NEED TO RUN WITH YOU

di MelKook
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue.. ***
Capitolo 2: *** Niente di ciò che pensavo.. ***



Capitolo 1
*** Prologue.. ***



Salve a tutti mi chiamo Melissa e sono qui per parlarvi di come io e le mie amiche abbiamo conosciuto i BTS.. Si, noi conosciamo i ragazzi di cui seguite le fanfiction, le canzoni, le loro vite, i vostri idol. Voglio parlarvi di come li abbiamo conosciuti, di come li conosciamo e che rapporto abbiamo con loro.
Tutto è iniziato un anno fa quando ho conosciuto in Facebook tre ragazze, Marta, Rosa, Vanessa, in un gruppo creato per riunire le Army Italiane. In quel gruppo abbiamo iniziato a condividere parole, emozioni e segreti. In seguito abbiamo coltivato sempre di più la nostra amicizia in privato. Sentendoci tutti i giorni, tutte le sere e in ogni momento tramite Skype, kakao, facebook o whatsapp, abbiamo iniziato davvero una bella amicizia e il nostro sogno comune era quello di un viaggio tutte assieme in Corea per assistere ad un concerto dei BTS, per porgergli una specie di omaggio e così abbiamo fatto. Il giorno 9 Gennaio 2015 siamo partite per la Corea. Innanzi tutto, venendo da parti diverse d'Italia abbiamo deciso di convergere tutte a Roma in modo tale da affrontare il viaggio in aereo verso l'Asia tutte assieme, inoltre Vanessa ci ha chiesto di porter portare con se anche la sorella Jenniefer anche lei fan di kpop. Arrivate a Roma e presentateci all'Aereoporto di Fiumicino tutte e cinque alle ore 9.30 finalmente ci siamo conosciute e a parte urli, abbracci e pianti vari nel vederci per la prima volta qualcos'altro ci accomunava tutte: L'Ansia che cresceva. Fatto il check-in è preso il volo delle 11.10 con scalo a Mosca e dopo ben 16 ore di viaggio, finalmente arrivammo all'aeroporto di Incheon stanchissime e con un Jet-lag da far paura. Nonostante tutto la forza per essere euforiche ed emozionate per il nostro arrivo ce le avevamo ancora. 
Scusate, ancora non vi ho presentato le mie amiche. Marta ha quasi 19 anni classe '96, lei è di Venezia studia all'Università "Ca'Foscari" di Venezia dove sta seguendo un corso di lingua Coreana. Rosa invece è di Lecce, ha 25 anni classe 89' abita in un paesino di provincia dove è appena tornata dopo essersi laureata in coreano, è la più grande di tutte noi e per questo tutte noi non la chiamiamo mai per nome ma semplicemente "Onni". Vanessa invece ne ha 24 classe '91 e lei è dell'Aquila, lei come me frequenta la Facoltà di Studi Orientali presso l'Università “La Sapienza” di Roma anche se frequentavamo lo stesso corso essendo di anni diversi non avevamo mai avuto occasione di incontrarci perché io ho 23 anni e sono classe '92 e sono di Roma. La sorella più piccola di Vanessa, Jenny, ha la mia età solo che lei ha studiato coreano da autodidatta e ha preferito coltivare per la maggiore la sua passione per la musica coreana. 
Finalmente arrivate qui, qui in Corea, avevamo come la sensazione che tutti i nostri sogni si sarebbero avverati. Ognuna di noi era qui per motivi, sebben collegati, diversi. 
Dopo esserci ambientate nella città, esserci trasferite nel nostro nuovo appartamento che per due mesi avremmo chiamato casa, si avvicinava sempre di più la data di una delle cose che eravamo venute qui per vedere e per potervici partecipare.. Il fan meeting e il concerto dei BTS. 

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Capitolo 2
*** Niente di ciò che pensavo.. ***


Finalmente arrivò il giorno in cui io e le mie amiche avremmo visto per la prima volta dal vivo i BTS e l'agitazione cresceva. Avevamo acquistato i biglietti per poter assistere al primo show disponibile in città in cui i ragazzi avrebbero presenziato. Avevamo i posti nelle prime file per i Seoul Music Awards. Ebbene sì, il giorno 22 Gennaio 2015 noi sedevamo nelle prime file dell'arena dove si sarebbero svolte le premiazioni e le performance. Quel giorno eravamo tutte delle bambine alla vigilia di Natale pronte a scartare i nostri regali con gli occhi. I ragazzi si esibirono con un'esibizione impeccabile di Boy in Luv e noi che eravamo sotto palco ci godemmo la loro vista al 100%. I giorni passarono e quell'esperienza ci rimase nel cuore. Ma con un velo di amarezza. Quel giorno il fan meeting non venne fatto né tanto meno riuscimmo a vederli all'uscita. Tutto ciò che ci eravamo programmate di fare, tutto ciò che avevamo sognato di dirgli era svanito. Jenny era quella che ci stette più male di tutte, cadde in depressione e non volle più uscire di casa, perdendosi così la nostra piccola scoperta della Corea. Io, Rosa, Vanessa e Marta uscimmo e viaggiammo per cercare di goderci comunque la nostra vacanza anche se non a pieno visto comunque lo scontento lasciato da quel concerto. Finalmente Jenny si riprese e decise che lasciarsi scappare tutte le future opportunità di incontrarli non avrebbe avuto senso e si godette con noi le ultime giornate. Purtroppo arrivò il 3 Marzo e con esso anche il nostro ritorno in Italia. Giunte a Roma ci salutammo tra pianti e abbracci concludendo lì la nostra esperienza in Corea. 
 
Nei mesi che seguirono continuammo a chattare tra di noi, tenendoci in contatto come sempre.  
Ed ecco come è andata fino a poco tempo fa. 
 
Tutto ebbe inizio in realtà i primi giorni di Novembre. In una mia tranquilla mattinata Universitaria.
 
"Melissa corri!" 
La voce di Vanessa risuonò nella biblioteca attirando a se gli sguardi dei presenti che cercavano di capire cosa stesse succedendo.
"Shh.. Abbassa la voce Vane."
Mi lanciai su di lei stampandole una mano sulla bocca, tirandola per un braccio, facendola roteare su se stessa, per poi spingerla fuori da quella stanza, lasciando lì tutti i miei libri.
"Si può sapere che diavolo hai da strillare tanto?" 
Le chiesi con un tono di voce alquanto acido. 
"Mel, finalmente, l'ho trovato"
Disse lei prendendomi entrambe le mani in una stretta ferrea.
"Cosa?" 
Le chiesi guardandola e non capendo nulla di ciò che stava accadendo.
"Ho trovato l'appartamento giusto per noi. Sarà libero in meno di 15 giorni, io te e le ragazze possiamo occuparlo già da metà mese" 
A quella notizia mi lanciò le braccia al collo e io feci altrettanto. 
 
Da quando eravamo tornate dalla Corea io e Vanessa ci frequentavamo molto più spesso ma, cosa più importante, sentivamo moltissimo la mancanza delle altre, come se una parte di noi si fosse persa chissà dove. Così nei mesi estivi tutte noi ci trovammo un lavoro per poter così darci modo di mettere da parte un po di soldi. Il denaro ricavato da una stagione di duro lavoro, a conti nostri sarebbero bastati per consentirci la sopravvivenza per un paio di mesi in Corea, almeno finché non ci saremmo trovate un impiego. Da settembre in poi cominciammo tutte a cercare appartamenti in zona Seoul dove avremmo potuto abitare tutte e 5, il che era molto difficile. Ma finalmente Vanessa ce l'aveva fatta.
 
"Vane, ancora non riesco a crederci"
 Le dissi tenendo entrambe le mani sul viso. Mentre solcavamo la soglia di casa mia. Da quando scoprii che frequentava la mia stessa università e che abitavamo nella stessa città le impedii di tornare in quel minuscolo appartamentino sudicio in cui stava, facendola così trasferire da me, ad occupare l'altra metà della mia camera. 
"È abbastanza grande per tutte e molto moderno. Avremmo ognuna la propria stanza"
Mi spiegò lei euforica, ma tutto d'un tratto una lampadina mi si accese nel cervello.
"Se è così grande come dici e altrettanto moderna, si può sapere come faremo a pagarla?"
Lei si pietrificò, ma subito dopo scoppio in una risata fragorosa.
"Pensi che non ci abbia già pensato tesoruccio? L'appartamento appartiene ad una casa discografica poco nota, la ???, non so se hai presente i ???... Dalla tua faccia deduco di no" Insomma, sono riuscita a scendere a patti con loro. Ci daranno la casa in cambio di lavoro"
Finì la frase in modo stridulo, trasformando delle semplice parole in un urlo gioioso ed isterico allo stesso tempo.
"CIOÈ?! TU! ..CON QUESTA LEGGEREZZA! ..MI STAI DICENDO! ..CHE LAVOREREMO IN UNA CASA DISCOGRAFICA?"
Mi resi conto poi di aver pronunciato questa frase afferrandola per le spalle e cominciando a strattonarla mentre le sbraitavo contro. Una lacrima di gioia rigò la mia guancia e tutta la mia integrità se ne andò a puttane. 
Quando raccontammo il tutto anche alle altre le reazioni furono più o meno le stesse. Pianti, urli e gioia, tanta gioia.
Ancora non sapevamo che lavoro avremmo fatto o cosa ci aspettava, l'unica cosa che ci importava era che saremmo tornate in Corea ma soprattutto ASSIEME. 

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