l' arma passatagli da Dwalin. Bolg non poteva permettere che i Nani scappassero sotto i loro occhi, ed estraò un grande arco che teneva dietro nella schiena, facendo subito per prendere una lunga freccia. Kili si abbassò al fendente di un altro Orco che gli spuntò da sopra una gradinata e fece per ucciderlo con un fendente solo. Il Nano era libero da ogni Orco sulla sua strada e corse verso la leva per azionarla. Ma in quell' istante Bolg lasciò scoccare la sua freccia in direzione del ponte, e questa si conficcò nella coscia destra di Kili. Il Nano emise un gemito e si bloccò essendo stato raggiunto dalla freccia dell' orco albino. Sakura e i suoi tre amici emisero un sospiro terrorizzato alla scena: << Oh no! >> esclamò Tomoyo dal barile sgranando gli occhi: << Kili! >> lo richiamò il fratello da sotto. Il Nano moro fece per abbassare la leva davanti a lui, ma le forze gli si erano già indebolite e cadde a terra dolorante alla gamba. Bolg grugnì sadicamente facendo per caricare un' altra freccia per finire il Nano: << Kili >> sospirò preoccupato Thorin da sotto il ponte. Il giovane Kili ferito stava per essere raggiunto da un Orco che discendeva le gradinate verso di lui. Ma il mostro venne ucciso da una freccia che gli si piantò nel collo, partita dalla direzione di sinistra. Kili si voltò per osservare la persona che lo aveva tratto in salvo. Vide Tauriel, l' Elfo guerriero che era giunto in tempo per fermare la fuga dei Nani ma anche per evitare la morte del suo adorato: << Sono gli Elfi >> disse Sakura sorpresa.

Bolg emise una ringhiata a denti stretti alla giunta di un altro aiuto elfico, mentre Tauriel scoccò un' altra sua freccia sotto le vesti di un rivestimento marrone, colpendo un altro mostro che stava per scendere le scale verso Kili. L' Elfa parò poi il colpo di un Orco che le piombò davanti e con una piroetta gli mozzò la testa, facendo cadere il corpo dell' Orco in acqua: << Uccidetela! Uccidete l' Elfo femmina! >> ordinò Bolg dirigendo all' attacco i suoi soldati. Da un lato di un cespuglio spuntarono gli altri Elfi Silvani per accorrere in aiuto di Tauriel. Legolas lasciò la sua freccia che trafisse dalla velocità la tempia di un Orco. L' Elfo biondo fu anche molto agile nel puntare di seguito l' arco preciso verso un mostro sopra al ponte, colpendolo con la freccia in un punto vitale del collo. Lo stesso Elfo scansò un altro Orco che gli diresse una sciabolata per abbatterne uno con una freccia ravvicinata. Poi Legolas riprese a combattere contro il primo mostro che aveva scansato, inferendogli colpi di pugnale, in seguito prese per il collo un altro Orco utilizzando la corda del suo arco e fece per avvicinarlo a sé per ucciderlo con la stessa lama elfica del pugnale. Kili si osservò ancora intorno notando che adesso gli Orchi stavano approcciando i due Elfi guerrieri, e ancora una volta il Nano giovane fece un altro tentativo per raggiungere la leva. Si aggrappò ad essa, abbassandola con tutto il suo peso, dopo aver zoppicato e tenendosi nelle gradinate sopra di lui. Legolas si dilettava nella sua agilità, facendo roteare i suoi pugnali che conficcava da parte a parte in un Orco e lo finì prendendo al volo l' arco che fece volteggiare, scoccandogli in piena faccia una freccia a tutta velocità. Kili azionò la leva verso il basso e di seguito la grata si spalancò, liberando i Nani uno alla volta che cadevano di seguito nella cascata che assumeva velocità nella corrente dell' acqua. Kili lasciò la leva, sbattendo a terra e con il dolore alla gamba che si fece sentire di più: << Attenti, si riparte >> disse Yuki vedendo che l' ingorgo venne sbloccato di colpo. Bolg si affacciò dalle mura, gridando all' ordine: << Inseguiteli! >> mentre vedeva i prigionieri e i Nani che si immergevano e che spuntavano ogni tanto dalla schiuma del torrente. I Nani assumevano sempre più velocità ai suoi occhi, e fece per richiamare i restanti soldati. Un branco di Orchi attendeva una parte della Compagnia che si dirigeva per le rapide verso la sponda dei loro predatori, cogliendoli prima o poi alla sprovvista. Il Nano Kili, ferito gravemente alla gamba, fece per strisciare per gettarsi nel suo barile: << Kili! >> lo richiamò il fratello da sotto. Kili fece per saltare dal ponte in marmo, e finì proprio nel suo barile, con la freccia che si tolse dalla sua gamba, non appena si scontrò con il bordo dell' oggetto. Il Nano emise un lamento di dolore a denti stretti, impallidendo per poco. Tauriel sentì il suo adorato Nano che era ferito, e si incantò nell' osservare il volto di Kili. Un Orco assalì l' Elfo femmina gettandosi nell' arco di lei, ma Tauriel si liberò del mostro spingendolo con una giravolta nell' acqua.

Kili si accasciò più dentro nel barile, ansimando dalla fitta che sentiva nella parte sinistra dell' arto: << Continua a tenerti >> disse Li a Sakura già intraprendendo la cascata: << Sì, ricevuto >> disse lei. Il restante gruppo venne trascinato dall' acqua come la discesa delle montagne russe. Sakura si trovò a doversi tenere stretta alle funi del barile, con Li che la aiutava a non mollare la presa, mentre entrambi si ritrovarono sott' acqua, ingerendo alcuni litri a bocca aperta: << State bene? >> chiese ancora Yuki ai due davanti sentendoli tossire più volte. Gli Orchi adesso correvano tra le due coste del fiume, con al loro comando sempre Bolg che teneva d' occhio le sue prede come un segugio. Il tratto del fiume si fece più turbolento, con tutti i naviganti dei barili che si vedevano la forza della schiuma che li sommergeva fin sotto il livello dell' acqua per più tempo, costringendoli a trattenere il fiato a lungo: << Tomoyo, dove sei? >> disse Meiling per un attimo non trovando subito la sua amica dietro: << Sto bene! Sono qui >> le rispose l' amica dagli occhi blu rispuntando al suo fianco e tutta fradicia in corpo: << Dammi la mano! >> << Ecco! >> si dissero le due stringendosi le mani per tenersi unite nelle rapide del fiume che percorrevano con violenza. I barili però si accasciavano da un lato, oppure si ribaltavano quasi, dalla spinta accelerata della corrente d' acqua, rischiando di far finire affogati alcuni Nani. Bombur fece per scuotersi la testa per togliersi un po' d' acqua dalle orecchie, ma non ebbe il tempo di aprire gli occhi che già il torrente gli fece presentare un' altra cascata in discesa, alla fine della quale si trovò immerso all' impatto con l' acqua che sembrava tirarlo verso il fondo. Alcuni Nani sbatterono con le teste nei barili dei loro compagni, stordendoli per un attimo. Gli Orchi fecero per riversarsi ai bordi delle rive per eliminare al loro passaggio i Nani. Nori riuscì a eliminare un Orco, infliggendogli un colpo di una sua lunga lama contro e lo trascinò verso le acque infuriate. Un altro gruppo di Orchi cominciò a centrare i barili dei passanti con le loro frecce oppure lanciando loro le loro lunghe lance nella speranza di farli allo spiedo. La battaglia alle mura del Reame Boscoso continuava imperterrita. Tauriel finì di uccidere un Orco davanti a lei, poi si abbassò inarcando la schiena alla mazzata di un ennesimo avversario alle spalle, il cui attrezzo si piantò nel muro in marmo. L' Elfo risalì i ripiani della muraglia interna, uccidendo con un solo colpo gli Orchi senza perdere altro tempo, e facendone cadere due dal bastione con l' uccisione del primo. Legolas si affrettava a stare al fianco dell' Elfo femmina, massacrando con diverse pugnalate gli Orchi davanti a lui. Poi si diresse verso uno che aveva appena scalato le mura e lo rispedì sotto di esse, trafiggendolo con il suo pugnale seguendo lo stesso gesto che Tauriel fece con un altro. Thorin mollò un sonoro fendente dritto alla testa di un Orco che si era lanciato verso di lui nella velocità del fiume che lo trasportava. Un' ondata d' acqua arrivò verso il cinesino dietro alla lunga fila di Nani, travolgendo anche Sakura al lato.

Una volta liberate le mura dagli Orchi, Legolas e Tauriel si apprestavano a uccidere gli Orchi che si riversavano più avanti nelle coste, finendoli a lunga distanza con le frecce scoccate dagli Elfi. Lo stesso Legolas fece per trafiggere al petto un altro mostro che tentò di far partire la sua freccia verso al gruppo dei Nani. I due Elfi ora fecero da protettori ai loro prigionieri di prima, affrettandosi a starli dietro. Le creature dei boschi passarono verso gli Orchi, uccidendoli uno dopo l' altro per evitare che eliminassero la Compagnia in fuga. Le agili creature in arco e freccia scivolarono con la suola delle loro scarpe sui ramoscelli degli alberi chini verso l' acqua, ammazzando dall' alto gli Orchi di sotto. Nella corsa, Legolas eliminò un orco, il cui corpo roteò fino a cadere nell' acqua, in mezzo alla direzione dei Nani. Nel percorso sempre più movimentato, i Nani cercavano anche loro di avvicinarsi alle sponde cui sbattevano ogni tanto per tirare giù gli Orchi che vi si sporgevano con le loro lance che facevano cadere sui Nani. Un ennesimo Orco si posizionò sopra un tronco e si lanciò all' attacco verso Balin. Thorin scagliò un suo pugnale verso il mostro in volo, trafiggendolo alla gola e impalandolo nel tronco dove si era lanciato. Il mostro lasciò cadere la sua arma nelle mani di Thorin che fece così un passa a mano verso i suoi compagni di dietro tra cui Dwalin: << Nori! >> lo richiamò il Nano massiccio per passare al compare dietro l' arma dell' orco ucciso. Nori con un grido fece per passarla dietro da Li, e questo capì che doveva proseguire nel passaggio: << Tenete! Passatela indietro! >> avvisò il cinesino. L' arma finì così nelle mani di Tomoyo che fece per passarla a Meiling: << Meiling! >> << E cosa dovrei farci? >> << Passala ancora, se non ti senti sicura! >> le disse il cugino più avanti a lei: << Ah! D' accordo. Prendetela, chiunque! >> urlò la cinesina lanciando ad occhi chiusi la spada seghettata dell' Orco. Questa terminò infine tra le mani di Fili: << Grazie! >> fece per ringraziare il passaggio dell' arma su di lui. Il Nano la utilizzò per troncare le gambe di un mostro che lo stava per attaccare dalla sponda al suo fianco. Bofur, dietro a Fili, lanciò un pugnale sulla faccia di un Orco, proteggendo così lo stesso compare. Dwalin dovette trovarsi a combattere con un altro Orco che si lanciò su di lui nel barile. Il Nano risolse la situazione con una testata ben data al volto dell' orrenda creatura che finì per sbattere sul muro roccioso e facendosi sfuggire la sua ascia che passò così nelle mani di Dwalin: << Tagliamo il tronco! >> disse poi Thorin cominciando a far cadere colpi di ascia ad un tronco dove si posizionavano in gran numero altri Orchi per catturare i Nani. Questi passarono uno alla volta sotto al pontile di legno, spezzandolo dal centro grazie a Thorin e al colpo di Dwalin. Il tronco fece per cadere in acqua con gli Orchi di sopra che finirono per essere trascinati anche essi nella corrente, finendo poi per morire affogati: << Stai più su, Sakura >> le consigliò Li reggendola ancora più sopra dal lato del barile dove si teneva aggrappata lei per evitare che ingoiasse ancora altra acqua.

<< Bombur! >> richiamò il Nano grasso Dwalin, lanciandogli avanti l' ascia sua. Bombur la afferrò ma fece in tempo a voltarsi che un Orco gli finì nel barile, e fece cadere la sua lancia nel legno dell' oggetto pensando anche di aver ucciso il Nano. Ma Bombur si salvò, scansando di poco la lancia e mollò un colpo d' ascia al volto dell' Orco che venne sbalzato dal punto in cui era finito reggendosi come un ragno, verso ad un fianco roccioso. La punta della sua lancia fece pressione sul suo cadavere, con il barile con dentro Bombur che scavalcò l' Orco ucciso. Bombur rotolò così sopra alla riva, investendo tutti gli Orchi sulla sua strada e facendoli finire in acqua. Il barile ambulante con il Nano dentro saltò verso un ponte legnoso, urtando gli Orchi appostati lì su e facendoli cadere nel fiume. Il rotolamento di Bombur non finì qui, perchè passò nella riva opposta, continuando ad investire e a schiacciare con il suo peso gli Orchi in mezzo. I compagni che lo seguivano dal ruscello guardarono la fortuna che il Nano sapeva come gestire con il suo peso, rimanendo a poco a poco sbalorditi come tonti, lo stesso fecero Sakura e i suoi compari alla scena buffa del Nano grasso: << Sbalorditivo! >> commentò Toy con la faccia che rimaneva a bocca aperta. Il barile del Nano saltò quindi nel continuo della riva precedente, sorvolando le teste dei suoi compagni che lo fissavano nella sua specie di lotta. La corsa di Bombur terminò sopra un lieve piano rialzato di una collina, dopo aver urtato un Orco. I mostri accerchiarono cautamente il Nano all' interno del barile. Ma questi non si diede per vinto, facendo per far spuntare le gambe dal fondo del barile, togliendo con un colpo la bottola del basso. Il Nano tirò fuori dai lati della scatola che lo racchiudeva le sue armi nascoste come una specie di coltellino svizzero umano, o Nano si direbbe. Cominciò a volteggiare come una trottola su sé stesso, ammazzando con le lame gli Orchi che si avvicinavano a lui per ucciderlo. A combattimento finito, Bombur si lanciò dalla riva, passando in volo le sue due armi taglienti ai due Nani Dwalin e Nori, prima di infilarsi di nuovo in un barile vuoto che avanzò dall' inizio. Bombur si inclinò in avanti nell' impatto, finendo con la testa sott' acqua: << Bombur! Prendiamolo! >> disse Dwalin risollevando su insieme a Nori il loro compagno Bombur che tornò a riprendere fiato. Tauriel dilaniava quanto più poteva gli Orchi con i suoi pugnali elfici. Legolas ne uccise uno in volo, scagliandogli una freccia ravvicinata: << Attenti alla rapida! >> esclamò Toy al suo gruppo vedendo una cascata di ampiezza un po' più maggiore rispetto alle precedenti. Un Orco stava per scagliare una freccia in avanti, verso la prima fila di Nani nei barili. Il cinesino fece per accorgersi dell' intento del mostro, e gli fece lo sgambetto con l' elsa della sua spada, evitando che la freccia che il mostro stava per scoccare finisse per colpire un altro Nano. Di seguito, lui e Sakura discesero la rapida con maggiore impatto verso il basso, con alle spalle il resto del loro gruppo e alcuni Nani.

Legolas giunse saltando da una riva, e colpì un Orco che aveva appena superato, scagliandogli in volo una freccia. L' Elfo nell' atterrare, finì con i piedi sopra le teste dei due Nani Dwalin e Dori, mantenendosi in equilibrio sui loro crani nel mentre che scoccava frecce agli Orchi: << Eh? Cosa? >> disse Sakura rimanendo sorpresa insieme a Li alle acrobazie che l' Elfo Legolas mostrò a loro. Lo stesso valeva per Meiling, Tomoyo e così i due altri loro amici di dietro che rimasero in suspense all' equilibrio del guerriero dei boschi. Questo fece per voltarsi di spalle, dandosi uno stacco dalle teste dei due Nani e tornando sempre sulle stesse: << Ma come ci riesce?! >> domandò Tomoyo incredula a tutto ciò. Legolas pensò solo a scoccare ripetute frecce ai mostri che vedeva spuntare nelle sponde. Fece per staccarsi dalla testa del Nano che aveva a sinistra, girando su sé stesso ad una sola gamba sulla testa di uno solo per evitare che una roccia lo colpisse e riprese poi a scagliare frecce ad altri Orchi, mantenendosi in piedi ad una sola gamba sopra la testa di Dwalin: << Attenti! >> avvertì ancora Li al suo gruppo di dietro per fargli rendere conto della roccia che si parò in mezzo al fiume, e che tutti scansarono per un pelo per via delle agilità dell' Elfo che li incantava ai loro occhi. Legolas trafisse con la velocità della sua freccia due fronti di due Orchi che si ritrovarono appiccicati l' un l' altro mentre morivano. L' Elfo fece per scavalcare su ogni testa di Nano, dopo che Dwalin emise un grugnito infastidito rivolto all' Elfo che gli passò sopra. La creatura dei boschi piombò sulla riva a sinistra, sopra alla schiena di un Orco che utilizzò il corpo di questo come una slitta per discendere un breve pendio di una collinetta. Balzò dal corpo slittante dell' Orco, mancando il fendente di un altro che lo voleva uccidere in volo, ma che alla fine l' Elfo ribattè inferendo al secondo Orco un fendente sfreggiante il volto. Diede un calcio al petto di un Orco che finì per barcollare all' indietro fino a finire nell' acqua del fiume, tramortendo Nori nella caduta. Legolas tornò poi a balzare di testa in testa di ogni Nano come se fossero pietre agganciate al fondale di un fiumiciattolo per raggiungere l' altra sponda. L' Elfo balzò sulla faccia di un altro Orco, finendo per intraprendere un ultimo scontro con altri Orchi, ammazzandone uno con il suo pugnale tagliente e trafiggendo un altro allo stomaco. Infilò ancora più in profondità la sua lama nell' avversario davanti, abbassando la guardia all' Orco dietro di lui che stava per far cadere la sua lunga spada sulla testa dell' Elfo biondo. Thorin fece per salvare la vita a Legolas, lanciando la sua ascia nanica sul petto del mostro dietro all' Elfo e uccidendolo all' istante. Legolas estraò così il pugnale dal mostro che aveva davanti, e lo spinse con un calcio giù dalla rupe, facendolo finire in acqua. In seguito, l' Elfo scagliò un' ultima freccia verso un Orco che si era aggrappato al barile di un altro Nano, lasciando incolume il piccolo essere che fuggiva sotto gli occhi della creatura dei boschi. Per qualche ragione, Legolas non osò avanzare ancora vedendo i Nani e i prigionieri che si allontanavano sempre di più dai confini del Reame Boscoso.

Sakura e Toy si voltarono alla frenata improvvisa dell' Elfo che ora era in debito con il Principe Nano per avergli salvato la vita, e lo fissavano in lontananza molto intensamente man mano che la corrente li portava via. Un Orco sopravvissuto al massacro dei suoi adesso si posizionava alle spalle di Legolas, puntandogli la sua freccia contro all' insaputa della creatura dei boschi che rimase immobile a seguire la scia di Nani che spariva all' orizzonte. L' Orco fece per scoccare la sua freccia, ma questa rimbalzò contro un' altra, destando Legolas da ogni distrazione. Tauriel arrivò con un salto nel punto dove era l' Orco, e prima che questo potesse lanciare altre frecce, la guerriera rotolò fino al mostro per disarmarlo con un calcio dell' arco che aveva. Poi gli scivolò alle spalle, puntandogli alla gola la lama del pugnale elfico della stessa Elfa: << Tauriel. Aspetta! >> le disse in elfico Legolas, frenando la mano della compagna che stava per sgozzare l' Orco catturato: << Questo lo teniamo in vita >> proseguì l' Elfo nella sua lingua, non avendo occasione per Tauriel di far finire la vita del mostro. Il mostro inginocchiato fece per staccarsi dalla lama ma questa gli venne ancora più premuta alla gola dalla frustrazione di Tauriel di vederlo ancora in vita. Gli Orchi più avanti, guidati ancora dal loro capo Bolg, continuavano a seguire la Compagnia dalle due sponde: << Inseguiteli! Annientateli tutti! >> gridava l' orco grosso e albino ai suoi servi. Legolas decise quindi di ritirarsi dall' inseguimento e dal dover ricatturare i prigionieri, avendo tempo in un' altra occasione per svolgere quel compito. Ma Tauriel non vedeva la cosa da rimandare e osservava i Nani con preoccupazione mentre gli Orchi stavano alle loro calcagna. Adesso lei temeva per la salute di Kili che se non sbagliava era stato ferito gravemente nella fuga, ma dovette lei stessa eseguire gli ordini del suo Reame e lasciare i Nani al loro destino, se sarebbero o no riusciti a fuggire.

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Capitolo 14
*** Episodio 265: Le alture del Rhudaur ***


Dopo un po' di tempo che i Nani cercarono di fuggire ai loro cacciatori, da un' altra parte un loro vecchio conoscente e amico degli umani stava proseguendo nel suo cammino di ricerca. Kerochan era giunto a destinazione, risalendo alla luce del giorno un pendio di una collinetta. Il compito del Guardiano era stato quello di raggiungere le Alte Colline come il suo intuito gli diceva per svelare il mistero che da molto lo tormentava e lo incupiva. La tigre gialla fece a fatica a fare i primi passi per salire la collina frastagliata alla base da piccoli palazzi di roccia. Sullo sfondo aveva le distese di catene montuose innevate che gli facevano da paesaggio come segno di una fatica compiuta e che si lasciava dietro alle spalle per la missione pericolosa che stava per compiere. La tigre si sentiva il caldo dei palmi delle zampe che gli doleva al contatto con il terreno, dovuto alla lunga corsa che intraprese da molti chilometri di distanza. Kerochan salì i fianchi della montagna più avanti che si presentava imponente nella sua altezza, e cominciò a risalirla dalla facciata laterale, scalando le gradinate di pietra che trovò non appena fu ai piedi dell' immenso macigno. Si teneva sempre stretto alla parete fredda, all' ombra della montagna, essendovi una stretta via che doveva percorrere con i gradini distaccati l' uno dall' altro di alcuni centimetri, lasciando tra di essi il vuoto dello strapiombo. La scalinata proseguiva diagonalmente verso l' alto fino ad un varco scavato nella roccia. Kerochan era quasi arrivato al piccolo spiazzo dell' entrata, e fece per atterrare con una zampa in un' ultima roccia che vi era prima del balconcino. Ma la pietra in cui si posò si sgretolò sotto di lui, facendogli perdere l' equilibrio in avanti, ma salvandosi grazie alla distanza ravvicinata dello spiazzetto in pietra. Se la tigre non vi fosse giunto, sarebbe caduto dalla grande altitudine del monte in cui era. Balenò il suo sguardo verso il basso, non vedendo più il terreno che prima toccava con le zampe. Il Guardiano si mise subito sopra al ripiano roccioso, attaccandosi alla parete a fianco all' entrata per non rivolgere più il suo sguardo verso il basso. Poco staccata dal lato del suo faccione, Kerochan notò che ci furono quelle che erano una volta delle inferriate che mantenevano serrato l' ingresso della montagna. Queste notò che erano squarciate verso l' esterno, mantenendo libero il varco che si immergeva nel buio.

La tigre fece per sorpassare la grata aperta dell' uscio che lo faceva quasi finire pericolosamente in bilico verso il bordo del balconcino, ma senza farlo cadere. Kerochan superò così il primo ostacolo, rimanendo di fronte all' uscio del varco oscurato in profondità nella discesa che iniziava in esso. Kerochan fece il primo passo, e si sentì scivolare rapidamente nel sentiero inclinato che si prolungava per un po' fino all' interno della montagna. Kerochan fece in tempo a frenare la sua scivolata sull' orlo di un trampolino, barcollando per un po' nel vuoto che vi si affacciava davanti a lui e che cadeva nel baratro oscuro della concavità del monte all' interno. La tigre si ritirò subito indietro nella parete, dopo aver gettato un urlo di panico e ansimò al pericolo scampato. Poi gradualmente fece azionare la luce del suo elmo, facendola partire dalla gemma rossa che teneva incastonata al centro di esso. Ne sprigionò una luce simile a quella di un faro, che tornò ad utilizzare nei luoghi più bui che visitò in precedenza. Kerochan puntò così il fascio di luce bianco verso la parete opposta, separata dal baratro oscuro che vi era sotto di lui. La luce si posò così in un secondo uscio con sempre dei pezzi di grata squarciati verso l' esterno. Quella era la Tomba del Re Stregone di Angmar che poteva essere stata forzata per permettere a qualche ladruncolo di depredare il corpo del Re Stregone degli averi che avevano sepolto a fianco a lui. Ma tutto ciò non fu visto da Kerochan come un' opzione alla scena di chissà quale delitto potesse mai uno compiere in quelle oscure dimore. Il Guardiano impavido fece per avvicinarsi al secondo varco scavato nella roccia, intraprendendo una stradina collegata più avanti che rimaneva attaccata alla struttura rettangolare della montagna. Sempre con il fascio di luce che gli illuminava la visuale avanti, la tigre fece per discendere la stradina che si presentò anche questa inclinata. La tigre sbattè sulla parete opposta, evitando che il rimbalzo con essa non lo facesse cadere nello strapiombo. Kerochan fu vicino adesso all' ingresso scavato nella roccia della Tomba di Angmar, e vi entrò dentro ruotando la sua luce bianca e abbagliante nei dintorni della stanza buia. Dopo un breve tratto avvolto nel buio, Kerochan scorse quello che sembrava un sepolcro situato in profondità con il grande coperchio in marmo sollevato e in parte distrutto. La tigre si sporse adesso verso il sepolcro che era stato davvero derubato. E giusto per curiosità voleva vedere se per la prima volta riusciva a vedere nel volto in decomposizione l' identità del Re Stregone di una volta. Ma un uccello spuntò d' improvviso agli occhi della tigre, volando dalla tomba aperta. Kerochan sobbalzò sul posto, emettendo un gemittìo allo spavento preso. Fece per voltarsi per seguire il volatile dove andava, e vi trovò di fronte una figura di bassa statura. Kerochan indirizzò il fascio di luce sul volto dell' essere che si presentò a lui, riconoscendo Radagast: << Oh, sei tu! >> esclamò dal sollievo il Guardiano alato rivedendo il suo collega mago: << Perchè sono qui, Kerochan? >> << Fidati di me, Radagast. Non ti avrei convocato qui senza un buon motivo >> rispose Kerochan alla sentenza interrogativa dello Stregone Bruno.

Quest' ultimo si tolse per un attimo il cappello che portava per far posizionare il volatile appena fuoriuscito dalla tomba nel nido che lo stesso Radagast teneva con i suoi capelli. Insieme all' uccello ne arrivarono altri due, e successivamente lo Stregone ripose il cappello sulla sua testa. Riprese poi a parlare con la tigre, mantenendosi sul suo bastone magico: << Questo non è un bel posto per incontrarsi >> notò il Bruno al luogo in cui la tigre fece per convocarlo da lui: << No. Non lo è >> rispose Kerochan cupamente alla verità del suo amico. Radagast cominciò così a cercare di riconoscere il tetro posto dove era giunto anche lui, affacciandosi dall' uscio del sepolcro: << Sono incantesimi oscuri, Kerochan. Antichi e pieni di odio. Chi è sepolto qui? >> chiese poi puntando la punta del suo bastone nelle scritte sopra al varco: << Se aveva un nome, è da molto tempo che è andato perduto. Sarebbe stato conosciuto solo come servo del male >> rispose la tigre affacciandosi verso il suo amico. Poi il fascio di luce che sprizzava dall' elmo del Guardiano venne indirizzato dallo stesso verso la profondità della montagna: << Uno dei tanti >> disse a gran voce Kerochan illuminando altri sepolcri aperti verso il basso, i quali custodivano un tempo altre creature maligne. L' eco di Kerochan si espanse così fino alle viscere delle tenebre che racchiudevano quel luogo dimenticato da secoli: << Uno dei Nove >> aggiunse sicuro lui notando la stessa apertura delle grate che non ebbero trattenuto per molto la liberazione di una qualche entità maligna di un tempo. Kerochan sapeva benissimo chi erano i Nove. Ne ebbe la conoscenza a Minas Tirith quando questi furono sotto le vesti di veste nere. Un anno fa, i terribili Spettri Oscuri assunsero la loro forma più temibile nel mondo degli Uomini, seminando in loro il panico. I loro corpi però si erano ben conservati nelle Tombe durante il periodo dell' Anello, ma ora qualcuno aveva deciso di riesumarli per far assumere loro la potenza più assoluta insieme ai loro spiriti. Kerochan e Radagast uscirono fuori dalla Montagna, verso il retro di essa, e discuterono ancora sulla faccenda dei temibili Nove che fecero di nuovo la loro avvenuta nel Regno dei vivi e nella Terra di Mezzo: << Perchè ora, Kerochan? Non capisco >> << I Nazgùl sono stati convocati a Dol Guldur >> rispose la tigre solennemente. Lo Stregone Bruno svoltò l' angolo di una roccia che aveva la sagoma di un omone incappucciato. Radagast divenne molto più preoccupato di prima alla questione di cui si parlava ora: << Ma non può essere il Negromante. Uno stregone umano non potrebbe convocare un tale male >> << Chi ha detto che era umano? >> gli domandò la tigre contrariamente. Poi si affacciò verso la nebbia che calava all' orizzonte, stando sotto un ramo di un albero che spoglio e inquietante, fatto a posta per le cornacchie che vi posavano: << I Nove rispondono a un solo Padrone. Siamo stati ciechi, Radagast. E nelle nostra cecità il Nemico è tornato >> annunciò realistico nei suoi dubbi.

Radagast assunse un' espressione sconcertata a ciò, con la figura del Negromante che gli fu chiara in mente e che doveva per forza essere lui l' Oscuro Signore di una volta che terrorizzò la Terra di Mezzo. Adesso ascoltava Kerochan con timore: << Sta convocando i suoi servi. Azog il Profanatore non è un comune cacciatore. E' un comandante. Un comandante di legioni. Il Nemico si prepara per la guerra >> riferì allo Stregone ciò che Beorn sapeva riguardo all' Orco proveniente da Gundabad e ad un nuovo piano dell' Oscuro Signore di far scatenare un secondo conflitto. Radagast ansimò dal terrore: << Comincierà nell' Est. La sua mente è fissata su quella montagna >> disse infine il Guardiano passando avanti a Radagast: << Ma dove vai? >> << A raggiungere gli altri >> << Kerochan >> cercò di fermarlo Radagast. Ma la tigre si sentiva responsabile di aver fatto mandare così con la forza la sua Sakura insieme al resto dei suoi altri amici alla partenza di questo secondo viaggio che celò altri piani oscuri dietro: << Io ho iniziato il tutto. Non posso abbandonarli. Sono in grave pericolo >> << Se quello che dici è vero, è il mondo ad essere in grave pericolo. Il potere in quella fortezza potrà solo aumentare >> ribattè lo Stregone Bruno cominciando a mettere in prima posizione il compito di reprimere il male che c'è a Dol Guldur. Kerochan si ritrovò tra due bivi, non sapendo da che parte andare, se correre in aiuto dei suoi amici oppure occuparsi del problema che rischiava di espandersi di nuovo: << Tu vuoi che metta i miei amici da parte? >> domandò non volenteroso dell' opzione cui il suo collega mago stava cercando di fargli capire: << E' un rischio che dobbiamo correre, Kerochan. Saranno ormai vicini al raggiungere la Montagna e a liberarla così da ogni minaccia che la circonda >> << Forse hai ragione. Se mi metterei a raggiungerli perderei solo tempo >> disse Kerochan prendendo una decisione: << Va bene, andremmo a Dol Guldur. Mi dispiace per Sakura di doverla tenere all' oscuro di tutto... >> concluse la tigre. Infine, Radagast emise un fischio per richiamare la slitta trainata dai suoi conigli. I due saltarono sopra dirigendosi già alla volta della fortezza abbandonata non più in quei momenti. Al Reame Boscoso, nel frattempo, l' allarme dell' invasione degli Orchi girò di bocca in bocca, fino alle orecchie del Re Thranduil che ebbe saputo la notizia solo poche ore fa, visto che i fatti si svolsero di mattina presto. Il Re Elfo percorreva il sentiero legnoso che lo collegava dal suo trono fino all' uscita del Reame. Thranduil portava il suo solito abito verdignolo e argentato, tenendosi sempre la corona legnosa sopra la testa. Vedeva ogni volta che si avvicinava sempre più alla porta principale alcuni suoi servi che correvano da una parte e dall' altra con un paio di guardie a fianco. Thranduil vide che sulla sua strada si avvicinava il figlio Legolas: << Che succede? >> chiese altezzosamente il Re all' Elfo biondo. Questi fece per rispondere al padre: << I prigionieri sono fuggiti, insieme anche ai Nani, mio Signore >> spiegò Legolas.

<< Come hanno fatto? La sorveglianza era esausta, scommetto >> replicò Thranduil già irritato dell' operato di chi doveva controllare le celle: << Mi scuso dal più profondo del mio cuore, Signore >> fece per chinarsi a fianco a Legolas l' Elfo di nome Elros: << Stavamo svolgendo il nostro normale turno di guardia sulle botti e... >> << E non avete perso tempo a riempirle con il vino per farvi il bagno mattutino, vero? >> aggiunse il Re Elfico con una smorfia che gli si dipinse sul volto, mollando un' occhiata accigliata al suo servo che abbassò lo sguardo in segno di imbarazzo: << Dovrei subito sollevarvi da ogni incarico, visto che non sapete custodire neanche un paio di chiavi >> << Ma erano sparite come ci siamo ripresi! >> << Non voglio scuse. Ora va e lasciami parlare con il mio figlio prediletto >> fece per allontanarlo Thranduil dalla sua vista: << Sì, Signore >> rispose amaramente Elros levandosi di fronte al suo Re. Legolas però giustificò la distrazione dell' Elfo con un motivo: << Padre non sarà il caso di esiliarlo dal Reame. Pare che tra i prigionieri se ne fosse infiltrato un altro di nascosto >> << E, dimmi, come mai non l' avete visto mentre lo tenevate in trappola? >> chiese ancora Thranduil: << Non era tra la Compagnia quando li abbiamo rinchiusi. Deve aver trovato un passaggio per entrare. Ha attirato poi anche gli Orchi con il suo tentativo di scavalcare le mura, passando per il ponte da dove sgorga il fiume >> fece le sue conclusioni Legolas: << La nostra priorità adesso è scoprire quali sono le intenzioni di quegli Orchi. Mandate la guardia al loro inseguimento >> ordinò Thranduil facendo per andarsene. Ma Legolas lo fermò di nuovo: << Non ce ne sarà bisogno. Abbiamo una cavia con noi che può dirci tutto >> annunciò al padre. Legolas fece per spostarsi di lato, facendo scoprire agli occhi di Thranduil l' Elfa Tauriel che teneva prigioniero un orco. Il Re Elfico emise uno sguardo quasi simile ad un ghigno crudele alla creatura malefica che i suoi soldati prelevarono dal branco: << Molto bene. Chissà se ci dirà qualcosa in più riguardo alla missione dei Nani e dei loro amici prigionieri >> accennò Thranduil a informazioni che stavano per essere scoperte sul dare la caccia degli Orchi alla Compagnia che fuggì grazie anche all' intervento dei mostri.

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Capitolo 15
*** Episodio 266: Bard l' Arciere ***


Intanto la Compagnia era nel corso di una fuga rocambolesca sul fiume per scampare agli Orchi che li avevano attaccati al Reame Boscoso. Adesso i Nani, seppur inconsapevoli del fatto che Thranduil stava per estorcere informazioni all' Orco catturato riguardo alla loro missione, il loro gruppo aveva seminato i propri inseguitori, giungendo ad un tratto di fiume con l' acqua che scorreva tranquilla tra due valichi rocciosi. Sakura, che si reggeva alla botte di Li, continuava al resto dei suoi amici il lento remare verso la riva di davanti: << Niente dietro di noi? >> << Niente che io veda >> rispose Balin alla domanda di Thorin per accertarsi che non ci fossero in vista degli Orchi. Il Principe dei Nani aveva con sé un bastone di legno con cui si aiutava nel remare nell' acqua calma e piatta davanti ai suoi compari: << Yuki, va tutto bene? >> << Sono un po' frastornato dalle rapide di prima, però sì, sto bene >> si confidarono nelle loro risposte i due ragazzi Toy e Yuki, remando a mani aperte nell' acqua con sempre i propri barili che li trasportavano sopra al livello del fiume. Tutti i membri della Compagnia erano fradici e inzuppati d' acqua nelle vesti. Bofur spuntò dal suo barile galleggiante e sputò un po' d' acqua a mò di fontanella che aveva bevuto: << Mi sa che abbiamo staccato gli Orchi >> annotò lo stesso Nano guardandosi dietro: << Non per molto. Abbiamo perso la corrente >> disse Thorin correggendo ciò che disse il suo compare, intuendo che sarebbero stati presto raggiunti dai mostri avendo assunto un andamento lento nel fiume: << E Bombur è mezzo affogato >> aggiunse Dwalin ad uno scampato pericolo di vedere il suo compare annegare dall' acqua che aveva bevuto a bocca aperta nella fuga: << Raggiungiamo la sponda! Forza, coraggio! >> ordinò il Principe agli altri dirigendosi verso la riva composta da massi rocciosi a destra: << Forza, Sakura, adesso potremmo riposarci >> gli riferì un avviso il suo amato cercando di attraccare il più in fretta possibile alla sponda, vedendo che Sakura stava tremando come una foglia nella continua permanenza in acqua: << Meiling, Tomoyo, fate presto anche voi! >> le richiamò il cinesino notando qualche fatica nelle due ragazzine nel remare: << Non temete. Vi aiutiamo noi >> disse poi Yuki nello spingere, insieme a Toy, da dietro le botti delle due per arrivare più in fretta alla riva: << Grazie, ragazzi >> li ringraziò Meiling con tono di sollievo.

I Nani seguirono avanti al gruppetto della cattura carte, con gli ultimi sforzi che si esaurivano alle ultime remate da fare all' attracco: << Gloin, aiutami, fratello mio! >> esclamò il Nano Oìn anche lui a corto di forze per remare. Thorin, Kili e Nori misero per prima i loro piedi sulla terra ferma, sentendosi già gli stivali pieni d' acqua ad ogni passo che facevano. Seguirono poi gli altri loro compari ad aiutare il resto a svuotarsi dai barili cui presero dalle cantine degli Elfi. Kili zoppicava tra un passo e l' altro, facendo poi per digrignare i denti al sentirsi una fitta alla coscia destra. Questi si inginocchiò subito a terra, stringendosi intorno la ferita che gli pulsava alla gamba cui era stato colpito dalla freccia di Bolg. Si vide un piccolo buco nella coscia il cui sangue sembrava si stesse fermando per l' accumularsi dei globuli rossi nella parete bucata della sua pelle. Il Nano come tastò la ferita per alleviare il dolore intenso impallidì emettendo una smorfia di sofferenza al cielo. Bofur era accanto a lui e lo osservava preoccupato notando il dolore che doveva provocargli la brutta ferita nella parte laterale dell' arto, vicino al ginocchio. Kili fece per rimettersi nella più totale normalità, o almeno tentò, distogliendo ogni timore nel volto del suo compagno: << Sto bene. Non è niente >> disse il giovane: << Aggrappati alla roccia, Tomoyo >> le disse Toy nel riuscire ad attraccare alla sponda. Sakura fu al sicuro a riva e fece per aiutare anche il suo amato a raggiungerla, passando poi da Meiling e dagli altri due amici a risalire la sponda. Ma i cinque ragazzi non ebbero il tempo di riposarsi che già Thorin passò per dare già i primi ordini di proseguo: << In piedi >> ordinò svelto il Nano a capo del gruppo: << Kili è ferito. Bisogna fasciargli la gamba >> avvisò il fratello Fili che era venuto per prestare soccorso a Kili. Ma Thorin non era nella posizione di perdere altro tempo, fissando ogni tanto le coste rocciose che potevano essere attraversate dai cacciatori: << Abbiamo un branco di Orchi alle calcagna. Continuiamo a muoverci >> << Verso dove? >> chiese Balin inzuppato dalla testa ai piedi di acqua: << La Montagna. Ci siamo quasi >> rispose Sakura anche lei nelle stesse condizioni del Nano che ribattè: << Un lago si trova tra noi e quella montagna. Non c'è modo di attraversarlo >> << Ci gireremo intorno >> propose Sakura: << Gli Orchi ci piomberanno addosso, sicuro come la luce del sole. Non abbiamo armi per difenderci >> parlò poi Dwalin con certezza alla cattura carte: << Fasciategli la gamba, presto. Avete due minuti >> disse come ultimo ordine il Principe dei Nani sul tempo che correva contro di loro, non solo per il veloce scorrere dei giorni ma anche per la rapidità ai quali gli Orchi erano dotati nel raggiungere le loro prede. Intanto, gli amici di Sakura si risistemavano in disparte nella riva, cercando di levarsi quanta più acqua possibile dai vestiti che si facevano sempre più pesanti nei brevi passi che facevano.

<< Fiù! Direi che ce la siamo vista brutta >> commentò Li strizzandosi il cappello verde per farlo liberare dall' acqua di cui questo era impregnato: << Siamo salvi. L' importante è questo >> rispose Meiling non volendo pensare ad altro, tranne alla loro incolumità: << Per fortuna che le rapide ci hanno distaccato molto dagli Orchi. Se rimaniamo qui allo scoperto, saremmo delle prede facili per loro >> notò ancora Li osservando la costa che doveva essere percorsa dagli inseguitori: << Cosa pensate che dovremmo fare ora? >> domandò Tomoyo: << Dovremmo attenerci al piano di Thorin. Continueremo a camminare e a nasconderci, come sempre abbiamo fatto. Se ci muoveremo in fretta, quelle creature faranno a fatica a rintracciarci >> disse Toy senza più idee da mettere in atto: << Allora dobbiamo subito partire >> aggiunse il cinesino un po' preoccupato, proseguendo nello spiegare: << Sento che la nebbia calerà tra poche ore da queste parti. Ci offuscherà il sentiero >> << E' un buon diversivo questo. Renderà ciechi quei brutti mostri, almeno. Non è così? >> domandò Sakura giungendo alle spalle del suo amato. Tutti nel suo gruppo stettero non sicuri della sentenza che la loro compagna aveva appena emesso: << O c'è qualcosa che andrà diversamente? >> chiese ancora la stessa cogliendo la faccia seria di Li: << Quello che mi preoccupa è il fatto che quegli Orchi ci abbiano rintracciato anche a lunga distanza >> riprese il cinesino: << Che intendi dire? >> gli chiese Tomoyo da dietro: << Non lo so. Non ne sono convinto. Temo che non sarà facile liberarsi di loro >> << Voi altri, risistematevi in fretta e partiamo quanto il più prima possibile. Se ve ne siete dimenticati abbiamo una compagnia di Orchi che ci sta per raggiungere >> avvertì Thorin in mezzo al gruppo di umani. Questi fecero per strizzarsi ancora i loro abiti fradici. Sakura ebbe una curiosità da farsi togliere da Li: << Scusa, Li, volevo chiederti una cosa >> << Sì, dimmi, Sakura >> << Mi chiedevo come hai fatto a recuperare la tua spada, visto che eri rinchiuso in cella insieme agli altri >> << Non è niente di sorprendente, tranquilla >> fece per risponderle: << Ho solo avuto buon occhio e basta >> disse il giovane Li alla sua amata. Ma questa non riusciva a capire al meglio: << Spiegati >> gli intimò: << Mentre abbiamo raggiunto le cantine dei barili, ho notato che alcuni Elfi che dormivano avevano ai loro piedi delle spade. E in quelle ho riconosciuto la mia, oltre alle altre che avevano confiscato ai nostri amici >> << E sei riuscito a prenderle tutte? >> gli chiese Toy da dietro. Ma il cinesino rispose scuotendo leggermente la testa da una parte e dall' altra: << Purtroppo no, Toy. Sono subito salito nel barile come Sakura ebbe fatto entrare per prima i Nani >> disse amaramente: << Ah, non ci voleva. Ho fatto bene a tenermi la spada elfica con me. Dovrò fare a meno della mia solita arma >> ammise il fratello di Sakura: << Questo non è del tutto vero >> aggiunse Yuki alle spalle del suo gruppo con voce rassicurante: << Eh? Le hai adesso? >> gli chiese più volte Meiling, incredula insieme agli altri della riuscita presa delle spade da parte della furtività del loro amico: << Sì, hai indovinato! >> esclamò con simpatia il ragazzo.

Questo si sporse dalla riva, mantenendosi inginocchiato sul ciglio per recuperare il suo barile poggiato su un basso cunicolo di rocce. La botte, come alcune, era graffiata da frecce lanciate dagli Orchi che non riuscirono a centrare in pieno le botti dei fuggitivi. Yuki fece per trascinarla ancora più verso di sé, e la rovesciò davanti agli altri, scoprendo la katana di Toy, insieme ad un' altra spada corta: << Ho pensato di portar via qualche vecchio ricordo ai nostri cari Elfi >> << Yuki, sei un amico, grazie >> gli disse Toy dandogli una pacca sulla spalla come lavoro ben fatto. Sakura, così come gli altri tre amici, sorrise armoniosamente al gesto di Yuki che non permise alle creature del Bosco Atro di tenersi le armi regalate dal loro amico Kerochan. Toy fece così per riacquisire la sua leggendaria katana che si portò dietro dal primo viaggio, e la ammirò come la prima volta che la vide con tanta maestosità mentre tornava ad occupare il posto al fianco della cinta del ragazzo, riponendola in esso. Yuki tirò fuori dal barile una seconda lama, anche questa elfica, ma dalle dimensioni medie. Era Orcrist, la spada che Thorin si portava dietro da quando il Guardiano gliel' aveva data. Il Principe Nano, senza più un mantello che gli ornava le spalle ma con solo una tunica sottile e azzurra che gli arrivava fino alle ginocchia, notò con sguardo sbieco la spada tirata fuori dal giovane e vedeva che egli si dirigeva verso di lui con l' oggetto tagliente tenuto tra due mani: << Credo che questa ti appartenga >> gli disse Yuki non appena si trovò di fronte a Thorin. Questi cercò di nascondere la sorpresa di rivedere l' arma, mostrandosi poi indifferente al fissare la spada e anche altero nell' emettere il gesto di riafferrarla, tenendosi con le braccia conserte: << Non me ne farò un granchè >> rispose il Nano altezzoso, cogliendo in Yuki un' espressione quasi da farlo rimanere male: << Non sarà un' arma elfica a liberare la Montagna dal Drago >> << Ti sbagli, non è così. Il Popolo di Durin troverà la forza con essa >> ribattè il giovane a Thorin che si voltò di spalle: << Ho già visto l' accondiscendenza della gente che ha fabbricato queste lame. Le avranno avvolte con qualche incantesimo che porterà sfortuna a noi. Gettala nelle acque >> << Non ha alcun senso quello che stai dicendo. Ti tirerai indietro dopo aver fatto buon uso di quest' arma? >> gli chiese Yuki al giovane Principe dei Nani che si sentì di dover apprendere un' altra lezione dal gruppo della cattura carte: << Io non getterò la spugna per vedere soffrire il mio Popolo, se era quello che intendevi dire >> << Dimostra allora che accetterai qualsiasi arma che ti consegneranno. E' per la tua impresa, Thorin >> gli disse ancora Yuki avvicinando Orcrist sotto gli occhi del Nano. Quest' ultimo fu preso dall' indecisione e dall' orgoglio di voler riprendere la lama elfica alla quale si fece in essa una cattiva impressione. Ma infine il suo sguardo sembrò essere convinto di voler impugnare l' elsa della spada.

Ori era seduto sulla riva, e si stava svuotando uno scarpone colmo d' acqua, ripulendolo poi dai pesci che vi si erano messi. Da una scogliera al lato del Nano, si posò il piede di qualcuno che tendeva una freccia pronta per essere caricata sul suo arco. Era un uomo rivestito di un cappotto color marrone chiaro, con dietro la schiena una custodia dove teneva tutte le sue frecce. L' uomo era oscurato in volto dall' assenza momentanea del sole in cielo, ma si potevano intravedere in lui dei baffetti con una lieve barbetta. I capelli neri erano lunghi e gli cadevano sulle spalle. L' uomo misterioso fissava il Nano Ori come una preda da uccidere, agendo in silenzio. Il Nano indifeso fece per intravedere con la coda dell' occhio una sagoma sopra ad una roccia, riconoscendola poi in quella di un altro essere umano. Thorin si disinteressò dell' arma che stava per prendere, accorgendosi insieme agli altri che c' era un uomo che stava puntando il suo sguardo su Ori, pronto in qualsiasi momento ad essere colpito dal dardo del tipo. In aiuto di Ori si parò il suo compagno Dwalin, armato di bastone, che stava per raggiungere l' arciere sulla roccia. Ma prima che il Nano facesse altri passi, l' uomo scoccò la sua freccia verso il Nano, trafiggendo il rametto che teneva lui con velocità fulminea. Di seguito l' uomo misterioso puntò un' altra freccia verso il resto del gruppo, notando che Kili stava per lanciargli una pietra. Il secondo dardo colpì in pieno il sasso che teneva nella mano il giovane Kili, che volò dalla sua stretta con un rimbalzo con la punta della freccia che lo scheggiò. Kili fu troppo lento nei movimenti e rimase meravigliato dalla rapidità dell' arciere nel disarmarlo dal sasso che non si trovò più in mano. L' uomo fece ancora per ricaricare il suo arco notando i Nani davanti che cercavano qualcos' altro da lanciare, ma essi si fermarono vedendosi la freccia rivolta tra di loro: << Fatelo di nuovo e siete morti >> li minacciò con voce profonda l' arciere spostandosi con la mira in tutti i volti della Compagnia. Li fece per estrarre la sua spada, seguito poi da Toy nello stesso gesto di mostrare la sua katana all' uomo: << Non ci provare, ragazzino >> venne poi avvisato il cinesino impulsivo, sperando di cogliere alla sprovvista l' avversario che fu ancora veloce nel puntare la sua freccia sui due giovani che rischiavano di finire male: << E adesso quello chi è? >> chiese sottovoce Sakura tra il suo gruppo. Balin sbirciò di poco oltre la roccia dove l' arciere si era posizionato, notando una barca attraccata nella parte opposta della sponda da dove erano arrivati. Tra gli occhi attenti di tutti che fissavano la freccia che rimaneva dritta nell' arco, sperando che l' arciere non la lasciasse su uno dei membri, Balin fece per parlare all' uomo: << Ehm, scusami, ma, sei di Pontelagolungo se non vado errato >> e il Nano si vide puntato adesso la freccia che lo avvisava di tenere in alto le mani, rimanendo fermo nel fare i passi. Con sempre un bricciolo di coraggio, Balin continuò a parlare all' uomo facendo passi cauti verso di lui: << Quella tua chiatta non sarebbe possibile noleggiarla, per caso? >> chiese sperando un aiuto nel tipo che secondo lui proveniva da Pontelagolungo. L' arciere abbassò di conseguenza la freccia, notando nella Compagnia dei Nani dei componenti non troppo spavaldi nei suoi confronti.

L' uomo rimase quasi zitto per tutto il tempo, recuperando i barili poggiati in riva per sistemarli sulla sua barca, passando in mezzo ai membri impassibili della Compagnia. Nonostante le insistenze di Balin nel chiedere il suo aiuto, l' uomo sembrò non disponibile nel dare una mano al grande gruppo: << Cosa ti fa pensare che vi aiuterò? >> domandò a Balin, mentre si ordinava con cura le botti: << Quegli stivali hanno visto giorni migliori. Come quel cappotto >> rispose il Nano ironicamente agli stracci che indossava l' arciere sconosciuto e dagli occhi castani: << Sospetto che tu abbia delle bocche da sfamare. Quanti bambini? >> << Un maschio e due femmine >> disse l' uomo prendendo l' ennesimo barile per farlo rotolare fino alla barca: << E tua moglie, immagino che sia una bellezza >> disse ancora Balin complimentandosi con la larga famiglia che doveva avere l' arciere che faceva come secondo lavoro il chiattaiolo. Questi si fermò tristemente pensando a sua moglie: << Sì. Lo era >> ammise confessando la perdita della donna più bella che aveva avuto in passato e che gli lasciò tre figli. Tutti nel gruppo si fecero ancora più rammaricati alla tristezza del chiattaiolo che guardava il vuoto e poi rivolse la sua faccia affranta ai Nani: << Poverino... >> commentò Tomoyo dall' animo debole. Sakura si sentì come se la donna che apparteneva all' uomo fosse anche sua madre, morta anche lei nella sua bellezza divina. Balin fece per scusarsi: << Mi dispiace. Non intendevo... >> << Oh avanti, basta. Bando alle ciance >> sbottò con voce bassa Dwalin alla perdita di tempo, sentito di sfuggita dall' uomo che si aspettava un raggiramento da parte dei Nani che si sarebbero presto impossessati della sua barca: << Perchè tanta fretta? >> << Perchè ti interessa? >> ribattè sempre Dwalin alla domanda del chiattaiolo che si prese un po' gioco dei bisogni dei Nani: << Vorrei sapere chi siete e che cosa ci fate in queste terre >> disse l' uomo francamente, poggiandosi ad un barile che stava in mezzo tra lui e il Nano che si era avvicinato per parlargli come se fosse un imputato sotto processo. Balin, con la barba bianca inzuppata che gli dava l' impressione di essere un cane appena uscito dal suo bagnetto, cercò di raggirare l' arciere: << Siamo dei semplici mercanti delle Montagne Blu in viaggio per vedere i nostri parenti sui Colli Ferrosi >> disse il Nano emettendo una buffa espressione che per niente lo faceva assomigliare ad un cucciolo di cane. Lo sguardo guardingo e sospettoso dell' uomo che studiava a vista d' occhio i membri non era d' accordo sulla sentenza del Nano: << Semplici mercanti, tu dici? Quei ragazzini non hanno tutta l' aria di essere dei mercanti, se permetti >> disse l' uomo alzando le sopracciglia alla vista di Sakura e del suo gruppo e riprendendo così a riordinare i barili: << Ci occorrono cibo, provviste, armi. Puoi aiutarci? >> intervenì Thorin insistendo sul fatto di voler entrare in possesso di qualche spada per lui e per i suoi compari, dopo aver rifiutato la Orcrist dalle mani di Yuki.

Il chiattaiolo esaminò quindi i barili appena messi sul legno pieno di tagli, ribadendo la risposta una volta per tutte. Balin posò lo sguardo sul dito dove l' arciere stava sfregando, intuendo che egli si sarebbe fatto presto una cattiva impressione sul loro conto: << So da dove sono arrivati questi barili >> confessò l' uomo come se fosse un investigatore: << Perciò? >> fece per chiedere il Principe dei Nani: << Non so che affari avevate con gli Elfi, ma non credo che sia finita bene >> disse di nuovo l' uomo facendo storcere il naso a Thorin e a Balin, specificandogli meglio il motivo mentre preparava la sua barca a salpare, ripiegando la corda che la teneva ancorata alla riva: << Si entra a Pontelagolungo solo col permesso del Governatore. Tutte le sue ricchezze vengono dagli scambi col Reame Boscoso. Ti metterebbe ai ferri prima di rischiare l' ira di Re Thranduil >> concluse con un lieve verso derisorio a Balin, lanciandogli addosso la fune arrotolata: << Offrigli di più >> suggerì sottovoce Thorin al suo amico. L' uomo sembrò far finta di nulla allo scambio di parole tra i due Nani, cominciando a togliersi da una parte il fodero con tutte le frecce dentro: << Scommetto che ci sono altri modi per entrare non visti >> ribattè Balin sporgendosi da un sostegno in marmo immedesimandosi in un concorrente ad un' asta di vendite: << Certo. Ma per quello vi ci vorrebbe un contrabbandiere >> << Per il quale pagheremo il doppio >> aggiunse infine il Nano stando faccia a faccia con l' uomo con cui stipulava un accordo. Questa volta le parole del piccolo essere sembravano aver convinto il chiattaiolo ad una proposta incorreggibile di Balin che stava per far mettere al sicuro il resto della Compagnia nella chiatta dell' uomo, all' oscuro del fatto che un branco di Orchi era alla caccia delle proprie prede.

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Capitolo 16
*** Episodio 267: La natura del Male ***


Balin sembrava essere riuscito a convincere il misterioso chiattaiolo che fino a poco fa ostacolava il viaggio della Compagnia verso la Montagna Solitaria: << Siete disposti a pagare più del dovuto? >> chiese l' uomo sbalordito: << Certo. Pur di raggiungere i nostri parenti lontani faremo di tutto >> ammise il Nano deciso. Il giovane e bel chiattaiolo balenò ancora una volta il suo sguardo su ogni componente, poi decretò la sua sentenza definitiva: << E va bene. Vi darò un passaggio, ma vi avviso: questa barca farà vela verso la Città sul Lago. Non posso trasportarvi fino ai Colli Ferrosi >> << Ci accontenteremo lo stesso >> ribattè Balin facendo cenno al resto dei membri di cominciare a salire sulla barca. Thorin diresse con un gesto della testa la partenza dei primi Nani che dovevano salire: << Coraggio, muovetevi >> ordinò il Principe dei Nani a tutti. Ma l' arciere sbarrò l' ingresso della barca ai primi traghettatori che stavano per mettere piede sopra, facendo sbattere le teste di Bifur, Nori e Dori a vicenda dalla frenata improvvisa che ebbero preso i primi tre Nani: << E che sia chiara una cosa: fareste meglio a starmi dietro non appena attraccheremo a Pontelagolungo. Gli stranieri sono poco graditi dalle nostre parti. Sopratutto quando si fanno riconoscere nelle loro abitudini di saccheggiare il cibo altrui >> raccomandò di nuovo l' uomo dai capelli neri: << Hai la nostra parola. Puoi fidarti di noi >> gli rispose Bofur più indietro. Per un attimo Thorin venne preso dal nervoso pensando di essere stato raggirato dall' uomo dell' arco, ma si rasserenò quando ebbe via libera, continuando a far transitare ogni compare di viaggio. Sakura e Li salirono sopra la barca insieme, seguiti poi da Tomoyo e da Meiling: << Andiamo, Yuki >> intimò Toy all' amico. Yuki nel breve tempo che aveva per avvicinarsi alla chiatta, si fermò un attimo a fissare la spada Orcrist che ancora teneva in mano e che fu rifiutata da Thorin nel riprendersela, e questo fece indispettire un po' il ragazzo: << Mi hai sentito? Dobbiamo andare >> << Oh sì, sì! Arrivo, Toy >> rispose in fretta Yuki. Quest' ultimo incrociò lo sguardo di Thorin, intuendo negli occhi del Principe un senso di completo abbandono al voler riusare la spada elfica. Il ragazzo sapeva che se avrebbe insistito con lui non ci avrebbe ricavato niente ugualmente, data la testardaggine propria dei Nani di cui il loro Principe ne aveva molta.

Yuki decise perciò di tenersi per sé la spada, con il dubbio in fondo al cuore che il Nano avrebbe di nuovo avuto bisogno di essa, e fece i primi passi per salire il trampolino in legno verso l' imbarcazione: << Che cosa voleva dire con “pagheremmo il doppio”? >> domandò Sakura sedendosi nel pavimento in legno vicino al suo amato: << E' semplice. I soldi che dobbiamo sborsare al signore in questione in grandi quantità andranno divisi con il contrabbandiere e con altre persone che faranno meglio a tenersi la bocca cucita >> spiegò in poche parole il Nano Nori alla cattura carte: << Direi che quest' ultimo passaggio ha un qualcosa di illegalità >> << Ragazzina, le buone maniere si tengono in disparte in questi momenti. Fai come me: io che confisco roba elfica e lucente senza alcun prezzo >> ribattè sempre lo stesso Nano con tono noncurante ai suoi furti di oggetti preziosi, rendendolo una specie di cleptomane di modesto livello: << No, grazie. Preferisco non abituarmi a certe cose >> concluse infine Sakura accennando ad un sorrisino per terminare così il discorso sotto lo sguardo poco raccomandante di Li nei confronti di Nori, la cui furbizia non voleva ricercarla da nessun' altra parte al mondo. L' intera Compagnia fu tutta sparsa nella barca, e Thorin potè dare l' ordine di salpare: << Bene. Ci siamo tutti. Partiamo subito >> << Manco il tempo di presentarci che già dai disposizioni a me >> disse il barcaiolo per stuzzicare un po' il Nano: << Stai zitto e parti >> ribattè il Principe Nano a denti stretti: << Va bene! Come vuole lei, Mastro Nano >> disse l' uomo ironicamente per andare al timone per manovrare la chiatta. Ma un altro pensiero giunse di colpo al chiattaiolo, che prima di voltarsi fissò Thorin in modo quasi da averlo riconosciuto nella sua vera identità: << Credo che il tuo volto da Nano mi è familiare >> confessò l' uomo scoprendo la razza dei tredici componenti della Compagnia: << Se non fai partire subito questa cosa arriverai a nuoto a casa tua >> aggiunse Dwalin in modo truce al chiattaiolo perditempo che forse lo interruppe in un momento in cui stava già pensando di far scendere i Nani. L' arciere dal secondo mestiere non obiettò alle minacce del Nano massiccio, facendo per andare al timone e far muovere la barchetta con anche i barili sopra. Eppure l' uomo guardò per puro caso la strada dietro di sé, dubitando che qualcosa stava inseguendo i traghettatori che aveva fatto appena salire a bordo. Molto distante, infatti, gli Orchi capitanati da Bolg proseguivano la loro corsa lungo la costa rocciosa seguendo il fiume per cercare di stanare le prede già in fuga sull' acqua. L' orco albino dirigeva in avanti il traffico dei suoi soldati manovrando la sua grossa lancia più volte, seguite dalle sue urla nella lingua parlata dalle sue parti. Gli Elfi Silvani però ebbero con loro in ostaggio uno degli Orchi che attaccarono il Reame Boscoso per eliminare i Nani: << Tale è la natura del Male. Là fuori nella vasta ignoranza del mondo si inasprisce e si propaga. Un' ombra che cresce nel buio >> fece il suo monologo il Re Thranduil con mantello marrone scuro che gli copriva le spalle.

Il Re Elfo era nella piazzetta dove vi era costruito il suo trono, e passeggiava davanti a Tauriel che rimaneva sull' attenti alle frasi del suo Signore. A pochi passi da Thranduil c' era il figlio Legolas con un pugnale tenuto premuto alla gola dell' orco che ora voleva tenere lui come ostaggio. Thranduil considerò quella creatura come il prodotto del Male in persona, con il volto quasi da far disgusto anche ad un Alto Signore degli Elfi come lui: << Un insonne malanimo tanto nero quanto l' imminente muro della notte. Così è sempre stato. Così sarà sempre. Col tempo, tutte le cose orrende si fanno avanti >> terminò il Re Elfico mettendosi a braccia conserte dietro al figlio che scrutava insistentemente come per forzarlo a compiere un atto di crudeltà al mostro che ringhiava inginocchiato e sottomesso sotto di lui. L' orco dalla carnagione scura, e dalla faccia che sembrava quella di un pesce palla spinoso, ringhiava constantemente mentre Legolas cominciava l' interrogatorio: << Stavate seguendo una Compagnia di tredici Nani. Perchè? >> chiese l' Elfo al mostro che era immobilizzato tenendo dietro la schiena i polsi legati. La voce sibilante e perfida dell' orco si sentì alle orecchie degli Elfi presenti: << Non tredici. Non più >> corresse il mostro sadico a Legolas che lasciava scuotere l' essere per poco. Il mostro fissò quindi con i suoi occhi gialli e tenebrosi l' Elfa Tauriel: << Quello giovane. L' arciere dai capelli neri. L' abbiamo infilzato con una freccia Morgul. Il veleno ce l' ha nel sangue. Presto soffocherà >> confessò l' orripilante creatura alla bellissima guerriera elfica che forse la sua preoccupazione per il giovane Nano era stata avvertita dall' orco davanti a lei. Tauriel emise una smorfia di puro ribrezzo, intimando l' orco a rispondere: << Rispondi alla domanda, sozzura >> << Io non rispondo ai cani, Elfo femmina! >> gridò nella sua lingua il mostro, agitandosi ancora di più sotto la presa di Legolas. Tauriel, afferrando la provocazione del mostro, tirò fuori il suo pugnale elfico che fece roteare con agilità nel polso prima di mostrare la lama del coltello per minacciare l' orco: << Io non me la farei nemica >> consigliò Legolas noncurante della fine che avrebbe fatto la creatura che non temeva niente. L' Elfo femmina ora aveva già l' odio e tutta la ragione in cuore per voler trucidare per sempre l' orco senza alcuna pietà: << Ti piace uccidere le cose, Orco? Ti piace la morte? Allora lascia che te la dia >> disse Tauriel con disprezzo balzando di scatto in avanti con il pugnale che stava per affondarsi nella carne del mostro. Ma l' ordine improvviso di Thranduil frenò la mano dell' Elfa, rimproverandola quasi nella loro lingua: << Basta! >> e la stessa guerriera si paralizzò alle parole del suo Signore, rimanendo con la punta del pugnale a pochi centimetri dal pungere il petto dell' orco: << Tauriel, vattene! Ora và >> insistette ancora Thranduil al suo soldato adrenalinico. L' Elfo femmina non potè fare altro che obbedire al suo Re, fissata mentre si ricomponeva nella sua posizione da Legolas che le suggeriva in qualche modo con lo sguardo di non fare altre mosse azzardate.

Prima di andarsene, Tauriel fece cadere il suo sguardo sull' orco, che le ringhiò spregevolmente a denti stretti. L' Elfa si sentì ribollire il sangue al non aver ucciso personalmente il terribile mostro che aveva goduto nel provocare con le sue parole la guerriera dal viso dolce. Questa non rivolse neanche uno sguardo al mostro, così tanto meno al suo Re, facendo per allontanarsi dalla loro vista: << Non mi interessa affatto un Nano morto. Rispondi alla domanda >> nel discendere i gradini, l' Elfa sentì le parole indifferenti del suo Re che non provava alcuna compassione per i Nani, facendola ancora di più irritare nella camminata. L' interrogatorio andò quindi avanti: << Non hai nulla da temere. Dicci quello che sai e io ti lascerò libero >> rassicurò il Re Elfico all' infimo mostro. Questo cominciò a irrigidirsi dalla rabbia alla comodità di Thranduil che aveva libero uso delle sue parole: << Avevi l' ordine di ucciderli. Perchè? Cos'è Thorin Scudodiquercia per te? >> domandò Legolas adesso lui con tono provocatorio all' orco: << Quel Nano mezzatacca non diventerà mai Re >> disse furioso il mostro covando odio per l' impresa che il Principe dei Nani stava svolgendo, insultandolo aspramente: << Re? Non c'è un Re sotto la Montagna, né ci sarà mai. Nessuno oserà entrare a Erebor, fintanto che il Drago vive >> annunciava quasi a gran voce Legolas scuotendo la creatura di poco mentre Thranduil passava in silenzio alle spalle del figlio, non perdendosi neanche una parola delle informazioni che il loro ostaggio aveva da comunicare: << Tu non sai niente. Il tuo mondo brucerà >> ribattè l' orco sicuro di quello che stava dicendo: << Ma che cosa stai dicendo? Parla! >> esclamò Legolas alle previsioni dell' orco. Questi ancora una volta aveva assunto la posizione di tenere sotto scacco con le sue parole gli Elfi che lo schernivano: << Il nostro momento si è ripresentato. Il mio Padrone serve l' Oscuro >> annunciava l' orrenda creatura. Thranduil si fermò proprio davanti al mostro, però dandogli solo un lato del suo corpo. Il Re Elfico cominciò lentamente ad assumere uno sguardo di pietra, quasi paralizzato da un orrore che si vide ripetergli agli occhi alla parola “Oscuro” mentre l' ostaggio continuava a parlare: << Adesso capisci, Elfo? La morte è sopra di voi. Le fiamme della guerra sono sopra di voi. Ha, ha, ha-- >> ma nel momento in cui l' orco si mise a ridacchiare cupamente, Thranduil lasciò vibrare la sua spada verso il mostro, decapitandolo all' istante senza neanche emettere un passo dalla posizione laterale in cui l' Elfo era. Legolas, inorridito, si vide in mano la testa mozzata dell' Orco con senza il resto del corpo attaccato: << Perchè l' hai fatto? Avevi promesso di liberarlo >> disse il figlio del Re al padre, gettando a terra il capo del mostro giustiziato crudelmente: << Ed è così. Ho liberato la sua orrenda testa dalle sue miserabili spalle >> ribattè Thranduil schiacciando in segno di supremazia la gamba del corpo dell' orco che continuava ad agitarsi scompostamente.

Ma il giovane figlio non si spiegava per niente la reazione del padre: << C' era altro che l' Orco poteva dirci >> << Nulla di più poteva dire a me >> ribattè solenne e altezzosamente Thranduil, arrivato ad un certo punto in cui poteva benissimo fare a meno delle informazioni. Il Re Elfico fece anch' egli per lasciare lo spiazzo, riponendo nel fodero la sua lunga spada dopo averla un po' mossa nell' aria con fare di gioco di prestigio: << Che cosa intendeva con le fiamme della guerra? >> chiese ancora Legolas seguendo il padre: << Che stanno per sguinzagliare un' arma talmente grande da distruggere ogni cosa davanti a sé >> riferì cupamente al figlio sulla creatura che stava per allearsi sotto il dominio dell' Oscuro. Thranduil non poteva lasciare senza difese il suo Reame, e quindi impose un concreto ordine: << Sia raddoppiata la sorveglianza ai nostri confini. Tutte le strade, tutti i fiumi. Nulla si muova che io non sappia. Nessuno entra in questo regno, e nessuno lo lascia >> disse a chiare lettere il suo volere alle guardie che sostavano nello spiazzo per poter spargere la voce ad ogni soldato. Fissò poi Legolas che lo teneva a lungo in guardia con il suo sguardo attento, ravvisandolo di non varcare l' uscita del Reame Boscoso. Thranduil fece poi per voltarsi e andare avanti. Legolas sparse l' ordine alle guardie che controllavano il Cancello principale, avvertendole in elfico: << Chiudete le porte! Tenetele serrate per ordine del Re >> riferì a loro. Ma Elros fece per frenare Legolas: << E riguardo a Tauriel? >> chiedendo al suo Signore comandante cosa fare con l' Elfa. Legolas si fermò di spalle, avvertendo una strana sensazione riguardo a ciò che poteva essere accaduto a Tauriel. L' Elfo fece per emettere la domanda, aspettandosi già la risposta: << Cosa riguardo a lei? >> << E' andata nella foresta armata di arco e lama. Non è tornata >> disse Elros facendo scattare il giovane comandante verso di lui, preoccupato per la sua compagna che ora era fuggita dal Reame Boscoso senza una salda guarnigione al suo fianco. Legolas adesso non gli restava altro che correre in aiuto della sua soldatessa che tanto teneva a cuore, e che doveva salvare ad ogni costo dato che più avanti nella strada avrebbe incontrato gli Orchi che non mollavano nel dare la caccia ai Nani ricercati.

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Capitolo 17
*** Episodio 268: Merce di contrabbando ***


La mattina del giorno dopo si presentò con la foschia di nebbia già calata sul fiume. Gli Orchi giunsero sulla sponda dove prima sostava la Compagnia dei Nani. Bolg frenò l' avanzata dei suoi alzando un braccio in alto, volendo ispezionare la zona. Il grosso orco albino notò poco distante una pipa posata su un masso, constatando da subito che quell' indizio apparteneva ai Nani fuggitivi. Uno dei suoi Orchi si avvicinò ad un fazzoletto marroncino dove intorno ad esso vi erano delle gocce rosse di un liquido. L' Orco tastò la sua falange nel liquido rosso che era reso un po' scuro dal clima nuvoloso che si era creato alle prime luci del sole offuscato. L' Orco di seguito leccò la sua falange, elaborando poi cosa fosse la sostanza lasciata: << Sangue di Nano! Sono stati qui! >> esclamò il mostro ricordandosi del Nano ferito alla gamba da Bolg. Quest' ultimo scrutava l' orizzonte coperto dalla nebbia, anche lui sembrava aver scoperto un altro indizio: << C'è un altro odore... >> annotò l' orco albino mettendosi a fiutare più volte nell' aria l' odore che sentiva come un segugio: << Carne umana! >> lo riconobbe infine rivoltandosi verso il fiume che si apriva in un mare. Aveva scoperto che insieme ai Nani vi era anche un essere umano che si era offerto di accompagnarli: << Stanno attraversando il lago >> riferì Bolg al suo gruppo: << Sono in compagnia di un Uomo del Lago >> disse un suo soldato da dietro: << E non solo. Vi è anche l' altro gruppo di umani che hanno deciso di seguirli >> annunciò con un ghigno malevolo il grosso orco, pregustando anche la carne dei componenti di Sakura. Questa, intanto, era sulla barchetta del giovane arciere, o barcaiolo, insieme ai suoi compagni e ai Nani originari di Erebor. L' acqua che si presentava nel grande lago era composta da alcuni frammenti di ghiaccio sparsi un po' di qua e un po' di là. La lenta regata del chiattaiolo attraverso la nebbia faceva stare attenti alcuni Nani a prua, tra i quali lo stesso Thorin che voleva avvertire lui stesso di un qualche scoglio che si fosse presentato avanti. L' uomo a comando della navetta continuava a manovrare un remo lungo poggiato sulla coda della barchetta, e faceva infiltrare sempre più lentamente la Compagnia nella nuvola di nebbia che non lasciava ad alcun occhio la possibilità di scorgere oltre di essa.

Dopo un po', la nebbia si dileguò per poco, facendo scorgere agli osservatori a prua che vi erano nell' acqua delle alte scogliere cui stavano per andare a sbatterci dritti: << Attenzione! >> gridò Bofur temendo che l' uomo della barca non avesse visto il pericolo: << Oh, no! >> esclamò Li, seguito da un sospiro di spavento da Tomoyo, Sakura e Meiling. Ma l' arciere riuscì in tempo a virare a sinistra della scogliera più vicina, mancando di poco il contatto con il suo fianco. Tutti i viaggiatori a bordo osservarono inermi con lo sguardo l' imponente scogliera che stavano superando al lato, per poco che non facevano la fine di affondare nelle acque gelate del lago immenso: << Che stai cercando di fare, affogarci? >> disse Thorin rivolto in modo un po' rude al chiattaiolo, criticandolo per la manovra che fece pochi istanti fa: << Sono nato e cresciuto in queste acque, Mastro Nano. Se volessi affogarvi non lo farei qui >> avvisò l' uomo con tutta franchezza ai modi di dire del Nano. Tomoyo fece per risedersi allo scampato pericolo, tirando un sospiro di sollievo: << Per quanto ancora dobbiamo rimanere con gli occhi ben parati in avanti? Non ce la faccio più a sentirmi sempre in pericolo >> << Quegli Orchi non ci daranno più fastidio, ormai. Non possono raggiungerci in acqua >> confermò Li mettendo per un po' tranquilla la sua amica: << Fa un po' di freddo da queste parti, non è vero? >> domandò Yuki cercando di riscaldarsi il corpo, rannicchiandosi dietro la falchetta del veliero e tenendosi stretto a Toy e agli altri: << E' normale, Yuki. E' la stretta vicinanza del lago alle montagne che influisce sulla temperatura dell' acqua. E in più non abbiamo abiti pesanti con cui riscaldarci >> spiegò Toy a fianco, bisbigliando al compagno: << Questo vuol dire che siamo quasi vicini alla nostra meta >> ribattè Yuki sottovoce. Thorin sembrò sentirlo quando socchiuse di poco gli occhi, tenendosi sempre attento alla guida dell' uomo. Di conseguenza, Yuki e Toy si voltarono verso il Nano Principe, osservando se si era accorto di ciò che si dicevano i due. Entrambi lo videro ancora voltato dal lato opposto al loro, e cominciavano anche loro a tenere più a cuore l' impresa che egli doveva compiere, preoccupandosi anche del tempo che scorreva giorno dopo giorno al fatidico Dì di Durin che iniziava, secondo il calendario dei Nani, il 21 Dicembre, nonché giorno dell' avvenuta dell' autunno. Il giorno prima, invece, sarebbe apparsa l' ultima luna d' autunno, e loro erano al giorno 18 del mese corrente. Sakura se ne accorse tramite i suoi poteri extrasensoriali e guardando nella bussola dei venti insiema a Li: << Mancano solo due giorni >> disse la ragazzina tirandosi in piedi: << Sì. Il tempo a disposizione è poco >> aggiunse Li sottovoce restando seduto. Meiling, intanto, si lamentava delle condizioni che il traghetto le offriva, battendo i denti dal freddo che le arrivava: << Ci mancava solo questa, ora! Non bastava tutto quello che è successo? >> disse la cinesina in un momento di sfogo, proseguendo nel mentre che non riusciva a riscaldarsi dal nervoso: << Orchi, Troll, Mannari... Scommetto che nessuno di questi era incluso nel contratto. Non avrei mai dovuto portarmi dietro il mio abito cinese, questo è stato il mio primo errore >> sbottò Meiling alzandosi con uno scatto in piedi.

Tomoyo, insieme al resto del suo gruppo, guardavano la ragazzina che buttava fuori tutte le parole che aveva da dire sui nuovi pericoli che dovevano affrontare nella Terra di Mezzo. Meiling si mise a braccia conserte, osservando il panorama del lago avvolto dalla nebbia mentre continuava a parlare anche ad alcuni Nani interessati, quali Gloin e Oin, cui quest' ultimo si portava all' orecchio il suo apparecchio acustico: << Abbiamo un piccolo detto in Cina, che impariamo fin dalla nascita: “Mai avventurarsi a Est!” >> diede questa lezione la cinesina a chi fosse interessato alle sue parole. Il suo cugino si sentì coinvolto anche lui nell' antico detto originario della sua città natale: << Allora, ditemi, signori miei. Perchè vi siete avventurati a Est? >> domandò d' improvviso l' arciere in tono quasi schernevole alla ragazzina come se lei sapeva il pericolo cui andava incontro, visto che ormai era in quella direzione. Li e Meiling non seppero cosa rispondere al chiattaiolo tanto aspro, forse quanto veritiero in quel momento, che prendeva i due ragazzini provenienti dalla Cina come persone non coerenti alle loro parole: << Oh, basta con questo sfrontato uomo di lago. Gettiamolo dalla barca e facciamola finita >> disse Dwalin proponendo ad alcuni suoi amici di sbarazzarsi di soppiato del barcaiolo, non sopportando più il suo modo di rispondere: << Bard, il suo nome è Bard >> aggiunse Sakura al Nano, correggendolo per non etichettare più l' uomo con altri soprannomi: << Come lo sai? >> << Ah, gliel' ho chiesto >> rispose Sakura alla domanda incuriosita di Bofur: << Non m' interessa come si chiama. Quello non mi piace >> avvisò Dwalin noncurante della vera identità dell' uomo. Thorin sembrò che le proprie parole del suo amico Nano gli fossero state strappate via dallo stesso mentre si appoggiava alla falchetta dopo aver lanciato uno sguardo scomodo alla cattura carte, volente essere socievole con Bard: << Non ci deve piacere per forza. Dobbiamo soltanto pagarlo. Su, forza, ragazzi. Svuotate le tasche >> disse Balin lasciando perdere ogni avversità di alcuni suoi compari sul barcaiolo e avvertendo tutti di deporre il denaro a terra davanti ai suoi piedi: << Spero di avere qualche spicciolo con me >> si raccomandava Yuki cercando nel suo portafoglio nella tasca. Toy, Tomoyo, Li, Sakura e Meiling erano anche loro ben disponibili sul cercare i propri soldi da dare al traghettatore chiamato Bard, ma Meiling sembrava con l' acqua alla gola sul non riuscire a trovare neanche una monetina tra le sue tasche: << Come sappiamo che non ci tradirà? >> << Non lo sappiamo >> rispose Thorin all' orecchio del suo compagno Dwalin che dubitava ancora del chiattaiolo. Sakura e Li fecero per mettere insieme le loro due parti di quantità: << Ecco a te, Balin >> disse Sakura porgendo il denaro accumulato di fronte al Nano contabile: << Ci sono anche io >> aggiunse Toy ponendo come da patti la sua somma. Meiling riuscì a salvarsi solo con un centesimo di yen, ma Sakura decise di mettere per la sua amica altri soldi, pareggiando alla fine i conti.

Balin fece per contare i soldi racimolati, giungendo alla conclusione: << C'è solo un piccolo problema. Ci mancano dieci monete >> riferì il Nano al capo del gruppo, dicendogli la quantità mancante. Sakura osservò Thorin come colui che sapeva arrivare alla soluzione: << Gloin. Avanti. Dacci quello che hai >> disse il Principe adocchiando il suo compagno che non si era offerto di scomporsi dalla sua posizione di braccia conserte: << Non guardate me. Io sono stato dissanguato da questa avventura >> brontolava Gloin sentendosi innocente sul versare i soldi ad un incidente in cui non centrava niente. Oin d' un tratto smise di tenersi poggiato il suo apparecchio acustico, fissando d' incanto qualcosa che si presentava oltre il tratto d' acqua, sopra di esso. Thorin seguì in contemporanea lo sguardo di Oin, coinvolgendo anche gli altri della Compagnia che si alzarono tutti lentamente alla cosa tanto maestosa che sbucò dalla coltre di nebbia: << Eccola lì >> disse Tomoyo anche lei estasiata, affacciandosi di poco oltre il bordo della barca mentre Gloin, ignorato da tutti, proseguiva nelle lamentele: << Che ho ottenuto dal mio investimento? Nient' altro che miseria e dolore e... >> si fermò anch' egli spaesato ai volti dei suoi compari che puntavano la cima di una montagna alla loro sinistra. Perfino Kili, con la gamba fasciata, riuscì ad alzarsi in piedi insieme al fratello per ammirare quella che era un tempo la loro casa. La videro. Tutti videro la Montagna Solitaria che la nebbia volle far vedere nascosta e ancora a pochi chilometri dal punto in cui erano. Seppure era ancora offuscata in parte dal vapore atmosferico, la sagoma della Montagna era perfettamente riconoscibile nei cuori di qualsiasi Nano che si sentivano sempre più la speranza che gli ardeva viva in tutto il sangue: << Wow! >> esclamò Meiling con gli occhi color rubino che non staccavano gli occhi di dosso all' imponenza della madre patria dei Nani: << Sì. Siamo quasi arrivati >> disse Yuki con un sorriso: << Per la mia barba. Prendi. Prendi tutto quanto >> disse Gloin con voce tremolante e rotta dall' emozione di riavvistare la vetta della sua casa, passando poi tutto il denaro che aveva a Balin: << Non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni >> commentò Li all' ennesima meraviglia che aveva occasione di vedere sulla Terra di Mezzo. Sakura fece per tossire, avvertendo gli altri dell' arrivo di Bard che stava per confiscare i soldi recuperati da ognuno: << Il denaro, presto. Datemelo >> diceva di fretta Bard balzando giù dal ripiano dove si era messo per remare e tendendo la mano per farsi consegnare le monete: << Ti pagheremo quando avremo le nostre provviste, non prima >> rispose Thorin volendo essere sicuro della promessa del chiattaiolo. Ma quest' ultimo non demordeva dal voler essere prima di tutti pagato: << Se apprezzate la libertà, farete come vi dico. Ci sono guardie più avanti >> avvertì Bard volgendo gli occhi avanti alla rotta cui stavano facendo: << Guardie? >> ripetè Sakura girandosi in contemporanea con tutti gli altri per vedere quale altro ostacolo c' era da superare.

Oltre la nebbia che si dileguava dalla superficie del lago, spuntarono delle casette su costruite sopra alla superficie dell' acqua. Prima della Città scorta all' orizzonte, vi era un piccolo molo,una specie di blocco di sorveglianza per controllo delle merci ai passanti che le importavano, prelevate dai popoli stranieri. Bard attraccò alla banchina con la sua barca, dopo essersi accordato con la Compagnia di infilarsi di nuovo dentro ai barili per non essere visti dalle guardie ispettrici delle merci. Il chiattaiolo attraversò la passerella per rendere conto alla guardia di turno delle provviste che stava portando. Il dialogo tra i due discutenti era inudibile per i membri della compagine che cercavano di origliare dal buco delle botti, per via della distanza di Bard dalla barchetta: << Questa è l' ultima volta che finisco su un barile del genere, è troppo stretto! >> << Zitto, pennacchione! >> litigavano tra di loro dalle botti i due Nani Dori e Nori: << Ssh! Fate silenzio. Che sta facendo? >> chiese Dwalin prendendo Sakura come la ragazzina che riferiva informazioni sul fare misterioso di Bard. La giovane cattura carte buttò un occhio sulla fessure della sua botte: << Parla con qualcuno >> << E che succede? >> domandò Kili insistente. Sakura vide che Bard indicava alla guardia incappucciata con cui parlava le botti che aveva nella sua chiatta: << Sta puntando il dito verso di noi >> riferì ancora la ragazzina scostandosi dalla visuale che aveva per non essere scoperta dagli occhi della guardia. Thorin cominciava anche lui a dubitare del fatto che Bard avesse rivelato la vera identità dei fuggitivi che si era portato a bordo, senza dare loro molta importanza. Li e Tomoyo dai loro barili erano quasi presi dalla tensione dei Nani di essere prima o poi scoperti. Ma decisero di fare affidamento alle parole di Sakura che riferiva ogni movimento del barcaiolo che non avrebbe fatto mosse false. Bard fece per stringere la mano alla guardia come se avessero fatto un accordo: << Ora si stringono la mano >> << Cosa? >> chiese il Principe Nano ad un gesto inaspettato dell' uomo: << Che canaglia. Ci ha belli che traditi >> sbottò Dwalin dalla rabbia di essere stato preso in giro dall' arciere. Un rumore di una qualche bottola che si apriva si udì vicino alle botti dove la Compagnia era nascosta. Ori si teneva pronto e stretto alle pareti del barile per scattare da un momento all' altro all' attacco.

D' improvviso un' ombra oscurò la luce che filtrava sopra la testa del Nano Dori, così come in quella di Meiling che si stringeva i denti al voler scatenare la sua furia da combattente sugli uomini che stavano per catturarla: << Che cos'è? >> si chiese Toy vedendo sopra la sua testa l' ombra che si posava su ogni barile. Tutti si tennero pronti alla marea di cibo che stava inspiegabilmente per sommergere ogni membro. Dwalin fu il primo a essere colpito ripetutamente alla testa dal cibo. Pesci. Una pioggia di puzzolenti pesci piombava sulle botti a volontà, colpendo alla testa i poveri compagni di viaggio che dovevano subire un tale e pessimo trattamento di copertura. Meiling si tenne tappato il naso già cominciando a sentire l' odore del pesce che la stava piano piano sommergendo dal suo barile, mentre il resto dei suoi amici e gli altri lasciavano che i corpi schiaffeggianti dei pesci finivano di cadere in continuazione sulle loro teste. Bard lasciò quindi il molo, proseguendo a remare più avanti con tutti e diciannove i barili colmi e straboccanti di pesce puzzolente che seppellivano sotto i membri della Compagnia che ogni tanto stavano a lamentarsi del fetore che sentivano. Il chiattaiolo diede un calcio d' avviso a una delle botti per far smettere i lamenti di alcuni Nani: << Silenzio! Siamo alla barriera per il pedaggio >> disse con tono rispettoso al prossimo blocco che si sarebbe presentato come l' ingresso principale per entrare alla Città vista poco fa sul lago.

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Capitolo 18
*** Episodio 269: Pontelagolungo ***


Al Reame Boscoso, nel frattempo, Legolas aveva fatto rapporto al padre Thranduil della scomparsa di Tauriel che decise di sua spontanea volontà di avventurarsi nella foresta all' inseguimento degli Orchi che davano la caccia alla Compagnia di Nani. I due Elfi, fianco a fianco, erano in cima ad una rupe in alto nel regno, e questa si affacciava all' aperto nella natura dell' altra parte del Bosco Atro dove all' orizzonte si poteva scorgere la Montagna Solitaria, dalle dimensioni da quella visuale di un cono situato sulla terra ferma. Distante alla destra di Legolas, vi era una cascata che sgorgava da un' apertura delle rocce e che cadeva in basso. Il sole mattutino splendeva radioso sul Reame Boscoso, anche per accontentare forse il volto freddo di Thranduil il quale non si meritava fino adesso di stare sereno nel suo regno beato. Legolas sapeva benissimo che suo padre non tollerava la minima insubordinazione nei suoi confronti, e difficilmente avrebbe lasciato il figlio a cercare Tauriel nei boschi: << Posso riportarla indietro >> disse Legolas parlando in elfico con Thranduil, entrambi fissanti la Montagna dove i Nani erano riusciti a proseguire nel loro viaggio: << Va bene. Ma hai solo due giorni >> gli concesse il permesso il padre, parlandogli in elfico e limitando la durata del recupero dell' Elfo femmina. Legolas captò qualcosa nelle sue certezze, rammentando un evento che si doveva diffondere. Questo tornò a parlare in lingua normale: << Tra due giorni, l' ultima luna d' autunno e il primo sole d' inverno appariranno insieme nel cielo >> disse l' Elfo guerriero come da monito per avvertire quasi il padre: << E le campane suoneranno di allegrezza quando il Re della Montagna ritornerà. Ma tutto si disferà in tristezza. E il lago brillerà e brucerà >> concluse una specie di profezia Thranduil voltandosi di nuovo verso la Montagna, portatrice di sventura al popolo di Pontelagolungo. Il figlio pensò che il suo stesso padre dava importanza alle ultime parole che ha detto: << Credi davvero che si avererà? >> << E' solo una Profezia >> rispose Thranduil superficialmente, incurante del contenuto delle antiche frasi pronunciate. Proseguì dopo un breve silenzio: << E nel caso si realizzasse il sogno di Thorin Scudodiquercia, egli sarebbe sempre costretto a dividere il suo tesoro quando il popolo del Lago lo reclamerà >> si disse convinto il Re Elfico, voltandosi per lasciare la rupe su cui era.

Legolas seguì la ritirata altezzosa del padre, che disprezzava e odiava con tutto l' animo ogni essere che fosse un Nano. L' Elfo guerriero adesso si sentì un po' di pietà per Thorin, il Principe Nano che lo aveva salvato alle spalle da un attacco mortale di un Orco. Si sentiva che era in debito con lui, e voleva ricompensare il suo gesto di salvezza, un giorno o l' altro. Ma finchè c' era Thranduil di mezzo, Legolas non poteva disobbedire al suo volere. Il guerriero Elfico fu davanti al portone, accompagnato dal padre dal mantello rosso e regale che aveva poggiato sulle spalle: << Io vado >> disse Legolas per avvisare il padre che non emise neanche una risposta alla partenza del figlio che si allontanava sempre di più dal suo sguardo altezzoso, in fondo nella foresta alla ricerca di Tauriel, e che era convinto di avere un buon rapporto con il suo Re. Non appena i suoi occhi persero completamente la sagoma del figlio, Thranduil fece per richiamare il suo servo Elros in parole elfiche: << Mio Signore? >> chiese il servo in elfico, chinandosi al suo Re irascibile. Quest' ultimo continuò a dare l' ordine in elfico: << Voglio che al ritorno di mio figlio il ruolo di capitano della guardia passi a lui >> << Sì, mio Signore >> annuì con un altro inchino Elros al viscido ordine di Thranduil che in quel momento pianificava alle spalle dei suoi due Elfi partiti in missione. Il gruppo di Nani e di Sakura era finito nella barchetta di Bard, che decise di rendere invisibili i suoi ospiti di viaggio gettando in ognuno dei barili dei pesci fino all' orlo. L' uomo chiattaiolo fu al cospetto dell' ingresso di una Città costruita sul lago. Ogni edificio era con i tetti appuntiti dalle tegole blu, mentre alcune torrette che erano sparse nella piccola città si ereggevano con la stessa struttura dei tetti delle altre casette, rivolti verso il cielo a tratti grigio e nuvoloso. Dei gabbiani svolazzavano di qua e di là sopra la Città che la facevano sembrare dimenticata nel grande e vasto lago che aveva percorso fino adesso Bard. Lo spettacolo della cittadella sul lago era ancora oscuro ai membri della Compagnia, sepolti sotto ingenti quantità di pesci sopra le loro teste. La chiatta di Bard si trovò di fronte ad un cancello sbarrato che si ancorava nel fondale del lago a mò di saracinesca. Quella era la famosa Pontelagolungo, nominata da Balin e città d' origine di Bard. Non un' anima si vedeva in giro. Ma il sole fuoriusciva con forza dalle nuvole grigie, posando la sua luce debole sui tetti delle casette dimenticate per dare loro più valore. Una voce si sentì provenire da una postazione di guardia, frenando la lenta avanzata di Bard verso il cancello chiuso: << Alt! Ispezione merci! Documenti, per favore! >> disse un vecchio uomo da prima seduto comodamente con i piedi su un bancone, poi alzandosi dalla sedia per prendere la sua lanterna personale per fare luce attraverso la lieve nebbia che si stava diramando la persona che era giunta: << Oh, sei tu, Bard >> disse il vecchio uomo dalla barba grigia, anche lui con stracci addosso e cappello, riconoscendo il chiattaiolo.

L' uomo che salutò a Bard era appostato su un piccolo ufficio dalla struttura di una casetta, anch' esso sopra la superficie dell' acqua: << 'Giorno, Percy >> ricambiò il saluto lo stesso Bard al conoscente chiamato Percy che si affacciò dall' entrata dell' ufficio: << Niente da dichiarare? >> chiese scherzosamente Percy al barcaiolo: << Niente se non che sono intirizzito e stanco, e ho voglia di casa >> ammise Bard scendendo dalla barca e consegnando a Percy un pezzetto di carta che verificava il regolare importo di merci per i mercanti del lago: << Io uguale a te >> rispose lo stesso l' uomo all' ufficio che conosceva per bene Bard. Questo si mise a dare occhiate guardinghe da una parte e dall' altra, per vedere se qualcuno provava ad avvicinarsi alle botti portate da lui. Ma la minima anima in giro non si fece notare, e nel caso la situazione fosse andata diversamente, Bard per non dare troppo nell' occhio si tenne vicino alla barca per controllare i suoi barili con dentro i Nani e il gruppo di Sakura che erano sepolti dalla marea di pesci. Percy timbrò il cartellino sul suo bancone, non perdendo tempo a leggere la descrizione su di esso per via della stretta conoscenza con il chiattaiolo. Fece per riconsegnare il foglietto timbrato, tendendolo verso Bard che smise di stare in guardia: << Ecco fatto. Tutto in ordine >> << Non così in fretta >> aggiunse una voce di un uomo sbucato a sinistra di Percy. Questo terzo uomo che si presentò, strappò dalle mani di Percy il bigliettino timbrato, frenando la libera transizione di Bard che lo aveva colto nel sacco. L' uomo era completamente rivestito di nero, perfino il turbante che si portava in testa era nero, così come il suo mantello e i suoi abiti che indossava elegantemente per svolgere un qualche suo ruolo di alta carica. Ma egli sembrava una nuvola nera che portava tristezza in un giorno normale per Bard. La carnagione dell' uomo era pallida, si portava dei baffetti con una lieve barbetta intorno al viso. In più aveva anche il monosopracciglio il che lo rendeva ancora più brutto, oltre ai suoi capelli corti e anche essi neri che spuntavano di poco dai lati del berretto. La personalità di quell' uomo lo faceva assomigliare ad una guardia russa, però senza il minimo buon senso. Era accompagnato alle spalle da una guardia robusta, portante armatura di metallo con un mantello rosso che si posava sulle sue spalle. In confronto alle altre guardie, che portavano elmetti a forma di imbuto un po' allargato, questa ne era priva per simboleggiare forse che egli era il capo dei soldati di Pontelagolungo. Bard emise un' espressione del tutto che felice, insieme a Percy, all' arrivo dell' uomo dalle vesti nere che era scortato dai suoi aiutanti per mettere i bastoni alle ruote al chiattaiolo. L' uomo un po' goffo nella schiena fece per leggere il bigliettino: << “Consegna di barili vuoti dal Reame Boscoso”. Solo che non sono vuoti, non è vero, Bard? >> disse il brutto umano viscidamente e schernendo il barcaiolo che venne smascherato dal suo tentativo di passare illegalmente in Città per una descrizione sbagliata sul foglio.

L' uomo si parò davanti al chiattaiolo, buttando da una parte il foglietto in modo altezzoso per farsi beffe di Bard: << Se mi rammento bene tu hai la licenza di chiattaiolo. Non.. di pescatore >> disse spregievolmente l' uomo mettendo piede sull' imbarcazione per prendere un pesce e puntarlo alla faccia del barcaiolo onesto. L' occhio di Sakura che venne scoperto dalla presa del pesce da parte dell' uomo ora era affacciato all' aria aperta, ma non era visibile ancora alle guardie e alla fastidiosa autorità che bloccava Bard nell' intento di portare la Compagnia fino a casa sua: << Non sono affari tuoi >> rispose il coraggioso arciere alla faccia tosta del brutto uomo: << Sbagliato. Sono affari del Governatore, pertanto sono affari miei >> ribattè l' uomo dogmatico: << Oh, avanti, Alfrid, abbi cuore. La gente deve mangiare >> lo supplicò inutilmente Bard all' uomo chiamato Alfrid, che era visto come una sanguisuga che voleva far realizzare solo il volere del Governatore della Città. Alfrid, dal canto suo, non ebbe compassione per la giusta causa che Bard gli disse, oltre al fatto di aver messo in discussione i bisogni dei suoi concittadini per trovare un modo di passare senza divieti: << Questo pesce è illegale. Svuotate i barili fuori dalla barca >> ordinò l' infima autorità gettando prepotentemente il pesce in acqua e facendo spazio alle guardie di agire: << Avete sentito? Nel canale >> ripetè la voce grossa del capo delle guardie. Bard stava per essere scoperto, insieme alla copertura dei Nani e degli altri esseri umani che avrebbero di sicuro avuto un posto fresco nelle celle della Città. I servi del capo robusto fecero per salire sulla barca per cominciare a prendere i barili e svuotarli del pesce di cui erano ripieni: << Oh, no >> disse Tomoyo sottovoce dal suo barile, avendo sentito perfettamente dal piccolo foro ogni cosa che diceva l' essere fastidioso: << E ora cosa facciamo? >> << Io non lo so >> chiese Li a Sakura i cui fori dei loro barili erano rivolti di fronte l' un l' altro e vicini per poter bisbigliare più chiaramente: << Ah.. >> il cinesino si sentì d' un tratto sollevato di poco dal suo barile, segno che le guardie volevano fare in fretta: << Forza. Sbrigatevi >> disse ancora il capo guardia. Bard però non ebbe avuto ancora l' ultima parola a riguardo: << La gente in questa città fa fatica. I tempi sono duri. Il cibo scarseggia >> spiegava in generale ai soldati che gli passavano davanti senza ascoltarlo, cominciando a trascinare i primi barili verso l' orlo della barca: << Non è un problema mio >> rispose secco e incurante Alfrid ai bisogni altrui. Le guardie stavano sempre più smuovendo pian piano le botti ripiene, prendendone ognuna a due a due dai lati. I pesci cominciavano già a cadere dai lati ad ogni spostamento che facevano con i barili: << Ma quando la gente sentirà che il Governatore ributta i pesci nel lago.. quando inizierà la rivolta... sarà un problema tuo, allora? >> schernì con un botta e risposta Bard al viscido Alfrid su ciò che aveva intenzione di fare con il pesce recuperato. Le botti erano già inclinate, cominciando a essere liberate del pesce in più che quasi le rompeva. Alfrid sapeva che se il chiattaiolo avesse spiferato tutto al popolo del lago, la sua reputazione e quella del Governatore cui serviva sarebbe stata compromessa.

A questo punto aveva già commesso l' errore di far perdere ulteriori pesci al barcaiolo, i quali cascavano di seguito nel canale ai lati della barca, svuotando di poco l' orlo delle prime due botti. Alfrid esitò un po' al dare l' ordine alle sue guardie di smetterla di gettare il pesce, poi alzò di scatto la mano destra in alto, quasi volesse sferrare un colpo a Bard che lo guardò con una smorfia infastidita: << Fermi! >> esclamò l' uomo in veste nera, mentre lo sguardo fisso e immobile di Bard lo teneva in guardia sulle sue intenzioni. Le guardie fecero così per deporre le botti prese alle loro postazioni di prima, obbedendo ad Alfrid che in quel momento sembrava avere i poteri di un tiranno ma che per niente intimidirono l' arciere composto nell' atteggiamento giustiziero che aveva per la sua gente: << Sempre il campione del popolo, eh, Bard? Il protettore della gente comune. Avrai anche il loro favore come chiattaiolo ma non durerà >> ribadì Alfrid questa previsione meschina al barcaiolo mentre vedeva le sue guardie che si ritiravano al suo ordine dato al tentativo fallito di scovare Bard per un qualcosa di illegale che voleva per forza trovare in lui. Alfrid lasciò quindi la sua postazione, mentre Bard lo osservava come un pugile uscito vincitore da uno scontro con un duro avversario. Ma tra sé e sé, Bard non potè non lasciare un sospiro di sollievo al guaio scampato: << Alza la chiusa! >> disse infine Percy guardando di sbieco e divertito la faccia di Alfrid che gli passò accanto alla pessima figura che fece di fronte al baldo arciere. Il cancello fece per aprirsi per mano di un uomo che lo comandava tramite un verricello posto ai lati della saracinesca. Bard potè riprendere così a remare avanti: << Il Governatore ti tiene sott' occhio. Farai bene a ricordartelo: noi sappiamo dove vivi >> lanciò quest' ultimo avvertimento Alfrid stando dietro la ringhiera di legno della casetta d' ispezione merci: << E' una piccola città, Alfrid. Tutti sanno dove vivono tutti >> ribattè per le rime Bard, adesso con la vittoria in mano mentre remava oltre il muretto del cancello aperto, verso l' interno di Pontelagolungo. Due vecchie signore avevano assistito alla scena, poco distanti dall' ufficio d' ispezione, e mormoravano tra di loro qualcosa riguardo all' aiutante del Governatore che ne uscì di nuovo sconfitto in discussione dal paladino della giustizia. Alfrid fece per tornare sulla sua strada, ma un uovo gli arrivò dritto ad un lato del suo berretto essendo una cattiva presenza per i cittadini. Come rialzò lo sguardo dalla parte cui era partito l' uovo, vide le due vecchie signore che se la ridevano tra di loro con i cesti a braccietto nei quali tirarono fuori l' uovo comprato fresco da spiattellare al buzzurro di turno, deridendolo per ciò che si meritava. Le donne scapparono via, mentre Alfrid sbuffò scocciato e truce per imboccare un' altra stradina più avanti.

Sakura e il resto del gruppo riuscirono quindi a scampare al controllo dell' avaro Governatore che aveva, da quanto si era capito, una pessima reputazione da sempre per via del suo modo di governare la città sul lago. Ma ancora i membri all' interno dei barili non ebbero ancora modo di ammirare lo spettacolo della città costruita sul grande lago. Sembrava una Venezia antica, solo che le intere costruzioni delle case erano in legno, rafforzato dai tetti blu a punta e dal sole che espandeva adesso la sua luminosità al passare di Bard e della sua chiatta per il percorso d' acqua che si divideva in altri viali in mezzo alle case, creando delle stradine d' acqua. Delle lanterne erano appese in quasi tutte le porte delle case cui Bard vedeva dalla luce tenue. Andava orgoglioso di quella bella città sul lago, dove pace e tranquillità scorrevano per lui all' ordine del giorno, senza la presenza delle autorità del Governatore cui aveva a che fare ogni giorno. La tranquillità era ancora tale che vi erano per il momento solo due piccoli cagnolini che passeggiavano innocui da una passerella al lato del tragitto che Bard stava compiendo per portare il più in fretta possibile e inosservati i suoi viaggiatori.

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Capitolo 19
*** Episodio 270: Il Governatore di Pontelagolungo ***


Bard remava per le vie della sua città ormeggiante sopra l' acqua. Quella era Pontelagolungo. E come sempre si presentava benestante per lui, dato che aveva buoni rapporti con la maggior parte della cittadinanza che detestava il Governatore e, sopratutto, Alfrid che gli faceva da leccapiedi. La brezza dell' aria di Pontelagolungo sbattè delicatamente sul volto fiero del chiattaiolo ben apprezzato da tutti. Si cominciavano già a riversare le prime anime vive tra i viali della maestosa città. Un vecchio mendicante, affacciato al lago dalla sua casetta, osservava da prima Bard con fare grottesco. Poi, quando il chiattaiolo rivolse lo sguardo verso l' uomo che lo fissava fece per salutarlo con piacere dalla sua barchetta: << Buongiorno >> << Salve a lei, Mastro Bard >> rispose con un sorriso l' uomo vecchio portando rispetto ad una figura che vedeva come giusto e pulito governatore della grande città costruita sopra al lago. Cominciò così un breve scambio di parole tra i due abitanti: << Ancora gli affari con il Governatore vi trattengono? >> chiese l' uomo alla triste realtà dei fatti: << Purtroppo sì, vecchio mio. Con i suoi scagnozzi in giro mi farà marcire il pesce da un momento all' altro. E non solo per la perdita di tempo che mi danno >> confessò ironicamente Bard alla rovina di una giornata che portava il Governatore come guastafeste, che influiva anche sulla maturità del cibo importato dallo stesso barcaiolo: << Come vi capisco, Bard. E' la dura legge di chi si deve far valere >> << Di chi si è già fatto valere, non dimenticate. Io l' ho già spuntata da un bel pezzo >> disse Bard veritiero: << Eh, eh, eh. La mia stima per te è sempre grata >> << Arrivederci e buona giornata, amico >> lo salutò proseguendo avanti l' arciere gentile. La lenta regata continuava senza più nulla di cui preoccuparsi per il barcaiolo: << Ti dispice dirmi quanto ancora dovremmo stare immersi nella puzza del pesce? >> << Ssh! Vai giù, ragazzina >> avvertì Bard a Meiling che si sporse con la testa di poco oltre il barile con un pesce che le si era poggiato sopra, rimettendola dentro con la mano libera dal remo che utilizzava per muovere la chiatta. Il barcaiolo tornò con la sua espressione più normale di sempre, facendo finta di niente all' avvistare in lontananza di un gruppetto di uomini che camminavano per le stradine.

<< Già di primo mattino, Mastro fabbro? >> gli chiese ad uno degli uomini sulla banchina Bard, affiancandoli con la sua barchetta: << Oh, Bard. Finalmente il volto di uno che si fa rispettare dal popolo. Auguro la salute alla tua famiglia >> << Quella la auguro al resto di ogni abitante, come a lei, naturalmente >> rispose il barcaiolo sorridente e socievole con l' uomo con cui si mise a parlare, mentre il resto del gruppo di uomini si limitava a sorridere al giovane barcaiolo: << Le donne ti adulano, Mastro Bard >> << Non tutte, però. C'è sempre la servitrice del Governatore che mi ostacola ogni tanto >> << Ah, è vero. E' solito dire che le donne di palazzo sono quelle più altezzose per via della loro bellezza, a parte quella di Leccasputo >> disse il vecchio fabbro ridendosela con Bard: << E' un caso a parte lui. Alfrid può essere altezzoso solo quando si guarda allo specchio >> << Ah, ah, ah, ah, ah! Mi stia bene, Mastro Bard. Possa la giustizia essere dalla vostra parte e contro il Governatore >> << Me lo auguro anch' io >> disse infine Bard svoltando in un viale a sinistra dove era percorso dal continuo fiume. Da quando era entrato a Pontelagolungo, Bard si era sempre visto da tutti come un eroe pronto a soddisfare i bisogni della sua gente che lo aveva accolto a braccia aperte da quando aveva rivelato il suo carisma a tutti per avere la possibilità di vivere una vita libera da tirannia e da scocciature, parlandone con gli abitanti per combattere contro chi governava Pontelagolungo ingiustamente. Yuki sbucò di poco con la testa in superficie, volendo sbirciare un po' il paesaggio della città che si presentava ai suoi occhi e che ancora non aveva avuto modo di vedere: << Dove siamo finiti? Oh... >> commentò il giovane ragazzo seguendo con lo sguardo i tetti ben decorati di blu nelle loro tegole delle casette che vedeva che passavano di lato: << Che succede? >> domandò anche Tomoyo, sporgendosi per poco dal suo barile e osservando le casette intorno e costruite da palafitte nell' acqua: << Siamo arrivati a destinazione, allora >> << No. Non ancora. Manca poco, però >> rispose Bard alla ragazzina dagli occhi blu che guardò incantevolmente i casolari che superavano. Sakura emerse anche lei di poco oltre il barile, volgendo un' occhiata maestosa alla famosa città sul lago di cui sentì parlare e nominare da Balin: << Siamo a Pontelagolungo, signori. La casata degli Uomini di Esgaroth. Città sul grande lago >> annunciò il barcaiolo con nessuno nei paraggi che poteva notare i Nani che risalivano lentamente fuori all' aria pulita, priva di tanfo di pesce nel vento freddo che ogni tanto soffiava: << Non avete ancora l' occasione di uscire allo scoperto. Almeno fino a quando non attracchiamo al molo nei pressi della mia casa >> disse Bard facendo per calmare qualche Nano già in trepidante attesa di lanciarsi fuori dal barile. Dwalin emise una smorfia all' ordine del chiattaiolo che in qualche modo lo frenava nelle mosse azzardate che aveva in mente di fare, mentre il Nano massiccio sprofondava con molta disapprovazione di nuovo dentro alla marea di pesci cui era sepolto fino al collo: << Ci stai portando a casa tua >> disse Sakura al barcaiolo, convinta di quello che aveva sentito.

<< Sì. E' una delle case che si trova ad un' altezza superiore dagli occhi dei passanti. Passerete inosservati se starete sempre vicino a me >> rassicurò Bard alla cattura carte: << Dimmi una cosa: il Governatore della tua città, che tipo di persona è? Non ne parlate molto bene da quanto ho potuto udire >> notò Sakura al chiattaiolo: << L' apparenza del suo volto potrebbe ingannare chiunque. Ma una volta scoperto il suo vero atteggiamento, tutti potranno farsi un' idea di lui >> << Cioè? In che senso? E' anche lui una persona elegante e ben vista alle prime occhiate? E' questo che intendi dire, giusto? >> domandò in continuazione la ragazzina incuriosita dalla situazione che si presentava tra gli abitanti del lago: << Intendo dire che la persona che è lui, è piuttosto buffa all' apparenza. Può essere accettabile nella vita quotidiana, fino a quando non intraprende la strada del governo. Ah, sì! Tutti gli uomini che svolgono quel ruolo non sono altro che corrotti alla loro giusta dose di egoismo >> ammise Bard alla realtà dei fatti remando con più voga la barca: << In confronto al suo consigliere, penso che il buon Governatore abbia un difetto che riesce per poco a strapparci un sorriso. La sua goffagine >> concluse Bard sbeffeggiante il capo di Pontelagolungo. Da un' altra parte della piccola città sul lago, tra le palazzine alte che si ereggevano verso il cielo, Alfrid era di rientro dal suo lavoro di pedinamento di Bard. La casa su cui egli entrò era formata da diversi tetti di alcune facciate di balconcini che si riversavano verso l' esterno della parete dell' edificio che sembrava superare in altezza tutti gli altri intorno, ai quali aveva una stretta distanza: << Questo gran parlare di diffuso malcontento. Qualcuno sta smuovendo le acque, signore >> avvertì Alfrid al suo signore, nonché Governatore del lago, mentre teneva per lui una vaschetta piena d' acqua. Il consigiere aprì la finestra della camera da letto del Governatore facendo per rovesciare all' esterno l' acqua contenuta nel secchio. Ma l' anta della finestra tornò indietro nell' aprirsi, facendo sbattere su di essa l' acqua che Alfrid gettò sbadatamente. Il famoso Governatore era ancora in pigiama bianco da notte, e si portava in testa un cappuccetto per coprirsi il cranio che doveva essere quasi calvo dato il grasso che gli riempiva la faccia. Il signore della città sul lago brontolò intorno al suo letto reale, risedendosi sul materasso con alcuni lamenti di lieve dolore ai piedi. Le pareti della sua camera erano adornate in parte da suoi ritratti realizzati sul vetro colorato, tipico delle chiese: << La gotta si fa viva, signore? >> domandò Alfrid con un pizzico di stuzzicamento da dare al suo padrone: << E' l' umidità. E' l' unica spiegazione possibile. Portami un brendy >> ordinò il Governatore dal naso a patata e dai capelli arancioni che gli spuntavano come se fossero spaghetti in mezzo al viso. Una barbetta e dei baffi lievemente arricciati gli decoravano quel faccione poco raccomandante alla gente altrui. Alfrid fece per obbedire al suo sire per offrirgli la bevanda per un rimedio contro la malattia.

<< L' umore della gente, signore, diventa brutto >> commentò il consigliere poggiando da una parte il secchio svuotato e riempiendo un bicchierino di brendy con molta disapprovazione: << Sono plebei, Alfrid. Sono sempre stati brutti. Non è colpa mia se vivono in un posto che puzza di olio di pesce e di pece. Occupazione, riparo, cibo. Non fanno che piatire sempre >> rispose il Governatore cercando di riscaldarsi dal freddo. Nel frattempo, a sua insaputa, Alfrid sorseggiò un po' della bevanda del suo sire di nascosto, prima di porgergli il bicchiere contaminato dalla sua saliva che prese con fretta e furia: << Secondo me, signore, vengono incoraggiati da dei piantagrane >> disse la sua opinione il servo fedele Alfrid mentre guardava il suo capo che beveva tutto d' un sorso il liquido caldo. Il Governatore ebbe una faccia del tutto infastidita alla presenza nella sua città di persone che potevano andare contro il suo stesso modo di governare. Fece per cambiarsi di corsa ad una situazione per lui scomoda e che non andava a genio. Si mise il suo completo regale, con una specie di foulard che faceva spuntare dal colletto della maglia che indossava e con pantaloni e stivali che lo completavano nel suo modo di vestire un po' da uomo del seicento. Egli continuava a bere il suo brendy, andando da una parte all' altra della sua palazzina, seguito sempre da Alfrid che gli stava sempre a fianco. I due discesero delle scalette fino ad arrivare ad una specie di biblioteca al piano inferiore, e il Governatore dava già le prime disposizioni al suo fido assistente: << Allora dobbiamo trovare questi piantagrane e arrestarli >> << Esattamente il mio pensiero, signore >> affermò concordante il viscido Alfrid ad ogni frase che considerava giusta del suo capo: << E tutto questo blaterare di cambiamenti va soppresso. Non posso permettere che la marmaglia si assembli e cominci a rumoreggiare >> disse il capo della città sul lago andando in fondo alla sala, composta in alcuni angoli da fogli di carta raggruppati in colonne sopra l' un l' altro, verso un tavolino per riempire ancora di brendy il suo bicchiere: << In men che non si dica cominceranno a fare domande, a formare comitati... ad avviare inchieste >> temette il peggio affondando il tutto nel boccale di brendy con cui cominciava ad ubriacarsi pesantemente: << Fuori con il vecchio dentro con il nuovo? >> << Cosa? >> chiese confuso il Governatore al detto di Alfrid, riponendo la bottiglia di brendy sul tavolo: << E' quanto dicono in giro, signore. Si parla perfino di elezioni >> << Di elezioni? Eh. E' assurdo. Non le farò stare in piedi. Ah! >> si promise il famigerato Governatore al punto che la sua gente voleva sostituirlo dal podio: << Non credo che faranno stare voi in piedi, signore >> commentò sottovoce Alfrid amaramente al lasciarsi andare del suo capo sotto il liquido troppo forte. Il Governatore della città spalancò indispettito le ante della sua porta del balcone, e vi si affacciò per rivolgere uno sguardo rivoltoso alla città cui si preparava per soppiantarlo nelle elezioni che stavano correndo di bocca in bocca: << Scansafatiche. Ingrati. Arruffapopoli. Chi avrebbe la faccia tosta di contestare la mia autorità? >> si rodeva dal dubbio il signore della città.

Passò brontolando da una parte all' altra del balcone, con la stessa domanda che si era posto prima: << Chi oserebbe? Chi? >> chiese più volte sbuffando dalla rabbia che gli prese ora. Si fermò appoggiandosi al davanzale, ed ebbe la risposta a portata della sua mente alla persona che gli aveva fatto capire da tempo e direttamente che i suoi modi di fare non gli andavano per niente a genio: << Bard... >> rispose francamente con sguardo accigliato verso l' orizzonte il signore di Pontelagolungo: << Ascoltami bene: c'è quel chiattaiolo piantagrane dietro a tutto questo? Nessun altro avrebbe il... >> << Fegato, signore? >> aggiunse Alfrid parandosi al suo sire e rispondendo con tono un po' shcernevole al coraggio mancante del Governatore che aggrottò la fronte, non capendo cosa intendesse dire il suo consigliere. Quest' ultimo fece per sollevare un piatto che porgeva per il pranzo del suo sire: << Di capretto e montone, saltati in una deliziosa salsetta di funghi! >> specificò la pietanza con un sorriso che per niente si adattava alla bellezza del suo viso. Il Governatore, al piatto che si presentava vomitevole, non rifiutò all' appetito e si sedette al tavolo della biblioteca cui era poco fa, mangiandosi a mò di spaghetti i filamenti del fegato del secondo animale, ingozzandosi del condimento della salsa cui per lui lo rendeva squisito: << In un mondo ideale, signore, lo arresteremmo. Ma Bard gode il favore del popolo. Lo vedono come un capo >> parlava distante dal tavolo del suo Governatore che si cibava di pietanze non belle da vedere per lui, e architettando un modo per incastrare il chiattaiolo che era contro di loro: << Uno che possono davvero ammirare. Modesto. Intelligente. Affascinante. Atletico >> elencava gli aggettivi in modo disprezzante che potevano essere adatti a quella spina nel fianco di Bard, e che per il popolo erano i termini giusti per l' uomo giustiziere. Alfrid faceva per avvicinarsi, provocando sempre più con le sue parole il suo sire che sperava intervenisse al più presto per cancellare Bard dai loro pensieri: << Sì, è chiaro che mi sta prendendo a modello. Questo.. Questo non è un crimine >> commentava il Governatore giocherellando tra le dita piene di anelli dorati con il filamento di pelle di un pezzo di carne come se fosse una gomma da masticare, e pensando ad una causa da far mettere nei guai il giovane barcaiolo. Alfrid adesso guardava il suo sire in modo superiore, fingendo di tenere a lui mentre lo vedeva avvolto dalla schifezza che metteva sotto i denti, in qualche modo lo ipnotizzava ai suoi consigli velenosi: << Mi domando... Mi domando se c'è qualche antica legge ancora vigente che vieti al chiattaiolo di sollevare questioni, mh? >> disse il Governatore intendendosi con lo sguardo con il suo aiutante, che capì con un sorrisino perfido cosa voleva fare il suo capo: << Credi che esista uno statuto così venerabile? >> chiese il sire di Pontelagolungo al suo servo prediletto, furbo e scaltro che aveva già un piano da mettere presto in atto: << Quasi certamente, signore >> confermò Alfrid al suo signore dandogli speranza sulla riuscita della legge da far entrare in vigore in un modo o nell' altro: << Ne scriverò subito uno >> promise Alfrid dirigendosi al lavoro per scrivere la legge che metta un ostacolo al barcaiolo.

Il Governatore finì di mangiare il suo pranzo reale, asciugandosi la sporcizia dalla bocca con il foulard che si teneva appeso al colletto della sua vestaglia. Ora si mise in panciolle sul suo trono a tavola, pianificando illegalmente contro il suo acerrimo rivale di concorrenza al governo: << Hai scelto l' uomo sbagliato in cui impelagarti, Mastro Bard. Spero che tu stia attento a te perchè io non ti perderò di vista >> diceva sicuro e in guardia il Governatore, goffo e imbranato nel suo stato di ebrezza da brendy, promettendosi di far emergere problemi a Bard. Questi era riuscito ad attraccare al molo vicino ai pressi della sua casa, facendo per lanciare la corda da tenere ferma la sua chiatta ad un uomo che la rimetteva legata ad un palo, dopo che Bard ebbe svuotato subito i barili. Cominciò subito a rovesciarli spingendoli con il piede, e poter così far uscire allo scoperto i Nani e la giovane Sakura, sani e salvi all' interno di Pontelagolungo.

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Capitolo 20
*** Episodio 271: La casa di Bard ***


La prima cassa contenente i pesci venne rovesciata a terra, scoprendo il primo Nano liberato da Bard che fu Nori. Questo era con i capelli e la barba fradici di olio di pesce, e riuscì finalmente a respirare buona aria, tossendo ripetutamente mentre si dimenava da tutti i pesci che aveva addosso. Bard continuò così a rovesciare il secondo barile a fianco a Nori, liberando il secondo Nano Dori. Il barcaiolo fece per proseguire con il resto, ma al terzo barile cui si preparava per buttarlo giù, spuntò Dwalin: << Non t' azzardare a toccarmi. Disgustoso! >> disse il Nano massiccio frenando Bard che stava per fare la mossa sbagliata con lui. Di seguito alla voce di Dwalin, uscirono allo scoperto tutti gli altri, tra cui Thorin e Sakura, insieme ai suoi amici, e gli altri Nani che sbucavano come fiorellini dal cumulo di pesci cui erano sepolti fino ad ora. L' uomo anziano che teneva la fune di attracco della barchetta di Bard, fu confuso alla comparsa dai barili di nuovi compagni del barcaiolo. Bifur aveva sull' accetta in fronte un pesce che gli si era incastrato proprio sul ferro di essa, rendendolo buffo alla faccia sconvolta che fece nel riapparire in superficie. Toy e Yuki, così come Tomoyo e Li, buttarono giù tutto il fiato che si erano tenuti in corpo al respirare l' aria aperta: << Era ora! >> disse il primo ragazzo alla puzza cui era immerso prima. Meiling riapparve anche lei allo scoperto, finalmente libera dalla botte: << Mi serve una doccia! Non posso tenermi tutta questa puzza addosso >> commentò la ragazzina schifata, aiutata da Tomoyo nel mettersi sulla terra ferma. Li fece per svuotarsi il suo cappello verde da alcuni pesci che si erano infilati nel suo berretto cinese, congiungendosi poi con Sakura: << Stai bene, Sakura? >> le domandò Tomoyo davanti: << Sì, non preoccuparti >> rispose senza troppe esitazioni la giovane. Bard fece per raggirare l' uomo anziano, accordandosi con lui sul fatto di non aprire bocca sui suoi ospiti di viaggio che aveva fatto entrare senza permesso: << Tu non li hai visti. Non sono mai stati qui >> riferì l' arciere all' uomo, dandogli in mano un po' di denaro come ricompensa della sua fedeltà: << Il pesce puoi averlo gratis >> aggiunse lo stesso barcaiolo per offrire il pesce da lui preso al signore di fronte. Questo emise una faccia di approvazione alla tattica di Bard nel voler far passare inosservati i suoi compari, e facendo per raggruppare il pesce sparso per la barchetta.

Il chiattaiolo raggruppò in seguito il grande gruppo, sotto alcuni commenti che lo riprendevano sul nascondiglio trovato per i suoi viaggiatori: << Questo era il tuo piano? >> gli chiese Toy un po' scocciato a riguardo, sentendosi ancora dei pesci tra il chimono che si portava. Bard gli lanciò un' occhiata di sfuggita, facendo per proseguire davanti alla Compagnia: << Statemi vicino >> avvisò lui a tutti quanti e cominciando a fare loro da guida attraverso la città che stavano per percorrere. Senza fiatare, il gruppo seguì dietro Bard. Dopo un po', questo si fermò accostandosi ad una parete per sbirciare la via oltre un angolo come era. Vide che la vita in un mercatino situato sotto le travi di una casetta era organizzata da gente e mercanti che sistemavano le merci per i cittadini che le compravano: << Seguitemi >> disse sottovoce Bard proseguendo avanti, e svoltando l' angolo di fretta: << Cos'è questo posto? >> << Questo, signorina Li, è il mondo degli Uomini >> rispose Thorin a Meiling che non aveva avuto modo di riconoscere la città di Pontelagolungo. La Compagnia si mise in fila indiana, uno dietro l' altro a seguire Bard che entrava così nel traffico di persone che transitavano nella piazzetta di alcuni mercati che si affacciavano in essa. Il barcaiolo stava però sicuro che se qualcuno gli avesse notato dei Nani e degli stranieri che scortava, quello non avrebbe detto nulla alle autorità per via di un legame con l' arciere che aveva con tutti: << Testa bassa e muovetevi >> avvertì Bard dietro per lasciar passare la Compagnia, non rivolgendo loro neanche uno sguardo per paura che vi fossero delle guardie nei paraggi: << Fate presto >> li intimava. Sakura fu per poco estasiata dalla ricchezza di gente che si trovava in quelle stradine di una città che era poco abitata alla vista esterna di chiunque, ma che dentro nascondeva un grande traffico di commercianti che trasportavano da una parte le loro merci per abbellire i loro banconi. Alcuni di loro notarono la presenza del gruppo di Sakura, così come quello di Thorin, che mettevano piede per la prima volta nelle vie della Città del Lago: << Vedo che c'è un bel trambusto qui >> notò Yuki non facendo a meno di voltarsi da una parte e dall' altra dei mercatini: << Resta sempre dietro di me. Ti coprirò >> disse Li alla sua amata per proteggerla da ogni attacco: << Oh, grazie, tesoro >> gli rispose la ragazzina dietro di lui. In fondo alla folla del mercatino, vi erano delle guardie in armatura e casco solito della loro città: << Alt! Ehi! >> esclamò una di loro riconoscendo il chiattaiolo dall' altra parte della strada che si paralizzò nel mentre che salvaguardava l' incolumità della Compagnia: << Oh no, ci hanno scoperti! >> disse Tomoyo dal pericolo che stava per giungere su di loro: << Forza, muoviamoci! >> suggerì Thorin al resto per scappare dai soldati: << In nome del Governatore, vi ho detto alt! >> ripetè la stessa guardia attirando altri suoi compari per acchiappare gli stranieri che correvano in mezzo alla folla. Bard non si intromise sulla fuga cui furono costretti i diciannove componenti, imboccando una strada del mercatino.

<< Di corsa! Di corsa! Forza, Li! Muoviti! >> << Ehi! Non spingermi, Meiling! >> litigarono per poco i due cugini con la frettolosità che si poneva la cinesina nell' accelerare il passo. I Nani e gli umani improvvisarono una specie di trenino che passava tra stretti passaggi del mercatino affollato più avanti. Sakura fu presa dallo scattare subito in avanti, avendo appena messo piede in quella che sembrava la caotica città sul lago presidiata da guardie dal sospetto facile: << Alt! Fermateli! >> gridava la sola guardia cercando di raggiungerli, ma vedendo che la stavano raggirando per un' altra via il soldato fece per seguirli avanti. Thorin dovette fermare la corsa di tutti, essendo a capo della fila, per via di una seconda guardia che li aveva beccati nella direzione di fronte alla loro: << Voi! Venite qua! >> li richiamò insospettito il soldato facendo per avvicinarsi dai Nani: << Indietro! >> disse Thorin agli altri, mentre i suoi compari che giungevano da dietro si accalcavano e sbattevano l' un l' altro: << Siamo fritti. Ci hanno colto nel sacco! >> esclamò Sakura spiaccicata tra Li e Meiling come un salame: << Da questa parte! >> indicò una terza guardia per acchiappare il gruppo fuggitivo. Ma i Nani fecero così per contrattaccare e assalire i soldati. Ori mollò una bastonata sul muso della terza guardia che stava per prenderli alle spalle nel vicolo stretto del mercato, e questa fece per cadere all' indietro. Bombur si mise a fare da gradino alla guardia in caduta libera, che inciampò all' indietro sul corpo del Nano grasso e svenendo non appena sbattè la testa sul pavimento. Arrivò a tutta birra un' altra guardia verso il gruppo, ma uno dei Nani riuscì a fermarla facendole lo sgambetto in corsa. La guardia finì con lo sbattere il muso su un pilastro in legno. Bard seguiva la fuga della Compagnia, temendo il peggio per loro. Ma con grande sollievo vide che se la seppero cavare sotto gli occhi increduli suoi e della gente che assistiva alla scena rocambolesca. Balin mollò un colpo di pagaglia alle parti basse di un soldato, che si mise in ginocchio dal dolore per poi essere colpito da Thorin con un pezzo di legno ben dato: << Sparpagliatevi >> ordinò infine il Nano al resto dei suoi compagni per distrarre e disorientare le guardie. I quattro ragazzini eseguirono l' ordine del Nano, separandosi da Yuki e da Toy. Un' ennesima guardia insieme ad una seconda sbucò in fondo ad una stradina vedendo Sakura e i suoi tre amici che cercavano di svignarsela: << Prendete i ragazzini! >> disse una di loro correndo e facendosi spazio in mezzo alla gente. Sakura e le sue due amiche rimasero inermi a osservare le due guardie che avanzavano incontrastate verso di loro e Li tentò di proteggerle dovendo prima o poi ricorrere ai pugni: << Aiuto! >> esclamò Tomoyo in pericolo. Ma ecco che spuntarono ai lati delle due guardie i due giovani amici, Yuki e Toy, che afferrarono con forza i due soldati e cominciarono a dare loro dei pugni allo stomaco per farli svenire.

I quattro amici mollarono un sospiro di sorpresa all' intervento inaspettato dei due: << Scappate, muovetevi! >> << Ci pensiamo noi a loro! >> dissero i due ragazzi strattonando e lottando contro le guardie e gettandole da un lato nascosto dei banconi per mettere al sicuro i loro amici. Yuki e Toy finirono con dei pugni le due guardie. Fili e Kili si misero di nascosto tra due pilastri in legno e tesero una corda per far inciampare una guardia in corsa. Questa cercò di rimettersi in piedi per non cadere, ma finì per saltare di poco dal pavimento e sbattè la schiena a terra con tutto il suo peso. La guardia fece per rialzarsi ma intervenì ancora Ori che mollò un colpo di straccio bagnato in pieno volto al soldato. Altre due guardie stese cercarono di non darsela vinta, ma vennero finite rispettivamente dai Nani Nori e Dwalin, il cui primo diede una padellata in testa al suo rivale mentre il secondo Nano mollò un gancio destro all' utima delle guardie rimaste. Ora che tutti i soldati erano fatti secchi, i Nani cominciarono a occultare i loro corpi svenuti tra i tavoli del mercatino: << State tutti bene? >> chiese alla fine della lotta Toy al suo gruppo, avvicinandosi con Yuki: << Sì, grazie, fratellone. Li avete sistemati per bene >> commentò Sakura alla mancata cattura da parte dei soldati. Una donna tra quei banconi si limitò solo a rimanersene al suo posto, senza neanche fiatare per chiamare altre guardie. In fondo alla stradina iniziale del mercato, tra la gente che si affacciava per vedere altre guardie in arrivo, vi fu tra queste il loro capo, la guardia robusta che Bard vide alle spalle di Alfrid alla barriera per il pedaggio. La guardia robusta aveva dei capelli arancioni e ribelli che gli cadevano all' altezza del collo. I baffi grossi e neri gli davano più l' impressione di avere un atteggiamento duro verso gli altri, adattandosi meglio al suo ruolo da capo guardia. Vedendo tutti quegli occhi rivolti per poco verso di lui e i suoi soldati, la guardia ebbe ancora più il sospetto che fosse accaduto qualcosa al mercatino non appena la gente tornò a fare finta di nulla sotto lo sguardo confuso e dubbioso del capo guardia di Pontelagolungo: << Che succede qui? >> chiese lui alla gente nella speranza che qualcuno lo rispondesse, ma dovette ancora affrontare l' indifferenza dei cittadini che non vedevano a buon occhio le truppe del Governatore. Il gruppo di umani vide in lontananza altre guardie che scrutavano ogni bancone del mercato, e fecero per dileguarsi e nascondersi insieme agli altri Nani negli angoli del mercato: << Dobbiamo nasconderci >> suggerì Li a tutti, e infilandosi dietro ad una larga parete mentre alcuni del suo gruppo andavano dalla parte opposta a quella sua e delle sue tre amiche. Thorin sbirciava oltre la sua colonna di legno, tenendosi sempre pronto in qualunque evenienza di intervenire di nuovo con il suo pezzo di legno. Il Principe dei Nani diede un' occhiata al suo lato destro, vedendo nel bancone separato da lui il suo amico Balin che lo ravvisava di intervenire da un momento all' altro di colpire con la sua pagaglia in legno. La guardia robusta fece per attraversare il mercatino a passo lento, oservando i banconi che vedeva sotto tiro: << Rimanete dove siete. Nessuno se ne va >> avvisava cauto lui ai personaggi che si nascondevano sicuramente tra le fila dei banchetti.

Bard decise anche lui di mimetizzarsi alla vista dell' autorità delle guardie che avanzava tra la tensione generale dei Nani di essere scoperti. Ma almeno sembravano avere l' appoggio dei commercianti che ignoravano le guardie passanti. Dwalin e il resto della Compagnia dovette per forza attenersi agli ordini del capo guardia che li avrebbe scoperti da un momento all' altro, anche se tentavano di scattare alla fuga per via di un colosso come l' uomo che ispezionava il mercato: << Oh no, ci scopriranno >> << Accidenti a lui. Non abbiamo possibilità di affrontarlo >> dissero Meiling e Toy sbirciando insieme a Yuki nel loro nascondiglio la robustezza del capo guardia. I soldati passarono così tra i tavoloni cui erano nascosti i Nani, neanche pensando minimamente che erano nascosti proprio da quelle parti. Tutto sembrò filare liscio, ma ancora per poco, dato che se avrebbero continuato a ispezionare il mercato, li avrebbero scovati. Sakura si tenne una mano vicino alla bocca, rannicchiandosi dietro al suo Li, stando in mezzo a lui e a Tomoyo nella loro postazione di rifugio: << Braga! Souri >> fece per intervenire alla fine Bard per smorzare la tensione e avvicinarsi di fronte alla guardia robusta chiamata Braga nel tentativo di distrarla, insieme ad una seconda che conosceva dietro al capo: << Tu. Che combini Bard? >> chiese sospettoso Braga reggendosi l' elmetto sotto braccio: << Io? Niente. Non faccio niente >> rispose indifferente l' arciere. La donna al bancone più vicino si sporgeva per sentire la discussione. La guardia svenuta sotto al suo tavolo stava per riprendere conoscenza, ma la rifece svenire quando le buttò addosso un vaso di piante, sentendo i suoi gemitti. Il rumore del vaso che toccava terra si udì fino alle orecchie di Braga che mirò nella direzione da cui aveva sentito la rottura del vaso. Bard cercò di rendersi indifferente anche a quell' altro rumore, ma questo non convinse la guardia robusta: << Già >> e passò oltre il barcaiolo, urtandolo fastidiosamente alla spalla per farsi spazio verso il mercatino avanti. I cittadini agirono nel silenzio e nascosero i volti che si vedevano delle guardie svenute, ponendo davanti delle scatole delle loro merci. Braga si trovò di fronte al mercato, notando solo la normalità ai suoi occhi della gente che nel suo fare sistemava la roba dei suoi banconi. Il capo guardia rimase anche lui sconcertato dalla verità che Bard gli disse: << Ehi, Braga? A tua moglie starebbe benissimo >> disse l' arciere ironicamente mostrando al soldato una veste bianca e di larga misura: << Che ne sai tu di mia moglie? >> << La conosco bene, come gli altri uomini di qui >> ribattè Bard facendosi beffe di Braga che fece la figura dell' ingenuo ad una battuta dell' arciere. Il soldato strappò dalle mani di Bard dalla rabbia la veste bianca, buttandola per terra e facendo per andarsene alla figura derisoria che il chiattaiolo riuscì a fargli fare davanti ai suoi uomini. Bard riuscì a scamparsela anche questa volta, sospirando a bocca chiusa mentre le guardie tornavano a controllare il resto della città.

La Compagnia ebbe così modo di uscire allo scoperto, riprendendo a seguire Bard oltre il mercato. Ma ancora la gente non poteva non distogliere lo sguardo dagli stranieri venuti da loro, tra i quali tredici di loro avevano la statura dei quattro ragazzini e non erano per niente uguali a loro. Bard riprese a fare da guida e vagò per le stradine, controllandosi sempre che non ci fossero altri ostacoli che si dovevano presentare nei paraggi: << Pà! La nostra casa, è sorvegliata >> si presentò invece un ragazzino dai capelli ricci e dal cappotto pesante, vestito quasi come il suo genitore, che avvertiva suo padre Bard della propria casa osservata da probabili spie. I Nani e il gruppo dietro al chiattaiolo si fermarono alla comparsa del figlio dell' arciere: << E loro chi sono? >> domandò il ragazzino. Bard non ebbe il tempo di spiegare molto al figlioletto, e doveva già escogitare un piano per far passare inosservati di nuovo i suoi passeggeri. Nell' indifferenza totale, Bard e il figlio facevano la loro strada per andare a casa loro, portandosi a presso del cibo preso al mercato per improvvisare nell' aver fatto la spesa. Vi era una spia nascosta al loro sguardo, ed era un signore coperto da giubbotto e da abiti normali. Questo si fece cadere la benda nel suo occhio destro e fece per picchiettare due volte sul muro di una casetta. Ne sbucarono da dietro la dimora due ragazzini che fecero il gioco del signore, correndo indisturbati tra la gente fino ad azionare una trave in legno che andava a muovere un martello, che a sua volta faceva suonare una campanellina nel meccanismo costruito. Il tintinnìo della campanellina venne udito dalla vicinanza di un' altra spia, che era un altro signore dagli abiti di persona che non faceva dubitare nulla a nessuno. Il signore dal cappotto di un eschimese accese il suo fiammifero per accendersi la sua pipa e voltarsi verso due pescatori nell' acqua che aveva vicino. Quello era il segnale che Bard era vicino a loro. I due pescatori ricevettero il messaggio, annuendo in silenzio e tornando a immergere le loro canne da pesca nell' acqua. Infine, arrivarono Bard e il figlio che salivano le scale della loro casa, forse ignorando i due pescatori sotto di loro o non riconoscendoli che li stavano tenendo d' occhio segretamente nelle loro faccende. Il figlio dell' arciere aprì indisturbato la porta di casa e Bard si fermò prima di entrare, rivolgendo un fischio alle due spie che volle richiamare. Non appena ebbe la loro attenzione, Bard lanciò loro una ricompensa per il loro lavoro fallito, cioè una mela: << Dì al Governatore che per oggi ho finito >> avvisò Bard intelligente com' era ai servi del Governatore che si promise di tenere d' occhio l' arciere. Questi però non passò per un fesso e smascherò ancora una volta le spie del suo rivale, facendo per entrare al sicuro a casa: << Pà! Dove sei stato? >> gli chiese la sua più piccola e graziosa figlia abbracciando Bard dalla pancia: << Padre! Eccoti qua. Ero preoccupata >> disse la figlia adolescente in veste da donna di casa: << Tieni, Sigrid >> disse infine Bard staccandosi dall' abbraccio con la figlia più grande, per darle la borsa con la spesa.

L' arciere si assicurò di chiudere tutte le finestre per evitare che le spie di sotto lo vedessero mentre li controllava: << Bain, falli entrare >> disse ancora lui sottovoce al figlioletto. Le due figlie, uguali tra loro nell' aspetto, non capivano cosa intendesse dire il padre. Bain fece per discendere le scalette fino al piano di sotto della sua casa, che si affacciava apertamente nell' acqua che circondava le casette costruite in palafitte. Bain bussò un paio di volte nella parete del bagno che si trovava di sotto. In questo modo fece per sbucare Dwalin, schifato da un' ennesima via d' entrata alla casa: << Se ne parli con qualcuno te le strappo quelle braccia >> brontolò il Nano sollevando il coperchio del gabinetto dalla rabbia ad una pessima scena cui fu costretto a subire: << Levati di mezzo >> disse poi rude schiaffeggiando il braccio del ragazzino che lo voleva aiutare: << Lassù >> indicò Bain al Nano temendo la sua furia contro di lui. Dwalin cominciò a risalire le scalette, fradicio ancora dell' acqua che poteva essere contaminata da chissà quali robe gettate in essa. Fece per riemergere anche Sakura, aiutata da Bain, e anche lei imbarazzata all' episodio cui insieme ai suoi amici e ai Nani dovevano di nuovo sopportare. Dietro di lei ci fu Li, dall' abito cinese che gli si era ancora di più appiccicato addosso mentre scavalcava il gabinetto. Il cinesino venne seguito così da Meiling e da Tomoyo alla risalita, poi anche da Yuki e da Toy, prima di far passare i Nani restanti: << Un' altra gita nell' acqua gelida >> commentò Toy stanco dei metodi di passaggio ideati da Bard: << Pà, perchè i Nani escono fuori dal nostro gabinetto? >> domandò Sigrid, la figlia più grande, notando l' anomalia che stava accadendo: << Ci porteranno fortuna? >> chiese la bambina più piccola spensierata, allo sputare l' acqua a fontanella da parte di Nori dalla bocca. I Nani e il gruppo di Sakura vennero portati in cucina, dove l' aria era più calda a causa del caminetto acceso. Tutta la Compagnia venne munita di coperte per riscaldarsi, oltre a stare di fronte al fuoco ardente. I Nani misero davanti al caminetto i propri scarponi per farseli asciugare dal fuoco del camino. Invece, Toy e Yuki deposero rispettivamente le loro armi, infreddolite nell' acciaio dal gelo del lago, prima di sedersi nelle due sedie intorno alla tavola della cucina: << Non vi staranno a pennello, ma vi terranno caldo >> disse Bard distribuendo altre coperte insieme alla piccola figlia ai restanti ospiti che ancora non ne avevano una: << Si gela >> disse Sakura prendendone un' altra più pesante alla bambina piccola. Meiling starnutì in quell' istante dal troppo freddo accumulato: << Ti sei presa il raffreddore? >> le chiese Tomoyo a fianco: << Grazie, sei molto gentile, piccolina >> disse Yuki ringraziando la figlia di Bard che dava altre coperte più pesanti ai membri. Thorin era in disparte dal gruppo, e si affacciò dalla vetrata della finestra chiusa, tenendosi sempre la coperta sulle spalle e ammirando sorpreso l' oggetto che vide su una torretta di fuori tra lo spiraglio di un' anta semiaperta. Come stette ancora a fissare più a lungo l' oggetto, fu convinto di quello che pensava: << Una lancia del vento nanica >> pronunciò quelle parole sottovoce tra sé e sé, scorgendo una balestra grossa e in legno duro dove una volta si caricavano delle lunghe frecce in essa.

<< Sembri uno che ha visto un fantasma >> disse Sakura mentre teneva tra le mani una tazza di thè calda, avvicinandosi a Thorin per vedere anche lei l' attrezzo che il Nano aveva visto e di cui rimase estasiato: << E' così >> aggiunse Balin giungendo tra i due. Li si voltò verso di lui all' affermazione che lo stesso Balin diede, del tutto che serena ad un passato roseo che ricordava il vecchio Nano: << L' ultima volta che abbiamo visto una tale arma una città andava a fuoco. Fu il giorno in cui arrivò il Drago. Il giorno in cui Smaug distrusse Dale >> raccontò Balin alla cattura carte riguardo all' avvenuta del Drago che portò via la casa dei Nani. Thorin ripensò a quante innocenti vite erano state fatte fuori quel giorno oscuro sia per lui che per gli Uomini, alle parole tristi di Balin nell' avere presente le fiamme che si sparsero all' antica città degli Uomini. Ricordò Smaug che piombò sopra il cielo azzurro, lanciando già le prime fiammate contro ad una torretta della città di Dale, distruggendola in mille pezzi con la sua palla di fuoco. In seguito al panico e alle urla degli abitanti in fuga di Dale, lo stesso Drago non esitò a spazzarli via tutti con un' unica fiammata, planando più volte verso di loro e incenerendoli vivi nelle stradine. Altri edifici vennero disintegrati del tutto, quali una cupola ben costruita in tutta la sua meraviglia architettonica, poi sparsa per l' asfalto della città sotto attacco in seguito ad un' altra fiammata del Drago che provocò un' esplosione nella costruzione rialzata. I soldati presidianti la piccola città fecero per correre al contrattacco, armandosi solo di archi e frecce per allontanare la bestia alata. Un uomo dalla barba lunga e dalla capigliatura che gli cadeva sulle spalle, tipico degli Uomini delle città vicine alla sua, fece per salire verso la torretta dove vi era la balestra situata e utilizzarla per colpire il Drago in volo: << Girion, Signore di Dale, radunò i suoi arcieri per colpire la bestia. Ma la pelle del Drago è dura. Più dell' armatura più resistente >> disse ancora Balin con gli occhi che riassumevano la tristezza di quel giorno. Gli arcieri della città, radunati da Girion, si posizionarono sui pontili delle torrette di Dale, scoccando frecce a ripetizione verso la pancia del Drago, ma inutilmente e venendo subito arrostiti dal vortice di fuoco lanciato dalla creatura terribile. Sakura ascoltava con dispiacere e attenzione la storia del Nano che le faceva mettere alla luce la realtà dei fatti che sono accaduti molti anni prima alla gente che viveva a pochi passi da Erebor. Perfino Tomoyo, Meiling, Yuki e Toy ebbero le facce tristi, calandosi del tutto a quei giorni oscuri in cui Smaug strappò vite indifese: << Solo una Freccia Nera partita da una lancia del vento poteva trafiggerne la pelle. E poche di quelle frecce furono realizzate >> spiegava ancora il Nano ad un piccolo numero dei dardi letali che potevano scalfire il Drago, e di cui Girion aveva dei limiti nel possederne un' armeria. Il padrone di Dale afferrò una delle Frecce Nere che teneva custodite sempre nello spiazzo della torretta, prima di caricarla nell' arma utilizzata.

Ai piedi dei gradini alla postazione di tiro vi erano nient' altro che corpi di soldati suoi bruciati dalle fiamme che si spensero ad un attacco del Drago. Adesso Girion impugnava saldamente la balestra, seguendo i movimenti di Smaug che incendiava così, svolazzando tra la nebbia del fumo del suo fuoco, le vie di Dale con tutti i suoi cittadini. Girion strizzò l' occhio per prendere con cura la mira e scoccò la grossa Freccia Nera che volò proprio in direzione del Drago. Questa lo colpì nel petto, ma la freccia rimbalzò con un sonoro rumore di metallo sul Drago che pareva essere fatto di acciaio puro: << La scorta si andava riducendo quando Girion tentò l' ultima resistenza >> continuò Balin ad un gesto estremo del protettore e sovrano della città di Dale che si vide con ben due frecce nere a disposizione per tentare di abbattere il Drago che seminava ancora distruzione davanti agli occhi di Girion. Questo caricò ancora la balestra, puntando ancora una volta la freccia all' inseguimento del Drago. Scoccò anche la penultima, ma come sempre anche questa freccia sbattè con un rumore metallico sulla pancia del Drago, volteggiando su sé stessa nell' aria prima di perdersi in fondo alle vie infuocate. I successivi momenti seguirono ad un totale annientamento di Dale e gran parte dei suoi abitanti, così come il suo Signore accorso a difenderla in vano. Tutti in cucina rimasero accolti dal silenzio alla terribile storia raccontata: << Che tragedia >> commentò Meiling mettendosi una mano alla bocca: << Quel Girion aveva un grande coraggio a fronteggiare il Drago, lo ammetto. Avrebbe fatto invidia a quel sudicio del Governatore >> aggiunse Toy notando la differenza degli Uomini di Dale e del suo Signore con quella di chi governava Pontelagolungo. Thorin era rammaricato per il tentativo fallito di Girion, che anch' egli mise tutto sé stesso per difendere la sua città non potendo nulla alla fine. Al fallimento di Dale, vi fu in seguito la distruzione del regno di Erebor, casa del Principe Nano alla quale non poteva che esserne affranto per via anche dei pessimi tiri di Girion: << Se la mira degli Uomini fosse andata a segno molte cose sarebbero cambiate >> ammise il giovane Principe alla verità dei fatti, dura qual era che tanto voleva che fosse stata un po' più fortuita in quel tempo. Sakura e Li abbassarono la testa alla ragione che aveva Thorin sulla sentenza che emise. Bard si avvicinò per poco al Nano, circondato da Balin e da Sakura, mentre guardava con lieve rabbia in cuore la balestra nanica: << Parli come se ci fossi stato >> notò l' arciere con un dubbio nell' animo: << Tutti i Nani conoscono il racconto >> rispose Thorin amaramente: << Allora saprai che Girion ha colpito il Drago. Gli allentò una squama sotto l' ala destra. Ancora un colpo e avrebbe ucciso la bestia >> disse convinto Bain, il figlio di Bard, mettendosi a fianco al genitore per dare più rilievo e buon fine ai tentativi di Girion, Signore di Dale. Dwalin ridacchiò dietro al ragazzino, correggendolo in quanto diceva nella sua convinzione: << Quella è una favola, giovanotto. Niente di più >> rispose il Nano massiccio a Bain che guardò il padre come se gli avesse detto una versione falsa.

Thorin fece per interrompere la questione: << Hai preso il nostro denaro. Dove sono le armi? >> chiese al diretto traghettatore Bard che promise loro di fornirli già di attrezzi per la loro impresa. Bard esitò un po', seguendo ad una pausa prima di rimettersi a parlare non distogliendo gli occhi dal Nano: << Aspetta qui >> lo avvisò pacatamente andando per prendere gli attrezzi per la Compagnia. Dwalin guardò di sbieco Bard che lasciava il posto, poi incrociandosi con Thorin sul sospetto dell' arciere nel dare la risposta secondi dopo la domanda del Principe. Li fece per avvicinarsi a Sakura per accertarsi delle sue condizioni come erano: << Hai preso molto freddo, Sakura? >> << Non tanto. Mi sto lentamente riscaldando con la coperta addosso >> e la ragazzina alla risposta appena data si mise a starnutire: << Non si direbbe >> commentò il cinesino proseguendo: << Tieni ti do la mia coperta. Io starò un po' al calduccio vicino al camino >> << Oh, grazie, Li >> << Non vorrei che partissi per la Montagna in queste condizioni con l' aria gelida che c'è lassù >> disse Li accennando ad un sorriso alla sua amata. Questa non emise alcuna risposta, sapendo che in cuor suo Li aveva intuito che solo lei doveva partire insieme ai Nani verso la vetta solitaria. Bard, intanto, discese le scale verso al piano che toccava l' acqua per cercare delle armi da dare ai Nani come promesso. Il chiattaiolo si voltò da una parte e dall' altra con fare segreto, controllando che non ci fosse alcuno che lo spiasse da vicino mentre tirava da sotto una sua barchetta ormeggiata di fronte delle armi avvolte in un sacchetto nero, immerso nell' acqua. Bard si mise a braccietto il lungo e stretto sacchetto nero con le armi dentro, assumendo sempre un basso profilo nel caso qualcuno lo vedesse in quel momento. In cucina, Thorin e alcuni suoi compari discutevano sul poco tempo a disposizione: << Domani comincia l' ultimo giorno d' autunno >> riferì il Principe: << Il Dì di Durin comincia dopodomani. Dobbiamo raggiungere la Montagna prima di allora >> comunicò Balin stando tra la sua banda di tre amici: << E se non ci riusciamo? Se falliamo a trovare la porta prima di quel momento, allora... >> << L' impresa sarà stata inutile >> dissero sottovoce Kili e Fili, rendendosi conto del pericolo. Thorin smise così di parlare sentendo dei passi in avvicinamento verso la stanza. Era Bard che aveva fatto rifornimento di armi. E come poggiò il grosso manto nero sul tavolo, questo vibrò di poco alla pesantezza del ferro e del gran numero di armi che dovevano esserci là dentro. Tutti i Nani e gli altri componenti stettero intorno alla tavola non appena Bard scoprì le armi dal manto che le avvolgeva: << Non sembrano che siano di nuovo modello >> commentò Yuki alla vista di attrezzi medievali che per niente avrebbero intimorito il Drago: << Concordo a pieno >> aggiunse Meiling dalla parte opposta a sottovoce. Fili fece una faccia confusa e disorientata a quelle che probabilmente dovevano essere le loro armi di difesa. I Nani presero ciascuno un attrezzo dal tavolo, esaminandolo contrariati sotto i volti certi di Li e Sakura che intuirono la delusione in ogni Nano appartenente a Erebor.

Thorin fece per afferrare un' arma con quattro gancetti curvi che spuntavano sulla sommità come petali di fiore: << Cos'è questo? >> chiese sdegnato il Principe Nano: << Una gaffa. Fatta da un vecchio arpione >> rispose l' arciere: << E questo? >> chiese poi Kili esaminando un pesante martello: << Mazzapicchio, lo chiamiamo. Forgiato dal martello di un fabbro. Pesanti da maneggiare, l' ammetto. Ma per difendere la vostra vita, vi saranno più utili di niente >> ma tra i Nani si creò un brusio in disaccordo con le armi, e fecero per poggiarle di nuovo sul bancone: << Ti abbiamo pagato per delle armi. Spade e asce forgiate in ferro! >> sbottò Gloin davanti all' uomo: << E' uno scherzo! >> disse indignato anche Bofur sbattendo di nuovo la sua arma marcia sul tavolo. Al suo gesto seguirono quello degli altri Nani che rifiutarono gli attrezzi: << Di migliori ne troverete solo nell' armeria della città. Tutte le armi forgiate in ferro sono lì sotto chiave >> comunicò l' arciere ad un' unica possibilità per i Nani, alcuni scaltri tra loro, non soddisfatti delle armi. Thorin e Dwalin si incrociarono gli sguardi, avendo già un piano per scassinare le armi della città. Balin riuscì a leggere negli occhi di Thorin quello che aveva in mente, e cercò di fermarlo: << Thorin, prendiamo quanto ci viene offerto e andiamo. Mi sono arrangiato con meno. E anche tu >> disse il vecchio Nano convincendo il suo amico Thorin mentre Meiling esaminava anche lei alcune di quelle armi. Bard si rese conto nel suo dubbio che il Principe aveva già in mente un furto da attuare all' armeria. Un obiettivo troppo rischioso da fare, oltre alla sorveglianza elevata dei soldati che proteggevano l' armeria dall' esterno: << Io dico di andarcene ora >> disse infine Balin al suo gruppo: << Non andrete da nessuna parte >> lo frenò Bard: << Che cosa hai detto? >> gli chiese Dwalin sfrontato com' era cogliendo la stessa espressione di Thorin: << Spie sorvegliano questa casa e forse ogni molo e banchina della città. Attenderete il calare della notte >> avvisò il barcaiolo, inventandosi una scusa per far tenere alla larga Thorin e gli altri dall' armeria. I Nani fecero per risedersi di nuovo a tavola, scocciati della loro permanenza prolungata nella casa di Bard: << Beh, sembra che dovremmo ancora aspettare qui >> disse Li a Sakura, che annuì amaramente dato che notò nelle parole del cinesino una qualche frettolosità nel volerla farla partire. Thorin osservò Bard con poco volere nell' attenersi al suo ordine. Kili si poggiò ad un lettino, aiutandosi con un bastone di legno all' infortunio che aveva subito alla gamba destra. Il giovane Nano, nonostante la grossa fascia che gli fermava la fuoriuscita di sangue, impallidiva sempre più al pulsare della ferita che aveva vicino al ginocchio. Questi volle ancora sopportare il dolore atroce che aveva, non allarmando ancora gli altri della Compagnia. Bard uscì fuori dal suo balconcino, ripensando d' un tratto ai Nani e da quale posto fossero spuntati. Si poggiò alla ringhiera, scioccato per poco al dubbio che gli sorgeva: << Thorin >> disse fra sé e sé l' arciere, muovendosi per poco nel far riemergere quel pensiero che stava per venirgli. I suoi occhi d' un tratto si fermarono nel vuoto, arrivato a tal punto dalla probabile soluzione e voltandosi al monte cui dava le spalle. La Montagna Solitaria spuntava con la sua vetta imponente all' orizzonte, tra le successioni laterali di casette che vi erano. Pensò che i Nani erano giunti per volersi riprendere il regno di Erebor, una volta appartenuto a Thror. Che sia la leggenda che stava per riprendere vita?: << Pà? >> disse poi Bain, affacciandosi verso suo padre: << Non farli andare via >> disse poi Bard al figlio, segretamente per tenere sotto d' occhio i Nani. L' arciere fece per allontanarsi da casa, correndo per la città, volendo indagare di più sui suoi dubbi e per scoprire se vi era una sorta di collegamento con Thorin e la Montagna Solitaria, forse un legame perduto per secoli con essa.

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Capitolo 21
*** Episodio 272: E' la nostra battaglia ***


Il pomeriggio trascorreva tranquillo nella città di Pontelagolungo. I Nani e il gruppo di Sakura mangiarono serenamente nella cucina di Bard, avendo anche buon gusto per le pietanze che cucinarono Bain e le due sorelle. A fine pasto, i Nani si misero comodi in alcune sedie del salotto della casa: << Davvero un ottimo pranzo, dolcezze. Sublime, direi >> disse con un modo un po' da dongiovanni il Nano Bofur, togliendosi la roba tra i denti con uno stuzzicadenti mentre si teneva i piedi incrociati sopra la spalliera di una sedia. Le due femmine risposero cordialmente alla posizione del tutto che da bella figura del Nano: << Grazie, signor...? >> << Bofur >> aggiunse lo stesso Nano: << Signor Bofur >> ripetè Sigrid, la figlia maggiore di Bard. Questa fece per ritirare i piatti dalla tavola con assoluta calma, aiutata dalla sorellina per svolgere il ruolo da casalinghe: << Ah! Che buone lecornie, mamma mia! >> disse Yuki tenendosi la pancia e complimentandosi con l' ottima cucina che gli fu servita: << Già, molto squisito. Non hai tutti i torti. E voi, Sakura, Meiling, Li? Come vi è sembrato? >> chiese Tomoyo al resto del suo gruppo su un' unica parte del tavolo con un sorriso d' approvazione: << Mh, mh. Molto buono >> annuì Sakura felice dal cibo che mise sotto i denti: << Come sempre sei uno stomaco senza fondo, sorellina. Attenta, o altrimenti non ci entrerai più in quel vestito che ti ritrovi dai troppi piatti che svuoti >> << Ritira subito quello che hai detto, Toy! >> disse Sakura allo scherzo che non trovò di buon gusto del fratellone, che se la rise con una smorfia a denti stretti: << L' ho trovato anch' io di buon gusto questo pranzo. Li non ha avuto il coraggio di finirlo tutto >> rispose Meiling alla domanda della sua amica Tomoyo, coinvolgendo suo cugino Li che siedeva al suo fianco distante da Sakura e che lasciò metà cibo sul suo piatto: << Li, per caso non ti senti bene? >> fece per chiedergli Tomoyo dal fondo della tavola. Li si scosse d' un tratto come se fosse stato risvegliato dai suoi pensieri del tutto che sereni: << Eh? No, mi sento bene, invece. E' che non ho molto appetito con questo freddo >> giustificò il ragazzino al resto del gruppo. Sakura capì che si trattò di una scusa che Li disse per non rendere conto delle sue preoccupazioni alla sua amata. I pensieri della cattura carte vennero fatti smettere dalla voce di Sigrid che passò per ritirare i piatti dalla loro parte: << Se avete finito, posso ritirare i vostri piatti? >> << Oh certo, fai pure >> rispose Sakura distogliendosi dall' attenzione di Li.

<< Vedo che la nostra cucina è stata apprezzata molto volentieri da tutti voi >> notò Sigrid allungandosi verso Meiling e Tomoyo per prendere i loro vassoi vuoti con la sorellina che la affiancava: << Cucinate molto bene, sì >> aggiunse ancora Tomoyo soddisfatta: << Anche voi siete abili nelle faccende di cuoco, se posso chiedervelo? >> domandò Sigrid al gruppo di umani: << Hai indovinato. La nostra cucina è molto salutare dalle nostre parti. Facciamo del buon riso e ci dilettiamo molto nei dolci fatti in casa >> << Mi fate venire l' acquolina in bocca! Vorrei tanto che mi insegnaste qualche ricetta segreta del vostro paese. A proposito, da dov'è che venite? >> chiese loro la ragazza dopo la sentenza di Sakura: << Veniamo da Tomoeda. Una città nei pressi del Giappone >> disse Yuki molto gentilmente alla ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi come la sorellina: << Oh. E dovete essere molto distanti dalla vostra casa, dico bene? >> << Beh, sì, abbastanza direi >> rispose Sakura con un sorriso: << Dovreste essere stanchi dai motli chilometri che avete fatto per raggiungere la città sul lago. Per voi è un mondo nuovo quello della Terra di Mezzo. E sapete già come muovervi? >> << Questo per noi è il nostro secondo viaggio che facciamo nei suoi luoghi. E dobbiamo dire che siamo rimasti incantati dal vedere una piccola città come Pontelagolungo che possa emergere in mezzo ad un grande lago. Comunque abbiamo già dei contatti con le più alte creature elfiche, beh, anzi non tutte, diciamo >> disse Sakura ricordandosi degli Elfi Silvani che non risultarono a loro i più tranquilli: << Capisco. Non ci siamo ancora presentati, mi chiamo Sigrid >> << Io sono Sakura, e loro le mie due amiche >> fece la cattura carte per fare la conoscenza della giovane ragazza con il resto del suo gruppo: << Io sono Tomoyo >> << E io Meiling. E lui è mio cugino, Li, fidanzato con Sakura >> si presentarono le due ragazze stringendo la mano a Sigrid. Poi Sakura fece per presentare Yuki e Toy: << Loro invece sono mio fratello Toy, e il nostro amico Yuki >> << Molto piacere >> disse ancora Yuki con tutta la gentilezza che riservava per il prossimo: << Piacere >> disse infine Toy con tono serio: << Ho notato che tu e tuo fratello siete come cane e gatto >> commentò Sigrid simpaticamente per strappare una risata: << Ah, l' hai notato, vero? Diciamo che è più lui che vuole fare per forza il bambino con me >> << Ehi, ma guarda che faccia tosta che hai! >> esclamò Toy adirandosi per poco: << Deve ancora maturare, purtroppo >> << Ti farò maturare io adesso, brutta impicciona >> << E dai, rilassati, Toy >> fece per frenarlo Yuki rimettendolo a sedere. Tra il gruppetto si sparse una risata di buon gusto, così come anche Li si lasciò trasportare dal bell' ambiente che c' era: << Ti capisco anch' io, sai? Non hai idea di quante me ne ha fatto passare mio fratellino Bain. Ricordo che era una peste all' età di due anni, io ne avevo solo dieci, e dovevo prendermi cura di lui quando i miei erano al mercato >> raccontò Sigrid: << Già, i fratelli sono esagerati, a volte. Eh, eh, eh >> << Adesso che ti sei trovata un' alleata ti è passato quel muso lungo di prima, vero, mostricciatolo? >> disse Toy per provocare ancora Sakura: << Brutto antipatico! >> sbottò ancora lei contro il fratello, sbattendo un pugno sul tavolo: << E' meglio se ci fermiamo qui, che ne dici? >> consigliò cauta Tomoyo.

<< Eh sì. Voi siete fortunati. Avete una grande famiglia su cui contare, oltre a conoscere gli altri popoli della Terra di Mezzo >> disse Sigrid con un sorriso radiante: << Hai anche una sorellina dietro di te, vero? E come si chiama? >> chiese Meiling notando il faccino innocente della bambina, uguale in volto alla sorella più grande, che si nascondeva dietro la vestaglia con un pupazzetto in mano: << Mi chiamo Tilda >> rispose la piccolina con tono dolce al gruppo: << Che carina >> << Com'è dolce! >> commentarono Sakura e Tomoyo alla visione del viso perfetto della bambina: << Siete due gocce d' acqua. Sembrate due gemelle >> disse ancora Sakura a Sigrid: << Su, avanti, Li. Non tenerti in disparte per tutto il tempo >> gli bisbigliò la cugina dandogli un colpettino al braccio per cercare di renderlo partecipe. Sigrid riprese a raccontare ai suoi ospiti, tenendosi la sorellina piccola al lato: << In effetti ci assomigliamo parecchio. Nostra madre aveva più o meno il nostro profilo, uguale e bella a noi. Dopo un anno che diede alla luce mia sorella, nostra madre morì per una malattia, e da quel momento nostro padre mise il doppio del suo sforzo per tenerci a bada. Diceva che noi gli ricordavamo la mamma. Anche Bain maturò con la scomparsa della nostra madre, aiutando sempre e in ogni dove suo padre >> affermò Sigrid al dispiacere dei presenti: << Morì molto giovane, in un caldo giorno di primavera. Quando ormai i fiori sbocciarono colmi del loro polline. Grazie alla disponibilità di tutti gli altri cittadini con mio padre, sappiamo di contare molto su di loro contro la nostra lotta al potere del Governatore >> Sakura si sentiva l' obbligo di emettere anche lei una cosa che si teneva rinchiusa dentro la bocca. La storia della scomparsa della madre di Sigrid, Tilda e Bain, le pareva molto uguale a quello suo e di suo fratello riguardo la loro madre morta con la stessa causa. Mentre i suoi amici ascoltavano solenni e rattristiti il discorso di Sigrid, la giovane cattura carte intervenì: << Ho subito anch' io, insieme a mio fratello, la perdita di una madre, proprio come voi >> ammise con gli occhi lucidi e verdi alla ragazza più alta di lei. Toy si rimise ad ascoltare la storia di sua sorellina che ricordava così la sua madre morta ormai da molti anni. Sakura aveva ormai assunto in cuor suo che poteva fidarsi di Sigrid, adesso la considerava un' altra amica trovata: << Mia madre si chiamava Nadeshiko. E anche lei era molto bella. Mio padre si sposò con lei molto giovane. Ma penso che sia lui che mio fratello abbiano goduto poco della sua compagnia, così come della sua dolcezza. Mentre io non l' ho conosciuta affatto. Ero ancora troppo piccola perchè la riconoscessi nel suo volto radioso di sempre >> raccontò con amarezza Sakura, condividendo la stessa sensazione con Sigrid.

Tomoyo fece per asciugarsi una lacrima dalle ciglia, tenendo il fiato sospeso insieme a Meiling, al tragico momento della famiglia della sua amica. Toy fece per tenersi la bocca chiusa a riguardo, anche lui colpito al cuore dal ricordo del giorno in cui la mamma morì: << Io e mio padre le giurammo che non ci saremo mai messi a paingere per lei. Volevamo che la nostra Sakura crescesse con il sorriso in volto, nella speranza che i giorni oscuri non l' avrebbero colta nella tristezza >> aggiunse Toy con un sorriso sincero a sua sorellina che si trovava in parallelo al suo posto a tavola. Sakura ricambiò lo stesso sorriso al fratellone, ripiombando in uno stretto legame con lui, nonostante i banali litigi che lui le provocava di solito. Alcuni Nani origliarono il discorso di Sakura, e colsero il suo sguardo di stretto legame che si scambiava con suo fratello, così come l' amore che lei aveva da offrire al prossimo. Tutta la Compagnia, in effetti, era composta da gruppi di fratelli che non si staccavano mai l' un l' altro e che erano pronti a tutto pur di difendersi a vicenda. Tra il gruppo di umani, fece per intromettersi anche Balin: << La storia che hai raccontato, ragazzina, colpisce tutti noi >> confermò il Nano a Sakura, poi rivolgendole un sorriso pieno di carità: << Non siete le uniche ad aver perso dei familiari. Io persi mio padre a Moria, mentre tentava di difendere da molto tempo la città di Nanosterro dall' assedio delle truppe di Orchi e Goblin che imperversarono su di noi. Dopo molto tempo che non seppi sue notizie, mi giunse un messaggio dai suoi soldati sopravvissuti che mio padre era stato trucidato. Eressero una tomba, dove lo seppellirono nel buio di quelle grotte, e dove gli Orchi profanarono il suo sepolcro >> aggiunse il vecchio Nano affranto dal dolore, al pensiero di non rivedere mai più suo padre: << Prima di mio padre ci fu mia madre, che morì per un incidente sui Colli Ferrosi >> e tutti i compari Nani stettero ancora più nel silenzio, chi smetteva di aspirare il fumo della sua pipa per gettarla poi da una parte alla tristezza che piombò su di loro, e chi invece si soffiava il naso essendo coinvolto nelle lacrime di altri suoi compagni: << Tutti noi portiamo dei martiri sulla coscienza. E tu, Sigrid hai detto che ti chiami? >> fece per chiedere alla ragazza alta che annuì con il nodo che le si stava formando alla gola: << Vostro padre sta affrontando così tante ingiustizie al mondo, ed esso è così crudele che però lascia comunque un posto e un momento per sorridere >> confermò Balin non volendo farsi vedere triste e cupo al gruppo di umani che aveva davanti. Thorin, vide Sakura, che era tornato a fissare fuori dalla finestra attraverso lo spiraglio. Ma questa volta guardava al cielo con compassione, ripensando anche lui in cuor suo a suo nonno Thror, ucciso ingiustamente da Azog, la cui razza era vista con odio da ogni Nano. Il Principe non si scordò neanche di suo padre, Thrain, probabilmente morto anche lui dopo che caricò verso l' Orco Pallido per cercare di vendicare il suo genitore decapitato crudelmente davanti ai suoi occhi così come a quelli di suo figlio, Thorin.

Si intromise anche Gloin, che ebbe anche lui un carattere del tutto innocente, non facendo più ricorso alla durezza che lo avvolgeva e alla quale era abituato. La sua voce però aveva lo stesso tono grosso di quello che usava per pronunciare le parole normalmente per parlare con gli altri: << Avevo un figlio che era solito avventurarsi con ascia e armatura nelle imprese che ci coinvolsero una volta nel fermare l' avanzata delle forze del Male. Lo mandai a Gran Burrone, dal Re Elrond in occasione di un consiglio dei popoli riuniti per discutere riguardo alla distruzione di un vecchio Anello magico >> si confidò il Nano Gloin con Balin, rivolgendosi anche a chi lo ascoltava così come Sigrid e Sakura: << Io seppi da lui che l' Anello venne distrutto. E mi ricordo che lui ritornò da me con una faccia del tutto sconosciuta. Era cambiato molto nell' animo. Diceva che doveva partire per un lungo viaggio nelle Terre Immortali, seguendo una dama elfica a cui aveva a cuore. Pensai che mio figlio si fosse dato la testa riguardo alla sua fiducia che riponeva negli Elfi >> il sospetto del gruppo di Sakura così come della stessa si fece vivo, riconoscendo il Nano di cui parlava Gloin. Come questo fece per aprire il suo ciondolo a tutti, egli cominciò a descrivere i volti dei suoi due familiari che erano raffigurati nelle due facce del ciondolo: << Mia moglie è quella a sinistra. Fu sconvolta quanto me alla notizia che nostro figlio ci diede ad una sua partenza improvvisa. Voleva farsi curare dalle ferite psicologiche che lo segnarono parecchio >> il Nano fece per mostrare l' altro lato del ciondolo, mostrando il figlio rappresentato in età infantile. Yuki rispose deciso ai suoi pensieri, riguardo all' altro Nano di cui parlava il membro della Compagnia di Thorin: << Tuo figlio si chiama Gimli, non è vero? >> << Sì, proprio lui. Ma allora voi siete i suoi amici, è così? >> chiese stupito Gloin. Non ricevette risposta, ma capì ugualmente che gli umani intendevano affermargli la domanda nel silenzio, anche loro sentivano la mancanza di Gimli: << E' stato un gran compagno di squadra >> aggiunse Toy solenne al volto rattristito di Gloin: << Avevamo stretti legami con lui. Ma diciamo che non preferiva i tipi dalle orecchie troppo appuntite e con le ali >> disse Yuki svelando così l' amico stretto di Gimli, qual era lui: << Vi ringrazio per essere sempre stati al suo fianco. Io gli promisi che alla fine di questa battaglia, l' antico regno di Erebor sarebbe stato ripreso per il suo onore >> strinse dalla rabbia la sua ascia Gloin, facendo notare con maggiore rilievo a Toy che quella era appartenuta al figlio Gimli. Balin sbattè le mani deciso sul bancone di cucina: << Dobbiamo assolutamente riprenderci quella Montagna. Perchè questa è la nostra battaglia, così come quella di tutti gli altri popoli della Terra di Mezzo. Nessun Drago potrà impedirci di soddisfare le nostre promesse ai nostri cari >> avvertì Balin ad ognuno della Compagnia. Sakura e il resto del suo gruppo si sentiva partecipe a quell' inneggiamento del vecchio Nano, che da un momento all' altro avrebbe inseguito Thorin in una sua immediata fuga verso l' armeria della città.

Intanto, lontano dalla città del lago, esattamente nei pressi del lungo fiume che partiva dal Reame Boscoso fino ad una foce, vi era Tauriel che seguiva le tracce lasciate dagli Orchi. L' Elfo femmina disobbedì agli ordini del suo Re nello stare segregati nel suo reame per l' apprensione che aveva per Kili. Tauriel notò da subito che gli Orchi che inseguivano i Nani erano passati da lì. Del sangue di animale era sparso per la costa rocciosa cui ispezionava lei stessa. Insieme a tutto quel liquido rosso, vi erano sparsi anche dei pezzetti di carcasse di animali, tra cui un cinghiale con una freccia lunga e mortale conficcata nel fianco. Tauriel scavalcò poi più avanti un piccolo scorcio sulla roccia, notando anche l' orrore di una testa di cervo tagliata brutalmente a terra, segno che i cacciatori dei Nani utilizzarono le mani per finire il loro cibo con cui si alimentarono nella sosta che fecero. Tauriel proseguì avanti, sempre con il passo felpato, affacciandosi poi alla sponda cui era, notando all' orizzonte una piccola città in fondo all' immenso lago che si apriva davanti a lei. La natura e la vegetazione intorno le fecero sembrare l' atmosfera tutta tranquilla, fino a quando non fece per girare da un lato la sua faccia all' avvertire tramite le sue orecchie la presenza di qualcuno che la pedinò fino a quel momento. L' Elfa si tenne pronta ad afferrare con entrambe le mani l' arco che stava per usare. Infine, questa si voltò velocemente dietro, assumendo subito la posizione da ciechino infallibile e accovaciandosi per caricare una sua freccia nel suo arco per puntarlo verso il nemico che si mise distante da lei. Notò che anche questo aveva una freccia e un arco a portata di mano. Legolas era pronto anche lui a scoccare la sua freccia, alla presenza di un nemico che anche lui si sentiva essere più avanti. Invece, lui si rincontrò con la sua compagna guerriera di sempre, che gli rivolse una smorfia beffarda: << Pensavo che fossi un Orco >> gli disse in elfico: << Se fossi un Orco, saresti morta... >> ribattè Legolas nello stesso linguaggio. I due Elfi si abbassarono le frecce puntate a vicenda, rendendosi conto che non vi erano pericoli: << Tauriel, non puoi dare la caccia a trenta Orchi da sola >> le parlò l' Elfo biondo in lingua normale, facendo alcuni passi verso di lei, e restandone ancora innamorato: << Ma io non sono da sola >> corresse la frase Tauriel al suo amico: << Sapevi che sarei venuto >> emise un sorriso Legolas all' Elfa che contraccambiò in uno più dolce mentre tornava a fissare la città dove la Montagna risultava più vicina. L' Elfo però andò subito al dunque, dimostrandosi contrario alla caccia di Tauriel agli Orchi: << Il Re è arrabbiato, Tauriel. Per seicento anni mio padre ti ha protetta, favorita. Hai disubbidito ai suoi ordini. Hai tradito la sua fiducia >> disse Legolas adesso faccia a faccia con l' Elfa che le rendeva conto del suo gesto impulsivo alle sue parole severe. Poi decise di convincerla a fare rientro, parlandole in elfico: << Torna con me, lui ti perdonerà >> << Ma io no. Se torno, non me lo perdonerò mai >> rispose Tauriel alle suppliche del suo compagno.

L' Elfo femmina adesso cercava di convincere Legolas dal non abbandonare il posto a fianco a lei per fronteggiare il pericolo: << Il Re non ha mai lasciato vagare gli Orchi per le nostre terre. Ma questo branco può varcare i nostri confini e uccidere i prigionieri >> << Non è la nostra battaglia >> sbottò Legolas per dissuadere i pensieri di Tauriel che non mollava: << E' la nostra battaglia. E non finirà qui. Con ogni vittoria questo Male si rafforzerà >> spiegò degnamente l' Elfa agli occhi freddi e dall' animo rude dell' Elfo: << Se tuo padre farà a modo suo, noi non faremo niente. Ci nasconderemo tra le nostre mura, vivremo una vita lontano dalla luce e lasceremo che l' oscurità cali >> annunciò funesta la guerriera. Legolas le rivolse ancora lo sguardo fermo e inamovibile di prima alla faccia radiosa di Tauriel che lo distoglieva dalle parole velenose di Thranduil: << Non siamo parte di questo mondo? Dimmi, mellon. Quando abbiamo lasciato che il Male ci soprafaccesse? >> chiese nel suo orgoglio elfico l' elfa guerriera al suo compare. Questi non volle ritirarsi per una questione di codardia o di viscidità nei suoi confronti, e cominciava a guardare quasi fosse in un bivio la città che si stagliava in fondo al lago e la sua amica che doveva riportare indietro per volontà sua e per rispetto al padre.

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Capitolo 22
*** Episodio 273: La Profezia ***


I Nani stavano cominciando a spazientirsi della loro permanenza alla casa di Bard. Dal discorso di incitazione di Balin, si era già capito che nella Compagnia era scattato un fuoco di ribellione alla sorveglianza della famiglia dell' arciere su di loro. Thorin parlò d' improvviso, distogliendo lo sguardo dalla finestra: << Non possiamo rimanere ancora qui per molto. Dobbiamo subito andare alla Montagna >> sbottò il Principe Nano levandosi la coperta dalle spalle e prendendo subito le redini del gruppo: << Chi è con me? >> << Noi siamo con te, e come! >> rispose Dori alzandosi in piedi. Al suo fianco si levarono altri Nani che seguirono il movimento del Nano, ormai tutti d' accordo sulla volontà di Thorin: << Via queste cianfrusaglie! >> esclamò Bofur buttando giù da una sedia con un gran fracasso le armi inutili che Bard presentò loro e che deposero da una parte: << Sì, forza! Andiamo! >> esclamò anche Fili alzando un pugno alla marcia dei Nani. La situazione stava degenerando di minuto in minuto, e Bain fece per sbarrare loro la porta d' ingresso, mentre le sue due sorelle si tenevano da una parte alla calca quasi furiosa dei Nani: << Voi non passerete oltre >> ravvisò ai componenti della Compagnia: << Giovanotto, sei piuttosto testardo, ma mai quanto un Nano. Levati di mezzo o saremo costretti a usare la forza >> lo minacciò Dwalin in tutta la sua grossezza mentre Thorin stava al suo fianco: << No. Ci sono spie che circondano questa casa. Il Governatore vi rinchiuderà in prigione, se vi fate vedere >> << Non me ne frega un ficosecco degli uomini del Governatore, tanto meno di lui! Ora levati dai piedi >> disse ancora più duramente Dwalin cercando di aprire la porta con le sue mani, ma Bain la richiuse con prepotenza con tutto il corpo, rischiando di schiacciare le dita del Nano. Questi rimase sconcertato e adirato al raffronto del ragazzino: << Avete solo una via di fuga. Ma dovrete di nuovo tuffarvi nell' acqua gelida per fuggire dai dintorni. Quindi scegliete: o rimanete qua, oppure il ghiaccio >> avvertì il figlio dell' arciere: << Che cosa? Vieni qui! Adesso ti strappo quelle braccia rinsecchite che hai, brutta peste! Aspetta! Se solo ti prendessi... >> disse Dwalin con Thorin che lo tratteneva dal busto e che cercava di afferrare Bain per dargli una sonora batosta.

<< Non sta andando come previsto >> commentò per poco Yuki all' agitazione imbarazzante dei Nani, tra i quali non mancava il solito Dwalin ad animare ancora di più la situazione. Sakura fece per alzarsi dalla sedia, cominciando a raggiungere Bain. Anche lei era decisa ad aiutare una volta per tutte i suoi amici Nani, e se lo promise a Thorin, non potendo rimangiarsi la parola all' onestà sua e dello stesso Principe: << Sakura? Ma che fai? >> le chiese Meiling timidamente alla faccia convinta della sua amica che passava oltre il tavolo fino a mettersi di fronte al ragazzino alla porta. Tutti i suoi amici stettero a crederci a stento al gesto della loro Sakura che sembrò del tutto cambiata in quell' avventura. Li rimase anche lui incredulo al coraggio che la ragazzina mise sul dovere di cercare di far passare tutti i suoi compari. Sigrid e Tilda rimasero anche loro distanti dalla scena, mentre Bain guardava in modo confuso la ragazzina che si era messa davanti a lui, quasi lo volesse sfidare con lo sguardo: << Beh, che vuoi anche tu? >> << Si da il caso che io non ti abbia parlato con quel tono, o sbaglio? >> ribattè Sakura altezzosa nei confronti di Bain che si ritraò per poco all' indietro: << E con ciò cosa vuoi dire? Mi dispiace ma non farò passare neanche tu e i tuoi amici, se è quello che vuoi >> battè deciso il ragazzino alla porta: << Anche Thorin ha diritto a riavere la sua casa. E' importante per ristabilire il suo trono, come Re e come Erede >> Bain si rifece zitto alle parole della cattura carte che difendeva il suo nuovo compare Thorin. Questo rimase nella sua solita posizione composta a braccia conserte, assumendo un' espressione da giustiziere onesto alla sua causa: << Te lo chiedo per favore. Lasciaci andare >> disse poi la giovane ritornando al suo tono dolce di sempre. Ma Bain non si smuoveva e le negò ancora l' uscita: << No. Spiacente, ma siete costretti a rimanere qui >> << Oh! E va bene, ci ho provato, ragazzi >> disse Sakura uscita sconfitta dallo scontro verbale con Bain, strisciando amaramente verso il suo gruppo: << Non ti abbattere >> la rincuorò Tomoyo: << Quella sottospecie di ragazzino vuole la guerra, allora! Gli farò vedere la mia abilità nelle arti marziali, e dovrà sperare che con il mio calcio non lo butta giù insieme alla porta >> tuonò Meiling improvvisando le prime mosse di karate con il suo abito cinese che le faceva coraggio e difendendo l' amica: << No, lascia perdere, Meiling. Non fare danni >> le disse Li pacatamente. Nella risposta del cinesino venne captata una nota di ammutinamento al seguire lo stravolgimento dei piani di Thorin. Sakura lo capì, ma non voleva permettere che anche il suo amato le desse del filo da torcere. I due ragazzini si misero a discutere, ritrovandosi per poco in un' incomprensione come quella che li colse agli inizi: << Li, devi aiutarli. Non essere così duro con loro >> disse Sakura scontrandosi con l' atteggiamento da rivale del Li che conobbe la prima volta: << Io ti sto proteggendo, Sakura. Non voglio che ti ritrovi nei guai senza di me >> spiegò a chiare lettere il cinesino buttando giù la sua preoccupazione.

<< E non mi hai protetta fino a questo momento? Continuerai a farlo ancora. Anzi, noi ci proteggeremo ancora. Perchè hai una parte di me qui, nel tuo cuore >> disse Sakura indicando il petto del suo amato. Questi non emise parola alle dolci frasi della sua ragazza che lo fece calmare ancora sulla situazione che poteva complicarsi da un momento all' altro: << E in più, ho la tua parte qui, nel mio cuore. Potremmo essere anche distanti l' un l' altro, ma finchè sentiremo i nostri sentimenti, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sei con me o contro di me? >> << Io sono con te, Sakura >> rispose infine Li in tono serio, trovando nella ragazzina la sua piena approvazione alla risposta che le diede. Ma il problema adesso era Bain, che seppure si lasciò insieme ai presenti abbindolarsi dall' episodio dei due amanti, questo non si distaccava neanche di un secondo dalla porta serrata. Toy era lì, poggiato su una parete a guardare sua sorella che confortava Li. Lo sguardo del fratello di Sakura aveva sempre più l' impressione di cercare una soluzione per sua sorella che voleva, come lui in fondo, dare una mano a Thorin. Il sole era giunto alla sua parte calante sulla città di Pontelagolungo. Bard attraversava di corsa le passerelle della città sul lago, giungendo poi ad un negozio costruito all' aperto: << Salve, Bard. Che cosa ti serve? >> chiese un uomo dietro al bancone. L' arciere aveva gli occhi che roteavano da una parte e dall' altra alla ricerca di un oggetto che si trovasse subito alla sua vista: << C'era un arazzo! Uno vecchio! Dov'è finito? >> esclamò preso dalla fretta Bard, facendo per girare il bancone e rovistare tra un mucchio di coperte in una cesta: << Di quale arazzo stai parlando? >> chiese spiegazioni l' uomo al bancone mentre l' arciere rischiava di mettere a soqquadro il posto: << Di questo >> rispose infine lui avendo trovato tra le sue mani un tessuto arrotolato in due rotoli laterali. Il barcaiolo fece per aprire l' arazzo ritrovato su un tavolino di fronte a lui, scoprendo quello che sembrava un albero genealogico di una stirpe di Nani. Come intestazione vi era una scrittura in rune naniche. Poi gli apparvero tre nomi su delle figure geometriche. Le parole dicevano “Durin”, l' antico popolo dei Nani. Nel mentre che spiegava sempre di più il vecchio arazzo, delle voci di alcuni cittadini che avevano assistito alla scena della rissa al mercato si sparsero una dietro l' altra: << Erano Nani, vi dico. Spuntati fuori dal nulla. Barbe folte. Occhi feroci. Mai visto niente di uguale >> commentò la donna dai capelli neri e stracci da mercante, passando per un pontile e parlando con due uomini che sistemavano le reti per la pesca: << Che ci fanno i Nani da queste parti? >> << E' la profezia >> rispose un vecchio uomo alla sua barchetta ad uno dei due uomini che rimasero increduli: << La profezia? >> << La profezia della gente di Durin >> specificò il vecchietto. Fu allora che Bard fece la scoperta inimmaginabile. Discese con lo sguardo l' antico tessuto, trovandovi nomi di antichi sovrani Nani che iniziarono a governare per ultimi il regno di Erebor fino all' attacco di Smaug. Notò i nomi di Thror, di Thrain, con dei brevi schizzi di loro facce raffigurati sotto.

Poi per ultimo, sotto il disegno di Thrain, scoprì il nome del Nano che ospitava a casa: Thorin. Egli era discendente quindi della famiglia di Thror, Re sotto la Montagna. A tutto ciò, Bard rimase in sovrappensiero, cercando di ricordare la leggenda che si diceva in giro: << La profezia. La profezia >> si ripeteva lui socchiudendo gli occhi per cercare un collegamento. Si mise una mano alla bocca dallo stupore che lo avrebbe preso come si sarebbe reso conto anche lui della faccenda, mentre le voci correvano di persona in persona, da vecchio a donna, e così via per tutta Pontelagolungo: << La leggenda si avvererà >> << Immensi saloni di tesori! >> esultavano già alla riuscita dell' impresa alcuni cittadini. Alfrid era cammuffato lì, tra i cittadini, nelle vesti da vecchia signora e come se non da un altro costume che poteva sottolineare meglio il suo ruolo nella vita. Anche lui sentiva le voci di un possibile rigiovamento della città e dei popoli vicini alla Montagna Solitaria quando un Re vi sarebbe tornato: << Può mai essere vero? Il Signore delle argentee fonti è tornato? >> giunse quest' altra frase alle orecchie di Bard che si dimenava dal voler sapere e conoscere a tutti i costi qual era la profezia che legava Thorin ai Durin. Lo capì, alla fine. Fece per scoprirsi la bocca alla rivelazione scioccante che gli pervenne in mente: << Il Signore delle argentee fonti. Il Re delle rocce scavate. Il Re che sta sotto il monte riavrà le cose a lui strappate! >> aumentava sempre più di grado il tono della sua voce rotta dallo stupore, guardando quasi tragico l' arazzo. L' arciere corse via, verso la sua casa, ricordando anche lui la profezia da tempo remoto dimenticata da tutti all' assenza di Nani nei dintorni. Nel fare la strada di ritorno verso casa sua, attraversando passerelle in legno, Bard cambiava umore al proseguo della profezia che terminava in decadenza: << E la campana suonerà di allegrezza quando il Re della Montagna tornerà. Ma tutto si disferà con tristezza. E il lago brillerà e brucerà >> pensò tristemente Bard, sorpassando la spensieratezza dei suo concittadini e la bellezza del lago che ora rifletteva dal rossore del tramonto che ricordava quasi il fuoco che doveva abbattersi sulla città del lago. Bard corse in fretta e furia a casa, spalancando la porta d' ingresso con impeto per andare alla ricerca dei Nani e della scoperta cui fece su di loro. Ma trovò solo le sue due figlie che sistemavano la tavola: << Pà, ho cercato di fermarli. Io ho cercato.. >> << Da quanto se ne sono andati? >> chiese preoccupato l' arciere al figlio che cercò di spiegargli i fatti: << Non lo so, ma penso da circa un' oretta >> << Ma perchè li hai lasciati andare via? >> << Siamo stati noi a lasciarli andare >> intervenì una voce profonda dietro a Bain. Era Toy che rispose a Bard, e insieme al ragazzo c' era anche Yuki. Entrambi avevano permesso la fuga del loro gruppo, così come quello dei Nani per raggiungere in fretta la Montagna: << Non dovevate farlo >> << Lo so che abbiamo disubbidito a te, ma devi capire che non avevamo altra scelta >> fece per spiegare Yuki: << No. Voi non capite. Presto si abbatterà su di noi una sciagura! >> esclamò con ansia Bard.

<< Senti, se è per un branco di Orchi che ti preoccupi, puoi stare tranquillo che non sono niente di che >> fece per rassicurarlo Toy mettendogli una mano sulla spalla. Ma alla sua risposta, Bard divenne più irritato di prima: << Allora c' era qualcos' altro che vi stava inseguendo! Avrei dovuto immaginarlo. Bisogna fermare i vostri amici prima che aiutino i Nani >> << Ma io non capisco >> disse Yuki frastornato. L' arciere fece per gettarsi subito alla ricerca della Compagnia, ma venne frenato ancora da Toy: << Quanto sarà grande questa tempesta che tu dici che avverrà? >> << Sarà molto funesta. E sarà solo l' inizio >> ribattè Bard irrequieto. La notte era calata con tutta tranquillità a Pontelagolungo. I Nani e il gruppetto di Sakura erano appostati dietro al muro del garage dove si tenevano le armi in ferro della città. Delle guardie pattugliavano la zona, e il mormorìo dei componenti della Compagnia non si era ancora calmato alle due guardie che si allontanavano senza alcun sospetto: << Voi vedete niente? >> si chiese Sakura in mezzo al gruppo con il tono un po' più alto: << Ssh, abbassate la voce. Non appena avremo le armi, andremo dritti alla montagna >> riferì Thorin con voce bassa ad ogni componente, agendo poi in fretta: << Via, via, via >> spinse oltre l' angolo il Nano Nori che prese la rincorsa per salire sulla scaletta di alcuni suoi compagni che era indirizzata verso la finestra aperta esterna dell' armeria. Il Nano si infilò senza alcun problema dentro l' edificio, scavalcando le schiene dei suoi compari: << Sakura sei sicura che sia una buona idea? >> le chiese Tomoyo. La ragazzina non ebbe il tempo di risponderle che già era il suo turno: << Il prossimo >> disse sempre sottovoce il Principe Nano. Sakura quindi partì verso la scaletta di Nani, arrivando da loro con passo quatto e svelto, e saltando verso la finestra con l' ultimo Nano che le fece da trampolino. Li la osservò sempre con espressione preoccupata e attenta all' impulsività che le venne nel decidere di proseguire nella missione delicata: << Il prossimo cliente? >> fece per chiedere il Nano Gloin stando tra quelli che facevano da scaletta per far continuare gli altri compari a salire. Nelle stradine notturne, distanti dall' armeria, alcuni cittadini si erano riversati all' aperto per continuare il chiacchiericcio riguardo alla leggenda del tesoro della montagna. Alfrid li vide, affacciato dal balcone del palazzo del suo Governatore e lo informò di quanto aveva sentito lui al mercato: << Profezia? Chi ha tirato fuori quella vecchia sciocchezza? >> chiese il Governatore in modo beffardo al suo consigliere: << Il popolo, signore. Si riunisce nelle strade. Dice che un Re tornerà alla Montagna Solitaria, e che i fiumi scorreranno di nuovo pieni d' oro >> annunciò con fare ipocrita Alfrid alla Profezia: << Fiumi d' oro? Bagia-nate >> ribattè il Governatore nella sua sala di fronte al balcone, seduto dietro alla sua scrivania nel mentre che contava il suo denaro davanti a sé e prendeva nota su carta, senza dare troppa importanza alle dicierie dei suoi abitanti.

<< Come dite voi, signore. Ma la gente crederà a quello che vuole credere >> rispose Alfrid distogliendo la sua vista all' esterno del balcone per avanzare verso il suo sire: << E' passato del tempo da quando hanno visto ricchezze. Le vecchie leggende offrono speranza >> disse tuttavia con tono veritiero. Il Governatore pensò per pochi secondi a quello che il suo consigliere gli aveva appena detto, fermandosi nel deporre un sacchetto di monete d' oro insieme ad altro denaro sopra una bilancia, prima di riprendere il suo lavoro burocratico. All' armeria tutto filava liscio per il piano di Thorin. Alcuni Nani e il resto del gruppo di Sakura fecero per afferrare già le prime armi in ferro, quali lance e asce: << Queste sembrano già abbastanza pesanti. Aiutami, Tomoyo >> << Eccomi >> disse Meiling per richiamare la sua amica nel dividersi tra loro il carico preso di armi. Thorin e alcuni dei suoi compagni incaricavano Kili di portare giù le armi, poggiandole tra le sue mani una alla volta. Il giovane Nano sembrò sforzarsi da quello che sembrava un peso leggero per i suoi muscoli. Sakura si tenne quasi all' altezza dei suoi occhi una grossa ascia dal legno efficace e dal ferro tagliente: << Ehi, aspetta, Meiling. C'è anche questo. Oh! >> ma la ragazzina urtò per sbaglio con il piede una grossa lancia che stava per caderle in testa: << Attenta >> la avvisò Li frenando la caduta della lancia che avrebbe provocato un gran fracasso nella stanza. I due ragazzini si guardarono l' un l' altro negli occhi con il cinesino che emise un sorriso sincero alla sua amata: << Ti aiuterò anch' io >> disse Li mettendosi come carico la lancia afferrata all' ultimo: << Sì, grazie, Li >> gli rispose Sakura contraccambiando il sorriso, ormai sicura che il suo amato la voleva aiutare nell' impresa del suo ruolo da quattordicesimo membro: << E' troppo pesante per te? Lasciamelo prendere >> << No, tranquillo. E' tutto a posto >> rispose infine Sakura alla preoccupazione di Li. Thorin si accorse poi che Kili digrignava i denti al peso delle armi che portava tra le mani, assumendo un' espressione di sofferenza: << Stai bene? >> gli chiese il Principe notando un impallidimento nel volto di Kili: << Ce la faccio >> rispose quest' ultimo non rendendo conto del dolore che lo affliggeva alla gamba. Thorin fece per dargli un' occhiata veloce prima di mettere tra le mani di Kili un' altra arma presa: << Andiamocene via >> disse come se avesse la situazione in mano il giovane Nano, facendo per avvicinarsi alle scale. Kili gemette d' un tratto, accasciandosi tra i gradini in legno e rovesciando tutte le armi in ferro che reggeva fino a rotolare per poco da essi. Li e Sakura emisero un sospiro di spavento, seguito dal loro veloce girarsi verso il Nano che cedette d' un tratto al peso delle armi.

Gli altri compari che erano fuori dall' armeria a sorvegliarla, sentirono il fracasso e il tintinnio delle lame che sbattevano contro il pavimento, destando che qualcosa era andato storto: << Non va bene >> commentò Balin al rumore udito da fuori. Seguì un breve silenzio tra i Nani all' interno dell' edificio, poi rotto dalla voce di una guardia in arrivo: << Togliti di mezzo! >> esclamò lei accorrendo verso il baccano che proveniva dall' armeria: << Ci hanno scoperto! >> disse Tomoyo intuendo insieme a tutti gli altri che le guardie stavano per giungere sul posto: << Qui dietro! >> avvisò un' altra guardia per avvertire i suoi che vi erano altri Nani all' esterno dell' edificio. Sakura si sentì con l' agitazione addosso quando allo stesso tempo udì la porta d' ingresso dell' armeria che si spalancava di botto: << Scappiamo! >> << E di corsa! Presto! >> urlarono i Nani Dori e Gloin nel loro gruppo che stava di fuori. I pochi Nani rimasti a sorvegliare l' armeria fecero per fare dietro front ma vennero bloccati da due guardie che sprangarono verso di loro le loro armi, cogliendoli nel sacco. Il resto dei Nani all' interno, così come Sakura e Li, fecero per afferrare altre armi dietro di loro per andare alla carica dei soldati. Ma il gruppo ebbe il tempo di voltarsi in avanti che ad un loro urlo di battaglia si ritrovarono la punta delle spade poco sotto il mento delle molte guardie che li avevano circondati. Tomoyo e Meiling erano già state catturate essendo giunte alla fine della scalinata prima di Kili: << Sakura! >> gridò disperata Tomoyo mentre una guardia la teneva con le mani stretta dietro la schiena, così come la cinesina. Li digrignò i denti allo strattonamento che le guardie davano alle loro amiche in trappola. Sakura non potè lo stesso muovere un muscolo alla sottigliezza della spada di un soldato che le si era poggiata alla gola. Il capo delle guardie giunse infine sul posto, mentre Kili che era seduto sui gradini della scala venne afferrato e tenuto a bada con un coltello alla gola da un' altra guardia. Braga era lì mentre esaminava i volti nuovi che cercava di scovare la stessa mattina al mercato, scoprendo che tra di essi vi erano anche degli umani. Thorin rivolse un' occhiata al suo compagno Kili che in qualche modo faceva dare ragione al Principe sul fatto che il giovane si sentisse male in quei momenti, vista la sua faccia raccapricciante che scambiava agli occhi di Thorin. La Compagnia venne quindi arrestata tra il caos generale dei cittadini che ancora erano in giro, e presto sarebbero stati portati al cospetto del Governatore della città.

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Capitolo 23
*** Episodio 274: Un' accoglienza calorosa ***


Le urla dei cittadini che assistettero all' arresto della Compagnia di stranieri si sparsero fino alle porte del palazzo del Governatore. Alfrid fece per sporgersi con la testa oltre un' anta che aprì, per vedere all' esterno cosa stesse muovendo il gran parlare degli abitanti fino alle vicinanze del palazzo. Nella strada che portava alla scalinata del palazzo, si intravidero in avvicinamento delle guardie che reggevano a due a due un componente della Compagnia: << Giù le mani! Non mi toccare! >> sbraitava Dwalin per cercare di dimenarsi dalla fastidiosa presa di due guardie su di lui. Alfrid vide che le guardie erano dirette verso il palazzo, scortando quelli che sembravano dei presunti ladri. In men che non si dica la gente accorreva dietro la lunga fila di guardie, spinta dalla curiosità di vedere i prigionieri presi all' armeria. Ogni Nano e componente del grande gruppo veniva spintonato con forza avanti mentre una pioggia di neve cominciava a scendere su Pontelagolungo, in quella notte che non si adattava all' atmosfera che si creò nella Compagnia. Thorin avanzava composto nella sua posizione da fiero Principe, e notò che la folla ai lati teneva sollevati le proprie torce mentre stavano per giungere ad uno spiazzo prima di una serie di gradinate più avanti: << Ehi! Lasciatemi! Non spingete! >> << Non si trattano così le donne! >> disse per ultima Meiling con la sua amica Tomoyo che si lamentava dai continui strattoni che le davano, mentre Li cercava di allentare la prese delle guardie su di lui. Sakura fece per osservare anche lei lo spiazzo dove stava per giungere, temendo che la folla che si stava riversando ai lati li avrebbe linciati da un momento all' altro. Le guardie si posizionarono nello spiazzo, fermandosi davanti ai gradini del palazzo con i prigionieri in ostaggio. Alfrid fece per rinfilare la sua testa all' interno del palazzo andando subito ad avvertire il Governatore. La Compagnia venne posizionata davanti alle guardie che li tenevano sempre alle strette e con tutti i cittadini che occupavano i lati della passerella. Le porte del palazzo si aprirono per opera di due guardie all' esterno di esse. Il Governatore fece per sistemarsi il suo mantello caldo, uscendo dopo essere stato avvertito per sbrigarsi della faccenda, seguito sempre dal suo consigliere: << Che cosa significa questo? >> domandò indispettito il sovrano fermandosi sotto l' arco del suo ingresso, e notando il caos e l' accalcamento che si era formato davanti a sé.

Fu in quel momento che una voce da dietro la folla fece per giungere fino allo spiazzo: << Sakura! >> urlò Toy facendosi largo tra le persone insieme al suo amico Yuki. Tutti, compreso il Governatore e Alfrid, rimasero confusi alla comparsa di altri due stranieri a Pontelagolungo: << Toy! Yuki! >> rispose Sakura voltandosi dietro ad una guardia. I due ragazzi fecero così per riunirsi anche loro ai membri del loro gruppo, finendo per essere considerati dei complici: << Come stai? >> << Va tutto bene? >> chiesero in generale i due accorsi tra le guardie: << Sì, stiamo bene >> rispose loro Tomoyo: << E lasciami ho detto! >> esclamò di prepotenza Li levandosi di dosso le mani di un soldato che lo stringevano ai polsi. Il Governatore, preso dalla confusione più totale, fece per parlare: << Sospetto che se siete arrivati fin qui con le mie guardie è per un reato commesso >> << No, ascoltateci, dovete lasciarci andare. Abbiamo un compito da portare a termine alla montagna. Noi non siamo dei ladri >> fece per parlare il cinesino ma venne interrotto dalle parole di Braga che rispose alla domanda del suo sire: << Li abbiamo sorpresi a rubare armi, signore >> << Ah. Nemici dello Stato, eh? >> disse schietto e schernevole il Governatore fissando ogni volto della Compagnia, in parte ancora non riconosciuta dai Nani che vi erano: << Un disperato mucchio di mercenari come mai nella vita, signore >> aggiunse Alfrid etichettando spregievolmente i prigionieri: << No, non è così, invece >> si impose Sakura: << Frena quella lingua! >> giunse infine la voce del Nano Dwalin che rivolse parola decisa al cospetto del Governatore. Questi fece per tendere la testa all' essere dalla corporatura grossa che si faceva avanti nel gruppo: << Tu non sai con chi parli. Lui non è un criminale qualunque. Lui è Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror! >> mise in guardia il sovrano della città, presentando il famoso discendente della casata dei Durin, quali aveva sangue nobile. Il Governatore aggrottò la fronte ancora preso dalla confusione mentre Thorin si congiungeva con il suo amico fedele che gli aveva dato onore. Il sire della città ebbe in un secondo momento chiare le idee, seguito dal mormorio dei cittadini intorno che cominciavano anche loro a rammentare il nome di Thror: << Noi siamo i Nani di Erebor. Siamo venuti a reclamare la nostra terra natia >> dichiarò Thorin in mezzo allo spiazzo, senza vergognarsi della sua fama riconosciuta da tutti i cittadini incuriositi. Il sovrano di Pontelagolungo cominciò a emettere una faccia sconvolta alla ricomparsa di un gruppo di Nani che volevano riprendersi la loro montagna dalle mani del Drago Smaug: << E quelli? Sono anche loro dei Nani? >> chiese il Governatore indicando i due ragazzi appena giunti sul posto: << No, veramente noi siamo dei comuni umani >> rispose Yuki innocentemente: << Siete cittadini del Lago? >> << Ehm, no. Noi siamo... >> << Allora starete meglio in cella >> tagliò corto il Governatore alla risposta di Yuki che risvegliò l' irritabilità del suo amico.

<< La prossima volta farai parlare me, Yuki. D' accordo? >> disse Toy come da monito all' amico che li aveva messi ancora più nei guai: << Sì. Scusate, ragazzi >> disse Yuki grattandosi la testa in segno di imbarazzo mentre i tre ragazzini, tranne Sakura che smorzò la scena con una risata forzata, sbuffavano dall' ingenuità del loro amico. Thorin fece per parlare apertamente ad ogni abitante della città, quasi lo volesse coinvolgere nelle parole armoniose che suscitavano un aiuto da parte loro per l' impresa dei Nani. Il Nano osservava le strutture di ogni costruzione in palafitte, invitando le orecchie di tutti a pararsi verso di lui: << Ricordo questa città al tempo della sua grandezza. Flotte di navi attraccate al porto, colme di sete e gemme preziose. Questa non era una città abbandonata sul lago. Questo era il centro di tutto il commercio del Nord! >> battè deciso il Principe inneggiando la bellezza di una volta di Pontelagolungo, prima che la montagna fosse presa da Smaug. Nel mentre che parlava, Thorin fissava come se fosse un generale ogni suo membro della Compagnia che lo guardava come da buon capo qual era nel coraggio che metteva nel pronunciare il discorso. La folla ricominciò a parlare tra sé, trascinata dalle parole di Thorin che vedeva nella città ancora speranza di commercio: << Io garantirei il ritorno di quei giorni. Riaccenderei le grandi fornaci dei Nani e farei fluire benessere e ricchezza di nuovo dalle Sale di Erebor! >> annunciò con grande inno Thorin. La gente scoppiò in un' esultanza senza fine, sollevando in aria le torce al discorso di un condottiero con grande carisma, che aveva al comando la Compagnia dei Nani. Thorin cercò infine l' appoggio del Governatore, indirizzandogli un' occhiata per conoscere la sua risposta: << Morte! Ecco che cosa ci porterai! >> rispose con un grido un cittadino dalla voce familiare che si faceva largo tra la folla esultante di gioia all' avverarsi prossimo della profezia leggendaria. Fece la sua entrata in scena anche Bard che risultò del tutto contrariato, a differenza del gruppo, di quanto Thorin aveva in mente di fare: << Bard? >> disse Sakura sconcertata quanto i suoi amici all' opposizione del chiattaiolo che li aiutò ad entrare in città di segreto. La folla rimase anch' essa confusa, rimanendo ad ascoltare le parole di malaugurio di Bard che si parava parallelamente a Thorin: << Fuoco di drago e rovina. Se risveglierai quella bestia... distruggerà tutti noi >> annunciò lui con voce disfattrice: << Potete dare ascolto a questo oppositore, ma io vi prometto una cosa... >> ribattè Thorin per tranquillizzare la folla che accennava già alle prime preoccupazioni: << Se riusciremo, tutti condivideranno le ricchezze della Montagna >> e ancora una volta, la frase rassicurante di Thorin ebbe successo tra i cittadini che vennero risollevati da quelle parole, tornando a sperare ai giorni più belli di un tempo: << Avrete abbastanza oro da ricostruire Esgaroth per dieci volte almeno! >> promise a gran voce ed esultando il Nano. Ogni persona venne fatta scaricare di una dose di adrenalina nell' animo allo spirito da guerriero di Thorin, riprendendo a chiacchierare vivacemente sulla questione.

In mezzo ad una importante decisione che si doveva prendere, Sakura e i suoi amici speravano alla fine in una loro salvezza dalle celle del Governatore per mano delle parole veritiere e oneste di Thorin. Anche i Nani annuivano concordanti al volere del loro capo che riuscì a coinvolgere un' enorme folla intorno a sé con la sola forza del discorso, mentre la neve cadeva ancora sopra la città, e i fischi di successo si levavano verso Thorin che ebbe in pugno la convinzione di tutta Pontelagolungo. Il Governatore doveva emettere solo la sua risposta di affermazione all' osservare la volontà democratica che fu dalla parte del Nano. Il sire della città, d' altronde, non voleva di certo avere il proprio popolo contro: << Perchè dovremo crederti sulla parola, eh? Noi non sappiamo niente di te >> si aggiunse una voce viscida dalle gradinate che mise ancora in guardia tutti su ciò che il Nano disse, non convincendosi se non prima aver visto i fatti. Quella persona era Alfrid, messo in disparte fino a quel momento, che ora coglieva i dubbi assopiti nel cuore di tutti: << Chi può garantire per la tua onestà? >> chiese ancora il consigliere del Governatore al suo fianco. Bard sperava che qualcuno fermasse il Nano trascinatore della folla, ma non si sarebbe mai aspettato un intervento di Alfrid. La folla si ammutolì anch' essa al silenzio che calò nel cuore di Thorin, con gli stessi suoi compagni che sembravano non soddisfare la domanda di Alfrid all' approvare del buon carattere del loro capo. Tutto sembrò volgere dalla parte di Bard, con le altre genti che continuavano a mormorare distinte tra loro: << Io... garantirò per lui >> rispose infine Sakura sollevando la mano per difendere il suo amico Nano. Tutti si voltarono, compresi i suoi amici, verso la ragazzina intravista per poco dal Governatore che ora la fissava come se fosse uno sgorbio. La giovane cattura carte, tra lo stupore quasi anomalo del gruppo che diede una prova a loro della sua maturità, fece per affermare l' onestà di Thorin, anch' egli voltatosi verso di lei con fare inaspettato: << Ho viaggiato a lungo insieme ai miei amici con questi Nani, affrontando grandi pericoli. E se Thorin Scudodiquercia dà la sua parola, la manterrà >> dichiarò Sakura facendo onore al Nano che le rivolse un sorriso di fiducia reciproca. La gente fu soddisfatta della risposta di uno dei complici estranei alla Compagnia di Nani e si rimise ad esultare: << Bravissima, Sakura. Proprio delle belle parole >> commentò Meiling all' abilità della sua amica mentre Yuki, Toy e gli altri insieme a lei le davano un sorriso di approvazione. Ma a frenare l' entusiasmo della folla fu un nuovo intervento, questa volta dello stesso Bard che cercava di rindirizzare la gente al ragionamento: << Tutti voi! Ascoltatemi! Dovete ascoltarmi! Avete dimenticato quello che è successo a Dale? Dimenticato quelli che sono morti nella tempesta di fuoco?! >> chiese a gran voce a tutti i suoi concittadini ricordando la calamità che si sarebbe abbattuta su Pontelagolungo come successe tanti anni fa a Dale.

Le persone, coperte con pesanti abiti dal freddo della neve che cadeva, emisero dei volti di tristezza e di condoglianza al ricordo delle vittime che ci furono nella città che giaceva vicino a Erebor un tempo. Thorin ebbe di nuovo un tracollo nel gestire di nuovo quella situazione, notando tra l' amarezza sua e quella del suo gruppo che le parole pesanti di Bard stavano avendo la meglio: << E per quale motivo? La cieca ambizione di un Re della Montagna, così preso dall' avidità da non riuscire a vedere oltre il proprio desiderio! >> tuonò deciso Bard a Thorin con la gente che ora fissava il Nano come il colpevole prossimo ad un disastro, essendo ereditario del sangue di Thror così della sua pazzia: << Io lo ammazzo! Lo ammazzo! >> gridava Dwalin cercando di andare verso Bard per dargli una lezione e farlo zittire dal tradimento che inflisse a loro, ma anche stavolta i suoi compari pensarono meglio di tenerlo a bada. Sakura si sentì in qualche modo anche lei colpita dalle parole del chiattaiolo, ritrovandosi impotente ad ogni suo intervento da prestare ancora a Thorin mentre la gente si faceva l' idea sbagliata su di lui, commentando a bassa voce: << Oh, Sakura... >> disse Toy vedendo la sorellina dispiaciuta. Ma il Governatore sembrò essersi messo d' accordo con qualcuno sul volere che Thorin dovesse per forza partire: << Suvvìa, suvvìa! Non dobbiamo, nessuno di noi, essere troppo frettolosi a dare la colpa >> avvertì il sire della città: << Non dimentichiamo che è stato Girion, Signore di Dale, tuo antenato, che fallì nell' uccidere la bestia! >> confessò infine a gran voce a tutta la piazza, trattenendosi per poco da una risata beffarda rivolta all' arciere, che lo mise in una pessima posizione per lui e per i legami con i suoi abitanti. A quelle parole, ogni membro della Compagnia compreso Thorin, rimase scioccato dalla discendenza di Bard che aveva con Girion, mentre la folla proseguiva nel commentare ogni sentenza che si diceva in quel momento: << E' vero, signore. Tutti conosciamo la storia. Freccia dopo freccia ha scoccato. Ognuna ha mancato il bersaglio >> aggiunse velenosamente anche Alfrid che era osservato da Bard come l' unica persona dalla quale non voleva essere soppiantata a parole. Ma Bard non poteva mentire a ciò, perfino lui lo sapeva che le freccie che vennero scagliate contro Smaug dal suo antenato avevano fatto cilecca. Fu un momento di puro imbarazzo per l' arciere che si dimostrò aspro nei confronti di Thorin, anche perchè la sua famiglia ne avrebbe risentito nei giorni a seguire con le chiacchiere che sarebbero saltate di bocca in bocca su di lui. Con un ultimo bricciolo di resistenza, Bard fece per avvicinarsi davanti al Nano: << Non hai alcun diritto. Alcun diritto a entrare in quella Montagna >> gli disse con frustrazione l' arciere: << Io sono l' unico ad averlo >> ribattè schietto e pacato Thorin, del tutto contrario con l' atteggiamento del suo rivale. Ormai Bard non aveva più voce in capitolo, e Thorin fece anche lui per ignorarlo, rivolgendosi adesso al Governatore cui attendeva ancora risposta.

Il Principe Nano gli riferì apertamente e direttamente la proposta che prima divulgò al popolo, e il sire reale era pronto ad ascoltarlo volentieri: << Mi rivolgo al Governatore degli Uomini del Lago. Vuoi vedere la profezia realizzata? Vuoi condividere la grande ricchezza del nostro popolo? >> gli chiese insistentemente come per soggiogarlo ad un' offerta che non poteva più ripetersi in tutta la vita ad un signore del Lago. Thorin fece per salire di poco i gradini con Bard che lo seguiva nei movimenti come se fosse un' ombra pronto a riprendersi il posto da adulatore del popolo. Il Governatore rimase a pensare alla sua risposta, scrutando gli occhi e i volti dei cittadini che erano con il fiato sospeso al conoscere il suo esito: << Cosa rispondi? >> gli domandò ancora Thorin. Il Governatore si distaccò dalla sua espressione da pensatore e indirizzò il suo sguardo sul Principe Nano a decisione presa: << E io dico a te... Benvenuto! Benvenuto! Tre volte benvenuto Re sotto la Montagna! >> esclamò dalla gioia il sire della città allargando le braccia per accogliere calorosamente l' impresa di Thorin. La folla scoppiò di nuovo nel suo entusiasmo di sempre, lasciando che le orecchie di Bard si addolorassero insieme al suo orgoglio alle parole e ai gesti del Governatore che ebbe piena fiducia nel popolo che governava da sempre. Le persone si abbracciavano dalla felicità non appena il Nano sarebbe tornato da loro con immensi quintali d' oro: << Hai sentito, Li? Partiamo! >> << Sì, ho sentito... >> rispose il cinesino un po' triste quando Sakura gli prese le mani per stringerle forte con le sue mentre Toy, a differenza del suo gruppo che emise un sorriso alle emozioni della folla, rimase serio a ciò, dubitando di quello che Thorin aveva annunciato ad ogni abitante del lago. Alfrid mostrò il suo sorriso dai denti ingialliti di cui era fatto in tutto il suo buffo e brutto aspetto. Thorin si mise un gradino più in alto, adesso più alto rispetto a Bard, in segno di superiorità. L' arciere guardava con disprezzo il Nano che ebbe a pieno gli ascolti della folla, divenendo così il nuovo paladino di pace e benessere di Pontelagolungo che rimpiazzò dalla scena Bard. La gente applaudì al volere tutti i costi la partenza della Compagnia di Nani che avrebbero portato fortuna a loro, dopo tanti anni di declino in commercio e dimenticanza da gran parte di altri popoli, a parte gli Elfi Silvani. Sakura era il quattordicesimo membro, e insieme ai Nani, sarebbe dovuta partire in assenza del suo gruppo d' origine e del suo Li. Una grande festa si svolse al palazzo del Governatore in quella notte di neve per il grande gruppo fatto prigioniero, fino a che non sarebbe sorta l' alba del giorno successivo, che sarebbe stato il giorno della partenza alla Montagna Solitaria.

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Capitolo 24
*** Episodio 275: La Montagna Solitaria ***


Il mattino del giorno dopo arrivò con soddisfazione all' immensa folla che era riversata in tutta la Città di Pontelagolungo. Era il 20 Dicembre, esattamente l' ultimo giorno d' autunno prima del Dì di Durin che sarebbe iniziato per i Nani con la comparsa della luna. Ogni cittadino scalpitava per vedere la partenza della Compagnia di Nani verso la Montagna, in modo che questi potessero distribuire grandi quantità di denaro per la rigiovinezza dell' intera città sul lago. Sakura e il suo gruppo vennero rilasciati dalla loro prigionia, essendo compari dei Nani. Yuki e Toy, del resto, tornarono a casa di Bard al sicuro dopo i festeggiamenti che si svolsero al palazzo reale e dopo aver salutato la loro compagna prima che potesse partire. In quanto all' arciere, egli decise che la sua faccia non dovrà essere più rivista da ogni altro cittadino, per via dello sfregio causatogli dal Governatore la sera prima in piazza. Il Governatore stesso procurò armi e armature ai prodi Nani, vestendoli con gli indumenti delle sue guardie con mantello rosso e con elmetti solite delle guardie. La grande Compagnia si faceva largo tra gli abitanti che sostavano ai lati del passaggio che conduceva fino al sentiero del lago dove erano ancorate le barche che dovevano prendere gli avventurieri per dirigersi verso la Montagna. Ad accompagnare Sakura nell' ultimo tratto di strada ci furono anche i suoi tre amici che volevano salutarla prima che partisse: << Lo sai che siamo a corto di uno. Dov'è Bofur? >> chiese la ragazzina a Thorin: << Se non è qui, lo lasciamo indietro >> rispose senza mettersi problemi il Nano facendosi spazio verso il porticciolo: << Sì. Per trovare la porta prima del calare del sole, non possiamo rischiare ulteriori ritardi >> disse concordo Balin reputando che ogni membro che non era presente sul momento non poteva più essere aspettato. Sakura rimase zitta, non aggiungendo altro alla decisione di Thorin. Dietro di lei, a chiudere la fila, c' erano Li, Tomoyo e Meiling: << Grazie, ragazzi, per avermi accompagnato >> << Figurati. Non potevamo lasciarti senza averti salutato prima >> rispose Tomoyo per i due suoi amici in cui era in mezzo: << Lo sai, adesso comincio a pentirmi di aver dimenticato la telecamera a casa. Quel cappello da soldato ti sta a meraviglia, Sakura >> fece infine un complimento all' amica: << Oh, ti ringrazio >> rispose la cattura carte con un sorriso. Li si limitò solo a rimanere in silenzio, essendo in preoccupazione per la separazione dalla sua amata.

Sakura si accorse ancora una volta dell' espressione triste di Li. Nel mentre che i Nani passavano entravano uno alla volta nella grande barchetta piena di provviste per il viaggio, Sakura colse l' occasione per attirare l' attenzione del cinesino che ebbe lo sguardo fisso a terra: << Allora, non mi dici niente? >> chiese Sakura destando Li dal suo stato di tristezza: << Oh, beh, io... >> << Cosa c'è? Sei diventato timido tutto di una volta? Forza, parlale >> lo incoraggiò ironicamente Meiling da dietro. Tra il balbettìo di Li e il sorriso sereno di Sakura, che era per poco divertita insieme a Tomoyo all' imbarazzo del cinesino, quest' ultimo fece per parlare: << Sakura, ti auguro buona fortuna, amore mio. E solo... stai attenta, va bene? >> le disse Li con voce triste: << Sì, senz' altro. Starò sempre in guardia, te lo prometto >> a quelle parole, che Li pensava sarebbero state le ultime, questi riprese a rimanere muto nel suo silenzio: << Mi sembri un pesce, lo sai? >> << Cosa? >> << Il tuo atteggiamento serio a volte mi fa dire cose su di te che non pensavo di dire mai. Ah, ah, ah >> rise Sakura per sdrammatizzare la situazione. Questo fu un buon segno per Li, che emise anche lui un sorriso ironico alla battuta: << Ehm, scusami. Non avrei dovuto dirtelo >> si ricompose Sakura non notando dal muso inclinato del cinesino che vi era un sorriso: << No, tranquilla. Ci rido su anch' io. Eh, eh >> rispose Li stando al gioco di Sakura: << E' solo che non ci siamo mai allontanati così tanto. Ed è la prima volta che ti ritroverai senza di me al tuo fianco. Abbiamo passato tante avventure insieme, e un po' mi sembra strano lasciarti da sola >> << Non sarò del tutto sola di te >> ammise francamente la cattura carte con l' armatura da soldato che le stava a pennello: << Ricorda i nostri sentimenti. Il nostro cuore. Finchè saremo legati da questi, ci sentiremo le emozioni reciproche e saremo in grado di sapere se siamo in pericolo o no >> poi fece per per prendere la mano destra di Li per metterla all' altezza della posizione dove si trovava il cuore, poggiandola nel ferro dell' armatura che si portava. Sakura fece lo stesso con la sua mano per sentire il cuore di Li che pulsava allo stesso ritmo del suo: << Siamo legati nel nostro amore. Non ci potrà succedere niente finchè potremo contare l' uno sull' altra >> disse sorridendo ancora la ragazzina. Il cinesino ebbe gli occhi pieni di emozione a quelle parole, rimanendo per un attimo incantato alla bellezza del dolce viso di Sakura come la prima volta in cui la vide e se ne innamorò. Li si distaccò dalla presa di Sakura alla sua mano, e si gettò su di lei in un abbraccio forte. Tomoyo cercò di asciugarsi gli occhi all' addio strappalacrime che vi fu in quell' abbraccio romantico tra la sua amica e Li. Entrambi erano più che convinti che sarebbero tornati, e che il loro legame era così forte da garantire la loro incolumità e quella di chi li circondava. Sakura sorrise oltre la spalla di Li, stringendo anche lei la presa delle sue braccia su di lui prima di salire nella barca.

<< Cerca di tornare in fretta, mi raccomando >> le disse ancora Li, bisbigliandole dalla sua spalla: << Sì >> rispose corto Sakura ormai non avendo più altro da aggiungere. I due si staccarono dall' abbraccio, lanciandosi gli ultimi sorrisi prima di voltarsi per le proprie strade. Sakura quindi salì nella barchetta, dopo che alcuni Nani prima di lei la precederono. Thorin preferì essere lui il chiudifila, aspettando che tutto il suo gruppo si fosse seduto comodo nell' imbarcazione e per sistemare le armi che gli venivano passate da alcuni uomini. Ma il giovane Principe mise una mano sul petto dell' armatura di Kili: << Tu no. Dobbiamo andare veloci, ci rallenteresti >> spiegò al Nano dal volto pallido che con tutta certezza si sentiva male. Kili guardò dapprima confuso Thorin, constatando superficialmente l' avvertimento pacato che gli diede: << Ma di che parli? Io vengo con voi >> << Non ora >> rispose Thorin sistemando le ultime armi sulla barca ad una smorfia derisoria di Kili. Fili, il fratello di quest' ultimo, udì delle parole dalla bocca del Principe che sembravano frenare Kili, il quale afferrò chiaramente la serietà dell' ordine del suo capo. Ma Kili non volle arrendersi, e obiettò con la voce che gli si faceva sempre più stanca: << Io ci sarò quando quella porta sarà aperta. Quando scorgeremo le Sale dei nostri Padri, Thorin >> si dava la carica, ma nulla potè contro l' insistenza calma e gentile del Principe Nano che gli ribadì: << Kili, resta qui. Riposa. Ci raggiungi quando guarisci >> disse sorridendo e mettendogli una mano dietro la testa per rincuorarlo, dopo aver constatato le pessime condizioni di Kili. Thorin fece per voltarsi verso la barca, lasciando Kili inerme lì in piedi sul ponticciolo. Il giovane Nano si sentì deluso e frustrato dall' ordine decisivo e religioso del suo superiore che non meritava urla insistenti e inutili al tono calmo che assunse con un suo compagno: << Io resto con il ragazzo. Il mio dovere è stare con i feriti >> obiettò il Nano Oin scendendo dalla barca per stare al fianco di Kili che andava assistito. Fili notò la situazione come prendeva una piega scomoda, e fece anche lui per protestare contro Thorin per il fratello che doveva lasciare indietro, mentre Dwalin continuava a svolgere il suo compito di sistemare le armi sulla barca: << Zio. Siamo cresciuti con le storie della Montagna. Storie che tu ci hai raccontato. Non gli puoi togliere questo! >> battè irritato il Nano biondo: << Fili >> lo richiamò inutilmente la voce di Kili per non dare importanza alla faccenda, ma Fili non demordeva dal non separarsi dal fratello: << Lo porterò in braccio, se devo! >> << Un giorno diventerai re e capirai. Non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo Nano. Neanche se è un parente >> avvertì quasi con amarezza Thorin. Ma l' attenzione del nipote Fili era ormai rivolta verso la sofferenza di Kili, il fratello cui aveva un legame stretto da sempre e da cui non voleva partire senza. Sembrò un' altra situazione quella, paradossa però alla separazione tra Sakura e Li. Questa volta erano protagonisti due Nani che, in confronto, non si lasciavano dividere dalla loro fratellanza.

Fili quindi fece anche lui per scendere dalla barca contro il volere dello zio per stare al fianco di Kili: << Fili, non essere sciocco. Il tuo posto è nella Compagnia >> lo frenò per un braccio Thorin: << Il mio posto è con mio fratello >> ribattè deciso lui staccandosi dalla presa di Thorin che rispetto a quest' ultimo dava poca importanza all' impresa, mettendo prima davanti l' amore per i suoi familiari. Infine, giunse il momento della partenza, a meno di inconvenienti tra i membri della Compagnia. La fanfara, composta da alcune guardie del Governatore, fece per suonare ognuna le proprie trombette, accompagnando l' entrata del sire della città con il suo leccapiedi di sempre Alfrid sopra un podio in legno per inaugurare la cerimonia di partenza dei Nani verso la Montagna Solitaria. La gente ora acclamava con entusiasmo il Governatore che ora si mise in pace con il suo popolo: << Buona fortuna, Sakura >> le disse Tomoyo per sovrastare le grida di gioia delle persone alla sua amica. In quel momento, quando la fanfara smise di suonare, Bofur si destò dal suo sonno all' interno del salone del palazzo. Il Nano era sdraiato sotto un tavolo, e dormì per tutta la notte lì sotto tra il cibo che mise sotto i denti e il vino che bevette in gran quantità: << Oh, per la mia barba, è già l' ora? Ah! >> disse accortosi della luce del sole dalla finestra sopra di lui, e sbattendo la testa contro il tavolo. Il Nano tra la sua goffagine e già indossante l' armatura per il viaggio, si ricompose in piedi in fretta per partire alla volta del porticciolo con il Governatore che iniziava ad annunciare il suo discorso. Bofur non lasciò, prima di gettarsi fuori, neanche un goccio del vino che aveva nel suo bicchiere, e lo finì di bere in tutta fretta. Le porte del palazzo si spalancarono di botto e Bofur fece per discendere di corsa i gradini stretti: << Aspettate! >> gridò lui sentendo il discorso del Governatore che stava per finire e cercando di raggiungere svelto la barchetta: << Andate ora con la vostra benevolenza e il nostro augurio. E possa il vostro ritorno portare buona fortuna a tutti! >> concluse solenne e gioioso il sovrano in veste regale e pesante, portando un cappello dalla piuma rossa in testa. Le trombette tornarono a suonare seguite dagli applausi d' addio della folla che vedeva la barchetta con i Nani e Sakura che cominciavano a remare verso la Montagna. Alfrid e il Governatore emisero un sorriso forse un po' forzato rivolto agli avventurieri che salpavano oltre Pontelagolungo. Kili emise un' espressione triste e delusa, oltre al suo stato di malessere, al vedere i suoi compagni che avevano l' onore di assistere ad un evento che non poteva più ripetersi. Alcuni Nani che erano al comando dei remi fecero per salutare la molta gente intorno che li adulava, e si sentirono un po' in imbarazzo a riguardo, decidendo di sbrigarsi con l' avanzare avanti: << Ciao, Sakura! Abbi cura di te! >> << Ci rivedremo presto, amica mia! >> la salutarono da lontano Meiling e Tomoyo.

Sakura fece per chinarsi di poco il cappello da soldato che si portava in testa come se fosse una scodella al saluto delle sue amiche: << Ci rivedremo presto... >> disse tra sé e sé Li malinconicamente mentre vedeva il sorriso della sua amata che gli si volgeva verso di lui. Bofur riuscì a infiltrarsi nella sua lunga corsa in mezzo alla folla: << Scusate! Scusate! Fate largo! No! >> disse infine quando sbucò da un gruppo di persone, arrivando però troppo tardi. La barchetta era già verso il largo con tutti gli altri suoi compari che si beccavano l' esultanza dei cittadini del lago. Bofur rimase sconcertato a ciò, pensando di essere l' unico rimasto a riva, ma si dovette ricredere quando vide altri suoi compagni al suo lato, tra i quali Oin, Fili e Kili: << Ah. Anche voi avete perso la barca? >> chiese ingenuamente a loro. Kili gemette di nuovo in avanti sotto gli occhi del fratello: << Kili? Kili! >> cercò di reggerlo insieme a Oin. Kili ansimava sempre di più dal malessere che gli pervenne d' improvviso. Bofur fece per voltarsi da una parte e dall' altra per cercare i restanti amici di Sakura. Li trovò poco distanti e li richiamò: << Ehi, ragazzi! Abbiamo bisogno del vostro sostegno! >> esclamò il Nano sovrastando le grida della gente per richiamare i tre ragazzini. Questi fecero per fare la scoperta del malessere di Kili, dopo essere stati attirati dall' avvertimento di Bofur. Non appena la cerimonia di partenza terminò, il gruppo riunito ebbe la possibilità di cercare aiuto nei paraggi. Intanto, il Governatore, scortato insieme al suo consigliere dalle guardie, discuteva riguardo l' impresa dei Nani: << Ehi! Forza! Via di qui! Forza! >> disse Braga ad una calca di bambini in mezzo che disturbavano la camminata regale del Governatore. Le guardie, rozze come il loro sovrano del resto, si imponevano con lo stesso trattamento ai cittadini del lago: << Magistralmente condotto, signore. La vostra popolarità non è mai stata così alta. Tutta la città cinguetta il vostro nome >> disse Alfrid complimentandosi con il suo sire in mezzo alle guardie che facevano la strada verso il rientro al palazzo. Braga fece per spingere da una parte una vecchia signora, senza avere alcun ritegno per lei, sotto gli occhi indifferenti dell' altezzosità del Governatore: << Sì, una mossa astuta. O i nostri piccoli amici ritornano trionfanti, nel qual caso ragranello dei bei soldini, o il vecchio Smaug si nutrirà di Nani per un giorno o due. La cosa importante è che sono fuori dai piedi >> rispose il sire incurante della vita del gruppo dei Nani, tenendo solo alla bellezza del tesoro nascosto alla Montagna. Egli quindi aveva assecondato il suo popolo solo per avere accesso infine solo lui alle monete d' oro in un suo sporco piano architettato. Le guardie si posero ai lati del Governatore e di Alfrid, lasciandoli passare per fare le gradinate dell' entrata. Spuntarono da un angolo di un edificio vicino al palazzo, il gruppetto che non partì verso la Montagna. Cercavano aiuto da ogni parte, alla ricerca di una persona volenterosa che li stava ad ascoltare: << Non c'è nessuno che ci può aiutare? >> chiese Li quasi disperato: << Forse loro sì! >> rispose Tomoyo avvistando il Governatore e Alfrid che salivano le scale.

Fili fece per richiamarli: << Vi prego, aspettate! >> giunse d' un tratto una voce proveniente dietro le fila di guardie immobili. Alfrid emise una faccia scocciata all' interruzione che giunse a lui e al Governatore, e scoprirono che vi erano quattro Nani che rimasero in città, accompagnati da altri tre ragazzini appartenenti allo stesso gruppo. Uno dei Nani era tenuto dalle braccia da due dei suoi compari, mentre l' altro teneva il suo apparecchio acustico vicino ad un' orecchia. Fili, che reggeva il fratello malato a sinistra di questo, proseguì nel supplicare il sire e il consigliere della città: << Vi prego. Ci occorre il vostro aiuto. Mio fratello è malato >> << Malato? E se è contagioso? Stai dietro. Alfrid, Alfrid, non li fare avvicinare >> disse il Governatore schizzinoso, mettendosi un fazzoletto al naso per evitare di respirare l' aria malsana che mandava il Nano verso di lui. Alfrid fece per prendere le difese del Governatore, proteggendolo da un qualsiasi avvicinamento a loro: << Per favore, ci occorre una medicina >> aggiunse Oin parandosi davanti ad Alfrid con Li e le sue due amiche che rimasero inermi a guardare la scena, non potendo fare altro: << Ho l' aria di uno speziale? Non vi abbiamo dato a sufficienza? Il Governatore ha molto da fare. Non ha tempo per occuparsi di Nani malati. Sparite. Levatevi di torno >> rispose con disprezzo e senza cuore Alfrid, ordinando al gruppo di andarsene: << Ma non è contagioso. Fermi! Sapete almeno se c'è un qualcosa che possa guarirlo? >> chiese Tomoyo avvicinandosi ad Alfrid. Ma questi respinse anche la frase della ragazzina: << Sparisci anche tu e tornatene a giocare con le bambole, mocciosetta >> << Ehi! Non ti permetto di trattare così la nostra amica >> sbottò Meiling tirando con forza la veste nera di Alfrid, lanciandogli un' occhiata accigliata che non ebbe effetto sul gesto oltraggioso cui si sentì afflitto il consigliere del Governatore: << Tu! Come ti permetti, ragazzina?! Alzare le mani ad un vice del Governatore? Sei fortunata che hai la nostra benevolenza, altrimenti tu e i tuoi insulsi amici sareste già freschi in cella. E' ovvio che la gente come te è stata istruita in una stalla >> << Che cosa hai detto?! >> domandò la cinesina per caricare un pugno verso Alfrid che la provocava, ma Li fece per allontanarla: << Basta così, Meiling. Andiamocene via >> disse alla cugina che sbraitava anche da lunga distanza. I Nani fecero per proseguire oltre insieme al loro gruppo di umani, dopo che le guardie li spinsero con agitazione, e non ebbero l' aiuto sperato del Governatore. Questi fece per finire di salire i gradini con alle spalle il suo consigliere, lamentandosi con lui fino all' ingresso del palazzo riguardo agli elementi che ancora erano sparsi intorno a loro: << Quello che occorre a questa città, Alfrid, è una bella ripulita. A cominciare da un certo piantagrane che ha ritenuto di dubitare della mia autorità >> << Un certo chiattaiolo, signore >> << Appunto! >> concluse infine il Governatore alla correzione che gli fece il suo fido Alfrid.

I Nani respinti senza pietà dalle guardie reali, fecero per arrivare a casa di Bard, l' unico con cui andavano d' accordo e che conoscevano. Bard aprì la porta, trovandosi di fronte le facce dei Nani: << No. Ho chiuso con i Nani. Andate via >> disse corto per chiudere la porta in faccia a loro, ricordando la figuraccia cui si pose anche la Compagnia di Thorin: << Ehi, ci siamo anche noi! Aspetta! >> intervenì Tomoyo cercando di aiutare Bofur e Oin a riaprire la porta: << No, no, no! Per favore! Nessuno ci darà una mano. Kili sta male. Sta molto male >> spiegò lo stesso Bofur constatando le pessime condizioni del Nano che alzò a malapena la testa in su, tremando e scolorendosi in volto dalla sua carnagione chiara di sempre a vista d' occhio. Bard notò anche lui la pessima cera di Kili, rimanendo esitante sull' uscio se poteva fare qualcosa per Kili: << Ma che succede? Eh, ragazzi? >> domandò Yuki sbuccando dal salotto della casa di Bard insieme a Toy. I due ragazzi scoprirono anche loro che Kili era sempre più debole in forze, visto il suo volto pallido. Intanto, Sakura e i restanti dieci Nani, tutti compresa lei indossanti armature dei soldati di Pontelagolungo, proseguivano il loro viaggio in barca. Avevano già preso il largo del fiume della città, ritrovandosi nel lago aperto. Sakura guardava la città sul lago che si faceva sempre più lontana alla sua vista mentre la sponda opposta era più vicina. Thorin stava in piedi sulla prua della barca, fissando l' agglomerato di montagna che riuscì a scorgere chiaramente insieme agli altri. La Montagna Solitaria era ben visibile ai suoi occhi. Enorme in tutta la sua grandezza, il monte che da molto era stato sempre la casa dei Nani, ora stava per essere raggiunto da essi. Prima della Montagna vi erano delle colline per poco innevate sulla superficie, così come lo era il grande lago che attraversavano, districato da pezzi di ghiaccio dal freddo pungente che doveva fare da quelle parti. Il sole era comunque caldo sulla neve che scioglieva a poco a poco, facendo arrivare un nugolo di nebbia alla base della costa cui stava per attraccare la barca. Una volta giunti alla costa, la Compagnia si levò le pesanti armature cui donarono loro la gente del lago, cominciando a risalire il pendio delle colline prima della montagna. La nebbia scese dopo poche ore a metà del loro cammino che non terminò qui. Dopo il pendio, i Nani con la loro scassinatrice, percorsero a piedi il lungo tratto delle lande piatte che si presentavano passo dopo passo, accompagnati dalla chiarezza del cielo con le nuvole che si lasciavano dietro per l' altezza cui dovevano avere raggiunto nella Montagna. Camminarono ancora per un po' tra le lande composte in piccola parte da rocce. Passò molto tempo da quando la Compagnia intraprese quella lunga camminata, vedendo sempre lo stesso paesaggio di rocce e pietra nei paraggi. Sakura si fermò un attimo, pensando quasi incredula che vi erano solo deserti sopra quelle colline senza neanche un minimo di vegetazione: << Che silenzio >> commentò lei alla troppa tranquillità del posto: << Non è stato sempre così >> rispose Balin alla frase della ragazzina, affaticato dal troppo camminare. Il Nano indicò una parte deserta del luogo alla destra di Sakura, mentre un tordo volava di fronte a lei per posarsi nella roccia più avanti.

Balin raccontò così come si presentava un tempo il paesaggio delle colline in cui transitavano: << Una volta, quelle colline erano ricoperti di boschi. Gli alberi erano pieni di canti di uccelli >> affermò veritiero fissando ogni parte in cui c' era una volta una boscaglia immensa, ora sparita misteriosamente col tempo, lasciando solo tronchi spogli. Sakura era più incantata a guardare l' uccello che si era posato sulla roccia, come se fosse un animale spensierato in quel silenzio adatto alle orecchie di tutti: << Tranquilla, signorina Kinomoto. Abbiamo cibo. Abbiamo arnesi. Siamo ormai a buon punto >> la rincuorò Thorin giungendo da dietro mentre faceva i passi in contemporanea con l' appoggiare la punta della sua spada al terreno come se fosse un bastone. Egli si fermò d' improvviso per poco, scorgendo all' orizzonte un qualcosa di familiare. Il Nano emise il passo felpato nel raggiungere il ciglio di un cumulo di rocce che si affacciavano nel vuoto. Il Principe, con solo una tunica addosso e il suo abbigliamento in scarponi e pantaloni, si posizionò come se fosse un capitano che scrutava il mare in lontananza, e si poggiò all' elsa della sua spada nell' inquietitudine che lo assalì in quegli istanti al paesaggio che vide oltre. Delle rovine di una grande e maestosa città di un tempo si riuscivano a intravedere tra le colline montuose sovrastate da nuvole passanti di lì. Tutti i Nani seguirono l' atteggiamento di Thorin nell' osservare dalla sporgenza sul dirupo e nel loro silenzio la città che riconobbero nei loro cuori. Un lungo ponte collegava a destra l' ingresso dell' agglomerato fino alla terra ferma: << Cos'è questo posto? >> chiese Ori, il giovane Nano che nacque lontano da quel posto: << Una volta era la città di Dale. Ora è una rovina. La desolazione di Smaug >> disse cupo Balin, finendo di formare la fila della Compagnia che stava in piedi sulla sporgenza della fine della grande landa che attraversarono, rivelando il nome della vecchia città degli Uomini che fu vittima dell' opera del Drago: << Presto il sole sarà a mezzodì. Dobbiamo trovare la porta segreta prima che cali. Per di qua >> fece per far strada Thorin non rimanendo con le mani in mano e per sbrigarsi a raggiungere e a trovare la porta. Sakura però gli ribadì dell' avvertimento che diede Kerochan a loro, riguardo all' incontro con lui: << Aspetta. E' questo lo spiazzo? Kerochan ha detto di attenderlo qui. A nessun costo dovevamo... >> << Tu lo vedi? >> la interruppe Thorin per niente disponibile ad aspettare la tigre: << Non abbiamo tempo per aspettare il Guardiano. Siamo da soli. Venite! >> ordinò una volta per tutte agli altri per agire in fretta e giungere al fianco della Montagna dove erano nascoste le porte dei Nani. Sakura ebbe come sempre una strana sensazione allo svolgersi degli eventi in cui si ritrovò, guardando con timore le rovine di Dale che si presentavano. Le cose per il momento stavano andando piuttosto lisce e questo Sakura lo prese come un segno di preavviso ad un qualcosa che doveva ancora rivelarsi. Non le rimase altro che seguire Thorin e il resto dei Nani con una domanda che le destò un presentimento a riguardo: dove era finito Kerochan?.

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Capitolo 25
*** Episodio 276: Incantesimo di occultamento ***


Kerochan era ancora lontano dalla sua Sakura e dagli altri suoi amici del gruppo. La tigre rimase sul sedile della sella di Radagast, i quali erano trasportati dai conigli di Rhosgobel tramite la slitta dello Stregone Bruno. Quest' ultimo era stato richiamato da Kerochan per aiutarlo ad indagare sul mistero del Negromante. Adesso erano proprio sul sentiero della foresta secca che cresceva intorno alla vecchia fortezza cui andò per primo Radagast. L' aria spettrale avvolgeva ancora Dol Guldur, con il cielo grigio dai nuvoloni che sovrastavano le rovine di essa e con le chiome dei ramoscelli magri che erano inclinati da una parte in modo sinistro. Radagast e Kerochan giunsero a destinazione, e fecero per scendere dalla slitta dopo averla parcheggiata tra gli arbusti raccapriccianti che si vedevano nei paraggi. La tigre ebbe così modo di vedere anche lei, dopo tanto tempo, il paesaggio della vecchia fortezza, scorto dopo che risalì una collinetta: << Dol Guldur. Il Colle della Stregoneria >> pronunciò il nome della roccaforte desolata Kerochan in tono cupo. Anche lui sembrò sperimentare per la prima volta l' atmosfera del luogo circostante, in mezzo a quel cimitero di alberi che costituiva forse il giardinetto di Dol Guldur: << Sembra completamente abbandonata >> << E tale deve apparire >> ribattè la tigre alla sentenza dello Stregone Bruno che non riusciva a percepire alcuna presenza maligna, come all' inizio. Uno stretto pontile collegava la fortezza al suo ingresso principale, preceduto da un arco dalla struttura decadente situato in mezzo al passaggio che dovevano percorrere gli avventurieri. Una lieve nebbia avvolgeva ogni torretta di Dol Guldur, dandole un aspetto ancora più inquietante se vista frontalmente: << C'è un sortilegio di occultamento su questo posto, il che vuol dire che il nostro nemico non è ancora pronto a rivelarsi. Non ha ripreso le forze appieno >> constatò il Guardiano avendo scoperto il tipo di incantesimo che era posato nel perimetro della fortezza. Questa fu la volta in cui avrebbero dovuto reagire: << Radagast, devi portare questo messaggio a Lady Mizuki. E dille che dobbiamo forzargli la mano >> cominciò già a dettare disposizioni all' amico mago per incaricarlo di informare la nuova signora di Lòrien, nominata da Elrond.

I due discutenti erano al confine con la foresta secca e tenebrosa di Dol Guldur, con il pontile a pochi passi da loro: << Che vuoi dire? >> chiese lo Stregone per ulteriori spiegazioni: << Io vado da solo. A nessun costo devi venirmi dietro >> specificò a chiare lettere quello che era il suo compito. Radagast diede un' occhiata veloce alla fortezza, temendola ancora al sentirsi lui stesso di nuovo dentro nei suoi cunicoli alla sua prima ispezione di essa. Radagast fece per fissare di nuovo la tigre per augurarle buona fortuna con lo sguardo. In seguito, lasciò lo spiazzo dove era, facendo ritorno alla slitta: << Ho la tua parola? >> << Sì, sì, sì, sì, sì, sì! >> rispose borbottando Radagast ad una domanda che si sentiva troppo spesso dal suo compare. Quest' ultimo rivolse poi la sua faccia verso la fortezza, deciso a venirle incontro per togliersi il dubbio della minaccia fantasma che albergava lì dentro. La tigre discese i gradini alla sua destra, poi si ritrovò a dover percorrere direttamente il lungo ponte sostenuto da archi e colonne da sotto. Kerochan superò la prima coppia di alberi delle tante che erano posizionate ai lati del pontile in marmo, e subito Radagast si affacciò dallo spiazzo di prima, richiamando l' amico: << Aspetta, Kerochan! E se fosse una trappola?! >> chiese lui preoccupato con poca dose di coraggio in quegli istanti. Il Guardiano ansimò al continuo assillare dello Stregone nei suoi confronti, il quale era un po' una persona strana: << Voltati e non tornare indietro. E' senza dubbio una trappola >> ribattè lui impavido e noncurante del pericolo che avrebbe corso. Radagast lasciò al suo destino l' amico che cominciò ad avanzare a passo sicuro con le sue zampe nell' apprestarsi a percorrere il ponte stretto in cui era, mai abbassando lo sguardo all' imponenza della fortezza che si vedeva sempre più alta di lui. Kerochan quindi si avventurò all' interno di Dol Guldur come un paladino senza macchia e senza paura, sicuro di voler svelare l' arcano mistero che girovagava per quei dintorni e all' interno della stessa fortezza che nascondeva chissà quali insidie nella sua più totale oscurità al Guardiano alato. La tigre si ritrovò al primo piano della fortezza, completamente abbandonato e privo di anima viva. Il gracchio di un corvo era quello che si sentiva da sopra i pilastri in marmo della prima entrata, avvolti da radici spinose e terrificanti. Delle schegge accuminate componevano gran parte della struttura di cui era fatta Dol Guldur. Intorno allo spiazzo dove era Kerochan, notò che altre scalette che salivano erano poste più in là. Un improvviso rumore di catene che strisciavano attirò l' attenzione di Kerochan verso un corridoio buio davanti a lui, distogliendolo dal silenzio che era solito di castelli abbandonati. In quello stesso passaggio, vi erano per poco intraviste sopra la parete delle gabbie dalle sbarre spinose. Altri oggetti metallici adornavano le pareti del corridoio, quali catene a penzoloni, cui lo stesso Kerochan sorpassò abbassando la testa. Da una parte vi erano i resti scheletrici di alcuni cadaveri, avvolti anch' essi da catene salde. Il Guardiano si fermò un attimo in mezzo al primo tratto del corridoio che si apriva in più cunicoli.

Esaminò gli oggetti che pendevano sopra la sua testa, ed erano tutti quanti accuminati. Quasi lo avvertivano della pericolosità del posto cui si era avventurato. Un sospiro in lontananza, udito in fondo ad un' altra via più oscura, seguito dal rumore di pietroline che cadevano fecero per spingere ancora di più dalla curiosità il Guardiano. Questi si incamminò nel buio opaco del passaggio cui sentì i rumori, e il quale doveva stare allerta da possibili attacchi nell' ombra. Alle sue spalle, dietro ad una colonna, non sapeva che c' era qualcun altro che lo seguiva. Il misterioso essere aveva tutta l' aria di avere cattive intenzioni all' impugnare il suo pugnale torvo con più forza quando notò Kerochan che si intrufolò nel cunicolo. L' inseguitore scattò subito in avanti, volendo cogliere di nascosto e alla sprovvista la tigre che si immerse nel buio all' interno della fortezza. L' incantesimo che era posato su tutta Dol Guldur era talmente forte che rendeva non udibili le voci degli Orchi ai piani inferiori. Qui un branco di loro si mise in posizione normale, distaccandosi dal fare ogni verso e rumore, non appena passò in mezzo il loro comandante Azog: << Perchè rimanete con le mani in mano? Muovetevi a prepararvi per la marcia! >> ordinò stizzito l' Orco Pallido notando l' immobilità dei suoi servi. Uno di loro fece per spiegare il motivo del loro comportamento, ansioso al ritrovarsi di fronte all' enorme comandante: << Padrone, deve sapere una cosa riguardo al prigioniero. E' scappato >> << Scappato? >> ripetè con una nota di sorpresa, quasi per niente furioso con il problema che si presentò: << Andremo a cercarlo, non si preoccupi. Lo riporteremo qui >> << Non ce ne sarà bisogno >> frenò l' intento dei suoi soldati Azog, proseguendo nella spiegazione: << Non andrà molto lontano da qui, se non da solo. Sento che presto troverà compagnia >> disse sogghignando il Profanatore avertendo l' arrivo del personaggio che gli rivelò il suo alto Padrone. Alla casa di Bard, invece, il gruppo rimasto nella città del lago insieme alla famiglia dell' arciere, visitavano il loro compagno Kili che si contorceva dal dolore. Il Nano lo posarono sopra ad un lettino situato in fondo alla parete della cucina. Oin fece per farsi spazio tra i due compari che non smettevano di controllare il loro amico che per il momento dormiva: << Fate largo. Sono un dottore >> affermò il vecchio Nano scrutando il volto pallido del suo paziente: << E da quando in qua lo sei? >> gli chiese confuso Bofur al suo fianco. Oin gli lanciò un' occhiata come se lo ravvisava di non fiatare, poi iniziò al controllo medico di Kili, tastandogli la pelle della faccia che era bianca come la neve: << Mh. E' molto pallido. Le sue labbra sono secche >> << A questo ci arrivavo anch' io >> ribattè Bofur, ma nel momento in cui parlò, Oin non portava il suo apparecchio acustico, il che gli diede vantaggio sulla frase che poteva dire. Dopo un breve controllo, Oin si rimise il suo apparecchio alle orecchie, annunciando quanto deduceva: << Sarà molto difficile curarlo >> annotò seriamente lui.

Dietro vi erano le due amiche Tomoyo e Meiling che erano in continua apprensione per la strana malattia che colpì proprio Kili: << Rovisterò tra i miei scaffali se ho ancora qualche medicina che possa essergli utile >> disse Bard andando alla ricerca tra gli sportelli dei mobili della sua stanza se aveva antidotti contro sintomi del genere: << Va bene, però fa presto. Il suo sangue sembra essere infetto >> aggiunse sotto voce Oin con la tensione che lo colse in quegli istanti. Fili lanciò un' occhiata di timore al Nano che stava in mezzo tra lui e Bofur che assunse un tono da funerale nell' aver sentito l' ultima frase che riuscì ad udire. Li era seduto su una sedia, in disparte dal suo gruppo, ed era poggiato di fronte ad una finestra che racchiudeva oltre il suo vetro il restante paesaggio di Pontelagolungo, e all' orizzonte si presentava la vetta della Montagna Solitaria. Il cinesino era molto in pensiero per l' allontananza dalla sua amata, resa ancora più triste dalle condizioni cui si trovava Kili. Il ragazzino si mise adesso a fissare fuori dalla vetrata, proprio in direzione della Montagna, ripensando alla sua Sakura che poteva ritrovarsi in ogni istante in pericolo senza di lui al suo fianco: << Sono preoccupato per te, Sakura. Stai molto attenta. Non ho alcuna intenzione di perderti >> disse tra sé e sé Li, soffrendo dal distacco con la sua anima gemella: << Ricorda che hai promesso che saremo tornati a casa insieme >>. Poggiò un palmo della sua mano alla finestra, premendo delicatamente le sue dita sul vetro per lasciare spazio al suo riflesso e alla Montagna che osservava volendola raggiungere subito per accorrere in aiuto di Sakura. Il sole da quelle parti si trovò nella sua più alta posizione, ormai giunto a mezzogiorno. Thorin insieme a Sakura e al resto dei Nani partiti si trovarono di fronte alla distesa di colline che si prolungava oltre la città di Dale. Più avanti ai loro occhi videro l' immenso ingresso di Erebor che si innalzava con un grande portone verde, distrutto da un enorme varco: << Casa nostra. Presto ci potremmo di nuovo camminare dentro. Ora dobbiamo trovare quella porta >> disse Thorin per far muovere l' intero gruppo: << Da dove cominciamo? >> << Dal lato sinistro della Montagna. Bisogna controllare ogni metro quadro della roccia se vogliamo trovare la porta principale >> rispose lo stesso Principe alla domanda del suo compagno Dori: << Separiamoci adesso. Ci ritroveremo qui in questo punto tra un' ora. Se qualcuno dovesse trovare in anticipo la porta nascosta, lanci un grido. Mi sono spiegato? >> e ogni membro della Compagnia annuì concordante con il suo capo: << Bene. Sbrighiamoci >> terminò in fretta Thorin, con il gruppo che si sparse intorno ai fianchi esterni della Montagna. Sakura cominciò ad indagare, cercando di usare l' astuzia. Se la luna sarebbe apparsa in cielo, i suoi raggi si sarebbero prima posati sulle cime alte della parete rocciosa, quindi la porta doveva trovarsi sulla sommità. Doveva solo trovare delle scale che conducessero in alto, sperando che non siano state anche quelle invisibili. Kerochan si era già avventurato nel labirinto di Dol Guldur, e ogni volta che sbucava da un buio corridoio finiva per trovarsene di fronte un altro, anche questo dava molta impressione a essere decorato alle pareti da catene e da attrezzi minacciosi intorno.

Sempre nel suo silenzio, Kerochan fece per voltarsi a destra scoprendo che il piano su cui era trovò diviso dal vuoto della voragine creata dai ripiani aperti della fortezza. In fondo, in basso al punto in cui si trovava, scorse una piazzetta abbastanza grande con al centro di essa una statua che reggeva con il braccio alzato un oggetto che non riusciva a riconoscere da lì in alto. Per raggiungere la piazza che voleva ispezionare, doveva per forza intraprendere il corridoio che si apriva davanti a lui. Dopo un po' che girovagava in solitudine negli scalini che portavano in discesa dai piani superiori, finalmente la tigre si affacciò al piazzale scorto dapprima. Il pavimento era composto dalla pietra dura, in gran parte malandata da crepe per la vecchiaia di anni cui doveva avere l' intera struttura della roccaforte. Senza perdere altro tempo, Kerochan fece per accorciare le distanze con la statua, scorgendovi e riportando alla memoria sua un misterioso oggetto sferico che aveva dimenticato e che lo paragonava con quello che era posato sul palmo aperto della statua. Kerochan ogni volta che faceva un passo verso la statua, si sentiva una strana sensazione in cuore alla forma tonda dell' oggetto che visualizzava ai suoi occhi. Questa aveva tutta l' aria di essere un Palantir, come quello che vide usare in passato dal suo vecchio e ormai defunto rivale Saruman. La sfera era avvolta da un mucchio di polvere intorno alla sua circonferenza, insieme all' intera statua che la custodiva e su cui erano cresciuti dei rampicanti sottili. Il Palantir aveva sempre attirato gli occhi esosi di personaggi con cattive intenzioni. Al Guardiano gli bastò la prima esperienza con il secondo Palantir, oltre a quella dello Stregone Bianco, che notò nelle sale di Denethor, il quale allora sovrintendente di Gondor sbirciava il futuro della Terra di Mezzo. In questo modo attirava così l' Occhio del Nemico che minacciava i confini dei popoli liberi dal suo territorio. La tigre scalò il primo gradino in pietra che permetteva così di avere una vista ad altezza occhi della sfera: << Un Palantir? >> disse lui cautamente con lo sguardo che non smetteva di fissare la sfera magica, innocua all' apparenza, ma pericolosa quando ci si metteva ad usarla. L' incantesimo di protezione aveva però lasciato alla vista degli avventurieri un oggetto sinistro come quello. Kerochan stava per posare la sua zampa sul Palantir, mettendosi in testa di osservare i piani di chissà quale maligno aveva lasciato per il momento la sua fortezza. Poi spinto da un senso di timore, fece per ritrarre la zampa all' indietro, pensando a tutto il male che sarebbe potuto accadere se avesse attirato qualche calamità semplicemente dando un' occhiata dentro la sfera. Ma allo stesso tempo pensò che vi potevano essere indizi dentro alla pietra concentrica, indizi che potevano portare alla scoperta del Nemico che forse era tornato. Nel frattempo che si metteva a pensare tra una decisione e l' altra, l' inseguitore alle sue spalle si sporse dall' arco dell' uscita del corridoio dalla quale Kerochan aveva percorso come ultimo tratto, ignaro del fatto che un essere che gironzolava per Dol Guldur lo stesse pedinando, esitante nel voler affondare il suo pugnale nella carne della tigre.

Quest' ultimo prese la decisione di mettersi a guardare nel Palantir, a proprio rischio e pericolo delle conseguenze. Kerochan fece per posare di nuovo la sua zampa destra sulla sfera impolverata, mentre il pedinatore emetteva i primi passi silenziosi per giungere verso la sua preda che era impegnata con il risvegliare la magia del Palantir. Il Guardiano strisciò bruscamente la sua zampa da un lato della sfera, liberandola da quel po' di polvere che aveva. In seguito, le immagini all' interno del Palantir si visualizzarono d' improvviso ai suoi occhi. La prima cosa che vide Kerochan fu una terra desolata, anzi immense distese di colline desertiche con arbusti secchi e rami bruciacchiati che erano sparsi dappertutto. L' inquietudine del Guardiano si faceva sempre più elevata a qualche disgrazia che pensava di trovare. Il pedinatore avanzava sempre nella sua lenta ma silenziosa camminata con la presa al suo coltello che gli dava l' impressione di essere un sicario. Kerochan adesso che era entrato nel centro dell' argomento che con tutta probabilità era sicuro fosse un piano diabolico, fece per continuare a fissare le immagini. Lo schermo del Palantir si spostò più avanti nelle colline deserte, dove queste erano circondate da fumo denso proveniente da qualche incendio. Ancora più avanti vide che vi erano delle fiamme che non smettevano di consumare le foglie degli ultimi alberi rimasti in vita in quelle lande. Dopodichè la cortina di fumo si gonfiò ancora di più nell' aria. Sotto di questa, nella terra ferma c' erano un infinito numero di Orchi accompagnati da altrettanti Troll giganti che presidiavano il territorio della Montagna Solitaria. Kerochan vide con orrore che nelle immagini disastrose dell' ambiente della Montagna c' era perfino Azog che ruggiva alla carica i suoi soldati, finendo brutalmente dei Nani guerrieri che erano posti in difesa della roccaforte di Erebor. Ma la visione raccapricciante non finì qui. Infatti, il Palantir si fermò a sinistra, verso una collina in fondo che si affacciava nella valle di Erebor. In questa collina c' era un enorme creatura, un rettile dalla coda lunga che era stato risvegliato dalle profondità dell' oscurità e dell' inferno. Kerochan sgranò gli occhi a quello che era un Drago. Anzi era il Drago, Smaug. Questo in futuro avrebbe portato desolazione in tutto il territorio della Montagna e nei suoi dintorni. Quindi senza dubbio Smaug era ancora all' interno del monte, e questo avrebbe portato morte ai suoi compagni in viaggio verso la ripresa dell' antico regno e che ora con certezza erano già alla ricerca dell' Archengemma con lo stesso Smaug che poteva farli fritti in ogni momento nel suo nido qual erano le sale del tesoro del re Thror. L' assalitore con il pugnale era a metà strada dal raggiungere la schiena della tigre, e si mise pronto a caricare il fendente che avrebbe inflitto al Guardiano. Questo notò nel Palantir che il volto del Drago era offuscato dal continuo fumo, mettendogli in risalto solo gli occhi gialli e minacciosi attraverso la coltre fumogena. Gli occhi di Smaug si spostarono fino ad incrociare gli occhi di Kerochan.

La tigre si immobilizzò dal terrore quando Smaug sembrava lo fissasse continuamente, dopodichè la bestia lanciò una fiammata rivolta verso lo schermo del Palantir, inondandolo di fuoco rosso che finì di cessare con l' apertura di una minacciosa finestra nera che oscurò con un sospiro sinistro tutte le immagini svelate nella sfera. Kerochan staccò di colpo la sua zampa dalla sfera, lasciando un sospiro di sollievo alla fine di quelle immagini che lo turbarono parecchio. Il nero di quella finestra che apparì all' ultimo tra le fiamme del Drago gli ricordò la stessa entrata in scena di un vecchio e pericoloso Nemico di un anno fa. Non volle dire ancora il suo nome, non avendo ancora la concretezza degli indizi che ebbe ottenuto. Fece ancora per portarsi lo sguardo alla sfera per cercare se vi erano ancora delle immagini da fargli vedere. Vide solo il suo volto nel nero del Palantir, insieme a quello di un altro essere pauroso a prima vista che urlava e che gli fu a fianco nel riflesso della pietra. La tigre si girò subito dietro di lei per affrontare il tipo che stava per giungergli alle spalle, ma non vi trovò nessun altro. Solo un silenzio tombale albergava intorno a lui, con il soffio del vento che spostava qualche foglia nel pavimento della piazzetta. Kerochan pensò che si trattasse di una sua visione illusoria dovuta alla persistente osservazione nel Palantir, dati i poteri oscuri di cui era capace la sfera veggente. Con la tensione che gli scivolò tutta d' un fiato, Kerochan si allontanò dalla statua con fare scioccato: << Non può essere... Pensavo che le antiche sfere veggenti fossero state distrutte per sempre >> commentò lui cupamente alla rivista del Palantir. La presenza del Negromante era certa, però resa invisibile dall' incantesimo di occultamento che ancora aleggiava intorno. Il Guardiano doveva emettere la formula per sciogliere la magia e per portare alla luce tutte le creature malvagie che si nascondevano negli angoli di Dol Guldur, prima di partire subito ad aiutare i suoi amici in grave pericolo. Fece per tornare ad attraversare il corridoio da dove era uscito, lasciandosi alle spalle la statua del Palantir e con dietro di essa l' essere dal pugnale in mano che raschiava dalla rabbia l' altra sua mano nella pietra al fallimento del suo intento nell' assassinare silenziosamente Kerochan. Tornò quindi a pedinarlo, pronto a non lasciarselo sfuggire una seconda volta.

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Capitolo 26
*** Episodio 277: Sulla soglia ***


Trascorsa un' ora dalla continua ricerca della porta nascosta della Montagna, Thorin fece per piantare la sua spada al terreno nel punto di ritrovo di tutti quelli della Compagnia. Alle constatazioni del Principe, nessuno dei membri aveva ancora trovato l' ingresso fino a quel momento. Quest' ultimo lanciò un grido al suo compagno Dwalin per sapere se aveva trovato qualcosa: << Niente? >> << Niente! >> rispose confermando la risposta il Nano massiccio sopra alla collina nei dintorni del fianco della Montagna. Ogni Nano però, con l' aiuto anche di Sakura, continuava a setacciare il pendio da cima a fondo, non riuscendo però a ricavarne piede lo stesso: << Se questa mappa è vera, la porta nascosta è proprio su di noi >> insisteva Thorin con sicurezza con la mappa aperta in mano, cercando di trovare ad ogni costo una qualche fessura che assomigliasse ad un' anta sopra le sommità delle pareti. Era certo di essere molto vicino alla porta, e questo se lo sentiva perfino Sakura. La giovane fiancheggiò una parete rocciosa, costituita da massi enormi, scorgendo in mezzo ad essa delle gradinate fatte a zig-zag che portavano fino a sopra una statua di un Nano guerriero: << Quassù! >> esclamò lei indicando la via che portava sicuramente all' ingresso nascosto situato in alto. Tutti i Nani sentirono le sue grida di avvertimento in lontananza, accorrendole subito intorno per osservare la scaletta ritrovata dalla loro scassinatrice: << Hai occhi acuti, signorina Kinomoto >> si complimentò Thorin con la ragazzina, mostrandole un sorriso speranzoso alla riuscita dell' impresa che si sarebbe compiuta a breve. Kerochan vagava ancora tra i labirinti tenebrosi di Dol Guldur, attraversando pareti dai rampicanti spinosi e che erano quasi congiunti con quelli paralleli nel muro di fronte. La stradina in cui era finito si apriva in fondo verso un' altra piazzetta all' aperto dove prevaleva la rovina e la macabrietà della struttura del forte. Il cielo rimase ancora coperto da nuvoloni grigi mentre un lieve fiotto di sole sembrava fuoriuscire per poco tra gli spiragli di questi. La tigre avanzò con l' eco delle sue zampe che gli faceva compagnia in quel luogo tetro e all' apparenza abbandonato ai suoi occhi.

Fu abbastanza vicino al centro della piazza per recitare la formula contro l' incantesimo di protezione: << Qualunque male sia nascosto qui... Io gli impongo di uscire allo scoperto! Gli impongo di rivelarsi! >> disse a gran voce in una lingua forse usata solo da quelli del suo rango. Sbattè la zampa con forza al pavimento, provocando un' onda d' urto bianca che si propagò fino all' interno della fortezza. Ancora l' incantesimo maligno non era sciolto, perchè nessuna entità si presentò al cospetto del Guardiano. Per poco egli udì un lieve sibilo di voce alle sue orecchie, sicuro di aver risvegliato qualcosa o qualcuno nei dintorni. Decise di seguire il suono della voce che sentì alle sue spalle, ripetendo sempre la stessa formula e addentrandosi sempre più nell' oscurità del forte stregato. Ai piani inferiori vi sostavano ancora Azog insieme al resto dei suoi Orchi e, sentendo la voce di Kerochan che rimbombava fino a loro, questi ultimi furono presi dal nervoso: << Il Guardiano è arrivato >> disse l' Orco Pallido in tono perfido, affermando la venuta della tigre: << Sta togliendo l' incantesimo... Ci troverà >> ribattè l' orco a fianco ad Azog, ma che non intimorì per niente il suo capo: << Sì. Lo farà >> concluse solenne voltandosi verso il numero immenso di Mannari che aveva e che schioccavano le loro mandibole per prepararsi ad essere scoperti dal loro ospite che stava per ricevere una sorpresa. L' ignaro Kerochan discese a passo cauto gli scalini con una presenza sempre più elevata di gabbie accuminate che penzolavano dall' alto e che racchiudevano dei corpi scheletrici all' interno. Il piano su cui era adesso si faceva ancora più inquietante alla sua vista che vedeva solo piccole celle spinose e aculei terrificanti nelle pareti. Discese un' altra scaletta, e avvertì dei passi sentirsi alle sue spalle, come se qualcuno lo stesse inseguendo per davvero. Kerochan si mise nella posizione di guardia per prepararsi all' attacco frontale che gli sarebbe giunto. Ma invece, il terribile essere che lo pedinava dall' inizio, sbucò da sopra una parete cui la tigre era rivolto di spalle. L' inseguitore aveva già il pugnale pronto tra le mani e saltò direttamente sopra il dorso di Kerochan, atterrandolo con il peso del suo corpo. La tigre si rialzò subito e fece per voltarsi verso il suo rivale. Questo vibrò veloce dei fendenti contro Kerochan con il suo pugnale, ma la tigre riuscì a schivarli con dei leggeri movimenti senza avere il tempo di vedere in volto l' avversario che gli piombò addosso. Kerochan balzò bruscamente sull' assalitore provocandogli una caduta all' indietro che gli fece sbattere la schiena su un masso. La tigre si ritrovò il tipo di nuovo davanti, giuntogli con uno scatto all' attacco, e cercò di colpirlo con delle artigliate che furono interrotte dal rivale non appena gli saltò di nuovo sopra, vedendosi di nuovo sopra al corpo della sua preda, il quale schivò una pugnalata che lo mancò di poco dalla guancia. Kerochan spinse da un lato l' avversario, avendo così modo di fronteggiarlo faccia a faccia. Il tipo si lanciò subito contro la tigre appena rialzata, che dovette di nuovo riabbassarsi per spingere con le sue zampe posteriori il corpo in volo del rivale che era molto piccolo di statura e che finì per rotolare più avanti, attraversando un breve cespuglio di radici prima di cadere nel vuoto del piano rialzato in cui era.

Il Guardiano cercò subito di allontanarsi il più in fretta possibile dal suo assalitore che sarebbe tornato all' attacco. Intraprese una fuga che lo condusse ad un labirinto stretto, composto da più vie che sembravano essere quelle di una sala degli specchi. Kerochan girò più volte a sinsitra e a destra, sicuro di disorientare l' inseguitore. Si fermò per sentire se vi erano dei passi in avvicinamento, dando qualche occhiata al sentiero appena percorso se non stesse giungendo l' assalitore. Il verso di un gracchìo sinistro provenì per poco alle spalle di Kerochan che si rindirizzò verso la parte in cui l' aveva sentito e che ora fissava ogni stradina che si presentava intorno a lui. Intravide l' ombra del suo inseguitore in una parete in fondo, e scattò per fare dietrofront, tenendosi alla larga dai muri esterni del labirinto. Kerochan sembrava essere un topo in gabbia che cercava di sfuggire dalle grinfie del suo gatto, percorrendo ogni passaggio stretto in cui si intruffolava. Si fermava ogni tanto per decidere quale via prendere, poi proseguendo sempre avanti con l' assalitore che lo seguiva in parallelo dal fondo del sentiero con i suoi grugniti sinistri. La tigre urtò una catena spinosa a penzoloni, che gli provocò una lieve ferita ad un fianco. Rantolò dalla lunga e disperata corsa, svoltando ancora angoli e angoli, vedendo nella via in fondo la sagoma del suo rivale che sbucava da una parte e dall' altra. Kerochan fece di nuovo dietrofront, passando sempre in mezzo al labirinto e per tenersi lontano dai contorni con il perimetro di esso. Cercava altre strade per sviare l' inseguitore, trovandosi a rifare sempre la stessa strada che lo conduceva all' inizio. Si fermò ancora, voltandosi dietro alle sue spalle per controllare che non lo stesse seguendo. Con un grido improvviso, l' assalitore balzò al fianco di Kerochan, cogliendolo alla sprovvista e risaltandogli addosso. Ma la tigre fece in modo di liberarsene, spingendolo oltre di lei e facendolo finire sopra un mucchio di crani di ossa. Il rivale non demordette dal tornare al contrattacco, e dandosi la rincorsa si afferrò al faccione di Kerochan che dall' impatto sbattè contro una parete, mentre il suo muso veniva premuto sulla veste del tipo assalitore. Kerochan alzò con la forza del suo muso il leggero corpo del rivale, sbattendolo più volte in ogni parete per liberarsi della sua presa. Poi, lo atterrò verso il pavimento, avendo adesso lui la situazione in mano. Ora potè vedere il volto del suo avversario dalla barba lunga e grigia mentre sbraitava ad occhi sgranati come un pazzo verso Kerochan. Il Guardiano posò subito il palmo della sua zampa sulla fronte del suo rivale, premendogliela sempre di più. L' avversario si mise a boccheggiare come un pesce fuori dall' acqua mentre Kerochan pronunciava parole in lingua sconosciuta che sembravano intente a far destare da ogni malessere qualsiasi umano che ne fosse provato. Il tipo continuava a boccheggiare come se fosse in atto un esorcismo per liberarlo dal diavolo che lo aveva spinto ad attaccare Kerochan.

La tigre terminò la formula di guarigione con molta pazienza, indifferente e quasi compassionevole alle condizioni del suo assalitore che teneva sotto controllo e che riassumeva la tranquillità che non aveva ancora avuto. Kerochan fece per far scivolare lentamente la sua zampa dalla fronte del pericoloso essere, riprendendo insieme a lui a respirare dalla dura lotta che intrapresero. Il tipo ebbe adesso gli occhi e il volto più coscienti quando la tigre gli fece una sorta di magia per levarlo dalla pazzia che lo ridusse in quello stato da trasandato in cui si trovava. Gli occhi di Kerochan si incrociarono con quelli del suo assalitore che riuscì a domare, riconoscendolo nel volto e nell' aspetto dal quale nessuno sarebbe stato reso noto: << Thrain... Figlio di Thror... Mio vecchio amico >> disse il Guardiano con la voce un po' strozzata dall' emozione nel rivedere un vecchio compare ritrovato. Aveva davanti il padre di Thorin, sopravvissuto anch' egli alla battaglia di Moria e fatto prigioniero degli Orchi per molto tempo. Thrain si portava addosso solo degli stracci come indumenti, con i soliti tatuaggi posti sulla fronte che lo rendevano unico nel suo portamento: << Kerochan? >> disse con voce stanca il Nano riprendendo a visualizzare bene le immagini. Thrain si alzò di poco da terra, rimanendo sempre sotto la faccia commossa di Kerochan nel rivederlo: << Una vita... Sono qui da una vita >> << Mi dispiace tanto averti dato per morto >> proseguì ancora Kerochan con la mente di Thrain che era ancora confusa dal veloce scorrere degli anni cui passò rinchiuso a Dol Guldur: << Avevo un figlio... >> adesso il genitore del Principe cominciava a ricordare il suo passato e la sua famiglia dalla quale era scomparso prima di vederla per l' ultima volta. Ritornò con la mente all' ultima battaglia in cui partecipò al fianco dei suoi guerrieri, focalizzando chiaramente suo figlio Thorin, fiero e valoroso come lui, che lo voleva proteggere a qualunque costo da Azog dopo che questi decapitò Thror nella bolgia dello scontro: << No, io combatterò con voi >> gli disse il figlio che gli fu faccia a faccia. La commozione pervenne anche a Thrain nel ricordare dopo tanto tempo la faccia del suo giovane Thorin dal quale sentì quelle ultime parole in battaglia con gli occhi azzurri che brillavano dalla rabbia: << Thorin... >> << E lui lo rivedrai di sicuro, amico mio. Vieni, dobbiamo andare >> disse Kerochan per aiutare il vecchio Nano a rialzarsi. I due uscirono dal chiuso di quel labirinto, attraversando un pontile che era sospeso nel vuoto di quel tratto della fortezza interna con altre celle e arnesi affilati che non smettevano di apparire sopra le loro teste. Nella passeggiata, Thrain sostenuto dalla tigre, buttava giù a parole tutto quello che gli tornava in mente nei suoi ultimi istanti in cui fu in mezzo alla lotta contro i nemici che li assalirono: << Gli Orchi avevano preso Moria. Guerra. Eravamo in guerra... Io ero circondato >> poi il Nano si fermò dopo aver superato il ponte, facendo emergere alla sua mente il nemico principale: << Il Profanatore... Azog il Profanatore era arrivato >> annunciò rituffandosi ancora nel passato.

Thrain, allora indossante un nobile mantello, e con i capelli e la barba che gli crescevano fieri e di un colore vivo, si stava facendo spazio con il suo pesante martello tra gli Orchi, volendo fronteggiare al posto di Thorin l' Orco Pallido. Il padre del giovane Principe troncava le gambe dei mostri con colpi di martello alle ginocchia, oppure li assestava con decisione all' addome, fracassando le ossa interne degli avversari che si trovava davanti prima che questi lo ferissero con i loro pugnali. Alla sua sinistra sentì le urla dei suoi compari che venivano sbalzati da terra a causa del fendente di una clava enorme che maneggiava proprio Azog. L' Orco gigante adesso aveva puntato Thrain e stava per disintegrarlo con il suo attacco. Il Nano si immobilizzò dalla paura quando si vide Azog che gli andava incontro. Questi fece cadere la sua mazza ferrosa verso Thrain, che riuscì ad alzare il suo martello contro la mazza e a parare il primo attacco. Ma il peso della mazza era troppo elevato perchè Thrain potesse contenere l' urto, e in seguito si ritrovò sbalzato all' indietro quando si sentì il ferro dell' arma di Azog sotto il mento. Il Nano cadde a schiena a terra, perdendo il suo martello tra le mani. L' Orco Pallido aveva avuto il sopravvento sullo scontro e si accingeva a sopprimere Thrain. Questo cercava con un disperato tentativo di riafferrare il suo martello allungando la sua mano verso di esso, ma il piede di Azog si posò sul polso che premeva contro il terreno, impedendo al Nano qualisasi movimento e facendolo urlare dal dolore. Azog estraò poi un suo pugnale dopo aver scorto in uno dei diti di Thrain un anello che portava. Kerochan ebbe una specie di preoccupazione che lo assalì in cuore, ricordando l' ultimo anello dei Nani che da tempo era custodito da Thrain. Fece subito per alzare con il suo muso la mano sinistra del Nano, notandogli che l' indice era mozzato, ed era in via di ricrescita. La tigre si accorse che Thrain non aveva più con sé l' anello e che con tutta probabilità era nelle mani degli Orchi: << Lo hanno preso >> commentò Thrain sbigottito alla fine che ha fatto il suo dito e il suo anello: << L' Ultimo dei Sette. Forza, andiamocene da qui >> riferì ancora Kerochan guardandosi intorno prima di cominciare a salire le scale. C' era altro dietro ai piani di Azog di voler uccidere Thorin, e il Guardiano doveva immediatamente divulgare la notizia: << Non c'è via d' uscita! Ti fermeranno! I serpenti ti fermeranno! >> gridò Thrain indicando dei rampicanti grossi che crescevano nella parete a fianco alla tigre. I rampicanti presero vita, muovendosi da soli sotto una qualche magia, indirizzandosi verso Kerochan. Ma quest' ultimo rimase impassibile e quieto al fenomeno che si stava verificando: << E' un' illusione. Solo un' illusione >> affermò battendo una zampa sul muro che sembrò svegliare dall' inconscio Thrain. Adesso ai suoi occhi le piante smisero di ondeggiare essendo stato prima soggiogato da una falsa visione.

Il Nano continuava però a essere molto provato dalla lunga permanenza in quel luogo, suscitando nella tigre delle preoccupazioni: << Che cosa ti hanno fatto? >> << Non gliel' ho mai detto. Hanno tentato di obbligarmi ma non ho mai detto una parola >> rispose Thrain avendo resistito alle torture degli Orchi, mantenendo la bocca sempre chiusa a possibili informazioni che volevano sapere: << Le hai tenute al sicuro, Kerochan, la mappa e la chiave? >> chiese a bassa voce il vecchio Nano: << Le ho date a Thorin. Sarai fiero di lui, si è assunto l' impresa di riprendersi Erebor >> << Erebor?! >> ripetè sconvolto Thrain, indietreggiando di alcuni passi, alla sicurezza che gli dava la tigre: << Recupererà l' Archengemma. I Sette Eserciti dei Nani risponderanno a un nuovo Re >> insisteva la tigre per far calmare Thrain: << No, no! Thorin non deve avvicinarsi a Erebor. Nessuno deve entrare in quella Montagna >> avvisò il Nano agitato dal pericolo che si nascondeva dentro il Regno dei Nani. Ma Kerochan sembrava ancora a non riuscire a capire quello che gli voleva dire l' amico. Il sole nelle vicinanze della Montagna era entrato nella sua fase di crepuscolo. Sakura e i Nani stavano risalendo le scalinate a zig-zag che videro costruite a fianco all' enorme statua nanica. Il bastone inclinato dell' arma che impugnava il colosso in pietra collegava ad un piano superiore della parete rocciosa cui era attaccata. La giovane cattura carte si apprestava a risalire l' ultimo tratto del muro di pietra, seguita da Thorin e dal resto del gruppo: << Forza. Ci siamo quasi >> disse Dwalin scorgendo uno spiazzo dove si posava la luce del sole sulla parete. Thorin sorrise, intuendo che quella parete cui si ritrovarono davanti era la porta nascosta, occultata in parte dall' ombra della testa della statua. Finalmente erano giunti a destinazione. Il Principe si avvicinò subito alla parete: << Dev' essere qui. La porta nascosta >> confermò lui. Si rivolse infine a tutti i suoi compari, e a Sakura, che avevano deciso di accompagnarlo in questo evento memorabile, dichiarando vinti tutti quelli che andavano contro l' impresa dei Nani: << Che tutti coloro che hanno dubitato di noi rimpiangano questo giorno! >> esclamò portandosi davanti la chiave. Tra il gruppo esplose un urlo di entusiasmo a tutti i dubbi che si erano portati dietro dall' inizio, ormai certi di essere a pochi passi dall' entrare a casa: << Allora, abbiamo una chiave. Vuol dire che da qualche parte c'è un buco della serratura >> precisò Dwalin toccando la parete rocciosa per cercare il buco. Thorin andò sul ciglio del piccolo spiazzo, osservando il sole che stava sempre più per nascondersi dietro alle montagne in lontananza: << “Il raggio risolutivo del Dì di Durin splenderà sul buco della serratura” >> si ripeteva le parole runiche lette sulla mappa. Dwalin stava ancora andando alla ricerca della famigerata serratura, non trovandola ancora, ma a ciò Balin e Thorin non cominciavano ancora a intimorirsi. Anche Sakura gioiva in cuore all' impresa che si stava per compiere, così come tutti gli altri Nani che erano riuniti intorno al loro compagno Dwalin. Ma dovevano affrettarsi perchè il sole stava sempre più scomparendo dietro le vette, e non vi era traccia della serratura: << Nori >> lo richiamò Thorin con un pizzico di fretta nella voce.

Nori fece per attaccarsi anche lui alla parete rocciosa, picchiettando sul muro un cucchiaino che si portò a presso per cercare una parte vuota del materiale: << Stiamo perdendo la luce. Avanti >> disse Thorin vedendo l' ombra delle montagne che prevaleva sulla porta nascosta. La ragazzina aveva un brutto presentimento a riguardo. Non era possibile che proprio a questo punto tutta la loro fatica era risultata inutile. Dwalin perse la pazienza e cominciò a dare calci alla parete per tentare di buttare giù la porta in questo modo: << Fà silenzio! Non sento quando dai i colpi >> gli disse Nori mentre picchiettava il cucchiaio, disturbato dalla prepotenza del suo compagno. Nei volti di Thorin e Balin, e in quello degli altri, apparve la disperazione totale all' intento dei loro due compagni che era destinato a fallire: << Non la trovo. Non c'è! Non c'è! >> urlava Dwalin sbattendo le mani alla parete. Il sole si era ridotto ad un lieve fascio di luce adesso, e Thorin passò ad ogni mezzo per cercare la porta: << Buttatela giù! Presto! >> ordinò il giovane Principe. Tra i Nani in cui vi erano i guerrieri più forti, questi fecero per tirare fuori le loro asce e a colpire ripetutamente la roccia: << Rompiti! >> << Deve cedere >> sperava tra sé e sé Thorin controllando sempre la luce che gradualmente spariva. Il ferro delle asce cominciava a consumarsi, rompendosi non appena toccava la solida roccia come vetro fragile: << E' inutile. La porta è sigillata. Non la si apre con la forza. La magia è potente >> avvertì Balin al tentativo futile dei compari che gettarono a terra le loro asce distrutte nel loro ferro. L' ombra della notte calò sul piccolo spiazzo dopo che il sole scomparve definitivamente dietro alle colonne delle montagne. Tutto era perduto, non c' era più niente da fare ormai, pensò Sakura con la delusione che si sentiva avvolgerla insieme ai Nani: << No.. No >> Thorin era sul punto di disperarsi come non aveva mai fatto in vita sua. Cercò una qualche risposta a tutto ciò, e aprì la mappa tra le sue mani, rileggendo ancora la scrittura: << “Il raggio risoultivo del Dì di Durin... splenderà sul buco della serratura” >> disse con la voce strozzata da un possibile pianto. Le fronti di ogni Nano si fecero aggrottate dalla tristezza che giunse loro in quel momento: << Questo è ciò che dice. Cosa ci è sfuggito? >> chiese senza parole Thorin di fronte ad ogni suo compare che lo fissava con l' anima a pezzi: << Cosa ci è sfuggito? Balin? >> domandò al suo amico fidato per farsi dire la risposta: << Ci siamo persi la luce. Non c'è più niente da fare. Avevamo una sola possibilità. Andiamocene, ragazzi. E' finita >> rispose il Nano dalla barba bianca con il morale sotto i piedi. Thorin rimase inerme a fissare l' orizzonte, ancora non afferrando bene quello che stava succedendo. I Nani cominciarono così uno alla volta a lasciare il posto, raggiungendo di nuovo le scale: << Un momento, co--? >> << Troppo tardi >> disse Dwalin interrompendo la voce di Sakura che non credeva che tutti avevano mollato subito nel tentare di aprire la porta una seconda volta.

Cercò negli occhi di Thorin un qualche bricciolo di obiezione nel rimanere ancora lì a cercare la porta, ma il Principe era vinto anche lui dalla delusione: << Dove vanno? Non potete abbandonare ora! >> esclamò la giovane per fermare la fila dei Nani. Questi purtroppo non si fermavano. Anche Thorin lentamente fece per seguirli, rinunciando prima alla chiave che non era servita a nulla. Se la lasciò scivolare dalla mano e questa cadde con un tintinnio al suolo, davanti ai suoi piedi: << Thorin. Non puoi abbandonare ora >> gli disse inutilmente di nuovo Sakura quando il Nano gli spiattellò addosso la mappa e poi si mise all' inseguimento dei suoi compari. Aveva fallito. Il peso di quell' impresa gli era costato caro, e se lo ritrovò sopra lo stomaco mentre discendeva le scalette verso il basso, lasciando da sola Sakura a ragionare sull' enigma della porta: << “Sta accanto alla pietra grigia... quando il tordo picchia... il sole che scende” >> ripetè i passi della formula, indicando la roccia e stando di fronte alla parete: << “E il risolutivo raggio del Dì di Durin splenderà”. Risolutivo raggio. Risolutivo raggio >> insisteva ancora lei sulla parola risolutivo. Osservò ancora l' orizzonte, il punto in cui il sole era sparito, dove si era portato con sé ogni fascio di luce. Sembrava non trovare la soluzione, poi si mise a fissare il cielo notturno. Le nuvole che finora coprivano la luna si spostarono, mostrandole lo spicchio della stella come si presentava quella notte. Sakura si avvicinò di poco verso la direzione della luna, venendo investita dalla sua chiarezza. Un raggio di essa passò a pochi centimetri dalla faccia della ragazzina. Un picchiettìo si sentì alle spalle di Sakura, e questa si voltò seguendo anche il raggio della luna dove sarebbe finito. La cattura carte ebbe la risposta ai suoi occhi. Un tordo che teneva tra il suo becco quello che sembrava un sassolino, picchiettava contro la parete rocciosa, mentre il raggio lunare si espandeva su una parte della roccia formando la sagoma di una serratura. Era esattamente come dicevano le scritte runiche: il tordo e il risolutivo raggio. L' uccello volò via dai paraggi, e Sakura rimase incredula alla scoperta della risposta che trovò con la sola testa: << Risolutivo! >> esclamò con una nota di entusiasmo, fissando il raggio che avrebbe mostrato la serratura. E così fu. Il fascio lunare investì ogni fessura della pietra, illuminando infine anche il buco della serratura di piccole dimensioni. Sakura lo notò subito, e cominciò subito a gridare più forte che poteva senza staccare per un attimo il punto dove aveva intravisto la serratura: << Il buco della serratura! Tornate! Tornate! E' la luce della luna! L' ultima luna d' autunno! Ha, ha, ha, ha! >> se la rise dopo aver lanciato un avvertimento ai Nani di sotto. Ma non trovò nessuno, forse erano già lontani dal fianco della Montagna. Sakura aveva quindi una sola cosa da fare, cioè quella di aprire la porta nascosta. Si mise subito alla ricerca della chiave che Thorin lasciò: << Dov'è la chiave? Dov'è la chiave? Dov'è la-- >> non la vedeva da nessuna parte. Era scomparsa nel nulla, eppure era proprio vicino al punto dove Thorin l' aveva buttata.

Continuò a cercarla, affrettandosi sempre di più nel voltarsi da una parte e dall' altra: << Era qui... Avanti. Era qui. Era proprio... >> Sakura urtò con il suo piede un pezzo metallico che sprizzò via in avanti verso il burrone: << Oh, no! >> disse vedendo la chiave dirigersi nel vuoto e tentare di afferrarla nonostante la lunga distanza con essa che aveva. Fece in tempo a fare un passo per notare la chiave che era già indirizzata nel vuoto, pronta a cadere. Un piede sbattè sul terreno, agganciando sotto la suola la fune della chiave, evitando che cadesse inesorabile fin giù. Sakura rialzò lo sguardo, mollando un sospiro di sollievo verso l' autore che evitò che la chiave andasse persa. Era Thorin, risalito in tempo fino a lei per poter aprire la porta nascosta. Il Nano si abbassò con cautela verso la chiave, afferrandola mentre era a penzoloni nel dirupo. Se la portò nuovamente agli occhi con tutti gli altri Nani che lo affiancarono nel lato destro e che avevano ritrovato la fiducia nel compiere la missione una volta per tutte. Ora tutti fissavano sereni la porta che stava per essere aperta. Thorin non perse altro tempo e infilò la punta della chiave nel buco, girandola da una parte. Sentì il blocco della serratura che si apriva all' interno. L' atto successivo era quello di spalancare la porta. Il Nano poggiò entrambe le mani sul muro, spingendolo poi in avanti. La parete si spostò dopo un po', essendo stata a lungo lasciata chiusa da anni. Una lieve polvere cadde dal perimetro della porta mobile che si accasciò alla parete interna del corridoio buio che iniziava. La porta era stata aperta, e tra tutta la Compagnia ci fu il silenzio in onore di quel momento a cui assistevano: << Erebor >> disse Thorin pronunciando il nome della sua casa che avrebbe rivisto dopo tanto tempo: << Thorin... >> dietro al Principe sopraggiunse Balin, già con l' emozione in cuore di rivedere le sale dalle quali fu lontano per un lungo periodo. Thorin gli poggiò una mano sulla spalla, facendo poi per entrare per primo. Anche lui non potè trattenersi dalla gioia di poter riammirare la roccia del corridoio che si sarebbe presentata più avanti: << Conosco queste mura. Queste sale. Questa pietra... >> disse il Nano con voce tremolante, poggiandosi alla parete del corridoio: << Ti ricordi, Balin? Saloni pieni di luce dorata >> << Lo ricordo bene >> rispose il vecchio Nano facendo i primi passi all' interno del passaggio, singhiozzando ogni volta che andava avanti. Di seguito fecero per entrare gli altri Nani all' interno del corridoio, fermandosi per guardare le prime rocce che si presentavano ai loro occhi. Si voltarono verso l' alto, osservando sopra al varco appena oltrepassato una raffigurazione di un piccolo oggetto che sprizzava luce da ogni parte: << “Qui giace il Settimo Regno del Popolo di Durin. Possa il cuore della Montagna unire tutti i Nani in difesa di questa casa” >> lesse Gloin la scritta che vi era sopra al disegno in tono onorevole: << Il Trono del Re >> spiegò Balin a Sakura, indicandole il disegno sotto all' oggetto dai mille raggi: << E che cos'è quello, là sopra? >> domandò la ragazzina notandolo: << L' Archengemma >> << L' Archengemma... >> ripetè Sakura dopo che Balin attese prima di dare la risposta. Un senso di bellezza e incanto avvolse lo sguardo della ragazzina sul mistero della pietra raffigurata: << E che cos'è? >> << Quella, Mastra Scassinatrice, è il motivo per cui sei qui >> le rispose Thorin svelando a Sakura il ruolo che lei assunse nella Compagnia. Era arrivato il suo momento per agire. Balin si voltò verso di lei con un sorriso da darle coraggio, così come tutti gli altri Nani la fissarono per vedere all' opera la loro Sakura. La giovane si girò da tutti, capendo che contavano su di lei, avendo in carica un compito importante. Si girò anche da Nori, il Nano che aveva tutta l' aria di essere un tipo scherzoso, ma che ora assunse tutta la serietà nel delicato compito di Sakura. Questa tornò a fissare l' immagine della pietra, tenendosi pronta al recupero di essa, a qualunque costo.

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Capitolo 27
*** Episodio 278: Foglia di Re ***


Le condizioni di Kili cominciavano a peggiorare istante dopo istante alla casa di Bard. Le bende che gli mettevano sulla ferita non facevano altro che fargliela pulsare ancora di più dal dolore, emettendo lievi gemiti di sofferenza dal letto comodo su cui era posato. Cercò di stringere i denti e di resistere più tempo che poteva. Bofur versò in una ciottola un po' di acqua calda con uno straccio immerso in essa, facendo per portarlo subito dal malato: << Permesso. Fate passare >> disse facendosi spazio tra i tre ragazzini Meiling, Tomoyo e Li, porgendo la ciottola a Oin: << Non puoi fare proprio niente? >> chiese Fili a Oin, mentre assisteva il fratello a fianco: << Mi servono erbe. Qualcosa per fargli calare la febbre >> aggiunse il Nano immedesimatosi in medico. Sopraggiunse Bard che posò sul tavolo di cucina tutto ciò che era riuscito a trovare negli scaffali: << Io ho Erba morella, matricale >> << Non mi servono a nulla. Non hai qualche foglia di Re? >> chiese Oin all' arciere, giungendo subito al punto di farlo smettere di tirare fuori barattoli inutili. Toy era seduto da una parte della cucina, con a fianco il suo amico Yuki che osservava preoccupato lo stato del Nano: << No, è un' erbaccia. La diamo ai maiali >> rispose Bard su dove si poteva trovare la pianta curatrice. Toy ebbe un sussulto alla nomina dell' erba che aveva già visto da un' altra parte: << “Foglia di Re”? >> << Hai detto qualcosa, Toy? >> gli domandò Yuki sentendolo bisbigliare: << Maiali. Erbaccia. Bene >> disse infine Bofur memorizzando gli indizi che portavano alla pianta reale. Si voltò deciso verso Kili, avvisandolo prima che partisse: << Non ti muovere >> riferì il Nano a quello giovane sul letto, andando verso la porta d' ingresso. Fili e Oin si guardarono confusi alle intenzioni del loro compagno che li lasciò da soli a badare a Kili che si dimenava sempre dal dolore: << E ora dove vai? >> chiese Tomoyo al Nano: << A cercare quella pianta, è ovvio >> rispose lui frettoloso, senza dare troppe spiegazioni a riguardo: << Di che pianta stava parlando? >> si domandò confusa Meiling. Li cominciava a farsi emergere alla memoria le prime immagini con l' incontro di quella pianta. Fissava con insistenza la porta che si chiuse dopo che Bofur lasciò il posto.

Si ricordò di lui che nello scorso viaggio nella Terra di Mezzo stava assistendo la sua Sakura da una brutta ferita infertale da uno spettro. Lei era distesa su un manto erboso, avvolta da un cappotto con il cappuccio. Per uno strano caso, il cinesino ripensò alla sua amata guardando solo il Nano Kili che sembrava essere sottoposto a tortura. Lo stesso atteggiamento suo era uguale a quello in cui si ritrovò Sakura: << Non temere, Sakura, presto starai bene >> le disse una volta ricordando di esserle stata sempre accanto in quegli istanti. Aveva sentito che la fronte di Sakura era diventata fredda, a causa della ferita della spada del Nazgùl che la raggiunse alla spalla. La stessa e identica cosa accadeva a Kili, anche lui con la febbre dovuta alla ferita alla gamba dalla freccia di un orco: << Li, conosci la pianta Athèlas da queste parti? >> << Athèlas? >> << Foglia di Re >> << Foglia di Re? Ah, è un' erba, se non mi sbaglio! >> il discorso con Toy a quel tempo gli fece rivelare il nome dell' erbaccia che adesso Bofur era andato a cercare. Il cinesino assunse un' espressione illuminata: << Ma certo! >> << Cosa c'è, Li? Hai scoperto qualcosa? >> gli chiese Tomoyo notando il suo cambiamento d' umore: << La pianta che stiamo cercando è la stessa che ha curato Sakura >> << Eh? Dici sul serio? >> disse Yuki con sorpresa alle spiegazioni di Li: << Sì. E' così. Dopo che riuscimmo a scampare all' agguato di alcuni spettri neri, Sakura ne uscì gravemente ferita alla spalla da uno di loro. Gli stessi sintomi che le pervennero sono uguali a quelli che sta accusando Kili in questo momento >> ammise il cinesino a tutti, osservato indifferentemente dagli altri due Nani Fili e Oìn che non avevano ancora capito di cosa stesse parlando il giovane: << Toy, tu ti ricordi di quella pianta elfica? >> chiese poi al fratello della sua amata: << Sì. Adesso che mi ci fai pensare riesco a ricordarla perfettamente. Era riuscita a guarire mia sorella dalla ferita mortale >> << State dicendo che Kili è stato colpito da una freccia velenosa? >> domandò Fili in preda sempre più a scoprire la verità: << A quanto pare, è così. E se non ricordo male, è una delle armi Morgul che ho sentito nominare dagli Elfi con cui sono cresciuto >> rispose ancora Toy seriamente. Oin si mise subito a controllare la ferita sotto le bende a che punto era, per constatare se ciò che dicevano era vero: << Oh, sì. Avete ragione, ragazzi. Eravamo in quella foresta. E ci risiamo passati quando abbiamo incontrato i tre Troll, non è vero? >> << Adesso si spiega tutto. Ecco perchè avevamo quelle strane sensazioni quando ci camminavamo in mezzo >> dissero rispettivamente Tomoyo e Yuki avendo già chiara l' idea del posto dove ripassarono insieme ai Nani: << Scusate, ma se quella foglia l' abbiamo trovata lì, è possibile che cresce solo da quelle parti. E i Troll devono aver sradicato ogni albero e pianta come si sono insediati nella foresta. Perciò l' unico altro luogo dove è reperibile quella pianta è solo nei dintorni delle case degli Elfi >> disse Meiling quasi in tono preoccupato: << E con questo, cosa intendi dirci? >> le domandò il cugino.

<< Voglio dire che, ecco, i boschi degli Elfi si trovano abbastanza lontano da questa città. E la possibilità di prendere la Foglia di Re è situata nei pressi del Reame Boscoso di Thranduil, però non abbiamo molta simpatia con lui e i suoi Elfi. Non credo che basterà un petalo per guarire ferite di quel genere >> ma Bard ebbe da rassicurare tutti i compagni della cattura carte: << Di questo non dovete preoccuparvi >> aggiunse l' uomo: << Preleviamo ingenti quantità di quelle foglie con i nostri affari con Thranduil. Le dispense degli animali vengono caricate di alcuni quintali di quell' erba, e di solito si svuotano in tarda serata >> << Ma allora non resta molto tempo >> disse Toy con il cielo che si faceva sempre più scuro di minuto in minuto, alla quale mancavano poche ore alla tarda sera: << Ma non ce la farà mai a setacciare ogni recinto della città >> disse Yuki con il tempo che divenne ben poco a disposizione per il Nano Bofur. La situazione si faceva complicata con la comparsa di ogni ostacolo che si presentava e che fuoriusciva dalle bocche dei discutenti. Ognuno, da Li a Bard, si sforzava di pensare ad una soluzione da trovare al problema: << Già, hai ragione. Potrebbero non rimanere erbe sufficienti sui vassoi dei maiali. L' unica speranza che abbiamo è quella di riuscire a strappare in tempo le erbe dalle bocche degli animali che le masticano più lentamente. E sono molto pochi >> aggiunse ancora il barcaiolo alla sentenza di Yuki. Le facce di ciascun componente che era in casa si tinse di un' espressione di ingiustizia: << Tutto quello che possiamo fare è di augurarci il meglio. La fortuna è nelle mani del nostro amico Nano >> annunciò Bard riponendo le speranze su Bofur. Tomoyo intervenì per togliersi un dubbio di dosso: << E se provassimo con il basilico? >> << Non penso che sia una medicina quella >> ribattè Meiling all' amica: << E invece ti sbagli >> rispose ancora la ragazzina dagli occhi blu. Tutti stettero ad ascoltarla interrogativamente, non conoscendo esattamente la soluzione della loro amica: << Il basilico è usato da altre popolazioni come antidoto contro i sintomi del corpo. Ho letto che è stato un farmaco che faceva fronte alla creatura mitologica Basilisco, il quale iniettava il veleno sulle sue prede fino a causare loro una lenta fine. Non è solo una pianta da condimento, ma so che è anche un ottimo rimedio contro il cibo tossico >> << E' vero. Tomoyo, sei un genio. Non ci sarà bisogno allora di cercare per forza la Foglia di Re >> si complimentò Li con l' amica che sorrise soddisfatta. Anche Toy e Yuki sembravano approvare la risposta di Tomoyo senza alcuna obbiezione: << Un momento >> intervenne ancora Bard per avvertire il gruppo: << Specifico che è un antidoto temporaneo. Quella pianta può essere paragonata a quella della Foglia di Re, certo, ma entrambe rallentano solo l' avvelenamento >> << Che cosa? >> disse Fili sconcertato alla triste realtà: << Non possiamo saperlo con certezza >> obbiettò Yuki per non lasciarsi andare ai pensieri negativi: << Voi no. Ma io sì. Qualcun altro tra di voi sa benissimo che la Foglia di Re serve solo a bloccare per un po' il veleno >> affermò l' arciere rivolgendosi a Toy, testimone degli effetti della pianta su sua sorella.

Il ragazzo chiuse gli occhi dal dispiacere e dall' ammettere la realtà di quelle frasi quale era: << E' come sta dicendo lui, Toy? Rispondimi >> << Sì, purtroppo >> disse il giovane al suo amico, rendendo più impaurite le due ragazzine: << Per togliere completamente il veleno dal corpo è necessario ricorrere alla sua estrazione nel punto in cui scorre più velocemente. E solo chi ha buon uso degli arnesi può avere successo nell' operazione. Ci vogliono degli Elfi che conoscano molto accuratamente i metodi di guarigione. Per me è troppo rischioso ricorrere a queste maniere, non sono portato fino ad un certo punto >> confessò il ragazzo ammettendo anche un suo difetto nel rimediare del tutto alle ferite velenose: << Se avessi avuto la destrezza della loro casata, a quest' ora saremo tutti più sereni >> concluse con amarezza Toy: << Cioè, non c'è niente che possiamo fare a questo punto? >> azzardò quella domanda Meiling. Silenzio. Calò un breve silenzio tra le bocche di ogni compagno, così come negli altri. Fili non riusciva ancora a credere che il suo fratello più piccolo d' età stava per vederlo morire da un momento all' altro davanti ai suoi occhi: << Ci servono solo medicinali che possano tenere a bada l' incanalamento veloce del liquido scuro nelle vene, prima che raggiunga in fretta l' arteria polmonare. Sigrid, Tilda, Bain, aiutatemi con le spezie >> disse Bard prendendo i suoi tre figli che fino ad ora erano rimasti in disparte ad ascoltare la discussione. La famiglia cominciò a prendere ciottole e a creare delle medicine sottoforma di mangime da poter somministrare al Nano malato per attenuare il destino al quale sembrava essere segnato. Tomoyo emise un sospiro di tristezza con tutte le probabilità di salvare Kili che si disperdevano una dietro l' altra, mentre Li tornava a sedersi su una sedia sconfortato ancora di più, al pari di Yuki e Toy che iniziavano anche loro a perdere le speranze: << Dispiace anche a me, Tomoyo >> disse Meiling abbracciando l' amica per confortarla di aver fatto del suo meglio per arrivare alla soluzione, senza ricavarne niente. All' interno della Montagna, nel corridoio della porta nascosta che era stata aperta, vi erano ancora la Compagnia di Nani insieme a Sakura che erano d' accordo ed esitanti di vedere la loro compagna entrare per la prima volta in azione sotto le vesti di scassinatrice: << Avete detto che quella pietra è tutto quello per cui sono venuta fin qui? >> domandò la cattura carte ad ogni membro del suo gruppo: << Non è una semplice pietra, come la definisci tu. E' una gemma molto preziosa >> la avvisò Thorin da dietro: << Dalla luce fluorescente >> << E dal materiale raro come nessun' altra. Un bel bottino da non lasciarsi sfuggire >> aggiunsero Dori e Nori per convincere un po' di più la ragazzina sul tono da assumere sulla parte che doveva svolgere. Sakura si ritraè un po' all' indietro a ciò che i due Nani davanti a lei cercavano di farle fare: << E' solo che non sono mai stata abituata al ruolo di scassinatrice >> << Oh, non preoccuparti. Ci farai l' abitudine se lavorerai con noi a tempo indeterminato >> le disse Balin dandole una pacca sulla spalla che la stessa giovane non colse come un segno di incoraggiamento.

<< Ti ringrazio, Balin, ma ho molte altre cose da fare che mi aspetteranno a casa di sicuro >> rispose con rifiuto delicato la giovane: << Sarà la tua quattordicesima parte del tesoro per il momento, signorina Kinomoto. Una ricompensa di pagamento a breve termine al tuo servizio alla nostra combriccola >> le riferì il Principe Nano con un sorriso armonioso. Sakura contraccambiò con lo stesso gesto ormai entrata in stretto rapporto con Thorin: << Sono sicuro che con la tua agilità e i tuoi poteri te la caverai egregiamente. Contiamo molto su di te >> << Toglimi però una curiosità. Quella pietra che dite voi sia preziosa, che fine farà dopo che sarà vostra? >> domandò la cattura carte incuriosita: << Verrà custodita nelle sale di Erebor, se è questo che vuoi sapere. E così si potranno riunire tutte le nostre famiglie che prenderanno dimora per sempre in questa roccaforte >> spiegò Thorin: << Quindi non dovrò temere nessun tipo di sorpresa con il ritrovamento della gemma? >> a quella sentenza, calò tra tutti i Nani un silenzio all' ignoranza della risposta da dare, poi smorzato da una risata improvvisa: << Immagino di essere molto divertente, a quanto pare >> << Te lo assicuriamo. Non ti succederà niente di spiacevole laggiù, puoi stare tranquilla >> le disse Balin a fianco. Ma i sorrisi che si stampavano sui volti di Thorin e degli altri compari sembravano essere un po' forzati ai suoi occhi non appena vide che il capo di alcuni di loro si abbassavano amaramente verso il terreno. Sakura preferì tenersi i propri dubbi per sé, senza perdere altro tempo in inutili domande: << Su, forza, ragazza. Ti accompagnerò io stesso per un po' >> aggiunse ancora Balin spingendo un po' da dietro la ragazzina: << Ma io non ho mai visto una gemma rara. Di che colore è fatta? Datemi qualche indizio >> si fermò ancora Sakura nel chiedere informazioni al gruppo di Nani: << Sei molto indicativa in certi momenti. Non te l' hanno mai detto che bisogna guardarsi intorno? Ma in questo istante hai tutte le ragioni per un compito da risolvere in fretta >> le riferì Thorin certo che non vi sarebbe stato alcun pericolo in fondo. Proseguì quindi con il dare tutte le indicazioni disponibili alla scassinatrice: << Si dice che l' Archengemma abbia una luce tutta sua. Non proveniente da quella del sole, o da altre fonti terrestri. So solo che i colori che assume sono quelli di luci che si infrangono sulla sua superficie. Alla prima vista può sembrare una pietra fredda e priva di ogni valore. Ma una volta tra le mani, è come se avessi un prisma di mille facce >> nel tono che assunse il Nano nel parlare, questi sembrò sognare ad occhi aperti la sagoma della pietra davanti a sé. Sakura lo ascoltò sempre più presa e trascinata da ogni parola incantevole che rivolgeva al prezioso artefatto perduto da tempo: << Io non ho più memoria di questo oggetto ormai, dal giorno in cui la Montagna ci fu strappata via. Ma, Sakura, se dovessi ritrovarla questo sarebbe un grande passo in avanti da parte tua al nostro onore. Alla nostra casata. Fa del tuo meglio >> concluse infine Thorin con queste ultime parole alla sua compagna, poggiandole entrambe le mani sulle spalle.

Sakura aveva capito che il punto cruciale dell' impresa era arrivato, ed era quello finale. Quello che avrebbe portato alla rinascita di Erebor. La cattura carte emise un' espressione convinta al suo amico Thorin, promettendogli di portare a termine il suo incarico al meglio: << Sì. Contate pure su di me. Non ritornerò a mani vuote >> << E non ci resterai al tuo ritorno >> gli confidò il Nano giurando di ricompensarla a dovere alla fine. I due compari, dagli inizi in amicizia un po' difficile, si mollarono altri sorrisi fieri prima di dividersi: << Andiamo >> disse Balin riprendendo a fare strada alla ragazzina che afferrò chiaramente l' importanza del recupero della famosa pietra che andava a riformare ben presto la casa della razza dei Nani. Sakura e Balin svoltarono l' angolo in fondo al corridoio che si prolungava nella profondità della Montagna, sparendo così dalla vista di Thorin e dei restanti Nani. Il Principe Nano fu soddisfatto fino a questo punto delle cose come stavano andando: << Aspettiamoli fuori >> ordinò al resto del gruppo di uscire fuori nello spiazzo. Egli però si fermò più volte a fissare l' angolo dove Sakura era sparita dai suoi occhi, suscitando il presentimento che non l' avrebbe più rivista. O almeno se si sarebbe rincontrato con lei l' avrebbe rivista diversamente. Tutto ciò gli fece lasciare solo un sospiro di amarezza prima di uscire all' aperto per attendere il ritorno della sua amica. Balin e Sakura camminavano vicini nel passaggio che discendeva sempre più fino al regno. Nella loro solitudine, la giovane fece per rompere un po' la tensione che le si accumulava in cuore: << Anche tu mi darai una mano nella ricerca del tesoro? >> << No. La scassinatrice sei tu, non io >> ribattè quasi apatico Balin: << Mi dispiace. Devo attenermi alle regole del contratto, non posso fare il lavoro per due. E poi io sono vecchio, non ho più l' età per certe cose >> spiegò il Nano giustificando l' espressione amara che fece Sakura: << Comunque, grazie per la compagnia, Balin >> << Di nulla, figurati >> << Ma quindi, più precisamente quest' Archengemma è solo una pietra? >> discussero per un po' i due viandanti, mentre macinavano e accorciavano metri dal punto di arrivo. Alla fortezza di Dol Guldur, Kerochan e il ritrovato Thrain stavano scoprendo altro dietro alla missione sicura di ripresa di Erebor, rivelato dalla pazzia del Nano che rimase imprigionato lì da tempo: << Nessuno deve entrare in quella Montagna >> si ripeteva Thrain, tremolante come una foglia: << Perchè no? Non riesco a capirti, amico mio. E' l' occasione di vedere riuniti ogni membro della famiglia dei Nani sotto il comando del tuo unico figlio >> cercava di convincerlo Kerochan, ma niente frenava la certezza di Thrain: << Andrà ancora peggio in questo modo. Finiremo tutti schiavi di una potenza ancora più maligna degli Orchi, qualcosa che va verso la magia >> poi il Nano si avvicinò ancora al Guardiano in modo cauto: << Kerochan, se hai degli altri amici è meglio che torni subito da loro, prima che sia tardi >>. La tigre cominciò subito a rivolgere il proprio pensiero al gruppo cui si distaccò per andare ad indagare alla fortezza abbandonata, sospettando adesso che avrebbe fatto meglio a stare al loro fianco al peggio che stava per abbattersi.

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Capitolo 28
*** Episodio 279: Il coraggio di pochi ***


Thrain non volle perdere altro tempo nelle spiegazioni e passò direttamente avanti alla tigre che l' aveva salvato, assumendo l' andatura a tratti frettolosa di chi non aveva intenzione di rimanere fermo: << Ehi! Aspetta, Thrain. Dove vai? >> gli chiese Kerochan da dietro: << Dobbiamo muoverci il più in fretta che possiamo. Non c'è un minuto da perdere! >> diceva sempre con tono preoccupato il piccolo e vecchio Nano, entrando in mezzo ad altre vie del sentiero di Dol Guldur. Thrain distaccò di molto la distanza con il Guardiano, e svoltò un angolo di una parete con rapidità. La tigre, non appena si affacciò dall' altra parte dell' angolo, perse di vista il suo piccolo amico, pensando che si fosse volatilizzato nel nulla: << Thrain? Dove sei? >> chiese Kerochan notando solo uno stretto corridoio con più stradine davanti a lui: << Sono qui in fondo, muoviti, Kerochan! >> gli rispose infine il Nano sbucando da un uscio in lontananza del sentiero che vedeva il Guardiano. Questi si affrettò a raggiungerlo a passo felpato, cercando poi di stare il più attaccato possibile a lui: << Rischierai di perderti in questa fortezza >> << Da tempo sono rimasto rinchiuso qui, e ormai conosco ogni via di questo labirinto come i palmi delle mie mani. Fidati di me. So dove sto andando >> ribattè Thrain non accennando ad una pausa. Kerochan, nel mentre che discendeva insieme al suo compagno e amico ogni piano della fortezza, ne approfittò per chiedere informazioni al prigioniero interessato riguardo alla preoccupazione che si era messo sulla ripresa di Erebor: << Dimmi una cosa: sei a conoscienza di quello che sta accadendo al dì fuori di questa roccaforte? Sembri pensieroso più del solito >> << E ho tutte le ragioni per esserlo. Kerochan, dobbiamo dirigerci subito da Thorin come usciamo da qui. Bisogna fermare ogni suo intento >> continuava ad avvisare il Nano tenendo con il fiato sospeso Kerochan: << La forza maligna che abita qui si è messa già all' opera. Presto avrà a sé ogni oggetto magico al suo controllo, privandolo della forza benevola che ha >> << Ogni oggetto magico? >> ripetè la tigre cupamente: << Ogni oggetto, Kerochan. Spero che tu non abbia niente a che fare con questa faccenda >> si augurò il piccolo essere. Ma la tigre si fermò di scatto, balenando alla sua memoria ogni tipo di cosa che fosse magica e che facesse parte al suo gruppo.

Gli occhi si persero per un attimo nel vuoto, e di conseguenza Thrain dovette aspettare che il suo amico si riprendesse: << A cosa stai pensando? Ti è venuto in mente qualcosa? >> gli domandò ripetutamente il Nano: << Questa è una trappola. Allora il suo piano era quello di attirarmi fin qui per evitare che io proteggessi i miei amici.. Oh no >> << Hai degli oggetti magici che potrebbero interessargli, scommetto >> ribadì Thrain alla faccia quasi sconvolta del Guardiano: << E non solo io. Penso di sapere chi è in realtà questo Negromante >> disse Kerochan ricordando che un vecchio Nemico nella Terra di Mezzo aveva il potere di sedurre un Anello da lui creato anni fa: << Se è quello che pensi tu, amico mio, allora l' intera Terra di Mezzo è di nuovo in pericolo >> annunciò ancora Thrain, destando Kerochan da tutti i suoi sospetti che si concretizzavano in un incubo già vissuto: << Kerochan? L' incantesimo di occultamento... sei riuscito a toglierlo del tutto? >> azzardò quella domanda il Nano, incupendosi sempre più. Kerochan sollevò lo sguardo timoroso verso Thrain, rispondendogli alla domanda: << Sì... >> << Ci verranno a cercare! Lasciamo subito questa fortezza >> disse il Nano riprendendo a emettere alcuni passi in avanti: << Già, hai ragione. Credo che per il momento non ci hanno ancora scoperti >> constatò Kerochan roteando con velocità le sue pupille da un angolo all' altro della fortezza, controllando che non vi fossero Orchi nei dintorni che li osservassero. Con la magia di liberazione, la tigre aveva fatto scattare un secondo intoppo, permettendo adesso agli abitanti di Dol Guldur di accorgersi della sua presenza che pensava passasse inosservata. Ai piani inferiori del forte, esattamente all' ultimo spiazzo sotto al pontile d' uscita dalla torretta abbandonata, Azog e il suo branco di Orchi si preparava a dividersi in tutta la fortezza per andare a cercare i fuggitivi. Alcuni Orchi saltarono sopra le schiene dei propri Mannari, che grugnivano perfidamente tra loro: << Trovate il Guardiano e il prigioniero. Non lasciateli andare via! Non devono lasciare questa fortezza! Capito? >> ordinò con gran voce l' Orco Pallido ad ogni suo componente. Questi si sparsero in stradine secondarie ai lati del muro, alcuni a bordo di cavalcature di Lupi selvaggi che fecero smuovere dando loro dei colpi di tallone ai fianchi, mentre altri si limitarono a sguainare le loro spade, stando al fianco del Profanatore. Quest' ultimo si osservò la mano destra dove impugnava la sua mazza ferrosa. Nel suo indice aveva indossato l' Ultimo dei Sette Anelli dei Nani, e lo guardava con un ghigno malefico alla preziosità che gli suscitava l' oggetto magico: << Non mi sfuggirete. Eh, eh >> commentò Azog con le pupille che brillavano alla cattura prossima delle sue due prede. Poi si rivolse ai restanti suoi uomini che attendevano un suo ordine dietro di lui: << Forza, andiamo! >> ruggì contro di loro per smuoversi dalla postazione in cui era, promettendosi di portare a termine ogni obiettivo che gli veniva chiesto dal suo Padrone.

A Pontelagolungo, Bard si affrettava nel preparare insieme ai suoi figli la ricetta per attenuare il veloce scorrere del veleno nel sangue di Kili, causatogli dalla freccia Morgul. Erano ore di apprensione per il giovane Nano che stringeva più forte che poteva i denti per sopportare con tutte le sue forze il dolore lancinante alla gamba: << Su, resisti, fratello. Presto starai bene >> cercava di confortarlo Fili, tenendolo per una mano sul lettino in cui era. Gli occhi azzurri del Nano biondo fissavano il volto pallido di Kili che era ormai allo stremo di lottare: << Oh, Kili. Perchè? Perchè proprio tu? Dovevo esserci io al tuo posto come fratello maggiore >> continuava a pensare Fili all' ingiustizia di vedere il suo fratello di età poco minore soffrire come un cane. Tomoyo e Meiling si tenevano le bocche coperte con una mano, entrambe preoccupate allo stesso modo degli altri per ciò che stavano assistendo: << Se qualcuno ci potesse aiutare, a quest' ora saremo tutti più tranquilli. Non è giusto >> disse Yuki prendendosela con l' autorità del Governatore che li aveva respinti da ogni aiuto che poteva dare loro: << Agitarsi non serve a niente, Yuki. Stai calmo >> gli consigliò caldamente Toy, stando seduto su una sedia mentre il suo amico era nervoso e stava in piedi: << Non ci riesco. E' troppo snervante questa situazione. I minuti passano uno dietro l' altro inesorabili, e ancora non si vede Bofur >> disse con ansia Yuki, fissando la vetrata della finestra: << Lo so >> aggiunse ancora Toy sollevandosi in piedi. Mise una mano sulla spalla del suo amico, cercando di incoraggiarlo a non mollare: << Vorrei anch' io poter fare qualcosa in questo momento, credimi. Andrà tutto bene >> concluse con un sorriso pieno di vitalità. Yuki cercò di buttare giù quel consiglio in modo sereno, ma il suo sorriso accennava a essere forzato sempre di più per non far notare a Toy la sconcertazione che lo assaliva. Il rumore di un piatto che si rompeva contro il pavimento attirò l' attenzione di ogni presente nella cucina: << Oh no! Ho fatto un disastro, mi dispiace >> gridò Sigrid, la figlia maggiore di Bard, che per sbaglio si lasciò scivolare dalle mani il piatto con le spezie macinate all' interno e che ora si spargevano nella piccola parte di una mattonella in legno: << Non è colpa tua, tesoro. Sei solo un po' agitata, tutto qua >> disse Bard a Sigrid, prendendola per le spalle: << Su, la prossima volta farai attenzione, d' accordo? >> << Va bene, pà >> rispose la figlia con tono rassicurante a quello del genitore. Sigrid fece per raccogliere tra le sue mani i cocci del piattino distrutto, provedendo al danno fatto: << Ti do una mano io, se vuoi >> << Oh, grazie. Meiling, giusto? >> domandò la donna di casa alla cinesina che si era offerta volenterosa di prestarle una mano. Tomoyo sorrise serenamente al buon atto della sua amica. Tutta la voglia che aveva Meiling nel ripulire il pavimento faceva mettere un po' in colpa Sigrid: << Accidenti.. Per colpa mia adesso dovrò riniziare da capo a preparare le spezie >> << Non preoccuparti. Iniziare di nuovo fa bene, in modo che non si ricada negli stessi errori >> disse Meiling raggruppando tra due mani il mucchio di sostanza che era finito a terra.

<< Questo è un motto del vostro paese? >> << E' semplicemente la realtà, invece. Forza, dammi la mano >> e la cinesina tese il braccio destro ad una nuova amica, sorridendole pienamente mentre si portava su un palmo la sostanza raccolta. Sigrid afferrò senza obiettare la mano di Meiling, ritrovandosi risollevata in piedi come se la ragazzina la sostenesse con il suo carattere: << Grazie. Tu e il tuo gruppo siete unici >> << Figurati. Facciamo ciò che possiamo per gli altri >> aggiunse Tomoyo affiancandosi a Meiling, ricambiando un bel sorriso a Sigrid. Bain, Tilda e Bard ripresero a mettere in un nuovo ciottolo gli ingredienti che tirarono fuori dai loro scaffali, aiutati anche dalle due ragazzine insieme a Sigrid. L' armonia nel fare le cose adesso sembrava stampata nel volto della figlia maggiore del chiattaiolo: << Avete coraggio voi. Devo ammetterlo: non ho mai visto un gruppo tanto unito come il vostro >> confessò Sigrid: << Ci siete simpatici >> aggiunse dolcemente la sorella più piccola, Tilda: << Diciamo che siamo come una famiglia. Ci vogliamo bene, e ci sosteniamo a vicenda l' un l' altro >> << Già, si vede >> confermò la stessa figlia maggiore alla sentenza di Tomoyo. Questa rimase un po' seria al tono che assunse d' improvviso Sigrid. Abbassò gli occhi verso il tavolo, proseguendo a raccontare: << La nostra famiglia è stata come voi, una volta. Insieme alla mamma affrontavamo con grande impegno tutti i guai che la quotidianità ci dava... Poi però sapete come è andata a finire. Perdemmo un po' di fiducia in noi, non avendo più quella soddisfazione di prima di riemergere trionfanti alle nostre vittorie >> Li cominciò ad ascoltare anche lui Sigrid con fare serio, mentre si complimentava del buon carattere del gruppo cui apparteneva: << Avevamo anche paura di parlare normalmente con gli altri cittadini del Lago. Un po' ci sentivamo che i nostri legami e la fiducia con loro si era distrutta in parte. Sapete, senza la mamma niente è più lo stesso >> la donna ebbe gli occhi lucidi davanti a suo padre e ai suoi due fratelli. La commozione pervenne per un po' anche a Meiling nel riascoltare la tragica scomparsa della persona integrante la famiglia di Bard, così come anche Tomoyo si limitò a rimanere zitta con il sapore delle lacrime salate che si sentiva di nuovo in bocca. Nell' alzare la sua mano per asciugarsi gli occhi pieni di lacrime, Sigrid urtò per sbaglio la ciottola su cui si versavano gli ingredienti, rischiando di farla cadere dalla credenza. Bain afferrò giusto in tempo la scodella, prima che si potessero verificare altri danni: << Scusate. Se resto qui ne combinerò di tutti i colori >> disse Sigrid tristemente cercando di nascondere le gocce che le scendevano dalle palpebre: << Non devi sentirti così >> le disse Li distante dal tavolo della cucina per incoraggiarla. Sigrid singhiozzò mentre si tirava la testa in su: << Li ha ragione. Non vedo alcun modo perchè tu devi continuare a soffrire. Tua madre ti ha voluto bene, e il bene che ha dato a te e alla tua famiglia è importante. Così potete incoraggiarvi giorno dopo giorno al suo sentimento >> aggiunse Meiling saggiamente.

Tomoyo ebbe da dire anche lei la sua: << Sì. Devi farti forza, amica mia. Non rimanere ancorata al passato >> << ...Avete preso dalla vostra amica. Il coraggio con cui è andata alla Montagna per aiutare i Nani è paragonabile a nessun altro al suo posto. Siete fortunati ad avere un membro come lei tra di voi. Non lasciatevela sfuggire >> avvisò Sigrid rinvenuta dalle lacrime grondanti che le inondavano il volto. Li percepì un senso di vuoto al sentire nominare il carattere della sua amata Sakura, rimanendo ansioso alle sue sorti, essendo lontano da lei e senza che potesse proteggerla in alcun modo. Yuki e Toy ebbero un' espressione seria alle discussioni che nascevano tra il loro gruppo e quello di Bard: << Abbiamo sofferto molto in passato. Non sarà di nuovo così. Vi dobbiamo molto >> si congratulò anche lui con le due ragazzine, Meiling e Tomoyo, che parlarono poco fa. Il chiattaiolo rivolse un sorriso rassicurante a sua figlia e agli altri due. Poi fece per chiedere informazioni al Nano medico, visto il tempo perso: << Mastro Nano, quali sono le condizioni del malato? >> << La febbre non si è abbassata, è rimasta tale. Proprio come prima >> riferì Oin: << Quanto tempo abbiamo? >> << Fate più in fretta che potete >> ribattè di nuovo il Nano per far sbrigare gli addetti alla preparazione delle spezie: << D' accordo. La risolveremo in fretta questa situazione >> commentò Bard sottovoce, suscitando coraggio a Sigrid che veniva a sua volta osservata da Tomoyo con un gran sorriso della portata del suo gruppo. Il Nano Bofur, invece, era alle prese nella ricerca della pianta “Foglia di Re”. Percorreva in lungo e in largo ogni stradina della città ormeggiante sull' acqua, setacciando ogni recinto ai lati di qualche casetta che incontrava per strada. In essi vi erano dei maiali che pascolavano tranquillamente nelle recinzioni in legno. Il Nano ne approfittò per sbirciare nelle vaschette dove era solito riempirle di cibo per animali: << Foglia di Re? Foglia di Re? Erbaccia. Maiali. Niente >> diceva tra sé e sé non trovando più erbe all' interno dei recipienti e proseguendo avanti. La zona era abbastanza tranquilla dove lui passava. Non vi era la minima anima viva in circolazione, e tutto sembrava svolgere a favore del missionario Nano nel proseguire il suo compito. Al Palazzo reale del Governatore, Alfrid aiutava lo stesso suo sovrano a terminare in fretta la conta del denaro sulla credenza di lavoro in cui erano. Il sire della città era seduto comodo mentre dava indicazioni al suo consigliere di portargli vicino al bancone dei sacchi pesanti di monete: << Su, muoviti di più, Alfrid. Dobbiamo finire in fretta prima che cali la notte >> << Per sua esattezza, signore, la luna è già in bella vista >> ribattè Alfrid trascinando con fatica un pesante sacco. Il Governatore aggrottò la fronte dallo stupore: << Allora dobbiamo velocizzarci! In fretta con quell' altro sacco >> sbottò non dando tregua al suo aiutante. Questi trascinò con un ultimo sforzo l' ultimo sacco in vista, poggiato sul balconcino.

<< Fatto, signore. Era l' ultimo >> dichiarò convinto Alfrid ansimando dallo sforzo: << Ci sono ancora gli altri dieci sacchi in fondo alle scale da portare su. Un po' di esercizio di farebbe bene, Alfrid, mio caro >> << Non si può dire lo stesso per lei, vero, signore? >> borbottò ancora il consigliere sgranando gli occhi dalla stanchezza. Si affacciò subito al cornicione della ringhiera di legno, respirando l' aria fresca di fuori. Nel riprendere fiato, il vice Governatore fissò la sagoma di un piccolo omino che sgambettava dalla corsa nelle strade della città. Fu sicuro che si trattava di un Nano quando riconobbe degli stivali e un cappello già visti nella Compagnia originaria del popolo di Erebor. Un piano per ora assopito stava riemergendo nella mente di Alfrid: << Che cosa stai aspettando, Alfrid? Dobbiamo finire di racimolare l' oro! >> lo avvertì il suo sire: << E per quanto riguarda quello statuto? >> domandò viscidamente al suo sire: << Quale statuto? >> << Quello per il chiattaiolo, signore. Pare che faccia scorrere liberamente i suoi Nani per la città >> << Cosa? >> si chiese sorpreso il Governatore alzandosi dalla sedia. Raggiunse in fretta il suo consigliere al davanzale, notando anche lui il Nano che gironzolava nelle strade di Pontelagolungo. Le due autorità del palazzo emisero un sorriso soddisfatto al vedere in circolazione uno del gruppo di Bard, e presto lasciarono perdere le loro faccende per architettare subito un piano contro il loro rivale. Sakura e Balin continuavano a passeggiare nel corridoio, parlando del più e del meno riguardo all' Archengemma. I due sbucarono di fronte ad un sentiero che discendeva in gradinate più avanti. Sakura fece il punto della situazione sulle informazioni che il Nano le diede sulla pietra da trovare: << Volete che io trovi un gioiello? >> chiese specificata la ragazzina nascondendosi dietro alla parete per timore che vi fosse un pericolo in arrivo: << Un grosso gioiello bianco. Sì >> ribattè Balin certo: << Tutto qui, allora? Solo che immagino ce ne siano parecchi laggiù >> << Esiste una sola Archengemma. E la riconoscerai quando la vedrai >> << Giusto >> rispose subito il Nano in modo definitivo ricevendo solo una sentenza breve da Sakura. Riprese quindi ad avanzare nel corridoio, scortando la scassinatrice come promesso: << In verità, ragazza, io non so proprio che cosa troverai laggiù >> confidò Balin sinceramente alla giovane avventuriera, fermandosi nel tratto della stradina insieme a lei. I suoi occhi si incrociarono con quelli di Sakura, ammettendole attraverso i suoi dell' insaputa del pericolo che avrebbe incontrato. La ragazzina sospirò nel dubbio: << Non devi andare, se non vuoi. Non c'è disonore nel tornare indietro >> le disse ancora il Nano accertandole alcun guaio, ma Sakura sapeva bene che in fondo al cuore Balin teneva a quest' impresa: << No, Balin. Io ho promesso che l' avrei fatto, e penso che devo provarci >> a quelle parole chiare e decise, il vecchio Nano assunse un' espressione divertita e ridacchiò simpaticamente davanti alla sentenza della cattura carte: << Eh, eh, eh, eh, eh. Non cessa mai di sorprendermi >> disse lui mentre Sakura lo fissava confusa.

<< Che cosa? >> gli chiese lei: << Il coraggio che hanno in pochi. E' raro da trovare al giorno d' oggi >> rispose fiero Balin sorridendo alla sua compagna che contraccambiò con lo stesso gesto, avendo colto positivamente il complimento del Nano. Questo le disse un' ultima frase prima di mandarla a incamminarsi da sola: << Va ora. Con tutta la fortuna a cui puoi fare appello >> Sakura annuì coraggiosamente, prendendo il respiro mentre avanzava oltre Balin. Discese le gradinate che portavano il corridoio ad un' altezza lievemente bassa: << Ah, Sakura? >> la richiamò ancora il Nano da dietro. Il tono che assunse Balin era quasi intenzionato al non voler mettere troppo in pensiero la giovane: << Se esistesse davvero un drago vivo laggiù... non risvegliarlo >> disse sinteticamente e francamente. Sakura annuì ancora in silenzio, scendendo pian piano gli scalini, poi fece per ricordarsi di chiedere una cosa al Nano quando si trovò in fondo alla gradinata. Ma non ebbe tempo di parlargli che già Balin era sgattaiolato via, svoltando il corridoio a passo felpato. Sakura si tenne per sé il dubbio che voleva togliersi e ritraò indietro la mano alzata, puntando alla strada che le si presentava davanti. Sbirciò ogni tanto il tratto prima di svoltare l' angolo, assicurandosi prima che la via fosse libera, e infine si lasciò trasportare dall' impavidità che le fu in corpo avviandosi sempre più all' interno della Montagna. Un rombo di tuono echeggiò fin dentro il cunicolo dove Sakura era capitata, spargendosi nelle vicinanze del monte.


 


 


 


 

Eccomi qui, sono tornata! :) Mi scuso con quelli che stanno seguendo questa serie, ma il dovere mi ha tenuto occupata in questi giorni e quindi faccio fatica ad aggiornare la storia. Comunque, vi prometto che nei prossimi capitoli si scopriranno altre cose in più che risponderanno agli interrogativi del ritorno del Negromante. Detto questo, vi saluto e come sempre vi aspetto al prossimo episodio (sperando di non rimanere troppo indietro)!! Ciao :)


 

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Capitolo 29
*** Episodio 280: Il Nemico svelato ***


Il rombo del tuono venne avvertito di conseguenza anche all' interno della casa di Bard. Tutti si fermarono nelle loro faccende, per un attimo ascoltando il verso del tempo qual era in quegli istanti. Tilda sbirciò dalla finestra della cucina, preoccupandosi dei nuvoloni che si addensavano nel cielo notturno: << Arriva un temporale, pà >> avvisò la piccoletta al padre. Bard, così come Li e gli altri, stettero in silenzio dopo che il tuono rumoreggiò per un po' nell' atmosfera: << Sembra che venga dalla Montagna. E' un brutto segno, questo >> notò Fili. Il cinesino non riuscì ancora una volta a evitare di fare quella faccia preoccupata da quando si era staccato con Sakura, allarmandosi ad ogni fenomeno che si verificasse e che riguardava lei: << Spero che stiano bene lassù >> si augurò Li: << Ehi, tranquillo, Sakura se la caverà. Non devi preoccuparti ogni volta >> cercò di rasserenarlo Meiling. Il cugino non riuscì per un attimo a capire la serenità di Meiling, che gli fu spiegata dall' amica Tomoyo: << Infatti, anch' io la penso così. Kerochan li avrà già incontrati e ora starà sicuramente aiutando Sakura nell' impresa dei Nani. Te ne sei dimenticato? >> domandò quasi spensierata: << No, non me ne sono dimenticato... >> rispose brevemente Li come se la frase di Tomoyo non avesse avuto effetto. Le due amiche sbatterono le palpebre contemporaneamente, sospettando qualche altro problema che si presentò nel tono di Li. Anche Toy e Yuki non erano affatto tranquilli in quel momento, dubitando dell' incolumità della loro compagna sulla Montagna. Ma decisero di non agitare ulteriormente la situazione, tenendosi il mistero con loro. Kili si svegliò dal suo stato di riposo e cominciò di nuovo a lamentarsi del dolore, quasi ad annunciare l' imminente tempesta in arrivo. Kerochan in realtà, a differenza delle convinzioni di Tomoyo, era ancora a Dol Guldur insieme al ritrovato Thrain. I due compari di una volta si facevano strada nelle vie abbandonate della fortezza, scendendo ogni piano per riuscire a trovare la via d' uscita: << Ci siamo quasi. Manca poco >> diceva il piccolo Nano facendo da guida alla tigre dietro di lui. Il Guardiano alato non smetteva di togliersi dalla mente il pericolo cui avrebbe coinvolto sé stesso e il suo gruppo se avesse fallito.

Nel continuo sviare di angolo in angolo, Kerochan continuava a parlare alla sua guida: << Perchè il Negromante adesso si è messo la fissazione di arricchirsi di oggetti magici? Che cosa se ne fa, visto che non vi è alcuna possibilità di rendersi del tutto invincibile? >> domandò inconsapevolmente e senza un attimo di respiro nella fuga: << Io so soltanto che questo spirito che viene chiamato “Negromante” non è quello che sembra. Da tempo si è eclissato nella sua identità soprannominandosi in questo modo. Forse non vuole dare nell' occhio il suo vero potenziale, è per questo che si è finto come uno Stregone >> << Intendi dire che è in grado di assorbire l' energia del materiale magico che gli viene dato in possesso? >> cercò di specificare meglio la questione Kerochan: << Sì. E' così, Kerochan. Presto soggiogherà ogni suo servo con i preziosi oggetti cui lascia un po' del suo potere in essi >> << E cosa succederà se qualcuno dovesse portare uno di questi, dopo che vi ha influito questo spirito? >> domandò ancora la tigre. Thrain, però prima di rispondere, diede un avviso al suo amico: << Che intenzioni hai dopo che ti avrò fornito ogni spiegazione? Non puoi fare nulla contro questa forza >> << Tranquillo. Non sarò da solo in questa missione. Il Bianco Consiglio verrà presto avvertito >> ribattè certo Kerochan imboccando sempre più scorciatoie da una parte e dall' altra. Thrain sembrò essere soddisfatto della sentenza del Guardiano e decise di rispondere alla sua domanda: << Una volta che qualcuno porterà un oggetto influenzato dalla malvagità del Negromante, si dice che il portatore acquisisca forza distruttrice e prorompente da poter superare quella di un comune Custode di un Anello >> la faccenda si infittiva sempre più e Kerochan emise una faccia incupita al massimo a quello che sentiva uscire dalle labbra di Thrain: << Il Negromante preleva il potere originale dell' oggetto e grazie a questo si ricarica in potenza. Egli si rifugia all' interno di ognuno di questi da poter facilitare il suo compito di ricarica >> << E una volta prosciugato del potere benevolo l' oggetto passerebbe ai suoi servi, dico bene? >> << Sì, intende rafforzarli nell' anima oltre che nel combattimento. Un miscuglio di forze che potrà risultare micidiale per gli avversari che si troveranno ad affrontarli >> disse Thrain. La fortezza sembrava ancora interminabile e il silenzio che avvolgeva i due viandanti non era sicuramente rassicurante per Kerochan: << Basterebbe distruggere tutti gli oggetti per diminuire il suo potere? >> chiese ancora spiegazioni al Nano: << Ce ne sono molti di questi. Nell' arco di un anno è riuscito a racimolare ingenti quantità di oggetti magici che il loro numero è troppo perchè possiamo distruggerli in un solo colpo. No, bisogna ricercare il contenitore dove si è tenuto insediato per molto tempo e che lo mantiene nella forma che è adesso >> << E tu sai qual è? >> << Credo di saperlo. Ho sentito parlare di una specie di Carta ritrovata dopo lunghi anni e che ora è stata recuperata da qualcuno con poteri magici. Questo ha permesso al Negromante di risvegliarsi pian piano nei suoi poteri assopiti >> confermò Thrain ricordando una discussione tra lo spirito della fortezza e i suoi Orchi.

Kerochan ripensò alla Carta che Sakura ritrovò nelle gallerie dei Goblin, e che il puro caso ha voluto che la ragazzina la ritrovasse. Adesso la tigre cominciava ad avere i sensi di colpa per aver mandato di nuovo in missione i suoi amici che rischiavano di non essere protetti a lungo. Decise di togliersi un altro dubbio a proposito della Carta famigerata cui il Negromante era legato: << Ma perchè ha scelto proprio una carta per rinchiudersi e attendere che qualcuno la raccogliesse? >> << Vedi, Kerochan, dopo la distruzione dell' Unico Anello ci furono alcuni oggetti che possedevano potere immenso in quel momento. Non sono molto esperto, ma credo che si tratti proprio di carte magiche. E siccome la maggior parte erano già sotto controllo di un' altra persona, lo spirito di Dol Guldur decise di rimanere custodito all' interno di una carta abbandonata da secoli, in modo da attuare il suo piano all' insaputa delle menti di esseri che potevano captare la sua presenza nelle vicinanze. Ha cominciato a cibarsi dell' energia di semplici anelli, poi al momento in cui la sua carta è stata recuperata, ha iniziato a sentirsi la base del suo potere che gli rispondeva chiaramente. Attirava sempre più Orchi sopravvissuti alla disfatta di Mordor e quelli che brancolavano a lungo nell' Ombra, in attesa di un loro Padrone che li potesse guidare >> a tutto ciò Kerochan cominciava a essere scosso. La carta che Sakura prelevò dalle gallerie dei Goblin era stato un gesto malaugurato. Lui se lo sentiva fin dall' inizio e ora si pentiva di aver lasciato perdere la questione a causa della sua ignoranza di ciò che potevano fornire le carte prive di qualsiasi custode. La parola “Destino” sembrava adesso per lui un vocabolo di pericolo. Era possibile che tutto quello che stava accadendo fosse frutto della Carta di Clow che controllata dal male faceva accadere le cose secondo la volontà del suo portatore. Pensava anche a Li, il compagno della sua amica, anch' egli in possesso di alcune carte di Clow che senza dubbio sarebbero state controllate dallo spirito. La tigre e il Nano imboccarono un corridoio che li portava alla fine di esso in un breve spiazzo. Questi si lasciarono alle spalle dei Mannari appostati sopra la cima di un ripiano superiore, e fecero per girare intorno per trovare la strada che li conducesse alle loro prede con i loro fanti a bordo che erano vicini a catturarle: << Ma qual è lo scopo di tutto questo? >> chiese Kerochan non volendo lasciar perdere ogni minimo dettaglio: << Temo che voglia ricreare l' arma micidiale di un tempo. Vuole ricreare l' Unico. Se sarà al massimo della sua forza, il suo aspetto riassumerà la forma fisica per ricostruire l' Anello Sovrano >> la tigre sgranò gli occhi dall' incubo che ora divenne realtà nei suoi pensieri mentre Thrain proseguiva: << Sarà in grado di controllare perfino ogni creatura. Anche quella che dimora alla Montagna, Kerochan! >> << La situazione è più grave del prevvisto >> notò il Guardiano quasi impaziente di ritrovare la via d' uscita: << Nel fondo dei piani del Negromante, lui sa che il Drago gli sarà fedele dopotutto >> confermò il Nano.

Questi non accennava a fermarsi ancora un attimo dal correre, parlando sempre alla tigre che lo seguiva con il cuore in gola e che optava per la distruzione della Carta del Destino: << Lui li sta aspettando. Loro sono alleati, il Drago e l' Oscuro. Presto. Facciamo presto! >> divenne sempre più incalzante il Nano distaccandosi di alcuni metri da Kerochan. Un ruggito improvviso si udì in fondo ad un varco. Azog spuntò di corsa da una parete, e con uno scatto saltò facendo per caricarsi il fendente della sua mazza che stava per piombare verso il Nano: << Attento! >> lo avvertì Kerochan. La tigre si mise subito in mezzo tra l' Orco e Thrain, facendo da scudo al suo amico mentre il colpo della mazza ferrosa di Azog lo colpì ad un fianco. Kerochan venne così sbalzato con una tale forza all' indietro dalla forza sovrumana del grosso Orco che sopraggiunse al momento. Il Guardiano strisciò a terra, rotolando per alcuni metri sul pavimento, mentre gli Orchi circondavano ogni via di fuga per lui e Thrain. La tigre fu frastornata dalla botta subita, e Azog dapprima sogghignò sotto i baffi e lasciò fuoriuscire una risata malvagia di buon gusto. Thrain rimase inerme e sempre più agitato alla situazione che stava sfuggendo sotto controllo per via della magia di Kerochan che fece in modo di far uscire allo scoperto gli Orchi della fortezza. Azog teneva sotto scacco il felino, che nel rialzarsi da terra balenò il suo sguardo verso la mazza del nemico, notando l' Anello di Thrain portante al dito e che senza dubbio gli aveva conferito un potere straordinario: << Sei venuto troppo tardi, Guardiano! E' finita >> disse il Profanatore puntando il suo braccio ramoso alla tigre e pronto poi a finirla con un altro fendente da assestargli addosso, ruggendo mentre se lo caricava. Ma Kerochan riuscì a intervenire e con la forza del pensiero attuò una specie di magia che bloccò per poco nei movimenti l' Orco Pallido e i suoi scagnozzi: << Dov'è il tuo Padrone? Dov'è?! >> chiese ancora Kerochan tenendo ancora a bada Azog che si dimenò per poco dall' incantesimo ma che puntualmente venne fermato sempre dalla tigre che perdeva colpi negli incantesimi: << Lui è ovunque. Noi siamo legioni! >> ribattè Azog perfidamente con la tigre che non mollava a lasciarlo andare. Kerochan indietreggiava fino a che non sentì sotto le sue zampe l' orlo del precipizio. Si voltò e seguì dapprima dei sassolini che si staccarono e che cadevano fin sotto. La tigre fu presa sempre più dalla criticità degli eventi, al pari di Thrain, quando affacciandosi di sotto vide dei Lupi che schioccavano le loro mandibole verso l' alto, saltando rabbiosamente. Ma non erano in pochi quegli esseri, perchè vi erano una sterminata landa di Orchi e Mannari che presidiava in gran numero i piani inferiori della fortezza, e presto sarebbero scesi in campo. Kerochan vide gli occhi degli Orchi di sotto che lo puntavano minacciosamente con i musi dei Mannari che incrociarono anch' essi il volto terrificato del Guardiano. Egli si sarebbe aspettato di affrontarli tutti ora, ma vista la copertura saltata emise un grugnito a denti stretti rivolto ad Azog: << E' finita >> annunciò ancora il Pallido solennemente.

L' Orco ruggì di nuovo e si fiondò all' attacco della tigre che ebbe un' unica cosa da fare. Kerochan ruggì a sua volta e lasciò liberare dalla gemma rossa del suo elmo un immenso fascio di luce che accecò Azog e i suoi Orchi. Non appena il fascio si dissolse, l' Orco non vi trovò più di fronte il Guardiano, sparito insieme a Thrain. Li cercò da una parte all' altra, notando che i due fuggitivi avevano approfittato della distrazione degli Orchi per scendere ancora più i piani della fortezza e ora correvano verso un ponte in pietra: << Distruggeteli >> ordinò infine Azog ai suoi per inseguire e finire le prede. I ruggiti degli Orchi si sentirono fino a loro. Kerochan correva come un giaguaro mentre Thrain era sopra il suo dorso, scappando dall' inseguimento dei loro cacciatori. Gli Orchi a bordo delle loro cavalcature Mannare sbucarono da ogni lato, macinando sempre più metri verso i loro fuggitivi. La tigre sterzò non appena si trovò all' inizio di un ponte, facendo per far proseguire Thrain: << Vai avanti. Io mi occupo di loro! >> riferì al Nano che senza obiettare saltò dalla schiena del suo amico e attraversò il ponte. Kerochan lasciò fuoriuscire dalla sua bocca una palla di fuoco verso l' alto che colpì la base superiore della torretta sopra di lui. Con un' esplosione, la torretta si sbriciolò in mille pezzi che andavano a cadere verso il ponte in pietra. La tigre lo attraversò in tempo con alle calcagna i Mannari che non riuscirono ad addentarlo e che finirono in corsa schiacciati dai pesanti massi. Il ponte crollò di conseguenza, cadendo nel vuoto insieme al branco che inseguiva i due fuggitivi. La tigre riuscì a separarsi dal resto degli Orchi che si trovarono dall' altra parte della strada, e Azog lanciò un suo urlo di rabbia e frustrazione alla fuga sicura degli ospiti. Kerochan tornò a scappare con Thrain, imboccando una curva prima di giungere all' inizio di un altro ponte. E qui, Thrain si fermò di controbalzo, attirando l' attenzione di Kerochan alla figura oscura che si mise di fronte al sentiero. Un nugolo nero di tentacoli che si agitavano in aria, bloccava il passaggio. L' entità del Negromante si era fatta viva agli occhi dei suoi ospiti. Dal mucchio nero di tentacoli, fuoriuscì una voce perfida, già sentita da Kerochan: << Non vi è luce, Guardiano... >> << E' qui! >> disse Thrain con voce tremolante mentre si nascondeva dietro a Kerochan: << ...che possa sconfiggere l' oscurità >> terminò poi la frase la voce nascosta nel nugolo nero e che alimentava il vento impetuoso come se stesse risucchiando l' aria. Il Nano si convinse che era tutto finito per lui e riferì quelle che sembravano le sue ultime parole a Kerochan che si metteva in posizione di difesa: << Dì a Thorin che io l' ho amato. Lo farai? Ti prego, dirai a mio figlio che io l' ho amato? >> << Glielo dirai tu stesso! >> rispose Kerochan con speranza al vecchio Nano. Ma questi era rassegnato dopo che divulgò tanta informazione alla tigre, proteggendosi dietro il suo fianco: << E' troppo tardi! >> disse Thrain con tono cupo e tombale mentre fissava con terrore il nugolo nero. Il mucchio di tentacoli si ritraò per poco in sé, a mò di riccio, e in seguito allungò il suo tentacolo dietro al fianco di Kerochan. Thrain venne preso senza preavviso e con velocità dall' entità maligna che lo trascinava sempre più verso di essa sotto gli occhi impressionati di Kerochan.

<< Thrain! >> urlò la tigre impotente osservando il piccolo corpo del suo amico che veniva risucchiato nel vortice nero e con la faccia impaurita, fino a scomparire all' interno. Kerochan sentì solo uno scricchiolìo di ossa provenire dall' interno del nugolo nero, non assistendo alla macabra fine che fece il suo compagno. Il Guardiano non ebbe più tempo per piangere per l' amico ormai morto definitivamente e fece per proteggersi dai tentacoli neri che si avvicinavano verso di lui, creando uno scudo grande e bianco che proveniva dal suo gioiello rosso incastonato nell' elmo. In questo modo non permetteva alla forza maligna di raggiungerlo. Emise uno sforzo immane per mantenere sollevato lo scudo che sembrava che con i continui attacchi del Negromante, lo indebolisse fino a rimpicciolirlo gradualmente in grandezza. Il Guardiano digrignò dallo sforzo i denti, concentrandosi al massimo sullo scudo eretto mentre si vedeva le fiamme nere che gli erano sempre più vicine. Il ponte in pietra su cui era si stava sgretolando oltre allo scudo che Kerochan cercava di ingrandire a più non posso, tenendo distante la minaccia nera che prevaleva adesso sul piccolo diametro che aveva la bolla bianca. La tigre emise un gemitto di resistenza forzata, venendo in seguito disarcionata dello scudo che scomparve con un battito di ciglia davanti ai suoi occhi. Questo lo rendeva vulnerabile ad essere attaccato dal Negromante, ma Kerochan non dermodette dal lasciarsi prendere e creò ancora una volta lo scudo enorme e che come sempre veniva rimpicciolito dalla pressione dei tentacoli neri su di esso. Cercò di sforzarsi più che poteva al continuo premere della nuvola nera sulla sua protezione, che ad ogni momento si accorciava ad un lieve abbassamento della guardia del Guardiano, ormai allo stremo delle forze sul potere del Negromante. Kerochan teneva testa all' entità maligna, aumentando a dismisura il raggio dello scudo un' ennesima volta che resistette per un attimo alla pressione della nuvola nera. Ma poi, con lo stesso attacco di prima, lo scudo svanì del tutto in modo fulmineo, riportando Kerochan a essere scoperto in difesa. Questi tentò di erigere un altro scudo ma i suoi movimenti non rispondevano più a lui, e si sentì come paralizzato, mentre la protezione si limitò ad una piccola bolla che lo racchiudeva di poco intorno a lui. Il nugolo nero e i tentacoli si ritirarono dalla sua vista, e si caricarono in una lieve coltre fumogena di una fiamma che comparve al centro della nuvola. Kerochan potè vedere la comparsa del vero Nemico nascosto dietro alla nube oscura. Questi formò la sua sagoma nella fiamma che era al centro della nube, e si allargò in altezza, assumendo i contorni di un corpo fisico che abbandonò quella forma appartenente ad un vecchio Signore Oscuro. La figura in fiamme camminava sospesa nell' aria al suo ripresentarsi al cospetto di un suo vecchio rivale.

La sua forma esile ricordava quella di una pupilla di un gatto, mentre il nugolo nero sembrava un grande occhio. Tra lo stupore e lo sbigottimento, Kerochan arrivò subito alla vera identità dello spirito che lo sfidò in quegli istanti. La tigre cercava di aumentare ancora il raggio del suo scudo, ma la presenza e completa nella sua forma del Negromante gli impediva di usare i suoi poteri. Kerochan vide ai suoi occhi che il piccolo scudo si sgretolava parte dopo parte, fino a scomparire del tutto. Ormai bloccato in ogni sua mossa, il Guardiano si vide preso anche lui dal tentacolo nero che lo sollevò in aria per poi sbatterlo a faccia nel pavimento, premendogli la testa con forza. Si senitva le fiamme originarie di un solo essere che gli sfioravano la testa. Kerochan venne di nuovo afferrato dalla nube oscura e spinto verso l' alto, rimanendo attaccato ad un muro di una torretta e sospeso in aria. Non potè più fare niente ormai, ed era in balia del suo avversario di un tempo, riconosciuto solo ora in una delle sue forme originali. I pezzi di torretta intorno a Kerochan si staccavano ai suoi lati, lasciando solo in piedi una colonna che teneva incollato il corpo della tigre. La figura del Negromante si caricò di fiamme un' altra volta, poi rilasciandole con ripetute onde di fuoco che abbandonarono il corpo dello spirito vagante che assunse una tonalità nera, mentre le nuvole si trasformarono in fuoco. Adesso la forma dell' occhio scrutatore fu ben chiara a Kerochan, che potè così pronunciare con pietà il vero nome del Nemico: << Sauron! >> disse quasi ipnotizzato dal potere seduttore del Signore Oscuro. La sagoma del corpo di Sauron era quindi tornata nella Terra di Mezzo e si avvicinava a Kerochan con ripetute copie di sé stessa, come se fosse una matrioska che nasceva in piccole dimensioni e si ingrandiva a tutta velocità verso il volto sconvolto del Guardiano come il vagone di un treno, investendo e stordento a ripetute fiammate il povero avversario. Kerochan era finito nella trappola del Signore Oscuro che potè essere sicuro di attuare la sua vendetta al gruppo della cattura carte e a Sakura stessa.

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Capitolo 30
*** Episodio 281: Notizie dall' interno ***


Sakura, all' oscuro di ciò che stava accadendo a Kerochan, era giunta all' interno della Montagna Solitaria per compiere il suo lavoro da scassinatrice scelta. La giovane finì di scendere una gradinata, sempre mantenendo il passo silenzioso, per affacciarsi ad un varco che si apriva verso una sala immensa. Sakura si avvicinò al varco dalle strette pareti, e lo oltrepassò non smettendo di distogliere lo sguardo dal paesaggio che presagiva al silenzio onorevole. In fondo a quella che era una grande galleria sotterranea, vide due statue colossali di Nani guerrieri, e ancora la vista non le permetteva di osservare il pavimento di cosa era fatto dalla sua postazione. La giovane si fermò di poco dal superare il varco, roteando gli occhi vigili da una parte e dall' altra, se era in grado di avvistare un drago nei dintorni: << C'è nessuno? >> chiese a bassa voce, convinta che la bestia si stesse nascondendo nelle vicinanze. Si ritraò di poco indietro, dopo che ebbe azzardato quella domanda nel vuoto. Sakura non intuì nessun pericolo in quel momento, eppure i suoi poteri dovrebbero permetterglielo. Ma questo non le passò neanche per un attimo alla testa, e per essere sicura che non vi fosse alcun drago, bussò con un paio di colpetti alla parete vicino a lei. I tocchi che diede al muro si sparsero in tutto il vasto salone, rimbombando e facendo da eco in ogni dove. Sakura si nascose subito dietro alla stessa parete dove aveva bussato, intimorita dal fracasso che fece l' eco dei suoi colpetti alla porta. Attese qualche momento per ascoltare se qualcosa avrebbe risposto al rumore, ma ancora niente, la zona sembrò sgombera da ogni male. Sicura di ciò, la cattura carte sbucò nuovamente da dietro la parete e si ricomponeva nella normalità, guardandosi ogni tanto dietro di sé mentre avanzava cautamente verso il crinale dell' inizio di una scalinata che scendeva a destra: << Non è in casa. Non è in casa. Bene. Bene, bene. Bene >> si diceva quasi da non rendere conto la sua paura in quegli istanti. Camminava in tutto il lungo lastrico che l' avrebbe portata verso le scale in basso. Nel continuo avanzare lungo la passerella, Sakura ebbe agli occhi una visione di pura meraviglia e incanto quando si sporse sul ciglio del piano rialzato.

Vide che in tutta la sala l' oro era immenso, accumulato in grandi quantità come le colline di un deserto. Solo che quel deserto era arido di ricchezza e tanti oggetti lucicanti. Spalancò la bocca come chiunque si ritrovasse di fronte a quello spettacolo. Il tesoro sommergeva i grossi e numerevoli pilastri che reggevano il soffitto alto della sala stratosferica, mantenendoli in gran parte visibili per la maggior parte della loro altezza. Qualunque persona sarebbe stata scioccata da vedere così ingenti quantità di monete sparse in ogni angolo del salone, quasi da far invidia al Re degli Elfi. Il tesoro del vecchio Thror scendeva verso il basso, più in fondo alla sala, formando colline ondulate. Sakura ancora non si capacitava di quanto fosse stato ricco il possessore di quella casata, e rimaneva ancora imbambolata a fissare il luccicchio delle monete che le riflettevano le pupille. Ritornò con la testa a ricordarsi dell' obiettivo per il quale era stata scelta: trovare l' Archengemma. Cercò le scale per scendere con i piedi sul tesoro, e le trovò a fianco a destra, e anche qui si sbalordì del mucchio di oro che ricopriva ogni gradino, forse sommerso alla fine della scala dall' altezza delle monete. Sakura scese i molti gradini che si presentavano quasi invisibili a lei dalle troppe monete sparse, e infine mise piede sopra la superficie dell' oro. Cercava di fare sempre il minimo rumore con i passi, ma le monete si muovevano sotto le suole delle sue scarpe, scivolando più in basso per via dei pendii che erano creati dalla superficie dorata. Anche la stessa Sakura faceva fatica a camminare correttamente, perchè ogni tanto urtava altri oggetti, tra i quali calici e bauli che le facevano perdere l' equilibrio. Dovunque si girava, vedeva solo oro. Ogni tipo di attrezzo appartenente al materiale più ricco al mondo era situato nella sala sotterranea all' interno del monte. La ragazzina, a meno di scivolate sul manto dorato, iniziò la sua ricerca della pietra. Era appena lontana di pochi metri dalle gradinate che la portarono fin lì, e i piedi cominciavano a sprofondarle sotto le monete. Le sembrava di camminare nella neve: << Mi sarei dovuta portare le racchette ai piedi >> commentò lei. Decise di fare la sua ispezione in un mucchietto di tesori di fronte a sé, pensando che se l' Archengemma dovesse essere grossa e non visibile nei paraggi, si doveva trovare sicuramente sotto un cumulo di monete per non essere notata. Con lieve tatto, Sakura cercò di creare un foro in mezzo alla montagnetta di oro, sbirciando se riusciva a scorgere un bagliore bianco in fondo. Vide qualcosa che luccicava, ma era di un colore rosso. Thorin le aveva detto che quella gemma assumeva luce di ogni colore e forse la fortuna fu dalla sua parte. Ma come estraò il gioiello fuori e se lo mise tra le mani, notò che era un piccolo diamante rubino, e quello non poteva essere l' Archengemma. Ne prese in esame un secondo, una pietra dallo stesso colore del diamante, ma ruvida in superficie e non liscia. Rimise accuratamente a posto i due oggetti presi, facendo un altro tentativo nel cercare la pietra. Estraò un braccialetto fatto d' argento, leggero da prendere. Sakura lo scuotè sul palmo della sua mano per annotare se vi era qualche cosa che si muovesse dentro, tendendo l' orecchio verso di esso.

La ragazzina intuì nel suo silenzio che stava perdendo tempo e che quel gioiello non era quello ricercato. Lo ripose con cura sopra al cumulo d' oro, poi passando per un altro oggetto. Vide una pietra bianca, dalla luce propria, ma a prima vista sembrava non emettere alcun bagliore. La prese lo stesso, convincendosi per un attimo che si trattasse dell' Archengemma. La pietra che prese era di forma triangolare, anche questa ruvida nei contorni. Con lo stupore che le era già pervenuto, Sakura esaminò con gioia la pietra trovata per constatare se era o no un gioiello: << Che cos'è? >> si chiese stupita mentre si portava la pietra sopra la testa. Ci giocherellò per alcuni minuti, scuotendola vicino all' orecchio come una conchiglia che le facesse sentire il rumore delle onde del mare. Ma dopo un po', la sua convinzione sparì, accorgendosi di aver perso dell' altro tempo con un falso gioiello. Sbuffando, Sakura lanciò da una parte la pietra senza valore che provocò lieve rumore nell' urtare gli altri oggetti più indietro. Sakura senza volerlo non pensò a quanto rumore provocasse quell' oggetto e pregò che il suono che rimbombava finisse in fretta. Andò a cercare la pietra per alcuni minuti, addentrandosi in mezzo al grande deserto dorato e inciampando di tanto in tanto nell' oro. Il lavoro di recupero della gemma le risultò più arduo del prevvisto, se doveva fare i conti con ripetute cadute a terra. Si affidò alla sua vista da falco, cercando da ferma la pietra in fondo: << Archengemma. Archengemma. Un grosso gioiello bianco... >> disse lei rendendosi conto di quanti metri quadri doveva ancora setacciare per trovarla. Avrebbe dovuto scendere e salire ogni zolla d' oro per cercare di scovare la pietra con ogni tipo di tesoro che la teneva nascosta in profondità. L' impossibilità del compito le risultò tale che un giorno là dentro non le sarebbe bastato, pensò Sakura. Non si lasciò prendere dallo sconforto, e riniziò a cercare ancora. Dopo alcune ore riversata nella montagna d' oro, la giovane cattura carte saliva a fatica i pendii in alto delle colline d' oro, passando in una lieve boscaglia di pilastri ricoperti quasi completamente dal tesoro. Avrebbe pensato che dove l' oro era di più, la gemma e gli altri tesori sarebbe stati più facilmente reperibili. Nella sua curiosità, Sakura notò la sporgenza quasi bianca di un oggetto sotto un cumulo di monete più in alto. L' impegno di trovare ad ogni costo la pietra, senza mai arrendersi, le avrebbe dato un ricompenso adeguato. Si sentiva che il momento in cui avrebbe ritrovato l' Archengemma era vicino. Senza perdere altro tempo, sfilò da sotto il cumulo d' oro un calice a tratti bianco. Le monete che erano sopra al calice prima, caddero una dopo l' altra verso i suoi piedi mentre esaminava il calice da un lato bianco. Le monete che si smuoverono, coinvolsero le altre che stavano sopra come una catena, mettendo alla luce la superficie di un corpo dalla pelle rossa. Sakura avvistò con la coda dell' occhio davanti a lei un qualcosa di rossiccio e di grande dimensione, staccandosi dall' attenzione del calice che aveva in mano. Per suo istinto, il suo sguardo preferì fissare le monete che non smettevano di scendere una dietro l' altra.

Qui, rinvenuto alla luce dopo tanto tempo, vide che vi era un occhio serrato con mezza testa dell' essere che con tutta probabilità abitava la Montagna da secoli e che ora dormiva quieto. Sakura balenò alla sua mente che quello era il drago non avvistato nei paraggi e che si nascose sotto all' oro per non rendere conto della sua presenza alla Terra di Mezzo. La ragazzina mollò il calice a terra e fece per nascondersi dietro ad una colonna vicino, emettendo per poco un grido di terrore. Riuscì a trattenerlo, mollando il suo respiro che si faceva affannato alla situazione. L' oro cessò di scivolare nel suo tintinnio, avendo modo a Sakura di rimedesimarsi nel silenzio dell' ambiente e cercando di respirare regolarmente. Una parte d' oro al suo lato destro si smosse bruscamente, facendo emergere quella che era la narice del drago. Sakura non si fece prendere dallo spavento, mantenendo la quiete con cui si era immersa prima nella sala. Fece per camminare lungo la parete della colonna, cercando di andare dall' altra parte per sfuggire da quella zona con le monete sopra all' occhio chiuso del drago che cadevano incessanti. Si sarebbe svegliato, le diceva il cuore. Ma la sua mente non voleva rinchiudersi nel pessimismo e la ragazzina riuscì a passare un po' più dentro al pilastro, preparandosi ad andare nella direzione opposta. Ma anche qui si fermò sul posto non appena notò che l' oro più in là si muoveva, scoprendo la lunga coda del drago che limitava il passaggio. Sakura indietreggiò a passo lento, fino a stare sull' altare in marmo in mezzo alla colonna sostenente il tetto. Era di spalle al drago che si scuoteva nel sonno dalle monete che lo tennero sommerso a lungo. Era molto enorme di lunghezza ed era inarcato verso l' esterno, racchiudendo e facendo da recinzione superiormente al tratto d' oro in alto. La coda del mostro si ritraeva dal lato sinsitro e distante da Sakura come la pinna di uno squalo in movimento, così come l' altro estremo della testa, cioè l' occhio si allungava più avanti. Se la ragazzina avrebbe avanzato verso il basso, sarebbe stata avvistata dal drago dietro di lei a sua insaputa e al momento opportuno l' avrebbe attaccata. Era in trappola. Un misero topo lontano dalla riva che era finito pericolosamente nell' ambiente dello squalo. Sakura rimase ancora in silenzio, scrutando da ogni parte in cima a quell' altare se riusciva a vedere l' Archengemma. Ma ancora niente. L' impegno di cercare di ritrovarla la portò in acque non sicure. Doveva muoversi da un momento all' altro, almeno dopo che il tintinnio delle monete fosse finito. Agì di conseguenza, mettendo piede di nuovo sull' oro e a questo punto una lieve valanga di monete si smosse intorno alla palpebra del drago. Sakura dovette fermarsi di spalle, immobilizzandosi dal nuovo rumore che la testa del drago faceva. Il mostro nel suo sonno si portava il muso più in basso alla collinetta dov' era, quasi attirato dai movimenti della giovane. Il drago manteneva ancora scoperto e in vista il suo occhio serrato, fiancheggiando la colonna dove era prima Sakura e portandosi più vicino a lei.

La ragazzina notò la stretta vicinanza di pochi metri con la palpebra rossa che in qualche modo pensava la stesse seguendo. Sakura indietreggiò ancora, volgendo attenzione all' occhio se si sarebbe aperto davanti a lei e stringendo i denti mentre posava un piede. La palpebra del drago si mosse, spalancandosi nel momento in cui la rete sotto di essa portava alla luce la pupilla sottile della bestia. La ragazzina abbandonò la sua postazione e saltò dietro ad una collina dorata sotto di lei, mimetizzandosi sotto al ciglio di essa in modo che il drago Smaug non la vedesse dapprima. Nella sua nuova copertura, Sakura sbirciava ogni tanto verso l' occhio se non l' avesse vista o se le orecchie del mostro non avessero udito la presenza di un intruso. Lo sguardo del drago era minaccioso, reso tale dalla rete protettrice dell' occhio che assottigliava la pupilla nera all' interno dell' iride. Il drago stava scrutando ogni collina davanti a sé, ogni dintorno per cercare insistentemente l' intruso nella sua tana. La ragazzina sapeva che la sua copertura sarebbe stata resa vulnerabile. E nel dubbio si mise la mano nella tasca destra, afferrando la Carta del Destino, finora tenuta in disuso per un po' di tempo. La guardò davanti a sé come se fosse l' unico oggetto che potesse tirarla fuori da quel guaio. Riosservò ancora l' occhio del drago che puntava lateralmente, dopodichè la palpebra si richiuse, e nel momento in cui si riaprì mise in chiaro l' iride di Smaug che cominciava a sollevarsi dalle monete in tutta la sua testa, certo di aver sentito la presenza di qualcuno con lui. Sakura tra il titubare in quegli attimi mollò un' altra occhiata al drago che era intento nel volerla trovare e che emergeva lentamente in alto, e si strinse la Carta con due mani, richiamandola a sé: << Carta! >> disse di fretta, e la magica carta senza l' uso dello scettro, liberò il suo potere per far materializzare la ragazzina e renderla cieca alla vista del drago. Smaug sollevò con tanta imponenza la sua testa, liberandosi delle monete attaccate con gli occhi che fiammeggiavano rabbiosi in ogni cosa che gli capitasse a tiro. Si presentò così in tutta la sua grossezza ed enormità, dall' aspetto di un rettile che manteneva l' aspetto tipico della sua razza anche dalle dimensioni sproporzionate. Smaug si mise a fiutare l' aria, avvertendo un odore diverso. Aprì la bocca mostrando i denti aguzzi che digrignava in un suo sorriso malefico, ed emettendo un brontolìo con la gola per dare la caccia all' intruso. Sakura si eresse in piedi in tutto il suo coraggio, resa invisibile dal potere della Carta che rispondeva secondo la sua volontà. Si preparava a sfuggire al drago che puntò verso di lei: << Allora... ladro >> Smaug si mise a parlare con voce perfida e seducente nel suo malevolo tono, ghignando alla faccia di Sakura che non ebbe tempo per impressionarsi della capacità del drago di parlare e si mantenne immobile il più possibile. Adesso Smaug fiutava ancora l' aria con persistenza, passando con la testa vicino al corpo di Sakura: << Avverto il tuo odore. Sento il tuo respiro. Percepisco il tuo fiato >> continuò Smaug fissando proprio Sakura che si rannicchiò al suo passaggio.

Il ventre del drago passò sopra alla ragazzina, avanzando nel camminare per poco avanti e ritornò indietro con il muso a puntare Sakura come se sapesse che si trovasse lì in quel punto: << Dove sei? >> chiese con la bocca che si avvicinava pericolosamente alla sua preda. Sakura tornò in piedi, ma il respiro le si fece affannoso al timore del drago di scoprirla: << Dove sei? >> richiese minacciosamente Smaug a pochi centimetri da Sakura che tremava come una foglia. La cattura carte presa dalla paura cominciò a correre, e Smaug girò di scatto la testa verso l' oro che calpestava, intuendo con un ghigno che l' intruso era invisibile. Sakura discese dritta il pendio, provocando onde dorate alla sua fuga. Smaug si mise al suo inseguimento e tagliava orizzontalmente il tratto di percorso della ragazzina, avvicinandosi con velocità alle sue calcagna come un serpente strisciante. Il drago raggirò una colonna e incurvò il suo muso verso il movimento dell' oro dove la ragazzina stava scendendo, pronto a beccarla in pieno. La velocità di Sakura però le permise di prendere in controtempo l' attacco del drago che fu costretto a sfrecciare esternamente ad un' altra colonna, sollevando ondate di monete ai suoi lati, e bloccando la via di fuga a Sakura che si fermò nel pilastro cui il drago era passato vicino. Sakura si nascose nella rientranza della colonna, non sicura che il suo potere di invisibilità la rendesse tale all' occhio di Smaug: << Avanti, non essere timido. Mostrati alla luce >> intimò il malvagio mostro con la natura del ladro ancora non nota a lui. La cattura carte si limitò solo a pensare alla sua incolumità in quel momento. Perchè doveva stare ad ascoltare un drago? Smaug rigirò il retro della colonna, pianificando qualcos' altro per far uscire allo scoperto la preda che lo seguiva cauta nei movimenti sinistri: << C'è qualcosa in te... >> notò il drago. La giovane invisibile notò che la voce del drago era per un attimo sparita dietro alla colonna, avanzando verso il punto in cui non la udì più: << Qualcosa che porti. Una cosa fatta di magia >> dichiarò Smaug spuntando dietro a Sakura e seguendola con la coda dell' occhio vicino alla parete del pilastro cui si teneva attaccata: << Mi sembra quasi... un Tesoro! >> e alla parola magica e seducente cui Sakura aveva sofferto in precedenza, quest' ultima cominciò a sentire la voce rimbombante del drago nella sua testa: << Un Tesoro. Un Tesoro. Un Tesoro >>. Sakura chiuse gli occhi per cercare di resistere a quella parola tanto insidiosa che risentì nominare. Ma la pupilla di un occhio in fiamme le si presentò davanti, e come riaprì gli occhi si ritrovò completamente priva del potere della carta che senza volerlo la rese visibile al drago ora. Il sudore freddo colava dalla fronte della giovane che impallidì come la pupilla enorme di Smaug si stringeva minacciosa su di lei, senza averle tempo di rimugginare sulla seconda visione dell' Occhio: << Eccoti qua, Ladra... nell' Ombra >> annunciò schernevole Smaug alla piccolezza del suo intruso che visualizzò come una ragazzina.

Sakura si sentì con le mani tremolanti quando reggeva la carta che la privò della copertura per la voce di Smaug. La ragazzina cercò di giustificarsi ai dubbi del mostro che sibilava grossamente dal ventre e si avvicinava ancora al muro: << Non sono venuta a derubarti, o Smaug, l' inestimabilmente ricco. Volevo solo osservare la tua magnificenza per vedere se eri davvero così grandioso come dicono in molti. Io non ci credevo >> disse piagnucolando la giovane alla visione dell' orbita ravvicinata della bestia. Smaug si staccò dalla faccia di Sakura e tornò indietro, spezzando con una zampa un pilastro a cui si teneva e sgattaiolò alle spalle della colonna, facendo tremare con i suoi passi l' intero ambiente. Sakura osservò Smaug a cui non voleva distrarsi neanche per un secondo dalla sua attenzione e la bestia roteò la sua lunga coda sull' oro, alzandosi in tutta la sua grandezza di fronte alla giovane sventurata: << E ci credi ora? >> domandò imponente assumendo un' altezza che andava a sfiorare il soffitto. Le sue zampe erano composte dalle grandi ali cui erano attaccate ad esse, rendendolo un drago temibile in volo. La cattura carte notò un senso di esibizionismo nel drago Smaug, quasi facendolo assomigliare a Kerochan quando si metteva davanti alla telecamera di Tomoyo. Decise di puntare sui complimenti: << Sinceramente, ciò che le voci dicono in giro non rendono giustizia alla tua enormità, o Smaug l' Immenso >> << Credi che le lusinghe ti terranno in vita? >> domandò con un bricciolo di presentimento della ragazzina di voler scampare alla sua fine: << No. No... >> << No, infatti >> ribattè Smaug scendendo dall' ombra cui il soffitto lo nascondeva alla testa. La bestia colossale si mosse pericolosamente da un lato, mostrando un fianco alla cattura carte e si mise in posizione di volerla studiare: << Sembra che tu conosca il mio nome, ma non rammento di aver fiutato la tua specie prima d' ora >> avvertì il drago muovendo la testa poco sopra l' oro e muovendo il lungo collo come un serpente mentre si avvicinava alla ragazzina dall' identità sconosciuta che faceva sorgere dei dubbi alla creatura alata, sospettando dei poteri nell' umana: << Chi sei tu, da dove provieni, posso chiedere? >> disse con permesso il drago alato ingrandendo alcune volte una palpebra. Sakura sapeva che in quel drago si nascondevano abilità sensoriali di percepire le vere identità di maghi e stregoni del suo tempo. Sakura balbettò tra sé e sé, roteando il suo sguardo da una parte e dall' altra per cercare una risposta. I suoi occhi si fermarono alla sua destra di alcuni metri, notando un bagliore luminoso provenire sotto all' oro. Tra le monete sparse, vi era una pietra dalla superficie liscia che emergeva da un lato intorno al tesoro. Questa pietra era bianca, ed emanava una luce non propria, composta di vari colori dell' arcobaleno che fuoriuscivano come vapore. La descrizione di Thorin sull' Archengemma corrispondeva a quella pietra, e Sakura si sentì in cuor suo che quello era il gioiello, ed era a pochi passi da lei. Ma non poteva prenderlo perchè era in balia di Smaug che non osava a nessuno rubare dalla sua tana.

Lo sconforto di riuscire a raggirare il drago a parole fu come un ostacolo da superare per la cattura carte che trovò una scusa da dare alla bestia: << Io... Io provengo da sotto il colle >> dichiarò lei ricordandosi della sua falsa identità che si diede a Brea sull' incontro che aveva con Kerochan: << Sottocolle? >> ripetè sicuro di quello che aveva sentito Smaug. La ragazzina annuì subito all' autorità del drago, e ogni tanto teneva d' occhio la gemma per cercare di avvicinarvisi ad essa nel mentre che impegnava Smaug nella discussione: << E sotto i colli e sopra i colli ho camminato, eh >> accennò ad una risata la cattura carte che non fu presa da Smaug come un' informazione certa: << E-E... attraverso l' aria. Sono colei che viaggia non vista >> << Sbalorditivo. Cos' altro sostieni di essere? >> richiese con un sorriso maligno mentre girava intorno alle colonne prima di puntare il suo muso su Sakura: << I-Io sono... >> e la bestia si fermò poco vicina al suo volto, alitandole contro quando si leccava la bocca dal pasto che la sua intrusa sarebbe diventato. La giovane si tappò il naso dal fetore che provenì dalla bocca di Smaug: << ...Portafortuna. Risolvenigmi >> << Magnifici titoli. Prosegui >> intimò alla cattura carte che voleva tenere nascosta la sua identità al drago insidioso che ne vedeva adesso solo l' enorme bocca con i denti aguzzi come quelli di uno squalo: << Cavalcabarili >> aggiunse Sakura: << Barili? Questo sì che è interessante >> ribattè il drago avendo afferrato un' informazione veritiera sul conto della giovane. Le vibrò di poco la punta della sua lingua davanti alla faccia, facendo poi per ritirarsi indietro, passando nell' ombra del soffitto che gli sottolineava il pericolo che presentava. L' interrogata dal drago colse una nota di piacevole sorpresa: << E che ne è dei tuoi piccoli amici Nani? Dove si nascondono? >> le chiese ancora Smaug minaccioso, standole di fronte tra due colonne portanti. La giovane stava per sgranare gli occhi, ma in questo modo avrebbe dato modo al drago di arrivare più in fretta alla soluzione: << Nani, dici? No, no. No, no, niente Nani qui. Hai preso un abbaglio >> cercò di confonderlo, ma Smaug risultò più intelligente di ogni avversario che Sakura incontrò finora: << Oh io non credo, Cavalcabarili! >> tuonò con quel nomignolo la bestia: << Ti hanno mandato qui per fare il lavoro sporco per loro mentre se ne stanno appostati fuori >> ammise Smaug con perfidia, quando Sakura approfittava del momento in cui il drago parlava per avvicinarsi all' Archengemma. Dalla frase che fuoriuscì dalla bocca di Smaug, Sakura rimase senza parole e sorpresa alla sapienza della bestia che aveva scoperto il piano dei Nani: << Davvero, sei in errore, o Smaug, Principale massima delle calamità >> rispose cercando di renderlo quieto con i complimenti: << Tu hai delle belle maniere per una ladra e una bugiarda! >> esclamò il drago con un' espressione adirata: << Conosco l' odore e il sapore dei Nani meglio di chiunque altro! >> e non appena Smaug distolse lo sguardo da Sakura, quest' ultima fece per camminare lateralmente annotando prima che la creatura non la guardasse.

Si avvicinava sempre più alla pietra lucente, e fu proprio sul punto vicino ad essa da chinarsi e prenderla furtivamente: << Si tratta dell' oro! Sono attratti dai tesori come le mosche dalla carne morta >> la frase del drago arrivò alle orecchie della ragazzina come un improvviso ostacolo in contemporanea al momento in cui la grande zampa del mostro alato sbattè vicino alla cattura carte, nel punto in cui vi era l' Archengemma. Un' ondata di monete balzò in alto insieme alla gemma che rotolò più avanti ai pendii dorati, saltellando e tintinnando sopra alle monete d' oro. Sakura non ci arrivò per poco e corse di seguito all' inseguimento della pietra, seguita anche dal terribile Smaug che dalla rabbia faceva tremare con la sua forza ogni cosa: << Pensavi che non sapessi che questo giorno sarebbe arrivato? >> disse Smaug scuotendo una colonna con la sua testa, in preda alla furia. Sakura scivolò di schiena sulla discesa di monete, rotolando dopo che ebbe perso l' equilibrio sui suoi piedi per il terremoto causato dalla forza di Smaug. La ragazzina finì dietro ad un gradino scoperto di poco dall' oro, e come capitolò sotto di esso, le monete la seppellirono per il momento per nasconderla dalla ricerca del drago: << Che un branco di Nani ipocriti sarebbe tornato strisciando alla Montagna?! >> il peso della creatura che dava la caccia alla sua preda venne esercitato su una colonna che si staccò dal soffitto e si abbattè con un gran tonfo a terra. Il boato fu talmente sonoro che la terra cominciò a tremare anche all' esterno della Montagna, nello spiazzo dove si erano riversati i Nani per aspettare la loro compagna. Tutti loro barcollarono in piedi, mentre Thorin si voltò di scatto a guardare il varco. I Nani adesso cominciarono a intimorirsi del rumore che si sparse sotto i loro piedi: << Era un terremoto? >> chiese Dori dalla paura: << Quello, ragazzo mio... era un drago >> rispose Balin con espressione concreta al pericolo che si era risvegliato dopo tanto tempo. Thorin cominciò anche lui a preoccuparsi seriamente della calamità che rischiava di sprigionarsi tutta di una volta all' interno del monte e roteò i suoi occhi pieni di paura, per la prima volta, in cielo, ascoltando i tuoni che esplodevano dopo che vi fu il terremoto sotterraneo ad un probabile ritorno della devastazione dello sputafiamme del Nord.

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Capitolo 31
*** Episodio 282: La Freccia Nera ***


Il boato sotterraneo alla Montagna si sentì fino a Pontelagolungo, alla casa di Bard. Mentre Kili veniva fasciato ancora alla gamba da Oin, il Nano malato grugnì dal dolore nello stesso momento in cui la casa si mise a tremare di poco. Fili alzò lo sguardo sopra di lui, notando che le travi in legno del soffitto vibravano dall' onda d' urto che si era propagato fin lì. Meiling e Tomoyo che stavano preparando insieme alla famiglia di Bard le spezie da dare a Kili, si paralizzarono all' istante quando i pensili e i cucchiai della cucina tintinnarono. Una lieve polvere cadde dal soffitto dalla potenza del rumore sentito da ogni presente: << Ma cos'è stato? >> domandò Tomoyo preoccupata. Li, Toy e Yuki si smossero dalle loro posizioni di riposo all' avvertire la scossa in tutta la casa: << Niente di buono, sicuramente >> ribattè il secondo ragazzo al fenomeno che si presentò, rispondendo alla ragazzina. Bard rimase irrequieto a ciò, fissando le pareti che si erano appena mosse come se da un momento all' altro stesse per arrivare un uragano. Tutti quanti cominciarono a guardarsi tra di loro, intimoriti dal boato improvviso che li fece tremare dai piedi: << Sembrava il rumore di un temporale ravvicinato >> << No. Non era il rumore di un tuono quello. Era qualcosa di molto più grosso >> rispose per ultimo Li dopo la sentenza di Yuki. I tre figli del chiattaiolo si affacciarono dapprima alla finestra dietro di loro, avendo sentito con maggior frequenza dalla loro parte il tremolìo: << Pà! >> << Viene dalla Montagna! >> dissero rispettivamente Sigrid e Bain, mettendo in ansia tutti quanti: << Oh no >> commentò Toy alla notizia che diedero i due ragazzini. Bard cominciò a fissare con un' occhiata guardinga prima la direzione dove era la vetta, poi balenando nella sua mente non appena posò gli occhi sui suoi figli che qualcosa si era risvegliato: << Sakura >> disse Tomoyo adesso in pensiero per la sua amica all' interno del monte. Li digrignò i denti e si strinse i pugni lungo i fianchi al solo pensare che fosse successo qualcosa alla sua amata. L' arciere si mise a guardare scioccato i suoi tre ragazzi, intuendo che ciò che aveva predetto lui a tutta la piazza si stava per realizzare. Kili non cessava di emettere gemiti di dolore, e cominciò ad ansimare in modo disperato dal suo letto con la ferita che gli pulsava tremendamente.

Il suo volto cominciava a colare di sudore freddo, quasi a fargli mancare il fiato. Fili si staccò dalla vicinanza con il fratello e fece per avvisare Bard e la sua famiglia di mettersi al riparo: << Dovresti andartene. Prendi i tuoi figli e vattene via >> gli consigliò il Nano biondo. Ma ormai Bard era stato deriso da tutti quella notte e la sua reputazione veniva vista non di buon occhio al resto della cittadinanza: << E andare dove? Non c'è un posto dove andare >> ribattè desolato l' uomo ad un sacrificio da parte dei Nani di rimanere lì a morire nel caso le cose si fossero messe male: << No, non dirlo neanche per scherzo! Noi non vi abbandoniamo, se è quello che vuoi che succeda >> aggiunse Meiling per fermare ogni intento di Fili di voler assistere da solo alla morte del fratello che sarebbe stata prossima: << Dovete andarvene anche voi. E' troppo pericoloso >> << Ehi, noi non ci muoveremo da nessuna parte, hai capito? Dobbiamo restare qui e curare tuo fratello fino alla fine >> sbottò Toy ad un' idea pessima del giovane Fili che rimase zitto: << Se proprio dobbiamo andarcene, lo faremo insieme. In un modo o nell' altro >> aggiunse ancora il fratello di Sakura per ribadire il concetto. Bard chinò il capo in basso, arrendendosi alla triste realtà qual era, visto che i destini di tutti erano segnati se la bestia alata si fosse scatenata sulla città sul Lago: << Stiamo per morire, pà? >> chiese la figlia più piccola notando un senso di resa nel viso del padre. Bard si mise a guardare con occhi lucidi la dolcezza di Tilda che gli ricordava tanto sua moglie in quegli istanti: << No, tesoro... >> rispose lui con un sorriso disperato per non rendere conto alla più piccola della sorte imminente: << Il drago ci ucciderà >> rispose ancora lei convinta di una fine inesorabile. La verità sembrava fuoriuscire dalla bocca della piccola fanciulla che dava al resto del gruppo riunito alla casa uno sconforto alla situazione: << No, piccola, non sarà così >> disse Tomoyo inginocchiandosi e cercare di confortare Tilda. I bambini di tutta la città, così come le molte persone innocenti che la abitavano, stavano per subire lo stesso destino dell' antica città di Dale. Bard fu colto da un bricciolo di coraggio nelle parole della sua figlioletta e in sé scattò qualcosa che avrebbe dovuto fare solo lui. Alzò la testa sopra di lui e afferrò un' asta in ferro che tirò via da una rete appesa su una trave. In mano aveva così impugnato una lunga freccia d' acciaio, e i due Nani Fili e Oin, rimasero sorpresi dall' arma che reggeva in quel momento l' arciere. Il gruppo di Sakura ebbe un senso di intuizione di stupore alla freccia che comparve ai loro occhi, non rendendosi ancora conto del nome dell' attrezzo. Bard si voltò poi dai suoi figli che cambiarono espressione come capirono che tipo di freccia era quella che tenne custodita il loro padre per molti anni. Le bocche dei tre figlioletti si spalancarono con un misto di shock e stupore. I loro occhi roteavano dalla punta accuminata della freccia fino agli occhi pieni di giustizia dell' arciere: << Non se lo uccido io prima >> affermò egli con risoluzione stringendosi con fermezza la freccia nella mano.

Tomoyo non ebbe la stessa espressione dei Nani e dei tre ragazzini, così come non ce l' averono il resto dei suoi compagni: << E quella cos'è? >> si chiese la ragazzina: << La Freccia Nera! >> ribattè ancora il chiattaiolo. Oin sobbalzò sul posto, per poco non si faceva cadere l' apparecchio acustico a terra: << Una Freccia Nera?! Dove l' hai presa quella, ragazzo? >> domandò in preda all' agitazione di vedere l' arma leggendaria forgiata dalla sua stirpe: << Mi è stata tramandata di generazione in generazione. Dalle mani del mio antenato, Girion, Signore di Dale, questa è giunta a me per compiere ciò che i miei avi fallirono con i loro archi >> disse ancora l' arciere: << Con quella sei sicuro di fronteggiare il drago? >> domandò il cinesino prudente: << Questa è la freccia che non sbaglia mai un colpo. Una delle tante che vennero scagliate sul ventre della bestia >> << Non pensavo che fossi davvero tu, il discendente della casata di Dale. Ero convinto che si trattasse di una menzogna che il Governatore ti ha detto per allontanarti dalla tua gente >> confessò estasiato Fili: << Bè, il Governatore potrà togliermi ogni legame con i miei cittadini, ma mai la mia eredità con gli antichi Signori del Lago. Ne rimarrà deluso al sapere di questo inconveniente, te lo assicuro >> e tutto in una volta, il bagliore scintillante degli occhi di Bard si immedesimò con il carattere che assunse adesso. All' esterno della Montagna, intanto, nello spiazzo al dì fuori della porta nascosta, i nove Nani sul posto erano nella confusione più totale, non sapendo se muoversi e andare ad aiutare la giovane Sakura oppure rimanersene ancora buoni fino a quando non avessero sentito un altro rumore: << Potrebbe essere nei guai. Io dico di andare laggiù a controllare >> propose Nori: << Sei impazzito? Rischierai di finire arrosto là dentro. C'è un drago che ci vuole cuocere >> gli disse il Nano Dwalin per niente volenteroso di andare allo sbaraglio: << Ma c'è anche Sakura, però >> ribattè Ori per la prima volta fattosi avanti alla grossezza del compagno del loro gruppo. I suoi compari rimasero in silenzio alla verità che divulgò in tutti loro, e rispettavano le parole di Ori. Al suo fianco, sopraggiunse Dori che battè una mano sulla spalla del fratello minore: << Ha ragione mio fratello. Perchè dovremmo starcene qui con le mani in mano ad aspettare che il drago faccia fuori noi e il resto del mondo? Se bisogna impedirlo, lo affronteremo faccia a faccia con il nostro sangue nanico. Avanti, chi siamo noi? >> inneggiò il secondo Nano con questa incitazione al gruppo intorno a lui: << Io sono con te, Dori. Forza, afferriamo le nostre asce e spappoliamo qualche drago! >> sbottò Gloin impugnando saldamente la sua arma tra due mani. Balin sorrise al suo voler approvare la decisione dei suoi amici, osservandoli fiero delle loro intenzioni. Thorin era voltato di nuovo di spalle e alzò di poco il mento con i suoi occhi che assunsero un' altra idea a riguardo: << Va bene. Andiamo, allora >> disse Dwalin con il suo martello tra le mani, facendo strada come primo della fila per entrare per primo nella grotta. Balin li volle seguire nel loro volere: << Fermi >> ordinò una voce alle loro spalle.

Tutti i Nani si voltarono quasi fastidiosamente verso colui che aveva osato frenarli nelle loro intenzioni. Con lieve stupore, videro che il loro capo Thorin, era rimasto in disparte, voltato di spalle sul ciglio del ripiano. Pensarono d' un tratto di aver sentito un' altra voce: << Ehm, scusa Thorin, ma sei stato tu a parlare un attimo fa? >> domandò Nori: << Sì >> rispose corto il Principe dei Nani volgendo ancora la schiena ai suoi amici. E questi non si capacitavano ancora del coraggio che ebbe avuto lo stesso loro amico e capo di volerli frenare sul momento che si stava facendo sempre più critico per le sorti della loro scassinatrice. Per poco gli otto Nani si misero a mormorare alle spalle del loro condottiero di una volta: << E perchè ci hai fermato? >> aggiunse poi Dori: << Perchè è meglio che restiate qui. Non potete fare nulla con le vostre armi, per il momento. Rischierete solo di fare una brutta fine >> spiegò come se stesse dicendo una scusa il Nano. Il vento della notte soffiò contro di lui, alzandogli i lunghi capelli neri per poco in alto. Il soffio dell' aria giunse in mezzo ai restanti Nani che rimasero confusi alla decisione, contraria alla loro, di Thorin. Balin aggrottò la fronte nel suo silenzio, sospettando un atteggiamento non naturale nel suo amico che ebbe un tono velenoso nel pronunciare quella frase. Il vento si calmò e smise di ululare, dando modo a Thorin di proseguire: << Nessuno può essere in grado di scampare all' attacco di un drago del genere. Solo la nostra Sakura ha le capacità dovute. Quindi se ci preoccupiamo per lei e decidessimo di andarla a cercare, sarebbe solo un suicidio >> poi continuò dopo una breve pausa: << Dobbiamo avere pazienza. Troverà quella pietra e ce la consegnerà come stabilito. Dwalin ha ragione: il drago ci vedrà da subito e non esiterà a distruggerci. Questo compito è affidato solo a persone leggere di corporatura >> << E non dimenticare che Sakura avrà la sua ricompensa del tesoro, dopo tutto il lavoro che ha svolto per noi >> avvisò Nori della promessa che il Principe fece alla ragazzina: << Oh sì, l' avrà di sicuro la ricompensa >> annunciò Thorin con sguardo quasi fulminante verso l' orizzonte e con un tono nella voce che non gli si addiceva tanto bene. Balin aveva la sensazione che le parole dette dal suo compagno fossero rivolte al vento, quasi incuranti dell' incolumità del prossimo, visto che non ripetè alcuna promessa fatta anche agli abitanti di Pontelagolungo per la loro fiducia riposta in lui. Balin gli pareva che Thorin fosse diventato freddo e senza cuore come se la magia della notte o degli eventi che stavano accadendo lo avessero plasmato nell' animo onorevole: << Su, forza. Aspettiamo ancora >> ordinò poi pacatamente il Nano al suo gruppo. Questi fecero per riversarsi di nuovo nello spiazzo, tenendosi vicini all' ingresso sul muro per origliare se si sentivano altri boati interni alla Montagna. Balin si ricompose sul posto, mettendosi le mani sui fianchi e studiando con sguardo fisso il suo compagno e amico di battaglia che cambiò opinione.

I suoi occhi dubitavano per forza sul conto di Thorin e questo non lo rendeva affatto sereno. Il Principe udì sopra di lui un altro boato, proveniente dal cielo per un rombo di tuono che esplose. Sapeva in qualche modo che Balin lo voleva ostacolare su ogni decisione che voleva prendere. All' interno della Montagna, Smaug teneva sotto controllo l' oro intorno a sé, e andava alla ricerca della sua preda con la quale si intratteneva nel divertimento. I passi pesanti del drago facevano tremare ogni cosa nel suo nido. Il collo riusciva ad allungarlo di poco avanti, avendo modo di avere una vista perfetta della grande sala in cui era. Il suo sguardo minaccioso catturava a sé ogni angolo e moneta del vasto luogo. Assunse perciò il ruolo di cacciatore: << Puoi nasconderti, ma non potrai mai sfuggirmi. Io sento ogni tuo spostamento con i miei sensi >> avvertiva il terribile Smaug passando in ricognimento alla ricerca della cattura carte: << Arrenditi >> le intimava la bestia. Sakura era coperta sotto un breve manto dorato, seppellita dalle molte monete che le scivolarono sopra dopo che scavalcò un gradino più o meno rialzato di poco: << Devo riuscire ad avvicinarmi a quella pietra. Non devo farmi vedere da lui, altrimenti sarà la fine >> pensava tra sé e sé considerando il manto di monete come se fosse una coperta di un lenzuolo. Gli occhi verdi di Sakura sbirciarono di poco sopra la superficie delle monete, cercando la gemma bianca dove poteva essere finita dopo il rotolamento: << Eccola! >> si illuminò quando notò il gioiello che era sul bordo di una gobba d' oro, oltre la quale cominciava la discesa di un pendio: << Oh, ho capito. Tu vuoi giocare, vero? Sai nessuno mi aveva mai battuto a nascondino, prima d' ora. Ma a tuo rischio e pericolo, ladra >> disse improvvisamente Smaug avanzando con la testa poco sopra la distesa di monete. Sakura si mantenne ancora nascosta alla vista del drago che setacciava ogni zona ravvicinata del punto in cui la cattura carte si trovava. L' avrebbe di nuovo trovata, era questione di attimi prima che il suo odore pervenisse al fiuto di Smaug che non si lasciava sfuggire niente dalle sue grinfie. In quegli istanti di pura tensione, Sakura doveva solo aspettare il momento opportuno in cui agire di sorpresa: << Ora che ti ho in pugno, cosa mi impedirebbe di andare là fuori e uccidere i tuoi amici Nani? >> chiese perfidamente la creatura per provocare la giovane in uno dei suoi discorsi per scherzare con l' attesa di trovarla: << Niente e nessuno potrà resistere a me. Nani e così come tutte le altre creature della Terra di Mezzo cadranno miseramente sotto le mie fiamme. Il mondo brucerà, ragazzina. E tu stai giocando con il fuoco. Lo sai che così rischio di perdere la pazienza? >> tuonò cupamente Smaug già sul punto di riversare la sua rabbia risvegliata insieme a lui su poveri innocenti. Il sudore caldo riempiva il volto di Sakura che cominciava a sentirsi il cuore battere a mille con il calore che le monete le davano sopra al suo corpo quando passava il drago con il suo alito arido come il vento del deserto. Sakura era in trappola e poteva solo aspettare che Thorin e gli altri Nani venissero in suo soccorso.

Ma anche in questa occasione, li avrebbe messi in pericolo involontariamente, se non fosse saltata allo scoperto davanti al Drago. Alla casa di Bard, si poteva respirare la stessa aria di indecisione sul voler fare o no qualcosa sui rumori che si sentirono fin dentro l' abitazione. Bard era certo di utilizzare la freccia che gli fu affidata come dono di discendenza di Girion: << Devo andare prima che sia tardi >> disse frettoloso l' uomo: << E dove vai? La zona potrebbe non essere sicura di notte >> lo avvisò Sigrid: << C'è solo una postazione dove questa freccia può essere scoccata. Dovrò dirigermi alla Lancia del Vento Nanica al centro della città >> disse impavidamente l' arciere: << Ascolta, non per fare il pessimista, ma c'è qualche possibilità nel tuo intento? >> domandò Toy azzardatamente: << Cosa? >> << Se le frecce come quella sono appartenute alla scorta del tuo antenato, e le altre non hanno fatto altro che rimbalzare contro le scaglie del drago, per me ci sono poche speranze. E' meglio che avvertiamo il resto dei cittadini della causa che ha provocato il boato di prima e... >> << E secondo te ti staranno ad ascoltare? >> domandò Bard a Toy: << Non sarò il loro Re, però posso provare a convincerli >> << Per te sembra facile, ma non è così. Tutti loro sono perduti. Hanno dimenticato ogni cosa che successe in passato. E tutto perchè c' era di mezzo gente incompetente del mio sangue che è stata ritenuta incosciente di proteggere il suo popolo >> ammise tristemente Bard. Toy si ritrovò di nuovo in una situazione analoga ad una sua vecchia vicenda: vedeva in Bard il futuro sovrano di questa città, un Re che avrebbe riunito a sé tutta la sua famiglia e il suo popolo. Anche il giovane era stato per poco tempo un sovrano, però, si ritrovò separato dalle persone che voleva più bene e di conseguenza rifiutò di svolgere il ruolo che poteva equilibrare ogni popolo della Terra di Mezzo. Non voleva ricordare quell' evento al barcaiolo, e gli confidò un consiglio: << Un giorno il tuo coraggio sarà apprezzato di nuovo dal tuo popolo, credimi. Hai tutti gli sbocchi necessari per essere una guida >> << E per farlo dovrò usare questa. E' la nostra unica speranza >> aggiunse sicuro Bard erigendo la Freccia Nera davanti a sé e al ragazzo: << Thror la volle forgiare nel suo regno per rendere omaggio agli Uomini del Lago. Se esisteva allora una sorta di legame con la gente di Durin, allora questa è l' occasione di rimetterlo alla luce >> e con queste parole, Bard sorrise al giovane che ebbe un' intesa a parole, anch' egli reincarnava il coraggio degli Uomini comuni. Li si fece avanti e decise di dire la sua: << Se è da fare, allora siamo tutti nelle tue mani >> annunciò il ragazzino con in cuore la salvezza di ogni abitante così come quella della sua Sakura: << Ti daremo man forte anche noi, tranquillo. Ce la farai >> << Certo. Noi siamo qui per questo >> dissero le due ragazzine Meiling e Tomoyo convinte e consapevoli della delicatezza del compito da svolgersi assolutamente: << Allora io non vorrò starmene in disparte con la mia opinione, e dico che sono con te >> aggiunse anche Yuki sorridendo a Bard. Il gruppo della cattura carte aveva dato il suo contributo con la sua esperienza al voler sostenere l' eroe che combatteva per difendere la sua città dall' attacco del drago, prossimo a venire. Senza di loro, la spinta decisiva da dare a Bard non avrebbe influito sul suo spirito fiero che fu caricato dal possesso della Freccia Nera.

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Capitolo 32
*** Episodio 283: Nella tana del drago ***


Nel mentre che il gruppo della cattura carte si muoveva di già per intervenire ad un possibile attacco del drago alla città, Sakura era tenuta in ostaggio all' interno della Montagna dallo stesso Smaug nel salone che fu riconosciuto come la tana della bestia. Il grande serpente alato avanzava ancora tra il suo vasto tesoro, cercando ad ogni costo il suo intrattenimento momentaneo. Nel muoversi da una parte e dall' altra, Smaug come posò la sua zampa fece in modo che il tremolio in tutta la sala contribuisse a far rotolare ancora l' Archengemma verso il basso. Sakura la notò che scendeva ancora più lontano da lei e sbucò dal suo nascondiglio, con la zampa del drago che le era vicino: << Il Re sotto la Montagna è morto >> tuonò Smaug nel momento in cui Sakura faceva degli scalini per cercare di raggiungere la pietra cadente: << Ho preso il suo trono. Ho mangiato la sua gente come un lupo tra le pecore >> proseguiva la bestia mancando sempre di poco la giovane che stava per schiacciarla tra le sue unghie. La cattura carte intraprese una scalinata rivolta verso il basso, deviando poi a sinistra nel proseguo della discesa. La bocca di Smaug le fu alle calcagna, seguendola di fretta mentre correva nella scala ripida e ad un soffio da addentarla. Il brontolio del ventre del drago lo sentì Sakura dietro di lei e prima che potesse essere investita dal muso di Smaug, saltò giù dalla scala, finendo per essere attutita nella caduta da un manto di monete più sotto. La ragazzina si intruffolò in un breve scivolo di monete dopo essere scampata dalla falcata del drago, e spuntò sotto il piano rialzato della struttura scalinare, fuggendo in preda all' ansia per raggiungere più in fretta la pietra lucente che rotolava libera da lei: << Io uccido dove voglio, quando voglio. La mia armatura è di ferro >> disse ancora il dragone lasciando spazio alla sua fuggitrice per prolungarsi nel gioco che faceva con lei. Sakura cercava in ogni modo di afferrare la pietra che scappava lungo il pendio della grande collina di oro. Smaug si vibrò in volo per velocizzarsi nel raggiungere anche lui la sua preda. Le monete dorate sotto il suo ventre balzavano allo spostamento d' aria che la creatura provocò. La giovane Sakura notò il drago che acquisì la velocità di un aereo e per sfuggirgli ancora una volta, accelerò anche lei il passo, sterzando sul manto del tesoro fino a rintanarsi sotto ad un tetto eretto da colonne.

L' Archengemma la perse di nuovo di vista e Smaug si posò sopra alla struttura dove si era nascosta Sakura come un avvoltoio che teneva tra le sue zampe una preda: << Nessuna lama può trafiggermi >> ribadiva il terribile Smaug, considerandosi inscalfibile nella pelle. Sakura era di nuovo in trappola, e il tettuccio nella quale andò a ripararsi assunse il soffitto di quella che sembrava una gabbia enorme. La ragazzina dapprima si attaccò ad una colonna nella parte interna, poi fece per tentare la fuga da un lato scoperto della struttura, ma il drago era sempre allerta con lei. Smaug bloccò la via d' uscita a Sakura, mettendo il suo faccione in bella vista alla piccola ragazza: << Oh, dove scappi? Non ho ancora finito con te, sai >> avvertì perfidamente il drago guardando di sbieco la cattura carte e ostacolarla ancora dal suo compito di recupero della gemma. Sakura indietreggiò sempre mantenendosi nel cerchio del tetto in cui era: << Io credo che il tempo non basti per me in eterno >> commentò la giovane, tremando nel tono di voce: << Ma c'è tempo, non preoccuparti. Almeno per fare un altro gioco per ingannare l' attesa >> << L' attesa per cosa? >> domandò impaurita cercando di non farsi vedere dallo sguardo malefico del drago: << Per la tua fine >> << Oh! Credo di non essere una grande sostenitrice di questo evento, mi dispiace >> ribattè Sakura ridendo nervosamente. La coda del drago sbattè vicino alla colonna dove si era appostata Sakura, facendo tremare ancora il terreno e così l' intera struttura sotto il quale era. Delle crepe si formarono sopra il tetto che proteggeva la giovane, che rischiava di rimanere schiacciata dal crollo dei pezzi di marmo cui era composto l' arco in pietra: << Mi sembra che tu voglia cambiare gioco, o sbaglio? E va bene, ti accontento. Giochiamo al gatto e il topo. Indovina chi fa il topo? >> domandò schernevole la bestia, fiancheggiando ogni pilastro con la testa: << Ehm... Dovrei essere io? >> rispose insicura e timorosa Sakura. La risposta le venne confermata quando Smaug sputò una fiamma dalla sua bocca, facendo calore sui sostegni in pietra, vicino al pilastro dove era occultata la ragazza: << Immagino di sì! >> << Su, coraggio. Comincia a correre da ogni parte. Io cercherò di bloccarti. E se dovessi uscire dalla tua tana, sarò costretto a mangiarti. Eh >> disse Smaug minaccioso. Sakura si limitò solo a seguire i passi del suo predatore che rimbombavano sopra il palchetto sulla sua testa, tentando di raggirarlo in qualche modo. Come la coda del drago si spostò da un fianco della struttura, la ragazzina potè scorgere di nuovo la gemma in lontananza, e si trovava sul fondo della vasta sala. Sakura alzò lo sguardo oltre la pietra bianca e notò che vi era un passaggio a sinsitra, alla fine del salone. Le sarebbe bastato uno scatto per afferrare l' Archengemma e a filarsela verso il varco che intravide poco distante all' artefatto. Avrebbe dovuto aspettare che il drago si mettesse a parlare, e nella sua distrazione, ne avrebbe approfittato per sgusciare via da lì.

I minuti passavano veloci uno dietro l' altro, e in qualunque momento si stava avvicinando la triste sorte per lei oppure del resto degli abitanti del lago. Proprio alla casa di Bard, la piccola combriccola degli amici della cattura carte stava incitando l' arciere a svolgere il suo intento di portarsi fino in cima alla balestra la famosa freccia nera. Tutti sembravano d' accordo sulla volontà dell' arciere che andava a compiersi nel migliore dei modi: << Forza, pà, elimina quella bestia per sempre >> << Lo farò, figliola >> rispose il chiattaiolo alla frase incoraggiante di Sigrid. Tomoyo ebbe agli occhi un quadro bello di una degna famiglia che si aiutava a vicenda nei momenti più difficili. I due Nani però, avevano l' aria irreale di quello che voleva fare l' uomo troppo avventato per loro: << Non c'è alcuna speranza >> disse Fili con tono certo: << Come mai dici questo? >> gli domandò Li per poco confuso, ma che in fondo al suo animo conosceva già il motivo per il quale si mise in preoccupazione dall' inizio: << Dico così perchè niente può scalfire quel drago >> spiegò corto il Nano biondo: << No, non è vero. Allora se fosse così saremo tutti spacciati, non credi? >> << Già, Tomoyo ha ragione: a questo punto il drago avrebbe attaccato la città. Secondo me quello ha paura che qualcuno abbia ancora delle frecce letali per lui >> aggiunse Meiling con spirito combattivo e sostenendo la sua compagna: << Non centra niente con questo. Il drago non è ancora uscito dalla Montagna perchè è quello che lui vuole >> confermava sempre disastroso il Nano Fili: << Che cosa intendi dire? Spiegati meglio >> lo intimò Yuki con tono pensieroso: << Voglio dire che si sta prendendo gioco di noi. Girion tentò di colpire la bestia con le sue frecce nere, quelle dei nostri nonni, ognuna sbattendo senza danneggiare la pelle del drago. Se questo è vero, allora niente può ucciderlo. E' solo questione di tempo prima che decida di attaccarci >> il pessimismo del giovane Nano sembrava quasi non credibile a quel punto, visto che la tensione accumulata dal non essere ancora finiti sotto il fuoco della creatura più terrificante della Terra di Mezzo era elevata. Il cinesino tornò a essere pensieroso sulla faccenda, non accennando ad altre parole. Anche Bard e gli altri alla casa rimasero in silenzio, riempiti al cuore dalle parole prive di aspettative di Fili. Questo tornò a osservare dalla finestra la vetta del monte solitario, suscitando un brutto presentimento in ognuno tramite il suo volto dilaniato dal dolore: << Non siamo più al sicuro. Non è vero? >> azzardò quella frase Yuki: << Sì, è così. La Montagna è diventata da tempo un luogo desolato. Quelli che si trovano nelle sue vicinanze rischiano dei guai >> << Ma allora anche Sakura... >> cominciò a parlare Li quasi lasciandosi andare alla disperazione di ammettere ciò che sarebbe accaduto a Sakura se tutti avrebbero fallito. Toy però non era nella posizione di accettare quel triste destino che attendeva coloro che si ritrovavano nei pressi della Montagna Solitaria. Il giovane avanzò oltre il suo amico Yuki, andando contro ogni previsione catastrofica di Fili. Toy poggiò una mano sulla spalla di Li, confortandolo: << Non potremo mai saperlo se non ci proviamo >> gli disse seriamente.

Il ragazzino inarcò le sue labbra fino a formare un gran sorriso fiducioso al fratello della sua amata che non si voleva arrendere per niente: << Cosa vuoi fare, Toy? >> gli domandò l' amico che superò dietro. Senza rispondergli, ma intuendo quello che lui voleva fare, Toy si mise a parlare con Bard, incoraggiandolo come prima: << Vai, e metti quella freccia lassù. Ne va del destino di ogni abitante di Pontelagolungo >> << Va bene >> ricevette il messaggio il chiattaiolo per volontà del ragazzo di fronte a lui: << Noi ti seguiremo >> aggiunse Tomoyo coraggiosamente: << Sì. Hai l' appoggio della tua famiglia e anche il nostro. Giusto, Li? >> disse Meiling cercando l' aiuto del cugino che non voleva si arrendesse ai primi ostacoli. Quest' ultimo annuì concretamente al voler proteggere e far continuare la missione di Bard: << Sì, è ovvio >> ribattè sicuro: << Allora è deciso. Ti copriremo le spalle >> << No. Voi non mi seguirete >> li frenò l' uomo arciere, respingendo l' affermazione di Yuki: << Nessuno di voi mi seguirà. Rischierei di dare troppo nell' occhio mentre mi incammino verso la torretta >> spiegava cauto Bard che andò contro il volere di Toy e dei suoi amici di volerlo proteggere nel suo piano: << Sei sicuro di farcela da solo? >> gli domandò Toy sinceramente: << Sì. Manterrò un basso profilo, non temete. Resterò sopra a quella postazione. Devo tenermi pronto >> disse il barcaiolo muovendo già i primi passi verso la porta d' uscita: << Prendetevi cura dei miei figli >> << Pà, fai attenzione >> disse Sigrid augurandosi che il genitore ritronasse sano e salvo: << Non temere, tesoro. Bada ai tuoi fratelli più piccoli nel frattempo >> rispose Bard accarezzando la guancia della sua figlia maggiore: << E chi baderà a te? >> chiese il figlio Bain al padre, per niente d' accordo con l' idea che si era messo di andare da solo: << Tu resterai qui, Bain, è chiaro? >> << No. Io vengo con te. Tu hai bisogno d' aiuto, pà, e non ti permetterò di cacciarti da solo nei guai. Non senza di me >> disse le cose in chiaro il figlioletto che gli era tanto legato, così come le due figlie. Bard osservò per alcuni secondi lo sguardo deciso del secondogenito, notando nelle sue pupille un bagliore guerriero nello spirito che emergeva alla sua vista, ricordandogli un piccolo Bard del suo tempo che combatteva dalla parte della giustizia per la sua patria e l' onore dei cittadini onesti. Non ribattè alla volontà di suo figlio, e decise di prenderlo con sé: << E d' accordo. Verrai con me, ma dovrai seguire quello che ti dirò. Siamo intesi? >> << Intesi >> annuì concordante il ragazzino. I due fecero per aprire la porta di casa per sbrigarsi ad attuare il piano: << Tornerete presto? >> chiese ancora con preoccupazione la figlia maggiore, stringendo Tilda tra le braccia. Bard si fermò per rispondere in fretta alla figlia: << Io no. Ma ci rincontreremo quando tutto sarà finito, non essere agitata. Vi voglio bene >> terminò così l' ultima frase Bard prima di chiudersi la porta dietro di sé, avventurandosi insieme al figlio verso la torre al centro della città. Le due figlie rimaste si strinsero forte in un tenero abbraccio: << Mamma, aiutali, ti prego >> cominciava a sperare verso l' alto Sigrid.

I presenti che le stavano intorno si fecero coraggio a vicenda per fare in modo che tutto filasse liscio come l' olio, come speravano che accadesse. Tornarono di nuovo a passare ore di angoscia, dopo che la malattia di Kili si aggravò ulteriormente in quei momenti. Il Nano sul letto tornò a rompere il silenzio nella camera con i suoi lamenti di dolore, stringendosi alle mani le lenzuola del materasso: << Eccomi, fratello, sono qui! Tranquillo >> lo afferrò Fili per la mano: << Sta tornando ad alzarsi la febbre >> avvertiva Oin al fianco del Nano biondo, osservando il pallido viso di Kili che si intensificava secondo dopo secondo: << Presto, dobbiamo aiutarlo, Meiling >> disse Tomoyo richiamando l' intervento della cinesina nel preparare altre spezie da dare al malato: << Ragazze, ci serve il vostro aiuto di nuovo. Ci siete? >> le richiamò Meiling con calma: << Sì. Tilda, andiamo >> aggiunse la sorella maggiore alla piccoletta, ricevendo un sorriso in cambio dalla volenterosa Meiling. Le cose sembravano essere ancora più complicate a Dol Guldur, dove gli Orchi fuoriuscivano allo scoperto ormai non più protetti dall' incantesimo che li rendeva invisibili agli occhi degli altri. Fu merito di Kerochan, intervenuto appena in tempo a farsi dire qualche informazione per sapere di più sui piani di Azog e del Negromante. Sfortunatamente, il Guardiano si trovò nel bel mezzo dell' occhio del ciclone quando la verità gli pervenne direttamente da Thrain, ucciso all' ultimo dallo stesso Signore Oscuro che si è rivelato essere il temuto Sauron. Ora il nemico pubblico della Terra di Mezzo era riuscito a catturare Kerochan come pianificato. Le immense distese di Orchi che popolavano l' intera fortezza erano riuniti in ogni piano di essa, emettendo grida di guerra ai piani superiori mentre alla base c' erano dei soldati che sfamavano le bocce di un branco di Mannari dando loro al volo della carne fresca. Azog, seguito da alcuni suoi servi, si trovava sulla sommità di un piano del forte, affacciato a molti metri di altezza dal suolo. Qui, sospeso nell' aria fece la sua ricomparsa la nuvola nera del Negromante, o meglio di Sauron dall' aspetto ancora incompleto. Gli orchi che stavano dietro all' Orco Pallido tacquero non appena si presentò a loro il Padrone supremo: << E anche questo è fatto. Ci stiamo sempre più avvicinando al nostro obiettivo >> disse la nube oscura con la voce rimbombante in ogni angolo della roccaforte: << I Nani non sospettano ancora nulla, mio Signore. E' il momento buono per uscire allo scoperto >> consigliò perfidamente il Profanatore: << Per me no. Non posso ancora intervenire. Mi mancano altre energie da acquisire, rischierei di essere sconfitto immediatamente >> avvertì Sauron nella forma di uno spirito dai mille tentacoli e dai poteri limitati: << Ah, giusto. Avete ragione. Prima dovete occuparvi del prigioniero >> << Sì. Vedo che hai capito >> ribattè la voce di Sauron al suo primo guerriero e comandante di legioni. Fu in quel momento che due Orchi dalla forza maggiore portarono alle spalle di Azog la tigre incatenata al collo.

I due Orchi inodssavano armature in ferro che coprivano loro ogni parte del corpo, lasciandogli scoperta la parte frontale della faccia. Entrambi indossavano vecchi anelli da cui il terribile Sauron prelevò energia e vi iniettò la sua magia oscura, rendendo i propri portatori invincibili. Kerochan era ricoperto di lividi rossi in ogni parte del pelo. Dei graffi sul muso e sulle zampe erano messi in risalto dalla poca luminosità del luogo. La parte in alto a sinistra del volto era ustionata da una striscia di calore, provocata dallo scontro con il nemico che rivide ancora presente davanti a sé. I due Orchi sbatterono la tigre violentemente a terra, strattonandola per un po' quando la afferrarono da dietro il collo. Azog fece per alzare la sua mano ancora intera per avvisare i due Orchi di smetterla di pestare il povero Guardiano: << Ora tutto sembra crollare, vero Guardiano? Tutti gli sforzi che tu e i tuoi amici avete fatto finora, vi saranno inutili ben presto. Pensavate che non sarei tornato, ma invece vi sbagliavate. Niente potrà colmare la mia sete di vendetta, se non la fine di quella ragazzina che chiami tua amica. Dimmi dov'è >> ordinò il manto tenebroso a Kerochan. La tigre era molto provata dalle ferite che ora le erano sparse in tutto il corpo, e faceva fatica a mettersi correttamente in piedi, tremando dalle zampe: << Vedo che i tuoi poteri non si sono rinvigoriti appieno. Bene. Questo è un vantaggio per me >> ridacchiò la tigre, provocando in qualche modo gli Orchi che la circondavano. Sauron però non assunse un tono di spazientamento sul Guardiano come se tutto girasse a suo favore: << Vedo che la forza di parlare non ti è sparita. Il tuo piano è quello di nascondermi ad ogni costo quello che sai? In questo modo, stai compromettendo la tua vita. Se mi dici dov'è la cattura carte, risparmierai a lei la notizia di sapere che il suo amico è morto invano >> << Tanto so che non lo faresti mai. Hai troppo bisogno di quella Carta. Eliminarmi adesso non ti faciliterà le cose. Ah! >> una ginocchiata di una delle due guardie colpì Kerochan ad un fianco, facendolo gemettere a terra dolorante: << Maledetto! Parla >> sbottò Azog per farsi dire assolutamente qualcosa dalla tigre. Questa venne ritirata su dal collare in ferro che gli misero addosso, ma ancora Kerochan non volle svelare a Sauron nulla: << Te l' ho già detto: non serve a niente fare questa sceneggiata. Stai mettendo sempre più in pericolo la posizione della tua amica >> disse ancora l' Oscuro Signore. Kerochan ebbe ancora fatica nel rimettersi a quattro zampe, ma il suo sguardo d' odio non cessava un attimo di fissare il Nemico tanto disprezzato da lui: << Io...non ti dirò niente. Punto. Sakura è molto più forte di te, ora. Non si lascerà sconfiggere tanto facilmente! >> tuonava con resistenza il Guardiano. L' Orco Pallido ne aveva abbastanza di sentire le parole inutili di Kerochan: << Basta! Ti ordino di dirci ogni cosa, altrimenti la pagherai con la vita la tua presunzione >> lo minacciò avanzando verso di lui con la pesante mazza ferrosa: << No, lascialo >> disse Sauron al suo servo.

Questo non capì perchè il suo Padrone aveva avuto pietà del prigioniero, e tanto meno lo stesso Kerochan pensava di passarla liscia: << Ma Signore, che cosa vi prende? >> gli chiese Azog sconcertato: << Non è il caso che ce lo dica per forza. Saprò la risposta dove si trova la ragazzina >> << E come fa a saperlo? >> domandò il Pallido con una nota di mistero, seguita da un' espressione sbigottita di Kerochan: << Lascia che lo condivida con te >> disse Sauron sibilando quelle parole. Un tentacolo della sua nube scura si allungò verso Azog, avvolgendo l' Orco gigante in un alone nero. Un bagliore di luce di fuoco si sprigionò dall' interno del corpo di Azog che si mise le braccia in segno di difesa per proteggersi dall' incantesimo che gli diede il suo Padrone. Sotto gli occhi sconvolti del Guardiano, Azog si ricompose normalmente, attraversato nella sua pelle da alcune scariche elettriche. Il comandante di legioni si osservò in tutta la pelle bianca, intuendo un qualcosa di diverso in sé. Kerochan aveva sempre più il presentimento che qualcosa di terribile si era messo in testa Sauron, trovando un altro modo per arrivare velocemente alla cattura carte: << Ti ho donato parte del mio potere, visto che non sono dotato di un corpo fisico. Ora sei in possesso di poteri extrasensoriali, grazie ai quali puoi rintracciare ogni essere dotato di magia >> dichiarò l' Oscuro ad Azog. La tigre venne sempre più presa dall' incredulità delle cose che stavano capitando davanti ai suoi occhi, e non potè fare altro che assistere inerme: << Sento la presenza delle carte, Signore. Sono nella Montagna. La ragazzina è già entrata >> annunciò Azog percependo l' aurora che emanavano le carte di Clow: << Oh no, Sakura... >> commentò Kerochan temendo che il drago potesse far del male alla sua amica. Ebbe poca libertà di movimento perchè i due Orchi ai suoi lati lo atterrarono di nuovo sul pavimento: << Hai visto, Guardiano? La tua amica è in pericolo. Ed è solo colpa tua >> disse Sauron spregevolmente: << Rinchiudetelo nelle segrete! >> ordinò infine Azog ai suoi per portare in cella la tigre. Ma ciò che stava accadendo alla cattura carte non andava secondo i piani dell' Oscuro Signore: << Se quella cattura carte si è già intruffolata nella Montagna, allora dobbiamo agire in fretta >> << Ci penserò io, Padrone >> lo rassicurò Azog con poteri oscuri in corpo: << Tuttavia, credo che lei abbia possibilità di fuggire dalle grinfie del drago. Quindi la Carta che ha in mano la aiuterà, e così avrò modo di compiere la mia vendetta >> ammise ancora la voce tenebrosa al suo servo prediletto. Poi proseguì nel dettare altre situazioni che si potevano presentare: << C'è dell' altro. Pare che quella mocciosa abbia con sé la chiave per aprire le porte del regno del Nord. La sua incolumità è preziosa. Voglio che la catturate e la portiate da me >> avvisò Sauron: << Sarà difficile che la ragazzina sia disponibile ad aiutarci >> << La Carta del Destino presto le corroderà l' animo di malvagità, come tutte le carte che possiede. Non temere, sarà lei a offrirsi volontaria per il nostro piano >> rassicurava l' Oscuro. Ma Azog aveva da dire altro: << E riguardo alle altre carte, Signore? Alcune sono in possesso dell' altro ragazzino. Che ne facciamo di lui? >> domandò il Profanatore.

<< Non è un problema. Non sarà una spina nel fianco quello >> e Azog emise un ghigno malevolo all' approvare le parole perfide del suo Signore: << Tu in compenso avrai la tua vendetta contro i Nani e Scudodiquercia. Assicuratevi che tutte le carte siano recuperate. Non voglio fallimenti >> concluse poi Sauron, scomparendo dalla vista di ogni Orco: << Sarà fatto, mio Signore >> annuì anche Azog. In seguito, si rivolse al suo branco che rimase dietro ad ascoltarlo: << Prepariamoci per la guerra >> annunciò soddisfatto. Intanto, il terribile Smaug aveva ancora sotto tiro la giovane Sakura all' interno della sua tana. Girava intorno alla struttura con fare minaccioso, come un pescecane che era alla ricerca della sua preda. La giovane non aveva idea di quello che stava capitando oltre la città del lago e la bestia la teneva impegnata da ogni evento che stava nascendo in quegli istanti. L' Archengemma era ancora posata distante da lei e si trovò bloccata in ogni sua mossa di tentare di prenderla: << Ma cosa stanno aspettando gli altri? >> pensò lei non vedendo ancora Thorin e la sua compagnia dentro la sala. Pensava che non avevano sentito alcun rumore, ma in realtà, il Principe si manteneva insieme ai suoi al dì fuori della caverna. L' aria che gli si dipinse in volto era pacata quasi incurante dei boati che si sentirono poco fa. A differenza dei suoi compagni, questi erano quasi sul punto di addentrarsi a salvare la loro Sakura in qualunque momento. La cattura carte si mise la mano nella tasca destra, afferrando la Carta del Destino con il pensiero di utilizzarla di nuovo per fare un tentativo di recuperare la gemma bianca. Istante dopo istante le cose per le forze del bene si stavano aggravando sempre di più.

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Capitolo 33
*** Episodio 284: In arresto ***


Nella foresta che circondava il grande bacino del lago, due figure correvano tra i rami dei boschi, saltellando in essi e dilettandosi in acrobazie nel cuore della notte. Erano i due Elfi, Legolas e Tauriel, da molto tempo sulle tracce degli Orchi che si affrettavano a raggiungere la lontana Pontelagolungo. Gli Orchi che giunsero nel loro reame avevano tutta l' intenzione di voler uccidere i Nani che si misero ad inseguire nelle botti, così come i loro aiutanti umani: << Riesco a vedere il ponte prolungato. Siamo troppo lontani, però >> disse Legolas alla sua compagna nel mentre che stavano l' uno a fianco all' altro. Un boato che sembrava provenire dal cielo, attirò l' attenzione dell' Elfo femmina. Questa dapprima si fermò, poi scalò con la velocità dei suoi piedi il grosso tronco di un albero vicino, affacciandosi dal suo ramo verso le vette delle montagne che si trovavano oltre la città. Legolas si accorse che Tauriel non lo stava più seguendo e il suo sguardo balenò verso di lei, con il chiaro della luna che la illuminava nei suoi raggi e nella sua bellezza. L' Elfa socchiuse gli occhi e si tenne con i sensi pronti a captare altri rumori alle sue orecchie a punta. Osservava la quieta Pontelagolungo, scorgibile con un vasto raggio delle sue banchine esterne. Legolas raggiunse in cima all' albero la sua amica, confuso dal suo atteggiamento: << Hai sentito qualcosa, Tauriel? >> << Il rombo che ho avvertito nel cielo, non era un fenomeno atmosferico >> disse lei con inquietudine: << E cosa poteva essere? >> le domandò il compagno prudente al suo fianco: << Non lo so. Ma sono certa che veniva dalla Montagna Solitaria >> si confermava sempre con un brutto presagio. Il suo sguardo dolce divenne preoccupato quando la luna le si posò in volto, guardando la cima del monte che fu soggetta poco fa ad una scossa interna. Le due creature mistiche si ricordarono della calamità a cui la gente del lago era costretta a convivere maledettamente. La conoscenza della distruzione della città di Dale di un tempo, poteva ripetersi a questo punto. Ma non era ancora detta l' ultima parola. I due Elfi smisero di preoccuparsi e fecero per tornare all' inseguimento degli Orchi: << Forza, adesso muoviamoci. Se ci fermiamo ancora, è probabile che gli Orchi raggiungano prima di noi i Nani >> << Sì, d' accordo >> ricevette Tauriel lasciando perdere per il momento.

Ripresero la loro corsa, balzando di ramo in ramo, e alternando la camminata a terra per cercare di arrivare alle spalle del branco che era alla ricerca delle prede naniche. Nel cuore di tutti coloro che erano a conoscenza del pericolo imminente, sapevano che quella notte si sarebbe prolungata più del solito. Al palazzo del Governatore, quest' ultimo e il suo fido consigliere Alfrid davano già indicazioni alle proprie guardie di sorvegliare i dintorni della città: << Mantenetevi vigili. Circondate ogni molo o banchina delle case. Nessuno deve uscire durante la notte >> ordinò il sire grasso: << Sissignore >> rispose Braga, il capo dei soldati degli uomini del lago: << E un' altra cosa: rispettate quel regolamento. Capito? >> << Certo >> disse in conclusione la guardia robusta facendo per dirigere il resto dei suoi uomini a riversarsi fuori nelle vie. Non appena il Governatore e il suo consigliere furono lasciati soli dalle guardie, Alfrid architettava una proposta al suo padrone reale, dopo aver dato i suoi complimenti: << Una mossa astuta, signore. Non c'è che dire >> << Assolutamente niente, Alfrid. Grazie a quello statuto speciale, potremmo finalmente sbarazzarci di quel chiattaiolo della malora. E non sentiremo più le sue chiacchiere in giro per la gente >> saltava dalla gioia il ricco Governatore, facendo le scale per dirigersi nella sua stanza della contabilità: << Devo dire però, signore, che gli altri amici del barcaiolo non sono da meno >> aggiunse l' infimo consigliere ricordando l' affronto subito dalla ragazza cinese: << Sì, hai ragione. Prima o poi metterò dei provvedimenti anche per loro. Quelli come Bard non sono altro che degli eretici, degli eremiti che augurano disastro in tutte le città in cui vivono. Accusano i propri sovrani di insinuazione per aver portato il popolo alla crisi. Ma il loro piano è solo quello di spodestarmi e di arraffarsi tutto il mio oro. Non sono mai stati ricchi, ed è per questo che si fingono amici della gente e poi al momento opportuno le pugnala alle spalle >> commentava certo il grasso Governatore. Questi aprì la porta della sua stanza e fece per togliersi il mantello regale. Ma prima che potesse sedersi, Alfrid lo avvertì ancora: << Quello che volevo dire, signore, era che non è sufficiente mandare le guardie a prendere il barcaiolo >> << E perchè no? >> domandò il sire intento già a finire di contare le monete sulla bilancia: << Come le ho già detto poco fa, gli amici di cui si è circondato non hanno fatto altro che peggiorare le sue maniere. Potrebbe essere pericoloso, sire. Magari anche il popolo assumerà le maniere forti se lo sta a seguire >> << Dici che c'è bisogno di ulteriori rinforzi? >> chiese il Governatore al suo fido assistente: << Probabile, sire >> << Ma il popolo non può vedermi mentre rinchiudo quel piantagrane davanti ai suoi occhi. Perderei la loro fiducia >> pensava il Governatore tra sé e sé.

Ma il viscido Alfrid dalla lingua forcuta non smetteva di incoraggiare il suo padrone: << La gente ormai sa della falsa reputazione di Bard. Ora vi sta ad ascoltare, solo voi. Lo avete assecondato per bene e non oserà alzare un dito sulla sorte che toccherà al loro beniamino smascherato, può starne certo >> disse il consigliere con un sorriso provocatorio a sé. Nella Montagna, Smaug e Sakura erano sempre sullo stesso punto fermo di prima. La bestia alata gironzolava il nascondiglio della ragazzina con fare minaccioso. I brontolii che fuoriuscirono dal suo ventre facevano accapponare la pelle alla piccola cattura carte che si mimetizzava all' ombra della colonna dietro la quale era. Era intenzionata ora a usare la Carta del Destino, visto che non trovava altra soluzione. Si mise la mano nella tasca destra e tastò la superficie dell' oggetto, facendo poi per farlo emergere di nuovo alla sua vista. Riposò più avanti lo sguardo dove vide la pietra lucente in parallelo al punto dove rimase a osservarla: << E va bene. Sarò costretta a farne nuovo uso. Non ho scelta >> si diede quest' ultimo avvertimento poi subito dopo aprendo bocca per richiamare al potere la Carta: << E' inutile che ci provi >> la fermò la voce maligna di Smaug. Sakura rimase immobile e stupita quando il drago la colse nel suo tentativo di voler rendersi invisibile. Eppure era distratto e non la stava neanche guardando. Decise di continuare ad andare avanti con la formula, ignorando la frase d' avviso di Smaug: << Stà zitto! >> gli disse come se ne avesse abbastanza. Ma Sakura seppure aveva una buona dose di coraggio in cuore, non riuscì a proseguire nell' atto di utilizzo della carta magica, e si bloccò per qualche strano motivo. I sensi di colpa sembrarono che l' avessero di nuovo trovata: << Che mi succede? Perchè non riesco ad andare avanti?... Sento che non ce la posso fare ad un certo punto >> e il braccio che reggeva la Carta del Destino si mise a tremare di poco, insieme alla mano che impugnava un' arma del delitto: << Oh, stai diventando sempre più corrotta da quella carta. Ne sei attratta. Presto nel tuo cuore aleggerà la malvagità >> << Basta, non voglio ascoltarti >> insisteva la ragazzina come se prima o poi le sue orecchie avrebbero ceduto alle parole di Smaug: << Sai perfettamente che quello è un pericolo per te. Più ne farai uso, e più il futuro che ti riserva la vita sarà terribile. Farai del male ai tuoi amici >> presagiva il drago: << I miei amici...? >> << Non ti riconosceranno mai per quello che sei diventata. Sarai violenta e priva di amore. Ma è il destino che tocca alle cattura carte come te, del resto. Siete troppo legati a quei stupidi foglietti come se niente fosse. Le carte non hanno un cuore, le persone sì. E tu le stai sostituendo con degli oggetti cartacei, gradualmente diventando vuota come questi >> Sakura cominciò a stringersi forte le braccia, temendo per il suo ruolo quale fine le sarebbe aspettato più avanti. Nel suo stato in cui capitò, non si rese conto che Smaug la smascherò nell' identità che aveva come cattura carte. Il drago cominciava per lei a essere una presenza psicologica oltre che fisica, mettendola a rimuginare sui pensieri negativi che si nascondevano nei suoi dubbi.

Si mise a fissare la parte frontale della carta, rattristendosi sul doversi separare da lei e dalle altre compagne carte che da sempre le avevano arricchito i giorni con avventure fantastiche. Smaug però sapeva che la ragazzina non aveva mai il coraggio di distruggere un oggetto che si teneva stretto e che recuperava con tanta fatica nel suo compito di portare la pace nel mondo: << Vivrete in un mondo governato dal nulla. Il sistema delle Carte di Clow è destinato a fallire, e tutto ciò risulterà una chimera per le persone che i maghi di un tempo hanno assoggettato con i loro poteri >> << Un mondo senza sentimenti.. >> commentò poi Sakura al rientrare nella visione del baratro di un mondo parallelo a quello suo. Poco prima sobbalzò sul posto quando Smaug scoprì anche l' identità delle carte magiche. La stessa visione le fu chiara agli occhi quando dovette affrontare il Giudizio Finale per diventare Padrona delle Carte. Poi però, si fermò sulla parola “sentimenti”: << Ricorda i nostri sentimenti. Non ci potrà succedere niente finchè potremmo contare l' uno sull' altra >> ed ecco che una frase familiare che disse al suo Li le rimbombò nella testa. Le apparve la scena quando lei e il suo amato si stavano lasciando dal ponticciolo della città prima di dividersi per le loro strade. Il coraggio che dimostrò in quel momento come in altre occasioni lo ritirò fuori e rispose alla bestia: << Io non lo permetterò. So già che cosa mi aspetta, se dovessi fallire nel mio compito >> << Ma tu hai già fallito, non te ne sei resa conto? >> chiese Smaug schernevole, continuando a girare intorno alla struttura: << No, non è vero. Solo chi ha il cuore per andare avanti sa che niente è perduto. Tu non puoi saperne niente perchè sei malvagio. Io so per esperienza che l' equilibrio nelle carte si manterrà, fintanto che c'è qualcuno a sorvegliarle. Tutti hanno contribuito ad aiutarmi e con questo si concretizza la nostra salvezza >> sputò frasi impavide la giovane cattura carte: << Salvezza, dici? Allora mostrami questa salvezza, se esiste anche per quelli che ti sono accanto >> << Non funziona più questo tuo gioco di parole. Mi dispiace. Tutti si salveranno >> insisteva Sakura: << Hai ancora molto da imparare, per tua sfortuna >> ribattè Smaug accerchiando con la sua coda il perimetro del tetto della costruzione: << E così sei convinta che le tue frasi manterranno intatte le vite dei tuoi amici, è così? >> << Non puoi saperne niente >> << Dovete aver fatto un bel viaggio se siete giunti fino alla Montagna per derubarmi di un tesoro che è mio. A proposito, non mi hai ancora detto da dove vieni con certezza. Sto aspettando la risposta >> annunciava Smaug impaziente. Sakura continuava a resistere alle frasi del suo rivale: << Vedo che a te piace parlare molto. Perchè non continui tu? >> domandò provocatoriamente la ragazzina. Fu a quel punto che Smaug vibrò un' altra fiammata vicino alla colonna dove si manteneva nascosta Sakura, minacciandola di farle fare una brutta fine. Sakura fu per poco intimidita dalla fiammata furiosa del drago: << Sai? Io sono un tipo dal fuoco facile, non so se mi spiego. Non vorrei che ti capitasse un brutto incidente nella mia discussione, eh eh >> ridacchiò per poco la bestia.

La giovane scassinatrice una volta liberatasi delle prime parole provocatorie di Smaug, ebbe tempo per pensare ad un' altra strategia per poter raggiungere di soppiatto l' Archengemma. Non poteva rischiare di usare la Carta del Destino perchè contro Smaug non aveva più effetto con i sensi che riuscivano a scavare nel potere di essa. La notte a Pontelagolungo proseguiva tranquilla, ancora serena dall' attacco del drago che non si presentava da nessuna parte. Bard, seguito dal figlio Bain, si facevano largo nelle vie della città. Il ragazzo decise di seguire il genitore di sua volontà, per evitare che finisse nei guai con la propria autonomia. L' arciere si portò dietro la lunga freccia nera e sbucò da una parete di una casa, accertandosi che la strada fosse deserta: << Andiamo >> disse poi al figlio dietro di lui, avanzando nella passerella con fare furtivo: << Una freccia nera? Perchè non me l' hai mai detto? >> << Perchè tu non dovevi saperlo >> rispose Bard a Bain che ancora non si capacitava del fatto che fosse rimasto all' oscuro di un' arma micidiale. Sempre con sguardo dritto in avanti e attento, il chiattaiolo con il cappotto di sempre addosso si appiccicò al muro di un' altra casa, sbirciando nella passerella più avanti se vi era anima viva. Qui c' era una guardia che passeggiava lungo il tratto della banchina, sorvegliando la zona se era sgombera da persone indesiderate. Bard fece per nascondersi di fretta nella parete di una casetta di fronte, sempre seguito dal figlio, e senza mai distogliere gli occhi dal soldato in fondo che volgeva loro le spalle nel camminare sul legno. Le risate di alcune guardie vicine ora si sentirono più acutamente alle orecchie dell' arciere che insieme al figlio facevano fatica a respirare regolarmente nel continuo sgattaiolare da una parte all' altra. L' uomo con in mano la freccia nera mise una mano sulla spalla di Bain, dandogli indicazioni sul piano che aveva in mente e per raggirare tutte quelle guardie che a parere di Bard erano in tutta la città perchè il Governatore lo teneva sempre d' occhio: << Ascoltami attentamente. Ho bisogno che tu distragga le guardie. Una volta che sarò in cima alla torre, metterò la freccia nell' arco >> disse sottovoce al figlio. La postazione della lancia del vento nanica era ben visibile e molto vicina agli occhi dei due intenti a sabotare ogni piano del sire della città. La luna era velata da nuvole di passaggio nel cielo notturno, e sotto vi era la torretta con la grossa balestra che rimase inutilizzata per molto tempo: << Eccolo! Bard! >> << Prendiamolo! >> urlarono dapprima Braga e poi una sua guardia su un ponte più distante. I soldati avevano scoperto a quel punto l' arciere e si apprestavano a raggiungerlo. Il piano di Bard rischiava di prendere una storta e in questo caso decise di scappare insieme al figlio, intimandolo a correre: << Presto! Laggiù! >> disse ancora sottovoce l' uomo della chiatta, passando in mezzo alle case con le guardie che iniziavano anche loro a correre per acchiapparli. I due fuggitivi sviarono più volte la stradina della passerella, senza mai fermarsi per un attimo.

Bain sfiorò un cesto attaccato al muro, finendo poi per buttarlo dietro di sé per cercare di rallentare gli uomini che li inseguivano alle calcagna. Lo stesso ragazzino, con il padre sempre dietro, si abbassarono non appena un cittadino maneggiava un cesto ripieno, scansando il probabile colpo che li avrebbe raggiunti in pieno volto se avessero continuato dritti. Il ragazzino che guidava il padre nella fuga buttò giù un oggetto in legno in mezzo alla strada, facendosi largo nel mercato ancora presidiato per poco dai cittadini della zona. Le guardie non mollavano i loro inseguitori e Braga spintonava bruscamente la gente da una parte, incurante di loro. Cercava insieme ai suoi uomini di prendere delle scorciatoie per arrivare più in fretta da Bard che nel frattempo li seminava con grande fiato. Lo stesso capo delle guardie spiaccicò in piena faccia il cesto dell' uomo che Bain e Bard sorpassarono, e cominciava a essere preso dal nervoso di voler catturare il fastidioso arciere. I soldati urlavano sempre per rendere conto almeno una volta alla gente del chiattaiolo in fuga, ma che per niente voleva aiutare le autorità del Governatore. Bard e figlio percorsero il perimetro di una casa, girandosi ogni tanto dietro per vedere se le guardie erano lontane da loro: << Bain. Ehi >> lo richiamò a un certo punto Bard, fermandosi dietro la casa che fiancheggiarono: << Tienila al sicuro. Fa che non la scopra nessuno. A loro penso io >> avvertì a Bain dandogli in custodia la freccia nera: << No. Io non ti lascio >> << Ora và! >> sbottò in preda all' agitazione Bard, sacrificandosi per far fuggire il figlioletto e affrontando faccia a faccia le guardie. Bain, esitò un attimo, poi senza obiettare si allontanò dal genitore che uscì allo scoperto di fronte ai soldati che raggiunsero il fianco della casetta dove era: << Braga >> << Sei in arresto >> dichiarò il capo delle guardie nonostante Bard faceva capire che era disarmato, mentre vi furono altri uomini che circondavano altre banchine alle spalle dell' arciere per braccarlo: << Con quale accusa? >> chiese lui con indignazione: << Quella che il Governatore sceglierà >> disse subito Braga prima che l' arciere lo colpisse con un gancio destro al volto. La fuga di Bard riprese, andando nella direzione opposta a quella del figlio che fu sicuro che lo aveva messo in salvo e con la freccia tra le mani. Bard spostò da una parte il capo delle guardie, facendo per caricare contro i restanti uomini per tentare di scappare alla sua cattura. Si mise a lanciare dei cesti di verdura per distrarre le guardie che cercavano di avvicinarsi a lui. Bard rovesciava contro i corpi delle guardie dei leggeri scaffali in legno, sbuccando dalle braccia di chi lo afferrava. Una guardia gli si piombò addosso, però se la levò volteggiando su sé stesso e scaraventandola verso un altro scaffale in legno. Il capo delle guardie, Braga, si era ripreso e si stringeva i denti stando con il fiato sul collo al fuggitivo. Bain giunse dal retro di una casa, e vide più distante da lui delle guardie che sfilavano le loro spade e che si mettevano all' inseguimento di suo padre che cercava in ogni modo di seminarle. A fianco alla banchina dove era Bain, vi era una barchetta ormeggiante.

Il giovane saltò su di essa e trovò un buon posto per nascondere la freccia nera. Levò le corde e in seguito vi pose sotto l' arma leggendaria. Al centro del piccolo molo c' era la statua che rappresentava la figura del Governatore, in posa sulla sua spada. Quello sarebbe stato un punto di riferimento dalla quale Bain sapeva esattamente dove aveva nascosto la freccia. Dopo che fu sicuro di averla tenuta ben occultata, il ragazzo fece per rifare la strada di casa, non potendo più inseguire il papà che era impegnato con le guardie. Bard si ritrovò a dover imboccare la strada per via acqua, visto che i soldati lo seguivano da due lati della dimora. Per sua fortuna, vi trovò delle barche ormeggiate e saltò su ognuna di queste come se stesse attraversando un ruscello: << Torna qui! Subito! >> gridavano ancora le guardie, ma l' arciere non voleva saperne di farsi prendere. Nel balzo che fece nella terza barca, questa si mosse come una lenta slitta, distaccando le altre barchette ravvicinate. In men che non si dica, Bard raggiunse la sponda di un' altra palafitte e staccò i soldati che tentavano invano di saltare sulle imbarcazioni che con i salti dati dall' arciere ondeggiavano, facendo cadere in acqua gli uomini del Governatore che inciampavano come allocchi nei bordi delle barche. Bard fu certo di averla passata liscia e corse con la stessa andatura avanti, ma un piede messo in mezzo alla sua fuga fece in modo che l' arciere ci inciampasse, finendo poi per sbattere contro un bancone in legno del mercato, distruggendolo in mille pezzi. Quel piede era quello di Alfrid, giunto sul posto per fermare in modo vile la fuga del chiattaiolo. Le guardie stavano per accorrere a catturare Bard che fu stordito dalla caduta con le travi in legno che gli si erano posate sulla schiena. A fianco ad Alfrid spuntò, con lo stesso sorrisino soddisfatto, anche il Governatore che prese una trave in legno per batterla con un colpo secco nella fronte dell' uomo che cercava di rimettersi in sesto. Bard svenne di conseguenza, sentendo in lontananza le voci dei soldati che stavano per circondarlo e arrestarlo innocentemente.

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Capitolo 34
*** Episodio 285: Sakura la Ladra ***


Il varco aperto della porta nascosta cominciava a illuminarsi nel primo tratto che si scorgeva. Il drago stava emettendo le sue fiamme all' interno della sua tana e con lui c' era anche Sakura. I Nani accanto alla porta intravidero il bagliore che lampeggiava continuamente, rendendosi conto che la situazione stava sfuggendo di mano: << Che ne è di Sakura? >> chiese Ori in pensiero per la ragazzina: << Diamole altro tempo >> disse Thorin indifferente. Balin non voleva ancora sottostare agli ordini sbagliati del suo compagno che trovò cambiato del tutto: << Tempo per fare cosa? Per essere uccisa? >> obiettò il vecchio Nano dalla barba lunga. Thorin si voltò verso il suo amico che sentì in lui una nota di subordinazione: << Tu hai paura >> gli disse in modo provocatorio con lo sguardo fiammeggiante. Balin incassò le parole del Principe, senza darne importanza: << Sì, ho paura. Ho paura per te >> ribattè il vecchio Nano scambiandosi occhiate di sfida con il suo compagno. Sapeva come lui che il suo atteggiamento non era normale, e che non era sempre stato quello che aveva sempre avuto: << Una malattia grava su tutto quel tesoro. Una malattia che portò tuo nonno alla pazzia >> lo avvertiva Balin come se stesse incastrando il colpevole. Thorin cominciò a sbattere ripetutamente le palpebre, facendosi ricordare dal compagno il destino che toccò a suo nonno Thror quando era a contatto con l' oro: << Io non sono come mio nonno >> aggiunse Thorin voltandosi verso l' orizzonte. Il profilo di una statua al suo lato gli combacciava perfettamente il viso e il naso, forse davvero discendente della stirpe del nonno che impazziva dal tesoro che raccoglieva: << Non sei te stesso. Il Thorin che conosco non esiterebbe a entrare nella-- >> << Non metterò a rischio questa impresa per la vita di una.. scassinatrice >> lo interruppe in modo sgarbato lo stesso Principe dei Nani con in testa solo le monete che stava per accapparrarsi, senza dare importanza alla vita della ragazzina che nominò spregevolmente come una ladra qualunque. Balin emise una smorfia di disgusto per il vocabolo che utilizzò Thorin davanti a lui, dimenticandosi del nome dell' amica che decise di aiutarli: << Sakura. Il suo nome è Sakura >> ribattè giustamente Balin per tentare di destare Thorin dalla bramosia che lo colse in quegli istanti.

Il giovane Nano sembrò ritornare in sé, ma ancora si redimeva nel suo stato di codardia: << E' Scudodiquercia, quel lurido usurpatore nanico >> affermava intanto Smaug all' interno del vasto salone, gironzolando sempre intorno alla struttura dove Sakura si nascondeva. Il drago giunse anche a capire che uno dei compagni di viaggio della cattura carte era quel Nano che aveva avuto come nonno Thror. Sakura si teneva sempre alla larga dalla vicinanza con Smaug, camminando cautamente nel lato opposto al suo sotto al riparo. Le zampe della bestia le seguiva per avere modo di spostarsi nella direzione giusta: << Ti ha mandato lui qui a prendere l' Archengemma, non è così? >> chiese poi lesto il perfido Smaug fissando con la coda dell' occhio la gemma lucente che rimaneva ancora distante da essere presa da Sakura. Questa cercò ancora di raggirare le affermazioni del drago mentre aspettava che le si creasse uno spazio per fiondarsi verso la gemma: << No. No, no. Non so di che cosa stai parlando >> rispose Sakura uscendo per poco allo scoperto: << Non provare a negarlo >> tuonò severamente il drago, abbassandosi verso di lei. Sakura si rintanò di nuovo dietro al pilastro in fondo, mentre la zampa del drago si stringeva in una colonna poco distante a quella dove decise di rifugiarsi la ragazzina: << Ho indovinato il suo viscido gioco molto tempo fa. Ma non importa. L' impresa di Scudodiquercia fallirà >> presagiva Smaug con parole persuasive che diceva alla cattura carte per farle calare il morale. Sakura si attaccò alla parete della colonna, chiudendo gli occhi per evitare che il suo inconscio cedesse a tutto quello che il drago buttava giù negativamente: << L' Oscurità è in arrivo. Si diffonderà in ogni angolo della Terra >> aggiunse elevandosi sopra al tettuccio e scorgendo tramite i suoi occhi la catastrofe che doveva abbattersi nei luoghi dell' intero mondo. A Dol Guldur stava dando inizio la valanga che si sarebbe ingrandita a dismisura, fino ad abbattersi nei popoli liberi della Terra di Mezzo e del globo terrestre. Kerochan era stato rinchiuso in una cella dalle sbarre accuminate, appesa dall' alto con un gancio attaccato ad una parete. Egli aveva fallito nella sua missione proprio nel momento in cui stava per inviare un messaggio a tutti gli altri riguardo al vero Nemico che si nascondeva nella fortezza abbandonata. Delle grida in lingua nera sotto di lui gli giunse alle orecchie, seguite poi dal suono di un corno inquietante che proveniva da un vasto esercito nel piano inferiore della fortezza. La tigre era ridotta a ingenti ferite in tutto il corpo, e non potè fare altro che assistere inerme alla marcia che le legioni di Sauron stavano compiendo. Da due ingressi della fortezza fuoriuscirono in grande numero degli Orchi in armatura e attrezzi per la guerra, guidati da alcuni loro capitani a bordo dei propri Mannari. Delle torce erano rette da ogni Orco per farsi luce nel loro cammino notturno per raggiungere in fretta, come ordinato dall' Oscuro Signore, la Montagna Solitaria.

Ogni Orco ancora in vita nella Terra di Mezzo era stato richiamato dal ritorno del Signore dell' Ombra che ebbe ancora una volta al suo comando un immenso esercito, proprio come quello che sprigionò per attaccare Gondor. Lo stesso incubo si ripeteva nella realtà davanti agli occhi sconcertati e sgranati di Kerochan, vedendo bandiere nere sventolate alle prime fila per far vedere il vessillo originario della loro natura, simboleggiante l' oscurità. La tigre si muoveva nello stretto spazio della cella, seguendo senza parole ciò che capitava sotto di lui. Più avanti alle molte fila di Orchi c' era Azog. L' Orco Pallido era a cavallo del suo bianco Mannaro ed era attrezzato anche lui per la guerra. Si era messo un' imbottitura di ferro con delle protezioni che lo andavano a coprire fino alle cosce, lasciandogli scoperti gli stinchi. Dei pesanti stivali in ferro erano indossati dallo stesso. Al posto della protesi del braccio mozzato, improvvisato con un ramoscello, vi era una lunga lama tagliente e appuntita, seghettata con due punte curve e di acciaio dalla forma di due grandi denti aguzzi. Un sorriso di pura malvagità gli si dipinse in volto quando alle sue orecchie gli giunsero le urla di guerra di alcuni suoi soldati. Tra questi vi erano quelli che sopravvissero alla distruzione di Mordor, ora riuniti a quelli di Dol Guldur in grande numero. Le facce brute degli Orchi intimorivano terrore a chiunque si fosse trovato davanti alla loro marcia. Le picche erano tenute davanti ad ogni soldato che discendeva l' ultimo pendio della collina sulla quale era costruita Dol Guldur, prima di lasciarla del tutto deserta. I passi che emetteva ogni creatura del male echeggiava nelle vicinanze della fortezza con un fragoroso rumore di armature che sbattevano a terra. Kerochan non poteva fare niente, ma sperava che con il suo continuo fissare sarebbe riuscito a far cessare il continuo aumentare di numero degli Orchi. Ma invece, sembrava che il male non terminava lì e voleva distruggere ogni forza del bene che esisteva ancora nel mondo. Gli Orchi oltrepassarono come tante formiche l' entrata di Dol Guldur, mettendo piede nel mondo esterno, pronto a lasciare che le orrende creature si dirigessero verso la Montagna. Dol Guldur risultò infine un luogo ancora tetro alla sua prima apparenza, nonostante fu svuotata del tutto dei suoi abitanti. A Pontelagolungo, la popolazione svolgeva tranquilla la sua vita quotidiana di quella notte che sarebbe stata lunga per gli eventi che dovevano nascere. L' ingresso principale della città era vigilato costantemente da due guardie alla banchina. Queste scrutavano il lungo pontile che collegava la città del lago alla terra ferma, mantenendo il loro turno di guardia come di solito. La calma notturna sembrava essere padrona come sempre in quella sera che doveva ancora rivelare ogni disastro imminente. Nella nebbia che si levò in lontananza nella lunga passerella, una delle sentinelle intravide delle sagome nere in avvicinamento. Dapprima fece per socchiudere gli occhi per cercare di scorgere gli stranieri che avanzavano da lontano, e che non sembravano dell' intenzione di fermarsi. Ne fuoriuscirono in sette ombre dalla cortina di vapore. La guardia fece per urlare contro di queste: << Alt! Fatevi riconoscere! Chi siete? >> chiese levando un grido.

Nessuna risposta arrivò e una seconda sentinella si avvicinò al suo compagno per aiutarlo in qualunque evenienza. Quest' ultima le sembrò di scorgere nel primo della fila, che era piuttosto alto, un grosso bastone in ferro che era composto all' estremità da delle tegole a forma di rettangoli, lasciando il lungo busto del bastone libero: << Dai l' allarme >> suggerì la prima guardia alla seconda, sospettosa del branco in avvicinamento. La seconda guardia annuì in silenzio, facendo dietrofront, ma non appena fu distante dal suo compagno un orco gli piombò sbucando dalla casetta di sorveglianza al lato. Il mostro pugnalò al petto la guardia, uccidendola sul colpo prima che potesse dire qualcosa. Il compagno lasciato in mezzo al pontile si girò di scatto per affrontare la creatura della notte che uccise il suo compare, estraendo la sua spada: << Allarme! Intrusi! Intrusi! >> gridava la sentinella, attirando l' attenzione di una terza guardia che sorvegliava il pontile dalla casetta laterale alla passerella. Da delle barche che stavano attraccando alla banchina, uscirono altri due orchi che corsero direttamente verso il disturbatore per atterrarlo e per evitare che spargesse la voce. La terza guardia uscita allo scoperto dalla casetta di sorveglianza si diresse in fretta verso un' entrata secondaria della città, al lato della saracinesca abbassata. Ma anche quest' ultima non ebbe via di scampo perchè una freccia la raggiunse alla schiena, uccidendola subito. Il corpo della guardia si rovesciò da un lato del pontile, finendo in acqua. La guardia che era stata atterrata cercò di liberarsi dell' orco sopra di lui, avendo la meglio per poterlo affrontare faccia a faccia. L' orco gli ruggì contro mantenendosi distante: << Avanti, fatti sotto! >> gli intimò il soldato a spada rivolta verso di lui. Ma il povero uomo non fece in tempo a fare il primo attacco che una sonora botta lo raggiunse nell' elmo, alla nuca. Il soldato svenne di conseguenza, perdendo i sensi. Dietro di lui era giunto il grosso orco, dalla pelle bianca e con corazze di armatura piantate in corpo. Un occhio guercio rendeva il suo sguardo inquietante e brandiva il grosso bastone con sé, mentre dietro la sua schiena teneva custodita una grossa lancia: << Bene. La sorveglianza è sistemata >> Bolg era arrivato all' entrata di Pontelagolungo con il resto del suo branco che non smise di dare la caccia ai Nani, che ora erano rifugiati nella piccola città degli Uomini. Il figlio del Profanatore era stato incaricato dallo stesso padre per terminare il compito di distruggere la compagnia di Scudodiquercia. Il gruppo di Orchi potè essere libero di agire e scavalcò il cancello serrato dall' alto, entrando di soppiatto nella città. Bolg scese con un gran salto dal bordo della saracinesca, avvertendo i suoi soldati: << Siamo vicini alle nostre prede >> disse fiutando la scia dell' odore dei Nani che si mischiava con quello degli Uomini: << Ci sono anche guardie più avanti >> lo informò un suo soldato: << E noi faremo in modo di superarle >> aggiunse Bolg sogghignando malignamente.

Il gruppo di Sakura, insieme ai restanti Nani alla casa di Bard, viveva momenti di tensione. Non si erano ancora resi conto dei guai che si accumulavano alle loro spalle, uno dietro l' altro. Kili veniva continuamente assistito dalla famiglia dell' arciere, a corto per il momento di Bain, che preparava le spezie per il malato. Meiling e Tomoyo diedero una mano alle due figlie di Bard nel preparare la pietanza per Kili: << Eccola. E' pronta >> avvisò la ragazza più grande correndo verso il Nano per porgergli la ciottola della minestra di spezie preparata: << Dai a me. Ci penso io >> disse poi Fili afferrando la scodella dalle mani della giovane donna per iniziare lui stesso a imboccare il fratello sul letto: << Apri la bocca, Kili. Questo ti farà sentire meglio >> lo guidava il Nano biondo con il cucchiaio che raccolse un po' di minestra. Kili con uno sforzo assaggiò la cucchiaiata e deglutì, sofferente ancora della ferita alla gamba: << Bravo, così >> lo incoraggiava pacatamente Fili tastandogli un po' la fronte. Sigrid non riuscì a non trattenersi dal chiedere in preda alla preoccupazione i dubbi che si metteva in cuore: << Gli basterà quella porzione per stare tranquillo? >> Oin fece subito per rispondere come da medico alla ragazza: << Le sue condizioni migliorano per un po' quando ingerisce delle medicine. Il sangue nelle vene non subisce variazioni nel suo scorrere >> << E quindi può migliorare in questo modo >> commentò Meiling da dietro. Il Nano medico però non diede completamente la diagnosi del paziente da tempo ferito e instabile nei movimenti: << No. Non è detto >> << Ma allora che significa? >> domandò la cinesina confusa: << Significa che il veleno segue sempre il ritmo del cuore e presto o tardi il sangue si contaminerà fino a raggiungere la vena polmonare. In questo modo, in poche parole, gli stiamo rimandando il trapasso che gli giungerà prossimo >> << Ah! Non è possibile! >> esclamò Tomoyo a fianco all' amica: << E stai dicendo che con le medicine normali è tutto inutile? >> chiese Sigrid: << Già. Purtroppo >> ammise Oin staccandosi l' apparecchio acustico dall' orecchio con fare affranto. Sigrid si strinse a sé la piccola sorellina che doveva assistere a una tragica e lenta morte del Nano sopra il letto: << Non posso fare niente neanch' io, mi dispiace >> disse in conclusione. Tomoyo riabbassò lo sguardo a terra ancora una volta, pensando che il peggio non era pronto a passare via. Li, Yuki e Toy rimasero seri nei loro volti ancora assistendo alla malattia del giovane Nano che non voleva guarire per il troppo veleno di cui era concentrata quella freccia che lo colpì sfortunatamente: << Sakura, fai in fretta. Comincio a essere in pensiero per te. Qui le cose non vanno per il verso giusto >> pregò Tomoyo rivolgendo lo sguardo alla vetrata della finestra. Kili aprì di poco gli occhi, ma la faccia continuava a essere quella di chi stava per lasciare prima o poi questo mondo: << Ehi, Kili, sono qui. Ti sarò sempre accanto, fratello >> lo rincuorava Fili resistendo al dolore che provava per il parente: << La mamma non vuole che tu te ne vada. Mi hai capito? >> << Sì... >> rispose Kili con la mano che gli veniva stretta forte dal fratello maggiore.

In quella scena, il silenzio non potè che regnare sovrano nell' abitazione. La quiete fu interrotta improvvisamente dallo spalancarsi della porta d' ingresso. Bain giunse con il fiatone in corpo, ansimando da una lunga corsa che intraprese. Tutti si voltarono di scatto verso il ragazzino appena tornato: << Bain, che cosa ti è successo? >> gli chiese la sorella maggiore: << Le guardie del Governatore. Ci hanno teso una trappola >> spiegò in poche parole: << Dov'è pà? >> chiese la graziosa Tilda: << Sono riuscito a fuggire prima che lo arrestassero >> << Che cosa? Hanno arrestato Bard? >> ripetè Li sconcertato all' apprendere la brutta notizia: << No, non va bene >> << Quel Governatore. Credo che voglia metterci i bastoni tra le ruote >> dissero Yuki e Toy: << Ma perchè non sei rimasto con lui? Dovevi aiutarlo >> lo rimproverò per poco Sigrid: << Ho cercato di restargli a fianco. Ma lui non ha voluto. Mi ha detto di tenere al sicuro la freccia nera e di allontanarmi >> spiegò desolato il giovane secondogenito: << Dovremmo dare una lezione a tutti i tirapiedi che gli stanno intorno. Sono sicura che dietro al suo piano ci sia quel viscido del suo consigliere >> disse Meiling irritata più del solito: << E' meglio che ti calmi, Meiling. Non puoi fare niente contro le guardie della città nella posizione in cui sei >> la avvisò il cugino cercando di essere prudente con lei: << Mh! Il mio posto contro il loro è ancora assicurato almeno >> ribatteva la ragazzina mossa contro uno spirito d' odio all' autorità del Governatore: << Immagino che tutti noi non possiamo fare niente contro i soldati, visto che facciamo parte del gruppo di Bard >> aggiunse Toy cauto nelle parole, in modo da non risvegliare animi bollenti di vendetta: << Di un po', Bain, dove è andata a finire la freccia nera? >> domandò Yuki: << L' ho nascosta in un' imbarcazione, lontano dalle guardie quando ci circondarono >> << Speriamo che non la trovino >> si augurava Tomoyo con le mani incrociate. Il gruppo del chiattaiolo cominciava a diminuire di numero, ora con la cattura di Bard per mano del sire della città. Smaug brontolava nel ventre della sua pancia, racchiudendo sempre intorno a sé la struttura dove la giovane cattura carte si nascondeva. D' un tratto, Sakura cominciava ad ansimare dalla fatica, pervenutale per qualche strano motivo: << L' aria comincia a surriscaldarsi, vero? Sei nella mia tana, ladra. Non credere che ti farò lasciare andare via così facilmente. Sei una compagna di Scudodiquercia, e sei destinata a morire come tutti quelli che aiutano lui e la sua stirpe >> << Se tanto dici che mi vuoi uccidere, perchè non l' hai già fatto? >> chiese Sakura sorridendo dal continuo ansimare: << Semplicemente per il fatto che mi voglio divertire ancora un po' con te. Sei il mio intrattenimento personale, dovresti già saperlo mia cara se ti sto tenendo qui a lungo >> confessò in modo viscido il mostro volendo trattenere Sakura nella sua tana. Quest' ultima seppur affaticata misteriosamente, non si diede per vinta, e balenò il suo sguardo nella sua tasca destra.

<< Non lo capisci? Sei un topo in un labirinto. Quella carta non ha effetto su di me >> la fermò ancora Smaug, intuendo tramite qualche suo potere che la ragazzina aveva intenzione di usare l' oggetto che la rendeva invisibile: << Già, hai detto bene. Quella carta non ha effetto su di te, e con le altre? >> richiese Sakura furbamente, pensando di cogliere impreparato alla risposta il drago: << Allora sarò costretto ad accorciare i tempi >> tuonò lui minacciosamente: << No. Non questa volta. Non riuscirai a prendermi. Scettro a me! >> disse in seguito Sakura portandosi la chiave del sigillo in mano e per recitare la formula per richiamare il potere dello scettro. Ma qualcosa andò storto. La piccola chiave del sigillo non emise alcun bagliore sul palmo di Sakura che rimase stupita dal malfunzionamento del piccolo oggetto: << Eh? Chiave del Sigillo! >> tentò ancora una volta. Ma non accadde nulla. Il piccolo ciondolo restava sempre immobile sulla mano della sua padrona: << Ma perchè non funziona? >> si chiese con voce strozzata Sakura. Lo stesso effetto le si presentò nel viaggio precedente quando a causa dell' Anello che portava, i poteri magici nel ciondolo erano svaniti per la sua presenza: << Qualcosa non va, cattura carte? O forse dovrei chiamarti “Portatrice dell' Unico”? >> domandò perfidamente Smaug. Tutte quelle sorprese nascoste che il drago rivelò di sapere stavano portando Sakura in uno stato confusionale. Gli occhi si persero nel vuoto ad un ritorno nel passato che aveva dimenticato e che non voleva affatto far riemergere. Pensò seriamente che una qualche entità che ebbe conosciuto dal vivo, fosse ritornata per ostacolarla di nuovo.

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Capitolo 35
*** Episodio 286: Smaug il Magnifico ***


Sakura aveva lo sguardo fisso nel vuoto e ancora non si capacitava di quello che le stava succedendo in quegli istanti critici. Smaug aveva saputo di un altro soprannome che la giovane cattura carte si portava a presso dalla scorsa avventura. La mano di Sakura cominciò a tremare dallo shock che la attraversò da subito dopo che il drago sputò fuori un indizio di una delle imprese che compì la ragazzina un anno fa: << E' esattamente come pensavo. I tuoi poteri si stanno esaurendo. Lui diventerà più forte >> annunciava con un pizzico di mistero nelle parole, nascondendo l' identità di colui che albergava da un bel po' nella Terra di Mezzo: << No...Non è possibile! Non può essere... >> << E' meglio per te se mi dici subito da dove provieni, o sarò costretto a farti fuori. Comincio ad annoiarmi con le parole >> informava superiormente Smaug alla sua cavia. Sakura si destò dall' immobilità in cui era, facendo per rimettersi il ciondolo intorno al collo e con la fatica nell' animo che si faceva sentire sempre di più: << E tu come fai a saperlo? >> domandò per chiedere informazioni alla bestia: << Oh, io so tutto quello che c'è da sapere, soprattutto su di te. La tua fama mi è giunta come il soffio del vento freddo in una giornata calda. Ti ho sempre tenuta d' occhio anch' io, cosa credi? Ho visto come tu e il tuo amichetto avete portato a termine la vostra missione, insieme >> piombò come un masso lanciato in acqua il terribile drago alato, facendo rimanere ancora di pietra l' animo della cattura carte: << Mi hai visto...? >> chiese in suspence la piccola ragazzina: << Io riesco a vedere oltre le mie mura. Riesco a vedere oltre ogni orizzonte. Io riesco a vedere tutto. E lui mi ha illustrato quello di cui sei capace >> “lui”? Sakura continuava a farsi venire i brividi dalla persona nominata misteriosamente, senza ancora pronunciare il suo nome segreto che poteva essere anche pericoloso: << Ti ha perseguitato quando indossavi quel gioiello, non ti ricordi? >> la visione dell' Occhio in fiamme fu ancora chiara alla vista di Sakura. Questa sobbalzò, emettendo un sospiro di spavento quando quella palpebra infuocata le ritornò di fronte nel momento in cui Smaug la scoprì nella sua copertura invisibile. Tutto tornava. La parola “Tesoro” utilizzata per la Carta ebbe lo stesso effetto persuasivo quando Sakura si metteva l' Anello, ma con la differenza di attirare Sauron usando il potere dell' oggetto.

Le stesse carte non rispondevano ai suoi comandi come il suo scettro perchè a quel tempo era Sauron che controllava ogni angolo della Terra di Mezzo, insediatosi da tempo e con la sua magia oscura che impediva ogni altro incantesimo su di lui e le sue terre. Non poteva essere tornato dal nulla, e non voleva ancora crederci Sakura: << Abbandona le carte. Rivelati senza il loro potere. Ti farai solo del male con loro >> le ribadiva il drago gironzolante intorno, andando alla ricerca della giovane che si occultava dietro alle colonne. Sakura non voleva cedere alla tentazione, e pensava sempre più che era un trucco per finire direttamente tra le fauci dello stesso artefice che la colpiva duramente nel subconscio: << Sai una cosa? Non credo ad una sola parola di quello che dici. E' un tuo piano per permettere che io finisca per essere mangiata >> << Ne sei sicura? E quali prove hai, sentiamo >> le intimò ancora Smaug: << E' la tua volontà, e basta. Non esiste alcun male. Sei solo tu >> << E come mai ti senti stanca e priva di forze? >> domandò il drago come per mettersi in disparte da ogni possibile causa che colse in difficoltà la cattura carte. La giovane ancora una volta si accasciò alla parete della colonna, respirando a fatica: << Hai perso la lingua, allora. Ebbene te la do io la risposta. Si è accorto che il cuore delle carte e la loro incolumità erano preziosi per te, e sapeva che non avresti mai rischiato di distruggerle. Si è approfittato della tua benevolenza e ti ha ingannata. Ti sta rendendo sua schiava ora. Piano piano i poteri ti abbandoneranno, Ladra. Sai perfettamente di chi sto parlando. L' Ombra di un antico orrore è risorta per adempiere alla sua vendetta. Ti ha già trovata, e sta andando a darti la caccia >> << No. No, no. Non ti credo >> si convinceva ancora Sakura: << Quando imparerai che quelle carte non salveranno il mondo dalla distruzione? Sono degli inutili oggetti. Come delle scatole vuote che aspettano di essere governate da un nuovo padrone. Non hanno alcuna importanza. Come fai ancora a credere che ti sono fedeli, mh? >> disse con il potere delle sue parole persuasive Smaug: << Le carte agiscono insieme ad una guida. Tu non ne sai niente. Ma ogni persona che abbia un cuore nobile e che non è avvolta dall' oscurità ha il totale controllo delle carte di Clow. Sono state create per portare l' equilibrio, non risponderanno mai al Male, te lo assicuro >> si caricò nell' ultima frase la giovane eroina che teneva testa psicologicamente il terribile drago. Questo si ritraò indietro con la testa, non avendo ancora abbattuto completamente la sua preda: << Mh, forse avrai ragione. Ma le carte rimarranno sempre degli oggetti inutili >> << Che cosa vorresti dire? >> domandò stizzita Sakura con le carte che venivano provocate dalla voce di Smaug: << Voglio dire che porteranno l' equilibrio, ma non eviteranno che le persone creino il disordine, il caos. Dimmi, i tuoi amici Nani si sono dimostrati coerenti con te? O sei sempre stata tu a difenderli, senza essere ripagata con onore nei tuoi comportamenti? >> a questa domanda, Sakura doveva avere tempo per riflettere.

Le tornarono in mente i momenti in cui lei e l' unico Nano che dubitava di lei, Thorin, non le ricambiò la maggior parte dell' affetto all' inizio. In seguito però strinse una salda amicizia con lui. Ebbe così per dare la risposta definitiva al drago interrogatore: << Sì. Loro si sono comportati di conseguenza con me, sempre >> << Pensa a quello che dici >> << Tu pensi solo all' oro, come puoi capire quello che ti dico? >> lo provocò ancora Sakura avendone già abbastanza. Smaug proseguì: << Questo è quello che succede alla fine, ma come ho detto, l' inizio ci svela i veri comportamenti degli altri. Non sono ancora venuti in tuo aiuto e questa è una nota che si distorce. Pensano solo all' oro, ai problemi propri, disinteressandosi degli altri. E negherai anche il fatto che non sono fedeli, vero? >> la ragazzina non rispose, e parlò tra sé: << Mi basta che ti distragga un attimo e le tue parole rivolte al vento non mi bloccheranno più >> affermava con l' Archengemma ancora da recuperare: << Con chi sono partiti oltre che con te? I tuoi amici Nani potrebbero mettere in pericolo la tua famiglia, a patto che siano ancora i tuoi amici quelli >> disse il drago. E nei pensieri di Sakura la negatività sembrò riaffiorare in superficie per un attimo. Ciò che diceva Smaug sembrava lo comunicasse tramite una sfera veggente. Infatti, nella città di Pontelagolungo, tra le risate dei cittadini che se la spassavano tra loro, sopra ai tetti delle case sbucarono gli Orchi sopraggiunti capitanati da Bolg che cercavano la casa dove i Nani erano rifugiati. Quest' ultimo dava segnali in lingua nera ai suoi soldati, aggirandosi sopra le tegole come dei ninja notturni. Gli Orchi inseguitori trovarono un modo per passare inosservati agli occhi delle guardie che pattugliavano le strade poco trafficate della piccola città, e che erano ignare di intrusi che sgattaiolavano sopra ogni casa, andando alla ricerca delle prede che diedero la caccia al Reame Boscoso per ucciderle una volta per tutte insieme al loro capo Thorin Scudodiquercia. Bofur era ancora alla ricerca della pianta di re e non ne cavava ancora piede. Non riusciva a trovarla. Aveva setacciato ogni recinto della maggior parte delle stalle, ma rimaneva ancora a mani vuote. Il Nano passò allora per le erbe che crescevano nei vassoi dei recinti esterni dei maiali, facendo per annusare il profumo dei fiori se era dolce o no. Ebbe il tempo di abbassarsi al primo vassoio, ma fu costretto a nascondersi per le voci in avvicinamento di guardie sulla passerella in cui era. Bofur fece per rifugiarsi dietro alla carcassa di un maiale grasso che ruminava l' erba davanti a lui. Si scorse per un attimo oltre l' animale, osservando un gruppo di guardie che trasportava in spalla una gabbia del peso di un uomo leggero: << Ha, ha! L' abbiamo messo nel sacco, ragazzi! >> << Finalmente non ci darà fastidio! >> dissero una guardia e il suo capo in prima fila, Braga. Dentro alla gabbia, Bofur notò che vi era rinchiuso Bard, sdraiato con un braccio fuori dalle sbarre: << Bard? Lo hanno preso? >> si chiese il Nano per molto tempo lontano dalla dimora dell' arciere. Seguì per poco la camminata dei soldati che andavano a dirigersi con tutta probabilità nelle celle della città.

Bofur non perse altro tempo e intuì che doveva sbrigarsi: << Sta succedendo qualcosa, me lo sento >> disse scattando per il recinto più avanti, andando dalla parte opposta a quella cui andarono gli uomini del Governatore, per sperare di beccare la pianta guaritrice: << No, questo no >> commentava all' annusare un profumo diverso da quello dell' erbaccia dei maiali che anche lui conosceva. I dubbi che Smaug mise alla cattura carte influivano sempre più nella fatica che questa accumulò psicologicamente e fisicamente. I poteri la stavano sempre più abbandonando come diceva il drago usurpatore, negativamente: << Ti stanno usando, Ladra nell' Ombra. Tu non sei altro che un mezzo per uno scopo >> sibilò velenosamente il serpente, ruminando per poco sopra le monete e fiancheggiando la colonna dietro la quale si teneva nascosta Sakura. Le ripeteva la fiducia che ripose nei Nani quanto poteva esserle fatale a questo punto: << Il codardo Scudodiquercia ha pesato il valore della tua vita e ha scoperto che non vale.. nulla >> comunicò insistentemente con la sua voce che echeggiava nell' aria. Nell' ultima parola decise di assumere un tono provocatorio nei confronti della ragazzina che non seguiva le parole veritiere della bestia: << No. No, tu menti >> gli ridisse con un sorriso sicuro mentre scuoteva la testa: << Cosa ti ha promesso? Una parte del tesoro? Come se potesse disporne >> aggiunse il crudele drago muovendo la sua lingua come una serpe mentre si elevava imponente sopra il tetto della struttura. La ragazzina colse un segno di distrazione nel drago, e lo intuì quando il suo potere di captare le sensazioni le ritornò dopo che Smaug cessò di rivolgerle parole di senso persuasivo: << Io non mi distaccherò da una sola moneta. Neanche da un singolo pezzo >> dichiarò il drago. Sakura fu finalmente libera di correre verso l' Archengemma, staccandosi dalla copertura e uscendo alla vista del drago. Questo sbattè la sua coda sul manto dorato, provocando un' onda che fece far saltare in aria la stessa ragazzina con la pietra lucente, rotolando ancora più giù e prima che potesse afferrare la gemma a pochi passi. Smaug tornò ad inseguire la sua cavia ancora più giù nel pendio: << I miei denti sono spade. I miei artigli sono lance >> continuava a lusingarsi quando Sakura sbattè contro la parete di un' alta colonna. Smaug mostrò di conseguenza i denti aguzzi che in gran numero gli componevano la bocca, sbattendo le sue zampe a terra con le unghie affilate che sembravano per lui delle armi. Il terremoto scosse ancora l' intera sala dal possente dragone che metteva alle strette della sua pazienza la piccola Sakura: << Le mie ali sono un uragano! >> esclamò poggiandosi ad un pilastro semidistrutto. La ragazzina cercò di combattere contro il terremoto provocato da Smaug, reggendosi quanto più che poteva in piedi. Il drago si gonfiò in tutta la sua magnificenza dal petto, mettendo in mostra le molte monete che gli rimasero attaccate nelle scaglie.

Una luce bianca, che partiva da uno scorcio del soffitto, si posò in un punto del torace della grande creatura. Sakura intravide che vi era un buco tra le squame. Una di queste mancava. Allora la ragazzina scoprì il punto debole del drago, ripensando a quello che disse Bain riguardo alla leggenda di Girion e di quando affermava che era riuscito a colpire il drago. Smaug alla fine non risultava così tanto magnifico come diceva lui stesso: << Allora è vero. La Freccia Nera è andata a segno >> disse quasi distratta dal farsi sentire da Smaug: << Che cosa hai detto? >> << Ah! Ah! Dicevo solo che la tua reputazione ti precede, o Smaug il Tiranno >> mentì Sakura sollevandosi subito in piedi e ritraendosi indietro nei passi. Il Drago quindi aveva nascosto agli occhi di tutti la scaglia mancante sul suo petto, e grazie agli occhi acuti della giovane cattura carte, questa potè sperare nel bene. Smaug spiegò le sue ali, allargando le zampe per reggersi a due colonne in mezzo a lui. Sakura si sentì di aver riacquisito il controllo della Carta del Destino come se la stessa si volesse liberare dell' incantesimo delle parole del drago, facendo notare alla ragazzina il buco nel petto della bestia casualmente. Il drago cominciò a ringhiare contro Sakura, sapendo che questa aveva scoperto qualcosa. Con il potere riacquisito anche nella Chiave del Sigillo, Sakura continuò a fare i complimenti al mostro, sicuramente distratto ora: << Davvero, non hai eguali su questa Terra >> aggiunse ammansendo Smaug. Poco spostata a destra di Sakura, l' Archengemma brillava sopra un cuscino di monete, e fu un' altra occasione per la ragazzina di trovarsela vicina. Sakura abbassò lo sguardo verso la gemma che poteva prendere con tutta velocità, ma il drago non gliel' avrebbe permesso: << Sono quasi tentato di fartela prendere. Fosse solo per vedere Scudodiquercia che soffre >> disse velenoso e in una gran dose di meschinità Smaug, notando l' unico gioiello che la cattura carte doveva prendere. Questa indirizzò gli occhi di nuovo contro la creatura che non sapeva se stesse dicendo la verità, oppure era un altro modo per distoglierla dal suo compito. Sakura non poteva mai sapere se Thorin diveniva ossessionato dall' oro come tutti quelli della sua stirpe. Ma Smaug sembrava nascondere le certezze ai dubbi di Sakura con le sue frasi: << Osservare come lo distrugge. Osservare come corrompe il suo cuore, e lo porta alla pazzia >> annunciò quasi isterico. La sentenza di Smaug non ebbe più effetto sulle carte di Clow, ma di conseguenza aveva ancora effetto sul cuore della giovane, a tratti indecisa sul portare a termine o no la sua mansione: << Ma non lo farò... >> disse tuttavia Smaug stando legato al suo ruolo di Guardiano del tesoro, non permettendo di farsene rubare alcuno. Il rettile enorme si ritraè verso l' ombra delle colonne, puntando minacciosamente la piccola preda: << Il nostro giochino finisce qui. Perciò dimmi, Ladra, come scegli di morire? >> chiese in definitiva il drago. La sua gola cominciò ad arrossarsi dal fuoco che stava per emettere e si piombò a bocca spalancata verso Sakura.

La giovane cattura carte riuscì ad afferrare in tempo la Carta del Destino e senza che la richiamasse, quest' ultima fece scomparire la ragazzina davanti al mostro. Smaug richiuse la bocca nell' aria, addentando il nulla. Divenne ancora più furioso ad aver lasciato la ragazzina di utilizzare il potere della Carta. Si eresse più in alto che poteva e sputò un' immensa fiammata contro il terreno, nella speranza di aver colpito la preda che vide per ultimo su quel punto. Come la grossa palla di fuoco scomparve, Smaug intuì che la ragazzina si era salvata e lo notò quando delle monetine correvano lungo il pavimento, urtate dalla corsa in fuga di Sakura che era tornata ad essere invisibile. Risalì in fretta delle gradinate, con alle spalle il drago che voleva a tutti i costi prenderla e ucciderla. Sakura terminò di salire le scale e si accasciò ad una parete, ansimando dalla fatica per riprendere fiato: << Carta! >> esclamò infine per liberarsi dell' incantesimo dell' oggetto che teneva tra le mani. Ma ancora non era al sicuro perchè il ruggito iracondo di Smaug la avvisò che doveva riprendere la corsa, dato che si trovava ancora nelle sue vicinanze. Non doveva fermarsi e fece per risalire il continuo degli scalini, cercando di andare più che poteva in alto. Samug si scatenava a più non posso, distruggendo ogni cosa con i suoi movimenti furiosi e sputando fuoco da ogni parte, rendendo l' intero salone ancora più rovente nell' aria.

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Capitolo 36
*** Episodio 287: L' attacco degli Orchi ***


La furia di Smaug e i suoi ruggiti si sentirono in tutto il perimetro della Montagna. I Nani riversati nello spiazzo si sentirono ancora la terra che tremava bruscamente ai loro piedi. Questa volta non poterono ancora reggersi del tutto in equilibrio perchè alcuni di loro, tra i quali Dwalin, si inginocchiavano a terra dalla forte scossa che pervenne all' esterno: << Le scosse continuano a essere sempre più forti >> notò Ori preoccupato. Thorin cercava ad ogni modo di non far notare agli altri compagni la sua paura, rimanendo sempre voltato di spalle a loro e con lo sguardo fisso nel vuoto: << Sakura è in pericolo. Io andrò laggiù >> avvertì l' impavido Balin noncurante del drago che rumoreggiava acutamente nella sua tana. Thorin si voltò di scatto verso il suo compare, ribadendogli di fermarsi nel tono che assunse: << Dove vai? >> << A salvarla, è ovvio >> rispose il vecchio Nano dalla barba lunga e bianca, volgendo a sua volta le spalle al suo capo e mantenendosi nel varco. Balin fece per oltrepassare la porta, ma ancora Thorin lo avvertì: << Se fai un altro passo, stai decretando la tua morte. Dobbiamo aspettare >> ordinò il Principe con più veemenza. Balin eseguì gli ordini ma tra sé e sé c' era ancora la rabbia per quello che Thorin voleva che fosse rispettato ma in modo tirannico. Ancora nessun Nano era intervenuto sulla discussione accesa tra Balin e Thorin, temendo più che altro il secondo Nano che fu in quel momento capace di fare qualsiasi cosa pur di fermare un subordinato. Balin schiaffò il palmo della sua mano contro la dura roccia a fianco a lui del varco, tremando dal nervoso di sentire quelle parole prive di ogni legame: << Sembra che quello che abbia più paura sia tu >> comunicò in tono schernevole voltandosi verso il suo amico. Tutti i Nani intuirono che quello era un atto di sfida rivolto al famoso Principe dei Nani, che mai si sarebbe osato di offendere dei parenti. Ognuno si voltò verso Thorin per vedere quale sarebbe stata la sua reazione: << Come hai detto? >> chiese a denti stretti: << Hai sentito bene, invece! Tu hai paura. Hai paura per quel drago >> << L' unica cosa di cui c'è da aver paura è la morte. Ma tu vuoi buttare tutto all' aria >> insisteva spregevolmente Thorin: << Vale la pena per difendere un' amica, non credi? >> domandò rude Balin.

Thorin rimase ancora zitto e decise di lasciar parlare il suo compare che aveva da dire delle sciocchezze, secondo lui: << Hai dimenticato chi c'è là dentro? Una persona che non ha fatto altro che appoggiarti da quando l' abbiamo assunta per questa impresa. La nostra famiglia non si basa sul voltare le spalle al prossimo. Ci siamo fidati di Sakura, e ora è il momento di aiutarla >> << Ha ragione Balin. Non puoi abbandonare colei che ti ha salvato la vita >> aggiunse Dwalin, il fratello minore di Balin, che si fece sentire dietro a Thorin. Quest' ultimo si sentì giungergli alle orecchie un senso di ammutinamento nei suoi confronti. Osservò ogni suo componente della Compagnia che stava intorno a lui. Nei loro sguardi si poteva intravedere il bagliore delle loro anime che era rivolto contro il Principe che cambiò totalmente nel carattere nei confronti di Balin e di Sakura: << Nessuno di noi vorrà lasciare un compagno in difficoltà. Hai capito? >> disse fulminando con gli occhi Thorin. Questo assunse un' espressione di impotenza adesso, tentando di convincere un' ultima volta il suo amico: << Non si tratta di salvare una vita, si tratta di mantenere i propri ruoli. C'è altro per cui siamo venuti fin qui >> << Beh, quell' oro adesso ha poca importanza. Nessun oggetto di valore può restituire una vita. Ne tanto meno una buona compagna quanto lo è Sakura >> ribattè sicuro Balin. Thorin stava sempre più destandosi dalla sua espressione severa e fredda quale gli venne. Si sarebbe lasciato trascinare dal consiglio di Balin e a fiondarsi ad aiutare la scassinatrice in pericolo? Il Principe dei Nani sfrecciò da una parte e dall' altra i suoi occhi in tutti i compagni, poi estrasse con uno scatto la sua spada, mettendola in mezzo a lui e a Balin che continuava a guardare con disprezzo: << Tu resti qui! >> ribattè deciso il Nano non volendo sapere di sottostare alla volontà del suo branco. Se il boato all' interno della Montagna poteva essere udibile per i Nani vicino ad essa, per gli abitanti di Pontelagolungo era tutto il contrario. La vetta solitaria rimaneva sempre lì innocua, intatta da qualsiasi fenomeno esterno. Nelle prigioni della città, le guardie del Governatore se la ridevano tra di loro, sorseggiando boccali di vino alla cattura fatta di un criminale considerato com' era. Braga e i suoi uomini erano in una sala in fondo, a fianco ad una piccola cella che fu considerata un posto fresco per Bard. L' arciere, catturato ingiustamente dal Governatore, era ancora privo di sensi sopra un lettino della stanza e cominciava a riprendere conoscienza. Riaprì lentamente gli occhi, strofinandoseli e riacquistando la vista che gli visualizzava i contorni del posto in cui era finito. Si sentiva ancora una specie di bernocolo sulla fronte, ricordando gradualmente cosa gli era successo. Intorno a sé vide delle pareti più o meno strette di uno stanzino e la porta di questo era composta da sbarre. Si alzò di scatto seduto sul materasso e la sua espressione fu una di quelle inaspettate ad una situazione che si stava compromettendo. Il Governatore contribuì alla sua cattura, sbattendogli in testa una trave di legno. Ora Bard non era più in grado di proteggere la sua famiglia.

Sempre alla sua casa, il gruppetto della cattura carte insieme ai tre Nani rimasti e alla famiglia di Bard, attendevano il ritorno degli avventurieri che partirono alla Montagna Solitaria. Kili rimaneva sempre nel suo stato critico, ingerendo quante spezie riuscivano a preparargli tutti i compari che lo accudivano. Oin tastò ancora la fronte del giovane Nano e intuì che la febbre gli stava di nuovo tornando: << Servono altre di quelle spezie >> comunicò alle addette alla cucina: << Sì, subito. Torniamo al lavoro >> rispose Tomoyo frettolosa per rimboccarsi ancora le maniche: << A proposito dov'è Sigrid? >> si chiese Meilng cercando la ragazza. Le due amiche la videro che era all' esterno della casa sul balcone, fissando pensierosa il cielo notturno e tenendo la porta d' uscita spalancata. Non vollero disturbarla per il momento, ormai colta dalla preoccupazione per suo padre: << Su, vieni qui, piccolina >> disse infine Tomoyo a Tilda per distrarla da ciò che aveva avuto la sorella maggiore. I due ragazzi, Toy e Yuki, non fecero che restare ad assistere ad ogni tentativo inutile delle due compagne nel cercare di salvare il Nano malato e a rischio di morte: << Bofur non è ancora rientrato. Comincio a preoccuparmi per lui >> confessò Yuki stando di fianco al suo amico e a Li: << Speriamo che non si sia fatto catturare anche lui dalle guardie. E' da un bel po' che è via >> << Già, hai ragione >> rispose il ragazzo con gli occhiali al suo compare. Yuki indirizzò il suo sguardo sul viso serio del cinesino poco più avanti di loro: << A cosa stai pensando? >> gli domandò per sentire un po' la risposta del giovanotto. Li assunse un' espressione interrogativa e stupita al ragazzo che gli risultò indifferente alla calma esterna: << Eh? Non te ne sei accorto neanche tu, allora? >> constatò il cinesino senza dare troppe spiegazioni all' entità che racchiudeva il Giudice Supremo: << Accorto di cosa? >> ripetè il ragazzo con Li e Toy che si scambiavano sguardi sospettosi alla loro incolumità. Li si girò di nuovo a fissare la vetta solitaria attraverso la finestra in fondo, concentrandosi su essa: << E' molto strano.. >> commentò ancora con mistero. Il Nano Bofur era ancora intento nella ricerca della Foglia di Re, dopo che riuscì a superare i soldati del Governatore che presero Bard. Il Nano si mise ad annusare i fiori che crescevano nei vasetti fuori dalle finestre delle case, tentando di riuscire a trovare lì la pianta elfica. L' odore dei fiori era diverso da quello dolce che lui si ricordava avesse la famigerata foglia. Storse il naso e proseguì ancora di fretta a setacciare ogni vasetto in cui crescessero dei fiori. Il Nano girò più volte strada, spingendosi ancora più vicino nei pressi della casa di Bard, visto che aveva già controllato gran parte della città. Poco sopra le case in cui passò vicino, vi erano in agguato gli Orchi che riuscirono ad entrare a Pontelagolungo, appostati per seguire il Nano appartenente alla Compagnia di Thorin. Bolg si teneva nascosto dietro agli spicchi laterali dei tetti, riconoscendo uno dei membri delle prede che stava cacciando: << Seguite il Nano >> ordinò l' orco albino ai suoi servi. Questi si misero a pedinare da sopra le case l' esca che li avrebbe condotti al loro premio.

Bofur giunse ancora in un altro recinto di maiali. Vi era solo uno di questi che ruminava l' erbaccia davanti a lui. Bofur fece per chinarsi e strappare dal muso del maiale le erbe che erano posate nel vassoio. Il Nano fu certo che si trattasse della Foglia di Re perchè vi notò dei petali bianchi tra i filamenti d' erba, e il profumo che emanava era dolce. La strinse tra le sue mani e proseguì nel fare la strada di ritorno, mentre si lasciava dietro i continui grugniti del maiale che si ritrovò senza più erba da masticare. Il Nano si diresse nelle vie di prima, svoltando poi negli isolati che tenevano nascosta la dimora di Bard tutta davanti. Gli Orchi, uno alla volta, proseguirono nel tenere d' occhio Bofur che a sua insaputa stava portando il pericolo al suo gruppo riunito alla casa. Bolg si eresse in piedi su un tetto, poggiando il piede sulle tegole come per mettersi in posa all' autorità che lui presentava e con gli Orchi che gli passavano in gran numero ai lati per adempiere al loro compito. Gli Orchi in fondo, scorsero da altri tetti di case la casa del chiattaiolo. All' esterno era affacciata Sigrid ancora immersa nei suoi pensieri. La ragazza sentì dei passi acuti sopra di lei, pensando che fossero quelli del padre che stava correndo verso di loro e che era fuggito dalla cella in qualche modo: << Pà? Sei tu, pà? >> chiese con una nota di timore la fanciulla, dirigendo gli occhi intorno al paesaggio. Dietro di lei, dalle case laterali a quella dove era lei, non si accorse che spuntarono degli Orchi che sguainavano già le loro spade nella notte, pronti a mietere le vittime ricercate: << Va tutto bene, Sigrid? >> le chiese la sorellina dalla cucina. Il tetto sopra le teste del gruppo cominciò a scricchiolare in modo acuto. Oin levò gli occhi in alto, seguito anche da Tomoyo che si vide della polvere caderle proprio davanti: << Ma che succede? >> si domandò lei ingenuamente. Un sospetto pervenne quasi in tutti quando sentirono dei rumori di passi che camminavano di sopra. Sigrid fece per rientrare in casa, ma un Orco piombò dietro di lei, ruggendo con gli occhi gialli e feroci rivolti alla ragazza: << Aaah! >> gridò in preda al panico Sigrid richiudendo in fretta la porta d' ingresso, ma l' orribile creatura mise la lama della sua spada per bloccare l' anta, tenendola socchiusa: << Che succede?! >> urlò Toy con il resto che si voltò con un sospiro di spavento verso la ragazza urlante. Bofur venne bloccato nel fare la strada di rientro da un altro Orco che scese davanti a lui dal tetto di una casa. Il mostro mancò per poco con il fendente della sua spada il Nano, che si trovò a schiena a terra nel spostarsi dall' attacco dell' Orco. La pianta che reggeva in mano la perse distante da lui, ingaggiando uno scontro con la creatura: << Aiutatemi! Presto! >> gridava Sigrid per tentare di serrare la porta: << Meiling, la porta! >> << Sì, arrivo! >> rispose la cinesina all' ordine di suo cugino per aiutare la figlia del chiattaiolo a respingere il mostro di fuori. La porta sul retro si spalancò di botto, e ne uscì un ennesimo Orco pronto a uccidere alle spalle.

Oin fece in tempo a voltarsi verso di lui e a lanciargli i piatti che teneva in mano, distraendolo per poco. Un altro mostro entrò in scena distruggendo il soffitto e piombando sopra un mobiletto con la bocca accuminata di denti e il coltello già estratto: << Sono dappertutto! >> gridò Tomoyo vedendo sempre più il numero di Orchi che aumentava. Meiling e Sigrid non riuscivano a fare pressione sulla porta per via della forza esercitata dall' Orco sull' anta: << Non riesco a trattenerlo! >> avvisava la cinesina ai suoi amici. Questi si voltarono di conseguenza e videro che la porta si spalancò con violenza e Sigrid, che si trovava dietro all' anta, venne sbalzata all' indietro finendo per sbattere la testa sul pavimento e svenendo sul colpo. L' Orco si trovò faccia a faccia con Meiling che in preda al terrore fece per fare dei veloci passi indietro. Nello stesso momento, l' Orco roteò la sua spada contro la cinesina che a causa della presenza di un mobile dietro alla sua caviglia, la fece inciampare e la punta dell' arma dell' Orco mancò per un soffio la ragazzina, provocandole un taglio orizzontale all' altezza del petto nell' abito bianco che indossava: << Meiling! >> gridò Tomoyo vedendo la sua amica che credeva fosse stata colpita a morte e che si accasciò su una panca del tavolo di cucina, finendo sotto di esso. Fili, preso dalla furia, si scaraventò contro l' Orco che mise fuori gioco le due ragazze e lo attaccò con una forte presa al muro: << Sta giù! Sta giù! >> avvertiva il Nano biondo per tenere alla larga gli altri. Tilda, tra le braccia del fratello, era sconvolta nel vedere il corpo di sua sorella inerme sul pavimento, prendendosi ancora più dal panico: << Tomoyo, occupati di Meiling! >> << Va bene! >> disse la ragazza a un altro ordine di Li che estraò subito la sua spada per fronteggiare i mostri. L' Orco braccato da Fili riuscì a liberarsi della presa del Nano, buttandolo a terra. Li fece per gettarsi contro l' orco che si tolse di dosso Fili e intraprese uno scontro con le lame, cercando di proteggere Sigrid che era ancora svenuta sul pavimento: << Dobbiamo aiutarlo, Yuki! >> disse Toy per correre in soccorso del cinesino. Toy estraò solo la sua katana, riservando l' uso della spada elfica per un altro momento. Un istante dopo, un altro Orco sfondò il soffitto, presentandosi davanti ai due figli del chiattaiolo. Tilda ancora sconvolta cercò di tenere alla larga il mostro, urlandogli contro e lanciandogli un piatto di terracotta in faccia. Di seguito, la bambina corse sotto il tavolo a rifugiarsi insieme a Tomoyo e a Meiling: << Ci siamo noi! >> esclamò la prima ragazzina per tenersi stretta la piccoletta in un abbraccio. L' Orco tentò di colpire la piccola bambina che si era intruffolata sotto il tavolo, sferrando un fendente che scheggiò la panca davanti a lui. Bain che fu dall' estremità opposta alla lunga panca, dapprima spinse con un calcio l' oggetto, colpendo alle gambe il mostro e poi sollevò con una forza combattiva la stessa panca contro il mostro, colpendolo duramente. Kili si guardava intorno i molti mostri che stavano attaccando la casa. Un Orco sfondò un' altra parte del soffitto, piombando di fronte al nano ferito e che stava per attaccare con un ghigno malvagio.

Da ogni parte della casa, dall' alto, spuntavano sempre più Orchi ai quali il gruppo doveva difendersi. Li parò con un colpo della sua spada il fendente dell' Orco con cui stava combattendo, stando sempre in difesa di Sigrid: << Sono in troppi! >> commentò il cinesino faticando nel sconfiggere il mostro che non cedeva nello scontro. Toy si vide costretto a fronteggiare due Orchi in contemporanea, e anche lui cominciava a trovarsi in difficoltà: << Yuki! Trasformati in fretta >> avvertì all' amico. Ma come si voltò per poco verso di lui, vide che un Orco non gli lasciava il tempo di muoversi: << Se mi lasciassero un po' di spazio! >> rispose lui difendendosi con uno sgabello in legno dalla spada del mostro. Bofur cercò di sgattaiolare via dall' Orco che lo stava intrattenendo in città, gattonando per fuggire. Ma il mostro prese per le gambe il Nano e lo scaraventò contro una parete, finendo per cadere su una panca di sotto, rompendola da una gamba. Il povero Nano finì per scivolare da un lato con le gambe all' aria e l' Orco si accingeva a dargli il colpo di grazia. Prima che potesse far cadere la sua lama sul Nano stordito, una freccia scoccata al momento opportuno da una parte trafì il petto del mostro che rimase impalato per un po' e in seguito cadde morto a terra. Bofur senza accorgersene venne tratto in salvo da qualcuno. Gli Orchi alla casa di Bard stavano proseguendo nel mettere a soqquadro l' ambiente. I tre ragazzi del gruppo di Sakura facevano il possibile per combattere insieme al resto dei Nani e della famiglia di Bard contro gli invasori. Toy disarmò un Orco davanti a lui e prima che potesse affondargli la sua katana, un secondo Orco gli piombò alle spalle, ma il giovane riuscì a liberarsi facendolo sbattere contro il mostro cui stava combattendo prima. Li si vide con la lama della sua spada che pian piano stava avvicinandosi al suo volto a causa della pressione che il mostro gli dava. Da dietro il cinesino stava per giungere un secondo Orco a spada alzata che stava per fargli cadere contro. Li lo notò con la coda dell' occhio e mollò lo scontro con l' Orco che aveva davanti per scansare il fendente dell' avversario alle spalle che si incastrò in un mobile della casa. Un altro Orco era riuscito a raggiungere il tavolo di cucina dove sotto si nascondevano Meiling, Tomoyo e Tilda, e le scoprì spostando lo stesso bancone e si teneva pronto a ucciderle: << Ah! Aiuto! >> << Aiutateci! >> gridarono le due amiche del cinesino: << Oh no! >> disse lui facendo subito per raggiungerle e difenderle. Il ragazzino emise un salto acrobatico, superando i due Orchi con cui combatteva e dirigendosi verso il mostro che stava per fare del male alle sue amiche e a Tilda: << Lasciatele stare! >> urlò lui avventandosi a spada sguarnita. Venne fermato da un Orco che a piedi uniti si scagliò contro il cinesino, scaraventandolo verso un altro mobile della casa che distrusse violentemente con il peso del corpo di Li: << No, Li! >> gridò Meiling vedendo il cugino messo fuori gioco. Le creature della notte non smettevano di arrivare alla casa, e un altro mostro piombò sulla ringhiera del balcone di fuori pronto a balzare.

Ma venne bloccato in tempo quando sopraggiunse l' Elfa Tauriel che pugnalò il mostro al petto, uccidendolo in un' entrata in scena giusta in tempo e fenomenale. Tauriel era arrivata in tempo per difendere la famiglia di Bard e ad evitare che il resto del gruppo di Nani finisse eliminato. Tauriel estraò un secondo pugnale, avanzando con sguardo da guerriera nella casa. Le urla incessanti di Tilda non cessavano dal pericolo che era di fronte a lei e alle due compagne che cercavano di tenerla serena. Tauriel agì di fretta, salvando la vita alle tre ragazze che erano sotto al tavolo. Conficcò il suo pugnale nel collo dell' Orco che stava per ucciderle, poi lo finì del tutto quando lo infilzò dall' altra parte del collo. Ingaggiò un secondo scontro con un altro mostro alla porta, che si risolse con un veloce manovramento del coltello dell' Elfa indirizzato a sgozzare l' Orco. Da sopra il buco del tetto, si aggiunse anche Legolas, stando in piedi su una gamba del tavolo rovesciato e puntò subito a difendere la figlia dell' arciere insieme al Nano Oin e alle due ragazze in mezzo alla bolgia degli Orchi: << Gli Elfi? >> avvertì Yuki notando l' arrivo e l' intervento delle due creature che trovarono al Reame Boscoso. Legolas balzò giù dal tavolo per affrontare l' Orco più vicino. Lo prese al collo, mettendo la sua testa in mezzo all' arco elfico e gli sbattè la testa contro una pentola, stordendolo del tutto. Ma ancora c' erano un gran numero di mostri che scendevano dai tetti uno alla volta. Tauriel infilzò di scatto un mostro che cercò di avventarsi contro di lei, e in quel momento un altro Orco era sul materasso dove era Kili e lo prese da una gamba, cercando di buttarlo giù mentre scalciava per liberarsi. Il Nano si mise a urlare e Tauriel con i soliti riflessi lanciò il suo coltello contro il mostro che stava assalendo a Kili. Il pugnale si conficcò nel collo della creatura, salvando così il Nano ferito e privo di forze. Quest' ultimo nell' agitarsi sul letto, finì per caderci. Tauriel attirò a sé un altro Orco, e la guerriera elfica camminò sulla parete della casa, prendendo la rincorsa prima di balzare dal muro e dare un calcio in piena faccia al mostro davanti che cadde all' indietro. La stessa Elfa prevenì l' attacco alle sue spalle di un altro Orco, conficcandogli da girata il suo solito pugnale alla gola. L' Orco prima di morire emise un verso strozzato. Il compagno di Tauriel sgozzò in fretta un altro mostro, poi si diresse all' interno della casa, prima dando un gancio ad un orco alla sua sinistra e poi con una giravolta utilizzò i due pugnali che aveva tra le mani per trapassare dal mento i crani di due Orchi in contemporanea. L' Elfo che era più violento nel combattere parò il fendente di un ennesimo mostro, disarmandolo e uccidendolo in fretta sotto gli sguardi sbalorditi di Li che rimase a terra dopo la caduta contro il mobile, e di Yuki e Toy che temevano la bravura dei due esseri dei boschi. Tauriel uccise un altro Orco da dietro e prese le difese di Fili che proteggeva Bain dall' attacco di un altro mostro che si vide parato il colpo della sua lama dalla velocità della guerriera: << Sta giù! Forza, forza! >> avvertiva il Nano biondo, abbassando la testa al figlio dell' arciere.

A finire l' Orco che intratteneva Tauriel, fu Kili, che in un atto nel voler aiutare l' Elfo femmina, pugnalò da dietro e al torace il mostro, conficcandogli più in fondo la lama che usò per ammazzarlo. Il giovane Nano però si era appoggiato al corpo dell' orco che cadde di conseguenza, facendo cadere anche il nano dal letto e che si sentì il bruciore alla gamba che gli pulsava tremendamente allo sbattere sul pavimento. Le urla di dolore immonde di Kili fecero rimanere sconvolta Tauriel, che era infatuata dal Nano. Un Orco riuscì a scampare dall' assassinio dei suoi compari e aprì di colpo la porta d' ingresso, gettandosi dal balcone esterno e finendo su una barchetta di giù. L' Orco fece per avvertire il suo capo che era giunto sotto la dimora: << Scudodiquercia è scappato! >> disse a Bolg: << Via! Andiamo via da qui! >> ordinò a gran voce ai restanti suoi soldati l' orco grosso e albino, ritirandosi dal fallimento della loro missione di non essere riusciti a trovare il Principe dei Nani. Gli Orchi sopravvissuti fecero per uscire dal tetto forato della casa, tornando a inseguire il loro capo. Legolas pugnalò al petto un Orco, facendogli poi lo sgambetto da dietro quando poggiò contro la ringhiera del balcone il corpo del mostro ucciso. Il cadavere dell' Orco cadde con una capriola dal paratetto, finendo verso la barchetta dove era finito l' Orco che avvertì gli altri. Quest' ultimo balzò dal trampolino che improvvisò l' imbarcazione nel sollevarsi, volando verso il balcone della casa. Ad attenderlo c' era Legolas che trapassò il collo dell' Orco tramite i due pugnali, i quali staccarono il corpo del mostro dal suo capo. La testa del mostro emise un verso di esalazione a denti stretti, mentre l' Elfo sorrideva sadicamente mollando la testa mozzata dell' Orco che cadde in acqua come un sasso pesante. Il cadavere finì nella barchetta. I pochi Orchi rimasti stavano facendo rientro sul punto in cui entrarono alla città. L' Elfo guerriero li seguì con lo sguardo che presagiva una ritirata temporanea del nemico dalla città. La stessa scena degli Orchi che scappavano la vide nel suo Reame Boscoso e questa era la seconda volta che si incorciava con la loro specie. Bofur si riprese dallo stordimento e fece per prendere in fretta la pianta elfica davanti a lui e ancora intatta. A fianco c' era il corpo dell' Orco che fu ucciso da qualcuno che aveva voluto aiutare il Nano. Alla casa di Bard, ogni cosa era messa a soqquadro dall' attacco degli Orchi. In terra, oltre che ai pezzi di mobile rotto, c' erano molti cadaveri dei mostri finiti dalle creature elfiche: << Li avete uccisi tutti >> disse con affermazione Bain, guardando il posto intorno a lui com' era diventato. Toy e Yuki rimasero ancora senza parole, insieme a Li che fu al loro fianco, che ancora non erano abituati al duello micidiale degli Elfi: << Ce ne sono altri. Tauriel, vieni >> rispose Legolas al ragazzino, richiamando poi la sua compagna. L' Elfo femmina era a fianco a Kili, che ancora gemetteva dal dolore per la ferita che si comprometteva alla gamba. L' Elfa si trovò a dover decidere se andare con l' Elfo oppure rimanere al Nano che aveva tanto a cuore.

Tomoyo, Meiling e Tilda erano ancora scioccate dall' attacco improvviso degli Orchi che ricordarono a loro e ai Nani che non avevano smesso di inseguirli. Sigrid si svegliò dopo la botta subita e si ritrovò in mezzo a corpi di Orchi da ogni parte. Oin e Fili raggiunsero il loro compare che stringeva i denti dal dolore, stando a terra e con i lamenti che erano più acuti: << Lo stiamo perdendo >> comunicò preoccupato Oin al Nano biondo. Tauriel emise una faccia preoccupata alla fine ormai prossima del suo adorato Kili. Legolas intuì nella sua compagna una motivazione per non seguirlo: << Tauriel >> la chiamò ancora per nome, poi allontanandosi dalla sua vista per andare a uccidere gli Orchi in fuga. Il figlio di Thranduil aveva capito che l' Elfo femmina non provava niente nei suoi confronti, e con fare eroico si lasciò la sua Tauriel alle spalle, tornando a fare ciò per cui era stato addestrato. La donna Elfo rimase ancora lì immobile dentro la casa, stando tra la porta d' ingresso e il suo Kili che soffriva intensamente. Legolas si allontanava sempre di più da lei, balzando con acrobazie su un ponte e nella strada per accorciare le distanze con gli Orchi. Tauriel avanzò verso l' uscio della porta, ma gli acuti lamenti di Kili la frenarono a pochi passi sul balconcino. L' Elfa guardò da una parte e dall' altra i due esseri che la misero in un bivio. Kili era incapace di muoversi, però Legolas era sempre più lontano da lei. L' Elfo di sangue nobile balzò con un grande salto verso la passerella di una palafitte staccata dalle acque del lago. Fu dietro un primo numero di Orchi che si affrettavano a seminare il luogo della casa dell' arciere. L' Elfo acrobatico si mise in piedi sopra le ringhiere di un ponte, caricando il suo arco quando un Orco decise di affrontarlo. Dalla stretta vicinanza con la freccia, l' Orco venne trafitto al cranio dal dardo che si piantò nella parete di una casa. Il mostro morì con il foro sulla fronte che gli trapassò il cervello. Tauriel non aveva ancora emesso un passo e guardò ancora Kili che ansimava pesantemente a terra. Il volto del suo Nano era pieno di sudore e si impallidiva sempre più. Gli occhi di Kili si serrarono dal troppo resistere a quel dolore atroce alla gamba, e presto sarebbe svenuto. Tomoyo e Meiling come il resto della Compagnia rimase inerme al destino cui il Nano era segnato. Dei passi veloci si sentirono in fondo alle scale della casa di Bard. Tauriel, temendo che si trattasse di un altro Orco in arrivo, fece per stringersi i manici dei pugnali che teneva custoditi dietro la schiena. Bofur si fermò di fronte all' Elfo femmina, pensando che lo stesse per attaccare. Tauriel assunse un volto illuminato da quello che il Nano teneva stretto tra le mani: << Athèlas. Athèlas.. >> disse Tauriel riconoscendo il nome elfico della pianta e strappandola senza permesso dalle mani di Bofur: << Che stai facendo? >> << Io sto per salvarlo >> rispose ancora speranzosa l' Elfo femmina ad una faccia confusa del Nano che diffidava degli Elfi. La fortuna potè presto girare dalla parte giusta della Compagnia, avendo trovato un Elfo curatore.

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Capitolo 37
*** Episodio 288: Scontri ***


Bofur finalmente arrivò a destinazione con l' importante pianta elfica tra le mani che stava per salvare la vita di Kili. Ma Bofur si vide strappato dalle mani la preziosa pianta elfica dall' Elfo femmina Tauriel: << Che stai facendo? >> le domandò in modo diffidente: << Io sto per salvarlo >> rispose Tauriel con gli occhi dolci e ritrovati di speranza. L' Elfo femmina emise un sorriso radioso che il Nano davanti storse alzando un sopracciglio: << Presto. Dobbiamo fare in fretta >> disse la giovane guerriera rientrando in casa e con la pianta Athèlas tra le mani. La creatura dei boschi, tra la confusione ancora di tutti i presenti per l' attacco subito, si chinò verso il Nano morente, mettendogli una mano sulla guancia. Kili riaprì con fatica gli occhi, sentendosi sulla faccia il tocco delicato di una foglia. La sua vista si offuscava sempre di più nel cercare di visualizzare i contorni della sagoma che era sopra la sua fronte e in parallelo ai suoi occhi: << Ehi. Gli Elfi di Re Thranduil non sono i benvenuti qui >> avvisò Fili, il fratello di Kili, nel tenere alla larga il suo parente dalle mani della creatura mistica: << Posso curarlo >> affermava nel pieno delle sue possibilità Tauriel: << Tilda! Bain! >> disse d' improvviso Sigrid, risvegliandosi dallo svenimento di prima e richiamando i suoi due fratelli. Tilda si lanciò ad abbracciare la sua sorella più grande dopo uno spavento che colse impreparati tutti quanti. Toy era in quel momento più interessato alla frase che fuoriuscì dalle labbra dell' Elfo femmina: << Come? Tu puoi salvarlo, hai detto? >> << Sì >> rispose corto Tauriel alla domanda del ragazzo: << E dimmi, conosci le tecniche per estirpare il veleno? Tu, se non sbaglio, sei una delle discendenti della dama Luthièn >> precisò il ragazzo alla donna guerriero. Questa rimase senza parole alla conoscenza del giovane riguardo alla fanciulla Elfo, la cui storia era conosciuta solo dagli Elfi della Terra di Mezzo: << E tu come fai a sapere di questo? >> << Siamo sicuri che possiamo fidarci di lei? E' il nostro nemico >> continuava a lamentarsi Fili: << In questo momento abbiamo bisogno del suo aiuto. Ci è indispensabile >> gli riferì ancora il giovane Toy: << Ma allora c'è ancora qualche possibilità per Kili, dico bene? >> chiese Li all' esperto compagno.

Questi annuì sinceramente e in silenzio per trattenere forse una nota di felicità: << Grazie al cielo. Altrimenti avremmo dovuto imbottirlo di spezie a più non posso >> disse Tomoyo rincuorata. Ma Fili ancora non cedeva sui suoi pensieri contro gli Elfi e per cui era stato cresciuto: << No, aspettate un momento, vorreste davvero riporre aiuto a un Elfo? >> << Ma certo. Per quello che si è dimostrata, merita il nostro appoggio >> << Già. Toy ha ragione. Perchè dovremmo rifiutare l' aiuto di chi ci ha salvato la vita? >> disse confuso Yuki nel profondo dell' animo nobile quale aveva sempre avuto: << Perchè lui è il nemico. Vi siete scordati che ci ha rinchiuso nelle celle del suo Reame. Questa appartiene alla casata di quel Re Elfico! >> << Ma loro non sono Nani. Quindi per loro fortuna non hanno la tua stessa mentalità >> ribattè Tauriel provocando il Nano biondo che la accusava a prima vista: << E tu che ne sai di come un Nano si metta a pensare? >> << Ne so qualcosa visto che alcuni fanno a fatica, oltre che a ragionare, a stare in punta di piedi per parlare con qualcuno più alto di loro >> e scoppiò così un botta e risposta tra Nano ed Elfo, facendo riemergere dei conflitti originari tra le due razze in conflitto: << Allora vuoi la guerra, Elfo?! >> << E tu, Nano? >> si dissero quasi attaccandosi la fronte con l' altra e lanciandosi frecciatine tramite lo sguardo infuocato. Tauriel era un Elfo guerriero con un forte carattere combattivo e Fili sembrò trovare pane per i suoi denti in quei momenti, digrignando i denti al rivale che si mise da parte nell' aiutare il popolo di Durin al momento dell' attacco del Drago alla roccaforte di Erebor. Intorno ai due avversari, le facce quasi imbarazzate del resto del gruppo non davano rilievo all' atmosfera che si era creata in mezzo a Tauriel e a Fili: << Ho sempre saputo che sono come gatto e topo! Eh, eh >> rise per sdrammatizzare Tomoyo alla scena: << Sai una cosa? Per me rimarrete sempre i più spregevoli, i più rozzi e i più superbi tra tutte le creature della Terra di Mezzo. Non cambierete mai >> << E tu rimarrai l' unico Nano che ha osato sfidare un Elfo di sangue reale come me >> << Non so che farmene della vostra discendenza. Sempre ad accapparrarvi il merito per un qualcosa che non avete mai fatto >> << Sempre meglio che essere accusati per un qualcosa che avete fatto! >> rispondeva Tauriel: << Che cosa? Ma di cosa stai parlando? Ti sei bevuta il cervello, per caso? >> << Nano, io non sono nata ieri, so esattamente a cosa pensate voi. All' oro, ecco cosa. La vostra testardaggine non vi porterà da nessuna parte >> << Ci porterà lontano da voi, questo è un dato di fatto >> continuava in un modo acceso il Nano. Toy mise un freno a quel battibecco incessante: << Nel mentre che parlate, c'è un Nano che attende di essere curato. Non so se mi spiego >> e tra i due contendenti che cercavano di prendere o no una decisione che andasse bene a entrambi, ci fu un' aria di tregua. I due ora fissavano Kili, ancora sdraiato sul pavimento e con il respiro che diveniva affannoso: << E' svenuto? Kili. Kili, rispondimi! >> si piombò di nuovo su di lui il fratello, scuotendolo dalla testa: << Mh.. Di questo passo non concluderemo niente >> commentò Li spazientito.

<< Ma è possibile che non c'è un modo per farli smettere? Si odiano così tanto? >> si domandava Yuki meravigliato. Tauriel fece anche lei per chinarsi sul Nano malato, scorgendo il color nero degli occhi di Kili che cercava di comunicare qualcosa al fratello. Kili cercò di muovere la bocca per parlare, emettendo però solo versi strozzati dal respiro che gli si smorzava dal lento soffocare dal veleno: << T.. Ta... >> << Cosa? Stai cercando di dirmi qualcosa? >> chiese preoccupato Fili. Lo sguardo dell' Elfo femmina divenne esitante alla famosa parola che Kili cercava di dire con le sue forze: << Tau... >> continuava a pronunciare una parola che nessuno capiva. Tauriel intuì nel lento parlare del suo Kili che quello che stava per dire era il suo nome. La donna guerriera si sentì come arrossire d' un tratto al tono di voce del Nano più o meno elevato che rischiava di essere udito da tutti i presenti: << Che sta dicendo? >> chiese Oin mettendosi il suo apparecchio acustico vicino alle orecchie, ma non riuscendo a sentire il basso tono del Nano: << Non lo so. Non riesco a capirlo neanch' io >> si disse Fili con le mani in mano. Tauriel sbottò a sua volta, non sopportando più l' ingenuità del Nano biondo: << E' semplice: magari sta chiedendo aiuto >> << Beh, scusami, signorina dei boschi se non parlo l' Elfese! Sembra che tu abbia contagiato mio fratello, adesso >> << E' probabile che con tutte le noci che hai in testa tu non riesca neanche a capire una semplice parola che ti dicono >> continuò ad insultarlo l' Elfo femmina: << Comincio ad averne abbastanza di te! Perchè non hai seguito il tuo amico e non sei andata con lui a cacciare via gli Orchi, eh? >> << Non sono affari tuoi. E si dà il caso che tuo fratello sta morendo >> << Ma la parola che ha detto non era riferita al tuo aiuto. Perciò levati di mezzo >> << Adesso calmatevi, o giuro su Durin che vi faccio ingoiare quell' erbaccia al posto suo! Insomma, ho fatto tutta quella strada per niente, secondo voi? >> chiese polemico Bofur sbuccando dall' uscio della porta d' ingresso: << Non è il momento di mettersi a litigare! >> li rimproverò giustamente il Nano che rimase in disparte. Per la prima volta sembrava che le sue parole prevalessero sulla discussione senza fine delle due diverse razze. Tauriel e Fili non si scambiarono più occhiate di fuoco, dirigendo i loro occhi dalle parti opposte: << Per una volta, un Elfo e un Nano non possono collaborare insieme? E' tanto difficile? So che abbiamo avuto un passato non bello da condividere fino ad ora. Ma questa è l' occasione per dimostrare che i nostri avi si sbagliavano. Almeno un gesto di cortesia deve esserci tra di noi. Almeno una volta. Non abbiamo forse un Nemico in comune? >> chiese ai due insistendo per farli ragionare: << Il mio nemico è dall' altra parte della mia faccia >> rispose Fili testardo com' era, indirizzando un' occhiata diffidente all' Elfa: << Allora dovresti essere molto amico degli Orchi >> ribattè con lo stesso tono la donna guerriero. Bofur non si tirò indietro e non lasciò che per un attimo i due tornassero a litigare: << Volete che qualcuno ci passi di mezzo per i nostri rancori? Non mi sembra che vi sia sempre stata questa nostra divergenza, anzi e a dirla tutta non penso che esista >> ammetteva nei suoi dubbi Bofur.

<< Quello che sta cercando di farvi capire Bofur, è che non possiamo lasciare che i litigi prevalgano sul prossimo. Questo atteggiamento non farà altro che aumentare i guai. Vivremo una vita a permettere che il Male prevalga su tutti noi, lasciando che ci abbatta quando vedrà la debolezza nel nostro legame oppure lo affronteremo insieme, uniti in eterno in amicizia? >> le parole di Yuki sembravano essere tirate fuori dall' entità che teneva ancora nascosta e che non voleva far vedere ancora ad alcuno. Tauriel si ricordò della promessa che si fece fin da bambina per combattere il male. Uno stesso sentimento di giustizia lo riconobbe nel ragazzo dagli occhiali che le parlava. Se le cose stavano così, quest' ultima non voleva redimersi dalla sua promessa che risentì nelle parole del giovane. Senza altri risentimenti, Tauriel si voltò dal Nano biondo che la sfidò apertamente e decise di scusarsi: << D' accordo >> annunciò lei con tono dolce. Fili si voltò anche lui verso la donna Elfo che cambiò forse anche nel carattere: << Ti chiedo di fare una tregua, Nano >> << Questo Nano ha un nome, dolcezza >> disse pacatamente Fili, accettando le scuse della bella fanciulla. Bofur si mise ancora in mezzo e frenò per un attimo quello che si stavano mettendo in testa i due: << Però mi raccomando, siamo solo amici temporanei, non in eterno >> aggiunse quasi sbadatamente: << Sei sempre di grande aiuto, quindi? >> chiese Toy al solito guastafeste di Bofur: << Devo farti i complimenti Yuki. Il tuo discorso è stato molto ammirevole, degno di nota >> fece i complimenti Tomoyo al suo amico: << No, figurati. E' ciò che mi è venuto dal cuore: << Ma noi stiamo qui a parlare del più e del meno e Kili ci sta lasciando le penne, ragazzi >> << Che cosa?! >> gridarono in preda al panico e all' agitazione le due ragazzine, Meiling e Tomoyo, all' avvertimento del Nano. Tutti si misero in allerta e accerchiarono il Nano disteso a terra che smise di respirare: << Oh no. E' vero, abbiamo perso tempo >> commentò Li desolato. Kili però riprese a respirare più acutamente, ancora tra i vivi e ad un passo dalla morte: << Ah, no, è ancora tra noi. Però devo dire che lo scherzo è riuscito, vero? Eh, eh, eh >> sdrammatizzò Bofur per strappare qualche risata al gruppo. Il Nano però ricevette solo una batosta da Meiling, la guerriera cinese che si limitò a schiafeggiare con un colpetto la nuca di Bofur, provocandogli più o meno dolore: << Purtroppo non ho potuto lanciarti niente, per mia sfortuna >> disse la cinesina agli scherzi scomodi del Nano: << Ci hai fatto prendere un colpo, però, Bofur >> << Ma non si può neanche scherzare un po' con voi? >> chiese lo stesso nano a Yuki. Ecco che una lieve risata si sparse tra il gruppo, seguito poi dal lamento improvviso di Kili che fu come risvegliato dal gran ridere di quelli che aveva intorno: << Ha ripreso a lamentarsi. Ma come è possibile? >> si chiese Toy confuso: << Abbiamo fatto in tempo a somministrargli la medicina con le spezie. Era molto concentrata e temo che stia finendo il suo effetto >> rispose Bain da dietro.

A quel punto, non si perse più altro tempo e si passò ad eseguire subito l' operazione per salvare Kili. Ognuno si guardò nella casa e vide ancora il macello rimasto ancora ai loro occhi che gli Orchi causarono al loro arrivo: << Dobbiamo sbarazzarci di tutti questi corpi. Non possiamo tenerli ancora qui >> riferì Yuki per fare qualcosa: << Dovremmo anche sistemare un po' la casa >> consigliò anche Sigrid: << No. Non ora. Il tempo è contro di noi. Dobbiamo sbrigarci a preparare la Foglia di Re. Sollevate il tavolo. Lasciate fare a me >> avvisava Tauriel addetta alle maniere mediche: << Ce la fai a reggerti, Meiling? >> << Sì, grazie Tomoyo >> dissero le due amiche con la prima che aiutava l' altra a tenersi in equilibrio, ancora frastornata dall' assalto subito e con un taglio nell' abito cinese: << Tu Li, stai bene? >> domandò sempre Tomoyo al cinesino: << Qualche ammaccatura. Ma niente di che >> rispose indenne il ragazzino: << Su, forza, voi aiutate Yuki e gli altri. Io penserò al resto >> << Va bene >> risposero in coro i tre ragazzini, amici di Sakura, all' ordine di Toy. Li, prima di di mettersi all' opera, balenò il suo sguardo ancora alla vetta solitaria, divenendo ogni volta che la fissava sempre più sicuro che si stava evolvendo qualcosa al suo interno che avrebbe coinvolto la sua Sakura. Alla Montagna, intanto, Thorin decise di andare ad accorrere in aiuto della cattura carte. I consigli di Balin lo fecero tornare in sé per salvare la compagna che cercava di fuggire dal drago ormai risvegliato. Il Principe percorreva il cunicolo scavato nella roccia, scendendo sempre più in profondità nella Montagna, e si affrettava a raggiungere il salone del tesoro. Si accorse che l' aria si faceva sempre più calda ogni volta che si avvicinava all' immensa sala, e il fiato che buttava giù nella corsa si faceva più affannoso. Non accennò a fermarsi un attimo e fece per dirigersi nel passaggio che svoltava in fondo a sinsitra, pentendosi di non essere entrato prima in azione e con la preoccupazione che fosse accaduto qualcosa a Sakura. Come si affacciò al passaggio, un' ondata di vento caldo lo investì, e si dovette proteggere con il braccio sentendo il calore pizzicante dell' aria che si infrangeva nella sua pelle. Thorin capì subito che Smaug aveva cominciato a scatenarsi e il Nano finì di percorrere il passaggio. Si ritrovò all' entrata del vasto salone, percorrendo l' ultimo tratto della strada rialzata che si affacciava nell' oro. Thorin si fermò sul ciglio del piano, restando imbambolato ad osservare a bocca aperta le monete che erano sparse in ogni metro quadro della sala. Fu di nuovo preso dalla bramosia di voler afferrare tutto quell' oro. Nella sua faccia sbalordita si tinse un breve sentimento di commozione alla vista di così tante monete. Il respiro sembrò mancargli quando si voltava da una parte e dall' altra del piano rialzato, vedendo sotto di lui solo oro e il luccicchio delle monete che non cessava di riflettergli negli occhi. Sakura sbucò da delle gradinate verso il basso, risalendole in tutta fretta per seminare il drago. Thorin la vide ancora integra e mollò un sospiro di sollievo: << Ah, sei viva! >> le disse con una nota di prepotenza.

Thorin fece per incrociarle la strada per starle davanti, sapendo che Sakura stava per andare verso l' uscita: << Non per molto ancora! >> esclamò lei dall' ansia, pensando al pericolo che si trascinò dietro: << Hai trovato l' Archengemma? >> << Sta arrivando il drago >> << L' Archengemma! >> ripetè Thorin sbarrando la via alla ragazzina che non stava ad ascoltarlo. Sakura si fermò di fronte al suo amico Nano e lo guardò negli occhi per farsi ripetere la domanda: << L' hai trovata? >> richiese lui esitante della risposta. La ragazzina pensò subito nel suo animo che aveva intravisto qualcosa negli occhi del Principe, qualcosa di diverso nel comportamento. Nel breve tempo che pensava a cosa rispondere a Thorin, Sakura riprendeva fiato e la sua espressione dava un' affermazione negativa al ritrovamento della gemma. Per lei pensò che si trattasse solo del solito atteggiamento rude del Nano quando c' era una situazione critica, e decise di rimandare a dopo la risposta: << Dobbiamo andarcene... >> disse la giovane sorpassando il Nano. Ma questi le sbarrò ancora la strada, prima che potesse superare il varco, mettendo la spada in mezzo. Lentamente, Thorin roteò la lama in orizzontale verso la ragazzina, che rimase sbigottita e confusa dal gesto del Nano che le bloccò la via d' uscita. Lo guardava con confusione mentre la punta della spada si indirizzava verso il suo petto: << Thorin >> cercò di richiamarlo per fargli rendere conto di quello che stava facendo. La faccia di Thorin era diventata severa e minacciava Sakura di tornare indietro, puntandole sempre la spada contro: << Thorin? >> lo richiamò ancora cercando di parlargli. Ma il Nano continuava a fissarla con altri occhi, appartenenti ad un' altra persona che non era lui. Thorin faceva indietreggiare Sakura come se stesse per buttarla in pasto ai pescecani. La cattura carte non era ancora arrivata allo strano motivo che stava portando Thorin ad agire in quel modo, forse era ancora provata dalla discussione con Smaug che le rivelò cose sul suo conto che erano giunte fino a lui. Gli occhi verdi di Sakura rotearono più volte in fondo a destra di Thorin. Cercava di richiamarlo all' attenzione di un qualcosa di cui dovevano ancora occuparsi. Thorin questa volta captò un segnale d' avvertimento nello sguardo della compagna che guardava oltre la sua spalla. Il Principe sentì dapprima un ruggito gorgogliare dalla sua parte sinistra, poi si girò lentamente staccando gli occhi da Sakura quando il suo volto era completamente indirizzato verso la creatura in arrivo. Smaug sbucò in lontananza, sibilando a denti stretti, come un serpente malefico. Il drago dagli occhi gialli e feroci addocchiò nella strada rialzata il Nano che non vedeva da tanto tempo, insieme alla ragazzina che stava seguendo prima. Smaug cominciò a buttar fuori l' aria dalle sue narici come un toro che stava per dare la carica. Thorin si trovò finalmente di fronte la bestia che distrusse il suo popolo e teneva d' occhio la creatura pericolosa che poteva muoversi in qualsiasi momento. A fianco al Nano e a Sakura, giunsero in loro aiuto il resto della Compagnia, urlando ad armi sguainate per combattere il drago e sbucando dall' entrata della sala.

Smaug fece per lanciarsi contro il gruppo, ruggendo furioso pronto a distruggere tutti i Nani che vide: << Brucerete! >> disse con la terra che tremava ad ogni suo passo. La Compagnia gridò alla fuga nel momento in cui Smaug cominciò a farsi gonfiare la gola per sputare le fiamme contro gli intrusi nella sua tana. La bestia si lanciò a bocca aperta contro di loro, e Sakura decise di seguire i suoi compari, discendendo il pendio di monete dietro di loro: << Correte! >> gridò Thorin. Il drago vibrò una delle sue più grosse fiammate contro i Nani che scivolarono nel lungo mante di monete verso il basso, mancando di un soffio le fiamme che esplosero nel punto in cui erano prima. Una volta disceso il breve pendio, i Nani e Sakura fecero per intruffolarsi in una galleria davanti a loro: << Presto! >> << Forza, Sakura! >> urlarono dal panico i due Nani Dwalin e Dori. La furia di Smaug era divenuta ormai irrefrenabile e quest' ultimo si caricò per mollare un getto potente di fuoco rivolto verso il soffitto del salone. Le fiamme si propagarono nella grossa cupola interna fino alle pareti, discendendo come una grossa fontana infuocata e bruciando ogni cosa che avvolgesse Smaug. Thorin stava per superare il varco della galleria, ma venne investito in parte dalla forte fiammata del drago che lo raggiunse fino a lì. Il Nano si sentì la schiena calda, sentendo lo strato superiore del suo vestito che bruciava. I Nani e Sakura finirono di attraversare il breve passaggio, ritrovandosi in una sala abbandonata. Dietro di loro videro Thorin con uno strato di fuoco che gli bruciava la schiena. Il Principe fece per rotolarsi a terra per cercare di spegnere le fiamme, dopodichè Dwalin lo aiutò a sfilarsi la cotta che prese fuoco: << Avanti! >> ordinò infine Thorin avanzando oltre la stanza dove erano finiti per sfuggire al drago lasciato in fondo e che ruggiva dalla rabbia. Il gruppo continuò la sua fuga, passando in mezzo alle colonne che limitavano la stanza e avventurandosi sempre più dentro il regno di Erebor con la bestia sempre in agguato e pronta a finirli in ogni istante.

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Capitolo 38
*** Episodio 289: La medicina elfica ***


Il gruppo che rimase alla casa di Bard si sbrigava per curare una volta per tutte il ferito le quali condizioni erano critiche. Ognuno sistemava la dimora per fare spazio a Tauriel di ricorrere alla preparazione dell' erba elfica: << Aiutami a spostare questo >> disse Toy per richiamare Bain. I due presero da due parti il primo corpo di un Orco e lo ammassarono in fondo alla parete: << Tomoyo >> << Sì >> rispose la ragazzina per aiutare Li nello spostare un secondo Orco. Yuki e Meiling fecero di conseguenza lo stesso nel sollevare un altro cadavere. Tilda e Sigrid erano intente nel preparare insieme all' Elfa Tauriel gli ingredienti per rendere possibile la somministrazione dell' erba Athèlas. La piccola bambina prese una ciottola e con uno sgabello si allungò verso il lavandino per riempirla con dell' acqua calda: << Gli Orchi potrebbero tornare in qualunque momento ad attaccarci. E' meglio se qualcuno resti di guardia >> informò Tauriel al resto del gruppo, adoperata nelle faccende con le due figlie di Bard: << Bain, va alla porta >> << Va bene >> rispose il ragazzino a Toy che aiutava in parte l' Elfo femmina. Bain fece per gettarsi fuori dalla porta d' ingresso, stando a controllare dal balcone se vi erano degli Orchi in arrivo. Gli unici tre Nani rimasti, cioè Oin, Fili e Bofur, erano con le mani in mano e non sapevano cosa fare: << E noi cosa facciamo? >> domandò Bofur all' Elfa che coordinava la situazione, mentre Kili scalciava sempre dal dolore a terra: << Voi cercate di tenerlo fermo >> disse la donna guerriero, girandosi verso i tre Nani. Questi posarono dalla fretta le proprie mani intorno a Kili, presi dall' agitazione di quei momenti, e continuarono a fissare Tauriel come per farsi dettare il prossimo passo: << E adesso? >> << Non premettegli le mani vicino alla ferita, potreste velocizzare il flusso del veleno >> avvisò Tauriel al Nano Bofur. Questo venne osservato con dispetto dai suoi due compagni che gli fecero capire ingenuamente che le sue mani erano vicine alla gamba destra di Kili: << Ops, scusate >> fece per giustificarsi il Nano sbadato. Un altro arduo compito sembrò presentarsi però per il gruppo della cattura carte che notavano ogni volta che spostavano i corpi morti degli Orchi, che delle montagnette di essi si creavano in angoli della casa.

<< Non ce la faremo mai. Sono numerosi >> << Dobbiamo farci venire un' altra idea >> commentarono Yuki e Meiling alla fatica di cercare di rendere spaziosa la stanza: << Ah, ma certo. Potremmo metterli nella camera da letto >> propose la cinesina. Bastò solo che Li si affacciasse nell' uscio della stanza dove sua cugina disse di voler nasconderli lì i cadaveri, e in seguito le diede uno sconforto: << Pessima idea. La stanza è troppo piccola. Rischieremo di creare una valanga di tutti questi Orchi >> spiegò il cinesino camminando e cercando di farsi venire qualche altra idea: << Questo è un bel guaio. Non c'è alcun modo? >> domandò Tomoyo apprendendo la notizia. Bain richiamò il gruppo di Sakura, mostrando loro la soluzione: << Quà fuori c'è un lago abbastanza profondo per nascondere tutte queste creature >> disse il ragazzino sporgendosi dall' uscio della porta d' ingresso. Il suo intento era quello di gettare i corpi in gran numero nelle acque di sotto. I ragazzi si organizzarono, rimboccandosi le maniche e sollevando ancora a due a due ogni corpo dei mostri riversati per il pavimento di tutta la dimora. I tre Nani a fianco a Kili stavano a guardare il lento scorrere del trasloco dei corpi degli Orchi con fare imbambolato: << Cominciano a essere pesanti. Forza, sbrighiamoci >> disse Toy con la fatica che gli si stava sempre più accumulando allo spostamento di un corpo insieme a Yuki: << A parte quello, o è una mia impressione, o questi corpi stanno già cominciando a marcire. Bleah! Che puzza >> commentò Meiling tappandosi il naso e reggendo con una mano il corpo che trasportava insieme al cugino: << Meiling, sarà meglio che reggi questo coso. Non è facile portarlo da una parte all' altra da solo, sai! >> la avvisò Li dalla parte dei piedi del mostro. I due si presentarono al balcone e fecero per gettare oltre la ringhiera il cadavere che terminò in acqua con un sonoro tuffo che echeggiò nei dintorni. In seguito, Tomoyo e Yuki furono di fronte alla ringhiera in legno, e la ragazzina osservò con sguardo interrogativo Bain per chiedere a lui se doveva buttarlo senza alcun sforzo. Il ragazzino annuì ad un modo un po' scomodo di levarsi di mezzo dei corpi. Tomoyo lanciò insieme a Yuki il corpo che andò a sprofondare nei fondali del lago: << Bene. Credo che ce ne manchino solo... venti? >> constatò Yuki con tono un po' forzato dallo sdrammatizzare: << Per quanto ancora dovrò sporcarmi le mani? >> si chiese Meiling con tono esausto: << Dobbiamo fare in fretta a sbarazzarcene, prima che i soldati del Governatore ci facciano visita per ordine suo. Anche quello starà architettando qualcosa. Me lo sento >> << Ci manca solo questa >> aggiunsero Toy e Tomoyo ai problemi che potevano presentarsi e che non erano ancora finiti. Tauriel dava indicazioni alle due figlie dell' arciere, dicendo loro tutte le precauzioni che dovevano prendere per rendere la Foglia di Re più guaritiva: << No. L' acqua non deve essere né troppo calda e né troppo fredda. Deve essere tiepida, in questo modo la medicina si adatterà alle condizioni della temperatura normale del corpo >> ordinava alle due intente nel riempire la ciottola.

<< Ma ne sei sicura? Non è meglio farla calda l' acqua? >> domandò Sigrid: << No. Fidatevi di me. La reazione alla medicina non avverrà se l' acqua emana una temperatura troppo elevata o troppo bassa >> << Va bene >> rispose a concetto afferrato la ragazza più grande. Questa fece per bisbigliare qualcosa alla sua sorella più piccola come per fare una manovra diversa: << Non si vedono gli Orchi in giro. Penso che siano ormai lontani >> avvertiva Bain dal balcone esterno, tenendo sempre aggiornato il gruppo e facendo passare quelli che si occupavano di gettare nel lago intorno i restanti cadaveri delle creature che attaccarono la loro casa: << Continua a sorvegliare >> gli ordinò Tauriel come stabilito. Kili continuava a muoversi tra la presa dei suoi tre compari come un pesce appena uscito dall' acqua e gemettendo sempre di più: << La febbre lo sta facendo impazzire >> comunicò Oin all' Elfa: << Per quanto ancora dobbiamo cercare di tenerlo fermo? >> chiese Bofur insistentemente e un po' infastidito. Tauriel guardò quasi priva di idee il suo Kili che soffriva come un dannato e che la morte non voleva ancora prenderlo. Ma lei non voleva che accadesse tutto questo, non a lui: << Oh non ti preoccupare, gli altri fanno il lavoro sporco e tu rimani lì immobile a fissarli senza sporcarti i vestiti >> disse Fili schernendo l' Elfa guerriero. Questa si limitò solo a voltare le spalle al Nano, indifferente alla frase che le disse: << Tu. Hai detto che gli avete somministrato una dose di spezie prima, vero? Quanto manca perchè si levi del tutto l' effetto? >> richiamò Bain per farsi estorcere delle informazioni: << Beh, l' ultima dose era quella tra le più forti ed è così da circa venti minuti >> rispose il ragazzino alla porta, facendo quasi da usciere al gruppo che doveva gettare gli Orchi: << E quanto dura l' effetto in totale? >> << Mezz' ora circa >> ribattè lui. Tauriel fece per dare ancora ordini alle due figlie dell' arciere: << Sentite. Preparate quella medicina di spezie e aggiungeteci poi l' acqua tiepida. Faremo in modo che la medicina agisca in fretta >> << Sì, va bene. Ma ci vorrà un po' >> informò Sigrid: << Quanto tempo vi occorre precisamente? >> chiese il capitano della guardia elfica: << Venti minuti >> rispose corto la ragazza dando una brutta notizia all' Elfo: << Ma non ce la farà in dieci minuti a reggere quel dolore. C'è un' altra soluzione ancora? >> chiese Li notando il volto sofferente del giovane Nano: << No. E' l' unico rimedio. Su, facciamo in fretta >> incitò le due figlie per poi andarle ad aiutare nel mischiare gli ingredienti nella giusta quantità quando sarebbero stati pronti: << Su, resisti ancora un po', fratello >> diceva Fili continuando a guardare negli occhi Kili per vedere se non perdevano vitalità. Il gruppo di Sakura si fermò per un istante alla sensazione di essere ripiombati in un oblio senza fine di problemi che continuavano a persistere. Non rimase anche a loro che stringere i denti mentre proseguivano nel loro compito di pulizia della casa: << Speriamo che sia l' unico rimedio.. >> commentò tra sé e sé Tauriel, iniziando a dubitare in parte negativa al suo piano di far guarire Kili.

Da tempo non si vedeva una pianta elfica guarire qualcuno, e l' Elfo femmina sperava che si potesse ripetere quell' evento. I Nani alla Montagna insieme a Sakura continuavano la loro fuga all' interno della vasta città di Erebor costruita nella roccaforte nanica. Il gruppo in fuga stava adesso attraversando il corridoio che circondava l' esterno di un alto edificio situato in uno degli agglomerati che componevano il vasto regno dei Nani. Nessuno cessava un attimo di correre, nonostante fossero coperti da un arco del balcone che si presentava nella faccia laterale con pilastri che si alternavano uno ad uno, oltre i quali vi era lo strapiombo. Sakura correva in mezzo ai nove Nani, tenendosi sempre al fianco di Thorin che guardava con mistero e preoccupazione. La domanda che le fu in mente le venne cancellata quando Dori parlò: << L' abbiamo seminato. Non può più raggiungerci >> ma quelle parole furono sinonimo di sventura non appena Sakura ebbe l' istinto di guardare avanti nella strada che percorreva insieme ai Nani e vide che il corridoio terminava nel vuoto: << La strada più avanti è distrutta! Non ci voleva >> avvertì lei a tutti quanti. Thorin vide che vicino alla strada distrutta, nel lato sinsitro prima di essa, c' erano delle scale scomposte in due gradinate che andavano nella direzione opposta alla prima. Una scendeva mentre l' altra saliva: << Raggiungiamo in fretta la scala superiore! Svelti! >> comunicò il Principe a tutti quanti. Erano ancora distanti dalle scale e proprio in quel momento, di fronte al passaggio che si apriva nel vuoto comparve il gigante drago che svolazzava nell' aria: << Oh no! Ci ha scoperti! >> gridò Nori vedendo la testa di Smaug che stava per abbassarsi verso di loro: << Eccovi qua >> disse la bestia terrificante. I fuggitivi in fondo intravidero il drago che scendeva con la sua bocca che stava per infilarsi nel corridoio e che si stava sempre più arrossendo dall' accumulare della palla di fuoco che avrebbe bruciato vivi i Nani. Thorin intuì ancora una volta che non ce l' avrebbero mai fatta a sviare in tempo verso le scale a sinistra e urlò in preda ad un gesto che mai si sarebbe sognato di fare: << Saltiamo! >> gridò lui al resto del gruppo. In quel momento, Smaug aprì la bocca dal varco che si apriva nel vuoto e lasciò che la palla di fuoco investisse tutto il corridoio, diretta verso la Compagnia. Il Principe dei Nani saltò oltre i pilastri che si affacciavano nel vuoto, seguito poi da tutti gli altri in una caduta che sarebbe terminata con un suicidio di massa. Sentirono al momento in cui stavano volando nell' aria che il piano cui saltarono sprigionava un calore intenso. Le grida di tutti i Nani finirono subito quando toccarono il piano inferiore del balcone costruito di sotto, trovatosi a pochi metri di altezza dal primo. Per loro fortuna, il balcone su cui atterrarono era ravvicinato e a meno di lamenti di dolore dalla lieve caduta fatta, i dieci avventurieri tornarono a fuggire lungo il nuovo corridoio che si presentò loro: << Forza, andiamo! >> esclamò Thorin: << Su, Bombur, alzati! >> lo richiamò Balin per farlo sbrigare. Sakura fu colta dallo spavento al salto che Thorin fece fare a lei e al resto del gruppo, temendo di fare una brutta fine.

Una piccola dose di adrenalina pervase il corpo della cattura carte che sorrise per poco alla rocambolesca fuga che intraprese insieme ai Nani. Il gruppo dei dieci avventurieri vide in fondo a questo corridoio che le scale che iniziavano da su proseguivano nella parte laterale. Questa volta riuscirono a prendere le gradinate e a scendere in esse. Entrarono così in un labirinto a forma di chiocciola di una torretta a spirale, forata nelle pareti da fessure più o meno grandi. All' interno di quella torretta erano sicuri che il drago non li vedesse e questo era intento a sorvolare il regno stando sempre nelle vicinanze del posto dove aveva visto i Nani sparire nel balcone di sotto. Come fuoriuscirono dalla torretta dalle scale a chiocciola, la Compagnia incominciò a percorrere il tratto più avanti che si deviava in un vasto ponte che era collegato ad un altro agglomerato della sponda opposta: << Percorriamo il ponte, presto! >> << Forza! Al ponte! Coraggio! >> dissero Thorin e Gloin a tutto il gruppo. Lo attraversarono a coppie, mantenendo sempre la stessa distanza tra quelli che avevano davanti e quelli che avevano dietro. La corsa dei Nani e di Sakura in confronto alla lunghezza del pontile in marmo era paragonata ad una lenta camminata di formiche: << Continuate! >> disse Sakura per non far smettere i Nani di dietro di correre. Dalla parte destra del pontile, ricomparve il drago che planò a mezz' aria osservando con sguardo minaccioso la compagnia che correva inutilmente da lui. Thorin e Sakura emisero una faccia inaspettata al ritrovarsi Smaug in campo aperto che poteva distruggerli in qualunque momento. La bestia alata ghignò malignamente e fece per portarsi più avanti nel tratto di ponte nel seguire i Nani, sbattendo le ali per essere più veloce nel volo. Con un colpo di frusta dato dalla sua coda, Smaug distrusse la parte del ponte più avanti, costringendo i Nani a non avanzare: << Oh no! Torniamo indietro! >> << Non muovetevi! >> cercò di richiamare Thorin una parte del gruppo che in preda al panico decise di fare dietrofront. La Compagnia venne così divisa in due branchi, uno dei quali si muoveva verso l' inizio del ponte. Ma in questo modo non fecero che attirare Smaug che se la prese con le pecore impaurite che scappavano da lui. Il drago vibrò un altro colpo con la sua coda e distrusse il tratto di ponte che dovevano ancora finire di percorrere i Nani che si staccarono da Thorin. Tra questi vi erano Dori, Ori, Nori, Bifur e Bombur. Il secondo colpo del drago fece in modo che il ponte tremasse in tutto il suo perimetro e cedesse. I due gruppi separati si sentirono il marmo della strada che si sgretolava sotto i loro piedi. Cominciò così un' altra caduta verso il basso e questa volta sembrava fosse quella fatale: << Precipitiamo! >> urlò Balin nel gruppo che stava con Thorin e Sakura. Quest' ultima vide che il secondo gruppo cadde dopo di loro e subito la cattura carte richiamò il potere dello Chiave del Sigillo: << Ho un' idea. Restate uniti a me! >> raccomandò ai Nani intorno a lei in caduta libera. La ragazzina ebbe tra le mani di nuovo lo scettro della stella e fece per usare una delle sue carte: << Carta del galleggiamento! >> gridò con il potere della carta che formava una bolla alata e metteva in salvo lei e i Nani con cui era.

La bolla si diresse così verso l' alto, mancando le macerie del ponte che per poco non colpivano lo scudo che proteggeva Sakura stessa e la metà del gruppo. Poi dando uno sguardo agli altri Nani che cadevano, la ragazzina aspettò che la bolla creata dalla sua carta raggiungesse un ripiano superiore in cui stare al sicuro. Una volta raggiunto un punto salvo, Sakura si affacciò di corsa notando che Smaug si mise a volare verso gli altri Nani per mangiarli in aria: << Devo fare qualcosa! >> disse lei con lo scettro tra le mani. Il drago spalancò la sua bocca e si fiondò a tutta velocità verso i Nani sotto di lui: << Aiuto!! >> gridò Ori vedendo le fauci del drago verso di lui. Le macerie del ponte distrutto stavano per raggiungere sempre di più il fondo con il quale anche i Nani stavano per sfracellarsi. Tutto quello che loro videro fu una grossa nube che avvolse il suolo prima che il drago atterrasse contro di esso, provocando una grande colonna di polvere che si elevò in aria, coprendo il corpo di Smaug che sicuramente aveva già addentato i poveri Nani. A Pontelagolungo, l' Elfo femmina Tauriel era ancora concentrata nella preparazione delle spezie, utili per permettere il veloce scorrere della medicina nel corpo del malato. La ricetta fu anche questa pronta e Tauriel fece per disinfettare le piante, lavandole nella ciottola che reggeva la piccola Tilda: << Presto. Presto >> disse Fili intuendo che il momento in cui stavano per curare il fratello era vicino. I tre Nani che circondavano e che tenevano Kili, fecero per trasportarlo verso il tavolo della cucina, tra i lamenti senza fine di lui. Erano passati dieci minuti da quando la dose di spezie che venne somministrata al Nano era sparita nel suo effetto, lasciandolo sofferente come non mai: << Ce ne sono ancora? >> << No. Tutti finiti >> rispose Li per informare Toy che tutti i corpi degli Orchi erano stati occultati per dovere. I tre Nani, Fili, Oin e Bofur, sollevarono da terra Kili che gemetteva con più frequenza e lo poggiarono sopra al tavolo: << Forza >> si ripeteva il nano biondo per contrastare le urla disperate del fratello. Kili sembrava una cavia che stava per essere sottoposta ad un esperimento e cercava di alzarsi dal busto, liberandosi dalla presa dei tre Nani intorno a lui: << Buono. Buono >> ripeteva Bofur per calmare in qualche modo il compagno: << Tenetelo giù >> avvisava Tauriel ai Nani per cercare di immobilizzare quanto più che potevano Kili. Tomoyo aveva già la paura che le pervase gli occhi a quella scena, vedendo Kili che soffriva come non mai. Nessuno potè fare altro ed era tutto riposto nelle mani della creatura mistica. Oin faceva fatica a trattenere i piedi del malato che si dibatteva come un pesce: << Yuki >> << Ho capito >> si dissero Toy e l' amico afferrandosi al volo su ciò che aveva intenzione di fare il primo ragazzo. I due si fiondarono ai lati del tavolo, premendo le braccia del Nano che si muoveva bruscamente: << Preparate le bende >> ordinò Tauriel con tono serio: << Sì, certo. Bende >> ripetè Bofur per andare a cercare le fasce.

L' Elfo femmina dopo aver posato la ciottola su una sedia, estraò con rapidità il suo pugnale: << Che vuoi fare? >> chiese Fili con la stessa aria da diffidente di prima: << Devo aprirgli la vena. Vi avviso: non è uno spettacolo per i più deboli >> disse di fretta l' Elfa eseguendo subito l' operazione. La lama penetrò proprio nella ferita, aprendola di poco. Kili sembrò ancora soffrire come sempre stava facendo, fino a quando la punta del pugnale non punse una delle vene della coscia. A quel punto, il nano emanò il suo più grande strillo, dibattendosi ancora più violentemente e impallidendo a vista d' occhio. Yuki e Toy strinsero ancora di più la presa sul Nano allo scatenarsi furioso, così come tentarono di fare gli altri: << Ehi, che succede? Che succede? >> chiese Bofur sentendo un urlo che andava oltre il normale. Il Nano ritornò con le bende e come vide il pugnale nella ferita, questi fece per svenire, cadendo all' indietro come un sacco di patate: << Oh, no! E' svenuto! >> esclamò Tomoyo dal panico. Sigrid fece per risvegliare il Nano al tappetto e gli gettò addosso un secchio pieno d' acqua. Bofur si risvegliò di sopprassalto, riemergendo con la faccia un po' intontita: << Ci metterò il doppio! Eh? Dove sono? >> si domandò il Nano in stato confusionale: << Io l' avevo detto che non era uno spettacolo per deboli >> commentò Tauriel tra sé e sé. L' Elfa aprì a fine operazione anche la lieve rottura del pantalone del Nano, e potè meglio intravedere che il sangue che formava la crosta era nero. Il veleno stava prendendo il soppravvento e la medica in questione doveva agire subito, constatando la gravità della ferita. Tauriel inspirò per tenersi pronta a curare il Nano, cui guardò ancora distrutto dal dolore. Fili sembrò per questa volta confidare nell' Elfa, notando in lei forse l' unica speranza e accorgendosene oltre la propria testardaggine: << Avanti! >> disse Toy per far muovere la donna Elfo. Questa prese le erbe purificate dall' acqua e cominciò a strofinarle tra i palmi, chiudendo gli occhi e pronunciando parole in elfico come se fosse in atto un rituale. L' Elfa creò così un mucchio di bricciole di Athèlas e le premette contro la ferita. Kili si sentì ancora il dolore bruciare intensamente e fu ancora di più quando l' antidoto si infiltrava all' interno dei vasi sanguigni. Le urla non erano ancora cessate, né tanto meno il brusco muoversi. Nelle facce di ognuno, così come in quella di Bofur, si colse quello che stava provando adesso il loro compare come quando i tori o le mucche venivano timbrati con il ferro rovente. Tomoyo si tappò le orecchie ancora non abituata a sopportare tutto questo: << Tilda! >> la richiamò Sigrid per dare man forte anche loro a trattenere Kili durante la cura. Tauriel continuava a pronunciare le parole elfiche e si concentrava ancora di più, insistendo ad ogni costo sulla cura. Toy sembrò capire quelle parole, già sentite dalla bocca di un altro Elfo: << Eh? Ma che sta dicendo? >> si chiese anche Li avendo intuito in fondo la formula magica che si utilizzò anche per guarire Sakura.

Kili cominciò a calmarsi mentre Fili e Oin restarono impassibili al metodo di cura elfico che stava risultando efficace. Oin posò giù il suo apparecchio acustico, incredulo della magia che l' Elfa aveva iniettato sulla ferita. Kili sembrò riprendersi e cominciava a respirare regolarmente. Poi il Nano sollevò lo sguardo verso Tauriel che pronunciava in continuazione quelle parole, invocando quasi il cielo a sostenerla. Le mani calde dell' Elfa premevano sempre nella ferita. Kili aggrottò la fronte oltre che provato dalla fatica anche da un senso di sorpresa al sentirsi la linfa vitale che continuò a scorrergli di nuovo in tutto il corpo. La sagoma di Tauriel vide che venne investita da un fascio di luce bianca alle spalle, rendendole il viso quasi trasparente e divino come quello degli angeli. Il dolore alla gamba non se lo sentì più Kili, e ad un passo dalla morte era riuscito a salvarsi grazie all' intervento dell' Elfa che gli aveva donato un' energia immensa di calore che solo un angelo poteva avere. Non poteva essere lei, pensava il Nano non più in pericolo di vita.

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Capitolo 39
*** Episodio 290: La preda e il cacciatore ***


Tauriel continuava a ripetere le stesse parole elfiche. Kili vide che l' Elfo femmina lo guardava con sguardo dolce nel mentre che pronunciava lentamente la formula un' ultima volta. Il bagliore che la circondava svanì alla vista di Kili, e quest' ultimo si accasciò con la testa sopra ad un mucchio di noci che improvvisavano un cuscino: << Sta bene? >> domandò Tomoyo in ansia: << Pare di sì >> rispose Bofur osservando Kili che all' apparenza respirava serenamente dopo che ebbe sopportato così tanto. Fili mollò un sospiro di sollievo notando subito che il colorito pallido del fratello stava svanendo gradualmente. Così come tutti quelli che erano dentro alla casa poterono stare sereni al peggio che si lasciarono dietro. Tauriel sembrò anche lei provata dalla tensione che si accumulò nell' aria di quella casa, e lentamente anche lei staccò le mani dalla gamba del Nano: << Uff! Meno male. La medicina ha dato ancora i suoi effetti guaritivi >> commentò Yuki a scampato pericolo. L' Elfo femmina fece così per ricordarsi di ciò che le disse Toy poco prima di mettersi a curare Kili. Il ragazzo si sentì lo sguardo fulmineo e sospettoso della creatura che ad ogni costo voleva sapere da lui il motivo della sua conoscenza con le storie elfiche. Toy la guardò solo per un attimo perchè il Nano Fili fece per parlare alla guerriera a cui non diede molta confidenza: << Ti chiedo le mie scuse. Ho fatto male ad attaccarti in quel modo >> disse con tono rispettoso adesso: << A volte capita, tra nemici >> ribattè tuttavia l' Elfa sapendo alla fine che le due razze si sarebbero continuate a odiare. Questo era un dato di fatto, e in tutti si poteva già intravedere la realtà come doveva essere: << Grazie per aver salvato mio fratello >> << Di niente >> aggiunse Tauriel con tono quasi superbo al Nano. Tilda e Sigrid poterono rasserenarsi anche loro e fecero per allontanarsi dal tavolo per sistemare un po' le ammaccature che c' erano ancora in tutta la casa. Bain si avvicinò alle due sorelle per aiutarle nel nuovo lavoro, ripulire quello che gli Orchi avevano distrutto e saldare le parti della casa che potevano essere rimesse a posto: << Ringraziamo Durin per ciò >> commentò Bofur respirando sereno anche lui.

<< Avanti. Andiamo a dare una mano anche noi >> << D' accordo >> rispose Tomoyo alla proposta della sua amica andando a raggiungere i figli di Bard per assisterli nelle faccende che dovevano ancora ultimare. Li era ancora impassibile e serio a quello che era appena successo: << Non vieni a darci una mano, Li? >> gli chiese la cugina per smuoverlo un po' dalla sua posizione: << Sì, adesso vi raggiungo >> rispose con tono serio il cinesino, concentrato nei suoi pensieri. Meiling notò quell' espressione in Li e cominciava anche lei a essere in pensiero: << Qualcosa non và? Mi sembri troppo serio >> << Beh, un po'. Non nego di essere preoccupato per Sakura >> affermò Li chiuso nel suo silenzio. E non potè fare a meno di continuare a fissare la vetta solitaria, sperando di intravedere Sakura che ne uscisse viva e in volo in sella al suo scettro magico diretta verso le braccia del cinesino. Questo si affacciò dalla ringhiera del balcone esterno e poggiò le mani su di essa. Il vento della notte gli si sbattè delicatamente nel viso del tutto che sereno. Anche nella tranquillità assoluta egli non voleva adagiarsi, sapendo che cose peggiori erano in atto nell' ombra della montagna. Più distante dalla casa di Bard, Legolas era ancora a dare la caccia agli Orchi che attaccarono il gruppo di Nani. L' Elfo guerriero saltava di tetto in tetto, avendo più velocità negli slanci che si dava per accorciare le distanze con il branco che fuggì dopo che parte di esso venne abbattuta dalla coppia di Elfi. Gli occhi azzurri di Legolas sembrarono non visualizzare più nessun Orco nei paraggi, nonostante si mise a sorvegliarli dai tetti delle case per avere una visuale più estesa. L' Elfo acrobatico si lanciò dal tetto di una dimora e planò a terra con tocco leggero, quasi fosse diventato una foglia. La creatura dei boschi si elevò in piedi e stette in silenzio, diventando un tuttuno con la calma che vi era in quel momento. Sembrava che stesse dando la caccia a un cervo, affidandosi ai suoi cinque sensi per scovarlo. Infine, un rumore di botti che si spostavano attirò lo sguardo di Legolas. Si girò di scatto alla sua destra, intravedendo tra le merci parcheggiate al lato di una casetta che vi erano in movimento dei piedi, seguiti da grugniti sinistri. Legolas riuscì a beccare una parte degli Orchi che erano ancora in fuga dalla casa che attaccarono. L' Elfo balzò con un gran salto nella palafitte alla sua destra e non appena svoltò l' angolo vide che due Orchi erano intenti a fuggire a gambe levate da lui. Con un' azione spettacolare, Legolas prese la rincorsa e saltò in aria, facendo una tripla capriola fino a schiantarsi contro il primo Orco, atterrandolo dalla schiena. L' Elfo per evitare che il mostro si agitasse con più foga, decise di finirlo con una pugnalata alla schiena. L' Orco gemette e Legolas estraò il suo coltello dalla spina dorsale della creatura uccisa. Più avanti, l' Elfo vide che il secondo Orco tornava a seguire una fila di suoi compagni che si dirigevano in più parti della città. Legolas ritrovò così la scia di Orchi e potè tornare a seguirli tranquillamente, tenendosi il suo carattere da massacratore per il momento opportuno, quando sarebbe stato vicino a raggiungere il capo del branco.

Alla Montagna Solitaria, il drago Smaug si divertiva a dare la caccia alla Compagnia che si mise in fuga da lui. Dopo aver fatto crollare uno dei ponti rialzati, Smaug si indirizzò ad addentare la metà del gruppo dei Nani che cadde rovinosamente sotto di lui. Il polverone svanì dal fondale del vasto regno di Erebor dove Smaug era atterrato. La sua bocca però non gustò alcun sapore di Nani e intorno a lui vide le macerie del ponte distrutto che caddero fin giù. Il suo sguardo terrificante andava adesso alla ricerca delle piccole creature che stava per addentare. Constatando che si dovevano essere salvati, Smaug emise il suo più grande ruggito di rabbia. L' eco del verso della bestia si espanse fino a raggiungere il soffitto e i piani superiori degli alti edifici delle case del regno Nanico. Da quelle parti vi era l' intera Compagnia insieme a Sakura che riuscì a scampare dalle fauci del drago furioso. La ragazzina teneva tra le mani lo scettro magico e dietro di sé aveva i restanti Nani che riuscì a salvare all' ultimo. Il grande gruppo si trovava al riparo su una cavatura di un altro passaggio superiore ad un' enorme fortezza: << C'è mancato un pelo >> disse Balin rincuorato dall' aver tra sé tutti i compagni d' avventura riuniti: << Quel drago stava per farci fritti, meno male che ci ha salvato Sakura! >> disse Nori ringraziando la ragazzina dai poteri magici. Questa si voltò dopo che mollò un sospiro di sollievo: << State tutti bene? Non vi ho fatto del male, vero? >> chiese in pensiero lei, ma invece ricevette un complimento da parte loro: << No, anzi sei stata in gamba >> << Dovremmo più abituarci a questa tua magia >> le dissero i due Nani Dori e Balin. In una mano, Sakura teneva una delle sue carte di Clow, quella del vento, utilizzata per intervenire sugli amici Nani: << Devo ammetterlo, e te lo dico chiaramente: ho sbagliato a valutarti poco all' inizio e me ne pento solo ora. Ottimo lavoro, cattura carte >> le disse Thorin ad un buon salvataggio fatto. Sakura accolse con positività il complimento fatto dal Principe dei Nani, che adesso era tornato in sé. Ma non poteva dimenticare lo sguardo feroce con cui la guardò nei momenti di prima e forse avrebbe fatto meglio a stare attenta. Una stessa sensazione ce l' aveva anche Balin che era sempre più convinto che quel carattere del suo amico non doveva essere tralasciato o non doveva passare inosservato. Tuttavia, i Nani che stavano riprendendo fiato fecero per risollevarsi da terra: << Coraggio. Dobbiamo raggiungere l' ingresso principale della Montagna, se vogliamo sfuggire da quel mostro >> disse Thorin a tutta la Compagnia riunita: << Ma come facciamo? Ci sono sale su sale qui. Ci metteremo una vita con quel drago alle spalle! >> << No, se non ci facciamo beccare di nuovo. Basterà agire quando lui sarà lontano da noi >> rispose Thorin alla sentenza di Sakura. Dwalin intanto si era avvicinato al ciglio del burrone e osservava i movimenti del drago in fondo al regno: << Sembra che si stia ritirando >> notò il nano massiccio. Tutti gli altri fecero per accorrere ad affacciarsi verso lo strapiombo immenso, curiosi anche loro di vedere cosa aveva intenzione di fare la bestia.

<< Se ne va? >> chiese Balin esitante, con il drago nei fondali della città che si muoveva misteriosamente. La testa andava da una parte e dall' altra, cercando di captare in una direzione il minimo rumore. Tutti i Nani rimasero in silenzio e con il fiato sospeso alla lunga permanenza della bestia nello stesso punto, credendo che sapesse dove si fossero nascosti. Le narici di Smaug si allargarono, inalando l' aria circostante per cercare di sentire almeno l' odore delle sue prede. Dopo un po', il drago ringhiò lievemente, avendo perso di vista ogni membro della Compagnia e avanzò oltre il punto in cui era, facendo tremare ancora il pavimento con maggior forza. Il lungo corpo della creatura alata sparì dopo che la lunga coda battè un' ultima volta per terra, creando una grande crepa nel lastrico di pietra. La Compagnia stette ad ascoltare fino all' ultimo i passi di Smaug che svanivano sempre più lontano, all' interno della grande città di Erebor. In contemporanea, mollarono un ennesimo sospiro di sollievo, avendo temuto per poco di essere stati scoperti: << Siamo diventati le sue prede. Quello ci cercherà in ogni angolo >> affermava Nori con ansia: << E allora noi ci nasconderemo >> disse Dwalin: << Non c'è un minuto da perdere. Sbrighiamoci >> consigliò Balin al resto del gruppo, facendo poi per finire di percorrere il passaggio in cui erano. Di nuovo nella dimora del chiattaiolo, l' Elfa Tauriel medicava per un po' la ferita di Kili, asciugandola con un panno asciutto nei contorni. Il resto del gruppo poteva finalmente tornare ad aspettare il ritorno dei loro compagni dalla Montagna con assoluta tranquillità, senza che avessero altre preoccupazioni tra le mani. Ora erano tutti speranzosi nel loro rientro e nell' uccisione da parte loro del drago che si risvegliò da alcune ore: << Mi chiedo se questa notte avrà mai una fine. Sembra interminabile >> commentò Tomoyo a volte anche lei affacciandosi alla vetrata di una delle finestre e osservando la Montagna: << Passerà in fretta, vedrai. Ce la faranno >> la consolò Meiling in modo ottimista. Li era tornato a sedersi e questa volta assunse una posizione da pensatore, mettendosi le braccia conserte e fissando ogni tanto il suolo con fare per un po' ansioso. L' Elfo femmina alzò lo sguardo dalla ferita di Kili che ora riposava sul tavolo di cucina e fissò il giovane che pareva sapesse ogni cosa. Toy era intento a discutere per un po' con Yuki, e un attimo dopo i due amici vennero interrotti dall' intervento della guerriera Elfo: << Tu, ragazzo. Dico a te >> fece per attirare la sua attenzione in modo rude come era solito il carattere degli Elfi Silvani sui Nani: << Voi chi siete in realtà? Non siete semplici umani, dico bene? Nascondete qualcosa >> affermò Tauriel venendo osservata dal gruppo della cattura carte non appena si sentirono che un loro compagno era stato richiamato come un colpevole. Toy esitò un momento prima di rispondere, poi si girò con faccia seria verso l' Elfa: << Già, è così >> rispose corto, dando un' espressione inaspettata a Tauriel che pensava che la risposta fosse stata un' altra: << Noi siamo il gruppo che salvò una volta questa Terra di Mezzo >> << Come? >> domandò Tauriel incredula.

Toy fece per proseguire ancora: << Allora il tuo popolo ha già sentito parlare di questa faccenda, vero? Perchè continui a nasconderlo, sappiamo che anche se siete confinati nelle vostre mura dal vostro Re, le notizie vi giungono lo stesso >> comunicò con molta intelligenza il ragazzo: << Sei stato molto a lungo tra gli Elfi, a quanto riesco a capire dalla tua certezza. Non sarai uno dei Raminghi? >> << Ho già sentito questa parola, e ti posso dire di no. Purtroppo non appartengo alla loro razza >> spiegò il giovane interrogato: << Insieme a me c' erano le persone che mi sono vicino. Ora siamo tornati per ultimare le nostre faccende. Ripulire l' intera Terra di Mezzo da ogni forma di vita del male >> << Se siete davvero quel gruppo, dovrebbe esserci tra voi il portatore. Chi era? >> chiese curiosa l' Elfo femmina: << Per la verità, ce n' erano due. Uno ero io, e l' altra si trova nella Montagna con Thorin e gli altri Nani >> intervenì il cinesino per rispondere alla guerriera: << Non avete più preso quelle navi. Il vostro destino era salpare verso Valinor. Perchè avete rifiutato il permesso degli Alti Elfi? >> << Perchè noi abbiamo già un posto dove stare. Il nostro compito è quello di continuare a esistere per mantenere l' equilibrio nel nostro mondo >> disse Li all' Elfa: << Quindi voi siete dei maghi. Ho notato il vestito che porti, e presumo che appartieni a qualche stregone che visse in questo mondo qualche tempo fa >> << Stregoni di carte magiche. Io sono uno dei due Guardiani che le controlla e che ho avuto il compito di custodirle in parte >> precisò Yuki presentandosi alla guerriera: << E con voi ci sono delle normali ragazzine. E' un po' troppo pericoloso per loro stare qua >> << Noi siamo le loro amiche. Io sono Tomoyo e questa è Meiling >> parlò la ragazzina dagli occhi blu e la cinesina fece per chinarsi in un suo saluto tradizionale: << Invece, l' altra amica che manca all' appello è molto abile nello sparire e comparire quando vuole, vero? >> domandò Tauriel forse arrivata alla causa che permise alla Compagnia di scappare dalle celle del Reame Boscoso: << Oh no... >> disse Tomoyo senza evitare di nascondere una faccia colpevole al segreto che stava a lungo nascondendo insieme agli altri: << C'è da ammettere che ha coraggio, però, quella ragazzina. Ci sa fare. Ha la stoffa della cattura carte, e anche da vendere >> disse Bofur facendo i complimenti al gruppo della loro amica partita alla Montagna con i Nani. Li sorrise serenamente ad un incoraggiamento anche da parte del Nano che contava sull' incolumità della giovane cattura carte: << Ditemi, allora, come fate a conoscere le leggende elfiche? >> << Sono stato per un po' in mezzo a loro. Ho saputo che mia madre aveva anche lei ereditato un po' del loro sangue, e quindi un giorno cominciò a portare me a Gran Burrone per farmi vedere le meraviglie di quel mondo che non pensavo esistesse. Fino a quando mia madre non è deceduta, mio padre era contento che io andassi in quelle terre. Alla fine ho scoperto che il mio compito per il quale mia madre voleva che io vivessi, era di proteggere mia sorella grazie al dono che mi posero alcuni Elfi, senza riuscire però ad adempiere al mio destino >> raccontò tutto d' un fiato Toy nell' avventura passata.

Il volto del ragazzo però nascondeva dell' altro in fondo. Tauriel non volle sapere altro riguardo al passato del giovane che aveva con sé una cicatrice dovuta a qualche persona che fu costretto a lasciare andare via. L' Elfo continuò quindi a medicare Kili. La Compagnia dei Nani di Erebor partiti alla Montagna adesso vagava ore e ore tra gradinate che sbucavano da ogni parte dell' immensa città sotterranea. Intrapresro una strada per seminare quanto più lontano possibile il drago. Ora regnava un silenzio tombale in ogni stradina di labirinti che conducevano sempre più all' interno di sale mai inesplorate. Sembrava che la quiete fosse calata come per avvertire che il pericolo stava dormendo in quegli istanti. Perfino nei ripiani inferiori della vasta città, che discendeva nelle fondamenta fino a parecchi metri al dì sotto del livello principale dopo l' ingresso, c' era una calma sinistra. I passi dei membri della Compagnia risuonavano come l' unico rumore di pochi abitanti presenti nella città. Thorin, Sakura e gli altri otto Nani stavano percorrendo a passo felpato un altro passaggio con l' inarcatura del soffitto poco più alto di loro che li nascondeva dall' aperto: << Ssh! >> disse ad un tratto Thorin per avvertire gli altri di non fare rumore. Il Principe notò dall' uscio del varco che oltre si estendeva una lunga strada rialzata costruita al dì fuori degli edifici e che passarvi sopra e attraversarla in fretta sarebbe stato un errore perchè il rumore dei passi si sarebbe propagato in tutta Erebor fino a giungere al cacciatore Smaug. Thorin fece per affacciarsi per primo dal varco, sbirciando da una parte e dall' altra se si vedeva il drago nelle vicinanze. Ma la situazione risultò tranquilla: << L' abbiamo messo nel sacco >> esultò a bassa voce Dori dietro al Principe: << No. E' troppo astuto per questo >> rispose Dwalin per smorzare ogni speranza di riuscire a raggirare Smaug: << E dove andiamo ora? >> chiese Sakura con un filo di voce, guardandosi insieme ai nani per trovare una via che poteva farli proseguire: << Nella guardina a Ovest. Magari c'è una via d' uscita >> disse Thorin bisbigliando: << E' troppo in alto. Non c'è possibilità >> << E' l' unica possibilità. Dobbiamo tentare >> ribattè il principe dei Nani a Balin. Il capo del gruppo fece così per accovacciarsi di poco e iniziare a far muovere gli altri dietro di lui, camminando a passo silenzioso sul pontile. Gli scarponi dei Nani emettevano un lieve rumore di suola a contatto con il marmo, e ognuno si tenne allerta con le spade sguainate davanti se si fosse intravisto il drago alla loro altezza. Il gruppo proseguì sempre con lo stesso passo cauto, arrivando alla metà del ponte e con ancora nessun guaio in vista: << Avanti >> disse Thorin per far muovere il resto ormai quasi riusciti a superare la stretta stradina. Sakura si affacciava ogni tanto per vedere se il drago stava passando di sotto, ma la situazione era normale ancora per il gruppo avventuriero. Ad un certo punto, una monetina cadde di fronte ai piedi di Sakura, emettendo un tintinnio più o meno forte.

Thorin si fermò al rumore della moneta che si espanse in tutta la costruzione del regno e balenò il suo sguardo verso Sakura, essendo l' unica che fosse entrata nella sala del tesoro e che poteva ancora avere qualche moneta attaccata al corpo. Tutti i Nani si voltarono verso la ragazzina che sembrò innocente in questa occasione. La giovane continuava a controllarsi le tasche per vedere se le si era infilata qualche altro tesoro durante la fuga da Smaug. Rimasero tutti in silenzio, scambiandosi occhiate scomode al rumore che li fece fermare e che li stava facendo perdere tempo. Un' ombra enorme coprì le teste di tutti i nani e di Sakura, e come alzarono gli occhi sopra notarono che altre monete cascavano dal soffitto. Ma invece le monete cadevano dal ventre di Smaug che setacciava la zona sopra alla Compagnia, scavalcando i pontili di sopra cui poggiava le sue pesanti zampe. Sakura sgranò gli occhi dal panico quando notò il drago terribilmente vicino a pochi metri di altezza dalla strada in cui era insieme ai Nani. Guardarono in silenzio e timore la possente bestia che li superava e che per loro fortuna non li aveva notati. Le monete continuavano a sbattere e a tintinnare nel marmo dei pontili che il drago superava. Thorin fece un segno con la mano per far proseguire il gruppo che notò l' avvertimento silenzioso del Principe dei Nani con la coda dell' occhio. Senza fiatare e con le bocche spalancate dall' impressione di ritrovarsi di nuovo Smaug davanti, i dieci componenti del gruppo camminarono lateralmente nella strada, non distogliendo mai gli occhi di dosso dal dorso della creatura malvagia che era ancora a girare sul suo terreno in cerca dei Nani. Lo sguardo minaccioso di Smaug passò infine oltre la zona ravvicinata con i Nani e proseguì ancora nel vasto labirinto di Erebor, emettendo il suo verso gorgogliante e inquietante dalla gola mentre si allontanava. La Compagnia raggiunse il varco opposto con un pizzico di tensione nel cuore, mantenendo il passo lento. Non appena oltrepassarono l' uscio del passaggio opposto, la Compagnia si mise a correre fino a raggiungere una stanza in cui ripararsi. Dori e altri Nani si poggiarono alla parete potendo finalmente far uscire tutto il fiato trattenuto dall' apnea di quei momenti: << Ce la scampiamo sempre per un pelo! >> disse Ori con il sudore alla fronte e le gambe che gli tremolavano: << Non fermiamoci. Almeno non qui >> aggiunse Thorin constatando la stanza troppo all' altezza del volo del drago. Sakura non potè fare a meno anche lei di fare una faccia più che mai tesa, lasciando che il fiato che trattenne lo buttò fuori in un colpo: << Queste scale portano ad una stanza superiore. Lì potremmo riposarci >> rassicurò Dwalin scorgendo le gradinate che portavano alla camera di su e che sicuramente era avvolta dal buio. Il Nano massiccio fece da guida alla Compagnia dietro di lui per risalire le scale: << Andiamo, signorina Kinomoto >> la richiamò Thorin: << Ma non c'è mai un attimo di pausa? >> chiese lei stanca di tutto quel lungo fuggire, seguendo poi la scia di Nani nelle scale. Dwalin raggiunse la camera di su, ed era composta solo da rocce lungo il pavimento. Il luogo era abbagliato dalla poca luce esterna attraverso delle crepe di media grandezza nel muro scoperchiato in alto. I Nani poterono così discutere sul piano da attuare dopo essere sfuggiti dal regno ora divenuto di Smaug, il predatore di Nani sventurati.

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Capitolo 40
*** Episodio 291: Cammina nella Luce Stellare ***


La Compagnia di Nani insieme a Sakura si rifugiò in una stanza superiore al piano nel quale giunsero dopo essere passati inosservati dal drago. La sala era avvolta a lievi tratti nel buio, e a renderlo meno intenso erano delle crepe nella lunga parete laterale dalle quali fuoriusciva la lieve luce del regno della Montagna: << Bene, ci sistemeremo qui. Aspetteremo un po' prima di uscire e continuare la ricerca >> disse Thorin a tutto il suo squadrone completo in parte: << Dwalin, controlla le pareti >> << Sì, ricevuto >> ordinò infine al suo compagno di stare di guardia per sbirciare attraverso le crepe se si notava il drago nelle vicinanze. Passò poco tempo all' interno e nel silenzio di quella stanza composta da macerie e pezzi di roccia in tutto il pavimento, dove i Nani si sedettero sopra alcune di queste per riposare dal lungo muoversi da una parte e dall' altra. Un fuocherello era acceso in mezzo al gruppo sparso ovunque nella sala. Thorin ordinò che il fuoco fosse spento prima che Smaug potesse sentirne il fumo, ma alla fine il Principe decise per volontà democratica di lasciarlo acceso per riscaldare tutti, evitando che si congelassero nel mentre che restavano fermi: << L' alba sorgerà tra non molto. Dobbiamo inventarci qualcosa >> consigliava Balin a tutti gli altri: << E cosa proponi di fare? >> << Sgattaiolare via, ora. Prima che ricapitiamo nella tela del drago. Non c'è altro modo >> disse il Nano dalla barba bianca per rispondere alla domanda di Nori, che intuì che il suo compagno più anziano aveva già un' opinione da dire a tutti. Dori sembrò non essere d' accordo sul continuo fuggire in quel grande labirinto: << E' una pessima idea! Mi verranno i calli ai piedi con tutta questa corsa e con tutto questo peso di scarponi che non ti lascia un attimo di pace >> disse togliendosi per un po' le scarpe e far prendere aria ai suoi piedi. Gloin fece una faccia disgustata al sentire per poco il fetore dei piedi di Dori cui era seduto a fianco. Thorin, notando che un' altra fuga non era nelle intenzioni di nessuno, ne fece rendere conto a Balin: << Ha ragione. Fuggire è diventata una soluzione troppo avventata per noi >> << No, se non ci facciamo vedere >> ribattè pacatamente Balin, illuminato dalle fiamme del fuoco acceso.

Thorin però ebbe da ribattere a quello che sosteneva fermamente il suo amico. Sakura, nel frattempo che i due discutevano, era rannicchiata a sé e si teneva le ginocchia vicine al petto stando seduta su una roccia. Era incantata nel fissare il fuoco acceso ed era immersa nei suoi pensieri, ricordando tutto quello che era successo fino ad ora. Lo scoppiettìo della legna che veniva bruciata e consumata dal fuoco la facevano rimanere con la sua mente fissa ai momenti che determinarono quella stessa situazione in cui si trovava insieme al resto della combriccola di Thorin che era partita alla Montagna. Ripensava al suo colloquio con il drago Smaug che le aveva molto condizionato lo stato psicologico con le parole, ma anche con i fatti che vide lei stessa realizzarsi dalle frasi della bestia: << Il codardo Scudodiquercia ha pesato il valore della tua vita e ha scoperto che non vale.. nulla >> le sibilò questa frase velenosa nella testa, sentita uscire dalla bocca del serpente alato. Tutto ciò le sembrava più che mai veritiero in quella cruda realtà in cui era costretta a vivere. Thorin assunse con lei un tono di voce più che mai insolito al momento in cui si incrociarono al varco dell' ingresso che si affacciava nel retro del salone del tesoro: << Hai trovato l' Archengemma? >> << Sta arrivando il drago >> << L' Archengemma! L' hai trovata? >> << Dobbiamo andarcene >> il Nano che si sentiva tanto amico con lei le sbarrò la strada mettendole la spada davanti al passaggio. Sakura non si dimenticò mai lo sguardo fulminante che le diede Thorin quando le puntava minacciosamente l' arma davanti al petto e la faceva indietreggiare come se si trovasse al patibolo: << Thorin... Thorin >> cercò di chiamarlo ma inutilmente. Quell' episodio terminò in fretta con l' arrivo tempestivo di Smaug su di loro e che lasciava ancora qualche sospetto a riguardo, anche perchè non si è andati molto a fondo nel ragionare in quegli attimi fuggitivi. Sakura si staccò dai suoi pensieri smettendo di guardare le fiamme del fuocherello e tornò a seguire la discussione dei Nani davanti a lei che non si erano accorti del suo lungo silenzio: << Se pensiamo solo a fuggire, rischieremo di allontanarci troppo dall' uscita di Erebor. E il drago continuerà a seguirci finchè resteremo qui >> affermava il Principe dei Nani al suo collega e amico Balin: << Di questo ne sono a conoscenza. Ma ho notato che da come si mette alla nostra ricerca, questo non pensa a nient' altro >> << Come? Spiegati meglio, in che senso? >> domandò Sakura d' un tratto destata nel suo stato da pensatrice e rivolgendo una domanda a Balin: << Voglio dire che il suo vero obiettivo siamo noi. E tutti quelli che osano entrare a Erebor, se per questo. Non penso che sappia qualcosa del nostro piano con gli Uomini del Lago >> confermò ancora il Nano dalla lunga barba bianca: << Spero che le tue parole non siano un malaugurio per noi, fratello. Gli occhi di quel mostro scrutano l' aria anche più spessa pur di trovarci >> disse Dwalin voltato di spalle e con lo sguardo rivolto tra le fessure di uno squarcio nella parete. Quest' ultima frase detta lasciò nell' intera Compagnia un senso di vuoto. Se Smaug non aveva mai cessato in tutta la sua vita di essere un letale cacciatore, allora era questione di attimi perchè riuscisse a scovare i Nani.

Le cose alla dimora di Bard si erano stabilizzate. Tauriel stava sempre più facendo la conoscenza delle persone giunte da molto lontano fino a Pontelagolungo. L' Elfo femmina non accennava a staccarsi dal tavolo di cucina dove sopra era disteso il Nano Kili. Dopo una lunga lotta per sopportare l' atroce dolore alla gamba, alla fine il giovane guerriero era stato curato dalla pianta Athèlas e anche dalle tecniche mediche dell' Elfo femmina che era accorsa alla città del lago appena in tempo per somministrargli la medicina elfica. Ora Tauriel, dopo il tamponamento della ferita a Kili, faceva in modo che con delle bende compressive asciugassero con cura la zona della gamba prima di passare alle bende finali. Il tocco delicato del suo palmo accarezzava lentamente le bende temporanee poste sull' arto del Nano. Sigrid, Bain e Tilda guardavano preoccupati il continuo curare di Tauriel su Kili, pensando che il dolore gli sarebbe ritornato: << Non preoccupatevi. Starà bene. Ha bisogno di riposare ora. E' debole >> li rassicurò l' Elfa. I tre figli di Bard non erano gli unici a guardare il compito che Tauriel svolgeva su Kili, ma vi erano anche le due amiche Meiling e Tomoyo che per un attimo furono colte dal timore quando l' Elfa si mise a parlare. Yuki intuì in quella scena un sentimento di dolcezza tra Tauriel e il Nano sdraiato sul tavolo, mentre Li e Toy erano uno con i pensieri altrove da quegli episodi: << Tu sei diversa dal tuo Re, a quanto vedo >> commentò Yuki con lo sguardo rivolto all' Elfo femmina. Questa si voltò verso il giovane mentre era intenta a occuparsi di Kili: << Cosa hai detto? >> << Sei una persona molto altruista rispetto agli Elfi che stanno agli ordini del tuo sovrano. Hai a cuore tutti quelli che ti stanno intorno, e fai di tutto pur di salvarli >> spiegò il suo pensiero Yuki. Toy, Li e anche Meiling e Tomoyo, ascoltarono quelle parole delicate del loro amico che ebbe un atteggiamento contrario a quello di un Elfo guerriero e cinico, come lo erano le guardie del Re Silvano di Bosco Atro. Ma il ragazzo sapeva che Tauriel non voleva essere un soldato sottoposto alla volontà di Thranduil che vedeva solo la sicurezza del suo popolo e non quella degli altri. L' Elfa si sentì per poco le guance arrossite ad una scena imbarazzante in cui Yuki le fece capire che aveva scoperto tutto su di lei, e a questo ci arrivò tramite dei piccoli gesti fatti ad un Nano in pericolo di vita. Tauriel girò la faccia da un' altra parte dopo aver scavato con lo sguardo attraverso gli occhiali del ragazzo che le parlò, che nei suoi occhi c' era già la conoscenza di una parte della verità che nascondeva l' Elfa stessa: << Adesso puoi anche smetterla di corteggiarmi in quel modo >> rispose Tauriel a Yuki, non rendendo conto della frase che le disse: << Ma no, ti stavo solo facendo dei complimenti. Non ti stavo affatto corteggiando >> ribattè lo stesso giovane con tutta tranquillità e con un sorriso. L' Elfa divenne confusa alla strana reazione del ragazzo che sembrava essere freddo a quello che gli veniva detto, ma manteneva sempre un carattere spensierato agli occhi degli altri.

<< Lo sai, mi sembri strano, ragazzo >> gli comunicò l' Elfa, ricevendo una risatina simpatica da Yuki: << Qui se c'è una strana sei tu. Ti ha fatto un complimento e tu neanche provi a ringraziarlo >> sbottò Toy intervenuto in difesa dell' amico: << Calmo, Toy, non mi ha detto nulla di male >> ma Yuki frenò ogni incomprensione di Toy con l' Elfa, avvertendolo con la stessa espressione sorridente in viso. Tauriel proseguì con i suoi dubbi: << Ho detto che sei strano perchè non è da tutti avere un sorriso come il tuo. A volte sembri avere un carattere che si distacca molto da quello che ti viene detto dagli altri. Hai anche tu dei poteri magici, non è vero? >> gli chiese curiosa nelle sue certezze l' Elfo femmina: << Sì, è come dici tu. All' interno del mio corpo devi sapere che ho un' altra entità che custodisco da quando esisto. Ed è questa quella parte che ha il possesso delle carte magiche di cui ti parlavamo prima >> disse Yuki rispondendo a Tauriel e proseguendo: << Questo altro ego che è in me, ed io, siamo stati scelti per proteggere la nostra amica che si trova alla Montagna. Noi tutti le dobbiamo molto per quello che ha fatto in passato >> << Una specie di angelo custode, quindi? >> domandò spiegazione ancora l' Elfa. Yuki annuì di conseguenza e lasciò spazio alla guerriera dei Boschi che dicesse la sua. Tauriel riabbassò lo sguardo verso Kili, ripensando alla sentenza che aveva appena omesso riguardo al raggio di salvezza che considerò in Yuki come protettore fedele della ragazzina che era alla Montagna: << Va tutto bene? >> domandò Tomoyo avvertendo quasi un ammutolimento serio da parte di Tauriel. Quest' ultima fece per rispondere ancora al giovane che le parlò dall' inizio: << E saresti disposto a sacrificare la tua vita pur di salvare la tua amica? >> gli chiese una domanda che non aveva sbocchi o giustificazioni. Yuki si fece adesso serio: << Ma che domande sono? A nessuno di noi succederà niente finchè resteremo uniti come gruppo. Né tanto meno a Sakura >> << Ragazzi, va tutto bene. Non è il caso di agitarsi >> disse ancora Yuki rispondendo in generale per conto della frase di Li, anche lui in difesa dei suoi compagni di viaggio: << Allora? Che cosa rispondi? >> domandò di nuovola creatura mistica. Yuki esitò ancora per dare la risposta, poi decise di emettere il suo verdetto: << Beh, certo che sì. Ma nessuno di noi vuole essere egoista nei suoi confronti, quindi non credo che capiterà mai una cosa del genere >> << E' come immaginavo >> constatò Tauriel tra sé e sé, riprendendo a medicare la gamba del Nano ferito. Il gruppo della cattura carte si guardò tra di loro in faccia, non capendo quale altra affermazione volesse dire l' Elfa con cui stavano scoprendo un carattere quasi pessimista alle situazioni che dovevano presentarsi: << E' da un po' di tempo che non è rimasta molta speranza per tutti >> proseguì Tauriel nel dire la sua: << Ma Sakura ce la farà. Vedrai che riuscirà a dimostrare il suo potenziale. Sconfiggeremo insieme a lei tutti i cattivi e-- >> << E poi, cosa? Presto vi accorgerete che la realtà non è quella che sembra >> disse Tauriel interrompendo Meiling.

La cinesina rimase senza parole a quello che l' Elfo femmina le diceva con tutta esperienza e con tanta verità: << Come fai a essere sicura di ciò? Che cosa ne puoi sapere se prima non hai visto chiaramente quello che succede oltre il vostro regno? >> << Li, aspetta >> lo frenò nelle parole anche Tomoyo, accorgendosi di stare un po' esagerando nell' incolpare l' Elfa: << Sì. Ed è proprio per questo che ne sono a conoscenza. Ho visto fin troppo chiaramente di cosa è capace il nemico, molto tempo fa >> ammise l' Elfo femmina nel raccontare quello che aveva intravisto nel male che si stava riformando nella Terra di Mezzo: << E' successo qualcosa alla tua gente? >> domandò Tomoyo con il cuore pronto a farsi a pezzi dal rivelamento dell' esperienza di Tauriel: << Quando ero bambina, ho visto i miei genitori morire sotto i miei occhi. Gli Orchi che ebbero a quel tempo in possesso gran parte dei territori del Nord marciarono verso i popoli ancora liberi della Terra di Mezzo. Tra questi c' erano gli Elfi, allora governanti tutta la foresta di Bosco Fronzuto, adesso noto come Bosco Atro >> seguì una breve pausa da parte dell' Elfo femmina per far digerire quella prima porzione di notizie alla compagnia all' interno della casa: << E cosa successe dopo? >> le chiese Li: << Ricordo solo ben poco di quel giorno. I miei genitori erano i due capitani delle guardie elfiche e quando quei terribili mostri attaccarono il luogo in cui vivevamo, ci ritrovammo impreparati. Rimasi orfana fino a quando non giunse il Re degli Elfi in perlustrazione sui territori colpiti duramente dall' attacco improvviso, e si offrì di integrarmi nella sua famiglia, e di accudirmi come padre. Ma non credo che mi abbia considerato una figlia lui, almeno non come un vero padre avrebbe sempre fatto. Non ho più visto la luce di un tempo che si posava sul resto del mondo come un' aurora boreale. Tutte le creature si sono rintanate nei propri rifugi e a scappare dal nemico, e aspettare. Aspettare l' alba del giorno che avrebbero visto per poco. Aspettare la loro ora. Aspettare qualcuno o qualcosa. E la speranza di una volta riavverarsi più limpida che mai nei loro cuori >> buttò tutto giù d' un fiato il disastro che si compì davanti ai suoi occhi per opera delle forze maligne e per le quali è stata costretta a soffrire per la mancanza dei suoi parenti per molti anni. Guardò ancora Kili con tanta compassione. In quella posizione da sdraiato e con un arto fasciato, l' Elfa aveva sempre più a cuore la razza dei Nani che lottava per riavere una casa dalla quale non facevano ritorno da un lungo periodo. Anche loro combattevano per la sopravvivenza, così come ogni altro essere che si ritrovasse in pericolo e minacciato da una forza ulteriormente malvagia nel loro mondo. Come osservava il corpo del Nano giovane ripensava a tutti i caduti che ci sono stati in questi anni di battaglie contro gli eserciti nemici, e di come le notizie dei popoli sconfitti la facevano tornare ai crudeli momenti in cui lei assistette da piccola a dei conflitti contro di questi. Se solo avesse potuto fare qualcosa per salvare tutte quelle vite innocenti che cadevano una dietro l' altra, di giorno in giorno.

<< Ci sarà sempre una luce >> confermava Yuki ottimista al massimo del suo carattere, rincuorando l' Elfa e confortandola: << No. E' svanita da tempo, ormai >> ridisse Tauriel scuotendo di poco la testa: << Se noi non riusciamo a vederla, non vuol dire che è sparita del tutto. Adesso tocca a noi essere il faro di guida. Guardati dentro. Potresti essere tu quella luce. Potresti essere tu la sua luce >> rispose il ragazzo. L' Elfa rimase ancora ammutolita, sapendo più che mai che il giovane dal potere magico aveva visto bene nei sentimenti di dolcezza che la giovane guerriera riservava per la persona che teneva molto più nel voler bene. Abbandonò la conversazione e si mise a staccare le bende compressive dalla gamba di Kili. I Nani partiti alla Montagna stavano ancora seduti a discutere di un piano che li potesse salvare al più presto dalla situazione in cui erano finiti da tempo con il drago. Il fuocherello acceso, per fortuna si teneva ancora vivo nelle sue fiamme di consumare la legna: << E' da un po' che siamo bloccati qui. Io direi di muoverci adesso e in fretta >> disse Sakura seduta a fianco a Balin: << No >> ribattè Thorin a braccia conserte e camminando avanti e indietro come un generale che parlava ai suoi commilitoni: << Il drago è ancora là fuori. In qualunque momento salterà allo scoperto >> spiegò il Principe dei Nani alla ragazzina che emise un sospiro desolato al non ascoltare la sua richiesta. Voleva rivedere i suoi amici dalla quale le sembrava una vita che si fosse allontanata da loro: << E come faremo con il cibo? A procurarcelo? Le dispense sono ai piani inferiori >> << Manderemo un paio di noi a recuperarle durante le ore in cui la bestia dorme, non c'è alcun problema >> rassicurò Thorin alla sentenza del suo compagno Balin: << Ma di che dobbiamo preoccuparci? Alla fine c'è Sakura che ci protegge con i suoi poteri straordinari >> << Cosa? >> chiese la stessa ragazzina al Nano Dori che sembrava dal tono che assunse che volesse mandare in pericolo la povera ragazza: << Io non credo >> aggiunse ancora Thorin, non vedendo in buone condizioni Sakura. Gli bastò guardarla per un attimo e capire che la sua faccia era stanca: << Ma che dici, posso farcela >> << Sei debole. Non puoi reggere un altro uso della tua magia per proteggerci a lungo. Devi riposare >> le consigliò caldamente il Principe dei Nani. Sakura non aggiunse altro alla sapienza del Nano che intuì che il suo stato non era fresco nel poter sopportare l' utilizzo delle carte magiche. La ragazzina ammise con un gesto del capo che abbassò verso terra che era come diceva Thorin. Si morse il labbro mentre tastava la Carta del Destino che teneva nella tasca destra e che con tutta probabilità era la causa del suo mancamento di potere. Doveva davvero distruggerla, evitando che tutto quello che Smaug disse si avverasse? Quell' oggetto le dava ancora dei dubbi a riguardo, nonostante fosse la cattura carte in persona che custodiva con affetto le sue carte del potere.

Sakura era ancora confusa da quello che la mente le faceva pensare contro ogni senso: se le carte di Clow erano state create per equilibrare l' universo, allora perchè esistevano ancora delle creature così malvagie da poter scombussolare le vite degli altri? La saggezza delle persone che l' avevano circondata poteva risultare inutile adesso, così come il potere delle carte, a differenza delle parole del drago che albergavano da un po' nell' animo di Sakura. Tauriel, dopo la discussione con Yuki, fasciava con delle bende più spesse la ferita di Kili. Il Nano cominciò ad ansimare sul tavolo di cucina dove era posato e dove riposava. Aprì gli occhi lentamente, respirando sereno dopo che si destò dalla sonnolenza dovuta alla debolezza della sua lotta contro il dolore. I suoi occhi neri e stanchi si posarono al lato della tavolata in fondo, fissando l' Elfa che ultimava le cure sulla sua gamba e che riuscì a guarirla. Questa era segnata dalla verità che le fu condivisa da Yuki, detto in modo indiretto a lei. Diede un' occhiata di sfuggita a Kili, assicurandosi che non stesse di nuovo sentendo male: << Più passa il tempo e più non riesco a non pensare di agire >> disse Li spazientito dell' attesa di rimanere in quella casa, distante dalla vista della sua Sakura. Si sedette di nuovo su una sedia, vicino a Toy, anche questo in trepidante attesa di fare qualcosa o almeno di rivedere la sorella partita. Gli altri tre Nani che erano rimasti ad assistere Kili, erano in cucina ad attendere che il loro compagno si riprendesse: << Avevo sentito delle meraviglie della medicina elfica. E' stato un privilegio assistervi >> disse Oin superando Fili da dietro e parlandogli della sua sorpresa riguardo agli effetti miracolosi che poteva avere la Foglia di Re, mai vista in uso ai suoi occhi prima d' ora. Fili era riconoscente all' Elfa che salvò suo fratello da morte certa, e scusandosi con lei dello scontro verbale che si accese. Kili aprì per poco le palpebre, provato in tutto il corpo dal dolore che lo tormentò per alcuni giorni alla gamba: << Tauriel... >> richiamò con voce stanca l' Elfo femmina che gli era sempre stato accanto, anche adesso. L' Elfo guerriero si voltò verso di lui, incrociandolo ancora nello sguardo color nero della terra più profonda. Gli sorrise leggermente e con tono dolce gli disse: << Sta fermo >> mentre cercava una risposta alla serietà che ebbe nel guardarlo. Riabbassò i suoi occhi sul lavoro che stava finendo, ritirando le cose dal tavolo. Era forse confusa dalla discussione con Yuki e con gli altri, dubitando di quello che il giovane le aveva fatto capire riguardo al Nano che si mise a curare. Kili osservò un altro punto della bellezza di Tauriel, il cui viso era coperto a metà dai lunghi capelli rossi e ben pettinati che le cadevano fino alla schiena: << Tu non puoi essere lei... >> aggiunse il giovane Nano. Tauriel si fermò, alzando lo sguardo davanti a lei a quello che le stava dicendo Kili nel mentre che lo ascoltava nel suo timbro di voce alla quale si affezionò. La stava paragonando ad una bellezza mai vista, e si ricordò ancora delle parole del giovane Yuki: << Potresti essere tu la sua luce >> proprio quelle parole le tornarono in mente, quasi presagendo il significato di quello che voleva dirle il Nano: << Lei è molto lontana. Lei... Lei è molto, molto lontana da me. Lei cammina nella Luce delle Stelle in un altro mondo >> proseguì Kili.

Questi alzò gli occhi al soffitto con quelli che diventavano lucidi al ringraziare il suo scampato trapasso. Ora si sentiva una luce calda che gli dava vitalità, rara fino ad ora ai suoi occhi, e così come quelli della sua gente. Non aveva mai avvertito un senso così forte di calore in corpo, e tutto lo doveva grazie all' Elfa Tauriel. Non poteva essere lei la persona che portava alla guida il cuore del suo adorato Nano. I dubbi che aveva adesso le furono meno concreti, resi tali anche dalle parole del ragazzo che aveva un dono di prevegenza con i suoi poteri. Tauriel si voltò ancora da Kili mentre sembrava delirare in un comportamento che non gli riconobbe tanto dolce nell' aspetto: << E' stato un sogno e basta >> aggiunse lui sconfortato tristemente dalla visione che ebbe in Tauriel, non rivedendole più la luce bianca che le apparve nei contorni. Quella luce poteva guidare l' Elfa verso i suoi sentimenti, pensava. Tauriel rimase scioccata, non sapendo cosa dire. Vicino alle sue dita si sentiva una mano che le andava a sfiorare. Indirizzò gli occhi alla mano sinistra, vedendo che quella di Kili stava sempre più per toccarla nelle falangi, cercando ancora il calore che sentì prima al momento della sua guarigione. Alla fine sentì il tocco delle dita del Nano e non ritraè la mano indietro, anzi, ci stava bene al contatto con quelle dita poco più grosse delle sue. Fece per mandare di poco avanti la sua mano, volendo sentire quella del salvato Kili. Ora sapeva che cosa provava per lei e questa era la volta che il suo cuore si sarebbe rigiovato, dopo tanti anni di animo duro. Sapeva qual era la persona a cui riservava dei sentimenti veri: << Credi che avrebbe potuto amarmi? >> chiese con voce quasi rotta dalla tristezza il Nano, richiudendo gli occhi per non sapere di una delusione che gli avrebbe di nuovo colpito l' anima. Sperava che quella luce fosse davvero vera all' interno di Tauriel. Quest' ultima si sentiva il dovere di emettere la risposta a Kili, ma qualcosa la fece rimanere senza parole, aprendo di poco la bocca per poi allontanarsi dal tavolo non appena il Nano si riaddormentò, staccandosi dal tatto con la sua mano.

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Capitolo 41
*** Episodio 292: Un piano disperato ***


Un improvviso rumore si udì nella stanza dove il gruppo dei Nani e Sakura stava riposando. Quel rumore fece tremare per poco il soffitto in pietra. Da questo cadde della leggera polvere ma in grande quantità che andò a posarsi sopra il fuoco acceso, spegnendolo del tutto: << Oh, proprio adesso che mi stavo riscaldando i piedi! >> << Silenzio. State ad ascoltare >> intimò Dwalin di guardia al suo compagno Dori che si lamentò dell' imprevisto. Tutti volsero i propri occhi verso l' alto, stando a sentire il rumore che scuoteva sempre di più il luogo chiuso in cui erano. Il suono di quelli che sembravano dei passi in avvicinamento si fece sempre più acuto. Sakura trattenne il fiato dalla tensione che stava accumulando dentro sé, roteando da una parte e dall' altra le orbite, e incrociandole ogni tanto con Thorin. Questi fece per alzarsi dal posto in cui si sedette poco fa, dirigendosi verso la parete squarciata in parte dalla crepa. Per sua fortuna si trovò ancora distante dal muro quando la lieve luce che finiva nella stanza si oscurò da un grosso manto rosso scuro. Un verso gorgogliante si sentì quando il manto rossiccio salì fino a quella crepa dall' esterno. Il Principe dei Nani fece in tempo a capire di cosa si trattasse: << State giù! Non muovetevi! >> ordinò a tutti i compari a bassa voce di atterrarsi sul pavimento. Il drago era ancora in circolazione, alla ricerca sfrenata delle sue prede dalle quali non si dimenticò che erano ancora nel regno. Dwalin si gettò a schiena a terra, poco distante dal muro, e rimanendo immobile nei suoi movimenti. Il brontolio si fece ancora più acuto ora che la Compagnia sventurata rimase nel più totale dei silenzi. Le squame del drago si potevano intravedere dall' esterno, attraverso la crepa del muro. Sakura alzò di poco lo sguardo su di essa, guardandola di sbieco mentre si manteneva sdraiata a terra. La parte del corpo del drago risalì ancora più su dello squarcio nella parete, fino a che non si posizionò l' occhio malefico della bestia. Sakura come lo vide ritirò gli occhi da un' altra parte, ansimando sempre più dal panico. L' orbita di Smaug era molto grossa se vista da vicino, e la cattura carte ebbe questa seconda occasione per rendersi conto di quanta paura suscitasse Smaug. La sua pupilla che si apriva come una finestra nera in mezzo all' iride, andava a controllare ciò che riusciva a vedere nella stanza.

Il colore giallo del suo occhio sembrava un faro che illuminava ogni cosa sotto tiro. Ori cominciava a mordersi le labbra per trattenere il minimo rumore che avrebbe fatto se si fosse ritrovato il drago davanti. Il mostro rimase ancora per un po' a sbirciare attraverso la crepa, quasi facendolo apposta di soffermarsi in quel punto come se sapesse che i Nani si nascondevano lì. L' occhio del drago però si ritirò verso l' alto, proseguendo nel controllare altre stanze in fondo all' altezza del piano in cui era. Insieme a lui se ne andò anche il suo verso inquietante che seppure era ben noto ai Nani, faceva ancora esprimere timore. Smaug aveva risalito quei piani tramite altri pontili di sotto e ora le sue zampe andavano a posarsi nelle strade rialzate più avanti, lasciando ancora una volta la Compagnia di Nani e Sakura ancora sotto la loro copertura. I componenti del gruppo si rialzarono di scatto in piedi e si riversarono tutti alla parete, osservando ancora una volta il drago che si allontanava la cui grandezza incupiva sempre di più: << Non possiamo andare avanti così. Il tempo per trovarci si sta avvicinando inesorabile, me lo sento >> commentò Dwalin al grosso corpo della bestia che spariva ai piani di sotto: << Sembra quasi che riesca a sentire il nostro odore a cento miglia di distanza >> disse Thorin irritato da quest' ultimo episodio. Sakura fu come toccata da quest' ultima sentenza detta dal Nano. Abbassò ancora lo sguardo verso la Carta che teneva nella tasca destra, ora accertandosi che probabilmente era lei che stava manipolando la situazione, secondo quanto diceva la volontà del drago. Non era da lei però prendere la decisione di distruggere una carta, e prima che pensasse a qualche altra cosa sul suo conto, Thorin diede un altro ordine: << Lasciamo subito questo posto. Neanche qui siamo al sicuro >> << E dove andremo? >> gli chiese Nori: << Andremo ancora più all' interno. Ci sono altre sale più avanti. Venite, presto >> concluse in fretta il Principe facendo strada al suo gruppo. I Nani e Sakura si rimisero a seguire il loro capo branco, lasciando il luogo discendendo le scale e continuare a correre nel lungo corridoio per raggiungere le sale più in fondo che c' erano pur di non avvistare il drago che li pedinava senza un attimo di respiro. Kili, nel frattempo, aveva ripreso a dormire sul tavolo di cucina. Un cuscino di noci gli era stato posto dietro la testa per fargli superare anche il leggero mal di testa che gli era rimasto dal troppo soffrire dal dolore. Tauriel adesso era distante dal tavolo e si teneva stretto il braccio sinistro ripensando a quello che il giovane Nano le aveva detto sotto l' effetto della medicina elfica. Era vero quello che uscì dalla sua bocca? I dubbi la assillarono ancora fino a quando non avrebbe preso la decisione di confessare a Kili quello che provava per lui. I tre figli di Bard e gli altri tre Nani nella casa attendevano ancora nella stanza più avanti della cucina, nel salone. Il gruppo della cattura carte invece era rimasto ancora lì nei pressi della cucina, dove le finestre volgevano verso la Montagna Solitaria.

<< Ci stanno mettendo troppo >> disse Toy tra sé e sé, constatando che il tempo da quando Sakura e i Nani erano entrati era trascorso di molto. Tomoyo si lasciò sconfortare dalle parole del fratello della sua migliore amica, ripiombando nell' incertezza: << Sakura dovrebbe essere già di ritorno, ormai. Deve essere quel pigrone di Kerochan che li ha fatti perdere nella Montagna. Forse è per questo che ci mettono tanto >> aggiunse Meiling per alleviare la tensione negli altri: << E il drago, allora? L' avranno sconfitto >> disse Tomoyo con un bricciolo di speranza nella voce: << Non lo so. Penso di sì >> cercò di esserle ottimista la cinesina a fianco. Li era molto serio nei suoi pensieri. Il ragazzino in abito cinese era poggiato al muro della casa tenendosi le braccia conserte e riflettendo sulle sue sensazioni: << E' tutto molto strano >> parlò all' improvviso il misterioso Li. Meiling e Tomoyo lo guardarono confuse in una sua affermazione che aveva tutto da nascondere: << Scusa Li, ma a cosa ti riferisci? >> gli domandò Tomoyo curiosa di sapere cosa aveva rimugginato il suo amico: << Non riesco ad avvertire la presenza di Sakura nella Montagna, né il potere delle sue carte >> << Eh? Cosa? >> << Le è successo qualcosa? Dimmi >> gli domandarono insieme le due amiche per saperne di più: << Spero di no >> << E allora come mai sei diventato serio tutto in una volta? Che cosa vuoi dire con “spero di no” >> gli chiese Meiling. Il cugino emise una faccia ancora più pensierosa del solita, come se non conoscesse veramente l' esito di quello che stava accadendo: << Non riesco a percepire neanche il minimo di malvagità del drago >> affermò Li: << A proposito, Li, che cosa volevi dirmi prima che ci attaccassero gli Orchi? Si trattava di questo, per caso? >> gli chiese Yuki ricordandosi delle parole che il cinesino gli disse: << Sì, esatto. E' di questo che ti volevo parlare, Yuki >> confermò lo stesso Li staccandosi dal muro. Toy si alzò dalla sua sedia e ora fissava il ragazzino con fare del tutto serio e nel silenzio possibile: << Che cosa sta succedendo? >> << E' quello che vorrei scoprire anch' io >> ammise tuttavia Li alle prime preoccupazioni di Toy: << Che cosa facciamo? >> si chiese Tomoyo al culmine della tensione. Li si mise come suo solito a pensare, guardando il pavimento per trovare una risposta. Poi si rivolse a Yuki: << Senti, prova a trasformarti >> << E perchè? >> << Voglio vedere se tu sei in grado di percepire il potere di Sakura nella tua mutazione suprema >> spiegò il cinesino al ragazzo con gli occhiali: << Va bene >> annuì di conseguenza lui. Yuki chiuse gli occhi come da rituale della sua trasformazione e delle grosse ali bianche gli spuntarono dalla schiena, avvolgendolo tutto d' intero mentre intorno a lui c' era un cerchio magico che illuminava il pavimento. I Nani e i figli di Bard, così come Tauriel, si girarono verso la cucina per ammirare lo spettacolo della luce bianca che inondava ogni parete. Come le grosse ali smisero di racchiudere Yuki, al suo posto apparve Yuè, il Giudice Supremo delle carte. I presenti furono sorpresi da questo evento quasi quanto Tauriel che ora credette alle parole del giovane sul suo alter ego.

<< Dimmi, riesci a percepire qualcosa, Yuè? >> << No. Neanche in questa forma i miei poteri non oltrepassano la Montagna >> rispose con il solito tono superbo la creatura angelica. I dubbi di Li continuavano a concretizzarsi ad ogni istante, sempre di più: c' era davvero qualcosa architettato dietro l' impresa dei Nani di Erebor. << E questo cosa significa? >> domandò Toy quasi in agitazione: << C'è una sorta di magia potente che avvolge la Montagna. Un potere che ci sta mettendo in difficoltà. Sta succedendo come allora >> disse ancora Li con sguardo accigliato e sicuro sul motivo per il quale i suoi poteri e quelli di Yuè non avevano effetto: << Hai provato con la tua bussola? Forse i poteri sensoriali non servono a volte per rintracciare una persona >> propose Meiling al cugino: << Non cambierebbe niente >> << E perchè? >> chiese Tomoyo alla negazione di Li: << Perchè come ho detto prima non riesco a sentire il potere delle carte. E la bussola ha questa capacità, perciò è inutile provarci >> spiegò il cinesino: << Sembra tutto molto simile a quello che io e Sakura abbiamo passato nel primo viaggio. Anche prima che venissimo attaccati dagli Orchi non abbiamo sentito la loro presenza e siamo limitati a sentirli con i nostri sensi >> << Sì, devo ammettere che è piuttosto strano quello che sta succedendo >> confermò anche Toy le preoccupazioni dei due amici. Bofur e Oin erano rimasti impressionati dalla trasformazione a cui assistettero davanti ai loro occhi da quel ragazzo: << Un' altra magia? Non finiscono mai di sorprendermi >> << Già. Mi sa che siamo finiti in un gruppo di stregoni letali >> aggiunse Bofur alla prima sentenza di Oin: << Anche se devo ammettere che quello lì non sembra adatto alle armi, è stato più agile quell' Elfo di lui >> commentò il primo Nano al suo compagno, criticando Yuè. Questo roteò il suo sguardo verso i due Nani, avendo sentito con le sue orecchie e l' udito sviluppato che stavano parlando di lui: << Vi ho sentito >> li avvertì quasi severo. I due Nani fecero per rintanarsi dietro al divano, temendo di aver fatto alterare la creatura dallo sguardo di ghiaccio. Tilda ai suoi occhi si trovava ancora più confusa, non capendo realmente cosa poteva esserci dietro all' opera. Gli Orchi che erano fuggiti dalla casa di Bard proseguivano nella loro continua fuga capitanati da Bolg. L' Orco albino percorreva ogni via della città con pochi dei suoi soldati che lo stavano a seguire dietro, e si teneva ancora tra le mani il suo lungo bastone. Nella corsa continua si voltò alle spalle per controllare se gli uomini che aveva lo stavano ancora seguendo, e qui scoprì che erano diminuiti ancora di numero. Bolg si fermò, emettendo un' espressione quasi irascibile a ciò: << Dove sono tutti gli altri? >> chiese ad uno dei suoi soldati che gli passava accanto: << Sono rimasti ancora indietro, signore >> << Fateli richiamare subito. Devono sbrigarsi >> ordinò stizzito il grande orco al suo servo che fece dietrofront ad avvertire i soldati lasciati alle spalle. Il figlio del Profanatore fece per proseguire la corsa con sempre i suoi servi che lo fiancheggiavano, ma egli si dovette fermare al sentire una voce che lo chiamò: << Bolg >>.

Questi venne preso dalla confusione, dubitando del suono della voce da dove provenisse e che gli era tanto familiare, mentre i restanti Orchi continuavano ad avanzare verso l' uscita della città: << Chi è stato a parlarmi? >> << Bolg, sono io, tuo padre >> gli ridisse la voce. Azog si era messo in contatto telepaticamente con il figlio che rimase incredulo alla sorpresa: << Padre? Siete voi, davvero? Come avete fatto a-- >> << Non preoccuparti. Il Padrone mi ha concesso la grazia di entrare a far parte di un po' del suo potere. Grazie a questo potrò rintracciare la cattura carte >> continuò a comunicare Azog che era in marcia verso la Montagna con un esercito alle spalle. Bolg ebbe da ridire sulla questione, ricordandosi che insieme alla ragazzina e agli umani c' era anche Scudodiquercia: << A proposito, padre, nella casa del chiattaiolo non abbiamo trovato il Principe dei Nani, né quella mocciosa >> << Lo immaginavo. Sono andati alla Montagna, per questo >> << Alla Montagna? Ma certo, avete ragione >> rispose Bolg con un sorriso maligno. Azog proseguì nel dettare un ordine al figlio: << Ascoltami attentamente: la nostra priorità adesso è quella ragazzina. Ti occuperai di prenderla tu stesso, insieme a quei patetici Nani. Quella ragazza possiede un oggetto di grande valore con sé che potrebbe essere utile al Padrone >> << D' accordo >> rispose Bolg a messaggio ricevuto: << Dai conferma al Padrone della posizione della cattura carte e lascia il più in fretta che puoi la città. Non è più sicura come zona. E assicurati che nessuno ti segua, hai capito? >> << Sì, padre, ricevuto >> e si concluse così la comunicazione telepatica tra i due orchi. Bolg fece per richiamare i pochi uomini che aveva dietro, seguendo il consiglio del padre: << Forza, muovetevi! >> ringhiò a gran voce e dirigendosi verso il molo d' entrata cui mancava poco ad arrivarci. La Compagnia di Nani alla Montagna stava scappando nel lungo corridoio per tentare di raggiungere le sale più in fondo. Dopo che la loro copertura saltò per la ricerca continua del drago su di loro, questi non accennavano così come Sakura a smettere di correre: << Restate uniti >> bisbigliò Thorin svoltando a sinistra nella prima sala che vide ed entrandoci. Uno alla volta i Nani entrarono nella sala con le spade ben tenute in vista. Il Principe però ebbe uno sguardo pietrificato a ciò che vide davanti ai suoi occhi. Nella piccola sala c' erano distesi per terra una marea di corpi. La loro pelle era come resa scura dal troppo tempo che rimasero lì. Una montagnetta di loro era accumulata di fronte alla parete opposta. I vestiti e i capelli dei corpi erano rimasti ancora intatti in parte ma bruciacchiati. Quelli dovevano essere le vittime del fuoco del drago che li bruciò vivi in quello stesso punto. La pelle quindi era carbonizzata e si rese solida col tempo. Sakura avanzò al fianco di Thorin davanti a quel cimitero nella quale tutta la Compagnia prestava rispetto nel suo silenzio: << E' così, allora. Non c'è via d' uscita >> disse Dwalin nel varco dell' ingresso della sala.

I Nani erano tutti sconvolti da tutti quei cadaveri buttati e a cui le loro vite non vennero risparmiate neanche. Di fronte alla parete c' era incastrato tra i massi un bastone, magari usato per tentare di sollevare all' ultimo le macerie in un disperato tentativo di fuggire dalle fiamme del drago. Ma i Nani che abitavano allora Erebor, erano condannati all' interno della loro casa che divenne così la loro tomba. Thorin rimase ancora immobile nel suo sguardo, osservando dapprima l' intento della sua gente di voler uscire dalla Montagna, poi fallito miseramente con la loro morte. Guardava con il cuore a pezzi quello che era una volta il suo popolo, ora fossilizzato a terra come se niente fosse. Delle tele erano cresciute in ogni cadavere che si sgretolava nella pelle, come pietra in decomposizione. Tra quelle vittime c' erano una marea di guerrieri nanici in armatura da combattimento: << Gli ultimi della nostra famiglia. Devono essere venuti qui sperando l' impossibile >> disse Balin con voce rotta al ricordo della tempesta di fuoco che si abbattè su Dale e su Erebor. Vide anche i corpi di donne, alcune che tenevano in braccio i loro Nani appena nati, c' erano corpi di fanciulli che sognavano di diventare eredi al trono di Durin. Ma tutti i sogni futuri di queste vittime vennero spezzati dall' avvento del drago in quei giorni tristi in cui cadde Erebor. Le urla di terrore sembrarono così chiare alle orecchie di Balin e di Thorin e degli altri Nani che erano presenti quel giorno per assistere all' uccisione definitiva dei loro cari. La Compagnia si sentì come se lo stesso loro destino dovesse essere uguale a quei corpi riempiti di polvere e ragnatele a terra. Chiunque si avventurasse nella Montagna, ormai era condannato a morte. Tuttavia Balin ebbe ancora un po' di forza per parlare di un possibile piano di salvezza: << Potremmo raggiungere le miniere. Potremmo durare qualche giorno >> propose lui dalla parte sinistra di Thorin, preso dal paesaggio desolato che vedeva e che scoprì con tanto dispiacere: << No >> ribattè però il Principe, avanzando con sguardo fiero verso il mucchio di cadaveri. Questo non era un atto che doveva rimanere incompiuto, non per un Nano di sangue nobile e patriottico come lui. La rabbia contenuta alla vista dei cadaveri dei suoi cari gli aveva fatto scaturire un senso di ribellione contro il fuoco del drago, tanto letale da non poter esserci niente da fare: << Io non morirò in questo modo. Acquattato. Arrancando per respirare >> disse con voce più viva che mai come un giustiziere farebbe per quelli a lui legati nelle vene. Sakura osservò silenziosa il Nano che si dava la carica contro ogni calamità dalla quale era impossibile fuggire. Anche gli altri Nani non osavano ribattere al coraggio del loro capo che si prometteva di vendicare il suo popolo disteso ai suoi piedi. Nessuno osò dirgli che si stava spingendo oltre, perchè per lui niente sembrò risultargli impossibile dalla furia che emanava dalla compostezza: << Andremmo alle fucine >> << Lui ci vedrà. Certo come la morte >> disse Dwalin intervenendo su Thorin: << No, se ci dividiamo >> ribattè il Principe appieno della sua impavidità come non mai e della sua decisione: << Thorin, non ce la faremo mai >> aggiunse Balin sconfortato.

Ma anche a questa frase, Thorin non gettò da parte il carattere guerriero che assunse, ricordando di portare a termine e a qualunque costo la sua missione: << Qualcuno di noi potrebbe. Conduciamolo alle fucine. Uccideremo il drago. Se la cosa finirà tra le fiamme, allora bruceremo tutti insieme >> concluse con questa frase in un suo ultimo tentativo di sistemare le cose, se non altro in un suo disperato piano di salvezza, rischiando di rimetterci la pelle. Il suo sguardo deciso rassicurò però gran parte della Compagnia e anche Sakura annuì perchè si doveva fare. I Nani attuarono così il piano, dividendosi per gruppi e correndo per le strade del regno: << Per di qua! >> esclamò Thorin seguito da Sakura e da Balin. I tre compari facevano da esca per attirare il drago su di loro. Percorrevano il pontile percorso prima, sperando che il loro piano funzionasse a tutti i costi. Uno spostamento d' aria si udì nel vuoto di sotto, presagendo l' arrivo di Smaug che li scoprì: << Ah, fuggite. Fuggite. Mettetevi in salvo >> sibilò il drago spuntando dall' ombra di una grande parete rocciosa dove si era appostato per cogliere di sorpresa i Nani. Il drago adesso puntava ai tre compari che si erano staccati dall' intero gruppo, pronto a ucciderli: << Eccolo! >> disse Sakura fermandosi insieme ai due Nani che aveva a fianco: << Non c'è un posto dove nascondersi >> il drago discese la parete rocciosa e si eresse come un serpente pronto a sferrare il suo attacco sugli indifesi conigli: << Ehi! Dietro di voi! Verme! Verme! >> un grido da un altro punto della strada attirò Smaug. Era la voce di Dori che insieme a Ori e a Bombur cercavano di attirare il mostro verso di loro: << Forza! >> << Scappiamo! Nascondiamoci! Ah! >> dissero infine Ori e Dori con il drago che si infastidì alla loro presenza e che si gettò nella strada che ripercorsero all' indietro. Erano riusciti a distogliere la bestia da Thorin e da Sakura, ma ora erano loro ad essere salvati. Il piccolo gruppo di Sakura proseguì avanti, dietro al drago, dirigendosi per un' altra strada verso le fucine: << Ehi, tu! Qui! >> urlò a gran voce Dwalin insieme a Nori, facendo da altro diversivo per aiutare i loro compagni. Smaug si voltò di scatto e come un razzo partì verso gli ultimi due Nani che sentì dietro. Dwalin diede un colpetto a Nori, facendogli segno di scattare subito. Il drago planò sulla loro strada, poggiando in essa la zampa che ci mancò per poco che i due rimasero schiacciati sotto di essa, entrando in tempo nel passaggio avanti: << Via! Ah! >> gridò Gloin in squadra con Bifur entrambi correndo in un pontile più distante da Smaug ed entrando sotto una parete rocciosa. Attirarono così il nemico che si appoggiò alla strada rialzata, gonfiandosi nella gola di fuoco che fece fuoriuscire verso la stretta galleria che stavano percorrendo i due Nani che vide passare. Questi riuscirono a svoltare l' angolo a sinistra, mancando per un soffio di essere raggiunti da dietro dalla palla infuocata. Il rilascio della nuova fiammata era così potente che il fuoco si riempì in tutto il passaggio sottostante la parete rocciosa. Il calore del fuoco del drago arrivò perfino sotto terra. Il terremoto provocato dal ruggito della bestia fece muovere ancora nella corsa i due Nani.

Questi sembravano danzare in punta di piedi sopra il suolo che sembrava nascondere il magma di un vulcano. Con le scarpe che non potevano proteggerli dal caldo rovente di sotto, Gloin e Bifur scattarono avanti tutta mentre ogni parete si riempiva di crepe infuocate, così come il terreno che li stava seguendo. I due fuggitivi saltarono nel dirupo che si presentò a loro, ma finirono per rotolare in alcuni scivoli di ferro, finendo poi alla fine in seggiovie che erano tenute ferme da molto tempo. La loro fuga continuava con il drago che non si arrendeva a lasciarli stare. Ma il piano di Thorin stava funzionando.

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Capitolo 42
*** Episodio 293: Duello a Pontelagolungo ***


Mentre Thorin e i Nani si erano cominciati a muovere in un loro piano di distruggere il drago, la discussione alla casa di Bard andava avanti. Le paure di Li per la sua Sakura mettevano in allerta quasi tutti i suoi amici: << Se non riusciamo a utilizzare i nostri poteri, è un bel guaio >> disse Yuki ristabilitosi nella forma umana: << Già. Ed è esattamente quello che mi accadde con le carte quando ero con Sakura >> << Spiegati meglio >> intimò Toy al cinesino: << Durante il viaggio di un anno fa, io e Sakura accusammo dei cali di energia nei nostri poteri. A quel tempo se vi ricordate c' era Sauron che controllava gran parte della Terra di Mezzo. Ma oltre alla sua presenza, Sakura portava anche un Anello magico con sé. Questo la faceva indebolire e non gli consentiva di usare appieno la sua magia. Inoltre, quell' Anello aveva un potere persuasivo che la costringeva a tenerselo tutto per sé >> raccontò Li nel ricordare tramite la sua memoria dei problemi che si presentarono tra lui e la cattura carte: << Ma se bloccava i poteri solo a lei, tu eri in grado di usarli tranquillamente, o sbaglio? >> domandò Tomoyo: << Per dirla in breve, Sakura era soggiogata dall' Anello mentre io avevo il maleficio che da tempo infestava quelle terre. Quindi no, non potevo usare neanch' io il mio potere >> disse Li in conclusione. Tauriel era poco distante dal gruppo che parlava tra sé, e sembrò interessata all' argomentazione. Anzi, i suoi occhi si sgranarono di un po' alla nomina di un vecchio nemico che era comune non molto tempo fa ad ogni essere della Terra di Mezzo. Anche lei, come tutti, sapeva dell' avvento di una volta del Signore Oscuro poi svanito nel nulla ad opera di una ragazzina che ora combatteva contro un drago alla Montagna, aiutando così Thorin e i Nani che volevano riprendersi la patria: << Comunque non possiamo saperlo, senza averne avuto la certezza prima. Insomma, non può un' entità malvagia fare ritorno. Come sarebbe possibile tutto questo? L' Anello è stato distrutto e così ha fatto terminare la vita dello stesso Sauron >> annotava Toy in tutta sincerità. Ma qualcosa metteva in disappunto l' amico a fianco a lui: << Non per forza si deve trattare di lui >> << Mh? >> chiese Toy per ulteriori spiegazioni a Yuki: << E se è il drago ad avere questo potere? >> domandò azzardato lui.

I suoi amici rimasero quasi impressionati dalla sicurezza delle sue parole nel pronunciare quella sentenza: << Dici che è possibile una cosa del genere? >> gli domandò Meiling: << E' tutto da vedere. Spero di sbagliarmi, ma penso che il drago sia una sorta di reincarnazione dell' Oscuro Signore >> << Tu stai parlando troppo >> sbottò Tauriel in preda al nervoso contro il ragazzo che secondo lei tirava fuori delle sciocchezze: << Sauron ha regnato in questa terra molto tempo fa, ed è stato distrutto. Non c'è nulla che possa riportare a lui. Sono solo i resti del male del suo regno che bisogna estirpare il più in fretta possibile >> rispose l' Elfo femmina. Le sue maniere brusche zittirono per il momento Yuki e fecero rimanere senza parole i tre ragazzini. Toy invece ne fu molto irrittato a tal proposito, non sopportando ancora l' Elfo guerriero che attaccava l' innocente Yuki che parlava nel suo tono più gentile di sempre: << Ehi, i tuoi modi di reagire non mi piacciono a fatto. Guarda che siamo più coscienti di te di quello che ha provocato Sauron un anno fa, cosa credi? >> disse Toy digrignando i denti: << Beh, sapete ben poco, allora >> ribattè Tauriel parandosi di fronte al giovane: << I suoi Orchi andavano mandati da lui stesso oltre i confini di Gondor, verso gli altri popoli che erano più deboli e che con tutta probabilità aiutavano la casata dei Re degli Uomini. Come ti ho già detto, ci sono le creature che rimasero nascoste da tempo dalla sua scomparsa, e ora sono tornate per vendicarlo. Tutto qua. Ma è solo un piccolo numero, non sono niente in confronto ai battaglioni che lui stesso sguinzagliò dalle sue mura verso il mondo degli Uomini >> << Parli come se non ti importasse niente. Ti è tornato fuori quel caratteraccio tipico della tua razza, per caso? Magari, se stai ad ascoltare quello che ti sta dicendo Yuki forse non andresti a conclusioni tanto affrettate. C'è un drago in quella Montagna che è al centro di tutto quello che ci sta capitando. E deve essere per forza lui la causa di tutto >> insisteva Toy nella sua opinione: << Sai una cosa? Forse qualcuno avrebbe fatto meglio a starsene al suo posto, piuttosto che risvegliarlo e provocare un disastro prossimo >> disse rude Tauriel. Toy si sentì come se quello che avevano fatto fino ad ora lui e tutti quelli cui gli erano accanto non fosse riconosciuto dall' Elfo femmina. Ma più di questo, sentiva che sua sorella era stata messa da parte: << Ma come osi? >> fece per farsi fuoriuscire altre parole, ma venne bloccato dal suo amico. Yuki gli mise una mano sulla spalla con decisione, scuotendo la testa per evitare di andare oltre nella discussione che si accese ancora con Tauriel. Toy riassunse il carattere pacato mentre veniva osservato amaramente dai tre compagni poco vicini a lui. Anche loro si sentivano un po' in colpa, ma era nel loro carattere non potevano fare altro. Era già tanto che erano arrivati a quel punto e si erano offerti di accompagnare i Nani nella loro missione che si stava rivelando piena di insidie. Toy diede retta al suo compagno e ebbe da dire un' ultima cosa all' Elfo femmina che lo guardava con fermezza: << Non ti importa proprio niente. Lo sapevo >> commentò quasi freddamente alla guerriera.

Questa accolse l' offesa del ragazzo, e se la tenne perchè pensò solo adesso che tra i Nani andati a riprendersi la Montagna c' era anche la volontà di Kili. Il suo adorato Nano che provò dolcezza dal primo momento in cui lo incontrò. Toy fece per abbandonare la conversazione con la difficile comprensione di Tauriel e decise di parlare di altro con i suoi compagni: << Dobbiamo sapere adesso che ne abbiamo la possibilità che cosa stanno architettando quegli Orchi >> disse Tomoyo pensando tra sé e sé: << Giusto. Su questo potremmo fare qualcosa >> ribattè deciso Toy, proseguendo: << Erano lo stesso branco che era comandato da Azog, a quanto pare. Ma adesso lui non c'è più, e questo mi fa pensare ancora in negativo >> << Cercavano qualcosa o qualcuno >> annotò Meiling pensierosa anche lei. Fu in quel momento che il cinesino ebbe un' illuminazione: << Thorin! Azog stava cercando Thorin >> esclamò lui con sorpresa: << Ma allora se è così... >> << Se è così... >> ripetè per ultimo il cinesino proseguendo dopo la frase che strozzò Yuki. Li si voltò verso la finestra dietro di sé, avvistando subito la Montagna Solitaria che era racchiusa nella vetrata in vista: << Significa che si sono diretti alla Montagna >> terminò con preoccupazione Meiling: << Accidenti! >> disse Toy afferrando solo ora il piano degli Orchi che era quello originario del Profanatore. Li fece subito per andare fuori nel balcone esterno, affacciandosi dalla ringhiera in legno con gli occhi privi di una soluzione da trovare. Sakura e i Nani se sarebbero usciti dal monte solitario, li avrebbero colti di sorpresa il branco di Azog: << Che cosa vuoi fare? >> << Andare da lei e salvarla >> ribattè il cinesino a Tomoyo. Saltò con un balzo la ringhiera del balcone, atterrando con un gesto atletico nel pavimento che circondava la casa: << Aspettami, Li. Io vengo con te >> << Va bene, Toy >> lo rassicurò il ragazzo pronto a seguirlo verso la Montagna: << Voi non andrete da nessuna parte >> << Che cosa? >> chiese Toy alle parole dell' Elfo femmina che si rivolse ai due avventati con fare schietto: << Adesso ti preoccupi per noi? >> << Non sapete con chi avete a che fare, te l' ho già detto. So di cosa sono capaci quei mostri. Se vogliono ci possono fare a pezzi >> disse Tauriel per cercare di fermare Toy: << Non ho nessuna intenzione di starti ad ascoltare. Forza, andiamo >> disse il giovane emettendo il primo passo verso le scale per raggiungere il cinesino di giù: << Se non interveniamo, le cose potrebbero mettersi male >> << Avevi ragione, ragazzino, quando dicevi che il vostro posto era il mondo in cui vivete. Era meglio se restavate lì, anche voi. Non potete fare nulla >> disse Tauriel per rispondere a Li. Il cinesino fu preso dalla botta della risposta che diede in una sua discussione con l' Elfo femmina poco fa. Toy stava scendendo le scale, armato della sua katana tradizionale per combattere contro i mostri che avrebbe incontrato insieme a Li. Dal balcone si affacciò anche Yuè, riapparso d' improvviso per frenare e avvisare l' intento dei suoi amici: << Fermi. E' troppo pericoloso >> << Ma anche tu, Yuki? Sakura è in pericolo e-- >> << No. Non lo è >> rispose subito il Giudice Supremo, interrompendo il suo amico Toy.

Secondo a quanto aveva avvertito Yuè, Sakura non correva il rischio di essere raggiunta dagli Orchi: << Che vuoi dire? >> domandò Li da sotto: << Se davvero avevano intenzione di andare alla Montagna, allora avrebbero mandato un intero esercito per assediarla dall' interno. Ma finchè c'è il drago, dubito che oserebbero entrarci >> spiegò la sua sentenza Yuè. Toy si mise a fissare Li che aveva assunto un' espressione triste a riguardo, abbassando gli occhi in giù. Il cinesino abbassò anche le braccia lungo i fianchi e si stringeva i pugni dalla frustrazione, sapendo chiaramente che era troppo rischioso dirigersi alla Montagna con quegli Orchi nei paraggi: << Non abbiamo un piano da mettere in atto e agendo senza il nostro gruppo rischierebbe di diminuire di numero. Credimi, Li, non possiamo fare niente. O almeno non senza Bard >> continuava a spiegare al ragazzino impavido che perse per un attimo la pazienza di aspettare e si fiondò direttamente giù dalla casa. Egli però dovette ammettere la triste realtà qual era e allentò la stretta dei pugni: << Hai ragione. Non possiamo fare niente senza parte dei nostri poteri >> rammentò Li desolato: << Saremo costretti ancora ad aspettare. Non conosciamo realmente le loro intenzioni, per il momento lasciamoli andare. Ma sono sicuro che li rincontreremo di nuovo >> ammise il Giudice Alato volgendo lo sguardo all' orizzonte. Toy riuscì a sentire l' ultima frase dell' amico che disse quasi con tono un po' più basso, suscitandogli altri problemi che dovevano presentarsi in futuro. I tre rimasero seri nel loro silenzio sotto il bagliore della luna che non era vista come uno spettacolo da vedere in serenità. Yuè fece rientro nella casa e la sua vista si posò nella spada Orcrist che Thorin lasciò in sua custodia. Il Giudice osservando l' arma elfica aveva un brutto presentimento riguardo al Nano. Alla Montagna Solitaria, il drago aveva abboccato all' amo e si mise all' inseguimento di parte dei Nani che si erano divisi in piccoli gruppi per attirare la bestia verso le fucine naniche. Smaug ora più che mai furioso e dava la caccia ai due Nani Gloin e Bifur. I suoi passi erano talmente acuti che come pestava il terreno, provocava un terremoto ravvicinato. La sua avanzata lo condusse sotto alla galleria dove le ultime sue prede che aveva avvistato erano riuscite a infilarsi. Gloin e Bifur si affacciarono dalle loro seggiovie sentendo il boato che si avvicinava sempre di più. Smaug con un ruggito assordante sfondò una parete di pietra, sbucando sotto ai carretti appesi e fermi nella funivia. I detriti del muro volarono per alcuni metri più avanti a lui, dando di nuovo inizio alla caccia alle due prede. Queste cominciarono a saltare di vagoncino in vagoncino, rischiando con i loro movimenti di far spezzare i tiranti delle seggiovie che pendolavano da una parte e dall' altra: << Forza, fratello, resisti! >> esclamò Gloin a Bifur che rallentava nei salti disperati. Il drago li seguiva da sotto, accelerando il passo per tenersi la bocca pronta a sputare il fuoco: << Finirete tutti arrosto! >> disse minaccioso riempiendosi la gola di fuoco che vibrò contro i vagoncini sospesi in alto. Bifur fece in tempo a saltare nel carretto avanti e a mancare che la fiammata del drago lo cuoceva all' interno dell' altro.

Smaug non si fermò qui e continuò a sputare ancora fiamme, colpendo sempre le seggiovie dove saltarono i due Nani per andare avanti. Ad un' ennesima fiammata che risultò più forte nel suo getto, Bifur nel suo salto si sentì deviato dal brusco movimento del carretto di prima, che lo fece finire aggrappato al bordo dell' altro davanti: << Oh no, fratello! >> disse Gloin andando per aiutarlo a rialzarsi mentre Bifur sgambettava a penzoloni nel vuoto. Fu quello il momento in cui Smaug decise di lanciare il fuoco, approfittando della distrazione dei due Nani. L' immensa fiamma era diretta a tutta velocità sui Nani che si ritrovarono nello stesso vagone e che stavano per finire bruciati: << Carta dello Scudo, vai! >> si sentì la voce di Sakura che con lo scettro della stella metteva in gioco una delle sue carte per salvare i due Nani. Un enorme scudo difensivo si formò nella zona delle seggiovie, circondando Bifur e Gloin, che videro il fuoco che sbattè con violenza nella bolla protettrice, non superandolo in forza. Il drago ringhiò al fallimento dell' uccisione delle sue prede scelte e andò con lo sguardo a cercare la colpevole di ciò. Sakura, insieme a Thorin e a Balin, correva in una stradina più avanti del drago. Quest' ultimo li vide e decise di occuparsi prima della ragazzina che poteva disturbarlo ancora. La bestia spiegò le sue ali e si diresse verso il pontile, inseguendo i tre fuggitivi distanti da lui: << E' dietro di noi! >> avvertì Sakura volgendo per un attimo gli occhi dietro: << Non fermatevi voi. Sta procedendo come previsto. Avanti! >> disse Thorin spronando i suoi due compagni di squadra che ebbero da percorrere un immenso salone davanti a loro con alle calcagna il terribile Smaug. A Pontelagolungo, intanto, Bolg e due dei suoi Orchi rimasti si radunarono all' ingresso della città. Qui ad accoglierli c' era una pattuglia di loro simili in groppa ai loro Mannari neri che attendevano ordini dall' orco albino: << Manda notizie a Dol Guldur. Scudodiquercia ha raggiunto la Montagna! >> informò uno dei sei Orchi sopra ai Lupi feroci. Ma ad un certo punto, il rumore di un tintinnio di spade giunse fino al branco di Orchi riunito lì alla periferia. I mostri si voltarono verso la direzione da cui proveniva il fracasso, emettendo ringhiate disapprovanti insieme ad alcuni Mannari. Bolg si voltò di seguito, immaginando già chi era che si era messo sulle sue tracce. Legolas stava sempre più per giungere dal possente orco, e dilaniava a suon di pugnali i restanti Orchi che si ponevano in mezzo alla strada. Dapprima sgozzò un primo mostro, facendo per dirigersi verso il secondo che lo finì con una velocità pazzesca con le sue lame affilate. L' Elfo si diresse poi verso l' ingresso della città per abbattere altri Orchi in fuga. Il suono dei pugnali che sbattevano contro di essi non si udì più alle orecchie di Bolg, intuendo che il suo avversario si dirigeva da lui.

All' orco non gli rimase altro che sbarazzarsi del rivale in arrivo, mandando via il branco che lo aspettò: << Presto! Voi due, venite con me >> ringhiò ai due servi rimasti per seguirlo. Il grosso orco si preparava ad affrontare l' Elfo insieme alle sue due guardie del corpo. Gli Orchi sui Mannari diedero il via alle loro cavalcature di uscire dalla città al continuo loro ringhiare. Il branco messaggero così attraversò il varco principale e con uno scatto delle loro bestie, percorsero a tutta velocità il lungo pontile facendo rotta verso Dol Guldur. Bolg si affrettava ad incontrare il suo rivale, e fece alcuni passi prima di soffermarsi tra le casette intorno, sapendo che lo avrebbe trovato lì. Legolas, come da aspettative dell' orco, svoltò l' angolo di una casa e si fermò nella corsa anche lui, avvistando il capo del branco che attaccò la casa di Bard che gli mostrava un lato del corpo grosso che aveva. Bolg si voltò di conseguenza verso l' Elfo e mostrò a lui il suo terribile viso in parte sfigurato e con un occhio guercio che gli rendeva l' espressione rabbiosa ancora più pericolosa. Legolas fissava l' enorme orco come un rivale già visto in precedenza e dalla quale si ritrovò di nuovo faccia a faccia dopo tanto tempo. Dalla bocca di Bolg fuoriuscì un respiro inalato che aveva dell' inquietante, presagendo la lotta all' ultimo sangue con l' Elfo. Quest' ultimo sapeva che non sarebbe stato facile sconfiggere quell' energumeno e sfilò con un movimento rotatorio una sua lunga spada curva, segno che era deciso a battersi con l' orco che invase il suo regno. Legolas avanzò a passo cauto, tenendosi la lama della spada in orizzontale e in mezzo agli occhi freddi che non smettevano di lanciare occhiate d' odio al suo contendente. Bolg emise anche lui i suoi primi passi, accorgiando le distanze con l' Elfo che si sarebbe scontrato in un punto centrale della loro distanza. Lo scontro sarebbe stato molto arduo, vista la rabbia che aveva in corpo il grosso mostro insieme allo sguardo fulminante di Legolas. Questo alzò di poco la spada, tenendola sempre in orizzontale e non distogliendo gli occhi dal suo nemico. Improvvisamente, dai lati di due case spuntarono i due Orchi che seguirono Bolg e si gettarono contro Legolas, pensando di coglierlo impreparato. Ma l' Elfo seppe reagire con i suoi riflessi pronti e parò rapidamente il fendente dell' orco che veniva da destra con la sua lunga spada, poi infilandola nel suo stomaco. In seguito, sistemò in fretta il secondo orco di sinistra, vibrando la lama in orizzontale verso la sua faccia poi gli diede un colpo di elsa alla gola, uccidendolo all' istante. Davanti all' Elfo si parò subito Bolg, che raggiunse Legolas mentre era impegnato con gli Orchi e gli diresse un fendente del suo lungo bastone che lo stesso Elfo guerriero parò con la sua spada che si mise dietro la testa in un gesto istintivo. Il ferro della lama tintinnò dalla violenza del colpo di Bolg. Legolas avanzò a passo felpato contro l' orco gigante, restituendogli lo stesso fendente che però colpì le ferraglie della sua armatura che aveva in petto. La creatura mistica manovrò a due mani all' indietro la sua spada che parò il colpo di un altro Orco che gli stava per giungere alle spalle.

La spada dell' Orco che aveva dietro la fece passare in avanti per parare un altro fendente del bastone di Bolg, per trattenere l' impatto. Con uno scatto nei movimenti, Legolas si staccò dal bastone dell' orco albino e finì con un unico fendente l' Orco che si era messo al suo lato, avendo spazio per fronteggiare il grosso mostro. Bolg diresse una sua mazzata con il bastone verso l' Elfo che riuscì ancora a parare il colpo e roteando la sua lama intorno al manico del bastone riuscì anche a disarmare il suo rivale che si ritrovò allo scoperto delle sue difese ed era più vulnerabile. L' Elfo però scheggiò il ferro della sua lama contro l' armatura dell' orco che grugnì dalla rabbia mentre indietreggiava per non farsi colpire parti del corpo. Infine, Legolas puntò la sua spada contro il fianco del mostro che sembrò essere stato ferito. Il punto in cui era stato colpito non si riusciva a vedere perchè era nascosto tra le sue braccia che premevano la ferita che gli provocò l' Elfo che affondò ancora di più l' arma. L' orco si inginocchiò in preda al dolore, aggrappandosi ancora più forte verso il manico della spada. Legolas si abbassò verso di lui per dargli un' occhiata negli occhi se erano consci del dolore che sentiva, ma Bolg rialzò la testa sogghignando all' Elfo convinto che lo avesse colpito. Poi, trovando Legolas bloccato nell' attacco, lo afferrò da dietro la schiena e lanciò il corpo dell' Elfo contro il muro di una casa, perdendo l' uso della sua lunga spada. Bolg riuscì a disarmare anche il suo rivale che nel rialzarsi venne afferrato di nuovo dall' orco e scaraventato contro un pilastro in legno vicino. Il mostro si apprestava a colpire duramente il suo avversario a terra con un calcio rivolto alla faccia. Legolas afferrò con istinto il grosso piede dell' orco che era coperto da uno stivale in ferro e gli respinse la gamba indietro. L' orco barcollò all' indietro e sbattè contro il muro della casa, avendo modo a Legolas di lanciarsi verso di lui e sferrargli in volo un gancio destro in pieno muso. Gli avversari combattevano con la forza bruta e lo stesso Legolas dimostrò di avercela, afferrando con la sua forza nascosta il pesante corpo di Bolg verso un altro pilastro. La testa dell' orco sbattè contro la colonna, poi un altro paio di volte per opera dello stesso Elfo che cercava di stordirlo. Spinse da una parte il grosso energumeno che si scontrò contro un' altra parete e fece per voltarsi subito da Legolas. Gli diresse con velocità un suo grande pugno ma che venne parato e deviato a mani nude dall' agilità di Legolas. Questi tentò di reagire con un altro gancio, ma l' orco gli strinse intorno le sue lunghe braccia da dietro in una presa di blocco. Legolas si sforzò di liberarsi ma Bolg non voleva saperne di allentare la presa, anzi stringendola ulteriormente. Il mostro spalancò la bocca pronto a mordere l' Elfo al collo. Una testata ben data da Legolas colpì sul muso Bolg che dal duro colpo subito lasciò la presa, ritornando vulnerabile all' Elfo. Ancora questo estraò con rapidità un suo pugnale che teneva dietro la schiena e inflisse un fendente all' orco, questa volta ferendolo di poco nel basso ventre dove la ferraglia gli scopriva la pelle.

Ma Bolg reagì prima di essere colpito ancora da Legolas e colpì con un possente gancio sinistro il volto dell' Elfo che roteò intorno a sé prima di sbattere la schiena al muro. Bolg riafferrò l' Elfo stordito pesantemente e lo lanciò nella mischia tra altri due Orchi dietro. Ma questi ultimi non seppero tenere a bada il guerriero rapido che scalciò in pieno viso un orco davanti a quello che lo teneva stretto ed ebbe libertà di combatterli. Bolg approfittò della situazione per sfuggire dallo scontro, lasciando in fretta la città del lago. Legolas riuscì a uccidere gli ultimi due Orchi, e infilzò mortalmente l' ultimo, gettando poi il corpo sopra ad un altro che aveva già ucciso prima. L' Elfo però si era lasciato scappare il grosso orco e cercò di svoltare in fretta l' angolo di una casa da dove lo aveva visto sparire, sperando di trovarlo pronto a partire all' entrata. Legolas riprese da terra la sua lunga spada di cui ne fu disarmato da Bolg e si appoggiò ad un pilastro portante in legno, ancora provato dallo stordimento del pugno del mostro. Guardò l' entrata della città, ma non lo vide, pensando che era già fuggito via da lui. Legolas si sentì battuto fisicamente ma anche nell' orgoglio e si poggiò con la schiena alla colonna in legno, dopo che un avversario lo aveva raggirato. Ma qualcosa in lui gli fece ribollire il sangue nelle vene. Tra il naso e il labbro superiore si sentì qualcosa che continuava a colargli da una narice. L' Elfo mise un suo dito nel liquido e come si mostrò la falange agli occhi, vide del sangue rosso. Alla vista del liquido, Legolas osservò il dito sporco con fare irritato, non permettendo a nessuno di lasciare ferito un nobile Elfo qual era lui. Dalla banchina prima del varco d' uscita della città, si presentò Bolg a cavallo del suo Mannaro nero che fissava Legolas in modo schernevole prima di allontanarsi dalla sua vista. L' Elfo emise una faccia furiosa e si mise subito a seguire l' orco che non aveva osato finirlo, secondo l' orgoglio elfico. L' orco albino si allontanò quanto più poteva correndo il lungo tratto di strada per raggiungere il branco che fece partire subito. Ma dietro al Mannaro dell' orco ci fu alle calcagna Legolas, che in groppa ad un cavallo bianco, voleva a tutti i costi farla pagare al rivale che aveva altro da nascondere che un semplice braccaggio di Nani. Nel suo interesse, l' Elfo con arma sguainata si teneva pronto a scoprire anche altre cose sul conto dell' orco che gli parve di aver già visto in passato e che ora lo stava allontanando sempre più da Pontelagolungo.


 


 


 


 


 

Ma bene, eccoci di nuovo tornati in un capitolo che alla fine lascia ancora molto da scoprire. La storia si sta facendo sempre più avvincente e manca ormai poco all' ultimo capitolo!! Rimanete a seguire questa fanfiction perchè ci saranno altri elementi che verranno alla luce del nostro Legolas. E come sempre vi auguro buona lettura e, come sapete, al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 43
*** Episodio 294: Il fiume d' oro ***


Il trio composto da Sakura, Thorin e Balin correva senza sosta lontano dal drago, nel lungo salone in cui si trovarono, e che si mise a seguirli una volta che venne attirato per mano di Sakura. Il secondo Nano deviò strada verso un varco laterale a sinistra della grande sala, facendo per avvertire i due compagnia: << Di qua! E' di qua! Andiamo! >> disse a gran voce notando Thorin che si prolungò nella strada, superando Sakura e Balin che si fermarono prima di lui: << Thorin! >> lo richiamò la ragazzina per entrare insieme nel passaggio e sparire dalla vista di Smaug che non era ancora arrivato. Il Principe dei Nani frenò in tempo la corsa e cercò di raggiungere i suoi due compagni di dietro, ma dovette fermarsi quando il drago in fondo alla sala sbucò alla loro vista. Sakura si girò nuovamente verso Thorin che rimase ancora molto distante dal raggiungerli, ma ormai la bestia li aveva visti: << Segui Balin! >> ordinò il Nano alla ragazzina. Questa esitò per un po', titubando sul cosa fare mentre indietreggiava verso Balin con il drago in fondo al salone che si gonfiava nella gola di fuoco: << Thorin >> << Muoviti! >> le disse infine il Nano dalla barba bianca, tirandola per un braccio e infilandosi nel passaggio per proteggersi dal fuoco. In quel momento, Smaug sputò un' enorme palla di fuoco che inondò tutta la sala come se fosse una grossa marea ed era diretta a colpire Thorin. Il Principe dei Nani corse il più in fretta che poteva in avanti, saltando poi dal ciglio del piano che si apriva nel vuoto e che lo fece scampare dall' immensa fiammata del drago che terminò con un' esplosione alle sue spalle. Thorin si appese per fortuna al filo di una carrucola che scendeva verso il fondo, perdendo nel salto di prima la sua spada in ferro. La fuga precipitosa del Nano non finiva qui perchè Smaug si affacciò dal ciglio e cominciò a seguire anche lui il Nano che scendeva verso il fondale della grande cavità in cui era sospeso. Il drago scendeva aggrappandosi a quattro zampe alle pareti, come un ragno malefico che stava per addentare la sua preda. Un ponte permise però al drago di distaccarsi per un po' dalla carrucola dove Thorin era rimasto appeso. Si diresse subito al suo inseguimento tenendo la bocca spalancata per metterlo in tiro.

Il Nano si ritrovò in grave pericolo con la distanza dal drago che si faceva sempre più piccola: << Thorin! >> urlò Dwalin affacciandosi dal ciglio del dirupo, vedendo l' amico in seria difficoltà. Vide che il drago acquistava sempre più vantaggio sulla carrucola che rallentava e difettava nella discesa. Il Nano massiccio allora caricò in alto il suo martello e colpì il marchingegno che azionava la carrucola. Il sostegno che reggeva il filo di essa venne tirato con uno strappo verso il vuoto dalla sua postazione in un altare laterale, a causa del colpo di Dwalin. La carrucola smise di scendere e si bloccò del tutto per un attimo. Thorin si aggrappò con maggior forza al filo, sentendo il filo che saliva verso su e con un peso del sostegno che reggeva la carrucola che scendeva di conseguenza: << Tieniti forte! >> lo avvisò sempre Dwalin da su. Il Principe dei Nani si sentì leggero con la carrucola che veniva spedita verso l' alto, sfiorando l' enorme faccione del drago che venne superato dall' oggetto sospeso con il Nano sopra. L' enorme bestia tornò di nuovo in superficie per seguire la carrucola in movimento e standole alle calcagna. Smaug addentò un pezzo di filo che sbucava da sotto il peso portante e frenò così l' oggetto mobile che tirava sempre più verso di sé. Il sostegno della carrucola si sentiva il peso della mandibola del drago e piano piano si sganciava dei freni che aveva intorno, staccandosi dall' altare e cadendo nel vuoto. Thorin scivolò dalla carrucola, che si dirigeva nel vuoto, e atterrò a piedi uniti sulla punta della bocca chiusa dell' enorme drago. Questo aprì la bocca, separando le labbra, con il Nano che si ritrovò da una parte di esse fissando la profonda gola di Smaug che si infiammava al prossimo fuoriuscire di un' altra palla di fuoco. Thorin saltò ancora dalla bocca del drago che la richiuse nel tentativo di addentarlo. Il Nano si aggrappò così ad un carico sospeso e la bestia lo puntò per mangiarlo una volta per tutte. Ma in quell' istante, il pesante sostegno della prima carrucola piombò sopra la testa del drago che venne stordito dal carico in ferro che cadde su di lui, lasciando Thorin ancora salvo. Dalla sommità di un altare della galleria sopraggiunse anche Nori, che con una martellata che fece cadere su una rotella meccanica, aggiustò del tutto il meccanismo di questo secondo tirante. Il marchingegno riavvolse verso l' alto la fune del carico, trascinando anche Thorin con sé e allontanandolo dal drago di sotto. Smaug ruggì a sua volta e la sua gola si caricò di nuovo di fuoco, sputandolo verso il Nano con una velocità inaudita: << Thorin! >> lo chiamò Nori da su. Dietro al carico in cui c' era Thorin, egli vide che una grossa valanga di fuoco lo stava per raggiungere. La seggiovia fece in tempo a portare il Nano dal suo compagno, mentre la palla infuocata lanciata da Smaug si infrangeva sull' altare e proseguiva come un vortice di fuoco verso l' alto: << Corri! Corri! >> gridò Thorin a Nori dopo che si sentirono il calore delle fiamme che sprizzarono ai lati del piano. I due Nani proseguirono nella strada dietro di loro, superando poi delle grandi sbarre di ferro e finendo in un' altra sala dei Nani dove erano riuniti i restanti membri, tranne Gloin e Bifur.

Nel vasto salone coperto dal buio, c' erano in gran numero e in fila indiana dei grossi cilindri spenti da molto tempo con una struttura fatta a mò di focolare alla base. Altrove c' erano delle statue raffiguranti volti di guerrieri Nani con un' unica leva tra queste, e sullo sfondo in alto nel soffitto c' erano dei vagoncini fermi anche questi da parecchio tempo. Quella era la sala delle grandi fornaci naniche, e il gruppo era riuscito a raggiungerle. Ora avevano quasi attirato il drago dentro: << Il piano non funzionerà. Queste fornaci sono fredde come il marmo >> avvertì Dwalin a Thorin, rendendogli conto dell' inutilizzabilità dei grossi forni: << Ha ragione. Non abbiamo un fuoco abbastanza forte per accenderle >> aggiunse Balin concordante con il fratello. Thorin però non era privo di risorse e con un sorriso pieno di astuzia si voltò verso le grandi sbarre, osservando oltre di esse il grande buco dal quale fuggì dal drago: << Non ce l' abbiamo >> disse confermando lui. Andò poi ad affacciarsi attraverso le sbarre, richiamando a gran voce il drago in una sua pazzia secondo gli altri: << Non pensavo fosse così facile metterti nel sacco! >> schernì la bestia che riemerse con una zampa dalla grossa cavità alla vista dei Nani. Sakura e il resto della Compagnia fissava con terrore le grosse zampe della bestia che si allungavano verso l' alto, aggrappandosi al marmo per aiutarsi a scalare le pareti. Ebbero però un' intuizione su ciò che Thorin aveva in mente di fare, e nessuno lo fermò nel continuare a provocare il drago: << Sei diventato lento, e grasso, nel tuo rimbambimento... lumacone! >> disse quest' ultima parola che diceva il contrario della velocità di Smaug. Questo riemerse del tutto con il lungo collo, rivolgendo uno sguardo feroce al Nano che lo provocò. Thorin era sicuro di averlo fatto imbestialire a sufficienza e richiamò gli altri: << Al riparo. Via! >> disse lui nascondendosi subito dietro alla sbarra. Il drago si eresse oltre il grande cancello e cominciò di nuovo ad arrossire nel ventre, pronto per un' altra fiammata diretta contro i Nani. Sakura seguì il consiglio di Thorin, così come il resto dei Nani, correndo subito al riparo dietro alle colonne del cancello: << Correte! Scappate! >> urlò Dori dal panico. Il drago sputò la sua aria infuocata, accumulata dalla troppa rabbia che il Principe dei Nani gli diede. Le fiamme passarono oltre le sbarre, dove dietro di queste c' erano i Nani e Sakura, dirigendosi con un lungo getto verso la base delle fornaci. La cattura carte avvertiva ai lati della sua colonna in ferro le vampate di calore che le riscaldavano troppo la pelle del viso e il corpo, resistendo ancora per un po' a quel fuoco micidiale. La grande fiammata di Smaug riscaldò così la base di una delle grandi fornaci, dalla quale uscirono delle fiamme di un fuocherello appena acceso che si propagava per tutta la struttura, rendendola infuocata. Sakura potè mollare un sospiro di sollievo, respirando di nuovo l' aria meno calda del posto, e notando ciò che la mente geniale di Thorin aveva partorito. Il drago contribuì nella sua stupidità ad aiutare il Nano e a fine opera, ringhiò nervosamente alle fornaci che si riaccesero.

Il fuoco che bruciava la fornace centrale si propagò da sotto di essa in un meccanismo che era collegato alle altre fornaci. Ognuna di queste aveva dell' oro fuso e freddo all' interno, e con la loro progressiva accensione, tutte assomigliavano a dei grossi falò. Una prima parte del piano di Thorin era riuscita con il suo ingegno, ma ora doveva contenere l' ira del drago. I Nani si staccarono dalle sbarre in tempo quando la bestia cercava di buttarle giù a colpi di petto. Le sbarre si piegarono di poco al primo urto, e Thorin diede indicazioni ad alcuni dei suoi compagni: << Bombur, metti in funzione i soffietti. Corri! >> ordinò in fretta al Nano grasso che era immobilizzato dalla paura nel guardare il grosso mostro che stava per entrare. Bombur corse quindi al suo posto, e saltò dal ripiano su cui era, afferrando una grossa fune formata da catene. Con il suo peso, il Nano scese verso il basso, azionando poco più giù un grosso soffietto che andava ad alimentare le fiamme nel collegamento con le fornaci. Bombur andò in alto e in basso, seguendo il movimento della prima tavoletta che andava al pari del suo. Il fuoco delle fornaci divampò a dismisura e si rese blu nelle sue fiamme, tipico del fuoco d' ossidazione. Ma l' oro riversato sopra era ancora troppo freddo perchè potesse squagliarsi di nuovo. Il continuo sbattere del drago sui ferri delle sbarre causava un rumore tintinnante del materiale di esse. Thorin doveva fare in fretta perchè le sbarre si stavano incurvando di minuto in minuto verso di loro: << Sakura, lassù! Al mio segnale tira quella leva >> disse poi alla ragazzina, incaricandola di un compito: << Va bene! >> rispose lei correndo verso una struttura scalinare che portava su un podio poco in basso alla leva. Un ruggito si sentì provenire dal drago che aumentava la potenza del suo impatto con le sbarre, cercando di abbatterle. Una di queste creò un piccolo squarcio nello piegarsi all' indietro. Thorin notò che il cancello non avrebbe retto ancora a lungo, e fece meglio per allontanarsi dalla zona sotto di esso. A lui si aggiunsero il duo di Dwalin e Nori che se la filarono da un lato insieme al loro capo, non rischiando di venire colpiti da qualche sbarra che fosse piombata addosso a loro. Smaug infine riuscì con la sua forza prorompente a far staccare le sbarre dalla parete superiore, ormai ad un passo dall' entrare dai Nani. Thorin raggiunse così i Nani che erano privi di altri compiti, dettandoglieli come da suo piano: << Balin, sai ancora produrre un' esplosivo? >> << Sì. Ci vorrà solo un secondino. Andiamo! >> rispose il Nano dalla barba bianca, prendendosi con sé i tre Nani rimasti. Smaug sbattè di nuovo contro la grossa parete delle sbarre che si incurvavano verso terra, sempre più pericolosamente: << Non ce l' abbiamo un secondino >> aggiunse Dwalin con poco tempo disponibile e con la grande gabbia che stava per cedere all' avanzare del drago. Poi si mise a seguire il fratello verso un passaggio poco più avanti, e sparendo dallo spiazzo. Smaug afferrò così con le sue zampe le sbarre che gli permisero di crearsi un varco e le abbattè con un ultimo sforzo, atterrandole sotto il suo peso.

Era riuscito ad entrare nella sala delle fornaci che ora era resa più luminosa dal forte bagliore dei fuochi. Il suo grosso corpo si addentrava verso l' interno della sala, andando alla ricerca dei Nani che scomparvero dalla sua vista. Il ventre della bestia emetteva calore dato dal fuoco che si illuminava dentro di sé, come se fosse una lucciola gigante. Il drago cercò di inalare l' aria intorno al suo naso, aiutandosi con l' olfatto per riuscire a scovare le sue prede. La sua lingua si faceva di fuoco ogni volta che avanzava nella sala e si aggirava in essa come uno squalo minaccioso. In una saletta nascosta dalla vista del drago, intanto, Balin aiutato da Dori, Nori, Ori e Dwalin, preparava l' esplosivo richiesto da Thorin. Vi erano molti scaffali con un' infinità di boccette contenenti polveri usate come ingredienti per la creazione di bombette: << Dov'è lo zolfo? >> << Sei sicuro di sapere quello che fai?! >> si chiesero a vicenda le voci di Balin e Dori in preda all' agitazione reciproca. Il Nano dalla barba bianca dettava ai suoi compari delle boccette da prendere, riconoscendo di loro esperienza il materiale che vi era dentro di queste. Furono prelevate con molta velocità qualunque boccetta che si trovasse deposta su ogni scaffale, visto che il tempo stringeva. Dori mise un mucchio di queste sopra al bancone mentre suo fratello Ori versava già della polvere marrone in uno dei vasetti che depose nel tavolo di fronte. Ognuno si dava da fare nell' organizzazione di attuare un diversivo per il drago. Mentre questo passava tra le fornaci alla ricerca dei Nani, Sakura risaliva le gradinate della struttura scalare fino in cima, raggiungendo le facciate dei Nani scolpite nella roccia. Risalendo l' ultima gradinata, la giovane si posizionò sotto la leva che a dirla tutta era situata poco più in alto di Sakura. Anche lei si tenne pronta a intervenire all' ordine datole da Thorin, sperando di abbassare la leva con un solo salto. Balin aveva già finito di creare le prime bombette e ne posizionò tre dentro un vasetto, ridacchiando alla sorpresa che avrebbe trovato il drago: << Avanti! Un po' di questo, un po' di quello. Ecco fatto >> si spronava Dori nel versare le polveri necessarie negli altri vasetti successivi, mentre Balin depositava una ad una delle bombette dalla forma di sassolini in altri contenitori. Smaug passava sempre in mezzo alle fornaci roventi, dove il calore era la sua casa, così come lo era la sua Montagna. Andò ancora avanti, il ventre che non smetteva di illuminarsi di rosso per tenersi pronto a bruciare subito qualsiasi essere si ritrovasse davanti dalla furia che lo avvolgeva ora. Sakura si sporse dall' altare per tenere d' occhio il drago dove era finito. Questo notò così la ragazzina che stava in fondo, in alto nella struttura, e fece per andare da lei, essendo l' unica in vista. Smaug avanzava verso Sakura, ma nei paraggi era rimasto anche Thorin. Il Nano era proprio nella parte sinistra del mostro, immobile e aspettando che venisse da lui, distraendolo da Sakura. Così fu. Il drago emise un ultimo passo in avanti prima di notare con la coda dell' occhio il Principe dei Nani poco distante da lui. La bestia feroce si girò in modo sinistro, emettendo il suo verso gorgogliante verso il Nano che lo provocò prima.

Thorin non perse altro tempo e diede l' ordine a Sakura: << Ora! >> e subito la giovane risalì le poche scale per raggiungere la leva. Smaug cambiò così strada, puntando al Nano fastidioso e digrignando i denti quando nell' ereggersi enormemente mise in risalto il suo petto tenuto luminoso dal fuoco che stava per scagliare. Sakura sperò con tutto il cuore che la leva si abbassasse subito. Si diede una spinta dal basso e riuscì ad afferrare il grilletto della leva, abbassandola con il suo peso. Dalle bocche delle statue dei Nani fuoriuscirono dei potenti getti d' acqua che cadevano verso il basso, azionati dal marchingegno che mise in funzione la cattura carte. Il drago aprì la bocca e la sua fiammata contro Thorin stava per uscire, ma i getti d' acqua arrivarono in tempo verso il drago che spensero così la palla di fuoco in eruzione, salvando ancora una volta Thorin. Il getto forte provocò una spinta sul muso del drago che andò a sbattere contro una fornace. La gola di Smaug si spense del bagliore che emetteva, a causa dell' ingerimento dell' acqua, rendendolo del tutto privo di sputare altre fiamme. Smaug ruggì ancora una volta e sempre più furioso quando il fuoco che aveva dentro gli fu spento. Thorin e Sakura guardavano con timore la reazione del drago che indietreggiò, volando a mezz' aria e con il fuoco che non riusciva a far emergere dalla gola. La sua coda si dibatteva nel terreno, spazzando delle macerie mentre si allontanava dalla presenza dell' acqua. Adesso Smaug era diventato innocuo e sembrava solo un grosso rettile che si limitava solo a distruggere le cose senza l' uso temporaneo delle fiamme. Con l' abbassamento della leva, l' acqua che usciva dalle bocche delle statue cascava in gradini moventi che si misero in moto nel mulino di cui facevano parte. Il meccanismo di quest' altra macchina venne così rimesso in funzione con le rotelle grandi che giravano poco distanti dall' affare meccanico. Di conseguenza, i molti vagoncini sospesi in alto si sbloccarono nel loro moto automatico, proseguendo avanti. In alcune file di questi c' erano delle pietre fredde che furono raccolte ai tempi in cui Erebor era regnata dai Nani. Bombur, nel frattempo, dondolava in su e in giù nella catena a cui era appeso e con una botta del suo grosso fondoschiena, abbassò ancora il manico della grossa aletta del soffietto, ravvivendo ancora di più le fiamme nelle fornaci. Il blu intenso del fuoco ossidante sprizzò dalle grate di uno dei grandi forni, diventando più energico. Thorin, che era riuscito a rendere per il momento a domare il drago, si voltò verso una fornace sopra alla sua destra, notando che l' oro fuso e freddo in essa si stava già squagliando in parte. Ancora un altro po' e il liquido sarebbe stato pronto. Ma quando tutto sembrò andare per il verso giusto, Smaug si riprese e andò a grandi passi verso Thorin, con dietro Nori e Dwalin, per distruggerlo una volta per tutte. Dai vagoncini di sopra, si affacciarono i due Nani Gloin e Bifur, che videro che il mostro alato si dirigeva verso il Principe dei Nani: << Oh no >> disse Bifur temendo il peggio.

Sakura si staccò dalla leva e si mise sul ciglio dell' altare, pronta a intervenire in difesa di Thorin che aveva addosso nient' altro che gli occhi di Smaug. Quest' ultimo tornò a gonfiarsi il ventre di rosso dalle fiamme che si ricrearono in sé. Una piccola esplosione blu colpì però il drago alla testa, ma che non fu sufficiente a fermare la sua avanzata. Da un varco della sala dove era posto Balin, questo faceva un passa a mano tra Ori e Dori per lanciare le bombette preparate. Con un urlo di carica, l' ultimo Nano lanciò il più forte che potè il secondo esplosivo, colpendo sempre il drago ad un lato della testa. Il fratello Ori cercò di rendere più frequente il bombardamento, ma questo non faceva altro che imbestialire ancora di più Smaug che non distoglieva gli occhi da i tre Nani che gli capitarono. Dal suo vagoncino, intervenì Gloin che con la sua spada nanica riuscì a tagliare la funivia che teneva collegati altri vagoni di sotto che erano strapieni di rocce pesanti. I molti carichi caddero verso il drago, che fu colpito duramente al dorso e al collo dai pesanti massi e dai carretti in caduta libera verso di lui. Il drago si trovò aggrovigliato nella fune spezzata dei vagoni, cercando di liberarsene nella sua agitazione. Approfittando di un' altra distrazione del drago, Thorin sgattaiolò da una parte, seguito da Nori e Dwalin, per raggiungere una catenella. Il Nano tirò in giù la grossa fune aprendo così le bocchette delle fornaci. Da qui cominciò a scivolare il liquido dorato dell' oro che venne fuso in tempo, discendendo verso il basso e proseguendo in un solco del terreno che si prolungava oltre, mentre Smaug saltellava sopra di esso, cercando in ogni modo di levarsi di dosso i carichi che gli facevano peso nel collo. La bestia enorme agitò la testa in alto, ruggendo dalla rabbia, e colpendo i vagoncini più in alto e spezzandone la fune che li teneva collegati. Gloin e Bifur si videro cascare da una grande altezza a causa della forza del drago che spezzò tutti i carichi. Per loro fortuna, i vagoni su cui erano attutirono la loro caduta vicino al fiume d' oro che non cessava di fermarsi nel lungo scorrere. Un' altra bocchetta si aprì con dell' altro oro fuso che incrociava il percorso del fiume dorato, così come altri litri d' oro si univano verso la foce della striscia continua: << Portiamolo alle Gallerie dei Re >> disse Thorin ai due Nani a fianco per continuare ad attirare la bestia. Smaug si dimenava da una parte e dall' altra, roteando con l' enorme collana di vagoni che gli si era legata nel corpo. Nella sua rotazione, un vagone si sganciò da sopra di lui e andò verso l' altare dove c' era Sakura. Questa si abbassò per scansare il vagone in arrivo verso di lei che distrusse la leva e parte di una statua dei Nani. Thorin prese una carriola, intanto, e corse con essa in mezzo ai suoi due compagni e dirigendosi verso il drago. Il Nano scansò con riflessi il colpo di coda del mostro alato che ancora intrecciato nella fune dei carichi, sbatteva da una parte e dall' altra, sfiorando alcune pareti che cominciarono a formarsi da crepe.

Thorin deviava più volte direzione per non essere colpito dalle zampe del drago, poi passando velocemente sotto di esso, gettò la carriola sulla superficie del fiume d' oro e si poggiò sopra di questa come se fosse una tavola. Più avanti al tratto del fiume c' era una lieve apertura dove continuava il liquido accumulato. I vagoni di cui si disfava Smaug saltarono oltre il percorso dorato, mancando sempre Thorin. Il drago ruggì a sua volta e roteò ancora il collo da una parte, liberandosi di altri vagoni e osservando con rabbia il Principe dei Nani che ormai era in fuga da lui sul fiumiciattolo che si intensificò con l' aggiunta di altri due percorsi d' oro fuso provenienti da due foci opposte. La struttura sopra allo stretto passaggio dove si infilò Thorin, si sgretolò del tutto dopo aver subito un possente colpo di Smaug nel dibattersi con ferocia. Sopra alla struttura c' era Sakura che cascò dall' altare in cui era e rotolò a terra. Smaug puntò quindi alla cattura carte con cui aveva dato il via alla fuga dei Nani: << Continua, Sakura! Scappa! >> le urlò Thorin da dentro il cunicolo che percorreva sopra la carriola sul fiume d' oro. Sakura seguì perciò il consiglio del Nano, vedendosi il muso di Smaug che si avvicinava verso di lei e non potendo ricorrere alla magia quando la bestia si interessava a lei. Iniziò così un altro inseguimento per Smaug che ora se la prese con l' indifesa ragazzina. Questa si diresse avanti e saltò su uno scivolo della strada rialzata, mancando la bocca del drago che si chiuse con uno schiocco alle sue spalle. Smaug non tenne conto delle altre strutture che si trovarono in mezzo alla sua strada e le distrusse con la carica del suo enorme corpo, non perdendo di vista la preda interessata. Thorin si teneva basso sulla carriola, entrata in una piccola galleria conduttrice. Il Nano riuscì a vedere subito l' uscito del fiume che cadeva verso il basso. Poco distante dalla breve cascata d' oro che colava, c' erano altre funi a penzoloni. Il Principe saltò dalla carriola e si appese ad una di queste corde, osservando la cascata del fiume dorato che finiva in un buco di un' alta roccia. Sakura continuava la corsa sfrenata dal drago, lasciandosi alle spalle la sala delle fornaci ed entrando in un altro vasto salone successivo a queste.

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Capitolo 44
*** Episodio 295: Smaug il Dorato ***


La giovane fuggitrice entrò in un altro salone deserto. Dei lunghi drappi scendevano da sopra le pareti, adornando la sala che alla base era composta da pilastri che reggevano i muri di pietra in tre facciate. Sakura percorse il lungo corridoio con nient' altro che il piccolo rumore dei suoi passi che echeggiava in tutta la sala immensa. Si affrettava a seminare il drago e lei aveva appena superato il varco d' ingresso. Ma la parete sopra di lei cominciò a rompersi e a cadere di sotto. Smaug era di nuovo sbucato in tempo, ruggendo come suo solito e creandosi un passaggio attraverso il muro in pietra. I drappi enormi che erano appesi cadevano ora verso Sakura, che in preda al panico si fermò un attimo all' arrivo tempestivo della bestia e riprese poi a correre troppo tardi. Uno dei grossi vessilli la coprì, dopo che il pesante sostegno in ferro sbattè con violenza sul lastrico in marmo. Sakura venne avvolta dalla grossa coperta, ma servì a ben poco contro il drago che l' aveva raggiunta subito. Smaug atterrò verso il terreno, ansimando dalla fatica che il gruppo di Nani gli aveva messo e si parò davanti alla cattura carte: << Tu, credi di potermi ingannare, Cavalcabarili? >> la soprannominò perfidamente in questo modo mentre lei si alzava di poco il drappo sopra la testa come una coperta. Sakura intuì che qualcosa nel drago era cambiato, e le sembrava un qualcosa che non riservava nulla di buono a riguardo. Alla casa di Bard, improvvisamente, Li levò un sospiro di sorpresa, sgranando gli occhi come se gli fosse tornata una cosa in mente: << Che cosa è successo, Li? >> gli chiese Toy a fianco con timore, osservando l' espressione del giovane: << Sakura è in grave pericolo ora! L' ho avvertito, ne sono più che sicuro >> rispose il cinesino con aria terrorizzata. Tutti i membri che erano alla dimora del chiattaiolo rimasero sbigottiti a quello che annunciò il ragazzo: << Cosa?! >> << E il drago non sono riusciti a sconfiggerlo? >> gli domandarono Yuki e Tomoyo pensierosi per la loro amica. Li non rispose e si voltò ancora verso la vetta solitaria, rattristendosi alla situazione che si stava creando. I Nani e l' Elfa Tauriel rimasero piuttosto seri alla faccenda e incrociarono gli sguardi con i figli di Bard che si misero a pensare al momento tragico che stava per abbattersi.

Li aveva il cuore che batteva a mille, e fu grazie ai suoi sentimenti che lo legavano a Sakura che riuscì a captare la presenza della ragazzina che era in pericolo di vita: << Oh Sakura... >> disse lui con gli occhi tristi che racchiudevano il monte su cui era imprigionata la sua amata. La tristezza del cinesino colpì ogni presente alla dimora per il forte amore che si sentiva tra lui e la sua anima gemella che temeva di non rivedere mai più. Un boato provocato dal rombo di un tuono squarciò il cielo notturno, sottolineando la gravità del pericolo imminente e cui tutti gli abitanti di Pontelagolungo erano ignari. Kili aveva gli occhi aperti e si sentiva una brutta sensazione dentro di sé, ma piano piano stava riacquisendo l' uso della gamba che tra non molto gli avrebbe permesso di stare in piedi e di rialzarsi dal tavolo. L' inseguimento di Legolas, a bordo del suo cavallo bianco, verso Bolg proseguiva all' interno di una foresta fitta di montagna. Il puledro dell' Elfo correva tra i cespugli sotto a quel cielo notturno, andando alla ricerca degli Orchi che il suo fante si mise a seguire dalla città sul lago. Legolas, con spada a portata di mano, si abbassò verso il dorso del suo destriero e addocchiò poco più avanti Bolg in groppa al suo Mannaro nero che correva a grande velocità. L' Elfo diede uno strappo alle redini del cavallo che nitrì e accelerò ancora in velocità. L' orco albino sentì il rumore degli zoccoli che si facevano sempre più vicini dietro di lui. Bolg si girò e vide che l' Elfo lo stava per raggiungere, ed emise una smorfia di rabbia alla distanza che si stava accorciando attimo dopo attimo. Per fortuna dell' enorme orco, il branco che mandò ad avvertire Dol Guldur si ripresentò davanti a lui. Sei Orchi a cavallo dei rispettivi Mannari famelici approcciarono il loro capo, andando al passo del suo lupo: << Uccidetelo >> ordinò il grande orco ai suoi servi mentre li superava nella strada. Il branco di Orchi seguì le parole del gigante dalla pelle bianca e si mise a difendere il loro comandante. Un Orco frenò il suo Mannaro, distaccandosi dal resto del gruppo, e si rivolse contro il cavallo bianco in arrivo verso di lui. Il lupo feroce si mise a ringhiare mentre il suo fante estraeva la sua sciabola. Legolas fece per poco una faccia divertita al rivale che sicuramente avrebbe eliminato senza problemi. L' Orco diede un colpo di talloni ai fianchi del lupo che scattò subito in avanti, dirigendosi contro l' Elfo a cavallo. Lo scontro sarebbe stato frontale, ma Legolas si spostò con il suo destriero di poco a lato, mancando di essere colpito dalla spada del mostro che con il suo fendente che andò a vuoto, si trovò la lama dell' Elfo che gli si conficava nel petto. Il Mannaro fu privo del suo fante che rimase ucciso con rapidità dall' Elfo, e quest' ultimo estraò in fretta il suo arco dalla quale scoccò una freccia che finì in testa al lupo, uccidendolo in modo fulmineo. Il cavallo bianco corse adesso verso gli altri cinque Orchi che coprivano le spalle a Bolg. L' Elfo li vide che erano ancora distanti da lui, ma aveva un raggio d' azione che gli permetteva di scoccare la sua freccia.

Nel farlo, alcuni dei soldati di Bolg si girarono e si misero a digrignare i denti alla presenza dell' Elfo ancora in vita. Legolas scoccò la sua freccia che andava a colpire la nuca di Bolg, ma si mise in mezzo alla traiettoria del dardo la lama di un Orco, che appena in tempo e con riflessi riuscì a deviare la freccia scoccata. L' Elfo quindi fece una smorfia alla mancata uccisione del capo branco, perchè prima doveva occuparsi delle sue guardie del corpo. L' Orco che scoccò la freccia si piombò verso Legolas che ricorse all' uso dei suoi due pugnali elfici. Li manovrò con destrezza intorno ai polsi prima di combattere in corsa con il secondo Orco che lo sfidò. Riuscì a parare il fendente di questo e come lo superò in corsa si vide tutti gli altri quattro Orchi che con i loro Mannari stavano per attaccarlo frontalmente. L' Elfo, con grande istinto, rimise i pugnali dietro la schiena e frustò le redini del cavallo che nella corsa che intraprese fece un salto tanto alto da riuscire a scavalcare i quattro mostri che gli venivano incontro. Legolas diresse il suo cavallo contro i quattro mostri che lo circondavano e mostrò loro i pugnali estratti che teneva tra due mani. Provocati dall' Elfo, gli Orchi sfilarono di conseguenza le loro spade e si gettarono verso il cavallo con estrema ferocia. L' animale bianco si impennò e riuscì a scalciare in piena faccia un lupo nero. In quell' istante, Legolas balzò dalla sella del destriero e si trovò in mezzo alla mischia di mostri. Un Mannaro lo stava per investire, ma con l' agilità dell' Elfo l' orco di sopra venne disarcionato della sua cavalcatura dalle piedate inflitte dall' audace Legolas. Il lupo tornò indietro per correre contro l' Elfo, però quest' ultimo con la sua solita velocità estraò l' arco per finire con una sola freccia la bestia dal pelo nero. Ora erano rimasti solo due Orchi da affrontare e questi, vedendo che i loro Mannari non erano efficaci, si limitarono a sferrare fendenti contro la creatura dei Boschi. Legolas parò con il suo pugnale il primo colpo che tintinnò nel ferro della lama, poi si proteggette dal secondo fendente con il secondo pugnale. Ingaggiò così un breve scontro a colpi di spade che parava ai due soli Orchi che circondavano l' Elfo in due lati, stando sempre sopra i loro Mannari. Legolas emise un salto e con i suoi piedi si posizionò sopra i musi dei due lupi che non riuscivano ad addentare i piedi dell' Elfo dalla pressione che questi gli facevano sopra. L' Elfo era in equilibrio sopra le teste dei due lupi e potè seguire meglio il movimento delle lame dei due mostri. Questi si caricarono i loro fendenti da far cadere, ma l' avversario fu più svelto di loro nel reagire. Legolas parò il fendente che gli veniva da destra e con il suo pugnale riuscì ad infilzare l' Orco che stava alla sua sinistra. Il corpo dell' Orco cadde dalla cavalcatura e in seguito, lo stesso lupo venne infilzato alla testa dal coltello elfico. Il Mannaro rimasto si avventò contro l' Elfo, che con un altro salto riuscì a scansare la bestia che gli stava venendo incontro, che morse il corpo del lupo che Legolas abbattè. L' Elfo ripiombò con i piedi a terra ed estraò di nuovo il suo arco, scoccando la freccia di spalle e colpendo il Mannaro dritto alla fronte.

Non appena il lupo si accasciò al terreno, l' Orco che era sopra si trovò sbalzato dalla cavalcatura e Legolas finì il mostro trafiggendogli la testa dal mento con il suo pugnale. Sfilò poi il suo pugnale dall' Orco quando gettò da una parte il cadavere di questo. Tutti i nemici erano stati sconfitti e uccisi. Intorno a lui c' erano solo cadaveri di Lupi e Orchi. Un gemito raggiunse le orecchie a punta della creatura mistica che nel voltarsi dietro, vide che c' era il secondo Orco di prima che strisciava per prendere la sua spada e colpire alle spalle l' Elfo. Quest' ultimo volse un attimo lo sguardo avanti, notando che Bolg era ormai lontano su una collina in groppa al suo Mannaro nero. L' orco riuscì a svignarsela anche stavolta e scomparve dietro l' orizzonte dalla vista di Legolas. L' Elfo, per la frustrazione e la rabbia di non averlo ucciso neanche stavolta, sfilò un suo pugnale e si diresse verso l' Orco che cercava di raggiungere la sua arma. Il mostro afferrò l' elsa della sua spada e si alzò subito in piedi per scontrarsi con Legolas. Ma questi si trovò già di fronte all' Orco, che prima che potesse puntare la spada all' Elfo, venne trafitto alla pancia dal pugnale. Legolas lo sfilò di nuovo dal corpo dell' Orco con tanta veemenza, lasciando che il corpo del mostro si accasciasse a terra privo di vita. Poco distante dall' Elfo c' era ancora il suo cavallo bianco, rimasto intatto da ogni attacco dei sei Orchi. Legolas osservava adesso il corpo dell' ultimo Orco ucciso, ripensando alla loro razza vile di cui era sempre stata composta. Ma lo sguardo di Legolas cambiò in uno di confusione quando scorse nella giugulare dell' Orco che vi era una specie di simbolo tatuato. L' Elfo si chinò per vedere meglio il tatuaggio nel collo dell' Orco e visualizzò un triangolino con al centro la palpebra di un occhio con la pupilla minacciosa e sottile. Legolas sollevò con inquietudine i suoi occhi. Le sue pupille nere si rimpicciolivano, rendendo dominante l' azzurro della sua iride. Divenne irrequieto come il padre al momento dell' interrogatorio dell' Orco che catturò nel suo Reame Boscoso: << Adesso capisci, Elfo? La morte è sopra di voi. Le fiamme della guerra sono sopra di voi. Ha, ha, ha-- >> nella sua mente rimbombò la risata malvagia dell' Orco prima che venisse decapitato crudelmente da Thranduil. Ora Legolas si rese conto di quello che gli disse il padre, capendo cosa volesse dire. Un male oscuro era tornato nella Terra di Mezzo e che avrebbe colpito subito ogni essere che vi abitasse. Indietreggiò per un attimo dal corpo dell' Orco, con lo sguardo che sembrava perdesse coraggio. Doveva subito avvisare la sua compagna Tauriel del piano che il Male stava per mettere in atto. Ma come si voltò dietro, vide che la strada che aveva fatto l' aveva portato troppo lontano da Pontelagolungo, intuendo che la prima parte del disastro si sarebbe compiuta sulla città del lago. Un rombo di tuono presagiva il mancato intervento di Legolas che non poteva più fare in tempo a salvare la sua compagna dalla calamità prossima che si sarebbe abbattuta sul Mondo degli Uomini.

Sakura era faccia a faccia con Smaug, adesso, e il drago la riprese con il nomignolo che lei gli disse durante il loro primo colloquio. La ragazzina captò che a quella seconda pronuncia di quel titolo, qualcosa era stato captato dal drago: << Siete venuti da Pontelagolungo >> proseguì Smaug svelando il nome della città da cui Sakura partì per la Montagna. Tramite le informazioni dategli dalla cattura carte, il drago aveva scoperto ogni cosa sull' impresa dei Nani e nella sua mente adesso c' erano solo gli abitanti della città: << Questo è uno squallido complotto ordito da questi luridi Nani e quei miserabili Uomini del Lago. Quei piagnucolosi codardi con i loro lunghi archi e le Frecce Nere! >> disse Smaug preso dal nervoso nell' emettere le parole dalla sua bocca. Sakura rimase attenta a fissare la minaccia che indirizzò la sua ira adesso sulla città del lago. La ragazzina sembrò rintanarsi all' interno del drappo quasi a voler sperare che quello che stava pensando lei non lo stesse pensando anche Smaug: << Forse è il momento che io faccia loro una visita >> disse minaccioso la bestia andando verso la città sul lago, pronto a far soccombere ogni uomo che era complice dell' impresa dei Nani. Sakura si sentì il cuore in gola come vide che il drago si dirigeva verso la parete per sfondarla ed andare a bruciare la città dove c' erano anche tutti i suoi amici: << Oh no... >> disse sottovoce alle intenzioni del drago. Smaug svoltò con grande fretta a destra e Sakura si levò del drappo di dosso, cercando fermare il mostro: << Ma non è colpa loro! Fermo! Non puoi andare a Pontelagolungo! >> gli urlò con decisione. Il drago si fermò nei suoi movimenti e sorrise malignamente: << Oh tu tieni a loro, non è vero? >> chiese avvicinandosi alla ragazzina impavida, sapendo che aveva a cuore gli abitanti del lago. Ma il drago fece un' altra scoperta alla ragazzina: << Mmh, scommetto che ci sono gli altri tuoi amichetti che ti stanno aspettando laggiù >> aggiunse nella più totale malvagità. Sakura sgranò gli occhi dal terrore, rendendo conto a Smaug che il suo gruppo era venuto con lei: << Bene. Allora puoi guardarli morire! >> pronunciò quelle ultime parole minacciose con l' odio che gli inondava gli occhi gialli e feroci. Sakura si sentì una piccola formica impotente contro la furia scatenata del drago che proseguì verso la parete in fondo. I suoi amici non sapevano nulla dell' arrivo del drago che decise di prendersela con la gente indifesa. Poteva solo restare a guardare l' opera distruttrice della bestia alata che si sarebbe presentata molto presto: << Qui, inutile stupido verme! >> si sentì una voce provocatrice e diretta verso il serpente alato. Smaug ruggì internamente, cambiando sguardo che divenne più cattivo e furioso all' insulto che gli giunse alle spalle. Era stato Thorin a rispondere al drago per fermarlo in ogni suo tentativo di prendersela con Pontelagolungo. Il Principe dei Nani era posto sopra ad una immensa statua nanica e reggeva alla sua destra una catenella: << Tu? >> si girò il drago: << Adesso mi riprendo quello che tu hai rubato >> annunciò sicuro di sé Thorin, guardando in fondo alla sala la bestia che riuscì ad attirare nella sua stupidità. Il drago si accingeva a raggiungere l' enorme statua.

Sakura si tenne nascosta tra le colonne laterali, osservando quello che aveva in mente il Principe: << Ah, tu non ti riprenderai niente da me, Nano. Io ho annientato i tuoi guerrieri tempo fa. Io ho instillato il terrore nel cuore degli Uomini. Io sono il Re sotto la Montagna >> comunicò fiero del suo titolo Smaug, sollevandosi all' altezza della statua e rivolgendo un' occhiata malefica e terrificante al Nano. Ma questo non si lasciò intimidire dal tono del drago e mantenne il sangue freddo, ribadendogli: << Questo non è il tuo regno. E' il territorio dei Nani, l' oro dei Nani. E noi avremmo la nostra vendetta >> disse a chiare lettere Thorin con la gola del drago che si arrossiva. Dietro alla statua c' erano gli altri Nani che mantenevano le catene che reggevano la struttura immensa. Il Principe si aggrappò ad una fune alla sua sinistra e, prima che il drago si rendesse conto di ciò che stava per succedergli, il Nano gridò a gran voce una frase in nanico. Diede un lieve strappo alla corda e, di seguito, i Nani nel retro della statua tirarono le catene dei tiranti che reggevano la roccia. Nori e Dwalin, così come anche Bifur e Gloin e il resto, sganciavano i bulloni delle tenaglie in ferro che si aprirono uno alla volta e che facevano cadere gli enormi massi. Smaug rimase furioso lì davanti, osservando ciò che avevano in mente ancora i Nani. Thorin si aggrappò alla catenella in ferro e si tenne a questa, allontanandosi dalla pietra che cadeva. Quello che emerse alla luce aveva dell' incredibile. Una gigantesca statua nanica di grandi misure fatta in oro. Il drago si avvicinò alla colossale figura del guerriero nanico, attratto da essa dal materiale cui era stata fatta. Anche Sakura rimase sbalordita da quello spettacolo non all' ordine del giorno, rimanendo senza parole dalla perfezione dell' oro che formò quella statua sotto imbottitura della roccia. Un' enorme ascia era messa in mezzo al corpo gigante della scultura che sembrava di poco superare in altezza il drago. Questo era troppo preso dall' incantevole lucentezza dell' oro e rimase lì esitante di quello che sarebbe accaduto. Lentamente, nell' occhio destro della statua si creavano delle piccole bolle. Poi l' occhio esplose in uno schizzo d' oro, così come le altre parti del corpo della miniatura. Smaug digrignò i denti essendo stato fregato in una trappola dei Nani e con la marea di liquido dorato che gli stava per cadere addosso. La scultura si afflosciò gradualmente dalla testa che sprofondò fin giù insieme al resto del corpo. Si creò fino ai piedi del drago una grande ondata d' oro fuso che si propagava violenta su tutta la carcassa enorme del drago. Questo barcollò all' indietro, essendo stato investito dall' oro, e le sue zampe sprofondarono in esso così come la sua enorme testa, prima d' aver lanciato un breve ruggito. Infine, la bestia fu completamente sommersa da una piscina dorata, sparendo dalla vista dei presenti. Thorin emise un sospiro di vittoria, vedendo appeso dalla catenella che il drago era affogato sotto alla quantità d' oro. In tutta la sala ci fu silenzio, dove tutti i Nani e Sakura guardavano la superficie d' oro che si era versata su un baratro più o meno profondo, creando una vasca dorata.

Il liquido d' oro si appiattì, e subito esplose con un grande schizzo verso l' alto. Da qui riemerse il terribile Smaug a sorpresa davanti alla Compagnia e ruggendo più vivo che mai. Niente poteva battere quel drago che adesso era ricoperto del materiale del suo tesoro e aveva ancora la forza di camminare. Il terrore colse così Sakura che si appiccicò alle pareti, fissando inerme e a bocca aperta e tremolante il corpo dorato di Smaug che si faceva beffe dei Nani: << Ah, vendetta?! Vendetta?! Ve la faccio vedere io, la vendetta! >> tuonò tornando a dirigersi verso il varco d' uscita della sala con l' oro che era diventato la sua pelle. Thorin rimase immobile e sconcertato appeso alla catenella. Sia lui che Sakura e i Nani non potevano credere a quello che stava per succedere. Accadde tutto così in fretta. Smaug sfondò dalla sua carica il grande muro principale di Erebor, uscendo dalla Montagna con un ruggito sonoro e avanzando attraverso il giardino secco del regno. La bestia era libera e poteva fare quello che voleva. Si poggiò sul ciglio di una rupe e saltò verso il cielo, roteando nell' aria per liberarsi dell' oro attaccato. La sua pelle tornò così a essere quella rossa del fuoco, mentre il manto dorato che lo avvolgeva prima si disperse come petali di fiore nel vento che soffiò ora. Planò un po' in basso e spiegò le sue ali, oltrepassando le rovine di Dale e scorgendo in mezzo al grande lago la città di Pontelagolungo. La calamità di tutti i tempi era tornata per seminare distruzione. Gli abitanti della città videro che alla base della Montagna Solitaria c' erano dei bagliori gialli, e subito si misero in agitazione quando scoprirono in lontananza un pipistrello che si ingrandiva sempre più. Il panico fu immediato nelle strade, con tutti i cittadini che stavano per essere inceneriti inesorabilmente. Bard, dalla sua prigione, si affacciò alle sbarre sentendo delle prime parole provenienti da alcuni passanti che invocavano il nome della famigerata bestia. La casa di Bard tornò a tremare dal soffio del vento che giunse. Oin e Bofur intuirono nei loro cuori che cosa stava per accadere. Tilda cominciò a piagnucolare alla catastrofe imminente: << E' troppo tardi... >> commentò funesto Toy con Yuki al suo fianco che non emise parola e con Meiling e Tomoyo che si bloccarono terrorizzate alla bestia che era riconoscibile dalla finestra nella sua lontananza. Li si girò intorno a sé stesso, con l' ansia addosso e la preoccupazione che il drago aveva già fatto fuori Sakura e la Compagnia di Nani. La casa tremò ancora un po' con delle polveri che continuavano a cadere dal soffitto. Tauriel doveva subito far svegliare Kili che era disteso sul tavolo a dormire, con la situazione che si rese tra le più disperate di tutte. Dalla Montagna, Sakura uscì con la tristezza in cuore e si diresse sulla punta della rupe. Qui si inginocchiò a terra dal troppo star male di quegli eventi, non avvistando più il drago che era già sparito dalla sua vista. Poteva solo restare a guardare, e con i poteri non del tutto ripresi per la malvagità del drago, si accasciò sulla roccia sporgente.

Dalle celle della città, intanto, le guardie e Braga stavano ancora festeggiando la cattura di Bard con bicchieri di vino: << Ascoltami! >> << Che c'è? >> << Non lo sai cos'è in arrivo? >> chiese preoccupato l' arciere dalle sbarre a Braga. Ma il tempo per rispondere risultava anche in quel momento non adatto. Ormai qualsiasi movimento era divenuto inutile perchè tanto il drago stava per piombare come un uragano veloce. Smaug si eresse ancora più sopra alle nuvole, lasciandosi alle spalle Dale e la Montagna, ormai già parte della sua desolazione: << Io sono Fuoco. Io sono... Morte! >> disse la bestia alata che era veritiera nelle sue parole. Spiccò ancora con maggiore velocità il volo, entrando nel campo della baia del lago. Sakura stava facendo come le disse il drago: restare a guardare. Tra tutto quello che le era successo e ciò che aveva portato alla condanna della città, Sakura rimase inorridita dal suo posto: << Che cosa abbiamo fatto?... >> chiese lei con voce strozzata, colpevole insieme ai Nani del guaio che avevano scatenato contro Pontelagolungo e i suoi amici, che erano in balia della tempesta di fuoco che avrebbe raso al suolo ogni forma di vita.


 


 


 


 

E finisce qui con la suspense questa fanfiction!! Il drago si sta dirigendo a Pontelagolungo senza preavviso, cosa succederà? Riusciranno i nostri eroi a salvarsi in tempo? (Sapete già la risposta). Attendete l' inizio del terzo e conclusivo capitolo dell' ultima avventura della nostra Sakura nella Terra di Mezzo. Sarà un capitolo ricco d'azione e con un gran finale in serbo per voi e modificato da me. Non mancate alla storia più epica e avvincente che si prospetta per i nostri amici di Tomoeda, e come al solito, vi auguro buona lettura e ci vediamo al capitolo finale, ciao!!! ;)

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