Happy Christmas, to you

di Caru13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 20 Dicembre ***
Capitolo 2: *** 23 Dicembre ***
Capitolo 3: *** 24 Dicembre ***



Capitolo 1
*** 20 Dicembre ***


 
20 Dicembre 
 
Dopo una lunga nottata insonne mi sono da qualche ora addormentato tra le morbide coperte che ora mi hanno avvolto come fossi un bozzolo. Sto iniziando a stancarmi di questo ritmo di studio e impegni continuo, non ho più tempo per me stesso, ma d'altronde se fra qualche anno vorrò entrare in politica non posso fare altrimenti. Stare qua sotto è una delle cose che in questo periodo preferisco, tranquillità, silenzio, relax... Almeno finché non suona la sveglia. Ecco, il mio momento di riposo è già finito ed io ho ancora troppo sonno per alzarmi, e poi la coperta è così calda. Tolgo un braccio dal "rifugio" in cui sono che subito mi si gela al contatto con l'aria fredda mattutina, e senza aprire gli occhi tasto il comodino di legno davanti al mio letto cercando la sveglia, non trovando altro che il telefono. Ma... oggi è domenica! Sobbalzo al pensiero e cerco di disfarmi delle coperte, cosa che mi esce molto difficile dato che questa notte  mi sono girato e rigirato così tante volte che ora sono bloccato in un groviglio di piumone giallo, almeno fin quando alzandomi non sbatto la fronte contro il metallo del letto a castello ricadendo di schiena sul materasso.
-accidenti che male...  Basta, da domani torno a dormire di sopra...-
Dico tra me e me, prima che il telefono vibri sul tavolo. È un vecchissimo modello, neanche lontanamente paragonabile ai telefoni d'oggi, ma a me va bene così. Rialzandomi a fatica e ancora massaggiandomi la fronte raggiungo il comodino davanti al letto e una volta lì apro il telefono e leggo due messaggi provenienti da... Sora?
-hey Tai, puoi uscire oggi? Ci incontriamo al campo da calcio dove ci allenavamo da piccoli!-
Allora era stato il telefono a vibrare e a svegliarmi, accidenti per averlo confuso con la sveglia devo proprio essere stanco.
-ok?-
-va bene ci vediamo lì.-
Le rispondo, sedendomi poi di nuovo sul letto chiudendo il telefono tra le mani. Un ciuffo ribelle mi cade sul volto coprendomi un occhio, e subito cerco di rimetterlo a posto passando una mano tra i morbidi capelli. Cosa mi fa essere così pensieroso? Il messaggio di Sora mi ha così tanto sconvolto? Beh, di certo non me lo aspettavo... Ma si, sarà una bella giornata, è da un po' che non stiamo del tempo insieme io e lei, circa dal Natale scorso... Già.
-fratellone, ti sei svegliato?-
Mi urla Kari dall'altra stanza.
-adesso sì, piccola peste.-
Non riesco a smettere di sorridere mentre la rincorro per tutta casa, d'altronde siamo sempre stati come cane e gatto io e mia sorella.
-hai programmi per oggi?-
Chiede lei mentre bevo il caffè.
-in realtà sì... Avevo intenzione di vedermi con Sora questo pomeriggio.-
Dico spontaneamente, per poi pentirmene cercando di nascondere la faccia nella tazzina. Non ho neanche bisogno di guardare mia sorella per capire che espressione ha assunto e soprattutto cosa sta pensando, infatti è lì che mi guarda tutta contenta con un sopracciglio alzato.
-non ci pensare neanche, è solo un'uscita.-
-io? Cosa credi che stia pensando?-
Mi risponde ridacchiando sotto i baffi. 
 
Non ci siamo dati un orario specifico in cui trovarci, ma so bene che intendeva al campo alla stessa ora di quando ci allenavamo, alle 5 in punto. Mi sto dirigendo verso di lei in questo momento, e anche se teoricamente dovrebbe essere pieno pomeriggio il sole sta già quasi per tramontare. Inizio a pedalare più velocemente, è come se più mi avvicino al luogo dell'incontro più il mio cuore batte forte. Il vento mi scompiglia i capelli, mi impedisce la visuale, mi lacera di freddo, ma nonostante questo accelero ancora passando sul lungo ponte che da direttamente sul fiume Edo, dove alcuni anni fa un mostro melma di nome Raremon venne sconfitto da due dei miei più grandi amici. Non posso fare a meno di fermarmi per qualche secondo e ripensare a quei momenti. Digiworld sembra quasi un lontano ricordo, il portale si è di nuovo chiuso portandoci via i nostri amici e i momenti che passavamo insieme. Ma in fondo è meglio così, se si dovesse riaprire significherebbe una nuova minaccia, e non è certo il caso. Ho sempre pensato che, forse, più che eroi siamo dei porta sfortuna. Continuo la mia corsa mettendomi gli occhiali da aviatore che porto al collo e finalmente intravedo il campo, ancora più spoglio e malandato di quando ci giocavamo anni fa. 
Ed eccola lì, a metà dell'area di rigore dove era solita aspettare i miei passaggi sconclusionati.
Affianco la bici alla parete collinare che delimita il campo, e poi scendo verso di lei che continua a fissare uno dei pali della porta. Ma...
-ripenso spesso a quel giorno sai? Quella volta che andasti dritto verso la porta avversaria attirando su di te tutta la squadra per poi passarmi all'ultimo il pallone.-
Comincia a dire avvicinandosi alla porta.
-ed io che per un istante pensai che volessi fare tutto da solo, prima di ricordarmi chi sei. Poi, al termine della partita, su questo palo, abbiamo inciso i nostri nomi su un pallone stilizzato...-*
È... Bellissima. Non riesco nemmeno a risponderle. È cambiata molto esteriormente in questi ultimi anni, ma dentro è rimasta sempre la stessa, la mia migliore amica...
Quand'è che mi sono accorto di quanto fosse bella, simpatica, gentile...
-me lo ricordo bene anche io, potrei mai dimenticarlo?-
Chiedo retoricamente mentre la supero e raccolgo una palla abbandonata all'estremità della porta.
-ti vanno un paio di tiri?-
 
Passeggiamo per le strade di Tokyo in questo momento. È strano come le grandi città si trasformino durante la notte, le migliaia di luci che avvolgono il centro con questo bagliore creano un effetto stupendo, si sente che il Natale sta arrivando. Qua da noi il Natale non è come in occidente, sono pochi i cristiani qui, solo una piccola minoranza, ma è molto sentita come festività. Più che manifestazione religiosa infatti, è considerata una festa per la famiglia e per gli innamorati.
-pensavo per il 23 che è la festa dell'imperatore* e quindi le scuole saranno chiuse, di organizzare una rimpatriata di gruppo, che ne dici?
-accidenti hai proprio ragione! È un'ottima idea, potremmo farla al campo estivo, dove è iniziato il nostro viaggio.-
Le rispondo. D'altronde quest'anno, non ho proprio voglia di partecipare attivamente alle festività.
-mi mancano un sacco... Byomon e gli altri. Chissà cosa staranno facendo adesso...-
Sembra triste, forse non avremmo dovuto iniziare questa conversazione, separarsi un'altra volta dalla sua Digimon era stato un duro colpo per lei.
-non so cosa stiano facendo gli altri, ma sicuramente Agumon si starà abbuffando come al solito.-
Esclamo sorridendo. Lei mi fissa per qualche istante, e poi abbozza un sorriso anche se riesco a intravedere delle lacrime pronte a rigarle il viso. E poi, si butta al mio collo abbracciandomi nascondendo il volto nella mia spalla. Sono quasi paralizzato, l'unica cosa che riesco a fare è stringerla quanto meglio riesco,  appoggiando il mento sulla sua testa. Ho sempre amato i suoi capelli, il loro colore acceso, il loro profumo...
-Hey Sora, tranquilla va tutto bene, ci sono qua io, no? Ahahah da quand'è che sei così piagnucolona?-
Le domando ammiccando  e riuscendo a farle tornare il sorriso, quel sorriso stupendo che ci ha accompagnato in tutte le nostre avventure.
Siamo stati ancora un po' in giro per il centro a parlare e ad ascoltare musica in alcuni locali, e adesso è tardi, sarà quasi la mezzanotte. Prendiamo un ultimo spuntino prima di dirigerci a casa sua, una specie di hot-dog infilzato in un bastoncino, che trovo molto gustoso. Casa sua non è troppo lontana dal centro, ma non mi sento di lasciarla andare da sola di notte, così saliamo in bici e partiamo. Mi stringe forte durante tutto il percorso, mentre facciamo i nostri stupidi battibecchi che ci caratterizzano. Ed eccoci qui, davanti alla porta di casa sua. Prende le chiavi dalla borsa e ci gioca un po' tra le dita prima di inserirle nella porta, ma a metà si blocca.
-Hey Tai, ti va di entrare e farmi ancora un po' compagnia? I miei sono fuori e non mi va tanto di stare da sola.-
Chiede all'improvviso.
-ehm, mi spiace Sora, ma Kari mi aspetta a casa e se non torno si preoccuperà.-
Non avrei mai dovuto dirlo. Penso che questo sia il momento peggiore della mia vita. La sua espressione è cambiata, mi guarda quasi con odio, e aggiunge solo le parole:
-sei uno stupido Tai...-
Prima di sbattermi la porta in faccia.
Un forte silenzio albeggia intorno a me, diviso solo da alcune auto che passano di tanto in tanto nella strada sotto di noi. In preda allo sconforto, mi siedo davanti a casa sua appoggiando la schiena e la testa alla porta. La giornata è stata fantastica, e allora cosa ho fatto di male questa volta?
 
E tai non sa, che dal lato opposto al suo, appoggiata alla porta c'è anche Sora, che si domanda come lui possa non aver capito.
 
 
Angolo dell'autore
 
Eccoci ragazzi! Il primo capitolo della mia fic natalizia, è la prima volta che mi cimento in una storia incentrata sull'amore, ma spero esca qualcosa di piacevole. Purtroppo non sono riuscito a scriverlo nell'introduzione perché usciva di troppe parole, ma sarà una fic a giorni di tre capitoli, il 20, il 23, e il 24-25, insomma la notte di Natale, e questi tre capitoli verranno pubblicati in questi stessi giorni, come è avvenuto per il 20 che è oggi. Per quanto riguarda gli asterischi, il primo è una mia invenzione, nella storia originale non hanno intagliato un palo della porta, ma mi sembrava carina l'idea di fare una cosa solo per loro, un po' come quando nei film incidono le loro iniziali nella corteccia di un albero, ecco una cosa del genere. Per il secondo, è solo per spiegare un paio di cose riguardo alla festa dell'imperatore giapponese, festività che cambia ad ogni imperatore e celebra la sua nascita, che casualmente con questo attuale imperatore viene festeggiata il 23, fortuna per me e questa ficXD durante la festa dell'imperatore la gente di Tokyo o comunque chi riesce può entrare nel palazzo imperiale dove da una finestra l'imperatore li saluta, e Tai giustamente quest'anno dice che non gliene frega niente in poche parole. Ok, ok, con vuoi entrare un attimo Tai? Non intendevo certo quello che state pensandoXD hanno solo 15 anni! Non avrebbe sicuramente voluto quello la nostra dolce prescelta dell'amore... Detto questo ragazzi vi saluto, ci vediamo fra tre giorni con il secondo capitolo e vi invito a dirmi cosa ne pensate della storia e di come l'ho scritta, dato che è la prima volta che provo queste cose. Un saluto da parte mia, e fate gli auguri all'imperatore il 23!XD Ciaoo👋🏻😜

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Capitolo 2
*** 23 Dicembre ***


23 Dicembre
 
 
Scrivo un ultimo messaggio agli altri. Stiamo arrivando. Nostra madre ci accompagnerà solo fino alla fermata  davanti alla vecchia scuola elementare, abbiamo deciso di ripercorrere gli stessi passi di quel giorno, a cominciare dal viaggio in autobus. Oggi saremo solo noi della vecchia guardia, mi dispiace che non vengano anche Davis e gli altri, ma volevamo prenderci un giorno per stare insieme come una volta. Chiudo il telefono e guardo fuori dal finestrino appannato per il freddo, non riuscendo a fare a meno di stringermi nel mio giaccotto blu. Se abbiamo fortuna, oggi nevicherà. Proprio come allora. Mentre penso alle battaglie a palla di neve che potremmo farci tutti insieme passiamo davanti al nostro campo da calcio, e mi ricordo di nuovo di quello che è successo. È da tre giorni che tempesto Sora di chiamate e messaggi, ma lei si rifiuta di rispondermi. Ho provato anche a parlarle in classe, ma ogni volta riusciva a scapparsene via senza darmi l'opportunità di dirle qualcosa. Ignorarmi completamente è una cosa che aveva fatto soltanto un'altra volta, quando avevamo litigato per il cappello che le avevo regalato al compleanno, però ai tempi era bastato scusarsi, ora non saprei nemmeno cosa ho sbagliato. 
-tutto bene Tai?-
Mi chiede Kari all'improvviso, ed io mi rendo conto che sono con lo sguardo fisso sul sedile davanti a me da qualche minuto, da quando ho cominciato a ripensare a lei. È stato bellissimo stare di nuovo del tempo insieme, ma ora non so bene cosa provare. Un anno fa... Si ormai ne sono sicuro, pensavo di essere innamorato di lei, ma dopo ha scelto Matt ed io mi sono convinto di essermi preso solo una cotta passeggera. La distanza che si è andata a creare nel gruppo poi, mi ha aiutato parecchio a dimenticarla. 
Ma quando tre giorni fa, abbiamo passato insieme tutta la giornata, si è riacceso qualcosa dentro di me, quel sentimento che tenevo nascosto e che forse sarebbe dovuto rimanere tale. Almeno non avrei ricevuto un'altra batosta come questa.
-sì... Sto bene. È solo che dobbiamo sempre alzarci così presto anche quando siamo in vacanza, io non ce la faccio più.-
Le sorrido grattandomi la testa, per evitare di creare sospetti, anche se so di non esserci riuscito perché continua a fissarmi preoccupata per qualche altro secondo. D'altronde, già dopo l'uscita con Sora si era insospettita, quando sono tornato a casa mi sono chiuso in camera mia senza dire una parola, e lei deve aver capito che qualcosa fosse andato storto.
-ahaha, vedrai quando lavorerai caro mio!-
Si intromette mia madre dal posto del conducente. Almeno è riuscita a cambiare discorso. La macchina svolta a destra e riusciamo finalmente ad intravedere la scuola. Non è cambiata affatto, la costruzione principale è circondata da un immenso prato che a sua volta viene chiuso in una ringhiera di ferro che da su un muretto di mattoni, proprio davanti alla fermata composta da un piccolo portico e delle lastre di ferro dove sedersi. Caspita quanti ricordi mi vengono alla mente! 
Ed eccoli lì, che chiacchierano tra di loro seduti alla fermata, quando ci vedono arrivare e si alzano per venirci incontro.
Matt è il primo ad avvicinarsi, e sceso dalla macchina ci battiamo il cinque.
-ciao Tai.-
-Izzy!-
Corro verso di lui e gli spettino i capelli con una mano, mentre anche Joe e TK ci raggiungono raggianti.
Ed è allora che la vedo. Ho seguito con la coda dell'occhio Kari che scesa dall'auto è subito andata incontro a TK stampandogli un bacio, mio malgrado, ed ora ha raggiunto le ragazze sotto al portico.
 È là che vedo Sora e lei mi fissa, non più con odio come mi aveva salutato tre sere fa, ma si vede che è ancora arrabbiata. Di nuovo, mi sto perdendo nei miei pensieri, e lo capisco perché Mimi mi ha salutato ed io non me ne sono accorto, così ora anche lei è stizzita e fa finta di prendersela mettendo il broncio e incrociando le braccia sedendosi sotto il portico.
So che non fa sul serio, ma è meglio se le chiedo subito scusa, altrimenti potrebbe rinfacciarmelo per tutto il giorno.
-allora io vado, divertitevi!-
Seguo con lo sguardo la macchina di mia madre allontanarsi all'orizzonte, quando dal cielo bianco qualcosa cade sul marciapiede di mattoni rossi. Mi chino sulle ginocchia osservando il terreno, dove vedo qualcosa di bianco sciogliersi e tramutarsi in una piccola macchietta d'acqua. Alzo allora di scatto la testa, ed un'altra di quelle cose si appoggia sul mio naso, sciogliendosi.
-nevica.-
 
Siamo già partiti da almeno un'ora, ma ci impiegheremo un altro po' ad arrivare a destinazione. Fortunatamente, l'autobus è tutto nostro, abbiamo scelto di prenderlo presto così da trascorre più tempo insieme, e a quest'ora non c'è proprio nessuno. 
-dai Tai vieni qui!-
Raggiungo gli altri che si sono radunati nelle ultime file, e cominciamo a raccontarci tutto quello che ci è successo quest'anno. Purtroppo, il gruppo non è più quello di una volta, le nostre vite stanno prendendo tutte un loro percorso e le occasioni per incontrarsi sono davvero poche. Mimi è sicuramente quella che ha di più da raccontare abitando così lontano, e ci fa subito un resoconto dettagliato, dalla scuola, allo shopping, a una breve storia con Michael, ormai finita. Anche gli altri discutono animatamente di quello che hanno fatto o di quello che hanno intenzione di fare, o più semplicemente parlano per il gusto di farlo, tra cui Izzy che cerca di spiegarmi qualche strano teorema fisico che a quanto dice lui spiegherebbe la conformazione geologica di alcuni minerali e delle loro proprietà, oppure Matt che sta alzato nel corridoio in mezzo a tutti ricordando le vecchie avventure.
Gli unici a stare in silenzio siamo io, Sora e Joe. Io non sono proprio dell'umore adatto per parlare, mi limito ad ascoltare gli altri e ridere a qualche loro battuta, magari ogni tanto dicendo qualcosa sulla carriera politica che voglio intraprendere o cercando di rispondere a Izzy, ma niente di che. Joe invece si è staccato dal gruppo e sta leggendo un libro di medicina universitaria che suo fratello gli ha prestato qualche fila più avanti, d'altronde ci aveva detto che anche se fosse venuto avrebbe dovuto studiare almeno un po'. Sora invece, se ne sta in silenzio, è seduta davanti a noi vicino a Kari e si sporge per guardarci, ma non ha detto ancora una parola. Ogni tanto con la coda dell'occhio vedo che mi fissa, ma quando volgo lo sguardo verso di lei fa finta di niente guardando da un'altra parte.
-hey Sora, c'è qualcosa che non va?-
Le chiede Mimi preoccupata, spostando l'attenzione di tutti su di lei, che stupita alza lo sguardo imbarazzata e balbetta un po' grattandosi la guancia con l'indice.
-ah... Ehm ecco no, niente, sto bene. Però... Posso parlarti un attimo?-
Le osservo preoccupato mentre si alzano e vanno a sedersi nelle prime file. Cos'ha Sora di tanto importante da dirle da tenerci nascosto?
Si stringono le mani e lei sembra raccontarle qualcosa di importante, e sembra anche di stare sul punto di piangere.
-cos'avranno da dirsi?-
Chiede Matt scocciato buttandosi nel sedile a fianco al mio e allungandomi il braccio intorno al collo.
Anche gli altri sono rimasti abbastanza colpiti e stanno fissando le due amiche. Forse è meglio lasciar loro un po' di spazio, se Sora non ha voluto parlarci è meglio accettare la sua decisione, così cerco di sviare l'attenzione da loro.
-e... Allora Matt, dicevi con la band?-
Cerco di cambiare discorso, anche se non smetto di guardare Sora che si agita e continua a passarsi una mano tra i capelli ramati.
-cosa... Ah si, purtroppo ci siamo sciolti, avevamo gusti musicali diversi, ma sto cercando di formarne un'altra con alcuni...-
Non sento altro. Tutto intorno a me si congela, riesco solo a vedere Sora singhiozzante con la testa tra le mani, mentre Mimi ha sporto la sua oltre il sedile e mi scaglia frecce con gli occhi. 
D'improvviso mi sento più pesante, lo sconforto mi pervade e anche se cerco di nasconderlo penso che l'espressione che il mio volto ha assunto mi tradisca. Oh dio, cosa ho fatto di male adesso? Forse si sono dette qualcosa di quello che è successo tre giorni fa, sarà meglio trovare un momento per parlare da solo con Mimi o direttamente con Sora per risolvere la questione, devo capire cosa è successo. Sto troppo male per questa faccenda, non voglio più vedere Sora piangere...
Ma nel frattempo che penso a questo, l'autobus si ferma. Siamo arrivati. Eccoci al campo. Sono il primo a scendere, forse anche per allontanarmi da Mimi e Sora che mi fanno stare male, ma principalmente per prendere una boccata d'aria fresca e schiarirmi le idee. Chiudo gli occhi e apro le braccia ispirando a fondo per qualche istante, ed è allora che sento qualcosa di bagnato poggiarsi delicatamente sul mio volto e sulle dita che sbucano fuori dalla giacca. Apro gli occhi, osservando il cielo che piange fiocchi di neve, prima di tornare con lo sguardo dritto davanti a me. È pieno di... Neve! Davanti a noi, a qualche metro di distanza, stanno un paio di capanne di legno in mezzo ad una radura innevata contornata da alberi di pino.
-wow...-
-Hey Tai, al nostro primo viaggio a Digiworld avevi promesso che avremmo fatto una bella partita a palle di neve, non credi sia ora di rispettare quella promessa?-
Mi dice TK battendomi una mano sulla spalla. Dopo qualche istante di perplessità sorrido e guardo Matt negli occhi, che nel frattempo si è affiancato alla parete dell'autobus dal quale ha appena estratto uno zaino nero che tiene sulla spalla destra.
-oh sì TK, così finalmente vedrai come faccio sempre a pezzi tuo fratello.-
 
Abbiamo risalito la montagna dal campo per un paio d'ore, e adesso abbiamo raggiunto la base dove ai tempi venimmo trasportati a Digiworld. È quasi ora di pranzo ormai, ma abbiamo deciso che subito dopo ci sfideremo in un epica battaglia a palle di neve. Le squadre sono  io, TK, Kari e Izzy, contro Matt, Joe, Mimi e Sora. Non sarà una solita sfida in cui tutti si tirano le palle contro, bensì ognuno potrà essere colpito solo una volta. Il campo di gioco è vastissimo, la foresta intorno alla base ci garantirà numerose occasioni e strategie.
-è il momento ragazzi.-
Mangiamo qualche palla di riso al volo che ci ha cucinato nostra madre eccitati all'idea delle sfide che ci attendono, e poi ci dividiamo ed ognuno inizia a cercare una sorta di piccolo rifugio dove ripararsi. La foresta innevata è bellissima, rispecchia proprio il periodo natalizio in cui siamo. Camminiamo per qualche minuto in mezzo alle foglie e ai rami dei pini, è difficile perché continuano a pungermi le mani e camminare inizia a diventare faticoso per la neve troppo alta, così dopo un po' sposto troppo velocemente un ramo che va a sbattere contro la faccia di Izzy dietro di me buttandolo a terra e su cui si riversa tutta la neve che c'era sopra, facendo scoppiare tutti dalle risate. Passiamo ancora qualche minuto a cercare un luogo adatto dove sistemarci per la battaglia, quando districandomi in mezzo agli alberi faccio un passo troppo lungo e mi ritrovo a rotolare in un'insenatura nel terreno larga una ventina di metri.
-tutto bene Tai?-
Mi siedo sulle ginocchia massaggiandomi la testa, ed osservo il paesaggio intorno a me. L'insenatura è davvero particolare, sembra essere stata scavata da un colpo, forse a causa di un intervento digitale degli ultimi anni. Mi isso sulla gamba destra e mi rialzo ansimando, osservando come un bambino il fiato che a contatto con l'aria fredda crea una nuvoletta. L'insenatura ha al centro un ammasso di rocce e tronchi d'albero, che guarda caso costituiscono una piccola grotta. 
-facciamolo qui.-
Gli altri del gruppo scendono fino a raggiungermi e tutti quanti sono d'accordo sul creare la nostra base qui.
Non abbiamo molto tempo a disposizione per prepararci, ma facciamo del nostro meglio. Disseminati in tutta la zona vicina alla grotta costruiamo dei pilastri, delle barriere, degli ammassi di neve che serviranno per coprirci, dove ci proteggeremo dai colpi di Matt e gli altri, mentre all'interno della grotta prepariamo decine e decine di palle di neve. Le barriere sono soltanto intorno alla grotta però, così da poter avvistare facilmente gli altri in caso arrivino.
Ed eccoli, intravedo Joe in mezzo agli alberi che cerca di non farsi vedere, ma è troppo goffo per riuscirci, e do segno agli altri di prepararsi con un gesto delle mani. Mi passo il braccio sulla fronte per la fatica, mentre ci armiamo di quante più palle possiamo pronti a scontrarci. Il primo a lanciarsi contro di noi è proprio Joe, che sta scendendo urlando nell'insenatura lanciando palle di neve a caso. La sua crociata solitaria ha presto fine, infatti nascosti dietro ai nostri pilastri di neve gli scarichiamo una raffica addosso, che lui subisce in tutto il corpo indietreggiando per l'impatto prima che cessiamo il fuoco. Poi, come un pessimo attore del cinema, si lascia cadere prima sulle ginocchia e poi a terra fingendosi morto. Meno uno, ne mancano tre. Mi avvicino al pilastro successivo al mio, allontanandomi un po' dal rifugio ed andando in prossimità del corpo "esanime" di Joe, quando una palla di neve va a schiantarsi sul pilastro davanti a me qualche centimetro sopra i miei capelli. Mi giro di scatto e mi butto a destra sul terreno mentre osservo Mimi che non so come è riuscita ad intrufolarsi nella nostra base, e che ha colpito  Kari che si era fatta prendere dallo spavento. Anche Mimi però, viene presto neutralizzata. Si avvicina a me alzando il braccio destro con la palla in mano, ed io impotente a terra non posso fare altro che vedere di nuovo quello sguardo di rammarico nei suoi occhi, ma per fortuna c'è TK che da dentro al rifugio la colpisce alle spalle facendola cadere, e poi mi sorride alzando il pollice nella mia direzione. Gli contraccambio il saluto e mi rialzo andandogli incontro, mentre anche Izzy esce dal rifugio e ci ritroviamo tutti assieme.
-ok ragazzi, sta andando abbastanza bene fino ad ora. Joe e Mimi sono fuori gioco, mancano solo Sora e Matt. Abbiamo perso Kari, ma finiremo in fretta questa partita.-
Dico tracciando una mappa sulla neve della zona con un rametto.
Se devo dire la verità, questa mappa non è uscita molto bene, ma si sa, non sono mai stato una cima in disegno, neanche a Digiworld quando provai a disegnare quella dell'isola di File.
-c'è qualcosa che non mi convince, Joe si è buttato alla carica da solo e in questo modo ha attirato su di se l'attenzione, ma perché solo Mimi ci ha attaccato?-
Domanda Izzy incrociando le braccia.
Mi sposto all'esterno della nostra base osservando il campo di gioco. 
Passo di fianco ad una delle barriere di neve che abbiamo costruito su cui è appoggiata artisticamente Kari con la lingua di fuori, e scavalco Mimi che è a faccia in giù sulla neve. Ho ormai raggiunto Joe, ma ancora non c'è segno di Matt e Sora. Devono essere per forza nelle vicinanze, non possono aver mandato allo sbaraglio da soli i compagni. Appoggio la mano guantata ad una barriera mentre con l'altra mi gratto la testa. Cos'ha in mente di fare Matt?
-Tai secondo me...-
Mi volto di nuovo verso il rifugio dove vedo TK avvicinarmisi e Izzy mettersi in ginocchio vicino a Mimi, quando da così lontano il mio sguardo va oltre e riesco a vedere la cima del rigugio, sulla quale stanno Sora e Matt con una valanga di neve pronta a essere buttata sulle teste dei miei compagni.
-ragazzi via di lì, presto!-
Grido indicando il tetto del rifugio, ma è troppo tardi, Izzy e TK fanno solo in tempo a girarsi e a coprirsi la faccia prima che una valanga di neve venga loro buttata addosso lasciandogli scoperta solo la testa e le mani.
Accidenti, in un solo attacco hanno capovolto le sorti della battaglia. 
Sia Joe che Mimi erano delle distrazioni per permettere a loro due di salire sul rifugio e racimolare abbastanza neve da schiacciarci tutti in un colpo, ma purtroppo per loro mi sono distanziato e non sono riusciti ad eliminare anche me. La partita non è ancora finita, anche se bisogna ammetterlo, è stata una gran bella strategia. 
-forza Tai, coraggio.-
Esco dalla zona che abbiamo costruito andandomi a posizionare in un punto dell'insenatura lasciato libero, aspettando. Un raggio di luce sfila attraverso le foglie dei pini che ci sovrastano, illuminandomi il volto, ed io prendo un respiro profondo. Mi tolgo i guanti di lana nera e li butto a terra, prima di chinarmi e raccogliere un po' di neve a mani nude. Subito le dita mi si congelano e tremano, la neve è freddissima e non riesco a tenere la palla per troppo tempo in un'unica mano perché mi duole, così la passo da una all'altra levigandola. Matt esce dalla zona dei pilastri e mi viene incontro, fermandosi a qualche metro di distanza con una palla in mano.
-pronto Matt?-
Gli sorrido con sfida.
-quella è la tua ultima palla amico.-
Mi risponde portando il braccio dietro le spalle pronto a lanciare la sua.
-tre, due, uno... Ora!-
Mi lancio contro di lui con le braccia lungo il mio fianco, mentre lui fa scattare il suo lanciandomi contro quella piccola sfera di neve. La vedo avvicinarsi dritta davanti ai miei occhi, arriva così vicina che sento alcuni pezzettini di neve staccarsi dalla palla principale per la velocità andandomi contro il viso e obbligandomi a socchiudere gli occhi, ma all'ultimo secondo riesco a strisciare sul terreno con le ginocchia evitandola, fermandomi proprio sotto di Matt.
Lui mi guarda incredulo, ma non ha tempo di fare altro perché dandomi la spinta con una gamba porto la mano con la palla di neve contro la sua faccia facendolo cadere all'indietro, mentre anche io adesso a mezz'aria atterro e rotolo fino a scontrarmi contro la parete di neve di una delle barriere. Ce l'ho fatta, l'ho sconfitto, adesso abbiamo vinto. Accidenti che euforia! Ahaha... Aspetta, non manca qualcuno ancora?
Tutto ad un tratto mi ricordo e mi giro, trovando alle mie spalle Sora che sta giocando con una palla di neve lanciandola davanti a sé e prendendola al volo, prima che con tutta la rabbia che possiede  me la tiri in pieno volto.
 
Tremo di freddo. Le scarpe che dovrebbero proteggermi i piedi dall'acqua sono completamente inzuppate, mentre anche le mani sotto ai guanti sono fradice.
Mi stringo al fuoco che mi da un po' di sollievo, ma penso proprio che abbiamo esagerato. Siamo andati avanti tutto il pomeriggio a lanciarci addosso la neve, ed ora siamo tutti infreddoliti. 
Mi perdo nel crepitio del fuoco davanti a me, osservando gli altri sedutici intorno.
-tocca a Tai adesso, obbligo o 
verità?-
Mi chiede Matt giocando con un pezzo di legno.
-obbligo ovviamente!-
Rispondo con coraggio.
-allora... Sali su quell'albero.-
-stai scherzando? Amico sono un esperto di queste cose, quando è iniziato a nevicare prima del nostro primo viaggio io ero proprio sopra ad un albero come questo!-
Mi alzo e inizio ad arrampicarmi sul pino. La corteccia mi offre numerosi appigli su cui aggrapparmi e poggiare i piedi, anche se tutto è molto instabile e potrebbe spezzarsi da un momento all'altro. Sono a circa metà dell'opera, mi fermo per qualche istante riprendendo fiato e passandomi un braccio sulla fronte. Mi fanno malissimo gli addominali, per salire bisogna avere una grande forza in essi per non cadere all'indietro.
-dai Tai, manca poco.-
Continuo a salire, desideroso di mostrare a Matt di poter completare la sua sfida, ma qualcosa mi blocca. Ecco, come avevo detto, ho poggiato il piede sulla corteccia che si è spezzata facendomi scivolare di un metro verso il basso, graffiandomi tutte le mani che ho usato per frenare  la caduta. Ansimante, do uno sguardo alle mie spalle osservando l'altezza della caduta che ho appena rischiato di fare, e noto gli altri preoccupati, sopratutto Sora, che si tiene coperta la bocca con le mani e non mi stacca gli occhi di dosso.
-niente paura ragazzi, un piccolo incidente.-
Gli urlo ammiccando, ristabilendo un po' di tranquillità. Riprendo allora la scalata, con un po' più di concentrazione rispetto a prima, e in breve raggiungo un ramo sul quale mi isso e mi siedo. Non mi ricordavo fosse così difficile, e poi gli aghi del pino continuano a darmi fastidio, ma almeno ce l'ho fatta. Osservo la luna ansimante, vista da quassù, è ancora più bella.
-forza Tai, scendi da lì! Sei sempre il solito!-
Sbotta Sora, che si allontana nella foresta arrabbiata. Accidenti... Cosa ho fatto adesso? Scendo velocemente dall'albero strisciando cercando di farmi il meno male possibile, e poi comincio a seguirla. Adesso basta, devo sapere perché diamine fa così.
-Sora... Sora, dai, fermati!-
La afferro per il polso, e finalmente dopo tre giorni il nostro sguardo si incrocia. I suoi occhi mi ammaliano a tal punto da farmi perdere la presa sul suo braccio, così lei sfrutta subito l'occasione incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo.
-Sora, cosa ho sbagliato? È da tre giorni che mi tratti con freddezza, e non ne ho ancora capito il motivo! Ti prego spiegamelo, cosa ho fatto per farti tanto arrabbiare?.-
-non ho niente da dirti.-
Risponde seccamente dandomi le spalle.
-dai Sora! Ti conosco troppo bene, devi dirmi che cosa è successo!-
Insisto camminandole intorno fino a riguardarla negli occhi.
-perché mi hai lasciata da sola? Io... Io ti ho chiesto di entrare... E tu mi hai lasciata sola...-
Comincia a dire mentre le diventano gli occhi lucidi.
-hai ferito i miei sentimenti Tai... Possibile che tu non abbia capito!-
-ma Sora... Te l'ho detto, Kari mi aspettava a casa, non potevo rimanere lì con te...-
Le mie parole non la confortano, che ancora una volta scoppia in lacrime scuotendo la testa. E poi, faccio un altro, grandissimo errore.
-... E poi sei la ragazza di Matt, avrebbe potuto ingelosirsi se fossi entrato in casa tu...-
Faccio alcuni passi indietro. Sento la guancia prudere, e mi porto una mano a toccarla, notandola arrossata. Mi brucia, ma cosa è successo?
Torno a guardare Sora, che è in lacrime, con la mano alzata. 
Mi ha... Tirato una sberla.
-io...io e Matt non stiamo insieme...-
Sento, prima che lei scappi via e torni dagli altri. Sto per qualche secondo immobile, ascoltando il silenzio della foresta, per poi appoggiarmi con la schiena ad un albero.
-non... Non stanno insieme?-
 
Angolo dell'autore
 
Hey ragazzi! Eccoci qua con il secondo dei tre capitoli che compongono questa mini fic natalizia, spero sia uscito qualcosa di decente, è stato molto più difficile del primo avendo molti più personaggi da far interagire. Vi invito semplicemente a dirmi quel che ne pensate, e sopratutto dove migliorare o correggere qualcosa, che è sicuramente la parte che mi serve di più, migliorare il mio modo di scrivere. Per quanto riguarda il prossimo capitolo, che sarà l'ultimo, devo confessarvi di non averlo ancora finito, ma ho già tutte le idee ben messe in testa e devo solo scriverle, quindi farò una mega maratona finendolo in questi due giorni così da non deludervi. Va beh dai, massimo massimo arriva il 26. O almeno ci provoXD grazie a tutti voi che avete letto e che avete recensito questa piccola fic, siamo già a quasi 100 visite in tre giorni!XD ci vediamo al prossimo capitolo!👋🏻😜

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Capitolo 3
*** 24 Dicembre ***


24 dicembre 
 
Mi massaggio la guancia. Sento ancora il bruciore per lo schiaffo di Sora, e non riesco a fare a meno di rattristarmi. Stringo il cuscino tra le braccia, continuando a pensare a quello che mi ha detto. Non stanno insieme... 
Ero convinto del contrario, non era forse andata da lui per rivelargli i suoi sentimenti?  
Forse sono stupido io e non capisco, so soltanto che stiamo soffrendo e purtroppo non so come rimediare.
I miei pensieri sono scanditi dal ticchettio dell'orologio a forma di uovo sulla mia scrivania, che in qualche modo mi rilassa e mi permette di concentrarmi meglio, ma nonostante questo non trovo ancora una soluzione. 
Mi porto le mani alle tempie massaggiandole.
Cosa provo per Sora?
È questa la domanda che negli ultimi giorni mi sta tormentando. Io e lei siamo sempre stati amici, migliori amici, ed è forse questa forte amicizia che mi sta annebbiando il cervello, 
perché credo... Di amarla. 
Basta. Ho bisogno di risposte e non le troverò di certo standomene sul letto a frignare. Mi alzo e prendo dalla sedia la stessa felpa blu che indossavo il Natale scorso, e dopo essermi vestito esco di casa. Oggi è tutto stranamente silenzioso e triste, non sembra proprio la vigilia di Natale. Gli unici suoni sono quelli di alcuni uccellini che si librano in volo e qualche macchina che passa ogni tanto per la strada. È ormai quasi sera e le ultime luci del tramonto creano un effetto stupendo di colori rossi e arancioni che si mescolano formando un'aurora di luce su tutto il quartiere. Mi appoggio alla ringhiera di ferro con le mani, qual'è la prima cosa che devo fare? Scendo le scale del condominio fino a raggiungere la bici rossa su cui salgo, diretto alla persona che più di tutti può aiutarmi, Matt. Oltre ad essere il mio migliore amico, infatti,  è anche coinvolto in questa faccenda. O almeno credo.
Casa sua non è molto distante, molti di noi abitano nello stesso quartiere, a Odaiba, perciò in pochi minuti sarò lì. Accelero issandomi sul sellino, e dopo aver superato una piccola piazzetta con al centro una fontana arrivo a casa sua. Sono così agitato che non freno neanche, scendendo  al volo dalla bici lasciandola andare a schiantarsi  per terra. Salgo la rampa di scale che mi divide dalla sua porta, dove una volta arrivato busso ansimando. Matt la apre con dei guanti da cucina in mano, e solo ora capisco che avrei dovuto avvisarlo del mio arrivo o  che almeno avrei potuto pensare di poterlo disturbare, ma nonostante ciò mi vede piuttosto sconvolto e così mi fa entrare. Mi fa sedere sul divano in salotto e mi fa cenno di aspettare qualche minuto. In questi pochi istanti mi calmo, e mi rilasso coprendomi il volto con le mani per liberare la mente.
-... Qui al centro città dove numerose famiglie sono accorse per vedere la parata. Tu piccolina, che cosa hai chiesto a babbo Natale?-
Osservo la giornalista alla televisione che si muove tra la moltitudine di persone che c'è in piazza intervistando alcuni bambini. Allora c'è ancora un po' di spirito natalizio. Sento alcuni passi dalla cucina, e così prendo il telecomando dal tavolino di cristallo davanti a me abbassando il volume del televisore  quasi al minimo. Matt entra e mi porge un caffè, prima di buttarsi sul divano davanti sfilandosi i guanti e il grembiule da cucina.
-allora... Buon Natale anche a te, Tai.-
-Buon Natale... E scusa se non ti ho avvisato del mio arrivo, avevo bisogno di parlarti. Ti ho disturbato per caso?-
Dico a denti stretti sorseggiando il caffè.
Lui alza le spalle e finisce in un attimo il suo, stiracchiandosi poi sul divano per la stanchezza.
-no, no, figurati. Devo solo cucinare la cena per mio padre che torna verso le otto dal lavoro, ma ho già messo tutto in forno quindi non ti preoccupare. Più che altro, cosa devi dirmi?-
Mi fermo un attimo prima di partire con il mio racconto, devo fare mente locale e ricordarmi ogni minimo dettaglio. Sprofondo nel divano e guardo fisso un punto nel tavolino di cristallo che rifrange gli ultimi raggi di sole del tramonto. Chiudo per qualche istante gli occhi e scrocchio le dita, e facendomi coraggio rivelo tutto al mio migliore amico. Tutto, dell'uscita con Sora di tre giorni prima, di come si è arrabbiata lei la sera stessa, dello schiaffo, dei miei sentimenti per lei e del Natale scorso. Dopo circa una ventina di minuti in cui ho praticamente blaterato cose sconnesse, finalmente ho finito e mi rendo conto di sembrare davvero un disperato.
-... Quindi, che cosa dovrei fare?-
Matt è rimasto impassibile per tutta la durata della conversazione, ma ora si sta alzando raggiungendo la TV che spegne e poi oltrepassa posizionandosi di fronte alla grande vetrata che dà sulla strada.
Inizio a perdere la pazienza, se ne sta lì alla finestra senza rispondermi, proprio in una questione importante come questa! Sbatto il pugno sul divano, che però viene attutito da esso non dimostrando la mia rabbia.
-allora?-
Ripeto più forte.
-beh Tai, è strano quel che mi dici. Anche perché il Natale scorso Sora non è venuta a darmi nessun regalo.- 
Le sue parole mi colpiscono a tal punto da bloccarmi per qualche istante. Non è possibile, tutte le mie certezze si stanno distruggendo, è come se avessi creato un puzzle con dei pezzi inesistenti.
-com'è possibile? Mi ricordo benissimo di averla spronata a venire da te e rivelarti quello che provava!-
-non so che dirti, quel giorno da me non è venuta. Quanto al perché sia arrabbiata con te ho una teoria.-
Si avvicina a me con le mani in tasca ciondolondo, e si china guardandomi dritto negli occhi, per poi sfoggiare un sorriso malizioso e dirmi:
-hai fatto colpo Tai.-
Spalanco gli occhi. Che diamine sta dicendo?
-pensaci bene, lei ti ha invitato ad entrare per stare con te e magari rivelarti quel che provava, ma tu non hai voluto e così l'hai fatta sentire una stupida, per questo si è arrabbiata. E a confermare questa tesi, ieri quando siamo usciti e lei ti ha tirato uno schiaffo probabilmente lo ha fatto perché supporre che stesse insieme a me l'ha ferita ancora di più facendole credere che di lei non te ne importasse nulla. Il mio ragionamento non fa una piega, non credi anche 
tu?-
Non può essere così, non sono così stupido da non capire tutti questi suoi messaggi. E allora perché il solo pensare che sia vero mi riempie di felicità?
-Sora... Innamorata di me?-
Sussurro a bassa voce, mentre quella testa calda del mio amico mi batte una mano sulla spalla e si butta di nuovo sul divano davanti a me mordicchiando un bastoncino di zucchero che ha estratto dalla tasca. Potrebbe essere vero, tutto avrebbe un senso e i tasselli del puzzle si incastrerebbero alla perfezione... No, non può essere, resta ancora la questione del regalo per Matt. Però, forse... Un lampo di genio mi balena in mente e mi fa alzare di scatto, spaventando anche Matt che per poco non si strozza con il bastoncino.
-hey cosa hai...-
Non ho tempo per stare a sentirlo, devo chiamare velocemente una persona, potrebbe essere già troppo tardi.
Mi sfilo dalla tasca il telefono e controllo l'ora, 7.50. Per fortuna, l'aereo non è ancora partito. Digito in fretta e furia il numero e la chiamo, sperando che sia ancora raggiungibile.
-pronto?-
Meno male, non si è ancora imbarcata per l'America.
-pronto Mimi, sono Tai! Devi farmi un favore enorme!-
-oh, ciao Tai, di cosa hai bisogno?-
-devi dirmi dov'è Sora! Devo parlarle!-
-...-
Passano alcuni istanti, e sembra che lei non voglia aiutarmi. Probabilmente, è ancora riluttante per quello che le ha detto Sora.
-ti prego Mimi... Ho capito tutto, devo andare da lei... Ti prego...-
Passano altri istanti, e inizio a perdere le speranze, quando:
-hai... Hai capito?-
Annuisco d'istinto, pur sapendo che lei non può vedermi, ma questo non sembra importare.
-è al parco dietro casa sua, davanti al grande albero di Natale, ma fai presto, a e mezza se ne andrà e non potrai parlarle... Vai Tai, e sta volta non ti fermare.-
Chiudo il telefono e lo infilo malamente nella tasca dei jeans mentre scavalcando con un salto il divano esco da casa di Matt salutandolo con un "grazie Matt!".
 
Veloce. Devo fare veloce. Per arrivare al parco ci impiegherò almeno mezz'ora, il che significa che arriverò da lei a e venti e avrò poco tempo per cercarla e parlarle. Mi avvicino alla bici che raccolgo da terra e provo a montarci su, ma qualcosa non va. Accidenti, ci mancava anche questa! Quando l'ho lanciata a terra la catena è caduta e si è incastrata, devo sbrigarmi a rimetterla a posto. Non ho tempo di chiedere a Matt della carta, quindi la disincastro a mani nude anche se questo me le fa ungere completamente. Inizio la mia corsa contro il tempo, per arrivare al parco dovrò prima riattraversare la piazza che mi ha condotto qui, raggiungere casa, superare il ponte con il campo e una volta superato anche il centro città girare intorno a casa sua e cercarla nel parco. Un gioco da ragazzi, no?
La prima parte del percorso non è poi così difficile, tutto sembra ancora senza vita, ma è una volta superato il campo che iniziano i problemi. In centro, le strade sono sovraffollate di persone. Mi destreggio come meglio posso cercando di andare sempre alla stessa velocità, anche se sono costretto a frenare per le troppe persone. Vedo uno spiraglio tra la folla e subito mi ci tuffo dentro sperando di cavarmela, ma proprio all'ultimo secondo una vecchietta cicciotta dal vestito sgargiante si para in mezzo alla mia strada.
-si sposti signora!-
Vedo Il terrore dipingersi sul suo volto mentre si stringe la borsetta addosso per proteggersi, come se potesse aiutarla, e anche se per un momento penso che investirla non sarebbe una cattiva idea cerco di cambiare direzione, ma sterzo troppo velocemente e finisco a terra battendo al volo un gomito. Mi rialzo a fatica tastando il braccio. Ahia! Mi sa che è rotto. Andavo talmente veloce che ho fatto un volo assurdo. Ma le mie condizioni non mi preoccupano affatto, a farlo invece sono il tempo, che ormai sta per scadere essendo già le 8.10, e la bici, a cui si è forata una gomma e a cui è di nuovo caduta la catena.
-posso... Posso ancora farcela... Devo farcela!-
Abbandono la bici sulla strada scappando in mezzo alla folla che si è raggruppata intorno a me controllando che stessi bene, ed inizio a correre come un matto per raggiungere il parco. Accidenti. Accidenti! Come ho fatto a non rendermene conto! Quel giorno di un anno fa, lei non era andata da Matt, era venuta da me! Era per me quel regalo! Ed io come un idiota ho pensato fosse per lui! Devo sbrigarmi, devo mettere a posto le cose.
Sono riuscito a superare casa sua, ma inizio a vacillare. Mi fa malissimo il braccio che sto facendo oscillare senza curarmene mentre corro, e anche la milza ha iniziato a dolermi per la troppa corsa. E, come se non bastasse, sono già le 8.30.
Mi servirà un miracolo per trovarla ancora lì. Arranco a fatica, ma finalmente entro nel parco immerso nella notte che nel frattempo ci ha avvolto. Oltrepasso alcuni alberi ansimando, fino a raggiungere la piazzetta principale dove al centro vi è un pino di Natale alto tre metri tutto addobbato e illuminato. Cerco di riprendere fiato e guardo a in ogni direzione cercando Sora, ma di lei non c'è traccia. No, non può essere, possibile che sia arrivato tardi?
Prendo il telefono dalla tasca e controllo ancora una volta l'ora. 8.36.
Cado in ginocchio ancora ansimante, e con il braccio "buono" graffiò il terreno. Io... Ho fallito...
O forse no.
-Tai?-
La sua voce mi riporta alla realtà e mi fa alzare. Mi volto e la vedo, dietro di me seduta su una panchina di legno. Accidenti se è bella.
-Sora...-
Si stringe nelle braccia, sembra molto triste. Se veramente le cose sono come penso, ora lo scoprirò. 
-ok, ok... Forza Tai, coraggio! Lei è qui davanti a te... Sai cosa devi fare...-
Sussurro a me stesso.
-so che non è ancora l'ora, ma non potevo aspettare a darti il mio regalo.-
Mi avvicino di qualche passo a lei, che continua a guardare per terra spostandola un po' con gli stivali.
-... Cosa ti sei fatto al braccio?-
Mi chiede notando che lo sto reggendo con la mano. Alzo le spalle e ammicco, gli uomini non soffrono. Ma a chi voglio darla a bere, in realtà mi fa malissimo.
-senti Tai... Mi... Mi dispiace per ieri, non volevo tirarti uno schiaffo, non so neanche perché l'ho fatto... Io...-
Le poso un dito sulle labbra che rimangono semi aperte, mentre mi stringo di più a lei guardandola dritta negli occhi.
-il mio regalo di Natale... Forza Tai...-
Lei continua a guardarmi incantata, chissà come reagirà a quello che le dirò? Non posso pensarci ora, devo solo... Farlo.
-ti amo Sora.-
Non risponde, ma vedo i suoi occhi riempirsi di gioia. Non so bene costa stia succedendo, so solo che qualcosa tra noi è cambiato. 
Ci stiamo stringendo sempre di più, ho le braccia intorno al suo corpo e siamo così vicini che sento il suo respiro sulla pelle, prima che le nostre labbra si uniscano in un intenso bacio. Chiudo gli occhi e tutto intorno a me sembra girare, sento il cuore a mille e un potentissimo calore che si sprigiona intorno a me, intorno al mio corpo, intorno al suo, mentre con la mano le avvolgo il volto accarezzandole una guancia e i capelli.
Dopo alcuni istanti ancora, uniamo le fronti sospirando. D'improvviso intorno a noi risplendono come non mai i colori delle nostre digipietre, il rosso dell'amore e l'arancio del coraggio. Poi, tornando a guardarmi negli occhi dice:
-ti amo anch'io.-
 
 
Dedicato a tutte quelle persone che soffrono per amore,
Trovate sempre, il coraggio per amare
 
 
Angolo dell'autore
 
Eccoci qua... Finalmente ho pubblicato l'ultimo capitoloXD ok doveva arrivare per Natale, ma purtroppo non sono riuscito a stare dietro coi tempi. Colgo l'occasione per fare gli auguri di Natale in ritardo a tutti voi e quelli di buon anno! Spero che questa mia piccola fic possa esservi piaciuta, ho cercato di impegnarmi al massimo e spero sia uscito qualcosa di bello, io personalmente mi sono divertito a scriverla:) ringrazio tutti voi che l'avete letta e sostenuta, soprattutto coloro che l'hanno recensita e che l'hanno inserita nelle loro storie preferite/ricordate/seguite, per me conta molto. Vi ringrazio ancora e vi saluto, e vi informo che ho riparato il computer e quindi appena potrò pubblicherò il nuovo capitolo della mia long principale, per chiunque di voi la seguisse.
A presto,
Caru13👋🏻😜

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