Il Dōjutsu supremo

di Big_Boss_90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scompiglio a Konoha ***
Capitolo 2: *** Storie del passato ***
Capitolo 3: *** Un potere immenso ***
Capitolo 4: *** Lavoro di squadra ***
Capitolo 5: *** Scontro in famiglia ***
Capitolo 6: *** 1 contro 1(00)? ***
Capitolo 7: *** Il dōjutsu definitivo ***
Capitolo 8: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 9: *** Attacco congiunto ***
Capitolo 10: *** Un sogno da portare avanti ***



Capitolo 1
*** Scompiglio a Konoha ***


Era tempo di pace a Konoha, e Naruto poteva quindi dedicarsi al prossimo passo per diventare Hokage: l’esame di selezione dei Chūnin!

Non senza difficoltà, le prime due prove erano state superate, ed era tempo di effettuare la terza prova, nell’arena. Naruto era pieno d’adrenalina, desideroso di cimentarsi contro i suoi avversari e dimostrare il suo valore. Tutti i suoi amici sugli spalti erano dalla sua parte, e il maestro Kakashi era molto fiducioso nelle capacità del suo allievo, per il quale non vedeva ostacoli verso la strada per diventare Hokage.

Il primo avversario di Naruto era un giovane misterioso: il suo nome era Seihin Kashimaru1. Non aveva mai dato nell’occhio, ma ora un’aura oscura emergeva da lui, come se fino ad allora avesse nascosto la sua vera natura… Al via dell’incontro, Kashimaru iniziò a ridere.

«Cos’hai da ridere? Non me la racconti giusta… Avanti, parla!», disse Naruto preso da dubbi e preoccupazioni…

«Sono felice, – disse Kashimaru – perché adesso potrò vendicare tutti i torti che ho subito in questi lunghi anni!!!» Nel dire ciò, sfoderò la sua spada, puntandola verso la sezione degli spalti dove risiedeva il clan Hyūga. Il pubblico, attonito, non sapeva il perché di quel gesto; Naruto l’avrebbe scoperto presto…

«Ehi, non farti strane idee! Il tuo avversario sono io!!», sbraitò Naruto.

«Tu? Ma non farmi ridere. Non saresti capace nemmeno di farmi un graffio…» Nel dire questo, Kashimaru fissò Naruto, intrappolandolo in un genjutsu2. Il tempo di liberarsi, e Naruto vide Kashimaru gettarsi tra gli Hyūga, con un ghigno sinistro, non curante del pericolo che correva.

O almeno questo pensava Naruto: Kashimaru attaccava i suoi nemici a colpi di Jūken, dimostrandosi in alcuni casi più abile degli esponenti del clan. Accerchiato dagli Hyūga, Kashimaru afferrò la sua spada, pronto a sguainarla, mentre emetteva un’incredibile quantità di chakra. Quando una voce dal nulla…

«Fuuton: Kuukika no jutsu!!3»

Un vortice travolse Kashimaru, e mentre costui lottava contro la tecnica una misteriosa figura afferrò Neji e Hinata, che erano andati in soccorso dei loro familiari.

«Ma che cosa…!?», esclamò Hinata, sorpresa.

«Le spiegazioni a dopo», fu la secca risposta.

Al suo inseguimento si lanciarono Naruto, quindi Sakura e Rock Lee, e di conseguenza anche il maestro Kakashi, mentre Kashimaru esclamava: «Allora sei tu…»

Naruto stava per lanciarsi all’attacco della misteriosa figura, ma Kakashi lo fermò subito, dicendogli che non era il caso, perché quella persona era dalla loro parte…



[1] Il cognome, Seihin (in kanji 清貧), vuol dire "Povertà onorabile", mentre il nome, Kashimaru (in kanji 果始丸), vuol dire "Inizio della fine" (“maru”, 丸, è un suffisso usato con i nomi maschili, p.es. Shikamaru).

[2] Genjutsu, 幻術, è il termine che indica le arti illusorie. Le arti marziali si indicano con  Taijutsu, 体術, mentre quelle magiche con Ninjutsu, 忍術.

[3] “風遁: 空気渦の術”: “Arte del vento, tecnica del vortice d’aria”.

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Capitolo 2
*** Storie del passato ***


Giunti in una pianura, Naruto pretese vigorosamente una spiegazione, e il misterioso ninja, togliendosi la benda che gli copriva integralmente il volto, si presentò come Seihin Yūran1. La bellissima ragazza si rivelò essere la sorella di Kashimaru, per la sorpresa di tutti.

«Perché tuo fratello ci ha attaccato?», chiese Hinata.

«Perché? Beh, è un proposito di vendetta che risale a tanto tempo fa, prima che voi nasceste… Seihin non è il nostro vero cognome, ma l’ha scelto nostra madre. Se avessimo voluto adottare quello di uno dei nostro genitori, sarebbe dovuto essere Hyūga, o meglio Uchiha.»

«COSA!?!?!» La notizia aveva preso tutti di sorpresa. «È impossibile!»

«Ebbene si… Questo è uno dei tanti oscuri segreti di Konoha».

«Allora saresti parente loro e di Sasuke? Ma dai, non farci ridere…», replicò il solito Naruto.

«Non è detto, Naruto, – lo interruppe il maestro Kakashi – che sia una menzogna. Conosco nelle linee generali questa storia, quindi, Yūran-san, gradirei che ci informassi dei dettagli.»

«Certamente, Kakashi-san. 20 anni fa, una Hyūga ebbe una relazione segreta con un Uchiha. A causa di questa relazione, quella donna venne bandita dal villaggio, e con lei i due figli di cui era in attesa. Io e mio fratello siamo cresciuti nell’ombra e nel disprezzo, isolati dal villaggio per via di una colpa che non era nostra. Nostra madre ci ha cresciuti e ci ha insegnato tutto quello che sappiamo, ma ora mio fratello vuole usare queste sue capacità per vendicarsi del clan che ci ha costretti a questa vita!»

«Non abbiamo tempo da perdere, allora! Dobbiamo tornare subito indietro!!». Naruto era pronto per scattare, ma fu prontamente fermato da Yūran: «Fermati, non c’è bisogno, lui sta già venendo qui.»

«Cosa? Perché?»

«Perché gli piacciono le sfide, e vuole combattere solo contro i più forti, quelli che possono farlo divertire di più.»

«Avrà pane per i suoi denti, allora!»

Neanche il tempo di terminare quella frase, e Kashimaru balzò fuori dalla foresta, esclamando: «Eccovi qua, vi ho trovati!!!» Tutti erano schierati, pronti ad affrontarlo.

«Sorellina, ma che bel posto che hai scelto per il nostro combattimento!» Kashimaru si guardò intorno: un’ampia radura circondata da alberi. Sembrava quasi un anfiteatro naturale, perfetto per il loro scontro.

«Qui non possiamo ferire nessuno.»

«Mi ha sempre disgustato quel tuo atteggiamento: preoccuparsi sempre per gli altri, e mai per se stessi. Questo ti rende debole!!»

«Ma che dici!? Voler proteggere gli altri rende solo più forti!», sbraitò Naruto in preda allo sdegno.

«Fai silenzio, nessuno qui ti ha permesso di parlare.»

«Che cosa!! Io ti…»

«Naruto, calmati, non è il caso di essere avventati contro questo qui», disse Sakura per fermare il compagno.

«Vediamo un po’… Abbiamo il famoso Sharingan Kakashi… Uno che non si vergogna a girare con quell’orrenda tutina verde addosso… Una kunoichi2 dalla fronte spaziosa… Un pivello buono solo a parole… E infine ben due membri del clan Hyūga… Si prospetta un pomeriggio interessante… Avanti!! Sotto a chi tocca!»

Naruto non ci vedeva più dalla rabbia: «Come si è permesso di chiamarmi “pivello”!? Me, il futuro Hokage! Adesso gli faccio vedere io…»

«Fermo, Naruto, vado io.», disse Neji, bloccando con la mano l’amico.

«Eh, Neji? Perché vuoi andare tu?»

«L’ho visto combattere, prima. Riesce ad usare il Jūken con una maestria non indifferente, ma non capisco come. Non ho percepito nessuna abilità innata in lui…»

«Ahahahahaha!!!» Neji fu interrotto sa una fragorosa risata. «Non mi serve un’abilità così scarsa come quella per la quale voi Hyūga vi vantate tanto, bello mio. Quella che ho basta e avanza.»

«Che cosa? Tu hai un’abilità innata!?»

«Certo! Cosa credevi, che avere sangue Hyūga ed Uchiha non avrebbe portato a niente? Ammira, mio caro, ammira la potenza del dōjutsu3 perfetto… Lo Shūgyōgan4!!!»



[1] Yūran, 悠嵐, vuol dire "Tempesta gentile”.

[2] Kunoichi, くノ一, è il termine con cui si indica un ninja donna.

[3] Il dōjutsu, 瞳術, è una Kekkei Genkai (血継限界, "Abilità innata") che fa uso degli occhi.

[4] Shūgyōgan, 修業眼, vuol dire “Occhio della conoscenza”.

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Capitolo 3
*** Un potere immenso ***


Tutti rimasero attoniti, scrutati dal quel sinistro paio di occhi… Kashimaru era divertito nell’osservare lo stupore dei suoi avversari, e già pregustava i momenti nei quali avrebbe usato le sue capacità per annientarli. Neji osservò il suo avversario con il suo Byakugan…

«È incredibile… A parte la concentrazione di chakra negli occhi, il resto del corpo ne contiene una quantità minima, quella che ti aspetteresti da chi non è stato addestrato alle arti ninja… come avrà fatto a imparare a controllare così il suo sistema circolatorio?», pensò.

«So cosa stai pensando, bello.» Kashimaru sorprese Neji con la sua risposta. «Sai, avendo vissuto nell’ombra fino ad ora, nascondere la nostra potenza e le nostre capacità era l’unica cosa che potevamo fare. Per di più, in questo modo è possibile usare solo il minimo chakra indispensabile, permettendo una maggiore resistenza. Dovresti vedere quanto questa tecnica sia utile nei combattimenti! Ah, ma che dico… Lo proverai presto sulla tua pelle, no?… Allora, sei pronto?»

Il tempo di pronunciare quella frase, e Kashimaru era già sparito dalla vista di tutti. Solo Neji e Yūran erano riusciti a seguire i suoi movimenti, così il jōnin di Konoha poté fronteggiare il suo avversario a colpi di Jūken, ad un ritmo semplicemente pazzesco. Neanche tra i suoi familiari Neji aveva trovato un avversario così ostico e abile nel suo stesso stile di combattimento, ed era davvero a corto di idee, quando, ricordandosi del punto cieco del Byakugan, provò a sferrare lì un attacco a sorpresa. Ma…

«Ecco le differenze rispetto a Byakugan e Sharingan. Primo: non esiste alcun punto cieco!!!»

Nel dir ciò, Kashimaru schivò l’attacco di Neji, rispondendo a sua volta con un ben assestato colpo al torace del Jōnin, che volò via, sbattendo contro un albero. Il morale cominciò a calare: se Neji, uno dei migliori utilizzatori di Jūken del clan Hyūga,  era stato sconfitto così facilmente, come potevano loro batterlo? Ma Hinata non si era posta questo problema: vedendo il cugino sconfitto, l’unico pensiero che le riempiva la mente era che aveva l’occasione di aiutarlo, e non essere soltanto “un peso”. Dopo aver chiesto a Sakura di occuparsi di Neji, si lanciò temeraria all’attacco, ma Kashimaru, avendo compreso i suoi pensieri, in un istante la intrappolò in una tremenda illusione che giocò proprio su questo suo timore, l’essere un ostacolo. Kakashi ricordò di aver visto una tecnica simile eseguita solo da Itachi, col suo Mangekyō Sharingan1.

Kashimaru aveva appena ultimato la sua tecnica, quando vide Sakura venir giù dal cielo, con il suo pugno destro pieno di chakra. Naruto e Kakashi avevano testato quanto fosse micidiale quella tecnica, quindi erano fiduciosi di quest’attacco, visto che Kashimaru non aveva il tempo di eseguire alcuna mossa per difendersi. Ma egli, a dispetto di ogni aspettativa, concentrò del chakra attorno alla sua mano, facendolo ruotare velocemente. In questo modo, riproducendo una versione ridotta del Kaiten2, bloccò il pugno di Sakura, colpendola poi con un colpo di Jūken.

Alla vista della ragazza colpita, Rock Lee, rimasto calmo fino ad allora, diventò una furia. Chiedendo scusa al suo maestro, cominciò ad aprire le porte del chakra, in previsione dell’uso del Loto Posteriore. Ma dopo qualche colpo di taijutsu, Lee si rese conto che quel livello di forza non poteva assolutamente bastare a vendicare la sua Sakura, quindi decise di giocarsi il tutto per tutto.

«Rock Lee, non farlo! Il tuo corpo potrebbe non reggere!» Kakashi aveva già capito le intenzioni del giovane ninja.

«Perché, maestro Kakashi? Cosa vuole fare Mister Sopracciglia?»

«Naruto, per eseguire il Loto Posteriore si devono aprire per lo meno le prime 3 porte del chakra: Apertura, Riposo e Vita. Se ricordi, durante il combattimento contro Gaara, Rock Lee ne aprì altre 2, Ferita e Chiusura. Ora ha intenzione di aprire la 6^ porta, quella della Visione. È una cosa che ho visto fare solo a Gai, e non ho idea di come Rock Lee possa farlo. Ma se un Jōnin esperto come Gai rimane senza energie dopo averla aperta, temo fortemente le conseguenze che il corpo di Lee dovrebbe subire …»

«Mister Sopracciglia! Non farlo, ti prego!»

Ma era troppo tardi: Rock Lee, investito dalla nuova carica di energia ricevuta, si era ciecamente scagliato all’attacco, mettendo Kashimaru in difficoltà con la sua incredibile velocità; tuttavia, egli non sembrava minimamente preoccupato, anzi, era decisamente divertito. Il suo Shūgyōgan e le sue notevoli capacità, infatti, gli permettevano di seguire i velocissimi movimenti di Rock Lee, cosa neanche lontanamente pensabile per qualsiasi utilizzatore dello Sharingan.

«Questo ragazzo è divertente, ma è ora di dedicarsi ad altro…» Pensando questo, Kashimaru lanciò un incredulo Rock Lee in aria e, raggiuntolo…

«Hakke: Hachimon Shō3!!!»

Con una rapida combinazione, 8 colpi colpirono le 8 porte del chakra di Rock Lee, bloccandone il funzionamento e impedendo al chakra di Lee di circolare; il ninja, improvvisamente privato di forze, fu violentemente scagliato al suolo.

Neji e Rock Lee erano svenuti, Hinata era collassata e Sakura, gravemente ferita, cercava di curare le proprie ferite; gli unici in grado di combattere erano Naruto, Kakashi e Yūran.

«Allora, abbiamo già finito? E pensare che mi aspettavo di più da queste mezze calzette… certo che la qualità dei Ninja di Konoha è scesa… che ne dici, sorellina?»

«Bastardo… come ti permetti di trattare così i miei amici… ora te la vedrai con me!!!», ruggì Naruto.

«Oh, guarda un po’, il pivellino vuole farsi avanti? Coraggio, fammi vedere!»

Prima ancora di partire, Kakashi fermò il suo allievo. «Naruto, questo avversario è fuori dalla tua portata… forse anche dalla mia. Se vogliamo vincere, dobbiamo lavorare in squadra. Mi darai una mano?»

«Certamente, maestro Kakashi. Conti su di me!!»




[1] Mangekyō Sharingan, 万華鏡写輪眼, in italiano reso con “Sharingan Ipnotico”, il massimo livello che può raggiungere uno sharingan.

[2] Hakkeshō Kaiten, 八卦掌回天, in italiano “Rotazione Suprema”, una delle tradizionali tecniche del clan Hyūga.

[3] 八 卦: 八門掌, in italiano potremmo tradurlo con “Arte Jūken: tecnica della chiusura delle otto porte”.

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Capitolo 4
*** Lavoro di squadra ***


Kakashi scrutò il suo avversario: temibile, certo, ma non imbattibile. Aveva delle strategie in mente, ma gli servivano più informazioni…

«Naruto, ho bisogno che tu mandi adesso delle copie all’attacco; ti servirà sapere come attacca.»

«Subito!!» Naruto generò delle copie, che inviò contro Kashimaru, mentre Kakashi spiegava velocemente la sua strategia.

«Naruto, lavoreremo così. Delle tue copie dovranno tenerlo occupato; nel frattempo, io caricherò il Raikiri1, e tu il Rasengan. Dopodiché, dovrai generare qualche copia con un finto Rasengan e qualcuna con un finto Raikiri; spero che, con tutte queste copie, non abbia il tempo per distinguere gli originali…»

Puff! Puff! Puff! Le copie erano state facilmente sconfitte da Kashimaru, che sembrava infastidito dall’attacco.

«Cos’era questo? Come riscaldamento bastava quello che ho fatto con quegli scarti… Avanti, quando si fa sul serio?»

«Fai attenzione, perché tra poco tapperò quella tua boccaccia, sbruffone che non sei altro!!!»

«Davvero? Ma che paura… tremo già per il terrore, pivellino…»

Kakashi richiamò il suo allievo all’ordine. «Naruto, ora basta, concentrati. Sei pronto?»

«C’è bisogno di chiederlo?»

«Lo immaginavo. Si va, allora!»

«Kage Bunshin no Jutsu2!!!»

Svariati cloni impegnarono Kashimaru in combattimento, resistendo più a lungo questa volta, grazie alle conoscenze acquisite dagli altri cloni eliminati in precedenza. Nel frattempo Kakashi e Naruto, al riparo, stavano caricando il loro colpi migliori: l’Ōdama Rasengan3 e il Raikiri erano pronti a colpire.

«Naruto, io sono pronto. Tu?»

«Quando vuole, maestro Kakashi.»

«Bene, ora genera le copie, e preparati all’attacco.»

«Va bene! Kage Bushin no Jutsu!» Seguendo il piano di Kakashi, Kashimaru si trovò circondato da vari cloni di Naruto e Kakashi, senza la possibilità di distinguere i veri dai falsi. Naruto, ovviamente, era fiducioso di colpire il nemico, ma questi estrasse un altro coniglio dal cilindro.

«Il Rasengan e il Raikiri… Grazie per avermeli mostrati in prima persona. Sapete, questi occhi non mi consentono soltanto di copiare le tecniche, ma anche di generarne di mie a partite dalle vostre!!!»

«Che cosa? Non è possibile…» Kakashi non poteva credere alle proprie orecchie…

«Raiton: Denneji no jutsu4!!! »

Ruotando vorticosamente su se stesso, Kashimaru generò varie scariche elettriche con cui colpì tutti i suoi nemici, eliminando i cloni e ferendo seriamente sia Kakashi che Naruto, travolti dall’impeto della tecnica. Dopo il violentissimo attacco, Kakashi era gravemente ferito alle gambe, non potendo quindi muoversi; Naruto, d’altro canto, sembrava privo di sensi: Kakashi definì la situazione “problematica”, tra sé e sé.

«Ma dai, mi aspettavo un po’ di più… Cos’è ‘sta roba? Sono abbastanza deluso…» Kashimaru si voltò a guardare Yūran, rimasta immobile fino ad allora: «Allora, sorellina, la smettiamo di stare a guardare? È tempo di fare qualcosa anche noi, no?»



[1] 雷 切, in italiano “Taglio del Fulmine”. È la versione potenziata del Chidori (千鳥, “Mille falchi”) che Kakashi ha insegnato a Sasuke.

[2] 影 分身の術, la notissima “Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo”.

[3]  大玉螺旋丸, il Rasengan Superiore che Naruto usa nella 2^ serie, Naruto Shippūden.

[4] 雷遁: 電螺旋の術, in italiano “Arte del fulmine: tecnica della spirale elettrica”.

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Capitolo 5
*** Scontro in famiglia ***


Yūran e Kashimaru si guardarono. La sorella non aveva la minima intenzione di attaccare il fratello, non voleva fargli del male. Ma sembrava che non ci fosse alternativa…

«Fratello, dobbiamo combattere per forza? Per favore, metti da parte il tuo proposito, questa vendetta non ha senso! Non è colpa di questi ragazzi!»

«Ma davvero… Ti sbagli, sorellina: loro hanno avuto tutti i privilegi che noi non abbiamo potuto vivere! La cosa non ti fa rabbia? A me molta. Le ingiustizie vanno risanate, no? Beh, per farlo, loro, la loro sporca famiglia e i loro compagni, dovranno pagare!!! Dimostrerò loro chi è il più forte, li farò pentire di averci trattato così. E per cominciare, dovranno portare il peso di queste giovani vite che sto per estirpare sulla coscienza, ammesso che ne abbiano una…» Kashimaru era in preda ad una rabbia cieca.

Yūran non voleva crederci, non voleva arrendersi all’idea che non ci fosse nessun metodo per far rinsavire il fratello. Ma la dura realtà dinanzi a lei continuava a gridarle l’opposto… «Non mi lasci altra scelta, Kashimaru. Mi costringi a dover combattere con te.»

«Ma che peccato… Beh, sorellina, è da un po’ che non giochiamo insieme, non vedo l’ora di vedere se hai fatto progressi»

«Potresti rimanere sorpreso, fidati. Si comincia!»

I due utilizzatori dello Shūgyōgan si sfidarono a colpi d’arti marziali. Yūran attaccava con tutta se stessa, ma il fratello le teneva facilmente testa, anzi sembrava quasi che si divertisse nel metterla alla prova. Con un veloce colpo, Yūran lanciò via il fratello e, dopo aver velocemente composto i sigilli:

«Suiton: Mizutama no Jutsu1!!»

Una moltitudine di piccole sfere d’acqua si scagliò contro Kashimaru, che prese a tagliarle con la sua spada…

Tlink! Da una delle sfere era uscita una scintilla, accompagnata da un rumore metallico. Kashimaru ritrovò con un graffio sulla guancia. «Ma che bella pensata… Nascondere degli shuriken nell’acqua… Ma non m’inganni!»

Swup! «Suiton: Sattōsen no Jutsu2!!!»

Essendo riuscita a sgusciare al di sotto di Kashimaru grazie alla distrazione fornita dalla tecnica precedente, Yūran evocò un immenso muro d’acqua che lanciò Kashimaru in aria…

«Bella mossa, complimenti… Hai fatto progressi, sorellina.»

Yūran si portò in aria, cominciando già a comporre dei sigilli, ma Kashimaru, copiandoli, fu molto più veloce di lei…

«Questa velocità… E con una sola mano… Hai dell’incredibile come sempre, fratello.»

«Mi imbarazzi con questi complimenti. Ma è ora del piatto forte!»

Entrambi concentrarono il chakra nelle mani e, simultaneamente…

«Fuuton: Tenseikō no Jutsu3!!!»

«Fuuton: Inbukō no Jutsu4!!!»

Le due tecniche si scontrarono, i due vortici collidevano senza concedere l’uno un centimetro di vantaggio all’altro, mentre i due ninja davano il meglio di sé, fino a quando…

«Complimenti, riuscire a mettermi così in difficoltà… Beh, dopotutto hai sempre eccelso nelle tecniche d’acqua e di vento, hai raggiunto un livello niente male. Ma non è ancora abbastanza… È finita!!!»

Incanalando un altro po’ di chakra, Kashimaru sovrastò a poco a poco la sorella, finendo col colpirla violentemente. Stava cadendo al suolo, non sarebbe mai sopravvissuta all’impatto, ma una figura inaspettata l’afferrò al volo, posandola dolcemente a terra. Naruto si era ripreso, ed aveva salvato la vita della ragazza.

Dopo averla messa al sicuro, si scagliò contro il suo avversario: «Ma ti rendi conto di quello che stai facendo?! Come hai potuto attaccarla in questo modo?!»

«Non capisco che vuoi dire… Ha cominciato lei ad impegnarsi seriamente, non volevi mica che le avessi concesso di farmi male senza reagire… Non mi sembra un comportamento intelligente, non trovi?»

Naruto era allibito: «Ma è tua sorella! Non hai un briciolo di scrupolo?»

«Scrupolo?! Compassione?! Mi spiace, caro, ma la vita che ho vissuto non mi ha concesso questo, quindi perché dovrei farlo io? Ho un obiettivo da raggiungere: la vendetta. E per farlo, non mi fermerò davanti a niente e nessuno, a costo di ferire quelli vicini a me!»

Naruto non poteva non ricordare il suo amico Sasuke, nell’udire quelle parole. «Non seguire questa strada, fidati. So cosa vuol dire essere soli, e so cosa si prova nel vedere qualcuno caro che si fa accecare dal desiderio di vendetta. Non ti porterà a nulla, credimi! Lascia stare!!»

«Tu parli troppo. Per farti capire come stanno le cose, allora, infierirò davanti ai tuoi occhi sulle persone a te care, senza che tu possa fare nulla per aiutarle, poi sarà il tuo turno. Sempre se un pivellino come te non viene assalito dalla paura ed inizia a correre via…»

«Scappare? Te lo scordi… Non ti permetterò mai di toccare i miei amici, a costo della mia stessa vita!»

«Ma che bei paroloni… Complimenti, hai del fegato, bravo…» Kashimaru applaudì ironicamente nei confronti del suo avversario.

«Fai ora lo sbruffone, perché dopo non ne sarai capace. Ho detto che ti avrei fermato, ed è quello che farò: non ritiro indietro quello che ho detto, è il mio credo ninja!!!»

Kashimaru scosse il capo. «Ma sei ottuso, allora? Non hai visto l’abisso che ci separa? Neanche 10 di voi potrebbero mettermi in difficoltà…»

«Davvero? C’è un solo modo per scoprirlo… Tajū Kage Bunshin no Jutsu5!!!»



[1] 水 遁: 水弾の術, “Arte dell’acqua: tecnica dei proiettili acquatici”.

[2] 水 遁: 殺到川の術, “Arte dell’acqua: tecnica del fiume impetuoso”.

[3] 風 遁: 天清光の術, “Arte del vento: tecnica del raggio puro del cielo”.

[4] 風 遁: 陰不光の術, “Arte del vento: tecnica del raggio oscuro delle tenebre”.

[5]  多重影分身の術, la “Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo” con la quale Naruto può generare centinaia di copie contemporaneamente.

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Capitolo 6
*** 1 contro 1(00)? ***


Pof! Pof! Pof! Pof! Pof! «Questa volta mi hai davvero sorpreso… Non me l’aspettavo proprio, sai?»

Una moltitudine di Naruto, desiderosi di combattere, aveva riempito la radura. «Pensi ancora che sia un pivello?» «Eh?» «Allora?»

«Ahahaha!! Mi diverti, ragazzino. Per questo, non mi tratterrò con te.»

«Dimmi una cosa: perché contro tua sorella hai combattuto impugnando la tua spada, che avevi sfoderato soltanto contro me ed il maestro Kakashi?»

«Oh, questa? Non credevo che un pivello buono a nulla come te l’avesse notato. Beh, come premio, te lo dirò. Ritieniti onorato: pochi l’hanno saputo, ma nessuno è andato in giro a raccontarlo…»

Kashimaru puntò la sua katana verso Naruto. «Osserva questa spada: vedi questi 5 cristalli sull’elsa? Non sono decorazioni, figurati se mi metto a fare una cosa da femmine come questa. Sono dei cristalli particolari, simili al materiale delle lame del defunto Asuma Sarutobi…».

“È incredibile, sa anche questo…” Naruto non riusciva a spiegarselo, ma il proseguio del discorso di Kashimaru catturò subito la tua attenzione.

«Come qualcuno più furbo di te avrebbe già capito, mi consentono di assorbire il chakra, ed in più di immagazzinarlo. Avendo riserve di tutti e 5 i tipi di chakra elementare, posso eseguire qualsiasi tecnica utilizzando una minima parte del mio chakra. Potremmo definirla una sorta di catalizzatore…»

«Cosa? Non ci credo… L’ho visto fare solo a Kakuzu una cosa del genere…»

«Chi? Kakuzu? Non osare paragonarmi a quella mezza calzetta di Akatsuki… Dimmi, lui una cosa del genere la sapeva fare?»

Zac! Delle copie di Naruto furono trafitte da un palo di legno.

«Che cosa? Il Mokuton1? Ma è un’abilità innata… Non è possibile…»

«Ebbene si, caro mio… Posso ricreare le abilità innate, e se mi applico anche crearne di mie… Capisci ora l’abisso che ci separa?» Questa rivelazione sconvolse Kakashi, che aveva assistito a tutta la conversazione, ma Naruto non si scompose minimamente.

«Figurati se mi faccio spaventare da una cosetta del genere… In guardia!!!»

«L’hai voluto tu: si comincia!!»

«Aaaaaahhhh!!!» Varie copie si lanciarono contro Kashimaru, ma costui si lanciò in aria schivando l’attacco e, impugnata la spada con una mano, cominciò con l’altra a comporre dei sigilli, illuminando di rosso il primo cristallo, con l’ideogramma “fuoco”:

«Katon: Honōwashi no Jutsu2!!!»

Con una sferzata verso il basso, si generò dalla spada un’enorme fiamma a forma di aquila, che colpì ed incenerì all’istante alcune copie, senza dar loro possibilità di reazione. Tutte le altre, stranamente, avvertirono un forte calore sul proprio corpo. Ma lo spettacolo era appena cominciato: dopo essere atterrato, seguirono altri sigilli, con l’illuminazione in azzurro del secondo cristallo, con l’ideogramma “vento”:

«Fūton: Shinpūryū no Jutsu3!!!»

Eseguendo un affondo, dalla lama era partito un vortice a forma di drago; questo travolse, lanciò in aria e sminuzzò varie altre copie, che non ebbero scampo. Come prima, un intenso dolore al torace fu avvertito da tutti. Dopo questo attacco, Kashimaru prese di mira un altro gruppo che gli correva incontro, componendo altri sigilli ed illuminando di giallo il terzo cristallo, con l’ideogramma “fulmine”:

«Raiton: Kōdenshi no Jutsu4!!!»

Ruotando vorticosamente la sua spada, con l’altra mano Kashimaru lanciò da essa numerose saette, che cercarono e colpirono inesorabilmente i propri obiettivi. Tutti avvertirono un dolore acuto al petto, percependo una scossa. Ma Kashimaru aveva altre frecce al suo arco. Tagliata qualche altra copia che gli era saltata addosso, passò ad illuminare di marrone, eseguendo dei sigilli, il successivo cristallo, con l’ideogramma “terra”:

«Doton: Gangoku no Jutsu5!!!»

Infilzando la spada nel terreno, un altro gruppo di copie fu circondato da vari pilastri di solida roccia, che si piegarono e trafissero tutto ciò ch’era sul loro cammino. Come prima, le poche copie rimaste avvertirono un altro forte dolore. Ma per queste la sofferenza non era finita: saltando in aria, Kashimaru si preparò all’ultima performance preparando la nuova tecnica, usando il cristallo blu con l’ideogramma “acqua”:

«Suiton: Kaisōya no Jutsu6!!!»

Eseguendo due sferzate trasversali, dall’aria partirono due colonne d’acqua che colpirono impietosamente le copie rimaste. L’unico superstite, il Naruto originale, giaceva in mezzo all’erba, in piedi ma stanco e ferito…

«“Come mai provo dolore?” È questo che ti stai chiedendo, no? “Non era mai capitato prima…” Beh, te lo spiego subito.»

Kashimaru iniziò la sua sadica spiegazione: «Quelli non erano semplici ninjutsu. Da quel che ho visto, qualcuno ti avrà spiegato che, grazie al Kage Bushin no Jutsu,  le copie riportano al loro creatore tutte le esperienze che hanno vissuto, no? Ebbene, questi miei occhi mi hanno permesso di trasmettere a te e a tutte le copie il dolore che chi è stato colpito dalle mie tecniche ha provato. Ovviamente a te è toccato il peggio, visto che hai subito gli effetti di tutte e 5 le mie tecniche… Dopotutto, se ti avessi attaccato fin dall’inizio, non ce l’avresti fatta a sopravvivere, e non ci sarebbe stato gusto, no? Per questo mi sono concentrato sulle copie, prima…»

«…!?»

«Non ce la fai neanche a parlare? Per un chiacchierone come te, è davvero sorprendente…» Dopo aver guardato la sua spada, Kashimaru aggiunse: «Ma guarda… Potresti addirittura renderti utile…»

Muovendosi ad una velocità incredibile, Kashimaru aveva lanciato Naruto contro un albero e, senza avergli dato neanche il tempo di riprendersi dallo shock, l’aveva infilzato nell’addome con la sua spada.

«Hai un chakra di tipo vento, no? Guarda caso, comincio a scarseggiarne… Vuol dire che assorbirò il tuo, tanto a te non dovrebbe servire più, giusto?»

«Argh…bas…tard…» Naruto aveva serie difficoltà a parlare, per la fatica, le ferite e la bocca ormai grondante di sangue...

«Gioisci, caro mio! Avrai un’occasione unica… Ammirerai la forma definitiva d’arte!»



[1] 木遁, “Arte del legno”, l’abilità innata che solo il primo Hokage e Yamato possiedono.

[2] 火 遁: 炎鷲の術, “Arte del fuoco: tecnica dell’aquila fiammeggiante”.

[3] 風 遁: 神風竜の術, “Arte del vento: tecnica del drago del vento divino”.

[4] 雷 遁: 皇電矢の術, “Arte del fulmine: tecnica delle frecce elettriche imperiali”.

[5] 土 遁: 岩獄の術, “Arte della terra: tecnica della prigione di roccia”.

[6] 水 遁: 海双蛇の術, “Arte dell’acqua: tecnica dei serpenti gemelli marini”.

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Capitolo 7
*** Il dōjutsu definitivo ***


La situazione sembrava disperata: le forze cominciavano ad abbandonare Naruto, ed in più c’era la “promessa” di Kashimaru…

«Ti svelerò un piccolo segreto, che davvero in pochissimi conoscono. Neanche mia madre ne è a conoscenza.»

«Dovresti sapere che lo Sharingan ha un’ulteriore evoluzione, chiamata Mangekyō Sharingan. Almeno questo te l’avranno detto… Dei due Uchiha rimasti, almeno Itachi l’aveva attivato… Vabbè, di loro mi occuperò più tardi.»

Naruto cominciò a sghignazzare…«Ehehe…mi…dispiace…ma… Itachi…è…stato…già… tolto…da…mezzo… E…per…quanto…riguarda… Sasuke,… azzardati…ad…avvicinarti…a…lui… ed…io…ti…cough!» Naruto ormai era davvero allo stremo delle forze.

«See, come no… Comunque, secondo te perché ho messo in mezzo questa storia?»

Naruto spalancò gli occhi. «Non…vorrai…dirmi…che…»

«Bingo! Per assorbire il tuo chakra, ho bisogno di attivare l’evoluzione di cui lo Shūgyōgan dispone!»

«Non…ci…credo…»

«Ebbene sì, amico mio! Preparati ad ammirare la potenza del dōjutsu definitivo, che nulla può sconfiggere…»

«Il Kyūkyoku Shūgyōgan1!!!»

Per Naruto, il mondo si fermò. Ormai non c’era più dolore, le forze lo avevano abbandonato del tutto, mentre il suo chakra veniva avidamente assorbito dall’ingorda spada…

«Ti piace? Questa è la mia tecnica, Konsei2. Adesso i tuoi sensi sono sotto il mio controllo. Posso farti provare ciò che voglio, quando voglio, come voglio e quanto voglio. Per cominciare, ti piace il tatto?» Nel dire queste parole, Kashimaru sfilò la spada che lacerava l’addome di Naruto. Il dolore fu notevolmente amplificato, ma Naruto non aveva ormai neanche la forza per gemere…

«Ehi, sei ancora con me? Guarda che non ho mica finito… Adesso, da persona educata, manterrò la parola che ti ho dato: mi divertirò con i tuoi compagni, uno ad uno.» Kashimaru iniziò a guardarsi intorno: «Uhm… Da chi cominciamo?»

Poi, agendo senza pietà, prese i compagni di Naruto, e li riempì di colpi uno ad uno. Nessuno sembrava che potesse contrastarlo: neanche Kakashi, rimasto cosciente tutto il tempo, aveva le forze per reagire, era spossato e ferito. I colpi continuavano, e Naruto, suo malgrado, non poteva fare nulla. La sua mente era iperattiva, recependo tutti gli stimoli intorno a lui: quella vista agghiacciante, il rumore assordante dei colpi, persino l’odore del sangue. Ma ormai non aveva più il controllo del suo corpo.

Kashimaru, ormai annoiato, decise di chiudere la partita. «Beh, mi sono divertito abbastanza oggi, ma è giunta l’ora di chiudere qui la partita. Per prima cosa, eliminiamo i tuoi amici; mi raccomando, non distrarti, non vorrei che ti perdessi lo spettacolo…»

«Non…non…prov…»

Kashimaru si voltò di scatto. «Riesci ancora a mormorare? Ma dai, sei davvero sorprendente! E che cosa vorresti dirmi? Mi faccio più vicino, così ascolto meglio.» Kashimaru si avvicinò, protendendo l’orecchio verso Naruto.

«Non…li…tocc…»

«”Non li toccare”? Perché, che mi fai, altrimenti? Lasciamo perdere. Allora, da chi comincio… Bingo! Comincerò dalla ragazzina, ho visto come la guardavi. Cos’è, la tua ragazza? No, non può essere, figurati se si innamora di uno scarso come te…»

«Sa…ku…ra…» Gli occhi di Naruto si spalancarono, non poteva permettere che Kashimaru facesse del male a Sakura.

«Guardati, sei uno straccio e ancora insisti? Patetico. Beh, visto che ci tieni così tanto a lei, la eliminerò vicino a te, contento?»



[1] 究極修業眼, traducibile con “Shūgyōgan definitivo”, e quindi “Occhio della conoscenza suprema”.

[2] 魂世, “Mondo dell'anima”.

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Capitolo 8
*** La forza dell'amore ***


«Naruto… Argh!» Sakura fu violentemente sbattuta contro un albero, e Kashimaru continuò ad infierire sulle ferite già presenti. Il tutto mentre un inerme Naruto guardava, in preda alla collera.

«Lasciala…stare…bastardo…»

«E chi ci pensa? Non se ne parla nemmeno. È così bello guardare il tuo volto assente ed il tuo sguardo adirato… Vediamo come reagisci ora…»

Un violento destro colpì Sakura allo stomaco, togliendole il fiato e facendola cadere sulle ginocchia. Ormai neanche lei aveva la forza per reagire…

Dopo averla afferrata e messa in piedi vicino a Naruto, Kashimaru indietreggiò di qualche passo e sfoderò la spada, dicendo con un ghigno beffardo: «Preparati, perché adesso le taglierò quella sua bella testolina, così potrai ammirarne la fronte spaziosa, prima di morire!!!»

Kashimaru cominciò a correre, e sferrò il suo attacco.

Slash!

Ma non fu colpita Sakura.

Fu colpito Naruto.

Spinto dal desiderio si salvare l’amica, Naruto aveva raccolto le sue energie e, spezzando la tecnica che lo imprigionava, era riuscito a fare scudo con il suo corpo. Subito l’attacco, Naruto afferrò il braccio di Kashimaru e, con un ghigno beffardo:

«Rasengan!!!»

Quel colpo, in cui c’era tutta la sua volontà di proteggere gli amici, sbalzò via Kashimaru, gettandolo tra gli alberi.

Sakura si avvicinò all’amico, che era stramazzato al suolo, e lo aiutò a rialzarsi.

«Naruto… Perché l’hai fatt… Ah!» Sakura aveva visto l’orribile ferita che Naruto si era procurato per proteggerla.

Un taglio netto. In orizzontale. Attraverso la faccia. All’altezza degli occhi. Il sangue copioso mascherava la ferita, ma chiunque avrebbe capito la gravità della situazione…

«Naruto… sniff… Perché…» Sakura era in preda alle lacrime, per la sorte dell’amico.

«Sakura… anf… perché piangi?... Anf… anf… lo sai… che non permetto… a nessuno… di ferire… le persone… a cui voglio bene… Tantomeno… quella… che amo…»

«Ma Naruto… sniff… io… sniff… tu… sniff… i tuoi occhi!...»

Il colpo inferto da Kashimaru glieli aveva lacerati. Tutti e due. Naruto era praticamente cieco…

«Naruto… io… non posso curarti… neanche Tsunade potrebbe… Perché l’hai fatto…»

«Di che ti preoccupi?... Anf… anf… Un ninja non può… anf… far affidamento… anf… su un senso solo, no?... anf… Piuttosto… anf… Kashimaru… anf… dov’è finito?… anf…»

«È volato via, non so cosa gli sia successo, ma dobbiamo andarcene, nessuno può farcela, in questo stat…»

«Bastardooo!!!»

Kashimaru, ferito al corpo e nell’orgoglio, avanzò in preda ad una furia incontenibile.

«Sakura… dimmi che… non è… lui… dimmi… che è… uno scherzo…»

Kashimaru si avvicinò a grandi passi. «Come hai osato, pivello! Sei il primo che mi abbia ridotto in questo stato, il primo!»

«Ehehe… Adesso non puoi proprio… chiamarmi… pivello…» Nonostante la situazione, Naruto continuava a comportarsi con il solito atteggiamento sprezzante.

«Naruto Uzumaki… Ti ucciderò, ti farò a pezzi, ti ridurrò in un modo tale che neanche tua madre mi riconoscerebbe!!!»

«Scemo… non ce l’ho… una madre… io… Sakura… che si fa?»

Sakura era completamente priva di idee. Guardandosi intorno, vedeva soltanto compagni feriti. Persino il grande maestro Kakashi era andato in difficoltà: una scena che Sakura non aveva neanche sognato nei peggiori dei suoi incubi. E come se non bastasse, le condizioni di Naruto erano le più critiche, e non poteva lasciarlo al suo destino. «Non ne ho idea, Naruto. Sembra proprio che sia la fine…»

«No... Sakura… Tu… non morirai… qui… Ti proteggerò… io… a costo… di rimetterci… la vita!»

«No, Naruto, non farlo…»

Naruto, richiamando le sue ultime forze, si mise dinanzi a Sakura, facendo da scudo verso la direzione da cui aveva sentito la voce.

«Cosa vuoi fare, in quello stato? Non puoi neanche vedere da dove attaccherò… Preparati, allora. Muori!! Doton: Yabutsume no Jutsu1!!!»

Generando degli artigli di roccia attorno al suo braccio, Kashimaru si lanciò all’attacco.

Splosh!

Ma qualcuno si era intromesso.

«Yūran!!!»

La ragazza aveva subito in pieno il colpo. Guardò il fratello e, con un sorriso beffardo:

«Hyōton: Kōriwana no Jutsu2!!!»

«Che cosa? Ma solo io, che ho ottenuto il Kyūkyoku Shūgyōgan, posso generare delle abilità innate! Come puoi…»

Un paio di Kyūkyoku Shūgyōgan stavano fissando Kashimaru. Nel frattempo, un’onda di ghiaccio lo sommerse, imprigionandolo. Yūran, libera dalla morsa della tecnica del fratello, stramazzò al suolo.

«Yūran! Tieni duro! Sakura, salvala!» La sorte della ragazza aveva completamente sovrastato il dolore che Naruto provava.

«Non posso, Naruto, è stata ferita troppo gravemente in più punti vitali…»

«Na…ru…to… Lascia… perdere…»

«Yūran, non parlare, ti prego, conserva le forze!»

«È finita… per me… Che fine indegna… morire… così facilmente… Naruto… dove sei?... Dammi la… tua… mano…»

«Sono qui…» disse Naruto, seguendo soltanto la voce che gli parlava.

«Ho un ultimo… favore… da chiederti…»

«Che cosa? Dimmi!»

«Devi fermare… mio fratello… non ci metterà molto…  a liberarsi… Ma non puoi… farcela… da solo… ti aiuterò io…»

«Ma che stai dicendo?»

«Ho visto… che ti è successo… Dimmi, Naruto… ammiri… il maestro… Kakashi… vero?...»

«Sì, ma che c’entra?»

«Vuoi diventare… come lui?... Naruto… prendi… i miei… occhi!...»

«Che cosa? Sei diventata matta, per caso?»

«Sakura… può farlo… ne sono… sicura… e poi… a me… non servono più… non credi?... Almeno… in questo modo… posso continuare… a vivere… e sarò… almeno ricordata… da qualcuno…»

«Naruto, che facciamo?»

«Sakura… fallo… esaudisci… il suo ultimo… desiderio…»

Creck! Creck! Il ghiaccio cominciava ad incrinarsi…

Sakura allontanò le mani dal volto di Naruto. «Abbiamo finito…»

«Naruto… mio fratello… non è cattivo… non giudicarlo… male… aiu…ta…lo…»

Con queste ultime parole, Yūran spirò tra le braccia di Naruto, che rimase in silenzio.

Crash! Un grido squarciò il momento di raccoglimento che riempiva la radura. «Credevate di fermarmi, eh?! Ci vuole ben altro con me!!» Kashimaru, libero dalla morsa della tecnica di Yūran, si preparò ad attaccare i due ninja di Konoha.

Ma Naruto, rimasto fermo con la salma di Yūran in mano, gli disse: «Dimmi, Kashimaru… Non provi niente per la morte di tua sorella?»

«Ha osato ostacolarmi. Tanto nessuno piangerà per lei…»

«Ho capito…», disse Naruto, asciugandosi le lacrime.

Poi si rivolse alla sua compagna. «Sakura… Porta Yūran in un altro posto, via da qui…»

«Perché?», chiese Sakura.

Naruto si alzò in piedi. «Non voglio che veda quello che stiamo per fare a suo fratello…», risposero insieme Naruto e la Volpe


[1] 土 遁: 破爪の術, “Arte della terra: tecnica degli artigli dilanianti”.

[2] 氷 遁: 氷罠の術, “Arte del ghiaccio: tecnica della morsa glaciale”. Da notare che l’abilità innata dell’Arte del ghiaccio fa uso di chakra di tipo acqua e vento, in cui Yūran eccelle.

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Capitolo 9
*** Attacco congiunto ***


«Cos’è quel chakra?...» Da Naruto si sprigionava una forza impressionante, capace di sradicare gli alberi. Kashimaru non se l’aspettava: aveva sentito storie sulla terribile potenza del Kyūbi1, ma aveva sempre sottovalutato la sua pericolosità. Trovarsela di fronte, ora, senza neanche saperlo… Una situazione che non avrebbe mai potuto prevedere. «Da dove proviene tutto questo chakra? Uhm, interessante… Fammi vedere che sai fare, avanti!»

«Sakura, allontanati… Non vorrei farti male…» Alcune ferite si erano già rimarginate, mentre 2 code di chakra si manifestavano dietro Naruto.

«Naruto… fai attenzione…»

Naruto si voltò verso Kashimaru, e gli urlò addosso tutta la sua rabbia: «Preparati, bastardo, non avrò pietà!»

Detto questo, Naruto scomparve dalla vista di Kashimaru. Gli ricomparve direttamente davanti, neanche lui era riuscito a seguire la rapidità dei movimenti. Notando il colpo all’ultimo minuto, riuscì a non farsi colpire da Naruto, ma il chakra della Volpe lo afferrò e lo lanciò tra gli alberi.

«Non è possibile, non riesco a vedere i suoi movimenti!»

Naruto attaccava senza sosta, le energie di certo non gli mancavano. Colpì varie volte Kashimaru, che per la prima volta in vita sua si trovava in seria difficoltà.

«Se non riesco a seguirti così, non mi lasci altra scelta. Kyūkyoku Shūgyōgan!!!»

In questo modo, Kashimaru riusciva a malapena a schivare i colpi di Naruto, ma non aveva la minima possibilità di trovare uno spiraglio. Naruto, in preda alla rabbia più ceca, lanciò via Kashimaru e poi, giunto a terra, cominciò a concentrarsi per raccogliere il chakra suo e del demone. Intanto erano presenti già 3 code, e una quarta si stava per formare…

«Sakura! Vieni qui, presto!»

«Maestro Kakashi! Si è ripreso!»

«Tutti si sono svegliati. Con quest’emissione di chakra, chi avrebbe continuato a dormire?» Sakura, guardandosi intorno, vide i suoi compagni che gemevano, ma che in ogni caso avevano ripreso conoscenza. « Piuttosto… Sakura, abbiamo un problema. Sai cosa succede a Naruto quando compaiono 4 code, vero? Guarda, Naruto potrebbe perdere il controllo, dobbiamo andare via di qui!»

La ragazza guardò intensamente Naruto. «Non mi sembra, Maestro. È diverso dall’altra volta…»

La crescita della quarta coda sembrava essersi arrestata, anzi, sembrava stesse scomparendo…

Intanto, all’interno della mente di Naruto, la Volpe fremeva dalla voglia di distruggere. «Avanti, Naruto, lasciati andare… Usa la mia forza… Lasciami uscire… Hai bisogno di me!»

«Senti, bello, se vuoi combattere insieme me, non c’è nessuno problema. Ma se hai intenzione di fare come contro Orochimaru, e vuoi soltanto usare il mio corpo, te lo scordi. Insieme, va bene. Altrimenti, levati da mezzo!»

«Uhuhu… Cominci a mostrare un po’ d’autorità… E sia, per questa volta ti aiuterò. Ma non sperare di andare avanti per molto, con questo tuo atteggiamento… Devi accettare quando ti propongono un aiuto…»

«Grazie, lo terrò a mente», fu la sarcastica risposta di Naruto.

Le 3 code si erano stabilizzate, e Naruto era pronto per il suo attacco. Stava convogliando un’enorme quantità di chakra nei palmi delle sue mani, preparandosi ad utilizzare una tecnica devastante.

«Preparati, Kashimaru, perché ti colpirò con tutto quello che ho! Bai Rasenpō2!!!»

2 Rasengan. Uno per mano. La quantità di chakra, sia di Naruto, sia della Volpe, era troppa per essere contenuta con una mana. Il chakra in eccesso, quindi, si disperdeva lungo le braccia, con una forma peculiare. Oltre alle 3 code di Naruto, si potevano vedere altre 3 code rosse di chakra per braccio. La volpe, quindi, manifestava per quanto gli fosse possibile tutta la potenza delle sue 9 code…

Kashimaru era in preda al panico. «Perché non riesco a copiarla?! Che del chakra di tipo vento, quello di Naruto, lo vedo chiaramente. Ma quell’altro chakra, cos’è? È impossibile che non posso riprodurlo, questi occhi possono tutto!»

«È inutile che continui a pensarci… Tanto non ti servirà saperlo!»

«Non può essere… Non ci posso credere… È questa dunque la potenza dei cercoteri?… E poi… Quegli occhi… Non ho mai visto uno Shūgyōgan così! Perché, non capisco?»

Gli occhi di Naruto erano diversi. Simili al Kyūkyoku Shūgyōgan, ma con un’altra forma …

Sakura non ci capiva più niente. «Maestro, ha idea di cosa sia successo a Naruto?»

«Non lo so, Sakura, ma sembra che l’influenza della Volpe avvia reso quegli occhi più potenti, come se avessero raggiunto la “piena maturazione”…»

Ma era superfluo continuare a pensare. Naruto si era già mosso, con la velocità donatagli dalla Volpe. Kashimaru non era riuscito a pensare ad una tecnica in tempo, e quando si trovò Naruto davanti, agì senza pensarci due volte. Generata una copia, sperava di usare la Tecnica della Sostituzione per sfuggire. Ma non aveva previsto una cosa. I nuovi occhi di Naruto, gli avevano consentito di seguire fin dall’inizio ogni mossa dell’avversario. Non gli fu quindi difficile evitare la copia, e mirare direttamente a Kashimaru, che intanto si era spostato.

«È finita, sei mioooo!!!!»

BOOOOOMMM!!!

L’intera radura fu coinvolta nell’esplosione. C’era in gioco una quantità inimmaginabile di chakra, quindi gli effetti si rivelarono semplicemente devastanti. Gli amici di Naruto, però, non subirono alcun tipo di danno: il loro amico non avrebbe mai permesso che una sua tecnica gli avrebbe feriti…

Kashimaru giaceva al centro di un grosso cratere. Il colpo lo aveva seriamente ferito, nessuno avrebbe potuto salvarlo. Naruto giaceva in piedi di fronte a lui, le braccia grondanti di sangue: il contraccolpo era stato notevole.

«Cosa…ti ha…dato…tutta…quella…forza?...Dimmelo…cough!»

«Che cosa? La volontà di proteggere le persone che amo. Affetto, qualcosa che a quanto pare non sai cosa sia.»

«Ma…perché?...Chi sono…loro…per…te?...»

«Le persone che mi hanno salvato. Che mi hanno sottratto dal baratro della solitudine. Che mi hanno impedito di diventare come te…»

«Peccato…non aver…mai…avuto…nessuno…così…»

«Ti sbagli. Tua sorella mi ha chiesto si salvarti, fino all’ultimo, fino a quando è spirata. Per colpa tua…» Naruto digrignava i denti, al pensiero della sorte di Yūran…

«Beh…è…troppo tardi…Visto che…mi hai…fatto…divertire…oggi…voglio…farti…un regalo…prendi…questa spada…e difendi…le persone…a…cui…vuoi…tan…to…be…ne…»

Dopo aver dato la sua spada a Naruto, Kashimaru esalò l’ultimo respiro.

Naruto rimase lì, fermo, impugnando quella spada che aveva seminato tanta sofferenza. Ma lui era deciso ad usarla per uno scopo migliore… Rimase fermo, lì, fin quando non lo chiamò una voce.

«Naruto! Sei ancora vivo! Stai bene?»

Naruto si voltò a guardare chi l’aveva chiamato. «Sakura… torniamo… a casa…» Quindi stramazzò al suolo.

«NARUTOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!»


[1]  九尾, letteralmente “Nove code”, indica quindi la Volpe a nove code.

[2] 倍 螺旋砲, “Doppio cannone a spirale”. La parte “rasen” è scritta con gli stessi ideogrammi di “Rasengan”, perché questa ne è una particolare variante.

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Capitolo 10
*** Un sogno da portare avanti ***


«Che cooooooosaaaa!!! Come sarebbe a dire, nonna Tsunade!?» L’ufficio dell’Hokage era insolitamente vivace, quel giorno.

«Naruto, calmati, sei appena stato dimesso dall’ospedale…»

«Non m’importa niente, Sakura! Che storia è questa, nonna Tsunade? Che vuol dire che l’esame non è valido?» La cosa lo aveva infastidito non poco.

«Naruto, non mi risulta che tu abbia partecipato alla terza prova dell’esame di selezione dei Chūnin.»

«Beh, ho combattuto contro il mio avversario, questo non basta!?»

«Certo che hai combattuto, ma in un posto sperduto, e non davanti a tutti. È vero che sarebbe bastato anche un esaminatore, essendo un caso eccezionale, ma non c’erano. E anche se uno dei tuoi compagni o lo stesso Kakashi lo fossero stati, sono intervenuti nel combattimento, annullando così la prova.»

«Non è giusto, io mi faccio in quattro e non mi riconoscete l’esame?» Dopo tanti sforzi, Naruto era ancora al punto di partenza…

«Sarà per il prossimo, tra 6 mesi… Intanto continua ad allenarti.»

«Allenarmi? Tks, batterei anche te, adesso.»

«Vuoi misurarti contro di me? Usciamo fuori…»

Naruto e Tsunade erano faccia a faccia, pochi centimetri separavano i loro volti. Dopo qualche secondo di tensione, Naruto, sospirando: «Nah, non ne ho voglia, tanto sarebbe impossibile ragionare con te. Me ne vado…»

«Naruto! Abbi più rispetto per l’Hokage! Lo perdoni, maestra…»

«Sakura, ricordati che hai promesso che saresti uscita con me, ti aspetto giù.»

«Eh?! Cosa?! Naruto, non andare in giro a dire certe cose…» Sakura era un misto tra rabbia e rossore.

«Ehehe!» Naruto uscì dall’ufficio dell’Hokage, ufficio che desiderava occupare al più presto.

Tsunade osservò con aria afflitta la porta dalla quale era uscito il ninja. «È sempre lo stesso, non c’è che dire. Sakura, secondo me gli hai scelto proprio un bel paio di occhiali da sole per coprire lo Shūgyōgan. È diventato davvero un bel ragazzo, dovresti farci un pensierino…»

«Maestra Tsunade!» Sakura arrossì ancor di più, imbarazzata dagli strani pensieri della sua maestra. «Se avessi lasciato fare a lui, chissà che avrebbe combinato. Conoscendolo, avrebbe potuto girare con gli occhi coperti dal coprifronte come il maestro Kakashi…» Le due rabbrividirono soltanto al pensiero.

Tsunade si fece seria d’un tratto. «Ti dirò una cosa, Sakura. Quando prima ha detto che mi avrebbe battuta, per un attimo gli ho creduto. Con la potenza che si ritrovava già di per sé, ed adesso con lo Shūgyōgan dalla sua, darebbe del filo da torcere perfino ad un ANBU, a mio avviso. Gli manca poco per essere in grado di battere qualcuno come un Hokage…»

«Vero, ma io non lo metterei mai a capo di un gruppo… Figuriamoci poi a vederlo come “Naruto-Sensei”, o addirittura come Hokage…»

«Non è detto, Sakura. Non è detto…» Tsunade guardò fuori dalla finestra, immaginando ciò che il futuro le prospettava davanti.

Scendendo le scale, Naruto trovò appoggiato al muro il maestro Kakashi.

«Maestro, cosa ci fa qui? Ancora a leggere quella robaccia?»

«Non capirai mai cos’è l’arte. Comunque, volevo vedere come stavi. Sono appena tornato da una missione, e ho saputo che ti avevano dimesso.»

«Dopo due settimane, era quasi l’ora, no?»

Kakashi lo guardò perplesso. «Una persona normale sarebbe rimasta in ospedale per lo meno due mesi… Piuttosto, che ne hai fatto di quella spada?»

«Quella di Kashimaru? Beh, visto che Lei non c’era, ho chiesto a Sakura di farci una cosetta per me. Guardi qua!». Naruto estrasse dalla tasca due lame.

Kakashi li osservò, leggermente stupito. «Sembrano i pugnali del compianto Asuma…»

«È da lui che ho preso spunto. È stato lui ad insegnarmi i trucchi per utilizzare al meglio il chakra di tipo vento, mi sembrava il minimo che potessi fare per ricordarlo a dovere. E poi, io sono un tipo da combattimento ravvicinato, le spade non fanno per me. Mi trovo meglio con kunai come questi.»

Kakashi osservò il suo allievo simulare qualche colpo nell’aria. «E conoscendoti, suppongo che hanno ancora la stessa abilità, giusto?»

«Esatto! I cristalli sono qui, lungo la parte non affilata della lama…» Naruto fece scorrere il dito lungo il bordo delle sue armi, indicando i 5 cristalli lì posti.

«Vedo, vedo…»

Naruto, dopo aver riposto le due lame nel suo equipaggiamento, rivolse a Kakashi la domanda sulla quale aveva riflettuto per un po’ di giorni. «Maestro Kakashi, ho un favore da chiederle.»

«Dimmi.»

«Voglio che lei mi alleni.»

Kakashi non se l’aspettava. «Allenarti? In cosa?»

«Con questo combattimento ho capito quanto sono debole. Il primo attacco di Kashimaru è stato di tipo fuoco, e non avevo tecniche con cui contrastarlo; dopo, poi… Non voglio che accada con Sasuke. Non posso fare nulla conoscendo solo il Rasengan.»

«E quindi?»

«Ninjutsu. Voglio che me ne insegni quanti più possibile. Voglio imparare a manipolare tutti e 5 i tipi di chakra elementari, a partire dall’elemento acqua, con cui potrò fronteggiare il fuoco.»

«Spero che ti rendi conto di quello che mi stai dicendo… Hai fatto una faticaccia per imparare la manipolazione del vento, a cui sei affine. Ora mi chiedi di addestrarti agli altri elementi? Non sarà facile, credimi…»

«Non mi spaventa la fatica, dovrebbe saperlo.»

Kakashi ci pensò su. «Uhm… dovrò chiedere a Yamato se avrà un po’ di tempo da concederci…»

«Allora lo farà per me!?»

Kakashi guardò il suo discepolo. In lui vedeva una sola cosa. Un grande ninja, capace di imparare qualsiasi tipo di tecnica. Sarebbe stata un’impresa ai limiti dell’impossibile, ma Kakashi sentiva che Naruto era l’unica persona al mondo che ci sarebbe potuta riuscire.

«Va bene, Naruto. Ti aiuterò io.»

«Oooossssssssssssss’!!! Quando si comincia?»

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