Be my Valentine

di Rowena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sabato e Domenica ***
Capitolo 2: *** Lunedì ***
Capitolo 3: *** Martedì ***



Capitolo 1
*** Sabato e Domenica ***


Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Hisaya Nakajo che ne detiene tutti i diritti. Non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyrigh è intesa.Tutti gli elementi di mia invenzione appartengono a me e sarò terribile nel caso dovessi trovarli da qualche altra parte.
Note dell'Autore: Questa storia doveva essere molto più breve e molto più semplice, ma ormai le mie storie sono mutanti (X-stories!) e prendono sempre piede libero. Ho mischiato alcuni elementi del drama con la storia del manga, spero che non sia di disturbo, ma la storia si basa sulla trama originale. Kiss Kiss fall in love è il primo verso di Sakura Kiss, la canzone di Kawabe Chieco che è anche la sigla d'apertura dell'anime di Host Club. Questa è per Roby, che mi ha indirettamente fatto diventare una drogata di Hana Kimi, e ad Alektos, che ha fatto da pusher intermediario. Grazie e alla prossima demenziale follia made in Japan!
Questa storia è stata scritta per il contest Amour su Writers Arena



11 Febbraio
Sabato



Dear Sano,
Oggi è successa una cosa davvero particolare: è arrivato un pacco per me dal Giappone, e scommetto che non indovinerai mai chi me l’ha mandato. Sempre che questa persona non te ne abbia già parlando, ma conoscendo il tipo… Oh, insomma! È stato Nanba-senpai, incredibile vero? La cosa più buffa è che nella scatola c’è un pacco più piccolo, immerso nei pezzetti di polistirolo dell’imballaggio, e questo pacchetto, non ci crederai mai, è un regalo di San Valentino per Julia. Julia, la mia amica Julia!
Chi avrebbe mai pensato che dopo tutto questo tempo Nanba fosse ancora interessato a lei?
Boh, è curioso, però mi ha chiesto di farle avere il suo regalo per il quattordici, senza aggiungere altro. Che tipo strano….
In fondo, conoscendo Umeda e il resto della sua famiglia non dovrei stupirmi più di tanto, ho ragione?
Mi dispiace davvero che il tuo allenatore abbia deciso di intensificare i tuoi allenamenti proprio in questi giorni, non c’era niente che volevo di più che passare San Valentino con te. Pazienza, vuol dire che saremo Julia ed io; a lei farà bene visto che ha rotto con il suo ragazzo, di nuovo.
Forse per te sarà una fortuna non vederci, sai? A meno che tu non sia così coraggioso da assaggiare il cioccolato che ti sto preparando…
Ora ti saluto, se non vado subito a dormire papà mi fa il terzo grado.
Bye,

La tua Mizuki


Nel rileggere la mail, l’autrice sospira e si scompiglia i capelli, un po’ nervosa.
Si accorgerà della bugia? Speriamo di no, con tutto quello che mi è costato ordire un piano per fargli una sorpresa…
Questo pensa Mizuki mentre clicca sul tasto invio e osserva lo schermo mentre la sua mail viene spedita nel cyberspazio. Sano in fondo è sempre stato molto bravo a capire quando mentiva o gli nascondeva i problemi.
Sulla sua scrivania, sistemato tra la tastiera e il monitor in modo che sia ben visibile, c’è un biglietto aereo pronto per essere usato.
Sorride, felice e soddisfatta di sé: figuriamoci se, dopo tutto quello che ha fatto per conoscere il suo adorato atleta, ora si fa sconfiggere dalle bizze di un allenatore esigente! E meno male che Sano non ha ancora ripreso il programma di preparazione che gli ha consigliato suo padre, altrimenti vivrebbe in una tenda accampato sul campo di atletica.
Chissà come rimarrà sorpreso: Mizuki non vede l’ora di fargli assaggiare il suo cioccolato, è stata un secolo in cucina per trovare il giusto sapore, super fondente, abbastanza amaro perché una persona che odia i dolci come il suo ragazzo possa apprezzare il pensiero.
Le viene da ridere, al ricordo di Sano che sviene per gli aromi dolciastri troppo forti che permeavano il dormitorio all’ultimo San Valentino!
Speriamo che abbocchi… Meno male che può contare su Kayashima per controllare che lui non cerchi di farle una sorpresa a sua volta, gli leggerà l’aura di continuo informandola al volo se ci saranno novità. Avrebbe chiesto a Nakatsu, ma il suo amico proprio non è capace a mantenere un segreto. Conoscendolo, riuscirebbe a confessare a Sano il suo arrivo in meno di mezza giornata.
Sarebbe davvero il colmo se entrambi partissero per fare una visita inaspettata all’altro e non si trovassero, no? Già è difficile stare così lontani dopo aver vissuto tanto tempo insieme, anche se da amici per la maggior parte del tempo, ma se si scambiassero in quel modo e finissero uno in America e l’altra in Giappone senza trovarsi… Sarebbe veramente il colmo anche per una coppia strana e particolare come loro!
Mizuki si è impegnata tanto per avere il permesso di tornare a Tokyo per qualche giorno: sta studiando duramente e si è impegnata anche con un paio di lavoretti per pagarsi il biglietto, tanto che suo padre non ha trovato argomenti per impedirle di partire. Lei ha idea che ci sia lo zampino di sua madre, che potrebbe regnare sul mondo intero se volesse, ma è meglio non approfondire e concentrarsi sul viaggio: ha voglia di tornare all’Osaka, di rivedere tutti i suoi amici e, soprattutto, di riabbracciare Sano.
Sta camminando sulle nuvole, mentre s’infila il pigiama e si prepara per la notte; perfino lavarsi i denti diventa un gesto carico di poesia e romanticismo, al pensiero del suo ragazzo, anche se da qualche parte nella sua testa una vocina molto simile a quella di Umeda la prende in giro senza risparmiarsi colpi bassi.
Prima di andare a dormire, però, il suo sguardo cade di nuovo sulla scatola arrivata quella mattina. Ok, è il caso di dire che Mizuki stava ancora sognando e ci si è inciampata, ma sono sottigliezze: che deve fare, se l’amore la porta a non fare attenzione agli oggetti che la circondano?
Non si sarebbe mai aspettata un gesto del genere da parte di Nanba, e in un certo senso non le fa tanto piacere che l’abbia messa in mezzo.
Stupida, si dice, è solo perché non aveva l’indirizzo di Julia.
Dovrebbe scrivergli per fargli sapere che il pacco è arrivato, e assicurargli che farà avere il regalo all’amica… Ma il sonno ha la meglio, e la ragazza si lascia cadere sul suo letto morbido senza resistenza. Ci penserà domani.

*

Il giorno dopo

Mizuki oggi si è alzata presto: deve studiare parecchie pagine di storia e in più l’aspettano un sacco di lavoretti domestici. Inoltre deve scrivere a Nanba, dato che ieri è crollata mezza addormentata senza riuscirci.
Ci sono tante cose che vorrebbe dirgli, in realtà, oltre a dargli la conferma dell’arrivo del pacco: quanto la abbia sorpresa il biglietto per lei che il senpai ha messo nella scatola, tanto per dire, la sua convinzione che fare un regalo a Julia non sia poi una buona idea, quanto lei può diventare cattiva pure di difendere e proteggere la sua migliore amica.
La mossa di Nanba l’ha spiazzata davvero: d’accordo, ci ha provato con l’americana quando è arrivata in Giappone per la vacanza studio, però Mizuki pensava che per quel cascamorto fosse una delle tante ragazze che è solito corteggiare, non una persona speciale.
Non l’ha mai preso sul serio, anche perché la risposta di Julia è stata talmente chiara e definitiva che nessuno, nessuno sano di mente almeno, sarebbe tornato a ronzarle intorno. Forse il senpai aveva bisogno di prendersi un pugno in faccia per cedere all’amore…
Quella volta la sua amica, sempre senza misure, ha dato il peggio di sé; è strana con i ragazzi, dopo Mark. Come darle torto, in fondo: quel mascalzone, gli è solo andata bene che Mizuki in quel periodo non fosse a casa, altrimenti avrebbe dimostrato di essere molto più manesca di Julia e gli avrebbe dato il fatto suo!
Meglio darsi alle pulizie, così da potersi poi concentrare sullo studio e alle faccende in cui Minami l’ha incastrata. È inutile, è impossibile dire di no a quello!
Così, in meno di un’ora una lavatrice di colorati è partita e gira allegramente nello stanzino del piano terra, il letto della ragazza è stato rifatto alla perfezione e la sua cameretta splende come un gioiello. Che efficienza…
Se non le andrà bene con il dog training, pensa Mizuki osservando la sua stanza, potrà sempre mettere su una ditta di pulizie. Saranno le origini giapponesi ad averle trasmesso quell’efficienza, sembra uno di quei personaggi che negli anime fanno brillare il pavimento a suon di olio di gomito!
Eppure, neanche la sua solerzia è riuscita a far sparire la scatola che le ha mandato Nanba, che è sempre sul pavimento, quasi minacciosa.
Bah, meglio togliersi questo cruccio una volta per tutte: avviserà il senpai e poi andrà da Julia a consegnarle il regalo. Ambasciator non porta pena, in fondo; forse sta esagerando, la sua amica ci farà su una bella risata, manderà al diavolo il casanova dagli occhi a mandorla e tutto tornerà come prima.
Non potrebbe succedere altro, sono una coppia così mal assortita…
Decisa ad agire, Mizuki si mette alla scrivania e apre la posta elettronica, decisa a scrivere la famigerata mail.

Ciao Minami,
Ho ricevuto il tuo pacco e, da brava versione bassina di Cupido scelta per questa consegna, penserò a recapitarlo tra un paio di giorni. Non c’è niente che possa andare a male, vero? Che so, biscotti, dolci o roba simile, perché se è così apro tutto, controllo le condizioni del regalo e nel caso vado a sostituirlo.
Io sono rimasta colpita, ma non garantisco sul risultato, anche se immagino che ormai avrai capito che con Julia c’è da essere pazienti e non farsi troppe aspettative. Tu che hai preso pure un pugno sul naso, capirai benissimo quello che voglio dirti.


Accidenti, quale sarà il modo migliore per mettere giù questa storia? Mizuki non è poi così sicura di poter raccontare certe cose a Nanba… Però è meglio che si metta il cuore in pace, in fin dei conti, così che torni a stare con le sue quindici ragazze in contemporanea e che tenti di sfuggire alle dichiarazioni di Nakao.
Può anche divagare, in fondo il senpai ha finito le superiori e ora sta frequentando l’università, con grande soddisfazione di Io-san, per quello che le hanno raccontato Sano, Nakatsu e perfino Umeda, nelle sue sporadiche mail.
«Avanti, facciamo questa cosa!» esclama tutta convinta la ragazza sollevando un pugno verso il soffitto.

Vedi, Julia non ce l’ha con te, ma con quelli come te in generale, con chi si comporta un po’ da farfallone, ecco. Non devi prendertela, è che un paio d’anni fa ha subito una brutta delusione, appena prima di partire per lo scambio scolastico e raggiungermi in Giappone. Un pessimo soggetto l’ha ferita e ora lei…
Mizuki sospira. Mah, non è che quello che ha scritto le piaccia molto, ora le sembra di impicciarsi senza motivo. Forse è meglio dedicarsi prima anche allo studio e poi darsi alle spiegazioni.
In realtà farebbe di tutto per evitare di studiare la storia, proprio è una materia che non le va giù, ma se bisogna mettersi al lavoro… Ah no, ecco, alcuni fumetti le erano sfuggiti!
Proprio in quel momento, qualcuno bussa alla porta.
«Ehi, Mickey! Che stai facendo? Tua madre mi ha fatto entrare e mi ha detto che eri al lavoro».
Ed ecco l’amica a cui sta pensando da ieri, sempre serena e allegra, con quella cascata di riccioli biondi. Una vera americana, con gli occhi chiari e la pelle abbronzata.<
Mizuki lascia cadere un paio di manga a cui stava cercando di fare posto su uno scaffale, e corre a salutarla. «Hi, Julia! Che ci fai qui?»
«Come sarebbe a dire che ci faccio qui? Mi hai invitata tu per pranzo l’altro giorno o sbaglio? Mi hai proposto cucina giapponese, cinema e giro per negozi, se non sbaglio!»
Oh accidenti, è vero… Se n’era completamente dimenticata, da distrattona qual è. «Va bene, dammi dieci minuti e sono pronta. Scusa, dovevo sistemare la camera e mi è passato di mente».
Julia sorride, per nulla sorpresa. «Me lo aspettavo: avanti, datti una mossa, io ti aspetto».
Rossa come un pomodoro, la padrona di casa annuisce, recupera dall’armadio un paio di jeans e una maglietta e s’infila in bagno. La sua amica ridacchia e si guarda intorno: due anni in Giappone, eppure quel tipetto di Mickey non è cambiata neanche un po’.
Che bello avere una persona come Julia, pensa allo stesso tempo Mizuki, sfilandosi i vestiti da casa. È ormai pronta e fa per chiamare la ragazza, quando la vede seduta al computer: oh no, solo ora si ricorda della mail che ha lasciato a metà, in vista al centro del monitor. Ecco, questo non doveva succedere.
«Julia?» chiama piano, pur sapendo che l’aspetta una bella lavata di capo.
La sua amica sta ancora leggendo, ma la giapponese può ben immaginare la sua faccia, sempre più furiosa.
«So cosa stai pensando, ma non è come pensi…» azzarda, sapendo di non essere credibile.
No, non sto mandando una mail a quel tizio che in Giappone ti ha corteggiato e che tu odi, soprattutto non una mail in cui si parla solo di te.<
«Non lo è? Allora spiegami cosa significa questo messaggio» tuona Julia voltandosi lentamente.
Incerta, Mizuki cerca le parole più giuste per discolparsi, sapendo però che le sarà molto difficile. Non può dire che lo faceva per lei, né per rifiutare l’idea di Nanba.
«Io ti ho protetta per più di un anno, sapevo benissimo che non eri in una scuola mista, ti ho tagliato io i capelli, maledizione!» la sua amica ormai sta urlando, furente. «E tu cosa fai, vai a raccontare i miei fatti personali a questo tizio che conosco a malapena e già detesto con tutto il cuore?»
Inutile provare a negare la verità, non esiste candidato più degno di Minami per entrare nella categoria dei dongiovanni: l’anno scorso ci sarebbe voluto un tir, per spostare tutti i cioccolatini che ha ricevuto, Sano minacciva di dormire nel parco su una panchina perché l’odore di dolci si spandeva per tutto il Dormitorio 2…
«Non volevo agire alle tue spalle», prova a dire la ragazza.
L’altra scosta i capelli biondi dal viso e si allontana dalla scrivania; quando si arrabbia così, non c’è niente da fare se non aspettare che le passi. Mizuki lo sa bene, eppure questa volta non ne ha il tempo. «Ah no? A me sembra tutto il contrario» replica duramente.
E, indignata, se ne va.
Well done, Mizuki.


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Capitolo 2
*** Lunedì ***


13 Febbraio Lunedì

La mattina dopo c’è scuola, e la nostra eroina pasticciona fatica ad alzarsi per via della pessima nottata che ha passato, rosa dal senso di colpa. Riuscire a sistemare le cose con la sua migliore amica è la sua priorità, a qualunque costo!
Mizuki e Julia fanno due percorsi diversi per arrivare all’istituto, quindi non si vedranno fino in classe. La giapponesina si attorciglia una ciocca di capelli intorno a un dito, nervosa. Non ha quasi chiuso occhio, questa notte, eppure il tempo in più non le è servito a trovare le giuste parole per spiegare quella mail.
Lo capisce, lei ha gradito poco le intromissioni di suo fratello e di Julia stessa, mentre era in Giappone, soprattutto perché entrambi volevano riportarla a casa senza sentire ragioni.
Però lei lo faceva a fin di bene, accidenti! A pensarci bene, Nanba alla fine è un bravo ragazzo, e un caratteraccio come quello della sua amica potrebbe anche metterlo in riga, mentre lei meriterebbe una persona forte e, pure a momenti alterni, saggio come sa essere Minami.
Se diventassero come i nonni Umeda… No, Mizuki, stai correndo troppo!
La ragazza prende l’autobus per andare a scuola e cerca di rilassarsi un po’ con le cuffie del lettore mp3. Kiss kiss fall in love canta la sua artista preferita prima di attaccare la strofa in giapponese. Sembra che il pezzo sia stato scelto per la sigla di un nuovo anime, dovrà cercarlo sui canali satellitari che riceve dalla patria.
È una canzone proprio adatta per San Valentino, però in questo momento non ha voglia di ascoltarla. Meglio cambiare e darsi a qualcosa di più arrabbiato.
Il percorso non è lunghissimo, e in breve Mizuki scende davanti all’istituto del suo liceo.
Eccola là, proprio in mezzo al cortile; finalmente avrà la possibilità di spiegarsi.
«Julia!» chiama forte alzando una mano per attirare l’attenzione della ragazza che, però, dopo averla squadrata con un’occhiata gelida fa finta di niente e prosegue per la sua strada, senza aspettarla.
Ma… Non è mai successa una cosa del genere, nemmeno nei loro peggiori litigi! Che gelo, accidenti. Tuttavia, la nostra eroina non è certo un tipo che si fa mettere sotto così facilmente, perciò ingrana la quarta – e data la sua proverbiale velocità non si può parlare di metafora – acchiappa la sua migliore amica, se ancora più chiamarla così, e prende la strada che porta sul tetto dell’edificio.
«Questo si chiama rapimento, pazza che non sei altro», strepita Julia cercando di liberarsi. «Io non voglio avere a che fare con te, mettimi giù!»
«Niente da fare, tu adesso mi ascolti e mi lasci finire le spiegazioni» replica secca la ragazza giapponese, decisa a fermarsi solo una volta arrivata in cima alle scale antincendio. Vivere due anni in un convitto maschile l’ha aiutata parecchio, si è irrobustita e ha molta più grinta.
E dire che dieci minuti fa si chiedeva cosa fare per rimediare al suo pasticcio!
«Ascoltami bene, io non ho ordito nessun piano malefico alle tue spalle» esordisce con il fiatone, stanca per la corsa con bagaglio a mano appresso. «Nanba mi ha mandato un regalo di San Valentino per te, forse per seguire la tradizione occidentale, ma forse gli è sfuggito che solo le coppie già formate si scambiano i doni».
È ben diverso in Giappone, come continua a spiegare con solerzia, dove solo le ragazze regalano il cioccolato, mentre chi lo riceve ricambia la gentilezza un mese dopo per il White Day.
Nell’assistere a una lezione sulle differenze tra le culture dei vari paesi, Julia inizia a fissare la sua amica con aria sempre più stupefatta e confusa. «E tutto questo cosa c’entra con me? E… Quel cretino giapponese con gli occhi da pesce lesso mi ha mandato un regalo? Perché?»
Ma che testa di legno, pensa Mizuki. Eppure sa essere così acuta e brillante, quando vuole!
«Avrei dovuto consegnartelo domani, perché fosse una sorpresa, ma ormai non ha senso aspettare» e nel dire questo si sfila di dosso lo zaino e ne estrae un pacchetto avvolto in carta tutta decorata a cuori; nel passarglielo, sorride mestamente. «Non stavo sparlando di te, volevo solo dire al senpai di non farsi troppe illusioni».
Ora la biondissima americana è sicura di avere di fronte la sua amica: chissà come fa a essere sempre in mezzo a situazioni del genere, riesce a ficcarsi nei problemi più folli e complessi che lei abbia mai visto!
«Mi dimentico sempre che anche lui è tuo amico, per quanto mi suoni assurdo» ammette l’altra lasciandosi sfuggire un sorriso. «Avanti, vediamo che c’è qui dentro…»
E dopo aver preso con molta attenzione il pacchetto, Julia comincia a scartarlo febbrilmente, quasi spaventata. Se è solo uno stupido scherzo, promette a se stessa, correrà in Giappone sul primo volo per far scontare a quel dongiovanni la giusta vendetta, lo giura sul suo onore.
Anche Mizuki è curiosa da morire, la notte tra sabato e domenica non ha quasi dormito per la voglia di scoprire cosa c’era nel pacco!
È una bambola vestita da ballerina, con tutu e scarpette da punta, e assomiglia a Julia in modo impressionante. «Che carina… Oh, c’è anche un biglietto».

Rio mi ha detto che hai studiato danza classica per molti anni, così quando l’ho vista ho pensato a te, anche se non credevo che le ballerine dovessero anche imparare a fare a pugni come i maschiacci!
Be my Valentine
Minami


«Ha perfino chiesto a Rio un’idea per farti un regalo? Accidenti» commenta Mizuki, colpita, «non c’è nessuno che può battere una zia così giovane per un’occasione del genere!»
La parentela tra la più giovane dei fratelli Umeda e il casanova conoscenza fa sempre ridere come matte le due amiche, che sembrano aver già dimenticato il problema tra loro. Povera Rio, non solo Nanba è più alto di lei – cosa anche accettabile – ma, pur essendo suo nipote, è più vecchio. E poi come si comporta… Poverina, la imbarazza da morire.
«Uhm, avrei preferito un brillante, a questo punto, ma è davvero un pensiero carino» ammette Julia con sufficienza prima di infilare bambola, biglietto e addirittura la carta strappata dentro il suo zaino.
«Allora, mi hai perdonata?» indaga la sua amica, preoccupata.
«E come si fa a rimanere arrabbiati quando fai quel tuo musetto triste?» ribatte lei, ridendo. «Dobbiamo andare in classe, è tardi, ma… Ho un piano».
E bisbiglia nell’orecchio di Mizuki l’idea che le è appena venuta in mente, scommettendo che neanche quella faccia tosta di Nanba potrebbe prevedere la sua prossima mossa.

*

Ancora Lunedì

Le ultime due ore la loro classe ha lezione di cucina, neanche a dirlo, con il corso di economia domestica. Un’ottima occasione per rifare il cioccolato senza attirare l’ira materna, che il sabato non ha gradito molto lo stato in cui le ha lasciato credenza, piano cottura, forno, acquaio e qualunque oggetto abbia usato per preparare i suoi dolcetti.
Già, l’altro giorno le è venuto un colpo, povera donna, eppure non le sembrava di aver fatto tanti danni! In fondo avrebbe ripulito tutto, come poi ha fatto… Che miscredenza.
«Cosa prepari, Mizuki?»
Allora è davvero passata: non le farebbe una domanda del genere, se fosse ancora arrabbiata, ed è meglio così. «Voglio provare a migliorare il mio cioccolato, forse ancora non è il sapore giusto» spiega indicando i frutti arancioni sul suo tavolo di lavoro. «Mia madre mi ha consigliato le scorzette d’arancia, che con il fondente dovrebbero stare benissimo».
Julia osserva con più attenzione gli ingredienti che la ragazza ha portato da casa per dedicarsi alla sua ricetta. In teoria dovrebbero preparare tutti lo stesso piatto, ma quando l’ora di cucina è doppia volendo si può provare a sperimentare, facendo sempre attenzione a non combinare danni. «Quel dolce è per Sano, vero?» domanda all’improvviso prendendo l’altra di sprovvista.
Sorpresa dall’acume dell’amica, Mizuki annuisce arrossendo un poco. «Sì, in Giappone si usa regalare cioccolato per San Valentino al proprio ragazzo, anche se il mio sembra allergico ai dolci. Questo però dovrebbe piacergli, almeno spero».
Il suo ottimismo provoca una risatina alla bionda, che poi rabbrividisce al pensiero di cosa hanno combinato una volta per preparare una torta di compleanno per Shizuki. Possono solo ringraziare se non è esplosa la cucina, visto come era settato il forno per la cottura!
«Certo che… Ha un coraggio, questo tipo! Insomma, non ha paura dei tuoi risultati ai fornelli?»
Sciocchezze, sbuffa Mizuki. «Gli ho già anche regalato delle fette di limone al miele e gli sono piaciute molto».
Le ha apprezzate nonostante fossero cadute a terra, tra l’altro, ma questo è meglio non specificarlo. La sua fama di cuoca è già pessima senza dettagli tanto imbarazzanti.
«Se lo dici tu… Allora non ha capito che vuoi fargli una sorpresa?»
«Sembra di no» sorride soddisfatta, soprattutto al pensiero della faccia che farà il suo ragazzo.
Dal fornello a destra Julia ridacchia, mentre mescola i suoi ingredienti in una ciotola. «Ma è più che possibile che Sano in realtà abbiamo indovinato e ti regga il gioco per farti piacere» commenta dando un buffetto all’amica. «Lo ha già fatto su cose ben più importanti, perciò non me ne stupirei».
Jenny e Mina, loro compagne di classe, hanno ascoltato tutta la conversazione e ora sospirano estasiate: ormai conoscono nei minimi dettagli la pazzia di Mizuki da parecchio tempo e trovano incredibile tutta la storia. Ah, cosa si è disposti a fare per amore…
«È un vero gentiluomo, questo Sano» esclama Mina all’improvviso, facendo sobbalzare entrambe le cospiratrici, mentre anche l’altra arriva a rincarare la dose. «È vero, insomma: non è da tutti conoscere un segreto come il tuo e aiutarti a proteggerlo per così tanto tempo!»
Mizuki fa per dire che anche Nakatsu l’ha protetta, per non parlare di Kayashima che aveva scoperto la verità fin dal primo giorno semplicemente leggendole l’aura, e anche Umeda ha fatto la sua parte, ma si zittisce; quando Sano l’ha scoperta, ancora non la conosceva, non sapeva nulla di lei e tuttavia non l’ha smascherata. Solo per aiutarla a rimanere dove voleva, al fianco del suo idolo. E poi, quella strana amicizia è diventata qualcos’altro, e lui ancora l’ha aiutata a mantenere il segreto per averla tutta per sé.
Beh, viste così le cose prendono tutt’altra piega: è vero, il suo ragazzo è un gentiluomo.
«Hai ragione, Sano… È Sano, per lui è normale comportarsi così».
«Mizuki, lascia perdere l’arancia: ho un’altra idea» esclama d’un tratto Julia, scostandola dal tavolo di lavoro.
L’interessata rimane perplessa e, in un certo senso, un pochino offesa: d’accordo, è palese che non sia un asso ai fornelli, ma impedirle pure di provare a migliorarsi le sembra davvero troppo! «Ma che fai? Guarda che non vale se li prepari tu» prova a protestare, senza risultati.
«Perché? L’anno scorso glieli hai comprati in un negozio specializzato in regali di San Valentino, se non sbaglio» le ricorda l’amica, zittendola senza difficoltà. «Ascolta, perché non gli prepari un dolce che gli ricordi di più la tua personalità? Sono sicura che apprezzerà l’idea… E poi faresti il cioccolato più amaro e gustoso che io abbia mai assaggiato».
Julia agita davanti al naso dell’altra una scatolina trasparente, in un cui è conservata una polverina rossastra.
«Cioccolato… Al peperoncino?» tenta di indovinare Mizuki, poco convinta.
«That’s it!» risponde la ragazza bionda scombinando i capelli dell’amica. «Adesso controlliamo la ricetta su internet, così da non sbagliare le dosi, e poi ti aiuto. Vedrai che gli piacerà un sacco».



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Capitolo 3
*** Martedì ***


14 Febbraio
Martedì
San Valentino


Anche quest’anno, il Giappone si sta preparando a una splendida primavera: certo, è ancora presto per ammirare i grandi ciliegi in fiore nelle aree verdi di Tokyo, eppure il clima mite sembra già preannunciare una stagione meravigliosa.
Festa degli innamorati o no, oggi è pur sempre giorno di lezioni, e un gruppetto di studenti dell’Osaka High sta tornando dalla scuola verso il dormitorio due per pranzare. Sono tutti dell’ultimo anno, e presto si diplomeranno per cominciare poi l’università… Tra loro anche il responsabile del dormitorio stesso e campione nazionale di salto in alto, Sano Izumi.
«Ed eccoci qua, è già San Valentino anche quest’anno» brontola uno dei ragazzi, calciando lontano un sasso con aria piuttosto seccata.
«Tu di che ti lamenti? Almeno hai una fidanzata, Sekime, e lei di certo non ti lascerà senza cioccolato» lo riprende subito il suo migliore amico, ancora più scocciato.
L’interpellato arrossisce vistosamente: ancora li suona strano chiamare Rie la sua ragazza, sebbene si frequentino da più di un anno. «Non mi piace aspettarmi in questo modo un regalo da parte sua, preferisco le piccole sorprese inaspettate, fatte solo perché se ne ha voglia, di questa festa».
Quanto è cambiato, lo scorso San Valentino non faceva che lamentarsi perché ancora una volta non avrebbe ricevuto niente!
Noe, infatti, lo prende subito per un orecchio: «Accidenti, ora esageri! Ti sembra giusto nei confronti miei, di Nakatsu e di Kayashima, che anche quest’anno probabilmente rimarremo senza cioccolatini?»
I due compagni di stanza, sentendosi chiamare in causa, si guardano a vicenda con aria attonita pensando a quanto la stia sparando grossa l’altro: in fondo, il ragazzo dai poteri paranormali è molto famoso tra le ragazze del St. Blossom, mentre Shuichi ha acquisito una notevole popolarità da quando è il capitano della squadra di calcio del loro istituto, perciò entrambi si aspettano di ricevere parecchi dolcetti in questa giornata speciale.
Ma Noe non ha certo intenzione di fermarsi qui: «Come se non bastasse, non pensi a Sano, al povero Izumi che non potrà festeggiare con Mizuki il loro primo San Valentino da fidanzati? Pensa a come deve essere triste, lui che non potrà assaggiare il cioccolato preparato dalla sua dolce metà!».
Il povero, povero Sano si guarda attorno cercando una via di fuga: lui è patologicamente intollerante ai dolci, gli è quasi impossibile trovarne uno che sia di suo gradimento… Gli piacerebbe molto passare la giornata con la sua ragazza, certo, ma dubita lo stesso che Mizuki gli porterebbe un pacchetto di cioccolatini anche quest’anno. E poi non gli va di sentirsi chiamare in causa in quel modo, non è mica disperato come i suoi amici, lui!
«Sempre i soliti fracassoni», borbotta Nakao dando una spallata a Noe. «Possibile che ogni anno dobbiate ripetere la stessa manfrina? Se nessuna innamorata ti regala i cioccolatini, è colpa tua che hai perso un altro anno invece che trovarti una ragazza. Perché non hai fatto come Sekime?»
Carino ma insopportabile, nemmeno Nakao è cambiato di una virgola. L’Osaka Idol si aggiusta i capelli e sorride come un angelo, ma è subito pronto a sparare uno dei suoi commenti acidissimi. Gli altri sospirano e fanno finta di niente, sanno benissimo perché è così di cattivo umore: quest’anno far avere i cioccolatini a Nanba sarà molto più difficile, visto che il ragazzo ormai frequenta l’università e vive in un’altra parte della capitale.
Da quel che ne sanno i suoi amici, Minami non è molto entusiasta di proseguire gli studi, ma per una volta ha accontentato sua madre, forse mosso più dalla paura di ciò che avrebbe fatto quella strega se non avesse ubbidito che da altro.
Stanco del compagno di classe e delle sue pantomime, Nakatsu si stiracchia: la giornata è stata lunga, e lui non vede l’ora di sedersi, mangiare, poi allenarsi fino allo sfinimento e andare a letto. Non gli è mai piaciuto granché il giorno di San Valentino, anche se non direbbe mai di no a un buon cioccolatino.
Qualcosa, però, cattura la sua attenzione. «Ehm, Nakao, non credo che dovrai fare tanta strada per raggiungere il tuo amato».
Tutti i ragazzi si voltano per vedere di cosa sta parlando, tutti ovviamente tranne il diretto interessato, che continua ad atteggiarsi come un attore in una scena drammatica. «E tu come fai a saperlo, eh? Sei forse un sensitivo?»
Tralasciando Kayashima, che si sente un pochino – come dire, messo da parte? – i compagni costringono l’Idolo a voltarsi e a mettere a fuoco il giovane che si trova davanti a loro: «No», rispondono tutti con un’espressione in faccia che è tutta un programma, «è proprio laggiù, sta corteggiando due ragazze contemporaneamente».
Sconvolto, Nakao crolla a terra prima di lanciarsi all’attacco, combattuto tra la voglia di abbracciare il suo senpai e l’istinto omicida per liberarsi della concorrenza.
«C’è da ammirare la sua costanza, un altro avrebbe già mollato da un pezzo» commenta Sekime aggiustandosi gli occhiali sul naso.
«Forse dovresti chiedere a Rie di trovargli una ragazza», osserva Noe con aria funerea, «ma non l’hai mai fatto per me, il tuo migliore amico!»
Il suo compagno di stanza cerca di allontanarsi, imbarazzato. «Scherzi? Mi vergogno, il Cupido proprio non è il mio ruolo».
E in giro di mezzo minuto scoppia una litigata tra i due, mentre gli altri assistono senza battere ciglio. Ci sono abituati, ormai, e sanno che non c’è niente a fare.
Nakatsu incrocia le braccia dietro alla testa, annoiato, e comincia a guardarsi intorno: come mai Sano ha l’aria così distratta? «A cosa stai pensando?» domanda incuriosito?
Da quando Mizuki è partita, loro due si sono avvicinati molto, dopo aver finalmente sepolto la loro rivalità in amore. La piccola Ashiya è sempre stata cotta solo del saltatore, perciò non aveva senso continuare a guardarsi in cagnesco. L’assenza della loro amica si è sentita parecchio negli ultimi mesi…
Izumi non risponde subito, troppo preso a osservare il pessimo spettacolo messo in scena da Nakao: il bel faccino, infatti, dopo aver corso per raggiungere Nanba e le sue amiche si è bloccato a metà strada e poi è scattato ad abbracciare una delle sconosciute, riuscendo allo stesso tempo a mandare baci al suo adorato senpai e, cosa ancora più incredibile, a litigare con la seconda delle sue accompagnatrici, una ragazza bionda che sembra a sua volta piuttosto scocciata.
Un momento, bionda? Allora, l’altra…
«Sano!» grida proprio lei, quella che ha attirato la sua attenzione, boccheggiante per la forte presa di Nakao.
Non può essere, pensa mentre si mette a correre a sua volta. Non può crederci, ma se quella cascata di ricci dorati appartiene a chi pensa, allora l’uccellino dai capelli castani così lunghi dev’essere lei per forza! Ma come diavolo le sarà venuta in mente una pazzia del genere?
«Ma… che ci fai qui?»
Bel modo di salutare la fidanzata che non vedi da quasi un anno, sì sì. Che tatto, Sano, complimenti!
«Oggi è San Valentino, no? E visto che Maometto non va alla montagna…»
E sorride con quell’aria ottimista che solo lei può avere: Sano sospira, non sapendo se essere felice o farle la predica. Avrebbe dovuto aspettarselo, Mizuki non ha fatto una piega quando le ha comunicato che la sua prima gita in California doveva essere rimandata!
«E ti ho preparato i cioccolatini, ovviamente: scommetto che questi ti piaceranno anche più di quelli dell’anno scorso».
Almeno, la ragazza ci spera, altrimenti ucciderà Julia per averla convinta ad aggiungere il peperoncino.
Sano sorride, e ne assaggia uno. «Piccante… Cosa ci hai messo?»
La sua fidanzata gli spiega la ricetta, preoccupata: che faccia sta facendo? Lo sapeva, è stata una pessima idea.
Ma Izumi, imprevedibile come al solito, l’abbraccia e posa la testa sulla sua spalla. «Sono ottimi, il cioccolato migliore che abbia mai mangiato».
«Davvero?»
«Certo che sì, è buonissimo e per niente dolce; però non vale, ti avevo promesso che al prossimo incontro sarei venuto io da te».
Contentissima, Mizuki sorride, ricambiando l’abbraccio. «Questa gita non conta, perciò fai in modo di spuntare a Berkeley il prima possibile».
«Contaci».
Dietro al giovane, Julia fa il gesto della vittoria con la mano e sorride: è andata bene, per fortuna!
«Ehi, ma… Mizuki!»
Anche gli altri hanno capito cosa sta succedendo e si sono avvicinati al gruppetto, contenti di vedere la loro amica.
«Che ci fai qui?»
«Ma che sorpresa!»
«Sano, tu lo sapevi e non hai detto niente?»
Una raffica di commenti, domande e altre espressioni di giubilo sommergono la ragazza, che sorride imbarazzata. Non è certo l’incontro romantico che ogni persona si aspetterebbe, ma all’Osaka non ci si poteva aspettare di più.
E poi, guardare Noe e Sekime che si strozzano con i suoi cioccolatini al peperoncino è uno spettacolo impagabile.
 

*

Ancora Martedì


Mentre Nakatsu, Sekime e gli altri si radunano intorno a Mizuki, sorpresi quasi quanto Sano dalla sua apparizione – tranne Kayashima, che se la ride sotto i baffi e sotto il suo aspetto imperturbabile – due persone si allontanano un poco dalla compagnia approfittando che anche Nakao si è commosso fino alle lacrime per la felicità.
È l’occasione giusta per allontanarsi un po’, così da poter parlare senza troppi spettatori intorno.
«Allora il mio regalo ha fatto colpo» commenta di sottecchi Nanba, tutto contento.
Julia scrolla le spalle, cercando di apparire il più indifferente possibile; piuttosto che dare una soddisfazione a quello lì morirebbe anche all’istante, dannato presuntuoso…
«Ringrazia Mizuki e la sua capacità di convincere il mondo a fare quello che vuole: con quella sua espressione da cucciolo bastonato potrebbe conquistare l’intero universo, e poi si lamenta dei poteri oscuri di sua madre!»
Uh, genitrici con capacità paranormali: Minami potrebbe scrivere un libro sull’argomento, visto il soggetto che l’ha dato alla luce. Ancora deve trovare il modo di dirle che ha intenzione di ritirarsi dall’università alla fine dell’anno accademico, quindi tra un paio di settimane, per darsi alla moda; quel fotografo amico di suo zio, Akiha, gli ha offerto un lavoro come modello, e l’occasione è troppo ghiotta perché se la lasci scappare.
Ma non è il momento giusto per pensarci, adesso: Julia, la bellissima Julia amica di Ashiya è finalmente qui per lui, deve approfittarne a tutti i costi.
È una ragazza strana, ma d’altronde sarebbe sciocco credere che quella testolina matta di Mizuki conosca persone vagamente normali… E poi è unica, nessun’altra avrebbe mai osato colpirlo con un pugno!
«Quello che importa è che tu sia qui… Non pensavo che sarei riuscito a combinare tanto solo con una bambola!» ammette sorridendo apertamente il ragazzo. «Chissà che cosa avrei ottenuto se ti avessi mandato un gioiello».
Julia sogghigna, prima di prenderlo per un orecchio: «Non immaginarti chissà che, non mi faccio mica comprare così poco, Minami» risponde con aria diabolica, tanto che a lui corre un brivido di terrore lungo la schiena. «Comunque, come vuole la vostra tradizione anche io ti ho portato un regalino».
Ecco i suoi cioccolatini, piccoli dolcetti di due colori diversi.
«Ti va bene che le mie capacità culinarie ben superiori di quelle di Mizuki, direi» commenta l’americana senza dare il tempo all’altro di parlare. «Allora, quelli tondi sono al latte, dolci come la melassa che spargi intorno a te quando apri bocca, mentre gli altri scuri e squadrati rappresentano me, amari e speziati».
Colto di sorpresa, Minami sorride: fa tanto la sostenuta, eppure si è data da fare per preparargli un regalo originale. Che dolce…
«Scommetto che mangiati insieme sono la fine del mondo» azzarda prendendo il sacchettino trasparente che gli sta passando la ragazza.
Fa spallucce, Julia, cercando di apparire poco interessata. Meglio che questo tizio non sappia che ha praticamente costretto Mizuki a precipitarsi all’agenzia di viaggi più vicina alla loro scuola per trovare un altro biglietto per il Giappone, così da volare insieme. Poi sono tornate a casa Ashiya, così da scrivere a Nanba perché si facesse trovare nei pressi dell’Osaka High e fargli una sorpresa. «Non lo so, prova: hai la bocca abbastanza larga per metterci dentro due dolcetti in un colpo solo, in fondo».
Tanto per mettere in chiaro che ha attraversato il Pacifico per vederlo, ma che non ha intenzione di arrendersi tanto facilmente: alla fine ha permesso alla sua amica di raccontare al ragazzo la storia di Mark, che non ha neanche aspettato che partisse per lo scambio scolastico per tradirla, visto che Mizuki le ha rivelato la storia della tutor di cui si era innamorato lui, e vuole mettere in chiaro che non è una facile. Sarà una storia complicata, certo, più simile a una battaglia all’ultimo colpo che a un rapporto amoroso, ma conoscendosi nessuno dei due si accontenterebbe di meno.
L’idea di mangiare i cioccolatini insieme non è male, ma non è certo quello che lui ha in mente, furbo com’è…
«Ho un piano migliore» commenta piano, prima di avvicinare un cioccolatino scuro alle labbra della ragazza. Julia lo fissa, poco convinta, ma prende il dolcetto con la punta delle dita e lo mangia: prima di farsi imboccare dovrà passare del tempo, oh sì. Nanba, allo stesso tempo, assaggia uno dei bonbon al latte.
E ora? Lei è curiosa di vedere fin dove l’altro si spingerà, dopo tutto, e rimane immobile quando Minami l’abbraccia. «Dimmi un po’, il tuo è buono?»
«Naturale, li ho preparati io» risponde la ragazza, con un sorriso strafottente.
Che testarda! Ma non sa ancora con chi ha a che fare: «Fammi assaggiare, allora» propone avvicinandosi ancora di più.
Al sentire le labbra di lui sulle proprie, la prima reazione che ha Julia è di tirargli un altro gancio destro degno di un pugile professionista, eppure il suo cervello in mezzo secondo si scioglie, conquistato. In fondo, quel dannato dongiovanni bacia proprio bene…
Quando si staccano per riprendere fiato, lei sorride. «Dovevo aspettarmi che non avresti perso tempo, maniaco» commenta piano, senza fretta di separarsi dal suo abbraccio.
Nanba ridacchia, soddisfatto; in realtà era pronto a una reazione molto più violenta, ma gli è andata bene. «Però avevo ragione, i due gusti si fondono proprio bene. Dovrò impegnarmi un sacco per farti un regalo all’altezza, in occasione del White Day».
Julia vorrebbe aggiungere che non vuole altri regali, che le basta la bambola e che, in fondo, non poteva chiedere miglior ringraziamento di quel bacio, ma un urlo al limite del muro del suono l’anticipa.
«Tu, maledetta strega americana, come hai osato baciare il mio senpai?» tuona Nakao tuffandosi tra i due come una forza della natura. «Togligli subito le mani di dosso!»
Ecco, ovviamente cinque minuti di romanticismo sono un lusso esagerato, nel modo folle dell’Osaka High.
Tutto il gruppetto si avvicina, incuriosito da quello che sta succedendo, e anche Mizuki ridacchia divertita. Vatti a fidare delle amiche…
«Veramente è lui che mi ha baciato, idiota» risponde a tono la ragazza americana, pronta a esplodere. Non era psicologicamente preparata ad affrontare tutta la compagnia, deve ammetterlo.
L’Osaka Idol sta friggendo, furioso per le due parole che ha sentito pronunciate da Minami: White Day. A lui non ha mai risposto con un regalo per ringraziarlo dei suoi cioccolatini di San Valentino, dannazione!
Forse per stemperare la situazione, Nakatsu scoppia a ridere. «Avanti, Nakao, poteva andarti peggio: ad esempio, Nanba poteva essere vittima del nostro Baciomane, di nuovo».
Sentendosi chiamare in causa, Sano comincia a guardarsi intorno, imbarazzato, mentre tutti gli altri sospirano profondamente.
Julia fissa tutto il gruppo, senza capire: «La storia del Baciomane non la conosco, ma sono sicura che Mizuki mi racconterà tutto in aereo, se non altro per far passare il tempo. Non è vero, cara amica mia
Prima ancora della diretta interessata, è Nanba a rabbrividire ancora, soprattutto per il sottile sospetto che la ragazza, orrore, e sua madre, doppio orrore, andranno molto d’accordo.
«Per quanto vi fermate?» domanda Nakatsu, sempre sorridente. Julia ancora non gli ha dato della scimmia, e poi ora che non la crede più una sua avversaria nella lotta per conquistare Mizuki non ha motivi per non volerla lì.
Purtroppo, le due ospiti sospirano. «Stasera sul tardi, purtroppo non abbiamo trovato altri voli disponibili per il rientro».
Accidenti, così poco? I ragazzi speravano di poter godere di più della loro compagnia!
Nanba mette un braccio intorno alle spalle di quella che ormai può considerare la sua ragazza. «Allora insisto per farti vedere Tokyo: non ti preoccupare, Mizuki, la riaccompagno io in aeroporto».
E prima che gli altri possano replicare, i due si voltano e cominciano a camminare. Sono proprio buffi, pensa Mizuki al braccio di Sano: basta guardarli per un attimo e Julia spinge via Minami, urlandogli di non starle appiccicato.
«Ah, e non pensare di potermi convincere ad andare in quel quartiere di alberghi per amanti, so che Tokyo vanta una meraviglia del genere!»
Tutto il gruppo di amici scoppia a ridere nel vedere Minami crollare a terra, completamente preso alla sprovvista, e rialzarsi lentamente assicurando alla ragazza che non era affatto nelle sue intenzioni.
Tutto il gruppo, ovviamente, tranne Nakao, che ha preso molto male la novità. Accidenti, dev’essere un brutto colpo per lui, poverino.
«Va tutto bene, Senri?» domanda Mizuki, preoccupata.
Sentendosi chiamare, lo studente più carino drizza le spalle e sorride. «Oh sì, certo che sì!» mente cercando di apparire il più normale possibile.
Dalle espressioni dei suoi amici, però, è facile capire che il bluff non ha avuto buon esito. «Beh… In fondo che il senpai preferisce le ragazze l’ho sempre saputo, e poi una come Julia non è male per lui. Se non altro il mio Nanba si pentirà di non aver scelto un tipo dolce e tenero come il sottoscritto, stando con una pazza del genere!»
Che faccia di bronzo, pensano tutti un attimo prima di lasciarsi cadere a terra.
«Bene, ora che la strega e il casanova se ne sono andati è ora di festeggiare» esclama Nakatsu tenendo un pugno in alto, verso il cielo. «Okonomiyaki per tutti, offre Sano!»
E mentre il suo ragazzo comincia a discutere sul perché debba pagare per l’intera compagnia, Mizuki si rilassa e sorride più apertamente. È bello essere a casa.

 



Ecco, anche questa storiella è finita... Ma non me la commenta proprio nessuno nessuno? Non pensavo fosse tanto male... Grazie a chi l'ha letta, comunque, e a chi l'ha messa nei propri preferiti!
Rowi

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