Three World

di zcc3401
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo nello Three World ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 La prima tappa ***
Capitolo 3: *** Addio Small Town ***
Capitolo 4: *** Fate? ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Corte della Luce e dell'Oscurità ***
Capitolo 6: *** Le prime due prove del Burlone ***
Capitolo 7: *** L'anima del Barone ***
Capitolo 8: *** L'onore di un giuramento ***
Capitolo 9: *** La scelta che non possiamo decidere ***
Capitolo 10: *** Ysimyl "La portatrice di tempeste" ***
Capitolo 11: *** SIR MORDRED ***
Capitolo 12: *** Le figlie ***
Capitolo 13: *** La caduta del Barone ***
Capitolo 14: *** Ricercati ovunque e lei chi è? ***
Capitolo 15: *** Happy Island ***
Capitolo 16: *** La verità su Happy Island ***
Capitolo 17: *** Il dottor Acromio ***
Capitolo 18: *** In viaggio verso Nassau ***
Capitolo 19: *** L'Isola di Nassau ***
Capitolo 20: *** Verso il summit ***
Capitolo 21: *** Trappola ***
Capitolo 22: *** Un piano pericoloso ***
Capitolo 23: *** Il mercenario chiacchierone ***
Capitolo 24: *** Il segreto di Lisara ***
Capitolo 25: *** Spaventapasseri ***
Capitolo 26: *** Fuga spericolata ***
Capitolo 27: *** Verso una nuova avventura ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Decisioni Importanti ***
Capitolo 29: *** Cap.29 Fase eliminatorie: parte 1 ***
Capitolo 30: *** Cap.30 Fasi eliminatorie parte 2 ***
Capitolo 31: *** Cap.31 Una pausa ***
Capitolo 32: *** Cap.32 Fasi eliminatorie: parte 3 ***
Capitolo 33: *** Cap.33 Fasi eliminatorie parte 4 ***
Capitolo 34: *** Cap.34 Fasi eliminatorie: parte 5 ***
Capitolo 35: *** Cap.35 Inizio finali ***
Capitolo 36: *** Cap.36 Finale femme fatale ***
Capitolo 37: *** Cap.37 Tra pugni e artigli ***
Capitolo 38: *** Cap.38 Attacco ***
Capitolo 39: *** Cap.39 Strategia azzardata ***
Capitolo 40: *** Cap.40 Mai arrendersi ***
Capitolo 41: *** Cap.41 Situazione esplosiva ***
Capitolo 42: *** Cap.42 Combattimenti a non stop ***
Capitolo 43: *** Cap.43 Ora di finirla ***
Capitolo 44: *** Cap.44 Rufy vs Spaventapasseri ***
Capitolo 45: *** Cap.45 Sette giorni ***
Capitolo 46: *** Cap.46 Sei giorni prima ***
Capitolo 47: *** Cap.47 Nuovi personaggi per nuove avventure ***
Capitolo 48: *** Cap.48 E' solo un test ***
Capitolo 49: *** Cap.49 Salvare il sogno ***
Capitolo 50: *** Cap.50 Colpe della guerra ***
Capitolo 51: *** Cap.51 I prescelti ***
Capitolo 52: *** Cap.52 Le proprie ambizioni ***



Capitolo 1
*** Arrivo nello Three World ***


Presupponendo che è la prima storia che scrivo, in questa Ace è riuscito a sopravvivere a Marineford (Il vecchio Barbabianca no purtroppo) ho messo la coppia Nami e Rufy solo per sbaglio e non riuscivo più a toglierla quindi mi dispiace a chi ci sperava, ma come ho detto prima questa è la prima storia che scrivo quindi spero che mi aiuterete se faccio degli errori, grazie.
E adesso basta chiacchiere e passiamo alla storia:
Cap. 1 Arrivo nello Three World
“Nami siamo arrivati?” richiese per la millesima volta il capitano della Thousand Sunny.
“No e smettila di continuare a chiedermelo!” rispose esasperata la navigatrice quasi urlando dalla rabbia “Se le indicazioni date da Ace sono giuste, arriveremo tra breve”.
“Ma voi ci credete a questa storia di questo fantomatico mondo? Ad essere sincero non ne ho mai sentito parlare”chiese Franky
“Stando ai pochi libri che sono riuscita a trovare a riguardo si tratta di un mondo molto pericoloso dove abitano persone o esseri che molto probabilmente ci eliminerebbero senza difficoltà” appunto la archeologa in modo tetro.
“COSA?!? Rufy ti prego torniamo indietro non voglio morire.” Supplicò il cecchino non appena sentì cosa disse Robin; in effetti questa cosa spaventava molto anche Nami, il ragazzo di gomma era appena riuscito a sconfiggere Doflamingo e adesso si stavano infilando in un mondo probabilmente ancora più pericoloso di quanto non fosse il nuovo mondo, se solo non avessero mai ricevuto quella lettera di Ace in cui parlava di aver scoperto un nuovissimo mondo da esplorare.
Fu la voce del capitano a farla ridestare dai suoi ricordi:
“Ma ragazzi non sentite il richiamo della avventura?” Urlò in modo gioioso il capitano.
“No!” Risposero insieme il cecchino e la renna.
“Non vi preoccupate Nami e Robin c’è il vostro principe a proteggervi” commentò il cuoco con un mare di cuoricini e piroettando intorno alle due.
“Per me basta che ci sia un abile spadaccino da poter sfidare” replicò Zoro appena svegliato dal suo ennesimo pisolino che faceva sul ponte “Siamo arrivati?”
“NO!” Urlò la navigatrice tirandogli un pugno, lo spadaccino in questi frangenti si domandava se per caso la ragazza avesse imparato ad usare l’ Haki della armatura.
“Ti sta bene testa di muschio così impari”
“Vuoi litigare cuoco dei miei stivali?”
“Provaci Marimmo”
Fu così che entrambi finirono spiaccicati sul pavimento della nave per mano della arancione profondamente stufa e scocciata dai loro continui battibecchi.
Cinque secondi dopo una fittissima nebbia si sparpaglio attorno alla nave in modo così veloce che neanche la navigatrice si riuscì a spiegare.
“Nami-san” parlo lo scheletro canterino di fianco a lei facendola quasi sobbalzare dallo spavento.
“Cosa vuoi?” Domando in modo gentile anche se supponeva già di sapere cosa volesse.
“Dato che è presente questa nebbia e nessuno ci può vedere mi mostrerebbe gentilmente le sue mutandine?”
“SCORDATELO” gli urlò contro insieme ad un calcio che oltre a mandarlo a colpire l’albero maestro della nave gli spuntò anche un bernoccolo.
Vagarono per un paio di minuti quando all’orizzonte si riuscì a distinguere la sagoma di una nave, che man mano si avvicinavano videro che era enorme anche a decine di metri era grande almeno due Moby Dick.
“Ehi forse loro sanno come tornare nel nuovo mondo siamo salvi” Neanche il tempo di riuscire a finire la frase quando i cannoni della immensa nave furono puntati verso di loro e presero a fare fuoco.
“Siamo spacciati” Iniziarono ad urlare correndo per la nave Nami, Usopp e Chopper.
Visto l’aggressione il trio più forte della Sunny (Sanji – Zoro – Rufy) respinsero i vari colpi che avrebbero centrato la loro nave mentre gli altri esplosero in acqua.
Appena atterrarono sul ponte con il fiatone, respingere quei colpi era costata ai tre molta più fatica di quanto avessero mai pensato, parti la seconda ondata e poi una terza.
“Franky andiamocene”
“Subito, COUP-DE-BUST”
Così la nave del ragazzo dal cappello di paglia riuscì a sfuggire al blocco di nebbia in cui erano finiti e lasciarono alle spalle quella enorme nave.
Come primo ingresso in questo nuovo mondo non era andato tanto bene.

Per i vostri OC (Non ne prendo, per adesso, più di cinque forse poi ne aggiungo)
Nome:
Cognome:
Età:
Sesso:
Punti forti:
Punti deboli:
Arma:
Storia (possibilmente non tutte strappa lacrime):
Abilità (Frutti del diavolo):
Se volete che sia in qualche ciurma (Presenti Ace – Rufy – Law):
Segni particolari:
Amore (Non necessariamente presente in quel mondo o nella ciurma dei tre capitani):
Se volete aggiungere altro:
Ora io vi saluto qui spero che vi sia un minimo piaciuta o che vi interessi; Grazie ancora e CIAO.

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Capitolo 2
*** Cap. 2 La prima tappa ***


Vorrei ringraziare coloro che mi hanno inviato i loro OC e vorrei dirgli che inizierò a metterli dal 3°/4°capitolo in poi e cercherò di fare uno o due capitoli la settimana dipenderà dalla scuola essendo questo l’ultimo anno e ho l’esame
Ora alcuni mi hanno chiesto per quanto riguarda Ace perché c’è ancora anche se si è nel nuovo mondo: Barbabianca ha salvato Ace, ma il vecchio è morto.
Ora per quanto riguarda le fazioni più avanti nella storia vi saranno chiare ma per adesso lasciate perdere. Ora pensiamo alla storia

Cap.2 La prima tappa

Se uno avesse guardato il cielo avrebbe visto una cosa molto particolare una nave volante, su quella nave sono presenti nove pirati, appena scappati ad un attacco, quello che essi non sanno è che erano pedinati.
“Zehahahah, sorprendente no? Adesso da che parte andiamo?” chiese al suo navigatore, il capitano della nave con sopra la bandiera con tre teschi e sei ossa incrociate.
“Io direi dritto, quella strana nave si sta spostando non ci dovrebbe aver visto” commento l’uomo che doveva essere il navigatore con il cappello cilindrico.
“Quando si dice il fato, eravamo quasi a portata per poterli attaccare” commento l’uomo col monocolo che fungeva anche da mirino.
“Andiamo capitano sarà divertente massacrare la popolazione di questo posto” disse ridendo di gusto l’unica donna della ciurma.
“Zeahahah, adesso non esageriamo, non sappiamo chi altro c’è in questo mondo meglio fare attenzione” commento il capitano camminando sul ponte.
“Capitano secondo me è imprudente aver lasciato le altre ciurme indietro” disse l’uomo che dopo il capitano sembrava il più pericoloso col sigaro e con la spada dei samurai.
“No è l’esatto contrario troppi pirati attirerebbero l’attenzione, tanto siamo molto forti e il nostro unico obiettivo è uccidere e prendere i frutti del diavolo della ciurma di cappello di paglia; zehahahah”.
Così mentre la nave – zattera cercava di proseguire la sua rotta non notarono che sulla nave fortezza c’era chi li osservava.

“Adesso come torniamo indietro?”chiese il cecchino felice, ma allo stesso tempo preoccupato per lo sviluppo degli eventi. Felice per essersi salvato la vita, preoccupato per il fatto che adesso erano in mezzo al mare tra i più pericolosi.
“E chi lo sa? Ma adesso non ci sono motivi per cui non cerchiamo di avere almeno una avventura” commentò con un sorriso smagliante.
“Rufy, meglio non essere impazienti, siamo ancora in difficoltà siamo in mezzo al mare senza sapere dove siamo” puntualizzò la navigatrice cercando di calmare il ragazzo.
“Ok” si limitò a dire lui; tutti membri della ciurma tranne Nami si chiesero cosa diavolo stava succedendo insomma nessuno riusciva a trattenere Rufy e lei ci era riuscita con una sola frase.
Così dopo aver discusso per un po’ ripresero a girare per i mari, finché il ragazzo dal naso lungo non pronunciò una frase molto attesa.
“Ragazzi terra ho visto terra” si sbraitò per attirare l’attenzione.
“Davvero dove? Dove? Dove?” iniziò a saltellare sul posto il capitano della combriccola.
“Ore 2” rispose lui.
“Avanti ragazzi direzione due allora” aggiunse alla fine il carpentiere girando il timone della nave che aveva fatto i progetti e costruito personalmente.
Così arrivarono nelle prossimità dell’isola….. in realtà era più uno sputo di terra però c’era chi ci abitava quindi avrebbero potuto ottenere informazioni.
“Io vado” urlò il capitano della nave saltando giù e correndo verso il centro di quella piccolissima cittadina con un cartello con scritto sopra “Small Town”.
Mentre il resto della ciurma scendeva dalla nave, il ragazzo dal cappello di paglia cercava grazie al suo fiuto dove poteva trovare una locanda quando vide per la strada due persone che dai vestiti sembravano dei pirati o banditi con delle spade in mano minacciare un uomo ben vestito.
“Vi ho già dato tutto quello che potevo se ve ne do di più andrò in perdita e non ne ho propria voglia” cercò di convincerli l’uomo vestito interamente di blu con una camicia e dei pantaloni dello stesso colore.
“Tutti ti conoscono signor Max Stromberg lei è tra i mercanti più ricchi del mondo, ma stranamente non usa gli schiavi”gli urlò contro uno di quei due.
“Cos’è non vi va bene perché non uso degli schiavi, perché uso degli operai che pago abbastanza da poter fargli vivere una vita dignitosa loro e le loro famiglie? È questo che vi urta?” gli urlò addosso il signor Max.
“Non ci importa come hai guadagnato i tuoi soldi, noi li vogliamo e basta e se ti rifiuti di darceli di tua spontanea volontà te li prenderemo dal tuo cadavere” rispose minaccioso l’uomo alla sinistra puntandogli contro una pistola.
Prima che il colpo partisse Rufy riuscì a mettersi in mezzo che gli rimbalzo sul corpo, ma a differenza dei normali questo gli fece male, anche se non gli fece danni e lo rispedì al mittente che distrusse la pistola usata da quest’ultimo.
“Ehi non va bene prendersela con un uomo che cerca di fare il suo lavoro” gli disse il ragazzo moro.
“Non metterti in mezzo” lo attacco il pirata che non aveva sparato ripreso dallo shock di quello che aveva visto.
Tempo due secondi che entrambi i pirati/banditi erano a terra doloranti e pieni di acciacchi, ma abbastanza in forma da riuscire a scappare.
“Te la faremo pagare ragazzino stanne certo” lo minacciarono scappando via.
Appena se ne furono andati si rivolse da quello che aveva capito essere il signor Max.
“Tutto bene?” gli chiese gentilmente.
“Si grazie ma hai rischiato grosso sappi che torneranno in numero maggiore il loro capo ha occupato l’unica taverna della città, ero diretto lì per poter mangiare e consegnare la merce che avevano ordinato, ma mi sono ritrovato addosso questi uomini che cercavano di prendere tutti i soldi” gli spiego l’uomo mercante in blu.
“Di niente” cinque secondi per assimilare quello che aveva detto e scatto “COSA? Hanno occupato l’unica taverna della città e io come farò a mangiare? Ok dove si trova questa taverna?” gli domando con occhi infuocati dalla notizia.
“In centro città, praticamente comandano loro qui ormai”
Così Rufy riprese a correre finché non fini addosso alla sua ciurma.
“Cosa diavolo hai in mente perché non guardi dove vai?” gli urlò il cuoco che era stato il primo a essere colpito dalla furia del giovane capitano.
“Sto andando a liberare la taverna dai piratuncoli che l’hanno invasa” gli rispose serio il ragazzo e come fece prima riprese a correre.
Arrivato in mezzo la città trovò facilmente la taverna entrò e vide i due pirati con cui aveva combattuto prima.
“Eccolo capo è lui il ragazzino” lo indicarono parlando con quello che era il loro capo.
“Davvero? Così sei stato tu a colpire i miei uomini?” Gli domando l’uomo dai capelli rossicci con una cicatrice che gli solcava la fronte e coi denti giallognoli.
“Sì e si sarebbero meritati di peggio hanno minacciato una persona che stava facendo il suo lavoro e che voleva rifornire la taverna, secondo voi come faccio a mangiare se non c’è il cibo?” gli rispose il ragazzo di gomma.
“Bene allora ho deciso che ti eliminerò qui e subito, sei solo un ragazzino impertinente a cui serve una lezione” detto ciò l’uomo si scagliò contro di lui.
Facendo ciò Rufy scivolò indietro uscendo dal locale insieme all’uomo così facendo riuscì ad evitare danni al posto.
Iniziarono a passare decine di minuti in cui ciascuno cercava di colpire l’altro, ma nessuno dei due riusciva a colpirsi l’uomo capo dei pirati sfoderò la sua tecnica segreta.
“Adesso basta ragazzino mi hai stufato” detto ciò l’uomo iniziò a trasformasi in un strano topo.
“Hai mangiato un frutto del diavolo?” chiese lui.
“No sbagliato il mio potere non dipende dai frutti” rispose l’uomo

Intanto mentre i due capitani si combattevano nella piazza era scoppiata una battaglia tra la ciurma di cappello di paglia e dei pirati/banditi solo che nel tempo di due minuti e la vittoria fu riportata da quella di cappello di paglia.
“I tuoi uomini hanno sconfitto i miei, ma tanto non valgono niente i miei appena sistemo te li elimino loro e i tuoi e ne prendo altri” ghignò in modo sadico l’uomo.
Solo che così facendo non notò che i suoi uomini anche se erano mezzi storditi lo sentirono e fece anche scattare la rabbia di Rufy.
“Ritira quello che hai detto loro non sono solo i tuoi uomini loro credono in te e tu li butteresti via così? Che razza di mostro sei?” gli urlò contro il moro.
“Io posso benissimo eliminarli oppure no è così che va il mondo sono io il capo di questa isola tu sei solo un moccioso comparso dal nulla” detto questo si scagliò contro di lui e con un pugno in piena faccia Rufy lo scaraventò lontano dall’isola in modo che non potesse fare più male a nessuno.
Fatto ciò scese in piazza i pirati/banditi si prostrarono ai suoi piedi implorando pietà supplicandolo di risparmiarli.
“Io non vi farò niente a patto che voi aiuterete la gente di questo posto” gli ordinò il ragazzo
Allora messi davanti a questa situazione essi accettarono.
Appena cinque minuti e la notizia della sconfitta del capo dei malviventi e la conversione dei restanti si svolse una festa con le merci che il signor Max mise a disposizioni per tale evento.
E così la prima avventura si concluse con un grandissimo successo.


Ok avrei voluto fare anche il post festa e il nome della città è ridicolo, ma devo studiare francese.
Grazie a quelli che seguono e resenciscono, grazie ancora e CIAO.

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Capitolo 3
*** Addio Small Town ***


Cap.3 Addio Small Town

Mentre tutta la piccola cittadina di Small Thow era in festa il capitano dei pirati – banditi sconfitto poco prima da Rufy finì il suo volo su una nave:
“Generale Grivus; Ratan è appena piombato giù dal cielo” disse uno strano robot che da certi punti sembrava un uomo come postura se non il fatto che era fatto che i suoi arti erano di metallo come ossa, la testa lunga che aveva la forma di un piccone, ma nella parte che proveniva la voce metallica aveva due buchi che fungevano da occhi vuoti.
Il generale Grivus un tempo era stato un uomo adesso l’unica cosa di umana che aveva era che possedeva il suo pensiero e che comandava su tutti gli altri droidi apparteneti all'impero.
Quando si alzo dalla sua postazione di comando si mostrò essere almeno quanto due suoi droidi da guerra, con le gambe lunghe e sottili ma resistenti abbastanza da poter sostenere la sua grande mole e con quattro spade appese ai fianchi nascoste dal grande mantello che lo ricopriva.
Quando si girò per poter osservare i droidi che erano venuti a portagli sia la notizia sia il corpo dell’uomo ferito che lo guardava mostrò i suoi occhi gialli che non lasciavano trasparire niente altro che odio e rabbia.
“Generale le posso assicurare che…” iniziò l’uomo nella speranza di avere clemenza da lui perché se fallivi una missione e ti portavano da un ufficiale imperiale del suo livello quasi sicuramente ti aspettava la morte.
“SILENZIO!” gli urlò di rimando lui “Cosa è successo? Perché non sei a Small Town?”.
“Generale è arrivato uno strano ragazzino che ….”
“Taglia corto sei stato sconfitto, da un ragazzino per di più! Come si chiama?”
“Monkey D Rufy”
“Monkey D ? Allora deve essere sicuramente parente di quei due, non mi sorprende che sia finita così, sei sempre stato uno dei più deboli Ratan sei inutile” commentò il generale/droide avanzando verso di lui.
“La prego generale non mi uccida” lo supplicò, poco prima che l’altro tirasse fuori una sua spada e lo trafiggesse da parte a parte.
“Buttate in mare questa immondizia e fatemi parlare con uno dei tre Lord devono sapere.”
Così mentre i droidi portavano via il corpo senza vita del uomo che prima si chiamava Ratan il generale si stava spostando nella sala di comunicazione sapendo che adesso sarebbe successo il difficile.

La mattina seguente a Small Town:
“Allora adesso dove andrete ?” domando il mercante che rispondeva al nome di Max Stromberg.
“Non lo sappiamo ma credo che dovremmo cercare informazioni su come tornare nel Nuovo Mondo. Lei ne ha idea?” rispose la navigatrice.
“No mi spiace, ma dato che siete pirati visto la vostra bandiera vi consiglierei di andare a Nassau; laggiù ci sono altri pirati tra non molto si terrà il “pirate summit” tutti i grandi pirati ci saranno” li informò lui.
“Ok, ragazzi direzione Nassau!” urlò entusiasta il capitano.
“Idiota, non sappiamo nemmeno dove si trova” gli rispose una ragazza che fino a poco prima era rimasta a guardia della nave, giovane magra dal corpo molto femminile, alta 1 metro e 60, coi capelli marroni scuro e con degli occhi a mandorla rosso scuro, aveva al polso un braccialetto.
“Sonia – chan come stai ti sono mancato vero?” Inizio subito il cuoco non appena la vide, lei gli rispose con un sorrise al quale il cuoco gli venne un infarto per la felicità, ma fu salvato dal piccolo medico.
“Ragazzi lasciatevelo dire voi siete senza dubbi molto particolari lo si vede già farete strada. Piuttosto prendete questa mappa vi condurrà a Nassau, ma fate attenzione potreste trovare non pochi ostacoli sia, tra altri pirati o cacciatori di taglie, ma anche dalle grandi fazioni che esistono in questo mondo” si raccomandò Max.
“Le grandi fazioni?” domandò Sonia.
“Come non lo sapete?” si stupì l’uomo.
“No” gli rispose la navigatrice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ma aspettate voi non siete di questo mondo?”
“Esattamente” gli risposero loro.
“Questo spiega un sacco di cose….. ragazzino” si rivolse al capitano “Tu come ti chiami?”
“Monkey D Rufy” gli rispose il ragazzo dal cappello di paglia.
“Monkey D ? Aspetta tu sei il nipote di Garp vero?”
“Come fai a conoscere mio nonno?”
“Devi andartene il prima possibile non posso dirti altro se no rischieresti la vita ancora di più. Andate a Nassau e chiedete di un capitano di nome Edward Kennawey e ditegli che vi mando io e digli come ti chiami ragazzino lui vi aiuterà, adesso andate se arriva l’impero vi ucciderà tutti”.
Dopo avergli detto questa ultima frase l’uomo se ne andò via, un altro Monkey D come se già averne due non fosse un problema.
“Che strano tipo chi sa cosa gli è successo?” si domandò la piccola renna dopo averlo visto corre via.
“È diventato strano dopo avergli detto che non eravamo di questo mondo e si è quasi spaventato appena ha saputo che Rufy è il nipote di Garp” appurò Sonia.
“Lo avete sentito? Rischiamo la vita rimanendo qui andiamocene” iniziò il cecchino preoccupato.
“Ok gente si salpa, direzione NASSAU!” urlò con le braccia rivolte verso il cielo il giovane capitano pirata.
“Sì!” risposero in coro gli altri.

Così mentre la nave del giovane pirata dal cappello di paglia l’uomo mercante vestito di blu tirò fuori uno strano apparecchio che utilizzò per poter chiamare un uomo la cui voce avrebbe fatto tremare addirittura barbabianca.
“Sono io se ne appena andato, ha sconfitto Ratan e adesso si sta dirigendo verso Nassau” disse non appena presa la linea.
“Che ne pensi di lui?” gli domando la persona dall’altra parte del apparecchio.
“Di certo assomiglia molto a lei, non mi sorprende che siano fratelli di sangue però mi domando se è la cosa giusta”.
“Tu fai quello che devi fare il resto ci penserò io sono stato chiaro?” lo mise in timore, dopotutto l’uomo dall’altra parte era il leader assoluto dei ribelli probabilmente soltanto gli altri grossi nomi, lo avrebbero sfidato.
“Sì signore, quindi adesso che devo fare?”
“Fai quello che vuoi fino a nuovo ordine, comunque mi hanno appena comunicato che Kirly e Alice hanno appena finito la medicina per tua moglie appena vuoi prenderla è qui” concluse l’uomo.
“Davvero? Grazie, infinite signore grazie Aristide” inizio a ringraziarlo, quando l’uomo che rispondeva al nome di Aristide spense la comunicazione.
Quando mise via lo strumento che aveva usato per comunicare Max iniziò a pensare che molto probabilmente adesso le cose sarebbero diventate più difficili per tutti ma soprattutto per il giovane cappello di paglia e la sua ciurma si sarebbero tirati addosso l’ira di molti, per degli errori commessi nel passato.
“Ok è meglio che concluda le mie cose qui e che torni a Ludebek” si disse a se stesso mentre iniziò ad avviarsi verso la sua nave.


Ok ragazzi avevo detto che avrei pubblicato più avanti ma essendo la vigilia di natale mi sono detto che questo lo posso considerare un regalo per voi.
Ora chi sa chi sono i nuovi personaggi inseriti, io lo so ma tra non molto lo saprete anche voi.
Ora per chi mi deve ancora inviare la scheda degli OC è pregato di farlo il prima possibile, non so tra quanto metterò il nuovo capitolo forse tra tre o quattro giorni
Grazie chi recensisce e chi segue
Ciao

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Capitolo 4
*** Fate? ***


Cap. 4

Mentre sulla superficie dell’acqua scorrevano veloci navi di tutti tipi da guerra a pirati a mercantili, un sottomarino giallo procedeva con celerità sott’acqua in modo che nessuno lo vedesse.
“Capitano, siamo sicuri di volerlo fare? Insomma tutti sanno che cappello di paglia non ci sta con la testa, è vero che abbiamo dato la nostra parola che lo avremmo aiutato, ma seguirlo all’inferno è troppo” parlò l’orso polare bianco mentre il capitano in questione era seduto sulla poltrona nella sala comandi con di fianco la sua fida spada e con il cappello a macchie, a metà sul viso.
“No, abbiamo dato la nostra parola che lo avremo aiutato” rispose quest’ultimo.
“Abbiamo dato la parola che lo avremo aiutato contro Kaido delle 100 bestie” quello che parlo in quest’istante fu un ragazzo alto, magro,dai capelli rossi che quasi erano in risalto in confronto alla carnagione pallidissima quasi rasante il bianco e con degli occhi gialli, anche quest’ultimo sulla schiena la sua spada preferita una lama nera a forma di croce con l’elsa dorata e con delle pietre incastonate.
“Drake, abbiamo detto che lo avremmo aiutato se ce ne fosse stato bisogno e così faremo”.
“Se lo dici tu, però io voglio tornare in superficie stare così a lungo sott’acqua è noioso” concluse il ragazzo andando verso i corridoi che portavano al portellone d’ingresso e alle cabine.
“Capitano mi stavo chiedendo già non rispetta gli ordini non è meglio tenerlo fuori dalla ciurma?” domando un ragazzo anch’esso coi capelli rossi con sopra un cappello con cui scritto il suo nome Scatch.
“Potrà essere anche uno spirito ribelle e poco incline ad obbedire, ma ha un orgoglio da difendere e non accetterà mai di rimangiarsi la parola data quindi accetterà i miei ordini, forse mettendo il muso, ma lo farà. E ora andiamo seguiamo cappello di paglia tra non molto li raggiungiamo” concluse il capitano chiudendo gli occhi e godendosi il viaggio sott’acqua.


Nel frattempo nella Thousand Sunny:
“Bene di questo passo raggiungeremo l’isola di Nassau tra cinque giorni” commentò la navigatrice, che girandosi poté vedere sul ponte Usopp e Chopper erano impauriti e sempre all’erta ad ogni singolo rumore fuori luogo, Robin leggeva come al solito il suo libro, Franky era al timone, Brook stava suonando tranquillamente e Zoro e Sonia erano ad allenarsi….. aspetta dove era Rufy?
Presto detto un calcio lo spedì contro le cabine in cui dormivano i maschi facendo urla di paura i due a cui Rufy gli passo sopra la testa. “Hai mangiato tutto!!!” gli urlò contro il cuoco.
“Ehi Sanji cosa succede?”gli chiese Nami.
“Questo sciagurato ha mangiato tutto non ne abbiamo più se non per un paio di giorni” gli spiegò il cuoco.
“COSA? RUFY come hai potuto adesso come facciamo si può sapere?” iniziò ad urlargli contro anche la navigatrice facendo ridere il carpentiere e l’archeologa che erano venuti a vedere cosa succedeva, niente di insolito insomma.
“Scusate” rispose il moro con la solita leggerezza con cui risponde a tutti “Prometto che non lo farò più”
“Hai detto così anche l’ultima volta” gli urlarono in coro tutti.
“È vero che sciocco” rispose il soggetto in questione “Ma tanto al massimo ci fermeremo da qualche parte a fare rifornimento”.
“Non possiamo mi sta venendo la maldisola dobbiamo proseguire” gli urlò il cecchino appena gli altri ebbero compreso che non c’era altra soluzione. E così arrivarono ad una isola quasi completamente ricoperta di alberi.
“Allora ciurma preparatevi a sbarcare” urlò Rufy appena vide da lontano una specie di porto che però man mano che si avvicinavano era sempre più chiaro che era mezzo distrutto e con gli edifici che stavano andando in malora.
“Non mi piace questo posto e se poi ci tiriamo addosso qualche maledizione?” chiese lo scheletro canterino.
“Brook, ma ti sei guardato ultimamente allo specchio sei uno scheletro ricordi?” gli sottolineo il cecchino.
“Sembra che siano segni di lotta, come se qualcuno avesse attaccato questo villaggio” puntualizzò Sonia, osservando il paesaggio lugubre intorno a loro.
Uno scricchiolio iniziò a provenire da una casa li vicino e girandosi videro che una delle porte si stava lentamente aprendo finché una donna di non più di 35 anni non vi si affaccio.
“Voi non siete le fate, grazie al cielo” esclamò la donna con sollievo.
“Fate? Che fate?” chiese il cuoco immaginandosi bellissime donne con delle ali e vestiti poco casti pronte a fare magie e pronte a soddisfare ogni desiderio.
La donna in questione stava per rispondere finché non scatto un allarme che le fece subito richiudere la porta dalla quale si era affacciata intimando ai pirati di andare a nascondersi finché non sarebbe smesso.
Fatto sta che come al solito c’è chi ascolta e chi no così metà della ciurma formata da Robin, Nami, Chopper, Usopp e Brook erano tornati a bordo della nave, Zoro si era perso per le vie della città e il resto aveva ripreso a camminare tranquillamente senza importarsene di cosa volessero metterli in allarme.
Così mentre camminarono iniziò a salire lentamente una nebbia e appena fu abbastanza alta dalla nebbia uscirono degli strani guerrieri tutti vestiti di sola pelle grigio/azzurro che lasciavano vedere ciò che era dietro i loro corpi dove c’erano altri guerrieri tutti quanti armati di strane spade e scudi fatti di cristallo, non erano umani ne nel loro aspetto ne nel loro viso che era una lastra di cristallo, se non fosse per il fatto che una aveva il corpo più affusolato e si muoveva più elegantemente tutti li avrebbero creduti dello stesso sesso; tutti rimasero in silenzio finché uno di quei guerrieri che si poteva capire essere il capo nonché unica donna del gruppo.
“Mortali andatevene e forse non vi uccideremo” gli rispose con una voce che era del racappriciante era sottile come una lama e ti penetrava nella testa.
“Chi sei tu?” chiese il capitano dei pirati.
“Come osi misero mortale? Io sono Mordigu figlia del Barone Grigio e vi ordino di andarvene da qui se no vi uccideremo tutti” gli rispose con un certo astio la strana creatura.
“Tu sei una delle fate?” chiese Sonia che fino ad allora era rimasta zitta.
“Fate? Si ci chiamano così qui” rispose la diretta interessata “Adesso andatevene”
“No dobbiamo fare rifornimento e finché non lo avremo fatto resteremo qui giusto Sanji? Sanji?” si girò il carpentiere per vedere il cuoco a terra a battere il pugno e piangere chiedendosi perché non erano come se le era immaginate.
“Perché? Perché siete così?” continuo a piagnucolare lui mentre sbatteva per terra i pugni.
“Tempo scaduto mortali adesso morirete tutti”urlò la fata facendo alzare la nebbia rivelando una cinquantina di nemici attorno a loro tutti armati e pronti all’attacco.
Con un solo gesto di Mordigu tutti partirono all’attacco, Rufy per cercare di bilanciare la situazione scatenò una ondata di Haki del Re, ma tranne due soldati tutti gli altri continuarono la loro avanzata.
Fu così che allora la ciurma di cappello di paglia fu costretta a combattere Franky iniziò a lanciare missili che però sembravano non avere effetto su quei strani esseri e appenda una dozzina di loro furono su Sanji che stava ancora piangendo lui roteò su se stesso e gli tirò un calcio sul collo che ebbe poco effetto su di loro, anche se con calci costanti e con della ambizione della Armatura riuscì a stenderne alcuni.
Camminando nella città Zoro si era ritrovato circondato da sei di quelle strane creature che in un secondo gli si erano buttate addosso, appena il tempo di tirare fuori una delle sue spade e colpire con un fendente una di quelle creature, la creatura colpita sembrò che stesse per scoppiare e diventò del fumo, allora le altre sembrarono terrorizzate iniziarono a tornare nella nebbia; Zoro che fino a poco prima non aveva capito bene cosa stesse succedendo adesso non ci capiva per niente.
Nel frattempo nello scontro principale stava succedendo una cosa stranissima, molte delle creature si stavano ritirando e lo avrebbe fatto anche Mordigu se non che il capitano attivando il gear second e Sonia usando i poteri del suo frutto del mare la raggiunsero e Rufy la colpì in piena schiena con un GOM GOM BAZUKA e Sonia col suo fido pugnale glielo conficcò nella spalla.
Così senza più il loro capo e il sopraggiungere del resto della ciurma che era andata alla nave e di Zoro il resto dei guerrieri che non era scappato fu sconfitto e stranamente tutti i loro corpi si trasformarono in fumo compreso quello di Mordigu.
Appena la nebbia si fu diradata e l’allarme spento si riaffacciò la donna che li aveva avvertiti prima e con il viso terrorizzato gli urlò “Cosa avete fatto?”



“Zeahahah, e così sarebbe tutto qui quello che questo mondo ha da offrire” urlò il capitano dei pirati ormai ben conosciuti nel nuovo mondo e il più odiato, con un altro pirata stretto nella mano.
“Tu sei un idiota il capitano ti eliminerà” lo avvisò quest’ultimo.
“Ah sì? Non mi sembra che fino adesso abbia fatto qualcosa?”
“Io guarderei dietro di te” lo avvisò.
Appena lo fece vide una nave molto temuta in tutto il Three World con sotto la polena a forma di sirena con le braccia pretese verso l’alto una scritta che farebbe rabbrividire chiunque: Queen Anne’s Revenge.
Ora si che Teach non avrebbe voluto essere mai sopravvissuto a Marineford.


Buongiorno a tutti come andiamo?
Io bene grazie a natale ho ricevuto un nuovo telefono e un manga di One Piece ora sono contento.
Per quanto riguarda il capitolo, credo che continuerò così la prima parte metterò un parte riservata ad qualcuno, la seconda parte a Rufy/Law da adesso e poi in ultima parte metterò notizie dello Three World. Se per voi va bene ditemelo e continuerò così (che se non dite niente continuerò) se no farò un intero capitolo basato su Rufy e poi uno su Law e poi uno su il resto.
Forse metterò un capitolo prima del 2016.
CIAO E SE NON CI VEDIAMO BUON ANNO NUOVO.

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Capitolo 5
*** Cap.5 Corte della Luce e dell'Oscurità ***


Cap.5

La battaglia era appena finita e i corpi degli strani guerrieri stavano diventando fumo davanti agli occhi della ciurma di cappello, quando da una casa vicina arrivò la voce di una donna sui 35 anni dai capelli biondi e dagli occhi grigi come il cielo in una giornata di pioggia.
“Cosa avete fatto?”
“Li abbiamo respinti” rispose tranquillamente lo scheletro canterino.
“No, ci avete ucciso tutti adesso il Barone ci punirà con la morte per quello che avete fatto alla figlia” rispose la donna visibilmente preoccupata “andate alla taverna li c’è qualcuno che può aiutarvi” concluse lei andando via dalla casa.
La ciurma iniziò così il suo perlustramento della città, da case che erano più o meno intere, c’erano quelle che erano mezze distrutte o in rovina fino a quelle che ormai non erano di più se non un cumulo di detriti.
Alla fine camminando sempre per la strada principale, Nami e Sonia dovettero riprendere più volte Zoro che nonostante fosse in mezzo al gruppo rischiava in continuazione di perdere la via e infilarsi in dei vicoli secondari, arrivarono alla taverna.
Entrarono e notarono che all’interno c’erano poche persone e il locandiere, un uomo alto e piuttosto grasso con la testa pelata tranne ai lati con capelli grigi, gli si avvicino.
“Salve stranieri e benvenuti come posso aiutarvi?”
“Una donna ha detto di venire qui a chiedere aiuto” rispose gentilmente Sonia.
“Cosa avreste combinato se posso chiedere?” allora domando l’uomo.
“Se non ho capito male abbiamo ucciso la figlia del Barone Grigio” rispose Rufy.
Nella locanda si fermò tutto le persone che stavano borbottando tra loro iniziarono a fissare il giovane col cappello di paglia, addirittura uno cadde dalla sedia appena lo sentì, ma negli occhi di tutti si poteva leggere una cosa preoccupazione e paura.
“La figlia del Barone?” domandò un vecchio uomo che aveva continuato a mangiare la sua zuppa senza fare caso ai ragazzi “allora si che vi dovete preoccupare”.
“Lei chi è scusi?” domandò Robin avvicinandosi, nell’avvicinarsi lo poté osservare meglio era vecchio non molto alto, magro e con un bastone di fianco a se probabilmente lo usava da passeggio.
“Io sono l’ultimo dei seguaci del credo antico, il mio nome è Artimus” gli rispose lui alzando per la prima volta gli occhi dal piatto.
“Possiamo chiedergli cosa è successo alla città?” gli chiese con fare gentile Nami.
“Se avete tempo è una storia molto lunga” iniziò l’uomo mentre Rufy chiedeva qualunque piatto commestibile al locandiere che si stava dirigendo verso la cucina.
“È iniziato tutto 40 anni fa, precisamente alla nascita di una delle grandi fazioni L’IMPERO che con un colpo di stato prese il potere ed eliminò moltissimi dei vecchi guardiani del potere che qui chiamiamo FORZA, quando successe il potere vacillò e così si crearono delle fratture tra il nostro mondo e quello dei Sibri”.
“Sibri ?” chiese Franky
“Quelli che avete affrontato prima si chiamano così, ma la gente preferisce chiamarli fate; in tutto il mondo iniziarono a crearsi dei portali tra i mondi, ma solo su quest’isola erano abbastanza grandi da permettere di attraversare la barriera che divide i nostri mondi. All’inizio noi abitavamo ovunque, ma i Sibri ci scacciarono dalla foresta centrale dell’isola e ne fecero la loro roccaforte, qui abbiamo molti guerrieri valorosi, ma non volemmo combatterli perché riuscimmo a raggiungere un accordo, noi umani avremmo governato nella costa e se avessimo avuto bisogno del legno o di altri materiali della foresta loro ce li avrebbero dati. Così la cosa funzione per altri 35 anni solo che quello che non sapevamo era che i Sibri sono divisi in due fazioni quella della Luce che incarna il giorno, il sole, l’estate e la primavera; e quella delle Oscurità che incarna la notte, la luna, l’inverno e l’autunno. Così iniziò una guerra civile all’interno della loro società fino alla sconfitta della corte della Luce che furono confinati nella loro fortezza, così i Sibri oscuri poterono girovagare liberi per l’isola, inizialmente volevano solo confinarci alle nostre città, finché 2 anni fa sali al potere nella corte dell’Oscurità il Barone Grigio, che iniziò a pretendere che noi gli inviassimo i nostri bambini per poterli addestrare come loro guerrieri.”
“Ecco perché nella città ci sono solo anziani e adulti” constatò Sonia.
“No bambini ce ne sono ancora, ma i loro genitori li nascondono, immagino capirete il perché” rispose l’uomo.
“Si certo a nessuno piacerebbe che gli succedesse una cosa del genere” rispose tristemente il cecchino.
“Ma perché lo fanno?” gli domando il dottore.
“Perché i Sibri non possono toccare il ferro” rispose a un'altra domanda l’uomo mentre rincominciava a mangiare.
“Perché cosa succede se lo toccano?” domandò il cuoco.
“Se lo toccano sarebbe come per noi mettere le mani in una fornace, mentre se vengono feriti la magia al loro interno diventa sempre più instabile finché non diventano del fumo” finì l’uomo.
“Ma che centra con la figlia del Barone?” chiese lo scheletro canterino.
“Ora il Barone e le sue altre due figlie vorranno vendetta e ci ucciderà tutti” rispose con calma assoluta l’uomo.
“ALLORA PERCHé SEI COSì CALMO?” iniziò urlare il Usopp.
“Agitarsi, cambierebbe qualcosa? No” di nuovo con calma l’uomo.
“Ma dove sono i vostri guerrieri avevi detto che ne avevate” domando Zoro.
“Li avevamo è vero, ma sono tutti scomparsi quando andarono ad aiutare la corte della luce 1 anno fa”.
“Allora li troviamo e daremo una bella lezione a quel Barone” rispose Rufy appena finito di mangiare.
“RUFY MA TU HAI ASCOLTATO?” gli domandò urlando il cecchino.
“Sì certo, ma il guaio lo abbiamo fatto noi e non saranno questi poveretti a pagarne il prezzo” rispose con serietà il capitano.
“Ok, come vuoi tu” rispose Usopp che vedendo lo sguardo serio di Rufy si era calmato anche lui “Ma allora è meglio chiedere aiuto anche alla corte della Luce no? Ha detto che erano stati chiusi nella loro fortezza non che erano tutti morti no?”
“Sì è vero l’ho detto, ma ne siete sicuri?” domandò il vecchio che aveva anche lui finito il suo piatto.
“Sì!” rispose tutta la ciurma.
“Molto bene” concluse lui, dopo aver appoggiato delle monete d’oro e qualcuna d’argento sul tavolo, sbatté per terra il suo bastone e in un secondo tutti si erano ritrovati davanti ad uno stranissimo edificio fatto metà di roccia e l’altra di cristallo di color d’oro.
“Benvenuti a Fort Light, la fortezza della corte della Luce” parlò l’uomo. Detto questo i ragazzi iniziarono a guardarsi attorno erano con davanti l’edificio che ricordava tra metà un castello e una casa con in cima una pietra su cui era inciso un angelo, mentre dietro si trovava una foresta.
“Come ci siamo arrivati?” chiese Chopper che come tutti si stavano rialzando tranne il vecchio, Rufy e Nami che il capitano aveva presa al volo appena in tempo ad impedire che la navigatrice sbattesse il fondoschiena sul terreno.
“Ho aperto uno dei sentieri Sibri, solo alcune persone possono vederli e ancora meno attraversarli, ma se si usano si possono risparmiare moltissime ore di viaggio” spiegò Artimus.
“Ecco che cos’è quel strano vapore a forma di cerchio che fluttua” concluse il capitano.
“Ehm, Rufy?” domandò Nami.
“Che c’è?” gli rispose lui.
“Mi potresti rimettere a terra?” gli domandò lei, solo allora il capitano si rese conto di non averla messa ancora a terra e che era ancora nelle sue braccia sotto lo sguardo di tutti compresi due d’odio che venivano dal cuoco e dallo scheletro, che furono presi in tempo dal grande cyborg.
Allora Rufy posò dolcemente Nami a terra distogliendo lo sguardo e puntandolo verso l’edificio, la navigatrice avrebbe potuto giurare che era comparso del imbarazzo nel viso del suo capitano.
“Allora andiamo?” iniziò il vecchio appena i pirati si furono calmati.
Fu così che appena il vecchio si avvicinò al portone, iniziò a pronunciare delle parole che i pirati di Mugiwara non avevano mai sentito prima; appena finì la porta di ingresso della fortezza si aprì e l’uomo rivolto ai ragazzi li invitò ad entrare.
Appena dentro i pirati compresero che quello non era un luogo qualunque era pieno di creature come quelle affrontate nella città solo che questi erano di colore d’oro e con la faccia più simile alla loro rispetto a quelli della oscurità e qui le differenze tra uomini e donne si vedevano anche a grande distanza.
Così mentre si incamminarono sotto lo sguardo dei Sibri della Luce, chi con tranquillità (Rufy, Sonia, Zoro), chi con paura (Nami, Chopper, Brook,Usopp), chi con curiosità (Robin) e chi che non gli importava (Franky e Sanji) arrivarono vicino al fondo della sala dove c’era una grandissima tavola con dietro un trono dove seduto sopra c’era una delle creature solo che questa qui era di colore Rosso acceso rispetto alle altre che erano di colore oro.
“Benvenuti mortali in casa mia, io sono il Principe Burlone capo della corte della Luce” parlò la creatura con voce calda e tranquilla “Benvenuti”.


Ebbene sì gente ce l’ho fatta a farlo prima del 2016, ora non so se riuscirò a mettere un capitolo anche domani ma forse sì se no…. BUON ANNO.

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Capitolo 6
*** Le prime due prove del Burlone ***


Cap. 6 Le prove del Principe Burlone

“Benvenuti” gli parlo colui che era a capo della corte della Luce.
“Ciao” rispose cappello di paglia con il solito sorriso.
Tutti finirono con la mascella che toccava il terreno nessuno si era mai rivolto così al principe da prima della guerra, ma a dispetto di tutti il principe iniziò a ridere.
“Hai fegato ragazzino nessuno si era mai rivolto così al sottoscritto” rispose tranquillamente “so già cosa volete chiedere e la mia risposta è un no, sono spiacente”.
“Perché no?” chiese il capitano.
“Non sappiamo quasi niente di voi ci sono già stati chi ci ha traditi e preferiamo evitare che succeda di nuovo e poi preferiamo non immischiarci in una guerra” concluse l’essere soprannaturale.
“Esiste un modo per farvi cambiare idea?” chiese Sonia.
Il principe rimase in silenzio per un po’ come se li stesse studiando con lo sguardo per poi dire “Facciamo così io vi propongo tre prove se le supererete tutte verremo con voi contro il Barone Grigio”.
“E che succede se non le superiamo?” domando Robin.
“Se non ne supererete nessuna rimarrete qui per l’eternità, se ne superate una vi daremo un artefatto che vi aiuterà contro il Barone Grigio e se ne superate due vedremo”.
“OK, quale è la prima?” questo che parlò fu il capitano dei pirati di cappello di paglia, dietro alle proteste degli altri compagni che non gli piaceva l’idea di dover passare li l’eternità.
“È un semplice indovinello di intelligenza, solo uno può dare la risposta e non può consultarsi con gli altri chi viene?” domandò e spiegò il Principe.
“Io” rispose Sonia dopo che gli altri pirati cercavano di spingere lei o Robin.
“Molto bene guarda, l’indovinello è questo io possiedo queste pietre un rubino, un diamante e uno smeraldo, nella mia mano destra ho il diamante o lo smeraldo, è lo smeraldo. Ora di queste tre affermazioni una è vera, una è falsa e una può essere sia vera che falsa. Allora che pietra ho in mano?” fini col spiegare l’indovinello alla piratessa.
Fu cosi che dalla testa di Sonia sembrò che venisse fuori del fumo: dunque una vera, una falsa e una sia vera che falsa, dunque se fosse vera l’ultima allora non andrebbe bene perché non corrisponderebbero, non può essere vera la seconda perché se uno non è l’altro quindi la vera è la prima, mentre la falsa non può essere neanche la seconda perché se no sarebbe falsa anche l’ultima quindi la risposta non può essere solo una.
Con un sorriso Sonia diede la sua risposta è “Il diamante”.
Il Principe Burlone aprì lentamente la sua mano mostrando all’interno un diamante “Ammetto di avervi sottovalutato. Bene allora passiamo alla seconda prova e sappiate questo, in questa e quella successiva rischierete la vita, volete continuare?”
“Sì” risposero con sicurezza se escludiamo il no di Usopp e di Chopper.
“Ottimo, come credo che sappiate abbiamo perso la guerra contro la corte della oscurità nonostante gli umani ci stavano venendo ad aiutarci, i rinforzi umani non sono mai arrivati, perché una della mia corte li tradì e li rinchiuse nel castello delle ossa” spiegò il Burlone.
“Il castello delle ossa?” pensò il cecchino che non gli piaceva il nome. “Esattamente” rispose la creatura di colore rosso guardando il cecchino, che per poco non gli venne un infarto, gli aveva letto il pensiero.
“All’interno di quel posto tempo fa si tenevano dei grandissimi tornei dove partecipavano anche paladini di altre isole, con la sola regola che ci rimane in piedi è il viciniore, per via della violenza dei combattimenti che si tenevano, i paladini preferivano rompere delle ossa agli avversari piuttosto che ucciderli, di li il nome; stando le mie spie all’interno ci sono ancora sia i guerrieri e la rinnegata, la vostra prova si tratta di liberarli e sconfiggere la rinnegata” spiegò il principe.
“Ma dobbiamo ucciderla?” domandò Zoro.
“Starà a voi la scelta, noi Sibri non siamo contenti se qualcuno della nostra specie muore, ma di certo non saremo tristi se succedesse. Insieme a voi verrà anche uno di noi, così potrete attraversare i nostri sentieri senza rischiare di andare da tutt’altra parte” e con questa frase li congedò.
Una volta usciti dalla porta principale si ritrovarono di nuovo nella taverna della città lasciata prima con Artimus, solo che al posto di quel vecchio si trovava uno dei Sibri femmina della Luce.
Appena uscirono dalla taverna, non potete immaginare le facce dei clienti che appena videro i ragazzi tornare con una delle creature, la Sibri della Luce si presentò “Il mio nome è Ysimiyl, i miei ordini sono quelli di portarvi fino al castello delle ossa e poi riportarvi a Fort Light se completerete la missione” spiegò iniziando a camminare seguita dai giovani pirati.
Camminarono fino a raggiungere il limite ovest della città fino al limitare con la foresta e iniziarono ad inoltrarsi finché Ysimiyl sguaino quello che sembrava un misto tra una spada e una lancia e pronunciò con fare deciso “Venite subito fuori maledetti e forse il destino che vi attende non sarà la morte”.
I pirati che non capivano con chi stava parlando finchè dall’oscurità uscirono cinque Sibri oscuri.
“Per questa strada si raggiunge il Castello delle Ossa e nessuno può andarci senza il nostro permesso, men che meno un Sibri della Luce, mortali se uno di voi mi sconfigge in duello potrete proseguire” sfidò il gruppo di pirata da cui si fece avanti Zoro.
“Bene mortale, fatti sotto” urlò sguainando la sua spada di cristallo, si gettò addosso a Zoro che aveva tirato fuori tutte e tre le spade.
La creatura soprannaturale attaccava con fendenti e affondi mortali, ma si vedeva fino dall’inizio che Zoro era più forte, e il tutto finì con l’ennesimo fendente da parte del Sibri Oscuro, ma stavolta invece che solo parare il colpo, Zoro riuscì anche a disarmarlo e lo gettò a terra decretando la fine del combattimento.
“Complimenti mortale sei davvero forte ora capisco perché Mordigu non ha avuto speranze contro di voi, molto bene voi potete passare, ma tu” riferendosi a Ysimiyl “tu morirai qui” detto ciò si fondarono tutti contemporaneamente contro al Sibri della luce, allora la ciurma dei pirati stava per attaccare gli assalitori, ma appena stavano per scattare era già tutto finito con i corpi dei Sibri Oscuri a terra con le loro teste poco lontano, Ysimiyl aveva fatto girare la sua lancia - spada di cristallo dorato, talmente veloce che aveva staccato la testa dei Sibri oscuri senza che questi quasi non se ne accorgessero, una morte rapida e indolore.
“Proseguiamo” disse soltanto lei mentre riprese a camminare come se niente fosse successo.
Così ripresero a camminare finché non arrivarono davanti a un castello di enormi proporzioni con sei torri ai lati e una grandissima al centro, appena arrivati all’ingresso Ysimiyl si girò verso i pirati per parlargli “Io non posso accompagnarvi oltre ora dovrete pensarci voi quando uscirete mi troverete qui”.
Lentamente i giovani passarono sotto al grande arco che fungeva da ingresso, fino a che non arrivò davanti a loro un uomo sui 45 anni dai capelli giallo con sfumature verso il grigio e con una barba dello stesso colore, vestito con degli abiti di colore rosso “Benvenuti sfidanti temo che per oggi i combattimenti siano finiti, ma non preoccupatevi per domani ce ne saranno altri intanto vi invitiamo ad accomodarvi in una delle stanze riservate a voi” alzò una mano e un servo che stava lavorando poco lontano con degli altri si avvicino “porta queste persone alle stanze degli ospiti e assicurati che abbiano tutto quello che gli occorre” detto questo si allontanò.
Un breve inchino al suo padrone e uno ai pirati “Siete pregati di seguirmi signori” detto ciò si avviò verso una porta che dava verso l’interno, mentre camminavano i pirati poterono osservare a che stavano lavorando lui e gli altri, pulivano del sangue probabilmente proveniva dai combattimenti che si erano svolti.
Seguirono quello strano servo che a certi tratti un rospo, fino a raggiungere le camere degli ospiti e dopo averli fatti entrare il servo si congedò.
La camera era spartana a parte un letto, un armadio e un tavolo con delle sedie non c’era altro, i muri erano neri e a lato c’era una porta dietro la quale c’era il bagno.
Una volta sicuri che lo strano individuo se ne era andato decisero si dividersi in due gruppi, entrambi dovevano concentrarsi nella ricerca dei guerrieri; gruppo uno era formato da Sonia, Robin, Sanji, Chopper, Usopp e l’altro da Rufy, Nami, Zoro, Brook e Franky.
Così si divisero il gruppo uno si avviò verso la parte inferiore del castello alla ricerca di informazioni, mentre il gruppo due si avviò verso la cima della grande torre sotto insistenza di Rufy che ci voleva andare ad ogni costo.
GRUPPO UNO: mentre camminavano nei corridoi iniziarono a guardare nelle altre stanze e oltre ad ignorare gli urli di Usopp, ogni volta che aprivano una porta notarono che erano tutte uguali a quella in cui li avevano accompagnati. Dopo essere passati diversi minuti a guardare stanze vuote arrivarono in un lunghissimo corridoio in cui erano appesi dei dipinti in cui c’erano sempre gli stessi guerrieri che combattevano.
“Ma che diavolo significa ciò?” si domando Sanji.
Avendo percorso tutto il corridoi arrivarono in una grandissima biblioteca, non potete immaginare la soddisfazione di Robin finalmente avrebbero potuto saperne di più sul mondo in cui erano, dopo fosse passata quella che sembrava un’ora per Usopp e Chopper che si stavano annoiando, Robin chiuse finalmente il libro e commentò “Questo complica molto le cose” stava per spiegare anche ai suoi compagni quello che significava quando dalla cima della torre centrale avvenne una esplosione di enormi dimensioni.
GRUPPO DUE: dopo che anche loro avevano guardato nelle stanze e avevano constatato che erano tutte uguali iniziarono a salire le scale, che dopo i primi dieci minuti Nami si era stancata allora Rufy se l’era caricata sulla schiena e lei era diventata col viso il colore del pomodoro maturo.
Una volta arrivati in cima notarono che era piena di celle e all’interno c’erano dei guerrieri chi più o meno grandi, ma tutti si vedevano che erano umani.
“Cos’è quel filo che li avvolge?” domandò il capitano.
“Quale filo? Io non vedo niente” chiese Nami che finalmente parlò da quando era stata caricata.
“Forse è come coi sentieri dei Sibri solo Rufy riesce a vederli probabile che questa sia una loro magia” ipotizzò il cyborg.
“Esattamente mortali” davanti agli occhi dei cinque pirati si materializzò un Sibri della Luce “come siete arrivati fino a qui?”
“Tu sei la Rinnegata vero?” chiese Zoro sfoderando le sue spade.
“Dipende chi lo chiede” rispose la creatura avvicinandosi.
“Sì lo è” rispose uno dei carcerati “questa maledetta ci ha traditi e ci tiene imprigionati qui da non so quanto ormai”
“SILENZIO” gli urlò colpendo le sbarre con un pugno.
Detto ciò materializzò la stessa arma usata da Ysimiyl, e si preparò allo scontro dicendo “è un peccato mortali tra voi c’era anche ci di molto carino”.
Allora Franky già memore di ciò che aveva fatto l’altra della Luce contro quelli Oscuri lanciò i suoi missili contro di lei che li tagliò con la sua arma, ma esplosero ugualmente in una gigantesca esplosione.
Dopo aver lottato ciò che sembrava una vita, il gruppo di pirati era affaticato mentre la Rinnegata era in piedi tranquilla come se niente fosse successo.
“Tutto qui che peccato, speravo di divertirmi un po’” si lamentò, ma giusto due secondi dopo dietro di lei qualcosa fece il suono di un vetro che si rompeva e il cristallo di luce che usava per tenere addormentati i cavalieri umani si ruppe.
“Beccati questo strega” gli urlò Usopp appena giunto nella torre insieme al suo gruppo.
“Come facevi a saperlo” chiese la Rinnegata.
“Semplice me l’ha detto Robin mentre venivamo qui, che usavi la tua magia per poter tenere in stato addormentati i guerrieri e se il ferro vi ferisce e causa la vostra morte, allora lo fa anche per la vostra magia” spiegò lui.
“MALEDETTO” gli urlò lei gettandosi contro di lui con un fendete che lo avrebbe tagliato a metà solo che una spada la fermò.
“Se tu provi solo a sfiorarlo ti uccido” era uno dei guerrieri che prima erano addormentati era con addosso l’armatura e l’elmo neri e così lo erano anche la spada e lo scudo “vi ringrazio profondamente per quello che avete fatto ragazzi, il mio nome è Balan, lasciatela a noi, voi è meglio che vi riposiate”
Pochi secondi dopo anche gli altri guerrieri che prima erano prigionieri della magia si svegliarono e iniziarono a combattere la Sibri che trovandosi circondata e affrontata da guerrieri molto forti e determinati fu sconfitta in pochi colpi nonostante lei tentasse di usare la magia per farli riaddormentare.
La Rinnegata si trovò disarmata e distesa a terra ansimante per la fatica quando uno dei cavalieri stava per dargli il colpo di grazia un altro lo fermò.
“Adesso basta Mordred” lo intimò il cavaliere che lo aveva fermato, con uno scudo che era quasi più grande di lui di colore marrone chiaro come anche lo era la spada e l’armatura e l’elmo.
“Togliti, ci ha traditi, ci ha tenuti qui prigionieri per anni, usandoci come burattini per uccidere altri guerrieri per il suo divertimento e adesso vuoi lasciarla andare via? Sei un folle Ranur” il cavaliere che adesso aveva parlato era vestito con una armatura di colore dal rosso fino al nero, armato di una spada di colore argento e con l’elmo di colore nero sul volto con un teschio bianco, e con la cima di colore rosso.
“Non sta noi decidere se deve morire o vivere” gli disse di rimando Ranur. “Questo lo dici tu” allora lanciò contro il Sibri un pugnale che aveva nella cintura centrandola nel petto che questa pochi secondi dopo svanì in fumo di colore d’oro.
“Io me ne vado, buona fortuna ad andare via di qui” detto ciò l’uomo girò i tacchi e se ne andò via per la sua strada.
“Che antipatico, gli salviamo la vita e fa così? Era meglio lasciarlo dormire” si lamentò cappello di paglia.
“Forse si, ora laschiate che ci presentiamo io sono Ranur e lui è Balan, vi ringraziamo profondamente per averci salvati” fecero entrambi un leggero inchino i cavalieri.
“Non c’è di che all’inizio tutti erano così spaventati che non volevano venire qua su, ma sono riuscito a convincerli” e così iniziò a raccontare una delle sue storie, di come era un eroe e che avesse sgominato un esercito di pirati.
Così dopo che Usopp ha finito il suo interminabile sproloquio, i cavalieri avevano capito che era una balla ma il ragazzo era talmente felice che lo lasciarono finire, scesero le scale fino ad arrivare nel piazzale da cui erano entrati trovando una scena racrappiciante, i servi e il loro padrone erano stati tutti uccisi e ora si trovavano in delle pozze di sangue.
“Cosa è successo qui?” domandò lo spadaccino canterino scioccato.
“Mordred” rispose semplicemente Balan.
Così appena uscirono trovarono Ysimiyl appoggiata al muro e appena li vide si avvicino e disse “Mordred se ne andato, gli ho spiegato la situazione e ha detto che al momento della battaglia ci sarà, ma non prima” parlò tranquillamente come se ciò che era successo all’interno del giardino non fosse successo.
Detto ciò uso la stessa magia di Artimus e i cavalieri furono lasciati nella città mentre la ciurma di cappello di paglia si ritrovò di nuovo davanti alla fortezza della corte della luce avendo superato la prova, ma non sapendo che la prova successiva sarebbe stata ancora più complicata di questa.


Ce l’ho fatta. Sono riuscito a finirlo prima del 2016 incredibile non lo avrei mai detto e domani metterò (forse) l’ultima prova perciò penso che la saga dei Sibri sarà finita in tre giorni. Allora BUON ANNO NUOVO A TUTTI e ci vediamo nel prossimo e ringrazio l’anima pia che recensisce ogni capitolo e grazie a chi segue la storia. CIAO

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Capitolo 7
*** L'anima del Barone ***


Cap.7 L’anima del Barone Grigio


Appena varcarono la porta di Fort Light i pirati compresero che qualcosa era cambiato, lo sguardo dei Sibri della Luce c’era qualcosa nel loro sguardo, non c’era più solo curiosità, ma anche una punta di orgoglio.
Appena arrivarono davanti al Burlone questi si congratulò con loro “Mortali, le mie più grandi congratulazioni siete riusciti a superare due prove, adesso non vi rimane che l’ultima: dovete recuperare un pezzo dell’anima del Barone Grigio"
“Un pezzo dell’anima?” chiese Nami stranita
“Esattamente, vedete per poter prendere il controllo della corte della oscurità lui dovette togliersi un pezzo dell’anima e sigillarlo in un cristallo. Adesso questo cristallo si trova nella dimora del barone a Blacks Mount, se lo recupererete vi aiuteremo nella battaglia contro di lui, Ysimyl, non potrà accompagnarvi e appena sarete in città fate come avete fatto per il castello delle ossa solo invece di andare a ovest andate a est” concluse il Burlone.
“Bene che aspettiamo?” chiese il capitano che insieme alla sua ciurma si stavano dirigendo verso l’uscita.
“Un’ultima cosa a Blacks Mount sono raccolte tutte le ricchezze del Barone quindi oltre un enorme quantità di Sibri oscuri ci sarà anche, con grandi probabilità, un drago della foresta, ma nonostante questo vi auguro comunque buona fortuna” disse lui congedandoli.
“UN DRAGO?” chiese il capitano con delle stelle al posto degli occhi.
“Non ci voglio andare” si lagnò il cecchino.
“Yohoho, questo si che è emozionante, un drago, yohoho” disse lo scheletro mentre insieme agli altri ripresero a camminare.
Appena varcarono la soglia della fortezza tutta la ciurma si ritrovò in città davanti a una persona che non si sarebbero aspettati di incontrare.
“Cappello di Paglia – ya, finalmente sei venuto fuori” disse l’uomo in questione.
“TRAFFY!!” esclamò lui contento di vederlo così avrebbe potuto dargli una mano nella missione.
“LAW!” fece coro Sonia che prese a correre velocissima verso di lui e quando era quasi a portata Law uso la sua room per poter scambiare il suo posto con un spaventapasseri che venne stritolato.
“Che ci fate qui dovremmo essere nel nuovo mondo per eliminare Kaido o ve lo siete dimenticato?” domandò lui.
“No però dobbiamo fare una cosa” replicò il capitano dei cappello di paglia.
“Cosa?” richiese lui curioso di sapere cosa era più importante di dare la caccia a un dei 4 imperatori.
“Rubare un’anima e dare la caccia a un drago” rispose il cappellaio.
“Il drago non credo proprio!” puntualizzò la ciurma dietro di lui.
“Un drago davvero? Ma bene io vi aiuterò” commentò Drake dietro il suo capitano che gli lanciò un’occhiattaccia allora lui rispose “Tanto dubito che cappello di paglia se ne andrà lasciando le cose in sospeso, tanto vale aiutarli capitano” rispose sottolineando l’ultima parola.
“D’accordo ci andremo noi due” rispose Trafalgar “voi altri andate alla nave di cappello di paglia e al nostro sottomarino assicuratevi che non gli succeda niente”.
Così tutta la ciurma di cappello di paglia insieme ai due di quella degli Heart, proseguirono il loro viaggio verso la direzione indicata fino al limitare della foresta, sani e salvi, tranne che per Zoro che aveva diversi bernoccoli che aveva ricevuto da Sonia e Nami ogni volta che sbagliava strada.
Dopo uno sguardo alla foresta proseguirono senza problemi, tranne qualche protesta di chi già sappiamo, fino ad arrivare ad uno spiazzo, in cui non c’erano alberi ed era in pianura, dove al centro si trovava un circolo di pietra appena cercarono di avvicinarsi, calò una nebbia fittissima.
“Andatevene, non c’è niente qui per voi” quella che parlò fu una delle voci più fini che i pirati avessero mai sentito, già sapevano a chi apparteneva ai Sibri Oscuri, dedotto ciò tutti tirarono fuori le proprie armi pronti per il combattimento.
Neanche fatto ciò dalla nebbia iniziarono a volare delle frecce di cristallo blu allora Law usò la sua room per poter spostare tutti fuori dalla bersaglio di esse, ma appena toccarono terra fu scoccata un’altra serie, allora i pirati compresero che se volevano passare sarebbero stati costretti a combattere, così Rufy uso l’Haki per poter dissipare la nebbia rivelando 20 Sibri armati di arco e frecce di cristallo e con loro cinque Sibri guerrieri con le spade di cristallo e in mezzo a loro c’era una figura familiare.
“Mordigu?” chiese Robin sorpresa come gli altri di vedere la Sibri Oscura uccisa appena erano arrivati sull’isola.
“No, io sono Moriga, lei era mia sorella e voi che l’avete uccisa, prometto sul mio onore che morirete tutti qui!” esclamò sottolineando il morire.
E finita la frase i Sibri si scagliarono tutti insieme contro i pirati, nonostante fossero degli arcieri anche quelli con le frecce si stavano rivelando molto abili nel corpo a corpo.
Così i Law e Rufy si ritrovarono ad affrontare Moriga che Rufy capì quasi subito che in confronto alla sorella lei era più abile, oltre che usare le spade e frecce di cristallo riusciva a usare anche le ombre come armi che tentavano continuamente di strangolarli e questo continuo schivare impediva a Law di usare i suoi poteri per attaccare la Sibri Oscura.
Passarono un paio di minuti che alcuni Sibri/arcieri oscuri morirono mentre di quelli guerrieri erano caduti solo quelli che si erano gettati contro Zoro e Drake, dal fondo della valle si senti lo squillo di una tromba e iniziarono a comparire sempre più guerrieri che si lanciarono contro i Sibri oscuri che ritrovandosi in minoranza così schiacciante furono costretti alla ritirata.
Solo Moriga tentava disperatamente di continuare il combattimento, ma insieme a Rufy e Law si era aggiunto un strano guerriero, era alto, coi cappelli e barba neri armato di una strana spada che sprigionava un aura di colore viola, aveva addosso un armatura che gli copriva tutto il corpo con sulle spalle di colore rosso con una aquila di colore d’oro ricamata sopra.
Ritrovatosi davanti quello strano guerriero la guerriera oscura fu costretta sapeva benissimo che arma era quella e chi era lui da sola non ce l’avrebbe mai fatta e così usando la nebbia riuscì a sparire.
Appena la Sibri fu scomparsa il guerriero si voltò verso il giovane pirata dal cappello di paglia e gli parlò “Tu sei Rufy cappello di paglia vero?”
Quando gli rispose affermativamente il guerriero e tutto il suo seguito si inginocchiarono esclamando: “GRAZIE INFINITE!”
Tutti i pirati non capirono che stava succedendo così inclinarono la testa dicendo solo “EH?”
Allora il guerriero a capo dell’esercito spiegò: “Voi avete liberato il nostro, console Grazie!” e si rimisero di nuovo tutti in ginocchio.
“Console?” chiese Robin.
“Sir Balan, lo avete liberato dalla prigionia della Rinnegata” spiegò l’altro.
“Ah, giusto, non c’è di che allora” disse solamente cappello di paglia.
“Sir Balan ha detto di aiutarvi in tutte le maniere possibili e così faremo, comunque il mio nome è Cornelio centurione della legione di attacco della città di Singl-Ford-Forest” concluse il guerriero che aveva aiutato Rufy e Law.
“Ah……non ho capito” concluse Rufy facendo cadere con le gambe all’aria tutti.
“In quest’isola ci sono tre città di cui una abbandonata sulla costa ciascuna comandata da un console, quella da cui voi siete arrivati è comandata da Sir Ranur, noi arriviamo da quella di Sir Balan e siamo qui per aiutarvi nella vostra missione” concluse Cornelio.
“Ok, voi sapete da che parte è Blacks Mount?” chiese Sonia.
“Sì signora, uomini direzione Blacks Mount!” urlò Cornelio.
“SISSIGNORE!” urlarono tutti i legionari contemporaneamente mettendosi in marcia.
Così con quella scorta raggiunsero Blacks Mount era una fortezza di pietra con dei cristalli incastonati nei lati, inoltre una cosa da notare era che fluttuava, così per poter entrare si decise che i legionari sarebbero rimasti fuori nel caso che qualche Sibri avrebbe voluto entrare, alla fine della legione solo Cornelio sarebbe entrato.
Solo allora Usopp si rese conto di una cosa molto importante “Aspettate ma all’interno non ci potrebbe essere il Barone?” chiese spaventato.
“Forse, ma lo ritengo molto improbabile” rispose uno dei legionari che diceva essere il vice di Cornelio.
“E come fai a dirlo?”
“Semplice perché è andato via mentre noi stavamo arrivando qui” rispose lui.
“Ah, ok” commentò Usopp.
E così grazie ai poteri di Law e Rufy il gruppo di pirati e Cornelio arrivarono davanti alla porta.
“Come facciamo ad entrare non riesco a farcela con i miei poteri sembra che non funzionino con quella porta” commentò Law.
Allora sia Zoro che Drake tirarono fuori le loro spade con l’intento di tranciare il portone, ma furono fermati da Usopp che gli urlò che così avrebbero fatto rumore, ma Drake lo superò e ci provò comunque, ma senza risultati.
Allora ci riprovò una seconda volta e una terza, ma senza risultato. “Ma cosa?” chiese il ragazzo.
“È fatta di magia di Sibri non riuscirai mai a tagliarla così” rispose Cornelio.
“Ah sì e come allora?” rispose Drake con fare da superiore.
Cornelio si avvicinò alla porta e con un colpo tagliò la porta sotto lo sguardo strabiliato dei pirati “Così” rispose con tranquillità lui.
“Come diavolo hai fatto?” esclamarono tutti insieme.
“Questa spada un tempo era appartenuta a un Sibri della Corte dell’Oscurità che ho sconfitto e lui per premiarmi mi ha dato questa spada, per questo motivo non ho problemi a tagliare anche ciò che è protetto dalla magia” spiegò Cornelio.
Dopo la spiegazione entrarono nella fortezza fluttuante e iniziarono a cercare in giro.
Le prime cinque stanze che avevano aperto si erano rivelati solo degli sgabuzzini con all’interno delle scope e quando avevano girato l’angolo dopo il corridoio in cui era la quinta stanza si erano ritrovati davanti a una pattuglia formata da quattro Sibri/guerrieri oscuri che furono eliminati abbastanza velocemente per poter evitare che fosse dato l’allarme, i corpi come gli altri svanirono in uno scoppio di fumo che si volatilizzò velocemente.


Mordred stava camminando nella foresta senza meta, aveva già eliminato i cinquanta Sibri oscuri che si era ritrovato davanti, l’aria lì era strana era piena di tensione come se tutto stesse per scoppiare e anche gli alberi proiettavano un aria strana.
Così mentre camminava, improvvisamente il suo sesto senso lo fece scattare di lato giusto in tempo per poter schivare un gigantesco cristallo che spuntava dal terreno.
Appena riuscì a tirare fuori la sua spada rossa, improvvisamente un altro cristallo lo costrinse a saltare molto in alto e con una piroetta lanciò un fendente volante che iniziò a tagliare gli alberi fino ad andarsi a fermare contro una spada di cristallo.abr/> “So che ci sei vieni fuori” gli intimò.
Così dall’oscurità si sentirono dei passi che man mano si facevano sempre più forti.
“Sei degno della tua fama Mordred non c’è che dire” commentò la figura che uscì dall’ombra.
Era un Sibri oscuro, ma a differenza dei suoi simili che qualora fossero stati toccati dal metallo li avrebbe uccisi appena il cavaliere scattò contro di lui fermo con una mano la sua spada.
Era alto, muscoloso e interamente di colore grigio rispetto ai suoi consimili che tendevano partire dal blu fino al grigio chiaro.
La creatura sferrò un pugno in faccia a Mordred che lo spedì a schiantarsi contro un albero non molto lontano.
“Tu dici a me della mia fama?” replicò sarcasticamente Mordred appena riuscì ad alzarsi “La tua invece non ti rende affatto giustizia lo sai, BARONE GRIGIO?”



Un'altra porta aperta una altra stanza con dentro un letto che noia era passata mezz’ora senza avere risultati.
Mentre camminarono svoltarono l’angolo e si ritrovarono davanti a un portone che era circa la metà di quello di ingresso fortunatamente non era chiuso a chiave, ma solo appoggiato.
Appena lo aprirono Nami scattò velocemente verso l’interno aveva sentito il suo secondo odore preferito: quello dell’oro.
E quando tutti i pirati e Cornelio riuscirono ad entrare non riuscirono ad credere quello che si trovarono davanti, montagne su montagne di tesori, monete, pietre preziose, gioielli, spade, arazzi, era un tesoro talmente grande che quasi nessuno ci credeva era incredibile.
Così tutti vi ci si lanciarono sopra iniziando a immaginare cosa comprarci, da quelli che volevano una statua tutta d’oro, chi dell’altro legname pregiatissimo, a chi voleva delle armi di ultima generazione, ma tempo di qualche minuto e Cornelio li richiamo al dovere prima il pezzo dell’anima del Barone poi il proprio tornaconto.
Così facendo tutti iniziarono a cercare in giro; mentre Rufy stava osservando i suoi occhi caddero su una collana stupenda, così senza farsi vedere da nessuno se la mise in tasca, avrebbe fatto una grande sorpresa a una persona, appena quella storia fosse finita.
Dopo un paio di minuti di osservazione Chopper trovò una pietra più strana che avesse mai visto era nera al centro con attorno delle sfumature che arrivavano al viola e il centro girava su se stesso come fosse stato un punto vuoto che cercava di aspirare tutto ciò che trovava nelle vicinanze.
“Credo di averlo trovato” esclamò il piccolo dottore in modo che gli altri lo raggiungessero.
Il gruppo allora si avvicinò per poter osservare meglio e Cornelio concluse che quella era la pietra che stavano cercando e tutti si esaltarono anche la terza prova era conclusa e avrebbero potuto prendersi pure anche parte dei tesori, finché non sentirono un tonfo alle loro spalle.
Lentamente si voltarono e davanti a loro si eresse una gigantesca figura, era un misto tra un serpente e una iguana.
Solo allora si ricordarono di aver dimenticato una cosa importante: IL DRAGO.


Allora gente buon 2016, si lo so avevo detto che l’avrei pubblicato prima e mi spiace, ma adesso ci sono di nuovo con questo nuovo capitolo e domani ne pubblicherò un altro, perciò ci vediamo domani.
P.s. se oltre alla solita persona commentasse anche qualcun altro ne sarei molto felice
Grazie e a domani.

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Capitolo 8
*** L'onore di un giuramento ***


Cap. 8 L’onore di un giuramento


Il gruppo dei pirati formato da quello dei cappello di paglia e di quelli di Law in aggiunta un guerriero che era stato mandato ad aiutarli, avevano trovato il pezzo dell’anima del Barone Grigio e si stavano apprestando ad andarsene, ma si sono ritrovati la strada sbarrata.
“IL DRAGO” gridarono in coro tutti quanti chi per lo stupore o chi per la paura.
La creatura mitologica era molto grande era una sorta di misto tra un serpente e un iguana perciò più o meno come un drago di Komodo solo che questa lucertola un po’ troppo cresciuta per dirvi tutta era almeno grande quanto due draghi di punk hazard e a differenza dei suoi simili aveva delle scaglie di colore argento e due grandi occhi gialli che scattavano su ognuno dei presenti.
“Lasciate giù il cristallo intrusi” inizio a sibilare minaccioso dopo averli squadrati tutti.
“Non se ne parla ci serve” rispose il capitano dei pirati di cappello di paglia.
Il drago avendo compreso che non lo avrebbero lasciato li facilmente gonfiò la bocca come per sputare fuoco.
“A terra” urlò Sanji.
“No scansatevi” urlò invece Cornelio in tempo che permise ai pirati di scansarsi.
Il drago invece di sputare fuoco quando aprì la bocca fece uscire con un soffio uno stranissimo fumo viola, che non trovando gli intrusi sul proprio cammino finì col scontrarsi sul muro su cui c’era un bellissimo arazzo di seta, ma appena il fumo lo raggiunse questo iniziò a squagliarsi.
“Non sputa fuoco, quello è acido” constatò Robin non appena vide quello che stava succedendo.
“Esattamente mortali, ora vi ucciderò tutti” sibilò mentre con la grande coda con cui cercò di schiacciare i giovani, ma con un salto tutti riuscirono apparentemente a schivarlo, perché Sanji e Drake per poterlo evitare erano saltati in alto ma la lucertola usò la sua zampa anteriore sinistra come un pugno con cui colpi i due giovani pirati, Sanji finì malamente contro il muro, Drake invece sfoderò il potere del suo frutto del diavolo, si trasformo in un Wyvern con le scaglie di colore nero e con delle ali di colore rosso riuscì a schivare il colpo.
Sfruttando la sua nuova trasformazione si corazzo del Haki della Armatura e attaccò il drago con un pugno che però non ebbe nessun effetto su di lui.
“Mi hai fatto il solletico lo sai?” sibilò con quasi ironia il drago.
“Come è possibile ho messo pure l’Haki” si lamentò non appena fu a una distanza di sicurezza.
“Bisogna che usiamo una strategia se no non riusciremo a sconfiggerlo” commentò Law.
“Law usiamo la stessa cosa come con Mingo” gli urlò Rufy mentre saltava da una parte all’altra nel tentativo di schivale le grandi zampe che il drago usava per attaccare.
“Ok” gli urlò di rimando Law e attivò la sua ROOM per poter portare cappello di paglia davanti alla testa della lucertola che non aspettandoselo rimase sorpresa.
“GOM GOM GRIZZLIY MAGUM” urlò cappello di paglia con cui fece scontrare le sue braccia rinforzate di Haki e ingrandite grazie all’effetto del gom gom.
Il drago non aspettandosi un attacco del genere subì in pieno l’attacco con cui fu scagliato nella montagna dei tesori, al che tutti erano felici finalmente erano riusciti a liberarsene, ma un rumore di oggetti che cadevano per terra gli fece capire che non era ancora finita.
“Come diavolo è possibile ?” domandò Usopp che aveva sperato con tutto se stesso che fosse finita.
“Credete davvero di essere gli unici a saper usare l’Haki dell’armatura?” domandò il grande lucertolone che era passato dal colore argento a quello nero.
“Non è possibile, ecco perché non gli riusciamo a fare niente” commentò Law.
Il drago anche se non aveva riportato danni fisici il colpo inferto da Rufy gli aveva fatto male, così preso dalla rabbia iniziò ad attaccare senza sosta i pirati.
“E ora come facciamo a batterlo si ricopre sempre di Haki quando stiamo per colpirlo” disse Zoro che aveva tentato ancora di tagliare il drago, ma senza successo.
“Fate in modo che spalanchi la bocca poi ci penso io” esclamò Cornelio che si era appena alzato nonostante fosse stato centrato dalla coda in uno spostamento.
Dopo averlo sentito i pirati si chiesero cosa avesse in mente, ma fecero come disse.
Messo in difficoltà il drago soffio ancora il suo fumo acido, ma appena finì Cornelio riuscì a saltare nella sua bocca e gli conficcò la sua spada nel palato.
“Puoi corazzarti quanto vuoi all’esterno ma se non fai qualcosa anche con l’interno avrai sempre un punto debole” commentò il guerriero poco prima di essere investito da una altra folata di fumo.
Quando il fumo si disfò tutti immaginarono che fosse morto perché essendo ancora nella bocca della creatura era stato centrato in pieno, ma a dispetto di tutti era ancora lì vivo con solo una bruciatura sulla fronte, ma per il resto stava bene.
Appena fu certo che non rischiava più lasciò il fiato che aveva trattenuto che ebbe abbastanza forza da riuscire a tagliare la testa del drago che crollò al suolo senza vita.
“Intelligente usando una corazza fatta di acciaio l’acido non ha avuto effetto” commentò Robin analizzando la situazione che era avvenuta.
Contenti della riuscita della battaglia i pirati si stesero per riuscire a prendere fiato dopotutto tutti aveva incassato dei colpi.
Erano passati tra sì e no venti secondi quando dalla porta della stanza iniziarono ad affluire dei Sibri oscuri che erano stati attirati dai rumori della battaglia appena avvenuta.
In tutto arrivarono più o meno una sessantina di guerrieri che li circondarono e quando il cerchio fu completato alcuni si fecero da parte facendo passare qualcuno e così quando fu fatta passare la creatura in questione i pirati e Cornelio trattennero il respiro; davanti a loro era apparso il Barone Grigio.
Questi si iniziò a guardare attorno prima di tutto fisso il suo drago senza testa e poi tutti i tesori danneggiati e per ultimo il gruppo che aveva fatto questo casino e finalmente parlò : “Mortali lasciate che mi presenti io sono il Barone Grigio” concluse.
“COSA!!!” iniziarono ad urlare quasi tutti i presenti intrusi gli unici che non dissero niente furono, Cornelio che già lo sapeva chi era e Law che cercava di trattenere anche lui l’urlo.
“Datemi la gemma nera e lasciate all’istante la mia casa e l’isola e non vi farò niente avete la mia parola” propose lui, solo che Cornelio non era d’accordo.
“Cosa ce ne potremmo mai fare della tua parola? Te la sei già mangiata talmente tante volte che probabilmente non sai nemmeno più cos’è l’onore” gli ringhio lui.
“Io almeno vi ho offerto una via di fuga” rispose pacato.
“GOM GOM GET PISTOL” urlò il capitano scagliando un pugno sulla faccia del Barone che però non sortì effetto, allora vedendo che non aveva avuto effetto ci provò di nuovo saltando, ma quando stava per riattaccare il Barone lo raggiunse e lo fece tornare a terra con un calcio nello stomaco.
“Sta buono ragazzino e vedrò di farvi avere una morte veloce” disse il Sibri di colore grigio.
Nel frattempo nella mente di Cornelio si stavano muovendo diversi ricordi della sua vita da quando era entrato nell’esercito di Sir Balan a quando aveva fatto la promessa di aiutare i cappello di paglia.
“Ragazzi devo vi devo dire diverse cose” iniziò lui attirando su di se lo sguardo dei presenti e quando ebbe la loro completa attenzione continuò : “Primo vi ringrazio ancora per aver salvato Sir Balan, secondo temo che non ci vedremo mai più e ultima cosa dite voi ai miei uomini di tornarsene a casa” finita la frase compose una magia che orami i pirati avevano imparato quale fosse e in un secondo si erano ritrovati sotto la fortezza del Barone dove la legione d’attacco era stata in parte distrutta e l’altra era ferita probabilmente dall'attacco del Barone Grigio quando aveva fatto ritorno.
“Sei consapevole della situazione in cui ti trovi vero?” commentò il Barone furioso con lui per aver fatto scappare i pirati con la gemma e mentre parlava stava tirando fuori le sue spade di cristallo.
“Cappello di paglia e Trafalgar Law ti annienteranno Barone io credo in loro e ho giurato che li avrei protetti tutti da qualsiasi pericolo” rispose lui preparandosi al combattimento che molto probabilmente sarebbe stato l’ultimo.
Detto ciò il guerriero conosciuto per avere una spada ottenuta sconfiggendo uno dei membri della corte della oscurità si scagliò contro di loro.

Alla base della fortezza intanto i pirati avevano spiegato la situazione a Optilio il vice di Cornelio e aveva ringraziato i pirati per quello che avevano fatto per loro e commentarono che adesso sarebbero tornati a casa.
Appena i soldati si misero in marcia Law e Nami si occuparono di calmare cappello di paglia e Sonia che non finivano più col dire di voler tornare indietro per salvare Cornelio, ma alla fine con delle botte prese da Nami e la spiegazione di Robin che gli aveva spiegato che se lo facevano sarebbe stato vano e inutile loro non sapevano come entrare nella fortezza loro due si arresero e iniziarono a piangere per colui che avevano lasciato indietro; quando ebbero finito si rimisero in marcia per raggiungere la corte della luce a Fort Light dopotutto la guerra adesso incombeva.



Ok gente ecco l’ottavo capitolo il prossimo ci sarà tutta la guerra contro il Barone, mi spiace per ieri ma ero fuori con la famiglia perciò non ho potuto usare il computer, comunque per farmi perdonare più tardi metterò l’ultimo capitolo della saga dell’isola di Bedegraide.
Voglio ringrazziare i due che hanno recensito e se altri lo vorranno fare tanto di buono, loro possono confermare non vi mangio e adesso vado.
A più tardi e CIAO
ZCC

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Capitolo 9
*** La scelta che non possiamo decidere ***


Cap. 9 La scelta che non possiamo decidere l'amore



Tra poche ore avrebbero attaccato Fort Darkness la sede dei Sibri oscuri dopo il precedente fallito attacco da parte del Barone Grigio come vendetta per il furto della gemma nera.
I pirati erano appena tornati ancora mezzi spossati e schioccati dalla missione e avevano consegnato la gemma alla corte della luce quando all’esterno erano apparsi una armata di guerrieri oscuri all’esterno di Fort Light e così era iniziata una cruenta battaglia che era costata ad entrambi gli schieramenti un numero molto alto delle perdite, ma nonostante questo i Sibri della luce erano decisi ad andare fino in fondo e attaccare il Barone Grigio.
I pirati erano molto straniti da quello che successe poco dopo iniziarono ad arrivare anche dei soldati insieme ai loro eroi salvati durante la seconda prova dai cappello di paglia, l’unico che mancava era Mordred.
Ysimyl commentò che era una cosa molto strana perché anche se era una persona spietata Mordred aveva un onore a cui non avrebbe rinunciato quindi la sua assenza era strana.
Ma nonostante non ci fosse la presenza del terzo eroe, i Sibri iniziarono ad incamminare verso la fortezza della corte della oscurità.
Robin notò una cosa se i sibri guerrieri della luce e della oscurità erano quasi del tutto diversi, sia nell’aspetto che nelle armi, gli arcieri invece erano simili se non per quanto riguardo il colore che passava dall’azzurro al giallo-oro, ma nel resto erano quasi del tutto simili sia nelle armi sia nel fatto che la spessa armatura di cristallo lucente gli copriva tutta la parte superiore del corpo lasciando solo scoperte le gambe che dall’aspetto si sarebbe potuto dire che erano di genere femminile.
“Come mai i sibri guerrieri sono degli uomini mentre quelli arcieri sono donne?” chiese Robin nell’avvicinarsi a Ysimyl.
“Perché nella nostra razza il 99% delle volte i sibri uomini sono più forti delle donne nel corpo a corpo invece le donne della mia razza hanno una mira infallibile” rispose la Sibri della luce.
“Secondo te cosa ci aspetterà una volta giunti lì?” chiese.
“Se tutto va bene? La corte della oscurità si arrenderà quasi subito e sarà finita senza problemi, se nel peggiore ci aspetterà un assedio contro di loro che forse non vinceremo” rispose Schath senza peli sulla lingua, la sorella minore della Sibri che ormai si poteva dire quasi amica dei pirati.
Robin rimase quasi sconcertata dalla cosa loro erano pronti a morire senza problemi nella battaglia oppure era solo loro erano così?
Intanto nella mente di Ysimyl iniziarono ad affiorare vecchi ricordi di lei e una persona umana conosciuta tempo addietro.
Allora era giovane e molto avventata e così decise di superare le barriere di Fort Light per dare una occhiata a questi umani di cui aveva sentito parlare.
Così un giorno quando era insieme ad altri della propria specie videro un umano che lo trovarono molto strano, insomma era fatto di carne ed era con il fiatone probabilmente per il carico di legna che aveva sulla schiena, i sibri risero dopotutto per loro era una sciocchezza avrebbero usato un incantesimo e avrebbero potuto raggiungere Fort Light in un secondo.
Così mentre loro erano occupati a parlottare tra di loro quell’uomo si era girato verso di loro e li stava fissando e così loro scomparvero dalla sua vista.
Passarono diverse settimane, ma a Ysimyl non riusciva a togliersi dalla testa la faccia di quell’umano da quei capelli neri a quei occhi verdi come le foglie d’estate, a la sua barba scura, allora prese una decisione di ritornare a vedere di nuovo e tornata nella zona in cui era andata le altre volte si mise ad aspettare.
Erano passate diverse ore da quando era arrivata e Ysimyl temette di non fare in tempo a vederlo che sarebbe dovuta tornare indietro e invece quando stava per perdere le speranze ecco che lui apparve ed era come se lo ricordava dalle spalle larghe ai capelli neri, così lei prese tutto il suo coraggio si avvicinò, l’uomo visibilmente spaventato da lei era con il viso carico di terrore e inizio ad arretrare aveva sentito che la foresta era infestata da creature misteriose ma non ci avrebbe mai creduto e invece davanti a lui c’era una di loro che gli stava per parlare.
“Il mio nome è Ysimyl mortale e il tuo?”gli chiese per iniziare una conversazione, ma era molto agitata dopotutto non se lo sarebbe mai aspettato che avrebbe avuto il coraggio di farlo.
“Il mio è Cornelio” rispose l’uomo, che non sapeva cosa dire anche se quella era una creatura sopranaturale la trova molto attraente dopotutto, non era molto dissimile alle donne che erano alla città, tranne per il fatto che le sue curve erano molto migliori delle loro e il colore oro che la ricopriva.
Così iniziarono passare tra loro ogni giornata che avevano possibilità e un giorno l’uomo si prese forza e rubò un bacio alla immortale che ormai dominava i suoi sogni, si sarebbe che lo avrebbe respinto senza pensarci due volte e invece successe una cosa che non si sarebbe mai aspettato, lei lo abbracciò approfondendo quel bacio che entrambi desideravano.
Da allora le cose erano cambiate si erano amati follemente, ma man mano che passava il tempo lui faceva strada nelle legioni lei invece diventò una dei membri della guardia del Principe Burlone.
Così anche se ogni volta che potevano si incontravano, ma ormai il loro tempo a disposizione era finito fino a che Ysimyl trovò un foglio su cui era scritto che loro non si sarebbero più potuti vedere era stato nominato centurione della legione d’attacco e quindi non si sarebbe più potuto muovere dalla città, sotto c’era scritto che la avrebbe avuta sempre nel suo cuore.
Quando lesse quella lettera qualcosa dentro di lei si ruppe, ma nonostante quello decise che anche lei lo avrebbe sempre tenuto nel cuore; finché poche ore prima aveva sentito che il suo vecchio uomo era morto, la sua maschera che non lasciava trasparire nessuna emozione si era incrinata, per fortuna della sua reputazione era riuscita ad uscire dalla stanza prima di crollare in un pianto che non aveva mai fatto, quella notizia gli aveva fatto provare un dolore immenso.
Da allora nella sua testa gli era venuta una idea solo vendicarsi del Barone e ciò avrebbe fatto sarebbe partita subito all’attacco non appena raggiunta la fortezza e non mancava molto all’arrivo.


Nella testa del Burlone invece esistevano diversi pensieri, se è vero che a portarli a combattere una guerra era una stupida scommessa o il suo maledetto orgoglio che già un tempo gli era costata la vittoria.
Il suo vecchio rivale il Barone Grigio un tempo si sfidavano e combattevano per il gusto di fare, ma adesso che erano diventati lui il capo della corte della luce e il Barone della corte della oscurità se lo combattevano il vincitore decideva chi vinceva e chi perdeva.
Mentre nella testa della creatura di colore rosso si accavallavano i ricordi erano arrivati quasi a Fort Darkess e appena misero piede fuori dalla foresta che lo circondava apparve una torre gigantesca tutta di colore blu scuro e con una serie di cristalli azzurri che formavano una spirale fino ad arrivare in cima dove c’era un gigantesco cristallo sulla cima.
“Ecco Fort Darkess e le pianure del inverno” spiegò Ysimyl ai pirati vicino a lei.
Per un attimo i pirati non capirono perché proprio quel nome, ma osservando meglio lo capirono la pianura era interamente congelata.
L’esercito alleato formato da Sibri della luce, umani e pirati si stava avvicinando alla fortezza quando dall’alto iniziarono a scendere una pioggia di frecce azzurre, che prese di sorpresa gli umani falciando la prima linea; dei 20 soldati erano morti in 11.
“Rispondete” urlò il principe.
Appena udito l’ordine gli arceri di colore oro scoccarono le loro frecce già pronte contro la cima; le frecce non appena scoccate volarono veloci contro i loro bersagli, ma oltre la prima andata, le altre furono fermate da uno scudo che si formo in cima.
“Quella è Morgana” disse con un ringhiò Schath, l’ultima figlia più grande non era quasi in grado di combattere, ma in compenso sapeva difendersi molto bene lei e quelli attorno.
Anche se lo scudo impediva alle frecce di entrare le lasciava tranquillamente uscire, che intanto colpivano i loro bersagli.
Quando alla terza ondata di frecce azzurre caddero altri dei suoi soldati Ranur allora uso il suo attacco migliore, soffiò sulla sua spada e fece un giro ampio sopra la testa col braccio e finito indicò con la spada la cima della torre.
“SOFFIO DEL DRAGO”
Tempo di fare questo e dalla cima iniziarono a cadere dei Sibri arcieri oscuri morti bruciati.
Notando quello che succedeva iniziarono ad uscire dalla fortezza centinaia di guerrieri oscuri che notando i loro colleghi della luce e gli umani li caricarono iniziando una cruenta battaglia.
Stava per farlo una seconda volta ma dalla cima scese una persona che non si sarebbero mai aspettati di vedere, Mordred era davanti a loro pronto a combatterli.
“Cosa diavolo stai facendo, Mordred? Non siamo noi il nemico” gli urlò Ranur.
“Ma nemmeno miei amici” detto questo il guerriero di colore rosso e nero iniziò ad attaccare chiunque arrivasse alla sua portata della spada che ora stava mietendo vittime.
“Cosa ti succede Mordred? Cosa ti ha promesso il Barone?” gli chiese Ranur che stava tentando di difendere sia lui che i suoi uomini.
“Un mondo dove potrò distruggere tutto” sorrise perfido levandosi l’elmo dalla testa rivelando i capelli neri e gli occhi del colore del sangue.
Ranur non riusciva a credere a quello che vedeva e che sentiva, ok Morderd era sempre stato molto spietato, ma pazzo fino a quel punto no, ma mentre stava facendo quei ragionamenti, l’uomo che una volta era il suo rivale lo attacco con un fendente molto rapido che gli tagliò l’armatura facendolo finire a terra, in questo modo niente lo avrebbe più trattenuto e rincominciò ad attaccare alla caso.
Fu così che arrivò davanti ai pirati e i quando stava per colpire Nico Robin la sua spada massiccia fu fermata da altre tre, una apparteneva a Drake e le altre due erano di Zoro.
Mentre da un lato la battaglia infuriava contro Mordred, dall’altro erano scesi in campo si Moriga e il Barone.
Ysimyl sapeva benissimo di non essere alla altezza del Barone, così sia lei che sua sorella decisero di attaccare la figlia in cima alla torre, mentre Rufy aveva deciso di attaccare caricando a testa bassa il Barone, e Law teneva con bloccata Moriga.


“Hai fegato ragazzino lascia che te lo dica nessuno mi attaccherebbe senza avere un piano preciso in testa” parlò con tranquillità il Barone, dopotutto lo aveva già affrontato e non gli sembrava poi così forte da potergli dare problemi.
“Ma io ho un piano” disse cappello di paglia con tranquillità “Prenderti a calci in culo per quello che hai fatto hai la mia parola” terminò la frase con un Grizzly Magnum con cui scagliò contro la torre il Barone che si rialzò con qualche acciacco.
“D’accordo ragazzo se vuoi usare queste maniere” disse con tranquillità intanto aveva alzato una mano lentamente fino a portarsela alla altezza del petto e alzò l’indice puntando verso l’alto facendo comparire dal basso un gigantesco cristallo che per poco non colpì Rufy se non per il fatto che aveva saltato di lato premunito grazie al Haki dell’osservazione.


“Ok da quella parte c’è la cima” urlò Schath imboccando le scale che portavano verso l’alto, ma la sorella non l’aveva neanche sentita stava fissando le scale verso il basso, sentiva che lì c’era quello che voleva in realtà sentiva che c’era qualcosa che li attraeva.
“Vai” disse Schath facendola girare di scatto “spero che tu possa trovarlo” gli disse con un sorriso e scattò verso la cima.
Ma come diavolo faceva a saperlo non lo aveva mai detto a nessuno di loro, ma non si sorprese più di tanto dopotutto quella era la sua sorellina e con un sorriso si mise a correre verso il basso, sicura che avrebbe trovato ciò che cercava.


GOODMORNING PEOPLE!!
Ho avuto problemi e bla bla bla le solite scuse che a voi non interessano sono qui solo per scusarmi per il ritardo, ma ora inizia la scuola e spero che almeno che qualcuno di voi mi comprenda.
Ora per la storia la guerra inizia e abbiamo diversi scontri:
Mordred vs Zoro e Drake
Moriga vs Law
Barone vs Rufy
Morgana vs Schath (ma probabile interverrà qualcuno)
??? vs Ysimyl
Non svelo il gran finale e poi cosa succederà non sarebbe una sorpresa.
Ciao Zcc

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Capitolo 10
*** Ysimyl "La portatrice di tempeste" ***


Cap. 10 Ysimyl “La portatrice di tempeste”


Ysimyl continuava a correre sempre più verso il basso, sempre più nella oscurità, sempre più vicina a lui.
Appena con il piede tocco la fine della lunghissima scalinata si guardò attorno l’unica cosa che vedeva era l’immensa oscurità che opprimeva quel posto.
“Dazzling light” pronunciò con un filo di voce in modo che solo lei fosse l’unica in grado di sentirla, finita la frase la sua spada-lancia si illuminò di colpo di una luce potentissima, che fece sparire le oscurità e le permise di darsi una occhiata intorno.
A quanto pare era finita in un corridoio stretto e lunghissimo con diverse porte intorno.
Non sapendo quale era la giusta che doveva imboccare iniziò a provarle tutte, la prima dava sulle cucine niente di anomalo anche se sapeva che i Sibri non dovevano mangiare, ma i mortali che rapivano sì.
“Ok in questa stanza niente” commentò richiudendosela dietro e riprese a camminare.
Mentre si stava avvicinando alla seconda vide apparire un Sibri oscuro dalla terza porta insieme a un guerriero umano, probabilmente un bambino ormai cresciuto, che lo seguiva.
Il guerriero umano era interamente vestito di marrone, e aveva con se due spade appese ai fianchi che ciondolavano ad ogni passo.
“È perfetto se uccido il Sibri oscuro, l’altro mi dirà tutto” iniziò a pensare.
Così con uno scatto felino riuscì ad avvicinarsi abbastanza rapidamente da poter uccidere il Sibri oscuro senza che lui avesse il tempo di reagire e a catturare l’altro che era visibilmente spaventato.
Con il prigioniero inerme Ysimyl gli puntò la sua arma alla gola.
“Dove sono le segrete?” gli domandò.
Il ragazzo comprese che se non avesse collaborato probabilmente sarebbe morto allora glielo disse “Sono oltre alla quarta porta, scenda le scale, al bivio vada a sinistra li ci saranno le segrete”.
Dato che aveva parlato senza che lo avesse costretto e non aveva più nulla di utile da riferire Ysimyl decise di solo tramortirlo, chi sa forse dopo questa faccenda lo avrebbe fatto tornare in se.


Schath era arrivata in cima della torre e finalmente davanti a lei era apparsa Morgana, che grazie ai suoi poteri stava proteggendo la cima dalle frecce degli arcieri, ma le loro continuavano come una pioggia ininterrotta.
“Morgana ti do una sola possibilità di togliere la barriera senza farti male” gli urlò la Sibri della Luce.
“Credi davvero di essere abbastanza forte da potermi battere ?” gli rispose con tono pacato mentre sulle sue mani si stavano formando delle specie di specchi e nell’altra dei cristalli.


Un altro fendente a una velocità paurosa si abbatte su Drake che fu costretto a schivarlo.
“Accidenti, ma come è possibile non lo si riesce a colpire” commentò col fiatone mentre atterrava di fianco a Zoro che anche lui era stanco.
Il loro avversario si era rivelato molto più difficile da battere di quanto avessero mai aspettato.
Non solo attaccava a una velocità paurosa, ma sferrava anche colpi mortali, era pericoloso e se avessero abbassato la guardia sarebbe finita.
“Smettila di pensare e agisci” gli urlò Zoro.
“Che diavolo vuoi? Smetti di darmi ordini” gli urlò di rimando Drake.
“Siete patetici” commentò Mordred mentre si avvicinava lentamente con la spada pronta a colpire “io che mi aspettavo un combattimento serio”.
“Senti Zoro” disse Drake mentre si alzava da terra.
“Cosa vuoi?” domandò il cacciatore di pirati.
“Hai un qualche attacco molto forte?”
“Certamente” che cacchio certo che ne aveva.
“Bene allora preparati a usarli” disse Drake lanciandosi contro il loro avversario mentre Zoro prese un respiro chiudendo gli occhi pronto ad usare l’attacco più forte che aveva usato a Dressrosa per sconfiggere Pica.


“Vuota pure questa” urlò Ysmiyl mentre sbatteva l’ennesima porta della cella vuota che controllava.
“Niente eppure deve essere qui da qualche parte” si disse mentre stava dando una occhiata nei dintorni.
Così riprese la sua camminata lenta mentre ripassava davanti alle celle già controllate.
Stava per perdere le speranze quando notò che c’era ancora una porta che non aveva controllato.
“Come è possibile? Non l’avevo vista prima” si lamentò mentre camminava verso di essa.
Stava per mettere le mani sulla maniglia quando un fendente quasi la colpì rischiando di ferirla.
“Ferro?” si domandò.
Quando si girò davanti a lei apparve lentamente uno strano guerriero umano che aveva addosso una armatura nera con dei segni di magia sopra aveva la faccia di un bianco pallido, e con occhi azzurri e una cicatrice sopra l’occhio destro, aveva come arma un martello gigantesco e una spada di ferro, era forte e si sentiva, l’istinto gli suggerì di fuggire ma non gli diede retta restando dove era e sfoderando la sua arma.
“Merda ci sono quasi non posso arrendermi. Chi diavolo sei?” gli urlò, ma l’uomo non gli rispose rimanendo a fissarla con uno sguardo che era tra il noncurante e la rabbia.
Strano, sarà uno degli umani usati come armi però questo è diverso direi, ha la stessa aura di Mordred però meno forte.
Mentre ci stava pensando il misterioso assalitore iniziò ad attaccarla senza perdere tempo in una serie di attacchi pericolosi.
“Merda non riesco ad reagire se mi sfiora soltanto sono morta” si disse nella mente schivando il martello e parando la spada.
“Ok peggio per te” gli urlò “LAME DI CRISTALLO”.
Sfoderò una delle sue tecniche più potenti iniziò a lanciare delle micro lame contro di lui, ma appena quelle raggiunsero l’armatura svanirono.
“COSA?” si strabiliò la Sibri “Come è possibile?”
Così il suo avversario riprese a camminare verso di lei in attesa che raggiungesse una distanza abbastanza vicina da poterla colpire nella testa della Sibri si rimescolò un ricordo.

“Come devo fare se la mia magia non è abbastanza forte da battere il mio avversario”chiese a un giovane Burlone mentre si allenavano con la magia.
“Semplicemente ne crei una più forte, ricorda ogni avversario ha un punto debole, molto spesso il loro punto forte è anche quello debole”

Il punto forte è anche quello debole così ci mise un po’ per ragionarci sopra insomma non era così chiaro bisognava ammetterlo.
Punto forte il ferro, ma è anche uno debole.
Forse nella lentezza? No è rapido quando attacca.
Forse nella difesa? No è impenetrabile.
Forse… Ma certo ovvio era facile batterlo così.
Dopo aver finito il ragionamento si girò verso il suo avversario e iniziò a concentrarsi, aveva ancora tempo dopotutto l’altro continuava lentamente ad avanzare credendosi imbattibile grazie alla sua armatura.
“Ok ci sono” disse con uno sguardo fiero pronta a colpirlo.
Il suo avversario per un attimo si preoccupò insomma ogni attacco della Sibri era risultato inutile e adesso sorrideva forse era felice di morire, allora l’avrebbe accontentata, così si mise a correre verso di lei e quando fu a cinque metri dal suo obiettivo senti una scarica elettrica.
“FULMINE” urlò Ysmiyl lanciando l’attacco più potente che aveva, mentre insieme al fulmine si scatenò una tempesta che bagnò il suo avversario ciò lo rese ancora di più un ottimo conduttore insieme al ferro che indossava credendosi invincibile.
Dopo un buon minuto di scariche Ysmiyl smise per colpa della fatica che a questo punto iniziò a farsi sentire, ma fu sollevata nel notare che del suo avversario non erano rimaste niente altro che le sue armi e un mucchio di cenere.
Così contenta del suo successo si girò e aprì finalmente la porta e trovò dentro chi stava così tanto cercando.
“Cornelio” urlò felice come mai prima d’ora, e correndo gli corse contro abbracciandolo più forte che poteva.
Appena aprì le manette che lo tenevano legato al muro anche l’uomo la strinse a sua volta era passato tanto tempo da quando si erano lasciati quel messaggio, ma lei non era cambiata era come se la ricordava.
Ce l’aveva fatta finalmente l’aveva ritrovato, ed era più felice che mai.
Cornelio stava per baciarla, ma lei lo interruppe “ per quanto vorrei che lo facessimo fuori c’è una battaglia non possiamo aspettare”.
“D’accordo” disse l’uomo, così entrambi presero correre verso l’uscita.


Sulla cima della torre intanto Morgana aveva messo alle strette Schath, che stava in ginocchio ferita e non riusciva più a muoversi.
“Adesso muori” sibilò Morgana scagliando un cristallo contro la Sibri della luce che però non arrivò mai al bersaglio “e tu chi saresti?” domandò alla giovane umana che si era intromessa dal dare il colpo di grazia alla sua avversaria.
“Il mio nome è Shine D Sonia” concluse lei con un sorriso tranquillo pronta per lo scontro che stava per cominciare.



OK gente
Allora mettiamola così da questo momento ogni volta che ricevo due recensioni metterò un capitolo ok? So che non è bello ma solo che vorrei almeno sapere come sta andando la storia secondo voi e che cavolo.
Ora torniamo alla storia.
Ysmiyl ha vinto urrà, ora chi sarà il prossimo scontro di cui parlerò sarete voi a decidere (OPZIONE VIETATA: Rufy vs Barone).
Se non decidete niente sarò io a farlo.
Ci vediamo (forse) al prossimo capitolo.
Ciao
Zcc.

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Capitolo 11
*** SIR MORDRED ***


Cap.11 SIR MORDRED L’UOMO DAL GRANDE ODIO


Gli scontri continuavano a infuriare attorno alla torre dei Sibri Oscuri sia nella cima che nella base c’era chi combatteva.
“Cosa pensi di ottenere da questa guerra moccioso?” chiese il Barone a Rufy dopo che l’ennesimo colpo non aveva quasi avuto effetto.
“Fartela pagare per quello che hai fatto! GOM GOM JET PISTOL” rispose cappello di paglia riattivando sia l’Haki che il Gear Second, colpendo il Barone sul petto spostandolo di pochi metri.


“Uffa smettila di attivare le barriere” si lamentò Sonia dopo che il suo ennesimo attacco fu bloccato dalla barriera di cristallo che Morgana attivava non appena stava per colpirla mandando in fumo il suo colpo.
“Non lamentarti ognuno ha la sua tecnica tu punti sulla tua agilità e velocità dei tuoi colpi, ma non ti serve a niente se non puoi colpirmi” parlò pacatamente la Sibri oscura.
“Tu credi di poter continuare ancora a starmi dietro? Tra poco io sarò talmente veloce che non sarai più in grado di prevedermi” disse Sonia con un sorriso, infondo era da un po’ che non usava i suoi poteri e se stava attenta a schivare i cristalli che lanciava avrebbe vinto facilmente.


“È mai possibile?” Law alla fine non riuscì neanche questa Room a tenere attiva, per colpa delle ombre di Moriga.
“Puoi cercare di schivarle quanto vuoi, ma alla fine ti raggiungeranno e quando succederà ti strangoleranno parola mia” commentò Moriga.
“MES!” Moriga aveva abbassato la guardia per un momento e Law ne aveva approfittato, ma nel cubo di materia azzurra in cui ci sarebbe dovuto essere il cuore, non c’era niente.
“Sì è vero che li ci sarebbe dovuto essere il cuore, ma ricorda che io non sono un umano, “OMBRA NERA!”” così iniziò a crearsi attorno a loro si crearono una nebbia nera.
“Merda” si lagnò Law.


“Spero che sia molto forte il colpo perché non so per quanto riuscirò a trattenerlo” disse Drake pronto, mentre Mordred avanzava verso di lui con la spada pronta a colpire.
“Ma scusa tu non hai un colpo per poterlo fermare?” domandò Zoro insomma anche lui è un pirata.
“Sì però anche io ho bisogno di tempo” spiegò Drake “non ne possiamo usare due o io o te”.
“Merda contro un mostro del genere dubito che possa bastare” puntualizzò Zoro insomma il loro avversario si vedeva a molta distanza quanto lui era forte.
“Cavolo!” erano davvero alle strette.
Mordred alzò la spada e l’abbassò velocissimamente scagliando un fendente volante.
Il colpo stava quasi per raggiungere Drake quando fu intercettato da un ‘altra persona.
“Ragazzi ci penso io a farvi guadagnare tempo voi pensate a prepararvi ok?” disse il misterioso salvatore.
Appena lo guardarono meglio notarono che era Balan era intervenuto per salvarli, ora forse avevano davvero una possibilità di vincere.
“Mordred ti conviene andartene” intimò l’avversario.
“Sei uno stupido Balan tra poco tanto sarete tutti morti” preannunciò macabro.
“Cosa ti ha spinto a tradirci? Proprio tu che hai ucciso la Rinnegata proprio perché ci ha traditi”gli fece notare, in effetti lui aveva ucciso la Sibri proprio perché li aveva traditi.
“Il Barone mi ha promesso ciò che tengo di più in assoluto Balan, addesso preparati a morire” così si lanciò contro il suo avversario, che vedendolo fece lo stesso fino a che le loro spade iniziarono a scoccare colpì.
Dopo trenta secondi in cui entrambi non si davano tregua furono costretti ad allontanarsi.
“Ora basta” così Balan preparò un'altra carica contro Mordred, solo che quando cercò di lanciarsi di nuovo contro di lui il piede non si staccò da terra invece iniziò ad affondare sempre di più in una strana melma oscura che piano si espandeva e lui alla fine si ritrovò bloccato con un piede sottoterra e Mordred sogghignò.
“Il lago d’odio. Sorprendente no? Lì c’è tutto il mio odio e adesso tu te lo subirai tutto” lo informò Mordred.
“Cosa? Non credo proprio. Non vedi che il piede non affonda più di così?”
“Solo perché io così voglio ma tra poco andrai giù del tutto e morirai” disse alzando la spada sopra la testa pronto a colpire “Addio amico mio, sei stato fedele” e cominciò ad abbassare la lama che già si sentiva il sangue che usciva dal corpo di Balan, solo il suo istinto gli impedì quel omicidio che era entrato in allarme.
“Per gli otto mari e i nove monti, non esiste niente che io non riesca a tagliare” parlò una voce al fianco di Mordred che si girò vedendo Zoro vorticare velocemente le sue tre spade ad una velocità che sembrarono una unica, solo che le sorprese non erano finite girò velocemente la testa dall’altra parte per vedere Drake avvolto in una fiamma blu.
“Tecnica a una spada” sibilò mentre le fiamme iniziarono a concentrarsi sulla lama.
Mordred cercò di scostarsi, ma la distrazione aveva permesso a Balan di togliersi da sotto la lama e far entrare Mordred nel lago nero.
“Tecnica a tre spade: Grande Ventilatore!”“Grande Impatto Del Dragone” urlarono i due in contemporanea scagliandosi verso il loro bersaglio immobile.
“Non mi eliminerete così facilmente” detto ciò Mordred si corazzò di Haki dell’armatura diventando una entità di colore nero.
Quando i due spadaccini arrivarono a portata del loro bersaglio le loro lame cozzarono contro l’armatura resa nera dell’Haki di Mordred producendo scintille di tutti i colori e iniziarono a faticare per riuscire anche solo avanzare di un centimetro, ma alla fine ebbero la meglio lasciando Mordred con un taglio profondo nella armatura e circondato di fiamme blu.

“Cosa vuoi per passare dalla mia parte Morderd?” chiese il Barone Grigio a un Mordred che lo voleva uccidere anche con solo il suo sguardo.
“Cosa voglio?” Chiese con un’altra domanda sorpreso Mordred alla richiesta che aveva ricevuto.
“Sì esattamente” puntualizzò la creatura grigia.
“Un posto dove posso combattere con chi voglio e come voglio e per quanto voglio” parlò il cavaliere dalla armatura rossa e nera.
Il Barone per lo più rimase sorpreso dalla richiesta, ma sapeva che se lo avrebbe convinto avrebbe avuto un alleato molto forte “Lo avrai” concluse il Barone.

Il corpo del loro nemico stava per crollare a terra, ma il loro avversario riuscì ad trovare l’equilibrio e a rimettersi in piedi nonostante le ferite.
“Io non cadrò così facilmente. IO SONO MORDRED!” urlò finché non perse definitivamente l’equilibrio e crollò a terra privo di sensi.
I due pirati erano rimasti immobili a fissare il corpo finché l’adrenalina non iniziò a diminuire e fargli sentire la fatica e così si sedettero e finalmente riposarono, protetti dagli Sibri della luce che intanto li avevano sollevati di peso e portati al sicuro.





OK non mi piace molto questo capitolo ma purtroppo tra la scuola un problema e un altro sono riuscito a fare solo questo chiedo scusa.
ORA potete scegliere voi il prossimo scontro tra SONIA E MORGANA o LAW E MORDIGA.
Ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 12
*** Le figlie ***


Cap.12 Le figlie



Gli incessanti combattimenti alla fortezza della corte oscura stavano iniziando ad avere una svolta positiva per gli attaccanti anche se la cima della torre era ancoro quasi impenetrabile per colpa della barriera.
“Schath!” urlò Ysimyl, arrivata in cima alla torre insieme Cornelio, quando vide la sorella messa male “Cosa è successo?”
“C’era Morgana” rispose lei.
“Morgana? Dov’è ora?” chiese la Sibri maggiore.
“Non lo so. È intervenuto uno dei pirati e adesso stanno combattendo” gli rispose.
“Cornelio andiamo” disse cercando di alzarsi.
“No, non ce ne è bisogno, sono certa che la pirata se la sta cavando” disse Schath che prima che le due sparissero, sia la ragazza che la Sibri oscura, era in vantaggio la piratessa ed alzò gli occhi al cielo per verificare.
Ysimyl li alzò anche lei e ciò che vide la lasciò spiazzata, chi lo avrebbe mai detto?


“Sei a un punto morto ragazzo, io ti colpisco e ti faccio male, ma tu anche se mi colpisci non mi fai quasi niente” commentò il Barone dopo un altro colpo subito da Rufy che col fiatone ritirò indietro il braccio per non essere colpito.
“Il Barone ha ragione cappello di paglia” commentò una voce dietro a Rufy che lo fece girare di scattò e vide che era il Principe Burlone.
“Così non andrai da nessuna parte, lascia che ti dia una mano” disse tirando fuori le sue due spade fatte di cristallo di colore d’oro.


“Nebbia nera!” urlò Moriga mentre dai margini della pianura iniziò ad avanzare una nebbia di colore nero che investì un gruppo di tre soldati e quando li superò era tutti e tre a terra morti.
“Che diavolo gli hai fatto?!” urlò Law dopo aver schivato l’ennesima ombra che aveva provato ad attaccarlo, ma che lui aveva fatto sparire.
Era successo per puro caso che lo avesse scoperto, aveva usato la spada per difendersi da una freccia azzurra che si era avvicinata troppo a lui, così mentre la stava abbassando colpì anche una delle ombre che stava cercando di ucciderlo e quella svanì in una coltre di fumo grigio.
“Tranquillo tanto tra poco farai la loro stessa fine” disse Moriga mentre si era messa a distanza di sicurezza per impedire alla nebbia di non colpire anche lei dopotutto anche lei respira.
Law allora non cercò di raggiungerla certo, o quasi, che anche li la nebbia non lo avrebbe colpito, ma davanti a lui comparvero due Sibri guerrieri oscuri che gli sbarrarono la strada e cercarono di colpirlo.
Quei due non si rivelarono un grande problema da superare, ma permisero alla nebbia di circondare Law e alla fine lo ricoprirono.
Moriga sogghignò ormai certa di avere la vittoria in tasca nessuno era mai uscito vivo di lì e si mise ad aspettare che la nebbia facesse il suo lavoro e che se ne andasse.
Law iniziò per la seconda volta a sentire il suo cuore battere velocissimamente, l’unica altra volta era avvenuta quando Doflamingo era li per ucciderlo, ma era stato fermato da cappello di paglia.
La nebbia gli impediva di usare i sensi era nera come la pece e gli impediva di vedere anche a soli tre metri da lui e impediva di sentire anche ciò che avveniva all’esterno; se non era certo che fosse sveglio avrebbe potuto dire di stare dormendo pesantemente.
Cercò di fare un passo, ma qualcosa lo respinse indietro, che andò a colpire qualcosa dietro di lui, che di nuovo lo respinse in avanti, ma non capiva cosa era.
“Merda non va bene” commentò Law, mentre veniva spinto a destra e sinistra con quelli che adesso erano pugni.
La nebbia era anche iniziata a diventare pesante e lentamente faceva sempre più fatica a respirare.
Iniziò a sentire gli occhi farsi sempre più pesanti e stava per chiuderli, ma alla fine decise di non arrendersi e quando un pugno gli arrivò da destra usò la sua spada per colpire a sinistra, da dove molto probabilmente stava per arriva un altro pugno e il colpo andò a segno.
Invece del pugno che si aspettava dalla sinistra si elevò un grido, e il suo avversario scomparve in una esplosione di fumo che spazzò via la nebbia nera e permise a Law di riprendersi e guardarsi attorno, era circondato da delle ombre pronte a colpirlo, ma che non fecero sorprese per il fatto che la nebbia era scomparsa, così Law prese la carica e iniziò a distruggerle una per una, mentre lentamente il fumo grigio spazzava via quello nero.
Moriga stava iniziando a perdere la pazienza, insomma per uccidere una persona la nebbia ci metteva pochi minuti, ok che il suo avversario era più forte degli altri, ma comunque non doveva mancare molto.
Era curiosa davvero di sapere come stavano andando le cose li dentro, quindi iniziò ad avvicinarsi nella speranza di riuscire a sentire qualcosa quando una ondata di fumo grigio la investì.
La Sibri saltò in alto sorpresa di quello che gli era arrivata addosso; possibile che il pirata avesse capito come funzionava la nebbia nera?
“ROOM!” urlò Law creando il suo cerchio “Shambels” e scambiò la Sibri che stava ancora in aria con un ombra ancora in vita.
“Ma che diavolo…” iniziò Moriga ritrovandosi a terra, ma lei non riuscì neanche a finire la frase si ritrovò Law davanti.
“LAMA OMEGA!” urlò Law con un coltello di aura verde nella mano con cui affondò nel corpo di Moriga, la Sibri si ritrovò a sputare uno strano liquido azzurrognolo ed ad urlare dal dolore quell’attacco gli aveva fatto molto male finendo così in ginocchio, che perse i sensi, decretando così Law vincitore del loro scontro.
“Cavolo che fatica” commentò Law appoggiandosi alla torre, mentre l’ombra che aveva usato per lo scambio con la Sibri oscura svaniva in una esplosione di fumo dopo essere stata colpita da una freccia dorata.



“Sei una illusa! Come credi fare per superare la mia barriera? Di certo non la toglierò per te!” la canzonò Sonia “Se non sbaglio avevi detto così e adesso non riesci più a fare niente”
“Non illuderti maledetta mocciosa non cadrò per mano tua” urlò la Sibri rialzandosi in volo per essere alla stessa altezza della pirata Appena fu di nuovo alla stessa altitudine Sonia riparti all’attacco e scomparve dalla vista di Morgana per poi rifinirgli davanti e colpirla con un pugno che la scaraventò lontana da lei.
Morgana allora roteò su se stessa e si lanciò verso di lei e la colpì anche lei con un pugno.
Accidenti qui se la tiriamo ancora per le lunghe questa mi sconfigge pensò Sonia mentre si ripuliva dal suo sangue che gli usciva dagli angoli della bocca.
“Come diavolo fai a volare e a muoverti così velocemente?” gli chiese la Sibri anche lei stanca e senza la voglia di tirarla troppo per le lunghe.
“Ho mangiato il frutto Pure-Pure che mi da la possibilità di volare e muovermi ad altissima velocità” rispose Sonia.
“Adesso basta, preparati a morire ragazzina” disse Morgana mentre nella sua mano si stava formando una spada di cristallo “Cristal Blade!” Sonia si preparò ad affrontare la sua avversaria con il pugnale.
Quando erano ancora a Dressrosa lei era rimasta ad affrontare Burgess insieme a Sabo, rimanendo sempre in ansia per Rufy che se la doveva vedere con Mingo e quando aveva visto sparire la –gabbia per uccelli- gli si era tolto un peso dal cuore.
Adesso era la stessa cosa, lei cercava di eliminare un nemico che gli stava d’intralcio e Rufy doveva vedersela con il maggior pericolo, ma adesso sapeva che se la sarebbe cavata anche questa volta.
“Sai Morgana sono felice di poterti affrontare” disse la pirata con tranquillità.
“Cosa?” rimase sorpresa la Sibri oscura.
“Ho anche notato che la tua barriera non funziona mentre attacchi e la cosa per te deve essere davvero pericolosa” gli fece notare la ragazza.
“Merda” imprecò la Sibri, il suo avversario aveva notato il suo punto debole.
“Mi spiace, ma la cosa sta andando troppo per le lunghe e mi sto stancando, perciò preparati” la avvertì la pirata “Ti sconfiggerò con un solo colpo”
“ Sei una sfrontata e una pessima bugiarda lo sai?” così la Sibri si lanciò contro di lei con la spada pronta a colpire e nella mente della piratessa ritornarono altri ricordi di molto prima.
Durante la pausa dei due anni Rufy era andato con Rayleigh, lei era andata con la imperatrice Boa Hancock che all’inizio non era molto contenta, ma quando glielo chiese Rufy cambiò del tutto la sua opinione e così alla fine si era ritrovata ad doversi allenare con loro, che trovava tutte simpatiche (tranne Hancock) in particolare con Margaret, una amazzone che secondo Sonia aveva una leggera cotta per Rufy; Nami, Margaret e Hancock senza volerlo Rufy era diventato un conquistatore di cuori.
Comunque mentre si allenava con la ragazza aveva messo appunto un nuovo attacco e non vedeva l’ora di usarlo come si deve.
Riscossa dai suoi pensieri notò che la lama di Morgana era a cinque centimetri dalla sua faccia allora lo uso.
“Vento Mortale!” e scomparve dalla vista della sua avversaria che sentì una ondata di vento freddo che la investì e perse i sensi andando a schiantarsi contro il tetto della torre.
Sonia aveva colpito con un pugno molto forte lo stomaco della Sibri che unito alla velocità che aveva usato era riuscita a stendere.
Nella versione ufficiale usa il pugnale, ma dato che a lei non piaceva uccidere (quello con Morigu era stato un incidente non sapevano quello che sarebbe successo quando l’aveva colpita) aveva optato per il pugno e aveva funzionato.
Così lentamente la ragazza tornò a terra e appena i piedi toccarono le pietre del tetto si sentì le forze che scomparivano, volare era bello e divertente, ma costava anche molta energia.
La ragazza cercò di rimanere in piedi, ma non ci riuscì e quando stava per cadere per terra due braccia la sorressero erano quelle di Sanji che preoccupato per quello che gli era potuto succedere quando l’aveva persa di vista era andata a cercare.
“A ciao Sanji” riuscì a dire solo lei prima di svenire per la fatica.
Il cuoco allora la sollevò da terra, intorno a loro la barriera stava svanendo e così gli arcieri oscuri decisero di arrendersi.
Così alla fine Cornelio rimase sulla cima della torre per potersi assicurare che i nemici non avrebbero fatto dei brutti scherzi, mentre Sonia e Schath venivano portate giù rispettivamente da Sanji e Ysimyl.
A questo punto rimaneva in piedi solo un nemico IL BARONE GRIGIO.


Salve gente come andiamo?
Non so voi ma qua in Romagna c’è un freddo pazzesco così da un giorno all’altro.
Ora con questo capitolo togliamo le due figlie del Barone e così rimane solo uno scontro: Il Barone vs Rufy e Il principe.
Ora volevo ringraziare coloro ( quindi colei) che recensiscono i miei capitoli (poi c’è un altro che almeno ogni tanto si fa sentire), io non dico recensite ogni singolo capitolo ma almeno ogni tanto sarebbe gradito.
Ok tornando alla storia penso che tra due capitoli finisco questa isola per poi fare un’altra e poi tutti a Nassau e fidatevi laggiù succederà un putiferio (ho già molte idee per quell’isola)
OK allora nella speranza di vedervi numerosi recensori vi saluto tutti
CIAO
p.s. bambolinarossa98 non preoccuparti mi ricordo ancora del tuo OC ti prometto che lo metterò finita questa serie.

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Capitolo 13
*** La caduta del Barone ***


Cap.13 La caduta del Barone


La vittoria della battaglia ormai era vicina tutti gli avversari dei pirati e dei Sibri della Luce erano caduti rimaneva solo il problema di uno solo, il Barone che nonostante i colpi che aveva ricevuto dal capitano dal cappello di paglia, resisteva.
“Ha ragione cappello di paglia” commentò il principe appena arrivato lì e aveva tirato fuori le sue due spade di cristallo lucente di colore oro “Così non ce la farai mai, lascia che ti dia una mano”.
“No, lui è il mio avversario!” gli rispose cappello di paglia.
“Sappi che non hai scelta se vuoi vincere” gli rispose glaciale il Principe.
Il Barone che assisteva alla scena cominciava a stufarsi quei due discutevano come bambini e la sua pazienza era già al limite; le sue figlie, Mordred tutti sconfitti.
Non volendo aspettare oltre la creatura di colore grigio si lanciò contro i due a spade sguainate e solo la pronta reazione dei due litiganti riuscirono a salvarli.
“Senza il Principe, Cappello di Paglia è spacciato” pensò il Barone che iniziò ad attaccare il Principe senza sosta.
“Ehi ci sono anch’io qui!” gli urlò Cappello di Paglia riattivando il gear second e sferrando un pugno in faccia al Barone che perse l’equilibrio finendo a terra.
Il Barone a terra non era di certo una occasione che capitava tutti i giorni, e così il Principe Burlone alzò entrambe le spade sopra la testa e le fece scattare verso il basso, ma l’attacco fu parato dalla spada del Barone che fu messa in mezzo e bloccò quelle del Principe.
“Merda!” imprecò Burlone allontanandosi aveva sprecato una occasione d’oro, di concluderla lì e subito.
“Peccato vero?” gli chiese il Barone con fare altezzoso “Avevo deciso di occuparmi prima di te poi di cappello di paglia, ma ho cambiato idea prima finisco lui” annunciò.
Appena finita la frase il Barone si iniziò a muoversi in direzione del giovane pirata che si mise in posa di combattimento pronto ad affrontarlo.
Il Principe allora usò la magia dei sentieri per arrivare quasi all’istante di fianco a cappello di paglia.
“Ascoltami pirata dal cappello di paglia” iniziò il Principe attirando la sua attenzione “Io ti creo la possibilità di colpirlo tu colpiscilo”.
Rufy che lo aveva ascoltato e per una volta nella sua vita allora decise di fare come aveva suggerito, lui avrebbe pensato a distrarlo lui a colpirlo se avessero sbagliato allora sarebbe stato costretto ad usare il suo asso nella manica.
La creatura di colore rosso ora, quasi certo che cappello di paglia avesse capito, si preparò ad un altro colpo contro il Barone e prese a correre verso di lui e quando entrambi erano a quasi portata il Barone cercò di colpirlo, ma l’unica cosa che colpì fu l’aria attorno a lui, così a causa del colpo fallito si guardò attorno e alla fine volse il suo sguardo verso il cielo dove vide che c’era il nemico.
“Raggio di luce!” urlò lui mentre una luce fortissima si propagò attorno a lui e accecò il Barone che porto le braccia a coprirsi gli occhi.
In difficoltà solo allora il Barone comprese di aver fatto uno sbaglio aveva coperto la faccia, ma così non poteva tenere sott’occhio cappello di paglia, allora il Barone abbassò velocemente le braccia giusto in tempo di vedere il pirata a qualche metro da lui con il braccio destro tirato indietro a una ventina di metri circondato da delle fiamme e la parte che comprendeva polso, mano e avambraccio di colore nero.
“Red Hawk!” urlò cappello di paglia tirando il braccio rimasto lontano verso di lui che prese fuoco e divenne di colore rosso colpì in pieno petto il Barone, dalla schiena della creatura grigia uscì una fiammata di fuoco di colore arancione e venne lanciato a una ventina di metri.
Lentamente il Barone si rimise in piedi “Ok, questo ha fatto male” si lamentò lasciando cadere le sue spade, ora si che si stava stufando.
Deciso di porre fine subito a questa stupida battaglia che gli stava facendo perdere tempo e prestigio decise di ricorrere alla sua arma più temibile gli spuntoni di cristallo.
Il Barone allora si inginocchiò e pose una mano per terra, rimase fermo per qualche secondo come per concentrarsi e riaprì gli occhi e disse: “Charlescristal!”
Dal centro del suo punto iniziarono a spuntare giganteschi cristalli dal sottosuolo che si ampliarono fino ad arrivare a cappello di paglia e che fu salvato dal Principe che lo lanciò in aria, ma lui fu colpito e si ritrovò con dei tagli su tutto il corpo.
Il cristallo passato oltre a Rufy e il Principe e andò a colpire tutti quelli che non erano che dei Sibri oscuri, Sanji che era arrivato all’ingresso della torre con Sonia tra le braccia fu costretto ad usare lo Sky Walk per schivarlo, mentre Law salvò sia lui e Ysimyl usando la sua room mettendo due Sibri oscuri che vennero uccisi dai cristalli.
Rufy vedendo quello che stava accadendo non ebbe più dubbi si tolse i sandali e ricoprì le braccia di Haki e soffio nel braccio gonfiandosi tutti i muscoli diventando una gigantesca massa di muscoli e allora grido “GEAR FOURTH!”
Il Barone vedendo la trasformazione di Rufy per poco non si mise a ridere insomma adesso la sua trasformazione era davvero ridicola lui aveva pensato di essere nei guai, guardandolo si dovette ricredere, era come una palla che saltellava sempre costantemente incapace di stare fermo.
Cappello di paglia allora si mosse verso di lui e alzò il braccio ed iniziò a caricarsi tirando indietro la mano finché anch’essa rientro dentro il braccio e quando il braccio fu vicino al volto del nemico scatenò tutta la sua potenza “GUM GUM KONG GUN” che fece schiantare il nemico contro la torre, che lentamente si alzò con una mano sulla faccia dalla quale usciva del liquido di colore grigio.
“Ma che cazz…!” iniziò il Barone, ma neanche il tempo di finire la frase e cappello di paglia era già li pronto a colpirlo ancora con entrambe le braccia.
“LAME CRISTALLO” il Barone creò una serie di lame sottilissime che lanciò contro cappello di paglia, ma il pirata mise le braccia davanti a se e le parò tutte e arrivò davanti al Barone pronto a colpirlo di nuovo; e così successe solo che a differenza di prima adesso erano due i colpi in arrivo.
“GUM GUM LION BAZOKA!” e con entrambe le braccia il Barone fu colpito in pieno petto che andò di nuovo a colpire la torre, la attraversò e crollò tutto su di lui e ponendo fine al combattimento.
Assicuratosi che il suo avversario non si sarebbe più alzato cappello di paglia lasciò andare tutta l’aria trattenuta fino a poco prima per mantenere attivo il gear fourth e si ritrovò senza un briciolo di forza, mentre volteggiava in aria a causa della spinta dell’aria.
Prima che riuscisse a colpire il suolo Law attivò la sua Room e lo sostituì con una pietra, mentre l’esercito di Sibri Oscuri senza più il loro comandante e senza la roccaforte si arresero.
E così la battaglia di Fort Darkness era finita.



OK GENTE
Ora anche il Barone se né è andato, vi premetto già che il prossimo sarà già in un altro posto e introdurrò un nuovo OC e in più metterò un’altra isola prima di Nassau, ma per il resto tutto regolare, sono felice che almeno qualcuno segue la storia devo ammettere che quando l’ho iniziata a scrivere non ci avrei scommesso un soldo bucato sopra, ma adesso sono ottimista, mi sa che sono più impaziente io di scrivere che voi di leggere cosa succederà nel capitolo successivo. Ok basta dilungarsi troppo se no faccio più lungo qui che resto
CIAO
P.S. se qualcuno recensisse non sarei scontento

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Capitolo 14
*** Ricercati ovunque e lei chi è? ***


Cap.14 Ricercati ovunque e lei chi è?

“Unità esplorativa imperiale n°34 a rapporto, Lord Fener signore mi riceve?” comunico uno dei soldati dell’impero vestiti di una tuta interamente bianca con una visiera che copriva gli occhi dal sole per dargli una migliore visuale.
“Spero per te che sia importante” comunicò dall’altra parte dell’apparecchio di comunicazione l’uomo più temuto e spietato della fazione imperiale.
Il soldato che sapeva che una sola frase in quel momento gli sarebbe costata la vita, insomma stava parlando con uno dei tre che aveva la più alta carica all’interno dell’impero, allora lui iniziò a rispondere “Ecco signore, la volevo informare che la battaglia di Hand Island è finita”.
“E allora?” lo incitò a continuare l’uomo dall’altra parte, anche se sapeva la risposta.
“Possiamo confermarle che il pirata Marschall D Teach è stato sconfitto dall’imperatore pirata Edward Teacher e adesso sembra che lui stia tornando alla sua isola dove ha la base. Non si recherà a Nassau” gli rispose l’esploratore.
“Lo avete catturato Marschall D Teach?” chiese d’altra parte.
“No signore pensavo…” neanche riuscito a finire la frase che sentì una mano invisibile che lo stava strangolando “Lord Fener, la prego no!!”
“Ehi amico cosa stai facendo?” chiese uno dei suoi compagni che stava andando ad aiutarlo, ma fu fermato dagli altri due componenti della sua unità.
“Fermati, quello che stai vedendo è il grande potere di Lord Fener, se lo proverai ad aiutare rischierai anche tu di fare la sua fine” gli rispose uno dei due mentre guardava il corpo del loro compagno aflosciarsi a terra senza vita.
Passarono diversi secondi un altro riprese a parlare con il loro superiore “Sia chiaro non transigerò su altre informazioni inutili, se fate ancora dei fallimenti finirete davanti all’imperatore e sappiate, che lui non è indulgente quanto me!” e così si spense la comunicazione.


”Cappello di paglia - ya” iniziò Law “noi procediamo sott’acqua e vi precediamo vi aspetteremo lì” gli comunicò al lumacofano mentre il sottomarino giallo si immergeva nelle acque.
”Ok ciao” gli rispose solamente Cappello di Paglia e poi si rivolse alla sua ciurma “OK GENTE SI SALPA!”
“Sì!” gli risposero in coro tutti.
Così anche la nave con il leone come polena si allontanò dall’isola dove era avvenuta la loro ultima avventura.


Erano passati un paio di giorni dall’ultima volta che avevano visto terra e Nami passava molto tempo sul ponte a fissare con occhi sognanti il mare.
Robin e Sonia sapevano benissimo il perché durante la festa per celebrare la vittoria sul Barone, Rufy aveva preso Nami da parte e si erano allontanati per parlare.
Quando erano ritornati Nami era andata dalle sue amiche a riferirgli cosa era successo, Rufy gli aveva regalato una bellissima collana e stava per parlargli quando purtroppo era arrivato lo spadaccino ubriaco a rovinare tutto brontolando sul fatto se Rufy aveva detto qualcosa a Nami o no.
Dopo aver assimilato tutta la storia Sonia si era alzata dalle sue amiche ed era andata da Sanji che dopo un po’ di pressione aveva ceduto e ha confessato di aver pensato, insieme al capitano, il modo per farli parlare in privato perché il capitano gli aveva detto a lui e Zoro che era cotto di Nami (ovviamente c’era arrivato prima lui rispetto al capitano).
Sonia alla fine del racconto del cuoco era tornata da Nami e la aveva abbracciata fino a quasi stritolarla.
Un gracchiare che proveniva dall’alto, distrasse Nami dai suoi dolci ricordi e le fecero notare un gabbiano diverso da quello solito che c’era nel nuovo mondo che stava atterrando davanti a lei.
Il gabbiano era diverso era con il corpo più piccolo e le ali avevano un’apertura grandissima.
Atterrato gli consegnò un giornale e riprese il volo.
Nami allora capì che come succedeva nel nuovo mondo anche li quello era un metodo di consegna.
Curiosa, Robin appena arrivata aprì il giornale, sulla facciata c’era una sigla che parlava dell’imminente “Pirate Summit”, mentre nelle pagine successive si susseguivano di notizie varie da attacchi di ribelli, a notizie di una moda di borsa che prendeva piede, finché un articolo attirò la loro attenzione parlava della sconfitta del pirata Marschall D Teach per mano di un altro pirata che era soprannominato -Barbanera I-
“Barbanera I ?” chiese Nami a Robin che per la prima volta non seppe dargli una risposta allora continuarono a leggere l’articolo.
L’isola di Hand Island dove si era tenuto lo scontro era stata in parte distrutta, per fortuna l’isola era disabitata, alla fine dello scontro l’imperatore pirata se ne andato mentre lo sfidante è fuggito, non si ha ancora avuta nessuna notizia da parte dei portavoce.
Finito di leggere Robin e Nami spostarono lo sguardo verso un altro articolo dove parlava di loro e capeggiava col titolo “Nuovi pirati iniziano a farsi strada”.
L’articolo parlava della loro vittoria sul Barone Grigio e insinuava che i pirati Heart e quelli di Cappello di Paglia, si fossero uniti ai ribelli.
Nella pagina successiva c’erano cinque manifesti con delle taglie e delle foto differenti; appena li videro Nami lanciò un urlo che fece attirare tutta la ciurma intorno a loro per vedere cosa era successo.
Quando Nami indicò i fogli Usopp li raccolse e anche lui lanciò un urlo mostrandoli agli altri, che incuriositi li guardarono:
MONKEY D RUFY CAPPELLO DI PAGLIA: 60 MILIONI
TRAFALGAR D WATER LAW: 40 MILIONI
RORONOA ZORO: 40 MILIONI
SHINE D SONIA: 20 MILIONI
LONGRAI DRAKE: 30 MILIONI
Mentre tutti erano a guardare i manifesti da ricercati Robin riprese il giornale e andò avanti nella lettura fino ad arrivare in una pagina dove c’erano tutti i ricercati e le loro taglie, la più alta partiva a quota di 10 Miliardi fino ad arrivare a una di 2 Milioni; probabilmente ce ne saranno altre, ma sarebbero talmente basse che non interesserebbero a nessuno.
Così mentre lei leggeva i nomi delle persone e a fianco le rispettive taglie gli saltò all’occhio una in particolare:
Soprannome: Drago Nero, Taglia: 350 Milioni, Nome Monkey D .…
“Robin!” la richiamo Nami dalla lettura “Cos’hai trovato?”
“Niente” rispose la donna dai capelli neri.
“Allora vieni, Rufy ha avvistato un naufrago lo vogliamo recuperare” la informò Nami.
Così arrivarono all’interno del Dock Sistem e alzarono il blocco di legno che fermava l’acqua in entrata, in modo che Rufy potesse allungare il braccio e tirarla a bordo.
Fatto ciò osservò meglio il naufrago.
Era una ragazza di circa 19 anni aveva i capelli rossi molto lunghi che gli arrivavano all’incirca alla vita, aveva due spade fissate sulla schiena che formavano una croce ed era vestita con abiti di colore bianco nella parte superiore del corpo mentre aveva dei pantaloni di colore azzurro.
Aprì gli occhi color ambra e fissò quelli neri di cappello di paglia, ma sentì le forze venire meno e svenne nuovamente.


La prima senzasione riuscì a distinguere fu quella del calore e morbido che era a contatto diretto con la sua pelle, poi lentamente sentì la senzasione di asciutto, quindi era fuori dall’acqua e gli tornò alla mente la faccia di cappello di paglia che la guardava.
Lentamente aprì gli occhi e notò che si trovava in una stanza con il soffitto in legno e in un letto bianco, girò lentamente la testa e vide uno strano essere che lei avrebbe definito un orsetto lavatore se non per il fatto che aveva delle corna alla scrivania impegnato a scrivere.
“Ti sei svegliata finalmente” gli parlò una voce che era dall’altra parte della stanza.
Così spostò lo sguardo che cadde su due persone una era una ragazza dai capelli marroni scuri e l’altro era cappello di paglia.
Lo strano tesserino si avvicinò a lei e gli posò una zampa sulla fronte e disse ai suoi compagni “Ha la febbre alta; anche se ho usato le medicine che conosco non gli si è abbassata, per fortuna che l’abbiamo tirata fuori dall’acqua e gli abbiamo tolti gli abiti bagnati se no a quest’ora sarebbe stata molto peggio”.
“Tolti gli abiti?” si ritrovò a pensare, con una mano lentamente risalì il suo corpo, in effetti, le sue gambe erano nude, come lo era quasi tutto il suo corpo e gli unici abiti che ancora aveva addosso erano il suo intimo.
Se avesse avuto il tempo sarebbe arrossita, ma neanche un secondo e sentì la testa farsi pesante e svenne di nuovo.

“Ragazzi dobbiamo trovare un’isola per prendere delle medicine se no lei rischia” informò il medico la ciurma, che gli si era radunata attorno per avere delle informazioni.
“Bene gente allora ci fermeremo e troveremo delle medicine” urlò il capitano.


OK GENTE
Sono tornato, scusate il ritardo ma la scuola è un vero problema, ma lentamente lo stiamo superando (Forse).
Sono uscite le taglie dei nostri eroi e ho messo il nuovo OC.
Che altro dire non saprei, ci vediamo nel prossimo capitolo.
CIAO

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Capitolo 15
*** Happy Island ***


Cap.15 Happy Island “L’isola della festa eterna”


Cappello di Paglia e la sua ciurma erano in viaggio verso Nassau, ma nel tragitto si erano imbattuti in una giovane naufraga, purtroppo nonostante l’avessero aiutata nel miglior modo possibile, la ragazza si era ammalata e neanche Chopper riusciva a guarirla e così decisero di fermarsi su un’isola per rifornirsi di medicine.
Approdando sentirono della musica ad un volume altissimo provenire dal centro della città e la ciurma, ad eccezione di Robin e Franky, sbarcò.
La città era piena di bar e nightclub e man mano che ci si avvicinava al centro della città, aumentava il numero.
A metà strada trovarono quello che cercavano una farmacia e Chopper poté fare rifornimento e per curare la ragazza che si trovava all’interno della nave, per curarla gli consegnarono un flacone al cui interno era presente una polvere di colore verde scuro.
“Presta attenzione è amarissima” lo avvertì il farmacista, era un uomo grassoccio, con occhi di colore marrone e con un camice bianco.
“Ok grazie infinite” lo ringrazio il piccolo medico che gli consegnò dell’oro che usò per pagare, (l’oro era un dono dei Sibri della luce che per poterli ringraziare per quello che avevano fatto, gli avevano consegnato parte del tesoro del Barone con i salti di gioia di Nami) poi ripartirono verso la nave per curare la ragazza.
Raggiunta la nave trovarono Franky che stava tranquillamente parlando con Robin e appena arrivarono in infermeria videro che la ragazza si era svegliata nuovamente.
Chopper dopo che ebbe letto le istruzioni per preparare la medicina si mise al lavoro perché la medicina doveva essere ingerita e se la ragazza sveniva nuovamente era un problema.
Cinque minuti ed era tutto pronto, dopo aver aspettato un paio di minuti, in modo che la medicina si raffreddasse, la porse alla ragazza che dopo aver tentato di non berla, il solo odore le faceva venire la nausea, si convinse e la bevve tutta in un colpo.
Dopo avergli fatto bere la medicina la lasciarono da sola per farla riprendere e uscì sul ponte.


“Merda che schifo” disse la ragazza mentre aveva di nuovo riappoggiato la testa sul morbido cuscino.
Anche se il sapore era davvero pessimo bisognava ammettere che iniziava già da adesso a sentirsi meglio, la testa non girava più e la sentiva più leggera segno che la febbre stava scendendo presto sarebbe riuscita a continuare la sua missione anche già la prima parte era completata.
Lentamente riuscì a mettersi seduta sul lato del letto “Ehi, vedo che stai già meglio” disse una voce al suo fianco.
Dall’ombra comparve una ragazza dai capelli di colore arancione, aveva gli occhi azzurri - marrone, indossava dei pantaloni lunghi di jeans e la parte superiore aveva solo un top che copriva (si fa per dire) il seno.
Era una bella ragazza non c’è che dire, piuttosto formosa e magra, accidenti se fosse stata dell’altra sponda un pensiero di loro insieme se lo sarebbe fatto più che volentieri.
“Come va adesso?” le chiese Nami appena si fermò ad un metro di distanza.
“Meglio, grazie” le rispose la ragazza cercando di mettersi in piedi, ma non ce la fece e si ritrovò di nuovo seduta sul letto.
“Piano, piano, piano” le disse gentilmente la navigatrice di cappello di paglia “Non ti sei rimessa ancora abbastanza da poterti muovere, in ogni caso io sono Nami e tu?”
“Lisara” rispose lei e continuo domandandogli “Per quanto ho dormito?”
“Due giorni, vuoi mangiare? Sono certa che il nostro cuoco sarebbe felice di prepararti qualcosa” le domandò cordialmente Nami.
“Magari dopo adesso vorrei farmi possibilmente un bagno” rispose ancora lei cercando di alzarsi nuovamente riuscendoci.
“D’accordo però non ti consiglio di uscire così” le rispose lei facendole notare che non aveva addosso nessun vestito se non l’intimo.
Lisara allora si guardò e si diede della stupida per non averci pensato, al che Nami gli disse di aspettare lì un attimo.
Passarono qualche minuto e la navigatrice tornò con un accappatoio glielo diede insieme a dei vestiti che Lisara riconobbe come suoi dopo averli visti.
“Il nostro medico ha affermato che puoi andare a farti un bagno, ma non esagerare ok?” l’avverti Nami.
Detto ciò l’accompagnò nel bagno era abbastanza grande da contenere una vasca, nel viaggio verso la parte posteriore della nave, notò che non c’era nessuno sul ponte e quando aveva chiesto il motivo la ragazza gli aveva risposto che aveva mandato via tutti per non metterla a disagio.
Dopo che Nami andò via, Lisara si svesti, riempì la vasca d’acqua calda e vi s’immerse.


Nami una volta tornata sul ponte, annunciò ai suoi compagni di poter uscire e iniziarono a tormentarla di domande e lei rispose ciò che poteva, a un certo punto Robin prese la parola.
“Lisara Akabane, è una ricercata ha una taglia di 15 Milioni” disse la donna dai lunghi capelli neri col giornale del giorno prima con tutte le liste delle taglie.
“COSA?? Rufy non possiamo fidarci!” urlò Usopp spaventato.
“Secondo me non ci farà del male dopotutto l’abbiamo aiutata” disse Sonia “piuttosto andiamo a vedere l’isola intanto che ci siamo?”
“Certo che sì!” rispose Rufy che era già pronto a partire.
Così Nami, Sonia, Robin, Usopp e Rufy iniziarono a rifare la stessa strada di prima e così quando furono quasi alla piazza della città videro una scena che non gli piacque per niente, c’era un uomo che era mezzo svestito con indosso solo dei pantaloni corti e con sulla testa una corona di frutta, che importunava una ragazza sui 20 anni.
Rufy non ci pensò due volte, prese a correre e colpì l’uomo in faccia con un pugno lo spedì a diversi metri.
“Ehi non hai sentito ti ha detto di andare via” gli urlò cappello di paglia.
La ragazza appena vide quello che era successo parlò con cappello di paglia “Non c’era bisogno che intervenissi” iniziò “vedi quell’uomo, è il re dell’isola, il suo nome è Giuliano III e si sa che fa un uso eccessivo di droga e alcol”.
“Quindi lui non è consapevole di quello che fa?” gli chiese Usopp.
“Esattamente” rispose lei “ma in ogni caso sono molto riconoscente siccome sei venuto ad aiutare senza indugio, cappello di paglia” gli disse la donna che si era avvicinata molto a lui, anche troppo per i gusti di Nami.
“Di niente” rispose semplicemente lui, mentre la ragazza aveva preso le mani di cappello di paglia tra le sue e la cosa mise a disagio cappello di paglia, mentre lentamente la ragazza avvicinava il suo viso a quello di Rufy che si faceva sempre più lontano per non farsi incollare a lei “Sai ho letto delle tue grandi imprese sui giornali è sorprendente dico davvero” gli rispose la ragazza.
“Ok, ok adesso basta” intervenne Nami per allontanare gentilmente la ragazza misteriosa da Rufy, in realtà l’ avrebbe voluta strozzare.
Intanto il re si era rialzato e si stava avvicinando a loro barcollando e arrivò da Nami e si mise a fare il cascamorto “Ti prego, vieni con me…. Ti assicuro che non te ne pentirai” e detto ciò provò a baciarla, ma prima che anche il pugno della navigatrice riuscisse a colpirlo, fu steso nuovamente da cappello di paglia.
“Bene direi di salutarci qui e grazie ancora del vostro aiuto, ma sono certa che ci rivedremo ancora” disse la ragazza misteriosa ai giovani che stavano fissando il re dell’isola, ormai finito nel mondo dei sogni.
Appena si fu allontanata dai cinque si rivoltò verso di loro e fece un sorriso malizioso a Rufy e un occhiolino, raccolse da terra il re se n’andò via.
“Strana ragazza quella” commentò semplicemente cappello di paglia non capendo dove volesse andare a parare, mentre tutti gli altri con un gocciolone sulla testa gli diedero dello stupido per non averlo capito.
Appena arrivarono in piazza la prima cosa che notarono fu la musica che era a livelli altissimi quasi come se volessero farli diventare sordi, mentre le luci proiettavano colori in ogni direzione, al centro erano presenti un paio di centinaia di ragazzi e ragazze che partivano dall’età di 16 anni fino a 25.
C’era chi ballava, chi si baciava e chi …. Faceva altro ecco.
Girarono per questo strano posto fino a raggiungere un bar dove non c’era quasi più nessuno, si avvicinarono al balcone per avere delle informazioni.
La donna che doveva essere la barista li guardò e disse “Sono spiacente l’alcol è finito arriverà dopodomani”
“Come scusi?” domandò Sonia.
“Non siete venuti per bere?” replicò la donna.
“No, siamo stranieri e siamo appena arrivati vorremmo semplicemente sapere perché c’è tutto questo casino” disse Robin che intanto si era seduta su uno sgabello.
“Stranieri?” domandò diffidente la donna che ora che li vedeva, in effetti, non li aveva mai visti da quelle parti, decise alla fine di credergli “su quest’isola, da quando è presente il nuovo re c’è una festa che vedete fuori un giorno sì e due no”
“Quindi qui in pratica ci sono quasi feste continuamente” disse Usopp.
“Esattamente, solo che finché sono feste tranquille non c’è problema solo che da come vedete lì fuori non lo sono e questo significa guai” spiegò la donna.
“Cosa c’è di male? A me sembrano solo ragazzi che si divertono” gli fece notare Nami.
“Sono tutti drogati e impazziti” rivelò di malvolentieri la donna “Da quando c’è in giro questa nuova gang mafiosa sparsa su diverse isole gira questa droga chiamata PURPLE, che li fa andare fuori di testa”.
“Perché allora la polizia non li arresta?” domandò Nami.
“Perché hanno il sedere parato, ecco perché!” gli rispose di rimando la donna.
“Da chi?” gli domandò Rufy.
“Non posso dirvelo adesso, ma venite domani mattina e lo saprete” gli disse la donna, poi finita la conversazione li intimò di andarsene.
“Ok, meglio tornare domani con gl’altri” disse Robin mentre prese a camminare verso la nave.


OK GENTE
Allora come andiamo?
Piaciuto il capitolo a me abbastanza, ma non so se ho reso bene la parte della festa.
Comunque Happy Island ha parecchi problemi direi tra mafiosi spacciatori a chi li protegge, a Re festaioli e misteriose ragazze che ci provano con Rufy.
Adesso vado, ci vediamo al prossimo capitolo.
CIAO
p.s. bambolinarossa98 spero di aver reso bene per adesso Lisara, ma se non va bene qualcosa dimmelo e vedrò di correggerlo.

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Capitolo 16
*** La verità su Happy Island ***


Cap.16 La verità su Happy Island


“Siamo tornati!” urlò Rufy una volta varcata la soglia del locale insieme alla sua ciurma e Lisara che aveva deciso di seguirli.
“Benvenuti, volete qualcosa da bere?” disse la signora della sera precedente.
“Non si ricorda di noi?” domandò Cappello di Paglia.
“Non capisco?” disse la donna mentre indicava una porta dietro il bancone e invitava i pirati ad oltrepassare.
Una volta andati oltre tranne Franky e Zoro che erano rimasti a bere della birra, la signora chiuse la porta e accese della musica che però tenne a basso volume.
“Scusate per la scena di prima, ma ci controllano” iniziò a parlare.
“Controllati da chi?” domandò Sonia, mentre Chopper e Usopp iniziarono a guardarsi attorno spaventati.
“Voi siete stranieri, ma sicuramente saprete che la mafia è brava a infiltrarsi anche dove non dovrebbe, qui le bande sono sotto le grandi parti delle famiglie”iniziò a spiegare.
“Le grandi famiglie?” chiese Sanji.
“Esattamente, ognuna delle quali ha un diverso ramo in cui si amplia, finché non scoppiano guerre tra loro per la supremazia” prese un respiro e riprese il discorso “ ma a volte, anche loro hanno bisogno di essere protetti, quelli che li proteggono sono i SEI SUPER CRIMINALI”
“Super criminali?” chiese Robin, mentre Usopp, Brook, Chopper e Nami iniziarono a scappare in ogni angolo della stanza urlando che quel nome non gli piaceva per niente.
“Sono dei criminali talmente potenti che alla fine l’Impero ha deciso di perdonargli qualsiasi cosa essi facessero, in cambio essi avrebbero combattuto per loro se fosse stato necessario”
“Assomiglia tanto alla Flotta dei Sette, anche se loro sono in sei” fece notare Brook.
“Secondo voi da chi hanno preso l’idea?” gli chiese la donna anche se non c’era bisogno che gli altri rispondessero.
“Interessante e ciò che c’entra?” chiese Sonia.
La donna fece per rispondere, ma Lisara la precedette “Uno di loro ha base qui” comunicò.
Tutti si girarono verso la ragazza, allarmati da quanto aveva detto.
“Non esattamente, diciamo che hanno una base di ricerca e la ricerca, siamo noi” comunicò la donna.
“Com’è possibile?” chiese Nami.
“Avete presenti tutte le feste che ci sono, come quella di ieri?” chiese la donna mentre i pensieri dei pirati tornarono a quello che avevano visto “serve a distrarci, dimenticare cosa ci fanno davvero” concluse iniziando a tremare.
“E cosa vi fanno?” domandò Robin cercando di farla andare avanti.
“La Purple è una droga che assumono in molti che partecipano alle feste, ma a volte la mischiano a degli steroidi, ISO-8, solo che a volte questa droga uccide, colui che controlla la base del Supercriminale è uno scienziato e vuole studiare i suoi effetti, sia quelli per la quale è stata creata quindi rinforzo fisico, maggiore velocità, forza, ma anche negativi come la morte di chi la assume”.
“Quindi la banda mafiosa prepara la droga e lo scienziato ci mette dentro l’ISO-8” concluse Sanji che si era acceso una sigaretta “Ma perché il re non interviene?”
“Il re è giovane e gli importa solo di potersi divertire il più a lungo possibile” concluse la donna fissando il pavimento.


Intanto all’esterno della stanza nel bar, Zoro bevevo della birra e Franky della cola, nel bar entrarono due persone, una donna e un uomo, entrambi erano vestiti di nero, avevano una maglia nera sulla parte superiore del corpo, lei aveva una minigonna e lui invece aveva dei pantaloni corti entrambi neri ed entrambi avevano un cappello nero con sopra uno stemma di un satellite che gira attorno ad un pianeta.
La donna che aveva dei capelli arancioni a caschetto con gli occhi neri, mentre l’uomo anche lui i capelli corti aranci e occhi di colore marrone.
La donna si avvicinò al bancone e disse “Vorremo parlare con la padrona del locale, dove si trova?” le chiese con un certo astio.
“Non lo so, mi spiace” rispose l’uomo mentendo, aveva paura una mossa falsa e sarebbero stati dolori.
“Ma davvero?” chiese la donna “Le telecamere mostrano che è ancora qui, nella stanza accanto è presente della musica che c’impedisce di ascoltare cosa ci sia all’interno”.
L’uomo allora iniziò a sudare freddo, era stato scoperto.
Un paio di secondi e la donna gli mise una pistola davanti agli occhi e stava per sparare, ma un fendente la costrinse ad indietreggiare.
Zoro aveva deciso di intervenire “Se lo uccidete chi ci servirà da bere?” domandò ai due vestiti di nero, mentre Franky si era portato al suo fianco.


“Quindi cosa possiamo fare?” chiese Nami, preoccupata di tutta questa storia.
“Niente, mi spiace se vi ho fatto illudere di poterci aiutare” disse semplicemente la donna che si stava intanto avviando verso l’uscita.
Stava per abbassare la maniglia, quando dall’altra parte ci fu un’esplosione, aperta la porta videro che all’esterno del locale infuriava una battaglia tra gli strani tipi e i due di cappello di paglia.
Zoro stava affrontando la donna senza difficoltà, infatti, aveva tirato fuori una sola delle sue spade, mentre Franky stava affrontando l’uomo che scagliava strane sfere d’energia che al grande cyborg non facevano molto male.
Zoro stancato di quella situazione e dato che il suo avversario, non sarebbe stato in grado di sconfiggerlo decise di farla finita, chiuse l’occhio e mentre la nemica lo attaccava, lui tagliò il terreno, il suo avversaria e tutto quello che c’era in mezzo “Tecnica una spada: canto del Leone!”.
Franky dal canto suo si trovava sotto un bombardamento continuo di quel ragazzo, così tirò fuori i suoi missili e così intercettò le sfere e gli diedero la possibilità di contrattaccare “Franky: Radical Beam!” detto ciò sparò un fascio di luce che colpì il suo avversario.


“Dottor Acromio, signore, sono stati entrambi sconfitti” lo informò uno dei droidi che dell’impero che aveva programmato perché obbedisse solamente ai suoi ordini.
“Sì, lo so ho visto, in quest’isola non abbiamo più niente da fare, però direi che posso divertirmi un po’” detto ciò si alzò dalla comoda poltrona in cui era seduto, sistemandosi gli occhiali con il dito medio, si avviò verso il portello superiore.
Questa missione è stata una vera noia, a parte qualche persona che si era rivelata interessante, quando esplodeva, non era successo niente.
Non che si potesse lamentare, se poteva mandare avanti gli esperimenti, era solo grazie, al Sommo Ghecis, il super criminale.
Mentre camminava, un superdroide gli si avvicinò, era diverso dai suoi consimili, era alto, più massiccio e la faccia rientrava nella gran parte superiore del corpo, tutto colorato di un grigio metallico.
“Signore abbiamo identificato i trasgressori, sono la ciurma di cappello di paglia” gli comunicò.
“La ciurma di cappello di paglia?” domandò lui, non li conosceva.
“È una ciurma pirata, guidata da Monkey D Rufy detto cappello di paglia, la taglia complessiva su tutta la ciurma ammonta a 120 Milioni” spiegò il droide mentre cercava di stare dietro allo scienziato.
“Monkey D Rufy? Il nipote di Garp? Che cacchio ora dovrò cercare di portarlo vivo dal Sommo, uffa” alla fine decise di non uscire tanto valeva aspettarli lì, Ghecis voleva la sua vendetta su Garp, però il vero Garp non sapevano dove fosse.
La banda mafiosa era già andata via non appena aveva visto i guai in arrivo.
Allora lo scienziato che rispondeva al nome d’Acromio si avvicinò alla parete, premette il pulsante che gli permetteva di usare gli altoparlanti all’interno dell’immensa base “Voglio che tutti i droidi si presentino al portello numero uno e che si preparino a respingere, l’attacco nemico”.
Intanto uno dei droidi dalla testa a forma di piccone che lo seguiva si girò verso lo scienziato per domandargli “Ma signore, siamo sotto attacco?”.
“No, ma qualcosa mi dice che tra poco lo saremo” rispose semplicemente lui e guardò i due droidi che si allontanavano.

Rufy dopo aver visto lo scontro tra i suoi compagni ed i misteriosi aggressori e la loro sconfitta, si avvicinò e gli domandò dove fosse la loro base, questi dopo aver esitato alla fine avevano ceduto e confessato tutto.
Quando la proprietaria del bar aveva sentito la risposta, era rimasta scioccata avevano sempre camminato sotto di loro, questo spiegava come mai apparivano sempre e ovunque.
Intanto la ciurma di cappello di paglia non aveva aspettato, erano in piazza e Sanji dopo aver picchiettato per un po’ il terreno con un piede, usò l’Haki dell’armatura sulla gamba e sfondò il terreno rivelando un lungo corridoio nero.

OK gente come andiamo, iniziano i problemi su Happy Island sarà difficile ma non mi dispiacerà spero.
OK CI VEDIAMO LA PROSSIMA VOLTA
CIAO

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Capitolo 17
*** Il dottor Acromio ***


Cap.17 Il Dottor Acromio


Come aveva previsto erano passati pochi minuti e si era sentito un botto gigantesco, molto probabilmente avevano fatto saltare uno dei portelli posti sul soffitto e ciò lo aveva fatto crollare, ma aveva tempo aveva mandato i suoi droidi a rallentarli.
Aveva un solo obiettivo adesso, distruggere tutti i dati all’interno dei computer “Per quanto riguarda l’ISO-8, perlomeno” si disse mettendosi meglio gli occhiali.
Passò davanti al suo ufficio, era piccolo e stretto, ma era sufficiente da permettergli di fare il suo compito, per fortuna lui non era il tipo da portarsi dietro troppe cose, quelle poche che aveva erano a bordo del motoscafo che lo aspettava.
È solo un peccato che non abbia abbastanza tempo da inviarli alla base, ma se non altro nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza se non lui e pochi altri.
L’ISO-8 è un cristallo che se fatto diventare polvere è in grado di potenziare fisicamente e mentalmente una persona, ma se il corpo in cui viene inserito lo cerca di respingere, il corpo muore per esplosione interna.
Al ricordo dei sette che erano esplosi non appena ingerita la Purple mischiata all’ISO-8, il dottore si mise a ridere, le loro facce lo facevano davvero divertenti, poi erano esplosi altri sei in poco tempo.
Già belli quei ricordi, anche se bisognava ammettere se non fosse entrato nel Team Return sarebbe stato spazzato via molto tempo prima.
“Il Team Return che nome idiota”si ritrovò a dire.
Per quanto cercasse di ricordare il vecchio nome del team che ora faceva parte, non ci riusciva.
Delle informazioni che aveva raccolto, sapeva che c’era già da prima un altro nome, ma aveva dovuto cambiare per qualche motivo.
Ghecis lo aveva deciso, no sbagliato lui si voleva sentire chiamare il Sommo Ghecis, se no erano guai.
Ghecis era uno dei primi sei che erano entrati a far parte dei supercriminali.
I supercriminali erano una serie di criminali che erano col tempo ed esperienza diventati molto forti, solo che all’Impero non piaceva questa storia che loro potessero agire liberamente; allora decise di proporgli un patto loro sarebbero diventati i loro cani sciolti in compenso sarebbero stati liberi di fare quel che volevano, tranne attentare contro di loro.
“Che gran contro senso” si ritrovò a pensare, ma era quasi arrivato a destinazione quindi basta distrazioni.


“Dove sei scienziato dei miei sandali?” urlò cappello di paglia arrabbiato mentre correva lungo quei corridoi uno uguale all’altro.
Un droide dalla testa a forma di piccone gli si mise davanti e con un pugno cappello di paglia lo stese.
Quando erano entrati nella base si erano trovati davanti una trentina di droidi che sparavano nella loro direzione, ma grazie alla sua gomma e alle spade di Zoro nessuno dei pirati si era fatto male, invece dei droidi non era rimasto in piedi nessuno e mentre Nami stava pensando a un piano lui si era messo a correre verso un punto non ben definito.
Svoltò a destra in un altro corridoio solo che questo si rivelò un vicolo cieco, allora lui iniziò a soffiare con forza all’interno del pollice e con il braccio che era diventato gigante sferrò un pugno contro la parete che si trovava davanti e, dopo averlo fatto tornare a dimensioni normali, entrò in una stanza che era piena di computer.


“Sommo Ghecis, le posso assicurare che…” neanche finita la frase e la parete alla sua destra era esplosa.
Appena il fumo fu diradato rivelò un ragazzino che avrà avuto circa 19 anni, dai capelli neri e occhi neri, con un cappello di paglia in testa, era lui.
“Sei tu lo scienziato pazzo che fa esperimenti su questa gente?” gli chiese arrabbiato cappello di paglia.
“E se ciò fosse?” gli domandò Acromio.
“Allora ti elimino qui e subito!” disse cappello di paglia attivando il Gear Second.
“Si certo, ti spiace se prima finisco di spegnere i computer?” gli chiese facendo vedere un falso sorriso.
“Fermo Acromio” gli intimò la voce alle spalle, solo allora cappello di paglia notò che oltre lo scienziato che era vestito tutto di bianco immacolato con un grande camice anch’esso bianco, c’era il volto di una persona che lo fissava con astio.
“Tu sei Cappello di Paglia, il nipote di Garp, vero?” gli domandò.
“Esattamente sono colui che diventerà il re dei pirati!” gli rispose Cappello di paglia.
“Bene, il mio nome è Ghecis, sono molto felice di incontrarti, ma lo sarò molto di più quando ti potrò eliminare con lei mie mani, ragazzino!” detto ciò chiuse la conversazione e lo schermo diventò nero.
“Ehi aspetta!” gli urlò cappello di paglia, ma poiché non ricevette risposta, la sua attenzione si spostò sullo scienziato che aveva ancora quel suo sorriso fasullo “Come fa a sapere chi sono e perché tutti conoscete mio nonno?”
“Ragazzino potrei risponderti, ma non credo che sia il caso, vedi non sono l’adatto a raccontarti questa fantastica storia” disse lo scienziato.
“Gum gum jet pistol” lo attaccò Rufy con un pugno che fu schivato quando lo scienziato spostò la testa di lato.
“Ragazzino, se vuoi combattere ci sto, ma ti avverto che non sono alla tua portata e lo dico in tutta la verità, vedi ti devo fare i miei complimenti per la vittoria sul Barone Grigio” disse mentre si voltava e iniziava a premere dei pulsanti su uno dei computer “ma io sono molto più forte di lui, come il Sommo lo è di me, non sfidarci hai già tanti problemi” concluse voltandosi.
“Jet Bazoka!” urlò cappello di paglia, che velocissimo si portò davanti a lui e cercò di colpirlo, ma come per prima anche questo colpo fu schivato.
Dopo pochi secondi, cappello di paglia, si ritrovò a terra a boccheggiare, Acromio aveva approfittato della vicinanza per sferrargli un pugno poco sopra lo stomaco.
“Hai resistenza non c’è che dire, molti sarebbero svenuti sul colpo” disse soltanto, mentre si era rigirato e premeva di nuovo i tasti finché non cessò, alla fine premendo uno che era più grande degli altri, si rigirò e guardò cappello di paglia che si stava rialzando “Ti do due possibilità, una è affrontarmi e probabilmente essere sconfitto e l’altra è salvare i tuoi compagni dal crollo totale di quest’edificio”.
“Cosa?” domandò cappello di paglia non capendo.
Vista la sua faccia che non afferrava il concetto girò lo schermo del computer, il video mostrava un conto alla rovescia che si stava esaurendo e poco distante un’immagine dei suoi compagni.
“A te la scelta cappello di paglia di là” indicò una delle porte “ci sono i tuoi compagni, ci vedremo ancora immagino” e detto ciò lasciò cappello di paglia a decidere.


Con quella mossa Acromio era certo che di aversi tolto dai piedi anche l’ultimo ostacolo ora rimaneva solo di salire sul motoscafo e andarsene via, ormai i suoi scarsi assistenti dovevano essersi tolti le corde con cui erano stati legati da cappello di paglia, quindi saranno ormai arrivati al porto.
Appena mise i piedi fuori di quel buco che poco prima era la sua base di ricerca, la cosa che notò era che il sole era molto più abbagliante del solito, ma era normale, dopo settimane di luce artificiale.
“Così sei finalmente uscito dal tuo buco, direi che si addice ad un topo da laboratorio come te, Acromio” disse una voce davanti a lui.
Appena la vide la riconobbe, vestita di calze viola dove era fissata una daga d’acciaio, la parte superiore con una camicia di colore arancione e un mantello di color viola che copriva le sue braccia.
“Ah, sapevo che i ribelli stavano ficcando il naso” disse semplicemente con il solito sorriso falso “Sai era divertente vederti come ci provavi come cappello di paglia ieri, in ogni caso cosa vuoi da me, Alena?”
“Vogliamo tutti i dati sull’ISO-8, dove è estratto e soprattutto chi sono i tuoi compratori” gli comunicò tranquillamente.
“Sono spiacente, ma dimmi perché te lo dovrei dire?” e di li passarono pochi secondi di silenzio “come immaginavo non ne hai e adesso io passerò e se dovrò ucciderti lo farò” le comunicò diventando serio e si mise a correre contro la ragazza.


Cappello di paglia, dopo aver visto scappare il dottore, non ci pensò due volte sarebbe andato dai suoi compagni, anche se la voglia di avere delle risposte era molto alta, decise di andare per la strada indicata.
Era passato per cinque corridoi, ma niente dei suoi amici non c’era traccia, alla fine svoltando l’angolo si scontrò contro qualcuno e cadde sul morbido.
Aprì lentamente gli occhi e trovò il suo viso attaccato a quello di Nami, con le loro labbra incollate, velocemente si scollò da lei con il viso che gli stava andando a fuoco, come quello di Nami.
Si alzò e aiutò la navigatrice a fare lo stesso, la ragazza gli stava per comunicare qualcosa, ma fu fermata da Rufy “Nami dobbiamo parlarne dopo, adesso dobbiamo scappare da qui questo posto sta per essere distrutto” e finita la frase riprese a correre seguito a ruota da Nami.
Passato un minuto, entrambi trovarono la ciurma a ficcanasare in giro, quando erano arrivati Rufy gli comunicò quello che stava per succedere e così riuscirono a scappare in tempo dalla base, quando tutti furono al sicuro, si guardarono intorno, l’unica che mancava era Lisara.
“Dobbiamo tornare dentro e avvertirla” disse Sanji, ma all’interno della base ci fu un’esplosione e si alzò un gran polverone e tutti pensarono che per la ragazza non c’era niente da fare, invece si sentirono dei passi e la ragazza anche se impolverata apparve.
“Tutt’apposto?” chiese quando gli altri la videro.
“Sì” risposero gli altri appena si ripresero dallo shock, nonostante fosse con loro da poco tempo a Nami iniziava a stargli simpatica quella ragazza.
Nami senti un’esplosione avvenne sottoterra e crollo del tutto l’ingresso, era finita o almeno questo credeva.
Tutto era tranquillo finchè la ragazza che ci aveva provato la sera prima non cadde dal cielo sopra Rufy che la prese al volo.
“È un segno del destino, visto?” disse la ragazza quando si rivolse a cappello di paglia.
Passarono cinque secondi e anche Acromio scese dal cielo e si mise davanti ai pirati, Sanji e Zoro lo attaccarono insieme.
Sanji gli sferrò un calcio dall’alto, ma lui lo schivò, come schivò l’attacco con due spade da parte di Zoro che aveva visto nell’attacco di Sanji l’occasione di coglierlo di sorpresa.
Ma il dottore, prese per la gamba Sanji e lo lanciò su Zoro, che fermò il compagno con le mani e dopo aver alzato il viso sul suo avversario ricevette un pugno talmente forte che lo fece volare a decine di metri.
“Sapete siete una vera delusione” commentò Acromio, a parte il fatto che non aveva più il suo camice da laboratorio e qualche graffio era come nuovo “Ho deciso che vi eliminerò tutti”.
La ciurma di pirati si preparò allo scontro, ma un fischio costrinse Acromio a schivare un grosso proiettile che mirava alla sua testa, ma non riuscì del tutto e questo gli aveva lasciato un profondo graffio sulla faccia dal quale usciva del sangue.
Il proiettile finì la sua corsa nel terreno dove procurò una crepa che si stendeva da un edificio all’altro, per tutta la strada.
“Affrontare Alena e la ciurma di Cappello di Paglia è una cosa” iniziò col dire, mentre il suo sguardo passava da un edificio all’altro “Ma affrontare il miglior cecchino del mondo non ne ho propria voglia”.
La ciurma di pirati si guardò attorno preoccupata non avrebbero mai gradito, un proiettile così potente da spaccare in due il terreno.
“Ehi, DEADSHOOT! Dove sei?” urlò Acromio, ma non ricevette risposta, probabilmente non era a portata d’udito e forse non era neanche su quell’isola, molto probabile che la sua nave fosse in mare e il colpo fosse solo di ribalzo, questo spiegava perché era stato così lento.
Maledizione a quel mercenario che rispondeva al nome di Floyding Newton e alla sua abilità nel far rimbalzare i proiettili sulle pareti, era così che si era guadagnato la sua fama di cecchino invincibile e migliore, era in grado di beccare il suo bersaglio anche se era distante chilometri.
Passò qualche minuto immobile, ma non partirono altri spari ciò significa che non era lì per uccidere ne lui, ne i pirati, ne Alena, forse era una missione di protezione di Alena.
Acromio era in una posizione di svantaggio sotto tiro da parte di un cecchino, in minoranza numerica, decise di andarsene, li avrebbe sistemati un’altra volta.


Sul rapido motoscafo che lo stava portando alla base principale, Acromio era disteso, guardava il cielo che ora iniziava ad assumere le varie tipologie di colori caratteristici del crepuscolo e si mise a ridere.
I suoi subordinati che erano alla guida si voltarono e gli chiesero “Cosa ride signore? Abbiamo perso i dati sull’ISO-8, abbiamo perso la base e anche i droidi”.
“Sì è vero, stavo solo pensando a cappello di paglia” rispose lui e i suoi assistenti lo guardarono straniti e allora lo scienziato continuò nel suo discorso “Ha un potenziale enorme, come il resto della sua famiglia”.
“Lei dice?” le chiese la sua assistente dal sesso femminile.
“Sì, i Monkey D, lo hanno sempre dimostrato” disse l’altro rispondendo al posto d’Acromio.
“La D, molti misteri seguono quel nome e quando Ghecis lo sottovalutò, tempo fa fu sconfitto da due che portavano quel nome e da uno che non l’aveva” disse chiudendo gli occhi.
“Lei si riferisce quando il Sommo fu sconfitto vero?”
“Esattamente, quando fu sconfitto da Monkey D Garp, Gol D Roger ed Edward Newgate” concluse l’uomo.


OK gente ho sonno, ma sono felice di aver completato anche questo.
Ora questo capitolo è molto lungo e spero che vi piacerà.
OK ci vediamo al prossimo
CIAO

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Capitolo 18
*** In viaggio verso Nassau ***


Cap.18 In viaggio verso Nassau


Rufy cappello di paglia era sulla sua nave che procedeva veloce sull’acqua in direzione nord-est. Avevano dovuto abbandonare in fretta la città, anche se erano riusciti a vincere contro i loro avversari, i ragazzi che facevano uso delle sostanze non furono molti contenti che non n’avrebbero più avuto, ma il re e Alena li avevano ringraziati prima della loro fuga.


La strana barca dei pirati di cappello di paglia stava sparendo dall’orizzonte e dopo aver risteso di nuovo Gulielmo III quando ci aveva riprovato con lei, con un pugno in piena faccia, prese il suo apparecchio di comunicazione se lo mise attaccato all’orecchio e disse “Chiama DRAGO NERO”, attese per qualche secondo finché una voce femminile rispose.
“Alena, tutto bene?” le chiese una voce calda e tranquilla dalla parte opposta.
“Sì, perfettamente, solo che Acromio si è rifiutato di collaborare e mi ha attaccato, comunque la prossima volta quando mandate Deadshoot avvertite, grazie, mi ha quasi fatto venire un infarto”rispose la ragazza sfogandosi sull’interlocutrice.
“Sì, scusa hai ragione, il maestro Aristide ha pensato che magari avresti avuto bisogno d’aiuto” rispose tranquillamente.
“Sì e ha avuto ragione” si fermò un attimo e prese un bel respiro “Ho incontrato tuo fratello, IRIS”
Dall’altra parte si sentì un sussulto, ma rimase in silenzio finché non chiese “E come ti sembra?”.
“È un bel ragazzo, peccato che è troppo occupato di rendersi conto di essere innamorato della sua navigatrice per vedere me” concluse con una smorfia.
“Alena, non era quello che intendevo” disse d’altra parte “Ma chi è la sua navigatrice?”.
“Una bella ragazza, dai cappelli arancioni, fisico da modella e un seno in grado di far cadere ai suoi piedi chiunque” le rispose “E per rispondere alla tua domanda di prima, il tuo fratellino possiede il tuo stesso carattere se non per il fatto che è molto più incosciente, ha attaccato Acromio senza pensarci due volte”
“Proprio come me lo ha descritto il nonno” disse sovrapensiero “Ah a proposito è qui alla base”
“Davvero? Garp è alla base? Allora torno il prima possibile così posso salutarlo” le rispose con fermezza “Torno non appena posso, ok? Qui Alena chiudo”, mise via il suo auricolare di comunicazione e prese a camminare pronta a partire, fece pochi passi e spari in uno sbuffo di fumo.



“Capitano Kenneway” disse un pirata dalla pelle scura era di circa 45 anni, aveva una bandana sopra la testa che la copriva in parte facendo vedere la capoccia pelata, aveva due occhi azzurri che erano seri come pochi, aveva i vestiti di colore verde sia i pantaloni che tendevano verso il giallo, che la giacca.
“Cosa c’è Ade?” domandò il capitano di 35 anni della nave, aveva i capelli biondi e occhi azzurri, era vestito con dei pantaloni di colore azzurro, dei stivali di cuoio marrone scuro, e una camicia bianca, con sopra un mantello di colore marrone. Il pirata in questione era uno dei pirati più forti e temuti che giravano per le acque del Three World.
“Le volevo far vedere un articolo di questo giornale e questi manifesti da ricercati”
Detto ciò appoggiò, sul tavolo che era al centro della stanza del capitano.
Una figura femminile che avrà avuto circa 30 anni, aveva lunghi capelli rossi e occhi color verde-acqua ed indossava dei pantaloni marroni, una camicia azzura con un grossa scollatura e una giacca di colore marrone e ai piedi aveva dei stivali col tacco di colore marrone, si avvicinò da sinistra al tavolo e raccolse quello su cui era presente la faccia di cappello di paglia e guardandolo, sorrise.
“Sì è proprio uguale a lei non c’è che dire, mi fa tornare alla mente il periodo in cui Iris è stata qui con noi” disse spostandosi parte dei lunghi cappelli rossi dietro la testa.
“Max ci ha chiesto di aiutarli come possiamo e così faremo” disse il capitano della nave, continuando a fissare il mare dalla finestra della stanza riprese la parola “Tra quanto arriveremo a Nassau, Anne?”
“Una giornata” rispose la donna.
“E loro?”
“Stando alle informazioni dovrebbero arrivare tra circa tre”
“Bene” e ritornò il silenzio nella stanza.
“In ogni caso gira voce che saranno presenti sia Tatch, sia Ornigold” parlò Ade.
“Con il nostro capitano, in altre parole te Kenneway, saranno presenti tre dei cinque pirati imperatori in un unico luogo” costatò Anne.
“Sarà di certo un luogo in cui, anche solo una rissa potrebbe far nascere una guerra senza quartiere” puntualizzò Ade conoscendo il pensiero degli altri “Senza contare che il capitano Tatch odia Ornigold”
“Allora noi faremo da mediatori tra i due, puoi andare Ade” disse il capitano girandosi verso il suo vice “E un’ultima cosa, di agli uomini, di prepararsi a dover combattere in ogni momento, perché oltre a dei pirati attaccabrighe potremmo essere attaccati sia dagli assassini, sia dall’Impero e anche i templari” e detto questo si girò di nuovo e il pirata entrato prima uscì.
La donna si stese sul grande letto della stanza a fissare il soffitto e Kenneway vedendola li, a rimuginare su qualcosa non riuscì a desistere dal voler sapere cosa “A che stai pensando?” gli chiese avvicinandosi a lei.
“Che mi manca Iris” gli rispose quando il suo capitano si sedette anche lui sul letto “In pratica gli abbiamo fatto da genitori, anche se la differenza tra le nostre età è ridicola”
“Così, ti manca quella mocciosa?”
“Abbastanza sì, niente da togliere ai nostri figli solo che lei…” e non seppe come concludere la frase.
“Lei è speciale” concluse al suo posto.
“Esatto” e detto questo chiuse gli occhi e si rilassò per qualche momento finché non sentì una mano che si stava facendo strada sotto la sua maglia “Ehi, che fai?” domandò all’uomo di fianco a lei che gli posò un bacio sulle labbra.
“Siccome ti manca tanto, che ne dici di fare un altro figlio?” le chiese baciandola ancora.
“Non male come idea” rispose lei approfondendo al bacio lasciandosi andare.



“Nami siamo arrivati?” chiese Usopp annoiato a morte siccome erano passati ben due giorni, dall’ultima isola.
“NO!” rispose lei colpendolo con un pugno sulla testa.
“Ahia, ma che ho fatto scusa?” gli chiese il cecchino massaggiandosi la parte lesa.
La navigatrice rispose grugnendo e stridendo i denti e prese ad andare in sottocoperta, ma dalla porta al secondo piano spuntò Rufy, che appena vide la navigatrice diventò più rosso della sua camicia e si richiuse nella stanza dalla quale era uscito.
La navigatrice vedendo quello che il capitano aveva fatto riprese a sbuffare più forte di prima e ripartì a passo di marcia.
Quando anche lei se ne andò Usopp si domandò “Mi sono perso qualcosa?” credendo di essere solo.
“Sì” rispose una voce che lo fece sussultare e scattare in piedi dallo spavento.
Il ragazzo si girò lentamente, vide che era Sonia, riprese a respirare e gli urlò “SONIA MI VUOI FAR VENIRE UN INFARTO!?!”
“Tranquillo, Chopper mi ha insegnato le tecniche di rianimazione” gli disse con un sorriso.
“NON È QUELLO CHE INTENDEVO, in ogni caso cosa è successo?”
“Rufy nella base del dottor Acromio ha dato per sbaglio un bacio a Nami, solo che è da allora che non gli parla più”
“Finalmente l’ha baciata, sul serio non se ne poteva più anche Sanji si era stancato di quella storia…! Aspetta cosa significa che è d’allora che non si parlano più?” domandò alla ragazza.
“Quello che significa, ogni volta che Rufy incrocia Nami, lui scappa”.
“Ok, non è da Rufy scappare, quindi questa cosa va risolta” disse Usopp sia a se stesso sia alla ragazza.
“Sì!!! Ma come?”
“Ho un piano!” urlò emozionato lui e si mise a parlottare con la ragazza.


Intanto mentre Usopp continuava a parlare con Sonia dall’alto della palestra, Lisara li stava fissando e fu distratta solo da Zoro che era entrato.
“Ciao” disse lei.
“Ciao” rispose lui “Che stai facendo?”
“Niente guardavo in giro e tu?”
“Sono venuto qui per allenarmi”
“Ok” rispose lei ritornando a fissare l’esterno.
Passarono qualche minuto e i due chiacchieroni scomparvero e allora la ragazza spostò lo sguardo su Zoro, che era occupato con uno dei suoi enormi bilancieri.
Il ragazzo si era tolto la sua giacca verde, che porta di solito ed era rimasto a petto nudo per impedire che l’indumento gli facesse da ostacolo.
La ragazza era rimasta a guardarlo per qualche secondo, all’improvviso si rese conto che quella era una occasione d’oro per lei, perciò si avvicinò lentamente al ragazzo e gli parlò con voce suave.
“Sai non ci avevo fatto caso prima, ma siete un po’ tutti dei bei ragazzoni qui a bordo, tu in particolar modo, scommetto che hai almeno una dozzina di ragazze ad aspettarti”
“No nessuna, mi spiace deluderti”
“Quindi non c’è nessuna di speciale nel tuo cuore?”
“No” gli disse lui, bugia, in realtà una c’era, intanto il ragazzo aveva appoggiato l’enorme bilanciere e si era seduto per riprendere fiato.
“Quindi non ti dispiace se mi siedo qui” gli disse sedendosi sulle sue gambe e prese a massaggiargli i pettorali.
“Ehm, ecco…” tentò di dire lo spadaccino, ma si bloccò quando la ragazza iniziò a sbottonare alcuni bottoni della camicia che indossava “Che stai facendo?” le chiese quando non poteva fare a meno di notare la scollatura del seno della ragazza.
“Niente, mi sbottono un po’ la camicia se non ti dispiace, certo che fa caldo non trovi?” gli rispose lei.
“Sì, certo, scusa ma devo andare giù” gli disse lo spadaccino, col volto in fiamme, correndo via, sperando che la ragazza non notasse il rigonfiamento tra le sue gambe.
Lisara vedendo lo spadaccino così in imbarazzo e l’effetto che aveva fatto si riabbottonò la camicia e si disse che sarebbe riuscita facilmente nella sua missione.



Nami aveva incontrato Sonia nella cabina che gli aveva chiesto se la poteva raggiungere dalla polena, così si era incamminata tristemente, quella situazione con Rufy era davvero incasinata non ne poteva davvero più.
Era arrivata a destinazione e passò qualche minuto e finalmente sentì dei passi alle spalle e si girò, ma invece che vedere Sonia incrociò lo sguardo col suo capitano che incominciò di nuovo a diventare rosso e fece per andarsene, ma stavolta fu fermato dalla navigatrice “Aspetta Rufy”
Il capitano si era trovato li perché Usopp gli aveva detto che voleva mostrargli una nuova arma, invece si era trovato Nami davanti, con parte della testa che gli diceva di scappare e l’altra che gli diceva che doveva chiarire la situazione.
“Senti Nami, io insomma non volevo che succedesse” disse alla sua navigatrice, che per un attimo trattenne il respiro.
“Cioè no, volevo che succedesse, solo che non ero sicuro che succedesse, insomma io ti volevo dire che mi piaci, cioè non volevo, si piaci come amica, ma anche di più si insomma…” e continuò così cercando di spiegare alla ragazza quello che era successo.
Nami non appena vide il suo capitano impacciato in quel modo, si diede della stupida a pensare che Rufy, non provasse quello che lei provava per lei e iniziò ad avvicinarsi a lui lentamente, mentre quello continuava con il suo improbabile sproloquio.
Così quando era a cinque metri dal ragazzo, dal alto della nave iniziò una musica dolce, o meglio romantica che spinse la ragazza a continuare la sua marcia finché quando fu vicina Rufy gli prese il viso, mentre lui non finiva più di parlare e incollo le sue labbra a quelle del ragazzo mettendo fine ad ogni scusa improbabile del capitano.
I due ragazzi si staccarono solamente dopo un minuto buono, giusto perché dovevano riprendere fiato.
“Nami, fidati tu mi piaci da impazzire, ho provato a dirtelo all’isola dei Sibri, solo che poi è arrivato Zoro e da allora non abbiamo avuto momenti da soli, dopo quello che è successo nel laboratorio non credevo che io ti piacessi” concluse il capitano e la navigatrice come risposta gli diede un altro bacio per poi staccarsi.
“Anche tu mi piaci capitano, da molto ormai, solo che non credevo di piacerti anch’io, ma ora che lo so non ti lascio più andare”
E dopo aver finito le parole entrambi si baciarono nuovamente, mentre Nami metteva le braccia attorno al collo del capitano, mentre Rufy faceva lo stesso, ma attorno alla vita della ragazza.



Nel frattempo due ragazzi e uno scheletro stavano guardando la scena felici come non mai, Usopp perché così non rischiava più di beccarsi i pugni di Nami, Sonia perché era super felice per i due e Brook…. Perché era felice?
“Sonia – chan, ora mantiene la promessa vero?” chiese lo scheletro.
“Si, Brook nel futuro” disse la ragazza andando via, ma lo scheletro non si perse d’animo, perché ora aveva la promessa che nel futuro gli avrebbe fatto vedere le sue mutandine e lui di tempo ne aveva eccome.




OK PEOPLE
Sono fiero di me ho fatto un capitolo niente male no?
Ho messo il capitano Kenneway, Iris anche se non direttamente e infine ho fatto ripacificare Rufy e Nami. Un sacco di roba.
Ora nel prossimo capitolo ci sarà l’isola di Nassau, e se non è chiaro nel testo, deciso che lo Three World ha cinque imperatori pirati, due dei quali li abbiamo gia visti, uno ha sconfitto Teach e l’altro è Kenneway e pensate saranno in tre a Nassau, decisamente una situazione spinosa no?
OK ora vado a dormire se no la prof di francese non sarà contenta che gli dormo sul banco.
Ok CIAO
P.S. se qualcuno oltre l’anima pia che di norma mi recensiche, resencisse gli sarei grato, non pretendo tutti i capitoli, ma almeno in alcuni.



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Capitolo 19
*** L'Isola di Nassau ***


Cap.19 L’Isola di Nassau “La repubblica pirata”


La mattina successiva Rufy e Nami decisero di non dire niente alla ciurma di quello che era successo peccato che lo fece Sonia, così con un infarto da parte di Sanji per il fatto che aveva perso una delle sue muse,anche se era consapevole della cotta che i due suoi compagni avevano tra loro sperava che quel momento non giungesse mai, la cosa fu accettata con entusiasmo da parte della ciurma.
“Era ora è? SUPER!” disse Franky, dando una pacca sulla spalla a Rufy e per poi mettersi nella sua solita posa.
Tutti erano più che felici che mai e passarono buona parte della mattinata, in modo spensierato.
Quando le cose si furono calmati e tornati ai loro soliti compiti, Rufy andò al suo solito posto sulla polena e pochi minuti dopo fu raggiunto da Nami.
“Oggi c’è una bellissima brezza” disse la ragazza dai capelli arancioni al suo neo-ragazzo.
“Sì, bellissima…”rispose lui mentre la guardava, era visione celestiale, il vento alzava i suoi capelli e li faceva ondulare dolcemente, mentre le onde che sbattevano sulla parte inferiore della nave, alzavano degli spruzzi d’acqua che al contatto con la luce del sole, la facevano risplendere.
“Vuoi venire qua, con me?”le chiese Rufy.
Nami lo guardò, il capitano non permetteva quasi mai nessuno di andare lì insieme a lui, così mossa dalla curiosità la navigatrice accettò volentieri.
Rufy allungò le sue braccia, circondarono la ragazza e delicatamente le permisero di giungere a Rufy.
Quando la navigatrice aprì gli occhi, quello che vide la lasciò senza fiato, davanti a lei c’era solamente il mare e nient’altro, sembrava quasi di volare.
Dopo che fu passato un minuto abbondante Rufy vide gli occhi della sua Nami brillare dallo stupore e meraviglia e un sorriso che non lasciava nessun dubbio, allora si disse che aveva fatto molto bene a portarla lì.
La navigatrice si alzò in piedi per vedere meglio il meraviglioso spettacolo davanti a sé, ma perse l’equilibrio e soltanto la velocità delle braccia allungabili di Rufy, le impedirono di farsi un bagno nelle fredde acque marine.
Il capitano ritirò le braccia indietro, dopo essersi assicurato che Nami fosse salva, ritrovandosi con la ragazza stretta tra le sue braccia, ma a differenza di quello che temeva Rufy, lei aveva ancora il sorriso sulle labbra.
“Ora capisco perché vieni sempre qui, c’è una vista meravigliosa e si sta bene grazie al vento” gli disse lei con il viso ad un soffio da quello del ragazzo.
“Sì, hai indovinato” rispose Rufy, passati qualche secondo a fissarsi negli occhi e la navigatrice annullò la distanza tra loro.
Passati quelli che per loro sembravano ore, i ragazzi si staccarono e decisero di tornare sul ponte della nave.



“Mio signore” disse con un inchino una donna che era sui quaranta, era magra con un fisico di una ventenne, grazie ai suoi costanti allenamenti; aveva i cappelli di colore nero pece, tranne che per due ciocche, una di colore rosso scuro, l’altra di bianco, che aveva posto ai lati della testa, mentre gli occhi erano di colore marroncino.
Le sue labbra di colore rosso, avevano fatto crollare quasi tutti i più grandi uomini, la pelle era di colore rosa abbronzato e l’unico segno particolare che aveva erano due triangoli, uno sopra e uno sotto, dell’occhio destro.
Era vestita di pantaloni neri aderenti e una giacca rossa anch’essa aderente, ed un paio di tacchi a spillo neri, in modo che il suo corpo sinuoso e perfetto fosse ancora più visibile “Mi ha chiamato Imperatore Sidius?”
“Mia cara Vlanaa” disse la figura incappucciata nera, ormai non mostrava più a nessuno il suo volto rugoso, che a causa delle conseguenze di uno scontro lo aveva quasi ucciso “Ho bisogno che tu faccia una cosa per me”
“Qualunque cosa” rispose lei.
“Prendi tutti gli uomini che ti servono, ma voglio che tu distrugga la repubblica pirata di Nassau” disse l’uomo.
“Come vuole. C’è qualcuno in particolare che vuole che mi occupi?”
“Ci saranno tre dei cinque imperatori, non fare troppo la sicura di te o sarai sconfitta, ma quello che ho bisogno che tu elimini sono più pirati possibili”
“Come desidera” detto ciò si alzò dalla posizione che aveva tenuto per tutto il tempo e l’immagine della persona davanti a lei scomparve.
Si sistemò i capelli dietro le orecchie, si girò di 180° gradi e attraversò la porta che divideva la stanza di comunicazione a quella di comando.
Uscita si rivolse all’uomo che stava sull’attenti davanti a lei “Dracius, chiama tutta la mia flotta, poi ordina a Grivus di raggiungerci e a tutti i reparti di prepararsi alla battaglia… e intanto che ci sei controlla se uno dei SEI è nelle vicinanze”.
“Sì, signora” disse l’uomo girandosi “Con tutto il rispetto, posso chiedere quale sarà il bersaglio?” chiese rigirandosi.
“L’isola di Nassau” disse la donna ancheggiando allentandosi.
L’uomo che rispondeva al nome di Dracius, alto capelli neri, occhio destro bendato, aveva come abiti dei pantaloni mimetici neri e una giacca a maniche corte nera, degli stivali da combattimento neri e infine un basco rosso, iniziò ad eseguire gli ordini.
Mentre ci pensava, attaccare Nassau, sopprattuto adesso era davvero molto pericoloso, ma non poteva obbiettare, che si trattasse di Vlanaa o degli altri Lord, obbiettare un ordine sarebbe stato come suicidarsi.
Nell’impero quella donna insieme con gli altri due, era quella che ricopriva la carica più alta dopo l’Imperatore.
Decise di non pensare più a queste cose ed obbedire e basta.



“Isola in vista!” urlò il cecchino e in pochi secondi tutti i pirati si furono radunati sul ponte, per vedere l’isola che lentamente si faceva sempre più grande.
L’isola in questione, era molto più grande delle isole già visitate, aveva una montagna al centro, mentre intorno all’isola aveva diverse scogliere e ciò impediva di poter avanzare a tutta velocità.
Man mano che si avvicinavano furono sempre di più costretti a rallentare finché raggiunto uno scoglio particolarmente grande, dei cannoni furono puntati verso di loro e delle persone si avvicinarono.
“Alt! Chi è? Fatevi riconoscere o spareremo!” urlò una delle persone li.
“Sono Rufy Cappello di Paglia” disse il capitano con tranquillità, mentre dietro di loro Usopp e Chopper pregavano perché Rufy non facesse pazzie.
“Cappello di Paglia? Aspetta un secondo” disse l’uomo, prese fuori una lista con sopra facce affiancate da dei nomi, li fece scorrere molti finché non trovò quello che cercava “Siete presenti nella lista, potete procedere, andate sempre dritto fino alle mura, entrate nella baia e ormeggiate al molo numero 4” disse l’uomo ritirando i cannoni.
“Ok grazie” disse l’intera ciurma felice di aver scampato il pericolo.
Seguite le indicazioni dategli dal tipo dei cannoni, arrivarono ad un porto dalle dimensioni incredibili, che conteneva ogni tipo di nave possibili, da alcune che potevano essere almeno venti volte la Thousen Sunny, ad alcune che erano appena la sua metà.
Arrivarono al molo numero quattro e videro che non erano i soli ad aver ormeggiato lì, erano presenti altre due navi e il sottomarino di Traffy.
Il porto era gigantesco aveva almeno una cinquantina di moli tutti con almeno tre navi ormeggiate lì.
Scesi a terra, sulla nave rimase soltanto lo scheletro canterino e la renna, si diressero verso il sottomarino di Trafalgar e quando si avvicinarono l’orso gigante della ciurma Heart, li salutò.
“Ciao” disse l’orso ai pirati di cappello di paglia.
“Ciao” rispose soltanto cappello di paglia.
“Se cercate il capitano è sceso con il resto della ciurma verso la città” disse Bepo indicando la città dietro di lui “Ma state attenti, qui ci sono persone assai poco raccomandabili”.
“Ok, grazie” disse Rufy mentre con il resto della ciurma s’iniziarono ad avviare attraverso i corsi della città.
“Qui sono tutti pirati nessuno è raccomandabile” pensò Lisara con una smorfia; non sapeva se ci fosse stato anche lui si sarebbe riuscita a trattenersi.


Mentre camminavano attraverso le varie strade della città; Sonia notò che Zoro ogni volta che incrociava lo sguardo di Lisara, lui si sbrigava a distoglierlo e distingueva senza dubbi che c’era dell’imbarazzo sulle guance di Zoro così decise che n’avrebbe saputo di più.
“Tutto ok, Zoro?” gli chiese con un sorriso.
“Sì, perché?” gli rispose lui.
“Niente notavo che ogni volta che incroci lo sguardo di Lisara, ti sbrighi a distoglierlo; è successo qualcosa di cui dovremmo essere a conoscenza?” gli chiese la ragazza.
“No niente, non è successo niente, capito!” gli rispose il ragazzo mettendo enfasi nella frase.
Anche se Zoro avesse sperato che con quella frase avesse distolto la ragazza dalla ricerca della verità, a lei piaceva da morire lo spadaccino; questa sua reazione, la spinse soltanto a proseguire nella sua indagine.

A Zoro non piaceva reagire così, specialmente se si tratta di Sonia, ma non voleva assolutamente far sapere cosa era successo in palestra, punto primo perché per lui era imbarazzante, punto secondo perché avrebbe perso di certo colei che lo aveva attratto.


Intanto la ciurma aveva raggiunto il centro della città, o meglio quello che sembrava il centro della città e verso nord-ovest c’era una strada che portava ad un forte armato con dei cannoni stranissimi, mentre a nord-est c’era una strada che proseguiva fino ad uno strano edificio dal quale si poteva chiaramente sentire della musica e decisero di proseguire sulla seconda strada.
Erano quasi arrivati all’ingresso della taverna quando dalla cima della scalinata saltò giù uno strano tipo, era vestito di verde chiaro, aveva una bandana attorno alla vita e una intorno alla testa entrambe con dei gioielli d’oro che pendevano da li; aveva i capelli grigi e un sorriso strano e poco raccomandabile e puzzava d’alcool in maniera impressionante; era chiaro che fosse ubriaco.
“Allora chi abbiamo qui?” disse l’uomo avvicinandosi con passo fermo, quindi non era del tutto ubriaco “Dei mocciosi”.
“Mocciosi a chi?” gli urlarono contro Sanji, Nami, Rufy, Zoro e Sonia.
“A voi” disse solamente l’uomo facendo passare poi il suo sguardo sulle ragazze del gruppo “Oh, ma scusatemi non avevo visto che nel vostro gruppo ci fossero delle donne così belle” disse lui mettendo a le sue braccia attorno alle vite di Nami e Sonia “Coraggio venite con me, andiamo a bere qualcosa”.
Ma l’uomo non fece neanche tre passi che fu steso da un pugno di Rufy e un fendente di Zoro, così le due ragazze si misero in salvo dietro ai loro salvatori.
“Come osate, voi?” disse l’uomo impugnando fuori una pistola, ma non fece tempo di puntarla che dietro di lui sentì il rumore di una altra pistola solo che quella era puntata alla sua testa.
“Io non lo farei Racham” disse una donna dai lunghi capelli rossi “Sei ubriaco fradicio, vai alla tua nave e rimettiti in sesto”.
“Come vuoi tu, Anne” disse l’uomo lasciando cadere la pistola e se ne andò via.
“Vi chiedo scusa, di norma è molto simpatico e solare, ma a quanto pare oggi ha esagerato con il bere” fece la donna voltandosi “Seguitemi” e prese a camminare per la scalinata che portava alla porta d’ingresso.

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Capitolo 20
*** Verso il summit ***


Cap.20 Verso il summit


Rufy e la sua ciurma seguirono la misteriosa donna dai capelli rossi, all’interno della taverna.
Oltrepassata la porta si guardarono attorno, le pareti erano di legno di colore marrone scuro, la luce che c’era entrava in parte dalle finestre, e l’altra da delle candele, sulle pareti erano presenti un paio di quadri e in fondo era presente un balcone con delle bottiglie sopra.
Nella stanza erano anche presenti diverse ciurme di pirati attorno a diversi tavoli rotondi, ma in quello a cui arrivarono erano presenti diverse ciurme, due non le avevano mai viste, mentre un’altra era quella di Law, mentre l’altra era di….
“ACE!” urlarono Sonia e Rufy abbracciando, fino a quasi stritolare Pugno di Fuoco.
L’ex secondo comandante di Barbabianca si alzò riuscendo a sciogliere l’abbraccio che per poco non lo aveva ucciso.
“Rufy, Sonia, è bello vedervi” disse il ragazzo.
“Cappello di paglia – ya, ce l’hai fatta ad arrivare” parlò Law sempre seduto sulla sua sedia.
“Si scusa, ma abbiamo avuto un imprevisto, mi spiace” rispose Cappello di paglia.
“E così tu sei Rufy Cappello di Paglia. È un piacere conoscerti” disse uno degli uomini seduti intorno al tavolo, aveva dei capelli biondi, occhi azzurri e aveva una cicatrice, quasi scomparsa, sotto l’occhio destro “Max Stromberg mi ha annunciato che hai bisogno del mio aiuto; il mio nome è Edward Jonatan Kenneway”.
“Il capitano Edward Kenneway?” chiese Nami.
“Sì esattamente”rispose lui.
“Quindi lei sa come arrivare al Nuovo Mondo?” Nami gli chiese speranzosa.
“Mi spiace dirvelo, ma non c’è modo di arrivarci, o meglio non facilmente” concluse lui.
“Quindi un modo c’è” replicò Zoro.
“Sì, però bisogna passare per i peggiori posti del Three World” disse la donna dai capelli rossi.
“Non importa noi torneremo a casa, se volete aiutarci bene ne saremo felici” disse il capitano della Thousand Sunny.
“Ahahaha” iniziò a ridere il quarto capitano che fino allora era rimasto zitto, era sui quarantanove, aveva capelli neri e una lunga barba dello stesso colore, aveva degli occhi di colore marrone, aveva un cappello nero con una piuma d’aquila, indossava dei pantaloni di colore marrone e una camicia di colore rosso e per concludere degli stivali neri; sul petto aveva quattro pistole nere e ai fianchi aveva una spada “Ragazzino hai davvero un gran fegato non c’è che dire”.
“Chi cavolo sei tu?” chiese inclinando la testa cappello di paglia.
“Il mio nome è Ed Tatch, Monkey D. Luffy” disse il pirata.
“Domani mattina inizierà il Summit spero che sarai presente” disse il capitano Kenneway alzandosi dalla sua sedia “Nel frattempo vi consiglio di venire alla festa di questa sera, potranno venire solo i capitani e vice, insieme a delle accompagnatrici” detto questo lui e la sua ciurma se n’andò.
“Ci vediamo, domani” disse Tatch andandosene pure lui.
Le tre ciurme rimaste uscirono dalla taverna e iniziarono a camminare verso le proprie navi.
“Rufy vieni con me alla mia nave?” chiese Ace.
“Tua nave? Pensavo che sarebbe passata a Marco” disse Sonia.
“Sì, bé…. Diciamo che alla fine abbiamo concordato che alla fine la nave e la ciurma sarebbero passate a me” spiegò Pugno di Fuoco.
Così presero a parlare mentre tornavano alle proprie navi, mentre la ciurma di cappello di paglia e Law li seguiva.
Lisara era immersa nei suoi pensieri e non si accorse del chirurgo della morte che gli si era avvicinato.
“A cosa stai pensando?” gli chiese.
“Niente”rispose lei.
“Non mi ricordo di te, l’ultima volta che ho visto Cappello di Paglia non eri presente. Sei una nuova aggiunta?”
“Sì, possiamo metterla così” tornando muta lei.
“Non parli molto”
“Non ho niente da dire”.
“Come vuoi, ma fidati io ho provato a lungo a distruggere Doflamingo da solo e ho fallito, quindi direi che posso affermare se hai bisogno di aiuto la ciurma in cui ti trovi più che adatta” disse Law per poi riprendere allontanarsi.
Lisara si trovò confusa ancora più di prima, ma non avrebbe permesso ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento, aveva una missione e la avrebbe completata, costi quel che costi, se no le conseguenze di un eventuale fallimento sarebbero state terribili.
Arrivarono al molo che cercavano, nel quale erano presenti diverse imbarcazioni, una delle quali era l’unica nave della flotta di Barbabianca sopravvissuta alla guerra a Marineford, il suo nome era NeosMobyDick, era quasi uguale alla Moby Dick, ma a differenza della balena bianca a prua quella era blu.
Avvicinatosi, tre teste spuntarono dal parapetto della nave, una aveva i capelli ricci, lunghi di un rosa, mentre le altre due erano bionde.
Delle teste bionde una apparteneva a Marco, l’ex comandante della prima flotta di Barbabianca; l’altra apparteneva al fratello adottivo di Rufy.
“Sabo!” urlò Sonia correndo sulla nave seguita a ruota da Rufy, che entrambi travolsero, il ragazzo biondo.
”Sì, ciao anche voi” disse solamente una volta che si staccarono.
“Cosa ci fai qui?”
“Ho saputo che vi eravate ficcati in un gigantesco guaio, quindi sono venuto ad aiutarvi”
Era felice di vederli, quando si erano visti a Dressrosa era stato velocemente e non avevano avuto occasione di parlarsi seriamente.
“Cappello di Paglia, sono felice di rivederti” disse Marco.
“Sì, anch’io è da tanto che non ci si vede” disse il ragazzo rivolto alla ciurma del fratello moro.
Saliti a bordo Ace fece un riassunto di quello che aveva parlato con i due capitani del Three World.
“Quindi il summit è domani?” disse Sabo “E cosa facciamo fino ad allora?”
“Hanno detto che questa sera ci sarebbe stata una festa, ci andiamo vero?” urlò cappello di paglia.
“Sì certo, però soltanto i capitani e i vice ci possono andare” disse scocciato Sabo, lui non era nella lista.
“Tranquillo, ti lascio il mio posto, non ho voglia di venire a ballare e poi meglio che qualcuno resti di guardia alla nave” disse Marco.
“Marco, sei noioso” disse solamente Ace.
“Ballo?” parlarono due ragazze che si era affiancata ad Ace, una delle due aveva i capelli rosa lunghi fino alla vita e occhi marroni, indossava una maglia marrone, con le maniche che le coprivano fino al gomito e un paio di pantaloni anch’essi marroni e per completare il tutto aveva una spada alla vita; l’altra aveva i capelli bianchi a caschetto (Nami avrebbe giurato che fosse asimmetrico, sul lato destro), occhi neri e pelle diafana, non era molto alta, indossava una maglia rossa, a maniche lunghe e pantaloncini neri, alla cintura aveva appesa una pistola.
“Sì, tutti i capitani saranno invitati e temo che dovremo andare anche noi” commentò Ace.
“Sì!” urlarono in coro le due.
“E chi vi ci accompagna?” chiese la ragazza dai capelli bianchi a Sabo.
“Tu naturalmente” disse con noncuranza “Tappetta” aggiunse alla fine rimediando un pugno, sulla spalla, dalla ragazza.
“Sabo!” gli urlò la ragazza.
“Sì, Layla?” gli chiese lui.
“Non ci provare più, lo sai quanto tengo alla mia altezza” disse la ragazza mettendo un finto broncio.
“Tranquilla, vai benissimo così come sei” parlò il biondo accarezzandogli il viso, facendo tornare il sorriso alla ragazza.



Nel frattempo la ciurma di Rufy Cappello di Paglia e quella di Law tornarono al molo in cui erano presenti le proprie navi.
“Ehi Law” lo chiamò Cappello di Paglia “Tu verrai alla festa questa sera?”
“Sì, direi di sì” rispose solamente il chirurgo della morte.
“D’accordo ci vediamo più tardi” e detto questo tutti presero la propria strada verso la nave.


Nella nave le ragazze nella propria stanza si misero a discutere tra loro di quale fosse il vestito migliore per l’occasione.
Alla fine si riuscì ad arrivare a questa difficilissima soluzione.
Ognuna delle ragazze si scelse un vestito diverso:
Nami scelse un vestito elegante rosso, la parte davanti c’era un grande scollatura, aveva attorno al collo la collana regalatogli da Rufy, dopo l’avventura a Bedegrade.
Robin indossava un vestito blu chiaro, le arrivava fino quasi le caviglie, in più aveva uno spacco nella parte inferiore.
Sonia aveva addosso un vestito verde, che le fasciava il corpo fino alla vita dove si stringeva per poi allentarsi nuovamente.
Infine Lisara aveva preferito un bellissimo vestito viola, che le copriva quasi tutto il corpo tranne che per la parte dalle ginocchia in giù.
Tutte e quattro le ragazze indossavano dei sandali con i tacchi dello stesso colore del proprio vestito.
Una volta finiti i preparativi, acconciature, trucco e accessori vari uscirono e trovarono già presenti sul ponte: Rufy, Zoro, Law e Drake, che quando videro le ragazze le loro mascelle toccarono terra, erano letteralmente senza fiato, avevano fatto colpo.
I ragazzi erano vestiti con degli smoking che li facevano sembrare tutti eleganti.
Dopo essersi ripresi cominciarono ad andare verso il luogo indicatogli da Kenneway; una volta giunti lì s’incontrarono con quattro persone, una era Sabo e la ragazza dai capelli bianchi e gli altri erano Ace e la ragazza dai capelli rosa.
Appena i quattro li videro arrivare, smisero di parlare tra loro e pugno di fuoco si rivolse al gruppo di pirati in arrivo.
“Ehi, siamo qui” gli urlò alzando il braccio per farsi vedere.
“CIAO!” urlò Cappello di paglia quando li vide.
“Bene siete arrivati ne sono felice” commentò Sabo “Lei è Layla” disse presentando la ragazza che era al suo fianco.
“Piacere” disse soltanto la ragazza con un sorriso.
La ragazza, con Sabo, era vestita con un vestito color argento che le ricopriva tutto il corpo; mentre il ragazzo era anche lui con uno smoking.
“Lei invece è Anne” disse Pugno di fuoco riferendosi alla ragazza al suo fianco che era vestita con un abito di color oro, mentre il ragazzo era vestito con uno smoking pure lui.
Appena si guardarono si misero quasi a ridere (tranne Law e Drake) siccome tutti i ragazzi erano vestiti uguali, mentre le ragazze erano vestite tutte differenti.
“Andiamo” disse Sabo.


Una volta varcati le porte del forte i pirati si trovarono davanti due guardie che gli chiesero chi erano, chi il capitano, chi il vice e finito l’interrogatorio, li lasciarono passare.
Una volta che ebbero passati circa dieci metri attraverso l’ingresso, arrivarono in uno spazio aperto, probabilmente era il giardino del forte era stato, addobbato e decorato per renderlo luminoso e confortevole, al centro del giardino era presente una pista da ballo mentre ad un lato erano presenti delle persone.
Delle persone che erano presenti i pirati riconobbero i due capitani con cui avevano parlato nella taverna, invece molti altri che non avevano mai visto.
Quando il gruppetto dei pirati (e il rivoluzionario) si avvicinarono i due capitani già conosciuti si avvicinarono e iniziarono a parlare.
“Finalmente, per poco credevamo che non sareste venuti” disse Kenneway.
“Non ci saremmo persi la serata per nulla al mondo” parlò Nami in nome di tutti.
“Bene ne siamo contenti, perché quell’idiota di un Ornigold ha insistito talmente tanto che il summit si terrà durante la festa” parlò Tatch.
“Grazie Tatch. È sempre bello vedere che hai rispetto per la mia persona” disse con ironia una voce alle sue spalle.
"Fottiti, e ingoia la tua pistola"
L’uomo che apparse era sui quaranta, aveva i capelli di colore marrone e gli occhi neri, era vestito abbastanza bene.
“Io sono Ornigold, pirati” disse al gruppo dei nostri eroi.
“Sì grazie, lo avevamo capito” parlò Drake.
“Bene ne sono felice” detto questo l’uomo si girò di 180 gradi e se n’andò via.
“Andiamo gli altri ci aspettano” disse Kenneway facendo strada ai pirati che lo seguirono.
Il Summit poteva iniziare.



Ok gente avrei voluto scrivere anche il summit, ma non mi dilungherò molto.
Ora abbiamo risolto il problema di chi sta con chi; quindi sperò di poter pubblicare prima il prossimo capitolo.
Ok? Aspetto le recensioni.
CIAO

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Capitolo 21
*** Trappola ***


Cap.21 Trappola


Nami aveva la testa che gli girava come poche volte. La sera prima aveva ballato con Rufy dopo averlo convinto, anche se non sapeva ballare si era trovata bene.
Per il resto avevano passato il tempo assieme, a braccetto finché non si erano messi a parlare del motivo di quella riunione.
Il motivo era che l’Impero per arginare l’aumento dei pirati, aveva offerto il perdono totale dei propri crimini, in cambio che diventassero dei corsari ai loro ordini.
Ovviamente tutti avevano affermato che era una grandissima cavolata, o meglio quasi tutti.
Il pirata-imperatore Ornigold, invece, sembrava interessato alla faccenda e stava tenendo discorsi del tipo “è un’occasione d’oro, dobbiamo accettare”, ovviamente gli altri pirati non erano d’accordo così come non lo erano e per poco Tatch non lo uccise.
Poi Ornigold e la sua ciurma se n’erano andati, mentre gli altri ripresero a fare festa e le cose si erano fatte più interessanti, avevano scoperto l’esistenza dei cosiddetti “pirati nobili”, dei pirati che nel caso uno dei cinque imperatori fosse venuto a mancare avrebbero preso il loro posto.
Poi lei non ricordava altro che aveva ballato e aver sbaciucchiato Rufy, mentre le altre chissà che fine avevano fatto?

Robin era fuori sul ponte a prendere il suo caffè mattutino insieme al libro che stava leggendo, era appena arrivata alla settantesima pagina, quindi si era svegliata da poco, lei a differenza delle altre aveva evitato di alzare troppo il gomito, quindi ricordava perfettamente tutto, e avrebbe affermato che era un miracolo se le altre si fossero alzate prima di mezzogiorno.
Nami aveva passato tutta la sera strusciarsi su Rufy.
Sonia era stata con Zoro a sfidarlo a bere (ha vinto lo spadaccino), ora dormiva nella camera delle ragazze.
Lisara, invece, era scomparsa insieme a Law (se la memoria non la ingannava prima di perderla di vista erano diretti al sottomarino giallo).
Mentre le altre due ragazze erano insieme ai loro cavalieri, sulla nave di Portugase.
Quindi tutto a posto, si disse lei prendendo un altro sorso di caffè, per poi vedere il cuoco piroettare nella sua direzione con delle brioche.
Chiuse il libro e prese una boccata di aria fresca della mattina, non sapeva perché, ma c’era una stranissima tensione nell’aria.

Lisara aprì lentamente gli occhi, la testa le faceva di un male che dubitava che se lo sarebbe dimenticato, mise a fuoco il soffitto era in ferro; strano il soffitto della stanza delle ragazze della Sunny era in legno.
Girò la testa lentamente per potersi orientare, forse si era addormentata nel laboratorio di Franky; così mentre immaginava dove poteva essere, sentì una presenza al suo fianco.
Girò lentamente la testa e quello che vide la fece sbiancare, era Trafalgar; fin qui massimo avevano dormito assieme; nessun problema, forse.
Il problema venne quando si accorse che entrambi erano senza vestiti, poiché essi erano sparpagliati nella stanza.
Quanto diavolo aveva bevuto la sera prima?
Si alzò lentamente dal letto per non svegliarlo, raccolse i suoi vestiti e se li infilò facendo il minor rumore possibile ed uscì dalla stanza, dal sottomarino, infine arrivando alla Sunny ringraziando il cielo del fatto che nessuno l’aveva vista.
Prese un bel respiro e salì sul ponte della nave dove vide Robin che prendeva una brioche offerta da Sanji.
Il cuoco appena vide la ragazza si mise a volteggiare attorno anche a lei.
“Lisara, mia cara vuoi una brioche, le ho appena sfornate” gli chiese il biondo.
“Dopo adesso voglio fare una doccia” disse sembrando la più normale possibile.
“D’accordo allora la vado a mettere dove non si raffreddi” così sparì in cucina.
“Dov’ eri?” chiese solamente Robin, anche se sapeva già la risposta.
“A fare ginnastica, a correre”
“Scommetto che ti sei divertita a fare ginnastica, soprattutto con Law” disse la grande con un sorriso malizioso.
Il volto della ragazza prese il colore dei suoi capelli e senza degnare uno sguardo all’archeologa, andò a farsi una doccia.
Arrivata nel bagno trovò Nami che si stava lavando, dopo averla salutata si svestì e s’iniziò a lavare anche lei.
“Piaciuta la festa di ieri?” chiese Nami.
Lisara allora si morse le labbra, non sapeva se Nami sapeva del fatto che fosse stata a letto con Law, ma preferì non dirglielo.
“Sì, grazie e a te?” chiese lei mentre si voltava verso la ragazza dai capelli arancioni.
“Sì molto” rispose Nami ripensando la sera precedente che aveva passato con Rufy.
“Bene” rispose semplicemente lei, che man mano che l’acqua fluiva riaffiorarono anche i ricordi, aveva bevuto, aveva baciato Law, lui aveva ricambiato, si erano spostati nel sottomarino di lui e li avevano continuato fino ad arrivare a fare sesso.
Così coi ricordi che tornavano alla mente, tornarono anche la senzasione delle labbra di lui sulle sue, le mani di lui sul suo corpo e infine la sensazione di lui dentro di lei.
Scacciò dalla testa quei ricordi, era stata una serata da ubriachi e basta, niente di più.
Che diavolo era stata addestrata a sopportare tutto, avrebbe superato anche questa, anche se aveva due vocine nella testa che gli dicevano che non aveva fatto niente di male.
Finirono di lavarsi e dopo essersi asciugate per bene, si rivestirono ed andarono dal cuoco per fare colazione.
Appena giunti in cucina si accorsero che si erano svegliati tutti e che stavano facendo domande a raffica a Robin per sapere tutto.
L’archeologa che lentamente rispondeva ad ogni domanda rimaneva sempre sul vago quando gli facevano domande, come dire, un po’ private, tipo “con chi hai ballato, chi è andato con chi” ovviamente queste domande arrivavano sempre dal cuoco.
Una volta che tutti ebbero finito la colazione, il capitano annunciò cosa si erano detti alla festa e che loro, non sarebbero mai diventati corsari dell’Impero.
Quando finì di parlare, tutta la ciurma si disse d’accordo con lui.
Però quando l’entusiasmo del momento svanì, tutti si porsero la domanda e adesso cosa facciamo?
Come risposta divina si presentò da loro, la donna dai lunghi cappelli rosso fuoco, che era ieri col pirata-imperatore Kenneway.
“Mi ha detto di dirvi, che se volete il nostro aiuto, dobbiamo prima passare per Great Inauga” disse lei.
“Great Inauga?” chiese Nami.
“Esattamente è dove abbiamo la nostra base”
“D’accordo, avete mappe o log-pose per arrivarci?” chiese Sonia.
“No, sono spiacente la sua posizione è nascosta” rispose lei.
“Quindi come faremo ad arrivarci?” chiese Robin.
“Io verrò con voi” disse lasciando di bocca aperta tutti, tranne Sanji che faceva i salti di gioia per la notizia.
“Benvenuta a bordo” disse Rufy.
“Bene, però gli altri come faranno?” chiese Zoro.
“Un’altra me li avvertirà” rispose senza che gli altri presenti capissero.
“Un’altra te?” chiese Sanji, se una era così bella, avere due o tre era molto meglio.
“Posso sdoppiarmi” detto ciò iniziò a emanare una luce fortissima finché la luce non si staccò da lei e creò un'altra donna dai capelli rossi, lasciando di stucco tutti i presenti.
Passati diversi secondi la copia riprese a brillare e scomparve.
“Ovviamente posso far sparire le mie copie come e quando voglio” spiegò.
“Ok gente allora salp….” Stava urlando Cappello di paglia quando dal nulla comparve una nave gigantesca seguita a ruota da altre sei, poi dieci e infine dodici.
“Non è possibile” commentò Anne (la donna dai capelli rossi) quando vide la flotta davanti a lei.
Delle scialuppe si staccarono dalla flotta principale per raggiungere terra.
“Il mio nome è Woods Roberts” commentò il primo uomo che toccò terra, era vestito abbastanza bene pantaloni bianchi, camicia bianca con sopra una giacca di colore rosso; aveva i capelli marroni e gli occhi di colore marrone, aveva anche una cicatrice sulla guancia sinistra “E sono qui in nome di sua eccellenza, l’Imperatore Palpatine, voglio parlare con coloro che governano quest’isola”
Dalla folla di persone che erano accorse, si staccarono tre persone, erano Ornigold e i suoi due vice.
“Io sono il pirata-imperatore Ornigold” disse fissando l’uomo negli occhi.
Passati diversi istanti di silenzio dove si prevedeva che sarebbe scoppiata una guerra, invece il pirata sorprese tutti “Sei il benvenuto”.

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Capitolo 22
*** Un piano pericoloso ***


Cap.22 Un piano pericoloso


Quel maledetto d’Ornigold li aveva traditi, certo se lo aspettava un giorno all’altro, ma vendere anche il loro sogno, Nassau era diventata la repubblica pirata grazie a loro.
“Ecco lo avevo detto che l’Imperatore si sarebbe rotto le scatole e ci avrebbe ucciso tutti” commentò un pirata alle sue spalle.
A Kenneway gli si stava rivoltando lo stomaco per il tradimento “Maledizione” disse dalla terrazza all’aperto mentre vedeva passare un intero plotone di soldati, vestiti di rosso con in faccia maschere anti-gas, armati tutti di mitragliatori tranne che per quello in cima che aveva un lancia-fiamme “Adesso sono arrivati i soldati di Vlanna”.
“Siete un uomo di principio; questa è la verità capitano Ornigold” disse Rogers, mentre passava accompagnato da Ornigold che ascoltava le sue frasi.
“Che cosa disgustosa” commentò un uomo che si era avvicinato era alto, capelli marroni, occhi marroni e indossava una giacca marrone scuro, aveva anche l’alito che puzzava di alcool “Quel bastardo, per colpa sua siamo bloccati qui; è soltanto un opportunista”.
“Già”
“Adesso che facciamo?”
“Ho un piano però, ci servirà l’aiuto di tutti gli altri”
“Io vado a chiamare i miei e Tatch, tu pensa ai tuoi e ai novellini”
Detto ciò si separarono per poi trovarsi lì dieci minuti più tardi.
“Quindi che si fa?” chiese Rackam, era il pirata che la giornata prima ha cercato di andare a bere insieme a Nami e Sonia.
Questa volta il pirata era abbastanza sobrio da poter fare frasi senza rischiare la vita.
“I soldati hanno imprudemente scaricato il loro equipaggiamento a terra, se prendiamo abbastanza polvere da sparo e pece, possiamo usare la nave di Ornigold e usarla per sfondare il blocco delle navi” spiegò Kenneway.
“È pericoloso” commentò Tatch “Appena supereremo le navi distrutte, Vlanna ci sarà addosso”
“Se rimaniamo qui siamo morti in ogni caso” costatò Vane “Almeno così feriamo sia l’Impero, sia anche Ornigold”
“Bene allora, Vane, Tatch e Rackam voi pensate alla pece; Io, Anne, Ade e i pivelli penseremo alla polvere da sparo” decise Kenneway.
Il gruppo si stava per separare quando sentirono la voce d’alcuni soldati.
“Capito? Bene! Il commodoro Chamberlen ha annunciato, che non appena l’ordinerà, dobbiamo affondare le navi pirata presenti nel porto” disse quello armato di lanciafiamme.
“Sì signore, agli ordini” comunicarono gli altri due.
I pirati si guardarono negli occhi.
“Qualcuno deve tagliare la gola al commodoro prima che gli ordini di distruggere le nostre navi” disse Vane.
“Cosa? Voi volete eliminare il commodoro? Siete impazziti? Io non ucciderò gli uomini dell’Imperatore” disse un pirata della ciurma di Vane.
Prima che quello che aveva mostrato il suo dissenso, potesse fare tre passi Vane, gli tirò un pugno in pancia e lo fece svenire.
“Ma sei impazzito?!” gli urlò Drake.
“Meglio non rischiare” commentò solamente lui.


Sonia, si stava muovendo sui tetti, leggera senza fare rumore, mentre Law invece procedeva al piano terreno, stavano seguendo i due soldati nella speranza di trovare il commodoro.
Erano andati ad estrazione tra i vari pivelli, per come li chiamava Vane.
Almeno adesso passavano del tempo insieme, era da tanto che non succedeva, era dall’isola di Minion.
Era appena arrivata sull’isola nella speranza di trovare il frutto Ope-Ope, purtroppo invece era rimasta intrappolata nella gabbia per uccelli di Doflamingo e lì se l’era vista brutta.
Fortunatamente la gabbia era svanita in poco tempo e quando era scomparsa, a girare nella neve bianca aveva trovato un ragazzino, avvolto in una coperta che piangeva disperatamente.
Da lontano vide la nave di Doflamingo andarsene inseguita da quelle della marina.
L’unica cosa che si sentì in seguito fu solo un pianto disperato di un bambino e appunto era Law.
Per fortuna di entrambi riuscirono a cavarsela collaborando, inizialmente entrambi erano diffidenti, ma alla fine, non si sa se per il fatto della necessità o che altro, diventarono amici.
Sonia alla fine era tornata a viaggiare finché il suo maestro non la portò a Foosha dove diventò “sorella” di Cappello di Paglia, ma non perse mai totalmente i contatti con lui.

Saltellando da un tetto all’altro arrivò alla fine del percorso, spaesata si guardò intorno per capire dove erano finite le guardie che pedinava, ma nonostante si guardasse intorno non riusciva a vederle.
Si diede della stupida, come aveva potuto perdersi nei ricordi in una missione così importante, adesso avrebbero perso tutte le loro navi.
Quando si girò per controllare dove fosse Law, senti di nuovo la voce dei soldati.
Abbassò lo sguardo, era esattamente a un metro da lei e li vide nuovamente parlottare tra loro.
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo si mise ad ascoltare di cosa parlavano.
“Ma ne siamo certi? Il Capitano Rogers ha dato ordini ben diversi” commentò uno dei quattro soldati, mente ripresero a camminare.
“Sì certamente” dissero due di loro “Noi adesso obbediamo al commodoro poi se succedono guai noi dovevamo solo obbedire, ok?”
“Bene” disse quello che aveva parlato per primo, stettero in silenzio per qualche minuto e si fermarono in un pub.
Sonia si avvicinò silenziosamente a Law e cercò di spaventarlo, ma lui non si scompose minimamente.
“Si può sapere che combini?” le chiese lui.
“Niente volevo solo passare un po’ il tempo” rispose lei spostando gli occhi verso il cielo, quella giornata era limpida, c’era soltanto qualche nuvola bianca che passava placida, ma nient’altro.
“Allora com’è andata ieri sera?” chiese la ragazza a Law.
“Non ho niente da dire” rispose lui.
“Davvero? Perché se non ricordo male sei scomparso insieme a Lisara. Dove siete andati?” chiese lei con uno sguardo di chi la lunga.
Law la guardo con uno sguardo del tipo, non te lo dirò mai.
Peccato che Sonia non fosse esattamente della stessa idea e continuo a punzecchiarlo finché il ragazzo non gli disse semplicemente “Se lo vuoi tanto sapere, ci siamo diverti a letto. Contenta?”.
A Sonia si spalancarono gli occhi e anche la bocca a dismisura per poi urlare “COSAAAAA? Vuoi dirmi che tu e Lisara?”
”Sei stata tu che l’hai chiesto e poi smettila di urlare, guarda” e con la mano indicò il gruppo di soldati che usciva tranquillo dal pub e il pedinamento riprese.
“ Tutto quello che so è che Chamberlen sospetta di Rogers” disse uno dei soldati.
“Se quello che dici è vero è una talpa”
“Sì, ma finché l’Imperatore non dice nulla continuiamo a seguire i suoi ordini, chiaro?”
“Sissignore!”
Alla fine arrivarono in una spiaggia secondaria, dove era presente una nave di grosse dimensioni, insieme a una cinquantina di soldati.
Dopo aver schivato tranquillamente il loro sguardo, Sonia si diresse a tutta velocità sulla nave dove anche lì la sicurezza era minima.
“Probabilmente non si aspettano che qualcuno salisse a bordo, l’arroganza ti fa abbassare le difese e ti rende vulnerabile” commentò sfruttando il suo potere per spostarsi in cima all’albero maestro e guardarsi attorno.
Passati pochi secondi lo vide stava camminando sul ponte, era davvero grasso ora che lo guardava dall’alto tanto meglio, non ci avrebbe messo molto, così si alzo da dove si era posizionata e si preparò a saltare.
Una figura però saltò prima di lei su Chamberlen, che riuscì ad ucciderlo in modo netto e veloce con una katana.
Sonia, non ebbe tempo di vedere chi era, era stata velocissima una morte netta e veloce.
Ci avrebbe pensato poi, adesso era meglio eliminare gli altri soldati primi che dessero l’allarme.
Non ci volle molto dato che Law dopo aver creato una room abbastanza grande li aveva scomposti tutti lasciandoli divisi tranne alcuni, che essendo usciti dalla room, furono fermati e sconfitti da Sonia.
Una volta assicurati che non ce ne fossero altri Law si avvicinò a Sonia “Allora hai già finito col commodoro?”
“Ehm, ecco a dire la verità, io non ho fatto niente” disse la ragazza.
“Vuoi dire che è ancora vivo”
“No, soltanto che io non ho fatto niente, una figura oscura è calata improvvisamente su Chamberlen e lo ha ucciso”
“Strano, ma a noi non cambia niente, la missione la abbiamo compiuta torniamo indietro”




Non so voi ma io odio la quinta superiore non riesco mai a trovare il tempo di scrivere, se o voi che leggete siete negli anni precedenti dico solo godeteveli.
Ci vediamo

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Capitolo 23
*** Il mercenario chiacchierone ***


Cap.23 Il mercenario chiacchierone


“Mentre Sonia e Law sono occupati con Chamberlen, noi penseremo ai materiali” commentò Kenneway “Voi intanto pensate ad avvertire quante più ciurme possibili di prepararsi a scappare, ok?” chiese al gruppo formato da Cappello di Paglia, Nami, Ace, Sabo, Layla, Anne, Robin e Drake.
“Ok” rispose Nami a Kenneway e il gruppo iniziò a muoversi verso il porto.
Una volta raggiunto, si divisero in gruppi Rufy e Ace e Sabo, Robin e Drake, Nami Anne e Layla.


Nami camminava tranquilla con le altre due ragazze al fianco, avevano appena informato una ciurma, con uno strano capitano, ma alla fine era andata bene e adesso stavano parlando.
“… e così siamo finiti di stare insieme” finì il discorso Layla.
Nami aveva chiesto alle due, in che rapporti erano con il rivoluzionario e l’ex comandante di Barbabianca, le ragazze gli avevano risposto che da poco erano diventate le ragazze dei due.
“Beh, non c’è che dire siete molto fortunate” gli disse Nami.
“Anche tu” parlò Anne “Abbiamo visto tutti come ti sciogli su Cappello di Paglia” terminò facendogli l’occhiolino.
Nami appena sentì la frase, diventò più rossa che mai e le due vedendo il suo imbarazzo gli parlarono per farla rilassare.
“Tranquilla, ricordarti che qui siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti gli ormoni, quindi è normale, e poi si vedeva che ieri sera non eri del tutto te” disse Layla.
“Sì, Layla ha ragione, può capitare a tutte di alzare un po’ troppo il gomito” rincarò la dose Anne.
“Avete ragione” rispose Nami tornata tranquilla.
Stavano continuando a camminare lungo i pontili era il terzo che facevano e fino ad allora avevano avvisato circa dieci ciurme, le quali hanno risposto che sarebbero stati pronti, quando sentirono una voce maschile provenire da dietro di loro.
“No assolutamente è naturale alzare il gomito pufui pufui pufui”
Le ragazze si voltarono verso quello che le stava sbeffeggiando pronte a dargli una lezione, ma neanche due secondi Nami finì al tappeto a causa di un pugno allo stomaco.
Layla e Anne guardarono in mezzo a loro e videro uno strano tipo, vestito interamente di rosso, maschera rossa, tuta rossa, aveva due katane fissate dietro la schiena e una pistola alla gamba.
La sua faccia era coperta da una maschera rossa tranne che per il contorno degli occhi nero e le pupille che erano interamente bianche.
Layla senza perdere tempo impugnò la pistola, che teneva appesa alla cintura, e gli sparò tre colpi nel petto.
L’uomo davanti a loro, si portò le mani al petto iniziando a simulare il dolore finché fissò la ragazza dicendo “Ti ho mentito” e la stese anche lei con lo stesso pugno con cui aveva steso Nami, infine si girò verso Anne che aveva impugnato la sua spada.
“Ragazza, sul serio? Ti prometto che non ti farò male e…” neanche finita la frase e il suo sguardo era finita sulla scollatura della ragazza.
“Ehi!” gli urlò lei incazzata, che neanche il tempo per reagire che il tipo vestito di rosso se l’era trovata davanti che sferrava fendenti e affondi.
“Ragazza, buona, non voglio farti male” commentò lui che schivava come se niente fosse i colpi di lei.
L’uomo rosso alla fine stanco di quella situazione, prese fuori una delle sue katane e iniziò a parare i colpi, prima un affondo diretto al suo petto, poi un fendete dall’alto e mentre la ragazza stava prendendo lo slancio per sferrare un colpo dal fianco, colpì anche lei dietro il collo e la fece svenire e si ritrovò tutte e tre le ragazze a terra.
“Ok, so voi mi adorate, ma stendervi ai miei piedi mi sembra troppo” disse chinandosi e caricandosi Anne sulla spalla “Peccato, che in questa storia voi siete già occupate” e si fermò.
“Aspetta scrittore perché devo restare qui a caricarle in spalla? Non potresti portarle direttamente nella prossima scena?” detto ciò le ragazze scomparirono “Grazie” e anche Deadpool sparisce.


“Rufy, forza muoviamoci” gli urlò il fratello dai capelli biondi, erano arrivati ad un pontile e avevano trovato per terra le armi delle loro ragazze e chiedendo alle ciurme delle navi attraccate li, avevano scoperto di questa persona vestita interamente di rosso che le aveva attaccate e fatte sparire.
Stavano correndo senza fiato verso una strana costruzione che si trovava in fondo al porto, a occhio e croce si può dire che è un magazzino.


“Sapete” iniziò di nuovo a parlare il tipo rosso “non voglio farvi male, appena i vostri fidanzati arriveranno e li avrò uccisi, potremo tornare ad esseri amici e magari qualcosa di più” disse piazzandosi davanti a Nami.
“Guarda bello, che la mia faccia è più in alto” gli urlò Nami cercando di svincolarsi dalle catene che con cui l’aveva legata, il solo risultato che ebbe è che il tipo continuava a guardargli il seno sempre più voglioso dato che adesso ballava anche.
“Oh, sì poi c’è anche quella” disse alzando per un attimo lo sguardo per poi farlo tornare dove era prima.
“Sapete voglio immortalare questo momento, ma come?” disse pensandoci su per poi venirgli in mente “Tecnologia! Zoom, zoom, zoom” parlò mentre con una telecamera riprendeva il seno e le gambe delle tre.
“Pervertito!” gli urlò Anne.
“Ho deciso che vi terrò con me” disse mentre agitava un dito davanti a Layla, questa per tutta risposta cercò di mordergli il dito, ma senza successo “Ehi sta buona” gli disse mentre le spruzzava dell’acqua in faccia “Scusa non volevo farti bagnare… o forse Sì” commentò vedendo la ragazza bagnata dall’acqua.
Iniziò a ridere come un matto finché il portone non cadde a causa del Gear di Rufy “Nami!” gli urlò quando la vide.
“Rufy!” le rispose di rimando lei.
“Arriviamo a salvarvi” gli parlò mentre lo sguardo si rivolgeva al tipo vestito di rosso.
“Il mio nome è Wade Wilson, ma se volete potete chiamarmi Deadpool. Bene allora giusto prima di iniziare volevo solo dirvi che IO NON POSSO MORIRE!!! Sciabole, spade, pistole, bombe niente funziona su di me! Un esempio” prese la pistola che teneva attaccata alla gamba e se premette sulla tempia e sparò, cadendo a terra, ma a dispetto di quello che i pirati si sarebbero aspettato “Un secondo e mi riprendo” detto fatto era di nuovo in piedi.
“Oh, cavolo” disse Sabo vedendo quello che era successo, non si prospettava per niente uno scontro facile.
Tutti e tre i ragazzi si ricoprirono le braccia di Haki dell’Armatura e partirono all’attacco, ma il tipo in rosso fece lo stesso e riuscì a parare tutti i loro colpi.
Prese per il braccio Rufy e lo lanciò contro il muro che era alle spalle, ma questo essendo di gomma si rialzò come se nulla fosse, mentre Ace gli lanciava le sue fiammate, per cercare di bruciarlo, ma quello non sorbiva neanche l’effetto delle fiamme, quel poco che veniva bruciato, veniva immediatamente curato dai poteri del loro avversario che perse a gongolare “Tutto qui quello che sai fare?” chiese ad Ace facendogli il verso, ma Sabo che nel frattempo che Deadpool era occupato con Ace gli era scivolato alle spalle gli ruppe il collo, facendo collassate a terra l’avversario.
I tre andarono verso le ragazze, ma appena due metri da loro il corpo di Deadpool si rimise in piedi e parlo “Vedo il mondo un po’ sotto sopra” detto ciò si prese la testa e se la rimise al suo posto e guardo il trio “Ora basta assassino gentile e giusto per ricordarvelo IO NON POSSO MORIRE!”
“Lo spero per te!” urlò Nami sferrando un tuono col clima tackct dove non sbatte il sole dell’uomo rosso, che oltre alla botta gli scaricò una scarica elettrica.
“Cimichianga, chi se lo aspettava?” disse Deadpool cadendo in ginocchio.
“Ehi guarda che non abbiamo finito” gli parlarono Anne e Layla, la bianca gli sparò alla pancia per impedirgli di alzarsi, mentre Anne concluse il lavoro decapitandolo, la testa rotolò a diversi metri dal corpo.
“Ehi, ma come avete fatto a liberarvi?” chiese Sabo a Layla.
La bianca per tutta risposta lo prese per il bavero della camicia blu, che il ragazzo indossava, e gli premette le proprie labbra sulle sue.
Una volta staccatosi lei spiegò “Semplicemente, quell’idiota si è lasciato distrarre dal seno di Nami e non mi ha legato bene, così appena ho avuto occasione mi sono liberata”.
“Ok, ora andiamo, dobbiamo incontrarci con gli altri” disse Ace mettendosi a camminare.
“Ragazzi, se tornate mi portereste un tacos? Ho fame”.
Tutti e sei si girarono verso la testa di Deadpool che nonostante non fosse più collegata al corpo parlava come se nulla fosse, davvero non poteva morire.
“Sapete mi sento un buco nello stomaco” continuo lui, Layla stanca di quella persona, se così si poteva chiamare, gli sparò un altro colpo al corpo “Ora sento due buchi” e si mise a ridere come un pazzo.
I sei girarono i tacchi e andarono via mentre quello rideva come un matto, sperando di non doverlo incontrare più sulla sua strada.


Z:Ok gente, meglio finirla qui, se no arriva….
D: DEADPOOL VERO? Lo so che lo stavi per dire! Lo so che lo stavi per dire
Z:Perché ho accettato? Perché?
D: Perché tu devi andare dormire e poi io sono il migliore.
Z: Sì certo credici.
D: Tu hai mai affrontato Wolverine e sei sopravvissuto o Capitan America o quei pirati pazzi di poco fa?
Z: Certo che No.
D: Appunto, so che vorresti dire che siamo soltanto frutto dell’immaginazione, ma nessuno di loro lo sa…. Ma io Sì.
Z: Deadpool o sparisci o non ti metto più in nessun capitolo!
D: Ok, ok ci vediamo allora
Z: Bene scocciatore sparito io vi saluto qui che vado a dormire che essendo mezzanotte, oggi ho una simulazione di una prova d’esame, meglio dormire; un ultima cosa nel caso ci sia qualche lettore donna, gli volevo solo fare i miei AUGURI.
CIAO E A PRESTO.

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Capitolo 24
*** Il segreto di Lisara ***


Cap.24 Il segreto di Lisara


Lisara era riuscita a sfilarsi dal gruppo di pirati che avrebbero dovuto pensare a procurare la polvere da sparo.
La ragazza osservò nuovamente il foglio di carta che teneva tra le mani, doveva presentarsi al rifugio ordini prioritari.
“Se non sbaglio era da queste parti” commentò infilandosi tra due case fino ad arrivare davanti ad un negozio d’armi, si guardò a destra e lo vide, il rifugio.
A dir la verità, il rifugio era una casa come le altre, per non destare sospetti, era su due piani, quasi fatta tutta di legno e mattoni, aveva una piccola veranda su cui era in piedi un uomo.
“Upton Traves?” chiese la ragazza all’uomo, quello era di carnagione scura, occhi gialli e capelli neri, vestiva di una camicia di colore rosso e pantaloni larghi di colore arancione.
“Dipende chi lo vuole sapere?” rispose lui squadrando la ragazza.
“Lisara Akabane”
“Ah, sì, La Rosa Nera, la protetta dell’erede del maestro, abbiamo una missione spionaggio e assassinio per te”
“In cosa consiste?” domandò la ragazza.
“Sull’isola sono presenti diversi templari, il tuo compito è raccogliere delle informazioni sul motivo della loro presenza sull’isola ed eliminarli” spiegò l’uomo con tranquillità.
“D’accordo, dove si trovano i bersagli?”
“Uno nella palude ad est di qui, uno nella foresta, e infine l’ultimo si trova con Chamberlein”.
“Mi preparo e parto subito” detto ciò si congedo, si cambiò i vestiti dalla camicia azzurra e pantaloni neri, a una tuta rinforzata di colore nero sia la parte superiore che inferiore, in più erano presenti un portaoggetti e una cerbottana, quando ebbe finito andò al negozio di armi che aveva incrociato prima.
All’interno comprò, delle bombe fumogene e alcuni dardi per la cerbottana, anche se non li usava era sempre meglio averli con se non si sa mai.
Preso il necessario, parti verso alle paludi, dove secondo le informazioni si trovava il bersaglio.
Per arrivarci sali su un albero e sfruttando il fatto che i rami fosse quasi tutti collegati iniziò a saltare su di loro.
Arrivata al centro dell’isolotto nella palude, guardò in basso e mentalmente si disse di aver fatto la cosa più giusta, nell’acqua erano presenti diversi alligatori che sembravano molto cattivi e affamati.
“Signora abbiamo trovato il contatto”, Lisara alzò la testa di scatto e drizzò le orecchie per sentire la voce che non sembrava molto lontana.
“Bene, allora muoviamoci, quando arriverà Deadstroke deve essere tutto pronto” disse una voce femminile, Lisara la osservò per qualche minuto dal suo nascondiglio, era alta magra capelli neri carnagione sul ramato e occhi colore verde, poi dal porta oggetti che aveva appeso alla cintura prese fuori un fascicolo con i vari nomi dei bersagli, iniziò a sfogliarlo.
“Avevo visto giusto allora” commentò a bassa voce per non farsi sentire, quella donna non era altro che Martinez De Gaglira, una che tempo fa non si fece scrupoli ad eliminare diversi assassini per il proprio tornaconto.
Lisara prese un respiro, si alzò in piedi sul ramo e si preparò a fare la sua mossa, non appena la Martinez e il suo sgherro passarono sotto il ramo, tirò fuori dai polsi le lame celate e saltò, a fine discesa conficcò le due lame, una nella schiena dell’uomo, l’altra nel petto della donna.
Lisara si alzò per andarsene, ma la voce della donna la fermò “Maledetta assassina, non hai idea di quello che stai facendo”.
“Forse, ma io devo seguire gli ordini come tu fai coi tuoi” gli disse di rimando Lisara.
“Voi stupidi assassini, non avete idea di come fare soldi… la mia famiglia” iniziò a parlare più piano per colpa di tutto il sangue perso “ha visto il potenziale di queste isole… industrie, miniere, piantagioni… potevamo diventare tutti più ricchi e liberi!”
“Sei una stupida” disse Lisara avvicinandosi alla donna “Come si può dare la libertà a chi lo è già?”.
Ma la donna non le rispose, aveva esalato il suo ultimo respiro e scrutandola, Lisara notò che al collo portava una chiave dorata.
“Questa cos’è?” si domandò, non la riconosceva, ma di qualunque cosa fosse al cadavere ai suoi piedi, non sarebbe più servita, di conseguenza decise di intascarsela e riprese a camminare verso il suo prossimo obiettivo, la foresta.
Nel giro di mezzo minuto era già arrivata, la foresta era attaccata alla palude fortunatamente, ma purtroppo il suo bersaglio era al centro di uno schieramento di pirati che lo stavano idolatrando poiché aveva venduto delle pellicce a prezzi molto alti ai ricchi della città.
Valutando la situazione, la ragazza prese fuori la sua cerbottana e uno dei dardi che aveva con se e lo infilò nella cerbottana.
Messa abbastanza vicina da essere certa che avrebbe colpito il bersaglio, ma abbastanza lontana per poter scappare, soffiò nella cerbottana e il dardo partì, colpendo il bersaglio sul braccio e cadendo immediatamente.
L’uomo colpito si portò le mani alla testa e iniziò ad urlare, finché non tirò fuori la sua spada e uccise uno di quelli attorno a lui, il resto di coloro che non erano scappati iniziò ad affrontarlo.
Lisara girò i tacchi e si mise a correre via, la missione era stata un successo, niente intoppi fortunatamente, e anche se il capo di quella banda di malviventi li avesse uccisi tutto attorno a lui,appena fosse passato l’effetto del dardo, sarebbe morto per effetto collaterale.
Bene adesso rimaneva solo quello con Chamberlein, peccato che lei non sapesse dove fosse quell’uomo, però per un caso fortunato passarono davanti a lei un gruppo di soldati di corsa e poco dopo Sonia e Law.
Lisara appena notò i due riuscì a nascondersi, ma fu bloccata non appena sia Sonia, che Law si posizionarono vicino al suo nascondiglio e iniziarono a parlare, finché una frase non attirò la sua attenzione.
“Davvero? Perché se non ricordo male sei scomparso insieme a Lisara. Dove siete andati?”
Lisara nella testa si trovò a pregare Law, di non rispondere ad una tale domanda, ma le sue preghiere non furono esaudite.
“Se lo vuoi tanto sapere, ci siamo diverti a letto. Contenta?”.
Il volto di Lisara passò da tutte le tonalità del rosso, sia per l’imbarazzo, sia per la rabbia.
Ma se la fece passare in secondo piano, perché i due avevano ripreso a camminare.
Arrivati alla spiaggia, Lisara riuscì a precedere i due e salì in cima all’albero maestro e quando vide passare i due bersagli, tirò fuori le due katane, tirò il cappuccio nero sulla testa, in modo da non farsi riconoscere e uccise i due, alla fine sentì lo sguardo di Sonia su di se e scappò.
Ritornata al rifugio parlò con l’uomo della missione e poi si cambiò nuovamente gli abiti.
“Io vado” comunicò prima di partire.
“Il maestro vuole che tu completi la missione” disse lui.
“Io non so se sono in grado” disse lei.
“Non hai scelta questo è il suo volere”.
“Sì lo so, ma sperare in un miracolo si può” disse la ragazza andando verso la nave dei pirati di cappello di paglia.



Ok gente allora, lo so sono in ritardo, anche se tecnicamente non avevo scritto quando lo avrei postato.
Comunque qui vediamo un po' svelati i segreti di Lisara, anche se non sono ancora finiti, perchè per l'idea che ho io ci saranno eccome; ma molto probabilmente la ideatrice di lei mi ucciderà per quello che penso, ma se vi può far stare tranquilli accadrà tra un bel po'.
Ora avverto che tra due capitoli finisce Nassau e si riprenderà ad andare per mare.
Andando a discorsi più semplici, qualcuno di voi segue il manga di One Piece online? Io sì, poi quando esce me lo compro, non avete idea di quello che sta succedendo, meglio non scrivere se no faccio spoiler.
Bene ci vediamo al prossimo capitolo
CIAO
p.s. Se oltre all'anima santa che recensisce ogni capitolo ci fosse anche qualcun'altro non sdegnerei, se la cosa vi fa stare tranquilli io non sono un cannibale, perciò sentitevi liberi di scrivere quel che volete.

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Capitolo 25
*** Spaventapasseri ***


Cap.25 Spaventapasseri

Robin e Drake stavano camminando tranquillamente lungo il porto, il vento soffiava una leggera brezza che portava il profumo del mare, il cielo era limpido, una giornata tranquilla adatta per godersi il sole in spiaggia, ma gli ultimi eventi non davano la possibilità di distrarsi.
Erano nel gruppo che dovevano avvertire tutte le ciurme e nel giro di qualche minuto grazie ai poteri di Nico Robin, avevano completato la loro missione.
Ora stavano passeggiando e parlando di loro tra di loro e la cosa era strana per entrambi, dato che loro non parlavano molto volentieri di se con gli altri, ma sentivano di potersi fidare dell’altro senza rischiare che i fatti personali venissero spifferati al mondo intero.
“Bè, che dire nessuno dei due ha avuto vita facile” commentò Drake dopo aver finito di ascoltare Robin.
“Vero però adesso sono con delle persone che mi fanno sentire a casa” commentò lei.
“Sono felice per te, tu ormai sei rimasta la sola persona in grado di leggere il Poniee Grift, da adesso, avrai la vita molto difficile”.
“Sì è vero, ma io ho dei compagni fortissimi, che mi proteggono”.
Robin finita la frase si voltò a guardare il mare, Drake aveva ragione in fin dei conti, lei era l’unica in grado d’individuare Raftel, chissà, cosa sarebbe successo, sicuramente il governo mondiale e i quattro imperatori, proveranno a rapirla o peggio.
Si rigirò verso la banchina e davanti a lei apparve una donna era giovane, capelli bianchi e tratti gentili, una donna che la seguiva sia negli incubi, che nei sogni più belli.
“Mamma” disse a bassa voce, la donna si volto velocemente verso la figlia per poi scappare.
Robin una volta ripresa dallo shock, la insegui, ma dopo diverse centinaia di metri, la perse di vista.
Robin si diede della stupida, sua madre era morta a Ohara, probabilmente quello era stato uno scherzo della mente.
La mora, preso un bel respiro, si volto nella direzione da cui era venuta, invece di vedere il porto si trovò davanti il gigantesco albero del sapere, dell’isola dove è nata.
“Robin!” urlò un gigante, che correva nella sua direzione.
“Sauron! Devi andartene!” gli urlò Robin correndo verso di lui, ma quando era quasi arrivata, il gigante fu interamente congelato da un uomo che era vestito di nero “Aokiji!”.
“Sei diventata grande, ma non sei riuscita a proteggere la tua casa” disse l’uomo sistemandosi gli occhiali che teneva sul naso.
“Non sono più una bambina, adesso sono molto più forte! TRIS FLEUR!” urlò incrociando le braccia davanti a se.
Passati un paio di secondi spuntarono delle braccia, sul corpo dell’ex uomo – marine, che rimase immobile quando Robin la spezzò a metà, ma l’uomo si ricompose senza problemi e la attaccò.
“Ice Block” e così dal braccio dell’ammiraglio partì un blocco di ghiaccio che congelò tutto sul suo cammino, avrebbe congelato anche la ragazza se lei non lo avesse schivato.
“Hai passato la vita a tradire le persone e adesso tradirai anche coloro che ti hanno accettato, non è vero Nico Robin?” commentò l’uomo per spostarsi e mostrare alla ragazza la scena che lei teme di vedere.
I suoi compagni stavano affrontando Akainu e venivano tutti uccisi e sconfitti uno dopo l’altro, mentre lei era incapace di muoversi essendo apparso Lucci che le avevano messo le manette di agalmatolite.
“Questo è il vostro destino, e adesso vieni con me Nico Robin” disse l’uomo con il suo piccione sulla spalla, mentre la trascinava via.
“NO! NO!” urlò Robin cercando di liberarsi.
Akainu stava per uccidere anche Nami, quando Drake, appena arrivato, tagliò in due l’ammiraglio, che si dissolse nell’aria come fumo.
“Drake! Presta attenzione!” gli urlò Robin, mentre il ragazzo si ritrovò circondato, da una parte Lucci, dall’altra Aokiji.
Il ragazzo trovandosi in quella situazione, per prima cosa affrontò Lucci, che nonostante i suoi poteri Zoa – Zoa, non riuscì a sconfiggerlo nonostante gli desse parecchio filo da torcere e alla fine ebbe la stessa sorte di Akainu.
“Prima che ti uccida, dimmi cosa hai fatto a Robin” gli intimò.
“Drake, lui è…” incominciò Robin, ma venne fermata dal ragazzo dai capelli rossi “Ti sbagli, non so chi credi che sia, ma lui non è chi immagini”.
“Come sarebbe?” domandò la mora mentre guardava l’immagine di Aokiji svanire e lasciare spazio a quella di un individuo assai più inquietante.
L’uomo che era apparso era alto, magro, indossava una maschera antigas, il petto era scoperto e si vedeva il fisico asciutto, la parte inferiore del corpo era coperta da dei pantaloni larghi grigi, mentre alle mani aveva delle strane armi, erano delle lunghe siringhe, che erano state assicurate una per dito, si poteva dire che adesso le sue mani erano lunghe e pericolosamente affilate, infine per completare lo spettacolo assai agghiacciante addosso aveva un mantello che lo copriva dal capo ai piedi.
“Sei davvero strano, sei inquietante, assomigli ad Freddy Krueger, ma in versione dark” gli disse Drake.
“No, SPAVENTAPASSERI!” gli rispose la figura, che lo attaccò senza esitare.
Drake si trovò velocemente in difficoltà, gli affondi di quell’avversario erano rapidi e veloci, sicuramente non avrebbe goduto nel ritrovarsi come un pollo allo spiedo, sarebbe stato molto doloroso.
L’avversario portò avanti una mano costringendo Drake a schivare le lunghe e sottili lame, ma l’altra mano del nemico avanzò velocemente verso la sua faccia e stava per toccarlo, se non fosse che Robin, essendosi ripresa, fece apparire delle braccia che lo immobilizzarono.
Drake sfruttò il momento, per colpire e con un fendente colpì l’avversario, facendolo dissolvere pure lui.
Entrambi stanchi, chi psicologicamente, chi fisicamente, si sedettero sul terreno che era tornato di pietra, al posto dell’erbe che ricopriva Ohara.
“Grazie, Drake” disse Robin una volta preso fiato.
“Tranquilla, sono certo che anche tu mi avresti aiutato … giusto?”
“Sì, certo”.
Entrambi dopo il breve scambio di battute si alzarono in piedi e presero la direzione del porto ed a metà strada incontrarono Rackam, che li salutò.
“Ah, eccovi, vi abbiamo cercato ovunque, siete gli ultimi che fine avevate fatto, si può sapere?” gli domandò.
I due allora gli raccontarono quello che era successo, dalle visioni agghiaccianti di Robin, fino ad arrivare a Spaventapasseri.
“Capisco, è un miracolo che siate ancora vivi, vi ha lasciati andare”.
“Come sarebbe scusa?” gli domandò Drake, con quel tipo aveva messo molta fatica e per poco non ci aveva lasciato le penne e adesso gli viene a dire che li ha lasciati andare?
“Vi ha lasciati andare” disse Rackam ripetendosi “Quello che avete affrontato era un’illusione creata dal gas di Crane, o meglio noto come SPAVENTAPASSERI, è uno dei SUPERCRIMINALI imperiali, da quello che si dice, se s’impegna è in grado di distruggere un’intera città” spiegò il pirata vestito di verde.
Robin e Drake si scambiarono uno sguardo in cui erano presenti, ansia, paura e rabbia, avevano assaggiato la punta dell’iceberg, e adesso, erano nei guai.



“Perché li lasci andare?” domandò un suo subordinato.
“Semplice, perché possono tornarmi molto utili, tutti e due, poi con quell’incubo ho segnato quella donna, non so cosa vedesse, ma era sicuramente mostruoso” disse Crane aggiustandosi il mantello che lo copriva “Sì, lei è il soggetto giusto, per migliorare la formula” e prese fuori un rgistratore "Giorno 1, formula sei, il soggetto, al momento non mostra segni di cedimento, da tenere d'occhio".



OK GENTE Sono in ritardo, ma la scuola non lascia tregua, ed oggi il prof. mi ha messo un’interrogazione anticipata dal 06/04 al 02/04, grazie prof e pensare che quest’anno mi dovrebbero aiutare.
Ok problemi miei a parte, per chi non lo avesse capito, Robin e Drake hanno lottato contro un’illusione, ok? Quindi si Olvia, Sauron, Akainu e Lucci erano finti, mentre Aokiji (o meglio il finto Aokiji) era niente poco di meno che 1 dei SEI SUPERCRIMINALI.
Ok, mi sbrigo.
Dal prossimo capitolo ciao NASSAU, poi ho deciso che questa storia sarà suddivisa in tre ed ad ogni nuova accetterò altri OC.
Ok gente ci vediamo presto.
CIAO.

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Capitolo 26
*** Fuga spericolata ***


Cap.26 “Fuga spericolata”



“Bene uomini, è il momento, preparate le navi!” urlò Kennawey.
“Sì!” risposero in coro il gruppo di persone che lo stavano osservando.
Gli uomini della ciurma di Kennawey si diressero verso la propria nave a prepararsi.
Il pirata si volto di 180° e si trovò davanti la ciurma di cappello di paglia, degli hearth, di Ace e Sabo.
“Dovete prepararvi stiamo per partire” gli rispose tranquillo lui.
“Sì, però prima vogliamo sapere delle cose” rispose Law.
“Che sarebbero?” domandò l’Imperatore – Pirata.
“Spaventapasseri”
A sentire quel nome gli occhi di Kennawey cambiarono, passando da tranquilli a seri “Come lo conoscete?”.
“Ha attaccato un membro della mia ciurma e uno di quella del cappellaio”
“E come?”
“Ha creato delle illusioni riguardanti il loro passato, quello che vogliamo sapere, è come fa a sapere quello che è successo ad Ohara, come fa a sapere chi sono gli ammiragli, come fa a sapere tutte queste cose?” chiese Law.
Kennawey prese un respiro e iniziò a rispondere “Sinceramente non so come fa a sapere degli ammiragli, però per quello che è successo ad Ohara, quello che per ora posso dirvi è che Gol D Roger, Edward Negate, Monkey D Garp, Sengoku, Redfield, Zeprhy, Tsuru e Kingishi hanno già esplorato queste acque”.
“Che cosa?” risposero tutti in coro, con gli occhi fuori dalle orbite.
“Vuoi dire che tutti i grandi nomi del nuovo mondo sono stati qui?” domandò Usopp.
“Sì, per il periodo che hanno passato qui, quelle persone fecero una cosa senza precedenti in tutta la storia”
“Che sarebbe?” domandò Sabo.
“Formarono un’alleanza. Personalmente io non ricordo molto di allora essendo accaduto 22 anni fa, ma vi posso dire che divennero molto potenti e temuti, finché non svanirono da queste acque per poi tornare a comparire nel Nuovo mondo, poi ovviamente ognuno seguì la sua strada” spiegò il pirata.
“Che cosa era accaduto? Perché se n’andarono?” domandò Nami.
“Io non posso dirvelo” comunicò Kennawey, con uno sguardo misto a dispiacere e delusione “Ho fatto un giuramento che non posso infrangere, quello che posso dirvi è che centra una ragazza, molto vicina a Cappello di Paglia”.
“Una molto vicino a me? E chi sarebbe?” domandò Rufy con sguardo serio.
Kennawey si morse le labbra e stava per parlare, ma venne salvato da Tatch “Ehi Kennawey! è tutto pronto”.
“Bene” il capitano – imperatore n’approfitto per defilarsi dal discorso e se ne andò via accompagnato da Tatch lasciando Rufy senza una risposta.
“Stavi per dirglielo” commentò Tatch appena furono a debita distanza.
“Sì, accidenti, hanno lo stesso sguardo, cappello di paglia e sua sorella”
“Già, ma non puoi dirgli di Iris, lo abbiamo promesso, sia a Garp, sia ad Aristide”
“Già, ma secondo me, tra non molto avverrà il giorno in cui si incontreranno”.
“Ora pensiamo solo ad andarcene da qui, ho scoperto che Vlanna è con la flotta, nel caso che c’insegui ci penserò io”
“Bene” e raggiunsero la nave di Kennawey “Tu sali sulla mia nave?”
“Avevi intenzione di lasciarmi qui?” domandò con ironia Tatch.
“Sarebbe un idea…. No dopo dovrei stare attento anche ai tuoi territori e non sarebbe divertente”.



Passata qualche ora, quasi tutte le navi pirata si staccarono completamente dalle banchine.
“Bene, abbiamo impostato dei droidi che abbiamo rubato a Grivus per fare in modo che guidino la nave d’Ornigold fino al blocco per poi esplodere” comunicò Ade al suo capitano.
“Molto bene” rispose Kennawey “Anne comunica con le tue copie che partiamo”.
“Sì, subito” la donna chiuse gli occhi e tramite il pensiero parlò con le copie che avvertirono le ciurme.


Sulla nave di cappello di paglia, la copia d’Anne diede l’annuncio “Siamo pronti”.
"Mi rispondi tu cosa voleva dirmi Kenneway?" chiese cappello di paglia.
Ma la donna non gli diede la risposta sperata "Noi non possiamo dirti nulla dovrai scoprirlo da solo"
La nave che fungeva da brulotto si staccò per prima dai moli poi di seguito tutte le altre, prima la nave di Ace, poi il sottomarino di Law, la nave di Kenneway, la nave di Vane e infine quella di cappello di paglia.
Dopo di loro si staccarono all’incirca una cinquantina di navi.
“Adesso stiamo calmi finché non avviene l’esplosione, appena avvenuta dobbiamo essere più veloci del vento a muoverci” spiegò la donna dai capelli rossi, alle varie ciurme.
Il vento spingeva le varie navi verso il mare aperto, tutti sentivano la tensione nell’aria, finché un esplosione gigantesca non illuminò il cielo e il mare.
Nella ciurma di cappello di paglia era tutto calmo, il che era una novità considerando chi era il capitano.
“Adesso! Dobbiamo muoverci” urlò Bonneey.
La flotta delle navi pirata approfittò del buco formato nel blocco delle navi imperiali per passarci in mezzo e scappare.
“Siamo passati!” urlò Nami, ma venne azzittita dalla donna che non faceva parte della ciurma.
“Aspetta a cantare vittoria, adesso tutti i soldati sanno cosa abbiamo in mente quindi ce li troveremo addosso in poco tempo”
Neanche finita la frase che essa si avverrò, una serie di piccole navi veloci si staccarono dalla flotta principale e cominciarono a sparare sulle navi pirata.
Sulla NeosMobyDick Ace, Sabo, Marco, Layla e Anne respingevano le cannonate che rischiavano di colpire la nave, e nel tempo il moro usava il suo potere rogia per affondare le navi nemiche.
La cosa non era neanche troppo complicata, ma la temperatura dell’aria scese velocemente, finché una bufera di neve non si abbatte su tutte le navi e nell’aria si alzò una voce femminile.
“Traditori dell’Impero, Io sono Vlanna Azalea, imperatrice dell’impero e braccio destro di sua eccellenza l’Imperatore Palpatine. Mi sono divertita a vedervi combattere, ma adesso basta, se non vi arrendete all’istante, vi avviso che provvederò io stessa alla vostra distruzione totale, se scapperete vi prometto che eliminerò ogni uomo, donna e bambino che vi aiuterà” e finita la frase la tempesta iniziò a placarsi.
Tutte le persone a bordo della propria nave iniziarono a guardarsi attorno spaventati, ma ormai tutti sapevano che se si sarebbero fermati, sarebbero morti comunque.
Arrivati a circa due chilometri dalla costa la nave che stava per ultima alla flotta pirata si affondò di colpo, attirando l’attenzione di tutte le altre.
“È Vlanna, non dobbiamo fermarci” urlò Kennawey, l’imperatore sapeva benissimo che poteri aveva quella donna, ma adesso non aveva abbastanza forza per sostenere un combattimento in mezzo al mare.
Anche la seconda nave si inabissò senza lasciare traccia di se, ora l’ultima nave della coda era quella di cappello di paglia.
La ciurma del ragazzo iniziò a sudare freddo, non solo per la temperatura che stava tornando velocemente verso il segno negativo, ma anche per la possibilità di uno scontro che molto probabilmente non sarebbero riusciti a vincere.
Un iceberg si creò nel mare e si mosse velocemente verso la nave di cappello di paglia, stava per colpirli, presto anche la nave di Monkey D Luffy sarebbe andata in fondo all’oceano.
Zoro, Rufy, Sanji e Sonia non volendo fare una tale fine sferrarono un colpo combinato volante verso l’iceberg formando delle crepe, ma esse si richiusero velocemente.
“Merda” imprecarono con la mente.
L’iceberg era ormai a trenta metri da loro finché sulla prua della nave apparve Tatch.
“Ma come hai fatto?” urlò spaventato Usopp.
“Un giorno, forse te lo insegnerò” disse lui camminando verso la poppa.
Arrivato vide che l’iceberg era ormai a dieci metri, mentre i membri della ciurma di “cappello di paglia” erano esausti l’iceberg era senza un graffio.
Tatch alzò la mano e la puntò il palmo verso l’iceberg che quando fu a pochi metri dalla nave venne sbalzato indietro da un onda di energia che partì dal pirata dai capelli neri.
Vedendo il risultato Tatch ghignò, se Vlanna voleva quei ragazzi avrebbe dovuto sudare per averli.
“Come hai fatto?” chiese cappello di paglia con gli occhi a stella.
“È il potere della forza, è un ambizione di tipo armatura che però può essere usata anche a distanza” gli spiegò lui.
L’iceberg si bloccò a circa venti metri dalla nave e si sciolse, ma congelando l’acqua attorno si formò uno spiazzo molto grande su cui era presente una donna, era Vlanna.
La donna, sollevò il gigantesco mitragliatore che portava dietro la schiena e sparò diversi colpi verso la nave di cappello di paglia, ma furono tutti fermati da Tatch con la spada.
“Vlanna non vi lascerà andare, andate alla base di Kennawey ci vediamo li” comunicò prima di saltare sulla lastra di ghiaccio.
“Buona fortuna!” gli urlò la vice capitano dei pirati di Kennawey “Muoviamoci!” urlò poi alla ciurma.
“Ma non possiamo lasciarlo qui” gli disse cappello di paglia.
“Tranquillo, Tatch ha la pellaccia dura, non basterà Vlanna a ucciderlo e ora andiamo via!”.


Ok gente questo cap. è più lungo spero che vi sia piaciuto, per chi pensa male, tranquilli Tatch si rivedrà presto.
Ora mi metto a dormire.
Spero di scrivere il prossimo capitolo il presto, ma non prometto nulla, anche se so già quali saranno le prossime isole.
Ok, nella speranza di avere qualche recensione.
CIAO

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Capitolo 27
*** Verso una nuova avventura ***


Cap.27 “Verso un’altra avventura”



Il combattimento tra Vlanna e Tatch stava proseguendo da un paio d’ore.
Della lastra di ghiaccio su cui avevano iniziato a combattere ormai era rimasta appena la metà, mentre della flotta di venti navi imperiali n’erano rimaste la metà, ma entrambi i combattenti erano in piedi senza graffi.
Vlanna caricò sulla gamba destra e si diede uno slancio e arrivò davanti a Tatch e lo provò a colpirlo con un pugno diretto al petto, però il colpo fu parato dalle braccia messe a croce dal pirata.
Vlanna sfruttò che Tatch avesse le braccia bloccate per sferrare una ginocchiata per farlo finire in mezzo al mare.
L’uomo uscì con la testa fuori dall’acqua e iniziò a nuotare velocemente verso la lastra di ghiaccio dove sopra era presente la dama di ghiaccio.
Vedendolo in acqua Vlanna pensò di finire lì il combattimento, appoggio le mani sulla lastra ai suoi piedi, e pronuncio la una parola “Antartide”.
La lastra di ghiaccio iniziò ad espandersi velocemente in ogni direzione.
Tatch sapendo che se il ghiaccio lo avesse raggiunto, lo avrebbe ucciso, si concentro.
Appena il ghiaccio fu a portata del braccio, appoggiò velocemente la mano sulla lastra e s’issò per uscire dall’acqua.
Il pirata ebbe appena due secondi di tempo per schivare degli spuntoni di ghiaccio che si crearono dove lui era atterrato.
Non ebbe tempo di respirare che Vlanna creò delle lance di ghiaccio e le lanciò contro di lui.
Tatch tirò fuori la propria spada e tagliò le lance, ripose la spada nel fodero e corse verso Vlanna.
Ma la donna, quando il nemico fu a portata, sferrò un altro pugno, ma questa volta era ricoperto di una patina bianca che emetteva una luce azzurra chiara.
Il colpo colpì in piena pancia l’avversario, che si piegò a metà dal dolore.
“Mi aspettavo qualcosa di più” commento lei, ma l’uomo davanti a lei iniziò a tremare finché non svanì.
Una spinta della Forza la colpì alle spalle, facendola schiantare contro una delle navi.
Lo schianto distrusse il lato della nave, “Hai ragione mi aspettavo qualcosa di più” rispose Tatch al commento di Vlanna.


Rufy sulla nave era ormai intenibile.
“Voglio andare ad aiutarlo e voi non potrete fermarmi” urlò cercando di liberarsi dalla presa ferrea di Ace.
“Sì che possiamo” commentò Sabo.
“Cappello di paglia” gli parlò Ade avvicinandosi “Sfidare qualcuno come Vlanna se non si ha pieno controllo della Forza, è molto pericoloso. Se uno non lo sa usare, non riuscirebbe neanche a sfiorare quella donna, e fidati non basta che tu sappia usare l’Haki dell’armatura”.
“A proposito” iniziò Layla “cos’è la Forza?”
“La Forza è l’Haki dell’armatura potenziato” rispose Kenneway.
“Potenziato?” domandò Bonney.
“Esattamente, immagino che tutti voi saprete che esistono i tre tipi d’ambizione, bene l’armatura si può spingere a toccando le armi si rivestono, noi siamo in grado di usarla anche per colpire a distanza”.
“Allora ditemi come usarlo così possiamo andare!” urlò Rufy.
“Non è una cosa che si possa usare senza della pratica, ovviamente se uno è in grado di usare l’Haki dell’armatura è vantaggiato, ma per impararlo ci vuole tempo” rispose Lisara sorprendendo tutti.
“Tu la sai usare?” gli chiese Sonia.
“Non molto, è difficile da controllare, se usata in modo scorretto può consumare la persona che la usa” conclusa la ragazza.
“Ma i poteri di Vlanna, come fa usarli? Esiste solo un tipo di frutto gelo-gelo e lo ha mangiato Aokiji” chiese Ace, memore della tempesta di neve che aveva colpito la sua nave prima.
“Quei poteri non provengono dai frutti del diavolo” rispose Kenneway.
“Ma allora da dove?” chiese questa volta Robin.
“Personalmente un’idea l’ho, ma non voglio dirvi cose sbagliate quindi preferisco non rispondere”.
“Capito” rispose la donna.
Passati alcuni minuti tutto si calmò sulla nave di cappello di paglia, finché appari Tatch sulla prua della nave.
Il primo ad accorgersene fu Chopper che corse da lui domandandogli se era ferito, ma il pirata gli rispose che stava benissimo, fu così che lentamente tutti i pirati presenti si radunarono da lui felici di averlo ancora tutto intero e indenne.
“Come fai ad essere senza un graffio? Vlanna?” chiese Ade.
“Non saprei è andata via durante il combattimento” rispose il pirata dai capelli neri.
“Felici di averti nuovamente con noi”rispose Kenneway.
“Bene, allora dove stiamo andando?” chiese Tatch curioso di sapere la loro prossima destinazione.
“Non lo sappiamo, noi volevamo andare a Nassau per incontrare Kenneway per chiedergli come si tornava nel Nuovo Mondo, ma adesso non sappiamo che direzione prendere” spiegò Nami.
“Se non sapete dove andare, ho io una destinazione” parlò Ade.
“Dove?” chiese Sanji soffiando via una nuvola di fumo proveniente dalla sua sigaretta.
“Isola di Gelis, laggiù tra non molto si svolgerà un grandissimo torneo, molto probabilmente parteciperanno molti grandi nomi, però dovrebbe essere emozionante”.
“Bene gente direzione Gelis!” urlò cappello di paglia alzando le braccia al cielo.



OK gente come andiamo?
Sì lo so un capitolo corto.
Ma ho da farmi perdonare, ho deciso di riaprire le iscrizioni degli OC, ma con alcune condizioni, non faranno parte delle ciurme dei nostri eroi, potranno avere delle ciurme loro, o faranno parte di quella di Kenneway, Tatch, Ornigold, oppure li inserirò io da qualche parte.
Bene per chi vuole la scheda è qui sotto. (mandatemi un messaggio privato)

Nome:
Cognome:
Età:
Sesso:
Aspetto fisico:
Storia:
Poteri:
Punti forti:
Punti deboli:
Ciurma:
Amore:
Altro:

Attendo i vostri OC.
CIAO.

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Capitolo 28
*** Cap.28 Decisioni Importanti ***


Cap.28 Decisioni importanti.



L’isola di Gelis si stagliava davanti a loro, una foresta ricopriva la costa, il clima sull’isola era autunnale e tutte le foglie colorate degli alberi davano un tono vivace all’isola.
Arrivati al molo del porto, i pirati notarono che erano presenti navi di tutti i tipi: navi pirata, navi mercantili, navi imperiali e molte altre di diversi tipi ed alcune di stranissime forme.
“Come mai siamo venuti qua?” chiese Franky.
“Su quest’isola, si sta per tenere un grandissimo torneo” spiegò Ade “Quindi pensavo perché non partecipate?”
“COSA?!” urlarono tutti.
“Noi non possiamo, abbiamo altre cose da fare, ma vi prometto che ci saremo a vedervi combattere” disse Anne Bonney, mentre si allontanava con Ade, Kennawey e Tatch.
I pirati rimasti (ciurma di Rufy, d’Ace, di Law e Sabo) si guardarono.
Data la situazione, ammettevano che, in effetti, era la cosa migliore da fare, almeno se fosse andata bene, avrebbero guadagnato qualcosa, se fosse andata male avrebbero ottenuto informazioni sui combattenti di quel mondo.
Così iniziarono a girare per quella strana città alla ricerca del luogo in cui si sarebbero iscritti per partecipare al torneo.
La città era davvero particolare, gli edifici erano molto strani, erano alti, e stretti, alla base erano presenti le attività, come ristoranti e locande, mentre ai piani più alti erano presenti le unità abitative.



“Ehi DOC! Piantala di bere!” urlò una ragazza dai capelli neri corti e occhi marroni, era giovane tratti della faccia duri e molto severi, mentre il corpo era con delle forme molto curve, era vestita con un basco giallo, una camicia marrone e dei pantaloni di jeans gialli e delle scarpe marroni.
“Non rompere Bridgitte! ..ich..” disse una persona poco lontana da lei, era sulla cinquantina, la fronte era solcata da diverse rughe, i capelli erano un misto di bianchi e neri, gli occhi erano sul grigio-azzurro offuscati dal troppo alcol ingerito, era vestito con un cappello bianco, una giacca verde, una maglia blu, dei pantaloni gialli e delle scarpe bianche.
La ragazza strinse le braccia sotto il seno e sospirò, era entrata in quel bar per bere della acqua, ma Doc era entrato anche lui e aveva iniziato a bere e quando lui inizia non smette più.
La giovane era stanca del comportamento di quell’uomo, prima era un eccellente medico poi non era riuscito a salvare un ragazzino che era rimasto ferito lo aveva segnato per sempre, adesso da rinomato medico era un genio del crimine, era conosciuto come il Doc, ma ormai di Doc non aveva più nulla, uccideva per ordini del capo e si divertiva quasi a farlo con le sue revolver.
La ragazza, mentre aspettava che il compagno si scolasse l’ennesimo bicchiere di liquore, spostò lo sguardo fuori dalla finestra e vide passare un gruppo di persone, per un attimo rimase a fissarle, ma poi le venne l’illuminazione.
“Ehi Doc” lo chiamò senza ottenere risposta, sposto lo sguardo e vide il compagno era con la testa china sul tavolo che ronfava pesantemente “EMMET WOLKER!!!” lo chiamò col vero nome urlando.
L’uomo in questione si svegliò di soprassalto.
“Sì? Cosa? Che succede?” iniziò a girare la testa a destra e sinistra con il revolver in mano.
“Calmo sono io, fuori è passato cappello di paglia” gli comunicò la ragazza facendolo calmare.
“Chi?”
“Il ragazzo che ha sconfitto il Barone e che ha mandato in fumo il nostro accordo con Acromio per Happy Island, il capo vuole che lo portiamo da lui, VIVO!” gli spiegò Bridgitte.
“Va bene, vivo” disse l’uomo scolandosi l’ultimo bicchiere “Ma io non mi preoccuperei, dopotutto in quella direzione c’è il banco di registrazione al torneo e tu ti sei iscritta insieme a Wolf”
“A tal proposito dov’è finito quell’uomo?” domandò notando solo adesso il fatto che mancava il loro terzo compagno.



In cima al palazzo un uomo, era anche lui avanti con l’età, aveva cinquantacinque anni, aveva i capelli tutti bianchi e gli occhi erano verdi acqua, i tratti era di uno molto serio, era vestito elegantemente, pantaloni neri, camicia bianca e gilet nero, scarpe nere e infine un cappello nero, legato alla spalla aveva un fucile di precisione.
Prese il fucile e guardò la strada, avvertiva un assembramento di potenza sotto di lui, appoggiò l’occhio al mirino e vide cappello di paglia e la sua ciurma, poi erano presenti Trafalgar D Water Law e la sua ciurma, i giovani Portugase D Ace e Sabo il rivoluzionario insieme alle loro fidanzate.
L’uomo in questione sogghignò, poco prima erano arrivati altri tre tipi abbastanza forti: Van Ooger, Jesus Burges e Shiryu, senza poi contare le diverse persone che si potevano aggirare incontrastate per poter combattere senza che nessuno riuscisse a fermarli, per esempio Deadpool.
“Questo torneo sarà assai interessante” commentò l’uomo riponendo il fucile.
Prese un respiro e saltò giù dal palazzo, era meglio se incontrava i suoi colleghi.



“Allora Tatch di cosa volevi parlarmi?” chiese Kennawey.
Il capitano-imperatore al suo fianco prese un respiro prima di rispondere “Io sto invecchiando molto più velocemente di quanto pensassi, il mio potere sta svanendo”.
“Invecchiare è il destino di tutti noi, vedrai che è solo momentaneo”
“No, non lo è, l’ho notato combattendo contro Vlanna, tempo fa non sarebbe neanche riuscita a farmi male, adesso invece è riuscita a piegarmi”
“Tatch, tu ed io siamo nella posizione di non poterci fermare, e lo sai se tu mollassi l’equilibrio precario che esiste in questo mondo si spezzerebbe” lo avverti Kennawey.
“Sì infatti, ma se avessi chi mi possa sostituire, no l’equilibrio rimarrebbe saldo” rispose Tatch.
“Sì forse è vero, ma chi potrebbe prendere il tuo posto scusa?” gli domando il pirata dai capelli biondi.
Tatch spostò lo sguardo nella direzione in cui erano venuti, inizialmente l’altro pirata non capì, ma dopo un paio di secondi la risposta gli venne come un fulmine al ciel sereno.
“COSA?? Vuoi lasciare a LEI?”
“Perché no?” gli domandò Tatch.
“In futuro avrà abbastanza grane a cui pensare non aggiungiamo altri problemi”
“Io ho fatto la mia scelta, poi non è detto che accetterà” commentò lui riprendendo a camminare “Senti amico, io ho già superato la boa dei sessant’anni e preferisco finire all’inferno adesso e subito piuttosto che andare avanti ancora a lungo”.
“Come vuoi”.



Nami era stesa nel letto matrimoniale nella sua stanza, con la testa appoggiata al petto di Rufy che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro, era rilassante.
Dopo essersi iscritti al torneo, chi per quello dei combattimenti libero (Sabo, Rufy, Ace, Sonia), chi per quelli degli spadaccini (Drake, Zoro, Anne, Lisara), chi per cecchini (Layla, Usopp), avevano deciso di dormire a terra per una notte così da riprendersi dalle sere passate sulla nave.
La locanda in cui alloggiavano era carina, le camere erano uguali, un letto matrimoniale o singoli, un bagno privato, un armadio, una scrivania e due sedie.
Nami inizialmente aveva pensato che avrebbe dormito con Robin o Sonia, invece inaspettatamente le due l’avevano lasciata da sola, così Nami non aveva avuto altra scelta di chiedere a Rufy.
Passato il primo imbarazzo nel trovarsi nella stanza con il ragazzo, era tutto andato bene, fortunatamente Rufy era stato tranquillo senza fare le sue solite idiozie, e si erano messi subito a dormire, ma lei invece che addormentarsi si era messa ad ascoltare il respiro del suo ragazzo e i battiti del suo cuore, trovando quei suoni così meravigliosi, che non avrebbe fatto altro per tutta la notte.
Improvvisamente la mano che era posata sulla sua schiena iniziò a muoversi accarezzandola.
Nami sorpresa alzò lo sguardo e incrociò quello di Rufy che la guardava con un grande sorriso.
“Tutto bene?” gli domandò lui.
“Sì, sono solo felice di essere qui” gli confessò lei.
“Anch’io sono felice, sai a volte mi viene da pensare a quanto io sia fortunato che tu sia con me”
“Anch’io sono molta fortunata dove mai troverei un altro capitano come te?” gli chiese la ragazza con fare scherzoso mentre gli stampava un bacio sulle labbra.
“Non lo troveresti mai” gli rispose lui contraccambiando il bacio.
“Rufy” lo chiamò smettendo di baciarlo “promettimi che domani farai attenzione ho una brutta senzasione”.
“Sì certo” gli rispose lui con un sorriso a trentadue denti.
“Rufy sono seria” lo richiamò Nami.
“Anch’io” rispose Rufy per poi tornare a baciarla.



Lisara era nella camera attaccata a quella di Rufy, e stava controllando le sue armi, mentre centinaia di pensieri gli frullavano nella testa.
“Che cosa faccio?” si domandò.
“Se non rispetto l’ordine quasi sicuramente rischierò la morte, ma se lo eseguo so già che li avrò sulla coscienza per il resto della vita”
“NO!” si rispose muovendo la testa, io non sono in grado di farlo, la sensei aveva ragione, le cose vanno fatte subito perché più tempo si passa con un bersaglio più ci si affeziona e si fallisce.
“Mi dispiace, ma non ce la faccio” concluse chiudendo la spada nel fodero.
“Cosa non ce la fai?” domandò una voce ben nota.
“LAW!” gli urlò lei sorpresa.
“Cosa non ce la dovresti fare?”gli domandò ancora avanzando nella stanza.
“Niente che ti riguardi” rispose lei “Che sei venuto a fare qui?”
“Sono senza stanza dolcezza, a quanto pare non esistono singole in questo posto”.
“È impossibile, ho visto che ci sono dei letti singoli”.
“Vero però non camere singole e io sono senza e la tua è l’unica disponibile”.
“Prenotane un’altra”.
“Tutta la locanda è piena”.
“Trovati un’altra locanda”.
“Non mi metto a cercare una locanda all’una del mattino, ti toccherà sopportare la mia presenza per questa sera”.
“Non se ne parla!!”
“Non hai scelta dolcezza” gli rispose Law, mentre iniziava a togliersi la maglia rimanendo a petto nudo.
Lisara vedendolo così si morse le labbra, accidenti era davvero bello si trovò a pensare, non che fosse la prima volta che lo vedeva così, ma a Nassau lo aveva visto di sfuggita la mattina quando era scappata e la sera non ricordava niente.
“Va bene però resta nelle tua parte di letto” gli rispose lei, mentre a Law nacque un ghignò, alla fine la ragazza aveva ceduto.
Una volta che furono entrambi stesi Lisara gli parlò “Senti per quello che è accaduto a Nassau, ammetto che io ero molto ubriaca, quindi possiamo dimenticare tutto ok?”
“Perché?” domandò Law.
“Perché è stato un errore, un errore che non accadrà mai più, ok?”
“No” gli rispose lui.
“Come sarebbe no?” gli chiese Lisara voltandosi nella sua direzione.
“Non ho intenzione di dimenticare” rispose Law.
“Perché?”
“Secondo te io sono uno che si fa una notte con la prima che capita vero?” gli chiese Law.
“Immagino di sì, se no com’è possibile una cosa del genere?”
“Lascia stare” commentò Law voltandosi dalla parte opposta a Lisara.
La ragazza senza capire il motivo di quello che Law voleva dire si volto anche lei dall’altra parte e prese a dormire.
Il resto della notte trascorse tranquilla, la mattina successiva stava per iniziare uno dei più grandi tornei del mondo.

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Capitolo 29
*** Cap.29 Fase eliminatorie: parte 1 ***


Cap.29 Fasi eliminatorie: parte 1



“Iris - sensei! ASPETTA!!” urlò una ragazzina di età di quindici anni, aveva i capelli biondi, occhi color viola ametista, indossava una camicetta color azzurro chiaro, aveva dei pantaloncini color beige e stivali, alla cintura aveva appeso un pugnale con manico decorato con linee che alternavano i colori marrone e giallo.
“Lena se ti svegliavi prima non saremmo in ritardo, non posso non vedere questo torneo” gli rispose la ragazza che rispondeva al nome di Iris, aveva dei lunghi capelli color pece, occhi dello stesso colore, aveva circa ventidue anni, vestiva con una maglia color rosso fuoco, mentre i pantaloni erano anche loro rossi meno accessi e per concludere aveva dei sandali color marrone, appesa al fianco aveva una spada era decorata con motivi geometrici.
“Non inizieranno prima che siano finite le eliminatorie, quindi possiamo stare tranquilli no?” rispose la ragazza prima di essere investita da un’altra ragazza.
“Scusa non volevo giuro” si scusò Sonia a Lena.
“Tranquilla non mi hai fatto male” rispose Lena con un sorriso, Iris vedendo quella ragazza sbarrò gli occhi, non poteva crederci, forse il suo viaggio era alla fine.
“Ancora scusa” ripete Sonia “Se non è disturbo mi potete dire dov’è l’arena? Ero insieme alla mia ciurma ma sono rimasta indietro” chiese alle due sconosciute.
“Certamente” rispose Iris “Vedi quegli altissimi palazzi?” le indicò “Sono costruiti intorno all’arena” finì di spiegare lei con un sorriso.
Quando Sonia vide la ragazza sorridere perse un battito al cuore, il sorriso e il suo aspetto erano molto simili a quelli di Rufy, ma si riprese rendendosi conto che era di fretta “Grazie per l’indicazione ci vediamo” urlò allontanandosi.
“Puoi contarci” rispose Iris con un sorriso e un tono di voce abbastanza basso.



“Finalmente sei arrivata, pensavo che saremmo dovuti tornare alla locanda per trovarti” gli parlò con rabbia Nami.
“Sta tranquilla Nami, sto bene e sono arrivata in tempo” gli rispose Sonia sorridendo con una mano che si grattava dietro la testa.
Nami prese un respiro e si calmò, in effetti, non c’era motivo di arrabbiarsi le eliminatorie sarebbero cominciate tra dieci minuti.
“Senti Nami” iniziò Sonia.
“Si?”
“Prima ho incontrato una ragazza che era molto simile a Rufy, strano no?”
“Una ragazza…. Umh….” E Nami si fece pensierosa.
“Che succede?” chiese Sonia.
“A Nassau ho origliato una conversazione tra Tatch e Kennawey dove parlavano che Rufy aveva una sorella di sangue”spiegò lei.
“Rufy, ha una sorella?” chiese Sonia con la mascella che toccava terra.
“Sì, anche se credo che Rufy lo ignori, magari la ragazza che hai incontrato era lei” suppose Nami.
“Può darsi, ma non è neanche certo che Rufy abbia una sorella di sangue, insomma Dragon dovrebbe saperlo, almeno lui e certamente Sabo ce lo avrebbe detto”.
“Io non credo che Dragon-san lo sappia” parlò Sabo apparso vicino alle ragazze.
“Vuoi dire che tu lo sapevi e non ce lo hai detto?” chiese Nami.
“No, non lo sapevo, ovviamente sapevo che c’erano dei segreti con il vecchio Garp, ho indagato e sembra che per quanto riguarda un periodo di dieci mesi, tutti a Baltiago abbiano l’amnesia” disse il ragazzo.
“Dieci mesi, aspetta è il tempo ideale per….” Cominciò Nami.
“Ascoltando quello che hai detto tu, immagino che qualcuno abbia cancellato la memoria di tutti a Baltiago riguardanti una gestazione e una nascita”.
Rimasero tutti in silenzio poi Sonia prese la parola “Fintanto che non siamo certi, sarà meglio non dire niente a nessuno di questa storia ok?”
“Sì” risposero Nami e Sabo.


“BENVENUTI SIGNORE E SIGNORI!!” urlò l’annunciatore mentre tutta l’arena rispose con un boato “Io sono Bitiam e sarò il vostro annunciatore per questa giornate piene di emozioni” si presentò mentre tutto il pubblico replicò ancora con un altro boato “Tra poco inizieranno le fasi di eliminazione, chiunque che non le superi sarà costretto ad abbandonare immediatamente il torneo, quindi iniziamo subito con il torneo dei cecchini!” urlò mentre nello stadio iniziavano ad affluire i concorrenti, tra i presenti c’erano Usopp e Layla.
“Benissimo adesso in questo megaschermo appariranno delle squadre che saranno formate da almeno quattro persone, le squadre saranno poi poste davanti a dei bersagli, chi fa il maggior numero di centri perfetti passerà alla selezione successiva, quindi fatevi sotto cecchini e centrate il bersaglio”.
Nello schermo apparvero dieci squadre tutte formate da quattro persone, purtroppo Usopp e Layla finirono divisi,Usopp finì nella squadra due mentre Layla nella squadra quattro.
Le varie squadre si radunarono e il ring della arena si apri in due e uscirono dei bersagli, mentre nella parte opposta apparvero quattro fucili e così la squadra uno prese il suo posto e iniziarono a sparare.
Ace seduto sugli spalti guardava il megaschermo e una persona della squadra cinque attirò la sua attenzione, nella foto era presentato con un monocolo, un ghigno su tutta la faccia, mentre aveva un cappello a tre punte blu.
A vederlo l’intestino del ragazzo si rivoltò, era uno di quel bastardo di Teach, lo ricordava perché aveva provato a sparargli all’isola di Bannaro, Van Ooger si chiamava.
Anne vedendo Ace così alterato gli prese la mano la strinse con la sua, non avrebbe permesso ad Ace di fare altre pazzie, già una volta aveva rischiato di perderlo e non avrebbe più permesso che succedesse ancora.
Intanto le squadre avevano finito la loro prova, con otto centri per la squadra uno, sedici per la squadra due, dieci per la squadra tre, quindici per la squadra quattro, diciotto per la squadra cinque, undici per la squadra sei, sette per la squadra sette, venti per la squadra otto, tredici per la squadra nove e infine undici per la squadra dieci.
Alla fine del conteggio i giudici annunciarono che sarebbero passate le squadre numero: due, quattro, cinque e otto.
Bene sia Usopp che Layla erano passati, ma lo erano anche il membro della ciurma di Teach insieme ad un uomo della squadra otto che non smetteva di fissarli.



Nel primo pomeriggio iniziarono le eliminatorie per il torneo degli spadaccini.
“Bentornati, tra poco avrà iniziò le eliminazioni per il torneo degli spadaccini, dato il fatto che i concorrenti sono solo in sedici, abbiamo deciso che per accedere alle finali i concorrenti dovranno sfidarsi e coloro che vinceranno accederanno alla fase successiva, bene sul megaschermo appariranno gli abbinamenti, ed eccoli qua”disse indicando lo schermo.
Apparvero diversi accoppiamenti, il primo era Zoro contro questo strano personaggio che aveva i capelli corti neri tirati a lucido, il secondo era presente Drake contro questa ragazza piena di pircing, poi era presente Anne che doveva sfidare una donna, Shiryu un uomo dalla carnagione molto chiara, mentre Lisara era stata abbinata con un uomo che era grosso almeno il doppio di lei, infine erano presenti diversi altri personaggi strani, purtroppo uno dei quali molto ben conosciuto dai nostri amici, era Deadpool, ma avrebbe dovuto sfidare un ragazzo con dei coltelli.
“Bene signori e signore partecipanti a questo torneo le regole sono molto semplici, fatta eccezione per Deadpool (Deadpool: perché io no? A: Perché nessuno ti sopporta e ora sparisci devo scrivere), l’avversario deve essere ancora in un unico pezzo e ancora vivo, chiaro?” parlò il commentatore squadrando tutti fermandosi soprattutto su Shiryu.
“Nessun problema” commentò lui.
“BENE CHE ABBIANO INIZIÒ I COMBATTIMENTI!!”

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Capitolo 30
*** Cap.30 Fasi eliminatorie parte 2 ***


Cap.30 Fasi eliminatorie: parte 2


“Molto bene si può dare inizio ai combattimenti!!!” urlò il commentatore.
I primi ad avvicinarsi furono Zoro e lo spadaccini coi capelli tirati a lucido, era vestito con una giacca nera pantaloni neri e con una camicia marrone su cui erano presenti diverse medaglie, aveva al proprio fianco un fioretto che tirò fuori e portandolo vicino alla faccia in un classico saluto di scherma.
“Bene! Il primo combattimento sarà tra Roronoa Zoro dei pirati di cappello di paglia, vs Jack il cuore, ricordatevi il combattente avversario deve rimanere in vita ed ora che il combattimento abbia inizio!” urlò il commentatore sancendo l’inizio dei combattimenti.
Jack spostò la propria spada al fianco e parti alla carica con diversi affondi diretti al petto di Zoro ma vennero tutti quanti parati dal giovane pirata dai capelli verdi.
Passati i primi trenta secondi a parare gli affondi che Jack usava per colpirlo, Zoro sbadigliò.
“Sei patetico non hai altri colpi perché mi sto davvero annoiando” si lamentò Zoro.
La fronte dell’uomo si increspò di vene che si gonfiarono, nessuno aveva mai avuto la sfrontatezza di sfidarlo e nessuno lo avrebbe mai rifatto.
“Come vuoi, preparati miserabile” gli rispose e cambiò stile di attacco, da affondi passò a fendenti che arrivavano da ogni direzione contro lo spadaccino, che senza problemi, parò nuovamente.
“Sono stanco di questa pagliacciata, ti sconfiggerò con il prossimo colpo” gli disse il verde annoiato.
“Molto bene allora anch’io ti eliminerò con un singolo colpo” rispose Jack “Danza della spada del cuore, TORNADO DI CUORI!” urlò l’uomo mentre vorticava su se stesso creando un ciclone di lame che poi scatenò contro Zoro.
Zoro vedendo questo nuovo attacco ghignò “Ecco vedi che se vuoi puoi sfoderare attacchi decenti, ma io ho un attacco ancora più forte” disse lui chiudendo l’occhio “Tecnica a una spada, Grande spostamento del drago!” urlò utilizzando la tecnica con cui aveva sconfitto Monet a Punk Hazard.
L’attacco di Zoro si scontrò contro il vortice di Jack che lo dissipò, poi arrivò a colpire l’avversario tagliandolo e facendolo svenire.
“E così finisce il primo scontro delle eliminatorie degli spadaccini, il vincitore è RORONOA ZORO!” urlò il commentatore.
Una volta che sia Zoro sia Jack ebbero abbandonato l’area di combattimento si fecero avanti i successivi.
“Incredibile dopo la vittoria di Zoro si passa subito allo scontro successivo, Longrai Drake dei pirati di Heart contro Saiem la lamia” parlo il commentatore avendo smesso di urlare e per spiegare gli scontri successivi.
Drake tirò fuori la sua spada e fissò la sua avversaria, era magra e ricoperta di piercing dalla testa ai piedi, la donna notando gli occhi dell’uomo iniziò a parlare “Che hai da fissare splendore?”
“Non hai un’arma. Lo sai vero che questo è il torneo degli spadaccini” gli fece notare il ragazzo.
“Io sono un’arma!” gli rispose la ragazza correndogli contro. Quando arrivò a portata di Drake portò la mano in avanti e uno dei piercing si trasformo in una lama che sfiorò i capelli di Drake.
Drake spostò di lato la spada per colpirla, ma un piercing nel braccio fece la stessa cosa che aveva fatto quello sulla mano, si trasformò in una lama che bloccò la spada di Drake.
Drake si allontanò dal suo avversaria che aveva trasformato i piercing sulle braccia; adesso le braccia erano sia delle armi offensive sia difensive.
“Sei pronto adesso s’inizia a combattere” lo avvisò la ragazza che stava davanti a lui.
Drake e la sua avversaria si misero a correre e quando furono entrambi a portata si fecero scontrare le armi che produssero delle scintille.
Tenendo le braccia dell’avversaria bloccate con la sua lama, Drake fece una piroetta.
Saiem che aveva continuato a spingere con tutta la sua forza su Drake perse l’equilibrio e scivolò in avanti.
Drake la guardò mentre si rialzava con uno sguardo arrabbiato.
“Potevi mettere fine a questo combattimento se mi avessi colpito” gli disse Saiem.
“Probabilmente è vero, ma io non attacco nemici a terra e disarmati e nettamente inferiori a me” gli rispose Drake.
“Inferiore? COME OSI!!” gli urlò addosso.
“Metto solo in evidenza la verità, è molto semplice sono superiore a te”gli rispose lui pacato.
“Te lo faccio vedere io se sono inferiore o no!” anche i piercing sulle gambe diventarono delle lame.
Saiem si mise a correre contro Drake, quando fu a portata la ragazza saltò si mise esattamente sopra a Drake per poterlo infilzare una volta caduta giù.
“MUORI!”urlò cadendo, ma quando fu a terra sotto di lei non c’era niente se non il cemento nel quale erano conficcate le sue lame.
La ragazza cercò di liberarsi, ma a sorpresa rimase bloccata lì, riprovò di nuovo, ma il risultato era sempre lo stesso.
Drake che la stava guardando gli venne il classico gocciolone dietro la testa.
“Tutto bene?” chiese Drake alla ragazza.
“Sì certo cosa credi!” gli urlò inizialmente “No sono bloccata, non è giusto!” gli rispose poi.
Il commentatore scioccato come tutti gli spettatori prese il microfono e parlò “Signore e signori, il vincitore di questo combattimento è DRAKE!” e tutta l’arena si alzò un boato.


Una volta rimossa Saiem dal pavimento dell’arena si potè proseguire con gli incontri successivi.
“Bene signori scusate se avete dovuto aspettare, ma adesso possiamo andare avanti i prossimi combattenti sono Manami Anne e Gigant John” finita la frase i due concorrenti si posizionarono sull’arena.
Anne sfoderò la sua spada e squadrò il suo avversario era enorme, aveva i capelli di colore marrone e una folta barba marrone ed era armato con un’ascia che era grande quanto lui.
Appena diedero il via al combattimento l’enorme avversario alzò la sua enorme arma e sferzò l’aria e provocò uno spostamento d’aria che mosse i lunghi capelli di colore rosa, d’Anne.
“Merda, di certo ha molta forza” costatò Anne, ma non si lasciò intimorire, anzi partì all’attacco.
Sfruttando la maggiore agilità e non potendo attaccarlo frontalmente, la ragazza gli sferrò dei fendenti di lato, ma vennero bloccati tutti dall’enorme ascia.
L’uomo lentamente si voltò verso di lei e alzò la sua arma e colpi con diversi attacchi che miravano alla testa d’Anne.
Gli attacchi dell’uomo erano molto ripetitivi, nonostante l’enorme forza che aveva e che ci metteva, l’attacco era pressoché lo stesso tutte le volte, un fendente alla testa che colpiva nello stesso punto o quasi.
“Puoi avere tutta la forza che vuoi, ma se non riesci ad usare quell’arma, non riuscirai mai a sconfiggermi” gli disse Anne dopo aver parato l’ennesimo attacco.
L’uomo ghignò e martello Anne di con gli stessi attacchi di prima, solo che la velocità che si alternava tra un colpo e l’altro, si era quasi azzerato.
Anne era costretta a rimanere ferma per bloccare la serie di colpi e lentamente si stava abbassando, finché con uno dei ginocchi non toccò terra.
L’uomo vedendo che la sua serie di colpi stava indebolendo la ragazza si allargò un sorriso sulle sue labbra, interrompe la serie di colpi e per caricare e dare il colpo finale.
Ma quando provò a caricare il colpo Anne dalla sua posizione gli sferrò un fendente dal basso che l’uomo avendo l’arma alzata non riuscì a bloccare.
Quando il colpo andò a segno l’enorme uomo crollò.
“Signore e signori questo sì che è un finale inaspettato, colei che passa all’incontro successivo è Manami Anne!” urlò il commentatore.
Anne lentamente si diresse verso l’uscita dell’arena e a metà strada incrociò Shiryu che gli sorrise maligno con un sigaro in bocca.
“Cosa vuoi?” gli chiese acida la ragazza.
“Niente, solo immagino la faccia di quell’idiota di Portugase quando ti farò a fette” detto ciò passò all’entrata dell’arena insieme al suo avversario.
“Spero che muori maledetto” disse a bassa voce la ragazza. A fine giornata tutti i combattimenti erano finiti coloro che erano passati furono: Zoro, Lisara, Drake, Anne, Shiryu, Deadpool e altre due persone, uno era un ragazzo coi capelli di colore verde scuro, di nome Hero e l’altra era una donna dai capelli neri con tratti asiatici di nome Sheva.

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Capitolo 31
*** Cap.31 Una pausa ***


Cap.31 Una pausa



“Ottimo” disse il commentatore ad uno degli assistenti che erano venuti ad informarlo “Signori e Signore, possiamo finalmente comunicare che sono stati fatti gli abbinamenti per i duelli di domani. Per chi è interessato sappia che sono stati estratti a caso. Bene ora possiamo iniziare:
1) Zoro vs Anne, 2) Shiryu vs Hero, 3) Deadpool vs Drake, 4) Sheva vs Lisara. I combattimenti si terranno qui domani dopo le fasi eliminatorie del corpo libero e dopo le finali del torneo dei cecchini.” Spiegò per poi prendere fiato.



Dopo l’annuncio, lo stadio iniziò a svuotarsi, gli unici che rimasero seduti furono i pirati di Mugiwara, quelli d’Ace e quelli del Three World.
“Congratulazioni ragazzi abbiamo visto i vostri combattimenti devo dirvi che siete molto forti” si congratulò Ade.
“Forse, ma domani ci aspettano combattimenti ancora più difficili di quelli avvenuti oggi” rispose Drake.
“Hai ragione ragazzo” disse Tatch “Gli avversari che avrete davanti domani sono tutti molto più potenti di voi” continuò a parlare con chiarezza, lui era una persona che non amava dare false speranze, ma preferiva dichiarare la cruda verità alle persone.
“Bell’incoraggiamento” rispose ironica Anne.
“Non fatevi spaventare dalle parole di questo vecchio brontolone” scherzò Kennawey per far calare l’ansia e la rabbia “Quello che voleva dire era, che i vostri avversari di domani saranno molto forti”.
“Non è vero” rispose Lisara con una strana luce negli occhi “Era chiaro quello che il capitano Tatch voleva dire” concluse allentandosi dal gruppo.
“Aspetta dove vai?!?” gli urlò Sonia.
“A farmi un giro e pensare ad una strategia per domani poi verrò alla locanda” rispose lei e riprese a camminare.
Una volta che Lisara se ne fu andata Layla cominciò a parlare “Chissà perché ha fatto così?”
“Probabilmente per via della sua avversaria” commentò Anne dei pirati di Kennawey.
“Perché chi è?” chiese Law.
Anne stava per rispondergli, ma fu bloccata da Kennawey “Se volete sapere che rapporti ci sono tra loro è giusto che sia Lisara a dirvelo e non uno di noi”.
“Tranquilli sono sicuro che Lisara quando vorrà farci sapere cosa gli succede lo dirà” rispose il capitano con un sorriso a trentadue denti.
“Lisara – chan arriva Sanji ad aiutarti con i tuoi pensieri” urlò il cuoco piroettando ed emmentendo dei cuoricini da tutti i pori.
“Quello che vi possiamo dire è state attenti al suo passato, rischierà di mettervi tutti in pericolo.” Concluse il capitano Kennawey.



Lisara si era seduta su uno dei grattacieli più alti di tutta l’isola, da lì si riusciva a vedere quasi tutto, le luci sotto di lei erano solamente dei puntini colorati che arricchivano il paesaggio di un aspetto allegro.
Il vento le arrivava diritto in faccia e gli provocava dei brividi, la cosa non la sorpresa affatto, in fin dei conti era autunno su quell’isola.
Sheva, era la sua avversaria, che schifo di coincidenza, peggio di così non poteva andargli.
Lady Sheva era il suo nome di battaglia e cosa assai peggiore di tutti era che quella donna dai capelli mori era la sua maestra all’interno della lega degli assassini.
“Se posso offrirti un macete per la giungla dei pensieri, fammelo sapere, ok?” disse una voce alle sue spalle.
Lisara si voltò lentamente, era alta, magra, capelli neri lunghi fino al sedere, tratti asiatici, occhi color argento, di età di 30 anni, era vestita con pantaloni di pelle grigia che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e magre e finivano in degli stivaletti, indossava una camicia di colore leggermente più chiaro dei pantaloni con un drago rosso ricamato sulla schiena.
“Sheva – sensei” disse Lisara.
“Smettila, ormai non sono la tua maestra da almeno sei mesi buoni” commentò la donna sedendosi affianco alla ragazza “Se ti sta turbando il nostro combattimento di domani, dai il tuo meglio e non avere rimpianti”.
“Non è solo quello sensei … io non so, ero felice quando mi avete assegnato una missione, ma adesso non riesco a portarla a termine” iniziò a spiegare la ragazza minore.
“La missione, intendi Cappello di Paglia?” chiese Sheva.
“Sì, anche, io sono una debole” confessò lei.
“Scusa? Tu non sei debole, ti sei solamente affezionata ai bersagli può capitare” spiegò la sua mentore “E se la cosa può farti piacere ho un’altra missione per te”
“Quale?” chiese Lisara.
“Abbiamo notato che Iris si sta muovendo, probabilmente vuole conoscere Cappello di Paglia, ma quello che ci interessa sarà quando Aristide farà la sua mossa, il tuo nuovo compito è quello di sorvegliarli e comunicarci quello che avviene, chiaro?” comunicò fissando Lisara.
“Sì, farò come desiderate” rispose la ragazza, ma Sheva non aveva ancora finito.
“Sappiamo di Trafalgar e anche quello che lui prova per te, ma la mia domanda è cosa provi tu per lui?” chiese senza giri di parole.
“Che Trafalgar prova per me? Lui vede in me solo l’avventura di una notte e basta” rispose Lisara.
“Correggo la frase detta in precedenza, non sei debole, sei miope ai sentimenti altrui, ma non mi sorprende.” Finì di dire lasciando intendere.
“Cosa intende dire con questo?”
“Che hai fatto colpo su Trafalgar D Water Law e quello che voglio sapere è… è corrisposto?”
Lisara a sentire quello che ha detto la sua istruttrice spalancò gli occhi, ecco cosa intendeva Law la sera precedente, ma presto ritornò in se “Io non provo niente per lui”.
Sulle labbra di Sheva apparve un sorriso poco raccomandabile “Sei una pessima bugiarda” e detto questo la donna si alzò e andò via, lasciando sola Lisara che si stava maledicendo in tutti i modi, ora la lega sapeva cosa la stava tormentando da giorni, aveva reso tutti dei bersagli.



Sonia stava camminando tranquilla per le strade illuminate dai lampioni, appena avevano raggiunto la locanda si era già fatta sera, perciò avevano deciso di farsi un giro per l’isola, infondo un po’ di relax se lo meritavano.
Intorno era pieno di bancarelle con dei dolci, da quelli gommosi al gelato, alla fine Sonia scelse il gelato.
Dopo cinque metri il gelato era già finito e si stava di chiedendo cosa fare.
Mentre passeggiava alla ricerca di qualcosa con lo sguardo vide prima Nami che baciava tranquillamente Rufy su una panchina, da quando stavano insieme erano cambiati entrambi,adesso erano più estroversi, non si facevano problemi a baciarsi in pubblico; poi lo sguardo passo a Franky che stava bevendo una cola mentre Brook chiedeva a diverse ragazze se gli mostrava il loro intimo o di dargli un bacio, riceveva solo pugni e calci come risposta; poi lo sguardo era passato su Drake e Robin, da Nassau i due si erano molto avvicinati e adesso stavano tranquillamente passeggiando uno accanto all’altra; Ace e Anne che si tenevano mano nella mano e si dicevano parole dolci; Sanji che correva da una parte all’altra appena vedeva una ragazza che già alterate dall’atteggiamento di Brook, scappavano via urlando; Chopper mangiava placido il suo zucchero filato; Layla con Sabo con il ragazzo dai capelli biondi che le baciava il collo e la guancia.
Vedendo l’ennesima coppietta felice, a Sonia iniziò un nuovo sentimento che non aveva mai provato prima, si sentiva completamente sola.
In passato aveva sempre avuto qualcuno con lei, da Law a Rufy, adesso al suo fianco non c’era nessuno.
“Ohi Sonia vieni qui!” urlò Zoro.
“Zoro che stai facendo?” chiese la ragazza.
“Sto andando a bere vuoi venire con me?” gli chiese tranquillo lo spadaccino.
Sonia si sorprese, Zoro che gli chiedeva di andare con lui.
“Siamo certi che non sia solo perché hai paura di perderti e poi non riusciresti a tornare alla locanda?” le chiese lei scherzando.
Zoro non aspettandosi una risposta del genere cadde a gambe all’aria, ma quando alzò la testa sulla faccia di Sonia trovò solo un grande sorriso e non riuscì ad arrabbiarsi “Comunque si Zoro, verrei volentieri con te”.



Kennawey camminava tranquillamente per le strade quando incrociò lo sguardo con la persona che stava cercando.
“Iris!” Urlò lui.
La ragazza in questione gli si allargò il sorriso a dismisura “Capitano Kennawey!”
S’incontrarono a metà strada e si abbracciarono, poco dopo arrivò anche la moglie del capitano, Anne, e anche lei abbracciò molto forte la ragazza.
“È da un po’ che non ci si vede vero?” gli domando la donna dai capelli rossi.
“Sì da molto, sono passati anni, mi siete mancati” gli confessò la ragazza dai capelli neri.
“Anche tu piccoletta” rispose Anne.
“Non sono più una ragazzina, puoi smettere di chiamarmi così” continuò Iris.
“Tu per me rimarrai per sempre la ragazzina che Camilla ci lasciò da allenare e che abbiamo avuto con noi per oltre 8 anni” spiegò la donna.
Passarono il tempo a parlare del più e del meno, di tutto quello che avevano passato in quegli anni, finché non arrivarono al punto caldo della loro conversazione.
“Spaventapasseri ha attaccato la ciurma di tuo fratello e stando alle mie spie adesso si trova su quest’isola, sta per attaccare e immagino che il suo bersaglio sarà Nico Robin” spiegò Kennawey.
“Nico Robin… l’erede di Ohara giusto? Sta nella ciurma di Rufy?” chiese Iris.
“Esattamente, ma credo che il suo bersaglio sarà cappello di paglia”
“Li aiuterò se ne avranno bisogno, ma se non hanno bisogno, io non interverò” parlò Iris.
“Perché non gli vuoi parlare e farti vedere da lui?” gli chiese Kennawey.
“Lui sarà colui che diventerà il re dei pirati diceva il vecchio Garp, quindi avrà già tanti problemi senza di me”
“Contenta tu, comunque noi domani pomeriggio dobbiamo partire” disse Anne e ripresero a camminare tranquilli.

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Capitolo 32
*** Cap.32 Fasi eliminatorie: parte 3 ***


Cap.32 Fasi eliminatorie: parte 3



Era arrivata mattina, Rufy e Sonia saltavano da tutte le parti incapaci di trattenersi mentre aspettavano che toccasse il loro momento.
“BASTA!” urlò Nami mentre gli dava un pugno in testa facendoli finire spiaccicati a terra.
Rufy per tutta risposta alzò la testa e riprese a saltellare tranquillamente, mentre Sonia si era tranquillizzata, ma aveva messo il broncio.
“Non è giusto Nami, noi siamo felici. Lasciacelo essere” si lamentò Sonia.
“Sono felice che voi siate felici, ma non fate tutto questo casino sono le SETTE DI MATTINA ACCIDENTI!”
Rufy avvolse il suo collo lungo tutto il corpo della navigatrice e arrivato all’altezza della testa, gli diede un bacio a stampo che la tranquillizzò.
Una volta liberata Nami, Rufy si rivolse a Sonia “Visto è facile tranquillizzarla”.
“Quindi Nami si tranquillizza baciandola? Quando si arrabbia devo assicurarmi di averti nelle vicinanze” rispose Sonia sorridente.
Nami che nel frattempo stava ascoltando tutto, si posò la mano sulla faccia per la disperazione, quei due non cambieranno mai.
“Vedo che siete sprintosi di prima mattina, mi fa piacere saperlo” commentò Kennawey entrando dalla porta principale.
“È sempre così quando Rufy sente odore di sfida o avventura nessuno lo tiene più” rispose Sabo.
“E lui?” chiese indicando Ace con la faccia nel piatto.
“Un attacco di narcolessia” rispose Anne seduta al fianco del moro.
Ace si svegliò e riprese a mangiare mentre Brook si avvicinava a Nami
“Nami-san siccome hai già sfogato la rabbia saresti così gentile da mostrarmi le tue mutandine?”
Peccato che così la rabbia di Nami aumentò e basta facendo piombare un pugno sulla testa dello scheletro facendolo spiaccicare per terra.
Tutti i pirati della ciurma di cappello di paglia, Ace e Sabo iniziarono a ridere a crepapelle.



“Bentornati signori e signore, spero che siate pronti per le eliminatorie del torneo libero!” urlò il commentatore ricevendo in risposta le urla da tutto lo stadio, “Prima di iniziare lasciatemi spiegare come funzionerà: Ci saranno tre gironi in cui solamente due persone saranno i vincitori e potranno continuare i combattimenti, successivamente queste due persone si dovranno battere con qualcuno degli altri estratti e alla fine avverrà la finale a tre, ricordatevi che gli avversari dovranno essere ancora in vita alla fine del combattimento” spiegò.


“Bene s’inizia” urlò Sonia eccitata.
“Signori da questa parte” li richiamo uno degli aiutanti del presentatore.
Una volta che attorno a lui si furono avvicinate abbastanza persone continuo “In questa scatola ci sono diversi bigliettini su cui è scritto una lettera, la lettera in questione si riferirà al girone in cui sarete ammessi, adesso basta indugi e pescate”.
Così passati dieci minuti buoni tutti ebbero estratto il loro foglio Rufy ebbe l’A, Ace e Sonia il B e Sabo il C.
“Prego signori coloro che hanno il foglio A sono pregati presentarsi sul ring, mentre gli altri possono riposare” e detto ciò indicò l’entrata del ring ai contendenti.


Una volta che Rufy ebbe varcato l’entrata non credete ai suoi occhi tutto attorno a lui c’erano persone che urlavano, sembrava di essere tornati a Dressrosa.
Attorno a lui c’erano all’incirca venti persone e sembravano tutte molto forti, o meglio sembravano che non erano dei dilettanti.
Appena fu dato il via le persone iniziarono a combattere tra di loro, tre si avventarono su Rufy, ma lui schivò tutti gli attacchi senza problemi e usò il gatling per metterli a k.o.

Intanto Bridgitte Duval, schivava l’ennesimo pugno del suo avversario, si stava davvero annoiando, un altro pugno arrivò da dietro e gli sfiorò il basco giallo, allora lei per tutta risposta schivò un altro pugno abbassandosi e tirò una gomitata nello stomaco dell’avversario facendolo svenire; una volta assicurata che non si sarebbe rialzato si guardò attorno, nel gruppo a parte lei e cappello di paglia, c’erano solamente cinque persone abbastanza forti, i due fratelli maschio e femmina Ying e Yang e in più Lena, l’allieva di Iris.
Stava per sbuffare quando si dovette abbassare per evitare un pugno che proveniva da dietro.
Per tutta risposta lei si abbassò e usò le braccia per darsi la spinta e colpì con la suola della scarpa sotto la bocca dell’aggressore, facendolo finire al tappeto.
“Tu sei una combattente nata Bridgitte Duval” commentò una ragazza bionda che gli era a fianco.
“A senzasione neanche tu sei male, sei la allieva di Monkey D. Iris, e sai controllare sei elementi senza problemi, ma scusa se te lo dico non sei abbastanza forte per battermi” rispose lei.
“Abbassa la cresta che è meglio, non dichiararti vincitrice finché non hai vinto” detto ciò tirò fuori il pugnale che aveva legato alla cintura dei pantaloncini corti e partì all'attacco.

Un altro avversario al tappeto Rufy si stava annoiando quando senti un proiettile passargli vicino, ma grazie al Haki dell’osservazione riuscì a schivarlo e si volto verso chi lo aveva sparato.
Davanti a lui c’erano due persone, uno era un uomo coi capelli neri e occhi verso il blu vestito interamente di nero, l’altra era una donna coi capelli bianchi e occhi neri vestita con un completo bianco.
Rufy mentre li guardava sentiva nella sua testa l’ambizione che lo metteva in guardia con loro, non erano avversari da sottovalutare.
“Chi cacchio siete voi?” chiese Rufy mettendosi un dito nel naso.
“Tu sei cappello di paglia, giusto? Noi siamo i fratelli Ying e Yang, temo di doverti dire che ti dovremo sconfiggere” disse la donna con una voce calma e gentile.
“Per tradurti ti stiamo per fare molto male” parlò l’uomo partendo alla carica con un pugno.
Rufy fece appena in tempo a schivarlo, che la sorella era già dietro di lui che lo colpiva a sua volta facendolo finire con la faccia per terra.
Rufy piantò le mani sul terreno e si tirò su con la faccia che tornava alla normalità, erano stati davvero veloci.
“Gum gum no pistol!” urlò facendo partire il suo braccio contro i due, ma essi si separarono facendo andare a vuoto il colpo.
Vedendo di averli mancati, Rufy fece tornare normale il braccio e si trovò i due ai lati, entrambi ora avevano in mano una strana spada, era arrotondata e sopra c’erano due mezze lune, una bianca e una nera.
I due partirono di corsa contro Rufy, cappello di paglia quando i suoi avversari furono vicini e stavano per colpirlo usò il gear second per spostarsi velocemente e lasciarli scontrare, ma invece di ferirsi i due fecero incrociare le spade che si incastrarono alla perfezione formando il simbolo dello Ying e Yang.
L’uomo sfruttando la rotazione fece salire la sorella sulle spalle e punto le gambe di lei contro Rufy, la ragazza alzo parte del vestito scoprendo una pistola fissata alla gamba e fece partire il colpo contro cappello di paglia.
Però il proiettile dopo aver colpito Rufy tornò al mittente facendo inceppare l’arma della donna, che emise un verso contrariato.
Rufy sfruttò la sorpresa dei due per avvicinarsi velocemente a loro e quando gli fu vicino ricoprì di Haki dell’armatura le braccia “Gum Gum Hawk Gatling!”.
Una volta partito il colpo, colpì i due fratelli finché entrambi non crollarono a terra svenuti “HO VINTO!” urlò Rufy.


“Il combattimento è finito i vincitori sono Monkey D Rufy e Brigitte Duval!!”urlò lo speaker mentre tutta la folla stava applaudendo.
Bridgitte dopo un attimo tirò un sospiro, bene era passata, Lena si era rivelata abbastanza forte da metterla in difficoltà, ma non abbastanza da sconfiggerla, adesso si sarebbe dovuta scontrare con gli altri finalisti dei gironi, chissà chi avrebbe vinto.

Iris stava guardando il ring dagli spalti vicino a Tatch, purtroppo Lena non era abbastanza forte, né per battere Rufy, né per battere Bridgitte, era migliorata moltissimo, ma non era ancora abbastanza forte, peccato, però si consolò avrebbe potuto vedere suo fratello in semifinale.
Inconsapevolmente la ragazza sfoggiò un sorriso tranquillo e felice.



Lo so è da molto che non pubblico, ma adesso ho gli esami di maturità e ho dovuto recuperare diverse materie, non ho avuto il tempo materiale, spero che mi perdonerete.
Prometto che pubblicherò il prossimo capitolo il prima possibile
CIAO

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Capitolo 33
*** Cap.33 Fasi eliminatorie parte 4 ***


Cap.33 Fasi eliminatorie: parte 4



Mentre a Gelis si svolgeva il torneo una nave navigava non distante da lì.
Una figura ammantellata stava sul ponte di comando a fissare la gigantesca mappa elettronica sullo schermo attaccata al muro, mentre Grivus urlava ai suoi droidi ordini, finché uno di questi si avvicinò a lui.
“Generale Grivus siamo quasi arrivati a Gelis” comunicò uno dei robot a testa di piccone.
“Bene, bene” disse l’androide mentre si sfregava le mani.
“Ma signore non siamo un po’ pochi?” gli chiese lo stesso droide.
Gli occhi gialli di Grivus incrociarono le due fossette che fungevano da parte visiva al droide che gli aveva fatto la domanda.
“Non affari tuoi tu esegui gli ordini e basta!” gli urlò contro Grivus.
“Ahh!!” urlò il droide scappando, non lo davano a vedere, ma alcuni di quei droidi con la testa a forma di piccone a volte non erano molto svegli, ma comunque non erano molto contenti di fare brutte fine, come per esempio contraddire o disturbare Grivus.
“Gli puoi urlare contro quanto vuoi, ma quel droide ha ragione” disse la figura voltandosi.
“Io faccio ciò che voglio ti è chiaro Spaventapasseri!?!? Se hai qualcosa in contrario proseguirai a nuoto” lo minaccio l’androide.
“Tranquillo generale, io non ho paura a combattere, ma forse i tuoi droidi sì” rispose con la voce calma Crane.
“Sono droidi, ne io ne loro proviamo emozioni inutili come la paura” lo contradì il generale.
“Vogliamo provare?” chiese Spaventapasseri portando una mano verso l’alto e facendo riempire le siringhe della sua tossina della paura.
Grivus non accettava di essere provocato perciò prese una delle sue quattro spade con una delle sue mani d’acciaio, stava per usarla, ma venne bloccato da un ologramma azzurro apparso davanti a loro.
“Cosa state combinando?” chiese con voce cattiva Vlanna.
“Niente” rispose Grivus riponendo la sua arma.
“Meglio, non sarò fisicamente lì, ma posso comunque uccidervi, non mi tentate che è meglio” li avvertì entrambi.
Passato qualche secondo di silenzio Crane prese la parola “Voglio sapere che ci faccio qui, ho di meglio da fare che girare a vuoto!”
“Prima di tutto non rivolgerti a me in questo tono! E secondo se anche volessi che tu girassi a vuoto tu lo faresti è chiaro Spaventapasseri? Il tuo titolo, se non obbedisci, non ti salverebbe dalla mia ira!” gli parlò contro con fare minaccioso la donna, poi riprese a parlare a Grivus “Sappiamo che a Gelis ci sono sia Tatch che Kennawey, in più sono presenti altri ricercati, voglio che li catturate se possibile e ucciderli se necessario chiaro? Io arriverò all’isola quasi nello stesso momento insieme a Caeidus e i miei uomini”
“Quindi viene anche il vice lord Caeidus? Non aveva compito di trovare Monkey D Iris?” chiese Grivus.
“Sì, infatti, sembra che anche lei sia sull’isola, quindi preparatevi” detto ciò l’ologramma svanì.
Crane una volta che la donna si fu smaterializzata prese a ridere sempre più forte.
“Cos’hai da ridere?” chiese infastidito Grivus.
“Niente solo che ci sarà da divertirsi” e riprese a ridere ancora più forte.



“YOOOOOHHHH!!!” urlò Rufy raggiungendo gli spalti.
“Calmati Rufy” gli disse Sanji una volta che il suo capitano lo raggiunse.
“Avete visto sono tra i migliori” proseguì cappello di paglia.
“Già, ma non esaltarti troppo, sei solo alle semifinali devi arrivare in fondo per essere il migliore” parlò Robin.
“Vedrai che riuscirò a vincere le finali!” urlò alzando le braccia al cielo.



In infermeria dell’arena Iris aveva raggiunto la sua allieva che aveva appena ripreso conoscenza.
“Ehi Lena, come va?” gli chiese dolcemente.
“Ho un forte malditesta” gli rispose lei “Ho perso vero?”
“Temo di sì, non sei pronta per avversari del genere” le fece notare l’altra.
“Hai ragione, ma oltre a Duval, chi è passato?” le chiese curiosa.
“Mio fratello” le rispose cercando di sembrare normale.
“Allora speriamo che passi nei prossimi turni e vinca giusto?” le domandò la ragazza dai capelli biondi con un sorriso che passava da un capo all’altro della faccia.
“Sì hai ragione speriamo, ma adesso dormi un po’” le disse costringendola a rimettersi a dormire.



Iris una volta uscita dall’infermeria si diresse agli spalti, tanto con Lena era rimasta la moglie di Kennawey, Anne, mentre lei era curiosa di vedere come combattevano i due “fratelli” di Rufy.
Svoltò a destra e si scontrò con qualcuno cadendo di sedere sul pavimento di pietra.
“Che botta” si lamentò massaggiandosi la parte lesa e alzò lo sguardo per vedere chi era colui con cui si era scontrata.
Aveva i capelli biondi ed occhi neri, aveva una cicatrice sulla parte sinistra della faccia partiva dalla fronte e arrivava fino alla guancia, indossava un completo elegante con in testa una tuba, mentre sulle spalle era fissato un tubo.
“Scusami” disse lei una volta alzata.
“Non è niente tranquilla” rispose Sabo pulendosi i pantaloni, poi alzò lo sguardo, per i primi cinque secondi credeva che fossero gli occhi di suo fratello, ma poi si accorse che era una donna.
“Ancora scusa” disse Iris per poi riprendere la sua strada, quello con cui si era scontrata era Sabo uno dei "fratelli" di Rufy.
“Aspetta un secondo” la chiamò Sabo facendola fermare, più il ragazzo la guardava più si convinceva che la storia che Rufy avesse una sorella fosse vera, bastava guardarla per vedere delle similitudini, gli stessi occhi neri e profondi, i capelli anch’essi neri e un sorriso che solamente Rufy prima d’allora gli aveva mai fatto “Scusa, ma mi potresti dire come ti chiami?”
“Sei un bel ragazzo, ma mi spiace comunicarti che sono già occupata, quindi…” lasciò sottintendere ciò che voleva dire e riprese a camminare.
“Non è niente del genere credimi, è che assomigli tantissimo al mio fratellino, so di certo che lui ha una sorella in questo mondo e quindi ti volevo chiedere se per caso eri tu” spiegò Sabo.
Iris si fermò nuovamente e fissò negli occhi Sabo, il ragazzo si vedeva che era determinato e non l’avrebbe lasciata andare via senza una risposta, sospirò e cominciò a parlare.
Mentre Sabo ascoltava, i suoi occhi si spalancarono sempre più.



“I contendenti del girone B sono pregati di presentarsi sul ring. Ripeto i contendenti del girone B sono pregati di presentarsi sul ring” parlò da un megafono uno degli assistenti e così tutti gli interessati si avviarono verso l’ingresso dell’arena.
Quando Sonia e Ace arrivarono sul ring iniziarono a guardarsi attorno, erano presenti persone di tutti i tipi e anche non umani.
C’erano androidi, robot e addirittura uomini-pesce.
“Strano non credevo fossero presenti anche in questa parte del mondo” commentò Ace, facendo annuire Sonia.
La ragazza era emozionata, ma anche molto arrabbiata con Law, insomma, non pretendeva che si iscrivesse al torneo degli spadaccini anche se era molto bravo con la spada, ma che almeno quello libero sì.
Invece Law per tutta risposta gli aveva detto che si sarebbe iscritto se anche lei lo avesse fatto, invece all’ultimo si era rifiutato dicendo che non ne aveva voglia lasciando Sonia costretta a partecipare e lui tranquillo sugli spalti, ma alla fine Law avrebbe pagato per ciò ne era sicura.
La voce di Ace fece riprendere Sonia dai suoi pensieri.
“Il tipo ha appena finito di ripetere le regole sei pronta?” gli chiese Ace.
Sonia annuì nuovamente e tirò fuori il pugnale, anche se si era iscritta con l’inganno di Law, non si sarebbe mai arresa senza combattere.
Appena si senti la campana che diede inizio ai combattimenti, Sonia si gettò nella mischia.
I primi a cadere furono dei combattenti che avevano fatto gruppo, ma Sonia grazie ai suoi poteri si era spostata in mezzo a loro e con un calcio rotante li aveva sconfitti velocemente e poi si spostò nuovamente.
Nel frattempo Ace stava combattendo contro uno strano energumeno, era alto, grosso, pelle azzurra, occhi gialli e capelli verdi; insomma non sembrava neanche umano e sferrava anche dei pugni micidiali e come se non bastasse sapeva usare l’Haki.
“Ma tu che cosa sei?” gli chiese Portugase.
L’uomo inizialmente non rispose a questa sua domanda, ma poi lo fece “Io sono un uomo-pesce proveniente dal regno di Azurlta”
“Mai sentito nominare” rispose Ace.
“Non mi sorprende per uno che proviene da fuori dallo Three World” puntualizzò lui.
Ace stava per fargli una domanda, ma fu anticipato dalla risposta dell’avversario “L’ho capito perché il tuo potere deriva dai frutti del mare e non dallo sviluppo del Haki potenziato come noi, per fartela breve il tuo potere è in un rango inferiore”.
Ace lo guardò malissimo, nessuno avrebbe potuto dire che il suo foco-foco era di rango inferiore a qualche altro potere.
Portugase saltò e sprigionando fuoco dalle gambe riuscì a pararsi alle spalle dell’avversario e scagliò una delle sue fiammate, ma essa non riuscì a raggiungere il bersaglio per colpa di un muro d’acqua formato uomo-pesce.
“È inutile che ci provi arrenditi che è meglio” lo avvisò formando una sfera d’acqua che volteggiava sopra la mano.
“Arrendermi? Non accadrà mai!” urlò scagliando un’altra delle fiammate che si scontrò contro la sfera provocando una folata di vapore acqueo che si propagò in tutto il ring.
Ace si guadò attorno per cercare di vedere dove fosse il suo avversario, ma non lo trovò.
Passati alcune decine di secondi, grazie al Haki della percezione lo individuò era a due metri da lui e stava per sferrare un calcio diretto alla sua testa.
Per proteggersi dall’attacco Ace corazzò il braccio di Haki dell’armatura e una volta alzato all’altezza della sua faccia, fermò il calcio rotante del nemico.
Ace sfruttando che il nemico si trovasse in una posizione di svantaggio, a causa dell’attacco, porto il braccio davanti al nemico e usò la mossa da cui aveva preso il soprannome “PUGNO DI FUOCO!”.
L’ondata di fiamme investi l’uomo-pesce, che lo lasciò affumicato mentre dalla bocca usciva una nuvola di fumo nero. Ace, una volta accertatosi che non si sarebbe rialzato, si volto e si mosse alla ricerca di un nuovo nemico.
Mai sottovalutarlo.



Sonia, mentre Ace era occupato con il gigante uomo pesce combatteva contro dei nemici che valevano davvero poco.
Che noia se continuavano così si sarebbe senza dubbio addormentata.
Un calcio allo stomaco di uno, un colpo dietro il collo ad un altro e uno sotto al mento al successivo, anche quel gruppetto di avversari era a k.o.
Si guardò attorno aveva fatto una strage, erano rimasti poco più di sei nemici tre dei quali tremavano come foglie, poi c’era Ace, l’uomo-pesce avversario di Ace e una ragazza con i capelli di colore argento lunghi fino ad arrivare alla vita, in più aveva la pelle molto chiara e due occhiaie circondavano i suoi due occhi di colore oro.
La ragazza misteriosa sbadigliò pesantemente e si grattò dietro la schiena.
Una volta valutata la situazione Sonia decise, era meglio provare con la ragazza, almeno avrebbe potuto forse divertirsi un po’.
”Ehi tu” gli urlò per avvertirla del suo arrivo, ma la ragazza misteriosa continuò a fissare un punto vuoto davanti a lei.
Allora la attaccò con un calcio, ma a sorpresa, la sua avversaria si abbassò facendo andare a vuoto l’attacco.
L’argentata ruotò su se stessa e sferrò un calcio verso l’alto centrando lo stomaco di Sonia, la quale si trovò a boccheggiare.
“Merda” commentò Sonia.
Intanto la sua avversaria si era voltata verso di lei e la stava guardando.
“Tu sei… tu sei… zzzzzzz…..” incominciò per poi interrompersi.
Sonia la fissò poi si accorse “MA TI SEI ADDORMENTATA?” urlò.
Incredibile ok è vero che il mondo è pieno di persone strambe, ma così è davvero troppo.
“Non urlare Yukimo sta dormendo” parlò la ragazza nel sonno.
“Cosa?” chiese Sonia.
“Se vuoi Yukimo devi prima battere me” e finito di parlare la ragazza si mosse contro Sonia.
Arrivata a due metri da lei Yukimo appoggiò le mani a terra e iniziò a passarvi dell’energia.
“Ice Gun” pronunciò e pochi secondi più tardi un proiettile parti dal terreno e graffiò il braccio destro di Sonia.
Sonia una volta ripresasi dallo stupore iniziale per l’attacco dell’avversaria e per il fatto che in effetti l’altra stava ancora dormendo, si accorse che il proiettile che l’aveva ferita non era in ferro, ma era di ghiaccio purissimo.
“Ice Gatling” continuò l’avversaria facendo partire tutto attorno a Sonia una serie di colpi.
Sonia per risposta dato che non poteva schivarli tutti, prese in mano il suo pugnale e iniziò a roteare su se stessa.
“Linea di cristallo”
In questo modo riuscì a fermare tutti i proiettili di ghiaccio indirizzati a lei.
“Sei forte ma temo di dover terminare qui il nostro combattimento!” gli disse Sonia con un sorriso.
“Non esserne troppo sicura ragazzina” gli rispose Yukimo “Ice Ghost!”
Dal corpo di Yukimo usci del fumo azzurro che si andò a condensare e creò un fantasma dello stesso colore.
Il fantasma si avvicinò e abbracciò Sonia la quale iniziò a sbuffare delle nuvolette dalla bocca per via del freddo, quel fantasma la stava lentamente congelando.
Sonia provò più volte a distanziarsi, ma non riuscendo a toccare l’entità del fantasma nonostante l’Haki, fallì.
Messa alle strette usò il potere del suo frutto del mare e questo modo miracolosamente funzionò.
Adesso era distante una decina di metri dal fantasma e circa quindici dal corpo di Yukimo che restava immobile seduto sul pavimento dell’arena.
Dopo aver ripreso fiato e calore pensò al dafarsi, a questo punto gli toccava provare ad usare una delle nuove tecniche sviluppatosi durante i due anni d’allenamento.
Il fantasma iniziò a muoversi e aprì le braccia pronto per stringerla di nuovo nella sua morsa gelida.
Nel frattempo nella mente di Sonia iniziarono a partire i ricordi di quei due anni.


“Tutto qui quello che sai fare? Non riesco a credere che tu sia una nakama del mio adorato Rufy!” gli disse Boa Hancock.
Sonia nel frattempo si stava rialzando da terra dopo che un calcio dalla parte dell’imperatrice l’aveva stesa.
Sonia aveva accettato di allenarsi con le Kujia, ma dopo un po’ aveva voluto allenarsi con lei per migliorare il più possibile, adesso riusciva ad usare un po’ di Haki dell’armatura e della percezione, ma poco altro.
“Sappi che se sarai così debole quando partirete per il Nuovo Mondo io ti costringerò a rimanere qui!” la minacciò Hancock.
“Tu non mi impedirai di proseguire nella mia avventura e dei miei compagni; sconfiggerò anche te e continuerò il mio viaggio con loro!” e detto ciò iniziò a convogliare più luce possibile verso di se e la usò per attaccare Boa, ma invece che solo luce da lei parti anche dei blocchi di terra e di aria che colpirono la sua avversaria.


“Non lo più usata da allora, ma direi che per questa occasione va benissimo” si disse tra se e se, così incominciò ad assorbire della luce da attorno di lei.
Nel frattempo il fantasma si stava avvicinando e quando fu a mezzo metro da Sonia, questa rilasciò la luce da cui partirono delle fiammate e delle bombe d’aria.
Quest’attacco colse alla sprovvista il fantasma che si sarebbe aspettato che l’avrebbe trapassato come successo in precedenza, invece lo colpì in pieno stomaco il quale si piegò a metà sul pavimento del ring.
“Che sta succedendo? Il suo Haki non dovrebbe essere in grado di colpirmi e allora come ha fatto?” si ritrovò a pensare “Non è possibile. Che stia inconsciamente sviluppando l’Haki superiore? No per farlo bisogna allenarsi a lungo e con uno che lo sappia già usare. Certo non sarebbe la prima volta che qualcuno lo riesca a sviluppare senza neanche volerlo, ma mi pare strano”.
Finita la frase alzò la testa e guardò Sonia che era ancora concentrata a rilasciare il proprio attacco.
“Ghost silenz” pronunciò Yukimo e il fantasma si scompose nel fumo di partenza e lentamente rientrò nel corpo della proprietaria.
Sonia sorpresa per la scomparsa dell’avversario alzò lo sguardo e lo incrociò con quello dell’argenta.
“Sei forte, ma hai ancora molto da fare, comunque non ho più voglia di combattere” disse a Sonia “IO MI ARRENDO” pronunciò ad alta voce.
Yukimo non voleva combattere contro qualcuno che può diventare ancora più forte, meglio se il loro combattimento fosse avvenuto più avanti e migliore.
Dagli spalti della arena partirono delle proteste, ma Yukimo non le ascoltò e si allontanò dal ring, alla fine il commentatore prese la parola e cominciò a parlare.
“E così finisce il secondo girone i vincitori sono Portugase D Ace e Shine D Sonia!” e finita la frase lo stadio partirono esaltazioni “Vi pregiamo di aspettare il prossimo girone e la fine delle selezioni”



“Yohoo!” urlò Sonia una volta raggiunta la sua ciurma sugli spalti.
“Grande Sonia sei stata mitica!” urlò anche cappello di paglia.
“Bravissima ora se tu e Rufy arrivate in finale e vincete il primo e il secondo premio potrò avere tantissimi soldi” annunciò il proprio piano Nami.
“Brava” si complimentò Zoro aprendo l’occhio e fissandola.
“Grazie Zoro” le rispose lei sorridendo e di contro partita anche Zoro le sorrise.
“Bravissima Sonia – chan, sei stata la migliore, la sublime, la ….” pronunciò Sanji per poi essere bloccato da Zoro “Abbiamo capito sopracciglio a bersaglio”
“Che hai detto testa di muschio?!”
“Vuoi che te lo ripeta?!”
“BASTA!!!” urlò Nami facendoli zittire.
“Sonia – chan per festeggiare la tua vittoria me lo daresti un bacio sulla bocca?” chiese Brook.
Per risposta prese un calcio da parte di Sonia che lo fece finire contro le sedie del pubblico.
“Adesso basta voglio vedere Sabo, che una cosa l’ho incrociato prima, mi sembrava con la testa tra le nuvole sapete cosa gli sia successo?” chiese alla propria ciurma, ma tutti le risposero che non lo sapevano.
Sonia avrebbe indagato per sapere che gli era successo, dopotutto ciò che preoccupava il fratello preoccupava anche lei.





SCUSATE
Lo so non basta è che ho avuto l’esame di maturità (per chi lo vuole sapere l’ho passato NIENTE Più SCUOLA!) e non ho potuto scrivere, ma adesso sono qui e per farmi perdonare ho fatto un capitolo un po’ più lungo e spero che vi piaccia e ancora scusa e recensite ok?
CIAO

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Capitolo 34
*** Cap.34 Fasi eliminatorie: parte 5 ***


Cap.34 Fasi eliminatorie: parte 5




Sabo era entrato, insieme lui sul ring era presente soltanto uno che lui già conoscesse Jesuss Burgess, dopo aver preso tra le mani il suo tubo si preparò per iniziare.
Dall’alto delle gradinate tutti prestavano attenzione a ciò che accadeva sul ring, dopo l’ennesima ripetizione delle regole da parte dello speaker suonò il gong che diede inizio al combattimento.
Burgess non si fece certamente aspettare e utilizzò subito il suo attacco per far piazza pulita della maggior parte degli avversari presenti sul ring.
“Galeon Lariant!” urlò e quasi tutti i contendenti presero il volo finendo per poi cadere malamente al suolo.
Al termine dell’attacco solamente in tre erano rimasti in piedi sul ring: Burgess, Sabo e una ragazza/gatto sui 25 anni.
La ragazza in questione era alta, corpo slanciato e forme rotonde i capelli erano di colore rosso rubino, così come lo erano i suoi vestiti dalla maglia che indossava ai pantaloni, calzava inoltre dei stivali di colore nero.
Ma la cosa più strana era che aveva delle orecchie di gatto sempre di colore rosso, ma meno accesso, gli occhi erano i classici di gatto, ma di colore verde smeraldo, le mani erano di colore rossiccio e terminavano con degli artigli, aveva infine una lunga coda anch’essa di colore rosso che inizialmente teneva avvolta alla vita, ma adesso colpiva l’aria alle sue spalle.
“No malaccio” commentò passandosi la lingua sulle labbra mentre guardava attorno a lei la strage di contendenti fatta dal lottatore, successivamente fece tornare lo sguardo su di lui “Ora tocca me”.
Burgess continuava a ridere per via dell’effetto che il colpo aveva avuto, l’unica pecca era che voleva distruggere Sabo senza problemi e vendicarsi della sconfitta subita a Dressrosa, ma invece anche un’altra era sopravvissuta.
“Uhihahaha” iniziò a ridere “Vogliamo cominciare?” domandò, ma la ragazza era già scomparsa.
Sabo invece che non aveva mai perso di vista la strana avversaria.
“Non è da sottovalutare” commentò Sabo mettendosi in posa di combattimento.
Burgess non se n’era accorto, ma quando aveva sferrato l’attacco, la ragazza gatto ha avvolto la coda attorno il suo braccio, così facendo era riuscita a salvarsi e poi era tornata al suo posto iniziale tutto a una velocità che il lottatore non si era accorto di niente.
Il tempo di fare questo ragionamento e la gatta era già a combattere.
“Prendi,uhihahaha” urlò Burgess sferrando un pugno contro di lei, ma ella usò la sua agilità per afferrare il braccio del lottatore e schivare l’attacco.
Burgess per tutta risposta provò a colpirla con l’altro, ma anche questo colpo venne schivato dalla ragazza grazie alla coda che aveva fatto arrotolare attorno al braccio dell’avversario.
A seguito dei primi due partirono altre serie di colpi che però vennero tutti schivati.



Sugli spalti la folla guardava a bocca aperta il susseguirsi del combattimento tra Burgess e la ragazza.
“Incredibile signori e signore, nonostante tutta la forza che possiede Burgess non riesce a colpire Gandria, nonostante ci abbia già mostrato un forza devastante mettendo a K.O. quasi tutti gli avversari con un solo colpo” commentò urlando il commentatore.
“Burgess idiota, ma che diavolo combini?” disse Shiryu che stava guardando il combattimento e si stava arrabbiando per il fatto che il suo compagno di ciurma stesse facendo una pessima figura.



“Questo può essere il classico esempio che anche se una ha una forza immensa non è detto che vincerà” commentò Tatch attirando l’attenzione dei pirati attorno a lui (Cappello di paglia, Law e Ace).
“Cosa intendi?” chiese Sonia inclinando la testa.
“Osserva” rispose Tatch.
Sonia spostò lo sguardo verso il ring, ma non capì.
“Quello che intende è che nonostante tutta la sua forza fisica Burgess sta venendo sconfitto per il fatto che non riesce a colpirla e conseguenza non la batterà mai” spiegò Drake.
Sonia alla fine capì e annui con la testa.



”Adesso basta!” urlò Burgess dopo essere riuscito a prendere Gandria e lanciarla in aria “Galeon Lariant” preparandosi ad attaccare.
“Artiglio del drago!” esclamò Sabo facendo scontrare il suo colpo contro il gomito di Burgess provocando un onda d’urto che si propagò su tutto il ring.
Nel frattempo Gandria era atterrata ed era nuovamente partita all’attacco di Burgess.
Burgess si trovò in una situazione di difficoltà, da una parte c’era Sabo e dall’altra era presente Gandria che schivava ogni attacco e rispondeva a suon di artigli.
Quando Burgess provò nuovamente a colpire la ragazza sferrò un altro dei suoi pugni, ma a sorpresa lei passò sotto il braccio e gli sferrò un duplice calcio sulla faccia che lo fece piegare all’indietro.
Successivamente fu il turno di Sabo che lo colpì al centro del petto piegandolo in avanti.
Subito successivo al colpo tocco a Gandria che sfruttando la sua agilità saltò sulla schiena del lottatore e si aggrappò al braccio destro con le braccia, mentre con le gambe e coda si aggrappò a quello destro e tirò con tutte le sue forze.
Con la sua presa Gandria riuscì a fare in modo che Burgess rimanesse bloccato con le braccia e portasse il petto infuori, rendendolo così vulnerabile all’attacco di Sabo.
Sabo vista la situazione ne approfittò, portò i pugni sul petto di Burgess e sferrò il suo attacco.
“Respiro del drago!” e così un onda investì il corpo di Burgess che venne lanciato in aria e finì per andare a schiantarsi contro le pareti del ring.
Lentamente con gli occhi bianchi il corpo di Burgess finì a terra e l’uomo per riflesso emise un lamento di dolore.
Così si concluse anche lo scontro del blocco C.



“INCREDIBILE!! Era da tanto che non vedevo uno scontro così emozionante e dopo la sconfitta di Burgess coloro che passano al round successivo sono Sabo e Gandria!!!!” urlò lo speaker e subito fu seguito dalla folla dello stadio che incitava i due vincitori.
“Burgess sei un idiota” commentò Shiryu una volta che i medici gli passarono a fianco andando a portare l’uomo in infermeria.



Passati un paio di minuti lo speaker riprese la parola.
“Molto bene e così si concludono le selezioni ora si passerà alla scelta delle coppie di contendenti che si scontreranno nelle semifinali” prese un respiro e uno dei suoi aiutanti gli consegnò il foglio coi nomi “Molto bene gli scontri saranno i seguenti 1) Sonia vs Brigitte Duval; 2) Rufy vs Gandria e infine 3) Sabo vs Ace! Vi aspettiamo anche per i prossimi emozionanti scontri e ricordo che questo pomeriggio si terranno le finali tra i quattro cecchini che sono arrivati in finale, ve li ripetiamo nel caso che non li ricordate: Van Ooger, Layla, Usopp e Joseph Wolf”.



Una volta usciti dallo stadio per poter cercare un luogo dove mangiare Kennawey prese la parola “Ragazzi ci spiace, ma noi dobbiamo andare via, vi aspettiamo alla mia base, ok?”
comunicò lasciando di stuccò tutti i presenti tranne i pirati dello Three World.
“Aspettate noi non sappiamo dove si trovi!” gli disse Nami che fu la prima a riprendersi abbastanza per parlare.
“Non vi preoccupate vi lasciamo questo eternal pose, se non sbaglio proviene dalle vostre parti” gli disse Ade lanciandogliene uno sul quale c’era scritto Great Inuaga.
“Great Inuaga? È li dove abiti?” chiese Anne della ciurma di Ace.
“Indovinato” rispose l’Anne della ciurma di Kennawey.
“Buona fortuna con i vostri combattimenti sono certo che vi farete valere” disse Tatch girandosi verso il porto.
“Aspettate e se l’Impero o Vlanna ci attaccassero nuovamente come faremo?” chiese Law.
“Fidatevi sono abbastanza certo che avrete tutto l’aiuto che avrete bisogno” rispose nuovamente Tatch con un sorriso di chi la sapeva lunga.
Tutti lo fissarono strano, ma poi si ricomposero e poi salutarono tutti quelli che andarono via.



Nel frattempo nello stadio Layla e Sonia raggiunsero Sabo che era appena uscito dalla infermeria per farsi mettere appena una benda sulle mani, l’ultimo colpo era stato assai difficile da fare, Burgess aveva attivato l’Haki dell’armatura.
“Sabo!” urlò Layla lanciandosi addosso a lui e stampandogli un bacio sulle labbra.
“Sabo!” urlò successivamente Sonia abbracciandolo quando Layla si staccò da lui “Siete stati grandi, avete sconfitto Burgess!”
“Il merito principale non va a me, ma a quella ragazza che se non ho capito male dallo speaker si chiama Gandria” spiegò Sabo.
“Esattamente, chissà che razza è… forse un visone o forse un zoa-zoa” commentò Layla.
“Io credo che sia una specie di visone” concluse Sabo.
“Che cos’è un visone?” chiese Sonia (per i lettori: la ciurma di Rufy NON è ancora stata a ZOU).
“Sono gli abitanti dell’isola di Zou, sono sia animali che umani, l’orso polare di Law proviene da li” spiegò Sabo.
“Ah, ok…. Che ti era preso prima sembravi sovrapensiero quando sei andato a combattere” chiese Layla.
“Ehm… ecco… non posso dirvelo” rispose Sabo.
“Perché? Cos’è successo?” domandò Sonia.
Cos’era successo si ritrovò a pensare Sabo, niente a parte il fatto che ho incontrato la sorella di sangue di Rufy e ha detto che se ne avessi fatto parola lei sarebbe scomparsa…
“Sabo!” lo ridestò dai pensieri Sonia “Allora mi vuoi rispondere?”
“Basta Sonia” la fermò Layla “Sabo non è la persona che tiene i segreti per divertimento, se non vuole dircelo, molto probabile che non possa”.
“Uffa… ma io lo volevo sapere” si lagnò l’altra e se n’andò via.
“Bene ora posso rispondere” disse Sabo.
Layla lo guardò confusa, prima non poteva e adesso sì? Le prendeva per i fondelli.
“Non potevo farne parola, ne con Rufy o qualcuno della sua ciurma, ma tu non sei parte dei cappello di paglia” spiegò Sabo.
“Allora cos’era successo?” domandò Layla.
“Ho incontrato una persona che a quanto pare è la sorella di Rufy”
“Sorella di Rufy? È impossibile Dragon-san ha solamente un figlio e quello è Rufy, possibile che sia come te e Ace?”
“No, io non credo, probabilmente qualcuno ha modificato la memoria di tutti i rivoluzionari e anche quella di Dragon-san”
“Sabo … questo non è possibile”
“Molte cose che credevamo impossibili qui lo sono, quindi molto probabilmente esiste anche qualcuno che è in grado di modificare la memoria delle persone. Vorrei tanto sapere chi è” concluse Sabo portando il suo sguardo al terreno.
“Sabo” lo richiamò Layla, il quale alzò lo sguardo e guardò negli occhi la bianca “Grazie per avermelo detto, ti prometto che cercherò di aiutarti come meglio posso a scoprire la verità, siamo una coppia giusto?” gli disse appoggiando la propria fronte su quella del ragazzo.
“Giusto” rispose Sabo congiungendo le proprie labbra a quelle della ragazza.

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Capitolo 35
*** Cap.35 Inizio finali ***


Inizio delle finali



Usopp e Layla occuparono posto nel ring insieme con gli altri due.
Avevano appena finito di mangiare (quello che si era salvato da Rufy), poi erano dovuti correre se no la finale iniziava senza di loro.
Ma appena arrivarono allo stadio:
“Siamo spiacenti, ma a causa di un guasto tecnico, il normale svolgimento delle finali dovrà essere sospeso, inoltre mi è appena giunta la notizia del ritiro di Sheva dal torneo degli spadaccini, conseguentemente i giudici sono costretti a rivedere gli accoppiamenti per i combattimenti” parlò lo speaker.
Così su tutto lo stadio calò il silenzio per i successivi dieci minuti, mentre Lisara era occupata a fare altre riflessioni.
“Sheva che si ritira? Perché mai? Non ha senso, lei non è una persona che molla o che si lascia spaventare, è vero che tutti i contendenti sono molto forti, ma è strano” e continuò così finché la voce dello speaker non la distrasse.
“Bene signori dato gli attuali problemi tecnici, i giudici hanno deciso che la contendente Lisara sarà inserita in un combattimento a tre, perciò adesso l’incontro sarà Deadpool vs Drake vs Lisara”
“E per noi che dite?” urlò Layla dal ring.
“Ehm… temo che il vostro turno sarà da posticipare finché i tecnici non avranno risolto il problema”
“Uffa!” commentò Layla gonfiando le guance e andando verso l’uscita seguita dagli altri tre.
“È un segno del destino” commentò Van Ooger una volta usciti dal ring “Dovrò aspettare per umiliarvi”.
“Abbassa la cresta amico, oppure ti faccio un buco in fronte” commentò Wolf fissando male il rivale.
“Cos’è hai paura della verità?” rincominciò Ooger.
“No, soltanto che adesso hai cambiato il mio solo obiettivo in questo torneo ed è diventato quello di bucare il tuo monocolo con un proiettile”
“Vedremo se ci riesci” e detto ciò il pirata di Teach se n’andò per i fatti suoi.
“Quello non lo sopporto” commentò Layla fissando il punto in cui si era diretto il suo avversario.
“Tranquilla, quelli come lui in questo mondo hanno vita breve se non cambiano atteggiamento e in fretta anche” conversò Wolf.
“Non ci siamo presentati sono Layla, molto piacere” disse la ragazza porgendo la mano per stringerla, ma a dispetto di ciò che si aspettava l’uomo la prese e gli posò le labbra sopra.
“Molto piacere, il mio vero nome è Frank Joshepf, ma tutti mi chiamano Mr.Wolf o Joshepf Wolf” si presentò l’uomo con il baciamano.
“Mentre io sono Usopp” si presentò infine anche il naso lungo.
“Molto piacere” disse Wolf allungando la mano e dopo un attimo di esitazione, il cecchino dei mugiwara la strinse.
“È stato un piacere conoscervi, ma temo di dover sbrigare delle cose, dato il cambio di programma, se volete scusarmi” e l’uomo se n’andò.



Layla una volta arrivata sugli spalti si avvicinò al suo ragazzo che aveva ancora la mano fasciata e questi la stava fissando con insistenza.
“Ti fa ancora male?” gli chiese la ragazza.
“Già, temo che di questo passo non sarò in grado di combattere contro Ace” commentò Sabo, per poi ripassare lo sguardo sulla mano fasciata.
“NO!” gli urlò contro Ace “Tu non puoi rinunciare al nostro combattimento, hai capito Sabo?”
“Temo di non avere scelta Ace, non vorrai mica infierire su di me ora che non sono al massimo, vero?
” “No, certo che no, ma….”
“Quando riuscirò a muovere la mano come prima, ti prometto che lotteremo noi due, ma fino ad allora, mi sa che tu non abbia scelta che aspettare” concluse il biondo.
“Uffa…” fu solo il commento di Ace.



“Bene signori e signore si inizia coi combattimenti liberi, il primo scontro sarà tra queste due bellezze, quella all’angolo destro famosa per essere una tra le migliori contrabbandiere del mondo e sicario della malavita BRIGITTE DUVAL!!” parlò il commentatore presentando l’avversaria di Sonia “All’angolo opposto si trova una delle maggiori novità di questi ultimi giorni, membro dei Pirati di Cappello di Paglia, SHINE D SONIA!!” presentò anche Sonia “Le regole sono sempre le stesse e dato che non ho voglia di ripeterle fate finta che l’abbia fatto”.
“Vai Sonia ce la puoi fare!” urlarono metà delle persone nella arena.
“Forza Duval!” urlò l’altra metà.
“Bene che si dia inizio allo scontro!” urlò mentre Duval e Sonia cominciarono a combattere.



Brigitte era davvero veloce, nonostante il potere del frutto della avversaria, riusciva a stare dietro a Sonia.
A parte qualche pugno non c’erano stati altri contatti tra le due, ogni volta che Sonia si spostava per poter avere uno spazio per muoversi Duval era li ad aspettarla.
“Merda di questo passo finirò per stancarmi” commentò all’ennesimo tentativo fallito.
Questa volta però, non provò nuovamente a spostarsi, ma la provò attaccare con un pugno caricato di haki.
Purtroppo Brigitte lo schivò agilmente passando sotto il braccio e per tutta risposta gli sferrò un montante che gli fece fare diversi passi indietro.
Sonia si riprese in qualche secondo e usò la mano per togliersi un rivolo di sangue che gli colava dal naso.
“Tutto bene ?” chiese Brigitte guardandola negli occhi rossi coi suoi marroni.
“Benissimo” rispose Sonia con un ghigno mentre brandiva il suo pugnale.
Brigitte allora scomparve davanti a lei, l’istinto di Sonia le disse di mettersi in posizione di difesa, infatti pochi istanti dopo Brigitte riapparve sferrando col tacco della scarpa un calcio diretto al braccio sinistro di Sonia, ma venne prontamente fermato dalla ragazza con il pugnale nella mano destra.
Brigitte sfruttando la posizione di vantaggio, roteò su se stessa e sfruttando la sua velocità sferrò un calcio in testa alla avversaria con l’altra gamba rimasta libera.
“Cavolo, che male!” fu il solo commentò Sonia che nonostante il colpo riuscì a rimanere vigile e afferrò la gamba di Brigitte e gli fece sbattere la parte superiore del corpo nel pavimento del ring, un paio di volte.
Stava per accadere anche una terza volta ma la ragazza dal basco giallo, che intanto era finito per terra, riuscì a fare leva sulle mani e mettersi in verticale e a quel punto si fece cadere e Sonia sbatte con violenza la schiena sul ring mollando la presa sulla gamba di Duval.
Brigitte tra le due fu la prima a rialzarsi, dopo aver sputato del sangue per terra, andò dal suo basco e dopo averlo spolverato se lo rimise in testa senza tanti complimenti per poi spostare lo sguardo verso Sonia che ancora era stesa a causa della botta ricevuta.
“Bene direi che è finita qui” disse rivoltandogli le spalle.
“Non penso proprio” rispose Sonia che cercava in tutti i modi di rialzarsi.
“Non lo fare, direi che a questo punto ho abbastanza messo in chiaro che sono a un livello superiore a te” rispose lei.
“Certo come no” e una volta finito di alzarsi usò i suoi poteri per sorprendere Duval e sferrargli un pugno in faccia e facendola cadere a terra “Non dare mai niente di scontato, perché nessuno potrà battere un membro della ciurma di cappello di paglia finché non sarà lui a decidere che è ora di smettere di combattere!”

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Capitolo 36
*** Cap.36 Finale femme fatale ***


Finale alla femme fatale



Brigitte era finita con la faccia sul pavimento del ring.
Lentamente la donna si rialzò e girò la testa verso Sonia, anche se con il fiatone, era nuovamente pronta allo scontro.
“D’accordo, basta essere gentili” parlò la donna dai capelli a caschetto e scomparve nuovamente per poi riapparire a due centimetri da Sonia e sferrargli un pugno allo stomaco.
Sonia si piegò in avanti annaspando e Brigitte le sferrò un calcio rotante in faccia facendola volare per diversi metri.
Sonia per i primi cinque secondi dopo l’impatto aveva la testa che girava velocemente e vedeva tutto sfuocato, quando riuscì a mettere a fuoco l’immagine davanti a sé, Brigitte era davanti a lei accovacciata che la fissava con uno sguardo molto duro.
“Che cosa succede? Non avevi detto che i pirati di cappello di paglia non si lasciano sconfiggere se non sono loro a deciderlo?” la prese in giro.
“Infatti!” urlò Sonia scomparendo e apparendo alle sue spalle. Sonia afferrò l’avversario facendo passare sotto il collo una delle braccia e l’altra dietro.
L’avversaria per risposta saltò sul posto, una volta che toccò nuovamente il terreno sfruttò la velocità acquisita e i suoi muscoli addominali per piegarsi e far sbattere nuovamente la schiena sul pavimento dell’arena a Sonia.
“Resta giù” le ordinò con fare più deciso.
“Mai!” mugugnò lei cercando di rialzarsi.
“Se rimanessi giù ti risparmieresti molto dolore” commentò la donna quando l’altra si fu rialzata.
“Io non sono stanca” commentò Sonia mettendo i pugni in avanti come un lottatore della box.
“Non riesci nemmeno più a difenderti”
“Non lo sai che i pirati fanno ciò che vogliono? Quindi fatti sotto”
“Come vuoi” concluse Duval scomparendo nuovamente.
A differenza delle volte precedenti Sonia tirò un pugnò dal basso nell’aria davanti a se e colpì qualcosa.
Quando Sonia colpì, davanti a lei comparve una Brigitte boccheggiante che si teneva la pancia.
“Come diavolo…?” domandò lei.
“Ho notato che non riesci a cambiare direzione quando vai a quella velocità, probabilmente è colpa della elevata velocità vero?”



“Però quella ragazzina è riuscita a trovare l’unico punto debole nel modo di combattere di Brigitte, non male, ma non gli basterà” commentò Wolf dagli spalti, ottenendo un grugnito d’assenso dal compagno seduto affianco a lui mentre bevevo dell’altro rum dalla fiaschetta.



“Sei magnifica Sonia-chan!” urlò Sanji nella speranza che lei la sentisse “ma anche la sua avversaria è bellissima” continuò in un turbine di cuori.
“Ma che razza di problemi hai tu?” commentò Drake guardando il cuoco.
“Forza Sonia non ti arrendere ce la puoi fare!” urlarono i mugiwara seguiti da Ace e Sabo.



Brigitte anche se piegata a metà continuava a fissare Sonia con uno sguardo che se ti potesse uccidere con un’occhiata saresti morta.
“Bene brava, è l’unico difetto di tutto il mio stile di lotta complimenti” commentò mentre si rialzava, ma quando si fu rialzata completamente un calcio che ricevette sul fianco da parte di Sonia la fece nuovamente finire a terra, ora era il turno della mugiwara di attaccare.
Duval alzò nuovamente la testa e con le braccia parò un nuovo calcio diretto al petto.
Sonia usò che l’avversaria avesse le braccia bloccate, per colpirla con un pugno in piena faccia.
“Anche tu stai iniziando a cedere finalmente” commentò Sonia.


“Incredibile questo scontro è tra due leonesse che non vogliono mollare!” urlò il commentatore che non riusciva a staccare lo sguardo dal ring, mentre Brigitte si stava alzando e riprendeva a combattere contro Sonia.


“Ora basta” disse Brigitte scomparendo.
“Ancora? Ma hai capito che non funziona più questo trucco con me?” le chiese Sonia sferrando nuovamente un pugno davanti a lei, ma questa volta tutto ciò che colpì fu aria “Ma che?”
“Sorpresa?” le chiese Brigitte ancora a mezzo metro da lei, si era fermata abbastanza lontana che il pugno di Sonia non riusciva a colpirla.
Usando lo stupore della nemica Brigitte riuscì a sferrare un nuovo calcio che colpì in pieno petto Sonia facendola cadere a terra, ma questa volta era più che sicura di averla stesa, ha usato l’haki superiore.
Sonia tentò ancora una volta di alzarsi, ma questa volta non ci riuscì.
Era stata sconfitta.
Brigitte si spostò una ciocca di capelli dalla faccia e commentò, mentre guardava i suoi tentativi di alzarsi “Non lo fare, meglio se ci fermiamo qui e poi fatti controllare da un medico che è meglio”.


“Ed è FINITA!!! Dopo uno scontro in cui queste due formidabili lottatrici ci hanno fatto emozionare, la vincitrice è BRIGITTE DUVAL!!!” urlò seguito da delle urla del pubblico.



Rufy sugli spalti era furioso, nessuno poteva trattare così Sonia e cavarsela.
“Calmati Rufy, così non aiuterai mai Sonia!” gli urlò Nami tenendolo per un braccio, mentre Zoro e Franky gli tenevano l’altro e il corpo.
“Lasciatemi!” gli urlò incontro partita Rufy.
“No finché non ti calmi!” gli rispose Zoro.
Alla fine Rufy si calmò, poi a passo di marcia iniziò a incamminarsi verso l’entrata del ring, adesso toccava a lui e se una cosa era certa, lui avrebbe vinto contro Gandria.



“Generale Grivus! Siamo pronti ad attaccare Gelis al suo ordine!” urlò un droide al generale.
“Molto bene finito gli ultimi preparativi e poi aprite il fuoco” rispose il robot.
All’orizzonte c’era Gelis, adesso avrebbero spazzato via tutto, quelle persone, quell’isola e soprattutto coloro che li hanno anche soltanto provato ad ostacolare lui e l'Impero.

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Capitolo 37
*** Cap.37 Tra pugni e artigli ***


Cap.37 Tra pugni e artigli



“Jet pistol!” urlò Rufy sferrando un altro colpo contro la sua avversaria, ma andando a vuoto nuovamente.
Gandria dall’inizio del combattimento si stava limitando a schivare i colpi di Rufy.
Sfruttando la sua velocità la felina comparve alle spalle di Rufy.
“Jet Wimp!” riprese a cercare di colpirla il gommoso, ma anche questo andò a vuoto.
Rufy era davvero stanco di questa storia, appena prima che riuscisse a colpirla lei scompariva per poi riapparire in un punto del ring.
“Non mi dire che ti sei già stancato” gli soffiò sull’orecchio Gandria apparendogli di fianco.
Rufy si spostò di lato e provò nuovamente di colpirla, ma anche questa senza successo.
“Ti vuoi decidere a combattere o no?!?” gli urlò contro cappello di paglia.
La ragazza per risposta alzò un sopracciglio e gli rispose “Perché? Hai così fretta di perdere?”
“Jet bazoka!” cercò di colpirla nuovamente, ma come era accaduto prima, l’attacco andò a vuoto.



“Ma che sta facendo?” chiese Nami “Di questo passò non finiranno più di combattere, sono alla pari”.
“Sbagliato, Nami” gli rispose Sonia attirando l’attenzione della arancione “Gandria sta stancando Rufy e quando succederà potrà sferrare un contrattacco e sconfiggerlo con facilità, fidati anche se non sembra Rufy è in svantaggio”



“Jet pistol!” riprovò Rufy, ma quando tirò indietro il braccio senti un dolore che proveniva da esso.
Fermatosi portò lo sguardo sul proprio arto con cui aveva sferrato l’ultimo attacco e su di esso erano presenti tre segni di artigli dai quali usciva del suo sangue.
Distaccatosi lo sguardo dalla ferita Rufy lo portò verso la sua avversaria.
“Non hai detto tu stesso che volevi iniziare a fare sul serio?” gli domandò lei con un sorrisetto.
“Jet gatling!” urlò per poi far partire la raffica di pugni.
Gandria schivò ogni singolo pugno, mentre nelle braccia di Rufy comparirono un numero sempre maggiore di tagli.
Fermato l’attacco Rufy osservò le proprie braccia ed erano cosparse di tagli dai quali ogni tanto scorrevano dei rivoli di sangue.
“Jet Wimp” tentò di colpirla con la gamba destra, ma l’altra con un salto schivò nuovamente l’attacco e come successo per le braccia anche li comparve un taglio.
Quella ferita fece scattare qualcosa nella mente di Rufy che si fermò.
Tutta l’arena finì nel silenzio più totale, sia Gandria che Rufy rimasero immobili a fissarsi, mentre l’arena tratteneva il fiato.



Sugli spalti i ragazzi non ne potevano più, Rufy le stava prendendo e la sua avversaria non aveva neanche un graffio.
“Chissà di che razza è quella” si domandò Drake che non aveva distolto lo sguardo dal combattimento.
“Forse un visone?” propose Anne.
“No, non ha l’electron” rispose Bepo.
“E allora potrebbe essere …” tentò Layla prima di essere interrotta da Lisara “No”
“È un jelliscats” rispose la ragazza togliendo la domanda a tutti.
“Un jelliscats?” chiese Layla per avere conferma.
“Gli scienziati imperiali durante un periodo decisero di provare a fondere il Dna umano con altri animali. Fallirono con tutti tranne che con tre specie e lei probabilmente è una discendente” spiegò Lisara.
“Quindi nel suo corpo sono presenti sia il Dna umano che quello di un animale?” chiese Nami.
“Indovinato i jelliscats hanno in se il Dna felino dei gatti, infatti se la si guarda i suoi tratti e aspetto assomigliano a quelli dei gatti” rispose la rossa.
“Immagino che questo spieghi come mai abbia una agilità e flessibilità fuori dal comune, i sensi incredibilmente sviluppati e quegli artigli rittrattili, la coda e quelle orecchie” commentò Law.
Dopo finito di parlare tutti spostarono lo sguardo sui ragazzi nell’arena che non si erano ancora mossi di un centimetro.



“Allora ho visto giusto” commentò Rufy dopo diversi minuti di inattività.
Gandria alzò un sopracciglio e fece una faccia dalla quale si capiva di che cosa parlava il ragazzo moro davanti a se.
“Il tuo stile di combattimento si basa sulla difesa, vero?” gli chiese Rufy.
Gandria a quel punto spalancò gli occhi a dismisura, il ragazzo ci aveva visto bene, ora la cosa rischiava di divenire complicata “Come diavolo…”
“Ho notato sia dal combattimento contro Burgess che con me, che tu non sferri mai attacchi se non quando non è il tuo avversario è a fare la prima mossa, infatti tu i questi minuti nonostante io sia immobile non mi hai neanche sfiorato” disse Rufy “Si può dire che il tuo stile sia quello del contrattacco”.
Gandria strinse gli occhi e fissò cappello di paglia.



Lisara era concentrata sul combattimento la situazione stava cambiando, ora che Rufy si era accorto della strategia di Gandria aveva iniziato a colpire il terreno con il Gatling, così la ragazza/gatto era incapace di prevedere la traiettoria dei colpi e di attuare la strategia del contrattacco.
“L….I…..S…..A…..R…..A”
Fu soltanto un sussurro nel vento.
“L….I….S…..A…..R…..A”
Questa volta lo sentì molto chiaramente.
Il vento aveva pronunciato il suo nome in un sussurro che solamente lei avrebbe potuto sentire e purtroppo sapeva cosa significava.
La rossa si alzò lentamente dal suo posto e bianca in viso si separò dagli altri con la scusa di dover andare in bagno.
Chopper da medico la perseguitò con una serie di domande per capire se stava bene, ma lei riuscì a mentirgli e convincere lui e gli altri.
Uscita dall’arena di nuovo.
“L….I….S….A….R…..A”
Segui la corrente fino a raggiungere la fonte e davanti a lei erano a semi cerchio sei persone incappucciate, erano tutti membri della lega degli assassini e dai loro vestiti dovevano essere dei maestri assassini, alcuni li riconobbe e poi al centro del gruppo c’era Sheva.
“Lisara è ora che torni a casa” disse Sheva fissandola negli occhi.
La rossa fece due più due, se volevano che tornasse sarebbe bastato mandare uno solo di loro, inoltre non aveva ancora finito la missione e se la stavano richiamando voleva dire che aveva fallito e se uno fallisce muore.
“Ho ancora delle cose da fare, non posso venire con voi” rispose Lisara “ e sappiamo tutti qui cosa succede e perché siete così numerosi”.
“Allora rendiamo le cose semplici, non puoi batterci e tu lo sai, arrenditi e accetta le conseguenze, posso immaginare cosa stai pensando, ma non è detto che sarà necessariamente la tua sorte” continuò Sheva.
“Sarà da vedere” rispose Lisara sfoderando le sue due spade.

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Capitolo 38
*** Cap.38 Attacco ***


Cap.38 Attacco



Lo scontro tra Gandria e Rufy proseguiva senza sosta, da quando Rufy aveva capito la strategia di Gandria, aveva smesso di colpirla con colpi diretti, ma utilizzava solamente attacchi senza un preciso bersaglio.
Infatti alternava attacchi come il Gatling o lo Storm, in modo che non ci fosse uno schema e la sua avversaria non avesse modo di prevedere e attuare la sua strategia.
“Di questo passo finirà male” commentò Gandria mettendosi a correre a quattro zampe come un gatto.
“Jet Gatling!” urlò Rufy sfoderando la sua raffica di pugni che andarono a colpire il terreno e per rimbalzo arrivarono anche a Gandria che fu colpita.
Gandria alzandosi sputò per terra del sangue e fisso Rufy.
“Certo, esistono persone molto peggiori rispetto a cappello di paglia, insomma, ha un bel corpo, muscoloso, sorridente e ha quel che di magnetico che ti attira a lui, ma se evito di dovermi legare a lui meglio” pensò la gatta rossa.
Questo pensiero sfortunatamente per lei però fu fatale, distrattasi aveva permesso a Rufy di avvicinarsi e usare uno dei suoi colpi più forti.
“Gom gom Red Hawk!” e così il colpo centrò in pieno ventre l’avversaria e una fiammata gli partì dalla schiena.
Gandria si piegò in ginocchio e sputò una grossa quantità di sangue dalla bocca e alla fine si accascio a terra svenuta.



”Signori e signore e così dopo uno scontro mozzafiato il vincitore è MONKEY D. RUFY!” urlò il commentatore seguito dall’applauso del pubblico.



Una volta raggiunti gli spalti Rufy si mise seduto e senza rivolgere parola a nessuno finché non fu Nami a rivolgergli la parola.
“Ehi, che succede?” gli chiese la navigatrice.
“Non è vero che ho vinto, sono riuscito a colpirla solamente perché si è distratta” confesso Rufy.
Nami inizialmente non sapendo cosa dire per sollevare l’umore al suo ragazzo, rimase zitta, poi parlò “Immagino che una vittoria così a te non vada bene Rufy, ma forse la prossima volta che la incontrerai vi batterete nuovamente e così riuscirete a completarlo”.
Rufy ascoltando le parole di Nami alla fine le rispose con un sorriso.
Nami era contenta di essere riuscita a sollevargli l’umore, lo abbraccio e gli diede un bacio a fior di labbra.
Sonia dopo aver finito di guardare il bel quadretto che erano i suoi compagni, notò l’assenza di qualcuno.
“Dov’è Law?” chiese iniziando a guardarsi attorno insieme ai suoi amici.



Trafalgar D Water Law era una persona che generalmente si mette a seguire la logica e i piani, ma questa volta aveva fatto bene a seguire l’istinto.
Sentiva che c’era qualcosa che non andava, infatti si era messo a cercare Lisara.
Una volta trovata ciò che vide lo sorprese e lo fece arrabbiare non poco.
Lisara era circondata da alcuni strani assalitori, erano un totale di sei e in più riconobbe Sheva.
Purtroppo era troppo distante per sentire ciò che si dicevano, ma vide la rossa tirare fuori le sue spade, mentre Sheva lo fece anche lei pochi secondi dopo.
Stava per intervenire quando un esplosione in piena città lo costrinse a distogliere l’attenzione.
Pochi istanti più tardi ne segui un’altra e poi un’altra ancora.
La gente dalla città iniziò a scappare via in preda al panico e al terrore.
“Scappate c’è Grivus!” iniziarono ad urlare alcuni.
“I droidi, aiuto!” altri ancora.
“C’è Spaventapasseri, si salvi chi può!” altri, i cui pochi secondi dopo caddero a terra cercando di strapparsi la faccia.
Law ripresosi dallo schok, riportò lo sguardo dove prima c’era Lisara e quello strano gruppo, ma non vide nessuno.
Corso li a controllare meglio, un calcio lo costrinse ad allontanarsi.
Lentamente Sheva gli si parò davanti con la spada in mano.
“Dov’è Lisara?” chiese Law.
La donna lo fissò per pochi secondi per poi parlare “Perché ti interessa?”
“Rispondi alla mia domanda!” gli urlò contro Law.
“No, non lo farò, ma questo te lo posso dire sta andando in un luogo dove non potrai raggiungerla”.
“Dov’è?” riprese Law.
“Che ne dici di un combattimento pirata, intorno a noi la città tra pochi minuti sarà invasa da droidi da guerra, ma a te importa solo di lei, sconfiggimi e te lo rivelerò” propose la donna.
Law per tutta risposta attivò la room e partì all’attacco.



I pirati rimasti dentro all’ arena si stavano per guardare lo scontro tra Ace e Sabo, quando una serie di esplosioni attirarono la loro attenzione.
Corsi fuori videro la devastazione, la gente che urlava frasi senza senso, mentre l’odore di devasto avanzava sempre di più.
Una volta raggiunta la città, aiutarono chi incontravano e per chi fosse possibile Chopper gli prestava assistenza medica.
Lentamente una serie di rumori di passi metallici aumentavano sempre di più finché dal fumo e dalle ceneri uscirono un esercito di droidi a testa di piccone.
Una volta raggiunti, i droidi iniziarono a sparare contro di loro, ma fortunatamente, in pochi minuti la prima ondata fu sconfitta senza feriti gravi.
“Aiutatemi ragazzi, qui non posso aiutarli li dobbiamo portare al sicuro” disse Chopper attirando l’attenzione degli altri e aiutarono la piccola renna a portare i feriti fino all’arena, che nel frattempo si stava riempiendo di persone.



“Generale i cittadini si sono riuniti nell’arena cosa dobbiamo fare?” chiese un droide a testa martello colorata di giallo.
“Sterminateli, ho una reputazione da difendere” disse Grivus mentre spezzava il collo ad un povero malcapitato che non era riuscito a scappare.
“Capito, capito” rispose il droide sparendo nel fumo.
“Grivus dovresti stare attento, se uccidi tutti i cittadini quest’isola verrà abbandonata e poi chi si sopporterebbe più Maul?” disse una donna dalla testa pelata di colore molto vicino al bianco e con gli occhi blu/viola, era vestita con una gonna dello stesso colore degli occhi e da un body di altrettanto colore, fissate alla cintura c’erano due spade.
“Fa il tuo dovere Ventres piuttosto che preoccuparti per un idiota di prima categoria” rispose Grivus.
“D’accordo come vuoi generale” disse la donna ancheggiando mentre partiva per la sua missione.
“Aspetta” la fermò Grivus “Vuoi una scorta di droidi?”.
“Continua pure a giocare con i droidi, io faccio meglio da sola” e detto ciò se ne andò via.
“A che punto siamo generale?” chiese Vlanna alle spalle di Grivus.
“Tutti i cittadini si sono ritirati nella arena” rispose il generale.
“Molto bene procedete” disse la donna.
“Sì, mia signora” disse il cyborg per poi mettersi in marcia alla testa dei suoi droidi di guardia personale.



“Iris-sensei!” urlò Lena cercando la sua maestra.
“Sono qui tranquilla” disse Iris che con un binocolo guardava la città dalla cima delle mura dell’arena.
“Cosa facciamo? Cosa facciamo? Cosa facciamo?” iniziò Lena una volta raggiunta.
“Prima di tutto ti calmi” gli disse Iris “Secondo analizziamo la situazione” riprendendo a scrutare la città.
“Allora la situazione?” chiese Lena dopo un paio di minuti.
“Sull’isola c’è abbastanza potenza da schiacciare un’intera flotta, sono presenti Grivus, Vlanna, Ventres, Spaventapasseri, un paio di centinaia di droidi da guerra, una nave ancorata in porto con i cannoni puntati su di noi, un gran inquisitore e non scordiamoci Law che sta combattendo con Sheva” disse Iris “Mentre noi siamo io, te, Hero e forse gli amici di mio fratello e mio fratello, Gandria è fuori gioco, mentre degli altri non mi fido”.
“E dici di stare calma? Siamo morti!” iniziò ad urlare la ragazza bionda “Aspetta, c’è anche Deadpool, no?”
Iris la fissò con uno sguardo, che gli la ragazza bionda capì al volo “E va bene come non detto, ma se è per il fatto che è un pervertito ti ricordo che nella ciurma di cappello di paglia, è presente uno che va in giro in costume”
“Lo so, ma Deadpool, va dove vanno i soldi e dove trova ragazze carine disposte a dargliela” gli fece notare Iris.
“Vero, allora qual è il piano?”.

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Capitolo 39
*** Cap.39 Strategia azzardata ***


Cap. 39 Strategia azzardata



“Guadagna più tempo possibile e proteggi il premio, la fa facile lei” commentò Lena mentre correva verso la porta blindata.
Una volta arrivata la trovò con un buco ed entrò.
Ad armeggiare attorno alla cassaforte ci trovò Ventres, la quale una volta accortasi della presenza della ragazza si fermò.
“Stavo iniziando a pensare che la mia presenza non fosse stata notata” commentò la pelata.
“Non avrai mica pensato di andartene senza salutare, vero?” rispose Lena.



I pirati iniziarono a correre verso l’esterno dell’arena, una volta usciti si trovarono un esercito di droidi che gli puntava contro i fucili.
“Arrendetevi pirati” ordinò uno dei droidi con la parte superiore della testa di colore giallo.
Il gruppo di pirati per tutta risposta, non si mossero, mentre tiravano fuori le proprie armi.
I droidi, alla loro mossa, risposero iniziando a sparare.
Gli spadaccini e gli altri combattenti si gettarono nella mischia facendo volare pezzi di ferro da tutte le parti.
Layla sparò un paio di colpi dalla pistola e centrò la testa d’alcuni droidi nella prima fila.
Usopp lanciò in aria un seme, con la sua amata fionda Kabuto, che esplose in una serie di semi più piccoli e che appena toccarono a terra esplosero a loro volta distruggendo diversi droidi.
Nonostante questi colpi, l’esercito di robot continuava ad avanzare.



Iris continuava a correre tra le case in fiamme e i cadaveri carbonizzati, i droidi non si erano fatti scrupoli.
La ragazza si fermò ad un angolo di una torre.
La puzza dei cadaveri che bruciavano impestava l’aria fino a far venire mal di testa.
“Ok ci sono quasi” pensò Iris riprendendo a muoversi, ormai era arrivata alla nave nemica, se avessero sparato, tutte le persone all’interno dell’arena sarebbero morte.
Corse, fino ad arrivare ad un nuovo corso,era enorme e non era presente neanche una persona o droide, strano molto strano.
Quella sicuramente era una trappola, ma non aveva scelta.
Iniziò a camminare lentamente lungo il fianco destro della strada.
Era arrivata circa metà quando percepì una presenza alle sue spalle.
Si girò e vide una persona, aveva una carnagione pallida, gli occhi di colore giallo scuro circondati da delle occhiaie rosse.
L’uomo era vestito, con un vestito di colore nero e fissata alle sue spalle era fissata una lama di una spada su un binario circolare.
“Bene, allora cosa vuoi fare adesso?” disse l’uomo.
Per tutta risposta Iris utilizzò l’haki potenziato per prendere la spada dalla cinta.



Law imprecò, la donna davanti a lui era maledettamente veloce ed abile con quella spada.
Gli alberi ed edifici attorno a loro era a pezzi, mentre Sheva e Law erano ancora senza ferite.
Law riprese l’attacco, dopo aver ricoperto nuovamente tutta la sua spada di Haki, partì nuovamente all’attacco.
La ragazza non si scompose e rispose parando i suoi colpi.
In risposta al nuovo fallito assalto Law riattivò la room, ma anche questa strategia fallì.
Sheva riuscì a schivare o parare tutti gli attacchi.
“Tu credi davvero di sapere chi è Lisara?” domandò Sheva facendo roteare la sua spada nella mano “Tu pensi davvero di saperlo?”



Dopo il primo gruppo d’assalto iniziarono ad avanzare una nuova serie di droidi, questi erano di forma di scheletri ed erano armati con dei bastoni che terminavano con delle sfere dalle quali uscivano scariche elettriche.
Questi a differenza della prima categoria, rispondevano agli attacchi dei pirati in maniera precisa, rapidi, veloci e capaci di fare male.
“E adesso questi cosa sono?” si domandarono i pirati.



Rufy correva senza sosta, era rimasto indietro rispetto al gruppo.
Il tunnel in cui si trovava non finiva mai, ormai erano più di cinque minuti che correva ininterrottamente.
“Uffa, ma quanto è lungo? Ragazzi dove siete?” iniziò ad urlare Cappello di Paglia.
Passato un altro minuto vide una luce in fondo al tunnel, ma quando la raggiunse, rimase senza fiato dallo stupore.
Era tornato al punto di partenza, ma era impossibile, insomma neanche Zoro farebbe una cosa del genere e poi lui aveva camminato dritto.
Nonostante questi dubbi e pensieri che gli frullavano in testa, il ragazzo fece dietro front e rincominciò la sua camminata.
Questa volta il viaggio era stato più breve rispetto la volta prima, ma quando uscì nuovamente da quel tunnel era tornato nuovamente al centro dell’arena.
“Uhm…. Che strano, prima qui non era pieno di persone?” si domandò cappello di paglia notando solamente ora di essere totalmente solo.
La cosa più inquietante, attorno a lui non si sentiva neanche un rumore, niente urla, niente esplosioni e neanche il mare o il vento.
Il ragazzo sollevò la testa e guardò il cielo era diventato di colore arancione verso il rosso, in più non c’era neanche una nuvola.
“Che sia già notte?” si domandò Rufy mentre riprese a correre nel tunnel.




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Capitolo 40
*** Cap.40 Mai arrendersi ***


Cap.40 Mai arrendersi



Lena schivava un fendente dopo l’altro delle due spade della avversaria.
L’aveva raggiunta in poco tempo una nakama del fratello della sua sensei, Sonia se non andava sbagliando.
Una spada le passo a cinque centimetri dal viso, mentre usando il pugnale che possedeva bloccava l’altra diretta alla pancia.
Sonia tentò di colpire la nemica facendo uno scatto in avanti tenendo il pugnale nella mano destra pronta a colpire, ma l’avversaria capì l’intenzione e la fermò.
Tocco successivamente a Lena cercare di colpirla, ma anche questo non funzionò.
Ventres trovandosi davanti due avversarie non ci pensò due volte, usò l’Haki potenziato per spingere indietro le avversarie e se la diede a gambe.
Lena e Sonia vedendo la nemica scappare iniziarono a rincorrerla.
Andavano entrambe alla stessa velocità perciò erano quasi sempre alla stessa distanza, fu allora che a Ventres venne un’idea e iniziò ad attuarla attivando il detonatore termico nella mano destra e rallentò la propria velocità.



Il gruppo di pirati fu costretto a dividersi, dato che i droidi si erano divisi a loro volta per tentare di entrare.
Anne si ritrovò a dover inseguire diversi droidi che li avevano attaccati alla seconda ondata, fino a quel momento erano riusciti a calcolare questo:
1. Erano abili spadaccini
2. Se non li riduci in pezzi continuano a combattere.
L’ultima, l’avevano dedotta quando Layla ne aveva colpito uno in testa, ma esso aveva continuato a combattere come se nulla fosse, così come quando Drake ne aveva tagliato uno a metà, anche se la loro forza combattiva diminuiva, rimanevano molto pericolosi.
Alla fine riuscì a raggiungerli e quelli probabilmente avvertendo il suo avvicinarsi si voltarono di scatto e si prepararono ad affrontarla.
“Scontro 5 vs 1, non molto leale.” Commentò Anne per poi correggersi “Per essere equi dovevate almeno essere in dieci”.



Un calcio prontamente parato, un fendente dall’alto anche quello bloccato.
L’inquisitore era bravo, non c’è che dire, probabilmente se si fosse allenato ancora avrebbe avuto una speranza contro di lei, ma non ci sarebbe di certo riuscito.
In fin dei conti, non era una ricercata da 350 milioni se no.
Schivò un fendente diretto alla spalla destra, poi un altro diretto a quella sinistra, poi tocco a lei attaccare.
Attaccò, un colpo di spada fu bloccato quando gli arrivò a due centimetri dalle gambe, ma questo lasciò l’inquisitore scoperto sulla parte superiore del corpo e Iris non si lasciò sfuggire l’occasione.
Un calcio colpì il nemico in pieno petto facendolo finire disteso a terra dolorante.
Lentamente l’avversario si rialzò pronto a riprendere.



Drake tagliò le gambe e le braccia ai droidi davanti a sé.
Caddero tutti per terra incapaci di muoversi o di fare altro.
Drake osservò attorno a sé compiaciuto finchè non senti l’aria accanto se muoversi.
Riuscì a malapena usare la spada per difendersi che due lame piombarono su di lui.
Lentamente un nuovo droide si mosse, si eresse davanti al ragazzo.
“Bene, bene, bene” disse il droide “Ti stai divertendo con le mie guardie vero?” e tossì.
Drake lo guardò stranito, da quando in qua i droidi tossiscono? “Sei solo un’altra lattina ambulante. Rottamerò anche te!” rispose Drake.



In cima alle mura della arena Layla si trovava con un fucile che gli aveva appena prestato Wolf.
Si posizionò stesa e imbracciò il fucile.
Wolf nel frattempo si era seduto affianco a lei.
Layla prese la mira e iniziò a falciare i primi droidi a testa d’incudine che trovava, finché non notò che gli unici bersagli disponibili erano oltre i 500 metri.
“Perché ti sei fermata?” gli domandò Wolf.
“Sono troppo lontani” rispose Layla.
“Ne sei certa?” gli domandò l’uomo.
“Temo di sì” rispose la ragazza.
“Questa è una limitazione che devi perdere se vuoi soppravivere qui” gli disse Wolf.
“Limitazione?” domandò Layla.
L’uomo annuì “Devi imparare che puoi sparare a qualsiasi bersaglio, nonostante quanto esso possa essere distante, il miglior cecchino dello Three World è in grado di arrivare anche a sette kilometri di distanza”.
“Quanto?” domandò Layla con gli occhi che gli uscivano dalle orbite.
“Già e può far rimbalzare i proiettili su muri e oggetti, quindi prima ti togli questa limitazione meglio è” disse l’uomo riprendendosi il fucile e guardando Layla tornare a combattere a fianco di Sabo.



“Mi sto annoiando!” si lamentò Rufy mentre da più di cinque minuti camminava lungo il tunnel che ormai non finiva più.
Era incredibile non incontrava più nessuno, ne una persona, ne un droide, nemmeno i suoi compagni.
Il tunnel alla fine finì e quando uscì quello che vide lo lasciò sbigottito.
La città era in fiamme, l’unico essere vivente che vedeva era un uomo gigantesco con una maschera anti-gas sulla faccia e con delle gigantesche siringhe sulle mani.
L’essere ad un certo punto sparò due raggi di colore rosso dagli occhi, l’edificio colpito andò in fiamme.
Delle siringhe gigantesche spuntarono dal terreno rischiando di infilzare Rufy.
Il capitano non capiva che succedeva il suo Haki della percezione lo avrebbe dovuto prevedere, invece non era successo niente.
“Finalmente sei arrivato da me CAPPELLO DI PAGLIA!!” urlò Spaventapasseri gigante.




OK gente, si lo so è da un po’ che non ci si vede, ma il punto è che ho un lavoro e quindi molto del tempo che dedicavo a scrivere è svanito.
Si lo so, dovrei fare solo silenzio, perché di questi tempi avere un lavoro è un miracolo, ma vi lascio solo un consiglio, chi pensa che lavorare sia meglio che la scuola….non ha capito niente.
Ci si vede il prima possibile.
Ciao.

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Capitolo 41
*** Cap.41 Situazione esplosiva ***


Cap. 41 Situazione esplosiva



La battaglia continuava ad imperversare e il gruppo di pirati alla fine per poter sconfiggere tutti i propri avversari furono costretti a dividersi.
E come al solito Zoro si perse.
“Adesso dove diavolo sono finito?” si domandò prima di schivare un proiettile.
Spostando la testa si trovò davanti Deadpool.
“Ciao amico, come te la passi?” gli domandò lui.
“Non ce male” rispose Zoro “Che cosa vuoi?”
“Temo di doverti uccidere per intascare la tua taglia di 50 milioni”
“Ti stai sbagliando la mia taglia è di 40 milioni qui e nel Nuovo Mondo è di 320 milioni”
“No, sono certo che al capitolo 14 Zcc abbia scritto 50 e poi anche se è vero che Oda ti ha messo 320 milioni, qui vale poco più di 32” spiegò Deadpool.
“Capitolo? Ma di che diavolo parli” domandò Zoro.
“Guarda ricontrollo” disse Deadpool tirando fuori il telefono “Ok dunque, EFP, poi One Piece e Three World, vedi dunque capitolo 14 “Ricercati ovunque e lei chi è?”, ecco è scritto qui le vostre taglie, Rufy 60, Law 40 e Zoro…. Ok erano 40 milioni”.
“Ma che diavolo?” domando Zoro con una faccia come per dire questo è pazzo.
“Va bene comunque 40 milioni” disse tirando fuori le spade “Però aspetta una attimo….” Riprese schiarendosi la voce “Questo è un appello a Suyka, Bambolinarossa e Nakurami, mandate un messaggio a Zcc con scritto che il vostro personaggio si innamora di me perdutamente, sul serio!” e dopo questo spot riprese a parlare con Zoro “Bene e ora…”
“Tecnica a tre spade: Marchio del Drago!” disse Zoro mentre tagliava Deadpool a metà con un fascio blu sulle spade.
Il corpo di Deadpool si divise in due e la parte superiore iniziò a lamentarsi “Non è carino così, dovevi lasciarmi preparare e finire la frase e …. Ehi dove vai?”
“Sei pazzo anche se ti ho osservato nella arena e sei un buon spadaccino, quando smetterai di dire cose senza senso cercami” disse Zoro andandosene.
“Ehi no aspetta!”



“Come osi?” disse Drake tenendosi un fianco, il Generale Grivus lo aveva attaccato inizialmente con due spade attirando la sua attenzione, ma alla fine un suo braccio si era diviso a metà e preso una pistola e gli aveva sparato.
Fortunatamente il proiettile lo aveva trapassato, quindi non rischiava di morire per dissanguamento, ma faceva male e ciò lo metteva in una posizione di svantaggio contro il nemico.
“Sei tu che ti sei illuso di potermi battere moccioso” disse Grivus che riprese ad attaccarlo.
Drake si abbassò, si spostò di lato e spiccò un salto indietro per schivare gli attacchi, peccato che ogni suo movimento gli costava molto dolore.
“Merda” imprecò il ragazzo.
Improvvisamente Drake si trovò da un’altra parte e invece di Grivus si trovò davanti Law.
Law aveva attivato la room e lo aveva salvato.
“Non dovevi intrometterti!” gli urlò contro Drake.
“Se andava avanti probabilmente saresti stato sconfitto e adesso mi servi tutto intero” disse Law guardandolo negli occhi.



Un calcio ben piazzato nel petto per destabilizzarlo e un altro per spaccarlo dalla testa ai piedi.
Bene e anche questo droide era stato distrutto.
Sanji stava distruggendo tutti i droidi che tentavano di inseguire Nami, che preoccupata per Rufy era tornata indietro.
Sanji si mise quasi a piangere, perchè Rufy era così fortunato da avere Nami, uffa.
Nessuno in vista bene ora poteva respirare un attimo, si accese una sigaretta e passati diversi minuti sentì dei passi avvicinarsi.
Davanti a lui apparve uno di quei strani uomini in uniforme rossa, aveva appunto addosso dei pantaloni rossi, una maglia nera con sopra una camicia nera, un cappello nero con sopra decorato uno strano simbolo d’argento.
“Pirata, sono il centuroide Cesarus, in nome del impero ti dichiaro in arresto, arrenditi o ne subirai le conseguenze” disse l’uomo che aveva dei capelli di colore nero e occhi di colore marrone.
Sanji prese un altro respiro dalla sigaretta, dopo aver buttato fuori il fumo la gettò a terra e la calpestò.
Scomparve e riapparve davanti al suo nuovo avversario e tentò di colpirlo dalla sinistra, ma quest’ultimo lo bloccò.
“Immagino che questo indichi che non ti arrenderai” disse Cesarus.
“Indovinato” rispose Sanji.




Correre, correre ormai i cannoni erano pronti a fare fuoco, Franky e Ace ormai erano arrivati alla nave nemica.
I cannoni si spostarono e puntarono contro l’arena e nell’aria si sentì un tuono.
Dei missili erano partiti, ma fortunatamente, Franky era pronto.
“FRANKY: ROCKET LAUNCHER!” urlò, mentre dei missili gli partivano dalle spalle e facevano espoldere quelli in volo.
“Benfatto Franky, tu pensa ai missili io distruggo la nave” gli disse Ace.
“Nessun problema lascia fare a me!” rispose Franky mettendosi nella sua solita posa.
Ace arrivato a poco più di venti metri si preparò a colpire la nave nemica con il suo attacco, ma venne bloccato da un muro di ghiaccio che gli si eresse davanti a lui.
“Non ti lascerò toccare questa nave” disse Vlanna passando attraverso il muro.
“TU!” gli urlò Ace ben memore dalla vicenda a Nassau.
“Tranquillo Ace ci siamo anche noi” e dietro di lui accorsero i suoi compagni, Marco, Jozu, Vista e tutti gli altri compresi Sabo e Iris appena arrivata.
Quando Vlanna vide Iris parlò “Vedo che hai superato l’inquisitore, brava”.
“Si vedi quando ha capito di essere in grande svantaggio è scappato, forse dovreste addestrarli meglio” disse Iris mettendosi in posa da combattimento.




Lena e Sonia erano quasi riuscite a raggiungere Ventres.
Avevano tutte e tre il fiatone, ma Lena si concentrò e riuscì a strappare, grazie all’uso della Forza, dalla cintura la sacca con la refurtiva presa dalla pelata.
Mentre lei in compenso aveva lanciato il detonatore termico contro il muro al suo fianco, ma appena vide quello che aveva fatto Lena urlò “NO!!”.
Mentre Lena e Sonia vedendo il detonatore, Sonia non lo riconobbe, mentre Lena sapendo cosa sarebbe successo, prese per un polso Sonia e usò il suo corpo come scudo mentre un esplosione le coinvolgeva tutte e tre.

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Capitolo 42
*** Cap.42 Combattimenti a non stop ***


Cap.42 Combattimenti a non stop



“Diable Jumbe: boiler fleur spectre!” urlò Sanji mentre con le sue gambe iniziava a lanciare calci alle bombe che il suo avversario continuava a sparare.
Quel Cesaruz era duro a morire, in combattimento non valeva molto, usava solamente un lancia-bombe, perciò se uno stava attento nessun problema, ma la corazza che usava per difendersi era più dura dell’acciaio.
“Crepa!” disse Cesaruz sparando altre cinque bombe in sequenza.
“Con Cassè” e un calcio di Sanji respinse una bomba in arrivo per poterla lanciare indietro, la conseguente esplosione fece esplodere tutte le altre.
“Bene tiracalci vediamo come te la cavi con questo” disse sottovoce caricando un nuovo tipo di bomba all’interno dell’arma.
Sparò una bomba in aria verso Sanji che si stava allontanando usando lo Sky Walk, arrivata all’altezza di Sanji ci fu l’esplosione, ma a differenza delle altre bombe, questa esplosione si espanse in linea orizzontale per un'altra decina di metri.
Questa mossa improvvisa colse Sanji impreparato, la sua gamba destra fini sfiorata dall’esplosione e il cuoco, anche se riusciva ancora stare in aria, urlò dal dolore.
Sanji strinse i denti e decise che era ora di finirla.
Un altra bomba era in arrivo, era come quella di prima e la ricalciò contro colui che l'aveva sparata.
Quando la bomba toccò il terreno esplose e coinvolse Cesaruz nell'esplosione che urlò dal dolore.



Anne aveva appena finito di affettare i suoi avversari.
Dopo i primi cinque erano arrivati altri quattro che, anche se con qualche difficoltà, li aveva sconfitti.
“Bene” commentò mettendo via la propria spada.
Si avvicinò ai resti di un droide e li esaminò, chissà come facevano a continuare anche senza testa a combattere.
Passati diversi minuti niente, prima o poi lo avrebbe scoperto.
Rinunciato a scoprirlo, prese in mano uno dei bastoni con cui i soldati droidi combattevano e lo esaminò.
Era abbastanza pesante, alle estremità erano presenti delle sfere con all’interno diversi fili e piccoli tubi, che facevano fluire l’elettricità verso il vetro che lo lasciava uscire e con cui colpivano l’avversario.
In effetti facevano male quelle armi, prima di riuscire a distruggere l’ultimo robot era riuscito a colpirla.
Un esplosione poco distante la distrasse dai suoi pensieri, usò l’Haki della percezione e sentì che una forza molto potente si stava avvicinando.
“No! Ferma ti prego….ahh!” sentì una voce di droide finchè dei resti uscirono rotolando.
Uno che continuava rotolare lo fermò col proprio piede.
Erano dei resti droide a testa di martello.
Camminando tranquillamente davanti a lei apparve Sheva.
“Tu sei un pirata giusto, sei della ciurma di Pugno di Fuoco” commentò la donna.
“Che cosa vuoi?” rispose Anne.
“Niente era per esserne certa” disse Sheva per poi riprendere a camminare e passandogli oltre “Sta attenta a giocare con quell’affare, potresti finire col farti male” commentò.
Quando la donna gli passò oltre, Anne notò che aveva stretto maggiormente la presa sul arma che stava esaminando prima.
Ma Trafalgar prima non stava combattendo contro di lei, come fa ad essere qui?


“Adesso Brilant Punch” disse Jaws scagliandosi contro Vlanna che lasciò che il gigante di diamante le passasse attraverso.
Neanche questo colpo l’aveva colpita.
Stavano combattendo da un po’ e nessuno era riuscito a colpirla o a fargli danni da costringerla alla ritirata.
“Siete patetici, non capite che contro di me non vincerete mai? State abusando anche troppo della mia pazienza, buoni a nulla” disse la donna rivolgendosi al gruppo di pirati davanti a se.
Una ondata di aria fredda li avvolse tutti facendogli battere i denti finchè Ace non scatenò a sua volta un ondata di calore che fece tornare normale la temperatura.
Vlanna alzò la mano verso il cielo da cui iniziarono a cadere delle lance di ghiaccio “Ice Lanc”.
Marco si alzò in volo in forma ibrida e prese a distruggere diverse lance, mentre Ace provvedeva a sciogliere i pezzi che cadevano.
Ma dal cielo ne cadde una particolarmente grande che nessuno dei due riuscì a fermare, quando stava per colpire il gruppo si fermò a mezz’aria.
Sabo alzò lo sguardo e resto esterrefatto, la stalattite era immobile, semplicemente immobile a mezz’aria.
Tutti girarono la testa e videro Iris con le mani che puntavano verso di essa.
La ragazza chiuse gli occhi e con enorme sforzo puntò l’arma di ghiaccio contro Vlanna e gliela lanciò contro.
La donna vedendo il blocco di ghiaccio in arrivo, ricoprì la mano destra di Haki potenziato e con un pugno mandò in frantumi l’enorme stalattite.
I pezzi andarono a volare in giro e colpirono alcuni il muro di ghiaccio tirandolo giù.
Iris per colpa dell’enorme sforzo cadde in ginocchio, ma almeno aveva salvato tutti dall’impatto.
Vlanna la fissò truce e prese la sua spada che si ricoprì di una luce rossa e con un impeto di rabbia la provò a colpirla, ma un esplosione alle sue spalle la fece desistere.
La nave che stava difendendo era andata distrutta, spostando lo sguardo capì che cosa era successo.
Tre navi ribelli erano a poche centinaia di metri da loro, dovevano aver distrutto loro.
Spostò lo sguardo su Iris che la fissò molto, ma molto male.
La donna dei ghiacci, rifoderò la spada e guardando il gruppo li minacciò “Non finisce qui”, detto ciò gli girò le spalle e scomparve nel nulla.


Sonia lentamente si alzò, l’esplosione era stata fortissima. La testa le fischiava e aveva anche la vista appannata.
Tossì un paio di volte e scrollò la testa “Accidenti che botta” commentò massaggiandosi la testa.
Di certo tra tutte le cose che sarebbero potute succedere quella era l’ultima che si era immaginata.
Si mise a sedere e ripensò a tutti gli avvenimenti che erano successi: l’arrivo alla camera blindata, il combattimento, l’inseguimento, l’esplosione e la ragazza bionda che la proteggeva.
La ragazza!
Gli aveva fatto da scudo contro l’esplosione con il proprio corpo, avrà sicuramente bisogno di aiuto.
Si mise a cercarla in mezzo alla nuvola di polvere venutasi a creare.
“Accidenti!” ringhiò Sonia, non si vedeva niente e più tempo perdeva e peggio era.
Passato mezzo minuto a camminare col piede destro calpestò del liquido per terra.
Sonia si fermò e si guardò la scarpa, il liquido da quello che vedeva era scuro e denso.
Pochi istanti e capì, era sangue e infatti a pochi metri trovò un corpo.
Il corpo era della ragazza bionda che l’aveva protetta dall’esplosione.
Sonia si avvicinò subito alla ragazza, ma appena fu li vide un pezzo di vetro molto grande che la penetrava e le tagliava la schiena.
Sonia cadde in ginocchio iniziando a singhiozzare, è vero che Chopper gli ha insegnato come aiutare un po’ le persone, ma lei non era un medico e poi la sola vista di una tale ferita le fece capire che ormai non c’era niente da fare.
Stava per mettersi a piangere quando sentì una fievole voce provenire dal corpo a terra.
“Aiutami”


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Capitolo 43
*** Cap.43 Ora di finirla ***


Cap.43 Ora di finirla



“Capitano mi sente?” domandò Iris tirando fuori una radio, la suddetta era molto piccola e compatta di colore simile all’argento.
“Sì generale” rispose un uomo dall’altra parte.
“Fate avvicinare le navi alla costa e iniziate a caricare le persone” ordinò lei.
“Sissignora” rispose il capitano
“E Rex, fa attenzione, Grivus è ancora in giro” lo avvisò Iris per poi chiudere la conversazione.



“Aiutami” disse Lena con un filo di voce.
“Ma cosa?” si domandò Sonia, la ragazzina era ancora viva nonostante quella ferita mortale.
“Toglimelo, fa male” riprese Lena.
“Non posso, se lo faccio moriresti dissanguata” rispose Sonia.
“Toglimelo ti prego, fa molto male”ribadì Lena.
“Ma io…” iniziò Sonia incapace di trovare qualcosa da dire.
“Fidati, ti prego” rincominciò la ragazza dai capelli biondi.
“Ok, va bene” disse a malincuore Sonia preparandosi mentalmente, che fisicamente.
Sonia si mise in piedi vicino a Lena e si preparò, prese da un lato il vetro e l’altro con l’altra mano.
“Pronta uno, due, tre” disse la mora tirando verso l’alto il blocco di vetro che lentamente usciva dal corpo della ragazza bionda.
Una volta totalmente estratto lo gettò dalla parte opposta e si inginocchio accanto a Lena per controllare la ferita.
A dispetto di quello che pensava Sonia, dalla ferita non usciva sangue, ma la bionda continuava a contorcersi mentre una linea sottilissima di fumo usciva dalla ferita sulla schiena della ragazza.
Tempo di pochi secondi e tutta la ferita si fu rimarginata e finalmente Lena si accasciò a terra tranquilla.
“Ma come è possibile?” si domandò Sonia appoggiando le mani sulla schiena della ragazza la quale iniziò a ridacchiare.
“Mi fai il solletico” disse Lena, Sonia sentendo quello che aveva detto ritrasse immediatamente le mani.
Lena lentamente si girò a pancia in su e si mise a sedere.
“Grazie” disse semplicemente alla ragazza davanti a lei mentre si alzava.



Da lontano Gelis sembrava normale, ma quando il combattimento si era spostato lungo la spiaggia si vedeva tutto.
Vlanna stava tenendo tranquillamente testa a tutti gli ex comandanti di Barbabianca, i due rivoluzionari e anche Iris.
La situazione andava a peggiorarsi quando Vlanna decise di utilizzare il proprio potere per far cadere delle lance di ghiaccio dal cielo.
Le prime furono facilmente neutralizzate, ma quando arrivò una gigante sembrava quasi che sicuramente sarebbero morti tutti, invece ancora una volta rimase sorpresa.
La stalattite era rimasta a mezz’aria, sicuramente opera di Iris ed era stata lanciata contro l’imperatrice del ghiaccio che l’aveva facilmente distrutta.
La situazione stava per complicarsi ulteriormente quando erano arrivati tre navi ribelli che avevano distrutto quella imperiale facendo ritirare Vlanna.
Prendendo un respiro di sollievo Lisara si alzò dal parapetto del ponte della nave e si girò.
Attorno a lei erano presenti dieci persone, ma erano tutti molto potenti e pericolose e quel che peggio erano assassini.
Non che lei non lo fosse, ma ciò rendeva le sue possibilità di uscire da quella situazione quasi a zero.
“Sei pronta Lisara? Partiamo” disse una figura con un abito bianco, pantaloni di colore blu e un soprabito dello stesso colore che terminava con un cappuccio che copriva la parte superiore della faccia.
“Bene, grazie Arno” rispose Lisara.
“Per cosa?” domandò il ragazzo.
“Per avermi fatto vedere che gli altri saranno al sicuro” disse riferendosi a cappello di paglia e gli altri.
Arno si girò e andò in direzione del timone, mentre Lisara si rigirava verso l’isola, che nel frattempo iniziava a rimpicciolirsi, con un sacco di pensieri, ma soltanto uno le premeva più degli altri, Law.
“Si torna a Nanda Parbat” commentò la ragazza.



“COSA VUOI FARE?” urlò Drake a Law “SEI IMPAZZITO?”
“No per niente” rispose Law.
“Vorresti attaccare una persona alla quale Kaido e Big Mom avrebbero difficoltà a contrastare? Ovviamente senza contare una intera lega di assassini pronti ad ucciderci” gli fece notare Drake.
“Non credevo che avessi paura di alcuni assassini Drake” gli rispose pacato Law.
L’albino lo guardò malissimo “Non ho paura di alcuni assassini, se fossimo nel nuovo mondo non mi farei problemi” gli disse di rimando.
“Bene allora salpiamo e puoi stare tranquillo, non attaccheremo la loro base, basta che li raggiungiamo in tempo attivo la ROOM e prendiamo Lisara e ce ne andiamo” gli spiegò Law.
“E' un piano molto, ma molto azzardato Law, ma sei tu il capitano, quindi non credo di avere grosse scelte" disse il ragazzo con la pelle bianca "Certo che per quella ragazza faresti di tutto vero?” lo stuzzicò Drake.
“Tu non faresti lo stesso per Nico Robin?”
“Ehm….ecco io…” iniziò a rispondere con fare incerto.
Law vedendolo così sogghignò, era divertente vederlo in difficoltà, ma adesso non era il momento per questo, adesso aveva altro da fare.



“GOM GOM GIGANT MAGNUM!” urlò cappello di paglia mentre con le braccia gonfiate dal gear e ricoperte di ambizione tentava ancora di colpire Spaventapasseri gigante.
Il nemico con un braccio bloccò l’attacco annullandolo.
“Adesso basta è ora di finirla” disse con voce minacciosa Spaventapasseri.




Lo so dopo tutto questo tempo vi aspettavate qualcosa di più, ma tranquilli ho la soluzione.
Ho fatto questo micro capitolo per farvi vedere la situazione più o meno di tutti, ma il meglio l'ho tenuto per il finale.
Infatti il prossimo capitolo sarà tutto o quasi tra Rufy vs Spaventapasseri e sarà l'ultimo di Gelis
Ci si vede

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Capitolo 44
*** Cap.44 Rufy vs Spaventapasseri ***


Cap.44 Rufy vs Spaventapasseri



“Gom gom Elephant Gun!” urlò Rufy scagliando il braccio destro ingrandito e ricoperto di ambizione contro l’avversario gigantesco.
L’attacco fu prontamente bloccato da un pugno dello Spaventapasseri, l’impatto tra i due pugni generò un’onda d’urto che si propagò per diverse decine di metri.
“Povero idiota di gomma” disse Crane con voce calma mentre con l’altro braccio lo colpiva dall’alto e lo faceva schiantare al suolo.
Quando Rufy colpì il terreno esso si riempì di crepe dalla botta, la quale fece rialzare un dolorante cappello di paglia che fissò malissimo il suo avversario.
La risposta di Crane non si fece attendere cercò di calpestare Rufy usando la sua immensa grandezza dei piedi, ma il ragazzo di gomma riuscì a schivare i vari tentativi.
“Jet Pistol” il colpo colpì in piena faccia Crane che fu costretto a spostare lo sguardo verso l’alto.
Utilizzando la momentanea distrazione del nemico Cappello di Paglia, saltò nuovamente e utilizzò di nuovo l’Elephant Gun in pieno stomaco dell’avversario che fu spinto contro un edificio che crollò quando il gigante Crane ci si appoggiò.
“Gom gom ….” Inizò Rufy riprovando con un attacco frontale, ma a metà distanza dal nemico, gli occhi di Crane spararono due raggi di fuoco.
I colpi furono schivati con fatica dal capitano dei pirati di cappello di paglia che riatterò a terra.
“Spara raggi dagli occhi….FATASTICO!” urlò lanciando delle stelle d’entusiasmo ovunque.
Degli altri colpi tentarono di raggiungerlo, ma il capitano attivando il gear second riuscì a schivarli.
“Non riuscirai a prendermi!” urlò Rufy continuando a correre per schivare i raggi che Crane continuava a sparargli.
Il gigante per tutta risposta fece un grugnito e decise che allora avrebbe cambiato tattica.
Mentre Rufy continuava a correre una serie di gigantesche siringhe che apparvero dal terreno.
Incapace di schivare gli ostacoli Rufy finì per sbatterci contro facendogli finire la sua corsa.
Sfruttando lo scontro tra gli ostacoli e Rufy, Crane gli sparò diversi raggi che lo colpirono in pieno sulla schiena.
“Ahhh! Scotta!” urlò Rufy quando fu colpito.
La camicia rossa portata dal ragazzo di gomma prese fuoco per via del eccessivo calore alla quale fu sottoposta costringendo Rufy a togliersela.
Rimasto a petto nudo il pirata riprovò nuovamente un altro assalto frontale, ma anche questo fu bloccato.



“Avete caricato tutti capitano Rex?” chiese Iris ai suoi soldati.
“Affermativo generale” rispose il soldato col grado più alto.
“Bene, preparatevi a salpare” ordinò.
“Come vuole, ma…” rispose il soldato dalla bianca corazzo e elmo blu.
“Sì?” disse Iris per farlo continuare.
“Come si fa con Crane e Grivus?” chiese Rex.
“Finchè non si fanno vedere, sfruttiamo la cosa a nostro vantaggio” disse la ragazza dai capelli neri mentre si voltava verso la città per controllare che fosse deserta.
O meglio, quasi deserta, erano ancora presenti i pirati, sarebbe meglio farli evacuare il prima possibile.
“Voi partite Rex, io vi raggiungerò” disse Iris mentre si incamminava verso il centro città dove era situato lo stadio.
Una volta arrivata a destinazione si guardò attorno, sul terreno erano presenti i resti dei droidi distrutti dai capello di paglia/rivoluzionari/pirati di Barbabianca.
“Devo trovare un nuovo modo di chiamarli” si disse una volta finito il pensiero.
Avvicinatosi all’entrata, fece appena in tempo a prendere la spada che dovette usarla per parare un duplice attacco alla testa da parte di altre due spade.
“Grivus” disse solamente lei respingendo l’attacco.
Il droide in questione si elevò nella sua grandezza che era quasi il doppio della ragazza e iniziò a ridere.
“Iris” rispose lui e tossicchiò.
La ragazza non stette ad aspettare e partì all’attacco con un fendente da sinistra che venne bloccato da Grivus, il quale con l’altra spada mirava alla spalle destra della ragazza.
La ragazza spostò la parte destra del corpo indietro e si abbassò per schivare un secondo tentativo da parte del droide di colpirla.
Dalla posizione abbassata dalla quale si trovava usò le mani per usufruire di un’ondata di Haki potenziato, tale attacco fece andare a sbattere l’androide contro il muro dell’arena che poi cadde a terra, il droide ripresosi, si mise a quattro zampe e una volta ringhiato contro Iris corse via inseguito dalla ragazza.
“Torna qui lattina ambulante!” gli urlò inutilmente dietro la ribelle.
Riuscì ad inseguirlo fino a una piazza dove lo perse di vista.
“Maledizione” impercò la ragazza inutilmente, mentre un rumore di stridii dietro di lei la fece voltare.
Dietro si trovò Grivus che aveva fatto iniziare a roteare le lame ad altissima velocità, le quali quando toccavano il terreno provocavano scintille di colore giallo.
“Ahahahah” rise il droide mentre si avvicinava.
Il calore delle lame che lentamente aumentava Iris lo sentì anche a diversi metri a causa di un vento che soffiava contro di lei.
“O la va o la spacca” si disse tra se e se la ragazza mentre il braccio con cui teneva la spada si copriva di squame nere.
Appena Grivus arrivò a meno di due metri da lei, Iris fece la sua mossa.
Con un attacco rapido scomparve e riapparve alle spalle dell’androide.
Col respiro affannato, la ragazza mise via la spada e le squame che erano comparse sul braccio destro iniziarono a scomparire.
Una volta giratosi si mise a guardare il droide che aveva approfittato per scappare il suo momento per riprendere fiato.
Sul terreno erano presenti le else delle spade, alla fine era riuscita a farcela.
Ma mentre camminava per tornare all’arena sentì che a ogni passo aveva un dolore che man mano aumentava sempre più.
Anche l’attacco era stato un successo, Grivus l’aveva colpita provocandogli tre tagli, due erano all’altezza del fianco, mentre il terzo sul braccio sinistro.
“Cavolo…” commentò mentre camminava verso la destinazione.



“Sei finito” disse Crane mentre colpiva nuovamente Rufy facendolo volare dentro un edificio.
Rufy una volta ripresosi dalla botta si guardò intorno, era dentro uno strano edificio, era grigio e tetro, era una prigione a sembrare dalle diverse celle che erano presenti.
La situazione era strana, Rufy sapeva che il nemico avrebbe potuto demolire quell’edificio con un solo dito e schiacciarlo, ma qualcosa lo tratteneva lì.
Passò diversi minuti seduto sul terreno mentre si riprendeva e si alzò.
A differenza di prima non sentiva più il voler correre, ma prese ad osservare tutto attorno a se.
Le celle erano piene di persone con facce una più spaventosa e disgustosa dell’altra, se il primo prigioniero aveva la faccia quasi normale, il secondo aveva la faccia piena zeppa di cicatrici con del sangue che colava dalle ferite, mentre il terzo ancor peggio aveva addirittura delle parti della pelle che ormai cadeva da sola.
“Ehi ragazzino” lo chiamò il prigioniero nella prima cella “Sei nuovo non ti ho mai visto qui”.
Quando Rufy annui, il prigioniero si avvicinò alle sbarre e gli disse “Il padrone ti vuole far vedere una cosa, segui le frecce per terra e arriverai a destinazione” finì e si ritirò nuovamente indietro.
“Cosa ci troverò?” domandò Rufy.
“Questo dipende da te” rispose l’altro.
Finito questo micro dialogo Rufy fece come gli era stato detto e arrivò in una stanza al cui centro era disposto un tavolo con dei sacchi neri e ad un lato un altro tavolo con un altro sacco.
Qualcosa nella mente di Rufy lo fece girare i tacchi, una volta raggiunta la porta dalla quale era arrivato l’attraverso e ciò che successe lo sconvolse.
Si ritrovò nuovamente lì.
Stessa stanza, stessa disposizione, stessi inquietanti sacchi.
Rufy provò nuovamente ad girarsi e aprire la porta, ma essa rimase chiusa e nonostante i tentativi non riuscì ad aprirla.
Capito di non aver scelta Rufy si avvicinò a un sacco nel tavolo dove erano ammassati e lo aprì e rimase impietrito.
Dentro di esso era presente il corpo di Nami.
“Nami, Nami!” iniziò a scuoterla senza ricevere risposta.
Aperti gli altri sacchi trovò all’interno i corpi dei suoi compagni e dei fratelli.
Preso dall’angoscia Rufy prese nuovamente a chiamare Nami mentre il sacco a parte si prese a muoversi come un uomo.
Il contenuto iniziò mettendosi a sedere e girò lentamente la testa verso di Rufy, il quale si girò e lo vide.
Lentamente e preoccupato di ciò che avrebbe potuto contenere lo aprì e quando scoprì la faccia, si trovò davanti un Crane in dimensioni normali, il quale gli diede una testata con cui lo colpì molto duramente facendolo finire diversi piani più in basso.
Rialzatosi Rufy era finito nell’ingresso del carcere che riconobbe come Impel Down.
Appiccicati al muro per via del veleno, erano presenti Jimbe, Ivankof, Inazuma e Mr.2.
“Hai fallito Mugiwara” disse una voce alle spalle che lo colpì facendolo volare fuori dall’edificio direttamente in mezzo alla strada.
Lentamente Rufy si alzò e davanti si trovò il Crane gigante.
“Piaciuto il viaggio? Hai perso Mugiwara” disse Crane ridendo.
Invece di come si aspettava Crane, Rufy prese a fissarlo male, ma non come uno che si arrende, ma con uno sguardo infuriato.
“Pensi che questi scherzi funzionino su di me?” disse Rufy facendo smettere di ridere Crane “I miei compagni, i miei amici, i miei fratelli, la mia Nami, nessuno si lascerebbe mai sconfiggere da uno come te!” urlò Rufy attivando il gear fourth.
Crane sorpreso dalla reazione del ragazzo tentò di colpirlo nuovamente con un pugno, ma mugiwara lo schivò sparendo.
Crane si guardò intorno per capire da che parte sarebbe arrivato e un colpo dal basso lo centrò in pieno mento.
“Gom gom Kong Gun!” urlò Rufy passando.
Crane vide il ragazzo elevarsi alla sua stessa altezza e si preparò a colpirlo.
“Cappello di paglia!!!” urlò facendo avanzare un pugno gigante mentre sparava i raggi dagli occhi.
“Sparisci lurido mostro! GOM GOM KING KONG GUN! IN AZIONEEEEE!” urlò cappello di paglia mentre gonfiava ancora di più le braccia e spazzava via sia il pugno che i raggi arrivando a colpire l’avversario in piena faccia facendolo volare per decine di metri.
Una botta gigantesca insieme a un polverone enorme si sollevò, mentre un esamine Crane tentava di alzarsi, ma la strada la trovò bloccata da un Rufy imbestialito.
“Ti ho detto sparisci! GOM GOM LEO REX BAZOOKA! IN AZIONE” urlò nuovamente mentre il duplice pugno gigante si abbatte su Crane.
"Oh, merda..." disse semplicemente Crane in attesa del colpo.
Una volta colpito Crane cadde nuovamente per terra il quale iniziò a sgretolarsi il corpo che alla fine esplose in diversi sprazzi di luce arancione.
Quando Crane sparì, anche il posto dove combattevano prima lui e Rufy iniziò a scomparire, prima gli edifici, poi il cielo e le nuvole, poi il terreno, alla fine rimase un Rufy esamine e che dopo che si era disattivato il gear fourth continuava a cadere nel vuoto, finché non riuscì a sentire un debolissimo “Rufy…”



Sì, esatto sono ancora in questo mondo, mi spiace per avervi fatto aspettare, ma ero bloccato sia dal lavoro che da un mio dubbio se continuare o meno la storia per via di alcune critiche di alcuni miei conoscenti ai quale ho fatto vedere la storia, lasciamo perdere i loro commenti e passiamo ai nostri commenti, io l'ho sempre detto finirò questa storia dovessi metterci tutta la vita.
Detto questo spero vi sia piaciuto il capitolo e ci vediamo al prossimo

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Capitolo 45
*** Cap.45 Sette giorni ***


Cap.45 Sette Giorni



“Rufy….”
Un raggio di sole entrò nella stanza e colpì cappello di paglia sugli occhi facendoglieli aprire.
Il ragazzo di gomma si alzò col busto sul letto e si guardò attorno, quella non era la sua stanza e nemmeno quella dell’infermeria.
In effetti non era nemmeno sulla Sunny.
Un movimento vicino a lui lo distrasse, era Nami con addosso un costume a bikini, aveva la testa appoggiata sul letto.
Rufy non riuscì a resistere così con delicatezza gli accarezzò la faccia.
A quel debole e dolce contatto la navigatrice si destò dal sonno e vedendo Rufy sveglio gli saltò addosso e gli stampò un bacio sulle labbra.
Finito di godere del momento, Nami gli tirò un pugno che lo fece finire con la testa per terra.
“NON TI AZZARDARE MAI PIU’ A FARE UNA COSA DEL GENERE!!!” gli urlò addosso Nami.
“Ahia Nami” si lagnò Rufy, ma velocemente tornò normale e attirò Nami a se e provò a baciarla, ma l’arancione non si lasciò baciare.
“Scordatelo, non ti bacerò più, così impari a farmi prendere degli spaventi” disse tentando di svincolarsi senza riuscire.
Rufy ignorando le proteste della ragazza alla fine riuscì a baciarla e dopo vari tentativi di Nami di togliersi anche lei si lasciò andare.
Le labbra della ragazza e del ragazzo di gomma si muovevano in sincronia, mentre Rufy seguendo l’istinto fece avvicinare ancora di più il corpo di Nami al suo.
Quando i due corpi si toccarono l’istinto di Rufy prese il sopravvento facendo muovere le sue mani su tutto il corpo formoso della ragazza.
Entrambi si godettero l’istante e nel momento in cui le mani di Rufy arrivarono sui glutei della ragazza, l’attirò sopra di se facendola mettere a cavalcioni su di lui, ma furono interrotti dall’entrata nella stanza di Chopper e Sonia, che buttando giù Nami, si appiccicarono a Rufy.
“Rufy, che bello è vedere che stai bene!” urlarono in sincronia entrambi i due con le lacrime agli occhi.
“Ragazzi…” disse Nami infuriata per aver interrotto il momento che stava passando con il suo ragazzo “Non vi hanno insegnato a bussare per caso?!?!”
“Scusa Nami, ma quando ti abbiamo sentito urlare non abbiamo più resistito e siamo venuti a vedere come stava Rufy” rispose Sonia asciugandosi le lacrime con il torso della mano “ E poi che stavate facendo voi due?” disse la ragazza alla altra lasciando intendere cosa volesse dire.
Nami per tutta risposta arrossì “Non sono affari tuoi, piuttosto che interrompere noi, vai da Zoro forse riusciresti ad averne un po’ anche tu”
“NAMI!” gli urlò in controbattuta Sonia rossa come un peperone.
Rufy guardando la scena non resistette e scoppiò a ridere.
“Bene vedo che Cappello di paglia sta molto meglio” disse una voce femminile che attirò l’attenzione di tutti.
Nella stanza entrò una ragazza dai lunghissimi capelli rossi che arrivavano fino al sedere, occhi marroni e generose forme messe in risalto da una tuta di pelle nera aderente coperta da un lungo camice bianco.
“Chi cavolo sei tu?” chiese Rufy.
“Portagli rispetto, è stata lei a curarti” rispose Nami.
“Ah davvero? Allora grazie, ma chi cavolo sei?” rispose e domandò Rufy.
La ragazza rossa scoppiò a ridere con un certo contegno e alla fine aggiunse “Hai ragione non mi sono presentata”
“Il mio nome è Natalie” disse la rossa “Ed è un piacere conoscerti finalmente, ho sentito molto parlare di te, lasciati dire che sconfiggere un illusione non è da tutti”
“Grazie, ma Spaventapasseri è ancora in giro e quando lo rivedrò finirà molto male” disse Rufy.
“Tranquillo, la prossima volta sarai in vantaggio contro di lui” rispose la rossa “Dal tuo sangue siamo riusciti a isolare la tossina, poi abbiamo estratto le proteine che inducono al terrore e sostituirle con semplici zuccheri composti in base proteica”
Rufy, Sonia e Nami la guardarono stranita mentre Chopper fece di sì con la testa ad affermare il tutto.
“Dovremmo capire che cosa hai detto per caso?” chiese Nami.
“A dire la verità, no. Era per far capire che non è stato facile” disse la ragazza dal camice bianco “Comunque abbiamo un antidoto e Rufy per un po’ sarà immune”.
“E non potevi dire così?” chiese Sonia con la testa che gli faceva male al pensiero del discorso di prima.
“No, non sarebbe stato divertente” disse la rossa uscendo facendo l’occhiolino.
“Che strana ragazza quella” disse Rufy.
Il silenzio calò nella stanza finchè il brontolio dello stomaco del ragazzo di gomma risvegliò tutti.
“Ho fame” si lagnò il capitano.
“Tranquillo ti abbiamo portato da mangiare” disse Chopper che insieme a Sonia andarono fuori dalla porta e tornarono con un carrello pieno di carne.
Rufy appena lo vide allungò il braccio e divorò tutto in un colpo.
“Hai finito tutto?” chiesero in sincronia i tre.
“Quanto ho dormito?” chiese Rufy ignorando la loro domanda.
“Sette giorni Rufy” disse Nami in risposta.
“Cosa? Ho saltato trentacinque pasti?”
“No, ne hai saltati appena ventuno” lo corresse Sonia.
“Ho fame! E gli altri dove sono? Abbiamo ritrovato Lisara? E il torneo che si fa? Io ero in finale? E adesso dove siamo?” chiese Rufy facendo una domanda dopo l’altra.
“Se non ci dai tempo di rispondere come facciamo e dirtelo!” gli urlò contro Nami “Comunque vieni a vedere” disse l’arancio indicando la finestra vicina.
Cappello di paglia si avvicinò e guardò fuori, la vista dava su una piccola città a circa trecento metri mentre appena sotto alla sua camera era presente una piscina con degli ombrelloni e sdrai in cui stavano i suoi amici in costume da bagno.
In acqua erano presenti Layla e Anne in bikini che sparlavano tra loro mentre i propri fidanzati erano poco più in là sotto un ombrellone che riposavano, Robin anche lei in bikini che leggeva un libro sotto un grande albero e seduta sull’erba e poco lontano Lena anch’essa come gli altri con Sanji che ci provava con lei.
Poi l’attenzione di Rufy si spostò su tutti gli altri suoi compagni di ciurma fino ad arrivare a Law anche lui in costume che stava dormendo su un lettino, soltanto che affianco a lui sullo stesso lettino era presente anche Lisara in bikini che dormiva tranquilla.
“Ma Lisara sta comoda a dormire così vicino a Law?” disse Rufy “Non vorrà lasciare la ciurma?”
“No, non vuole lasciarci” disse Sonia.
“Ah ok e perché sono così vicini quei due?” richiese cappello di paglia.
Nami si passò una mano sulla faccia, insomma era evidente.
“Rufy, Lisara e Law stanno assieme adesso” disse Chopper.
“Cosa?” chiese Rufy.
“Ti sei perso diverse cose mentre dormivi” disse Sonia.
“Comunque dove siamo?” chiese Rufy cambiando discorso.
“A casa mia” disse Iris che si avvicinava al gruppetto.
“Iris – san” disse Sonia.
“Smettila con Iris – san Sonia, mi fa sentire vecchia” disse la mora.
“Ok” rispose l’altra mora.
“Tu chi cacchio sei?” chiese il ragazzo di gomma.
“Il mio nome è Monkey D Iris e questa è casa mia e sei sulla mia isola, cappello di paglia” disse la ragazza al fratello.
“Ma tu guarda abbiamo lo stesso cognome che buffo” disse Rufy facendo finire tutti con le gambe all’aria.
“Rufy” disse sconsolata Nami.
“Possibile…” continuò Chopper.
“Che non ci arrivi?” finì Sonia.
“Arrivare a cosa?” chiese Rufy.
“Lei è tua sorella maggiore” disse alla fine Nami, mentre Iris si dovette a trattenere dal ridere della situazione.
“Ah, ok beh ciao allora” disse Rufy rifacendo finire tutti per terra.
“Solo questo gli dici?” chiese Chopper.
“Allora che cosa altro gli dovrei dire? Anche Sonia è mia sorella, Sabo ed Ace sono miei fratelli, è bello vedere che ho molti legami” spiegò Rufy agli altri.
“Ahah, sei proprio come ti descriveva il nonno” disse Iris.
“Nonno?” chiese Rufy.
“Sì a volte Garp viene a farmi visita, anche se la mia testa è sempre dolorante quando arriva” disse la mora strofinandosi la testa a memoria dei pugni d’amore del vecchio.
“Si è svegliato? Si è svegliato? Si è svegliato?” urlò qualcuno nel corridoio mentre si avvicinava sempre di più, finché una bambina di quattro anni non travolse Rufy e lo stritolò.
“Che bello sei davvero di gomma” disse la bambina tirando la faccia di Rufy, la bambina aveva capelli neri e occhi dello stesso colore e per finire il tutto aveva un sorriso bellissimo.
“Nat” la richiamò Iris.
“Cosa? Volevo scoprirlo, non riuscivo più a trattenermi” disse la bambina facendo gli occhi dolci a Iris.
Iris per tutta risposta sospirò e Rufy per la terza volta fece la domanda “E tu chi cavolo sei?”
La bambina si staccò da Rufy e con un breve inchinò si presentò.
“Il mio nome è Monkey D Natasha, figlia di Monkey D Iris e tua nipote” disse la piccola fissando cappello di paglia.
“Mia nipote!?!?” urlò Rufy, ok avere una sorella, ma anche una nipote, insomma un parente al giorno, ma non di più “è un piacere conoscerti” rispose Rufy prendendola in braccio.
La piccola di tutta risposta per i primi cinque secondi si lasciò in balia di Rufy, poi si dimenò e costrinse lo zio a metterla a terra.
“Niente abbracci troppo lunghi, queste cose mi fanno impressione” disse la piccola andandosene.
“In più c’è il mio maggiordomo Jennry e Lena che Sonia ha già conosciuto, ma adesso sono usciti. Ora che hai conosciuto tutti i momentanei abitanti della mia casa…” incominciò Iris.
“Casa? Questo è un castello!!” disse Rufy con gli occhi a forma di stella.
“Sì, però è casa mia e sappi che tra poco arriveranno altre persone, perché questo posto è una base ribelle” disse Iris.
“Una che cosa?”
“è una base della ribellione, la base dei comandanti dei reparti speciali” spiegò la mora “Noi, io e le mie compagne siamo conosciute come le Valchirie, siamo in cinque, il comandate generale e i vari gradi dopo, hai già conosciuto Natalie, anche lei ne fa parte”.
“Certo, ho fame” disse Rufy facendo fare una faccia sconsolata a Nami, possibile che pensasse solo con lo stomaco?
Iris uscì dalla stanza e dopo dieci secondi era tornata con una mela fatta interamente d’oro e la lanciò a Rufy.
“Mangia” gli disse.
“Una mela? Io voglio della carne” si lagnò Rufy.
“Mangia quella mela” gli ordinò Iris con tono severo.
Rufy alla fine obbedì e la mangiò interamente in un morso.
Quando la mela finì il percorso e arrivò allo stomaco, Rufy si sentì totalmente sazio e non aveva più fame.
“Stai meglio vero?” domandò Iris anche se sapeva la risposta.
“Che cos’era?” domandò Cappello di paglia “Adesso mi sento come se avessi mangiato mille pezzi di carne!”.
“Si trattava di una mela dell’albero della vita. Anche se raccoglierle è un crimine quindi si trovano solo sul mercato nero e il loro valore è molto alto” spiegò Iris “Si sostiene che il primo essere umano che le mangiò era un naufrago che galleggiava su una zattera da mesi, aveva finito il cibo da due settimane e quando era sul punto di uccidersi gli apparve un’isola e quando ci arrivò la prima cosa che vide fu l’albero. A vista di quel povero essere umano che stava per morire, fu proprio l’albero a donargliela e appena questi gli diede un morso tornò in perfetta forma”
“Affascinante” commentò Sonia.
“Ovviamente questa è solo una leggenda, ma stando in questo mondo ho imparato che tutte le leggende hanno sempre un fondo di verità” disse Iris “Date le loro capacità, molti alberi furono sfruttati finché non producevano più nulla e così molti furono abbattuti o lasciati crescere fino a diventare grandi quanto delle isole”.
“Alberi grandi quanto delle isole?” domandò Nami.
“Già, alcune persone alla fine ne costruiscono addirittura città all’interno, strani vero? Passando ad altri discorsi, so che siete diretti verso Great Inauga, la base di Kennawey, facciamo così state qui finché non vi riprendete del tutto, dopotutto non solo Rufy, ma anche altri dovete recuperare in particolare Lisara e Law” disse Iris e se ne andò.
“In che senso Lisara e Law? Che cosa è successo mentre ero svenuto?” domandò Rufy.
“Molte cose” rispose Sonia.
“Credo che sia meglio spiegartelo” disse Nami.




Ok gente da quanto?
Più di un mese? Mi faccio schifo, ma come ho detto il mio tempo sta scarseggiando in confronto con il passato, ma io finirò questa storia anche se ci dovessi mettere più tempo di Oda, anzi meglio di no, contando il tempismo di Oda morirei prima.
Scherzo, non uccidetemi.
Ok vi lascio adesso devo andare.
Ci vediamo.
zcc

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Capitolo 46
*** Cap.46 Sei giorni prima ***


Cap.46 Sei giorni prima



Alla fine i mugiwara avevano deciso di accettare l’aiuto di questa ragazza di nome Iris, che a detta sua era la sorella maggiore di cappello di paglia.
Nami e Chopper avevano trovato Rufy steso per terra che si agitava e nonostante i tentativi non riuscivano a svegliarlo.
“Non riuscirete a svegliarlo così è sotto effetto della tossina di Crane, dobbiamo portarlo a casa mia, li riusciremo a curarlo” disse Iris.
“Ragazzi!!” urlò Sonia mentre correva verso il trio.
“Che succede Sonia?” chiese Nami.
“Law e Drake sono partiti, dicono che andranno a salvare Lisara” spiegò Sonia.
“Perché dov’è Lisara?”
“Sembra essere stata rapita dalla Lega degli Assassini!!” urlò Sonia disperata.
“CHE COSA?” urlò di rimando Nami.




Law era insieme a Drake nella sala comandi del suo sommergibile.
“Capitano ci stiamo avvicinando alla nave nemica!” disse Bepo a Law.
“Molto bene che tutti si preparino, non dobbiamo fallire e abbiamo solo un tentativo” rispose Law.




Sul ponte della nave degli assassini intanto tutti si erano fermati con gli occhi chiusi e di scatto li aprirono tutti assieme.
“Arno!” disse Sheva.
“Li vedo, sono sotto di noi, a quanto pare Law non vuole mollare, vero Lisara?” disse Arno guardando la ragazza che nel frattempo non aveva smesso di fissare sia l’acqua che il sottomarino di Law.
“Non farlo, Law!” si disse nella testa, mentre sperava con tutto il cuore che il capitano non avesse davvero intenzione di attaccare la nave.




“E questo è l’ultimo” disse Sabo, distruggendo l’ultimo robot testa a martello, a Layla.
“Bene, adesso dovremmo essere a posto, dobbiamo muoverci a trovare gli altri e a partire di qui” disse Layla prima di dover schivare un fendente da una spada a con due else incastrate una all’altra in mano ad un uomo vestito totalmente di nero.
“Tu sei l’inquisitore vero?” disse Sabo mettendosi in mezzo per evitare che l’uomo si avvicinasse troppo a Layla.
L’uomo cercò di colpire Sabo con un fendente da destra, ma il biondo usò l’haki dell’armatura per proteggersi.
L’inquisitore sfruttò il fatto che Sabo non poteva difendersi per usare l’haki potenziato e lo spinse contro i resti dell’edificio diroccato alle spalle del biondo.
Messo al tappeto il primo l’inquisitore mandò dei piccoli droidi sonda ad agganciarsi al corpo di Sabo, il quale una volta che essi si erano attaccati se provava a muoversi gli provocavano una forte scossa elettrica molto dolorosa.
Layla vedendo il proprio fidanzato nei guai, prese la propria pistola e provò a sparare alle sonde, ma l’inquisitore con un calcio rotante la spinse via mentre sparava il colpo, il quale arrivò a pochi centimetri dalla testa di Sabo.
“SABO!” gli urlò contro preoccupata Layla.
“Sto bene tranquilla” disse il biondo prima di provare ancora una volta a muoversi e ricevere ancora una volta una scarica.
“Merda” commentò solamente la ragazza portando l’attenzione all’avversario davanti a lei.
Capitosi che non aveva grosse scelte se non sconfiggere il nemico davanti per aiutare il biondo, la ragazza sganciò i caricatori finiti dalle pistole e ne inserì altri due carichi, pronta a combattere.




Intanto sulla nave degli assassini Law e Drake avevano iniziato a combattere.
Law aveva provato ad usare una room per coglierli di sorpresa, ma non aveva avuto l’effetto sperato, in pochi secondi si erano trovati circondati.
“Ti avevo avvisato che non sapevi a cosa andavi incontro Law” disse Sheva quando il chirurgo aveva fermato un fendente avversario.
Law dopo essersi staccato da Sheva fu attaccato in contemporanea da altri due assassini, uno vestito di nero con in mano dei coltelli kurki, l’altra era una donna vestita di rosso tranne il cappuccio che era di colore nero, come arma aveva un bastone con in cima una colomba fatta d’oro e il fondo si sfilava svelando due lame.
Law costretto a schivare gli attacchi dei due, non riusciva ad usare i propri poteri, ponendosi in un punto di svantaggio perché ciò impediva una eventuale ritirata.
Neanche Drake se la passava molto meglio, lui aveva a che fare con altri due assassini, uno anch’esso vestito di nero con in mano un fucile da lunga gittata lo teneva sotto tiro da lontano, mentre vicino a lui era presente quest’altra assassina che era armata con una spada e nell’altra mano era presente una corda che finiva con un pungiglione che serviva a conficcarsi nel nemico ed ucciderlo.
Lisara che nel frattempo non poteva che rimanere bloccata in cima al castello della nave, vicino a lei era presente Arno, il quale la teneva sotto controllo.
“È un vero peccato per i tuoi amici, ma mettendo piede su questa nave hanno segnato la loro condanna a morte” disse Arno mentre guardava Lisara, la quale non distoglieva lo sguardo dallo scontro che ormai procedeva a senso unico.
Law era stato costretto ad indietreggiare a causa degli attacchi combinati dei due assassini davanti a lui.
Erano riusciti a metterlo con le spalle al muro, finché la ragazza lo avvicinò e col bastone gli arrivò a pochi centimetri dal volto, ma Law usò la spada per bloccarlo, ciò lo scoprì sul braccio destro e infatti, l’altro assassino di colpirlo sul braccio provocandogli un taglio abbastanza profondo.
Law imprecò malamente, in più il dolore lo distrasse il tempo necessario per l’assassina di inchiodargli con la parte bassa del bastone, il braccio sinistro nell’albero maestro della nave.
Un urlo di dolore di levò da Law e pochi secondi più tardi il dolore aumento ancora perché l’avversaria gli blocco anche il braccio destro nella stessa maniera e con un calcio rotante alla testa di Law alla fine lo misero in ginocchio.
Drake al col tempo anche lui era in serie difficoltà, la ragazza era una maestra con la spada e appena si lasciava anche un solo istante scoperta, il suo alleato usava il fucile per impedire a Drake di fare niente se non di proteggersi.
“Così non riuscirò mai a colpirla” commentò nella propria testa Drake.
L’assassina non si fece aspettare attaccò Drake con un colpo dal basso, poi uno dall’alto e un altro di sinistra.
Drake anche lui si trovò costretto ad indietreggiare fino a che si scontrò contro la balaustra della nave.
Il tempo di qualche istante dal toccare il legno che un proiettile gli attraversò la gamba sinistra mettendo in ginocchio l’ormai stanco spadaccino.
“NO!” urlò Drake mentre cercava di rialzarsi, ma appena fu in piedi, l’assassina lo aveva già legato con la corda del dardo facendogli fare una brutta caduta sul ponte e con l’assassina tranquillamente seduta sopra di lui per tenerlo fermo.
“Fermi” ordinò Arno per evitare che gli altri assassini li uccidessero, poi rivolse lo sguardo verso Lisara, la quale era un misto tra disperazione e dolore per i due pirati “Tocca te scegliere Lisara, che cosa dovremmo fare di loro?”




Sulla terra ferma Layla era già al secondo caricatore finito che gettava per terra.
L’inquisitore continuava a parare tutti i suoi colpi con la spada.
Layla provò ancora una volta un attacco frontale contro il nemico, sparò un paio di colpi davanti a lei in modo che il proprio nemico rimase bloccato a dover parare i colpi sparati, mentre lei si avvicinava velocemente verso di lui.
L’inquisitore parò i colpi e spostò nuovamente lo sguardo verso Layla la quale aveva puntato la pistola davanti alla faccia del nemico.
Ma nonostante la poca distanza dai due l’essere in nero riuscì a schivare il colpo spostando di lato la testa.
Layla provò nuovamente a colpirlo, ma anche questa volta l’inquisitore lo schivò senza grossi problemi il nuovo proiettile.
E durò così finché il nemico in nero provò a colpire la ragazza con un calcio mirato alla testa, ma lei riuscì a schivare abbassandosi e provò nuovamente a sparare altri colpi, ma l’inquisitore li schivò nuovamente appoggiando una mano a terra e facendo passare i colpi attraverso le gambe e le braccia.
L’inquisitore gli sferrò un calcio dall’alto contro la sua testa e la mise in ginocchio facendogli inoltre scivolare la pistola di mano.
Layla una volta rialzata si trovò l’inquisitore che gli puntava la spada alla gola “Le tue ultime parole pirata?” gli chiese con una voce semi meccanica.
“Yohoho….yohoho….” si levò nell’aria tranquillamente.
“Che cosa?” si chiese l’inquisitore guardandosi attorno senza mai perdere di vista la nemica.
“Porto il liquore a binks, veleggiando sopra al mar, vento in poppa arriverò e lo consegnerò…..yohoho….yohoho” si sentì.
“YOHOHO!” canticchiò Brook apparso alle spalle dell’inquisitore.
“Chi sei tu?” chiese l’inquisitore allo scheletro.
“Scusa se ci ho messo tanto Layla-chan, ma adesso ci penso io, yohoho” disse lo scheletro canterino.
“BROOK!” urlarono in coro sollevati Sabo e Layla.
“Ascoltate il freddo requiem dell’oltre tomba! SOUL SOLID!” disse allontanadosi dal nemico il quale venne attraversato da un taglio di ghiaccio lungo tutto il corpo.
“AHHHHH!” urlò l’inquisitore crollando al terreno.
Layla assicuratosi che il nemico non potesse più nuocere, prese la propria pistola e la utilizzò per distruggere i robot che tenevano bloccato il proprio ragazzo.
“Sabo stai bene?” gli chiese la ragazza facendolo alzare.
“Adesso meglio” rispose lui dopo averla baciata “Grazie Brook”
“No problem, ma Layla cara, lo daresti anche a me un bacio?” chiese lo scheletro alla ragazza.
La quale ammiccando glielo diede a distanza.
“Accidenti questa mi fa esplodere il cuore, anche se io il cuore non c’è l’ho, YOHOHO!” disse Brook.




“Allora quale sarà il loro destino Lisara?” le chiese ancora Arno.
“Io….io….” disse solamente balbettando la ragazza.
L’assassino vedendo la sua indecisione diede l’ordine agli altri di uccidere Law.
Ma quando erano sul punto di finirlo…
“FERMI!” urlò Lisara che li costrinse ad arretrare usando un’ ondata di Haki potenziato.
“Direi che hai fatto la tua scelta” disse Arno guardandola, poi sospirando disse “Liberateli”
Lisara sorpresa si voltò verso l’assassino.
“Portali via” disse l’uomo voltandosi di spalle e prendendo a camminare.
“Perché?” chiese Lisara ad Arno.
“Perché mi dovrai un favore e quando accadrà non potrai dirmi di no” disse l’uomo sempre di spalle e poi fissando Law e sapendo cosa prova per lui lei e cosa prova lei per lui aggiunse “Fidati ti capisco anche molto di più di quel che credi”.
Una volta liberato Law e slegato Drake anche gli altri assassini si dileguarono.
“Law” gli si avvicinò Lisara mentre il chirurgo era ancora steso per terra mezzo tramortito.
“Non dovevi farlo” disse lei inginocchiata, aiutando Law ad alzarsi col busto da terra e appoggiando la sua fronte a quella di Law.
“Ma l’ho fatto” rispose lui.
Lisara iniziò a ridacchiare.
“Che c’è da ridere?” chiese Law.
“Il grande chirurgo della morte Law, che fa il romantico, se lo si sapesse in giro saresti finito” disse Lisara ridendo.
“Non osarci nemmeno..”iniziò Law, ma fu fermato da Lisara che lo baciò.
“Grazie” disse lei staccatosi da lui.
“Non per rompere il vostro momento, ma è meglio andarsene prima che i tuoi colleghi assassini tornino per ucciderci” disse Drake stanco di quelle sdolcinatezze.


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Capitolo 47
*** Cap.47 Nuovi personaggi per nuove avventure ***


Cap.47 Nuovi personaggi per nuove avventure


Su quell’isola industriale piove circa una volta ogni sei giorni puntuale come un orologio svizzero, purtroppo oggi era il sesto.
E adesso lui era stato costretto a cercare rifugio.
Le pallottole di quella maledetta lo avevano trapassato nonostante la pelle rinforzata e quel che peggio nei proiettili era intrisa una strana sostanza che non gli permetteva di usare il suo asso nella manica.
“Raffaele…” disse una voce femminile in avvicinamento “Raffaele e dai vieni fuori, a noi non piace doverti continuare a cercare all’infinito” continuò con un tono dolce.
Il ragazzo cercò di allontanandosi ancora tenendosi il fianco con una mano, ma i passi di quei due ormai erano alle sue spalle.
“Raffaele, siamo dietro di te” pronunciò la donna con a fianco il suo uomo.
Quando Raffaele si voltò, erano a pochi metri da lui con le armi cariche.
Lei era una donna dai capelli corti biondi, occhi azzurri, carnagione chiara e vestita con pantaloni neri, cappello nero e camicia bianca, il tutto ricoperto con una pelliccia anch’essa bianca, in mano aveva una mitragliatrice Thompson di colore nero.
“Allora o mio Romeo cosa dovremmo fare di lui, o Romeo?” disse la donna guardando l’uomo al suo fianco.
L’uomo, vestito anche lui con un completo elegante, aveva in mano una doppietta e rispose: “O Julliett, mia cara Julliett, temo che per lui non ci siano altre possibilità se non morire, o Julliett”.
“O Romeo”
“O Julliett”
“O Romeo”
Romeo si fermò e guardò il ragazzo di fronte a lui e una volta caricato il colpo “Addio Raffaele”.
Raffaele venne colpito e cadde attraverso una finestra giù nell’oceano sotto gli occhi dei due.
“Accidenti ora bisogna dire al capo che è caduto in mare” disse Julliett.
“Temo di sì, ma non riuscirà a sopravvivere per sempre, o Julliett” rispose Romeo.
“O Romeo”.
“O Julliett”.
Raffaele cadde malamente in acqua, aveva decisamente sottovalutato i suoi avversari, lui era potente, ma anche quegli altri non scherzavano, ma ormai il danno era fatto e adesso era in acqua con le forze che gli venivano sempre meno finché non svenne.




“Bene gente dato che mi sento meglio, voglio tornare in giro per nuove avventure!” urlò Rufy.
“In realtà c’è un problema Rufy, le vostre navi pirata saranno fuori uso per qualche settimana ancora” rispose Iris.
“Cosa perché?” chiese sorpreso cappello di paglia.
“Stiamo installando degli scudi ad alto potenziale, così non andrete subito a fondo se sarete colpiti, ma qualche colpo riuscireste a reggerlo” disse Natalie.
“Quindi siamo bloccati su quest’isola?” domandò Rufy un po’ deluso.
“Scusatemi l’interruzione signori” disse una ragazza vestita con una tuta attillata bianca e nera nei pantaloni, nera la maglia e il tutto con sopra un giubbotto smaniato rosso e per concludere il tutto aveva dei guanti senza dita.
“Faith, che cosa succede?” domandò Iris.
“Devo andare a Jeda con la squadra, ordini di Aristide-san, per quel problema” disse Faith alla ragazza dai capelli neri.
“Ok, allora parti il prima possibile, meglio non temporeggiare” rispose Iris.
“Quale problema?” chiese Nami.
“Non un vostro problema” rispose Faith.
“Sembra che l’Impero stia sviluppando una superarma” rispose Iris beccandosi un’occhiata poco carina da Faith.
“Una superarma?” chiese Usop.
“Un arma in grado di distruggere un isola con un colpo solo” continuò Iris.
“Che cosa?!?!” urlarono tutti i pirati.
“Con un’arma del genere nessuno riuscirebbe più a resistere all’impero, nessuno avrebbe il coraggio di ribellarsi”puntualizzò Layla.
“Credo che l’idea sia quella, nessuno riuscirebbe più a scampare, Assassini, Templari, Ribelli e neanche i pirati” disse Faith.
“Vengo con voi!” disse Rufy.
“No, questa è una missione delicata, dove non possiamo fare casino e non dobbiamo farci scoprire” concluse Faith andando via.
“Ha ragione Rufy, vedrai che riuscirai a trovare un’altra avventura anche qui” concluse anche Iris prendendo a sfogliare dei fogli consegnatogli dal maggiordomo.
Anne e Layla si guardarono a vicenda e seguirono Faith.
“Faith-san” la chiamò Anne.
La ragazza si girò verso le due e chiese “Posso fare qualcosa per voi?”
“Vorremmo venire con lei se possibile” disse Layla.
“No” rispose Faith seccamente.
“Come scusa?” chiese Layla.
“Come ho già detto questa è una operazione di infiltrazione non ho bisogno di casinari” spiegò lei rigirandosi e continuando a camminare.
“Non siamo dei casinari, vogliamo venire con voi perché crediamo di potervi aiutare, se daremo problemi torneremo indietro” disse seriamente Anne a Faith, la quale sospirò e concluse “Partiamo tra venti minuti, vi conviene muovervi e preparavi, partiremmo anche senza di voi”.



“Ehm….Rufy” disse tentennante Nami.
“Che succede?” chiese tranquillamente Rufy.
“Sono tornate” rispose Nami.
“Chi è che è tornato?” richiese Rufy.
“Loro”
“Loro?”
“Loro”
“Oh…” rispose infine Rufy capendo di chi parlava.
Una scintilla nell’aria preannunciò l’arrivo della prima interessata, pelle leggermente scura, cappelli rossi lunghi fin sotto le spalle, occhi azzurri e una spada d’oro al fianco.
Appena finita di materializzarsi si gettò addosso al capitano e iniziò ad abbracciarlo senza lasciarlo andare.
“Icari, Rufy è mio lascialo andare” disse Nami con un tic all’occhio, conoscendo la sua compagna di ciurma, se lo sarebbe fatto senza grossissimi problemi.
La nuova ragazza, una volta sentita la voce di Nami alzò gli occhi su di lei e si leccò le labbra e come fatto con Rufy si gettò addosso a Nami strusciandosi sulla navigatrice.
“Tranquilla Nami, mi sei mancata anche tu” disse lei nonostante i tentativi di Nami di scollarsela di dosso.
“Io e Rufy adesso stiamo assieme, lasciami” protestò Nami.
Icari si staccò lentamente da Nami cercando di tenere il maggiore quantitativo di contatto dei loro corpi il più possibile.
Una volta che Icari si fu staccata da Nami si mise sopra la navigatrice ancora a terra e si mise a fissare il suo seno e passati circa dieci secondi li palpò senza problemi facendo diventare la faccia di Nami di colore rosso.
“Ti sono cresciute dall’ultima volta” disse Icari ridendo e alzandosi.
“Così adesso state insieme?” chiese Icari “Era ora che sia chiaro, ma così non potremmo più avere qualche momento solo e soletto per noi, Nami” disse lei con voce seducente.
“È successo solo una volta e non capiterà mai più chiaro?” rispose Nami mezza alterata.
“Certo” concluse l’altra ragazza.
“Piuttosto dov’è Nadeshiko?” chiese Rufy.
“Qui” disse un’altra voce alle loro spalle e una freccia attraversò la testa di Icari come se niente fosse.
Mentre la testa di Icari si ricomponeva tra scoppietti di elettricità e varie, si avvicinò al trio un’altra ragazza, capelli castano-biondi lunghi fino al sedere, pelle ambrata, occhi verdi e forme generose.
“Ciao Nade” dissero Nami e Rufy insieme.
“Ciao” rispose la bionda/castana abbracciando i due.
“Gli altri saranno contenti di vedervi” disse Rufy.
“Li abbiamo già salutati” rispose Nadeshiko.
“Ehi Nade, non è stato carino da parte tua” disse Icari alla sua compagna.
“Se tu non ti fossi strusciata su ogni ragazza che abbiamo incontrato in questa casa non ti saresti beccata una freccia” rispose lei mettendo via l’arco.
“Lo sai che per me ci sei solo tu, vero?” le rispose Icari facendo sospirare Nadeshiko.



Anne e Layla avevano raggiunto Faith giusto in tempo, la ragazza stava giusto per partire.
La nave di Faith era abbastanza piccola, poteva contenere tra si e no 10 persone e adesso si stava dirigendo a grande velocità verso un’altra isola.
A bordo della nave oltre le due piratesse e Faith erano presenti altre due persone e un droide.
Uno era un uomo giovane capelli corti di colore marrone scuri e occhi uguali, mentre l’altra era una ragazza coi capelli corti anch’essi di coloro marroni e occhi neri, la ragazza si chiamava Jin Erlson e l’uomo Andorn.
Infine il droide era altissimo di colore nero, mentre gli occhi vitrei che gli servivano per vedere erano di colore giallo il cui nome corrispondeva a K2SO.
“Allora qual è la nostra missione?” chiese Anne agli altri.
K2 senza rispondere si andò a posizionare alla guida insieme ad Andorn.
Faith alzò gli occhi al cielo e rispose “Dobbiamo dirigerci a Jeda per incontrare il capo di una cellula ribelle lì presente, Saw Gerrera, sembra che abbia ricevuto delle informazioni importanti e dobbiamo recuperarle”.
“E perché non potevate farvele inviare?” chiese Layla.
“Perché non siamo in linea coi modi un po’ troppo fanatici di Saw, e poi crede che lo abbiamo tradito perché non lo sosteniamo” rispose Faith.
“E quindi come pensate di poter entrare in contatto con lui senza farci sterminare?” chiese Anne.
“Perché abbiamo una carta da giocare” disse Faith guardando Jin.
“Lei?” chiese nuovamente Anne.
Faith fece sì con la testa.




“Anne e Layla sono andate insieme a Faith?” chiese Iris.
“Esattamente” rispose Sabo.
Iris sospirò, Faith sapeva ciò che faceva, se le aveva fatte venire insieme con lei forse aveva qualcosa in mente.
“Bene allora noi invece, ho intenzione di non farvi andare allo sbaraglio; Rufy, Sonia, Zoro, Sabo, Ace, venite con me vi insegno il minimo indispensabile per sopravvivere negli scontri più impegnativi” disse Iris.
La ragazza senti qualcuno che gli tirava i pantaloni e spostato lo sguardo, vide la figlia che la chiamava.
“Sì tesoro” chiese Iris abbassandosi all’altezza della figlia.
“Oggi non ci alleniamo?” chiese.
“No, tesoro, devo allenare lo zio e i suoi amici” disse accarezzando i capelli della figlia.
“Allora posso farlo da sola?” gli chiese facendo gli occhi dolci.
“No, ma dirò a Jennry e Natalie di venire con te così ti alleni con loro, ok?” disse dolcemente Iris.
“Va bene, anche se preferisco allenarmi con te” disse la bambina dai capelli neri allontanandosi.
“Ma Natasha, quanto è potente?” chiese Sonia.
“Per la sua età è anche troppo potente, l'ho vista distruggere almeno cento droidi con una sola ondata di Haki potenziato, ma adesso pensiamo a voi che siete ridicolmente deboli, adesso risolviamo questa problematica” rispose Iris leccandosi le labbra con un sorriso.




Icari, Nadeshiko, Brook e Chopper stavano seguendo Franky insieme agli altri tecnici che armeggiavano sulla Sunny.
Robin camminava tranquillamente nella loro direzione e quando Icari la vide, risuccesse la stessa identica scena che con Nami, solamente che c’era Robin al suo posto.
“Robin-chan!” esclamò Icari abbracciandola e appoggiando la testa ai seni dell’archeologa.
“Ciao Icari” rispose tranquillamente la donna mora per poi sfiorire e rifiorire a diversi metri di distanza.
“Ciao Robin” disse Nadeshiko al fianco della mora.
“Nadeshiko” rispose Robin.
Icari che non si accorse del fatto che Robin stava scomparendo finì per cadere in avanti a gambe all’aria, rischiò di cadere in mare.
“Ragazzi venite qui ora!” urlò Icari attirando l’attenzione degli altri.
Una volta arrivati trovarono a galleggiare in mare era presente un ragazzo dai capelli di colore nero.
“Aiutatemi” disse prima di svenire Raffaele.





Ciao ragazzi, da quanto tempo che non ci si vede, troppo.
Io oggi sono su una autostrada bloccata e quindi ho pensato di usare questo tempo per scrivere per la vostra gioia, ma almeno così posso buttare giù nuove idee e infatti come si da immaginare come andrà avanti.
Ma tornando a voi, spero che almeno uno sia rimasto a recensire e commentare la storia
OK finiamo qui, tornerò a fare il continua il prima possibile,
CIAO
ZCC

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Capitolo 48
*** Cap.48 E' solo un test ***


Cap.48 È solo un test



Passato il viaggio molto velocemente, Anne, Layla, Faith e il gruppo arrivarono alla fine alla loro destinazione, Jeda.
All’arrivo, l’isola era già sotto occupazione imperiale, erano presenti due incrociatori da guerra, i quali erano grossi come la Moby Dick,e una terza nave di proporzioni enormi, per farcene un idea, almeno due Moby Dick.
“Cos’è quella nave?” chiese Anne a Faith.
“Non ne ho idea” rispose la ragazza dai capelli neri.
Passati un paio di secondi a fissare quelle navi grandissime, una radio si attivò vicino alla plancia dove K-2 era ai comandi.
“Identità e motivo del viaggio” comunicò quelli dall’altro capo della radio.
Tutti i presenti si fissarono per diversi secondi, finchè K-2 rispose “Siamo mercanti di spezie, dobbiamo fare affari”
“Ricevuto, potete passare” risposero dall’altro capo facendo fare un sospiro di sollievo a tutti.
Arrivati nelle vicinanze dell’isola, approdarono dall’altro lato, così sarebbero scappati meglio.
L’isola era per lo più rocciosa con la sabbia che la ricopriva gran parte.
Scesi dalla nave, il gruppo si preparò all’esplorazione, Jin, Layla e Andorn controllarono di avere i caricatori pieni, Faith si strinse meglio le scarpe e i guanti senza dita e infine Anne controllò che la spada fosse a posto.
“Bene K-2, tu rimani qui” disse Faith.
“Cosa?!?” rispose scandalizzato il droide.
“Ha ragione attireresti troppa attenzione” continuò Andorn.
“È una città occupata da truppe imperiali, io sono un droide imperiale” continuò il droide.
“La metà della popolazione qui ti vuole riprogrammare, l’altra metà vuole farti un buco in testa” sottolineo Jin.
“Non sapevo che tenessi così tanto a me” disse sarcastico il droide.
“Non mi preoccupo affatto, è che per sbaglio potrebbero mancare te e centrare me” disse Jin mollandogli il proprio zaino tra le braccia meccaniche.
Una volta che il gruppetto se ne era andato il droide aggiunse “Il che non sarebbe neanche poi così male” lanciando per aria lo zaino di Jin, il quale atterrò sul ponte della nave.



Intanto sulla nave imperiale…
“Siamo pronti ad attuare il test, governatore Tarchin” comunicò un uomo dai vestiti bianchi, stivali grigi, mantello grigio.
“Direi finalmente direttore Crennich, con i vostri continui ritardi nel avanzamento di progressi, avete fatto del tempo un alleato della ribellione” rispose Tarchin, vestiti grigi, stivali grigi, capelli sempre grigi e occhi azzurri.
“Forse è vero che abbiamo avuto dei contrattempi lungo la strada, ma adesso siamo pronti a distruggere tutta l’isola di Jeda” rispose l’uomo alla critica del governatore.
“Non vogliamo fare di questo test un manifesto direttore, basterà distruggere la città” puntualizzò Tarchin.
“Molto bene” rispose l’altro.



Nella città il gruppo procedeva nell’attraversare il centro, senza trovare indizi sulla posizione dei ribelli.
Faith aveva fatto bloccare il gruppo per farli riprendere fiato, in fin dei conti stavano camminando initterottamente, mentre lei doveva parlare con un suo contatto.
Jin era andata a fare due passi e Layla, aveva deciso di seguirla, l’aveva trovata a fissare un cristallo che aveva legato attorno al collo da una cordicella.
Non seppe per quanto era rimasta lì a guardare quella ragazza, sapeva solo che un uomo cieco dai tratti asiatici, vestito di nero e con un bastone da passeggio, si era avvicinato a parlare a Jin.
“Un cristallo kaiban, oggetto raro, come hai fatto ad averlo?” chiese l’uomo a Jin.
“Cirrut, non immischiarti e non dare problemi” disse un uomo poco più in la un uomo dalla pelle marrone, aveva in mano un fucile d’assalto, vestito con degli abiti chiari e sopra una armatura di colore rosso chiaro.
“La forza scorre in tutti, Molt, e mi ha condotto fino a questa ragazza, era destino che accadesse” rispose l’uomo.
“Cosa?” chiese Jin.
“Non badare a questo scemo, crede ancora in antichi miti e leggende, i Jedi, l’equilibrio tra bene e male” disse l’uomo che rispondeva al nome Molt.
“Jin” la chiamò Andorn “Andiamo”.
La ragazza non se lo fece dire due volte.
Una volta distanziatosi dai due uomini, Layla chiese “Chi erano quei due?”
A risponderle fu Andorn “Direi che erano dei guardiani del tempio presente qui su Jeda, però da quando l’impero ha dichiarato i jedi nemici, adesso sono semplicemente degli sbandati”.
Una volta raggiunto le altre due, il gruppo riprese a muoversi.
“Hai trovato i ribelli?” chiese Layla.
“Sì” rispose Faith “Seguitemi”.
“Fermiamoci qui” disse la ragazza bloccando il gruppo.
Pochi secondi più tardi, un convoglio corazzato imperiale si avvicinò nella loro direzione.
Una volta passato sotto un ponte che collegava due edifici, una bomba esplose a poca distanza dal blindato.
In pochi secondi si scatenò l’inferno, proiettili che volavano da tutte le parti e civili in fuga per non morire.
Jin, Layla e Andorn stavano tirando fuori le proprie armi per entrare nello scontro, ma Faith li bloccò.
“Sparate solo siete sicuri di colpire gli imperiali, altrimenti rischiate di colpire dei civili innocenti” li bloccò.
Jin, riconoscendo che Faith aveva ragione, rimise al proprio posto la pistola ed prese un bastone estendibile e lo iniziò ad utilizzare per colpire e mettere al tappeto dei nemici.
Nel mentre Anne non si era fatta molti problemi e si era buttata nella mischia e aveva iniziato ad eliminare degli imperiali.
Aveva eliminato tre imperiali, quando in un angolo aveva visto una bambina che piangeva a squarcia gola mentre una bomba esplodeva a poca distanza da quella.
Guardando verso l’alto vide un ribelle che stava continuando a lanciare in giro delle bombe nella speranza di colpire dei nemici, solo che l’unico effetto che stava ottenendo era quello di spaventare la bambina ancora di più.
Anne non ci pensò due volte, prese un blaster dal nemico ucciso poco prima e sparò un colpo verso il ribelle centrandolo in pieno cuore.
Il ribelle cadde in avanti portandosi dietro le bombe.
Anne, resosi conto di ciò che stava per accadere, corse dalla bambina la prese in braccio e scappò a più non posso da lì.
Quando le bombe toccarono il terreno esplosero una dopo l’altra, coinvolgendo nell’esplosione imperiali e ribelli.
Nel mentre Jin, Andorn e Faith stavano continuando a combattere corpo a corpo gli imperiali, erano quasi riusciti a sconfiggerli tutti, finché un colpo di pistola non passò a fianco dell’orecchi di Faith.
La ragazza si guardò in giro e vide che a spararlo era stata Layla.
Domandandosi il motivo di quel colpo, Faith girò la testa e vide un imperiale, con un buco nel centro della fronte del casco, cadere a terra senza vita.
Layla continuò a sparare al secondo che arrivò, al terzo, al quarto. Un movimento alle sue spalle la fece girare e sparò senza pensare.
Colpì in pieno un droide imperiale.
Layla per un attimo rimase sconvolta, aveva appena ucciso K-2.
Ma si riprese subito, dietro al droide era presente il vero K-2 che disse “Sapevi che non ero io?” chiese sapendo che la ragazza aveva sparato comunque anche se era lui.
“Sì, certamente” rispose Layla.
“Ti avevamo detto di aspettare sulla nave” disse Andorn.
“Sì è vero” iniziò il droide “Ma era troppo noioso, e voi eravate nei guai” concluse afferrando al volo una granata lanciata da un soldato imperiale rialzatosi.
“Un bel po’ esplosioni per chi non deve farsi notare” disse lanciandosi alle spalle la granata, la quale quando tocco terra esplose uccidendo il soldato che l’aveva lanciata insieme ad un altro gruppo di imperiali appena arrivato.
K-2 stette zitto due secondi e sentendo l'esplosione concluse “Hai ragione dovevo aspettare sulla nave”.
Anne raggiunse anche lei il gruppo una volta portata in salvo la bambina.
Il gruppo si sposto con K-2 davanti a tutti ed arrivarono davanti a una dozzina di soldati che gli puntarono addosso le armi.
“Cosa stai facendo droide?” domandò un imperiale.
“Li… ho… catturati… e li sto portando… alla prigione” rispose un po’ incerto K-2.
“Ecco noi….” Provò a dire Andorn, ma venne fermato da K-2 con uno schiaffo.
“Ne ho ancora se provi ancora a parlare” lo avvertì il droide.
“Adesso subentriamo noi” disse un altro imperiale che si avvicinò e mise a tutti le manette.
“Ehi non potete, sono i miei prigionieri” provò a protestare K-2.
“Portate questo droide alla manutenzione” disse ad un altro imperiale il primo che aveva parlato.
“Lasciateli andare, non serve combattere” parlò Cirrut camminando tranquillamente tra tutti i soldati imperiali.
“Non sono problemi tuoi, ti conviene sparire” disse un altro imperiale.
Ma Cirrut continuò tranquillamente di camminare tra loro.
“Oltre che cieco è pure sordo” commentò un altro.
Cirrut arrivato davanti al soldato, rimase fermo, poi scattò.
Colpì il primo imperiale con un di bastone sulla testa, lo afferò per il braccio e lo usò come scudo mentre tutti gli altri soldati continuavano a sparargli, ma alla fine colpivano solo il corpo del loro compagno.
Una volta avvicinato un altro lo colpi nel elmo da sinistra, facendogli fare un giravolta e crollare a terra.
Mollato il corpo dell’imperiale, Cirrut fece una giravolta e sollevò della sabbia che lo coprì, mentre col bastone colpiva il piede di un altro imperiale.
“Tutto bene piede?” gli domandò mentre col bastone lo colpì anche al centro dello stomaco facendolo crollare.
Lasciando sconvolti quelli del gruppo nel giro di pochi secondi tutti gli imperiali erano a terra.
Nel girarsi verso i ragazzi, un nuovo gruppo di imperiali gli arrivò alle spalle, ma vennero tutti uccisi da una raffica di proiettili.
“Mi hai quasi colpito!” si lamentò Cirrut.
“Prego!” rispose Molt, mentre si avvicinava ad un imperiale che cercava di alzarsi, ma fu terminato con colpo alla testa.
“Libero da ostili” commentò K-2 uscendo dal nascondiglio insieme agli altri.
Alla vista di K-2, Molt gli puntò contro il proprio mitragliatore.
“Uno ostile” disse K-2 alzando le mani verso l’alto.
“È con noi!” urlò Layla mettendosi in mezzo.
“Sono a posto” disse Cirrut facendo abbassare l’arma a Molt.
K-2 tolse a tutti le manette e disse “Cassian, scusa per lo schiaffo”.
“K-2, tu torna alla nave ti chiamiamo se abbiamo bisogno” disse Faith facendo andare via il droide.
“Incredibile” commentò Anne “Come hai fatto?”
“La forza mi ha protetto” rispose Cirrut.
“No, io ti ho protetto” rispose Molt scocciato.
“Con tutto questo caos abbiamo perso i ribelli” commentò Cassian Andorn.
“No, sono qui” disse solamente Faith alzando le braccia al cielo.
I ribelli uscirono allo scoperto e gli puntarono tutte le armi contro e li bloccarono al terreno.
Stavano per sparare quando Jin urlò “Chiunque farà del male a me o ai miei amici ne risponderà a Saw Geurrera!”.


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Capitolo 49
*** Cap.49 Salvare il sogno ***


Cap.49 Salvare il sogno



Da qualche parte nei mari dello Three World.

Che situazione pessima si erano cacciati questa volta?
Lasciare il Nuovo Mondo non era stata una grande idea, loro erano andati lì per avventura e curiosità, ma avevano decisamente sottovalutato la situazione e adesso erano nei guai.
Erano stati tutti catturati senza eccezioni, il problema è che quelli che si trovavano davanti erano membri della ciurma di uno cinque imperatori dei mari.
Adesso stava in ginocchio davanti a queste armature dorate giganti.
Accanto a lui a qualche metro di distanza erano presenti altri tre capitani di altrettante ciurme pirata.
Lui che di nome faceva Drake Evans, capitano dei pirati Zodiac Twelve.
Accanto a lui gli altri capitani erano:
Il capitano dei pirati Horror, Jason.
Il capitano dei pirati Mexxican con a capo, El Macho.
E infine il capitano dei pirati Low, pirati infimi diventati tristemente famosi per aver assaltato delle nazioni quasi impotenti, si supponeva fossero passati recentemente dalla parte dell’impero, ma da quando è scomparso il loro capitano Ratan, erano tornati indipendenti.
Dietro di loro si aprì una apertura molto grande che dava direttamente nell' acqua di mare.
Una delle armature più grandi si avvicinò ai quattro.
“Soltanto una ciurma può venire con noi, gli altri verranno tutti eliminate, per capire chi di voi è degno dovrete superare un semplice test” disse sbattendo la gigantesca ascia a terra.
Dopo esser passato davanti a tutti e quattro i capitani e averli fissati in faccia, tornò dal primo e gli chiese “Cosa vuole un pirata?”.
Jason alzò lo sguardo e con sicurezza rispose “Potere”.
Passati alcuni secondi di silenzio e un calcio nello stomaco da parte della gigantesca armatura lo fece finire fuori bordo.
Arrivò davanti a El Macho e questo disse “Ricchezza”.
Come successe al precedente anche lui finì fuori bordo.
Quando arrivò davanti al capitano dei pirati Low, questo si fece prendere dal panico e perse l’equilibrio e cadde in mare senza dare neanche una risposta.
L’essere arrivò davanti a Drake e calò il silenzio.
Passati diversi secondi di silenzio anche lui venne colpito, ma mentre stava per essere colpito urlò “Libertà!”.
Mentre stava cadendo vide il mare che si avvicinava sempre di più finché a qualche millimetro dall’acqua lo vide allontanarsi.
Fu tirato a bordo della nave e una volta tornato a bordo, quello che l’aveva salvato era una delle armature più esili e femminili.
Togliendosi l’elmo rivelò dei lunghi capelli, viso aggraziato e occhi azzurri e giratasi in direzione di Drake disse “Libertà!”.
Un gigantesco corvo si alzò in volo da un appiglio presente dietro l’esercito delle armature ed andò a posarsi sulla spalla di una figura rimasta nell’ombra a guardare la scena dall’alto e che parlò dando un unico ordine “Partiamo".






Su Jeda i ribelli di Saw li spinsero fino ad arrivare ad una gigantesca montagna fuori dalla città e una volta lì li chiusero in delle celle.
Una volta lì tolsero le bende che con cui avevano coperto gli occhi.
“Bene e adesso?" domandò Layla “Come procediamo?”.
“Adesso usciamo di qui” rispose Andor iniziando a trafficare con la porta della cella.
“Uscire... sì... bene, uscire bene” disse qualcuno dietro nella cella dove era rinchiusa Faith.
Un uomo seduto sulla panca presente in quella cella aveva lo sguardo mezzo perso nel vuoto, indossava i vestiti di un addetto per i trasporti imperiali.
Una volta avvicinata Faith si abbassò alla sua altezza e gli chiese “Sei tu quello che ha trasportato il messaggio di Galen Erson?”
“Galen Erson…. Bravo…. mi voleva aiutare a diventare una persona migliore… io ho cercato di farlo e ho portato qui il messaggio a Saw Gerrera”.
“Ma come mai fa così?" domandò Layla.
“Deve essere stato sottoposto a qualche cosa per controllare se non era una spia. Saw non è un uomo che va per i metodi gentili” rispose Faith “L’unica che può parlargli senza problemi è Jin”.
“Ehi dove sono Anne e Jin?” domandò Layla notando solo in quel momento la mancanza delle compagne.




Jin fu portata in un luogo differente da quello dei suoi compagni, tolta la benda si trovò in grande stanza con un proiettore olografico al centro.
“Jin? Sei davvero tu?” domandò un uomo con i capelli mezzi bianchi e mezzi grigi, aveva un respiratore attaccato e camminava anche grazie a una stampella.
“Saw” rispose la ragazza.
“Ti hanno mandato per uccidermi?” chiese con tono triste.
“No, sanno che hai ricevuto un messaggio da un trasportatore imperiale, vogliono quello”
“Sei diventata fredda con me” disse l’uomo con malinconia.
“Mi hai abbandonata a dieci anni, tu non hai idea di quello che ho dovuto fare per poter soppravivere” disse la ragazza mentre dei ricordi le tornarono in mente, ma furono velocemente cacciati via.
“Hai ragione, ma tu non avresti mai retto la guerra, gli anni passati sono stati molto turbolenti” rispose l’uomo giustificandosi.
“Il messaggio Saw?” domandò la ragazza.
L’uomo tirò fuori un olodisco nero che inserì nell’olografico.
Davanti ai due comparve un uomo cui vedendolo la ragazza mancò un battito, era suo padre che parlò.
“Saw, spero che questo messaggio ti arrivi, so che la ribellione mi odia, ma ho bisogno che questo arrivi alle persone giuste. Sì è vero quello che dicono ho creato l’arma d’eccellenza dell’impero. Un arma tanto terribile e tanto pericolosa”.





Anne stava seguendo il gruppo di ribelli che aveva catturato i suoi amici fino ad arrivare ad una gigantesca montagna posta all’esterno della città, vicina sia al mare e al centro abitato.
Quando erano apparsi i ribelli lei era riuscita a nascondersi e adesso doveva trovare un modo per salvare la squadra, Layla, Jin, Andor, i due guardiani e Faith che, nonostante il comportamento da dura, gli stava simpatica.
Girando attorno alla montagna notò un’apertura ed entrò senza esitare.
Una volta all’interno si trovò davanti una serie di lunghi cunicoli e tunnel che si inoltravano per l’intera montagna.
“Dubito che questa si l’entrata principale, probabile sarà una conduttura per l’aria, ma andrà bene” e Anne prese a camminare.
Passò sopra a diversi punti in cui erano presenti dei ribelli, ma facendo poco rumore non la notarono.
Arrivata a una grata abbastanza grande, gli diede un calcio e scese con la spada pronta al fianco.
Si guardò attorno velocemente e fortunatamente non vide nessuno e prese a muoversi molto leggiadra per la base, l’ultima cosa che avrebbe voluto e che tutti si accorgessero della sua presenza.
Svincolò per tutta la base fino ad arrivare al blocco detenzione, l’unico problema e che davanti alle celle erano presenti almeno dieci ribelli.
Ora si prospettava un problema, doveva combatterli o c’era un modo per superarli senza fare casino?





Intanto sulla nave imperiale tutti erano impazienti.
Uno in particolare.
“La vedo nervoso direttore Crennic” commentò il governatore Tarkin.
“Facciamo questo test e basta, preparare l’arma, iniezione di un solo reattore” disse Crennic mentre i soldati al sistema tecnico annuirono.
Dopo aver premuto diversi tasti tirarono giù la leva, un colpo laser di notevoli dimensioni andò a colpire la città al centro dell’isola.
La città fu spazzata via in pochi secondi, uccidendo tutti i suoi abitanti senza pietà, e una gigantesca nube di fumo e polvere rovente si alzò da lì allargandosi coinvolgendo tutto attorno a se.
“Ma è bellissimo” commentò Crennic vedendo ciò che la sua arma aveva fatto.





All’interno della base ribelle intanto il messaggio continuava.
“Dovete sapere che però mentre mi costringevano a costruirla, ho inserito una falla nel sistema. Un piccolo, ma pericolosissimo errore. Non lo troveranno mai. Ho inserito una falla che se colpita da un cannone, missile, o colpo d’ogni genere farà esplodere tutta la stazione” spiegò lasciando Jin con bocca aperta.
Dopo un breve momento di pausa l’immagine riprese a parlare mentre delle onde sismiche iniziavano a scuotere la base, intanto fuori si faceva sempre più buio.





Quelle onde sismiche erano arrivate al momento giusto fecero scappare tutti i ribelli e Anne riuscì ad entrare nel blocco detenzione.
“Vi sono mancata?” domandò sarcasticamente.
Con un fendete tagliò le sbarre della cella.
Faith tirò aiutò il pilota ad alzarsi mentre gli altri recuperavano la loro attrezzatura.
Cassian si precipitò al comunicatore.
“K-2, K-2 dove diavolo sei?” chiese allarmato al droide.
“Chi si risente” disse sarcasticamente la voce del droide dall’altra parte, “Sto in disparte come hai richiesto, ma abbiamo un problema all’orizzonte…non c’è orizzonte” disse mentre la gigantesca onda di sabbia e detriti si avvicinava sia alla nave che alla base.
“Traccia la nostra posizione porta la nave qui!” disse l’uomo.
Faith parlò ai quattro rimasti “Prendete il pilota e uscite di qui”.
“Voi dove andate?” domandò Cirrut.
“A prendere Jin” rispose Cassian scomparendo insieme a Faith.
I quattro aiutarono l’uomo ad alzarsi e scappare come ordinato.





Intanto nella sala di Saw il messaggio continuava:
“Jin, se mi stai ascoltando Stellina, voglio che tu sappia che mi manchi e mi dispiace di averti messo in questo guaio, ma so che farete la cosa giusta e porterete a termine quello che io ho iniziato. La Morte Nera è il simbolo del potere imperiale, distruggilo Jin e potrai vendicare me e tua madre”.
Detto questo l’ologramma si spense mentre Jin iniziò a singhiozzare.
“JIN!” comparvero Faith e Cassian che la presero per le spalle e cercarono di farla riprendere.
“Dobbiamo scappare al più presto, quest’isola sta per scomparire!” gli disse Cassian trascinandola.
Jin ripresasi si rivolse a Saw e provò a farlo muovere “Vieni con noi Saw!”, ma l’uomo si staccò e scosse la testa.
“Non scapperò più a lungo” rispose l’uomo “Ma tu ti devi salvare Jin! VA!” disse mentre la ragazza scompariva insieme agli altri due “SALVATE LA RIBELLIONE! Salvate il sogno” gli urlò affidandogli le sue speranze.





All’esterno intanto la situazione continuava a degenerare.
Anne, Layla, il pilota, Cirrut e Maltod riuscirono ad uscire per primi seguiti da buona parte dei ribelli di Saw.
Una nave si avvicinò velocemente alla costa e permise ai cinque di salire a bordo, alla guida era presente K-2.
Pochi secondi dopo arrivarono anche Faith, Cassian e Jin e fatti salire a bordo, il robot fece partire la nave.
Cassian si precipitò ai comandi mentre K-2 parlava “Non sono ottimista sulle nostre possibilità” disse il robot.
“Non ora K” rispose agitato l’uomo.
Saw stava guardando dalla cima della montagna la ondata mortale che si stava lentamente avvicinando senza pietà distruggendo ogni cosa.
Arrivato in cima si staccò il respiratore gonfio il petto e chiuse gli occhi ricordando i tempi passati tra lui, il padre di Jin, la bella moglie del suo amico e infine con un sorriso, lui si preparò al suo destino.
La nave ribelle dopo pochi secondi riuscì a fuggire all’onda distruttiva che coinvolse tutta l’isola, soltanto in quel momento tutti ripresero a respirare con calma.





“Le devo le mie scuse direttore Crennic” disse il governatore Tarkin con aria superiore, “Sicuramente è un vero peccato per quella falla nella sicurezza dovuta al pilota”.
“È soltanto un moscherino codardo che è scappato da una base per unirsi alla ribellione che ho appena distrutto, governatore” rispose Crennic con fare sicuro.
“Può darsi, ma quel pilota è fuggito dalla struttura di Galen Erson, il padre di quella donna evasa per mano dei ribelli, credo che il suo nome sia Jin. Con tutte le probabilità a quest’ora l’uomo vorrà cercare di comunicare con la ragazza e noi non possiamo permetterci che la cosa trapeli, sarà meglio che lei si diriga subito e schiacci ogni possibilità di altre fughe. Sono stato chiaro?” disse il governatore all’altro uomo in questione che senza dire nulla si girò e partì.





Da qualche parte nel frattempo…
Base del QG dei ribelli, l’isola Hero City, la città degli eroi.
“Signori abbiamo un rapporto da parte del capitano Andor” disse un soldato ribelle a cinque comandanti delle armate ribelli.
“Parla” disse Alena.
“Arma confermata, Jeda distrutta, l’obiettivo della missine nell’arcipelago di Ido, attendo istruzioni” disse l’uomo.
“Distrutta?” domandò sorpreso uno dei cinque con addosso una armatura medievale.
Il soldato che faceva da messaggero annuì.
“Ditegli che la missione non cambia. Deve uccidere Galen Eroson il prima possibile!” parlò con ferocia un altro dei cinque.
Il soldato annuì e scomparve.
“Bisogna fare una riunione con tutti i comandanti delle armate ribelli, dobbiamo decidere cosa fare” a parlare fu Alena.
“Sentiamo cosa ne pensa il Maestro e poi vedremo il da farsi” gli rispose uno.
I cinque camminarono fino ad arrivare a un grande tavolo su cui era presente una gigantesca mappa.
Seduto su una sedia era presente l’uomo più potente che fosse esistito nell’intero Three World nonché capo supremo delle armate dei ribelli.
“Maestro” domandò Alena.
“Mi hanno già riferito. Ho già mandato i messaggi, tra un paio di giorni dovremmo essere tutti qui” disse l’uomo senza staccare dal fissare la mappa.


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Capitolo 50
*** Cap.50 Colpe della guerra ***


Cap.50 Colpe della guerra



Isola ribelle – Isla Oscura - sede delle Valkirye e residenza di Monkey D Iris.
Isola un tempo famosa per essere stata per molti secoli soggetta a criminalità a livelli altissimi.
Eliminata la criminalità da Monkey D Iris e suo marito, circa quattro anni fa, poi essere sede della famiglia di Monkey D Iris e isola ribelle.


“No, non così Rufy" disse Iris spostando la testa e schivando il pezzo del masso che volava nella sua direzione.
Rufy continuava a colpire i bersagli con l’haki dell’armatura, ma non riusciva a fare come aveva detto Iris, nessuno di loro che si stava allenando ci riusciva.
“Ripeto dovete portare l’haki nelle mani e permettergli di uscire dal vostro corpo e proiettarlo in avanti, altrimenti non ci riuscirete” ripeté Iris per la terza volta.
“Non è così facile Iris-san” rispose Sonia sedendosi.
Erano lì ad allenarsi da molte ore non ne poteva più.
“Se fosse facile tutti lo saprebbero usare” rispose Zoro.
Affianco a Sonia alla fine si sedettero tutti, tutti tranne Iris che sospirò.
“So che non è facile, e so che l’haki si sviluppa soprattutto attraverso le situazioni di pericolo, ma voi adesso vi trovate in un mondo dove le situazioni di pericolo sono fatali” cercò di spiegare Iris.
“Mi perdoni, madame” comparve Jennry seguito da Natalie con in braccio Natasha che dormiva tranquillamente.
“Che succede Jennry?” domandò Iris.
“Abbiamo ricevuto un messaggio da parte di Alena-sama, ci dice di radunarci presso Hero City” rispose Natalie.
Iris si irrigidì per un istante, se si dovevano radunare a Hero City, la questione era grave.
“Va bene allora dobbiamo partire subito” rispose la ragazza, poi si girò verso gli altri ancora seduti "Temo che ci dovremmo fermare qui per oggi”.
“COSA?!” gli urlò Rufy.
“Io voglio continuare” si lagnò il ragazzo di gomma.
“Mi dispiace Rufy, ma anche se non sembra è in corso una guerra e ogni tanto dobbiamo anche delle riunioni tattiche, ma se la cosa ti fa star meglio ci saranno un sacco di altri guerrieri che potrai sfidare" rispose la ragazza.
“Spero che ci siano anche dei bravi spadaccini” disse Roronoa.
“I migliori” rispose la ragazza.
“Sarà interessante” disse Sabo, avrebbe potuto incontrare i capi dell’alleanza ribelle, magari sarebbe riuscito anche a convincerli ad unirsi alla causa rivoluzionaria.
Dopo essere usciti dal castello, si incontrarono con tutti gli altri al porto.
“Generale, il Tranquility è pronto per salpare” disse il capitano della nave ad Iris.
“Bene andiamo” rispose la ragazza.
“Aspetta Iris!” gli urlò Ace “Non siamo ancora in grado di salpare noi”.
“Già, l’idea è che le vostre navi rimanghino qui, non sono ancora in grado di salpare, le modifiche non sono ancora del tutto pronte”
“Quindi dobbiamo salire a bordo della tua nave?” disse Drake appena arrivato con Law e Lisara.
“Indovinato”
“Aspetta, Rufy!” gli urlò Nami.
Il capitano si girò in direzione della ragazza.
“Come facciamo col ragazzo appena arrivato?”
In effetti Iris non ci aveva pensato a lui, si trattava di una eventuale non calcolata.
“Non sappiamo niente di lui e comunque adesso è ancora fuori uso, quelle ferite erano davvero profonde, meglio lasciarlo in coma indotto fino al nostro ritorno” disse Natalie.
“E lo lasciamo qui da solo con Natascia e Jennry?” protestò Lisara.
“Avete ragione, allora rimarranno qui la ciurma di Portugase D Ace e quella di Law e Rufy, partiranno con me soltanto voi” rispose la ragazza lasciando tutti basiti.
“Avete sentito, soltanto Sonia, Zoro e Nami, gli altri dovranno aspettare qui” disse il ragazzo dal cappello di paglia.
Mentre per gli altri partirono solo Drake e Lisara con Law, Ace e Sabo.
Quando la nave di Iris era distante all’orizzonte Icari parlò “Non dirmi che ci hanno davvero lasciato da parte?”
“A quanto pare” rispose Nadesiko.
“State tranquille madame, sono certo che torneranno presto” disse Jennry “Intanto cosa posso prepararvi per il pranzo?”.






Da qualche parte nelle acque dello Three World, una nave di uno dei cinque imperatori stava navigando in mezzo una tempesta, l’Arcadia.
In uno dei ponti inferiori Evans stava seguendo un membro della ciurma che gli stava facendo vedere la nave.
La ciurma di Evans era nelle cabine, mentre la loro nave era stata portata in un isola sicura vicina, almeno per quanto la parola sicurezza poteva essere, considerando il mondo dove si trovavano.
Quella nave era davvero molto grande, sicuramente era in grado di ospitare come minimo mille persone.
“Da quella parte c’è la sala motori, come puoi vedere siamo in grado di navigare in questi mari tempestosi senza grossi problemi, la nave è in grado di ripararsi autonomamente ai danni minori, conseguentemente seccature come entrare in porti per le riparazioni, non le dobbiamo fare” disse l’uomo che lo stava guidando.
L’uomo in questione era basso, indossava il classico abbigliamento da marinaio, bandana in testa, maglia a righe.
“Mi scusi signor Yattara” chiese Evans.
“Sì?” disse l’uomo.
“Come mai ci avete arruolati?”
“Il capitano si sta stancando di tutti questi pirati esaltati, da quando Gol D Roger ha dato il via alla grande era della pirateria, il numero delle ciurme sta aumentando in modo esagerato, e questo sta favorendo lo stato della paura dove la gente è disposta a sacrificarsi per la sicurezza e l’impero di Sidius sta crescendo” rispose l’uomo.
“Ma è vero quello che si dice del capitano?”
“Cosa?”
“Che avrebbe più di duecento anni?”
Yattara sorrise “Eroi e leggende vanno a braccetto….. ma non ficcare il naso in cose pericolose, qui a bordo c’è un sacco di gente con la coscienza sporca” disse l’uomo riprendendo a camminare.
“Da domani inizierete ad avere anche voi vari turni, allenamento, pulizie, sistemazione armi e cibo e quando il capitano sarà certo che voi siete veri pirati, in cerca della libertà, come hai detto. Tornerete indipendenti” concluse l’uomo riprendendo il tour della nave.






Mare di Ido, zona sotto controllo imperiale.
L’arcipelago di Ido, era un arcipelago con grandi varietà di specie durante la Grande Repubblica, ma da quando la Repubblica era caduta e sorto l’impero la zona era diventata una gigantesca miniera.
“Siamo appena entrati nel mare che circonda l’arcipelago di Ido” disse K2.
Alla guida c’erano il pilota dell’impero, di nome Neschi, che si era ribellato e K2.
“Stiamo andando troppo vicino alle isole, rischiamo di incagliarci” disse Anne.
“Dobbiamo rimane vicini altrimenti i controlli e le pattuglie ci troveranno subito, fortunatamente la tempesta ci sta coprendo” rispose il pilota.
“Portaci il più vicino alla base così daremo un’occhiata da vicino, ma mantieniti a distanza dai sensori” disse Cassian.
Riuscirono ad avvicinarsi molto finchè un onda molto forte non colpì la piccola nave facendola ad incagliarsi tra gli scogli e la spiaggia.
“Maledizione” imprecò Faith.
“Non dirò l’avevo detto” fece ironicamente Anne.
“Non serve Anne” commentò Layla squadrandola.
“Se non altro siamo nell’isola principale, la base di ricerca con Galen-sama è qui vicino” disse Neschi.
Cassian prese il fucile e disse “Vado a dare un occhiata voi cercate di trovare un’altra nave”.
“C’è un attracco imperiale, possiamo provare a recuperare di lì una nave” propose Neschi.
“Fatelo” rispose Cassian mentre spariva tra la pioggia.
Il gruppo iniziò a recuperare l’attrezzatura da portare via.
“C’era la morte che alleggiava sul suo spirito” disse Cirrut.
Anne si trovò a pensare che quel cieco nonostante tutto riuscisse a vedere molto di più di quel che diceva.
“Cosa vuol dire?” disse Jin.
“Che è qui per uccidere” rispose Cirrut.
La ragazza spostò lo sguardo verso Faith per poi spostarlo verso K2 che confermò con la frase i suoi timori “Aveva il fucile in modalità cecchino”.
La ragazza resosi conto della verità della missione di Cassin lo prese a seguirlo.
“Aspetta vengo con te”disse Layla inseguendola.
Poco dopo anche Cirrut e Molt fecero lo stesso.
“Se Cassin torna, partiamo senza di loro” disse K2 dopo aver raccolto le due scatole d’acciaio con all’interno le loro cose.






Cassian prese un respiro, era arrivato giusto in tempo, tutti gli scienziati del distaccamento erano stati fatti uscire.
Una nave era attraccata nel molo ed erano appena usciti anche i soldati per dare il benvenuto al nuovo arrivato.
Dal visore ottico riuscì a riconoscerlo era il direttore scientifico Crennic.
Ma il suo obbiettivo era Galen, una volta individuato avvertì il comando delle navi che attendevano al largo pronti per una rapida incursione.
Nel mentre sulla piattaforma erano stati radunati tutti gli scienziati e li vide farli mettere in fila.
Una guardia colpì Galen nello stomaco facendolo cadere in ginocchio, mentre le altre dietro ordine di Crennic fucilarono gli altri scienziati.
Quel che vide lo scosse molto, ma tra pochi secondi sarebbero arrivati delle cannoniere di piccole dimensioni e avrebbero distrutto tutto e lui aveva comunque una missione da seguire.
Messo a fuoco il mirino prese un paio di respiri e quando stava per premere il grilletto vide un ombra muoversi vicino al molo.
Improvvisamente le ombre divennero due.
Passarono pochi secondi nell’ombra e le riconobbe, erano Jin e Layla.
Cassian fu preso da una forte agitazione in poco tempo sarebbero arrivate le cannoniere e sarebbero rimaste uccise.
“K2 devi fermare l’attacco” disse alla trasmittente.
“La squadra è già partita” rispose il robot dall’altra parte.
“Devo fermarsi Jin e Layla sono lì!”.




Sul ponte di comando della nave ribelle al largo dell’arcipelago…
“Il capitano Andor richiede sospensione del supporto” disse K2 attraverso la radio.
“Generale!” uno degli ufficiali delle comunicazioni urlò e l’interessato arrivò subito.
“Forze della alleanza ribelle sul posto, confermare” concluse K2.
“Chiama il capitano della flottiglia. Contattalo!” gli ordinò il generale.
“Hanno già ingaggiato signore” rispose l’ufficiale.






Nella base imperiale in pochi secondi suonò l’allarme.
Tutti partirono sull’attenti, attacco imminente.
Una flottiglia di nave ribelli iniziarono il bombardamento della base nemica per distruggerla.
“RISPONDETE AL FUOCO!! FATE USCIRE TUTTI ORA!!!” ordinò Crennic.
Le poche navi imperiali iniziarono ad uscire dal Hangar e alla fine rimase solamente una indietro.
“Bene” commentò Faith attaccandola insieme ad Anne.
Nel giro di poche decine di secondi, tutta la nave venne svuotata, l’unico che stava provando a opporre resistenza era il capitano, che stava combattendo con Anne, mentre Faith si era diretta al timone virando nella direzione di K2 e Neschi.
Il capitano continuava a sparare su Anne con un mitragliatore, ma la ragazza riusciva a bloccare e a schivare tutti i colpi.
Quando fu abbastanza vicina la ragazza sferrò un fendente che lo uccise.
Una volta vinto il combattimento, Anne salì sul ponte di comando trovandoci Faith.
“Tutti sistemanti” disse la ragazza.
“Ottimo. Vai in quella postazione, nelle navi come questa le armi sono controllate a distanza” disse la ragazza indicando una console poco lontana.
Anne si mise davanti alla console indicatogli e dopo averla accesa si aprirono delle grandi schermate che facevano vedere l’esterno.
Pochi secondi e vide apparire K2 e Neschi.
“Ci sono K2 e Neschi vicino alla riva” comunicò alla ragazza mora al timone.
Una virata e Faith si accostò un po’ rocambolesca alla riva.
“Vacci piano non possiamo distruggere anche questa nave” la ammonì Anne.
K2 e Neschi salirono velocemente e raggiunsero il ponte.
“Dobbiamo dirigerci verso la base imperiale probabilmente gli altri sono lì” disse Neschi affiancando Anne.
“K2 prendi il timone” gli ordinò Faith.





Il bombardamento da parte delle navi ribelli continuava, ma la presenza delle navi imperiali iniziava a farsi pericolosa.
“Jin dobbiamo andarcene!” gli urlò Layla.
La loro situazione era grave, erano praticamente in mezzo al fuoco incrociato.
“Papà” parlò Jin talmente a bassa voce che Layla fece davvero fatica a sentire.
Jin scattò e riuscì ad arrampicarsi sul molo e a poche decine di metri c’era suo padre che si stava guardando attorno le devastazioni del combattimento.
Quando vide la figlia, l'uomo si bloccò.
Jin stava per urlargli qualcosa quando una bomba esplose coinvolgendoli.
La prima a riprendersi fu Jin che vedendo il padre a terra gli corse da lui.
“PAPA’!” lo chiamo e l’uomo aprì debolmente gli occhi.
“Jin” disse l’uomo “Hai visto il messaggio?”
“Sì” rispose la ragazza piangendo.
“Devi fermarli, Jin fallo, ti prego stellina” disse l’uomo chiudendo gli occhi per sempre.
Jin iniziò a piangere, mentre dall’altra parte del molo vedeva scappare la nave con a bordo il direttore Crennic.
La ragazza aveva voglia di rincorrere quella nave e uccidere l’uomo responsabile della distruzione della sua famiglia.
Dei colpi le passarono affianco che andarono ad uccidere i soldati imperiali alle sue spalle.
“JIN!!” la chiamò Layla continuando a sparare ai soldati che arrivavano.
Alla fine fu Cassian che dopo aver scosso la ragazza riuscì a farla alzare ed andare via.
Corsero verso la nave catturata con Cirrut e Molt che li continuavano a coprire.
Dietro dei ragazzi si stava radunando un numero sempre maggiore di soldati, finché una bordata non li spazzò via tutti.
“Congratulazioni ora siete ufficialmente ribelli” disse K2 a Anne e Neschi.
Il robot accertato che tutti fossero a bordo virò il timone e la nave si allontanò velocemente dall’arcipelago.





Quando la nave fu al largo Cassian salì sul ponte.
“K2 rotta verso Hero City” disse l’uomo appoggiando la sua arma al muro.
Jin in un secondo gli arrivò alle spalle e dopo averlo fatto girare gli tirò uno schiaffo.
“Hai mentito del perché siamo qui” gli disse sputando il suo disprezzo.
“Sei sconvolta per la morte di tuo padre e vuoi dare la colpa a qualcuno l’ho già visto accadere” rispose l’uomo.
“Mio padre era la prova che l’arma suprema dell’impero aveva un punto debole, tu l’hai messo in pericolo” continuò la ragazza.
“Avevo degli ordini, avevo l’ordine di sparargli. Lo avevo nel mirino, ma non ho premuto il grilletto!!” gli rispose lui.
“Tanto valeva che lo facessi, sono state le bombe della alleanza a uccidere mio padre, non l’impero” detto questo, quasi sputandogli in faccia il suo disprezzo, Jin se ne andò via dal ponte.
Cassian si girò e notò lo sguardo degli altri che lo stavano guardando.
“Allora?!” gli urlò lui di rimando.
Tutti i presenti spostarono lo sguardo, ma Cassian sapeva molto bene cosa avrebbero voluto dire, ma lui era un soldato e avrebbe seguito gli ordini fino alla fine.



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Capitolo 51
*** Cap.51 I prescelti ***


Cap.51 I Prescelti




Il gruppo di Cappello di Paglia si trovò ad avere la bocca che quasi toccava terra.
La città che avevano davanti era meravigliosa.
Era molto avanzata dal punto di vista tecnologico.
Dei veicoli volanti sfrecciavano sopra le loro teste mentre camminavano seguendo Iris e Natalie.
"UAOO!" esclamò Rufy euforico, non aveva mai visto un posto del genere nella sua avventura.
"Sono contenta che ti piaccia" disse Iris.
"Ok, lo ammetto sono sorpreso" commentò Ace.
"Non sono cose che si vedono spesso" disse Sonia mentre guardava dei veicoli sfrecciare vicino a loro.
Anche Lisara era davvero sorpresa dell'avanzamento tecnologico attuato a Hero City, l'unica altra città che lo aveva raggiunto era Corusant, la capitale dell'Impero.
“Anche per te è la prima volta che vieni qui?” le domandò Drake alla rossa che camminava affianco a Law.
“Già e adesso posso confermare che tutte le voci che giravano su Hero City erano vere” disse Lisara.
“Voci?” domandò Law.
“Le quali parlavano che Hero City, la città degli eroi, era l'unica che poteva competere con Corusant” rispose Lisara.
“Non tutti lo sanno, ma molti degli abitanti di questa città vengono proprio da lì” spiegò Natalie “Quando cadde la Repubblica, molti si rifugiarono su quest'isola”.
“Adesso andiamo altrimenti rischiamo di fare tardi” li richiamò Iris.








Se Evans avesse saputo che parte dell'allenamento che lui e il suo equipaggio a cui si sarebbero sottoposti per diventare più forti consisteva nel pulire i ponti dell'Arcadia, non ci avrebbe mai creduto.
Ma secondo il signor Yatara, pulire aiutava ad aumentare sia la pazienza che la precisione.
“NON NE POSSO PIU'!” urlò Layney.
La ragazza in questione dopo aver lasciato a terra la scopa con cui stava spazzando il pavimento si stiracchiò, fece ondeggiare i suoi lunghi capelli blu e si voltò verso il suo capitano.
“Calmati Layney, è inutile protestare e la tua reazione conferma ciò che ha detto Yatara dobbiamo imparare a pazientare, molto spesso ci si trova contro avversari al di fuori della nostra portata, ma se pazientiamo invece li potremmo raggiungere e superarli” disse il suo compagno Lin-Yan raccogliendo la scopa e riporgendogliela.
La ragazza sbuffò e riprese da dove si era interrotta.
Evans però la capiva, certamente dopo tutto quello che avevano passato, pulire i ponti gli sembrava abbastanza umiliante, ma per ora lui e i suoi uomini avrebbero obbedito.
Mentre continuava a dare lo straccio Evans percepì una voce maschile nella sua testa.
“Sei tu uno dei prescelti?” disse la voce che fece voltare il ragazzo verso un corridoio vuoto.
“Evans, tutto ok?” gli domandò Layney.
“Sì, mi sembrava di sentire una voce, ma forse mi sono sbagliato” disse il ragazzo.
“Forse è il caso che ti fermi” gli disse Lexander, prendendolo per una spalla.
Evans si voltò verso il suo compagno e lo guardò male.
Lexander non era nella posizione di lamentare se stesse male, lui era sempre pallido e con due occhiaie che sembrava non dormisse mai.
“No sto bene” rispose Evans riprendendo a pulire.
“Mi hai percepito, allora forse sei davvero uno di loro” disse la voce nuovamente mentre Evans scuoté la testa per cacciarla via.
Improvvisamente un allarme partì per tutta la nave e molte persone iniziarono a correre in ogni direzione.
“Che succede?!” chiese Evans a un pirata che gli stava passando accanto.
“Una flotta imperiale è apparsa davanti a noi, ci vogliono attaccare!” gli rispose prima di andare via.
“Una flotta?” domandò Lexander sorridendo “Interessante!”.
“Andiamo sul ponte superiore da lì potremo combattere anche noi” ordinò Evans facendo annuire tutti.
Mentre correvano tutti per uscire sul ponte principale la voce continuava a non mollare la presa.z
“Ti terrò d'occhio” continuò mentre Evans cercava di ignorarla.








Il gruppo pirata su Hero City era arrivato a destinazione.
L'edificio che si stagliava davanti a loro era gigantesco, probabilmente era il più grande che avessero mai visto.
“Entriamo” disse Iris entrando dentro dove fu accolta da Alena.
“Iris finalmente siete arrivati” l'abbracciò Alena che fu anche lei abbracciata da Iris.
Una volta staccatosi Alena si spostò verso Rufy.
“Un piacere rivedere anche te Cappello di Paglia” disse la ragazza accarezzando la guancia di Rufy con una mano, ma venne bloccata da Nami che la guardava malissimo.
“Oh....che intento omicida che sento provenire da te” disse Alena restando tranquilla, Nami non rappresentava una vera minaccia in termini di poteri.
“Tranquilla non intendo rubartelo, adesso voi due state insieme, non mi intromettero” concluse Alena allontanandosi da Rufy.
“Ragazzi, questa ragazza dai capelli arancioni chiaro, si chiama Alena – La Zarina Ribelle - ed è la comandante della quinta armata ribelle ed ha una taglia di 470 milioni” la presentò Iris.
“Però devi essere davvero molto forte” si complimentò Rufy.
“Grazie” rispose la ragazza “Ma dobbiamo posticipare tutte le presentazioni gli altri ci aspettano”.
Così il gruppo arrivò nella sala riunioni nella quale appena messo un piede all'interno tutti iniziarono a boccheggiare da quanta energia emanavano i presenti.
“Ci sono quasi tutti” commentò Iris andando via dal gruppo per parlare con altre persone.
“ACE! SABO!” urlò una voce femminile attirando l'attenzione di tutti.
Dalla folla uscirono Layla e Anne che abbracciarono i loro rispettivi fidanzati.
“Finalmente!” esclamò Sabo.
“State bene?” domandò Ace.
Le due non risposero subito, ciò che era successo su Ido le aveva abbastanza scosse.
“Diciamo di sì” disse Layla un po' titubante.
“Cosa è successo?” domandò Sonia.
“Abbiamo visto la vera guerra e quanto stia consumando questo mondo” rispose Anne ripensando alla distruzione di Jeda.
Una nuova presenza fece riprendere le due.
“Giusto! Ragazzi vi presento Jin Erson” disse Anne indicando la ragazza appena sopraggiunta “Jin loro sono i nostri amici di cui ti parlavamo”.
Jin diede una squadrata a tutti e poi parlò “Avevate ragione, alcuni di loro sono molto belli” commentò.
“Ehm...grazie suppongo” dissero tutti in coro.
Iris tornò finalmente.
“Stiamo per iniziare venite” disse facendosi seguire da tutti.
“Sedetevi qui e non fate cazzate” disse Iris indicando dei posti per poi andare via nuovamente.
Una quindicina di persone si dispose attorno al tavolo centrale.
“Tu sai chi sono?” domandò Law alla sua ragazza la quale annui.
“È l'alto comando ribelle al completo” rispose iniziando a parlare delle persone davanti a loro “Il primo, quel ragazzo dai capelli cortissimi neri abito bianco col cappuccio e la spada al fianco è definito lo spadaccino più forte di tutto lo Three World, uno dei solenni spadaccini, ed è l'unico ad aver combattuto contro tutti capi delle fazioni ed essere sopravvissuto, comandante della prima armata ribelle e con una taglia da 2 miliardi, Galen Maleek alias Starkiller” disse presentando il primo della lista.
“Il più forte spadaccino di tutto lo Three World” ripeté Zoro sorridendo ora sapeva chi affrontare per diventare il migliore.
“Il secondo, quello lì coi capelli lunghi argentati, occhi verdi, abiti neri e la lunga spada al fianco, è considerato un mostro da tutti ed è anche lui uno dei solenni spadaccini, ha una taglia da 1 miliardo e 458 milioni, Psaro conosciuto come il signore della mostruosità” presentò Lisara.
“Anche da lui viene una pressione incredibile” disse Ace innervosendosi.
La terza persona i ragazzi lo avevano già visto di sfuggita su Gelis, aveva partecipato al torneo degli spadaccini, ma poi durante l'assalto di Grivus e Vlanna era scomparso.
“Quel ragazzo lo abbiamo già incontrato su Gelis” disse Nami.
“Già” confermò Sonia guardando quel ragazzo dai capelli verde acqua.
“Quel ragazzo è un altro solenne spadaccino ed è stato lui a fondare questa città dove ci troviamo si dice che sia mezzo angelo e mezzo umano, per questo può usare quella spada che è caduta dal cielo, comandante della terza armata ribelle e con una taglia da 1 miliardo si considera il rivale di Psaro, Hero l'eroe”.
“Questi solenni spadaccini sono tutti molto forti” disse Anne.
“Vuoi sfidarli?” domandò scettico Ace.
“Certo che sì” rispose la ragazza prendendo in contro piede il suo fidanzato.
La quarta persona era molto simile a Hero, solo che era una ragazza.
“Lei è la gemella di Hero, come lui si dice che sia mezza umana e mezza angelo e combatte con qualsiasi arma gli passi a portata, ha una taglia da 700 milioni, Hera la magnanima”.
La quinta persona della lista era Alena, ma essendo già stata presentata da Iris, Lisara la saltò.
Il sesto era un uomo con un'armatura grigia che aveva l'aria di essere molto pesante, ma come se nulla fosse l'uomo stava in piedi eretto.
“Lui è chiamato il cavaliere instancabile e possiede la spada più forte di tutto il mondo, ha una taglia da 450 milioni, Galiardo” disse Lisara.
“La spada migliore al mondo, questa sarebbe interessante per Tashiji” commentò Sonia.
Il settimo della lista era un uomo piuttosto anziano, si appoggiava a un bastone, era vestito di verde e aveva dei capelli bianchi attorno alla testa, anche se sembrava che stava iniziando a perderli.
“Lui è il comandante della settima armata ribelle, con una taglia da 300 milioni e con un età rispettabile di settanta anni, Boris il consigliere”.
L'ottavo membro della lista era un uomo tondo con dei baffi blu e capelli dello stesso colore e dalla faccia allegra.
“Lui è uno dei migliori commercianti di armi al mondo, se ti serve qualsiasi cosa lui è in grado di recuperartelo, con una taglia da 310 milioni, Baldo Baldini” disse Lisara facendo venire le stelline agli occhi a Rufy per via del fatto che la ragazza aveva detto qualsiasi arma.
“Calmati, è vero che può trovare qualsiasi arma, ma il prezzo per tale servizio non è a buon mercato” gli disse Lisara e sentendo la frase Nami gli tirò un pugno in testa facendolo tornare a sedere.
Anche se la richiesta veniva dal ragazzo che amava non avrebbe mai permesso uno spreco di soldi.
Il nono membro della lista era un ragazzo dai capelli neri e cappello da chiesa, abiti verdi e aveva una spada medievale.
“Quel ragazzo si tratta di un combattente della chiesa della forza, si dice che grazie ai poteri delle sue preghiere sia in grado di curare qualsiasi ferita, comandante della nona armata ribelle e con una taglia da 270 milioni Kiril il prete” parlò.
“In grado di curare qualsiasi ferita con le preghiere” disse Ace, se lo avesse saputo due anni prima durante la battaglia di Marineford, forse suo padre Newgate – Barbabianca a quest'ora sarebbe ancora vivo.
La decima persona era una ragazza dai lunghi capelli viola e con dei gioielli attorno alla vita e alla testa e una lunga frusta che terminava i tre nodi.
“Quella donna è in grado di vedere per poco in avanti nel futuro, comandante della decima armata ribelle, Marya Malaparta – La Chiromante” la presentò.
La undicesima persona era molto simile a Marya, solamente che era sia più alta ed era anche molto più bella.
“Quella ragazza è la sorella maggiore di Marya ed è anche in grado di usare la magia del fuoco, comandante della undicesima armata ribelle e con una taglia da 270 milioni, Maya Malaparta – La danzatrice seducente”.
L'ultima guerriera della lista era una donna con dei capelli neri e occhi azzurri, dietro di lei erano in piedi, Natalie, Iris e Faith.
“Quella è la comandante delle Valkirye, viene considerata abbastanza potente da poter combattere contro Psaro, la comandante delle unità speciali ribelli, taglia da 700 milioni Satelle” li presentò tutti Lisara.
“E quelli?” domandò Drake indicando coloro che non erano ancora stati presentati.
“Sono ex senatori imperiali che hanno disertato e si uniti alla ribellione, quei tre sono Beail Organa dell'isola di Alderan, Mon Harata dell'isola di Naboo e infine Kon Ji Toujin senatore dell'isola di Waji” disse Lisara.
Quindi oltre che guerrieri nel consiglio erano presenti anche burocrati si trovò a pensare Layla.
La burocrazia era buona soltanto a posticipare e fare compromessi, ma se non facevano discussione allora, non erano meglio dei loro avversari.
Dopo tutte le presentazioni un uomo su una sessantina di anni arrivò e tutti si zittirono.
Capelli bianchi e una barba dello stesso colore, da lui proveniva una energia gigantesca, alla quale anche Rufy si trovò a boccheggiare in cerca d'aria.
“Chi quello?” domandò schioccato Law, nessuno era mai riuscito a ridurlo così solo con la sola presenza.
Lisara dopo un attimo di esitazione e schok nel vederlo si riprese e parlò “Lui è uno degli uomini più forti che esistono, ha combattuto contro l'Impero si dalla sua fondazione ed è considerato quasi semi divina la sua immensa forza, una leggenda a tutti gli effetti, ha combattuto contro i Sith e contro anche il pirata Gol D Roger, lui è il capo supremo dell'armata ribelle, colui che la fondata, con una taglia di oltre 6 miliardi e 657 milioni, Aristide – Il Leader” lo presentò Lisara.
“Lui è il capo supremo dei ribelli?” domandarono in coro tutti.
“Aristide – sama” lo salutarono tutti.
“Tutti noi siamo molto impegnati, perciò evitiamo le formalità” disse l'uomo severamente “Sono vere le voci dell'arma?”.
A intervenire fu Satelle “Pultroppo sì hanno distrutto Jeda”.
“Distrutto?! Quei bastardi pagheranno anche per questo” commentò Psaro alterandosi.
“Quindi anche Saw Guerrera e i suoi?” domandò Hero ottenendo un assenso da parte di Faith.
Hero si massaggiò le tempie non era un fan di Guerrera e aborriva i suoi metodi, ma era stato un grande guerriero un tempo, non meritava quella sorte.
A quel punto intervenne Jin.
“Bisogna recuperare i piani dell'arma” disse la ragazza.
“Scusatemi, ma tu chi sei?” domandò Mayra “Non ti ho mai vista prima e parli senza presentarti?”.
“Lei è Jin Erson” ripose Satelle restando seduta comodamente “Lasciala parlare”.
“Lei è la figlia di colui che ha costruito quell'arma, non dovrebbe poter parlare, anzi dovrebbe pagare per i peccati della sua famiglia” si agitarono alcuni dei comandanti seduti dietro Boris.
Una protesta iniziò a diffondersi in tutta la stanza prima piano per poi più forte.
“Fate SILENZIO!” gli urlò Aristide zittendoli all'istante.
“Mio padre sì ha costruito la cosidetta Morte Nera, ma mentre la costruiva ha messo una falla nel suo reattore, se qualcuno riuscisse a colpirlo con una cannonata o un missile farebbe saltare in aria tutto quanto!” spiegò la ragazza “Per questo dobbiamo recuperare quei piani”.
“No è impossibile recuperarli, sarebbe un suicidio!” protestò Mon Harata.
“E se quello che dice è la verità?! Dobbiamo intervenire prima che l'Impero lo scopra!” rispose con la stessa enfasi Hero.
“Forse tu sei un combattente Hero pensi solo a combattere e caricare a testa bassa, ma noi dobbiamo salvare dei civili e non potremo mai opporci a Sidius” continuò Mon Harata.
“Certamente con l'atteggiamento che hai tu, non andremo da nessuna parte” rispose Hero.
“Ti posso ricordare chi è che fornisce le risorse e i finanziamenti di cui avete bisogno Hero? Siamo noi! Voi pensate che basti distruggere una flotta imperiale per sconfiggerli, ma non funziona così! Il popolo deve rimanere dalla nostra parte senza siamo finiti!”
“Il popolo non esisterà più se quell'arma continua ad esistere!” rispose il ragazzo.
“Se li provochiamo scateneremo una guerra senza quartiere ovunque” “Mon, ti ricordo che la guerra è già cominciata!” rispose Hera dando manforte al fratello.
“Certo, perché quello stupido di Guerrera continuava ad attaccare senza pensare alle conseguenze e per lui e i suoi uomini sono arrivate! Non possiamo che succeda un'altra tragedia del genere ed è ciò che succederà se combatteremo a viso aperto!” concluse Mon Harata.
“Ma che è scema questa qui?! Che delusione questi tipi, tanto vale tornare al Nuovo Mondo” disse ad alta voce Rufy attirando l'attenzione di tutti.
“Cosa hai detto?!” parlò alterata Mon Harata.
“Che siete una delusione e che sei scema” rispose Rufy.
“Chi pensi di essere per parlare in questo modo?!” gli urlò scandalizzata Mon.
“Lui è Cappello di Paglia, il fratello di Iris” disse Galen.
“Il fratello di Iris?” domandò la donna per poi rivolgersi alla ragazza in questione “Dovresti imparare a tenerlo sotto controllo!”.
“Ehi! Guarda che Iris non centra niente su quello che sto dicendo io!” gli ringhiò Rufy.
“Forse, ma essendo venuto qui grazie a lei, è responsabile per ciò che dici!” rispose la donna.
“CHE HAI DETTO!” parlò incazzato Rufy rilasciando un ondata di Haki del re conquistatore attirando l'attenzione anche di Aristide.
“Haki del re” commentò l'uomo e poi notò il cappello sulla schiena di Rufy.


“Non finisce qui, Aristide” disse un giovane Roger sconfitto “Ti supererò aspetta e vedrai!”.
“Ti aspetterò Roger!” gli promise Aristide più giovane sorridente.



Da quella volta i due non si sono più incontrati, ma lui stava ancora mantenendo la promessa, era in attesa di qualcuno, l'erede di Joy Boy.
Un ondata di Haki potenziato fece volare Rufy davanti ad Aristide.
“Sai moccioso questo Cappello somiglia a quello che Roger usava a inizio della sua avventura, poi lo passò al quel moccioso del rosso” disse Aristide attirando l'attenzione di Rufy.
“Tu conosci Shanks?!” gli chiese Cappello di Paglia “Glielo sto tenendo, ci siamo promessi che glielo avrei ridato una volta diventato un grande pirata” spiegò.
“Forse sei davvero tu” disse solo l'uomo provocando una confusione generale.
“Che intende Aristide – sama?” domandò Galen accanto all'uomo.
“Galen voglio che dopo tu combatta contro Cappello di Paglia” disse l'uomo.
“Cosa?!” dissero tutti in generale.
“Forse sei davvero colui che diventerà il nuovo Joy Boy e forse uno dei prescelti” disse Aristide.
“Joy chi? Io sono COLUI CHE DIVENTERA' IL RE DEI PIRATI!” gli urlò Rufy.
“AHAHAHAHAH! È ancora viva allora la vostra volontà! AHAHAHAHAH” scoppiò a ridere Aristide.
Tutti si zittirono, Aristide non rideva mai e invece quel ragazzo in appena un paio di frasi era diventato una persona che parlava liberamente con una leggenda a tutti gli effetti.
“Incredibile” commentarono alcuni.
“Ma chi è davvero quel ragazzo?!” commentarono altri.
I comandanti delle armate invece non stavano zitti, ma in tutto il tempo che Rufy aveva parlato con Aristide, non lo avevano mai perso di vista.
Nessuno di loro sapeva a chi si stava riferendo quando parlava di Joy Boy, ma sapevano molto bene la leggenda dei prescelti.
“Rufy è un prescelto?!” disse scettica Lisara “No, non può essere vero!”
“Chi sono i prescelti?” domandò Sonia senza avere risposta da Lisara ancora sotto shock.






Intanto nelle acque territoriali dell'imperatore Harlock.
“Rispondete al fuoco!” ordinò Yatara mentre l'Arcadia veniva attaccata da entrambi i lati.
Evans e i suoi erano riusciti ad arrivare sul ponte superiore e da lì stavano respingendo gli assalti delle truppe imperiali.
Anche se non erano molto forti i soldati semplici, compensavano abbondantemente con i numeri.
Layney usò la forma ibrida mezzo gatto e mezzo umana per respingere altri dieci nemici che la puntavano.
“Ma quanti sono?!” si lamentò Vermin, mentre per colpa di una bomba esplosa lì vicino i suoi lunghi capelli rossi si erano sciolti.
Impregnò la spada di energia e scagliò un fendente energetico che colpì dei cannoni nemici sulla nave avversaria che esplosero in successione.
Lin-Yan usò i suoi poteri zoo-zoo ancestrale modello Sun Wukong per richiamare la propria nuvola e volare fino al ponte avversario.
Lì i nemici imperiali provarono un assalto di gruppo, ma roteando il bastone il ragazzo riuscì a spazzarli via.
“Evviva” commentò il ragazzo.
Ma neanche finita la parola sul suo petto si aprì uno squarcio dal quale uscì molto sangue.
Lin-Yan si dovette appoggiare all'albero maestro nemico per evitare di cadere.
“Ma cosa?!” si lamentò per girarsi alle sue spalle.
Davanti a lui una figura con un mantello nero e una spada che emanava energia rossa stava camminando lentamente nella sua direzione.
“Chi sei tu?” gli chiese il ragazzo alterato, ma dal nemico non ottene nessuna risposta.
“Lin-Yan!” lo chiamarono i suoi compagni abbordando la nave nemica.
“Stai bene?” gli domandò Vermin aiutandolo.
“Dobbiamo andarcene, è più forte di noi” li avvertì.
“Layney, Lexander, Vermin tornate dagli altri, io penserò a lui” gli ordinò Evans mentre tirava la sua spada la impregnava di Haki e metteva via l'arco con cui aveva appena finito di combattere.
-Devo stare attento, questo è uno tosto- si trovò a pensare il ragazzo.
“Trasformati, almeno avresti una possibilità” disse l'uomo con una voce metallica.
L'uomo era pallido, con una maschera che gli copriva la parte inferiore del volto che fungeva anche da respiratore, ma la cosa che spaventò per la prima volta da quando erano nello Three World, Evans, erano gli occhi, ci si poteva leggere chiaramente un istinto omicida e brutale, quasi rasente a definire quegli occhi non umani.
“Non so chi tu sia, ma ti accontento volentieri!” rispose il ragazzo facendo apparire sul suo corpo delle scaglie e sulle sua schiena delle ali di drago.
Evans optò per la forma ibrida e partì all'attacco dell'avversario che non si scompose.
Evans lo attaccò con molti fendenti, ma l'uomo riusciva a pararli tutti con estrema capacità.
Mentre era ancora con le loro lame a contatto Evans sputò una fiammata incandescente contro il suo avversario.
“Le mie fiamme possono fermare anche il magma, non ti salverai” gli disse mentre continuava a soffiare.
Dopo una trentina di secondi smise sicuro che l'attacco avesse avuto successo.
Ma prendendolo di sorpresa, lui era ancora lì come se nulla fosse.
Con la mano libera aveva alzato un muro di Haki potenziato e aveva bloccato le fiamme.
“Dicevi?” disse l'uomo per poi con un assalto fulmineo colpire anche lui sul braccio mettendoglielo fuori uso.
Evans si trovò a gridare per il dolore.
Il colpo del nemico gli aveva appena dimezzato la sua forza e quel che era peggio l'attacco aveva distrutto anche le sue scaglie.
“Evans! VATTENE!” urlò Yatara attaccando il nemico con la sua ascia.
Lo scontro tra l'arma di Yatara e quella del misterioso combattente dell'Impero produsse un'onda d'urto che distrusse tutto il ponte della nave imperiale.
Il ragazzo si sollevò in volo e tornò sul ponte dell'Arcadia.
“Evans” lo chiamò Layney appena lo vide.
“Il tuo braccio! Dobbiamo farlo medicare!” concluse chiamando il medico che iniziò subito il primo intervento.
Attorno ad Evans si riunirono i suoi uomini, anche se con qualche ferita, non sembravano messi male, gli unici gravi erano lui e Yin-Lan.
“Andrew” Evans chiamò il suo vice che arrivò subito.
Andrew anche lui non era al suo massimo aveva del sangue che scendeva sulla faccia, ma a parte quello non era messo male.
“Situazione” gli chiese e l'altro dopo un sospiro prese a parlare.
“Le forze imperiali sono in rotta, hanno perso tre incrociatori e tre fregate, anche se hanno ancora due navi....” continuò a parlare, ma la testa di Evans si stava facendo sempre più pesante.
“È stato trovato uno degli altri, ne restano da trovare solo due e poi sarà completa la scacchiera e il mondo vedrà il costo della guerra” riprese a parlare la voce nella testa.
Evans si portò la mano alla testa per cercare di diminuire la pressione, ma non accennava a diminuire, anzi aumentava.
Finché un uomo dai vestiti neri pelle bianchissima e linee rosse in faccia e occhi completamente neri non apparve davanti a lui.
“Quindi? Lo sei o no?” domandò soltanto mentre il monto intorno ad Evans iniziava a sparire.



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Capitolo 52
*** Cap.52 Le proprie ambizioni ***


Cap.52 Le proprie ambizioni





Drake si svegliò lentamente.
Si diede una rapida occhiata intorno, era in uno dei letti dell'infermeria della nave Arcadia.
Era passata una intera giornata da quando avevano combattuto contro la flotta imperiale.
"Finalmente ti sei svegliato" disse Layney nella stanza insieme a Lin-Yan, Yattara e Yama.
"Layney, che cosa è successo?" domandò il ragazzo.
"Non ti ricordi?" domandò la ragazza e vide il ragazzo fare di no con la testa.
"Dopo essere tornato a bordo della nave con la ferita al braccio ti sei seduto e sei svenuto" espose la ragazza.
"Sì ora ricordo, ma chi era l'uomo che è apparso prima che svenissi?" domandò ai tre.
"Non c'era nessuno a parte noi e la ciurma" disse Layney.
“Io l'ho visto” incalzò il giovane.
“Come era fatto?” chiese Yama.
“Alto, pelato, pelle bianca con sopra delle linee rosse, vestiti neri” disse il giovane “Poi, mi ricordo gli occhi, aveva delle occhiaie nerissime e occhi gialli. Ma era un giallo molto strano, era non so come spiegare, ma quando li ho visti mi sono come sentito paralizzare dalla paura”.
Yama e Yattara si scambiarono una occhiata fugace per poi tornare su Evans.
“Drake Evans devi sapere questo.....” provò a parlare Yama.
“Hai visto il Fratello, signor Evans” disse un uomo con i capelli marroni mossi, cicatrice sul volto e un occhio nero e l'altro coperto da una benda nera.
Un lungo mantello nero svolazzava dietro di lui.
Uno dei pirati imperatori, taglia da 4 miliardi, Capitano dei pirati di Harlock, il fantasma centenario, Capitan Harlock.
“Capitano!” esclamò Yattara.
“Chi?” domandò il ragazzo.
“C'è una leggenda molto famosa che gira in tutto lo Three World. Il fratello che guida il lato oscuro e la sorella che guida la luce, infine il padre che fa da mediatore tra i due. Questa famiglia mantiene il mondo in equilibrio” spiegò il capitano.
“E questo che centra con Drake?” domandò Lin-Yan.
Dopo una fugace occhiata contro Lin-Yan Harlock continuò “La leggenda continua così, che il fratello e la sorella chiameranno a se quattro prescelti, i quali dovranno mantenere l'equilibrio con loro. Chi siano non si sa ovviamente, ma colui che tu hai descritto signor Evans è il fratello” concluse il capitano.
“E adesso che facciamo?” domandò Drake.
“Non potete restare a bordo” disse il capitano.
“COSA????” urlarono in coro i tre pirati Zodiac.
“Tornerete a girare liberi, se rimarrete a bordo non potrete seguire il vostro destino” spiegò il capitano.
“Ma...” provò a obbiettare Drake, ma rinunciò quando incrociò lo sguardo col l'ex capitano.






Intanto a Hero City.
“Sei pronto Cappello di paglia?” domandò Starkiller.
“Certo!” rispose Cappello di paglia.
“Bene” un ondata compatta di Forza colpì in pieno il giovane pirata.
“WAHHAA!” urlò cappello di paglia volando via.
“Tutto qui?” commentò Psaro che osservava insieme al gruppo il combattimento appena iniziato voluto da Aristide “Aristide – sama si sarà sbagliato”.
Un esplosione di polvere avvenne e spuntò cappello di paglia arrabbiato in gear second.
“MI HAI FATTO MALE!” urlò a Galen.
“ E io che pensavo di aver già finito” commentò il ribelle.
“TACI! JET PISTOL!” il colpo partì rapidissimo in direzione del comandante ribelle, ma venne schivato senza problemi.
“JET GATLING!” la serie di colpi partirono da Rufy, ma vennero senza problema schivati pure questi.
Dopo aver smesso di tentare di colpire l'avversario con i pugni Galen, Rufy scomparve per poi apparire davanti a lui con le braccia tirate indietro.
“JET BAZOOKA!” ma il nuovo colpo non ottenne nessun nuovo effetto venendo schivato.
Galen prese in contro piede il giovane ragazzo di gomma e con un calcio in faccia lo spedì nuovamente lontano.
Rufy si trovò a digrignare i denti e dopo aver hakizzato il braccio ci soffiò dentro.
Il corpo di cappello di paglia si gonfiò e l'haki si espanse nelle braccia e nelle gambe.
“GEAR FOURTH! SNAKE MAN!” pronunciò il giovane cappello di paglia.
“Non durerai a lungo se sforzi così il tuo fisico” disse Galen all'avversario.
“Taci!” urlò Cappello di paglia mentre il pugno sinistro partiva verso Galen “PYTON!”.
Galen schivò per una volta il pugno, ma appena un nuovo passato dietro di lui il pugno si reindirizzò verso nuovamente nella sua direzione.
Galen si abbassò giusto in tempo per vedere il pugno passare sopra di lui.
“TWICE JET CULVERIN” e anche l'altro braccio partì in direzione del primo comandante.
Nonostante la grande velocità dei colpi Starkiller riusciva a schivare tutti senza problemi.
“Non mi arrenderò!” e un gatling di culverin provò a colpire Galen che continuò a schivare tutti i colpi.



Nel mentre Sonia era a bocca aperta.
“Come è possibile? Neanche il gear fourth riesce a essere abbastanza veloce da colpire Starkiller” commentò la mora.
“Non si tratta di questo Sonia, Rufy è davvero molto veloce, se al posto di Galen ci fosse stato chiunque altro sarebbe già stato colpito. Inoltre Starkiller adesso sta soltanto mettendo alla prova, si sta concentrando a schivare tutti i colpi per questo ci sta riuscendo. Vuole vedere il massimo che Rufy può dare” rispose Iris.



“Non riuscirai mai a colpirlo così”.
Una voce risuonò nella testa di Rufy, era molto tranquilla.
“Che stai guardando?” chiese Galen vedendolo interrompere i suoi attacchi.
“Tu l'hai sentita?” chiese Rufy.
“Cosa?”
“Quella voce! Era strana non l'avevo mai sentita prima” rispose Cappello di Paglia.



“Ci siamo” disse Psaro diventando serio improvvisamente.
“Rufy” mormorò preoccupata Iris.
“Che succede ora?!” domandò Nami preoccupata pure lei.
“Vedremo di che stoffa è fatto il vostro capitano” rispose Psaro.
“Quindi chi dei due è qui?” domandò Lisara.



“Allora cominciamo a fare sul serio” disse Galen prendendo la spada e ricoprendola di haki.
La spada diventò prima nera per via del haki armatura per poi diventare di colore blu.
Il primo comandante allora iniziò ad attaccare Cappello di Paglia, il quale si trovò in difficoltà.
Un'altra ondata di Forza partì dal comandate dei ribelli.
Rufy schivò l'attacco, ma si trovò vicino Galen che provò a colpirlo con un fendente, ma riuscì a schivarlo.
La spada tagliò a metà il terreno dal quale uscì un'altra ondata di Forza che scaraventò in aria Cappello di Paglia.
“WHAAA!” urlò Rufy.
La voce tornò nuovamente nella mente di Rufy.
“Devi aumentare l'haki dell'armatura e lasciarlo uscire, altrimenti non potrai mai vincere contro di lui” disse la voce femminile.
“Ma chi cacchio sei?!” urlò Rufy.
“Fai come ti ho detto!” gli rispose la voce.
Rufy iniziò a fare come detto dalla voce e accumulò l'haki nelle mani.
Arrivato a terra Galen lo attaccò nuovamente piombando adosso dall'alto.
“ORA RILASCIALA!” gli ordinò nuovamente la voce misteriosa.
Rufy fece come detto e un'ondata di Forza fece sbalzare indietro Galen.
Galen passata la prima sorpresa dell'attacco del pirata atterrò in piedi.
“Bene bene bene” commentò il comandante riponendo la spada.
Rufy vedendo il suo gesto inclinò la testa.
“Che stai facendo?” chiese il giovane pirata stupito.
“Io non ho altro da fare Cappello di Paglia, ho già visto ciò che dovevo” disse Galen girandosi e andando via lasciando solo Rufy sconcertato.
“Uffa non avevamo finito!!” gli urlò addosso distattivando il Gear Fourth.
Iris si avvicinò al fratellino e sorrise vedendo la sua reazione.
“Non riusciresti a batterlo, mi dispiace dirtelo, ma non male” disse Iris.
Rufy mise su il broncio “Non è giusto” concluse lui.
Lisara corse da Rufy e lo prese dalle spalle e gli parlò agitata.
“Chi era dei due?” chiese l'assassina.
Nuovamente Rufy non capì che cosa intendesse la giovane dai capelli rossi.
“La voce che ti ha parlato! CHI ERA?!” gli urlò nuovamente Lisara.
“Lisara calmati!” la richiamarono Sonia e Nami.
“Era maschile o femminile la voce che hai sentito?” chiese Psaro scostando il trio di ragazze e parlando direttamente al ragazzo.
Rufy dopo averci pensato un po' rispose “Femminile direi”.
“La sorella” commentò Psaro.
Sentendo ciò Lisara si calmò quasi immediatamente “Quindi era lei, bene, questo è un bene” disse la ragazza sorridendo felice.
“Ma volete spiegare anche a noi?” chiese Nami incazzata.
Iris prese un sospirò e iniziò a spiegare la leggenda dei prescelti.
“Quindi Luffy è uno di loro?” chiese Nami ottenendo un cenno di testa da Iris.
“Anche se Luffy non sa ancora molto sulla Forza, forse è meglio andare a parlare con Aristide – sama” disse Iris ottenendo l'ok di tutti.








“Quindi adesso che combiniamo?” chiese Andrew sul ponte della nave degli Zodiac.
Lin-Yan al suo fianco disse “Yattara ci ha consegnato questo eternal pose” disse il ragazzo tirando fuori un eternal pose.
“Poi ha detto che Drake avrebbe capito da solo ciò che avremmo dovuto fare una volta arrivati” continuò Layney.
Andrew prese tra le mani l'eternal pose “Bogano” disse il ragazzo leggendo ciò che c'era scritto sopra.
“Quindi cosa facciamo capitano?” chiese Lexander al suo capitano che era diventato molto silenzioso da quando avevano lasciato l'Arcadia.
“Dirigiamoci a Bogano poi vedremo una volta arrivati lì, non ha senso andare in giro a caso al momento” rispose Drake.
“D'accordo” rispose Andrew “ALLORA GENTE SENTITO DOBBIAMO DIRIGERCI A BOGANO!” urlò Andrew ai vari membri della ciurma che si mobilitarono subito.








Intanto in Hero City zona dei moli.
Jin stava cercando di recuperare la nave imperiale che avevano rubato pochi giorni prima.
Dopo essere arrivata in plancia la ragazza controllo i motori e i comandi.
“Jin” si sentì chiamare la ragazza da una voce alle spalle.
Dietro di lei c'erano tutti i suoi compagni di squadra, Molt, K2, Cirrut, Meschi l'ex imperiale, Layla, Anne, Ace e Sabo.
Davanti a tutti c'era Cassian.
“Tutti noi abbiamo fatto enormi sacrifici per la ribellione, abbiamo perso amici, famigliari, non intendiamo sacrificare tutto ciò che abbiamo fatto per nulla. Verremo con te” disse Cassina parlando a nome di tutti.
Jin vedendo tutti quanti pronti ad aiutarla annuì con forza e disse “Mettiamoci a in moto allora”.
Meschi si mise insieme a K2 ai comandi.
Mentre la nave si stava staccando dal molo, la trasmittente si mise parlare.
“Ehi chi c'è sulla nave? È sotto sequestro!” disse la voce dall'altro lato.
“Ehm....” provò a parlare Meschi “Qui Rouge One abbiamo il via libera di partire” disse.
“Non esiste una Rouge One” rispose la voce.
“Ora esiste” concluse K2 partendo e allontanandosi da Hero City.









Isola misteriosa di Sullust, acque imperiali.
Quell'isola era piena di fiumi di lava, soltanto una struttura era ben visibile, il castello di Sullust.
Il direttore Krennic era stato convocato li da una delle massime autorità dell'impero.
Stava aspettando già da un po', ma lui aveva delle cose da fare era molto impegnato, non poteva aspettare all'infinito.
Mentre stava a fare avanti e indietro una delle pareti si sollevò lasciando uscire una cortina di nebbia e una figura uscì dalla nebbia.
Un respiro pesante meccanico si sentì nell'aria mentre era accompagnato da degli passi pesanti.
Dalla nebbia alla fine uscì uno dei uomini più potenti dell'impero.
L'armatura nera immacolata rendeva l'uomo ancora più spaventoso.
“Direttore Krennic” parlò Darth Fener.
“Lord Fener” rispose l'uomo intimorito da lui.
“Lei mi sembra turbato” rispose Fener iniziando a girare attorno all'uomo davanti lui.
“Solo....molto stressato, ho molte cose a cui badare” provò a giustificarsi l'uomo.
“Le mie scuse, ma lei ha anche molte cose da spiegare”
“Ho consegnato l'arma all'imperatore come richiesto” continuò l'uomo “Merito un udienza per parlargli dei suoi grandi potenziali” provò a pretendere il direttore, ma si ammutolì vedendo Fener avvicinarsi a lui.
“Ha un potenziale a creare i problemi questo è certo. Un'isola distrutta, una base imperiale attaccata!” continuò il Lord.
“È stato il governatore Tarkin a suggerire il collaudo” provò a scaricare la colpa.
“Non l'ho convocata qui per scodinzolare direttore Krennic” lo interruppe subito il Sith.
“Sì mio Lord....”
“Non esiste nessuna Morte Nera, il senato sa che Jeda è stata distrutta in un disastro minerario” lo informò Fener.
“Sì Lord Fener”
“Mi aspetto che lei garantisca all'imperatore che Galen Erson non ha compromesso quest'arma! IN NESSUNA MANIERA!” e finito di parlare Fener superò l'uomo davanti a lui e andando via.
“Quindi sono ancora al comando?” chiese Krennic facendo bloccare Fener sul posto “Voi parlerete con l'imperatore di....”.
L'uomo non riuscì a finire la frase che si mise le mani attorno alla gola sentendo mancargli il respiro.
Dopo essere caduto in ginocchio e quasi sul punto di soffocare vide Fener voltare la testa.
“Stia attento a non soffocare nelle sue ambizioni DIRETTORE!” disse Fener per poi lasciare andare l'uomo che prese a respirare tra i colpi di tosse.
Krennic dopo aver alzato la testa vide il lord allontanarsi e la parete chiudersi dietro di lui lasciandolo solo.



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