Card Captor Kioshi

di DarknessGirl_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Kioshi Lee ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Il Libro delle Carte di Sakura ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - La Chiave Del Sigillo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Il Catturacarte È...Kioshi! ***
Capitolo 6: *** Capitoln 5 - La Carta Del Volo ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Yukito E Ryan, I Due Rivali! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Kioshi È Malato! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Continua Rivalità ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Appuntamento Al Luna Park (1° Parte) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Appuntamento Al Luna Park (2° Parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era una bella giornata di dicembre, stavano per festeggiare il Natale come ogni anno. Sakura, moglie di Shaoran, era in macchina con lui e il loro amato figliolo, Kioshi Li. Il padre era alla guida della macchina mentre Sakura era nei posti dietro che giocava con il figlio, ovviamente entrambi avevano la cintura. Erano diretti in montagna per andare a sciare, ormai Kioshi aveva tre anni, volevano farlo divertire ad andare nelle piste da scii.
-Chi è un bravo bambino?- disse Sakura dolcemente al figlio prendendogli le mani. Il figlio sorride e la indica.
-M...ma...ma...- disse il piccolo sorridendo, aveva corti capelli scuri e gli occhi color nocciola.
-Ma che bravo! Li!- chiama Sakura felice.
-L'hai sentito? Ha detto mamma!- le salirono le lacrime agli occhi felice mentre Shaoran li accosta dal benzinaio per riempire il serbatoio, erano quasi a secco.
-Bravo il mio Makoto!- disse il padre dolcemente, poi scende e va da Sakura aprendo la portina, la bacia dolcemente e sorride per poi andare a fare benzina.
Intanto Sakura slega il piccolo che si mette in piedi sul sedile e gioca con i capelli della mamma.
-Come sei dolce!- disse, lo fece scendere dalla macchina e scende con lui.
-Facciamo una passeggiata, Kioshi?- chiede al piccolo mentre si incammina con lui che va più avanti correndo. Nel farlo però inciampa e Sakura, non accorgendosi del furgone che avanzava verso di loro, cerco di soccorrere il figlio.
Shaoran era dentro a pagare la benzina appena messa nel serbatoio della machina e vede tutta la scena.
Successe tutto in un attimo, uno stupido incidente per colpa di un ubriaco alla guida di un furgone. Lui perse la persona che amava di più nella sua vita, Kioshi perse una figura importante nella sua vita. Guardava la scena con orrore e impotente. Sakura era stata travolta da un furgone e ora giaceva a terra priva di vita in un lago di sangue. Kioshi non si era reso conto della situazione e va verso la madre, Shaoran ebbe la forza di uscire e di prendere il bimbo in braccio prima che si avvicinasse troppo alla madre. Era sotto shock e stringe il piccolo a se salvo per miracolo, si! Salvo per miracolo, perché il furgone era passato accanto a lui a tre centimetri di distanza. Lui era ancora li con lui, ma Sakura...
Come avrebbe fatto ad andare avanti senza di lei, senza il suo dolce sorriso e la sua dolce allegria? Come avrebbe fatto a dirlo agli altri senza sentirsi colpevole di tutto ciò. Sentì l'ambulanza arrivare ma sapeva che ormai era troppo tardi, e lui stava piangendo disperato da tale morte, distrutto mentre stringeva Kioshi a se che aveva iniziato a piangere chiamando la mamma. Ora lo avrebbe cresciuto da solo loro figlio, da solo...senza lei...

Era il giorno del funerale di Sakura, erano tutti vestiti di nero, specie lui che teneva lo sguardo basso. Accanto a lui c'era il fratello di Sakura, Touya, e il padre di Sakura. Nessuno gli aveva dato la colpa dell'incidente avvenuto, ma lui si sentiva colpevole. Davanti a lui, anche se non l'avrebbe voluto portare, c'era Kioshi con le lacrime agli occhi, papà gli aveva spiegato che la mamma non sarebbe più tornata e lui si sentiva così triste. E mentre il prete parla, lui va dalla tomba e urla "mamma" piangendo, voleva che tornasse da lui, che gli sorridesse come sempre faceva e che gli dicesse che sarebbe rimasta sempre con lui. Nessuno disse nulla per fermarlo, lo capivano perfettamente. Lontano da li c'erano anche Yue e Kerochan, afflitti dalla morte della loro amica e padrona. Ora le carte erano senza un padrone.







//eccomi qui con il primo capitolo! Spero vi sia piaciuto! A presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Kioshi Lee ***


12 ANNI DOPO...
-Papà io esco! Sono in ritardo!- disse il giovane Kioshi mentre si metteva i roller, di solito non li usava visto che era molto imbranato, ma era terribilmente in ritardo.
-Sicuro di riuscire ad andare a scuola con quelli?- chiede il padre porgendo la cartella con il pranzo dentro al figlio.
-Devo, altrimenti non riuscirò a passare da lei!- disse prendendo la cartella e uscendo con una fetta di pane in bocca. Mangia durante il tragitto e nota poco lontano il cimitero, bene! Ora doveva franare in tempo per fermarsi li davanti. Ma mentre guarda avanti vede la ragazza che gli piace poco lontano da li e, come al solito, scivola a terra cadendo di culo.
-Ahia! Che male!- impreca mentre cerca di alzarsi ma scivola ogni volta a terra a causa delle ruote.
-Maledizione! Così arriverò in ritardo!- sussurra mentre qualcuno, fermatosi davanti a lui, gli tende una mano. Alza appena lo sguardo e vede un ragazzo dai capelli biondi corti e gli occhi color del ghiaccio. Aveva anche lui i roller però stava in equilibrio. Kioshi rimane a guardarlo negli occhi per qualche secondo che sembrò un eternità.
-Hai bisogno di aiuto?- chiede il giovane guardandolo con sguardo gentile, Kioshi gli afferra la mano con fare timido e si rialza, scivola di nuovo ma a sostenerlo c'è il ragazzo che gli sorride.
-Non hai imparato a frenare?- chiede gentilmente sorridendo.
-Beh...diciamo che...ecco...è da un po che non ci vado più...e così...- balbetta agitato dalla loro vicinanza, non aveva amici e nessuno gli si era avvicinato così tanto a lui. Ma era aiutato anche per l'imbarazzo che provava nel non ricordare di frenare.
-Si fa così...guarda...- disse l'altro capendo perfettamente la situazione e gli mostra come frenare. Lui era preciso e i suoi movimenti erano dolci ed eleganti. Dopo qualche minuto Kioshi si ricorda come fare e sorride.
-Grazie...- sussurra timido poi guarda l'ora ed entra di fretta e furia nel cimitero senza più dirgli nulla, doveva vedere la mamma. Arriva davanti alla tomba e sospira per poi togliersi i roller e inginocchiarsi di fronte alla lapide e al piccolo mazzo di fiori del giorno prima.
-Ciao mamma...- disse con voce malinconica.
-...oggi è una bella giornata! Sono venuto a trovarti...come stai? Io bene! Anche papà sta bene!- sussurra e inizia a raccontare cosa ha fatto il giorno prima.
-Sai mamma...tu...- inizia a lacrimare e cerca di asciugarsi le lacrime.
-...lo so...non dovrei piangere...sono un maschio...però...il fatto è...che tu...CHE TU MI MANCHI!- disse alzando la voce verso la fine del discorso e inizia a piangere, come ogni giorno. Lo faceva sempre, fin da piccolo. Andava a trovare la mamma sempre, ogni giorno. Aveva anche delle foto a casa e le teneva gelosamente come un tesoro.
Poi si alza e si asciuga le lacrime andando via di li, doveva muoversi o non sarebbe arrivato prima del professore. Prende velocità con i roller e corre come un missile a scuola. Una volta arrivato si toglie i roller e li mette nella scarpiera. Si toglie anche le scarpe e mette quelle scolastiche, infine corre fino in classe arrivando in tempo. Nessuno lo guarda, era timido e, di solito, anche molto silenzioso. Era come invisibile in classe, veniva considerato in classe solo dai professori e, per questioni di solo studio, dagli altri ragazzi. Entra in silenzio e si mette a sedere sulle file davanti, accanto a lui, a destra e a sinistra, c'erano due banchi vuoti. Nessuno amava stare in prima fila.
L'insegnante entrò poco dopo con al seguito due studenti nuovi. Kioshi intanto si era messo a leggere un libro con sguardo perso, era interessato al libro e non ai due arrivati.
-Buongiorno ragazzi! Oggi vi presento due nuovi compagni di classe! Vengono da Hong Kong e si sono trasferiti qui da poco! Presentatevi pure!- disse il professore mentre tutta la classe saluta.
-Piacere di conoscervi, io sono Shou Zhang! Mi piace giocare con i videogame e a calcio!- disse il ragazzo a destra moro con gli occhi azzurri. Kioshi quasi cade dalla sedia a sentire il suo nome e, quando si si ricompone, guarda l'altro e lo riconosce.
-E io sono Shun Zhang e preferisco la poesia e la lettura!- disse il giovane dai capelli neri poi si abbracciano tra di loro e fanno il segno di una V con le mani.
-Noi siamo i gemelli Zhang!- ridono complimentandosi tra di loro per la loro performance appena fatta mentre tutta la classe li guarda. Kioshi cerca invece di farsi piccolo piccolo per non farsi notare da quei due.
"Sono spacciato con quei due in giro!" pensa ma proprio in quel momento sente sussurrare le ragazze dietro di lui.
-Ma chi sono quei due?-
-Sono molto carini!-
-Non vedo l'ora di conoscerli meglio!-
Rimane sorpreso a tali commenti e abbassa il libro guardando leggermente indietro.
-Cuginetto Kioshi!- esclamarono entrambi vedendolo e gli vanno incontro.
-Come stai? E tuo padre? Eravamo molto preoccupati!- disse Shou guardandolo e lo abbraccia ma il prof li interrompe e tossisce per attirare la loro attenzione.
-Sedetevi accanto a Kioshi e cercate di fare silenzio ragazzi!- disse con fare autoritario mentre Kioshi va in panico senza farlo troppo notare.
"Sono davvero spacciato adesso!"

Li stava guardando da lontano e sorrideva.
-Ora che sono tutti insieme...lo so! Sono loro i prescelti!- disse mentre i lunghi capelli si muovevano lentamente al soffio leggero del vento. I suoi occhi, chiari come il ghiaccio, si chiudono lentamente fino a ridursi a una fessura.
-Chi sarà il prossimo?- pensa mentre fissa con insistenza il giovane e timido Kioshi.







//allora come vi sembra? Spero di aver scritto i verbi giusti, con i verbi sono una frana! Presto scoprirete perché Kioshi si sente già spacciato morto e finito con quei due cugini tra i piedi! Un bacio, a presto!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Il Libro delle Carte di Sakura ***


La giornata a scuola era stata terribile, Shou e Shun lo trattavano come se fosse loro fratello minore e la cosa risultava imbarazzante a volte anche se erano molto simpatici e affettuosi. Erano appena finite le lezioni lezioni e Kioshi si stava dirigendo correndo con i roller verso i cancelli, non aveva aspettato i suoi due cugini, era troppo imbarazzante. Una volta a casa avrebbe chiesto al padre perché si erano trasferiti proprio nella sua città. Mentre esce dal cancello sbatte contro qualcuno e per la seconda volta cade ma non tocca terra, il ragazzo contro cui aveva sbattuto lo aveva afferrato per il colletto della camicia della divisa salvandolo da una seconda botta. Si rimette in piedi poi guarda il ragazzo, era lo stesso di quella mattina.
-Vedo che ti piace cadere!- disse il giovane biondino sistemandogli poi il colletto della camicia e sorridendogli con fare dolce. Kioshi lo guarda sorpreso di vederlo li a scuola, che ci faceva li? Non l'aveva mai visto da quelle parti, doveva essersi appena trasferito! Arrossisce appena lo guarda negli occhi e riprende a correre senza dirgli nulla. Era imbarazzato, quel tipo lo metteva a disagio.
-È un ragazzino davvero strano!- sussurrò a bassa voce il ragazzo. Mentre parla un lieve sorriso si forma sul suo volto, un sorriso un po strano.
"Chi è quel ragazzo? E perché fuggo sempre davanti a lui? Non mi ha mai fatto nulla!" pensa il giovane Kioshi fermandosi davanti cimitero. Entra e va davanti alla tomba della madre.
-Mamma, oggi sono successe tante cose!- sorride appena parlando con lei.
-Oggi sono arrivati Shou e Shun, i miei due cugini! Te li ricordi? Li adoro ma sanno essere davvero seccanti, specie a scuola quando mi fanno da baby sitter! Non ho più 5 anni e loro hanno la mia stessa età! È imbarazzante!- ridacchia imbarazzato e si gratta la testa. Diventa improvvisamente serio e guarda la lapide.
-Però...ho incontrato qualcuno che...non so...mi mette...un tantino...a disagio...- sussurra davanti alla lapide della madre.
-Ogni volta che lo vedo scappo! Perché? Non riesco a trovare risposta!-

-Sei tu...-

Si volta di scatto sentendo quella voce, era come se avesse parlato nella sua testa.
-Chi c'è?- urla guardandosi intorno poi vede qualcuno dai capelli bianchi correre via. Lo segue iniziando a correre con i roller fino ad arrivare davanti a casa propria.
"Casa mia? Che vuole da noi?" si toglie i roller e corre dentro casa poi si blocca.
"E se fosse armato? Che faccio? Ho paura!" trema a sguardo basso poi afferra il coltello in cucina per difesa.
"Speriamo in bene..." pensa tremando e cammina verso dove sentiva i leggeri passi dell'intruso. Entra nello studio del padre, era da li che proveniva il rumore di passi, ma appena si guarda intorno non vede nessuno, solo un libro buttato a terra.
-E questo?- sussurra mentre raccoglie il libro da terra. Nota un nome su di esso.
-Sa...ku...ra...- legge il nome ad alta voce e spalanca gli occhi. Sakura era il nome di sua madre, perché era li? Apre lentamente il libro e ci trova dentro delle carte.
-Ma che...- sgrana gli occhi leggendo il nome della prima carta.
-Ventoso...che significa...?- dice ad alta voce.
-Cosa ci fai qui, Kioshi!- disse una voce alle sue spalle molto famigliare, ma colto di sorpresa, quasi salta di paura e gli cade il libro con le carte che si spargono a terra.
-Papà! Non mi spaventare così...- guarda il padre e corre da lui mentre inizia a tirare un forte vento. Le finestre non erano aperte, cosa stava succedendo?
-Non di nuovo...- urla il padre e abbraccia il figlio tenendogli il volto contro il proprio petto per proteggerlo dal vento. Intanto le carte volano per la stanza per poi uscire dalla finestra. Mentre viene stretto al petto del padre, Kioshi allunga una mano e afferra una carta, la carta che aveva causato tutto ciò, la Carta del Vento. Cessato il vento entrambi si accasciano a terra.
-Le Carte...- sussurra Shaoran prendendo il libro tra le mani.
-Quelle..erano di...mamma...- chiede Kioshi tristemente, si sentiva colpevole, aveva disperso uno dei più importanti ricordi della mamma. Inizia a lacrimare e guarda il padre.
-S...scusami...papà...- sussurra solamente, lascia la carta a terra e corre via di li uscendo di casa e correndo verso il parco. Il padre tenta di fermarlo ma viene distratto dal libro che si era illuminato lasciando uscire il primo guardiano, Kerochan.
-Ancora tu, cinesino! Che vuoi?- dice guardandolo, non erano mai andati d'accordo e ora che non c'era Sakura chi li avrebbe fermati? Nota subito l'espressione scura dell'uomo, tra le mani teneva il libro delle carte vuoto.
-Non mi dire che...le abbiamo perso di nuovo...tu...- stava sei dire ma l'tonno alza la voce con fare autoritario.
-Io non ho fatto nulla! Mio figlio ha fatto tutto!- disse con sguardo severo, non era arrabbiato con il figlio per ciò che aveva fatto, anzi, se aveva aperto il libro voleva dire una sola cosa. Però avrebbe dovuto affrontare le stesse difficoltà della madre e la cosa non lo lasciava tranquillo, Kioshi era così fragile sia di sentimenti che di salute. Era un bravo ragazzo e meritava benissimo quelle carte, ma non voleva che lui si affaticasse a trovarle.
-Quindi tuo figlio...- disse il piccolo guardiano poi guardano entrambi fuori dalla finestra.
-Devo dirglielo!- decide infine Lee e appoggia il libro sul tavolo dello studio.
"Sakura, ora sarà lui il nuovo proprietario delle carte!" pensò accarezzando la copertina del libro, poi si dirige in cucina.

Stava correndo per il parco con le lacrime agli occhi e non guarda avanti così finisce a terra dopo aver urtato qualcuno.
-Ma allora ti piace proprio cadere!- ridacchia il ragazzo biondo guardandolo, Kioshi non dice nulla e nasconde il volto tra le mani singhiozzando.
-Ehi, ma tu stai piangendo!- dice il ragazzo chinandosi su di lui e accarezzandogli piano i capelli. Dopo qualche minuto il giovane Kioshi si calma e lo guarda con gli occhi arrossati dal pianto.
-Come mai piangi?- gli sorride dolcemente l''altro e lo guarda negli occhi anni propri color ghiaccio.
-Ho perso...un ricordo...di mamma...a cui papà...teneva molto...- lo guarda negli occhi poi li chiude mentre altre lacrime bagnano il suo volto ancora umido dalle lacrime precedenti.
-Sto malissimo...- sussurra poi e abbassa lo sguardo.
-Beh...se vuoi davvero far felice di nuovo tuo padre...secondo me...devi soubrette a cercarlo e a ridarglielo! Anche se credo che lui non rimarrà arrabbiato a lungo, sei suo figlio...- gli alza lentamente il volto e gli accarezza una guancia dolcemente, Kioshi arrossisce e annuisce per poi abbracciarlo forte, non gli importava più chi o cosa volesse da lui, voleva solo avere un sincero abbraccio da qualcuno, e sentiva che lui glielo avrebbe dato. Rimasto un po' sorpreso, il biondino ricambia e lo stringe forte a se.
-Scusami, ma ora devo andare! Ci vediamo domani a scuola!- sorride allontanandosi da lui dolcemente e sorridendogli per poi iniziare a correre.
-Ehi ma tu...come ti chiami?- urla ma ormai non lo sentiva più. Si tocca la guancia tutto rosso e guarda in basso imbarazzato.
"Ma che mi succede?" pensa, si sentiva così imbarazzato.

-Sono qui...-

Si volta di scatto e si guarda intorno, non c'era nessuno, da dove proveniva la voce? Poi vede a terra qualcosa e si avvicina velocemente. Era una chiave molto strana e aveva una corda, quindi si poteva mettere al collo.
-Ma questa è...-









//Scusate il ritardo vi piace? Grazie mille se commentate, purtroppo non sto molto bene. Spero di non aver sbagliato i verbi, grazie mille!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - La Chiave Del Sigillo ***


-Ma questa è...- sussurrò raccogliendo da terra la chiave e la osserva.
-...è una chiave...- esclama a bassa voce, ma appena la stringe nella mano una luce lo avvolge e quando apre gli occhi si ritrova in una stanza. Si guarda intorno senza capire che stia succedendo o dove fosse poi sente delle voci dietro di lui. Davanti a lui c'era invece un letto. Si volta e guarda la ragazzina ora praticamente a un passo di lui. Arrossisce, era molto carina ma lei sembra non notarlo nemmeno.
-Ora mi aiuterai!- disse quello che sembrava un peluche tutto giallo, simile a un orsetto ma con le orecchie più grandi e il musino molto carino, almeno così pensava lui.
-Perché ti dovrei aiutare?- disse la ragazza con i capelli corti e due codine piccole.
-Perché sei stata tu che hai invocato il vento che ha provocato la sparizione di tutte le carte!- disse quel bel peluche. Lui si avvicina per guardarli meglio e nota i bellissimi occhi verdi, gli stessi di sua madre.
-Scusa, ma mi puoi dire dove sono finito?- chiede gentilmente alla ragazza mentre le mette una mano sulla spalla ma appena la appoggia la mano non la tocca, come se fosse un fantasma.

-Non puoi toccare...loro non ti possono sentire...puoi soltanto guardare...-

"Ancora quella voce...forse...sto sognando..." pensa sorpreso e rimane a guardare.
-Si, sarà anche vero! Però il compito di controllare che le carte non fuggissero l'avevano assegnato a te...- protesta intanto l'altra assumendo uno sguardo di disappunto.
-Ah...beh...mi sono appisolato un attimo...- cercò di giustificarsi il peluche.
-E quanto?- chiese la ragazzina mentre Kioshi si avvicina al libro su cui era seduto il peluche. Nota che era simile a quello che aveva trovato lui, però sopra al suo c'era scritto Sakura, su quello davanti a lui c'era scritto "The Clow".
-Una trentina di anni...- disse il giallo pupazzo con leggerezza. La ragazza lo guarda male mentre Kioshi quasi cade a terra sorpreso.
"Come si fa a dormire così tanto?" pensa sorpreso.
-Ma tu sei assolutamente inaffidabile!- esclama la ragazzina guardandolo.
-E non credere che abbia avuto un compito facile, carina!- protesta lui mentre lei, indifferente alle sue proteste lo critica.
-Il rumore che ho sentito era il tuo russare!- gli disse con sguardo severo. Il peluche si alza in piedi sul libro e sorride.
-Lo ammetto! Poltrivo! Ma riconoscerai che se hai aperto il sigillo del libro vuol dire che hai dei poteri speciali! A proposito, come ti chiami?- chiede dopo aver finito il suo discorso. Kioshi li osserva curioso di sapere finalmente il nome della ragazza.
-Sakura!- risponde lei, Kioshi la guarda in volto e gli salgono le lacrime agli occhi.
-M...mamma...- inizia a lacrimare e cerca di abbracciarla, ma nulla. Non capiva che stesse succedendo e continua ad attendere piangendo. Quella era la sua mamma, non aveva più dubbi. Avrebbe tanto volto abbracciarla, stringersi a lei ma essa non lo sentiva, era una tortura.
-Adesso alzati in piedi, Sakura!- ordinò il pupazzo giallo dalle ali bianche. La ragazza esegue, il pupazzo si illumina e tutto intorno a loro scompare lasciando posto al vuoto nero illuminato da un marchio sotto di loro giallo luminescente.
-Chiave del sigillo...- inizio a dire il peluche e dal libro esce un altro tipo di chiave da quella che aveva al collo il giovane Kioshi.
-Questa ragazza promette solennemente di compiere la missione! Il suo nome è Sakura! Chiave del sigillo, concedile i poteri magici...conferimento dei poteri!- urla il peluche indicando la ragazza, la chiave si illumina costringendo sia Kioshi che Sakura a non guardare per la luce accecante. Nel mentre la chiave diventa uno scettro.
-Sakura, prendi lo scettro...- urla di nuovo il coso giallo e la ragazza obbedisce e afferra lo scettro.
-Perfetto!- esulta sempre lui alzandosi in volo.
-Ti nominò...catturacarte!- esclamò infine. Dopo qualche secondo Kioshi inizia a sentirsi debole e le gambe gli cedono. Qualcuno lo afferra senza farlo cadere a terra e sussurra.

-Pronuncia la formula...-

-Che formula...- chiese debolmente il ragazzo frastornato poi sussurra quasi come un automa con sguardo vuoto.
-Chiave del sigillo...- inizia a dire e tira fuori da sotto la maglietta la chiave. La alza davanti a se e la tiene per la cordicina, era semiseduto sulle gambe di quella persona che gli teneva una mano dietro alla schiena per tenerlo in modo che pronunciasse la formula.
-...sprigiona i tuoi poteri magici...chiave del sigillo...rivelami la tua vera...potenza...e aiutami...- fa una pausa sentendosi molto debole mentre sotto di loro appare un marchio, era simile a quello apparso sotto ai piedi della madre ma leggermente diverso.

-Ce la puoi fare...-

Sente un calore intorno al corpo e nota delle mani affusolate e fini che gli avevano avvolto il corpo. Sorride appena e completa la formula.
-...a sconfiggere il mare...scettro a me...- sussurra mentre afferra quella che ora era uno scettro. Poi perde i sensi tra le braccia di quel tipo, non prima di averne osservato il volto per un momento. Era bellissimo, aveva gli occhi di un color ghiaccio, erano tanto tristi quegli occhi. E i capelli color argento. Non lo avrebbe dimenticato facilmente.

-Bravo...- disse mentre gli accarezzava il volto, ora appoggiato sul suo petto. Tra le mani teneva stretto lo scettro. Mentre è in quella posizione sente qualcuno arrivare.
-Devo farlo, anche se non vorrei...-sussurra a bassa voce.


-Kioshi non può fare il catturacarte!- protesta Shaoran guardando Kerochan.
-Ha una salute molto cagionevole!- gli fa notare l'uomo mentre cammina su e giù per la cucina con fare nervoso. Era da mezz'ora che stavano discutendo.
-Le può recuperare solo lui..- disse il giovane guardiano.
-Non voglio perdere anche lui...- mormora Shaoran con le spalle al muro, il figlio non poteva affrontare quelle carte, era nato con una salute molto cagionevole e ciò spiegava sia il trattamento dei cugini di Kioshi, sia la sua solitudine.
-Se proprio proprio deve farlo...lo aiuterò assolutamente!- cerca di trovare un compromesso.
-Ma prima che riceva lo scettro voglio che sia lui a decidere se voler portare al termine una tale missione!- obietta il cinesino. In quel momento ha una brutta sensazione e corre fuori.
"Kioshi..." pensa preoccupato e inizia a saltare come un coniglio tra i rami degli alberi che costeggiavano la strada. Era preoccupato, da sempre riusciva a capire quando il figlio stava male. In poco tempo arrivò al parco dove sentì una strana presenza. Corse in quella direzione e arrivò davanti a due ragazzi, un po più grande dell'altro. E uno dei due era Kioshi, l'altro era biondo con gli occhi color ghiaccio.
-Tu...chi sei...?- chiede ansimante l'uomo guardando il biondino.
-Piacere...mi chiamo...Yukito Kusanai!- disse il ragazzo sorridendo mentre stringeva al proprio petto Kioshi che dormiva tranquillo.
-Piacere!- disse sempre sorridendo, poi guarda il ragazzo.
-Yuki...to...- ripete poi gli viene in mente una cosa, lui poteva essere la forma umana di Yue.
-Yue...- sussurra mentre si avvicina a lui.
-Chi è questo Yue?- chiese curioso il ragazzo mentre accarezza e osserva il volto di Kioshi. Il padre però glielo prende dalle braccia e lo tiene stretto tra le proprie.
"Quello deve essere per forza lui..." pensò.
-Sono suo padre, Shaoran Lee!- si presenta poi se ne va, non voleva attaccare bottone con sconosciuto. Appena arrivano a casa, mette il figlio a letto e gli apre la camicia della divisa scolastica notando solo allora la chiave al suo collo.
-Kerochan...- si allarma chiamando il guardiano. Come era possibile che Kioshi fosse diventato catturacarte senza Kerochan. Questo voleva dire che Yue era apparso a Kioshi.
-Kioshi...-

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Il Catturacarte È...Kioshi! ***


-Padre...- sussurra Kioshi alzatosi dal letto, erano passate otto ore e lui aveva dormito per tutto quel lasso di tempo. Ora si era diretto verso la cucina e, sporgendosi alla porta, si pente subito di essersi alzato. Infatti appena lo notato, Shou gli salta addosso e Shun lo saluta mentre prepara da mangiare, il padre invece stava litigando con Kerochan, il peluche giallo per il fatto che Kioshi ora era il catturacarte. Il padre lo guarda mentre Kioshi rimane tra le braccia di Shou ancora un po' debole.
-Kioshi, non dovresti alzarti dal letto!- disse il padre andando da lui e prendendolo in braccio.
-Zio Shaoran ha ragione!- esclama Shou ma Kioshi sussurra qualcosa che blocca entrambi.
-La mamma...Sakura...ho visto la mamma...- sussurra con voce tremante spezzata dai leggeri singhiozzi che stava facendo. Shaoran, visibilmente preoccupato per lui, gli accarezza i capelli e lo stringe a se.
-Cos'hai visto della mamma?- chiede dolcemente e, dopo un breve riassunto della visione conclude.
-Quando ha detto catturacarte...mi sono improvvisamente sentito debole e qualcuno mi ha preso tra le braccia...mi ha fatto dire una frase...e poi sono svenuto...- spiega concludendo il proprio racconto.
-E hai visto chi era?- chiede Shun gentilmente passandogli una mano tra i capelli, Kioshi era seduto su una sedia e il padre di fronte a lui seduto su una sedia. Shou e Shun erano in piedi di fianco a Kioshi. Ora gli piacevano davvero tutte quelle attenzioni da parte dei cugini, ma avrebbe preferito un comportamento diversi con lui a scuola, era imbarazzante. In quel momento, mentre sta per rispondere, suona il campanello. Sospirando, il padre si alza e guarda Kerochan.
-Vai a nasconderti...microbo...- gli disse facendo adirare il piccolo guardiano poi va ad aprire.
-Ciao...dov'è Kioshi?- chiede Touya, lo zio di Kioshi e il fratello di Sakura.
-ZIO!- urla Kioshi sorridendo felice e si alza di scatto, poi corre da lui e gli salta in braccio felice.
-Ciao Kioshi...ho saputo che ti sei sentito male al parco...- disse l'uomo stringendo a se il ragazzo.
-Cosa è successo al parco...?- guarda il cinesino che annuisce. Si capisce subito che ha compreso la situazione e sospira.
-Kioshi, devo parlare un attimo con tuo padre! Permetti?- gli sorride e gli scompiglia i capelli. Kioshi annuisce e sorride.
-Dopo ti va di venire in camera mia?- chiede Kioshi sorridendo, lo zio annuisce. Era tenero, a volte sembrava proprio un bambino giocoso, ma riusciva sempre a conquistare la simpatia di chiunque nel parentato. Touya gli sorride e gli porge un pacchetto regalo.
-Questo è per te! Così ti impegni in qualcosa mentre mi aspetti...- sorride e segue il padre di Kioshi in un altra stanza. Kioshi scarta subito il regalo tutto contento ed esulta andando in camera.
Nella stanza in cui erano Touya e Lee, arrivano anche Shou e Shun.
-E così è successo anche a Kioshi...- sussurra Touya sospirando.
-Eravamo qui per prendere le carte...- disse Shou.
-...ma qualcuno ci devo aver preceduto...- continuò Shun.
-...e aver fatto in modo che il catturacarte...diventasse Kioshi...- concludono insieme.
-Quindi pensate che ci sia lo zampino di...Yue?- chiede Touya pensieroso.
-È l'unico che potrebbe avergli conferito i poteri!- affermò Kerochan.
Intanto Kioshi si era messo a giocare al computer con il videogioco che gli aveva appena regalato lo zio.

"Kioshi..."

Si alza di scatto dalla sedia.
"Ancora quella voce..." pensa mentre si guarda intorno. Poi guarda fuori dalla finestra.
"È fuori...devo andare..." pensa come attratto da fuori poi si guarda in vestiti.
"Però devo vestirmi...". Si veste velocemente poi guarda verso la porta.
"Papà non mi lasciarà uscire..." pensa mentre scavalca la finestra ed esce. Corre verso il parco, aveva ancora la chiave al collo. Appena arriva al parco, si alza un forte vento.
-Mamma mia, che vento!- rabbrividisce per il freddo. Appena alza lo sguardo, nota un uccello bianco ed enorme. Salta di paura, mentre l'uccello lo nota e inizia a inseguirlo per tutto il parco percependo i suoi poteri.
-AIUTOOO!- urla terrorizzato correndo, si chiedeva perché quell'uccello ce l'avesse tanto con lui. In un momento di panico, sale su un albero senza pensarci troppo. Si mette in piedi in equilibrio su un ramo alto mentre l'uccello bianco lo punta e si butta in picchiata verso di lui colpendolo a una gamba e facendolo precipitare giù dall'albero.
-Kioshi...- esclama il padre sentendo una strana presenza.
-Yue...- sussurra Kerochan sentendo la sua presenza. Touya, Shou, Shun, Shaoran e il guardiano delle carte si alzano e vanno nella stanza di Kioshi ma non lo trovano, sul letto c'era buttato solo il pigiama e il computer era acceso sul gioco che Touya gli aveva regalato.
-Maledizione...- impreca il padre stringendo i pugni.
-Sento la presenza di una carta!- urla Kerochan e guida gli altri nella direzione in cui sente la presenza.
"Kioshi..."





//piaciuto il capitolo? Spero di si! Grazie!

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Capitolo 6
*** Capitoln 5 - La Carta Del Volo ***


Stava precipitando nel vuoto sotto di lui a sei metri di altezza dal suolo, chiude gli occhi pensando già di essere spacciato.

-Non morirai...non te lo permetto...Kioshi...-. Grandi ali bianche si spalancarono.

Si senti avvolgere da un calore piacevole, già sentito una volta. Non stava più precipitando, era tra le braccia di qualcuno che stava atterrando a terra dolcemente.

-Tu sei un Catturacarte, Kioshi e questa è la carta del volo! Devi catturarla! Io non ti posso aiutare...non in questa missione...- sussurra al suo orecchio quello che per Kioshi sembrava un angelo.

-E come faccio...non so nemmeno cosa devo fare...- gli rispose ma il suo soccorritore se ne stava già andando.

-Ci vediamo...il giorno del giudizio...Kioshi...e ricorda la formula...- sussurra e scompare.

-La formula...- ripete lui pensieroso poi sente un soffio di vento dietro di se. Si ricorda della carta e riprende a correre.
-Almeno poteva dirmi come fermare questa co...carta volevo dire...- corre poi pensa.
"Io ce lo una carta..." pensa poi prende la chiave.
-Sprigiona i tuoi poteri magici...chiave del sigillo...rivelami la tua vera potenza...e aiutami a sconfiggere il male! Scettro a me!- urla e la chiave si trasforma in uno scettro rosa. Sale di nuovo sull'albero e salta in groppa all'uccello che inizia a dimenarsi.
-Sparisci, torna prigioniera della carta di Sakura!- urla deciso e l'uccello scompare lasciando posto a una carta. Lui invece cade nel vuoto.
-Guida la mia spada...vento a me!-
Atterra in modo leggero, delicato, Kioshi quindi guarda il padre che aveva in mano una spada ma la butta a terra e lo prende tra le braccia.
-Kioshi!- urla preoccupato mentre lo zio e i cugini li raggiungono.
-Come sta?- chiede subito Touy chinandosi su di loro preoccupato. Kioshi con una mano tiene stretto a se lo scettro, con l'altra afferra la carta che aveva preso sotto lo sguardo sorpreso di tutti. Appena la tocca una luce lo avvolge e quando si spegne si ritrova in una strada buia. Sente delle urla e guarda in alto, era di nuovo quella creatura che aveva fatto rientrare nella carta, come era possibile? Si guarda intorno, il paesaggio era cambiato, era sera. Salta, come se volesse raggiungere l'uccello per vedere che succede e si alza in volo con sua grande sorpresa.
-Vento, esaudisci il mio desiderio! Lega questo uccello e ferma il suo volo!- urla una ragazzina, era la stessa della visione precedente. Che stava succedendo? Era tornato di nuovo del passato? Ma come mai? Intanto la ragazzina aveva evocato la carta del vento con cui stava bloccando il volo della carta. L'uccello era atterrato e Sakura scende dalla sua groppa.
-Questo è un ordine! Sparisci bestiaccia, torna prigioniera della carta!- urla e l'uccello scompare lasciando posto alla carta. Kioshi sorride e sussurra.
-Mamma...brava...- sussurra poi tutto diventa buio e si ritrova tra le braccia del padre che lo stava scuotendo preoccupato.
-P...papà...- sussurra affaticato poi perde i sensi tra le sue braccia.
-Kioshi!- sussurra il padre, non capiva che gli stesse succedendo.
-Non mi dire che...- pensa ad alta voce Kerochan e tutti lo guardano.
-Sai qualcosa che noi non sappiamo?- chiede Shun con sguardo preoccupato.
-Kioshi deve aver sviluppato un potere particolare rimasto sigillato per anni da quando è morta Sakura fino a quando il sigillo del libro non è stato rotto!- spiega il guardiano.
-Ma non presentava questo potere prima di quel giorno...- obietta il padre con Kioshi in braccio e si incammina con lui verso casa.
-Era troppo piccolo!- gli risponde il peluche giallo poi guarda Kioshi.
-Lui possiede il potere dei ricordi! Ogni volta che tocca un oggetto, di sua volontà può vedere i ricordi legati ad esso! Ad esempio, Sakura ha catturato quella carta e lui ha visto sicuramente quel momento!- spiega Kerochan poi pensa.
-Però è strano...usa questo potere in modo inconsapevole per poter vedere la madre...ma non capisco come è iniziato questo modo d'uso! Cosa è successo al parco con Yue? L'ha indotto lui a usare questo potere? Mi sembra tutto così strano e confuso!- continua a riflettere mentre tutti lo guardano.
-Ora non pensiamoci!- sorride Shou tirando per la coda l'esserino. Poi ride e inizia a correre inseguito da esso. Tutti sorridono ed esclamano:
-Shou, sei il solito!- ridono tutti e tornano a casa un po' più sollevati. Shou invece assume uno sguardo freddo e guarda Kioshi.

"Kioshi...sento un pericolo...intorno a te...ti proteggerò...fino al giorno...in cui completerai la missione...e ti dovrò giudicare..."










//Ed eccomi qui con un altro capitolo! Grazie a chi mi segue!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Yukito E Ryan, I Due Rivali! ***


Kioshi stava dormendo profondamente, usare il proprio potere per poter rivedere la madre era sfiancante, specie per lui.
Gli altri invece erano in salotto seduti sul divano e le poltrone.
-E ora che si fa?- chiede Shun guardando gli altri mentre Shou inizia a ridere.
-Ma guarda un po'! Siamo venuti per prendere le carte e invece...- dice il giovane, non era molto felice all'idea che Kioshi fosse il catturacarte, ma doveva accettarlo.
-Mi dispiace ragazzi! Avete fatto un viaggio a vuoto!- si scusò il padre di Kioshi.
-Non ti preoccupare zio! Lo aiuteremo volentieri! Vero, Shou?- risponde Shun poi guarda il fratello per ricevere una risposta positiva. Lui annuisce un po' a malavoglia e sorride. Shaoran sorride un po' più sollevato, ma poi sospira.
-E adesso che faccio con Kioshi? Non posso negargli il diritto di catturacarte!- disse l'uomo portandosi una mano alla fronte.
-Restiamogli accanto!- disse lo zio.
-Ma per restargli accanto tutti quanti dovremmo stare tutti in città! E possibilmente nella stessa casa!- obiettò Touya.
-Noi abbiamo due stanze per gli ospiti! Shou e Shun potrebbero stare li e Touya nell'altra!- organizzò Shaoran poi tutti si alzarono e andarono a dormire.
Passano i giorni e delle carte più nulla. Kioshi era tornato alla vita normale con due cugini estremamente gelosi di lui che gli facevano da baby sitter di continuo. Era snervante, anche se ora era diventato catturacarte. Da allora teneva il libro e le due carte in un cassetto, non le aveva più toccate.
"BIB BIB! BIB BIB! BIB BIB!"
La sveglia suonava ininterrottamente, ma come al solito Kioshi non la sente e continua a dormito fino a quando...
-SVEGLIA PIGRONE!!!!- urla Shou entrando nella stanza. Kioshi salta sul letto per lo spavento e tira il cuscino contro Shou.
-Te lo sempre detto di non svegliarmi così! Mi fai prendere tw colpo, stupido!- urla contrariato dal modo di svegliare del cugino mentre Shun entra in stanza.
-Però devi ammettere che non ti svegli mai subito!- giustifica il ragazzo ridendo poi gli da a divisa.
-Ora, per favore, ti vesti?- chiede gentilmente Shun, Kioshi lo guarda annuisce. Quindi li fa uscire e si veste. Sospira poi apre il cassetto e prende il libro. Sotto di lui appare il sigillo in quel momento, mentre lui, non facendoci caso, prende la carta del volo su cui aveva inciso il suo nome. Per la terza volta, una luce lo avvolge e si ritrova in mezzo alla neve.
-Ma che...- si guarda intorno poi sente una voce a lui ormai molto familiare.
-Carta del volo!- urlò quella che era sua madre da più piccola. Con la punta del proprio scettro aveva toccato la carta e lo scettro aveva spiegato le ali. Poi la giovane si gira e tende una mano a un ragazzo indubbiamente cinese dai vestiti verdi e dorati. I capelli invece erano di un castano scuro.
-Sali!- disse la giovane tendendogli la mano.
-Fa presto!- lo incitò, il ragazzo sorpreso sale sullo scettro insieme a lei e si alzano in volo come se fosse una scopa volante. Erano avvolti dalla bufera di neve che ora seguìva il volo dei due per prenderli.
-Continua a seguirci! Non vuole darci alcuna tregua!- urla Sakura.
-Allora è così che funziona la carta del volo!- urla Kioshi sapendo di essere in un ricordo. Improvvisamente cade nel buio e più nulla.
-Ehi! Kioshi! Svegliati!- disse Shun tenendo il giovane ragazzo tra le braccia.
-Che succede?- chiede Kioshi, non era molto affaticato, solo un po stanco. Oggi avrebbe avuto pure lezione di nuoto.
-Stai bene, Kioshino?- chiede Shou guardandolo.
-Si, sto bene!- sussurra Kioshi e si alza andando di sotto a fare colazione. Qualche minuto dopo aver fatto colazione il giovane si dirige verso il garage e prende la propria bici.
-Noi andiamo!- disse Shun affiancando Kioshi insieme a Shou. Da qualche giorno Kioshi si fermava sempre davanti a casa di Yukito e lo aspettava. Aveva scoperto casualmente che abitava lungo la strada che lo portava a scuola e così si frequentavano ogni giorno andando a scuola insieme.
-Voi due non rompete, per favore!- disse e parte a tutta velocità, gli girava un po' la testa per l'uso del suo potere ma doveva incontrare Yukito senza la presenza di quei due. Non li lasciavano mai parlare in pace. Così cambia strada e arriva davanti a Yukito qualche minuto dopo del solito.
-Ciao, piccolo!- lo saluta Yukito sorridendo, ormai erano amici ma sembrava che Kioshi lo considerasse il suo migliore amico.
-Io non sono piccolo! Ho solo un anno in meno di te!- protesta timidamente arrossendo e gonfiando le guance.
-Si, si!- acconsentì il giovane biondino e mette i roller. Insieme partono per scuola ma strada incontrano un giovane ragazzo dai corti capelli neri. Gli passano accanto e Kioshi ha una strana sensazione, come se...come se...
-Quello è il nostro capoclasse!- spiega Yukito mentre si ferma, quindi anche Kioshi si ferma.
-Ehi, Ryan!- urla al ragazzo che sembrava di origine inglese.
-Ehi, ciao Yukito!- risponde freddamente il ragazzo camminando verso di loro poi guarda Kioshi.
"Ma chi è questo pallone gonfiato? Io volevo stare solo con Yukito!" pensa nervoso il giovane catturacarte.
-Tu sei Kioshi Lee, dico bene?- chiede il moro.
-E tu...c...come fai a saperlo?- chiede Kioshi mentre Ryan si avvicina fino ad arrivare a due centimetri dal suo volto.
-Ti osservo sempre, e poi sono a capo del consiglio studentesco! Devo seguire chi sta spesso male!- sussurra annullando quasi del tutto la vicinanza delle loro labbra, ma Yukito li divide.
-Ehi! Ryan! Smettila di corteggiare i ragazzini!- disse spingendo via quello che sembrava essere suo amico.
-Io non corteggio tutti i ragazzini! Sono loro che guardano me!- protesta il moro guardandolo.
-Non tutti gay come te, Ryan!- spiega Yukito.
-Beh, tu lo sei! E stai costeggiando il piccoletto!- affermò Ryan spingendolo contro il muro. Kioshi quasi cade dalla bici a quel discorso. Ma che stava succedendo? Due ragazzi lo stavano corteggiando? Ma lui non era gay, o almeno, non pensava di esserlo. Eppure quando stava boy lui si sentiva proprio bene.
-Ragazzo, basta andiamo a scuola!- urla diventando tutto rosso per l'imbarazzo. I due lo guardano e sospirano. Riprendono ad avanzare ma per tutto il viaggio mi sente discutere e litigare.
-Finalmente sei arrivato Kioshi!- brontola Shou. Kioshi molla la bici e corre da lui saltandogli al collo. Per la prima volta da quando erano arrivati era felice di vedere i suoi due cugini. Guarda Yukito e Ryan ed entra in classe mentre loro rimangono li ai cancelli
"Chi sono quei due?" pensa Yukito con sguardo geloso.
"Sarà difficile stargli accanto con quei due di mezzo!" pensa il moro poi si dividono. Il biondino va in classe, Ryan va in bagno e poi in classe.

"Le cose si complicano..." pensa osservando Kioshi dalla finestra della classe.
"Lui...è tra noi..."










//Scusate il ritardo, ma ultimamente sono molto stanca e, tra dormire mangiare e seguire la famiglia e i miei interessi, non trovo mai il tempo di scrivere. Come vi sembra? Ora ha due corteggiatori! Ma chi sarà a spuntarla? E chi è il misterioso individuo? E chi è arrivato tra di loro? Seguitemi!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Kioshi È Malato! ***


Erano passate due settimane e lui aveva recuperato cinque carte:
- La Carta Del Salto
- La Carta Della Spada
- La Carta Del Legno
- La Carta Della Pioggia
- La Carta Dell'Acqua
Aveva appreso che toccando le carte, rivedeva i ricordi di esse, per questo aveva sempre bisogna di aiuto. I cugini erano diventati come le sue guardie del corpo, che lui spesso evitava di mattina per poter andare a scuola insieme a Yukito e Ryan, anche se a volte avrebbe preferito sparire. Litigavano spesso e volentieri facendo impazzire Kioshi.
La sveglia stava suonando in modo insistente e Kioshi si sveglia e apre to occhio.
-Uffa, che barba!- disse con fare assonnato mentre si alzava lentamente dal letto e spegnere la sveglia. Stavolta l'aveva messa sulla scrivania. Doveva andare a scuola ma gli girava la testa in modo pazzesco, tanto che cadde sul pavimento mezzo frastornato.
-KIOSHI!- urla il padre sentendo il rumore e salendo su per la scale. Entra di corsa ho stanza e lo prende tra le braccia.
-Ti avevo detto di non mettere la sveglia! Ieri ti sei stancato troppo nella cattura di quella carta, oggi devi riposare!- gli disse severamente Shaoran portandolo sul letto e coprendolo. Gli bacia la fronte e sorride.
-Hai fame?- chiede con dolcezza ma Kioshi scuote la testa e chiude gli occhi.
-Ho solo...tanto...sonno!- rispose il ragazzo mezzo addormentato e si addormenta di nuovo in pochi secondi, era davvero stanco. Il padre si alza e torna di sotto.
-Sta dormendo! Possiamo andare!- rispose a voce bassa, poi prende le chiavi della macchina.
-Ti do un passaggio, Touya?- chiese allo zio di Kioshi che annuisce e sé ne vanno. Shou e Shun decidono di andare a scuola ma di tornare il prima possibile.
-Kerochan, bada a lui!- dissero in coro prima di uscire. Il piccolo guardiano si siede quindi sul cuscino a fianco il volto di Kioshi e rimane di guardia.
Erano passate circa tre ore e Kioshi si sveglia con delle voci famigliari in sottofondo, erano sicuramente Yukito e Ryan.
-Che ci fai tu qui?- chiese il biondo al moro che alza le spalle indifferente al nervosismo dell'altro.
-Potrei farti la stessa domanda!- rispose con freddezza poi suonò al campanello.
-Volevo farlo io!- protestò Yukito poi si ricompose sentendo la porta di ingresso aprirsi.
-Immaginavo foste voi!- sussurra Kioshi mentre i due ragazzi lo guardano, aveva il pigiama com gli orsetti e tra le braccia aveva un peluche a forma di orsetto con le orecchie troppo cresciute. Entrambi assumono un espressione strana nel guardare quel peluche mentre Kioshi li guarda.
-Che vi prende?- chiede senza capire, subito dopo domanda si sente stanco, e cade tra le braccia di Ryan.
-Che ti prende a te?- rispose Yukito guardandolo preoccupato.
-Non dovresti aprire a nessuno in queste condizioni!- disse Ryan sollevandolo da terra tenendolo in braccio come una sposa mentre il peluche cade a terra. Il biondo afferra il peluche ed entrano per rimettere Kioshi a letto. Yukito poggia il peluche sul divano in sala poi, insieme a Ryan, vanno su per le scale guidati da Kioshi.
-È questa camera tua?- chiese Ryan fermandosi di fronte alla porta semi-aperta indicata dal ragazzo. Era tutto rosso in volto, ma non per l'imbarazzo ma per il fatto che aveva la febbre. I tre entrano in stanza, aveva le pareti azzurre, una scrivania dalla forma bizzarra ho legno blu e il letto aveva delle stelline fosforescenti attaccate ai lati. Le aveva messe da piccolo e non le aveva più staccate. Sul soffitto era dipinto to cielo di stelle, sfondo blu pieno di puntini bianchi, grandi e piccoli. Ai piedi del letto c'era to cassettone molto grande mentre sulla parete opposta a quella del letto c'era un grande armadio blu.
Ryan lo mette sotto le calde coperte e gli accarezza i capelli.
-Hai fame...?- chiede dolcemente Yukito.
-Ragazzi...ma voi...non dovreste essere a scuola?- chiese Kioshi perplesso.
-La nostra classe oggi è uscita prima! I prof erano ammalati e non avevano avvertito!- rispose Ryan poi si alzò.
-Allora, vuoi qualcosa da mangiare?- chiese di nuovo Yukito.
-Mi piacerebbe...una minestra di verdure...- rispose sorridendo poi sussurra un lieve grazie. Entrambi escono dalla stanza e chiudono la porta. Si fermano uno di fronte all'altro fuori dalla stanza e alzano una mano entrambi. La chiudono a pugno e poi se li battono tra loro annuendo seri, avevano fatto una specie di accordo, sarebbero andati d'accordo finché Kioshi non si sarebbe ripreso, dovevano! Così scesero e andarono andarono in cucina per mettere su ciò che Kioshi aveva richiesto.
-Allora, tu trova gli ingredienti, puliscili, lavali, tagliali e buttali nella pentola! Io penso alla cottura e alla pulizia finale della cucina!- organizzò il moro, il biondo accosentì e dopo una buona oretta il piatto di minestra di verdure era pronto.
Kioshi stava riposando, senza accorgersi che dalla finestra aperta era entrato qualcuno. Kerochan avrebbe voluto avvertirlo, ma veniva tenuto sotto controllo dai due ragazzi senza capirne il perché, avevano scoperto qualcosa?
Kioshi apre gli occhi sentendo qualcosa, volta lo sguardo in direzione della finestra e intravede tra le tende mosse dal vento qualcuno che non perse tempo e lo attaccò.

-È qui! È lei! È...-








//eccomi di nuovo, scusate il ritardo! Bene, Kioshi si è ammalato, i due ragazzi che si "contendono" il titolo di Yue sono entrambi presenti, ma chi dei due è davvero Yue? Chi o cosa ha attaccato il giovane Kioshi? Intrigante e misterioso, il racconto continua nel prossimo capitolo! Chi è chi?
Grazie a chi mi segue e a chi commenta,a chi a letto e chi ha messo tra i preferiti la mia storia! Ci vediamo presto, ciao!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Continua Rivalità ***


-Ma tu...chi diavolo...- urla Kioshi, ma si blocca quando vede chi lo ha attaccato. La indica con sguardo interrogativo e leggermente ingenuo, ignorando il pericolo che quella carta può essere per lui.
-Tu sei...una carta di Sakura...vero?- chiede ma si sposta in tempo per evitare un altro suo attacco.
-S...smettila per favore...così rischi di uccidermi...- cerca di far ragionare la carta che per un momento si ferma, poi si lancia di nuovo all'attacco. Dopo una decina di attacchi andati a vuoto, Kioshi, sfinito per la febbre, afferra il prezioso scettro ed evoca la Carta della Spada ingaggiando con la carta una lotta. Solo allora capisce di che si tratta e, dopo una finta, alza lo scettro e urla.
-CARTA DELLA LOTTA! TORNA PRIGIONIERA DELLA CARTA DI SAKURA!- urla e Lotta torna ad essere una carta. Fa a tempo a firmarla e a mettere via il tutto che cade in un altro ricordo, il giorno in cui Sakura ha catturato la carta. Sorride debole e cade terra privo di sensi con ancora le carte in mano.
Ryan e Yukito erano troppo presi a litigare per accorgersi cosa era successo di sopra e, dopo l'ennesima discussione, Yukito andò di sopra.
-È meglio se vado a vedere come sta Kioshi...vieni su tu con il pranzo quando hai finito...- disse il biondino mentre usciva dalla cucina dando le spalle al ragazzo dai capelli neri, poi si gira prima di uscire e assottiglia lo sguardo a modo di sfida.
-Ma fallo commestibile...se ci riesci...non vorrai mica che si senta ancora peggio!- disse provocandolo poi corre via mentre l'altro lo guarda irritato ma cerca di rimanere composto.
"S-T-U-P-I-D-O!!!" pensa mentre prepara di nuovo lo stufato e un po di buona insalata a parte.
-Kioshi...posso entrare...?- chiese a bassa voce il ragazzo bussando alla porta della stanza del suo amichetto. Non sente risposta, così entra per vedere.
"Sicuramente starà dormendo..." pensa convinto, ma appena entra lo vede a terra con le carte in mano.
-Ma che...- esclama poi nota le carte.
-Capisco...- sussurra prendendo la Carta della Lotta, poi la ripone sul tavolo. Solleva da terra Kioshi e lo mette a letto sotto le coperte calde. Rimane li ad aspettare e, intanto, inizia a guardare le Carte che ha catturato Kioshi.
"Bel lavoro Kioshi..." pensa, poi sente Ryan bussare. Mette via le carte e scuote appena Kioshi.
-Ehi, piccolino...sveglia...!- disse ad alta voce mentre Ryan apre la porta ed entra con il vassoio.
-Mmmm...- sussurra appena Kioshi destandosi dal suo sonno e aprendo lentamente gli occhi ritrovandosi al suo fianco i due ragazzi.
-Finalmente ti sei svegliato...bell'addormentato...- lo schernì Ryan con fare dispettoso.
-Smettila di prendermi in giro!- sussurra Kioshi gonfiando le guance con fare infantile. Entrambi scoppiano a ridere divertiti dal suo fare così infantile, poi Ryan guarda Yukito.
-Ora tocca a te pulire, chiaro?- disse quasi con disprezzo, odiava il suo rivale perché gli impediva di stare da solo con Kioshi. Yukito lo guarda e si alza.
-Tranquillo...non ti arrabbiare...adesso ci vado...- risponde tranquillo e scende a lavare i piatti.
-Finalmente un po' soli...- sussurra Ryan poi guarda Kioshi e gli porge il piatto. Il giovane catturacarte, quindi, si mette seduto e inizia a mangiare con gusto, era bravo in cucina il suo amico in cucina.
-Allora...come è?- chiede impaziente di sapere il suo verdetto.
-È davvero buona...complimenti!- disse Kioshi mangiandola tutta molto volentieri.
-Questo fine settimana sei libero?- chiede sorridendo il moro prendendo il piatto vuoto e mettendolo sul vassoio.
-Si! Perché?- chiede il più piccolo con fare ingenuo, aveva capito che i due lo stavano corteggiando, ma non se ne preoccupava poi molto.
-Ti va di uscire insieme? Ho due biglietti per il nuovo Parco dei Divertimenti che hanno da poco aperto!- mostra i biglietti sorridendo mentre Kioshi ne afferra subito uno guardandolo con gli occhi che brillano.
-Volentieri!- rispose interessato al parco, più che all'appuntamento. Improvvisamente, la porta si spalanca e in stanza arriva Shou.
-CHE CI FAI TU QUI! MOLESTI MIO CUGINO! FUORI!!!!- urla mentre Ryan lo guarda con fare calmo.
-Va bene! Allora ti vengo a prendere domenica alle dieci! Ma solo se stai bene!- gli fece notare mentre Kioshi annuisce.
-Tranquillo, starò bene!- gli risponde sorridendo mentre lo guarda andarsene. Doveva stare bene, così sarebbe potuto andare al nuovo parco.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Appuntamento Al Luna Park (1° Parte) ***


Finalmente si era ristabilito, proprio in tempo per andare all'appuntamento con Ryan, con il quale aveva avuto dei contatti mentre era a letto malato. Il padre sapeva già della sua uscita e non era molto contento. Infatti quando lo vede scendere, pronto per uscire con lo zainetto sulle spalle, sospira e lo segue fino all'esterno della casa. Fuori dal cancello, seduto su una moto attualmente spenta e il casco ancora indosso, Ryan lo aspettava. Appena lo nota, si toglie il casco e lo guarda. Era vestito di nero, con un giubbotto di eco-pelle e jeans neri.
-Allora, sei pronto piccolo?- dice facendo un lieve sorriso, ma lo sguardo era un po' inquietante, ma non per Kioshi. Shaoran guarda il moro e poi ferma il figlio.
-Sei sicuro di voler andare? Non sarebbe meglio stare di più a riposo? Sei appena guarito...- cerca di convincerlo ma lui scuote la testa.
-Tranquillo, io sto bene...e poi è da una settimana che non esco a divertirmi...questa è la mia occasione...- sorride il giovane Lee guardando il padre poi corre dall'amico. Intanto l'uomo li segue e guarda Ryan poco tranquillo.
-Vedi di avere cura di lui...è ancora in convalescenza! Fai in modo che non si sforzi troppo, altrimenti te la vedrai con me!- lo avverte mentre il ragazzo mette una mano sulla spalla di Kioshi e sorride guardandolo, poi alza lo sguardo su Shaoran, sempre sorridendo.
-Stia tranquillo signore, con me è al sicuro e non lo farò affaticare in alcun modo...- disse gentilmente poi invita Kioshi a salire sulla moto.
"Eppure io non mi sento tranquillo..." pensa mentre rientra in casa dopo aver salutato il figlio.
-Allora, non sali?- chiede Ryan battendo la mano sul posto a sedere dietro di lui. Il giovane lo guarda e annuisce salendo in sella alla moto e mettendosi il secondo casco che il moro gli aveva portato. Il più grande mette in moto e urla prima di partire.
-Tieniti forte a me...si parte...- disse e, a quelle parole, Kioshi avvolge la vita dell'amico con le braccia. Appena partono sente il cuore andare a mille, non era mai andato in moto ed era un po' spaventato, tanto che si strinse di più alla vita di lui. Ryan, sentendolo, sorride furbo e continua il viaggio. Dopo una ventina di minuti arrivano al parco di cui il più grande aveva i biglietti e si ferma. Kioshi, invece, aveva gli occhi chiusi ed era stretto a lui.
-Ehi piccoletto, se non ti stacchi come faccio a scendere?- ridacchia mentre il ragazzo apre gli occhi tutto rosso e si stacca guardando altrove, tutto rosso in volto per l'imbarazzo. Scende e si allontana andandolo ad aspettare all'entrata del parco. Ryan lo raggiunge poco dopo e gli mostra i biglietti.
-Glieli do io in cassa...- stava dicendo ma il ragazzo gli ruba i biglietti dalle mani.
-Voglio fare io!!!!- dice saltellando come un bambino e andando alla cassa a dare i biglietti. Poi lo prende per mano e lo trascina dentro entusiasta. Ryan, travolto dall'entusiasmo del ragazzo, non può fare a meno di sorridere e seguirlo con lo stesso entusiasmo.
-Allora, da dove iniziamo?- chiede sorridendo e lo guarda.
-E ricorda che hai tutto il giorno per poterle fare tutte e anche di più...- gli ricorda mettendogli un dito sulla fronte.
-Lo so...lo so...- dice guardandosi intorno mentre Ryan aspetta paziente. C'erano davvero tantissime cose, tra cui montagne russe da brivido, autoscontri, le tazze che girano, la giostra dei cavalli, il labirinto degli specchi , la casa degli orrori, la ruota panoramica e molte altre giostre. Lui voleva cominciare con il suo gioco preferito, la ruota dei cigni, lì si vinceva sempre qualcosa e il primo giro era gratis visto che avevano il biglietto di ingresso.
-Ho deciso da dove iniziare!- esclama guardandolo mentre Ryan lo guarda e sorride sperando che sia una bella giostra.
-Avanti, spara campione!- lo incita sorridendo e Kioshi indica la ruota dei cigni facendo rimanere male il povero Ryan.
-Stai...scherzando vero?- chiede perplesso il moro più grande guardandolo.
-No, perché?- chiede innocentemente l'altro correndo alla ruota dei cigni, dà il tagliando al signore e prende la canna da pesca mentre Ryan si avvicina alle sue spalle e lo guarda vedendo che tremava.
-Ehi, stai bene piccolo?- chiede con dolcezza guardandolo. Il più giovane annuisce e cerca di prendere i cigni al centro ma sono troppo difficili per lui.
-Ti aiuto...- dice sorridendo il ragazzo e gli va alle spalle, aderisce i loro corpi, petto e pancia contro la schiena del giovane Lee e la testa appoggiata su quella di lui. Mette le mani sulle sue facendolo smettere di tremare e iniziano a pescare insieme. Grazie a lui, riesce a fare un buon punteggio e vincere una pistola giocattolo con palline di plastica come proiettili. Sorride contentissimo e abbraccia Ryan.
-Grazie a te ho vinto! Grazie! Grazie!- esclama saltellando come un bambino, era realmente felice e non si era per nulla scandalizzato dal loro contatto fisico, anzi, si era sentito davvero protetto. Ryan era sorpreso dell'entusiasmo del ragazzino ma sorride, era meglio che esultasse invece di prenderlo a botte per il contatto fisico. Se li avesse visti il padre del ragazzo, lui sarebbe diventato cenere. A loro insaputa, però, qualcuno li stava osservando da lontano mentre erano abbracciati.
-Ora tocca a te scegliere!- gli fa notare sperando che non scelga la peggiore delle giostre, la casa degli orrori! Intanto Ryan si guarda intorno indeciso non sapendo cosa scegliere, o almeno così sembrava. In realtà sapeva già dove voleva andare dal momento in cui erano entrati.
"Fa che non scelga la casa degli orrori...fa che non scelga la casa degli orrori..." pensa intensamente Kioshi, era realmente terrorizzato dai fantasmi, mostri e cose del genere.
-Io scelgo...- dice sospendendo la frase facendo il finto indeciso.
"Fa che non la scelga..." pensa ancora terrorizzato.
-Si, ho deciso! Andiamo...- sospende di nuovo la frase mentre si volta verso la casa degli orrori.
"Ti prego..." pensa ancora più intensamente.
-La casa degli orrori!- esclama prendendolo per mano e trascinando dentro il giovane bianco di paura. Fu come una doccia fredda per lui, così cammina lentamente dietro di lui con passo insicuro e tenendo con le mani la maglietta da dietro. A Ryan facevano solo piacere quelle attenzioni, era proprio ciò che voleva, il modo perfetto per avvicinarsi a lui. In quel momento, solo all'inizio della casa, si fermano entrambi avvertendo qualcosa. Kioshi inizia a tremare spaventato mentre qualcosa gli afferra la caviglia. Urla di terrore e salta in braccio a Ryan tremando peggio di una foglia, quella notte sicuramente avrebbe dormito con il padre, era infantile ma era terrorizzato. E intanto Ryan lo stringe a sé per calmarlo iniziando a capire che forse aveva un po' esagerato portandolo lì dentro. Va velocemente verso l'uscita ma appena cerca di aprirla, essa non si apre.
-Ma che diavolo...- impreca e mette giù Kioshi cercando di aprire la porta ma nulla. Inizia a prendere a spallate la porta per buttarla giù. Intanto Kioshi inizia a piangere, quell'appuntamento si stava trasformando in un incubo. All'improvviso qualcuno gli afferra di nuovo la caviglia e, mentre lui urla, viene trascinato via chissà dove è chissà da chi.
-Kioshi!! NO!!!- urla Ryan vedendolo sparire nel buio della casa senza neanche fare a tempo di prenderlo. L'ultima cosa che sente è l'urlo spaventato del ragazzo. Appena rimane solo, cade a terra in ginocchio.
"Non l'ho protetto...io...non..." pensa ma non finisce di pensare che cade a terra privo di sensi.

"E così i due ragazzi si avventurarono in quella che credevano una normale casa stregata, invece non lo era affatto! La porta si chiuse di scatto non lasciando più uscire i poveri malcapitati e uno dei due venne trascinato via nelle profondità della casa, in una casa infestata...da creature maligne..."
Qualcuno nell'ombra stava scrivendo su uno strano quaderno e con lo sguardo vuoto, mentre qualcuno alle sue spalle sorride in modo inquietante.









//Salve, si lo so sono in un ritardo mega ma non avevo più ispirazione, ora l'ho ritrovata e non mi ferma più nessuno! Allora, parlando del titolo volevo precisare che dedicherò ancora qualche capitolo a questo appuntamento che da romantico è diventato un horror. E sapete perché? Tra poco è Halloween e volevo rimanere in tema! Vi piace? Tranquilli, presto saprete che carta è, anche se credo ne abbiate già un idea se avete visto l'anime! Ciao alla prossima!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Appuntamento Al Luna Park (2° Parte) ***


-Kioshi!! NO!!!-
Ecco la frase che rimbombava nelle orecchie del ragazzo quando si svegliò da solo in una stanza fredda e buia. O almeno credeva di essere da solo, ma appena alzò la testa, vide intorno a sé degli scheletri che camminavano lentamente intorno a lui e ridevano. Erano orribili, bianchi come la neve e le loro orbite vuote mettevano al ragazzo una sensazione di orrore e paura. Ma come era possibile che esistessero i morti viventi? Ne aveva sentito parlare nei film e nei racconti horror ma mai nella realtà sapeva di un fatto del genere.
Si alzò lentamente, continuando a tenere alta la guardia anche se aveva una grande paura e si muove lentamente, sperava in questo modo di potersela svignare. Passo dopo passo si allontanò da loro che sembravano non vederlo e si incamminò sperando di non fare altri spiacevoli incontri. Il suo pensiero, ora, era diretto a Ryan, sperava di tutto cuore che stesse bene. All’improvviso sente una mano ossuta sulla spalla e si volta con lo sguardo terrorizzato, erano loro e lo stavano seguendo. Cercò di scappare ma quello scheletro che sembrava tanto debole, lo trattenne e lo spinse a terra con forza, tanto da fargli battere la testa.
“Che dolore…” pensò mentre si agitava e si dimenava in preda al panico.
“Il giovane cercò di difendersi ma era tutto inutile, gli altri morti viventi lo stavano raggiungendo mentre quello che teneva a terra gli stava per mordere il collo…”
In un attimo una luce abbagliante ridusse in polvere gli scheletri e il “suo angelo” dai lunghi capelli bianchi e gli occhi bianco ghiaccio lo prese tra le braccia e lo strinse a sé.
-Non posso proprio lasciarti fare niente da solo, eh?- disse sorridendo con tenerezza al ragazzo che lo guarda e si asciuga una lacrima.
-N…non è vero…guarda quante carte ho catturato senza di te…- protesta mostrando le Carte di Sakura e sorride in modo timido.
-E sei stato molto bravo…ora però devi catturare anche questa carta…- gli sussurra dolcemente all’orecchio l’angelo.
-E che ne so che carta è…- brontola Kioshi incrociando le braccia al petto e mettendo il muso.
-Secondo te…mostri del genere potrebbero esistere?- chiede con fermezza l’angelo posandolo a terra seduto. Poi se ne va.
-E…ehi…- cerca di chiamarlo il ragazzo ma nulla, era di nuovo solo ma aveva capito cosa fare.
“Ma si! Questa deve essere per forza…”
-…LA CARTA DELLA FANTASIA!- urla con convinzione e prende la chiave di Sakura.
-Chiave del sigillo, sprigiona i tuoi poteri magici! Risveglia il potere della stella! Luce stellare, cancella l’oscurità e il male, scettro a me!- urla e, magicamente, appare lo scettro, mentre intorno a lui si ricompongono dalla polvere i mostri.
“Tanto ho capito…” sorride contento.
-Carta di Sakura, torna prigioniera nella tua forma originaria!- urla con il sorriso sulle labbra mentre intorno a lui tutto diventa luce, essa viene risucchiata nella carta e il ragazzo sorride contento della cattura. Prende un fazzoletto e afferra la carta appena catturata, era proprio la carta della fantasia.
Il libro su cui la misteriosa persona stava scrivendo scompare e dietro di essa si innalza un furioso grido di rabbia che poi si trasforma in un sadico sorriso.
“Tanto presto o tardi sarà mio…Yue!” sussurra e scompare dalla stanza.

“Che bello! L’incubo è finito!” pensa contento guardando la carta poi si ricorda di Ryan e si guarda intorno ritrovandosi accanto il ragazzo privo di sensi disteso a terra. Subito lo soccorre preoccupato e lo prende tra le braccia scuotendolo appena.
-E…ehi…Ryan…svegliati…- disse preoccupato mentre il moro apre lentamente un occhio e lo guarda un po’ intontito.
-Ehi…piccolo…che ti succede?- sussurra mettendosi seduto a terra con Kioshi accanto e lo abbraccia ricordando ciò che era successo.
-Ryan! Avevo tanta paura!- sussurra il ragazzino abbracciandolo forte forte piangendo.
-Ora siamo insieme ok?- cerca di consolarlo il più grande coccolandolo anche se sentiva un forte dolore alla spalla, forse era andato fuori qualcosa.
-Come stai, Ryan?- chiede con le lacrime agli occhi e le guance leggermente rosse per il pianto.
-Tranquillo…sto bene…mi fa solo male un po’ la spalla…- si tocca la spalla lesa e chiude leggermente un occhio.
-Usciamo di qui…per favore…- sussurra e si alza lentamente aiutando l’amico e incamminandosi, apre senza problemi la porta ed esce alla luce del sole chiudendo gli occhi infastidito. Era rimasto al buio per molto tempo e ora la luce del sole gli dava un po’ fastidio, infatti vanno subito a ripararsi dentro a un bar. Sospirano entrambi sollevati e sospirano.
-Ma che è successo?- chiede ancora confuso Ryan, cosa era realmente successi lì dentro? Lui ancora non capiva e voleva fare luce su questa storia, o almeno questa era l’impressione del ragazzo.
-Nulla di che…era tutto finto ma fatto molto bene…- giustifica il ragazzo cercando di dargli una spiegazione plausibile e facendo un mezzo sorriso. Ryan non era di certo così stupido, ma decise di credere alla sua versione anche se sotto sotto sapeva che nulla era stato normale lì. Poi guarda il cameriere che si era avvicinato a loro e urla sorpreso.
-MA TU SEI YUKITO?! CHE CI FAI QUI TU?- chiede perplesso guardandolo malissimo, stava rovinando i suoi piani con Kioshi con la sua presenza.
-Potrei farti la stessa domanda, io qui ci lavoro per mantenermi! Tu che fai qui? E con Kioshi pure…- disse innervosito dalla sua presenza mentre si sistema gli occhiali da vista sul naso.
-Ciao Yukito-kun!!!- esclama contento Kioshi andando subito ad abbracciare contento di vedere anche lui quel giorno. Yukito rimane sorpreso dall’entusiasmo del ragazzino e lo stacca freddamente.
-Scusami piccolo ma sto lavorando ora quindi non posso interagire con i clienti in questo modo…ma se vuoi dopo il lavoro mi unisco a voi…se state fino a sera!- gli propone il ragazzo e il giovane annuisce contento.
-Sei felice, Ryan?- chiede innocentemente il ragazzo al moro che sbuffa.
-Si, si!- sussurra e si mette una mano tra i capelli e guardando altrove cercando di non dare a vedere il proprio fastidio, mentre il biondo sorride sotto i baffi soddisfatto della situazione.
-Cosa ordinate, signori?- chiede prendendo un palmare in mano.
-Per me un succo di frutta e due toast…ho una fame!- esclama alzando la mano come un bambino mentre Ryan guarda il menù e sospira.
-Io un caffè e due brioche alla crema…- disse freddamente poi guarda Kioshi e si intenerisce, sembrava davvero un bambino. Così sorride e gli prende le mani.
-Ora vedo che stai meglio, piccolo…- sussurra con dolcezza mentre Kioshi diventa appena rosso sulle guance.
-Ehm…sì…senti…- sussurra con dolcezza poi guarda altrove non sapendo come chiederglielo.
-Dimmi pure…andremo ovunque vuoi, Kioshi…- gli sussurra con dolcezza Ryan mentre Yukito si allontana con sguardo truce rivolto ai due, più a Ryan che altro.
-Stasera andiamo io e te sulla ruota panoramica?- chiede timidamente, voleva tanto vedere le luci della città della notte, mentre Ryan subito pensava a un momento romantico con lui e annuisce felice alla sua proposta.
-Molto volentieri piccolo…- sussurra e aspettano la loro merenda ridendo a scherzando tra di loro sotto gli occhi gelosi di Yukito.
Dopo aver mangiato e bevuto, si alzano, Ryan paga e vanno a fare qualche giro su altre giostre come montagne russe, autoscontri, labirinti e, quando scese il buio, salirono sulla ruota panoramica.
-Che bello!!! Non vedevo l’ora di salire!- esclama tutto contento salendo nella cabina tenendo per mano l’amico che lo segue.
-Anche io, Kioshi, anche io!- risponde entusiasta e lo segue per poi chiudere la porta ma proprio all’ultimo qualcuno blocca la chiusura con la mano e la riapre.
-Posso salire con voi?- chiede con un sorriso da finto innocente Yukito guardando i due.
-Sì, certo che puoi salire!- gli permette Kioshi mentre Ryan lo fulmina con lo sguardo e si siede accanto a Kioshi.
-Grazie piccolo!- entra e si siede di fronte al ragazzino che era felice.
“Vuole proprio rovinarmi l’appuntamento…” pensa seccato il moro con il broncio mentre Kioshi guarda fuori vedendo che si stavano alzando da terra.
-Guardate che bello!- urla quando arrivano in cima ma nessuno dei due sembra interessato al paesaggio, si guardavano tra di loro con sguardo di sfida. Kioshi si gira verso di loro e prende per mano Yukito costringendolo ad alzarsi e a guardare fuori.
-Guarda, guarda! È bellissimo!- disse con il sorriso sulle labbra mentre Ryan li osserva geloso, ma poi viene tirato anche lui verso la finestra e messo a guardare il paesaggio da Kio che rideva contento.
“Per te non era un appuntamento questo, vero piccolo? Ma solo un uscita tra amici…” pensa iniziando a capire che il suo piccolo amico non era interessato a nessuno dei due ora, voleva solo degli amici.
Verso tarda sera uscirono dal Luna Park tutti e tre felici e contenti per la giornata.
-Noi due andiamo via in moto, tu che fai Yukito?- chiede con indifferenza il giovane Ryan mentre si avvicina alla moto.
-Anche io sono in moto…posso accompagnarvi…- disse Yukito per la “gioia” del moro e sale in moto indossando il casco tenendo alta la visiera.
-Va benissimo!- gli disse Kioshi mettendosi anche lui il casco e salendo in moto dietro a Ryan e abbracciandolo forte forte per paura di poter cadere. Intanto il più grande si assicura che sia tutto a posto e parte in moto con il ragazzino seguito dal suo acerrimo rivale. Per fortuna non volarono parole tra di loro durante tutto il viaggio e, una volta arrivati a casa Lee, si fermarono.
-Grazie mille della giornata, ragazzi! Mi sono divertito un sacco!- disse Kioshi scendendo e togliendosi il casco e porgendolo a Ryan che lo mette via. Poi si avvia verso la porta di casa e la apre.
-Buonanotte…!- sussurra con lo sguardo stanco e chiude la porta. I due ripartirono a gran velocità e si fermarono quando furono sicuri di essere abbastanza lontani dalla casa. Si tolsero i caschi e si guardarono in cagnesco.
-Tu lo hai invitato a un appuntamento senza dirmi nulla!- lo accusa subito Yukito furioso, ma Ryan sembrava indifferente alle sue accuse.
-Per lui non era un appuntamento! Era una normale uscita tra amici!- si difese subito lui e rimise in moto.
-Ci si vede, Yukito!- disse e parte allontandosi, non voleva arrabbiarsi con lui dopo la bella giornata che aveva trascorso, qualche inconveniente a parte.
-Scappa, scappa! Tanto so come la pensavi tu!- gli urla dietro furioso il biondino poi torna a casa sua con lo sguardo di chi medita vendetta.

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