La vita prima o poi cambia anche per i dannati

di kayachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo il sole ***
Capitolo 2: *** Non posso credere che sia capitato a me ***
Capitolo 3: *** Nuovi acquisti ***
Capitolo 4: *** Le cose belle durano poco ***
Capitolo 5: *** Decisione importante ***
Capitolo 6: *** Una rivelazione improvvisa ***
Capitolo 7: *** Rapidi battiti di cuore ***



Capitolo 1
*** Di nuovo il sole ***


Un altro giorno.
Come pesava lo scorrere del tempo se eri immortale e non riuscivi a cogliere il sapore della vita, quelle piccole cose, che rendevano ogni giorno diverso dagli altri.
Non cambiava lo stato d'animo, nè qualsiasi altra cosa. Era semplicemente uno stato di perenne stabilità che non si smuoveva mai.
Per Kouichi era una condanna. Qualcosa che non si poteve eliminare, nè riscattare. La sua croce, il suo tormento che lo aveva persino allontanato dagli altri. Non poteve soportarlo. Voleva morire, perchè aveva vissuto già troppo, e non desiderava più niente dalla vita.
Quella mattina, come le altre sei della settimana, si doveva preparare per andare a scuola, e così fece. La monotonia che gli si prospettava anche quel giorno, era qualcosa di terribile. La scuola. poi, era una gabbia, doveva frequentarla per forza, altrimenti avrebbe destato troppi sospetti. Se avesse potuto ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Ma la cosa peggiore era la maschera che era costretto a portare tutti i giorni. Con i suoi coetanei era sempre aperto e solare, ma dentro stava male, e stava male da secoli.
Immerso in questi tristi pensieri, arrivò a scuola. Appena varcata la soglia, qualcosa le venne addosso.
" Ahia! Dannazione!Non puoi stare un pò più attento?"gridò una voce femminile.
Lui? Ma se era stata lei a venirgli addosso!
Gentilezza,Kouichi.
" Scusami" rispose il ragazzo.
" Si, si... La prossima volta guarda dove cammini" lo rimbeccò la ragazza.
In effetti era stato così distratto, che non l'aveva neanche guardata in faccia. Alzò lo sguardo e... rimase totalmente allibito. Quella ragazza era bellisima, non si poteva spiegare come. Era indescrivibile, ecco. E dire che lui ne aveva viste di belle donne, ma questa aveva qualcosa di veramente particolare.
" Cos'hai da fissare? " chiese la ragazza: era leggermente arrossita per come lui l'aveva fissata.
Aveva i capelli biondi, e gli occhi marroni, caldi e scuri. La sua figura slanciata, aveva qualcosa di elegante e sinuoso. Le sue mani poggiate sui fianchi le davano severità, ma le guance arrossite intenerivano l'espressione.
" Scusami, di nuovo. Non volevo metterti in imbarazzo."
" Non fa niente."
Calò il silenzio. Rimasero così per un pò, imbarazzati. Poi finalmente la ragazza ricominciò.
"Mi presento. Io sono Raimei. Sono nuova di qui, e non so orientarmi bene. Poco fa stavo inseguendo una ragazza che mi aveva dato un'informazione, che però si è rivelata sbagliata, e nela corsa ti sono venuta addosso. Mi dispiace. " disse imbarrazzata.
Anche la voce è meravigliosa. "Capisco. Io sono Kouichi. Se vuoi posso accompaganarti io in classe."
"Ti ringrazio" e gli porse un foglietto.
Kouichi lesse il foglietto ed ebbe un tuffo al cuore. Raimei era della sua stessa classe.
"Che fortuna, siamo in classe insieme. Vieni ti mostro subito l'aula."Dove potrò parlarti e vederti per metà della mia miserabile giornata.
" Perfetto" rispose la ragazza, che gli fece un gran sorriso.
Lui non potè che ricambiare a sua volta, pensando a quanto forse sarebbe cambiato dalla terribile esistenza che aveva condotto sino ad oggi. Forse il sole adesso sarebbe stato diverso anche per lui, e la solitudine sarebbe svanita.
Ma tutto questo sarebbe durato per sempre?

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Capitolo 2
*** Non posso credere che sia capitato a me ***


Mentre salivano le scale, Kouichi aveva pensato a come velocemente fosse sorto qualcosa dalle ombre della sua esistenza. Mai e poi e mai avrebbe detto che una ragazza avrebbe potuto cambiare così la sua vita.
Era strano: poteva scatenarsi un sentimento così forte in così poco tempo?
Mentre salivano le scale aveva avuto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con Raimei, e anche se il carattere della ragazza non era ancora venuto totalmente fuori, Kouichi percepiva qualcosa di unico. Il modo di porsi, deciso e improvviso, ne facevano ai suoi occhi qualcosa di decisamente meraviglioso.
Per fortuna la campana non era ancora suonata, così potè prolungare la sua chiacchierata fino all'ultimo.
Quando la lezione incominciò, il professore richiamò velocemente l'attenzione della classe, e presentò Raimei alla classe. Lei, salutò con vigore e allegria, con un magnifico sorriso.
Ma come fa a essere così sfacciatamente attraente? Possibile che dopo secoli di totale indifferenza debba sentirmi così bene, solo perchè adesso c'è una nuova persona nella mia vita?
Raimei andò a sedere e iniziarono a legger dal libro. Fortunatamente quel giorno sembrò passare in fretta, e arrivati alla ricreazione, tutte le femmine naturalmente si fermarono ad intrattenersi con la nuova arrivata. Kouichi non potè fare a meno che andare a farsi un giro per la scuola.
Passando davanti l'aula dei professori, sentì un borbottio più concitato del solito:
"Dovrebbe arrivare tra poco."
"Dicono che sia cresciuto in Europa, e che lì abbia imparato l'inglese."
"Certo che è così! Quante volte ve lo devo dire? Ho letto personalmente il fascicolo del professor Thobari..."
I professori stavano chiaramente discutendo di un nuovo arrivo del corpo docenti: a quanto pare quel giorno era destinato a fare nuove conoscenze.
In effetti sembrava una coincidenza, ma non farci caso era la cosa migliore. Così Kouichi decise di ritornare in classe, per vedere se quelle stupide avevano lasciato finalmente da sola Raimei.
Mentre risaliva, sentì una mano afferrarlo e trascinarlo verso la direzione opposta. Guardò meglio e capì che quella era la mano di Raimei e che stavano scendendo verso il cortile. Dietro di loro un folto gruppo di ragazzi che correva.
Non gli ci volle molto per capire la situazione: Raimei nona aveva fatto colpo solo di lui quella mattina.
All'inizio si arrabbiò moltissimo: perchè diavolo non la lasciavano in pace? C'erano tantissime altre ragazze in circolazione, perchè proprio Raimei era la loro preferita?
Poi però realizzò una cosa che gli fece molto piacere: di tutti i ragazzi che le stavano dietro, lei aveva scelto soltanto lui.
Una bella rivincita su quegli idioti. E anche sulle ragazze che se l'erano tenuta tutto quel tempo in classe, solo per poter spettegolare su di lei dopo.
Purtroppo non poteva gridare, non era l'occasione adatta, ma se avesse potuto, avrebbe gridato al mondo che in quel momento era la persona più fortunata del modo e che mai e poi mai avrebbe lasciato sola Raimei. Una consapevolezza un pò azzardata, ma tanto meglio. Adesso era lei l'unica cosa per cui valeva la pena di vivere, che il suo amore fosse ricambiato oppure no.
Corsero per un pò, fino a quando non arrivarono in palestra dove si nascosero. Per il fiatone non riuscivano neanche a parlare, ma all'improvviso cominciarono a ridere, forse per motivi diversi forse per lo stesso motivo.
Ma che importanza poteva avere? In qualche modo erano felici, e anche meno soli.











cara_meLLo: Ti ringrazio tantissimo per la tua recensione, che per me è la prima. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, e che tu mi faccia sapere presto che cosa ne pensi!!!
Mi piacerebbe riuscire a scrivere qualche altra fanfiction, ma non so che anime scegliere. Qualche consiglio??

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Capitolo 3
*** Nuovi acquisti ***


Mentre aspettavano che suonasse la campana di fine ricreazione, i due ragazzi parlarono a lungo. Entrambi erano curiosi di sapere qualcosa dell'altro, e Kouichi più di Raimei. Aveva provato una smania febbrile nel poter capire un pò di più sulla ragazza, e ogni occasione era buona. Inoltre se avesse permesso a Raimei di fare trope domande avrebbe mandato all'aria la copertura: se avesse scoperto tutto, di sicuro Raimei non gli avrebbe più parlato. Per questo il ragazzo aveva pensato di stare molto attento alle parole, nonostante in presenza della ragazza avesse sempre qualche problema di lucidità.
"Scusa Kouichi, ma io non ho ancora capito che lavoro fanno i tuoi genitori..Non dirmi che sono qualcosa tipo agenti segreti perchè non ci credo!!"
Bella domanda. Mi chiedo cosa le dovrei dire. Non li ho mai avuti: ma li avrei tanto voluti.
" I miei abitano al'estero. Per questo abito da solo. Ho preferito stabilirmi qui, piuttosto che girare in lungo e in largo per il mondo senza avere dei punti di riferimento stabili." La scusa reggeva.
" E i tuoi dove sono?"
"Morti."
"Scusa Raimei. Non volevo darti un dispiacere. Mi dispiace profondamente." Ma la ragazza non sembrava sconvolta: più che altro sembrava triste. " Non scusarti. Tu non potevi saperlo. E comunque è successo tanto tempo fa, ho già archiviato." Fece un sorriso poco convinto e distolse lo sguardo.
Chissà perchè anche la tristezza la rendeva bellissima. Tuttavia non poteva certo vederla soffrire. Per fortuna a risolvere la situazione, ci pensò la campana.
Tornarono in classe e si sedettero ai posti. Adesso avrebbero dovuto avere lezione d'inglese, ma chissà perchè il professore tardava.
" "Scusa ma il professore arriva sempre in ritardo?" chiese Raimei.
"No, anzi è sempre puntualissimo." rispose Kouichi. In effetti era molto strano. Poi finalmente ricordò quello che aveva sentito durante la ricreazione. Forse quel professore che doveva arrivare era proprio il loro nuovo insegnante d'inglese: d'altronde gli inseganti avevano detto che era crasciuto all'estero.
Stava per dirlo a Raimei, ma quando si voltò verso di lei, notò che la ragazza stava fissando un loro compagno. Aveva l'aria di chi stesse osservando una nuova specie vivente. Poi si rese conto che stava fissando un ragazzino che si chiamava Miharu Rokujo, un ragazzino che sembrava sempre e costantemente annoiato, indifferente a tutto e a tutti. Perchè diavolo adesso Raimei lo stava fissando così intensamente?
Eppure guardandolo meglio avrebe giurato che non era esattamente quello che si dice attraente: tutt'al più ricordava un bambino sfaticato. Possibile che Raimei si fosse interessato proprio a lui?
Improvvisamente sentì crescere qualcosa che non aveva mai provato prima: che fosse gelosia?
Non sapeva spiegarselo: non sapeva come ci si sentisse a essere gelosi. Ma da quello che aveva sempre sentito dire, quello che provava adesso era gelosia...folle.
Avrebbe volentieri scaraventato quel'idiota da qualche parte, pur di riavere l'attenzione di Raimei.
Probabilmente se fosse rimasto lo stesso di prima avrebbe giudicato questa cosa stupida e senza senso: ma adesso si sentiva diverso e non sapeva come comportarsi.
Perciò decise di rimanere calmo e posato, dopodichè richiamò Raimei. Lei si girò con uno sguardo assente, che lo fece arrabbiare ancora di più, ma seppe trattenersi.
" Credo di aver sentito che oggi sarebbe arrivato un nuovo insegnante. Probabilmente stiamo aspettando proprio lui."
" Come si chiama?"
" Mi sembra di aver capito che si chiamasse Thobari, o qualcosa del genere."
" E non ti sbagli, ragazzino." disse una voce maschile.
Si girarono verso la cattedra. Videro un uomo sulla trentina, alto e con i capelli scuri.
Forse per l'età, forse per il bell'aspetto, tutte le ragazze cominciarono a parlottare fra di loro e ridere a bassa voce.
" Mi presento sono il professore Thobari Kumoira e d'ora in poi sarò il vostro insegnante d'inglese"







cara_meLLo: Tranquilla non voglio proprio far innamorare Raimei di Kouichi. Era solo per far rendere più interessante la storia.
Scusa se non ti ho risposto prima: comunque grazie per il consiglio!! Al più presto mi metto all'opera!!

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Capitolo 4
*** Le cose belle durano poco ***


Il professore stava ancora guardando i ragazzi uno per uno, quando all'improvviso, scorrendo i volti, ebbe un sussulto. Kouichi si rese conto che anche lui ce l'aveva con Miharu: che cosa strana. Ancora una volta qualcuno s'interessava a quell'idiota. Che cosa diavolo stava succedendo?
Raimei e il professor Kumoira avevano subito notato Miharu e si erano interessati. Perchè? Era decisamente troppo strano: non aveva senso.
La lezione vera e propria nel frattempo ebbe inizio e il prof chiamò l'appello. Scorse i nomi e quando lesse il suo nome e quello di Raimei, fece un mezzo sorriso. Ma arrivato al nome di Miharu, alzò il tono della voce, e siccome il ragazzo non rispose subito, alzò ancora di più la voce.
"Rokujo ti senti bene?"
"Tutto bene. Ero solo un pò distratto. Chiedo scusa"
Perchè tutto questo interesse se si conoscono appena?Finito l'appello, cominciarono la lezione con le prime cose essenziali: Kouichi le sapeva tutte perfettamente, dato che le aveva fatte già innumerevoli volte. Raimei invece aveva qualche problemino, ma stranamente il prof non ci badò, e passò avanti.
La lezione si rivelò molto scorrevole, e poi dopo circa altre due ore, tornarono a casa. Kouichi naturalmente si offrì di accompagnare Raimei, fingendo di dover andare proprio vicino a dove era diretta la ragazza.
"Ma allora tu abiti da solo?" chiese improvvisamente Raimei.
" Si, per forza. I miei non ci sono. Con chi dovrei abitare?"rispose sarcastico. Stava recitando bene la parte.
"Non so, non hai parenti? O anche loro abitano al'estero?"
"Si abitano al'estero, ma non li vedo quasi mai, quindi non abbiamo un rapporto vero e proprio." Non ho mai raccontato così tante bugie, tutte messe insieme.
"Allora non sono proprio l'unica quattordicenne che vive da sola in città. Mi sento un pò meno idiota." disse sospirando.
Dopo un pò si fermarono ad un incrocio e si divisero, ognuno per la sua strada. Prima però, Kouichi voleva chiederle una cosa.
"Raimei, domani mattina se vuoi possiamo incontrarci di nuovo qui, e andare insieme a scuola. Così non rischi di perderti."chiese ironico..
La ragazza lo fissò per un attimo, ma poi sorrise.
"Certo perchè no
" Allora ci vediamo domani."
"Ciao Kouichi, a domani."
In quelmomento sembrava che quella giornata sarebbe stata la più fortunata della sua vita, e che perciò non sarebbe potuto capitargli nulla di sgradevole. Si sentiva come se non ci fosse nula di esistente che si poteva oporre alla sua volontà: era la sensazione migliore che si potesse provare, ed essendo per lui la prima, era ancora più sensazionale.
E poi tutte le volte che ripensava a Raimei, al suo volto, ai suoi capelli, alla sua voce si sentiva pervadere da una sensazione di pace mai provata prima. Era assolutamente incredibile quanto in un giorno si fosse sovvertito tutto l'ordine dele cose. Per di più, ogni volta che pensava all'impegno della mattina successiva, svaniva persino il rancore per Miharu: come se un ragazzino avesse potuto fermarlo!
Mentre era immerso nei suoi pensieri arrivò a casa. Salì le scale ancora intontito, ma quando arrivò davanti ala porta, trovò appoggiato alla parete il prof Kumoira. Evidentemente lo strava aspetando.
"Che cosa ci fa lei davanti casa mia?" chiese subito il ragazzo.
"Io e te dobbiamo parlare. Sta tranquillo, non c'è niente di preoccupante. Più che altro devo confessarti qualcosa che non ti aspetti. Qui non è il luogo più adatto, però, o perlomeno non mi va di parlarne a casa tua. Perciò ne parliamo domani a scuola."
Alzò i tacchi e se ne andò.
Kouichi era rimasto praticamente senza parole. Il prof non gli aveva dato neanche il tempo di rispondere, e non aveva potuto chiedergli che cosa accidenti voleva da lui. E poi che cosa sa di così importante da non potermelo dire qui??
Con queste domande che gli turbinavano in testa, se ne andò a letto.
La mattina seguente era così impaziente che stava uscendo senza le scarpe e con la camicia del pigiama: era completamente in trance. Chi sapeva com'era fatto, anzi per la precisione come di solito appariva, non lo avrebbe preso per il loro compagno. Era sempre stato un tipo molto controllato e non aveva mai eccessi di distrazione. Evidentemente l'innamoramento lo aveva fatio totalmente sbandare.
Se la fece di corsa per arrivare al punto prestabilito con Raimei, quindi arrivò legermente in anticipo: dopo circa dieci minuti, spuntò lei. Aveva ovviamente la divisa, ma stamattina per Kouichi era più bella del giorno prima. S'incamminarono verso la scuola, e nel frattempo chiacchieravano come al solito.
Per parlare con Raimei bastava davvero molto poco: praticamente era lei a guidare la conversazione, e lui si limitava ad annuire. Anzi ad annuire e a guardarla.
E mentre lo faceva, ecco di nuovo il senso di pace e serenità.
Purtroppo arrivarono molto velocemente a scuola, e di lì a poco cominciarono le lezioni.
A ricreazione salirono in terrazza, e Raimei adesso sembrava stranamente pensierosa.
Quando arrivarono non c'era nessuno, e si sedettero per terra. Questa volta la ragazza era silenziosa, ma a Kouichi andava bena anche così. Dopo un pò si sentì talmente pacificato col mondo, che socchiuse un attimo gli occhi, come per rilassarsi.
Era meraviglioso, non si era mai sentito così. Desiderava che non finisse, che quell'attimo fosse eterno, e per la prima volta nella sua vita ringraziò di essere immortale.
"Siete qui, allora."
Il prof Kumoira. L'aveva dimenticato.
"Kouichi scendi in classe, io ti raggiungo subito." disse Raimei.
"No, deve restare anche lui. E' uno di noi. Come me e te. "
Raimei s'irrigidì, si voltò e lo fissò negli occhi.
"Kouichi... tu appartieni al mondo di Nabari?"









Spero di aver dato una bella svolta alla storia con questo capitolo. Se non avessi avuto tutti 'sti cavolo di compiti in classe, avrei anche potuto aggiornare prima. Speriamo che man mano riesca a migliorare la mie prestazioni letterararie, altrimenti mi sa che fallisco!!


cara_meLLo: Anche questa volta spero che la mia fatica sia servita a qualcosa. Come ti ho risposto ieri, non ho fatto innamorare Raimei di Miharu, anche perchè non riuscirei a immaginarli. Anzi mi fa anche un pò senso, se devo essere sincera.
Per favore recensisci appena puoi, che mi tiro un pò su!! ( naturalmente se il capitolo ti piace)

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Capitolo 5
*** Decisione importante ***


Una parola.
Una parola soltanto e tutto si era improvvisamente oscurato.
Il sole era scomparso, e ilo vento non soffiava più
Tutto divenne sfocato, e sentì un brivido freddo lungo la schiena.
Tutto quello che aveva sognato o immaginato, era più lontano che mai.
Nabari. Aveva dimenticato che non era possibile per lui riuscire ad essere amato, perchè lui non era normale, anzi era una specie di mostro. Aveva dimenticato che Raimei non avrebbe mai potuto amarlo, perchè lui era qualcosa di abominevole, mentre lei era la cosa più bella e pura che potesse esistere.
Ora si era ricordato che non doveva contaminarla, perchè lui era il buio, e lei la luce.
Ma non ce la faccio. Io ormai non sono più niente se non posso starle accanto.
Distolse in fretta lo sguardo, per non leggere quello di Raimei, e fissò il prof Thobari.
"Perchè voleva parlarmi?"chiese arrabbiato.
" Non sei il solo che ho chiamato come puoi ben vedere: anche Raimei fa parte del mondo di Nabari, e siamo stati tutti incaricati di una missione molto importante."disse solennemente.
Kouichi lo guardava ancora, perchè non osava fissare Raimei. Aveva paura che adesso lo disprezzasse, ma la tentazione era troppa, così si voltò verso di lei.
La ragazza aveva un'espressione seria dipinta sul volto, e guardava il prof. Avrebbe voluto sapere cosa stesse pensando adesso, se lo odiava, se non era cambiato niente o se gli fosse indifferente. Kouichi la guardava e la sentiva lontana, irragiungibile.
" Lui già sa?" chiese Raimei fredda.
"No, credo che Rokujo non sospetti un bel niente. Per questo dovremo essere molto cauti, e fare attenzione."rispose Thobari.
Rokujo? Di nuovo lui? Che cosa c'entra?
"Professor Thobari non capisco. Si spieghi."
Thobari lo fissò a lungo, come se stesse cercando le parole giuste per spiegarsi.
Poi parlò."Noi tre siamo stati incaricati per proteggere Miharu Rokujo."
Kouichi era ancora più esasperato."Perchè? Chi è?"
"Non l'avevi ancora capito? " disse improvvisamente Raimei,che adesso lo fissava." Miharu è il possessore dell'arte dello Shinrabasho, il potere più grande di Nabari."
Adesso era chiaro. Come aveva fatto a non capirlo? Si era talmente perso nei pensieri su Raimei, che non aveva aperto gli occhi, su quello che gli stava succedendo attorno.
Quando Raimei aveva guardato Miharu in classe l'aveva fatto perchè aveva già capito che in lui c'era qualcosa di speciale, e la stessa cosa con il prof Thobari.
E lui, invece, aveva confuso tutto.
Idiota, sono un'idiota
" Credo che il modo migliore per dirlo a Rokujo sia farlo con calma e in un posto dove lui si sente al sicuro. Per cui stasera andrò a parlarci, e gli parlerò anche di voi due. Domani mattina andrò ancora da lui per accompagnarlo a scuola, e voi due dovrete aspettarci qui. Capito?"
Raimei e Kouichi si scambiarono un'occhiata. "Sì, abbiamo capito." risposero in coro.
"Perfetto. Allora a dopo." L'uomo fece un rapido sorriso, e se ne andò.
Kouichi percepiva l'imbarazzo, ma non aveva il coraggio di parlare. Ancora una volta fu la ragazza a rompere il ghiaccio.
"Non avrei mai immaginato che tu potessi far parte del mondo di Nabari. " Adesso sembrava essersi sciolta un pò, mentre prima era rimasta chiaramente stupita." Io faccio parte del clan Shimizu, e vengo dal villaggio di Fuma."
Non posso dirle tutto, ma cosa dovrei tralasciare? "Io appartengo al villaggio di Banten. Non ho genitori, non ho famiglia, non ho nessuno. Mi dispiace di averti mentito, ma non volevo rischiare." Di perderti per sempre.
"Ti capisco, non c'è bisogno che ti scusi."disse sincera. I suoi occhi marroni erano puri, e Kouichi si rasserenava soltanto a fissarli.
"Sei venuta qui a Banten per puro caso?"
"No, mi ha mandato il capo del villaggio, Kotaro Fuma."
"Capisco. Però sapevi che aveva a che fare con lo Shinrabasho: io invece non ne avevo neanche la minima idea."
"Già."concluse la ragazza.
Calò di nuovo il silenzio, che fu interrotto fortunatamnete dalla campana.
Alla fine della giornata fecero di nuovo la strada insieme, ma non si rivolsero la parola. Kouichi soffriva tantissimo: per quanto tempo ancora doveva tacere che era immortale, e che aveva più di mille anni?
Già se lo immaginava:"Ehi Raimei, sai non ti ho detto proprio tutto su di me. Ho dimenticato un piccolo dettaglio: io ho mille anni. Ma in fondo cosa vuoi che sia! Sono semplicemente più maturo degli altri ragazzi."
Era disperato, ma non aveva intanzione alcuna di rinunciare a lei.
Doveva fare qualcosa, e anche in fretta.
Ma cosa?
Poi realizzò che qualcosa c'era. Doveva parlarle a quattrocchi, in un posto sicuro. Perciò, anche se non era nel suo stile, decise di fare una cosa un pò azzardata.
" Raimei" "Ti va di uscire con me?"





Questo capitolo è stato scritto un pò di fretta, perchè come al solito mi sono seduta tardi. Colpa di mia sorella. Comunque sto lottando per avere un computer tutto mio, ma la lotta è ardua. Spero di riuscire a vincere.
cara_meLLo: Grazie per il tuo costante suporto. Sei fantastica! Devo ammettere che se non ci fossero le tue recensioni, il mio morale sarebbe a terra!

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Capitolo 6
*** Una rivelazione improvvisa ***


Raimei lo guardò stupita: forse perché non se lo aspettava, forse perché probabilmente Kouichi non sembrava il tipo da serate ‘romantiche’.
Spero che non abbia pensato male, ma le cose devono chiarirsi. Ne ho bisogno.
Dopo un paio di minuti, Raimei si riebbe e finalmente parlò.
“ Certo che mi va.” Ma le sue guance si arrossarono improvvisamente. “Voglio dire non vedo cosa ci sia di male ad uscire.” S’affrettò a spiegare.
Mentre Raimei distoglieva lo sguardo (per imbarazzo?!) Kouichi sentì di essere nuovamente pervaso da quel senso di pace interiore e di felicità assoluta che aveva sentito sin dalla prima volta che aveva incontrato Raimei.
Mi ha risposto davvero di sì. Significa che anche lei prova qualcosa per me?
“Facciamo domani sera alle otto al solito posto?”chiese ottimista il ragazzo.
“ Va bene. Ma dove andiamo?”
La domanda arrivò improvvisa e inattesa: Kouichi aveva pensato ad invitare Raimei, ma non aveva effettivamente pensato dove.
” Sorpresa. Domani vedrai.” Gli disse sorridendo.
“D’accordo. Allora ci vediamo domani a scuola. “ lo salutò e si diresse verso casa.
Kouichi era al settimo cielo: soltanto incontrare Raimei lo aveva reso felice, parlarle era stato pura euforia, ma uscire con lei era decisamente un’altra cosa. Non solo era il primo ragazzo a cui Raimei aveva detto di sì, ma per giunta era l’unico con cui avesse instaurato un rapporto stabile. Purtroppo la notizia che lo aveva riportato al mondo di Nabari, aveva buttato una momentanea ombra sulla prospettiva di vita con Raimei, ma ora tutto sembrava facile da raggiungere, anche il cielo. Kouichi entrò e richiuse rapidamente la porta: non doveva destare i sospetti dei vicini.
“Che cosa vuole ancora? Mi sembra di non averle dato il permesso di entrare a casa mia.”sputò con disprezzo. L’inquietudine e l’ansia di perdere Raimei erano stati poratti, anche se per poco, da quell’uomo. Ritrovarselo per giunta in casa era decisamente troppo.
“ Calmati. Sono appena tornato da casa do Rokujo. Adesso lui sa. Domani mattina lo andrete a prendere e lo scorterete sino a scuola. Potresti incaricarti di dirlo a Raimei? Non ho tempo di andare anche da lei” sospirò stancamente l’uomo.
“Certo, l’avverto io. Adesso potrebbe andarsene per favore? Devo riposare.”
“Come vuoi.” Si alzò e si diresse alla porta.” Mi dispiace di aver cominciato male con te, non era mia intenzione. La prima cosa che desidero è che tu possa fidarti di me. A domani Kouichi.” E uscì.
Quante belle parole: Kouichi non pensava che dare fiducia al prof sarebbe stato immediato, ma doveva provarci. Raimei non aveva alcun problema con Thobari: lui invece l’aveva giudicato come un pericolo. Chissà perché poi.
Prese il telefono e digitò il numero di Raimei.
“”Pronto?”
“Raimei sono io. Volevo avvertirti che domani mattina dobbiamo andare da Miharu e accompagnarlo fino a scuola. Noi due potremmo vederci un po’ prima e andare a casa da lui, no?”
La prospettiva di passare un po’ di tempo da solo con Raimei lo rasserenava : purtroppo avrebbe dovuto condividere il tragitto con il ragazzo. Meglio di niente. Mi rifarò domani sera.
“ Certo Kouichi, mi sembra la cosa migliore.” Poi a tradimento chiese” Hai già scelto il posto per domani sera?”
Dal tono dela voce doveva essere di nuovo lievemente imbarazzata. Kouichi si sentì inspiegabilmente soddisfatto.
“Tranquilla. Tutto sotto controllo. A domani e sogni d’oro.”
“Sogni d’oro anche a te.” E richiuse.
La mattina seguente i due ragazzi si videro sempre al solito posto.
Kouichi notò che quella mattina Raimei era davvero carina, anche se aveva un’aria leggermente assonnata, come se non avesse dormito.
“Ciao, Kouichi. Hai sentito il prof Kumoira? Io volevo parlargli, ma stamattina non rispondeva al telefonino.” chiese ansiosa.
“Non ho sentito nessuno stamattina.” rispose infastidito. Proprio di quell’idiota dovevano parlare? “ Era qualcosa d’importante?” chiese raddolcito.
“No, direi di no. Andiamo?”
“Si, direi che è meglio avviarci.”rispose serio.
Dopo circa un quarto d’ora arrivarono a casa di Miharu: un edificio a due piani, con un ristorante al piano terra e la casa sopra.
Quando bussarono al piano terra, Miharu aprì la porta.
“Ah, siete voi. Prendo la borsa e poi possiamo andare.”
Durante il tragitto i ragazzi non spiccicarono parola: Raimei e Kouichi erano imbarazzati dalla presenza del ragazzino, mentre Miharu era totalmente immerso nei suoi pensieri. Quando finalmente arrivarono a scuola, Miharu si sedette al suo posto e loro due poterono finalmente conversare. Purtroppo la loro conversazione durò pochi minuti, perché di lì a poco entrò la professoressa di matematica.
La giornata trascorse velocemente e per Kouichi fu una fortuna: pensava solo ed esclusivamente ala serata in compagnia di Raimei. Anzi per essere precisi stava addirittura contando le ore, i minuti e i secondi che lo separava dall’appuntamento. Anche se aveva invitato Raimei per un motivo tutt’altro che futile, non poteva fare a meno di pensare che era stato estremamente facile, ma che soprattutto lui si sentiva davvero bene. Non contava tanto il fatto che forse l’avrebbe persa per sempre dopo averle detto ciò che era, ma che la ragazza più bella che lui avesse mai visto e che amava nel profondo, aveva accettato di uscire di sera con lui.
A ricreazione i due stettero di nuovo con Miharu e non lo lasciarono un secondo, perdendo nuovamente l’occasione di parlare.
Alla fine della giornata scolastica, riaccompagnarono Miharu a casa, lo salutarono educatamente e se ne tornarono a casa.
Quando furono al posto dove si incontravano di solito, si scambiarono un saluto veloce.
“Ci vediamo sempre qui alle otto. Se per caso hai bisogno di più tempo per prepararti, possiamo posticipare.”disse premuroso Kouichi.
“Non preoccuparti, Il tempo non mancherà di certo. A dopo.”
Per l’occasione Kouichi indossò i jeans, una camicia e una giacca. Si guardò allo specchio soddisfatto, e uscì di casa. Aveva deciso di portare Raimei in un ristorante in città poco conosciuto, ma molto carino: insomma riservato, ma non squallido.
Quando arrivò al posto prescelto la ragazza non c’era ancora, ma non dovette aspettare molto.
Dopo circa dieci minuti, Raimei spuntò dall’incrocio, e man mano che si avvicinava, Kouichi potè osservarla meglio: aveva i lunghi capelli biondi sciolti, che le ricadevano dolcemente sulla schiena, e indossva un grazioso vestito azzurro. Sulle labbra portava un leggero velo di lucidalabbra, e gli occhi erano velati da un ombretto brillante, non eccessivo. Mentre si avvicinava sorridendo, Kouichi restò assolutamente allibito: era davvero meravigliosa, anzi sembrava un angelo. Tutta questa bellezza per un attimo lo disorientò, facendogli venire la pressante convinzione che non era degno di lei.
“ Ciao Kouichi.” Gli disse sorridendo. “Questa camicia ti dona.”
Adesso io cosa dovrei dirle? Solo che è bellissima? Mi sembra riduttivo.
“Grazie. Ma credo che dei due quella che oggi farà strage di cuori, sia solo tu. Andiamo?”
“Certo. Hai finalmente deciso il posto?”chiese curiosa.
"Sì, ma prima ti va di fare una passeggiata? Abbiamo un sacco di tempo.”
“Perché no? E’ un’ottima idea.”
Mentre passeggiavano tra la gente parlarono di tutto: della scuola, dei compagni e di Nabari. Confessarono le loro abilità, e Kouichi non riuscì ad immaginare che Raimei potesse armeggiare con una spada. Era decisamente una cosa che non poteva accettare.
Comunque il tempo volò, e Kouichi convenne che era meglio avviarsi per il ristorante.
Come previsto non c’era molta gente nei dintorni, ma il posto non era certo malfamato. Entrarono e si sedettero ad un tavolo appartato: il cameriere porse loro i menù e rivolse uno sguardo parecchio ‘interessato’ a Raimei.
Kouichi decise che non era il caso di picchiare qualcuno proprio quella sera, così lasciò perdere.
Mentre leggeva, dava qualche occhiata di sottecchi a Raimei.
La prima volta che si erano visti aveva chiaramente ricevuto il cosiddetto colpo di fulmine, e gli era sembrato che quella ragazza fosse in assoluto la più bella della scuola: ma con quel vestito e con i capelli sciolti sembrava una dea. Ordinarono da mangiare, e mentre aspettavano Kouichi si chiese cosa doveva dire a Raimei. Lo scopo sin dall’inizio era stato quello di dirle cosa fosse lui veramente, ma adesso aveva troppa paura che la ragazza lo escludesse dalla sua vita, a causa della sua natura. E non le avrebbe dato torto: lui era immortale, davanti gli si stendevano migliaia di vite inesplorate, mentre lei era mortale, e di vita ne aveva una sola. Ormai dirle questo equivaleva a perderla per sempre. E non poteva permetterlo.
Forse dovrei confessarle i miei sentimenti: delle due opzioni questa è la meno rischiosa, anche se non ne sono proprio sicuro. Che faccio?
Bell’idiota, Kouichi !! Prima la porti qui e poi non sai nemmeno cosa dirle!!

All’improvviso però Raimei parlò.
“Kouichi cosa c’è che non va? Sembri preoccupato.”
“ Il fatto è che ti ho invitato per un motivo preciso, Raimei. “ La guardò negli occhi.” Dovevo parlarti di una cosa seria.”
“Parla pure, allora.”“Raimei, per te io cosa sono?”
La ragazza parve spiazzata.
“Bè sei il mio amico, il mio primo amico. In fondo apparteniamo entrambi al mondo di Nabari, e condividiamo la stessa missione. E poi sei una delle poche persone di cui io mi fidi veramente.”
Kouichi si sentì morire: lui, per lei, era solo un amico. Il migliore per l’esattezza, ma cosa importava?
Lei non lo amava.
“Che c’è Kouichi? Cosa ho detto che non va?” chiese accorata Raimei.
“Vedi Raimei, il problema è che per me tu sei molto di più. Anzi io…” Fissò il suo sguardo in quello della ragazza “credo di essermi innamorato di te.”





Eccomi qui!! Finalmente ho scritto il sesto capitolo!!Mi è venuto bello grosso, perché volevo compensare l’attesa.
Purtroppo come al solito ho avuto un milione di cose da fare, (corsi di recupero di greco, feste, compiti in classe e interrogazioni)e non ho potuto aggiornare.
Non posso credere di essere tra i preferiti di ben tre persone, che ringrazio profondamente. Il vostro supporto è davvero gratificante!!
cara_meLLo: Come ti sembra? Sta prendendo una bella piega?? Non sapevo come far continuare la storia, ho avuto un blocco!! Per fortuna mi è venuta l’ispirazione. Mi raccomando recensisci, altrimenti mi sento abbandonata!!

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Capitolo 7
*** Rapidi battiti di cuore ***


La sua spada era poggiata in un angolo della stanza. Era senza fodero e mandava bagliori ogni volta che la luce la colpiva.
Raimei la guardava stesa sul suo letto, mentre pensava alla prima giornata nel villaggio di Banten.
In fondo era andato tutto bene, o perlomeno tutto nella norma.
La scuola era come tutte le altre, niente di più, niente di meno. I ragazzi sembravano a posto e non c’era niente che l’avesse particolarmente colpita, a parte una cosa.
Un ragazzo, per la precisione.
Gli era praticamente saltato addosso, mentre rincorreva una ragazza.
Nel preciso momento in cui l’aveva visto, qualcosa dentro di lei era scattato, e non se l’era potuto spiegare. Di solito i ragazzi non le facevano questo effetto, anzi le erano completamente indifferenti. Ma quel Kouichi era speciale: sembrava più maturo, più serio, più riflessivo. E per di più si era dimostrato molto gentile e cortese.
Gli aveva mostrato l’aula, e l’aveva aiutata con la strada. Forse era stato anche troppo premuroso, ma questo a Raimei non dispiaceva.
E per di più non era solo il carattere quello che colpiva, ma anche l’aspetto: era alto, capelli chiari, occhi scuri e una carnagione pallida.
Tuttavia non sembrava uno sfigato, anzi al contrario dava l’impressione di uno molto in gamba.
Mentre parlava con lui, Raimei si sentiva strana, quasi entusiasta di poter parlare di sé stessa, per quanto poco potesse farlo.
E lei non aveva dimenticato quanti segreti doveva mantenere…
Era orfana, perché la sua famiglia era stata assassinata dal fratello più grande, Raiko. E tutte le volte che ci pensava sentiva una fitta al cuore.
Com’era possibile che suo fratello avesse fatto una cose del genere? Per anni aveva sentito il peso di questa tragedia, perché era sola. Suo fratello aveva risparmiato solo lei. E Raimei si era sempre chiesta il perché.
Aveva vissuto nel dolore e ora aveva capito che doveva cavarsela da sola. Solo questo poteva fare.
E mentre pensava a questo, fissava la sua spada, che era carica di ricordi: il primo, quando i genitori gliela misero in mano per la prima volta, affinché lei ne imparasse la tecnica; poi quando si esercitava col fratello, che possedeva la gemella della sua spada. Tutta la sua vita era trascorsa con quella spada, e con essa l’indelebile appartenenza al mondo di Nabari e al clan degli Shimizu.
Però, chissà perché, in mezzo a tutti questi pensieri bui, spuntava il viso di Kouichi e il suo sorriso raggiante, che l’avevano contagiata da subito.



Il prof Kumoira è arrivato. Adesso comincia il lavoro vero, proteggere Miharu Rokujo. L’aveva visto, Rokujo, il giorno dopo a scuola: era in classe con lei e Kouichi. Era un ragazzino piuttosto strano, se ne stava sempre per i fatti suoi e non parlava quasi con nessuno.
Lo aveva riconosciuto da subito, grazie alla descrizione di Kotaro Fuma, il capo del villagio di Fuma.
Insomma il suo compito e quello di Kouichi e quello del prof Kumoira sarebbe stato per un periodo, o forse per sempre, proteggere il possessore dello Shinrabasho.
Non che la cosa le dispiacesse, anzi probabilmente si sarebbe anche divertita. Ma questo significava un ostacolo fra lei e Kouichi: se fino a quel momento era riuscita a rimanergli accanto, adesso come avrebbe fatto??
Chi vorrebbe stare con una ragazza che usa una spada? Uno shinobi, per di più!! E poi come faccio a giustificare che starò praticamente sempre attaccata a Miharu?
Quella mattina avrebbe dovuto incontrare il prof Kumoira per discutere della missione: il problema sarebbe stato come allontanare Kouichi, anche se lei lo avrebbe voluto al suo fianco.
Ma non era possibile, erano diversi, troppo.
Per fortuna avevano fatto la strada per la scuola insieme, lei e Kouichi, come sempre. Lei aveva attaccato a parlare, e Kouichi l’aveva ascoltata come sempre. E questa era un’altra cosa di Kouichi che piaceva immensamente a Raimei, perché nessuno le aveva mai prestato così tante attenzioni. Non che lei fosse una a cui piacesse stare al centro dell’attenzione, però con Kouichi si sentiva protetta, come se ogni cosa che pronunciasse fosse assolutamente importante e imperdibile.
La cosa che più la sconvolgeva era che dopo anni e anni di completa indifferenza a questa cose “adolescenziali”, adesso c’era dentro fino al collo.
La cosa strana era che non riusciva a capire quale fose il vero sentimento che legava quei due, o per meglio dire, ciò che la legava così tanto a Kouichi.
Forse aveva soltanto sentito il bisogno di qualcuno di cui potersi fidare, e in Kouichi aveva trovato l’appoggio ideale: o forse era davvero attratta da lui, e si stava innamorando.
Più ci pensava e più le sembrava che la seconda opzione fosse quella più plausibile.
Brava Raimei!! Ti sei cacciata davvero in un bel guaio… Ti sei andata a innamorare di un ragazzo che non potrai mai avere!! Che idiota che sei!
Questa consapevolezza era però quella che l’avviliva: ormai la presenza di quel ragazzo le era indispensabile., ma doveva allontanarlo per tenerlo lontano dai guai. Bel casino…Se ci fosse Raiko mi prenderebbe in giro fino alla morte!!
Le prime ore della giornata scorsero lentamente, e Raimei si annoiò per tutto il tempo. Quando finalmente suonò la ricreazione, lei e Kouichi andarono in terrazza. Purtroppo si ricordò dell’incontro col prof Kumoira solo dopo, quando erano già fuori, perciò non potè fare a meno di portare anche Kouichi con sé. A questo punto tanto valeva aspettare l’uomo, e mandare via Kouichi con una scusa. Perciò si sedettero entrambi per terra e si godettero quel momento magico. Non parlarono, ma la ragazza sentiva l’aria carica di elettricità, come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa d’improvviso. Quando spuntò finalmente il prof, balzò in piedi e cercò di mandar via il ragazzo come aveva pensato prima.
“ Kouichi, scendi in classe, io ti raggiungo subito.”disse prontamente.
“ No, deve restare anche lui. E’ uno di noi. Come me e te.” la contraddisse il prof Thobari.
Il tempo, per pochi istanti si fermò: immediatamente si voltò verso il ragazzo. Non è vero, non è possibile. Io non riesco a crederci.
La ragazza era incredula: come poteva essere vero? Kouichi, la persona migliore che aveva incontrato in tutta la sua vita, era uno shinobi.
Quando però si rese davvero conto della situazione, una parte dentro di sé si sentì davvero felice: adesso forse stargli accanto non sarebbe stato così difficoltoso.
Il ragazzo , però, non aveva ancora detto nulla.
“ Kouichi… tu appartieni al mondo di Nabari?” Il ragazzo non le rispose, e guardò altrove, come se avesse vergogna a mostrarle il proprio volto.
per la prima volta Raimei sentì che il ragazzo si stava allontanando da lei per chissà quale ragione: in fondo entrambi adesso sapevano che appartenevano allo stesso mondo, e che l’ultima barriera per la loro amicizia era caduta.
Ma allora perché lui la trattava con distacco e quasi con tristezza? Cosa c’era di così terribile in quella nuova scoperta, tanto da non riuscire nemmeno a parlarle?
Kouichi perché fai così?? Cosa c’è che non va? Mi sto seriamente spaventando… Dì qualcosa, dannazione!! E invece il ragazzo non la guardò, e piuttosto fissò furioso il prof Thobari: “ Perché voleva parlarmi??”
Raimei capì che subito che nella voce del ragazzo c’era qualcosa che non andava, eppure non ne riusciva a capire il motivo.
“Non sei il solo che ho chiamato come puoi ben vedere: anche Raimei fa parte del mondo di Nabari, e siamo stati tutti incaricati di una missione molto importante."
Allora Raimei decise di guardare il prof: non capiva l’ostinazione del ragazzo. Ma se lui vedeva la cosa con così tanto astio, pazienza, l’avrebbe fatto anche lei.
" Lui già sa?" chiese Raimei.
"No, credo che Rokujo non sospetti un bel niente. Per questo dovremo essere molto cauti, e fare attenzione."rispose Thobari.
"Professor Thobari non capisco. Si spieghi." chiese ancora Kouichi. Perché fa finta di niente? Possibile che non sappia ancora nulla della missione e di Miharu? "Noi tre siamo stati incaricati di proteggere Miharu Rokujo."rispose Thobari.
"Perchè? Chi è?" domandò perplesso il ragazzo . Non posso crederci: lui non sapeva niente davvero!! Che non sia stato informato prima come me? Però io l’ho percepito subito che Miharu aveva qualcosa di speciale…Sembra che invece Kouichi respinga tutto quello che appartiene al mondo di Nabari..
" Miharu è il possessore dell'arte dello Shinrabasho, il potere più grande di Nabari." rispose Raimei.
L’espressione di Kouichi fustrana: da un alto sembrò che avesse raggiunto la risoluzione di un enigma, dall’altro che si fosse levato un peso dal cuore.
Poi intervenne il prof." Credo che il modo migliore per dirlo a Rokujo sia farlo con calma e in un posto dove lui si sente al sicuro. Per cui stasera andrò a parlarci, e gli parlerò anche di voi due. Domani mattina andrò ancora da lui per accompagnarlo a scuola, e voi due dovrete aspettarci qui. Capito?"
"Sì, abbiamo capito." risposero i due. "Perfetto. Allora a dopo." L'uomo fece un rapido sorriso, e se ne andò.




Quando Kouichi le aveva chiesto di uscire, Raimei aveva seriamente pensato di essere già nel mondo dei sogni. Nei suoi pensieri si alternarono incredulità, confusione e felicità: e forse capiva il senso di tutto ciò.
Per la prima volta nella sua volta stava sperimentando un sentimento forte e starno allo stesso tempo, e si sentiva enormemente appagata per questo. Anche se il comportamento del ragazzo di quella mattina l’avevano spiazzata completamente, non riusciva ad essere triste.
D’altronde non si aspettava certo che Kouichi la invitasse fuori dopo così poco tempo che si conoscevano, però riflettendoci, la cosa non le dispiaceva affatto. Anzi, anche se in pubblico aveva assiduamente negato di avere interessi sentimentali per qualcuno, con Kouichi era diverso. Lui la capiva, l’ascoltava, semplicemente c’era sempre. E poi, anche se lui non lo sapeva, circa metà delle ragazze della scuola, ci sarebbe uscita. Probabilmente non davano mai segni d’interessamento, perché lui non era il tipo. E comunque per questo aveva deciso che la mattina seguente avrebbe raccontato a voce ‘molto alta’ dell’appuntamento, così giusto per far sapere a ‘qualcuno’ la notizia.
Quando aveva lasciato Kouichi al solito incrocio, la prima cosa che aveva fatto era stata quella di andare in un negozio a comprare un abito adatto, visto che al momento non ne aveva neanche uno. Ne provò diversi, ma alla fine optò per un abito abbastanza semplice azzurro.
Uscì di corsa dal negozio, e filò a casa.
Mentre scivolava sotto la doccia, sentì i muscoli rilassarsi e restò sotto il getto dell’acqua per un bel po’. Dopo circa mezz’ora finalmente uscì’ dalla doccia, e quando si guardò allo specchio sentì una punta di disperazione: cosa fare con ‘quei’ capelli?
Di certo adesso non poteva andare in una salone di bellezza, e poi chissà quanto le avrebbero spillato..
A questo punto l’unica soluzione era lasciarli sciolti, e così fece. Indossato l’abito e pettinati per bene i capelli, mise un po’ di lucidalabbra, prese una borsa e uscì di casa.
Era in perfetto orario, ma chissà perché sentiva che lui era già là. E infatti appena svoltato l’angolo, lo vide, e quasi subito sorrise per l’emozione.
Per la serata, anche lui si era vestito in modo elegante e, se possibile, era ancora più carino. Sembrava qualcosa che non fosse fatta per vivere sulla terra, ma piuttosto sembrava qualcosa di decisamente etereo. Purtroppo di tutto lo stupore che adesso Raimei provava, l’unica cosa che riuscì a dirgli, fu che quella camicia gli stava bene.
Patetica, ecco cosa sono. Prima di andare nel famoso ristorante, i due ragazzi parlarono a lungo, soprattutto di Nabari e delle loro abilità.
Parlarono così a lungo che nemmeno si resero conto di essere già arrivati al ristorante. Era un posto carino, e non troppo affollato. Proprio perfetto... oh mio Dio, mi sento di poter toccare il cielo con un dito!!
Quando arrivò il cameriere con i menù, Raimei si accorse di aver attirato uno sguardo piuttosto ‘gentile’ da parte di questo, e ne rimase compiaciuta: almeno aveva la certezza di essere decente quella sera.
Poi si accorse che Kouichi aveva uno sguardo distante, anzi preoccupato: evidentemente c’era qualcosa che voleva dirle, ma non sapeva come farlo.
Forse se glielo chiedo io, non si farà tutti questi problemi.
“Kouichi cosa c’è che non va? Sembri preoccupato.”
“ Il fatto è che ti ho invitato per un motivo preciso, Raimei. “ . Mentre diceva così, la fissava negli occhi e Raimei quasi s’intimidì.
.” Dovevo parlarti di una cosa seria.”disse serio il ragazzo.
“Parla pure, allora.” acconsentì la shinobi .
“Raimei, per te io cosa sono?”
E andò completamente nel pallone. Cosa cavolo passava per la testa di quel ragazzo? Di tutte le domande che avrebbe potuto farle, proprio questa aveva scelto! Sei solamente l’unico ragazzo di cui probabilmente io mi sia innamorata: bazzecole.. Il problema è: cosa ti aspetti tu?
Così la ragazza decise di dirgli la verità, ma solo in parte.
“Bè sei il mio amico, il mio primo amico. In fondo apparteniamo entrambi al mondo di Nabari, e condividiamo la stessa missione. E poi sei una delle poche persone di cui io mi fidi veramente.”
rispose, anche se con poca convinzione. Come avrebbe voluto dirgli che moriva dalla voglia di dirgli ciò che provava davvero! Sarebbe bastato che anche lui le dicesse queste parole, e lei si sarebbe sciolta in un profluvio di sdolcinatezze. Ma il volto del ragazzo era una maschera di tristezza, e Raimei si sentì male per lui.
“Che c’è Kouichi? Cosa ho detto che non va?”
Allora Kouichi sorrise amaro e le rispose con fermezza.
“Vedi Raimei, il problema è che per me tu sei molto di più. Anzi io credo di essermi innamorato di te.”
Dette queste parole, la prima cosa che accadde a Raimei, fu quella di sentire delle campane in lontananza: poi realizzò pienamente quello che il ragazzo le aveva appena confessato. Non è possibile… è meglio di qualsiasi sogno o fantasia. Ed è pura realtà…
Il ragazzo proseguì.“Non devi sentirti in obbligo per qualcosa Raimei…a me basta starti accanto. Per il resto sarà tutto come sempre, stanne certa.”
“Ma io non voglio che resti tutto com’è.”
“Non capisco.” Kouichi era contrariato.
“Io voglio più dell’amicizia, Kouichi. Voglio stare con te. E se non te l’ho detto prima, e perché aveva paura a confessartelo.” Mentre diceva queste parole, Raimei aveva abbassato lo sguardo. Anche se sentiva di aver deto la verità, si sentiva molto imbarazzata per quelle parole, e non riuscì a mantenere lo sguardo fisso di fronte a sé, anche se era oltre misura felice.
Stava aspettando la risposta, ma sentì una mano che le prendeva il mento tra le dita e lo portava vicino al proprio volto.
Il primo bacio della mia vita…

Quando Kouichi appoggiò le sue labbra sulle sue, lei era già letteralmente in estasi, e non c’era niente altro che la potesse riportare sulla Terra. L’unica cosa che si ricordò di poter fare fu prendere il volto di Kouichi tra le mani, e così fece. Il loro bacio durò così tanto, che alla fine il cameriere per farsi notare dovette tossire svariate volte, prima che i due se ne rendessero conto.
Per tutta la serata si tennero le mani, e a tratti parlavano, a tratti si guardavano sorridenti. Ma il meglio furono i baci, degli autentici momenti magici, e Raimei ne restava sempre un po’ intontita. “Domani dobbiamo andare da Miharu” ricordò Raimei.
“ Lo so. Il punto è che non mi va di tornare a casa adesso. O perlomeno non mi va di farlo da solo” disse sorridente Kouichi.Allora Kouichi l’attirò a sé con violenza, la strinse e la baciò. Poi disse” Sia mai che io ti faccia stare male. Mi basta sapere che ti faccio venire il batticuore. O soffri di qualche altro malore in mia presenza?” chiese divertito.
“ Direi di no, perciò possiamo stare insieme tutto il tempo che vogliamo.”
Però lo sguardo che Kouichi le rivolse non era altrettanto entusiasta. “Nulla. Sta tranquilla. Ti accompagno a casa. “ Le prese la mano, e camminarono fino a che non arrivarono a casa di Raimei.
La ragazza sentì il forte desiderio di portare Kouichi a casa sua, così glielo chiese.“ Vuoi salire?” chiese con un mezzo sorriso.
Kouichi rise forte.” Ma non avevi detto che il cuore non poteva reggere un peso simile??”
“ Guarirò in fretta, vedrai.”
“ Ti ringrazio, ma è meglio che me ne torni a casa. Ma prima di andarmene..” e la baciò di nuovo.
“ Ti amo, Raimei.”
“Che strana coincidenza: anch’io ti amo!!” disse sorridente.
“A domani .” concluse Kouichi. E si allontanò salutandola.
La ragazza salì a casa ancora sognante, e quando si chiuse dentro il suo appartamento si sentì pervadere da uno strano senso di eccitazione. Fregandosene del fatto che fosse tardi e che di sotto probabilmente la gente dormiva, urlò” Io amo Kouichi Aizawa!! E lui ama me!!”
Per quanto fosse semplice questo fatto, lei non continuava a crederci: ma era così!! L’indomani lo avrebbe rivisto, e forse tutti i giorni dopo, o forse per tutta la sua vita. Non poteva crederci, ma era vero, e lei faceva parte di quella realtà.
Andandosene a letto, ricordò quanto era stata triste e sola prima, e ripensandoci capì la fortuna di aver incontrato Kouichi.




Ecco finalmente il settimo capitolo. Probabilmente chi mi segue avrà pensato che io sia stata investita da qualche tram, e che sia morta sul colpo. Niente di tutto ciò: semplicemente mia madre ha sequestrato il computer per la sua tesi, e io non l’ho potuto toccare. Fra l’altro questo capitolo è stato molto impegnativo, e ci ho messo un bel po’ di pomeriggi per completarlo. Dopo tutto questo lavoro, spero che vi piaccia!!

cara_meLLo: ti prego dimmi che non ho fallito nel tentativo di intrufolarmi nei pensieri di Raimei. Ho fatto così perché pensavo che il suo punto di vista fosse il più adatto per continuare. Secondo te, da adesso in poi, dovrei continuare con lei, o tornare a Kouichi?

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