Unexpected Christmas Gift

di Lyneea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dolorose Rivelazioni ***
Capitolo 2: *** Una seconda opportunità ***
Capitolo 3: *** Ritrovarsi? ***
Capitolo 4: *** Un Dono Inaspettato ***



Capitolo 1
*** Dolorose Rivelazioni ***


Salve a tutti e benvenuti in questa nuova storia.
Ho sempre amato il periodo natalizio (forse perché sono nata nel mese di dicembre) e di solito mi piace leggere fan fiction a tema in questo periodo. L'anno scorso in
Double Scorpius avevo voluto regalarvi un capitolo Extra stile Canto di Natale. Quest'anno invece in entrambe le storie che sto scrivendo non siamo ancora arrivati al periodo natalizio e per questo motivo non avrei potuto regalarvi un capitolo a tema. Per questo motivo ho deciso di scrivere questa breve storia ambientata sotto le feste di Natale. La fan fiction si dovrebbe concludere in pochissimi capitoli. (Non vi preoccupate la storia non ruberà troppo tempo a Double Secret e Un Messaggio dal Futuro.) Spero che il regalo possa farvi piacere.
Vi lascio alla lettura e vi aspetto in fondo al capitolo.
Lyn



 
Unexpected Christmas Gift

Capitolo 1
Dolorose Rivelazioni


 
31 Luglio Hogwarts sponda del Lago Nero 
Hermione attendeva con ansia l'arrivo di Draco Malfoy. Dopo la fine della guerra la ragazza aveva deciso di ripetere il settimo anno di scuola, visto che a causa della guerra e della ricerca degli Horcrux non era riuscita a frequentarlo. Anche a Serpeverde molti studenti avevano deciso di tornare al castello. Dopo i processi che avevano assolto lui e sua madre e condannato al bacio del Dissennatore Lucius, Draco, spinto da sua madre Narcissa, era tornato a Hogwarts. Lui ed Hermione avevano avuto modo di conoscersi durante quel periodo riuscendo a mettere da parte i pregiudizi passati, incominciando una relazione sentimentale clandestina. Un improvviso malore, e la conseguente morte di Narcissa, avevano spinto il Serpeverde ad abbandonare la scuola proprio pochi giorni prima dei "M.A.G.O" e da allora Hermione non l'aveva più visto. La riccia non aveva potuto presentarsi al funerale della signora Malfoy perché nessuno sapeva che lei e Draco avessero una relazione, così gli aveva mandato un biglietto di condoglianze. Non avendo ricevuto risposta alla missiva la riccia si era armata di coraggio, comunicandogli via lettera di essere incinta e chiedendo un incontro per decidere come comportarsi.
Il suono della materializzazione destò la ragazza dai suoi pensieri. Nel suo campo visivo non apparve però Draco, ma la primogenita dei Greengrass, Daphne.
«Buongiorno Granger. Immagino che io sia l'ultima persona che pensavi di trovarti davanti oggi...» Disse la bionda, con tono di derisione.
«Greengrass... Ma cosa ci fai tu qui?» Domandò Hermione perplessa.
«Senti, saltiamo i convenevoli. Sono stata mandata qui da Draco per aiutarti a risolvere il tuo "problema".»
La riccia sgranò gli occhi incredula. "Possibile che Draco avesse mostrato la sua lettera alla Serpeverde e che avesse definito la sua gravidanza come problema?" Si chiese sempre più allibita.
«Scommetto che Draco ti aveva chiesto di tenere segreta la vostra storiella e ti stupisce il fatto che io ne sia a conoscenza.» Commentò Daphne maligna.
«Beh sono contenta di averti fatto divertire Greengrass. Ora se vuoi scusarmi ho di meglio da fare che perdere il mio tempo con te.»  Esclamò la riccia allontanandosi.
«Aspetta Granger.» Disse Daphne prendendola per un braccio. «Sono stata inopportuna e maleducata. Immagino che per te non sia una bella situazione.» Aggiunse, ammorbidendo il tono di voce.
Hermione si girò e guardandola negli occhi aspettò che la bionda continuasse.
«Io sono l'unica ad essere al corrente della vostra relazione. Io e Draco siamo molto legati fin da quando eravamo bambini... E visto che presto diventeremo parenti lui mi ha chiesto di fare le sue veci in questa gravosa situazione.»
«Presto diventerete parenti...» Ripeté shoccata Hermione cercando di dare un senso a quella frase.
«Si, lui e mia sorella Astoria stanno per sposarsi. Sai i nostri padri hanno stipulato un contratto matrimoniale prima ancora che noi incominciassimo Hogwarts» Confermò la bionda.
La Grifondoro rimase senza parole per qualche istante. «Ma... io credevo che Draco volesse scioglierlo...»
«Mi dispiace Hermione ma lui ti ha preso in giro. Non ha mai pensato di sciogliere il contratto e per quello che riguarda il bambino che aspetti lui non desidera che tu porti a termine la gravidanza.» 
La riccia era sul punto di crollare, ma non voleva far vedere alla Serpeverde il suo stato d'animo. «Io non ti credo. E se anche fosse vero, Draco dovrebbe avere il coraggio di venire a dirmele in faccia queste cose.» 
«Draco sapeva che avresti reagito così, per questo motivo mi ha pregato di darti questa lettera e questi.» Disse porgendole una busta e un sacchetto pieno di Galeoni. «Lui sa che nel mondo babbano a differenza di quello magico, non è un crimine abortire quindi ha deciso di aiutarti economicamente a risolvere il problema.»
«Puoi dire a Draco dove può mettersi i suoi soldi! Non vuole riconoscere il bambino? Nessun problema! Ma non sta a lui decidere se deve nascere oppure no.»
«Per favore accetta i soldi e metti fine a questo capitolo della tua vita. Lui si riterrà soddisfatto solo se lo rassicurerò di averti convinta. Dopotutto sarebbe la scelta migliore anche per te. Siamo così giovani e crescere un bambino da sola non è per niente facile.»
«Guai ad infastidire il principino!» Commentò sarcastica la riccia. «Se accetto questi soldi mi prometti che sia tu che Malfoy uscirete per sempre dalla mia vita?» Aggiunse poi sempre più ferita.
«Hai la mia parola.»
«Allora va bene.» Esclamò Hermione prendendo il sacchetto con i galeoni e smaterializzandosi senza dare il tempo all'altra di replicare nulla.  



 
Dieci anni dopo
Venerdì 1 dicembre Londra babbana
Draco Malfoy, in compagnia di sua cognata Daphne, attendeva con impazienza l'arrivo del dottor Johnson nello studio del medico babbano.
«Signor Malfoy, signora Greengrass, prego accomodatevi. Abbiamo i risultati dei vostri esami e mi spiace informarvi che non ci sono buone notizie. Purtroppo nessuno dei due è compatibile come donatore di midollo, quindi ho inserito il piccolo Altair in lista d'attesa per cercare un donatore esterno.» Disse il medico senza preamboli.
«Ma come è possibile? Io sono il padre e Daphne è la sorella della madre. Almeno uno dei due dovrebbe essere compatibile.» Sbottò Draco frustrato.
«Capita molto più spesso di quanto immaginiate signor  Malfoy.» Rispose il dottor Johnson dispiaciuto.
«Quante possibilità ci sono di trovare un donatore di midollo in tempi brevi? Mi sembra di aver capito che la situazione per mio figlio è molto seria e necessita di un trapianto il prima possibile.»
«Non vi mentirò signor Malfoy. La situazione di suo figlio è grave. Se non troveremo presto un donatore credo che questo sarà l'ultimo Natale per il piccolo Altair. Non avete nessun altro parente, anche alla lontana che possa far testare la sua compatibilità? È dimostrato che la compatibilità più alta si abbia con consanguinei, i fratelli hanno una percentuale alta ma anche i cugini hanno buone possibilità di essere compatibili.»
«Purtroppo sia da parte della famiglia della mia defunta moglie, che dal mio ramo genealogico abbiamo ben pochi parenti ancora in vita, e con nessuno di loro abbiamo più rapporti da tanto tempo.» Rispose Draco sempre più preoccupato per la sorte di suo figlio.
«Io le consiglio di non escludere nessuna possibilità. Riallacci i rapporti con i famigliari che le sono rimasti e cerchi il loro aiuto e il loro supporto.»
«Purtroppo i nostri rapporti si sono molto logorati nel tempo. Non posso presentarmi dopo che per anni ci siamo ignorati e chiedergli una cosa così gravosa.»
«Le persone possono stupire alle volte. Io le consiglio di fare un tentativo. Dopotutto ne va della vita di suo figlio.» Concluse il medico prima di congedarsi.

«Forse dovrei andare a trovare Potter al comando degli Auror.» Disse il biondo non appena il medico si fu congedato. «So che lui è il tutore del piccolo Lupin e sinceramente preferisco affrontare lui che mia zia Andromeda. Ah se mia madre fosse ancora viva, lei avrebbe certamente saputo come parlarle, mi diceva sempre che era molto legata alla sorella. Io non saprei come presentarmi a casa sua. Almeno con Potter il rapporto è sempre stato ben chiaro, quindi saprei come comportarmi.» Aggiunse poi pensieroso
«Draco, proprio perché sai che rapporto ti lega con il salvatore del mondo magico dovresti evitare di andare proprio tu a parlargli. A scuola non vi siete mai sopportati, e anche se dopo la fine della guerra siete diventati molto più educati reciprocamente, la situazione non è migliorata poi molto. Lascia fare a Blaise. Con il suo lavoro da magiavvocato mio marito ha avuto molto spesso a che fare con lui e sembra che abbiano instaurato un rapporto di reciproca stima.» Esclamò Daphne, tesa in volto.
«Lo so, ma il medico è stato chiaro. Non abbiamo molto tempo e so che voi due dovete partire per un paio di giorni.»
«Mi dispiace lasciarti solo in questo momento. Purtroppo Blaise ha un meeting fuori Londra e mi ha chiesto di accompagnarlo. Ti assicuro però che per lunedì saremo indietro e la prima cosa che farà mio marito sarà andare a parlare con Potter. Fidati, se fossi tu ad incontrarti con lui inaspriresti ancora di più i vostri rapporti.» 
«Non ti preoccupare per il week end Daphne, sei sempre così disponibile nei nostri confronti. Cerca di svagarti un po' questo fine settimana. Io aspetterò che sia Blaise a parlare con Potter.»

Non appena tornato al Manor Draco per prima cosa andò a vedere come stava il figlio. Quei giorni erano stati particolarmente duri per il bambino e l'uomo voleva accertarsi che stesse bene.
Il piccolo Altair dormiva profondamente nel suo lettino. Il viso scavato e il pallore accentuato lo facevano sembrare ancora più fragile e indifeso di quello che era. Da quando, qualche anno prima, Astoria si era suicidata, l'unica ragione di vita di Draco era stata suo figlio. Non che lui avesse mai amato sua moglie, ma con il tempo aveva trovato il modo per coesistere con la donna, o almeno questo era quello che aveva pensato fino a quando non l'aveva trovata morta nel bagno.
«Papà, sei tornato!» Disse Altair aprendo gli occhi.
«Si campione sono a casa. Come ti senti oggi pomeriggio?»
«Un po' debole.» Ammise il bambino imbarazzato.
«Tranquillo è tutta colpa di questa brutta influenza che hai preso. Stai a letto senza fare troppi sforzi e vedrai che passerà presto.» Sussurrò Draco accarezzandogli i capelli.
«Papà...  Io non ho l'influenza vero? Diventerò un angelo come la mamma?» Chiese il bambino titubante.
«Altair, non dire assurdità. Tu starai presto bene e anche se sei il mio angelo non ho intenzione di lasciarti volare in cielo. Ci siamo capiti?»
«D'accordo papà.»
«Ora riposati ancora un po'. Più tardi faccio portare la cena ad entrambi qui a letto.» Disse Draco sforzandosi di sorridergli.
«E mi racconterai anche "la storia?"» Chiese speranzoso.
«Certo, anche se ormai la dovresti conoscere a memoria visto che la vuoi sentire tutte le sere. Ora chiudi gli occhi e riposati fino all'ora di cena.»
Guardando quel viso così puro e senza colpe l'uomo si chiese per quale ragione dovesse essere proprio lui a soffrire così tanto. Con quei cupi pensieri prese una decisione. Non si sarebbe comportato per l'ennesima volta da vigliacco, non avrebbe mandato Blaise a perorare la sua causa. Se fosse stato necessario avrebbe implorato Potter di aiutarlo. 


Finalmente era venerdì pomeriggio e anche quella settimana di lavoro stava per giungere al termine. L'Auror Harry Potter era pieno di aspettative per quel fine settimana. Il giorno seguente avrebbe affidato James ed Albus alle cure di "zia" Hermione per recarsi con Ginny ad acquistare la prima scopa per i suoi figli. Ormai avevano nove e otto anni e ogni volta che si incontravano con i cugini alla Tana si ingelosivano vedendo i manici degli altri piccoli Weasley. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di un collega. «Potter, c'è qui una persona che chiede di vederti. Proprio cinque minuti prima della fine del tuo turno.» Disse ghignando Terry Goldstein. «E quando vedrai di chi si tratta sono sicuro che ti verranno i capelli bianchi prematuramente.» Aggiunse senza farsi sentire dall'ospite.
Harry guardò sconsolato l'orologio. «Fallo accomodare Terry, grazie.»

L'ultima persona che Harry Potter si sarebbe aspettato di vedere alla sua porta era sicuramente la sua nemesi dei tempi della scuola, Draco Malfoy.
«Buonasera Auror Potter.» Disse il biondo, guadagnando l'ingresso.
«Malfoy... A cosa debbo l'onore di vederti qui?» Chiese Harry più bruscamente di quanto avrebbe voluto. «Se è una questione lavorativa posso indirizzarti verso qualche mio collega capace. »
«Sono venuto qui per parlarti di una questione privata veramente...» Rispose Draco, cercando di mantenere un tono tranquillo.
«In tal caso forse dovresti tornare lunedì, anzi forse non dovresti tornare affatto.» Replicò l'uomo duramente.
«Senti Potter, so bene che i nostri trascorsi non sono dei migliori. Da ragazzino mi sono comportato da vero imbecille. La guerra però ormai è finita, che ne dici di seppellire l'ascia di guerra ed ascoltare quello che ti devo chiedere per cinque minuti? Se non fosse stato urgente non mi sarei presentato senza nemmeno prendere un appuntamento.»
«Come al solito Malfoy tu pensi che tutto ti sia dovuto. Hai un problema e non ti interessa di quali siano gli impegni degli altri. Tutti si devono mettere immediatamente a tua disposizione.»
«Penso che lo faresti anche tu se ci fosse in gioco la vita di tuo figlio.» Sbottò irritato l'ex Serpeverde.
«Che intendi dire?» Chiese il moro guardingo.
«Mio figlio  è molto malato. Mi sono rivolto ai più grandi medimaghi del paese e nessuno ha capito quale fosse il suo problema. Così ho consultato un luminare babbano e lui gli ha diagnosticato una grave forma di Leucemia. Purtroppo ne io ne mia cognata Daphne siamo compatibili come donatori di midollo e gli unici altri parenti che ho sono la sorella di mia madre e suo nipote. So che sei il tutore del figlio di Lupin è così sono venuto a parlarti.»
«Sono molto dispiaciuto per la malattia di tuo figlio...» Disse Harry lasciando la frase in sospeso.
«Ma?» Domandò Draco. «Finisci la frase, cosa vorresti aggiungere Potter?»
«Niente... Niente Malfoy.» Rispose il moro a disagio.
«Forse volevi dire che la malattia di mio figlio è la giusta punizione per la parte dalla quale mi sono schierato durante la guerra!» Concluse il biondo furente. «Che la mia famiglia deve continuare a soffrire per il Marchio che ho accettato!» Aggiunse sollevando la manica del cappotto e mostrando quell'orribile segno di sottomissione che gli deturpava la pelle pallida del braccio. 
«Non ho mai detto ne pensato una cosa del genere. Se ricordi ho testimoniato in favore tuo e di tua madre ai processi. Ho sempre saputo che sei stato obbligato a schierarti dalla parte dei Mangiamorte.»
«E allora perché ho come l'impressione che ci sia del risentimento verso di me.»
«Beh, diciamo che quello che hai fatto ad Hermione non gioca certo a tuo favore per suscitare la mia simpatia.» Spiegò il moro. «Immagino che ti sia mangiato le mani per aver costretto Hermione ad abortire... Se non l'avessi fatto ora tuo figlio avrebbe un fratellastro o una sorellastra che potrebbe donargli il midollo.» Aggiunse poi pentendosi immediatamente della cattiveria appena detta. Aveva visto la sua migliore amica soffrire così tanto per il modo in cui lui l'aveva usata Malfoy che non aveva resistito e gli aveva  ricordato la sua stupidità di dieci anni prima. 
Draco non riuscì a mascherare lo stupore e il dolore per la notizia appena appresa. «Hermione era incinta?» Domandò con voce incerta. «Io... Io non l'ho mai saputo. Lei è sparita e non ha mai risposto alle lettere che le ho mandato dal Manor. Perché non me lo ha detto? Non le avrei mai chiesto di abortire. Anche se lei non mi avesse mai voluto come compagno io le sarei stato accanto e l'avrei aiutata a crescere nostro figlio.»
«Andiamo Malfoy non fare la commedia. Hermione mi ha mostrato la lettera e il sacchetto di galeoni che le hai dato per "risolvere il problema."» Esclamò Harry indispettito da tanta falsità.
«Ti ripeto che io non le ho mai scritto di abortire e non le ho mai mandato dei soldi. Come avrei potuto mandarle del denaro se nemmeno sapevo che fosse incinta. Non la vedevo da quando sono stato richiamato a casa per la malattia di mia madre.» Rispose Draco fuori di sé dal dispiacere.
«Io so che Hermione, non avendo avuto più tue notizie dopo averti mandato un biglietto di condoglianze al quale non hai risposto, ti ha scritto della sua condizione via lettera chiedendoti un appuntamento al Lago Nero per parlare. Invece che presentarti tu però si è presentata tua cognata con la lettera e i soldi. La Greengrass ha detto che tu non volevi nella maniera più assoluta che Hermione portasse a termine la sua gravidanza e lei ha dovuto garantire a tua cognata che avrebbe abortito.»
Draco, sempre più scioccato per la notizia appresa si diresse verso la porta: «Hermione era incinta ed ha abortito... Hermione era incinta ed ha abortito.» Continuò a ripetere come in trance.
Harry pensò che se Malfoy stava mentendo era davvero un attore nato perché non l'aveva mai visto così angosciato in vita sua. «Malfoy, parlerò ad Andromeda e ti faremo sapere qualcosa per tuo figlio.» Disse ammorbidendo il tono.
Il biondo si destò dallo stato di shock in cui era caduto: «Ti ringrazio Potter. Ti posso assicurare che Altair non mi somiglia per niente. Lui è un bambino molto buono e non merita di soffrire in questo modo.» Sussurrò Draco riavvicinandosi all'Auror e tendendogli la mano per poterla stringere.
«Altair... Tuo figlio si chiama Altair?» Chiese stupito, accettando la mano che Malfoy gli aveva offerto.
«Si, è una tradizione di famiglia dare ai figli nomi di stelle. Il nome l'ho scelto io perché ho sempre amato la costellazione dell'Aquila e la leggenda legata al mito di Vega e Altair.» Spiegò il biondo con una punta di malinconia.
«Capisco...» Rispose Harry incerto. «Hai scelto un nome bellissimo. Anche a me ha sempre affascinato quella leggenda.» Concluse prima di salutare il Serpeverde.

Non appena uscito dal comando degli Auror Draco si precipitò come una furia all'hotel dove sapeva che i coniugi Zabini avrebbero presenziato al meeting lavorativo. Attese nella camera da letto il ritorno della coppia. Per fortuna la cognata e suo marito non si fecero attendere troppo, l'uomo aveva lasciato Altair con la babysitter ma non voleva lasciarlo troppo tempo solo.
«Draco, perché sei qui? È successo qualcosa ad Altair?» Chiese Daphne non appena vide il cognato nella stanza.
«Sono andato da Potter. Volevo tentare tutte le strade per cercare di salvare la vita di mio figlio...» Disse il biondo con voce affilata.
La donna deglutì a disagio: «Ti prego lascia che ti spieghi.» Sussurrò angosciata avvicinandosi all'amico. 
«Ragazzi, cosa sta succedendo?» Intervenne Blaise ignaro della situazione.
«Vuoi dirmi che non sapevi che tua moglie ha allontanato con l'inganno la donna che amavo e l'ha costretta ad uccidere mio figlio!» Domandò Draco al moro.
Blaise si girò perplesso verso la moglie: «Di che cosa sta parlando?»
«No, lui non ne sapeva nulla.» Disse la bionda rivolgendosi all'amico. «Nel periodo in cui Narcissa si è sentita male ricordi che io e Astoria ci eravamo trasferite a casa tua per aiutarti ad assistere tua madre. Ho intercettato per caso una lettera che avevi spedito alla Granger e non ho resistito alla tentazione di leggerla. Ero curiosa di sapere di cosa volessi parlare con la mezzosangue. Così ho scoperto la vostra relazione clandestina ...»
«Potter mi ha detto che Hermione mi ha mandato un biglietto di condoglianze e dopo qualche tempo una lettera per comunicarmi la sua gravidanza. Perché non le ho mai ricevute? E perché lei non ha mai letto le lettere che gli avevo scritto?» 
«Quando ho capito che eri innamorato della Granger ho intercettato le sue missive non facendotele mai vedere. Quando Narcissa è morta eri troppo sconvolto per pensare ad organizzare il funerale e mi avevi delegato a ricevere i bigliettini di condoglianze, così ti ho nascosto le sue lettere e ho fatto in modo che anche le tue non arrivassero mai a destinazione.» Confessò la bionda abbassando lo sguardo.
«Perché mi hai fatto questo? Perché hai convinto Hermione che io non la volevo e che doveva sbarazzarsi di mio figlio? Io mi fidavo di te.»
«L'ho fatto per il benessere di Astoria. Già in quel periodo aveva cominciato a sprofondare nel baratro della depressione. Ho pensato che se avessi sciolto il vostro vincolo matrimoniale per stare con la mezzosangue lei non avrebbe retto il colpo...Mi spiace per il bimbo, ma se tu avessi saputo della gravidanza della Granger sicuramente avresti scelto lei ed io non potevo permetterlo.»
«Così, per salvare tua sorella dalla depressione, hai condannato mio figlio a non nascere mai. Pensa, se Hermione avesse portato a termine la gravidanza forse adesso Altair avrebbe avuto qualche chance in più di sopravvivere! E l'hai salvata proprio bene tua sorella visto che dopo appena quattro anni dalle nozze Astoria si è suicidata.» Sibilò Draco, fuori di sé dalla rabbia.
«Mi dispiace per quello che ho fatto. Pensavo che il malessere di mia sorella fosse una cosa passeggera e che i sarebbe aggiustato tutto dopo il vostro matrimonio. Se avessi saputo che Astoria era così depressa l'avrei fatta curare da uno specialista. Draco però devi ammettere una cosa, se tu avessi saputo della gravidanza della Granger Altair non sarebbe mai nato. Non puoi darmi la colpa di aver privato mio nipote di un possibile donatore.» Rispose la donna affranta. «Mi porterò il peso di quello che ho fatto per il resto della mia vita, ma non darmi colpe che non ho.»
«Non stava a te decidere ed è davvero subdolo da parte tua cercare di farmi sentire in colpa perché avrei voluto sapere della gravidanza di Hermione. In ogni caso d'ora in avanti non voglio avere più niente a che fare con te. Stai lontano da me e da mio figlio. Per noi sei morta!» Disse Draco prima di smaterializzarsi.
Daphne guardò il marito con gli occhi lucidi. «Blaise... Io..»
«Anche se eri mossa da buone intenzioni hai fatto una cosa orribile Daph. Scusami ma non riesco nemmeno a guardarti in faccia.» Esclamò il moro uscendo dalla stanza e lasciandola sola.



Non appena Harry entrò in casa, sua moglie Ginny capì che doveva essere successo qualcosa.
«Ciao tesoro, come è andata oggi al comando?» Chiese la rossa avvicinandosi.
«È stata una giornata pesante. Poco prima che finisse il turno è venuto a trovarmi Malfoy...»
«Che cosa? Cosa voleva quell'idiota?» Domandò la donna stizzita.
Harry le raccontò della malattia del piccolo Altair e del fatto che in apparenza l'ex Serpeverde sembrava non aver mai saputo della gravidanza di Hermione.
«Dobbiamo dirlo ad Hermione. Lei merita di conoscere la verità.» Disse la rossa alla fine del racconto.
«Non lo so Ginny, sai quanto lei abbia sofferto per tutta quella faccenda. Non penso che sia il caso di turbarla nuovamente dicendole di Draco. E poi magari Malfoy ha solo finto di non sapere della gravidanza.» Esclamò Harry, titubante.
«Non mi sembra giusto... E poi quel povero bambino ha bisogno di tutto l'aiuto possibile.»
«Domani parlerò con Andromeda. Se Teddy fosse compatibile con Altair non ci sarebbe bisogno di dirlo ad Hermione.» 
«Anche se non sono d'accordo, per adesso faremo come vuoi tu.» Concluse la donna capendo che non sarebbe riuscita a far cambiare idea al marito.

Draco aveva aspettato di riprendersi prima di tornare a casa. Non voleva farsi vedere da Altair in quello stato. Quando aprì la porta  della stanza del figlio lo trovò ancora sveglio. «Ometto, come mai ancora in piedi?» Chiese l'uomo sedendosi sulla sponda del letto.
«Sono stato bravo papà e tu mi avevi promesso che mi avresti raccontato "la storia" prima di addormentarmi.» Protestò il bambino sfoggiando un broncio adorabile.
«Hai ragione, scusami campione se ho fatto tardi. Ti accontenterò anche se a otto anni sei un ometto ormai e dovresti essere grande per farti raccontare le storie.»
«Non sarò mai troppo grande per ascoltare "la storia".» Disse il bambino aspettando l'inizio del racconto.
Draco, posizionandosi più comodo sul letto, cominciò a raccontare quella storia che conosceva ormai a memoria.


"Anticamente sulle sponde della Via Lattea, anche chiamato Fiume Celeste, viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del cielo, Tentei, la cui figlia Vega passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità.
Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a se stessa e ai propri interessi. Giunta all'età adulta però, il padre mosso da pietà, poiché alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Altair, anch'egli un gran lavoratore, la cui attività consisteva nel far pascolare buoi attraverso le sponde del Fiume Celeste.
Per i due giovani fu amore a prima vista. Essi si innamorarono follemente l’uno dell’altra ed erano talmente felici che, presi dall’amore e dalla passione, trascorrevano ogni giornata insieme, dimenticandosi di tutto il resto, anche dei loro doveri. Di conseguenza, Vega non tesseva più la sua tela, lasciando gli dei senza abiti, e i buoi di Altair vagavano senza controllo per tutto il cielo. Questo scatenò la rabbia di Tentei, che non poteva tollerare questa situazione e, per porvi rimedio, fu costretto a punire severamente i due sposi. Vega e Altair furono separati ai due lati della Via Lattea e costretti a tornare ai loro doveri.
La principessa era disperata, non poteva vivere senza il suo amato e continuava piangere senza sosta. Tentei, commosso dalle lacrime della figlia, consentì allora che i due si potessero incontrare, ma solamente una volta l’anno, il settimo giorno del settimo mese. Da allora, uno stormo di gazze giunge ogni anno, ed esse creano un ponte con le loro ali, cosicché Vega possa attraversare il Fiume Celeste e riabbracciare il suo tanto amato Altair."



In un'altra parte di Londra, Hermione entrò nella camera della figlia. «Vega, perché non hai ancora spento la luce?»
Una splendida bambina con serici capelli biondi e occhi del colore del mare in tempesta sorrise impertinente. «Aspettavo che venissi a raccontarmi la storia della buonanotte mammina!»
Hermione alzò gli occhi al cielo. «Vega, hai nove anni. Ormai sei un po' troppo cresciuta per ascoltare storie della buonanotte.» Disse  accomodandosi sul letto della bimba.
«Non sarò mai troppo grande per ascoltare "la storia"... E poi visto che la conosci a memoria e non la leggi da un libro non posso nemmeno leggerla per conto mio.» Replicò la bimba facendo un broncio adorabile.
«D'accordo allora mettiti sotto le coperte che si comincia.  Anticamente sulle sponde della via Lattea... »

Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito. Chi conosce le mie storie penserà che abbia qualcosa contro Daphne, visto che la bionda molto spesso combina guai nelle mie storie. In realtà mi piace il personaggio di Daphne. Lei non è cattiva, ma cerca sempre di proteggere le persone che ama (a qualunque costo.)
La "storia" che Draco racconta al piccolo Altair l'ho tratta da Wikipedia. Quando ho letto il mito sulle stelle Vega e Altair  me ne sono innamorata e ho deciso di inserirla nella storia.
Prima di salutarvi vi ricordo che se volete potete seguire la mia pagina di Facebook
Lyneea's Dream per avere qualche anticipazione e spoiler sulle storie che sto scrivendo.

A presto con il prossimo capitolo e con gli aggiornamenti delle altre storie.
Lyn

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Capitolo 2
*** Una seconda opportunità ***


Buonasera,
Eccoci al secondo capitolo di questa storia natalizia. Avrei voluto pubblicare questo secondo capitolo il giorno di Natale, ma i preparativi per queste feste mi hanno portato via più tempo di quello che pensavo e sono riuscita a terminarlo solo ora. Buona lettura e anche se in ritardo Buon Natale.
Lyn




 
Unexpected Christmas Gift

Capitolo 2
Una seconda opportunità



 
Sabato 2 dicembre Malfoy Manor
Quel sabato mattina Draco si alzò dal letto molto presto. In realtà l'uomo non aveva dormito granché la notte precedente e non ne poteva più di girarsi e rigirarsi nel letto aspettando che arrivasse l'alba.  Per tutta la notte non aveva fatto altro che pensare a tutto quello che aveva appreso il giorno precedente. Aveva saputo di non essere compatibile come donatore per Altair e le speranze di riuscire a trovare un donatore si erano affievolite. Aveva anche scoperto di aver perso un altro figlio senza nemmeno averlo conosciuto. Aveva scoperto che l'unica donna che aveva mai amato era stata allontanata, non dal poco sentimento, ma dall'inganno di Daphne. Si era arreso troppo presto quando Hermione era sparita. Le aveva scritto ma quando non aveva ricevuto nessuna risposta si era convinto che lei avesse avuto dei ripensamenti sulla loro storia. La verità era che Draco non si era mai sentito all'altezza di Hermione, per questo motivo non gli era sembrato strano che la donna l'avesse lasciato senza nemmeno una parola.
Il biondo ripensò alla prima volta che si erano incontrati dopo la fine della guerra.

L'anno scolastico era iniziato da circa un mese e Draco faceva molta fatica a ritrovare un suo equilibrio da quando era tornato a Hogwarts. Sua madre aveva insistito tanto su quanto fosse importante per lui frequentare l'ultimo anno e superare i MAGO. La donna era convinta che reinserirsi in un ambiente normale avrebbe aiutato il figlio a lasciarsi alle spalle tutto quello che era successo durante la guerra. Gli altri studenti però erano tutt'altro che ansiosi di riaverlo a Hogwarts e gli rendevano la permanenza a scuola alquanto insopportabile. Per questo motivo Draco si rifugiava spesso nella torre di astronomia. Il ragazzo ci passava nottate intere, lì fermo sul parapetto ad osservare le costellazioni che tanto amava. Sua madre fin da piccolo gli raccontava tutti i miti e le leggende inerenti agli astri e per lui quella torre era un po' come stare vicino  a Narcissa. Quella sera, dopo circa un'ora dal suo arrivo, giunse in cima alla torre anche Hermione. La ragazza stava facendo il giro di ronda ed era stata attirata in cima all'edificio da una luce che il ragazzo aveva acceso per qualche istante. «Malfoy, l'orario del coprifuoco è passato da più di un'ora. Cosa ci fai fuori dal tuo dormitorio?»
Il ragazzo parve non averla nemmeno sentita quindi Hermione si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Draco fece un salto a quel contatto fisico. «Granger, ma che ci fai qui?» Le chiese spaesato.
«È la stessa domanda che ti ho appena fatto io. L'ora del coprifuoco è passata già da un po', come mai non sei nel tuo dormitorio?» Chiese con tono più gentile.
«Non riuscivo a dormire e guardare le stelle mi rilassa. Visto che a Serpeverde non posso farlo ho pensato di venir qui. Se vuoi togliere qualche punto alla mia Casa perché ho violato il coprifuoco fai pure...» Rispose il biondo continuando a guardare il cielo stellato.
Hermione vide lo sguardo tremendamente malinconico e provò empatia per quel ragazzo. La Grifondoro aveva notato come si comportavano i compagni con lui e come lui non reagisse alle provocazioni e preferisse la solitudine piuttosto che lo scontro con gli altri alunni. 
Draco era uscito senza nemmeno mettersi il mantello ed Hermione si avvicinò e si sedette accanto a lui sul parapetto, coprendo entrambi con il suo mantello.
Draco la guardò stupito per il gesto da lei fatto. «Perché sei gentile con me? Pensavo che tu più di tutti volessi starmi lontano.»
«Tutti hanno diritto ad una seconda opportunità Malfoy.»
«No, io ho fatto delle cos'è troppo orribili per essere perdonato. Io sono un Mangiamorte, sarei dovuto finire in galera come mio padre.» Disse il ragazzo torturato dai sensi di colpa.
«Io non la penso In questo modo. A casa tua hai fatto finta di non riconoscerci quando sei stato convocato da tua zia. Eri solo un ragazzo che aveva a che fare con una cosa più grande di lui.»
«Grazie...» Sussurrò il biondo senza guardarla negli occhi. 
Dopo qualche minuto di silenzio fu Hermione a parlare nuovamente. «Posso farti compagnia? È sempre piaciuto anche a me guardare le stelle.»
«D'accordo.» Aveva risposto Draco. Dentro di sé era molto grato ad Hermione per essere rimasta. Nonostante non avessero parlato un granché era confortante la sua presenza vicino.
La ragazza era tornata tutte le notti. Visto che Draco non si metteva mai il mantello lei lo divideva con il ragazzo senza nemmeno domandarglielo. Dopo le prime notti silenziose, Draco aveva cominciato a raccontarle le leggende a cui erano legate alcune costellazioni. Così era nata quella strana amicizia che poi si era trasformata in amore.


Draco ed Altair avevano da poco finito la colazione quando Kart, uno dei due elfi domestici di casa, lo informò che c'era una donna che chiedeva di lui. Quando il biondo arrivò all'ingresso vide la sorella di sua madre ferma sulla porta.
«Buongiorno Draco, ufficialmente non ci siamo mai presentati. Sono Andromeda, la sorella di tua madre. Ti prego di scusare questa mia improvvisata ma quando Harry mi ha detto della salute di tuo figlio ho voluto incontrarti immediatamente.» Disse la donna avvicinandosi al nipote.
«Buongiorno... Andromeda, o preferisci che ti chiami zia? È vero non ci siamo mai presentati ma mia madre mi ha parlato spesso di te, e poi assomigli molto alle tue sorelle.» Rispose l'uomo un po' in imbarazzo. Andromeda fisicamente era la copia di Bellatrix a parte il colore di capelli di una tonalità più chiara, ma Draco non trovava educato paragonare la donna a quella pazza criminale che era stata la primogenita dei Black.
«Tua madre mi chiamava "Meda". Se ti fa piacere puoi chiamarmi anche tu così.» Rispose la donna sorridendo. «Non ti preoccupare so benissimo a quale Black assomiglio. Per fortuna a detta di tutti quelli che ci hanno conosciute entrambe, la rassomiglianza tra me e Bella è solo estetica.» Aggiunse poi per toglierlo dall'imbarazzo.
L'uomo si rilassò visibilmente. «Benvenuta Meda. Vieni, accomodiamoci in salotto. Posso offrirti un tè?» Chiese Draco gentile. 
«Si, ti ringrazio.» 
«Mandy.» Esclamò il padrone di casa. Subito si materializzò un elfo vestito con abiti femminili.
«Signor Draco ha chiamato?» Disse il piccolo esserino.
«Si Mandy potresti portarci due tazze di tè con dei biscotti, per favore?» 
Il padrone di casa notò il viso della sua ospite cambiare espressione, accigliandosi. «C'è qualcosa che non va?» 
La donna scosse la testa. «No, solo che avevo dimenticato certe "usanze" di alcune famiglie purosangue.» Esclamò lei a disagio.
Draco guardò la zia perplesso cercando di capire a cosa si riferisse la donna. «Stai parlando degli elfi?»
«Si... Scusami, non sono cose che mi riguardano.»
Il padrone di casa richiamò i due elfi domestici. «Kart, Mandy, vorrei presentarvi Andromeda la sorella della signora Narcissa.»
Non appena sentirono quel nome i due esserini si avvicinarono agitati. «Oh la signora Narcissa è stata molto buona con Kart e Mandy. Lei ha regalato tanti vestiti e ha liberato tutti gli elfi di casa dopo la guerra.» Disse l'elfo che l'aveva accolta all'ingresso.
«Se mia sorella vi ha liberato come mai voi sue siete ancora qui?» Chiese la donna stupita.
«Noi volere bene a signora Narcissa e al signorino Draco. Io visto nascere signorino e non volere andare via. Signorino Draco offerto noi un lavoro pagato e avere anche il giorno libero. Noi felici qui.» Spiegò Mandy all'ospite.
«Ho tratto delle conclusioni affrettate, ti prego di scusarmi.»Mormorò Andromeda imbarazzata non appena furono rimasti soli.
«Nessun problema, chiunque avrebbe tratto le stesse conclusioni nella tua situazione.»
«Ho saputo da Harry che tuo figlio è malato di leucemia... Sono veramente dispiaciuta per quello che state passando.» Disse la donna cambiando argomento.
«Si, non so cosa ti abbia detto il "signor Potter", ma le condizioni di Altair sono abbastanza critiche. Il dottore ieri mi ha detto che se non riusciremo a trovare un donatore compatibile questo potrebbe essere l'ultimo Natale di mio figlio.» Confessò il biondo preoccupato.
«Ho già parlato con Minerva Mc Granitt a scuola chiedendole di poter avere al più presto un colloquio con Teddy. Nonostante lui frequenti solo il secondo anno a Hogwarts sono sicura che abbia la maturità giusta per capire la situazione e rendersi disponibile ad eseguire il test di compatibilità. Harry mi ha già espresso il suo consenso quindi non appena Teddy avrà accettato ci recheremo subito in ospedale. Avrei bisogno di tutti i riferimenti dell'ospedale.»
«Certamente, te li dò subito. Ti ringrazio Meda, tu e Teddy mi state dando una speranza.» Confessò l'uomo impacciato. Lui era sempre stato abituato a reprimere i sentimenti, solo con il figlio si ammorbidiva un po'. «Vorresti conoscere Altair? È un bambino molto dolce.» Aggiunse sempre molto imbarazzato.
«Certo, ne sarei davvero felice.»
Lei e Draco si spostarono nella camera del piccolo. «Altair, vorrei presentarti Andromeda. Lei era la sorella di mia madre, tua nonna Narcissa.»
Gli occhi del bambino si illuminarono. «Oh... Ma se tu sei la sorella della nonna sei una specie di nonna?» Chiese emozionato. «Sai io non ho mai avuto una vera nonna...»
«Piacere di conoscerti Altair. Sai che porti un bellissimo nome di stella. Anche io come te ne porto uno. Si, io sono una specie di nonna. Puoi chiamarmi nonna Meda se vuoi.» Rispose la donna sorridendogli. Anche se all'apparenza no lo dava a vedere le sei stringeva il cuore a vedere quel bambino così dolce e affettuoso costretto a letto dalla malattia.
Il bambino fu entusiasta per quella concessione. «Papà hai sentito? Adesso ho finalmente anche io una nonna!» Esclamò contento.

Quel sabato mattina Hermione era stata precettata da Harry e Ginny per fare da baby sitter ad Albus e a James. I coniugi Potter dovevano infatti recarsi a Diagon Alley per comprare il regalo di Natale dei bambini, due bellissime scope nuove di zecca. Hermione sapeva che Vega avrebbe fatto i capricci non appena le avesse viste. La donna era infatti molto restia a comprare una scopa alla figlia. Lei aveva sempre sofferto di vertigini e aveva paura che la piccola potesse cadere e farsi male.
Il lunedì successivo la donna avrebbe dovuto discutere un caso molto importante in tribunale e sperava di riuscire a tenere buoni i bambini tirando fuori dalla soffitta uno dei vecchi giochi di società babbani con cui da piccola giocava sempre. Purtroppo Vega, James ed Albus non erano molto entusiasti della sua idea e non avevano fatto altro che interromperla per tutta la mattina.
Era appena riuscita a trovare un modo per tenerli impegnati, quando qualcuno suonò il campanello di casa. Hermione non riuscì a mascherare il suo stupore quando si trovò davanti Daphne Greengrass. «E tu che cosa ci fai qui?» Chiese guardinga socchiudendo la porta in modo che la visitatrice non riuscisse a vedere all'interno. Per fortuna Vega era andata in solaio a cercare gli scatoloni con le decorazioni natalizie ma la riccia voleva evitare che "la Serpe" potesse anche solo intravvedere la figlia.
«Scusami se sono piombata qui senza preavviso ma avrei bisogno di parlarti.» Disse la bionda abbassando lo sguardo a disagio.
«Di qualunque cosa si tratti non sono interessata.» Rispose la riccia trattando l'ex compagna di scuola come se fosse una venditrice porta a porta. «E comunque come fai a conoscere il mio indirizzo?» Aggiunse poi infastidita da quella visita improvvisa.
«Lavori anche tu in tribunale come Blaise ed ho frugato nel suo studio per trovare l'indirizzo. Capisco che dopo quanto scoperto ieri da Potter sul conto di Draco io sia l'ultima persona che vuoi vedere, ma ho veramente bisogno di parlarti.»
«Che cosa è successo ieri con Harry?» Domandò Hermione cercando di mascherare il rossore delle guance e il battito accelerato causato dal sentire "quel nome" dopo tanto tempo.
«Ah, quindi Potter non ti ha detto nulla...» Esclamò Daphne preoccupata all'idea di dover essere proprio lei a svelare alla donna il suo inganno. «Possiamo parlarne in casa per favore?»
La riccia, dopo essersi assicurata che nessuno dei bambini fosse in giro, fece accomodare l'ospite nello studio, chiudendo e imperturbando la stanza.
«Ieri Draco è andato da Potter per chiedere aiuto per suo figlio. Mio nipote è molto malato ed ha bisogno di un trapianto di midollo osseo. Purtroppo ne io ne Draco siamo donatori compatibili, e visto che uno dei pochi parenti ancora in vita è il figlio di sua cugina Nimphadora, lui si è rivolto a Potter in quanto tutore legale del piccolo Lupin.» Cominciò a raccontare la bionda.
«Sono dispiaciuta per tuo nipote, ma ancora non capisco cosa c'entri tutto questo con me...» 
«Dammi ancora un minuto per favore Granger.» Disse Daphne continuando a raccontare. «Io ti ho mentito dieci anni fa. Non sono stata mandata da Draco quel giorno al Lago Nero. Avevo intercettato per caso una sua missiva indirizzata a te e quando ho capito quali fossero i suoi sentimenti nei tuoi confronti ho fatto in modo che Draco non ricevesse nessuna tua lettera ed ho intercettato tutte quelle che ti aveva spedito lui.»
«Io... Io non ti credo. Ho letto la lettera di "Malfoy", e c'era scritto chiaramente che non voleva avere niente a che fare con me e non voleva che io portassi a termine la gravidanza.» Sussurrò Hermione non riuscendo nemmeno a chiamare per nome quello che era stato il suo più grande amore.
«Ho imitato la sua calligrafia. Mi ero esercitata tante volte a copiare la sua scrittura. Draco era distrutto per la morte di sua madre e così mi ero offerta di scrivere io per lui i biglietti di ringraziamento per le persone che erano intervenute al funerale.» Spiegò la bionda sempre più imbarazzata. «So di aver fatto una cosa imperdonabile...»
«Perché lo hai fatto?» La interruppe bruscamente Hermione. «Che cosa te ne importava se io e Draco eravamo innamorati? Perché mi hai fatto credere che lui non volesse il mio bambino?» Chiese poi piena di amarezza.
«So che non è una giustificazione ma l'ho fatto per mia sorella. Astoria era già molto depressa alla fine della scuola. Quando ho capito che Draco voleva recedere il contratto prematrimoniale stipulato con la mia famiglia ho temuto che questa notizia l'avrebbe distrutta. Ancora non capivo la vera portata del suo disagio. L'ho compreso solo quando si è suicidata.»
Hermione rimase in silenzio, incapace di dire qualcosa alla donna che le aveva stravolto l'esistenza e che l'aveva tenuta lontana dall'uomo che aveva sempre amato.
Dopo qualche istante di silenzio Daphne ricominciò a parlare. «Ora Draco sa tutto. Dopo che Potter gli ha rivelato della tua gravidanza e del fatto che io ti avessi incontrata e convinta ad abortire lui è venuto da me e mi ha detto che non vuole avere più niente a che fare con me.»
«Beh non puoi dargli torto. Sebbene tu volessi proteggere tua sorella, hai fatto tanto male ad entrambi.» Non poté esimersi dal commentare la riccia.
«Lo so, e anche se stare lontano da mio nipote mi addolora molto, capisco di aver fatto una cosa imperdonabile. Ma adesso lui si troverà da solo ad affrontare la malattia del figlio. Immagino che dopo tutto quello che credevi ti avesse fatto passare i tuoi sentimenti siano cambiati...»
«I mei sentimenti sono affar mio Greengrass.» Esclamò Hermione infastidita.
«Lo capisco. In ogni caso sono venuta qui per porgerti le mie più sincere scuse e per darti queste.» Disse la donna porgendole un plico di lettere. «Queste sono tutte le lettere che Draco ti ha spedito e quelle che tu hai spedito a lui. Mi sembrava giusto farvele riavere e visto che Draco non mi vuole più vedere ho deciso di consegnarle a te. Decidi tu se leggerle o distruggerle.» Aggiunse la donna dirigendosi alla porta.

Una volta sola Hermione era rimasta chiusa nel suo studio per il resto della mattinata. Lei aveva fissato le lettere che la Greengrass le aveva portato per dieci minuti prima di decidersi ad aprirle. Leggere quelle missive le aveva straziato il cuore. Draco le aveva chiesto più volte di incontrarla sia durante la malattia di Narcissa, che dopo la sua morte. Le ultime righe con cui il biondo aveva chiuso l'ultima lettera le fecero capire perché lui si fosse rassegnato e non l'avesse più cercata.

"Averti accanto in questi mesi è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Tu sei stata la più bella seconda opportunità che io abbia mai avuto. Ma come ti avevo detto la prima volta che ci siamo conosciuti, io non merito una seconda opportunità, probabilmente te ne sei accorta anche tu e hai deciso di non voler avere niente a che fare con me. Non ti preoccupare, ti capisco e prometto di non cercarti più. Ti ringrazio Hermione, non dimenticherò mai quello che hai fatto per me."

Due ore più tardi i coniugi Potter erano tornati dal loro giro. «Harry, quando avevi intenzione di dirmi che Malfoy è venuto a trovarti ieri?» Chiese Hermione con tono aggressivo non appena gli amici furono entrati in casa.
«Lui è venuto a cercarti?» Esclamò Harry allibito dalla faccia tosta del ex compagno di scuola.
«No, è venuta la Greengrass. Ma tu non risposto alla domanda. Allora, cosa aspettavi a dirmi quello che hai scoperto ieri su Malfoy?»
«Beh non ero sicuro che il Furetto stesse dicendo la verità. Hai fatto tanta fatica a riprenderti dopo la fine della tua storia con lui...» Disse  il moro titubante.
«Non pensi che già troppe persone si siano messe fra di noi? Non sei tu che devi decidere cosa sia meglio per me! Oltre a questo c'è anche la vita di un bambino in gioco.» 
«Beh ma ho già parlato con Andromeda e anche lei è d'accordo a far fare il test di compatibilità a Teddy.»
«Teddy è solo un cugino di secondo grado per il figlio di Draco. Non pensi che una sorellastra avrebbe più chance di essere compatibile?»  Esclamò Hermione sempre più innervosita dall'atteggiamento del suo migliore amico. «Potreste tenermi Vega per qualche ora?» Aggiunse poi rivolgendosi a Ginny.
«Non mi dire che vuoi andare da Malfoy a raccontargli che non hai mai abortito e che suo figlio ha una sorellastra! Chissà cosa potrebbe fare quella serpe se lo sapesse. Potrebbe anche andare da un giudice e chiedere la custodia di tua figlia.» Cercò di dissuaderla Harry.
«Lo stai mal giudicando. Lui è cambiato alla fine della guerra e sono sicura che non mi farebbe mai del male. Comunque per adesso non ho intenzione di dirgli di Vega, ma voglio andare lo stesso a parlargli. Allora mi potete tenere la bambina per qualche ora o devo rivolgermi a qualcun altro?» Domandò ancora una volta la donna.
«Tranquilla, pensiamo noi a Vega. Tu vai pure a chiarirti con Malfoy.» Intervenne la rossa, bloccando con una mano le proteste del marito.

Il sabato era il giorno libero di Ella, la Magonò che faceva da babysitter ad Altair.  Draco aveva passato tutta la mattina con il bambino e visto che al momento sembrava tutto tranquillo aveva chiesto a Kart di tenerlo d'occhio per andare a farsi una doccia e darsi una rinfrescata. 
Un rumore di vetri infranti allarmò l'uomo che corse subito nella camera del figlio.
«Signorino Altair non vuole prendere la sua pozione rimpolpa sangue.» Disse la creatura imbarazzata. «Kart ha provato a fargliela bere, ma il signorino l'ha buttata a terra.»
«Altair, sei anemico. È importante che tu prenda la pozione. Solo così tornerai ad essere abbastanza in forze da poterti alzare.» Esclamò Draco avvicinandosi al letto del figlio Con un'altra boccetta.
«Non la voglio. Ha un brutto sapore!» Rispose il bimbo girando la faccia per evitare di bere l'intruglio.
«Lo so che non è buona, ma è importante che tu la prenda. Coraggio sei un ometto ormai, non fare i capricci.» Draco avvicinò l'ampolla alla bocca del figlio per spingerlo a bere.
Con un gesto secco il bambino diede uno spintone alla mano di Draco che reggeva l'ampolla facendola finire a terra in mille pezzi.
«Altair, non puoi comportarti così ogni volta che devi prenderla!» Lo rimproverò il padre. «Kart, vai in laboratorio a prendermi altre due dosi di rimpolpa sangue.» Aggiunse poi rivolto all'elfo.
Kart aveva appena preso le fiale che gli aveva chiesto Draco quando sentì suonare alla porta e andò ad aprire. 
«Buongiorno, avrei bisogno di parlare con il signor Malfoy. È in casa per favore?» Chiese Hermione alla creatura.
«Signor Malfoy è con signorino. Signorino sta male ma non vuole prendere la pozione.» Disse l'elfo mostrando le pozioni.
«Potrei avere un bicchiere di succo di zucca?» Chiese Hermione sfilando le fiale dalle mani della creatura. «Ci penso io a portare al signor Malfoy queste, mi indichi solo la stanza del bambino.»
Kart aveva paura che il padrone si sarebbe arrabbiato per quell'iniziativa ma il sorriso che gli aveva rivolto la nuova ospite lo spinse ad acconsentire. «D'accordo, salga le scale. Prima porta a destra.» Disse l'elfo prima di scomparire.
Quando Hermione si affacciò alla stanza vide Draco seduto sul letto del figlio che cercava di convincerlo a prendere la pozione. «Per favore, bevi la pozione. Lo vedi anche tu quanto sei debole. Non fare i capricci per favore.» Esclamò l'uomo esausto.
«No, io non la voglio la pozione! È cattiva e non mi fa stare meglio, quindi ho deciso che non la berrò più.» Rispose il bambino girando la faccia di lato e rifiutandosi di guardare il padre negli occhi.
«È un vero peccato... Babbo Natale non sarà felice quando gli presenterò la mia relazione.» Disse la donna entrando nella stanza.
Draco si voltò e rimase senza parole quando vide Hermione avvicinarsi al letto del figlio.
«Babbo Natale? Ma tu lo conosci?» Chiese stupito Altair osservando la nuova arrivata.
«Si, sono un'amica di Babbo Natale. Vedi lui sapendo che io e il tuo papà siamo vecchi amici mi ha chiesto di venire a verificare se il figlio di Draco Malfoy fosse un bambino buono e ubbidiente, sai per sapere se inserirlo nella lista dei bambini che meritano i doni quest'anno... Poverino, ci rimarrà molto male quando saprà di doverti togliere dalla lista.» Sussurrò Hermione con fare cospiratorio.
«Ma io sono un bravo bambino! Papà diglielo anche tu.» Piagnucolò Altair agitandosi.
Draco capì la messinscena della donna e decise di assecondarla. «Mi piacerebbe, ma sai che non si dicono le bugie. Visto tutti i capricci che fai per prendere la pozione e le medicine non sarebbe la verità se io dicessi che sei un bambino buono.»
«Ma...ma la pozione ha un sapore orribile.» Mormorò lui con le lacrime agli occhi.
«E se io facessi una magia e le facessi avere un sapore migliore tu la prenderesti?»
«Tu sapresti fare una magia così forte?» Chiese il bambino sorpreso.
«Certo.» Intervenne Draco. «Lei è Hermione Granger, la strega più potente dell'ultimo secolo. Per questo motivo Babbo Natale le ha chiesto di aiutarlo.» Esclamò con gli occhi che gli brillavano di sincera ammirazione.
Le gote di Hermione si imporporarono sentendo quelle parole così piene di apprezzamento.
Un istante più tardi Kart si materializzò con in mano il succo di zucca. La donna lo prese e lo miscelò alla pozione rimpolpa sangue. «Allora ti fidi di me? Prova a prenderla così, vedrai che non ha un sapore così terribile.» Disse porgendo al ragazzino il bicchiere.
Altair, pur facendo una faccia schifata mandò giù tutta la pozione senza emettere una protesta.
«Allora, è ancora così terribile la pozione?» Domandò la donna accarezzando la testa del bambino.
«Beh... In effetti non così male. Grazie Hermione Granger, io mi chiamo Altair.» Rispose porgendogli la mano.
La riccia sgranò gli occhi sorpresa. «Altair? Che bel nome.»
«Si, l'ha scelto papà. Dice che gli ricorda il periodo più bello della sua vita. Sai è il nome di una stella e lui mi racconta tutte le sere la leggenda legata alla storia d'amore tra lui e Vega.»
 Hermione si morse il labbro per evitare di piangere: «È davvero una bella storia, la conosco anche io.»
«Vorresti essere la mia mamma?» Chiese il bambino guardandola con due occhioni da cucciolo.
«Altair, ma ti sembrano queste domande da fare?» Lo rimproverò Draco.
«Ma io pensavo che visto che oggi ho ricevuto una nonna, magari avrei potuto ricevere anche una mamma. Questo sarebbe un regalo di Natale più bello di quelli che ho scritto nella lettera per Santa Claus.»
«Ometto, "le mamme" non si possono chiedere in dono. Accontentati che Andromeda ti abbia permesso di chiamarla nonna.»
«Va bene papà.» Disse il bambino abbassando gli occhi dispiaciuto. «Mi scusi signorina Granger.»
«No, non ti scusare Altair. Sei un bambino adorabile e qualsiasi donna sarebbe onorata di ricevere una proposta così da te.» Esclamò Hermione abbracciando quell'adorabile angioletto.

«Scusa se sono piombata in casa tua senza nemmeno avvertirti.» Disse Hermione non appena lei e Draco furono soli.
«Non ti scusare, hai fatto bene. Immagino che Potter ti abbia detto della mia visita di ieri. Sarei dovuto venire subito a cercarti appena ho saputo quello che è successo ma...»
«No, lo capisco.» Lo interruppe lei. «Hai Altair a cui pensare... È un bambino dolcissimo e sono dispiaciuta per la sua malattia. Non è stato Harry a rivelarmi quello che è realmente successo dieci anni fa, ma la Greengrass.»
«Daphne si è intromessa troppo. Quello che ha fatto è imperdonabile, ed io ho sbagliato ad arrendermi quando non ho avuto più tue notizie. Tu non saresti mai sparita senza chiarire la situazione.» Sussurrò il biondo avvicinandosi. «Potter mi ha detto della gravidanza. È colpa mia se hai perso... se abbiamo perso nostro figlio.»
«Draco, il destino ha remato contro di noi.» Rispose la riccia mettendogli una mano sull'avambraccio.
«Non è stata colpa del destino ma di Daphne e mia.» Sussurrò l'uomo prendendosi la testa tra le mani.
«So che è difficile da accettare. Io ho avuto dieci anni per venire a patti con quello che è successo, tu solo un giorno.» Cercò di confortarlo Hermione.
Lui alzò lo sguardo e si perse in quegli occhi color nocciola che l'avevano già stregato una volta. Lentamente, per darle il tempo di rifiutarlo, Draco avvicinò le sue labbra a quelle dell'ex grifondoro e la baciò appassionatamente.
La riccia rispose al bacio, chiudendo gli occhi per godersi il momento.  
«Scusa, tu vieni a trovarmi per confortarmi per la malattia di mio figlio ed io ti salto addosso. Sono  imperdonabile.»
«Se hai notato non ti ho schiaffeggiato indignata. Mi hai dato tutto il tempo per rifiutarti, se avessi voluto avrei potuto tirarmi indietro.» Sussurrò la riccia sorridendogli. «Però, penso che adesso dovremmo mettere al primo posto il benessere di Altair.»
«Come sempre hai ragione. A proposito grazie per l'aiuto di prima. Senza il tuo intervento non sarei riuscito a fargli prendere la pozione tanto facilmente.»
«Beh, ci vuole pazienza e astuzia con i bambini.» 
«Si è vero, e tu sembri davvero brava e esperta. Dove hai acquisito tanta competenza?» Chiese l'uomo interessato.
«Beh faccio molto spesso da babysitter ai figli di Harry e mi sono documentata.» Rispose lei senza guardarlo negli occhi.


Draco ed Hermione erano rimasti tutto il pomeriggio a parlare e la donna ne aveva approfittato per consegnargli le lettere che non aveva mai ricevuto. Prima di tornare a casa lei gli aveva chiesto se poteva tornare a trovarli il giorno seguente e l'uomo aveva acconsentito entusiasta.
Dopo cena Hermione mise a letto Vega, pronta a raccontarle come tutte le sere la leggenda che tanto amava. «Anticamente sulle sponde della Via Lattea...»
«Mamma.»
«Dimmi Vega, vuoi che ti racconti una storia diversa?» Chiese la donna guardandola negli occhi.
«No, io adoro questa storia. Solo che mi sembri molto triste da quando sei tornata a casa. Cosa  è successo?»
Hermione non aveva smesso di pensare alla sorte del piccolo Altair e a sentirsi in colpa per non aver detto a Draco dell'esistenza di Vega. «Oggi ho rivisto un mio amico. Anche lui ha un figlio che ha un anno meno di te... Suo figlio è molto malato e sono preoccupata per lui.»
«La magia non può guarirlo?» 
«No, purtroppo è una malattia babbana e per guarire ha bisogno che qualcuno gli doni il midollo osseo.» Disse la donna accarezzando la guancia della figlia.
«Che cos'è il midollo osseo?» Domandò Vega, che aveva ereditato dalla madre il desiderio di conoscere sempre tutto.
«È la fabbrica dove vengono prodotti i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine.» Rispose Hermione ricordando la definizione che le aveva dato sua madre quando aveva posto la stessa domanda.
«E i suoi genitori non possono donargli parte di questa fabbrica?»
«Purtroppo sua madre è morta e suo padre non è compatibile, quindi dovranno cercare un donatore esterno.»
«Visto che è un bambino come me, forse io potrei essere compatibile. Potrei provare a donarglielo io...» Propose la bambina.
«È un bel pensiero tesoro, non lo conosci nemmeno. Sei sicura di voler fare il test di compatibilità? Dovranno farti un prelievo e so quanto tu odi gli aghi.»
«Si, voglio aiutarlo!» Confermò Vega con decisione. «Domani mi porteresti a conoscerlo? Mi piacerebbe fargli un po' di compagnia come fanno James e Albus quando sono malata.» 
«Certo tesoro, domani ti porterò da lui.» Rispose Hermione abbracciando stretta la figlia.


Eccoci arrivati al secondo capitolo. Ho voluto chiamarlo "Una seconda opportunità" per far riferimento alla seconda possibilità che Hermione da a Draco dopo la guerra e per la seconda possibilità che viene data ad entrambi quando Hermione decide di andarlo a trovare. Quando si ritrovano, per i due sembra non essere passato nemmeno un giorno. Draco non riesce a trattenersi e bacia la riccia...
Come ho scritto nell'altro capitolo questa storia sarà molto breve. Quando ho iniziato a scriverla pensavo di dividerla in soli tre capitoli. Non so se riuscirò a racchiudere il finale della storia in un solo capitolo, lo scoprirò solo scrivendolo.

Prima di salutarvi vi ricordo che se volete potete seguire la mia pagina di Facebook Lyneea's Dream per avere qualche anticipazione e spoiler sulle storie che sto scrivendo.
Vi lascio augurandovi di passare un bel Capodanno. Buon 2016.
A presto
Lyn

 

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Capitolo 3
*** Ritrovarsi? ***


Buonasera,
Eccoci arrivati al terzo capitolo di questa storia natalizia.
Buona lettura
Lyn




 
Unexpected Christmas Gift
 
Capitolo 3
Ritrovarsi?



Hermione era appena giunta insieme a Vega davanti a Malfoy Manor. La donna si era svegliata molto presto quella domenica, e non riuscendo ad aspettare oltre per togliersi il peso di quel segreto dal cuore, aveva trascinato la figlia davanti alla residenza di Draco di prima mattina.
Quando suonò il campanello l'indole timida della bambina prese il sopravvento e Vega si nascose dietro le gambe della madre.
Inaspettatamente fu Draco ad aprire la porta. «Draco, come mai apri tu la porta?» Chiese la donna imbarazzata quando se lo trovò davanti.
«Oggi è il giorno libero di Kart e la babysitter ha chiamato per dire che ha l'influenza.» Disse il biondo. «Vieni, entra pure. Scusa per l'abbigliamento sportivo ma mi sono svegliato da poco.»  Aggiunse scostandosi per farla entrare.
«Tranquillo, non mi formalizzo e poi la tuta ti dona. Scusami invece tu per essere piombata qui a quest'ora. Non sono venuta da sola comunque... Ti presento mia figlia Vega.» Sussurrò la donna incerta, mostrando la bambina che si era nascosta dietro le sue gambe.
Draco rimase immobile alcuni istanti, shoccato dalla notizia appena appresa. Guardò prima Hermione, che con il suo sguardo sembrava volesse chiedergli scusa per quella bugia, poi la piccola che aveva di fronte. La bambina aveva i capelli biondo chiari, della stessa tonalità di quelli di Draco e di Altair e due occhi di un colore simile al mare del nord in tempesta. Se anche Hermione non gli avesse detto che portava il nome di una stella, il biondo avrebbe capito all'istante che quella bambina era sua figlia.
Lentamente Draco si inginocchiò davanti alla piccola, in modo da poterla guardare negli occhi. «Piacere di conoscerti Vega, io sono...» Disse bloccandosi prima di terminare la frase. L'unica cosa che avrebbe voluto dire in quel momento era proprio quella di cui non poteva parlare. «Io sono Draco.»
La bambina si illuminò quando sentì il suo nome. «Porti anche tu il nome di una stella!»
«Veramente di una costellazione.» La corresse la madre.
«Quanto sei puntigliosa mamma!» Esclamò la bambina, girandosi verso Hermione e facendole un'adorabile linguaccia. 
«Ti piacciono i nomi legati all'astronomia?» Chiese l'uomo incantato da quel gesto spontaneo.
«Molto.» Rispose Vega, tornando a concentrarsi sul padrone di casa.
«Anche ad Altair. Sono sicuro che andrete d'accordo. Vorresti conoscerlo?»
«Tuo figlio si chiama Altair?» Domandò la bambina, piena di ammirazione. «Mamma hai sentito? Suo figlio si chiama Altair.» Ripeté la bimba saltellando e prendendo la manica di Hermione.
Draco le guardò perplesso, senza però chiedere spiegazioni.
«È ossessionata dalla leggenda legata ai nomi delle due stelle. Tutte le sere vuole che le racconti la storia e penso che segretamente veda l'Altair della leggenda come una sorta di principe azzurro.» Sussurrò Hermione all'orecchio di Draco.
«Vieni Vega, ti presento mio figlio.» Disse il biondo prendendo per mano la bambina e conducendola fino alla camera del bimbo.
La riccia, pochi passi dietro, osservava quei gesti con nostalgia. Quella sarebbe potuta essere la loro vita se il destino non avesse deciso diversamente.
Altair si emozionò tanto quanto Vega quando il padre le presentò la loro piccola ospite. «Lo sapevi che la tua mamma aiuta Babbo Natale a decidere chi mettere nella lista dei buoni?» Mormorò il bambino alla nuova amica.
«No, non lo sapevo ma se è lei a decidere chi merita il carbone penso che quest'anno riceverò solo quello.» Rispose Vega sconfortata. «Sai sono un po' disordinata e lei mi rimprovera spesso per questo.»
Draco, che stava ascoltando il dialogo tra i figli, decise di intervenire: «Tua madre non è l'unica che ha contatti "nelle alte sfere del Polo Nord". Metterò una buona parola per te.»
«Papà, ma se conosci anche tu Babbo Natale la buona parola la potresti mettere anche per me.» Esclamò il bambino mettendo il broncio.
Draco ed Hermione, vedendo quell'adorabile visetto contrito, non riuscirono a trattenere le risa.
Vedendo che i due bambini avevano una buona intesa decisero di lasciarli soli e scendere in salotto per poter parlare da soli.

«Ti chiedo scusa per non averti detto subito dell'esistenza di Vega.»  Disse la donna, imbarazzata.
«Immagino che tu abbia voluto assicurarti di chi fossi diventato... Se l'hai portata qui significa che ho passato l'esame?» Chiese l'uomo facendosi serio.
«No Draco. Non era un esame. Solo che era tutto così surreale ieri quando sono venuta qui. Ho sbagliato a non dirti subito di lei.» Sussurrò lei abbassando lo sguardo.
L'uomo si avvicinò, e con la mano la costrinse a guardarlo negli occhi. «Hermione, non essere a disagio. Capisco cosa ti ha spinto a non rivelarmi subito di non avere abortito. Il benessere di tua... di nostra figlia è la tua prima priorità. Ti ringrazio invece di avermela presentata oggi.» Esclamò lui incatenando il suo sguardo a quello di Hermione. «È una splendida bambina. Voglio che tu sappia quanto sia stato importante incontrarla.»
«Grazie per aver capito.» Rispose lei sorridendogli. «Domani andremo insieme all'ospedale per fare il test di compatibilità. Anche se ci sono poche possibilità, farò anch'io il test, visto che Vega ha paura degli aghi forse sarà più tranquilla avendomi accanto.»
«Hermione ne hai già parlato alla bambina? Non voglio obbligare te o lei a fare qualcosa che non volete. Anche se Altair è più importante della mia stessa vita, non voglio che tu pensi che l'unica cosa a cui sono interessato è cercare "pezzi di ricambio " per mio figlio.»
«Stai tranquillo Draco. Ieri sera ho parlato a Vega della malattia di Altair ed è stata proprio lei a volersi offrire come donatore. Nonostante non sappia che lui è il suo fratellastro Vega ha insistito per far testare la sua compatibilità.» Esclamò la donna con una punta d'orgoglio nella voce.
«Nonostante nell'aspetto esteriore Vega assomigli molto a me, il coraggio e la bontà li ha ereditati tutti da te. Ti ringrazio Hermione, oggi mi hai fatto un regalo inaspettato. Non solo mi hai fatto conoscere la nostra splendida figlia, mi hai anche ridato una piccola speranza di riuscire a salvare Altair.» Sussurrò l'uomo prendendole le mani nelle sue.

Avevano passato una splendida giornata a Malfoy Manor. Altair e Vega avevano fatto subito amicizia ed Hermione non si era resa conto di quanto in fretta fosse passata la giornata. Sua figlia si era appisolata sul divano, distrutta dopo le tante ore passate insieme al fratellastro.
«Sicura di non volerti fermare stanotte? Mi dispiace svegliare la piccola e vi darei una camera per conto vostro in modo che se Vega dovesse svegliarsi non si spaventerebbe del nuovo ambiente.»
«Ti ringrazio per l'offerta ma è meglio che torniamo a casa. Domattina dobbiamo andare in ospedale presto e qui non ho nemmeno un cambio di vestiti. Sai domani devo anche discutere un caso molto importante in tribunale, per questo motivo avevo pensato di andare in ospedale di prima mattina.» Rispose la donna accarezzando il capo della piccola.
 «Vorrei potervi accompagnare domani, ma con la babysitter malata non so a chi lasciare Altair. Avrei voluto chiedere ad Andromeda ma mi è arrivato un gufo prima in cui mi ha scritto che domani porterà il piccolo Teddy a fare il test. Quindi anche loro verranno in ospedale.» Disse l'uomo sconfortato, poco prima di congedarsi.
«Potresti chiederlo a Daphne.» Si azzardò a proporre Hermione. Nei pochi istanti in cui aveva parlato con la donna aveva capito quanto l'ex Serpeverde fosse legata al nipote e le aveva fatto pena.
«Non se ne parla. Quella donna non entrerà mai più in contatto con mio figlio. Se fosse stato per lei Vega non sarebbe mai nata. Non posso perdonarla.» Sussurrò l'uomo irrigidendosi.
«Lo capisco e nemmeno io la perdonerò mai. Ma quando l'ho incontrata ho percepito quanto sia legata ad Altair.»
«Si, è vero. Daphne è sempre stata molto affezionata al piccolo. Sono tanti anni che lei e Blaise cercano di concepire un figlio ma non ci sono mai riusciti. Penso che consideri il nipote un po' anche suo.» Confessò il biondo. «Ma questo non cambia che quello che ha fatto è imperdonabile.» Si affrettò ad aggiungere.
«Va bene, niente Daphne. Se davvero vuoi accompagnarci in ospedale potrei chiedere a Ginny di venire a badare al piccolo Altair.» Propose la riccia incerta. Draco ed i Weasley non erano mai andati d'accordo. «Sai ha due bambini anche lei e per un periodo ha fatto la volontaria nel reparto di pediatria del San Mungo.»
«Mi sembra una fantastica idea, ma pensi che la Weasley accetterà di venire a far la balia ad un Malfoy?» Chiese lui perplesso.
«Penso che chiedere non costi nulla. Ormai sia lei che Harry hanno superato tutti i vecchi rancori scolastici.»
«Beh se dovesse accettare Vega potrebbe venire qui con me dopo il prelievo. Mi piacerebbe molto farle da babysitter e tu potresti venire a riprenderla una volta terminato in tribunale.»
La donna ci rifletté qualche istante prima di accettare. Per fortuna i coniugi Potter erano soliti andare a letto tardi e non si stupirono di sentire l'amica via camino.
Ginny accettò senza problemi di badare al piccolo Altair e si presentò la mattina dopo di buon'ora al Manor. 

Nella sala prelievi dell'ospedale Vega era in agitazione per l'imminente prelievo. La bambina aveva provato solo una volta quel tipo di esperienza e ricordava quanto le avesse fatto male e quante lacrime avesse versato. Draco, vedendo quei due occhioni pieni di paura, aveva capito lo stato d'animo della figlia, e stava cercando di distrarla in modo che l'infermiera potesse procedere al prelievo.
«Ma che bambina coraggiosa! Sicuramente verrai smistata a Grifondoro quando frequenterai Hogwarts.» Disse l'uomo facendo voltare la piccola dalla parte opposta rispetto all'ago.
Vega, con i lacrimoni agli occhi si distrasse dall'imminente puntura. «Veramente la mamma pensa che potrei essere anche smistata a Serpeverde...»
«Sarebbe una cosa tanto brutta?» Domandò lui, accarezzandole il viso.
«No, non penso. Mamma dice che non è certo la Casa di appartenenza che decide se una persona è buona o no.»
«Tua madre ha ragione.»
«Tu in che Casa eri stato smistato? Eri forse un Grifondoro anche tu?» Chiese la bimba interessata.
Draco represse un brivido sentendo quell'affermazione. Se qualche anno prima qualcuno avesse osato insinuare che lui fosse un Grifone l'avrebbe certamente affatturato. «No, io ero un Serpeverde...»
«Oh! Allora non può essere così male.» Disse la bambina con ammirazione. «Ma quanto ci mettono a fare il prelievo?» Aggiunse girandosi verso l'infermiera. 
«Già fatto.» Esclamò Draco sfoderando un ghigno malandrino. «Visto che non è stato così terribile?»
«Mi hai imbrogliato! Con le tue chiacchiere mi hai distratto.» Sussurrò Vega aggrottando la fronte.
«È il risultato che conta. Ho solo giocato d'astuzia per distarti dalla puntura.» Disse lui arruffandole i boccoli dorati.

«Siamo tornati!» Disse Draco quando furono giunti nell'atrio del Manor. 
Ginny scese le scale andandogli incontro. «Ben arrivati!» Esclamò sorridendo.
«Zia Ginny. Lo sai che non ho versato nemmeno una lacrima quando mi facevano il prelievo.» Raccontò la bambina mostrando con fierezza il cerotto che le avevano messo sul braccio.
«Ho sempre saputo che sei una bambina coraggiosa. Hai preso tutto da tua madre.»  Sogghignò la rossa, mandando un messaggio al padrone di casa.
«Veramente è tutto merito di Draco. Lui mi ha distratto chiacchierando intanto che l'infermiera mi faceva il prelievo.» Rispose la bambina non lasciando la mano del biondo.
«James e Albus stanno facendo compagnia ad Altair. Perché non sali a salutarli, potrei portarvi qualcosa da mangiare. Sono sicura che per fare il prelievo sei dovuta rimanere a stomaco vuoto.»
«D'accordo, grazie zia.» Disse la bambina precipitandosi nella camera di Altair.
L'uomo sentiva una certa tensione nella voce di Ginny così decise di rompere il ghiaccio e cercare di fare conversazione con la rossa: «Spero che mio figlio si sia comportato bene in mia assenza.» 
«Oh sì. Altair è un bambino adorabile... Non riesco a capire da chi abbia preso.» Mormorò lei con una punta di sarcasmo nella voce.
Il biondo si irrigidì davanti a una così eloquente ostilità nei suoi confronti ma cercò comunque di mantenersi calmo. Dopotutto la grifona gli aveva appena fatto un grosso favore. «Ginevra, ti ringrazio di esserti occupata di mio figlio permettendomi così di andare in ospedale. Ho colto però del risentimento verso di me e ti vorrei pregare di essere sincera e di dirmi apertamente il motivo di questo atteggiamento.»
La donna parve pensarci su qualche istante prima di rispondere. «Beh "Malfoy" io ti ho conosciuto quando avevi undici anni e da quello che ricordo eri tutt'altro che affabile nei miei riguardi o in quelli della mia famiglia. Detto ciò mi scuso perché ho fatto dei commenti inopportuni. È lampante quatto tu sia cambiato con la fine della guerra ed è ingiusto e infantile cercare di mortificarti per degli atteggiamenti che non descrivono più chi sei in realtà.» Sussurrò la donna imbarazzata. «Una cosa però te la devo chiedere. Non prendere in giro Hermione o la bimba. Io capisco la tua preoccupazione per la sorte di Altair, ma ti prego di non dare loro false speranze se non provi più dei sentimenti sinceri verso la mia amica. Hermione e la piccola Vega non si meritano di soffrire ancora e ho visto come la bambina si è già affezionata a te.»
«Io non le sto prendendo in giro "Weasley". Scoprire di avere una figlia è stata una bellissima sorpresa e, come ho detto chiaramente a Hermione, non ho intenzione di obbligare lei o la bimba a donare il midollo a mio figlio. Sebbene consideri Altair la cosa più bella che la vita mi abbia regalato non voglio usare la mia primogenita come fabbrica di pezzi di ricambio. Sono state loro a voler fare il test di compatibilità. Certo in cuor mio non posso fare a meno che sperare che ci sia un risultato positivo, ma non voglio che si sentano sfruttate. So che vuoi solo proteggere la tua amica e sua figlia e che io sono sempre stato un cattivo soggetto ma ti prego di credere che non farei mai del male a nessuna delle due.» Rispose l'uomo sinceramente.
La rossa sorrise, soddisfatta della risposta. «Scusa per averti aggredito. Che dici? Possiamo dichiarare una tregua Draco?» Domandò porgendogli una mano.
«Con piacere Ginny.» Esclamò il biondo stringendo la mano che gli veniva offerta.

Due giorni più tardi Draco, Hermione e Andromeda vennero convocati nello studio del dottor Johnson per conoscere i risultati dei test di compatibilità. 
«I test effettuati hanno dato un risultato positivo. Sebbene non ci sia nessuna compatibilità con lei signora Granger e ci sia una scarsa compatibilità tra Altair e Teddy Lupin, abbiamo avuto buonissimi risultati con il campione di Vega Granger. Il midollo della bambina è compatibile al 98% con quello del piccolo Altair, quindi se lei darà il consenso suggerisco di organizzare l'intervento nel giro di pochi giorni. Vorrei però illustrarle i disagi in cui andrà incontro la piccola dopo l'intervento.» Disse il dottore rivolto ad Hermione. «L'operazione di estrazione del midollo viene fatta in anestesia totale, e nonostante si vada a toccare un punto delicato del corpo non ci sono pericoli per il donatore. Quando l'anestesia avrà finito il suo effetto però la bambina dovrà rimanere per qualche ora a pancia in giù e per alleviare il dolore del prelievo le verrà applicato del ghiaccio sulla schiena. Potrà uscire un paio di giorni dopo l'intervento, ma non dovrà correre e scatenarsi per almeno dieci giorni. Se ha qualche domanda me la faccia pure, sono qui per fugare qualsiasi vostro dubbio.»
«La procedura mi è chiara. Quando si è palesata la possibilità di donare il midollo al piccolo Altair mi sono documentata sull'intervento ed ho informato mia figlia di tutti i disagi che dovrà affrontare. Vega avrebbe però una richiesta da fare.»
«Mi dica. Che richiesta ha la bambina?» Chiese il medico un po' infastidito da quella insolita uscita.
«Lei vorrebbe essere messa in camera con Altair dopo l'operazione e vorrebbe restare ricoverata fino a quando non permetterete anche a lui di tornare a casa. Sarebbe possibile accontentarla?»
«Mi scusi ma queste richieste sono assurde signora Granger. Questo è un ospedale non un albergo in cui si può scegliere la camera e il periodo di soggiorno.» 
«Capisco...» Sussurrò Hermione mortificata.
«Mi scusi dottor Johnson ma non mi sembra che la signora Granger abbia avanzato delle richieste assurde.» Intervenì Draco seccato. «Se non sbaglio l'operazione, come l'intera degenza di mio figlio sono a carico mio. Se invece che una camera singola voglio che venga aggiunto un altro letto non vedo quale problema ci sia. Vega non ruberà il posto a nessun paziente visto che in ogni caso nessuno avrebbe condiviso la camera con Altair.»
«In linea di principio lei ha ragione signor Malfoy ma vede la politica dell'ospedale impone di attenersi a determinate regole e se la bambina non ha un problema clinico non è giusto che occupi un letto.» Cercò di giustificarsi il dottore.
«Queste sono sciocchezze. Lei per primo mi ha detto che dopo l'intervento è molto importante anche la condizione psicologica del paziente. La presenza di Vega sono sicuro che porterebbe un grosso beneficio al morale di mio figlio. Per questo motivo insisto che la richiesta della signora Granger non venga ignorata. Dovreste vergognarvi. Siete tutti presi dalle vostre stupide regole, pensate solo al lato chirurgico della faccenda ma ignorate quello psicologico. Io non permetterò che i vostri dettami possano nuocere al pieno recupero di Altair.» Esclamò il biondo mettendo una mano in tasca per prendere la bacchetta. Avrebbe messo sotto Imperio quello stupido medico se non avesse accolto la richiesta di Hermione.
La riccia si accorse delle sue intenzioni e gli mise una mano su un braccio nel tentativo di placare la sua collera. «Draco...ti prego.»
Il biondo la guardò e tutta la sua rabbia scemò in un istante. Quello sguardo, quelle parole, quel gesto erano bastate a farlo tornare in sé.
«Ha ragione Signor Malfoy. Non voglio compromettere la guarigione di suo figlio per quello che è in fondo solo un puntiglio. La piccola Vega potrà fermarsi tutto il tempo che vorrà.» Disse il medico teso. «Per quello che riguarda i tempi di guarigione di Altair purtroppo non posso darvi delle tempistiche certe. Tutto dipenderà da come reagisce il suo corpo al nuovo midollo. Vorrei potervi promettere che lo farò uscire per Natale, ma al momento non ve lo posso assicurare.»  


L'operazione venne effettuata due giorni dopo. Draco ed Hermione, insieme ad Andromeda, aspettarono pazientemente che l'intervento fosse finito, anche se più di una volta il biondo minacciò di irrompere nella sala operatoria perché l'equipe chirurgica ci stava mettendo troppo.
Finalmente i bambini furono riportati in camera. Il dottor Johnson gli disse che non c'erano state complicazioni durante l'intervento. Ci sarebbe voluto del tempo per essere sicuri che il corpo di Altair non rigettasse il nuovo midollo ma in quel momento non c'era molto che potessero fare. Il dottore permise però loro di rimanere a vegliare il sonno dei bambini quella notte. I postumi dell'anestesia erano pesanti e per il personale medico era un aiuto non dover passare ogni cinque minuti per controllare che i bambini restassero stesi sulla pancia o che non si sentissero male.
I bambini si erano svegliati solo per pochi minuti. Nonostante l'effetto dell'anestesia fosse finito e cominciassero a sentire dolore ne Altair ne Vega riuscirono a tenere gli occhi aperti che per pochi istanti.
Draco ed Hermione osservarono rapiti il sonno dei loro figli. I due bambini avevano assunto una posa speculare. Si erano assopiti a pancia in giù e con i visi che guardavano l'uno verso l'altro.
«Anche se hanno un anno di differenza potrebbero passare tranquillamente per gemelli.» Mormorò il biondo incantato.
In quel momento Vega si mosse nel dormiveglia, lamentandosi. Hermione si avvicinò alla figlia per controllare che stesse bene e le accarezzò dolcemente la nuca. 
Hermione era appena andata a controllare Vega che si era lamentata nel dormiveglia.
«Sta bene?» Chiese Draco preoccupato quando la donna tornò a sedersi accanto a lui sul piccolo divano presente nella stanza.
«Si, penso che il punto dove hanno estratto il midollo le dia fastidio.»
«Avrei voluto essere io quello compatibile. Non sai quanto mi dispiaccia che Vega abbia dovuto subire tutto questo.»
La riccia lo guardò negli occhi, riconoscendo il tormento che quella situazione gli stava dando. Anche quell'ultimo anno passato  a Hogwarts insieme, lei aveva scorto diverse volte quell'espressione angosciata sul suo volto. Strinse le sue mani, cercando di dargli conforto. «Draco, Vega sta bene. Fra due giorni non ricorderà neppure il fastidio che sente in questo momento.»
Il biondo la guardò negli occhi sorridendole. «Hai ragione... Solo che ho appena scoperto della sua esistenza. Vorrei poterla proteggere da qualsiasi sofferenza.»
«È normale quando si è genitori voler proteggere i propri figli dalle sofferenze. Vega con il suo gesto ha salvato la vita di suo fratello, e presto staranno bene entrambi.» Disse la riccia con ancora le mani strette tra le sue.
«Mi permetterai di fare parte delle vostre vite quando tutto questo sarà finito?» 
Hermione rimase in silenzio qualche istante. «Non escluderò ne te ne Altair dalla vita di Vega.» Sussurrò lei abbassando gli occhi.
«E dalla tua? Mi permetterai di fare parte della tua vita?» Domandò Draco abbassando il capo fino a riuscire a guardarla di nuovo negli occhi. 
«È complicato... Lasciamo passare questo periodo. Tu sei troppo vulnerabile in questo momento. Non vorrei che potessi pentirti di quello che dici adesso.»
«Io sarei vulnerabile? Lo sai che potrei considerare questa tua affermazione come un insulto?» Esclamò il biondo stizzito. «Hermione io so cosa provo e non c'entra niente la preoccupazione per la sorte di Altair.» 
«D'accordo. Nessuno ci corre dietro comunque. Facciamo passare questo periodo e vediamo come si evolvono le cose.» Propose lei con tono incerto. Sebbene anche Hermione provasse ancora gli stessi sentimenti per lui, aveva anche una tremenda paura di farsi del male. Con tutto quello che Draco stava passando, quello non era il momento giusto per fare dichiarazioni.
L'uomo sembrò deluso da quella affermazione ma non disse nulla. Entrambi si limitarono ad osservare silenziosamente il riposo dei figli per molti minuti.
«Perché non provi a dormire un po'. È perfettamente inutile rimanere svegli entrambi. Potremmo vegliare a turno su di loro. Comincia a dormire tu, ti sveglio fra un paio d'ore.» Esclamò Draco tranquillo.
Hermione era molto stanca e trovava quell'idea davvero allettante. «Sei sicuro? Non vuoi riposarti tu per primo?»
«Si, non ho sonno. Vieni, appoggiati a me. Non sarò comodo come un cuscino ma almeno potrai distendere un po' le gambe.» 
«Non mi sembra il caso...» Rispose lei arrossendo.
«Ti assicuro che non mordo. Non ti farò niente e questo non cambierà il nostro "rapporto". Permettimi di fare qualcosa per te.» Disse Draco serio in volto.
La donna non aveva le forze per protestare ulteriormente quindi depose le armi e si avvicinò al suo petto, appoggiandosi a lui. Senza dire nulla l'uomo l'avvolse in un abbraccio cominciando ad accarezzarle i capelli con un moto rotatorio. Dopo pochi minuti Hermione si addormentò profondamente e non si svegliò fino al mattino successivo.



 
23 dicembre Londra Babbana
Erano passati una decina di giorni da quella notte. Il recupero di Altair stava procedendo molto bene, anche grazie alla presenza costante di Vega in ospedale. Lei non gli permetteva di deprimersi e trovava sempre giochi che potessero fare anche se lui era costretto a letto.
Draco ed Hermione invece non si erano visti molto in quel periodo. La donna passava per pochi minuti ogni sera in ospedale, molto spesso in orari in cui il biondo era già tornato a casa.
Le scuse che adduceva con la figlia erano sempre legate al suo lavoro ma la realtà era che lei stava cercando di prendere le distanze da Draco. La coraggiosa eroina di guerra Hermione Granger aveva troppa paura di soffrire ancora e aveva deciso di defilarsi.
Quando la donna entrò nella camera dei bambini quella sera li trovò ancora svegli. «Come mai non siete ancora a letto bambini?» Chiese lei avvicinandosi alla figlia.
«Mamma, finalmente sei arrivata! Stasera hai fatto molto tardi e noi ti stavamo aspettando per darti una bella notizia.» Rispose la bambina abbracciandola.
«Oh sentiamo, raccontatemi la bella notizia.»
«Domani dimetteranno Altair. » Disse Draco comparendo dietro di lei sulla soglia d'ingresso. 
Hermione sobbalzò quando sentì la sua voce alle spalle. «Ciao... Non sapevo che fossi ancora qui.»
«Si, ti aspettavo.» Esclamò l'uomo con un sorrisetto stampato in faccia.
«Non è meraviglioso che dimettano Altair la vigilia di Natale!» Disse Vega felice.
«In realtà per il dottor Johnson sarebbe dovuto rimanere in ospedale ancora un paio di giorni ma visto che è Natale ci ha concesso di tornare a casa a patto che Altair stia tranquillo e che torni a fare un controllo il ventisette dicembre.» Spiegò Draco avvicinandosi al figlio.
«Bene, sono contenta per te piccolino. Anche se Santa Claus ti avrebbe trovato comunque anche qui, per lui sarà più facile consegnarti i regali visto che sarai a casa.» Esclamò la riccia, facendogli l'occhiolino.
«Mamma, Draco ci ha invitato a passare il Natale con loro. Possiamo andare vero mammina?» Domandò euforica la bambina.
«Ma... Tesoro siamo stati invitati dai Weasley per Natale. Non sarebbe carino rifiutare il loro invito il giorno prima.» Sussurrò la donna imbarazzata.
«Ma mamma i Weasley sono tantissimi, non sentiranno la nostra mancanza!» Protestò flebilmente la piccola.
«Posso parlarti un minuto in privato Draco?» Chiese la donna infastidita. Era chiaro che lui stesse usando la figlia per farle pressione, e questo per lei era inaccettabile.
«Come hai potuto proporre a Vega di passare il Natale insieme senza prima avermi interpellato?» Aggiunse quando i due furono usciti dalla stanza.
«Ti chiedo scusa ma i bambini erano molto tristi di doversi separare proprio il giorno di Natale e mi è venuto spontaneo invitarvi a passare il Natale al Manor.» Cercò di spiegarle l'uomo.
«Quindi è solo per non scontentare i bambini che hai fatto questa proposta.» Concluse la donna risentita.
«No Hermione. Sai bene che non è solo per far felici loro che vi ho invitato! Ho sbagliato a non fare la proposta a te prima di coinvolgere Vega ma sai bene che sarei veramente felice di averti al mio fianco... » Sussurrò Draco guardandola intensamente.«A Natale.» aggiunse al suo orecchio.
Il cuore di Hermione cominciò a battere furiosamente nel petto e la donna dovette allontanarsi di qualche passo per riuscire a riprendere il controllo. «Mi dispiace, ma io e Vega siamo ospiti a casa dei Weasley. Ormai ho già confermato la nostra presenza...» Rispose lei ad occhi bassi.
«Per favore Hermione. In fondo Vega ha ragione. I Weasley sono tanti mentre io e Altair siamo soli.» 
«Potrei chiedere a Molly. Sono sicura che le farebbe piacere avervi come ospiti. Ci saranno anche Andromeda e Teddy.» Disse lei per cercare di trovare una soluzione.
«Purtroppo Altair non può stancarsi. Mi hanno permesso di portarlo a casa solo a patto che resti tranquillo per due giorni.»
«Mi dispiace Draco ma i Weasley sono la mia famiglia. Loro mi sono stati vicino per tutti questi anni e non me la sento di abbandonarli.»
«Certo, loro non ti hanno abbandonato come invece ho fatto io!» Esclamò Draco risentito tornando nella stanza dei bambini senza darle la possibilità di replicare.





La razionalità di Hermione prende il sopravvento. La donna ha molta paura di soffrire nuovamente per questo motivo cerca di prendere le distanza da Draco. Lei pensa che tutto il carico emotivo dovuto alla malattia del figlio possa aver in qualche modo influenzato i sentimenti  di Draco e che quando Altair sarà guarito lui possa pentirsi di essersi riavvicinato ad Hermione.
Ho cercato di condensare tutta la storia in questo terzo capitolo ma succedono davvero troppe cose per riuscirci. Quindi dovrete attendere il prossimo capitolo per conoscere la fine di questa storia. Non vi preoccupate però, d'ora in poi mi concentrerò solo per finire questa storia in tempi brevi.

Prima di salutarvi vi ricordo che se volete potete seguire la mia pagina di Facebook Lyneea's Dream per avere qualche anticipazione e spoiler sulle storie che sto scrivendo.
A presto
Lyn

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Capitolo 4
*** Un Dono Inaspettato ***


Buonasera,
Siamo arrivati alla conclusione di questa storia natalizia.
Buona lettura
Lyn




 
Unexpected Christmas Gift

Capitolo 4
Un dono inaspettato




 
24 dicembre Malfoy Manor
«Altair, per favore cerca di non agitarti.» Implorò Draco esasperato. «Il dottor Johnson mi ha permesso di farti tornare a casa solo a patto che restassi tranquillo.» Aggiunse cercando di calmare il figlio.
Da quando erano tornati dall'ospedale il bambino non aveva fatto altro che piangere e fare i capricci. 
«Ma papà... Perché non possiamo passare il Natale con Vega e con la sua mamma?» Chiese Altair per l'ennesima volta.
«Vega e sua madre avevano già altri programmi. Ti assicuro che le potrai vedere molto presto.»
«Potresti far venire qui stasera la signora Granger? Per favore papà. Solo per pochi minuti.» Sussurrò il bambino con gli occhi lucidi.
«È la sera della Vigilia di Natale e sono sicuro che Hermione stasera sia già occupata... Porta pazienza qualche giorno e ti prometto che le inviterò qui.» 
«No! Non posso aspettare. Devo vedere la mamma di Vega subito.» Esclamò il bimbo ricominciando ad agitarsi.
«Altair, adesso ti calmi e mi spieghi per quale motivo hai tanta urgenza di vedere la signora Granger.» Rispose Draco preoccupato che tutta quell'agitazione potesse nuocere alla salute del bambino.
Il piccolo abbassò lo sguardo e con aria colpevole sussurrò: «Ho scritto un'altra lettera a Babbo Natale e volevo chiedere alla mamma di Vega se poteva consegnarla lei a Santa Claus...» 
«Un'altra lettera? Ma Altair è la Vigilia di Natale! Nonostante Babbo Natale faccia miracoli sarà difficile che riesca ad esaudire il tuo desiderio in meno di ventiquattro ore.» 
«Lo so ma è importante...» Provò a ribattere flebilmente.
«Facciamo così. Consegna la lettera a me. Penserò io a farla pervenire a Babbo Natale. Anche io lo conosco, ricordi?» 
Il bambino rimase zitto, incerto sulla proposta del padre.
«Non ti fidi di me campione?» Domandò l'uomo scompigliando la sua chioma dorata.
«Mi prometti che la consegnerai a Santa Claus senza leggerla?» 
Nonostante Draco fosse sempre stato abituato a mentire, fu difficile per lui rispondere a quella domanda. Ma il desiderio di esaudire il nuovo desiderio del figlio mise a tacere gli scrupoli che lui si stava facendo. «Te lo prometto.» Rispose incrociando le dita dietro la schiena.
Il bambino prese una busta dal suo comodino e la consegnò al padre.


 
Londra Babbana casa Granger
Hermione entrò nella camera di Vega per augurarle la buonanotte. La bambina era seduta sul davanzale della finestra e guardava con aria affranta il cielo stellato.
«Vega, cosa ci fai ancora sveglia? È la notte della Vigilia e Babbo Natale non si fermerà se non ti troverà addormentata nel tuo letto.» Disse la donna avvicinandosi alla figlia.
«Non importa...» Rispose Vega senza guardarla negli occhi.
«Cosa c'è che non va?» 
«Perché non vuoi passare il Natale con Draco ed Altair mamma?» Chiese la bimba senza preamboli.
«Tesoro ne abbiamo già parlato. I Weasley sono la nostra famiglia ed il Natale lo si passa con i propri cari...» 
«Ma anche Draco ed Altair lo sono.» Esclamò  Vega con una punta di stizza nella voce.
Hermione guardò la figlia perplessa. «Ma se li conosci da pochi giorni! Forse ti senti legata ad Altair perché gli hai donato il midollo?» 
«Mi sento legata ad Altair ma non penso che dipenda solo dal midollo... Dopotutto io e lui condividiamo molto di più di questo vero mamma? Noi abbiamo lo stesso padre.» Affermò la bambina guardandola furente.
Hermione rimase senza parole all'uscita della figlia. «Co... Cosa stai dicendo? Chi ti ha detto una cosa del genere? Draco forse?» Chiese la donna preoccupata. Non poteva credere che Draco avesse tradito così la sua fiducia rivelando a Vega di essere suo padre.
«No, sei stata tu a dirmelo mamma. La notte dell'operazione ti ho sentito parlare, dicevi che ho salvato la vita a mio fratello.» 
La donna rimase in silenzio alcuni istanti, troppo shoccata per dire qualsiasi cosa. 
«Io non mi sono accorta di niente... Perché non me ne hai parlato?» Sussurrò dopo qualche minuto.
«Beh quando ero in ospedale non ti ho visto molto e poi avevo dei ricordi confusi di quella notte. Ma era così bello passare il tempo con Draco ed Altair che ho sperato che forse avremmo potuto essere come una famiglia vera...» Rispose la bimba abbassando lo sguardo.«Anche tu sembravi felice quando ti ho vista con il “papà” di Altair. Perché adesso invece ti stai allontanando da loro? Perché costringi anche me a stargli lontana? Forse lui non mi voleva quando sono nata?» Aggiunse la bambina con le lacrime agli occhi.
«No tesoro, non è così.» Disse Hermione abbracciando la figlia. «È stato tutto un malinteso. Lui non sapeva della tua esistenza. I grandi a volte fanno cose stupide, ma non pensare nemmeno per un secondo che "tuo padre" non ti volesse.» Esclamò la donna accarezzandole il capo per calmarla.

Caro Babbo Natale,
Ti scrivo questa lettera perché ho cambiato idea sul regalo di Natale che vorrei. Qualche settimana fa ti avevo chiesto un modellino magico dell'espresso per Hogwarts ma adesso c'è una cosa più importante che vorrei. 
Papà mi ha detto che non si può chiedere in dono una mamma. Ma da quando conosciamo Vega ed Hermione mi sembra che lui sia molto più felice e anche io lo sono. Puoi far diventare Hermione la fidanzata di papà? Se tu realizzassi questo mio desiderio potrei stare sempre con Vega.
Altair


 
25 Dicembre Malfoy Manor
Draco si alzò presto quella mattina. Era rimasto sveglio tutta la notte cercando di capire come realizzare il desiderio del figlio. Quello che aveva scritto il bimbo nella sua ultima lettera a Babbo Natale non era solamente desiderio di Altair. 
Anche Draco avrebbe tanto voluto che Hermione e sua figlia entrassero a far parte della loro vita, ma non sapeva come convincere la donna della sincerità dei suoi sentimenti.
I suoi pensieri vennero interrotti da Kart, il suo elfo domestico. «Signor Draco, ci sono visite. È atteso in salotto.» Disse la creatura materializzandosi nel suo studio.
L'uomo si diresse in salotto quasi correndo. Sperava che fossero Hermione e Vega le visitatrici. Forse la donna aveva avuto modo di pensarci con calma e aveva deciso di passare le feste insieme a loro. Quando arrivò in salotto riuscì a dissimulare abbastanza bene la delusione  di trovare Andromeda e Teddy ad attenderlo. 
«Benvenuti! Che bella sorpresa.» Esclamò Draco con enfasi.
«Ciao Draco. Abbiamo saputo che Altair è tornato a casa e siamo passati per farvi gli auguri. Spero di non disturbare.» Disse Meda avvicinandosi al nipote e abbracciandolo.
Quel gesto lasciò senza parole il biondo. Solo sua madre nei momenti di intimità famigliare si comportava in quel modo. «Avete fatto bene! Avrei dovuto invitarvi io stesso ma sapevo che eravate attesi dai Weasley.» 
«Si, infatti siamo attesi per il pranzo, ma volevo approfittare del fatto che Teddy è a casa per le vacanze per fargli conoscere suo cugino Altair.» 


Dopo aver accompagnato Teddy nella stanza di Altair Draco e Andromeda tornarono in salotto per fare quattro chiacchiere.
«Narcissa quando eravamo piccole amava molto decorare la casa durante le feste natalizie. Mi ha sorpreso un po' notare la casa così spoglia, specialmente vista la presenza di Altair.» Commentò la donna sorseggiando la tazza di tè che Draco le aveva offerto.
«Si... Pensavo di decorare la casa "tutti insieme" non appena Altair fosse tornato a casa ma poi ieri era troppo agitato così ho rinunciato.» Rispose l'uomo abbassando lo sguardo.
Andromeda capì che il nipote le stava nascondendo qualcosa. «Ho come l'impressione che tu stessi aspettando qualcun altro stamattina... Pensavi forse che fossero Hermione e Vega quando siamo arrivati?» 
«No... cosa te lo fa pensare?» Chiese l'uomo cercando di non far trasparire le proprie emozioni.
«Non sono stupida e nonostante tu sia molto bravo a dissimulare ho scorso nel tuo sguardo delusione quando ci hai visti in salotto.» 
Draco stava per ribattere ma la donna lo fermò con un gesto della mano. «Non cercare di prendermi in giro sono pur sempre una Black. Senti uno dei motivi per cui non ho voluto cercare di riavvicinarmi a te quando è morta Narcissa è che sapevo, o per meglio dire credevo di sapere, come ti fossi comportato con Hermione. Pensavo tu assomigliassi più a Lucius che a mia sorella e non ho voluto avere niente a che fare con te.» Confessò Andromeda a disagio. 
«Lo capisco... Chiunque avrebbe pensato la stessa cosa. Anche Hermione non ha avuto nessun dubbio e nonostante adesso razionalmente lei sappia cosa è realmente successo, non riesce lo stesso a fidarsi. Lei pensa che io sia influenzato dalla situazione di Altair.» Rispose Draco sinceramente. 
«Sai è stata dura per Hermione quando ha scoperto di essere incinta e ha pensato che tu non la volessi. Penso che sia naturale che lei abbia qualche  problema a fidarsi, a maggior ragione vista la brutta situazione che hai appena affrontato con Altair. Quello che ti posso consigliare è di non demordere. Vi ho visti in ospedale insieme»
«Potreste fermarvi qui ancora per un po'? Devo uscire un attimo ma non posso lasciare Altair con gli elfi.» 
«Vai pure Draco. Ci penso io al piccolo.» Lo rassicurò la donna.

Dopo aver cercato inutilmente Hermione a casa sua, Draco si presentò alla "Tana" dei Weasley.
Quando Arthur si trovò davanti il figlio di Lucius Malfoy pensò di avere le traveggole.
«Buongiorno signor Weasley, mi scuso per l'intrusione...»  La porta venne spalancata completamente da Harry che aveva riconosciuto la voce.
«Malfoy! Ci vediamo per la seconda volta in un mese... Penso che sia un record. Come mai ci fai "l'onore" di venire nell'umile dimora dei miei suoceri?» Chiese Harry con stizza.
Un calcio negli stinchi da parte di Ginny ebbe il potere di zittire il moro.
«Prego, accomodati pure "Draco".» Disse la giovane signora Potter, facendo accomodare l'ospite.
«Ti ringrazio Ginny. Scusami se mi sono permesso di disturbarvi il giorno di Natale ma avrei bisogno di parlare con Hermione. È per caso già arrivata?» 
«Ehi, ma da quando voi due vi date del tu?» Chiese Harry perplesso, beccandosi il secondo calcio negli stinchi.
«Hermione non c'è...» Rispose il signor Weasley, intervenendo nella conversazione.
«Ah capisco... Scusatemi ancora per l'intrusione e Tanti Auguri di Buon Natale.» Esclamò Draco congedandosi.
«Aspetta un momento Draco. Hermione stamattina si è presentata qui per farci gli auguri di Natale e scusarsi perché oggi non sarebbe potuta venire. Da come la conosco penso che abbia deciso di passare il Natale con voi. Le avevi invitate vero?» Chiese Ginny.
«Si, le avevo invitate a passare il Natale con noi.» Rispose il biondo non riuscendo a trattenersi dal sorridere.
«Beh che fai lì impalato? Torna a casa e vedi di rendere questo un Natale indimenticabile per Hermione e per Vega.» Lo incitò la rossa.
«Prima c'è un'altra cosa che devo fare...» 
Ginny gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Voi siete stati per tanti anni la famiglia di Hermione e di Vega e non potrebbe essere un Natale indimenticabile se non ci foste anche voi. Mi fareste l'onore di venire a pranzo a casa mia per Natale?» Chiese rivolto a tutta la famiglia Weasley.
«Sei molto gentile ma non so se sia il caso. Come vedi siamo in tanti e ho preparato molte cose da mangiare.» Intervenì Molly sorridendogli.
«Beh lo spazio al Manor è tanto. Andromeda è passata stamattina per farci gli auguri ed è ancora lì. Penso che Mandy, la nostra elfa cuoca, non se la prenderà se portiamo questo meraviglioso cibo a casa in modo che non vada sprecato.»
«Siamo lieti di accettare il tuo invito.» Esclamarono in coro i coniugi Weasley.

Quando Hermione e Vega arrivarono al Manor vennero accolte da Andromeda.
«Ciao Meda, non pensavo di trovarti qui.» Disse la riccia abbracciando la donna.
«Io e Teddy siamo venuti a fare gli auguri e Draco mi ha chiesto se potevo tenere d'occhio Altair perché lui doveva uscire un attimo.» Rispose Andromeda. «Mio nipote non mi aveva detto che sareste venute.» Aggiunse poi fingendosi sorpresa.
«Draco non ci aspettava... Sapresti dirmi dove è andato? Avrei bisogno di parlargli.» Sussurrò Hermione a disagio.
«Non ti preoccupare, penso che tornerà presto. So che è andato dai Weasley perché voleva parlarti.» La rassicurò Andromeda.
Dopo alcuni istanti il Manor venne invaso dall'intera famiglia Weasley con prole al seguito.
«Harry, Ginny, cosa ci fate tutti qui?» Chiese Hermione fermando gli amici.
«Malfoy ci ha invitati tutti qui. Ha detto che non sarebbe un Natale indimenticabile per te se non avessi avuto accanto anche la tua famiglia.» Rispose Ginny facendole l'occhiolino. 
Gli occhi di Hermione diventarono lucidi quando sentì quelle parole.
Per ultimo arrivò il padrone di casa e non appena la riccia lo vide gli andò incontro.
«Draco...» 
«Hermione...» 
«Volevo dirti che non ho mai smesso di amarti in tutti questi anni.» Lo dissero insieme, perdendosi nello sguardo l'uno dell'altra.
Draco avvolse la donna tra le sue braccia. «Ho sbagliato dieci anni fa. Mi sono arreso troppo presto perché credevo di non poter essere degno di una donna come te. Ancora adesso non penso di meritare di averti accanto. Ti prego solo di credere che la malattia di Altair non ha influenzato o amplificato in alcun modo quelli che sono i miei sentimenti.» 
«Ti amo, grazie per questo splendido Natale.» Sussurrò Hermione tra le lacrime.

 
Quasi due anni dopo 
1 Settembre Binario 9 3/4
«Insisto Hermione, Vega riceverebbe un'istruzione altrettanto adeguata anche se rimanesse a casa.» Esclamò per l'ennesima volta Draco, spingendo il carrello della figlia verso il treno.
«Non se ne parla. Non possiamo privare nostra figlia di un'esperienza indimenticabile come quella che potrebbe ricevere a Hogwarts.» Rispose la donna alzando gli occhi al cielo.
«Indimenticabile è la parola giusta... Come potrei privare nostra figlia dell’indimenticabile esperienza di essere pietrificata da un basilisco che gira nelle tubature? Oppure di dover cercare di non essere sbranata da un cane a tre teste? Per non parlare della fantastica esperienza di essere inseguita da un lupo mannaro o di un incontro ravvicinato con un Dissenatore!» Esclamò il biondo stizzito.
«Beh ci sono state anche altre esperienze a Hogwarts.» 
«Oh sì dimenticavo che probabilmente l'esperienza che rimarrà indissolubilmente impressa a fuoco nella tua testa è l'essere stata denigrata e offesa per anni da uno viziato e stupido figlio di papà...»  Sussurrò il biondo abbassando gli occhi.
«O magari quello che non dimenticherò mai sono le notti passate a guardare le stelle sulla torre di astronomia.» Disse Hermione costringendolo a guardarla negli occhi. «Anche se devo dire che il pugno che ti ho rifilato al terzo anno non è un ricordo così malvagio.» Aggiunse poi ridacchiando.
«Appunto! Ti rendi conto che a Hogwarts è pieno di ragazzi? Dammi retta dobbiamo tenerla a casa, io so quale sia il chiodo fisso dei ragazzi a quell'età.» 
«Innanzitutto Vega ha undici anni e penso che passerà ancora qualche anno prima che si interessi ai ragazzi e poi devi fidarti del suo giudizio. È una bambina molto assennata e sono sicura che non si metterà in nessun guaio e che non avremo problemi con il genere maschile, almeno per il momento.» 
«Ti sbagli. È una piccola serpe e se anche avesse preso un po' di sale in zucca dalla madre da quello che ricordo "la madre" aveva scelto come migliore amico una calamita di guai e si metteva sempre nei pasticci!» Rispose infervorato Draco.
«In ogni caso Vega andrà a Hogwarts e su questo non si discute.» 
«Va bene...» Esclamò il biondo frustrato. Poi si avvicinò ad Andromeda e al cugino. «Buongiorno Teddy.» Disse facendo l’occhiolino al giovane grifone.
«Ciao Draco... Non ti preoccupare ricordo tutto quello che mi hai detto. "Nessun essere di sesso maschile deve avvicinarsi a Vega. Devo tenerla d'occhio e tenerla fuori dai guai."» Ripeté il bambino imitando la voce del cugino e assumendo la sua stessa tonalità di colore dei capelli per sottolineare la presa in giro.
Hermione non riuscì a trattenere le risa. «Draco, hai minacciato il povero Teddy per costringerlo ad imparare a memoria le tue disposizioni?» 
«Nessuna minaccia, solo una cortese richiesta.» Rispose il biondo sfoderando un ghigno malefico. «D'altra parte visto che non hai voluto accogliere la mia richiesta ho dovuto prendere adeguati provvedimenti.» 
«Zia Daphne!» Esclamò Altair notando tra la folla la donna in compagnia del marito. Erano ormai due anni che il bambino non li vedeva e corse subito ad abbracciarli.
Draco si girò verso Hermione, fulminandola con lo sguardo. «Che cosa significa questa storia? Tu ne sai qualcosa?» 
«Ho chiesto io a Daphne e Blaise di venire. Volevano conoscere Vega e visto che sei troppo cocciuto per tornare sui tuoi passi ho preso io l'iniziativa.» Spiegò con tranquillità la riccia.
«Beh non avresti dovuto. Se fosse stato per Daphne, Vega non sarebbe neppure venuta al mondo. Con quale coraggio si presenta qui per conoscere mia figlia.» Replicò il biondo alterato.
«Draco, guarda tuo figlio. Lui ha sentito molto la mancanza di sua zia e anche se hai ragione per quello che riguarda lo sbaglio di Daphne, in fondo è stata lei a svelarmi il suo imbroglio. Vega ha potuto salvare Altair solo perché Daphne è venuta a scusarsi. Dimentichiamo il passato, è ora di ricominciare daccapo e lei e Blaise fanno parte della nostra famiglia.» 
A queste parole l'uomo si calmò e si avvicinò agli ex compagni di Casa.
Quando i due coniugi Zabini furono vicini, Draco notò che Blaise aveva tra le braccia un bambino appena nato.
«Vega ti presento Daphne e Blaise, loro sono gli zii di Altair.» Disse Hermione alla figlia.
«Piacere di conoscervi.» Rispose la bimba imbarazzata.
«Il piacere è tutto mio. Hai preso molto, almeno esteriormente, dalla famiglia Malfoy.»  Sussurrò la donna, accarezzandole il capo. «Se ti fa piacere puoi chiamarmi "zia Daphne".» 
La bambina sorrise più tranquilla. 
«Lui è mio marito Blaise e questo è nostro figlio Edward Draco Zabini.» Aggiunse la bionda indicando il marito.
«Papà, hai sentito? Il bambino di "zia Daphne" si chiama come te.» Esclamò Vega eccitata.
«Si.» Rispose Daphne. «Considero tuo padre come un fratello e penso che mio figlio sarà un bambino fortunato visto che porterà il suo nome.» 
«Sono contento che alla fine siate riusciti anche voi ad avere un figlio.» Sussurrò Draco all'amica cercando di non far trasparire tutta l'emozione che le sue parole gli avevano suscitato. Poi si girò verso la moglie con gli occhi un poco lucidi. «Forse non è stata poi un'idea così cattiva fare incontrare Vega e Altair con Daphne. Almeno hanno potuto entrambi conoscere il nuovo cuginetto.» 
«Si, volevo che Daphne potesse conoscere i suoi "tre" nipoti prima che Vega partisse per Hogwarts.» Disse Hermione guardandolo intensamente negli occhi.
Draco la guardò incerto. «Tre nipoti?» Chiese aggrottando le sopracciglia.
La riccia annuì con la testa. «L'ho scoperto qualche giorno fa e questa volta ho pensato fosse meglio comunicartelo di persona... Sono incinta, presto diventerai di nuovo padre.» 
Draco le rivolse uno sguardo pieno d'amore. «Oh Hermione, questo è il più bel regalo che tu potessi farmi!» 


 
FINE


Mi spiace avervi fatto attendere per la conclusione di questa storia ma mi hanno anticipato un piccolo intervento e oggi sono stata operata. Tra la preparazione e tutto il resto questi ultimi giorni sono volati. Spero che questo mio regalo di Natale vi sia piaciuto e spero di ritrovarvi presto nelle altre mie storie.
Prima di salutarvi vi ricordo che se volete potete seguire la mia pagina di Facebook Lyneea's Dream per avere qualche anticipazione e spoiler sulle storie che sto scrivendo.
Con Affetto
Lyn

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