Un amore a passi di danza

di Stella_cometa_2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** Conoscenza ***
Capitolo 3: *** Strane decisoni ***
Capitolo 4: *** Una richiesta di aiuto ***
Capitolo 5: *** Un cuore spezzato ***
Capitolo 6: *** C'è amore nell'aria ***
Capitolo 7: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 8: *** Rimani con me ***
Capitolo 9: *** Assurde verità ***
Capitolo 10: *** Una voce soave ***
Capitolo 11: *** Nuovi avvenimenti ***
Capitolo 12: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 13: *** La dura realtà ***
Capitolo 14: *** Una dolce sorpresa ***
Capitolo 15: *** Una decisione importante ***
Capitolo 16: *** Inseparabili ***
Capitolo 17: *** Lo show ***
Capitolo 18: *** Nuove notizie ***
Capitolo 19: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 20: *** Il dolore ***
Capitolo 21: *** Confessioni ***
Capitolo 22: *** Una mente confusa ***
Capitolo 23: *** Non è possibile! ***
Capitolo 24: *** La resa dei conti ***
Capitolo 25: *** Lo scontro ***
Capitolo 26: *** Una richiesta di aiuto ***
Capitolo 27: *** L'invito ***
Capitolo 28: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 29: *** Uniti come prima ***
Capitolo 30: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


Kim
Era il mio solito giorno alla Kirin art School e stavo ascoltando le mie due amiche Sam e Becky parlare. Mentre loro discutevano su alcuni brani da cantare allo spettacolo di inizio anno, io mettevo nel mio armadietto alcuni libri e spartiti, a un certo punto, sentii scivolarmi dalle mani il libro di inglese e quando mi piegai per raccoglierlo vidi un ragazzo prenderlo prima di me. Appena lo guardai mi persi nei suoi occhi, erano color nocciola e i suoi capelli castani, con varie sfumature rossicce. Il ragazzo mi guardava con sguardo interrogativo mentre mi porgeva il libro ma io non riuscii a muovermi.
« Ei mi senti? » disse il ragazzo, in quell’istante ritornai alla realtà, ma mi accorsi anche che la sua voce era stupenda.
« Ehm scusami e comunque grazie » risposi prendendo il libro, lo guardai dritto negli occhi e mi accorsi che dietro di lui c’erano altri due ragazzi, erano entrambi alti con i capelli neri e gli occhi color nocciola, però erano diversi, soprattutto il viso, uno dei due aveva il naso a patata.
« Di niente è stato un piacere piccola, ah io mi chiamo Jason piacere » disse porgendomi la mano, io arrossii e molto timidamente ricambiai la stretta.
« Io mi c-chiamo Kim, p-iacere mio » risposi tenendo ancora la mia mano nella sua, quel contatto mi fece venire i brividi lungo la schiena.
« Jason dobbiamo andare a provare forza muoviti » urlò uno dei ragazzi dietro di lui, Jason fece una smorfia e mi lasciò la mano.
« Ci si vede in giro piccola » disse oltrepassandomi ed insieme ai suoi amici se ne andò. Rimasi lì impalata a guardarlo andare via, ero ipnotizzata, i suoi occhi mi avevano stravolta e nessuno mi avrebbe fatto dimenticare quello sguardo. Scossi la testa e misi nell’armadietto il libro di Inglese poi lo chiusi. Raccolsi lo zaino che precedentemente avevo appoggiato a terra e vidi Becky e Sam guardarmi.
« Che c’è? » dissi, ma loro scrollarono le spalle e ripresero a parlare delle canzoni.
Dopo una lunga lezione di canto decisi di andare alla macchinetta per comprarmi una bottiglietta d’acqua e di preparami per la lezione di danza, l’altra volta la professoressa ci aveva detto che sarebbe venuto nella nostra classe un ragazzo molto talentuoso e che ci avrebbe aiutato per le coreografie. In dieci munti mi cambiai e andai nell’aula di danza, vidi Sam e Backy fare stretching così mi avvicinai e iniziai anche io a scaldarmi, ad un tratto vidi la professoressa entrare insieme ad un ragazzo, ma non riuscii a vederlo in faccia, perché un cappello alla Michael Jackson gli copriva il viso.
« Bene ragazzi, oggi inizieremo a preparare la coreografia di gruppo per lo spettacolo e come vi avevo detto nella scorsa lezione abbiamo un ospite » disse la professoressa facendo un sorriso a trentadue denti. Il ragazzo si tolse il cappello e rimasi impietrita, era Jason. Lui scrutò tutti i ragazzi presenti e quando mi vide sorrise e mi fece un cenno con la testa in segno di saluto, io sorrisi e ricambiai il gesto.
« Io sono Jason e vi aiuterò a fare la coreografia, ma se la professoressa, avesse qualche dubbio sulle vostre coreografie personali sarò lieto di aiutarvi » rispose presentandosi a tutti, ma arrossii quando vidi che guardava me. Mentre la professoressa spiegava ad alcune ragazze la loro postura iniziale io scrutai attentamente Jason, indossava una canottiera grigia, un paio di pantaloni della tuta rossi e delle scarpe da ginnastica. All’improvviso vidi Jason guardarmi mentre io lo fissavo e subito distolsi lo sguardo imbarazzata, senza rendermene conto andai da Becky e Sam che intanto ridevano vedendo la scena.
« Perché ridete? » dissi appoggiandomi le mani sulle guance che ancora erano bollenti.
« Sei letteralmente cotta di quel Jason ammettilo Kim » disse Becky sorridendo e Sam annuii in segno di approvazione.
« Ma cosa? Certo che no! Cosa vi salta in mente a voi due? Siete completamente matte » risposi alzando le braccia la cielo. Becky non ebbe il tempo di ribattere perché la professoressa ci chiamò per iniziare la lezione. Jason si posizionò di fronte a me e mi dava le spalle, ma mi guardava dallo specchio che rifletteva i nostri corpi. Iniziammo a creare la coreografia e molto lentamente provammo i passi senza musica, poi dopo varie prove Jason fece partire la base, era un pezzo Pop - Rock e lo adoravo. Ballammo tutti insieme e alla fine mi accorsi che avevamo già creato metà coreografia. All’improvviso Jason ci disse di dividerci in coppie, io rimasi sola e così lui venne da me, sorrise e mi fece vedere i passi che dovevamo fare. Subito dopo mi cinse la vita con una mano e mi fece piroettare poi andai a sbattere contro il suo petto, lui si staccò da me e  i mostrò altri passi che dovevamo fare insieme però non appiccicati come prima. Ad un certo punto inciampai e sentii due braccia forti prendermi al volo, alzai lo sguardo e vidi Jason con il viso a un millimetro di distanza dal mio. 

Salve siamo due autrici, io e una mia amica, spero che questo capitolo anche se corto vi sia piaciuto, alla prossima <3


 

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Capitolo 2
*** Conoscenza ***


Kim
Rimasi immobile davanti al suo viso, eravamo così vicini che una breve mossa avrebbe permesso alle nostre labbra di toccarsi. Jason si alzò molto lentamente e mi aiutò a mettermi in piedi, tutti ci fissavano, vidi Becky sorridere e dare una gomitata a Sam . Guardai per un attimo Jason poi distolsi lo sguardo e andai alla postazione iniziale, non volevo provare ancora quei passi, non dopo la figuraccia che avevo fatto. Jason si passò una mano tra i capelli e sospirò poi per fortuna la professoressa ci disse che la lezione era finita e fissando il pavimento me ne andai. Dopo essermi cambiata misi tutto nell’armadietto e quando lo chiusi mi ritrovai Jason davanti e feci un sussulto per lo spavento.
« Ei piccola, ti va di pranzare con me? » sussurrò Jason avvicinandosi sempre di più.
« S-si » balbettai e insieme andammo verso la mensa, ogni volta che dovevamo oltrepassare una porta lui l’apriva e faceva passare prima me, era proprio gentile. Ancora però dovevo smaltire l’imbarazzo della mia quasi caduta e perciò dopo aver preso da mangiare mi sedetti al tavolo senza dire una parola. Mentre mangiavo il panino, vidi Jason che mi scrutava e sorrideva, forse mangiavo in un modo bizzarro? Oppure avevo i capelli fuori posto? A quel punto decisi di scoprirlo.
« Perché mi guardi in quel modo? » dissi appoggiando il panino sul piatto.
« Niente solo che mi sembra strano non averti mai notata, io vengo in questa scuola da due anni proprio come te e forse non lo sai ma frequentiamo anche lo stesso corso avanzato di canto al pomeriggio » rispose lui guardandomi dritto negli occhi. Ora cosa gli potevo dire? Raccontargli la verità o mentire? Ci conoscevamo da così poco eppure non so per quale motivo le mie parole uscirono senza fermarsi.
« Credo che tu non mi abbia notata perché fino a poco tempo fa pesavo quasi 100 Kg , mi ero ritirata e per un po’ ho studiato a casa » dissi imbarazzata.
« Aspetta quindi tu sei ….. no davvero? Non ci credo che sei tu! Sei cambiata tantissimo! » rispose facendo un grande sorriso.
« Beh si come vedi …. Ma tu come fai a sapere che seguiamo lo stesso corso avanzato di canto? » chiesi curiosa.
«Fino a poco tempo fa facevo solo il corso avanzato di danza ma poi ho deciso di fare anche quello di canto e quando ieri sono andato ad iscrivermi ho  visto che il tuo nome era nella lista dei ragazzi che frequentavano il corso. E quando ti sei presentata ho collegato tutte le informazioni che avevo e ho fatto due più due » rispose scrollando le spalle. Ripresi il panino e gli diedi un morso, ora che avevamo finito gli argomenti di conversazione, tra noi si formò un silenzio imbarazzante che durò per alcuni minuti, poi Jason lo spezzò.
«Allora ….. per caso tu hai un gruppo o qualcosa del genere? Sai hai talento nel ballo e mi piacerebbe anche sentirti cantare » disse sorridendo, quasi mi strozzai con il panino.
« Davvero? Ehm si certo oggi forse al corso avanzato canterò qualcosa quindi mi sentirai sicuro » risposi cercando di rimanere seria, ma era impossibile, mi aveva appena fatto un complimento.
« Kim scusa se te lo chiedo ma, secondo te io sono all’altezza per fare la vostra coreografia? Non te lo chiedo perché voglio sentirmi dire che sono bravo, ma perché veramente non lo so » sussurrò e vidi il suo viso diventare triste e cupo.
« Jason …. tu sei bravissimo e un ottimo ballerino la coreografia è stupenda e solo perché io sono inciampata non vuol dire che tu sia mediocre. Se sono caduta è soltanto colpa mia e della mia sbadataggine » risposi sorridendo.
« No, se sei quasi caduta è colpa mia, dovevo aspettare a mostrarti quei passi, eri stanca avevamo provato molto e io non sono riuscito a capirlo subito » disse diventando sempre più cupo, ma è proprio cocciuto questo ragazzo eh?
« Jason smettila facciamo che non è colpa di nessuno? Così siamo tutti felici e ci godiamo queste ultime due ore di scuola » risposi alzandomi per buttare via la carta del panino e il tovagliolo, ma Jason mi prese il polso.
« Grazie » mormorò e io sorrisi, poi lui staccò la presa e io andai al bidone, quando tornai guardai l’orologio alla parete e vidi che mancava poco alla lezione di Inglese, così ringraziai Jason per la compagnia e corsi in classe. Mi sedetti e tirai fuori i libri, dopo dici munti guardai l’orologio impaziente che finisse l’ora, passarono altri dici minuti e ricontrollai, non ascoltavo minimamente il professore ero impegnata a riflettere e ad aspettare con ansia il corso di avanzato di canto.
 
Jason
Finalmente suonò la campanella e fiero di me andai al corso avanzato di canto, quando entrai nell’aula vidi Kim seduta in seconda fila, la raggiunsi e mi misi a sedere nel banco affianco al suo. Appoggiai lo zaino a terra e poi alzai lo sguardo su Kim, dovevo ammettere che era proprio bella, i capelli neri gli scendevano lungo le spalle e la divisa della Kirin le stava di’incanto. Feci un sorriso quando Kim si accorse di me e lei ricambiò il gesto, poco dopo entrò il professore seguito da un ragazzo, era di statura media con i capelli biondi, sicuramente tinti e gli occhi marroni scuro quasi neri. Lo seguii con lo sguardo e vidi che prese posto nel banco dietro a quello di Kim, lei lo guardò e lui sorrise, Kim subito diventò paonazza e distolse lo sguardo. Già quel tipo non mi piaceva e non doveva assolutamente intromettersi tra me e Kim o almeno tra quello che stava nascendo. Il professore iniziò a parlare e ci disse che avrebbe chiamato alcuni ragazzi alla cattedra per fargli cantare un loro inedito. Pregai che non chiamasse me, perché essendo la mia prima lezione non avevo preparato niente. Per fortuna chiamò un altro ragazzo, vidi alzarsi quello di prima e capii che era lui.
« Bene PJ ora cantaci il tuo pezzo » disse il professore e PJ fece partire la base, era una canzone d’amore, molto sdolcinata e ad un certo punto mi accorsi che la stava dedicando a Kim, rimasi sconcertato e strinsi i pugni per la rabbia. Lei sorrideva e arrossiva mentre quel fasullo cantava la canzone e non riuscivo a sopportarlo. Quando finì, il professore gli diede il massimo dei voti e lui tornò a posto, d’istinto alzai la mano e parlai.
« Vorrei cantare anche io professore » dissi serio, il professore annuii e andai alla cattedra, prima di iniziare guardai PJ con aria di sfida e lui capì cosa avevo in mente e ricambiò il mio sguardo. Mi sedetti al piano e molto delicatamente appoggiai le dita sui tasti, poi mi feci trasportare dall’ispirazione. Iniziai a cantare, era un pezzo lento ma allo stesso tempo trasmetteva energia, mi voltai e guardai Kim dritto negli occhi, le parole mi uscivano di bocca come per magia ma poi mi resi conto che erano tutti per lei. La mia canzone parlava di lei, di come era fatta, della sua risata e del suo modo di fare, finii la canzone, mi alzai e mi voltai verso il professore in attesa del voto.
« Molto bene Jason anche a te do il massimo, per essere la tua prima lezione sei andato molto bene» disse e io soddisfatto tornai al mio posto, Kim aveva ancora le guance rosse per l’imbarazzo e io sorrisi vedendola in quel modo. Purtroppo il professore non fece cantare più nessuno e non potei sentire la voce di Kim ma notai però che PJ la fissava continuamente e questo mi fece impazzire. La lezione finì, feci per raggiungere Kim, ma il professore mi fermò per parlarmi e la vidi andare via con PJ che la chiamava e la seguiva.
 
Kim
Uscii dalla classe e sentii PJ chiamarmi, gli dissi che stavo andando all’armadietto e lui mi accompagnò, mi fissava mentre io riponevo i libri dall’armadietto allo zaino.
« Lo sai Kim che sei bellissima vero? » disse PJ avvicinandosi, io mi scostai e molto velocemente finii di mettere via la mia roba. Chiusi l’armadietto e lo vidi sempre più vicino, per caso voleva baciarmi? Ma come si permette non lo conosco nemmeno, cercai si scostarmi, ma andai a sbattere contro altri armadietti, ero bloccata. PJ si avvicinò a me sempre di più le sue labbra erano un centimetro dalle mie, ma all’improvviso vidi PJ schiantarsi a terra con il sangue che gli colava dal labbro e Jason di fianco a me con il pugno ancora a mezz’aria.


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Capitolo 3
*** Strane decisoni ***


Kim
Fissai Jason dritto negli occhi, ero furiosa, come poteva fare un gesto del genere?
« Sei impazzito? Cosa ti passa per il cervello! » gridai alzando le braccia al cielo.
« Ti stava per baciare! » urlò lui ancora più forte di me con sguardo assassino.
« Lo avrei spostato io! Non c’era bisogno di dargli un pugno! Non pensavo fossi così Jason » dissi  cercando mi mantenere la calma, lui mi guardò stupito, evidentemente non si aspettava le mie parole, ma aveva esagerato. Senza dire niente si voltò  e se ne andò lasciandomi da sola con PJ che sanguinava. Oddio PJ! Mi voltai e mi piegai per aiutarlo ad alzarsi, dopo riaverlo messo in piedi, andammo insieme in infermeria.
« Certo che quel Jason ha un bel gancio destro eh? » disse PJ con il ghiaccio appoggiato sul labbro.
« Mi dispiace ha esagerato » risposi.
« Tranquilla comunque sono io quello che si deve scusare, avrei dovuto capirlo subito che non volevi baciarmi, sono stato un po’ troppo impulsivo, mi dispiace » disse abbassando lo sguardo. Ma come era possibile? Jason gli aveva appena tirato un pugno e invece di lamentarsi mi chiede scusa. Dopo cinque minuti salutai PJ e me ne andai da scuola, perché ormai le lezioni erano finite e l’unica cosa che volevo fare era dimenticare questa giornata.
 
Jason
Dopo aver passato una notte in bianco, mi preparai per andare a scuola con la paura di affrontare Kim. Entrai dall’entrata principale e la vidi parlare con Sam e Becky mi avvicinai e le toccai la spalla.
« Ciao ehm possiamo parlare? » dissi cercando di nascondere il mio imbarazzo.
« Certo » rispose, ma dal suo tono capii che era abbastanza arrabbiata,  ci incamminammo verso gli armadietti e lei si voltò di scatto in attesa che io parlassi.
« Kim senti mi dispiace per ieri, non so cosa mi sia preso davvero » dissi passandomi una mano tra i capelli.
« E tu ovviamente pensi che io dopo questa confessione voglia ancora parlarti? » chiese lei in tono brusco.
« C’è un modo per farmi perdonare? Non voglio perderti e anche se ci conosciamo da poco mi piacerebbe essere tuo amico » dissi serio.
« Ti perdono solo se chiedi scusa a PJ, lui mi ha già fatto le sue scuse quindi ora tocca te» rispose. Feci una smorfia, ma poi ci ragionai su e capii che era meglio chiedere scusa piuttosto che perdere Kim, così accettai la sua offerta. Parlammo un po’ ma poi sentimmo la campanella suonare e così lei andò per la sua strada e io per la mia. Dopo una lunga lezione di Inglese andai a cambiarmi e a cercare Kim per poi fare le mie scuse a PJ davanti a lei, girai l’angolo e li vidi insieme davanti alla classe di danza, cercai di mantenere la calma e andai da loro.
« Ciao » dissi in tono gentile « PJ volevo scusarmi con te per quello che è successo ieri …. Mi dispiace » ovviamente mentii, ma non mi importava, avrei fatto di tutto pur di avere Kim vicino a me. Per fortuna lui accettò le mie scuse e poi se ne andò.
« Entriamo? » chiesi a Kim indicando la classe, lei annuii. Entrammo e vidi la professoressa guardarmi e poi indicare l’orologio, avevo tardato di dieci minuti. Appoggiai il borsone a terra e misi la musica, io e i ragazzi ci scaldammo un po’,  poi iniziammo a provare la coreografia, dovevo ammettere che era venuta abbastanza bene ed ero fiero del mio lavoro. Dopo quasi mezz’ora dissi a tutti di mettersi ai lati della stanza e gli feci vedere i nuovi passi, guardai per un attimo Kim, sembrava triste. Forse perché avevo tolto la parte in cui si ballava in coppia? Scrollai quel pensiero dalla mente e ripresi a mostrare la nuova sequenza, per fortuna tutti la fecero bene e così la provammo con la musica. Per duo o tre volte feci la coreografia con loro, ma poi li feci ballare da soli e li vidi ballare la mia creazione, era fantastico, mi sentivo bene e super soddisfatto. Quando finirono la coreografia, la professoressa mi venne vicino e mi sussurrò all’orecchio che avevo fatto un ottimo lavoro, sorrisi e la ringraziai per avermi dato questa opportunità.
 
Kim
Mentre la professoressa parlava con Jason ci disse di uscire perché  la lezione era finita, così feci passare tutti e uscii per ultima, appena oltrepassai la soglia andai a sbattere contro il petto di PJ, sobbalzai per lo spavento e provai ad oltrepassarlo, ma lui rimase fermo davanti a me. Senza dire niente mi baciò, rimasi immobile, a me non piaceva PJ, per questo le sue labbra non mi fecero provare niente.  Mi staccai e gli diedi uno schiaffo sulla guancia, all’improvviso sentii un tonfo dietro di me e vidi Jason svenuto a terra, gli corsi in contro e lo abbracciai.
« Jason sono qui, rispondimi ti prego! » gridai in preda alla disperazione, ma poi mi immaginai il dolore che aveva provato nel vedere PJ baciarmi, una lacrima mi rigò il viso e pregai che si risvegliasse.
 
Jason
Aprii  gli occhi e mi ritrovai Kim davanti, piangeva e mi stringeva tra le sue braccia, cercai con lo sguardo PJ e notai una impronta rossa di una mano sulla sua guancia, sorrisi al pensiero che lei lo avesse rifiutato, ma il dolore nel petto c’era comunque.
« Jason! Grazie a dio stai bene, mi hai fatto prendere un colpo » disse Kim prendendomi il viso tra le mani, io la guardai per un attimo e decisi di alzarmi. Fissai Kim dritto negli occhi ma poi mi voltai di scatto e andai da PJ.
« Come osi mancarle di rispetto così! Ti aveva già respinto una volta, per caso vuoi un altro cazzoto! » gridai avvicinandomi a lui, Kim si mise in mezzo e mi prese la mano.
« Non ne vale la pena, vieni, andiamo » disse lei pregandomi con lo sguardo.
« Avvicinati un’altra volta e vedrai » sussurrai puntando il dito contro PJ, poi strinsi la mia mano in quella di Kim e insieme andammo via. Ci cambiammo e poi ci dirigemmo in mensa, quella ragazza doveva dirmi un bel po’ di cose. Prendemmo un panino a testa e ci sedemmo ad un tavolo un po’ lontano da tutti gli alti.
« Perché stavi piangendo? » chiesi di punto in bianco, lei rimase con il panino a mezz’aria, poi lo appoggiò sul tavolo.
« Perché ero preoccupata per te » disse abbassando lo sguardo.
« E perché eri preoccupata? » chiesi avvicinandomi a lei .
« Perché sei importante e avevo paura per te, ma perché tutte queste domande? » disse guardandomi dritto negli occhi.
« Curiosità » risposi e ripresi a mangiare il mio panino.
« Capisco … » disse Kim spostando lo sguardo verso il muro, mi avvicinai di più a lei, volevo starle accanto, sentire il suo profumo e il suo respiro.
« Sai … ti ho mentito, non l’ho detto per curiosità, ma perché  sono geloso, ho paura che qualcuno possa portarti via da me » dissi e la guardai dritto negli occhi, mi avvicinai ancora di più, volevo strapparle un bacio, volevo capire cosa provava per me. Appoggiai una mano sulla sua guancia e Kim chiuse gli occhi, sfiorai con il pollice le sue labbra e rimasi li a fissarle con il desiderio che mi logorava dentro.


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Capitolo 4
*** Una richiesta di aiuto ***


Jason
Ero a un millimetro dalle sue labbra quando una voce fece sobbalzare dallo spavento me e Kim, riportandoci alla realtà.
« Ragazzi! » mi voltai di scatto e vidi Brian avvicinarsi con le braccia allargate, come se si aspettasse un abbraccio.
« Che vuoi? » sbottai, aveva interrotto un momento fantastico anzi magico e di certo non ero contento.
« Stai calmo Jason » disse incrociando le braccia al petto « Ho una novità, mi sono iscritto al corso avanzato di canto! »
« Sono contento per te » risposi senza guardarlo.
« Tu devi essere Kim vero? Quando Jason ha raccolto il tuo libro un paio di giorni fa non abbiamo avuto la possibilità di presentarci. Piacere io sono Brian » disse lui allungando la mano verso Kim, lei arrossì e molto timidamente strinse la sua mano
 « Piacere mio » rispose Kim in un sussurro. Sbuffai, ero geloso tremendamente geloso. Era strano anche per me esserlo, insomma la conoscevo da così poco, eppure la volevo solo per me. Brian si mise a sedere vicino a me, poco dopo sentii una voce familiare avvicinarsi e altre dietro di lui. Mi voltai e vidi Dylan parlare con le amiche di Kim, ricordavo solo il nome di Becky perché avevo sentito la professoressa chiamarla per farle vedere dei passi. Tutti e tre si misero di fronte e noi .
« Piacere io sono Sam » disse una ragazza, evidentemente l’altra amica di Kim, ci stringemmo la mano e mi presentai anche io, per un attimo rimasi in disparte, non fisicamente, ma mentalmente. Ad un certo punto mi ripresi e guardai tutti i presenti, ridevano e parlavano, sembravamo un gruppo di amici e questo mi fece sorridere.
« Jason tutto okay? Sembri su un altro pianeta » disse Dylan muovendo la mano di fronte ai miei occhi.
« Mi dispiace per te amico mio, ma sono ancora qui e quindi ti romperò per sempre » risposi sorridendo, lui scoppiò a ridere e io feci lo stesso, quando stavo con Dylan mi sentivo bene, insomma lo consideravo un vero amico. Brian invece era sempre così strano, non parlava mai di se e non si interessava agli altri quindi diciamo che anche se sono passati due anni siamo ancora nella fase di conoscenza. Parlammo un po’ del saggio di inizio anno e dei professori, dovevo ammettere che non era il mio argomento preferito, ma la maggioranza aveva deciso, perciò rimasi in silenzio e ascoltai. Mi voltai verso l’orologio sulla parete e vidi che mancava poco alla lezione di storia della musica, perciò mi alzai salutai i miei amici e feci un sorriso a Kim, poi mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio « Dopo dobbiamo parlare » lei annuì e con passo veloce mi allontanai verso l’aula.
 
Kim
Vidi Jason andarsene, lo guardai fino a quando non svoltò l’angolo, ancora mi rimbombavano nella testa quelle parole. Ho paura che qualcuno possa portarti via da me. Dopo quella frase aveva cercato di baciarmi, avrei voluto tanto sentire le sue labbra  sulle mie, ma in realtà ero confusa. Ci conoscevamo solo da due giorni e non avevamo avuto neanche un appuntamento. In quell’istante mi chiesi se avrei ricambiato il bacio di Jason, forse lo avrei respinto perché non ci conoscevamo tanto oppure lo avrei baciato? Non sapevo la risposta e forse avrei dovuto trovarla, perché ero convinta che Jason ci avrebbe riprovato prima o poi e io dovevo essere pronta. Guardai il piccolo orologio sul mio polso e dissi agli altri che anche io sarei dovuta andare via, così mi alzai presi la mia roba e mi diressi nell’aula di storia dell’arte. Entrai e mi sedetti in terza fila, presi i libri e iniziai a sfogliare le pagine mentre altri studenti ancora dovevano arrivare, trovai un argomento interessante e iniziai a leggere. Passarono più o meno dieci, quindi minuti e quando alzai la testa vidi che il professore ancora non era arrivato e che nella stanza c’ero solo io. Misi i libri nello zaino e mi alzai, uscii dalla classe e andai in segreteria per chiedere informazioni, non mi sembrava normale starmene da sola lì dentro. Scesi le scale e finalmente arrivai, vidi la segretaria piegata su dei fogli, aspettai due o tre minuti poi decisi di interromperla.
« Salve, mi scusi ma per caso sa dirmi perché non c’è nessuno alla lezione di storia dell’arte? » chiesi con sguardo interrogativo.
« Come? Non lo sai? Il professore ha deciso di darvi l’ora libera per provare il saggio di inizio anno, visto che lui deve uscire prima per problemi familiari » disse la segretaria, io rimasi li a fissarla, perché nessuno mi aveva detto niente?  La ringraziai per l’aiuto e corsi nel salone dove facevamo le prove tutti insieme, di solito ci andavamo con tutte le classi dell’edificio. Entrai e vidi i miei compagni ballare e cantare, mi avvicinai al professore e lui mi guardò con uno sguardo da rimprovero.
« Mi scusi il ritardo, ma sono venuta  a sapere solo ora che dovevo venire qui » dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi, lui annuii e mi disse di andare dagli altri. Mi guardai attorno, in realtà non sapevo da chi andare, perché tutti i balletti e tutte le canzoni le facevo con altri ragazzi e con i miei amici. Alla fine decisi di appostarmi in un angolo, presi il mio Mp3 e mi misi le cuffiette poi appoggiai lo zaino a terra e iniziai a ballare. Sentivo solo la musica e tutto intorno a me sembrava essere sparito, arrivai alla seconda parte della coreografia e mi fermai, dovevo ricordarmi alla perfezione i passi di Jason perciò abbassai la musica e iniziai a provare con un andamento lento.
 Dopo un po’ di volte decisi di ballare con l’andamento standard, rialzai la musica e mi mossi con tutte le energie che avevo, chiusi gli occhi e mi immaginai Jason che ballava con me. Quando finì la canzone tornai alla realtà e scossi la testa. Ma che cavolo stavo facendo? Ero totalmente impazzita, un attimo prima non sapevo se volevo baciarlo e adesso me lo immaginavo ballare con me. Alzai lo sguardo e vidi che il professore era sparito, ma poi mi ricordai che la segretaria mi aveva detto che sarebbe uscito prima e quindi mi rilassai. Spensi l’ Mp3 e raccolsi lo zaino poi andai a sedermi sui divanetti affianco alla macchinetta, per tutto il resto della lezione rimasi a guardare gli altri provare. Quando sentii suonare la campanella mi alzai e mi diressi verso l’aula del corso avanzato di canto.
 
Jason
Mi sedetti al solito banco e aspettai Kim, ero impaziente di vederla, quando mi voltai però vidi Brian e sbuffai. Lui si mise a sedere dietro di me e iniziò a canticchiare qualcosa, poco dopo finalmente arrivò Kim che mi salutò con un enorme sorriso. Io ricambiai il gesto, feci per parlare, ma il professore entrò in classe e iniziò la lezione.
« Bene ragazzi,  oggi ripasseremo l’argomento della settimana scorsa, perché domani avete il test e vorrei che andaste tutti bene » disse puntando il dito contro di noi. Entrai nel panico, io la settimana scorsa ancora non frequentavo il corso e quindi sono meno avvantaggiato degli altri, poi non sapevo che c’era un test e quindi ancora dovevo prepararmi psicologicamente. Il professore iniziò la lezione e io mi concentrai tantissimo, volevo andare bene e non avere distrazioni. Poco prima che finisse la lezione il professore ci diede un foglio con scritto quale canzone dovevamo ascoltare per il giorno seguente. Finalmente la lezione finì e io chiesi a Kim se aveva voglia di prendere un caffè al bar vicino la scuola visto che ormai le lezioni erano terminate.
« Certo ma non voglio stare in giro troppo, ricordi? Domani abbiamo il test e voglio andare bene » disse le incrociando le braccia al petto, io le promisi che non saremmo stati via molto e così andammo insieme al bar. Dopo avere ordinato ci sedemmo in uno dei tavoli e dovevo ammettere che le sedie erano abbastanza comode, vidi Kim voltarsi verso di me in attesa che parlassi.
« Allora …. come pensi sarà il test di domani? » chiesi. Ma che cavolo sto blaterando?
« Penso che sarà abbastanza facile, la scuola è iniziata da poco e ancora non è giunto il periodo in cui ci tartassano » rispose lei sorridendo, io feci lo stesso e iniziai a guardarla, più lo facevo più mi rendevo conto di quanto fosse bella, ad un certo punto mi accorsi che la stavo fissando, così feci un finto colpo di tosse e mi passai la mano tra i capelli.
« In realtà Kim non so perché ti ho fatto questa domanda, volevo parlarti di tutt’altro » confessai, intanto arrivarono i due caffè e iniziammo a berlo a piccoli sorsi.
« Di cosa volevi parlarmi? » chiese lei incuriosita.
« Beh io volevo parlarti di quello che è successo prima o meglio di quello che stava per succedere » risposi, lei arrossì di colpo e si mise i capelli dietro l’orecchio.
« Immaginavo » disse lei sorridendo, fui sollevato nel vederla così rilassata, pensavo avrebbe iniziato ad urlarmi contro o che mi dicesse che non avrei dovuto cercare di baciarla.
« Ecco io ….. in realtà non so cosa dire perché mi sembra che i fatti parlino da se no? » chiesi, lei annuì ma poi vidi il suo sguardo intristirsi e capii che non avrei ricevuto una risposta carina.
« Jason io penso che dovremmo andarci piano, insomma non siamo mai usciti insieme e ci conosciamo da due giorni, la cosa mi sembra un po’ affrettata » disse quelle parole tutto di un fiato, ma non mi arrabbiai anzi decisi che la cosa migliore era accettarlo e cercare di conquistarla, anche se dovrò aspettare.
« Capisco e non ti giudico per questo, ma sappi che ti darò tutto il tempo che ti serve, posso aspettare » risposi sorridendo, Kim sembrò sollevata dalla mia risposta e così ritornò serena come prima. Parlammo per un altro po’ ma poi guardammo l’ora e decidemmo di tornare ognuno a casa sua per studiare.
 
Kim
La giornata sembrava fosse iniziata bene, ancora non avevo incontrato Jason, oggi non avevamo alcuna lezione insieme a parte il corso avanzato di canto, dopo aver fatto ginnastica per due ore consecutive, mi andai a cambiare e poi mi con passo veloce raggiunsi la mensa. Cercai Jason con lo sguardo, ma non lo vidi, aspettai dieci minuti e alla fine decisi di mangiare da sola. Presi un panino e mi misi a sedere, all’improvviso qualcuno si catapultò al mio tavolo e si sedette molto pesantemente, alzai lo sguardo e vidi Sam tutta sudata.
« Sam stai bene? » chiesi preoccupata.
« Io …… ho appena ……. ballato con Brian …… ma non avevo mai ….. faticato in questo modo » rispose lei riprendendo fiato ogni due parole che diceva.
« Madonna e hai fatto tutta sta fatica? » chiesi sconcertata.
« Beh in realtà …. ho dovuto correre per tutta la scuola ….. se no addio pranzo » rispose lei passandosi una mano sulla fronte per togliersi il sudore. Guardai l’orologio e mi resi conto che prima avevo aspettato Jason per più di dieci minuti e che tra poco sarei dovuta andare e lezione di chitarra. Iniziai a divorarmi il panino e intanto cercavo di parlare con Sam, a me non piaceva lasciare le persone di punto in bianco perciò le spiegai la situazione e le chiesi scusa se dovevo andare via subito. Presi i libri dall’armadietto e corsi verso l’aula, quando arrivai ancora mancava il professore e quindi non mi sarei beccata un rimprovero. Poco dopo arrivò e iniziò la lezione, per fortuna l’ora passò molto velocemente e in un attimo mi ritrovai al corso avanzato di canto. Mi sedetti al solito posto e come sempre Jason era lì vidi che mi sorrideva e io ricambiai il gesto.
« Perché oggi non sei venuto a pranzo?  Ti ho aspettato » dissi guardandolo dritto negli occhi.
« Scusa la professoressa di danza aveva bisogno di me e non sono riuscita ad avvisarti che non sarei venuto, mi dispiace » rispose passandosi una mano tra i capelli.
« Ah okay, tanto è venuta Sam a farmi compagnia quindi non sono rimasta da sola » dissi mettendomi i capelli dietro le orecchie. Jason non ebbe tempo di rispondermi perché il entrò in classe e subito si mise a fare l’appello.
« Bene ragazzi ora iniziamo il test, io suonerò delle note alla pianola e voi dovrete dirmi quali sono e sappiate che non vi lascerò molto tempo per pensare » disse guardandoci in modo severo, presi un respiro e aspettai il mio turno. Per ora a tutti era andata bene, anche a Jason, il professore fece fare il test ad altri tre ragazzi poi toccò a me.
« Bene sai dirmi che note sono queste? » disse suonando un breve pezzo di una canzone, immediatamente la riconobbi.
« Questi sono un: La minore, Do e Si » risposi con un sorriso a trenta due denti, il professore si congratulò con me per il mio ottimo lavoro e quando finì ci disse che ci avrebbe comunicato i risultati tra due giorni. Poco dopo iniziò un nuovo argomento, ad un certo punto prese una penna e la fece sbattere sopra un barattolo « Sapete dirmi che nota è questa?»
« Quel suono non può essere una nota » rispose Jason, io ci pensai un istante poi istintivamente risposi, il professore mi guardò e poi sgranò gli occhi come tutti i miei compagni del resto.
« Non ci credo! Kim te ne rendi conto che hai un dono fantastico? Hai l’orecchio assoluto » disse il professore entusiasta e io sorrisi imbarazzata. Dopo una lunga spiegazione su quanto era fantastico avere un orecchio assoluto, finalmente la lezione finì e io cercai di andarmene prima che tutti venissero da me a fare domande. Mi nascosi dietro ad una colonna, poi mi affacciai per vedere se era rimasto qualcuno e così uscii dal mio nascondiglio, ad un certo punto vidi Brian piombarmi davanti.
« Kim ho bisogno che mi aiuti, ho un problema che ti spiegherò dopo e ho assolutamente bisogno che mi insegne come usare l’orecchio assoluto e poi ho bisogno anche di altre cose sull’intonazione e sulle emozioni, sai sul palco rimango sempre immobile e sembro una statua » disse lui passandosi una mano tra i capelli imbarazzato, io accettai e gli dissi di seguirmi nella classe di danza.
 
Jason
Mi nascosi dietro ogni colonna mentre cercavo di seguire Kim e Brian, finalmente si fermarono nell’aula di danza e così mi avvicinai alla porta per sentire e guardare meglio.
« Bene prima di tutto lavoriamo sulle emozioni, questo è molto importante e va imparato prima delle altre cose » disse Kim mettendosi davanti a Brian. Ma che cavolo stanno facendo?
«Bene ora tu mi farai una domanda, io ti risponderò e cercherò di sembrare arrabbiata con te, così da trasmetterti paura, una delle tante emozioni che proviamo » disse lei avvicinandosi ancora di più a Brian, strinsi i pugni per la rabbia e cercai di restare calmo per non fare una scenata.
«Ora tu devi dire: Perché sei a casa mia perché perché  perché . Poi io dirò: Per portare i fiori i fiori ecco perché » disse Kim, Brian scoppiò a ridere.
« Davvero? Devo farlo? Come posso metterti paura con sta filastrocca? » rispose lui cercando si soffocare la risata.
« Si devi farlo e prendi la cosa seriamente okay? Se no me ne vado » disse Kim in tono serio, lui annuì e così iniziarono l’esercizio.
« Perché sei a casa mia perché perché  perché? » disse Brian cercando di rimanere serio.
« Per portare i fiori i fiori ecco perché » rispose Kim andandogli addosso e facendolo indietreggiare, aveva uno sguardo accusatorio.
« Kim mi fai paura se mi guardi così » disse Brian passandosi una mano tra i capelli.
« Bene ho ottenuto l’effetto che volevo, adesso devi riuscire a spaventare me forza » rispose Kim, rimasero a fare quell’esercizio per un ora e quando vidi che se ne stavano per andare mi affrettai ad uscire dalla scuola prima di loro.




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Capitolo 5
*** Un cuore spezzato ***


Jason
Me ne stavo davanti alla scuola, in attesa che Kim arrivasse, quella mattina volevo farle una sorpresa. Mentre ero appoggiato al muro vidi passarmi vicino una mia vecchia amica o meglio la mia ex ragazza, era da un anno che non ci parlavamo ed era strano trovarmela davanti.
« Ciao Jason » disse fermandosi di fronte a me.
« Ciao Hyun » risposi con un finto sorriso, io odiavo quella ragazza, letteralmente, mi aveva fatto soffrire tantissimo e non riuscivo neanche a guardarla negli occhi.
« Che bello rivederti, ti va di parlare un po’? Non lo facciamo da molto» disse lei avvicinandosi ancora di più.
« No e smettila, non voglio più avere niente a che fare con te » risposi rivolgendo il mio sguardo verso il cancello dell’entrata principale.
« Oh Jason lo vedremo » disse lei appoggiandomi una mano sul petto.
« Smettila di fare così io.. » non feci in tempo a finire la frase perché quella sfacciata mi aveva baciato, cercai di respingerla, ma lei premeva le sue labbra sulle mie con molta insistenza.
 
Kim
Attraversai la strada e quello che vidi mi fece quasi venire un malore, Jason stava baciando un’altra ragazza e io come una stupida me ne stavo lì immobile a guardarli, corsi via con le lacrime agli occhi. Non c’è problema posso aspettare. In quell’istante mi tornarono in mente le sue parole al bar, erano bugie, tutto era stato una bugia e io ci ero cascata in pieno. Entrai nella scuola e abbassai lo sguardo per non fare vedere a nessuno le mie lacrime, poi mi nascosi in bagno. Gettai lo zaino a terra e mi guardai allo specchio, avevo tutto il trucco colato e i capelli spettinati per la corsa. Così aprii il rubinetto del lavandino e mi lavai il viso cercando di rendermi il più presentabile possibile. Poi cercai nella sacca dove avevo il cambio di danza la spazzola, mi pettinai e mi feci una coda in alto. Mi diedi un’altra piccola occhiata, poi velocemente raccolsi lo zaino e uscii dal bagno come se niente fosse. Andai verso il mio armadietto e pregai con tutta me stessa che non apparisse Jason da un momento all’altro. Appena chiusi lo sportello dell’armadietto me lo ritrovai davanti, stava sorridendo, e mi guardava in modo affascinato.
« Ei piccola, come sei bella questa mattina » disse passandosi una mano tra i capelli.
« Non chiamarmi piccola sei solo uno sfacciato » risposi voltandomi e incamminandomi verso lo spogliatoio.
« Kim cosa succede? Perché mi tratti così? » chiese preoccupato.
« Sei solo uno stronzo! Prima fai sentire le persone speciali le dici delle parole mozza fiato e o poi ….  poi vai a baciare una qualsiasi davanti alla scuola! » risposi con le lacrime agli occhi, appena dissi quella frase Jason impallidì.
« Cosa? Kim no hai frainteso quello non significava niente è stata … »  disse, ma io lo interruppi.
« Basta! Non voglio più sentirti parlare, mi sono stufata delle tue bugie! Per te ero solo un gioco e ora ho capito di essere stata una stupida ad affezionarmi a te! Ma ora non voglio più parlarti ne vederti! Io ti odio Jason! » gridai con tutte le forze che avevo, poi corsi via nello spogliatoio femminile lasciandolo lì da solo.
 
Jason
Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Io ti odio Jason. Quella piccola frase mi rimbombava nella testa e non voleva andarsene, non poteva averlo detto sul serio. Ora come le spiego che è stata quella maledetta a baciarmi? Io l’avevo respinta ma lei insisteva e Kim deve essere arrivata proprio in quell’istante, quando io stavo per ribellarmi, ma ovviamente lei era corsa via prima di vedere la mia scenata. Mi appoggiai al muro in preda al panico, non sapevo cosa  fare o cosa dire per farmi perdonare e in più lei non voleva sentire ragioni. Quella mattina decisi di non andare a lezione di danza, ormai i ragazzi la sapevano la coreografia e potevano provarla senza di me. Ne ero sicuro, se fossi entrato in quell’aula non sarei riuscito a muovere un minimo passo perché sapevo che Kim era lì e che anche solo la mia presenza la disgustava. Mi misi a sedere su una poltroncina e rimasi lì a fissare il pavimento per un tempo che mi sembrò infinito.
« Jason? Ma che ci fai qui? Non dovresti essere a lezione? » chiese una voce familiare, alzai lo sguardo e vidi Dylan proprio di fronte a me.
« Ei ….» risposi, ma non riuscii a dire altro.
« Ho visto tutto fuori dalla scuola, non c’è bisogno che mi spieghi, mi dispiace che quella stupida ragazza ti abbia fatto del male ancora » disse lui sedendosi accanto a me e avvolgendomi in un  abbraccio.
« Non sto male per quello ….. ma per Kim » risposi appoggiandomi le mani davanti al viso.
« Ti prego non dirmi che lei ha visto tutto » disse lui sgranando gli occhi, io annuii e Dylan si passò una mano tra i capelli « Tranquillo risolveremo questa cosa, ma prima voglio sapere cosa ti ha detto » gli raccontai tutto e anche di quella frase che mi aveva sbriciolato il cuore, era doloroso rivivere l’accaduto ma dovevo dirlo a Dylan, dovevo sfogarmi . Finalmente finii di raccontargli tutto e lui dopo una piccola pausa di riflessione mi disse che avrebbe parlato con Kim per spiegarle come era andata in realtà.
 
Kim
Avevo passato le ultime ore a deprimermi non ascoltavo i professori e i passi della coreografia mi erano venuti uno schifo. Arrivò la penultima ora, quella prima di pranzo e quando entrai nell’ aula vidi Sam e Becky, loro si voltarono e mi fecero segno di sedermi tra loro due. Appena mi guardarono in faccia capirono che qualcosa era andato storto stamattina.
« Ei Kim ma che succede? » chiesero in coro e io senza esitare raccontai tutto, anche le parole che avevo detto a Jason  loro rimasero scioccate.
« Per questo ora lo odio e provo il desiderio di vendicarmi, mi ha usata e mi ha mentito fin dall’inizio, so che non è da me, ma io ci tenevo a lui anzi ci tengo ancora, ma devo dargli una lezione, deve soffrire anche lui » dissi mentre una lacrima mi rigava il viso, la mie amiche annuirono e insieme creammo un piano che includeva anche Brian, dopo esserci organizzate ne parlammo con lui e per fortuna accettò senza problemi.  Finalmente arrivò l’ora di pranzo e quando entrai in mensa vidi Jason seduto al solito posto e Brian vicino ai panini, io gli feci un gesto con la mano e in quell’istante iniziò il piano di vendetta. Brian si avvicinò a me e mi cinse i fianchi, poi ci spostammo un po’ per farci sentire da Jason.
« Kim sei fantastica, grazie per il tuo aiuto veramente. Lo sai che ti amo vero? » disse lui sporgendosi verso di me e poi mi baciò, aprii gli occhi e vidi Jason diventare rosso in viso per la rabbia e dentro di me sentii il sapore della vittoria. Mi staccai da lui e gli diedi il cinque in segno di congratulazioni, Jason si alzò di scatto e venne da me infuriato.
« Che cazzo significa questo?! » disse stringendo i pugni per la rabbia.
« Fa male vero Jason? Come ci si sente eh? » riposi appoggiando le mani sui fianchi.
« Tu … tu lo hai fatto apposta?! Perché Kim? Non mi hai dato la possibilità di spiegarmi! E pensi che quello che hai fatto sia giusto? » gridò lui avvicinandosi a me.
« Si perché tu hai baciato quella lì e non sai come ci si sente volevo solo che tu provassi un minimo del mio dolore! » urlai ancora più forte, vidi che tutti gli studenti ci guardavano, ma non m’importava o parlavo con lui ora o mai più.
« Kim è stata lei a baciare Jason, l’ho visto con i miei occhi e l’ha anche respinta » disse Dylan affiancandosi a Jason.
« C - cosa? » balbettai, sentivo il senso di colpa farsi strada dentro di me, ero stata una idiota, dovevo lasciarlo parlare. Guardai Jason e vidi il suo sguardo, era cupo e dai suoi occhi si capiva che lo avevo ferito « Jason io … mi dispiace tanto non sapevo che ... »
« Non importa Kim tanto ormai tu mi odi no? Qual è il problema? » sbotto lui abbassando lo sguardo.
« No io non ti odio, ti prego Jason perdonami mi dispiace se solo ti avessi lasciato parlare, ti prego perdonami » dissi, gli occhi iniziarono a bruciare e sentii le lacrime rigarmi il viso, una dopo l’altra e no volevano fermarsi.
« Io … non posso ho bisogno di tempo, quello che hai fatto è stato orribile e da te non me lo sarei mai aspettato » detto ciò si girò e se ne andò lasciandomi lì .
 
Jason
 Camminavo per i corridoi della scuola senza sapere dove andare, sentivo il mio cuore che piano piano si sgretolava, ma non dovevo cedere alla tentazione di piangere. La cosa che mi aveva fatto più male era il fatto che lei abbia baciato Brian di proposito e da Kim non me lo sarei mai aspettato, non da una persona come lei. Ma cosa ne posso sapere io? Aveva ragione, ci conoscevamo da poco e solo ora mi rendo conto dello sbaglio che ho fatto a mostrare i miei sentimenti subito. All’improvviso un rumore fortissimo mi fece tornare alla realtà, andai verso la finestra e guardai il cielo, stava arrivando un temporale. La campanella suonò, ma decisi di non andare a nessuna lezione pomeridiana, così mi diressi verso l’armadietto, presi le mie cose e correndo andai a casa.
 
Kim
 Era passato un mese e mezzo da quando avevo spezzato il cuore a Jason, ogni volta che ci incrociavamo nel corridoio io cercavo disperatamente di chiedergli scusa ma lui si voltava dall’altra parte e non mi ascoltava. Mi sentivo tremendamente in colpa per quello che avevo fatto, ormai questa storia la sapeva tutta la scuola e ogni volta che gli altri mi guardavano li sentivo sussurrare brutte parole su di me. Un giorno mentre mi annoiavo per i corridoi decisi di cercare Jason e di parlargli, non potevo più andare avanti così, finalmente lo trovai e senza dire niente mi piazzai di fronte a lui.
« Kim levati, non ho voglia di parlare » disse cercando di spostarsi ma io rimasi ferma immobile e lo guardai dritto negli occhi.
« Jason ti prego, questa situazione è degenerata, non ce la faccio più a starti lontano, ti prego parliamone, cerchiamo un compromesso o qualcosa ch … » risposi, ma lui non mi fece finire la frase.
« Stammi a sentire bene, quello che hai fatto è stato orribile e non puoi pretendere che io lo dimentichi da un momento all’altro, quindi lasciami passare » disse incrociando le braccia al petto, senza replicare mi spostai per farlo passare e lo vidi andare via davanti ai miei occhi consapevole che non mi avrebbe mai perdonata. I giorni continuavano a passare e stavo sempre più male, andavo male a scuola, le mie amiche dopo aver sentito l’altra versione della storia mi parlavano malapena e io mi sentivo più sola che mai.
Una mattina mi svegliai e una idea mi balenò nella mente, così mi vestii feci colazione e andai a scuola con passo veloce. Oltrepassai il cancello ed entrai, ma invece di andare in classe, mi diressi verso la segreteria, volevo porre fine ai pettegolezzi e alle false dicerie che si erano create sul mio conto. Arrivai dalla segretarie e le chiesi un modulo di annullamento, per ritirarmi dalla Kirin art school, mi rendevo conto che era un gesto estremo sia per la mia carriera sia per me stessa, ma gli insulti la tristezza e la malinconia avevano preso il sopravvento. La segretaria mi guardò con uno sguardo sconvolto e in silenzio mi diede il modulo, lo compilai molto velocemente e con le lacrime agli occhi lo riconsegnai. Feci un sospiro, poi molto lentamente mi allontanai, ad un certo punto sentii una voce chiamarmi e così mi voltai e vidi Jason correre verso di me.
« Kim cosa significa tutto questo? Perché te ne vai dalla scuola? Non puoi farlo » disse tutto di un fiato, lo guardai per un attimo dritto negli occhi ma poi abbassai lo sguardo.
« Jason … dovresti saperlo il perché … dopo tutto quello che è successo tutti quanti mi guardano male e sussurrano brutte parole su di me e sul mio conto. Poi qualche giorno fa ti ho implorato di perdonarmi e ti ho anche detto che non riesco a starti lontano ed è tutto vero perciò io non sopporto più questa situazione, mi dispiace ma non ce la faccio proprio » risposi con le lacrime che mi rigavano il viso, feci per voltarmi ma Jason mi prese il polso e mi tirò verso di lui.
« Kim … io non voglio che te ne vai, ho bisogno di te, anche dopo quel brutto gesto, mi sei mancata così tanto e neanche io sopporto più questa situazione » disse avvicinandosi ancora di più a me.
« Questo cosa significa? » balbettai con la voce tremante.
« Che ti perdono, piccola ti perdono » disse avvolgendomi in un abbraccio, mi aggrappai a lui e iniziai a singhiozzare più di prima, non ci potevo credere che l’incubo peggiore della mia vita era finito. Mi staccai da lui e insieme andammo in segreteria per strappare quel maledetto modulo, ora capivo, io dovevo rimanere e sapevo che da adesso avrei avuto Jason accanto a me.
Dopo quella brusca mattinata tutto sembrava andare per il meglio, stavo recuperando il rapporto con Jason, Sam e Becky poi le voci che si erano sparse per la scuola piano piano si stavano mettendo a tacere.
Una mattina me ne stavo molto tranquillamente su  davanti alla scuola, quando arrivò Jason e senza dire niente mi prese la mano, poi mi guardò negli occhi, il suo sguardo era intenso.
« Kim ti va di uscire con me oggi? » mi chiese di punto in bianco, io rimasi li a guardarlo stupita dal suo gesto.
« Certo ne sarei molto onorata » risposi facendo un sorriso, lui mi diede un bacio sulla guancia e poi entrò a scuola. Le lezioni passarono molto velocemente, ogni volta che incrociavo Jason nel corridoio lui mi sorrideva e io arrossivo come un pomodoro. Durante la lezione del corso avanzato di canto Jason continuava a fissarmi e io cercavo di non farmi distrarre dal suo sguardo, ma per me era impossibile resistergli. Quando finalmente la scuola finì io e Jason ci fermammo all’entrata della scuola per parlare dell’appuntamento.
« Allora, dove mi porti? » chiesi curiosa.
« Sarà una sorpresa mia cara » disse ridendo.
« Uffa! Okay va bene a che ora mi passi a prendere? » chiesi con il cuore che mi batteva a mille per l’emozione.
« Ti passo a prendere verso le 17:10, così hai tempo per preparati » disse dandomi un bacio sulla guancia « Ora devo andare ci vediamo dopo ciao » mi salutò con la mano e io ricambiai il gesto.
Con passo veloce andai a casa, avevo solo un’ora e mezza per prepararmi, corsi in camera mia e mi feci una doccia, poi mi avvolsi in un asciugamano e mi misi davanti all’armadio indecisa su cosa indossare. Alla fine optai per una gonna di jeans ne troppo corta ne troppo lunga con un paio di calze e una maglia rosa con delle note musicali sopra. Dopo essermi asciugata i capelli indossai i miei vestiti e poi andai davanti allo specchio per truccarmi, mi misi un po’ di mascara e un rossetto color pesca, poi guardai l’orologio e vidi che mancavano soltanto venti minuti all’appuntamento, così presi le mie care All Star e le infilai ai piedi poi mi sedetti sul letto ad aspettare. Me ne stavo lì seduta a fissare la sveglia, i minuti sembrarono non passare mai, poi ad un certo punto sentii il campanello suonare e corsi al piano inferiore con il cuore a mille. Aprii la porta e mi ritrovai di fronte un Jason molto diverso dal solito, indossava una camicia bianca e un paio di jeans blu, capelli erano ribelli, le ciocche rossicce erano sparse qua e là. Era davvero bellissimo.
« Wow Kim, sei bellissima » disse sorridendo.
« Anche tu Jason » risposi arrossendo, uscii di casa e mentre camminavamo per la strada lui mi prese la mano, e io ricambiai quel gesto, il contatto della sua pelle contro la mia mi trasmise i brividi lungo la schiena, proprio come la prima volta che ci siamo visti e ci siamo presentati. Ad un certo punto arrivammo davanti ad un parco, Jason mi disse di seguirlo e ci avvicinammo ad un albero. Quando guardai a terra, vidi una tovaglia, con un cesto e dei fiori tutti attorno, aveva preparato tutto questo per me e ne ero felicissima.
« Jason è bellissimo! » dissi con un sorriso a trenta due denti.
« Grazie Kim, siediti pure » rispose inginocchiandosi sulla tovaglia, per poi mettersi a sedere, io feci lo stesso e Jason tirò fuori dal cestino dei panini e delle bibite, mangiammo e bevemmo tutto, era stato magnifico. Avevamo parlato tanto e mi piaceva ascoltare la sua voce, a volte mi perdevo nei suoi occhi  e nella sua risata, era tremendamente perfetto. Vero le 18:30 ci alzammo e Jason raccolse tutta la sua roba e la mise nel cestino, poi lo prese con la mano destra, e con l’altra mano libera impugnò la mia mano. Jason mi accompagnò a casa  felice, si era divertito anche lui e questo mi rendeva molto gioiosa , quando arrivammo davanti al mio cancello lui appoggiò il cestino a terra e mi guardò dritto negli occhi.
« Sono stato benissimo oggi Kim » disse lui avvicinandosi a me.
« Anche io, tutto era perfetto e tu eri … fantastico » risposi arrossendo, Jason avanzò ancora, eravamo ad un millimetro di distanza, chiusi gli occhi e aspettai di sentire il calore delle sue labbra sulle mie.
«KIM! VIENI SUBITO IN CASA! » gridò mia madre e io mi allontanai da Jason facendo una smorfia, desideravo tanto quel bacio, e ora la mia casa mammina lo aveva interrotto.
« Continueremo la prossima volta » mi sussurrò Jason all’orecchio, io arrossii e gli diedi un bacio sulla guancia per ringraziarlo, poi ci salutammo e io entrai in casa con ancora le guance arrossate, il cuore a mille e un sorriso stampato in faccia.


ECCOCI CON UN ALTRO CAPITOLO, SCUSATE PER L'ATTESA, BUONA LETTURA E BACI!!

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Capitolo 6
*** C'è amore nell'aria ***


Jason
 Aprii gli occhi molto lentamente e mi alzai dal letto, poi mi vestii feci colazione e andai a scuola, quella mattina avevo un pensiero fisso, volevo invitare Kim ad un altro appuntamento. Attraversai la strada ed entrai a scuola, cercai con lo sguardo Dylan ma non lo vidi, così decisi di dirigermi direttamente da Kim. Arrivai davanti gli armadietti e finalmente i miei occhi incontrarono i suoi, aveva i capelli neri pece che le ricadevano sulle spalle e un bellissimo sorriso a trenta due denti. Mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia, volevo iniziare bene la giornata, perciò decisi di compiere quel gesto, lei arrossì e mi strinse in un abbraccio.
« Ciao Kim » dissi passandomi una mano tra i capelli.
« Ciao Jason, mi dispiace per l’altro ieri, sai come sono le mamme sempre iperprotettive » rispose lei ridendo.
« Non ti preoccupare tanto ora abbiamo un’altra opportunità » dissi con sguardo misterioso.
« Sentiamo sentiamo … cosa stai tramando? » chiese lei curiosa.
« Ovvio, un altro appuntamento con te domani al cinema » le sussurrai all’orecchio.
« Accetto, però ho una domanda » disse, io annuii e lei iniziò a parlare « L’altro ieri come facevi a sapere dove abitavo? Me lo sto chiedendo da due giorni sai »
« Facile, mi è bastato chiedere a Sam » dissi scrollando le spalle, Kim si mise a ridere e io mi unii a lei. Poco dopo suonò la campanella e insieme andammo a lezione di danza, mancavano solo due settimane al saggio e dovevamo provare più che potevamo. Dopo esserci cambiati andammo in classe e aspettammo la professoressa, ad un certo punto la sentimmo entrare e così iniziammo a provare.  La coreografia che avevo creato io era perfetta, poi dopo aver finito i ragazzi provarono altri balletti uniti con la loro canzone, cantavano e ballavano divinamente e io mi divertivo a guardarli. Quando tutti ebbero finito, compresa Kim, la professoressa mi chiese cosa avrei cantato al saggio.
« Canterò e ballerò una mia canzone: Sexy Lady »  risposi sorridendo, Kim mi guardò e sorrise a sua volta, era troppo carina.
« Bene, ragazzi la lezione è finita mi raccomando, le coreografie le sapete bene perciò ora concentratevi sul canto. Ah ovviamente non escludete la danza solo perché vi ho detto così » disse la professoressa, noi la salutammo e uscimmo dall’aula. Mi andai a cambiare e mi diressi alla lezione di Inglese, quella mattina la scuola sembrò passare molto velocemente. Così nel pomeriggio andai a casa a pensare qualche bella sorpresa da fare a Kim il giorno seguente.
 
Kim
Finalmente era arrivato il giorno tanto atteso, il mio secondo appuntamento si stava avvicinando e io ero agitatissima. Uscii da scuola un po’ delusa, quella mattina non avevo visto per niente Jason, sembrava come sparito, così presi il telefono e controllai la rubrica , poi mi ricordai che non avevo il suo numero, così feci una smorfia e misi il cellulare in tasca. Alzai lo sguardo e mi accorsi che ero ancora davanti la scuola, così aspettai un altro minuto poi me ne andai, oltrepassai il cancello e appena svoltai l’angolo andai a sbattere contro qualcuno.
« Ei! Stai più attento! » gridai appoggiandomi a un palo per non cadere.
« Scusami io … Kim ma sei tu! » rispose una voce dolce e familiare, alzai lo sguardo e vidi Jason davanti a me.
« Jason … ma che cavolo … perché stamattina non sei venuto a scuola? » chiesi appoggiando le mani sui fianchi.
« No io sono venuto però sono uscito prima perché dovevo fare una cosa » rispose passandosi una mano tra i capelli.
« Okay, comunque volevo solo chiederti a che ora mi passi a prendere oggi, non ti ho visto per niente e non sapevo cosa fare » dissi scrollando le spalle.
« Si scusami hai ragione, allora il film che ho deciso di vedere e che ti piacerà sicuramente, inizia alle 18:20, ora sono le 16:45 perciò visto che il cinema non è molto lontano da casa tua ti passo a prendere alle 18:00 » rispose sorridendo, io annuii, lo salutai e poi corsi verso casa mia. Aprii la porta e andai in camera, mi feci una doccia molto lentamente, visto che avevo  tempo, poi uscii dalla vasca e guardai la sveglia, erano già le 17:10. Così andai di fronte all’armadio e velocemente, presi un paio di Jeans blu, una maglia gialla con varie scritte sopra e una cappotto di jeans. Poi mi asciugai i capelli, mi vestii e andai vicino allo specchio per truccarmi, infine indossai come sempre le All Star e lasciai i capelli sciolti. Mi misi a sedere sopra il letto e controllai di nuovo l’orario, erano le 17:40, così presi la mia borsetta e ci infilai dentro il portafoglio con qualche risparmio in caso servisse qualche soldo. Mi diedi un’altra piccola occhiata allo specchio e scesi al piano terra, salutai mamma e poi subito dopo sentii il campanello suonare a andai ad aprire. Rimasi a bocca aperta quando vidi Jason sommerso da un mazzo di rose enorme, arrossii e lo presi in mano, poi gli diedi un bacio sulla guancia e lo ringraziai.
« Scusami Jason vado a metterle in un vaso, torno subito » dissi e lui annuii, poi tornai in casa e diedi le rose a mia mamma e le ordinai di trattarle bene perché erano molto delicate.
Uscii di casa e appena oltrepassammo il cancello Jason afferrò la mia mano, io arrossii e ricambiai la stretta.
Per tutto il tragitto sentii quell’elettricità che mi trasmetteva sempre quando mi stringeva la mano e quella sensazione mi piaceva molto. Arrivammo davanti al cinema e andammo alla biglietteria per comprare i biglietti del film, aprii la borsa e tirai fuori il portafoglio per pagare, ma Jason mise una mano sopra i miei soldi e mi disse di rimetterli via, perché voleva fare tutto lui. Provai ad insistere ma quando incrociai i suoi occhi rimasi ipnotizzata e quando scossi la testa per riprendermi Jason aveva pagato già tutto. Entrammo nella sala e controllammo i biglietti, fila H posto 15-16, salimmo le scale e ci sedemmo nelle nostre poltrone.
« Allora che film guardiamo? » chiesi in tono curioso.
« Lo scoprirai, ma sono sicuro al 100 % che ti piacerà » rispose sorridendo, io feci una smorfia e lo guardai con gli occhi da cerbiatto, Jason scoppiò a ridere e si avvicinò al mio orecchio.
« Sei bellissima quando fai così » disse sfiorandomi con il pollice il mio zigomo, ad un certo punto le luci della sala si spensero e lo schermo diventò tutto bianco, poi apparsero varie pubblicità. Poco dopo iniziai a sentire una lieve melodia, fissai lo schermo e mi ritrovai davanti agli occhi il titolo del film, guardai Jason poi di nuovo lo schermo. Aveva scelto una commedia romantica, ma non troppo, la storia già  la conoscevo, parlava di due ragazzi che si innamorano ma che all’inizio però si odiano. Durante il film a volte guardavo Jason e lui  faceva lo stesso, perciò ogni volta abbassai lo sguardo e mi concentrai sullo schermo, ma era impossibile, quel ragazzo mi attirava, era come una calamita. Finalmente il film stava per finire, eravamo arrivati alla parte del bacio e in quell’attimo sentii qualcosa allo stomaco e  sentii anche le mie guance scaldarsi, fissai lo schermo mentre mi sentivo scrutata da Jason. Poco dopo il felice e contenti il film finì e molto velocemente uscimmo dal cinema, camminiamo sul marciapiede diretti al parco.
« Allora, ti è piaciuto il film? » chiese Jason .
« Si molto. Ma perché stiamo andando al parco? Ho detto a mia mamma che sarei tornata alle … » Non potei finire la frase che Jason scoppiò a ridere « Ma perché ridi? »
« Tranquilla, tua madre sa tutto e per la cronaca ho chiesto il permesso a lei prima di chiederti di uscire, per questo sono uscito prima da scuola » disse imbarazzato,  lo guardai e gli sorrisi.
« Sei stato molto gentile, lei apprezza queste cose quindi sicuramente ora le stai simpatico » risposi, lui annuii e  sorrise, era veramente fantastico, mi prese la mano e ci andammo a sedere su una panchina, vicino ad un laghetto.
Quando mi appoggiai allo schienale, sentii Jason appoggiare il suo braccio sulle mie spalle, il mio cuore iniziò a battere molto velocemente e arrossii.
« Guarda la Luna, non è bellissima? » chiesi per interrompere quell’imbarazzante silezio che si era creato poco prima.
« Si proprio come te, anzi tu sei molto più bella della Luna » disse Jason e lentamente si avvicinò al mio viso, il mio cuore saltò un battito e io chiusi gli occhi.
Subito dopo le sue labbra furono sulle mie, una strana sensazione si formò dentro di me, era come se il mio stomaco fosse impazzito. Sentii il calore delle sue labbra e ci baciammo con più foga, volevo tenerlo stretto a me, volevo sentire il suo sapore il suo profumo e il suo respiro. Ci staccammo e aprii gli occhi, Jason appoggiò la sua fronte sulla mia e lo guardai, aveva le labbra arrossate. Rimasi a fissarlo per un tempo che mi parve infinito poi appoggiai la mia testa sulla sua spalla e strinsi la mia mano nella sua.
« Sei così bella Kim e io sono fortunato ad averti » disse lui disegnando dei cerchi con il pollice sulla mia mano.
« No sono io quella fortunata, tu sei un ragazzo fantastico » risposi alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi.
« Kim … vuoi essere la mia ragazza? » chiese Jason un po’ imbarazzato.
« Certo che si » sussurrai e per confermare la mia risposta premetti di nuovo le mie labbra sulle sue e lui sorrise. Jason si scostò per un attimo da me, ma subito dopo mi avvolse in un abbraccio, finalmente stavo bene, finalmente lui era mio. Mi strinsi tra le sue braccia e  , appoggiai la testa sul suo petto e in quell’attimo mi sentii protetta, confortata, come a casa. Ora Jason faceva parte di me, ora il mio cuore era tra le sue mani e giurai a me stessa che non avrei permesso a nessuno di rubarci la nostra felicità.


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Capitolo 7
*** Finalmente insieme ***


Jason
Mi fermai di fronte alla scuola, volevo aspettare Kim  e dimostrare a tutti quanto tenevamo l’uno all’altra. Finalmente la vidi attraversare la strada, le andai incontro le presi la mano e le diedi un bacio sulla guancia, lei arrossì e sorrise.
« Buongiorno anche a te » disse mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
« Sei pronta ad entrare? » chiesi, Kim annuì e insieme entrammo a scuola, appena oltrepassammo la soglia tutti ci puntarono gli occhi addosso, io alzai la sguardo e camminai fiero di me e della mia ragazza. Lei  invece iniziò a sentirsi un po’ a disagio, non era abituata a essere fissata da tutti perciò mi voltai e le diedi un lieve bacio sulle labbra, subito lei si rilassò e  mi guardò dritto negli occhi.
« Grazie » mi sussurrò all’orecchio, io ricambiai accarezzandole la guancia con il palmo della  mano e poi continuammo a camminare ignorando gli sguardi altrui.
Arrivammo davanti agli armadietti e vidi Brian parlare con Dylan, all’improvviso la rabbia si fece strada dentro di me, ma poi cercai di calmarmi.
« Bene bene bene, per caso Jason devi dirmi qualcosa? » chiese Dylan mentre guardava la mia mano unita in quella di Kim.
« Si, stiamo insieme » risposi, Brian spalancò gli occhi poi scosse la testa e si avvicinò a me.
« Sono contento per te amico » disse con un finto sorriso.
« Non me ne frega se sei contento o no, pensi che si sia tutto risolto? » chiesi con un tono pieno di rabbia, non volevo fare scenate di fronte alla mia ragazza ma Brian ancora mi dava su i nervi.
« Ma cosa … e no, questo non lo permetto! Perché a lei l’hai perdonata e a me no?! Non è giusto!» gridò alzando le braccia al cielo, io mi staccai da Kim e gli diedi uno spintone.
« Tu eri mio amico! Anche se sembri strano o chissà che cosa io un po’ ci tenevo a te! Tu … tu mi hai deluso, hai accettato la proposta senza pensare alle conseguenze! » urlai a mia volta, vidi Dylan avvicinarsi ma gli feci segno di starmi alla larga.
« Ma anche Kim era mia amica! Se non lo avessi fatto in questo istante sarebbe lei a farmi lo stesso discorso che  stai facendo tu! » disse cercando di mantenere il controllo, presi un respiro profondo e feci per ribadire ma  Kim mi precedette.
« Ma cosa dici Brian! Non ti avrei mai e poi mai rinfacciato questo! Io sapevo e so che Jason è tuo amico e avevo valutato che forse non avresti accettato! Non venirmi a fare questi discorsi a me perché non attaccano! » gridò lei avvicinandosi a lui, quanto era bella, anche quando si arrabbiava e cercava di difendermi.
« Basta! » disse Dylan incamminandosi verso Brian e me « Ragazzi vi  prego, fate pace, è ovvio non avrete più il rapporto di prima ma almeno non vi ammazzerete tutte le volte che vi vedete » guardai Brian e lui mi tese la mano, non volevo tornare suo amico, ma non volevo neanche deludere Dylan, perciò sospirare e ricambiai la stretta. Lui sorrise e io feci una smorfia. Subito dopo suonò la campanella e io mollai la sua mano. Salutai Dylan con un segno del capo e feci lo stesso con Brian poi mi avvicinai a Kim le misi un braccio sopra le spalle e insieme andammo a lezione di danza.
Le prove  sembravano essere volate, mi ero divertito molto a ballare e cantare insieme agli altri e soprattutto mi era piaciuto guardare la mia ragazza.  Uscii dalla classe e mi andai a cambiare poi insieme a Kim andammo mano nella mano  a pranzare, quella mattina Sam e Becky stranamente non erano venute a lezione e lei era preoccupata. Arrivammo in mensa e quando le vidimo sedute al solito tavolo Kim corse da loro .
« Ragazze! Mi ero presa un colpo! Perché stamattina non siete venute alle prove di danza? » chiese lei incrociando le braccia al petto.
« Ti ricordi  dell’audizione che avevamo fatto io e Sam? Beh sembra che siamo passate e stamattina abbiamo dovuto fare un’altra prova e forse riusciremo a essere tra le finaliste » rispose Bechy facendo un enorme sorriso, Kim si avvicinò a loro e le abbracciò era felice che potessero avere questa opportunità. Mi avvicinai al tavolo e abbracciai Kim, Becky e Sam ci guardarono sbalordite, poi ci baciammo davanti a tutti e Sam applaudì.
« Era ora ragazzi non sapete da quanto aspettavamo di vedervi insieme, vero? » disse lei dando una gomitata a Bechy, lei fece segno di si con la testa, ma notai che il suo sguardo non era gioioso come prima, anzi sembrava triste. Mi scrollai quel pensiero dalla mente e insieme a Kim ci sedemmo al tavolo, chiacchierammo tutto il tempo, ridevamo scherzavamo tranne Becky, no lei si limitava ad annuire. All’improvviso suonò la campanella, così ci dovemmo dividere, diedi un bacio a Kim visto che la lezione di adesso non l’avevamo insieme e salutai con la mano le altre.
Uscii dalla mensa e andai a lezione d’inglese, entrai nell’aula e mi sedetti al solito posto, quando mi voltai per controllare se il professore fosse già arrivato, vidi Becky. Lei mi guardò per un secondo ma poi distolse subito lo sguardo. Quella ragazza è proprio strana. Feci spallucce e presi i libri da dentro lo zaino alzai di nuovo la testa e lei era ancora lì a guardarmi con una strana espressione come se le facessi schifo o come se fosse delusa. A quel punto non ce la feci, mi alzai di scatto e andai da lei.
« Si può sapere cosa ti ho fatto? » le chiesi alzando le braccia al cielo.
« Niente … » rispose lei fissando il banco.
« Poi cosa fai mi stolkeri? Da quando in qua tu sei in questa classe? » chiesi scrutandola.
« Jason … sono qui da sempre ma evidente non mi hai mai vista » disse lei facendo un sospiro.
« Ah … beh comunque non mi hai risposto sinceramente prima » risposi sedendomi nel banco vuoto di fronte al suo.
« Si invece lasciami in pace! » gridò Bechy,  la guardai per un attimo poi decisi di alzarmi e di tornare al mio posto. Finalmente arrivò il professore e iniziò la lezione, ma io non riuscii ad ascoltare, i miei pensieri erano tutti rivolti a Bechy, era evidente che le avevo fatto qualcosa, ma non sapevo cosa.
 La campanella suonò e io tornai alla realtà, mi alzai molto velocemente, misi via i miei libri e me andai senza guardare Becky. Arrivai in corridoio e vidi Kim parlare con Sam, così mi avvicinai per chiedere a loro se sapevo qualcosa.
« Ciao ragazze » dissi dando un bacio sulla guancia a Kim.
« Ciao » risposero in coro.
« Volevo chiedervi una cosa … per caso ho detto o fatto qualcosa che ha offeso Becky? Mi sembra evidente che è arrabbiata con me ma non so il perché » dissi passandomi una mano tra i capelli.
Kim scosse la testa invece Sam spalancò gli occhi e fece una faccia strana.
« I-io non so n-iente, scusate devo andare, ciao » rispose lei passandomi affianco per poi dirigersi verso l’uscita della scuola.
Guardai Kim e lei guardò me.
« Strano » disse  scuotendo la testa « comunque dai andiamo se no facciamo tardi al corso avanzato di canto » mi prese la mano e insieme andammo in classe.
Entrammo nell’aula e appena oltrepassammo la soglia PJ e Brian iniziarono a fissarci con lo stesso sguardo che aveva Bechy prima. Ma che cavolo hanno tutti oggi? Lasciai la mano di Kim, mi misi a sedere e lei fece lo stesso, subito dopo arrivò il professore e iniziò la lezione.
« Bene ragazzi dopo l’appello farò venire qualcuno alla cattedra per cantare un pezzo della canzone del saggio » disse tirando fuori il registro dal cassetto, dopo aver controllato che fossimo tutti presenti  si mise a sedere su una sedia di fianco alla cattedra « Brian vieni tu, non ho sentito per niente la tua canzone » lui annuii e si andò a posizionare vicino al microfono, poi iniziò a cantare. Tutto sommato non era così male, il testo poteva andare e la base anche, era una canzone d’amore, un duetto per la precisione, evidentemente doveva ancora trovare una compagna. Per fortuna la mia Kim era già occupata, perché volevo chiederle di cantare con me.
Appena ebbe finito i miei compagni applaudirono e chissà per quale strano motivo lo feci anche io, forse in fondo ci tenevo a Brian.
« Molto bene, ti posso dire con tutta sincerità che se canti questo pezzo al saggio andrà benissimo» disse il professore sorridendo « Uh guardate che ora si è fatta, a forza di cantare e parlare. Visto che non abbiamo abbastanza tempo per valutare altre canzoni faremo lezione normale » prese un gessetto e scrisse qualcosa alla lavagna quando un rumore acuto iniziò a rimbombare in tutta la scuola. Mi coprii le orecchie con le mani e socchiusi gli occhi. Alzai lo sguardo e vidi una sirena girare, era un allarme anti incendio. Presi dal panico i miei compagni corsero via e anche io. Cercai con lo sguardo Kim, quando poi vidi i suoi capelli neri pece più avanti di me  la seguì fuori dalla scuola. Finalmente arrivammo nel cortile, le fiamme iniziarono ad avvampare sempre di più e dalle finestre delle classi usciva del fumo nero. Mi voltai e  cercai di ritrovare Kim finalmente rividi di nuovo i suoi capelli, le andai in contro ma quando la guardai in faccia vidi che non era lei. Preso dal panico la cercai in mezzo a tutti i ragazzi ma niente era come sparita, il professore fece l’appello per vedere se c’eravamo tutti, quando chiamò Kim lei non rispose e così mi voltai verso la scuola e mi  portai le mani alla testa.
« NOOO! » gridai e in quell’attimo capii che Kim era rimasta intrappolata dentro la scuola ancora in fiamme.


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Capitolo 8
*** Rimani con me ***


Jason
Rimasi a fissare la scuola che ancora stava bruciando davanti ai miei occhi, ad un tratto le mie gambe iniziarono a muoversi da sole. Correvo verso l’entrata, Kim era lì dentro e io dovevo salvarla o almeno provarci, così spintonai via tutti i ragazzi e allungai una mano per aprire la porta principale, ma qualcuno mi fermò. Mi voltai e vidi il professore del corso avanzato di canto che mi fissava in malo modo, ma lui non poteva capire, lei stava morendo nelle fiamme e io dovevo fare qualcosa.
« Jason, dove credi di andare? Stanno arrivando i Pompieri e l’Ambulanza » disse prendendomi per i polsi spingendomi via.
« No! Io devo entrare! Kim è la dentro, io devo salvarla! » gridai dimenandomi, ma lui strinse ancora di più la presa e mi trascinò dagli altri, camminavo avanti e indietro impaziente, ero agitatissimo anzi furioso, dovevo vederla. All’improvviso sentii delle sirene venire nella nostra direzione, alzai lo sguardo e vidi i Pompieri seguiti da un’Ambulanza. Subito scesero dal loro camion ed entrarono a scuola, mentre altri cercavano di spegnere il fuoco. Per fortuna non era passato molto tempo e le fiamme non avevano bruciato l’intero edificio. Dopo dieci minuti vidi due Pompieri con in braccio una ragazza minuta, capelli color cenere e un viso d’angelo, Kim. Le corsi in contro e seguii gli uomini fino a quando non la portarono nell’ambulanza, una infermiera la mise su un lettino, accese un macchinario e appoggiò sul viso una mascherina per l’ossigeno. Salii anche io e un altro infermiere mi scrutò.
« Sei un suo parente? » mi chiese mentre prendeva degli oggetti a me sconosciuti da una valigetta.
« No, sono il suo ragazzo » risposi, lui annuii e mi permise di rimanere accanto a lei mentre la portavano all’Ospedale. La guardai per tutto il viaggio, il suo petto si alzava e si abbassava debolmente, i capelli erano spettinati e su tutto il viso era sporca di cenere, mi avvicinai a lei e  strinsi la mia mano nella sua.
« Non ti preoccupare piccola andrà tutto bene » le sussurrai avvicinandomi al suo orecchio. L’ambulanza si fermò e gli infermieri aprirono le porte, poi mi spinsero via e spostarono Kim  con la barella in un altro lettino, scesi anche io e corsi dietro ai dottori mentre camminavano veloci per i corridoi dell’Ospedale. Vidi degli infermieri aprire due enormi porte blu, feci per passare ma questi mi fermarono dicendomi che avrei dovuto aspettare in sala d’attesa.
Mi misi a sedere e iniziai a stritolarmi tra le dita la cravatta della divisa, sentii gli occhi bruciarmi e una lacrima rigarmi il viso, non volevo piangere dovevo essere forte per lei ma tutto questo era troppo, forse la scuola era distrutta, tutti i nostri sogni spariti e Kim era lì dentro.
Alzai lo sguardo e fissai l’orologio, i minuti passavano lentamente ed io ero sempre più agitato triste e arrabbiato con me stesso. Se solo fossi tornato in dietro invece di seguire quei capelli che tanto assomigliavano ai suoi, ero stato uno stupido. Mi diedi uno schiaffo in pieno viso. Stupido!Stupido! All’improvviso una mano strinse la mia, aprii gli occhi e vidi Dylan di fronte a me, istintivamente lo abbracciai poi mi staccai e lui mi diede una pacca sulla spalla.
« Vedrai che andrà tutto bene Jason, Kim è forte lo sappiamo tutti » disse passandosi una mano tra i capelli, io annuii e il mio sguardo si perse nel vuoto.
« Ragazzi! Come sta? Hanno detto qualcosa? Si sa niente? » A fare queste domande furono Sam Becky e Brian, scossi la testa e con la coda dell’occhio notai le amiche di Kim in lacrime. Restai a fissare il muro, perso nei miei pensieri, trasportato nella mia mente confusa e annebbiata dal dolore.  
« Dov’è mia figlia! Voglio vederla subito! » gridò una voce, mi voltai e vidi una signora sulla quarantina, assomigliava tanto alla mia piccola poi la riconobbi era sua madre. Mi alzai e le andai in contro.
« Lei è la madre di Kim vero? » chiesi in un sussurro.
« Si … tu chi sei? » rispose a sua volta.
« Il suo ragazzo, non si preoccupi sua figlia è entrata nel reparto da poco la staranno curando, ci hanno detto di aspettare qui » dissi indicando la sala d’attesa, lei annuii e vidi il suo sguardo diventare cupo.
« Comunque io sono Jason piacere di conoscerla » continuai facendo un inchino come di tradizione e lei lo fece a sua volta.
« Ah si mi ricordo che mi avevi chiesto il permesso per l’appuntamento » rispose cercando di sorridere. Dopo poco ci mettemmo a sedere aspettando qualche notizia.
Passarono circa quaranta minuti un tempo che per me sembrò infinito e poi le porte blu si aprirono e uscii un dottore sulla cinquantina.
« Voi siete i parenti della signorina Kim Pil-sook? » chiese avvicinandosi a me e agli altri, la madre si fece avanti e si avvicinò al dottore.
« Io sono la mamma » disse preoccupata.
« Bene, sua figlia non è in pericolo di vita, per fortuna il fuoco non ha riportato ustioni sul corpo, però c’è della cenere nei suoi polmoni. La signorina Pil-sook è rimasta un po’ troppo tempo nella stanza in fiamme e ha respirato il fumo perciò dovrà rimanere qui per tre o quattro giorni così potrà disintossicarsi e tornare come prima » ci spiegò con le mani in tasca.
« Potrà cantare di nuovo? » chiesi alzandomi in piedi temendo la risposta.
« Certamente che potrà però dovrà restare a riposo perché la gola è infiammata e dopo aver preso per un tot di giorni i farmaci adeguati sarà come se non fosse successo niente » rispose sorridendo, in quell’stante feci un grosso sospiro e mi rilassai « Uno alla volta potete entrare a farle visita alla camera 18 » detto ciò le porte si riaprirono e il dottore se ne andò, appena si richiusero io e i miei compagni iniziammo a saltare e abbracciarci per la buona notizia. Ero felice che non le fosse accaduto niente e che lei poteva cantare ancora.
« Prego signora vada per prima Kim è sua figlia » dissi incoraggiando la madre, si vedeva che era indecisa se entrare oppure farmi passare, alla fine bussò alle porte ed entrò.
Io e i ragazzi ci sedemmo e aspettammo il nostro turno.
 
Kim
Aprii molto lentamente gli occhi e mi ritrovai di fronte mia madre che mi teneva la mano.
« M-amm-a » sussurrai, lei alzò la testa e mi guardò dritto negli occhi poi mi strinse in un abbraccio, piagnucolai per il dolore e subito si staccò da me.
« Tesoro come ti senti? Il dottore ha detto che stai abbastanza bene e che potrai cantare ancora, però devi rimanere qui per quattro o cinque giorni » disse accarezzandomi con il palmo della mano la guancia. Io non dissi niente e mi limitai ad annuire, in quell’istante sentii il desiderio di vedere Jason, volevo sentirlo vicino a me.
«Dicia-mo che potrei st-are megl-io » risposi molto lentamente, mia madre mi sorrise e per un altro po’ rimase lì vicino a me « Mamm-a Jason è qu-i? » chiesi impaziente.
« Si zuccherino, ci ho parlato prima in sala d’attesa sembra un bravo ragazzo, era così preoccupato per te » rispose alzandosi « Lo faccio entrare ciao  tesoro » disse infine dandomi un bacio sulla guancia, dopodiché uscì e io rimasi lì  sul lettino ad aspettare il mio ragazzo.
Poco dopo sentii la porta aprirsi e vidi Jason con ancora la divisa della Kirin addosso, i capelli spettinati e la cravatta tutta stropicciata, con passo veloce si avvicinò a me e mi diede un delicato bacio sulle labbra. Quel tocco mi trasmise una sensazione di pace e tranquillità.
« Piccola mia, ero così preoccupato … per fortuna stai bene » disse sedendosi su una sedia al fianco del mio lettino.
« Sei stato molto carino a venire, ma cosa è successo? » chiesi, ricordavo solo che c’erano delle fiamme e che faceva tanto caldo, poi il buio più totale.
« La scuola è andata a fuoco e tu sei rimasta intrappolata dentro, io ho cercati di venire a salvarti ma no me l’hanno permesso, mi dispiace » rispose abbassando lo sguardo, io alzai lentamente il braccio e appoggiai la mia mano sulla sua guancia.

« Sei stato al mio fianco è questo che conta » dissi, lui sorrise e strinse la mia mano nella sua, poi cercando di non farmi male mi scostai un po’ dal lettino. Jason si sdraiò di fianco a me e poi mi avvolse in un abbraccio. Sarei rimasta così per ore, sentire le sue forti braccia mi faceva provare una sensazione di sicurezza, rimasi abbracciata a lui per molto tempo poi piano piano mi addormentai.


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Capitolo 9
*** Assurde verità ***


Jason
Mi staccai da Kim e le lasciai spazio per dormire, quando mi alzai iniziai a guardarla, era tremendamente bella, anche con quei fili e quei tubi attaccati lei era fantastica. Ad un certo punto mi voltai e uscii dalla stanza, poi chiesi agli infermieri di aprire le porte blu e così mi ritrovai in sala d’attesa.
« Madonna mia Jason pensavamo fossi morto cavolo, sei lì dentro da tre ore! » disse Becky alzando le braccia al cielo, io la guardai stupito, poi Sam le diede una gomitata e lei si mise a sedere.
« Scusate ci siamo addormentati » risposi con ancora un po’addormentato.
« Hai dormito su una sedia? » chiese Becky fissandomi dalla testa ai piedi.
« Non sono affari che ti riguardano » risposi secco. Ma perché faceva così? Tutte quelle domande mi davano sui nervi, quello che facevo con Kim era affare mio non suo.
« Ei stai calmo era solo per chiedere » disse lei appoggiando la testa sulla spalla di Sam.
« Quindi … non possiamo andare dentro giusto? Sta dormendo no? » chiese Dylan passandosi una mano tra i capelli, io annuii e poi lui si alzò « Allora vengo domani così lei è anche più riposata, Brian ,Sam, Becky voi venite con me? »
« Io si. Anche io » dissero Sam e Brian.
« Io no voglio rimanere qui ancora un po’ in caso si svegli » rispose Becky guardando gli altri, loro annuirono e poi se ne andarono lasciandoci lì da soli.
All’improvviso ci fu un silenzio tombale, nessuno dei due parlava, ogni tanto mi accorgevo con la coda dell’occhio che lei mi guardava ma io non ricambiai neanche una volta. Però la curiosità era troppo forte, volevo sapere perché era così strana in questi giorni, soprattutto nei miei confronti.
Farò bene a chiedere? E se mi da dell’impiccione? Se poi si fa idee sbagliate? Non vorrei che …
I miei pensieri furono interrotti da Bechy che con molta velocità si era seduta di fianco a me io mi alzai di scatto e iniziai a fissare il muro.
Lei si alzò a sua volta e poi si posizionò di fronte a me, mi guardò per un secondo poi prese un lungo respiro e incrociò le braccia al petto.
« Dobbiamo parlare » disse .
« Lo so sei così strana e non capisco se ti ho fatto qualcosa oppure ho detto qualcosa per offenderti insomma non ci capisco niente » risposi infilandomi le mani in tasca.
« No tu non hai fatto niente … sono io che … oh non so come dirtelo » rispose dandomi le spalle, non capivo cosa stesse accadendo, era ancora più strana di prima e mi stavo preoccupando.
 E se qualcuno le avesse fatto del male? Jason calmati non sarà una notizia così brutta.
« Dimmelo e basta » dissi impaziente.
« Jason, lo  so che non dovrei ma … tu mi piaci moltissimo dalla prima volta che ti ho visto » rispose avvicinandosi a me, rimasi spiazzato, sinceramente avevo tante idee in testa ma non mi aspettavo questo. Io piaccio a Becky?! Oddio che situazione io … oh no quando lo saprà Kim scoppierà l’inferno.
Scossi la testa e me la ritrovai ad un centimetro dalle mie labbra.
« Non puoi baciarmi! Io amo Kim e nessun’altro, poi voglio stare con lei » risposi voltandomi, in quell’istante Becky appoggiò una mano sulla mia spalla.
« Lo so, ma avevo bisogno di dirtelo » detto ciò spostò la sua mano e se ne andò con il capo chino. Rimasi lì a fissare il vuoto, quello che era successo non poteva essere vero,  ad un certo punto mi misi a sedere su una sedia e mi passai le mani tra i capelli con i pensieri ancora confusi.
Perché deve essere tutto così difficile? Perché quando ami una persona qualcuno si deve sempre intromettere anche in situazioni come queste? Come poteva avermi detto una cosa così con Kim che stava male? Era stata egoista ma capivo anche che forse non riusciva più a tenere tutto dentro, appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi.
Devo dirlo a Kim? Oppure lo farà Becky? Come mi devo comportare ora?  
Era tutto stupidamente sciocco, tra tutte le ragazze di questo mondo proprio la migliore amica della mia ragazza doveva provare qualcosa per me? Ormai la mia mente era pieni di pensieri e solo parlandone con qualcuno avrei potuto tranquillizzarmi un po’.  Presi il telefono dalla tasca e digitai il numero di Dylan. Quando mi rispose sembrava preoccupato ma quando gli spiegai che il problema non era Kim  sospirò.
« Arrivo subito cinque minuti e sono lì » dopo aver detto quella frase chiuse la chiamata e io misi via il cellulare, la mia  testa era completamente in confusione e non sapevo cosa fare, poi mi alzai e iniziai a camminare avanti e indietro per un tempo che mi sembrò infinito.
Più camminavo più stritolavo la mia cravatta, ad un certo punto dovetti lasciarla andare perché se no sicuramente l’avrei scucita a forza di tirarla.
Poco dopo sentii una voce in lontananza chiamarmi, mi voltai e finalmente vidi Dylan, era tutto sudato, sicuramente aveva corso per raggiungermi in così poco tempo, gli feci segno di sedersi e lo lascia prendere fiato. Poco dopo prese un lunghissimo respiro poi mi disse di spiegargli cosa fosse successo.
« Riguarda Bechy … beh lei mi ha detto che prova qualcosa per me e in oltre ha anche cercato di baciarmi » risposi tutto di un fiato, i suoi occhi si spalancarono e vidi il suo guardo diventare sempre più esterrefatto.
« Che cosa?! Ma questo è impossibile insomma … questo è un bel problema lo sai vero? » mi chiese lui mettendosi le mani davanti al viso.
« Credi che non lo sappia? Adesso non so neanche come comportarmi con Kim. Ti immagini che casino verrebbe fuori? In più non so se devo dirglielo io o Becky. Cavolo non riuscirò a comportarmi come prima con la mia piccolina, perché lei non sa niente » dissi alzandomi in piedi, l’agitazione si stava facendo strada dentro di me e non riuscivo a placarla.
« Amico calmati, ci parlerò io con Becky, le chiederò se vuole dirglielo lei oppure se puoi farlo tu, ma ora cerca di stare tranquillo se no Kim lo noterà subito » rispose dandomi una pacca sulla spalla, io lo ringraziai e feci un sospiro.
Dylan si alzò poi prese in mano il telefono e digitò un numero.
« Ciao … si … infatti … quindi lo fai tu … si aspetteremo … okay perfetto … si … ciao » detto ciò si rimise a sedere poi mi guardo e sorridendo « L’ho chiamata ha detto che vuole dirglielo lei però non ora che è all’Ospedale, ma quando sarà uscita se no ha paura che troppa agitazione possa influire sulla guarigione » mi alzai di scatto.
« Ma fa davvero?! Non poteva aspettare a dirmelo a me quello che provava? Proprio quando io devo stare assolutamente vicino alla mia Kim?! Sai cosa accadrà se lei scoprirà che le ho mentito?» chiesi alzando le braccia al cielo in segno di disperazione.
« Infatti ho un piano Jason però dovrai sacrificarti, diremo a Kim che sei dovuto partire con i tuoi per una settimana e che non hai potuto obbiettare » rispose molto tranquillamente.
« No! Lei merita di sapere la verità perciò non farò come dice la sua “ migliore amica” » dissi mimando le virgolette con le dita « sempre se si può chiamare ancora così » continuai.
« Okay fai come credi ma se vuoi dirglielo poi lei vorrà parlare con Becky ed è meglio che ci avvisi a tutti » concluse « Ora devo andare seriamente, a domani ciao Jason » mi salutò con la mano poi se ne andò. Dopo pochi minuti presi un forte sospiro ed andai nella camera della mia piccolina, aprii la porta e la vidi seduta sul letto con una rivista in mano, quando mi vide fece un enorme sorriso.
 
Kim
 Sentii un rumore provenire dalla porta, alzai lo sguardo e vidi Jason sulla soglia, sorrisi e gli feci segno di venire vicino a me, lui si avvicinò e mi poi mi baciò. Poco dopo si mise a sedere sulla sedia al fianco del mio letto, mi prese la mano e la strinse nella sua poi mi guardò dritto negli occhi.
« Devo dirti una cosa importante » disse abbassando per un attimo lo sguardo, in quell’istante iniziai a preoccuparmi.
« Non dirmi che la Kirin è distrutta » ipotizzai con le lacrime agli occhi.
« No non c’entra assolutamente niente » rispose, subito dopo mi balenò in testa l’idea che volesse lasciarmi e così le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
« Sputa il rospo » dissi secca.
« Prima Bechy … mentre tu dormivi … mi ha detto che prova qualcosa per me e … ha anche cercato di baciarmi, ma non ti preoccupare io l’ho respinta e le ho detto che voglio stare con te » rispose, all’improvviso sentii una fitta al cuore, come aveva potuta la mia migliore amica averlo fatto? In più perché non me lo ha detto? Iniziai a piangere e strinsi Jason in un fortissimo abbraccio, anche se sentivo dolore non m’importava, lo volevo al mio fianco. Poi pensai a lui, chissà che fatica avrà fatto a dirmelo, lui sapeva quanto io tenevo a Becky.
Ad un certo punto mi staccai da lui e la rabbia si impossessò di me.
« Falla venire qui! Subito! » gridai, poi iniziai a tossire.
« Tesoro non devi sforzarti » disse accarezzandomi la guancia.
« Lo so ma devo parlare con lei, ti prego chiamala » lo supplicai, lui mi diede un altro bacio poi si alzò, prese il telefono e senza farsi sentire da me iniziò a parlare con qualcuno, poco dopo finì e si mise di nuovo vicino a me.
« Stanno arrivando però ti prego non urlare ancora non stai abbastanza bene e non voglio che tu ti ammali ancora più del dovuto » disse avvolgendomi in un delicato abbracciò per non farmi del male, io annuii e rimasi lì ad aspettare che la mia finta amica arrivasse.
 Finalmente sentimmo la porta aprirsi e mi ritrovai Becky Brian Sam e Dylan sulla soglia.
« Jason vai dagli altri. Becky tu vieni qui » dissi alzando un po’ di più la voce, lei si avvicinò a me .
« Kim mi dispiace ti prego perdonami ma non l’ho fatto apposta è successo e basta » mi sussurrò con la lacrime agli occhi, poi senza preavviso mi abbracciò e a quel punto non ci vidi più dalla rabbia, impugnai i suoi capelli in un pugno e iniziai a tirarglieli.


Nuovo capitoloooooooo baci baci! <3

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Capitolo 10
*** Una voce soave ***


Kim
Continuai a tirarle i capelli, Becky gridava per il dolore e io non riuscivo a fermarmi, ancora non ci potevo credere che dopo tutto questo tempo non me lo avesse detto, cavolo erano passati due mesi e noi ci conoscevamo da tre anni. Io mi fidavo di lei, pensavo fosse una delle migliori ma invece mi sbagliavo, aveva tradito la mia fiducia.
Se solo avesse aperto bocca tempo fa magari non avrei reagito così.
Ad un certo punto Jason si avvicinò a me, mi prese per il polso e io all’improvviso lasciai la presa, mi guardai la mano, rossa e sudata, poi fissai Becky, lei ancora più incredula di me corse via piangendo. Rimasi immobile con gli sguardi di tutti puntati addosso, ero impazzita.
Questa non sono io! Kim torna in te!
Scossi la testa e strinsi la mia mano in quella di Jason e iniziai a piangere.
« Jason … » sussurrai, lui mi strinse in un abbraccio e mi accarezzò la nuca molto delicatamente, le lacrime scesero senza fermarsi, stavo bagnando tutta la maglia di Jason quando finalmente mi ricomposi e spiegai tutto a Sam e Brian.
« E dopo di che ho chiesto di farla venire qui per parlare ma appena l’ho vista è scattato qualcosa dentro di me » dissi infine, Brian mi guardò stupito, poi venne da me e mi abbracciò in segno approvazione ma sapevo anche io di essere stata troppo violenta.
« Immaginavo, sai » rispose Sam, io la guardai dritto negli occhi poi lei si mise una mano davanti alla bocca, in un attimo collegai i suoi vecchi comportamenti con quello che era successo oggi e in un istante capii.
« Tu … tu lo sapevi! Bugiarda! Traditrice! Pensavo fossi mia amica! » gridai, ma subito dopo mi pentii iniziai a tossire come non mai e ad un certo punto non sentii più l’aria entrarmi nei polmoni prova a respirare ma non ce la feci. Jason preso dal panico premette il pulsante al lato del letto per chiamare il dottore e in un attimo arrivò.
« Uscite tutti! Subito! » ordinò fissando gli altri con sguardo assassino « Anche tu ragazzo, vai! » gridò a Jason, lui aprii la bocca per obbiettare ma poi ci ripensò e se ne andò, poco dopo sentii mancarmi le forze, chiusi gli occhi e l’ultima cosa che vidi furono le tenebre.
 
Jason
Mi chiusi la porta alle spalle e vidi altri infermieri entrare nella sua stanza mentre noi uscivamo dalle porte blu, ero furioso con Sam e con tutti!
« Come hai potuto farle questo! Lei si fidava di te! Almeno potevi stare zitta no? » urlai ai quattro venti, alcune persone infondo al corridoio si voltarono ma io non ci feci caso.
« Lo so … ma Becky mi ha chiesto di non dire niente … cosa dovevo fare? » rispose lei abbassando lo sguardo, una lacrima e rigò il viso, ma non mi feci intenerire.
«  Bene allora facciamo affogare Kim tanto lei è una pezzente per voi vero?! » gridai ancora più forte di prima, Sam diventò rossa per la rabbia e in un lampo  si avvicinò a me.
« Non ho mai detto questo Jason quindi ti conviene rimangiartelo subito! Poi se avessi detto tutto a Kim avrei tradito Becky dimmi tu, cosa avrei dovuto fare? » chiese lei a denti stretti « Anzi dimmi cosa avresti fatto tu al mio posto, dai sentiamo » disse stringendo i pugni . Rimasi in silenzio, lei aveva ragione.
 Cosa avrei fatto io? Se fosse capitato a me? Bah non lo so …
« Non ne ho idea » risposi infine, Dylan si avvicinò a me e mi abbracciò.
« Non te la prendere con lei, alla fine è stata Becky a creare tutto questo casino » mi sussurrò lui all’orecchio io annuii e poi andai da Sam.
« Scusa non è colpa tua, ti trovavi in una brutta situazione » dissi cercando di calmarmi, lei sorrise e fece spallucce, poi si mise a sedere, alzai lo sguardo e vidi Brian fissarmi, sembrava che avesse visto un fantasma dietro di me.
« Oi tutto okay? » chiesi preoccupato, mi avvicinai e lui indietreggiò di un passo « Ma cosa ti succede? »  lui si appoggiò le mani sulle orecchie poi corse via piangendo, rimasi lì a guardarlo, ero completamente confuso. Mi voltai verso Dylan e Sam e vidi anche loro che erano più spazzati di me.
« Sentite io vado da Brian, voi due rimante qui, Kim ha bisogno di voi » detto ciò Sam si alzò e iniziò a correre via dal corridoio.
« D-Dylan? » sussurrai.
« Si? » rispose a sua volta.
« Pensi che Kim starà bene? » chiesi sedendomi con le lacrime agli occhi, lui si avvicinò a me poi mi strinse in un abbraccio.
« Ne sono sicuro » rispose e sentii lacrime calde bagnarmi il viso.
 
Kim
Riaprii gli occhi e mi ritrovai davanti la faccia del dottore che mi scrutava molto attentamente, io sussultai per la paura ma poi mi ricomposi.
« Ma che cavo … » non riuscii a finire di parlare perchè la gola iniziò a bruciarmi molto intensamente.
« Signorina Pil-sook, non si preoccupi ora starà meglio, le abbiamo dato nuovi farmaci per aiutarla a guarire. Però … deve sapere una cosa … » disse il dottore abbassando il tono sull’ultima frase, andai nel panico.
Cosa mi dirà? Oddio e se sto per morire? Dio no ti prego ti scongiuro …
« Arrivo direttamente al punto, Kim lei non potrà più cantare per un po’ di tempo forse molto, la sua gola è più infiammata del previsto quindi tra quattro giorni lei tornerà a casa e non dovrà fare un minimo sforzo intesi? » ordinò il dottore, io annuii con le lacrime agli occhi, il mio sogno si stava infrangendo, la mia voce … la mia scuola … le mie amiche.
Che vita di merda!
 Chiusi gli occhi e mi diedi un pizzicotto sul braccio, pensando di risvegliarmi per poi scoprire che era un brutto sogno.
Sentii un leggero dolore sul braccio poi riaprii gli occhi e mi ritrovai all’Ospedale con il dottore al mio fianco e sospirai, era tutto reale.
« Bene signorina, ora vado, se ha bisogno di qualcosa suoni il campanello, però forse è meglio se lei non faccia sforzi, vado a chiamare quel ragazzo ... è il suo fidanzato? » chiese, io annuii e lui uscì dalla stanza lasciandomi sola, poco dopo vidi Jason sulla soglia, lui chiuse la porta e corse da me con sguardo disperato.
« Mio dio piccola, che spavento che mi hai fatto prendere » disse, io feci un lieve sorriso, gli  presi la  mano e lo guardai dritto negli occhi .
« J-Jason? Puo-i cant-are per me? » chiesi con voce tremante.
« Certamente piccola, cosa vuoi che canti? » mi sussurrò lui all’orecchio.
« La can-zone che hai c-antato alla tua prima … » mi fermai un attimo per prendere un lungo respiro poi continuai « Alla tu-a prima le-zione del co-rso avan-zato di c-anto » mi tornarono in mente quelle sue dolci parole mentre suonava al piano dedicandomi quella splendida canzone che parlava dei miei capelli, della mia risata e di me. Jason annuì e iniziò a cantare.
La sua voce era deliziosa da ascoltare, lui per me era come un angelo custode, lui c’era sempre per me, anzi lui era sempre lì al mio fianco. Più cantava più il mio cuore iniziava ad accelerare, lo guardai sbalordita, ero bravissimo e bellissimo, lui era il mio tesoro, lui era il mio mondo. Esatto lui era mio.
Per sempre.
Poco dopo finì la canzone e per concludere in bellezza mi diede un bacio sulle labbra, quanto amavo quei baci così delicati, quasi come se avesse paura di rompermi anche solo toccandomi leggermente. Era così premuroso, gentile e bello, bello da morire, feci un piccolo sorriso poi gli feci segno con la mano di avvicinarsi a me.
« Grazie, puo-i cant-are anco-ra? » chiesi impaziente di sentire di nuovo la sua voce.
« Tutte le volte che vorrai » detto ciò pese un respiro e poi iniziò  a cantare, appoggiai una guancia sul cuscino e con la voce di Jason venni trasportata nel mondo dei sogni.


Salve!!!!! Oggi voglia matta di scrivere perciò altro capitolo ahahahaha spero vi piaccia!

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Capitolo 11
*** Nuovi avvenimenti ***


Salve! Oggi il capitolo riguarderà solo Kim e Jason perchè ho bisogno di spiegare anche cosa accade agli altri personaggi. Percio bando alle cince e buona lettura <3
 
 
Sam
Uscii dall’Ospedale e mi guardai in torno, poi poco dopo vidi su una panchina più in là  una testa nera con la divisa della Kirin intenta ad asciugarsi le lacrime. Andai immediatamente in quella direzione e poi mi misi a sedere al fianco di Brian e senza dire niente lo abbracciai, lui mi strinse a se singhiozzando. Sentivo le sue lacrime cadermi sul collo, ma non m’importava, la cosa importante in quel momento era stargli accanto.
« Sam … che cosa ci fai qui? » chiese staccandosi da me per poi strofinarsi gli occhi.
« Sono venuta a cercarti perché sono preoccupata per te Brian » risposi abbassando lo sguardo, in quell’istante diventai completamente rossa.
« Ah si? Come mai? » chiese di nuovo incuriosito dalla mia risposta.
« Beh … » sussurrai, in realtà non sapevo cosa rispondergli, lo guardai dritto negli occhi, poi sentii una sensazione stranissima alle labbra e senza accorgermene lo baciai.
Brian ricambiò il bacio e poco dopo mi abbracciò.
« Adesso ho capito » mi sussurrò all’orecchio, io sorrisi e gli diede un altro piccolo bacio, poi ci alzammo e insieme ci incamminammo verso casa mia, durante il tragitto lui mi chiese di essere la sua ragazza e io senza esitare risposi di si. Mi sentivo molto felice, spensierata e gioiosa.
 
 
Dylan
Aspettai Jason nella sala d’attesa ma dopo poco decisi di andarmene, consapevole che non sarebbe più uscito dalla stanza di Kim, così lo chiamai per avvisarlo.
« Ei Dylan dimmi » disse dall’altra parte del telefono.
« Ei … io me ne vado visto che tu non esci e sono solo, come sta Kim? » chiesi per non sembrare scortese.
« Bene bene dorme come un angelo dovresti vederla … comunque ora ti saluto dai a domani ciao!» rispose e subito dopo mi chiuse il telefono in faccia, sospirai e misi in tasca il cellulare, camminai fino alla fine del corridoio e quando svoltai l’angolo andai a sbattere contro qualcuno, alzai lo sguardo e vidi che la persona in questione stava per cadere così la presi al volo. La guardai per un attimo negli occhi, poi imbarazzato la aiutai ad alzarsi.
« Stai bene? Mi dispiace ero distratto » dissi grattandomi la nuca. Era una ragazza bellissima, aveva i capelli biondi e due occhi color nocciola stupendi.
« Si sto bene non preoccuparti » rispose mettendosi in ordine la gonna, la guardai e lei si accorse che la fissavo così distolsi lo sguardo.
« Che hai da guardare? » chiese lei curiosa.
« No niente solo che sei bellissima » risposi.
 Ma che cavolo dico! Ma cosa vado a dire in giro! Sono impazzito!
La ragazza diventò rossa come un peperone e rimase in silenzio, sicuramente era imbarazzata per ciò che le avevo detto, così cercai di rimediare.
« Come ti chiami? » chiesi curioso, lei fece un sorriso poi sempre con le guancie arrossate mi guardò dritto negli occhi.
« Mi chiamo Gi  piacere » disse lei facendo l’inchino, io ricambiai e poi risposi.
« Io sono Dylan piacere mio » sentendo il mio nome lei parve sorpresa.
« Aspetta tu studi alla Kirin vero? » chiese lei gioiosa.
« Si perché? »  chiesi a mia volta.
« Anche io studio lì o almeno studiavo visto che la scuola è tutta rovinata per l’incendio, comunque ero qui per vedere Kim, la conosci? » rispose lei asciugandosi una lacrima che le stava rigando il viso mentre parlava della scuola.
« Si lei è nel mio gruppo di amici, ma ora sta dormendo e dentro c’è il suo ragazzo, per questo mene stavo andando » dissi facendo spallucce, lei sembrò un po’ delusa dalla mia risposta però poco dopo si riprese e fece un enorme sorriso.
« Andiamo a prendere un caffè? » chiese lei con occhi da cerbiatto, io annuii e la seguì fuori dall’ospedale. Camminammo per venti minuti poi ad un certo punto ci fermammo davanti ad un bar, entrammo dentro  e ci sedemmo su delle poltroncine rosse molto comode, ordinammo e poi calò un silenzio al quanto imbarazzante . Io la guardavo e lei guardava me, sembravamo due bambini. Ad un certo punto arrivò il cameriere con due caffè e a piccoli sorsi iniziammo a berlo, poco dopo vidi la porta spalancarsi ma la cosa che mi stupì di più fu che quelle persone appena entrare erano Brian e Sam mano nella mano. Loro mi videro e vennero al nostro tavolo.
« Ciao che ci fate qui? » chiesi salutandoli con la mano, guardai per un attimo Sam, scrutava  Gi e il suo sguardo era al quanto minaccioso.
« Stavamo andando a casa di Sam ma poi abbiamo deciso di bere qualcosa » rispose Brian sorridendo.
« Allora state insieme eh? » chiesi indicando le loro mani intrecciate. Lui annuì e invece Sam non disse nulla continuava a fissare  Gi come se volesse ammazzarla da un momento all’altro.
« Tu chi sei? » chiese fissandola ancora di più.
« Io … sono  Gi piacere » rispose facendo un delicato inchino, Sam non si mosse di un millimetro, si staccò da Brian e corse via. Tutti la guardammo stupiti poi Brian sospirò e le andò dietro salutandomi.
 
 
Jason
Continuai a guardare Kim mentre dormiva, era così bella, ero veramente fortunato ad averla tutta per me. In quell’istante pensai a tutti i brutti momenti che avevamo vissuto ma poi sorrisi perché se non fossero successe tutte quelle cose, io ora non sarei il suo ragazzo. Le andai vicino e le accarezzai la guancia, Kim si mosse e poi piano piano aprì gli occhi, appena mi vide sorrise e mi prese la mano.
« Jason … quando uscirò da qui mi prometti una cosa? » chiese lei, io annuii e mi sedetti sul letto per ascoltarla meglio, la sua voce era melodiosa e piaceva sentirla parlare.
« Mi prometti che se tutto andrà bene non mi abbandonerai? Ti prego dimmelo » sussurrò lei con gli occhi lucidi, strinsi ancora di più la mia mano nella sua e iniziai a fissarla molto intensamente.
« Te lo prometto, non ti abbandonerò, sei la cosa più importante che ho e non ti lascerò per nulla al mondo » le dissi sinceramente. Lei fece un bellissimo e radioso sorriso poi lentamente si mise a sedere e mi baciò, ma non fu un bacio delicato come il solito, anzi era molto passionale. Sentivo che  aveva bisogno di me come io di lei. Quando ci staccammo la guardai dritto negli occhi e appoggiai la mia fronte sulla sua.
« Lo sai che sei la creatura più bella che io avessi mai visto? » le chiesi mordendomi il labbro e lei scoppiò a ridere.
« Come sei esagerato Amore » rispose con le lacrime agli occhi per troppe risate, mi bloccai per un attimo e la guardai serio.
Come mi aveva chiamato?
« Dillo di nuovo » le ordinai, lei sembrò non capire poi sorrise.
« Ho detto che sei esagerato » disse fissandomi.
« Poi? » insistei, lei capii all’ istante e si avvicinò a me.
« Ti ho chiamato Amore » mi sussurrò all’orecchio, all’improvviso sentii un brivido lungo tutto la schiena, sentirle dire quelle parole mi trasmetteva una strana sensazione però allo stesso tempo era piacevole.
« Sei dolcissima piccola » dissi dandole un altro bacio, Kim si aggrappò a me e senza accorgermene mi ritrovai nel piccolo lettino con lei, la strinsi in un abbraccio e le diedi un altro bacio sul collo.
« Non ti lascerò mai » le sussurrai, lei sorrise e poi rimanemmo a farci le coccole fino a quando non ci addormentammo entrambi.

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Capitolo 12
*** Finalmente a casa ***


 
Kim
I giorni all’Ospedale passarono molto velocemente, Jason era sempre al mio fianco, di giorno e di notte, si preoccupava per qualsiasi cosa, anche se dovevo parlare.
Lo adoro il mio cucciolotto.
Le cose però non migliorarono con Becky, dopo quel brutto scontro lei non si fece più sentire, al contrario Sam mi chiese molto umilmente scusa e io la perdonai, dopotutto non era sua la colpa di tutto questo casino. Oggi per fortuna era l’ultimo giorno dentro quella stanza tutta bianca e spoglia piena di macchinari. Mi misi a sedere sul lettino in attesa di Jason, ero impaziente di andarmene, finalmente mi sentivo bene anche se non potevo ancora cantare. Una lacrima mi rigò il viso e subito me l’asciugai, dovevo essere forte per me stessa, non dovevo permettermi di crollare. Sentii la porta aprirsi e quando mi voltai vidi Jason tutto ben vestito, sorrisi e scesi dal letto, presi la mia borsa e mi incamminai verso di lui.
Subito sgranò gli occhi e mi levò dalle mani la mia valigetta.
« Ma cosa fai? » chiesi con sguardo interrogativo.
« Piccola, non devi sforzarti per alcun motivo perciò lascia fare a me » rispose prendendomi per mano, io sorrisi e insieme uscimmo dall’Ospedale, appena misi piede fuori da quel luogo sentii l’aria fresca del mattino avvolgermi, era una sensazione bellissima. Subito dopo una macchina nera si fermò davanti a noi, Jason si avvicinò aprì la portiera e mi fece segno di entrare.
« Aspetta ma non mi viene a prendere mia madre?» chiesi confusa.
« Beh no cioè lei ti aspetta a casa » rispose frettoloso, io lo guardai per un secondo poi decisi di salire nell’auto. Jason mise la mia borsa nel bagagliaio poi si posizionò di fianco a me e la macchina partì. Appoggiai la testa sul suo petto in attesa di arrivare a casa, alla radio trasmettevano varie canzoni Americane molto carine così per tutto il tragitto canticchiai nella mia mente.
Uffa al diavolo, rivoglio la mia voce!
Scossi la testa e in quell’attimo mi accorsi che la macchina si era fermata davanti casa mia, Jason mi fece scendere e  mi chiese di aspettare un secondo poi mi mise una benda sugli occhi e non vidi più niente.
« Ma che cavolo … » non feci in tempo a finire la frase che lui mi mise un dito sulle labbra.
« Shh, è tutto a posto basta che mi segui e che ti fidi di me » disse accarezzandomi la guancia, io annuii e iniziammo a camminare verso la porta principale, sentii un “ clic “ della maniglia poi mi  fece entrare in casa. Jason si chiuse il portone alle spalle poi mi levò la benda dagli occhi, all’improvviso sentii scoppietti, trombette e persone che urlavano, misi a fuoco l’immagine poi vidi Dylan, Sam e Brian saltare da una parte all’altra.
Scoppiai a ridere e li salutai contenta della sorpresa.
« Ben tornata Kim! » urlarono in coro, io arrossii e andai verso di loro, poi li abbracciai tutti e tre.
« Grazie mille ragazzi, non so cosa dire » dissi battendo le mani per la felicità.
« Oh beh non devi ringraziare noi ma Jason » rispose Dylan, feci un sorriso a trenta due denti poi corsi verso Jason e lo baciai, tutti applaudirono e noi scoppiammo a ridere. All’improvviso sentimmo suonare il campanello e tutti ci voltammo verso la porta.
« Uh deve essere arrivata l’ultima invitata » disse Dylan aprendo la porta.
« Gi! Che bello sei venuta anche tu! » gridai abbracciandola.
« Ciao Kim, sono felice che tu stia meglio » rispose staccandosi dall’abbraccio.
« Scusate vado un attimo in cucina » disse Sam con sguardo cupo, io la guardai e poi dissi agli altri di continuare la festa mentre io mi diressi da lei. Quando oltrepassai la soglia la vidi piangere vicino al lavandino, mi avvicinai e le accarezzai la schiena.
« Che succede? » chiesi preoccupata, lei non mi rispose, anzi continuò a fissare la finestra da cui filtravano piccoli raggi di Sole, mi misi di fianco a Sam e la guardai.
« Va bene allora parlo io visto che ho capito » dissi lei alzò il capo e iniziò a fissarmi incuriosita mentre si asciugava le lacrime « Allora tu stai con Brian però sei innamorata di Dylan è molto semplice la cosa » lei mi guardò stupita, sinceramente non capivo perché lei facesse questo gioco però decisi di scoprirlo.
« Mi dispiace è che … mi hanno obbligata a stare con Brian, tutte le cose carine che gli ho detto non erano vere » confessò, la guardai per un secondo poi le feci segno di proseguire.
« Vedi c’è questo uomo che continua a dirmi che se non sto con Brian rovinerà la carriera a tutti noi » disse piangendo sempre di più, io l’abbracciai fortemente. Era un peso troppo grande per una ragazza così giovane, non se lo meritava.
« E tu sai perché vuole farci questo? » le sussurrai all’orecchio, lei scosse la testa.
« Vedrai che troveremo una soluzione, tranquilla, tu rimani qui io torno subito » detto ciò uscii dalla cucina e andai in salotto. Vidi Gi sulle ginocchia di Dylan, io mi avvicinai e gli dissi di seguirmi. Andammo in giardino e lo feci sedere sulla mia panchina in legno scuro.
« Ascoltami bene e rispondimi sinceramente perché se no te ne pentirai capito?» sbottai secca, lui annuii stupito e poi mi guardò.
« A te piace Sam? Perché se è così devi sapere una cosa molto importante » conclusi, Dylan rimase in silenzio senza dire niente, il suo sguardo sembrava perso in un’altra dimensione.
« Perché dovrei dirtelo? » chiese di punto in bianco.
« Perché forse lei è in pericolo e in più non voglio che prendi in giro Gi » risposi sincera, lui sospirò.
«Okay mi piace va bene? »disse arrossendo, io sorrisi.
« Allora perché ti comporti così con Gi? » chiesi.
« Perché per sbaglio le ho quasi fatto sbattere la testa per terra, volevo solo essere gentile, in più è tua amica. Ma ora dimmi cosa succede a Sam ti prego sono preoccupato » rispose serio, io gli raccontai tutto e lui sembrò al quanto scioccato dalle mie parole.
 
Dylan
Ascoltai Kim molto attentamente, più mi parlava più le emozioni si impadronivano di me, provavo preoccupazione, amore, odio e rabbia. Mi passai le mani tra i capelli in cerca di una qualsiasi parola per risponderle ma non ce la feci, istintivamente andai in casa e poi mi diressi in cucina. Lì trovai Sam in un bagno di lacrime, lei non mi vide perché era di spalle, così mi avvicinai e la abbracciai da dietro. Sam si voltò e quando incrociò i miei occhi fece un lieve sorriso.
« So tutto, non devi preoccuparti più di niente parlerò io con Brian, risolveremo questa cosa e noi finalmente staremo  insieme » dissi accarezzandole la guancia, lei spalancò gli occhi.
« In-sieme? » chiese sorpresa, io non le risposi, ma per farle capire la risposta la baciai molto delicatamente. Le sue labbra erano morbide e soffici. Mi staccai e la guardai per un minuto.
« Non ti accadrà niente te lo prometto » dissi prendendole la mano, lei ricambiò la stretta e poi mi abbracciò.
« E Brian … lui è ancora di là convinto che io …» non la feci finire.
« Tu comportati normalmente domani ci parlerò io con lui non ti preoccupare, poi troveremo una soluzione » risposi dandole un altro live bacio « Ora torniamo in salotto » dissi infine e insieme tornammo dagli altri.
 
Jason
Cercai Kim con lo sguardo, ma non la vidi, preso dal panico chiesi a tutti se l’avessero vista.
Poco dopo lei entrò dalla porta sul retro, io le andai in contro e l’abbracciai.
« Piccola mi hai fatto spaventare, non ti trovavo più » dissi stringendola ancora di più a me.
« Ora sono qui … Ehm Jason? Se stringi ancora un po’ mi affogherai » rispose ridendo, io immediatamente mi staccai da lei e poi le diedi un bacio sulle labbra.
« Ecco così è meglio » disse Kim sorridendo, io la presi per mano e poi insieme andammo a sedere sul divano. Parlammo un po’ con gli altri del più e del meno, poi saltò fuori l’argomento dell’incendio, io fulminai con lo sguardo Brian e lui si tappò la bocca con la mano.
« Ragazzi tranquilli ora sto bene, non fate così » disse Kim  appoggiandosi a me. Tutti sospirarono e io fui sollevato dal fatto che lei ora stesse bene, ero stato così in pensiero. Lei mi aveva sempre superato, anche in situazioni come queste era sorridente con tutti eppure io nei suoi occhi leggevo sofferenza, una cosa che lei non avrebbe mai ammesso pur di non farsi compatire.
 


CAPITOLETTO NUOVO!!! SPERO VI PIACCIA BACI!!

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Capitolo 13
*** La dura realtà ***


Dylan
Sentii la sveglia suonare e mi alzai, guardai il calendario e vidi che oggi era sabato, molto velocemente mi vestii e poi inviai un messaggio a Brian in cui gli scrivevo di vederci tra venti minuti al parco. Scesi in cucina, feci colazione poi uscii di casa, mi incamminai sul marciapiede e i pensieri iniziarono a tormentarmi la mente.
Che cosa gli dirò? Non posso presentarmi lì e sparare ai quattro venti che Sam in realtà non voleva stare con lui.
Mi passai una mano tra i capelli, ero molto agitato, avevo paura della reazione di Brian, non sapevo se alla fine ci avrebbe aiutato.
Attraversai la strada e finalmente arrivai al parco, quando alzai lo sguardo lo vidi seduto su una panchina.
Avanzai con passo veloce e poco dopo mi ritrovai di fronte a Brian.
«Ei » dissi sedendomi accanto a lui.
« Dylan » rispose sorridendo « Perché hai voluto vedermi?  » presi un profondo respiro poi lo guardai dritto negli occhi, per un secondo notai in essi un velo di preoccupazione.
« Allora … c’è un problema con Sam » dissi appoggiandomi allo schienale, lui mi guardò costringendomi a continuare « Ecco lei è … stata minacciata, cioè l’hanno obbligata a stare con te» finii tutto di un fiato, guardai Brian, il suo sguardo era fisso nel vuoto, i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi, si passò una mano tra i capelli poi infine guardò me.
« Perché?! A me Sam piace veramente! Perché mi ha fatto questo? Poi chi l’avrebbe obbligata a stare con me?! Questa è solo una maledetta scusa! » gridò alzando le braccia al cielo.
« Calmati okay? Lei è stata obbligata seriamente! Un uomo le ha detto che se non stava con te avrebbe rovinato le nostre carriere » dissi cercando di rimanere calmo.
Brian mi fissò come se avessi la peste, si alzò e ad un tratto come un fulmine si mise a correre, io lo seguii e alla fine ci ritrovammo davanti la casa di Sam.
Lui si avvicinò alla porta e poi iniziò a bussare con dei pugni molto pesanti.
« Sam! Apri questa maledetta porta! Subito! » urlò, poco dopo sentii un rumore e dei capelli ramati spuntarono sulla soglia.
 « Voglio sapere cos’è questa storia! Spiegamelo! Subito!» gridò alzando sempre di più ilo tono della voce, io mi avvicinai e quando Sam mi vide fece un lieve sorriso.
« Non posso già è tanto che sapete questo, non so cosa accadrebbe se andassi oltre » sussurrò lei, le lacrime iniziarono a rigarle le guancie e dentro di me sentii l’istinto di asciugargliele e poi di baciarla.
 No! Adesso c’è Brian riprenditi!
« Voi non capite! Andatevene subito! » urlò chiudendo la porta, ma Brian la spinse e così si spalancò all’istante.
« Ora tu prendi la giacca e vieni via con noi capito? » le ordinò puntandole un dito contro.
« Ma io … » non riuscì a finire la frase.
« Ma niente vieni e basta » disse Brian, poi si voltò e si mise a sedere sul muricciolo affianco al piccolo cancello.
« Voleva dire per favore » sussurrai io avvicinandomi a lei.
« Si, come no »  detto ciò prese un cappotto e poi mi sorpassò chiudendosi la porta alle spalle. Iniziammo  a camminare, Sam fissava la strada con sguardo cupo e io e Brian fissavamo lei. Ad un certo punto sentimmo una voce stridula gridare di gioia, tutti e tre alzammo il capo e vedemmo Gi abbracciare un uomo sulla quarantina.
« Oddio … » sussurrò Sam portandosi una mano alla bocca.
« Aspetta è quello l’uomo che ti ha minaccia? » chiesi alzandole il mento con il pollice, lei annuii e io come una furia mi diressi verso Gi. Appena lei mi vide fece un enorme sorriso, aprì la bocca per parlare ma io la precedetti.
« So tutto Gi! So tutto! Come hai potuto? Minacciare di rovinare la nostra carriera solo per … cosa?! » gridai alzando le braccia la cielo, Gi rimase immobile, guardò il signore, poi lui si allontano evidentemente imbarazzato dalla situazione.
« M-mi dis-piace » sussurrò abbassando lo sguardo « Solo che … io sono sempre stata innamorata di te da ben sue anni! Volevo una occasione e ho fatto tutto questo, ma per amore lo giuro non l’ho fatto per cattiveria » disse tutto di un fiato.
« Non m’importa, ora tu disdici tutta questa cosa e ci lasci in pace chiaro?! Se non lo fai non ti perdonerò mai! Ti odierò per sempre! Capito? » urlai avvicinandomi a lei.
« Ok-ay, non vi darò più nessun fastidio lo prometto, però tu prometti una cosa me » disse lei con voce strozzata.
« Pure? Vuoi che io faccia un patto con te? Ti è dato di volta il cervello? » chiesi esterrefatto.
«  Allora preparatevi perché mio padre farà in modo che voi non veniate mai sponsorizzati da nessuno! »rispose lei voltandosi, io le afferrai il polso e la obbligai a guardarmi negli occhi.
« Va bene, cosa devo promettere » dissi schifato da quel suo inganno.
«  Mi devi promettere che non mi odierai, ti prego Dylan, io ti amo, seriamente, non posso sopportare che tu mi odi » rispose e alcune lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Questa ragazza ha seriamente dei problemi, poteva chiedermi di tutto eppure solo questo.
« Okay lo prometto » appena lo dissi lei mi strinse in un fortissimo abbraccio, ma io rimasi fermo immobile.
« Grazie! Grazie! Grazie! » gridò poi si voltò e se ne andò via con quel signore, la guardai andarsene via, sbalordito.
Ho avuto le allucinazioni? No, ma sono sicuro che quella ha qualche problema, molto serio.
 Mi voltai verso Sam e Brian poi li raggiunsi, gli spiegai tutto l’accaduto e Sam sembrò sollevata e serena, i suoi occhi si illuminarono quando incrociarono i miei, io sorrisi e cercai di non baciarla, lo desideravo tanto, ma non sotto lo sguardo di Brian.
« Bene ora che è tutto risolto potremmo tornare amici? » chiese Sam voltandosi verso di lui.
« Io … ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere, sai a me piaci veramente e .. non so scusa ora  me ne vado ciao » rispose e molto velocemente se ne andò, appena svoltò l’angolo Sam mi saltò letteralmente addosso e finimmo per terra.
Lei iniziò a ridere poi lo feci anche io.
Mi bloccai e la guardai, era così bella con i suoi lunghi capelli ramati e la frangetta che le copriva quasi gli occhi, mi avvicinai a lei e la baciai, per un attimo Sam sembrò sorpresa poi schiuse le sue labbra sulle mie.
Ci staccammo e poi  la fissai.
« Perché mi fissi in quel modo? » chiese arrossendo.
«Perché sei bellissima » risposi appoggiandole una mano sulla guancia, lei sorrise e poi si guardò in torno, ci accorgemmo di essere ancora sdraiati a terra, così ci alzammo e poi iniziammo a baciarci di nuovo.
 In quell’attimo capii che lei era quella giusta, che lei mi avrebbe fatto stare bene.
Sapevo che Sam non mi avrebbe mai deluso.


ECCO UN NUOVO CAPITOLO SPERO VI PIACCIA! BACI <3

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Capitolo 14
*** Una dolce sorpresa ***


Kim
 Era passato un mese da quando io e Jason ci eravamo fidanzati, tutto sembrava perfetto, tranne il rapporto con Becky che si era come polverizzato per non parlare della Kirin.
Insieme ad altri studenti noi creammo una fondazione per aiutare a ristrutturare la scuola e comprare nuovi strumenti o sistemare quelli che non si erano carbonizzati.
Oggi era un giorno importante il mesiversario mio e di Jason, gli avevo comprato un orologio in acciaio e avevo messo la scatolina dentro la mia borsetta mentre lo aspettavo davanti alla porta di casa. Due giorni fa mi aveva chiamata dicendomi che mi avrebbe preparato una sorpresa, così iniziai a fantasticare su ciò che poteva aver fatto il mio tesorino. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta io aprii e me lo ritrovai davanti con una rosa bianca fantastica, io gli saltai addosso e lo baciai.
« Grazie » dissi tra un bacio e l’altro, lui mi accarezzò la guancia e poi posizionò la rosa dietro il mio orecchio.
« Adesso sei ancora più bella » sussurrò, io lo abbracciai poi salutai mia madre e quando uscii fuori Jason mi fece salire su l’auto nera che mi era venuta a prendere anche quando ero uscita dall’Ospedale.
« Dove stiamo andando?» chiesi curiosa mentre gli accarezzavo il braccio.
« Sorpresa ricordi? » rispose mettendosi un dito sulle labbra io sorrisi e poi mi accovacciai affianco a lui e appoggiai la mia testa sul suo petto, era bellissimo sentire il suo cuore battere insieme al mio in contemporanea. Mi piaceva anche sentire il suo respiro e il suo profumo, chiusi gli occhi e mi premetti nella mente l’immagine di noi due abbracciati.
La macchina si fermò e quando Jason aprì la portiera vidi che eravamo davanti a casa sua, lui mi prese per mano e poi mi disse di chiudere gli occhi. Io feci quello che mi aveva detto.
« Stai sbirciando? » mi chiese ridendo, io scossi la testa ma lui non si convinse  e così appoggiò le sue mani sui miei occhi. Jason avanzò di un passo e io feci lo stesso, ad un certo punto si fermò e sentì la porta aprirsi, mi fece entrare e poi la richiuse.
« Aspetta un secondo » disse staccandosi da me, io sorrisi e rimasi immobile nel punto in cui mi aveva lasciata.
Sentii una lieve melodia propagarsi nell’aria.
« Ore puoi aprire gli occhi » sussurrò, io lo feci e mi portai una mano alla bocca, aveva preparato la sorpresa più bella del mondo, vicino a me c’erano dei petali che segnavano un percorso lo seguii con lo sguardo e vidi che portavano a Jason. Dall’altra parte della stanza, sulle scale e sul tavolino c’erano delle candele profumate.  Feci un passo avanti e molto lentamente attraversai la strada fatta di petali, quando finalmente mi ritrovai davanti al mio Amore lo guardai negli occhi e poi gli diedi un live bacio.
« Grazie, è bellissimo » dissi avvolgendolo in un forte abbraccio.
Jason si staccò e poi si posizionò in cima alle scale, prese un telecomando e poi fece partire una base, poi lui iniziò a cantare.
Molto lentamente scese, passo dopo passo, gradino dopo gradino le parole di quella canzone mi fecero venire le lacrime agli occhi e iniziai a piangere per la gioia. Jason era il primo ragazzo a farmi una sorpresa così bella ed emozionante. Mi asciugai le lacrime e quando me lo ritrovai davanti gli sorrisi, era così bello e così dolce, soprattutto nei miei confronti, mi era sempre stato accanto in qualsiasi situazione. Avevamo litigato, avevamo urlato, non ci eravamo parlati per quasi due mesi, ma rifarei tutto perché quegli avvenimenti ci avevano portato ad adesso, al presente magico e fantastico. Jason mi prese per mano e poi mi fece sedere sul divano, la canzone finì ma la sorpresa no, perché pochi secondi dopo lui premette un pulsante davanti al televisore e partì un video. C’erano tutte le nostre foto, i momenti passati insieme, le risate i baci e le carezze, istintivamente lo abbracciai e rimasi avvinghiata a lui per tutto il filmato e quando finì io lo baciai.
« Sei fantastico Jason » dissi guardandolo dritto negli occhi.
« Tu di più principessa » rispose appoggiando la sua fronte sulla mia.
« Ti ho fatto un regalo anche io, ma di certo non supera quello che hai fatto tu » sussurrai, a quel punto aprii la borsa e tirai fuori la scatolina blu, con un fiocco argentato sopra, lui la prese e quando vide cosa c’era al suo interno mi sorrise.
« Bellissimo, ma come facevi a sapere che ne avevo bisogno? » chiese incuriosito.
« Ho anche io i miei piccoli segreti » sussurrai e poi scoppiammo a ridere.
« Anche io ti ho fatto un regalo, pensavo ti facesse piacere averla insomma ora che non c’è più » disse e da dietro il divano tirò fuori una chitarra classica nuova di zecca, rimasi paralizzata.
« Io … non so cosa dire .. » balbettai.
« Allora non dire niente, baciami » disse, mi avvicinai a lui e lo baciai, all’inizio fu un semplice bacio, ma poi Jason mi prese il viso tra le mani e il tutto diventò più passionale. Lui appoggiò la chitarra a terra e poi mi fece sdraiare sul divano, continuammo a baciarci in quella strana posizione, almeno per me lo era, perché non avevo mai fatto certe cose con nessuno.
Jason si fermò per un attimo e mi guardò dritto negli occhi, era così bello, passai le mani tra i suoi capelli.
« Non sai quanto io ti stia desiderando in questo momento »  mi sussurrò all’orecchio, sentire il calore delle sue labbra mi fece venire i brividi su tutto il corpo. Jason si alzò e io mi strinsi a lui, non volevo lasciarlo andare, era troppo importante, necessitavo averlo al mio fianco sempre, ogni secondo senza di lui era uno strazio per me. Tutte le volte che varcavo la porta di casa mia e lui se ne andava sentivo come un vuoto nel petto, le emozioni che mi regalava erano le più belle in assoluto.
« Devo andare a prender una cosa piccola, torno subito » disse accarezzandomi i capelli con il palmo della mano, a quel punto mi staccai e gli diedi un bacio, poi mi rimisi a sedere sul divano.
Le mie guancie si scaldarono quando iniziai a pensare a cosa era accaduto prima, Jason sopra di me e io sotto, in un certo senso era imbarazzante, ma con lui tutto sembrava più semplice.
Sapeva che ancora non ero pronta per il grande passo insomma lo reputavo un po’ presto perciò si limitava a certi gesti che mi facevano stare bene comunque. Sentii dei leggeri passi e quando alzai la testa mi ritrovai davanti Jason, ma più che guardare il suo viso, guardavo i suoi addominali, prima di venire il salotto si era tolto la maglietta.
« Che c’è iniziava a fare caldo » disse ridendo e poi si mise a sedere di fianco a me, io arrossii ovviamente avevo capito che la storia del caldo era tutta una scusa ma vederlo così non mi dispiaceva affatto. Jason appoggiò un braccio sulle mie spalle e io con molta timidezza misi la mia testa sul suo petto, sentire la sua pelle nuda contro la mia guancia era bellissimo, mille emozioni si impadronirono di me, senza volerlo toccai i suoi addominali e lui scoppiò a ridere. Così capii, mi alzai e iniziai a fargli il solletico, lui non se la smetteva di ridere, ad un certo punto si alzò.
« Prova a prendermi principessa » sussurrò e poi corse su per le scale, io lo seguii e poi lo vidi entrare dentro una stanza io feci lo stesso ma quando accesi la luce Jason sembrava come sparito. Ad un certo punto sentii dei rumori dietro di me, mi voltai e lo vidi, lui mi prese per i fianchi e poi mi gettò sul letto. 
Jason si mise sopra di me e poi iniziò a farmi il solletico, ridevo tantissimo, cercai di ribellarmi ma poi lui mi bloccò i polsi e ad un certo punto mi accorsi di come ci eravamo posizionati. Io sotto e lui sopra ma la cosa che mi fece arrossire di più fu il fatto che lui era in mezzo alle mie gambe.


ECCO IL NUOVO CAPITOLE!!!SPERO VI PIACCIA BACI!! 

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Capitolo 15
*** Una decisione importante ***


Kim
Rimasi immobile davanti ai suoi occhi, erano così belli e profondi, in quell’istante qualcosa cambiò, sentii una stanza sensazione dentro di me, non sappi spiegarmi cos’era sapevo solo che volevo qualcosa che non mi sarei mai aspettata di chiedere. Jason mi scrutò e poi mi accarezzò la guancia sentii il fuoco accendersi, era una sensazione bellissima.
« Jason … » sussurrai passandogli una mano tra i capelli.
« Lo so ancora non sei pronta » disse sollevandosi, io lo afferrai per il polso e lo tirai verso di me, lui mi guardò e in quell’istante lessi nei suoi occhi il desiderio.
« Tu … ma sei sicura? » chiese io annuii e Jason sorrise, molto lentamente mi sfilò la maglia e poi la gettò sul pavimento, in quell’istante arrossii.
Lui iniziò a fissarmi poi mi sfiorò con le mani i fianchi e sentii una scossa pervadermi per tutto il corpo.
« Sei bellissima » disse appoggiandosi a me per poi iniziare a baciarmi il collo, io gli alzai il viso e poi lo baciai, lui mi sfilò i pantaloni e io feci lo stesso, ci guardammo per un secondo negli occhi, entrambi imbarazzati.  Presi una decisone e salii a cavalcioni si di lui, gli baciai il petto e poi iniziai a fissarlo di nuovo, lui si mise a sedere e poi mi slacciò il reggiseno. Andammo avanti così tra sguardi e coccole in poco tempo ci ritrovammo nudi, lui si mise sopra di me e la fiamma che avevo dentro si accese più di prima, lo desideravo da morire.
« Questa è la mia prima volta » sussurrai arrossendo, lui mi accarezzo la guancia e poi mi baciò molto delicatamente.
« Farò il bravo, lo prometto, ti fidi di me? » chiese appoggiando la sua fronte sulla mia.
« Si » risposi decisa, in quell’attimo persi completamente la gestione sul mio corpo mi stavo lasciando andare, com’era giusto fare, aprii le gambe e Jason lentamente entrò dentro di me, sentii molto dolore, era la mia prima volta e grazie alcune voci sapevo che avrebbe fatto male. Jason mi baciò e si mosse piano cercando di farmi soffrire il meno possibile, mi avvinghiai a lui e ricambiai il bacio, era passionale e completo, finalmente eravamo una cosa sola. Sapevo che per Jason ero importante e io mi fidavo ciecamente, sarei andata in capo al mondo con lui se me lo avesse chiesto.  Iniziò a darmi piccoli baci sul collo e sul petto per cercare di alleviare il dolore e in effetti ci riuscì quei leggeri tocchi mi trasmettevano  tantissime emozioni che superavano di gran lunga il male che avevo dentro. Poco dopo sentii qualcosa nascere dentro di me e involontariamente gridai per il piacere, in quell’istante Jason si stacco da me e poi si voltò, aveva le labbra gonfie e respirava veloce per lo sforzo. Lo guardai e lui mi abbracciò poi ci mettemmo sotto le coperte, era stato fantastico, ma a me importava di più che lui mi avesse trattata come una bambola di ceramica.
 I suoi tocchi e i suoi baci sulla mia pelle erano così delicati, ad un certo punto pensai che avesse paura di rompermi.
Mi strinsi nel suo abbraccio e rimanemmo così per un tempo che mi sembrò eterno.
« Ti amo » sussurrò Jason stringendomi ancora di più a lui.
« Ti amo anche io » risposi, lo sentii sorridere e poi molto lentamente ci addormentammo l’uno nella braccia dell’altra.
 
Jason
Aprii gli occhi e un viso d’angelo mi fece sorridere, Kim era lì di fianco a me, dormiva ed era davvero bellissima, anche con i capelli arruffati, io mi alzai molto lentamente, poi mi vestii e scesi in cucina.
 Aprii il frigo e poi iniziai a preparare la colazione, quando finalmente ebbi finito presi un vassoio e ritornai in camera. Appoggiai il tutto sul comodino e poi mi avvicinai a Kim.
« Piccola … è ora di svegliarsi » le sussurrai all’orecchio, lei si volto e poi molto lentamente aprì gli occhi, un sorriso le si stampò in faccia.
« Buongiorno » disse, io le diedi un bacio poi le indicai il vassoio.
« Anche la colazione a letto? Sei il fidanzato migliore della terra » sussurrò mettendosi a sedere, io inarcai un sopracciglio e poi mi avvicinai a lei.
« Così mi offendi, io sono il migliore dell’universo principessa » dissi indicando me stesso, Kim scoppiò a ridere e io mi unii a lei, le porsi il vassoio, lei lo appoggiò sul letto e poi iniziò a mangiare. Io rimasi lì immobile a guardarla, era così tremendamente bella, ormai nella mia testa c’era solo un pensiero, lei. L’unica cosa di cui mi importava era Kim. Dopo aver finito la colazione si vestii e mi aiutò a sistemare il salotto.
« Sicuro che le candele non le vuoi lasciare sul tavolo? Sono molto belle » disse indicandone una .
« Se fosse per me le terrei tutte ma mia madre non la pensa allo stesso modo » risposi ridendo, lei fece lo stesso e dopo aver raccolto i petali e messo tutto in ordine ci sedemmo sul divano, Kim accese il telefono e i suoi occhi si spalancarono quando vide 30 chiamate perse da sua madre.
« Oddio … » sussurrò, io l’abbracciai.
« Tranquilla ci inventeremo qualcosa » dissi lei non si mosse, sembrava come ipnotizzata dallo schermo del cellulare.
« Okay ascoltami, chiama Sam e dille di chiamare tua madre, così le spiegherà che sei dovuta andare a dormire da lei perché era troppo tardi per tornare a casa e tu non aveva le chiavi » suggerii, lei annuii e fece come le avevo detto, dopo quindici minuti sua madre la chiamò e per fortuna ci cascò in pieno.
« Okay il problema “ mamma “ è risolto » disse lei mettendosi in tasca il cellulare, subito dopo si avvinghiò a me e io la strinsi in un forte abbraccio, volevo che lei non se ne andasse mai, volevo che rimanesse lì insieme a me per sempre.
« Che ti va di fare? » le chiesi con un sorriso malizioso.
« Non fare quella faccia! » rispose lei dandomi un pugno sulla spalla poi scoppiò a ridere.
« Comunque vediamo … potremmo andare al parco? Oppure al lago, sai dopo il nostro primo bacio quello è il mio posto preferito » disse arrossendo, io le alzai il mento con il pollice e la guardai dritto negli occhi.
« Quello che dici è un ordine piccola » sussurrai, le diedi un altro bacio, poi ci alzammo e uscimmo di casa mano nella mano.
Durante il tragitto io la feci piroettare per poi tirarla verso di me, aveva la risata più bella che avessi mai sentito, qualsiasi cosa facessi lei rideva e mi piaceva vedere quanta allegria stavo portano nella sua vita. Finalmente arrivammo al lago e ci sedemmo nella stessa panchina in cui l’avevo baciata per la prima volta, quel ricordo era impresso nella mia mente.
Lei appoggiò la testa sul mio petto e io iniziai a disegnarle dei cerchi con le dita sulla mano.
« Jason? » disse lei alzando lo sguardo verso di me.
« Si piccola? » chiesi sorridendo.
« Ti amo » sussurrò Kim accarezzandomi la guancia.
« Ti amo anche io »


ECCO UN NUOVO CAPITOLO SPERO VI PIACCIA BACII!!

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Capitolo 16
*** Inseparabili ***


Kim
« Jason sei sicuro di voler rinunciare alle prove per venire con me? » chiesi nervosa, quel pomeriggio sarei dovuta andare a fare la visita per la gola, ormai erano passati quasi due mesi e avevo la speranza di poter cantare di nuovo.
« Si e ora smettila di chiedermelo, sei più importante tu » rispose dandomi un bacio sulla guancia io sorrisi e cercai di rilassarmi, finalmente arrivammo davanti all’Ospedale, strinsi la mia mano in quella di Jason e poi entrammo.
 Camminammo per i vari corridoio e poco dopo trovai la sala d’attesa.
«  Signorina Pil-sook ? » chiese una infermiera aprendo la porta di fronte a noi.
« Sono io, per caso può entrare anche lui? » chiesi a mia volta, lei annuii e insieme entrammo nella stanza, appena oltrepassammo la soglia vidi lo stesso Dottore che mi aveva curata, era seduto su una scrivania, mentre compilava alcuni fogli.
Io e Jason ci sedemmo su due sedie aspettando che lui finisse, non volevo disturbarlo, finalmente mise a posto la penna poi passò i fogli all’infermiera e alzò lo sguardo su di noi.
« Kim mia cara, vedo che stai meglio » disse sorridendo.
« Si ma vorrei sapere se posso cantare, può farmi la visita subito? » chiesi cercando di trattenere le lacrime, avevo paura che la mia voce fosse peggiorata o che addirittura non avrei potuto cantare mai più, scacciai via quei pensieri e mi misi a sedere su un lettino vicino a Jason. Volevo tanto cantare, soprattutto perché  tra una settimana avremmo fatto uno spettacolo per cercare di raccogliere ancora più soldi.
Tutti gli strumenti che si erano bruciati li avevamo ricomprati e anche gli specchi per il ballare e i microfoni.  Dovevamo solo guadagnare un po’ di più per risistemare la scuola e io volevo partecipare a tutti i costi.
« Bene ora apri la bocca, tira fuori la lingua e di “Ahhhhh “ » disse il dottore, io lo feci, lui prese una specie di torcia e mi guardò dentro la gola, dal suo sguardo sembrava non ci fossero brutte notizie eppure io sentivo come la sensazione che niente sarebbe andato bene.
« Okay, può bastare, prego siediti » disse indicando la sedia affianco a quella di Jason, io obbedii e strinsi la mia mano nella sua.
« Allora Kim la tua gola è perfetta, non ci sono complicazioni, sei stata molto brava a rispettare le mie raccomandazioni perciò aspetta solo due giorni per precauzione e poi potrai cantare di nuovo» disse sorridendo, io mi alzai e iniziai a saltellare per tutta la stanza e gridavo a tutto il mondo che finalmente potevo riniziare a fare ciò che più amavo.
Jason si avvicinò a me poi mi cinse i fianchi e mi fece roteare in aria.
« Si! » gridò mettendomi a terra.
« Bene ragazzi ora potete andare, mi raccomando Kim aspetta solo due giorni non uno di più non uno di meno » precisò il Dottore io annuii e poi insieme a Jason uscimmo dall’Ospedale.
« Finalmente! Si, si, si! Potrò cantare con te! E con Sam e con Becky … » la voce mi si smorzò da sola, anche se avevamo litigato sentivo comunque la sua mancanza, dopotutto era una delle mie migliori amiche.
« Hey piccola non ti rattristare, ti terrò io compagnia » ripose Jason con sguardo malizioso.
« Sei proprio scemo! » gridai dandogli un pugno sulla spalla, entrambi scoppiammo a ridere e poi mano nella mano andammo a casa mia, volevo dare la notizia a mia madre, sapevo che ne sarebbe stata felice.
« MAMMA! » urlai spalancando la porta, lei corse verso di me con sguardo terrorizzato, sembrava che avesse appena visto un fantasma.
« Tesoro! Madonna mi hai fatto prendere un colpo! Allora che cosa ti ha detto il Dottore? » chiese impaziente.
« Beh in realtà … » feci una faccia triste lei si avvicinò a me per consolarmi, poi io sorrisi « Posso cantare! » gridai infine a squarcia gola.
« Che bello! » disse e mi strinse in un forte abbraccio.
« Ah mamma va bene se Jason rimane a cena? Vorrei festeggiare anche con lui » sussurrai guardandolo.
« Certo, allora più tardi venite ad apparecchiare » rispose, poi si voltò e se ne andò.
« Andiamo a vedere le prove? Vorrei sentirti cantare » dissi abbracciandolo, Jason annuii e uscimmo di casa, quando arrivammo al tendone che avevamo montato noi stessi per provare vedemmo tutti i nostri amici sorriderci, così noi ci avvicinammo.
« Ragazzi! Tra due giorni potrò cantare con voi! » urlai, loro mi abbracciarono e si congratularono con me, finalmente sarei tornata la Kim di sempre, quella con una voce limpida e pulita, quella che ama ballare e cantare.
L’unica cosa nuova sarebbe stata avere Jason al mio fianco, adesso che avevo lui tutto era perfetto sentivo che una parte di me dopotutto era piena. Il mio cuore batteva a mille per ogni suoi piccolo tocco, una carezza, un bacio anche quando mi sfiorava, mi sentivo finalmente innamorata.
« Kim? » sentii una voce chiamarmi così scossi la testa e tornai alla realtà fuori dai miei pensieri, quando mi voltai vidi una ragazza di media statura, capelli corti neri e sguardo triste, Becky.
« Ciao » risposi secca, non avevo per niente voglia di parlare con lei anche se dovevo ammettere a me stessa che mi mancava.
« Ho saputo che stai meglio » disse avvicinandosi, io strinsi la mia mano in quella di Jason.
« Si è vero » risposi guardandola dritto negli occhi, lei abbassò lo sguardo e iniziò a fissare me e il “MIO” ragazzo.
Giusto per precisare che tu non hai chance.
« Adesso vado è stato un piacere rivederti » disse, poi si voltò e se ne andò.
Si veramente un piacere guarda …..
« Jason possiamo entrare? Ho bisogno di ascoltare della musica » sussurrai, lui annuii e insieme entrammo dentro il tendone, io mi misi a sedere su una seggiolina e invece Jason salì sul palco.
« Vorrei dedicare questa canzone alla ragazza più bella e fantastica del mondo » gridò al microfono, in quell’istante arrossii e poi lui iniziò a cantare, mi si illuminarono gli occhi quando finalmente riconobbi quella canzone, era la stessa che aveva cantato al nostro mesiversario, Jason scese dal palco poi venne di fronte a me. Continuava a cantare  e tutti ci fissavano, lui mi prese la mano facendomi alzare e poi iniziò a girarmi in torno dedicandomi ogni singola parola di quel fantastico testo. Quando finì si avvicinò a me poi davanti agli altri ragazzi mi baciò tutti applaudirono e noi scoppiammo a ridere.
« Grazie ne avevo bisogno » gli bisbigliai all’orecchio.
« Lo so principessa » rispose dandomi un colpetto sul naso con un dito.
« Bene dopo questo momento davvero commovente inviterei sul palco Dylan che deve provare i suoi brani reppati » disse un ragazzo sul palco. Jason ripose il microfono vicino al palco e poi si mise a sedere sulla sedia in cui c’ero prima io, rimasi in piedi e lo guardai dubbiosa.
« Scusa e io dove mi metto? Non si frega il posto alle principesse è maleducazione » sussurrai ridendo, lui mi prese per il polso e poi mi fece sedere sulle sue ginocchia, io lo abbracciai e mi incollai letteralmente a lui. Era così perfetto tremendamente perfetto, si preoccupava sempre e non mi lasciava mai andare, stare con lui era come avere sempre ventiquattro ore su ventiquattro una guardia del corpo pronta a difenderti. Lo amavo troppo e nessuno ci avrebbe mai separato me lo sentivo dentro, nel cuore, che batteva solo per lui.


ECCO UN NUOVO CAPITOLO IO E LA MIA AMICA SPERIAMO CHE VI PIACCIA BACI <3

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Capitolo 17
*** Lo show ***


 
Kim
Aprii gli occhi molto lentamente e subito puntai lo sguardo sul calendario, velocemente mi alzai e iniziai a fissarlo, poi saltai dalla gioia, finalmente era arrivato il giorno in cui io avrei dovuto debuttare di nuovo. Corsi in bagno, poi dopo essermi lavata e vestita andai a fare colazione al piano di sotto.
« Mamma! Lo sai che oggi non ci sarò per niente vero? » chiesi aprendo il frigo.
« Si tesoro è una settimana che me lo dici, calmati su » rispose lei mentre appoggiava sul tavolo dei bicchieri.
« Lo so, ma sono elettrizzata all’idea che potrò cantare di nuovo di fronte ad un pubblico, poi la parte migliore è che raccoglieremo i soldi per la scuola » dissi mettendomi a sedere.
« Già, a che ora inizia lo spettacolo? » chiese lei appoggiandosi al lavandino.
« Alle 18:00 mamma » risposi iniziando a fare colazione, lei annuì e poi si voltò dall’atra parte, quando finalmente ebbi finito uscii di casa con il costume, i trucchi e tutto il necessario per prepararmi nel Back-stage del tendone.
Mentre camminavo sul marciapiede vidi due figure tenersi per mano mentre passeggiavano molto tranquillamente nella mia stessa direzione, spalancai gli occhi quando li riconobbi.
« Dylan! Sam! Ma che cavolo .. » gridai con ancora gli occhi sbarrati, loro si voltarono e rimasero di sasso, poi molto lentamente si avvicinarono a me.
« Voi due vi siete finalmente messi insieme e non mi dite niente? Dovrei ricordarvi cosa ho fatto per voi due piccioncini? » chiesi appoggiando il mio costume su un muricciolo.
« Scusaci solo che Brian ancora sembra scosso da tutto quello che è successo e non vogliamo ferirlo facendoci vedere insieme » rispose Dylan guardando Sam, da quello sguardo potei capire tutto, i suoi occhi brillavano quando parlava di loro due o di lei, si poteva notare lontano un miglio quello che provavano l’uno per l’altra.
« Tranquilli capisco, per caso stamattina avete sentito Jason? » chiesi ricordandomi solo ora che non mi aveva mandato il messagino mattutino.
« No ….. credo che sia al tendone però » disse Sam, a quel punto sospirai, ripresi il costume e insieme a loro andammo a provare, quando arrivammo vidi una scena che mi fece ribollire il sangue.
Tutto quello che avevo in mano cadde a terra e le mie gambe iniziarono a correre da sole.
« Ma bene! Che bella scenetta! » gridai verso Jason e Becky, loro si voltarono e mi guardarono impauriti.
« Piccola calmati, le stavo solo spiegando una cosa » disse Jason sorridendo, il cuore mi si sciolse in un attimo, ma poi scossi la testa e ripresi a parlare.
« Non voglio che parli con lei, sappiamo tutto cosa vuole » risposi afferrandolo per il braccio.
« Kim calmati okay? A me non piace più Jason puoi stare anche tranquilla » disse Becky passandosi tra le dita una ciocca di capelli.
« Non ti credo, certi sentimenti non spariscono all’improvviso, e ora lascia in pace il mio ragazzo, ripeto il MIO! » risposi e tirai Jason verso di me, per condurlo dentro al tendone, lo trascinai vicino al palco e poi lo lasciai andare.
« Ei principessa calmati, io amo solo te e veramente stavo spiegando a Becky una cosa, io ti amo lo capisci? » mi chiese accarezzandomi una guancia, io arrossii e poi annuii.
« Lo so, ma vederti con lei mi fa saltare i nervi » confessai guardandolo dritto negli occhi, lui sorrise e poi mi baciò molto delicatamente.
« Ti amo » disse stringendomi in un forte abbraccio.
« Ti amo anche io » risposi sorridendo.
« Kim! Kim! Ti sono caduti questi! » mi voltai e vidi Dylan correre verso di me con il costume e tutta l’altra roba che mi era scivolata dalle mani, io presi il tutto e poi lo ringraziai.
Per il resto della mattinata provammo vari pezzi, io dovevo cantarne uno singolo, uno con Jason e uno con tutti i miei amici, ovviamente quello che mi entusiasmava di più era quello con il mio ragazzo. Dovevamo fare un balletto di coppia e cantare con i nostri visi vicinissimi, quasi che le nostre labbra potessero toccarsi. Dopo aver pranzato e provato di nuovo andai nel Back- Stage per cambiarmi e truccarmi, come al solito facevano aprire lo spettacolo a me e così in fretta e furia mi preparai. Mancava pochissimo all’inizio, si potevano sentire benissimo i sussurri delle persone che aspettavano impazienti a sedere, io mi guardai allo specchio in preda al panico.
Se inciampo e cado?
Se stono?
Se non mi ricordo le parole?
Oddio .. oddio ..
« Kim calmati andrà tutto bene » dissi a me stessa prendendo la chitarra e il microfono, poi iniziai a respirare ed inspirare, ad un certo punto sentii il nostro direttore presentarsi al pubblico e i miei occhi si spalancarono.
Calmati!
Calmati!
Calmati!
« Kim! » mi voltai e vidi Jason correre verso di me.
« Oddio, ma cosa ci fai qui? Dovresti essere al tuo posto dall’altra parte del tendone! » sussurrai per non far sentire tutto agli altri tramite il microfono che ovviamente avevano già acceso.
« Non posso iniziare senza prima dirti buona fortuna » disse e a quel punto mi baciò io arrossi e subito dopo sentii il mio nome e così dovetti staccarmi per poi salire sul palco. Appena lo feci mi ritrovai un sacco di persone che mi fissavano, io deglutii poi mi misi a sedere sopra uno sgabello, appoggiai il microfono, iniziai a suonare la chitarra e poi a cantare. Mentre lo facevo mi sentivo libera, come se nessuno potesse fermarmi o rovinare il mio debutto e così fu. Quando ebbi finito un fortissimo applauso riempì il silenzio che si era creato e io mi inchinai come segno di gratitudine. Da quel momento in poi tutto andò bene, le altre esibizioni erano bellissime e più le guardavo più mi rendevo conto di quanto noi studenti fossimo bravi in quello che facevamo. Verso la fine toccò a me e a Jason cantare, partii la melodia lenta e io salii a destra del palco iniziando a cantare e lui a sinistra. Quando ci incrociammo al centro mi fece piroettare e così io andai a sbattere contro il suo petto, per quasi tutta la canzone rimasi abbracciata a lui, quel pezzo doveva trasmettere amore e tranquillità e per fortuna ottenne l’effetto che speravamo. Feci il mio ultimo numero con i miei amici e poi lo spettacolo finì, tutti erano contenti per il risultato che avevamo ottenuto ma anche perché avevamo raccolto più soldi del previsto. Tutti iniziammo a saltare da una parte all’altra fino a quando un signore alto con i capelli neri tinti ci disse di stare zitti.
« Mi scusi e lei chi sarebbe? » chiese il direttore alzando un sopracciglio.
« Abbassi il tono, io sono il nuovo direttore della Kirin Art School »


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Capitolo 18
*** Nuove notizie ***


Jason
Rimasi immobile, quell’uomo non poteva essere il nuovo direttore, lo guardai negli occhi, ci potevo leggere la soddisfazione che provava nel sbottare quelle parole.
« Non è possibile » sussurrò Kim, io mi avvicinai a lei e la strinsi tra le mie braccia, tutti noi amavamo il nostro direttore, era l’uomo più gentile e onesto che avessimo mai conosciuto.
Vedemmo il signore prendere sotto braccio il direttore per poi condurlo lontano, stavano parlando e noi con l’ansia nel petto ci scambiavamo occhiate malinconiche.
Ad un certo punto vedemmo il nostro professore di canto avvicinarsi.
« Ragazzi andate a casa, vi faremo sapere in seguito » disse sorridendo, non annuimmo e poi dopo aver preso tutti i nostri cambi, andammo via.
Io camminavo mano nella mano con Kim, non volevo lasciarla, sapevo quanto era dura per lei, anzi la cosa affascinante era che si preoccupava per tutto, anche se la situazione non la riguardava. Quel lato di Kim lo adoravo, come tutto il resto dopotutto, l’amavo da impazzire, il sentimento nei suoi confronti cresceva sempre di più e a volte il cuore mi batteva talmente forte che temevo mi scoppiasse, oppure che uscisse fuori dal petto.
In quell’attimo sorrisi, pensare a lei mi faceva sempre un certo effetto.
« Perché ridi? » chiese Kim alzando un sopracciglio, evidentemente le sembrava strano il mio comportamento visto quello che era successo e potevo capirla.
« Mh niente stavo pensando a quanto ti amo » risposi guardandola negli occhi.
« Come sei dolce » disse stringendosi a me « ti va di rimanere da me stasera? » chiese.
« Certo rimango molto volentieri a cena » risposi sorridendo, quegli inviti a sorpresa mi piacevano molto, perché così mi faceva capire quanto volesse starmi  accanto.
« No io intendevo ehm … a dormire »  balbettò, in quell’attimo scoppiai a ridere, vederla arrossire in queste situazioni era divertentissimo « Ei era solo una domanda se non vuoi va bene » si staccò di colpo da me e iniziò a camminare con passo veloce, io le corsi dietro, la presi per il polso e poi la feci voltare verso di me.
« Lo sai che voglio » le sussurrai all’orecchio.
« Allora perché ridevi? Non era una domanda così stupida » disse con aria di sfida, a quel punto capii che si era un po’ innervosita.
« Stavo ridendo perché quando dici certe cose e arrossisci sei carina e divertente principessa » risposi accarezzandole la guancia, la sua espressione cambiò subito, sembrava di nuovo felice e questo mi rese molto contento.
« Allora è andata, avviso mia madre e poi stasera pigiama party insieme! » gridò Kim tutta contenta abbracciandomi.
« Pigiama che? » chiesi ridendo, pensavo che quella festa si facesse tra ragazze non con il proprio fidanzato.
« Oh dai Jason! Non faremo ciò  che faccio con le amiche diciamo … che sarà tutto molto più interessante » sussurrò correndo via « Prendimi! » gridò, io risi poi le corsi dietro, saltellava a destra e a sinistra come un fulmine, aumentai il mio andamento e la afferrai per i fianchi, lei scoppiò a ridere poi quando si ritrovò il mio viso di fronte sorrise dolcemente.
 Agganciai i miei occhi ai suoi e poi la baciai, non era un bacio delicato come quello che le davo di solito, questo era pieno di desiderio e passione.
Ci appoggiammo ad un muro mentre continuavamo a baciarci, lei, faceva scorrere le sue piccole e magre dita tra i miei capelli e io le cingevo i fianchi.
Era così bella e affascinate e dolce  e premurosa e … avevo mille aggettivi nella mia mente e nessuno di quelli bastava per descriverla, Kim era Kim, nessuno avrebbe potuto sostituirla o analizzarla.
I brividi mi percorsero per tutto il corpo mentre le sue morbide e calde labbra si schiudevano sulle mie, avevo troppe sensazioni dentro di me, un’altra volta sentii il mio cuore battere all’impazzata, stava veramente per scoppiare ne ero certo. Lei si stacco da me e subito sentii la mancanza di quel calore che dalle labbra si espandeva per tutto il corpo rendendomi felice e innamorato.
« Ti amo » mi sussurrò all’orecchio.
« I love you too baby »  risposi accarezzandole la guancia, Kim arrossì e poi mi prese per mano.
« Adoro quando parli in Americano, dai andiamo a casa se no mamma ci lincia » disse ridendo, io feci lo stesso poi andammo via, appena arrivammo sua madre ci fece una ramanzina sull’orario e poi urlò ancora di più per il mio tardo preavviso sul dormire. Dopo aver pranzato e cercato di spiegare alla madre di Kim che non avremmo spaccato la casa durante la sua assenza finalmente se ne andò lasciandoci soli.
« E ora che facciamo? » chiesi guardandola con sguardo malizioso, lei scoppiò ridere e poi si diresse in salotto, io la seguii e lì appoggiati sul divano vidi la sua chitarra alcuni microfoni e il Karaoke nel televisore.
« Eh dai che aspetti?! » mi chiese a sua volta battendo le mani, io presi il mio microfono poi lei fece partire una delle mie canzoni preferite, un giorno l’avevo cantata al piano nella scuola e la dedicavo a Kim. Si intitolava :  I can't let you go even if I die dei 2AM.
Iniziai a cantare, con lo sguardo rivolto verso di lei, più la guardavo più le miei parole suonavano dolci e melodiche, le sue labbra si muovevano mentre cantava anche lei sotto voce, erano rosee e morbide, ogni volta che le mie si incollavano alle sue diventavo come matto. Sentire il suo profumo, il suo respiro e la sua voce mi faceva stare bene, averla lì accanto a me curava tutte le mie ferite e se non ce n’erano mi riempiva di gioia.
Questo sentimento era così forte e puro, mi sentivo bene nel profondo.
Ogni tanto pensavo a quanto sarebbe brutto perderla, credo che impazzirei, insomma lei era la creatura più bella che io avessi mai visto.
« Jason? Amore? Ei? » in quell’attimo mi accorsi che Kim mi stava parlando e intanto rideva, io scossi la testa e guardai lo schermo del televisore, la canzone era finita e io mi ero bloccato di fronte a lei.
« Sorry baby » risposi sorridendo, lei mi guardò e i suoi occhi brillarono, vidi in essi come una specie di luce che mi chiedeva qualcosa, in un attimo le sue labbra furono sopra le mie, io la feci stendere sul divano e poi mi sdraiai sopra di lei. Ora sapevo cos’era quella scintilla, desiderio.
Kim mi tolse la maglietta e io feci lo stesso, i nostri corpi erano incollati uno all’altro mentre noi continuavamo a baciarci, non volevo lasciarla, lei era la mia piccolina.
In un attimo ci ritrovammo entrambi nudi, lei arrossiva ad ogni mia carezza e ad ogni mio bacio, adoravo accarezzarle i capelli, erano così delicati e profumati.
Poco dopo lo facemmo, era stato così bello e dolce, la trattavo come una bambolina, avevo paura di romperla con ogni piccolo gesto.
Kim mi abbracciò poi in fretta andò a mettersi il pigiama, io feci lo stesso e poi andai in camera da lei, la mia principessa si era addormentata delicatamente sul suo letto, così io la coprì con le coperte e poi mi sdraiai accanto al suo corpicino.
Le accarezzai la guancia e in poco tempo mi ritrovai nel mondo dei sogni, consapevole di essere l’uomo più felice sulla faccia della terra.


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Capitolo 19
*** Niente è come sembra ***


Kim
Aprii gli occhi e i raggi del sole invasero la mia visuale, oggi era un grande giorno, finalmente la scuola avrebbe riaperto, l’unica cosa che mi rendeva triste era il fatto che non avremmo avuto lo stesso direttore.
Mi alzai dal letto, poi mi cambiai e mi vestii, in un lampo mi ritrovai in cucina, feci colazione e poi uscii di casa, l’inverno ormai era arrivato e piccoli fiocchi di neve cadevano sul cemento. Con passo veloce mi diressi alla Kirin, quando arrivai gli studenti erano lì davanti al cancello impazienti, scrutai tutti i volti e poco dopo trovai il mio gruppo di amici.
« Ciao ragazzi » gridai cercando si sovrastare la folla che intanto urlava.
«Kim! Finalmente sei arrivata anche tu! » gridò a sua volta Sam, io l’abbracciai e poi salutai anche gli altri, stranamente non vidi Jason, anzi era da una settimana che non lo vedevo, l’unico segnale che mi fece capire che lui era ancora vivo, fu due o tre giorni prima, tramite un messaggio. Sospirai e quando Dylan vide il mio sguardo iniziò a fissarmi, non capivo il suo comportamento, era abbastanza strano da diversi giorni. Feci per parlare ma il cancello si aprì all’improvviso e così fummo costretti ad entrare nella scuola, camminai molto lentamente e poi ritrovai il mio armadietto.
Erano successe tante cose in quel luogo, tutto mi ricordava Jason, ogni angolo della scuola mi ricordava lui. A quel punto mi decisi e iniziai a cercare Dylan, ero stufa del suo comportamento e di quello di Jason, finalmente lo trovai e gli andai in contro.
« Dylan! » dissi tirandolo per la giacca « adesso mi spieghi dove cavolo è finito Jason e perché tu ti comporti così! Sono stufa »  gridai guardandolo dritto negli occhi, nel suo sguardo potevo leggerci, paura, timore e preoccupazione.
« Te lo ha detto lui no? Ha problemi familiari e basta. In quanto a me non so, mi va di fare così » rispose staccandosi dalla mia presa per poi andarsene, rimasi lì immobile con le lacrime agli occhi.
Perché mi aveva trattata così?
Che cosa avevo fatto di male?
E tu amore mio … perché non mi cerchi più?
Alzai lo sguardo e iniziai a fissare la figura di Dylan che molto velocemente si stava allontanando, presi un lunghissimo respiro e dopo essermi asciugata le lacrime mi diressi nel bagno delle ragazze. Mi guardai attraverso lo specchio e ancora una volta i pensieri presero forma nella mia mente.
Avrò fatto qualcosa di male?
Ora capisco che niente è come sembra ….
Lui non stava bene con me, per questo ora mi evita..
Ma non so perché non me lo ha detto.
No! Non è possibile!
Chiusi gli occhi e strinsi i pugni, dovevo assolutamente parlare con lui, non riuscivo più a sopportare la situazione che si era creata, perciò presi il mio zaino che precedentemente avevo gettato a terra e uscii dalla scuola.
Oltrepassai il cancello e poi iniziai a correre, svoltavo angolo dopo angolo e attraversavo strada dopo strada senza sapere neanche cosa avrei detto a Jason.
Arrivai davanti casa sua e il panico si fece strada dentro di me, molto lentamente mi avvicinai al campanello e poi suonai, una parte di me non voleva ma il mio cuore mi diceva di scoprire la verità.
Nessuno mi aprì, così suonai di nuovo, ma come prima nessuna risposta. Rimasi lì davanti quella casa tutta la mattina, con la speranza che prima o poi lui sarebbe venuto fuori, quando notai che ormai era ora di tornare a casa, iniziai a piangere e con passo veloce me ne andai.
Quando arrivai vidi Dylan di fronte alla mia porta, aveva lo sguardo perso nel vuoto e spostava il peso da un piede all’altro.
« E tu che cavolo ci fai qui? » urlai alzando le braccia al cielo, ora non capivo minimamente ciò che faceva, prima era scorbutico poi me lo ritrovo lì.
« Senti, sono venuto perché tu meriti di sapere la verità anche se non dovresti sapere quello che sto per dirti » rispose lui guardandomi negli occhi, il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
E se era successo qualcosa Jason?
E se aveva avuto un incidente e lui era ……
Scossi la testa e cercai di cancellare quel bruttissimo pensiero dalla mente.
« Forza parla » sbottai incrociando le braccia al petto.
« Vedi … allora … non so come dirtelo … Jason è … partito per New York » disse infine, mi immobilizzai e la rabbia si impossessò di me.
« Cosa? Quand’è il suo volo? » chiesi camminando avanti e indietro in preda al panico.
« Tra quindici minuti » rispose abbassando lo sguardo. I miei piedi si mossero da soli e iniziai a correre, per fortuna l’aereo porto non era molto lontano da casa mia, così aumentai il passo. Finalmente arrivai all’aereo porto, quando mi ritrovai davanti all’entrata spintonai tutti per cercare di passare, guardai l’orologio e vidi che mancavano tre minuti al decollo, iniziai a correre di nuovo e quando arrivai nella sala d’attesa notai che lui non c’era.
 In quell’stante guardai fuori dall’enorme vetrata.
Appoggiai una mano sul vetro e poi mi voltai verso il cartello dei voli, vidi che quello per New York non c’era più.
Mi girai di scatto, puntando di nuovo il mio sguardo verso il vetro, l’aereo iniziò a muoversi e davanti ai miei occhi spiccò il volo.
In quell’istante il mondo mi cadde addosso, lui se n’era andato, lui non ci sarebbe più stato per me.
Le lacrime iniziarono a scendermi calde sul viso, ancora non ci potevo credere.
Ma perché non me lo ha detto?!?!
Se solo lo avessi saputo ……
La rabbia prese posto alla tristezza e alla delusione, era tutta colpa di Dylan, lui avrebbe dovuto dirmelo prima, e Jason … avrebbe dovuto avvisarmi.
Appoggiai la fronte alla vetrata e lasciai le lacrime scendere senza mai finire, rimasi lì con il cuore che mi batteva a mille e tantissime domande che non volevano andarsene dalla mia mente.


ECCO UN NUOVO CAPITOLO!!! BACI <3

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Capitolo 20
*** Il dolore ***


Kim
Sentii mia madre bussare alla porta della mia stanza, io non feci lo sforzo di rispondere, ormai ero senza forze, l’unica cosa che facevo era piangere, il dolore che Jason mi aveva lasciato era troppo grande. Mi aveva aperto una voragine nel cuore, ormai dopo una settimana una persona dovrebbe stare meglio, ma per me non era così. Mi rigirai nel letto dando le spalla alla porta, in quell’istante mia madre la aprii e poi si mise a sedere affianco a me.
« Tesoro … dovresti alzarti » sussurrò appoggiando una mano sulla mia schiena, io non riposi, semplicemente scoppiai di nuovo a piangere, ma lentamente, le lacrime scendevano calde sulle mie guance per poi ricadere sul cuscino.
Non mi muovevo, solo, quelle piccolissime gocce colavano dai miei occhi.
« Qualcuno è venuto a trovarti ehm dice di chiamarsi Dylan » disse infine, in quell’istante la tristezza e la solitudine se ne andarono lasciando posto alla rabbia e all’odio che provavo verso di lui.
« Fallo entrare » risposi mettendomi a sedere, ero spettinata, struccata e con il pigiama, ma non m’importava era colpa sua, lui non mi aveva avvisata, lui aveva aspettato l’ultimo minuto per parlare, lui, soltanto lui sapeva. Vidi mia madre uscire dalla stanza e poco dopo al suo posto apparve Dylan chiudendosi la porta alle spalle, fece per parlare, ma io velocemente mi alzai e gli tirai uno schiaffo.
« Me lo merito » sussurrò massaggiandosi con la mano la guancia arrossata.
« Te ne rendi conto che è colpa tua?! » gridai camminando avanti e indietro.
« Dovevi dirmelo prima! Come hai potuto quella mattina guardarmi in faccia pur sapendo cosa stava per accadere? » urlai ancora più forte alzando le braccia al cielo.
« Mi dispiace, ma Jason … lui … ecco .. » sussurrò passandosi il peso da un piede all’altro.
« COSA!? Lui cosa?! Dimmi una buona volta tutto! » gridai sedendomi sul letto, subito iniziai a tremare, ero agitata e tutta l’adrenalina che avevo represso ora si stava mostrando.
Dylan si mise a sedere affianco a me, poi prese un forte respiro e si tolse il cappotto.
« Ecco i suoi genitori lo hanno obbligato a venire via perché la sorella di Jason ha fatto qualcosa di grosso, non so precisamente cosa però » disse guardandomi dritto negli occhi, in quell’istante vidi che erano lucidi, forse anche lui soffriva per la sua partenza o forse soffriva anche per il fatto di non avermi avvisata in tempo.
«Primo, Jason ha una sorella?! Secondo perché non ha voluto dirmelo? » chiesi prendendo un peluche per poi appoggiarmelo in grembo.
« Lui avrebbe preferito che lo odiassi piuttosto che vederti soffrire » rispose passandosi una mano tra i capelli.
« Non potrei mai odiarlo, lo so per certo. Però so anche che avrebbe potuto dirmelo, avremmo trovato una soluzione insieme, avremmo potuto rimanere in contatto, esistono i cellulari e i computer se non lo sa » dissi acida, non capivo come Jason abbia potuto pensare a tutto questo, io lo amo, lui è la cosa più importante per me, la mia vita gira esclusivamente intorno alla sua, noi siamo anime gemelle, lo sento dentro al mio cuore, da sempre.
« Dylan vuoi farti perdonare da me? » chiesi alzando di scatto il capo per poi fissarlo, lui annuii e in quell’attimo comparve nella mia mente l’idea più ovvia a cui potessi pensare.
« Bene allora prepara le valige si va a New York » dissi infine, Dylan sgranò gli occhi.
« Ma cosa …? Scusa è impossibile, primo non abbiamo i soldi secondo non sappiamo precisamente dove abita » rispose scrollando le spalle.
« Ti ricordo che dopo il nostro debutto ora ci conoscono ovunque, non sarà difficile trovarlo con Internet » sussurrai alzandomi di scatto, subito presi dall’armadio la mia valigia, poi la aprii e la gettai sul letto.
« Kim dimentichi la cosa fondamentale, i soldi » disse spostandosi per non farsi schiacciare la testa dal peso della mia valigia.
« Nessun problema » risposi prendendo il mio salvadanaio, lì avevo tutti i miei risparmi, avevo iniziato ad accumularli fin da quando ero piccola e ora sono tantissimi.
Con molta forza li gettai a terra e vari soldi di carta e monetine rimbalzarono sul mio tappetino.
« Okay questo non me lo aspettavo, ma non posso permettere che tu paghi il biglietto anche per me » disse Dylan prendendo in mano il suo cappotto.
« Andrò a prendere Jason con te o senza di te quindi o mi segui e lasci fare a me oppure te ne stai qui con le mani in mano » risposi secca spostando i vestiti dal cassetto alla valigia cercando di non calpestare i soldi sul pavimento.
« Okay va bene vado a preparare la valigia a casa e torno qui » disse salutandomi per poi uscire dalla mia stanza, io molto velocemente finii di riempire la mia valigia, poi andai su internet e comprai i biglietti dell’aereo. Saremmo dovuti partire tra tre ore, così mi lavai e successivamente uscii di casa senza dire niente,  mia madre non doveva sapere niente di tutto questo, non mi avrebbe mai fatta partire se lo avesse saputo. Finalmente vidi Dylan dall’altra parte della strada, insieme andammo all’aereo porto e dopo aver fatto il check in salimmo sull’aereo.
« Sei sicura che quando ti vedrà vorrà parlare con te? » mi chiese di punto in bianco Dylan sedendosi affianco a me per poi allacciarsi la cintura.
« Anche se non vorrà lo obbligherò, mi merito delle spiegazioni e delle scuse » risposi allacciandomi la cintura, Dylan non disse più niente e per tutta la durata del viaggio nessuno dei due parlò. Per fortuna il viaggio passò velocemente anche se per me sembrò una eternità visto ciò che avrei dovuto fare o dire una volta giunta a destinazione. L’aereo atterrò molto bruscamente e per un attimo sentii il cuore battermi all’impazzata, poi poco dopo io e Dylan prendemmo le nostre valigie e uscimmo dall’aereo porto.
« Chiamo un taxy » dissi avvicinandomi alla strada, finalmente ne vidi uno e poi allungai il braccio per farmi vedere, così ci salimmo sopra, indicai all’autista la destinazione che precedentemente sull’aereo avevo trovato grazie ai gossip.
Più il tempo passava, più l’ansia mi invadeva dentro, non riuscivo a stare ferma.
Velocemente arrivammo a destinazione, il taxy ci lasciò davanti ad una enorme villa. Io e Dylan ci guardammo un attimo negli occhi, poi quando puntammo il nostro sguardo sul cancello in ferro vidi in lontananza Jason abbracciare una ragazza dai capelli rosso fuoco. In quell’istante strinsi con molta forza l’impugnatura della valigia e infine come colpo di grazia Jason la baciò sulla guancia. Sentii vari sentimenti impadronirsi di me, dalla rabbia alla gelosia per poi finire con la tristezza e la malinconia, avevo già sofferto troppo per lui, non mi meritavo tutto questo. Poco dopo sentii le gambe cedermi e Dylan mi afferrò al volo, le lacrime innondarono la mia visuale e l’ultima cosa che vidi fu il suo viso.
Ecco un nuovo capitolo gente!!! Baci e scusate l'assenza <3

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Capitolo 21
*** Confessioni ***


Kim
 
Aprii molto lentamente gli occhi e mi ritrovai subito lo sguardo di Jason addosso, anzi io ero tra le sue braccia, lui mi stava accarezzando la nuca e potevo sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Di scatto mi spostai lasciandolo spiazzato, forse non si aspettava quella reazione, ma lo avevo visto mentre baciava sulla guancia una ragazza e di certo non era la cosa più normale del mondo se si è fidanzati. Spostai lo sguardo nella stanza e vidi Dylan, se ne stava con la testa appoggiata al muro e le braccia incrociate sul petto, un po’ più in là c’era quella ragazza dai capelli rosso fuoco che avevo visto poco prima.
« Kim piccola, mia finalmente ti sei svegliata » disse Jason, in quell’istante mi impietrii, risentire la sua voce mi faceva un strano effetto, l’adoravo e la odiavo allo stesso tempo.
« Non chiamarmi piccolina » risposi secca fissando il pavimento subito Dylan fece segno alla ragazza dai capelli rosso fuoco di seguirlo in un’altra stanza.
« Kim lo so che sei arrabbiata con me ma ti prego .. » sussurrò afferrandomi la mano, io mi alzai di scatto posizionandomi di fronte a lui e poi gli puntai un dito contro.
« Ti rendi conto che mi hai abbandonato come un cane? Sai a quante cose ho pensato? Ah si certo forse sei stato come solo per togliermi la verginità! » gridai con le lacrime agli occhi.
« Cosa? No non lo farei mai, Kim io ti amo ma quello che è successo era troppo pesante » disse Jason passandosi una mano tra i capelli, in quell’istante vidi i suoi occhi brillare e poi una lacrima gli rigò il viso.
Solo in quel momento mi accorsi che non gli avevo chiesto cosa era successo alla sorella.
« Jason … cosa è successo? » chiesi, il mio istinto mi diceva di abbracciarlo e di baciarlo, ma la mia testa allo stesso tempo mi diceva di rimanere al mio posto fino a quando non avessi saputo la verità.
« Immagino Dylan ti abbia detto che è successo qualcosa con mia sorella no? » chiese a sua volta appoggiando la testa sullo schienale del divano, nei suoi occhi potevo leggere tristezza e disperazione.
« Si e se sei in questo stato vuol dire che è vero, ti prego parlami » risposi dolcemente e poi mi sedetti affianco a lui, l’istinto avevo scansato del tutto quello che mi diceva la mente.
« Ecco bene lei abita qui da mia zia e … stava andando a scuola quando una macchina l’ha … investita, … ora è in coma» confessò, subito lo abbracciai, non sapevo cos’altro fare, in quell’istante mi pentii di essermi arrabbiata con lui, non sapevo la verità e non dovevo giudicarlo.  Appena feci quel gesto Jason scoppiò a piangere, e ricambiò subito il mio abbraccio, vederlo in quello stato mi faceva stare male. Quando finalmente riuscii a calmarsi un po’ presi il suo viso tra le mie mani e lo obbligai a guardarmi dritto negli occhi, i suoi erano pieni di lacrime e tristezza.
« Ti perdono per tutto amore mio, questa è una giustificazione più che plausibile » detto ciò lo baciai, quel bacio fu delicato e desiderato, non sentire il sapore delle sue labbra era la cosa che mi aveva fatta penare di più in questo periodo.
Jason mi era mancato da morire, non potevo viere senza di lui, io ero sua e nessun altra avrebbe potuto prendere il mio posto.
Dopo qualche secondo ci staccammo e poi ci guardammo dritto negli occhi, una domanda mi balenò in mente ma ero indecisa se fargliela o no, forse non era il momento esatto, ma visto che ormai lui aveva confessato dovevo farlo anche io.
« Jason … chi è quella ragazza? » chiese abbassando lo sguardo, non volevo vedere l’espressione del suo viso, magari era disgustato dalla mia domanda visto la cosa importante che mi aveva detto lui prima.
« Non devi essere gelosa, lei è mia cugina, per questo prima la stavo abbracciando, lei è come una sorella per me » disse accarezzandomi la guancia, sentire quelle parole mi fece tornare l’allegria. Mi erano mancati tanto quei suoi tocchi delicati e anche la sua voce che da dolce diventava tremendamente sexy.
« Ti amo » sussurrai stringendo la mia mano nella sua, per un attimo lo guardai e vidi stamparsi sulla sua faccia un meraviglioso sorriso.
« Ti amo anche io principessa » rispose e poi mi diede un altro bacio però questa volta sulla guancia. Quel pomeriggio tutto andò bene, imparai anche a conoscere la cugina di Jason e dovevo ammettere che era molto simpatica, guardandola meglio vidi un po’ di somiglianza con lui, nel loro modo di fare e anche nei lineamenti del viso. Quando arrivarono le 18:00 Jason mi disse che doveva andare all’ospedale per vedere la sorella, sapevo che per lui era doloroso e così decisi di accompagnarlo. Appena varcammo la soglia  della stanza dell’Ospedale strinsi la mia mano in quella di Jason, i suoi occhi subito diventarono lucidi ma lo vidi fare un forte respiro e finalmente si mise a sedere affianco alla sorella. La guardai per un po’, era una bambina molto bella, avrà avuto all’incirca dieci anni ed era identica a Jason, non si poteva dire che non erano fratello e sorella, lui era bellissimo e lei ugualmente, due gocce d’acqua. Guardai Jason e lo vidi mentre prendeva la sua mano, lei se ne stava immobile con vari tubi attaccati alle macchine che le trasferivano ossigeno.
Ad un certo punto vidi la porta aprirsi ed entrarono due signori, li riconobbi subito, anche loro avevano gli stessi lineamenti di Jason e della sorella, dovevano essere i genitori.
« Jason cosa ci fai qui? » chiese il padre con voce imponente, dal suo sguardo capii subito che era una di quelle persone molto rigide e severe.
« Padre sono venuto a trovare Janet » rispose lui alzandosi, per un attimo incrociò il mio sguardo ma subito lo distolse quando vide i suoi genitori osservarmi in malo modo.
Padre? Ma dove viviamo nel medioevo?
Nessuno chiama così i propri genitori ormai.
« Ti avevo ordinato di non venire e poi questa chi è? Una delle tue stupide amichette? » chiese guardandomi schifato, io non dissi niente, quella situazione mi stava spiazzando.
« Non vi permetto di mancarle di rispetto, lei è la mia ragazza e la amo » rispose Jason avvicinandosi a me per poi prendermi per mano, io mi irrigidii e fissai il pavimento con le guancie in fiamme.
« Ti ho già detto che tu devi stare con chi decido io figlio » disse il padre, vidi nel suo sguardo che stava iniziando a perdere la pazienza.
Aspetta, fermi un attimo, cos’è questa storia?
« No da adesso non sarà così, sono stufo di obbedire sempre ai vostri ordini, io voglio stare con Kim e nessuno di voi due mi farà cambiare idea » gridò Jason, in quell’istante si sentii la sua voce rimbombare per tutto il corridoio anche se la porta era chiusa.
A quel punto il padre si avvicinò a lui e senza dire niente gli tirò uno schiaffo che gli lasciò una grossa impronta rossa sulla guancia. Jason alzò per un attimo lo sguardo poi senza proferire parola mi trascinò via, quando arrivammo all’esterno dell’Ospedale subito lui si staccò da me iniziò a camminare avanti e indietro.
« Jason devi calmarti ti prego rimani qui vicino a me » dissi afferrandogli la mano ma subito lui si stacco e corse via lasciandomi lì da sola in mezzo ad una strada senza sapere cosa fare o dove andare.


ECCO UN NUOVO CAPITOLO!!!! BACI E ALLA PROSSIMA <3

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Capitolo 22
*** Una mente confusa ***


Jason
 
Lasciai Kim lì da sola e iniziai a correre, non sapevo neanche dove stavo andando, però il mio cuore mi diceva di andarmene il più lontano da lei per capire, non potevo permettere a mio padre di rovinarmi continuamente la vita e io non volevo separarmi dalla ragazza che amavo.
Sentii i muscoli delle gambe farsi sempre più pesanti e in poco tempo arrivò la stanchezza, ma avevo bisogno di sfogarmi anche se lasciare lì Kim non era stato affatto bello.
Finalmente mi fermai e vidi casa mia o meglio quella di mia zia, appoggiato al cancello c’era Dylan, appena mi vide iniziò a camminare verso di me, io sorrisi e cercai di spiegargli quello che aveva fatto mio padre ma lui subito si gettò su di me dandomi un pugno in pieno viso.
« Dylan ma cosa sai facendo? » chiesi esterrefatto, non capivo perché mi avesse picchiato, non ne aveva avuto motivo.
« Sei uno stronzo! Kim viene fino a New York, usa tutti i suoi risparmi per venire da te  e tu la abbandoni davanti all’Ospedale come se fosse un oggetto? Lei non sa come tornare! E se sapessi come raggiungerla ci andrei io visto che tu fai lo scemo! » rispose lui alzando le braccia al cielo, in quell’istante mi sentii tremendamente in colpa, avevo fatto un brutto gesto e solo ora mi resi conto che lei non conosceva la città, era persa senza di  me.
« Mi dispiace solo che mio padre … beh lo sai » dissi alzandomi da terra per poi massaggiarmi la mascella che ancora doleva.
« Ovvio, quell’uomo deve sempre intromettersi … comunque questa volta è colpa tua che non sei stato vicino a lei quando Kim invece è venuta fino a qui pur di capire e di sorreggerti, quindi ora dimmi dov’è l’Ospedale così la vado a prendere »  rispose Dylan guardandomi dritto negli occhi, per qualche motivo sentii dentro di me  nascere una emozione che da tanto tempo non provavo e così gli feci una delle mie stupide domande che a volte potrei evitare.
« Cos’è ti piace Kim? Non ti preoccupi un po’ troppo per lei? » chiesi avvicinandomi a lui, lo guardai con aria di sfida ma lui sembrò come impassibile di fronte alla mia sfrontatezza.
« Ti devi essere fuso il cervello, io mi preoccupo per lei perché  è mia amica e non si merita di soffrire soprattutto per uno come te che la abbandona in mezzo ad una strada  ah e risparmiati la risposta me lo trovo da solo l’Ospedale » rispose incamminandosi nella stessa direzione da cui ero arrivato, non capii per quale motivo ero diventato così anormale forse per colpa dell’incidente di mia sorella oppure della troppa severità da parte di mio padre, in realtà non lo sapevo.
 
Kim
 
Cercai con lo sguardo una panchina e per fortuna la vidi vicino ad un albero, così mi avvicinai e poi mi sedetti, tutto quello che era successo non poteva essere vero, lui non poteva avermi abbandonata qui.
Sospirai e sentii le lacrime scivolarmi lungo tutta la guancia per poi ricadere sulla mia gonna, me ne stavo a testa china e neanche sapevo dove andare o a chi chiedere informazioni.
Ad un certo punto qualcuno di sedette affianco a me e io mi irrigidii, con molta calma mi asciugai le lacrime e poi alzai lo sguardo, era il padre di Jason.
« Bene vedo che ha fatto la cosa giusta, ti ha abbandonata » disse sorridendo, in quell’istante mi accorsi che era felice del mio dolore, si divertiva a vedere come con la sua influenza poteva manovrare il figlio.
« No signore, lui era solo stressato » risposi secca, non volevo più far vedere quel lato di me che mi faceva sembrare debole.
« Beh allora ti conviene andartene perché lui non starà mai con te, io ho già pianificato tutta la sua vita e tu non sei inclusa ragazzina » disse sistemandosi il colletto della camicia, quel comportamento mi disgustò a tal punto che mi alzai dandogli le spalle.
« No invece, ciò che abbiamo patito io e Jason insieme lo sappiamo solo noi e lei non ci impedirà un bel niente. Sappia che combatterò per la persona che amo e non permetterò che lei me lo porti via » risposi e poi iniziai a camminare, per fortuna vidi Dylan dall’altro lato della strada e ringraziai tutti gli dei esistenti che lui mi avesse trovata.
Mentre camminavamo per tornare alla casa della zia di Jason gli raccontai quello che era successo, non rimase affatto stupefatto dalle affermazioni che gli avevo riferito.
A quanto pare lui conosceva molto bene il padre di Jason e sicuramente sarà stato per questo che non lo aveva mai abbandonato, loro erano uniti anche perché non avevano un bel rapporto con i propri padri e solo ora lo capii.
Finalmente arrivammo all’enorme villa e appena la cugina di Jason ci aprii la porta io iniziai a correre per tutti i corridoi, dovevo trovarlo, sapere se anche lui avrebbe voluto lottare con me oppure abbandonare tutto solo per rispettare il padre. Salii le scale e finalmente lo vidi, se ne stava da solo, nella sua stanza con una unica lampadina per farsi luce, il suo viso era velato della tristezza e solo a guardarlo mi sentii male per lui. Entrai e subito Jason alzò il capo, nel vedermi la sua espressione peggiorò ancora di più, era evidentemente pentito di avermi lasciata da sola, ma a me non importava, io dovevo avere risposte vere. Dovevo sapere se valeva la pena lottare per il nostro rapporto oppure mollare e tornare ognuno alla sua vita, proprio come all’inizio.
« Jason, dobbiamo parlare » dissi chiudendomi la porta dietro le spalle, molto lentamente mi avvicinai a lui e mi misi a sedere sul letto, eravamo fianco a fianco, viso contro viso e finalmente avrei scoperto tutto.
« Lo so che sei arrabbiata, mi dispiace tanto, non so cosa mi sia preso davvero, lo sai che io non ti abbandonerei così ma … non lo so » rispose in tutta fretta, io sorrisi e gli feci segno di stare zitto, non volevo sentire le sue scuse, ma sapere cosa voleva fare.
«Non importa, lo capisco, ma io voglio parlarti di noi, vale la pena lottare per il nostro rapporto oppure lascerai che tuo padre ti strappi via da me come se non fossi mai esistita? » chiesi abbassando lo sguardo, non volevo guardarlo, quella domanda era troppo importante e imbarazzante, se mi avessero detto settimane fa che avrei fatto questo discorso  non ci avrei mai creduto visto la mia giovane età.
« Kim io non voglio allontanarmi da te e mai lo farò, combatteremo insieme perché quello che sento per te non lo posso scordare e cancellare » rispose prendendomi la mano, quel contatto mi fece ricordare le sue dolci carezze i suoi teneri baci.
« Ti amo Jason e lo farò per sempre » dissi guardandolo negli occhi, per un secondo lui restò lì a fissarmi ma poi appoggiò le sue calde labbra sulle mie e finalmente risentii quel legame che pensavo sarebbe potuto sparire da un momento all’altro.
Suo padre non ci avrebbe separato, nessuno lo avrebbe fatto perché noi due eravamo una cosa sola insieme, quando stavo con lui il mio cuore esplodeva e si scaldava per l’amore che lui mi donava e quella era l’unica sensazione che avrei voluto provare per sempre al suo fianco.
 
 
RIECCOCI CON UN NUOVO CAPITOLO!!!! SCUSATE L'ASSENZA M ALA SCUOLA PESA AHAHAHAHA. BACI E ALLA PROSSIMA! <3

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Capitolo 23
*** Non è possibile! ***


Dylan
 
« Puoi smetterla per un secondo di urlarmi al telefono e ascoltarmi? » chiesi camminando avanti e indietro mentre Sam dall’altra parte del cellulare gridava a squarciagola.
« Ma come puoi dirmi di stare zitta? Te ne sei andato via senza dirmi niente! Ti costava tanto anche solo con un messaggio avvisarmi? » chiese lei urlando ancora più forte di prima, era evidente che fosse arrabbiata e ne aveva tutte le ragioni.
« Stavamo facendo tutto di fretta lo sai il casino che è successo hai parlato con Kim no? » chiesi a mia volta passandomi una mano tra i capelli, non volevo che le passasse per la testa di lasciarmi solo perché non l’avevo avvisata.
« Appunto per fortuna che mi ha chiamato lei se no addio, chi ti ritrovava più? Comunque mi hai fatto prendere un colpo scemo! » rispose Sam abbassando il tono di voce, sentirla stare male per colpa mia era bruttissimo mi sentivo in colpa nei suoi confronti e dovevo dirglielo.
« Sam mi dispiace tanto, avrei dovuto dirtelo, lo so, ma ormai quel che fatto è fatto, ti prego mi perdoni? » chiesi con voce da cagnolino bastonato, in questo istante avrei voluto tanto parlarle faccia a faccia accarezzarle i capelli e stringerla  a me.
« Uffa! Come posso dirti di no se mi parli in questo modo? » rispose lei ridendo, a quel punto rimanemmo un altro po’ al telefono e quando lei mise giù io mi appoggiai al muro della cucina.
Jason non lo avevo visto più da quando il mio gancio destro aveva sfiorato la sua mascella, ma dopotutto quel pugno se lo era meritato.
 
Come può pensare queste cose su di me?
Io non gli ruberei mai la ragazza.
Insomma è il mio migliore amico e non lo farei mai.
 
Alzai lo sguardo e iniziai a fissare un quaderno che si ritrovava vicino ad il lavandino, molto lentamente mi avvicinai e poi lo aprii, quello che vidi mi fece sorridere e allo stesso tempo mi fece preoccupare.
Qualcuno aveva disegnato la mia faccia su quel quaderno, i lineamenti erano perfetti, sembrava quasi una foto appena sviluppata dal fotografo, ad un certo punto sentii dei passi provenire dal salotto e così rimisi tutto al suo posto.
« Oh Dylan cosa ci fai qui? » chiese Kim sorridendo, si percepiva chiaramente che era felice e che tutto intorno a lei anche se difficilmente poteva affrontarlo insieme a Jason.
« Niente ecco io parlavo con Sam sai lei si è arrabbiata un pochino … ehm per caso sai di chi è quel quaderno? » chiesi curioso, non mi immaginavo minimamente chi fosse l’autore di quei meravigliosi ritratti.
« Quello? Beh è il mio, ma perché per caso lo hai aperto? » chiese a sua volta preoccupata.
In quell’attimo rimasi immobile, il mondo mi era appena cascato addosso in un secondo, non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano ascoltato.
Com’era possibile che lei disegnasse me? Mi risposi da solo a quella domanda.
 
Nononono! Io non piaccio a Kim okay?
Non è vero che li ha disegnati lei!
Oddio Jason!
Adesso cosa gli dico?
Che casino!
Si arrabbierà a morte  e chissà cosa penserà !
Oh no ! No ….
 
La voce di Kim mi fece tornare alla realtà.
« Ehm Dylan stai bene? Sembri in preda ad un shock » disse lei avvicinandosi, subito io mi scansai e cercai di fare un finto sorriso.
« Nono sto bene ecco io ora vado … a fare un passeggiata si vado fuori a dopo! » risposi in tutta fretta e a quel punto scappai via come una furia, appena varcai la soglia della casa della zia di Jason il panico si fece strada dentro di me.
Lei faceva dei ritratti su di me, non poteva essere vero, Kim amava Jason, loro erano innamorati, si adoravano anzi si amavano, com’era possibile?
In quell’istante mi fermai vicino ad un negozio di abiti e guardai me stesso attraverso la vetrina.
 
E ora cosa faccio?
Come posso guardare in faccia Jason pur sapendo che la sua ragazza è cotta di me?
 
Rimasi lì immobile con lo sguardo fisso senza mai staccarlo, non capivo più niente tutto era diventato troppo complicato in una volta sola.
Non sapevo cosa avrei fatto o come mi sarei comportato con Kim o con Jason ma l’unica cosa di cui ero convinto era che questa situazione avrei dovuto risolverla il prima possibile
 
 
Spazio aurice:

Scusate l'assenza!!! Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto baci! <3

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Capitolo 24
*** La resa dei conti ***


Jason
 
Questi giorni erano passati molto velocemente al fianco di Kim, ormai era giunta l’ora di tornare a casa e mentre ce ne stavamo beati sull’aereo per il ritorno vidi Dylan fissarmi strano.
Anzi in questo periodo lo era continuamente, mi sembrava sempre che voleva dirmi qualcosa oppure soltanto con gli occhi guardava Kim e poi me.
Quei pensieri mi accompagnarono durante tutto il viaggio, cercai di rispondermi da solo anche mentre eravamo in macchina per arrivare a casa della mia ragazza, ma non riuscii a capire comunque.
Dopo essere entrata Kim andò in camera sua a cambiarsi e a riporre la sua valigia mentre io e Dylan rimanemmo in salotto ad aspettarla, poco dopo il nostro arrivo Sam suonò al campanello e così  in quindici minuti ci ritrovammo tutti insieme.
Dylan si mise a sedere sul divano con Sam sopra le ginocchia mentre io e Kim ce ne stavamo abbracciati su una poltrona.
« Jason possiamo parlare un attimo in privato? » mi chiese di punto in bianco Dylan con sguardo preoccupato, io non me lo feci ripetere due volte e gli dissi di seguirmi in cucina, sapevo che c’era qualcosa che non stava andando bene.
« Ei ma che succede? Sono giorni che sei strano » dissi appoggiandomi al lavandino.
« Vedi … il problema non è principalmente mio ma … tuo » rispose abbassando lo sguardo a terra, in quell’attimo non capii cosa volesse intendere.
« Cosa vuoi dire? Spiegati » dissi con sguardo interrogativo.
«  Bene sarò schietto, non voglio troppi giri di parole. Ecco vedi, Kim ha un album da disegno in cui ci sono solo miei ritratti e quando l’ho scoperto lei si è innervosita quindi credo che lei abbia una cotta per me » ammise tutto in una volta.
Io rimasi immobile, tutte quelle informazioni erano state troppe da assimilare, non capivo come potesse essere vero, io l’amavo e pensavo che anche lei mi amasse.
Forse mi ero sbagliato, forse non avevo trovato la persona giusta e forse mio padre aveva ragione.
Come avevo potuto anche solo pensare che alla mia giovane età avrei trovato il vero amore? Quello che ti ci fa mettere tutto te stesso senza pensare agli altri?
Mi ero illuso, ero stato uno sciocco e oltretutto lei doveva proprio con il mio migliore amico?
« Jason di qualcosa per favore » sussurrò Dylan avvicinandosi a me, io subito lo scansai e con i pungi serrati corsi in salotto.
Quando oltrepassai la soglia Kim e Sam mi guardarono meravigliate, non capivano cosa stesse succedendo e così io in preda al nervoso iniziai a urlare.
« Come hai potuto?! Con il mio migliore amico? Ma non ti vergogni? » gridai andandole davanti alla faccia per poi puntarle il dito contro.
« Ma di cosa stai parlando io non capisco » rispose Kim sconvolta.
« Sei una bugiarda! Prima fai dei ritratti amorosi sul mio migliore amico poi vieni a dirmi che non capisci? Da quanto tempo è che hai una cotta per lui eh? Aspettavi la fine del mondo per dirmelo?» feci tutte quelle domande in una sola volta, l’agitazione stava diventando troppa e io non riuscivo a sopportare tutto questo nervosismo.
« Ma cosa? No, Jason calmati e siediti che ti spiego bene, non è come tu credi » disse Kim alzandosi per poi prendendermi la mano, ma io la scansai e la guardai schifato.
« Non sfiorarmi hai capito? Stammi alla larga, mi fai solo schifo » risposi con le lacrime agli occhi, in quell’attimo sentii una fitta al petto, era come se il mio cuore si fosse spezzato a metà.
« Dio mio ma mi lasci parlare?! Non è andata così! » gridò lei mentre una lacrima le rigava il viso.
« Non voglio sentire le tue luride scuse! » gridai a mia volta.
« Ah si? Tu risolvi i problemi di coppia in questo modo? Tu sei il mio ragazzo ed io la tua ragazza, ora ti calmi e parliamo okay? » chiese Kim prendendo un respiro profondo.
« Io non sono più il tuo ragazzo hai capito? Non voglio stare con una troia che ci prova con il mio migliore amico! » urlai stringendo i pugni.
Kim rimase immobile, aveva gli occhi sgranati e una espressione al dir poco disgustata, mi stava incenerendo con lo sguardo.
« Volevo solo dirti che è stata Sam a chiedermi di fare quei ritratti per il loro mesiversario, io non amo Dylan » rispose Kim, le lacrime le scendevano veloci sulle sue guancie, in quell’istante rimasi immobile.
Oddio cosa ho appena combinato?
« Che cosa? » chiesi sotto shock.
« Si è andata così, ho chiesto io a Kim di fare quei ritratti » ammise Sam affiancandosi a Kim, mi guardava in malo modo, come se fossi la persona più cattiva e orrenda sulla faccia della terra, e in effetti era così.
« Kim … mi dispiace io … » sussurrai avvicinandomi lentamente a lei, ma quando lo feci Kim alzò di scatto la testa e poi mi diede uno schiaffo che mi fece quasi ribaltare a terra.
« Sai cosa ti dico Jason? Vaffanculo, non so come ho fatto ad innamorarmi di te, io non ho mai pensato a queste cose da quando stiamo insieme e sinceramente la cosa che mi fa più male è che tu hai soltanto pensato al fatto che potessi tradirti » disse Kim e poi senza aggiungere altro se ne andò con Sam dalla sua stessa casa.
Mi sentivo in colpa, avrei dovuto lasciarla parlare, avrei dovuto ascoltarla e non attaccarla.
La fitta al cuore aumentò sempre di più fino a diventare un dolore fisico, sapevo che questa volta l’avevo fatta grossa e sapevo anche che forse l’avrei persa definitivamente.
 
 
Nuovo capitolo!!!!! Speriamo vi possa piacere! Baci e ciao! <3

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Capitolo 25
*** Lo scontro ***


Kim
 
Erano passate esattamente due settimane dall’ultima volta che avevo visto Jason, le sue parole mi avevano ferita molto e non sapevo fino a quanto avrei potuto sopportare questo dolore.
Anche se lo odiavo per quello che mi aveva detto, non riuscivo a non sentire la sua mancanza, lo dovevo ammettere a me stessa.
Continuavo a ripetermi che lui era una persona terribile, ma dopo tutto il tempo che avevamo passato insieme e tutti i momenti belli vissuti sempre e continuamente uniti, era impossibile che lo dimenticassi velocemente.
Sapevo di amarlo, sapevo di tenere a lui più di ogni altra cosa, ma questa volta aveva esagerato, le parole che erano uscite dalla sua bocca erano state troppo brutte.
Non riuscivo neanche a percepire perché pensasse certe cose su di me, io non avevo mai fatto quei pensieri soprattutto perché mi fidavo di lui.
In realtà pensavo che la fiducia fosse reciproca, ma mi ero totalmente e completamente sbagliata, volevo non credere a ciò che era accaduto, speravo fosse solo un brutto incubo, ma non era affatto così.
Scossi la testa e poi mi gettai sul letto, non  avevo voglia di fare niente, non riuscivo neanche a cantare e questa era la cosa più brutta che potesse accadermi.
Sospirai e mi misi a sedere, dovevo riprendermi, dovevo farlo per me stessa, non aveva senso stare in questo stato.
A quel punto mi alzai e velocemente mi vestii, dovevo andare a fare un giro, correre, camminare, qualsiasi cosa pur di non pensare.
Quando finalmente ebbi finito andai al piano di sotto e poi aprii la porta a testa bassa, appena oltrepassai la soglia andai a sbattere contro qualcuno.
Di scatto alzai lo sguardo e i miei occhi incrociarono quelli di Jason.
« Cosa cavolo sei venuto a fare qui? » chiesi a denti stretti e subito sentii di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime.
« Sono venuto perché voglio risolvere ciò che è successo, io non penso veramente quelle cose, solo che quando Dylan mi ha detto cosa aveva visto subito mi sono arrabbiato » rispose lui spostando il peso da un piede all’altro.
« Non è una scusa per tutte le cattiverie che mi hai detto » sbottai e velocemente incominciai a camminare lungo il vialetto.
All’improvviso Jason mi prese il polso e poi mi fece voltare verso di lui.
« Kim, lo so che sono stato uno stronzo e che mi odi, ma ti prego lo sai quanto ti amo, non voglio perderti per uno stupido errore » sussurrò Jason, solo in quell’istante vidi i suoi occhi lucidi, stava soffrendo, si stava pentendo, ma non potevo dargliela vinta così, non era giusto.
« Ebbene cosa vorresti fare eh? Tornare alla nostra relazione normalmente come se non fosse successo niente? Ormai sono quasi quattro mesi che stiamo insieme e tutto fa ancora più male Jason » risposi distogliendo lo sguardo.
« Lo so fidati, ma mi sento in colpa davvero, non voglio perderti, tu sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita » disse Jason avvicinandosi a me, subito sentii la necessità delle sue labbra, era diventata un’abitudine averle sempre lì quando ne avevo bisogno, ma ora sapevo che non era la cosa giusta da fare.
« Ascoltami, non puoi venire qui dopo due intere settimane e chiedermi di rimanere insieme come prima » risposi secca.
« Kim dio lo so benissimo, ma sai anche quanto io ti amo per la miseria » gridò lui e una lacrima gli rigò il viso.
« Anche io ti amo ma allo stesso tempo ti odio, perché ciò che hai detto e ciò che hai pensato mi ha sbriciolato il cuore in mille pezzi » urlai a mia volta cercando di staccarmi da Jason.
Nessuno dei due parlò più, ce ne stavamo lì impalati come due statue senza sapere cosa fare, riuscivo a sentirlo vicino a me anche se al tempo stesso sapevo che era la cosa più lontana che avessi avuto.
Non potevo perdonarlo così facilmente, non potevo anche questa volta mettere da parte il mio orgoglio solo per non perderlo.
Anche io avevo una dignità e questa volta avevo deciso di seguirla.
« Kim … ti prego … perdonami » sussurrò Jason mettendosi in ginocchio, vederlo umiliarsi così di fronte a me mi fece scattare qualcosa dentro, bastava dire una semplice parola e noi due saremo tornati come prima, una cosa sola.
« Potrai chiamarmi stronza, stupida o orgogliosa, ma la mia risposta è no Jason » risposi e mi staccai da lui con tutta la forza che avevo e poi mi voltai dandogli le spalle.
Sapevo che quello che stavo facendo era giusto e così lo lasciai lì da solo nel vialetto di casa mia mentre le lacrime continuavano a scendermi calde sul viso.
 
 
Volevamo avvisare io e la mia amica che mancano cinque capitoli alla fine della storia <3

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Capitolo 26
*** Una richiesta di aiuto ***


Jason
 
Mi sentivo tremendamente in colpa, il dolore che provavo dentro mi stava lacerando l’anima, mi
ero addirittura messo in ginocchio per lei, ma non era bastato comunque.
 
Come posso farmi perdonare?
 
Sapevo di essere stato crudele e stupido, non avevano avuto senso tutte quelle parole.
Ma tanto ormai ci ero abituato, perdevo le persone solo perché non le lasciavo parlare, non davo la possibilità di spiegarsi a nessuno e io automaticamente creavo il caos.
Mi tirai su in piedi e scappai di corsa a casa di Dylan, lui mi avrebbe aiutato sicuramente, era il mio migliore amico ed ero sicuro che mi sarebbe stato vicino.
Quando arrivai davanti al suo portone bussai con tutta la forza che avevo e appena mi aprì istintivamente lo abbracciai.
« Jason, cosa ti è successo? » chiese lui preoccupato.
« Kim … non vuole perdonarmi … mi sono messo anche in ginocchio … Dylan non so cosa fare! » gridai stringendogli la maglietta, tutto il dolore stava venendo fuori sempre di più ed era troppo forte per me.
« Vieni dentro forza » sussurrò e in quell’istante ci staccammo, dopo essere saliti in camera sua ci mettemmo sul letto.
« Dylan ti prego aiutami » sussurrai volgendo il mio sguardo nel vuoto.
Lui non rispose, semplicemente sospirò, ma dovevo capirlo, come poteva sapere cosa fare?
Alla fine il problema era del tutto mio, avevo scatenato un casino madornale e dovevo risolvermelo da solo mi sembrava giusto.
Kim era la cosa più importante che la vita mi avesse mai dato oltre che a mia sorella, lei riusciva a farmi stare bene in qualsiasi momento e la amavo da impazzire.
Sapevo che se non ci fosse stata quella litigata noi due saremmo rimasti insieme per sempre e ora per colpa mia forse la perderò.
Ero convinto di poterci riuscire, io potevo farla tornare da me, solo dovevo trovare la soluzione giusta.
« Ma certo, ci sono! » gridò Dylan alzandosi dal letto, aveva un sorriso stampato in faccia e dalla sua espressione si poteva capire che gli era passato qualcosa per la mente.
« Cosa? » chiesi con sguardo interrogativo.
« Cavolo Jason tra una settimana fate quattro mesi! Devi farle una sorpresa no? Devi farle vedere che anche se avete litigato ci tieni e che non ti sei dimenticato del vostro anniversario » rispose Dylan puntandomi un dito contro.
« Tu sei un genio amico mio! » gridai alzandomi e subito lo abbracciai, lui aveva ragione io dovevo impegnarmi e fare vedere a Kim che la amavo più di ogni altra cosa la mondo.
« Di niente, voi due dovete stare insieme vi amate troppo per separarvi » concluse Dylan staccandosi da me.
Per circa un’ora rimasi lì da Dylan, mi stava aiutando con i preparativi e con le idee, lui si che era un amico vero, sapevo che non lo avrei perso mai.
Quando me ne andai via, un sorriso mi si stampò sul viso, ero felice e speranzoso, forse ce l’avrei fatta, forse sarei riuscito a tenerla accanto a me.
In poco tempo tornai a casa mia, lì c’erano i miei genitori, mi stavano guardando con sguardo severo come se avessi ammazzato qualcuno.
« Jason dove cavolo sei stato per tutto questo tempo? » chiese mio padre alzandosi dalla sua poltrona di pelle marrone.
« A fare un giro padre, mi mancava la mia città » risposi sereno, non volevo che lui vedesse ne la mia felicità e nemmeno la mia tristezze.
Per fortuna mio babbo annuii e mi lasciò salire in camera mia senza aggiungere altro.
Appena oltrepassai la soglia iniziai a preparare e a ragionare.
Doveva essere tutto perfetto per il mio appuntamento con Kim, quella sarebbe stata l’ultima occasione per riconquistarla e non dovevo assolutamente fallire.
Mentre ero al computer per preparare la base di una canzone un dubbio mi si mise proprio davanti agli occhi.
E se lei dovesse non accettare l’invito?
E se al mio messaggio rispondesse direttamente di no senza darmi neanche una  minima possibilità di dimostrarle il mio amore?
E se veramente la perdessi per sempre?
 
 
SCUSATE L'ASSENZA ECCO IL NUOVO CAPITOLO!!!

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Capitolo 27
*** L'invito ***


Kim
 
Appoggiai la schiena al muro e poi scoppiai a piangere, non volevo farlo, ma amavo Jason con tutta la mia anima e mi mancava da morire.
Non sapevo fino a quando avrei potuto sopportare questa situazione, vivere senza di lui per me era bruttissimo.
Era passata una settimana da quando gli avevo detto di no e oggi avremmo dovuto compiere quattro mesi.
Pensavo sarebbe stato il giorno più bello della mia vita invece mi ritrovo qui nella mia camera con gli occhi pieni di lacrime.
Non volevo dimenticare Jason, lui era la persona più magnifica che avessi mai incontrato, anche se mi aveva detto quelle brutte cose.
Quello non era il mio ragazzo, quella era solo una persona arrabbiata a cui la rabbia aveva preso il sopravvento sulle emozioni.
Ma come potevo perdonarlo? Non aveva voluto ascoltarmi e se ora eravamo ridotti così era tutta colpa sua.
Ad un certo punto sentii il telefono vibrare così mi asciugai le lacrime e poi lo afferrai da sopra il letto.
Appena lo presi in mano vidi il nome di Jason sullo schermo e il mio cuore mancò un battito.
 
Devo rispondere?
Forse è meglio di no …..
 
Quando feci per rifiutare la chiamata il mio dito si spostò da solo e così accettai.
« Pronto? » chiesi con tono freddo.
«Kim … ciao … senti ti ricordi cos’è oggi vero? » chiese lui a sua volta con voce tremante.
« Il nostro … quarto mesiversario » risposi io mentre una lacrima mi rigava il viso, io subito me la asciugai e cercai di non scoppiare a piangere.
« Kim … vieni a casa mia oggi, non te ne pentirai, ti prego dammi un’ultima possibilità per dimostrarti il mio amore » disse Jason quasi imprecandomi.
Non sapevo cosa fare, infondo desideravo tanto vederlo e poterlo abbracciare ma avevo sofferto troppo e la paura mi frenava.
Le mani iniziarono a tremarmi e senza accorgermene scoppiai a piangere, proprio la cosa che fin da prima avevo cercato di evitare.
« Io … io … » non riuscii a dire niente, non ce la facevo, qualcosa mi bloccava da dentro come uno specie di blocco che non mi permetteva di esprimermi.
Dopo circa dieci minuti di silenzio mi decisi, non aveva senso soffrire in questo modo, dovevo provare ad essere felice di nuovo.
A volte rischiando si poteva rendere la propria vita meglio di prima e perciò feci un lungo sospiro e risposi alla sua domanda.
« Si vengo » dissi e subito mi sentii come più in pace con me stessa.
« Davvero? Ehm okay vieni tra mezz’ora » rispose Jason e in quell’istante chiusi la chiamata.
Non sapevo se avevo fatto bene, non sapevo se la nostra storia sarebbe continuata anche dopo il nostro incontro ma dovevo comunque provarci.
Velocemente mi preparai e quando guardai l’orologio uscii di casa, camminavo tranquillamente per la strada con mille pensieri in testa e il cuore che mi scoppiava nel petto.
Rivederlo era la cosa più bella che mi potesse accadere e finalmente bussai alla sua porta.
Appena aprii notai che in casa sua tutto era buio e lui stupendo come sempre.
« Ei … » disse Jason avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia, ma io mi scansai.
« Sono venuta perché voglio darti un’altra possibilità ma non per questo devi avvicinarti a me » risposi secca, anche se provavo dolore dovevo dimostrarmi forte di fronte a lui.
« Già ecco, dovresti ehm, chiudere gli occhi, sempre se ti fidi »  sussurrò guardandomi negli occhi, subito li chiusi e aspettai che mi portasse all’interno della casa.
Ad un tratto la sua mano si strinse nella mia e non potei cacciarlo via, risentire il suo calore e il suo tocco delicato mi faceva sentire bene.
Poco dopo mi disse di aprire di nuovo gli occhi e quando lo feci scoppiai a piangere proprio davanti a lui.
Lì di fronte a me c’era un grossissimo cartellone con su scritto : Sei la cosa più importante che la vita mi ha dato ti prego rimani con me, TI AMO, il tuo Jason.
Senza preavviso partii una base musicale e Jason iniziò a cantare I’m sorry dei 2PM, mi emozionai come non mai, sentire quelle parole mi faceva accelerare il cuore a mille  le lacrime non volevano smettere di scendere.
Quando finì di cantare si avvicinò a me, i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, non sapevo cosa dirgli o cosa fare, ero troppo emozionata.
« Allora Kim vuoi restare con me? Ti prometto che cambierò,  diventerò migliore di così e ti renderò la ragazza più felice sulla faccia della terra, io ti amo » sussurrò sfiorandomi di pochissimo le labbra.
Rimasi ferma immobile con i miei soliti pensieri contrastanti che mi impedivano di dargli una risposta.
 
Cosa avrei dovuto fare?
Inseguire il mio cuore oppure rinunciare all’amore a causa della paura?
 
 
 
CAPITOLO NUOVO!!!!! (-3 ALLA FINE )
 

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Capitolo 28
*** Di nuovo insieme ***


Kim
 
Continuai a fissarlo dritto negli occhi senza sapere cosa rispondere alla sua domanda.
Tutto stava diventando così confuso, avevo due sentimenti contrastanti dentro di me e non sapevo a quale dare retta.
Abbassai per un secondo lo sguardo e ripensai a tutti i momenti della mia storia con Jason, in mezzo a quelli belli c’erano anche quelli brutti ma dopotutto una relazione non poteva essere perfetta.
Sapevo che ancora lui mi amava e che anche il mio cuore era convinto di amarlo.
Jason mi aveva trattato malissimo, le sue parole mi avevano fatta stare in un modo così terribile e pensavo di non potermi riprendere più.
Però solo ora iniziai a realizzare che provavo tutti quei sentimenti e tutte quelle sensazioni perché non potevo vivere senza di lui.
I minuti continuavano a passare  e io me ne stavo in silenzio tormentata dai miei pensieri, ad un certo punto Jason si staccò di me con sguardo triste .
« Va bene Kim ho capito, non mi vuoi perdonare, lo accetterò » disse avvicinandosi alla porta, in quell’istante gli presi il polso facendolo voltare verso di me.
« Ti ho già perdonato Amore mio, ho capito che non posso vivere senza di te e so che sarai un uomo migliore grazie all’errore che hai fatto, tutti possiamo sbagliare » risposi accarezzandogli la guancia e sorridendo.
Sapevo che era la decisione giusta sia per me che per lui, ma soprattutto lo era per la nostra relazione.
« Dici davvero? Non mi stai prendendo in giro? » chiese sgranando gli occhi.
« No amore mio non ti sto prendendo in giro » risposi ridendo, subito Jason sorrise, poi mi afferrò per i fianchi e mi fece roteare in aria.
Appena mi mise di nuovo a terra scoppiai a ridere e gli accarezzai la guancia, era così bello e perfetto.
«  Ti amo Jason » sussurrai arrossendo.
«  Ti amo anche io piccola » rispose lui guardandomi dritto negli occhi.
Senza preavviso le sue labbra furono in un attimo sulle mie e subito riassaporai quel suo dolce sapore che adoravo tanto.
Potevo anche risentire il suo bellissimo profumo e finalmente i nostri cuori stavano battendo alluni sono ancora una volta.
Non avrei mai voluto staccarmi da lui, ogni volta che mi baciava mi sembrava di scomparire dalla terra e di andare in una pianeta tutto nostro, solo per noi.
Ad un certo punto mi prese la mano e mi fece salire in camera sua, sapevo cosa stava per accadere e non avrei chiesto di meglio che starmene insieme a lui.
Io lo amavo, lui mi amava e avevamo bisogno di dimostrarcelo l’uno all’altro come era giusto che fosse.
Quando arrivammo in camera Jason mi fece sdraiare sul suo letto e io lo lasciai stendere sopra di me, era da tanto tempo che lo desideravo e non lo avrei fatto andare via di nuovo.
Jason iniziò a baciarmi, prima le labbra per poi passare alla guancia fino al collo.
Poco dopo tornò su e rincominciò a concentrarsi sulle mie labbra con molta passione e decisone.
In quell’istante Jason si tolse la maglietta e lo stesso fece con me, entrambi ci guardammo dritto negli occhi.
«Sei fantastica Kim, la creatura più bella della terra » mi sussurrò Jason all’orecchio, in quell’istante sentii i brividi pervadermi per tutto il corpo.
Subito riniziò a baciarmi le labbra e in poco tempo entrambi ci ritrovammo nudi, ormai la cosa non era più imbarazzante perché sapevo al cento per cento che lui era mio e di nessun’altro.
Non lo avrei mai lasciato andare via da me, non lo avrei mai abbandonato, perché lo amavo troppo e lo desideravo da morire.
Poco dopo Jason entrò dentro di me e iniziammo a fare l’amore, era bellissimo il mondo con cui mi accarezzava delicatamente il viso.
Oppure con quanta dolcezza mi dava i suoi lievi baci.
Quando finimmo io lo abbracciai e decisi in quell’istante di non staccarmi più da lui in tutti i sensi.
Lo amavo troppo, avrei fatto qualsiasi pazzia per lui.
Finalmente stavamo di nuovo insieme e sapevo che questa volta sarebbe stato per sempre.
 
 
Rieccoci!!! ( -2 alla fine della storia!)

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Capitolo 29
*** Uniti come prima ***


Kim
 
Ormai tutto stava andando per il meglio, la mia vita era tornata alla normalità e questa volta non avrei mai permesso a nessuno di portarmela via di nuovo.
Sam e Dylan in questi giorni avevano parlato un po’ di loro e alla fine avevano deciso di stare insieme affrontando i problemi l’uno con l’aiuto dell’altra.
Il mio disegno su Dylan, Sam non glielo diede al loro mesiversario perché le sembrava ingiusto nei confronti di Jason soprattutto dopo il putiferio che si era scatenato l’ultima volta.
Finalmente eravamo di nuovo tutti una famiglia, in più stavamo provando ad accettare anche Becky, visto che dopotutto era rimasta da sola e senza amici.
Sapevo che non avrei dovuto darle un’altra possibilità ma alla fine era pur sempre mia amica e infondo infondo ci tenevo a lei.
Oggi mi trovavo alla Kirin, dietro le quinte del palco scenico mentre aspettavo con i miei amici l’inizio dello Show di fine anno.
Ancora non potevo credere che era già finito tutto e che tra poco sarebbe iniziata l’estate.
Ma io non vedevo l’ora di esibirmi assieme agli altri e divertirmi su quel palco come non mai, io amavo ballare e cantare perciò quale migliore modo per dimostrarlo?
Ad un tratto vidi Jason avvicinarsi a me e prendermi per mano, subito arrossii e sorrisi, anche se dovevo essermi abituata io non smetterò mai di provare quelle emozioni, anche se passeranno trent’anni.
« Amore tutto okay? Sei pronta a spaccare lì su quel palco? » mi chiese Jason sorridendo e prendendomi il mento con il pollice obbligandomi a guardarlo negli occhi.
« Lo sono eccome, è da un sacco di tempo che aspetto questo momento e finalmente è arrivato, poi sai quel’è la parte più bella? » chiesi a mia volta accarezzandogli la guancia.
« No dimmelo tu » rispose lui ridendo.
«Beh ovviamente la parte più bella è che canterò e ballerò assieme a te amore mio » dissi dandogli un lieve bacio sulle labbra.
« Ti amo Kim » sussurrò Jason dandomi un piccolo colpetto sul naso.
« Ti amo anche io » risposi appoggiando la mia testa sulla sua spalla e godendomi quel momento bellissimo al suo fianco.
« Ragazzi in scena! Forza salite sul palco! » gridò un ragazzo che faceva parte dello Staff che gestiva ogni cambio di band e cantanti.
In quell’istante il mio cuore prese a battere all’impazzata e con ancora la mia mano intrecciata in quella di Jason salii sul palco assieme agli altri.
Subito le luci si posizionarono di fronte a noi e quasi mi accecarono gli occhi ma provai a non farci caso, anzi soffermai la mia attenzione sulla mamma che mi guardava dal pubblico.
Poco dopo io e i miei amici ci mettemmo ognuno al suo posto e poi partì la canzone che dovevamo cantare, l’avevamo scritta noi e c’eravamo impegnati tanto.
Io iniziai a ballare e poi quando toccò a me cantai con tutta la passione e l’energia che avevo dentro.
In questo periodo io e gli altri stavamo pensando di formare una band e la cosa stava diventando sempre più seria.
Ogni volta mi immaginavo noi sei che riempivamo uno stadio intero grazie ai nostri concerti e sinceramente speravo che un giorno accadesse.
Mentre questi pensieri mi riempivano la mente il mio corpo continuava a ballare e a esprimere la sua adrenalina e le sue emozione verso quello che stavo facendo.
Mi piaceva troppo poter fare quello che mi piaceva con i miei amici, perché mi rendeva felice e orgogliosa di me stessa in qualche modo.
Quando finimmo la nostra esibizione subito il pubblico ci applaudì e addirittura qualcuno si mise a urlare che eravamo bravissimi insieme.
Io senza esitazione abbracciai i miei amici e poi tornammo dietro le quinte più felice che mai.
« Ragazzi siamo stati fantastici! » gridai saltellando per la gioia.
« Si è vero, dovremmo fare veramente una band non credete? » chiese Sam tenendo per mano Dylan.
« Si lo credo anche io, insieme spacchiamo »rispose Brian con un sorriso a trentadue denti.
« Allora facciamolo! » urlò Jason allungando una mano in avanti, subito tutti mettemmo le nostre mani sopra la sua.
« Uno, due, tre, viva i Dream High! » gridammo tutti insieme davanti a tutti gli altri studenti che ci guardavano senza capire.
« Scusatemi, voi siete i ragazzi che hanno cantato prima? » chiese una voce maschile dietro di noi, quando ci voltammo vedemmo un uomo sulla quarantina che ci fissava.
« Si siamo noi » rispose Sam avvicinandosi.
« Bene volevo dirvi che se siete disponibili, io voglio sponsorizzarvi per farvi debuttare » disse l’uomo infilandosi le mani in tasca.
Tutti rimanemmo fermi immobili, non ci potevamo credere, o almeno io non ci potevo credere.
Era successo veramente oppure tra poco mi sarei svegliata scoprendo che era solo un sogno?
« Dice davvero? » chiese sorridendo Jason.
« Si non scherzo, tenete questo è mio biglietto da visita, venite se volete accettare la proposta, vi aspetto » rispose l’uomo dando un foglietto in mano a Jason per poi andarsene lasciandoci tutti spiazzati ed emozionati.
« Aiuto! Non ci credo! Ragazzi diventeremo famosi! » gridai abbracciando Jason con moltissima forza.
« Si noi ce la faremo! Noi conquisteremo la musica  e il cuore delle persone! Come abbiamo detto prima, viva i Dream High » gridò a sua volta Sam saltellando da una parte all’altra contenta anche lei della notizia.
Subito dopo io e i ragazzi ci andammo a cambiare e ognuno tornò a casa sua con quella bellisisma emozione addosso e con il pensiero che il nostro sogno si sarebbe avverato.
Jason aveva deciso di accompagnarmi e così insieme mano nella mano arrivammo a casa mia.
« Grazie per avermi accompagnato Jason » dissi avvicinandomi alla porta.
« Figurati Amore, ti accompagnerei tutti i giorni se potessi » rispose lui appoggiandosi con la schiena al muro.
« Beh prima o poi accadrà quando vivremo insieme da grandi » dissi io ridendo e aprendo la porta.
« Sono sicuro che andrà così amore mio, adesso devo tornare a casa ma prima che me ne vado me lo dai un bacino? » chiese Jason prendendomi per il polso e facendomi voltare verso di lui.
Io senza esitazione lo baciai e poi mi staccai soltanto quando sentii il fiato mancarmi, non avrei mai voluto che se ne andasse via.
« Buona notte amore mio » dissi entrando in casa.
« Buona notte » rispose lui sorridendo per poi andarsene via.
Quando mi chiusi la porta alle spalle feci un enorme sorriso, uno di quelli che mi venivano spontaneamente quando ero felice.
Finalmente sapevo che la mia vita  sarebbe continuata senza bastoni tra le ruote, finalmente ero cresciuta e finalmente avevo Jason con me ed era questo che contava più di ogni altra cosa.
 
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e niente baci!!! ( -1 alla fine della storia)

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Capitolo 30
*** Fine ***


Kim
 
Erano passati dodici anni da quando io e i ragazzi avevamo ricevuto la proposta di diventare un gruppo musicale a tutti gli effetti.
Noi ovviamente avevamo accettato e ora eravamo famosi in tutta la Corea del Sud.
Però le cose che mi rendevano veramente contenta erano il fatto che finalmente io e Jason c’eravamo sposati.
La nostra storia stava continuando a durare dopo tanti anni e io ancora non ci potevo credere.
Lo amavo così tanto e la nostra bambina dimostrava quanto il nostro amore fosse forte.
Nostra figlia si chiamava Janet, avevamo deciso di chiamarla così perché volevamo commemorare la sorella di Jason.
Nessuno pensava che potesse non farcela, sembrava che tutto stesse andando bene invece poco dopo il nostro debutto lei sen’era andata.
Io ero stata vicino a Jason e cercavo di aiutarlo anche se sembrava come svuotato dentro, quel periodo fu uno dei più brutti  della sua vita.
Non lo avevo mai visto così disperato e addolorato, ma dopotutto dovevo capirlo, quella bambina non era chiunque, anzi era sua sorella quindi non potevo pretendere che reagisse bene.
Ma adesso per fortuna Jason stava meglio, ormai erano passati diversi anni e anche con l’arrivo di nostra figlia tutto sembrava essere ancora più bello.
In quanto Sam e Dylan, quei due bei ragazzi si sarebbero sposati tra qualche mese mentre Brian si era messo con Bechy.
Ancora non ci potevo credere che alla fine di tutto lei sarebbe diventata di nuovo una di noi e soprattutto non credevo che a Brian potesse piacere una come Bechy.
Oggi mi ritrovo qui nella mia nuova casa, con Jason al mio fianco e la bellissima Janet sulle mie ginocchia mentre aspettiamo tutti insieme i nostri amici per festeggiare il compleanno di mia figlia.
Dovevo ammettere a me stessa che eravamo una famiglia stupenda e sapevo che sarebbe stato così per sempre.
Ad un certo punto sentii il campanello suonare e così presi Janet in braccio e andai ad aprire la porta.
« Ciao Kim!!! Ma ciao anche a te cucciolina !! » gridò Dylan strappandomi dalle braccia Janet e mettendosela sulle spalle, lei subito si mise a ridere.
« Zio Dylan giochiamo! » urlò Janet a sua volta muovendo i piedi, anche se aveva cinque anni parlava abbastanza bene e mi faceva morire dalle risate.
In quell’istante Dylan entrò in casa e poi iniziò a correre per tutto il salotto facendomi prendere uno spavento.
« A volte non so chi dei due sia il bambino, davvero » disse Sam abbracciandomi dandomi in mano il regalo per Janet.
« Oh ma non dovevi a me basta che siete qui » risposi sorridendo e facendola entrare.
« Non ti preoccupare è un piacere » sussurrò togliendosi il giubbotto per poi attaccarlo nell’attaccapanni.
Subito dopo vidi arrivare dalla strada Bechy e Brian così aspettai sulla soglia e quando furono vicino a me li salutai.
«Ragazzi che bello siete venuti! Forza entrate » gridai abbracciandoli e facendoli accomodare.
« Kim ho portato questo per la piccolina spero le piaccia » risse Bechy tirando fuori un pacco enorme da dietro la schiena.
« Oddio ma ragazzi anche voi! Grazie Janet ne sarà felicissima ci scommetto » risposi sorridendo e nascondendo tutti i regali per non farli vedere alla festeggiata.
«Kim a me non mi saluti ? » in quell’istante mi voltai e vidi Brian di nuovo.
« Scusa ahahahaha pensavo valesse per entrambi prima » risposi abbracciandolo e andando insieme in salotto.
Quando arrivammo vidi ancora Dylan che correva avanti e indietro con Janet sulle spalle che rideva mentre Jason parlava con Sam e Bechy.
« Mamma! Mamma! Guarda come sono alta! » gridò Janet ridendo e stringendo le mani di Dylan per non cadere a terra.
« Wow piccolina cresci in fretta ahahaahahah » risposi salutandola dal basso e andando dagli altri.
« Amore mio credo che Janet si stia divertendo con lo zio vero? » mi chiese Jason dandomi un bacio e prendendomi per mano.
« Maritino mio bello credo proprio di si » risposi ridendo e accarezzandogli la guancia.
« Papà mangiamo la torta?? Ti pregoooooo » disse Janet scendendo dalle spalle di Dylan e venendo da noi con i suoi bellissimi e grandissimo occhioni da cerbiatto.
« Va bene va bene, forza vieni » rispose Jason prendendola in braccio e la portandola in cucina dove avevamo preparato e decorato la torta.
Per tutta la giornata continuammo a festeggiare il compleanno di nostra figlia e tutto le era piaciuto tantissimo.
Noi eravamo molto contenti di questo, perché volevamo farla stare bene e renderla felice, i regala li amava quasi più di noi e la cosa mi faceva ridere.
Tutti erano felici, io Jason e Janet, Sam e Dylan infine Bechy e Brian.
Finalmente eravamo una famiglia unita e nessuno ci avrebbe mai separato, sapevo che noi saremmo rimasti uniti per sempre.
 
 
 
Ed eccoci con l'ultimo capitolo!!
Ormai questo storia è finita, spero che vi sia piaciuta e che vi abbia emozionato tanto!
Baci e vi voglio bene!! <3 <3

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