Nightmares after Christmas

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vigilia ***
Capitolo 2: *** Natale ***
Capitolo 3: *** Allucinazioni? ***
Capitolo 4: *** Razionalizzazione ***
Capitolo 5: *** Sempre più vero ***
Capitolo 6: *** Attesa ***
Capitolo 7: *** Into the darkness ***
Capitolo 8: *** Ritrovo ***



Capitolo 1
*** Vigilia ***


We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
And a happy New Year.
Glad tidings we bring
To you and your kin;
Glad tidings for Christmas
And a happy New Year!

“Sììì! Che bello! Adesso cantiamo O Tannenbaum!”
“Va bene,Tobi” rispose accondiscendente Tayuya.
“NO! BASTA!” gridarono invece le altre persone presenti nel soggiorno,ovvero: Deidara che si trovava vicino ai due cantanti e li aiutava a decorare l’albero,Sasori seduto sul divano a osservarli,Jirobo seduto accanto a Sasori che mangiava un panettone e Sasuke seduto sulla poltrona a non fare niente.
“Tobi,sei un terribile cantante” affermò Jirobo.
“Appunto per questo si deve esercitare” lo difese Tayuya.
“Potrebbe farlo in un luogo isolato” osservò Sasori.
“Giusto,Danna. Tobi,perché non ti eserciti in cima a una montagna? Le valanghe saranno liete di giudicarti.”
“Davvero,senpai?” domandò il bravo ragazzo.
In quel momento entrarono Zetsu,Pain e Konan.
“Guardate cosa ho trovato!” esclamò la pianta mostrando tre ramoscelli di vischio.
“Carino” commentò Hidan,attirato dal grido. “Quante volte intende capitarci sotto con Konan,Leader?”
“Perché,tu con Tayuya?” ribatté impassibile Pain.
“C*Bip*o! Touché!”
Il Leader e Konan sparirono negli alloggiamenti privati del primo. Zetsu appese un ramoscello di vischio sulla porta del soggiorno,il resto se lo mangiò.
“In questa base ci sono solo due ragazze” notò Sasori. “Che facciamo se capitiamo con un uomo?”
“Vi abbracciate,come minimo” sentenziò Tayuya divertita.
“Con l’albero abbiamo finito; manca solo il puntale,un” annunciò Deidara.
“Ce l’ha Tobi!” gridò Tobi porgendo al senpai una nota gigante nera con delle nuvolette rosse.
“Danna,potresti appenderlo tu?”
“Perché proprio io?”
“Perché non hai fatto niente,un.”
“Uff,okay.”
Sasori evocò una marionetta,la fece arrampicare sull’albero e conficcare in cima il puntale.
“Bene,adesso possiamo accendere le luci” disse Sakon,arrivato in quel momento.
“Col cavolo!” urlò una voce.
Il proprietario si diresse in fretta e furia nel soggiorno.
“Quelle si accenderanno solo stasera. È già tanto che vi abbia permesso di metterle. Sapete quanto costano?!” strepitò Kakuzu.
“D’accordo” si arrese Sakon.
“Tu,piuttosto,hai già comprato i regali?” chiese Hidan al suo ex compagno di squadra.
“Stavo giusto uscendo a prenderli. Che perdita di tempo. E il tempo è denaro.”
Kakuzu maledisse il momento in cui,tre giorni prima,il Leader aveva annunciato che ognuno di loro doveva fare un regalo all’Organizzazione. Quello era obbligatorio,mentre era facoltativo donare qualcosa a uno o più abitanti del Covo.
In cucina Kisame e Kidomaru stavano preparando un piatto di pesce. Quella sera ci sarebbe stato il cenone di Natale,e chi sapeva cucinare si alternava in cucina per avere un menù completo.
Kimimaro,nonostante fossero solo le quattro del pomeriggio,si stava vestendo per il cenone,che sarebbe iniziato alle otto. Il ragazzo era un ninja previdente. Infatti alle sette si creò una lunga fila davanti ai bagni. Quella del bagno riservato alle signore era più scorrevole. Perché tutti si stanno recando in bagno? Perché,per quella serata speciale,il Leader aveva concesso loro di vestirsi con abiti da festa,e tutti volevano fare bella figura. Chi non aveva già i vestiti necessari (tutti) li aveva rubati,per la gioia di Kakuzu.
Itachi si squadrò dubbioso nello specchio in camera sua: non aveva mai indossato uno smoking prima. Entrò Kabuto,che indossava un frac grigio,e fissò il compagno.
“Anche tu non sai allacciare il cravattino? Vieni,Konan ci sta aiutando tutti.”
Itachi seguì il quattrocchi. Chi aveva finito col bagno e si era vestito stava facendo la fila davanti alla camera della donna. Quando fu il suo turno,Itachi notò che Konan non sembrava infastidita o stanca,ma contenta. Mentre lei gli allacciava il farfallino lo sguardo gli cadde all’interno della stanza e gli venne l’impulso di usare lo Sharingan giusto per non vedere quell’orrore (per lui,a me piace) seduto sul letto. Orochimaru indossava un frac viola con tanto di bastone e tuba. Orripilato,Itachi se ne andò senza ringraziare Konan.
Deidara era l’ultimo della fila. Appena si fu fatto annodare il cravattino blu che si intonava tanto ai suoi occhi,corse in camera. Trovò Tayuya che si fissava davanti allo specchio. Lei indossava un kimono bianco e rosso simile a quello di Konan,che però era turchese. Stava confrontando due collane,indecisa.
“Secondo me dovresti mettere quella di perle” suggerì l’artista.
Tayuya trasalì al suono della sua voce; sembrava molto imbarazzata.
“Dici? Allora la metto.”
“Come mai sei così agitata?”
“Non sono abituata a vestirmi così.”
“Nessuno di noi lo è.”
“Ma io mi sento … inadeguata,ridicola.”
“Eppure stai bene.”
Tayuya lo guardò sorpresa.
“Sì,insomma,stavi meglio in bikini,ma nemmeno così sei niente male” farfugliò Deidara arrossendo.
Anche Tayuya arrossì,compiaciuta,e tornò a fissare il proprio riflesso per mettersi la collana.
“Ho una sorpresa per te” disse il biondo quando si fu calmato.
“Esplode?”
“No,ma è lo stesso effimero.”
Deidara le si avvicinò e le infilò un giglio bianco fra i capelli.
“Ora sei perfetta” mormorò.
Tayuya e Deidara si fissarono negli occhi per lunghi secondi,sorridendo,poi lei gli prese il braccio ed entrarono in soggiorno.
I corpi di Pain avevano sistemato i regali sotto l’albero e adesso stavano apparecchiando il tavolo che di solito si trovava in cucina.
“Sei bellissima” disse Hidan a Tayuya.
“Grazie,Heidi. Anche tu stai bene.”
“Ti posso parlare in privato?”
La ragazza si lasciò condurre dal fanatico sotto il vischio. Lui alzò lo sguardo,lei lo imitò.
“Non vale!” esclamò furiosa.
“Ma lo vuole la tradizione” si giustificò Hidan.
Tayuya sbuffò,poi gli diede un veloce bacio sulla guancia.
“M-ma tu dovresti …”
“La tradizione non specifica cosa baciare” gridò lei tornando da Deidara.
L’artista si stava sganasciando dalle risate,e poco dopo Tayuya si unì a lui. Tobi indossava uno smoking arancione e un papillon dello stesso colore. Solo camicia e scarpe non erano di quel colore,ma nel complesso sembrava una carota gigante.
“Tobi è elegante,vero,senpai?”
“Oh,Tobi,ma dove hai trovato quel vestito?” gli domandò ridendo Ukon.
“In un negozio.”
Sbaciucchio si unì all’allegra combriccola. In quei tre mesi era cresciuto parecchio: adesso,quando si alzava sulle zampe posteriori,era alto quanto Sasuke e pesava il doppio. Non per questo aveva perso la sua pucciosità. Per l’occasione,Konan gli aveva legato un nastrino rosso intorno al collo.
Pian piano tutti si sedettero intorno al tavolo. Il Leader,con indosso uno smoking nero e solo la cravatta arancione,arrivò a braccetto con Konan.
“Buon Natale,miei cari sudditi” esordì.
“Buon Natale” risposero tutti,sorvolando sull’ultima definizione.
“Ci tengo a ricordarvi che siamo qui riuniti non per festeggiare una religione,ma la gioia di mangiare e divertirsi insieme. Se volete ricordare la nascita di un dio,il mio compleanno è il 23 settembre e …”
Konan gli diede una leggera gomitata.
“Ouch. Dicevo,dopo cena possiamo giocare a tombola o a carte,o vedere un film natalizio. Poi si balla fino a mezzanotte. A quell’ora apriremo i regali dell’Organizzazione,domani scarteremo quelli privati. Mangiamo!”
Per quella sera i corpi di Pain facevano i camerieri. Tra una portata e l’altra si chiacchierava,altrimenti si sentiva solo il rumore di posate e bicchieri. La cena finì alle dieci. Tutti aiutarono a sparecchiare.
Chi voleva giocare a tombola o a carte si risistemò intorno al tavolo,gli altri si sedettero sul divano a fare zapping. Fu così che Tobi,Zetsu,Sasuke e Kimimaro videro The Nightmare before Christmas; Hidan,Kakuzu,Kidomaru, Kisame,Orochimaru e il Leader giocarono a poker; tutti gli altri giocarono a tombola.
Si arrivò così alle undici e un quarto. Dopodiché tutti su trasferirono in discoteca. Furono scelti balli di gruppo e di coppia. I maschietti ballavano a turno con Konan e Tayuya. Per scherzare,Tobi si era arrampicato su Zetsu con il vischio in mano. La pianta correva da una coppia all’altra e il bravo ragazzo allungava il vischio su di loro,costringendoli a baciarsi o abbracciarsi.
Fu il turno dei lenti e in pista rimasero solo tre coppie: Pain e Konan,Deidara e Tayuya e Sakon e Ukon.
Zetsu e Tobi si trovavano accanto alla coppia ufficiale del Covo. Si trasferirono vicino ai gemelli,e loro si abbracciarono. Poi si avvicinarono al senpai del bravo ragazzo. I due ballerini avvertirono la loro presenza, alzarono simultaneamente gli occhi e videro che su di loro pendeva il vischio. Si fissarono,scossero le spalle e si baciarono continuando a dondolarsi leggermente sul posto.
Hidan si trovava con Itachi,Kisame e Kidomaru al bancone del bar. Kabuto lo stava servendo,quando il fanatico sentì Kisame esclamare: “E bravo Deidara.”
Hidan si voltò e vide la sua amata baciare l’artista. Spalancò la bocca,in un grido muto,e si accasciò per terra.
“Hidan?” chiamò Itachi.
Il fanatico si girò a guardarlo.
“Brucia più questo o l’Amaterasu?”
Il religioso parve non comprendere. Si voltò di nuovo a fissare Tayuya,con uno sguardo disperato.
“Credo che bruci più questo” commentò Kisame sorseggiando il suo drink.
Finalmente giunse la mezzanotte. Gli auguri furono scambiati a voce,altrimenti non si finiva più,e tutti corsero in salotto. Pain ordinò di sedersi. A turno si sarebbero alzati e presentato il loro regalo. Il primo fu naturalmente il Leader.
“Ho notato che nessuno dell’Akatsuki ha ancora il cappello con i sonagli,per questo ne ho presi di nuovi.”
Pain aprì un’enorme pacco pieno di cappelli di paglia con strisce bianche e campanellini intorno.
“Guardate. A differenza di quelli vecchi,c’è un laccio per legarli sotto la testa,così non li perdete.”
I cappelli furono distribuiti e alcuni li provarono.
“Io ho rappresentato con gli origami l’animale che secondo me vi si addice di più.”
“Vi ho stilizzati con le marionette.”
“Ho fatto statuette d’argilla con le vostre sembianza.”
“Ho comprato una boccetta di smalto viola per tutti” disse Itachi.
“Noi del Quintetto del Suono abbiamo preparato dei cd con le canzoni che potrebbero piacervi di più” annunciò Tayuya,che faceva da portavoce. “Ovviamente le abbiamo reinterpretate noi.”
“Io ho comprato una libreria e l’ho rifornita di libri” annunciò Kabuto.
“Tobi ha fatto un disegno grande. Lo appendiamo al frigo con le calamite?”
“Ehm …” cominciò Orochimaru,ma si interruppe. Riprese quando furono finiti i commenti riguardo al disegno di Tobi: “Io ho comprato un’X-box 360,otto controller e dieci giochi.”
“E con quali soldi?” volle sapere Kakuzu,mentre gli altri guardavano ammirati la serpe.
“Con quelli del mio Villaggio.”
Tutti fissarono l’avaro.
“Il mio lo vedrete alla fine” li anticipò subito Kakuzu.
“Noi abbiamo rifornito la dispensa” comunicò Zetsu.
“Io ho rifornito l’armeria” riferì Sasuke.
“Ho comprato tre mute da sub,così potete seguirmi negli abissi” annunciò Kisame.
“Manca qualcuno,oltre Kakuzu?” domandò Konan.
“Sì,Hidan” rispose Kimimaro.
Il fanatico uscì dalla trance giusto per mettere sul tavolo un pacco. Il suo compagno di squadra lo aprì. Dentro c’erano diversi film horror e un DVD.
“D’accordo. Tocca a me. Seguitemi” disse Kakuzu gioviale.
Li condusse fuori. Alcuni protestarono per il freddo,ma non rientrarono. Il tesoriere indicò il cielo e premette un pulsante. Poco dopo i ninja assistettero a uno spettacolo di fuochi d’artificio. Deidara creò alcune sculture e le lanciò in aria,mostrando in questo modo che aveva gradito il pensiero. Quando anche l’ultimo fuoco artificiale fu esploso,tutti si diressero nelle loro camere,stanchi e infreddoliti.



***Angolo Autrice***
Sasori: ma se il capitolo si intitola Vigilia perché pubblichi dopo Natale?
Autrice: se il tempo della storia corrispondesse a quello reale, la fic dovrebbe essere già finita per Capodanno.
Sasori: e invece, visto che ci saranno molti capitoli, finirà molto tempo dopo, rendendo il titolo anacronistico.
Autrice: non fare troppo il precisino, Pinocchio! Avanti, saluta i lettori.
Sasori: tanti auguri e un felice anno nuovo!

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Capitolo 2
*** Natale ***


Kimimaro si svegliò verso le otto del mattino. Notò con sorpresa che il suo compagno di squadra era ancora a letto. Di solito Hidan si svegliava alle cinque per compiere i suoi riti.
“Hidan?” chiamò piano il ragazzo.
“Hm?”
“Niente. Mi chiedevo se fossi sveglio.”
“Sì. Sono stato sveglio tutta la notte.”
Kimimaro trovò strano il tono del partner: sembrava più che stanco,quasi indifferente.
“Questa era una notte sacra anche per Jashin?”
“No.”
Il fanatico aprì gli occhi,ma non si alzò.
“Stavo pensando a Tayuya. L’hai vista ieri con Deidara?”
“Sì.”
“Beh,mi chiedevo perché ha scelto lui. Voglio dire,io le ho manifestato da mesi il mio amore. All’inizio era innamorata di Itachi,ma poi la cotta le è passata,come già avevo anticipato. Adesso sono buoni amici,ma niente di più. Poi passa il tempo,noi ci avviciniamo sempre più,e spunta fuori che sta con il biondino.”
Kimimaro si stupì ancora di più: Hidan non stava usando il suo solito linguaggio scurrile.
“Tutta la notte ho pensato a questa storia” continuò il fanatico. “E vuoi sapere cosa ho concluso? Una beneamata m*bip*a! Forse la risposta è che quella è solo una p*bip*ella.”
“Oh,ecco le parolacce.”
“E che intendi fare?”
Hidan scrollò le spalle e si rigirò nel letto. Kimimaro uscì dalla camera. Non gli piaceva molto il comportamento del compagno: poteva fare qualcosa di pericoloso.
Un’oretta più tardi aumentò il numero dei ninja svegli. Zetsu e Jirobo preferirono fare colazione prima di scartare i regali,tutti gli altri lo fecero appena alzati. I doni furono scambiati soprattutto fra le varie squadre,in pochi avevano preso qualcosa per qualcun altro.
“Tayuya” gridò Kimimaro quando la scorse. “Tayuya” ripeté quando la ragazza si fu avvicinata. “Senti,credo che Hidan sia depresso. Non si vuole alzare nemmeno per pregare il suo dio.”
“Vuoi che gli vado a parlare?”
“Sì. Non vorrei che fosse ancora in questo stato quando dovremo andare in missione.”
“Ah. Mi sembrava strano che fossi preoccupato per lui.”
Tayuya corse fino alla camera di Hidan e bussò.
“È permesso?” domandò mentre apriva la porta quel tanto che bastava a far entrare la testa.
“Heidi!” esclamò,non ottenendo risposta.
La ragazza si avvicinò al letto e si sedette su un lato. Il fanatico le dava ancora le spalle.
“Hidan,che c’è? Perché non apri i regali?” chiese ancora lei con tono gentile.
“Mi è bastato il tuo ieri” rispose glaciale lui.
“Che vuoi dire?”
Hidan si tirò a sedere così in fretta che la fece cadere dal letto e la guardò con rabbia.
“Sai cosa voglio dire. Ti baci con quel b*bip*o senza problemi,mentre con me fai tante storie.”
“Quindi è per questo che sei arrabbiato? Non credevo che fossi così immaturo!” disse Tayuya ad alta voce.
“Io? Immaturo? Ma che c*bip*o dici?! Sei tu che sai che mi piaci e vai con gli altri.”
“E allora? Ti voglio bene,Heidi,ma non in quel modo. Non te l’ho sempre detto?”
“Non chiamarmi così! Sai cosa? Non mi interessa. Fatti pure tutta la base se vuoi,t*bip*a!”
“Come c*bip*o osi?!” urlò la ragazza,furiosa.
“Oh,adesso che fai. Corri a prendere il tuo f*bip*o flauto?”
La ragazza afferrò la prima cosa che le capitava fra le mani e gliela lanciò contro.
“Vuoi farmi male? Non hai ancora imparato che a me il dolore piace? Troppo occupata a …”
Con un grido,la ragazza gli saltò addosso.
“Sta’ zitto,c*bip*e. Sei tu che continui a illuderti.”
Hidan la respinse con facilità.
“Troppo occupata a fartela con gli altri per conoscermi meglio,eh?”
“Sei un maiale! L’unica cosa che ti importa è portarmi a letto. Tu non mi ami,vuoi solo sc*bip*are!”
“Che altro si potrebbe fare con una p*bip*ella come te?”
Tayuya gli diede uno schiaffo. Hidan sorrise.
“Ti lascerei continuare,ma sono stanco della tua vista.”
Il nukenin estrasse la sua falce.
“Allora,non dici più niente adesso,p*bip*ella?”
“Come hai creduto che mi potessi innamorare di un essere che mi fa orrore?” sussurrò lei.
Hidan fendette l’aria davanti a lei,poi uscì dalla stanza e dal Covo. Tayuya strinse i pugni e si sfogò insultando il fanatico a pieni polmoni. Anche lei lasciò la camera. Una porta si aprì. Lei stava borbottando ancora diverse bestemmie e non se ne accorse.
“Buongiorno” la salutò Itachi,con il solito tono freddo.
“Ciao. Ti ho svegliato?”
“Mi stavo già alzando.”
“Posso parlarti un attimo?”
Itachi annuì. Tayuya gli raccontò l’accaduto mentre lui si metteva lo smalto. Quella scenetta si ripeteva quasi tutti i giorni. Lei entrava nella sua stanza,parlava quasi sempre lei e se ne andava dopo circa un’ora. La ragazza si confidava con lui perché era intelligente,quindi poteva darle dei consigli,e non era pettegolo,quindi non avrebbe raccontato a nessuno i fatti suoi. L’unica cosa che le dispiaceva era che se ne stava quasi sempre zitto. Per questo cercava di non stare troppo con lui,nel caso lo stesse disturbando e lui non lo dicesse. Di solito se ne andava quando aveva l’impressione di stare dallo psicologo,non con un amico.
Itachi ascoltò la storia,raccontata fra varie imprecazioni. L’Uchiha pensò che la ragazza doveva essere proprio furiosa: era da quando l’aveva conosciuta che non diceva più così tante parolacce. Infatti,vuoi che con lui si controllava,vuoi che i litigi erano diminuiti ed andava d’accordo con quasi tutti,la ragazza aveva imparato a esprimersi senza scandalizzare nessuno.
Arrivata alla fine del racconto,asciugandosi lacrime di rabbia, Tayuya chiese: “E adesso che faccio?”
“Prova a parlare con Kakuzu” suggerì Itachi. “Fra compagni di squadra ci si conosce.”
“Va bene. Grazie.” Tayuya bussò alla camera di Kakuzu.
“Avanti!” disse l’avaro. Poi,quando lei entrò: “Oh,sei tu. Grazie per il salvadanaio.”
“Di niente.”
La ragazza si sedette sul letto e si mordicchiò le labbra,esitante.
“Che c’è?”
“Ecco,volevo parlarti di quel c*bip*e di Hidan. Ieri ha visto che baciavo Deidara e adesso è geloso.”
“Tu hai baciato Deidara?!” ripeté sorpreso Kakuzu.
“Certo. In discoteca. Ma tu dov’eri?”
“A contare i soldi. Non mi piace molto ballare.”
“Comunque,sì,l’ho baciato. Credo si possa dire che stiamo insieme.”
“Oh. E questa Hidan non l’ha presa bene.”
“Per niente. Stamattina mi ha insultata e minacciata,e non l’aveva mai fatto prima. Tu eri il suo compagno di squadra. Che dici,gli passerà?”
“Ehm … è la prima volta che Hidan si comporta così. In passato le ragazze che ha avuto le ha sacrificate.”
Queste parole spaventarono un po’ Tayuya. Kakuzu se ne accorse e si affretto a correggersi.
“Ma erano tutte avventure di una notte,tu sei l’unica che ha corteggiato. Credo sia meglio aspettare e vedere se si calma da solo.”
“Speriamo. Di solito mi diverto con lui.”
Tayuya ringraziò il tesoriere e andò nella Sala Ricreativa. Lì trovò Sakon,Ukon,Kidomaru,Deidara,Kisame e Pain che giocavano all’X-box.
“Ehi,Tai,vuoi unirti a noi?” la invitò Sakon senza distogliere gli occhi dalla tv.
“Ma certo.”
“Manca ancora un giocatore,altrimenti non facciamo squadre pari” osservò Ukon.
“Tu!” ordinò il Leader a Sasuke. “Gioca con noi!”

Intanto Konan,in cucina,stava preparando il pranzo di Natale assieme a Kimimaro e Sasori.
“Come procede la preparazione del pollo?” domandò la donna ai suoi aiutanti.
“Bene” rispose la marionetta.
“E il dolce è nel forno?”
“Sì,Konan” rispose Kimimaro.
“Bene.”
Qualcuno bussò alla porta della cucina e gridò: “Tobi vuole aiutare!”
“No,Tobi. Siamo in troppi qui dentro” cercò di mandarlo via Konan. “Perché non giochi con gli altri?”
“Va bene!”
“Speriamo non torni” mormorò la donna mentre si rimetteva a cucinare.
Quando il dolce fu pronto, Kimimaro uscì per sistemarlo in un’area deserta della casa. Purtroppo una figura in corsa lo urtò e il dolce finì per terra.
“Kabuto,ma che fai?” chiese alterato il ragazzo.
“Kimimaro,sei tu? Qualcuno mi ha preso gli occhiali.”
“Ma perché corri per il corridoio?”
“Credevo di aver trovato chi me li ha rubati,invece eri tu.”
“Beh,adesso io ti aiuto a cercarli,poi tu mi aiuti a rifare il dolce.”
I due ninja se ne andarono senza pulire per terra,consapevoli che presto qualcuno lo avrebbe fatto al posto loro. Infatti erano appena entrati nella Sala Ricreativa,che dietro di loro stava per scatenarsi un duello. Jirobo e Zetsu si stavano fissando con aria di sfida al di sopra del dolce caduto.
“Levati di torno,grassone” intimò Zetsu Nero.
“Sei tu che devi sparire,fogliolina” replicò Jirobo.
“So per esperienza che voialtri non mangiate il cibo caduto per terra. Quindi smamma,palla di lardo!”
“Beh,io sono contro lo spreco,insalata. E poi ho fame.”
Prima che si lanciassero uno contro l’altro,udirono un sommesso SLAP SLAP. Abbassarono lo sguardo: del dolce non c’era più traccia. Era rimasta solo un po’ di crema e Sbaciucchio la stava leccando.
“Dannata palla di pelo,come osi fregarmi la merenda?! Adesso mangio te!” gridò Zetsu Nero.
“No! Che dici?! È piccolo e non sa quello che fa” intervenne Zetsu Bianco.
“Tu sta’ zitto!”
Mentre Zetsu litigava con sé stesso,Jirobo andò a cercare qualcos’altro da mangiare. Sbaciucchio salì le scale e si imbatté in Tobi.
“Ciao,Sbaciucchio. Vuoi aiutare Tobi a convincere Orochimaru-sama a giocare insieme?”
L’orsetto si sedette davanti alla porta e fece il suo tenero verso.
“Lo prendo per un sì” disse il bravo ragazzo. Riprese a tempestare la porta di pugni. “Orochimaru-sama? Adesso c’è anche Sbaciucchio. Giochiamo? Giochiamo? Giochiamo?”
Orochimaru aprì la porta incavolato nero,con la katana in mano. Il Tobicidio fu sventato dal Leader,che li voleva tutti nel soggiorno.
“Voglio che prima di pranzo guardiamo un film insieme” annunciò.
Lui si sedette sul divano,con Konan accanto. Tutti si affrettarono a occupare il resto del divano e le poltrone. Chi restò in piedi prese sedie dalla cucina o si sedette per terra.
Pain aveva scelto un film molto natalizio: Jack Frost. A metà della visione si udì un DRIIIN DRIIIN. Dei venti ninja che si trovavano nel salotto(venti,perché Hidan era tornato,anche se non si era ripreso del tutto),solo otto restarono al loro posto,ed erano: Konan,Orochimaru, Tayuya,Kimimaro,Itachi,Sasuke,Kabuto e Sasori. Tutti gli altri erano scattati verso la porta d’ingresso. Si formò così una calca per uscire dal salotto e nessuno riuscì a passare.
Raramente il Covo riceveva delle visite,per questo era un piacere aprire la porta a degli sconosciuti. Visto il periodo in cui si trovavano,poi,erano curiosi di sapere chi fosse arrivato. Quando il film fu finito Konan domandò a chi era rimasto: “Che dite,glielo diciamo che era il timer del forno?”
“Naaah!” le risposero.
La donna scrollò le spalle e si dedicò a fare degli origami fino all’ora di pranzo. Intanto la lotta per raggiungere la porta d’ingresso proseguiva. Dopo due ore,poco prima che fossero richiamati per pranzare, Tobi riuscì a sgusciare dal groviglio. Corse verso la porta,ma non fece in tempo ad aprire che fu placcato da Pain. Il Leader lo atterrò e aprì la porta.
“Strano,non c’è nessuno” commentò.



***Angolo Autrice***
Autrice: per chi non lo sapesse, Jack Frost è un film su un pupazzo di neve assassino.
Kabuto: per fortuna ho ritrovato gli occhiali solo dopo la visione del film.
Autrice: ti faceva paura?
Kabuto: certo che no! Solo che io vedo film più artistici.
Autrice: bene,perché il vero terrore comincia nel prossimo capitolo. Muahaha!.
Kabuto: mi devo preoccupare?
Autrice: mi hanno definita un genio del male ... Saluta!
Kabuto: alla prossima!

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Capitolo 3
*** Allucinazioni? ***


Era il ventisei dicembre e già Kakuzu pretendeva che fossero tolti gli addobbi,essendo il Natale già passato. Allora Tobi scrisse su un foglietto: ALBERO DI CAPODANNO e lo attaccò all’abete.
“Strano a dirsi,ma Tobi ha ragione. Toglieremo gli addobbi il due gennaio,quando sono passate le feste” disse Kisame.
“Ma ci sono ben quattro giorni di non festa. Le decorazioni si consumano.”
A quell’uscita l’uomo-pesce mandò mentalmente a quel paese lo spilorcio. Lasciò che si sfogasse con gli altri e cercò il suo compagno di squadra.
“Oi,Kidomaru. Perché Hidan e Tayuya non si parlano? Credevo ci fosse una buona intesa fra loro.”
“C’era. Da quando l’albino ha saputo che lei sta con Deidara si è immusonito.”
“Ah,già,ricordo quando si sono baciati.”
“Beh,sono passati a malapena due giorni.”
“Sì,ma avevo bevuto.”
Quel giorno non accadde niente di particolare. Se non che,quando arrivò il momento di andare a letto, Deidara riuscì a battere Tobi con la sua intelligenza. Il bravo ragazzo si trovava al primo piano e doveva scendere le scale per raggiungere il suo sgabuzzino. Deidara glielo impediva spegnendo le luci. Allora Tobi era costretto a rimanere in cima per azionare l’interruttore e riaccenderle.
“Senpai,non è divertente. Tobi ha sonno e ha paura del buio.”
“Dormi di sopra,un.”
“Ma Tobi ha le sue cose di sotto.”
La cosa sarebbe andata per le lunghe se un’idea geniale non avesse illuminato l’artista.
“Click” fece con la bocca.
Allora Tobi pigiò l’interruttore,spegnendo le luci. Cominciò a scendere le scale con sicurezza,ma mancò un gradino e rotolò a metà scalinata. Quando giunse in fondo stava dormendo.
“Ihihi! Sono un genio,un” sghignazzo Deidara.

Erano le due di notte e l’artista si era alzato per andare in bagno. Fatti i suoi bisogni,stava per tornarsene in camera sua,quando udì uno strano picchiettare provenire dal lavandino. Ancora insonnolito si voltò e rimase per un pezzo a fissare cosa produceva quel rumore. Dal buco del lavandino spuntava un dito umano,visibile fino alla seconda nocca. Il dito si genufletteva e tastava tutto intorno all’apertura,producendo con l’unghia quel sordo picchiettare.
Deidara sgranò l’occhio e rimase a bocca aperta quando capì cosa stava vedendo. Improvvisamente corse verso la porta e la chiuse. Si appoggiò dietro,ansimando,e udì il dito grattare la porcellana. Spaventato come non mai,l’artista si diresse verso la sua camera con gambe tremanti come il pongo che aveva da piccolo. Si sedette sul letto tremando e ripensò a ciò che aveva visto. Era sicuramente un’allucinazione; non poteva essere altro. Forse c’entrava qualcosa il maledetto Uchiha. Deidara credette di aver risolto razionalmente il problema e si distese per dormire,ma non ci riuscì. La mente volava a quel dito e gli sembrava di sentire i rumori che faceva. Quelli se li stava immaginando adesso,ma era davvero sicuro di essersi immaginato anche chi li produceva? No,non lo era. Il biondo si sedette nuovamente e fissò la sua compagna. Doveva sapere. Si alzò e la scosse bruscamente,chiamandola per nome.
“Yawn … Deidy,che succede? Ci stanno attaccando?” domandò Tayuya con la voce impastata di sonno.
“Più o meno. Vieni,devo farti vedere una cosa.”
Deidara la prese per il braccio e la condusse davanti la porta del bagno,mentre lei continuava a sbadigliare.
“Ecco,Tai. Adesso tu devi entrare e dirmi cosa vedi.”
“Che razza di scherzo è questo?” chiese la ragazza,che cominciava ad alterarsi.
“Nessuno scherzo,solo … entra.”
Tayuya lo osservò attentamente,notò il suo pallore e decise di accontentarlo. Spinse la porta ed entrò. Deidara la seguiva a un passo di distanza attendendo che lei guardasse nel lavandino e non sapeva se augurarsi che vedesse qualcosa o meno. Dopo pochi istanti Tayuya urlò e l’artista seppe che dal loro lavandino sbucava davvero un dito. Al grido della ragazza,l’appendice che di solito si trova su una mano si drizzò e puntò nella loro direzione. Tayuya si aggrappò a Deidara e bisbigliò: “Credi che sia vero?”
“Non so” sussurrò di rimando lui.
I due ninja si avvicinarono al lavandino. Tayuya prese lo spazzolino di Orochimaru e punzecchiò il dito.
Esso apparve solido al contatto. I due giovani capirono che al dito non era piaciuto perché si allungò improvvisamente. Fu come vedere un metro che torna velocemente nel suo contenitore,solo che il dito stava uscendo. Adesso erano visibili ben venti nocche. I ragazzi lo fissarono paralizzati finché esso si piegò,quasi come un serpente un attimo prima di attaccare la sua preda. Quando si piegò le nocche scattarono. Deidara e Tayuya urlarono all’unisono e si separarono. Il dito era scattato dove si trovavano un attimo prima. I due ninja corsero verso la porta e la chiusero,affannati. A differenza di prima,però,il dito riusciva a raggiungerla. Sentirono che grattava il legno. Parve capire che fosse chiusa,perché lo sentirono ritirarsi e devastare il bagno. Le loro non furono le uniche grida che riecheggiarono nel Covo quella notte.

Jirobo stava dormendo tranquillamente,quando sentì qualcosa camminargli sulla mano. La agitò per scacciarla,ma presto o la cosa si era riposata o un’altra aveva preso il suo posto. Apri gli occhi e vide che si trattava di alcune mosche. Jirobo accese la luce sul comodino. Si accorse subito che non si trattava solo di alcune mosche. Erano centinaia e si chiese come non avesse potuto sentire quel ronzio assordante prima. Si voltò verso Sasori e scoprì che,sebbene completamente ricoperto,continuava a dormire come se niente fosse.
In effetti è una marionetta,non avverte certe cose” pensò.
Aprì la finestra per scacciare le mosche,ma esse avvertivano il freddo di fuori e si allontanavano. Jirobo prese una coperta e riuscì a scacciarne la maggior parte. Si apprestava a concludere l’opera,quando udì un ronzio più minaccioso provenire dal frigobar che gli avevano regalato gli amici il giorno prima. Titubante, lo aprì,pronto a scappare se necessario. Fu necessario. Dal frigobar fuoriuscirono migliaia di vespe. Jirobo urlò. Si avvolse nella coperta che prima aveva usato per scacciare le mosche e corse verso la porta. Essa non si aprì. Intanto le vespe si erano posate su ogni cosa e c’è n’era ancora qualcuna che volava.
“Sasori! Sveglia!” gridò Jirobo in preda al panico.
La marionetta si svegliò e fissò il compagno di squadra. Il suo era uno sguardo interrogativo,per lui; gli altri vedevano l’espressione di sempre.
“Cosa?” chiese.
Prima che Jirobo potesse rispondergli che era cieco se non vedeva tutti quegli insetti intorno a loro,sentirono delle urla provenire dal corridoio. Si voltarono istintivamente da quella parte. Poi Sasori scese dal letto e aprì la porta per capire cosa stesse succedendo.
“No! Fermo! Farai uscire le …!”
Jirobo si interruppe: non c’era più nessun insetto in camera.

Itachi si svegliò di soprassalto. O meglio,aprì bruscamente gli occhi e si tirò a sedere. Avvertiva qualcosa in camera,ma non vedeva niente. La sonnolenza si dissolse del tutto e percepì il frusciare e sibilare tipico dei serpenti. Afferrò la torcia che teneva sul comodino e l’accese: se non cacciò un urlo fu solo perché era un Uchiha. Il pavimento della loro camera era ricoperto di serpenti. Itachi non era un esperto,ma Orochimaru avrebbe detto che tutti i serpenti velenosi che conosceva si erano dati appuntamento nella stanza dell’Uchiha.
“Kabuto” chiamò,e Kisame avrebbe percepito la paura nella sua voce.
“Kabuto” ripeté più forte.
Il ninja occhialuto continuò a dormire,allora Itachi gli lanciò addosso un cuscino. Kabuto si drizzò subito a sedere e cercò a tastoni i suoi occhiali.
“Sì? Che c’è?”
“Vai a dire al tuo padrone di farli sparire immediatamente” disse freddo l’Uchiha.
“Sparire cosa?” domandò ancora Kabuto inforcando gli occhiali.
“I serpenti” rispose seccato Itachi.
“Quali serpenti?”
Kabuto accese la luce e guardò per terra,ma non vide niente.
“Come sarebbe a dire Quali serpenti? Quelli nella nostra camera” disse Itachi innervosito.
“Ma non ci sono serpenti qui. Sicuro di non averli sognati?”
Itachi non rispose. Il suo sguardo tornò sui rettili che si contorcevano per terra.
“Itachi? Che cosa …?”
In quel momento sentirono delle urla terrorizzate provenire da direzioni diverse. Kabuto scese dal letto. Itachi vide che calpestava i serpenti,ma essi non gli facevano niente. Improvvisamente sparirono.

Kidomaru stava sognando le due fanciulle che aveva invitato in discoteca. Si trovavano in spiaggia e stavano facendo il bagno e si schizzavano. L’uomo-ragno si svegliò. Si asciugò la guancia con la mano,e il liquido che lo aveva bagnato si allungò,essendo colloso.
“Bleah!” esclamò schifato mentre usava tutte e tre le mani per toglierselo.
Guardò al di sotto della sua ragnatela e vide che Kisame dormiva. Altro liquido gli cadde sulla testa. Dall’alto. Kidomaru guardò in su e vide appesa a testa in giù una lucertola gigantesca. Urlò per lo spavento e si lasciò cadere sul suo partner. Il rettile si mosse velocemente: dal soffitto raggiunse il punto in cui il muro incontrava l’acqua. Intanto Kisame si era svegliato con Kidomaru sulle spalle.
“Che stai facendo?” chiese confuso lo squalo.
“Una lucertola mi vuole mangiare” mormorò in fretta il ragazzo.
Si strinse ancora di più al pesce quando se la vide lì,che lo fissava con la chiara intenzione di volerlo inghiottire.
“Al massimo ti morde,ma mangiarti …”
Kidomaru lo interruppe: “Guarda a destra. È grandissima.”
Kisame si girò a destra,ma non c’era niente.
“Hai solo avuto un incubo.”
“Ma che incubo! Se ti dico che è la sul muro!”
“Ed io ti dico che non c’è niente!”
Varie urla interruppero l’alterco. I due animali si fissarono.
“Credi che un esercito di lucertole aliene stia invadendo il Covo?”
“Ma la vuoi finire?!”
In effetti del grosso rettile non c’era più traccia.

Sasuke fu svegliato dal fischio di un treno. Si mise a sedere,aspettandosi di trovare Sakon e Ukon o qualcuno degli altri che si divertivano a tormentarlo. Ma nella stanza c’erano solo lui e il tesoriere,che dormiva abbracciato alla sua valigetta.
Sasuke si distese nuovamente e avvertì delle vibrazioni provenire dal sottosuolo. Si alzò e guardo sotto il letto. Niente. Ormai la stanza vibrava come se ci fosse un terremoto. Il piccolo Uchiha riuscì a raggiungere la porta,la aprì e si immobilizzò,stupefatto. Si era trovato davanti dei mattoni. Tuttavia,la cosa che lo lasciò sbigottito fu che il muro comparso davanti alla sua camera si muoveva,scorreva verso sinistra. Poi i mattoni sparirono per un secondo,permettendogli di scorgere la loro cucina,e subito tornarono. Allora Sasuke capì che la sua camera si stava muovendo,chissà come,intorno alla casa. Richiuse la porta e aprì la finestra. Una valanga di neve penetrò da essa e lo seppellì. Sasuke scavò,si liberò,richiuse la finestra e chiamò l’avaro.
“Non avrete mai i miei dindini …” borbottò Kakuzu nel sonno.
Improvvisamente si levarono delle urla. La stanza frenò e Sasuke fu proiettato contro il muro. Parò il viso con le braccia e si affrettò ad uscire da quella camera.

Sakon e Ukon erano già svegli. Quel pomeriggio si erano addormentati sul divano e adesso avevano delle ore di veglia da recuperare. Stavano progettando l’ennesimo scherzo ai danni di Sasuke,quando udirono un clicchettio e una risata. Si tolsero le coperte dalla testa e Sakon puntò la torcia sul pavimento. Poco dopo individuò l’origine del rumore: i denti chiacchierini che gli avevano regalato il giorno prima assieme ad altri oggetti divertenti.
“Perché non li hai rimessi nella busta con gli altri scherzi,Sakon?”
“Lo avevo fatto,si vede che sono caduti.”
“Io non li ho sentiti cadere,solo camminare.”
“Uff,potrei anche essermene dimenticato. E allora?”
Sakon si alzò,portandosi dietro il gemello. Prese la dentiera saltellante per i piedi,aprì il cassetto socchiuso con l’altra mano e trascinò fuori la busta. Da uno squarcio fuoriuscirono tutti i giochi,che si sparpagliarono per terra. I gemelli fissarono la busta,poi i denti chiacchierini. Essi si animarono e azzannarono l’aria. Sakon li lasciò cadere con un gridolino. I denti saltellarono mordendo e ridendo verso le sue gambe.
“Sul letto! Sul letto!” strillò istericamente Ukon.
Sakon obbedì. I denti sparirono sotto il letto. Contemporaneamente una voce intimò: “Zitti o vi mangio!”
“Zetsu,i nostri denti chiacchierini ci vogliono mordere” dissero insieme i gemelli.
“Ma non dite c*bip*e” sbottò Zetsu Nero.
“Ve lo siete immaginato” li rassicurò Zetsu Bianco.
I quattro furono distratti da urla provenienti dall’interno del Covo. Zetsu si alzò e scomparve nel pavimento. Sakon scese dal letto,aprì la porta e urlò di dolore: qualcosa gli aveva addentato la gamba.

Kimimaro dormiva beatamente,almeno fino a quando il letto non decise di fare un salto. Spaventato,il ragazzo si sedette in fretta e si guardò intorno. Cosa era stata quella violenta scossa? Mentre pensava ciò,la sua spazzola levitò sotto i suoi occhi sgranati. Contemporaneamente,altri oggetti non più soggetti alla forza di gravità presero a vorticare velocemente intorno al suo letto. Kimimaro fu bersagliato da libri,manette,armi e tutto ciò che normalmente si trova nelle camere da letto. Il ragazzo parava e schivava i colpi come poteva.
Ciò che stava succedendo non aveva senso. Un bastone uscì dal mucchio e lo colpì con forza, scaraventandolo nel vortice. Kimimaro urlò di sorpresa e di dolore,poiché gli oggetti adesso lo urtavano dappertutto con maggior forza. Improvvisamente come era iniziato,il fenomeno terminò. Kimimaro fu scagliato in un angolo della stanza dalla forza centrifuga. Le cose che erano state catturate dal vortice si erano sparpagliate per tutta la camera producendo un rumore assordante che svegliò il Jashinista.
“Ma che c*bip*o è successo qui?”
Dal corridoio provennero delle urla. Hidan fissò la porta,poi Kimimaro,poi di nuovo la porta.

Tobi fu svegliato da uno strano bussare. Si sedette sulle scale,in ascolto. Il suono proveniva dal fondo del corridoio; sembrava che qualcuno bussasse ripetutamente ad una camera con un oggetto di ferro. Dopo un minuto o due i colpi si spostarono alla camera di fronte. Chiunque bussasse a quel modo,stava procedendo a zigzag lungo il corridoio. Mano a mano che si avvicinava,Tobi sentiva un freddo malsano avvolgerlo e farlo rabbrividire. Si sforzò di vedere qualcosa in quel buio,ma non riuscì a scorgere niente. Ormai il freddo si era fatto pungente. Gelato,il bravo ragazzo saltò in piedi quando sentì i colpi incredibilmente vicini. Udì delle urla e,spaventato oltre ogni dire,gridò anche lui. Salì di corsa le scale senza cadere,arrivò fino alla camera di Konan e quasi si scontrò con Orochimaru sempre strillando.

Il Leader e Orochimaru erano usciti armati dalle loro camere: Orochimaru brandiva la sua katana,il Leader una scopa. Si fecero un cenno d’intesa e cominciarono ad avanzare. Delle urla si facevano sempre più vicine. Orochimaru rischiò di essere investito da Tobi,che,una volta raggiunta Konan,si era messo a piangere come un bambino.
“Tobi,che succede?” chiese autoritario Pain.
“Qualcuno molto freddo bussa alle camere e fa gridare chi apre.”
“D’accordo. Resta qui con Konan e Sbaciucchio,noi andiamo a stanare l’intruso.”
I due uomini scesero le scale e trovarono tutti fuori dalle loro camere. Deposero le armi.
“Che succede qui?” urlò Pain per farsi sentire al di sopra di tutte le conversazioni.
I suoi adorati ninja cominciarono a parlare tutti insieme. Intanto era scesa anche Konan,con Tobi e Sbaciucchio avvinghiati a lei.
“Alt! Stop! Silenzio! Indico una riunione straordinaria!”
Tutti allora si diressero nella Sala delle Riunioni.



***Angolo Autrice***
Autrice: vi ho spaventati almeno un pochino? Deidara e i gemelli sono stati spaventati da due racconti di Stephen King, intitolati Il dito e Denti chiacchierini. Per Tobi mi sono ispirata a L'incubo di Hill House di Shirley Jackson. Ah, e poi la scena inizilale di Deidy e Tobi è la mia gag preferita di Tom e Jerry.
Sasuke: ...
Autrice: sei addirittura meno comunicativo di tuo fratello. Saluta i lettori!
Sasuke saluta con un cenno del capo.

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Capitolo 4
*** Razionalizzazione ***


Il Leader notò che molti erano spaventati,alcuni sorpresi.
“Bene,ragazzi. Ho chiesto a Konan di preparare del caffè. Cercate di tranquillizzarvi e dopo aver bevuto mi racconterete ciò che è successo.”
Nell’attesa le varie coppie parlottavano fra loro,nervose. Konan distribuì la calda bevanda. Tutti bevvero e a poco a poco la tensione si allentò.
“Bravi. Adesso voglio che raccontiate quello che vi è accaduto.”
Ognuno racconto la sua esperienza personale. Alla fine,gli abitanti del Covo si divisero in chi aveva visto qualcosa e in chi aveva sentito solo le urla.
“Perché solo alcuni hanno avuto queste visioni?” domandò Kisame.
“Visioni? Era vero! Tayuya l’ha punzecchiato e il b*bip*o se l’è presa con il bagno ”si arrabbiò Deidara.
“Ma allora perché,per esempio,Kabuto non ha visto i serpenti e ci ha addirittura camminato sopra?” chiese calma Konan.
“Non lo so,un” fece il biondo scrollando le spalle.
“Tornando alla domanda di Kisame,cosa hanno in comune quelli che hanno visto qualcosa?”
Itachi scrutò attentamente chi aveva subito la sua stessa esperienza,poi disse: “Siamo minorenni.”
“Tu sei minorenne?” gli chiese sorpreso Kabuto.
“Sì,il nove giugno ho compiuto diciassette anni.”
“Non siamo tutti minorenni: io ho già diciotto anni” esclamò Deidara.
“Io diciannove e non ho visto niente. Strano” disse Kabuto.
“Forse chi ha creato l’illusione considera adulto chi ha compiuto diciannove anni” ipotizzò Kimimaro.
“O giudica dall’aspetto” teorizzò Sasori.
“Disse quello che sembra un bambino di cinque anni” ironizzò Deidara.
“Forse è stato usato un gas,e su di me non ha avuto effetto. Oppure giudica dalle apparenze” proseguì il rosso indicando con un cenno del capo Tobi.
“Danna,mi stai dando dell’immaturo?”
“Può darsi.”
“Basta così” li interruppe Pain. “Adesso sappiamo che sono stati attaccati i minorenni. Concentriamoci su ciò che hanno visto. Erano per caso le vostre paure più profonde?”
“No,non ho mai pensato di essere aggredito da una lucertola” rispose Kidomaru.
“Io maneggiavo con cura i denti,ma è come fare attenzione quando si usa un martello,no? Sei preoccupato che ti possa sfuggire e fare male, ma …” Sakon si ricordò di una cosa e saltò sul tavolo. “Guardate! Mi hanno morso la gamba! Non ce lo siamo immaginati!” gridò.
“E come ha detto Deidara,il dito ha rotto varie cose in bagno. Potete controllare” disse Tayuya.
“Anche la mia camera è in disordine,ma potrei averlo fatto io,magari sotto ipnosi” fece Kimimaro.
“Impossibile” lo smentì Hidan. “Io ho sentito un solo forte rumore. Tu non puoi aver buttato per terra tutte le cose in una volta sola. Quindi ciò che hai visto era vero.”
“Allora perché io non ho visto niente?” domandò Kakuzu.
“Itachi-san,tu che te ne intendi di illusioni,cosa dici?” chiese Tobi all’Uchiha.
“Se considero solo le singole esperienze,penso che sono illusioni. Ma guardando il quadro generale è difficile crederlo,a meno che non è stata una banda di ninja esperti nell’arte illusoria ad attaccarci. E in questo caso,perché attaccare solo i minorenni? E come facevano a saperlo?”
“Wow,che loquacità!” commentò Ukon.
“Però è vero. Noi del Suono sembriamo più grandi” rifletté Jirobo.
“Beh,abbiamo discusso e non credo che riusciremo a capirci qualcos’altro,adesso. Torniamo a dormire,altrimenti domani avremo tutti le occhiaie di Itachi” propose Konan,che aveva sonno.
“Sì,è meglio” convenne il Leader.
Tutti tornarono a letto e,con loro sorpresa,si riaddormentarono senza problemi. Il mattino dopo si svegliarono abbastanza riposati. Improvvisamente,durante la colazione,Sakon e Ukon scoppiarono a ridere e quasi versarono a terra il latte e i cereali.
“Cosa?” chiese Kidomaru.
“N-niente,è solo che Itachi ha p-paura dei serpenti,no? Allora m-mi sono chiesto se la prossima volta si sarebbe visto Orochimaru nel letto” spiegò Sakon sghignazzando.
“E io gli ho chiesto se intendeva un’illusione o quello vero” concluse Ukon.
Tutta la tavolata scoppiò a ridere. Per loro fortuna Itachi aveva già fatto colazione e Orochimaru non si era ancora alzato. Quel giorno si comportarono normalmente e gli avvenimenti della notte apparivano lontani e onirici. Tutti se ne erano quasi dimenticati,preferendo bollarli come brutti sogni o scherzi della loro immaginazione. Solo Sbaciucchio era inquieto e attendeva nervoso l’arrivo del buio.

La neve era alta,abbondante e fredda. In molti uscirono a giocare a palle di neve. Kidomaru imbavagliò Sasuke e lo spinse fuori. Subito l’Uchiha fu bersagliato da varie direzioni. Ormai ridotto a un ghiacciolo,fu riportato dentro da Orochimaru. Improvvisamente un grido di rabbia provenne dal Covo. Kabuto uscì adirato,con un cappotto ma senza occhiali.
“Sakon! Ukon! Siete voi che avete ripreso i miei occhiali?!”
“No,non siamo stati noi a prenderli” lo contraddissero i gemelli.
“Però sapete dove sono!”
“Beh,sì” sghignazzarono i due indicando un pupazzo di neve.
“Allora ridatemeli!” continuò Kabuto,che non aveva visto il gesto.
“Sono lì” disse Sakon e si allontanò.
“Lì dove? Ehi! Restituitemeli!”
Qualcuno gli mise fra le mani gli occhiali. Kabuto li indossò e scorse Tobi.
“Tobi è un bravo ragazzo!”
“Sì,Tobi. Lo sei.”
Tobi festeggiò quell’affermazione con un balletto. Kabuto si allontanò,pensando se i gemelli avessero mentito o se davvero avessero un complice che li aveva aiutati a rubare i suoi preziosi occhiali. Incontrò il suo partner e domandò: “Itachi,qualcuno è entrato in camera nostra?”
“No.”
“Perché,sai,Sakon e Ukon mi hanno di nuovo sottratto gli occhiali eppure dicono di non averli presi loro.”
“Infatti sono stato io.”
“Cosa?!”
“Loro mi hanno dato dei dango in cambio.”
“Quindi tu venderesti il tuo compagno di squadra per dei dolcetti?”
“No,ma le sue cose sì.”
Itachi si allontanò,mentre Kabuto rimase immobile,stupefatto per aver scoperto un lato dell’Uchiha che non avrebbe mai immaginato.



***Angolo Autrice***
Zetsu B: ma allora era tutto vero o no?
Zetsu N: per me Ukon ha solo distribuito la roba sbagliata.
Autrice: capiremo in seguito se era reale o meno.
Zetsu N: se causano altri problemi li mangio!
Zetsu B: so che non lo pensi davvero.
Autrice: litigate dopo aver salutato i lettori.
Zetsu B: a presto!
Zetsu N: finirete tutti nel mio stomaco!

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Capitolo 5
*** Sempre più vero ***


Tayuya e Deidara si tenevano per mano. Un freddo malsano era penetrato nella stanza,mentre da fuori si udiva un flebile parlottare. Qualcosa di intangibile dietro la loro porta era la causa di quell’incessante, sommesso mormorio. Tayuya era sicura di questo. Chissà come e perché,un fantasma aveva preso di mira il Covo. Strinse la mano del partner,che ricambiò la stretta. In quel momento ricordò quando poche ore prima avevano deciso di lasciare accesa una lampadina,giusto nel caso di una veloce fuga. Invece adesso la stanza era buia. Intanto il parlottio continuava,raggiungendo toni sempre più acuti e disumani. Tayuya voleva parlare,dire qualcosa a Deidara o gridare allo spirito di lasciarli in pace,ma non ci riusciva. Si limitava a ricavare conforto da quel semplice contatto fisico.
Ad un tratto i bisbigli cessarono. Non scomparve però quel freddo che la stava gelando sin nelle ossa. Cominciò un pianto,flebile quanto il parlottio,ma più umano,quasi infantile,interrotto ogni tanto da dolorosi sospiri. Stanca di tutto ciò,Tayuya pensò: “Ne ho abbastanza. Adesso gli dico di andarsene,di non scomodare altri fantasmi solo per il gusto di vederci tremare come foglie. Mica siamo di Konoha!” La ragazza raccolse tutto il suo coraggio e urlò: “Basta!”
Fu abbastanza. Sparirono i bisbigli,i pianti e il freddo. La luce tornò,o forse era sempre stata lì. Deidara si mosse velocemente,ma alla ragazza non sfuggì nessun particolare,mentre in lei cresceva il panico. Il suo compagno fino a poco prima era girato nel letto e le dava le spalle. Al suo grido,era balzato a sedere. Tayuya si alzò e corse in un angolo della stanza,gridando terrorizzata: “Oh,Kami! Di chi era la mano?!”

Deidara si svegliò,scoprendo con stupore che era ancora notte. Dietro di lui la lampadina che avevano lasciato accesa per precauzione rischiarava debolmente la stanza. Cercò di girarsi verso la luce,ma non ci riuscì. Qualcosa lo teneva fermo in quella posizione. Improvvisamente avvertì un soffio gelido sul collo. Molto probabilmente era stato quello a svegliarlo. Deidara aprì la bocca,ma non ne uscì alcun suono. Era paralizzato nel suo letto a tremare di freddo e paura. Si accorse allora che dietro la porta della loro stanza qualcosa non la smetteva di mormorare,in un tono che a lui parve di scherno. Tirò mentalmente un sospiro di sollievo quando cessò il parlottio e gemette quando cominciò il pianto. Durante la pausa aveva tentato di riprendere il controllo del suo corpo,ma non ci era riuscito.
Ad un tratto la sua partner urlò: “Basta!” e qualsiasi cosa li stesse tormentando se ne andò. Deidara si rialzò fulmineo,contento di potersi muovere. Stava per lodare Tayuya,ma lei non si era ancora tranquillizzata. Corse in un angolo della stanza e gridò: “Oh,Kami! Di chi era la mano?!”
L’artista la raggiunse e lei lo abbracciò con impeto.
“Shh. Calma,ora. È tutto finito. Che dici,andiamo nella Sala delle Riunioni?”
Tayuya annuì,stretta a lui,felice di poterlo vedere. Quella mano era così solida …

Jirobo fu sfiorato da qualcosa nell’oscurità. Accese subito la lampada,sebbene ancora intontito dal sonno. Si ritrovò davanti una decina delle marionette di Sasori che lo fissavano minacciosamente. Jirobo si alzò adagio,dirigendosi verso il letto del compagno. Le marionette lo seguirono con lo sguardo. Il grassone scosse violentemente Sasori,senza perdere di vista le marionette. Il rosso si sedette. Stavolta non ci fu bisogno di chiedere cosa lo avesse turbato. Fissò stranito le sue marionette. Attivò i fili di chakra,ma esse si scansarono,nascondendosi nelle tenebre che la lampada non riusciva a dissipare.
“Impossibile” mormorò Sasori.
“Credi che qualcuno le stia controllando al posto tuo?”
“Certo,mica possono essere ritornate in vita. Ma non percepisco altre presenze qui.”
“Ce ne andiamo?”
“No! Dobbiamo capire che sta succedendo” rispose il marionettista,irritato dall’evidente fifa dell’altro.
Jirobo fissò preoccupato il compagno,che si alzò e si mosse verso l’interruttore della luce. Niente lo attaccò, tuttavia sapeva che qualunque cosa stesse facendo muovere le marionette non era sparita: sentiva uno strano raschiare sui muri. Sasori accese la luce e,contemporaneamente,le marionette si immobilizzarono e caddero per terra. I due compagni lessero le numerose scritte che avevano inciso frettolosamente in quel breve lasso di tempo: “Io,fossi in te, mi guarderei le spalle”; “Morire è un'arte, come qualsiasi altra cosa”; “Non preoccuparti,non ha le braccia”; “Il buio sta entrando adesso” e qualche altra della stessa risma.
“Dobbiamo mostrarle alle altre” disse Sasori.
“Sì,così almeno vedrò qualcun altro terrorizzato quanto me.”

Itachi aprì lentamente gli occhi. Strano,non gli capitava mai di svegliarsi di notte,a meno che non ci fosse un temporale. Poi avvertì qualcosa che si muoveva nella stanza. Erano per caso tornati i serpenti? Accese la torcia e la puntò per terra,ma non c’era niente. La mosse in giro e scorse qualcosa che evitò il fascio di luce. Itachi si alzò cautamente dal letto. Sentì un rumore dietro di sé e si voltò immediatamente,riuscendo a illuminare il re dei serpenti ( non Manda): il basilisco. La bestia scattò verso di lui con le fauci spalancate. Itachi lo evitò con un salto. Il mostro finì sul suo letto,mandandolo in frantumi,e si voltò nuovamente.
Intanto Kabuto si era svegliato e si era messo gli occhiali. Quando vide la scena pensò: “Ma che sta facendo Itachi?Cosa sta devastando la camera?
Il gigantesco serpente caricò di nuovo. Itachi si scansò,buttandosi verso sinistra. Il basilisco distrusse l’armadio. Scosso per il colpo,agitò la coda,rovesciando Kabuto dal letto. Il grigio si mise in piedi e guardò l’Uchiha in cerca di spiegazioni,ma Itachi era troppo occupato a formare la Palla di Fuoco Suprema. Una volta pronta,la scagliò contro il basilisco,che non bruciò,tuttavia scomparve assieme alla sfera.
“Cosa è successo?” domandò l’occhialuto.
“Anche stavolta non hai visto niente?”
“Non ho visto contro chi combattevi,ma ho visto gli effetti e ho sentito i rumori. Non era un’illusione,vero?”
“No,non lo era. E non lo era anche la volta precedente.”
“Starà succedendo anche agli altri.”
Itachi annuì e,assieme al partner,uscì dalla camera.

Kidomaru fu svegliato da un insistente frullare d’ali. Sbadigliò,stiracchiandosi nella sua ragnatela. “Come ha fatto un uccello a entrare nel Covo,e nella mia stanza?” pensò. Si calò fino all’interruttore e accese la luce. Stava per aprire la finestra,quando gli artigli dell’uccello si conficcarono nelle sue spalle. Kidomaru urlò di dolore e sorpresa. Alzò la testa,scoprendo che l’uccello in questione era un merlo ed era alto due metri. Il ragazzo creò una lancia di ragnatela e la conficcò nella zampa del volatile. Il merlo lo lasciò andare. Kidomaru precipitò in acqua,svegliando Kisame.
“Ci sono lucertole spaziali anche oggi?” domandò il pesce assonnato.
“No,stanotte tocca ai merli.”
L’uccello si avvicinò ai due,muovendo l’acqua con le sue gigantesche ali. Kisame avvertì il vento e fissò meravigliato le onde,ma non vedeva cosa le aveva causate. Il merlo si rialzò in volo. Non che avesse molto spazio di manovra,date le sue dimensioni.
“Kisame,spara un getto d’acqua nel punto che ti indico,va bene?”
“S-sì” balbettò lo squalo.
“Ok,è là. Spara!”
Kisame sparò,e il colpo andò a segno. Come le prime gocce d’acqua bagnarono le piume del merlo,esso svanì. Il getto vero e proprio colpì il muro,ammaccandolo,ma Kidomaru era più che soddisfatto lo stesso.
“È proprio strano,sai,sapere che c’è qualcosa ma non riuscire a vederla.”
“Andiamo nella Sala delle Riunioni come ieri?”
“Sì. Scommetto che neanche gli altri stanno dormendo sonni tranquilli.”

Sasuke fu sbalzato dal letto. Quando vide cosa era stato,si precipitò da Kakuzu. L’avaro lo colpì per averlo svegliato in quel modo brusco.
“Credimi,quello non era un risveglio brusco.”
Sentendo trapelare qualcosa che somigliava a un’emozione nel tono dell’Uchiha,Kakuzu si preoccupò. Accese la lampada,ma non vide niente. Sasuke invece indietreggiò ancora di più,finendo col sedersi sul letto del partner.
Dai muri della stanza,dal soffitto e dal pavimento fuoriuscivano lunghe braccia nere,con mani nere che si protendevano nella sua direzione. Chissà perché,non c’era niente sul muro dietro di loro.
Kakuzu non sapeva cosa avesse spaventato l’Uchiha,ma doveva essere reale,poiché gli oggetti si spostavano al suo passaggio.
“Cosa c’è in camera,moccioso?” domandò teso.
“Delle mani che sbucano dappertutto.”
“Si dirigono verso di noi?”
“Sì.”
“Fulminiamole!”
“Possiamo provare. Però …”
“Però?”
“Ecco,non sono esattamente solide.”
“Non importa.”
I due usarono l’Arte del Fulmine,ma non funzionò.
“Ci sono ancora. E sono vicine.”
“Dannazione,Uchiha! Tu le puoi vedere. Inventati qualcosa!”
“Prova a combinare vento e fuoco,come quando hai tentato di arrostirmi durante un allenamento.”
“Lo faccio,ma questa è la prima e ultima volta che ti do retta.”
Quell’attacco ebbe l’effetto desiderato: le mani si ritirarono.
“Sono andate via” annunciò Sasuke sollevato.
“Bene. Usciamo adesso.”

Sakon e Ukon furono svegliati dal suono di un carillon. Quella musichetta era davvero inquietante. Sakon si sedette,e anche Ukon,visto che condividevano lo stesso corpo. La musichetta finì e davanti a loro sbucò un orrendo clown. I gemelli urlarono all’unisono. Il clown oscillò ancora un po’ sulla sua molla,poi tornò nella scatola. Sakon si mosse carponi sul letto e guardò di sotto: la scatola era chiusa,ma la manovella stava girando da sola,caricando il meccanismo che l’avrebbe riaperta e producendo quella musica disturbante.
“Che facciamo?” domandò Ukon al gemello.
“Non lo so.”
Una risatina bambinesca,ma lugubre,li distrasse dalla scatola. Sakon prese la torcia dal comodino e illuminò una parete. Abbassò il fascio di luce e vide una bambola. Poco distante da essa ce n’era un’altra. Un po’ più avanti c’era un burattino,poi una marionetta,ecc. Per farla breve,il loro letto era circondato dai vari giocattoli maledetti che avevano visto nei film horror. Riconobbero Pinocchio,Billy di Mary Shaw,i burattini di Andre Toulon,il feticcio Zuni e tanti altri.
I gemelli si abbracciarono,spaventati. Il feticcio Zuni era il più veloce. Raggiunse per primo il letto e mordicchiò le coperte producendo strane grida. Billy gli fu addosso. I gemelli ricordarono allora che quel pupazzo attaccava chiunque parlasse.
“Ma che fai?” domandò Pinocchio a Billy.
Il pupazzo attaccò anche lui.
“Questo è troppo! Scacciamolo!” urlò Chucky.
Le varie bambole gli diedero retta. L’accanito combattimento svegliò Zetsu. Approfittando della distrazione dei giocattoli,i gemelli raggiunsero l’uomo-pianta e gli spiegarono la situazione sussurrando. Zetsu annuì per far capire loro che aveva compreso la situazione. Non vedeva i pupazzi,ma li sentiva.
Alla fine della feroce lotta rimasero solo Billy e Annabelle. Tutti gli altri erano stati sconfitti ed erano spariti. I gemelli furono felici dell’esito dello scontro: si erano sbarazzati di molti giocattoli senza fatica e sapevano che per sconfiggere Billy bastava non urlare. Per precauzione,ognuno tappò la bocca dell’altro con la propria mano. Purtroppo per loro,Annabelle e Billy si ricordarono di essere alleati. Per questo la bambola tentò di farli urlare,in modo che Billy potesse ucciderli.
Intuendo le loro intenzioni,Sakon e Ukon si erano alzati e avevano aperto il tiretto contenente i loro scherzi. Accesero i petardi e li lanciarono su Billy. Il fantoccio prese fuoco. Annabelle,delusa,scomparve con lui.
“Sì!” esultarono i gemelli.
“Ora possiamo parlare?” domandò scocciato Zetsu Nero.
“Mi sembra ovvio” rispose Zetsu Bianco.
“E allora? Uno non può avere maggiore conferma?”
“Hai ragione” disse conciliante la parte bianca della pianta.
“Che dite,anche gli altri saranno svegli?” chiese Sakon.
“Andiamo a vedere” rispose Zetsu.

Kimimaro si svegliò: qualcosa gli scorreva lungo la guancia. Se la asciugò con la mano e accese la luce. Si trattava di sangue,eppure lui non era ferito. Alzò lo sguardo e scorse una strana figura sul soffitto. Si sarebbe detta una bella ragazza,attenendosi al viso. Il corpo però era martoriato e dalle numerose ferite scorreva ancora sangue. Indossava una camicia da notte strappata e sgualcita.
La ragazza si calò giù,ai piedi del suo letto. Lo scrutò con attenzione. Kimimaro la fissò senza dire una parola. Il volto della giovine si fece sempre più pallido. I suoi occhi diventarono completamente neri. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso sadico.
“Chi la fa l’aspetti” mormorò con una voce ultraterrena.
La ragazza,o il suo fantasma,alzò le mani,mostrando lunghe unghie e si avventò su di lui. Kimimaro la trattenne per le braccia. Lei si divincolò producendo suoni inumani,il viso contratto in un’espressione furiosa. Il ninja la scaraventò sul letto e la colpì con un femore. Lei non fece una piega e avanzò con l’osso conficcato nella spalla. Kimimaro si mosse lentamente di lato,pronto a schivare un suo successivo assalto.
La ragazza,però,si disinteressò di lui. Aveva visto Hidan ed era decisa a vendicarsi. Corse verso di lui e lo graffiò. Hidan si svegliò con una smorfia,ma non vide nessuno. Qualcosa però doveva esserci,perché lo stava pestando. Il fanatico credette che si trattasse di uno spirito mandato da Jashin apposta per aiutarlo nei suoi riti. Lo incitò a colpirlo più forte.
“Ehm,Hidan,ma ti rendi conto di cosa stai facendo?” chiese Kimimaro.
“Certo. Aspetta,vuoi dirmi che tu vedi il b*bip*o?”
“Sì. È una ragazza e appena ti ha visto mi ha lasciato perdere.”
“Ah,cosa ci faccio io alle ragazze …”
“Non in quel senso. Mi pare evidente che ti odia.”
“Uhm … descrivimela.”
Kimimaro obbedì e Hidan si rese conto di essere attaccato dalla ragazza che aveva sacrificato assieme a Kidomaru,Akemi.
“Brutta p*bip*a,non ti è bastato quello che ti facemmo allora?”
La ragazza,che per tutta la conversazione aveva colpito Hidan,urlò di rabbia e lo scaraventò dall’altro lato della stanza. Hidan prese la falce.
“Indicami la p*bip*a” ordinò arrabbiato.
“È davanti a te. Sta guardando spaventata la falce.”
Hidan corse verso di lei,si fermò quando glielo disse Kimimaro e le tranciò di netto la testa. Lo spirito scomparve. I due compagni uscirono dalla camera,sicuri che anche gli altri stessero affrontando qualcosa.

Tobi si avvolse tremante nelle coperte. Sapeva di non essere solo nello sgabuzzino,ma non voleva accertarsene. Rabbrividì all’ennesimo tocco.
La cosa smise di girare intorno a lui e sussurrò al suo orecchio: “Buh!”
Tobi spiccò un balzo,strillando. Non ne poteva più. Scappò dallo sgabuzzino senza aprire la porta,ma scardinandola. Corse fino alla camera di Konan sempre con la coperta sulla testa. Sfondò anche la porta di quella camera,si tolse la coperta e saltò sul letto della blu. Konan lo consolò. Sbaciucchio,che dormiva ai piedi del letto,si unì alle coccole. Orochimaru comprese che c’era qualcosa che non andava. Chiamò il Leader e lo condusse da Tobi.
“Che succede stavolta?” domandò seccato.
“Tobi non lo sa,ma c’era qualcuno con Tobi. Bwaaaah!”
“Okay. Ho capito. Scendiamo a controllare.”
Pain e Orochimaru scesero le scale e trovarono tutti svegli,come la notte precedente.
“Altra riunione sstraordinaria?” chiese la serpe.
Il Leader si diresse nella Sala delle Riunioni,senza rispondere. Chi non era già entrato lo seguì.



***Angolo Autrice***
Autrice: un altro capitolo horror!
Orochimaru: ssì, e adessso comincia l'elenco dei racconti a cui ti ssei isspirata ...
Autrice: esatto! Sicuramente le scene inventate da me non vi hanno spaventato come quelle dei grandi maestri dell'orrore. Allora, la situazione vissuta da Tayuya è inspirata a una scena di L'incubo di Hill House di Shirley Jackson;
le frasi delle marionette le ho scelte su siti di roba inquietante a muzzo;
le mani di Sasuke provengono dal film ESP;
e, come ho già detto, i gemelli sono attaccati da vari giocattoli maledetti provenienti da film horror:
Pinocchio di Pinocchio's Revenge;
Billy di Dead Silence;
burattini di Puppet Master;
feticcio Zuni di Trilogia del terrore;
Chucky di Child's Play;
Annabelle di Annabelle .
A parte l'ultimo, gli altri ve li consiglio. Tocca a te, Orochi.
Orochimaru: a presto!

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Capitolo 6
*** Attesa ***


Tutti si sedettero intorno al tavolo. Quella sera l’aria era più tesa rispetto alla notte precedente. Konan preparò diverse camomille e qualche caffè. I tre adulti osservarono come gli altri si calmavano poco a poco. Deidara circondava con un braccio le spalle di Tayuya e cercava di confortarla. Tobi teneva stretto Sbaciucchio e gli parlava sommessamente. Il resto delle squadre era meno unito,ma il legame si notava lo stesso. Il Leader attese che tutti bevessero le loro bevande,poi li invitò a condividere le loro esperienze. Konan rabbrividì nel sentire i loro racconti. Alla fine tutti fissarono Pain,in attesa di istruzioni.
“Andiamo a vedere le scritte” propose.
“Sì,però prima parliamo” lo bloccò Konan.
“Leader,se vuole esaminare le scritte,significa che anche lei crede che sia tutto vero?” domandò Sakon.
“Beh,ragazzi,io credo di sì. La cosa è cominciata all’improvviso,senza cause apparenti. Tutti voi avete sentito o visto qualcosa,in posti differenti ma alla stessa ora. Io,Konan e Orochimaru non condividiamo la stanza con un minorenne,altrimenti anche noi ci saremmo presi la nostra dose di spavento.”
Il Leader aveva pronunciato quel discorso con voce calma. Sebbene il contenuto fosse terrorizzante,il suo tono era riuscito a rilassarli.
“Ora voglio vedere quelle scritte. Sono l’unica cosa che non è scomparsa e penso che contengano informazioni utili.”
Avere qualcosa da fare fu di maggior conforto. Gli abitanti del Covo entrarono nella stanza di Sasori e Jirobo. Girarono a turno per osservare le scritte. Erano davvero inquietanti!
“Crede che abbiano un significato,Leader? Non vogliono semplicemente spaventarci?” chiese Kimimaro.
“Non ne sono sicuro. Qualcuno sta giocando con noi. Questi mi sembrano degli avvertimenti.”
“Ma non hanno senso!” sbottò Kisame.
“Forse li capiremo domani” ipotizzò cupamente Itachi.
“Oh,Tobi non vuole” piagnucolò il bravo ragazzo.
“Io credo che il Leader abbia ragione. È come un gioco. Sstanotte quelle cosse non sssono ssolo durate di più,ma hanno pretesso qualcosa da voi” disse Orochimaru.
“È vero!” esclamò Deidara. “Ieri sono sparite dopo che ci hanno spaventato,oggi dopo che le abbiamo affrontate.”
“Sì. E diventano sempre più forti. Oggi è stato coinvolto anche chi non è minorenne” osservò Kakuzu.
“Dite che se torniamo a dormire non succede niente?” volle sapere Tayuya.
“Boh. Ieri è stato così. È domani che dovrebbe succedere qualcosa” rispose Kidomaru.
“Io ho sonno” affermò Zetsu.
“D’accordo. Torniamo a letto. Parleremo ancora domani” concesse Pain.
Come la notte precedente,non successe niente quando tornarono a letto. I ninja però non si addormentarono subito. Rimasero svegli per parecchi minuti,scambiando ogni tanto una parola col proprio partner.
Pain,Konan e Orochimaru non entrarono subito nelle loro camere. Il Leader aspettò che Konan mettesse a letto Tobi,poi dichiarò: “Temo che domani accadrà qualcosa di molto brutto.”
“Dici? Oh,Pain,ma non hai nessuna idea di cosa stia succedendo?” domandò la blu.
“Mi spiace,Konnie,ma proprio non lo so. Sembra uno di quei film in cui i protagonisti risvegliano uno spirito maligno o abitano in una casa stregata.”
“Neanche io ho mai ssentito parlare di un casso del genere. Sssecondo voi è possibile prendere qualche precauzione per domani?”
“Non vedo come potremmo. Ripeto,sembra che qualcuno stia giocando con noi. Dobbiamo capire che vuole, perché e soprattutto come sbarazzarcene.”
“Beh,si dice che la notte porta consiglio. Speriamo che sia così” disse Konan.
Pain annuì e le augurò la buonanotte. Orochimaru si intrattenne per rivolgere un’ultima domanda al Leader: “Credi che domani vedremo tutti qualcosa?”
Pain scrollò le spalle.
“Va bene. ‘Notte.”

Il giorno dopo nessuno aveva dimenticato gli avvenimenti notturni. Sasori ricopiò su un foglio le frasi,poi riverniciò le pareti. Quelli che venivano considerati i cervelloni del Covo si riunirono per cercare delle possibili interpretazioni. Passarono nella Sala delle Riunioni tutta la giornata,ma non fecero molti progressi.
“E se pregassimo il Dio dell’Inferno?” propose Pain.
“Dovremmo andare fino ad Amegakure?” domandò stupita Konan.
Vedendo la faccia confusa del suo compagno,la blu gli ricordò: “Tesoro,questo è il Covo carino,quello a Konoha che abbiamo dichiarato al fisco. Gli altri sono nascosti per non pagare le tasse e quello ad Amegakure è la grotta dove estraiamo i Biiju.”
“Ah,già. Vabbe’,continuiamo.”

Gli altri cercavano di svagarsi come meglio potevano; volevano distrarsi per non pensare a ciò che poteva succedere quella notte.
Deidara fece sedere Tayuya su uno sgabello e le mostrò un tornio per creare vasi d’argilla.
“Vuoi provare?” le chiese speranzoso.
“Va bene.”
La rossa premette dolcemente il piede sul pedale e cominciò a modellare un vaso. Deidara si sedette dietro di lei per correggerla e aiutarla a non far cadere l’argilla. Con questa scusa stettero vicini per ben cinque minuti. Il vaso era quasi completo. Mentre i due lo ultimavano,Tayuya spinse troppo forte e l’argilla esplose. Il biondo trovò quella conclusione perfetta e quando la sua compagna si girò,si aspettò un bacio. Ma le labbra di Tayuya proseguirono fino al suo orecchio e la ragazza sussurrò: “Comincia a correre.”
L’artista la fissò alquanto confuso. Quando finalmente comprese che forse la sua partner non gradiva essere abbrustolita durante una scena romantica,Tayuya era arrivata a quattro. Deidara fece appena in tempo a rifugiarsi nella camera di Sasori. La flautista la tempestò di pugni urlando improperi.
“Che puzza di vernice!” esclamò schifato il biondo.
“Lo so. Per questo ho aperto le finestre” disse Jirobo.
I due ninja attesero che Tayuya se ne andasse prima di uscire.

Tobi uscì nel cortile per costruire una famiglia di pupazzi di neve. A lui si unirono Sakon,Ukon,Kidomaru e Kisame. Dopo due ore tornarono dentro il Covo per immortalare la loro opera. Durante la momentanea assenza Zetsu mangiò i nasi dei pupazzi e Hidan usò la falce per tagliare le loro teste. Quando scoprì il misfatto,Tobi scoppiò a piangere,facendo sentire a disagio gli altri ninja.

La sera,a cena,solo Zetsu e Jirobo mangiarono con il solito appetito. Tutti gli altri erano tesi per ciò che sarebbe potuto succedere quella notte. A differenza delle altre volte,si intrattennero fino a mezzanotte davanti alla tv,poi si separarono a malincuore e andarono a letto.

Tayuya si rigirò parecchie volte nel letto,prima che si decidesse ad alzarsi e infilarsi nel letto di Deidara. L’artista si girò verso di lei,che si stese accanto a lui.
“Quindi stasera avrò compagnia,un?”
“Già,ma non farti strane idee.”
“Tranquilla: sto morendo di sonno.”

Tobi aveva avuto il permesso di dormire nella stanza di Konan e Orochimaru. Il bravo ragazzo si era disteso in un sacco a pelo in mezzo ai due letti. Sbaciucchio gli si era accoccolato vicino.

Quella notte il sonno tardò ad arrivare.



***Angolo Autrice***
Autrice: la suspance vi uccide?
Kisame: no, solo il non sense.
Autrice: stupido pesce! Non è vero che non ha senso ... abbi pazienza e fra un po' persino tu capirai qualcosa!
Kisame: non sono stupido!
Autrice: saluta i lettori, che è meglio ...
KIsame: al prossimo chappy!

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Capitolo 7
*** Into the darkness ***


Tayuya si svegliò nel buio più completo. Si mise a sedere. Si accorse allora che non si trovava più nel suo letto. Si alzò,tremante.
“C’è qualcuno?” gridò,riuscendo a non far trasparire la paura nella sua voce.
“Deidy?” chiamò,arrancando piano nell’oscurità.
“Tayuya?” le rispose una voce.
“Sì. Tu chi sei?”
“Sasuke.”
“Ah. Parli così poco che non ti avevo riconosciuto. Dove sei?”
“Aspetta.”
L’Uchiha creò una piccola sfera di fuoco per illuminare l’ambiente. Tayuya si avvicinò. I due ragazzi si guardarono intorno. Le pareti rocciose e la presenza di stalagmiti e stalattiti suggerì ai due che si trovavano in una grotta.
“Forza,dobbiamo trovare gli altri!” esclamò Tayuya.
Sasuke annuì. Si incamminò davanti alla ragazza,facendo luce in uno dei numerosi tunnel.

“S-s-senpai!” strillò Tobi in preda alla paura.
“Senpai,dove sei?!” urlò.
Una leggera pioggia di pietre gli cascò addosso. Tobi tastò il buio finché non raggiunse la superficie rocciosa. Tenendo una mano su di essa,si diresse verso una flebile luce lontana,lanciando ogni tanto un piccolo richiamo.

Itachi fissò tre cunicoli,indeciso. A lui non giungeva neanche il più piccolo rumore. Scelse il cunicolo centrale e si incamminò lentamente,sperando che qualcuno lo scorgesse grazie al suo fuoco.

“Dove siamo?” domandò Sakon.
“Che ne so!” rispose Ukon. “Non vedo niente!”
“Guarda a sinistra. Mi sembra di vedere una luce.”
Ukon si voltò. Verso di loro procedeva qualcuno che reggeva una sfera di fuoco in mano. I gemelli si misero in guardia,ma non era altri che Kakuzu.
“Ehi,nonno,tu sai che succede?” gli chiese Sakon,sollevato.
“No. Avete visto qualcun altro?”
“No,ci siamo appena risvegliati.”
Kakuzu si fermò,pensieroso. Poi si riscosse e prosegui dritto. Sakon e Ukon la seguirono.

“Ma che ca …?” esclamò Hidan.
La zona in cui si trovava non era completamente buia: una strana nebbiolina la illuminava leggermente. Hidan scorse una figura familiare.
“Ehilà,b*bip*o!” salutò allegramente.
Kimimaro rispose al saluto con un cenno del capo.
“Come c*bip*o abbiamo fatto a essere qui?”
“Non ne ho idea. Tu ricordi qualcosa?”
“Macché! Stavo dormendo sui miei chiodi,mi volto e mi ritrovo steso sulla roccia.”
Kimimaro annuì,come se non si aspettasse una risposta diversa.
“Che facciamo?” domandò il fanatico.
“Cerchiamo il punto più luminoso. Credo che anche gli altri si dirigeranno lì.”

“Konnie!”
“Pain!”
La coppietta si abbracciò felice.
“Ehm,Leader,mi spiace interrompere,ma …” cominciò Zetsu Bianco,ma fu interrotto da Zetsu Nero.
“Perché dovrebbe dispiacerti?”
“Non litigate. Cosa c’è?”
“Beh,avverto la presenza di una grande massa d’acqua a non più di trenta metri. Non vorrei che questa caverna si stesse allagando.”
“Va bene,però in quella direzione la luce è più forte. Controlliamo,poi magari torniamo indietro.”
Konan e Zetsu accettarono docilmente la decisione di Pain.

Kidomaru si arrampicò fino all’estremità più alta della grotta,sperando di individuare qualcuno. Sfortunatamente per lui,però,il buio si propagava allo stesso modo in qualsiasi direzione,impedendogli di vedere alcunché. Il ragno si calò per terra. Si girò intorno,incerto sulla direzione da prendere. Gli sembrò di sentire qualcosa a destra. Andò da quella parte.

“Ragazzi!” chiamò Jirobo.
Nessuna risposta. Il ragazzo continuò a camminare,accorgendosi che la strada era in salita. Una volta che si fu raddrizzata,si accorse di riuscire a vedere grazie a una misteriosa nebbiolina.
“Ragazzi!” riprovò il grassone.
Due figure lo raggiunsero.
“Kabuto! Orochimaru-sama!” esclamò contento Jirobo.
“Già. Orochimaru-sama,credo che dobbiamo tornare indietro. Lì il buio si infittisce.”
“Ssssì. Andiamo.”

Sbaciucchio si acquattò,terrorizzato,emettendo guaiti sconsolati. Sasori e Deidara sentirono i suoi versi e si diressero verso di lui.
“Danna! Che situazione pazzesca,eh?” fece il biondo.
“Abbastanza assurda,sì” concordò il rosso.
Sbaciucchio si avvicinò ai due. Si alzò sulle zampe posteriori e si lasciò cadere su Deidara. Il ragazzo riuscì a sorreggerlo con uno sforzo immenso.
“Calma,piccolo. Vuoi Konan? Prova a fiutarla.”
“Dobbiamo scendere. Credo che gli altri siano laggiù.”
“D’accordo. Sentito,Sbaciucchio? Fra un po’ riabbracceremo le nostre donne.”

Kisame tossì. Si sedette su una roccia vicino al grande lago che aveva trovato. Si domandò se fosse la nebbiolina a farlo tossire. Ad ogni modo,non poteva allontanarsi da lì. Quella zona abbastanza illuminata gli faceva sperare che presto qualcuno lo avrebbe raggiunto.



***Angolo Autrice***
Deidara: capitolo cortino, un ...
Autrice: sì, ma il prossimo è importante.
Deidara: voglio tornare al Covo!
Autrice: calmo ... non fare esplodere niente ... saluta, piuttosto.
Deidara: Alla mia prossima mostra d'arte! Un!

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Capitolo 8
*** Ritrovo ***


L’attesa di Kisame fu ripagata. Ben presto lo raggiunsero Tayuya e Sasuke. Mentre si scambiavano opinioni su quel posto arrivarono anche Itachi,Orochimaru,Kabuto,Jirobo,Hidan,Kimimaro e Kidomaru.
“State tutti bene?” si informò la serpe.
Ottenne come risposta vari “Sì” e cenni affermativi.
“Strano posto,eh? Pain aveva intuito che questa notte ssarebbe sssuccessso qualcosa.”
“Ah,ma che acume! Tutte le notti succede qualcosa!” sbottò Hidan.
“Hai capito cossa intendo.”
“Sentite anche voi delle voci?” chiese Kidomaru.
“Sì. Provengono da lassù” rispose Kabuto indicando un’apertura nella roccia. Le voci si avvicinarono sempre più e tutti le riconobbero per quelle di Sasori e Deidara.
“Deidy!” gridò Tayuya.
I due artisti sbucarono dall’apertura,seguiti da Sbaciucchio. Deidara li salutò con la mano mentre scendeva per uno stretto sentiero artificiale. Improvvisamente qualcuno lo spinse.
Deidara cadde nel lago urlando. Anche Tayuya urlò e corse verso l’acqua,fermandosi sulla riva. Il biondo riemerse e si accinse a nuotare verso di lei,ma il lago,da essere immoto,divenne agitato. Potenti onde si abbatterono sul ragazzo,facendolo finire sott’acqua. Tayuya sussurrò il nome del suo amato. Voleva tuffarsi,ma sapeva che non avrebbe potuto aiutarlo. Si voltò verso Kisame. Lo squalo non aveva una bella cera. Qualcosa presente in quel luogo lo aveva fatto ammalare. La ragazza prese a tremare e gli occhi diventarono lucidi. Inaspettatamente,qualcuno la superò e corse sull’acqua. Tayuya fissò stupita la figura e la sua sorpresa aumentò ulteriormente quando si accorse che si trattava di Hidan. Il fanatico raggiunse il punto in cui era scomparso Deidara e si tuffò. Riemerse dopo pochi secondi,lottando contro la misteriosa corrente. Dopo molti sforzi riuscì a guadagnare la riva.
Tayuya si inginocchiò e abbracciò uno sputacchiante biondino. Kabuto si avvicinò per verificare le sue condizioni. Hidan invece si era allontanato. Tayuya lasciò Deidara. Gli altri si misero a discutere della loro situazione,lasciando loro un po’ di privacy.
La rossa afferrò un braccio del fanatico. Prima che potesse rendersene conto,Hidan fu baciato come mai lei aveva fatto prima. Tayuya si staccò piano da lui.
“Questo è per dimostrarti quanto ho apprezzato il tuo gesto” gli disse guardandolo negli occhi. “Mi dispiace per come sono andate le cose. Però … io ci tengo a te. Ti prego,non mi odiare.”
Stavolta fu Hidan che la attirò verso di sé.
“Odiarti? Come c*bip*o ti viene in mente?!”
Tayuya sorrise.
“Ero arrabbiato e deluso. Io credo ancora di amarti più di quanto un bombarolo potrà mai fare,ma non voglio obbligarti a stare con me se non vuoi.”
La ragazza gli diede un’ultima stretta,poi tornò dal biondo. Hidan rimase fermo a guardarla avanzare.
Sì,credo proprio che nessuno ti amerà mai come me. E vederti sorridere così è già un premio,anche se mi devo accontentare di un affetto fraterno. Oh,cara,non ce la faccio proprio a vederti soffrire.
Hidan si ricongiunse al gruppo.

Pain,Konan e Zetsu li scorsero poco dopo.
“Aspettateci!” gridò Tobi, felice di aver ritrovato i suoi amici.
Kakuzu e i gemelli venivano dietro di lui.
“Ci siamo tutti?” volle sapere Pain.
“Sì!” risposero in coro.
“Sì!” confermò una voce che proveniva dall’alto.
Tutti guardarono in su, ma non videro nessuno.
“Oh, non potete vedermi, se non voglio” spiegò la voce.
“Chi sei? Perché ci hai portato qui? Anzi, non importa. Facci tornare al Covo!”
Le parole del Leader fecero sbellicare il loro misterioso rapitore.
“Non posso riportarvi a casa finché non avrete superato delle prove. Vi ho portati qui perché mi serviva qualcuno che testasse i miei livelli. Quanto a chi sono, sono qualcosa molto simile a un dio.”
“Sei Jashin?” domandò Hidan.
“No! Immagino che vogliate sapere perché ho scelto proprio voi. Beh, devo confessare che vi trovo simpatici. Mi auguro davvero che riuscirete a uscire vivi da qui.”
“Che cosa dovremmo fare?” chiese Pain.
“Allora, io sono molto affine alla tecnologia e ho creato dieci livelli da superare, quasi come se fosse un videogioco. E sapete in base a cosa ho scelto i vari scenari? In base ai videogiochi e ai film presenti nel vostro Covo.”
“Cavolo!” esclamarono i gemelli.
“Cosa?” fece Konan.
“Sssono quassi tutti horror” rispose per loro Orochimaru.
“Ahaha! Già! Ma io sono magnanimo. Ve li faccio scegliere, ok? Cominceremo con un videogioco da PC. Datemi il nome fra un quarto d’ora.”
La voce tacque e tutti avvertirono una sensazione di liberazione, come se fino ad allora avessero percepito inconsciamente la presenza di quell’essere.
“Da PC? Noi giochiamo solo all’X-Box” disse Kidomaru.
“Ehm, io ho un portatile” li informò Pain.



***Angolo Autrice***
E qui comincia la parte interattiva della storia. Potete inviarmi nomi di giochi per computer o di personaggi horror che usano la rete per uccidere le loro vittime (come Smiley o Ben drawned).
Naturalmente la frequenza con cui aggiorno diminuirà. Se non mi aiutate, la storia si interromperà fino a quando sarò più libera ... a estate inoltrata, visto che quest'anno ho gli esami :(
Alla prossima!

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