At least we are under the same sky di unbreakable (/viewuser.php?uid=92567)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1. ***
Capitolo 1
«Tua
madre se n'è andata, te lo ricordi?» Domandò
l'uomo al bambino, che in cambio ricevette solo un cenno col
capo. «Ottimo» Cominciò ad
appuntare qualcosa
sul blocco note che aveva tra le mani, ed il bambino guardava la penna
muoversi con insistenza.
«E quando tornerà?» Chiese ingenuamente
il
ragazzino, giocherellando con la stoffa della maglia. L'uomo, che
era seduto sulla scrivania di fronte a lui, si alzò e si
inginocchiò di fronte al bambino. Si levò gli
occhiali e
lo guardò con rammarico, ma il piccolo non riusciva a
comprendere il perché di quello sguardo. Più lo
guardava,
più le sue idee si confondevano e la voglia di allontanarsi
da
quell'uomo che ormai gli faceva visita tutti i giorni si diffondeva
nella sua testa.
«Non tornerà» Il bambino
piegò la testa di
lato, scrutando il viso pieno di rughe del signore. Riceveva sempre
quella risposta quando chiedeva della sua mamma, tranne da suo padre
che ignorava semplicemente la domanda. «Tua madre non
tornerà mai più» Continuò
l'anziano,
ricevendo un'occhiata infastidita da parte del bambino che, per
ripicca, sbuffò e portò lo sguardo sul pavimento.
«So che è difficile accettare la
realtà, ma io sono
qui per aiutarti» Poggiò la mano tra i capelli
scuri del
ragazzino, mescolando le sue dita tra quest'ultimi. Quel tocco non gli
fece sentire niente, anche se si sentì costretto a voltarsi
verso l'uomo di fronte a lui. I suoi occhi tristi lo sciolsero un po',
tanto che decise di ascoltare quello che quest'ultimo aveva da dire. Un
sospiro di rammarico uscì dalle labbra poco screpolate
dell'anziano, che attirò ancora di più
l'attenzione del
bambino.
«Sono qui per farti capire cosa è successo.
Probabilmente
lo hai già capito e non riesci a fartene una ragione, ma non
è colpa tua. Credo che per sfuggire al dolore,
senza che tu
te ne rendessi conto, la tua mente abbia eretto un muro. Un muro che ti
difende dalla consapevolezza di ciò che è
successo. Per
il tuo benessere, hai bisogno che questo muro venga
abbattuto»
Più che al bambino,
l'anziano stava parlando con il padre, che era stato tutto il tempo
davanti alla porta ad ascoltare la loro conversazione. Lui aveva ben
capito cosa volesse dire, mentre il piccolo non aveva inteso le sue
parole. L'anziano sospirò nuovamente, per poi guardare verso
il
genitore del ragazzino. Quest'ultimo non riuscì ad intuire
l'occhiata che i due si lanciarono, ma lo sguardo preoccupato
dell'uomo inginocchiato di fronte a lui gli fece intuire che,
probabilmente, qualcosa di brutto sarebbe uscito dalla sua bocca.
«Gray, tua madre è morta un mese fa a causa di un
incidente stradale» In quel preciso istante, il bambino
avrebbe
voluto diventare sordo. Il suo sguardo rimase fermo ad osservare il
volto dell'uomo, senza battere le palpebre. La sua bocca era semi
aperta, ma non usciva niente se non solo un respiro più
affannato rispetto a prima. Improvvisamente, i suoi occhi cominciarono
a sguizzare da una parte all'altra della stanza, come se stesse
cercando una possibile via di fuga. Era sempre riuscito a nascondere la
realtà dentro di sé, nessuno fino a quel momento
aveva
mai cercato di strappargliela di dosso per paura di ferirlo, ma adesso
gli avevano fatto capire che non poteva più nascondersi.
Avrebbe
dovuto tirar fuori tutto il dolore che aveva trattenuto, il suo animo
era completamente distrutto e sentiva che gli occhi gli stavano andando
a fuoco. Percepiva le lacrime scorrergli sulle guance, aveva il
desiderio di urlare ma quando ci provava, il fiato e le parole gli
rimanevano in gola. Tremante si portò le mani tra i capelli,
stringendoli nei palmi in un pugno. Le nocche diventarono completamente
bianche per quanto stava stringendo, ma il sospiro dietro di
sé
gli fece allentare solo di poco la presa.
«Mi dispiace...» Pronunciò il padre di
Gray alle sue
spalle, in lacrime. Non ebbe il coraggio di voltarsi, ma a quelle
parole il suo corpo venne cosparso da una marea di brividi che lo
costrinsero a tremare maggiormente. Si accasciò contro la
spalla
dell'anziano, ricevendo in seguito un abbraccio da parte sua.
Aveva capito di essere debole, e che la debolezza sarebbe da sempre
rimasta al suo fianco. Era sicuro di non potersene liberare.
Un
suono fastidioso alla destra del suo letto lo fece mugolare,
destandolo dal sonno. Allungò un braccio verso la sveglia,
picchiettandola più volte per farla smettere di suonare.
Dopo
vari tentavi riuscì a zittirla, per poi aprire piano gli
occhi. Guardò l'orario scritto sopra il marchingegno, e
segnava
puntualmente le 6:30. Pensò che fosse troppo presto per
alzarsi,
quindi biascicò qualche imprecazione e chiuse nuovamente gli
occhi, per ritornare alla sua dormita - anche se non era stata tanto
piacevole -. E infatti ci ripensò, soprattutto
perché
sapeva che non sarebbe riuscito a riaddomentarsi. All'improvviso la
porta di camera sua si spalancò, facendo quasi spaventare il
ragazzo che sobbalzò lievemente sul posto, ancora sdraiato.
«Ancora
a letto? Non devi far tardi il primo giorno di accademia,
quindi alzati!» A quelle parole, Gray sbuffò
rumorosamente. Si era completamente dimenticato che sarebbe dovuto
andare alla Fairy Tail, essendosi iscritto almeno tre mesi fa. Con
fatica
alzò il busto dal letto, ancora totalmente assonnato. Si
stropicciò gli occhi con entrambe le mani, per poi togliersi
la
coperta di dosso. Non sentì nemmeno un po' di freddo,
essendo -
come suo padre - un mago del ghiaccio. La sua pelle era fredda come
esso e ciò significava che il freddo era immune su di lui.
Non
appena alzò lo sguardo dalle coperte, notò che
Silver era
ancora lì, a guardarlo con un sorriso stampato in viso.
«Mi
sto alzando» Disse con voce roca il corvino, osservando
l'espressione del padre.
«Lo
so» I due si guardarono per almeno qualche minuto in
silenzio. Gray aveva gli occhi assonnati ma si percepiva la sua
irritazione nel guardare suo padre che continuava ad osservarlo, sempre
sorridente. Alle volte Silver riusciva ad essere davvero un tipo
invadente, ma Gray ci aveva fatto l'abitudine. Gli dava comunque
fastidio che qualcuno cercasse di avere una conversazione con lui non
appena sveglio, voleva essere lasciato in pace così da
prepararsi con calma.
«Papà,
mi devo preparare» Si alzò dal letto e
si incamminò verso il suo armadio, prendendo un paio di
vestiti
totalmente a caso. Silver continuava a guardarlo senza dire una parola,
sapendo comunque quanto stesse irritando il figlio. Sembrava quasi che
volesse godersi quel momento, dato che sapeva quanto Gray fosse
emozionato all'idea di andare all'accademia. L'espressione del figlio
non dava l'aria di essere tanto entusiasta, ma quando venne accettato -
almeno un mese fa -, dimostrò di essere veramente contento
all'idea di frequentare altri maghi della sua età e anche
più grandi. Ignorò totalmente il padre, entrando
in fine
nel suo bagno personale. Chiuse la porta a chiave, non volendo che il
suo vecchio facesse qualcosa di inaspettato. Sentì solo una
risata da parte di lui, con in seguito un «Veloce che la
colazione è pronta» e i passi di lui che uscivano
dalla
sua stanza. Sospirò, piuttosto infastidito dallo strano
comportamento del padre. A quanto pare lui era più
emozionato di
Gray, ma non era di certo in quel modo che lo avrebbe aiutato a
calmarsi. Dopo essersi ricordato che quello era il suo primo giorno
alla Fairy Tail aveva un po' d'ansia addosso, per questo aveva deciso
di ricomporsi con una doccia fredda. Si spogliò del pigiama
e
dell'intimo, per poi buttarlo a terra, così come fece anche
con
i vestiti presi dall'armadio. Entrò dentro ed
aprì
l'acqua, lasciando che le gocce fredde di quest'ultima attraversassero
la sua pelle. Lasciò che l'acqua picchiattasse contro il suo
volto, ricordandosi in seguito del sogno che aveva fatto. Quasi ogni
notte sognava sempre quel momento della sua vita, era diventato quasi
un'ossessione. Credeva di averlo capito, di considerare la
realtà come un dato di fatto, ma ancora non riusciva a
farlo.
Qualche volta, inconsciamente, si domandava dove fosse sua madre e
quando sarebbe tornata, anche se subito dopo si ricordava
dell'incidente di cui era stato informato. Per un periodo di tempo
aveva smesso di pensarci ed aveva accettato come stavano le cose, ma
nell'ultimo periodo aveva ricominciato a chiedersi se avrebbe mai
rivisto la madre.
«Dovrei
dirlo a papà?» Si domandò, guardando
fisso la parete bagnata dalle gocce d'acqua della doccia.
Respirò profondamente, scuotendo ripetutamente il capo. Non
voleva rovinarsi la giornata, quello era un giorno importante per lui.
Era sicuro che la sua vita sarebbe cambiata, e che era pronto a tutto
per diventare un bravo mago come lo era Silver. Non voleva deludere le
sue aspettative, soprattutto perché sapeva quanto il
padre credeva in lui. Voleva renderlo fiero e non sarebbe stata
l'incertezza a tirarlo indietro.
«Che
aspetto appetitoso!» Commentò Silver,
osservando la figlia portare i toast a tavola. L'uomo si era
già
messo al suo solito posto, ovvero capo tavola, ed aspettava che Gray
finisse di prepararsi.
«Quanto
manca a Gray? Io devo andare a lavorare, non posso
aspettare i vostri comodi» Commentò seccata
Ultear,
ignorando i complimenti del padre anche se le aveva fatto piacere
udirli. Silver sorrise a vedere la figlia impaziente, specialmente
perché sapeva che non era per il lavoro. Sarebbe dovuta
arrivare
al centro commerciale alle 8:00, quindi mancava ancora un'ora e aveva
tutto il tempo del mondo. Anche lei, come Silver, era nervosa per il
primo giorno di accademia del fratello. Certo, era emozionata, ma non
perché era contenta per Gray: lei non era mai stata
d'accordo
con la decisione del ragazzo di andare a frequentare Fairy Tail.
Avevano discusso parecchie volte in quei tre mesi per la decisione
presa, la sorella cercò di far capire a suo padre che,
secondo
lei, Gray non era ancora pronto a relazionarsi con troppe persone.
Tuttavia, Silver non era mai stato d'accordo con le sue parole e,
infatti, dava il massimo supporto al figlio, che ne aveva bisogno. Dal
canto suo, anche se litigavano spesso, Gray ignorava quasi sempre
l'irruenza con cui la sorella gli sputava addosso le sue opinioni. Per
lei era ancora un bambino bisognoso di cure e affetto, che ancora non
si era separato dal passato. Non voleva capire che era cresciuto e che
voleva cominciare una vita decente, e per farlo aveva aspettato che le
acque in casa sua si calmassero. Era passato moltissimo tempo, e lui aveva preso
quella decisione all'età di 17 anni. Per il ragazzo era
arrivato
il momento di uscire dal guscio e di respirare una nuova aria, ed era
sicuro che alla Fairy Tail ci sarebbe riuscito.
Non
appena Gray scese le scale per arrivare in soggiorno, vide suo
padre già a tavola, pronto a gustarsi la colazione preparata
dalla sorella. Rimase per un attimo a fissarlo, ripensando al giorno in
cui lo aveva informato della sua decisione di entrare all'accademia.
Non si sarebbe mai aspettato una reazione positiva da parte del padre,
ma non lo aveva mai visto così felice come in quel momento.
Era
stato il suo sorriso a dargli la forza di continuare su quel percorso
e, proprio in quell'istante, decise che sarebbe andato avanti a testa
alta, così da renderlo orgoglioso. In seguito a quei
pensieri,
si presentò a tavola, sedendosi alla destra del padre che,
non
appena Gray si mise a sedere, iniziò a mangiare un paio di
toast. Gray si accontentò di una semplice brioche ed un
bicchiere di aranciata fredda, che beveva sempre ogni mattina. Quella
bevanda era come il caffè per lui: gli dava carica ed il
sonno
spariva subito al primo sorso.
«Allora
figliolo, sei emozionato per il tuo primo giorno
all'accademia?» Domandò Silver, dopo aver finito
di
mangiare i primi due toast.
«Abbastanza»
Rispose, agguantando con i denti la brioche.
Cercava di ignorare lo sguardo euforico del padre su di sé,
ma
era praticamente impossibile dato che la gioia fuoriusciva da ogni
angolo del suo corpo.
«Vuoi
che ti accompagni? Come facevo quando andavi alle
elementari» A quella proposta, il boccone che Gray aveva in
bocca
gli andò di traverso. Tossì varie volte,
respirando con
affanno, per poi prendere subito il bicchiere riempito di aranciata e
sorseggiarlo quasi tutto. Ciò che lo attanagliava di
più,
era lo sguardo sereno con cui Silver glielo avevo chiesto.
«Non
ci pensare neanche!» Urlò, dopo aver preso un
bel respiro. Era contento che suo padre fosse interessato alla sua
imminente giornata in accademia, ma stava davvero esagerando.
«Va
bene, va bene. Ma dovresti sbrigarti» Disse con tono
deluso il padre, bevendo un sorso di latte dal suo bicchiere. Gray si
sbrigò e guardò l'ora sul suo orologio da polso,
notando
che doveva essere in accademia tra 15 minuti. Si maledì per
averci messo così tanto a fare la doccia, dato che quella
mattina
aveva deciso di fare le cose con calma. Ma a quanto pare, anche il suo
primo giorno all'accademia era destinato ad essere estenuante. Dopo
aver bevuto l'aranciata rimasta nel bicchiere, si alzò da
tavola
e corse verso la porta. Proprio in quel momento, Ultear uscì
dalla cucina e si avvicinò al fratello, cercando di
sorridere.
«Gray»
Lo chiamò lei, ricevendo subito il suo
sguardo su di sé. I loro occhi si incrociarono per un paio
di
secondi, ma il ragazzo si sbrigò a riportare lo sguardo
sulla
porta. «Buona giornata» Disse in seguito,
tentando di
sembrare il più positiva possibile. Nonostante non fosse
d'accordo con quella decisione e Gray ne fosse al corrente,
quest'ultimo apprezzò molto il piccolo incoraggiamento
ricevuto.
«Grazie,
anche a te» Rispose semplicemente, senza voltarsi.
Sparì dalla vista della sorella non appena aprì
la porta
e la richiuse in seguito, dopo essere uscito. In quel momento, Ultear
strinse forte i pugni, lasciando percepire a Silver - che aveva
guardato la scena da tavola - la sua preoccupazione. Poteva capirla
alla perfezione, d'altronde avevano vissuto l'inferno anni fa ed il
loro rapporto si era sgretolato col passare del tempo. Ma anche lei,
secondo il padre e Gray, doveva smetterla di pensare al lato debole del
fratello e concentrarsi su quello forte, che aveva messo in evidenza
nell'ultimo periodo. Prima o poi ce l'avrebbe fatta ed avrebbe ammesso
di essere troppo protettiva nei confronti del ragazzo o, almeno, questo
era ciò che pensava e sperava Silver.
Nel
mentre che Gray correva nel marciapiede con la speranza di non arrivare
in ritardo, tornò a pensare al sorriso del padre
che aveva visto sin da quando si era svegliato. Non lo vedeva sorridere
in quel modo da tantissimo tempo, e sapere di essere la causa di quella
gioia lo faceva sentire vivo. Aveva causato molti problemi in casa a
causa di tutto quello che era successo, ci aveva messo parecchio tempo
per riprendersi dall'incidente ma, adesso, poteva dire di star
diventando una persona completamente diversa da quella precedente. La
sua nuova vita doveva ancora cominciare, ma a riguardo aveva dei buoni
propositi e, per questo, si sentiva molto positivo. Durante l'andata
non incontrò nessun ragazzo della sua età che si
dirigeva nella sua stessa strada, quindi pensò di essere
l'unico a non essere in anticipo. Si maledì nuovamente per
averci messo troppo a fare la doccia, ma era una sua abitudine
rilassarsi sotto il getto d'acqua.
"Cazzo!
Non posso tardare il primo giorno di accademia!"
Pensò irritato, mentre continuava a correre
velocemente verso la Fairy Tail. Alcune volte il suo sguardo andava a
posarsi sulle macchine che percorrevano la strada accanto a lui, e
quest'ultime lo portavano ad aumentare il passo. Sarebbe arrivato
sudato e sicuramente non profumato come lo era prima di essere uscito
di casa, ma almeno non avrebbe fatto la figuraccia di arrivare tardi e
perdersi la cerimonia di apertura che Fairy Tail faceva ogni anno per
accogliere i nuovi studenti.
Non
tanto lontano da dove era, poteva vedere l'alta costruzione
dell'accademia dove si stava dirigendo. Gli mancava davvero poco ed era
emozionato all'idea di fare nuove esperienze e conoscenze, specialmente
con ragazzi con la sua stessa dote. Il nervosismo e la foga erano
aumentati durante la corsa, ma sentiva di non veder l'ora di
oltrepassare il cancello dell'accademia. Cosa che fece subito dopo
qualche metro, ritrovandosi davanti ad una moltitudine di ragazzi che,
a piccoli passi, si muovevano verso l'edificio. Col fiatone si
avvicinò alla folla di studenti, studiando i volti che
riusciva a notare. Notò qualche ragazzo della sua stessa
età ed altri più grandi, alcuni in uniforme
scolastica mentre i nuovi con i loro soliti abiti.
"Ma
quanta gente c'è?" Si
domandò mentre si muoveva insieme alla folla. Gli studenti
in uniforme si stavano tutti spostando da un'altra parte, ma essendo
lontano non riuscì a vedere dove si stessero dirigendo.
Perciò, curioso, decise di inoltrarsi in mezzo al branco di
ragazzi e di avvicinarsi di più alla struttura,
così da capire meglio cosa stesse succedendo. Si
rivelò essere una decisione assai ardua, in quanto gli fu
difficile oltrepassare la maggior parte degli studenti senza dare
alcuno spintone. Una voce alta, tirata fuori da un anziano piccolo e
basso, fermò la sua marcia e si sentì costretto a
fermarsi. Portò lo sguardo all'entrata dell'accademia,
notando che alcuni uomini e donne erano posizionati lì,
dietro l'anziano.
«Buongiorno
a tutti» Disse, attirando l'attenzione di quasi tutti gli
studenti che tacquero nel sentire la voce dell'uomo. «Come
alcuni già di voi sanno, io sono Makarov Dreyar: il preside
di questa accademia. Per me è un piacere dare il benvenuto
ai nuovi studenti, e spero che voi siate altrettanto contenti di essere
qui» Comunicò al grande pubblico, facendo sentire
la sua voce a tutti i presenti da un microfono che teneva in mano. Gray
tirò un sospiro di sollievo dato che, inizialmente, credette
di essersi perso la cerimonia.
«Come
ogni anno, ci tengo ad informare i nuovi studenti che percorso
intraprenderanno durante gli anni dell'accademia. I primi due anni
saranno di formazione: cercheremo di aiutarvi il più
possibile per migliorare le vostre tecniche e per informarvi di quello
che c'è da sapere sul mondo della magia. Ci sarà
molto teoria e poca pratica, ma quest'ultima comincerà ad
essere più frequente dal terzo anno in poi. Ovviamente la
formazione continuerà per tutti i cinque anni di accademia,
ma nei primi due ci concentreremo soprattutto su questo, mentre negli
altri vi lasceremo respirare un po'» Il silenzio
calò totalmente e Gray approfittò della piccola
pausa per guardarsi intorno: alcuni studenti sembravano già
demoralizzati, mentre nel volto di altri si poteva vedere la
determinazione e la voglia che avevano di mettersi a studiare. Lui era
tra i due fuochi: non vedeva l'ora di darsi da fare, ma una parte di
lui aveva paura di mettersi così in gioco. Aveva
già deciso mesi fa che si sarebbe impegnato e che avrebbe
cercato di diventare un mago coi fiocchi, ma essere lì ed
ascoltare ciò che il preside aveva da dire lo metteva
abbastanza sotto pressione.
«Dunque...
l'anno scorso abbiamo aggiunto i club, che servono sia per divertirsi
che per imparare. Non potete scegliere quello che volete in quanto,
ogni club, è specifico per ogni studente. Per farvi capire
meglio, vi farò un esempio: il club dell'energia
è esclusivamente per i ragazzi che usano quel potere. Uno
studente che usa il fuoco non può farne parte. Inoltre, vi
informo che potrete chiedere l'iscrizione solo a metà del
primo anno, in quanto saprete già qualcosa in più
e le vostre capacità saranno mgiliorate. O almeno,
spero...» Ironizzò alla fine, facendo sollevare
solo qualche risata da pochi ragazzi.
«Vi
informo anche che, alla fine di questi cinque anni, dovrete fare due
esami: uno teorico ed uno di pratica. Se non prenderete almeno la
sufficienza ad entrambi, non potrete lasciare l'accademia. Per ora gli
studenti del primo e del secondo anno non devono preoccuparsene, ma dal
terzo in poi le cose saranno più difficili. Le ore
di teoria saranno di meno ma gli argomenti che tratterete saranno molto
più difficili e sarà importante mettersi a
studiare con serietà. Inoltre, alla fine di questi cinque
anni e se supererete l'esame, potrete fare una scelta: se rimanere
all'accademia altri due anni per allenarvi, oppure andarvene e
cominciare la vostra vita come maghi ufficiali. È ancora
presto per prendere una decisione, quindi non pensateci adesso. Ora i
professori qui presenti vi annunceranno in che classe siete stati
inseriti, quindi aprite bene le orecchie» Detto
ciò, il preside passò il microfono ad una donna
con lunghi e lisci capelli neri, truccata di rossetto e ombretto viola.
«Salve
studenti, io sono Minerva Orland, professoressa di teoria. Come vi ha
comunicato il preside, annuncerò in che classe siete. Se
alcuni ragazzi che chiamerò sono assenti, potranno degnarci
della loro presenza entro tre giorni, altrimenti saranno espulsi.
Dunque, cominciamo» Nonostante fosse una bella donna, Gray
aveva già intuito che non doveva farsi assolutamente
ingannare dalla sua eleganza: il tono di voce che aveva usato era stato
abbastanza acido, e non voleva avere alcun problema con una come lei.
Annunciare
le classi di ogni sudente era stato assai pesante: erano stati almeno
un'ora in piedi, soprattutto per riuscire a passare in mezzo a quella
mandria di ragazzi. Gray capitò nella classe E, e
notò che almeno una trentina di studenti facevano parte
della sua classe. Erano molti, perciò si chiedeva quanto
fossero grandi le aule in quell'accademia. Senza ulteriori indugi, un
uomo coi lunghi capelli neri, raccolti in una coda, li
incoraggiò a seguirlo. In fila indiana entrarono dentro la
struttura, ed alcuni studenti - mentre avevano aspettato di essere
chiamati - avevano già fatto conoscenza, quindi
bisbigliavano qualcosa tra di loro, creando un po' di rumore. Subito
all'entrata c'era la portineria, occupata da alcune bidelle che
sorrisero non appena gli studenti entrarono. Le pareti della struttura
erano di un allegro beige, e quel colore sembrò
immediatamente strano agli occhi di Gray. Per il resto, l'interno era
come una comune scuola, solo che in ogni corridoio c'erano un sacco di
porte. Non appena si svoltava la portineria, c'era un lungo corridoio a
destra che portava verso varie aule. C'erano tutte le prime classi, e
infatti sembrava quasi che il corridoio non finisse mai. Arrivarono
alla loro classe, la E, tirando un sospiro di sollievo. Si misero tutti
a sedere, lasciando pochi spazi liberi, e Gray ne approfittò
per andarsi a sedere per conto suo al penultimo banco nella fila a
sinistra, accanto alla finestra. Si sentì quasi sollevato
quando vide che nessuno decise di mettersi a sedere accanto a lui, ma
era solo il primo giorno ed aveva tutto il tempo che voleva per
socializzare con calma con i suoi compagni.
«Bene...
da quello che ho visto abbiamo già qualche assente, ma non
importa. Oggi non faremo granché, solo conoscerci
meglio» Disse con tono allegro il professore, osservando qua
e là l'aula. «Io sono Mard Geer Tartaros, un
professore sia di pratica che di teoria» Si
presentò, per poi tirar fuori dalla sua borsa nera una
cartella di color azzurro scuro. La aprì e dentro c'erano
molto fogli, ma ne prese uno solo e, in seguito, si mise a sedere.
«Vi
chiamerò uno per uno, e non appena verrete chiamati dovrete
alzarvi in piedi e fare una breve presentazione di voi stessi. Che
potere usate, da quanto ne siete a conoscenza, la vostra esperienza in
ambito di magia, se anche i vostri genitori la utilizzano e se avete
mai frequentato una scuola media sulla magia»
Spiegò brevemente, portando poi lo sguardo sul foglio dove
c'erano sicuramente scritti tutti i loro nomi. Gray non era molto
contento di dover parlare di sé alla classe come se niente
fosse, ma non poteva di certo tirarsi indietro solo perché
aveva paura di essere criticato dagli altri. Tirò un
sospiro, cercando di rimanere positivo, ma lo sbattere della porta che
si aprì all'improvviso attirò la sua completa
attenzione. Sollevò lo sguardo e cercò di vedere
il proprietario di tutta quella irruenza, vedendo solo un ragazzo che
doveva sicuramente avere la sua stessa età.
«Scusi
il ritardo, non ho sentito la sveglia e mi sono perso girando per
l'accademia» Disse il ragazzo dai capelli rosati, con un
sorriso beffardo. Il professore lo perdonò senza alcuna
esitazione, per poi dirgli di andare a sedere accanto a Gray, essendo
l'unico ad essere rimasto senza compagno di banco. Non appena si
sedette, il corvino ne approfittò per lanciargli un'occhiata
veloce. Dalla faccia sembrava essere un tipo abbastanza allegro, e
all'apparenza non gli diede l'impressione di essere un ragazzo studioso.
«Ehi,
ciao» Disse all'improvviso, facendo sobbalzare Gray. Si
voltò verso di lui e lo guardò un po' perplesso,
notando la mano dell'altro porta verso il
corvino. «Io sono Natsu Dragneel» Con un
po' di esitazione strinse la sua mano, notando l'esagerato calore che
quest'ultima emanava. Riuscì ad intuire senza problemi che
quel ragazzo doveva essere per forza un mago del fuoco, dato che solo
loro potevano avere la pelle così bollente.
«Gray
Fullbuster» Pronunciò, abbastanza irrequieto. Se
doveva essere sincero, non si aspettava di fare subito la conosceva di
qualcuno il primo giorno di accademia. Non gli era mai capitato,
nemmeno quando andava alle elementari.
«Mago
del ghiaccio, eh? La tua mano è fredda come un
ghiacciolo!» Ironizzò il rosato, ridendo a bassa
voce. L'altro annuì e basta, sorridendo semplicemente. Il
professore aveva iniziato già da qualche minuto a chiamare
gli studenti ed a farli presentare, e da subito non era stato attento.
Nonostante gli fosse indifferente conoscere gli altri compagni, si era
promesso che sarebbe stato attento ad ogni lezione e che non si sarebbe
lasciato sconcentrare da niente e da nessuno, ma il ragazzo accanto a
lui non sembrava della stessa opinione. Non solo era arrivato in
ritardo il primo giorno e si comportava come se fosse a casa sua, ma
chiacchierava di continuo anche se non riceveva nessuna risposta da
parte di Gray. Da una parte gli faceva piacere avere un compagno
allegro accanto, ma dall'altra lo infastidiva un po'.
«Questa
accademia è davvero enorme, per trovare la classe mi ci
è voluto un sacco! Probabilmente ho fatto male a saltare la
cerimonia, ma non avevo voglia di stare in piedi per chissà
quanto e ascoltare le loro chiacchiere» Pronunciò
Natsu, accovacciandosi sul banco.
«Come
facevi a sapere in che classe eri se hai saltato la
cerimonia?» Chiese Gray, stranamente curioso. Per un attimo
il ragazzo rimase in silenzio, ma poi alzò il capo e sorrise
verso il corvino.
«Sapevo
da un pezzo in che classe ero, sono andato a vedere un mese fa nel sito
dell'accademia» Rispose lui, facendo rimanere di sasso
l'altro. Non aveva idea che nel sito della Fairy Tail ci fossero anche
quelle informazioni, sennò avrebbe fatto esattamente come
Natsu invece di stare un'ora ad aspettare. E, come lui, si sarebbe
perso girovagando per la struttura in cerca della classe. In un certo
senso, forse era stato meglio se non era andato a vedere nel sito
dell'accademia.
«Natsu
Dragneel, dato che è molto chiacchierone, che ne dice se
adesso parla un po' a tutti?» Lo richiamò il
professore, con tono non troppo severo. Lanciò comunque
un'occhiata ad entrambi, così da richiamare anche
l'attenzione di Gray che si era lasciato andare alle chiacchiere del
compagno di banco.
L'altro
si alzò in piedi e annuì alla proposta dell'uomo,
schiarendo la voce. «Sono un mago del fuoco, sono a
conoscenza del mio potere da quando sono bambino e mi sono allenato un
po' con mio padre, anche lui mago del fuoco. Questa è la
prima volta che frequento un'accademia di magia»
Informò i presenti con un sorriso, che fece suscitare la
simpatia di Gray. Nonostante parlasse troppo, si era dimostrato un
ragazzo simpatico e non aveva timore a socializzare, ma purtroppo per
lui, il professore lì presente lo aveva già preso
di mira e sapeva che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio. Anche il corvino
pensò che si sarebbe cacciato nei guai con quel carattere
troppo allegro, ma aveva capito che si sarebbe divertito se avesse
passato del tempo con quel ragazzo. Era anche stato il primo a
parlargli ed a sedersi di fianco a lui, dunque non voleva lasciarsi
scappare la possibilità di fare amicizia con una persona di
quel tipo. Inoltre, i loro poteri erano totalmente l'opposto ed era
curioso di sapere di cosa fosse capace quel presunto mago del fuoco. La
curiosità non era quasi mai stata presente nella sua vita,
ma Natsu Dragneel gli suscitava un certo interesse. Probabilmente aveva
fatto la scelta giusta: l'accademia Fairy Tail era il posto che avrebbe
cambiato lui stesso e la sua vita.
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Salve a tutti i lettori!
Sono tornata con un'altra long, anche se questa è AU. Ho
notato che ultimamente nel fandom vengono pubblicate solo questo tipo
di storie, ma non importa... penso a questa storia almeno da due mesi e
ci tenevo a pubblicarla. Ammetto che le long non sono il mio forte,
sono più per le oneshot, ma volendo imparare a scrivere
meglio ho voluto cimentarmi in un'altra fanfiction a più
capitoli. L'unica differenza è che, questa volta, non la
cancellerò né mi demoralizzerò se non
piacerà. Ho intenzione di portarla a termine dato che
è un obiettivo che mi sono fatta sin da quando ho avuto
l'idea di scriverla.
Probabilmente sarà monotona, ma le AU non sono
così difficili da scrivere e da portare avanti, soprattutto
in questo ambito... spero solo che il primo capitolo possa avervi
ispirato e che possa piacervi. Ho voluto farvi conoscere subito un po'
del passato di Gray per un motivo, ovvero che è l'unico che
mi ha dato l'ispirazione per il primo capitolo, sennò non
avrei scritto ancora niente. Anche lui forse è un po'
monotono, ma non volevo inventare chissà cosa e dovevo pur
scrivere qualcosa su questo personaggio che fosse interessante.
Già dal primo capitolo dovreste aver capito qualcosa di lui,
e questo qualcosa verrà
ripreso più avanti! Non vedo l'ora di continuare a
scriverla, ho un sacco di idee in mente per i vari personaggi!
Grazie per aver letto il capitolo e spero che possa avervi incuriosito.
Alla prossima!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2. ***
2° Capitolo
Il
primo giorno di accademia stava andando avanti e per molti studenti
le ore stavano passando in modo abbastanza veloce. Almeno per altri due
giorni non ci sarebbero state lezioni, i ragazzi avrebbero avuto
l'occasione per conoscere i propri professori e Fairy Tail. In
seguito, le lezioni avrebbero avuto luogo e gli studenti si sarebbero
dovuti impegnare per dimostrare di essere lì non per battere
la
fiacca, ma per diventare dei maghi a tutti gli effetti. La maggior
parte dei ragazzi erano all'accademia soprattutto per la pratica, la
quale si sarebbe svolta specialmente dal terzo anno in poi. I primi due
erano quasi tutti teorici e quindi le lezioni sarebbero state
più noiose, ma anche esse davano modo di imparare varie
tecniche
e di conoscere al meglio i vari poteri dei ragazzi.
Le
prime due ore erano passate in modo veloce e dunque era arrivata
l'ora dell'intervallo, che durava solamente dieci minuti. Al primo
banco della parte sinistra della classe E, una ragazza era
impegnata a rimettere apposto i propri quaderni. Li aveva tirati fuori
nella speranza di cominciare subito una lezione, ma il massimo che
avevano fatto era parlare dei vari poteri di ogni studente. Era stato
interessante per lei ascoltare come il professore spiegasse, non con
molti dettagli, ciò che ciascun potere nominato potesse
fare.
Del suo non aveva parlato granché, essendo - secondo l'uomo
-
uno dei poteri magici più singolari ed anche tra i
più
misteriosi. Aveva appuntato tutte le parole dettate dal professore,
così
che quelle spiegazioni potessero esserle utili per le lezioni future.
Difatti, l'insegnante aveva anche spiegato che ne avrebbero parlato
più in là e che avrebbero fatto qualche pratica,
ma
solamente per vedere quanto gli studenti fossero in sintonia con la
loro magia. La ragazza non vedeva l'ora di mettersi sotto con lo studio
e di dare il massimo nelle varie materie, proprio come aveva promesso
ai genitori.
«Ehm,
ciao» Un ragazzo risvegliò la bionda dai
propri pensieri, costringendola a volgere lo sguardo verso la figura
dell'altro. Si ritrovò davanti un ragazzo alto e dai capelli
corvini, vestito di una semplice camicia bianca e dei pantaloni da
ginnastica blu scuro. «Sono Gray Fullbuster, piacere! Tu sei
Lucy
Heartphilia, giusto?» Domandò in seguito,
sorridendole.
«Sì,
sono io» Rispose semplicemente, ricambiando il
sorriso del ragazzo. Approfittò del silenzio dell'altro per
alzarsi dalla sedia e sgranchirsi un po' le gambe, essendo stata a
sedere per due ore consecutive.
«Non
ho mai sentito parlare del potere degli spiriti stellari, e
sono curioso di saperne di più»
Dichiarò Gray, che
si stava grattando la nuca con fare impacciato. Dal canto suo, la
ragazza sembrava essere altrettanto imbarazzata. Non era la prima volta
che qualcuno si interessava al suo potere, essendo molto raro e,
infatti, raramente riusciva ad incontrare qualcuno con la sua stessa
qualità. Un po' le dispiaceva perché non poteva
parlarne
liberamente senza che qualcuno chiedesse spiegazioni su spiegazioni, ma
da un altro lato le fece piacere che un ragazzo si interessasse in
questo modo al suo potere.
«Non
ne so tanto, se devo essere sincera. Ho fatto un po' di
pratica a casa, ma non abbastanza per saperne molto. Sono venuta qui
apposta» Spiegò tutto d'un fiato, con un sorriso
nervoso.
Il ragazzo in questione cercò di risponderle, ma venne
interrotto da un loro compagno di classe dai capelli completamente
arruffati, di color ciliegio. Si buttò
completamente
addosso alla schiena di Gray che si resse a fatica in piedi, rischiando
di cadere rovinosamente addosso a Lucy. Erano già stati
richiamati due volte dallo stesso professore, ed il ragazzo non aveva
nessuna voglia di ricevere un altro rimprovero. Entrambi si
ricomposero, specialmente perché Gray se lo
scrollò di
dosso con una lieve spinta datagli sulla pancia.
«Che
vuoi?» Domandò con irruenza il Fullbuster,
osservando la faccia allegra dell'altro ragazzo. Lucy li guardava senza
dire una parola, essendo due sconosciuti per lei.
«Avevi
detto che saresti venuto con me a cercare Sting e Rogue,
quindi andiamo!» Lo spronò il rosato, che cercava
di
tirare via per un braccio il ragazzo dai capelli corvini. Quest'ultimo
sembrava essere abbastanza irritato, e ciò lo si notava
dalla
sua espressione. Lucy non aveva idea se i due si conoscessero da prima
di entrare in accademia, ma sembravano già parecchio uniti.
Vederli in quel modo le fece quasi invidia, perché sperava
di
poter trovare degli amici con cui avere lo stesso rapporto. Non aveva
mai avuto problemi a socializzare, ma rispetto a molti altri ragazzi
della sua età, era stata cresciuta in modo diverso. Veniva
da
una famiglia nobile, infatti gli Heartphilia erano conosciuti per
essere una delle casate più ricche di Fiore. Lucy era stata
educata per essere una ragazza cordiale ed educata, con un linguaggio
garbato e doveva mostrarsi professionale in tutto quello che faceva.
Suo padre, Jude Heartphilia, era stato il primo a dirle di mostrarsi
superiore rispetto a chiunque, anche se lei non lo aveva mai fatto. Era
stata da sempre una ragazza ben educata, quello sì, ma aveva
cercato di continuo di essere libera e di prendere le decisioni per
conto suo, anche se non veniva quasi mai appoggiata. Sua madre, Layla
Heartphilia, invece era stata sempre dalla sua parte ed aveva cercato
di insegnarle che doveva essere gentile con il prossimo e che non
doveva mancare di rispetto a nessuno, specialmente alle persone a cui
voleva bene. Sin da piccola aveva le idee confuse su come comportarsi
con le persone, avendo ricevuto insegnamenti diversi da entrambi i
genitori. Per questo motivo, alle volte, invidiava la
spontaneità degli altri ragazzi della sua età,
perché notava perfettamente che non avevano dubbi su come
doversi comportare. Ciò lo vedeva anche nei due ragazzi che
continuavano a discutere di fronte a lei: il loro comportamento era
totalmente spontaneo, e Lucy non era mai riuscita ad esserlo.
«Scusa
Natsu, ma non hai visto che stavo parlando con un'altra
persona? Nessuno ti ha insegnato un po' di educazione?» Lo
rimproverò Gray, che alzò di poco il tono della
voce. La bionda
si risvegliò nuovamente dai propri pensieri, tornando
così ad ascoltare la conversazione dei due ragazzi.
«Ciao,
piacere: sono Natsu Dragneel» Disse precipitoso il
ragazzo, che afferrò la mano di Lucy e la strinse, volendosi
mostrare educato agli occhi dell'altro. La ragazza percepì
subito l'eccessivo calore che emanava la pelle di Natsu, e quella
sensazione la fece sentire subito a suo agio.
«Piacere
mio, sono Lucy Heartphilia» Si presentò
cordiale, sorridendo al ragazzo. Quest'ultimo ricambiò il
sorriso e dopo sciolse la presa sulla sua mano, tornando a guardare
verso Gray. «Allora? Vieni con me sì o
no?»
Domandò, quasi supplicandolo. Gray si portò una
mano sul
viso e sospirò, mostrandosi rassegnato. Annuì
semplicemente alla sua richiesta, e Natsu saltò sul posto
per
dimostrare la sua gioia alla risposta del compagno di banco. Lucy si
intenerì a vederlo così felice per un semplice
"sì, vengo con te". Era già riuscita a notare che
era un
tipo bizzarro, e non aveva mai fatto amicizia con ragazzo come lui
perché suo padre glielo aveva sempre vietato. Secondo il
parere
di Jude, sua figlia doveva essere amica solo con persone calme,
cordiali e rispettose. Natsu non sembrava avere nessuno di quei
requisiti, per cui la bionda si arrese già in partenza di
fare
amicizia con il ragazzo in questione.
«Vieni
con noi?» Domandò il rosato, osservando il
viso pensieroso di Lucy. Quella proposta la prese un po' in
contropiede, soprattutto perché rifiutare sarebbe stato un
gesto
da maleducati, dato che non aveva niente da fare. Accettare, invece,
avrebbe significato andare contro un volere del padre, e già
gli
era andata contro decidendo per conto suo di andare alla stessa
accademia di magia a cui era andata sua madre da giovane.
«Non
credo sia il caso, non li conosco nemmeno i tuoi
amici» Cercò di trovare una scusa, anche se
inefficace. I
due ragazzi si guardarono perplessi per un paio di secondi, e quelle
occhiate fecero pensare a Lucy di essere risultata asociale agli occhi
dei suoi compagni di classe.
«Nemmeno
io li conosco, ed essendo un posto dove non conosco
nessuno credo sia un buon metodo approfittare dell'invito di Natsu per
conoscere altre persone» Spiegò Gray, ricevendo un
cenno
del capo da parte dell'altro ragazzo, annuendo. «Se hai altro
da
fare però non sei obbligata a venire con noi»
Aggiunse
poi, facendo sentire in colpa la bionda.
«Dai
Lucy, non fare la timida e vieni con noi! Sting e Rogue sono
due simpaticoni, vedrai che ti troverai benissimo con loro!»
Disse entusiasta Natsu, sorridendo in direzione della ragazza. Lucy
mugolò qualche parola incomprensibile, per poi sospirare.
Non
aveva voglia di passare dieci minuti in classe a non far niente
né voleva dire una bugia - anche se piccola - a due ragazzi
che
si stavano dimostrando generosi con lei, quindi si sentì
costretta ad accettare la loro proposta. Annuì, imbarazzata,
ricevendo un sorriso da entrambi. In seguito uscirono dalla classe ed
insieme cominciarono a camminare per il lungo corridoio dove erano
situate tutte le prime classi. Un sacco di studenti erano usciti dalle
loro aule e camminavano di qua e di là, entrando in diverse
stanze per cercare, probabilmente, dei volti che già
conoscevano. A quanto pareva, la maggior parte dei ragazzi stavano
facendo la stessa cosa del trio, solo che in molti erano riusciti nel
loro intento. Avevano percorso quasi tutto il corridoio e non avevano
ancora trovato i due amici di Natsu; erano anche entrati nelle classi
altrui per vedere i loro volti, ma le loro figure non si vedevano da
nessuna parte. Mancavano solamente altre due classi da vedere, ovvero
le sezioni D e A. Avevano notato solo in quel momento che le
classi non erano posizionate in ordine alfabetico, bensì
sembravano essere state messe completamente a casaccio. Le sezioni
erano come sparpagliate, e ciò lo notarono dal fatto che la
D
stava all'inizio del corridoio, mentre la E alla fine. Natsu non ci
fece tanto caso al contrario degli altri due compagni, che avevano
trovato quella scoperta piuttosto bizzarra ed anche scomoda.
«Andiamo
a vedere nella D» Suggerì il rosato, non
lasciando il tempo agli altri due di rispondere. Entrò
velocemente nell'aula e si guardò freneticamente intorno,
impaziente. Non appena sparì dagli occhi di Lucy e Gray,
quest'ultimi capirono che, molto probabilmente, il ragazzo aveva
finalmente trovato i suoi due amici. Il corvino entrò senza
problemi nella stanza, mentre Lucy era un po' titubante. Come aveva
pensato precedentemente, fare amicizia con persone non del suo
"calibro" non avrebbe reso contento suo padre, il quale si aspettava
che sua figlia facesse delle conoscenze che fossero simili a quelle
della sua famiglia. Inutile dire che i suoi due compagni di classe non
erano affatto nobili: Gray era sicuramente più educato ma la
sua
irruenza lasciava piuttosto a desiderare. Parlando di Natsu invece,
nonostante sembrava essere solare e gentile, non era un tipo che suo
padre avrebbe accettato molto volentieri. Nonostante questi pensieri,
decise comunque di seguirli all'interno dell'aula. Aveva detto loro che
avrebbe conosciuto gli altri due ragazzi e non era una che si
rimangiava la parola data, anche su tali sciocchezze. Dunque
entrò nella classe D e vide Natsu occupato a parlare con un
ragazzo alto e biondo, vestito di una giacca di pelle nera ed una
maglia grigia sotto essa. Indossava dei pantaloni di jeans e Lucy lo
trovò da subito un bel ragazzo, anche se dai modi sembrava
essere identico al rosato. L'altro con cui stava parlando aveva i
capelli neri, a quanto pare piuttosto lunghi dato che erano raccolti in
una coda. Un ciuffo di capelli andava a coprirgli l'occhio destro e, la
cosa che la colpì di più oltre la bellezza di
esso, era
una strana cicatrice ben visibile sopra il naso. Era vestito di un
maglione nero e dei pantaloni di jeans rotti sulle ginocchia, lasciando
intravedere la sua pelle abbastanza chiara. Dopo averli osservati per
un po', Lucy decise di andare ad affiancare Gray che se ne stava in
disparte, alle spalle di Natsu.
«Purtroppo
non siamo nella stessa classe» Commentò
il biondo, ridacchiando. Poggiò una mano sulla spalla del
rosato, dandogli una lieve pacca, e quest'ultimo ricambiò il
gesto. Lucy squadrò entrambi, ritenendo quegli atti
piuttosto
inusuali.
«Già,
sarà un po' strano non essere più un
duo» Disse ironicamente Natsu, che fece scappare una lieve
risata
dalla bocca dell'amico biondo. «Comunque ho già
fatto la
conoscenza di due miei compagni di classe, ovvero Gray e
Lucy»
Presentò i due ragazzi ai suoi amici, e quest'ultimi si
sentirono costretti a farsi avanti. Il corvino era abbastanza irritato,
dato che era stato messo da parte e la cosa non gli era piaciuta
granché. La bionda, invece, continuava a rimuginare sui
soliti
pensieri ma non poteva mostrarsi maleducata e non voleva essere
considerata asociale.
«Piacere,
sono Gray Fullbuster» Si aggiunse alla
conversazione, cercando di mettere da parte la frustrazione provata dal
suo attuale compagno di banco. «Lucy Heartphilia, piacere di
conoscervi» Si presentò cordiale la ragazza,
sorridendo
solare ai due che ricambiarono pochi attimi dopo.
«Piacere!
Sono Sting Eucliffe» Disse allegro, non
distogliendo lo sguardo nemmeno un attimo dalla bionda che, essendosene
accorta, si sentiva a disagio. «Rogue
Cheney» Si
presentò in seguito anche lui, facendo sentire
finalmente
la sua voce ai presenti. Dall'espressione del viso sembrava essere
piuttosto irritato ed il corvino si era accorto di
quell'emozione
negativa, essendo - a parere suo - molto percepibile. «Io e
questi due siamo amici da quando andavamo all'asilo e siamo sempre
stati in classe insieme. Ne abbiamo passate tante e adesso ci siamo
divisi» Li informò Natsu, con un po' di tristezza
nel tono
della voce. Sia Gray che Lucy avevano capito che si conoscevano da un
sacco di tempo, ma non si sarebbero mai immaginati che fossero
addirittura cresciuti insieme.
«Andiamo,
non fare il piagnucolone! Abbiamo la fortuna di essere
entrambi al piano terra, quindi non ti lamentare» Il commento
di
Sting fece sorridere Natsu. Da quel semplice sorriso, Lucy
riuscì ad intuire che il biondo non era un semplice amico
per il
suo compagno di classe. Probabilmente si consideravano come fratelli e,
a quanto pare, per Natsu era difficile non poter stare nella stessa
classe dei suoi amici di infanzia. Non capiva appieno quei sentimenti
non avendoli mai provati, ma mettendosi nei suoi panni riusciva ad
percepire la delusione del rosato.
«Ma
a quanto pare nella tua classe le belle ragazze non
mancano» Commentò Sting, portando nuovamente lo
sguardo su
Lucy che, imbarazzata, sorrise nervosamente. «Sei proprio un
idiota» Pronunciò Rogue, attirando l'attenzione
dei
presenti. Aveva già fatto capire ai due compagni di Natsu
che
non era un tipo che parlava molto e, se lo faceva, era per dire il
minimo indispensabile. Ovviamente questo era ciò che
mostrava
all'apparenza, non conoscendolo non potevano farsi una totale idea su
di lui. Nonostante questi pensieri, Gray non riusciva a non provare un
po' di antipatia nei confronti di Rogue che, da quando erano arrivati,
non faceva altro che avere l'aria irritata.
«Anche
voi non avete fatto niente durante le prime due ore? Noi
ci siamo annoiati a morte» Intervenne Gray, ignorando il
battibecco durato poco tra i due amici di Natsu.
«A
quanto pare non vi siete informati su come lavora questa
accademia» Disse Rogue, facendo confondere sia il corvino che
Lucy. Natsu, invece, era tranquillo e non sembrava essere interessato
all'argomento. «È una routine che fanno
ogni anno: i
professori assegnati alle classi chiedono ad ogni studente di
presentarsi e far sapere loro quale potere usano e se hanno avuto
qualche aiuto per allenarsi ad ottimizzarlo. Lo fanno per sapere chi
è messo meglio e chi peggio, così da poter dare
una mano in più a quelli che di magia ne sanno veramente
poco» Spiegò infine, lasciando basiti i due
ragazzi. Non
avevano avuto idea, fino a quel momento, che l'intento della Fairy Tail
fosse quello di aiutare soprattutto coloro che erano incapaci
nell'utilizzo della magia. Ciò che per loro sembrava
incredibile, era che i professori riuscissero a notare chi fosse meno
esperto con una semplice presentazione. Anche se erano maghi ufficiali,
per loro era comunque fenomenale che riuscissero ad intuire chi fosse
meno capace semplicemente parlando.
Dopo
una lunga conversazione, la campanella suonò ed
annunciò la fine dell'intervallo. Seccati, i ragazzi si
salutarono e decisero di continuare a vedersi durante ogni intervallo.
Inizialmente Lucy non era d'accordo, ma Natsu l'aveva costretta ad
accettare quella proposta fatta da Sting. Dopo essere tornati in
classe, si dovettero subire altre quattro ore di sole chiacchiere per
farsi conoscere meglio. Il professore della E rimase Mad Geer per tutta
la mattina, e durante quelle ore riprese più volte Gray e
Natsu,
sorpresi sempre a chiacchierare tra di loro. Lucy, invece, era stata
attenta anche se non avevano parlato di chissà cosa. Il
professore aveva spiegato come funzionavano i primi due anni,
così da rendergli le idee più chiare. Si era
lasciato
fare domande su domande ed aveva dato risposte chiare e dettagliate,
così da far sparire qualsiasi dubbio. Esso era
già stato
preso in simpatia da quasi tutta la classe, anche se lui stesso si
considerava un professore piuttosto severo, ma era sempre disposto ad
aiutare i propri allievi.
Finalmente
le ore passarono e la campanella diede l'annuncio che quella
giornata era finita e che, per quel giorno, potevano tornare a casa e
riposarsi. Natsu aveva già salutato Gray e Lucy, compresi
Rogue
e Sting e, dopo ciò, corse fuori dal cancello per tornare a
casa. Percorse il marciapiede non tanto affollato di corsa, tenendo la
cartella stretta in una mano invece che sulle spalle. Andava di corsa
perché non vedeva l'ora di tornare a casa e raccontare la
giornata trascorsa a suo padre Igneel Dragneel, proprietario di un
ristorante. Era un uomo alto, capelli abbastanza lunghi e
rossi, occhi castani e, alle volte, sembrava essere un uomo minaccioso
a causa della sua corporatura piuttosto massiccia. In realtà
era
molto premuroso e raramente si arrabbiava per qualcosa, specie se si
trattava di suo figlio. Natsu riuscì a tornare a casa in
dieci
minuti, non essendo molto lontano dalla Fairy Tail. Non appena varcata
la porta ed averla chiusa, buttò le scarpe e la cartella
all'entrata, ignorando le festa che il suo gatto Happy gli fece non
appena entrato. Dopo percorse il piccolo corridoio e corse in
salotto, guardando subito dritto verso il divano in pelle. Suo padre
era seduto lì, con i gomiti sulle cosce e la fronte poggiata
sulle nocche. Il ragazzo si mise di fronte a lui e si sedette per
terra, a gambe incrociate. Il gatto lo seguì ed
andò ad
accucciarsi in mezzo alle gambe del ragazzo, grattandogli le cosce
nella speranza di essere notato. «Papà, devo
raccontarti
un
sacco di cose! Questa accademia è davvero prestigiosa, ci
hanno
riempiti di informazioni che neppure tu sapevi!»
Iniziò
frenetico Natsu, col sorriso stampato in faccia. «Purtroppo
Rogue
e Sting non sono nella mia stessa classe, ma fortunatamente siamo allo
stesso piano e possiamo vederci quando vogliamo! Inoltre ho fatto
amicizia con altri due ragazzi, Gray e Lucy. Lui sembra essere
perennemente arrabbiato ma abbiamo un sacco di cose in comune, infatti
ci piacciono le stesse cose. Lei invece è strana, ma forse
perché è molto timida ma sembra essere piuttosto
simpatica e disponibile!» Raccontò inizialmente
Natsu,
contento di poter condividere quei momenti col padre. L'uomo non diede
alcuna risposta, continuò semplicemente a tenere il capo
chino
ed a guardare un punto fisso del pavimento. Nonostante si fosse accorto
che non fece alcuna reazione, il ragazzo non demorse e decise di
continuare con il suo racconto. «Il professore che
abbiamo
avuto oggi si è dimostrato molto gentile, anche se sembra
piuttosto severo e credo che sarà noioso averlo... mi ha
ripreso
più volte per niente, non è giusto!» A
quella
frase, Igneel alzò il capo e si portò
le mani agli
occhi, stropicciandoseli.
«Se
ti ha ripreso è perché non stavi
attento»
Pronunciò il padre, per poi portargli una mano sui capelli e
arruffarglieli. Quel gesto irritò un poco Natsu, ma non si
lamentò essendo contento di aver ricevuto una risposta da
lui.
«Stasera dovrò andare a lavorare, quindi dovrai
prepararti
la cena da solo» Lo informò in seguito, alzandosi
dal
divano e dirigendosi verso le scale alla destra del salotto. Il figlio
piegò la testa di lato, abbastanza confuso, e si
alzò,
seguendo Igneel.
«Non
eri in ferie?» Domandò curioso, salendo le
scale insieme al padre. Quest'ultimo sospirò pesantemente,
ma
non per la domanda fattagli dal figlio. «Sì, ma ho
deciso
di ritornare a lavorare. Hanno bisogno di me e non posso pensare solo
ai miei comodi, ho delle responsabilità» Rispose,
entrando
nella sua camera da letto. Natsu si fermò alla soglia della
porta, osservando il padre che si metteva a sedere sul letto. Quella
era una di quelle volte: si sarebbe messo seduto ed avrebbe pensato per
tutto il pomeriggio. Quello era il suo solito comportamento da quando
sua madre, per lavoro, dovette trasferirsi addirittura dall'altra
parte del mondo. Era una manager abbastanza famosa e brava nel suo
lavoro, per questo veniva ingaggiata da chiunque ed era piena di
impegni. Igneel non aveva preso affatto bene la decisione della moglie,
soprattutto perché furono obbligati a separarsi. Rispetto a
molte altre famiglie, i suoi genitori si erano sempre amati, nonostante
fossero passati anni e anni dal loro primo incontro. Igneel si sentiva
frustrato ad non avere più la moglie accanto; a volte si
sentivano via telefono, ma per l'uomo non era abbastanza. Sentiva la
sua mancanza e, anche se col figlio non ne parlava, esso sapeva bene
cosa passasse nella testa di suo padre. Lo conosceva fin troppo bene e
sapeva quanto stesse soffrendo per la mancanza della moglie, e
ciò lo dimostrava il fatto che da un paio di anni soffriva
di
depressione. Nonostante questo continuava ad andare a lavorare, anche
se era costretto a prendersi delle ferie costanti, essendo state
consigliate dal dottore che visitava Igneel, così che
potesse
riposarsi.
«Forse
dovresti rimanere a casa un altro paio di giorni, non
credi papà?» Propose preoccupato Natsu, che in
risposta
ricevette solo un sospiro. Ormai l'uomo di casa non sembrava
più
esserlo Igneel, ma il figlio. Si occupava di tutte le faccende
domestiche e, solo la mattina, preparava la colazione. Qualche volta
anche il pranzo e la cena, specialmente quando suo padre si dimenticava
di preparare da mangiare, essendo totalmente preso dai suoi pensieri,
oppure quando doveva andare a lavorare. Si era abituato a rimboccarsi
le maniche in casa, non era per niente un peso per lui, ma gli
dispiaceva vedere suo padre in quelle condizioni. A volte sembrava
migliorare, altre invece addirittura peggiorare. Dipendeva da vari
periodi e, in quelle occasioni, Natsu non sapeva come comportarsi,
dunque lo lasciava sempre in pace.
«Sono
contento tu ti sia divertito oggi, però ricordati
che non è come essere all'asilo: ti devi impegnare. Non devi
avere voti eccellenti, ricordalo, ma il minimo indispensabile voglio
che tu lo faccia» Disse improvvisamente Igneel, osservando il
figlio che continuava a stare immobile sulla soglia di camera sua.
Natsu sorrise a quelle parole ed annuì, per poi incamminarsi
verso il padre. Gli si buttò addosso dopo averlo raggiunto,
circondando il collo di lui con le braccia. Si unirono in un tenero
abbraccio, ed esso era sempre molto di conforto per Igneel. Il corpo di
Natsu sembrava essere sparito sotto le braccia possenti del padre, che
davano sempre un po' di sicurezza a Natsu. Quei momenti non erano rari
tra i due, ma succedevano solo quando l'uomo aveva bisogno di conforto.
Per quella volta, invece, il motivo era diverso: sotto quell'abbraccio
si nascondeva un enorme "grazie" da parte del rosato, che non poteva
esprimere a parole. Anche il loro gatto Happy li raggiunse e, con un
balzo, si ritrovò sopra il letto, accovacciato accanto alle
gambe di Igneel, intento a fargli qualche fusa. Natsu era sicuro che,
prima o poi, suo padre avrebbe superato quel brutto momento, e lui lo
avrebbe aiutato senz'altro. Si sarebbe impegnato alla Fairy Tail ed
avrebbe continuato ad aiutarlo a casa; voleva che fosse orgoglioso di
lui e sentiva il bisogno di vederlo sorridere.
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Salve
a tutti i lettori!
Eccomi
tornata col secondo capitolo. Pensavo ci avrei messo più
tempo ad aggiornare avendo avuto - di già - il blocco,
però alla fine ce l'ho fatta.
Qui
abbiamo presentato altri tre personaggi, ovvero: Sting, Rogue e Lucy.
Abbiamo anche parlato un po' della vita privata sia di Natsu che di
Lucy, e più in là scopriremo altre sfumature
delle loro famiglie e del loro passato.
Avverto
che per ora i capitoli saranno soprattutto per presentare i vari
personaggi, specialmente quelli principali che non sono nemmeno pochi.
Più in là entreremo nel vivo della storia e
approfondiremo i caratteri dei personaggi, così da
conoscerli meglio!
Ringrazio
di cuore manganime_love e Lovers13
per
aver recensito lo scorso capitolo, e anche tutti coloro che hanno
inserito la storia nelle preferite/ricordate/seguite. Grazie davvero.
Alla
prossima!
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