L'anello mancante

di Dolcemaia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Chance ***
Capitolo 3: *** Fiducia ***
Capitolo 4: *** Amore Disperato ***
Capitolo 5: *** Verità nascoste ***
Capitolo 6: *** Sorelle ***
Capitolo 7: *** L'anello mancante ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


L’anello mancante di Dolcemaia

Cambiamenti

Capitolo 1

Il Garden sembrava deserto, non c’era un anima viva, solo una ragazza alta e castana passeggiava nella Hall, con aria triste e sconsolata.

Le matricole erano tutte a lezione.

"Cris scusa il ritardo!!"

"Scusa un corno, Selphie è un quarto d’ora che ti aspetto!!"

"Non dirmi che ti stavi annoiando, perché non ci credo!! Oggi è il tuo primo giorno ufficiale da SeeD e non te lo godi?"

"Avevo intenzione di festeggiare andando in giro per negozi, ma se la mia amica ritardataria continua a perdere tempo, mi sa che troveremo tutti i negozi chiusi!!"

"Ma dai, non esagerare? E poi pensa a quelle povere matricole che sono costrette a stare in classe a sorbirsi delle barbose lezioni con una giornata così bella!"

"A proposito di giornata, ho l’impressione che se continuiamo così, arriverà sera e saremo ancora qui a discutere!"

"A proposito di sera, non prendere impegni! Stasera voglio portarti in un posto speciale!"

"Ma come devo vestirmi?"

"Decideremo al negozio!"

Selphie e Cris si avviarono ad una macchina e con essa giunsero al nuovo mega centro commerciale di Balabam. Le due ragazze si erano conosciute durante la preparazione di uno di quei festival, che Selphie adorava tanto. Cris si era offerta di darle una mano nella preparazione del palco e tra una chiacchiera e l’altra avevano fatto amicizia, poi avevano scoperto che era anche molto brava a cantare e Selphie la costrinse a intonare per Rinoa e Squall "Eyes on me" al festival e risultò un gran successo.

Da quel giorno furono inseparabili, più volte Selphie si offrì di presentare i suoi amici all’amica, ma questa si era sempre rifiutata, perché era troppo concentrata sul test per diventare SeeD per occuparsi delle sue relazioni personali.

Cris era una ragazza molto bella e alla mano, sapeva essere molto discreta e riservata o esuberante e solare. Generalmente la si vedeva passeggiare nel giardino del Garden immersa in un libro, mentre mordicchiava lentamente una mela. Aveva la capacità di rallegrare Selphie, anche dopo una terribile litigata con Irvine ed era così dolce e generosa che l’amica non faceva altro che parlare di lei a tutti.

Nonostante l’eccitazione e la voglia di conoscere i famosi eroi che avevano sconfitto la strega, Cris si era sempre tenuta a debita distanza da quella parte della vita della sua migliore amica. Era una ragazza semplice e intenzionata a diventare un ottimo SeeD, non voleva rischiare di montarsi la testa solo perché era amica di quei valorosi soldati….

Le due ragazze si fermarono praticamente in ogni negozio del centro commerciale. Passarono tutta la giornata lì, tra un paio di scarpe con il tacco e una gonna si resero conto di aver sperperato tutti i loro soldi e solo allora, nel tardo pomeriggio, decisero di tornare a casa, prima però Selphie si fermò davanti ad un negozio di oggetti per la casa e comprò un grosso portafoto da appendere al muro.

"Che devi farci con quello? Dì la verità, devi metterci una foto tua e del tuo Irvy?"

"No, sciocchina, è un regalo per te, per la nostra nuova stanza?"

"Ehhh???"

"Si, il preside ci ha concesso il permesso di dividere la stanza, ora che sei diventata una SeeD, e in questo ci metteremo una nostra foto come segno di buon auspicio!!"

"Grazie, Selphie è il regalo più bello in assoluto che potessi farmi!!" E così dicendo gettò le braccia al collo dell’amica.

"Ora muoviamoci o arriveremo in ritardo!"

"Ma in ritardo per cosa, ti ho detto che devo portarti in un posto speciale!!"

Le due ragazze corsero al Garden e dopo un po’ di baruffa all’ingresso per i troppi pacchi, ognuna delle due andò nella propria stanza, per prepararsi per la serata. L’indomani avrebbero fatto il trasloco.

Cris era eccitatissima, era tanto tempo che non si sentiva così felice. Aveva superato egregiamente il test, aveva trovato una buona amica con cui avrebbe diviso la stanza, stava per andare in un posto speciale e non per ultimo aveva comperato una valanga di vestiti, che probabilmente non avrebbe mai avuto il tempo di indossare tutti entro due anni.

Era ancora un po’ presto, perciò fece un bagno rilassante, in cui scacciò via tutti i pensieri e i dubbi che l’assillavano, Selphie aveva fatto tanto per lei e quel giorno si era davvero superata, forse non era più il caso di chiederle di dividersi tra lei e i suoi amici, perciò decise che la prossima volta in cui la ragazza glielo avesse chiesto, lei avrebbe acconsentito ad incontrarli.

Uscì dalla vasca si infilò l’accappatoio e andò a scegliere cosa indossare per quella serata…. La sua prima serata da SeeD.

Selphie bussò alla porta e quando si aprì, temette di aver sbagliato stanza. Cris era davvero molto carina, indossava un vestitino di seta rosa, corto, molto semplice, impreziosito da uno scialle da portare sulle spalle nude, bianco, attraverso la cui sottile stoffa erano visibili dei piccoli brillantini.

"Sei stupenda!! Ma quest’abito da dove esce?"

"L’ho comprato oggi, mentre tu eri indaffarata a cercare un nuovo cappello per Irvine, ti piace? Spero di non essere troppo elegante! Non mi hai detto di preciso dove siamo dirette, ma un posto speciale esige un vestito speciale, no?"

"Sei semplicemente perfetta… questo vestito, però me lo presterai?"

"Vedremo… scherzo! Certo che te lo presto!"

Le due ragazze si diressero verso una parte del Garden che Cris non aveva mai visitato, forse per disinteresse o mancanza di tempo, ma tutto ciò la rendeva molto eccitata, era curiosissima di sapere dove l’amica la stesse portando.

Selphie si fermò davanti ad una porta che dava ad una stanza buia, Cris cominciò a pensare che si trattasse di un brutto scherzo, ma appena furono entrate si accese la luce e molte persone le gridarono:

"Sorpresa!"

La ragazza non riusciva a capire, chi fossero tutte quelle persone, non ne conosceva nemmeno una, a parte Diego il suo compagno di banco, nonché migliore amico.

"Ragazzi questa è la mia amica Cristal, di cui vi ho parlato tanto! In genere la chiamiamo tutti Cris, ma preferivo dirvi l’unica cosa di femminile che c’è in questa ragazza!"

"Selphie sei terribile!" Le disse Quistis con fare quasi materno.

"Ciao, Cris, io sono Quistis e sono un’istruttrice del Garden!"

"Ciao sono Irvine e sono a tua disposizione per qualsiasi cosa tu desideri di giorno e di notte!"

"Davvero? Allora domani potrai aiutare me e Selphie, la tua ragazza, a traslocare nella nuova stanza?" Una risata generale fece ritornare alla mente di Irvine, che le due ragazze erano molto amiche e logicamente si erano scambiate confidenze, perciò per lui non c’era speranza con la bella Cristal.

"Io sono Squall Leonheart, comandante del Garden, benvenuta tra i SeeD!"

"Io sono Rinoa! scusalo < indicando Squall> in genere è leggermente meno orso! E’ nervoso stasera, ma non preoccuparti, non è certo colpa tua!"

"Non c’è assolutamente problema, non preoccuparti!"

Cris dopo aver detto queste parole, si voltò verso Selphie e le sussurrò all’orecchio:

"Mamma mia com’è intrigante!"

"Rinunciaci, è fedelmente fidanzato con Rinoa!"

"Peccato!"

"Ciao io sono Zell…"

"… ma puoi chiamarlo Gallinaccio!!" Cris non riuscì a trattenere una piccola risata che demoralizzò, ancor più dell’infelice battuta, Zell.

"Piacere di conoscerti Zell!! Mentre lo diceva scandì forte le lettere del suo nome, cosicché Zell aveva già scordato l’episodio.

"…Seifer come mai qui? Non credevo venissi!" Gli disse Selphie stupita.

Il gruppo si disperse pian piano nella sala, mentre Seifer si avvicinava con passo lento e cadenzato verso le due ragazze.

Cris ne rimase colpita, sembrava quasi imbambolata quando lo vide. Non connetteva più, il suo sguardo era fisso sul bellissimo uomo biondo che le stava venendo incontro. Complici del momento furono i vestiti che Seifer indossava, una maglia aderente azzurra, che risaltava in maniera eccezionale i suoi muscoli perfetti e un paio di jeans attillatissimi, che mostravano quasi impudicamente il suo posteriore.

"Io sono Seifer, nonché ex cavaliere della strega!" Le disse porgendole la mano.

"… ‘mazza che occhi…." Quando Cris si rese conto di aver espresso quel suo parere ad alta voce, divenne rossa come un pomodoro, avrebbe voluto sprofondare e non farsi più vedere da anima viva e mentre Selphie si sbellicava dalle risate, Seifer tentò di sdrammatizzare la situazione.

"Scusa, ma qual è il nome e quale il cognome?"

La ragazza divenne ancora più rossa, se era possibile, di quanto non fosse già.

"Allora, ‘mazza che occhi, ti va di ballare con me?" Cris annuì, non avendo il coraggio di spiccicare altro.

Dopo un po’ che stavano ballando, lui la strinse.

"Mi dispiace, non so da dove mi sia venuto!"

"Non preoccuparti! Dopotutto non mi hai mica detto che sono un mostro, anche se ci sono abituato a sentirmelo dire… anzi grazie per il complimento!"

"Perché ci sei abituato?"

"Perché ero il cavaliere della strega e penso che tutti sappiano che non è certo una cosa di cui andare fiero!"

"Mah, dipende dai punti di vista…sicuramente non ti sei comportato come un santo, ma chi non ha sbagliato nella vita? E poi l’importante è saper ammettere i proprio errori e cambiare!"

A questo punto entrambi sorrisero, era la prima volta che Seifer non veniva giudicato per essere stato il cavaliere della Strega, e soprattutto veniva giustificato anche se in modo pacato.

Il ballo terminò e i due si allontanarono. Oltre la solita combriccola c’era anche altra gente, che Cris non conosceva perciò sentendosi un tantino a disagio, sgattaiolò in silenzio sulla terrazza della sala. Non era molto grande e per di più era occupata da varie piante, ma lì si sentiva come al sicuro, chissà perché….

Sospirò e poi si mise a guardare le stelle, ripensando a quel ballo stupendo che le faceva ancora battere forte il cuore. Aveva un po’ freddo e si coprì con lo scialle, che però, non le forniva un grosso riparo visto che era sottilissimo. Dopo qualche secondo sentì una voce sensuale e profonda alle sue spalle…

"Se hai freddo, perché non torni dentro?" Lei non si girò nemmeno, sapeva già che era.

"Non ho voglia di stare in mezzo a degli sconosciuti, quando qui c’è un cielo così splendido che non aspetta altro che qualcuno, fidato come me, lo ammiri!"

"Ottima osservazione! Per lo meno, visto che non hai accettato il mio consiglio, accetta la mia giacca."

Detto fatto, la giacca di Squall era sulle spalle di Cris. Il profumo che aveva era inebriante, né dolce, né aspro. Quell’odore così nuovo per lei e così sensuale l’avvolse, dandole la sensazione che, davvero, il ragazzo la stesse abbracciando. Dopo qualche minuto di silenzio, lui le domandò:

"Come mai non mi hai chiesto perché sono anch’io qui?"

"Perché lo so già!"

"Ah, e cosa sapresti?"

"Hai gli occhi tristi e spaventati, come se stessi per perdere tutto! Quindi ho fatto 1 più 1 e credo che tu abbia litigato con Rinoa!"

"Bè come indovina non sei male, ma non hai centrato il problema!"

"Almeno ci ho provato! Io bado molto alle mie sensazioni, è come un sesto senso, molto, molto più sviluppato!"

Cris era appoggiata con i gomiti, sul grande davanzale di marmo della terrazza, con lo sguardo rivolto davanti a sé. Squall le si affiancò e le passò il bicchiere di vino che stava sorseggiando, mentre lei ne portò un po’ alla bocca, lui disse:

"Se ne va!"

"Che vuol dire se ne va?" Disse con un po’ di inquietudine nella voce, mentre giocava con il bicchiere ancora pieno di vino rosso.

"Dice che qui non riesce a trovare il suo ruolo, si sente sola ed esclusa dal mondo, perciò ha deciso che partirà per Londra!"

"Ha ragione, che senso ha stare qui se non le interessa essere un SeeD! Non puoi pretendere che lei sacrifichi la sua vita, solo per stare qui con te! Finirebbe con l’odiarti!"

"Forse hai ragione, ma io non riesco a capacitarmi del fatto che la perderò…"

"Non la perderai…. Vedrai che tornerà!"

"Non so perché ne ho parlato con te, mi è venuto del tutto spontaneo…"

"So di essere irresistibile!" Disse la ragazza sorridendo e guardandolo per la prima volta negli occhi.

<’Mazza che occhi!> questa volta si limitò solo a pensarlo.

I due scoppiarono a ridere, poi si resero conto che nella sala c’era un gran movimento e decisero di tornare dentro. Cris restituì la giacca a Squall

"Grazie dei consigli, streghetta indovina!" E così dicendole, le passò l’indice sul naso.

Quando rientrarono, si accorsero che Rinoa stava cercando Squall, probabilmente per riferire la notizia ai suoi amici. Quando lo trovò, non gli chiese nemmeno dov’era stato, gli prese la mano e si mise al centro esatto della sala.

"Ragazzi ho una decisione importante da comunicarvi! Tanto per iniziare vorrei chiedere scusa a Cris, per essermi impadronita impropriamente dell’attenzione che spettava a lei. Poi volevo dirvi che domani partirò per Londra! Io e Squall abbiamo deciso che questa è la cosa migliore! Mi sento inutile e irrealizzata qui dentro, quindi partirò per studiare e tentare di riprendere contatto con quelle che erano le mie passioni prima di entrare qui dentro!! Amici miei vi prego non siate tristi per questa partenza, io ne sono contenta e se mi volete davvero bene, dovete essere felici per me!"

Tutti si strinsero stretti a Rinoa, qualche lacrimuccia scivolò su qualche guancia, ma niente di più. Quella serata si concluse così, nessuno, Cris compresa, se la sentiva di continuare a festeggiare.

Il mattino seguente tutti andarono a salutare Rinoa all’ingresso del Garden, mise a tutti una gran tristezza vedere Squall così depresso, ma ormai non poteva farci nulla, lei stava andando via, forse per sempre, forse solo per qualche tempo… L’incertezza era ciò che lo distruggeva di più, se avesse saputo che sarebbe tornata presto, avrebbe solo sentito la sua mancanza per qualche tempo o se avesse saputo che non sarebbe più tornata, avrebbe cercato di farsene una ragione, anche se con pochi risultati, ma essere in bilico a lui non piaceva e non gli era mai piaciuto…

"Mi dispiace di averti rovinato la serata, ieri!" Disse Rinoa a Cris.

"Non preoccuparti a me dispiace solo che tu stia andando via così in fretta, penso che saremmo potute diventare amiche!"

"L’ho pensato anch’io quando ti ho visto, non so perché… comunque grazie di essere venuta!" E si abbracciarono. Quell’abbraccio sconvolse entrambe le ragazze, avevano provato una strana sensazione, come se quell’incontro avevano sempre saputo che ci sarebbe stato…

Rinoa partì e a loro non rimase che ritornare ognuno alla propria vita. Solo Squall rimase lì in piedi a guardare l’orizzonte, come se da un momento all’altro la sagoma della macchina dovesse riapparire, perché Rinoa aveva deciso di non partire più. Il suo sguardo era molto triste, faceva così tenerezza, sembrava un bimbo impaurito. Cris gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e gli sussurrò:

"Vedrai che tornerà, sono o no una streghetta indovina?"

Questa frase riuscì a far sorridere appena Squall, che decise così di rientrare nel Garden.

Quella mattina ci fu il lungo trasloco che nonostante la partenza di Rinoa si dimostrò molto divertente, infatti tra i pacchi di Selphie e quelli di Cris, non ci si capiva più nulla, senza contare che Seifer e Irvine certo non spiccavano per ordine.

Solo a notte fonda terminarono di sistemare tutto compreso il porta foto. Avendo saltato la cena in mensa Selphie e Irvine decisero di andare a prendere un paio di mega pizze farcite, lasciando soli in stanza, Seifer e Cris, tra i quali era evidente ci fossero le giuste premesse per qualcosa…

"Che hai, sei strana stasera?" Le disse dopo che la coppietta fu uscita.

"Niente!" Gli rispose la ragazza fissando la finestra.

"Non ci credo, ti si legge nei tuoi stupendi occhi verdi, che c’è qualcosa che non va!"

"E’ che mi sento in colpa!"

"Per cosa?"

"Per la partenza di Rinoa!"

"Ma sei pazza? Che c’entri tu con la partenza di Rinoa?"

"Non lo so, però trovo strano il fatto che io sia arrivata e lei se ne sia andata via!"

"E’ stato solo un caso!"

"Troppo strano! Io ho una concezione mia della vita, probabilmente molto discutibile, ma secondo me è così! Io credo che la vita sia formata da cicli simili a cerchi concentrici, tra un cerchio e l’altro c’è un anello che io chiamo anello di congiunzione, che fa in modo che ogni persona riesca a passare da un ciclo all’altro. Non so se mi sono spiegata!"

"Forse ho capito,, per esempio il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, è un cambio di ciclo!"

"Si, solo che il passaggio viene segnato da un qualcosa che ti permette di accedere al ciclo successivo. Questo qualcosa, o meglio l’anello di congiunzione può essere rappresentato da un avvenimento particolare o da una persona!"

"Credo di aver capito, ma che c’entra questo con te e Rinoa!"

"Secondo me, Rinoa è stato il mio anello di congiunzione!"

"Magari invece lo sei stata tu per lei!"

"Può essere!"

"Probabilmente non se la sentiva di lasciare oltre il suo Squall solo, anche le sue amiche e ora che sei arrivata tu, ha trovato la forza per andare via!"

"Ma se ci siamo incontrate appena due volte, come può sapere che io diventi un supporto per chi lei ha lasciato?"

"Non scordarti che Rinoa è una strega e può prevedere il futuro!"

"Si, ma io non voglio essere una sostituta!! Io voglio essere considerata come Cris e basta, non come la ragazza che sostituisce momentaneamente Rinoa!"

"Per me non sarai mai una sostituta di Rinoa…" E l’abbracciò da dietro, nascondendo il viso tra i capelli castani, mossi che profumavano di vaniglia.

Continua….

 

 

 

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Capitolo 2
*** Chance ***


L’anello mancante di Dolcemaia

Chance

Capitolo 2

Era una mattina tranquilla, primaverile, gli uccellini cantavano indisturbati e i fiori si muovevano, lievemente spinti in quel loro armonico ballo da un venticello leggero.

Erano passate alcune settimane da quando Rinoa era andata via e tutti ne avevano sentito la mancanza, ma pian piano si erano abituati all’idea che la loro amica fosse partita per sentirsi realizzata…

Squall era all’ingresso del dormitorio e faceva avanti e indietro con impazienza, solo quando vide una piccola sagoma avvicinarsi dal lungo corridoio che precedeva le stanze, si fermò. Aveva assunto un’espressione non molto amichevole.

"SeeD n 10555 sei consapevole del fatto che ritardare ad un allenamento è severamente proibito dal regolamento del Garden?"

"Mi scusi, comandante non si ripeterà più…"

L’aria era diventata piuttosto pesante, Squall era ben intenzionato a far cadere la sua preda con tutte le scarpe nella sua trappola e ci era riuscito…

La ragazza che gli era davanti con aria mortificata aveva abbassato lo sguardo e temeva davvero di aver fatto arrabbiare il comandante.

"Questo ritardo ti costerà una nota di demerito!!" Disse alzando il dito per dare più credibilità alle sue parole.

La ragazza provò appena ad alzare gli occhi per poter controbattere, quando si accorse che Squall stava sorridendo, divertito. L’espressione dispiaciuta si cancellò per trasformarsi in uno sguardo di sfida.

"Brutto antipatico!! Questo si chiama abuso di potere!"

Tra i due era nata una bella amicizia, niente di più. Non era la prima volta che s’incontravano per andarsi allenare e si sa che tra due persone che condividono il desiderio di superarsi e di migliorarsi combattendo, nasce un feeling non semplice da spiegare.

"D'accordo, chiedo l'armistizio" Disse Squall curvando le spalle e alzando le braccia in segno di resa.

"Macché armistizio!! Fai pure lo spiritoso ora?? Ti meriteresti l’ergastolo!! Mi hai fatto venire un colpo!!"

"Esagerata!!"

"Ti dispiacerebbe se ci fermassimo in mensa, vorrei mangiare qualcosina?"

"Non potevi mangiare prima?"

"Ma sei sempre così burbero di prima mattina? Giusto il tempo di un frullato alla fragola… Selphie stamattina non mi ha dato nemmeno il tempo di fare colazione, non ti sto chiedendo tanto!!"

"Vorrei ricordarti che non ti ho chiesto io di venire con me, comunque che sia veloce questo frullato! E comunque ho intenzione di andare fuori ad allenarmi!"

"La tua gentilezza è agghiacciante!! Andremo dove vuoi, però non voglio sentir parlare di combattimenti, junction o GF vari, mentre mangiamo! Vorrei passare almeno 10 minuti della mia vita senza pensare a combattere!"

Squall le annuì sorridendo, quella ragazza le ricordava molto Rinoa con il suo modo di essere, il suo modo di porsi e poi era molto simpatica. Proprio per questo aveva deciso di accompagnarla in allenamento per far innalzare il suo livello. Era un’ottima combattente, forse più di Quistis, aveva sangue freddo e sentimento insieme, ma non era riuscita ad ottenere livelli esaltanti perché il centro d’addestramento non era poi così fornito da poter soddisfare quelle potenzialità. Spesso l’aveva vista combattere e si era prefissato l’obiettivo di farla diventare una vera SeeD con "tutti i livelli al posto giusto".

I due si avviarono alla mensa, dove trovarono Zell intento a far piazza pulita di panini già da quell’ora. Si sedettero ad un tavolino ed ordinarono.

"Perché hai tardato?"

"Non mi ci far pensare… quella pazza di Selphie… se non fosse la mia migliore amica l’avrei già strozzata!! Stamattina mi ha svegliata all’alba per sapere com’è andata ieri e oltre a pretendere tutti i particolari, mi ha costretto ad ascoltare il racconto della sua serata idilliaca passata con Irvine, che logicamente si è conclusa con lui che faceva il filo ad un’altra!!"

"Non cambierà mai..."

"Lo credo anch’io! Ma non può fare a vita il play-boy o perderà l'unica ragazza a cui, forse , tiene veramente!"

Il frullato ala fragola arrivò accompagnato da un caffè nero bollente ordinato da lui e un pezzo di torta

"E che hai fatto d'interessante, da incuriosire Selphie a tal punto? "

"Comandante Leonheart non sta diventando troppo ficcanaso?" Gli disse la ragazza cercando di evitare la domanda, la cui risposta avrebbe cambiato la prospettiva di quella giornata che sembrava già così serena…

"Non sono affari miei!" Le disse Squall temendo davvero di essere stato inopportuno. In passato non si sarebbe mai permesso di fare una simile domanda, né tanto meno avrebbe accettato che qualcuno gliel’avesse posta, ma Rinoa l’aveva cambiato talmente tanto che a stento si riconosceva lui stesso.

"Niente, non ho fatto nulla, sono semplicemente uscita, tutto qui!" Disse la ragazza cercando di tralasciare l’argomento riferendo il meno possibile e stringendo la cannuccia tra le dita per scaricare la tensione che sentiva addosso.

"Se smettessi di torturare quella povera cannuccia forse riusciresti a bere il frullato!"

"E’ strano sentirti giudicare una stupida cannuccia di plastica, quando poi in campo dobbiamo uccidere a sangue freddo e senza alcuna implicazione morale mostri o uomini che siano!" Disse con una punta di sarcasmo.

"E’ il nostro lavoro e dobbiamo necessariamente attenerci agli ordini, giusti o sbagliati che siano…" Rispose Squall, ripensando a Rinoa… la sua strega… per nulla al mondo l’avrebbe mai affrontata… anche se avesse dovuto mandare al diavolo gli ordini.

Il suo sguardo divenne improvvisamente triste e Cris sentendosi in colpa per la risposta affrettata prima e per la frecciata che gli aveva inferto dopo, si sentì in dovere di dirgli qualcosa…

"Squall mi dispiace di essere stata così indisponente, ma ripensare al motivo per cui Selphie stamattina mi ha privato di ore di sonno necessarie alla mia sopravvivenza, mi ha irritato un po’!! Non ce l’avevo con te, anzi… Dai, pace?"

"Non ce n'è bisogno, sono stato inopportuno!"

"Don’t worry, be happy!" Gli disse sorridendo.

Dopo quel piccolo incidente di percorso subito dimenticato, i due si recarono fuori dal Garden in cerca di mostri da polverizzare.

Fu una giornata molto lunga, senza sosta Squall fece combattere la ragazza astenendosi da qualsiasi genere di aiuto… se voleva farcela, doveva farlo da sola…

Non che lei se la cavasse male, non invocò nemmeno un GF, cosa rara in un neo SeeD, né tanto meno chiese a Squall di aiutarla, ma era piuttosto evidente che era molto affaticata. Nel tardo pomeriggio, il comandante decise che fosse ora di tornare al Garden e sebbene Cris non ce la facesse più nemmeno a reggersi in piedi, le dispiaceva non poter continuare.

"Basta così!"

"Ma noooo!"

"Ma se non ti reggi nemmino in piedi?!"

"Che significa ho sempre le braccia!"

"E come faresti ad uccidere un archeosaurus solo con le braccia?"

"…. Non so… comunque qualcosa me la inventerei!"

"Su questo non ho alcun dubbio!! Ora però è meglio che ti aiuti io ad arrivare viva al Garden!"

Squall se la mise sulle spalle, come aveva fatto quando Rinoa era posseduta da Artemisia, quando sul lungo ponte di F.H. aveva temuto che non si sarebbe più svegliata…

Quanti ricordi gli balenarono nella mente, quanto amore provava nei confronti di quella ragazza e lei invece era scappata via… scappata dal Garden, scappata dai suoi amici, scappata da lui……

Cris riusciva a sentire indistintamente lo stesso profumo che l’aveva avvolta la sera della festa… quanto era affascinante Squall con quei suoi occhi in cui ci si poteva perdere, con quegli occhi belli da impazzire, con quelle braccia così forti… peccato che non avrebbe mai avuto l’opportunità di condividere con lui la sua vita, anzi si era tassativamente imposta di non innamorarsene, fin dalla prima volta che erano andati assieme ad allenarsi o forse proprio dalla prima volta in cui i loro sguardi si erano incontrati…

Amici si, ma niente di più!

Quando arrivarono al Garden, tutti si girarono a guardarli, non solo perché era strano vedere il comandante in giro con una ragazza sulle spalle, ma perché i due non facevano che ridere per la comicità della situazione.

Arrivati al dormitorio, la porta della stanza di Cris e Selphie si aprì e da dietro sbucò Seifer.

"Vi state divertendo, eh?" Disse ai due con tono ironico e scontroso, era evidentemente geloso.

"Da morire! Guarda non riesco nemmeno a tenermi sulle mie gambe per quanto questo negriero mi ha fatto combattere!"

"Per un paio di mostriciattoli!!" Rispose lui ironico, nel tentativo di smorzare quella tensione che aveva provocato la presenza di Seifer, non aveva voglia di dar lui un pretesto per litigare. Da quando era stato riammesso al Garden avevano, entrambi, sotterrato l'ascia di guerra, ma era evidente che non potevano ignorare il passato.

"Non ci trovo niente di così divertente!! Non arriverà alla fine della settimana se continuate a questo ritmo!" Disse lui con tono protettivo, caricandosi del peso della ragazza.

"Ha deciso lei di venire con me!"

"Seifer, Squall ha ragione e poi sono io che non voglio mai tornare indietro!! A proposito, quando hai deciso di diventare la mia mamma adottiva??" La ragazza disse queste parole con una tale innocenza e così dolcemente che persino Seifer non poté che riderne.

Squall andò via e i due rientrarono nella stanza.

"Selphie dov’è?" Chiese Cris accorgendosi che la sua compagna di stanza non c’era.

"E’ da Irvine!"

"E tu che ci fai qui?" Gli domandò dopo aver realizzato che non era normale il fatto che lui fosse lì.

"Volevo farti una sorpresa, ma l’ hai fatta tu a me!"

"Dai, Seifer, ti prego non cominciare con queste paranoie!! Tanto per iniziare non sei il mio ragazzo..."

"E da quando non sarei il tuo ragazzo?" le rispose indispettito.

"Da quando lo sei?" gli fece il verso lei, per provocarlo.

"Se ti aspetti che ti faccia la domanda di rito, stai fresca, potresti restare zitella a vita! Ad ogni modo credevo che fosse evidente che sei la mia donna!!"

"Lo dici come se fossi una cosa tua..."

"Infatti..."

"Comunque tra me e Squall non c’è assolutamente nulla. Lui è troppo innamorato di Rinoa e io sono troppo……"

 

"Sei troppo??" Lei disse cominciando al accarezzarle il collo.

 

"Ho la testa altrove!" E gli fece un grande sorriso per fargli intendere cosa voleva dire.

 

Seifer le piaceva e anche tanto, ma nonostante lui si stesse dimostrando diverso da come lo avevano sempre descritto gli altri, forse burbero, ma non cattivo, Cris non poteva evitare di temere di essere presa solo in giro da lui. Era troppo bello, affascinante ed intrigante per cercare una storia seria come voleva lei.

"Esci con me stasera?"

"Onestamente sono stanca, ma se vuoi…."

"Potrei uscire lo stesso, magari incontrare anche qualche tipa interessante, ma mi accontenterò di vedere un film in tv con te!"

"Che onore... prima, però, avrei bisogno di risistemarmi un po’, ci vediamo tra un’ora qui?"

"Ok!" E le schioccò un bacio sulla fronte.

Dopo un’ora Seifer tornò nella stanza, ma ebbe un’altra sorpresa non proprio buona.

Cris stava male, quindi la seratina romantica che aveva progettato, era andata a monte e non solo quella…

Selphie gli corse incontro tutta preoccupata per l’amica, non si trattava di un febbrone da cavallo, ma comunque era piuttosto alta, oltretutto la ragazza era stanchissima e a fatica riusciva a tenere gli occhi aperti.

"Perché non dorme se è così stanca?" Sussurrò a Selphie non volendo disturbare l’ammalata.

"Dice che vuole parlarti! Entra e va da lei!"

Seifer si avvicinò al letto si sdraiò sulla piazza libera in orizzontale e le prese la mano, portandosela davanti alla bocca. Mentre la guardava quasi estasiato, le baciava quella piccola manina bianca che teneva gelosamente custodita fra le sue.

"Piccola, che c’è? Perché non riposi un po’?"

"… mi dispiace…"

"Non preoccuparti per il film, rimarrò qui, fino a quando non starai meglio, così sarai certa che non andrò a caccia di ragazze!" Le strappò appena un sorriso.

"…non sto mica morendo è solo un po’ di febbre e tanta stanchezza! Mi dispiace per domani!"

"Domani? Merd.... il concerto!!"

"E' vero < intervenne Selphie > sono settimane che abbiamo prenotato i biglietti!"

In quel momento qualcuno bussò alla porta, era Squall che avvisato da Irvine, era andato a trovare Cris.

"Stai davvero male o la verità è che non volevi più allenarti?!" Le disse sorridendo accarezzandole la testa, molto amichevolmente.

"Tappati la bocca Leonheart! Ti avevo detto che non sarebbe arrivata alla fine della settimana!" Gli rispose bruscamente Seifer prima che Cris avesse il tempo di replicare.

"Dai, Seifer, non è colpa sua, chi se lo immaginava?? E poi ti ripeto che è solo una stupidissima febbre! Sto cominciando a sospettare che si tratti solo di una scusa per fare un comizio nella mia nuova stanza! Non sto male!! Sono solo molto stanca!"

"Comunque al diavolo il concerto, non ti lascio sola!!"

"Ma dai, ci tenevi così tanto!! Non voglio che ci rinunci!!"

"Squall... tu non avevi detto che non volevi venirci??" Gli chiese Selphie, facendo ben intendere al ragazzo che doveva proporsi per restare con l'ammalata.

"Se volete resto io con lei, al concerto non ci sarei venuto in ogni caso!" Gli disse Squall, colpito da un’occhiataccia omicida di Seifer.

"Dai, così non resto sola!! Magari mi chiami durante l’intervallo!!"

"Secondo me, hanno ragione! Sarebbe assurdo perdersi un concerto di quella portata per una stupidissima febbre! E poi comunque non resterà sola ci sarà qui Squall con lei!" Intervenne Selphie tentando di trovare una soluzione plausibile al problema… Non le andava di andare al concerto sola con Irvine, Zell, la sua ragazza dalla famosissima treccia e Quistis, altrimenti quest’ultima si sarebbe sentita a disagio e le avrebbe dato un bidone.

"D'accordo!" Queste ultime parole furono però accompagnate da una smorfia di disapprovazione, che però passò del tutto inosservata.

La sera seguente, mentre Cris era a letto intenta a leggere un libro, Selphie gironzolava avanti e indietro per la stanza preparandosi per l’atteso evento. Qualche minuto dopo arrivarono anche gli altri decisi a fare prima un salto a salutare l’amica e poi andare al concerto.

Si trattò di una visita molto breve, poiché erano già in ritardo, perciò non ebbero quasi il tempo di scambiarsi due chiacchiere.

Seifer rimase in fondo alla stanza senza proferire parola, ma inevitabilmente attirò lo sguardo di Cris peggio di una calamita.

Era estremamente sensuale e intrigante con quella giacca di pelle che gli scendeva dritta sui fianchi, con quella maglia bianca aderente… quasi la ragazza restava senza fiato e fece fatica a seguire i discorsi degli altri, non faceva altro che pensare a quanto fosse bello e quante ragazze quella sera lo avrebbero guardato. Fu improvvisamente colta da un lampo di gelosia… non voleva più che andasse, lo voleva tutto per sé, lontano dagli occhi indiscreti e insistenti di tante oche che sarebbero andate a quel concerto, ma sapeva quanto lui teneva ad andarci.

Mentre tutti erano già fuori a ripassare i dettagli dell’ultimo momento, Seifer si avvicinò a Cris. Per un momento sentirono i loro cuori battere all’unisono, poi lui le sfiorò appena le labbra con un bacio e andò via, senza una parola, senza un cenno, così e probabilmente la magia del momento si sarebbe dissolta se lui avesse agito diversamente.

La ragazza rimase lì ferma a pensare a ciò che era appena accaduto. In fondo era stato solo un piccolo e impercettibile bacio, ma per lei aveva avuto un significato davvero importante.

L'aveva baciata tante volte, ma mai così. C'era sempre stata più passione, che affetto nei suoi baci, ma questa volta le aveva trasmesso una dolcezza infinita con quel sfiorarsi di labbra. Forse le voleva davvero bene, tanto da preoccuparsi di lei, tanto da rendere uno duro come lui, affettuoso e tenero.

La sua meditazione ebbe termine solo quando la porta si aprì e comparve Squall. Non si poteva certo dire che si era vestito "da camera".

"Ciao!"

"Salve comandante… perché lei è il comandante vero?"

"Spiritosa!"

"Dai, non prendertela, non ti ho mai visto senza le tue vesti ufficiali!"

"Quante storie per un paio di jeans e una maglietta!" Dicendo ciò si buttò letteralmente sul letto affiancandosi alla ragazza.

"Visto che mi hanno praticamente costretto a farti da baby-sitter, ho portato delle videocassette, così parlerai meno e sarai più sopportabile!!" Disse sorridendo.

"Quanta gentilezza nelle tue parole... a dir la verità prima del film, preferirei mangiare!"

"Cinese va bene?"

"Ottimo!" Rispose la ragazza con aria compiaciuta.

Il cibo arrivò in fretta e altrettanto velocemente fu divorato. Nel frattempo i due si persero in discorsi superficiali che non toccavano alcun argomento o situazione particolarmente importante. Dopo che ebbero finito il cibo e riso della loro rapidità, Squall si alzò prendendo le video cassette e porgendole a Cris in modo che potesse scegliere il film da guardare.

"Non ho molta voglia di guardare un film!"

"Allora ti lascio riposare!"

"No, no, vorrei che tu facessi una cosa per me…"

"Un'altra?" Forse era stato un pò antipatico, perciò subito si corresse "Cosa?"

"Ti prego, mi porti fuori a vedere le stelle? Non ce la faccio più a stare tra queste quattro mura!" Il suo visino supplichevole non ammetteva una risposta negativa, ma Squall dovette resistere a quegli occhioni dolci.

"Non se ne parla proprio!!"

"Ti prego Squall!! Si tratta solo di andare sul balcone e restare lì qualche minuto!! Mi coprirò ben bene!!"

"Così se ti si alza ancora la febbre, Seifer mi fa a pezzi!! Non esiste proprio"

"E dai!! Ti giuro che mi metto il piumone addosso, mi ci avvolgo dentro e non mi muovo!! Dai ci sediamo un po’ sulla sedia a sdraio che è lì!! Vedi è anche una sola, non resisteremo a lungo così scomodi!!"

"Ma se hai la febbre??" Disse Squall quasi convinto.

"Non è vero! Vuoi misurarmela? Squall ho troppo bisogno di respirare aria fresca e vedere il cielo stellato per qualche minuto!"

Il ragazzo non poté resistere oltre, dopotutto una boccata di aria fresca non poteva che farle bene e poi nessuno l’avrebbe scoperto, in più era una serata piuttosto temperata, non c’era né vento, né odore di pioggia.

Si occupò egli stesso di imbacuccare con il piumone azzurro, con i cuoricini rosa, la ragazza e poi la portò sul balcone della stanza che dava sull’immenso e spaesato panorama che si mirava da un punto così alto del Garden.

In realtà, non stavano così scomodi come pensavano. Squall si sedette sulla sedia per primo e fece fece sedere Cris, nell'unico posto possibile... tra le sue gambe, in modo che lei potesse poggiare la nuca sul suo petto e lui le potesse tenere i lembi del piumone ben stretti, sotto il viso.

Il cielo era splendido non una nuvola, non una perturbazione, ma soltanto stelle… migliaia e migliaia di stelle.

"Ti ricordi quando ci siamo incontrati?" Le sussurrò lui dolcemente per non rovinare il momento.

"Si, alla festa, ci ha presentato Selphie e tu sei stato molto diplomatico!"

"No, intendo quando eravamo sul balcone!"

"Certo che ricordo, stavi pensando alla partenza di Rinoa…"

Lo sguardo di Squall si rattristò. Ormai era sempre così, ogni volta che qualcuno la nominava, ogni volta che un qualsiasi ricordo gli veniva in mente sconvolgendolo come un fulmine a ciel sereno, ogni volta che pensava a lei.

"Dai non fare quel faccino triste! So che qualsiasi cosa te la ricordi vagamente ti fa soffrire, ma la stai prendendo troppo male!! Vedrai che tornerà e anche presto fidati di me!! Fai finta che sia andata semplicemente a farsi una vacanza!"

"E' facile dirlo! Temo che non tornerà mai più, o che stia male!"

"Ma che dici?? Tornerà presto da te! E poi Londra, è una città magnifica!! Io la adoro!"

"Perché ci sei stata?" Chiese lui con un tono di rassegnazione. Si trovavano un luogo che sprizzava romanticismo da ogni millimetro e non riuscivano a fare altro che parlare di qualcosa che li divideva inesorabilmente.

"Non ho sempre vissuto, dove sono nata!! Winhill è un paesino stupendo, tranquillo, ridente, ma prima di farmi entrare nel Garden, la mia nonnina mi ha fatto viaggiare, nonostante fossi ancora molto piccola!"

"Sei di Winhill? Mia madre, era di lì, e anch’io vi sono nato!"

"Che coincidenza!" Ci fu un lungo silenzio, nessuno dei due aprì bocca per un po’.

"A che pensi?"

"A niente…"

"Seifer ha cambiato nome…" Disse lui ridacchiando.

"Non prendermi in giro!" Disse la ragazza con aria molto seria, da ciò Squall capì che c’era qualcosa che magari aveva ignorato in tutto quel tempo.

"Ne sei innamorata?"

"Non so… temo proprio di si…" Sussurrò Cris titubante.

"Non è un reato!" Le disse girandole delicatamente il viso verso il suo.

Un estraneo avrebbe sicuramente pensato che quella era semplicemente una coppietta in un momento di intimità, ma loro nonostante l’atmosfera e l’atteggiamento compromettente non si curarono delle apparenze. In quel momento i loro occhi s’incontrarono in un’esplosione di colore… era strano di quanto potessero sembrare simili quegli occhi, di colore e taglio diverso, se illuminati dal bagliore di migliaia di stelle.

"Non è così semplice Squall!! Tutti sappiamo quali siano i precedenti di Seifer e che cosa è stato capace di fare, per non parlare della sua instabilità nei rapporti di coppia!! Ho paura di fidarmi… Ho paura di innamorarmi… se non l’ho già fatto!!"

"Il passato è passato! L’esperienza di Artemisia lo ha profondamente cambiato!"

"Si, d’accordo, ma non scordarti che è stato il cavaliere della strega!"

"Anche io lo sono e ciò cambia quello che sono!"

"Peccato che Rinoa è una strega buona, per non dire una fata, mentre Artemisia sappiamo bene che tipo era!!"

"Lo ami?"

"Non lo so!"

"Non puoi non saperlo! Ti rifaccio la domanda: lo ami?" Squall aveva assunto quel tono tanto antipatico che aveva quando aveva a che fare con qualche matricola irrispettosa, però quella forzatura lui sapeva bene, che sarebbe stata importante per fare chiarezza.

"Si..."

"Allora il problema è risolto!" Le disse con aria compiaciuta.

"Bisogna vedere lui che pensa di me!"

"Non l’ho mai visto così preso!"

"Non so, ho ancora qualche dubbio in proposito…"

"Basta dubbi e basta anche stare fuori, rientriamo che è tardi e l’aria è diventata fredda!"

I due un po’ infreddoliti rientrarono nella stanza e decisero che per riscaldarsi un po’ avrebbero volentieri bevuto una bella tazza di latte caldo, che non era proprio il massimo, sul cibo cinese, ma non importava.

Il caso volle che Selphie si fosse scordata di comprarlo quel giorno e Squall lo avesse finito appena prima di uscire, perciò avendo le chiavi della stanza di Seifer decisero di dare una controllatina nel caso ne avesse avuto lì un po’.

Quando entrarono nella stanza era tutto buio, si udivano dei deboli rumori, probabilmente provenienti dalla camera accanto, ma quando Cris accese la luce si rese conto che si era sbagliata… si era completamente sbagliata…

Seifer era a letto con una ragazza, Fujin, e sicuramente non stavano dormendo o semplicemente chiacchierando. Quando i due si accorsero che non erano soli, si ricoprirono immediatamente spinti da un pudore che non gli aveva, però impedito di fare quello che stavano già facendo.

"Squall, Cris! Avete intenzione di rimanere lì impalati a guardare o volete unirvi a noi!"

A Fujin scappò una risatina, che fu immediatamente soffocata da uno sguardo di Squall.

Davanti a questa patetica scena, il comandante decise di portare via la ragazza che sembrava come caduta in trance. Era completamente pietrificata, mentre il suo cuore andava in mille pezzi. La sera in cui aveva sperato di trovare l’amore, di trovare la felicità, tutto le era stato tolto così bruscamente.

Mentre Squall portava via la ragazza disse a Seifer:

"Sei ubriaco fradicio! Hai perso la tua ultima chance di essere felice!"

Mentre sbatté la porta alle sue spalle, sentì Seifer bestemmiare, ma ormai gliene importava poco! L’importante, ora, era far capire a Cris che non aveva perso niente e che si meritava di più dalla vita…

Continua…

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Capitolo 3
*** Fiducia ***


L’anello mancante di Dolcemaia

 

Fiducia

 

Capitolo 3

 

Seifer l’aveva tradita… certo non che stessero effettivamente insieme, ma era piuttosto evidente che tra loro c’era molto di più di una semplice amicizia, proprio la sera in cui l'aveva definita la "sua donna"... non aveva il diritto di comportarsi così, né tanto meno di punzecchiarla ironicamente come aveva fatto, nel momento in cui era stato scoperto.

Cris era stata profondamente sconvolta… Il tradimento è qualcosa che proprio non riusciva a concepire… Ma visto che non voleva stare con lei, voleva essere libero per andare a letto con chi più gli compiaceva, perché l’aveva illusa così? Perché le aveva fatto sperare in un amore che non sarebbe mai sbocciato? Perché l’aveva baciata in quel modo, quella sera prima di andare al concerto e poi si era fatto trovare con Fujin?

 

Perché… perché… perché…

 

Appena arrivarono nella stanza della ragazza, Squall provò a parlarle, ma Cris non ne voleva proprio sapere di confidarsi, nonostante l’insistenza del ragazzo, il quale riusciva chiaramente a leggere nei suoi occhi un dolore così profondo e lancinante che non le dava nemmeno la forza di respirare.

Che sarebbe servito parlarne… Non avrebbe cambiato quello che era successo, non sarebbe servito a cancellare i suoi sentimenti per Seifer, che per la prima volta aveva confessato quella stessa sera e che erano stati calpestati senza il minimo riguardo.

La ragazza uscì fuori sul balcone, nello stesso luogo in cui aveva esternato quello che sentiva crescere dentro di sé, non importava la febbre, non importavano i tentativi di Squall di riportarla dentro… L’unica cosa che sentiva in quel preciso istante era una smisurata rabbia e un terribile dolore che le straziavano il cuore.

Cris non riusciva nemmeno a sentire le parole di Squall, il quale stava tentando, ma inutilmente, di riportarla dentro la stanza, perché molto preoccupato per la sua salute… sia fisica che mentale.

 

“Squall va via!” Fu l’unica cosa che uscì dalla bocca della ragazza.

Il ragazzo capiva almeno in parte, ciò che stava provando Cris. Sebbene in circostanze e modalità diverse, anche lui aveva perso l’amore della sua vita, Rinoa, e soffriva da morire.

Un’energia potentissima costrinse Squall ad allontanarsi da Cris, solo allora lui si accorse che la ragazza stava piangendo, mentre un’aura rossa la avvolgeva e si accresceva sempre più...

La ragazza percepì appena questo cambiamento e vi prestò più attenzione solo quando, nella sua mente, udì una voce che le era vagamente familiare…

 

< Cris…> disse la voce che suonava così dolce nella testa della ragazza, mentre i suoi pensieri negativi si accavallavano l’uno sull’altro non permettendole nemmeno di realizzare cosa stesse accadendo. Cose strane gliene erano capitate tante, ma mai aveva sentito delle voci nella sua testa. Ironicamente pensò che fosse impazzita per amore, ma si sbagliava.

 

“Lasciami stare… chiunque tu sia…” Disse Cris, mentre Squall la guardava da lontano, incredulo. Avrebbe voluto andare dalla ragazza e capire cosa le stava succedendo, ma qualcosa gli diceva di non farlo. Tutto quello che stava succedendo aveva un senso, anche se sembrava totalmente assurdo in quel preciso momento, inconsciamente lui ne era consapevole.

 

Tornò a dire la voce.

 

“Ma che ne sai tu? Che ne sai di quello che sto passando io? Che ne sai di come mi sento??” Rispose Cris con irritazione e rabbia. Non riusciva a capire di chi fosse quella voce e non le interessava più di tanto in quel momento saperlo, ciò che le premeva di più era essere lasciata in pace… da sola.

 

 

“Che significa questo e chi sei?? La tua voce non mi è nuova, ma non riesco ad associarla ad un volto!” Chiese la ragazza stranita. L’idea che per qualche momento l’aveva incuriosita, ora cominciava a farle un po’ paura. Forse era davvero impazzita…

 

 

“Non andare via…ti prego… almeno dammi qualche altra spiegazione…”

 

La voce svanì nel nulla, come l’aura rossa. L’unica cosa che era rimasta di quello strano evento era il silenzio… un profondo e implacabile silenzio, che dominava tutto il Garden e la zona circostante.

Squall subito si avvicinò alla ragazza, la quale seduta per terra con le gambe incrociate e il viso rivolto verso il basso, non si accorse nemmeno dell’arrivo del ragazzo. Lui le si sedette affianco e cominciò a parlarle. Stranamente lei non lo respinse come aveva fatto prima, anzi gli raccontò tutto per filo e per segno e nonostante l’assurdità della cosa lui le credette senza alcun minimo dubbio. I suoi occhi sembravano un po’ più sereni, anche se era evidente l’impellente bisogno di affetto di cui aveva bisogno. Troppe emozioni, troppo diverse l’avevano profondamente sconvolta, tremava come una foglia, e aveva necessità di un gesto fraterno, così Squall l’abbracciò più forte che poteva, rassicurandola.

Rimasero così, fermi per un bel po’, poi si staccarono e cominciarono a parlare, evitando di toccare il tasto Seifer, che le faceva ancora brillare gli occhi.

Tentarono di trovare una spiegazione anche vagamente razionale all’accaduto, ma senza il minimo risultato, in più ben presto si accorsero che Selphie e gli altri erano tornati dal concerto e li stavano cercando. Mentre stavano rientrando, Cris fece promettere a Squall che ciò che era successo quella sera sarebbe rimasto tra loro due… come un loro piccolo segreto e sebbene lui non fosse molto d’accordo, pur di non deluderla acconsentì.

 

Una volta entrati, purtroppo furono costretti a raccontare tutta la storia di Seifer e dovettero sudare non poco per impedire a Selphie di raggiungere il ragazzo e ridurlo in polpette.

Cris fu chiara, in fondo lui l’aveva illusa come aveva fatto con tante altre ragazze e il fatto che lei, in particolare, faceva parte del gruppo, non doveva compromettere i rapporti degli altri con lui. Dopotutto non era certo il primo ragazzo a comportarsi così. Mentre faceva questo genere di discorso agli altri, Cris sapeva di mentire spudoratamente, non era vero che non importava e non era vero nemmeno che le sarebbe passata presto… lo si leggeva chiaramente dai suoi occhi e tutti avevano capito che erano solo bugie, ma solo una persona riusciva davvero a sapere cosa stesse provando in quel momento… Squall.

 

Il giorno seguente, Cris uscì presto dal Garden, da sola, aveva bisogno di sfogarsi un po’ e combattere… più contro se stessa, che contro i mostri. Lasciò solo un biglietto a Selphie e scappò via. Non voleva nemmeno che l’accompagnasse Squall, né tanto meno aveva aspettato di essere completamente guarita. Ciò che la infiammava, infatti, non era la febbre, ma la rabbia, l’odio, il desiderio di vendetta…

Quando aveva deciso di diventare SeeD, lo aveva fatto più per misurarsi con una realtà diversa dalla sua, che per combattere, ma in quel momento aveva in sé un desiderio così forte di fare a pezzi qualsiasi cosa le si presentasse davanti, che ne era quasi spaventata.

Figuriamoci se avesse incontrato Seifer…

 

Dopo ore… e ore… e ore… e ore, Squall decise di andare a recuperarla da chissà quale luogo si trovava. Non fu eccessivamente difficile scovarla, considerando che aveva lasciato una lunga scia di mostri ridotti a brandelli, come aveva fatto Pollicino, segnando la via per tornare a casa. Peccato che i mostri non fossero proprio come le molliche di pane…

Nonostante le sue proteste, il ragazzo riuscì a convincerla a tornare al Garden, promettendole una bella serata con tutti i suoi amici. Il caso volle che mentre erano nella hall, di lì passasse Seifer, il quale non perse l’occasione di farsi notare.

 

“Ormai fate coppia fissa? Chissà che ne direbbe Rinoa!” Disse ridendo.

 

L’infelice battutaccia non fece minimamente scomporre i due che continuarono il loro cammino verso il dormitorio, come se niente fosse. Solo quando arrivarono davanti la porta della stanza di Cris, Squall si azzardò a parlare…

 

“Come stai?” Le chiese dolcemente lui, preoccupato per i postumi di quell’assurda e terribile serata. Logicamente non sarebbe riuscita a scordare Seifer con poche ore di sonno, ma un proverbio dice che la notte porta consiglio, e forse Cris ne aveva ricevuto uno adatto alla sua situazione.

 

“Un po’ ammaccata,!” Disse lei, fingendo di non aver capito cosa intendesse.

 

“Non sviare l’argomento! Mi riferisco al tuo cuore.."

 

“Bè la prossima volta sii più preciso… La mia risposta è sempre quella… un po’ ammaccata! Sto tentando di raccogliere i pezzi del mio cuore e fare fagotto! Lo so, sono una stupida sentimentale che s’innamora sempre del tipo sbagliato!” La ragazza abbassò istintivamente lo sguardo, era innamrata di Seifer e il fatto che la cosa fosse così evidente, da attirare l’attenzione di tutti i suoi amici, la imbarazzava ancora di più.

 

“Non sei affatto una stupida!” E le sfiorò amichevolmente la punta del naso con il dito.

Quant’era dolce Squall!

Riusciva sempre a fare la cosa giusta al momento giusto. Rinoa lo aveva contagiato con il suo tempismo, oltre a cambiarlo nell’anima. Nonostante anche lui avesse i suoi alti e bassi, si era trasformato in una persona diversa e ciò lo doveva tutto al suo grande amore, così lontano e pure così presente.

 

“Squall… forse ha ragione quel caprone di Seifer…” Gli disse, Cris, molto imbarazzata. Sapeva che ciò che stava per dirgli le avrebbe tolto anche l’ultima cosa che davvero l’aiutava ad andare avanti…

 

“Cioe?”

 

“Forse dovremmo allentare i rapporti tra noi!!” La frittata era fatta! Cris non avrebbe mai voluto dire quelle parole, ma provava per Rinoa una specie di sacro rispetto, che la spingeva a voler evitare qualsiasi genere di comportamento o azione che avrebbe potuto ferirla… molto strano visto che non la conosceva per niente.

 

“Hai detto proprio tu che è un caprone, quindi per quale motivo assurdo, dovremmo dar retta ad un suo commento non particolarmente imparziale?” Disse lui irritato. Da quando Rinoa era partita, la compagnia di Cris l'aveva confortato, sapeva ascoltare i suoi discorsi e i suoi silenzi, lo aveva aiutato a superare i momenti di sconforto e malinconia ed era l’unica persona che lo incoraggiava, anima e corpo, a credere al ritorno del suo amore.

 

“Perché la nostra amicizia potrebbe davvero essere fraintesa da qualcuno!”

 

“Non m’interessano i commenti altrui!”

 

“E i commenti di Rinoa? Nemmeno quelli ti interessano? Squall io preferirei chiudere qui quest’amicizia, prima che diventi troppo importante per me, da non poterne più fare a meno!”

 

“Che vuoi dire?”

 

“Che se Rinoa ti chiedesse di scegliere tra me e lei, tu sceglieresti lei, com’è giusto che sia e io rimarrei da sola!! Mi sto troppo attaccando a te! Sia chiaro, non mi sto innamorando, sarebbe proprio il momento meno adatto, ma sei una persona molto importante per me, sei la mia colonna e se dovessi perderti mi ritroverei a vagare nel buio, senza alcun punto di riferimento!”

 

Squall abbracciò forte la ragazza, facendole capire che anche lui provava le stesse cose e poi le sussurrò all’orecchio:

 

“Rinoa capirà… se tornerà…!”

 

“Tornerà, lo sento! Ti fidi o no della tua indovina?” Gli disse la ragazza sorridendo. Era così ottimista, che anche lui, standole accanto non poteva evitare di credere alle sue parole e ragionare come lei.

 

“Mi fido!”

 

In seguito i due si separarono, concordando che si sarebbero visti con tutti gli altri quella sera alla mensa, per andare a vedere il nuovo locale che avevano aperto vicino al Garden.

Cris, annoiata, decise di farsi un giretto e magari sedersi in giardino per leggersi un libro, visto che quel pomeriggio i minuti sembravano non passare mai. L’orologio batteva così lentamente ogni singolo secondo, che continuando ad aspettare in quella stanza, temeva davvero di impazzire. In più Selphie proprio quel pomeriggio aveva deciso di uscire con Irvine.

 

Dopo qualche minuto che si era sistemata vicino ad un albero, ed era immersa nella lettura di quel romanzo che tanto l’appassionava, sentì una voce che le proveniva dalle spalle.

Quanto avrebbe desiderato non udire più quella sensuale e allo stesso tempo, odiosa voce, che le provocava un’ondata di sentimenti contrastanti in cui poteva annegare.

 

“Che ci fai qui, senza la tua dolce metà?” Disse in tono ironico il proprietario di quella non tanto misteriosa voce.

 

“Piantala Seifer! Ti hanno mai detto che sei peggio di un disco rotto?” Gli rispose, non spostando gli occhi dal libro, sebbene non riuscisse più a distinguere una lettera dall’altra.

 

“Non che io ricordi!” E le si sedette affianco, con l’evidente intento di infastidirla e provocare una qualsiasi reazione in lei.

 

“Allora come va con il nuovo Boy-friend?”

 

“Non c’è mai stato un vecchio!” Disse lei, lapidaria.

 

Dopo alcuni secondi di silenzio, che sembrarono durare ancora di più di quelli scanditi dall’orologio colorato che aveva in stanza, Seifer riprese a parlare:

 

“Mi dispiace…”

 

Tutto Cris immaginava che potesse uscire da quella bocca, tranne quelle due parole. Era stata colta alla sprovvista. Non sarebbero mai bastate a colmare quel vuoto che aveva dentro, ma era già un inizio. Non voleva illudersi ancora, soprattutto perché il tradimento è qualcosa di troppo grosso da poter essere dimenticato o perdonato facilmente, ma Seifer era un tipo, molto, molto orgoglioso, che probabilmente non si era mai scusato di nulla nella sua vita.

 

“… saperti lì… con Squall, mi ha fatto diventare una bestia e sono andato in un bar e lì ho incontrato Fujin… il resto sai qual è…” Le disse mentre prese una ciocca di capelli della ragazza per giocherellarci un po’.

Quelle parole l’avevano innervosita più che mai, aveva cominciato bene e forse se si fosse fermato al avrebbe avuto qualche possibilità, ma l’aveva detta troppo grossa.

 

“Non solo hai fatto quello che hai fatto, ma ora stai tentando anche di dare la colpa a me? Tu sei completamente pazzo!!” La ragazza si alzò tentando di andare via, ma lui la prese per il braccio intenzionato a non lasciarglielo fino a quando non avessero risolto quella situazione.

 

“Non sto dando la colpa a te, anche se potevi benissimo evitare di rimanere sola con Squall, visto che sai che tra me e lui non corre ottimo sangue!!”

 

“A parte che non devo necessariamente scegliere i miei amici, in base ai tuoi rapporti con il prossimo, non permetterti nemmeno di scaricare la colpa su di me! Invece di andare in un bar ad ubriacarti e incontrare, molto, molto casualmente Fujin ieri sera, perché non sei venuto da me?” Solo allora riuscì a svincolarsi dalla morsa di Seifer, ma era troppo tardi per tirarsi indietro, ormai avevano cominciato a parlare e dovevano finire, perché anche volendo Cris non sarebbe riuscita a fare un passo, bloccata com’era dalla rabbia e dal desiderio di chiarezza.

 

“Ma lo capisci che il solo pensiero che Squall fosse con te nella stessa stanza, mi fa impazzire dalla gelosia??” Seifer aveva alzato il tono della voce, ma per fortuna a quell’ora in giro non c’era nessuno, perciò avrebbe potuto urlare quanto gli pareva, tanto nulla sarebbe cambiato, né anima viva se ne sarebbe accorta.

 

“E giustamente che fai? Invece di parlarne con me, vai a letto con la prima che passa!! E non contento fai pure dell’ironia!!”

 

“Non fare la moralista con me!! Nessuno sa cosa è successo tra te e Leonheart ieri!!”

 

“Vuoi sapere cos’è successo? Te lo dico io… NIENTE!!! Niente di niente!!” Disse Cris arrabbiata più che mai. Aveva sperato che magari un giorno sarebbe riuscita a parlare con Seifer di quello che aveva fatto e di ciò che aveva distrutto, ma non immaginava che quel momento sarebbe arrivato così presto. La ferita era troppo fresca per riuscire a vedere con oggettività tutta la faccenda ed essere così più posata e meno impulsiva in quella discussione.

 

"Pensi che sia stupido? Ho visto, sai, come lo guardi!!”

 

“Perché non hai mai fatto caso a come guardo te? Perché sei attento alle attenzioni che rivolgo a Squall e non ti accorgi che ogni mio sguardo, ogni mia attenzione, ogni mio pensiero è rivolto a te?? Sai qual è la verità? Squall è infinitamente meglio di te!! E’ sensibile, fedele, dolce, simpatico, affettuoso… è perfetto!! Ed io sono una vera stupida ad essermi innamorata del suo completo opposto!!” Disse lei urlando , non riuscendo più a trattenere le lacrime.

Le parole le erano uscite di bocca senza che lei avesse avuto il tempo di frenarle.

 

Seifer fu un po’ scioccato dalle rivelazioni della ragazza. Era così preso dal pensiero di non farsi superare da Squall, che non si era nemmeno reso conto, che Cris non aveva occhi che per lui. Il cuore cominciò a battergli forte, non doveva e non voleva lasciarla andar via e mentre lei stava per allontanarsi di corsa, la prese ancora una volta per il braccio e l’attirò a sé.

Prima che Cris potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo, Seifer la baciò appassionatamente, come mai aveva fatto.

Cris, sebbene non avesse desiderato altro da quando l’aveva conosciuto, si allontanò da lui immediatamente e più arrabbiata che mai, gli diede un sonoro schiaffo.

 

“Non permetterti di farlo ancora!!” Disse con aria minacciosa.

 

“E invece lo farò fino a quando non cederai!!”

 

“Seifer ti ho dato il mio cuore e non solo l’hai distrutto in mille pezzi, ma ti sei divertito anche a calpestarlo!!! Sii certo che non commetterò di nuovo lo stesso errore!!” E scappò via nel tentativo di raggiungere la sua stanza.

 

Nel frattempo Seifer rimase lì impalato. Nessuna lo aveva mai trattato così e proprio questo era un’ulteriore conferma che lei era speciale… diversa da tutte le altre. Prima che la ragazza riuscisse a raggiungere l’ingresso del giardino, per andarsene. Lui la raggiunse e l'afferrò dalla vita.

Quella stretta fu per Cris più violenta e forte di cento schiaffi, non perché lui l’avesse presa con la forza, ma perché non avrebbe retto ad un secondo contatto con lui… La rabbia pian piano le stava infiammando il corpo, l’anima…

Non solo lui aveva avuto l’ardire di baciarla, senza pensare minimamente a quello che desiderasse, ma ora si permetteva anche di trattenerla o lasciarla andare come se fosse uno stupido burattino. Con uno scatto di rabbia si voltò verso il ragazzo, pronta per aggredirlo e incontrando il suo solito sorrisino ironico s’infuriò ancora di più, così urlò nel tentativo di divincolarsi da quella stretta:

 

“Ma che diavolo vuoi da me?”

 

“Combattere!” Rispose lui lapidario.

 

“Scusa?” Gli chiese lei non capendo a cosa si riferisse Seifer o meglio temendo di non aver udito bene.

 

“Cos’è con Squall puoi combattere e con me no? Sono piuttosto arrugginito, una scarsa come te, potrebbe cavarsela solo con qualche graffietto!!“ Le disse il ragazzo con tono di sfida e con il solito sorrisetto che avrebbe scosso i nervi anche alla persona più docile e tranquilla di questa terra.

 

"D'accordo!! Non ho alcun problema!! Vedrai quanto ti sbagli nel definirmi < scarsetta >!!" Disse lei, eccitata all'idea di dimostrare al quel burbero, cafone quanto davvero valesse. In più era nervosissima e scaricare la tensione combattendo l'aveva sempre aiutata, figurarsi ora che aveva un motivo più che valido per combattere al meglio!

 

I due si diressero fuori dal Garden, dove non avrebbero fatto del male a nessuno e dove Squall non poteva trovarli... se solo avesse scoperto che lei e Seifer stavano combattendo l'uno contro l'altra avrebbero passato parecchi guai!!

Senza il minimo preavviso Seifer cominciò a colpirla, ma fu sorpreso dal vedere come Cris riusciva senza alcuna fatica a scansare ogni suo colpo. Forse davvero l'aveva sottovalutata, certamente non pensava che fosse < scarsetta >, glielo aveva detto solo per provocarla, ma non si aspettava nemmeno che fosse così agile e veloce.

 

Seifer continuava ad attaccarla senza sosta, forse per provare a lei che era un ottimo guerriero, forse per provare a se stesso che era perfettamente in grado di sconfiggere quella ragazzina, che tanto lo stava facendo penare in quel preciso momento, e non solo sentimentalmente.

 

Andarono avanti per un bel pò, si colpivano, si scontravano, si concentravano tutto in così poco tempo, che quasi non li si riusciva a distinguere.

Un momento di disattenzione fu fatale... Cris distratta per un attimo da una ciocca di capelli, piuttosto ribelle, che le dava fastidio sul viso, fu scaraventata per terra e si ritrovò con la punta dell'Hyperion di Seifer che le dondolava sul collo.

Logicamente lui nascondendo che era stato davvero messo in difficoltà dalla ragazza, cominciò a prenderla in giro, umiliandola e innervosendola sempre di più...

 

Ad un tratto Cris venne di nuovo avvolta dall'aura rossa, della sera precedente, Seifer un pò intimorito subito si allontanò, mentre un grosso boato risuonò per tutto il Garden.

 

Squall, che si trovava nel suo ufficio intento ad esaminare una pila di carte che gli si erano accumulate sulla scrivania, percepì subito l'energia dell'aura rossa e si precipitò fuori... Era una strana sensazione, aveva subito capito di cosa si trattasse, senza un minimo di esitazione, in più gli sembrava qualcosa di così familiare che però non riusciva a classificare.

 

Appena fu fuori dal Garden vide i due l'uno di fronte all'altra, in posizione di attacco e rivide sul viso di Cris lo stesso sguardo che aveva Rinoa ogni volta che qualcuno l'aveva profondamente ferita.... era strano quanto si somigliassero quelle due....

 

 

"Se lo merita!! Lo dovresti sapere visto che da ieri stai vivendo assieme a me la mia vita!!"

 

 

"Come faccio ad avercela con te, se non so nemmeno che diavolo sei??" Disse la ragazza, parlando alla misteriosa voce, che già la sera prima aveva fatto irruzione nella sua vita.

 

 

"Ma che diavolo significa, non capisco??"

 

Seifer guardava Cris stranito, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, cosa fosse quell'aura rossa e soprattutto con chi stesse parlando la ragazza. Era tutto così assurdo...

 

 

"No, ti prego, non andartene.... aspetta!" Cris ricadde sulle sue ginocchia, mentre Squall si avvicinò a lei.

 

"E' successo ancora?? Ti avevo raccomandato di non combattere e non solo hai ignorato il mio consiglio, ma ti sei battuta anche con Seifer!!"

 

"Squall.... mi dispiace... non sapevo... credevo di potercela fare da sola..."

 

"Lascia stare, mi racconterai dopo!! Quanto a te, Seifer Almasy, toccala ancora e sei morto!!" Disse Squall rivolgendosi a Seifer, il quale piuttosto stupito chiese spiegazioni, ma fu totalmente ignorato.

 

In seguito Cris si rifugiò nella sua stanza, si preparò in fretta e furia per la serata, facendo di tutto pur di evitare di pensare a quel combattimento, a quel dannato bacio che le aveva dato Seifer… Uscire le avrebbe certo schiarito le idee o per lo meno le avrebbe dato qualche ora di serenità, ne aveva davvero bisogno.

Mentre si dirigevano verso la mensa per uscire con tutti gli altri, Cris raccontò tutto a Squall, compreso l’episodio del bacio, sapeva di potergli dire qualsiasi cosa senza che lui la giudicasse. Lui ascoltò silenziosamente tutto e rendendosi conto di quanto le era costato respingere Seifer, cercò di tirarla su con la prospettiva di una serata divertente in compagnia di amici, ma questa volta Squall si sbagliò e quanto…

Arrivati al loro solito tavolo, dovettero con rammarico constatare che oltre il solito gruppo ben assortito e i rispettivi partner, si era aggiunto anche Seifer.

La tensione era percepibile, anche se Cris tentava di dissimulare il suo stato d’animo come poteva. La soluzione arrivò quando Squall, indispettito dalla presenza di Seifer, allungò un braccio intorno alla vita della ragazza. Il gesto non fu notato da altri, tranne che dai tre interessati.

Quella stretta sicura e contemporaneamente dolce, rassicurò Cris che sentì i nervi distendersi. Era strano quanto un così minimo gesto, aveva cambiato tutto. Il sorrisetto ironico e superbo di Seifer si trasformò in una smorfia di disapprovazione, mentre i visi di Squall e Cris non erano mai sembrati così sereni e a loro agio come quella sera.

 

Tutto sommato la serata si rivelò molto divertente sia perché il locale si rivelò essere un disco pub, così poterono scatenarsi tutta la sera in pista e sia perché la compagnia era più che valida. Perfino Seifer si mostrò più gradevole del solito, tanto che Squall e Cris non furono costretti a continuare a fingere, che ci fosse qualcosa tra loro.

 

Il tempo volò più veloce del previsto e ben presto i ragazzi si ritrovarono sparpagliati nel corridoio del dormitorio del Garden alle prese con le chiavi delle loro stanze.

 

Selphie e Cris erano in pigiama già da qualche minuto, quando qualcuno bussò alla porta e diversamente dalle aspettative non si trattava di Irvine, ma di Seifer.

Selphie sentendosi di troppo, scappò dal suo Irvy, che se la ritrovò improvvisamente nel letto, non che la cosa gli dispiacesse.

 

Cris era piuttosto impreparata a quella visita. Certo non era proprio il massimo farsi vedere in pigiama, mezz’addormentata e senza un filo di trucco dal ragazzo che amava, ma ormai era lì, mica poteva cacciarlo via. In più il suo pensiero era più concentrato sul fatto che Seifer era riuscito a coglierla di sorpresa per ben due volte nel giro di qualche ora, che sul suo abbigliamento da notte.

 

“Come mai qui? Mi sembrava di essere stata chiara con te!” Disse lei con aria sprezzante, nonostante fosse contenta in fondo che lui fosse andato da lei.

 

“Basta con questa stupida guerra!”

 

“Se si trattasse sul serio di una guerra per lo meno saprei come comporarmi, visto che sono un SeeD..."

 

“L'unica cosa che so io, invece, è che voglio te!” Le disse avvicinandosi sempre di più.

 

“Tu sei completamente pazzo!”

 

“E’ la seconda volta che me lo dici oggi! E sai che ti dico? Che sono completamente pazzo...di te!”

“Seifer smettiamola di giocare!!”

 

“Almeno per una volta, sto dicendo la verità!”

 

Cris si sedette ai piedi del letto, molto pensierosa e fece segno al ragazzo di sedersi affianco a lei. Lui senza fiatare lo fece e le prese la mano.

Che profumo irresistibile aveva!! Per tutta la sera lo aveva guardato e da qualsiasi prospettiva gli era sembrato stupendo. E come si muoveva poi!! Nonostante la sua “dama” fosse stata, più volte, Quistis, che nel ballo non era molto ferrata, era riuscito a ballare così elegantemente e così sensualmente che per poco non gli saltava addosso.

 

“Seifer si può sapere cosa vuoi da me? Perché stai giocando come il gatto con il topo?” Gli disse con tono dolce e allo stesso tempo impaziente.

 

“Non sono io quello che sta giocando... ! Perché ti sei fatta abbracciare da Squall?”

 

“E tu perché sei andato a letto con Fujin?”

 

“Perché mi andava!”

 

“E chi mi assicura che non ti andrà un’altra volta in futuro?” Gli occhi di Cris emanavano una luce diversa dal solito, la ragazza, infatti, sperava di riuscire a provare una seconda volta con Seifer, ma per quanto potesse sforzarsi, non riusciva proprio a fidarsi nuovamente di lui.

 

“Nessuno! Puoi solo fidarti!”

 

“Ma io non posso fidarmi di te! L’ho già fatto una volta e ci sono stata malissimo!”

 

“Non so che garanzie darti! Devi fidarti e basta!” Le rispose con tono rassegnato fissando il pavimento. Anche volendo non avrebbe potuto darle le prove che non l’avrebbe più tradita. Non potevano stare insieme 24 ore su 24 e lui in prima persona, che aveva sempre evitato dei rapporti stabili, sapeva che la fiducia era la base di una relazione duratura e vera.

 

“Non ci riesco! Lo capisci che è più forte di me? Non me la sento di giocare di nuovo con il fuoco e bruciarmi!”

 

Seifer tacque, non sapeva e non poteva controbattere. Cris non aveva certo tutti i torti. Dopotutto una come lei, il cui nome, Crystal, già era simbolico, come avrebbe mai potuto stare con uno come lui, rozzo nei sentimenti, burbero e impulsivo… per non dire cattivo!

 

La sera del concerto era andato apposta in quel bar, sapeva che vi avrebbe trovato Fujin, pronta a soddisfare ogni suo desiderio e pur di non lasciare a Squall l’onore di fregargli la ragazza, l’aveva lasciata lui, nel modo peggiore in cui avesse potuto farlo. Si sentiva in colpa, sapeva di non meritarla, ma era davvero innamorato di lei e avrebbe fatto di tutto pur di non perderla… anche aspettare.

 

“Capisco, ma dammi un periodo di prova!”

 

“Cioè?” Chiese la ragazza non capendo.

 

“Ti dimostrerò che sono cambiato, poi deciderai tu se tornare con me o lasciar perdere!”

 

“Dov’è la fregatura?”

 

“Nessuna fregatura! Saremo semplicemente amici e se e quando lo vorrai, torneremo insieme!”

 

“Come mai tutta questa disponibilità?”

 

“Perché persino uno come me sa che la fiducia è una cosa che si acquista con il tempo, non si impone!! E poi con te, non è come le altre... Stavolta ci tengo davvero!” Le rispose con una sincerità disarmante e con uno sguardo che avrebbe ridotto in brodino bollente anche il più grosso e solido iceberg.

 

“Quanto sei diventato saggio!! Ma non mi farai scenate gratuite di gelosia se mi vedrai con Squall, vero?” Gli chiese Cris davvero stupita dal repentino cambiamento e sperando che non si trattasse della solita lucciola, scambiata per lanterna.

 

“Nessuna scenata!” Disse lui, anche se la richiesta gli costava un forte sforzo emotivo.

 

“Proviamo! Ma non ti aspettare nulla più di un’amicizia, almeno per adesso!”

 

Il ragazzo annuì mentre si dirigevano verso la porta. Prima che lui lasciasse la soglia, le sfiorò appena le labbra con le sue e poi andò via, sperando che quello non fosse l’ultimo bacio e ripromettendosi che avrebbe fatto davvero di tutto per ritornare con lei.

 

Il sole era nuovamente sorto e il Garden era illuminato dalla sua luce, mentre era ancora ben visibile la rugiada che bagnava tutto il verde attorno.

Quella mattina, Selphie e Cris proprio non ne volevano sapere di alzarsi dai loro letti, dopo l’incursione di Seifer si erano trattenute a lungo a parlare e si erano addormentate quando già albeggiava. Avrebbero continuato a dormire indisturbate se Irvine non si fosse presentato alla loro porta più insistente che mai.

In effetti il preside aveva convocato tutti i ragazzi nel suo ufficio già da un pezzo e le uniche a non essere presenti all’appello erano loro due. In fretta e furia si lavarono, vestirono e si recarono nell’ufficio del preside.

Non avevano una bella cera, anzi… avevano delle occhiaie paurose, e un aspetto talmente assonnato e intontito, che tutti, compreso il preside Cid, scoppiarono a ridere quando le videro.

 

“Non capisco cosa ci sia da ridere… “ Disse Selphie alquanto indispettita. In fondo era capitato a tutti di aver fatto tardi qualche volta e di svegliarsi con un’aria, non proprio acuta e pimpante.

 

“Non che abbiano tutti i torti… Ma ti sei vista allo specchio? Siamo due stracci! Se dipendesse da me m’infilerei gli occhiali da sole e li toglierei tra un paio d’anni!” Disse Cris facendo dell’ironia sul loro stato che era davvero spaventoso. Era incredibile quanto potessero influire poche ore di sonno perse sul fisico di un SeeD. Soprattutto se si trattava di due ragazze.

 

“Signor Preside, anche lei!! Per favore smettetela tutti, altrimenti me ne torno a letto!” Ribatté Selphie ancora più arrabbiata.

 

“Ok, d’accordo, però anche voi la prossima volta rispettate il coprifuoco, invece di fare le ore piccole!!” Il preside non si era lasciato sfuggire l’occasione di rimproverare le ragazze, come al solito. Ultimamente era diventato piuttosto pedante con il gruppetto. Era vero che da quando Squall era diventato Comandante, si erano arrogati in modo gratuito dei diritti che non gli spettavano, ma in fondo erano abbastanza grandi da poter badare a se stessi e poi erano sempre i combattenti che avevano sterminato la strega.

 

“Ragazzi vi ho chiamato, perché come immaginerete c’è del lavoro per voi! Alcuni dissidenti galbadiani hanno deciso di occupare una piccola isola, dalle parti di Centra! Bisogna fermarli prima che si organizzino ancora per minare la pace molto precaria che siamo riusciti a far concordare tra le varie città!”

 

“Ancora i galbadiani!! Ma per quale motivo non se ne stanno buoni, almeno per un po’??” Chiese Zell infastidito dall’improvviso incarico. Dopo la sconfitta di Artemisia, non avevano più avuto missioni, forse perché nulla era così importante da non poter essere risolto da altri SeeD e per lui essere disturbato in quel momento era molto irritante. Non perché si fosse montato la testa, ma semplicemente perché era finalmente riuscito a dichiararsi alla ragazza della biblioteca, Faye, e sembrava proprio che lei lo ricambiasse.

 

“Combattono per i loro ideali, li ritengono giusti e non vogliono farsi scavalcare da dei mercenari come noi!” Disse Seifer, probabilmente ricordando quando lui aveva combattuto al fianco della strega, perché credeva nei suoi ideali e nella sua ambizione così ciecamente che non si era reso conto che stava soltanto facendo del male ad altre persone, che meritavano di vivere, sognare e sperare.

 

Cris non poté che osservare con attenzione il ragazzo biondo, assorto nei suoi pensieri, con uno sguardo così malinconico e triste che quasi la commuoveva.

Sembrava lo stesso bambino indifeso e bisognoso d’affetto, che, appena poche ore prima, le aveva chiesto di riprovare a credere in lui. Era così diverso dal ragazzo senza scrupoli e cattivo che conoscevano tutti gli altri, lo stesso che quella maledetta sera era andato a letto con un’altra.

 

“Seifer ha ragione! Il vostro compito è quello di andare lì e fare piazza pulita!” Disse il preside senza mezzi termini. Loro erano dei SeeD e se fare il loro dovere significava uccidere degli esseri umani come loro, non potevano certo tirarsi indietro. Com’era difficile essere un SeeD in quelle situazioni, uccidere dei propri simili è sempre qualcosa di terribile, indipendentemente dal fine o dallo scopo per cui lo si fa, ma dopotutto, avevano deciso loro di diventare dei mercenari spietati e freddi, la loro anima era un’altra cosa. Quando partivano in missione era come se la lasciassero chiusa in un cassetto, che avrebbero riaperto solo al loro ritorno.

 

“Il comandante Leonheart mi ha informato che la neo SeeD Cris è un soldato molto valoroso e capace, perciò ho deciso di metterla alla prova con questa difficile missione! Logicamente sarà sotto la sua tutela!” Disse il preside.

 

Squall che in tutto quel miscuglio di situazioni era l’unico ad essere felice della partenza, fu più sicuro nel sentire che Cris era stata affidata a lui. Certo era un ottimo soldato, ma troppo impulsiva e scatenata, senza una guida sarebbe andata all’assalto, rischiando la vita.

Era davvero felice di ripartire in missione, era tanto che era stato lì nel Garden, ad ammuffire su scartoffie di vario genere, e poi gli ci voleva qualcosa che lo aiutasse a pensare di meno a Rinoa…

 

“Sarete, quindi, divisi in tre squadre e per questioni di numero verrà con voi anche Fujin!” Continuò il buon Cid.

 

Cris sentito il nome di Fujin impallidì più di quanto non lo fosse già. Le sue gambe tremavano in modo impressionante e ciò che più voleva evitare era che qualcuno lo notasse, ma si trattava di un’impresa impossibile, visto che Seifer, che le era davanti se ne accorse e le sorrise dolcemente, come per rassicurarla.

Dopotutto non era detto che finissero in squadra insieme.

 

Il preside cominciò a dare alcuni input sulla strategia di attacco e segnando con una bandierina colorata ogni lato della cartina dell’isola, che era sulla sua scrivania fece i nomi di ogni squadra:

 

“Selphie e Irvine attaccheranno da Nord!”

 

“Zell e Quistis da Est!”

 

“Seifer e Fujin da Ovest!”

 

“Squall e Cris da Sud! Per ulteriori dettagli chiedete pure a Squall, che sarà ben istruito da me! Si tratta di un’operazione di squadra, potrete comunicare con Squall durante la missione, ma è necessario che siate ben informati sul vostro compito, precisi e ve la caviate! Ora potete andare, partirete nel pomeriggio e nel giro di un’ora dovreste arrivare a destinazione, passerete la notte in un albergo, dopodiché vi dividerete!”

 

Non appena uscirono dall’ufficio del preside, Fujin si aggrappò al braccio di Seifer facendo una smorfia alla povera Cris, i cui nervi già erano tesissimi. Davanti a questa scena patetica, la ragazza fece spallucce e andò via con molta calma. A dir la verità avrebbe voluto urlare e sbraitare, ma non voleva concedere a quell’arpia la soddisfazione di averla fatta ingelosire. Subito corse nel suo angolino preferito, in giardino e cominciò a pensare.

 

Certo Seifer non aveva dimostrato particolare entusiasmo alla notizia che sarebbe partito con Fujin, però poteva anche rassicurarla con qualche gesto anche minimo, oltre quel sorriso furtivo che si era lasciato scappare nell’ufficio del preside.

 

Forse era un segno del destino, quando le cose sembravano prendere una piega favorevole, subito accadeva qualcosa che rovinava tutto. Probabilmente il fato aveva deciso che Seifer non era il ragazzo per lei e voleva evitarle solo un terribile errore… ma se non era lui, l’uomo adatto, chi era? Sarebbe potuto essere Squall, ma per lui provava un profondissimo affetto fraterno, niente di più e poi lui amava Rinoa.

 

Basta pensare! Tanto rimuginare su quello che era stato e che sarebbe stato non cambiava le cose, forse era più intelligente andare a recuperare qualche ora di sonno, considerando che presto sarebbero partiti per una missione troppo impegnativa per dar loro il tempo di pensare a dormire.

 

L’ora della partenza arrivò presto. In un silenzio quasi tombale, i ragazzi salirono sul mezzo che li avrebbe portati a destinazione. Non erano particolarmente entusiasti di quella missione, perfino Quistis, sempre perfetta e meticolosa nel suo lavoro, non aveva accettato l’incarico con entusiasmo. Sarà che aveva da poco ripreso ad insegnare, sarà che finalmente aveva cominciato a frequentare un ragazzo, un altro istruttore molto, molto affascinante, ma nemmeno aveva una gran voglia di andare in missione.

 

Dopo una mezz’ora di viaggio, Squall e Cris decisero di uscire dalla cabina del treno assegnatagli per sgranchirsi un po’ le gambe. Squall era più pensieroso del solito, sembrava essere in un mondo tutto suo, tanto che non riusciva nemmeno a seguire i passaggi logici dei pochi discorsi che avevano fatto gli altri in cabina.

 

“Che hai? Pensi a lei?” Gli chiese Cris poggiandosi al finestrino aperto, da cui Squall stava già fissando il paesaggio esterno da un po’.

“Mi ha telefonato!” Disse lui con un tono piuttosto freddo, segno che non aveva molta voglia di parlarne.

 

“E non ne sei contento? Fossi in te farei i salti di gioia!”

 

“Era strana, non sembrava lei! C’è qualcosa che non va e poi comunque abbiamo parlato pochissimo, è caduta la linea… ho aspettato invano per un’ora che mi richiamasse, ma niente!”

 

“Magari andava di fretta o non aveva più monete!! Smettila di essere così pessimista, certe volte mi sembri peggio di quei poeti catastrofici che mi costringevano a studiare a scuola!!”

 

“Forse è vero, non riesco ad essere ottimista e speranzoso come te!” Le disse accarezzandole la testa.

 

“Ma mi prendi in giro? Io, speranzosa e ottimista? Ma tu mi hai guardato bene in faccia? Hai visto che il mio colorito tende al verdastro? Hai idea di quanto mi si stia rivoltando lo stomaco con tutta la bile, nel vedere quella seppia marinata allungare i suoi tentacoli su Seifer?” Disse lei a metà tra lo scherzo e la verità.

 

Cris adorava fare ironia su se stessa, soprattutto in momenti complicati come quello. Ridere sugli episodi imbarazzanti, era l’unico modo per esorcizzarli e fu proprio questo suo modo di fare, che attirò Squall fin dall’inizio e che, anche quando era estremamente giù, riusciva a farlo ridere.

 

“Dai rientriamo altrimenti gli altri, soprattutto Seifer, cominceranno a chiedersi dove siamo finiti!”

 

“Non credo proprio che staranno pensando a noi, considerando che Irvine e Selphie… bè lo sappiamo che stanno sempre appiccicati; Quistis e Zell sono più nervosi che mai, visto che finalmente avevano cominciato a frequentare qualcuno e Fujin è troppo impegnata a stare incollata a Seifer per dargli il tempo di pensare a me!!” Disse Cris, un po’ annoiata dalla situazione attuale e di quella che gli si prospettava.

 

Squall le diede una pacca sulla spalla con un sorrisetto ironico e la riportò dentro la cabina.

 

Arrivarono poco dopo a destinazione.

 

Continua…

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Capitolo 4
*** Amore Disperato ***


L’anello mancante di Dolcemaia

 

Amore disperato

 

Capitolo 4

 

I ragazzi arrivarono in albergo e dopo essersi rinfrescati, scesero a cena dove avrebbero puntualizzato gli ultimi dettagli per la missione.

Il cibo non era un granché, ma erano tutti talmente affamati che quasi non pensavano a cosa stessero sul serio ingurgitando. Cris era piuttosto silenziosa, un po’ era preoccupata per la sua prima missione ed un po’ era turbata dalla presenza di Fujin.

Seifer era talmente distante, quasi freddo con lei, da quando erano partiti… anche un piccolo gesto l’avrebbe aiutata ad aver fiducia, ma lui sembrava essere assorto in ben altri pensieri…

 

La ragazza tornò nella sua stanza, la trovava davvero troppo grande per una persona sola, in più erano mesi che era abituata a dormire in compagnia, prima nel dormitorio delle matricole, ora con Selphie e ritrovarsi da sola in un posto sconosciuto la agitava.

Stava già per andare nella stanza della sua amica, quando qualcuno bussò alla porta.

 

Il cuore le salì in gola… se fosse stato Seifer, che avrebbe fatto? Non era certo la prima volta che si presentava all’improvviso alla sua porta.

Tutta l’ansia svanì nel nulla quando Cris aprì la porta e dietro vi trovò Squall.

 

“Ah, sei tu!” Disse lei un po’ delusa. Non che le dispiacesse la visita di Squall, ma per un attimo, si era illusa che il ragazzo che amava fosse andato da lei per rassicurarla sui suoi sentimenti nonostante l’oppressiva presenza di Fujin.

 

“Scusa se non sono il principe azzurro!” Le rispose Squall, stupito dalla reazione della ragazza.

 

“Non è vero che non sei il principe azzurro!! Non sei specificatamente il mio!” Gli disse facendolo entrare nella stanza e sedendosi entrambi comodi sul letto.

 

“Chi aspettavi ?” Le chiese. In realtà conosceva bene la risposta, ma voleva una conferma, giusto per ritirare in ballo il discorso e conoscere gli ultimi sviluppi, poiché nell’ultimo giorno e mezzo, non avevano avuto molto tempo di parlare e poi lo rallegrava sentirla parlare.

Cris aveva un tono di voce così dolce che era un piacere ascoltarla, poi nel suo modo di discorrere, di gesticolare e di porsi era così simile a Rinoa. Spesso ne aveva persino confuso i profili, quanto si somigliavano, nell’aspetto e negli atteggiamenti.

Alcuni particolari erano così simili che Squall ne rimaneva stupito, credendo che si trattasse solo della sua immaginazione o di una sua necessità inconscia di trasferire una parte della personalità di Rinoa in chi gli stava vicino.

 

“Sai che stavo per andare a dormire da Selphie? Non sono più abituata a stare da sola! E’ stranissimo, posso combattere con qualsiasi mostro senza paura, o quasi, e poi una stanza vuota mi mette soggezione!”

 

“Siamo umani! E’ normale che ci possano intimorire anche le più insignificanti, l’importante è che non accada in missione! Comunque se vuoi mi trattengo io! Dormirò sul divanetto lì!”

 

“Stai scherzando? Se non hai tu paura di dormire con me, puoi anche rimanere qui sul lettone! L’importante è che non scalci e non russi!! Non sopporto le persone che russano!” Disse la ragazza scherzando.

 

“Non hai paura, che il tuo Seifer sia geloso?”

 

“Onestamente non m’interessa, non è mica il mio ragazzo…. E poi lui è andato a letto con un’altra, potrò io, almeno dormire innocentissimamente con il mio migliore amico? Comunque le chiacchiere, adesso, sono troppe! Le vorrei ricordare, Comandante, che domani abbiamo una missione molto importante da affrontare, quindi è necessario dormire ora!”

 

“Ha ragione SeeD n. 10555! A letto! Buonanotte!”

 

“Notte!” E spensero la luce. Continuarono a ridacchiare sulla situazione ancora per un po’, ma dopo non molto si addormentarono, stremati dal viaggio.

 

Cris era eccitata, non vedeva l’ora di intraprendere la sua prima missione da SeeD, aveva studiato talmente tanto per raggiungere il suo scopo, in più la prospettiva di una bella festa al loro ritorno la rallegrava non poco, magari finalmente avrebbe potuto passare un po’ di tempo con il suo amore e scoprire che non gliene importava niente di quella vecchia storia del tradimento. Quindi si addormentò piena di speranza e fiducia per la storia tra lei e Seifer.

 

La mattina seguente tutto il gruppetto si ritrovò nella hall del piccolo albergo per le ultime raccomandazioni. Seifer era più pallido del solito, sembrava uno zombie, era evidente che non aveva dormito, il suo sguardo poi era perso nel vuoto.

 

“Allora ragazzi, massimo impegno e massima prudenza, questa missione se fatta con le dovute cautele non sarà né complessa, né lunga! Seifer, mi riferisco in particolare a te! Non fare mosse azzardate, potresti mettere in pericolo non solo la tua vita, ricordalo!” Disse Squall a bassa voce, per evitare che qualche passante inopportuno carpisse le sue parole. Il ragazzo dai capelli biondi si limitò ad annuire, mentre Fujin aggrappandosi al suo braccio disse con tono ironico:

 

“Non preoccuparti, Squall, noi saremo attentissimi, Seifer sa che ora, oltre alla sua, deve badare ad altre due vite…”

 

Lo stupore comparve sul viso di tutti, Cris, soprattutto sperava di aver inteso male, ma quelle parole le rimbombavano nella testa… non poteva essere vero, si era sicuramente sbagliata…

 

“Scusa? Temo di non aver capito?” Provò ad accennare Selphie.

 

“Cosa c’è da capire, in fondo non è difficile, sto solo dicendo che sono incinta! Tra nove mesi io e Seifer avremo un dolce bebè, vero tesoro?” Disse la giovane, fingendo un’ingenuità che non aveva e chiedendo assenso al ragazzo che ormai aveva in pugno.

 

Seifer non rispose, guardava fisso il pavimento con un’espressione da cane bastonato. Voleva evitare di incontrare lo sguardo di Cris, ormai i suoi progetti, la sua promessa erano svaniti nel nulla.

Nel frattempo la ragazza si sentì mancare la terra sotto i piedi, temeva di cadere sul suolo con il viso rigato dalle lacrime. Le sembrava di stare precipitando in un pozzo senza fondo, senza riuscire a vederne la fine, era tutto così buio e lei così sola, ad un tratto, però, sentì un calore inaspettato…

Squall le aveva preso la mano e la stava conducendo via da quel posto… Nuovamente lui le era corso in aiuto… il calore della sua mano, seppure scarso come conforto in quella situazione, le aveva impedito di mollare tutto.

 

< Passerà, fino a quando ci sarà lui e ci sarò io, potrai affrontare tutto!> Ancora quella voce sconosciuta aveva parlato, questa volta con un tono dolcissimo…

 

Dopo qualche tempo che i ragazzi si divisero, senza più parola dopo quella brutta notizia, Squall decise di fermarsi per qualche minuto vicino ad un piccolo fiumiciattolo.

 

“Fermiamoci un attimo.”

 

Cris obbedì, da quando avevano lasciato l’albergo non aveva più detto una parola, nemmeno riguardo alla voce che le aveva nuovamente parlato.

 

“Sciacquati il viso e dimentica tutto, almeno per adesso!” Era molto distaccato, sapeva di non potersi comportare come aveva sempre fatto, ora non era Squall, l’amico, ma il Comandante Leonheart.

 

“Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? E’ impossibile!”

 

“Sei stata addestrata per questo! Sei un SeeD ed ora sei in missione! Cris è rimasta in quella hall dell’albergo, qui c’è solo il SeeD n. 10555, sei una mercenaria, questo è il tuo lavoro ed i tuoi problemi personali non devono interferire nella missione!”

 

“Mi sembri senza cuore, non sai come mi sento, non puoi nemmeno immaginartelo e non ho intenzione di accettare ordini di questo genere!”

 

“La ragazza che amo più al mondo, mi ha lasciato e per sua volontà, non perché incastrata, da uno scherzo del destino! Sono senza cuore, è vero… Rinoa me l’ ha dilaniato andandosene e il solo pensiero, m’impedisce di muovere un passo da dove sono, ma sono un SeeD, sono un Comandante e sono in missione… Non puoi permetterti il lusso di disobbedire ai miei ordini, devi eseguirli e basta! Adesso, smettiamola di discutere, mi aspetto la massima professionalità d’ora in poi!”

 

Cris tacque. Squall aveva ragione, lei era un SeeD aveva lottato per diventarlo, aveva studiato da matti, si era allenata fino allo stremo delle forze e ora che stava per realizzare il suo sogno, combattere da SeeD in una missione, oltretutto con soldati così valorosi, non poteva e non doveva buttare tutto all’aria per un amore perso, forse mai avuto.

 

Il cammino di lì in poi fu più tortuoso, dovettero fronteggiare mostri e soldati galbadiani.

Squall logicamente era molto veloce e preciso nei suoi colpi, Cris era un po’ grezza nella tecnica, ma il suo ardore e il suo trasporto era tali, da renderla molto più preparata di quanto ci si aspettasse da un neo- SeeD.

 

I quattro gruppi di soldati erano organizzati in modo da invadere, ognuno, l’isola da un versante e il piano prevedeva che si sarebbero tutti ritrovati l’indomani al centro della piccola isola.

 

Squall e Cris si accamparono in una piccola radura che scendeva a strapiombo sul mare, il paesaggio da lì era davvero molto bello, soprattutto in quel momento, al tramonto.

 

“Ti va di mangiare qualcosa?” Le chiese Squall, addolcendo il tono della voce. Quella mattina era stato piuttosto duro con lei, ma era l’unico modo per darle la forza necessaria per andare a vanti e soprattutto superare la missione.

 

“Non credevo che, ad un SeeD, fosse permesso mangiare durante una missione… E comunque no, grazie!” Era stata davvero pungente, non ce l’aveva specificatamente con il suo compagno di viaggio, ma prendersela con lui, era l’unico modo che aveva di scaricare la rabbia, nonostante fossero state sue vittime parecchi mostri e soldati galbadiani.

 

“E di parlare?”

 

La ragazza fece cenno di no. Era seduta su un grosso ceppo mentre guardava il sole immergersi nell’acqua del mare. Quel contrasto di colori era talmente coinvolgente, ispirava serenità e tranquillità, proprio quelle cose che Cris stava disperatamente cercando.

 

“Non necessariamente dobbiamo parlare di Seifer, potresti raccontarmi qualcosa di te.. non mi hai mai parlato della tua infanzia, della tua famiglia. So solo che vieni da Winhill!”

 

“”Non c’è molto da dire, non ho mai conosciuto i miei genitori, sono cresciuta con mia nonna…“

 

“Mi dispiace per i tuoi…”

 

“Non dispiacerti, non ce n’è bisogno, la mia nonnina, per me, è stata tutto, non mi ha mai fatto mancare niente! Sai aveva un bellissimo negozio di fiori, mi piaceva tanto alzarmi la mattina e vedere quell’armonia di colori mescolati tra loro, in più il profumo era talmente intenso e dolce… Non lo scorderò mai!”

 

“Conosco tua nonna è stata lei ad aiutarmi quando andai a Winhill….” Il viso di Squall si fece improvvisamente triste, il pensiero di sua madre gli era tornato in mente, ma non voleva essere così malinconico, lei non avrebbe voluto…

 

“Non ricordo, però che avesse una nipote…”

 

“Non lo ricordi, semplicemente perché non c’ero! Successe tutto molto velocemente, all'inizio mia nonna mi fece fare alcuni viaggi in compagnia di una sua fidata amica, dopodichè decise che dovevo entrare nel Garden, precisamente quello di Balamb, non conosco la motivazione di quella scelta così affrettata, so solo che non era colpa sua! Si vedeva che qualcosa non andava, ma io ero troppo piccola per capire… Era come se volesse cancellare le tracce della mia esistenza! Pensa che, in seguito, veniva sempre lei a trovarmi! L’unica volta in cui tornai a Winhill fu dopo la sua morte, e scoprì che aveva trasformato la mia stanza in un deposito, non c’era più segno della mia presenza lì… non ho mai capito il perché…”

 

“In effetti è piuttosto strano, ma se vuoi, quando finiremo qui, potremmo cominciare ad indagare, magari quell’evento è riconciliabile alla voce che ogni tanto ti parla e all’aura rossa…”

 

“Può essere, non so… Devo dirti una cosa. Questa mattina quando Fujin ci ha dato la < bella notizia > e tu mi hai preso la mano, ha parlato di nuovo…”

 

“E perché non me l’hai detto prima?”

 

“Mi pare evidente che in quel frangente, ero occupata a pensare ad altro!”

 

“E cosa ti ha detto questa volta…”

 

“Passerà, fino a quando ci sarà lui e ci sarò io, potrai affrontare tutto!… Testuali parole”.

 

“La faccenda diventa sempre più oscura…”

 

“Si, ma è ora di andare a riposare, domani sarà una lunga giornata...”

 

“Si, ma se tutto andrà come previsto a quest’ora saremo nei nostri letti!”

 

“Parla per te… io sarò in una bella vasca piena d’acqua calda e schiuma, con un bel bicchiere di vino e la mia musica preferita nelle orecchie…”

 

“Da quando sei così sofisticata?” Le chiese ridendo mentre entravano nella loro piccola tenda.

 

“Da quando non frequento più certa gentaglia...” Cris diede un ultimo sguardo al sole, ormai quasi del tutto svanito ed entrò nella tenda. Sicuramente si riferiva a Seifer, sembrava si fosse ripresa, o per lo meno non stesse pensando tanto a lui, ma in realtà il suo cuore era spezzato, la ferita era così profonda, che non credeva sarebbe mai guarita.

 

Il cammino verso la meta prestabilita non fu eccessivamente impegnativo, stranamente i soldati galbadiani erano pochi considerando che i SeeD stavano avvicinandosi sempre più al centro nevralgico militare, ma non vi diedero peso più di tanto.

 

Furono piuttosto puntuali, tranne i soliti Selphie ed Irvine, finiti chissà dove. Nel frattempo Zell, parlava senza nessuno che lo ascoltasse, Quistis era impegnatissima a ricontrollare le tabelle di marcia e gli ordini della missione, Fujin si divertiva a fare la futura mamma, mentre Squall era preoccupato per Cris…

Seifer non scollò, nemmeno per un attimo lo sguardo dalla sua arma, non voleva per nessun motivo vedere il viso inquisitore degli altri, né tanto meno dover affrontare la ragazza che amava in quella circostanza…

 

< Mi sono fatto incastrare come uno stupido… da una donna… anzi da 2 ! Proprio io, Seifer Almasy, il cavaliere della strega, incastrato… Non mi sembra ancora possibile, soprattutto adesso, che finalmente stavo scoprendo un mondo ascosto, stavo portando alla luce sentimenti mai provati… Cris …”

 

“Come stai?” Gli chiese Squall avvicinandosi appena all’orecchio della ragazza.

 

“Tengo duro, sono un SeeD, ricordi?” E accennò ad un piccolo sorriso.

 

Finalmente i due ritardatari arrivarono, ma non avevano buone notizie.

 

“Avevate intenzione di farci aspettare ancora un po’??” Disse piuttosto infuriato Zell.

 

“E poi chi glielo spiega al preside Cid il motivo del nostro ritardo??” Disse con voce stridula ed irritante Quistis ai due.

 

“Avete ben poco da rimproverarci… ci hanno scoperto e ci stanno preparando una bella festa…” Disse Irvine con il fiatone.

 

“Merda, ecco perché erano così pochi!” Dal fondo del gruppo si udirono le parole di Seifer, che seppur distratto dalla sua situazione, si era impegnato molto in questa missione, forse proprio per non pensarvi troppo.

 

“L’avevo pensato anch’io, ma credevo che fosse una tattica dei galbadiani…” Disse Squall pensieroso.

 

“Tutti ci avevate pensato, ma nessuno se n’era preoccupato!! Ormai quel che è fatto, è fatto, bisogna pensare a come uscirne, e bisogna fare anche in fretta! Ho intenzione di assolvere ad un certo impegno” Disse Cris, dando un’occhiata complice a Squall, il quale aveva capito immediatamente a cosa si riferisse.

 

Dal canto suo Seifer, che era stato molto attento alle parole della ragazza, male interpretò il significato della frase e cominciò a provare gelosia.

 

In fondo Squall era libero, e anche Cris lo era, tra loro sembrava già da tempo che ci fosse qualcosa, e a quel punto lui non poteva più impedire che andassero oltre l’amicizia, ormai non poteva più niente, aveva una donna, che non aveva e non avrebbe mai amato, ed un bambino cui pensare.

 

“Cris ha ragione, noi li abbiamo visti ed erano tanti e soprattutto avevano con sé un’arma enorme…”

 

“Si, si, il mio Irvy non si sbaglia, sembrava uno scimmione gigante con un’armatura super corazzata! Era impressionante da vedere!”

 

Ad un certo punto sentirono muoversi qualcosa tra le piante alle loro spalle, ed indietreggiarono tutti fino ad essere in cerchio, spalla contro spalla.

 

“Pregate che sia un mostro… uno qualsiasi ma non …” Seifer non riuscì a terminare la frase che un intero esercito di Galbadiani li aveva circondati e assieme a loro quell’enorme bestione.

 

“Selphie devo darti atto che avevi proprio ragione!”

 

“Zitto Gallinaccio!” Lo zittì Seifer.

 

“Oddio,oddio,oddio,oddio,oddio…”

 

“Quistis non è il momento di farti venire un attacco di ansia!! Ma tu c’eri quando avete combattuto con Artemisia?? Comunque, credo che sarebbe più logico avanzare ognuno nella propria direzione, attaccandoli, uno per volta, prima che ci assaltino tutti assieme, forse così potremo farcela, al bestione poi penseremo…. No?” Cris chiese conferma a Squall, in fondo lei era SeeD da pochissimo e non era proprio esperta in tattiche di combattimento.

 

“Perfetto!” Confermò Squall “Non è un piano da Oscar, ma se ci porterà sani e salvi a casa, lo diventerà!”

 

“Sempre in simbiosi, voi due, eh?” S’intromise Seifer in preda alla gelosia, più che alla paura di non ritornare a casa.

 

I ragazzi dopo poco, decisero di farsi avanti, e avanzando ognuno nella propria direzione, cominciarono a combattere. Non era facile, i galbadiani gli avevano teso proprio un bel tranello, preciso da tutte le angolature, in più quel bestione, che solo a guardarlo faceva paura, inveiva e urlava rendendo ancora più concitata la battaglia.

 

Selphie con l’aiuto di Irvine se la stava cavando piuttosto bene, anche se le energie non erano poi tantissime e nonostante tutte le magie, la stanchezza fisica si faceva molto sentire.

Quistis passata la crisi di panico, con la sua frusta domava, nel vero senso della parola, i nemici, facendosi largo tra le file.

Zell seppure impacciato nella quotidianità, nel combattimento era veramente bravo, non gli piacevano molto le magie, in compenso i suoi pugni erano capaci di abbattere tre soldati galbadiani contemporaneamente.

Fujin da quando aveva ripreso a parlare normalmente, aveva sviluppato una certa cattiveria nei confronti degli altri, il che in un campo di guerra non poteva che tornarle utile, il perché del cambiamento però era ignoto…

Che dire di Squall e Seifer che con il Gunblade e l’Hyperion sembrava stessero mietendo un campo di grano.

Cris non aveva una specialità, o meglio era evidente che con le magie se la cavava molto bene, ma Quistis peccando d’orgoglio, diceva fosse merito suo e delle sue lezioni, ma non era così. Anche con i GF aveva una particolare affinità, ma non li usava molto, non voleva dimenticare quel poco che sapeva della sua infanzia. Diceva spesso che per combattere ci voleva cuore e quello ne aveva fin troppo, ecco perché non aveva bisogno di un’arma.

 

I galbadiani diminuirono a vista d’occhio, ne erano rimasti pochissimi, ma erano tutti protetti dal grande mostro. Sebbene i SeeD avessero avuto la meglio, erano sfiniti e anche un po’ ammaccati, avevano combattuto duramente e non sapevano davvero come poter fare per sconfiggere il bestione, che nel frattempo si stava avvicinando a loro minacciosamente.

 

“E ora, coppietta felice, che si fa?”

 

“Seifer piantala!! Piuttosto pensa a come venirne fuori!” Gli intimò Squall.

 

Il mostro aveva cominciato ad attaccare e la povera Selphie, distrutta, era caduta giù come un castello di carte.

 

“Irvine come sta??” Urlò Cris dall’altra parte del campo.

 

“E’ svenuta per la stanchezza, ma sta bene! Il problema è che la maggior parte dei nostri GF li aveva lei in junction…”

 

“Pazienza, tanto peggio di così non può andare! Anche se riprendiamo gli Hp siamo troppo stanchi per combattere!” Disse Fujin.

 

“Per una volta sono d’accordo con lei!” Disse Cris rivolgendosi agli altri.

 

“Guarda che io non sono una stupida, al massimo lo sei tu, se credevi che ti avrei lasciato Seifer senza combat…” Fujin si era distratta, e il mostro approfittò di quel momento per attaccarla e mettere anche lei fuori gioco. Ma il colpo sarebbe stato talmente forte, che probabilmente avrebbe perso il bambino, se l’avesse presa, perciò senza aver il tempo di pensarci due volte Cris le si parò dinanzi spingendola via e incassando il colpo per lei.

 

Squall non riuscì a fermarla in tempo e Seifer rimase troppo sbigottito, per poter capire cosa stesse succedendo…

Perché lo stava facendo?? Perché stava mettendo a rischio la sua vita per salvare suo figlio e la donna che lo portava in grembo??

 

Il corpo di Cris fu scaraventato con violenza contro un albero e gli altri temettero davvero il peggio. Improvvisamente l’aura rossa che ormai la ragazza aveva cominciato a conoscere bene, l’avvolse rallentando l’urto e limitando i danni.

 

“Cris… Cris riprenditi…” Squall si precipitò dalla ragazza e tentò di farla riprendere.

 

"Squall tranquillo… Ti avevo detto che stasera ho un appuntamento con un bel bagno caldo e non ho intenzione di mancare!” L’aura non era sparita, anzi diveniva ogni attimo più intensa, dando energia alla ragazza.

 

“Sei una testona… decisamente una testona… la senti l’aura?”

 

“Certo che la sento, e so che devo sbrigarmi, non posso attendere ancora..”

 

Cris si alzò in piedi e guardò Seifer. Era dovuto correre da Fujin, ma era terribilmente preoccupato per lei, e finalmente guardarla negli occhi lo rassicurò, sebbene quell’aura rossa aveva incuriosito, stupito e spaventato tutti, lui compreso, nonostante fosse già la seconda volta che assisteva a quello strano fenomeno.

 

La fanciulla cominciò a camminare verso il mostro.

 

“Allora che si fa ora?”

 

< Quindi lo sai che è opera mia! > Le rispose la voce misteriosa.

 

“Certo che lo so! Io sento la tua presenza in ogni momento, anche quando non vuoi! Non so ancora chi sei, ma so che vuoi o devi aiutarmi, quindi diamoci una mossa, perché questo bestione sta cominciando davvero a farmi paura!”

 

< D’accordo… Ora chiudi gli occhi e concentrati… Non sbirciare!! Devi essere concentrata! >

 

“Scusa ma in fondo sono io ad avere l’alito fetido di questo coso sul collo, avrò il diritto di essere preoccupata, no?? Comunque farò ciò che dici tu!” E chiuse gli occhi, senza che se ne accorgesse cominciò a lievitare e ad emanare sempre più il bagliore rosso.

 

< Sono davanti a te, unisci le tue mani alle mie… brava così, focalizza tutte le tue energie nelle mani e libera il tuo potere…>

 

< La vedi la sfera che abbiamo tra le mani?>

 

“Si”

 

< Sono i nostri poteri, ora ripeti con me… Piume d’angelo, fiocchi di neve e gocce di passione.. è questo il potere dell’amore.. e lancia la sfera >

 

“D’accordo!”

 

“Piume d’angelo, fiocchi di neve e gocce di passione è questo il potere dell’amore!!!!” E lanciò la sfera, che colpì non solo il mostro, ma anche i pochi soldati con lui rimasti, riducendoli in polvere.

 

“Grazie!”

 

< Di che? >

 

“Di avermi salvato!”

 

< Non sono io ad aver salvato te, ma tu hai salvato me in un modo che non puoi capire adesso! >

 

“Finiranno, un giorno, tutti questi misteri?”

 

< Si, presto! >

 

Inutile dire che tutti rimasero sconvolti, persino Squall, che sapeva più degli altri, non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo.

 

La ragazza ritornò sul suolo e fu praticamente assalita dalle domande. Era, però, talmente esausta che se non l’avesse sorretta Squall sarebbe caduta per terra, l’unica cosa che riuscì a fare fu di chiedere notizie di Selphie, che nel frattempo si era ripresa ed aveva assistito a tutto.

 

Seifer le andò in contro, mentre tutti gli altri, stavano decidendo che fare.

 

“Come stai?”

 

“Non proprio bene, ma me la cavo!” Nel tentativo di alzarsi dal sasso, dove l’aveva aiutata a sedersi Squall, perse di nuovo l’equilibrio e Seifer tempestivamente l’attirò a sé per non farla cadere.

 

Era di nuovo tra le sue braccia… le sue solide e forti braccia… Involontariamente poggiò il capo in segno d’abbandono sul suo petto e il cuore le cominciò a battere all’impazzata, la ragazza ebbe timore che le potesse uscire fuori dal petto, ma per lui era al stessa cosa, lo sentiva chiaramente. In un attimo mise da parte la gelosia e strinse, quella piccola creatura che aveva rischiato la vita per suo figlio e che ora era lì così fragile e indifesa.

 

“Perdonami…” Fu l’unica cosa che riuscì a sussurrarle nell’orecchio mentre una lacrima gli bagnò la guancia sinistra.

 

Fujin che non si era persa nemmeno un particolare della scena, si avvicinò per rivendicare la sua proprietà, Seifer.

 

“Credo che tu l’abbia ringraziata a sufficienza, per aver salvato nostro figlio, non credi?”

 

Seifer, sentendo le parole della ragazza allentò la stretta e rimise Cris seduta sul sasso. Non che avesse paura di Fujin o delle sue parole, ma voleva evitare qualsiasi tipo di scenata.

 

“Perché l’hai fatto? Perché hai rischiato la vita per salvare questo bambino?? Ti avrebbe tolto un bel po’ di problemi se lo avessi perso!” Le chiese Fujin tentando di provocarla il più possibile.

 

“Semplicemente perché ora so cos’è il vero amore, e anche se il mio è durato un attimo, posso dire di aver già vissuto tutta la mia vita e il mio sacrificio non sarebbe stato, poi, così grande! E poi si sa che le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli!” E detto ciò, dopo aver guardato Seifer negli occhi, si alzò sulle deboli gambe e raggiunse gli altri.

 

Per tutto il viaggio di ritorno Cris fece finta di dormire, non aveva voglia di parlare con nessuno, né le andava di spiegare quello strano episodio cui nemmeno lei poteva dare una spiegazione logica.

Arrivati al Garden si chiuse nella sua stanza, pregò Selphie di non farle nessuna domanda e si dedicò al suo tanto agognato bagno.

 

Passarono parecchi giorni e la ragazza frequentava sempre meno i suoi amici, sembrava evitare persino Squall. Non si era scambiati che pochissime parole dopo la missione.

 

“Ragazzi, c’è qualcosa che non va… sono la sua compagna di stanza e passano addirittura giorni senza che io la veda, spesso non torna nemmeno a dormire!” Disse Selphie preoccupata.

 

Era l’ora di pranzo e sebbene tutti loro avessero tanto da fare nel Garden, avevano deciso di fermarsi per parlare di Cris e del suo misterioso comportamento. Era diventata davvero sfuggente e non era da lei.

 

“Da quando è diventata SeeD ha l’obbligo di seguire pochissime lezioni, ma sono ormai due settimane che non si presenta nemmeno a quelle!” Aggiunse Quistis.

 

“Ragazzi non so se dirvelo, ma io l’ ho vista spesso in questo periodo…”

 

“Irvine, perché non l’ hai detto prima?”

 

“Non sapevo se fosse il caso, Squall! Non ho buone notizie…”

 

“Cioè?”

 

“E’ che l’ ho vista sempre in compagnia di tipi poco raccomandabili e soprattutto in atteggiamenti piuttosto equivoci…”

 

“Tipi poco raccomandabili?? Qui al Garden? Atteggiamenti equivoci?” Chiese Selphie stranita. Le sembrava stessero parlando di un altro mondo, e di un’altra persona.

 

“Irvine, dimmi che non si tratta di chi sto pensando io….”

 

“Invece sì, Squall… è sempre con quel brutto ceffo di Rico…”

 

“Questa non ci voleva!!”

 

“Scusate potete far capire qualcosa anche a noi??” Chiese Zell spazientito.

 

“Rico è un ragazzo molto particolare…troppo! Io e Irvine abbiamo avuto la sfortuna di portarlo in missione e vi assicuro che l’insubordinazione e la stupidaggine di Seifer sono niente in confronto alla sua….”

 

“Addirittura…” Mentre Zell sussurrava queste parole, vide Seifer passare dal tavolo vicino al loro e urlando più che poteva catturò la sua attenzione.

 

“Seifer, abbiamo trovato qualcuno che è peggio di te, vieni qui a sentire!”

 

“Zell sei proprio il solito stupido!!” Lo rimproverò Selphie. Zell aveva scordato che si stava parlando di Cris e forse quella sua insolita amicizia con quel ragazzo, in parte, era, probabilmente, dovuta alla storia con Seifer.

 

“Che diavolo vuoi, gallinaccio?” Chiese il ragazzo biondo piuttosto seccato.

 

“Lascialo perdere, ma visto che sei qui, sarebbe meglio che tu restassi, in fondo stavamo parlando di un argomento che interessa anche te!” Lo invitò Squall.

 

“Cioè?”

 

“Cris e la sua nuova e coinvolgente amicizia con Rico!” Rispose immediatamente Irvine

 

“Con quel bulletto tutto fumo e droga!” Seifer si sedette senza perdere una sillaba del discorso, in cui si sentiva coinvolto.

 

“Evidentemente la ragazza ha un debole per i cattivi elementi!” Quistis quando voleva, sapeva essere molto pungente, ma il ragazzo non raccolse si limitò ad ignorarla.

 

“Ma, allora lo conosci anche tu? Sono io l’unica a non sapere chi sia questo tipo?”

 

“Non lo conosci semplicemente perché passa tutto il suo tempo o in isolamento, o fuori il garden, buttando la sua vita tra droghe varie e pazzie da strada. Con rispetto parlando, Seifer ha sempre fatto sciocchezze per un suo ideale, diventare qualcuno, non che ciò lo giustifichi, ma almeno un motivo l’aveva, mentre questo Rico, agisce in modo sconsiderato e assurdo solo per il piacere di farlo. Parecchie volte ha provocato incidenti durante gare clandestine automobilistiche, è un appassionato del gioco d’azzardo e come già detto fa uso abituale, se non quotidiano di alcool e droghe varie!”

 

“Oddio, Squall, bisogna andare assolutamente trovare Cris e farla ragionare…” Disse Selphie ancora più preoccupata di quanto già non lo fosse. La loro amicizia era cresciuta giorno dopo, giorno e soprattutto da quando Rinoa era andata via, era lei, la sua confidente numero uno e non voleva prendesse una cattiva strada, soprattutto a causa di un amore finito male.

 

“Il problema è che credo ci sia già caduta…”

 

“Che vuoi dire, Irvine…”

 

“Che l’ultima volta che l’ ho vista, era fuori di testa, probabilmente ubriaca, e stava fumando… e non le classiche sigarette!!”

 

“..merda…merda, Merda, MERDA!” Seifer aveva sbattuto i pugni sul tavolino attorno cui tutti erano raccolti. Sapeva che qualcosa stava succedendo non l’aveva più nemmeno intravista nel Garden dopo la missione, e aveva disertato anche il solito posto dove di solito andava a leggere. Sapeva che era colpa sua, che non le sarebbe successo niente se non avesse perso la testa per lei, ma ora non riusciva a pensare a come risolvere tutto.

 

“Tra noi due non è mai corso buon sangue, ma stavolta sei tu ad avere il potere in mano! Seifer lei ti ama e se le parlerai, magari riuscirai a convincerla…”

 

“Mi spieghi con che motivazione potrei convincerla, Squall?? QUALI?? Scusami Cris, ti amo, ma purtroppo aspetto un figlio da un’altra e per una volta ho deciso di prendermi le mie responsabilità!! Credi che sia stato convincente?? Guardiamo in faccia la realtà, io non ho alcun potere su di lei, anzi sono sicuro che se provassi a dirle qualcosa lei farebbe tutto il contrario!! E’ la sua vita e deve decidere lei che farne!!”

 

“Tu la pensi così, ma io non ho intenzione di stare qui a guardare, mentre si fa del male.. magari in attesa di una telefonata, in cui c’informano che quel pazzo l’ ha fatta schiantare sull’asfalto!! No, Seifer, tu dici di amarla, ma stai gettando via la spugna come se non t’ importasse niente di lei!!”

Squall era stato durissimo. Forse Seifer per certi versi aveva ragione, non potevano certo legarla ad una sedia, ma se fosse stato necessario, lo avrebbe fatto volentieri.

 

Nel frattempo, come per uno strano scherzo del destino nella mensa entrò Cris accompagnata da Rico e un altro gruppetto di brutti ceffi.

Era molto cambiata, vestita in modo succinto e provocante, truccata in modo pesante, non sembrava più la ragazza che conoscevano. Inoltre il ragazzo che l’accompagnava, un brunetto dai capelli scuri, la pelle abbronzata e gli occhi scuri, non sembrava volerla mollare, stringendola stretta dalla vita.

 

“Salve, ragazzi…. Perché quelle facce scure?? Sorridete, la vita è bella!” I suoi modi di fare, la facevano apparire così frivola e superficiale, sicuramente era sotto l’effetto di qualche strana sostanza, continuava a ridacchiare come una sciocca ad alcune frasi che il ragazzo al suo fianco le sussurrava nell’orecchio.

 

“A proposito vi presento Rico… loro sono Selphie, Zell, Quistis, Irvine, Squall e… Seifer… ah, ciao Seifer come sta la mammina?”

 

Non rispose.

 

“Quanto siete seri, pensavo foste più divertenti… Andiamo via di qui, queste facce mi deprimono…” E si allontanò.

 

“Allora Squall perché non hai fatto niente??” Chiese Seifer risentito.

 

“Non mi aspettavo che si fosse già ridotta così, e poi preferirei parlare da solo, quella piovra prima o poi dovrà pur staccarsi da lei…”

 

Seifer ebbe un tuffo al cuore… Probabilmente quel subdolo individuo, l’aveva già convinta a concedersi a lui… Quel poco che erano stati insieme, avevano aspettato con tanta ansia la loro notte d’amore… Per lei era la prima volta in assoluto ed entrambi volevano che fosse perfetta, avevano già fantasticato sul come e dove e poi… tutto era finito, per una stupida gelosia, per una cattivissimo tiro del destino…. E in più, ne era sicuro, aveva gettato via la sua purezza con quello lì.

 

“Devo parlarci io!! Devo farlo, devo riuscirci!!” Seifer si alzò e scappò via. Gli altri non seppero che aggiungere, perciò decisero che a modo loro tutti avrebbero cercato di far rinsavire l’amica.

 

I corridoi del dormitorio erano bui a quell’ora di notte, il coprifuoco era passato già da un pezzo e non si vedeva anima via, tranne Cris e Rico che stavano raggiungendo la stanza della ragazza in un evidente stato d’euforia.

 

“Fammi entrare…” Le disse lui con uno strano sorriso sul viso mentre lei cercava di aprire la porta con le chiavi.

 

“Ma sei matto c’è la mia compagna di stanza!”

 

“E chi se ne frega e poi vedrai sarò molto silenzioso…”

 

“Rico non se ne parla, tornatene nella tua stanza!” Cris aprì la porta, ma il letto di Selphie era intatto e la ragazza non c’era, probabilmente era con Irvine.

 

“Visto, non c’è! Sarebbe un peccato sprecare questo gesto così gentile della tua amica…” Disse mentre pian piano si stava infilando nella stanza.

 

“Ho detto di no, per favore vai via!” Gli intimò la ragazza, ma lui parve proprio non capire perché con uno scatto del braccio, spalancò la porta della stanza ed entrò, spingendo la ragazza contro il muro e comportandosi come se la sua volontà fosse ininfluente.

 

“Toglimi le mani di dosso!!!!” Riuscì a gridare Cris, poi le tappò le bocca e la bloccò contro il muro, senza darle la possibilità di muoversi.

Le lacrime cominciarono a scenderle senza che potesse controllarle, l’aura rossa ricominciò ad avvolgerla, ma lui sembrava non accorgersene. Dopo qualche secondo la ragazza sentì la presa di Rico allentarsi, ma non riuscì a capire all’istante che stesse succedendo, solo dopo si rese conto che Seifer lo stava picchiando con violenza inaudita.

 

“Sparisci e se ti fai ancora rivedere da queste parti o attorno a lei, ti assicuro che non sarò così magnanimo da lasciarti vivo!”

 

Cris non riusciva a proferire parola, era troppo spaventata, l’aura non era ancora scomparsa, ma non le importava, tremava, il suo corpo era tutto un sussulto, se non fosse arrivato Seifer sarebbe potuto succedere l’inevitabile.

 

Lui, dal canto suo, non immaginava certo di dover assistere a quella scena e se avesse potuto avrebbe ucciso Rico a mani nude strappandogli il cuore, ma sapeva che gli sarebbe costata già cara la lezione che gli aveva dato.

La fece sedere sul letto, la coprì con una coperta trovata nell’armadio e le porse un bicchiere d’acqua. Non riusciva a parlarle, si sentiva profondamente in colpa, questa volta erano stati fortunati, era arrivato giusto in tempo, ma se fosse successo di nuovo, la sorte li avrebbe di nuovo favoriti?

 

“Come stai?” Si azzardò a chiederle mettendosi in ginocchio davanti a lei e fissandola negli occhi.

 

“Uno schifo… Non lo vedi come mi sono ridotta… Mio Dio che ho fatto.. che ho fatto…”. Scoppiò in un pianto nevrotico e disperato.

Lui provò a consolarla ma appena le poggiò una mano sulla spalla, la ragazza s’irrigidì e lo allontanò rabbiosamente.

 

“Non mi toccare!!! ”

 

“Mi dispiace non volevo…”

 

“Cosa ti dispiace? Cosa? Di essere andato a letto con Fujin, di aver fatto un bambino con lei? Di avermi trovato in questa situazione?? Ti faccio sentire in colpa, eh??”

 

“Capisco il tuo stato d’animo, ma non è colpa mia, quello che è successo davanti a quella porta stasera??”

 

“E di chi è la colpa la mia?? Ma sì, già lo so cosa avete pensato di me… Guarda com’è diventata… sembra proprio una puttanella, anzi forse lo è, pieni del vostro super-ego, e convinti che fossi andata a letto con il primo che passa!!!! Mi dispiace vi siete sbagliati!”

 

“Cris basta, non ho mai pensato che tu fossi stata con lui, o almeno convincevo me stesso che non fosse così!”

 

“La verità, quello che è successo è anche colpa tua, anzi soprattutto colpa tua!!! Se non mi avessi fatto provare cosa vuol dire amare, non starei così, non si può soffrire per una cosa mai avuta, e invece no…”

 

“Non puoi farmi accuse così assurde…!”

 

“Certo che posso, in fondo tu mi hai abbandonato! Tutti mi avete abbandonato, i miei genitori, mia nonna, i miei amici….”

 

“Non ti abbiamo abbandonato, sei tu che ti sei allontanata! Non siamo i tuoi babysitter, non possiamo, né dobbiamo seguirti dappertutto, sei libera di scegliere ciò che vuoi!!” Le rispose con estrema freddezza. Aveva rialzato il muro d’odio e disprezzo, che lo aveva sempre allontanato dalle persone cui teneva. Per la prima volta aveva deciso di mettere a nudo la sua anima, con una persona che sentiva di amare veramente e l’aveva ridotta così.

Che senso aveva soffrire in due, sarebbe stato meglio se nulla fosse accaduto, se quella sera della festa Selphie non gliel’avesse presentata.

 

“Sapevo benissimo che tipo fosse Rico, speravo che prendendo la strada sbagliata avrei dimenticato o meglio ancora, sarei saltata all’aria in una di quelle stupide gara che organizza lui, ma non sono stata capace nemmeno di fare questo… “

 

Seifer rimase attonito, la ragazza era in condizioni spaventose, probabilmente erano anche le porcherie che aveva assunto a farla straparlare così, ma dai suoi occhi traspariva un profondo tormento. Lei gli afferrò il viso, lo portò dritto contro il suo, e lo guardò dritto negli occhi.

 

“Non è possibile che io ti ami così disperatamente!”

 

Non poteva rovinarle la vita così, forse sarebbe stato meglio che lei si fosse innamorata di Squall, forse lui non l’avrebbe resa così infelice, anzi, probabilmente sarebbero stati una bella coppia, se avesse dimenticato Rinoa…

Seifer si sentiva davvero all’ultima spiaggia… sperare che Squall si fosse innamorato, ancora una volta, della ragazza che gli aveva preso il cuore e ammettere che l’avrebbe resa felice, più di quanto lui avrebbe potuto mai fare, lo straziava, almeno quanto quegli occhioni pieni di lacrime che lo fissavano così intensamente.

 

“Allora smetti, perché non ne hai più motivo, quel che è stato è, ormai passato e fattene una ragione perché non sarà mai più! Ho deciso che sposerò Fujin e non perché è incinta, o almeno, non solo per quello…” liberò il suo viso dalle mani della ragazza con un gesto secco e si alzò in piedi, dandole le spalle. Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi, non sarebbe riuscito nel suo intento.

 

“Non ci credo, stai dicendo solo un mare di bugie, non puoi mentirmi così!”

 

“Sei libera di credere quello che ti pare, non sarò certo io a perdere tempo per farti cambiare idea!” Le disse con la massima freddezza avviandosi verso la porta. Sembrava lo stesso Seifer precedente ad Artemisia, scontroso, superbo e sprezzante.

 

“Che diavolo stai dicendo?! Non posso credere che ti sei trovato casualmente davanti alla mia porta prima!”

 

“Ti ripeto che puoi pensare ciò che vuoi, non è un mio problema!”

 

“Allora guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, che non vuoi fare l’amore con me, almeno di quanto lo voglio io!!” La ragazza piangeva, senza accorgersene, ormai la rabbia si era impossessata di lei, non c’era freno che la tenesse… tutto era perso..

 

Seifer si girò di stacco, l’afferrò per le braccia e scotendola con forza le gridò, fissandola negli occhi:

“Io amo Fujin ed è con lei che voglio stare, ficcatelo in testa!!”

 

Dopodiché uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.

 

< Perdonami, amore mio…. Perdonami >

 

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“Squall…”

 

“Rinoa…ma dove sei? Si sente poco e male…”

 

“Squall… son…, non preoc …. St … be …!”

 

“Non si sente niente!! Rinoa…RINOA… “

 

“…proteggila…”

 

“Cosa?? Chi? Rinoa rispondimi…. Quando tornerai??”

 

“Non è impor…… proteggila…”

 

# CLICK #

 

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Continua…

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Capitolo 5
*** Verità nascoste ***


L’anello mancante di Dolcemaia

 

Verità nascoste

 

Capitolo 5

 

“Ho bisogno del tuo aiuto…”

 

“…”

 

“Voglio che tu venga con me a Winhill…”

 

“Quando?”

 

“Il prima possibile!”

 

“Alle 6 domani mattina ci vediamo davanti il cancello del Garden!”

 

“Così presto?”

 

“Hai detto tu il prima possibile... vuoi aspettare??”

 

“No, prima andiamo via meglio è, semplicemente pensavo ci volesse un po’ più di tempo, magari servivano dei permessi… non so!”

 

“Infatti, ma io sono il comandante…”

 

“Grazie... soprattutto per non avermi fatto domande!”

 

“Non ne ho bisogno…” Le accennò un saluto con la mano e andò via.

 

Si sentiva sola, aveva trascurato i suoi amici, escludendosi dal mondo per via di quella storia…

Era ora di ricominciare a vivere, lui non l’amava più, forse non l’aveva mai fatto e stava per sposare un’altra, in fondo si meritavano l’un, l’altra. Bene o male, si sarebbe rialzata da quella caduta e Cris sapeva che il modo migliore era di allontanarsi per un po’.

In più era seriamente motivata a saperne di più sui suoi genitori misteriosamente morti, su sua nonna e la fretta di farla sparire da quella che, almeno, credeva fosse la sua città natale e soprattutto voleva scoprire di chi era quella voce…

 

Si fece coraggio ed entrò nella sua stanza, bisognava affrontare Selphie, fino ad allora aveva avuto il tatto di lasciarla da sola a pensare e sbagliare senza imporle la sua presenza, ma ora meritava una spiegazione.

 

“Selphie devo parlarti…”

 

“Ne sono felice… Sono molto preoccupata per te e non ho voluto intromettermi, ma sai che sei la mia migliore amica e mi faceva male vederti così!”

 

“Lo so, e ho apprezzato davvero molto la tua discrezione! Mi dispiace di averti fatto preoccupare e soprattutto di averti tenuta all’oscuro, è che non so nemmeno io cosa mi sia successo… Non avevo più il controllo di me stessa, volevo farmi solo del male per non pensare a < lui >, ma nulla era mai sufficiente, perciò ho cominciato a prendere brutte strade, ma adesso ho capito che devo ricominciare a vivere… “

 

“Cris non sai quanto tutto ciò, mi faccia felice! Ma ora cosa credi di fare con lui? Sai che si sposa, no?”

 

“Credo di essere stata la prima a saperlo… Qualche giorno fa, Rico ha tentato... di…approfittare di me, ma casualmente < lui > è passato di qui e ha impedito l’inevitabile…”

 

“Per fortuna… Ma tu come stai? Perché non me ne hai parlato prima? “ Le disse Selphie sinceramente preoccupata.

 

“Semplicemente perché me ne vergognavo, in fondo me l’ero quasi cercata, sapevo che tipo fosse Rico e lo frequentavo lo stesso, il desiderio di abbandonarmi al destino e dimenticare < lui > mi ha spinto a fare cose davvero assurde!”

 

“Questo non vuol dire, che fossi disposta ad andare a letto con il primo bulletto! Tutti possiamo sbagliare, ma questo non autorizza gli altri a fare quello che vogliono!”

 

“Cerca di pensare con la mia testa, in quel momento mi sentivo l’unica responsabile e comunque per fortuna non è successo niente, è arrivato giusto in tempo! Dopo abbiamo discusso e me la sono presa con < lui >, l’ ho incolpato di tutto ciò che era successo e gli ho detto, che sarebbe stato meglio che non me ne fossi mai innamorata!”

 

“Ma si vede lontano un miglio che non la pensi così… Forse sei stata un po’ dura!”

 

“Selphie mi aveva dichiarato che stava per sposare Fujin, perché è innamorato di lei e non ci ho visto più… Mi si è fermato il cuore… Era già stata sconcertante l’esperienza con Rico pochi minuti prima, in più mi ha dato quel macigno sulla testa e non ho capito più nulla…”

 

“Capisco, anche se non approvo, sembrate due api che ronzano attorno al miele, ma hanno paura di assaggiarlo, perché potrebbe essere troppo dolce…”

 

“Non è così semplice, non dipende solo da noi due, c’è Fujin, il bambino…”

 

“Squall…”

 

“Lui non c’entra proprio nulla!”

 

“Raccontalo a qualcun altro…”

 

“Dico sul serio, non posso negare che sia un ragazzo molto affascinante, e che provo un forte affetto per lui, ma si tratta di qualcosa di diverso dall’amore! Non so come spiegartelo, sento che c’è qualcosa che ci lega, ma non ci sarà mai niente oltre l’amicizia! E poi lui ama Rinoa ogni giorno di più e io, per il momento, ho intenzione di restare sola con i miei pensieri per un bel po’ di tempo!”

 

“Ti credo, ma solo perché sei tu!” Le disse Selphie sorridendo. Era tempo che non parlavano, e tornare a ridere, scherzare e spettegolare così, la rendeva felice, in più aiutava Cris a riprendere la sua vita con tranquillità e serenità, come se non fosse cambiato niente almeno nel loro rapporto.

 

“Cris posso farti una domanda? Cos’era quell’aura rossa che ti avvolgeva durante la battaglia con quel mostro?”

 

“Credimi, se ti dico che non lo so! E’ dalla sera del concerto, quando scoprì < lui > con Fujin, che una strana voce mi parla e credo che sia lei a darmi quei poteri e quell’aura. A proposito di ciò, ho deciso di andare via per un po’, non per molto!”

 

“Come vai via? No, Cris non puoi farlo! Bisogna risolvere il mistero di questa voce, non sono per niente d’accordo con questa tua decisione!”

 

“Tranquilla sarà solo per una, al massimo due settimane, vado a Winhill per saperne di più della mia famiglia, del perché sono qui e soprattutto di quell’aura rossa, credo che abbia a che fare con il mio passato!”

 

“Se è questo è il motivo non mi opporrò alla tua partenza, ma sappi che dovrai telefonarmi almeno una volta al giorno, d’accordo?”

 

“Promesso!”

 

“Ma Winhill non è dove è nato Squall?”

 

“Si!”

 

“Non dirmi che viene con te…”

 

“A dir la verità, gliel’ ho chiesto e ha accettato senza fare domande!”

 

“Alla faccia della sola amicizia!”

 

“SELPHIE!!!”

 

“D’accordo, d’accordo, non farò più commenti di questo tipo, ma concorderai che è strano il vostro rapporto… Ok, non dico nulla a riguardo! Quando partirete?”

 

“Domani mattina alle 6!”

 

“Di già? E se non mi avessi trovato qui, non mi avresti nemmeno salutato prima di partire!! Cattiva!”

 

“Ma ti ho trovato, questo è l’importante! Selphie sai che sei la mia migliore amica!”

 

“Lo so!”

 

“Per favore, domani scusati per me con gli altri e riferisci loro che quando tornerò gli spiegherò tutto, ok!”

 

“Va bene, però ora ti aiuto a fare i bagagli, altrimenti non farai in tempo!”

 

Le ragazze passarono tutto il resto della serata a parlare di cose futili, del rapporto di Selphie con Irvine e dei pettegolezzi che giravano nel Garden. L’argomento Seifer non fu più toccato, era evidente che Cris aveva qualche problema a parlare di lui, visto che nel suo racconto all’amica aveva evitato persino di chiamarlo per nome e alla fine si addormentarono stremate sulla valigia, che si erano prefissate di preparare.

 

L’indomani, puntualissimi i due ragazzi si trovarono davanti i cancelli, mentre il Garden sembrava ancora addormentato. Era inquietante il silenzio di quell’enorme edificio, quando tutti dormivano. Ogni giorno, c’erano sempre frotte di ragazzini urlanti, che correvano di qui e di là, incessantemente. Da quando Artemisia era stata sconfitta dai SeeD, il numero delle iscrizioni al Garden era aumentato notevolmente, tanto che fu necessario fondarne dei nuovi, invece a quell’ora non c’era anima viva in giro, il che conferiva un che di spettrale ai suoi lunghi e vasti corridoi.

 

“Andiamo?” Le disse Squall, poco dopo.

 

“Si… mi mancherà questo posto…” Disse la ragazza voltandosi un’ultima volta, prima di varcare la soglia dell’edificio, osservando tutto, con uno sguardo malinconico.

 

“Non farla così tragica, torneremo al massimo tra due settimane e non sarà cambiato nulla…”

 

“Bè non proprio… “ Cris si riferiva alle nozze di Seifer che erano state fissate per l’inizio della settimana successiva, forse anche per questo aveva avuto tanta fretta di partire.

Assistere forzatamente alla cerimonia che consacrava un’unione del tutto fittizia, che simboleggiava, il pentimento e la rettitudine di un cattivo soggetto e che rappresentava il fallimento della sua unica vero storia, se lo voleva proprio risparmiare. Il solo pensiero di vedere Fujin in abito bianco, sicuramente dotata di strascico bianco, le faceva rivoltare lo stomaco, senza parlare poi di tutte le facce ipocrite e dissimulanti una felicità inesistente di coloro che avrebbero assistito.

 

Cris sapeva di assecondare, tacitamente, il gioco della sua rivale non presentandosi alla cerimonia, ma non aveva senso farsi del male a quel modo, per dei principi che in fondo non le appartenevano… Ormai Fujin aveva vinto, che senso aveva umiliarsi ancora, che senso aveva guardare l’uomo che si è tanto desiderato, giurare eterna fedeltà ad un’altra…

 

“Non pensarci, questa è come se fosse una vacanza e se qualcosa sarà cambiato al nostro ritorno poco importa!”

 

Era facile per lui dirlo, nella sua vita non sarebbe cambiato niente, anzi, quel matrimonio era quasi un sollievo, gli eliminava un problema… Seifer!

 

Il viaggio non durò molto, comunque entrambi a quell’ora non si sentivano molto loquaci e temendo di sbagliare argomento preferirono tacere.

 

Arrivati a Winhill si sistemarono in una pensioncina modesta, e si accordarono per vedersi all’ora di pranzo. Cris riordinò le poche cose che aveva portato con sé e visto che era ancora presto optò per fare una passeggiatina nei dintorni, giusto per vedere come era cambiata la cittadina in cui aveva vissuto alcuni anni della sua vita.

 

Appena uscita dalla pensione si sentì un po’ persa, non ricordava molto, le sembrava tutto diverso. Decise di percorrere una piccola strada, che portava fuori del paese.

Era strano quanto fosse surreale quel posto. Incontaminato, puro, tutte le strade erano costeggiate da pianure verdi ravvivate da migliaia di fiorellini bianchi, che solo a guardarli, ispiravano tenerezza, così diversa dalle grandi città a cui era abituata, ormai.

Tutto era così tranquillo e rilassante da sembrare troppo lontano dalla realtà.

Probabilmente sarebbe stato il posto ideale, in cui piantare radici, fare una famiglia e vivere pacificamente, lontano dalla cattiveria, dalla crudeltà e dalla violenza a cui i SeeD, erano, purtroppo, abituati.

 

“Dove credevi di andare sola soletta?” Squall come un miraggio le era comparso alle spalle. In realtà anche lui non aveva voglia di restare inerte fino all'ora di pranzo nella pensione e vedendola uscire, aveva deciso di seguirla.

 

“Non so, avevo un bel ricordo di Winhill, ma la realtà supera ogni aspettativa! Non credevo fosse così…”

 

“Così tranquilla…”

 

“Infatti, non so perché sono qui, non credo che riusciremo a trovare qualcosa, anzi ne sono certa, ma il solo fatto di trovarmi in questo posto mi fa uno strano effetto! Mi fa sentire bene, in pace con il mondo! E’ troppo strano, sembra di far parte di qualcosa, ma non capisco cosa!”

 

“E’ come se fosse un quadro!”

 

“Esatto! Mi hai letto nel pensiero, era proprio ciò che volevo dire! Forse e’ prematuro dirlo, ma penso che mi piacerebbe vivere qui…”

 

“Non ti piacerebbe, sei uno spirito libero a tuo modo e scapperesti, come ha fatto mio padre…” Squall guardò verso il basso, era passato tanto tempo, ma ancora non riusciva a perdonare del tutto suo padre per aver abbandonato lui, sua madre e sua sorella.

 

“Squall, grazie, so che tornare qui, ti ha riportato alla mente ricordi spiacevoli, mi dispiace…”

 

“Non è colpa tua, avevo voglia di venire qui, forse è arrivato il momento di scoprire anche un po’ del mio passato.”

 

Mentre parlavano, continuarono a camminare. Era una giornata piuttosto mite, il sole splendeva alto in un cielo turchese e un lieve venticello piacevole soffiava lungo le distese di prati. Cris aveva indosso un vestito bianco leggero con su uno scialle dello stesso colore, che la rendeva diversa dalla solita ragazza del Garden. Decisamente più femminile.

 

“Cosa sai o ricordi di tua madre?”

 

“Non ricordo quasi nulla, ero troppo piccolo, le poche cose che so, me le hanno raccontate Elly, o mio padre!”

 

“Secondo me, era una donna molto bella, i cui occhi esprimevano una dolcezza infinita, i cui modi così eleganti e delicati incantavano e dotata di una comprensione e amore infiniti.”Lo sguardo di lei, stava perdendosi verso l’orizzonte. Aveva espresso quelle sue idee, come se avesse Raine lì, davanti a lei, come se avesse potuto spiarla, da un angolino e da pochi e semplici gesti avesse capito tutto di quella donna.

 

“E cosa ne sapresti tu?” Era molto incuriosito. Come poteva mai sapere quelle cose?

 

“Non ne so nulla, ma che fosse bella si sa, in fondo per aver avuto un figlio così, non poteva essere diversamente! Poi credo che per lasciare che il suo unico grande amore andasse via, dovesse essere molto innamorata e comprensiva fino all’inverosimile! La sua dolcezza, poi si legge dai tuoi occhi…”

 

Squall continuò a guardare davanti a sé, piuttosto pensieroso. Forse aveva ragione, probabilmente sua madre aveva avuto tutta quella comprensione e quell’amore, che lui non riusciva a dare a suo padre.

 

“Mi dispiace se ti ho messo a disagio…”

 

“Non è questo, è che nessuno mi aveva mai parlato di lei in questi termini…”

 

“Forse perché ti parlano di lei, solo come madre o come moglie, mai come donna!”

 

“…”

 

Il silenzio si protrasse per qualche minuto, non perché si sentissero a disagio, ma semplicemente perché a volte un silenzio è molto più espressivo di mille parole ed entrambi lo sapevano. Entrambi avevano i loro pensieri, i loro ricordi, le loro paure su cui meditare e non c’era posto migliore che quella piccola città, così silenziosa e rasserenante per riuscire a schiarirsi le idee, forse anche Rinoa sarebbe riuscita a capire molti perché della sua vita se li avesse seguiti fin lì.

 

“Ti va se torniamo indietro? E’ ora di pranzo! Così dopo andiamo a casa di tua nonna e cominciamo le ricerche!”

 

“Accetto solo perché sono molto affamata!” Gli rispose sorridendo.

 

“Mi fa piacere vederti più serena!”

 

“E’ soprattutto merito tuo.. Però ora andiamo perché il mio stomaco brontola!”

 

Dopo pranzo, si recarono immediatamente nella casa della nonna di Cris e come la ragazza aveva più volte sostenuto, della sua presenza lì non c’era rimasto più nulla.

In quella casa le riaffiorarono i primi ricordi, ricordò alcuni episodi della sua vita e anche se erano piuttosto confusi e lontani per lei erano importanti, sua nonna era stata l’unica persona della sua famiglia con cui aveva avuto contatti.

Vi erano rimasti solo pochi mobili, i cui cassetti erano pieni di cartacce e cianfrusaglie inutilizzabili.

 

“Non credo che troveremo niente..” Disse Cris, piuttosto sconfortata, mentre rovistava in un armadio.

 

“In effetti sia al piano di sotto che qui non c’è nulla… Prova a ricordare se ci fosse una mansarda o qualcosa di simile… Il tetto mi sembra più alto del soffitto di questo piano, ma ho controllato dappertutto, non c’è nessuna porta che possa condurre su!”

 

“Non ricordo… Aspetta un attimo, ricordo che una volta la nonna mi fece salire in una specie di soffitta, dicendomi di restare lì buona, fino a quando non fosse tornata. Se non sbaglio…” la ragazza andò con passo svelto in una stanza proprio accanto a quella dov’erano e notò un forellino “…doveva essere proprio qui!”

Agganciando un bastone nascosto dietro un altro armadio aprì una botola, da cui comparve scaletta che scendeva dall’alto.

 

“Considerando che non ricordavi molto, mi sembra te la sia cavata bene!” Le disse Squall un po’ stupito e divertito dall’assurdità della cosa.

Quel solaio era molto polveroso e buio, solo alcuni raggi di sole penetravano da quella che sembrava un lucernaio. Il ragazzo si affrettò a scostare una tenda che impediva alla luce di entrare.

 

“E’ tutto qui!!” Urlò la ragazza con le lacrime agli occhi.

 

Squall non capì cosa volesse dire e appena si voltò, si accorse che quella soffitta seppur polverosa era arredata, come fosse una cameretta per una bambina, corredata addirittura di giocattoli.

 

“Guarda, c’è persino il mio cavallino a dondolo!! Me l’aveva fatto un falegname, che abitava qui vicino! Gli avevo raccontato che desideravo tanto cavalcare un cavallo, ma qui non ce n’erano e poi ero troppo piccola, perciò, qualche giorno dopo, trovai questo con un grosso fiocco azzurro… Quanti ricordi!”

 

“Mi piacerebbe di averne di simili…”

 

“E’ importante, avere questi ricordi per me, non ho che loro… Almeno tu hai qualcuno che possa parlarti di tua madre, ma io no!”

 

“Non serve poi a molto, ti rende ancora più insopportabile il pensiero di non averla avuta a fianco! Comunque non ho voglia di parlare di queste cose, sarebbe meglio darci da fare e cercare notizie utili!”

 

Era piuttosto strano che la nonna di Cris avesse spostato tutte le cose della nipote nella stanza, senza tralasciare nemmeno un particolare. Gli oggetti non erano accantonati, ma ben ordinati su mensole o cassetti, esattamente come la ragazza ricordava, anche se vagamente di averli lasciati.

In una cassettiera però trovarono una scatola nera, che non sembrava appartenerle.

 

“Squall, ho paura…”

 

“Di cosa?”

 

“Del mio passato… non sono sicura di voler sapere cosa ci sia in quella scatola…”

 

“Non è detto che ci sia qualcosa, magari ci sono delle vecchie bambole o solo cartacce, ma se non te la senti, non l’apriremo, la rimetteremo a posto e lasceremo tutto com’è..”

 

“Tu che faresti?”

 

“Io non faccio testo, non siamo tutti uguali, se non te la senti di sapere ora, nessuno ti biasimerà, ma prima o poi dovrai fare i conti con questo passato oscuro, te lo dico per esperienza personale…”

 

“Apriamola…”

 

“Non devi farlo, se non vuoi!”

 

“In questo momento una parte di me è terrorizzata da quello che contiene quella scatola, e vorrebbe scappare via a gambe levate, mentre l’altra ha bisogno di chiarezza, trascinarmi dietro questo presunto segreto, non mi aiuterà a stare meglio! Voglio sapere la verità e sono ben determinata!”

 

I due ragazzi si sedettero sul piccolo letto al centro della stanza ed aprirono la scatola.

Al suo interno c’erano tanti fogli di carta, delle foto e una collanina con un cuoricino. Mentre Cris fu immediatamente attratta dall’oggetto di oro bianco, Squall cominciò a dare un’occhiata ai fogli e il suo viso non prometteva niente di buono.

 

“Dove sei nata?”

 

“Qui a Winhill o almeno così mi ha sempre detto mia nonna, perché?”

 

“Perché sul tuo certificato di nascita, c’è scritto Deling City....”

 

“Deling City, ma scherzi?? Non ci sono nemmeno mai stata! Che altro c’è scritto?” La ragazza cadeva dalle nuvole, com’era possibile che fosse nata in quella grande città? Sua nonna le aveva sempre raccontato che era nata lì, in quella stessa casa.

 

“Niente, tutto cancellato, persino il tuo cognome è stato cancellato, non si legge assolutamente niente, nemmeno chi sono i tuoi genitori naturali!”

 

“Squall ma stai scherzando, vero?” Cris sperava che fosse davvero uno scherzo anche se di cattivissimo gusto, ma sapeva che si trattava di una possibilità remota.

 

“Ti pare che scherzerei mai su una cosa simile? Se non mi credi leggi tu stessa!”

 

Cris strappò dalle mani del ragazzo il foglio ed effettivamente aveva ragione lui, i dati corrispondevano alla perfezione. Ma per quale motivo il suo cognome era stato cancellato, e perché anche quello dei suoi genitori?

 

“Non posso crederci… Tutto corrisponde; data di nascita, gruppo sanguigno, persino la voglia di lampone appena sopra l’attaccatura della gamba sinistra!”

 

“A questo punto credo che sia ovvio, che tua nonna non ti ha raccontato la verità…” Le disse Squall sorpreso tanto quanto lei.

 

“Svuota la scatola ci sarà certamente un certificato di adozione o qualcosa di simile!” Cris stava andando fuori di testa. Non era giusto che il destino continuasse ad infierire su di lei, le aveva già tolto il suo unico grande amore, i suoi genitori, ed ora anche sua nonna.

 

“Non c’è ho già cercato!”

 

“Guarda meglio, non è possibile, ti starai sicuramente sbagliando, magari è finito da qualche altra parte, deve esserci,DEVE!!! NON POSSO ESSERE FIGLIA DI NESSUNO!!!! Non è pensabile!!” La ragazza si stava agitando, piangeva e buttava per aria tutto ciò che le capitava sottomano, in preda ad una crisi isterica.

 

“Cris calmati, ci sarà una spiegazione logica!” Squall stava provando a trattenerla, a calmarla, ma non sapeva come fare.

 

“Quale spiegazione… quale… l’unica persona che credevo avere al mondo… l’ ho persa!!”

 

“Non l’ hai persa, il fatto che non fosse realmente tua nonna, non toglie che lei ti abbia voluto bene come ad una nipote e probabilmente anche di più!! Anche se il vostro sangue non è lo stesso, nulla è cambiato, lei nel tuo cuore e nei tuoi ricordi resterà per sempre la tua adorata nonna!!”

 

“Lo so, ma non mi sono mai sentita così sola e abbandonata come in questo momento…”

Disse lasciandosi cadere seduta, sul letto dove era Squall, con le gambe e le braccia a penzoloni, mentre lui per rassicurarla le posava un braccia sulle spalle.

 

“Non sei sola, ci sono io qui con te, poi c’è Selphie che ti adora, Quistis, Irvine, Zell tutti ti vogliamo bene e non ti lasceremo mai sola! Per noi non sei cambiata, in fondo pensaci, anche noi siamo degli orfani, siamo cresciuti con Edea e anche se non è la nostra vera madre, le vogliamo bene come se lo fosse! In più noi sappiamo già che fine hanno fatto i nostri genitori mentre i tuoi potrebbero essere ancora vivi!”

 

“Sono molto confusa adesso, preferirei andare via, se non ti dispiace!” Stava, ancora tanto male per la storia con Seifer e questa notizia- bomba non le ci voleva proprio.

 

“Credo che qui non troveremo altro, adesso ti riaccompagno alla pensione, e mentre raccogli i tuoi pensieri e ti tranquillizzi, io vado in giro a chiedere informazioni, ti va?”

 

La ragazza annuì appena.

 

Entrata nella sua camera, alla pensione, si sdraiò sul letto e fissando il soffitto cominciò a piangere. Cosa sarebbe cambiato ora? Cosa avrebbe dovuto fare?

Ormai aveva cominciato e non poteva fermarsi lì, ora doveva continuare a scavare ed arrivare a scoprire tutta la verità, ma no immaginava nemmeno da dove cominciare…

E con i suoi amici come avrebbe fatto??

Era vero che anche loro erano orfani, ma già immaginava i loro sguardi pietosi < Poverina, prima Seifer, poi Rico e l’alcol, ora anche la storia dei genitori..> non sarebbe proprio riuscita a sopportare quella situazione.

 

< Cerca di riprenderti, non è così grave! >

 

Nuovamente quella voce…

 

“Ma tu chi diavolo sei?? Cosa vuoi da me!!! Lasciami stare!” Urlò Cris non preoccupandosi, che qualcuno l’avrebbe potuta sentire.

 

< Voglio solo proteggerti e starti vicino! >

 

“Ma smettila con questo buonismo gratuito!!! I miei guai sono cominciati da quando mi hai parlato la prima volta!! Potrebbe essere persino tutta colpa tua ciò che mi sta succedendo!”

 

< Non è così, anzi, io sono qui per aiutarti a capire! >

 

“Allora aiutami su, dimmi la verità!”

 

< Non posso è ancora presto! >

 

“Che razza di aiuto è questo!! Lo vuoi capire che la mia vita sta prendendo una piega pessima e non ho né tempo, né voglia di stare dietro ai tuoi giochetti stupidi?? Non vuoi dirmi chi sei, pazienza, sei libera di farlo, ma sparisci dalla mia vita!!!”

 

Cris era stata molto dura, la voce non le parlò più, era quello che voleva in quell’istante, ma capì subito che la cosa non l’aiutava a stare meglio, perciò decise di andare a fare due passi.

Fu guidata come da una forza magnetica su una piccola collinetta, dove si riusciva a scorgere da lontano una piccola macchiolina nera, avvicinandosi si rese conto che si trattava di Squall.

 

Era davanti la tomba di sua madre e sembrava le stesse parlando. Cris non volle avvicinarsi di più, non voleva violare la sua intimità, era così tenero; un ragazzo duro come lui, che doveva sopportare su di sé il peso di mille responsabilità, che comunicava con sua madre in quel modo.

 

La ragazza capì che, ciò che le era successo, non era poi la fine del mondo. I nostri affetti, sono nostri e nessuno ce li potrà mai togliere, né la morte, né tanto meno un pezzo di carta. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori, né sua nonna le aveva raccontato niente di loro, e ora ne capiva il motivo, forse da questa scoperta, sarebbe riuscita a sapere qualcosa su di loro, magari sarebbe riuscita a dargli un volto, o addirittura potevano essere ancora vivi. Presa da questi pensieri si sedette sotto un albero e attese che l’amico tornasse indietro.

 

“Non immaginavo di trovarti qui!” Le disse avvicinandosi, dopo aver salutato a suo modo la madre.

 

“Neanche io, non so come mi sono ritrovata qui! Ti assicuro che non ho ascoltato nulla, sono troppo lontana da dove ti trovavi tu, ti aspettavo semplicemente!” Non voleva invadere la sua intimità, e soprattutto non voleva che lui pensasse che era lì per spiarlo, ma un sorriso appena accennato, le fece capire che Squall non pensava nulla che fosse diverso dalla realtà.

 

“Torniamo indietro, sta diventando buio, devo dirti ciò che ho scoperto e cosa faremo!” Le disse aiutandola ad alzarsi da terra e incamminandosi verso il paese.

 

“Perché lo fai?” La domanda lo colse di sorpresa.

 

“Cosa?”

 

“Aiutarmi!”

 

“Che domanda… perché sei mia amica!” In realtà non sapeva nemmeno lui perché lo stesse facendo. C’era come una forza inconscia che gli imponeva categoricamente di vegliare su Cris ed aiutarla a scoprire la realtà, in più l’ultima telefonata di Rinoa, per quanto disturbata, era stata molto esplicita, c’era qualche collegamento tra le due, anche se non immaginava quale.

 

“Solo per questo?”

 

“Diciamo che qualcuno mi ha chiesto di proteggerti e non ti dirò altro!”

 

Arrivarono in breve tempo all’ormai consueta pensione e lì Squall informò l’amica, che aveva chiesto un po’ in giro, e l’unica cosa che aveva saputo è che spesso alcuni uomini provenienti da Deling City erano andati a casa della nonna di Cris, probabilmente per la bambina e che la donna, dopo alcuni anni, per evitare che la trovassero prima le fece fare dei brevi viaggi con una sua amica fidata, poi decise di portarla al Garden di Balamb.

 

“Il motivo per cui ti cercassero è ignoto, ma arrivati a questo punto credo che qui non ci sia più nulla da fare! Tutto ciò che potevamo rintracciare, l’abbiamo scoperto, quindi credo sia il caso di andare!”

 

“Lo credo anch’io!”

 

“So che non è il momento più adatto, ma penso che dovremmo tornare al Garden, informare il preside e cercare negli archivi, qualcosa lì dovrà pur esserci!”

 

“Se è necessario lo faremo, in questo momento sono troppo preoccupata per questa faccenda per pensare alle nozze di quei due individui, l’ ho superato ormai!”

 

“Il fatto che ne parli così, vuol dire che non hai superato proprio niente!”

 

“Squall, per favore, non ti ci mettere anche tu, credo di avere problemi a sufficienza in questo momento, non credi?”

 

“D’accordo, comunque partiremo domani mattina, così entro l’ora di pranzo saremo a casa e andremo immediatamente a parlare con il preside!”

 

“Va bene, ora se non ti dispiace, vorrei andare!”

 

“Se hai bisogno, sono alla porta accanto!”

 

“Non preoccuparti!” Gli disse allontanandosi.

 

Il giorno dopo sarebbero tornati al Garden... Se lo avesse incontrato? Magari con quell'arpia di Fujin attaccata al braccio.... Era vero che aveva tanti problemi, che il mistero sulla sua nascita s'infittiva sempre più, ma Seifer restava sempre il suo pensiero principale.

Le aveva detto che sposava l'altra, perché ne era innamorato, ma sapeva bene che non era così, che era solo per il bambino, forse voleva evitare a quella creatura di vivere senza un padre, come era successo a lui, anche se ciò voleva dire sacrificare se stesso, la sua vita e il suo amore...

Quanto avrebbe voluto sentire la sua voce, anche se per pochi secondi... una telefonata... sentirlo solo pronunciare la parola "Pronto.." l'avrebbe fatta stare meglio, ma come poteva farlo dopo che l'aveva trattata così...

 

Avrebbe potuto chiamare Selphie, ma sicuramente a quell'ora era con Irvine, visto che odiava dormire da sola, Quistis... meglio lasciar perdere, sicuramente dopo la faccenda di Rico, le avrebbe fatto la paternale, era molto protettiva nei confronti dei suoi amici, talvolta troppo e Squall... Non le andava di parlare con lui, non era molto ferrato in temi amorosi, soprattutto dopo che Rinoa se n'era andata e poi non voleva mostrarsi proprio a lui così debole...

 

"Aiutami, per favore, ho bisogno di parlarti..." Sussurrò la ragazza guardando attraverso la finestra, ma non ricevette alcuna risposta.

 

"So che mi stai ascoltando, non credere che non senta quando sei con me... Mi dispiace, sono stata molto cafona, ma converrai con me che questa è una situazione assurda!!"

 

< E' un vizio di voi SeeD, prendervela con gli altri! >

 

"Scusami, ma non so più che fare... "

 

< Non puoi fare proprio niente, devi solo aspettare che la situazione si sbrogli e sperare che sia in tuo favore! >

 

"Ti ha mai detto nessuno che sei incoraggiante?"

 

< Hai ragione ad essere arrabbiata e a volere delle risposte, ma credimi, io non posso dartele!>

 

"Non sono arrabbiata, sono solo così stanca, così depressa da non avere nemmeno la forza di sperare... Mi sto facendo scivolare la vita addosso mascherandomi da persona felice, ma in realtà, dentro sono devastata da un dolore, che mi consuma giorno per giorno!"

 

< I tuoi amici non sono così stupidi, da non capire la verità... Non devi aver paura di mostrarti fragile, non sei di pietra, hai dei sentimenti, che in questo momento sono stati traditi, ma non per questo ora devi evitare di provarne di nuovi! >

 

"Sembra facile a dirsi..."

 

< Il tuo cammino non sarà facile, ma se ti affiderai a chi ti è vicino e ti vuole bene ce la farai! Guarda Squall, lui è stato salvato dai suoi amici e dal suo amore...>

 

"Non è il mio caso! Ho toccato il cielo con un dito, mi sembrava di vivere su una nuvoletta rosa, ma ora si è dissolta nel nulla e sono precipitata sul freddo suolo e fa male, molto male!"

 

< Non disperare, dicono che la speranza sia l'ultima a morire, ma io ti assicuro che non morirà mai! >

 

"Sono molto confusa, non so chi tu sia, né perché continui a stare con me, ma ti ringrazio!"

 

< Io sono qui per te...>

 

"Ma non riesco a capire perché?"

 

< Lo scoprirai... molto presto! >

 

Cris rasserenata, nei limiti del possibile, da quelle parole si addormentò. Il mattino seguente dopo una breve colazione i due SeeD ripartirono per il Garden. La ragazza non accennò della conversazione con la < voce > anche se aveva promesso a Squall che gli avrebbe sempre raccontato tutto a riguardo.

Quando arrivarono, il Garden era in subbuglio per la libera uscita delle matricole. C'era tantissima gente che affollava l'entrata fino addirittura all'ascensore, perciò Squall per non perdere Cris, la prese per mano e la trascinò piuttosto frettolosamente verso le scale per raggiungere l'ufficio del preside. Il caso volle che in tutta quella confusione, Seifer notasse l'arrivo dei due e la stretta compromettente, infatti molto velocemente e nervosamente si diresse nella sua stanza seguito da Fujin, che ormai era diventata la sua seconda ombra.

 

Il ragazzo si diresse correndo nella sua stanza, e appena arrivato, sbatté forte la porta mentre la sua futura sposa lo fissava sconvolta.

Sembrava un leone in gabbia, che sbraitava e si rodeva dalla rabbia, facendo avanti e indietro per la stanza come un pazzo. Non era stato il gesto in sé a fargli saltare i nervi, ma ciò che poteva significare. Era da tempo che i due non si vedevano più in giro nel Garden e da voci indiscrete aveva saputo che erano partiti, insieme. Gli faceva male, non solo perché si trattava ancora una volta di Squall, ma perché non aveva il diritto di fiatare, visto la situazione in cui era. In fondo Cris gli aveva aperto il cuore, gli aveva parlato dei suoi sentimenti, molto esplicitamente e lui l’aveva rifiutata, umiliandola a quel modo; non avrebbe mai e poi mai potuto farle una scenata di gelosia, anche se credeva che avesse fatto molto presto a consolarsi, né pretendere che non avesse più alcuna relazione. Detestava ammetterlo, ma ci teneva a lei, fin troppo e proprio non riusciva a farsi una ragione di tutto ciò che gli era successo.

Come aveva potuto farsi incastrare in quel modo da Fujin!!

 

"Ne sei così innamorato da perdere il controllo fino a questo punto!" Si azzardò a dire la ragazza dai capelli grigi, assistendo alla scena quasi patetica che le si presentava davanti.

 

"Taci!" Le gridò senza smettere di camminare per la stanza.

 

"Non tollero questo tuo comportamento!! Sei un uomo adulto, per non dire quasi mio marito e non puoi permetterti di dare di matto solo per la gonna di una bambina, perché è solo una bambina e tu lo sai bene, anzi benissimo!!"

 

"Ti ho detto di tacere!!!" Le urlò ancora più forte.

 

"Cos'è ti brucia la verità.... Guarda in faccia la realtà, è stata con te e appena l' hai lasciata si è consolata con Squall.... è la vita, povero il mio Seifer!"

 

"Tappati quella boccaccia, non sai quello che stai dicendo!! Tu non sei degna nemmeno di nominarla!! E sai qual'è la novità?? Ti puoi scordare che io ti sposi!! Non lo voglio un matrimonio finto, non voglio essere costretto a passare i prossimi anni della mia vita con una come te!"

 

"Con una come me, però, che non può nemmeno nominare la tua santarellina, ci hai fatto un figlio!!!! Sei liberissimo di non sposarmi, ma ti assicuro che se ti vedo di nuovo con lei, sei tu quello che si scorderà qualcosa...tuo figlio..... Spero di essere stata sufficientemente chiara!!"

 

"Va al diavolo Fujin!!" E la mandò via dalla stanza.

 

Aveva fatto esattamente quello che sentiva di dover fare. Al bambino, poi, avrebbe pensato, probabilmente per il suo bene, avrebbe rinunciato a Cris, ma dover soffrire Fujin, proprio non voleva farlo. Non riusciva a sopportare l’idea di addormentarsi, svegliarsi, mangiare, insomma passare tutto il resto della sua vita con una donna che non amava, anzi che per come stavano andando le cose, presto avrebbe odiato. Non sarebbe stato giusto nemmeno nei confronti di quel bimbo che non aveva colpa di nulla.

 

Nel frattempo Squall e Cris erano arrivati dal preside che li aveva accolti con il massimo riguardo.

 

"Bentornati ragazzi, non pensavo di vedervi così presto, com'è andato il viaggio a Winhill?"

 

"A dir la verità abbiamo scoperto alcune novità...." Squall guardò la ragazza, invitandola a spiegare i fatti.

 

"Ditemi pure!"

 

"Preside abbiamo scoperto che c'è qualcosa di poco chiaro nel mio passato e nelle mie origini...."

 

"Non riesco a capire spiegatevi meglio..."

 

"Per farla breve, abbiamo trovato il certificato di nascita di Cris e risulta che sia nata a Deling City e che è figlia d’ignoti, mentre, da ciò che le ha raccontato la donna che credeva sua nonna, lei è vissuta nella convinzione di essere nata a Winhill..."

 

"Potrebbe essere stata adottata!"

 

"Lo escludo, non c'era alcun certificato di adozione ed in più lei ha sempre vissuto con sua nonna ed è risaputo, che non vengono mai affidati dei bambini a donne sole!"

 

"In effetti è alquanto strano, ma non mi sembra un mistero irrisolvibile!"

 

"In più, preside, Cris è entrata nel Garden quando era ancora piuttosto piccola e pare che ciò sia dovuto al fatto che sua nonna era stata minacciata da alcuni avventori provenienti proprio da Deling City...."

 

"Credo di aver capito.... Potreste dare un'occhiata nell'archivio del Garden...."

 

"No, caro, forse è il caso che me ne occupi io...." Edea era entrata silenziosamente nella stanza e aveva ascoltato tutta la discussione, osservando con attenzione Cris.

 

"Madre non credo che tu possa sapere...."

 

"No, Squall ti sbagli, non posso risolvere il mistero di questa ragazza, ma posso indirizzarla verso la giusta via!"

 

Edea si sedette su una poltrona facendo segno ai ragazzi di accomodarsi, mentre il marito vigilava in piedi alle sue spalle, su di lei.

 

"Vedi Cris, sapevo che un giorno o l'altro avresti scoperto tutto..."

 

"Ma tutto cosa?? Io non ho scoperto proprio un bel niente, ho l'impressione di essere entrata in un misterioso labirinto e non ho la più pallida idea di come cercare l'uscita, figuriamoci raggiungerla!"

 

"Capisco il tuo smarrimento... Ma ho buoni motivi per dirti che la verità che cerchi si trova a Deling city!"

 

"E come fai ad esserne certa?"

 

"Io conobbi tua < nonna > molti anni fa, quando mi recai a Winhill per istituire un altro orfanotrofio, gestito da gente volenterosa, lei ne fu tanto entusiasta che decise di aiutarmi! Un giorno mi confidò che la neonata che portava sempre con sè non era davvero sua nipote, ma le era stata affidata in circostanze a me ancora sconosciute, ed era molto preoccupata perché alcuni uomini provenienti da Deling City erano arrivati nel paese cercando proprio la sua bambina! Negli anni successivi ci furono solo poche sporadiche visite di quegli individui, ma in seguito più tu crescevi, più quei loschi figuri ti cercavano. Tua nonna era talmente preoccupata che alla fine decise di affidarti a me, qui al Garden, dove nessuno ti avrebbe mai trovato."

 

"Mi hai chiarito alcuni dubbi, ma poi alla fine tutto ciò mi fa arrabbiare ancora di più..."

 

"Arrabbiare?"

 

"Si, Madre arrabbiare, semplicemente perché sapevi tutto, anzi sapevate tutto, però mi avete sempre tenuto all'oscuro... Non avevate pensato che la verità mi sarebbe caduta prima a poi come un macigno sulla testa??" Cris era davvero fuori di sé. Scoprire questo genere di verità, era già sconvolgente di suo, ma venire a sapere che la Madre, che le era stata vicina, dal suo arrivo nel Garden, la rendeva ancora più furiosa.

 

"Cris hai ragione ad essere arrabbiata per la situazione, ma noi volevamo solo proteggerti... non dicendoti nulla, evitavamo di farti soffrire, di farti pesare questo mistero e soprattutto volevamo nasconderti che ti stavano cercando...."

 

"Non è vero!!! Voi non avete pensato a me, avete pensato solo a voi e alla vostra tranquillità e ora io devo pagarne le conseguenze nel momento meno adatto!!!"  Disse Cris con gli occhi pieni di lacrime, correndo via nella sua stanza.

 

"Mi dispiace molto Madre, è che sta ancora troppo male per la storia con Seifer, in più questa faccenda la sta facendo uscire di senno!" Squall sentì il bisogno di giustificare la ragazza. In realtà non si era mai accorto della presenza dell’amica nel Garden, prima che Selphie gliela presentasse, né tanto meno aveva sospettato che tra lei e la Madre ci fosse un rapporto che andasse oltre la conoscenza e il rispetto reciproco. Forse erroneamente, aveva arrogato il diritto di un rapporto più intimo con lei, solo per lui e i suoi amici dell’orfanotrofio.

 

"Lo so, Squall, lo so! E’ per questo, che le dovete stare vicino, nessuno sa cosa troverà a Deling City!"

 

“Questo vuol dire che le nostre ricerche ripartono da lì?” Chiese Squall, intuendo che la Madre sapesse più di quanto volesse far intendere.

 

“Si, e sarebbe meglio se non aspettaste troppo!”

 

Continua…

 

 

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Capitolo 6
*** Sorelle ***


L’anello mancante di Dolcemaia

Sorelle

Capitolo 6

Cris era nella sua stanza immersa negli, ormai, soliti pensieri.

Dopo che era scappata dalla presidenza, Squall l’aveva informata che presto sarebbero partiti per Deling City, nel tentativo di capirci di più, ma era stata piuttosto scortese, accogliendolo con una freddezza che non meritava.

Era stato l’unico a starle vicino fino in fondo, a non abbandonarla mai, dall’inizio di questa sua avventura, persino Selphie trascinata dall’evolversi degli eventi si era un po’ fatta da parte.

Forse Cris, la giudicava così, semplicemente perché non le aveva dato ragione, perché le aveva detto di smetterla di piangersi addosso e muoversi da quella stanza, uscire, andare a respirare aria nuova e soprattutto arrivare a fondo della questione, ma non ne aveva voluto saperne.

Non sapeva che fare, si sentiva togliere il respiro tra quelle quattro mura, ma uscire poteva significare rivederlo, magari con lei, probabilmente anche in atteggiamenti equivoci. Continuava a vagare in quella stanza improvvisamente minuscola alla ricerca di non sapeva cosa, fino a che non si decise ad uscire. In fondo non avrebbe potuto nascondersi per sempre e se lo avesse visto, si sarebbe limitata a cambiare strada, niente di più.

Si sentiva così piccola e indifesa a camminare da sola, in quegli enormi corridoi, ora, tutto le sembrava diverso, come nuovo, ma non ne aveva una buona impressione, temeva che presto qualcos’altro di spiacevole sarebbe accaduto e non avrebbe potuto far altro che abbassare nuovamente il capo alle bizze del destino.

Senza nemmeno rendersene conto era arrivata in giardino e come temeva lui era lì, seduto su una panchina, con un’espressione non proprio raggiante, anzi non lo era per niente. Stava parlando con qualcuno, che evidentemente non gli aveva portato buone nuove.

Dal posto in cui Cris si trovava, non si riusciva a distinguere chi fosse l’interlocutore di Seifer, poiché un grosso cespuglio, impediva la visuale, ma appena avanzò di due passi, con stupore si accorse, che l’altra persona era Squall e avvicinandosi ancora, riuscì ad udire distintamente il suo nome… Stavano parlando di lei…

Presa dalla rabbia gli andò incontro, e non appena giunse lì davanti a loro, non fu più proferita parola.

"Allora che succede? Vi hanno tagliato la lingua? Cos’è vi disturba che senta cosa avete da dire sul mio conto?"

Seifer poggiò la schiena alla panchina. Era stranamente tranquillo, aveva la sua solita espressione da schiaffi, sembrava quasi si divertisse ad assistere a quella scena.

"Guarda che non stavamo parlando di te!" Provò a dirle il suo, ormai migliore amico, nel tentativo di tranquillizzarla. Aveva negli occhi una rabbia repressa, che un pò lo spaventava.

"Squall, pensavo mi ritenessi una persona intelligente!"

"D’accordo stavamo parlando di te… Credevo fosse giusto informarlo…" Si giustificò, ma era consapevole che non sarebbe servito a molto.

"Credevi male, anzi malissimo!! Vorrei sapere chi ti ha dato il diritto di spifferare tutto a chi ti pare!! Mi hai davvero deluso!"

"Cris smettila, non fare la bambina!! Tanto per iniziare io non sono tutti e poi sono stato io a chiedere informazioni a Squall!" Era il caso di parlare, in fondo non era giusto che il poverino si sorbisse tutte quelle paranoie, quando non era stata una sua iniziativa raccontare tutto.

In realtà, Seifer voleva sapere solo, se tra loro era successo qualcosa, ma poi Squall gli aveva raccontato tutto circa la voce e la famiglia di Cris, quanto ci fosse stata male e cosa avevano in mente di fare per risolvere la situazione. In realtà, lui più ascoltava, più si sentiva in colpa, per aver fatto pensieri maligni sul viaggio a Winhill, per non averle mentito sui suoi sentimenti, e soprattutto per non esserle stato vicino. Ormai era tardi, al suo posto c’era qualcun altro che l’aveva consolata, che aveva asciugato le sue lacrime, che le aveva offerto affetto incondizionato.

"Una bambina… ecco che sono per voi… sono solo una bambina!!Sapete che vi dico? Che preferisco restare una bambina, piuttosto che diventare come voi!!"

"Cris, Seifer non intendeva dire questo!"

"Lasciamo perdere, non ho più voglia di discutere! Sono stanca di combattere contro tutti voi, di dovermi difendere persino da quelli che ritenevo amici, vorrei potermi chiudere in una stanza e restare lì per sempre, ma non posso nemmeno più decidere della mia vita, quindi fate quello che credete più giusto!" E così dicendo si girò e andò via, camminando lentamente.

"Ora capisci, perché ti ho raccontato tutto?"

"Squall è ora che si rialzi da sola, non possiamo esserci sempre noi dietro di lei!! Deve imparare a cavarsela da sola!" Seifer era stato più duro, di quanto ci si aspettasse. Era chiaro che il suo intento non era farle del male, ma forse on aveva tutti i torti, non poteva avere sempre qualcuno che le offrisse una mano o anche solo un appoggio morale, non era una ragazza come le altre, non aveva una vita normale e doveva imparare ad accettarne le conseguenze.

"Non la penso come te, per esperienza personale, ti dico che un giorno non potrebbe esserci più e tu passeresti le notti in bianco, maledicendoti per non averle detto quanto la ami, quando ne avevi la possibilità!" Squall pensava alla sua esperienza con Rinoa, e sebbene credeva che Seifer sarebbe stata l'ultima persona a cui avrebbe dato un consiglio, in quella occasione gli era venuto spontaneo dirgli ciò che pensava.

"Punti di vista!"

"Comunque domani mattina andremo a Deling City, se ti va, vieni con noi!"

Il ragazzo si limitò a fare quell'invito molto pacato e informale, proprio perché sapeva che solo così, il suo interlocutore avrebbe preso in considerazione l'idea di accompagnarli.

Seifer, infatti, non rispose. Non sapeva cosa fosse meglio fare, se andare e stare al fianco di Cris in questo tentativo di scoprire la verità o restare al Garden per non provocare l'ira funesta di Fujin. Non si trattava di una scelta facile, tanto che proprio all'ultimo momento raggiunse i due, e partì con loro.

Cris ne fu piuttosto stupita, se stava partendo con loro, significava che il matrimonio era saltato o forse solo rimandato.... Fatto stava che qualcosa di strano c'era, ma per il momento le bastava che lui fosse lì, il resto era superfluo. Aveva deciso di seguire i consigli di Selphie e darsi una mossa, avrebbe combattuto per le cose che desiderava e Seifer era una di queste.

Non appena arrivarono a Deling, la ragazza insisté affinché si recassero direttamente al municipio per cominciare le ricerche, ma, una volta lì, non ebbero buone notizie, in quanto i dati che riguardavano il suo anno di nascita, non erano ancora stati messi su file, quindi era necessario consultare un enorme e polveroso archivio, in cui avrebbero potuto perdersi.

"Oddio, non finiremo mai!" Esclamò Cris, quando entrarono nella stanza piena di scartoffie, in cui l'impiegato del comune li aveva gentilmente introdotti.

Non che le dispiacesse l'idea di passare un bel pò di tempo, con le uniche due persone che in quel momento contavano di più per lei. Certo, sarebbe stato meglio se il luogo fosse stato più consono, ma magari tra una carta e l'altra avrebbe potuto scoprire di più circa le nozze e magari tra lei e Seifer sarebbe riscattata la scintilla, che a sua parere non si era mai spenta.

"In effetti credo che ci metteremo più del previsto..." Si lasciò scappare Squall, piuttosto demoralizzato. Odiava essere ad un passo dall'obbiettivo e scoprire che l'ultima tappa era più lunga e noiosa del previsto. Non era proprio il suo forte avere a che fare con fogli, fogliettini e incartamenti vari, aveva sempre preferito una vita più attiva, che lo aiutasse a meditare di meno.

"Continuando a lamentarci non concluderemo nulla, quindi armiamoci di pazienza e cominciamo!" Il ragazzo biondo, senza farsi apparentemente abbattere dalla mole di lavoro, si rimboccò le maniche e si sistemò vicino ad uno scatolone, cominciando a rovistare. Si era dimostrato meno ostile e antipatico del solito, anzi questa sua voglia di contribuire spiazzò ancora una volta nella stessa giornata i suoi due compagni d'avventura.

"Sentire parlare Seifer di pazienza è ancora più sconvolgente del pensiero di rovistare in tutte queste cartacce!" Si fece scappare Squall.

Cominciarono immediatamente a darsi da fare, considerando che gli scaffali erano davvero tanti e loro tre, ci avrebbero potuto mettere dei mesi prima di riuscire a trovare qualche risposta, supponendo che stessero cercando nella giusta direzione. Non si scambiarono che poche parole, ognuno era immerso nei propri pensieri, che in un modo o nell'altro gli rendeva meno gravoso quel compito. Ben presto arrivò sera, e non avendo ancora trovato nulla di utile che li spingesse a continuare, decisero, di rimandare all'indomani le ricerche, sistemarsi in un albergo e finalmente mangiare un boccone, affamati com'erano.

Una doccia bollente era proprio quello di cui Cris aveva bisogno, era come se il getto dell'acqua le stesse lavando via anche tutti i pensieri negativi. La presenza di Seifer l'aveva molto confusa e nonostante stesse facendo un grande sforzo per mostrarsi indifferente, dentro si sentiva in totale agitazione. Saperlo lì, a due passi, intento a sfogliare pagine su pagine per lei, per aiutarla, voleva dire pur qualcosa, altrimenti se ne sarebbe rimasto tranquillo al Garden con Fujin. E poi perché il matrimonio era saltato? Moriva dalla voglia di saperlo, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederlo, per fortuna che lì con loro, c'era Squall.

Le evitava di restare sola con lui e soprattutto le ricordava che il motivo per cui si trovavano a Deling era un altro...

All'ora di cena, la ragazza scese nella sala da pranzo, e ad un tavolo, piuttosto in disparte, con una bella vista su tutta la città, vide un pensieroso Seifer, seduto da solo! Non poteva tornare indietro, lui l'aveva già vista, non restava che vincere l'imbarazzo e aspettare il provvidenziale arrivo di Squall che, però, pensò bene di non farsi vivo. Non appena, infatti, Cris si sedette, un cameriere si accostò ai due e li informò gentilmente che < il comandante Leonheart, li pregava di scusarlo, ma non sarebbe sceso per la cena, poiché troppo stanco >

**< Squall questa me la paghi >**

I due ordinarono da mangiare, poi finsero di ascoltare il musicista che muoveva le sue dita sul pianoforte, come se stesse sfiorando della seta.

Il silenzio si protrasse finché non divenne imbarazzante.

"Sei diventata rossa come un pomodoro!" Le disse sorridendo. Forse non era 'approccio ideale, ma era nel suo stile fare questo genere di battutine

"Per quanto mi sento a disagio dovrei essere blu!" Cris stava pensando a Squall e a quanto stesse ridendo alle loro spalle, per la situazione in cui li aveva messi. Non aveva nemmeno lo stimolo giusto per alzare lo sguardo dal piatto, poi però ricordò i suoi buoni propositi, sul combattere per le cose a cui teneva e guardò fisso gli occhi profondi e dolci dell'uomo che le sedeva di fronte.

"Non c'è bisogno di essere a disagio, non sei mica con un estraneo!"

"Dipende.." Tutto il coraggio era andato a farsi benedire, si stava sciogliendo come un ghiacciolo al sole.

"Da cosa? Cos'è che fa di me un estraneo!" Erano riusciti a stabilire un dialogo, senza dover litigare o urlare. Stavano abbattendo una delle barriere, la più esterna, che li stava inesorabilmente dividendo e anche se non era poi un enorme passo in avanti, almeno era sintomo che qualcosa si stava muovendo, qualcosa a cui entrambi non volevano pensare.

"Mi sfuggono molte cose di te!" La frase alquanto maliziosa, incuriosì Seifer, che continuò questo gioco di significati sottointesi, che per loro era quasi quotidianità, prima che le loro vite fossero sconvolte dal succedersi degli eventi.

"Ed io che mi ritenevo un libro aperto! E' possibile sapere cosa ti sfugge?"

"Il motivo per cui sei qui, tanto per iniziare!"

"Avevo voglia di allontanarmi per un pò dal Garden e dare una mano ad un'amica..." Sapeva anche lui, di aver sbagliato parola. Non era esattamente < amica > che aveva in mente, ma non sapeva come definirla e involontariamente quelle lettere si erano combinate, uscendo dalla sua bocca, con un significato che nella mente non avevano.

**< Ah, adesso sono un'amica.... >

Prima che lei potesse aprire ancora bocca, la invitò a ballare.

Si trattava solo di un diversiva per dimenticare la gaffe di qualche secondo prima o voleva sul serio ballare con lei.

Cris sentì di nuovo il profumo della prima volta in cui avevano ballato insieme. Tutte le emozioni che l'avevano sconvolta tempo prima, adesso la stavano turbando nuovamente come se non fosse passato nemmeno un secondo, come se non fosse mai cambiato niente. Avvertì la sua stretta appena più forte e irritata ancora per averla definita solo < amica >, gli disse:

"Tratti le tue amiche così?"

Lui si limitò a stringerla ancora più forte, sorridendo, la musica di sottofondo era appena percepibile, la ragazza si sentiva come in un mondo parallelo. Finalmente dopo tanto tempo, si sentiva al sicuro, fra quelle braccia forti, in cui avrebbe passato tutta la sua vita, se solo gliel'avessero permesso. Le sembrava di volare, ballando con lui. Sentire il suo rassicurante respiro sulle spalle era ciò per cui, aveva passato intere notti in bianco, le era mancato incredibilmente, più la stringeva più le pesava la lontananza. Quando sentì che lui aveva affondato il suo viso nei suoi capelli non ebbe più dubbi.. loro non era finita e non sarebbe mai finita.

In quel momento la ragazza ebbe la consapevolezza che qualsiasi cosa fosse accaduta, l'uno sarebbe sempre appartenuto all'altra.. per sempre.

La musica finì ed entrambi tornarono al tavolo per terminare la cena. Entrambi avrebbero voluto che quel ballo durasse in eterno, che quel leggero dondolio dei loro corpi, in perfetta sincronia, gli impedisse di tornare alla realtà, ma i sogni non sempre si avverano.

"Perché il destino gioca così con noi?"

"Non lo so, non credo nel destino! Sarebbe troppo avvilente la prospettiva di una vita già decisa da qualcuno, preferisco vivere momento per momento e credo che debba farlo anche tu!"

Dopo poco, terminarono di cenare e si diressero entrambi nella propria stanza, scambiandosi solo un timido < buonanotte >.

Di concreto, oltre un ballo, non c'era stato altro, ma Cris sentiva una nuova energia scorrere nelle sue vene, sentiva di aver trovato la carica giusta per poter affrontare tutto con determinazione e coraggio.

Certo, non avrebbe dimenticato di fare la ramanzina a Squall per averli messi in quella situazione, ma sapeva che lo aveva fatto solo per il loro bene e comunque era innegabile che era stato proprio un favore.

Il giorno successivo, cominciarono presto le ricerche, più il tempo passava, più mucchi di documenti venivano definitivamente archiviati, con una crescente ansia di giungere alla verita.

"Cavolo!!"

"Seifer hai detto qualcosa?" Gli chiese Cris da dietro uno scatolone. Era poco distante da lui e non aveva percepito che il suono indistinto della sua voce.

"In effetti, dicevo che avrei volentieri bevuto qualcosa di fresco... ti dispiacerebbe andare al bar di fronte, io devo ancora finire di sfogliare questo plico e so già che se interrompo, poi sarò costretto a ricominciare tutto da capo!"

"Ok, non mi farà male sgranchirmi un pò le gambe! Torno subito, promesso!"

Non appena, la ragazza chiuse la porta, Squall non riuscì a trattenere un'espressione contrariata. Non era molto professionale, bloccare una ricerca così importante, per un desiderio. Avevano dell'acqua con loro, non sarebbero certo morti di sete.

"Squall togliti quell'espressione idiota dalla faccia e vieni a vedere che ho trovato..."

Gli mostrò il foglio che aveva in mano. Il ragazzo divenne paonazzo, non riuscì più ad emettere suono. Doveva esserci scritto qualcosa di davvero importante per sconvolgerlo così tanto. Passò un minuto in cui entrambi non proferirono parola. Si udirono, poco dopo, dei passi sempre più vicini, poi la porta i aprì e comparve una Cris con il fiatone e delle bottiglie colorate in mano.

"Avete visto? Ho fatto prestissimo! Per fortuna che quel cascamorto del barista, mi ha fatto saltare la fila... Ma che sono quelle facce, sembra abbiate visto un fantasma!!"

La ragazza posò le bottiglie da qualche parte, senza nemmeno porre attenzione dove, attirata dal foglio ingiallito e spiegazzato, che Squall reggeva tra le mani. Gli si avvicinò, sicura che si trattasse del famoso certificato di nascita, ma lui tempestivamente, le impedì di prenderlo, nascondendolo nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.

"Squall fammi vedere!!"

"Non è quello che pensi! Credo che dovremmo andare a parlare con Caraway, forse lui ne sa qualcosa!"

"Caraway? Il presidente di Deling City? Ma non è il padre di Rinoa?"

Uscì dalla stanza, senza nemmeno preoccuparsi di rispondere alla domanda.

"Squall... ma aspetta!! Seifer che diavolo gli è preso?!"

"Non sai che darei per saperlo!"

E gli corsero dietro.

Cris camminava dietro i due, non sapeva dove stessero andando, nè perché Squall avesse così repentinamente cambiato umore, cosa c'era di così sconvolgente in quel foglio? E se fosse stato davvero il certificato che cercavano? Non poteva esserlo, lui non le aveva mai mentito, perché avrebbe dovuto cominciare in quel momento?

Non riusciva proprio a capire, e poi che c'entrava Caraway? Poteva forse avere qualche collegamento con gli uomini che l'avevano cercata? Mah...

Nel frattempo Seifer stava tentando di mantenere il passo di Squall per cogliere il giusto momento per parlargli, il quale non si fece attendere molto, visto che Cris, immersa nelle sue meditazioni, non riusciva, nè tentava di tenere il passo dei due, distanziandoli di qualche metro, giusto il necessario per non udirli parlare.

"Perché non gliel'hai detto?

"Perché prima vorrei capirci qualcosa!"

"Squall è la sua vita, non la tua!! E comunque cos'hai intenzione di fare, ora?"

Il ragazzo non rispose, erano arrivati davanti la residenza presidenziale. Cris si sentiva un pò spaesata, non era mai stata a Deling e aveva perso un pò l'orientamento, tutte le case le sembravano così simili, da sembrare un labirinto, ma soprattutto era preoccupata per l'atteggiamento inatteso del suo migliore amico. Troppo strano, per essere normale.

Imboccarono il vialetto e una volta entrati nella residenza, con l'aiuto una guardia, che evidentemente conosceva il comandante Leonheart, il ragazzo disse ai due di aspettare nell'ingresso, mentre lui parlava con Caraway e soprattutto affidò, cosa inattesa, Cris a Seifer, dopodiché sparì dietro una porta.

Squall non sapeva se ciò che sospettava, avesse una base di verità, ma era ben determinato ad arrivare al fondo della questione.

Entrò nell'ormai familiare studio del presidente, apparentemente vuoto e si fermò per un attimo vicino la finestra.

Tutta la sua determinazione era svanita, lasciando posto ad un espressione malinconica e sconsolata.

"Finalmente... non sai da quanto vi aspettavo!" Una voce, estremamente dolce proveniva dalle sue spalle, ma ciò non lo colse di sorpresa, impassibile continuò a guardare fuori dalla finestra. Forse era quello il motivo per cui si era diretto con tanta fermezza lì.

"Sapevo che ti avrei trovato qui!"

"Mi sei mancato tanto!"

"...."

"Questo è tutto ciò che hai da dirmi?"

"Cosa vuoi che ti dica? Che non capisco il motivo per cui hai architettato tutto ciò?"

"Hai ragione ad essere arrabbiato con me, ma era necessario!! Cris doveva arrivare alla verità pian piano, non potevo rivelarle tutto, non avrebbe sopportato tutto assieme!!"

"Ma perché tenere all'oscuro di tutto anche me?"

"Perché solo tu potevi aiutarla a superare tutto ciò! Se l'avessi saputo, non ti saresti comportato come hai fatto!"

"Però a tutto il dolore, che mi hai inflitto, non hai pensato?? Ero preoccupato per te, temevo in chissà che luogo fossi finita e invece eri qui... Non ti sei mai spostata di qui... Che stupido, dovevo capirlo subito!! Eri tu che la proteggevi, eri la famosa < voce >...."

"Insomma basta.... Seifer devo entrare!!!!"

SBANGG!!!

La porta fu quasi buttata giù da Cris, mentre il povero Seifer tentava di tenerla buona. Ma sapeva bene che non ci sarebbe riuscito, una ragazza arrabbiata era molto più pericolosa di qualsiasi mostro...

"Rinoa!!! Che ci fai qui? ... Scusa questa è casa tua.... è che... ti credevo altrove!!" Disse Cris entrando. La ragazza le accennò un sorriso.

"Squall dammi immediatamente quel benedetto foglio, prima che ti faccia a fette con il tuo stesso Gunblade e sai che sono capace di farlo!!"

La scena poteva sembrare comica, ma ciò solo perché Cris non sapeva ancora nulla, infatti Squall riuscì a gesti a far capire a Rinoa, che lei non sapeva nulla, mentre questa era intenta a tirare fuori dalla sua tasca posteriore il pezzo di carta della discordia.

"Decisamente uguali!" Esclamò Seifer, accennando un saluto con il capo a Rinoa.

Cris lo guardò perplessa, ma non diede peso alle sue parole, la sua attenzione in quel momento era focalizzata sul foglio che aveva finalmente in mano. Lo aprì e cominciò a leggerlo. Ad un certo punto, si lasciò cadere sul divano alle sue spalle, guardando sbigottita i tre davanti a lei.

"Crystal Heartilly Caraway nata a Deling City, figlia di Vincent Caraway e Julia Heartilly... Mi state prendendo in giro, vero?" Si azzardò a dire sventolando il foglio con un'espressione che andava oltre il semplice stupore.

"No, Cris aspetta..." Le disse Rinoa, sedendosi al suo fianco e prendendole le mani.

"Aspettare cosa?" La stava guardando dritto negli occhi. Era sua sorella...

Quand'era bambina, aveva sognato tante volte di avere una sorella con cui parlare, con cui affrontare tutto, ma quella ragazza per lei era poco più di un'estranea.

Cosa le dava il diritto di dirle cosa fare.... Lei che ne sapeva della sua vita, di quello che aveva passato? Era sempre vissuta fra gli allori, forse senza la presenza di una madre, ma quella di un padre sì e si era pure permessa di tradirlo, per dei motivi giusti o sbagliati che fossero, che non avevano prerogativa in un rapporto genitore- figlia! Lei invece cosa aveva avuto? Una nonna che adorava, ma mai una foto, un ricordo o qualsiasi altra cosa che potesse darle l'idea di un genitore! Era troppo arrabbiata per poter riuscire ad esprimere un pensiero coerente.

"La verità... non voglio altro! Deciderai tu, poi cosa fare!"

Cris non si oppose, ormai che aveva da perdere, forse sarebbe riuscita a capire il motivo per cui le era stato negato l'affetto di una famiglia, la figura di una madre e una vita normale, come tutte le altre bambine.

Julia, sua madre, dopo pochissimi anni dalla nascita di Rinoa rimase nuovamente incinta, purtroppo, però, era molto malata. I medici erano totalmente contrari a questa gravidanza, poiché c'erano molte possibilità che sia lei, che il bambino non sopravvivessero, ma con ostinazione decise di andare avanti. Suo marito, più volte la minacciò, troppo spaventato all'idea di perdere la sua adorata moglie, tanto che Julia decise di partorire altrove. Preoccupata per le sorti della vita che portava in grembo, in caso lei non ce l'avesse fatta, dispose che una sua cameriera, portasse il bambino a Winhill da un certo Laguna e glielo affidasse, consegnandogli una lettera da parte sua, senza far sapere nulla ad anima viva.

Rinoa era ancora molto piccola per ricordare il particolare della gravidanza, infatti si limitarono a giustificarle la scomparsa della madre con una malattia.

Julia non riuscì a sopravvivere, ma ebbe la gioia di vedere, almeno una volta, la sua bambina, che chiamò Crystal. Quando la cameriera giunse a Winhill non vi trovò nessuno, Laguna era ad Estar e Raine era morta, già da qualche tempo, e stupidamente abbandonò Cris davanti la porta della donna, che poi l'adottò... sua nonna.

Caraway impazzì dal dolore per la perdita della sua Julia, fece cercare la bambina in lungo e in largo, apparentemente per soddisfare la sua vendetta personale, ma in realtà, voleva davvero trovarla, perché la riteneva l'ultimo dono del suo amore e soprattutto era pur sempre sua figlia, quindi non avrebbe mai potuto farle del male, ma, nonostante seppe che si trovava, presumibilmente, a Winhill, non ne ebbe mai notizia.

Rinoa non ne seppe mai nulla, fin a quando non ricevette i poteri da Artemisia, la cui scelta non era stata casuale, ma ben ponderata. Julia, infatti, proveniva da un'antica famiglia di streghe buone, di scarso potere, ma pur sempre streghe e quindi entrambe le sue figlie avevano ereditato questo patrimonio magico. Quando Rinoa ebbe il potere di guardare nel passato, nel tentativo di rivedere sua madre scoprì la verità su sua sorella e cercandola, si rese conto con sorpresa che viveva nello stesso Garden che, ormai, era diventato la sua casa.

Si trattava, comunque, di una verità troppo pesante per essere rivelata tutta in una volta, perciò decise di darle modo di conoscerla da sola, con l'aiuto di Squall e il suo nei casi più estremi.

Il resto, Cris l'aveva scoperto da sola.

Rinoa, inoltre, le mostrò un pendente a forma di cuore, uguale a quello che aveva trovato a Winhill e portava al collo. Entrambi si potevano aprire e in ognuno Julia aveva fatto incidere la parola < my love > e aveva messo una sua piccola foto.

Cris non riuscì a trattenere una lacrima che bagnò la mano della sorella. Rinoa non poté non abbracciarla e sebbene timidamente, il suo gesto d'affetto fu ricambiato.

Erano state sempre così lontane eppure in quel momento sentivano che l'una conosceva l'altra come nessun altro. Non sarebbe stato facile recuperare un rapporto fraterno mai avuto, ma sapevano che qualcuno aveva fatto in modo che s'incontrassero e sempre quel qualcuno le avrebbe aiutate a diventare due vere sorelle.

"Quindi l'aura rossa e la voce, eri tu?" Cris le domandò, ancora un pò titubante.

"La voce sì, l'aura rossa no, o meglio, non ero solo io! Erano i miei poter più i tuoi!"

"Oddio, adesso, ho pure dei poteri... Sono davvero confusa!"

"Sarebbe strano se non fosse così! Ma, ora, capisci perché ho voluto che scoprissi almeno una parte di questa storia da sola?"

"A dir la verità, in questo momento, non capisco molto, ma credo che ci sia qualcun altro che abbia bisogno di altre spiegazioni!" Rispose a Rinoa, riferendosi a Squall.

Il ragazzo, non era arrabbiato, forse nemmeno deluso, certo gli aveva fatto molto male, che lei gli avesse mentito, soprattutto, perché non si era fidata di lui, ma non aveva tutti i torti. Se avesse saputo la verità, se lei non fosse andata via, non si sarebbe mai avvicinato a Cris come aveva fatto, forse l'avrebbe aiutata, ma non con lo stesso coinvolgimento.

Alla fine sapeva, già, che si sarebbero chiariti, Rinoa era una delle poche persone a cui non sarebbe mai riuscito a dire di no.

"Sai, non devi avercela con papà, quando ho dato una sbirciatina al passato, ho visto quanto ha offerto, prima per la perdita della mamma, poi per la tua ed infine per la mia! Era come se l'amasse con disperazione e più l'amava, più tentava di andare avanti, più lei gli sfuggiva..."

"Non mi è difficile immaginarlo... so che vuol dire..." E abbassò lo sguardo. Non aveva il coraggio, nè la forza di guardare Seifer in quel momento, ma era evidente che tutti avessero capito a chi si riferisse.

"Te la senti di incontrarlo? Lui sa solo che ti stavo cercando... nulla di più...."

"Non ero pronta a tutto questo, eppure ce l' ho fatta lo stesso, sopporterò anche questo!"

Le due ragazze si alzarono e sparirono dietro una porta lasciando, Seifer e Squall da soli.

Entrambi si stavano domandando di come avessero potuto mai ignorare quella somiglianza così lampante tra le due sorelle. Sebbene fisicamente non fossero identiche, i loro atteggiamenti era perfettamente identici.

Finalmente i pezzi del puzzle erano andati quasi tutti al loro posto, Squall aveva ritrovato Rinoa, Cris era giunta alla verità e ad una vera famiglia, mentre Seifer... Si sentiva strano, era contento che la ragazza, che amava, avesse risolto i problemi che l'affliggevano e soprattutto sapere che, da quel momento in poi, sarebbe stata sotto la tutela di Rinoa gli era di conforto, ma la fine di quell'avventura significava anche tornare al Garden, ai suoi doveri e da Fujin che gli sarebbe stata col fiato sul collo.

Continua...

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Capitolo 7
*** L'anello mancante ***


L’anello mancante di Dolcemaia

L’anello mancante

 

Note dell’autrice: Finalmente l’attimo di follia che mi ha portato alla stesura di questa fic è giunto al termine, onestamente non so se vi sia piaciuta, spero di sì, ma in caso contrario, mi dispiace di aver tediato dei poveri lettori alla ricerca di una bella fic, io m’impegno e c’era un detto che diceva che “il pensiero è quello che conta”… Vabbè non vado oltre con i miei pensieri altamente filosofici!

Buona lettura!

^_^

 

Capitolo 7

 

La sala principale del Garden era ben addobbata e piena di gente.

Per il ritorno di Rinoa e il riavvicinamento delle due sorelle, il preside aveva concesso ai ragazzi di organizzare una grande festa, per il cui allestimento Selphie aveva dato il meglio di sè.

Era davvero tutto perfetto, i fiori preferiti delle due sorelle, ornavano ogni tavolo, il gruppo di musicisti che stava suonando era ben assortito e il cibo era abbondante. Avevano fatto proprio le cose in grande stile.

Tutti sembravano davvero divertirsi tanto, era presente anche il colonnello Caraway, il quale approfittava di ogni occasione per passare del tempo con la sua ritrovata figlia minore, chiaramente era un po’ in disparte con il preside Cid ed Edea, ma era contento di poter osservare come le sue ragazze fossero felici insieme.

 

L’evento aveva provocato una certa ilarità anche nel gruppo di eroi che aveva sconfitto Artemisia. Sembravano felici, in più da quando Squall e Rinoa avevano chiarito ogni dubbi ed era tornati più innamorati di prima, non c’erano più motivi di tensione che li trattenessero dal ridere e divertirsi come i vecchi tempi.

 

In realtà, Cris non si sentiva molto di compagnia, ma non voleva rovinare il divertimento agli altri, perciò si sforzò di sorridere, anche se nei suoi occhi era evidente un velo di tristezza che, sua sorella, Rinoa sapeva bene a cosa fosse dovuto.

Da quando la ragazza aveva scoperto la verità sulle sue origini e la sua famiglia, le due avevano avuto modo di passare molto tempo assieme, ed inevitabilmente era saltato fuori l’argomento Seifer. Rinoa riusciva a capire i sentimenti di Cris, sebbene questa non avesse molta voglia di esternarli, perché troppo dolorosi. La ricerca della sua famiglia l’aveva distolta dal pensare continuamente a lui, ma dopo aver passato quella stupenda, a suo dire, serata a Deling City, i ricordi di quello che era stato e che avrebbe potuto essere avevano ripreso a martellarla giorno e notte, togliendole l’espressione allegra e il dolce sorriso che l’aveva contraddistinta sempre.

 

Rinoa osservava spesso preoccupata la sorella, aveva sviluppato verso di lei, un senso materno, forse perché in un certo qual modo si sentiva responsabile per lei e voleva evitarle ogni dolore, ma sapeva che in quel momento lei non poteva fare niente, avrebbe dovuto sbrogliarsela da sola.

 

Cris era poggiata su un muro, fingendo di ascoltare il solito litigio scherzoso tra Irvine e Zell, ma in realtà scrutava con attenzione ogni angolo della sala nel disperato tentativo di vedere qualcuno che sembrava non arrivare mai, non che fosse certa della sua presenza.

 

Ed ora eccolo lì, l'oggetto del suo desiderio. Anche lui si stava guardando attorno, come un animale in gabbia alla ricerca di qualcosa di familiare che lo tranquillizzasse.

Seifer sembrava quasi spaventato all'idea di essere solo in quella bolgia di gente, ma in realtà il suo sguardo sfiorando la sagoma di ogni persona presente, stava cercando un profilo a lui molto familiare...

Da quando si erano salutati quel famoso giorno a Deling City, all’ingresso della residenza di Caraway, con quella guardia che impedì loro di dire altro, oltre le solite frasi di circostanza, non l'aveva più sentito; le sembrava piuttosto dimagrito forse anche contrariato in quel momento, ma ciò lo rendeva ancora più bello e affascinante ai suoi occhi.

 

Doveva parlargli, prima che fosse troppo tardi.

 

Cris si allontanò dagli altri, andando incontro a lui molto lentamente. Lui la notò subito, era senza dubbio la più bella creatura che avesse mai visto, e quel suo incedere lento, avvolta in quell'abitino azzurro pastello, le davano l'aspetto di un Angelo.

 

"Ciao.... " Gli disse sorridendo come meglio poteva, considerando che sentiva un macigno dentro che l'opprimeva e le impediva di essere per lo meno serena.In più lui era talmente bello, che quasi le toglieva il fiato.

 

"Vedo che te la cavi bene..." Le rispose osservandola da capo a piedi, con ironia.

Dopo averla messa in imbarazzo con quell’insistente sguardo, gli chiese di seguirla in un posto un po’ meno frequentato, perché doveva parlargli di una cosa piuttosto importante.

Seifer si limitò a seguirla, senza aggiungere parola in merito all’argomento. In realtà non voleva altro che stare un po’ solo con lei, ma temeva ciò che potesse dirgli. Ascoltarla ancora una volta mentre gli diceva di amarlo, l'avrebbe distrutto, consapevole di non poter più riuscire a respingerla.

Arrivarono nel giardino, del tutto deserto, e si sedettero sul bordo di una grande fontana.

 

"Non volevo lo sapessi da altri, preferivo dirtelo io..."

 

"Cosa?”

 

"Potrei girare attorno al discorso per ore, quindi preferisco essere diretta... Vado via... Mio padre mi ha proposto di andare con lui in Europa, per recuperare gli anni passati... Rinoa è d'accordo e non avendo altri motivi per restare qui, ho deciso di partire subito dopo la festa..."

 

Calò un silenzio tombale in cui entrambi, sembravano persi. Cris si aspettava che dicesse qualcosa, non che sperasse di vederlo implorarla di non partire, ma almeno un parola, un gesto… niente. Lui, d’altro canto, combatteva per trattenersi dal chiuderla in una stanza e tenerla lì tutta per sé, per sempre, ma sapeva che lei meritava il meglio e lui con tutte le complicazione di Fujin e il bambino certo non le avrebbe potuto garantire nulla.

 

"Credo sia un'ottima idea..."

 

Questo fu tutto ciò che le disse. Cris sentì una piccola fitta nello stomaco, ma finse una serenità quasi irreale, sapeva che tra loro c'era qualcosa che nessuna distanza o altra persona avrebbe mai potuto cancellare, ma sperava che la lontananza potesse, almeno, lenire il dolore che quella forzata indifferenza le causava.

Lui credeva che da un'altra parte del mondo, lei avrebbe potuto rifarsi una vita, innamorarsi ancora e stavolta della persona giusta e gli sarebbe bastato saperla felice, da qualche parte, anche se accanto ad un altro.

 

"Potrei chiederti un ultimo favore?" Gli chiese, titubante la ragazza.

 

"Certo"

 

"Mi daresti un bacio? L'ultimo prometto!"

 

La sincerità e la dolcezza con cui l'aveva chiesto, impedirono al ragazzo biondo di rifiutarsi dal farlo.

Fu un bacio così intenso da non lasciare a nessuno dei due la possibilità di aggiungere anche una sola parola. Seifer perse ogni traccia di freddezza e si lasciò andare come poche volte si era permesso di fare nella vita. Probabilmente, era l’ultima volta che l’avrebbe avuta tra le braccia e la gioia di stringerla, in quel momento, era mista alla disperazione del perderla. Finalmente il cavaliere della strega cattiva, stava provando l’amore, quello vero, quello che ti fa abbandonare ogni difesa, che ti rende così perso dell’altra, che la vita non ha più senso senza essa.

 

In quel preciso istante, tutto era possibile per loro, in fondo andare via assieme, era una possibilità non così assurda, lontano da tutto e tutti avrebbero potuto ricominciare una vita, che non sarebbe certo stata facile, ma gli avrebbe permesso di amarsi liberamente, senza temere conseguenze, sfuriate di esterni o problemi di altro tipo. Avrebbero potuto spaccare il mondo insieme, avrebbero sfrontato qualsiasi cosa, il loro amore avrebbe dato loro tutto ciò di cui avevano bisogno.

Questo pensiero balenò nella testa di entrambi appena le loro labbra di erano sfiorate e più passavano i minuti, più si consolidava nei loro progetti, ma all'improvviso dal nulla sbucò Fujin che come una furia si avventò contro la ragazza, con tutta la rabbia che aveva, colpendola in ogni modo possibile ed immaginabile.

Dopo qualche secondo di violenta colluttazione, la ragazza dai capelli grigi fu scaraventata brutalmente contro un muro, dall’aura rossa che, senza che Cris avesse avuto ancora modo e tempo di capire cosa stesse accadendo, la stava proteggendo dall’attacco.

 

Rinoa percepì immediatamente l’aura e corse dalla sorella, trascinando inevitabilmente gli altri, incuriositi dal suo comportamento. Appena arrivarono in giardino, videro Fujin per terra svenuta con Seifer che tentava di soccorrerla, e dall’altra parte Cris, ferita superficialmente, per terra, talmente sconvolta dall’accaduto, da non riuscire a fare altro che piangere.

 

“Che diavolo è successo??” Urlò Squall a Seifer, mentre seguiva Rinoa correre da Cris.

 

“Rinoa… io non so che è successo… Mi è venuta addosso… mi stava picchiando e prima di capire chi fosse, che volesse e perché, l’ ho vista volare contro il muro e mi sono accorta dell’aura rossa… io non l’ ho fatto di proposito… Mi dispiace!!” E abbracciò forte la sorella.

 

“Non preoccuparti non è colpa tua, dai non piangere, Cris!!”

 

Nel frattempo gli altri, preoccupati come Seifer, per la sorte del bambino portarono Fujin in infermeria.

In realtà la botta non era stata affatto forte, probabilmente la rabbia aveva causato nella ragazza un tale accumulo di adrenalina, che nell’urto era collassata anche se superficialmente. Per quanto riguardava il bambino, di cui la Kodowaky, non sapeva ancora nulla, avrebbero dovuto attendere l’esito delle ecografie.

Cris si sentiva profondamente in colpa, avrebbe voluto sparire nell’esatto momento in cui aveva capito che si trattava di Fujin. Se avesse fatto del male al bambino non se lo sarebbe mai potuto perdonare, in più chissà cosa stava pensando di lei Seifer…

 

Dopo essere stata medicata, la ragazza decise di evitare chiunque, non le andava di parlare con i suoi amici, che erano troppo di parte per permetterle di colpevolizzarsi per qualcosa che, anche se involontariamente, aveva fatto, perciò si rifugiò sul famoso balcone dove, fortunatamente, non c’era nessuno.

In modo incauto e anche poco femminile, si sedette sul cornicione. Non sapeva perché lo aveva fatto, non era un gesto fatto per proclamare la sua trasgressione, ma solo un modo per sentire sotto di sé il nulla assoluto…

Era stano sentirsi così in bilico… Aveva tante volte rischiato la vita in qualche combattimento, era cambiata così tanto, aveva conosciuto dei veri amici, aveva trovato una sorella e un padre, ma mai come in quel momento era stata così sola. Forse era giunto il momento di fare un bilancio della sua vita e in quel momento non le sembrava affatto positivo.

Aveva messo in pericolo due esseri umani, che sebbene le stessero rovinando la vita, avevano il diritto di esistere sulla terra e soprattutto uno di queste era ancora così innocente e puro…

 

“Potresti cadere da lì…” Era Squall. Cris non riusciva a capire come avesse fatto a vederla, credeva che nessuno l’avesse notata e comunque da quando era tornata Rinoa, non avevano più avuto modo di parlare come erano soliti fare un tempo.

 

“Non è nei miei programmi farmi un giro nell’aldilà, non preoccuparti… Avevo solo bisogno di staccare la spina…” Gli disse guardando verso il basso con una certa malinconia.

 

“Ti fa male?” Le chiese riferendosi al suo polso fasciato. Lei scrollò le spalle, come per dirgli che il dolore che le provocava quella contusione era nulla rispetto a quello che provava dentro.

 

“E’ così frustrante stare con noi?” Le disse poggiandosi, anche lui, al balcone con le braccia sul cornicione dove lei era seduta.

 

“Abbastanza… Sentirmi dire che non è stata colpa mia, che è stata lei ad essere incauta e fingere che sia proprio così… no, non è per me!”

 

“Ma nessuno ti chiede di essere quella che non sei! In questi mesi abbiamo imparato a conoscerti e fidati di me, se ti dico che in quella sala quelli che ti sono veramente amici, sanno benissimo come stai e cosa senti, quindi non c’è bisogno che fingi per farci contenti…”

 

“Squall io ho fatto fare un volo incredibile, terminato con un tonfo con un uro ad una donna incinta… non posso perdonarmelo!! Che voi continuiate a dirmi che non è colpa mia, non mi aiuta affatto!! Dovrei saper controllare i miei poteri per evitare questi incidenti… Forse la verità è che il mio inconscio voleva che Fujin provasse lo stesso dolore che provo io… Mi vergogno solo a pensarlo…” Una lacrima rigò il suo volto.

 

“Ma Fujin adesso sta bene e poi non sei capace di fare male nemmeno ad una mosca , quando non sei in missione…”

 

“Appunto credo che questa fosse la mia missione, che si è conclusa male!”

 

“Smettila non sopporto di sentirti parlare così e comunque lei ora sta bene e la dottoressa dice che se il bambino stesse male o peggio se ne sarebbe già accorta!!”

 

“Comunque non si verificherà più, nulla di simile perché parto con papà…”

 

“Allora hai deciso… Rinoa mi aveva accennato all’eventualità, ma non credevo che l’avresti fatto sul serio… Pensavo che saresti rimasta se non per tutti noi, almeno per lui!”

 

“Quando è successo tutto, gliel’avevo appena detto, non ne ero ancora certa, anzi diciamo che per qualche minuto avevo abbandonato ogni tipo di capacità intellettiva, ma ora so che è la cosa migliore che possa fare…” E dicendo ciò scese dal cornicione e rimase ferma in piedi davanti all’amico.

 

Squall in uno slancio d’affetto l’abbracciò forte. Sentiva di voler bene a quella ragazza, l’aveva scoperto prima ancora di sapere che fosse la sorella della ragazza che amava, e il pensiero che partisse con quel macigno sul cuore, gli faceva ricordare quello che era stata la sua vita prima di Rinoa e avrebbe voluto impedirle di fare il suo stesso errore, ma non poteva fare altro per lei, doveva decidere da sola.

 

Un’auto nera era parcheggiata davanti al Garden. Caraway e Cris stavano salutando tutti prima di andare via. Selphie piangeva, non stava perdendo solo la sua coinquilina, ma la sua migliore amica, anche se era tornata Rinoa, nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto.

 

Si erano promesse valanghe di lettere e telefonate, ma nulla sarebbe stato come prima. Era piuttosto triste, forse più della prima partenza di Rinoa. Allora lei aveva promesso che sarebbe tornata prima o poi, mentre Cris stava andando via, consapevole che una volta partita non sarebbe mai tornata indietro, quindi era proprio l’ultima volta che li vedeva tutti assieme e anche se non voleva che fossero tristi, li adorava perché erano così spontanei e umili nonostante le loro gesta… Ne avrebbe tanto sentito la mancanza…

Primo fra tutti Squall… quanto le sarebbe mancato scorbutico e allo stesso tempo dolce, proprio il fratello maggiore che aveva sempre voluto.

Chiaramente sua sorella, restava sempre tale, e con l’uso della magia, avrebbero potuto comunicare e addirittura vedersi ogni volta che volevano, ma Squall e Selphie e via via tutti gli altri gli sarebbero mancati da morire.

 

Seifer era nell’infermeria, affacciato alla finestra ad assistere alla scena. Avrebbe tanto voluto impedire che partisse, ma non poteva fare altro che restare lì impotente e vederla andare via, lontano da lui.

Non provava rancore per l’accaduto, anzi l’amava ancora di più, perché le era sembrata così fragile e così spaurita, come non l’aveva mai vista, e poi non era stata davvero colpa sua, non sarebbe mai stata capace di far del male a Fujin volontariamente anche solo per autodifesa.

 

Alle sue spalle comparve la Kodowaky, che non poté, non notare gli occhi lucidi del ragazzo, appena si voltò verso di lei.

 

“Allora, dottoressa, come sta il bambino?”

 

“Seifer se tu avessi voluto davvero questo bambino, non credo che l’avresti fatto con Fujin…”

 

“Non capisco, cosa vuole dirmi?”

 

“Che non staresti così male per la partenza di Cris, se davvero si trattasse di una tua scelta quella di fare da padre a questo bambino…”

 

“A volte non siamo noi a scegliere il nostro futuro, ma uno strano destino che si burla di noi!”

 

“Ma tu non eri quello che non credeva al destino?”

 

“Infatti, ma arrivati a questo punto, posso affermare con certezza che se fosse dipeso da me, non sarei qui, ma all’entrata del Garden o forse addirittura sarei in giro per negozi ad annoiarmi mentre la donna che amo davvero prova tutti i vestiti della città!”

 

“Allora vai… E scrivi il tuo destino!”

 

“Non posso, non voglio che quel bambino viva senza una famiglia, senza n padre come è successo a me!”

 

“Seifer, non c’è nessun bambino, Fujin ti ha mentito per tutto questo tempo! A suo dire, voi siete fatti per stare insieme e nessuna avrebbe dovuto o potuto intralciare la vostra vita assieme!!”

 

“Non posso crederci, lei mi sta mentendo!!”

 

“Ti pare che possa mentirti su un argomento simile? Ti conviene darti una mossa o sarà troppo tardi, stanno già salendo in macchina!!”

 

“Vado… e grazie!!” Le urlò quando era già fuori dalla stanza.

 

“Corri, Seifer, corri e scrivi il tuo destino!”

 

Seifer si scapicollò per le scale. Il suo futuro dipendeva dalla velocità delle sue gambe, ma il suo cuore sembrava se è possibile andare ancora più in fretta, avrebbe potuto uscirgli dal petto tanto era agitato. Se solo l’avesse raggiunta in tempo avrebbero potuto ricominciare tutto daccapo come volevano e anche se lei fosse partita, l’avrebbe seguita fino in capo al mondo. Avrebbe fatto l possibile e l’impossibile per starle accanto ora che non aveva più alcun vincolo.

 

La macchina si stava già movendo e Cris con gli occhi pieni di lacrime e malinconia stava in ginocchio sul sedile posteriore, salutando con la mano i suoi amici, in cerca di una vaga consolazione nel rivedere, per lo meno loro, un’ultima volta, ma all’improvviso vide Seifer correre disperatamente dietro l’auto, urlandole di fermarla.

 

Non se lo fece ripetere due volte, aprì la portiera e si buttò letteralmente fuori da essa. Per la moderata velocità, non si fece troppo male, un ginocchi sbucciato era nulla in confronto al desiderio di riabbracciare il suo amore ed infatti si rialzò da terra e gli corse incontro. Quando finalmente furono a pochissimi metri l’uno dall’altro, si lasciò cadere tra le sue braccia. Seifer la strinse più forte che poteva, badando bene a non farle troppo male e rimasero così per qualche secondo, fino a quando il fischio delle ruote dell’auto in retromarcia e l’arrivo degli altri non li destò.

 

“Cris ma sei totalmente impazzita? Volevi farti male sul serio uscendo così sconsideratamente dall’auto?” Disse il colonnello Caraway rivolto alla figlia.

 

“Papà mi dispiace…” Disse la ragazza imbarazzata.

 

“La scusi colonnello, è stata tutta colpa mia!!”

 

“Non è certo una giustificazione,!” Rispose piuttosto duramente.

 

“Dai papà, non essere così duro con lei!! E’ stato un gesto impulsivo, non certo voleva spalmarsi sull’asfalto!”

 

“Rinoa ti prego, non ti ci mettere anche tu! Ora per favore, Cris sali in macchina e andiamo via, altrimenti rischiamo di perdere l’aereo!”

 

Cris guardò Seifer negli occhi e si sciolse dall’abbraccio, ma lui l’afferrò stringendola ancora più forte, lasciando la ragazza un po’ scioccata.

 

“Colonnello, credo che dovrà partire da solo perché Cris resta qui!” Disse, fissando Caraway davanti allo scompiglio generale.

 

“E per quale motivo? Se è lecito saperlo?”

 

“Semplice, perché ho promesso che sarei stato con lei per sempre e se va in Europa, diventa difficile per me mantenere la promessa!”

 

“Ma Fujin? E il bambino?” Chiese la ragazza sempre più sorpresa.

 

“Non c’è nessun bambino, Fujin ha mentito a tutti!” Le disse accarezzandole i capelli.

 

“Ora non c’è più nulla che ci potrà separare, sempre che tu non voglia andare ancora con tuo padre, perché altrimenti vi seguirò anche a costo di venire a piedi!”

 

“Ma certo che resto!!” E lo baciò.

 

“Papà, credo, che dovrai prendere quell’aereo da solo, perché vedo Cris piuttosto indaffarata…!”

 

“Sorellina risparmiati queste battute!! Comunque papà, per favore non prendertela, ma io preferisco restare qui, con mia sorella con i miei amici e con l’uomo che amo!” Disse avvicinandosi al padre e abbracciandolo.

 

“Non che ne sia entusiasta, visto che in poche ore ti sei contusa un polso e stai ancora perdendo sangue da un ginocchio, ma se restare qui, vuol dire essere felice, non posso che acconsentire! Poi il fatto che qualcuno sorvegli Rinoa, mi rassicura!”

 

“Papà, la più grande tra le due sono io, quindi al massimo sorveglierò io, lei!!” Intervenne la ragazza dai capelli corvini, facendo ridere tutti.

Alla fine il colonnello partì e tutti più contenti che l’amica fosse rimasta con loro, rientrarono nel Garden.

 

“Seifer… sono contenta che tu mi abbia fermato, nonostante abbia fatto del male a Fujin..”

 

“Non è stata colpa tua, devi imparare a gestire i tuoi poteri, ma questa volta è stato un segno del destino, perché se non fosse accaduto tutto ciò, avrei scoperto la verità troppo tardi o a giudicare la scaltrezza di Fujin non l’avrei mai scoperta!”

 

“Ti amo!”

 

“Sei la persona più importante e prometto che non permetterò mai a nessun altro di intromettersi tra noi! Sei tutto ciò che più conta per me al mondo e ora posso finalmente dirtelo senza vergognarmene!”

 

Alla fine per festeggiare come non avevano potuto quel pomeriggio al ballo, il gruppo di ragazzi organizzò un piccolo party privato, nella stanza di Selphie e Cris in cui, finalmente dopo tanto, riuscirono a stare tutti assieme senza alcun problema.

 

Cris e Rinoa, felici come mai, l’una per l’altra pensarono alla loro madre che in un modo o nell’altro aveva permesso che le strade delle sue figlie s’incrociassero e non si separassero più, per la gioia di entrambe.

 

“Finalmente l’anello mancante è tornato al suo posto!” Disse Cris a Seifer.

 

“Si, quel posto è qui accanto a tua sorella, ai tuoi amici e soprattutto a me, per sempre!” e la baciò appassionatamente.

 

Fine

 

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