La Stella Cadente e il Bambino

di Rohchan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- La Stella Cadente ***
Capitolo 2: *** Strane Sensazioni ***
Capitolo 3: *** Mamma... ***
Capitolo 4: *** La Verità ***
Capitolo 5: *** Il Ritorno ***
Capitolo 6: *** Paura e Rabbia ***
Capitolo 7: *** Fulminato sulla Via di Damasco ***
Capitolo 8: *** Cocci d'Amore ***
Capitolo 9: *** Forte ***
Capitolo 10: *** Preparativi ***
Capitolo 11: *** Risveglio ***
Capitolo 12: *** Un Diversivo Pericoloso ***
Capitolo 13: *** Il Piano ***
Capitolo 14: *** La Sacerdotessa e il Mezzo Demone ***
Capitolo 15: *** Le Orecchie del Bosco ***
Capitolo 16: *** Dietro gli Occhi Nocciola -parte I ***
Capitolo 17: *** Dietro gli Occhi Nocciola- parte II ***
Capitolo 18: *** La Rabbia di Kikyo ***
Capitolo 19: *** L'Odio Reciproco e la Sfera dei Quattro Spiriti ***
Capitolo 20: *** Una Cesta di Vimini ***
Capitolo 21: *** Il Monaco e la Sterminatrice ***
Capitolo 22: *** L'abito di Hinezumi ***
Capitolo 23: *** Settembre ***
Capitolo 24: *** La Prima Visita ***
Capitolo 25: *** La Decisione di Naraku ***
Capitolo 26: *** La Nuova Creatura ***
Capitolo 27: *** Il Vento e il Lupo ***
Capitolo 28: *** Mekura e Sesshoumaru ***
Capitolo 29: *** Koga e Kagome ***
Capitolo 30: *** Demone vs Mezzodemone ***
Capitolo 31: *** Una Piccola Resa ***
Capitolo 32: *** Il Profumo delle Betulle ***
Capitolo 33: *** Il Desiderio di Rin ***
Capitolo 34: *** Una Nuova Casa ***
Capitolo 35: *** L'Addestramento di una Giovane Miko ***
Capitolo 36: *** Dicembre ***
Capitolo 37: *** Sogni Premonitori ***
Capitolo 38: *** L'Errore ***
Capitolo 39: *** Il Messaggio di Kikyo ***
Capitolo 40: *** Una Storia Lunga e Difficile ***
Capitolo 41: *** La Mano di Kagome ***
Capitolo 42: *** Odore di Sangue ***
Capitolo 43: *** Il Rifugio dei Lupi ***
Capitolo 44: *** La Vita di Kohaku ***
Capitolo 45: *** L'Ultima Battaglia -parte I- ***
Capitolo 46: *** L'Ultima Battaglia- parte II ***
Capitolo 47: *** Una Promessa tra Miko ***
Capitolo 48: *** Il Cuore Diviso ***
Capitolo 49: *** Myaku ***
Capitolo 50: *** La Giusta Chiave ***
Capitolo 51: *** Casa ***
Capitolo 52: *** Il Racconto di Mizuumi ***
Capitolo 53: *** Yoake- Risveglio ***
Capitolo 54: *** Obon ***
Capitolo 55: *** Il Rosario Spezzato ***
Capitolo 56: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1- La Stella Cadente ***


1- La Stella Cadente

Era la notte delle stelle cadenti nell'epoca Sengoku. Kagome e compagni avevano avuto un periodo di relativa tranquillità; dopo l'ultimo demone affrontato alla fine della settimana precedente non s'era visto nulla di pericoloso, e così avevano potuto riposarsi tutti.
Anche Inuyasha, sebbene cercasse di non darlo a vedere, era stanco e aveva qualcosa che lo impensieriva. Era sbadato, cosa per lui straordinaria, e pareva insofferente a qualunque cosa. Nemmeno le battute di Miroku lo risvegliavano da quella sorta di stato catatonico.
Seduto ai piedi del Goshinboku, la testa poggiata al tronco del grande albero, osservava le stelle in solitudine. Tutto il resto del villaggio ed i suoi compagni, erano andati in un campo nei pressi della capanna della vecchia Kaede, ma lui preferiva restare solo.
In solitudine, i suoi pensieri potevano volare più in alto.
Stancamente, il suo braccio destro si posò sul tronco dell'albero, dietro la testa.
Sospirò, mentre una brezza gentile e tiepida soffiava nella radura, portandogli alle narici il profumo dei fiori estivi, e chiuse gli occhi.
L'oggetto dei suoi pensieri eruppe come un fiume in piena nella sua mente…pelle candida, occhi grandi e scuri, lunghi capelli neri come l'ala di un corvo, il corpo esile ma ben proporzionato, vestito di quello strano kimono corto bianco e verde.
Inuyasha non si sorprendeva più di pensare a Kagome così spesso. Da tempo ormai gli accadeva, e nei modi e momenti più disparati; da sveglio o addormentato, lei, sorridente o in lacrime, concentrata o spensierata, in piedi o distesa, nuda o vestita….
Kagome era nei suoi pensieri. Ormai gli capitava, ogni volta che la guardava, di chiedersi come sarebbe stato baciarla. Scacciò di colpo quel pensiero. Lui non era tipo da lasciarsi andare a simili fesserie, aveva altro a cui pensare…la Sfera, Naraku, Kikyo…ma Kagome sembrava decisa a tormentarlo per il resto della notte. La immaginava arrivare a passi felpati nella radura, illuminata dalla debole luce della luna al suo primo quarto.
La immaginava venire verso di lui come mai aveva fatto prima, una luce di malizia negli occhi scuri. La vedeva vicina, sempre più vicina, sedersi accanto a lui, prendere tra le mani piccole e delicate la sua, calda e forte, dai lunghi artigli, e posarsela sul cuore. Sorridergli e sbilanciarsi in avanti e…
- Inuyasha!-
Il pensiero cadde a terra rompendosi in mille pezzi. Il mezzo demone pensò che, se si fosse potuto udire, avrebbe fatto di sicuro un gran fracasso. Si mise composto in fretta, voltandosi a guardare la ragazza che stava uscendo dal bosco alle sue spalle.
Era ancora più bella del solito…indossava un kimono estivo di un tessuto grigio pallido che rifletteva la luce della luna, stretto da un obi verde; i capelli erano lasciati ricadere liberi sulle spalle, e si muovevano leggeri alla brezza.
Si avvicinò al mezzo demone e si sedette accanto a lui, ai piedi dell'albero.
Emanava un delicato profumo di vaniglia.
- Cosa fai qui?- che domanda idiota gli aveva fatto. L'aveva visto, ed il suo cervello aveva chiuso i battenti ed era partito per un luogo imprecisato nei mari del Sud.
- Cosa credi stessi facendo?- le rispose lui, con la solita maschera d'arroganza. - Di notte, in una radura, in piena estate, cosa pensi stessi facendo?-
- Cercavi le lucciole?- chiese Kagome, sorridendogli. Ormai era abituata a quei modi da bullo di quartiere.
Inuyasha la guardò con sufficienza, sbuffando. Ma in realtà aveva il cuore che martellava furioso nel petto, ed una paura pazzesca che lei se ne accorgesse.
Kagome rise, poggiandosi all'albero e alzando gli occhi al cielo.
Era venuta lì perché si sentiva tremendamente sola tra la gente del villaggio. Sango e Miroku erano troppo impegnati a battibeccare tra di loro, Shippo stava giocando con i bambini del villaggio, e la vecchia Kaede…bhè, era la vecchia Kaede.
Aveva passato molto tempo col naso all'insù scrutare il cielo, e aveva visto due stelle cadenti. Ad entrambe aveva chiesto la stessa cosa: Inuyasha.
Quel mezzo demone era ormai diventato un chiodo fisso, per lei: forte, coraggioso fino al limite della pazzia, permaloso, irascibile…bellissimo. La tormentava in ogni istante, con ogni singolo, piccolo movimento. Conosceva a memoria la sua schiena, su cui era molto spesso trasportata, e sapeva che le braccia erano come acciaio, perché l'aveva visto fare cose incredibili.
Ed i suoi occhi…così selvaggi e prepotenti, due pericolosissime pozze dorate.
Gli occhi di qualcuno maltrattato dalla vita, che per autodifesa era diventato così sprezzante e sgarbato.
Aveva perso il conto delle volte in cui si era chiesta come sarebbe stato amarlo, e donargli sé stessa. Invidiava Kikyo, perché immaginava che, con lei, Inuyasha fosse diventato adulto.
Un sorriso strano le piegò le labbra…la prima volta che aveva formulato quei pensieri aveva dato la colpa alla primavera; ma la primavera era passata e aveva ceduto il posto all'estate, e i suoi pensieri non erano cambiati.
Impazziva dal bisogno di sapere ogni più piccolo dettaglio di Inuyasha.
Si sentì arrossire, e d'istinto portò le mani al viso. Inuyasha si voltò a guadarla, con quell'espressione insondabile che lei adorava tanto.
- Qualcosa non va?- le chiese. La sua voce però non era fredda, ma bassa e modulata, calda come una coperta.
Kagome si distese sull'erba profumata, cercando qualcosa nel cielo.
- Vuoi guardare le stelle cadenti con me?- gli chiese, voltandosi. Il cuore ebbe un sobbalzo quando lui sorrise di sbieco.
- Perché no?- le rispose- In fondo è la notte giusta.-
Si sdraiò accanto a lei, così vicino che se avesse allungato la mano avrebbe potuto toccarla.
La guardava, estasiato, a stento capace di contenersi. Osservava il suo profilo, il collo liscio, la curva dei seni e il ventre piatto, fasciato dall'obi verde del kimono.
Portò gli occhi al cielo, perché se l'avesse guardata solo un secondo di più non avrebbe più risposto delle sue azioni.
Ma il cielo rimaneva immobile, e lui poteva solo sentire il proprio respiro ed il cuore che spingeva furioso il sangue nelle vene.
Kagome guardava il cielo con l'interesse che metteva nello studio della trigonometria; in realtà guardava Inuyasha con la coda dell'occhio, e si sentiva bruciare dal desiderio di lui. Era così bello che le riusciva difficile respirare, ed i pensieri le fluivano dalla testa come bolle di sapone; volavano sempre più su, fino a sbattere contro il soffitto del mondo.
Ad un tratto, una scia luminosa attraversò il cielo, e Kagome sussultò.
- L'hai vista?- chiese, felice di avere qualcosa che la distraesse. Senza pensarci allungò un braccio, e la sua mano si posò sul petto del mezzo demone accanto a lei.
Quel gesto mozzò il respiro ad Inuyasha. Come vittima di una scarica elettrica sobbalzò, mentre il suo corpo reagiva istintivamente a quel tocco. La mano destra scattò verso quella della ragazza, imprigionandola sul suo petto.
Kagome non era meno stupita di sé stessa.
Lei aveva chiesto alla stella cadente Inuyasha, e la sua mano era scattata verso di lui prima che la potesse fermare.
E lui l'aveva stretta, e la teneva ferma, senza lasciarla ritrarsi.
- Si, l'ho vista.- le rispose, a bassa voce. Lui aveva chiesto Kagome alla stella, la stella aveva fatto in modo che lei lo toccasse.
In fondo, la stella cadente non poteva mettergliela tra le braccia…aveva fatto il possibile.
Kagome sentì il cuore accelerare i battiti, e ogni fibra del suo corpo tremò.
Il mezzo demone se ne accorse, e sorrise, senza dire nulla. Aveva deciso.
Mentre la ragazza si ostinava a guardare il cielo, combattuta tra il ritirare la mano e seguire l'istinto, Inuyasha iniziò a tormentarla, tracciando con l'unghia appuntita dell'indice dei segni indecifrabili sul palmo. Percorreva la mano avanti e indietro, dal polso alla punta delle dita, fermamente deciso a fermarsi solo se la ragazza l'avesse implorato.
Ma lei stava zitta, e ascoltava il suo corpo fremere. Inuyasha poteva sentire il suo respiro aumentare il ritmo.
Sollevò la mano della ragazza con la sinistra, mentre la destra continuava a disegnare strane forme sul palmo, e se la portò al viso.
Un'altra stella attraversò il cielo, e due desideri complementari schizzarono verso il cielo, come lanciati da una catapulta.


Istintivamente Kagome chiuse la mano al sentire il fiato caldo del mezzo demone sfiorarle le dita. Ma lui non la lasciò andare, prendendo invece a sfiorarne il dorso con le labbra.
Kagome stava perdendo il controllo… deglutì, chiudendo gli occhi. Non l'avrebbe fermato per nulla al mondo. Rilassò la mano e attese.
Inuyasha non aspettava altro. Delicatamente, con una lentezza esasperante, prese a far correre le labbra sulle dita della ragazza, ascoltandola respirare.
Gli piaceva quel gioco.
Piano, poco alla volta, le dita della giovane venivano accarezzate da quelle labbra, senza che mai giungessero alle punte.
Quando credette che fosse abbastanza, sornione, il mezzo demone prese a morderle delicatamente la punta delle dita, provocando nella ragazza la reazione che desiderava. Il respiro di lei perse il ritmo, e lui seppe che era in suo potere.
Il cielo li osservava immobile. Nella testa di Kagome si scontravano centinaia di pensieri, e nessuno era innocente.
Sentiva di essere al limite, e sapeva che Inuyasha lo sentiva a sua volta.
Sapeva che non avrebbe avuto scampo, ma non voleva fuggire.
- Kagome…-la chiamò lui, con voce talmente bassa da darle i brividi.- mi devo fermare?- le chiese, allentando la presa sulla sua mano.
- No…-gli rispose, la voce così sottile che le sembrava provenisse da decine di kilometri da lì.- no, non ti fermare…Inuyasha.- esalò, in un sospiro.
Il mezzo demone si sollevò sulle braccia, voltandosi poi verso la ragazza che, immobile, giaceva al suo fianco. Il respiro le si era calmato un poco, ma decise che non gli bastava. Lui voleva di più, molto di più.
Ed ora che lei era lì ed aspettava, con gli occhi chiusi, non si sarebbe fatto pregare.
Kagome sentiva Inuyasha muoversi accanto a lei; voltò la testa ed aprì gli occhi; il mezzo demone la stava guardando in un modo che lei aveva visto solo nei suoi sogni, con le iridi dorate calme come le sabbie mobili, e allo stesso modo pronte per catturarla e non lasciarla andare mai più.
Si sentiva come presa in trappola, ma non era infelice.
Aveva paura, ma sapeva di essere in buone mani.
Sorrise ad Inuyasha, e la sua mano sinistra si mosse verso il suo volto, posandosi sulla guancia del mezzo demone.
- Che cos'hai chiesto alla stella cadente, Inuyasha?- gli chiese, e rimase colpita dall'espressione del suo viso; seria, dannatamente seria, puntata nei suoi occhi.
Lui si chinò sul suo viso, sfiorandole la punta del naso con le labbra.
- Sicura di volerlo sapere?- le chiese, sussurrandole all'orecchio. Kagome stava morendo…
La mano che lui teneva ancora stretta si sciolse dalla presa e andò ad afferrare il colletto dell'abito rosso che il demone indossava, attirandolo più vicino a sé, sbilanciandolo finchè, per sostenersi, non fu costretto a circondarla con le braccia.
La ragazza desiderò con tutta sé stessa che non fosse un sogno.
Sarebbe stato crudele, troppo crudele, doversi svegliare ancora da un sogno simile.
Ma mentre apriva la bocca per dire qualcosa, Inuyasha non potè più contenersi; la baciò, con tanta foga che Kagome quasi non poteva respirare.
Il bacio del mezzo demone scottava come lava, ed entrambi erano senza freni. Troppe ore passate a farsi domande inutili, a frenare sguardi e gesti, a reprimere la voce che li chiamava uno all'altra. Avevano aspettato anche troppo.
Kagome stringeva il mezzo demone come se avesse avuto paura che le sfuggisse, ma Inuyasha non voleva andare da nessuna parte. Giocava con la sua bocca, baciandole le labbra, percorrendone il contorno con la lingua…le lasciava un momento di tregua per poi gettarsi di nuovo alla carica coinvolgendo la lingua di lei in una danza veloce come il suo cuore. Temeva che gli sarebbe scoppiato in petto.
Kagome lo lasciava fare, lo seguiva senza pensare a nulla. Le sue mani correvano avanti e indietro sulla schiena del mezzo demone, tentando inutilmente di graffiarne la spessa stoffa.
Poi, mentre lui le lasciava andare le labbra per attaccare il collo, Kagome fece scivolare le mani sotto le sue braccia, andando a slacciare il nastro che gli chiudeva l'abito.
Il tocco di quelle mani gentili fece sussultare Inuyasha, che spostò una mano dal terreno al seno di lei. Caldo, sotto l'abito sottile, si fece subito turgido e Kagome gemette. Era riuscita ad aprire la casacca, e aveva infilato le mani sotto la camicia bianca del mezzo demone, sentendone gli addominali e i pettorali forti e ben scolpiti, tesi nello sforza di reggere il peso.
Le mani di lei erano tiepide, ed il contatto con la sua pelle calda gli diede i brividi. Si scostò dal collo della ragazza, dove le sue labbra avevano lasciato un piccolo segno rosso, e la mano scese dal seno verso l'obi del kimono, che si tagliò di netto allo scorrere delle sue unghie, che però non sfiorarono il tessuto sottostante.
Kagome sentì la stretta della fascia allentarsi e trattenne il respiro.
Inuyasha la guardava indecifrabile, la mano ferma sul suo ventre, in attesa di un suo gesto.
Kagome mandò al diavolo le sue remore e attirò a sé il mezzo demone, baciandolo. Lui fece scivolare la mano sotto il suo kimono, aprendolo sull'erba. Si allontanò dalle sue labbra, scendendo prima sul collo, poi verso i seni.
Kagome si sentiva incendiare, mentre le sue mani tentavano febbrili di slacciare la cintura dei pantaloni del mezzo demone. La mano di lui non smetteva di fare avanti e indietro sul suo fianco, mentre con le labbra si divertiva a stuzzicarle i sensi.
La stava provocando, e lei stava alle sue regole. Gemeva sotto il suo tocco, e questo era un paradiso per Inuyasha, che sentiva di essere prossimo allo stremo. Mai si era sentito così.
Voleva darle di più, e sapeva che Kagome non si sarebbe ritratta.
La torturava dolcemente, come un aguzzino che aspetti che la sua preda ritrovi la pace, come un gatto che giochi col topo prima di decidere di mangiarlo, e Kagome non faceva altro che chiamare il suo nome.
Era dolce, tremendamente dolce.
E lui era spietato.
Con un gesto deciso si liberò di casacca e camicia, e la sua pelle si riempì di minuscole punte al tocco gentile dell'aria. Kagome era scivolata fuori dall'abito, che ora giaceva sotto di lei senza vita, come una coperta gettata in terra. Solo una striscia di stoffa lo separava da lei, ormai. Ma decise che non era ancora il memento.
Le sorrise, beffardo, ma non disse nulla.
La stava studiando in ogni singolo, minimo particolare, e gli occhi di lei lo fissavano, come persi nel vuoto.
Ansimavano entrambi, sorpresi uno dall'altra, mentre nel cielo un'altra stella cadente tagliava il velo nero della notte.
La ragazza scivolò di lato, mettendosi proprio sotto il corpo dell'amato. Non voleva più aspettare, ma il mezzo demone la fermò.
- Non così in fretta, Kagome…- le disse, prendendole le mani che tentavano di spogliarlo del tutto.- c'è ancora tempo…-
Prese a darle minuscoli baci sul viso, percorrendolo centimetro per centimetro, come se fosse stato cieco. Kagome sorrideva felice, le mani allacciate dietro la schiena del mezzo demone, ascoltando il proprio cuore battere rabbioso.
Era meraviglioso. Aveva continuato a sognare una cosa simile per tanto di quel tempo che ora non credeva potesse essere vero.
Ma il tocco insieme gentile e possessivo di Inuyasha era tutto fuorché irreale.
I loro capelli sparsi al suolo formavano un curioso miscuglio sale e pepe, illuminato dal bagliore delle stelle alte nel cielo, e nella radura non c'era nessun rumore.
Il mezzo demone scese di nuovo sul collo della ragazza, dandole i brividi, mentre lei lasciava le mani libere di correre avanti e indietro sulla sua schiena muscolosa percorsa da decine di cicatrici.
E ogni volta, con la punta delle dita scendeva sempre più in basso, finchè la corsa prese ad iniziare dalle spalle per terminare sotto i pantaloni, provocando una reazione sempre più difficile da controllare nel compagno.
Inuyasha le sorrise; un sorriso chiaro, luminoso, come Kagome non glie ne aveva mai visti. Gli carezzò il viso, fermandosi con la punta delle dita a disegnare il contorno delle labbra.
Era come ipnotizzata dalla sua bellezza.
Il mezzo demone la baciò ancora, e mentre rispondeva al bacio, Kagome sentì Inuyasha fremere dal desiderio.
Si lasciò sfuggire una breve risata, soffocata dalle labbra di lui, e le mani sciolsero il nodo, ormai lento, che fermava in vita i pantaloni del mezzo demone, facendoli scivolare più in basso. Sentì che ormai erano al limite, e non si sorprese quando Inuyasha scivolò piano fuori dai pantaloni, con il respiro affannato.
Un'altra stella cadente percorse il cielo, e Kagome seppe cosa voleva, in quel momento più che mai.
Inuyasha rimase colpito dall'audacia della ragazza. Il suo corpo era ormai preda della febbre, ogni fibra tesa nello spasimo di averla.
- Kagome…- disse, quasi incerto.
Ma lei non rispose; lo trasse invece a sé, baciandolo, e sentendo sul viso e sulle spalle il tocco leggero dei suoi capelli. Si sentiva come in punta alla discesa più alta delle montagne russe, deliziata dal pericolo illusorio della caduta in totale sicurezza.
Sentire la pelle fresca di Kagome sotto si sé fu per Inuyasha come il suono argentino di una campana; la voleva, e con un ultimo tocco delle sue mani la ragazza fu del tutto libera ed indifesa sotto di lui.
Appoggiò la sua fronte su quella di lei, mentre la sentiva aprirsi come un fiore.
Non era possibile, non poteva essere.
Non poteva davvero succedere a lui di poter amare una come lei. Ma stava succedendo davvero, e mentre si faceva strada in lei con lentezza esasperante, la sentiva gemere felice, e la vedeva sorridere.
Kagome abbandonò le braccia sul terreno cosparso di piccoli fiori, e Inuyasha le prese la mano destra, intrecciando le dita con le sue.
E in un momento fu come se il vagoncino si fosse sganciato e fosse iniziata la lunga discesa. Inuyasha era parte di lei, ora, come una goccia di pioggia che cade in un lago, e lei si sentiva come se le fossero esplosi dentro i fuochi d'artificio.
Si sentiva completa e felice, libera. E voleva che per lui fosse lo stesso.
Inuyasha stringeva la mano di Kagome, la fronte imperlata da piccole gocce di sudore, mentre si muoveva in lei al ritmo del battito del suo cuore.
E poi, d'un tratto fu come se sotto di lui si fosse aperta una voragine, e lui stesse cadendo nel vuoto, o come se, dopo essersi gettato da una rupe, avesse scoperto di avere le ali e di poter volare.
Strinse più forte la mano della ragazza, mentre il suo nome gli scivolava dalle labbra, dolce come miele.
Kagome inarcò la schiena e gemette, mentre il respiro le si mozzava in gola. Come vittima di un fulmine, aveva perso il controllo di sé stessa e si muoveva avanti e indietro sul kimono al ritmo battuto da Inuyasha. Un flebile grido le sfuggì dalla bocca, subito sigillata dalle labbra del mezzo demone che la stringeva a sé pazzo d'amore e desiderio.
Quando si separarono, entrambi erano senza fiato. La luna era ancora alta nel cielo, e tutto era illuminato dalla luce fioca delle stelle.
Kagome tirò di fianco a sé Inuyasha che, come lei, stava tremando. Gli sorrise, mentre lui si gettava addosso la sua casacca rossa, stringendola a sé e coprendola perché smettesse di tremare.
La ragazza gli si rannicchiò contro, sentendosi protetta e al sicuro tra quelle braccia forti.
Si addormentarono lentamente, cullati dal reciproco battito dei loro cuori, quando ormai l'aurora occhieggiava dietro i monti ad est.


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Capitolo 2
*** Strane Sensazioni ***


Bene bene bene…
Ed eccomi anche qui con questa storia, che con mia somma gioia raccoglie consensi!
Quindi, grazie a tutti coloro che hanno letto e commentato il primo capitolo, e mi hanno accolta su Efp con affetto ^^

Grazie a:

ALESSIA88, CELINA grazie mille del commento…grazie grazie grazie…

RYANFOREVER hai ragione…si vedono un sacco di cose poco adatte ai bambini in tv, ma suppongo non ci si possa fare molto. Ho messo il rating arancione apposta…rosso mi sembrava esagerato, ma di sicuro non è adatto PROPRIO a tutti^^
Riguardo al motivo che mi ha spinto a scrivere questa “cosuccia”…ero stufa di dichiarazioni a gente che dorme, oppure soltanto pensate invece che dette…e così ho dato una “spinta” alla faccenda…^^ spero di non deluderti!

ONIGIRI piccola kohai…già mi sembra di vederti saltellare come una matta per casa…#^_^# ti ringrazio molto per il commento…sei davvero una persona dolcissima…e mi aspetto che tu non manchi nemmeno un aggiornamento…U.U

MARIA GRAZIA grazie del complimento…sappi che sono un’accanita sostenitrice del romanticismo, e non mi piacciono le scene troppo “esplicite”…non sono in grado di scriverle, e leggerne mi procura un curioso colorito rosso vivo fino alle orecchie…^^ quindi, la parola d’ordine è: DOLCEZZA!!

Bene, vi lascio alla lettura del secondo capitolo…
Ancora grazie mille a tutti voi…me commossa…T.T
La vostra Rohchan

2- Strane Sensazioni

Kagome si svegliò quando il sole era ormai alto. Nulla si muoveva nella radura del Goshinboku, e accanto a lei Inuyasha era sveglio e la guardava.
Gli sorrise, mentre un brivido le correva lungo la schiena. I ricordi le tornarono alla mente uno dopo l’altro, freschi come pioggia estiva…travolti da loro stessi, erano rimasti insieme tutta la notte, e anche oltre, donandosi l’uno all’altra finchè si erano addormentati, stanchi ma felici.
- Hai freddo?- le chiese, preoccupato.
- No…sto bene.- rispose la ragazza, facendoglisi più vicino e inspirando il profumo della sua pelle.
Il mezzo demone la strinse tra le braccia, fino a farla protestare, divertita.
Nessuno dei due aveva voglia di tornare al villaggio, ma sapevano che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a cercarli. E sebbene per gli amici il loro rapporto probabilmente non sarebbe stata una sorpresa, farsi trovare nudi ed abbracciati sarebbe stato troppo anche per uno come Miroku.
Così, la ragazza scivolò fuori dalla casacca rossa, cercando di rivestirsi.
La biancheria non era più utilizzabile; ci sarebbe voluto ago e filo per rimetterla a posto, ma nel suo zaino nella capanna di Kaede aveva un ricambio.
Si mise in ginocchio, sollevando con una mano la sottoveste del kimono; alcune gocce di sangue -il suo sangue- avevano formato una macchia a forma di fiore sulla stoffa chiara.
La sua espressione divenne seria quando la comprensione di ciò che era stata quella notte la investì con la potenza di un treno in corsa.
Aveva donato sé stessa ad Inuyasha, ed ora più nulla sarebbe stato come prima.
Inuyasha la guardava: quell’espressione così seria non stava bene sul viso della sua Kagome.
- Cos’hai?- le chiese.
- Guarda- rispose la ragazza, sollevando la sottoveste. Quella strana macchietta rossa, aveva l’odore del sangue di Kagome.
- È un bel fiore.- disse, prendendole delicatamente il mento tra due dita.- Non aver paura. Avrò cura di ciò che mi hai dato.-
- Voglio sperarlo!- rispose lei, cercando di scherzare, mentre lui già la baciava.
- Altrimenti? Cosa farai?- ribattè il mezzo demone, in tono di sfida, facendosi più vicino e tirandola a sé.
Kagome si lasciò prendere in braccio, fissandolo. Gli diede un bacio, poi si scostò da lui e sussurrò:
- A cuccia- il rosario fece il suo dovere.
Inuyasha si ritrovò col viso piantato nel terreno, e quando potè rialzarsi sbottò in una risata. Kagome rise con lui, e la sua risata si sparse per la radura, mentre indossava la sottoveste. Ripulì il viso del mezzo demone con le mani, guardandolo radiosa.
Poi, prima di cadere in tentazione, abbassò le mani ed indossò il kimono. Inuyasha fece lo stesso con i suoi abiti.
Il problema di Kagome era ora chiudere il kimono. L’obi giaceva in terra tagliato a metà, così dovette disfare il nodo ed usarne una parte per chiudere l’abito…avrebbe aggiustato tutto una volta alla capanna.
Quando uscirono dal bosco, diretti al villaggio, gli uccellini cinguettavano e la giornata si annunciava piena di belle cose. I loro visi erano una maschera di felicità, con un sorriso ebete e gli occhi luccicanti…si diressero verso la capanna, ma prima di entrarvi, Inuyasha fermò Kagome, prendendola per un braccio. Lei rimase interdetta e si voltò a guardarlo, piegando leggermente di lato la testa.
- Sei favolosa stamattina- le disse, a bassa voce.
Kagome abbassò gli occhi, sorridendo. Poi glie li puntò dritti sul viso, carichi di una sicurezza e di un entusiasmo tali che il mezzo demone si sentì stordito. Completamente fuori fase, come se qualcuno gli avesse tolto la terra da sotto i piedi.
- Anche tu…- gli rispose.
Poi, con uno scatto velocissimo, lo baciò sulla guancia e si sciolse dalla sua presa, entrando nella capanna.
Inuyasha rimase in piedi fuori dalla porta, passandosi le dita sulla guancia, come a cercare di capire se era successo davvero. Niente gli sembrava più come prima, ora, e sapeva che più nulla lo sarebbe stato davvero.
Rimasero al villaggio per diverso tempo, approfittando delle comodità che questo offriva per trovare riparo dal caldo degli ultimi giorni di Agosto; oltretutto, nulla li spingeva a proseguire, perché Kagome non avvertiva la presenza della Sfera da nessuna parte. In compenso, sentiva qualcos’altro di diverso, più intimo e profondo.
Il suo rapporto con Inuyasha diventava ogni giorno più forte, anche se il mezzo demone faceva di tutto per celarlo ai compagni di viaggio, trattandola come sempre. Ma spesso capitava che Sango o Miroku li sorprendessero a guardarsi in maniera particolare, o a passarsi con una certa lentezza una ciotola di condimento, stando bene attenti a mantenere il più possibile il contatto delle mani. Sango si limitava a guardare senza dire nulla, mentre Miroku non era capace di essere così disinteressato; fingeva noncuranza, e poi finiva per pagare pegno alla prima domanda sbagliata.
Quell’atteggiamento strano incuriosiva un po’ tutti, ma nessuno teneva ad incorrere nelle ire di Inuyasha, famoso per il suo caratteraccio.

Il mese ormai scivolava verso la fine, e lei non aveva ancora ricevuto la visita di Madre Natura.
Non che questa si fosse mai premurata di essere puntuale con lei, ma questa volta il ritardo iniziava ad essere veramente insopportabile. Per l’ennesima volta estrasse dallo zaino la piccola agenda su cui amava annotare le cose che capitavano ‘da quella parte del pozzo’; al mese di Luglio, un segno rosso contrassegnava il giorno 16; era il 21 di Agosto, e di lei ancora nessuna traccia. Sbuffò, contrariata. C’era un dubbio che la assillava, e che al tempo stesso le dava gioia e terrore…ma non poteva essere…non ancora…
Decise che sarebbe tornata a casa la mattina successiva.
Doveva sapere, essere sicura.

Quella notte non le riuscì di dormire bene; era nervosa, e continuava senza posa a rigirarsi nel sacco a pelo sul pavimento della capanna in cui dormiva con gli amici.
Sospirò rumorosamente.
- Anche tu non riesci a dormire?- le chiese la voce di Inuyasha, da qualche punto nella capanna buia.
Kagome si sedette, cercando di fare meno rumore possibile.
- Dove sei?- chiese, voltando la testa come una cieca.
- Accanto alla porta. Stà attenta, Shippo si è addormentato vicino ai tuoi piedi.-
- Grazie.-
Lentamente, tenendo la lingua curiosamente fuori dalla bocca, bloccata dalle labbra, Kagome scivolò fuori dal sacco a pelo e a tentoni si diresse verso la porta. Era dannatamente buio, e lei non vedeva nulla. Tese le mani in avanti, cercando un punto di appoggio.
Al quinto passo, una mano di Inuyasha prese la sua sinistra, stringendola dolcemente. La ragazza sorrise, sedendosi accanto a lui, tirando un profondo respiro.
- Qualcosa non va?- le chiese, non smettendo di tenerla per mano.
- Non lo so.- mentì lei, la voce un po’ insicura.- Non riesco a prendere sonno stasera. Ed è strano, perché di solito…-
- Di solito dormi come se nemmeno una montagna che crolla potesse svegliarti. E a volte russi anche.- finì per lei Inuyasha. Kagome d’istinto sollevò la testa dalla sua spalla, dove si era poggiata, cercando di individuare i lineamenti del viso. Strinse gli occhi, ed il contorno del viso di Inuyasha apparve lentamente dal nero della notte, come coperto da una pesante tela scura.
- Io non russo. MAI.- rispose, inacidita. Non le piaceva le si dicessero quelle cose, e lui lo sapeva bene.
- Si, come no. Ed io non posso fiutare quel lupastro di Koga nel raggio di cinque kilometri.-
Kagome sospirò. Non c’era verso di averla vinta con lui.
- Sicura di stare bene?- riprese lui, dopo poco.
- Sì…sto bene.- rispose la ragazza, cercando di mantenere un tono conciliante.
- Stai tremando. Hai freddo?-
Come dirgli che quel continuo tremare non era freddo, ma ansia? Paura e curiosità di sapere qualcosa che potrebbe cambiare tutta la sua vita.
La loro vita.
- Un…un po’.- rispose poi, accorgendosi che, in realtà, non era una bugia. Sentiva davvero i brividi correrle per la schiena.
- Vieni qui…- le disse Inuyasha, aprendo le braccia in maniera che lei potesse trovare rifugio contro il suo petto.
Kagome non se lo fece ripetere. Si rannicchiò contro di lui, come un cucciolo indifeso, portando e ginocchia al petto e strofinando il viso contro la sua casacca rossa. Mugolò qualcosa, a bassa voce. Si sentiva meglio, ora.
- Stai meglio ora?- le chiese il mezzo demone, abbracciandola, coprendola con le ampie maniche del suo abito.
- Molto meglio…grazie, Inuyasha…- gli rispose, sospirando. Poi decise di dirglielo.-sai…domani vorrei tornare a casa. Solo fino a sera…devo prendere alcune cose, e poi è tanto tempo che non vedo mamma, il nonno e Sota. Ti spiace?-
- No…in fondo, sono la tua famiglia. E poi lo sai…se non torni entro il tramonto, ti vengo a prendere io…-
- Lo so. Ma non ce ne sarà bisogno, vedrai…tornerò, promesso. Al tramonto sarò al pozzo.-
- Allora…diciamo che ti lascio andare…- le rispose, in tono divertito. Kagome lo sentì sorridere.
- Guarda che non ho bisogno del tuo permesso. Volevo solo che lo sapessi.- era di nuovo piccata.
- Dormi ora…o domattina non andrai da nessuna parte. Ti toccherà partire il pomeriggio, e vorrai restare laggiù fino a dopodomani. E io non te lo permetterei.-
Kagome non rispose. Chiuse gli occhi e prese un respiro più profondo, sistemandosi per bene contro di lui. Il battere ritmico del cuore di Inuyasha la cullava come la musica di un carillon…ed in poco tempo si addormentò, tranquilla e con la sensazione di essere completamente al sicuro.

Il mattino arrivò in fretta, ed era profumato di fiori estivi e di pioggia in avvicinamento. Kagome aprì gli occhi, mentre una strana sensazione, come il dolore sordo di una botta alla nuca, le faceva salire la nausea. Scattò in avanti, sciogliendosi dalle braccia di Inuyasha che si era svegliato sentendola muovere, e senza nemmeno infilare le scarpe corse fuori, all’aria fresca, dietro la casa. Le girava la testa, e aveva voglia di rimettere.
Errata corrige.
In un attimo, il suo stomaco fece un balzo, e vomitò. Non molto, per la verità.
Ma quella che era una sensazione preoccupante assumeva ora i contorni della certezza.
- Kagome!- Inuyasha corse verso di lei, prendendola per le spalle, sorreggendola.- Kagome, stai male?-
- No…mai stata meglio, Inuyasha.- era strano, ma quello che le era appena successo aveva spazzato via il panico e la preoccupazione.
- E allora perché vomiti appena sveglia? Non hai mangiato nulla, non è possibile. Se eri malata me lo dovevi dire. Ti avrei mandata a casa subito, lo sai!- sbottò il mezzo demone, contrariato. Kagome sorrise, e questo lo indispettì ancora di più. – Allora? E perché adesso sorridi? Che succede?-
- Sono cose da donne, Inuyasha.- la voce di Sango li fece sussultare. Kagome impallidì, mentre Inuyasha si voltava con un’espressione curiosa sul viso.
- Co…cose da donne?- farfugliò.
- Esatto. Ora, se vuoi scusarci, vorrei parlare da sola con Kagome. E allontanati, lo so quanto è potente il tuo udito.-
Inuyasha rimase interdetto…Sango non gli aveva mai parlato così. Troppo confuso per ribattere qualcosa, lanciò a Kagome uno sguardo che era un misto di curiosità, paura ed amore. I suoi occhi sembravano dire “se hai bisogno di me, sono qui vicino”. Poi si allontanò, sparendo dopo poco oltre il muro della capanna.
Sango sorrise all’amica. Un sorriso radioso, felice, a cui Kagome non seppe fare altro che rispondere allo stesso modo. Si abbracciarono e presero a saltellare felici girando in tondo dietro la capanna.
- Lo sapevo…-disse Sango, ad un certo punto- Ne ero sicura. Ne eravamo sicuri, a dire la verità, ma aspettavamo conferme.-
- Cioè…tu e Kaede…-
- No. Io e Miroku. Immaginavamo ogni cosa da un po’ di giorni, ormai. Eravate troppo strani…sguardi, gesti…atteggiamenti. Non è da Inuyasha guardarti come uno stoccafisso.-
Kagome rise a quel paragone. Non sapeva perché, ma l’immagine di Inuyasha versione stoccafisso provocava in lei un’ilarità incontenibile. Ma si riprese quasi subito, diventando di colpo più seria.
- Così voi sapete. Ma Inuyasha non sa, io non so, e…-
- Lo sai anche tu cos’è successo. Qualcuno sta per venire a farvi visita, e non sarà un ospite temporaneo. Rimarrà con voi per il resto della vostra vita.-
- Ma…come hai fatto a…-
- Capire? Diamine, Kagome…mancavano solo i manifesti affissi agli alberi. Siete stati via soli una notte intera. Siete tornati la mattina tardi. Erano giorni che non facevi altro che guardare la tua agenda. E poi non hai mai smesso di toccarti la pancia. Continuavi a camminare senza meta con un’espressione inebetita stampata sul viso. Anche uno stupido avrebbe capito, ma Inuyasha è un caso a parte.- sorrise. L’amica si stava accarezzando la pancia, e smise di colpo quando si accorse del suo sguardo.
- Sì, ma…-
- Niente ma. Devi fare colazione, e poi movimento. E devi dirlo a lui.- si fece seria.
- A lui? Ma…non sono sicura…non so…-
- Niente discussioni. Ho visto spesso ragazze incinte a casa, e conosco i sintomi. E tu li hai tutti.-
Sango la prese sottobraccio allegra, e la sospinse verso la capanna. Il sole era oramai sorto, e Shippo e Miroku erano svegli ed intenti a preparare la colazione. Di Inuyasha, invece, non c’era traccia.

“Qualcosa non quadra” pensava, seduto sul ramo di un grosso albero. “Non è normale che si comporti così….però…”
Milioni di pensieri si accavallavano nella mente di Inuyasha. Si era allontanato come Sango gli aveva chiesto di fare, obbediente. Perché lei doveva parlare con Kagome.
Sbuffò. Anche lui doveva parlare con lei! Insomma…prima le si addormenta in braccio, poi si sveglia di colpo, poi rimette anche quello che non ha mangiato, sorride e dice che sta bene. Se c’era una cosa di cui era sicuro, era che non gli sarebbe bastata un’altra vita per capire quella donna.
Saltò giù dal ramo e tornò verso il villaggio. Aveva deciso che avrebbe parlato con lei.

- Inuyasha! Finalmente, ti cercavo!- Kagome gli corse incontro, sorridente.
- Anch’io ti stavo cercando.- rispose lui, accogliendola tra le braccia.- Ti devo parlare.-
- Sì?- Kagome si fece seria.- Anch’io devo parlarti…di una cosa importante. Ma ti prego di non saltare subito alle conclusioni. Ci saranno delle cose che dovrò fare, d’ora in poi.-
Inuyasha le diede un bacio sulla fronte, come per rassicurarla.
- Allora…di cosa voleva parlarti così urgentemente Sango?- le chiese.
- Beh..vedi…abbiamo un sospetto…vieni.- e lo trascinò al margine del bosco, a sedersi contro un albero. Lei si sedette di fronte a lui, e lo guardò negli occhi. Era uno sguardo serio.
- Dunque?- chiese. Tutto quel mistero gli stava facendo venire il nervoso.
- Devo andare in ospedale, Inuchan.-
Inuyasha inarcò un sopracciglio e si irrigidì. Non sapeva cosa fosse un ospedale, ma lei non l’aveva mai chiamato Inuchan. E la cosa non prometteva niente di buono.
- Cos’è un ospedale?- le chiese, nervoso.
- È un posto dove si fanno analisi, dove va la gente quando qualcosa non va…quando sta male. Ci sono i dottori che curano qualunque cosa.-
- E tu…stai male?- le chiese, ora visibilmente preoccupato. Kagome si stava tormentando le mani.
- Non…non lo so, Inuchan. Forse no…se è quello che penso, no. Ma non ne sono sicura. Per questo voglio andare all’ospedale. E poi devo parlare con mia madre.-
- Questo posso capirlo. Sono due mesi che non la vedi.-
Kagome si sorprese. Inuyasha contava i giorni che lei passava nell’epoca Sengoku…era così dolce…
- Inuchan…non temere.- si avvicinò e lo abbracciò, cercando di confortarlo. L’aveva spaventato, e non era quello che voleva.- Non preoccuparti. Tra un paio di giorni sarò di nuovo da te.-
- Guarda che se non torni….-
- Lo so, lo so…mi verrai a prendere. Stai tranquillo, tornerò.- lo baciò veloce sulle labbra e poi si alzò. – Ci vediamo tra due giorni, Inuyasha. Mi raccomando: niente risse o colpi di testa, sono stata chiara?-
- Chiara. Ma cerca di fare presto.-
Kagome rise e corse via. Lui la perse di vista dopo poco. Sentiva un vuoto tremendo dentro.

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Capitolo 3
*** Mamma... ***


Terzo capitolo in arrivo...con il relativo angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI certo che ti permetto di essere una mia kohai...chi sono io per rifiutarti? ^^ Sei una persona davvero speciale, ed un'ottima scrittrice, quindi...nemmeno da chiedere! ^_- Grazie per i complimenti...sempre molto ben accetti...

MEL_NUTELLA io, in Kagome ci sarei stata più che volentieri!! ^_^ (aiut...già vedo le fan del Nostro che mi rincorrono armate al grido di LUI E' SOLO MIO!!! @___@)
Ti ringrazio dei complimenti...questo è l'unico modo in cui so scrivere, e sono felice che ti piaccia così tanto. Tra i tuoi preferiti? WOW!!!Me felice!!! *_*

Ringrazio anche RYANFOREVER e CAROTINA...grazie mille del commento...^_^

Bon...a voi il nuovo capitolo...enjoy it!!

3- Mamma…

Kagome infilò in fretta alcune cose nello zaino…non voleva aspettare un secondo di più. Nella sua epoca avrebbe potuto andare al Pronto Soccorso e farsi visitare dal ginecologo di turno, che avrebbe confermato o smentito le sue ipotesi. Ma prima aveva bisogno di parlare con sua madre.
La mamma.
Chissà se avrebbe capito. Chissà se avrebbe continuato a volerle bene. Chissà se avrebbe accettato la decisione che lei aveva già preso.
Troppi “chissà”. Chiuse in fretta la patta dello zaino e corse via verso il pozzo, salutando Kaede, Shippo, Miroku e Sango che stavano badando ad un orto di piante medicinali.
- Ciao Kagome!- la salutò l’amica.- Torna presto!-
- Contaci! Mi raccomando…bada a tutti mentre sono via!- rispose, allontanandosi.
Entrò nel bosco e sparì alla vista. Dopo poco arrivò al pozzo e si buttò dentro…
Tornava a casa.

Il viaggio fu breve, come al solito. Quando toccò il fondo del pozzo e alzò la testa vide il soffitto scuro del piccolo edificio che lo custodiva. Si alzò in piedi, battendosi le mani sulle ginocchia per liberarle dalla terra, e prese a salire la scaletta di corda che suo nonno aveva lasciato apposta per lei.

- Sono tornata!- disse allegra, entrando in casa.
Un piacevole profumo di cibo si spargeva nell’ambiente, e togliendosi le scarpe si guardò intorno. Com’era bello essere di nuovo a casa.
- Ciao Kagome!- la salutò la madre, spuntando dalla cucina.- Mi stavo giusto chiedendo quando saresti tornata.- le sorrise, inclinando la testa da un lato.
Mamma.
- Mi sei mancata, sai?- le disse Kagome, andandole incontro e baciandola sulla guancia.- e…sono successe delle cose…- disse, facendosi un po’ più seria. La madre se ne accorse subito.
- Cos’è quel viso così serio? Vieni…ne parleremo mentre mi aiuti a preparare la tavola…tra poco Sota sarà a casa e il nonno lascerà il tempio.-
- Va bene..- rispose obbediente la ragazza, seguendola.
Sperava che sua madre avesse pronto del the. Probabilmente – molto probabilmente – ne avrebbe avuto bisogno prima che lei avesse finito di parlare.

- Kagome…- le disse la madre, sedendosi pesantemente su un cuscino accanto al tavolo. – Ma… sei giovane…-
- Lo so…ma volevo che lo sapessi. Non ne sono ancora sicura del tutto, però. Volevo andare all’ospedale per averne la certezza…-
Sua madre scosse la testa, sorridendo debolmente.
- Il ciclo?- le chiese.
- È in ritardo di una settimana.-
- In effetti non è molto. Nausee?-
- Sì.-
- Capogiri?-
Kagome assentì di nuovo.
- Allora non credo ci siano molte alternative. L’unica ipotesi possibile è che tu…sia incinta.-
- Anche se è stata…la prima volta?- Kagome arrossì e abbassò il capo.
- Bambina mia…io sono rimasta incinta di te esattamente allo stesso modo.-
- Allora…è possibile.- sospirò la ragazza.
- Cosa intendi fare?-
- Tenerlo…-
- Versami dell’altro the, cara…- le chiese la madre, improvvisamente pallida, tendendole la tazza. Kagome obbedì.- lui lo sa?-
- No…ancora no. Volevo esserne sicura, ma se nemmeno tu hai dubbi…-
- Sicura di cosa?- chiese il nonno, spuntando dalla porta della cucina.- Ciao Kagome! Bentornata! Sota!- chiamò poi, voltandosi verso il corridoio- Vieni! Tua sorella è tornata!-
Il fratello spuntò dietro il nonno con un sorriso allegro stampato sul viso.
- Ciao sorellona! Era tanto che non tornavi a casa!- le disse, gettandole le braccia al collo. Kagome rispose a quell’abbraccio sincero stritolando il fratello, finchè questi non le chiese di lasciarlo andare.
- Allora…-riprese il nonno- di cos’è che siete sicure?- chiese, prendendo posto a tavola.
- Mangiamo prima…-intervenne la madre di Kagome prima che questa potesse rispondere.- Ne parleremo dopo cena.-
Mangiarono tranquilli. La madre di Kagome aveva preparato un sacco di manicaretti, e quando finirono erano tutti pieni fino all’inverosimile. Anche Kagome, che di solito era di appetito debole, aveva mangiato più del solito.
- Allora, sorellona? Di cos’è che il nonno è tanto curioso? E perché tutti questi misteri?- chiese Sota, curioso.
La sorella lo guardò, poi cercò con lo sguardo sua madre e infine trasse un profondo respiro.
Era il momento.
- E… ecco…io…io sono incinta.-
Al nonno andò di traverso il the, e Sota rimase a bocca spalancata. Mentre sua madre tentava di aiutare il nonno, Kagome abbassò il capo chiedendosi se non era stata troppo diretta.
- Co…cosa?!- farfugliò il nonno, ancora rosso in viso, tossicchiando- Come hai detto?-
- Sono incinta, nonno.-
- Incinta? Tu?- le chiese Sota, confuso fino all’inverosimile.- Ma…dovresti stare con un ragazzo, e tu…-
- Forse è meglio se racconti tutto dal principio, Kagome. E anch’io ho bisogno di risentire la storia.- le disse la madre, aiutando il nonno a pulirsi.
Così Kagome raccontò tutto ciò che era successo nelle ultime settimane…gli sguardi con Inuyasha, la notte delle stelle cadenti (nascondendo accuratamente la dinamica della serata; il nonno sembrava già così prossimo all’infarto), i giorni successivi, i suoi sospetti, ed infine le nausee rivelatrici di quella mattina. Quando finì, uno strano silenzio calò nella stanza.
- Incinta di un mezzo demone…- sussurrò il nonno, ancora troppo sconvolto per formulare una qualsiasi considerazione.
- Bello! Diventerò zio!!! E tu sposerai il fratellone! Lo sapevo..eravate troppo belli insieme!!- Sota si mise a saltellare per la stanza.
Ascoltandolo, Kagome ebbe l’impressione che, nonostante i suoi tredici anni, suo fratello fosse molto più piccolo.
- Cosa intendi fare ora, Kagome? Ti renderai conto che non è una situazione semplice…- riprese il nonno, tornato padrone di se stesso.- Inuyasha è un mezzo demone, e come tale lo sarà anche la creatura che porti in grembo. E poi c’è la questione più importante; come farete a sposarvi e vivere insieme? O Inuyasha rinuncia alla sua natura demoniaca e si trasferisce nel nostro mondo, oppure tu dovrai rimanere laggiù accanto a lui e dovrai abbandonare tutto quello che c’è da questa parte. Noi compresi.-
Kagome si sentì piovere quelle parole addosso come fossero stati macigni. Credeva di aver considerato tutto, ma alla sua vita dopo la nascita del bambino non aveva pensato.
La cosa era dannatamente complicata. Amava Inuyasha, e il solo pensiero di lasciarlo le lacerava l’anima, ma amava allo stesso modo la sua famiglia.
Come fare?
Trasportarli tutti nell’epoca Sengoku? No…non aveva il diritto di privarli della loro esistenza, senza contare che non potevano sparire e sperare che nessuno si accorgesse di nulla.
Far vivere Inuyasha nella sua epoca? Lui per amor suo avrebbe anche accettato, ma la Sfera non era completa, e lui sarebbe stato condannato a vivere per sempre chiuso tra le mura del tempio. La gente della sua epoca non l’avrebbe mai accettato. E poi, andare via da quel luogo lasciando soli Kaede e tutti gli altri, in balia di Naraku? Nemmeno per sogno.
La decisione riguardava soltanto lei. Ormai aveva diciannove anni, era adulta, ed oltre a lei ed Inuyasha non c’erano altri responsabili dell’accaduto.
Era sicura solo di quattro cose: amava Inuyasha, amava la creatura nel suo grembo e amava la sua famiglia.
E non avrebbe fatto soffrire nessuno di loro.
- Voglio tenere il bambino, nonno. Ed amo Inuyasha, e non lo lascerò. Amo anche voi, ma non posso vivere a metà tra due mondi. Io…vorrei poter continuare come abbiamo sempre fatto…quando la Sfera sarà completa e Naraku sconfitto considereremo il da farsi.-
- Spero tu ti renda conto di quello che significa, Kagome. Ci stai chiedendo di vivere lontano da voi per tutta la vita, probabilmente.-
- Io non la vedo così, nonno…ho fiducia in Inuyasha…e ho fiducia in me stessa. Ce la farò, sconfiggeremo Naraku, metterò al mondo il più bel bambino che si sia mai visto…e potrai vederlo tutte le volte che vorrai.- sentiva gli occhi che si riempivano di lacrime.- Ed ora scusatemi…vorrei lavarmi ed andare a letto…sono stanca.-
Si alzò da tavola ed uscì. Il nonno la guardava con un’aria arresa negli occhi, mentre sua madre sembrava provare compassione. Solo Sota sembrava in qualche modo capire quello che sentiva dentro…sapeva che sua sorella non piangeva spesso, e le parole del nonno avevano ferito anche lui.
La lasciò andare avanti, e quando credette che avesse finito di lavarsi salì le scale e si diresse alla sua camera da letto. Le voleva parlare.

- Sorellona?- chiamò, bussando delicatamente alla porta.- Posso entrare?-
Kagome era sdraiata sul letto e piangeva. Non voleva farlo, ma le lacrime proprio non ne volevano sapere di rimanere dentro agli occhi.
- Cosa vuoi?- gli chiese, in un tono che non voleva fosse così brusco.
- Voglio solo parlarti…se posso.- rispose il fratello da dietro la porta.
La ragazza si sedette sul letto e si asciugò alla bell’e meglio gli occhi.
- Entra pure, Sota-
La porta si aprì e il fratello entrò nella camera reggendo in mano un vassoietto su cui erano poggiate una tazza di the verde e dei biscotti al cioccolato…i suoi preferiti.
Kagome sorrise.
- Ho pensato che forse ti andava un po’ di the…ed i biscotti li ho presi stamattina apposta per te.-
- Grazie Sota.-
- Senti, sorellona…- le disse, guardandola negli occhi, serio come non l’aveva mai visto- io penso che non dovresti stare a sentire il nonno. Se vuoi bene al fratellone e al bambino, allora non devi pensare a nient’altro.-
- Sota…-
- Fammi finire. Lo so cosa pensi…”magari fosse tutto così semplice…” ma E’ così semplice, Kagome. Tu ami Inuyasha e vuoi stare con lui. E in questo non c’è nulla di sbagliato. È il nonno che è un vecchio barbagianni…- e così dicendo fece una smorfia, posando sulla scrivania il vassoio e tendendo alla sorella la tazza di the.
Kagome rise lieve a quelle parole. Suo fratello aveva ragione.
- Quindi secondo te dovrei tenere il bambino e rimanere per sempre con Inuyasha…-
- Tanto non sarai mai lontana. Non ho intenzione di chiudere il pozzo, e nemmeno il nonno o la mamma. E se posso aiutarvi a trovare tutti i pezzi della Sfera, sarò felice di farlo.-
- Sota…non è proprio così automatico…altri sono alla ricerca dei frammenti, come me ed Inuyasha…molti sono demoni, e nessuno è buono. Potrebbe essere più difficile di quello che pensi, darci una mano.-
- Non importa, se serve lo farò lo stesso.-
Nei suoi occhi c’era una tale sincerità che Kagome non ebbe cuore di aggiungere altro…ma ricominciò a piangere, silenziosa.
- C’è qualcosa che posso fare per te, ora, sorellona?-
- No..grazie Sota.- gli rispose, la voce rotta.- La mamma è ancora sveglia?-
- Sì..è in cucina a rigovernare. Vado a chiamarla?-
- No, grazie…scenderò io... Ti voglio bene.- gli disse, dandogli un bacio affettuoso sulla fronte.
- Ehi! Guarda che io dicevo sul serio! E quando ti sposerai con il fratellone voglio esserci anch’io!!- le gridò dietro mentre lei usciva dalla stanza con in mano due biscotti.

Scese in cucina e trovò la madre intenta a strofinare una pentola nel lavandino.
- Mamma… hai un minuto?- le chiese, titubante.
- Certo tesoro…dimmi.- le sorrise, anche se era preoccupata da morire per quella figlia così giovane che si era cacciata in qualcosa di molto più grande di lei.
- Secondo te…cosa dovrei fare?-
- Non sono io a dover decidere, bambina mia…è una decisione soltanto tua. Ma non pensare che sia arrabbiata con te…non lo sono. O almeno…- e smise di strofinare- non abbastanza da non poterti perdonare e continuare a volerti bene.-
- Mamma…io voglio questo bambino…voglio il bambino e vorrei che non cambiasse nulla. Ma so che non è possibile.-
- Hai ragione, Kagome. Non puoi avere entrambe le cose…ma puoi fare in modo da conciliarle. L’idea che hai avuto non è brutta… e il pozzo è stato aperto per tanti anni, non vedo perché non possa rimanere aperto per altri ancora.-
- Allora pensi che stia facendo la cosa giusta?-
- Penso che quando fai una cosa per amore, allora non è mai sbagliata, Kagome.- le rispose la madre, guardandola seria.- Ami Inuyasha?-
- Da morire.-
- E sei sicura di poterlo amare per sempre?-
- Senza dubbio. Potrei giocarmi tutto quello che ho ora, e non perderei.-
- E lui? Lui ti ama?-
- Suppongo di sì.-
- Suppongo non basta. Non lascerò la mia bambina in mano a uno che non è sicuro di amarla davvero…ma avrai la misura del suo amore quando gli dirai che aspetti questo bambino.-
- Sono curiosa di vedere la sua faccia- disse Kagome- non se lo aspetta, ho il dubbio.-
- Credevo che glie ne avessi almeno accennato.-
- No…non sapevo cosa dirgli…non ero sicura…- addentò un biscotto- e se lui non lo volesse?-
- Non dire sciocchezze!- sbottò la madre- Non è uno della nostra epoca, per cui spesso un figlio non significa nulla…se non gli darai tu l’alternativa, ti dirà di tenerlo.-
- Ma lui non sa che potrei…non averlo.- Kagome ingoiò il boccone.- Ma pensavo di dirglielo. In fondo, lui potrebbe anche non volerlo, e non avrei cuore di costringerlo a vivere con me per obbligo.-
- Questo dimostra quanto tu tenga a lui, cara..e ora va’ a dormire…scommetto che domani sera lui ti rivorrà indietro, e gli ospedali sono affollati…se vuoi farti visitare dovrai alzarti presto.- le sorrise, leggermente rassicurata.
- Mamma…-
- Sì?-
- …Grazie…- - Di nulla, Kagome. Ora va’ a letto.-
La ragazza si volse e uscì dalla cucina per andare a letto.
Si sentiva meglio, ora che sapeva che sua madre e suo fratello erano con lei.

La mattina successiva Kagome si alzò presto e non si sorprese quando sentì tornare quella strana sensazione di vertigine e nausea mentre si alzava dal letto. Si diresse verso il bagno e si bagnò i polsi con l’acqua fredda, cercando di trattenersi.
- Tua madre mi ha detto di darti questi, Kagome. Mangiali.- il nonno era spuntato dal corridoio e le stava porgendo due crackers.- Ti faranno passare la nausea.-
- Grazie…- ripose, asciugando le mani e prendendo ciò che il vecchio le porgeva.
- Quando scenderai a fare colazione ti preparerò un infuso che ti aiuterà a stare meglio…- bofonchiò, girandosi e tornando da dove era venuto.
Kagome addentò un cracker e sorrise debolmente; non aveva potuto fare a meno di notare le vistose occhiaie scure che cerchiavano gli occhi del nonno…evidentemente era rimasto sveglio gran parte della notte.
Si fece una bella doccia calda, si vestì e scese in cucina a fare colazione; dove era solita sedersi c’era un piatto con pane e marmellata, una mela e una tazza piena di un liquido fumante di un colore scuro…poco invitante, in effetti. Si sedette insieme al resto della sua famiglia e mangiò a piccoli bocconi, gustando ogni cosa, cercando il modo di non bere l’infuso che il nonno le aveva preparato…ma non era così semplice. Quando ebbe finito anche la mela, il contenuto della tazza era appena tiepido, e il nonno insistette perché lei lo bevesse.
Appena ne ebbe ingoiato il primo sorso ebbe l’istinto di sputare tutto…aveva un sapore tremendo, e non riuscì a nasconderlo.
Fece una smorfia orribile, arricciando il naso.
- Santo cielo, nonno….- disse, allontanando la tazza dalle labbra- è…orribile….-
- Lo so, Kagome.- le rispose il nonno muovendo il capo in cenno d’assenso.- Ma sai anche tu che una medicina che non è cattiva non fa abbastanza bene. È un infuso che ti aiuterà a contrastare la nausea…vedrai.-
Kagome storse la bocca. La vecchia storia che le medicine buone non fanno bene non l’aveva mai capita, e, se per questo, nemmeno mai accettata. E in più, quell’intruglio disgustoso le faceva salire la nausea ancora di più.
- Ora finisci di bere. Devi berla tutta.-
- Ma invece di farmi passare la nausea me la fa venire…- piagnucolò.
- Non essere sciocca.- sbottò il nonno.- Non puoi pretendere che funzioni subito. Ma entro la settimana prossima nausee e capogiri saranno un ricordo.-
Kagome lo guardò con uno sguardo in cui si mescolavano scetticismo e compassione.
- Anche tua madre l’ha bevuto…ed ha avuto l’effetto desiderato. Vero?- chiese il nonno, volgendosi alla figlia.
- Vero, cara. Ha un sapore orribile, è vero, ma ti farà stare meglio. Coraggio, bevilo.-
Kagome buttò giù tutto d’un fiato il contenuto della tazza, costringendosi quasi ad ingoiarlo. Quando posò la tazza sul tavolo il nonno sembrava soddisfatto.
- Ecco, ora puoi mangiare questo.- e le porse uno zuccherino.
Kagome non potè fare a meno di pensare alla sua infanzia…quando era malata, il nonno la imbottiva di infusi dai gusti più improbabili, e poi le dava lo zuccherino di consolazione, come per scusarsi della cattiveria di quello che le aveva fatto bere.
Prese lo zuccherino e lo mise in bocca.
- Ora vai, sorellona.- le disse il fratello, sorridente.- E quando torni voglio sapere tutto!-
- Sicuro Sota. Ci vediamo presto!-
Si alzò da tavola e si diresse all’entrata, dove infilò le scarpe e prese la borsa.
Stava per uscire, quando sentì qualcuno giungere alle sue spalle.
- Kagome…-era sua madre- vuoi che venga con te?-
- Grazie…mamma.- le rispose, dopo aver esitato un poco. Sperava che glie lo chiedesse, ma non si era osata fare la prima mossa.
La madre si infilò le scarpe a sua volta e prese la borsa. - Andiamo, cara…o si farà tardi.-

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Capitolo 4
*** La Verità ***


Ehm...
allora...
me cafona -Rohchan si prostra a terra inchinandosi- ç_ç
NON VI HO NEMMENO FATTO GLI AUGURI DI BUONE FESTEEEE....che bestia che sono...=.=
scusatemi...

Spero che siano andate bene, che abbiate ricevuto tanti regali, che vi siate divertiti e riposati e un sacco di belle cose...^_^
Ed ora, a noi...

GRAZIE a:

ONIGIRI: piccola, tesoro...meno male che ci sei tu, altrimenti, altro che aggiornare stasera...==''' grazie del commento, della fiducia e dei complimenti...

MEL_NUTELLA:grazie...mi piace portare i miei lettori dentro la storia, e per quanto posso cerco di essere aderente alla realtà...quindi, fare la famiglia Higurashi felice perchè a 19 anni Kagome è incinta mi sembrava un po' troppo..^^''' mi sono documentata parecchio per questo scritto, spero di non deluderti...

RYANFOREVER:commento kilometrico???Ma sei matta??? Sentiti pure libera di scrivere quanto vuoi, cara...più il commento è lungo e articolato, e più la mia autostima sale...sei davvero gentile, grazie mille...^_^

AKITOHAYAMA4EVER:grazie mille...ma aspetta...il bello deve ancora venire...^_^

CELINA che dire...felice che ti faccia piacere rileggere questa storia...grazie del commento e degli auguri...ricambiati di cuore...

Bene, ecco fatto...auff, ci sono riuscita...
sono distratta da morire...==
Ancora auguri di buon anno a tutti voi...
che il 2008 sia un anno DAVVERO speciale...

Baci innevati e buona lettura
Rohchan

4- La Verità

Uscirono dal tempio e si diressero verso le scale che portavano alla strada sotto di loro. Quella mattina l’aria era piacevolmente tiepida, ed un vento leggero muoveva le fronde degli alberi, facendo sussurrare le foglie. Giunte in strada si diressero alla vicina fermata del bus e attesero.
Quando il bus arrivò, salirono e nel giro di un quarto d’ora si trovarono all’ospedale.
Kagome era tesa e nervosa. Si avvicinò al banco dell’accettazione del Pronto Soccorso e lasciò il suo nome. Le fu assegnato un codice bianco, e si sedette accanto alla madre aspettando il proprio turno.
Il tempo sembrava non passare mai.
Era ormai quasi mezzogiorno quando sentì chiamare il suo nome.
- Higurashi?- l’infermiera all’accettazione la stava chiamando.
- Sì?-rispose.
- Prego, mi segua. La dottoressa Shinobu sarà da lei tra un momento.- le disse sorridendo.
Kagome seguì la donna fino ad una porta bianca con un vetro zigrinato che non lasciava vedere oltre la soglia. Le aprì e la fece accomodare su una sedia davanti ad una scrivania, scomparendo poi nella direzione in cui erano venute.
La stanza era piccola ma graziosa; c’erano diversi quadri appesi alle pareti, una piccola pianta in vaso poggiata sulla scrivania, un lettino coperto con della carta sterile e due armadi; in uno con i vetri alle portine c’erano scaffali ingombri di medicinali, bende, cerotti, termometri, disinfettanti e altri piccoli attrezzi; l’altro era invece completamente fatto di metallo bianco, con una semplice targhetta su cui erano riportati diversi nomi di dottori.
Il pavimento era di lucido marmo chiaro, pulito ed asettico; e ogni cosa sapeva di disinfettante.
La ragazza tirò un profondo respiro per calmarsi. Chiuse gli occhi e strinse le mani in grembo, mentre la porta alle sue spalle si apriva. Si voltò di scatto.
- La signorina Higurashi?- le chiese una donna con un camice bianco perfettamente inamidato, con piglio pratico.
La figura slanciata era valorizzata dal camice, ed i capelli castani erano raccolti in una treccia che si posava mollemente su una spalla. Sul naso, un paio di occhiali dalle lenti a mezzaluna davano severità ad un viso che, altrimenti, avrebbe avuto dei tratti molto dolci. Non poteva avere più di una trentina d’anni, si disse Kagome.
- Sì…Kagome Higurashi.-
La dottoressa si avvicinò alla scrivania mentre Kagome si alzava in piedi. Quando si fu seduta, la ragazza tornò ad accomodarsi.
- Allora…lei crede di essere incinta, giusto?-
Kagome si stupì per l’atteggiamento freddo della donna. Si sentiva imbarazzata, e non sapeva cosa dire. Dovette costringersi a rispondere.
- Sì…ne volevo una conferma…-
- Ha un compagno, signorina?-
- Sì.-
- Ha avuto rapporti di recente? Magari non protetti?-
- S…sì…- Kagome avvampò. La dottoressa se ne accorse e si fece un po’ più dolce.
- Suvvia, signorina, non sia così tesa. Siamo qui per verificare la sua condizione. Allora…quando ha avuto il ciclo l’ultima volta?-
- Quaranta giorni fa, quasi…ma non è mai stato regolare.-
- Avverte nausee, capogiri…?-
- Sì…da qualche giorno a questa parte.-
- Ha fatto il test di gravidanza?-
- ….- Kagome abbassò lo sguardo.
- Devo dedurre di no…-
- No…non l’ho fatto.-
- Si sentiva in imbarazzo ad andare in farmacia ad acquistarlo?-
- Un po’…-
- Immaginavo una cosa simile…lei ha…- sfogliò la cartella che era poggiata sulla scrivania davanti a lei.- lei ha solo diciannove anni. È comprensibile. Mi dica, c’è qualcuno qui con lei?-
- Sì…mia madre…è rimasta all’accettazione.-
- Vuole che la faccia chiamare? Si sentirebbe più tranquilla?-
Kagome si rilassò un poco e fece un cenno del capo.
- D’accordo…allora…- disse la dottoressa, alzandosi e dirigendosi verso l’armadietto dei medicinali.- ora le darò un test di gravidanza da fare…mi dica, ha fatto colazione prima di venire qui?-
- Sì…creerà qualche problema?-
- Probabilmente no…quaranta giorni sono abbastanza per supporre che lei sia incinta, ma faremo il test per averne l’assoluta certezza.- le disse, porgendole una piccola scatola di cartone e sorridendole. – Ora vada a fare il test. Quando tornerà ci saremo io e sua madre qui ad attendere…e se risulterà positivo decideremo il da farsi. Il bagno è in fondo al corridoio a destra.-
- Grazie…- disse Kagome, prendendo la scatola e alzandosi. Si diresse verso la porta ed uscì richiudendola silenziosamente.
Fuori il corridoio era fresco e sapeva di pulito, il tipico odore da ospedale. Tirando un altro profondo respiro, si diresse verso il bagno.

Ci aveva messo un po’ a capire come funzionava quel coso…ma alla fine ce l’aveva fatta.
E il bastoncino era diventato azzurro.
Era inequivocabile.
Era incinta.
Non sapeva se gettare tutto e tornare dalla dottoressa, così si limitò a reinfilare alla bell’e meglio tutto nella scatola di cartone e a tornare nello studio.
Uscì dal bagno rifece la strada al contrario, quasi di corsa. Giunta davanti alla porta, bussò educatamente ed entrò.
Sua madre era seduta su una sedia accanto a quella che lei aveva occupato poco prima, evidentemente procurata da un’infermiera. Lei e la dottoressa la guardarono, in attesa di una risposta.
- E’ positivo.- disse, quando ebbe ripreso fiato.
- Allora avevamo ragione, signorina Higurashi…- le disse la dottoressa, sorridendo. Poi, vedendo che aveva in mano la scatola contenente il test, alzò un sopracciglio.- Se lo è portato dietro? Non era necessario…mi fido della sua parola. Lo getti pure di là…- e le indicò una porta sul muro di fianco alla scrivania.
Kagome si avvicinò alla porta, la aprì e gettò la scatola in un cestino sotto il lavabo del bagno privato dello studio. Poi si lavò le mani e tornò nell’altra stanza.
Sua madre era seduta in silenzio e la guardava con un misto di paura e felicità negli occhi: Kagome non sapeva cosa stesse pensando, ma immaginò chiaramente la reazione del nonno quando sarebbe tornata a casa con la conferma dei suoi sospetti. Si sedette sulla sedia accanto a lei, sorridendole.
Lei era felice…come non lo era mai stata. Tanto valeva che tutti si abituassero all’idea e imparassero a gioire con lei.
- Allora…saprebbe dirmi quando pensa di essere rimasta incinta?- le chiese la dottoressa, facendola scendere bruscamente sulla terra.
- Il…il dieci di Agosto, dottoressa.-
- La notte delle stelle cadenti…- le disse lei, con una punta di quella che Kagome credette essere malizia nella voce.
- Già…- disse la ragazza, non sapendo cosa dire.
- Allora…il dieci di Agosto…oggi è il ventidue…undici giorni fa. È ancora presto per qualunque tipo di controllo sul feto, ma vorrei che tornasse la prossima settimana per sottoporsi ad un emocromo per verificare che lei non soffra di qualche particolare allergia ed abbia gli anticorpi contro la varicella. Se non l’ha avuta da bambina e la dovesse prendere ora sarebbe rischioso per lui.- e le indicò distrattamente il ventre con un cenno della mano.- Nel frattempo le raccomando di evitare i cibi insaccati, la carne cruda e gli affettati in genere. Lei ha un gatto a casa, signorina Higurashi?-
- Sì…- le rispose Kagome, investita da quel turbine di parole.
- La prego di stare il meno possibile a contatto con l’animale, almeno finchè non avremo fatto tutti gli esami.-
- Va bene…- Kagome era sempre più confusa.
- Bene. Dunque, lei dovrà tornare qui il primo Settembre, per gli esami del sangue…una volta avuti i risultati, fisseremo la data della prima ecografia.- le sorrise, finalmente un po’ più umana.- Se vuole, potrà portare con lei il suo ragazzo…in fondo, anche lui ha una parte in questa faccenda.- concluse, ridendo lieve.
- Glie ne parlerò- rispose Kagome, immaginando la faccia di Inuyasha alla sua proposta.
- Ancora una raccomandazione: faccia movimento, anche solo una passeggiata ogni giorno, non si stressi e mangi cibi sani e ben cotti. Niente cibi precotti, surgelati o altre porcherie simili. Alcuni possono pensare che le mie siano soltanto storie, ma mi fido solo dei ritmi di Madre Natura…-
Kagome assentì con la testa.
- Mi dica, signorina…durante la gravidanza preferisce essere seguita dal suo ginecologo o vuole appoggiarsi all’ospedale?-
Kagome si volse verso la madre con uno sguardo interrogativo.
- Il mio ginecologo è un uomo, Kagome. Forse con la dottoressa ti senti più a tuo agio..-
- Vorrei…se possibile che seguisse lei la mia gravidanza.- disse Kagome alla dottoressa, in attesa con la penna poggiata su un foglio della sua cartella.
- D’accordo, nessun problema.- le disse, sorridendole distesa e appuntando un’ultima cosa sul foglio, in una calligrafia rapida e ben leggibile. – Ma la avverto..sarò ferrea su molte cose.-
- Farò come mi dirà di fare.- disse Kagome, un po’ meno intimorita, ora. In fondo, se poteva reggere Inuyasha, poteva reggere chiunque.
- Molto bene. Ha delle nausee molto fastidiose, signorina?-
- Abbastanza…-rispose, titubante.
- Dovrebbero passare intorno al terzo mese, nulla di grave. Se vuole, può mangiare qualcosa di salato appena sveglia. La aiuterà a contrastare il senso di nausea.-
- Grazie.-
- Bene…allora ci vediamo la prossima settimana per l’emocromo. Nel frattempo, mi raccomando…segua le mie istruzioni.-
- Senza dubbio, dottoressa.- le rispose Kagome, alzandosi quando la dottoressa si alzò in piedi.
- Arrivederci, signorina Higurashi. Signora…- concluse sorridendo.
- Arrivederci, dottoressa Shinobu.- rispose la madre di Kagome, ancora stordita.
- Arrivederci, dottoressa- la salutò Kagome a sua volta.
Poi uscirono dallo studio e si separarono; la dottoressa scomparve verso i bagni, mentre madre e figlia si diressero fuori dall’ospedale.
Mentre camminavano verso la fermata del bus, Kagome si sentiva come se avesse toccato il cielo con un dito…o anche più su, se fosse stato possibile. Camminava con aria persa, un sorriso ebete stampato sul viso, mentre la sua mente ripeteva continuamente “avrò un figlio…avrò un figlio…”
- Kagome..- la richiamò sua madre, prendendola per la manica della maglia. Stava per attraversare la strada senza guardare.- Capisco come ti senti, ma stai attenta…vogliamo farlo nascere questo bambino, vero?- le sorrise.
- Sì, mamma.- le rispose la figlia, con una luce abbagliante negli occhi nocciola.
- Bene…allora andiamo a casa…avrai fame, e poi…scommetto che entro stasera vorrai di nuovo essere da Inuyasha.-
- È vero, mamma…muoio dalla voglia di rivederlo e….-si fermò di botto, rendendosi conto di ciò che stava dicendo.
La madre rise mentre attraversavano la strada.
- Lo sai..sei identica a me quando avevo la tua età…anch’io andai all’ospedale con mia madre, e la sera volli andare subito a dare la notizia a tuo padre….ricordo di aver fatto le scale del tempio a rotta di collo…-
- Tu?- le chiese incredula Kagome.
- Credevi di essere l’unica in grado di correre?-
- No…cioè…non ti immaginavo così…-
- Scavezzacollo?-
- Io non l’ho detto, ma se lo dici tu…allora è quello che avevo in mente…-
- Beh, ora basta parlare di me…- tagliò corto la madre- dimmi…cosa preferisci mangiare? C’è qualcosa di cui hai voglia?-
- Non saprei…-
- Ci penserai mentre andiamo a casa…-concluse la madre, chiedendo la fermata al bus con la mano.- Ora, forza…andiamo a dare a tutti la bella notizia…-

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Capitolo 5
*** Il Ritorno ***


Eccomi di nuovo a voi, affezionati lettori!!!
Me felice di vedere che la storia vi prende tanto...*.*
Allacciatevi le cinture di sicurezza, perchè il rodaggio sta per finire...^^
Ma prima, l'ANGOLINO dei GRAZIE:

ONIGIRI felice di riuscire a trascinarti così dentro la storia...^^ ma aspetta prima di saltellare felice immaginando la faccia di Inuyasha al sapere della gravidanza...

JEPPI grazie del complimento...ed eccoti la reazione di entrambi, nonno ed Inuyasha. Per favore, niente sassi e coltelli...ti prego...ç^ç

RYANFOREVER vedi sopra, tesoro...grazie mille del commento...^.^

CELINA è vero, 19 anni forse sono un po' pochini. Ma se è davvero la persona giusta...se lui ti ama e ti rispetta, se senza di lui ti manca l'aria, se lui è dietro ogni tuo passo...e se si ha responsabilità sufficiente, credo si possa fare. E poi, essere madre dev'essere la cosa più bella dell'universo...*.*

CAROTINA eccoti servita...buona lettura! ^__-

MEL_NUTELLA grazie del complimento, tesoro...mi farai arrossire..#^_^# E' vero, mi documento moltissimo per ciò che scrivo...come ti ho detto, detesto fare le cose campate per aria...eccoti il nuovo capitolo, spero sia di tuo gradimento...

Bene, spigolino finito.
Fate un bel respiro profondo, niente armi, niente oggetti fragili nelle vicinanze.
ah, sì...
magari un pacchetto di fazzoletti ^^
Buona lettura

la vostra Rohchan

5- Il Ritorno

Il resto della giornata passò veloce. Durante il pranzo, Kagome e sua madre diedero la notizia al nonno e a Sota.
Come previsto, il fratello fu il più entusiasta dei due. Non appena saputo che sarebbe diventato presto zio iniziò a saltellare per la stanza come un grillo.
Il nonno, invece, era l’esatto opposto.
- Cosa pensi di fare ora? Vuoi rimanere di là e portare avanti la gravidanza nell’epoca Sengoku?-
- Io…-
- Kagome- intervenne la madre- prima di rispondere, pensa bene a ciò che stai per fare. Trascorrendo qui i prossimi nove mesi sarai sicura che tuo figlio sarà seguito con tutti gli accorgimenti possibili…ma costringerai Inuyasha a vedervi poco.-
- Non essere sciocca…- intervenne il nonno.- Kagome non può volere che il bambino nasca laggiù..insomma…niente medici…nessun ospedale…e se qualcosa non dovesse andare bene?-
- Oh, per favore papà….- Kagome alzò gli occhi sulla madre. Era la prima volta che la sentiva parlare in quel modo.- le donne hanno sempre concepito e partorito figli anche in quell’epoca…e non avevano nulla di ciò che abbiamo noi ora.-
- Sì, però…-
- Basta così…- intervenne la ragazza- ho deciso. Mi spiace, ma credo sia giusto che Inuyasha possa seguire la crescita di suo figlio fin da ora…vorrei portarvi con me, ma…sapete che non è possibile. Tornerò da lui, ma verrò a casa ogni fine settimana…-
- Kagome…- suo nonno era basito.
- Mi spiace, nonno…scusami.-
- Io invece credo che tu faccia bene…- intervenne Sota, che era rimasto ad ascoltare, colpito dalla risposta della madre.- insomma…se io fossi nei panni del fratellone, vorrei starti vicino ogni secondo.-
- Sota…- Kagome sorrise al fratello- lo pensi davvero?-
- Certo!- rispose lui, convinto.- E poi, lo hai detto tu…tornerai ogni fine settimana…che in fin dei conti è molto più spesso di quanto tu abbia fatto finora…-
Tutti risero a quelle parole…Sota era riuscito ad appianare i contrasti.
Finirono di mangiare parlando del più e del meno, poi Kagome aiutò la madre a sparecchiare la tavola.
- Va’ a prepararti, cara…- le disse la madre quando ebbero finito.- Al resto penso io. Vuoi qualcosa da mangiare da portare con te?-
- Non saprei…-rispose la ragazza, toccandosi con la punta dell’indice il mento- forse…della frutta…mele e albicocche…e della cioccolata…e…-
- Va bene, ho capito tesoro…delle cose buone.- la donna sorrise- Va’ ora…o Inuyasha verrà a prenderti prima del tramonto…-
Kagome si volse ed andò via ridendo.
Non potè vedere una lacrima silenziosa che solcava il viso di sua madre.
- Bambina mia…speriamo che tutto vada per il meglio…-

Kagome corse in camera da letto ed aprì lo zaino. Iniziò a tirare fuori dall’armadio magliette e maglioncini, una coperta, calze, biancheria varia ed altri oggetti utili alla permanenza nell’epoca Sengoku.
Era felice, si sentiva leggera come una farfalla. Aveva voglia di ridere e cantare, di gridare al cielo la sua gioia…di scrivere su ogni muro il suo amore per Inuyasha e per la creatura che già cresceva dentro di lei.
Infilò tutto nello zaino, facendo attenzione a non sgualcire nulla. Quando fu quasi pronta, qualcuno bussò alla sua porta.
- Sì?-
- Kagome…- il fratello si affacciò nella stanza.- posso entrare?-
- Certo…vieni pure.- gli rispose, sorridendo. Non capiva come mai si facesse tanti scrupoli. Di solito non bussava nemmeno.
- Senti…io…vorrei darti questa. Magari ti potrà servire laggiù.- e le porse un pacchetto confezionato velocemente. Kagome lo aprì.
Dentro c’era una coperta di lana bianca…la stessa che Kagome aveva comprato per il nascituro quando la madre le aveva detto che avrebbe avuto un fratellino. Rimase interdetta.
- So…Sota…ma…-
- Beh…tornerai ogni settimana, è vero…ma…insomma, me l’hai regalata tu ed ora…beh…insomma, io la voglio regalare a lui. O a lei. Mi piacerebbe che fosse la sua prima copertina. Magari potresti farla benedire da quella sacerdotessa anziana che vive con voi laggiù…-
- Grazie…è un pensiero meraviglioso, Sota…- era rimasta di stucco. Non sapeva cosa dire.
Il fratello, che lei aveva sempre considerato un bambino, le aveva regalato la sua prima copertina per il suo bambino. Posò il pacchetto sul letto e lo abbracciò, d’impulso.
- Non preoccuparti. La farò benedire dalla vecchia Kaede, e sarà la prima copertina del bimbo….promesso, Sota.-
- Guarda che ci conto, eh?- disse il fratello- Mi arrabbierò moltissimo se non sarà così.-
- Non preoccuparti. Sarà fatto…e potrai controllare di persona.-
- Bene…io…ora vado. I miei amici mi aspettano per andare a giocare a pallone. Ci vediamo presto! E saluta il fratellone da parte mia!-
Si sciolse dall’abbraccio ed uscì dalla stanza.
Aveva appena fatto in tempo a infilare la coperta nello zaino, quando qualcuno bussò di nuovo alla porta.
- Kagome…posso entrare?-
Era il nonno.
- Certo…entra pure…- chissà cosa sarebbe successo ora. Kagome si aspettava una sorta di scenata, ma…
- Tieni…- le disse il nonno, porgendole un piccolo involto di stoffa.- sono le erbe con cui preparare l’infuso contro la nausea. Ne devi sciogliere un cucchiaio in una tazza di acqua calda ogni mattina per tre settimane di seguito. Qui ce n’è abbastanza per una settimana. Non te ne do di più perché se non sono ben conservate perdono i loro benefici.-
- Grazie…- gli rispose, prendendo l’involto.
- Guarda che esigo che tu lo prenda ogni mattina. Mi sono spiegato? Sarà meglio per te che tu torni indietro con l’involto vuoto…o mi arrabbierò moltissimo.-
- Lo berrò, promesso.- Kagome gli sorrise.
- E…mi raccomando. Stai attenta, laggiù. Non è come qui.-
- Lo so, nonno…ma con Inuyasha sono al sicuro…- cercò di rassicurarlo.
- Oh, non ne dubito. Non è di lui che non mi fido…è di te. Sei tale e quale a tua madre.- le disse, burbero, tentando senza troppo successo di nascondere l’imbarazzo.- Ora va’. Lui ti aspetta.-
- Certo…- Kagome ripose le erbe nello zaino, accanto alla coperta, e chiuse la patta.
Il nonno uscì dalla stanza e la ragazza si cambiò d’abito; una maglietta con una fragolina rossa e gonna di lino rosso fuoco. Si pettinò i capelli, raccolse lo zaino ed uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta giunta al piano di sotto andò a posare lo zaino vicino alla porta, per poi tornare indietro a salutare la madre.
La donna la aspettava in salotto seduta sul divano, con un sacchetto colmo di dolciumi poggiato sul tavolino. Accanto a questo c’era un oggetto che Kagome non aveva mai visto.
- Ciao mamma…io vado…- le disse, dandole un bacio sulla guancia. La madre ricambiò e l’abbracciò stretta.
- Ciao Kagome…non dimenticare questi…- e le porse il sacchetto e un pettine da capelli.
Era un bel pettine, con una coppia di fiori d’ibisco smaltati in rosso e bianco, con uno spunzone in coordinato che, oltre ai fiori, aveva tre sottili fili di piccole perle cangianti.
- Mamma…è…bellissimo…- disse Kagome, sedendosi sul divano accanto alla madre.
- Me lo regalò tuo padre quando gli dissi che ero incinta di te…è una sorta di cimelio…- le sorrise- ora vorrei che lo avessi tu. Avevo progettato di dartelo, ma non pensavo che sarebbe stato così presto…-
- Mamma…è troppo…non posso accettarlo..-
- Oh no, cara…io voglio che tu lo prenda….- e glie lo infilò nei capelli, dietro l’orecchio sinistro.- Ti sta benissimo…-
- Ne avrò cura…promesso.-
- Lo so. Anche perché se non lo farai potrei arrabbiarmi moltissimo. Ed ora vai. Inuyasha ti starà aspettando.-
- Veramente…gli avevo detto che sarei tornata al tramonto…sono solo le tre del pomeriggio…-
- E vuoi dirmi che non sei ansiosa di vederlo? E di parlargli?-
Kagome abbassò la testa, sorridendo. A sua madre non poteva proprio nascondere nulla.
- Beh? Cosa fai ancora qui? Vai!- le disse la madre, alzandosi e sollevandola di peso dal divano.- Ci vediamo la prossima settimana…- e la baciò sulla guancia, prima di darle una leggera sculacciata per farla muovere.
La ragazza camminò svelta verso il corridoio, ridendo.
Giunta nell’ingresso, si sedette sul gradino e indossò un paio di sandali comodi, di cuoio, prese lo zaino e se lo mise in spalla.
Sua madre si era sbagliata. Non era ansiosa di rivedere Inuyasha.
Moriva dalla voglia di lui.

Corse fuori, con un cenno del capo salutò il Goshinboku e scorse il cortile con lo sguardo. Di suo nonno non c’era traccia. Peccato, avrebbe voluto salutarlo.
Si diresse verso il piccolo edificio che custodiva il pozzo Mangiaossa, entrò e si richiuse la porta alle spalle.
Scese i gradini e si avvicinò al pozzo…e con un respiro profondo vi si gettò dentro.

***

Inuyasha era seduto con la schiena poggiata al pozzo, in attesa di Kagome. Era passato solo un giorno e mezzo, ma a lui sembrava un’eternità.
Aveva parlato un po’ con Miroku di Kagome, dell’atteggiamento di Sango del giorno prima, ma il monaco era stato piuttosto evasivo.
- Dalle tempo…-gli aveva detto- sarà lei a spiegarti tutto.-
- Vuoi dirmi che nemmeno a te Sango ha detto niente? Ma se…-
- No, nemmeno a me…solo che è una cosa molto importante, ma non ha aggiunto altro. È andata via con un sorrisino sul viso che definirei a metà strada tra l’ironico e il rassegnato. Come se dicesse “non capiresti mai”.- aveva aggiunto, quando il mezzo demone lo aveva squadrato dal sotto in su con espressione interrogativa.
- Non mi piacciono tutti questi misteri. Kagome è la mia donna…e non dovrebbe avere segreti per me.- aveva sbottato Inuyasha.
- Se è per questo, amico mio, ho il sospetto che lei non abbia davvero più nessun segreto, per te…- aveva ribattuto l’amico, sornione.
Per tutta risposta si era preso un pugno sulla testa che l’aveva lasciato tramortito, e probabilmente non si era ancora ripreso del tutto.
Sorrise debolmente…ma un rumore alle sue spalle lo fece scattare in piedi.
Una mano piccola e bianca si poggiò sul bordo del pozzo, mentre Kagome emergeva sbuffando ed ansimando dalla sua bocca.
Inuyasha la aiutò ad uscire, felice di rivederla.
Kagome non si era accorta subito della presenza del mezzo demone, concentrata com’era nel risalire il pozzo…ma il cuore si era fermato quando aveva sentito le mani forti di Inuyasha prendere le sue ed aiutarla a uscire.
- Inu…yasha…- riuscì ad articolare, ancora ansimante, prima di togliersi lo zaino e abbracciarlo.
- Certo che ce ne hai messo, di tempo!- sbottò lui, stringendola tra le braccia, assaporando il suo profumo.
- Sono tornata anche prima!- ribattè la ragazza- Non ne potevo più di starti lontano…- aggiunse, rifugiandosi contro il suo petto.
Inuyasha stava diventando matto nel tentativo di trattenersi.
- Allora…cosa è successo di là? E cos’è questo?- le chiese, allentando un po’ la presa e sfiorando con la mano destra il pettine che la ragazza aveva tra i capelli.
- Me l’ha regalato mia madre….è bello, vero? Glie l’aveva regalato mio padre quando aveva scoperto che lei aspettava un bambino.-
- Sì, bello…anche se ne ho visti di migliori. Mia madre ne aveva uno che ave…- le parole gli morirono in gola.
Non era sicuro di avere capito bene.
Kagome lo guardò con un sopracciglio alzato, perplessa e sorridente allo stesso tempo.
- Aspetta…- le disse il mezzo demone, guardandola dritto negli occhi.- Perché tua madre te l’ha regalato?-
- Perché è un cimelio di famiglia, Inuchan- aveva risposto Kagome, continuando a fissarlo.
- Ma hai detto che tuo padre glie l’aveva regalato perché lei…-
- Aspettava un bambino. Me, per essere più esatti.-
- E lei l’ha regalato a te?-
- Esatto…sai cosa significa, Inuchan?- gli chiese lei, baciandolo dolcemente sulle labbra.
- Che tu…che…che n…che io…-
Kagome rise, prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarla negli occhi. E lei nei suoi mise tutto l’amore che aveva.
- Che io aspetto un bambino, Inuyasha. Che noi avremo un figlio, e che tu sarai…-
- Padre…- Inuyasha aveva pronunciato quella parola in un soffio, mentre incredulo fissava Kagome.
Non ci poteva credere. Kagome aspettava un bambino, e quel bambino era suo figlio.
Quel pensiero gli riecheggiava nella mente come l’eco di una campana, girando in circolo, entrando in ogni goccia di sangue, in ogni fibra del suo essere.
Padre.
Sarebbe diventato un padre.
Lasciò andare Kagome, ritraendosi come se lei scottasse come fuoco. La guardava, come se non la riconoscesse.
- Inuyasha…io…non volevo dirtelo così…- disse Kagome, guardandolo.
- No…ma…non avevi molti…modi…però…- si sentiva la gola dannatamente secca. Kagome aspettava un bambino…il SUO bambino. Ma una domanda gli rodeva le viscere, insistente e dolorosa come una formica rossa: Kagome voleva quel bambino?
- Inuchan…cosa…-si avvicinò a lui, tendendo la mano per posare una carezza sul suo viso.
- No…non…- Inuyasha indietreggiò, mettendosi fuori portata.
- Cosa c’è, Inuchan? Mi spaventi…-Kagome sentiva le lacrime pungerle gli occhi.
Inuyasha non voleva quel bambino?
- Kagome…tu…perché…?-
- Perché…? Cosa, Inuyasha? Non credevi sarebbe successo? Nemmeno io...ma è successo…-
- Perché…non me l’hai detto subito?-
- Perché non ne ero sicura. Perché non capivo. Perché non ero sicura…-
- Di volerlo?- Inuyasha completò per lei la frase, e Kagome si sentì mancare la terra sotto i piedi.
- E tu…tu, Inuyasha…tu lo vuoi questo bambino?-
- Io…Kagome…- Inuyasha si accasciò a terra, indifeso come mai l’aveva visto in tutti quegli anni.
- Inuyasha…-
- Lasciami solo, ti prego….va’ via.-
- Inu…-
- VAI VIA DA ME! VATTENE!!-
Kagome sentì il vuoto prendere possesso di lei. Si sentiva come se il mondo fosse scomparso, e lei galleggiasse in completa solitudine nel nero più nero del più profondo dell’universo, lì dove nemmeno le stelle riescono a brillare.
Volse il viso perché Inuyasha non vedesse le lacrime scenderle sulle guance…raccolse lo zaino e saltò di nuovo dentro al pozzo.
Era stata così felice quando aveva scoperto di aspettare un bambino…ed ora non era più così sicura di volerlo.

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Capitolo 6
*** Paura e Rabbia ***


TaTaaaaaaaaaaaannnnnnnn!!!!
Eccoci qua!! (Rohchan stappa una bottiglia per festeggiare i suoi 9 commenti. 9, VI RENDETE CONTO????)
Me davvero, DAVVERO felice di vedere che la storia piace anche qui. Grazie. Grazie davvero a tutti, ma a qualcuno in particolare...^^
L'angolino dei GRAZIE:

SEASONS_GIRL felice che la storia ti sia piaciuta su Manganet, e grazie di averla messa tra i tuoi preferiti.
Ora puoi rileggerla con calma, scovare magari errori e magagne che mi sono sfuggite..^^'''e magari informarmi se ne trovi, che ne dici? ^_-

STELLABELLA7 eh sì...Inuyasha è DECISAMENTE ottuso...che dobbiamo farci, mezzodemone di Neanderthal è...^^ Scherzo.
Inuyasha ha i suoi bravi motivi per pensare ciò che pensa, spiegato in questo e nel prossimo capitolo...grazie del commento e dell'entusiasmo.^^

ONIGIRI la mia piccola, piccola kohai...grazie del commento, ma ancor più del supporto e sopportazione. Come già detto, Inuyasha è un po' ottuso sì...ma le persone cambiano. A volte. Qualcuna sì, qualcuna no...uhn...mi sa che non sto migliorando la sua posizione...^^

RYANFOREVER caspita che entusiasmo! Già ti vedo a rincorrere Inuyasha per tutto il villaggio Musashi...ma prima di affilare i coltelli, leggi il capitolo. Può darsi che ti faccia cambiare opinione. ^_^

MEL_NUTELLA cara...io amo alla follia i lieti fini. Quindi, non preoccuparti. Questa storia sarà rosa e zuccherosa come...come la cosa più dolce che risci ad immaginare.
Però...sai come si dice...nulla si ottiene senza sofferenza...U.U

KADE grazie grazie...mi inchino...molto gentile, davvero. ^^

CELINA tesoro, hai centrato in pieno il problema. I nostri sono giovani, molto giovani. Un figlio a 19 anni per lei (e forse una ventina per lui, se non contiamo quando è stato appeso all'albero per cinquecento anni..==)è una responsabilità enorme. Avere paura è senz'altro la reazione più sensata. Poi, quando la paura scema, ci sono le reazioni ponderate...che sono quelle che spingono ad agire. Grazie del commento e...a te il nuovo capitolo..^^

JEPPI o.O
Rohchan: ehm...oddio...Se...Sesshoumaru...aiut...
Sesshoumaru: ...?
Rohchan: una lettrice vuole uccidermi...T^T
Sesshoumaru: era quasi ora! Se penso a quello che vuoi farmi f...
Rohchan (saltando in braccio a Sesshoumaru e zittendolo con le mani) SHHHHHHHHHHH!! Stai zitto, Secchan!! Quello che ti faccio fare è un segreto tra noi due!
Sesshoumaru: addirittura??
Inuyasha: Perchè?? Che ci fa Rohchan con mio fratello??
Sesshoumaru (da dietro le mani di Rohchan): ti piacerebbe saperlo, eh?
Rohchan: #O.o#
Sesshoumaru: Non arrossire, Rohchan...non facciamo mica niente di illegale, io e te...
Rohchan: ##O.O##...o.O...^^...vero, ma...ehm...ecco..U.U
allora, BASTA voi due!!! Jeppi vuol farmi la pelle e a voi non importa..ç^ç
Sesshoumaru&Inuyasha: ma noooooo...ci siamo noi a proteggerti, amore...
Rohchan: *.*
Tutto questo per dirti, Jeppi....TI PREGO, ASPETTA A FARMI LE SCARPE....T^T

STRAY CATS EYE Ramonaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Tesoro! Stellina!!! Qunato sono felice di vederti...ç^ç Ebbene sì, hai visto? Alla fine sono arrivata anche qui...Felice che tu sia felice di vedermi...e non preoccuparti del commento, immagino sia uguale per tutti.
E' già un miracolo trovare il tempo per leggere...==

RINGRAZIO ANCHE ORANGE, CHE HA COMMENTATO "QUALCOSA OLTRE IL CIELO"...GRAZIE DI VERO CUORE...T^T

Bene, spigolino finito.
Vi lascio al capitolo, sperando vi piaccia...^^
Ah ecco...due cosine:
1)da questo aggiornamento in poi, metterò al fondo un'anticipazione del capitolo successivo...così, tanto per farvi smadonnare un po' di più..^^
2) chi è interessato ad avere il mio contatto msn può chiedermelo tramite commento o mandandomi una mail...così si possono fare due chiacchiere con calma...^^

Bon, ho finito davvero.
Buona lettura!!
La vostra Rohchan

6- Paura e Rabbia

Inuyasha si sentiva vuoto. Tremendamente vuoto. Come se qualcuno avesse succhiato via da lui ogni cosa, lasciandolo come il guscio vuoto di una lumaca.
Il fatto che Kagome aspettasse un figlio suo era una cosa impossibile.
Lui amava Kagome, voleva stare con lei per il resto dei suoi giorni.
Ma come aveva potuto essere così pazzo? Così…cieco?
Era convinto che, in quanto mezzosangue, non avrebbe mai potuto avere figli…non aveva conosciuto molti mezzi demoni nella sua vita, ma si riteneva incapace di avere figli a sua volta, per via della sua doppia natura, umana e demoniaca.
E poi…con Kikyo non era successo nulla del genere.
Era stato tanti anni prima…quando quella che lui aveva definito compassione nei confronti della sacerdotessa si era trasformato in amore, e poi passione bruciante..la stessa che sentiva ora per Kagome.
Ma a Kikyo non era successo nulla di tutto questo. Erano stati insieme tante notti, e lei non era mai…
Scacciò quei pensieri dalla mente. Kikyo non c’entrava, ora. Il problema era Kagome.
Avevano agito d’impulso, trasportati dall’istinto…e ora lei portava in grembo il frutto di quel colpo di testa.
Se solo non avesse chiesto nulla alla stella cadente…forse non sarebbe successo nulla.
Se si fosse controllato…Kagome non avrebbe dovuto portare un tale peso.
Ma era successo…e lui non conosceva rimedio per quello.
Rimedio…per cosa poi, si chiese. Per l’amore?
L’amore che nutriva per Kagome poteva essere una colpa? Lui…amava Kagome, ogni cosa di lei. E non voleva vederla soffrire.
Ricordava troppo bene le lacrime di sua madre…quella donna umana che l’aveva concepito e partorito…ricordava il sapore salato delle sue lacrime quando lei lo baciava la sera prima di dormire.
Ricordava la sua espressione triste…
Triste a causa sua. Della sua doppia natura.
Sferrò un pugno al terreno, sprofondando il braccio fino al gomito.
Il fatto che Kagome fosse incinta significava condannarla ad una vita di dolore e tristezza come quella che aveva vissuto sua madre. E lui non voleva questo.
Amava Kagome, ma sapeva che nel suo mondo non sarebbe stata felice. Non più.
Ma…nella sua epoca, forse…nel suo mondo, nel suo tempo, forse Kagome avrebbe potuto ancora essere felice, nonostante tutto.
Nonostante suo figlio. Forse avrebbe trovato un uomo da amare, che l’avrebbe amata come faceva lui.
Rise. Una risata roca, cattiva…per nascondere il rumore dei singhiozzi che uscivano dalla sua bocca, prepotenti, e che non riusciva a fermare.
Lasciare Kagome ad un altro…preferiva morire, piuttosto che vederla legata ad un altro.
Pianse…pianse tanto, finchè ne ebbe la forza. Pianse finchè ebbe l’impressione che in tutto il suo corpo non fosse rimasta una goccia d’acqua.

Al tramonto era ancora accasciato a terra, la mano affondata nel suolo, gli occhi secchi e affaticati per il troppo piangere.
Ma aveva deciso.
Avrebbe detto a Kagome che sarebbe stato meglio per entrambi se lei non fosse mai più tornata nell’epoca Sengoku. Avrebbe fatto in modo da sigillare il pozzo da entrambi i lati…e poi avrebbe trascinato la sua esistenza fino alla sete di sangue di qualche demone.
Vivere senza di lei non aveva senso.

Kagome piangeva disperata nell’edificio che custodiva il pozzo.
Si sentiva stupida…così stupida.
Come aveva potuto pensare che Inuyasha avrebbe voluto un bambino da lei? Lui, che amava Kikyo.
Lui, che non vedeva in lei che il riflesso della donna che aveva amato.
Lui, che lei stessa aveva visto giurare alla sacerdotessa protezione contro Naraku, a costo della sua stessa vita. Come aveva potuto anche solo pensare che Inuyasha avrebbe accettato quella nuova vita che le cresceva dentro?
Cosa sarebbe stato quel figlio per lui?
Un intralcio…un impaccio. Il segno di un tradimento che Kikyo non avrebbe potuto perdonare.
Tirò su col naso e prese a salire mestamente i gradini per uscire da quel posto.
Non voleva più vedere il pozzo.
Non voleva pensare a ciò che rappresentava.
Si strinse le braccia alla vita, cercando di scaldarsi…sentiva freddo anche se era estate.
Aprì la porta scorrevole ed uscì nel cortile assolato.
Il cielo azzurro non le era mai sembrato così triste. Si diresse verso l’uscita dal tempio, scendendo i gradini verso la strada, senza sapere dove andare.
I piedi procedevano da soli, in mezzo al brusio della gente che non la vedeva nemmeno passare.

Inuyasha era fermo sull’imboccatura del pozzo.
Poteva ancora sentire il suo profumo…leggero, fresco come i fiori estivi. Dolce come era lei.
Saltò dentro al pozzo.
Le doveva parlare. Doveva dirle ogni cosa.

Kagome vagava senza meta per le strade della città. Le lacrime continuavano a scendere silenziose, mentre cercava con tutte le forze che aveva di trovare una soluzione alla situazione disastrosa in cui si trovava.
Amava Inuyasha, e questo era un punto.
Amava già il bambino che aveva dentro, e questo era un altro punto.
Ma Inuyasha non sembrava amare il bambino…e questo mandava a monte tutto quanto.
La rabbia prese a farsi strada in lei…non era tutta colpa sua, se di colpa si poteva parlare.
Inuyasha l’aveva presa, l’aveva fatta sua, aveva goduto insieme a lei quella notte. Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentirlo gemere dal piacere, mentre affondava in lei.
Non aveva pensato alle conseguenze del suo atto…come non ci aveva pensato lei, ma questo ora non c’entrava niente. Lei si era data ad Inuyasha credendo che lui la amasse…ma lui l’aveva usata.
Cinquant’anni senza una donna sono duri da sopportare, si disse con cattiveria feroce.
Era normale che nutrisse un appetito simile…andava soddisfatto, in un modo o nell’altro.
E lei non aveva fatto o detto nulla per fermarlo, anzi… Stancamente si sedette su un’altalena…senza accorgersene aveva raggiunto un parco pubblico. Prese a dondolarsi lentamente, cercando di soffocare la rabbia che le cresceva dentro, la sete di vendetta che germogliava in lei.
L’amore si stava trasformando in odio.
Che senso aveva tenere un figlio che non era frutto d’amore?
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di ridere di lei, e di considerarla un’ingenua.
Quel bambino non sarebbe mai nato.

ANTICIPAZIONI:
7- Fulminato sulla via di Damasco
Inuyasha l'ha mandata via ed ha pianto tutte le sue lacrime...può un mezzodemone piangere? Lui sì...ed ora, che sente di doverle parlare, va da Kagome per dare spiegazioni...ma qualcun altro gli farà capire alcuni piccoli e trascurabili ( ma mica poi troppo) particolari...

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Capitolo 7
*** Fulminato sulla Via di Damasco ***


Di nuovo giovedì...ragazzi...che settimana...
non posso dire che sia stata frenetica, sarei bugiarda. In realtà l'ho passata a studiare.
Ma chissà perchè, stasera ho un magone addosso...una tristezza di quelle che c'è da ubriacarsi di cioccolato. Ho un groppo in gola grosso come un pompelmo, ma non mi resta altro da fare che aspettare che passi da solo...==

Vabbè. Lasciamo perdere queste cose tristi e veniamo a noi...
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
10 commenti, ragazzi...se fossi di umore diverso, ballerei una giga..^^
Grazie a:

MEL_NUTELLA
Rohchan(da dietro la schiena di Sesshoumaru):aiuto...Secchan...è arrabbiata con me...fai qualcosa...
Sesshoumaru: non chiamarmi Secchan, altrimenti ti affetto...
Rohchan:va bene...Sesshoumaru...invoco la tua protezione. Meglio ora?
Sesshoumaru:accettabile. Cosa mi dai in cambio della mia protezione?
Rohchan: vitto e alloggio non bastano?
Sesshoumaru:...
Rohchan: ci aggiungo una torta al cioccolato...
Sesshoumaru:...
Rohchan: oh, vabbè...chiedi, e ti darò quello che vuoi.
Sesshoumaru: guarda che l'hai detto eh...quello che voglio...
Rohchan:entro i limiti delle mie possibilità, signor demone maggiore...è.é
Sesshoumaru: se se...dici sempre così...U.U come si chiama stavolta?
Rohchan: Mel...Mel_nutella...
Sesshoumaru: ok...allora...Mel_nutella...non attentare alla vita della mia Rohchan, altrimenti la mia vendetta sarà tremenda...ok?
Rohchan: *.* sei...sei...
Sesshoumaru: un demone maggiore. E vivo qui. E tu hai un debito con me...
Rohchan:...ok...cosa vuoi?
Sesshoumaru:te lo spiego dopo...(sguardo furbo)
Rohchan:oiboh...o.o

RYANFOREVER lungi da me attentare alla tua sanità mentale, piccola...eccoti il nuovo capitolo..^^

STELLABELLA7 e le rivelazioni non sono ancora finite...le anticipazioni non sono una buona idea? Se preferisci le tolgo...^^ a te il capitolo...con la sorpresa di capire chi sarà il mentore d Inuyasha..^^

ONIGIRI sul serio sono per me tutti questi complimenti? Davvero? Davvero davvero? Guarda che divento tinta kariginu...#^_^# grazie, bimba..

KRICCA86 tranquilla tranquilla tranquilla...le cose andranno a posto...^^ ma i fazzoletti tienili, non si sa mai..^^ (scappa di nuovo dietro a Sesshoumaru)

KADE é un maschio...che dobbiamo fare. Senza loro si vive male, ma a volte una pedata nel sedere può rivelarsi terapeutica...ma non è ancora il momento per Inuyasha...

CELINA chiedi e ti sarà dato, tesoro...naturalmente, tempi gestazionali pachidermici della sottoscritta a parte...U.U a te il capitolo nuovo!

SEASONS_GIRL grazie mille. Ma se ne trovi, sappi che sei liberissima di mettermene a parte..^^

JEPPI in effetti, leggere la fic su Manganet potrebbe essere...deludente. Non che siano fatti miei, ma...vuoi mettere lo stillicidio di aspettare l'aggiornamento successivo? Lambiccarsi il cervello sul perchè e il percome le cose vanno come vanno? Immaginarsi gli sviluppi successivi? Se la leggi di là, ti perdi tutto..^^
e comunque, non preoccuparti. Il lieto fine è garantito. Al limone.^^

KIRJAVA uuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhh!!!Una commentatrice fan delle 'Oscure Materie' di Pullman..*.* Felice che la storia ti sia piaciuta,e grazie del commento...se vuoi, ecco il nuovo capitolo^^

Bene....spigolino finito.
Al fondo, l'anticipazione del prossimo capitolo...per farvi morire di morte leeeeenta...ghghghghgh....
Sesshoumaru(dall'altra stanza): Rohchaaaaannnn!!!Non credere che abbia dimenticato la tua promessa!!!Ti voglio qui!!!SUBITO!!!
Rochan: o.O...ehm...^^''''scusate...(schizza via)

7- Fulminato sulla Via di Damasco

Inuyasha uscì dal pozzo e la prima cosa che sentì fu l’odore delle lacrime di Kagome.
Doveva aver pianto molto…e con tristezza si disse che non aveva ancora finito.
Salì i gradini che conducevano nel cortile del tempio…ormai era quasi sera.
Sospirò, guardandosi intorno. Sarebbe stata in camera sua a piangere?
- Fratellone!- il giovane Sota gli stava correndo incontro.- Che bello vederti! Cosa fai qui? Dov’è mia sorella? Perché non sei con lei?-
- È…una lunga storia…l’hai vista?-
- Chi?-
- Kagome…è tornata indietro…-
- Da sola? Inuyasha, cosa le hai fatto? Le hai parlato?-
- Veramente…è meglio dire che…-
- Avete litigato?-
- No…-
- Avete fatto cosine?- gli chiese, diventando rosso come un peperone.
- Che?-
- Cosine…baci, carezze e smancerie simili.- spiegò il ragazzino, storcendo le labbra.
- No…-
- E allora cos’è successo?- sbottò, spazientito.
- L’ho…cacciata via…-
Sota lo guardò, interdetto.
- L’hai…cacciata via?- ripetè.
- È una lunga storia…allora, l’hai vista?-
- No…credevo fosse rimasta con te a fare pucci pucci.-
Inuyasha guardò il ragazzino con espressione stordita.
Cos’avrebbero dovuto fare loro? Pu…che?!?
- Senti, fratellone…immagino che Kagome ti abbia raccontato ogni cosa…-
- Più o meno.-
Il ragazzino sospirò con aria di sufficienza.
- Allora…dimmi fino a che punto sei sicuro d’aver capito tutto.-
Il mezzo demone prese seriamente in considerazione l’idea di scorticarlo vivo…magari con un po’ d’acqua calda…
- Ho capito che aspetta un figlio…mio…-
- Ok, fin qui ci siamo. E poi?-
- Poi…niente. L’ho cacciata via.-
- E per…- Sota scosse la testa, prendendolo per la manica della casacca.- vieni con me.- e lo trascinò verso casa.

Entrarono, e il ragazzino si tolse le scarpe, iniziando poi a percorrere il corridoio che portava alle scale e al piano superiore.
Ovunque Inuyasha sentiva l’odore di Kagome.
- Vieni!- gli disse Sota, dal fondo delle scale.- Andiamo su…che ti devo spiegare qualcosa…e tu devi spiegarmi bene cosa è successo.-
- Perché di sopra?- chiese il mezzo demone, percorrendo il corridoio.
- Perché nessuno ci darà fastidio, in camera mia. Muoviti…-
Eh, sì…acqua calda e piccoli brani alla volta…partendo dalle dita dei piedi…
Salirono le scale e si diressero alla camera di Sota. Una volta entrati, il ragazzino si chiuse la porta alle spalle, girando la chiave nella toppa.
- Ecco fatto…ora nessuno ci disturberà.- disse, sedendosi sul letto. Inuyasha si sedette per terra, poggiandosi all’armadio, dall’altro lato della stanza.
- Allora…cos’è che mi devi spiegare?- chiese il mezzo demone, poggiando la Tessaiga in terra accanto a sé.
- Che hai fatto un gran casino. E che non hai capito un bel niente.-
- Attento a come parli…- Inuyasha lo guardò, una luce omicida negli occhi ambrati.
- Fratellone…mia sorella ti ama.-
- Anch’io l’amo.-
- Non si direbbe, visto che l’hai cacciata via in malo modo dopo che lei ti aveva detto di essere incinta. Dovresti sapere ormai com’è montata mia sorella…-borbottò.
- Senti…non potresti essere più chiaro? Non ti capisco…cosine, pissi pissi…-
- Pucci pucci, fratellone. Non fa niente, te lo spiego un’altra volta, magari. Intendevo dire che nonostante siano quattro anni che mia sorella è con te, evidentemente non la conosci bene.-
- Perché…tu sì?- si inalberò Inuyasha.
- Di sicuro meglio di te, fratellone. Raccontami com’è andata.-
Inuyasha raccontò a Sota tutto quello che era successo quel pomeriggio, includendo la decisione che aveva preso riguardo il futuro di Kagome e del bambino. Quando ebbe finito, il ragazzino aveva la testa tra le mani e guardava assorto il tappeto sotto i suoi piedi.
- Allora..lei ti ha detto che la mamma le aveva regalato il pettine perché era incinta di un figlio tuo e tu l’hai cacciata via? Ho capito bene?-
Il mezzo demone assentì con la testa.
- Santo cielo, fratellone…almeno le hai detto che l’ami?-
- No…ero troppo confuso per pensare qualunque cosa che non fosse la sua vita.-
- La vita di chi?-
- Di tua sorella…di chi altri?- sbottò.
- Allora, Inuyasha…stai bene attento, perché te lo spiegherò una volta sola. Non sono molto bravo in queste cose…- scese dal letto e gli si andò a sedere di fronte.- Tu ami mia sorella?-
- Sì, per i Kami…amo tua sorella, e vorrei vivere con lei il resto dei miei giorni. Ma non sarebbe felice nella mia epoca, ora.-
- Perché pensi questo?-
- Perché…penso a…mia madre.- Inuyasha abbassò la testa.- Era un’umana, come Kagome. E mio padre era un demone. Ha vissuto tutta la vita cacciata da un posto all’altro, per colpa mia. Non l’ho mai vista ridere, ed è morta sola. Per colpa del mio sangue misto non era accettata né dagli umani e tanto meno dai demoni…anzi. Quando mio padre è morto è stato ancora più difficile vivere. Non voglio che Kagome passi lo stesso dolore. Per questo voglio che viva qui, con il bambino. Qui la gente è più…sbadata.-
- Sbadata?- Sota sgranò gli occhi.
- Nessuno fa caso al passato di una persona…e nessuno si accorgerebbe che suo figlio è un mezzo demone.-
- Non hai pensato che mia sorella ora possa essere furiosa? E che possa decidere di non tenere il bambino? O meglio ancora, di infischiarsene delle tue idee e venire a stare nell’era Sengoku con te?-
- Che tua sorella sia furiosa è fuor di dubbio. Ma non le permetterò di stare con me. Non voglio vederla soffrire, Sota.-
- Se non sta con te ne morirà, Inuyasha. Mia sorella ti ama, e ama il bambino. Ma tu l’hai cacciata via, e ora potrebbe anche decidere di abortire. Santo cielo…ma perché te le devo spiegare io queste cose?!?- gemette.
- Cosa significa…abortire?- Inuyasha inclinò la testa da un lato, movendo piano le orecchie.
- Significa…sottoporsi ad un’operazione per uccidere il bambino.-
- Ma non può! Morirà!- sobbalzò, tornando dritto.
Sota si ritrasse un po’ spaventato dalla reazione.
- Mia sorella no…ma il bambino sì. E con lui, anche l’amore che nutre per te. Mia sorella vuole solo stare con te…ha anche litigato col nonno per questo. Tutto quello che vuole sei tu, e tu invece l’hai cacciata via per egoismo.-
- Egoismo? Ma se non ho smesso un secondo di pensare al suo bene!- il mezzo demone incrociò le braccia al petto, voltando la testa di lato a guardare il nulla. Era decisamente nervoso. Ma perché nessuno lo capiva mai?
- Mettiti bene in testa una cosa, fratellone…mia sorella non è una donna della tua epoca, in cui quelle come lei stavano zitte e obbedivano. In questo tempo è tutto diverso. Le donne sono indipendenti, e non accettano ordini da nessuno, nemmeno dai mariti, fidanzati e cose simili.-
- Come lo sai? In fondo, sei ancora un nanerottolo-
Sota lo guardò, e stavolta fu Inuyasha a credere di aver detto qualcosa di sbagliato. Sebbene umano, Sota sembrava pervaso dallo spirito di un demone. Sembrava volerlo prendere a pugni, ma si calmò.
- Perché qui ci vivo, Inuyasha. E perché Sayuri mi ha piantato perché le ho detto che l’uniforme scolastica non le dona.- gli rispose, alla fine.
- Chi è Sayuri?-
- Era una ragazza con cui mi vedevo, ma ora non c’entra nulla. –chiuse il ragazzino, agitando le mani in un gesto nervoso.- Il problema è che tu hai ferito mia sorella, e lei per ripicca potrebbe decidere di non tenere il bambino. Cosa mi dici di questo?-
- Che non voglio che non abbia il bambino…io amo lei, e amo quel bambino, anche se non è ancora nato. Solo non sarebbe accettata nel mio mondo. E poi la colpa è mia, e io devo trovare il rimedio.-
- Allora…ascoltami bene, fratellone…- Sota gli si piazzò a tre centimetri dal naso, guardandolo negli occhi.- i figli si fanno in due. Mia sorella è stata con te, ti ama, è rimasta incinta, e ti posso garantire che veleggiava a tre metri da terra. Tu la ami?-
- Dannazione…sì, Sota, sì. L’amo.-
- E vuoi il bambino?-
- Sì, ma…-
- Fermo lì, niente ma. Dirai questo a mia sorella, e poi deciderete insieme.-
- Insieme? Ma…-
Il rumore di passi su per le scale li zittì. Sota aprì la porta della sua camera, e vide Kagome comparire nel corridoio, diretta alla sua camera.
Era ridotta a uno straccio.
Lei lo salutò con la mano, sforzandosi di sorridere, ma si vedeva che aveva pianto.
Entrò in camera sua e si chiuse la porta alle spalle con un colpo secco. Decisamente non era dell’umore di parlare.
Il ragazzino si chiuse la porta alle spalle e si volse, cercando Inuyasha.
Ma la finestra della sua camera era spalancata, e del mezzo demone non c’era traccia.

ANTICIPAZIONI:
8-Cocci D'Amore
L'inferno non è nulla in confronto ad una donna arrabbiata... diceva Shakespeare. E Kagome è DECISAMENTE furiosa...

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Capitolo 8
*** Cocci d'Amore ***


Buona serata a tutti!!!
avete passato una buona settimana? Io sulla mia ho tirato una trapunta nera...==
lasciamo perdere...

L'angolino dei GRAZIE ^^:

RYANFOREVER grazie, piccola...eh, si. Kagome è DECISAMENTE nera di rabbia...ed è un eufemismo. Buona lettura!

GOTEN, SEASONS_GIRL grazie mille...^^me lusingata di averti 'costretta' ad una lettura in apnea...^_^

MEL_NUTELLA sì, sì...Inuyasha è duro di comprendonio, ma...con le dovute 'spinte' arriva anche lui....buona lettura!

JEPPI eh sì...ti faccio stare sul filo di lana. Hai visto Sota? Piccolo genio...^^ beh...in realtà il nocciolo della questione è solo nell'epoca di nascita. Insomma, INuyasha è un uomo del medioevo (e non lo dico certo con cattiveria^^) mentre Sota è un ragazzo dei nostri tempi. E così il problema rimane...Inuyasha avrà capito? A te scoprirlo...^^

STELLABELLA7 va bene...non tolgo le anticipazioni. Ma per quanto riguarda gli aggiornamenti, putroppo vi dovrete 'accontentare' di un aggiornamento alla settimana. La fic è completa, ma tra esami universitari da preparare e lavoro, il mio tempo è davvero pochissimo....T^T spero mi perdonerai...^^Buona lettura!

KADE Sota psicologo? Uhn...non ci ho mai pensato...potrebbe essere in'idea, però...perchè no...^^ buona lettura!

ONIGIRI bene...la tinta kariginu è stata raggiunta...^^ti ringrazio moltissimo per i complimenti, ma prima di farmi il monumento, aspetta di aver letto il capitolo...secondo me mi detesterai...^^

KRIKKA86
Rohchan:*tip tip sulla spalla di Secchan
Sesshoumaru:cosa vuoi?
Rohchan: secondo te sono cattiva?
Sesshoumaru:Con me? Tantissimo.
Rohchan: ma non con te...con tuo fratello e Kagome...
Sesshoumaru:e perchè lo chiedi a me? Chiedilo a loro!
Rohchan:solo tu abiti qui...
Sesshoumaru:ah, già. Beh...sì. Sei un po' cattiva...ma in fondo, hai un cuore di panna. Di chi è la colpa, questa volta?
Rohchan:si chiama Krikka...
Sesshoumaru:Rohchan...ma sono titte ragazze...non puoi chiedermi di fare gli occhi cattivi ad una donna, su...*le scompiglia i capelli
Rohchan:va bene...ma se minacciano di picchiarmi...
Sesshoumaru:se minacciano di picchiarti è un altro paio di maniche...nessuno deve permettersi di toccare la mia Rohchan...
Rohchan:grazie...^^
Sesshoumaru:dai, aggiorna...*fa un segno sul muro, sopra il letto
Rohchan:cosa fai?
Sesshoumaru:promemoria...
Rohchan:o.O
SEsshoumaru:aggiorna...non preoccuparti. Non è niente di grave...
Rohchan:va bene...mi fido di te...
Sesshoumaru:è questo il bello...ghghghghg....
Rohchan:eh?
Sesshoumaru:niente, niente...U.U

Bene...a voi il nuovo capitolo^^
Buona lettura
Rohchan

8- Cocci d’Amore

Inuyasha aveva sentito l’odore di Kagome farsi più forte non appena Sota aveva aperto la porta, e non aveva perso un secondo. Si era alzato, aveva raccolto la Tessaiga, aveva aperto la finestra ed era saltato sul tetto, percorrendolo fino alla finestra della camera di Kagome. Poi aveva aperto la finestra ed era entrato, aspettando.
Credeva di essere pronto a tutto…ma non appena la vide si sentì morire.
Kagome era in uno stato pietoso; aveva i capelli scarmigliati, la maglietta stropicciata e la gonna sgualcita, per non parlare del viso. Pallido e tirato, dominato dagli occhi che erano rossi come carboni ardenti per il troppo pianto. Tremava come una foglia, ed Inuyasha sentiva il tremendo bisogno di stringerla tra le braccia e confortarla.
Fece un passo avanti, e la rabbia di Kagome esplose come un fuoco d’artificio.
Lo guardò, inchiodandolo nel punto in cui si trovava. Mai l’aveva vista così furiosa.
- Cosa fai qui? Che cosa vuoi?-
Inuyasha rimase interdetto. Le sue parole erano di una freddezza glaciale.
Si sedette sul letto, squadrandolo come se fosse stato un sacco dell’immondizia aperto, un’espressione di disgusto dipinta sul viso.
- Sei venuto a controllare se sono ancora viva?- disse, lapidaria.- Mi spiace deluderti, ma come vedi sono ancora qui.-
- Non fare la stupida. Sono venuto…-
- Stupida a me?! Chi sei tu per dirmi di non essere stupida?- scattò in piedi e gli si parò davanti. Fremeva di rabbia.- Cosa vuoi da me? Torna da Kikyo…è lei che vuoi, no?! Con me ti sei solo divertito…-
- Sono venuto per spiegarti…-
- STA’ ZITTO!!!- gridò Kagome, schiaffeggiandolo in pieno viso con tutta la forza che aveva.- NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HAI FATTO…non provare a spiegarmi niente….so benissimo cosa stai pensando!!-
Inuyasha si teneva la mano sulla guancia con un’espressione contrita sul viso.
Era la prima volta che qualcuno alzava le mani su di lui. Sentì la rabbia crescergli dentro come un’onda di piena.
- NON CREDERE DI POTERMI LEGGERE NEL PENSIERO, STUPIDA UMANA! NON HAI IDEA DI QUELLO CHE STO PENSANDO!-
- Oh, bene…ora sono la stupida umana…non ricordavo mi chiamassi così quando godevi di me, l’ultima volta…- era sarcastica.
- Cosa ti prende? Per cosa credi sia venuto fin qui, stasera?-
- Non mi interessa sapere perché l’hai fatto. Io la mia decisione l’ho presa, e la cosa non ti riguarda. Puoi benissimo tornare dalla tua non morta preferita, caro il mio mezzosangue. Qui non c’è bisogno di te.-
Non riuscì a trattenere la sua mano. La colpì in pieno viso, potente, mandandola a sedere sul letto senza nemmeno toccare il pavimento. Era furioso.
- Non osare parlarmi in questo modo. Tu sei mia.-
- Io non sono tua, primitivo. Io sono mia, E TU NON HAI NESSUN DIRITTO SU DI ME!!!- disse, trattenendo a stento le lacrime. Ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere.
- CERTO CHE CE L’HO! TU SEI LA MIA DONNA, E FARAI QUELLO CHE TI DICO DI FARE.-
- Razza di idiota..qui non siamo nella tua stupida epoca…qui siamo nella mia, e qui le tue stupide idee maschiliste non attaccano. Qui decido io cosa fare.- la sua voce si era ridotta ad un sibilo. Si alzò dal letto, sistemandosi gli abiti.
- Kagome, io non voglio vederti soffrire.- riprese un po’ di calma, reprimendo l’istinto di saltar fuori dalla finestra e lasciarla sola nel suo brodo.
Kagome rise.
- Non vuoi vedermi soffrire? E pensavi di farmi felice cacciandomi via da te? DOPO QUELLO CHE MI HAI FATTO, CREDEVI CHE SAREBBE BASTATO TORNARE A CHIEDERE SCUSA PER FAR SPARIRE TUTTO?-
- Non capisci…-
- Oh, non capisco…io non capisco…SEI TU CHE NON CAPISCI NIENTE!-
- Non fare la stupida e lasciami finire…- Kagome era sull’orlo del precipizio. Se si fosse spinta appena un po’ più in là, non era sicuro di poterla perdonare.- Non saresti mai felice nella mia epoca. Perché i mezzi demoni non sono accettati. E le donne che li concepiscono vivono soffrendo tutta la vita. Io voglio che tu resti qui, che cresca mio figlio lontano da dolore e disperazione. E soprattutto lontano da Naraku.-
- E non hai pensato che magari io debba avere voce in capitolo, Inuyasha? Non hai pensato che io possa essere diversa dalle altre? -
- Adesso non c’entra. Io ricordo…mia madre. Ricordo le sue lacrime per causa mia, ricordo Kikyo…-
- Kikyo, Kikyo, sempre Kikyo…SE E’ LEI CHE VUOI, VAI DA LEI, INUYASHA! QUI NON C’E’ BISOGNO DI TE!!!NON CE N’E’ PIU’ BISOGNO!!!-
- SMETTILA ORA!!! IO TI AMO, E NON HO INTENZIONE DI VEDERTI SOFFRIRE PER COLPA MIA! FALLA FINITA!-
La prese per le spalle, stringendola a sé…voleva che si calmasse, ma Kagome cercava di divincolarsi, prendendolo a pugni sul petto.
- TU NON MI AMI!!TU AMI KIKYO, E IO NON SONO CHE IL SUO RIFLESSO PER TE…-ansimava pesantemente, mentre le lacrime le correvano via dagli occhi senza nessun controllo.- IO TI AMAVO, E TU MI HAI USATA E POI CACCIATA VIA! IO TI ODIO!!!!TI ODIO, HAI CAPITO? IO....TI…-
Inuyasha la sentì accasciarglisi contro, stremata; a peso morto, Kagome gli si era poggiata contro, lasciando scivolare le braccia inerti lungo i fianchi.
- Kagome…Kagome?- il mezzo demone la scostò da sé, per guardarla.
Era pallida, aveva gli occhi chiusi, e le lacrime le scorrevano sul viso. Respirava a stento, e quel che era peggio, non rispondeva.
Inuyasha era in preda alla disperazione. La prese in braccio e la stese sul letto, chiamando poi Sota a squarciagola.
Il ragazzino caracollò nella stanza, spaventato. Quando poi vide la sorella sul letto diventò pallidissimo e iniziò a guardare alternativamente il mezzo demone e Kagome, cercando una risposta.
- Stavamo litigando, e lei…lei…- Inuyasha era sconvolto.- cosa devo fare ora?-
- Vai a cercare mia madre…lei saprà cosa fare. Muoviti, non stare lì!- Sota si inginocchiò accanto al letto, prendendo tra le sue una mano di Kagome.
Inuyasha era già sparito fuori dalla finestra, i sensi tesi alla ricerca della madre di Kagome.

ANTICIPAZIONI:
9- Forte
Forte...decine e decine i modi per definire questa parola e il suo rapporto con la nostra vita...la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere, diceva Vecchioni. L'amore è così forte da vincere anche la morte, se è vero amore. Un uomo può essere forte per proteggere ciò che più ama. Ed essere forte non sempre è la scelta giusta...a volte bisogna chinare la testa e arrendersi. Strana introduzione per uno dei miei capitoli preferiti...^_^

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Capitolo 9
*** Forte ***


Rohchan arriva in salotto camminando un po' incerta su altissimi tacchi a spillo.
Il suo vestito azzurro, semplice e con un vertiginoso spacco sul lato sinistro, fruscia leggero ad ogni suo passo.
I capelli rossi, lunghi e mossi, sono lasciati liberi sulle spalle e scivolano a coprire parzialmente la schiena, lasciata nuda dall'abito.
E' la sera del suo compleanno, e Sesshoumaru le ha promesso una serata tutta speciale. Così lei ha investito il pomeriggio in un rilassante bagno alla vaniglia, seguito da tutti i preparativi del caso.
Il risultato ha lasciato il demone stranamente afono.
Però la segue, guardando cosa fa.

Sesshoumaru: Rohchan, ma anche stasera? Ho prenotato il ristorante per le nove...
Rohchan:sono le otto meno dieci, Sesshoumaru...respira...
Sesshoumaru: con te in quello stato? Mica facile...
Rohchan: #O.o# Hai detto tu di vestirmi a festa...
Sesshoumaru: vero...ma così dovrò uccidere i camerieri...e anche gli uomini agli altri tavoli...
Rohchan; no, figurati..ce ne sono di molto più belle...
Sesshoumaru:stasera, dubito. Comunque aggiorna dai...che poi andiamo.

Sesshoumaru si allontana. A onor del vero, anche Rohchan ha perso la parola quando l'ha visto. In completo gicca e cravatta nero è maledettamente sexy...ma non glie l'ha ancora detto...

Bene, ragazzi...ebbene sì. Oggi la vostra Rohchan compie gli anni...ma quanti, ve lo scordate che ve lo dico U.U
Non si dice mai l'età di una donna...^^
Sesshoumaru: ROHCHAAANNNN!!!!
ahem...dicevo...
L'angolino dei GRAZIE:

GOTEN: ecco qua, tesoro...tranquilla...tutto s'aggiusta...^^

TITTE4EVER, KRIKKA86 grazie...a voi il capitolo nuovo...

MAGGIE95 non so se il Lucano in Giappone esista...ma sono con te. Con uno come Inuyasha c'è poco da lamentarsi...^^
Sesshoumaru: vorresti dire che io non ti basto?
Rohchan: oh no, ai...tu sei perfetto, per me. Lo sai che non chiedo altro all'universo...^^
Grazie del commento!

RYANFOREVER ti eleggerò ad arbitro dello scontro^^
Comunque, tranquilla...tutto a posto. Quasi^^'''

STELLABELLA7 tranquilla cara...magari il mondo fosse tutto qui...^^ grazie del commento, e buona lettura!

ONIGIRI mi inchino ai tuoi complimenti..grazie grazie grazie...* inchin inchin inchin
Sesshoumaru:NON TI INCHINARE!!!!!TI SI VEDE TUTTO! TIRATI SU IMMEDIATAMENTE!!!!!*corre a coprirla
Rohchan:oops...#^^#

JEPPI grazie grazie grazie...mi inchinerei di nuovo, ma..ehm...
*Sesshoumaru tiene ancora con una mano lo scollo del vestito

KADE Kagome demente...uhn...non era mia intenzione dipingerla così. Arrabbiata, incavolata nera...ma non demente. Forse ho calcato troppo la mano...grazie comunque dei complimenti!

MEL_NUTELLA tutte le risposte che cerchi...qui sotto. Visto che bel litigio furioso? Mancavano solo i piatti^^ Buona lettura!

Sesshoumaru:allora...hai finito?
Rohchan: sì...e siamo in orario...visto, demone di poca fede?
Sesshoumaru: sì, sì...dai...mettiti la giacca e andiamo...
Rohchan:mamma mia, ma che hai fatto? Nemmeno avessi prenotato l'intero ristorante solo per noi due...
*Sesshoumaru si guarda in giro senza rispondere.

Bene...che dire...buona lettura a tutti voi e...
ALLA PROSSIMA SETTIMANA!!!
Baci
Rohchan birthday mode on

9- Forte

Inuyasha scavalcò il davanzale della finestra e saltò per terra, annusando l’aria. Conosceva l’odore della madre di Kagome, e doveva trovarla ad ogni costo.
Ad un tratto, una flebile traccia lo spinse a cercare nel tempio alla destra della casa. Corse in quella direzione, ed entrò del tutto dimentico del rispetto dovuto al luogo.
La madre di Kagome era inginocchiata in terra davanti ad un piccolo altare, e pregava in silenzio davanti ad un bruciatore di incenso. Quando sentì tutto quel trambusto si voltò di scatto.
- Inuyasha! Ma cosa…-
- Signora Higurashi…venga con me.- il mezzo demone si diresse veloce verso di lei e se la caricò in spalla senza tante cerimonie. La donna era a dir poco sconvolta.
- Che succede?- chiese, mentre Inuyasha la trasportava a balzelloni verso la casa.
- Kagome…sta male, ed è colpa mia.- rispose, tutto d’un fiato.- Se…dovesse accaderle qualcosa….non me lo perdonerei mai.-
Giunti sotto casa, in tre balzi furono dentro la camera di Kagome.
Non si era ancora ripresa.
Sota le aveva tolto le ciabatte e tagliato la maglietta, e cercava di farle aria con un ventaglio.
- Mamma…-piagnucolò- non mi risponde, mamma! Cos’è successo?-
La signora Higurashi si avvicinò alla figlia e le sfiorò la fronte con le dita. Era sudata e calda.
- Inuyasha…cosa è successo?- chiese, fredda. Per la seconda volta in quella giornata, il mezzo demone rabbrividì.
- Sta…stavamo litigando e…lei si è appoggiata a me…l’ho chiamata, ma non rispondeva…-sentiva una strana sensazione all’angolo degli occhi. Ad un tratto, qualcosa di umido e caldo come lava prese a scorrergli sulle guance.
Stava piangendo. Era la seconda volta nella sua vita, e nello stesso giorno. Che cosa gli stava succedendo?
- E’ svenuta…troppa tensione. Sota…portami i sali. Inuyasha…prendi il ventaglio e falle aria.-
Inuyasha prese il ventaglio dalle mani del ragazzino, che si catapultò fuori dalla stanza alla ricerca dei sali. Dal canto suo, il mezzo demone prese ad agitare il ventaglio con tanta forza da far credere alla donna accanto a lui di voler provocare un tornado.
- Non così forte, Inuyasha…più piano…- la voce della signora Higurashi era tornata dolce come sempre.- non aver paura…è solo svenuta. Avete litigato, e lei era tesa. Ma cosa è successo?-
- Io…le ho detto di andarsene quando mi ha detto che aspettava un bambino…ma non l’ho fatto perché la odio…- tirò su col naso, facendo aria alla ragazza con meno foga.
- Non è stato un bel gesto comunque…-rispose pacata la donna. Ora Inuyasha cominciava a comprendere da chi avesse preso il carattere Kagome.- Vuoi provare a spiegarmi perchè l’hai cacciata via?- gli chiese, scostando dalla fronte della figlia i capelli e carezzandole una guancia.
Sota rientrò correndo nella stanza, con la boccetta dei sali stretta in pugno.
- Grazie caro…- la signora Higurashi sorrise al figlio.- Allora?- disse poi, rivolta ad Inuyasha, mentre stappava la boccetta dei sali e sollevava un poco la testa di Kagome dal cuscino.
Il mezzo demone smise di agitare il ventaglio.
- L’ho fatto perché avevo paura.-
- Paura? Dovevate pensarci prima, invece di avere paura ora.- la donna mise i sali sotto il naso della ragazza, che dopo pochi istanti gemette e voltò la testa da un lato. Ma lei glie li fece annusare ancora, aspettando che si riavesse.
- Lo so…è stato stupido da parte mia, ma…-
- Non credere che sia solo colpa tua. Una parte è di Kagome...per fare un figlio bisogna essere in due.-
- Lo so, ma…- Inuyasha sospirò, nervoso.- insomma, l’ho mandata via così perché ero spaventato. Io so bene come vivono nella mia epoca le donne che si uniscono ai demoni. Sono rifiutate da quelli della loro razza, e corrono il rischio di essere uccise anche dai demoni, oltre che dai loro simili. Mia madre era in grado di difendersi solo grazie alla Tessaiga, ma per proteggerci dagli umani eravamo costretti a spostarci da un posto all’altro. E la colpa era mia.-
- Perché tu sei un mezzo demone…- la signora Higurashi guardava la figlia che stava lentamente riprendendo colore.
- Già. Anche Kikyo doveva nascondere quello che provava per me. Il fatto di essere la custode della Sfera dei Quattro Spiriti complicava ancora di più le cose…gli uomini l’avrebbero cacciata via e condannata a morire di stenti, e se i demoni avessero scoperto il suo punto debole non avrebbero esitato a colpirla per prenderle la Sfera…e poi ucciderla. Non voglio che Kagome corra lo stesso rischio.-
- Hai pensato che lei possa essere di opinione diversa?-
- Mi aspettavo che reagisse male…ma non così male. Io non volevo perderla, e non volevo perdere il bambino. Volevo solo proteggerla.-
La signora Higurashi rimase china sulla figlia, che aveva riaperto gli occhi giusto in tempo per sentire le ultime battute della discussione. Piangeva ancora, ma non sembrava più furiosa come prima.
- Vedi caro…- gli disse la donna, alzandosi dal letto e guardandolo compassionevole.- le cose nel nostro tempo funzionano diversamente. Qui Kagome non è obbligata ad obbedirti, come potresti pretendere se fosse una donna della tua epoca. Capisco che tu l’abbia fatto per proteggerla, ma hai sbagliato modo e ragioni. Kagome è libera e indipendente, e se sta con te è solo perché vuole farlo…se non ne avesse piacere, ti garantisco che l’avresti persa molto tempo fa.-
- Ma…- cercò di intervenire Inuyasha.
- E poi non si caccia la donna che ami in malo modo. Non si caccia mia figlia in malo modo.- lo squadrò da capo a piedi, le mani piantate minacciosamente sui fianchi, sottolineando con l’enfasi nella voce l’ultima frase. Inuyasha non l’aveva mai vista così.- Sappi che non ti perdonerò più se la farai soffrire ancora. Ma adesso bisogna vedere se lei è disposta a perdonarti.- si volse verso il figlio.- Vieni Sota…lasciamoli soli…-
Uscì dalla stanza, facendo cenno al ragazzino di seguirla.
Sota prima di uscire fece uno strano gesto al mezzo demone…sollevò il pollice della mano destra tenendo chiuse a pugno le altre dita, e gli strizzò l’occhio. Inuyasha lo guardò inclinando la testa da un lato, perplesso.
Ma la porta si richiuse senza che giungessero spiegazioni.
Scoraggiato, il mezzo demone si sedette a gambe incrociate in terra, vicino al letto di Kagome. Stava pensando alla maniera di spiegarle tutto, quando lei voltò la testa verso di lui e lo guardò, gli occhi ancora rossi e pieni di lacrime.
- Kagome!- scattò in ginocchio e si fece più vicino al letto, prendendola per mano.- Come ti senti? Stai meglio?-
Kagome non rispose. Le labbra presero a tremarle, mentre ricominciava a piangere.
- Perché l’hai fatto, Inuyasha?- gli chiese, con voce rotta.- Perché mi hai cacciata via?-
- Perché…- sospirò e abbassò la testa, guardando il copriletto celeste spiegazzato dal peso della ragazza che vi era stesa sopra. Formava dei disegni strani, come delle piccole strade, o solchi per seminare il frumento.- Perché avevo paura. Perché HO paura di perderti, di perdere tutti e due. Perdonami…non volevo ferirti in questo modo.-
- Ma l’hai fatto…Inuyasha. Mi hai ferita in un modo che non credevo possibile. Io volevo solo che tu fossi felice…e tu hai distrutto ogni cosa.-
- Ma anch’io volevo solo che tu fossi felice…-si affrettò a ribattere, voltandosi a guardarla. Era così pallida, ancora…- ma nel mio mondo non potrai mai essere felice.-
Kagome chiuse gli occhi, sospirando.
- Allora…dimmi per quali dannatissimi motivi non dovrei essere felice nell’era Sengoku, forza. Giuro che li smonterò uno alla volta.-
- L’odio tra umani e demoni, per esempio…-iniziò titubante il mezzo demone.
- Non sono mai sola, laggiù…e poi ci sei sempre tu con me. Chi mai avrebbe il coraggio di mettersi contro di te?- sorrise, debole.- E poi ci sono Kaede, Sango e Miroku…Kirara…persino Shippo non si allontana mai troppo.-
- Naraku…-
- Oh, per favore…- sbottò la ragazza, contrariata, tirando sul col naso e asciugandosi una lacrima con la mano libera.- quel borioso, quell’orribile accozzaglia, quel puzzle mal riuscito di demoni senza cervello…ce la faremo…lo troveremo, lo pesterai fino a ridurlo una poltiglia, purificherò quel sacco di immondizia che ne resterà, ed una volta che avremo completato la Sfera potrai…- si interruppe di colpo- beh, a questo penseremo dopo. Altro?-
- Non posso offrirti le comodità che hai qui…l’ospedale e tutto il resto…-
- Non mi pare di essermi mai lamentata, Inuyasha. Ed inoltre, nessuna donna dell’epoca Sengoku ha a disposizione un ospedale…e vivono comunque.-
- Ma il bambino…-
- Il bambino nascerà lo stesso. Sono sempre nati, anche laggiù. Altrimenti io non potrei essere qui, ti pare?-
- Il mio sangue demoniaco…-
- C’è la Tessaiga…- con la testa indicò la spada che il mezzo demone portava al fianco.
- Le notti di luna nuova…-
- Il tuo fascino non svanisce con la luna nuova. Ti trovo meraviglioso comunque.- disse, arrossendo un poco.
- Non è questo il punto.- sbottò lui.- Non ti posso proteggere come si deve, quando sono un semplice essere umano.-
- Non dire idiozie…- disse, congelandolo con lo sguardo.- a volte ce la siamo vista brutta, lo ammetto…ma ne siamo sempre usciti. Basta resistere fino all’alba.-
- Kagome…-
- Ascoltami, Inuyasha…-lo interruppe, sollevandogli il viso con la mano libera in modo da guardarlo bene negli occhi.- la questione è molto semplice. Poche domande che richiedono risposte semplici…si o no.-
Inuyasha la guardò arrendevole.
- Tu ami ami?- gli chiese, fissandolo.
Inuyasha fece cenno di sì col capo.
- Non ho sentito…-
- Sì, Kagome. Ti amo.-
- Ami me, e non l’anima di Kikyo che si è reincarnata in me?-
- Che razza di…-ma Kagome lo guardò severa.- sì…amo te, la tua anima, il tuo corpo e tutto quello che sei.-
- Per sempre?-
Inuyasha la guardò in tralice.
- Va bene, va bene…era una domanda stupida.- Kagome chiuse gli occhi, per poi riaprirli di nuovo pieni di affetto.
Lui si sentì scaldare da quello sguardo.
- Vuoi questo bambino, Inuyasha?-
- Certo che lo voglio.-
- Non devi sentirti obbligato…sai, qui…-
- Lo so.- la interruppe lui.- Tuo fratello mi ha parlato di una cosa che si può fare se la donna non vuole il figlio…ma non credo sia il nostro caso.-
- Te ne ha parlato Sota?- Kagome sgranò gli occhi.
Non piangeva più.
- Sì…prima che tu arrivassi e che ci mettessimo a litigare. Non voglio che tu faccia una cosa del genere.-
- Non vuoi..?- chiese, alzando minacciosa un sopracciglio.
- No, e non guardarmi in quel modo.- Inuyasha si sedette sul letto accanto a lei, lasciandole la mano.- Qui le regole sono diverse, sei tu a decidere e altre storie simili- disse, muovendo buffamente la testa da un lato all’altro, con voce petulante- …ma tu mi ami, giusto?- le chiese, piantando gli occhi color ambra in quelli di lei.
Kagome fece cenno di sì con la testa, mentre lo stomaco le faceva un triplo salto carpiato avvitato rovesciato.
- Non ho sentito…- ribattè lui beffardo, riprendendola, chinandosi su di lei e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso. I capelli bianchi del mezzo demone formavano come una tenda di lino attorno ai loro visi.
- Si, Inuyasha. Ti amo.- rispose lei, ridendo lieve, chiedendosi se il cuore avesse fatto arrocco con il pomo d’Adamo.
- Ami me, e non penserai più a quel dannatissimo lupo di Koga, che i Kami se lo portino via?-
- Inuyasha…-disse Kagome, sconvolta, riprendendo un briciolo di controllo.- non tirare in ballo i Kami con questa leggerezza…-
- Rispondimi, Kagome…-
- No…non penserò più a Koga. Ma a dire la verità non ci ho mai pensato.-
- Mai pensato…- ripetè Inuyasha, sfiorandole la fronte con le labbra. Kagome si sentiva bruciare, ma non era febbre. Sentiva la giugulare martellarle impazzita nel collo, il sangue scorrere frenetico. Ogni singola cellula le gridava di non aspettare ancora.
- Mai…-rispose, la voce incrinata- altre..domande, Inuyasha?-
- Una…la più importante di tutte. Vuoi davvero essere la madre di mio figlio, con tutto quello che ne seguirà?- le chiese, guardandola negli occhi in un modo che la fece tremare da capo a piedi. Ma la risposta era sicura.
- Sì…non credo di aver mai desiderato altro…- sorrise, prendendogli il viso tra le mani e avvicinandolo al suo. Inuyasha la baciò dolcemente sulle labbra.
- Pace fatta, allora?- le chiese a fior di labbra, sistemandosi meglio sul letto.
- Diciamo…che ti sei guadagnato un perdono parziale…- rispose Kagome, con sufficienza.- con la paura che mi hai fatto prendere, non ti basterà un bacio per avere il condono totale del guaio che hai combinato.-
- Ah no? – le chiese, guardandola sornione e dandole un altro bacio, più profondo.
- No…ma se vuoi, puoi cominciare a espiare subito…- gli rispose la ragazza, quando si separarono.- quando sarò vecchia e stanca, ti dirò se hai finito di pagare…-
Inuyasha sbottò in una risata divertita, tempestandola di piccoli baci su tutto il viso.
- Va bene…accetto il patto…e comincio ora a pagare…- la baciò con passione, e Kagome non si ritrasse.
Ma l’idillio durò poco…qualcuno bussò all’improvviso alla porta, facendoli scattare come due molle in direzioni opposte.
La madre di Kagome aprì piano la porta della stanza, facendo capolino.
- Non vorrei disturbarvi, ma il nonno sotto si chiedeva se avete finito di urlare. E già che ci sono, vi faccio notare che il tramonto è passato da un pezzo…-
Era vero. La mezza luna illuminava il cielo e la terra sottostante di un bagliore argenteo. Ma loro non se ne erano accorti.
- Kagome, scendi a cena?- chiese la donna, come per rompere il silenzio che si era creato all’improvviso.
- Non ho molta fame, mamma…- rispose la ragazza. Ma il mezzo demone seduto al fondo del letto le lanciò un’occhiata che non prometteva nulla di buono.- ma credo che mangerò lo stesso qualcosa.-
Inuyasha piegò le labbra in qualcosa che poteva vagamente somigliare ad un sorriso.
- Bene, allora vado ad aggiungere un piatto per te...ho preparato oden, per stasera.-
- ODEN?- Kagome battè felice le mani.- Mamma, ti ho mai detto che sei fantastica?-
- Tutte le volte che li preparo, cara…ed ora sbrigati a scendere, o si fredderanno. Inuyasha, ceni con noi?-
- No, signora Higurashi…mi spiace, ma non posso. Ci sono faccende nella mia epoca che non possono attendere.-
- Ma come…vai via?- Kagome lo guardò sorpresa. Chissà perché aveva sperato che si fermasse a mangiare con loro, e poi che sarebbero tornati insieme nell’epoca Sengoku. Il suo stomaco era tornato fermo, ed il cuore al suo posto. Le sembrava però che fossero pieni di piombo.
- Sì, Kagome…non voglio lasciare soli Miroku e Sango…non si può stare tranquilli laggiù, lo sai.-
- Ma…- Kagome afferrò con forza la manica della sua casacca rossa.
- Io scendo, Kagome. Ci vediamo dopo.- con un tempismo invidiabile, la madre di Kagome lasciò la stanza.
- Perché vai via?- chiese la ragazza, non appena la madre ebbe chiuso la porta.
- Te l’ho detto, Kagome…non voglio che Sango e Miroku restino soli per troppo tempo. Le acque sono troppo calme ultimamente, e la cosa non mi piace.- le posò un bacio sulla fronte, abbracciandola.- Ma ti prometto che tornerò a prenderti domani mattina, all’alba. Fatti trovare pronta.-
- Domani mattina?- Kagome trasalì- Ma è…-
- Non voglio sentire discussioni.-la voce di Inuyasha era ferma e decisa.- Stanotte dormirai nel tuo letto comodo, ti riposerai come si deve e domattina verrai via con me. Fine del discorso.-
Kagome sospirò, ma decise di non ribattere. In fondo, una volta cenato, mettersi a dormire sarebbe stata l’unica scelta possibile. Aveva l’impressione che se si fosse azzardata a tornare prima da lui sarebbe stata rispedita indietro con un calcio nel sedere. Sorrise leggera al pensiero.
- Va bene…-disse, poco convinta.- ci vediamo domattina all’alba, allora.- lo abbracciò forte.- Cerca di essere puntuale.-
- Lo sarò…- le rispose, abbracciandola a sua volta. Era così esile…-ora va’ a mangiare, prima che torni tua madre.-
Kagome si sciolse dall’abbraccio e lo baciò ancora una volta, prima di lasciare la stanza per scendere di sotto.
Quando la porta fu chiusa, il mezzo demone raccolse lo zaino che la ragazza aveva gettato in terra e se lo mise in spalla, uscendo dalla finestra e chiudendosela alle spalle.
C’erano molte cose da fare a casa.

ANTICIPAZIONI
10-Preparativi
A pace fatta, ora non resta che far nascere il sorriso sulle labbra di Kagome...cosa si inventerà Inuyasha? ^_^

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Capitolo 10
*** Preparativi ***


Rohchan è seduta, al solito con le ginocchia in bocca, alla sedia del pc.
Odia San Valentino, e Sesshoumaru lo sa. Quindi, nessun prepararativo particolare per stasera. Nessun fiore o cioccolatino.
Ma come al solito, è curioso, e le siede accanto, quasi sdraiato sulla scrivania, a leggere cosa scrive...

L'angolino dei GRAZIE:

GOTEN, TITTE4EVER, KRIKKA86 visto? Tutto a posto^^. Ed ora, la pace sarà anche siglata...U.U

RYANFOREVER conto, conto su di te. Anche se temo che tra qualche capitolo vorrai farmi la pelle, ed allora dovrò stare sempre appiccicata a Secchan per sopravvivere...(oh cielo, come mi spiace...ndRohchan^^) Grazie dei complimenti, e per scoprire il 'piano' di Inuyasha...non ti resta che leggere^^

MAGGIE95 genio...mi fai diventare tinta kariginu...^^ grazie grazie grazie...a te il nuovo capitolo...^^ Sesshoumaru ricambia i saluti (gelidamente, ovvio...l'apparenza va salvata, capisci...U.U)

JEPPI visto? Pucciosità a non finire...e aspetta la fine di questo capitolo...ti chiederai se Inuyasha ha la febbre...^O^ Io ADORO il pucci pucci...e cerco di metterlo più che posso...** Buona lettura!

MEL_NUTELLA praticamente mi sto spalmando sul pavimento per ringraziarti dei complimenti ^^ Kagome decisa...ci voleva. Inuyasha è forte, ma non ha mai dimostrato 'polso' in situazioni ad alto tasso di dolcezza...di solito, o fa lo gnorri, oppure fa arrabbiare Kagome...== così, ho deciso che la MIA Kagome sarebbe stata una ragazza del XXI secolo a tutti gli effetti...e sono contenta che ti piaccia...^^

ONIGIRI la mia pallina di riso preferita...^^ Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto così tanto...e grazie degli auguri e dei complimenti...finisce che mi abituo a riceverli...^^

HERMES uhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! Guarda....una mia vecchia lettrice di Manganet....*le brillano gli occhi sono felice che ti piaccia al punto da rileggerla...grazie grazie grazie...

Bene, angolino finito^^
Grazie a chi mi ha fatto gli auguri di buon compleanno, e anche a chi ha messo me e le mie fanfic tra i preferiti (questo posto è una favola, anche da questo punto di vista...**)
Vi ringrazio davvero tantissimo...
sappiate che ogni volta che trovo qualcun altro che ha aggiunto la ff tra i preferiti, mi si scalda il cuore...
GRAZIE davvero...
Rohchan (che fugge, perchè Sesshoumaru sta macchinando qualcosa...)

10- Preparativi

Il mezzo demone saltò giù dal tetto e corse verso il tempietto che custodiva il pozzo senza voltarsi indietro.
Entrò e, dopo essersi richiuso la porta alle spalle, con due balzi fu dentro il pozzo e poi di nuovo nella sua epoca.
Giunto dall’altra parte, un bagliore argenteo attirò la sua attenzione.
Sporco di terra, il pettine che Kagome aveva nei capelli quel pomeriggio sembrava strizzargli l’occhio, chiedendogli di essere raccolto. Inuyasha lo prese e lo ripulì con cura, infilandolo sotto la casacca. L’avrebbe restituito a Kagome la mattina successiva.
Si diresse verso il villaggio di corsa, percorrendo la strada sterrata come una furia. Quando giunse alla capanna della vecchia Kaede si rifermò di colpo ed entrò cercando di sembrare tranquillo e rilassato…ma all’interno, l’anziana donna e i suoi amici lo guardarono con aria interrogativa, le bacchette per il cibo sospese a mezz’aria. L’unico rumore era il crepitare del fuoco in una buca al centro della stanza.
- Allora?- Miroku ruppe il silenzio.
- Allora..cosa?- ribattè Inuyasha, posando lo zaino per terra e guardando critico l’ambiente, le mani piantate sui fianchi.
- Non hai nulla da raccontarci?- chiese Sango, mettendosi in bocca un po’ di riso.
Inuyasha scosse la testa.
- Ma come? Non c’è nulla di nuovo?-
- Cosa dovrebbe esserci di nuovo?-
- Beh…la divina Kagome è andata via da due giorni, e non è tornata con te…qualcosa non va?- chiese il monaco.
- C’è poca luce…e il letto è scomodo. E poi non fa abbastanza caldo.-
Sango e Miroku si guardarono sorridendo, mentre Shippo guardava da loro al mezzo demone con espressione confusa.
Kaede non parlava…si limitava a scuotere la testa, mangiando il suo riso.
- Cosa stai dicendo, Inuyasha?- chiese Shippo, stufo di non capire.
- Che non è un ambiente adatto a Kagome, questo. C’è da lavorare parecchio. Ehi, vecchia Kaede…ti spiace se…- Inuyasha fece un gesto con le mani, come a significare il rimescolamento di qualcosa. Kaede alzò le spalle.
- Se pensi che possa servire…-posò la sua ciotola ormai vuota sul pavimento, alzandosi lentamente.- io devo uscire, ora…-
- Dove vai, Kaede?- le chiese Shippo. Aveva rinunciato a capire quello che passava per la testa degli adulti.
- A pregare su una tomba per esorcizzarla, appena fuori dal villaggio.- gli rispose l’anziana sacerdotessa, raccogliendo l’arco e le frecce dall’angolo accanto alla porta.
- Posso venire con te?-
- Se credi…- la donna si incamminò oltre la porta, seguita dal piccolo demone volpe.
Inuyasha rimase a guardare Sango e Miroku che sembravano intenzionati a mangiar riso fino alla mattina successiva.
- Allora…vi levate dai piedi sì o no?- sbottò, ad un certo punto.- Non posso star qui ad aspettare voi tutta la notte…-
- Sicuro di non volere una mano?- chiese Sango.- In fondo, Kagome è anche amica nostra.-
- No…non ho bisogno di nulla…solo che andiate a farvi un giro.-
I due ragazzi si alzarono ed uscirono dalla capanna, lasciando solo il mezzo demone.
- Bene…ed ora, a noi due…- disse, facendo schioccare le dita come prima di un combattimento.
Si volse ed uscì dalla capanna, nella fresca aria della sera. Intorno non c’era nessuno. Prese una scopa di saggina che era poggiata contro il muro esterno e tornò dentro, iniziando a scopare energicamente il pavimento. Poi mise dei ciocchi nuovi nel fuoco, che prese a scoppiettare più allegro. Portò fuori i futon, perché prendessero aria, stendendoli sul filo che la vecchia Kaede usava per stendere il bucato.
Cercò un secchio, andò al piccolo torrente che scorreva nei pressi del villaggio e lo riempì fino all’orlo, tornando poi indietro ed iniziando a lavare il pavimento in legno della capanna finchè non gli sembrò che fosse pulito e lucido a dovere, tenendo sempre d’occhio il fuoco perché non si spegnesse.
Infine, uscì per le strade buie del villaggio, aspettando che si asciugasse, per rimettere tutto a posto.
Camminò per un po’, fino a ritrovarsi nella radura del pozzo Mangiaossa; qui, illuminati dalle stelle che spandevano una luce fioca, crescevano dei piccoli fiori bianchi, fatti a stella, che Kagome amava tanto.
La bocca si piegò in un lieve sorriso mentre il mezzo demone si inginocchiava a raccoglierne qualcuno. Credette che, la mattina successiva, le avrebbe fatto piacere trovarli poggiati sul letto.
Si ritrovò a pensare che era strano…stranissimo, un comportamento del genere.
Lui, che per anni non aveva fatto altro che uccidere solo per avere rispetto, e che infine era stato imprigionato ad un albero sacro dalla donna che amava…la stessa che era morta ed ora girovagava chissà dove per quelle terre, alla ricerca di una pace che forse non sarebbe mai arrivata.
Lui, che aveva giurato a sé stesso di non ricadere più in quella trappola che gli umani chiamavano “amore”, era chino in una radura a raccogliere fiori per la donna che gli aveva rubato il cuore.
E che aspettava suo figlio.
Alzò gli occhi al cielo…all’alba mancava ancora qualche ora, due o forse tre. Aveva raccolto i fiori, ma aveva paura che sarebbero appassiti prima della mattina, e non voleva che Kagome li vedesse sciupati.
Con cura, li poggiò sull’imboccatura del pozzo, correndo indietro verso il villaggio; il pavimento ormai avrebbe dovuto essere asciutto. Entrò per controllare, ed aggiunse dell’altra legna al fuoco; la capanna era ora pervasa da un piacevole tepore, e sapeva di pulito.
Svelto, riprese i futon e li rimise al loro posto, adagiandoli con cura sul pavimento ora pulito.
Poi uscì e tornò alla radura del pozzo.
Prese i fiori e saltò nel passaggio…Kagome non avrebbe dovuto attendere il mattino per vederli.

***

Kagome aveva cenato abbastanza volentieri, anche se gli avvenimenti della giornata l’avevano lasciata confusa e spaventata. Ora aveva fatto pace con Inuyasha, ma sentiva ancora qualcosa che non andava..solo ora si rendeva conto di aver spaventato a morte il mezzo demone, e si ripromise che avrebbe fatto di tutto perché lui dimenticasse quello che era successo tra loro…sempre che lui facesse lo stesso per lei.
Finito di cenare, salì in camera sua e si mise il pigiama. Si sentiva stanca, e aveva solo voglia di dormire.
Gettò uno sguardo oltre la finestra della sua stanza, su, nel cielo dove la luna brillava illuminando la terra sottostante.
Era così bella…e lontana. L’aveva sempre affascinata; le ricordava una specie di gelida osservatrice che raccoglieva lamentele, pianti o ringraziamenti del genere umano che le raccontava le sue gioie e i suoi dolori, senza tuttavia far nulla per aiutarlo. Fredda e distante, eppure così bella da desiderare di poterla tenere sul palmo della mano, per poterla contemplare meglio.
Sospirò e si mise a letto…non era ora di fare pensieri poetici; l’alba sarebbe arrivata presto, e lei non voleva far aspettare Inuyasha.

Stava facendo un sogno strano. Era chiusa in una stanza buia, e cercava di uscire senza però riuscire ad aprire la porta, quando le parve che qualcuno stesse bussando per sapere se era ancora viva. Si allontanò dal battente, ed il rumore cessò, sostituito poco dopo da una sorta di raschiare, prima leggero, poi sempre più forte, finchè la porta prese a scorrere con un lieve cigolio.
Ad un tratto, Kagome si accorse che non era più un sogno, ma qualcosa che effettivamente stava aprendo la porta della sua camera. Pensando al gatto, e ricordandosi delle raccomandazioni del medico, aprì gli occhi nel buio per farlo uscire non appena fosse saltato sul letto.
Ma la porta era chiusa, e non c’era nessuno nella stanza.
Sentì dell’aria leggera alle spalle, e volgendosi si accorse che la finestra era aperta. Corrugò la fronte…era convinta di averla chiusa.
Si mosse per alzarsi dal letto, quando qualcosa nella penombra della notte attirò la sua attenzione.
Avrebbe riconosciuto quell’odore anche tra mille….erba fresca, terra e muschio…
Inuyasha si sedette accanto a lei sul letto, e Kagome allungò istintivamente le mani in avanti, come una cieca.
Sentì la fresca stoffa della casacca del mezzo demone, e le ciocche di soffici capelli bianchi. Le mani risalirono fino al rosario, poi su per il collo fino alle guance.
L’espressione di Inuyasha le pareva serena e rilassata.
- Ciao.- gli disse.- Sei in anticipo…l’alba è ancora lontana.- aveva la voce impastata dal sonno, ma non se ne curò. Era felice che lui fosse venuto prima.
- Avevo una cosa per te che non poteva aspettare il mattino…- Inuyasha le prese delicatamente la mano destra, spostandola fino al mazzetto di fiori che aveva in mano.
Kagome si ritrasse quando sentì il fresco degli steli umidi, andando a cercare il pulsante dell’abat-jour che aveva sul comodino accanto al letto.
Ma Inuyasha rise lieve, con quella sua strana risata roca e bassa, e lei si fermò.
- Ti spaventi per poco…coraggio, prometto che non morderà. Cerca di stupirmi, e dimmi cosa ho in mano…senza luce.-
- Fai presto a dire, tu…-ribattè la ragazza.- che ci vedi anche al buio.- sospirò rumorosamente.- Va bene…ma ti avverto, se è uno scherzo di cattivo gusto…-
- Non lo è. Avanti, prova…- Inuyasha le rimise sotto le dita il mazzo di fiori, e Kagome cominciò a toccare piano quelle forme strane, risalendo verso la mano del mezzo demone. Perplessa, si accorse di ciò che erano solo quando sentì tra le dita i piccoli petali dei fiori, che spandevano un leggero profumo nell’ambiente.
- Sono fiori!-disse, felice.- Sono..bellissimi…-
- Li ho raccolti vicino al pozzo, a casa…sapevo che ti piacevano, e così…-
- Oh, Inuchan…- Kagome gli saltò al collo, abbracciandolo. Per poco il mezzo demone non cadde, impreparato a prenderla.- E’ un pensiero bellissimo…-
- Ka…Kagome…- Inuyasha aveva la voce soffocata.- Mi stai strozzando…-
- Scusami!!!- Kagome lo lasciò andare, ed Inuyasha trasse un profondo respiro di sollievo. La ragazza accese la luce sul comodino.- Ti ho fatto male?-
- Non troppo…-rispose lui, massaggiandosi il collo con fare teatrale. In realtà Kagome non gli aveva fatto proprio niente, ma gli piaceva che si preoccupasse per lui.- Tieni…- le diede i fiori.
Kagome li prese e si alzò dal letto. Sulla scrivania c’era un piccolo vaso di vetro, vuoto, e la ragazza ci mise dentro i fiori.
- Torno subito…- disse, uscendo nel corridoio buio con passo felpato per non svegliare nessuno.
Inuyasha rimase seduto sul letto in silenzio. Attendeva che lei ritornasse, perché voleva stare con lei, parlarle, godere della sua semplice vista, delle sue parole e della sua risata. E magari, poterla anche guardare mentre dormiva.
Kagome tornò dopo poco, reggendo in mano con cautela il vaso pieno fino a metà d’acqua, e posatolo di nuovo sulla scrivania al suo posto tornò a sedersi sul letto.
- Come stai?- le chiese, dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio.
- Abbastanza bene…mi sembra tutto un brutto sogno.- - Mi spiace averti spaventata in quel modo. Ti giuro che non era mia intenzione.-
- Non preoccuparti…- gli sorrise, ed Inuyasha si sentì scaldare il cuore. Era così piccola e indifesa, nel suo letto, con quel buffo pigiama con i cagnolini, che non potè fare a meno di guardarla con tenerezza.
- Cos’hai da fare quella faccia?- gli chiese lei, guardandolo.
- Che faccia?-
- Questa…- Kagome inclinò la testa da un lato mimando con le mani le orecchie da cane del mezzo demone ben ritte sulla testa, e sgranando più che poteva i grandi occhi nocciola.
- Io non ho quella faccia…-borbottò lui, inalberandosi.
- Sì-
- No-
- Sì-
- No-
- Ti dico di sì!-
- E io ti dico di no. Non è possibile. Io sono un mezzo demone feroce…- disse le ultime parole cambiando tono di voce e protendendo avanti gli artigli come avrebbe fatto durante un attacco.
Kagome rise e si infilò bene sotto le coperte, tirandosele su fino alla testa. Inuyasha prese a farle il solletico, facendola ridere a più non posso.
- Basta, basta…per piacere…- disse senza fiato, emergendo rossa in viso e con le lacrime agli occhi.
- Allora ritira quello che hai detto.- Inuyasha la guardava con le braccia conserte, un’espressione leggermente contrariata sul viso.
Voleva giocare…chissà se lei sarebbe stata al gioco.
- Va bene…-disse Kagome sospirando, sistemandosi meglio e tendendo la mano destra verso di lui.- Sei un ferocissimo mezzo demone…mi sono sbagliata.-
- Così va meglio…-disse lui, abbozzando un sorriso.
- Ma eri così tenero…-scherzò la ragazza.
- Cosa? Tenero io? Ti faccio vedere…- il mezzo demone ripartì all’attacco, e Kagome scivolò sotto le coperte come un’anguilla, cercando di mettersi al riparo, inutilmente.
Alla fine Inuyasha ebbe ragione di lei, imprigionandola sotto di sé, col fiatone.
- Allora… chi è tenero?- le chiese, guardandola.
- Tu…- rispose Kagome, divincolandosi dalla sua presa volutamente leggera e spingendolo di lato. Inuyasha rimase stupito quando si ritrovò disteso sul letto, con Kagome seduta a cavalcioni sulla pancia. Il letto sembrava ormai il più disastrato dei campi di battaglia, ma Kagome rideva felice, e lui non potè fare a meno di pensare di nuovo a quanto era bella.
La tirò a se, baciandola alla sprovvista. Avrebbe pagato ancora un po’ del suo debito, quella notte.

ANTICIPAZIONI
11-Risveglio
Ecco la mattina! Cosa avranno fatto la notte i nostri eroi? #^_^# ehm...lasciamogli la loro privacy, vah...è tempo che tornino a casa...

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Capitolo 11
*** Risveglio ***


Rohchan siede in braccio a Sesshoumaru davanti al pc. Il demone si gode in silenzio il suono dei tasti, mentre sbircia il nuovo capitolo.
Sesshoumaru: Rohchan...sul serio l'hai scritto tu?
Rohchan:certo, Sesshoumaru. Ovvio...
Sesshoumaru:non male...ma preferivo il primo capitolo.
Rohchan: #o.O# ma...ma...ma tu...hai letto il primo capitolo?
Sesshoumaru: ovvio. Era lì sul tavolo, e l'ho letto. E io che ti credevo piccola e innocente...
Il demone la inchioda.
Rohchan non se l'aspettava.
Rohchan:ma...ma io ve...veramente so...sono piccola e innocente...
Sesshoumaru non dice nulla. Si limita a guardarla.
Rohchan: #o.o# ehm...o..ok. Ora lasciami aggiornare, eh...
Sesshoumaru: ai tuoi ordini...
Rohchan scuote la testa. E' tutta scena. Il giorno in cui Sesshoumaru sarà agli ordini di qualcuno, sarà la fine del mondo. E se sarà ai SUOI ordini, anche l'universo potrebbe collassare.

Bene, eccoci qua...
nuovo aggiornamento, ad ALTISSIMO grado di pucciosità, tutto per voi...^_^
Ma prima, l'angolino dei GRAZIE:

MAGGIE95 grazie dei complimenti...felice che ti sia piaciuto tanto...salutami Inuyasha!
Sesshoumaru: chi è la pazza che s'è tirata in casa mio fratello?
Rohchan: si chiama Maggie95...ha anche una domanda per te.
Sesshoumaru: dimmi.
Rohchan:sei sicuro? Guarda che è una domandona...
Sesshoumaru:sono un demone...niente può sconvolgermi...
Rohchan: vuole sapere se mi ami.
Sesshoumaru: ah...eh...beh, sono...sconvolto.
Rohchan sorride. Lo sapeva che avrebbe glissato così.

RYANFOREVER grazie mille piccola...a te il capitolo nuovo...^^

ONIGIRI è vero...Inuyasha è un po' OOC...però si sa che la paternità fa miracoli...è in questo capitolo la vera pucciosità...non vi lascerò a secco di dolcezza, giurin giuretta...^^

MEL_NUTELLA quella puntata devo averla persa...non lo sapevo...o.O Inuyasha che fa le pulizie con Tessaiga...da lui c'era da aspettarsi una cosa simile...^^'''BUONA LETTURA!!!

KRIKKA86 tesoro, mettiti pure il cuore in pace...posso dirti già da ora che la fic sarà molto, molto, MOLTO lunga...ma spero mi seguirai fino alla fine. E ti GARANTISCO che, quando gli eventi inizieranno a precipitare, rimpiangerai queste oasi di calma e dolcezza...^^ Buona lettura!

JEPPI tesoro...così finirò per
*Sesshoumaru le frega la tastiera da sotto le mani, premurandosi di sfiorarle CASUALMENTE il braccio destro con gli artigli.
Jeppi, vorrei dirti buonasera, ma sono un algido demone. Per tua norma e regola, se in questa coppia fuori dagli schemi c'è qualcuno di sottomesso quello non sono io.
Rohchan è ben FELICE di avermi con sè, e ti prego di leggere quel felice in tutte le accezioni che la tua povera mente umana riesce a concepire.
*Il demone le restituisce la tastiera, stringendole poi la vita.
Sesshoumaru: se cancelli ciò che ho scritto...la mia vendetta sarà tremenda.
Rohchan: ca...cancellare? Perchè? Hai scritto qualcosa? ^^''
Sesshoumaru:molto bene...

STELLABELLA7 bentornata tesoro...non preoccuparti, può capitare di non riuscire a leggere e commentare...ma stai tranquilla. Io sono sempre qui...^^ Buona lettura!

Bene...spigolino finito...
che dire. Grazie a tutti. ^_^

TORNO A DIRE...SE QUALCUNO HA PIACERE DI SCAMBIARE DUE CHIACCHIERE CON ME, PUò LASCIARMELO SCRITTO NEL COMMENTO...IO PROVVEDERò A PASSARGLI/LE IL MIO CONTATTO MSN..

Buona lettura
la vostra Rohchan

11- Risveglio

Quando giunse l’alba, timidi raggi cominciarono a filtrare dalle tende di candido lino della finestra, posandosi sul viso della ragazza addormentata.
Disturbata da quella debole luce, Kagome spostò un po’ il viso cercando il buio, e nel farlo si strinse di più ad Inuyasha. Il suo profumo le riempì le narici, e la ragazza sorrise, sollevando piano la testa dal petto del mezzo demone.
Erano sul suo letto- se ancora lo si poteva chiamare così- ed i vestiti erano sparsi a terra, ultimi testimoni di ciò che era successo. Inuyasha dormiva tranquillo, la leggera trapunta azzurra tirata fino alla vita, i capelli scomposti sul cuscino. Il suo viso aveva un’espressione serena, e dalle labbra dischiuse usciva lento e regolare il suo respiro.
Kagome lo guardò rapita, percorrendo con dita leggere il contorno del viso. Posò un lieve bacio sulle sue labbra, prima di alzarsi, indossare velocemente una vestaglia e dirigersi verso il bagno. La nausea le augurava il buongiorno anche quella mattina.

Quando tornò, Inuyasha era sveglio.
- Buongiorno…-gli disse, tornando accanto al letto.
Inuyasha le sorrise, gli occhi ancora pieni di sonno.
- Hai dormito bene?- chiese, chinandosi a baciarlo su una guancia.
- Sì…ho dormito poco…ma bene..- le rispose, carezzandole una guancia col dorso della mano.
- È l’alba…hai visto?- gli chiese la ragazza, poggiando il viso nell’incavo della spalla del mezzo demone, abbracciandolo. Inuyasha le carezzò i capelli.
- Ho visto…vuoi andare?-
- Vorrei prima salutare tutti…passerà qualche giorno prima che torni qui…non mi sembra giusto andar via senza dire niente a nessuno.-
- Hai ragione…e poi devi mangiare qualcosa…non puoi andare via a stomaco vuoto…- la mano del mezzo demone prese a carezzarle la schiena. Kagome sentì brividi spargersi per tutto il corpo.
- Non ho molta fame…-pigolò, con voce infantile.
- Non voglio sentire storie…ora ci alziamo…poi mangerai qualcosa e andremo a casa.- si sollevò sui gomiti, e quando Kagome si scostò si sedette. Lei stava per alzarsi, ma la prese per mano e la fece sedere nuovamente, in braccio a lui.
Sapeva di buono…affondò il viso tra i suoi capelli neri, stringendola a sé. La sua mano destra si infilò sotto la vestaglia della ragazza, e la pelle di lei si coprì di piccoli brividi.
- Inuyasha…-gemette lei- dobbiamo alzarci…-
- Ancora un momento…-rispose lui, sfiorandole il collo con le labbra. Kagome fu percorsa da una scossa.
- Inuyasha…per favore…-
Ma il mezzo demone non sembrava intenzionato ad ascoltare le sue richieste. Amava quella ragazza, la voleva per sé, ed ora che aveva scoperto i propri sentimenti nei suoi confronti, e che lei provava le stesse cose, non voleva lasciarla andare. Con la mano libera slacciò la cintura della vestaglia, mentre la mano destra scendeva pericolosamente verso i fianchi di Kagome.
Ad un tratto, qualcuno bussò alla porta.
- Kagome…sei sveglia?-
- Sì…mamma…- rispose la ragazza. Inuyasha si stava facendo sempre più audace, e lei faceva fatica a frenarlo.
- Vuoi che ti prepari qualcosa per colazione?- continuò la donna. A Kagome sfuggì un sospiro, mentre si stringeva ad Inuyasha.
- S..sì, mamma…tra poco scendo…- ma perché non riusciva ad allontanarsi da lui?
- Kagome..stai bene, cara? Vuoi che entri per…-
- NO!- Kagome bloccò con una sola parola la madre che stava per aprire la porta ed il mezzo demone che stava per prenderla ancora. Veloce, si slacciò dal suo abbraccio e richiuse la vestaglia. Tremava come una foglia.- No, mamma…non preoccuparti…scendo tra poco. Il tempo di farmi una doccia e vestirmi e scendo.-
- Va bene cara…come vuoi…-
Kagome sentì la madre allontanarsi dalla porta. Sorrise al mezzo demone, che la guardava corrucciato dal letto, a gambe incrociate.
- Su, non fare quella faccia, Inuchan…- gli disse, mentre prendeva dall’armadio della biancheria pulita, ed un cambio.- Non bisogna essere ingordi…-
- Tutte balle…-sbottò lui.- non venirmi a dire che non ti piaceva.-
Per tutta risposta, Kagome gli tirò la casacca, i pantaloni e la camicia bianca, centrandolo in pieno viso.
- Vestiti ora…poi potrai scendere a fare colazione. Naturalmente, passando dalla finestra.-
- Perché dalla finestra?- le chiese, scotendo veloce la testa come per liberarsi di qualcosa di fastidioso, mentre recuperava i vestiti.
- Perché non voglio che mia madre sappia che…beh…che sei già qui.-
Inuyasha la guardò senza capire.
- Dai Inuchan…per favore…- chiese, giungendo le mani come in preghiera mentre si spostava verso la porta.- Prometto che è l’ultima richiesta strana di oggi.-
- Sei sicura? È solo l’alba…e tu sei famosa per cambiare idea in fretta…- le rispose, alzandosi dal letto e reinfilandosi la camicia.
Kagome arrossì nel vederlo nudo alla luce incerta dei primi raggi di sole che filtravano dalle tende. Immaginava che tutte le ragazze sognassero uno come lui.
Ed era suo.
- A cuccia!- disse, senza lasciarsi irretire dai propri pensieri. Inuyasha finì coricato sul pavimento.
- Ma…perché? Cosa ho detto?- chiese, quando riuscì a rialzare la testa.
- Ci sono cose che non capirai mai…-sospirò la ragazza, scotendo la testa ed uscendo dalla stanza.
Inuyasha si mise a sedere, finendo di vestirsi. Era incredibile come, nonostante tutti i suoi sforzi, quella ragazzina riuscisse sempre ad avere l’ultima parola. Certo, era anche merito della magia del rosario, ma non era soltanto questo.
La sua risposta arrabbiata era stata solo una scusa. In realtà voleva soltanto che Kagome si divertisse stando con lui. Non voleva più vederla piangere o essere triste, ma soltanto essere felice e spensierata.
E a modo suo, cercava di portarla a quella condizione.

Finì di vestirsi e aprì la finestra della camera da letto di Kagome. In un attimo fu in giardino, e poi davanti alla porta d’ingresso.
Quando bussò fu Sota ad aprirgli.
- Bentornato fratellone…-gli disse, sorridendo.
Inuyasha guardò l’ambiente dietro il ragazzino, annusando l’aria e movendo le orecchie, in cerca di Kagome.- Non è ancora pronta…le donne, sai come sono…- continuò Sota, facendolo entrare.- Vieni…l’aspetterai in cucina. Siamo tutti li..-
- Famiglia mattiniera, eh?- commentò, con un tono che avrebbe potuto essere divertito.
Seguì Sota fino in cucina. La madre e il nonno di Kagome erano effettivamente lì, con la colazione pronta sulla tavola, in attesa della ragazza.
Mentre si sedeva al tavolo, Inuyasha si ritrovò a pensare che, dopo quasi settant’anni, quella era la prima famiglia vera che vedeva.
Una che lui non aveva mai avuto, con un padre demone sempre impegnato a combattere per proteggere lui e sua madre, o per semplice sete di sangue, ed una madre spesso triste e affaticata per il loro continuo peregrinare.
L’arrivo di Kagome lo svegliò dai suoi pensieri. La sua pelle profumava di vaniglia, ed aveva addosso una gonna blu scuro con una camicetta bianca ed un golfino bianco con i polsini e il colletto dello stesso colore della gonna. Gli sorrise, sedendosi di fronte a lui, accanto al nonno.
- Buongiorno!- salutò, prendendo dal piatto davanti a sé una fetta di pane tostato ed imburrandola, stendendoci poi sopra una dose generosa di marmellata.
- Buongiorno…hai dormito bene?- le chiese la madre, iniziando a sua volta a mangiare. Il nonno, nel frattempo, stava preparando alla nipote l’infuso.
Kagome arricciò il naso. Inuyasha la guardò incuriosito, ma fu la madre di Kagome a parlare.
- E’ un infuso alle erbe che Kagome deve bere ogni mattina…-disse, mentre la ragazza ingoiava di malavoglia il contenuto della tazza, producendosi in buffissime smorfie.
- È…tremendo…-disse Kagome quando lo ebbe finito, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
- Poche storie…-la riprese il nonno.- non sarà buono, ma ti fa bene. E poi lo sai…-
- Una medicina per fare bene deve essere cattiva…-concluse per lui la ragazza, quasi facendogli il verso. Il nonno rimase con un palmo di naso.
- Anche mia madre lo diceva sempre…-intervenne Inuyasha, mangiando la sua colazione.
- Davvero?- chiese il nonno.- Chissà quanti rimedi preparava per te…tutte cose che ora sono state sostituite dalla medicina, le cui ricette sono andate perdute…-
- Oh, sì..molti…-Inuyasha addentò il proprio pane tostato come se fosse stato un orso, mentre Sota lo guardava esterrefatto e la madre di Kagome sorrideva lieve accanto a lui.- Magari, se vuoi, posso provare a chiedere a Kaede di darti qualche ricetta, vecchio.-
- Si…se potessi…- il nonno era tornato serio e composto…evidentemente, il sentirsi chiamare vecchio doveva averlo infastidito.
Kagome guardava Inuyasha stupita. Il mezzo demone si era offerto di fare un favore a suo nonno.
Quando l’aveva conosciuto, non aveva pensato, neppure per un solo momento, che sarebbe andata a finire in quel modo.
Lui, scorbutico, sgarbato…cattivo, come i demoni delle storie che il nonno le raccontava da bambina per tenerla lontana dai posti proibiti del tempio…”attenta che là c’è un demone, sai..non ti avvicinare….” le diceva, quando lei cercava di entrare nella stanza delle reliquie.
Poi, quando era cresciuta, il nonno le aveva svelato parte dei suoi trucchi, e lei aveva smesso di credere a quelle strane creature.
Almeno finchè non era capitata per sbaglio in quell’epoca di gente completamente pazza, accanto a quell’albero dove Inuyasha era stato sigillato da Kikyo…
Già…Kikyo…chissà come avrebbe preso la sua gravidanza.
Chissà se Inuyasha glie l’avrebbe detto.
Istintivamente si portò una mano al ventre.
Era assurdo, ma sentiva quella piccola vita, la sentiva già come se la gravidanza fosse al termine e il bambino dentro di lei si muovesse, e scalciasse per ricordarle che era presente.
Inuyasha la guardò.
- Qualcosa non va?- le chiese, quasi apprensivo.
- No…no.- gli rispose, scotendo la testa e alzandosi lentamente in piedi.- Ma è tardi…dobbiamo andare, Inuyasha.-
Il mezzo demone si alzò dal tavolo senza obiettare, e le passò accanto, così vicino da sfiorarla. Kagome sentì i lunghi capelli bianchi solleticarle il viso.
- Lo zaino è pronto?- chiese lui, fermandosi nell’ingresso.
- Sì…è in fondo alle scale…- rispose la ragazza, seguendolo, mentre i suoi familiari lasciavano la cucina per salutarli.
Inuyasha si caricò lo zaino sulle spalle. Non sapeva perché, ma gli sembrava più pesante del solito.
- Che hai messo qui dentro? Una montagna ridotta in pezzi?- chiese, portando indietro le orecchie e guardandola in tralice.
- Nulla più del necessario, Inuyasha.- gli rispose lei.
- Sei pronta?-
- Sì…- si infilò le scarpe e fece cenno al compagno di seguirla.
Inuyasha si incamminò.
- Vuoi qualcosa da mangiare cara?- le chiese la madre, prima che uscissero.- Magari…dei biscotti, oppure del cioccolato?-
Kagome sorrise. La madre le tese un sacchetto di carta bianco, e la ragazza lo prese, felice.
- Grazie…- disse, prima di voltarsi per uscire.
- Ingrasserai con tutta quella roba…-le disse Inuyasha, guadagnandosi un’occhiataccia.
- Silenzio tu.-lo rimbrottò Kagome- Una donna incinta può mangiare quello che vuole.- gli fece la lingua, avviandosi fuori di casa senza aspettarlo.
Inuyasha stava per seguirla, ma la madre della giovane lo fermò.
- Non credo ci sia bisogno di dirti che Kagome ha bisogno di te, ora più che mai. E che, se la farai soffrire ancora, non te la caverai con una sgridata.-
Il mezzo demone sentì un brivido gelido corrergli per la schiena. Nemmeno il demone peggiore che aveva affrontato in vita sua gli aveva provocato quella sensazione di…terrore?
Fece un cenno col capo e poi seguì Kagome fuori dalla porta.
Tutto si poteva dire, tranne che quelle due non fossero madre e figlia.

ANTICIPAZIONI
12-Un Diversivo Pericoloso
E' bello tornare a casa...ma qualcuno è stanco di aspettare il momento giusto per agire, e così...

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Capitolo 12
*** Un Diversivo Pericoloso ***


EVVIVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!
YUUUUUUUUUUUUUUUUUHUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!
Rohchan stasera è felice. Felice FELICE.

E' riuscita a prendere 30 di letteratura giapponese, e Sesshoumaru ha il suo bel da fare a tenerla ferma. Dopo essersi beccato un anticipo (un bacione a schiocco sulla guancia, seguito da un abbraccio che a lui è sembrato una carezza, mentre lei credeva di stritolarlo)e averla rincorsa per mezza casa mentre lei cantava a squarciagola "We Are the Champions" e "Walkin' on Sunshine", ballando come un'ossesssa, è riuscito ad agguantarla e calmarla.
Il come...sono cose che è meglio non raccontare. ^_-

Ora sono seduti al pc, e Rohchan è probilmente vittima di una paresi facciale; occhi luccicanti, sorriso a 32 denti e umore alle stelle.
Sesshoumaru:lo sai che giorno è, oggi?
Rohchan (con voce sognante):sì....è il giorno in cui ho coronato metà del mio sogno....prendere 30 di letteratura giapponese...*.*
Sesshoumaru:...=.= è giovedì, ai...
Rohchan:giovedì? Ah sì? E cosa succede? Non mi pare che in tv ci sia qualcosa di particolare...
Sesshoumaru sospira. Con pazienza, prende i braccioli della sedia girevole dove è seduta la ragazza e se la tira più vicino.
La fissa.
Sesshoumaru:Rohchan...è govedì, e quindi giorno di aggiornamento...La Stella Cadente, ricordi?
Rohchan:giovedì...La Stell...ODDIO!!! LA STELLA CADENTE!!!
Rohchan si riprende di colpo, saltando praticamente in braccio al demone, che colto alla sprovvista non riesce ad attutire il colpo.
Sesshoumaru:ahia!!! Rohchan...
Rohchan:oddio scusa!!! Cucciolo...mi spiace....perdono perdono perdono...
Sesshoumaru (con voce un po' soffocata, ma ci sa tanto che finge):va bene, va bene...metto in conto anche questo...ora aggiorna, però...

Bene...l'antefatto già lo conoscete, quindi...^^
l'ANGOLINO dei GRAZIE:

RYANFOREVER ecco qua il capitolo nuovo, gioia...hai ragione, un po' tutte vorremmo essere al posto di Kagome (tranne me...io sto così bene qui con Sesshoumaru...^^) Il diversivo pericoloso E' pericoloso...un po' di battaglia, ma non sono sicura di aver fatto un buon lavoro...a voi l'ardua sentenza!

GOTEN arigatou, piccola...e buona lettura!

MEL_NUTELLA chi ti ha detto, gioia,che io non ero con Sesshoumaru? ^^ Scherzi a parte...sono dei complimentoni quelli che mi fai..addirittura splendida divina e fantastica...sto per diventare tinta kariginu...eheheeh...il rapporto tra me e Sesshouamru è un po'...strano, almeno daparte sua. Dice che mi trova...com'è, ai?
Sesshoumaru:completamente, dannatamente, splendidamente umana.
Rohchan:ecco...^^''' a te il nuovo capitolo...^*^ hai ricevuto la mia mail col contatto? Te l'ho mandata tramite EFP...

JEPPI non temere di diventare monotona...^^ Sesshoumaru arriverà, ma capisci bene che ho dovuto ritagliargli una parte su misura...più avanti lo incontrerete nella lettura..^^ accetti le scuse?
Sesshoumaru:...ma sì...tu stasera sei felice, voi siete solo umani...per stavolta, eviterò di rifare il filo a Tokijin sulle budella di qualche umano...
Rohchan:SESSHOUMARU!!! Non devi dire queste cose!! Loro ti vogliono bene...
Sesshoumaru:solo TU sei autorizzata a volermi bene...
Rohchan:io sono autorizzata a molto di più, se premetti...però tu devi essere gentile. Perdonata?
Sesshoumaru:perdonata...
Rohchan:bravo il mio Secchan...dopo ti faccio pane e Nutella...
Sesshoumaru sorride.
Non lo ammetterebbe mai, ma lui ADORA la Nutella. E in casa di Rohchan non manca mai, quindi..un altro motivo per rimanere...
Cha cosa hai fatto, per avere le stampelle? me preoccupata...T^T

MAGGIE95:devo dire che anche tu a scenette sei messa niente male...^^ Grazie mille dei complimenti, come al solito...
Kikyo...lo sapevo che saremmo arrivate a questa questione, prima o poi...la Sacerdotessa è uno dei miei personaggi preferiti, e mi spiace sentirla maltrattata per ciò che fa. E' vero, ha sbagliato molte cose...ma è in primis una donna che AMA. Comunque..rimandiamo a più avanti questo discorso. Ora goditi il capitolo...^^

ONIGIRI ah ecco...e così si commenta in ritardo, eh...?*Rohchan guarda storto Onigiri SCHERZOOOOOOOO!!!! ^*^ Tranquilla, non ti voglio meno bene perchè hai commentato in ritardo^^''' però potrei volertene meno perchè guardi troppo il mio Sesshoumaru...è.é (ma è uno scherzo anche questo^^'''') grazie mille dei complimenti, e buona lettura!!!^*^

KRIKKA86 chiedi e ti sarà dato (il nuovo capitolo, obviously^^) una volta la settimana.^_^ Buona Lettura!!!

STELLABELLA7 no, gioia...non è Kikyo...e per la Sacerdotessa, ti rimando alla risposta che ho dato a Maggie..^^ Buona lettura!!!

Bon, spigolino finito...
io e Sesshoumaru andiamo a festeggiare.^_-
BUONA LETTURA!!!!

Baci Rohchan

12- Un Diversivo Pericoloso

Una volta attraversato il pozzo, i due ragazzi si ritrovarono ancora nell’epoca Sengoku.
Il sole incendiava le cime degli alberi del bosco, mentre gli uccelli salutavano il nuovo giorno; la radura del pozzo era punteggiata di centinaia di piccoli fiori, bianchi, azzurri, gialli e rosa pallido, che si muovevano lenti alla brezza gentile.
Kagome trasse un profondo respiro, stiracchiandosi.
Era felice di essere tornata…anche se i ricordi del giorno prima erano ancora vivi in lei come una scottatura recente, ed il suo viso si rattristò lievemente.
Inuyasha riemerse dal pozzo piegato in due dal peso dello zaino, poggiandolo poi a terra, facendo finta di essere distrutto. La ragazza accanto a lui sorrise.
- Cos’hai da ridere ora?- le chiese, scorbutico.
- Nulla…stavo solo considerando quanto fossi deboluccio stamattina…devo averti sfiancato, stanotte…- arrossì, rendendosi conto di ciò che aveva appena finito di dire. Se sua madre fosse stata presente sarebbe diventata rosso fuoco, per non parlare del nonno…già se lo immaginava, pallido e tremante.
- Ce ne vuole per sfiancarmi, Kagome…-ribattè lui, serio, inchiodandola con lo sguardo.- Ma devo ammettere che eri sulla buona strada.-
- Da…davvero?-
- Sì…- con sufficienza, girandole intorno come se stesse esaminando una preda.- Solo che…come dire…ancora non ci sei…-
La ragazza sospirò, cercando di riprendere il controllo. Chiuse gli occhi, mentre ogni parte del suo corpo chiamava Inuyasha a gran voce…non ora…insomma, era appena passata la notte…
- Allora, andiamo?- si sentì dire dal limitare del bosco.
Inuyasha si era spostato silenziosamente, e la guardava a braccia conserte.
- Eccomi!- gli corse incontro, felice più di prima.
Sapere che anche lui sentiva quello che sentiva lei ma che si fosse allontanato, le regalava una strana sensazione agrodolce…Inuyasha era lì, e lei sapeva che avrebbe potuto stare con lui quando voleva. Ma il fatto che lui si trattenesse, tentandola solo quel poco che bastava ad accendere in lei il desiderio, la riempiva di una sensazione di benessere…la stessa che sentiva assaporando l’aria dopo un temporale, o il primo gelato estivo…
Rise tra se e se. Non era mai stata così poetica.
Lo raggiunse e lo baciò, leggera come una farfalla, prendendogli le mani, sorridendo felice come una bambina, inclinando da un lato la testa.
Inuyasha si infilò la mano sinistra nella casacca, estraendone qualcosa.
Era il pettine che sua madre le aveva regalato, e che lei aveva perso senza rendersene nemmeno conto. Piccolo, brillante nella mano di Inuyasha, il gioiello la guardava, aspettando di essere reindossato.
Il mezzo demone glie lo rimise tra i capelli, guardandola poi con occhi critici.
- Ti sta bene…-le disse- molto.-
- Davvero ti piace?-
- Davvero. È un bel gingillino.-
Si incamminarono attraverso il bosco, parlando del più e del meno, ridendo insieme.
Ma era Kagome a ridere di più; ogni pretesto era buono per Inuyasha per farla ridere, sorridere o semplicemente accenderle una luce di divertimento negli occhi.
Solo ora lei cominciava a rendersene conto…l’Inuyasha permaloso, scorbutico e antipatico stava piano piano sbiadendo, trasformandosi in una sorta di pagliaccetto gentile che cercava solo di divertirla.
Ma sapeva che, se ce ne fosse stata necessità, lui sarebbe tornato audace e coraggioso.
Forte, in grado di proteggerla con un braccio solo mentre con l’altro brandiva la spada, incosciente anche.
E sapeva anche che lui non si sarebbe mai comportato in quel modo in presenza di altri esseri umani…quindi le conveniva godersi quella parentesi di follia infantile finchè c’era.

Raggiunsero il villaggio quando il sole era ormai alto.
La vecchia Kaede, con Sango e Miroku, stava mangiando all’ombra di un albero, una delle coperte che Kagome si era portata da casa distesa sull’erba.
Quando li vide, Kagome sorrise radiosa. Sango non ebbe bisogno di sentire altro. La vide, si alzò e le corse incontro abbracciandola e ridendo.
Inuyasha dietro di loro assunse un’espressione corrucciata…quella che aveva sempre, sufficiente e distaccata. Ma in fondo era felice. Miroku e Kaede nel frattempo si erano alzati e avvicinati al gruppo.
- Allora…quali nuove ci portate?- chiese Miroku, battendo una pacca amichevole sulla spalla del mezzo demone.
- Di che nuove parli?-
- Come di che nuove? Ma Kagome non ti ha detto nulla?- il monaco lanciò uno sguardo stupito alla ragazza che girava in cerchio allacciata a Sango.
- Lo sa…-disse, fermandosi.- ma se non lo vuole dire lui, ve lo dirò io…aspetto un figlio.-
- Tu…a….aspetti un…- a Miroku si era improvvisamente seccata la bocca.
- Un figlio, sì. La cosa ti sorprende, maestro?- era stata Sango a parlare, lasciando l’amica e andando a poggiare le mani sulle spalle di Inuyasha. Il mezzo demone sbuffò. - La cosa non vi riguarda.- disse Inuyasha, scorbutico.
- Inuyasha, a cuccia!- disse Kagome. Il mezzo demone finì spiattellato per terra, scatenando le risate di tutti. Solo la vecchia Kaede rimaneva seria.
- È una bella notizia.- disse, la Sacerdotessa, mantenendo la voce controllata.- Immagino tu sappia che sarà difficile…-
- Oh, basta. Non cambia assolutamente nulla, vecchia. La proteggevo prima e la proteggerò ora, quindi vedi di togliere quell’espressione seria dalla faccia.- sbottò Inuyasha, alzandosi e pulendosi con cura casacca e pantaloni dalla polvere della strada.
La vecchia sorrise debole al suo indirizzo.
- Vedo che, dopotutto, hai fatto la tua scelta.-
Inuyasha la guardò perplesso. Non capì il senso di quelle parole, ma negli occhi di Kagome passò un velo di incertezza che le spense il sorriso sulle labbra. Lei aveva capito perfettamente a cosa si riferiva la Sacerdotessa.
- Andiamo a finire di mangiare?- disse Sango, rompendo il silenzio che era calato sul gruppo- Sarete affamati…ci sono gli oden, sai, Kagome?- si rivolse all’amica, cercando di farla sorridere. Sapeva che lei amava molto quel piatto.
- Sì…in effetti ho ancora fame…- disse Miroku, capendo l’intenzione della ragazza.- Torniamo a mangiare…-
- Dov’è Shippo?- chiese Kagome, accorgendosi solo in quel momento che il piccolo demone volpe non era con loro. Si costrinse a parlare, distogliendo la mente dalla figura che la vecchia aveva evocato.
- È andato a giocare al fiume…approfitta anche lui delle ultime giornate di sole prima che arrivi l’autunno.-
Era vero… Agosto era ormai agli sgoccioli, e con l’arrivo di Settembre l’aria si sarebbe fatta via via più fresca, scivolando poi verso l’autunno.
Si sedettero sulla coperta ed iniziarono a mangiare. Nonostante i pensieri cupi, Kagome scoprì di avere fame, e mangiò con gusto il pranzo, ritrovando il sorriso quando Miroku approfittò di una mossa di Sango per toccare il sedere della Sterminatrice. La cosa gli costò un bel pugno sulla testa, che scacciò via le nubi dalla sua mente e le riportò l’allegria.
Non aveva senso preoccuparsi ora di Kikyo, si disse. Ci sarebbe stato tempo e luogo.

Quando finirono di mangiare, Inuyasha si alzò da terra e si diresse verso la capanna di Kaede. Sulla soglia si voltò, facendo cenno a Kagome di seguirlo. La ragazza, perplessa, si alzò a sua volta e gli corse dietro.
- Cosa c’è Inuyasha?- gli chiese, una volta entrati nella capanna.
- Ti piace?- disse, spaziando con un gesto l’ambiente.
Kagome si guardò intorno. Subito non notò nulla di diverso, ma poi…
Il pavimento era lucido e pulito, e l’ambiente sapeva di fresco. Il fuoco era acceso e nella stanza si spargeva un piacevole tepore.
- Che cos’hai fatto?- gli chiese, sorridendo, inginocchiandosi accanto al futon dove di solito dormiva, sorpresa nel sentire che era stato lasciato all’aria aperta.
Il mezzo demone la guardò in tralice.
- Allora non ti sei accorta di nulla?-
- Beh…è tutto così…..pulito, fresco. Sei stato tu?-
Inuyasha assentì con la testa, avvicinandosi e sedendosi accanto a lei.
- Perché…?-
- Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere trovare tutto lindo e pulito.-
Kagome lo guardò, sorpresa e sorridente.
- Per me?- gli chiese, facendoglisi vicina e prendendogli le mani.
- No…per quel balordo del mio fratellastro.- le disse, in tono strafottente.- Sì che l’ho fatto per te..per chi se no?-
- Oh, Inuchan…- Kagome lo abbracciò, ridendo.
Il mezzo demone la accolse tra le braccia, poggiandole una guancia sulla testa.
- Allora, ti piace?-
- Moltissimo, Inuyasha…grazie…-
- Senti…mi stavo chiedendo…- era stranamente titubante.
- Cosa?-
- Sei sicura di quello che stai facendo? Insomma….-
- Ancora con questa storia, Inuyasha?- Kagome si scostò da lui, guardandolo accigliata.
- E se dovesse succederti qualcosa?-
- Non succederà nulla…tu sei con me…cosa mai potrebbe succedere?-
Inuyasha non rispose. Non voleva spaventare Kagome, non voleva che avesse paura di non essere al sicuro.
Ma gli ultimi avvenimenti gli avevano portato una sensazione di disagio, oltre che la felicità di sapere che sarebbe diventato padre; se già prima Kagome era per lui più preziosa persino della sua stessa vita, ora che aspettava suo figlio non ci sarebbe stato nulla la mondo che non avrebbe dato per proteggerla.
Il fatto che Naraku da un po’ di tempo non si palesasse, e che nessuno dei demoni suoi scagnozzi compissero scorrerie nei territori circostanti al villaggio lo preoccupava più di ogni cosa. Naraku non era nemico da celarsi nell’ombra a leccarsi le ferite, e non lo avrebbe certo fatto ora che il demone che lui gli aveva scagliato contro era stato chiaramente un diversivo.
E un altro pensiero gli tormentava il cervello: Kikyo.
Si rendeva perfettamente conto che pensare alla Sacerdotessa ora era tanto inutile quanto controproducente, per la sua vita con Kagome. Ma da quando avevano combattuto contro il demone, ormai quasi un mese e mezzo prima, lei non si era più fatta vedere… si era presentata, aveva scagliato una freccia sacra deviando la spada del demone che rischiava di colpirlo, ed era sparita. Nel nulla, senza lasciare traccia, senza fare la sua solita visita per avvertirlo di eventuali presentimenti o sensazioni.
Era…strano.
Si ritrovò a chiedersi dove mai fosse andata a finire.
- Inuyasha?- Kagome lo guardava, perplessa.
- Cosa c’è?- chiese, distogliendo la mente da quei pensieri.
- Potrei farti la stessa domanda. Cos’è quella faccia scura?-
- Quale faccia scura?- se n’era accorta. Certo che non le sfuggiva nulla.
- Certo…- Kagome si arrese. Perché poi si ostinava a cercare di capire cosa gli passava per la testa…
- Sono preoccupato.- il mezzo demone esalò quelle parole come se fossero state le ultime prima di morire. Detestava ammetterlo.
- Perché, Inuyasha?- Kagome alzò la testa, sorpresa. Lo guardò, conscia che quella era la prima volta in cui Inuyasha le apriva davvero la mente e il cuore.
- Naraku non si è più fatto vivo. È più di un mese che non si muove, e la sua barriera è così potente che non riesco a percepirne l’odore.-
- Hai ragione, Inuyasha. Anch’io mi sono chiesta cosa stia tramando. Non è normale per lui, lasciarci tranquilli per così tanto tempo.-
- È per questo che sono così pensieroso. Se ci attaccasse ora, io…-
- Tu faresti come sempre. E io ti seguirei, e con me Sango, Miroku e Shippo. Così com’è sempre stato.- si fece più vicina a lui, abbracciandolo, poggiandosi a lui. Voleva che sentisse la sua fiducia.
- Preferirei che tu non venissi con noi.-le disse, stringendola a sé.- E’ pericoloso.- - Lo è sempre stato, ma non mi sono mai tirata indietro.-
- Adesso è diverso.-
- Perché aspetto un bambino?-
- Se Naraku cercasse di colpirti non so cosa farei.-
- Inuyasha, non è da te essere così debole e preoccupato. Io mi fido di te, e ti affiderei la mia vita ora come ho fatto fino adesso. Non hai motivo di preoccuparti. Farò in modo che tu non debba stare troppo in pensiero per me.-
Inuyasha non rispose, ma la strinse a sé con più forza. Avrebbe fatto l’impossibile per tenerla al sicuro.

La giornata scivolò via veloce, tra piccoli lavori domestici, erbe medicinali raccolte nell’orto e piccoli scherzi e giochi con i compagni. Quando il sole fu oro liquido contro l’orizzonte, e la sua luce tinse di rosa acceso e rosso le nuvole sfilacciate che percorrevano il cielo, Kagome avvertì una strana presenza.
Era china nell’orto, intenta ad estirpare le erbacce dalle piante di camomilla, quando la strana sensazione di essere osservata alle spalle la trafisse come un pugnale affilato tra le scapole.
Si volse di scatto, guardandosi intorno.
L’aria era immobile, e gli uccelli cinguettavano tranquilli dai rami degli alberi del bosco.
L’unico rumore era lo sciabordio leggero dell’acqua che scorreva nel fosso vicino, per poi gettarsi nel torrente più a sud.
Nient’altro si muoveva, eppure lei era sicura che ci fosse qualcosa…
- Cosa c’è?-le chiese Inuyasha, che era rimasto seduto sulla staccionata a sorvegliarla.
- Non lo so…è come…- Kagome inclinò la testa di lato, mentre una percezione ben nota la scuoteva da dentro.- Una scheggia della Sfera!-
- Dove?- Inuyasha scese e in un lampo le fu vicino, la spada sguainata davanti a sé.
- Di là…-Kagome indicò un luogo a ovest, nel bosco.- è abbastanza lontano, perché non la percepisco con chiarezza, ma…è lei. È la Sfera.-
- Aspettami qui. Non voglio che tu ti muova, va bene? Vai nella capanna e restaci.-
- Ma…-
- Non discutere!- la sgridò il mezzo demone.
- Non essere ostinato!- lo rimbeccò lei.- Senza di me non saresti in grado di vedere il frammento, e nemmeno di recuperarlo. Lo sai.-
Era vero. Come aveva potuto dimenticare quel piccolo, stramaledettissimo, ma evidente dettaglio? Lui non vedeva i frammenti, solo Kagome poteva.
Si incamminò verso il bosco, lasciando che la ragazza lo seguisse. Kagome deviò verso la capanna a prendere l’arco e le frecce, e chiamò i compagni. In un battibaleno erano pronti.
Sango e Kagome salirono sulla groppa di Kirara, mentre Miroku e il piccolo Shippo correvano verso il bosco.

Inuyasha procedeva da solo, i sensi tesi ad avvertire il minimo movimento o rumore. Senza Kagome era difficile capire da che parte andare.
Ad un tratto, un ronzio sopra la sua testa lo indusse ad alzare il capo. Un insetto velenoso di Naraku gli girava intorno, insistente. Sembrava attendere che lo seguisse. Mosse un passo nella sua direzione, e quello si spostò, attendendo ancora.
Inuyasha storse le labbra in un sorriso acido. Certo che quel Naraku aveva un gran bel fegato…mandargli una guida per farsi trovare.
L’avrebbe fatto a fette.
Corse dietro al grosso insetto e sparì oltre una folta macchia di arbusti.

Non impiegarono molto a raggiungere il mezzo demone…anche perché non avrebbero potuto sbagliare sul luogo. Sorvolando il bosco, mentre Kagome si concentrava nel percepire la scheggia della Sfera, videro un grosso albero crollare come fosse stato travolto da un vento feroce, sollevando una gran nuvola di polvere. Gli uccelli fuggivano terrorizzati.
- Eccolo!- disse la ragazza, sporgendosi oltre la spalla della cacciatrice di spettri- Scendiamo, Sango.-
- D’accordo.-
Kirara planò dolcemente verso il suolo, atterrando appena oltre il luogo dello scontro, in una piccola radura delimitata da cespugli di sorbo e rovi di more, piccoli arbusti e slanciate betulle dal tronco candido.
Kagome smontò e si diresse verso una piccola apertura tra i sorbi, l’arco in mano e la freccia già incoccata. La presenza della scheggia ora era inconfondibile.
- Kagome, aspetta!- la richiamò Sango.- Non dovresti andare avanti da sola.-
Kagome si fermò. Per la prima volta in quella giornata, si dette della stupida per aver gridato ai quattro venti il fatto che fosse incinta. Si sarebbe risparmiata un sacco di grane e impedimenti tenendoselo per sé. Già Inuyasha era abbastanza soffocante, ma poteva comprenderlo…in fondo voleva soltanto proteggerla.
Ma gli altri…
Aspettò l’amica e insieme uscirono dalla radura. Miroku era già arrivato e stava aiutando Inuyasha contro uno dei demoni più repellenti che avessero mai visto. A Kagome si ribaltò lo stomaco.
Era alto almeno una decina di metri, un lungo corpo da scorpione nero lucido con la corazza rotta in più punti sormontata da una testa da ragno con almeno dieci paia d’occhi e un paio di corna ramificate, come da cervo. Il pungiglione scattava avanti e indietro cercando di colpire Inuyasha e Miroku, che gli saltellavano intorno cercando di confonderlo.
Emanava un tremendo fetore di carne morta, ed una decina di insetti velenosi gli volavano intorno, lontano dal pungiglione, come per controllarlo.
Le ragazze si bloccarono poco distante.
Shippo corse verso di loro, gettandosi tra le braccia di Kagome, strillando di paura e dolore…sulla coda da volpe aveva una chiazza di un liquido scuro e dall’odore acre, che evidentemente gli stava facendo male. Sango soffiò della polvere bianca sopra la chiazza, ed il piccolo demone volpe smise di gridare, afflosciandosi in braccio a Kagome.
Kagome lo mise per terra, delicatamente. Shippo gemette, ma lo tranquillizzò con poche parole prima di alzarsi in piedi e incoccare nuovamente la freccia.
Avrebbe colpito quel maledetto…
Ad un tratto, con un movimento fulmineo, il demone mosse la coda a pungiglione verso sinistra, andando a prendere Inuyasha in pieno petto, sbattendolo contro un albero. Il mezzo demone rimase tramortito per un momento, abbastanza per vedere Kagome uscire allo scoperto gridando il suo nome. Il demone si volse verso di lei, pronto a colpirla.
Miroku cercò di fermarla mentre Inuyasha si sollevava a fatica…era davvero forte, quella carogna.
Appena prima che Kagome finisse travolta dalla coda, Miroku le si gettò addosso, buttandola a terra e facendole scudo col proprio corpo. Sango lanciò l’hiraikotsu contro quell’orrenda cosa, e l’arma tranciò di netto la coda velenosa.
Con un grido di dolore, il demone si contorse, oramai senza controllo, travolgendo molti alberi e spargendo ovunque il suo veleno, che scioglieva ogni cosa come fosse stata burro in una pentola calda.
Inuyasha corse verso Miroku e Kagome, mentre Sango, in groppa a Kirara, cercava la maniera di ammazzare quella creatura.
- Kagome!- gridò, strappando letteralmente Miroku da sopra la ragazza. Il monaco aveva il fiatone ed era tutto sporco di terra e sangue, la mano destra chiusa in uno spasimo di dolore. Aveva la fronte imperlata di sudore…evidentemente aveva aspirato degli insetti velenosi nel tentativo di uccidere il demone.- Kagome, stai bene?-
La ragazza era stordita. Aveva battuto la testa per terra, ed il peso di Miroku l’aveva schiacciata togliendole il respiro.
- Sì…-rispose un po’ incerta, scotendo la testa e sollevandosi sui gomiti. L’arco giaceva qualche passo più in là, con la freccia ancora incoccata.- Aiuta Miroku, presto…portalo via di qui…- si alzò in piedi, traballante, mentre Inuyasha la guardava corrucciato.
- Dove pensi di andare, scusa?- le chiese, mentre spostava Miroku, poggiandolo con delicatezza contro un albero vicino.
- La scheggia della Sfera è…al centro della fronte.- disse Kagome, senza rispondere alla sua domanda. Sollevò l’arco da terra e tese la corda, prendendo la mira.
Ma Inuyasha si frappose fra lei e il demone, la Tessaiga sguainata. Piantò bene i piedi in terra e lanciò un Taglio nel Vento che colpì il grosso demone, distratto dal volteggiare di Kirara sopra la sua testa. Sango era stata molto brava a tenergli testa fino a quel momento, mentre tutto sembrava sfracellarsi intorno a loro.
- Dov’è?- chiese Inuyasha a Kagome, una volta che il demone fu distrutto. Sango nel frattempo stava scendendo a terra, preoccupata per il monaco.
- Laggiù…vicino a quel sasso bianco tra le felci…-rispose la ragazza, chinandosi su Miroku, che ansimava e teneva gli occhi serrati.
Il mezzo demone recuperò il frammento e tornò indietro di corsa.
- Come sta?- chiese Sango, avvicinatasi all’amica. Prese la mano destra di Miroku tra le sue, guardandolo preoccupata.
- Male.- Inuyasha si intromise, porgendo il frammento a Kagome che lo ripose con cura insieme agli altri sotto la maglietta.- Ha aspirato qualche insetto velenoso…non ho avuto modo di fermarlo.-
- Speriamo non fossero troppi…-disse Kagome, guardando a sua volta il monaco, preoccupata.- bisogna portarlo subito a casa…lì potremo occuparci di lui come si deve. Voi come state?- chiese ai compagni.
Sango era sudata e impolverata, ma a parte questo sembrava stare bene. Inuyasha invece era lacero, sporco di terra e sangue e con qualche taglio sul viso e sulle braccia.
- Io sto bene…-rispose Sango, passandosi un braccio di Miroku intorno alle spalle per aiutarlo ad alzarsi. Quello gemette lievemente, lasciandosi trasportare passivamente.
Inuyasha la aiutò a metterlo in groppa a Kirara.
- Io non sono fragile, dovresti saperlo.- disse il mezzo demone, in tono di sfida, mentre finiva di sistemare Miroku.- Questi sono solo graffi che spariranno entro domani. Tu piuttosto….hai avuto un bel coraggio a saltare fuori a quel modo. Poteva ucciderti.-
concluse, con un tono che non era di lode. Semmai era arrabbiato con Kagome, che lo guardava come se fosse stato un alieno. Prese Shippo in braccio e gli si parò davanti.
- Non ho fatto nulla di diverso dal solito.- ribattè, seccata. Sapeva bene dove lui aveva intenzione di arrivare.
- Sarebbe meglio che cominciassi a cambiare abitudini, allora. Mi hai fatto prendere un colpo, prima. Credevo che ti avrebbe trapassato, quel maledetto.-
- Non voglio che cambi il modo in cui mi trattate, Inuyasha.- rispose, secca.- Finchè sarò in grado di farlo, voglio essere al vostro fianco, e combattere con voi. E poi, come vedi sto bene. È Miroku quello di cui dobbiamo occuparci, ora.-
Inuyasha sbuffò contrariato, ma Kagome passò oltre affiancandosi ad una Sango preoccupatissima che, in groppa a Kirara, sosteneva Miroku appoggiato al suo petto.

Quando giunsero al villaggio era appena calata la notte, e la strada era illuminata dalla luce della luna e delle stelle alte nel cielo.
Entrarono nella capanna, dove Kaede li attendeva con del cibo pronto e bende e medicamenti per gli eventuali feriti.
Quando vide il monaco, la sacerdotessa si rabbuiò; aveva la febbre alta, respirava a fatica e sudava copiosamente…doveva aver inghiottito col suo vortice ben più di un paio di insetti velenosi.
La vecchia preparò una tintura da spalmare sulla mano, e poi un decotto. Miroku lo mandò giù a stento, aiutato da Sango, mentre Kagome si occupava del piccolo Shippo. Il liquido corrosivo del demone aveva bruciato il folto pelo della coda, e la pelle era tutta arrossata e sanguinante in diversi punti. La ragazza lavò la ferita con dell’acqua pulita, poi disinfettò con cura e chiuse con una benda sterile.
- Grazie…-le disse Shippo, mentre lei chiudeva le bende.
- Di niente, Shippo…fa ancora male?-
- Un po’…ma non sono io quello messo peggio. Non avrei dovuto seguirli…Miroku ha aperto il vortice per proteggermi…è colpa mia se adesso sta così male…- piagnucolò.
- Non dire così, Shippo…-lo consolò Kagome.- Non è la prima volta che col vortice aspira degli insetti velenosi…vedrai che se la caverà…-
Shippo non disse nulla, ma andò accanto al futon di Miroku, prendendo il bacile d’acqua che era lì vicino per andare a prenderne di più fresca. In men che non si dica era fuori dalla capanna, a svolgere la sua piccola mansione, mentre Sango sorvegliava il monaco attenta ad ogni suo più piccolo movimento.
Kagome si alzò da terra e, dopo aver riposto i medicamenti dentro lo zaino, uscì fuori nell’aria fresca della sera.
Ora tutto sembrava tornato come prima, calmo e tranquillo. La luna splendeva alta nel cielo, ormai quasi a metà, e alcuni uccelli notturni le cantavano la loro serenata.
Trasse un profondo respiro e si sedette accanto al mezzo demone che si era appostato appena oltre la porta, lo sguardo rivolto al bosco, in silenzio. Quando la sentì sederglisi accanto volse su di lei lo sguardo ambrato.
- Stai bene?- le chiese, a bassa voce.
- Sì…non mi sono fatta nemmeno un graffio, grazie a Miroku. Tu piuttosto…-
- Mi pare di averti già detto diverse volte che non è niente di grave. Domattina starò benissimo. Io non sono debole come voi.- ribattè pacato, senza lasciarla finire.
- Il fatto che tu sia indistruttibile non significa che io non debba preoccuparmi per te!- gli disse Kagome, irritata.- Non credere di essere l’unico ad avere il diritto di stare in pena per qualcuno.-
Calò il silenzio. Kagome si appoggiò alla spalla del mezzo demone, puntando lo sguardo verso il bosco. Dove un tempo c’era stata l’aura spiritica della freccia di Kikyo, che teneva imprigionato Inuyasha, ora non c’era più nulla. Tutto era buio. Una pezza di velluto blu scuro contro cui erano poggiate le chiome nere degli alberi, trapunta da milioni di stelle.
Inuyasha le prese una mano, stringendola forte, poggiandosela in grembo.
- Piuttosto…-riprese poi lui, cercando di cambiare argomento- non credi sia strano?-
- Cosa?- gli chiese Kagome, sistemandosi meglio contro di lui.
- Quello che è successo oggi. Non mi riferisco al demone che abbiamo incontrato, ma al fatto che fosse in possesso di una scheggia di Sfera. Ora che è così vicino a completarla, non capisco perché Naraku abbia deciso di darne un frammento ad un essere come quello.-
- Non capisco cosa vuoi dire…-
- Dico soltanto che se fossi al suo posto, non regalerei una scheggia della Sfera ai miei avversari in quel modo. E’ stato piuttosto facile abbattere quella carogna.-
- Facile?- Kagome era sempre più confusa- ma se Miroku ci ha quasi rimesso la pelle! Come fai a dire che è stato facile?-
- Anche Sango è riuscita a tenergli testa, mentre io e te ci occupavamo di Miroku.
Quella ragazza è forte, ma se fosse stato un demone degno di questo nome non se la sarebbe cavata con solo qualche graffio. A me sembra sia stata una scusa per controllare qualcosa.-
- Cosa potrebbe voler controllare? Lo sa che siamo costantemente alla sua ricerca…ma in effetti, sembra strano anche a me che abbia deciso di dare a quella bestiaccia una scheggia della Sfera.-
Tirò fuori il piccolo contenitore in cui teneva le schegge. Emanavano un debole bagliore rosato, illuminandole la mano. Ce n’erano tre…Naraku possedeva ormai la maggior parte della Sfera, ed escluso il frammento che teneva in vita il giovane Kohaku, non ne dovevano essere rimasti molti da cercare. Forse soltanto cinque o sei.
Sospirò. Forse Inuyasha aveva ragione.
Forse quel frammento era stata soltanto un’esca per attirarli nel bosco per un secondo fine. Ma quale fosse, lei non riusciva a capirlo.
Il suo stomaco brontolò rumorosamente, facendola arrossire. Si irrigidì, scostandosi da Inuyasha.
- Hai fame?- le chiese lui, guardandola.
- Un…un po’…- rispose Kagome, sorridendo imbarazzata.
- Andiamo, devi mangiare. E poi hai bisogno di riposare, anzi, avete. Tutti e cinque. Starò io di guardia, stanotte.- si alzò da terra, aiutandola ad alzarsi.
- Non so quanto sia necessario. Ci ha appena attirati allo scoperto, che senso avrebbe farlo ancora?-
- Stiamo parlando di Naraku. La metà delle sue azioni non ha senso, e l’altra metà è frutto della mente di un’accozzaglia di demoni. Non credere di poter prevedere così facilmente le sue mosse, Kagome. Non credo ci sia nessuno in grado di farlo.-
Rientrarono, e Kagome vide, con un certo sollievo, che Miroku aveva smesso di sudare e riposava relativamente tranquillo. Era ancora molto pallido, ma Sango non si allontanava mai troppo da lui.
La vecchia Kaede aveva preparato qualcosa da mangiare, e così sedettero e consumarono il pasto cercando di parlare di cose leggere, mentre la notte sprofondava sempre più nel nero.
Quando tutti ebbero finito si stesero per riposare; Sango accanto a Miroku, con Kirara raggomitolata vicino alla testa, l’anziana sacerdotessa al lato opposto della stanza, accanto al futon di Kagome che aveva Shippo in fondo al giaciglio, ed Inuyasha seduto accanto alla porta, le braccia incrociate sul petto, la Tessaiga infilata in piedi tra il ginocchio sinistro ed il gomito destro. Era a meno di due passi da Kagome.

Il fuoco scoppiettante era ridotto a braci morenti nella piccola capanna. Tutto era silenzio, e si udivano soltanto i respiri regolari dei presenti, immersi nel sonno.
Ma Kagome non riusciva a dormire.
Qualcosa la rodeva da dentro, un sospetto, una traccia…una paura irrazionale.
Voltò la testa da un lato all’altro della stanza. Dormivano tutti, immobili. Solo Shippo ogni tanto si muoveva nel sonno.
- Inuyasha…-
- Cosa c’è?- rispose lui, sottovoce.
- Posso…posso dormire lì con te?-
Inuyasha non rispose. Si voltò invece a guardarla, ed anche se non poteva vederlo, Kagome sapeva quale espressione poteva avere sul viso.
- Vieni…- disse alla fine.
Kagome scivolò fuori dalle coperte e andò dal mezzo demone, che la prese tra le braccia. Si appoggiò a lui, sprofondando il viso nel suo petto, come già aveva fatto quando sospettava di aspettare un bambino. Era passato pochissimo tempo, ma a lei sembrava un’eternità.
Si assopì quasi subito, tranquilla. Sapeva che, finchè sarebbero stati insieme, tutto sarebbe andato bene.

ANTICIPAZIONI:
13-Il Piano
Ed ecco approssimarsi le nubi all'orizzonte..perchè non è sempre primavera. Presto Inuyasha e compagni si troveranno nei guai, e proteggere ciò che amano diventerà difficile. Ma qualcuno dall'alto veglierà su di loro...e qualcuno in terra gli darà una mano...

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Capitolo 13
*** Il Piano ***


Sesshoumaru siede da solo davanti al pc.
Rohchan è malata...a letto con la febbre e la borsa del ghiaccio sulla fronte.
Oggi sembra andare meglio, ma ieri è stata una lunga giornata...lunga, anche per la mentalità di un demone.
"Aggiorna tu...-gli ha chiesto, sepolta sotto il piumone a rose blu- io non ce la faccio."
"Possono aspettare-le ha risposto- non moriranno per aver atteso qualche giorno."
Rohchan l'ha solo guardato...e lui ha ceduto.
Potrebbe chiamarlo cuore, ma la parola gli sembra grossa.

Ok...l'angolo dei grazie, e che sia breve e conciso...anche se Rohchan mi guarda vigile, con l'occhio lucido.
"Non essere sgarbato..." mi raccomanda.
Tzè...umana...

GOTEN, CRI91, TITTE4EVER, STELLABELLA7 il mio..."contratto" con Rohchan mi impedisce di svelarvi i futuri sviluppi. In realtà, più che un contratto mi sembra una galera a vita, e la mia vita è lunga. Ma insomma. Diciamo che restare qui ha i suoi vantaggi. Quindi leggete man mano che si pubblica e non fatevi bollire troppo il cervello. Ogni cosa a suo tempo.

RYANFOREVER fai presto a dire "complimenti per il 30"...non te la sei sorbita tu, mentre ripassava date e dati, tesseva le lodi di principi umani (blah) e si stupiva per la mitologia della mia terra.
Non condivido la tua opinione sulla coppia di quel buzzurro del mio fratellastro e quella palla al piede della sua donna (se Rohchan mi sente, mi taglia i viveri)...la mia è MOLTO meglio. (e tu, naturalmente, non dirai nulla a Rohchan di questo, vero? *si scrocchia gli artigli)
Rohchan (da sotto le coperte):cos'era quel rumore? Non starai minacciando qualcuno?
Sesshoumaru:no, ai. sono questi maledetti tasti così piccoli e difficili da usare, con i miei artigli. Mi vengono i crampi...
Rohchan si rimette tranquilla.

KRIKKA86 vedi sopra. Per "contratto", non posso svelare nulla...gli aggiornamenti, ebbene, sono settimanali.
Rohchan studia all'università e lavora. Dice che molti umani fanno come lei, ma a me sembrano cose da pazzi...

ONIGIRI quando le ho letto il tuo commento, Rohchan si è sciolta in un sorriso...e tossendo mi ha detto di dirti "grazie" da parte sua. Al solito, non condivido l'affetto per il mezzo cane, ma...de gustibus...

JEPPI sì...Rohchan è una secchiona, per quanto si ostini a dire che non è vero. Le piace studiare, scoprire, capire.
Inuyasha 'ancora un po' duro di comprendonio?' ...come sei diplomatica. Sì, il mio perdono è arrivato...attenta però a non irritarmi ancora...con questo capitolo, poi, dovrebbero schiarirtisi un po' le idee sui piani di Naraku...

MEL_NUTELLA Rohchan mi raccomanda di dirti di non sottovalutare/insultare Kikyo...il perchè, lo capirai strada facendo. A iniziare da questo capitolo.
E...le sofferenze...sofferenze. Questi sono piccoli graffi, sbucciature a confronto di ciò che verrà POI.

Bene, angolo finito.
...
che fate ancora qui???
FILATE A LEGGERE! *Sesshoumaru impugna Tokijin

13- Il Piano

Il saimyosho volava spedito nel cielo notturno; oltrepassò il fiume, i campi di riso ad ovest del bosco, fino a giungere ad una villa signorile costruita sul fianco di una collina, nascosta da fitti boschi e sporgenze rocciose.
Sorvolò il cortile interno, infilandosi sotto lo spazioso portico pavimentato a liste di legno chiaro, illuminate dal debole chiarore lunare.
Al limite estremo del portico, di fronte a quella che un tempo era stata una fontana d’acqua chiara circondata da piccoli arbusti e fiori, alla luce di una sola fiammella sedeva una figura.
Naraku guardava disgustato gli arbusti verde acceso che ancora sopravvivevano alla sua aura maligna. Detestava i fiori, e qualunque cosa che fosse bella o piacevole gli risultava stomachevole. Lo stesso profumo intenso di erba tagliata di fresco, terra smossa e fiori di campo gli faceva venire il voltastomaco.
Sospirò, scocciato. Dopo l’ultimo attacco diretto alla compagnia di Inuyasha, come suggeritogli da Kikyo, era stata calma piatta. Era passato un sacco di tempo, ma loro non sembravano muoversi.
Così aveva deciso di intorbidire un po’ le acque, fornendo un comune demone di quarta categoria di un frammento della Sfera e lanciandolo all’attacco contro il villaggio in cui quei cinque erano soliti soggiornare.
Tese la mano, e il saimyosho vi si poggiò delicatamente. In una lingua che a nessuno era dato comprendere, l’insetto raccontò al padrone gli eventi di quella sera. Un sorriso gelido increspò le labbra di Naraku.
- Kagome non è arrivata con loro…- disse, tra se e se.
Era strano, riflettè. Kagome, nel cui corpo viveva l’anima di Kikyo, era l’unica in grado di vedere i frammenti, e per questo Inuyasha se la portava sempre dietro.
Perché questa volta era arrivata dopo? E perché il monaco l’aveva protetta, cosa che invece di solito faceva Inuyasha?
Ed inoltre…il saimyosho gli aveva riferito della foga con cui il mezzo demone si era precipitato dalla ragazza dopo che Miroku l’aveva salvata, gettando letteralmente via il monaco da lei.
Cosa che non aveva mai fatto.
Qualcosa non quadrava.
- Kanna!- chiamò.
Una bambina albina fece capolino dalla stanza dietro le sue spalle. Era vestita di bianco e teneva tra le mani uno specchio. Sarebbe potuta sembrare normale, se non fosse stato per il nulla che si rifletteva nei suoi occhi. Due pozze di nero pece in cui nemmeno la luce riusciva ad entrare.
- Mostrami Inuyasha e i suoi compagni.-
Kanna abbassò lo sguardo sullo specchio; questo prese ad accendersi di un fioco bagliore, che poi si tramutò in luce splendente, per poi ridursi ancora a luce fioca.
Attraverso la superficie liscia si vedeva ora un villaggio, con una capanna sotto il cui portico erano sedute due persone. Parlavano tra loro, ma lo specchio non era in grado di riflettere i suoni, solo le immagini.
Erano vicine, come lo erano sempre state tutte le volte che Naraku aveva guardato attraverso lo specchio di sua figlia…ma qualcosa gli diceva che c’era un che di diverso, in loro. Non era la solita discussione che si chiudeva con la punizione al mezzo demone.
C’era qualcosa di…affettuoso. Dannatamente, schifosamente affettuoso.
Rivoltante.
- Kanna…voglio che tu vada ad indagare.-
Leggera, quasi senza peso, la bambina si allontanò dal mezzo demone.

***

In una piccola capanna isolata dal resto del villaggio, Kikyo osservava la notte stellata avvolgere ogni cosa.
Il suo corpo di terra e cenere era freddo come la brezza leggera che le scompigliava i capelli, ma nel suo cuore ardeva il fuoco della vendetta. Troppo tempo aveva speso nel rancore per quel mezzo demone che aveva amato e tradito, troppi intrighi orditi per separarlo da quella che era la donna che lui amava ora, e che voleva accanto a sé per il resto della vita.
Se n’era accorta da ormai diverso tempo…quella ragazzina aveva curato il cuore di Inuyasha come a lei non era stato concesso fare: l’intrigo ordito da Naraku per possedere la Sfera dei Quattro Spiriti li aveva divisi irrimediabilmente, ed anche se ciò che lei provava per Inuyasha era autentico, ormai per lei non c’era più posto.
Così, in un impeto di qualcosa che non avrebbe saputo se definire egoismo o altruismo, aveva deciso di distruggere Naraku e la Sfera, purificandoli entrambi. La forza spirituale di Midoriko viveva in lei, garantendole una vita sufficientemente lunga da attuare il piano nei minimi particolari. Naraku non aveva più un cuore, ne aveva avuto la prova quando il mezzo demone l’aveva colpita e quasi uccisa…se non fosse stato per Kagome, lei non sarebbe sopravvissuta.
Aveva deciso di mettersi dalla parte di quel demonio, soltanto per indurlo a fidarsi di lei; era stata lei a suggerirgli di attaccare Inuyasha e compagni ormai quasi due mesi prima, e poi di lasciar calmare le acque, per indurli ad abbassare le difese. Naraku era scaltro, ma lei lo era di più; il cuore di Onigumo era perso, e quell’essere era soltanto una massa di demoni senza alcun collante a tenerli insieme…sarebbe bastato un solo colpo inferto al momento giusto per distruggerlo come un castello di carte.
Stancamente uscì dal villaggio, diretta ad una piccola radura erbosa poco distante. Il suo corpo aveva bisogno di assorbire altre anime…ironia della sorte, si disse. Lei, nata, cresciuta, ed educata per salvare le anime altrui, negli ultimi anni ne aveva dannate a centinaia per mantenersi viva.
Si fermò, sentendo arrivare gli insetti che le portavano le anime delle ragazze morte; la luna brillava alta nel cielo.

***

Kanna camminava nel bosco, diretta al villaggio dove Inuyasha e compagni erano soliti soggiornare. Come ordinatole dal suo padrone, doveva scoprire cosa stesse accadendo di tanto importante da indurre non solo Inuyasha, ma anche tutti gli altri membri del gruppo a proteggere Kagome in quella maniera così insolita.
Si muoveva silenziosa, sicura nel folto degli alberi, per nulla impaurita dai suoni che producevano gli animali selvatici. Non poteva avere paura…in lei non esisteva la paura, ne’ il dolore, ne’ compassione, ne’ nessun altro dei sentimenti umani. Lei non era umana, e non era un demone.
Lei non era nessuna delle due cose, ma non era neppure spirito. Era semplicemente il Nulla.
Giunse al villaggio quando la notte era ormai profonda.
Nulla si muoveva, soltanto qualche grillo friniva nei campi di riso ai lati della stretta strada sterrata che percorreva il minuscolo abitato. Proseguì fino a riconoscere la capanna che aveva visto riflessa nello specchio; silenziosa, con cautela, scostò la tenda di canne di riso che chiudeva la porta e sbirciò all’interno.
Dormivano tutti…ma una situazione in particolare attirò la sua attenzione. Kagome ed Inuyasha dormivano abbracciati, la testa della ragazza abbandonata contro il petto di lui, il respiro lento e regolare. Ad un tratto Kagome gemette, ed il mezzo demone la strinse a sé con fare protettivo, senza aprire gli occhi.
Kanna li guardò per un poco, poi abbassò la tenda ed uscì.

***

Naraku non era soddisfatto…non lo era per nulla. Aveva la dannata impressione che la Sacerdotessa stesse tentando di ingannarlo, in qualche modo, ma non ne aveva le prove.
Si alzò in piedi, in un fruscio di stoffe pregiate; il signore di quel castello era molto ricco, ed era stato gentile da parte sua lasciargli tutto il corredo, prima di morire.
Per mano sua, ovvio. Il piano che Kikyo gli aveva in parte rivelato prevedeva che lui se ne stesse nascosto e tranquillo per qualche tempo, evitando di farsi trovare dal mezzo demone Inuyasha e dalla sua compagnia, giusto perché pensassero di averlo messo fuori combattimento per un po’.
In fondo, gli aveva detto suadente, il possesso della Sfera e della vita eterna valeva bene qualche mese di attesa.
Però due mesi di inattività erano troppi. Si sentiva come un vaso troppo pieno, pronto ad esplodere. Il piacere che provava nel nuocere alla gente era troppo intenso per rinunciarvi…e voleva tornare ad uccidere.
- Kohaku!- chiamò.
- Sì, Naraku…-
- Sta’ di guardia al castello.-
- Sì, Naraku.-
Quindi sparì, sollevandosi in una nube di fumo violaceo e carico di malignità.
Kikyo avrebbe ricevuto la sua visita.

ANTICIPAZIONI:
14- La Sacerdotessa e il Mezzo Demone
Qualcosa bolle in pentola nell'epoca Sengoku...Naraku va a trovare Kikyo...ma cosa vorrà da lei?
E soprattutto...perchè?

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Capitolo 14
*** La Sacerdotessa e il Mezzo Demone ***


Rohchan è di nuovo operativa...finalmente.
Non ne poteva più di aspirine, borse del ghiaccio, minestra e pane.
Ha ancora un po' di raffreddore, ma il peggio è passato.
'Posso aggiornare senza la paura di venire linciata, Sesshoumaru?' ha chiesto, sedendosi al pc.
Il demone l'ha guardata con un mezzo sorriso che le ha ridotto le ginocchia in gelatina.
E così, eccola qua...

L'angolino dei grazie:

RYAN4EVER hai ragione...quello di Kikyo è un compito sul filo del rasoio, in bilico tra la vita (per quanto opinabile, come definizione) e la morte. E...sì. Se Naraku scoprisse che è incinta, le cose si complicherebbero tremendamente. Ma a questo, penseremo poi...^^ Buona lettura!!

GOTEN, KRIKKA86 ecco soddisfatta la vostra curiosità. ^^
Krikka, perchè così convinta che sarà Kikyo a spifferare a Naraku della gravidanza di Kagome? Nemmeno lei ne sa nulla...e la compagnia di Inuyasha è composta da diverse persone...^^

ONIGIRI la mia pazzissima pallina di riso...sto meglio, non preoccuparti troppo...^^ ma ammetto che la settimana scorsa è stata piuttosto tragica...=.= grazie mille dei complimenti, gioia..a te il nuovo capitolo!^*^

CRI91 uhn...nemmeno in questo capitolo ci saranno i nostri...o meglio, ci saranno, ma in realtà il capitolo è centrato su un'altra coppia,e per motivi per nulla dolci...^^ non posso mica metterli sempre, ti pare? Va bene che amo il pucci pucci, ma rischierei di diventare noiosa.
Buona lettura!

JEPPI hai ragione...Sesshoumaru se l'è cavata alla grande, e per questo è stato premiato...^_- non gli riferirò di questa tua sottile battuta sul primo capitolo...non vorrei mai perdere una lettrice appassionata come te! ^.^
Per il capitolo...hai ragione, i guai sono in arrivo...si sa che Naraku non sta mai fermo ababstanza. =.=
Delucidazioni (parziali) in questo capitolo ^^

MEL_NUTELLA eccoti il capitolo, tresor...e grazie per aver sospeso il giudizio su Kikyo.^^ E grazie anche per i complimenti....mitica...^.^ (Rohchan rossa fino alle orecchie)

Bon, vi lascio alla lettura...Sesshoumaru mi sta guardando un po' scocciato con un bicchiere con un liquido effervescente in una mano e un cucchiaino di Nutella nell'altra.
IO ODIO PRENDERE MEDICINE!!!
Alla prossima settimana!

Rohchan (che si avvia, controvoglia, a bere la sua aspirina...)

PS: ODDIO, CHE CAFONA!!!!! MI SPEZZO IN INCHINI A VOI, O MIEI AMATI LETTORI...QUOTA 100 COMMENTI! GRAZIE, GRAZIE DAVVERO DI CUORE! *inchin inchin inchin

14- La Sacerdotessa e il Mezzo Demone

Avvolto in una nube violacea, Naraku sorvolava le campagne, diretto al piccolo rifugio in cui Kikyo si era stabilita.
Non provava ormai più nulla, per lei; il suo cuore umano era diviso da lui, e questo gli lasciava una completa libertà d’azione nei confronti di quella femmina.
Giunse alla radura dove la Sacerdotessa stava radunando i propri insetti della morte.
Kikyo, percependo la sua presenza, si voltò a guardarlo.
- Buon appetito, Kikyo- le disse, con voce fredda ed atona.
- Qualcosa non va, Naraku?- gli chiese, altrettanto gelida. Aveva rinunciato all’amore per Inuyasha, ma non al rancore nei confronti di quell’essere che cinquant’anni prima li aveva divisi per sempre.
- Attenta a come parli, donna.-
- Ti ho chiesto cosa vuoi. Chiamala curiosità umana, se può farti piacere.-
Naraku le si avvicinò, ma la Sacerdotessa non si ritrasse di un passo.
Lei non aveva paura.
- Non sopporto di essere usato, Kikyo.- le rispose- Quindi, ecco il motivo della mia visita. Stasera ho attaccato Inuyasha e i suoi compagni.-
La Sacerdotessa, per una frazione di secondo, spalancò gli occhi terrorizzata. Poi riassunse un’espressione distaccata.
- A quanto pare non ti interessa possedere la Sfera completa, allora.- disse, alzando lo sguardo su di lui- Sai bene che ormai Inuyasha è abbastanza forte da distruggerti, se solo ti facessi cogliere impreparato. Cosa piuttosto semplice, se agisci senza pensare.-
La mano di Naraku corse al collo della Sacerdotessa, imprigionandola in una morsa che l’avrebbe uccisa, se non fosse già stata morta.
- Quello scherzo della natura non può nulla contro di me, e lo sai. Ancora mi chiedo perché ti do’ retta.-
- Perché io sono più forte di Kagome. E perché sono l’unica in grado di consegnarti la Sfera completa, facendomi consegnare i frammenti da quel sempliciotto di Inuyasha.-
- La natura umana è debole…fino a pochi mesi fa avresti fatto di tutto per proteggerlo, ed ora stai lavorando per ucciderlo. Siete imperfetti, ma non finirete mai di stupirmi.-
Kikyo sorrise beffarda, liberandosi dalla presa del mezzodemone.
- Non comprenderai mai la natura umana. Ed ora dimmi…perché non hai fatto come ti avevo suggerito?-
- Sono stufo di restare nascosto. Ho promesso di non eliminarti finchè la Sfera non sarà completa, ma comincio a stancarmi di questo gioco.-
- Dobbiamo attendere che Inuyasha faccia la mossa sbagliata.-
- Cioè?-
- La mossa sbagliata. Quella che gli costerà la sua vita e quella dei suoi compagni. Ora lasciami. Ho da fare.-
- Ricorda, Kikyo. La Sfera è quasi completa, e la tua fine definitiva è vicina.-
Kikyo si volse e tornò verso la capanna, mentre Naraku spariva nella notte.
Quel doppio gioco le costava molto caro, ma era l’unico modo per eliminare il mezzo demone.
Sospirando, prese a dirigersi verso il suo vecchio villaggio.

L’alba era prossima quando la Sacerdotessa giunse alle porte del villaggio Musashi: la luce del sole iniziava appena a sbiadire il nero della notte in un viola tenue, mentre il verso del cuculo veniva sostituito dal frinire dei grilli.
Tutti dormivano ancora, in attesa del canto del gallo che li avrebbe riportati alle quotidiane faccende.
Silenziosa si avvicinò alla capanna della sua anziana sorella ed attese. Dopo qualche minuto, Inuyasha uscì.
Lo sguardo le si addolcì all’improvviso, mentre il mezzo demone attendeva che lei parlasse.
- Siamo vicini a realizzare la nostra vendetta, Inuyasha.-
- Sai che non mi piace quello che stai facendo. È pericoloso, e tu non sei in grado di farcela da sola.-
- Non preoccuparti per me. Io ormai non posso più morire.-
Inuyasha sentì il cuore stringerglisi nel petto. Era vero, lei non poteva più morire, perché era già morta.
- E’ stato Naraku a mandare quel demone.-
- Lo sappiamo. Perché sei qui, Kikyo?- le chiese Inuyasha, piantandole le iridi ambrate in viso. Kikyo sentì il cuore fremerle nel petto.
- Volevo solo sapere se stavate tutti bene. Tutto qui.-
Inuyasha rimase perplesso. Che la Sacerdotessa si preoccupasse per lui non era una novità, ma che estendesse la preoccupazione anche agli altri era una cosa mai successa prima.
- Sì, tutti bene. A parte Miroku, che ha riportato delle ferite piuttosto brutte…ma si rimetterà presto.-
- Kaede potrà occuparsi di lui. La mia sorellina è in grado di guarire qualunque ferita.- ribattè Kikyo, una lievissima nota d’affetto nella voce.
- Tu come stai?- riprese Inuyasha. Stava disperatamente tentando di trovare qualcosa di intelligente da dire, ma non ci riusciva.
- Sopravvivo. Lo spirito di Midoriko che è in me è una fonte di energia molto potente.-
- Mh.- Inuyasha si portò una mano sugli occhi, cercando nella mente qualcosa di grazioso e poco compromettente da dire alla Sacerdotessa. Ora capiva il senso delle parole di Kaede.
Senza nemmeno rendersene conto, aveva compiuto la sua scelta.
- Stai attento, Inuyasha.-
Il mezzo demone sentì il tocco gelido della mano di Kikyo sfiorargli delicata una spalla.
Sollevò la testa velocemente, ma lei era già fuori dalla portata della sua mano, che si era stesa cercando di prendere la sua.
- Perché non posso sapere cosa hai in mente davvero, Kikyo?-
- Non te lo dirò, Inuyasha. Perché dovrai soffrire abbastanza anche essendo all’oscuro di tutto, e non voglio metterti a parte di cose che potrebbero costare care…non solo a te, ma anche a chi ti è vicino. Addio.-
La Sacerdotessa si volse e prese a camminare nella direzione da cui era venuta. Inuyasha sentiva una rabbia tremenda crescere in lui…era stufo di essere trattato come un bambino irresponsabile. Non lo era…non più. Strinse i pugni, guardando con astio la figura che sbiadiva piano nella nebbia leggera del mattino, percorrendo come un fantasma le strade del villaggio, diretta alla foresta.
- Sta rischiando la vita per te.- Kagome era alle sue spalle, ferma sulla soglia della capanna, perfettamente sveglia.
Aveva fatto il possibile per cercare di non svegliarla, ma a quanto pareva non era servito a molto.
Sorrise di sbieco. Sembrava che Kagome avesse una sorta di sesto senso per accorgersi della presenza di Kikyo.
- Hai sentito tutto?-
- Sì…- sospirò. Che non potesse odiare Kikyo l’aveva capito ormai da parecchio tempo…da quando le aveva salvato la vita richiudendo con la terra della sua tomba la ferita infertale da Naraku. Iniziava a scomparire persino il fastidio che inevitabilmente le provocavano i colloqui segreti che, di tanto in tanto, Inuyasha aveva con lei.
- Kagome…-
- Sì?-
- Non dubitare di me. Mai.-
- Non dubito.-
- Bugiarda. Se non dubitassi, non saresti triste ogni volta che le parlo. Sei gelosa di lei.-
- Ovvio. Ti amo, è normale che sia gelosa.-
Inuyasha rimase spiazzato dalla risposta della ragazza. Non cercava di nascondere le cose, come era solita fare. Si voltò a guardarla.
- So che lei è importante per te. Lo è stata e lo sarà sempre…ed il fatto che tu ed io ora…beh, il fatto che…il fatto che io aspetti tuo figlio non mi impedisce di pensare che lei potrebbe sempre portarti via da me.- disse, tutto d’un fiato.
- Che razza di cose vai a pensare…- borbottò Inuyasha di rimando. Kagome si fece pallida in viso.
- Scusami…- Kagome corse svelta dietro la capanna, lasciando ricadere con uno scatto la stuoia di canne di riso che chiudeva la porta, tenendosi una mano davanti alla bocca.
- Vado a prepararti l’infuso…-le disse Inuyasha, entrando piano nella capanna. L’alba era ormai prossima.
Si chinò distrattamente a frugare nello zaino di Kagome, alla ricerca del sacchetto di erbe, quando si accorse che Sango non era nel suo futon.
Perplesso, si guardò intorno, cercando di capire se fosse uscita prima dell’alba. Ma il suo grembiule verde ed il foulard erano ordinatamente ripiegati ai piedi del suo giaciglio, e Kirara dormiva beata sul basso cuscino.
Si alzò in piedi, del tutto dimentico delle erbe, e guardò oltre il basso paravento che separava i futon di Kagome e Sango da quello di Miroku.
E li vide.
Il monaco dormiva profondamente, un colorito un po’ meno pallido della sera precedente sul viso cereo. La cacciatrice era sdraiata accanto a lui, il corpo raccolto intorno al catino dell’acqua fresca in cui la sera prima bagnava una pezza di tessuto per abbassare la febbre di Miroku.
La pezza, ormai asciutta, era stretta nella sua mano sinistra, accanto al viso. La destra, invece, era intrecciata a quella sinistra del monaco.
Inuyasha si sentì avvampare. Ma che stava succedendo, a tutti quanti?
Velocemente, si chinò di nuovo oltre il paravento, prese il sacchetto delle erbe dallo zaino di Kagome ed una tazza ed uscì fuori nel primo mattino, per sincerarsi delle condizioni della ragazza.

ANTICIPAZIONI:
15- Le Orecchie del Bosco
Ascolta...il Bosco ti parla...porgi l'orecchio, umano...il Bosco ti parla...e il Bosco ti ascolta...

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Capitolo 15
*** Le Orecchie del Bosco ***


Rohchan ultimamente non ha voglia di fare un tubazzo di niente.
Starebbe tutto il giorno a godersi il primo sole primaverile e la fioritura del pesco, dei meli, del ciliegio e del susino...oltre che guardare i riflessi di miele che lo stesso sole regala ai capelli di Sesshoumaru.
E vogliamo mettere gli uccellini che tonano? Le farfalle? Il verde dell'erba, il profumo dell'aria? *voce sognante *_*
Però...
STUDIARE E LAVORARE!!!
Quindi...
ehm.
Lasciamo stare, vah.=.=
Con l'onnipresente demonepiùfigodellastoria (^.-)seduto accanto, eccovi il nuovo capitolo!
Ma prima...

L'angolo dei grazie...
un po' diverso dal solito.
Dalla maggioranza dei commenti che ho ricevuto in questi ultimi aggiornamenti, in cui compare la figura di Kikyo, mi pare di capire che la Sacerdotessa non sia ben vista dalla maggioranza delle commentatrici.
Confesso di esserne rimasta un po'...stupita, ecco.
Partendo dal presupposto che ognuno è LIBERISSIMO di avere la sua opinione in merito, personalmente ritengo Kikyo uno dei personaggi meglio riusciti della serie, anche se gode di misera popolarità.
Il perchè, sempre dal mio punto di vista, è abbastanza semplice, e piuttosto evidente a quanti abbiano letto "Un Luogo Cui Appartenere" (a proposito...con un ritardo che sfiora la CAFONERIA più becera ringrazio tantissimo ONIGIRI, SWEETPRINCESS E KADE, che hanno commentato la fic in questione ^^).
Io vedo Kikyo prima di tutto come una donna che ama. Credo che, al suo posto, non una di noi che abbia avuto la fortuna di provare un amore come il suo, non avrebbe agito come lei.
Inuyasha non l'ha mai tradita, ma questo lei l'ha scoperto solo dopo.
E ai suoi occhi, anche se Inuyasha era un traditore, era pur sempre l'unica persona che avrebbe amato tutta la vita.
Arrabbiata, gelosa, furiosa, ma pur sempre innamorata. Avrebbe potuto vivere, ma non l'ha fatto...ha preferito lasciarsi morire.
E poi, cinquant'anni dopo...una brutta vecchia fissata coi forni a legna le da un nuovo corpo, e lei torna a vivere. Rivede Inuyasha. E il dolore e la rabbia, mescolati all'amore, esplodono di nuovo.
Lei non voleva tornare, ma altri hanno deciso per lei.
Il rancore è tutto ciò che le resta, insieme alla possibilità di vendicarsi.
E la sfrutta, ce la mette tutta. L'amore della sua vita è con un'altra, e si fa presto a dire "arrenditi". Non l'ho mai provato, ma suppongo non sia facile.
Eppure lei, a malincuore, si rassegna.
Ce ne vuole, lo riconosco ^^. Tenta di uccidere lui, di uccidere Kagome, di separarli...ma alla fine si arrende, anche lei.
E fa affidamento su Kagome per salvare la sua stessa anima.

Ora...lungi da me pretendere di farvi cambiare idea. Come ho già detto, ognuno è libero di continuare a pensare quel che meglio crede, e per giunta stiamo parlando di un *sigh* pezzo di carta (ma grazie, Takahashi sensei, per averci regalato QUESTI pezzi di carta^^).
Spero vivamente che cose del genere succedano solo nei fumetti.
Però...vi chiedo di lasciarle uno spiraglietto di possibile redenzione...aperto. Il beneficio del dubbio.
Proverò, nel corso degli eventi, a spiegarvi com'è Kikyo dal mio punto di vista.
Ora, i ringraziamenti classici.^_^

RYANFOREVER vero...mai detto che Kikyo sia semplice da capire...ma in fondo, quale donna lo è? ^_^ Kagome ha fiducia in Inuyasha, ma Kikyo...beh...chi non teme la ex del suo ragazzo, scusate? ^^ e Sango e Miroku...tienili d'occhio ^_-

MEL_NUTELLA grazie per la fiducia che mi concedi. Prometto che ce la metterò tutta per non sprecare la tua buona volontà ^*^
Hai ragione, se fin dall'inizio quei due avessero dato pane al pane e vino al vino, le cose sarebbero state MOLTO più semplici...ma ci saremmo perse un sacco di zucchero e risate.
Quindi, direi che può andare comunque, no? Tanto c'è questa pazza di Rohchan che ha dipinto per voi un quadretto alternativo...^_^ Buona lettura!

BUNNY1987 toh guarda...una lettrice di vecchia data...grazie del commento. Spero di vederti ancora ^_^ Grazie mille...giuro che sono arrossita come un pomodoro quando ho letto che vorresti che questa fosse la vera fine di Inuyasha...ne sono davvero felice. Grazie, grazie mille. Non ci resta che sperare in mamma Takahashi...magari i personaggi fossero miei...^^

ONIGIRI grazie grazie grazie...sei davvero gentile, oltre ogni dire. Fatico a credere di meritarlo...^^

KRIKKA86 hai ragione, è Kagome la più forte...nel manga e nell'anime. Ma la mia ff si sviluppa partendo dal presupposto che Naraku non ne sia al corrente, e che quindi ritenga Kagome una mera -anche se ben riuscita- imitazione di Kikyo.^^ Scusa, avrei dovuto dirlo.
Mea culpa...perdono. =.=
Kikyo è stata salvata da Kagome...come nel manga. Naraku, dopo il monte Hakurei l'aveva colpita e avvelenata, gettandola in un fiume di aura maligna. Kagome l'ha salvata, chiudendo la ferita con la sua terra tombale. Chi rivela a Naraku del bambino...lo scoprirai in questo capitolo...^^ BUONA LETTURA! ^*^

JEPPI detesto qualsiasi medicina in genere, già solo perchè è una medicina...ma quelle effervescenti hanno un sapore allucinante ç_ç blah...che schif...
eh, sì...Naraku è sempre più cattivo, ma non ha ancora toccato il vertice...grazie del commento e dei complimenti...molto obbligata *inchin inchin inchin

Ok...e dopo questa geremiade lunga quanto il capitolo...
BUONA LETTURA!
Baci Rohchan

15- Le Orecchie del Bosco

Kagome era china sul retro della capanna, una mano allo stomaco e l’altra poggiata contro il tronco di un acero. La giornata si preannunciava calda e piuttosto afosa, e questo le provocava un senso di disagio acuto. Sopportava malamente il caldo, e il vedere il cielo grigiastro di calore non l’aiutava per nulla.
Si rialzò, pulendosi la bocca con un fazzoletto.
Favoloso, si disse. Nemmeno mangiato, e già lo stomaco vuole fare arrocco con l’osso della caviglia. Una meraviglia davvero.
- Stai bene?- le chiese Inuyasha, spuntando da dietro l’angolo, una tazza tra le mani.
- No…- rispose lei- Mi sento tutta….come ubriaca…-
- Bevi questo..- le disse il mezzo demone, porgendole la tazza- spero che con l’acqua fredda abbia un sapore migliore.-
- Come mai freddo?- chiese Kagome, prendendo riluttante la tazza in mano e guardando il liquido scuro con odio.
- Perché…-farfugliò Inuyasha- perché…fa caldo no? E ho…ho pensato che…-
- C’è qualcosa che ti ha scosso, Inuyasha? Sei strano…- Kagome lo guardò indagatrice, pensando che, se avessero potuto farlo, persino le candide orecchie del mezzo demone sarebbero arrossite. Invece si limitavano ad un muoversi nervoso.
- Chi? Io? Naaaaaaa…- Inuyasha scosse la testa con decisione, cercando di assumere di nuovo un’aria composta.- Bevi la tua medicina, ora…-

***

“Medicina, ora….”
- Medicina…perché?-
Il mezzo demone, seduto di nuovo all’interno del suo castello, fissava il vuoto davanti a se, ascoltando i pensieri della figlia nascosta tra gli alberi dietro la capanna.
- Allora è malata…ora si spiega la protezione nei suoi confronti…Kanna, continua a sorvegliarli ancora per un po’…-

***

Tra i rami di un ontano poco distante, la bambina albina annuì al vuoto e continuò a guardare l’umana e il mezzo demone poco distanti, lo specchio poggiato al ventre, stretto tra le piccole mani pallide.
- A proposito, Inuyasha…tra qualche giorno dovrò tornare a casa per la visita…- disse Kagome, del tutto ignara di essere spiata, al compagno. Aveva ancora tra le mani la tazza mezza piena.
- Bevi la medicina. Perché devi fare una visita? Qualcosa non va?-
- No…semplicemente, si fa. È per seguire meglio quello che succede.- ingoiò a forza due sorsi della bevanda, producendosi in smorfie degne di una maschera del teatro No.
- È necessario?-
- La dottoressa vuole seguire tutto passo per passo…che schifo…- deglutì, pulendosi la bocca col fazzoletto- e poi nel mio tempo si fa così.-
- Ma tu stai bene, no?- chiese il mezzo demone, guardandola.
- Sì, Inuyasha…non sono malata, sono incinta…solo è sciocco non approfittare dei controlli che posso fare a casa. Tutto qua.-

***

“Non sono malata, sono incinta…”
Naraku esplose in una risata fredda come il ghiaccio d’inverno. Quella stupida donna era incinta di Inuyasha.
Ora capiva molte cose.
E sapeva che, per lui, sarebbe stato tutto molto più facile.
Ora tornavano la protezione fortissima nei riguardi di quella donna e il cambiamento del rapporto con Inuyasha. Si sentiva bollire il sangue al pensiero di quello che avrebbe potuto fare, ora. Era una sensazione dolce, che lo scuoteva fin nelle viscere. Fremeva dal desiderio di agire contro quello sciocco essere umano che aveva ceduto il suo corpo ad un mezzo demone.
Ma più di tutto, il fatto di sapere di poter distruggere definitivamente il corpo e lo spirito di Inuyasha nuocendo alla donna che amava gli faceva salire il sorriso alle labbra.
Perfido, gelido, pronto a balzare sulla preda come una tigre all’attacco, Naraku studiava piani machiavellici per distruggere il mezzo demone che odiava.
Ucciderla subito o attendere che fosse quasi alla fine della gravidanza?
O magari aspettare che il bambino fosse nato, ed uccidere entrambi lasciando Inuyasha a guardare?
O…perché no? Magari fare in modo che la stessa Kagome uccidesse il bambino, manovrata dalla volontà della Sfera? No..quello non era un buon piano. Quella donna aveva resistito alla volontà di Tsubaki, e non si sarebbe certo fatta scagliare addosso un secondo maleficio. E poi, una volta nato il moccioso, Inuyasha li avrebbe protetti entrambi con ancora più attenzione.
E se fosse stata Kikyo, invece, ad ucciderli entrambi?
Quello sì sarebbe stato un piano perfetto…la Sfera sarebbe stata pregna dell’odio e della gelosia di entrambe le Sacerdotesse, ed avrebbe acquisito un potere enorme, che l’avrebbe elevato persino al di sopra del più potente demone purosangue del mondo.
Non avrebbe più avuto rivali.
- Kanna, torna indietro…-disse alla figlia- non c’è più nulla da fare, lì.-
Si alzò in piedi, tenendo nella mano destra la Sfera dei Quattro Spiriti ormai quasi completa. Aveva deciso. Sarebbe stata Kikyo la sua mano.
- Kohaku…- chiamò.
- Sì, Naraku.- rispose il ragazzino, obbediente.
- Va’ a prendere la Sacerdotessa Kikyo, e portala qui. Ho una notizia da darle.-ordinò, mentre un sorriso gli increspava le labbra.
- Sì, Naraku.-
Kohaku si volse e si incamminò verso l’uscita della stanza, ligio al volere del suo padrone.
Naraku si portò una mano sugli occhi, sorridendo tra se e se.
La natura umana era davvero indegna di sopravvivere…la cosa che lo infastidiva maggiormente era non poter approfittare della velocità di Kagura… ma l’aveva eliminata tempo prima.
Sciocca sentimentale. Rivoleva il suo cuore, e l’aveva avuto. Pregno di veleno, però.
Gli sarebbe tornata utile, ma l’aveva eliminata troppo presto…
Poco male, riflettè.
Nei due giorni che sarebbero serviti a Kohaku per tornare con Kikyo, lui avrebbe avuto il tempo di elaborare decine di modi per dare la lieta notizia alla Sacerdotessa.
Strinse la Sfera tra le mani, immaginando che fosse il collo di Kagome tra le mani di Kikyo.

ANTICIPAZIONI:
16-Dietro gli Occhi Nocciola-parte I-
Eccoci arrivati in cima alla salita delle montagne russe, per dirla con un eufemismo.
Naraku è a conoscenza del segreto di Kagome ed Inuyasha, ed ha in testa un piano che definire diabolico è fare una riduzione...e ha deciso di coinvolgere Kikyo...

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Capitolo 16
*** Dietro gli Occhi Nocciola -parte I ***


Freddo.
Fa di nuovo FREDDO.

Rohchan è seduta al pc, in braccio a Sesshoumaru.
Il demone la vedeva tremare, anche con il maglione addosso.
"Possibile che voi umane siate sempre così freddolose?" le ha chiesto, cercando di scaldarla sfregandole le mani sulla schiena.
"Non è colpa mia se tu hai il Paraflu nelle vene..." ha brontolato lei.
Lui ha sorriso.
Più o meno.
Più che un sorriso era una smorfia, un lampo di luce, una specie di tic nervoso all'angolo sinistro della bocca.
Ma a lei è bastato.

L'angolino dei GRAZIE (di cui vi sono veramente, VERAMENTE grata....adoro questo genere di discussioni...^^)

MEL_NUTELLA sono felice che tu sia riuscita a comprendere il mio punto di vista. Sono anch'io una fan della coppia Inu-Kagome (altrimenti perchè scrivere la fic?^^) ma volevo dare a Kikyo l'importanza che merita.Hai detto bene, è un personaggio di spessore, ma molto spesso ci si ferma a bollarla come 'quella che si mette in mezzo'. Povera stella...
le risposte (parziali, al solito ^^''')alle tue domande, in questo capitolo!

RYANFOREVER non ti azzardare mai più a dire che hai scritto un commento troppo lungo!!!
Anzi, sono strafelice della lunghezza di TUTTI i commenti per questo capitolo...*_* grazie grazie, GRAZIE, davvero...çç *me commossa...con Sesshoumaru che mi passa un fazzoletto...

BUNNY1987, CRI_91, ONIGIRI mi inchino....grazie...continuate a seguirmi...^*^

KRIKKA86 *Rohchan si tira su le maniche
Allora...l'episodio dell'anime non lo ricordo, però nel fumetto è raccontata qualche tempo dopo che Naraku ha avuto il nuovo corpo,sul Monte Hakurei. Kikyo, avvelenata dall'aura demoniaca di Naraku, riesce a sopravvivere per un pelo in una polla al fondo di una cascata...qui Cocho e Asuka (i due spiriti protettori di Kikyo) portano Kagome, dicendole che Kikyo è in pericolo di vita, e che soltanto lei poteva salvarla. Quindi, Kagome la salva, chiudendo la ferita inferta da Naraku con della terra tombale della Sacerdotessa, che lei stessa purifica col suo tocco. Purtroppo, al suo risveglio Kikyo non è contenta di essere stata salvata, ma si sa...è un personaggio misterioso, difficile da compredere...e a tratti, maleducato, ne convengo. Kagome le salva la vita, e lei le dice 'non ti aspettare che ti ringrazi'....
Tsubaki è invece una Sacerdotessa nera (quindi, dedita alle fatture) che voleva possedere la Sfera degli Shikon. In cerca di maggior potere, all'epoca di Kikyo aveva barattato la sua anima con il potere demoniaco, ma il maleficio gettato su Kikyo le si ritorce contro;riesce solo a maledire Kikyo, dicendole che morirà per un amore infelice e sarà tradita, prima di sparire e ricomparire per mano di Naraku 50 anni dopo, per cercare di uccidere Kagome..ma le va storta anche questa volta...^^
E ora, veniamo alla tua visione di Kikyo...hai ragione, non è più la stessa dei ricordi di Inuyasha, perchè l'unica parte della sua anima che ancora possiede è quella che porta rancore al mezzodemone, per il presunto tradimento.
Sull'incapacità di scelta di Inuyasha....beh, la colpa è sua. Figuriamoci se un maschio è in grado di fare, con un minimo di decenza, una scelta simile...^^
E poi, non potevi definire meglio il suo ruolo...ANTAGONISTA. Quale espressione migliore? ^_^
Grazie di avermi eposto i tuoi pensieri ^^

MARYKU grazie mille dei complimenti, e della condivisione dei tuoi pensieri su Kikyo...spero che continuerai a seguirmi...^*^

JEPPI ti prego, non fare recensioni più corte...ç_ç io ADORO quelle belle lunghe, motivate, ben scritte e sentite come la tua e tutte le altre per questo capitolo. Hai decisamente ragione su Kagome...su tutta la linea. Lei ama Inuyasha per ciò che è, non per ciò che potrebbe essere. Ciò non toglie che, secondo me, l'amore è sempre amore. Può soffocare o elevare il cuore di chi è amato, ma, francamente, non saprei dire come funziona...e anche per te, vale quanto detto prima...anch'io tifo per inuyasha e Kagome, perchè, nonostante tutto, il tempo di Kikyo è passato. E' crudele che sia andata così, ma...c'est la vie. E poi, in fondo non tutto è perduto...Kagome è, in fondo, la sua reincarnazione, quindi attraverso di lei, Kikyo ama ANCORA Inuyasha...

Bene, vi lascio alla lettura...come sempre, grazie a chi legge e commenta, ma anche a chi legge soltanto...
Un bacio (un po' freddoloso)
Rohchan

16- Dietro gli Occhi Nocciola - parte I-

“Seems like just yesterday, you were a part of me,
I used to stand so tall, I used to be so strong…
Your arms around me tight,
everything, it felt so right, unbreakable, like nothin' could go wrong...
Now I can't breathe,
No, I can't sleep,
I'm barely hanging on…”

Il tramonto del giorno successivo, la Sacerdotessa Kikyo vide avvicinarsi tra le prime ombre della sera la figura di uno dei servi di Naraku.
Vestiva un completo da sterminatore di demoni, ed il suo sguardo era vacuo come una polla d’acqua ferma.
- Cosa vuoi?- gli chiese, volutamente poco gentile.
- Naraku vuole che ti porti da lui.- rispose Kohaku, incolore. Poco dietro di lui, tre saimyosho svolazzavano a mezz’aria.
- Perchè?- non le era mai piaciuto quel ragazzino. Sapeva che era ancora umano, poteva sentire la sua seppur debole energia vitale, ma era anche cosciente della presenza di un frammento della Sfera. Naraku lo teneva in vita per chissà quale scopo.
- Limitati a venire con me.- rispose Kohaku, voltandosi e riprendendo a camminare nella direzione in cui era venuto.
Kikyo strinse i pugni in un moto di stizza, mentre i suoi begli occhi nocciola diventavano due fessure cariche di sospetto.
Perché Naraku la mandava a chiamare a nemmeno un giorno dalla sua visita?
Consapevole di non avere altra scelta, la Sacerdotessa raccolse il suo arco e la faretra e seguì Kohaku, a debita distanza.
La notte li inghiottì entrambi.

Camminarono tutta la notte, e quando la luce dell’alba incominciò ad illuminare il cielo erano circa a metà strada.
Si fermarono, più per abitudine che per vera necessità; nessuno dei due aveva bisogno di riposare, ed entrambi ne erano consapevoli. Ma Kikyo amava conservare qualche abitudine della sua esistenza prima del giorno in cui aveva sigillato Inuyasha e rinunciato alla sua vita.
La Sacerdotessa guardava il verde carico delle foglie degli alberi, e le colline intorno punteggiate qua e la da qualche albero già vicino al riposo, oppure morto per gli stenti estivi.
Si sentiva stranamente simile a questi ultimi…come stirata in un’esistenza che non le era propria, e che non aveva alcun senso.
Il giorno in cui Urasue l’aveva riportata in vita aveva desiderato morire più che mai. Il suo spirito, reincarnato nel corpo di Kagome, si sforzava di rimanere nel luogo che gli era destinato…ma quando Inuyasha aveva pronunciato il suo nome, in un misto di dolore, amore e malinconia, non aveva più potuto resistere. La barriera che impediva allo spirito di lasciare il corpo della ragazzina si era frantumata, ed era rientrato di prepotenza in quel corpo di cenere che Urasue le aveva dato.
Quando i suoi occhi avevano potuto vederlo di nuovo, si era sentita ancora più debole sulle gambe già tremanti. Ma poi il rancore nei suoi confronti aveva vinto, e per la seconda volta aveva tentato di ucciderlo.
- Andiamo.- le disse Kohaku.
Kikyo si alzò e riprese il cammino, la mente persa in ricordi lontani. Quel giorno oramai lontano di quattro anni prima, pur sentendo dentro l’amore per Inuyasha aveva lasciato vincere la parte più oscura di se stessa…quella che, credendosi ingannata e tradita, desiderava soltanto vendetta.
Ora vi aveva rinunciato…non aveva senso recriminare. Lo spirito di Midoriko le ribolliva dentro. Le catene che lei gli imponeva, tenendolo dentro di se a forza, le ricordavano ogni volta il motivo per cui era ancora in quel mondo.
Lei era sospesa tra la vita e la morte per uno scopo ben preciso…dimostrare ad Inuyasha che, se anche lui l’aveva dimenticata ed aveva iniziato a provare affetto per Kagome, lei non aveva fatto lo stesso.
E che, in cambio della salvezza di colui che era stato il suo unico amore, avrebbe dato se stessa, e la Sfera dei Quattro Spiriti.
Faticava a sopravvivere, arrancava ogni giorno ed odiava la sensazione di gelo delle sue mani. Disperatamente attaccata alla vita, solo per Inuyasha.

Quando l’aveva visto per la prima volta, l’aveva inquadrato come il classico demone che attentava alla sua vita per la Sfera. Ma Inuyasha era pericoloso da più punti di vista; non solo i suoi artigli e la sua forza straordinaria rischiavano di ucciderla, ma quegli occhi dorati minacciavano l’integrità stessa della sua anima. Lui aveva tentato di attaccarla, e lei l’aveva semplicemente inchiodato ad un albero, senza nemmeno tentare di ucciderlo, come invece avrebbe dovuto fare.
In quel momento, soltanto in quel momento, si era resa conto di aver varcato la linea…tra la saggezza e la follia, l’amore ed il dovere, la vita consacrata alla causa di Sacerdotessa e quella sognata come semplice donna.
E aveva fatto la sua scelta. Lentamente, un passo alla volta, aveva iniziato a sciogliere il cuore di Inuyasha…e lui, da diffidente era diventato sempre più vicino, presente nelle sue giornate, la accompagnava ovunque e la difendeva dai pericoli che i suoi sensi affinati avvertivano prima di quelli di lei, di semplice donna.
Lui era diventato piano piano una parte di lei, e la aiutava e la sorreggeva in ogni momento. Sembrava che nulla potesse andare per il verso sbagliato.
Ma l’amore per Inuyasha aveva cancellato da lei ogni prudenza, e indebolito la forza spirituale che le permetteva di mantenere pura la Sfera; molti demoni avevano tentato di strapparle il gioiello, e molti esseri umani avevano tentato di approfittare della sua debolezza per perseguire il medesimo scopo. Lei non era più in grado di proteggere la Sfera dei Quattro Spiriti, e il presentimento diventava certezza ogni volta che era con Inuyasha.
Ogni volta che lui la stringeva a se Kikyo sentiva di stare infrangendo il suo voto di Sacerdotessa.
Per questo gli aveva chiesto di diventare umano.
“Se la Sfera finisse in mani malvagie, non farebbe altro che accrescere il suo potere demoniaco…ma se venisse usata per farti diventare umano, allora probabilmente si purificherebbe, ed io tornerei ad essere una semplice donna…” gli aveva detto.
E poi era arrivato Naraku…e con lui la fine di ogni cosa.

- Pensieri cupi, Sacerdotessa?- la voce di Kohaku la riportò alla realtà. L’aveva distanziato di un po’ e sul suo viso pallido scorreva qualche lacrima.
Kohaku era fermo e la guardava.
- La cosa non ti riguarda – rispose lei tentando di controllare la voce rotta dal pianto, pulendosi il viso in un moto di stizza.- Fai quello che devi e sbrighiamoci.-
Il ragazzino si volse e proseguì.
“ A stento, Inuyasha. Sono aggrappata a non so cosa, ma a stento sopravvivo. Non dormo, non respiro, e tu non puoi vedere queste lacrime. Ma io lo farò per te…”
All’orizzonte si vedevano spuntare le colline.

* la canzone è di Kelly Clarkson, e si intitola “Behind these Hazel Eyes”…

“Sembra solo ieri, tu eri una parte di me,
credevo di essere così in alto, pensavo di essere così forte.
Le tue braccia così strette intorno a me,
tutto sembrava così perfetto…infrangibile, come se nulla potesse andar male…
adesso non posso respirare,
non riesco a dormire,
mi tengo aggrappata a stento…”

ANTICIPAZIONI:
17-Dietro gli Occhi Nocciola-parte II
Naraku ha raggiunto il suo scopo...ora Kikyo ha una cosa sola in mente...

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Capitolo 17
*** Dietro gli Occhi Nocciola- parte II ***


Ecco, ci risiamo.
Lo sapevo che vivere con un'umana comportava rischi di questo genere.

Rohchan è di nuovo malata.
E' tutto il pomeriggio che parla a gesti, tossisce e soffia il naso.
Gira per casa con la faccia di chi si è appena scontrato con il peggior demone del mondo nella sua giornata no, ma non vuole sentire ragioni...non ha la febbre, quindi niente letto.

In compenso, non riesce a scrivere al pc.
La tosse la scuote così forte che schiaccia tre tasti invece di uno, col risultato che deve cancellare ogni momento.
Il che urta il mio delicatissimo udito, quindi...
come già una volta, vediamo di muoverci, così la metto a letto e non se ne parla più.
"Sii...coff coff...gen...coff...gentile, Sesshou....coff coff Sesshoumaru..." ripete.
Seeeeeeeeeee...

L'angolo dei GRAZIE:

RYANFOREVER sì...Rohchan ama Kikyo (non quanto ama me, ovviamente). Dice che la trova affascinante e bla bla bla. Ulteriori delucidazioni, qui.

MEL_NUTELLA Rohchan mi prega di dirti che è arrossita da morire col tuo commento (ma anch'io ti ringrazio. Adoro vederla in imbarazzo...). Quindi, in definitiva, grazie da entrambi.

MARYKU Naraku...quel...quel...
Rohchan: contro...coff controllati, Sesshoumaru. La...coff coff...la tastiera è quasi nuova...
Ehm...dicevo. Naraku ha appena iniziato a giocare. A proposito, sono aperte le iscrizioni al gioco "1001 modi per distruggere Naraku"...fatevi avanti...

STELLABELLA7 tranquilla...un tempo ti avrei artigliata per molto meno, ma si sa...chi va con lo zop...ehm.
Volevo dire. Chi va con l'umano, impara a...umaneggiare, suppongo.

KRIKKA86 Rohchan sorride, e dice che non è stato un problema darti le delucidazioni che ti mancavano. Sì, in questo capitolo, Kikyo verrà a conoscenza di un po' di cose...leggi e decidi anche tu come vorresti che morisse Naraku...

ONIGIRI questa pallina...*mezzo sorriso.
Ha ragione Rohchan. Sei una lettrice particolare, entusiasta e sempre gentile e attenta. E per avermi costretto a dirti queste cose, dovrà pagare un prezzo molto alto...*si alza e va a fare un'altra tacca sul muro dietro il letto...

JEPPI seee. Primavera. E' grazie alla primavera se Rohchan è malata ora. Alla primavera e alla sua dannatissima natura umana, così dolce e romantica (il che mi riporta ad un antico dubbio: sei miliardi di persone sul pianeta, ma non potevo sceglierne un'altra?!).
*fa il verso a Rohchan: guarda che bel sole! Andiamo a passeggiare nei boschi!!! E poi c'è anche il vento...io amo il vento...è la mia...
E' la sua condizione atmosferica preferita.
E grazie alla suacondizioneatmosfericapreferita ora ha una tosse che sembra tisica. Mah...
Ti ringrazia dei complimenti e ti invita a leggere.

Bene...angolo finito.
Filate a leggere...
io vado a legarla al letto e prepararle latte e miele.
Latte e miele, vi rendete conto?! Io, il principe dei demoni...
a preparare latte e miele a lei...

17- Dietro gli Occhi Nocciola – parte II -

“I told you everything, opened up and let you in,
you made me feel alright, for once in my life.
Now all that's left of me is what I pretend to be
So together, but so broken up inside
'Cause I can't breathe
No, I can't sleep
I'm barely hangin' on…”

Il ragazzino e la Sacerdotessa attraversarono i boschi ed i campi che li separavano dalle colline nel silenzio più completo. Attorno a loro la natura si muoveva, e la vita scorreva veloce nelle cortecce degli alberi che facevano ombra al loro cammino e nelle vene degli uomini che lavoravano nei campi, ignari dei due viaggiatori silenziosi che facevano bene attenzione a non farsi vedere.
La mente di Kikyo rimuginava intorno a Naraku. Continuava a chiedersi il perché di quella chiamata improvvisa, ed il fatto che lui avesse mandato Kohaku a prenderla invece di recarsi da lei di persona non faceva che aumentare il suo disagio. Sapeva che il gioco che aveva iniziato era molto pericoloso, forse troppo persino per una come lei.
Ma non aveva scelta.
A pomeriggio inoltrato, fecero un’altra sosta nei pressi di un corso d’acqua chiara e pulita, poco distante dal versante della collina su cui si trovava il palazzo di Naraku. Kikyo si tolse i sandali ed immerse i piedi in una piccola polla d’acqua tranquilla, cercando un immaginario refrigerio alla calura della giornata. I suoi occhi caddero sulla sua immagine riflessa dall’acqua.
Non era cambiata in nulla, in quei cinquant’anni. Per quanto detestasse ammetterlo, Urasue aveva fatto un buon lavoro; aveva modellato le sue ceneri in modo da renderla praticamente identica a quando si era lasciata morire. Solo il pallore irreale tradiva la sua natura; una pelle tanto candida che persino la figlia del più ricco principe del Giappone avrebbe dato tutti i tesori del padre per possedere. Ma era un pallore di morte, il suo, e Kikyo odiava quel riflesso quasi quanto Naraku stesso. Non aveva bisogno di specchi, non li aveva mai voluti.
Con rabbia cancellò l’immagine nell’acqua con uno schiaffo sulla superficie liscia della polla.
Poi si alzò, rimise i sandali, e seguì Kohaku che la aspettava in piedi poco distante.

La luna era alta nel cielo quando i due arrivarono alle porte del castello. Entrarono attraverso il portone spalancato e non incontrarono nessuno. Kohaku guidò la Sacerdotessa attraverso il cortile, sotto il portico in legno lucido fino ad una stanza le cui porte in carta di riso erano spalancate, lasciando entrare la leggera aria fresca della sera.
Naraku era seduto in terra all’angolo opposto alla porta, nella penombra fitta rischiarata da una sola piccola lampada.
- Benvenuta, Kikyo.- disse, mellifluo. Nella sua voce c’era una nota fremente di impazienza.
- Pochi convenevoli, Naraku. Perché mi hai fatta venire qui?- chiese Kikyo, dura. Il tono del mezzo demone non le faceva presagire nulla di buono.
- Diciamo che ero ansioso di vederti.- ribattè lui, stendendo una mano ed invitando la Sacerdotessa a sedersi in terra di fronte a lui.
Restia, Kikyo si sedette a debita distanza, squadrandolo gelida. Il cuore le pulsava nel petto ad una velocità spaventosa, mentre il respiro si faceva lentamente irregolare.
Doveva assolutamente calmarsi.
- Cosa vuoi?- chiese di nuovo, la mano destra stretta intorno all’impugnatura dell’arco.
- Ho una bella notizia per te, Kikyo. Pare che presto Inuyasha sarà padre.- rispose, con soddisfazione.
Kikyo non si mosse, ne’ parlò. Il suo viso era una perfetta maschera di indifferenza.
Ma dentro sentiva la tempesta. Il suo cuore aveva smesso improvvisamente di battere, il sangue aveva cessato di scorrere. Con occhi vitrei, fissava la figura davanti a lei, in completo silenzio.
Sentì il calore salirle al viso, mentre il respiro le si mozzava in gola e le lacrime premevano per uscire dagli occhi.
Tentò disperatamente di controllarsi.
- Davvero?- disse, atona. La sua voce le sembrava distante miglia e miglia.
- Non ti fidi di me?- le chiese Naraku, con un tono finto dispiaciuto.- E’ un peccato, Sacerdotessa. Io ti sto solo dicendo la verità.-
- Pensi sul serio che possa interessarmi?- rigida, fredda e calcolatrice. Persino una nota sarcastica nella voce.- Se aspetta davvero un figlio, allora è più idiota di quanto pensassi. Sarà ancora più semplice sottrargli i frammenti della Sfera.-
- Kikyo, Kikyo….non mentirmi. Io vedo dentro di te…-Naraku la fissò, fermo.- Posso vedere la tua anima che grida disperata il nome di quel sempliciotto…quel poco di anima che ti resta, ovviamente. La maggior parte, l’hai ceduta alla donna che diventerà la madre di suo figlio.-
Un colpo sferrato con una mazza ferrata in pieno stomaco le avrebbe fatto meno male. Sentiva la nausea, sentiva la pelle gelida del suo corpo tremare nel tentativo disperato di staccarsi dal suo scheletro e volare via, sentiva ogni fibra del suo essere maciullata da quelle parole, strappata via a brani vivi, calpestata da piedi impietosi.
Sentiva lo spirito di Midoriko agitarsi dentro di lei, trattenuto da catene che stavano diventando pericolosamente fragili.
- Tu non vedi nulla, Naraku. Solo quello che io ti permetto di vedere.- sperava con tutta se stessa che i Kami le dessero la forza di sopportare quello che stava accadendo.
Sperava che fosse tutto un sogno.
- Attenta, Sacerdotessa. Dimentichi che io ho i miei metodi per vedere…dimmi…non avevi smesso di sperare che Inuyasha scegliesse te, non è così? Nonostante quello che è successo, tu ancora speravi che potesse amarti.-
- Stai zitto, Naraku. Non osare dire una parola di più.-
- E lui…oh, lui…il tuo cavaliere invincibile, forte, e…bello, suppongo. Dimmi…quante volte gli ha giurato amore? Quante volte gli hai permesso di violare il tuo voto di Sacerdotessa, di penetrare nel tuo corpo?-
Con un movimento fulmineo, Kikyo sollevò l’arco nel tentativo di colpire Naraku. Ma lui fu più veloce. Con un semplice gesto della mano lo mandò in frantumi, imprigionando il polso della Sacerdotessa nella sua morsa ferrea.
- Aspetta, non hai ancora sentito la parte migliore. Pare che quella donna, quella…Kagome…abbia intenzione di tenere il bambino. Che sfrontata…nemmeno la decenza di gettare il frutto di un rapporto così imbarazzante. Scommetto che non ha pensato a te nemmeno per un secondo.-
Debole…si sentiva debole…e fiacca. Come se una montagna intera le fosse stata messa sulle spalle, e giganti saltassero sulla sua cima per costringerla a piegare le ginocchia.
Mai, si disse.
Lentamente, la sua aura spiritica si concentrò, tentando di incenerire Naraku. Ma il mezzo demone rise beffardo. Una risata bassa, di gola, ed in risposta a quello sforzo una semplice barriera a schermare il suo corpo demoniaco.
- Cosa credi abbia sentito, mentre Inuyasha la faceva sua? Suppongo tu sappia come dev’essere…il suo odore nauseabondo era addosso a te il giorno in cui ti ho uccisa…-
- Smettila, Naraku. Non otterrai nulla da me.-
- Ed ora…cosa farai, Kikyo?- il suo tono era disgustoso, carico di gioia per quello che stava dicendo. - Dimmi, Sacerdotessa…cosa farai ora?-
- BASTA!!!!- Kikyo concentrò la sua aura più in fretta che potè, scagliandola contro il mezzo demone seduto di fronte a lei. Naraku, sorpreso dalla sua forza, non fece in tempo a ripararsi dietro la sua barriera.
La Sacerdotessa gli strinse le mani pallide intorno al collo, una luce omicida negli occhi nocciola.
- Ora…ti ucciderò…- premendo le dita contro il suo collo.
- Sciocca…-Naraku riprese vantaggio su di lei, prendendole i polsi e costringendola a mollare la presa. – C’è una cosa soltanto che vuoi fare…e avresti la comprensione di tutti i tuoi simili, suppongo. Quella donna ti ha portato via ogni cosa…per quanto ancora vuoi lasciarla vivere? Finchè metterà al mondo suo figlio?-
Kikyo si alzò barcollando. Si sentiva vuota come mai credeva sarebbe stato possibile.
Strinse i pugni e si voltò, correndo via nel buio della notte.
- Lasciala andare…-disse Naraku a Kohaku, che svelto era spuntato da dietro la porta in carta di riso, con la sua falce a catena stretta in mano, pronto a lanciarla per bloccare la Sacerdotessa.- Lasciala andare…ha bisogno di riflettere…- concluse, beffardo.

Kikyo corse a perdifiato fuori dal castello, e poi giù per il versante scosceso della collina, incespicando nel buio e cadendo bocconi…non vedeva nulla. Il buio e le lacrime le avevano chiuso gli occhi, e lei vagava alla cieca cercando soltanto di fuggire il più lontano possibile da lui.
Come aveva potuto, quell’essere spregevole, quel gran bastardo…come? Come poteva sperare di ottenere qualcosa da lei, ora? Lei amava Inuyasha…amava…

No…non è vero, Kikyo…non più…e tu lo sai…

La voce della sua coscienza rimbombava come il tuono di una grancassa nel silenzio gelido di un salone disabitato.

Tu amavi Inuyasha…ma ora è tutto diverso…ora è l’odio che muove i tuoi passi…non più l’amore…

Bugiarda…non sarei qui se non lo amassi ancora. Non avrebbe senso trascinarmi in questa vita, se non avessi la speranza di ritrovarlo, un giorno. Se non fossi sicura che lui sceglierà me…

Ed è questo il punto, bambina..lui non sceglierà te, perché ha fatto la sua scelta. Ha scelto lei…
E per te…

ZITTA

…non c’è….

FA’ SILENZIO!!!!

…più….

BASTA!!!! STAI ZITTA!!!!!

…posto…

NON E’ VERO!!!!!BASTA!!!!!!!!SMETTILA!!!!!

Si accasciò a terra, premendo le mani contro le orecchie nel tentativo disperato di chiudere fuori quella voce. Piangeva ormai senza controllo, senza remore, senza nessun rispetto per se stessa. Senza curarsi di quello che poteva succedere ora, che era sola ed indifesa sulle colline così lontane da tutto…anche da lui.

“La tua vita mi appartiene, così come la mia appartiene a te. E non ti lascerò finchè Naraku non sarà sconfitto…”

Gridò, incapace di contenersi. Gettata a terra, le braccia al cielo, in un disperato tentativo di farsi sentire da chiunque lassù, oltre il velluto nero del cielo. Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, fino a farsi male…finchè non ebbe più la forza di gettare fuori il fiato.
Il grido si propagò nell’aria, rimbalzando contro gli alberi, nelle conche, tra le valli, nei boschi e sui corsi d’acqua.
Rimbalzò fino ad un piccolo villaggio accoccolato tra un fiume e dei campi di riso, immerso nel sonno…fino ad una piccola capanna quasi al limite del villaggio, in cui non brillava nessuna luce.
Fino alle orecchie tremendamente sensibili di un mezzo demone con candidi capelli bianchi e buffe orecchie da cane, che dormiva abbracciato ad una ragazza con i capelli neri.
Svegliando entrambi.

“Ti raccontai ogni cosa, mi aprii e ti lasciai entrare…
tu mi facesti sentire bene, per una volta nella mia vita…
ora tutto ciò che mi è rimasto è quello che credevo di essere…
così, intera, ma spaccata nel profondo…
perché non riesco a respirare,
non riesco a dormire, sono aggrappata a stento…"

ANTICIPAZIONI:
18- La Rabbia di Kikyo
Un cuore in mille pezzi...anche se non può più battere, anche se non ha bisogno di respirare, Kikyo si sente morire di nuovo...

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Capitolo 18
*** La Rabbia di Kikyo ***


Eccoci qua...
non so da voi, ma qui da me si congela. Ho sequestrato Fluffy a Sesshoumaru,perchè sono ancora convalescente...^^
Tanto per dovere di cronaca, mi sono "ammalata" giovedì. Venerdì, sabato e domenica ero del tutto senza voce.
Lunedì avrei avuto un esame universitario, ma avrei dovuto discuterlo col lingaggio dei segni...e non era il caso. =.=
Martedì mi telefonano da lavoro..."abbiamo un problema, c'è il bambino (16 mesi ^^) da guardare. Puoi occupartene tu?"
Niente febbre, tosse e raffreddore a livelli vivibili...vuoi dire di no?
E così...
Bah, lasciamo perdere.
Non sono nemmeno del migliore degli umori...^^

L'angolino dei GRAZIE: (Sesshoumaru sta diventando bravino ad occuparsene...ma mi dice sempre di non farci l'abitudine...^^'''')

MEL_NUTELLA grazie davvero dei complimenti che mi fai...addirittura scrittrice...#^.^#
ammetto che è sempre stato il mio sogno nel cassetto, ma disfattista come sono non mi sono mai fatta troppe illusioni in merito...a te il nuovo capitolo. Un po' corto, vero, ma se l'avessi messo tutto sarebbe stato troppo lungo...

STELLABELLA7, MARYKU, RYANFOREVER grazie del commento^^...vero, Kikyo è decisamente arrabbiata. Ma come biasimarla? Risposte parziali in questo aggiornamento...

KRIKKA86 hai ragione..tecnicamente parlando, Kikyo non ha cuore, ne' sangue. Ma capisci bene che esprimere il terrore, il dolore, e in definitiva tutta la gamma delle emozioni umane senza questi sarebbe impossibile...^^
Quindi, sono stata "costretta" a usarli anche per lei.
Risposte, in questo aggiornamento...

ONIGIRI lo sai che mi hai aperto gli occhi su un paragone cui non avevo mai fatto caso? E' vero, Naraku è proprio un ragno...e io ODIO i ragni. Li detesto, è più forte di me.
Sono felice che la mia Kikyo ti piaccia così tanto...a te il nuovo capitolo^^

JEPPI visto? ALLA FACCIA DELLA PRIMAVERA!!!è.é
Snort...==
Grazie mille del commento e dei complimenti...siete davvero tutte troppo buone...^*^

Vi voglio bene!

Buona Lettura
Baci
Rohchan (che raggiunge Sesshoumaru a letto...)

18- La Rabbia di Kikyo

“Swallow me then spit me out,
for hating you, I blame myself
Seeing you, it kills me now
No, I don't cry on the outside anymore...”

Il grido fece sobbalzare il mezzo demone e la ragazza, che si guardarono perplessi.
Poi, una forma si delineò nelle loro menti; come un sospetto, ma più forte…con la solidità di una cosa reale.
- Kikyo!- disse Inuyasha, alzandosi di scatto. Kagome ebbe appena il tempo di poggiare una mano a terra per non ruzzolare di lato.- Scusami…- le disse.
- Non importa.- gli rispose, alzandosi e pulendosi le mani sui fianchi.- Piuttosto…sembra che qualcuno sia disperato.- disse, cercando di rimanere neutra.
- Già…Kagome…-
- Vai, Inuyasha. Va’ da lei. Ha bisogno di te.-
- Ma io…-
- Va’, non perdere tempo!- gli disse, seria.- Se a Kikyo accadesse qualcosa, saremmo nei guai. Devi aiutarla.-
- Vieni con me.- le disse, senza riflettere.- Voglio che ci sia anche tu.-
- Ma, Inuyasha…-
- Sbrigati! Metti questo e andiamo.- le porse il completo che aveva indosso quella mattina, e si voltò.- Ti aspetto qui fuori.-
Kagome prese la gonna e la maglietta e li indossò in fretta, mentre il mezzo demone usciva dalla capanna, fermandosi a guardare il cielo cupo. La notte era così fonda che non si vedeva quasi nulla.
- Eccomi.- disse, giungendogli alle spalle.
Inuyasha prese Kagome per mano ed insieme si diressero verso le colline.

***

Quando arrivarono, Kagome era esausta. Nell’ultimo tratto, Inuyasha l’aveva presa a spalle, ma non era servito a molto. Avevano camminato molto, ed ormai era quasi l’alba.
Inuyasha annusava l’aria alla ricerca dell’odore di Kikyo, e quando lo trovò si lanciò in corsa verso una macchia di betulle dal tronco candido.
Kikyo era là, accasciata a terra, immobile. Non si udiva nessun rumore nel bosco, tranne il suo lento e triste singhiozzare.
Inuyasha mise a terra con garbo Kagome.
- Kikyo!- in un attimo le fu accanto- Kikyo…che cos’è successo?-
Al suono della voce del mezzo demone, la Sacerdotessa si alzò, mettendosi seduta. Era sporca di terra, e l’abito era strappato in più punti.
Lanciò ad Inuyasha uno sguardo che era odio puro.
- Tu…- disse, la voce tremante di rabbia- come osi presentarti qui e chiedermi che cos’è successo? VATTENE!- protese le mani davanti a se, afferrando la casacca di Inuyasha.
La sua aura spiritica incenerì in parte la stoffa rossa, mentre il mezzo demone saltava via spaventato.
Kagome guardava tutto poco distante, e quando la Sacerdotessa attaccò Inuyasha, il respiro le venne meno. Cosa stava facendo?
Aveva giurato che li avrebbe aiutati…che avrebbe tratto Naraku in inganno, e l’avrebbe ucciso…
Cos’era successo?
Lentamente uscì dall’ombra degli alberi, mostrandosi alla Sacerdotessa. La donna, come una belva apparentemente ansiosa di scarnificarla a forza di unghiate, volse su di lei lo sguardo.
- Tu…- sibilò, gelida- sgualdrina schifosa…cosa fai qui? Vuoi portarmelo via da sotto gli occhi? Illusa…-
- Ehi…stai calma…-ribattè piccata Kagome. La sua reazione l’aveva spiazzata. Sapeva che Kikyo amava ancora Inuyasha, e ricordava che l’aveva già definita un ostacolo in passato, ma addirittura sgualdrina…
- STAI ZITTA! Come osi dirmi di stare calma? È colpa tua se sono in questo stato! Tua e della tua natura depravata…razza di sudicia ragazzina…-
A quel punto Kagome non riuscì a controllarsi. Come un fulmine schizzò in avanti e piazzò un forte manrovescio sul viso della Sacerdotessa.
Inuyasha le guardava a metà tra il frastornato ed il preoccupato.
- Come osi tu dirmi queste cose? Non ti sembra di esagerare?-
- Fa’ silenzio! Credi che io non sappia nulla?- le chiese Kikyo, ormai sull’orlo del tracollo fisico, oltre che mentale- Per quanto pensavate di potermelo tenere nascosto, sentiamo…FINCHE’ NON FOSSE VENUTO AL MONDO?!-
La comprensione si fece largo in Kagome come un vento gelido che soffi in cima alle montagne più alte, spazzando via la foschia delle sue perplessità ed ipotesi.
Kikyo sapeva.
E Kagome non aveva dubbi nell’attribuire il ruolo di spia in quel frangente.
- Kikyo…- cercò di intervenire Inuyasha, piazzandosi tra la Sacerdotessa e la ragazza.
- Fatti gli affari tuoi, Inuyasha…- le parole di Kagome ferirono il mezzo demone come una stilettata- non è una cosa che ti riguardi, questa…-
- Ma…-
- TOGLITI DI MEZZO! E’ UNA QUESTIONE TRA ME E LEI…- Kagome lo spinse via furente, pronta a dare battaglia a quella che era sempre stata la sua avversaria.
Qualunque pietà e compassione era scomparsa dai suoi occhi.
Avrebbe combattuto per tenersi il ragazzo di cui si era innamorata.

“Massacrami e poi gettami via…
Per odiarti mi sono coperta di colpa…
Vederti ora mi uccide…
No, non voglio piangere, all’esterno, mai più…”

ANTICIPAZIONI:
19- L'Odio Reciproco e la Sfera dei Quattro Spiriti

Odio...
il sentimento che alberga nel cuore di ogni uomo, che si scatena per poco e che crea ombre nella nostra anima...
e la Sfera dei Quattro Spiriti...
che, nelle mani di Naraku, brama l'odio più di ogni altra cosa al mondo...

due donne, un mezzodemone...odio e amore, vita e morte, strade che si uniscono e si separano...ma tutte che corrono verso un unico punto lontano...

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Capitolo 19
*** L'Odio Reciproco e la Sfera dei Quattro Spiriti ***


Freddo...pioggia.
A Rohchan piace la pioggia, nonostante tutto.
Detesta doverci camminare sotto per andare in università o a lavoro, ma in fondo è normale.
La cena è quasi pronta; la salsiccia è cotta, e la minestra sobbolle quieta nella pentola sul fuoco.
Sesshoumaru è seduto sul divano, un libro tra le mani candide e artigliate.

Eccomi!!!
Avete passato una buona settimana?
Io, nonostante tutto, non posso lamentarmi...dovrei studiare, ma la voglia è finita nonsisabenedove. Sigh. =.=
Veniamo a noi...
L'angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI grazie mille del complimento...sei davvero gentilissima, e non solo perchè non ti perdi un solo aggiornamento...^^ Ma abbiamo stabilito che grazie ce lo siamo già dette un mucchio di volte, quindi...^_- doumou arigatou, bimba...^*^

GOTEN, MOON FLOWER, RYANFOREVER grazie grazie grazie...spero di non deludere le vostre aspettative. Ecco a voi il nuovo capitolo, MOLTO succoso...buona lettura!

KRIKKA86...
Rohchan strabuzza gli occhi davanti allo schermo del pc, smettendo di scrivere.
Sesshoumaru: che succede? Perchè hai smesso? Era un suono rilassante...
Rohchan: oh per i kami...
Sesshoumaru: che c'è?
Il demone si alza dal divano, lasciando perdere il libro. In meno di un secondo è dietro Rohchan, le mani poggiate sulle spalle di lei, il busto chino a leggere quello che ha 'sconvolto' la ragazza. I capelli gli scivolano dalle spalle, raccogliendosi in ciocche d'argento sulla scrivania.
Sesshouamru: respira, Rohchan. Non è la prima volta che vedi i miei capelli...
Rohchan: *_*
Sesshoumaru:...oh...il compleanno di Krikka?
Rohchan si riscuote.
Rohchan:Eh...ahn...ehm...coff coff. U.U Sì. Ieri era il suo compleanno, e non abbiamo aggiornato. E quindi, non hai potuto farle gli auguri.
Gli occhi del demone si inchiodano su una frase di Krikka.
E' tanto carino!
Sesshoumaru* con un po' di astio: carino...un cane è carino, mio fratello è carino. Io sono un figo fuori dal normale.
Rohchan:dai, non fare l'antipatico, su...era il suo compleanno...*sfodera gli occhi da cucciola che, lo sa, gli fanno venire il cuore più dolce
Sesshoumaru* tossicchiando: va bene...
Le mani di lui scivolano dalle spalle di Rohchan, andando a comporre una frase sulla tastiera. Rohchan scosta i capelli del demone per riuscire a leggere.
Tanti auguri di buon compleanno, umana...cento di questi giorni.
Sesshoumaru
PS un'altra volta, trova un aggettivo migliore per definire la mia eterna bellezza! Tzk...

Sesshoumaru: fatto...
Grazie anche del commento, tesoro! ^*^ Buona lettura!

MEL_NUTELLA nipote..*_* quanti anni ha? Io ADORO i bambini (e dal titolo della fic mica si capisce...^^'''') Mai visto un litigio tra donne per lo stesso uomo? A me è capitato una volta sola, in discoteca. E spero di non vedere mai più niente di così degradante...=.= A te il nuovo capitolo!

JEPPI la mia Kagome è così brusca con Inuyasha perchè la battaglia è tra lei e Kikyo. Inuyasha l'ha protetta e la proteggerà sempre, ma sappiamo bene che, nella vita, ci sono battaglie che nessuno può combattere al nostro posto...e questa è una di quelle.
Per sapere come finisce, non ti resta che leggere...^__-

Bene, spigolino finito...
io vi aspetto la prossima settimana, e vi ringrazio ancora tanto...non solo chi legge e commenta, ma anche chi legge e basta (e siete tantissimi...me felice *_*). Senza contare quelli che hanno inserito la storia nei preferiti...ma i ringraziamenti diffusi, con tanto di inchino, saranno per un'altra volta...non voglio farvi aspettare di più, perciò...
buona lettura!
Baci
Rohchan

DEDICO IL CAPITOLO A MENOUMARU 2000...PERCHE' E' UNA RAGAZZA DAVVERO SPECIALE, E PERCHE' QUESTO E' L'INUYASHA CHE PIACE A LEI...^_-

19- L’Odio Reciproco e la Sfera dei Quattro Spiriti

“Here I am, once again, I'm torn into pieces
Can't deny it, can't pretend
Just thought you were the one
Broken up, deep inside,
but you won't get to see the tears I cry
Behind these hazel eyes…”

Inuyasha guardava Kagome senza capire. Perplesso, osservava la scena dal punto in cui la spinta della ragazza l’aveva gettato.
Tre passi.
Tre passi a separare lui dalle donne della sua vita.
Una, già morta, ma per incantesimo tornata in vita, fissava torva l’altra, viva e pregna di vita, di fronte a lei. Sembrava dovesse scoppiare il finimondo.
Una questione tra me e lei, aveva detto Kagome.
Ma perché? Non l’aveva sempre protetta, lui? Cosa c’era di diverso questa volta? Cosa era cambiato?
- Che cosa ti ha detto Naraku?- chiese Kagome, senza preamboli.
- La verità!!!- rispose Kikyo, fissandola con astio.
- Quale verità?-
- Che tu sei incinta.-
Ad Inuyasha improvvisamente mancò la terra da sotto i piedi. Naraku sapeva.
E se sapeva…Kagome era in pericolo.
Anche Kikyo lo era…
- … -
Abbassò lo sguardo, sconfitto, ancora una volta incapace di accettare quello che vedeva.
Che fare ora?
- E’ vero, Kikyo.- semplice. Inuyasha alzò lo sguardo su Kagome.
Piccola in confronto alla donna che le era davanti, le si opponeva fiera, sicura.
Doveva essere pazza.
Gli occhi di Kikyo si riempirono di lacrime.
- Dunque è vero…- strinse i pugni.- mi hai abbandonata…ancora una volta.-
- Non coinvolgere lui. Ora lui non c’entra. Sono io la tua avversaria.-
Kikyo sollevò la testa e la caricò, veloce. Ma Kagome fu più veloce. Mentre la Sacerdotessa alzava la mano per colpirle il ventre, lei si spostò di lato, girandole attorno e portandosi alle sue spalle. Le prese la folta coda corvina e tirò con forza verso di se. Kikyo emise un gemito di dolore.
- Solo io, Kikyo. Nessun altro. Inuyasha non c’entra. È ora di finirla con questa storia. Lui ha scelto, e tu non puoi biasimarlo. Tu non dovresti nemmeno essere qui.-
- Ma ci sono…- Kikyo si sciolse dalla sua presa, voltandosi e piazzandole uno schiaffo in pieno viso. Kagome si portò una mano sulla guancia, scottata da quel colpo.- ci sono, e non ho intenzione di arrendermi. Non di nuovo.-
- È tardi, ormai, Kikyo. Da quanto tempo hai deciso di aiutare Inuyasha invece di tentare di distruggerlo?- le chiese, sapendo di pungerla sul vivo.- Da sei mesi? Un anno? Sono quattro anni che mi prendo cura di lui. Quattro. DOV’ERI TU QUANDO LUI AVEVA BISOGNO DI TE??- si scagliò contro di lei, spingendola con tutta la forza che aveva, facendola indietreggiare e poi cadere a terra. Kikyo si rialzò subito e l’afferrò per la maglietta, costringendola a piegarsi poggiandole tutto il peso sulle spalle. Impreparata, Kagome cadde a terra violentemente, schiacciata dal peso della Sacerdotessa. Fece appena in tempo a chiudersi a riccio per evitare di sbattere troppo forte il ventre a terra.
- KAGOME!!!- gridò Inuyasha.
Non voleva più stare a guardare. Kagome stava correndo un rischio enorme, lottando in quel modo con Kikyo.
E non era solo la sua vita che stava rischiando.
- Stanne fuori, Inuyasha…-gli disse lei, roca per il colpo.- sto bene, non preoccuparti…- si sollevò lentamente sulle braccia, e Kikyo scese dalla sua schiena, accucciandolesi di fronte.
- NON ME LO PORTERAI VIA! LUI E’ MIO!- disse, irosa, prendendola per i capelli e tirando con forza verso l’alto, facendola sedere.
Kagome gemette, portandosi le mani alla testa. Aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo fatto e la paura, e la vista annebbiata da decine di fastidiosi puntini neri.
Si morse il labbro, lasciando le mani di Kikyo che stringevano i suoi capelli.
E il suo pugno destro scattò verso lo stomaco della Sacerdotessa, colpendola in pieno. Kikyo mollò la presa, e Kagome ne approfittò per allontanarsi.
Si rialzò in piedi, vacillante.
- Inuyasha ha fatto la sua scelta, Kikyo. Che ti piaccia o no, questa è la sua decisione. Non puoi più fare nulla, ormai…- barcollava, ed in un momento, Inuyasha fu da lei a sorreggerla. Kagome si aggrappò a lui.
- Kagome…stai bene?- le chiese, visibilmente preoccupato.
Un cenno del capo.
Stanca, Kagome si appoggiò a lui, abbandonando il proprio peso sul suo petto.
- Sì, Inuyasha…portami via, ora…a...casa…- si portò una mano al petto, dolorante.
Ma non era ancora il momento di andare via.
Kikyo si era alzata, e li guardava con un’espressione indecifrabile negli occhi. La sua voce fu un sussurro, non più di un frusciare di foglie mosse dal vento.
- Inu…yasha…- disse, sollevando una mano verso il viso del mezzo demone. Lui si scostò, spaventato e disgustato, portando con se Kagome e proteggendola con le braccia.
La Sacerdotessa ritrasse la mano, come scottata.
- Crederò solo a quello che tu mi dirai, Inuyasha. Dimmelo, ti prego…-
Inuyasha la guardò.
Ridotta in quello stato, Kikyo era l’ombra di se stessa, più di quanto lo fosse mai stata da quattro anni a quella parte.
Dov’era la donna di cui si era innamorato?
Quella per cui aveva deciso di diventare umano?
Era forse svanita nel nulla, inghiottita da quel mostro egoista che aveva tentato di riprenderlo con la forza ed aveva picchiato Kagome?
Dov’era la ragazza spaventata ed indifesa, che cercava conforto tra le sue braccia?
Improvvisamente, il disgusto svanì dal suo cuore.
Rimase solo la delusione di aver visto dietro una maschera il vero volto di quello che era ora quella donna.
Rabbia.
Rancore.
Dolore.
Paura.
Solitudine.
Morte.
Confusione.
Nulla di positivo, in lei.
Non più.
- Inuyasha…-
La sua voce lo riportò alla realtà.
- Devo riportare la donna che amo a casa, Kikyo. Scusami.-
Prese delicatamente Kagome tra le braccia, sollevandola con garbo da terra.
Si voltò, via da quel viso che un tempo aveva amato, per cui avrebbe dato il mondo intero, che un tempo aveva odiato vedere triste. E che ora era solo lacrime e doloroso rancore.
Si voltò, perchè non voleva che lei vedesse le lacrime velargli gli occhi.
- Falle del male un’altra volta, Kikyo…e sarò io stesso ad ucciderti.- le disse, gelido.- Fai quello che vuoi di te stessa, ma se la toccherai ancora una volta, soltanto con un dito…sarà l’ultima cosa che farai in quell’ombra di vita che hai accettato di vivere.-
Si allontanò a balzelloni, stringendo forte Kagome tra le braccia.

***

Naraku osservava con indicibile goduria la scena che gli si presentava dallo specchio della figlia.
Due donne che litigano per amore.
Un mezzo demone che non sa decidere.
E l’odio.
Aaaaaaaaaahhhhhhh…. L’odio.
Quel sentimento forte quanto l’amore, e all’amore legato in maniera indissolubile, che faceva fare agli esseri umani cose degne di un demone.
Sorrise, osservando compiaciuto la Sfera, ora visibilmente più opaca, nella sua mano destra.
Presto sarebbe stata pregna d’odio.
E allora, nessuno sarebbe più stato in grado di purificarla.
Sorrise, al pensiero che, presto, si sarebbe liberato della Sacerdotessa facendo precipitare tutti nel caos.
Adorava far soffrire il prossimo.

***

Sola, nel bosco, Kikyo rimase immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi, gli occhi ormai troppo aridi per piangere ancora.
Ben le stava, pensava.
Aveva voluto infrangere il voto di Sacerdotessa, aveva detto che avrebbe accettato qualunque condizione, qualunque posta, aveva giurato che, per lui, avrebbe sopportato ogni umiliazione e pericolo.
Aveva detto di essere pronta a pagare qualunque prezzo.

Eccolo, il prezzo.
L’amore della persona per cui aveva rinunciato a tutto il resto.

Richiuse il suo cuore dietro la barriera che l’aveva protetto prima dell’arrivo di Inuyasha, stringendo i denti, ricacciando indietro le lacrime.
Sarebbe tornata ad essere una Sacerdotessa.
Avrebbe ucciso Naraku, com’era suo dovere fare.
Avrebbe liberato il mondo di quell’essere disgustoso…e sarebbe andata all’inferno insieme a lui.
Strinse i pugni con determinazione, mentre cercava con tutte le sue forze di aggrapparsi al nuovo obbiettivo che si era data.
Avrebbe cancellato la forza demoniaca di ogni essere malvagio sulla terra, grazie alla forza di Midoriko e della Sfera dei Quattro Spiriti.
Stancamente, si diresse a nord…lontano, verso un luogo in cui nessuno l’avrebbe trovata.
Almeno per un po’ di tempo.

“Sono qui, ancora una volta, sono ridotta in pezzi,
non posso negare, non posso pretendere,
solo pensavo tu fossi l’unico…
fracassata, nel profondo,
ma non ti volterai a guardare le lacrime che ho pianto
dietro questi occhi nocciola…”

ANTICIPAZIONI:
20- Una Cesta di Vimini
Kagome è a riposo...ordini di Inuyasha. Ma a differenza di lei, qualcun altro non può riposare. La vecchia Kaede insegnerà a Kagome qualcosa...e Sango e Miroku?

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Capitolo 20
*** Una Cesta di Vimini ***


Uuuuuuuuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhhh!!! *_*
Sole, sole SOLE!!!
Finalmente, non ne potevo più...
un giorno piove e fa freddo, quello dopo sole da cercare l'ombra, perchè c'è così tanta umidità nell'aria che si soffoca.
Uno spasso.
Ovviamente, sono sarcastica.

Vabbè...
Angolino dei GRAZIE (che bello che bello CHE BELLO...finalmente la storia inizia ad ingranare...)

MEL_NUTELLA grazie mille dei complimenti, e scusa se ti ho fatto venire un accidente non aggiornando giovedì scorso...ma avevo lavorato tutto il giorno, e la sera ero così stanca che avevo solo voglia di dormire...gomene ne...
POi...davvero fiera che si sia capito lo scontro...in molti mi hanno detto che non sono molto brava a descrivere scene di battaglia, e forse dipende dal fatto che vivo su una nuvoletta rosa. Però, se hai capito...^^

ONIGIRI tesoro, vuoi una paletta schiacciamosche o uno scarpone da montagna per spiaccicare Naraku? A te la scelta...^^ Forse Kagome e Kikyo sono un po' OOC a tratti...perchè ho cercato di renderle più adulte. A te il nuovo capitolo^_^

MOON_FLOWER ti prego, non inveire contro Kikyo...T^T Grazie dei complimenti, che ti rigiro per le tue ff...veramente belle. Complimenti!

KRIKKA86 con Sacerdotessa in tutta la fic ci si riferisce a Kikyo...quando è Kaede ad agire ho messo l'aggettivo "anziana" per evitare confusioni^^.
Dunque...sia Kikyo che Kagome sono custodi della Sfera, perchè condividono la stessa anima. Lo scopo di Naraku, quando ha svelato a Kikyo che Kagome era incinta, era scatenare l'ira della Sacerdotessa, in modo che poi lei, attaccando Kagome, suscitasse la sua, come in una specie di vasi comunicanti.
Infatti, dividendo la stessa anima si può pensare che, contaminandone una parte, l'odio si riversi anche nell'altra; inoltre, Naraku è molto potente e anche la più piccola macchia sulla Sfera può significare per lui la vittoria. Per questo cerca così disperatamente di far odiare Kikyo e Kagome fino al punto di uccidersi. Il problema è che le nostre due sono piuttosto coriacee a riguardo...^^
Spero di essere stata chiara...altrimenti, dimmi pure che provo a spiegarti di nuovo^^ Buona lettura!!

MENOUMARU2000, RYANFOREVER, BUNNY1987 grazie grazie grazie...a voi il nuovo capitolo^^

JEPPI aspetto sempre il tuo commento...è l'ultima caramella prima del nuovo aggiornamento *_*. Grazie mille dei complimenti e buona lettura!!!

Bon...spigolino finito...
vi lascio a leggere, prima che qualcuno inizi a fare riti wodoo al mio indirizzo...^^

Buona lettura!!!
Baci Rohchan

20- Una Cesta di Vimini

Inuyasha procedeva veloce, attutendo più che poteva l’atterraggio per non provocare dolore alla ragazza che teneva tra le braccia.
Abbandonata contro il suo petto, Kagome piangeva silenziosa, stringendoglisi addosso come un’edera avvinghiata ad un albero. Teneva la mano destra contro il petto dolorante, schiacciato dal peso di Kikyo.
Aveva avuto paura.
Aveva paura.
- Inuyasha…- disse, piano.
- Dimmi, Kagome. Sono qui.- il mezzo demone si fermò, posandola delicatamente a terra.
La guardò, spaventata, sporca e tremante.
Aveva avuto davvero un gran coraggio.
- Certo che sei stata proprio un’incosciente!- sbottò, ricacciando indietro il pensiero precedente.
- Perdonami.-
Inuyasha la guardò senza capire.
- Cosa c’è da perdonare?- le chiese, inclinando la testa da un lato. I capelli argentei ricaddero come una nebbia sottile dalla sua spalla, e Kagome sorrise tra le lacrime.
- Perdonami…per aver allontanato per sempre da te Kikyo.- rispose lei, allungando la mano verso quella tela d’argento. I lunghi capelli di Inuyasha erano lisci e piacevoli tra le sue dita sporche di terra.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Piuttosto…come ti senti?-
- Non troppo bene, devo ammettere. È stato un duro colpo, anche se ho tentato di attutirlo in tutti i modi. Spero che stia bene.-
Curiosamente, Inuyasha la lasciò scivolare dalle sue braccia. Kagome lo guardava perplessa, mentre lui, con lo sguardo più serio e concentrato che gli avesse mai visto fare, si chinava sul suo ventre poggiandovi l’orecchio.
Sorrise, mentre capiva. Stava cercando di sentirlo.
Il sorriso divenne risata leggera, ed Inuyasha si scostò, imbronciato.
- E allora?- le chiese, irritato- Sto cercando di ascoltare. Ma è difficile con la tua pancia che ballonzola.-
- Io non ho la pancia…-rispose Kagome, smettendo di colpo di ridere.- la pancia è solo dei grassi. Io non sono grassa, quindi non ho la pancia. Al limite posso essere un po’ rotonda.-
- Si dice così nel tuo tempo?- ribattè Inuyasha- Da noi si dice essere grassi. Ed è normale, visto lo stato in cui sei.-
Si mise seduta, guardandolo in tralice.
- Spiritoso…- gli fece la lingua.- E’ presto per aver iniziato a prendere peso…e comunque non puoi sentirlo così. È troppo piccolo. Ci vuole un medico del mio tempo.-
- Ah, sono sicuro che sta benone. Non può essersi fatto male per un colpo così…non sarebbe mio, altrimenti. E poi l’hai protetto bene…-
- Guarda che non è fatto di gomma, Inuyasha…-
- Ti dico che l’ho sentito. Sta benissimo. Meglio di te, che invece hai bisogno di un bagno caldo, e tra un po’, anche della colazione…e della tua tisana.-
- Ora si che mi si ribalta lo stomaco…-
- Coraggio..andiamo…-
Inuyasha la riprese tra le braccia, e Kagome si lasciò cullare da lui, mentre procedeva verso il villaggio della vecchia Kaede, le lacrime ormai asciutte sul suo viso stanco.
Sperava che lui avesse ragione…ma sarebbe comunque andata dalla dottoressa, di lì a qualche giorno.

***

Quando giunsero al villaggio, a giorno ormai fatto, Miroku e Sango corsero loro incontro.
Raccontarono l’accaduto, ed Inuyasha si prese subito una lavata di testa da Sango.
- Sei pazzo? Hai idea di quello che poteva succedere?- gli sbraitò contro, mentre Inuyasha arretrava un po’ preoccupato, mettendosi dietro le spalle di Kagome.
- Dai Sango, non essere cattiva con lui. Ha fatto quello che gli ho detto di fare….- disse Kagome, cercando di calmarla.
- Fa’ silenzio tu…-sbottò Sango, accigliata- come ti senti?- le chiese poi, guardandola indagatrice.
- Non bene, ma nemmeno troppo male. Per fortuna non ho battuto in pieno la pancia…ho fatto in tempo a rallentarmi con le braccia, ed ho raggomitolato le gambe. Ed ho fatto scendere Kikyo praticamente subito.-
- Cosa non avrei dato per vedervi lottare contro Kikyo, divina Kagome…- disse Miroku, con occhi sognanti.- Già immagino la scena…due donne che litigano per me…-
In pochi secondi, il monaco si ritrovò con un bernoccolo ed il segno di due potenti ceffoni sul viso.
Il piccolo Shippo, giunto a salutare Kagome, scosse la testa.
- Certe cose non le capirai proprio mai….- sospirò il demone volpe.
- Vieni, Kagome…è ora che tu faccia colazione. E per oggi, basta così. Direi che hai rischiato a sufficienza.-
Kagome si voltò implorante verso Inuyasha. Non voleva rimanere tutto il giorno tappata nella capanna della vecchia Kaede, sdraiata a letto a contare le travi del soffitto.
- Posso occuparmi io di lei…-disse Inuyasha, piano.
Sango si voltò a guardarlo in tralice.
- Dai Sango…-lo aiutò Miroku- non è successo nulla, per fortuna. La divina Kagome è molto robusta…ed inoltre, se avesse dovuto accadere qualcosa, sarebbe già successo, no?-
- Mh…-la sterminatrice sembrava poco convinta- Chiederemo a Kaede. Lei saprà di sicuro cosa è meglio.-
Kagome si sentiva soffocare da tutte quelle attenzioni. Miroku aveva ragione, se qualcosa fosse andato storto, lei se ne sarebbe di sicuro accorta. Ma non avvertiva nulla di strano o sospetto. Solo un lieve dolore all’altezza della bocca dello stomaco.
Si incamminarono verso la capanna.

La vecchia Kaede stava riattizzando il fuoco. Un piccolo bollitore era stato agganciato al treppiede sopra le fiamme, e, dentro di esso, l’acqua sobbolliva quieta.
L’anziana Sacerdotessa alzò lo sguardo quando i cinque entrarono nella capanna.
- Buongiorno…- salutò, mettendo alcune foglie di the nel bollitore.
I ragazzi si sedettero in cerchio intorno al fuoco, e per la seconda volta, Inuyasha e Kagome raccontarono l’accaduto.
Quando ebbero finito, Kaede sospirò.
- Una bella botta però…- guardava il suo the, assorta- non ne so molto di queste cose, ma suppongo che se qualcosa non andasse, tu lo sapresti, Kagome. Come ti senti?- le chiese, guardandola.
- Abbastanza bene…ho solo un lieve dolore alla bocca dello stomaco…nient’altro. E poi te l’ho detto…ho fatto il possibile per attutire il colpo.-
- Il bambino è ancora molto piccolo. Se davvero il colpo è stato attutito come dici, non dovrebbe nemmeno essersene accorto. Ma per oggi, ha ragione Sango. È meglio se stai tranquilla.-
- Ti prego Kaede…-disse Kagome, posando la sua tazza vuota e sbocconcellando del pane e formaggio- non farmi rimanere qui chiusa. Starò seduta qui fuori, all’aria…non voglio rimanere qui dentro.-
- E va bene.- sospirò l’anziana donna- Se può farti piacere, starai seduta qui fuori. Ma non dovrai fare nessuno sforzo.-
- Nessuno.- confermò Kagome.
- Kagome…- la chiamò Inuyasha, a voce bassa.
- Sì?…-
Il mezzo demone le porse una seconda tazza, piena per metà di un liquido dall’odore poco invitante.
- La tua tisana…- le disse, mettendole la tazza tra le mani- TUTTA.- disse, in un tono che non ammetteva repliche, quando Kagome lo guardò con gli occhi lucidi.
Rassegnata, bevette la tisana, non senza smorfie.
I suoi compagni risero nel guardarla, e così tornò un po’ di buonumore.

Finita la colazione, la ragazza fece un bel bagno caldo e poi si sedette fuori dalla capanna, appoggiando la schiena alla parete in legno scuro. Inuyasha era sparito poco prima, raccomandandosi di non seguirlo, non alzarsi, non camminare, non ridere…insomma, l’aveva costretta all’immobilità più totale. Per fortuna c’era Shippo a tenerle compagnia. Il piccolo demone volpe si produsse in giochi e scherzi per occuparle il tempo, finchè alla fine crollò addormentato sulle sue gambe.
Verso mezzogiorno, la vecchia Kaede tornò da un giro nel villaggio, portando tra le mani un fascio di rami di salice umido.
Kagome la guardò interrogativa, mentre Shippo le dormiva in braccio.
- Servono a fare delle ceste, Kagome. Ma immagino che nel tuo tempo non si usi più…-
- No, infatti. Mio nonno le intreccia ancora, di tanto in tanto, ma penso sia una cosa che fanno in pochi.-
- Ti piacerebbe vedere come si fa?- le chiese Kaede, sedendosi di fianco a lei e posando con cura le fascine in terra.
- Sarebbe interessante!- esclamò Kagome- Senza contare che…non si può mai sapere. Potrebbe servirmi…un giorno..-
La vecchia Sacerdotessa la guardò sospettosa, poi si alzò ed andò a prendere altre due stuoie. Su una posò le fascine, mentre l’altra la usò per sedersi.
Iniziò a prendere in mano alcune fascine, spiegandole cosa stava facendo.
- Allora…le fascine devono essere umide, perché altrimenti si spezzano invece di piegarsi. Bisogna avere cura di raccogliere i rami di salice non troppo vecchi, altrimenti sono secchi, ma nemmeno troppo giovani, altrimenti si sfilano. Poi bisogna tenerle a mollo per un giorno e una notte interi nell’acqua, perché non perdano la loro elasticità, ed infine si può lavorarle per farne delle ceste di vimini.-
Kagome fece un cenno col capo, continuando ad accarezzare Shippo addormentato.
La Sacerdotessa iniziò il suo lavoro, cominciando ad intrecciare le fascine per fare il fondo.
- E’ un lavoro piuttosto duro, perché bisogna stringere forte perché la cesta venga solida, e più vai avanti e più le fascine diventano rigide e difficili da spostare.- disse, continuando ad intrecciare.
In breve tempo, il fondo di una piccola cesta fu pronto, e Kaede iniziò ad infilarvi delle lunghe fascine a intervalli regolari lungo il bordo ovale, infilando e torcendo, per fare i fili guida dei lati della cesta.
Le sue mani tremavano per la fatica, ma sembrava non accorgersene nemmeno.
Ad un tratto, a Kagome venne in mente una cosa.
- Dove sono andati Miroku e Sango? Non li ho più visti, da stamani a colazione.-
- Sono andati via presto…Sango diceva di avere bisogno di cera d’api per il suo Hiraikotsu. Saranno andati in cerca di un nido…- rispose la Sacerdotessa, evasiva.
- Davvero? È strano che Sango non mi abbia detto nulla, se si trattava solo di questo.-
- Si sarà dimenticata, Kagome. A volte succede…-disse la donna, concentrata intorno ad una verga che non voleva saperne di stare al suo posto.
- Sarà…ma mi sembra strano…- ribattè la ragazza, assorta.
Conosceva Sango da parecchio tempo, e non l’aveva mai lasciata senza dirle dove andava.
Poteva sembrare patetico, ma un po’ le spiaceva che l’amica si fosse allontanata senza dire nulla.

ANTICIPAZIONI:
21- Il Monaco e la Sterminatrice
Grandi cose si preparano ancora nell'era Sengoku..e stavolta i protagonisti sono...^_^

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Capitolo 21
*** Il Monaco e la Sterminatrice ***


Kami, che razza di settimana.
Mi credete se vi dico che ho scoperto 20 minuti fa che giorno è oggi? @_@
Aiut...
Sesshoumaru è stravaccato sul divano che si guarda la partita di pallavolo, in tenuta estiva...ed io qui, davanti al pc, solo per voi...^^
Contenti? Poi non dite che non tengo ai miei lettori affezionati ^*^

L'angolino dei GRAZIE:

KRIKKA86 Kagome che non cede all'odio...mmhh...per scoprirlo, non ti resta che leggere...^^ Grazie del commento e buona lettura!

ONIGIRI la mia bimba...çç grazie della costanza e dei complimenti. La bravura nella destrizione della creazione di un cestino deriva dal fatto che...sono in grado di farlo. Ebbene sì. E fa un male boia, garantisco...^^

MOON_FLOWER non mi dire che quei due...cosa? La risposta qui...^^ Buona lettura!

RYANFOREVER tutte le risposte...qui. Buona lettura!! ^^

GOTEN, BUNNY1987 grazie grazie grazie...e buona lettura! ^*^

MEL_NUTELLA beh, ogni tanto un po' di pace ci vuole, non credi? Mica posso sempre farvi venire un accidente...^^ e poi mi piace descrivere queste giornate placide e sonnacchiose...^_-

MARYKU grazie mille dei complimenti, e non preoccuparti del ritardo nel commento...non c'è nulla da scusare. Buona lettura!

JEPPI ehm...posso glissare la domanda sul numero di capitoli? ^^ Siamo quasi a metà, comunque.
Ehi, ora che ci penso, con questa fanno 21 settimane che pubblico su EFP...santo cielo! Sono un sacco di tempo! O_O

Vi ringrazio tutti tutti tutti.
Per tutti i commenti a tutte le ff, perchè le avete inserite nei preferiti e perchè mi avete messa tra gli autori preferiti.
Grazie davvero di cuore...
e buona lettura!
Baci
Rohchan (che si lancia sul divano in braccio a Sesshoumaru che impreca qualcosa tra i denti mentre la accoglie...)

21- Il Monaco e la Sterminatrice

In una vecchia capanna al lato opposto del villaggio, una ragazza con i lunghi capelli castani legati sotto un fazzoletto arancione stava faticosamente spostando delle assi di legno, aiutata da un monaco dall’aria piuttosto furba. Il sole di mezzogiorno picchiava impietoso sulle loro teste, ed entrambi cominciavano a sentire i morsi della fame.
- Sango…non potremmo ricominciare più tardi? Ho sete, sono stanco ed affamato. E poi solo tre giorni fa ero moribondo per un attacco degli insetti velenosi di Naraku. Non puoi avere pietà di me?- chiese piagnucolando il monaco.
- Direi di no…-rispose la sterminatrice, sbuffando per lo sforzo- è ancora presto, e comunque mi pare tu ti sia ripreso bene…visto quello che è successo ieri…-
Miroku abbassò la testa, sconfitto. Sango si riferiva al momento in cui aveva rovinato l’atmosfera magica del loro primo, vero bacio con un’inopportuna palpatina al fondoschiena della sterminatrice. L’atmosfera si era fatta subito rovente, e lui si era ritrovato con una cinquina stampata in viso.
A pensarci gli faceva ancora male.
Ma quando vide Sango sorridere leggera nella sua direzione, smise di lavorare ed aggirò le assi di legno, mentre la ragazza si toglieva il sudore dalla fronte con la manica dello yukata. Le cinse la vita con le braccia, poggiando il mento sulla sua spalla, e rimase fermo, in attesa.
- Cosa vuoi?- gli chiese la sterminatrice, in tono fintamente freddo, abbassando le braccia lungo i fianchi e prendendogli le mani.
- Quello che ho avuto ieri…- rispose lui, stringendola di più a se ed assaporando il suo profumo.
- Ma… abbiamo ancora tanto…da fare…e…poi c’è Inuyasha….se…- la ragazza arrossì violentemente, ripensando al giorno precedente. Lo schiaffo non aveva frenato il monaco, anzi…o forse, si ritrovò a pensare, era stata lei che, traendolo a se, gli aveva fatto fraintendere tutto quanto…ma intanto, si era spinto più in là di quanto lei fosse stata disposta a concedergli.
- Sango…-la chiamò lui, una nota divertita nella voce, costringendola a girarsi per guardarlo in viso.- non c’è fretta, Sango. Ti aspetterò. E quando questa storia sarà finita, tu sarai la madre dei miei figli.- le disse, con una dolcezza disarmante.
Sango guardò il monaco davanti a se e sorrise. Poi, prima che lui decidesse di sporgersi più avanti e chiudere la distanza tra i loro visi, si divincolò dall’abbraccio e tornò ad occuparsi delle assi.
Miroku la guardò sconfitto.
Pareva proprio che la sua vita libertina fosse finita, pensò passandosi una mano sugli occhi.
Lavorarono ancora per un’ora sotto il sole cocente, ed infine decisero di fermarsi per tornare a casa della vecchia Kaede.
Il loro regalo per i loro amici era ancora ben lontano dall’essere finito, ma sarebbe stato pronto molto prima della nascita del bambino.

***

Inuyasha procedeva spedito, diretto a nord-ovest, verso una distesa brulla e cotta dal sole.
Laggiù sapeva di trovare qualcuno che l’avrebbe aiutato a proteggere Kagome. Non voleva più che rischiasse come aveva appena fatto.
Correva veloce, i capelli frustati dal vento, una macchia rossa in mezzo al verde della foresta. Di quel passo, entro il mattino successivo sarebbe stato di nuovo da lei.

***

La giornata passò veloce, mentre Kagome giocava con Shippo o guardava Kaede intrecciare ceste. Ora ne stava facendo una più grande, con il fondo cavo, in modo che, poggiata per terra, dondolasse.
Quando il monaco e la sterminatrice fecero ritorno, a pomeriggio inoltrato, Kagome prese Sango in disparte. In lei c’era qualcosa di…strano.
- Perché siete andati via senza dire nulla, Sango?- le chiese, camminando lenta lungo il sentiero che attraversava il villaggio.
- Scusami…ma comunque non è stato nulla di importante.- rispose la ragazza, guardando il terreno su cui camminavano.
- Davvero?- le fece eco Kagome, inspirando profondamente ed alzando lo sguardo sul viso della sterminatrice.
- Davvero…siamo solo andati a cercare la cera d’api per il mio Hiraikotsu. Nulla di speciale.-
- Capisco…però è strano…-ribattè Kagome, decisa a scoprire cosa non andava.
- Cosa, scusa?- chiese Sango fermandosi di colpo.
- Beh…state via un giorno intero senza dire niente a praticamente nessuno, e tornate a pomeriggio inoltrato fianco a fianco senza nemmeno l’ombra di un battibecco. Ed in più…- si volse verso l’amica.
Sango stava osservando con molto interesse una piantina infestante della strada. Aveva piccole foglie ovali verde scuro e radici che correvano lungo tutta la larghezza della strada, perdendosi nell’intrico di giunchi lungo il canale che irrigava i campi di riso del villaggio.
Poteva essere il tramonto, ma Kagome avrebbe giurato che era arrossita.
- Ed in più…sai di lui.-
Sango alzò di colpo la testa, decisamente rossa in viso.
- Co…come…cosa dici? Che stai dicendo, scusa?- era decisamente paonazza.
- Sango…non ho l’olfatto di Inuyasha, ma distinguo il tuo profumo dal suo. E il suo è fortissimo.- le disse, sorridendo.
- La verità è che…che…-
Kagome si sedette sul bordo della strada, i piedi immersi nell’acqua fresca del canale. Sango le si sedette accanto.

- Davvero? Ma è meraviglioso, Sango!!!- Kagome abbracciò di slancio l’amica, sorridendo di cuore.
Avevano parlato tantissimo, e Sango le aveva raccontato ogni cosa: di come si era presa cura di Miroku dopo l’ultima battaglia, della notte che aveva passato accanto a lui, e di come poi le cose si erano evolute.
- Non so se è la cosa giusta…insomma..Naraku è così vicino, ormai…potrebbe accadere qualunque cosa in qualunque momento…-
- Oh, smettila, dai. Non essere disfattista. Vedrai che andrà tutto bene. In fondo, siete sempre messi meglio di me ed Inuyasha. Almeno Miroku ti ha detto che aspetterà fino alla sconfitta di Naraku. Sono io quella che dovrà stare attenta ad ogni passo…-le disse, dandole una leggera gomitata nelle costole.
Sango sorrise all’amica, passandosi una mano sul costato.
Si alzarono che era ormai sera fatta; il cielo cadeva in tinte violacee e si iniziavano a vedere le prime stelle. La luna, sorta da poco ad est, aveva cominciato a calare la settimana precedente, e brillava pallida appesa sopra le colline.
Le due amiche tornarono a casa sorridendo e scambiandosi battute.

La mente di Kagome corse ad Inuyasha soltanto quando non lo vide tornare per la cena. Si chiese dove mai potesse essere finito.
Non che fosse preoccupata; sapeva bene che era in grado di cavarsela in qualunque situazione, ma il fatto di rimanere sola dopo quello che era successo la turbava profondamente. La reazione di Kikyo l’aveva spaventata, e per la prima volta aveva avuto veramente paura di quella Sacerdotessa. Sapere che era viva, arrabbiata e decisa ad uccidere lei e la creatura che aveva in grembo non l’aiutava per nulla, anzi…il fatto stesso che Inuyasha l’avesse minacciata di ucciderla se si fosse di nuovo avvicinata a lei non faceva che aumentare il terrore in Kagome. In fondo, oltre a se stessa, cos’altro aveva da perdere Kikyo?
Tornò dentro la capanna, mentre il cielo iniziava ad imbrunire.
Per una notte non sarebbe successo nulla, ed Inuyasha sarebbe tornato presto.

***

Inuyasha giunse alla sua meta quando la luna fu alta nel cielo notturno, e intorno non si udiva nessun rumore.
Era in una zona particolarmente arida, in prossimità di un’enorme grotta formata dallo scheletro di un grosso demone incastrato in alcune rocce che splendevano sotto la luce lunare.
Dall’imboccatura della caverna usciva una densa nuvola di fumo, accompagnata da scintille e dalla luce tremolante di una fucina, di modo che sembrava che il demone fosse ancora vivo, ed avesse appena smesso di sputare fuoco.
Si fermò fuori, riprendendo fiato per un momento.
La corsa era stata estenuante.
Poi mise piede nell’antro scuro e fumoso, tossicchiando.
- Ehi, Totosai…-chiamò- sei qui?-

ANTICIPAZIONI:
22- L'abito di Hinezumi
Il dono di Inuyasha a Kagome...o forse, I doni...chissà cos'è andato a cercare da Totosai il nostro mezzo demone preferito...

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Capitolo 22
*** L'abito di Hinezumi ***


Buongiorno buongiorno....
mi inginocchio sui ceci per quest'attesa snervante cui vi ho sottoposti...chiedo umilmente perdono ...T^T

Veniamo subito a noi...
L'angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI grazie grazie grazie dei complimenti...sei sempre genitilissima. Sono contenta che Sango e Miroku ti piacciano così tanto...sono una fan accanita delle Kagome/Inuyasha, ma impazzisco anche per le Miroku/Sango...forse perchè sono l'unica coppia interamente umana del manga. Anche se hanno anche loro i loro problemini niente niente trascurabili...^^''' buona lettura!

GOTEN, RYANFOREVER, KRIKKA86 grazie mille a tutte e tre per la recensione...e scusatemi per il ritardo nell'aggiornamento. =.=

MARIKU no...spiacente, non ci hai preso. Non è una culla il loro regalo, ma...capirai leggendo questo e i prossimi aggiornamenti...^_-

MEL_NUTELLA sii pure ripetitiva quanto ti pare, cara...nessun problema...^^ io sono stra felice di ricevere complimenti...grazie grazie grazie...

MOON_FLOWER basta basta...Sango e Miroku si sono solo baciati, e lui ha allungato le mani...che vuoi farci...quello è un libertino nato, anche se non cambierebbe Sango con nessuna al mondo (e se scopre che te l'ho detto, minimo mi risucchia col Kazana ^^''') grazie del commento, e buona lettura!

JEPPI tu invece non sbagli,bimba...questo aggiornamento è uno di quelli ad altissimo grado di pucciosità...sfiora il diabete, oserei dire. Vi conviene prenotare dal dentista...^^
Grazie mille dei compliemnti e dell'assiduità con cui mi segui...^*^

Ok, spigolo finito....metto subito subito l'aggiornamento, così la smettete coi riti wodoo, eh.... e PROMETTO che giovedì sarò puntuale...^^

Buona lettura!
Baci
Rohchan

22- L’Abito di Hinezumi

- Ehi, Totosai…-ripetè, a voce più alta- mi senti?-
Procedette nella caverna, stando attento a non inciampare, facendosi strada tra spade spezzate ed attrezzi da lavoro.
La persona che stava cercando era seduta in terra a gambe incrociate, e batteva furiosamente un pezzo di metallo rovente, soffiandoci sopra il suo alito di fuoco. Si accorse del mezzo demone solo quando questi gli toccò leggermente una spalla.
- Inuyasha!!- sbottò- Ma sei impazzito? Volevi farmi morire di paura?- disse l’ometto, strabuzzando gli occhi e saltando di lato, una mano rugosa stretta sul cuore.
- Ma se ti ho chiamato a squarciagola! Mi avranno sentito fino a Musashi!- ribattè Inuyasha, non meno seccato.
- Rimane il fatto che sei qui. Cosa vuoi?- chiese, tornando a sedersi e riprendendo il lavoro.
- Totosai…ricordi quel kimono che avevi confezionato per mia madre?-
- Non l’avevo confezionato io, ma lo Spirito Tessitrice del Lago di Fuoco. Comunque me lo ricordo. Perché?-
- Lo voglio.-
Totosai guardò Inuyasha dal sotto in su, esaminandolo con tutta calma.
- Allora?- chiese spazientito Inuyasha.
- Perché lo vuoi?- ribattè Totosai, tornando a picchiare con foga sul metallo incandescente.
- Perché mi serve, Totosai. Cosa sono tutte queste domande? Era di mia madre, in fondo. Lo voglio indietro.-
- Non posso dartelo.-
Ci fu un rumore secco, come il crepitare di un fulmine, e il vecchio fabbro si ritrovò con un bernoccolo in testa grande quanto una noce di cocco.
- Risposta sbagliata, vecchio…- disse Inuyasha, che stava iniziando a perdere la pazienza- riproviamo…vorrei il vecchio kimono di mia madre.-
Totosai lo guardò, massaggiandosi la testa dolorante.
- Per favore.- esalò il mezzo demone.
- Te l’ho già detto, non posso dartelo.Diciamo che è un desiderio di tuo padre.-
- Andiamo, vecchio! Non raccontarmi frottole…-
- Non sono frottole. Tuo padre mi fece promettere che te l’avrei dato soltanto ad una condizione.-
- Cioè?- Inuyasha cominciava seriamente a spazientirsi. Iniziò a tamburellare le dita sul ginocchio, guardando Totosai impaziente.
- Avrebbe dovuto essere un dono per tua moglie, se fosse stata umana. Un abito di hinezumi è come un’armatura, ti protegge da qualunque ferita, dovresti saperlo. E gli umani sono molto fragili. Ma a quel che so, tu non hai moglie, quindi non ti darò quel kimono. È prezioso.-
- Prezioso?!- sbottò Inuyasha- E’ un kimono!-
- Ma sei scemo?!- ribattè Totosai, furioso.- Credi che la pelle di hinezumi si trovi nei mercatini di paese? Hai idea di quanta fatica mi sia costata cacciare quelle bestie schifose e conciarne la pelle?-
Inuyasha guardò il vecchio.
Poteva essere un po’ tardo per via degli anni, ma non gli aveva mai raccontato frottole. Nemmeno quella volta in cui si era sottoposto ad allenamenti fasulli per potenziare la Tessaiga, ed ottenere il potere di sfondare le barriere.
- Allora…-riprese Tosai, un po’ più calmo- mi dici a cosa ti serve quel kimono?-
- MiserveperKagome- disse il mezzo demone, tutto d’un fiato, mangiandosi le parole.
- Eh?!- Totosai si ficcò un dito nell’orecchio, cercando di togliere un tappo immaginario.
Inuyasha aveva parlato così svelto che nessuno avrebbe capito.
- MI SERVE PER KAGOME!!!!- urlò. L’eco si propagò per tutta la caverna, stordendo il fabbro che rotolò di lato spaventato.
- Pe…pe…per Ka…Kagome? Ma…dì un po’…-Totosai gli si avvicinò, indagatore- non è che ti sei sposato con lei?-
- Non dire idiozie, vecchio!- un secondo bernoccolo andò a sommarsi al precedente. Questo però aveva le dimensioni di un’albicocca- Voglio solo proteggerla.-
- Perché, non sei in grado di farlo da solo?- lo punzecchiò Totosai.
Inuyasha si passò una mano sul viso, esasperato.
Se non avesse raccontato tutto a Totosai, non avrebbe mai ottenuto quello che voleva.

Finì il racconto quando il cielo iniziò a sbiadire nei colori dell’alba.
- E così è proprio vero…tale padre, tale figlio…- disse il fabbro, con sufficienza.
- Cosa vuoi dire?- chiese Inuyasha, curioso.
- Beh…nemmeno tuo padre sposò Izayoi…almeno, non subito. Fu dopo la cerimonia di investitura a capo clan di tuo fratello Sesshoumaru, quando la supremazia del clan dei demoni cane sui demoni pantera fu assicurata. Tuo padre avrebbe lasciato a lui il comando, ritirandosi poi a vivere con te e tua madre. Questo, naturalmente, prima che si scontrasse con Ryokotsusei, e venisse ferito a morte.-
- Non ricordavo questa storia.-
- Non puoi. Eri molto piccolo, all’epoca. Lo stesso Sesshoumaru ne ha un ricordo piuttosto sbiadito, anche se continua ad infastidirlo. Ha vissuto tutto come un tradimento nei confronti del clan.-
- Comunque, non è questo che mi interessa, ora. Mi dai quel kimono, o devo rivoltare la caverna per trovarlo da me?-
- Oh, per i Kami, Inuyasha!- disse Totosai, spazientito- Ma non sai proprio aspettare!-
- È quasi giorno fatto. Kagome si sveglierà presto, ed io non sarò là con lei. Dammi quel kimono e falla finita!- il mezzo demone incrociò le braccia, guardandolo torvo.
Il vecchio fabbro si alzò in piedi, sciorinando una lista di dolori e scrocchi per tutto il corpo.
Quando finalmente ebbe finito, con gran sollievo di Inuyasha si diresse zoppicando verso il fondo della caverna.
Il mezzo demone inclinò il capo, mentre sentiva provenire dal punto in cui si trovava il vecchio un gran trambusto; sembrava che il fabbro stesse spostando tutta la caverna.
Poi, dopo qualche minuto, riemerse portando tra le braccia una scatola in legno laccato, chiusa con cerniere di ottone ed avvolta in un vecchio panno.
- Ecco qua…- disse, porgendogli la scatola.- mi raccomando…abbine cura…-
- Certo, vecchio…che credi?- Inuyasha prese saldamente in mano la scatola, coprendola bene con il vecchio panno che la proteggeva.
Poi si alzò ed uscì dalla caverna a grandi passi. Il sole era appena sorto ad est, quando il mezzo demone prese a correre nella direzione in cui era venuto.
- Prego, Inuyasha…- si disse Totosai, rientrando lentamente nella sua caverna.
Si sedette, si stiracchiò, e poi ricominciò il lavoro che aveva interrotto.

***

Kagome era seduta fuori dalla capanna della vecchia Kaede, in completa solitudine.
Sango e Miroku erano partiti quella mattina in cerca di bacche per fare una composta, -ufficialmente, sospettava. Aveva dovuto correre dietro all’amica per darle il cestino per raccogliere i frutti, e Sango e Miroku erano già partiti per Chissadove- e l’anziana Sacerdotessa era uscita per procurarsi le ultime erbe mediche da seccare per riempire la dispensa, in vista dell’autunno e dell’inverno ormai prossimi…non prima di averle dato la sua orrenda tisana.
Con lei era rimasta Kirara, che giocava tranquilla con un suo dito. Avevano passeggiato per un po’ per il villaggio, ma si era stancata presto…era noioso senza nessuno con cui parlare. Poi aveva tentato di intrecciare una cesta, ma si era fatta male alle dita e aveva gettato tutto in un angolo.
Ed ora era lì seduta, il piccolo demone gatto in grembo, a cercare qualcosa con cui occupare la mente.
Stava lasciando vagare alla deriva i suoi pensieri, quando un movimento colto con la coda dell’occhio le fece alzare la testa.
Inuyasha stava arrivando, camminando tranquillo per la strada, tenendo stretto sotto il braccio destro un fagotto piuttosto vecchio e malandato.
Felice di vederlo, si alzò in piedi in fretta, dimentica di Kirara che miagolava infastidita, e corse verso di lui a braccia tese.
Il mezzo demone la accolse felice, stringendola a se col braccio libero.
- Stai meglio, a quanto vedo…-le disse, dandole un bacio leggero sulla fronte e spingendola via con se. Ripresero a camminare verso la capanna.
- Molto meglio, grazie…direi di essere guarita perfettamente. Ma tu…dove sei stato tutto questo tempo?- gli chiese, imbronciata.
- Hai fatto colazione? Hai preso la tua tisana?- le chiese apprensivo il mezzo demone, sedendosi fuori dalla capanna sulla stuoia su cui si trovava Kagome prima.
- Sì…tutto fatto. Ho persino camminato un po’. Sai, Sango si è raccomandata di farlo..mi fa bene. Ma tu dove sei stato?- ripetè, sedendoglisi accanto e appoggiandosi a lui.
- Sono andato a prendere questo…-le disse, porgendole l’involto.
Kagome lo prese, guardandolo critica. Svolse il nodo che fermava il panno, e, poggiato il pacco a terra, lo aprì.
Dentro, una scatola di lucido legno rosso cupo, con borchie d’ottone, faceva bella mostra di se. Guardò Inuyasha, perplessa.
- Aprilo…- le disse il mezzo demone, dolcemente.
La ragazza aprì delicatamente la scatola, e quello che vide le fece brillare gli occhi.
Accuratamente piegato nella scatola stava uno splendido kimono di stoffa blu notte, ricamato in filo d’argento con un delicato paesaggio.
Con mani tremati, lo tolse dalla scatola, alzandosi in piedi per non sgualcirlo.
Il ricamo copriva tutto il kimono, disegnando un bosco di eucalipti e bambù lungo il bordo dell’abito. Dai rami degli alberi si alzavano minuscoli uccelli che solcavano il cielo scuro della notte, sorvolando un piccolo fiume che, come un nastro, correva sinuoso in mezzo a piccolissimi campi e fiori, fino ad insinuarsi all’altezza dei seni in una catena di montagne innevate, dietro le quali spuntava la luna leggermente offuscata da nubi leggere, ottenute con un solo filo d’argento.
Era senza parole.
- I…Inuyasha…è…sono…senza parole, è…meraviglioso…- disse, passando delicatamente le dita sulla stoffa, percorrendone i disegni in rilievo.
- Era di mia madre. Vorrei che lo indossassi sempre, quando sei qui. È fatto con la pelle degli hinezumi.-
Era un lavoro di fattura straordinaria, che doveva essere costato molte ore di fatica. Kagome continuava a guardarlo, mentre le parole di Inuyasha le giravano nella mente come fastidiose zanzare.
- Io…dovrei metterlo?- chiese la ragazza, con un filo di voce, sedendosi a terra e poggiando il kimono nella scatola- Ma..è troppo per me, Inuyasha…non posso accettarlo…-
- È il mio regalo per te. Sono sicuro che ti starà benissimo.-
- Ma…-
- Niente ma. Anzi…spogliati e…-
Kagome guardò Inuyasha gelida. Il mezzo demone deglutì pesantemente, correggendosi.
- Volevo dire…provatelo. Voglio vedere come ti sta.-
- Ma è un kimono da signora…non ho nulla di adatto da mettere sotto …-disse, guardandosi la gonna azzurra e la maglietta, del tutto anonime di fronte a quel capolavoro.
- Non è un problema. Dai, Kagome..voglio vedertelo addosso.-
La ragazza sospirò interdetta. Non sapeva più quali obiezioni muovere.
Si alzò da terra, riprendendo delicatamente in mano il kimono.
Poi lo indossò, in un frusciare di stoffa.
Era leggero e morbido, e le andava a pennello. Le lunghe, ampie maniche a tasca le coprivano quasi completamente le mani, lasciandole libere soltanto la punta delle dita, e il fondo della veste si poggiava a terra in morbide pieghe.
In contrasto con la stoffa scura, la sua pelle sembrava ancora più bianca e luminosa.
Sorrise.
Le piaceva da morire.
- Allora?- chiese ad Inuyasha, guardandolo.
Il mezzo demone la fissava inebetito, la bocca leggermente aperta, i grandi occhi dorati piantati sulla sua figura.
- Allora?!- ripetè, passandogli una mano davanti agli occhi.
- Sei…bellissima…- le rispose, in un filo di voce. Kagome arrossì vistosamente.- mi ricordi lei.-
Kagome pensò che iniziava a somigliare ad un po’ troppe persone, ultimamente. Ma in fondo, Inuyasha era molto piccolo quando la madre era morta, ed era comprensibile che qualunque ragazza dai capelli scuri con indosso quel kimono gli avrebbe ricordato lei.
- Grazie…- gli rispose, felice. Stava per togliere il kimono, quando Inuyasha la bloccò. - No. Devi tenerlo sempre addosso, quando sei qui.-
- Ma perché? Si rovinerà…non voglio rovinarlo.-
- Devi tenerlo perché può proteggervi. Non si sa mai cosa può succedere.-
- Ma ci sei sempre tu con me..che senso avrebbe? Dai, Inuchan…finirei per rovinarlo…non voglio. Era di tua madre.-
- Non più…adesso è tuo. E poi ci sono state cose dalle quali non sono riuscito a proteggerti…-
Kagome sapeva che si stava riferendo a Kikyo.
Si inginocchiò di fronte a lui, guardandolo.
- Sono stata io a decidere di farlo. Non è stata colpa tua.-
- Avrei dovuto aiutarti…-borbottò, abbassando la testa.
- No. Io ti ho chiesto di non farlo. È stata una mia scelta. Non potevi andare avanti a combattere contro te stesso per decidere. Hai fatto la tua scelta, no?- gli chiese, abbracciandolo stretto.
- Sì…-
- E allora va bene così. Non tornerà, vedrai. Non sarai più costretto a sentirti in colpa nei suoi confronti. Ora hai scelto, e tutto andrà per il meglio.- gli carezzò dolcemente una guancia, ritraendosi per guardarlo in viso.
Ma Inuyasha la trasse a se, baciandola. Kagome si sentì avvampare, sentì il cuore accelerare i battiti.
Non c’era nessuno nelle vicinanze. La mattinata scivolava verso il mezzogiorno, ed erano ancora tutti fuori a lavorare, intenti nelle loro occupazioni.
Rispose al bacio, mentre pensava che desiderava Inuyasha da impazzire.
Ancora si chiedeva come aveva potuto resistere fino a quel punto…per quattro anni l’aveva guardato senza osare spingersi più in là nemmeno con l’immaginazione, ed ora lui era lì, e la stringeva a se, e quasi la soffocava baciandola, e lei non riusciva a sentire altro che le sue mani sul suo corpo, mentre si insinuavano sotto la sua maglietta, solleticandola con gli artigli affilati.
Reclinò la testa, mentre si abbandonava contro di lui, che le torturava delicatamente il collo. Le sue dita impazienti avevano slacciato la casacca rossa del mezzo demone, ed ora disegnavano piccoli cerchi sul suo petto muscoloso.
Era incredibile quanto poco ci volesse per incendiare i loro sensi. Bastava avvicinarsi appena un po’ più del solito, e non c’era più via di scampo.
- Kagome…- la chiamò, roco.
Kagome abbassò gli occhi carichi di desiderio sul viso del mezzo demone. Sorrise, vedendolo guardarla come se fosse stata una dea che lui aveva l’opportunità di avere tra le braccia. Fece scivolare la mano più in basso, infilandogli le dita sotto la cintura dei pantaloni.
Divenne rossa in viso, non rendendosi bene conto di cosa stava facendo, mentre Inuyasha gemeva sotto il suo tocco gentile, ma più possessivo ed in un certo qual modo esperto.
- Vieni con me…- gli disse, alzandosi e cercando di ricomporsi, mentre si voltava verso la capanna.
- No…- rispose lui, alzandosi a sua volta e circolandole la vita con le braccia, imprigionandola e riprendendo a baciarla piano.
- Ti…prego, Inuchan…non…qui…-
- Perché?- le soffiò sul collo.
- Perché…ci vedrebbero, e…-
Inuyasha rise. Kami, quanto adorava quella risata di gola, così roca…le faceva venire i brividi.
Si sentì sollevare da terra.
- La fortissima Kagome Higurashi che si vergogna di amoreggiare in pubblico…-la schernì, scostando con una spallata la tenda di canne di riso che chiudeva la capanna della vecchia Kaede.
Entrò, con Kagome in braccio che non sentiva altro che il calore dei loro corpi vicini nel silenzio fresco della capanna.
La fece scivolare a terra, mentre riprendeva a baciarla.
Kagome pensò che ora poteva dire di sapere cosa fosse la felicità. Lo abbracciò stretto, stuzzicandolo, provocandolo…
- Ti amo, Kagome…- le soffiò nell’orecchio, facendola rabbrividire.
La ragazza si sentì come se, all’improvviso, qualcuno le avesse detto che poteva volare.
Rise. Rise di gioia, di amore, di completezza, mentre sentiva Inuyasha che la faceva sua, ancora e ancora, e le sembrava che la capanna fosse diventata un campo di fiori profumati, un laghetto di montagna circondato da prati verdi, un cielo rosa al tramonto, con le prime stelle che fanno capolino nella sera.
Pianse. Pianse perché non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, ed Inuyasha preoccupato e spaventato si fermò, e la guardò.
- Kagome…perché piangi?-le chiese, sfiorandole con le mani gentili il viso inondato di lacrime lucenti come diamanti nell’oscurità della capanna, i loro corpi vicini, gli abiti ammucchiati accanto a loro indistricabilmente.
- Se te lo dicessi…non mi crederesti, Inuyasha..-rispose lei, cercando di controllarsi.
Era al limite. Stava per esplodere come una stella.
- Prova…- le disse dolcemente lui.
- Sono felice, Inuyasha. Più felice che mai.-
- E piangi?- le chiese lui, senza capire, baciandola lieve.
- Perché mi hai detto che mi ami…-
- Credevo di farti felice…- le rispose lui piano, poggiandole la testa nell’incavo del collo.
- E l’hai fatto. Vale la pena aspettare una vita intera, per sentirsi dire quello che tu hai detto a me poco fa…- le lacrime non smettevano di scorrere.
Inuyasha le carezzava piano il ventre, leggero come una piuma.
- Ti amo, Kagome. E non credevo sarei stato capace di dirtelo, fino a quando te l’ho detto.-
- Ti amo anch’io, Inuyasha…- gli rispose, stringendolo tra le braccia, scivolandogli accanto e tornando a baciarlo.- Ti prego…amami ancora…-
Fuori, il villaggio aspettava silenzioso il ritorno degli uomini dai campi.

ANTICIPAZIONI:
23-Settembre
ci siamo quasi...il limite della dottoressa è vicino...settembre è arrivato...

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Capitolo 23
*** Settembre ***


...
non
dite
niente.
Non capisco perchè non mi riesca di essere puntuale. E sì che è poi solo una volta la settimana, accidenti. =.=
Sesshoumaru mi guarda e scuote la testa.
"Sei sempre la solita..." mi dice.
Amen...spero avrete pazienza, come lui...^^

L'angolino dei GRAZIE:

GOTEN, MARYKU, RYANFOREVER, MOON_FLOWER, KRIKKA86, BUNNY1987 grazie grazie grazie...visto che pucciosi? ^^ per la nascita ci vuola ancora un po'..siamo solo a Settembre, la nascita è prevista per...uhn...Maggio^^

ONIGIRI ammetto che l'abito di hnezumi è stata una folgorazione che nons apevo quale esito avrebbe sortito.
Non era previsto, semplicemente, ma sono contenta ti sia piaciuto così tanto...e il "ti amo"...mi embrava giusto, visto che lui non l'aveva mai detto prima...^^

MEL_NUTELLA, JEPPI grazie grazie grazie...finirete per farmi arrossire...siete davvero gentilissime...#^_^# a voi il nuovo capitolo...^*^

ALIA_CHAN grazie mille...sono davvero felice di trovare qui anche persone che la ff l'hanno già letta e contnuano ad apprezzarla...spero la seguirai anche qui...

Bene, spigolo finito.
Per favore, scusatemi...ultimamente sono un vero disastro...çç
Un bacione e buona lettura
Rohchan

PS nota bene...
Per quanto riguarda la gravidanza di Kagome, mi sono documentata…se c’è una cosa che odio, è scrivere cose campate per aria. Quindi, tutti i riferimenti medici, gli esami e quant’altro sono tratti dall’ ENCICLOPEDIA “MEDICINA VIVA” - vol. 4 “La donna- conformazione, riproduzione e malattie sue proprie” - pag. 177-398, ed. fratelli Fabbri, Milano 1976. Questo tanto per darvi qualche riferimento. Io non studio medicina, ma ci ho provato ugualmente…se qualcuno di voi, più esperta, trova magagne, incoerenze e quant’altro, me lo faccia sapere..cercherò di correggere come meglio posso.

23- Settembre

Nei giorni che seguirono, Kagome ebbe molto da fare nell’era Sengoku.
Aiutava Kaede nella cura del piccolo orto, la assisteva durante i suoi giri per il villaggio, giocava con Shippo o parlava con Sango.
La storia della ragazza col monaco era l’argomento preferito di Kagome, che passava ore ed ore col sorriso in faccia mentre pensava alla felicità che aveva raggiunto anche l’amica.
E poi c’era Inuyasha…che non perdeva occasione per farla ridere, sorridere e farla stare bene.
Ma nemmeno per farla disperare, soffocandola di attenzioni.
- Insomma, Inuyasha…-sbottò una mattina presto, appena dopo colazione.- non è il caso che ti agiti in questo modo. Non è successo nulla.-
- Nulla?- le rinfacciò il mezzo demone- NULLA?! Ma ti sembra nulla scivolare e cadere nel canale in quel modo? Si può sapere a cosa stavi pensando?-
- Nulla di particolare…-gli rispose la ragazza, indossando il kimono di hinezumi. La vecchia Kaede le aveva prestato uno yukata di quand’era giovane da mettere sotto, in modo che la gente del villaggio non si stupisse più di tanto nel vedere Kagome girare con abiti della sua epoca coperti da quel fastoso indumento.
In realtà, era stato un incidente. Il giorno precedente, Kagome stava camminando lungo il bordo della strada, le braccia cariche di piante medicinali da portare a Kaede, quando era scivolata su un banalissimo ciuffo d’erba. Aveva anche la testa tra le nuvole, e non aveva fatto attenzione…ma era semplicemente rotolata con malagrazia nel canale, che non aveva neppure troppa acqua dentro, si era sbucciata un ginocchio e aveva rovinato irrimediabilmente il suo carico.
La ragazzina che Kaede aveva preso ultimamente come discepola le aveva dato una mano ad uscire, e si erano fatte una bella risata mentre recuperavano i fiori dal canale.
Nulla di grave. Non si era presa nemmeno il raffreddore.
- Possibile che non posso lasciarti sola un momento?- la rimbrottò Inuyasha, facendola tornare alla realtà.
- Uffa, Inuyasha…-
- Sei impossibile. Hai fatto più danni in quest’ultima settimana che…-
Kagome non lo ascoltava più. Stava facendo mentalmente i conti…
Inuyasha la vide rabbuiarsi di colpo, e cominciare a contare qualcosa sulla punta delle dita.
Le si avvicinò, curioso.
- Dunque….il dieci…no…non c’entra…il ventidue…ventidue più sette…-
- Ventinove.- concluse Inuyasha.- Ventidue più sette fa ventinove.-
- Ventinove…ma certo…-disse lei, rilassandosi.
Inuyasha la guardava sempre più stranito.
Poi, ad un tratto, Kagome urlò. Così forte che il mezzo demone si ritrovò all’altro lato della capanna, accucciato, con un’espressione di stordimento terrorizzato sul viso.
In men che non si dica Sango, che era fuori a pulire l’Hiraikotsu, caracollò nella capanna.
- Che succede, Kagome?- le chiese- Stai male? Qualcosa non va?-
- OGGI E’ IL VENTINOVE!!!IL VENTINOVE DI AGOSTO, CAPISCI????- le gridò la ragazza.
- Capisco anche se non urli in questo modo…-le disse, guardandola strana.
- Oggi è il ventinove di Agosto…- ripetè Kagome, ora più calma. Inuyasha, nel frattempo, si era rialzato e la guardava sempre più perplesso.
- E allora?- sbottò, acido, avvicinandosi.- C’è qualche problema?-
- C’è il problema che il primo di Settembre devo andare all’ospedale!-ribattè lei, guardandolo.
- E perché? Non stai male, no?- le chiese, accigliandosi.
- Devo fare la prima visita di controllo!! Che giorno è oggi?- chiese al nulla, fiondandosi sul suo zaino ed estraendone con foga l’agenda.
Consultò il calendario in fretta, mentre Sango ed Inuyasha si guardavano perplessi.
Era lunedì.
Lunedì ventinove Agosto.
Sospirò.
- Forse è chiedere troppo, ma…- Sango interruppe il flusso dei suoi pensieri- non potresti spiegarti meglio?-
- Nella mia epoca, una donna incinta deve essere seguita da un medico che controlla la gravidanza. La prima visita per me è il primo Settembre. Ma non posso andare all’ospedale senza l’impegnativa del mio medico di base…-
Sango era sempre più stupita. La guardava incredula e confusa, mentre Inuyasha si limitava a muovere le orecchie in segno di confusione.
- Oh, insomma…è lungo da spiegare, e non ho tempo. Devo tornare a casa.-
- Perché?- chiese Inuyasha.
- Perché devo andare all’ospedale. Devo fare la visita di controllo.-
- Quanto ti ci vorrà?- aveva un tono a metà tra l’arreso e il preoccupato.
- Beh..la visita è fra tre giorni…-
- Tre giorni…va bene…-
Il mezzo demone iniziò a radunare le cose della ragazza, mettendole nello zaino alla rinfusa.
Ora era Kagome quella stupita.
- Mi lasci andare così?-
- È per un buon motivo. Se questo dottore ti può aiutare…allora bisogna che tu vada.-
- Oh, Inuyasha…- Kagome gli si gettò al collo, ridendo.- ma cosa ti sta succedendo? Dov’è il mezzo demone iroso che conosco io?-
- Ah..ragazzi…-Sango era piuttosto impacciata- se non vi spiace, tornerei al mio lavoro…- e uscì, scotendo la testa.
- Se preferisci torno a sbraitare ogni volta che decidi di tornare di là…- disse lui, buttando nello zaino l’agenda che Kagome aveva in mano.
- No, no…mi va bene così…-scherzò, dandogli un bacio sulla guancia e staccandosi da lui.
- Allora…siamo pronti?- le chiese Inuyasha.
- Suppongo di sì…hai fatto tutto tu…- sorrise, guardandolo.
Ultimamente viaggiava davvero col sorriso perenne sul viso.
A lui non dispiaceva, però…anzi. Voleva che lei sorridesse sempre, sorridesse più che poteva.
Voleva che anche quell’esserino che era dentro di lei – a cui ancora non si era abituato - sapesse che lei stava sorridendo.
Chiuse lo zaino, se lo caricò sulle spalle e la prese per mano conducendola fuori, nel sole del mattino.

***

- Higurashi?- l’assistente del medico chiamò nella sala d’attesa dell’ambulatorio.
La madre di Kagome si alzò in piedi, seguendola verso lo studio del medico, entrando poi nel piccolo ambiente ben illuminato in cui un signore non più giovanissimo era seduto dietro una scrivania di metallo ingombra di fogli, penne e fogli informativi di medicinali di vario tipo.
Sorrise alla donna, che si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania.
- Buongiorno- la salutò il dottore- come mai qui? È strano vedere qualcuno della famiglia Higurashi..-
- È per mia figlia Kagome…ho bisogno di un’impegnativa per degli esami di gravidanza.-
- Gravidanza? La piccola Kagome si è già sposata?-
- Beh…sì. Diciamo di sì. Si sposerà presto, comunque.- tergiversò lei, mentre il medico faceva correre la penna su diversi fogli.
- Ah, questi giovani…-borbottò, concludendo- non sanno più aspettare. Aaah…ai miei tempi…-
- Ha ragione, dottore…-lo bloccò la donna- ma i tempi sono cambiati…e comunque è un bravo ragazzo.-
- Ne sono felice…- disse il medico, consegnandole i fogli.
- Grazie mille…-
La signora Higurashi prese i fogli e si alzò producendosi in un inchino educato.
Poi si volse ed uscì dallo studio del medico.

***

Inuyasha e Kagome giunsero a casa Higurashi in pochi istanti, e dopo aver aiutato la ragazza ad uscire dal pozzo, Inuyasha posò lo zaino a terra.
La luce del mattino entrava dalle finestre polverose dell’edificio che custodiva il tempio, posandosi su ogni cosa e donandole un aspetto antico.
- Hai ancora bisogno di me?- le chiese, guardandola.
Kagome voleva dirgli che avrebbe sempre avuto bisogno di lui, e che non voleva che la lasciasse…ma si trattenne. Sorrise lieve e scosse la testa.
- No, Inuyasha. Però, se vuoi, puoi venire a salutare la mamma, il nonno e Sota.-
Inuyasha raccolse nuovamente lo zaino ed in un baleno furono fuori dal tempietto, nello spiazzo inondato dalla luce calda del sole.
Kagome si stiracchiò, inspirando profondamente l’aria di casa.
L’autunno era ormai alle porte…il grande albero sacro cominciava ad ingiallire, ed anche più in basso gli alberi che fiancheggiavano il grosso viale percorso costantemente da autobus e macchine iniziavano a presentare i segni della sfioritura.
- Sono a casa!- disse Kagome, entrando e lasciando le scarpe accanto alla porta.
Inuyasha la seguì.
- Ciao sorellona!- disse il fratello, sbucando dalla porta del salotto. Le corse incontro felice di vederla, bloccandosi di colpo quando realizzò che cosa indossava la ragazza.- Cosa ti sei messa addosso?-
- Era della madre di Inuyasha…non è bellissimo?- chiese Kagome, facendo una piroetta.
- Molto più che bellissimo…fratellone, è straordinario!- disse entusiasta il ragazzino.
- Tsk..-fece Inuyasha, poggiando lo zaino a terra.
- Senti, Sota…dov’è la mamma? E il nonno?- chiese Kagome, proseguendo verso la cucina.
- È andata dal medico stamattina presto. Ha detto che aveva bisogno di alcune ricette per te.-
- La mamma è andata a farmi fare l’impegnativa?- chiese Kagome, sorpresa.
- Non lo so. Andava per te, di questo sono sicuro. Fratellone, vuoi qualcosa?-
Inuyasha scosse la testa. Si era seduto a terra, poggiando la Tessaiga di fianco a sé, ed ora stava giocando con Buyo.

Kagome trascinò lo zaino fino al piano superiore, e aveva appena iniziato a dividere i panni da lavare dal resto della roba quando sentì aprirsi la porta al piano di sotto.
- Sono a casa!- disse sua madre, apparentemente al nulla.
La ragazza scese le scale, andando incontro alla donna che, nel frattempo, aveva preso a parlottare con Inuyasha.
- Ciao mamma!- la salutò Kagome, felice di vederla.
- Ciao cara…come ti senti? Tutto bene?-
- Benissimo mamma, davvero. Sono in gran forma. Tu piuttosto…dove sei stata? Sota mi ha detto che eri dal medico…-
- È vero cara…sono andata a prenderti l’impegnativa per gli esami…-ed estrasse dalla borsa alcuni fogli accuratamente piegati.
Kagome li prese e li aprì. Da sopra la sua spalla, Inuyasha guardava curioso.
- Gruppo sanguigno…fattore RH..reazione di Wasserman…glicemia…azotemia…emocromo completo..esame urine completo…controllo peso e pressione..proteinemia …elettrocardiogramma…- la ragazza sollevò gli occhi dai fogli, guardando la madre perplessa- Mamma…ma…devo fare tutta questa roba?-
- Sì cara…tutto quanto.-
- Ma…ma alcune cose non so nemmeno cosa siano…-rispose abbattuta la ragazza, barcollando leggermente. Inuyasha la sorresse pronto.
- Per esempio?- chiese la madre sorridendo al mezzo demone, che sembrava ancora più spaventato della figlia.
- Questa…reazione di Wasserman…cosa diavolo sarebbe?-
- È un esame del sangue…serve per diagnosticare la sifilide.-
- Si…SIFILIDE?- Kagome alzò le sopracciglia, arrossendo come un pomodoro- Ma…ma mamma…io non…-
- Immagino che siate entrambi sani come pesci, ma non si può mai sapere.- rispose la donna, cercando di assumere un tono rassicurante- Altro?-
- Azotemia?-
- Serve per misurare il tasso di urea nel sangue. Niente di che…-cercò di spiegare, vedendola sempre più perplessa- serve soltanto a controllare che il tuo corpo assimili ed elimini le sostanze giuste.-
- Oh, Kami…-
- Su, su cara. Ci sono passata anch’io, ma ti garantisco che non è nulla di incredibile. Presto ci farai l’abitudine.- la donna prese ad incamminarsi verso la cucina.
- Abitudine? Vuoi dire che non è finita qui?- chiese Kagome, seguendola.
- Oh, no, bambina mia. L’esame del sangue sarà da fare ogni mese, ed ogni quindici giorni farai l’esame delle urine, il controllo del peso e della pressione. E l’elettrocardiogramma.-
- Santo cielo mamma…sembro moribonda più che incinta…-sbuffò la ragazza, posando i fogli sul tavolo.
Solo in quel momento si accorse che Inuyasha la teneva stretta per mano. Si volse a guardarlo, e si sorprese nel rivedere nei suoi occhi lo sguardo che aveva la sera in cui aveva concepito il bambino…caldo, rassicurante, protettivo…e possessivo.
Arrossì di colpo, ma non ritrasse la mano. Anzi, a dispetto di se stessa, rispose alla stretta di Inuyasha, che le sorrise impercettibilmente.
La madre rise, buttandola improvvisamente giù dalla sua nuvola rosa.
- Coraggio cara…vedrai, sarà facile.-
- Verrai con me?- le chiese Kagome, un po’ titubante.
- Certo, se lo desideri. Ma forse anche qualcun altro vuole accompagnarti..-ed accennò ad Inuyasha.
- Vuoi venire anche tu?- gli chiese Kagome, non nascondendo la sua sorpresa.
- A quanto pare questa cosa un po’ ti spaventa. Verrò con te…e se qualcuno ti farà male, non dovrai fare altro che dirmelo…lo sistemerò…a modo mio…- rispose lui, sorridendo di sbieco e facendo scrocchiare sinistramente gli artigli della mano libera.
- Ah…ma no, vedrai…non sarà il caso…starò benissimo…- disse Kagome, un’espressione perplessa sul viso- non è il caso che tu ti metta a picchiare chiunque mi si avvicini.-
- Io non ho detto questo…ho detto chiunque ti farà male…-
- Ragazzi…-intervenne la signora Higurashi- cosa volete per pranzo?-
I due ragazzi si guardarono per un attimo. Era evidente che la donna non ne poteva più di sentirli discutere, e così, dopo averle detto che cosa preferivano mangiare, salirono le scale fino al piano di sopra.

Kagome si gettò sul letto, nervosa. Quel plico di fogli le metteva ansia.
Non poteva credere di dover fare davvero tutta quella roba! Insomma…avanti di quel passo, sarebbe impazzita ben prima del nono mese…affrontare i demoni le sembrava una sciocchezza al confronto.
- Nervosa?- le chiese Inuyasha, sedendosi accanto a lei.
- Un po’. Insomma, mi sembra un’esagerazione…-
- Di solito i guaritori non prescrivono cose non necessarie…-obbiettò il mezzo demone, guardandola.
Kagome era sdraiata a pancia in giù, la testa affondata nel cuscino. Muoveva i piedi con piccoli scatti controllati, sbuffando piano.
- Suppongo tu abbia ragione…-rispose poi, emergendo dal cuscino e girandosi. Ora stava con la testa poggiata sulle gambe di Inuyasha, che si irrigidì un poco a quel gesto.
- Ovvio. Io ho sempre ragione, Kagome.- le disse, recuperando l’aria da sbruffone.
- Esagerato…diciamo che succede una volta su dieci…- scherzò lei, dandogli una pacca gentile sul ginocchio.
- Sicura…di volere che venga con te?- le chiese il mezzo demone, tremendamente serio. Kagome si alzò, fissandolo negli occhi.
- Certo!- gli rispose- Questo figlio è anche tuo. Voglio che tu sappia ogni cosa che lo riguarda.-
- Come mai parli al maschile?- le chiese, curioso.- Sai già che sarà un maschio?-
- Beh…no…- rispose lei, spiazzata.- Parlo al maschile perché…mi viene da dirlo al maschile. Ma se anche fosse femmina andrebbe bene lo stesso.- si sedette più comoda, poggiando la schiena al muro.
Solo in quel momento si accorse dello zaino che giaceva tristemente sbilenco e mezzo vuoto nel mezzo della camera, con gli oggetti che c’erano dentro sparsi tutt’intorno.
Scese dal letto e vuotò del tutto lo zaino. Inuyasha la guardava in silenzio.
La ragazza portò via la biancheria da lavare, poi tornò in camera.
Inuyasha si era addormentato seduto sul letto, la Tessaiga stretta tra le braccia, la testa inclinata sulla spalla destra. Kagome sorrise. Doveva essere davvero stanco.
Uscì silenziosamente, richiudendo piano la porta dietro di se, e scese di sotto per aiutare la madre a preparare la tavola per il pranzo.

***

Nell’epoca Sengoku, Sango e Miroku stavano lavorando alacremente intorno alla capanna che volevano donare ai loro amici.
Il pavimento era ormai quasi a posto; le assi di legno nuovo che stavano finendo di mettere erano lucide, in aperto contrasto col resto dell’abitazione, che necessitava ancora di parecchie riparazioni.
Gli infissi delle finestre andavano cambiati, così come la carta di riso che le chiudeva. La tenda di canne era stata tolta, visto che era talmente vecchia da sgretolarsi al primo tentativo di muoverla.
Sango era seduta fuori, sopra un sasso piatto, e stava intrecciando una nuova tenda, mentre Miroku era occupato a finire di inchiodare le nuove assi del pavimento.
- Credi che le piacerà?- chiese la ragazza, senza smettere di lavorare.
- Spero di sì…-rispose il monaco, battendo un’ultima volta un chiodo prima di spostarsi a prendere un’altra asse- altrimenti…staremmo facendo un lavoro inutile.-
- A me piace molto…-disse Sango, prendendo un’altra manciata di canne dalla cesta che era in terra accanto a lei.- sta venendo bene, anche se lavoriamo un po’ a rilento.-
- Non sono io…quello che ha proposto di far…da soli..- ribattè Miroku, sbuffando e sistemando bene l’asse contro la precedente. Si pulì il viso con la manica della tonaca- se ricordi, io avevo proposto di farci aiutare dagli abitanti del villaggio.- concluse, prendendo martello e chiodi.
- Ma così non sarebbe più un regalo solo nostro…-disse Sango, alzandosi e andando a prendere un mestolo d’acqua fresca da un secchio. Lo porse al monaco, che lo prese sorridendole.
- Grazie…-le disse, dopo aver bevuto.
Sango arrossì fino alle orecchie, abbassando il viso.
- Di niente…- disse, riprendendo il mestolo e tornando alla sua tenda.
Miroku la guardò sedersi e riprendere il suo lavoro.
Doveva essere diventato pazzo, si diceva. Prima di pensare a qualunque altra cosa, avrebbe dovuto sconfiggere Naraku…prima di qualunque altra cosa.
Ma Sango era così…vicina…e bella. Se ne era invaghito la prima volta che l’aveva vista, ma lei era diversa da tutte le altre donne. Non gli aveva mai mostrato il rispetto che era dovuto ad un monaco, ma non l’aveva mai neppure contraddetto in nessuna situazione. Anche quando lui inventava presenze maligne per dormire all’interno di castelli sfarzosi, lei non aveva mai detto apertamente che stava truffando il prossimo.
In parte perché probabilmente anche a lei piaceva dormire in una stanza calda piuttosto che all’addiaccio, ma anche perché, a modo suo, aveva fiducia in lui.
Quante volte avevano rischiato la vita per salvare quella dell’altro? Ormai aveva perso il conto…
- Sei stanco?- gli chiese lei, non sentendo più battere il martello.
- No..no. E’ ancora presto per smettere.- Miroku riprese in mano il martello e ricominciò il suo lavoro.

I due ragazzi continuarono ancora per tutto il pomeriggio; quando il sole iniziò a tramontare ad ovest, il pavimento della capanna era in ordine, e la nuova tenda faceva bella mostra di se attaccata alla porta.
Sango guardò soddisfatta il lavoro, mentre Miroku si massaggiava le spalle doloranti.
- Secondo te saranno già tornati?- chiese il monaco alla sterminatrice, guardandosi la mano destra, coperta di piccole vesciche.
- Ne dubito, Miroku. Kagome avrà la visita tra due giorni, ed Inuyasha sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarla sola. Qualcosa non va?- gli chiese poi, avvicinandosi.
- Nulla..era solo molto tempo che non inchiodavo delle assi al pavimento, Sango…-
La ragazza prese tra le sue la mano del monaco, controllandone le ferite.
- In effetti non sembra nulla di grave…- disse, passando delicatamente un dito sulle vesciche- Kagome dovrebbe aver lasciato un po’ del suo unguento speciale da Kaede. Te ne posso mettere un po’.- concluse, alzando gli occhi.
Il monaco le strinse la mano, sorridendo debolmente.
Sango si sentì avvampare. Miroku aveva la straordinaria capacità di farle mancare la terra da sotto i piedi ad ogni sguardo.
- Va bene…- le disse il monaco- Andiamo a casa…-
E senza lasciarle la mano, si incamminò verso la strada che conduceva al centro del villaggio e da lì alla capanna della vecchia Kaede.

***

Quel pomeriggio, dopo pranzo, Inuyasha si offrì di aiutare il nonno nella pulizia del tempio. In effetti, il vecchio faceva molta fatica, e l’aiuto di Inuyasha gli era molto utile.
Così, Kagome uscì con la madre per andare a fare compere.
Presero il pullman ed arrivarono in centro a pomeriggio ormai inoltrato; prima Kagome aveva avuto il suo daffare a rimettere le cose in ordine in camera da letto.
Ora erano ferme davanti alla vetrina di un negozio di vestiti pre-maman. Kagome guardava curiosa una salopette di jeans di taglia decisamente extra large, quando sua madre le fece notare che la vetrina successiva era quella di una pasticceria, ricolma di dolci delle più diverse forme, e farciti con più creme di quante la ragazza avesse mai immaginato.
Entrarono, e Kagome si fece fare un vassoio di dolci misti ed incartare una splendida crostata di mele e marmellata, a cui pareva mancasse soltanto la parola.
Poi si infilarono in un grande magazzino, e lì comprarono il ramen istantaneo tanto amato da Inuyasha, una palla nuova per Sota, la pomata per i calli del nonno ed altro cibo.
La signora Higurashi comprò del pesce fresco, e Kagome già pregustava i manicaretti della donna.
Finita la spesa, le due uscirono dal grande magazzino, incamminandosi verso casa.
Il cielo iniziava lentamente a tingersi nei colori della sera, e le strade erano piene di gente che si affrettava verso casa.
Madre e figlia salirono sul pullman che le riportava a casa, e prima che il sole fosse tramontato stavano salendo faticosamente le scale del tempio.
Erano entrambe cariche di borse e sbuffavano come due locomotive, quando ad un tratto un fulmine rosso si fermò davanti a loro, guardandole truce.
- Mi sembrava che tu non dovessi fare sforzi…-disse Inuyasha a Kagome, prendendole le borse dalle mani.
- Non potevo mica far portare tutto alla mamma!- lo rimbrottò lei, prendendo poi alla madre il pacco dei dolci ed una borsa. Ora il carico era decisamente più leggero.
- Bastava chiamarmi. Sarei venuto a darvi una mano a trasportare il cibo ninja..-disse Inuyasha, imbronciato.
- Su, caro…non è il caso di arrabbiarsi. Ci stai aiutando ora, e ti garantisco che è la parte più dura del percorso…- gli disse la signora Higurashi, sorridendogli.
Inuyasha si voltò scocciato e prese a salire le scale velocemente.

ANTICIPAZIONI:
24- La Prima Visita
Bene siore e siori! Il gran giorno è arivato...Kagome affronterà la prima visita per la gravidanza...detto così sembra truce però.^^;;;

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Capitolo 24
*** La Prima Visita ***


Bene bene bene...
giovedì....ora di aggiornamento.
E' un periodo che sono felice. Tranquilla. Serena.
Avete presente quelle belle coperte calde, che d'inverno vi evitano i geloni alle mani?
Ecco...
Io ci vivo dentro, da un paio di settimane a questa parte.
Mai stata così bene.
Ma veniamo a noi...

L'angolino dei GRAZIE (questa settimana particolarmente nutrito...ben dieci commenti....*.*):

RYANFOREVER anche io adoro i preparativi che precedono la nascita di un bambino...li AMO.
Anche se, devo ammettere, glie sami mi spaventano un tantino. Ma d'altra parte, se non fossero necessari non sarebbero da fare, quindi...^^ qui tratteremo nel dettaglio la visita...per il regalo di Sango e Miroku dovrai paziantare un pochino...^^

GOTEN; BUNNY1987, MOON_FLOWER, MARYKU grazie grazie grazie...a voi il nuovo capitolo...^^

CELINA toh, guarda...un'altra che ha l'enciclopedia medica come la mia. ^_-
Ti dico un mezzo segreto...io bambini ne vorrei tanti...ma a leggere gli esami e la frequenza richiesta...neh...un po' me n'è passata la voglia...^^ Grazie per leggere la mia ff anche se l'hai già letta...e mi raccomando...cerca di non spoilerare, anche se inconsciamente...^^

ONIGIRI bimbaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Grazie mille dei commenti e della pazienza..ultimo capitolo puccioso per te...per un pochino...^^

MEL_NUTELLA chiedi e ti sarà dato...a te la prima visita di Kagome...^_- buona lettura!

KRIKKA86 felice che la storia ti piaccia tanto...anche a me piace molto la coppia Sango/Miroku, ma qui non ho potuto dedicarle lo spazio che meritava...chissà...magari potrei rifarmi con un'altra storia...U.U Buona lettura!

JEPPI la mia 'caramellina dell'ultimo giorno'...(non ti offendi se ti chiamo così, vero?^^)
Hai visto giusto, tesoro...temo che le anticipazioni alla fine di questo capitolo ti faranno venire la pelle d'oca. Ma d'altra parte, loro non possono stare tranquilli per troppo tempo...

Bene, spigolo finito...
vi auguro buona lettura, e spero farete scorta di pucci pucci con questo capitolo perchè poi, per un po', non ce ne sarà molto...

Col vostro permesso, vado a tenere compagnia a Sesshoumaru, che sta facendo pesi nella stanza accanto in attesa della sua vicinissima entrata in scena...^^

Bacioni e buona lettura
Rohchan

24- La Prima Visita

- Kagome!-
La voce della signora Higurashi risuonò nella casa ancora avvolta dal silenzio.
Non ottenne risposta.
- Kagome!- riprovò, aumentando un poco il tono di voce, bussando piano alla porta.
Nulla.
- Kagome, alzati o faremo tardi!-
La voce della madre le giunse alle orecchie come se fosse stata a decine di kilometri di distanza. Era persa in un sogno di piccole conchiglie di madreperla su una spiaggia bianca, col sole all’alba ed una risacca gentile che le lambiva i piedi.
Si strinse di più al ragazzo che le dormiva di fianco, scivolando sotto le coperte fino al naso.
Detestava essere svegliata presto la mattina.
Sopirò, aprendo piano un occhio assonnato. Il sogno era stato funestato dal suono di un martello pneumatico sulla spiaggia. Cosa impossibile, ma d’altra parte sembrava che sua madre avesse deciso di buttare giù la porta a forza di bussare.
Il sole era sorto da poco.
Dannazione, pensò tra sé. Ma perché deve essere sempre l’alba? Non potrebbe essere pomeriggio inoltrato?!
- Kagome!-chiamò la madre, leggermente spazientita- Sei sveglia?-
- S..sì…- disse la ragazza, la voce ancora impastata dal sonno.
Accanto a lei, Inuyasha aprì gli occhi stringendola a sé e sorridendole.
- Tra un quarto d’ora ti voglio di sotto, lavata e vestita. Dobbiamo andare!- le disse la madre, perentoria.- Guarda che se non scendi vengo a prenderti io!-
- Sì, mamma. Va bene, ora mi alzo..-disse Kagome, ormai quasi sveglia, cercando di scomparire nel petto del mezzo demone.- Detesto quando mi sveglia così presto…-brontolò poi, una volta sicura che la madre fosse scesa.
Inuyasha non rispose. Stava pensando a quale giorno fosse.
Poi gli venne in mente.
- Beh…oggi è il giorno della visita. Credo sia normale che ti debba alzare presto.- le disse, assonnato.
- Visita?- mugugnò lei- Che visita?-
- Quella all’ospedale. Per il bambino.-
A Kagome venne un colpo. Le sembrava di essere tornata a scuola, quando suo nonno inventava le scuse più strambe per le sue assenze scolastiche, e in quei pochi giorni in cui le riusciva di frequentare le lezioni scopriva verifiche e test dietro ogni angolo.
- Oh, cavoli!!! Me ne stavo dimenticando! Porca paletta!!- gettò all’aria le coperte, saltando fuori dal letto e fiondandosi all’armadio.
Inuyasha si sedette sul letto, grattandosi lentamente dietro l’orecchio destro.
- Non è il caso di agitarsi…-le disse poi, stiracchiandosi- è solo l’alba, ed hai un quarto d’ora di tempo…-
Kagome guardò la piccola sveglia sul comodino accanto al letto.
Le sei e venti.
- E poi..in un quarto d’ora sai quante cose si possono fare?- riprese, guardandola con sufficienza.
Kagome arrossì. Inuyasha aveva addosso la tunica bianca che di solito teneva sotto il kariginu, che invece era gettato sulla sedia della scrivania, e sembrava determinato a rimanere così ancora per un bel po’.
Lei si volse verso l’armadio, tornando a rovistare tra gli abiti.
- Muoviti, piuttosto…-gli disse, ormai perfettamente sveglia- devi venire anche tu.-
- Io?- chiese, sbadigliando.
- Certo! E ti metterai questi…- gli disse, gettandogli dei boxer, una maglietta con le maniche corte ed un paio di pantaloni larghi.
Li aveva comprati con sua madre quando erano state al centro commerciale; la maglietta era nera, semplice. Niente scritte evidenti, soltanto un piccolo tribale bianco all’altezza del cuore. I pantaloni invece erano di jeans, a vita bassa e slavati sulle cosce. Kagome li aveva comprati sperando di aver centrato la taglia…cambiarli sarebbe stato difficile.
- Che cosa? Cos’è questa roba?- le chiese lui, contrariato.
- I tuoi vestiti.- rispose lei, prendendo una longuette verde acqua ed una maglietta bianca dall’armadio, con un sorriso soddisfatto sul viso.
- Ed io dovrei mettere questa roba??- le chiese il mezzo demone, sollevando con due dita i boxer, guardandoli come fossero stati uno straccio da pavimenti.
- Si, Inuyasha. Non bisogna che ti si noti, oggi…ah, ecco! Dimenticavo!- esclamò la ragazza, riaprendo l’anta dell’armadio e tirandone fuori qualcosa che somigliava vagamente ad un centrino fatto all’uncinetto con avanzi di filo di diversi colori.- Mettilo in testa…- gli disse, lanciandoglielo.
Inuyasha lo prese al volo, calcandoselo poi in testa.
- Così?- le chiese, guardandola da sotto la frangia schiacciata dal cappello.
Kagome lo guardò a metà tra il divertito e il compassionevole.
- Lascia perdere…-gli disse, scotendo la testa- vestiti e scendi…quello te lo metto poi io prima di uscire..-
E detto questo, uscì dalla stanza diretta al bagno.

Quando scese per fare colazione, Inuyasha si sentiva mezzo nudo con quella roba addosso; il suo kariginu era molto meno imbarazzante.
La maglia gli stringeva il petto e le spalle, gli lasciava scoperte le braccia e gli dava l’impressione di non poter respirare…ed i pantaloni, cui mancava la cintura, continuavano a scivolare ostinatamente verso le anche, fermandosi appena in tempo per non cadere. E poi continuava a pestarli.
Una vera seccatura.
Entrò sbuffando in cucina, ed a Kagome per poco non andò di traverso l’acqua che stava bevendo.
Era…stratosferico.
La maglietta nera aderiva perfettamente al busto del mezzo demone, come una seconda pelle…il tribale spiccava trionfante all’altezza del cuore, e sembrava dovesse schizzare via da un momento all’altro ad ogni suo respiro. Ed i suoi capelli bianchi creavano un contrasto da urlo.
Per contro, i pantaloni cadevano in morbide pieghe e vestivano perfettamente le gambe di Inuyasha, mettendo in risalto la vita stretta e…
Oh, Kami…ma che cosa stava pensando???!!!
- Insomma…si può sapere che hai da guardarmi in quel modo?- sbottò Inuyasha, vedendola guardarlo imbambolata, tirandosi su i pantaloni.
- Ah…beh…nie…niente…-rispose lei, tentando faticosamente di far riprendere le comunicazioni tra i suoi neuroni sconvolti da quella vista.
- Questa cosa mi stringe..-bofonchiò il mezzo demone, tirando la maglietta.
- Non tirarla, Inuyasha!!- gli disse lei, dandogli una pacca gentile sulla mano- La sformerai.-
- Ma perché non posso uscire con i miei vestiti?!- chiese lui, in un tono che avrebbe potuto somigliare ad un capriccio.
- Ciao fratellone!- li interruppe Sota, entrando in quel momento in cucina- Wow! Accidenti! Di’ un po’…hai intenzione di far morire tutte le ragazze di Tokyo andando in giro vestito così?-
- Perché?- chiese Inuyasha paonazzo. Dietro di lui, Kagome stava fulminando il fratello con lo sguardo.
- Oh, beh..te lo spiegherà mia sorella, suppongo…ciao mamma! Nonno…- salutò il ragazzino, quando i due adulti entrarono in cucina.
- Buongiorno ragazzi…-salutò la madre di Kagome- allora..siamo pronti?- chiese poi alla figlia.
- Pronti!- rispose Kagome, mettendo il bicchiere vuoto nel lavandino.
- Cosa hai bevuto cara?- chiese la madre, vedendola posare il bicchiere.
- Solamente dell’acqua, mamma. Niente di che. Possiamo andare.-
- Ehi!- proruppe Inuyasha- No che non possiamo andare! Non hai risposto alla mia domanda, e non ho neanche fatto colazione!- concluse, enfatizzando l’ultima frase.
- Non puoi mettere il kariginu perché saresti notato subito in ospedale…-gli rispose lei, mettendogli in mano una fetta di pane tostato con burro e marmellata- e..-
- Cara…anche così credo che sarà notato lo stesso…-disse la madre, ridendo lieve.
- MAMMA!!!TI CI METTI ANCHE TU???- Kagome arrossì vistosamente, mentre la madre scoppiava a ridere divertita insieme a Sota ed Inuyasha addentava affamato il suo pane e marmellata.
Solo il nonno sembrava essere impassibile, e sorseggiava lentamente il suo the.
- Andiamo…-brontolò Kagome, prendendo Inuyasha per un polso e trascinandolo via prima che potesse afferrare qualcos’altro da mangiare.
- Ehi…ma io ho ancora fame…-disse Inuyasha, rabbuiandosi.
- A CUCCIA!!! –gridò Kagome, ed il mezzo demone si ritrovò spiaccicato sul pavimento dell’entrata, mentre la ragazza si allacciava i sandali.- Abbi un po’ di rispetto per me, che non posso mangiare nulla!-
- Ma non è colpa mia…-disse lui, massaggiandosi il mento dolorante- io non c’entro niente se tu non puoi mangiare.-
- Fa’ silenzio!- sbottò lei, portandosi dietro le spalle del ragazzo e rigirando i capelli bianchi in un torcione, che poi infilò senza tanti complimenti nel cappello- Ha fame lui…- concluse, calcandogli il cappello sulle orecchie.
- Allora…hai finito?- Inuyasha sembrava decisamente arrabbiato, ora- E’ inutile che te la prenda con me. Non ho fatto nulla. Se hai fame e non puoi mangiare ora, mangerai più tardi.- concluse, alzandosi da terra.
- Aspetta!- lo chiamò Kagome, prima che uscisse- Metti queste ai piedi…-e gli porse un paio di infradito nere.
- CHE COOOOOSA???!!! Ma non ne hai avute abbastanza? Prima questa specie di veste soffocante, poi il copriorecchie, ed ora anche queste ai piedi? No, no. Non se ne parla nemmeno.- ed incrociò le braccia al petto, voltando la testa di lato. La ragazza non potè fare a meno di notare i bicipiti gonfi del mezzo demone.
- Per favore, Inuyasha…faremo tardi se continui a fare i capricci.- disse Kagome, in tono gentile.- Metti le scarpe e andiamo…-
Non ottenne risposta.
- Inuyasha..-
- No.-
- Kagome, faremo tardi…- li interruppe la madre, guardando l’orologio. Sono le sette, ormai. Non saremo all’ospedale prima delle sette e mezza…non sarebbe il caso di lasciarlo qui col nonno e con Sota?-
- Non se ne parla proprio! Non lascerò Kagome da sola!- disse Inuyasha, evidentemente punto sul vivo. Infilò riluttante le infradito.- Andiamo, dai…-
Prese Kagome per mano e si incamminarono, seguiti dalla signora Higurashi.

***

- Ancora male ai piedi?- chiese Kagome ad Inuyasha, seduto su una sedia nel corridoio dell’ospedale.
Erano arrivati leggermente in ritardo sulla tabella di marcia, ma comunque in orario.
Inuyasha faceva fatica a camminare con le scarpe ai piedi, ed in più ogni cosa gli era totalmente nuova: l’autobus, i semafori, il caos…per non parlare poi dell’odore di disinfettante all’interno dell’ospedale, che gli feriva il naso.
- No..ora va meglio.- ripose lui, guardandosi intorno curioso.- Quando arriva il tuo turno?-
- Tra poco. Purtroppo sarà una cosa lunga…dovremo restare qui tutta la mattina. Se l’odore ti da’ fastidio, puoi uscire fuori…non è necessario che tu resti qui..- disse lei, vedendolo arricciare il naso.
- Qualunque odore è fastidioso, qui. Troppo forti. Ma non importa…per una mattina posso anche sopportare.-
Kagome si sedette di fianco a lui, sorridendo lieve. Gli posò la testa sulla spalla destra, e lui la circondò con le braccia.
Si sentiva così bene…così al sicuro…
Sospirò, raggomitolandosi tra quelle braccia forti. Proprio in quel momento, un’infermiera al banco accettazioni fece il suo nome.
- Higurashi Kagome?- chiamò. La ragazza sollevò la testa.
- Eccomi!- disse, alzandosi.
- Molto bene..mi segua…la dottoressa Shinobu la sta aspettando.-
Senza aspettare, l’infermiera si incamminò lungo il corridoio e poi su per una rampa di scale. Giunta al primo piano, girò a sinistra e percorse un secondo corridoio fino ad una porta in legno chiaro su cui era inchiodata una targhetta con scritto ‘Dott.ssa Shinobu’ in caratteri freddi ed anonimi.
Si fermò e bussò delicatamente alla porta.
Una voce dall’interno rispose, e l’infermiera aprì la porta, facendo passare Kagome.
Inuyasha e la signora Higurashi erano rimasti fuori.
Il mezzo demone si appoggiò nervosamente al muro, mentre la madre di Kagome si sedette su una sedia e tirò fuori dalla borsa un libro, mettendosi a leggere.
Da dentro, si sentivano provenire le voci di Kagome e della dottoressa Shinobu. Inuyasha tese le orecchie.

- Buongiorno, signorina Higurashi…-salutò cordialmente la dottoressa. Era pettinata esattamente come la prima volta che l’aveva vista.
Forte di questa piccola cosa, Kagome rispose in tono sicuro.
- Buongiorno, dottoressa Shinobu. La ringrazio ancora per avere accettato di seguire la gravidanza.-
- È il mio lavoro, signorina…-rispose quella, un po’ fredda. Kagome si irrigidì un poco.- ma mi dica…come procediamo?- concluse, un po’ più dolcemente.
- Mi sembra bene..-rispose Kagome, non sapendo bene cosa dire.- continuo ad avere delle nausee fastidiose, ma sopportabili..per il resto, mi sento bene.-
- Ne sono felice…e il suo ragazzo, come l’ha presa?-

Fuori dalla porta, Inuyasha si irrigidì.

- Beh…all’inizio non bene…- rispose Kagome titubante- ma poi ha accettato il bambino. È molto felice, anche se non lo da’ a vedere.-
- Protettivo?- continuò la dottoressa, avvicinandosi con lo sfigmomanometro per misurarle la pressione.
- Non ha idea di quanto!- rispose Kagome sorridendole.- Se fosse per lui non dovrei sollevare nemmeno una foglia…-
- Anche mio marito era così, alla mia prima gravidanza…ma è una cosa che poi passa…- le rispose la dottoressa, scrivendo i suoi valori su un foglio d’ospedale.- Le spiace spogliarsi? Devo misurarle l’altezza e poi bisogna che si pesi. Dobbiamo stabilire quanti chili può prendere, e verificare che sia in buona salute.-

Inuyasha, fuori dalla porta, inarcò un sopracciglio. Pesarla?

Kagome scivolò fuori dai vestiti, rimanendo in biancheria intima. Lo studio della dottoressa era caldo, e bene illuminato. Come quello che aveva visto la volta precedente, era tutto bianco, dal soffitto al pavimento, e profumava di pulito. Ma si vedeva che era lo studio di una donna; c’erano due quadri alle pareti, ed una pianta in vaso con dei bellissimi fiori bianchi poggiata in terra di fianco alla scrivania in legno chiaro. Una calla, si disse Kagome, mentre si avvicinava al peso.
- Stia ben dritta con la schiena, per favore…- le disse la dottoressa, facendo scendere lentamente il metro. Kagome raddrizzò le spalle.- E’ alta 1.70…- annotò anche questo sul foglio- salga sulla bilancia, per favore…-
Kagome obbedì.
- 1.70 per 63 kg di peso..una forma invidiabile, signorina…segue una dieta?- le chiese, annotando il peso sul foglio.
- No, a dire la verità. Di solito mangio quello che voglio…-
- Allora è fortunata…molte ragazze della sua età ucciderebbero per poter fare la stessa cosa!- le disse, una nota divertita nella voce.
La ragazza sorrise, scendendo dalla bilancia.
- Si rivesta pure, signorina…ora la mando a fare gli altri esami…ha l’impegnativa del medico?-
- Certo…solo un momento…-disse Kagome, finendo di indossare la maglia.
Aprì la borsa nervosamente, alla ricerca dei fogli. Trovatili, li porse trionfante alla dottoressa.
- Grazie…- disse la dottoressa, mentre lei rimetteva la gonna. Quando fu rivestita, la donna le porse un sacchetto sterile in cui c’erano diverse provette per il prelievo del sangue e l’analisi delle urine e il foglio che lei aveva in parte compilato piegato in due.- vada con questi dall’infermiera Kushimi, che l’ha accompagnata qui. Le farà fare tutti gli esami richiesti dalle impegnative. Noi ci vediamo di nuovo tra un mese, a meno che ci sia qualcosa che la preoccupa.- concluse, compilando un secondo foglio.
- Grazie a lei…-rispose Kagome, non troppo tranquilla.
- Deve ripetere l’esame delle urine e il controllo del peso e della pressione ogni quindici giorni..può appoggiarsi al suo medico di base. Per qualunque problema, non esiti comunque a chiamarmi, o a venire qui in studio.- disse la dottoressa, sorridendole ed annotando il suo numero di telefono in calce al foglio.
- È molto gentile da parte sua…- rispose Kagome, prendendo i fogli.
- Dovere…- la dottoressa le aprì la porta, facendola uscire.
- Grazie mille, dottoressa Shinobu…- la salutò Kagome, inchinandosi appena fuori dalla porta.
Dietro di lei, Inuyasha era già pronto a partire.
- Lei è il compagno di questa ragazza?- gli chiese la dottoressa. Inuyasha la guardò.
- Sì, sono io. Buongiorno, dottoressa.-
Kagome fu stupita dal tono educato di Inuyasha, e per una frazione di secondo i suoi occhi si spalancarono. La signora Higurashi si alzò dalla sedia e salutò la dottoressa con un inchino formale.
- Ne abbia cura, mi raccomando, ma non la soffochi di attenzioni. La sua ragazza è in ottima salute. Buongiorno, signora Higurashi.- disse, ricambiando il saluto della donna.
- Me lo ricorderò, dottoressa.- Inuyasha chinò il capo in segno di rispetto.- Hai finito qui?- chiese poi a Kagome, guardandola.
La ragazza assentì col capo, ancora stupita dall’atteggiamento compito del mezzo demone.
- Sì…- rispose- possiamo scendere. Ora devo fare gli esami del sangue.- gli mostrò il sacchetto, e lui piegò la testa di lato, senza capire.

- Ora capisco sua figlia, signora Higurashi. È veramente un bel ragazzo, ed in più sembra tenere molto a lei. Kagome me ne ha parlato un po’. Curioso il colore dei capelli, però..- disse la dottoressa alla signora Higurashi, quando i ragazzi furono un po’ lontani.
- Sì, ha ragione. È molto legato a mia figlia.- confermò la donna.
- Avrà una gravidanza tranquilla, con lui al fianco. Non si preoccupi…-le disse la dottoressa, salutandola poi con un cenno del capo.- Buongiorno, signora.-
- Arrivederci, dottoressa…- salutò la signora Higurashi, prima di seguire i ragazzi lungo il corridoio.

- A che ti servono?- chiese Inuyasha, mentre Kagome lo prendeva per mano e si allontanava, dopo un ultimo saluto alla dottoressa.
- Devono farmi un prelievo di sangue. Me ne toglieranno un po’ con una specie di siringa per verificare che sia tutto in ordine.-
- Toglierti il sangue? Ma non ti farà male?- le chiese, preoccupato, seguendola giù per le scale per tornare al piano terra.
- Non me lo tolgono mica tutto, Inuchan. Solo un po’, quel che basta a riempire queste. Comunque sì…sarò un po’ stanca, poi. Avrò bisogno di restare un po’ tranquilla.-
- Tanto fino a domani non torniamo a casa.- le disse Inuyasha, deciso.
- Guarda che per stasera starò benissimo…mi basterà riposare nel pomeriggio, e….-
Inuyasha la fulminò con lo sguardo.
- Va bene…partiremo domattina…- si arrese lei. Lo sguardo del mezzo demone non ammetteva repliche.
Kagome aprì la porta che dava sul corridoio al piano terra dell’ospedale. L’infermiera Kushimi era tornata al suo posto dietro il banco dell’accettazione, e le sorrise quando Kagome le mostrò i fogli che aveva avuto dalla dottoressa Shinobu e il sacchetto con le provette.
- Venga con me…-le disse, precedendola lungo il corridoio verso una stanza in cui si trovavano altre due infermiere ed un dottore.
Questi poteva avere trent’anni, si disse Kagome guardandolo. E somigliava curiosamente a Miroku. Sorrise al pensiero, mentre l’infermiera le faceva cenno di entrare.
- Lei deve aspettare qui…-disse gentilmente l’infermiera ad Inuyasha, che stava per entrare nella stanza. Lui si bloccò.
- Aspettami qui, Inuchan…farò presto..- confermò Kagome.
Inuyasha si arrese, sedendosi di malavoglia su una sedia di fianco alla porta.
Non vedeva l’ora di andarsene da quel posto, dove tutti gli dicevano che non poteva seguire Kagome.

- Curioso soprannome…-disse l’infermiera a Kagome, mentre le disinfettava il braccio per procedere al prelievo.- molto più insolito di amore, tesoro, cicci e via dicendo…-concluse poi con un sorriso, infilandole l’ago in vena.
Kagome avvertì la familiare sensazione di nausea e vertigine all’idea del prelievo, e capì che l’infermiera Kushimi stava cercando di distrarla.
- L’ho usato un giorno per caso, e lui non ha obbiettato. L’ho preso come un assenso…-ripose la ragazza, cercando di controllare il respiro.
- Stia tranquilla…abbiamo quasi finito…- disse la giovane donna, indicandole le ultime due provetta da riempire.
- Al pensiero di dover ripetere questo esame ogni mese mi viene male…-sospirò Kagome, guardando il muro di fianco a lei.
Era candido, ma percorso da una fitta trama di piccole crepe del colore, che formavano un curioso arabesco grigio pallido in tutto quel bianco.
Sentì l’infermiera estrarre l’ago e applicare un tampone sul buco, fermandolo poi con del nastro di carta.
- Ecco fatto!- esclamò poi la ragazza, riportandola alla realtà.- Finito. Vuole che l’accompagni fuori?- le chiese poi, vedendola barcollare alzandosi dalla sedia.
- No, grazie…ce la faccio da sola. È più l’impressione del prelievo che il dolore che mi fa stare così…- disse Kagome, tranquilla.
E poi non è quasi nulla rispetto a quello che affronto quasi ogni giorno da quattro anni a questa parte nell’era Sengoku…pensò, mentre procedeva lentamente verso la porta.
- Vada a riempire la provetta per l’esame delle urine e me la riporti, per favore…-le disse, mentre Kagome usciva.

Quando uscì dalla porta, Kagome trovò un Inuyasha decisamente preoccupato ad attenderla.
- Si può sapere quanto te ne hanno preso?- le chiese, mentre Kagome si sedeva su una sedia, riprendendo lentamente colore.- L’odore era fortissimo. E cosa hai fatto qui?- le chiese, indicando il tampone sul braccio.
- Serve perché smetta di sanguinare più in fretta..-gli rispose stancamente Kagome.
- Come ti senti?- continuò, sedendosi accanto a lei e prendendole la mano.
- Un po’ stordita, ma non aver paura…passerà subito…- gli disse lei, poggiandoglisi contro.
- Ha ragione, Inuyasha. È normale, le hanno appena fatto un prelievo. Dalle dieci minuti e vedrai che starà bene…- intervenne la signora Higurashi, che fino a quel momento era rimasta seduta in silenzio su una sedia poco distante.
Inuyasha sospirò, poco convinto. Strinse più forte la mano di Kagome, aspettando che si riprendesse del tutto.
- Dovrò rifarlo tutti i mesi, lo sai?- disse Kagome, sollevando la testa dalla sua spalla.
- Tutti i mesi? Ma non è un po’ troppo? Tu non sei forte come me…-
- Non essere sciocco, Inuchan. Ce la posso fare benissimo. E poi è necessario…serve alla dottoressa che mi segue…-
- Sarà…-brontolò lui- ma continuo a pensare che sia troppo. Dove vai?- le chiese poi, vedendola alzarsi.
- Devo andare in bagno…-ripose evasiva la ragazza.
- Poi possiamo tornare a casa?- le chiese.
- Manca ancora l’elettrocardiogramma, poi ho finito. Tra una mezz’ora potremo andarcene.-
Inuyasha si riappoggiò alla sedia, sbuffando.
Si stava chiedendo perché le donne dell’epoca di Kagome dovessero sottoporsi a quelle visite tremende quando nel suo tempo le gravidanze andavano avanti da sole, senza troppi problemi.
Più ci pensava, e più ogni cosa di quel tempo gli sembrava assurda.

ANTICIPAZIONI:
25- La Decisone di Naraku
...ad un tratto, un pensiero gli attraversò la mente con la velocità di un fulmine. Il ricordo sbiadito di una sensazione che non gli apparteneva fino in fondo, ma che era legata al suo essere con un sottilissimo filo rosso sangue.

Ovvero...fine della pace...^^

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Capitolo 25
*** La Decisione di Naraku ***


Buonasera a tutti, miei cari lettori!
Ancora una volta vi chiedo scusa...sono PESSIMA nell'organizzarmi la vita, in qualunque momento e situazione.
Spero che voi abbiate pazianza...=.=
Per parte mia, posso dire che Shakespeare (*_*) diceva "l'ordine è la virtù dei mediocri"...
Se aveva ragione, io sono un GENIO...^^

Ma veniamo a noi...
FINALMENTE ENTRA IN SCENA SESSHOUMARU!!!! YAHOO!!! *si lancia in una giga
Eh, sì...il grande signore dei demoni dell'ovest entra in scena in questo capitolo...il perchè e percome lo scoprirete leggendo...^_-

L'angolino dei GRAZIE (nutritissimo, nonostante la mia scarsa puntualità...grazie...T^T)

ICHIGOW GOTEN, BUNNY 1987, KRIKKA86, CELINA grazie davvero a tutte voi che mi seguite con così tanta costanza...sono contenta che il capitolo della visita vi sia piaciuto...per conto mio, mi sono divertita molto a scriverlo, cercando di immaginarmi nella situazione di Kagome...che dire...la storia degli esami non sorride nemmeno a me (soprattutto quelli del sangue...==), ma se vanno fatti....^^'''

MARYKU, RYANFOREVER, MOON_FLOWER felice che la mise di Inuyasha vi sia piaciuta...è nata da un sogno che feci un saaaaaaaaacco di tempo fa...ovviamente la persona in questione era un *pochino* diversa, ma mi piaceva l'immagine di Inuyasha vestito in quel modo. Suppongo che sarebbe davvero un infarto, una specie di visione paradisiaca per tutte le fan che si rispettino...^^ grazie del commento, e buona lettura!

ONIGIRI, MEL_NUTELLA la mia piccola pallina di riso che non perde un aggiornamento, e la dolcezza fatta ragazza (almeno nel nickname...^^)... felice che il capitolo vi sia piaciuto.
Volete una bacinella per le bave? ^O^ Le risposte alle vostre domande in questo aggiornamento....alla prossima bimbe! ^*^

JEPPI no, tesoro...per me nessun raffreddore antipatico che costringe a giorni e giorni sotto le coperte di pile. Non potrei esserne felice, ti pare? ^^La mia "coperta" è un essere umano, dolce e gentile, che ho avuto la fortuna di incontrare. ^_- Però mi spiace che tu sia malata...riguardati! ^*^
E così commentare all'ultimo è una tua abitudine, eh? Bene bene...metodo interessante...si ha molto più tempo per decidere cosa dire...grazie, sei sempre molto gentile ed attenta nei commenti...spero di riuscire a coinvolgerti sempre di più...tutte le risposte (o quasi^^) qui...

Bene, spigolo finito...
vi lascio alla lettura, rimandandovi al prossimo aggiornamento ( che sarà GIOVEDI'... altrimenti Sesshoumaru mi spela viva...)
Buon divertimento (spero)!
Baci
Rohchan

25- La Decisione di Naraku

Durante i giorni che aveva trascorso in isolamento nella sua villa arroccata tra le rocce sulle montagne, Naraku aveva studiato decine di piani possibili per sbarazzarsi di Inuyasha e compagni.
Il fatto che l’umana capace di vedere i frammenti della Sfera fosse incinta di Inuyasha dava una piega tutta particolare ai suoi pensieri, ed inseriva varianti sempre più truculente ai piani che immaginava di poter mettere in atto.
Aveva già deciso che non si sarebbe mosso ancora per qualche tempo…avrebbe fatto credere di essere scomparso una seconda volta, anche se avrebbe mantenuto i ‘contatti’, provocando di tanto in tanto qualche demone minore, giusto per mantenere l’abitudine e rovinare la pace rivoltante che sarebbe derivata dalla sua assenza.
La Sacerdotessa Kikyo, completamente annientata dalla rivelazione che lui le aveva fatto e poi Inuyasha aveva confermato, non gli era più di alcuna utilità…era in grado di vedere i frammenti della Sfera, ma Naraku era certo che non ce ne fossero più in giro, oltre a quello che manteneva in vita Kohaku ed i quattro in possesso di Inuyasha.
Sarebbe stata una gran bella liberazione se, insieme ad Inuyasha, fossero morti anche il monaco, la sterminatrice, ed il fratello del mezzo demone, Sesshoumaru.
Lui sì che sarebbe stato un problema.
Si erano misurati in combattimento il giorno della distruzione del monte Hakurei, quando lui aveva ottenuto il suo nuovo corpo. Era più veloce, più letale, ma Sesshoumaru sembrava sempre un passo più avanti, freddo e distaccato come solo un demone completo poteva essere.
Un demone completo.
Questo era da tempo il desiderio di Naraku.
Era una massa composita di demoni di diverse specie, dimensioni e poteri, ma il corpo umano del brigante Onigumo, che faceva da collante, sporcava la perfezione di quella perfidia.
L’unico rimedio era usare la Sfera per diventare un demone completo, ma dubitava che uno come Sesshoumaru l’avrebbe fatto arrivare allo scopo; non tanto per altruismo, quanto per risparmiare energie in futuro.
Sesshoumaru probabilmente immaginava che, una volta diventato demone completo, lui sarebbe stato troppo forte, anche per un Principe dei demoni. Quindi, tanto valeva ucciderlo finchè era ancora un gradino più in basso.
Naraku riflettè a lungo su questo punto; doveva liberarsi di Sesshoumaru, ma il metodo da utilizzarsi era un’incognita pericolosa. Se avesse fallito, il Principe non gli avrebbe certo dato una seconda possibilità.
Aveva tentato già una volta di inglobare il suo corpo di demone perfetto attirandolo in una trappola che aveva come esca la piccola umana che si trascinava sempre dietro, ma non aveva funzionato. In parte, il fallimento era anche dovuto all’improvvisa apparizione di quel ficcanaso di Inuyasha, che era spuntato fuori al momento meno opportuno.
Quindi, l’idea di riprovare ad usare quella bambina come esca non aveva alcun senso. Non ci sarebbe cascato una seconda volta.
Rimuginò intorno alla questione per lungo tempo, cercando il punto debole di Sesshoumaru.
Quella specie di rospo che gli faceva da servo non valeva certo la sua rabbia …ed era troppo piccolo e stupido per diventare una parte del grande Naraku.
Ad un tratto, un pensiero gli attraversò la mente con la velocità di un fulmine.
Il ricordo sbiadito di una sensazione che non gli apparteneva fino in fondo, ma che era legata al suo essere con un sottilissimo filo rosso sangue.

Kagura.

Certo, non poteva richiamarla indietro. Le aveva restituito il cuore e poi l’aveva uccisa, liberandola.
Patetico, da parte sua, ma d’altra parte quella sgualdrina non aveva per lui più nessuna utilità. Si era dimostrata dannatamente debole, da qualunque punto di vista.
Non era stata capace di compiere la missione assegnatale, ed in più aveva anche cominciato a sognare la libertà.
Però, forse, qualcosa di buono l’aveva fatto, prima di morire.
Con la mente, corse al giorno della morte di Kagura…e comprese.
Quella demone aveva dato il colpo di grazia al cuore del grande Sesshoumaru, già provato dalla lunga convivenza con la bambina. Sesshoumaru aveva sentito il suo odore, e si era precipitato da lei, forse nel tentativo di capire perché l’odore della donna era misto a quello della morte.
Sì, pensò Naraku, arricciando lentamente gli angoli delle lebbra in un ghigno.
Forse così avrebbe potuto funzionare.

***

- Signor Sesshoumaru, Rin è stanca…non potremmo fermarci?-chiese la bambina, arrancando faticosamente lungo il sentiero dietro il grande demone.
Sesshoumaru sospirò irritato, proseguendo il cammino.
Sapeva che gli umani attraversavano un periodo di grandi cambiamenti intorno ad una certa età, ed era convinto che Rin ci fosse vicina.
Quando il suo corpo sarebbe cambiato, la sua voce avrebbe cessato di essere così dannatamente fastidiosa ed irritante per le sue orecchie delicate.
- Stupida!- la rimbeccò Jaken, irritato, brandendo il bastone- Il grande signore Sesshoumaru non può sempre badare ai tuoi capricci. Se sei stanca, monta su A-hun.- concluse, saccente.
- Ma A-hun vola alto, signor Jaken…-protestò la bambina, alzando la voce di un’ottava. I timpani di Sesshoumaru fischiarono in maniera sgradevole.- Rin non vuole andare, no no. Rin vuole stare vicino al signore Sesshoumaru!- disse, sorridendo al demone rospo.
- Sta’ zitta, Rin. Mi infastidisci con i tuoi capricci. Ci fermeremo al tramonto.- disse Sesshoumaru, fermandosi di colpo lungo il sentiero. Jaken si fermò appena in tempo per non sbattergli addosso.
La bambina fece un cenno d’assenso con la testa. Il cielo cominciava a prendere le tinte calde del tardo pomeriggio, mentre una brezza fresca si levava dalle montagne a nord.
In silenzio, ripresero a camminare.

***

Una nube violacea solcò il cielo trapunto di stelle, dirigendosi ad est, quella notte stessa.
Chiusa in una capanna abbandonata in un villaggio ormai disabitato da molto tempo, Kikyo sentì i capelli sulla nuca rizzarsi sgradevolmente.
Era stanca, oltre ogni limite.
Spossata dallo sforzo continuo di tenere legato a sé lo spirito di Midoriko, e distrutta da ciò che Inuyasha le aveva detto, la Sacerdotessa era lacera e sporca, raggomitolata in un angolo, in silenzio.
Non aveva fatto altro che piangere, e si odiava per questo.
Piangere non sarebbe servito a nulla. Non le avrebbe restituito ciò che aveva perduto per sempre.
Si strofinò gli occhi con una mano, alzandosi lentamente in piedi, approfittando del muro come appoggio.
Odiava sé stessa per le lacrime versate, ma odiava ancora di più Naraku per ciò che aveva fatto.
Se non li avesse separati cinquant’anni prima, probabilmente sarebbe stata lei a portare in grembo il figlio di Inuyasha.
Ma così non era stato, e la colpa era tutta di Onigumo.
Era furiosa e frustrata, e l’entità dell’aura malefica non lasciava dubbi.
Si lasciò alle spalle il dolore, come uno straccio gettato in un angolo, ed uscì lentamente dal suo riparo, procedendo verso est.
Avrebbe avuto la sua vendetta, Sfera pura o no.
Questo, nessuno glie lo avrebbe tolto.

***

Kohaku ne aveva abbastanza di quella recita. Da tempo ormai progettava di andarsene da quella casa, ed attendeva soltanto il momento opportuno per farlo.
Quella sembrava la serata giusta.
Uscì dal castello di Naraku senza voltarsi indietro, silenzioso e rapido.
Avrebbe ucciso quell’essere immondo con le sue stesse mani, per ciò che gli aveva fatto.
Una bambina albina spuntò da dietro una porta in carta di riso e lo guardò, assente.
Sul suo specchio, l’immagine riflessa del ragazzino in fuga si trasferì nella mente di Naraku, fermo sulle sponde di un lago oscuro come una notte di luna nuova, incastonato in una radura di piante secche e striminzite.
Non gli interessava ora quello sciocco umano…aveva un progetto più importante in mente.

ANTICIPAZIONI:
26- La Nuova Creatura
Naraku ha in mente un piano diabolico per trarre in inganno Sesshoumaru...cosa si sarà inventato stavolta?

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Capitolo 26
*** La Nuova Creatura ***


AGH!!!
Chiedo scusa a tutti voi...
Quando non è il ritardo normale che fa parte della mia natura, è il mondo che mi si mette contro...=.=
Per esempio...
questa volta avevo fuso il pc. T^T Meno male che sono riuscita a recuperare tutto...^^''''

Immagino siate ansiosi di leggere, quindi vi rimando a giovedì (se non capita nulla di strano....) per tutti i ringraziamenti.
Nel frattempo, un grazie di tutto cuore a voi, che mi leggete e commentae, perchè sono arrivata a QUOTA 200!!!!
YAHOOOOOO!!!!

Baci Rohchan 26- La Nuova Creatura

Kagome finì gli esami intorno a mezzogiorno.
Riconsegnate le ultime provette, l’infermiera Kushimi le consegnò il foglio della dottoressa debitamente compilato, con la data del ciclo di analisi successivo; sarebbe stato il 6 di Ottobre.
- Non esiti comunque a venire, per qualunque problema…- le disse, gentile.
- Grazie…-rispose Kagome, inchinandosi leggermente e volgendosi per andarsene.
Inuyasha, Kagome e la signora Higurashi uscirono dall’ospedale nel sole inclemente del mezzogiorno.
La ragazza si sentiva ancora piuttosto stordita, sebbene la madre avesse insistito nel farle bere una tazza di latte e mangiare una brioche, seguita da una tavoletta di cioccolato formato mignon che Inuyasha aveva insistito perché finisse.
Ora camminavano lentamente, la madre davanti ed i ragazzi dietro di un passo, mano nella mano.
Il mondo sembrava avere dei colori vividi e luminosi, dopo tutto il candore interno dell’ospedale.
- Ti senti meglio?- le chiese Inuyasha, stringendole impercettibilmente la mano.
- Sì…-assentì Kagome, voltandosi a guardarlo.
In realtà si sentiva come se uno schiacciasassi le fosse passato addosso, e ad ogni movimento brusco la testa prendeva a girarle come una trottola. Trasse un profondo respiro, inclinando in avanti il capo, ed Inuyasha le lasciò la mano cingendole la vita in un gesto fulmineo, deciso e protettivo.
- Forza…- le disse, guardandola un po’ preoccupato- tra poco saremo a casa, e potrai dormire un po’.-
- Ma non ho sonno…- rispose Kagome, facendoglisi più vicina.
La signora Higurashi si fermò alla pensilina del pullman, e sedette sulla panchina facendo cenno a Kagome di sedersi accanto a lei.
- Coraggio, cara…-le disse, dandole delle pacche leggere su una spalla- una volta a casa ti sentirai meglio…-
- Già…- Kagome trasse un altro respiro profondo, poggiandosi alla plastica della pensilina.
Dopo pochi minuti, arrivò il pullman che li avrebbe riportati a casa.

Kagome non ce la fece a salire le scale del tempio. Scendendo dal pullman ebbe un mancamento, ed Inuyasha la prese in braccio portandola all’ombra degli alberi che fiancheggiavano il viale.
Guardandoli, non si capiva chi stesse più male.
Il mezzo demone salì le scale a balzelloni, lasciando indietro la signora Higurashi, che invece se la prese con più calma.
Giunto in casa, Inuyasha accompagnò una Kagome stremata di sopra, adagiandola delicatamente sul letto.
- Grazie..-gli disse, in un sussurro, pallidissima.
- Di niente. Vuoi qualcosa?-
- Soltanto riposare…-gli rispose- mi spiace farti preoccupare in questo modo.-
- Non dire stupidaggini. E poi forse sarebbe meglio se mangiassi ancora un po’ prima di dormire.-
- La sola idea mi da’ la nausea, Inuyasha…non me la sento di mangiare.-
- Come vuoi…- borbottò lui di rimando.
Kagome si assopì in fretta, il respiro lento e regolare, ed Inuyasha si sedette in terra accanto a lei.

***

Naraku rimase immobile sulla sponda del lago, le orecchie tese al silenzio della notte. Nulla si muoveva, nel silenzio ovattato rotto solo di tanto in tanto dal sibilo del vento tra i rami spogli.
- Vieni avanti, Mekura.- disse, apparentemente al nulla, dopo un tempo che parve infinito.
Qualcosa si mosse sulla superficie del lago, increspandone le acque scure.
Una piccola barca procedeva verso la riva, lentamente. Nell’oscurità della notte, tutto ciò che si poteva distinguere era una figura scura seduta a poppa, silenziosa e coperta con quello che pareva un velo matrimoniale.
La barchetta si incagliò nel fondale basso della sponda, e la figura scese, in silenzio, abbassando il velo e rendendo un po’ più visibili i lineamenti del viso alla pallida luce della luna e delle stelle.
Era un viso giovane, grazioso e dalla pelle liscia e delicata. La piccola bocca a cuore era chiusa in un’espressione tranquilla, e due grandi occhi chiari erano circondati da ciglia folte, sottili e nerissime. I capelli, di un bel castano ricco, ricadevano in onde morbide sulle spalle, sfuggendo al velo e scivolando fino al bacino di un corpo inconfondibilmente femminile, seppure ancora acerbo, fasciato in un kimono chiaro con un obi in contrasto.
- Mi chiedevo quando sareste tornato, mio signore.- disse la ragazza, con voce leggera. - E’ da molto ormai, che non venite da Mekura.-
Protese le mani avanti, nell’oscurità, fino a sfiorare il ricco abito di Naraku. Il mezzo demone chiuse tra le sue la mano destra della ragazza, poggiandole sul palmo una scheggia della Sfera.
- Farai ciò che ti chiedo, Mekura?-
- Tutto ciò che il mio signore ordina.-
- Voglio che tu ti faccia trovare da un demone, di nome Sesshoumaru. Dovrai seguirlo e diventare la sua ombra. Fare in modo che si affezioni a te.-
- Sarà come il mio signore desidera.- rispose Mekura, stringendo la scheggia di Sfera ed infilandola al sicuro nell’obi del kimono.- Ditemi, signore…è già notte?-
- Sì, Mekura. Notte fonda. Torna alla tua casa, e quando sentirai gli uccelli annunciare il giorno, incamminati verso ovest.-
Mekura chinò il capo, rimise il velo e risalì sulla barca.
- Ed ora vediamo come te la cavi con questo, Sesshoumaru…- disse gelido Naraku, quando la barchetta venne inghiottita dall’oscurità.

ANTICIPAZIONI:
27- Il Vento e il Lupo
Inuyasha e Kagome sono ancora via...e Koga viene a cercare Kagome a Musashi...perchè??

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Capitolo 27
*** Il Vento e il Lupo ***


Bene bene bene...
monotona che sono. ^^
Come promesso la scorsa settimana, un angolino dei grazie ben nutrito, in previsione del nuovo capitolo.
Preeparatevi gente...è una mezza geremiade.
Intanto Sesshoumaru si scalda i muscoli facendo un po' di addominali.
Sapete, la parte del demone gelido e assetato di sangue è pesante da portare...^_-

Ma veniamo a noi...
GRAZIE a:

ONIGIRI santo cielo bimba! Tutta quesa fiducia nei miei confronti...addirittura imparare da me...che vuoi che dica. Ne sono, ovviamente, onorata. Cercherò di essere un'insegnante all'altezza dell'allieva...^_^
Su Naraku e Kikyo...dunque.
Mi hanno sempre affascinata, soprattutto Kikyo. E' un personaggio emblematico, spesso bistrattato, molto ben pensato. Ammetto che, su di lei, per me è abbastanza semplice scrivere.^^
Naraku, invece, è un po' più...complesso. Per riuscire a descrivere lui, devo vedere le cose dal mio punto di vista (notoriamente, cronicamente, a tratti stupidamente buono ), e poi rivoltarla come un calzino. Condire con perfidia, astio, rancore...e il gioco è fatto.^^ Per quanto riguarda Koga...beh...buona lettura!^_^

MARIKU, KRIKKA, BUNNY1987 grazie mille dei commenti...spero di sciogliere i vostri dubbi, almeno un pochino, con questo capitolo...buona lettura!!

MEL_NUTELLA Sesshoumaru imparare ad essere gentile? Ceeerto...
E Inuyasha ballerà il Lago dei Cigni con una calzamaglia fucsia a pallini verdi...^O^ Il nodo è venuto al pettine. La nuova "arma" di Naraku si chiama Mekura, e spero vorrai bene a questo personaggino che ho inventato apposta per il nostro Principe. Buona o cattiva?
Genuina o traditrice? Mah...

RYANFOREVER aspetta a dire 'sgoccioli'...è al primo mese di gravidanza, la nostra Kagomina...^_^ e poi, quante domande! Felice che la storia ti prenda tanto....rispste alle tue domande in questo aggiornamento!

MOON_FLOWER mamma mia...mi hai fatto venire un colpo...meno male che ho recuperato nel finale..^^ spero di riuscire sempre a salvarmi in corner in questo modo...^__- buona lettura!

JEPPI ebbene...ti presento Mekura (che, in realtà, è un po' Rohchan all'interno della storia...non ho resistito, vi chiedo perdono T^T). E' un'umana...ma non voglio dire di più.
La sua storia la scoprirai tra qualche capitolo...nel frattempo, buona lettura!!

Bon...spigolo finito....
vi lascio alla lettura e vi aspetto la prossima settimana!
Baci
Rohchan (che va ad aiutare Sesshoumaru coi pesi....)

27- Il Vento e il Lupo

Sango e Miroku continuarono a lavorare alacremente fino al tramonto. Ora che le tavole del pavimento erano state sostituite ed una nuova tenda faceva bella mostra di sé alla porta, la casa iniziava a prendere un aspetto più confortevole.
Stavano togliendo gli infissi delle finestre per poterle sostituire, quando Kirara, che era acciambellata accanto alla porta, prese a ringhiare piano in direzione di un turbine che si avvicinava a gran velocità al villaggio.
I due ragazzi si guardarono perplessi. Entrambi avevano visto troppe volte quel turbine per potersi sbagliare, ma Koga non si era mai spinto fino al villaggio.
Lasciarono perdere il loro lavoro e si diressero al sentiero principale, dove il demone lupo li raggiunse poco dopo, fermandosi di colpo e sollevando una gran nube di polvere.
- Dov’è Kagome?- chiese, senza tanti preamboli, appena la polvere si fu posata.
- Buongiorno Koga…-salutò Sango, calcando le parole.- non c’è…-
- Il botolo non sarà con lei?! Non sento il suo puzzo qui intorno.-
- Non credo ti riguardi, Koga…-intervenne Miroku, mantenendo un tono conciliante.
- Allora ho ragione!- sbottò Koga, serrando i pugni- E’ andato con lei!-
- Anche se fosse, non potresti seguirli.- disse Sango, ora visibilmente contrariata dalla scarsa educazione del demone.
- Attenta, femmina…-le ringhiò contro Koga. Kirara si trasformò all’istante accanto alla padrona, guardando in tralice l’avversario.
- Saranno di ritorno domani…-disse Miroku, frapponendosi tra loro e guardando Koga in un modo che non ammetteva repliche.- E’ inutile che tu stia qui ad aspettarli. E poi, si può sapere perché vuoi vedere la divina Kagome?-
- Non credo ti riguardi, misero umano…-ribattè Koga- comunque non importa. Tornerò domani. Devo vedere Kagome.-
E si allontanò veloce come era venuto.
- Chissà che gli è preso…-disse Sango, guardandolo allontanarsi.
- Non lo so…-replicò Miroku- ma non è da lui comportarsi in questo modo. Passi con Inuyasha, ma a noi ha sempre portato un po’ di rispetto. Sembrava furioso.-
- Credi che sappia…?-
- Non lo so, Sango. Tutto è possibile, ma non vedo come avrebbe potuto venirne a conoscenza. Nemmeno Naraku sa nulla di lui e Kagome.-
- Sarà…- concluse dubbiosa Sango.
Tornarono lentamente al loro lavoro, finendo poco prima che il sole calasse del tutto dietro le colline ed un latrato lacerasse l’aria, da qualche parte più ad ovest.

***

All’ approssimarsi del tramonto, Sesshoumaru si fermò nei pressi di una piccola grotta nel fianco della montagna che stava scalando con Rin e Jaken.
Definirla montagna era farle un complimento, si disse, sedendo su un blocco di roccia a strapiombo sulla valle. Non era molto alta, ed i suoi fianchi, un tempo aspri, erano stati limati da centinaia d’anni di vento, pioggia e sole. In definitiva, somigliava di più ad una collina troppo alta.
Rin si sedette stancamente ai piedi del blocco di pietra, circondandosi le ginocchia con le braccia e poggiandovi la testa. Una brezza leggerissima scuoteva piano le foglie degli alberi, portando il profumo dei fiori che crescevano lì intorno.
Il vento. Sesshoumaru si lasciò andare al ricordo del vento, di una piuma candida che tagliava il cielo azzurro dell’estate ormai finita.
Lo stomaco di Rin brontolò con forza. Arrossendo, la bambina si allontanò in fretta alla ricerca di radici e frutta da mangiare per cena.

Rin caracollò giù per il sentiero, in cerca di cibo.
L’oscurità stava scendendo velocemente, e lei non aveva intenzione di rimanere lontana da Seshoumaru con il buio così vicino. Si fermò vicino ad un cumulo di rovi, dove succulente more nere come la notte facevano bella mostra di se tra le foglie e le spine appuntite. Ne raccolse due manciate, infilandole in un fazzoletto bianco, per poi scendere ancora più in basso; aveva visto della cicoria selvatica e del girasole, e pensava già di mangiarsele, quando un latrato nell’aria la fece sobbalzare.
Del tutto dimentica delle verdure, corse indietro verso i suoi amici.
Sesshoumaru la vide arrivare di corsa e scattò in piedi. Aveva sentito il latrato dei lupi, e sapeva che Rin aveva paura. La bambina si nascose dietro di lui, ansante, il fazzoletto con la misera cena stretto tra le piccole mani sporche di succo e terra.
Il cielo stava ormai diventando viola scuro, e Jaken accese un fuocherello nell’interno della grotta, dove i tre viaggiatori trovarono riparo per la notte.
Rin mangiò le sue more in silenzio, le orecchie tese al minimo rumore esterno. Quando la luna al suo penultimo quarto brillò alta nel cielo, finalmente si addormentò, raggomitolata contro A-hun, russando piano, i pugni stretti al petto come a proteggersi.
Ma Sesshoumaru non dormì. Si sedette appena fuori dalla grotta, le gambe incrociate, l’unico braccio con la mano poggiata sull’elsa della Tokijin.
Nessun latrato disturbò ancora la notte.

***

La notte passò lenta e silenziosa, e la luce dell’alba colò sulle cime delle montagne lontane a nord e strisciò dentro la grotta sul fianco della collina dove una bambina dormiva raggomitolata contro un grosso animale a due teste.
Aprì gli occhi, assonnata. Si sedette pigramente, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.
Quando riuscì a mettere a fuoco la situazione, ricordò quello che era successo e dove si trovava.
La grotta era fresca, e il fuoco che la sera prima ardeva gioioso era ridotto ad un cumulo di cenere al centro dello spazio aperto. Poggiato contro le rocce sull’imboccatura della caverna, un demone dagli splendidi capelli bianchi scrutava la pianura più in basso, gli occhi ambrati ridotti a fessure.
Rin gli si avvicinò.
- Ti sei svegliata, finalmente. È tardi. Il sole è sorto già da un pezzo.- le disse, con voce fredda.
- Mi dispiace, signor Sesshoumaru. Rin era tanto stanca.-
- Lo so. Accendi il fuoco, se vuoi mangiare.-
- Sì, signor Sesshoumaru.-
La bambina si voltò ed andò alle ceneri del fuoco, inginocchiandosi per terra. Prese una manciata di foglie secche da un mucchietto vicino al punto dove Jaken aveva dormito la sera prima, due legnetti e prese a sfregarli alacremente, finchè da uno di essi non si sprigionò una scintilla che incendiò le foglie secche, ed in poco tempo il fuoco tornò a scaldare la grotta.
Qualche minuto dopo, Rin sentì dei passi strani provenire dall’esterno della caverna.
- Era ora, Jaken. Iniziavo a pensare che fossi annegato.-
- Oh, signor Sesshoumaru…-gracchiò il demone rospo, sciaguattando dentro la caverna, due grossi pesci in spalla- vi stavate preoccupando per me…- Jaken aveva gli occhi come piattini, pieni di lacrime.
- Cucina quei pesci e mangiate. Voglio valicare la montagna prima di mezzogiorno.-
Jaken si avvicinò al fuoco, e Rin realizzò perché i passi gli erano sembrati strani; il demone era zuppo come se si fosse gettato completamente vestito nell’acqua, e portava in spalla due trote piuttosto grosse ed evidentemente fresche di pesca.
La bambina prese due stecchi robusti e infilzò i pesci, mettendoli ad abbrustolire sul fuoco.
Quando furono cotti, ne prese uno e si avvicinò a Sesshoumaru, ancora perso nell’osservazione della valle.
- Volete assaggiarne un po’, signor Sesshoumaru? È molto buona, Jaken è stato bravo a pescarle…-
- Ti ho già detto più volte che non mangio il cibo degli umani.- ripose lui, senza guardarla- Mangia, poi dovremo andarcene.-
- Sì!- Rin sorrise a Sesshoumaru, anche se lui non poteva vederla.
Era vero, era scontroso e burbero, e poteva fare molta paura a chi lo vedeva passare. Ma lei vagava insieme a lui da molto tempo, e sebbene non dimostrasse di tenere a lei in alcun modo, Rin sapeva che, a suo modo, Sesshoumaru le era affezionato.
Non le faceva mancare nulla; le dava il tempo di procurarsi il cibo, degli abiti, e quando non riusciva a far da sola mandava Jaken a darle una mano. Si occupava di lei in prima persona solo quando erano in pericolo.
A lei questo bastava.
Tornò verso il fuoco e Jaken, mordendo avidamente la sua trota. Era davvero buona.
Sesshoumaru continuò a scrutare la valle ai suoi piedi, i sensi tesi a percepire qualunque rumore o movimento sospetto.
Sembrava tutto calmo, ma una strana sensazione lo avvertiva che qualcosa non andava.
Qualcuno si stava avvicinando, lento ma inesorabile.
E probabilmente, li avrebbe raggiunti prima di mezzogiorno.

ANTICIPAZIONI:
28- Mekura e Sesshoumaru
Finalmente l'incontro tra la creatura di Naraku ed il glaciale, crudele, e per questo meraviglioso Principe dei demoni. Ed ora? Cosa si prepara all'orizzonte?

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Capitolo 28
*** Mekura e Sesshoumaru ***


...
ok, mi sono fatto incastrare di nuovo.
Rohchan mi ha chiesto -supplicato è la parola adatta...-di aggiornare al posto suo.

Teme che la vogliate uccidere perchè non ha aggiornato per un po'.

A sua discolpa posso dire che gli esami universitari la stanno facendo impazzire (e di conseguenza nemmeno i miei neuroni stanno troppo bene...==)
Quindi, muoviamoci.

L'angolo dei GRAZIE:

RYANFOREVER sì sì...Rohchan mi ha messo alle calcagna quella ningen...delucidazioni qui.

BUNNY1987, KRIKKA86, MARIKU sentite. IO SONO UN PRINCIPE DEI DEMONI. Non ho nessuna intenzione di farmi mettere nel sacco da un'umana qualsiasi. Però, se volete sapere cosa succede, potete sempre leggere.

ONIGIRI umana....azzardati a pensare di fare una cosa simile con la mia pellicia...potrei decidere di ucciderti. Sì, Kagura...quella demone era...particolare.
Anche tu con questa Mekura...sì. Rohchan ha creato un personaggio molto particolare, ma non voglio guastare la sospresa a nessuno. Buona lettura.

JEPPI Rohchan ti ringrazia da dietro la porta dove si è nascosta...e ti augura buona lettura. Presto la matassa inizierà a dipanarsi...

Ecco fatto.
Torno da lei, a cercare di convincerla che nessuno di voi tenterà di ucciderla.
Godetevi il capitolo,e da parte sua, grazie per la pazienza.

Ah sì...
dimenticavo.
Il capitolo è dedicato a ONIGIRI (per gli esami) e a SCINTIL92...tanti auguri di buon compleanno...

28- Mekura e Sesshoumaru

Quando il canto delle allodole penetrò nel piccolo rifugio tra i rami spogli degli alberi intorno al lago, Mekura eseguì gli ordini di Naraku.
Con mani svelte e leggere liberò la barca dal suo ormeggio, tagliò trasversalmente il lago e raggiunse la sponda opposta, incamminandosi verso le colline che si ergevano tutto intorno.
Era una ragazza di circa vent’anni, alta e magra, vestita di un umile kimono verde scuro.
I capelli, lunghissimi e lucenti, le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena fino alle anche, ondeggiando docili ad ogni suo movimento. I suoi occhi erano strani, però; vacui, vuoti, come privi di luce.
Mekura era cieca.
Lo era fin dalla nascita, e quando i suoi genitori erano morti, uccisi dai demoni, qualche anno prima, lei era stata cacciata dal villaggio. Nessuno aveva tempo e voglia di occuparsi di una bambina cieca.
Mekura aveva così trascorso gli ultimi anni da sola, in quella specie di rifugio in riva al lago, sfruttando una vecchia tana abbandonata dal precedente proprietario; conosceva bene quel posto…veniva con sua madre quando bisognava lavare i panni, ed aveva imparato a ricordare ogni dettaglio grazie al tatto sviluppatissimo ed all’aiuto della donna, che l’aveva accompagnata in lunghe passeggiate nei pomeriggi estivi in cui non c’era nulla da fare.
Aveva imparato a riconoscere il terreno franoso della sponda, e quello più solido e compatto, liscio come una tavola, su cui correva il sentiero; conosceva gli alberi, le erbe ed i fiori che crescevano sulla sponda, e sua madre le aveva insegnato a trovare dei meli e dei ciliegi che in primavera ed autunno davano ottimi frutti.
Così, quando era rimasta sola, Mekura non si era sentita troppo abbandonata ed infelice. In fondo, aveva di che mangiare, ed un posto dove dormire la notte. Passava le sue giornate ad ascoltare il lago e il bosco, ed un giorno questi gli avevano parlato di un essere che vagava nei dintorni, senza motivo apparente.
Era stato il giorno in cui aveva conosciuto Naraku.
Da giorni non mangiava molto; l’estate era calda, e le erbe intorno al lago si erano seccate all’improvviso, per via della mancanza di pioggia. Viveva di frutti piccoli e secchi, ed ogni tanto le riusciva di prendere un pesce, ma non troppo sovente; gli animali le scivolavano via dalle dita appena lei tentava di chiudere le mani.
Naraku era stato gentile con lei; le aveva portato cibo, ed un nuovo kimono con cui sostituire quello che indossava, ormai liso e sporco al punto di essere irriconoscibile.
Quando gli aveva chiesto come poteva ricambiare tanta gentilezza, Naraku non le aveva risposto subito; aveva sospirato, e Mekura aveva temuto di aver detto qualcosa di sbagliato.
Ma Naraku le aveva detto che l’avrebbe ripagato al momento giusto, quando sarebbe stato lui ad avere bisogno di lei.
E quel momento era arrivato, infine.
Continuò a camminare finchè non sentì il terreno iniziare ad inclinarsi sotto i suoi piedi; con le mani tese in avanti, trovò il terreno in pendenza della collina e lentamente, con cautela, prese a salire abbandonando il sentiero.
Naraku le aveva detto di procedere verso ovest, e di cercare il demone Sesshoumaru.
Non l’avrebbe deluso.

Poteva essersi sbagliata, ma le era sembrato di sentire la voce di una bambina.
Aggrottò le sopracciglia. Naraku le aveva detto solo di un certo Sesshoumaru, non aveva parlato di bambini.
- Arrivo subito, Jaken!- aveva gridato la voce, avvicinandosi a lei.
Mekura si era appiattita più che poteva contro la sponda, sperando di passare inosservata.
Ma non era servito.
Aveva sentito i passi rallentare e poi fermarsi di colpo, ed un respiro ansante farsi più lento e silenzioso.
Qualcuno la stava guardando.
- Chi c’è?- chiese alla sponda davanti a se.
Sentì un fruscìo alla sua destra, ed istintivamente voltò il capo da quella parte, tendendo la mano verso la fonte del rumore.
Ma le sue dita non strinsero che l’aria.
- Chi c’è?- chiese di nuovo, una nota di spavento nella voce.
Non aveva paura dei tronchi, delle foglie, dell’erba o dell’acqua. Non degli uccelli, o degli insetti o dei pesci. Di nulla che fosse selvatico.
Mekura temeva soltanto la voce umana che non rispondeva alle sue richieste.
Puntando il braccio sinistro sul terreno in pendenza, si scostò e rimase immobile, il viso irrigidito in un’espressione preoccupata e spaventata teso verso la fonte del rumore.
Un rametto si spezzò, e Mekura si chinò velocemente in basso e in avanti, afferrando della stoffa ruvida.
Forse tela di sacco.
Una voce diversa da quella infantile di poco prima prese a schiamazzare in maniera sgradevole, interrotta dopo pochi istanti da una fredda voce maschile, adulta e monocorde.
- Basta così, Jaken.-
- Ma, signor Se…-
- Non pronunciare il mio nome.- scandì la voce, atterrando con un salto vicino agli altri due.- Tu..lascialo andare.-
Mekura non si mosse. Continuò a stringere la casacca del demone rospo, la mano sinistra poggiata sul terreno a sorreggere il suo peso.
- Chi c’è?- rispose, ed invece di mollare la presa la strinse ancora di più- Per due volte ho chiesto chi c’è, e non ho ottenuto risposta. Chi siete?-
- Signore…-intervenne la voce della bambina- signore, guardate..lei…non vede…-
Mekura sentì lo spostamento d’aria provocato dal passaggio veloce di una mano davanti al suo viso, e la sinistra scattò in avanti. Sfiorò un lembo di stoffa più leggera e morbida, che le scivolò tra le dita.
Con un gridolino spaventato, la bambina indietreggiò. Mekura sentì i suoi passi affrettati spostarsi indietro, ed un rumore metallico provenire da davanti a lei.
- Lascialo andare, ho detto.- la fredda voce maschile ripetè l’ordine in un tono che non ammetteva repliche, ma Mekura non si fece intimidire.- Lascialo, e ti risparmierò la vita.-
Sesshoumaru aveva studiato la donna che gli si parava davanti, ed aveva concluso che non era un demone. La Tenseiga gli aveva detto che non era morta, e di conseguenza aveva capito che doveva essere solo una semplice umana.
Un’umana cieca.
Tuttavia, l’espressione vacua del suo volto tradiva spavento e sfacciataggine insieme.
Lui non aveva mai dovuto ripetere a nessuno un ordine. Con lei era già successo due volte.
- Lascialo andare, signora, per favore…- aveva ripetuto la bambina, con voce leggermente soffocata. Probabilmente, era nascosta dietro le gambe dell’uomo e parlava da dietro la stoffa dei suoi pantaloni.
La sua presa sulla casacca di Jaken si allentò, e lei sentì la stoffa scivolarle via dalle dita, seguita dal movimento di piccoli passi che si allontanavano di poco.
- Che cosa fai qui?- chiese la voce maschile, mentre si sentiva una seconda volta il rumore del metallo strisciato contro il legno ed il secco clack di una chiusura.
Una spada.
- Mi sono persa, signore. E voi mi avete spaventata, e non so nemmeno chi siete. Ancora non me l’avete detto.-
- Non vedo come possa riguardarti..-ribattè lui, freddo- visto che non ci incontreremo più.-
- Suppongo potreste chiamarla cortesia. C’è una bambina con voi, che mi ha terrorizzata. E quello che avete chiamato Jaken non è stato da meno, ed il tono con cui vi si rivolge mi fa pensare che sia vostro servo, anche se tuttavia non umano. La sua voce è da adulto, quasi vecchio, ma è troppo piccolo per essere un uomo. Quindi dev’essere un demone, ed i demoni non servono gli esseri umani, a meno che non siano malvagi. Ne deduco che siete un uomo importante, quantomeno. Non un bonzo, poiché siete armato…e comunque, se lo foste stato avreste purificato il demone…allora forse un samurai corrotto? E cosa ve ne fareste di una bambina? Se così fosse, se foste un samurai corrotto, l’avreste uccisa, ma lei è viva. Non siete un uomo malvagio, ma avete un demone al vostro servizio. Siete dunque un demone…anche se non capisco l’utilità della bambina, per voi.-
Aveva parlato da seduta a terra, i piedi raccolti come se si trovasse a tavola. Le mani sporche di terriccio ed erba erano graziosamente posate in grembo, e la massa di capelli castani riluceva alla luce del mattino inoltrato che filtrava tra le foglie, sfuggendo alla pezza di lino bianca che portava in testa, come un velo matrimoniale.
Il volto di Sesshoumaru si deformò per un momento in maniera sgradevole. I suoi occhi d’ambra fissarono freddi quegli occhi che non potevano restituirgli lo sguardo, che ora non esprimevano più paura, ma soltanto il vuoto.
- Non sono un uomo, è vero. Per essere cieca sei brava a cavartela.-disse, infine.- E’ vero che l’hai spaventata?- chiese, evidentemente rivolto alla bambina.
- Non l’ho fatto apposta…-la sentì rispondere- a dire la verità, anche Rin aveva paura.- rispose quella.
- Jaken…sei un incapace.- Mekura sentì il demone squittire da qualche parte un po’ più a sinistra rispetto al padrone.- Dovevi proteggerla.-
- Non avevo intenzione di fare male a nessuno…-disse Mekura, con un debole sorriso- e d’altra parte, come potrei? Avete ragione, quando si è ciechi si impara a cavarsela, ma non sono comunque in grado di uccidere nessuno. Non sono nemmeno armata.- concluse, alzandosi in piedi.
- Dovresti avere paura di me, donna. Sono un demone, l’hai detto poco fa.- rispose Sesshoumaru, i tratti irrigiditi dalla collera. Non gli piacevano gli umani, non gli erano mai piaciuti.
Troppo stupidi. Come Rin, che aveva detto il proprio nome quando lui tentava di tenerlo nascosto per proteggerla.
- Se aveste voluto uccidermi, l’avreste già fatto. E comunque, un demone in viaggio con una bambina umana non può disprezzare troppo gli umani. Quindi, se non mi avete ancora uccisa, dubito che lo farete ora, o in qualunque altra occasione. Mi manca ancora il vostro nome, signore. Rin è delizioso, per una bambina…-disse, con un sorriso delicato, abbassando il viso verso il punto dal quale aveva sentito provenire la voce della bambina.
Rin arrossì leggermente, stringendo più forte la stoffa dell’abito di Sesshoumaru.
- Perché ti trovi qui?- chiese, autoritario. Mekura sospirò stancamente.
- Mi sono persa, ve l’ho detto.-
- Sei cieca e perspicace, ma non furba. Ti sei avventurata in luoghi che non conosci, e probabilmente sei una ladra.-
- Perchè dite questo?-
- Che motivi avrebbe una cieca per vagare senza direzione, oltre i luoghi che conosce? Perché questo significa perdersi.-
Un altro sorriso obliquo ma delicato comparve sul viso di Mekura.
- Sono stata cacciata soltanto perché sono cieca. Non sono una ladra.-
Sesshoumaru fremette, ma non di collera.
Gli esseri umani sapevano essere più spietati dei demoni, a quanto pareva. Avevano abbandonato Rin, condannandola alla morte, ed ora incrociava questa sconosciuta, coraggiosa e spavalda, e scopriva che era stata cacciata perché era cieca.
Contro ogni ragionevolezza, sentì il sangue ribollirgli nelle vene.
I demoni uccidevano i compagni inutili…gli umani li abbandonavano alla loro sorte.
- Io sono Sesshoumaru.- disse infine, ed il cuore di Mekura perse un battito.
Aveva rischiato il tutto per tutto esponendosi, ma l’aveva trovato.
Aveva trovato Sesshoumaru.

ANTICIPAZIONI:
29- Koga e Kagome
Alla fine, gli altarini andavano scoperti...Koga doveva sapere...ed era inevitabile che...

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Capitolo 29
*** Koga e Kagome ***


Buonasera buonasera a tutti!!!
Come state? Spero tutto bene...chissà quanti di voi saranno già in vacanza...T^T io sono inchiodata al forno della panetteria in cui lavoro -e ai libri da studiare- per tutta l'estate.
Eh, vabbè...
veniamo a noi.
Capitolo nuovo nuovo nuovo con una coppia che promette scintille -ma non in bene, ahivoi..^^'''-. Intanto Sesshoumaru mi fa un po' aria con un ventaglio.
Sogno di demone dai capelli color della luna...*_*

Ahem...U_U
GRAZIE a:

MEL_NUTELLA, MARIKU sono felice che Mekura vi piaccia tanto. Ho cercato di creare un personaggio che si distinguese da quelli della Sensei pur essendo adatto alla storia. Non posso lamentarmi del risultato, visto l'apprezzamento che tutti dimostrate nei suoi confronti....sul ruolo buona/cattiva glisso...si vedrà più avanti. ^^
Una storia stupenda e appassionante, dice Mel...urca. Come esimermi dal rispondere a un complimento così bello? ^_^ Beh...io scrivo per piacere, ma funziono come una 'pentola a pressione', nel senso che la storia mi cresce dentro fino al punto in cui devo metterla su carta per non esplodere. Nel caso di questa ff, la gestazione (visto che siamo in tema gravidanze^^) è durata quasi 4 mesi...poi ho iniziato a scrivere, senza però sapere dove sarei arrivata. Pensa che il progetto originale prevedeva 11 capitoli (la 'notte della stella cadente', 9 capitoli -uno per ogni mese di gravidanza- e l'epilogo.) Siccome questo è il 29esimo capitolo, vedi da te che la cosa mi è un PO' sfuggita di mano...^^''' Buona lettura!

RYANFOREVER, KRIKKA86, BUNNY1987 grazie grazie grazie, e buona lettura a tutte e tre ^*^

ONIGIRI sappi che Sesshoumaru ha alzato gli occhi al cielo con un mezzo sorriso a leggere il tuo commentino per lui...^_^
quanto a me, non posso fare altro che SPERARE di non deluderti..^^ sono usciti i quadri con i voti? E' andato tutto bene? Fammis apere, lo sai che ci tengo....^*^

MOON_FLOWER per carità tesoro non farti più beccare a definire Sesshoumaru debole....T^T il mio bel ventaglio...per i piani di Naraku, vedrai...*cerca di togliere dalle mani di Sechan il ventaglio, con scarsi risultati

NANA93 alla faccia, addirittura??? Ho fatto guadagnare una fan alla sensei con il mio scritto??? Wow, me lusingatissima!! #^^# Spero continuerai a seguirmi....ho ancora parecchia strada da fare...grazie mille, davvero. E' uno dei più bei complimenti che abbia ricevuto...^^

Bene, spigolino finito...non mi resta che augurarvi buona lettura e....rimandarvi ad ungiornoimprecisatodellaprossimasettimana (^^) per il nuovo aggiornamento.
Buone vacanze a tutti!!!
Rohchan

29- Koga e Kagome

- Allora Kagome! Sei pronta?- sbottò Inuyasha scocciato, rivolto ad una porta di legno chiaro chiusa a chiave dall’interno.
- Ancora un momento, Inuyasha! Due secondi e sono pronta!- rispose la voce soffocata di lei da dietro la porta.
- Sono venti minuti che dici che sarai pronta tra due secondi…-la rimbrottò Inuyasha, alzando gli occhi al cielo.

Nel tempo di Kagome non aveva senso basarsi sul sorgere del sole per iniziare la giornata; c’era una cosa che si chiamava sveglia che poteva essere usata per svegliarsi la mattina, a qualunque ora. Era un oggetto che nell’era Sengoku non esisteva, ed a cui Inuyasha non si era ancora abituato.
Alle otto di quella mattina, la sveglia aveva trillato gioiosa nella stanza da letto della ragazza, ma non aveva fatto in tempo ad esaurire la carica; spaventato dal rumore sconosciuto, Inuyasha era saltato dal letto e in un movimento fluido e preciso aveva tagliuzzato la sveglia in cinque informi pezzi di metallo accartocciato, costringendola al silenzio.
Gli ingranaggi erano volati per tutta la stanza, e Kagome, invece di essergli grata, l’aveva mandato a cuccia tante di quelle volte che lui aveva creduto gli si sarebbe spezzata la schiena.
Certo, l’aveva praticamente scaraventata giù dal letto –ed Inuyasha sospettava che la causa della rabbia di lei fosse una terribile sederata sul pavimento-, ma non gli sembrava il caso di prendersela tanto solo per una sveglia un po’ brusca.
- Un po’ brusca?!- aveva sbottato lei ancora impastata di sonno, gli occhi cisposi ed i capelli scarmigliati, massaggiandosi la parte lesa- Ma ti sei visto? Certo che sei proprio impossibile…-
A Kagome c’era voluta mezz’ora di tempo ed una considerevole dose di pazienza per spiegare ad Inuyasha che la sveglia non era un tremendo nemico pronto ad ucciderli nel sonno, ma soltanto un ingegnoso sistema per evitare di svegliarsi in ritardo.
- Ma ora mi sono svegliata talmente male che credo dormirò un altro po’…-aveva concluso poi, tornando ad avvolgersi come un bruco nel bozzolo di coperte scomposte.
A nulla erano serviti i richiami di Inuyasha. Alla fine l’aveva lasciata perdere ed era uscito in cortile, a contemplare il sorgere del sole sulla città in cui viveva Kagome.
Si era arrampicato sul Goshinboku, ed aveva osservato stupito ed un po’ spaventato quello che il villaggio di Musashi sarebbe diventato nel corso dei secoli.
Era tremendo, ai suoi occhi. I campi di riso erano spariti, sostituiti da una ragnatela di una sostanza grigio scuro e liscia, che Kagome chiamava strade, tra i cui fili e nodi si ergevano le case, molto più grandi di quelle a cui lui era abituato.
Le luci risplendevano ancora sulle strade, illuminandole nel bagliore fioco della prima aurora. Non si sentiva nessun rumore, a parte il canto temerario di qualche uccello tra i rami degli alberi sparsi nei cortili privati e nei giardinetti pubblici.
Si era chiesto come facesse Kagome a vivere in quel posto. A Musashi era molto meglio.
La sua fantasticheria era stata interrotta da Sota, che era venuto a chiamarlo quando Kagome si era alzata.
Erano ormai le nove e mezza, il sole era alto e la città sveglia.

Ed erano venti minuti che Kagome si era chiusa in bagno, a prepararsi per tornare a casa.
- Sono pronta!- disse gioiosa, aprendo la porta del bagno.
Inuyasha per poco non ruzzolò dentro. Si era seduto appoggiato alla porta, e solo grazie ai suoi riflessi pronti era riuscito a non cadere.
La vista di Kagome l’aveva stordito ancora più del solito. Indossava uno yukata azzurro cielo con dei disegni a bolle di sapone dai riflessi iridescenti, stretto in vita da un obi bianco, ed indossava sopra questo il kimono che lui le aveva regalato. Aveva fermato i capelli dietro le orecchie con delle forcine, ed il profumo di vaniglia che di solito si lasciava alle spalle quella mattina era più forte.
- Alla buon’ora!- disse, con un tono che voleva sembrare arrabbiato ma non era abbastanza convincente.
- Possiamo andare quando vuoi…- aveva risposto lei, abbassando gli occhi ed arrossendo appena.
- Non prima che tu abbia fatto colazione…-la bloccò Inuyasha- e preso la tua tisana.-
Le spalle di Kagome si erano piegate in un moto di sconfitta.
- Ma non ne ho più bisogno, Inuyasha…non ho più la nausea…-
- No, eh? – aveva ribattuto lui, guardandola in tralice- guarda che ci sento molto meglio di te. Hai rimesso anche stamattina.-
- Mi spiavi?!- chiese Kagome inorridita, fissandolo.
- Non essere ridicola…- le orecchie di lui erano scattate in avanti, per poi tornare alla loro solita posizione- ero poggiato alla porta e ti ho sentita. E comunque, tuo nonno dice che devi berla fino al terzo mese, e siamo solo all’inizio del secondo. Quindi non credere di scamparla.-
- Va bene…- aveva bofonchiato lei.
Ma in fondo era felice di sapere che anche lui contava i giorni.

Erano scesi nel pozzo tre quarti d’ora e molte smorfie più tardi, lasciandosi alle spalle una madre sorridente, un ragazzino in lacrime – Inuyasha aveva di nuovo bucato il pallone con cui giocava in casa- ed un nonno con i lucciconi per via di alcune ricette di medicamenti che Inuyasha si era procurato dalla vecchia Kaede.
- Finalmente a casa!- aveva detto, inspirando profondamente mentre usciva dal pozzo con Kagome a spalle.
La mattina era assolata anche nell’epoca Sengoku, ed i due si erano incamminati verso il villaggio procedendo tranquilli in mezzo all’ultima erba verde dell’anno.

***

Quando giunsero al villaggio Musashi furono accolti da un festante Shippo che correva loro incontro a tutta la velocità concessa dalle sue zampette.
Estremamente felice di rivedere Kagome, le si gettò in braccio senza nemmeno degnare di uno sguardo Inuyasha, che era accanto a lei.
Inuyasha non se la prese poi troppo, però; non che ci tenesse alle manifestazioni di affetto di Shippo, ma non perdeva mai occasione per colpirlo con il pugno non appena faceva qualcosa di irritante. Tuttavia, la sua attenzione era stata attirata da un odore che aleggiava nell’aria. Ormai vecchio, forse del giorno prima, quasi impercettibile eppure presente.
Storse il naso in una smorfia di disgusto.
- Bentornati!- Sango si avvicinò a passo svelto agli amici, seguita a ruota da Miroku che, come al solito, osservava l’ancheggiare deciso della ragazza davanti a lui. Kagome lo fulminò con lo sguardo prima di salutare l’amica e lui si volse verso Inuyasha.
- È stato qui, vero?- chiese Inuyasha al monaco davanti a lui, continuando ad annusare l’aria.
- Chi?-
- C’è un tremendo puzzo di lupo nell’aria. Anche se è debole lo sento lo stesso.-
- Koga?-intervenne Kagome- Ma non è possibile…cioè…non è…probabile…-si corresse, fulminata dallo sguardo del mezzo demone, Shippo ancora in braccio -voglio dire…non si è mai spinto fino qui…-
- Io so che questo è il suo odore- sbottò Inuyasha.
- È vero…-rispose Sango, guadagnandosi lo sguardo attento di tutti- è stato qui ieri. Cercava te, Kagome.-
- Lei?- si infiammò Inuyasha.
- Me?- chiese incredula la ragazza, ignorando completamente Inuyasha.
- Sì…-intervenne Miroku- ha detto di volerti parlare. Ma tu non c’eri…gli abbiamo detto che saresti tornata oggi.-
- Forse tornerà…-aggiunse Sango.
Inuyasha sembrava prossimo ad un travaso di bile.
- Mi chiedo cosa l’abbia spinto fino al villaggio. Di solito non si avvicina così tanto.-
Kagome procedette verso la capanna di Kaede, immersa nei suoi pensieri, seguita da Inuyasha.
In effetti era molto strano.
Che Koga fosse invaghito di lei non era un mistero, ed il fatto che la venisse a cercare di tanto in tanto era una cosa cui si era abituata, anche se continuava a mandare Inuyasha su tutte le furie.
Ma era sempre accaduto quando erano in viaggio. Koga non si era mai avvicinato al villaggio, e proprio non le veniva in mente un motivo valido per farlo.
Scrollò le spalle.
Era inutile lambiccarsi il cervello in quel modo.
Si volse verso Inuyasha, che era rimasto indietro, e dopo aver messo per terra Shippo gli tese la mano.
Seguirono Sango e Miroku, salutando di tanto in tanto qualche uomo che faticava ancora nei campi.

***

- Ehi, Koga!!!- Ginta correva dietro al suo capo a tutta velocità, lungo un sentiero alle spalle del villaggio. – Aspettaci!!!-
Dietro di lui, Hakkaku arrancava per la strada, la lingua penzoloni.
- Insomma, siete lenti come lumache!- sbottò Koga, inchiodandosi di colpo- Possibile che non riusciate mai a tenere il passo?-
- Ma Koga…le schegge…-
- Le schegge non c’entrano. Io sono veloce di mio. Le uso solo in combattimento.-
Ginta chinò il capo, sconfortato. Koga sarà anche stato il capo della tribù Yoro, ma se c’era una cosa in cui era manchevole era la modestia.
Quando Hakkaku ed i lupi che erano rimasti indietro li ebbero raggiunti, riprese a correre lungo la strada.
Voleva vedere Kagome, ma prima aveva una faccenda da sbrigare al campo.

***

Da quando aveva abbandonato Naraku, Kohaku aveva vagato a lungo. La scheggia di Sfera che portava sulla schiena ogni tanto pulsava più forte, ma riusciva a tenerla a bada. In tanti anni di servilismo, aveva imparato a controllarla quel tanto che bastava per non perdere il controllo ad ogni minima variazione del suo potere.
Ora stava seguendo una pista che piegava ad ovest, verso il fianco di una collina piuttosto spoglia a diverse miglia dal castello del suo vecchio padrone.
Sorrise.
Se Naraku poteva scoprire dove si trovava, a quel punto doveva averlo già fatto. Se non fosse stato in grado di farlo da solo, Kanna gli avrebbe certamente mostrato lo specchio, e lui sarebbe stato quantomeno imprigionato.
Ma essere riuscito a fuggire, anche se per poco, lo riempiva di euforia. Avrebbe trovato il modo di ucciderlo, anche se gli fosse costata la vita.
Mentre procedeva, seguendo la pista, la sua attenzione fu attirata da un rumore che sembrava provenire da qualche metro più a sinistra. Si volse, e la vide.
Abbastanza lontana da non poterlo vedere, ma inconfondibile per abiti e portamento, la Sacerdotessa Kikyo procedeva stancamente in direzione opposta alla sua.
Non c’erano altre impronte nelle vicinanze, e Kohaku capì che doveva essere stata lei a venire fino lì.
Corse verso di lei, spuntandole davanti all’improvviso. Con sua sorpresa, però, il viso della Sacerdotessa non tradì nessuna emozione. Si limitò a fermarsi e fissarlo.
Kohaku sentì un’improvvisa ed ingiustificata stretta al cuore.
Gli sembrava una marionetta con i fili strappati. Lo sguardo vacuo, gli abiti sporchi, il viso segnato dalle lacrime.
Kikyo era l’ombra di se stessa, più di quanto lo fosse stata fino a quel momento.
- Ha mandato te a fare il lavoro sporco, non è vero?- gli chiese, a bassa voce. Allargò le braccia in un gesto teatrale, mostrando di essere totalmente indifesa.
- No- rispose deciso il ragazzo, continuando a guardarla- sono scappato di mia volontà. Finchè Naraku non darà peso alla mia assenza posso considerarmi libero.-
- Tu sei…scappato?- chiese Kikyo, abbassando le braccia. Sospirò stancamente.- Quanto credi possa durare la tua libertà?-
- Abbastanza per trovare la maniera di ucciderlo.-
- Sei ottimista..-un sorriso le increspò le labbra, vuoto come tutto il resto di lei.- forse nemmeno io posso sconfiggerlo, e vorresti farlo tu al mio posto..-
- Quel demonio si è preso la mia vita, e quella dei miei compagni, di mio padre. L’ho servito a lungo, ma ora sono libero dal suo controllo. Troverò il modo, e lo sconfiggerò.-
- Sembra di sentir parlare Inuyasha…- disse lei, e la sua voce si incrinò.- anche tu convinto che basti saper agitare una spada e colpirlo, per poterlo uccidere?- si riprese subito, erigendo un muro davanti all’espressione indagatrice di Kohaku.
- Non ho ancora pensato al come…- disse, con voce tranquilla- un passo alla volta. Diciamo che sono deciso a farlo. Il come è una questione secondaria.-
- Non basta farlo a pezzi. Vieni con me.-
Kikyo riprese a camminare, passandogli accanto per superarlo.
Kohaku si disse che non c’era motivo per non seguirla; in fondo, Naraku aveva distrutto ogni legame con quello che Kikyo riteneva la sua unica ragione di vita, e lui era sicuro che l’unico intento che la muoveva fosse la vendetta.
Vendetta, tremenda vendetta.

***

Dopo aver pranzato, Kagome sedette fuori dalla capanna di Kaede ascoltando i rumori del primo pomeriggio.
Il villaggio era incastrato in una valle tra le colline, un posto davvero incantevole.
Boschi di aceri, betulle, querce e faggi, olmi, ontani e salici dai lunghi rami ne ricoprivano i fianchi, circondando l’abitato come una immensa coppa verde scuro, grigio e marrone.
Sorrise.
Presto sarebbe arrivato l’equinozio d’autunno, la sua stagione preferita.
La terra prendeva odore di umido, ed i boschi si tingevano di rosso ed oro, prima di lasciare il posto al candore dell’inverno.
Anche al villaggio ci sarebbero state le celebrazioni ed i riti nel piccolo tempio, e Kagome non vedeva l’ora.
- Perché sorridi?- le chiese Inuyasha, raggiungendola fuori dalla capanna.
- Tra poco sarà autunno, Inuchan.-
- Sarà anche luna nuova, se è solo per questo…-bofonchiò.- la prima luna nuova da quando aspetti un bambino.- le ultime tre parole gli uscirono di bocca ad una velocità sorprendente, tanto che Kagome dovette sforzarsi di afferrarle.
- Stai tranquillo…qui siamo al sicuro.-
- Mh..-
Si era appena seduto accanto a lei, quando un turbine familiare comparve sulla strada che portava al villaggio.
In pochissimo raggiunse i due seduti fuori dalla capanna, sollevando un gran nuvolone che fece tossire entrambi.
Incurante del mezzo demone sul piede di guerra, Koga prese tra le sue la mano destra di Kagome.
- Kagome!- la salutò, in tono sognante – sei bellissima oggi…l’ultimo sole estivo illumina la tua pelle come una perla…-
- Ah…ehm…ciao…Koga…-rispose Kagome, titubante.
Inuyasha mollò un pugno in testa a Koga, che si rialzò di colpo, furioso.
- Che vuoi, botolo? Stavo parlando con Kagome!-
- Sai bene che non devi farlo, brutto lupastro spelacchiato! Che cosa ci fai qui?-
- Non ti riguarda! Devo parlare con Kagome, e devo farlo in privato! Vai a cercare qualche osso!-
- Coosa???? Ma io ti…-
- BASTA COSI’!!!- Kagome interruppe i due; Inuyasha aveva già sguainato Tessaiga, e Koga era pronto a reagire.
Si alzò in piedi, rassettandosi il kimono.
Koga impallidì.
- Kagome…quel…kimono…ti sta benissimo…sembri una dea…- il demone lupo le prese le mani, fissandola in estasi.
- TOGLI-QUELLE-MANACCE-SUDICE-DA-LEI- scandì Inuyasha, frapponendosi tra i due.
- Lascia stare, Inuchan…- gli disse Kagome, dolcemente. Gli pose una mano sulla spalla, e il mezzo demone si ritrasse.
- Vuoi che venga con te?- le chiese poi, rinfoderando la spada.
- Non sarà il caso, Inuyasha…posso farcela da sola…-
Koga guardava entrambi come se fosse vittima di uno scherzo.
- Andiamo, Koga? Non volevi parlarmi in privato?- gli chiese Kagome, incamminandosi verso il retro della capanna, dove avrebbero avuto un po’ di privacy.

- Allora?- chiese la ragazza, quando furono a riparo da orecchie curiose- Di cosa volevi parlarmi, Koga?-
- Ho trovato il covo di Naraku- disse, senza preamboli.
Kagome barcollò, impacciata dal kimono, mentre si voltava di scatto verso Koga.
- Che…che cosa?- chiese, togliendosi da sotto i piedi un angolo dell’ingombrante abito.
- Sì…-proseguì il demone lupo, inginocchiandosi per aiutarla- è stato un colpo di fortuna, per essere onesti, ma può essere solo sua un’aura maligna di quelle dimensioni.-
- Come l’hai scoperta?- gli domandò concitata, chinandosi visto che lui non si alzava.
Koga arrossì imbarazzato.
- Beh…per la verità…è stata Ayame a dirmelo.-
- Davvero?- Kagome si sedette di fronte al demone, tutta l’attenzione concentrata su di lui.
- Sì…dice che è in un castello su una montagna ad ovest di qui. Venti giorni di marcia, per un essere umano. Io ho coperto la distanza in una settimana, trascinandomi dietro quegli incapaci dei miei compagni.-
- Non essere ingiusto con loro. Tu hai le schegge della Sfera, e loro fanno affidamento solo sul loro corpo. Piuttosto…perché sei venuto a dirmelo? Potevi parlarne anche con Inuyasha…-
- No, Kagome.- ribattè, serio. Alzò gli occhi azzurro cielo e li piantò in quelli castani della ragazza, inchiodandola al suo sguardo.
- Perché?- chiese, un po’ istupidita.
- Sai già dei sentimenti che nutro per te, Kagome…-
Qualcosa di viscido e freddo sembrò colarle giù per la gola fino allo stomaco. Il cuore ebbe un balzo. Koga le prese le mani tra le sue.
- Non l’ho detto al botolo perché la battaglia è mia. Voglio che sia la dimostrazione del mio amore per te. E sono venuto a chiederti di aspettarmi, Kagome. Aspettami, e quando tornerò con la testa di Naraku come dono, ti farò mia sposa, e sarai la mia donna..la donna del più potente demone lupo vivente.-
Kagome lo fissò…
Almeno apparentemente. In realtà il suo sguardo era perso oltre il demone, e vagava tra gli alberi dietro di loro come in cerca di una via di fuga.
Il cuore sembrava aver cessato di battere, e la testa galleggiava a mezz’aria ad almeno un metro dal suo collo.
Koga le aveva chiesto di diventare sua moglie.
Si sforzò di riprendere il controllo, lottando contro se stessa.
Per giorni e giorni si era chiesta quando sarebbe arrivato quel momento, e decine di situazioni le erano venute in mente, ognuna con una sua possibile, irreprensibile, risposta.
Ma stranamente, ora non glie ne veniva in mente nemmeno una.
- Kagome…-
La voce di Koga la riportò alla realtà.
All’improvviso, sentì di nuovo il fruscìo delle foglie, il canto degli uccelli e il lento, regolare battito del proprio cuore.
Chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo, mentre Koga la fissava preoccupato e teso.
- Non posso accettare.- gli disse infine, soffiando in quelle parole tutto il fiato che aveva. Le sembrava che qualcuno le avesse infilato un tappo giù per la trachea, impedendole di respirare.
- Perché?-
La cosa fredda che le era colata nello stomaco si trasformò in un blocco di ghiaccio.
- Koga…io vivo con Inuyasha.-
- Lo so.-le rispose, disarmandola- Ti sento la sua puzza addosso.-
- Io vivo con Inuyasha, Koga…-ripetè lei, paziente- e non ho intenzione di lasciarlo.-
- Certo..capisco…-
Kagome tirò un sospiro di sollievo. Koga aveva capito.
Forse, da quel punto di vista era meglio di Inuyasha.
- So bene che ti ucciderebbe, se lo lasciassi prima che la Sfera sia completa. Per questo aspetterò finchè non avrà ottenuto ciò che vuole.-
- No…Koga…non hai capito…-
Kagome si sforzò di guardarlo negli occhi mentre gli parlava.
- Aspetto un bambino, Koga. Suo figlio.-

ANTICIPAZIONI:
30- Demone vs Mezzodemone
Ed ecco qui...cosa capita quando due uomini sono innamorati della stessa donna? Esattamente quello che succede qui.
Ma qui sono un demone e un mezzodemone a battersi. Quali saranno le conseguenze?

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Capitolo 30
*** Demone vs Mezzodemone ***


Chiedo perdono.
E' un periodaccio...potrei osare il paragone con il doppiaggio di Capo di Buona Speranza, ma temo non renderebbe l'idea.
HO BISOGNO DI UNA VACANZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

Messaggio speciale per Nancy95: lo so, è dall'11 luglio che non aggiorno...ma temo non serva a molto tentare di spiegarti il perchè e il percome di questo mio madornale ritardo.
Eccoti il capitolo...leggitelo, gustatelo, e fammi sapere se ti è piaciuto...magari accludendo giudizi anche sul resto della ff...^^

Ed ora a noi con l'angolino dei grazie...

ONIGIRI sono contenta che la particina comica ti sia piaciuta, e così anche la riflessione sulla Tokyo moderna rispetto a Musashi. In effetti mi sono sempre chiesta come mai i nervi di Inuyasha non collassassero ogni volta che attraversava il pozzo..ammetto che sia un mezzo demone, ma insomma...^^ e così ci ho provato io...
Per il resto,Kohaku mi ha sempre fatto tenerezza, mentre Kikyo suscita la mia pietà come pochissimi personaggi sanno fare...nonostante sia già uscita di scena, io perlei avevo sempre immaginato un finale adatto alla grandezza del personaggio...cosa che invece, a mio avviso, non ha avuto...==
Koga invece lo detesto, e nemmeno troppo cordialmente...è lui il botolo stupido, non Inuyasha...U.U anche se forse non avrei dovuto dirlo...^^

MARYKU,RYANFOREVER spero abbiate fatto buone vacanze...io le mie me le sono viste sfumare davati agli occhi...grrrrrrrrrrrr...vanno tutti in ferie tranne me, maledizione....T^T
Niente Secchan, spiace... Mariku sai com'è, ci vuole un po' di tempo per conquistarsi la sua fiducia...^^

KRIKKA86 non posso dirti nulla...farei spoiler...^_- però, buona lettura!

MOON_FLOWER, NANA93 grazie mille dei complimenti...^^ e buona lettura!

JEPPI grazie...sei davvero troppo buona...sono contenta che la ff ti piaccia così tanto...mi fai sempre delle analisi dettagliate e spiritose, e io non posso che apprezzarlo...

MEL_NUTELLA grazie grazie grazie...ehm...su Koga non mi pronuncio, e nemmeno sull'esito della battaglia...farei spoiler...^^ quindi, non ti resta che leggere...

Bene, spigolo finito...
vi auguro buona lettura e buone vacanze...io torno alle mie faccende...
un bacino
la vostra Rohchan desperate mode on

30- Demone Vs Mezzodemone

- Co…-
Kagome fissava Koga, aspettando di vedere la sua reazione. Sperava con tutta se stessa che avrebbe capito, ma si rendeva conto che sarebbe stato sperare troppo.
In effetti, dopo la rivelazione, era rimasto bloccato, una sillaba sospesa a mezz’aria, lo sguardo fisso nel suo anche senza vederla.
Lo sfiorò con una mano, e a quel gesto parve riprendersi.
- Tu aspetti il figlio di Inuyasha?- disse, a voce più alta del dovuto.
- Ti prego, non gridare, Koga. Qui pochissimi lo sanno, e vorrei rimanesse tutto così.-
- È sicuramente tutta colpa sua…io lo uccido…-
Il demone si alzò in uno scatto fulmineo, e Kagome riuscì a prenderlo per un braccio solo per un caso fortunato.
- Ti prego, Koga…non saltare alle conclusioni…-
- Non saltare alle conclusioni? NON DEVO SALTARE ALLE CONCLUSIONI??? Sai che cosa ti ha fatto???- gridò, completamente fuori controllo.
Con un gesto secco si liberò dalla presa di lei, voltandosi indietro per andare a uccidere Inuyasha.
- Io lo amo, Koga…non è colpa sua. Non è colpa di nessuno.-
- Non dire idiozie!! Ti ha costretta, e lo ucciderò per questo!-
Senza aspettare altro, Koga corse via, più veloce di quanto Kagome l’avesse mai visto.
- NOOOOOOOOOOO!!!!!! KOGA!!!!-
Ma lui non la sentì.

Koga volò lontano da Kagome, seguendo la pista che gli suggeriva il suo naso.
Oltrepassò la capanna dietro cui si erano appartati, ed altre due, fino ad individuare la sua preda, seduto sull’argine di un canale lungo il sentiero principale.
Non gli diede nemmeno il tempo di voltarsi.
Come una furia, gli saltò addosso ad artigli sguainati, completamente fuori di se dalla rabbia.
Inuyasha, del tutto preso alla sprovvista, cadde dentro il canale.
- BASTARDO!!! ESCI DI LI!!- gli urlò contro il demone, saltando a sua volta nel canale e caricando un pugno per colpirlo in pieno petto.
Ma l’altro si era già rialzato, e schivò il pugno portandosi di lato.
Kagome arrivò correndo, per quanto glie lo consentissero gli abiti. Senza fiato, stremata, guardava la scena totalmente raggelata.
- Cosa stai dicendo?- chiese Inuyasha, saltando indietro schivando un altro colpo.
- Non fare l’ingenuo!!! Sai benissimo che cosa hai fatto!- Koga gli si lanciò contro per atterrarlo, ma Inuyasha lo schivò ancora.
Sfoderò Tessaiga.
Koga tentò di colpirlo, ma con uno scatto Inuyasha gli puntò la spada alla gola.
- Credi che basti giacere con lei per una notte per dire di amarla?- chiese il demone, tagliente.
- E tu credi che basti venire a salutarla di tanto in tanto, per dire di amarla?- ribattè l’altro, spingendogli la spada contro la giugulare.
Kagome osservava la scena impietrita. Non li aveva mai visti così furiosi e decisi a battersi fino a morire, e non aveva la più pallida idea di cosa fare per fermarli.

Poi, ogni cosa sembrò andare in frantumi.

Al tentativo di Koga di dare un calcio ad Inuyasha, seguì un rumore sordo di ossa spezzate. Inuyasha era saltato indietro per schivare il colpo, ma Koga aveva approfittato del suo movimento per dargli un pugno in pieno petto.
Inuyasha volò indietro per un paio di metri, ricadendo malamente nel canale.
Kagome si sentì morire, mentre lo guardava completamente immobile.
- Inu…yasha…- chiamò, piano.
Nessuna risposta.
- MALEDETTO!!!!- gridò, gettandosi nel canale del tutto incurante dell’acqua che le arrivava alle cosce, spintonando Koga con tutta la forza che aveva.- CHE COSA GLI HAI FATTO???-
- Non…ti immis…chiare…-
Inuyasha si stava alzando lentamente, poggiandosi su Tessaiga.
- Inuyasha…-
- Non è..la tua ba…battaglia, questa. Spostati.-
- Ma…Inuyasha…lui stava per…-
- Vai via, Kagome. Questa è…una cosa tra me e lui.-
- Vuoi fare l’eroe, Inuyasha?- chiese Koga, sprezzante.- Non riesci nemmeno a stare in piedi…come pensi di fare?-
Inuyasha gettò Tessaiga da un lato. La lama, lontana dal suo padrone, tornò ad essere soltanto un vecchio ferro mal battuto.
- Abbandoni anche l’unica cosa che potrebbe salvarti la vita?- gli chiese ancora, guardandolo di sotto in su.
Kagome sentiva la rabbia crescerle dentro, ed uno strano prurito impossessarsi della sua mano destra.
Moriva dalla voglia di schiaffeggiare Koga, ma si trattenne.
Lo doveva ad Inuyasha.
- Non mi serve Tessaiga…per farti fuori, Koga.- ribattè Inuyasha, mentre Kagome si trascinava fuori dal canale.- Con la spada…sarebbe troppo facile.-
Barcollò, scivolando su un ciottolo mentre recuperava l’equilibrio.
- Oh, per favore…- sbottò Koga, quasi ridendo.- SEI PATETICO!!!- gli si gettò contro a pugno teso, ma Inuyasha lo bloccò.
- Tu sei..ingenuo, Koga. O stupido.- strinse la presa sulla mano destra del demone, e parecchie ossa dell’avversario scricchiolarono.- Non ti sei mai chiesto perché..non ti abbia ucciso fino ad ora?-
- Perché non puoi farcela…-fu la pronta risposta di Koga.
Inuyasha sorrise beffardo, prima di spostarsi dietro la schiena di Koga portando il braccio con sé.
Anche la spalla emise un sinistro scricchiolio.
- Perché non ho mai..voluto, Koga.- ribattè, sollevandogli il polso tanto da disarticolargli la spalla.
Koga impallidì.
Kagome era in lacrime.
- Inuyasha…basta, ti prego.- la voce spezzata di lei ruppe il silenzio.
- Deve essere lui…a chiedermelo, Kagome.-
- Sai che non lo farà mai…ti prego, lascialo andare.-
- Sei abbastanza a pezzi per ammettere che ho ragione, Koga?- chiese il mezzo demone, raccogliendo tutto il fiato che aveva.
L’altro non rispose.
- Lo prenderò come un sì…-concluse, lasciandogli andare il braccio.
Koga si lasciò cadere a terra, il braccio penzolante in maniera innaturale dalla spalla.
Inuyasha stava per uscire dall’acqua, quando con un ultimo, disperato tentativo, Koga provò a colpirlo con un calcio alla nuca.
Inuyasha si voltò appena in tempo, e afferrata la caviglia di Koga gli fece lo sgambetto.
Senza potersi sostenere, il demone lupo crollò nel canale tra gemiti di dolore e schizzi d’acqua.
- Basta…Inuyasha…- ripetè Kagome.
- Vattene di qui, Koga.- disse il mezzo demone, in un tono che ricordava moltissimo quello del fratello, la stessa luce fredda negli occhi dorati.
- Sai che…non rinuncerò mai a ….lei, vero?- boccheggiò l’altro di rimando.
- Dovresti. Lei è mia.-
Koga stirò le labbra in un sorriso.
- Vedremo…-rispose, rialzandosi a fatica.
- Vattene, Koga.- disse Kagome.- Sei ferito, hai bisogno dei tuoi compagni.-
Si avvicinò ad Inuyasha, e lui la trasse a se, fradicia, spaventata e tremante.
Anche lui grondava acqua, ma non se ne curò.

ANTICIPAZIONI:
31-Una Piccola Resa
Il cuore di Inuyasha lentamente si ammorbidisce...a tutti voi che amate 'La Stella Cadente e il Bambino'...perchè avete di me un'opinione più alta di quanto l'abbia io di me stessa...grazie...

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Capitolo 31
*** Una Piccola Resa ***


Okay...
stavolta ce la faccio...^^
è lunedì gioie, ed io aggiorno ad una settimana esatta dall'ultima volta.
Posso dirlo?
Me brava
Che raccontarvi...ieri sono andata al mare...un giorno solo. Una levataccia ALLUCINANTE (erano le 4.30 del mattino O_O), e una scottata fuori dal normale.
Bello avere la pelle bianco perla, sì sì.
Solo se sei la protagonista di qualche libro, che il sole non le brucia nemmeno allo zenith...altrimenti, diventi rosso gambero (vedi me).
MA...perchè c'era un ma...vi sarebbe piaciuto non ci fosse...^^'''
Ero con la mia migliore amica. Migliore Amica.
Ringrazio i kami di averla messa sulla mia strada...

Oooook...dopo questa sviolinata (che a voi potrebbe fregarvene meno di zero...) passiamo a noi...

L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER buone vacanze in montagna, cara...spero tu ti sia goduta le stelle cadenti, ieri notte...non c'è posto migliore della montagna per andarle a vedere...*_* per me ormai è un rito...biscotti -rigorosamente al cioccolato-, trapunta e balcone. E poi via a contare.
L'idea per questa storia l'ho avuta proprio sul mio balcone...^_-
Buona lettura del nuovo capitolo,e alla prossima...

NANA93 la speranza è sempre l'ultima a morire...tranne quella di Koga (hihihihi...me dannatamente perfida...sarà colpa di Secchan? Mah...). Grazie mille dei complimenti...mi fanno molto piacere. Sono sempre convinta che le scene di lotta non siano il mio forte..a quanto pare mi sbaglio...

KRIKKA86 certo che ho capito l'idea...^^ che ci vuoi fare...Koga è così...volitivo, possessivo, presuntuoso. A suo modo ama Kagome, ma grazie al cielo c'è Inuyasha...^^

MEL_NUTELLA scusami per quello che ti ho costretto a passare...come già detto l'altra volta, è un periodo orribile. Non mi resta che stringere i denti ed aspettare che passi...^_^ Rohchan barcolla ma non molla, signori...e comunque, finchè c'è Secchan...>>
Grazie mille dei complimenti..sei troppo buona...grazie grazie grazie...

ONIGIRI grazie, tesoro...sei davvero gentile.^^ Spero che le tue vacanze stiano procedendo bene...hai visto Inuyasha, che forza? Farli combattere era una scena obbligata...far entrare in scena Koga e poi dargli un carattere accomodante sarebbe stato decisamente OOC...e così...^^ guerra. Forse però ho esagerato con Inuyasha...essendo "soltanto" un mezzo demone, forse avrebbe dovuto perdere contro Koga...ma è il fratello di Sesshoumaru, a qualcosa servirà, no??? è.é
Beh, buona lettura...e grazie mille della cartolina. Non è vero che hai una grafia orribile...ed è stato un pensiero splendido...a presto! ^*^

NANCY95 grazie di tutto...alla faccia quante domande!!!
Allora...
succede qualcosa tra Sango e Miroku??? Spoiler...^^
Arriva Ayame??? Idem come sopra...
Descriverai il piano di Naraku??? Ovviamente no. Ma comprenderai a tempo debito...^^
Kikyo si rifarà viva(nel senso :se tornerà )??? Spoiler. Sappi però che con me ha un destino più felice che con la Takahashi...^^
Si saprà il sesso del bambino (spero di si)??? Quando nascerà...
Sono 2 gemelli??? Spoiler...^^

MOON_FLOWER mi inchino decisamente...grazie grazie grazie...e buona lettura. Spero di non deluderti mai...^^

Un grazie speciale va a Ritaever...che mi ha scritto una mail breve ma per me importantissima...grazie mille...continua a seguirmi, srivimi ancora se ti fa piacere, oppure commenta direttamente la fic...ne sarò davvero felice...^^

SE VI FA PIACERE, MANDATEMI PURE UNA MAIL PER CHIEDERMI IL CONTATTO MSN...SARO' FELICE DI PARLARE CON VOI E TROVARE -MAGARI- NUOVI AMICI...^^

Bene, spigolo finito...
Buona lettura a tutti (e mi raccomando...guardate le Olimpiadi e fate il tifo per noi!!!! FORZA AZZURRI!!!!!^^)

Baci a tutti
Rohchan Olympic mode on

31- Una Piccola Resa

Ad Inuyasha ci vollero diversi giorni per riprendersi dalla lotta con Koga.
Il demone gli aveva rotto tre costole, lussato una spalla e lasciato vistosi lividi e graffi in tutto il corpo, e Kagome ringraziò mille volte i Kami in silenzio per il fatto che Inuyasha in quel momento non fosse umano, altrimenti sarebbe certamente morto.
Tra brontolii e finto coraggio, Inuyasha si era lasciato curare, ed ora stava abbastanza bene.

Erano seduti fuori dalla capanna della vecchia Kaede anche quel pomeriggio; Sango e Miroku erano andati ad aiutare la vecchia Sacerdotessa con un demone piuttosto ostinato, il piccolo Shippo giocava con i bambini del villaggio, e Kagome era occupata ad intrecciare una cesta.
Non era ancora molto brava, e con la lingua curiosamente fuori dalle labbra strette stava litigando con un ramo di salice piuttosto rigido.
Inuyasha la guardava da poco distante, appoggiato al muro della capanna.
- Ahia!!- gridò ad un tratto la ragazza, portandosi l’indice destro alle labbra- Maledetto coso…- piagnucolò.
- Non capisco perché ti ostini a farti del male in questo modo…-la sgridò Inuyasha, una nota gentile nella voce.
Le si avvicinò e le tolse il dito di bocca. L’unghia era tutta rossa, ed un piccolo rivolo di sangue scivolava dalla sua base verso la mano.
Scuotendo la testa, le pulì il sangue con un fazzoletto bianco.
- Voglio imparare Inuchan…quando tutto sarà finito, voglio essere utile anche ad altre cose, non solo a scacciare demoni…- brontolò lei, mentre il mezzo demone le accarezzava dolcemente la mano.
- Va bene, ma potresti cominciare da qualcos’altro...qualcosa che non sia così difficile e doloroso…-
In effetti, Kagome aveva sei delle dieci dita delle mani incerottate, segno evidente dei suoi continui tentativi non troppo fruttuosi.
- Per esempio?- gli chiese, sospirando.
- Non saprei…magari imparare a produrre medicinali con le erbe…- le disse Inuyasha.
Kagome ricordò quella volta che aveva preso una tremenda influenza, ed Inuyasha l’aveva curata in un battibaleno con un infuso d’erbe che la madre gli preparava da bambino.
- Potresti insegnarmi tu…- gli disse, sorridendo leggera.
- Eh?! Ma io non sono mica un medico…- ribattè lui imbarazzato.
- Sì, invece. Non sarai esperto, ma non te la cavi male…ricordi quell’infuso che mi desti anni fa…quella volta che avevo l’esame a scuola, e tu procurasti tutti gli ingredienti qui per me? E poi preparasti tutto a casa mia...-
- Sì..ora ricordo…- sorrise di sbieco, mandando il cuore della ragazza a sbattere contro le tonsille.
- Potresti iniziare da quello…-
- Le erbe vanno raccolte al massimo della loro fioritura…ormai è autunno.-
- Ma dicevi che tua madre usava ingredienti secchi…-
- Vero. Ma freschi funzionano meglio…-
Inuyasha la trasse a sé, abbracciandola.
Una brezza gentile si era alzata dalle montagne circostanti, e portava con sé il profumo di terra smossa, pioggia e foglie secche.
Kagome strofinò il viso sul suo petto, solleticandolo con i capelli neri, ormai lunghi fino a mezza schiena.
Era tantissimo tempo che non li tagliava, ma non amava portarli legati. Le piaceva il gioco che il vento faceva con loro, ma ciò che non immaginava era che anche Inuyasha amasse guardarla quando il vento glie li scompigliava, creando una ragnatela leggera nera come la notte.
Le baciò il capo, e Kagome mugolò contenta, stringendo più forte la mano sul suo kariginu.
Inuyasha sorrise, scendendo a baciarle la fronte…lei sorrise, e lui le alzò il mento con due dita baciandole leggero le labbra.
Uno, due, tre baci…
Kagome si tirò a sedere, accarezzandogli le guance.

***

Sango, Miroku e l’anziana Kaede, intanto, erano alla capanna che i due ragazzi stavano preparando per gli amici.
Era ormai finita; gli infissi e la carta di riso alle finestre erano stati sostituiti, il tetto riparato, le assi del pavimento cambiate, e la tenda nuova chiudeva diligente l’ambiente interno.
Attaccato al tetto, poco a destra della porta, c’era un campanellino che tintinnava dolcemente al vento leggero.
- Dev’esservi costato molto lavoro…- constatò la Sacerdotessa, scostando la tenda per guardare l’interno. Era lindo e pulito, e sapeva di nuovo.
- È ancora un po’ vuota...-si giustificò Sango.
- Ci penseranno loro a riempirla…-le disse Miroku, sorridendole.
La ragazza diventò paonazza ed abbassò il capo. Miroku scosse la testa, ridendo lieve.
- Perché mi avete chiesto di venire qui?- chiese l’anziana donna, riscuotendo Sango dal torpore.
- Ecco...vorremmo che tu la benedicessi, somma Kaede…- disse la ragazza.
La Sacerdotessa sorrise.

***

Kagome si strinse di più ad Inuyasha, abbracciandolo stretto, quasi avesse voluto entrargli in corpo.
Il mezzo demone le carezzava dolcemente la testa, assaporando il profumo dei suoi capelli. Lei sospirò, felice.
Si sistemò meglio contro di lui, poggiando la schiena sul suo petto e circondandosi con le sue braccia.
Si sentiva protetta come dentro un’armatura invincibile.
Inuyasha le posò una mano sul ventre leggermente rigonfio.
- Inuyasha…-
- Sì?-
- Sono felice, lo sai?-
Inuyasha poggiò il mento sulla spalla della ragazza che amava, sfiorandole il collo con le labbra.
Ed in quel momento, Kagome sentì qualcosa…come una scarica di adrenalina, un suono irritante per le orecchie.
Una sensazione sgradevole la percorse da capo a piedi, come un rivolo d’acqua gelata.
Tremò, ed Inuyasha se ne accorse.
- Qualcosa non va?- le chiese, premuroso.
- No…no. Tutto a posto. Forse è solo un po’ di freddo.-
- Può essere. Si è alzata l’aria…sarebbe meglio tu non ti ammalassi.-
- Inuyasha, sono rimasta tante volte fuori, ed anche in condizioni peggiori.-
- Ma sono le tue condizioni, ad essere cambiate.- le rispose, deciso, stringendola di più per scaldarla.- Forse è meglio se andiamo dentro.- le disse poi, baciandole la guancia.
- Va bene…-si arrese lei.
Lentamente, si alzò in piedi seguita da Inuyasha.
Entrò nella capanna della vecchia miko, un sasso di paura inchiodato in fondo allo stomaco.

***

Tuttavia, nei giorni seguenti Kagome non ebbe più occasione di preoccuparsi di quello strano senso di ansia. La fine del mese arrivava a grandi passi, e dal giorno successivo alla benedizione della capanna per loro da parte di Kaede – che aveva promesso a Sango e Miroku di mantenere il segreto fino all’equinozio- piovve per una settimana intera.
Il villaggio era diventato cupo e triste, e le strade non erano differenti dai canali di irrigazione del riso.
Grosse gocce battevano sui tetti e porticati di paglia e legno, e le impeciature che dovevano impedire le infiltrazioni cominciavano a cedere un po’ ovunque.
Quando finalmente smise di piovere ed il cielo si colorò di un pallido celeste, mancavano ormai solo quattro giorni all’equinozio.
- Kaede…come festeggerete qui?- chiese Kagome la mattina presto, mentre ingoiava di malavoglia il suo infuso sotto lo sguardo truce di Inuyasha.
- Celebrerò il rito al tempio…e se non piove si mangerà tutti insieme nella piazza al centro del villaggio. Perché?-
- A casa il nonno decora il tempio con cura...pensavo di darti una mano.- disse, poggiando la tazza vuota in terra. Inuyasha la prese e la esaminò diligentemente, per poi rimetterla giù soddisfatto.
Sango e Miroku si scambiarono un’occhiata fugace, e un sorriso appena accennato sfiorò le loro labbra. Tornarono a bere il loro the abbassando gli occhi.
- Se può farti piacere, bambina…-le rispose Kaede- perché no…sono vecchia, ormai, e non più forte come una volta. Potresti aiutarmi.-
- Sarebbe meglio non facesse sforzi…- puntualizzò Inuyasha, incrociando le braccia.
- Come mai sei diventato così esperto? AHIA!!!- Miroku aveva usato il tono di chi la sa lunga, ed Inuyasha, al solito, aveva reagito picchiandolo.
- Inuyasha!- lo riprese Kagome, che stava giocando con Kirara- Insomma…come te lo devo dire? Sono incinta, non moribonda. Che male possono farmi dei festoni e delle lanterne di carta colorata?-
Il monaco e la sterminatrice risero di gusto vedendo la faccia montata da Inuyasha; sembrava avesse ingoiato qualcosa di particolarmente grosso.
- Potresti aiutarci anche tu, Inuyasha…ora che ci penso…- intervenne Kaede, attizzando il fuoco per smorzare l’umidità all’interno della capanna, cogliendo lo sguardo degli altri due.
Se Inuyasha e Kagome fossero stati fuori dai piedi, avrebbero potuto finire gli ultimi lavori alla capanna in santa pace.
- CHE COSA?! Non se ne parla proprio, vecchia! Aggiustatevi tra di..-
- A CUCCIA!!- gridò Kagome.
Il viso di Inuyasha incontrò le assi del pavimento ad una velocità spaventosa, facendo sobbalzare tutti i presenti. Miroku ululava dal ridere poggiato alla spalla di una Sango paonazza, cosa che fece uscire definitivamente dai gangheri Inuyasha.
- Maledetto mona…-
- A CUCCIA!!- ripetè la ragazza. Inuyasha si schiantò di nuovo, e questa volta rimase in silenzio.
Kagome rideva con gli altri, guardando felice Sango che, a sua volta, si reggeva a Miroku per non capottare dalle risate. Anche Kaede alla fine non resistette, e così si unì a loro.
Il meno felice era proprio Inuyasha, che si toccava il naso imbronciato.
- Finirai per rompermelo, una volta o l’altra…-bofonchiò, quando l’ultima risata si fu spenta e tutti si asciugavano le lacrime.
Kagome si avvicinò veloce al suo viso, lo prese tra le mani e, attirandolo a sè, gli baciò la punta del naso dolorante.
Inuyasha boccheggiò, mentre Sango era preda di un eccesso di risatine che rischiava di soffocarla. Miroku le battè gentilmente la mano libera sulla schiena.
- Meglio, ora?- chiese Kagome, il viso di Inuyasha ancora tra le mani.
Lui non rispose. Si limitò a fissarla come un pesce lesso, totalmente preso in contropiede dal gesto di lei.
- Inuchan..?- chiese ancora.
A questo punto, Miroku si strozzò con il the che stava bevendo. Si sa che non si può ridere, respirare ed ingoiare tutto in una volta. Sango e Kaede, dal canto loro, si mordevano le labbra nel disperato tentativo di non ridere a loro volta.
Miroku tossiva come un disperato, e la sterminatrice gli battè delicatamente la mano destra sulla schiena finchè non si calmò.
- I…Inu…Inuchan…- disse il monaco, trattenendo a stento le risate, con le lacrime che gli rigavano il volto e ancora tutto rosso per il forte accesso di tosse.
- Che c’è?! Hai qualche problema?- ringhiò Inuyasha, paonazzo.
Kagome non lo aveva mai chiamato Inuchan davanti ad altri, almeno non con quel tono di voce così alto.
Come un incubo, passò davanti ai suoi occhi l’immagine del fratello Sesshoumaru che lo sentiva chiamare in quel modo.
Forse, per la prima volta in tanti anni, l’avrebbe visto sbellicarsi dalle risate.
- Posso…posso chiamarti anch’io Inuchan?- chiese Miroku, sporgendosi in avanti e caricando l’ultima parola di una nota smielata da cartone animato.
Kagome era rossa come un semaforo, il viso abbassato a guardarsi le mani.
- NO!- sbottò Inuyasha, dandogli un pugno in testa.
Questa volta Kagome non disse nulla.
- Aaaaaaah, ragazzi…-sospirò Sango, guardando Miroku che si massaggiava la testa- non c’è che dire…avete bisogno di un posto tutto vostro.-
- Che vuoi dire?- chiese Kagome, sollevando il capo.
- Un posto vostro. Una casa dove poter vivere e…chiamarvicomevipare.- concluse in fretta, cogliendo lo sguardo truce di Inuyasha.
- Ci penseremo più avanti.- tagliò corto Inuyasha, tornando quello di sempre- Ora abbiamo altre cose da fare.-
- E cosa?- chiese Kagome.- Ormai i frammenti della Sfera sono stati tutti trovati, e Naraku non si vede…che cosa c’è da fare?-
- Non dovevamo preparare il villaggio per la festa?- le chiese lui, guardandola in tralice.
- Oh, Inuchan…-
Kagome gli si gettò al collo abbracciandolo. Inuyasha la strinse a sé sotto lo sguardo incredulo ed allibito degli amici.
Miroku stava per dire qualcosa, ma Inuyasha lo prevenne.
- Una parola e ti affetto, Miroku.- disse, rosso in viso e con un leggero sorriso sulle labbra.

ANTICIPAZIONI:
32-Il Profumo delle Betulle
Per chi non può vedere, tatto ed olfatto sono importanti quanto gli occhi. E anche chi cela il proprio cuore dietro una maschera di ghiaccio può sorprenderci, in qualche modo....

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Capitolo 32
*** Il Profumo delle Betulle ***


Bene bene bene...
Vedo che siete tutti in vacanza...bravi.
Sole, mare, abbronzatura...montagna, aria buona, boschi...
Io ho fatto un giorno al mare. Uno. Sapete com'è, Secchan si lamenta del sole.
Dice che gli rovina il candore della pelle, e che anche a me non fa bene.
Mi preferisce con la pelle bianco perla (e sapete che, pur di farlo contento...^^)

Ma veniamo a noi...
l'angolino dei GRAZIE:

NANCY95 Kikyo è uno dei miei personaggi preferiti. Mi vedo parecchio in lei...e nelle scelte che ha fatto. E poi ha molte più sfaccettature ki Kagome, per esempio. Tanto nell'anime quanto nel manga, Kagome è...piatta. Inizia con un dato bagaglio culturale e caratteriale, e quello rimane fino alla fine. Quello di Kikyo invece cambia...ma non mi sembra il caso di lanciarci in queste discussioni...^^
Appena avrò un attimo di tempo leggerò e commenterò la tua ff...nel frattempo, buona lettura...^^

ONIGIRI il 17? Sicura? Semmai scrivimi, quando parti...sai com'è, mi scoccerebbe se la lettera andasse persa per strada...^^'''
Il malessere di Kagome...ovviamente ha un perchè e un percome, e sarà spiegato nel prossimo capitolo...nel frattempo, goditi Mekura con Sesshoumaru...la nostra piccola cieca è partita nella missione "sciogliamo questo Cuor-di-pietra-un-po'-per-finta"...^^
Mi raccomando, aggiorna presto...accidenti anche al tuo pc, mannaggia...çç e, come sempre, grazie mille dei complimenti....mi aggiusti davvero le giornate...^^

BUNNY1987 grazie mille e buona lettura!

NANA93 grazie grazie grazie. Potrei arrissire con tutti questi complimenti...^^ Per spiegarti il capitolo nuovo, beh...direi che non c'è niente di meglio della lettura..^_- e per la sensazione sgradevole di Kagome, al prossimo aggiornamento...^^

Bene, spigolo finito...non mi resta che augurare a tutti buona lettura, buone vacanze se ci siete, buona partenza se ci andaTe, buon rientro se tornate...^^
Mi raccomando, fate il tifo per noi alle Olimpiadi...e se qualcuno/a di voi ha piacere di scrivermi, o di parlare con me tramite msn, mi mandi una mail...sarò felice di leggere...*_*

Baci a tutti!
Rohchan

32- Il Profumo delle Betulle

Sesshoumaru, Rin, Mekura e Jaken conclusero la discesa del monte tre giorni dopo l’incontro con la ragazza cieca.
Mekura era lenta ed insicura; umana come Rin, non poteva volare o compiere grandi salti, ed in più la sua condizione non la facilitava lungo quei sentieri impervi.

Sesshoumaru aveva pensato spesso a lei, ultimamente, e più ci pensava, più gli sembrava strano che una ragazza di quell’ età fosse stata cacciata da un villaggio nei dintorni.
Sospettava di lei, ma nulla nella sua natura gli dava la certezza che fosse pericolosa.
Strinse gli occhi ambra in un moto di stizza. Nemmeno Rin gli era sembrata pericolosa, ma erano quasi quattro anni che se la trascinava dietro.
Fino dal giorno in cui l’aveva riportata in vita non aveva fatto altro che cercare un posto adatto alla sua sopravvivenza, per potercela lasciare e tornare nel suo castello tra i monti a nord, ma non c’era stato verso di trovarne uno.
La bambina aveva dimostrato più volte il suo affetto nei suoi confronti –cosa che gli aveva dato i brividi-, ed aveva anche detto, più o meno esplicitamente, di voler rimanere per sempre con lui.
Cosa che lo faceva veramente imbestialire.
La trattava con freddezza nella speranza che lei si stancasse ed andasse via, e lei non faceva altro che affezionarsi sempre di più.
Sospirò rumorosamente.
Gli umani erano una seccatura. Davvero non capiva suo fratello che si ostinava a trascinarsene dietro addirittura tre, e a vivere nei loro villaggi.
Ad un tratto, si sentì tirare per i pantaloni.
Abbassò lo sguardo e vide Rin. Era l’unica cui permettesse un simile gesto.
- Signor Sesshoumaru…-gli disse la bimba, con quella sua vocetta fastidiosa- Mekura san sembra stanca…perché non ci fermiamo un momento?-
- È la terza volta che ci fermiamo stamani. Se non è in grado di stare al passo, non so cosa fare.- rispose, freddo.
- Per favore…-lo supplicò Rin- per lei è difficile…non ci vede…perché non le procuriamo un bastone?-
Sesshoumaru la guardò, interdetto per una frazione di secondo.
Mekura intanto, aiutandosi con le mani si era seduta su una radice di quercia qualche passo più indietro.
Il demone la guardò.
Era davvero pallida, molto più di qualunque essere umano vivo. La sua pelle serica era bianca come un cencio, ed i capelli le ricadevano scompostamente sulle spalle, rotolando fino a terra.
Era sporca e tremante. Cominciava a fare freddo, e il kimono che indossava era troppo leggero per l’autunno.
Rin, nel frattempo, si era trascinata dietro Jaken nella ricerca di un bastone adatto all’uso.
Sesshoumaru le si avvicinò, lentamente.
- Siete voi, signor Sesshoumaru?- chiese Mekura, alzando il viso verso di lui.
L’aveva sentito. Aveva un udito molto fine.
Meccanicamente, mosse la testa in cenno d’assenso. Mekura sorrise.
- Signore, a costo di sembrarvi sfrontata, devo chiedervi di parlare. Non posso vedervi, e se non parlate non c’è verso che io sappia che vi rivolgete a me.-
- Sì, Mekura. Sono io.- la voce era fredda e scostante, come al solito.
Mekura non si mosse dalla sua posizione.
- Avete sempre una voce così fredda…- gli disse.
- È naturale. Sono un demone, non un debole essere umano.-
- Ho udito voci di uomini molto più fredde della vostra, se è per questo.- la ragazza si incupì, e Sesshoumaru la fissò. C’era qualcosa in lei che lo spingeva a cercare di capire.
- Non ne dubito. Ho avuto spesso a che fare con la vostra razza, e sapete essere malvagi...-
- Eppure vi portate dietro una piccola umana. Perché?-
- Non ha altro posto dove stare.- tagliò corto Sesshoumaru.
Quella ragazza era pericolosa.
- Capisco…-rispose lei semplicemente.
- Ancora.- concluse Sesshoumaru, caustico.
- Volete dire che appena potrete ve la lascerete alle spalle?- chiese lei, una nota preoccupata nella voce.
- Rin non è nulla per me. La tengo solo perché non si dica che il grande Sesshoumaru si è lasciato sfuggire una facile preda.-
Curiosamente, qualcosa nella parte sinistra del suo petto si era contorta quando aveva detto che la bambina per lui non era nulla. Scacciò il pensiero in fretta, sentendo dei passi avvicinarsi veloci lungo il sentiero.
Rin era di ritorno, con alle spalle Jaken ansante. Reggeva in mano un lungo ramo di betulla, sottile e dritto.
- Sono tornata, Mekura san!! Guarda cosa ti ho trovato!- caracollò fino alla ragazza seduta sulla radice, senza badare a Sesshoumaru che si era fatto da parte per lasciarla passare.
Mekura sorrise nella direzione della bambina.
La piccola le prese la mano destra e vi poggiò il bastone di betulla.
Le mani di Mekura si mossero leggere sul legno, percorrendolo in tutta la sua lunghezza, saggiandone ogni nodo e rientranza, ogni piccola imperfezione della corteccia.
Si portò la mano destra al viso, annusandola.
- Betulla, vero?- chiese a Rin.
- Sì, Mekura san!! Ma come hai fatto?- le chiese, sinceramente stupita.
- Le piante hanno un profumo, Rin chan. Ognuna ha un profumo diverso, e questo è il profumo della betulla.-
- Io sapevo che le persone hanno un profumo. Riesco a riconoscere quello del signor Sesshoumaru, ed anche l’odore di Jaken…ma non pensavo che anche le piante si potessero riconoscere dal profumo.- disse la bambina, tutto d’un fiato.
Jaken era diventato di un verde più pallido, e Sesshoumaru la guardava come si guarderebbe una cosa aliena.
Quella bambina aveva imparato a riconoscere il suo odore.
- Ora sai anche questo, piccola Rin chan…-disse Mekura, sorridendole ed alzandosi in piedi aiutandosi col bastone.
Risalì con le dita fino alla punta, scoprendo che era alto poco più di lei.
- Sei stata gentile Rin chan. E molto brava. Con questo bastone farò molta meno fatica.-
Mosse il bastone in un arco sul terreno, andando a sbattere contro le caviglie di Jaken.
Il demone rospo squittì di dolore, e mentre Mekura si scusava e lei rideva, Rin ebbe l’impressione di vedere l’ombra di un sorriso increspare leggermente le labbra di Sesshoumaru.

Il demone dovette ammettere suo malgrado che Mekura aveva ragione. Quel bastone le era molto utile; spingendolo avanti lungo il sentiero riusciva a scoprire radici sporgenti, sassi o piccole buche in cui poteva inciampare.
L’andatura migliorò notevolmente, e a pomeriggio inoltrato i quattro si ritrovarono nei pressi di una sorgente termale.
- Perché ci fermiamo, signor Sesshoumaru?- chiese Rin, perplessa.
- Hai bisogno di un bagno.- rispose lui, in un tono di voce che ricordava molto un basso ringhio.- Ed anche Mekura.-
- Rin ha un cattivo odore, signor Sesshoumaru?- la bambina sì guardò mani e piedi, e poi il kimono giallo ed arancio.- In effetti, sono sporca. E poi forse sarebbe meglio che mi procurassi un kimono più pesante…con questo ho un po’ freddo, e poi è tutto sporco.-
- Jaken…-chiamò Sesshoumaru.
Il demone rospo, che aveva appena immerso le zampe doloranti nell’acqua calda della sorgente, si rialzò in fretta e gli si inchinò davanti.
- Sì, mio signore?-
- Procura abiti e cibo per Rin e la nostra ospite. E bada che siano adatti.-
Sul viso di Rin si allargò un sorriso.
- Anche Mekura san avrà un kimono nuovo?- gli chiese, felice.
- Non ne ho bisogno, signor Sesshoumaru. Quello che indosso va benissimo.- intervenne la ragazza, ferma dietro a Rin. Tremava appena.
Sesshoumaru la squadrò.
- Stai tremando di freddo, e non ho intenzione di trascinarmi dietro un malato. Farai come ti dico.-
- Sì, signor Sesshoumaru.- Mekura chinò il capo.
- Vai Jaken.- disse poi, rivolto al demone rospo. Quello si dileguò tra gli alberi dopo un piccolo inchino.- Rin..-disse poi.
- Sì, signor Sesshoumaru?-
- Aiuta Mekura a lavarsi e vestirsi. Vi voglio pulite e cambiate entro un’ora.-
- Voi non rimanete qui con noi, signor Sesshoumaru?- chiese la bambina, una nota dispiaciuta nella voce.
- Sarò poco distante. Un’ora, Rin. Non perdere tempo.-
Si allontanò tra gli alberi, passando accanto alle due ragazze.
Mekura avvertì distintamente una ciocca di capelli sfiorarle la mano, ed un profumo di aromi selvatici penetrarle le narici.
Non avrebbe più dimenticato quell’odore.

ANTICIPAZIONI:
33-Il Desiderio di Rin
Cosa prova la piccola Rin per Mekura, che sembra ormai entrata a pieno titolo nella compagnia di Sesshoumaru? E quali sono invece le ansie di Mekura?

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Capitolo 33
*** Il Desiderio di Rin ***


Buonasera a tutti!
Siete tornati?
Io ultimamente sto prendendo lezioni intensive di cucina...ho imparato a fare il ragù, gli gnocchi, le verdure fritte...insomma, alcune cosucce per evitare sempre il solito, a tratti noioso, piatto di pasta.
Secchan è contento. Dice che gli piace sperimentare, e va pazzo per il mio ragù. Il marrano ha aspettato che avessi le mani sporche di patate e uova prima di farne man bassa direttamente dalla pentola...ne ho avuto abbastanza giusto per gli gnocchi stasera. ==

Che dirvi...qui si è tornati alla normalità. Fine del mese, delle Olimpiadi (bravissimi azzurri!!!^^),fine delle vacanze.
Qualche giorno, e tornerò ad occuparmi di scartoffie accademiche.
Ugh.
Veniamo a noi...
L'angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI certo che il tuo pc è il mio peggior nemico! è.é Non me ne va bene una....ç_ç. Cerca di farlo tornare attivo il più in fretta possibile. Devo sapere come va avanti Double Love...T^T.
Riguardo Mekura...sono sempre stata affascinata dalle persone cieche. Conoscono il mondo in un modo che a noi vedenti sarà sempre precluso...anche se non vorrei mai alzarmi una mattina e scoprire che non posso più vedere nulla...e SEsshoumaru, chissà...potrebbe stupire tutte quante...^^

MEL_NUTELLA vivi al mare??? Invidia invidia invidia....io passerei i miei giorni a guardarlo, in qualunque mese, ora e condizione atmosferica...ç.ç quanto alla vita da spiaggia, nemmeno io ne sono una grande fan. A quanto pare una ragazza non può passeggiare da sola sul bagnasciuga senza che qualcuno venga ad accozzarlesi cercando di far colpo...== *sigh*
Ti ringrazio dei complimenti per Mekura...buona lettura! ^*^

NANA93 non farti sentire a dire che sta diventando buono...noi fans lo sappiamo, sotto sotto -molto sotto ^^-, Sesshoumaru è un cuore di panna. Però...è un po' congelatino.
Chissà che qualcuno non riesca a fare qualcosa....>>

KRIKKA86 grazie grazie grazie di tutti i complimenti...^^ Spero tu ti sia divertita in vacanza...Mekura accasata con Sesshoumaru? Mmmhhh...*pens pens pens...

RYANFOREVER bentornata, tesoro...nemmeno io, niente stelle cadenti quest'anno...è la seconda volta in 25 anni che le manco...ç.ç sob. E dire che avevo già anche deciso di cambiare il solito vecchio desiderio, visto che quando si è avverato è stato un vero disastro...@.@
Delucidazioni su Mekura, qui...^^

Molto bene...
buona lettura a tutti!!!
E continuate a divertirvi, prima che ricomincino gli impegni autunnali...esamiesamiesami...AIUTO!!!!

Baci a tutti
Rohchan

33- Il Desiderio di Rin

- Sei bella, sai Mekura san?- disse Rin a Mekura, mentre l’ aiutava a scendere la sponda sdrucciolevole della sorgente termale.
Mekura non rispose, ma continuò a tenere il viso rivolto in avanti, le mani strette in quelle di Rin, concentrata a sentire il terreno sotto i piedi.
La bambina la portò con sé poco lontano dalla sponda, in un punto in cui alcune rocce creavano una sorta di barriera naturale contro occhi indiscreti. L’acqua per lei era già alta, ma Rin non aveva paura. Sapeva nuotare abbastanza bene, e non appena fu sicura che Mekura potesse badare a sè stessa da sola, fece un giro della sorgente a nuoto, gustandosi il calore dell’acqua contro la pelle fredda.

Quando fu sola, Mekura iniziò piano piano a lavarsi, muovendosi con cautela. Aveva esplorato con Rin il nido naturale in cui la bambina l’aveva portata, ed ora, immersa fino al collo nell’acqua calda, lasciava correre i suoi pensieri.

Il suo signore Naraku le aveva chiesto di trovare Sesshoumaru, e di diventare la sua ombra.
Il perché, non le era chiaro.
La ragazza pensò e ripensò a quella persona che le era stata vicina quando era stata sola, che aveva avuto cura di lei e l’aveva vestita e nutrita quando nessun altro l’aveva fatto.
Naraku le aveva chiesto di avvicinarsi a Sesshoumaru, fare in modo che si affezionasse a lei.
Forse il suo signore non poteva più aver cura di lei, e così aveva pensato di affidarla a Sesshoumaru.
Ma perché non l’aveva accompagnata lui stesso da Sesshoumaru, invece di lasciarla andare da sola? Avrebbe potuto essere pericoloso per lei, ma forse Naraku non ci aveva pensato.
Non l’aveva mai trattata come una cieca…anzi. Le aveva sempre parlato e si era mosso come se lei fosse stata una persona normale.
Forse aveva creduto che lei se la sarebbe cavata da sola..in fondo, pur non andandoci spesso, conosceva i luoghi in cui aveva vagato per trovare Sesshoumaru.
Ma la domanda pressante era un’altra.
Perché un demone? Perché Naraku le aveva chiesto di trovare un demone e farsi benvolere da lui?
Forse pensava che gli umani non avrebbero potuto aver cura di lei?
Per un istante, le balenò nella mente l’idea che anche Naraku potesse essere un demone…ma la scacciò subito.
Non poteva essere.
Aveva visto molte volte il volto di Naraku, tracciandone i contorni nella sua mente aiutandosi con le mani, ed il suo volto non aveva nulla di demoniaco.
Nessuna imperfezione, nessuna cicatrice, nessun corno o protuberanza turbavano quel viso.
Nessun dente aguzzo trafiggeva le labbra morbide e ben definite del suo signore. Non c’erano corna tra i suoi lunghi, serici capelli, né peli sulle mani, o unghie lunghe come artigli.
Quindi, semplicemente, Naraku non poteva essere un demone.
Doveva per forza essere umano.
Forse era un umano talmente potente da avere un credito da riscuotere presso Sesshoumaru, e così aveva pensato di farsi ripagare affidandola a lui.
Non le riusciva di comprendere, per quanto si sforzasse.
E ancora: cosa le aveva affidato Naraku, quando le aveva chiesto di andare da Sesshoumaru?
Aveva sentito qualcosa di piccolo, freddo, duro ed appuntito sul palmo della mano, e l’aveva infilato nell’obi del kimono. Se Naraku non le aveva detto cosa fosse, era probabile che non ritenesse necessario per lei sapere di cosa si trattava.
Forse era un pegno, un ricordo.
Un semplice ninnolo di cui aver cura.
Immerse la testa sott’acqua, lavando anche i capelli.
Troppi perché le tormentavano la mente, e non sapeva fino a che punto questo fosse saggio.
Forse era meglio lasciare che gli eventi seguissero il loro corso, e che tutto si aggiustasse da solo.
Lei si fidava di Naraku, e se lui le aveva detto di farsi trovare da Sesshoumaru e farsi benvolere da lui, allora voleva dire che era la cosa migliore per lei.

- Rin chan!- chiamò, emergendo dall’acqua e togliendosi i capelli dal viso.
Sentì la bambina nuotare verso di lei, e dopo qualche istante sentì gli spruzzi d’acqua prodotti dal suo fermarsi bruscamente accanto a lei.
- Ti sei lavata bene?- le chiese la bimba, guardandola.
Mekura assentì con la testa, tendendole la mano per farsi aiutare a tornare a riva.
Quando furono fuori dall’acqua, trovarono un bel fuoco grande e caldo e dei panni di tela con cui asciugarsi.
Poggiati su una pietra poco distante dal fuoco c’erano gli abiti puliti, ed in un mucchietto informe gli abiti sporchi.

Rin aiutò Mekura ad asciugarsi.
Era davvero bella, bella come uno spirito del bosco, ai suoi occhi di bambina. Aveva un corpo longilineo, dalle forme ancora un po’ acerbe, ma ben proporzionato. I lunghissimi capelli castani le ricoprivano la schiena, sgocciolando sul terreno ai suoi piedi. Prese un secondo panno e vi avvolse quella massa fradicia, strizzandola un po’ per far colare via il grosso dell’acqua.
Sorrise.
Sarebbe stato bellissimo se il signor Sesshoumaru avesse deciso di tenere Mekura con sè.
Lei avrebbe di nuovo avuto una mamma ed un papà, e tutto sarebbe tornato come quando era una bambina piccola piccola.
Aggrottò le sopracciglia mentre portava a Mekura gli abiti asciutti e puliti da indossare.
Decise che avrebbe aiutato il signor Sesshoumaru ad accorgersi di quanto fosse bella Mekura.

- Rin chan…-la chiamò Mekura, distogliendola dai suoi pensieri.
Rin ripiombò nella realtà e si lasciò sfuggire un ansito.
- Ti ho spaventata? Scusami…- disse la ragazza, annodandosi la cintura dell’abito pulito.
- No…solo che stavo pensando ad altro…scusami Mekura san!- la voce di Rin le giunse allegra da poco distante, insieme al fruscìo della stoffa che scorreva sulla pelle.
Non aveva ancora finito di vestirsi. Attese di non sentire più nessun rumore, quindi tornò a parlare.
- Posso vedere il tuo viso?- le chiese.
Rin battè le palpebre perplessa, finendo di aggiustarsi l’abito di spessa tela verde scuro che indossava.
- Come farai?- chiese di rimando, guardando la ragazza cieca davanti al fuoco.
Indossava un abito come il suo, solo più grande. Entrambe portavano una specie di grembiule lungo fino alle caviglie; quello di Mekura era del colore del tuorlo d’uovo, in contrasto con il vestito tinta mattone. Il suo, invece, era marroncino.
- Con le mani. Posso seguire i contorni del tuo viso e vedere nella mia mente come sei fatta.-
- Sembra bello! Quasi come un gioco!!- Rin si avvicinò a Mekura, che avvertì lo spostamento d’aria e il profumo di lavanda e legno che veniva dal vestito nuovo della bambina.
Probabilmente erano abiti di contadini.
Mosse le mani in avanti, fino a trovare le ginocchia di Rin che si era seduta davanti a lei.
Aveva le mani poggiate in grembo – mani piccole, dalle dita affusolate, un po’ rovinate dalle intemperie e dalla necessità di procurarsi il cibo. Non erano certo mani da nobile- , e risalì lungo le braccia fino a trovare il collo, e poi il viso.
Sorrise, fissando il vuoto davanti a sé.
Il viso della bambina era un ovale liscio e levigato, paffutello. Aveva la fronte alta coperta da una frangia lunga e ribelle, ed occhi grandi contornati da ciglia lunghe e folte.
Il naso era piccolo e leggermente all’insù, e le labbra…
- Non ridere, per favore…-
- Scusa…-
Il volto della bambina si rilassò sotto le sue dita. Aveva una boccuccia piccola e carnosa, con labbra lisce ed arcuate.
Spostò le mani sulle spalle, trovando i capelli.
Risalì fino alla cima della testa, per poi scendere piano, come in una carezza, fino alla punta di una massa liscia e leggermente umida.
- Hai dei bei capelli, Rin chan…-le disse, sorridendole- ma devi asciugarli meglio.Sono ancora umidi, e fa freddo stasera. Cos’è questo?- le chiese, toccando lieve il nastro che le legava parte della frangia, scostandogliela dagli occhi.
- Ho un codino…l’ho fatto perché altrimenti non ci vedo, ho troppi capelli. Li ho legati con un nastro che era della mia mamma.-
- Ti sta bene. Quanti anni hai, Rin chan?-
- Nove!- rispose quella, facendosi tutta orgogliosa.- E tu?-
- Non lo so. L’ultima volta che ho festeggiato con qualcuno ne avevo sedici…ma è passato molto tempo.-
- Secondo me ne hai almeno venti…-disse Rin, in tono critico.- sei grande. Potresti quasi farmi da mamma!-
Mekura sorrise ed abbassò il capo, spostando le mani dalle spalle della bambina al calore del fuoco.
In quella, Sesshoumaru uscì dal bosco alle loro spalle.
Dietro di lui, un Jaken decisamente a pezzi trascinava due lepri piuttosto grandi. Si avvicinò al fuoco, prese dalla tasca della casacca un coltellino e si mise a spelarle per bene.
- Bentornato, signor Sesshoumaru!- salutò Rin allegra.
- Ti sei lavata, vedo…- disse lui, freddo, sedendosi accanto al fuoco.
- Rin era proprio sporca…-rise la bambina- e anche Mekura san…ma ora siamo pulite!-
Sesshoumaru si volse a guardare Mekura, seduta poco distante da lui, le mani protese in avanti verso il calore del fuoco.
- Sapete che Mekura san ha visto il mio viso?- disse Rin, costringendo Sesshoumaru a guardarla.
Il demone la guardò, serrando le labbra.
- Non può vederti. È cieca, l’hai detto tu stessa.-
- Ma Mekura san ha usato le mani, signor Sesshoumaru. Ha detto che ha disegnato il viso di Rin nella sua mente, usando le dita.-
Sesshoumaru vide Mekura scivolare un po’ più distante.
- Perché non vi fate vedere anche voi da Mekura san, signor Sesshoumaru?-
- Non essere sciocca, Rin. Sai bene che sei tu l’unico essere umano che può toccarmi.-
La bambina non disse nulla.
Le parole di Sesshoumaru l’avevano lasciata piacevolmente colpita, come se una fiammella si fosse accesa nel suo cuore.
Invece, il cuore di Mekura aveva fatto una capriola.
La bambina era l’unico essere umano cui fosse concesso avvicinarsi e toccare Sesshoumaru.
Tornò con la mente a ciò che le aveva detto Naraku…

“Voglio che tu ti faccia trovare da un demone, di nome Sesshoumaru. Dovrai seguirlo e diventare la sua ombra. Fare in modo che si affezioni a te.”

Si chiese come poteva il suo signore sperare che lei facesse braccia nel cuore di una persona che non sopportava nessun essere umano salvo uno.
E che, per giunta, era un demone.
Sospirò, sconfitta, passandosi le dita tra i capelli per togliere i nodi ed asciugarli.
Per qualche minuto, gli unici rumori udibili furono il crepitare del fuoco ed il grattare del coltello di Jaken sulle lepri.
Poi, Sesshoumaru parlò.
- Sono abbastanza calde le tue vesti, Rin?-
- Sì, signor Sesshoumaru. Rin è molto contenta delle vesti che Jaken ha portato…sono calde e comode.-
- E le tue, Mekura?- chiese, volgendosi verso la ragazza alla sua sinistra.
Non si era mossa; continuava a sciogliersi i nodi dei capelli, gli occhi persi nel nulla.
Ci mise un attimo ad accorgersi che Sesshoumaru stava parlando con lei.
Si volse di scatto, trasalendo, ed interrompendo immediatamente quello che stava facendo.
Qualche ciocca ribelle le scese sugli occhi, coprendo le palpebre che si abbassavano col suo sguardo vuoto, ora puntato a terra.
- Non mi avevi detto di chiamarti, quando mi rivolgo a te, Mekura?- le chiese, sprezzante.
- Sì, signor Sesshoumaru. Perdonatemi.- rispose lei, titubante.
- Sì me l’avevi chiesto, o sì i vestiti sono caldi?-
- Entrambe le cose, signor Sesshoumaru. Vi chiedo nuovamente perdono.-
- Molto bene. Rin…-
- Sì signor Sesshoumaru..- la bambina cancellò in fretta il sorriso dalle labbra.
- Voglio che lavi i vestiti tuoi e di Mekura, e che li metta ad asciugare accanto al fuoco. Subito.-
La bambina si alzò, pronta ad eseguire l’ordine.
- Aspetta, Rin chan…-la fermò Mekura.
- Cosa c’è, Mekura san?-
- Lavo io le mie vesti, se non ti spiace.-
Rin guardò Sesshoumaru, piegando la testa da un lato. Il demone assentì col capo.
- Va bene, Mekura san. Vieni con me, allora…-le disse, avvicinandosi e prendendole la mano destra.
Con la sinistra le scostò i capelli dal viso, rendendolo visibile alla luce rossa e calda del fuoco.
Mekura si alzò e la seguì, ringraziandola a mezza bocca.
Passandogli accanto, la ragazza sfiorò accidentalmente la folta pelliccia che Sesshoumaru portava poggiata sulla spalla, lasciandogli odore di lavanda e legno nelle narici.
L’odore gli si impresse nella memoria prima che lui potesse decidere cosa farne.

ANTICIPAZIONI
34-Una Nuova Casa
I lavori sono terminati...è arrivato l'equinozio d'autunno, ed è ora di trovare un nido. Ma qualcosa rode il cuore di Kagome, e non sarà Inuyasha ad aiutarla, questa volta...

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Capitolo 34
*** Una Nuova Casa ***


Salve a tutti!!
Stasera ho il pancino troppo pieno...ho mangiato il riso al curry ( e io non sono golosa di riso al curry, nooooooo...^^'''')
Spero la vostra settimana sia andata bene...la mia, grazie al cielo, è a metà. Sarà il momento pessimista, ma non vado oltre domani con le previsioni..^_^
Ma veniamo a noi...l'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER eh sì...le stelle cadenti quest'anno sono stata merce rara, rarissima...molte delle persone che conosco mi hanno detto di non averne vista nemmeno una...T^T I test d'ammissione all'università...si. Anche quelli mi dicono siano ostici...ma io sono qui a fare il tifo per te, perciò...GANBATTE!! Metticela tutta, e dimostra di che pasta sei fatta...^_^ tutte le risposte alle tue domande, in questo capitolo....e sì, Mekura è ingenua...molto ingenua...

KAGOME19 santo cielo, GRAZIE! Al 33esimo capitolo raccolgo una nuova commentatrice...me commossa...ç_ç spero di continuare a stupirti e tenerti incollata al pc come ho fatto finora...tu seguimi, ed io ti porterò lungo la mia strada verso quella che vorrei fosse la fine della storia...^_^ che poetica sono stasera...^^

ONIGIRI capisco, capisco. Io ho passato lo stesso identico periodo quando dovevo decidere cosa fare del mio tempo post-diploma...quindi, tesoro, GANBATTE!!! Anche tu, come Ryanforever, metticela tutta...sono sicura che saprai fare la scelta giusta...^*^ sei la mia kohai, no? ^_^ Veniamo a noi...sono felice che il capitolo introspettivo ti sia piaciuto...spesso l'introspettivo risulta noioso, ma io cerco sempre di renderlo il più interessante e accattivante possibile, tirando anche i lettori nella storia, facendo domande senza risposta in maniera che siate costretti a pensare...sono cattiva, eh? ^_^
Il triangolo Rin Mekura Sesshoumaru è piuttosto complesso...diciamo che 'inventare' Mekura è stato facile come bere un bicchiere d'acqua, farla interagire con Sesshoumaru senza farlo andare OOC è stata una cosa da spaccarsi la testa. Rileggendo i capitoli passati e anche quelli ancora da pubblicare, mi rendo conto che forse il legame tra i tre è molto debole e piuttosto traballante...ma solo voi potete darmi una mano nel giudicare...^^

NANA93 l'oggetto che Naraku ha dato a Mekura dovresti già sapere cos'è...se non ricordo male l'ho scritto, e comunque con il minimo, minimissimo sforzo di ragionamento ci si arriva...^^ Kagome è un po' in cattive acque, ultimamente...ma non temere. Sono una fan dei lieto fine (ma non di quelli piovuti dal cielo, eh...i miei personaggi se lo devono meritare! è.é), quindi finirà tutto bene...per Sesshoumaru e Mekura, non ti resta che seguire gli sviluppi della faccenda...^^

KRIKKA86 esatto...Mekura è totalmente all'oscuro non solo dei piani, ma anche della natura di Naraku...cosa le provocherà questa ignoranza lo saprai solo col tempo..^^ Mi sono divertita moltissimo a scrivere della 'visione' delvolto di Rin da parte di Mekura...sono sempre stata molto affascinata dai ciechi, e in un certo senso incuriosita. Spesso mi ritrovo a chieermi come sarebbe il mio mondo se invece di luce e colore ci fossero solo odori, sapori e tatto. Ho cercato di spiegare meglio possibile il mondo di Mekura...non mi resta che sperare di aver fatto un buon lavoro...^^

MOON_FLOWER tranquilla cara...per stasera ho già mangiato, quindi non ti azzannerò...(e comunque non sei l'unica a non aver capito come funziona l'indice dei capitoli qui...anche io all'inizio ho fatto un po' di pasticci...>>) quindi, goditi questo capitolo e stai tranquilla...sono una ragazza MOLTO paziente...^_-

Ecco qua, spigolo finito...
non mi resta che augurarvi buona lettura!E attenzione...ci sono chili e chili e chili e chili di coccole, dolcezze e pucciosità. Non vorrei ritrovarmi i conti dei vostri dentisti..^^'''
Un bacio
Rohchan

PS questo capitolo è dedicato ad Onigiri...perchè è una ragazza davvero speciale, forte, intelligente, con un raro talento per la scrittura...ed anche l'unica che si sia cimentata in un disegno per la mia ff, che è finito dritto filato appeso sopra il mio letto e per cui le sarò debitrice per...diciamo...il resto della mia esistenza. ^_^ grazie mille bimba...mi sono messa a piangere quando ho visto la mia Mekura su quel foglio...

34- Una Nuova Casa

La mattina del ventun Settembre, un pallido sole illuminò il cielo azzurrino, riempiendo di rugiada l’intero villaggio di Musashi.
Accoccolata tra le braccia di Inuyasha, Kagome fu svegliata dalla familiare sensazione di nausea; si strinse più forte a lui, non volendo abbandonare quel tepore. Lui le carezzò il capo, svegliandola del tutto.
- Buongiorno…-le disse, regalandole il primo sguardo della giornata.
- Buongiorno…-rispose, stiracchiandosi piano, mentre lui allentava la stretta per lasciarla muoversi.
- Come ti senti stamattina?- le chiese, alzandosi a sua volta e stiracchiandosi. La debole luce dell’alba giocava coi suoi capelli candidi, regalandogli riflessi ramati.
- Bene, grazie. Tutto come al solito.-
Kagome si trascinò svogliatamente fino allo zaino, che giaceva dimenticato in un angolo della capanna. Tirò fuori uno yukata verde acqua ed un obi tinta panna e li indossò, lenta e meticolosa.
Inuyasha la osservava vigile, una luce dubbiosa negli occhi dorati.
- Stanotte hai parlato molto nel sonno, lo sai?- le chiese, a bassa voce, avvicinandolesi.
- Da…davvero?- il sasso di paura in fondo allo stomaco, ormai divenuto parte di lei da qualche tempo, si mosse in maniera sgradevole, costringendola a portarsi una mano alla bocca. Sentiva che avrebbe rimesso.
- C’è qualcosa che ti spaventa, non è così?-
Kagome chinò il capo, arresa.
- Sì…- rispose infine, con voce leggera e tremante.- Ho paura di non essere forte abbastanza. Insomma…Naraku ormai ha la Sfera quasi completa, abbiamo perso l’aiuto di Kikyo, e...e...- la voce le si spezzò all’improvviso- e io sono incinta, e per la prima volta…ho paura.- le parole le erano scivolate di bocca senza che lei potesse fermarle.
Non voleva spaventare Inuyasha, non voleva che lui si preoccupasse. Voleva essere forte per lui, con lui…ma qualcosa dentro la rodeva, la consumava come un cancro.
Il dubbio, la paura di non essere pronta non le davano requie, e lei si trascinava da un’ora all’altra cercando invano una soluzione ai suoi problemi.
Ma Inuyasha era lì per lei.
Era la sua ancora di salvezza, il riparo dalla tempesta, il rifugio caldo e sicuro in cui nessuno avrebbe mai potuto farle del male.
Aveva bisogno di credere questo, si era detta.
E aveva bisogno che lui le provasse di essere con lei, e che sempre lo sarebbe stato.
- Perché?- Inuyasha la circondò con la braccia, traendola a sè. Sentiva l’odore delle sue lacrime, e non appena sfiorò il petto del mezzo demone, la ragazza scoppiò a piangere senza controllo.
Odiava l’odore salato e pungente delle sue lacrime, odiava vederla triste, odiava non riuscire a proteggerla da lei stessa.
E l’unica cosa che poteva fare era farle sentire che c’era, era accanto a lei.
Che era il suo rifugio sicuro, e che sempre lo sarebbe stato. La strinse tra le braccia, carezzandole la schiena, massaggiandole delicatamente la nuca mentre i singhiozzi di lei gli squassavano il petto.
- E se…se no…se non riuscissi a…a resistere…e se…se tu dove…tu dovessi correre da…da me a pro..teggermi, invece d…di combattere…i…io non vo…voglio essere d’i…d’impiccio….-
- Calmati…non hai motivo di avere paura…-la rassicurò lui, cullandola.
- I…io invece cre…do di…di sì…-
- E invece no.- le disse lui, deciso.- Perché tu sei forte. Molto forte. Hai solo bisogno di…aiuto, ecco. Qualcuno che ti insegni ad usare la tua forza.-
- Che…che vuoi…di..dire?- gli chiese, asciugandosi le lacrime sulla manica dello yukata, mentre lui le posava un bacio delicato sulla testa.
- Che se qualcuno ti aiutasse a sviluppare i tuoi poteri di Sacerdotessa, non avresti problemi a proteggere nessuno.-
- E chi può..inse..gnarmi, scusa?-
- Kaede…-
Kagome ricominciò a piangere in silenzio, mentre Inuyasha la teneva stretta e la cullava dolcemente, come una bambina.
Aveva paura, una paura tremenda ed irrazionale di non essere pronta, e nell’analizzare il suo problema dal suo disperato punto di vista, aveva dimenticato l’anziana Sacerdotessa.
- Lei potrà aiutarti…- continuò il mezzo demone, asciugandole le lacrime con l’indice destro- ne sono sicuro.-
Altre lacrime presero il posto delle precedenti, e lei le lasciò scendere, bollenti, finchè non caddero dal viso e furono assorbite dal kariginu di Inuyasha.
- Hai..ragione.- gli disse, tirando su col naso.- Sono stata sciocca a preoccuparmi. Kaede potrà aiutarmi di sicuro.-
- Visto?- Inuyasha le rivolse un sorriso dolcissimo, e Kagome non potè fare a meno di sorridere a sua volta.- Ora va’ a lavarti il viso…quando tornerai Kaede sarà qui, e potrai parlarle.- la baciò, gentile, asciugando con le labbra le sue lacrime.
- Va bene..-rispose Kagome obbediente, staccandosi e alzandosi. Lui lasciò che la mano di lei gli scivolasse via dalle dita, e che la tenda di riso si fosse richiusa dopo il suo passaggio, prima di rialzarsi.
I suoi timori si stavano rivelando fondati.
Kagome aveva paura, era spaventata, ed era comprensibile.
Inuyasha dubitava che Naraku fosse in grado di mandarle incubi, ma sapeva per certo che lei aveva abbastanza paura di quel demonio da sola, senza bisogno di aiuto esterno.
Sospirò, abbassando il capo e stringendo le labbra che sapevano di lacrime.
Sperava davvero che Kaede potesse aiutare Kagome.
In caso contrario, forse lui non sarebbe stato sufficiente a proteggerla.

***

In un’altra capanna, poco distante da quella che sarebbe presto diventata la nuova casa di Inuyasha e Kagome, due persone giacevano addormentate su un futon, le coperte aggrovigliate attorno al corpo come una seconda pelle, gli abiti sparsi per la stanza senza un ordine apparente.
Lui portava una sovramanica viola scuro, fermata da un rosario, che teneva sotto controllo una pericolosa maledizione che un giorno, forse, l’avrebbe ucciso.
Lei dormiva col capo appoggiato alla spalla destra di lui, che le cingeva la vita con le braccia. Aveva i lunghi capelli castani sparsi sul petto di lui e sul basso cuscino; una mano era chiusa a pugno vicino alla bocca, l’altra era poggiata col palmo aperto sul cuore del compagno.
La luce del sole penetrò piano le finestre di carta di riso, ed una brezza gentile mosse lievemente la tenda di canne sottili, infilandosi sotto di essa e dentro l’ambiente, che profumava di nuovo.
Portò alle narici dei due ragazzi addormentati il profumo tipico dei mattini d’autunno appena iniziato, e, lentamente, lui aprì gli occhi.
Non capì subito dove si trovava; le travi del soffitto erano nuove, e il profumo di legno che emanava dalle assi nuove del pavimento era molto diverso da quello cui era abituato.
Cercò di muoversi, ma si accorse che il braccio destro era completamente intorpidito, e che un peso gli gravava addosso.
Nel sentirlo muovere, lei mugolò nel sonno, facendoglisi più vicina.
Il profumo di terra umida, foglie e legno nuovo le penetrò le narici, e dopo aver fatto un respiro profondo, aprì i grandi occhi castani.
Anche lei non capì subito dove si trovava; ma tutto le fu chiaro quando la voce di lui la richiamò completamente alla realtà.
- Hai dormito bene?- le chiese, la voce calda ancora impastata di sonno.
Lei alzò la testa di colpo, accorgendosi solo in quel momento della sua posizione. Cercò di spostarsi, tirandosi dietro le coperte in un gesto pudico, ma lui glie lo impedì, stringendole la vita.
- Non ho detto che sto scomodo. Ti ho chiesto se hai dormito bene.-
- Io…sì. Grazie.-
Sango arrossì come un pomodoro, tornando a poggiargli il capo sulla spalla.
- Anch’io. Con una coperta supplementare come te devo dire di aver dormito meravigliosamente.-
- Io invece ho avuto un cuscino comodo…-ribattè lei, ancora rossa in viso.
- Molto bene…soddisfatti entrambi, allora…-
Lei riuscì ancora ad annuire, prima che Miroku la baciasse dolcemente.

***

Dopo essersi lavata il viso in una tinozza d’acqua fresca ed essersi spazzolata per bene i capelli, Kagome tornò alla capanna.
Come Inuyasha aveva previsto, l’anziana Sacerdotessa era tornata, ed ora la aspettava seduta accanto al piccolo fuoco appena acceso col mezzo demone accanto.
- Inuyasha mi ha detto che di recente non dormi bene, Kagome.-
- È vero, Kaede…-rispose la ragazza, grata ad Inuyasha per non aver detto alla Sacerdotessa quale fosse il suo problema.
- Vi lascio sole…-disse lui, alzandosi.- Vado a cercare Sango e Miroku. È da ieri sera che non li vedo.-
Detto questo, uscì silenziosamente.
- Allora, bambina…cosa non va?-
Kagome si sedette accanto al fuoco, prendendo la tazza di the che la Sacerdotessa le porgeva.
- Sono debole, Kaede. Se Naraku dovesse attaccarci, o se dovessimo noi decidere di attaccarlo, non credo che sarei forte abbastanza da proteggere me stessa…e il bambino.- disse, sorseggiando la bevanda calda con gli occhi fissi sul fuocherello.
- A questo si può porre rimedio, Kagome.- rispose la donna, rassicurante.- Hai tutti i poteri di una buona, anzi, un’ottima Sacerdotessa. Devi solo imparare a controllarli.-
- Ma io posso riuscirci?-
- Con un po’ d’esercizio, sì. Ora smetti di tormentarti e bevi il the. Mangerai qualcosa, prenderai il tuo infuso, e poi mi darai una mano coi festoni. C’è molto da fare, prima di stasera.-
Kagome finì la sua colazione con il peso sullo stomaco notevolmente alleggerito.

***

Inuyasha vagò per un po’ per il villaggio.
Quella di cercare Sango e Miroku era una scusa…sapeva benissimo dove si trovavano.
Era stato il monaco a dirgli, la sera precedente, che con l’aiuto di alcuni abitanti del villaggio aveva rimesso a posto una vecchia capanna, approfittando della tranquillità derivata dall’assenza di Naraku.
Ad Inuyasha c’era voluto un po’ ad assorbire il colpo che aveva ricevuto quando, qualche settimana prima, li aveva trovati addormentati abbracciati, ma poi alla fine aveva capito.
Era comprensibile.
Miroku, a differenza di lui, aveva chiesto a Sango di diventare sua moglie, una volta sconfitto Naraku.
La cosa gli bruciava non poco. Nonostante il rapporto tra il monaco e la sterminatrice non fosse nemmeno paragonabile a quello che legava lui a Kagome – almeno per quanto ne sapeva lui-, Miroku era stato più diretto e più veloce.
Aveva fatto le cose seguendo tutte le regole, mentre lui le aveva infrante tutte.
Scosse la testa, sorridendo.
Nonostante il suo fare da donnaiolo, Miroku era molto più bravo di lui ad esaudire i desideri inespressi delle donne…
Si volse e tornò indietro, verso la capanna di Kaede, cercando una scusa plausibile al suo ritorno così immediato.

***

Il mattino scivolò via veloce, avvolto in festoni colorati e piccole lanterne di carta di riso bianca che venivano appesi un po’ ovunque nel villaggio.
Miroku ed Inuyasha erano stati reclutati da Kaede per i lavori più pesanti mentre gli uomini del villaggio erano a lavorare nei campi.
Nonostante l’iniziale riluttanza, alla fine il mezzo demone aveva iniziato a lavorare di buona lena, e all’ora di pranzo, gran parte dei tavoli e delle panche per la cena erano pronti ad essere apparecchiati con ciotole e scodelle.
Fu durante la mattinata trascorsa a lavorare, che Sango raccontò a Kagome quello che era successo la sera precedente e quella stessa mattina all’alba.
- E così alla fine ci siamo addormentati insieme…-concluse, visibilmente arrossita, chiudendo il nodo che reggeva la lanterna al portico di una capanna.
- Che romantico…-disse Kagome, passandole un festone di carta azzurra e bianca- devo ammettere che da lui non me lo sarei mai aspettato…-
- Già…è stato veramente…-
- Ehi! Kagome!- Inuyasha chiamò la ragazza, che, impacciata dal kimono, rischiò di inciampare voltandosi. Sango rise leggera.
- È ora che impari a muoverti con quel vestito, Kagome…-le disse, sorridendole.
- La fai facile tu…il tuo ragazzo non ti costringe ad andare in giro in armatura…- bofonchiò l’altra di rimando, posando il festone verde che aveva in mano e dirigendosi verso Inuyasha.
Quando i due si furono allontanati, Miroku raggiunse Sango, aiutandola ad attaccare il festone.
- E’ ora di andare a mangiare, Sango…-le disse, posandole delicatamente una mano sulla…

spalla.

Sango stava già per lasciargli una cinquina sul viso, ma si bloccò a metà percorso.
Miroku le sorrise sornione, lasciando scivolare la mano più in basso.
Ecco.
Appunto, pensò la sterminatrice.
Poteva essere l’uomo più dolce del pianeta, ma certe cose non sarebbero mai cambiate.
Il rumore secco di uno schiaffo riecheggiò nell’aria, seguito da un sospiro profondo e rassegnato.

- Kaede vuole che cominci il tuo addestramento domani mattina presto.- disse il mezzo demone alla ragazza, non appena si furono allontanati un po’ dal punto in cui si trovavano Sango e Miroku.
- E non potevi dirmelo a pranzo?- chiese Kagome, camminandogli accanto- Io stavo parlando con Sango…-
- È stato Miroku a chiedermelo…-disse Inuyasha, prendendola per mano e trascinandola letteralmente verso la capanna dell’anziana miko.
Kagome non ribattè…aveva capito bene.
Era la stessa cosa che accadeva a lei quando stava per troppo tempo lontana da Inuyasha.
Sorrise, stringendogli la mano a sua volta ed aumentando il passo. Non sentirono il rumore dello schiaffo, troppo occupati a godere uno della vicinanza dell’altra.

***

Quella sera, Kaede celebrò la funzione per la festa dell’equinozio d’autunno. Inuyasha, Miroku ed alcuni uomini del villaggio avevano provveduto a montare un palchetto davanti al tempio, decorato con foglie d’acero rosso e tralci d’edera, e sotto la luce dell’ultimo quarto di luna l’anziana Sacerdotessa aveva chiesto ai Kami pace e prosperità per il villaggio.
Quando il rito ebbe fine, i quattro ragazzi si avviarono verso i tavoli preparati per la cena, e mangiarono allegramente insieme a Shippo, ridendo e scherzando tra loro.
Fu una serata piacevole e festosa, e quando gli abitanti del villaggio iniziarono ad alzarsi da tavola, le ragazze aiutarono Kaede a sparecchiare e mettere nelle ceste le stoviglie da lavare.

Fu quando l’ultima cesta di stoviglie fu portata via da due donne, che Sango e Miroku presero da parte gli amici.
Il monaco e la sterminatrice si guardarono sorridendo, mentre Inuyasha e Kagome, perplessi, li seguivano via dalla piazza del villaggio e dalla capanna dell’anziana Kaede.
L’aria si era fatta fresca, e Kagome rabbrividì leggermente mentre procedevano sotto la debole luce della luna all’ultimo quarto.
- Hai freddo?- le chiese Inuyasha, prendendole la mano.
- Solo un po’, Inuyasha. Non è niente di grave.-
- Certo, se ti fossi vestita un po’ di più…-
Kagome guardò il mezzo demone in tralice; per le celebrazioni dell’equinozio aveva indossato un kimono di stoffa spessa tinta nocciola, con l’obi bianco. Immancabile il kimono che Inuyasha le aveva regalato. I fili d’oro e argento in cui erano intessuti i particolari dei campi e delle nuvole brillavano sotto le stelle.
- Ancora? Mi sembra di essere vestita abbastanza, Inuyasha.- gli disse, gelida.
Inuyasha non rispose. Il suo kariginu per lui era sufficiente, più che sufficiente, e comunque non avrebbe sentito freddo fino alla settimana successiva, con la luna nuova.
Ad un certo punto, Sango e Miroku si fermarono. Il sentiero del villaggio piegava a destra, verso il bosco. Lì, poco distante dalla massa nera di alberi, si intravvedeva una capanna.
All’interno, il fuoco doveva essere acceso…una luce calda e tremolante brillava oltre le finestre in carta di riso, gettando bagliori dorati sul tratto di strada davanti all’edificio e sull’erba che lo circondava.
Un suono leggero di campanelli si diffondeva nell’aria.
- Siamo arrivati…- disse Miroku, spostandosi di lato e trascinando Sango per mano, accanto a sè.
La ragazza guardò Kagome sorridendo felice, quasi incapace di rimanere ferma. Continuava a dondolare da un piede all’altro, guardando alternativamente i tre amici.
- Dove?- la voce di Inuyasha ruppe il silenzio.
- A casa vostra, che domande!- sbottò Miroku, in tono saccente.- Insomma…ci voleva, no?-
Kagome guardò prima Miroku e poi Sango, con un’espressione di poco educata incredulità dipinta sul viso.
Casa loro?
- Co…come scusa?- chiese al monaco- Che significa…a casa nostra, Miroku?-
- Significa proprio quello che ha detto, Kagome. Questa…- e Sango indicò la capanna alle loro spalle- è la vostra nuova casa.-
Inuyasha era immobile. Continuava a fissare la capanna ad occhi sgranati, la bocca leggermente aperta in una perfetta imitazione di bambino che vede la neve per la prima volta.
- Scherzate…-disse Kagome, lasciando la mano di Inuyasha e procedendo verso la capanna.
- Affatto, Kagome…-disse Miroku- potrete occuparla da stasera stessa. E lasciare in pace la vecchia Kaede.-
Inuyasha si riscosse dal suo momentaneo torpore, lanciando al monaco un’occhiata inceneritrice. Sango gli fece l’occhiolino, indicandogli poi col capo Kagome che scostava la tenda di canne di riso per entrare nella capanna.
Il mezzo demone la seguì, aprendo la tenda a sua volta.
Fu investito da una piacevole sensazione di tepore. Il fuoco acceso al centro dell’ambiente illuminava di una luce calda tutto quanto, dalle pareti al pavimento in legno, dalla carta di riso alle finestre al piccolo tavolo posto poco distante dal fuoco.
Su di esso era poggiato un treppiede con un pentolino pieno d’acqua calda in cui dovevano essere stati sciolti diversi aromi.
Il suo olfatto colse profumo di lavanda e fiori di loto.
Al lato opposto all’entrata, ad un paio di metri dal muro, c’era un paravento in legno laccato nero, con un volo di uccelli verso il sole al tramonto dipinto sui pannelli; dietro si trovava un futon nuovo, pronto per essere usato.
Era senza parole.
- Bene…-disse Miroku, sporgendo la testa all’interno della capanna- noi vi lasceremmo a godervi il vostro nido…-
- Ehi!- sbottò Inuyasha- Aspetta un momento! Vuoi dirmi che ora starete voi da Kaede?-
- Non dire stupidaggini…- Miroku gli fece l’occhiolino- anche noi abbiamo una nuova casa, ora…-
- Già..me ne ero scordata…- Kagome uscì dalla capanna, schiaffeggiando involontariamente Miroku con la tenda.
Inuyasha sorrise non visto, mentre il monaco si massaggiava il naso.
- Dove starete?- chiese Kagome a Sango, appena oltre la porta, mentre gli occhi si abituavano di nuovo al buio dopo la luce morbida dell’interno della capanna.
- Laggiù…- Sango sollevò il braccio destro, puntandolo una trentina di metri più in là.
Seminascosta nel buio, rincantucciata tra i primi alberi del bosco, c’era una seconda capanna.
- Avevo visto che la stavano rimettendo a posto, ma non pensavo fosse per me e Miroku…- disse la sterminatrice, arrossendo lievemente.- Miroku mi ha fatto la sorpresa solo ieri sera. Credevo volesse farmi vedere il vostro nuovo paravento..l’ha portato Haciemon fino a qui, sai…ma poi mi ha portata lì e…- si interruppe, abbassando il braccio.
Kagome sorrise, saltando al collo dell’amica e abbracciandola stretta.
- Che meraviglia…una casa nuova, una nuova vita, e con voi per sempre vicino…- le disse, il viso perso tra i suoi capelli castani- non so cosa cercassi prima di questo…-
- Forse un ragazzo meno permaloso?- scherzò Sango, ridendo e abbracciando l’amica a sua volta.
Le due risero felici, improvvisando un balletto al chiaro di luna.
- E così siamo definitivamente finiti, Inuyasha…-sospirò Miroku, guardando le ragazze.
- Mh…- Inuyasha guardava il sorriso di Kagome illuminato dalla luna…non c’era traccia del pianto di quella mattina.
- Niente più proposte ad altre donne..niente più toccatine clandestine…ci toccherà fare i bravi ragazzi!- concluse il monaco, appoggiandogli cameratescamente il gomito su una spalla.
- Parla per te, razza di depravato!- sbottò Inuyasha, spostandosi di colpo. Miroku recuperò l’equilibrio con grazia, sorridendo.
- So bene che tu ami Kagome e nessun’altra, ormai. Ma forse sarebbe il caso di dirglielo…- ribattè, sibillino.
Inuyasha lo guardò sgranando gli occhi.
Miroku si avvicinò alle ragazze, ridendo con loro. Poi prese Sango per mano e la portò via, verso la loro nuova casa.
Quando furono spariti dietro la porta, Kagome si volse verso Inuyasha, regalandogli uno dei sorrisi più belli che lui le avesse mai visto fare.
Se lo sarebbe ricordato per sempre.
Gli corse incontro, gettandoglisi tra le braccia. Inuyasha la strinse a sè, affondando il viso nei suoi capelli neri.
Forse sarebbe stato il caso di dirle le cose che sentiva dentro davvero.

ANTICIPAZIONI 35- L'Addestramento di una Giovane Miko
L'addestramento è importante per qualunque Sacerdotessa, e Kagome non fa differenza...gli insegnamenti di Kaede saranno preziosi per imparare a controllare la sua vera forza.
E Sango e Miroku...chi li ferma più? ^_^

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Capitolo 35
*** L'Addestramento di una Giovane Miko ***


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Rohchan si addentra silenziosa nelle pagine di aggiornamento di Efp.
Vuole vedere se le riesce di fare una sorpresa.

BUONGIORNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!
Vi siete presi male, eh? ^_^
Oh, via...non è il caso di farsi venire i capelli bianchi.
Ho avuto una mattinata particolarmente lunga e difficile, condita con incavolature ed isterismi niente male, così ho pensato che aggiornando mi sarei rilassata. Almeno spero...^^'''
Spero stiate meglio della sottoscritta. Oltre che in guerra con l'universo - il mondo non basta- sono anche influenzata. Già. Evidentemente, il mio sistema immunitario ha deciso che era il momento di prendersi una vacanza...

Ma veniamo a noi...
L'angolino dei GRAZIE:

KAGGYCHAN95 anche tu nuova? Abbiate pazienza, inizio a perdere colpi...== Ti ringrazio per il commento. Hai ragione. A questo mondo ci vorrebbe un po' più di pucciosità e un po' meno ripicche e amarezza...si vivrebbe meglio anche secondo me.^^ No, Inuyasha non parlerà ancora con kagome..ma non manca più molto. E' che, bisogna capirlo...insomma, indeciso cronico com'è...^^

RYANFOREVER spero che i test abbiamo esito positivo...^^ GANBATTE! Hai visto Miroku? Altro che perditempo...^^ Per sapere se Inuyasha riuscirà a parlare a Kagoe...si accettano scommesse...>.>

ONIGIRI la mia kohai...la mia piccola, piccola, piiiiicoola pallina di riso...ç.ç
Ti ringrazio di avermi rassicurato sul rapporto Sesshoumaru Mekura...sai com'è. A mettere le cose in moto sono capace, poi a mandarle avanti con un minimo di...coerenza faccio un po' fatica. Ma se lo dici tu...^^'''
Idem per le previsioni che fai sulla mia vita. Spero davvero che qualcosa si decida ad andare per un verso decente. Giusto sarebbe già chiedere troppo.
Ah, e grazie mille anche per i complimenti per il capitolo...mi vizi da morire, lo sai? ^_^ Ho trovato la cornice per il disegno...e lo spolvero personalmente ogni giorno. Se qualcuno lo tocca divento una bestia! è.é

KRIKKA86, MOON_FLOWER, EDDY grazie grazie grazie...^^

HACHI22 uuuuuuuuhhhhhhh...un'altra nuova...frrrrrrrrrr...*fusa* scusa se ho visto solo ora il tuo commento al capitolo 31...sono leeenta di comprendonio....=.= devi avere pazieza con me...^^
Felice che la fic ti piaccia tanto, e spero mi seguirai fino alla fine...^_^ grazie grazie grazie...

MEL_NUTELLA il mio segreto per scrivere? (faccio molto pubblicità del colore per capelli se dico così, ma tant'è...==) leggere. Tanto, tantissimo, qualsiasi cosa mi capiti a tiro.
Dalle istruzioni per l'uso del frullatore agli ingredienti dei cereali da colazione, a libri di lunghezze e tipi diversi,i giornali scandalistici -solo dalla parrucchiera però- ai quotidiani...insomma, qualsiasi cosa sia scritta in una lingua che sia in grado di comprendere^^'''
Il resto viene da sè. Amo farvi vedere con i miei occhi le cose, e di conseguenza cerco sempre di esprimermi nel modo più chiaro possibile. Qunato ad Inuyasha e Kagome...vedremo...^^

C'è ancora una cosa che vorrei dire...ma non so se posso dirla...#>.<# insomma, mi vergogno un po' come una ladra....*fa tip tip con le punte delle dita
Oh, insomma. Di tanto in tanto -MOLTO tanto- controllo la lista delle persone che inseriscono le mie fic tra i preferiti.
Nel caso di questa fic, soprassiedo sulle quote lettura- mi è quasi venuto un collasso- però sulle persone che l'hanno messa tra i preferiti non posso farlo.
Siete 42.
42 autrici, alcune delle quali a loro volta tra i miei preferiti, per alcune delle quali ho addirittura un'adorazione.
Quindi, un grazie specialissimo va a

1 - 8Kanemi8
2 - Aini
3 - Alessia88
4 - Alia_chan
5 - aquizziana
6 - baby_dark
7 - Bchan
8 - bunny1987
9 - Carotina
10 - cri_91
11 - crusade
12 - desy94
13 - eddy
14 - fra_chan
15 - giggio
16 - giuggy21
17 - hachi22
18 - Hermes
19 - Hope35
20 - Jeppy
21 - Kagome19
22 - kessachan
23 - krikka86
24 - lady_black
25 - Leuconoe
26 - lilysol
27 - maryku
28 - mel_nutella
29 - Moon_flower
30 - myla_chan
31 - nana93
32 - NanaHigurashi91
33 - Nancy95
34 - Nayma85
35 - Onigiri
36 - rosencrantz
37 - Roxy
38 - seasons_girl
39 - STRAWBERRY
40 - valuzza92
41 - vanessa_91_
42 - zzzrosazzz

per avermi inserita tra i preferiti. Spero di non deludervi.^^
L'ultima cosa, poi giuro che la pianto e vi lascio leggere in sacrosanta pace.
Approfitto per ringraziare Rosencrantz in particolare, e per darle una cibernetica pacca sulla spalla.
Hai realizzato un mio sogno...^^

Buona lettura e baci a tutte
Rohchan bad mood on

35- L’addestramento di una Giovane Miko

Il mattino seguente, Kagome caracollò fuori dalla capanna senza nemmeno indossare l’abito di hinezumi, con la coperta del futon malamente avvolta intorno al corpo.
In fretta e furia la aggirò, mentre la nausea le attanagliava le viscere.
Fece appena in tempo a trovare un luogo riparato, prima di rimettere la cena della sera precedente.
Se c’era una cosa, una cosa soltanto, che odiava nel suo essere incinta, era il fatto di avere la nausea tutte le mattine.
Sospirò sconfitta, tossicchiando.
Stava per avviarsi al piccolo pozzo vicino alla capanna, quando Inuyasha la raggiunse.
- Stai male?- le chiese, poggiandole l’abito blu notte sulle spalle.
Kagome indossò il kimono lasciando scivolare la coperta a terra, chiudendoselo poi addosso alla bell’e meglio.
- No…non più del solito, almeno..-rispose lei, lo stomaco ancora a pezzi, dirigendosi al pozzo e facendo scendere il secchio per raccogliere l’acqua.
- È strano, però…l’infuso di tuo nonno dovrebbe aiutarti a stare meglio…- Inuyasha le prese di mano la corda non appena la vide tirare per risollevare il secchio colmo.
- In effetti, erano diversi giorni che non stavo così male. Non credo si possa pretendere di più, da un infuso d’erbe..- bofonchiò la ragazza, mentre lui le metteva il secchio a terra e lei tuffava le mani nell’acqua limpida e fresca, sciacquandosi la bocca e lavandosi il viso.
- Tieni…-le disse, porgendole un telo di lino con cui asciugarsi.
Kagome gli sorrise.
Si sentiva stanchissima quella mattina, e se avesse potuto guardarsi in uno specchio probabilmente avrebbe visto occhiaie e borse di un tenue viola sotto gli occhi castani.
Però non poteva lamentarsi… nessuno dei due aveva dormito molto, quella notte, anche se lui non sembrava stanco quanto lei.
Si rialzò, pulendosi le ginocchia piene di polvere con le mani.
Rialzando il capo, vide Sango che si avvicinava al pozzo, sbadigliando.
Si era già vestita, ma non sembrava esattamente sveglia. I lunghi capelli castani ricadevano scomposti sulle spalle e sulla schiena, e aveva gli occhi cerchiati dalla mancanza di sonno.
Inuyasha vuotò il secchio, gettando l’acqua sull’erba un po’ più in là dal pozzo, facendolo poi scendere nuovamente a raccogliere nuova acqua.
- Buongiorno…-salutò Sango, la voce impastata di sonno.
- Buongiorno, Sango…-sorrise Kagome, finendo di asciugarsi il viso col panno di lino.- Hai dormito bene?-
Sango diventò rossa e non rispose. Si limitò ad afferrare il secchio colmo dalle mani di Inuyasha e a lavarsi energicamente il viso, asciugandosi poi con un telo che portava appoggiato alla spalla destra.
- Grazie dell’acqua, Inuyasha…- disse, alzandosi e vuotando il secchio nell’erba, poggiandolo poi sul bordo del pozzo.
Inuyasha fece un cenno col capo, immergendo di nuovo il secchio nel pozzo e lavandosi a sua volta il viso.
In quella, Miroku spuntò dalla capanna dirigendosi al pozzo.
Si avvicinò ai tre ragazzi, stropicciandosi gli occhi.
- Buongiorno, Miroku!- lo salutò Kagome, allegra.
- Buongiorno, Kagome…Inuyasha..- con un cenno del capo, il monaco salutò entrambi.
Poi, senza alcun preavviso, trasse a se Sango, con due dita le alzò il mento e la baciò.
Come a dire che ormai era ora che tutti sapessero, il monaco abbracciò la sterminatrice come se non la vedesse da lunghi anni, invece che da pochi minuti.
Inutile dire che Sango sfiorò tutte le tonalità di rosso, prima di sorridere a Miroku, una volta che lui l’ebbe lasciata andare.
Inuyasha e Kagome, intanto, erano rimasti con un palmo di naso.
Come nulla fosse successo, una volta lasciata Sango, Miroku fece scendere il secchio nel pozzo, e fattolo risalire, si lavò energicamente il viso.
- Ah…beh…buona…buona giornata, allora…- disse Kagome, paonazza, afferrando la mano di Inuyasha quasi stritolandola.
Se lo tirò dietro con malagrazia, mentre i due piccioncini, accanto al pozzo, si salutavano ancora un po’.

***

- Concentrati, Kagome…-
In una radura riparata nel bosco dietro il villaggio, Kagome era seduta sui talloni, con gli occhi chiusi e le mani raccolte in grembo.
La vecchia Kaede, come aveva promesso, stava cercando di insegnarle a controllare la sua forza spirituale, ma l’impresa si stava rivelando un po’ complicata.
- Kirara….-
Kagome udì il sibilo della gatta che si trasformava in demone, e sentì la forza del suo potere demoniaco investirla e farla cadere a terra.
Non aveva fatto nemmeno in tempo a provare ad erigere una barriera.
Riaprì gli occhi, sospirando.
- Così non va, Kagome…non ci siamo.-
- Lo so, Kaede sama. Non ci riesco.-
- Non ci riesci perché non ti concentri a sufficienza. Tieni la mente concentrata su una cosa soltanto, e ben definita. A cosa stavi pensando ora?-
- Ad una…goccia del mio sangue.- disse la ragazza, tornando a sedersi sui talloni ed abbassando il capo.
- Ma no, Kagome..così non basta, è troppo piccolo come oggetto e troppo labile il legame con la tua mente e il tuo cuore. Ci vuole qualcosa di più potente…riprova.-
Kagome chiuse nuovamente gli occhi, abbassò il viso sul petto e raccolse le mani in grembo.
- Kirara…-
Di nuovo inutile il tentativo di proteggersi.
Kagome battè stizzita il pugno a terra, facendosi male alla mano.
- Ma perché? Dov’è che sbaglio?-
- Te l’ho detto, Kagome. Non ti concentri abbastanza. A cosa hai pensato questa volta?-
- Al bambino…-sorrise debolmente.
- Ah, Kagome…è troppo piccolo ancora. Sei a malapena consapevole della sua presenza, non è abbastanza forte come legame…-
- E allora? Cosa mi resta?- chiese la ragazza.
- Non lo so. Guarda me.-
La Sacerdotessa si sedette sui talloni davanti a Kagome, il viso piegato sul petto e le mani raccolte in grembo.
Trasse un respiro profondo e chiuse gli occhi.
- Kirara…-chiamò.
Quando la potenza demoniaca della gatta ebbe raggiunto il culmine, Kaede aprì gli occhi.
Intorno a lei Kagome vedeva un campo di forza, simile ad una bolla, di un pallido rosa. Il potere demoniaco di Kirara non riusciva a passarlo, e la gatta dopo qualche secondo spense la sua aura, tornando una semplice gattina.
- Questo dovrebbe essere il tuo risultato. Non pretendo che tu riesca a concentrare subito il tuo spirito in questo modo, ma sarebbe meglio se riuscissi a farlo in poco tempo.-
La forza spirituale della Sacerdotessa calò di colpo, e si spense.
- A cosa pensi tu, Kaede?- chiese Kagome, tornando in posizione.
- A mia sorella Kikyo.-
Kagome rabbrividì.
- Perché proprio lei?-
- Perché mi voleva bene, mi ha accolta ed educata a diventare Sacerdotessa. E perché, prima di trovare Urasue sul suo cammino, era una donna buona e gentile. E amava ciò che faceva.-
- Già…- Kagome sospirò.
- Sei pronta?- chiese alla ragazza.
- Sì…-
- Kirara..-
Una lieve, labile barriera si eresse a protezione di Kagome, mentre la gatta di fuoco concentrava la sua potenza demoniaca.
Kagome riuscì a respingere la sua aura per qualche secondo, cadendo poi a terra sconfitta.
- Molto meglio, bambina…-disse l’anziana donna, aiutando Kagome a rialzarsi.
- Sì…-assentì Kagome, portandosi due ciocche di capelli dietro le orecchie.
- Vuoi riprovare?- le chiese, allontanandosi di qualche passo.
- Riproviamo…-
Kagome raccolse le mani in grembo, concentrandosi.
Una forma le si delineò nella mente, e sul viso le comparve un sorriso dolcissimo.
- Kirara…-chiamò la Sacerdotessa.
Kagome percepì l’aura demoniaca della gatta gonfiarsi come un’onda dell’oceano, e concentrò la mente ed il cuore nel tentativo di erigere una barriera protettiva.
Kaede osservava quello che stava succedendo.
La barriera di Kagome era ancora incerta e debole, ed in alcuni punti aveva delle screziature più scure, segno di una difficoltà nel controllare la propria aura spiritica.
Ad un tratto, la barriera vacillò ed esplose come una bolla di sapone.
Kirara fece appena in tempo a rinchiudere la sua aura, prima di colpire Kagome.
La ragazza trasse un respiro profondo, recuperando le forze.
- Per oggi basta, Kagome…va’ a casa e riposa…-
- Sì…forse è meglio…- Kagome si alzò in piedi vacillando.
La Sacerdotessa le fu subito accanto, sorreggendola.
- Coraggio…un bel pranzo ed un po’ di riposo, e tornerai come nuova…- le disse, mentre i fastidiosi puntini neri sparivano dalla vista della ragazza.
- Si…forse è meglio…se riposo un po’…- Kagome accettò l’appoggio offertole da Kaede.
Le due si incamminarono fuori dal bosco. La luce del sole era intensa, e l’aria fredda.
Il cielo era azzurro terso, e gocce di rugiada brillavano sulle foglie e sull’erba, lì dove l’ombra degli alberi si apriva, lasciando filtrare un po’ di luce e calore.
Kagome e Kaede presero il sentiero che riconduceva al villaggio, in silenzio.
La ragazza era poggiata al braccio della donna anziana, la bocca leggermente aperta, il respiro un po’ ansante.
Non credeva davvero che l’addestramento di una Sacerdotessa fosse così duro.
E lei era solo all’inizio.
Raggiunsero la capanna di Kagome in poco tempo, ed Inuyasha, che l’aspettava seduto fuori su un ciocco di legno basso e largo, squadrò la ragazza da capo a piedi con aria critica quando Kaede glie la mise letteralmente tra le braccia.
- Si può sapere che le hai fatto, vecchia? È stremata!-
- È solo stanchezza. Un bel pranzo e un po’ di riposo, e tornerà come nuova. Non abbiamo ancora nemmeno cominciato a lavorare sodo.-
Kagome sospirò.
- Come no?- chiese Inuyasha, scostandosi leggermente da Kagome, senza però lasciarla del tutto.
- No, Inuyasha. Erigere una barriera dovrebbe essere semplice per qualunque Sacerdotessa. Dev’ essere in grado di controllare la sua forza spirituale in qualsiasi situazione, momento e condizione fisica. Abbiamo appena cominciato.-
- Va bene così, non c’è bisogno che ti sforzi così tanto, Kagome. Ci sono io, con te.- ribattè il mezzo demone, lasciando che Kagome si appoggiasse a lui, stanca fino all’inverosimile.
- Lo so, Inuyasha…-rispose lei, in un filo di voce- ma è proprio per questo che mi sforzo tanto. Non voglio che tu debba stare in pensiero per me. Devo essere in grado di proteggermi da sola…e se necessario, proteggere anche altri.-
- Coraggio, cara…riprenderemo nel pomeriggio, quando avrò finito le lezioni con i bambini.-
Kagome chinò il capo in cenno d’assenso, poi si sciolse dall’abbraccio di Inuyasha, si volse ed procedette lentamente verso la capanna.
Quando la tenda di canne si fu richiusa dietro di lei, Kaede si rivolse ad Inuyasha.
- E’ una ragazza molto forte, Inuyasha. Più forte di quanto mi aspettassi.-
- Lo so. Non poteva essere altrimenti.-
- È stata in grado di erigere una barriera dopo appena qualche decina di tentativi.
Normalmente ci vogliono mesi anche solo per afferrare la tecnica base, ma lei c’è riuscita subito. I Kami devono avere grandi progetti, per lei.-
- Non mi interessano i progetti dei Kami, Kaede. Voglio solo che sia al sicuro, da ogni cosa.-
- Lo sarà…se si applica. Ora va’ da lei…ha bisogno di te.-
Inuyasha in tre passi fu dentro la capanna.

ANTICIPAZIONI:
36- Dicembre
Inverno...freddo...neve...calore umano, esattamente come qui. Ed una sorpresa, qualcosa che allarga il cuore e fa volare...qualcuno soffre, ma trova comunque parvenza d'affetto...e qualcuno trama nell'ombra...

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Capitolo 36
*** Dicembre ***


BUONASERA!!!!!!
Lunedì...chissà perchè, stasera va meglio del solito.
Sarà la domenica passata con gli Amici. Con la A perchè se la meritano, punto. Anche se ogni tanto fanno un po' arrabbiare.
Saranno le polpette di pollo con le sottilette e il prosciutto.
Sarà il bambino della panetteria in cui lavoro che mi ha vista entrare e mi si è buttato contro le ginocchia ridendo.
sarà il bambino che seguo come baby-sitter, che oggi era così felice di vedermi da scendere scalzo in cortile e poi saltarmi in braccio.
Sarà che ho appena finito di guardare "Il Castello Errante di Howl", e sto ancora frignando come una scema, ma mi sento piena di buono.
Come un'immensa torta al cioccolato e panna.
E, ora che ci penso, anche il capitolo di stasera sembra un po' una torta panna e cioccolato...anche se con un retrogusto amarognolo...

Ma andiamo per ordine...
L'angolino dei GRAZIE:

HACHI22, AINI, SARETTINA_CHAN, KAGGYCHAN95, KRIKKA86, MOON_FLOWER grazie mille, davvero. E' un piacere per me sapere che troviate la ff bella e ben scritta, e che aspettiate con ansia l'aggiornamento. Mi sembra incredibile avere tutto questo successo, davvero. Grazie, grazie grazie...^^

ONIGIRI la mia Kohai pallina di riso...*_* Sempre felice che i capitoli ti piacciano così tanto...goditi anche questo, e grazie della fiducia che hai sempre in me, e del coraggio che mi fai...grazie grazie grazie...

KAGOME19 tesoro...il tuo grazie mi ha spostato la sedia...e non solo quella...^^anche la mia pagina dei commenti si è ingrandita parecchio...^_- grazie mille a te, e buona lettura!!!

Eccoci qua...spigolo finito.
Vi auguro buona lettura, e mi raccomando...tenete pronto il numero del dentista...^^
In questo capitolo c'è una delle mie scene preferite...*.*

Baci
Rohchan in love with love mode on

36- Dicembre

I giorni passarono, veloci e carichi di cose.
I ragazzi al villaggio Musashi ebbero appena il tempo di fare provvista di legna e carne secca prima dell’arrivo della prima neve, che chiuse il passo che conduceva fuori dal villaggio, alle notizie e ai mercati dei villaggi vicini.
Kagome aveva continuato con impegno a studiare con Kaede, ed era diventata brava a tal punto che la Sacerdotessa, di tanto in tanto, le chiedeva di venire con lei a perlustrare i boschi vicini alla ricerca di demoni minori o piccoli spiriti. Ma nello stesso tempo, la ragazza aveva scoperto le delizie della vita di coppia con Inuyasha, che, contro ogni previsione, si era dimostrato più autonomo di quanto non avesse osato sperare.
Lei si occupava della casa, gli preparava da mangiare e faceva tutte quelle piccole cose che una buona padrona di casa deve tenere in considerazione; lui, dal canto suo, provvedeva ai lavori più pesanti e gravosi, la aiutava a riordinare quando decideva di fare le grandi pulizie, e la accompagnava nelle sue passeggiate pomeridiane ogni giorno.
Ben presto, la ragazza che studiava per diventare miko ed il suo compagno mezzo demone erano stati riconosciuti ufficialmente da tutto il villaggio, e benvoluti da tutti.
A dire la verità gli abitanti del villaggio erano stati un po’ scettici, quando Kaede li aveva informati che, presto, Inuyasha sarebbe diventato uno di loro; ma la diffidenza di era dissipata come nebbia al sole nel momento in cui Inuyasha aveva salvato due boscaioli da una giornata di legna che poteva costare molto cara. Un albero che stavano tagliando si era piegato in maniera pericolosa verso di loro, a causa di un colpo d’ascia sbagliato, e se non fosse stato per la sua forza sovrumana, probabilmente ne sarebbero rimasti schiacciati.
Da quel giorno, Inuyasha sama era il benvenuto in ogni casa del villaggio, ed Inukun era, suo malgrado, un compagno di giochi indispensabile per il nascondino dei bambini, che si divertivano a vederlo cercare le cose che gli nascondevano.
Anche Kagome, di tanto in tanto, si univa ai giochi dei bambini, e sorrideva con loro nel vederlo annusare l’aria alla ricerca della pista lasciata dall’oggetto nascosto.
Non glie l’aveva ancora detto, ma sapeva che era un ottimo allenamento per quando sarebbe diventato padre.

Nel frattempo, le visite mensili all’ospedale procedevano senza intoppi, e la dottoressa Shinobu le faceva i complimenti per la splendida gravidanza.
Aveva già fatto la prima ecografia all’inizio del mese, ma non aveva voluto sapere di che sesso fosse il bambino.
Inuyasha, che l’aveva accompagnata apposta di nuovo strizzato in uno di quegli abiti moderni che odiava tanto, le aveva tenuto il broncio per dieci giorni interi, arrabbiato perché non aveva saputo se aspettarsi un maschio od una femmina.
Ma poi gli era passata. Circa una settimana prima di Natale, un pomeriggio poco prima del tramonto, Kagome aveva lasciato cadere una ciotola di terracotta colma di latte con cui preparare la cena, e si era portata le mani al ventre, ormai visibile anche sotto gli strati di stoffa degli abiti del Sengoku.
Inuyasha era volato da lei, attraversando la capanna in un sol balzo, ma Kagome era felice.
Perplesso, lui le aveva chiesto se rideva per via del latte versato- cosa che considerava piuttosto stupida, oltre che fuori luogo. Le ci era voluto tempo a mungere.-, ma lei, per tutta risposta, aveva preso la mano del mezzo demone e, aperto il kimono, se l’era poggiata sul ventre caldo e arrotondato.
Lì, superato il momento di imbarazzo, Inuyasha aveva avvertito uno strano guizzo sotto le dita, come una pallina di riso che si spostasse convulsa di pochi centimetri alla volta.
Quando aveva capito, il sorriso si era allargato sul suo viso, radioso come il sole d’estate.
Era stato così felice di sentire il bambino muoversi, che era uscito sotto la pioggia battente a chiamare Sango e Miroku, e poi anche Kaede, e li aveva trascinati senza tanti complimenti fino a casa, dove un’imbarazzatissima Kagome aveva preparato the bollente e asciugamani per tutti, mentre lui correva festante sotto la pioggia, saltando da un albero all’altro in una riuscitissima parodia di “padre scimmia”.
La battuta era stata di Sango, e Kagome rideva ancora al solo pensiero. Era stato un bene per lei, che Inuyasha non l’avesse sentita; Kagome sospettava che, donna e amica o meno, Sango si sarebbe ritrovata suo malgrado con un bernoccolo in testa degno della miglior scazzottata tra amici.

Anche Sango e Miroku procedevano nella loro vita a due, ma quella della sterminatrice non era tranquilla come quella di Kagome.
Nonostante tutte le promesse, Miroku non si era ancora liberato del tutto della sua natura libertina, ma Kagome si ritrovò spesso a pensare che, forse, l’amica a volte era troppo gelosa.
Spesso prendeva il monaco a botte in testa col suo enorme boomerang solo perché questi aveva salutato con un cenno del capo un’altra ragazza del villaggio, che magari era arrossita.
Oppure si arrabbiava tremendamente nel vederlo aiutare un’altra donna con i lavori più pesanti, lasciando lei a spazzare per terra o raccogliere frutta da seccare o con cui fare marmellate.
Certo, pensava Kagome, non si poteva pretendere che Miroku cambiasse dal giorno alla notte, ma se pensava ad Inuyasha al posto del monaco, la gelosia le montava dentro come un’onda di piena e correva subito a controllare dove fosse il compagno.
Fu in uno di quei giorni, che Kagome rischiò di rovinare la festa ad Inuyasha.
L’aveva cercato a lungo, preda di uno dei suoi attacchi di gelosia, fino a vederlo con l’anziana Kaede sulla soglia della capanna di lei.
Rassicurata, si era girata e se n’era andata a casa, a tessere con il piccolo telaio che le aveva prestato Sango un lenzuolo di lino per la futura culla di suo figlio.
Kagome non lo sapeva, ma Inuyasha stava discutendo con la Sacerdotessa alcuni dettagli per il matrimonio che voleva proporre alla ragazza. In realtà, quando il mezzo demone glie l’aveva detto, Kaede era sbiancata di colpo.
Non solo era diventato molto più tranquillo di prima e tremendamente affezionato a Kagome, ma voleva addirittura…sposarla.
La donna si era aspettata di veder fare il grande passo da Kagome, e comunque non prima della fine della guerra contro Naraku, e la mossa di Inuyasha l’aveva lasciata letteralmente di stucco.
- Voglio sposarla prima che nasca il bambino- aveva detto, convinto- non voglio che mio figlio nasca nel dubbio.-
- Non penso possa accadere, Inuyasha. Ma comunque…hai chiesto a Kagome?-
- …-
- No, devo dedurre.-
Inuyasha aveva abbassato le orecchie con aria colpevole.
- Perché, ce n’è bisogno?- aveva chiesto poi, inalberandosi- Non è abbastanza evidente che l’amo, e che darei la mia vita per la sua?-
- Certo. Ma ci sono cose nella vita di una donna che sono irrinunciabili. E la proposta di matrimonio è una di queste. Deve essere fatta con tutti i dettagli del caso, e comunque non basta chiederlo soltanto a lei. Dovresti farne partecipe anche la sua famiglia.-
- Ma è la sua vita, non quella di sua madre, o suo nonno, o suo fratello!- aveva sbottato Inuyasha, contrariato.- Perchè dovrei chiedere a loro, scusa?-
- Perché è così, Inuyasha. Si fa così, è usanza, è tradizione. Fidati…Kagome ti amerà ancora di più, se possibile, se farai le cose con la dovuta cura.-
E così il progetto era sfumato. Inuyasha, sbuffando come una teiera bollente era tornato a casa, dove aveva tenuto per se i suoi tormenti.
Non voleva deludere Kagome.
Se Kaede pensava che lei avrebbe gradito una proposta di matrimonio in grande stile, glie l’avrebbe fatta.

***

In una capanna a nord, appena sotto la corona di colline che circondava la valle dove si trovava il villaggio, un ricciolo di fumo denso usciva dal camino vecchio e malandato.
- Fa freddo, non è vero?- aveva domandato Kohaku.
- È normale. Siamo praticamente in inverno.- aveva risposto Kikyo, seduta accanto al fuoco che scoppiettava allegro al centro della stanza.
I visi di entrambi erano pallidi e tirati dalla stanchezza e dalla solitudine.
In quei mesi in cui erano stati insieme, il ragazzino e la donna avevano stretto un legame che poteva ricordare l’amicizia, ma che in realtà era solo un’alleanza contro un nemico comune.
Naraku era infatti in lento, ma continuo movimento, sulle montagne ad ovest del loro rifugio.
Era stato Kohaku a dire alla Sacerdotessa dove trovare il mezzo demone, e lei inviava di tanto in tanto spie silenziose a controllarlo.
Ma lui non dava segno di volersi muovere troppo presto, e così loro vivevano in un’estenuante attesa che stava consumando entrambi.
Vivevano in silenzio, uccidendo piccoli demoni e restando nascosti ai viandanti di passaggio, l’uno per timore che la sorella soffrisse nel sentirlo menzionare da qualcuno, l’altra perché riteneva che, ormai, non ci fosse più nessuno che si preoccupasse della sua sorte.
Entrambi, però, sbagliavano.

***

Tra i boschi ormai secchi, annidato tra rocce sporgenti e coperte di neve, il castello di Naraku controllava silenzioso la zona circostante.
Il mezzo demone cominciava ad essere stanco dell’inattività che si era imposto, e, seduto al suo solito posto sotto il porticato di legno osservava il giardino imbiancato di neve.
Sospirò, irritato. Tutto quel candore gli dava ai nervi.
- Kanna!- chiamò.
La bambina albina si materializzò accanto a lui in un baleno, reggendo tra le mani il suo specchio rotondo.
- Mostrami Mekura.-
Kanna abbassò gli occhi sullo specchio, e dopo qualche istante, la superficie riflettente rimandò ai due l’immagine di un bosco folto, al centro del quale si trovava un villaggio.
Leggermente ad ovest dall’abitato, un gruppo di tre persone, più un demone rospo, camminava lento a causa di una ragazza cieca, seconda in fila tra un demone dai lunghissimi, meravigliosi capelli bianchi ed una bambina di non più di dieci anni, vestita di umili abiti e con una massa ribelle di capelli scuri.
Naraku sorrise maligno nel guardare la scena.
Sapeva che Mekura portava ancora addosso il frammento della Sfera che le aveva dato, altrimenti non sarebbe riuscito a trovarla.
Mekura era umana, e con lui non aveva alcun legame; non poteva richiamarla come faceva con Kanna. Si compiaceva della posizione della ragazza, che fino a qualche giorno prima era relegata in fondo alla fila; ora, il suo bastone di betulla sfiorava l’abito della sua guida, e la bambina la seguiva vigile, avvertendola dei rami bassi contro cui avrebbe potuto sbattere la testa.
Il sorriso gli si allargò sulle labbra.
Sesshoumaru sembrava ancora diffidente, ma la bambina era decisamente conquistata dalla grazia delicata di quella piccola cieca.
E se la bambina si era affezionata a Mekura, molto presto anche Sesshoumaru avrebbe ceduto al suo fascino innocente.

ANTICIPAZIONI
37- Sogni Premonitori
Ad alcune, solo ad alcune tra le più grandi miko, è concesso il dono della veggenza. Ma sarà un bene o un male? E nel frattempo, Mekura...

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Capitolo 37
*** Sogni Premonitori ***


BUONASERA!!!!
state tutti bene? Io sono un po' scombussolata stasera...Ieri notte non ho dormito molto, oggi ho lavorato, e adesso mi sento la testa un po' leggera.
Certo, aver divorato gli ultimi capitoli di Sopdet magari non è stata un'idea saggia, ma che volete farci...^^
Fa freddo, ormai. Sempre meglio che un caldo indecente...insomma, finchè ci sono maglioni c'è speranza.
Ma dovermi coprire per uscire, non so...mi fa strano.
Le uniche cose belle di questo periodo sono il profumo dell'aria, e i colori del cielo e delle foglie degli alberi.

Ok, veniamo a noi. Basta con queste ciance alla Quark...^^
L'angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI piaciuto l'Inuyasha papà in prova? ^^ Ovviamente, il sesso del nascituro si saprà soltanto quando nascerà...U.U prima no, ma sono accettate le scommesse...^_^
Per le nozze ci vorrà ancora un po' di tempo...questa parentesi di perfezione e tranquillità nella storia comincia ad incrinarsi ai bordi, e presto -MOLTO presto- inizierete ad affilare i coltelli, lo so.^^
Kohaku e Kikyo...anche per loro si preparano grandi cose...e, ovviamente, anche per Mekura...ma non voglio dire troppo...^^ Grazie di tutto, bimba...ti scrivo appena posso...^*^

RYANFOREVER toh, guarda chi torna...^^ e chi ha detto che è Kagome ad avere le visoni...? >>

HACHI22 felice che il capitolo ti sia piaciuto...^^ Spero di fart andare a letto contenta anche stasera...^*^ e anche per te vale quanto detto per Ryanforever..^^

KAGOME19 gioia, sono DAVVERO felice che la mia storia ti piaccia tanto, sul serio....ma potresti, per favore, evitare di farmi impazzire per leggere i commenti? Se scrivi carino e bravissima con tutte quelle o ed a la mia pagina commenti si allunga peggio di un collant, e non riesco a leggere...^^ Grazie mille, e buona lettura...^_^

KRIKKA86 saprai col tempo, tesoro...nel frattempo, buona lettura...^*^

NANA93 figurati...vedi a che ora aggiorno io? Non ti scusare...io lo so che ci siete....commentate quando volete, basta che lo fate...^_- Buona lettura!!

KAGGYCHAN95 tante domande, e infatti la risposta ch ti sei data è giusta...aggiornerò...^*^
grazie mille della fiducia, dei complimenti e del commento...

Bon, ecco fatto.
Questa volta, niente zucchero per nessuno...mi raccomando, provvedete voi...^*^
bacioni
Rohchan -già in pigiama.

37- Sogni Premonitori

*** Si sentiva soffocare.
Stretta in una morsa gelida, gli arti immobili, la sensazione che la testa le fosse stata staccata dal corpo.
Annaspò, scalciando, cercando di concentrarsi nel tentativo di erigere una barriera, ma fu inutile.
Qualcosa la stringeva in vita, mozzandole il respiro, e la gola era avvolta da un tentacolo viscido e freddo, pieno di piaghe purulente che emanavano un odore tutt’altro che gradevole.
Il cuore pulsava rabbioso nel petto, sparando il sangue nelle vene con tutta la velocità che gli era permessa, ma lei non riusciva a liberarsi.
Sentiva freddo, sempre più freddo.
Si sentiva sempre più debole.
Davanti ai suoi occhi, al centro del buio, uno straccio rosso fuoco ricopriva ciò che restava di un essere umano.
Lunghi capelli neri, occhi vuoti.
Il corpo massacrato, ridotto ad un mucchio di ossa rotte.
Una spada spezzata.
Una parola rimasta in gola, come la spina di un pesce.
Nelle orecchie lamenti, pianti, singhiozzi.
Rumore di carne lacerata, odore di legno bruciato, l’orribile suono delle ossa maciullate.
“NO!!!” cercò di gridare.
Ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Poi…
Il dolore provocato da qualcosa che le penetrava il petto, da parte a parte.
Che trafiggeva il cuore, riducendolo in una massa sanguinolenta incapace di battere.
La fine.
Ma non era triste per se stessa.
I suoi occhi piangevano rimanendo fissi su quel volto vuoto, circondato di rosso e nero, sporcato di sangue al punto da essere a stento riconoscibile. ***

Kikyo si sedette in fretta, madida di sudore, il respiro affannato.
Gli occhi erano pieni di lacrime, e non ebbe la forza di trattenerle. Pianse, in silenzio, tremando come una foglia di freddo e paura.
Kohaku, con lei nella capanna, si rigirò nel sonno, del tutto ignaro di cosa era successo.
La Sacerdotessa si alzò in piedi, barcollando.
Si avvolse la coperta sulle spalle, uscendo nel freddo della notte, nel candore della neve a malapena rischiarato dalle stelle.
Luna nuova.
Cercò di calmarsi.
Non era la prima volta che un sogno del genere la svegliava nel buio della notte.
Tante volte era già successo, e mai era accaduto ciò che il sogno le presentava.
Sospirò, asciugandosi le lacrime col dorso della mano gelida nonostante la coperta spessa.
Camminò nella neve alta, scalza, diretta dovunque, tranne che ad un rifugio.
Non aveva idea di dove stesse andando, ma non voleva più dormire.
Non voleva più sognare.
- Inuyasha…- sussurrò, tra le lacrime.

***

Sesshoumaru era irritato.
La neve limitava la sua capacità di fiutare gli odori, e tutto quel candore gli feriva la vista.
Fermo al centro di una grossa radura, osservava Rin correre nella neve gelata, il viso rosso di freddo e felicità.
Rin amava la neve.
Mekura, al suo fianco, era poggiata al suo bastone e guardava il nulla con i suoi occhi vuoti.
Aveva imparato ad abituarsi alla sua presenza, così silenziosa e docile.
Non era difficile come con Rin.
- Signor Sesshoumaru!!!- gridò la bambina, chiamandolo. Le sue orecchie fischiarono. Ma quando sarebbe cresciuta?!- Giochiamo a palle di neve?-
Cosa?! Lui? Giocare?!! A che cosa, poi?
Uno sguardo allibito gli si dipinse sul viso, mentre la bambina, con le mani piccole ed arrossate dal gelo, faceva una pallina di neve non più grande di una mela.
- Rin, non essere ridicola!- sbottò Jaken, fermo nella neve che gli arrivava quasi alla vita.- Il signor Sesshoumaru non giocherà a palle di neve con te. È una cosa troppo stupida!-
Per tutta risposta, la bambina lanciò la palla di neve dritta in faccia al demone rospo, ridendo e facendogli la lingua.
- Fatti gli affari tuoi, Jaken!- disse, irriverente.
Sesshoumaru sentì Mekura accanto a se ridere lieve. Non era una risata forte ed argentina come quella di Rin, ma più profonda. Più adulta, in qualche modo.
Poi la vide chinarsi a terra e raccogliere a sua volta un po’ di neve.
Rin, occupata a fare un pupazzetto di neve, non l’aveva vista.
La lanciò a caso, verso la voce della bambina, e Rin sobbalzò quando la palla di neve si schiantò vicino a lei, schizzandole cristalli candidi in faccia e sulle mani.
- Mekura san!! Mi hai quasi presa!!!- disse, facendo una palla di neve.
La lanciò verso Mekura, ma il braccio di Sesshoumaru si tese davanti alla ragazza.
La palla di neve si ruppe contro il suo kimono, bagnandolo.
- Basta così, Rin. Andiamo ora.- le disse, perentorio.
- Sì, signor Sesshoumaru!- rispose la bambina, tornando verso i due adulti.
Mekura aveva sentito Sesshoumaru tendersi davanti a lei per proteggerla.
Era una cosa che non si aspettava.
Forse quel demone non era poi così freddo e crudele come voleva sembrare.
Forse teneva davvero a quella bambina.
Forse, dopo le settimane passate a tormentarsi pensando che non sarebbe riuscita a soddisfare la richiesta di Naraku, era più vicina all’obbiettivo di quanto credesse.
O forse, semplicemente, Sesshoumaru aveva voluto partecipare al gioco di Rin, pur rimanendone a margine.

***

Kikyo vagò a lungo nel bosco nei dintorni della capanna.
Alla fine, stanca e frustrata, decise di tornare indietro. Doveva parlare con Kohaku, metterlo a parte del piano che aveva studiato, delle decisioni che aveva preso.
Non poteva più contare sulla collaborazione di Inuyasha, ormai. Il piano che lei e il mezzo demone avevano concepito per distruggere Naraku era rimasto valido soltanto nel suo nucleo centrale; lei si sarebbe sacrificata per purificare la Sfera e Naraku insieme, in un colpo solo, sfruttando lo spirito di Midoriko che viveva in lei.
Probabilmente, Inuyasha non avrebbe più mosso un dito per aiutarla. Erano finiti i giorni in cui poteva sperare che lui sarebbe accorso in suo aiuto.
Ma una voce dentro le diceva, ostinata, che non l’avrebbe lasciata morire senza fare nulla.
E lei non voleva smettere di credere che fosse possibile.
Sospirò, dirigendosi verso il ricciolo di fumo che usciva dal tetto della capanna.
Kohaku era sveglio, e probabilmente la stava cercando.

- Bentornata Kikyo!- la salutò il ragazzino, attizzando il fuoco nella capanna.
La Sacerdotessa lasciò scivolare la coperta fradicia a terra, avvicinandosi al fuoco.
- Dove sei stata? Sei gelata!- osservò Kohaku, guardandola critico.
- Sono uscita a fare una passeggiata.- rispose lei, atona.
- Con questo freddo? Vuoi prenderti una polmonite per caso?- il tono di lui era preoccupato, con una lieve sfumatura di rabbia.
- La polmonite non mi ucciderà, stai tranquillo…-
- Non è un buon motivo per andare a cercarsela.- borbottò.
- Kohaku, è inutile che ti preoccupi per me. Io sono già morta, non dovrei essere qui.-
- Ma ci sei.- ribattè Kohaku con forza, mettendo un altro pezzo di legna sul fuoco. Stentò ad accendersi, ma alla fine la fiamma iniziò a divorarlo.- Sei qui, ed anche se non è una vita vera, vale la pena di essere vissuta. Non ha senso gettare via tutto prima di avere raggiunto lo scopo, non ti pare?-
- Sì…forse hai ragione…-
Il silenzio calò nella capanna, rotto solo dal crepitare del fuoco.
- Allora…mi vuoi dire cos’hai fatto in giro con questo gelo?- riprese, sforzandosi di usare un tono conciliante.
- A pensare, Kohaku. Stavo pensando che la nostra attesa è durata anche abbastanza.-
- Secondo me invece, è ancora troppo presto. Naraku non fa nient’altro che starsene rintanato al castello, macchinando chissà quali piani. Tanto poi è ovvio che vinceremo noi.-
Kikyo lo guardò, interrogativa, piegando la testa di lato.
- E’ ovvio, no? – sbottò lui, come fosse la cosa più normale dell’universo- Siamo noi i buoni. È ovvio che vinceremo noi.-
Kikyo rise.
Così, senza potersi trattenere.
Scoppiò in una risata che non le veniva così sentita e naturale da almeno sessant’anni.
Chiara, cristallina, sincera.
Quel ragazzino aveva davvero una gran fiducia.
Eppure, l’incubo continuava a tormentarla.
Dovevano fare qualcosa, e dovevano farlo presto, prima che le cose prendessero la piega sbagliata.
Doveva essere assolutamente prima della nascita del bambino.
Non si sarebbe perdonata la morte di Inuyasha, ma se fosse accaduto qualcosa a Kagome e al bambino, sarebbe stato Inuyasha a non perdonarla mai più.
La sua anima tormentata non avrebbe mai trovato la pace.
Tese le mani verso il fuoco, alla ricerca di un po’ di calore.
Anche Kohaku aveva freddo alle mani.
Vedeva distintamente la scheggia della Sfera, la sua luce violacea brillare appena sotto il collo del ragazzino.
Non era sicura che sarebbe riuscita a salvarlo. Per quanto ne sapeva lei, nessuno avrebbe potuto. Togliergli la scheggia avrebbe significato ucciderlo.
Ci sarebbe voluto un miracolo, per farlo rimanere in vita.

ANTICIPAZIONI
38- L'errore

Colpirò..presto....

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Capitolo 38
*** L'Errore ***


La casa è silenziosa.
Si sente solo il debole ticchettio della pioggia che cade fuori dalla finestra.
Rohchan, stremata, è sdraiata sul divano in posizione crocefisso, ancora l'acchiappamosche in mano.
Quel maledetto virus...a sapere come l'ha beccato...
Sesshoumaru non sta meglio. Seduto per terra poggiato contro il divano, ha i capelli scomposti, come se avesse appena finito una lotta tremenda.
E' quasi impossibile vederlo ridotto così.
Anche lui è armato, ma ora gioca con l'acchiappamosche, facendolo prendere alla gattina pezzata che fino a qualche minuto fa si faceva le unghie sui suoi hakama bianchi.
- Domani hai un esame, lo sai?- le chiede.
- Ovvio che lo so...ma è inutile. Ho la testa così piena che non ci entra più neppure uno spillo. E poi quel che è fatto è fatto...l'appello è domattina alle dieci...- Rohchan si alza lentamente a sedere, spezzando il respiro quando una vertebra della sua schiena produce un crick poco rassicurante.
- Certo che sei piuttosto malandata, per avere solo 25 anni...-la canzona il demone.
- Oh, stà zitto...non è colpa mia se tu non soffri di queste cose.-
Il demone sorride storto.
Rohchan abbassa lo sguardo sulle mani che reggono l'acchiappamosche.
- Dai, dammi qua quell'affare e fila ad aggiornare. E' un mese che non metti su un capitolo, si staranno organizzando per venire a cercarti.-
- Magari una battuta di caccia...- bofonchia Rohchan, lasciandosi togliere di mano l'acchiappamosche .
- Tranquilla...nel caso ti proteggerò...-
- ...-
- Dai, muoviti...-

Cari lettori, care lettrici, non ci crederete mai ma...
SONO TORNATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!
sembra incredibile, eh? ^_^
La verità è che circa un mese fa ho preso una variante del Sasser (o comediavolosichiama) che si è mangiato il pc con tutti i cavi.
Persino il tecnico ha detto che non aveva mai visto nulla di simile...>>
Quindi c'è voluto un sacco di tempo, prima a scrostare quel disgraziato dal pc, poi a reinstallare tutti i pezzi e a mettere chiavi e lucchetti, protezioni e barriere ovunque.
Non mi resta che sperare che stavolta basti...e che voi non vi siate stancati di aspettarmi.
Quindi, veniamo a noi...
l'ANGOLINO dei GRAZIE:

RYANFOREVER spero di darti qualche risposta con questo aggiornamento, anche se a dire la verità è un po' corto...però giuro che è pieno di significato...^^

ONIGIRI beh, come hai potuto notare da sola sono stata ancora più crudele del previsto, lasciandovi così in sospeso...mi dispiace...çç giuro che non era nelle mie intenzioni...
Esatto esatto....era proprio QUEL capitolo...ero ansiosa di postarlo, ti dirò. E il tuo disegno fa veramente un figurone in camera mia...^_-
Sesshoumaru ha sbuffato un po' quando gli ho chiesto di recitare questa parte. Anzi, in realtà un po' tutta la parte. Temo sia piuttosto OOC, ma non so che dire...passavo molto tempo sulla mia nuvoletta rosa quando scrivevo queta fic, e continuo a passarne parecchio anche ora...spero che, nonostante il piccolo cambiamento che ho impresso a Sesshoumaru, la stria continui a piacervi. E sono molto felice che la coppia Kikyo-Kohaku ti piaccia...vedrai più avanti cosa combineranno...^^

MEL_NUTELLA oh cielo, grazie Mel...sono felice di averti aiutata a capire un po' Kikyo, che è sempre stata uno dei miei personaggi preferiti...così tormentata, infelice...eppure così forte. Un vero capolavoro, secondo me.
Ed infatti, con me ha un destino quasi migliore di quello che le ha riservato la sua vera madre...oops...ma forse questo non dovevo dirvelo...^^ Il rapporto tra Sesshoumaru e Mekura è in evoluzione...tienili d'occhio, mi raccomando...^^

NANA93 così stupida da far morire i protagonisti della fic FORSE no...però la felicità non è una cosa che ci è dovuta, prendendo a prestito 'Memorie di una Geisha'...la felicità bisogna guadagnarsela, lavorando con pazienza e determinazione. Ed è quello che faranno i miei personaggi...se sopravviveranno tutti, ovviamente...hihihihihihi...
(-smettila di cercare di fare la perfida, tanto non ti crede nessuno -nd Sesshoumaru -smettila!!! Lasciami giocare un po', guastafeste di un demone!- *gli tira dietro un fermacarte a forma di coccinella - Mancato...- con un salto le si siede accanto. -...-)

KRIKKA86 in questo capitolo scoprirai di chi è l'errore...tranquilla bimba...tra poco farai INDIGESTIONE di Inuyasha e Kagome...più ci avviciniamo alla fine, più spesso li vedrai..^^

MOON_FLOWER grazie mille...^*^

HACHI22 tranquilla tesoro, fai pure commenti lunghi quanto vuoi...al massimo mi prendo da bere prima di iniziare a leggere...^^ sono contenta di essere riuscita a stupirti, e spero di farlo ancora...
E riguardo a Sesshoumaru...non preoccuparti, lo tengo io...se ci riesco...>.< *trattiene Sesshoumaru che a leggere cuccioloso ha iniziato a mutare aspetto

INDELIBLE che bello raccogliere una nuova commentatrice a questo punto...T^T grazie, grazie davvero...spero di non deluderti.

Bene, ecco qua...l'angolo dei grazie è più lungo dell'aggiornamento, ma poco ci fa...se l'esame va bene, domani sera vi regalo un altro aggiornamento...quindi, se non vedete nulla sapete cosa è successo...=.=
Ma io spero di farcela...ho studiato tanto....ç.ç

Baci
La vostra Rohchan già in fibrillazione

38- L’Errore

Confusa in mezzo al candore della neve, che era caduta fitta per una settimana intera, Kanna osservava il villaggio Musashi da una posizione privilegiata, come le aveva ordinato Naraku.
Faceva freddo, molto freddo, e se fosse stata umana probabilmente il suo kimono bianco tutto bagnato l’avrebbe gelata fin nelle ossa, ma non se ne curò.
Il suo padrone era stufo di aspettare senza fare nulla.
Il piano era pronto, e presto sarebbe stato messo in moto.
In silenzio, osservò il villaggio svegliarsi e ricominciare, a ritmo lento, la vita di tutti i giorni.
Poi…
Eccola.
Kagome camminava nella neve, bagnata fino alle ginocchia, con Inuyasha accanto che la seguiva vigile e attento.
Il suo ventre era oramai visibile, rotondo in contrasto col resto della sua figura, longilinea e flessuosa.

Lo specchio rimandò l’immagine a Naraku, che osservava dal suo castello il disgustoso sentimento che legava tutte quelle persone.
Anche attraverso il filtro dello specchio di Kanna, poteva sentire l’affetto e l’amore colargli addosso come un miele particolarmente vischioso, ributtante ed intollerabile.
Odiava quel sentimento, lo detestava con tutto sé stesso, ed era fermamente deciso a distruggere tutto quanto alla prima occasione buona.
Quella ragazzina, tuttavia, non era un problema.
Somigliava alla Sacerdotessa solo nell’aspetto, ma non possedeva un briciolo della sua forza, né della sua determinazione. Sarebbe stato fin troppo facile ucciderla. Inuyasha non aveva i mezzi per proteggerla, non li aveva mai avuti.
Era stato sciocco, ed irresponsabile, e gli aveva servito la vita della donna che amava su un piatto d’argento, per la seconda volta nella sua misera vita di mezzo demone.
Sarebbe bastato stendere la mano, e con un decimo della sua forza l’avrebbe dissolta nel nulla, gettandolo nello sconforto.
A quel punto, accecato dal dolore, Inuyasha avrebbe perso la ragione, e allora nemmeno più la sua forza straordinaria sarebbe servita a fermarlo.
Avrebbe ucciso anche lui, ed i suoi compagni, e una volta tolti di mezzo loro avrebbe distrutto anche Sesshoumaru.
Mekura stava facendo un ottimo lavoro, pur inconsapevolmente.
Ogni volta che osservava viaggiare quella compagnia male assortita, la ragazza era in posizione privilegiata; dietro Sesshoumaru nello spostarsi, accanto a fuoco a mangiare, poggiata a quel demone a due teste, vicino alla bambina, a dormire. E, anche se era stato soltanto da un gioco, Sesshoumaru l’aveva protetta, già una volta.
Che idiota.
Sperava che lui sarebbe stato più difficile da distruggere, e credeva si sarebbe divertito nell’osservarlo piegarsi alla sua volontà, pur di salvare quelle due umane.
Però così sarebbe stato troppo facile.
Rimuginò ancora un po’ sul da farsi, sospirando.
Lui era davvero il più potente, in quel momento, in quel paese, in quel frangente.
Era pericoloso, spietato e crudele.
Ed i suoi nemici, invece di preoccuparsi di lui, pianificavano una vita insieme che non avrebbero mai vissuto.
Assurdo.
L’essere umano era assurdo.
Una contraddizione in termini, un miscuglio mal riuscito di amore e odio, desiderio di sacrificio ed egoismo, forza e debolezza, intelligenza e stupidità.
Fragile come una ragnatela.
Un soffio, uno sbuffo di vento più forte degli altri, e irrimediabilmente crollava senza possibilità di recupero.
Con Kikyo era stato così.
Oh, era stato bellissimo guardarla impazzire di dolore mentre, con tutto il tatto che possedeva, la informava della gravidanza di Kagome. Si era sentito esplodere di gioia, quando lei gli aveva stretto le mani attorno al collo senza avere la forza di soffocarlo.
Aveva goduto nel vederla cercare di uccidere la ragazza, per non parlare delle vette che aveva raggiunto quando Inuyasha l’aveva lasciata sola e sconfitta, portando via una Kagome ferita ed esausta.

Sarebbe stata lei la prima vittima.
Kikyo avrebbe dato il via a tutto il suo piano, anche se questo significava eliminare una pedina piuttosto interessante dalla scacchiera.
Ma non ora.
Avrebbe aspettato il disgelo, e avrebbe sporcato di dolore e sangue anche la rinascita della vita.

ANTICIPAZIONI 39- Il Messaggio di Kikyo
Ambasciator non porta pena...o forse...sì?

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Capitolo 39
*** Il Messaggio di Kikyo ***


Buonasera a tutti!!!!
Intanto, scusatemi per l'aggiornamento in ritardo...ma oggi pomeriggio ho FINALMENTE discusso l'esame per cui ho fatto l'appello la settimana scorsa e ieri sera ero un *tantino* impegnata a scartabellare i miei appunti per l'ultimo ripasso.
- Scartabellare è un delicato eufemismo. Ho dovuto dormire sul divano in salotto, da tanto il letto era ingombro e tu isterica...-
- Sesshoumaru, per favore...-
- Sì, sì, lo so. Certe cose devono restare tra me e te.-
- Bravo il mio demone preferito. Che ne dici di andare a mettere su l'acqua per un the?-

Veniamo a noi, care/i...
l'angolino dei GRAZIE:

KAGOME19, RYANFOREVER, MOON_FLOWER grazie mille, e buona lettura. Naraku è Naraku, care...chissà che gli passa per la testa... (in questa fic tu, Rohchan! -nd Sesshoumaru)

ONIGIRI la mia piccola gioia...çç sei davvero un tesoro. Adoro i tuoi commenti così articolati, che vanno a toccarmi proprio la storia...*.*
Sono contenta di sapere che secondo te ho fatto un buon lavoro con i personaggi, anche se la storia ha ancora molte cose da raccontare...il mio esame è andato benino, dai...non ho ottenuto un votone, ma l'importante è che sia andato...^_-
Ah, e questo capitolo è tutto per te. BUON COMPLEANNO!!!!!!

KRIKKA86 no, non è un acpitolo di intermezzo...^^ L'autore dell'errore forse non è chiaro come avrei voluto, ma se ti aiuto a capire faccio spoiler...^_^ quindi, non ti resta che continuare a leggere...^_^

HACHI22 grazie, grazie, GRAZIE MILLE davvero. No, i capitoli sono tutti salvi su una chiavetta, non temere...di crack del sistema me n'è bastato uno, l'anno scorso. Qunado sono riuscita a recuperare tutti i miei vecchi dati, li ho salvati ed ora sono sempre al sicuro dentro la chiavetta nel mio comodino...^_-
Ti ringrazio per i complimenti...ce la metto tutta per farvi sentire e provare quello che sento e provo io..spero sempre di riuscirci, ma la perfezione non è mia...^^ Non preoccuparti per le frasi contorte, cara...ti garantisco che nell'ultimo mese ne ho viste di molto peggio...e sono anche molto felice che tu abbia imparato ad apprezzare un po' Kikyo...il cielo sa le discussioni che ci ho fatto...tutti che la detestano, povera. Io l'ho sempre amata, a tratti più di kagome. Ma è stata sfortunata...

STELLA93MER delizia delle delizie...una commentatrice nuova a questo punto...*_* me felice...buona lettura!!!

Bene, spigolino finito...vado a bermi la tazza di the che Sesshoumaru ha preparato...buona lettura a tutti e...
BUON COMPLEANNO ONIGIRIIIIIIIIIIIIIII!!!!
(anche da parte di Secchan ^_-)

Baci a tutti
Rohchan

39- Il Messaggio di Kikyo

Fu nel mese di Gennaio, dopo le feste per l’inizio dell’anno nuovo, che Inuyasha e Kagome ricevettero una visita del tutto inaspettata.
Il mese precedente era stato così tranquillo che i ragazzi si erano convinti che nulla di male sarebbe mai più capitato.
Soprattutto Kagome e Sango sembravano particolarmente convinte che i tempi bui sarebbero finiti, e già pianificavano, con sgomento dei loro compagni, le nozze in grande stile.
Si era sentito parlare delle cose più assurde ed originali; dalla cerimonia tradizionale, che sarebbe durata tre giorni, al volo di colombe al momento del sì, ai fuochi d’artificio per la fine della cerimonia, alla festa che avrebbe coinvolto tutto il villaggio, alla possibilità, per Kagome, di avere una doppia cerimonia officiata dal nonno e da Kaede, e di fare venire nell’epoca Sengoku la sua famiglia per poter festeggiare tutti insieme.
Sango, sfoggiando un inaspettato talento artistico, creava decine e decine di bozzetti di kimono di gala, dai colori e sfumature più diverse, per lei, l’amica e i due sposi.
Ma se Inuyasha era relativamente tranquillo, sicuro di battere sul tempo Kagome chiedendole di sposarlo il prima possibile, a Miroku venivano l’orticaria e la pelle d’oca alta un metro ogni volta che sentiva parlare di “sposa”, “kimono”, “cerimonia”, “fiori” e “per sempre”.
Soprattutto l’ultima espressione sembrava causargli particolare sgomento, anche se cercava di nasconderlo.
Tuttavia, la vita scorreva tranquilla, divisa tra mattine passate al telaio a tessere, o dall’anziana miko a studiare, oppure tutti insieme a progettare quello che avrebbero fatto il pomeriggio seguente.
Anche se volevano credere con tutta l’anima che avrebbero vinto contro Naraku, nessuno osava parlare di ciò che sarebbe stato a battaglia finita.

Un freddo pomeriggio, in cui la neve ghiacciata creava una coperta adamantina su ogni cosa, Kohaku percorse il sentiero del villaggio e chiese ad una donna dove si trovasse Inuyasha.
La donna gli indicò una capanna sul bordo del bosco, ed il ragazzo proseguì a passo spedito verso la casupola.
Si vedeva che era stata rimessa a nuovo da poco; gli infissi erano nuovi, così come la tenda di canne di riso, ed un ricciolo di fumo bianco si alzava dall’apertura sulla sommità del tetto, mostrando la paglia e le impeciature nuove.
Un campanellino di buon auspicio tintinnava allegro appeso sopra una finestra, e dietro la carta di riso Kohaku ad un tratto vide un viso pallido incorniciato da lunghi capelli neri.
Kagome lo guardava dall’interno della sua casa, i grandi occhi castani sgranati dallo stupore.
- Kohaku…-
La voce di Sango lo fece voltare di scatto. Aveva tra le braccia una pila di campioni di stoffa, ed indossava un kimono azzurro ghiaccio con uno scialle blu per ripararsi dal freddo pungente.
- Sorella…ti trovo…davvero bene.-
- Kohaku…cosa fai lì fuori? Vieni dentro..- Kagome era uscita da casa, ed ora teneva la tenda discosta di fianco a sé. La sua gravidanza era ormai evidente. – Fa molto freddo.-
- Grazie….-
Kohaku entrò nella capanna, seguito da Sango, perplessa e stupita allo stesso tempo.

- Cosa ti porta qui?- chiese Kagome, seduta accanto al fuoco, mentre versava a Kohaku una tazza di the bollente. Inuyasha, accanto alla ragazza, guardava le fiamme con aria assente.
- Vengo da parte di Kikyo.-
A quelle parole, le mani di Kagome ebbero un tremito e per poco non si rovesciò addosso il the. Inuyasha alzò la testa di scatto, mentre Sango guardava il fratello in silenzio.
- E perché non è venuta lei di persona?- chiese Kagome, sforzandosi di sembrare calma. Ma Inuyasha aveva capito, e le circondò la vita con un braccio, traendola a sé.
- È una domanda sciocca, Kagome. Sai meglio di me cosa legava Kikyo ad Inuyasha.-
- Lei…ti ha raccontato..?- chiese Inuyasha, con un filo di voce. Non sapeva perché, ma aveva paura.
- Sì…mi ha raccontato molte cose, ma sono sicuro che me ne ha nascoste molte altre. Comunque vengo a portarvi un messaggio da parte sua. Naraku si muoverà presto, molto presto.-
- Ma è…pieno inverno…-intervenne Sango, guadagnandosi un’occhiata condiscendente dal fratello.
- Credi davvero che glie ne importi qualcosa?- le chiese Inuyasha, senza smettere di stringere Kagome.- Sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto. Era solo questione di tempo.-
- Kikyo spera che voi siate pronti. Sarà una battaglia molto dura, e non si potrà vincere con la sola forza fisica.-
- Lo so.- disse Inuyasha, sospirando.- Kikyo me l’aveva detto tempo fa. Uccidere Naraku significa purificarlo, distruggerne anche l’anima. E questa è una cosa che solo una Sacerdotessa molto potente può fare.-
- Esatto. Kikyo è ormai allo stremo delle forze. Continua ad esistere solo per svolgere il suo compito.-
- Anche Kagome è molto forte, però…-disse Sango, sorseggiando il suo the. Questa volta Kohaku la guardò incuriosito.- E’ da molto tempo ormai che studia con Kaede per controllare i suoi poteri da miko. Questa è una cosa che Naraku non sospetta, suppongo.-
- Se non avete visto strani movimenti, di recente, penso di no. Questa è una cosa buona, per voi. Se Kagome è davvero forte come dici, forse avrete qualche speranza di uscirne tutti vivi.-
Sango abbassò il capo sconfitta.
Kohaku era in vita solo grazie al frammento della Sfera, che non faceva altro che prolungare la sua esistenza sull’orlo del baratro.
Aveva paura ad ammetterlo, ma sapeva che, nel momento in cui la scheggia gli sarebbe stata tolta per completare la Sfera, Kohaku si sarebbe dissolto in polvere.
Era morto da anni, ormai.
- Fossi in te non mi auto escluderei dal gruppo dei vivi tanto in fretta, Kohaku..-disse Inuyasha. Alle sue parole, gli occhi pieni di lacrime di Sango si alzarono a guardarlo, speranzosa.
Il mezzo demone, però, sorrise senza dire nulla.
- Torniamo al nocciolo della questione..-disse Kagome, le mani chiuse attorno alla tazza del the, le parole di Kohaku infilate nel cuore come stilettate.- Cosa vi fa pensare che Naraku si muoverà presto?-
- Abbiamo visto parecchio movimento, di recente. Spettri piccoli e grandi si aggirano sulle montagne a nord, dove si trova il rifugio di Naraku.-
- Perché non sei venuto prima a dirci dove si trovava, se lo sapevate?- sbottò Inuyasha.
- Kikyo sapeva che saresti partito a spada sguainata. E che saresti morto, così facendo.-
Un brivido gelido serpeggiò per la stanza.
Kagome sapeva che Kohaku aveva ragione.
Inuyasha era una testa calda, e se avesse saputo dove trovare Naraku, si sarebbe gettato al suo inseguimento senza pensare a cosa stava facendo.
Kikyo non le piaceva, non le era mai piaciuta, ma non aveva motivo di dubitare delle sue parole. Fino a quel momento, per quanto fossero state sgradevoli le sue parole, per quanto astio avesse messo nel ricordarle la sua posizione di intrusa pericolosa sotto più punti di vista, doveva ammettere che aveva sempre avuto ragione.
All’improvviso il cuore le mancò un battito nel provare ad immaginare la sua vita senza Inuyasha.
Se lui fosse morto, ne sarebbe morta anche lei.
Non avrebbe avuto il coraggio di andare avanti, senza di lui.
Non ora, che erano così vicini.
- Ha fatto un sogno, tempo fa. Su di te. Non me ne ha raccontato i particolari, ma tu eri morto. Eri umano, ed eri morto.-
- Quindi sarà durante un novilunio?- chiese Inuyasha, mentre Kagome impallidiva vistosamente, appoggiandosi a lui.
- Non lo so. Ma Kikyo mi ha raccomandato di dirti di stare attento. Molto attento.-
- Kagome…stai bene?- chiese il mezzo demone alla ragazza.
Lei si limitò a scuotere la testa, chiudendo gli occhi. Il respiro era corto ed affannato, il cuore a mille. Una metà di lei urlava di sgomento e terrore, mentre l’altra era scaldata dalla fiducia.
Lei aveva fiducia in Inuyasha.
Aveva fiducia.
Fiducia.
Fiducia, fiducia.
Lei credeva in Inuyasha.
Ci credeva con tutta lei stessa, con ogni singola fibra, con ogni goccia di sangue, con ogni molecola del corpo.
Non credeva alle parole di Kikyo, non a queste.
Non poteva crederci.
Non voleva crederci.
Inuyasha la strinse, carezzandole la schiena, baciandole la testa. La dondolò come una bambina, finchè non si calmò.
- Riferisci a Kikyo che staremo attenti. E di non…fare troppo affidamento su questi sogni. Nel bene come nel male, i sogni possono rivelarsi dannosi.-
- Va bene.-
Kohaku si alzò, stirando le gambe e le braccia intorpidite dalla lunga chiacchierata in una posizione scomoda.
- Mi ha detto ancora una cosa, prima di mandarmi da voi…-disse, scostando la tenda per uscire- ha detto di avere cura di te, Inuyasha…e di non badare a lei, quando verrà il momento. Anche se il tuo cuore dovesse sanguinare, lei non vuole il tuo aiuto.-
Il ragazzo uscì e la tenda ricadde sulla porta, chiudendo fuori il freddo e recidendo il filo di quella discussione.
Sango, non sapendo cosa fare, lasciò le stoffe in un angolo ed uscì, lasciando Kagome a piangere in silenzio tra le braccia forti di Inuyasha.

ANTICIPAZIONI:
40- Una Storia Lunga e Difficile
Dopo la vista di Kohaku, Kagome è molto scossa. Inuyasha decide di riportarla a casa, ma laggiù nessuno sa... dell'altra donna...e Inuyasha ha un compito da svolgere che scambierebbe volentieri con mille demoni assetati di sangue...cosa sarà? ^_^

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Capitolo 40
*** Una Storia Lunga e Difficile ***


Buonaseeeeeeeeeeera!!!
Mamma mia che freddo che fa qui..gli ultimi tre giorni sono stati terrificanti.
Pare proprio che sia ora di tirare fuori giacche a vento e cappotti. =.=
Però...però.
Però il colore del cielo sereno, di questa stagione, è inimitabile. In nessun altro momento dell'anno il cielo è di quell'azzurro così limpido e leggero che...che...
Ok, ok...la smetto di straparlare...sarete ansiosi di leggere...spero.
Ultimamente tanti commentatori sono spariti, e io sono tanto tanto triste...çç
Meno male che c'è lo zoccolo duro! Quindi, forza!!
L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER l'appello è andato bene, come già detto la scorsa volta...un po' mi è spiaciuto non prendere il massimo dei voti, perchè avevo studiato tanto, ma col senno di poi mi rendo conto di essere stata comunque fortunata...quella professoressa va famosa per essere tremenda...la risposta al tuo dubbio, in questo capitolo...^*^

ONIGIRI grazie grazie grazie. Sto usando questa parola come uno straccio per lavare per terra, è tutta sciupata, ma con te non saprei proprio che altro dire.
Forse ARIGATOU...^_^ sì, hai ragione, la faccenda si sta complicando maledettamente, ed anche se ormai siamo quasi alla fine (ebbene sì...non manca più molto, ormai)non è ancora il fatidico momento del respiro profondo prima del balzo...si potranno godere ancora un pochino di calma, ma non troppa. Buona lettura!!! ^*^

STELLA93MER grazie davvero, e buona lettura!

KAGOME19 in bocca al lupo tesoro! Metticela tutta, Rohchan fa il tifo per te!!!
E riguardo al problema del postare...non è possibile. O.o Non esiste una persona più imbranata di me con l'html, e se ci sono riuscita io...di SICURO puoi riuscirci anche tu. Prova con la guida che c'è all'interno di questo sito...io l'ho trovata utilissima...grazie mille dei complimenti, e buona lettura!!

X_MOKONA grazie dei complimenti e della critica...i momenti per loro tre (o quattro? o cinque? o sei? Mhhh...>>)arriveranno, non temere. Solo, non posso sempre scrivere la storia dal punto di vista di Inuyasha e Kagome, perchè risulterebbe noiosa e non riuscirei ad intrecciare la narrazione come voglio. Però questo capitolo è tutto per loro due, quindi...buona lettura!

Bene, spigolo finito...
vi ringrazio di seguirmi così numerosi, e dei commenti che mi lasciate, e delle mail che di tanto in tanto mi scrivete.
Credetemi, siete un toccasana...
Buona lettura!!

La vostra Rohchan

40- Una Storia Lunga e Difficile

- Sarebbe meglio se tu tornassi a casa per qualche giorno, Kagome…-disse Inuyasha, il mattino del terzo giorno dopo la visita di Kohaku.
Kagome era sempre tesa e nervosa; il viso era più pallido e tirato, mangiava a forza e sembrava aver perso la voglia di vivere.
Inuyasha temeva che tutto questo nuocesse al bambino, e voleva che lei si sentisse sicura e protetta.
- Non voglio andare via da qui e lasciarti solo. Non dopo quello che ha detto Kohaku. Stanotte sarà novilunio, e non voglio lasciarti solo.-
Era vero.
Kohaku aveva raccontato loro che Kikyo aveva fatto un sogno, ed in quel sogno Inuyasha, in forma umana, era morto.
Ma i sogni, per loro natura ingannevoli e sibillini, non davano mai la certezza assoluta del loro avverarsi o meno. Era vero che era possibile che Naraku attaccasse in una notte di novilunio -anche se ancora all’oscuro del significato di questa cosa per Inuyasha-, ma non era sicuro che avrebbe attaccato proprio quella notte.
Inuyasha sospirò.
- Kagome, io voglio che tu sia tranquilla.-
- Lo sono solo con te accanto.-
- Lo so, ma io vorrei che tu stessi per un po’ con tua madre e tuo fratello. Saranno ansiosi di vedere il tuo pancione che cresce.-
- Non m’importa…e nemmeno al bambino. Io voglio stare con te, sempre, Inuyasha. Se dovesse accaderti qualcosa mentre non sono qui, ne morirei.-
- Se vuoi posso rimanere con te anche dall’altra parte…per qualche giorno.-
Kagome lo guardò affranta.
- Cerca di capirmi, Kagome. Sei pallida, stanca. Dormi sonni agitati, mangi a stento, e mi preoccupi. Voglio che tu sia serena.-
- Allora vieni con me. Stai con me giorno e notte ovunque io sia.-
- Va bene…se è questo che vuoi, starò con te. Ma andiamo da tua madre, ora. Lei saprà aiutarti meglio di quanto non sappia fare io.-
Un debole sorriso increspò le labbra di Kagome, prima che si voltasse alla ricerca delle poche cose da infilare nello zaino e riportare a casa.
- Vado ad avvertire Kaede che staremo via qualche giorno. Mando Sango qui, così non sarai sola, va bene?- le disse, abbracciandola da dietro.
Il suo profumo era inebriante, anche nell’aria pungente dell’inverno.
- Va bene…ma non metterci troppo, ok?-
- Va bene…-
Il mezzo demone sciolse l’abbraccio, uscendo svelto dalla capanna e andando a chiamare Sango perché andasse a tenere compagnia a Kagome. In capo a dieci minuti era dall’anziana miko, ad informarla della loro partenza.

***

Il tempio Higurashi era coperto da una bianca coltre di neve lucente.
Inuyasha e Kagome uscirono dal tempietto in cui si trovava il pozzo ed attraversarono il grande spiazzo imbiancato affondando fino a metà polpaccio; dal cielo, la neve continuava a cadere lieve.
Come se li stesse aspettando, la madre di Kagome aprì la porta di casa e li fece entrare, bagnati e tremanti dal freddo, facendoli sistemare al caldo vicino al camino in sala.
Non era una cosa che si vedeva spesso nelle abitazioni giapponesi, ma a lei era sempre piaciuta l’idea di averne uno, ed il marito aveva provveduto ed esaudire questo desiderio quando si erano sposati.
Lasciò i ragazzi a scaldarsi e tornò in cucina, chiamando a gran voce il nonno e Sota; quando furono tutti insieme in sala, il nonno squadrò critico Kagome, come se la stesse radiografando.
- Qualcosa non va, Kagome?- le chiese, mentre sorseggiava il the.
Kagome si irrigidì leggermente.
- Cosa ti preoccupa, cara?- continuò sua madre.
- Kikyo ci ha raccontato un sogno che ha fatto, e lei si è spaventata.-
Kagome sobbalzò, mentre Inuyasha esponeva con tanta noncuranza il motivo delle sue ansie. Guardò la sua famiglia, che la fissava ad occhi sgranati.
Già.
In quattro anni che conosceva Inuyasha, non aveva mai raccontato loro di Kikyo.
- Chi è Kikyo, sorellona?- chiese Sota, prendendo un dolcetto dal vassoio poggiato sul tavolino di fronte a loro.
- Era una Sacerdotessa…che amava Inuyasha, prima di me. Quasi seicento anni fa.-
Al nonno andò di traverso il the.
Kagome sorrise di sbieco, chiedendosi come mai solo lei riusciva a provocare in lui reazioni simili.
“Forse perché sei l’unica della famiglia ad andare avanti e indietro nel tempo come se fosse una cosa normale- le disse una vocina dentro- e poi perché ti sei innamorata di un mezzo demone. E magari perché sei anche l’unica, da molti secoli a questa parte, ad aspettare un figlio di sangue misto di questo tipo.”
Tuttavia anche sua madre e Sota la guardavano ancora più straniti di prima.
- Cara…-intervenne la donna- non credi sia il caso di spiegarci?-
Kagome posò la tazza vuota sul tavolino, prendendo un biscotto. La mano di Inuyasha le carezzava dolcemente la schiena, e quel contatto la scaldò.
- La prima volta che sono arrivata nel Sengoku attraverso il pozzo, ho trovato un mezzo demone inchiodato all’albero sacro con una freccia.-
- All’albero sacro?- intervenne il nonno, stupito- Vuoi dire che c’è un Goshinboku anche…laggiù?-
- Sì, nonno. Lo stesso identico albero. All’inizio non avevo capito bene di essere in un’altra epoca, e vedendo l’albero mi ci sono diretta convinta che avrei trovato casa. Ed invece ho trovato Inuyasha.-
Sota sorrise, addentando un secondo biscotto.
- La vecchia Kaede mi raccontò che Inuyasha un tempo era libero, ma che una Sacerdotessa di nome Kikyo l’aveva imprigionato perché si era sentita tradita. In realtà…-
- In realtà io amavo Kikyo. Le avevo promesso che, usando la Sfera dei Quattro Spiriti, sarei diventato umano e avrei diviso con lei la mia vita.- intervenne Inuyasha, aiutandola. Kagome sorrise debolmente e proseguì.
- Ma un altro mezzo demone, Naraku, ambiva alla Sfera. Voleva il suo potere per avere un corpo nuovo e indistruttibile, e voleva anche la vita di Kikyo. Naraku nacque dall’unione di un brigante, Onigumo, con molti demoni. Onigumo si era invaghito di Kikyo, e la voleva per sé; così, una volta ceduta la propria anima ai demoni, col suo nuovo corpo si diresse verso il luogo in cui sapeva che Kikyo avrebbe incontrato Inuyasha, per portarla via. Ma i demoni che erano in lui, vedendo una Sacerdotessa, cercarono di ucciderla, portandole via la Sfera.-
La madre di Kagome sembrava molto presa dal racconto. Teneva le mani serrate in grembo, e le labbra erano chiuse in un moto di paura e incredulità.
- Tuttavia, i demoni non uccisero Kikyo. Con un inganno, Naraku aveva preso le sembianze di Inuyasha, e così Kikyo credette che fosse stato il suo futuro sposo a sottrarle la Sfera e tentare di ucciderla. Piena d’odio, si trascinò fino al villaggio, dove Naraku stava facendo strage di umani, e trovato Inuyasha lo imprigionò all’albero sacro, con una freccia carica di potere spirituale. Dopo averlo ucciso, Kikyo si lasciò morire, portando con sé la Sfera. Non voleva che cadesse in mani sbagliate.-
- Ma tu mi hai raccontato di aver mandato in briciole la Sfera, sorellona…-intervenne Sota- com’è possibile, se Kikyo era morta?-
- Io sono la reincarnazione di Kikyo…la Sfera era in me da sempre, anche se non lo sapevo.-
Il nonno tossicchiò, e per un attimo Kagome ebbe l’impressione che proprio lui, che per anni le aveva propinato storie di demoni, ora non le credesse.
- Torniamo a Kikyo, però…- disse la signora Higurashi, guardando la figlia- se è morta quasi seicento anni fa, come può essere di nuovo viva, anche se tu sei la sua reincarnazione?-
- Una strega di nome Urasue le ha donato un corpo fatto di cenere e terra tombale. Voleva che Kikyo cercasse per lei i frammenti della Sfera, che sono in grado di rendere più potente qualunque demone. Ma il suo piano fallì. Kikyo uccise Urasue, e stava per uccidere nuovamente anche Inuyasha, se non fosse stato per me.-
- Scusa…tu cosa c’entri?- le chiese il fratello.
- Urasue voleva che Kagome restituisse l’anima a Kikyo, e così cercò di portargliela via con un rito magico. Ma, non so perché, ad un tratto l’anima di Kagome, che si era spostata nel corpo di Kikyo, è stata richiamata indietro quasi del tutto.- intervenne Inuyasha.
- Già…nel tentativo di salvare Inuyasha, che sentivo in pericolo, non so come sono riuscita a strappare la mia anima a Kikyo. In lei è rimasto soltanto rancore, e si mantiene in vita usando le anime dei morti.-
- Questa è blasfemia!- disse il nonno, irritato.
- Dubito che Kikyo volesse tornare a vivere, nonno. È stata costretta a farlo, ma non l’ha chiesto lei. Vive ancora soltanto perché vuole vendicarsi di Naraku, e distruggerlo.-
- Quindi, vediamo se ho capito bene…-li interruppe Sota. La faccenda stava diventando troppo filosofica per i suoi gusti.- una volta Kikyo ed Inuyasha si amavano. Poi per colpa di questo Naraku sono arrivati ad odiarsi, e Kikyo si è lasciata morire per raggiungerlo nell’altra vita…ma poi tu hai svegliato Inuyasha, e Urasue ha ridato la vita a Kikyo, ed ora lei ha deciso di uccidere Naraku per vendetta?-
- Sì…più o meno è così. Kikyo è una grande Sacerdotessa, molto potente, e forse sarebbe in grado di sconfiggere Naraku.-
- E questo sogno, Kagome?- le chiese il nonno, incuriosito.- Non è raro che le grandi Sacerdotesse abbiano anche il dono della veggenza.-
- Nel sogno, Kikyo ha visto Inuyasha morire. Ecco perché mi spaventa.-
- Ma non è possibile!- sbottò Sota, irritato.- Voi siete cinque contro uno, come potreste perdere?-
Kagome sorrise di cuore. Suo fratello era davvero ottimista.
- Naraku è molto, molto potente.- disse Inuyasha- E’ molto pericoloso, e non sarà facile avere la meglio su di lui.-
- Senza contare che per distruggerlo davvero dovreste purificarlo…-intervenne il nonno, pensieroso.
Inuyasha e Kagome sgranarono gli occhi. Le stesse, identiche parole di Kikyo…
- Anche se questa Kikyo è potente come dite, non so se basterà a purificare una massa così grande di malvagità.-
- Ci sono anch’io…-disse Kagome, flebile- da tempo, ormai, mi esercito con Kaede. Sono in grado di padroneggiare la mia forza spirituale ed erigere una barriera protettiva. Probabilmente, potrei essere d’aiuto a Kikyo, anche se non so ancora come.-
- Tu…sei una Sacerdotessa?- le chiese il nonno, coi lucciconi agli occhi.
- Più o meno…suppongo di sì. Avverto la presenza della Sfera, e sono in grado di purificare le aure maligne, se non sono troppo grandi.-
Il nonno pianse senza ritegno.
Aveva una Sacerdotessa in famiglia.
- Ma ora siamo qui soltanto perché Kagome ha bisogno di stare tranquilla.- chiuse Inuyasha, mettendo la parola fine al lungo racconto della vita di Kikyo.
Lei era storia chiusa, ormai.
Kagome sarebbe stata meglio a casa, e lui avrebbe potuto parlare con sua madre ed il nonno in un momento in cui lei non li avrebbe sentiti.
- Kagome, cara…vuoi fare un bagno caldo?- chiese la signora Higurashi alla figlia, un po’ apprensiva. Nonostante il calore del camino, la ragazza tremava ancora.
- Sì, mamma. Un bel bagno caldo credo sia proprio quello di cui ho bisogno.-
- Vado a prepararti la vasca. Se vuoi salire in camera tua e prenderti un cambio, tra poco sarà tutto pronto.-
- Sì…- Kagome si alzò, rassettandosi il pesante kimono blu.
Quell’abito era bello da togliere il fiato, ma era ingombrante oltre ogni dire.
Moriva dalla voglia di mettersi qualcosa di più comodo addosso.
Non appena la ragazza fu sparita dietro alla madre in corridoio e poi su per le scale, Inuyasha si rivolse ai due uomini che gli sedevano di fronte.
Kaede gli aveva detto che per una richiesta di matrimonio in piena regola doveva coinvolgere anche la famiglia.
Ma come dirglielo?!
- Fratellone…sei nervoso per qualcosa?- chiese Sota, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
- Pe…perché?- chiese il mezzo demone, guardandolo a occhi sbarrati, tentando invano di nascondere la sua agitazione.
- Ecco..beh…le tue orecchie…-
Sota abbassò la testa imbarazzato. Le orecchie di Inuyasha, che era evidentemente nervoso, si muovevano a scatti avanti e indietro, nonostante nella stanza non ci fosse nessun rumore.
- Io ho delle faccende da sbrigare al tempio…-disse il nonno, facendo per alzarsi.
- Aspetta, vecchio!- lo bloccò Inuyasha.
Ora o mai più, si disse.
I due lo guardarono come fosse stato un cane a tre teste.
- Voglio sposare Kagome. Qualcosa in contrario?-

ANTICIPAZIONI
41- La Mano di Kagome

...non sentiva altro che un fuoco bruciarle nel petto, dove prima c’era soltanto una fiammella di speranza.

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Capitolo 41
*** La Mano di Kagome ***


Eccoci qua!!!
Pronti per il capitolo nuovo? Sono SICURA che vi piacerà...soprattutto alle ragazze...^^
E poi devo riprendermi da Twilight, visto ieri pomeriggio.
Un horror...ma non come genere. Un horror proprio.
Ho avuto come l'impressione che abbiano preso il titolo del libro, i nomi dei personaggi, e li abbiano incollati su una storia che non ci azzeccava nemmeno per sbaglio.
Case coloniche sapientemente restaurate trasformate in loft all'ultimo grido.
Casting fatti in stanze buie, in notti di luna nuova.
Un Edward che non non era così nemmeno nei miei incubi peggiori.
UN CODA BIANCO CHE DOMINA UN SALONE, PER CUI LETTERALMENTE MI VENDEREI AL DIAVOLO, TRASFORMATO IN UN MEZZACODA NERO INCASTRATO IN UN ANGOLINO!!!! *Rohchan emana una strana aura violacea al ricordo.
Recitato male, girato anche peggio. Per conto mio, mai come in questo caso vale il detto 'il libro è sempre meglio'.
Ma questa è una mia opinione soggettiva, eh...poi magari sono io che non ho capito una mazza.
Coooooooomunque...mi ci sono volute una tazza di cioccolata bollente e una fetta di torta alle mele e noci per riprendermi...

Vabbè...veniamo a noi..
l'angolino dei GRAZIE:

KAGOME19 non preoccuparti tesoro...non credo farò mai l'abitudine ai vostri complimenti, quindi va bene così ^^

RYANFOREVER ma nuu stellina! La febbre?? Curati, mi raccomando...çç
Inuyasha è sempre Inuyasha, che dobbiamo fare...se avesse più tatto non ci piacerebbe...^^obiezioni da Kagome...ovviamente no...ma qualcun altro, magari...>> e in bocca al lupo per gli esami!!! Faccio il tifo per te!!!

X_MOKONA, STELLA93MER volevate il momento Kagome-Inuyasha?
Servite...questo capitolo puccioso è tutto per loro...^^

KRIKKA86 no tesoro...i conti dovrebbero essere giusti, anno più, anno meno...aaah, questi pc...fanno sempre disperare...=.=

ONIGIRI mai detto di essere buona, patatina...è ovvio che, di tanto in tanto, vi tenga sulle spine...^^ grazie mille dei complimenti...e copriti bene, prima di uscire!! Qui stamattina nevicava...*.*

MOON_FLOWER grazie grazie grazie...e leggi questo...in alcuni punti credo di aver dato il meglio di me...^_-

LOLA_164 gioia!!! Che bello che finalmente ci sei anche tu!!! çç Me commossa...grazie per la dritta sui Negramaro...sei stata molto gentile a preoccuparti di farmelo sapere...vedrò cosa posso fare...^*^
STAI DAVVERO LAVORANDO AL DISEGNO DEL KIMONO????? Oh miei dei...*_* *_* *_*

Bene, spigolino finito...

Signore e signori, allacciate le cinture...le rose e i fiori sono finiti.
Dal prossimo aggiornamento, il vagoncino delle montagne russe sarà in caduta libera, e inizierà la discesa verso la fine.
Preparate i fazzoletti, ma non preoccupatevi troppo di farvi male nella caduta...ho messo un bel materassone imbottito, quindi non dovreste ritrovarvi con troppi lividi...
credo. ^^''''

Ah! RINGRAZIO TANTISSIMISSIMO SCINTIL92 ED ONIGIRI PER IL COMMENTO A 'REQUIEM FOR A DREAM'...GRAZIE GRAZIE GRAZIE...

Vi lascio alla lettura!!!
Baci
Rohchan (che torna a godersi il debole lucore delle stelle sulla neve gelata in giardino)

41- La Mano di Kagome

- Prego?-
Il nonno tornò a sedersi, guardando Inuyasha ad occhi sgranati.
Somigliava moltissimo a Totosai, pensò il mezzo demone.
- Voglio sposare Kagome. Qualche problema?-
- Non dovresti chiederlo a lei, scusa?- gli chiese Sota, perplesso- Noi cosa c’entriamo?-
- Kaede ha detto che devo chiedere ai familiari per fare una proposta in piena regola; quindi, ecco qua. Voglio sposare Kagome, e chiedo a voi il permesso.-
- Perché vuoi sposarla?- chiese il nonno, congiungendo le punte delle dita e fissandolo.
- Beh…perché l’amo.-
- A me basta!- disse Sota, felice.- Se ami mia sorella, puoi sposarla anche domattina…-
- Non è così semplice, Sota…-disse il nonno, assumendo il tipico cipiglio da spiegazione noiosa e infinita.- Non basta amare una persona per sposarla. Bisogna essere riamati.-
- Kagome aspetta suo figlio. Quale prova d’amore può essere più grande di questa?-
- Cosa sei disposto a fare per lei, Inuyasha?- imperterrito, il nonno andò avanti.
- Beh…qualunque cosa, mi sembra ovvio.- rispose lui, contrito. Ma che razza di domande erano?
- Qualunque cosa…cosa?-
- Vecchio, ma ti sei rimbambito? Qualunque cosa….-
- Anche a diventare umano e venire a vivere con noi qui, nella nostra epoca?-
Inuyasha sospirò.
- Per diventare umano occorre il potere della Sfera. Ma uccidere Naraku significa purificarlo, ed insieme a lui purificare la Sfera, corrotta dal suo potere. Senza Sfera, non posso diventare umano, quindi non è possibile. E poi Kagome non vorrebbe questo.-
- Cosa te lo fa pensare?- il nonno sembrava deciso a sondare ogni più minima sfumatura della sua decisione.
- Perché significherebbe chiedermi di cambiare, e lei non vuole questo. Lei mi ama per quello che sono.-
- Ma tu stai chiedendo a lei di cambiare. Ci hai pensato?-
- Basta così, nonno!- intervenne Sota, scioccato dall’atteggiamento ostile del vecchio sacerdote- Non ti sembra di esagerare?-
- Affatto, Sota. Voglio solo che siano entrambi consapevoli di cosa stanno per fare l’uno all’altra. Tua sorella mi ha già spiegato i suoi motivi tempo fa, ma non avevo ancora chiesto ad Inuyasha.-
- A Kagome piace vivere nella mia epoca, con me, Sango e Miroku e gli abitanti del villaggio.- rispose Inuyasha, piccato, rinunciando alla cortesia. Si stava arrabbiando- E’ felice con noi, più di quanto non lo sia qui. Io sono in grado di proteggerla come nessun altro può fare, e se me lo chiedesse troverei il modo di fermare anche le maree e il ciclo del sole e della luna. La proteggerò da qualunque cosa, persino da me stesso, se mi accorgessi che potrei farle del male. Non lascerò che tu le riempia la testa di sciocchezze, vecchio. Io amo Kagome, e lei ama me, e questo ti deve bastare. Allora decidi: ho il tuo permesso di sposarla, sì o no?-
- Manca ancora il permesso di sua madre, Inuyasha.- sospirò il sacerdote.
- Significa sì?- sbottò il mezzo demone, i pugni serrati e gli occhi che lanciavano fiamme.
Il vecchio Higurashi acconsentì con la testa, alzandosi.
- Ricordati però di quello che hai detto. La proteggerai anche da te stesso, se serve.-
E lentamente uscì dalla stanza, lasciando il mezzo demone ed il ragazzo con un’espressione interrogativa sul viso.
Fu Sota il primo a riscuotersi.
- Vedrai, il nonno non dice sul serio. È solo molto affezionato a Kagome, e l’idea che lei vada a vivere più lontano di quanto sia concepibile lo spaventa. Tutto qui.-
- E tu? Non hai paura di perdere tua sorella, e non rivederla mai più?- ritorse Inuyasha.
- Essere nel Sengoku non vuol dire non potersi mai più vedere, almeno finchè il pozzo sarà aperto. E non credo che qualcuno abbia intenzione di chiuderlo. E poi, non dimenticare…io sarò lo zio dei tuoi figli, e non riuscirai a tenermi lontano da loro..- concluse, sorridendo.
Inuyasha gli sorrise debolmente.
- Oh, un sorriso!- fece Sota, battendogli una mano sulla spalla- Mia sorella sta facendo miracoli! Vieni dai…andiamo a parlare con la mamma…-
E uscirono dal salotto, diretti in cucina.

Ma dovettero aspettare un bel po’ prima che la signora Higurashi scendesse dal piano superiore. Aveva aiutato Kagome a lavarsi e vestirsi, e l’aveva lasciata a riposare sul letto.
Quando entrò in cucina, Inuyasha saltò in piedi come una bambola a molla, cercando di assumere un’espressione rilassata.
Ma fu inutile.
- C’è qualcosa che vuoi dirmi, caro?- chiese la donna, armeggiando con le pentole. Un’ora dopo avrebbero pranzato.
Sota ridacchiò sommessamente.
Ma la risata si spense di botto quando il mezzo demone fece schioccare minacciosamente gli artigli della mano destra.
- Io esco!- annunciò il ragazzo, procedendo rapidamente verso la porta della cucina- Vado ad aiutare il nonno!-
Fu solo quando sentì chiudersi la porta d’ingresso che Inuyasha parlò.
- Signora Higurashi…-
- Chiamami mamma, caro. Ormai non credo ci sia bisogno di altre spiegazioni.-
- Acconsente a che io sposi Kagome, allora?-
- Dirti che sono totalmente d’accordo sarebbe mentirti, Inuyasha.- disse la donna, afferrando un coltello dalla lama larga e quadrata per affettare le verdure- Ammetto che non mi piace l’idea di avere mia figlia a cinquecento anni di distanza, pur vivendo nella stessa città.-
- Anche il vecchio mi ha detto una cosa simile.- assentì il mezzo demone, poggiandosi al tavolo.
- Sarà tuo nonno, quando avrai sposato Kagome. Portagli rispetto…-lo riprese, quasi distrattamente- Comunque, ho amato anch’io. Anch’io sono andata lontano per amore, e quindi posso capire. Perciò, se ami mia figlia e lei ti ama, non ho nulla in contrario.-
Gettò le verdure nella pentola, e quelle sfrigolarono a contatto con l’olio caldo.
- Gra..grazie.-
- Tuttavia, sarà meglio che ricordi quello che ti ho detto tempo fa…quando Kagome ha pensato che tu non la amassi.-
Il ricordo di quella giornata gli si presentò davanti agli occhi vivido come fosse stato soltanto il giorno precedente.
Inuyasha deglutì rumorosamente.
- Vedo che ricordi…-disse la donna, compiaciuta.- Inuyasha…ti piace la salsa al rafano?-
- No, mamma..-la voce di Kagome allentò la tensione del mezzo demone.- E’ un sapore troppo forte per lui.-
- Tesoro…sei già sveglia?- la donna spense il fuoco sotto le verdure, salandole leggermente e poggiandovi sopra il coperchio perché non si raffreddassero troppo.
- Ho dormito abbastanza. E poi non sono più abituata al mio letto…dormo sui futon da un bel po’, ormai.-
Inuyasha osservò Kagome in silenzio, mentre prendeva un’arancia dal piatto della frutta e la sbucciava. Piccoli schizzi di sugo rossastro andarono a posarsi sul suo vestito di lanetta a scacchi blu e azzurri, venendo assorbite quasi subito.
Quell’abito le donava, pur essendo decisamente grande per lei; le lunghe maniche le coprivano quasi del tutto le mani, e le spalle sembravano ancora più esili sotto tutta quella stoffa. Era legato appena sotto il seno con un nastro blu scuro, e nascondeva la rotondità del ventre in modo molto efficace.
- Ne vuoi?- gli chiese, avvicinandosi e mostrandogli uno spicchio d’arancia.
Inuyasha scosse il capo, troppo stordito per parlare.
- No? Peccato…-Kagome mangiò di gusto lo spicchio che gli aveva offerto, scivolando poi leggera come una farfalla verso sua madre, lasciandosi dietro una scia di profumo di sapone alla vaniglia.- Posso aiutarti, mamma?-
- No cara…riposati pure…-rispose la donna, prendendo una seconda pentola e riempiendola d’acqua.
- Ho voglia di uscire e fare una passeggiata.-
- Fuori? Ma sei matta? Sta nevicando!- si riprese Inuyasha, mentre la ragazza buttava la buccia dell’arancia nell’immondizia e usciva a passo spedito dalla cucina.
- E allora? La neve è bellissima…e non potrà farmi male…-
- Prenderai freddo…- la seguì.
- Non ho detto che esco vestita così come sono. Ho solo detto che ho voglia di una passeggiata. Vieni con me?-
- Certo….-
Inuyasha seguì Kagome fino nell’ingresso, dove la ragazza indossò un pesante cappotto di lana cotta e gli stivali, per camminare nella neve senza bagnarsi.
- Tu non metti nulla?-
- Io non posso ammalarmi.-
- Bugia! Lo so che quand’eri piccolo ti ammalavi anche tu come tutti…non inventare scuse…tieni…-gli disse, avvolgendogli al collo una pesante sciarpa di lana a strisce magenta e oro.
- Ma non mi serve…-
- Oh, sta’ zitto e vieni con me…-chiuse la ragazza, prendendolo per mano e trascinandolo fuori.
- Non prendete freddo!!- la voce della signora Higurashi li raggiunse appena prima che la porta si chiudesse alle loro spalle, ma i ragazzi erano troppo presi l’uno dall’altra per sentire.
Appena fu oltre il riparo del tetto, Kagome alzò il viso verso il cielo, allargando le braccia e godendosi i fiocchi di neve che, leggeri, le sfioravano il corpo.
Inuyasha la guardava in un misto di apprensione e stupidità; lei non si era mai comportata così prima, e non capiva cosa le stesse accadendo.
Si chiese se sua madre avesse per caso sciolto delle erbe particolari nell’acqua del bagno, ma poi abbassò il capo sconfitto.
No, non poteva essere.
- Ehi!!-
Come alzò il viso venne centrato in pieno da una palla di neve.
Kagome saltellava allegra a qualche metro da lui, il cappotto ormai bianco per la neve farinosa che vi si era attaccata, il viso rosso e gli occhi lucidi dal freddo.
- Cos’è quella faccia scura? Sei così serio…-
- Devo dirti una cosa, Kagome…-
Lei si era accucciata e stava raccogliendo un mucchietto di neve con le mani.
- Senti…ti va se stasera andiamo a fare due passi? Ti porto a visitare un po’ la città. Sarà novilunio, così non dovrai nemmeno metterti un cappello in testa per passare inosservato.-
- Cosa?-
- Ma sì…un giretto innocuo. Giusto per vedere qualcosa di diverso dal solito.-
Inuyasha non capiva.
Quella mattina Kagome era disperata, stanca ed emaciata. Sembrava non dovesse sorridere mai più, ma era bastato un bagno per farla tornare di buonumore.
La ragazza si scostò dalla sua opera d’arte, scoprendo un buffo pupazzetto di neve.
- Allora? Andiamo o no?-
- Preferirei di no, Kagome. Devo parlarti, e non sarà una cosa semplice.-
- Oh, per i Kami! Cos’è che devi chiedermi? Se sono disposta diventare tua moglie?-
Inuyasha sbiancò, e la saliva gli andò di traverso provocandogli un accesso di tosse.
- Su, su…scherzavo, Inuchan…- Kagome gli si avvicinò, sorridendo.- non è il caso di strozzarsi…-
Gli battè gentile la mano sulla spalla destra finchè la tosse non fu passata.
- E’ buffo che sia stata tu a dirlo, Kagome…-disse, appena si fu ripreso. - Perché è esattamente ciò che voglio chiederti.-
- Eh?- Kagome lo guardava stordita, fissando non i suoi occhi ma un punto oltre la sua testa.
- Kagome…voglio che tu diventi mia moglie. E voglio che sia al più presto.-
- Ma…ma è…-
- Kagome, ascoltami. Non sono bravo con le parole, quindi non ti aspettare che ripeta due volte la stessa cosa. Lo dirò una volta soltanto, quindi ascoltami bene. Voglio che tu sia mia, lo voglio con una forza che stupisce anche me stesso. Voglio svegliarmi con te ogni giorno della mia vita, e voglio andare a dormire con te ogni sera da qui fino alla fine del mondo. Voglio amarti con ogni respiro ed ogni goccia di sangue. Vuoi…diventare mia moglie?-
Kagome lo guardò stordita, i grandi occhi castani sgranati dallo stupore e dall’incredulità.
- Inu…yasha, ma…è…-
Si lasciò scivolare a terra, sedendosi nella neve fredda.
- Kagome…ti gelerai…- le disse il mezzo demone, accucciandosi accanto a lei.
- Sì…?-
- Esatto…ti gelerai. Fa freddo, non devi stare così…è per…-
Kagome gli saltò al collo, ridendo come una pazza, stringendolo tanto da fargli male.
- No, no….sì, Inuyasha, sì!!!-
- Eh?! No cosa? Non vuoi…sposarmi?- stordito, rispose all’abbraccio di lei senza capire cosa stava accadendo.
- No, ma no!!! Sì!!!-
- No?-
- No, Inuyasha!!!-
- Ma no cosa? E cosa sì? Io…non ca…-
Ma Kagome non gli diede il tempo di finire.
Lo baciò, felice, mentre nonostante il freddo e la neve e gli abiti bagnati e la giacca aperta…
non sentiva altro che un fuoco bruciarle nel petto, dove prima c’era soltanto una fiammella di speranza.

ANTICIPAZIONI:
42- Odore di Sangue
La neve candida è macchiata da sangue innocente..Sesshoumaru prende una decisione molto importante, mentre i nostri amici...

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Capitolo 42
*** Odore di Sangue ***


Buonasera a tutti!!!!
Aggiornamento di domenica, questa settimana...sono di buon umore...
sarà perchè sto ascoltando a ripetizione 'you shook me all night long' degli AC/DC, sarà perchè per la prima volta in tutta la mia vita ho avuto notizia dalla mia migliore amica di due ragazze che, la settimana scorsa, parlavano di questa storia camminando per strada...(a proposito...se volete scrivermi, sono qui...^^)
Non lo so.
Ma vi beccate l'aggiornamento in anticipo di un giorno...^^
Quindi,
l'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER alloralloralora??? Com'è andata? Stai meglio? Hai visto la signora Higurashi, che donna? Alla faccia dei demoni, eh? ^^

ONIGIRI e così era uno dei tuoi preferiti? Questo temo non lo sarà....ç.ç tu però buttati...al fondo, c'è fluffy che ti aspetta, solo per te...^^ e poi qui torna Mekura san...sei felice?

KAGOME19 grazie mille cara...^^ non tocchiamo il tasto Twilight, per favore...mi viene ancora da piangere solo al pensiero...T^T

HACHI22 che bello rivederti!!!! Annoiarmi col commento? Ma sei MATTA??? Sentiti pure libera di scrivere quanto vuoi...^^
In questo capitolo, tutti i chiarimenti del caso...e anche tu, attenzione a non cadermi fuori dal materasso...la discesa inizia ora...^^

BUNNY1987, STELLA93MER, X_MOKONA grazie grazie grazie...mi commuovo...T^T sul serio, mi riempie di orgoglio sapere che questa storia vi piace tanto...GRAZIE!!!

KRIKKA86 eh già...42 capitoli con questo aggiornamento...quando penso che questa fic doveva essere di nove capitoli più il prologo e l'epilogo, mi viene da chiedermi da dove diavolo siano saltati fuori tutti gli altri aggiornamenti...^^
però a quanto pare a voi la cosa non dispiace...^_^

Molto bene, spigolino finito...
Vi lascio alla lettura.
Fate attenzione alla fine del capitolo perchè....beh, lo capirete leggendo...^^
Baci

Rohchan (che va prudentemente a nascondersi nel suo bunker antiatomico con provviste sufficienti per un anno e Sesshoumaru attrezzato ad ogni evenienza....)

42- Odore di Sangue

- Signor Sesshoumaru…perché volete fermarvi qui?- chiese Rin, osservando pensosa il villaggio mezzo nascosto dal bosco da sull’altura dove si erano fermati.
Il demone non rispose. Si limitò a guardare in basso, verso le case.
Sentiva che c’era qualcosa che non andava, qualcosa che si stava preparando e che prometteva di sconvolgere la vita di tutti.
Il villaggio di Musashi sembrava un buon posto. Inuyasha ci viveva da tempo, ormai, e gli abitanti del luogo sembravano averlo preso volentieri nelle loro file.
Detestava i raggruppamenti degli umani.
Puzzavano, ed erano chiassosi e disordinati. Il suo rifugio tra le montagne era molto meglio, così silenzioso e spoglio, ma non era adatto a quelle due umane che si trascinava dietro.
Le avrebbe lasciate lì per poi proseguire da solo, in attesa che Naraku si decidesse a muoversi. Una volta che quell’essere immondo fosse uscito allo scoperto, lo avrebbe ucciso saldando così il suo conto con lui e ripristinando il nome del grande Sesshoumaru.
- Vi fermerete qui, tu e Mekura.- disse, freddo. Era arrivato il momento.
- Voi non rimarrete qui con noi, signor Sesshoumaru?- gli chiese la bambina, voltandosi a guardarlo con un’espressione sgomenta negli occhi.
- No, Rin. Io vi lascio qui.-
Rin sentì il cuore spezzarlesi nel petto. Com’era possibile che Sesshoumaru avesse deciso di liberarsi di loro?
In tutti quei giorni in cui lui e Mekura erano stati compagni di viaggio, Rin si era illusa che il cuore del demone si fosse sciolto almeno un pochino.
Più di una volta Sesshoumaru aveva iniziato un discorso con Mekura, totalmente di sua iniziativa, e lei era stata ben felice di rimanere in silenzio ad ascoltarli.
E lui ora voleva abbandonarle lì, in quel villaggio che non avevano mai visto.
Aveva perso la sua vera famiglia, ed ora anche lui voleva lasciarla.
Si volse, perché non la vedesse piangere. Sapeva che sarebbe stato irremovibile, che non c’era scelta.
Chinò il capo in un cenno d’assenso, senza parlare.
Se essere libero era quello che voleva, allora non c’erano alternative.
Lei e Mekura dovevano restare indietro.
La bambina riflettè a lungo, guardando la gente andare da un luogo all’altro del villaggio come formiche affaccendate. Forse ci sarebbe stato un posto, anche piccolo, per lei e Mekura san. Mekura non poteva fare molto, nella sua condizione, ma lei era in grado di fare molte cose.
Avrebbe potuto diventare una guaritrice, o una miko, o ancora una tessitrice, oppure occuparsi dei bambini quando i genitori erano a lavorare nei campi.
Crescendo si sarebbe sposata, e avrebbe avuto a sua volta dei bambini, e forse anche Mekura san avrebbe trovato qualcuno con cui dividere la vita.
- Scendete, ora.- disse Sesshoumaru, indicando alla bambina il sentiero a malapena visibile in mezzo alla neve intatta.
- Sì, signor Sesshoumaru.-
Rin prese la mano di Mekura nella sua, ed iniziò l’ardua discesa dell’altura.
Sesshoumaru avvertì distintamente l’odore delle lacrime della bambina, e il cuore gli fremette nel petto per un solo, lunghissimo, interminabile istante.
Mekura sembrava insofferente, e seguiva Rin docile come un cucciolo.
“Tornerò a trovarvi, lo prometto, Rin…e Sesshoumaru non manca mai alla parola data…” pensò il demone, mentre un acre odore di sangue selvatico andava ad intrecciarsi a quello tagliente della neve e al sale delle lacrime della bambina.

- Bene, signor Sesshoumaru…cosa facciamo ora?- gracchiò Jaken, palesemente felice di avere di nuovo il monopolio dell’attenzione del suo signore.
- Tu rimani qui, Jaken. Se accade qualcosa ad una di loro, farai i conti con me. Ed ora vai.-
- Ma…-
Il demone non gli diede tempo di replicare. Si volse, in un turbine di capelli bianchi e stoffe pregiate mosse dal vento e tornò da dove erano venuti, lasciando il suo servitore a seguire le donne, imprecando in maniera poco educata.

***

- …e così mi ha chiesto di sposarlo…-ripetè per l’ennesima volta Kagome ad una Sango sognante, carezzandosi la pancia con dolcezza.
Inuyasha era seduto appena fuori dalla porta, a godersi un timido, tiepido sole invernale che aveva sciolto un po’ la neve, rendendo i sentieri del villaggio delle pozze di fango marroncino, scivoloso e freddo.
Ne aveva le tasche piene di quei discorsi da donne melense.
Erano GIORNI che Kagome non faceva che ripetere a Sango sempre la stessa, identica storia, dipingendola di volta in volta con tinte sempre più sdolcinate.
Roba da farsi venire il voltastomaco, pensò storcendo la bocca in una smorfia di disgusto.
Miroku, d’altro canto, aveva poco da gioire. La prima volta che Kagome le aveva raccontato ciò che era accaduto tra lei ed Inuyasha, Sango si era precipitata a casa, rossa come un semaforo, e aveva raccontato tutto a Miroku, tessendo le lodi di Inuyasha in modo quasi irritante.
Anche lui le aveva chiesto di sposarlo, in fondo…e molto tempo prima di Inuyasha.
Ma a quanto pareva, la natura burbera e ruvida del mezzo demone aveva fatto più effetto sulle due ragazze, che ora veleggiavano letteralmente ad un palmo dal terreno, progettando il loro futuro insieme, decidendo il numero dei figli che avrebbero avuto e scegliendone i nomi.
Irritante.
Dannatamente irritante, soprattutto quando tutti e quattro sapevano che c’era qualcosa di molto più importante da fare, prima di fantasticare in un’inutile quanto dispendiosa perdita di tempo progettando qualcosa che non avrebbe fatto altro che rendere indissolubili le loro unioni, che erano già eterne per loro stessa ammissione.
E poi voleva avere voce in capitolo, sulla scelta dei nomi per i suoi figli.
Sarebbero stati almeno dieci, ma a Kagome non l’aveva ancora detto.
Ad un tratto, un odore particolare colpì le sue delicate narici, facendolo saltare in piedi come una bambola a molla.
- Kagome…-chiamò. La voce della ragazza continuava a ripetere le parole della sua dichiarazione. Mosse le orecchie infastidito.
- Kagome…-ripetè, alzando di un poco il tono della voce.
Il chiacchiericcio all’interno della capanna si spense, e dopo qualche istante Kagome comparve sulla soglia.
Aveva un sorriso radioso sul viso, ed ogni parte di lei sembrava risplendere di una luce divina.
- Cosa c’è, Inuyasha?- gli chiese. Inuyasha ringraziò mentalmente i Kami per il fatto che lei non l’aveva chiamato ‘Inuchan’.
- C’è un odore strano, nell’aria.-
- Io…non sento nulla, Inuyasha. Solo la neve…-rispose lei, dopo aver inutilmente annusato l’aria. Ad un tratto, i suoi occhi colsero un movimento sul versante della collina a nord del villaggio, completamente coperta di neve.- Guarda lassù, però…c’è qualcuno che scende la collina.-
- Non sono molto intelligenti…il sentiero è pericoloso.- bofonchiò lui.
- Forse sarebbe il caso di andare a dare una mano…- iniziò titubante Kagome.
Il mezzo demone le lanciò uno sguardo di fuoco.
- Per favore, Inuyasha…-proseguì lei, spalancando gli occhi castani ed assumendo un tono dolcissimo.
Inuyasha sospirò, arrendendosi. Kagome sapeva benissimo come mandarlo a tappeto, anche senza usare l’incantesimo del rosario.
Le fece un cenno col capo, e la ragazza rientrò un istante nella capanna, trascinando fuori Sango.
In capo a tre minuti i compagni di viaggio erano in groppa a Kirara, diretti alla collina.

Kagome distingueva in maniera inconfondibile un frammento della Sfera dei Quattro Spiriti.

***

Sesshoumaru proseguì la sua corsa senza sosta, seguendo la pista.
Si stava addentrando sempre più nei boschi, proseguendo verso il limite della valle, una zona in cui le montagne di roccia grigia affondavano le radici, rubando spazio agli abeti e ai castagni che diventavano sempre più numerosi con l’aumentare dell’altezza.
Quando giunse proprio sotto le montagne l’odore di sangue si fece insopportabile; il demone storse il naso, rallentando l’andatura e guardandosi intorno.
Poco più avanti, nascosto da una macchia d’aceri rossi, si trovava un rifugio di demoni lupo. Sesshoumaru ne riconobbe subito l’odore acre, e si avvicinò.
Il fetore era quasi insostenibile; dalle basse grotte ai piedi della montagna si vedevano corpi di demoni uccisi e straziati, una massa sanguinolenta che imbrattava il candore della neve che ricopriva il terreno.
Proseguì, esaminando i cadaveri con discrezione, toccandoli con la punta della sua Tokijin.
Accanto a quello che doveva essere stato il fuoco, c’era una coppia di demoni lupo che la tribù aveva evidentemente cercato di proteggere fino all’ultimo istante; lui aveva una lunga coda di capelli neri, ed indossava un’armatura nera bordata di pelliccia marrone, imbrattata di sangue. Gli occhi azzurro ghiaccio erano aperti, e fissavano il nulla in un modo che gli ricordò Mekura.
Accanto a lui, riversa sul terreno, c’era una demone lupo con i capelli rosso fuoco fermati in due codini da un pezzo di cuoio in cui era stato infilato un fiore violaceo.
I due avevano le mani intrecciate, e sulla schiena della femmina si potevano vedere i tremendi segni di un’artigliata che l’aveva quasi ridotta a brandelli.
Sesshoumaru pensò di usare la Tenseiga per riportarli in vita e capire cosa era successo, ma la spada di suo padre non potè aiutarlo; i demoni dovevano essere morti da troppo tempo ormai, e gli spiriti dell’aldilà avevano già portato via le loro anime, rendendo impossibile richiamarli indietro.
Il demone albino ripose la spada, sospirando.
Aveva un’idea ben precisa riguardo all’esecutore del massacro, e la certezza fu tale quando distinse in mezzo alla ridda di odori contrastanti una traccia più forte delle altre, e ben nota ai suoi sensi.

***

Quando raggiunsero i viandanti sul fianco della collina, Inuyasha, Sango, Miroku e Kagome rimasero perplessi.
Rin, la bambina che di solito stava con Sesshoumaru, stava faticosamente guidando una ragazza evidentemente cieca giù per il sentiero, mentre l’unica utilità del demone rospo che le seguiva era berciare a voce talmente alta da rendersi udibile a diverse miglia di distanza.
- Smettila Jaken!- disse ad un tratto la bambina, sdrucciolando sul sentiero scivoloso di neve e fango.- Non serve a niente brontolare in questo modo!-
- Sta’ zitta Rin! È solo colpa vostra se il signor Sesshoumaru mi ha lasciato indietro!-
- Non ho chiesto io di averti tra i piedi!- ribattè lei, la voce incrinata dal pianto- Per quel che mi riguarda puoi voltarti ed andartene! Non mi importa niente di te, e non mi interessa che sia tu ad occuparti di noi! Io e Mekura san ce la possiamo cavare benissimo da sole!-
Scoppiò in un pianto incontrollato, sedendosi pesantemente sulla terra bagnata, mentre Mekura scivolava al suo fianco come una marionetta senza fili.
Jaken le squadrò con sufficienza, in silenzio.
- Non piangere, Rin chan…- le disse Mekura, cercandole le spalle e stringendole con affetto- Vedrai che il signor Sesshoumaru tornerà presto…-
- Io…no…non credo che…lo fa…farà tanto pr…presto, Mekura san….-singhiozzò la bambina, lasciandosi andare contro di lei.
- Vedrai…-riprese la ragazza, carezzandole dolcemente la testa- tornerà a prenderci, e non ci lascerà più sole…-
I quattro compagni si avvicinarono silenziosamente.
Fu Kagome a rompere la quiete, interrompendo i singhiozzi di Rin, che levò al testa a guardarla, dubbiosa.
- Cosa è successo, Rin?- le chiese dolcemente, avvicinandosi.
La bambina si strinse di più a Mekura, che alzò gli occhi ciechi in direzione della voce.
- Il signor Sesshoumaru è andato via, e ci ha lasciato sole.- pigolò, la voce ancora carica di pianto.
- Fa’ silenzio, Rin! Non devi raccontare nulla ad Inuyasha e ai suoi compagni!- disse iroso Jaken, scivolando lungo il sentiero fino a frapporsi tra i due gruppi.- Non sono cose che vi riguardano, comunque…- concluse, sibilando.
- Io sento la presenza di una scheggia della Sfera.- disse Kagome rivolta a Rin.- Sai se Sesshoumaru ne ha raccolta qualcuna?-
- No…-disse la bambina, scotendo appena il capo, allontanandosi di un po’ da Mekura.
- Eppure la porta la ragazza che viaggia con te, lo sai?- concluse, avvicinandosi.
Mekura si irrigidì. Non conosceva quella voce, e Jaken aveva detto che erano più d’uno.
- Chi siete?- domandò, il viso alto in direzione di quello di Kagome.
- Mi chiamo Kagome, e con me ci sono tre amici. Non devi avere paura di noi. Come ti chiami?-
- Mekura…-rispose, un po’ titubante.
- Beh, Mekura, ti conviene darci la scheggia.- disse Inuyasha, ruvido.
- Inuyasha!- lo riprese Kagome, fissandolo in tralice. Il mezzo demone fece un passo indietro.- Devi perdonarlo, Mekura san. Lui è un po’…scontroso…-lo giustificò.
- Perché Sesshoumaru vi ha lasciate qui?- intervenne Sango, guardandole impietosita.
- Ha detto che doveva andare via. Che noi dovevamo venire al villaggio e rimanerci.- rispose Rin, gli occhi di nuovo pieni di lacrime.
- Se conosco bene mio fratello, ha seguito l’odore di sangue che si sente nell’aria…-disse Inuyasha, voltando il viso verso nord.
- Sangue?- chiese Miroku.
- Sì…una gran quantità.- concluse l’altro, lanciando all’amico uno sguardo d’intesa.
Kagome intanto si era inginocchiata accanto a Rin, del tutto indifferente ai loro discorsi e a Jaken, che sembrava dovesse esplodere da un momento all’altro.
- Rin…forse Sesshoumaru aveva qualcosa di pericoloso da fare…per questo vi ha detto di restare qui. Non credi?- chiese, accarezzandole la testa.
- Non lo so. Ma ho paura, non voglio stare senza il signor Sesshoumaru. Jaken è cattivo, ed in più non è neanche capace a combattere…-
- Che stai dicendo, piccola ingrata??- la interruppe il demone, fissandola cattivo.
- La verità, piccoletto…-lo schernì Inuyasha, abbassandosi a guardarlo- Se fossi valso qualcosa, avresti cercato di proteggerle, invece non hai fatto nulla per impedirci di avvicinarci.-
- Solo perché so che siete innocui..- lo rimbeccò l’altro.
- Io credo che la questione qui sia un’altra…- intervenne Sango, facendo sbollire gli animi.- Mekura, come hai fatto ad avere la scheggia di Sfera che porti con te?-
- Non so di cosa parliate…-rispose, ingenua.
- Non dire scemenze! Devi per forza sapere di avere una scheggia di Sfera con te!- le disse Inuyasha, arrabbiato.- Ti conviene darcela subito!-
- Inuyasha, a cuccia!- lo castigò Kagome. Il terreno sotto i loro piedi tremò un po’ mentre Inuyasha crollava sotto il peso del rosario.- Come può sapere cos’è la Sfera, se non ci vede e nessuno glie ne ha mai parlato?-
Mekura ascoltava sempre più perplessa. Non riusciva a capire cosa stava succedendo.
- Non so di cosa stiate parlando, infatti…-disse, tranquilla. -Il mio signore mi ha mandata dal signor Sesshoumaru perché voleva che viaggiassi con lui, e mi ha messo in mano qualcosa, ma non mi ha mai detto cosa fosse.-
- Chi è il tuo signore?- le chiese Miroku, con tono affettuoso.
Provava pena per quella ragazza così bella, che non poteva gioire della bellezza del mondo.
- Si chiama Naraku.-

43- Il Rifugio dei Lupi
Rubo la frase al film "Il Ritorno del Re"...la scacchiera è pronta...le pedine si muovono....

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Capitolo 43
*** Il Rifugio dei Lupi ***


*Rohchan spunta dalla guardiola del suo bunker, Sesshoumaru vigile al suo fianco...

Pensavo sarebbe andata peggio, devo ammettere...e invece, nonostante la chiusa del capitolo sul più bello, neanche una minaccia di morte...
suppongo di potermi considerare fortunata...^^
Allora, miei cari...come state? Tutto bene? Vi siete divertiti in questo ponte dell'Immacolata? Pronti al Natale?
Io trattengo il respiro...come al solito, in questo periodo...so già che il lavoro mi travolgerà modello schiacciasassi, quindi posso solo aspettare e stare pronta...^.-

Ma veniamo a noi...
L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER e invece sì, cara...sono proprio Koga ed Ayame. Delucidazioni qui...a tutte le tue domande. Biologia e genetica? Ugh...solo il nome mi fa venire mal di testa...== in bocca al lupo!!

HACHI22 stellina...sono tornata, visto? Con tanto di demone iperprotettivo al fianco *Sesshoumaru la fulmina con lo sguardo
Ehm...allora, andiamo per punticini...
1.la risposta è proprio in questo aggiornamento, nelle prime righe...
2. grazie mille del complimento...a costo di sembrare modesta a sproposito, giuro che questa storia s'è scritta da sola...bussava, bussava, ed ho DOVUTO aprirle e seguirla mentre si srotolava davanti ai miei occhi..e ovviamente, sono tinta pomodoro...
3.sì, sono Koga ed Ayame...un po' mi spiace d'essere stata così brutale, ma Naraku è un tale cattivone che non mi sembrava giusto che si limitasse soltanto a prendere le schegge di sfera...
4. guarda che Sesshoumaru ha ucciso per molto meno....^^ e comunque la storia di questo bel triangolino non è ancora finito...^^'''
5. com'è andata la versione? ^_^ sai com'è...anima di maestrina...

ONIGIRI Naraku...sì, ne sta progettando delle belle. Vedrai già dal prossimo aggiornamento...Sesshoumaru, Rin e Mekura...beh, come detto anche ad Hachi, vedrai vedrai...Rohchan vi ha preparato un bel menù, sissì...e i dieci figli di Inuyasha...ehm. In effetti, credo che Kagome non ne sia ancora al corrente...^^ Per le reazioni del gruppo di Inuyaha, beh...non ti resta che iniziare a leggere...^^

STELLA93MER, KAGOME19 grazie grazie. Me si spatascia per terra modello scendiletto per i complimenti ricevuti...^^

KRIKKA86 eh sì...una bella differenza, eh? ^^
Il legame tra Mekura e Naraku...mi sembrava giusto farlo venire allo scoperto in questo modo, proprio per la natura stessa di Mekura, ed il ruolo che le ho assegnato nella storia. E' una ragazza cieca, che ha sempre vissuto da sola, e che ha conosciuto solo odio o gentilezza. E siccome non vede, non può che basarsi su ciò che gli altri fanno per lei, per capire che tipo di persona ha davanti. La domanda a questo punto è: ma Naraku, che cosa le ha fatto? Che progetti aveva, o ha, per lei? E saranno portati a termine? ^^

Molto bene...
vi lascio alla lettura.
Spero vi siate divertiti in questi giorni di festa...magari in montagna a sciare...o pattinare sul ghiaccio. O semplicemente a fare a palle di neve...*_*

In ogni caso, buona serata, e come sempre, grazie davvero di cuore per le quote lettura, le mail, le chiacchierate su msn, l'inserimento tra i preferiti ed i commenti.
grazie, grazie, GRAZIE!!!

Un bacione
Rohchan

43- Il Rifugio dei Lupi

Un silenzio gravido di tensione calò sul gruppo, al nome di Naraku.
Inuyasha rimase immobile, mentre Kagome e Rin trattennero il respiro.
Sango fece un passo indietro, appoggiandosi a Miroku.
Il monaco osservò la ragazza ad occhi spalancati, incredulo.
- Mekura san…tu…conosci Naraku?- chise Rin, con un filo di voce.
Mekura aveva avvertito una strana atmosfera calare al nome del suo signore, ma non le riusciva di comprendere.
Perché si erano zittiti al suo nome? Era forse un signore così potente?
- Certo, Rin. È molto buono..si è occupato di me quando nessun altro lo faceva.- rispose la ragazza, una nota affettuosa nella voce.
- Mekura san, Naraku è una persona molto cattiva..non so cosa gli abbia fatto, ma il signor Sesshoumaru è molto arrabbiato con lui…sarebbero guai se dovesse scoprire che tu lo conosci.-
- Di certo la ucciderebbe…-bofonchiò Inuyasha, riprendendosi.
- Inuyasha, a cuccia!!-
Il mezzo demone tornò con il viso nella neve fangosa.
- Non dargli ascolto, Rin…Sesshoumaru non può essere così cattivo…-
- Oh sì che può, invece…-gongolò Jaken- e aspettate che il suo fedele servo Jaken glie lo riferisca….questa umana sarà morta prima di poter dire una sola parola…-
- E infatti tu non dirai proprio niente a Sesshoumaru…- disse Miroku, fermando il demone che stava tornando indietro.
- Lasciami andare!- strillò quello, ad un metro da terra. Miroku lo teneva per il colletto della casacca, deciso a non mollare la presa.
- Nemmeno per sogno…-rispose il monaco, deciso.
- Ma insomma, che v’importa se il signor Sesshoumaru uccide questa donna? Non ha nessun significato!- sbottò il demone, iroso.
- Jaken! Sei odioso! Stai zitto, una buona volta!- lo sgridò Rin, decisa.
- Però il rospo ha ragione. Se Sesshoumaru scopre che Mekura conosce Naraku, la ucciderà all’istante….- intervenne Inuyasha, togliendosi il fango dal viso con la manica del kariginu.
- Basterà fare in modo che Sesshoumaru non lo sappia…- disse Sango, lentamente- proteggeremo Mekura e la bambina…quando Naraku sarà morto non avrà più motivo di ucciderla.-
- Non conosci il concetto di onore per un demone, Sango…-disse Inuyasha, ancora intento a strofinarsi il viso.- l’onta non verrà lavata dalla morte di Naraku. Sesshoumaru avrà chiuso i conti con lui, ma Mekura è un’altra questione.-
- Perché parlate così del mio signore? Chi siete voi per giudicarlo in questo modo?- chiese Mekura, accusatoria- Lui è stato gentile e buono con me. Mi ha procurato abiti e cibo, ed ha vegliato su di me quando ero malata. Non posso credere che sia il mostro che dipingete!-
- Ognuno di noi qui ha un motivo ben valido per odiarlo, Mekura. Ma forse è meglio parlarne al caldo…-disse Kagome, pensierosa.
Il suo cervello aveva lavorato freneticamente fino a quel momento, in cerca di una spiegazione valida al comportamento di Naraku.
Ma non ci era riuscito.
- Si, Kagome ha ragione…-concluse Inuyasha.- Tornate tutti a casa…io voglio vedere dove porta l’odore che sento nell’aria.-
- Ancora questo odore? Ma cos’è?- gli chiese la ragazza, perplessa, alzandosi in piedi con Rin in braccio.
- È un odore acre…come…di sangue.- il mezzo demone fissò Kagome, rimproverandola con lo sguardo. Lei mise Rin per terra, spingendola verso Kirara.
- Sangue?- gli chiese poi, mentre Sango aiutava Mekura a salire in groppa al demone gatto.
- Già…-
- Dove ci portate?- chiese Mekura, afferrandosi saldamente alla vita di Sango, seduta davanti a lei.
- In un posto sicuro, al villaggio, Mekura. Dove dovreste essere secondo gli ordini di Sesshoumaru. Noi andremo con Inuyasha.- le rispose Kagome, affidando Rin alla sterminatrice.
- Non se ne parla nemmeno!- disse Inuyasha.
- Perché?- gli chiese Kagome, sbarrando gli occhi.
- Potrebbe essere pericoloso.-
- Lo sarà sicuramente, ma sai che voglio essere con te.-
- Non stavolta, Kagome…- le disse lui, in un tono che non ammetteva repliche.- Devi rimanere al villaggio e aspettarmi. Ci sarà Miroku con me.-
- Ehi! E io?- berciò Jaken, muovendosi come tarantolato nella presa di Miroku.
- Non volevi stare con Sesshoumaru? Ti ci riportiamo..- fu la risposta poco rassicurante di Miroku.
Kagome abbassò il capo sconfitta. Non le piaceva sapere Inuyasha da solo, soprattutto quando diceva di sentire odore di sangue nell’aria. Poteva accadere qualunque cosa, e lei non gli sarebbe stata accanto.
Accorgendosi del suo disagio, il mezzo demone le si avvicinò e la chiuse in un abbraccio protettivo, scaldandola con la sua presenza.
- Tornerò presto, te lo prometto. Aspettami.- le disse, baciandola lieve sulle labbra.
Rin arrossì.
- Fa’ attenzione…- gli disse Kagome, stringendolo a se, sporcando di fango il bel kimono blu di hinezumi.
- Oh Sango…non vuoi salutarmi? Potrei non tornare mai più…-disse Miroku, melenso.
Il suono di uno schiaffo tagliò l’aria fredda ai piedi della montagna.
- Razza di idiota, ma non hai niente di meglio da dire?!! Vedi di tornare a casa tutto d’un pezzo, altrimenti l’intero altro mondo non basterà a nasconderti dalla mia ira! Mi sono spiegata!?- gli rispose Sango, per niente dolce.
Kagome si strinse di più ad Inuyasha, chiudendo gli occhi per impedirsi di piangere.
Non doveva, non doveva.
Doveva fidarsi di lui.
- Andate ora…-gli disse poi, dandogli un ultimo bacio- e cercate di tornare presto…- concluse, sciogliendo l’abbraccio.
Inuyasha fece un cenno d’assenso col capo. Poi, dopo un ultimo sguardo, si volse e corse via, seguito da Miroku.

***

Il monaco e il mezzo demone si incamminarono a passo deciso sulla pista lasciata dal sangue.
Inuyasha, concentrato fino allo spasimo nel separare la traccia dal resto degli odori, era in silenzio, le sopracciglia corrugate.
Invece Jaken non faceva che squittire di essere lasciato andare.
Non voleva proprio essere riportato da Sesshoumaru senza Rin e Mekura al seguito.
- Di che ti lamenti?- sbottò Inuyasha all’improvviso, voltandosi in un turbine di fili d’argento- Non facevi altro che lamentarti della loro presenza. Ora sei libero, no?-
- Il padrone mi ucciderà se mi vede arrivare senza di loro..me le ha affidate con l’ordine di proteggerle fino alla morte.-
- In questo caso, hai già fallito…-disse Miroku, calmo- avresti dovuto attaccarci col tuo bastone quando ci siamo avvicinati. Invece, guarda un po’, non te lo sei nemmeno portato dietro.-
Jaken lo guardò con astio.
- L’avrei preso, se una brutta imitazione di monaco non me l’avesse impedito. Hai lasciato il mio Nintojo nelle mani incapaci di quelle donne.-
- Miroku…-sospirò Inuyasha.
Il ragazzo colpì il demone rospo dietro la nuca col taglio della mano, rendendolo silenzioso ed immobile.
- Dormirà per un po’, Inuyasha.- disse, scrollandolo per assicurarsi di ciò che diceva- E ora dimmi…-riprese- perché non hai voluto Sango e Kagome con noi?-
- È sangue di demone lupo, l’odore che sento nell’aria.-
A Miroku non servì altro per capire.
Qualcuno (e aveva forti sospetti sul colpevole) doveva aver attaccato Koga e i suoi compagni, da qualche parte a nord del villaggio di Musashi.
E se Koga era morto, era probabile che l’assassino si fosse impadronito anche delle schegge di Sfera che il demone lupo aveva nelle gambe.
- Miroku, salimi a spalle. Ci metteremo troppo tempo se continuo ad aspettarti.-
Il monaco obbedì, ed Inuyasha si mise a correre verso le montagne a nord.
Nell’aria ora, oltre all’odore del sangue, si faceva viva anche la traccia di Naraku, e di suo fratello Sesshoumaru.

***

Kagome e Sango accompagnarono le due nuove arrivate al villaggio di Musashi.
Quando arrivarono, Kirara planò dolcemente nello spiazzo tra le due capanne del gruppo, e Rin e Mekura entrarono nella capanna di Sango e Miroku, preceduti da Kagome e dalla sterminatrice.
Sango accese il fuoco e mise dell’acqua a scaldare per il the. Nel frattempo, le altre si sedettero.
L’atmosfera era decisamente tesa.
Fu Rin la prima a parlare.
- Non capisco perché il signor Sesshoumaru ci abbia lasciato indietro…-disse, dando voce alle sue angosce- finora ci ha sempre portate con lui…-
- Forse stavolta era troppo pericoloso…-disse Mekura, a bassa voce.
Sembrava un uccellino terrorizzato, seduta e raccolta su se stessa come se qualcuno l’avesse appena bastonata.
- Suppongo di sì…-sospirò Kagome, carezzandosi distrattamente il ventre- può darsi che stavolta siamo più vicini alla fine di quanto non credessimo.-
- Pensi che Naraku sia pronto ad attaccarci?- le chiese Sango, aggiungendo legnetti secchi al fuoco. La fiamma brillò più intensa, spruzzando scintille nel piccolo focolare.
- Ne sono praticamente sicura. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, era troppo tempo che non accadeva nulla. Solo…speravo sarebbe stato dopo.-
- Dopo cosa?- chiese Mekura, timidamente.
- Sono incinta, Mekura. Aspetto il figlio di Inuyasha.-
Un debole sorriso illuminò il viso della ragazza cieca.
- Forse ti sbagli…-disse Rin, impaurita- il signor Sesshoumaru non ha detto nulla…e invece di solito dice sempre tutto, almeno a Jaken…-
- Stavolta è un rischio troppo grande. Se Naraku dovesse attaccare il signor Sesshoumaru, lui non sarebbe in grado di proteggervi. Forse è per questo che vi ha mandate qui con Jaken.-
- Io continuo a non credervi…-disse Mekura, una sfumatura di rabbia nella voce- perché dite così di Naraku sama? È un uomo buono…-
- Non credo sia rimasto qualcosa dell’uomo che era, Mekura…-le rispose Sango, dolcemente- Naraku è un mezzo demone, esattamente come Inuyasha. E brama alla potenza infinita che deriva dal possesso della Sfera dei Quattro Spiriti.-
- Conosco la leggenda della Sfera…ma se è vero ciò che dite, perché ne avrebbe affidato un frammento a me?-
- Per controllarti, Mekura. Naraku è in grado di sentire la presenza dei frammenti della Sfera, e donandotene uno ha fatto in modo di tenerti legata a lui, e di sapere sempre dove ti trovavi.- rispose Kagome.
- Non vi credo! – sbottò lei, arrabbiata- Lui è sempre stato gentile con me. Mi ha nutrita e accudita quando non c’era nessun altro, e non ha voluto nulla in cambio. Mai.-
- La mente di Naraku non ragiona come una mente umana. Il suo unico scopo è distruggere chiunque possa essere una minaccia per lui.- continuò Sango.
- Perché mi avrebbe chiesto di andare dal signor Sesshoumaru, allora?- ritorse Mekura- non sarebbe stato più semplice ucciderlo, invece di mandare me al suo posto? E a che scopo, poi? Ciò che dite non ha senso…-
- Penso che Naraku non possa uccidere il signor Sesshoumaru. Ci ha già provato diverse volte, e non c’è mai riuscito.- le rispose Rin.- Se non ricordo male, le sue parole sono state “tu sei un vaso troppo piccolo per contenere il potere del grande Sesshoumaru”…o qualcosa di simile.- proseguì.- Ha usato diversi inganni, per provare a liberarsi di lui, ma non c’è mai riuscito…il signor Sesshoumaru è troppo forte e furbo …-concluse, con ammirazione nella voce.
- E io cosa c’entro, allora? Perché ha mandato me?-
- Perché avresti dovuto diventare il punto debole di Sesshoumaru…-disse Kagome, guardandola.- Naraku sperava di riuscire a colpirlo attraverso di te, ma a quanto pare si sbagliava. Sesshoumaru non ha reagito secondo i suoi piani.-
Le parole di Kagome scivolarono nel cuore di Mekura come un veleno potentissimo.
Mekura amava il suo padrone, gli obbediva con una devozione che rasentava il servilismo, e si era abituata alle maniere burbere e fredde di Sesshoumaru.
La sua anima era lacerata dal dubbio.
Non voleva credere a ciò che le dicevano quelle due ragazze, e alla fine, dopo litigi, urla e strepiti, proclamò che sarebbe sempre stata fedele a Naraku, ma che non avrebbe mai tradito Sesshoumaru, come loro volevano supporre.
Alla fine, si addormentò in lacrime in un angolo della capanna, lontano dal fuoco.
Impietosita, Sango la avvolse in una coperta.
Pensava a quanto odio nel suo cuore avesse aggiunto Naraku, raggirando in quel modo così crudele e meschino una ragazza che non aveva alcun legame con la loro storia.
Era solo un’altra pedina, un’altra sofferenza nel cuore di qualcuno.
Un’altra vita destinata a spezzarsi, come lo era quella di suo fratello Kohaku.

***

Al tramonto, Inuyasha e Miroku raggiunsero il rifugio dei lupi.
Come Sesshoumaru prima di lui, anche Inuyasha rimase stordito dall’odore dolciastro e nauseabondo del sangue, che imbrattava qualunque superficie visibile e insozzava la neve raggrumandosi in grosse croste.
- Povere anime…-disse Miroku, accingendosi a pregare.
Inuyasha girovagò per la zona, fermandosi infine davanti ai resti del grande falò.
I corpi di Koga ed Ayame giacevano in un groviglio indistricabile, pieni di sangue fino ad essere irriconoscibili.
Ayame doveva aver tentato di proteggere Koga, si disse Inuyasha.
L’artigliata che l’aveva uccisa l’aveva praticamente tagliata in due, e il suo corpo giaceva riverso su quello del compagno.
Il suo sguardo scivolò in basso, verso le gambe del demone.
Martoriate, contorte, maciullate.
Distrutte.
- E’ stato Naraku…e ha preso i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.-
- Ora ne restano solo due, allora…-disse Miroku, avvicinandosi.
Vedendo la scena, non potè impedirsi di stringere i pugni in un moto di rabbia, trattenendosi a stento dal rimettere.
- Già…una volta preso il frammento di Kohaku, tutto sarà pronto per la battaglia finale.-
- C’è anche quello di Mekura…- gli ricordò Miroku.
- Già…non ho idea di cosa intenda farle mio fratello…ma Mekura va protetta. Non possiamo permettere a Naraku di avere anche quell’ultimo frammento.-
- Sempre che non sia Mekura a volerglielo dare…ma a questo penseremo dopo. Cosa facciamo qui?-
- Li seppelliremo, ma non ora. Kagome e Sango saranno preoccupate. Torneremo qui domani, e faremo ciò che c’è da fare…-
Dopo un’ultima preghiera, Miroku seguì Inuyasha, ed insieme ritornarono verso Musashi.

ANTICIPAZIONI:
44- La Vita di Kohaku
Prima o poi doveva accadere...

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Capitolo 44
*** La Vita di Kohaku ***


Rohchan si avvicina, seduta in una barca a remi. Sesshoumaru, paziente e silenzioso, rema verso un posto asciutto, mentre lei tiene in mano un ombrello, cercando di riparare tutti e due. E il pc, ovviamente.

- Non capisco perchè ti ostini a riparare anche me con quell'aggeggio. Non serve a niente, io non posso ammalarmi. E per di più, invece di fastidiose goccioline di pioggia, mi colano i goccioloni giù per il collo. Se vuoi fare le cose, falle per bene.-

Per tutta risposta, Rohchan si alza, facendo oscillare la barchetta.
Sesshoumaru impreca sottovoce tra i denti, mentre lei gli si siede in braccio, sistemandosi in modo da proteggerlo dalla pioggia in maniera ottimale e salvare il pc.

- Contento? Ora sei al coperto come kami comanda, il pc è salvo, la barca è di nuovo in equilibrio...e ti scaldo pure le ginocchia.-

Sesshoumaru sospira, sconfitto.

- Ningen...- borbotta.

Buonasera a tuttiiiiiiiii!!!!
Come va dalle vostre parti? Qui sono tre giorni che piove senza sosta. Se andiamo avanti così tra un po' mi spunteranno le pinne e le branchie. =.=
E non so nemmeno nuotare...çç

Veniamo a noi...che tanto qui sto comoda...^_^ (...nd Sesshoumaru)

RYANFOREVER sono contenta che tu ce l'abbia fatta...dal nome sembrava una cosa allucinante...O.O
Eh sì...Mekura è ben ben ben tormentata...ma vedrai più avanti come si evolve la faccenda. Nemmeno tanto più avanti....>>
Per delucidazioni...leggi qui...^^

ONIGIRI nemmeno io sopporto Jaken...si vede? Il saluto tra Inuyasha e Kagome...che dire. Avevo bisogno di pucciosità, e quei due sono il mio zuccherino preferito. Secchan è troppo difficile da sist...AHIA!!
(Sesshoumaru le ha dato una gomitatina -ina -ina nelle costole) Ahem.
Sango e Miroku...non potevo fare diverso. Quie due sono come il sale e il pepe...^^ Le reazioni di Kagome sono qui.^.-
Grazie grazie grazie per i complimenti su Mekura...lo sai che ci sono *particolarmente* affezionata. Eppure, non ha ancora finito di soffrire.
Azzarderei a dire che non ha nemmeno iniziato farlo...

X_MOKONA, STELLA93MER, MOON_FLOWER grazie grazie grazie...ma non so se mi vorrete ancora così bene tra qualche settimana...>> ehm...

KRIKKA86 Naraku ha aiutato Mekura quando tutti gli altri la evitavano...anche se ancora non si capisce il perchè del suo modo di fare con lei. Kohaku...ehm...leggi...

Bene, e con questa, io vi saluto...
Alprossimo lunedì...
passate una buona settimana
Baci-umidi-
Rohchan (e Sesshoumaru, che inizia seriamente a pensare di annegare la ningen che gli ferma la circolazione nelle gambe...)

44- La Vita di Kohaku

Le giornate trascorsero veloci, ma tristi.
Gennaio stemperò lentamente in Febbraio, e Febbraio in Marzo, e con il primo, timido sole primaverile, la neve si sciolse in rivoli gelidi e sporchi che corsero sui sentieri infangati tuffandosi nei canali di irrigazione.

Dopo l’attacco alla tribù di Koga, avvenuto gli ultimi giorni di Gennaio, Kagome era scivolata ancora in una sorta di depressione latente che faceva fremere Inuyasha ogni volta che si guardavano negli occhi.
Sapeva bene che ciò che la legava al demone lupo non era nulla in confronto al loro legame, ma vederla soffrire lo stringeva in una morsa che sembrava volerlo spezzare in due.
Lui e Miroku erano tornati il giorno seguente alla loro scoperta al rifugio dei lupi, portando con loro anche Sango, Kagome, Kaede, Shippo, Mekura e Rin. La bambina si era preoccupata di raccogliere qualche ramo sempreverde da poggiare sulle tombe, ma non aveva trovato granchè. Shippo era andato con lei, e Rin si era mostrata grata di quella compagnia, finalmente adatta alla sua età.
Kagome, invece, aveva pregato a lungo per Koga ed Ayame, mentre gli altri componevano i corpi straziati nelle fosse e davano loro l’ultimo saluto.
Il loro lavoro si era concluso al tramonto, e lo spiazzo che prima era libero e coperto di neve candida si era trasformato in un continuo susseguirsi di cumuli di terra gelata, adornati con rami di abete e altre piante sempreverdi.
Kagome sapeva che Naraku aveva recuperato i frammenti della Sfera dalle gambe di Koga, e aveva giurato a se stessa che quel mostro avrebbe pagato anche per questo.
- Tutto a posto?- le aveva chiesto Inuyasha mentre tornavano indietro, portandola in braccio come una bambina. Essendo quasi al settimo mese di gravidanza, la pancia della ragazza non le permetteva più di rannicchiarsi o stare appesa alle sue spalle…e lui perseverava, nonostante le proteste, nella sua “crociata anti-fatica-di-qualunque-tipo”.
- Sì…solo…speravo che sarebbero sopravvissuti.- aveva sospirato lei.
- Sarà dura l’ultima battaglia senza di loro. Koga era spocchioso e tremendamente insopportabile, ma era un grande guerriero. Forte, e coraggioso.-
- Senti senti…allora non lo odiavi proprio fino allo spasimo…-aveva detto lei, mentre le labbra le si increspavano in un debole sorriso.
- Mi fidavo di lui. Non ti avrei lasciata alle sue cure sul monte Hakurei, se non fosse stato così. Però ti stava sempre troppo vicino.-
Erano tornati a casa, ad accendere il fuoco e preparare la cena, e non avevano più affrontato l’argomento.
Il bambino nel ventre di Kagome aveva preso a muoversi sempre più spesso, la sera dopo mangiato, tanto che lei a volte impallidiva di colpo e si picchiettava il punto dolorante nel vano tentativo di farlo calmare.
Inuyasha allora la mandava a dormire, come ogni sera.
E come ogni sera, lei gli si appoggiava contro facendo aderire quanto più possibile i loro corpi, cercando calore e conforto.

***

Naraku si rigirò la Sfera tra le mani.
La neve si scioglieva nei campi, ed era il momento di agire.
Era ormai quasi completa; soltanto una fessura larga qualche millimetro testimoniava la mancanza di qualche frammento.
Uno l’aveva Mekura, l’altro era nella schiena di Kohaku, il fratello della sterminatrice di demoni che vagava con Inuyasha alla sua ricerca.
E poi c’erano quelli in possesso di Kagome, la donna che amava Inuyasha e che attendeva da lui un figlio.
Storse la bocca.
Questi ultimi sarebbero stati problematici da raccogliere.
Forse soltanto uno o due frammenti, incluso quello che lui aveva dato al demone che li aveva attaccati mesi prima, tanto per saggiare le forze del gruppo.
Il monaco era rimasto quasi ucciso, in quell’occasione. Sarebbe bastato ancora poco, e lui avrebbe avuto un fastidio in meno di cui occuparsi. Ma purtroppo il monaco era guarito, e il suo piano non si era compiuto.
Il suo pensiero si spostò su Mekura.
Da molti giorni non controllava più l’attività della donna cieca cui aveva dato un frammento; la sua voce si levò imperiosa nelle sale del grande castello.
- Kanna!- chiamò.
Come sempre, la bambina albina si materializzò davanti a lui dopo qualche istante, e lo specchio, al suo comando, gli rimandò l’immagine di Mekura.
Dormiva all’ interno di una capanna, in un angolo lontano dal fuoco.
Non aveva elementi per capire dove si trovasse, ma era strano che fosse al coperto e senza compagni.
Non che fosse un problema, comunque. Avrebbe avuto indietro il frammento in occasione dell’ultimo scontro, quando avrebbe definitivamente distrutto tutti quelli che intralciavano il suo cammino.
Ora era tempo di pensare a Kohaku.
Si alzò e scomparve in una nube di fumo violaceo.

***

Kikyo e Kohaku stavano seduti in silenzio davanti al fuoco.
Nessuno dei due aveva voglia di parlare, ed entrambi erano persi nei loro pensieri.
Poi, ad un tratto, la tenda della capanna si scostò, lasciando entrare una figura vestita di rosso.
Kikyo trasalì nel riconoscerla.
- Inuyasha…- sussurrò, incredula.
Lo guardò, incapace di saziarsi la vista.
Inuyasha la fissava coi suoi occhi d’ambra, il kariginu e i capelli argentati appesantiti dalla nebbia umida della sera.
Non parlò, ma le sorrise, di sbieco, in un modo che le fece fremere il cuore.
Kohaku, seduto di fronte a lei, si era voltato di scatto a sentire pronunciare quel nome.
Stava ancora chiedendosi perché il mezzo demone fosse lì, quando Inuyasha attraversò a grandi passi l’ambiente, andando a sedersi di fronte alla Sacerdotessa.
Lei, sempre più stordita, sentì soltanto il cuore martellarle nel petto, impazzito come un cavallo selvaggio lasciato a briglie sciolte.
Per giorni e giorni, per mesi dopo la rivelazione di Naraku, aveva pianto il suo amore per lui, che non si era mai estinto.
Se non fosse stato per lui, Kagome non sarebbe sopravvissuta. Sapeva che l’avrebbe uccisa.
- Inuyasha…cosa…perché sei..-
Ma lui le mise due dita sulle labbra, annegandola nell’oro dei suoi occhi.
Kohaku percepì che qualcosa non andava.
E poi, tutto fu chiaro.

***

Nello stesso istante, a miglia di distanza, Inuyasha era seduto fuori dalla capanna, su un tronco sdraiato a terra, cullando dolcemente Kagome.
Faceva ancora molto freddo, nonostante fosse ormai Marzo, ma lei aveva lamentato un improvviso colpo di calore, ed aveva voluto uscire.
Incapace di lasciarla sola, il mezzo demone l’aveva seguita, ed ora osservava insieme a lei la moltitudine di stelle nel cielo nero senza luna.
- Vinceremo noi, non è vero?- gli aveva chiesto, la voce tremante.– Naraku è forte, ma vinceremo noi…non è così?-
- Certo..vinceremo, ed io starò con te per sempre.- l’aveva stretta a se, e Kagome aveva sospirato, un po’ più serena.- Torniamo dentro, vuoi?- le aveva chiesto poi, facendo cenno alla capanna.
Kagome si era sollevata lentamente, un po’ oppressa dal peso del bambino.
Erano rientrati, e dopo poco dalla capanna non si era più udito nessun rumore.

***

- Kikyo, lui non è…-
Ma Kohaku non riuscì a finire di parlare.
La lama di una spada lo trafisse da parte a parte, togliendo il frammento di Sfera che lo teneva in vita.
Il suo corpo si dissolse in polvere dopo qualche istante, lasciando a terra solo un mucchio informe di abiti.
Kikyo, il collo stretto nella morsa della sinistra di Inuyasha, non aveva saputo reagire.
Non poteva ancora credere a ciò che i suoi occhi avevano visto e stavano vedendo.
Prima lui, che entrava nella capanna.
Si sedeva di fronte a lei, e l’incatenava ai suoi occhi.
Poi, le sue labbra morbide sulla sua pelle.
Sulle sue guance, scottanti come lava, poi sulla sua bocca, che non aveva saputo fare altro che rispondere.
Le sue mani che le carezzavano lentamente il collo, disegnando cerchi immaginari sulla pelle che si era riempita di brividi a quel contatto.
Aveva visto Kohaku arrossire e abbassare il capo, e poi rialzarlo e cercare di dirle qualcosa.
E poi quella spada che lo trafiggeva.

Solo allora si era resa conto.

Quella luce negli occhi di Inuyasha non era amore infuocato, ma lussuria.

Quella sensazione di sbagliato che bussava insistentemente alle porte della sua mente, disperatamente soffocata dal bisogno del suo cuore di credere che tutto fosse vero, aveva ragione.

Quello non poteva essere Inuyasha.

Perché era novilunio, ed Inuyasha avrebbe dovuto essere umano, e invece non lo era.

Era caduta nel tranello ancora una volta.

ANTICIPAZIONI:
45- L'Ultima Battaglia- parte I-

"Bravely we hope Against all hope
There is so much at stake Seems our freedom's up Against the ropes..."
Survivor, "Burning Heart"

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Capitolo 45
*** L'Ultima Battaglia -parte I- ***


Buonasera a tutti!
Prima di tutto, le buone notizie...^_^
1)ha smesso di piovere. Grazie, Kami.
2)mancano quattro giorni a Natale. Se Dio vuole -e se no, pazienza...perdonate la blasfemia...^^- il giorno di Natale e quello di Santo Stefano la panetteria sarà chiusa. Grazie Kami, di nuovo.
3)fra nove maledetti, lunghissimi giorni, casa sarà solo un ricordo.
Almeno per una settimana. Grazie ai miei migliori amici, per il meraviglioso -e irricambiabile, lo so...=.=- regalo di Natale.

E poi quelle meno belle...
Domani è domenica...ma io sarò a fare la Cenerentola a casa della nonna.
Ha bisogno di una mano per lavare i vetri delle finestre prima delle feste. E dovrò alzarmi alle sette per essere da lei alle dieci. ç.ç Mondo crudele...T^T

Bon...dopo questo piagnisteo che mi sa tanto di capricci -ma vi giuro...sono al limite della sopportazione- veniamo alle cose importanti.

L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER avevo paura di essere stata troppo precipitosa nello stabilire la fine di Kohaku. Ma poi mi sono detta che era proprio una cosa da Naraku, agire in quel modo.
E sì, hai ragione. Decisamente, il "mio" Naraku è un gran pezzo di *censura*. Il bello della faccenda? Che dopo aver letto il primo paragrafo lo odierai ancora di più...e, probabilmente, ti munirai di fucile a canne mozze e verrai a cercare anche me...^^"""
aiuto aiuto aiuto...e il prossimo aggiornamento mi aiuterà anche meno. Lo so già, mi lapiderete...>.<

ONIGIRI hai visto che ho combianto male/bene le cose? Tutti hanno la guardia abbassata, e Naraku attacca. Ora la vita di tutti è appesa a un filo, letteralmente. Ne succederanno di cotte e di crude, e ti garantisco che il famoso vagoncino delle montagne russe, il pendio innevato della montagna da cui vi farò scendere a rotta di collo vi darà degli scossoni mica male. Forse ci sarà anche qualche livido.
Però il materasso l'ho sistemato, giurin giuretta...^^

KRIKKA86 no, Naraku non ha ucciso Kikyo...anche se l'intenzione era quella. ^^ Per lei ho progetti più importanti in mente. Oh dei. Mi odierai, mi odieterte, me lo sento...

MOON_FLOWER ecco qua...tutto per te. Allaccia bene le cinture, mi raccomando...^^

X_MOKONA nel senso che...ehm...diciamo che...uhn...non sarà tutto liscio come l'olio. La mazzata dietro le orecchie non è ancora arrivata, per nessuno di loro. Quella vera, intendo. Qui si va ancora sul velluto...però come già detto, il materassone c'è...^^

Bene bene bene...finito. Godetevi il capitolo, munitevi di fazzoletti e perfavore lasciate stare armi, oggetti contundenti e in generale qualsiasi cosa con cui potreste farvi/farmi del male...^^

Buona lettura a tutti!
Rohchan dark mode on

45- L’Ultima Battaglia - parte I-

Kikyo rimase impietrita a guardare Inuyasha infilare la scheggia di Sfera nella patta del kariginu, senza riuscire nemmeno a respirare.
Era vittima di una battaglia interiore che sfiorava i limiti dell’impossibile; il suo cuore, in pezzi, era freddo come le braci di un fuoco spento da decenni, mentre il sangue nelle sue vene bruciava di rabbia.
Il suo cervello le gridava di uccidere, dilaniare, maledire, lacerare…ma le gambe e le braccia rimanevano inerti come se qualcuno l’avesse messa ai ceppi, pronta per la pubblica esecuzione.

L’unica cosa che riusciva a fare era piangere.

Grosse lacrime le scivolavano lungo le guance, cadendo pesanti come sassi sul suo abito sacerdotale.
- Che ti prende, Kikyo?- le chiese Naraku, mellifluo, ritornando al suo vero aspetto, lentamente.
Per lei era orribile. Ogni millimetro di Inuyasha che scompariva era un ago piantato nella sua carne, rovente come il marchio che si imponeva a ladri e assassini.
- Non ti sono piaciuti i baci che Inuyasha ti ha dato?- le sibilò all’orecchio, chinandosi su di lei e avvolgendole il collo con le mani, lascivo e impudico - Forse non erano abbastanza…passionali?-
Kikyo sentiva il suo fiato freddo addosso, la stretta delle dita che si faceva languida e insolente, disgustosa.
Ma non riusciva a reagire.
- Devo andare, ora…- le disse, a fior di labbra- ma ci rivedremo presto…sarà la tua ultima alba, Sacerdotessa…-
La presa sul suo collo si sciolse, mentre Naraku svaniva lentamente in una nube di fumo grigiastro che strisciò fuori dalla capanna approfittando di ogni più piccola fessura.
Quando anche l’ultima traccia di lui fu scomparsa, Kikyo sentì lo stomaco rovesciarsi, capovolgersi come se qualcuno l’avesse rivoltato dall’interno, e vomitò sul pavimento e sul focolare qualcosa che somigliava ai resti di una misera cena.
Piangeva, spaventata.
Tremava, disgustata e rabbiosa come l’oceano in tempesta, furiosa come il peggiore dei temporali.
Si sentiva fredda, e vuota…ingannata ancora una volta, ancora una volta semplice donna debole ed ingenua.
Desiderò accasciarsi su se stessa e lasciarsi morire.
Desiderò chiudere gli occhi e non aprirli mai più.
Desiderò non essere mai tornata in vita.
Lei non voleva, non l’aveva mai voluto.
Mai.
Poi, la voce di Kohaku le tornò alla mente.

“Siamo noi i buoni. È ovvio che vinceremo noi.”

Lei non sapeva se era buona o meno.
Ma ricordava che un tempo, molti, molti anni prima, era stata in grado di distinguere lucidamente il bene dal male.
Lei non era certo il bene.
Ma Naraku era sicuramente il male, ed andava estirpato dal mondo.
Con una forza che non credeva più di possedere, si alzò in piedi, raccolse arco e frecce e corse fuori, nel buio della notte più profonda, nella direzione del villaggio di Musashi.
Sapeva che lui sarebbe stato là.

***

In forma di nube, Naraku raggiunse il villaggio di Inuyasha e compagni in pochissimo tempo.
Tutto era silenzio e oscurità, tutti riposavano sicuri nelle loro case.
Avrebbe potuto scendere silenzioso, ucciderli uno ad uno e loro non se ne sarebbero nemmeno accorti.
Ma voleva che tutti sapessero. Voleva leggere il terrore e l’orrore negli occhi di quei miseri esseri, e più di tutto voleva distruggere il mezzo demone e quella lurida femmina che portava in grembo il frutto del loro amore.
Così si addensò su se stesso, assumendo la forma di un gigantesco essere con decine di tentacoli e chele, e si lasciò cadere al suolo provocando uno scossone spaventoso che svegliò chiunque nel raggio di molte miglia.
Metà degli abitanti di quel villaggio erano già morti, schiacciati o bruciati dal fuoco che divorava le loro capanne, gettando una luce rossastra su ogni cosa.

Nella loro capanna a margine del villaggio, Inuyasha e Kagome erano stesi sul futon, immersi nel silenzio.
Kagome dormiva tranquilla, cullata dalle lente carezze di Inuyasha, ma il mezzo demone non riusciva a chiudere occhio.
Troppo pericoloso riposare in una notte senza luna, troppo pericoloso rischiare di essere scoperto nella sua forma umana.
Naraku sembrava deciso a non attaccare ancora per molto tempo, ma lui non voleva abbassare troppo la guardia.
E poi, il frastuono provocato da quello che sembrava il crollo di un’intera montagna lo fece sobbalzare, svegliando anche Kagome, che si mise seduta, ansante e sudata, terrorizzata come se si fosse appena svegliata da un incubo orrendo.
In meno di un minuto Inuyasha era fuori dalla capanna, e così anche Sango e Miroku, scarmigliati e sonnolenti.
Naraku volse su di loro gli occhi rossi di rabbia e potenza demoniaca, ed Inuyasha sentì le gambe farsi molli dal terrore.
- TORNA DENTRO IMMEDIATAMENTE!- gridò Miroku a Rin, che si era affacciata dalla capanna per scoprire il motivo di tutto quello sconquasso.
La sua voce richiamò l’attenzione dell’enorme mezzo demone, che scagliò verso di loro decine di tentacoli scuri, quasi invisibili nel buio della notte.
Alcuni di essi si schiantarono contro delle capanne vicine, che presero immediatamente fuoco.
Alte grida di terrore e morte si levarono dal legno incendiato.
- KAGOME!! VIA DI QUI!- gridò Inuyasha, scansando per un soffio una trave di legno scagliata fino lì dalla furia di Naraku.
La ragazza non se lo fece ripetere.
Stretta nel suo kimono di hinezumi, a piedi scalzi e ancora confusa, Kagome uscì dalla capanna cercando rifugio nel bosco retrostante.
Ma Naraku non glie lo permise; un tentacolo l’avvolse alle gambe, sollevandola e scotendola fino a quando la catenina che portava al collo cadde verso il suolo, raccolta da un ricciolo di carne nauseabonda che spuntava dal tentacolo principale che la teneva sollevata.
Attaccato alla catenina, c’era il pendente formato dai tre frammenti di Sfera.
- KAGOME!! NO!!!- Inuyasha si scagliò contro il tentacolo che imprigionava la donna che amava, menando fendenti con la Tessaiga, scalfendo appena la superficie coriacea del corpo di Naraku.
Ottenuto ciò che voleva, il mezzo demone lasciò la presa e Kagome precipitò a terra, salvata per un soffio da Inuyasha, che la prese al volo attutendo la caduta.
Si ritrovarono a terra, in un groviglio di abiti e capelli, sconvolti e spaventati.
Kagome poteva sentire la giugulare martellarle impazzita in gola, e stringeva spasmodica il ventre rigonfio, tentando di proteggerlo da ciò che accadeva intorno.
- Vattene da qui…subito. Nasconditi nel bosco e resta lì.- le disse Inuyasha, più pacato che poteva.
Kagome sentiva la paura repressa a stento in ogni suono della sua voce, ma si sforzò di rimanere lucida.
- No. Non se ne parla. Io rimango qui.-
- NON ESSERE STUPIDA! NON POSSO RISCHIARE DI PERDERTI!-
- Inuyasha…problemi con la famiglia?- tuonò Naraku, scivolando verso di loro a velocità spaventosa, mentre con qualche tentacolo teneva occupati Sango e Miroku, già scagliatisi contro di lui.
Quello sporco mezzo demone era umano…sarebbe stato uno scherzo sbarazzarsi di lui.
Poi, un movimento sulla sinistra lo distrasse.
Dietro la capanna del monaco e della sterminatrice, una bambina stava trascinando per la mano una ragazza alta e flessuosa, con i lunghi capelli castani accesi di riflessi di fuoco, che sembrava restia ad andarsene.
Mekura.
Lei aveva l’ultimo frammento di Sfera, Naraku lo sentiva.

***

Mekura era rimasta pietrificata dal suono di quella voce potente.
La conosceva, la conosceva molto bene, anche se con lei non aveva mai urlato in quel modo.
Era la voce del suo buon signore, Naraku.
Altri suoni le giungevano alle orecchie; scoppi, strani fruscii, risucchi e schiocchi come di fruste che tagliavano l’aria.
Il calore del fuoco le scaldava il viso, il fumo acre le faceva bruciare gli occhi vuoti, ma non le importava.
Il suo cuore era colmo di gioia, perché il suo amato signore era tornato a prenderla, per portarla via da quell’inferno di gente bugiarda e cattiva.
- Mio signore…- sussurrò, cercando di liberarsi a forza dalla presa di Rin, per andare da lui.

***

Tra la boscaglia retrostante il villaggio, Sesshoumaru osservava Rin muoversi nella sua direzione.
Sapeva che Naraku sarebbe uscito allo scoperto prima o poi.
Era solo questione di tempo.
Nonostante la calma esteriore che lo caratterizzava in quanto demone, il suo spirito era in subbuglio, e lui stentava a comprenderne il motivo.
La piccola umana e la ragazza non significavano nulla per lui, ma non riusciva a spiegarsi il perché dell’apprensione nei loro confronti.
Alla fine, qualcosa di simile ad un sentimento lo costrinse a muovere un passo in avanti, scostando i rami che gli impedivano una chiara visuale su ciò che accadeva al villaggio.
E ciò che vide fu Rin gettata a terra dall’impeto della ragazza cieca, che si muoveva a tentoni, priva di bastone, verso l’ammasso di lordure che era Naraku.
Il suo cuore demoniaco si riempì di rabbia ed orgoglio ferito…
Quella sciocca, debole umana cieca aveva tentato di trarlo in inganno

era riuscita a trarlo in inganno

e lui non le avrebbe permesso di vedere l’alba che sarebbe sorta qualche ora più tardi.

***

Inuyasha, Sango e Miroku continuavano a cercare di distrarre Naraku dai movimenti di Rin, Mekura e Kagome, ma quando la ragazza cieca buttò a terra la bambina si resero conto che ogni loro sforzo per proteggerla sarebbe stato vano.
- Mekura san! No!- gridò Rin, alzandosi in fretta tentando di correrle dietro.
Ma Kagome le si avvicinò e la afferrò per un polso, imprigionandola.
- Resta qui Rin! È pericoloso!- le gridò, tentando di superare l’urlo delle fiamme e le urla di terrore degli abitanti del villaggio rimasti vivi.
- Devo andare da lei! Il signor Sesshoumaru è qui, e se la vede…-
- Sono già qui, Rin…- tuonò Sesshoumaru, come materializzatosi alle spalle delle due. Dietro di lui stava Jaken, evidentemente terrorizzato.
- Signor Sesshoumaru, non è come credete…Rin sa che Mekura san è buona, in realtà…è stata ingannata…-
- Basta così, Rin…non voglio ascoltarti…-
Sesshoumaru fece schioccare gli artigli e Rin sentì il cuore correre come un cerbiatto nel petto.
Gli si parò dinanzi, a braccia spalancate.
- Vi prego, signor Sesshoumaru..lasciatemi spiegare…-
- Non mi interessa Rin. Spostati.-
- Dovresti stare a sentirla, Sesshoumaru. Mekura è stata ingannata, proprio come te.- intervenne Kagome, con voce decisa.
Mekura era alleata di Naraku, ma non sapeva nulla di lui.
Conosceva il suo aspetto esteriore, ma non immaginava cosa si celasse sotto quelle bellissime spoglie mortali.
- Non metterti in mezzo, femmina. La cosa non ti riguarda. Faresti meglio a scappare, se ti è cara la vita.-
- Non ho nessuna intenzione di lasciare qui Inuyasha, Sesshoumaru, e nemmeno i miei amici. E nemmeno Rin, che la cosa ti piaccia o meno. Non puoi comandarci.- sbottò, irritata.
Gli occhi di Sesshoumaru si allargarono pericolosamente, presagio di tempesta.
- Come osi…-
- MIO SIGNORE!- gridò Mekura, avvicinandosi pericolosamente a Naraku.
Il mezzo demone allungò verso di lei un tentacolo delle dimensioni di un braccio, cingendole la vita e sollevandola di peso.
- LASCIALA ANDARE!- disse Inuyasha, colpendolo con la Tessaiga.
- Inuyasha…la tua donna non ti basta più? Vuoi proteggere anche quella di tuo fratello?- lo canzonò Naraku- Non sarebbe meglio…BADARE ALLE PERSONE A TE CARE?!- e così dicendo imprigionò Sango e Miroku, stritolandoli con alcuni tentacoli, tanto che Inuyasha potè sentire il sinistro scricchiolìo delle ossa schiacciate.
- LASCIALI STARE!! MALEDETTO BASTARDO, TI AMMAZZO!!!-
- Inu…ya…sha…Ka…Kagome…è…- Miroku attirò la sua attenzione, ed Inuyasha sentì il terrore bruciargli la carne.
Kagome stava davanti a Sesshoumaru, e l’aura demoniaca di suo fratello era pronta ad esplodere.

***

Mekura non riusciva a spiegarsi quel tocco viscido e gelido sulla pelle.
Allungò le mani, cercando la spalla di Naraku, ma non la trovò.
Per quanto si sporgesse in avanti, non trovava la fine di quella cosa morbida e fredda, piena di piccole bolle e peli ispidi che la stringeva in vita.
Ad un tratto, sentì qualcosa frugarle nell’obi del kimono, ed ogni sua certezza si sciolse quando la voce di Naraku, tremendamente vicina al suo orecchio, le disse:
- Grazie, Mekura…-
La ragazza sorrise, felice.
Ma subito dopo si sentì schiacciare il petto da una morsa ferrea, e il fiato le uscì dai polmoni in un solo colpo.
Sentì le costole scricchiolare, e credette di morire.

Naraku si portò al collo l’ultima scheggia di Sfera, e quella avvicinandosi a quelli già in suo possesso si accese di una malsana luce violacea.
Quando fu abbastanza vicino, il frammento si ricongiunse agli altri, e nella notte rossa di fiamme ci fu un’esplosione di viola che accecò i compagni, impotenti davanti all’inevitabile.

Impietriti, Sango, Miroku, Inuyasha, Kagome, Rin, Mekura, Sesshoumaru e persino il piccolo Shippo e l’anziana Kaede, accompagnata dalla sua apprendista, accorse a cercare di dare una mano, trattennero il respiro e avvertirono una scossa gelida correre lungo la spina dorsale.

***

Ancora a qualche centinaio di metri di distanza, Kikyo stremata avvertì un enorme accrescimento di potere demoniaco, e cercò di muoversi ancora più in fretta di quanto non stesse già facendo.

Ne era stata custode per tanti anni, e non poteva sbagliare.

La Sfera dei Quattro Spiriti era di nuovo completa.

ANTICIPAZIONI:
46- L'Ultima Battaglia -parte II-

"No, Kagome...non piangere...guarda il cielo..."

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Capitolo 46
*** L'Ultima Battaglia- parte II ***


Molto bene...domani parto.
Ho ancora due o tre cose da fare -incluso l'ennesimo controllo nella borsa- e poi...
VACANZA.
Una settimana.
Grazie, divina Amaterasu...

Ma, ovviamente, non potevo lasciarvi a bocca asciutta...non adesso che siamo così avanti, e che la storia prende una piega che mi piace così tanto. E soprattutto, ora che vorrete SERIAMENTE uccidermi...^^

L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER prima di Natale no...ma prima della fine dell'anno sì...^^ spero tu abbia passato un buon Natale, e che questo nuovo aggiornamento ti piaccia. Posso approfittare dell'armistizio pre-festivo per salvarmi la pelle? Aiut...>.< Grazie mille del commento...sono contenta che riusciate a provare tutte queste sensazioni, perchè...è ESATTAMENTE ciò che volevo...^^

KAGOME19 grazie del commento e in bocca al lupo per tutto! Non preoccuparti, so bene cosa significa la parola "esami"...ugh...*Rohchan osserva affranta una pila pericolante di libri che aspettano di essere aperti...>>

KRIKKA86 no, tranquilla...Kikyo non intralcerà nulla. Solo, non sopporto chi dice che è una s*****a che dovrebbe farsi i fatti suoi. Kikyo era lì prima di Kagome, e ci sarebbe rimasta, se non ci fosse stato Naraku. Ed è, insieme a Sesshoumaru e Kagura, uno dei miei personaggi preferiti...l'anticipazione? La capirai ora...^^

ONIGIRI dei, non parlarmi di connessioni ballerine...>.< c'è stato un periodo in cui la mia sembrava far parte del balletto del Bolshoj...=.=
Stai attenta alla pressione, tesoro...non vorrei che ti si alzasse troppo...^^ Non preoccuparti, la tua sensei rimetterà TUTTo a posto...prima o poi...>.> e il materasso è spesso, di piume d'oca. Non ti farai male, prometto. Parola di Giovane Marmotta...^^
Mekura se la sta vedendo davvero brutta...ma vedrai che qualcosa succederà...^^ anche io le voglio troppo bene...^^
Il regalo di Natale...è stato un piacere fartelo...giuro!
Buona lettura!

FMI89 benvenuta!! Grazie del commento, e buone feste anche a te!

X_MOKONA acci, ad anno nuovo? Allora leggerai "in differita"...il che significa che, almeno da te, la mia vita è salva...^^ Buone vacanze!!

MOON_FLOWER grazie grazie grazie e buona lettura!!

Ecco fatto!!!
Vi auguro buona lettura, e buon capodanno...spero che il 2009 possa essere per voi un anno tutto speciale, pieno di belle cose, dolcezza e allegria...
E spero anche che siate riusciti a digerire bene la cena della Vigilia, e il pranzo di Natale...^^

Vi ringrazio di seguirmi in così tanti, e da così tanto tempo...nonostante la lunghezza della storia, vedo che vi piace...e non vi lamentate mai..^^
se vi va, scrivetemi pure una mail, lasciatemi una bomba sotto casa, mandatemi un piccione, un gufo...qualsiasi cosa.
Sono davvero stra-curiosa di sapere cosa pensate di tutte le scelte di questa storia...che da più di 50 settimane vi tiene compagnia...

Ora filo a finire i preparativi, cercando di tenere l'ansia sotto controllo...devo ricordarmi persino di respirare...auff..>.<

Buona lettura, buona fine e buon inizio...
che sia in famiglia o tra amici, in montagna, al mare o a casa, all'aperto o nel calduccio del vostro salotto...
Vi auguro un capodanno coi fiocchi!!
Con tanto, TANTO affetto

Rohchan

PS attenzione alla fine del capitolo...non è fatta così tanto per fare...e chi capisce perchè, avrà una manciata di punticini Paradiso...^^

46- L’Ultima Battaglia –parte II-

- Maledizione…- sibilò Sesshoumaru, voltandosi verso Naraku.
Rin, ancora a braccia spalancate, non osava voltarsi.
Sentiva Mekura gridare spaventata, l’urlo delle fiamme e le grida della gente.
Kagome guardava, invece, impietrita.

Completamente incapaci di affrontare Naraku, che teneva la Sfera di nuovo completa all’altezza del cuore, Sango, Miroku ed Inuyasha continuavano senza tregua a colpirlo, nella vana speranza di ottenere anche un minimo risultato.
Ma il corpo di Naraku, già forte senza bisogno del gioiello, con il suo possesso era diventato pressoché invincibile.
- KAGOME!- gridò Inuyasha, mentre brandiva la Tessaiga come un’accetta, a due mani, nel tentativo di ferirlo- SCAPPA VIA DA QUI! FUGGI!!-
- No…- la ragazza scosse la testa, incredula.

Non poteva essere.

Non doveva essere.

Per un momento, il sorriso le brillò sulle labbra.
Andiamo…
non poteva proprio essere vero.
Inuyasha aveva detto che spesso i sogni premonitori potevano ingannare la gente.
Kikyo poteva essersi sbagliata.
Era novilunio, vero.
Erano quasi indifesi, vero.
Ma la Sacerdotessa non era presente, come invece Kohaku aveva riferito nella sua visita.

***

Sango cercava in tutti i modi di salire sul corpo del mezzo demone, diventato ancora più grande.
La Sfera dei Quattro Spiriti era integra nelle mani di quel mostro.
Lei sapeva cosa doveva significare.
- SANGO! TI PREGO…TORNA IN TE!- le gridò Miroku, sovrastando il caos.
Solo in quel momento la sterminatrice si accorse di essere ferita e sanguinante, lacera e sporca, in preda alle lacrime e armata soltanto di un corto pugnale.
Vedeva poco e male, tutto il suo corpo tremava di rabbia e dolore.
Miroku le si avvicinò, afferrandola per la vita, sforzandosi di tirarla verso di sé…ma lei si ribellò alla stretta, spingendolo via.
Anche Kirara, la sua fedele Kirara, tentava disperata di farla scendere, ma non c’era modo di distoglierla dal suo obbiettivo.
E poi, con un colpo di frusta del tentacolo su cui i due si trovavano a cavalcioni, Naraku si liberò della loro presenza, scagliandoli in terra nei pressi di una capanna in fiamme.
Kagome corse verso di loro, dimentica di qualunque altra cosa, tranne che la vita di coloro che amava.
La sua aura iniziò a concentrarsi, ed una debole bolla di protezione la circondò, inglobando anche il monaco e la sterminatrice quando fu loro accanto.
- Interessante…-

***

Sesshoumaru continuava a sentire Mekura gridare disperata.
Il suo cuore di demone fremeva di eccitazione e irritazione, un miscuglio indistricabile che nemmeno lui era in grado di spiegarsi.
Quella debole umana…quella piccola, debole umana…prigioniera…

- Per due volte ho chiesto chi c’è, e non ho ottenuto risposta. Chi siete?-

La prima volta che l’aveva sentita parlare.
Era fiera e caparbia.

- Signore, a costo di sembrarvi sfrontata, devo chiedervi di parlare. Non posso vedervi, e se non parlate non c’è verso che io sappia che vi rivolgete a me.-

L’aveva costretto ad obbedirle, e lui l’aveva fatto. Senza nemmeno rendersene conto.
Ma la cosa che l’aveva colpito…

- Se aveste voluto uccidermi, l’avreste già fatto. E comunque, un demone in viaggio con una bambina umana non può disprezzare troppo gli umani. Quindi, se non mi avete ancora uccisa, dubito che lo farete ora, o in qualunque altra occasione.-

Ecco.
La cosa che l’aveva colpito, ferito, segnato nell’orgoglio.
Se avesse voluto ucciderla, avrebbe dovuto farlo allora.
Ora non ne era più in grado.

Si maledì, mentre i suoi piedi lo lanciavano avanti, verso Naraku e i suoi tentacoli.
Verso il corpo straziato di quella giovane umana.
- Mekura…-

***

Naraku vide Sesshoumaru correre verso di lui, ed iniziò ad inglobare la Sfera.
Inuyasha e compagni potevano non essere nulla, ma lui aveva pagato caro già una volta il tentativo di inglobare quel demone.

***

Kikyo avvertì la Sfera mutare proprio mentre usciva dal bosco.
Tardi.
Era troppo tardi.
Quando giunse al villaggio, la scena che le si presentò davanti la fece venire meno.
Ovunque morte e distruzione, e al centro dell’Apocalisse, lui.
Naraku, la Sfera quasi del tutto inglobata, i tentacoli viscidi che schioccavano nell’aria, alcuni stretti intorno ad un corpo umano.
Vestito di giallo e rosso scuro.
Sospirò, sollevata.

Non era Inuyasha.

***

Quando Sesshoumaru fu abbastanza vicino, Naraku lasciò scivolare a terra Mekura.
Il demone la raccolse senza sforzo prima che toccasse terra, e la ragazza gli si strinse addosso, affondando spaventata il viso nella sua pelliccia.
- Signor Sesshoumaru…-
Il demone rafforzò la stretta sulla vita esile

così esile

e la portò via da quell’orrore, verso Jaken e Rin, che attendevano in un luogo sicuro, lontano dalle fiamme.
- Portale via, Jaken!- ordinò, in un tono che non ammetteva repliche.
Il demone rospo assentì senza parlare.
Tremava di paura, ma il terrore di disobbedire al suo padrone era più grande.

***

- INUYASHA!!!- gridò Kagome, seduta in terra accanto a Sango svenuta- SCAPPA!!! VIENI VIA, TI PREGO!!-
Spaventata, era in lacrime.
I giorni di esercizi con Kaede l’avevano aiutata a mantenere quel briciolo di controllo che bastava ad erigere una barriera di protezione, ma il suo cuore sbatteva contro le costole come un uccellino in gabbia.

Inuyasha era là fuori, lontano da lei, dalle sue braccia, e non la sentiva chiamarlo per nome.

***

Kikyo corse attraverso il villaggio, scansando morti e feriti imploranti, con in mente un solo pensiero: doveva distruggere Naraku.
Quando fu abbastanza vicina, però, la sua attenzione fu richiamata da Kagome; quella ragazzina era accovacciata per terra accanto ai suoi amici umani, le mani strette al ventre rigonfio, e piangeva disperata.
Gridava, gridava fino a diventare paonazza, e chiamava lui, che però non la sentiva.
Troppo occupato a combattere inutilmente per accorgersi della sua voce.
Indecisa, rimase ferma qualche istante prima di proseguire verso di lei.
La barriera era sottile, troppo sottile.
Presto sarebbe stata una preda facile, e se lei fosse morta, anche Inuyasha sarebbe morto.
E lei questo non poteva sopportarlo.

- Kikyo…- la voce di Kagome le giunse in un ansito spezzato, mentre si inginocchiava accanto ai compagni di lei, per controllare che fossero vivi.
- Sei una stupida…-le disse, gelida- non ti rendi conto che rimanendo qui lo metti solo in ansia? Devi andartene…questo non è il tuo posto.-
- Io non me ne vado senza Inuyasha…-ribattè Kagome, piccata. Era stanca, pallida e spaventata, ma molto forte.
Kikyo dovette ammetterlo con se stessa.
- Non sei nemmeno in grado di proteggere te stessa…cosa speri di fare?- la derise, con un tono più acido di quanto volesse.
- Non m’importa…rimarrò qui, dovesse costarmi la vita!-
- Questo dimostra solo che sei ancora più stupida. Ragazzina, lui non vuole altro che la salvezza tua e di suo figlio..possibile che tu non riesca a capirlo?-
- Non avrebbe senso vivere senza di lui al nostro fianco. E poi gli ho promesso che gli sarei sempre stata accanto, e lo farò. Non prendo ordini da te.- aveva i pugni serrati, ed una luce di sfida nei profondi occhi castani.
Il cuore balzò di rabbia nel petto della Sacerdotessa.
Quella piccola, insignificante ragazzina, che le aveva strappato l’amore di Inuyasha, ora rischiava la sua stessa vita per semplice egoismo…
Ma in fondo, sentiva anche di somigliarle molto.
Al suo posto, sapeva che avrebbe fatto la stessa, identica cosa.
Se fosse stata sicura che Inuyasha sarebbe tornato da lei, non l’avrebbe lasciato per nulla al mondo.
- ATTENTA!!- gridò, gettandola a terra.
Una trave passò nel punto esatto dove si trovava la testa di Kagome, schiantandosi poco più in là in migliaia di frammenti e schegge che schizzarono in tutte le direzioni.
La barriera di Kagome scoppiò come una bolla di sapone e Kikyo ne eresse un’altra, inglobando anche Sango e Miroku, che giacevano ancora a terra semisvenuti.
Tossendo, Kagome si risollevò, stordita e spaventata dal colpo ricevuto.
Istintivamente, i suoi occhi andarono a cercare Inuyasha, e quello che vide le gelò il sangue.
- INUYASHA!!!-

***

Sesshoumaru mise a terra una Mekura terrorizzata e tremante. La piccola Rin le si fece subito vicino e la abbracciò, cercando di confortarla, ma senza grossi risultati.
- Portale via, Jaken…-disse, mentre la rabbia cresceva inspiegabilmente in lui.
- Sì, padrone…-
Jaken prese Rin per la manica del kimono, portandola via, mentre la bambina stringeva la mano di Mekura fino a farsi venire le nocche bianche.

Ma non fecero che qualche centinaio di metri.
Naraku colpì Jaken con una chela, straziandone il corpo, mentre Rin terrorizzata cercava rifugio tra le braccia di Mekura, che la stringeva spasmodica, il fiato corto e la mente confusa.

Chi era davvero il suo padrone?

E poi, anche lei fu colpita di striscio dalla stessa chela che aveva ucciso Jaken, e fu gettata a terra, facendo scudo a Rin col proprio corpo.
La bambina piangeva ormai terrorizzata, schiacciata dalla paura e dal peso di Mekura che le gravava addosso.

E Sesshoumaru non potè impedirselo.
Non riuscì a controllarsi, e la sua natura demoniaca prese il sopravvento.
Brandendo la Tokijin, furioso, si scagliò contro Naraku.

***

Inuyasha aveva visto Kikyo gettare a terra Kagome e si era distratto.

Nel momento in cui il corpo della donna che amava toccava terra, un tentacolo velenoso si era avvinto al suo petto umano, stritolandolo, costringendo le costole a spezzarsi e togliendogli tutto il fiato, lasciandolo inerte e soffocato dai miasmi velenosi che evaporavano dalle piaghe purulente.
L’ultima cosa che vide fu il viso di Kagome straziato dal terrore.
Sorrise, stanco.
“No, Kagome..non piangere…-pensò-
“guarda il cielo…”

Con un colpo secco, Naraku si ritrasse da lui, lasciandolo rovinare a terra.

Ormai, quello stupido mezzo demone non era più un problema.

***

- KIKYO!! DOBBIAMO FARE QUALCOSA!- Kagome scattò in piedi, pronta a lasciare la barriera per correre da Inuyasha.
- FERMA, IDIOTA!!- scattò Kikyo, afferrandola per un braccio- NON PUOI FARE NIENTE ORA! DEVI ASPETTARE!-
- INUYASHA RISCHIA DI MORIRE!! NON VOGLIO RESTARE LONTANA DA LUI! LASCIAMI!!!- La ragazza si dibatteva violenta nella sua presa, come un’anima in pena tra i tormenti dell’inferno.
- ASPETTA, KAGOME! DEVI ASPETTARE!!-
Kagome si bloccò, presa in contropiede.
Kikyo non l’aveva mai chiamata per nome.
- NON PUOI CHIEDERMI DI LASCIARLO SOLO, KIKYO! NON ORA!!!-
- NON TI CHIEDO DI LASCIARLO SOLO! TI CHIEDO DI ASPETTARE!!-
Anche negli occhi di Kikyo c’erano lacrime.
Kagome si costrinse a smettere di strattonarla, tremando nella sua presa.
- Ti prego, Kagome. Se lasci la barriera rischi di morire, e lui morirebbe con te. Non vuoi questo, vero?-
Kagome scosse la testa con violenza.
- STAI SOLO CERCANDO DI LASCIARLO MORIRE! TU SEI GIA’ MORTA, ED UNA VOLTA CHE TUTTO SARA’ FINITO POTRAI GODERTI L’ETERNITA’ CON LUI!! SCORDATELO! NON TI LASCIO LA MIA VITA!!!-
Kikyo, furiosa, schiaffeggiò Kagome con forza, costringendola a voltare il viso.
- Se te ne vai ora, non potrai tornare indietro. La mia barriera è troppo potente perché tu riesca a penetrarla dall’esterno. E poi…-
Non ebbe tempo di finire.
Naraku si scagliò su di loro, feroce, ma la barriera fece il suo lavoro.
Con un crepitìo e un orribile odore di bruciato, i suoi tentacoli si ritrassero dalla barriera.

***

Sesshoumaru si era scagliato contro Naraku, una luce omicida negli occhi dorati.
Con la Tokijin era riuscito a tagliare un tentacolo che minacciava Mekura e Rin, ed ora quel maledetto spargeva succhi velenosi e fumi tossici intorno a lui.
Erano talmente letali che persino la terra si scioglieva quando ne veniva a contatto…
Ma lui si accorse, non senza stupore, che poteva respirare.
E che l’aria che lo circondava era pulita, e sapeva di boccioli di ciliegio e montagne cariche di muschio.

Il vento lo stava proteggendo, creando attorno a lui una bolla d’aria pura in cui potesse vivere.

Il Vento lo proteggeva.

Si volse verso est.
Lontano, lontano oltre la catena di monti che circondava la valle, il cielo era passato dal nero più scuro ad un profondo viola.

ANTICIPAZIONI:
47-Una Promessa tra Miko

"Promettimi, Kagome...che avrai cura di lui..."

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Capitolo 47
*** Una Promessa tra Miko ***


Rieccomi qua!!!
A vacanze finite –sigh- con un’andata ed un ritorno che sono state una vera Odissea…prima sembrava che non dovessi andar via di casa, poi che non dovessi più tornare indietro…
Perché?
Beh, qui nevica. Quaranta centimetri in due giorni. L’ultima volta che ha fatto una cosa simile era il 1986, ed io avevo tre anni.
Nevicava anche lunedì scorso, quando sono arrivata a prendere l’aereo per un soffio. E quindi, sembrava che non dovessi andare a Roma.
Ma poi, lunedì ho perso l’aereo che mi avrebbe dovuta riportare a casa- bella forza. Quando mai si è visto chiudere il check-in di un volo nazionale con cinquanta minuti d’anticipo?!-, e sono dovuta rientrare col treno ieri pomeriggio. Cinque ore di treno, e poi altre due ore di macchina sotto la neve.
Amaterasu, grazie per il Freccia Rossa. Davvero, davvero grazie. Un po’ meno per tutta quella neve- la adoro, per carità. Ma se avesse smesso di scendere mentre si guidava verso casa cercando di non ammazzarsi, sarebbe stato DECISAMENTE meglio. ^^
E ora sono qui, scombussolata, raffreddatina, con ancora tutta la mia vacanza in testa.

Ma veniamo a noi…
Mi spiace avervi lasciati così sul più bello…rimedierò subito, aiutata dalla mia kohai…grazie bimba. Sei un tesoro.^^

KAGOME19, MOON_FLOWER grazie grazie grazie. Vi auguro buona lettura…^^

RYANFOREVER come vedi, c’è mancato poco che anche io lo facessi a casa, il capodanno…^^ma per fortuna ce l’ho fatta. La prima manciatina di punticini Paradiso va a te, cara…il Vento che protegge Sesshoumaru è proprio Kagura.^^ Non potevo inserirla nella storia, visto che la sensei l’ha fatta morire (grrr) però mi spiaceva troppo lasciarla indietro. Soprattutto con Sesshoumaru. E soprattutto perché nel mio profilo c’è una shot che la riguarda (Rohchan si fa una pubblicità spudorata…^^”””)
Per quello che dice Inuyasha, ti lascio a rimuginare…tieni sempre a mente il materasso, comunque…^^

ACHAORI benvenuta!!! Grazie mille di tutto, sei stata pazzesca. 47 capitoli in una nottata??? Ti sarai fatta venire gli occhi a piattino, povera cara…çç grazie grazie grazie. E no, purtroppo non ci sono stelle cadenti in cielo…il motivo è un altro, e un indizio è nell’ultima riga del capitolo 47…grazie di avermi messa tra i preferiti, e per esserti lasciata trascinare da questa storia. Davvero. Grazie di cuore.

ONIGIRI il mio tesoro…la ragazza senza la quale stasera sareste ancora senza aggiornamento….çç tu non sai quanto ti adoro (e non solo per questo favore…^^) le vacanze sono andate benone…i guai sono stati partenza e arrivo –vedi sopra.
Ma veniamo a noi…Kagome sì…è un’inguaribile ottimista.
Quasi.
Leggendo capirai…
Sango…mi spiace averla torturata in questo modo, ma davvero non sapevo come altro fare per far sì che Naraku completasse la Sfera. Lui non è esattamente il tipo di persona che fa in modo di fare meno male possibile al suo prossimo…>>
Mekura se la sta vedendo brutta…e non ha ancora finito. Ma quello è un altro paio di maniche…^^
Inuyasha…sì, è nei guai fino al collo. Un disastro, lo ammetto. Un bel doppio giro della morte sulle montagne russe…ma io sono fatta così. La felicità va guadagnata.^^
E poi, anche per te una manciatina di punti Paradiso…è proprio Kagura il Vento di Sesshoumaru…sapevo che ci saresti arrivata…^_- proprio tu, non potevi aver letto la shot su di lei e poi non riuscire a collegare le due cose…^^
Grazie, grazie grazie di tutto. Tuttissimo. E buona lettura…^^

KRIKKA86 ecco, lo vedi? Te l’avevo detto che mi avresti voluto ammazzare…^^””” Su Kikyo a quanto pare la pensiamo allo stesso modo…e in questo capitolo si vedrà ancora meglio il mio personalissimo punto di vista su questo personaggio…anche per te punticini Paradiso…grazie e buona lettura!!!!

MEW_PADDY grazie…sono contenta di sapere che seguivi la storia dall’inizio…^^ anche per te, punticini Paradiso e buona lettura!!!

Bon, spigolino finito…
Spero che abbiate passato un buon capodanno, che vi siate divertiti e abbiate gozzovigliato per bene. E spero che il 2009 vi porti un sacco di cose belle e opportunità…

Nel frattempo, buona lettura e alla prossima settimana!!!
Baci
Rohchan dark mode on

47- Una Promessa tra Miko

Naraku sentiva il potere della Sfera crescere e alimentare il suo corpo come se fosse stato un’immensa fornace in cui veniva gettata legna secca.
I suoi sensi si acuivano man mano che il gioiello veniva assorbito, e sentiva il suo corpo diventare ogni istante più potente e resistente agli attacchi esterni; i suoi organi interni si ridisponevano secondo uno schema preciso, e riusciva ad annusare, vedere e sentire ogni cosa nell’arco di diverse miglia.
La sua pelle si faceva più coriacea, le sue ossa più resistenti, e man mano che aumentava il suo potere aumentava anche la certezza della vittoria.
Sì…
Li avrebbe uccisi tutti.

***

-PERCHE’ NON FACCIAMO NULLA? LO UCCIDERA’!!- gridava Kagome, guardando Inuyasha oltre la barriera che proteggeva lei, Kikyo, Sango e Miroku.
Kaede, Shippo e la giovane Mizuumi, l’apprendista miko, stavano tentando disperatamente di salvare quante più vite possibili, ma era una battaglia persa in partenza.
-Non avrebbe senso agire ora…non otterremmo nulla attaccandolo in questo momento, dobbiamo attendere che l’assorbimento della Sfera sia quasi completo, ed approfittare del momento in cui abbasserà la guardia, convinto della sua potenza.- le rispose Kikyo, seduta a terra.
La Sacerdotessa era una maschera di dolore e stanchezza.
Lo spirito di Midoriko, che avvertiva evidentemente il pericolo, spingeva per uscire, ma lei doveva assolutamente tenerlo sotto controllo.
Attaccare prima che Naraku avesse abbassato la guardia sarebbe stato un suicidio…non sarebbero mai sopravvissute.
Sapeva cosa stava facendo.
Anche il suo cuore era lacerato dal dolore, ma non poteva abbandonarsi ad esso. Se avesse ceduto anche lei, sarebbero morti anche tutti loro, e non ci sarebbe stato più scampo per nessuno.
-LASCIAMI USCIRE!! VOGLIO ANDARE DA INUYASHA!-
-NON PUOI ANDARE DA LUI ORA! SMETTILA!! SE TE NE VAI IO NON RIUSCIRO’ A SCONFIGGERE NARAKU! CERCA DI RAGIONARE!!- le rispose, frustrata.- Anch’io sto soffrendo, Kagome. Se penso a lui…là fuori…il cuore mi scoppia nel petto. Ma non possiamo fare nulla, ora. Finchè Naraku lo crederà morto, sarà al sicuro anche oltre la barriera.-
-Perché parli in questo modo? Inuyasha non può essere morto…non deve…-
-Lo spero anch’io, Kagome. Ma mi servi qui. I tuoi poteri di miko mi servono qui. Al momento decisivo, potrei non farcela. Devi restare qui con me.-

-Kagome… mi devo fermare?-
No…non poteva pensarci ora…
In mezzo al fuoco, alla disperazione, al dolore…alla paura…non poteva pensare alle mani di Inuyasha, alle sue labbra in quella notte, che le avevano regalato il Paradiso.
La sua mente non poteva vacillare in quel modo.

Inuyasha sarebbe tornato da lei.
Perché l’aveva sempre fatto.

-Ko..Kohaku…-
La voce di Sango, flebile, poco più di un sussurro, scaraventò Kagome di nuovo a terra, in mezzo alla realtà.
-Sango! Come ti senti?- le chiese, inginocchiandosi accanto a lei.
-Dov’è Kohaku?- chiese la sterminatrice, cercando di mettersi seduta. Una fitta al costato glie lo impedì.
-Tuo fratello…è morto. Naraku l’ha ucciso.- le rispose Kikyo, cercando di assumere un tono gentile.
A quelle parole gli occhi di Sango si riempirono nuovamente di lacrime.
Si gettò tra le braccia di Kagome, disperata, singhiozzando e piangendo fuori controllo.
La ragazza sperò con tutta se stessa che fosse un incubo.
Strinse l’amica tra le braccia, cercando di darle forza.
Ad un tratto, una scarica potentissima di energia colpì la barriera di Kikyo, e la bolla di protezione vacillò pericolosamente, deformandosi fino quasi a scoppiare.

***

Sesshoumaru era furioso.
Ogni goccia di sangue che gli scorreva in corpo malediceva quel mezzo demone orrendo che gli si parava davanti, e che quasi senza sforzo riusciva a resistere ai colpi della sua spada, ora che aveva iniziato ad inglobare la Sfera dei Quattro Spiriti.
Si trasformò, assumendo le sembianze di un enorme cane bianco a cui mancava una zampa, e si scagliò ancora contro Naraku, cercando un punto debole.
Lo colpì ancora.
E ancora.
E ancora.
Nella sua mente di demone albergava ormai la sete di vendetta e predominio.

***

Mekura stringeva spasmodica Rin tra le braccia, risparmiandole la vista di tutte le cose orrende che i suoi sensi riuscivano comunque a percepire.
Si trovavano ancora dove Sesshoumaru le aveva lasciate, ma senza l’aiuto della bambina lei non osava muoversi..non sapeva dove sarebbe andata.
Ogni cosa intorno a lei era uguale; la terra ugualmente calpestata ed intrisa di sangue, il calore del fuoco identico in qualunque direzione volgesse il viso.
Cercava disperatamente un po’ d’aria fresca da respirare, ma non ce n’era.
Cominciò a tossire, e dopo qualche istante anche Rin la seguì.
Il calore alla sua destra aumentò di colpo, ed una capanna crollò sprizzando migliaia di scintille intorno a loro, colpendole sul viso e sulle braccia, scottandole.
Rin aprì gli occhi terrorizzata, giusto in tempo per accorgersi che il kimono di Mekura stava prendendo fuoco.
Gridò, prendendo a colpire con le mani le piccole fiamme, bruciandosi, piangendo di dolore e spavento.
-SIGNOR SESSHOUMARU!! RIN HA PAURA!!!! VI PREGO…TORNATE DA NOI!- urlò, pazza di paura.
Sesshoumaru si volse verso di loro, e ciò che vide gli fece balzare il cuore nel petto.
Lasciò perdere la battaglia, ritornando nella sua forma abituale, correndo verso le due ragazze che si trovavano a qualche centinaio di metri da lui, in un inferno di fuoco e sangue.
Troppo facile, grande Sesshoumaru…-sibilò Naraku alle sue spalle, scattando in avanti con alcuni tentacoli, cercando di ghermire le due umane.- Il tuo solo avversario sono io…non devi pensare ad altro…-
Sesshoumaru estrasse la Tokijin e vibrò un colpo contro quelle orribili appendici, che si tranciarono di netto, ricomponendosi però quasi subito.
Volava in avanti, protendendosi verso di loro…
“Rin! Mekura!”
E il Vento che lo proteggeva soffiò potente alle sue spalle, spingendolo avanti, gettandolo su Mekura.
La ragazza sentì il braccio di Sesshoumaru cingerle la vita e sollevarla di peso, e poi la terra sparire da sotto i piedi.
Riusciva di nuovo a respirare, e stringeva ancora Rin tra le braccia.
-Signor Sesshoumaru…- disse, la voce rotta dal pianto.
-Fà silenzio, ora.- le disse lui, teso nello sforzo di raggiungere un luogo sicuro.
Poi, la vide.

La barriera dietro la quale si trovava la donna di suo fratello, generata dalla Sacerdotessa non morta…
Sì…
Era un luogo perfetto.

Spiccando un ultimo, potente salto, atterrò accanto alla barriera.
-DONNA! TE LE AFFIDO!- urlò, sovrastando il caos, a Kagome che si trovava oltre la barriera.
La ragazza fece un cenno del capo e la barriera si aprì di poco per lasciar passare le due ragazze.
Sesshoumaru tornò a volgersi verso Naraku.
-Non devi toccare le cose che mi appartengono, sudicio essere…-sibilò, tornando ad estrarre la Tokijin.

***

Naraku sentiva ormai il potere della Sfera quasi del tutto in suo possesso.
Quel demone, per quanto potente, non avrebbe avuto scampo.

***

-Signor Sesshoumaru…state attento, vi prego…-singhiozzò Rin, avvicinandosi al limite della barriera.
-Kagome…la senti?- chiese Kikyo.
-Cosa?- replicò la ragazza, ancora stretta a Sango.
Mekura tossiva accasciata sulle sue ginocchia.
Miroku riaprì stancamente gli occhi guardandosi intorno senza capire.
Vide Sango in lacrime, il villaggio distrutto oltre la barriera, la piccola Rin lacera e sporca ad un passo da lui e Mekura poggiata a Kagome.
Si sollevò lentamente sui gomiti, e Sango lasciò Kagome per occuparsi di lui.
Kagome si sforzò nel tentativo di trovare in mezzo a tutto quel movimento di aure demoniache l’aura della Sfera.

E poi, eccola.

La potenza della Sfera dei Quattro Spiriti.

La sua forza contaminata dall’aura maligna di Naraku cresceva come un’onda di piena, al punto che si chiese se il mezzo demone era davvero in grado di contenerla tutta.
-Sì..la sento…-rispose, riscotendosi come da un sogno.
-Bene…quando sarà al culmine, colpirò Naraku e purificherò al Sfera. Tu devi erigere una barriera abbastanza potente da proteggere tutti. Sono stata chiara?-
-Non potrai attaccare Naraku rimanendo dentro la barriera, Kikyo.-
-Infatti ho intenzione di uscire. Dovrò essere veloce, e avremo una sola possibilità, quindi non ci sono concessi errori. Sei pronta?-
-Posso fare di più..posso aiutarti a sconfiggere Naraku.-
-No…sarebbe troppo pericoloso. Dovresti liberare una grande quantità di energia spirituale in pochissimo tempo, e sarebbe rischioso. A Naraku ci penso io…tu pensa ai tuoi compagni e…ad Inuyasha.-
La Sacerdotessa si alzò in piedi, piantandole addosso i profondi occhi nocciola.
-Cosa..vuoi dire, Kikyo?-
-Io non sopravviverò, Kagome. È il prezzo da pagare per distruggere Naraku, ma sono pronta a pagarlo.-
-È assurdo! In due possiamo riuscirci! Perché devi….andartene?- chiese Kagome, in un impeto di altruismo.
Kikyo sorrise stanca.
-Non è necessario che io ti spieghi perché, non è vero? È ciò che, in fondo, vuole il tuo cuore. Inuyasha rimarrà con te per sempre. Promettimi che…avrai cura di lui anche per me. E che questa volta potrò morire davvero, senza la possibilità di tornare prima che sia giunto nuovamente il momento.-
-Kikyo…-
-FA’ SILENZIO!- sbottò la Sacerdotessa, battendo stizzita un piede a terra.- LIMITATI A FARE COME TI HO DETTO, SE VUOI VIVERE!!-

***

Per la prima volta nella sua lunga, lunghissima vita, Sesshoumaru sentì la paura insinuarsi nel suo corpo e nella sua mente.
Sentiva l’aura demoniaca di Naraku aumentare in maniera vertiginosa, e per un solo, lunghissimo istante, temette per la sua vita.
E ad un tratto, tutto fu avvolto da una luce violacea, potentissima.

Il Vento lo scagliò lontano, facendolo atterrare in una nuvola di polvere e foglie verdi, piccoli germogli e sassi in una radura appena oltre il limitare del bosco alle spalle del villaggio.

***

-ORA, KAGOME!!!- gridò Kikyo.
La barriera della Sacerdotessa si dissolse nel nulla, mentre concentrava tutta la sua aura per colpire Naraku e purificare la Sfera.
Il mezzo demone ebbe appena il tempo di accorgersi di ciò che stava accadendo prima di venire investito in pieno da quel vortice di aura pura e cristallina.
La sua aura la contrastò con qualche sforzo, piegandosi, modificandosi, rinnovandosi fino al punto da riuscire quasi a rimandarla indietro.

Kagome guardava la scena impietrita, incapace di muovere un solo muscolo.
Aveva eretto la barriera, così come Kikyo le aveva chiesto, ed ora la fissava oltre lo schermo viola dello scudo tesa nello sforzo di mantenere la concentrazione e distruggere Naraku.
Ma fu presto consapevole che la Sacerdotessa non ce l’avrebbe fatta.
Nonostante la forza di Midoriko che si portava dentro, Kikyo non era abbastanza forte.
Fu soltanto un attimo.
Un passo, e fu oltre la barriera.
Un passo, ed i suoi amici erano di nuovo senza protezione.
Un passo, e la vista del corpo di Inuyasha svenuto, forse morto, le violentò l’anima, rischiando di ucciderla da dentro.

-Avrò cura di ciò che mi hai dato.-

Sì, pensò.
Anch’io avrò cura di ciò che mi hai dato, Inuyasha. Avrò cura di te.
Ma prima, dobbiamo distruggere Naraku.

Kikyo vide con la coda dell’occhio Kagome abbandonare la protezione della barriera ed avvicinarsi a lei.
Sentiva le forze venirle meno, le anime dei morti abbandonarla a ritmo crescente man mano che aumentava lo sforzo per mantenere concentrato il suo spirito sulla distruzione di Naraku.

Kagome chiuse gli occhi e strinse i pugni.
Sentì il proprio spirito concentrasi, ed il bambino che portava in grembo muoversi, forse spaventato.
Fu come se la sua anima si stesse contraendo nel tentativo di assumere la forma più piccola e concentrata possibile, fino al punto di rottura.
Quando non fu più in grado di controllarla, la sua forza spirituale si unì a quella della Sacerdotessa, caricandola di nuova energia e spingendola avanti, verso Naraku.
Sentiva il ventre pulsare, e per un attimo credette di sentire gli abiti fradici.
Accantonò quella sensazione, concentrandosi solo sul mezzo demone che le stava davanti in tutto il suo orrore.

***

Naraku non riuscì a contrastare la forza del colpo.
Il vortice di aura lo investì in pieno con la potenza di un fiume che spacca una diga, e non potè fare nulla per fermarlo.
L’aura pura delle Sacerdotesse si insinuò nel suo corpo demoniaco, intaccandolo a partire dai tentacoli, penetrando, mordendo, lacerando, strappando, dissolvendo i tessuti come fossero stati fumo.
Fu un attimo, e la consapevolezza che sarebbe morto attraversò il suo cervello a velocità spaventosa, e si maledisse per la sua stupidità.

Aveva creduto che, una volta inglobata quasi del tutto la Sfera, avrebbe avuto gioco facile, ma si era sbagliato.

In un turbinio di polvere, sassi, sangue e potenze contrastanti, il corpo di Naraku si dissolse nel nulla, provocando folate di vento così forti da gettare in terra chiunque fosse rimasto vivo e distruggere tutto ciò che non era stato raggiunto dalle fiamme.

Con lui, Kikyo e Kagome sentirono sparire anche la Sfera dei Quattro Spiriti.

Era finita.

***

Inuyasha giaceva in terra, in un mucchio di abiti bagnati di sangue e sudore.
Non appena riuscì a vedere dove metteva i piedi, Kagome si diresse verso di lui, del tutto incurante del resto del mondo.
Si inginocchiò accanto al mezzo demone che aveva imparato ad amare, a cui aveva regalato la sua vita e la sua anima.
Gli scostò una ciocca di capelli neri dal viso, mentre tutto intorno a lei continuava a crepitare, schioccare e fumare.
Ma Inuyasha non si mosse.
-Inuyasha….-

Le sue mani calde sulla sua pelle candida e vergine….

-SMETTILA ORA!!! IO TI AMO, E NON HO INTENZIONE DI VEDERTI SOFFRIRE PER COLPA MIA! FALLA FINITA!-

La prima volta che aveva sentito uscire dalle sue labbra la frase “ti amo…”

-Ti prego….-

Il suo modo così delicato e allo stesso tempo forte di farsi strada in lei. La sua capacità di spalancarle i cancelli del Paradiso.

-Ti scongiuro…-

I suoi occhi che la guardavano, spogliandola fino nell’anima…

-Devo riportare la donna che amo a casa, Kikyo. Scusami.-

Quando aveva ammesso che per lui era lei la più importante, e non Kikyo…

-Inuyasha…-

-È il mio regalo per te. Sono sicuro che ti starà benissimo.-

L’abito di hinezumi, che era stato di sua madre Izayoi, e che ora era suo…


-Amore..apri gli occhi, Inuyasha…-

Il suo modo di abbracciarla e cullarla prima di farla addormentare…

-Ti amo, Kagome…-

-Per favore, Inuyasha…non lasciarmi….-

Le parole che aveva atteso una vita intera, pregando ogni singolo giorno perché fossero eterne e sincere…

-Kagome…voglio che tu diventi mia moglie. E voglio che sia al più presto.-

La frase che valeva tutta la sua vita, tutta intera.
Ogni singolo respiro, sguardo, gesto, battito del cuore…da quando aveva scavalcato per la prima volta la bocca del pozzo e si era ritrovata in quel mondo di pazzi squinternati che credevano nei demoni.
Da quando aveva visto per la prima volta il vento leggero giocare con i capelli di quello che era diventato la sua unica ragione d’esistere.


-Non abbandonarmi….-

-Kagome…- Miroku le si era avvicinato, poggiandole le mani sulle spalle scosse dal pianto.
Kagome era in uno stato pietoso.
Tremante, sconvolta, scarmigliata e trasfigurata dalle lacrime, somigliava ad una bambola con gli occhi di vetro colmi di dolore.
Stringeva Inuyasha al petto gemendo, chiamandolo sommessa, cullandolo dolcemente, mentre le immagini della loro vita insieme le scorrevano davanti agli occhi come un film in proiezione continuata.
-Kagome…non senti qualcosa che non va?-
La voce di Sango le giunse da lontano, ovattata, come se arrivasse attraverso un cuscino di piume.
Kagome non si mosse.
Sentiva davvero che qualcosa non andava.
Era bagnata fradicia.
Un dolore lacerante le percorreva il ventre ad intervalli di pochi minuti.
Il bambino…sembrava muoversi a fatica.
-Kagome…devi andare a casa…- le disse dolcemente Miroku, cercando con gentilezza di toglierle le mani da Inuyasha.
Lei scosse la testa.
-Kagome…potresti perdere il bambino…- disse Sango, carezzandole la testa.- Lascia andare, Kagome…ci penserò io…-
Miroku guardò Sango con una dolcezza infinita, venata di tristezza e dolore.
Le mani di Kagome sembrarono scivolare via dal corpo inerte di Inuyasha, ma fu solo un istante.
Come Miroku provò ad allontanarla, Kagome iniziò a dibattersi nella sua presa, gridando tutto il suo dolore a quel cielo impietoso che non si faceva dorato di sole.
Miroku la prese tra le braccia e la sollevò, e Kagome gli si afflosciò in braccio come una marionetta cui qualcuno avesse reciso i fili.
-Miroku…-
La voce di Sango fu come sale su una ferita aperta.
-Ricorda ciò che mi hai promesso…-

Miroku non rispose.
Si volse perché non vedesse le lacrime nei suoi occhi cobalto e si allontanò verso il pozzo Mangiaossa, per riportare Kagome nel suo tempo.

ANTICIPAZIONI:
48- Il Cuore Diviso
La battaglia è finita, ma c'è un prezzo da pagare per aver distrutto Naraku per sempre...Kagome e Miroku nel futuro, Sango ed Inuyasha nel Sengoku. Sesshoumaru, Rin e Mekura si trovano ad un bivio...e una nuova vita si presenta al mondo...

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Capitolo 48
*** Il Cuore Diviso ***


Et voilà...lunedì=nuovo capitolo...^^
Sono o non sono buona? (forse no, considerando il casino in cui vi ho lasciati...ma sono contenta di vedere che siete tutti in bilico, armati di fazzoletti e fucile...era ESATTAMENTE ciò che volevo...^^)

Veniamo a noi...non vi annoio oltre. In più Sesshouamru è carico e pronto, anche se potrebbe prendersi un margarita...per lui il peggio è passato...^^

KAGOME19, X_MOKONA, KRIKKA86 grazie grazie grazie. Abbiate fiducia, non vi deluderò ^^

ACHAORI far sopravvivere Inuyasha e il bambino...uhn...non lo so...dipende...^^ no, dai...scherzo. Però potrei cambiare idea...>>

RYANFOREVER la promessa di Miroku era la vita insieme...ecco perchè piangono entrambi. Ora che sono in questo ginepraio, vorrei sapere come faccio a tirarli fuori dai pasticci...>.<
sei tu l'autrice...tu ci hai messi in questo casino...e tu ci tiri fuori....*nd Inuyasha -stasera in visita al CARO fratello..

ONIGIRI già strano questo tuo amore...Mekura amante di Secchan? Lo credi davvero? ^_^ Attenta...non tutto è ciò che sembra...*Rohchan gioca a fare la sibilla.
Sono contenta che la scena conclusiva della battaglia ti sia piaciuta tanto...l'ho riscritta almeno venti volte perchè non ero mai soddisfatta...lo sai che le scene di lotta non sono il mio forte...
Ammetto che la frase di Sesshoumaru è stata un forzare un pochino il suo personaggio...e non ne sono nemmeno del tutto soddisfatta, perchè Mekura e Rin non sono delle cose. Sono delle persone...ma in fondo, Sesshoumaru è Sesshoumaru...non si può spingere un carrello lateralmente...(cit)
E Inuyasha...fino al prossimo capitolo non lo troveremo...qui c'è un po' di striscio...ma non aver paura...il materasso è quasi in vista...^^

LE_MONTAGNINE benvenuta e grazie mille del commento..^^

MOON_FLOWER grazie tesoro...ti confesso che l'ultimaparte del capitolo piace molto anche a me. Volevo che avesse l'effetto di un film che scorre con la voce fuori campo che parla...a quanto pare è riuscito bene..^^

Molto bene, spigolo finito...vi lascio alla lettura...e mi raccomando, non attentate alla mia vita...^^"""

Baci
Rohchan nervosa perchè anche se si impegna non riesce MAI ad aggiornare prima delle 11...==

48- Il Cuore Diviso

Kagome non si riprese nemmeno quando Miroku saltò nel pozzo Mangiaossa; nemmeno quando il Monaco, stremato dalla fatica e dal dolore di aver lasciato indietro Sango iniziò ad urlare aspettando e sperando che qualcuno arrivasse a dargli una mano ad uscire dal pozzo collocato nel piccolo tempio a casa Higurashi.

Mancava poco all’alba, anche nel tempo di Kagome, e lui avrebbe potuto sentirsi meglio, mentre la madre di Kagome ed il nonno la trasportavano in casa e il fratello di lei chiamava dei medici perchè la portassero all’ospedale.
Ma non si sentiva affatto bene.
Era stanco, sudato, sporco e lacero. La lotta contro Naraku l’aveva prostrato, ed il suo vortice del vento aveva risucchiato moltissimi demoni durante la battaglia.
Ora che quel mostro era stato sconfitto per sempre, Miroku sapeva che la maledizione avrebbe avuto fine…ma la ferita sulla sua mano non sembrava volersene andare, ed in più pulsava e faceva male come mai fino a quel momento.
Intorno a lui era tutto un danzare di luci; niente lanterne a casa di Kagome, solo strane fiamme fredde chiuse dentro piccoli contenitori di vetro, che illuminavano gli ambienti molto meglio dei piccoli fuochi che potevano accendere loro nel Sengoku all’interno delle capanne.

Entrò in una stanza ampia, con un enorme focolare sulla parete di fondo e si gettò su una morbida sedia col viso rivolto alle fiamme.
Era sfinito.
Si portò la mano sana alla fronte, chiudendo gli occhi.
Tutte quelle cose nuove lo stavano facendo impazzire.
Le luci, il crepitò delle fiamme nel focolare, l’odore di pelle che avvertiva dentro la stanza, il rumore dei passi concitati dei parenti di Kagome nella stanza accanto, i colori troppo vividi, i suoni tropo forti…
La portata di tutto questo gli piombò addosso come un’onda dell’oceano in tempesta, e proprio come un’onda si richiuse su di lui, tranciando ogni collegamento con la coscienza.
Solo un pensiero era rimasto nella sua mente…
Avrebbe mai rivisto la sua Sango, ora che aveva attraversato il pozzo con Kagome e che la Sfera era stata distrutta per sempre?

***

Il villaggio era devastato.
Ovunque si voltasse, l’anziana Kaede non vedeva altro che morte e distruzione; uomini e donne feriti e imploranti, bambini rimasti orfani in lacrime davanti a quella che era stata la loro casa e famiglia.
In mezzo a quel nulla, inginocchiata a terra e con una profonda ferita al braccio destro, l’anziana miko credette che fosse giunta la fine anche per lei.
Ma non poteva.
Non poteva arrendersi, non doveva.
Il villaggio era la sua casa, quella era la sua gente, e lei era la loro Sacerdotessa.
Stancamente, lentamente, si rialzò in piedi usando come puntello un bastone che giaceva poco distante da lei. Era molto vecchio, levigato dall’uso e pieno di piccoli tagli e sporgenze.
Il suo vecchio proprietario era riverso a terra in una pozza di sangue appena qualche passo più in là.
Povero Kenichi.
- Mizuumi…- chiamò, con voce roca. Il fumo e il calore del fuoco le avevano seccato la gola.
- Kaede sama…siete viva, allora…-
La ragazzina si mosse veloce verso di lei, aiutandola, sorreggendola.
Aveva le mani sporche di sangue e terra, i lunghi capelli castano scuri sfuggiti in parte dal laccio e scarmigliati, la veste strappata in più punti ed un taglio sulla guancia destra che andava dall’orecchio fino all’angolo della bocca.
Le sorrise un po’ triste.
- Non preoccupatevi, Kaede sama…sono solo graffi. Ma molta gente ha bisogno di noi…ce la fate a camminare?- le chiese, apprensiva.
Kaede assentì con la testa e zoppicò con lei verso un primo gruppo di feriti.
Naraku era morto, ma si era portato dietro moltissime persone innocenti.

Mekura e Rin si rialzarono tossicchiando poco dopo la fine di Naraku.
L’incredibile onda d’urto provocata dalla sua distruzione le aveva gettate in terra, e si ritrovarono confuse e spaventate a cercare di dare un senso a ciò che vedevano o sentivano.
- Rin chan…-chiamò Mekura, sforzandosi di usare un tono udibile.
La bambina non rispose.
Eppure l’aveva sentita tossire…non poteva sbagliarsi.
- Rin chan!- chiamò, un po’ più forte.
Non ottenne ancora risposta.
- Mekura…-
La ragazza trattenne il fiato.
Era la voce di Sesshoumaru.
I suoi occhi si riempirono di lacrime di terrore, mentre aspettava fremente che il demone la uccidesse.
L’aveva ingannato e tradito, anche se inconsapevolmente.
Trattenne il respiro quando un lieve spostamento d’aria davanti al viso le fece capire che lui era arrivato.
Istintivamente si chiuse su se stessa, serrando gli occhi e portando le mani sulle orecchie.
Se fine doveva essere, che fosse veloce.
Ma due piccole mani la sfiorarono, e Mekura seppe che Rin era viva ed era accanto a Sesshoumaru.
- Mekura san…è tutto finito..-le disse la bambina, abbracciandola.- è tutto finito…-
- Rin chan…- ansimò la ragazza- Rin chan, dimmi…il signor Sesshoumaru mi ucciderà, non è vero?-
Sesshoumaru rimase stupito da quelle parole.
Era vero, era in collera con Mekura perché lo aveva ingannato.
Ma negli anni passati con Rin, aveva imparato che gli esseri umani erano creature strane, capaci di farsi ingannare dalle apparenze anche quando queste erano sottili come un velo di seta.
Anche quando erano dotati di capacità di comprensione e discernimento molto al di sopra della media della loro razza.
Sospirò, mentre nei suoi occhi passava fugace un lampo di pietà per quella donna cieca che aveva semplicemente fatto ciò che il suo cuore umano le suggeriva.
- Alzati, Mekura. Dobbiamo andarcene da qui.- le disse, perentorio.
Mekura singhiozzò, scostandosi da Rin.
- Ma…signor Sesshoumaru..non possiamo. La gente del villaggio ha bisogno d’aiuto…- intervenne Rin, mentre aiutava la compagna ad alzarsi.
- La cosa non ci riguarda. Dobbiamo andare via da qui immediatamente. Questa puzza di esseri umani mi è insopportabile.-
- Signor Sesshoumaru…vi prego. Loro ci hanno accettate quando siamo arrivate qui…non possiamo abbandonarli.-
- Non voglio discutere, Rin. Se vuoi rimanere qui, lo farai da sola. La sorte di questi umani non è cosa che mi tocchi.-
- Allora…allora rimarrò qui, signor Sesshoumaru…- esalò la bambina, guardando il suo grande, fortissimo compagno di viaggio.
Sesshoumaru sgranò gli occhi.
Rin…voleva rimanere in quel villaggio devastato?
- E sia. Vieni, Mekura.- disse poi, voltandosi verso di lei.
- Anch’io…preferirei restare ad aiutare, signor Sesshoumaru…-rispose quella, con voce tremante.- vi sono già stata di fin troppo impiccio.-
- Cosa credi di poter fare? Sei cieca…chi vuoi aiutare? Se non c’è nessuno a badare a te non sei nemmeno in grado di provvedere a te stessa.-
- Baderò io a lei, se Mekura san vuole rimanere qui…ha ragione. Vi siamo state fin troppo d’impiccio. Potrete tornare a casa, se lo volete.- gli sorrise Rin, dando a Mekura il suo bastone di betulla.
Era sopravvissuto quasi indenne alla battaglia, ed il bianco della corteccia dell’albero quasi splendeva in mezzo a tutto quel caos.
- Umani…-sibilò Sesshoumaru, scotendo la testa.- E sia. Resterete qui, se è questo che volete. Il nostro è un addio, allora. Io tornerò tra le montagne.-
Si volse e fece qualche passo verso il bosco.
- Signor Sesshoumaru…-
La voce di Mekura lo bloccò.
Una volta non si sarebbe mai fermato al suono di una voce umana.
Maledizione, piccola Rin… che cos’hai fatto al grande Principe dei demoni cane?
- Signor Sesshoumaru..-riprese la ragazza- vi ringrazio…per esservi occupato di me. Grazie per avermi salvato la vita.-
Sesshoumaru sospirò rumorosamente.
- Addio, Mekura. Rin, mi raccomando…bada a lei.-
Riprese a camminare verso il bosco.
- SIGNOR SESSHOUMARU!- gridò Mekura.
Sesshoumaru si fermò ancora una volta, voltandosi verso le due ragazze.
- Mi permettete… di vedere il vostro volto?- disse, a voce tanto bassa che persino l’udito fine del demone fece fatica a sentire.
Ma tornò indietro, e quando Mekura sentì profumo di fiori selvatici, muschio e foglie seppe che Sesshoumaru era davanti a lei, più vicino di quanto fosse mai stato.
Tese le mani, trovando quasi subito la stoffa dell’abito del suo salvatore; e mentre risaliva lenta e leggera verso il viso di Sesshoumaru, Rin sorrise.
Il suo grande signore Sesshoumaru era un demone.
Ma non era così crudele come poteva sembrare guardandolo.

***

- Coraggio Kagome!! Spingi!-
In un bagno di sudore, pulita quel tanto che bastava a rendersi appena presentabile, Kagome era stata portata in fretta e furia all’ospedale.
Il bambino che portava in grembo stava per venire al mondo, anche se mancavano due mesi al termine naturale della gravidanza.
La dottoressa Shinobu in persona si occupava del suo travaglio, ed era seduta davanti a lei, incitandola a spingere.
Kagome era stremata.
Ogni contrazione le provocava una fitta lancinante al basso ventre, ed era stordita e spaventata dal grande movimento che c’era attorno a lei.
Continuava a vedere davanti agli occhi l’immagine di Inuyasha immobile a terra, ed il cuore le martellava nel petto tanto veloce che credette le sarebbe scoppiato presto.
- FORZA KAGOME! SPINGI, FIGLIOLA, FORZA! QUESTO BAMBINO VUOLE NASCERE! SPINGI, AVANTI!-
Kagome gridò, mentre con un’ultima spinta sentiva il bambino uscire da lei.
La dottoressa Shinobu si alzò immediatamente, passando la minuscola creaturina ad un’infermiera accanto a lei.
- Non respira! Intubiamola immediatamente!-
Subito un medico si accostò al lettino dove era stata adagiata la creatura, lavorando veloce e delicato, provvedendo a lei.
- E’ una bambina, Kagome…una bellissima bambina…- le disse la dottoressa, avvicinandosi a Kagome.
- My…Myaku…- sussurrò lei, sorridendo triste.
- È un bel nome…un bellissimo nome, Kagome. Riposa, ora…-
Kagome sospirò, chiudendo gli occhi.
Un infermiere robusto la sollevò di peso e la adagiò su un secondo lettino, portandola fuori dalla sala parto.
La dottoressa Shinobu si tolse i guanti ed il camice sterile, sospirando triste.
Le condizioni della bambina erano disperate.
Era piccola, troppo piccola per sopravvivere da sola, e non era sicura che sarebbe riuscita a salvarla, anche utilizzando tutti i mezzi in suo possesso.
E Kagome era stremata.
Era in evidente stato di shock, ed era giunta in ospedale vestita come una dama delle epoche passate, sporca e spaventata.
Si chiese cosa mai poteva esserle accaduto per ridurla in quello stato tremendo.
Uscì dalla sala parto, e trovò i parenti della ragazza ad attenderla.
- Allora, dottoressa? Come sta mia figlia? E il bambino?- chiese la signora Higurashi.
- Sua figlia sta abbastanza bene. È in evidente stato di shock, tanto che mi chiedo cosa le sia successo. Non ho mai visto una partoriente arrivare in ospedale in quello stato. E la bambina…-
- È una femmina?- chiese Sota, arrossendo visibilmente quando la dottoressa lo fissò.- Sono il fratello di Kagome…-
La dottoressa assentì col capo.
- La bambina è…prematura. Molto. Non nego di essere molto preoccupata per entrambe, signor Higurashi.-
Sota arrossì ancora di più. Il nonno era rimasto con il monaco che aveva portato Kagome a casa, ed era lui l’ uomo di famiglia in quel frangente.
- Ma…ce la faranno, vero?- chiese la madre di Kagome, giungendo le mani come per pregare, la paura nei profondi occhi castani che la figlia aveva ereditato da lei.
- Non lo so, signora Higurashi. Non lo so davvero. Vorrei poterle dare delle certezze, ma per il momento dipende tutto da loro…-
I due si scostarono rispettosamente, e la dottoressa si diresse alla macchinetta delle bevande calde.
Aveva un disperato bisogno di un caffè.

***

- Oh…potenti dei…- sussurrò l’anziana Kaede, inginocchiandosi accanto a Sango e fissando Inuyasha sgomenta.
Il mezzo demone era immerso in una pozza di sangue, la veste di hinezumi strappata e irrimediabilmente rovinata.
La Tessaiga giaceva abbandonata a qualche metro da lui, sporca di terra e quasi irriconoscibile come la Zanna capace di uccidere cento demoni in un solo colpo.
Sango piangeva in silenzio, la testa reclinata sul petto, gli occhi sbarrati su Inuyasha ma concentrati su qualcos’altro.
- Sopravviverà, Kaede sama?- chiese la piccola Mizuumi, lavando il viso di Inuyasha con una pezza umida.
Intorno a loro, i pochi fortunati che riuscivano a camminare aiutavano i feriti più gravi, mentre due ragazzine poco più grandi dell’apprendista miko si stavano occupando di radunare tutti gli orfanelli e controllavano che non avessero ferite troppo gravi.
- Non possiamo fare altro che aspettare l’alba, Mizuumi…la sua natura semi demoniaca dovrebbe riaffiorare col sole…e comunque, nutro delle buone speranze. Anche in forma umana, ha sempre avuto la pelle dura…- si sforzò di scherzare la miko.
- E…lei?- chiese ancora la ragazzina, aprendo ciò che restava del kariginu di Inuyasha per verificare l’entità delle ferite.
Ciò che vide le provocò un conato di vomito, represso a stento.
- Sango..bambina…-
Kaede si volse verso di lei, attirandola a se col braccio sano.
Sango le si accasciò contro, iniziando a piangere disperata, gridando il suo dolore e la paura che ancora le incatenava il corpo.
- E’…è…an…dato via….Kaede sa…ma…è…sparito…è an…dato vi….a…- singhiozzò.
- Coraggio bambina…tornerà, vedrai…- cercò di consolarla.
- Ma…la Sfe..Sfera è andata distrutta e…co…cosa c’è che le…ga Kagome a…que…questo tempo, ormai?-
Era vero.
Kaede non ci aveva pensato.
Gli unici a poter attraversare il pozzo erano sempre stati Inuyasha e Kagome, ed ora che la ragazza era tornata indietro insieme al Monaco, e che Inuyasha era ad un passo soltanto dalla morte, con la Sfera totalmente purificata, l’anziana miko non sapeva proprio come le cose sarebbero potute tornare a posto.
- Non abbatterti…vedrai…andrà tutto bene…- le disse, costringendola a sollevarsi e asciugandole il viso con un panno semipulito che aveva estratto dalla tunica della sua veste.- Non piangere più…devi essere forte, ora.-

In quel villaggio devastato, tra morti e feriti, odore di legno bruciato e disperazione, anche Kaede sentì la sua determinazione vacillare.
Si alzò e si diresse verso il mucchio di abiti sacerdotali che era rimasto di Kikyo.
Di lei non c’era nient’altro.
Il suo corpo era scomparso, e nemmeno le ceneri erano rimaste a testimonianza della sua esistenza.
Pianse, cercando di non farsi vedere.
Quanto altro dolore avrebbe dovuto sopportare ancora ognuno di loro?

Sango si alzò in piedi a sua volta e si avviò verso gli orfani.
Ora che Kohaku era morto per sempre, sentiva un vuoto incolmabile nel cuore.
E Miroku non poteva aiutarla a riempirlo.

ANTICIPAZIONI:
49- Myaku
Myaku...significa "speranza". Ma come si può sperare ancora? E in cosa poi?

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Capitolo 49
*** Myaku ***


Questa sera Rohchan è un po' sconfortata.
Crede sia la definizione migliore. E' un momentaccio, come ultimamente glie ne capitano tanti.

Certo, preferirebbe che certe pugnalate alle spalle non arrivassero proprio dalla sua famiglia, ma suppone che non si possa ottenere sempre tutto.
E poi forse non ha nemmeno il diritto di lamentarsi.
A questo mondo c'è gente che sta MOLTO peggio.
Lei ha tante persone che le vogliono bene...

Sospiro.

L'angolino dei GRAZIE:

LE_MONTAGNINE grazie del commento, care...^^ godetevi il nuovo capitolo, e mi raccomando...non vi uccidete tra di voi...^^

KAGOME_19, X_MOKONA, ACHAORI no, tranquille...ve l'ho già detto no, che sono fan degli happy ending? ^_^ Però la felicità conquistata senza sforzo non vale nulla..

RYANFOREVER ...io tifo per il tuo mare di lacrime...^^ e scusa per l'aggiornamento in ritardo...

ONIGIRI cara, cara, cara la mia pulcina...ti chiedo scusa per l'aggiornamento in ritardo, ma qui è tutto un gran casino. Sei sempre troppo gentile nei tuoi commenti, e sono felice di riuscire ad emozionarti così ogni volta...tieniti forte bimba...ci siamo quasi..^^
E ancora grazie mille per il tuo regalo..è splendido, davvero. Ed esagerato...^^

KRIKKA86 eh già cara...il casino è ESATTAMENTE quello...domanda da un milione di euro...
come faccio a riportarli indietro, ora? T^T Me tapina...

MOON_FLOWER grazie mille della fiducia...grazie del commento, della parola MOZZAFIATO e dell'entusiasmo...

Bene, spigolo finito...vi auguro buona lettura...e arrivederci alla prossima settimana.
E ancora scusate per questo mio ritardo nell'aggiornamento...

Dedico il capitolo alla mia LittleQueen Sere, a Scintil92 e ad Alexys88...noi sappiamo il perchè.

49- Myaku

Kagome riaprì gli occhi faticosamente, infastidita dai continui sussurri che sentiva intorno.
Non capiva dove si trovava; la bocca impastata e la gola secca le impedivano di parlare e si sentiva come se fosse stata investita da un treno.
Ogni fibra del suo corpo gridava di dolore.
Richiuse gli occhi, irritati dalla luce.
Il suo naso avvertì l’odore di disinfettante, e le dita scivolarono piano su quello che doveva essere un lenzuolo fresco di bucato.
- Kagome…Kagome, sei sveglia?- suo fratello.
- Divina Kagome…come vi sentite?- Miroku…
E poi i ricordi di ciò che era stato le piombarono addosso come tanti macigni.
La paura.
Inuyasha.
Il sonno agitato.
Inuyasha.
La battaglia.
Inuyasha.
L’arrivo di Kikyo.
Inuyasha.
Sesshoumaru, Rin e Mekura.
Inuyasha.
La morte di Naraku.
Inuyasha.
La bambina…
Inuyasha….
Inuyasha….
Inuyasha….

- In…sha…- sussurrò, roca.
La gola le bruciava come fosse stata lava, ed i suoi occhi si riempirono di lacrime.
- Inuyasha…è rimasto a casa, divina Kagome. Era…ferito gravemente.- le disse Miroku.
Sota li guardava in silenzio.
- Ma…noi dobbiamo rimanere qui. La…bambina…vostra figlia..ha bisogno di voi, divina Kagome…-
Ma Kagome non rispose.
Ricordava le ferite di Inuyasha.
Lo ricordava morente a terra.
La Sfera era stata purificata, distrutta per sempre.

Non avrebbe più potuto tornare indietro. Ora che era…
A casa?

Inuyasha…

Si abbandonò di nuovo al sonno.
Troppo stanca per riaprire gli occhi, troppo triste per pensare di poter vivere ancora.
- Lasciamola riposare ancora un po’…-
Furono le ultime parole che sentì dire da suo fratello, mentre ripiombava tra le braccia di Morfeo.

***

Nell’epoca Sengoku, la ricostruzione del villaggio procedeva lenta.
I feriti erano moltissimi, e nonostante fossero passate ormai due settimane dalla terribile battaglia, molti di coloro che avevano subito ferite più lievi non erano ancora in grado di fare molto.
Kaede, Mizuumi, Sango, Shippo ed alcuni altri del villaggio si occupavano di tutti, preparando da mangiare e distribuendone nei ripari di fortuna che avevano tirato su alla bell’e meglio nell’attesa di poter provvedere ai lavori più grossi.
Nessuna capanna era stata risparmiata dalla tremenda fine di Naraku, e tutti avevano bisogno di un solido riparo in cui riposare.
Certo, presto sarebbe stata estate, e forse dormire all’addiaccio non sarebbe stato un problema insormontabile…ma le capanne non proteggevano soltanto dal tempo.
Nonostante la morte del mezzo demone, bande di briganti e saccheggiatori vagavano per il paese, alla ricerca di prede facili.

Mizuumi uscì da una tenda rimediata con brandelli di stoffe di colori diversi cucite insieme, collocata accanto a ciò che restava della capanna di Kaede.
Lì dentro, adagiato su un letto di paglia e foglie, coperto con il suo abito rattoppato, stava Inuyasha.
L’alba che era sorta appena qualche minuto dopo la partenza di Kagome e Miroku per il pozzo Mangiaossa gli aveva restituito le sue sembianze di mezzo demone, ma non era servito ad aiutarlo.
Inuyasha continuava a dormire un sonno profondo e senza sogni; non si muoveva, non emetteva nemmeno un sussurro soffocato.
Le sue ferite erano state curate al meglio delle possibilità delle due miko, ma il risveglio, ora, dipendeva soltanto da lui.
Per quello che ne sapevano, avrebbe potuto morire continuando a dormire, consumandosi lento come una candela.
- Come sta?- le chiese Sango, avvicinandolesi mentre Mizuumi attingeva acqua fresca e pulita dal vecchio pozzo riparato in fretta al centro del villaggio.
- Non si muove, Sango. Non dà segni di vita, a parte il respiro lento e sottile. Sta dormendo..e mi chiedo se si risveglierà mai.-
- Sono sicura che si riprenderà…gli ho visto affrontare cose indicibili ed uscirne a testa alta…ha ragione Kaede sama, Mizuumi…Inuyasha ha la pelle dura…-
- Speriamo…tu? Come ti senti?- le chiese la giovane apprendista, fissandola.
Sango era la maschera della ragazza che era stata prima della battaglia.
Aveva diversi lividi, camminava zoppicando e non poteva sforzarsi molto, a causa della lotta con Naraku che le aveva procurato un paio di costole incrinate e parecchi graffi.
Ma ciò che tradiva il suo dolore più profondo erano gli occhi.
Nei suoi grandi occhi castani Mizuumi leggeva mancanza e frustrazione.
Un dolore sordo, ma costante come il continuo battere del cuore.
Un cuore diviso, di cui una metà le era rimasta nel petto e l’altra aveva attraversato un pozzo con una partoriente distrutta tra le braccia.
- Sopravvivo, Mizuumi. Niente di più..-
- Tornerà, vedrai…torneranno entrambi.-
- Come puoi crederci davvero?- le chiese Sango, mentre ricominciava a piangere.
- Devo credere che sia possibile, Sango. DEVO. Perché se non lo faccio non so proprio come andare avanti. Torneranno entrambi, e tutto ricomincerà da dove è stato interrotto.-
Sango non rispose.
Si limitò a seguirla mentre rientrava nella tenda di Inuyasha, lasciandosi alle spalle il rumore delle seghe e dei martelli che picchiavano sul legno, ricostruendo faticosamente ciò che era andato distrutto.

***

- Divina Kagome..dovete mangiare, per favore…-
Da quando si era svegliata, la mattina del 10 Marzo, Kagome non aveva aperto bocca se non per sospirare.
Non mangiava, beveva solo se obbligata, e non voleva vedere la figlia, né i parenti, né Miroku.
Semplicemente, vedendoli entrare voltava il viso verso la finestra che dava sul cortile interno dell’ospedale, dove i rami di un grosso ciliegio stavano mettendo le prime gemme.

Sua figlia, la piccola Myaku, era nata alle 5.40 del mattino dell’8 Marzo.
Era alla fine del sesto mese di gravidanza, e le sue condizioni erano gravi; non respirava autonomamente, doveva essere nutrita tramite flebo, ed era così minuscola e leggera che toccandola attraverso le apposite aperture dell’incubatrice si aveva l’impressione di poterla rompere con un respiro appena più forte.
Lei, dopo averle dato un nome, non aveva più emesso suono.
- Kagome…per favore…come farai a nutrirla, se non mangi?- la supplicò sua madre.
Kagome si volse stancamente verso la donna, guardandola con occhi vuoti.
Cosa vuoi che me ne importi, ormai? Sembrava dire. Nulla ha più senso… - Signora Higurashi…-la dottoressa Shinobu si affacciò dalla porta della camera, invitandola gentilmente ad uscire- ho bisogno di parlarle.-
La signora Higurashi guardò un’ultima volta la figlia, prima di lasciare la stanza.

- Signora Higurashi, io devo sapere cosa è successo. Sua figlia Kagome è in uno stato depressivo molto accentuato, e se non ne scopriamo la causa al più presto sarà difficile aiutarla ad uscirne.-
- Io…non so cosa sia accaduto, dottoressa..-le rispose la donna, sedendosi stancamente sulla sedia che la dottoressa le aveva offerto, in una stanza delle infermiere a poca distanza dalla camera di Kagome.
- Beh…intanto..potrebbe dirmi come mai sua figlia era vestita con un kimono che vale almeno un milione di yen…e perché è stata portata in ospedale da quel ragazzo vestito da monaco errante invece che dal ragazzo che l’ha accompagnata alle visite in questi sei mesi.-
La signora Higurashi trattenne a stento un’esclamazione di sorpresa.
La dottoressa Shinobu era un’attenta osservatrice, oltre che un’eccellente ginecologa.
La sua mente lavorò frenetica alla ricerca di una spiegazione plausibile.
- L’ha…abbandonata.- sussurrò, dopo un poco. La dottoressa davanti a lei si sedette su una sedia dall’altro lato del tavolo.
- Il suo ragazzo?-
La madre di Kagome assentì col capo, pregando i kami che Inuyasha non potesse sentirla dall’altro mondo.
- Lui e Kagome avrebbero dovuto sposarsi con la nascita del bambino..ma suppongo che lui abbia avuto paura. Kagome ha cercato di uccidersi, ed il ragazzo che avete visto è un amico di famiglia.- disse, tutto d’un fiato.
- Dev’essere stato un duro colpo per Kagome, allora…- la dottoressa le versò dell’acqua in un bicchiere da una brocca sul tavolo.
- È così…Kagome…era disperata. Erano molti giorni che era triste, ma non credevo sarebbe arrivata a tanto.- la signora Higurashi circondò il bicchiere con le mani, guardando il liquido trasparente formare piccole onde in seguito al suo tocco lieve.
- Signora Higurashi…mi perdoni, ma non le credo.- sopirò la dottoressa.
La madre di Kagome alzò gli occhi sul suo viso, esterrefatta.
- Una storia del genere mi sembra veramente impossibile. Troppe cose non mi tornano. Se aveste detto che era stata attaccata da un’orda di demoni inferociti e avesse rischiato la sua vita per salvare il mondo intero, probabilmente sarebbe stata una spiegazione più soddisfacente.-
- Se vi dicessi la verità non mi credereste, dottoressa. Quindi, tanto vale che vi accontentiate della mia pietosa bugia.- le sorrise stanca la signora Higurashi.- Una cosa è certa, però; mia figlia Kagome e l’uomo che ama non si vedranno mai più. Lei è sopravvissuta e lui no, e questa è la causa della sua depressione.-
- Dovrei chiamare i servizi sociali, signora Higurashi.-
- Non servirebbe. Non posso raccontare la verità, né a lei né a nessun altro. Quindi, perché non cerchiamo di aiutare Kagome invece di continuare a voler scoprire cose che non sono necessarie?-
- Le è stato fatto del male?-
- Non da coloro che la amano.-
La dottoressa sospirò rumorosamente.
Quella situazione la infastidiva. Ci sarebbero stati i motivi per convocare gli assistenti sociali e togliere la bambina alla famiglia; ma il viso di quella ragazza nemmeno ventenne, distrutta dal dolore, le impediva di fare il suo dovere.
- Va bene…- disse alla fine- per ora, giudico più importante la guarigione di sua figlia. Se lei cede, la piccola non sopravviverà a lungo. Kagome deve vivere per occuparsi di lei.-
Le due donne si alzarono quasi in contemporanea, entrambe sconfitte e frustrate.
Uscirono, l’una diretta dal fantasma della figlia, e l’altra verso il suo studio.
Nuove gestanti attendevano i suoi servizi.

***

I giorni diventarono settimane, e Kagome non dava segni tangibili di ripresa.
Con la monta le era cresciuto l’appetito, e mangiava tutto quanto le veniva offerto, senza però mai parlare.
Il suo viso era diventato una maschera di cera.
Suo fratello Sota andava a trovare la nipote almeno due volte al giorno, e la fissava da dietro il vetro dell’incubatrice pregandola con tutta l’anima di non morire.
E lentamente, faticosamente, Myaku viveva.
In quel labirinto di tubicini, bianco di stoffa e pannolini cambiati ogni ora, Myaku andava avanti caparbia, affrontando la vita.
I suoi progressi erano lenti, ma costanti, e più di un’infermiera era stupita dalla forza di quella creatura. Kagome veniva portata da lei ogni giorno, e immancabilmente poggiava le dita sul vetro, fissandola con occhi vuoti.
La allattava, se le era permesso, ed allora la stringeva tra le braccia come fosse stato il più prezioso dei tesori; ma allo stesso tempo sembrava soffrire tremendamente per quel contatto, e spesso piangeva.

Dopo sei settimane passate nel dolore e nell’angoscia di giornate tutte uguali, Miroku stava iniziando a diventare pazzo.
Kagome non si riprendeva, mentre la piccola diventava ogni giorno più forte e sana.
La primavera era nel pieno del suo splendore, e la sua amica non riusciva a sorridere alla vita.
Ed in più, il suo cuore era spezzato in due perché la donna che amava era lontanissima e vicina allo stesso tempo; nella Musashi del futuro non c’era una Sango con cui parlare, quando il peso di quella situazione lo opprimeva come un macigno.
- Kagome…- la chiamò un giorno. Aveva smesso di usare l’appellativo onorifico di “divina” cercando di scuoterla da quel torpore malato, ma non sembrava servire. In ogni caso, era meno dispendioso chiamarla semplicemente Kagome.- Kagome, guarda la vita, fuori di qui. Tutti sono felici. Tutti sorridono. La piccola Myaku ha ormai superato la crisi, ed è in grado di lasciare l’ospedale. Potrebbe vedere la tua casa, e il tempio, e il Goshinboku…e deve rimanere qui a causa tua.-
Kagome, come sempre, non rispose. Si limitò a voltare il viso verso il monaco, guardandolo in silenzio.
Era cambiato molto, nel tempo che era rimasto lì con lei.
In parte era dovuto all’abbigliamento moderno- jeans blu scuro e maglietta arancione, le infradito ai piedi-, ma c’era qualcosa di diverso anche nel suo modo di fare.
Non era solo per la mancanza del vortice del vento, che si era chiuso lentamente, di giorno in giorno, fino a sparire del tutto.
Il suo amico soffriva, e lei lo sapeva.
Soffriva per la mancanza di Sango, per la solitudine che doveva patire ogni ora del giorno e della notte lontano da lei.
Soffriva per quel mondo così strano che gli era stato scaraventato addosso, ed a cui, da solo, non riusciva ad abituarsi. Troppo rumore, troppa luce, troppo caos, troppa gente…lei lo capiva.
Lo capiva bene, perché nemmeno lei sentiva quel posto come casa.
La sua casa, ormai, era nel passato.
Era da Inuyasha, era nella loro capanna al villaggio.
Era tra le sue braccia lontane, che ancora ricordava ritorte e spezzate dopo la battaglia che aveva distrutto Naraku.
Non ricordava quanto tempo fosse passato. Per lei, ogni cosa era rimasta immobile al momento della morte di Naraku, al momento in cui si era inginocchiata accanto ad Inuyasha, l’aveva chiamato e lui non aveva risposto.
Tra i bagliori delle braci vive che avevano divorato il villaggio fino a poco prima, Inuyasha era rimasto immobile e silenzioso.
Il suo viso sofferente la tormentava giorno e notte, ad occhi aperti e nel sonno.
Non riusciva a farsene una ragione.
Non voleva farsene una ragione.
Spaccata in due, una metà di lei sapeva che avrebbe dovuto smettere di soffrire, alzarsi da quel letto e reagire.
Tornare a parlare, camminare, ridere.
Portare Myaku a casa, farle vedere il tempio. Insegnarle le leggende che suo nonno le raccontava da bambina, e farle vedere tutti quegli strani quanto inutili talismani che il vecchio custodiva con tanta cura.
Farle vedere il Goshinboku.
Raccontarle la bellezza accecante del ragazzo che le aveva dato la vita, e da cui lei aveva ereditato un paio di magnifici occhi castano chiaro, che si accendevano di riflessi d’oro con la luce del sole, e le labbra.
Quelle labbra che lei aveva tanto amato.
Il cuore sembrò affossarlesi nel petto a quel pensiero.
L’altra metà di lei stava bene in quel limbo di dolore e solitudine autoimposta.
Tutti si curavano di lei, tutti si curavano di sua figlia.
Se per lei non c’era modo di tornare indietro- e non c’era, lei lo sapeva; Miroku le aveva detto che aveva tentato di attraversare il pozzo, ma non c’era riuscito. E se non ci riusciva Miroku, che apparteneva all’epoca Sengoku, come poteva sperare di riuscirci lei?-, se doveva rimanere lì per sempre, allora era meglio che sua madre e suo fratello imparassero presto a curarsi di Myaku, perché lei non sarebbe vissuta a lungo.
Non ne aveva voglia.
- Kagome, per l’amor del cielo, svegliati!- Miroku, spazientito, la prese per le spalle e la scosse.- DEVI riprenderti, Kagome…c’è bisogno di te qui! Inuyasha non ti vorrebbe vedere in questo stato!-
Kagome non rispose. Sospirò, abbassando il capo.
Chiuse gli occhi, ed Inuyasha era di nuovo davanti a lei.
Che le diceva di smettere di fare la bambina.
Che le diceva di non arrendersi.
Che le diceva che lei era forte, molto forte.
Che le diceva che lei era in grado di proteggere chiunque, oltre che se stessa.
Strinse i pugni sul copriletto di cotone chiaro, mentre una nuova determinazione nasceva in lei.
Era ora di smettere di piangersi addosso.
Era ora di ricominciare daccapo.
Non poteva credere che non ci fosse soluzione.
DOVEVA esserci, perché lei sapeva che Inuyasha l’avrebbe creduto possibile.
Una soluzione c’era.
Tutto sarebbe andato a posto, tutto sarebbe tornato come prima.
Dubitava che lui fosse ancora vivo, ma Inuyasha viveva in Myaku.
E Myaku aveva il diritto di avere sua madre accanto.
- Scusate…è permesso?-
Dopo aver educatamente bussato, un ragazzo fece il suo ingresso nella stanza di Kagome.
Miroku lo squadrò da capo a piedi, quasi fosse stato un fenomeno da circo.
E Kagome ebbe un tuffo al cuore.
Cosa ci faceva lui lì? Come aveva fatto a sapere dove trovarla?

ANTICIPAZIONI:
50- La Giusta Chiave
Ogni situazione spinosa ha la sua chiave. Che sia grande o piccolo, ogni problema ha la sua soluzione..e a volte, è quella che si credeva meno probabile. Dolore su altro dolore, rabbia su altra rabbia, felicità su altra felicità. E per Kagome e Miroku ci sarà una chiave?

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Capitolo 50
*** La Giusta Chiave ***


Lunedì....
inizio settimana, con casini universitari in coda. E non solo.
Ma vabbè...guardiamo il bicchiere mezzo pieno...bisogna essere ottimisti nella vita...^^

L'angolino dei GRAZIE:

FMI89, ACHAORI grazie grazie grazie. Hai ragione Achaori, la chiave c'è...ed in questo capitolo. ^_^

X_MOKONA continua a sperare, cara...il materassone ormai è in vista...^^ La bimba sarà protagonista di questo capitolo, e di gran parte di quelli che seguiranno...^_^ Inuyasha...dorme. Ancora. Ma vedrai che sis veglia...credo...>>

RYANFOREVER grazie del sostegno morale cara...basta anche solo quello. In fondo, alla fine la vita di ognuno di noi è solo nostra, e nessuno oltre a noi può risolvere i nostri problemi...Kagome è una ragazza forte, hai ragione...e leggendo scoprirai chi si è affacciato alla porta e qual è la chiave...^^

ONIGIRI la mia pallina di riso che a tratti sa essere una disperazione...è.é Tranquilla bimba...la tua sensei barcolla ma non molla, lo sai..^_^
Ci sono andata giù bella pesante con il pessimismo, ma vedrai...la corsa è ormai alla fine...presto tutto tornerà a posto. Manca solo Inuyasha ormai...^^ Su su, non essere cattiva con il mio ospite...in fondo, anche luiama Kagome. L'ha sempre amata. Per questo non era giusto escluderlo...U.U E in più, gli ho riservato un compitino chiave, proprio in questo capitolo...^_^

LE_MONTAGNINE Gino? chi è Gino? o.O E per favore, PER FAVORE, non vi uccidete...basta spargimenti di sangue...^^"" grazie dei complimenti, e la risposta alle vostre domande in questo aggiornamento...^_^

MOON_FLOWER grazie grazie, grazie davvero. In effetti, ci sto mettendo tutto quello che ho, dando fondo a tutte le energie diponibili. Spero che il mio sforzo sia sufficiente a farvi divertire, emozionare, trattenere il respiro...^_^

KRIKKA86 la monta è la monta del latte. Alle donne che partoriscono 'cresce' il seno -diciamo così- perchè le ghiandole mammarie fanno in modo di produrre latte da dare al bambino. Però per produrre latte alla madre servono vitamine, proteine, zuccheri e sali, da riversare nel nutrimento per il neonato. E di conseguenza le cresce l'appetito...^^
spero di essermi spiegata bene... leggendo saprai chi è arrivato a trovare Kagome..^^

Bene, spigolo finito...
vi lascio alla lettura, e mi raccomando...preparatevi alla fine della corsa e iniziate a pensare se preferite il moscato o il vino brut...^_^

Un bacio
Rohchan

50- La Giusta Chiave

- Higurashi…-
Il tono della sua voce non era cambiato, pensò Kagome. Sempre leggero e titubante, proprio come lo ricordava.

Hojo.

- Scusi…lei chi è?- chiese il monaco, cercando di mantenere un tono mite.
- Oh, mi scusi…Hojo Sanbaka…sono un vecchio compagno di scuola di Kagome. E lei è…-
- Miroku. Sono un suo amico.-
- Ah…-
Il viso di entrambi si rilassò, dopo che ebbero chiarito le reciproche posizioni.
Kagome avrebbe sorriso, se ne avesse avuto la forza.
- Higurashi…mi sono precipitato qui non appena tua madre mi ha detto che eri tornata dall’Italia…come stai?-
Lei non rispose.
- Sta male. Sarebbe qui altrimenti?- sbottò Miroku, seccato dal comportamento scortese del ragazzo, che l’aveva messo totalmente in disparte.
E poi…cos’era l’Italia?
- Mi scusi, ma non sto parlando con lei. Anzi…è molto scortese da parte sua rimanere qui se è soltanto un amico. Vorrei parlare con Higurashi in privato.-
Miroku guardò l’amica.
Era pallida e triste, ma sembrava che nei suoi occhi fosse cambiato qualcosa.
Ormai erano quasi due mesi che era in quella stanza, senz’altra compagnia se non quella sua o della sua famiglia.
Ma quel ragazzo gli dava sui nervi. Ci fosse stato Inuyasha, probabilmente l’avrebbe buttato dalla finestra senza nemmeno una parola.
Kagome lo guardò, e con un cenno lo invitò a farsi da parte.
- Sei sicura?- le chiese, alzandosi.
Lei rispose con un cenno della testa.
Miroku si alzò dalla sedia, premurandosi di mostrare i muscoli ben scolpiti delle braccia ad Hojo…quasi a dirgli “falla soffrire e te la vedrai con me”. Poi, educatamente, uscì dalla stanza chiudendosi piano la porta alle spalle.
- Che tipo…- commentò Hojo, quando la porta si fu chiusa- Higurashi, senti…so cos’è successo.- concluse, senza preamboli.
Kagome spalancò gli occhi. Cosa significavano quelle parole?
- So della tua storia con quell’altro…della bambina e della sua fuga. Kagome…sono pronto ad aiutarti. Me lo permetti?-
Lei lo guardò allibita.
Che diavolo stava dicendo? Chi gli aveva detto tutte quelle cose?
- Chi…- articolò a fatica. La voce sembrava essere stata via per secoli.
- Ho parlato con tua madre, te l’ho detto. Da quando sei partita l’anno scorso lasciandomi qui, ho sempre telefonato alla tua famiglia per sapere come stavi. È stato tuo nonno a dirmi che eri andata in Italia a cercare lavoro…sapevo che ti piacevano i paesi stranieri, ma chissà perché pensavo saresti andata in America…invece…laggiù…comunque…appena ho saputo che eri tornata in Giappone mi sono precipitato a casa tua, ma tuo fratello mi ha detto che eri qui in ospedale…mi ha detto di quel disgraziato che ti ha messa incinta e poi è scappato…della tua decisione di avere comunque il bambino..del fatto che sia una femmina, e che da quando è nata tu sei sempre rimasta qui in ospedale, senza parlare quasi più. Così ho pensato che avrei potuto aiutarti…come ai vecchi tempi…-
Il suo sguardo da allibito divenne compassionevole.
Decisamente non era cambiato, in quell’ultimo anno…

Il giorno prima di partire per il Sengoku in maniera pressoché definitiva, appena finite le scuole superiori, Hojo era venuto a trovarla a casa e le aveva chiesto di frequentarsi. Le aveva spiegato tutti i motivi per cui secondo lui sarebbero stati una coppia fantastica, e le aveva detto che avrebbe trovato un buon lavoro una volta laureato. Le aveva prospettato tutta una vita insieme, le aveva detto che si sarebbero anche trasferiti, se era questo ciò che voleva. Le aveva detto che avrebbero avuto tanti bambini, e che lei non avrebbe dovuto preoccuparsi di nulla.
Le aveva detto che si era innamorato di lei, e che la sua preoccupazione riguardo la sua salute era sempre stata genuina, disinteressata.
Ma Kagome non lo amava.
Glie l’aveva detto semplicemente, cercando di spiegarsi ma di non ferirlo.
Ancora non se n’era accorta, ma nel suo cuore Inuyasha occupava già allora il posto più importante.

- Higurashi…-
La voce di Hojo la riportò alla realtà.
- No…-rispose, in un sussurro strozzato- Oggi come un anno fa…la mia risposta è no, Hojo…-
- Ma perché, Higurashi? Io ti amo…-
- Io invece no, Hojo…io amo quel…disgraziato che mi ha messa incinta e poi è scappato. E non tollerererò che tu lo definisca ancora così…- ogni parola le costava uno sforzo incredibile, ma non poteva tacere.
Non poteva lasciare che Hojo infangasse la memoria di Inuyasha, anche se non sapeva la verità.
- Come puoi amarlo ancora? Guarda cosa ti ha fatto!- disse, spazientito, allargando le braccia e fissando la stanza.
- E tu, come puoi…amare me, dopo quello che ti ho detto?-
- Non mi sono mai arreso!-
- Nemmeno io, Hojo…nemmeno io. E per questo, la mia risposta è sempre no.-
Proprio in quel momento, un bussare educato interruppe la loro discussione.
Un’infermiera entrò nella stanza spingendo la culla in cui giaceva la piccola Myaku.
- E’ ora di mangiare…-le disse gentile, dribblando con stile la sedia di Hojo- solo altri due minuti…l’orario di visita è finito…-gli disse, guardandolo gentile.
Gli occhi di Kagome si addolcirono, mentre la ragazza le posava la bimba tra le braccia e lei si scopriva parzialmente il seno per allattarla.
Hojo abbassò pudicamente lo sguardo, aspettando che l’infermiera uscisse; quando questa se ne fu andata, continuò a parlare fissando il pavimento.
- Spero tu sappia che mi stai spezzando di nuovo il cuore, Higurashi. Il mio amore è sincero.-
- Mi spiace, Hojo…ma per me non è lo stesso.- rispose lei, giocando dolcemente con la mano sinistra della bimba. La piccola le strinse forte l’indice, guardandola con quei suoi grandi occhi castano chiaro.
- Ne sei sicura?-
- Mai stata più sicura di qualcosa…-
- Non tornerò da te una terza volta…-
- Lo so. Buona fortuna, Hojo. Trova un’altra donna da amare come e più di quanto ami me.- gli disse, guardandolo serena.
Hojo si alzò dalla sedia, mestamente. Kagome pensò che avrebbe pianto, se il suo orgoglio maschile non glie l’avesse impedito.
- Bene…allora è inutile che rimanga qui. Addio, Higurashi…buona fortuna per tutto…- si chinò su di lei e la baciò delicatamente sulla fronte.
- Quando esci mandami Miroku, per favore…-gli disse, mentre lui si allontanava verso la porta.
- Avrei amato anche lei, lo sai? Esattamente come amo te. Non l’avrei odiata perché è figlia di un altro.-le disse, una mano già sulla maniglia.
- Lo so…grazie…-
Hojo aprì la porta e scomparve dietro di essa.
Dopo appena qualche istante, Miroku comparve sulla soglia.
Kagome gli sorrise debolmente.
- Torniamo al tempio…- disse, mentre Myaku si riaddormentava.

***

Fuori dall’ospedale era una meravigliosa giornata di primavera inoltrata.
Maggio era arrivato, e con lui la maggior parte dei fiori che riuscivano a sopravvivere in città. Kagome, Miroku, la signora Higurashi e Sota lasciarono l’ospedale e presero un taxi diretti a casa.
Myaku dormiva beata avvolta in una copertina di lanetta bianca, in braccio a Kagome, che guardava fuori dai finestrini l’asfalto correre via.
- Posso tenerla un po’?- chiese Sota alla sorella.
Lei si volse a guardarlo, un misto di curiosità, stupore e dolcezza negli occhi castani.
- Sei capace a tenerla?- gli chiese.
- Certo! Non te lo chiederei se non fossi sicuro…-
Kagome gli mise la figlia tra le braccia. Sota la coprì con cura, osservandola dormire.
- E’ così bella…somiglia tanto al fratellone…-
Era vero. Myaku somigliava in modo sorprendente ad Inuyasha, anche se aveva qualche tratto di Kagome.
- A proposito di Inuyasha…-iniziò Kagome, un po’ irritata- cos’avete raccontato ad Hojo?-
- Beh…era così triste…che non ho avuto cuore di raccontargli che ti era presa il beri beri un’altra volta…- rispose Sota, mesto.
- E’ stata una carognata…Hojo ha insultato la memoria di Inuyasha tutto il tempo.-
- Non essere così pessimista, Kagome…sono sicuro che Inuyasha sta bene…- ribattè il fratello, solleticando il naso di Myaku che emise un vagito di soddisfazione.
Kagome non rispose. Si limitò a tirare un profondo sospiro e a poggiare la testa contro il finestrino.
- E comunque, pare che abbia sortito l’effetto desiderato. Sei tornata a parlare…risentire la tua voce è il regalo più bello di questa giornata di primavera…- concluse il monaco.

Fu la signora Higurashi a portare tra le braccia Myaku, mentre salivano le scale del tempio.
Sota era impegnato a trasportare i bagagli della sorella, mentre Miroku aiutava Kagome a salire le scale; rimanere a letto tutto quel tempo l’aveva fiaccata parecchio.
- Nonno! Siamo tornati!- gridò Sota felice, appena arrivati sulla spianata del tempio.
La madre lo guardò con rimprovero, mentre il ragazzino correva avanti e indietro alla ricerca dell’anziano sacerdote.
Alla fine, il nonno spuntò dal tempietto del pozzo, una scopa di saggina in mano.
- Nonno! Finalmente!- Sota gli andò incontro, festante come un cucciolo- Guarda! Kagome e Myaku sono a casa!-
Lui sorrise, salutando la nipote con affetto.
Poi si avvicinò alla figlia, guardando la pronipote dormire beata avvolta nella sua copertina bianca.
Il vento leggero giocava coi suoi capelli neri, e accendeva le guance paffute di un bel rosa.
- E’ ancora più bella alla luce del sole…-disse.
- Venite…andiamo in casa. Si è alzata un po’ d’aria…è meglio che Myaku stia al coperto.- disse la signora Higurashi, precedendoli.
Il gruppo si mosse compatto, entrando in casa chiacchierando animatamente. La bimba venne adagiata in una culla di legno vecchio stile, basculante e con la tendina per proteggerla dalla luce, che venne portata in cucina, in modo da poter essere sempre sott’occhio.
Kagome si sedette stancamente su una sedia, ma sua madre la rimbrottò con gentilezza.
- Alzati, Kagome…sei stata anche troppo tempo a riposo. Aiutami a preparare da mangiare, piuttosto…- e prese a spadellare come suo solito.

Le due donne cucinarono qualcosa per la cena, mentre i tre uomini erano fuori a lavorare nel tempio.
Quando calò la sera e si riunirono intorno al tavolo l’argomento di discussione fu il possibile ritorno al Sengoku di Miroku e Kagome.
- Non sono mai riuscito ad attraversare il pozzo…purtroppo. Ci ho provato diverse volte, ma non serve a nulla. Rimango sempre qui.- disse sconsolato, mentre raccoglieva con le bacchette l’ultimo boccone di riso dalla sua scodella.
- In effetti potrebbe non essere più possibile, ora che la Sfera non esiste più…-disse il nonno, addentando un calamaro. La figlia lo guardò in tralice.
- Papà, non essere pessimista. In fondo, è sempre stata Kagome quella che riusciva ad attraversare il pozzo, no? Magari per tornare c’è bisogno di lei…non credi cara?- chiese, rivolta alla figlia.
- Non lo so, mamma..dovrei provare…-
- Proverai appena finito di mangiare. Verremo tutti a vedervi tornare indietro. Sono sicura che ci riuscirai.-
- Non so dirti se lo spero oppure no…-concluse la ragazza, tristemente.
- Io lo spero…-disse Miroku, addentando un onigiri- voglio tornare…a casa…-disse, a bassa voce.

***

Dopo cena, la famiglia Higurashi si spostò al tempietto del pozzo Mangiaossa.
Ad ogni passo, il cuore di Kagome accelerava i battiti, fino al punto in cui, quando entrarono e scesero le scale, lei credette le sarebbe scoppiato.
L’interno del tempietto era scuro, silenzioso e, come al solito, sapeva di chiuso. Ragnatele correvano lungo le pareti, illuminate fiocamente da una torcia che il nonno aveva tra le mani.
Kagome salì sul parapetto del pozzo, in piedi.
Sotto di lei, il buio più nero, ed una speranza a riempirle il petto.
- Coraggio…-le disse il fratello, che teneva tra le braccia Myaku.
Kagome lo guardò sorridendo con cautela, tornando poi a volgere la sua attenzione al pozzo.
E saltò.
La discesa le sembrò interminabile, come sempre; mille pensieri le vorticavano nella mente, uno sopra tutti: Inuyasha. Già si vedeva risalire il pozzo dall’altra parte, approfittando di qualche ramo d’edera, uscire e trovare Inuyasha ad aspettarla, pronto a rimanere con lei per sempre. Ma poi il pensiero di lui moribondo la trafisse come una spada nel cuore, e si accorse solo in quel momento che era ancora nell’hokora.
Non era riuscita ad attraversare il pozzo.
- Maledizione…-sibilò, colpendo il terreno umido con un pugno.
Risalì lentamente, impacciata dal lungo kimono di hinezumi, aiutandosi con la scaletta.
Perché non riusciva a passare?
- Nulla?- le chiese Miroku, con un tono speranzoso trattenuto a stento.
Lei scosse la testa.
- Forse dovete provare insieme…-suggerì la signora Higurashi.
Miroku salì a sua volta sul parapetto del pozzo, circondando la vita dell’amica con un braccio.
- Se mi vede Inuyasha mi uccide…-disse, sornione, carezzandole il fianco.
Kagome rise lieve e gli diede un pugno in pieno petto, senza caricare troppo il colpo. Il monaco, però, si piegò lo stesso in avanti, fingendo un dolore lancinante.
Ancora col sorriso sulle labbra saltarono nel pozzo, ed ancora una volta il risultato fu il medesimo.
Non riuscirono a passare.
- PERCHE’?- gridò Kagome, esasperata.
Credeva che sarebbe riuscita ad attraversare il pozzo con Miroku, che non apparteneva alla sua epoca. Ma evidentemente non bastava.
Risalirono ancora la scaletta, uscendo dall’hokora e sedendosi fuori sui gradini a godersi la sera tiepida.
La mente della ragazza lavorava frenetica, alla ricerca di una soluzione.
Se era riuscita per tanto tempo ad attraversare il pozzo, con le schegge della Sfera, era plausibile pensare che senza schegge non poteva più passare.
E visto che la Sfera era stata distrutta nel Sengoku, non aveva senso proseguire con quelle ipotesi.
Ma perché Miroku, che non apparteneva alla sua epoca, non riusciva ad attraversarlo?
Avrebbe dovuto…ogni cosa doveva tornare al suo posto, dopotutto.
Pensò e ripensò, cercando le spiegazioni più improbabili.
Era quasi sul punto di cedere alla disperazione, quando un pensiero le folgorò la mente.
Lei era di quel tempo.
Miroku era del Sengoku.

Ma la Sfera attraversava le due epoche e i due mondi, trasversalmente.

Non c’erano due Sfere, ma una soltanto, che si era reincarnata in lei e che le aveva permesso di attraversare il pozzo la prima volta, e poi tutte le successive.
Ora però la Sfera era andata distrutta.
Kagome si prese la testa tra le mani, costringendosi a pensare ancora.
Una cosa che attraversasse entrambi i tempi come la Sfera…che non appartenesse ad uno solo di essi, ma ad entrambi.
Cosa…
Cosa mai poteva essere?
Pensa Kagome, pensa, si diceva.
Deve esserci una soluzione.
- Kagome, noi rientriamo…-le disse il fratello, a bassa voce.
Ormai erano rimasti solo lei, Miroku e Sota seduti sui gradini dell’hokora.
Kagome assentì col capo, porgendogli la piccola Myaku che emise un vagito sommesso nel passare da lei e dal suo calore sotto il kimono allo zio e alla frescura della sera.
Sota aveva ormai raggiunto il centro del cortile, quando Kagome ebbe l’illuminazione.
Aveva capito.
- Sota, aspetta! Forse ho trovato la soluzione!- gli gridò, alzandosi di colpo e svegliando Miroku che sonnecchiava poggiato ad una colonnina che sorreggeva il tetto del piccolo tempio.
- Kagome, è tardi…e fa freddo, ormai. Myaku si ammalerà…- - Fammi fare un tentativo…se non funziona, torneremo subito in casa.-
Il fratello tornò verso di lei, dubbioso.
Lei stese le mani a riprendere la figlia.
Myaku non apparteneva alla sua epoca.
Ma nemmeno al Sengoku.

Le attraversava entrambe.

Colma di una nuova sicurezza, Kagome salì i gradini dell’hokora di corsa, entrando nel tempietto.
Myaku, ormai sveglia tra le sue braccia, piangeva sommessa, infastidita da quel brusco cambiamento di velocità.
In un attimo, Miroku e Sota le furono dietro.
- Vieni, Miroku…riproviamo.- disse al monaco, sedendosi sul parapetto del pozzo e scavalcandolo con entrambe le gambe.
- Aspetta! Potrebbe essere pericoloso! Se non riuscite a passare il pozzo, Myaku potrebbe farsi male!- intervenne Sota, preoccupato.
Miroku si sedette a sua volta sul parapetto del pozzo, traendo a se Kagome e avvolgendola con le braccia in modo da proteggerla dai possibili urti.
- Sei pronta?- le chiese.
Solo un cenno del capo, e poi entrambi si lasciarono cadere in avanti.
Myaku gridava con tutta la forza che possedeva, mentre il fondo del pozzo si spalancava sotto i loro piedi lasciandoli affondare nel tempo come attraverso la nebbia.
Kagome riconobbe la familiare sensazione di freddo e leggerezza, come se stesse navigando in un mare di panna montata, scendendo giù, sempre più giù.
Accanto a lei, Miroku si guardava intorno tenendola ben stretta tra le braccia.
E poi, alla fine, toccarono il fondo del pozzo e l’aria fresca della sera scese verso di loro facendoli rabbrividire.
Tralci di edera scendevano lungo le pareti del pozzo, ed una stellata incredibile brillava sopra le loro teste, fuori, nell’epoca Sengoku.

Erano tornati a casa.
Erano A CASA.

ANTICIPAZIONI:
51- Casa
Eccoci qui...di nuovo a casa...da Sango, da Inuyasha...ed ora, piano piano, tutto ricomincerà a scorrere come prima...

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Capitolo 51
*** Casa ***


Buon Lunedì sera a tutti!!!
Come va? Io comincio a sentire l'ansia da esame in avvicinamento...e non va nemmeno a passi felpati, accidenti...>.<
Grande Amaterasu, per favore, PER FAVORE, fammi venire voglia di studiare come si deve...T^T

Lo sapete che qui nevica di nuovo? Eh già...grossi, candidi, morbidi batuffoli di neve...di quelli belli secchi che attaccano su tutto ciò che trovano. Ed infatti, ne sono caduti almeno 10 cm oggi. Una meraviglia, uno spettacolo incredibile. Però le strade sono un disastro, fa un freddo cane e non si può uscire... certo, posso affogarmi di cioccolata calda...e comunque, vedere la neve che scende dietro i vetri, uscire e sentirne il profumo...è pur sempre una gran cosa. ^_^ Ma veniamo a noi...
l'angolino dei GRAZIE:

LE_MONTAGNINE ciao bellissime!!! Un commento in cui non vi strangolate a vicenda...è stranissimo...o.O però bello...^^ le reazioni di Inuyasha...ci vorrà ancora un poco per saperlo. Ora che Kagome e Miroku sono tornati a casa, ci sono mille cose da sistemare...e molte storie da ascoltare...^^ buona lettura e salutami la Isa !

X_MOKONA esatto cara, ogni genitore merita di vedere il proprio figlio piccolo. Inuyasha non fa eccezione, tranquilla...^^
A te il nuovo capitolo...e complimenti per la bellissima shot che hai pubblicato qualche giorno fa...è veramente bellissima...^^

ONIGIRI Hojo...ti dirò, nemmeno a me sta particolarmente simpatico. Mi ricorda un po' l'erba grama che cresce in mezzo al grano...impossibile da estirpare. Però a suo modo anche lui ama Kagome, e siccome ho messo Koga non potevo non dare una possibilità anche a lui.^^
Anch'io adoro i bambini...*_* si vede? ^_^ Un giorno ne avrò tre...*_* o, in alternativa, 50 mq arredati coi mobili dell'Ikea, una gatta e una pianta grassa. E un pianoforte, ovvio...U.U
Il rapporto tra Kagome e Miroku l'ho forse alleggerito un po' troppo...però mi era sembrato così carino, un Miroku che cerca di alleggerire le tensioni e le ansie di Kagome scherzando con lei...no? Ho esagerato? Goditi il nuovo capitolo...^^

RYANFOREVER felice di sapere che tu e Kagome siete arrivate alla sokuzione praticamente insieme...anche per me è stata una sorta di fulmine a ciel sereno...^^ e ora goditi il nuovo capitolo..piano piano, si inizia a ricostruire...^^

PICCOLA992 felice di aver raccolto una nuova commentatrice a questo punto, e grazie di seguirmi da così tanto tempo...^^ buona lettura!!

ACHAORI vi terrò sulle spine per tutto il tempo che riterrò necessario farlo...U.U
No, scherzo...vedrai che andrà tutto bene...^_^ Grazie mille dei complimenti, e buona lettura!!!

MOON_FLOWER il Goshinboku...sai che non ci avevo pensato? L'ho visto usare come 'ponte' tra i due mondi nel primo film, ma devo dire che l'idea non mi aveva soddisfatta un granchè...forse perchè ho cercato di basare la storia sul rapporto tra Inuyasha e Kagome, e l'albero c'entra solo fino ad un certo punto...è stato il custode di Inuyasha (o meglio...LA custode, come mi piace pensarla...^^), però...non so. Myaku mi sembrava meglio...>.>

MIONE90 benvenuta!!! E grazie mille per i complimenti, davvero...sono diventata tutta rossa...#^_^# goditi il nuovo capitolo, e poi fammi sapere se ti piace..^^

Bene, spigolo finito...grazie di essere ancora con me al 51esimo capitolo...e in così tanti poi...siete fantastici...*me commossa...

Ringrazio anche tantissimo ONIGIRI, SCINTIL92 e BLACKVIRGO, per aver letto e commentato 'Heart of You'...grazie grazie grazie...

Bacioni e a lunedì prossimo
La vostra Rohchan

51- Casa

I due guardarono attoniti la bocca del pozzo sopra le loro teste. Non potevano crederci.

Erano tornati.

Miroku urlò di gioia, un urlo quasi ferino, spaventando Myaku che ricominciò a piangere disperata tra le braccia della madre.
Kagome, che era rimasta in bilico tra il riso e le lacrime, gli assestò un calcio in uno stinco, riducendo le sue grida di gioia ad un mugolio di dolore.
- Hai spaventato Myaku!- lo rimbrottò, mentre cullava la figlia cercando di calmarla.- Invece di fare lo scemo, perché non trovi un modo per farci uscire di qui?-
- Possiamo arrampicarci…-le disse il monaco, massaggiandosi la parte lesa.
- Come faccio? Con Myaku in braccio è impossibile…e non ho nemmeno una coperta abbastanza grande in cui poterla mettere, e poi legarmela a spalle…-brontolò lei, seccata.
- Posso risalire io il pozzo, e andare cercare aiuto.- suggerì Miroku, dopo un momento- Potremmo calare una cesta nel pozzo in cui mettere Myaku, e tu potresti arrampicarti seguendola.-
Kagome lo guardò un po’, pensosa.
Le sembrava l’unica soluzione accettabile.

Dopo qualche minuto, Miroku si arrampicò lungo i tralci d’edera che scendevano lungo il pozzo, risalendo verso l’alto.
Non si era mai accorta di quanto fosse agile, pensò Kagome, mentre Myaku le dormiva di nuovo tra le braccia.
In men che non si dica, il ragazzo scavalcò il parapetto del pozzo e corse via nella notte, dicendole che sarebbe tornato prestissimo.

***

Il villaggio era immerso nel silenzio; si sentiva soltanto il frinire dei grilli e lo sciabordare tranquillo dell’acqua nei canali d’irrigazione.
Senza nessuna esitazione, Miroku corse lungo la strada sterrata che tagliava a metà il villaggio, cercando a destra e sinistra una luce, un punto di riferimento in ciò che rimaneva di quella che era diventata la sua casa.
Poi, lo vide.
Il pozzo al centro del villaggio era appena distinguibile nella notte, ma il monaco sapeva che da qualche parte, lì intorno, doveva esserci la capanna di Kaede.
Aveva appena smesso di correre, quando un sibilo sulla sinistra lo fece abbassare istintivamente.
Un grosso boomerang gli era appena passato sopra la testa, mancandolo di pochissimo.
Sospirando, si mise di nuovo dritto.
- Chi sei?- gridò una voce nel buio davanti a lui.
- Sono Miroku…-
Gli sembrava che qualcuno gli avesse riempito il ventre di farfalle, ed un sorriso di pura gioia gli comparve sul viso.
- Non…è possibile…-rispose la voce, un po’ esitante.
Una piccola lanterna venne accesa a qualche passo da Miroku, e lui la vide.
Sango.
La sua Sango.
Più pallida, forse per effetto della luce giallastra della lampada.
Più magra di come la ricordava, quasi uno scricciolo.
Ma era Sango.
- Mi…Miroku…-articolò a fatica, poggiando con cautela la lanterna a terra prima di gettarglisi tra le braccia, troppo sconvolta per pensare qualunque cosa.
- Sango…-
- Ma…come hai….come sei…tornato? Quando?- gli chiese, la voce soffocata dalla stoffa della canotta del ragazzo.
- È una storia lunga da spiegare…e poi c’è Kagome, che è molto più brava di me in queste cose, lo sai…-le rispose, stringendola a se.
Solo in quel momento si rese conto che la mancanza di lei che aveva avvertito dall’altra parte del pozzo non era niente in paragone al dolore che avvertiva in quel momento.
Era come se una parte di lui fosse improvvisamente tornata, rendendolo di nuovo completo.
- Kagome? C’è anche lei?-
Il monaco mosse la testa in un cenno d’assenso.
- E…sta bene?- gli chiese lei, un po’ titubante.
- Sì…lei e la bambina stanno bene. Ora. Però sono ancora nel pozzo…non siamo riusciti a trovare un modo per uscire tutti insieme, e sono venuto a cercare una mano. Dov’è Inuyasha?-
- Dorme…dal mattino dopo lo scontro. Non riusciamo a farlo svegliare..-rispose sconsolata la ragazza, scostandosi un po’ da lui e riprendendo in mano la lanterna.
- E Kaede?-
- È molto malata. Dopo la morte di Naraku c’è stata un’epidemia di febbre, e lei l’ha presa, come molti altri qui al villaggio. Ormai siamo rimasti in pochi.-
Miroku sospirò, sconfitto.
- C’è qualcuno che possa…aiutarci?- chiese, senza osare fare altri nomi.
- Sì…c’è Mizuumi...ma credo che per aiutare Kagome ad uscire dal pozzo basteremo io e te…- gli disse con un leggero sorriso.
La vide voltarsi e sparire dentro una piccola tenda fatta con diversi pezzi di stoffe, e uscirne con una cesta di vimini in cui la piccola sarebbe stata più che comoda.
- Ecco…possiamo andare…- concluse, precedendolo lungo il sentiero.

***

Kagome, in fondo al pozzo, cominciava a pensare che Miroku si fosse dimenticato di lei.
Era via da un tempo che le sembrava infinito, ed il nero del cielo iniziava a stingere in un viola carico mentre le stelle sbiadivano formando nuovi arabeschi sopra la sua testa.
Seduta per terra con Myaku tra le braccia, stava cantando a mezza bocca un vecchio nagauta per rimanere sveglia, quando alla fine sentì delle voci avvicinarsi al pozzo.
Si alzò con cautela.
- Kagome…-la chiamò Miroku con voce strozzata- sei sveglia?-
- Sì…-gli rispose lei, cercando di non svegliare la bambina- hai trovato qualcuno?-
Per tutta risposta, una lanterna si sporse sull’imboccatura del pozzo, mostrando il viso sorridente della sua migliore amica.
Sango fece scivolare una corda cui era legata una cesta lungo il pozzo, e quando fu all’altezza giusta Kagome vi adagiò dentro la figlia, coprendola bene con la sua copertina.
Sorrise all’amica che iniziò a tirare lentamente la corda verso l’alto, cercando di farla oscillare il meno possibile, mentre Kagome si arrampicava lungo le edere esattamente sotto di essa.
Quando alla fine scavalcò il parapetto del pozzo, non le sembrò vero quello che si iniziava distinguere nella luce incerta dell’aurora.
La radura del pozzo era rimasta identica, nulla era cambiato.
La stessa erba, gli stessi piccoli fiori bianchi.
Poi sorrise a Sango, di un sorriso chiaro e luminoso.
La sua amica aveva indosso la tuta da sterminatrice, e si stagliava longilinea e flessuosa nella scarsa luce, forse un po’ più magra di come la ricordava. La abbracciò stretta, senza dire nulla, mentre le lacrime le pungevano gli occhi.
Erano passati due mesi dall’ultima volta che l’aveva vista, e l’aveva lasciata svenuta in mezzo alle rovine del villaggio.
La sentiva più sottile sotto le dita, ma sempre uguale.
Sempre lei.
Sempre Sango.
Il cuore le balzò nel petto al pensiero che, come lei, anche Inuyasha potesse essere vivo.
- E…lei chi è?- le chiese poi Sango, slacciandosi dall’abbraccio.
- Vedo che Miroku ti ha già raccontato qualcosa…lei è Myaku…- rispose Kagome, sollevando la figlia dalla cestina di vimini e infilandola di nuovo sotto il kimono di hinezumi per tenerla più al caldo.
- È…bellissima…- disse Sango, carezzandole piano la testa. Myaku non si mosse.- Andiamo…fa freddino, è meglio tornare al villaggio.-

Kagome fece una fatica tremenda a trattenersi dal correre attraverso il bosco, precipitandosi a casa.
Voleva vedere, doveva sapere.
E invece si costrinse a tenere il passo, guardandosi intorno mentre il sole sorgeva lento dietro le montagne ad est.
L’aria aveva perso la pesantezza dei giorni di Naraku. Kagome se ne accorgeva ad ogni passo, mentre Sango e Miroku davanti a lei camminavano vicini senza dire una parola, semplicemente beandosi della reciproca presenza.
Infine giunsero al villaggio.
I lavori di ricostruzione erano iniziati, e le prime capanne somigliavano a fantasmi nella pallida bruma del mattino.
Il gruppetto procedeva compatto, aggirando tende e ripari di fortuna, fino a giungere al pozzo e a ciò che rimaneva della capanna di Kaede.
Nell’alba ormai prossima, una figuretta emerse dalla porta della casupola, un recipiente colmo d’acqua tra le braccia.
Indossava l’abito delle miko, e i lunghi capelli scuri erano fermati in una coda bassa sulla nuca.
- Mizuumi!- chiamò Sango, rompendo il silenzio che li circondava- Sono tornati!-
La ragazzina alzò il viso, dapprima spaventata e poi felice; guardò venire verso di lei il monaco e Kagome, ed il cuore le si riempì di gioia quando vide la bambina che lei stringeva tra le braccia.
- Dov’è Inuyasha?- chiese Kagome, fremente, avvicinandosi alla giovane miko.
- È lì dentro…-le rispose Mizuumi, indicando una tendina poco distante.
Senza attendere altro, Kagome si precipitò nella tenda, entrando di corsa, tanto che Mizuumi credette che sarebbe caduta.

***

Dall’altra parte del pozzo, Sota era rimasto a fissare perplesso il pozzo Mangiaossa.
La sorella ed il suo amico monaco erano spariti, e questo significava che erano riusciti a tornare nell’epoca Sengoku.
Sospirò, sconsolato.
Erano andati via senza dire nulla a nessuno, e così sarebbe toccato a lui inventarsi un discorso ad effetto da propinare al nonno e alla madre, una volta che si fossero alzati e avessero visto che i due ragazzi non c’erano più.
Si volse ed uscì dall’hokora, chiudendo piano la porta scorrevole.
L’aurora iniziava ad accarezzare la città.

***

Inuyasha era steso a terra, una piccola lampada poggiata accanto a lui, il corpo coperto da ciò che restava del suo abito di hinezumi.
Kagome gli si inginocchiò accanto, ricavando un angolino in mezzo a loro per Myaku che continuava a dormire tranquilla.
Gli scostò i capelli dalla fronte, lentamente, delicatamente, come se lui avesse potuto dissolversi nel nulla.
Le sembrava così…

Irreale.

Un turbine di sensazioni ed emozioni le nacque dentro, scotendola come un vento impietoso su un debole giunco, e prima che potesse accorgersene, calde lacrime le rigavano il viso.
La luce della lampada lo illuminava di un bagliore giallastro, rendendo la sua pelle pallida e cadaverica.
Gli sfiorò una guancia con le dita sottili, sentendola tiepida, liscia come quando l’aveva lasciata.
Mizuumi aveva fatto un buon lavoro con le bende. Aveva fasciature sulle braccia, graffi su collo e parte del viso, e sollevando piano la coperta improvvisata vide che anche le gambe erano fasciate; la destra era steccata dal ginocchio in giù, mentre la sinistra aveva un impacco di erbe medicinali sulla coscia.
Sospirò, pensando che era incredibile come fosse potuto sopravvivere da essere umano con quelle ferite fino all’alba.
Gli riadagiò la coperta sulle gambe, tornando a guardargli il viso.
La linea delle sopracciglia era rilassata, e le labbra erano immobili e leggermente socchiuse; ponendovi l’indice davanti, Kagome sentì il respiro lento e sottile scaldarle la punta del dito.
Il cuore le fece una capriola nel petto.
Se respirava poteva essere salvato.
Doveva essere salvato.
Non aveva nessuna intenzione di affrontare il mondo senza di lui.
- Sono tornata a casa…Inuyasha…- disse, con un filo di voce, mentre si chinava lentamente a sfiorargli le labbra con un bacio.
Poi raccolse la figlia, si alzò con cautela ed uscì, nella luce fredda del sole appena sorto.

ANTICIPAZIONI:
52- Il Racconto di Mizuumi
La nostra giovane miko racconta a Kagome quello che è successo mentre lei lottava nel suo mondo per non annegare...e nel frattempo...

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Capitolo 52
*** Il Racconto di Mizuumi ***


Buon lunedì!!!
Spero stiate bene...io mi sono goduta un pochino la giornata di sole che i kami hanno regalato dopo giorni e giorni e giorni di grigio.
Santo cielo...cominciavo a non ricordare più quanto è bello l'azzurro...^^ Ripassare per domani (AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!) è stato un piacere...speriamo sia servito a qualcosa...=.=

Veniamo a noi...questo capitolo vi piacerà, lo so...quanto e più di tanti altri...^_^ Il perchè lo capirete leggendo...^_-
L'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER ugh...università...ugh ugh ugh. Mi viene il bruciore di stomaco solo all'idea....*Rohchan pensa alla sua pila di libri con le ragnatele.
Ebbene sì, Kagome e Miroku sono tornati, ed ora si spera che le cose andranno a posto...si spera...^_^

ONIGIRI O.O Santo cielo tesoro...^^ rilassati! Non ti è piaciuto l'incontro tra Sango e Miroku? Anche io l'avevo immaginato molto più romantico in effetti, molto più...miele. Ma poi ho pensato che erano MESI che non si vedevano, e il primo istinto di Sango probabilmente sarebbe stato quello di pensare di essere impazzita del tutto...^^ E così, ecco l'incontro un po' più...tiepido. Ma non preoccuparti, che avranno tempo per rifarsi...*coffcoffcoff U.U
Non dovrai più preoccuparti di freddo e neve, tesoro...si è sciolta tutta...e gli alberi hanno le prime gemme. ^_-

LE_MONTAGNINE eccole qua, le mie matte preferite! ^^ Febbre??? Ele, curati!!! Stai al caldo,e non ti strapazzare...ma spero che tu sia già guarita...^_^ nel caso, per stasera lascia stare Isa e godetevi il capitolo...^_^ grazie e buona lettura!!

VAMPIRE93, ACHAORI, MIONE90, KRIKKA86 grazie dell'entusiasmo e dei complimenti...^^ farò del mio meglio per non deludervi...e bentornata Akane...^_^

MOON_FLOWER portare Inuyasha nella sua epoca...purtroppo non si può. Come giustifichi i capelli candidi, le orecchie da cane e l'incredibile capacità di recupero?^_^ No, non si può...però magari c'è un altro modo...>>

X_MOKONA figurati...i complimenti sono davvero meritati...sei davvero brava a scrivere.^_^ e grazie anche a te di seguirmi sempre...^^

Bene, spigolino finito. Grazie davvero di seguirmi ancora, nonostante la lunghezza della storia...^_^ sono davvero commossa. Siete stratosferici, ed ogni volta che controllo i preferiti siete sempre di più...davvero, non so come ringraziarvi...ç^ç

Questo capitolo è dedicato ai miei Amici. I miei Tambu.
Tutti quanti dovrebbero avere amici così...il mondo sarebbe un posto migliore.
E non importa se non lo leggeranno. Spero che sentano lo stesso il bene che gli voglio. ^_^

Buona lettura a tutti
Rohchan

52- Il Racconto di Mizuumi

“…io non ti perderò, oltre il tempo e le distanze andrò, più vicino a te…”

GIORGIA, Strano il mio destino.

- Sono tornata a casa…Inuyasha…-

***Voce…quella voce…
chi sei?
Madre? Madre, siete voi?
È’ buio..ho freddo…sono stanco…
No…non ho la forza per aprire gli occhi…***

Kagome uscì dalla tenda di Inuyasha col cuore che batteva all’impazzata.
Era vivo.
Respirava, quindi era vivo.
Stanco, addormentato, pieno di lividi e graffi, ma respirava.
- Mizuumi sama…posso parlarti?- chiese alla giovane miko che chiacchierava amichevolmente con Sango e Miroku.
- Non è necessario che ti rivolga a me con questa deferenza, Kagome…tutti noi ti dobbiamo la vita…dovrei essere io a chiamarti con l’appellativo di somma…- rispose la ragazza, volgendosi subito.
- Non è il caso…diciamo che abbiamo rispetto e stima una dell’altra, e sarà più che sufficiente…- ribattè Kagome, sorridendo.
Il sole era ormai sorto, e la bruma leggera si sfilacciava come l’orlo di una veste di raso dissolvendosi nel nulla. Myaku vagì sommessa, richiedendo il primo pasto della giornata.
- Vieni, Kagome…andiamo nella capanna di Kaede. Lì potrai sedere e allattare tua figlia con calma, mentre parliamo.-
Mizuumi la precedette verso la casupola malandata, entrando senza fare rumore.
Al lato opposto della porta, sdraiata su un futon pulito, stava Kaede.
Il piccolo Shippo le passava con diligenza un panno umido sulla fronte, mentre la Sacerdotessa delirava piano in preda alla febbre.
La giovane miko si avvicinò ai due ed esaminò il lavoro del piccolo demone volpe.
- Molto bene, Shippo…stai facendo un buon lavoro…-
- Grazie, Mizuumi…-gli sorrise il ragazzino, inzuppando nuovamente il panno nell’acqua fredda e strizzandolo con cura.
- Ciao, Shippo…-disse sommessa Kagome, mentre Myaku prendeva il latte.
Sango guardava l’amica colma di gioia, mentre Miroku volgeva rispettoso lo sguardo fuori dalla porta.
- Kagome! Sei tornata!-
Il giovane demone volpe lasciò perdere il panno ed in un balzo fu al collo di Kagome, stritolandola quasi in un abbraccio soffocante.
- Meno male..sei tornata…come sono contento, Kagome!!!- le disse, strofinandole il naso contro la guancia.
- Siamo tornate…sta’ attento…-gli disse lei gentile, facendogli chinare il capo.
Myaku era tutta intenta a succhiare il latte, gli occhi quasi dorati fissi sul viso della madre e le piccole mani che si aprivano e chiudevano ritmicamente ad afferrare sogni nell’aria.
- E’…bellissimo….-
- Bellissima. È’ una lei…si chiama Myaku…-precisò Kagome, spostando Myaku all’altro seno.
- È davvero bellissima, Kagome…bellissima…-
Shippo si sedette accanto a lei, giocando piano coi piedini della bimba.

Quando fu sazia, Myaku si addormentò felice, e Kagome la mise nella cesta di vimini che avevano usato per issarla fuori dal pozzo, coprendola con la copertina.
Poi le venne in mente la coperta che il fratello le aveva regalato.
- Mizuumi…quella…copertina che avevo portato da casa…-
- Sì…l’ho salvata dalle ceneri della vostra capanna…-
La giovane miko si alzò e si diresse ad una rozza cassapanca di legno sulla parete ai piedi di Kaede. Lì dentro, ripiegata con cura, c’era la copertina che Sota aveva regalato a Kagome per Myaku.
La prese, e la porse alla ragazza che la sostituì alla copertina che avvolgeva la bimba.
- Allora…cosa vuoi sapere?- le chiese poi Mizuumi, sedendosi accanto al focolare e mettendo qualche pezzetto di legno a ravvivare le fiamme.
- Ogni cosa, Mizuumi. Ogni cosa da quando Miroku mi ha portato via, salvando me e Myaku.-
A quelle parole, Sango si strinse di più al monaco, poggiandosi a lui, orgogliosa.
Mizuumi sospirò, iniziando poi a raccontare.
- Quando Miroku ti portò via da qui, due mesi fa, eravamo in una situazione disperata. Il villaggio era distrutto, e molte persone erano morte. Decine di bambini sono rimasti orfani, e molti altri adulti sono morti per le ferite nei giorni successivi alla battaglia. Alla fine della seconda settimana dopo la morte di Naraku, da centocinquanta eravamo rimasti in settantacinque. Poi…venne la febbre. Io e Kaede sama non avemmo cuore di bruciare i morti, e li seppellimmo in un terreno poco lontano dal villaggio. Ma in capo a qualche giorno, una strana febbre si propagò tra gli abitanti del villaggio, indeboliti dalle ferite e dalla stanchezza. Persino la piccola Rin e la giovane cieca ne sono state vittime, ma le abbiamo salvate grazie a delle erbe medicinali speciali…sospetto sia stato il grande demone albino che ha combattuto contro Naraku a procurarle, perché sono molto rare e crescono solo sulle pendici delle montagne a nord…-
La ragazza sorrise lieve al ricordo, fissando il fuoco che piano piano si ravvivava.
- Ne ha portate abbastanza da curare anche altre persone oltre loro due, ma purtroppo non è bastato. Altre venti persone sono morte da allora; donne, bambini, anche qualche uomo nel fiore degli anni. Shippo ci è stato molto utile, e si è dimostrato insostituibile quando anche Kaede sama si è ammalata, lasciandomi sola a badare a tutti i feriti.-
Kagome prese fiato, sforzandosi di non chiedere di Inuyasha.
- E’ stata davvero una sfida, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Con l’aiuto di alcuni uomini, abbiamo disseppellito i corpi e dato loro fuoco, preservandoci così da nuove epidemie. E piano piano abbiamo ricominciato a sperare.-
Il legno bruciava nel focolare, finalmente vivido, spargendo scintille dorate nelle ceneri attorno al fuoco.
- In tutto questo, Inuyasha purtroppo ha sempre dormito. Pochi minuti dopo la vostra partenza, al sorgere del sole è tornato ad essere un mezzo demone, e le ferite più lievi si sono rimarginate seduta stante…ma altre erano tanto gravi da farmi temere il peggio. Quando l’abbiamo trasportato nella capanna di Kaede sama, prima che lei si ammalasse, aveva fratture multiple in tutto il corpo. La gamba sinistra aveva una frattura scomposta, ed il veleno iniettatogli da Naraku lo aveva pesantemente intossicato. È stato veramente un incubo…soprattutto quando abbiamo dovuto trovargli un altro riparo in seguito all’epidemia. Era molto debole, non volevo che si ammalasse…-
- È stato il vecchio Myoga a salvarlo, sai Kagome?- disse Shippo, tornando verso Kaede che farneticava qualcosa in preda alla febbre alta.
- Davvero?- chiese la ragazza, come riscotendosi da un sogno. Il cuore le galoppava nel petto a sentir parlare di ciò che Inuyasha aveva affrontato, ma si stava imponendo di restare calma.
- Davvero…quell’anziano demone pulce gli ha succhiato via gran parte del veleno, garantendogli la sopravvivenza…è merito suo se Inuyasha dorme soltanto, invece di…essere morto.- concluse con un filo di voce la giovane miko.- Ha comunque bisogno di assistenza, e per questo non lo lascio mai molto da solo..ora che sei tornata, spero potrai darmi una mano, Kagome…-
- Certamente, Mizuumi..non era nemmeno da chiedere…-rispose Kagome, sorridendole ottimista dopo tanto tempo.
- Kagome…sono contenta che tu sia tornata…-
- Anch’io, Mizuumi…anch’io…-

***

E così nell’era Sengoku la vita ricominciò a scorrere, lenta come i canali d’irrigazione quasi vuoti, in attesa delle nuove pioggie. Kagome si occupava principalmente di Inuyasha e Myaku, ma spesso aiutava anche Mizuumi nella cura degli abitanti del villaggio, nella semina del raccolto autunnale e nel raccogliere i frutti selvatici nel bosco.
Inuyasha continuava a dormire, e Kagome lo accudiva amorevolmente, di giorno in giorno.
Il mezzo demone stazionava in una sorta di coma semivigile, e quando lei gli sollevava leggermente il capo per dargli da mangiare qualcosa- soprattutto minestre e brodi di farina di riso o avena, e acqua fresca- lui deglutiva per riflesso, senza mai aprire gli occhi.
Kagome, però, gli parlava in continuazione.

***Ancora tu? Chi sei? Cosa vuoi? Perché mi chiami?***

Gli raccontava di ciò che succedeva al villaggio; della ricostruzione che i suoi abitanti stavano portando avanti faticosamente, rimbrottandolo perché non era con loro a dare una mano con la sua forza prodigiosa;

***Cos’è questa voce? Chi sei? E perché non riesco a muovermi da qui?***

gli parlava dei continui battibecchi di Miroku e Sango, del lento migliorare della malattia di Kaede, dell’impegno di Rin e Mekura nell’aiutare la gente del villaggio.

***Madre…no…non sei tu…allora…chi?
Un ricordo…una voce lontana…una massa di nero, un po’ di rosa e marrone…blu… rosa…come i fiori di ciliegio..***

Gli raccontava di Myaku; del suo primo sorriso, dei suoi vagiti, di quel suo modo così curioso, tenero e dolce di muovere mani e piedi e di come era buffa quando starnutiva o tossicchiava.

***Una bambina…una ragazza…

una donna...
mia?

No…
o…
forse…
sì…una strana, giovane donna…
come mi conosci?
E perché non riesco a toccarti?
Perché sei qui, tentando di farmi uscire da tutto questo buio?***

Gli raccontava di come era piccola e morbida la loro bambina, di quanto gli assomigliasse.

***Ka…
Kagome…
È questo il tuo nome…
Sì…ora…mi sembra di ricordare…
Sento…
Un profumo….dolce…non so dargli un nome, ma so che è tuo…
Capelli di seta tra le dita…
Una forma nuova del tuo corpo…
Kagome…

Non riesco ad uscire, Kagome…***

E poi rivangava piccoli ricordi del passato, cercando di scuoterlo dal suo torpore;

***E’ così difficile, Kagome…
Questa oscurità mi pesa addosso come un’intera montagna…
Ma tu…
Sei ancora qui…
Aspettami…
Non andare via…
Non di nuovo…***

gli raccontava di quando l’aveva salvata dalla maschera carnivora,

***Aspettami, Kagome…non ti vedo…***

di quando per la prima volta avevano incontrato Sesshoumaru,

***Kagome…rallenta il passo…
Dammi un sentiero…***

delle lunghe, continue, estenuanti battaglie contro Naraku, che ora era scomparso per sempre.

***Kagome..
Non smettere di parlare, Kagome…
Perché vedo un po’ di luce…
Lontana…***

Gli raccontava anche della fine di Kikyo, e di quanto le spiacesse che la Sacerdotessa cui entrambi dovevano la vita se ne fosse andata senza nemmeno un saluto; di lei non era rimasto nulla.

E poi tornava ad occuparsi del villaggio, degli ultimi feriti; cantava le nagauta per Myaku, e dormiva nella tenda di Inuyasha, mentre poco distante da dove vivevano prima, gli uomini del villaggio costruivano una casa nuova per la donna che aveva salvato tutti loro ed il mezzo demone che lei amava.
Giorni e notti, notti e giorni;
ore, minuti, e Maggio scivolò via così, tra una visita medica di Myaku e la lenta guarigione di Kaede, tra testi di medicina per cercare di capire e minuti di gioco con Shippo, Kirara, Sango e Miroku;
tra tazze di the bollente la sera e piccole polpette di riso, tra brodo di miso e pesce arrostito sul fuoco;
e poi Maggio lasciò il posto a Giugno, con il sole forte e caldo e le pioggie improvvise e fresche, che rinvigorivano la terra;
il tempo volava via, e Miroku chiedeva a Sango di sposarlo, e lei diceva di aspettare il ritorno di Inuyasha;
e Myaku cresceva a vista d’occhio, ed iniziava a dormire tutta la notte e diminuire i pasti durante il giorno;
e Kagome si faceva sempre più forte, e bella, dura come un diamante temprato dal dolore, ma sempre sorridente, limpida e gioiosa come l’acqua che scendeva dalle colline in piccoli ruscelli nascosti a chi non sapeva dove cercare.
Ed Inuyasha a volte si muoveva appena, come se lentamente stesse riprendendo vita, e Kagome in quei momenti piangeva, perché lo vedeva disteso accanto a lei ma sapeva di non poterlo trascinare via da quel sonno sbagliato; e allora continuava a parlare, con la voce spezzata dal pianto imminente, con il naso che colava, con Myaku che vagiva e giocava e tirava i capelli e le orecchie a suo padre.

***Kagome…ora…ti vedo…ora ti sento…così vicina che potrei quasi toccarti..
Kagome…
Kagome…
Dammi la mano, Kagome…
Aiutami…

Aiutami ad uscire di qui…
Perché voglio tornare da te…
Subito.
E non lasciarti mai più.***

ANTICIPAZIONI:
53- Yoake-Risveglio-
Dopo la tempesta che ha scosso il Sengoku, la calma può finalmente tornare. Si ricostruiscono le case, si pensa di nuovo a festeggiare...e Kaede ed Inuyasha... ^_^

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Capitolo 53
*** Yoake- Risveglio ***


Ben trovati a tutti!!!
Passata una bella settimana? Io ho dato un esame universitario...un altro. Sono seriamente stanca di questa faccenda, ma mi sembra di essere in un incubo...più cerco di correre avanti, e meno le mie gambe si muovono. *sospiro

Va bene...veniamo a noi. Non mi va di tediare nessuno, e poi il capitolo di stasera è un'iniezione di zucchero come non ve ne davo da tempo...^^

L'angolino dei GRAZIE:

ONIGIRI grazie grazie grazie...^^ sono felice di avere una kohai come te...e scusa se non ho ancora commentato la tua fic -che, per inciso, credo sia una delle migliori che abbia mai letto su Inuyasha-...sono un po' traballante umoralmente, in questi giorni, e non riuscirei a commentarti come meriti. ^^
Le risposte ai tuoi dubbi, qui...Inuyasha che sviene? Ma no...^^ però...>.>

FMI89 grazie mille del commento e degli auguri...^*^

RYANFOREVER io prendere per matta te? Io, che poggio le mani a palmi aperti sugli alberi, per sentirli meglio, e che mangio ancora i fiocchi d neve come i bambini? IO prenderti per matta? ^_^ Tesoro...al limite posso prenderti a braccetto, e possiamo andare insieme nel primo ospedale psichiatrico della zona..^^ Felice che il capitolo ti sia piaciuto...e spero che questo ti piacerà ancora di più...^_^

LE_MONTAGNINE grazie di avermi inserita nei preferiti....buona lettura, e NON vi ammazzate di botte...^_-

ACHAORI scrivi pure quanto vuoi...io sono felice. Più un commento è lungo e articolato, e più mi riempio di orgoglio...^^ Hai visto che piano piano sto rimettendo a posto le cose? Per le tue domande...non ti resta che leggere il nuovo capitolo...^_- E grazie anche a te per gli auguri...#^_^#

VAMPIRE93 grazie del commento, e buona lettura...

KRIKKA86 certo che si vedrà ancora Sesshoumaru...^_^ e sono contenta che le parti dedicate alla bambina ti piacciano tanto...io AMO i bambini...*_* Per il risveglio...beh...il titolo del capitolo non ti basta? ^_^

MOON_FLOWER esatto...il tuo commento è l'essenza di quello che volevo esprimere. Il loro è un amore di quelli che...che...esistono solo sulla carta. E in quanto tale infrangibili, incorruttibili, impossibili da dimenticare, cambiare e/o distruggere. Grazie!

X_MOKONA ma che scherzi? Grazie a te di averla scritta, la tua storia...^_- E no, Inuyasha non perde la memoria...ammetto di averci pensato, ma sarebbe stato decisamente troppo...persino per il mio cuoricino malato...^_^ Senza contare che voi mi sareste venuta a cercare armate di tutto punto...^^

Bene, spigolino finito...vi auguro DAVVERO buona lettura, e spero che il capitolo vi scaldi il cuore...è quello che è successo a me mentre lo scrivevo.
Approfitto dello spazietto per ringraziarvi ancora una volta, per leggermi, commentarmi, inserirmi tra i preferiti...ci sarà un tempo e un luogo migliore di questo per dirvi grazie ad uno ad uno, ma io incomincio da qui.
Molti, moltissimi di voi sono -purtroppo- soltanto un numero, molti un nickname dietro cui si cela una persona, alcuni hanno assunto un nome vero e contorni più chiari.
Qualcuno mi ha dato l'occasione di farsi conoscere meglio, ed è diventato amico. Persone che, anche stando lontanissimo da me, mi sono comunque vicine più di quanto lo facciano le persone che mi sono fisicamente accanto.
Grazie a tutti....davvero di cuore.

Rohchan con l'umore ballerino

53- Yoake –Risveglio-

“…io ti raggiungerò…
proverò a gridare
e forse sentirai
la mia voce che ti chiama…”

GIORGIA, Strano il mio Destino

Alla fine di Giugno, la nuova casa di Kagome ed Inuyasha era pronta, e la ragazza vi si spostò col mezzo demone ancora addormentato.
Non era rimasto molto del vecchio arredo che Miroku e Sango avevano procurato per loro; il paravento di legno che a Kagome piaceva tanto era stato annerito dal fumo ed era bruciacchiato in alcuni punti, ma lei non aveva avuto cuore di gettarlo; magari si sarebbe potuto aggiustare, con un po’ di pazienza.
Il campanellino di buon augurio che era sopra la porta, invece, era tornato a tintinnare allegro, e nell’interno della capanna erano stati posti dei nuovi futon, una cesta più comoda per Myaku- che ormai era troppo grande per quella che Kaede aveva intrecciato per lei- e un po’ di mobilia: una nuova cassapanca di legno, ciotole e vasellame, un nuovo tavolo di bambù e qualche cuscino.
- E’ ancora più bella di prima…-sospirò Kagome, mentre rientrava seguita da Sango, le braccia colme di bucato appena raccolto.
- Già…e presto sarà pronta anche la nostra casa, e potremo…togliere il disturbo…-le rispose la sterminatrice, un po’ imbarazzata.
- Ma che dici? Mi fa piacere che tu e Miroku viviate qui…ci fate compagnia…-
- Io a volte credo di esserti d’impiccio…insomma..hai sempre così tanto da fare…Myaku, Inuyasha…aiutare Mizuumi…-
- Scherzi? Che farei senza di te? Sei un’ottima cuoca, un’eccellente donna di casa, un’ospite perfetta…cosa voglio di più?- ribattè l’altra, sorridendo.
Le due ragazze si guardarono, passandosi mille parole senza aprire bocca.
La loro amicizia era diventata indistruttibile dopo tutto ciò che era successo, e vivevano praticamente in simbiosi; l’aiuto di Sango era preziosissimo, perché spesso Kagome doveva correre ad aiutare Mizuumi in qualche faccenda complicata che richiedeva l’impegno di entrambe, almeno finchè Kaede non si fosse rimessa del tutto.

L’anziana miko si era ripresa una mattina della penultima settimana di Giugno; Shippo era uscito a prendere dell’acqua fresca, Mizuumi era uscita a fare due passi e a prendere una boccata d’aria fresca. Con la Sacerdotessa era rimasto Miroku, e quando Kaede si era svegliata richiamando la sua attenzione con voce roca e flebile, al monaco era quasi venuto un colpo.
Era corso fuori a chiamare le ragazze, e tutti e sei si erano precipitati a vedere cosa stesse succedendo.
Da allora, Kaede era migliorata di giorno in giorno, riprendendo a mangiare e sedendosi, di tanto in tanto, appena fuori dalla capanna a godersi l’aria più fresca che annunciava il tramonto.

***

Con Luglio il villaggio si preparò per i festeggiamenti del Tanabata Matsuri, che si sarebbero svolti il sette del mese; le bambine disegnavano kimono di carta e si esercitavano nella calligrafia per rendere onore alla principessa Shokujo, mentre i maschi aiutavano i padri ad appendere alle porte delle case rami di bambù, per chiedere invece al pastore Kenkyu un buon raccolto.
Kagome adorava quella storia, e la raccontava sovente a Myaku, mentre le dava da mangiare; la bimba la guardava ad occhi spalancati, e Kagome aveva la netta impressione che capisse tutto ciò che lei le diceva.
Nonostante l’apparenza di semplice umana, Myaku era una bambina molto speciale; aveva già iniziato a gattonare, e Kagome e Sango avevano il loro bel daffare a prenderla prima che si cacciasse in qualche pasticcio.

Fu proprio al tramonto del sette Luglio, mentre Kagome si stava preparando per andare con Sango, Miroku, Myaku, ed una Kaede ormai ristabilita alle celebrazioni di Tanabata, che un rantolo la fece voltare di scatto verso il futon dove stava sdraiato Inuyasha.
Il mezzo demone aveva il viso contratto in una smorfia che sembrava di dolore, e apriva e chiudeva lentamente il pugno destro come a cercare qualcosa.
Kagome gli fu subito accanto.
- Inuyasha…Inuyasha, mi senti? Inu…-
- Ka…go….Kagome…-
Al suono della sua voce, Kagome si sciolse in un pianto liberatorio.
Le era mancata fin quasi ad ucciderla; il silenzio di quei mesi, di tutti quei mesi, l’aveva portata ad uno scoramento tale che andava avanti solo per non lasciare sola Myaku.
Lentamente aveva perso quasi tutte le speranze di vederlo riprendersi, ma testardamente aveva tirato avanti.
Lo aveva nutrito, accudito, lavato e cambiato ogni giorno da quando era tornata.
Gli aveva tolto le bende, le stecche alla gamba sinistra, lo aveva coperto quando faceva freddo e tenuto fresco con l’acqua quando faceva troppo caldo.
Gli aveva parlato ogni giorno, ogni ora, aveva tessuto e cucito gli abiti per Myaku seduta accanto a lui, aveva cantato per entrambi le nagauta, aveva pianto in silenzio pregando tutti i kami che le venivano in mente di farlo tornare da lei.

E lui, alla fine, era tornato.

- Inuyasha…sono qui, Inuyasha…- allungò una mano e gli carezzò il viso, e le sembrò di sentirlo più vivo, più vicino, di nuovo accanto a lei dopo tanto tempo.
- A…acqua…-
- Subito, Inuyasha…-
Kagome si alzò, voltandosi alla ricerca del secchio d’acqua fresca che si trovava accanto alla porta quasi inciampando nel kimono di hinezumi.
Quando tornò verso Inuyasha con in mano una ciotola con dell’acqua, gli occhi di lui erano semiaperti, e l’oro brillava dietro le palpebre come il sole appena sorto.
Kagome avrebbe voluto urlare dalla gioia.
- Ecco..tieni…-gli sollevò un poco la testa, accostandogli la ciotola alle labbra.
Inuyasha trangugiò qualche sorso del liquido, lentamente, mentre qualche goccia scivolava via dalle sue labbra inaridite dal tempo e dalla lunga inattività.
Con cura, Kagome gli fece finire tutta l’acqua, riabbassandogli poi il capo sul cuscino e rimanendogli accanto, scostandogli i capelli dagli occhi ed asciugando con il pollice l’acqua che gli era colata sulle guance fino al collo.
- Ti senti meglio?- chiese, con le lacrime che le pungevano gli occhi.
Inuyasha mosse il capo in un cenno d’assenso, chiudendo di nuovo gli occhi e tirando un profondo respiro.
Kagome non riusciva a stare ferma.
Tamburellava le dita sul futon, lisciava le pieghe della coperta, avvicinava le mani al viso del mezzo demone, mentre dentro di lei si agitava una tempesta.
Le sembrava che nel suo petto battessero i rintocchi di una grande campana, sentiva una dolcezza incredibile pervaderle ogni centimetro di pelle, mentre i capelli le si rizzavano sul capo e le labbra erano curvate in un sorriso che racchiudeva tutta la felicità del mondo.
Non riuscì a trattenere le lacrime, e non appena la prima di esse ebbe lasciato le sue ciglia, Inuyasha aprì di nuovo faticosamente gli occhi e la guardò.
- Pe…perché piangi, Ka…Kagome?-
- Sono una sciocca..non dovrei piangere, ma….ma non ce la faccio…Inuyasha…non sai quello che ho passato aspettandoti…-
Si coprì il viso con le mani, piangendo senza ritegno, mentre da fuori arrivava il rumore del campanellino scosso dal vento gentile di Luglio.
Inuyasha la lasciò sfogare, la guardò piangere senza dire nulla, mentre desiderava con tutto se stesso potersi alzare e stringerla in un abbraccio caldo e forte.
Ma il corpo non rispondeva al suo volere, e così si limitava a fissarla sperando che lei sentisse il suo calore.

Quanto gli era mancata…

Non ricordava nemmeno più quando era stata l’ultima volta che l’aveva vista; l’ultimo ricordo di lei la vedeva protetta dietro la barriera eretta da Kikyo, nel mezzo del villaggio devastato da Naraku.
- Kagome…smetti di…piangere…- disse, sforzandosi di assumere un tono più forte e deciso.
- Scu…scusa, Inuyasha…-Kagome si asciugò le lacrime nelle maniche del kimono, sorridendo mesta.
- Ti…avevo detto di…non dubitare mai di me…ricordi?-
- Sì, Inuyasha…-
Solo in quel momento le tornarono alla mente quelle parole; Inuyasha le aveva pronunciate la sera in cui Kikyo era venuta da loro dopo la battaglia contro il demone che aveva quasi ucciso Miroku.
Le aveva detto di non dubitare mai di lui.
Mai.
Ma lei aveva dimenticato quelle parole, le aveva seppellite sotto tonnellate di lacrime e dolore, frustrazione e tristezza.
Aveva creduto fossero una bugia, perché come poteva credere in lui quando lui l’aveva abbandonata?
Ma ora…ora tutto era di nuovo a posto, lui era tornato, e Kagome sapeva che stavolta non se ne sarebbe più andato.

- Kagome, vieni? È tutto pro…-
Sango era entrata nella capanna per chiamare l’amica.
Indossava un delizioso yukata verde acqua con dei motivi a canne di bambù ricamati lungo l’orlo e sulle maniche, stretto in vita da un obi giallo sole.
Per l’occasione, aveva raccolto i capelli in una crocchia alta sulla nuca e li aveva fermati con un pettine incrostato di madreperla che le aveva regalato Miroku.
Ma si era bloccata appena oltre la porta, gli occhi inchiodati in quelli aperti di Inuyasha che si era voltato verso di lei sentendola entrare.
- Perdonami, Sango…io stasera non vengo…preferisco rimanere qui.- le disse Kagome asciugandosi ancora gli occhi.
- Sì…sì, capisco…- sorrise poi al mezzo demone- bentornato, Inuyasha….-gli disse, al colmo della felicità.
- Grazie…Sango.-
Myaku vagì nella sua cesta, movendosi al suo interno finchè non le riuscì di piegarla su un fianco.
Si mise gattoni con sorprendente velocità e procedette verso Sango; probabilmente si era svegliata sentendo il trambusto provocato dall’entrata della ragazza, ma Kagome si alzò svelta prendendola in braccio.
La bambina le mise una manina sulla guancia destra, ancora bagnata di lacrime.
Si volse verso Inuyasha, che la guardava ad occhi spalancati.
Quella…

Quella bambina…

- Inuyasha…lei è Myaku. –Kagome si avvicinò al mezzo demone, tornando ad inginocchiarsi accanto a lui- Myaku…questo è…il tuo papà…-sorrise felice guardando negli occhi Inuyasha, che continuava a fissare Myaku come se fosse la prima cosa che vedeva in vita sua.
Myaku si chinò in avanti, verso il viso di Inuyasha, toccandone il naso e scendendo con il piccolo indice fino alla sua bocca, sorridendo sdentata e ciangottando soddisfatta.
Poi si aggrappò ad una ciocca dei suoi capelli bianchi, sforzandosi di avvicinarsi di più.
Inuyasha emise un verso strozzato, e Kagome lo liberò dalla presa della figlia, ridendo lieve.
- Birbantella…fai piano…il tuo papà è molto stanco…-
Riprese Myaku in braccio, mentre la bambina, contrariata, piagnucolava tendendo le manine verso Inuyasha.
Sango osservava la scena in silenzio, il cuore colmo di felicità per i suoi amici.
In effetti, Inuyasha aveva gli occhi lucidi, ma non riusciva a capire se era per stanchezza o per le lacrime che faticava a trattenere.
Decise di toglierlo da quell’imbarazzante situazione.
- Vuoi darla a me, Kagome? Io e Miroku ce ne possiamo occupare per un po’…-
- Grazie, Sango…-
La sterminatrice si avvicinò alla ragazza, ed Inuyasha avvertì distintamente il profumo di mughetto che aveva sempre contraddistinto Sango.
Quanto tempo era che non lo sentiva più?
Myaku passò docile nelle mani di Sango, che la coprì bene con la sua copertina prima di uscire.
- Lei…è…- la voce di Inuyasha era stentata, flebile come il canto di un usignolo lontano.
- Sì…è tua figlia, Inuyasha. La tua splendida, meravigliosa bambina.-
- Ed è…umana?- chiese. A Kagome parve di sentire una punta di timore nella sua voce.
- Non del tutto. È molto più sveglia e forte della media dei bambini della sua età, ed io e Sango a volte facciamo fatica a starle dietro. Ma è molto buona.-
Inuyasha sospirò, chiudendo gli occhi.
Si sentiva stanco, come se avesse affrontato da solo la fine del mondo.
- Riposa, ora…-gli disse Kagome, carezzandogli lieve una guancia- Parleremo domani…-
- Kagome..-
- Sì, Inuyasha?-
- Grazie…-
Kagome sorrise, mentre dopo un ultimo sospiro profondo Inuyasha si addormentava.
Il suo respiro era più pieno, regolare e tranquillo.
Kagome lo vegliò tutta la notte senza dormire, pronta in qualunque momento a dargli da bere o a coprirlo.
La strada era ancora lunga…ma ora sapeva che ce l’avrebbero fatta.
Tutto sarebbe andato a posto, perché Inuyasha era di nuovo insieme a lei.




***
TANABATA MATSURI è una festa che si svolge in Giappone ogni anno il 7 luglio; secondo la leggenda, le stelle Kenju (Altair) e Shokujo (Vega), che sono separate dal fiume del cielo Ama no Gawa (la via Lattea) si incontrano ogni anno in questa notte.
Shokujo era una principessa figlia di un re celeste e di una tessitrice, mentre Kenju era un figlio di semplici pastori.
Un giorno, mentre tesseva un abito per il padre, la principessa Shokujo alzò gli occhi e vide un pastore che pascolava le sue vacche. Attratta dal giovane lasciò il suo lavoro, scese dal cielo e andò a conoscerlo. I due si innamorarono e decisero di sposarsi, ma il dio del cielo padre di Shokujo non era d’accordo, e così li divise, ponendoli sui due lati della Ama no Gawa.
Shokujo era disperata, perché poteva vedere il suo amato ma non raggiungerlo, perché non c’era un ponte che collegasse le due sponde.
Allora uno stormo di gazze si affollò tra le due rive, consentendo ad entrambi di attraversare il fiume del cielo.

In passato, le ragazze chiedevano alla principessa Shokujo di diventare abili tessitrici e brave nella calligrafia, mentre i contadini chiedevano al pastore Kenju un buon raccolto.
Rami di bambù vengono ancora oggi appesi alle porte delle case, e le bambine ritagliano piccoli kimono di carta decorati con esempi di calligrafia da appendere ai rami di bambù come tributo alla principessa.

ANTICIPAZIONI:
54- Obon
La festa delle Lanterne al villaggio di Musashi. Il gruppo di Inuyasha compatto e, finalmente, felice. E Sesshoumaru, Rin e Mekura...

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Capitolo 54
*** Obon ***


Buonasera a tutti!
La Rohchan Produzioni è lieta -ma forse non troppo- di informarvi che la corsa sulle montagne russe sta per terminare.
Contrariamente alle solite montagne russe, questa non farà un'inchiodata brusca a fine corsa, ma planerà dolcemente su un enorme materasso di piume, abbastanza grande per tutti quanti.
Siete tuttavia pregati di non slacciare le cinture prima della fine della corsa...^^

Scherzi a parte, ragazzi...terz'ultimo capitolo.
Ho già la lacrimuccia pendente, all'idea che presto sarà tutto finito.
54 settimane di aggiornamenti, più di un anno che vado avanti con questa storia. E voi che continuate a seguirmi.
Sapete che mi gira la testa tutte le volte che controllo quanti siete?
ç.ç Mi commuovo sempre...lo so già che piangerò tutte le mie lacrime, con il ringraziamento che è già bell'e pronto...sigh sigh sigh

MA...

non è ancora il momento di frignare come la peggiore delle eroine manga^^...quindi...

l'angolino dei GRAZIE:

RYANFOREVER visto? Questo è il micidiale zucchero di produzione casalinga Rohchan...anche se ho ancora qualche freccia al colesterolo per voi, nella mia faretra...^_^ (In realtà non è suo. Eros è venuto a chiedere indietro il suo arco almeno 40 volte dall'inizio di questa storia nd Sesshoumaru) Ne vedrai ancora delle belle...ma prepara i fazzoletti^^

ONIGIRI grazie, grazie davvero... Sono contenta che questo capitolo ti piaccia tanto, e ti ringrazio anche per "Chiudi gli Occhi". E' veramente spettacolare. Arriverai in alto, me lo sento...^^
Le scene del risveglio di Inuyasha...ci credi che avevo anche io un po' di batticuore a scriverle? E il sorriso scemo sulle labbra, ovviamente...
Certo, Rin, Mekura e Sesshoumaru compaiono ancora...e non solo qui...^^
grazie, grazie davvero. Che farei senza i tuoi commenti? ^_^

LE_MONTAGNINE, VAMPYRE93 anche per voi, recuperate l'insulina e i fazzolettini...altri proiettili dolcezza in arrivo...^_- e grazie di seguirmi sempre...^^

ACHAORI sì cara, più o meno ci hai preso in tutto...a te il nuovo capitolo, e grazie del commento...^*^

KRIKKA86 vero che Myaku è un amore? *.* Io vado in brodo di giuggiole tutte le volte che la penso...*ç*
Le nagauta sono delle specie di filastrocche, un po' come le nostre ninne nanne, di solito in rima...a te il nuovo capitolo^^

Bene, spigolino finito...
Buona lettura a tutti, e grazie davvero di seguirmi così in tanti...siete delle persone fantastiche...

la vostra Rohchan
-che caccia indietro la lacrimuccia da fine incombente...-

54- Obon

Una volta uscito da quel sonno pernicioso, Inuyasha si riprese piuttosto in fretta.
Dopo appena una settimana dal suo risveglio brontolava con Kagome, che- a suo dire- era intenzionata a farlo morire di fame dandogli soltanto minestre e latte, nemmeno fosse stato un bambino.
Ma i brontolii cessarono quando, dopo una cena succulenta a base di carne di cervo, Inuyasha passò tre giorni con la febbre, per via di un’indigestione.

I suoi progressi erano sorprendenti, anche per la sua natura semi demoniaca; tornò prestissimo a camminare, e spesso stava fuori dalla capanna, nella luce del sole di Luglio, a guardare la foresta ed i suoi colori, oppure a portare a passeggio Myaku per il villaggio.
Tutti i suoi abitanti si dimostravano gentili col mezzo demone, e se poteva, Inuyasha dava volentieri una mano.
La lunga inattività gli aveva indebolito i muscoli, ma lentamente, con il giusto esercizio fisico, tutto tornò come prima.

***

Alla festa di Obon, Kagome, Inuyasha, Myaku, Sango e Miroku si recarono al piccolo tempio shinto del villaggio per rendere omaggio alle tombe erette in memoria di Kohaku e Kikyo.
Era una sera tranquilla, con una luna brillante come una moneta d’argento alta nel cielo, una cascata di stelle simili a frammenti di cristallo sul velluto nero della notte ed il frinire tranquillo di grilli e cicale nell’aria calda di metà Agosto.
Nei canali del villaggio vennero posizionate delle lanterne di carta; a decine, ognuna con il nome di un defunto scritto su ogni faccia, in modo che, seguendola via dall’abitato, l’anima ad essa legata potesse raggiungere il nirvana.
- Mi spiace che Kohaku sia morto- sussurrò Inuyasha, con la figlia tra le braccia. Da quando era stato abbastanza in forze da poterla tenere, raramente la lasciava, anche alla madre.
- Va bene così, Inuyasha. Lui…se ne era già andato da tempo.- rispose Sango, cullando uno stanchissimo Shippo. Kirara, sulla sua spalla destra, faceva le fusa soddisfatta.

La notte era calda e piacevole, ed i quattro ragazzi rimasero a lungo a parlare seduti sulla sponda del grande canale che tagliava il villaggio in lunghezza, scherzando e ridendo, facendo progetti sul futuro che, ormai sembrava essersi disteso davanti a loro come un rassicurante nastro verde speranza.
Le ultime lanterne scivolavano pigre sull’acqua scura, quando ad un tratto, Kagome notò due figure solitarie sulla sponda opposta procedere lentamente verso il centro dell’abitato.
Una era piccola, quasi sicuramente una bambina, mentre l’altra camminava con l’aiuto di un bastone.
Indicò le due figure ad Inuyasha, ed egli si accorse che erano Rin e Mekura.
Non volendo svegliare con le loro grida tutto il villaggio, i quattro si alzarono ed attraversarono il ponte di assi poco più avanti, raggiungendo la sponda opposta; di lì a poco, anche le due ragazze si ritrovarono accanto al ponte, e Sango chiese stupita come mai fossero ancora alzate nonostante l’ora tarda.
- A Mekura san piace il profumo della notte- disse Rin, a bassa voce- così abbiamo fatto una passeggiata per il villaggio. Non volevamo disturbarvi.-
- Nessun disturbo, Rin…-le rispose Kagome, che teneva Myaku in braccio, al caldo sotto il kimono di hinezumi.
Inuyasha non le aveva permesso di toglierlo nemmeno quando aveva saputo della morte di Naraku.
- Piuttosto…è strano.- le interruppe il mezzo demone- Sento…l’odore di Sesshoumaru qui.-
- Tuo fratello Sesshoumaru? Ma andiamo, Inuyasha…è impossibile!- lo rimbrottò scherzosamente Miroku- Lui odia gli esseri umani…-
- In effetti è così…-disse una voce poco distante dal monaco, che sobbalzò sorpreso.
Nella luce splendente della luna, il demone Sesshoumaru procedeva lento verso di loro, sbucando da una macchia di eucalipti poco distante.
Gli occhi di tutti si allargarono per distinguere meglio la figura nera muoversi sulla lavagna della notte, e le mani di Mekura strinsero più forte il bastone…un gesto che non sfuggì a Rin, che le era accanto.
- Nobile Sesshoumaru…perdonatemi. Non volevo mancarvi di rispetto…- si scusò Miroku, facendosi all’improvviso piccolissimo.
- Fa’ silenzio, umano. Farò finta di non aver sentito ciò che hai detto poco fa, e che, comunque, risponde a verità. Ditemi…dove posso trovare la vostra Sacerdotessa?-
Inuyasha guardò il fratello in tralice.
- La Sacerdotessa? Fratello, deve esserti accaduto qualcosa…- disse, ironico.
- Sta’ zitto, Inuyasha. Il fatto che tu sia diventato padre non significa che io abbia rinunciato ad ucciderti…-
I due fratelli minacciavano di darsi battaglia, ma Kagome intervenne subito, mettendosi tra loro.
- Perché cerchi Kaede sama, Sesshoumaru?-
- La vecchia Sacerdotessa non mi interessa. Voglio parlare con la ragazza.-
Miroku stava per dire qualcosa, ma un pestone di Sango gli impedì di cacciarsi nei guai.
- Mizuumi..a quest’ora sarà a dormire…come mai hai così urgenza di parlarle?-
- Se è già a dormire, tornerò domani. Addio.- Sesshoumaru si volse e ritornò verso la foresta, lasciando tutti tra lo stupito e l’incredulo.
- Ma si può sapere che diavolo gli è preso?- brontolò Inuyasha, incrociando indispettito le braccia al petto.
- Io lo so…-
La voce sottile di Mekura attirò la loro attenzione.
La ragazza aveva il viso rivolto verso il basso, e lunghe ciocche di capelli le ricadevano in avanti lungo il corpo, scivolando morbide sulle braccia che reggevano il bastone.
- Sesshoumaru…ha deciso di lasciarci qui.-

***

Il mattino successivo, Kagome fu svegliata dalla figlia che piagnucolava nella sua culla di vimini.
Ancora troppo intontita dal sonno per produrre qualunque pensiero logico, la ragazza si sollevò lentamente sui gomiti, meditando il da farsi.
Accanto a lei, Inuyasha dormiva respirando tranquillo, il braccio destro possessivamente avvolto intorno alla sua vita.
Kagome sorrise quando, mentre cercava di liberarsi, la stretta si fece più salda ed Inuyasha aprì gli occhi per vedere cosa stava succedendo.
- Tua figlia piange…-gli sussurrò, posandogli un bacio leggero sulle labbra.- Ha fame…-
- Ah…e così è mia figlia quando fa qualcosa che non va, vero?- rispose lui, gli occhi ancora carichi di sonno e la mano destra che andava lenta su e giù lungo il fianco di Kagome.
- Mi sembra ovvio…-scherzò lei, divincolandosi dall’abbraccio ed agguantando una sottoveste leggera che era rimasta poco distante dal letto.
Inuyasha la osservò alzarsi ed andare dalla figlia, prenderla tra le braccia e riportarla verso il calore del letto.
Si sollevò sui gomiti per salutarla, e Myaku vagì soddisfatta quando finalmente Kagome le porse il seno perché potesse fare colazione.

Per Inuyasha era meraviglioso poter vedere Kagome che allattava sua figlia. Ogni gesto di lei era una risposta ai bisogni della bambina, e lui era, in qualche modo, geloso di quel rapporto privilegiato.
Spesso si era fermato a guardare mentre fingeva di fare altro, finchè Kagome, un giorno, non gli aveva detto che non c’era nulla di imbarazzante o sbagliato nel guardarla allattare.
Myaku mangiava afferrando l’aria nei piccoli pugni, movendo piano i piedini, ed Inuyasha si sentì sciogliere di tenerezza.
Quando la bimba ebbe mangiato a sufficienza, Kagome si ricompose velocemente e se la poggiò sulla spalla sinistra, dandole leggeri colpetti sulla schiena con la mano libera, mentre continuava piano a dondolare a destra e sinistra.
Una volta fatto anche il ruttino, Myaku fu sistemata tra loro due, che si godettero ancora per un poco il calore del futon.
- Credi davvero che Sesshoumaru abbia deciso di lasciare qui Rin e Mekura?-chiese Kagome, mentre giocava distrattamente con una mano della figlia.
- Che mio fratello non ami gli esseri umani non è un mistero, ma anche a me sembra strano. Insomma, avrebbe potuto lasciarle molto tempo fa, invece di aspettare adesso.- le rispose il mezzodemone, guardandola dall’alto. Si era messo su un fianco, e poggiava la testa sulla mano destra, mentre con la sinistra tamburellava le dita sul lenzuolo. Myaku lo guardava ad occhi spalancati.
- Secondo me non l’ha mai fatto prima perché, in fondo, sentiva il dovere di proteggerle. Soprattutto Rin.-
- Sì…forse hai ragione. Può essere vero per Rin, ma Mekura…era uno strumento di Naraku. Mio fratello dev’essere cambiato molto con lei, per non avere ucciso quella ragazza quando ha scoperto che era in combutta col suo nemico.-
- Mekura non sapeva che Naraku fosse malvagio…-replicò Kagome- e comunque, temo non avremo risposte se stiamo qui invece di andare da Mizuumi sama…- concluse, scivolando fuori dal letto.
Inuyasha aveva iniziato a muovere piano l’indice davanti al naso di Myaku, che cercava di afferrarlo con le mani piccole e cicciotelle.
Si era fatta una splendida bambina di cinque mesi, coi capelli neri come la notte e gli occhi castano chiaro, la pelle liscia e rosea e le ciglia folte e nerissime.
La boccuccia sembrava un bocciolo di rosa, sempre teso come a schioccare baci da un momento all’altro.
Ciangottava felice, agitava i piedini, e sorrideva al padre che le faceva piccole smorfie per farla divertire.
Kagome era intenta a raccogliere i vestiti sparsi in giro.
Inuyasha era tornato davvero quello di prima…
- Kagome! Guarda!- la chiamò ad un tratto lui.
La ragazza, leggermente agitata per il tono di voce che il mezzodemone aveva usato, si voltò di scatto mentre chiudeva il kimono arancione che indossava ogni giorno sotto l’abito di hinezumi. Somigliava a quello di Sango, tranne per il colore.
Inuyasha era ancora sotto le coperte, con accanto la piccola Myaku che stringeva trionfante il suo indice tra le mani.
Il mezzo demone tentava di ritrarsi delicatamente, ma più cercava di sottrarsi alla presa, tanto più Myaku stringeva e si agitava per costringerlo a rimanerle accanto.
- Ti sta dicendo che non ti lascerà andare mai più…-disse Kagome, sorridendo.
- Ti sbagli…io non la lascerò andare mai più…-ribattè Inuyasha, serio.
Kagome conosceva quello sguardo.

Era lo stesso che Inuyasha aveva la notte delle stelle cadenti, un anno prima.

Era lo stesso di quella mattina in cui si era svegliata col kimono macchiato di sangue e l’obi ridotto in stracci.

Lo stesso di quando, mentre lei era preda della gelosia e del dolore, lui le aveva detto di amarla davvero.

Lo stesso di quando aveva accettato il fatto di diventare padre, di quando l’aveva accompagnata alla prima visita, di quando le aveva portato i fiori nel cuore della notte, di quando le aveva chiesto di diventare sua sposa.

Era lo sguardo che le regalava sempre ogni volta che decidevano di non dormire subito, dopo essersi messi a letto.

Era lo sguardo di un amante, possessivo, geloso, forte, gentile, protettivo.

Lo sguardo di colui che lei amava.

- Bene…allora…visto che non la lascerai andare mai più…-disse Kagome, lasciando i pensieri a navigare nell’aria- alzati e cambiala. Suppongo ne avrà bisogno.-
- Cosa?!- ribattè lui, in un grido strozzato- Ma…ma…non sono capace…-
- Oh, coraggio…non c’è nulla di difficile…-ribattè Kagome sorridendo, finendo di allacciarsi l’obi del kimono arancione.
Si avvicinò al futon mentre Inuyasha si scioglieva delicatamente dalla presa di Myaku, che prese a piagnucolare.
Il mezzo demone si alzò e vestì in fretta, mentre la ragazza badava alla figlioletta, giocandoci e facendola scoppiare in piccole risa gorgoglianti.
Quando lui fu rivestito, Kagome gli porse la figlia e gli indicò il letto.
- Coraggio…poggiala sul futon.-
- Kagome…sei sicura? È così piccola e fragile…ho paura di farle male…-
- Non dire sciocchezze. Non è fatta di vetro…vedrai…andrai benissimo.- lo rassicurò.
Inuyasha fece come Kagome gli aveva detto.
La ragazza andò a prendere il secchio dell’acqua ed un cambio per la bambina, e poi tornò dal mezzo demone, che faceva smorfie a Myaku per farla ridere.
- Toglile le fasce…bisogna lavarla, prima di cambiarla. E cerca di non stracciare tutto..-lo ammonì, leggermente divertita dalla fatica di Inuyasha nello svolgere le fasce della figlia.
- Ecco…e ora?- chiese lui, sforzandosi di non fare smorfie strane mentre toglieva i panni sporchi alla bambina.
Kagome gli porse un panno umido.
- Ora lavala…con delicatezza…-
Inuyasha prese il panno in una mano, guardando poi Myaku che lo osservava agitando le gambe, mordicchiandosi le dita.
- Avanti…-
Kagome gli mostrò come doveva fare, e dopo un tempo considerevole, Myaku era lavata e cambiata, felice come sempre.
Solo Inuyasha sembrava reduce dalla più tremenda delle battaglie, e Kagome glie lo fece notare mentre metteva a Myaku un vestitino di tela leggera.
- Fai presto a dire, tu…-sbottò Inuyasha- siete voi donne ad avere l’istinto per badare ai bambini…-
- Andiamo, Inuchan..sei sopravvissuto dopotutto, no?- chiese Kagome, con l’aria di porre una domanda con una risposta più che ovvia.
- Andiamo….si è fatto giorno, ormai…- rispose Inuyasha, troncando la discussione.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma nonostante la fatica e l’imbarazzo, era stato felice di occuparsi di sua figlia.

Quando giunsero alla capanna di Kaede e Mizuumi, i due trovarono la ragazzina intenta a lavarsi il viso al pozzo lì vicino.
Indossava le vesti sacerdotali, ed i capelli castani erano raccolti in una coda bassa e morbida. Il sole appena sorto giocava tra quei riccioli morbidi, illuminandoli di riflessi dorati.
- Buongiorno, Mizuumi…-la salutò allegramente Kagome. Portava Myaku seduta sull’avambraccio sinistro, e le circondava la vita con l’altra mano. La bimba era sveglia e allegra.
- Buongiorno Kagome..Inuyasha..-salutò la miko, mentre si avvicinava a Kagome per salutare la bambina.
- Mio fratello è già stato qui?- chiese Inuyasha, guardandosi intorno.
- No…non sapevo volesse parlarmi.- rispose Mizuumi, una nota di spavento nella voce.
- Sembra che abbia deciso di lasciare qui Rin e Mekura…-rispose il mezzo demone, fissandola.
Mizuumi si sentì tremare le ginocchia sotto quello sguardo dorato.
- Kaede sama dorme ancora?- le chiese Kagome.
- Sì…ultimamente è sempre molto stanca, non ho avuto cuore di svegliarla…-rispose la giovane.
- Arriva…-disse semplicemente Inuyasha, puntando lo sguardo verso la strada.
Sesshoumaru procedeva a grandi passi, seguito dagli sguardi curiosi di qualche abitante del villaggio particolarmente mattiniero.
Mizuumi trasse un profondo respiro, non sapendo bene come comportarsi.
Le avevano insegnato che doveva esorcizzare i demoni, distruggerli…ma quell’essere emanava una tale potenza demoniaca, che sospettava non sarebbe riuscita nemmeno a sostenere il suo sguardo.
- Sei tu quella che chiamano Mizuumi?- chiese il demone, senza troppi preamboli, giungendo accanto a loro.
- Buongiorno anche a te, fratello…-disse Inuyasha, come sempre ironico.
- Era un buongiorno finchè non ti ho incontrato, mezzo demone…-ribattè l’altro, secco.
- Per favore, non iniziate a discutere già al mattino così presto…-intervenne Kagome, esasperata.
- Sono io Mizuumi…-rispose la giovane miko, tentando di sedare gli animi.
Gli occhi di Sesshoumaru si posarono su di lei all’istante, come a valutarla. Lei cercò di sostenere quello sguardo indagatore al meglio delle sue possibilità.
- Sono venuto a chiederti un posto qui al villaggio per le due umane che viaggiavano con me.- disse, dopo quello che alla ragazzina sembrò un secolo.
- Perché vuoi che restino qui?- gli chiese, sforzandosi di assumere un tono deciso della voce.
- Non voglio che mi seguano oltre. Il pericolo è passato, il mezzo demone che chiamavano Naraku è stato distrutto, ed io voglio tornare tra le montagne a nord. Non voglio che loro mi seguano.-
- Forse loro vorrebbero, però…-intervenne Kagome.- Ci hai pensato?-
- Non sto parlando con te, donna.- ribattè lui, secco.
Inuyasha fece per scattare in avanti, ma uno sguardo di Mizuumi lo bloccò.
- Dobbiamo a Kagome la salvezza delle vite di tutti. Ha il diritto di parlare quanto me.- disse la miko al demone.
Sesshoumaru la guardò senza ribattere.
Avrebbe potuto ucciderla con un solo colpo degli artigli affilati, ma sembrava che qualcosa lo frenasse, anche se non si riusciva a capire cosa fosse.
Forse, rispetto per la sua potenza spirituale, o più semplicemente, una briciola minuscola di pietà mischiata all’indifferenza per quelle forme di vita così fugaci che erano gli esseri umani.
- Non mi interessa sapere cosa pensano. Io non voglio più che mi seguano, e questo posto mi sembra adatto a loro. Se non vuoi che rimangano, le condurrò in un altro villaggio.-
- La loro presenza non mi infastidisce, nobile Sesshoumaru…-rispose Mizuumi, con un tono di voce un po’ più pacato di prima- sono lavoratrici volenterose, ed ottime compagne per i bambini del villaggio. Soprattutto la giovane cieca mostra una spiccata attitudine ad occuparsi dei bambini, raccontar loro favole e tessere al telaio.-
- La bambina invece è inutile?- chiese il demone.
- La bambina crescerà. Ha già espresso il desiderio di diventare una miko, ma io credo che la sua strada sarà un’altra…potrebbe comunque diventare una guaritrice. Viaggiando con te ha imparato molte cose.-
Sesshoumaru la guardò in silenzio per un poco.
- Allora possono rimanere qui?- chiese.
- Io non ho nulla in contrario, ma vorrei che tu parlassi con loro. Non voglio che siano infelici rimanendo qui.-
- Vado io a chiamarle.- disse Kagome, visto il cenno d’assenso quasi impercettibile di Sesshoumaru.
Si allontanò velocemente, dopo aver affidato la figlia ad Inuyasha, e di lì a poco fu di ritorno con Rin e Mekura.
Rin fu molto felice di rivedere Sesshoumaru, e gridò di gioia correndo verso di lui.
Il demone strinse indispettito gli occhi d’oro. La voce di quella ragazzina, sebbene si fosse abbassata di un tono, continuava a rimanere troppo squillante per le sue orecchie delicate.
- Signor Sesshoumaru, siete tornato! Che bello rivedervi! Andremo via di qui?- chiese, fermandosi di fronte a lui e alzando il viso per vederlo bene.
- Vorrei che rimaneste qui, tu e Mekura, Rin.- le rispose il demone, pacato.
Il sorriso e la gioia svanirono dal viso della bambina, come se qualcuno, dispettoso le avesse cancellato con una spugna ogni espressione dal viso di cera.
- Perché dobbiamo rimanere qui, signor Sesshoumaru? Non siete più contento di viaggiare insieme a Rin e a Mekura san?-
- Il vostro posto è qui, Rin. Io devo tornare tra le montagne a nord.-
- Ma…-
- Basta, Rin. Il signor Sesshoumaru ha deciso così, noi non possiamo fare altro che obbedire.- disse Mekura, dolcemente.
La ragazza cieca guardava nella direzione di Sesshoumaru, gli occhi spalancati sul nulla, e stringeva il suo bastone di betulla con forza nella mano destra. La sinistra stava tormentando la manica del kimono verde che indossava quella mattina.
- Io non voglio rimanere qui…-disse Rin, gli occhi colmi di lacrime- io voglio viaggiare col signor Sesshoumaru…non voglio rimanere qui…-ribadì, prossima alle lacrime.
Kagome si sentì spezzare il cuore nell’osservare quella scena, accanto ad Inuyasha.
Il mezzo demone, stupito, osservava quella bambina che, solo con uno sguardo, era capace di ammorbidire la natura granitica del fratello.
- Rin, devi rimanere qui. È troppo pericoloso viaggiare con me, ora.-
- Lo era di più quando c’era Naraku, signor Sesshoumaru…voi non volete più bene a Rin, non è vero?- ormai la bambina piangeva triste.
Grosse lacrime le scivolavano sul viso, schiantandosi a terra in piccole macchie scure sul terreno.
- Non c’è più Jaken che possa occuparsi di voi, Rin. Ed i demoni della mia razza sono in subbuglio. Devo tornare per mettere a posto le cose.- rispose Sesshoumaru, insolitamente ragionevole.
Inuyasha sgranò gli occhi.
Suo fratello…
Si stava GIUSTIFICANDO con una bambina umana?
- Allora…tornerete a trovarci, signor Sesshoumaru? Non andrete via per sempre?-
- Ma no, Rin…vedrai…-intervenne Kagome, dolcemente- il signor Sesshoumaru tornerà di sicuro per il nostro matrimonio…-le disse sorridendo.
Sesshoumaru si voltò a guardarla interrogativo, mentre Inuyasha tratteneva il fiato.
Era impazzita? Suo fratello non sarebbe mai…
- E’ vero, Rin. Tornerò per il matrimonio di Inuyasha…smetti di piangere.-
La bambina si asciugò in fretta gli occhi.
- Va bene, smetto…non piango più…sarò buona e mi impegnerò tanto, signor Sesshoumaru…quando tornerete sarete fiero di me.-
Il demone la guardò abbozzando un mezzo sorriso.
Inuyasha era sempre più confuso.
Ma che stava succedendo?!
- Sta’ attenta a Mekura, Rin…bada che non si faccia del male e sii obbediente. Io tornerò presto.- le disse, carezzandole grossolanamente la testa.
La bambina annuì, rincuorata. Tirava ancora su col naso, ma aveva smesso di piangere.
- Addio, Mekura. Abbi cura di te.- disse poi alla ragazza, avvicinandolesi.
Inuyasha rinunciò a capire, mentre Kagome e Mizuumi guardavano in silenzio.
Mekura sollevò la mano libera, scivolando sulla manica del kimono del demone e correndo verso il suo viso.
Si posò delicata sulla sua guancia, sorridendo lieve.
- Addio, signor Sesshoumaru. Abbiate cura di voi….e grazie…di avermi salvato la vita.-
Sesshoumaru scivolò via da lei con grazia, salutando con un cenno del capo Kagome e Mizuumi. Ignorò invece bellamente Inuyasha, che era rimasto in silenzio a fissarlo, del tutto sbalestrato.
Stare troppo con quella bambina aveva fatto male al fratello.



***

OBON è una festa che si svolge tra il 14 ed il 16 Agosto di ogni anno.
Conosciuta dagli stranieri come la famosissima ‘Festa delle Lanterne’, ricorda la ricorrenza di Ognissanti del mondo occidentale.
Gli spiriti degli antenati morti fanno visita agli altari a loro dedicati nelle case dei loro discendenti, dove vengono preparate per loro offerte di cibo. Al tramonto del 16 del mese le lanterne di carta colorata vengono accese e lasciate sui fiumi affinché proteggano gli spiriti durante il viaggio di ritorno alla terra dei morti. In vista dell’Obon, le case ed i cimiteri vengono puliti e si acquistano decorazioni, cibo ed offerte nei mercati allestiti per l’occasione.
Le decorazioni sono costituite da rami di pino e sakaki, piante sacre, insieme agli omochi (riso bollito e lavorato a palline), frutta ed incenso.
Nei templi e nei cortili delle scuole si fa una danza detta Bon Odori (danza Bon), i cui movimenti sono scanditi da canti e da un grosso tamburo. Di solito i partecipanti a questi eventi indossano lo yukata (un kimono fatto di stoffa leggera, da usare d’estate).
I bimbi amano gli hanabi, piccoli petardi accesi in occasione del ritrovo in famiglia.

ANTICIPAZIONI:
55- Il Rosario Spezzato

Una follia...
un amore oltre il tempo e lo spazio...
un sogno...
un desiderio...
una stella cadente...
e la finale realizzazione di quel sogno.

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Capitolo 55
*** Il Rosario Spezzato ***


Buonasera a tutti!!
Questo è uno dei miei capitoli preferiti...(chissà poi perchè....-nd Sesshoumaru)
Segreto segretuccio. Nella stesura originale, questo doveva essere l'ultimo capitolo.
Ma.
Ma.
Ma siccome non mi piaceva la chiusa, ce n'è ancora uno. Che sarà l'ultimo sul serio, e poi giuro non vi tedierò più.
Mi sembra di avervi già tormentati abbastanza con questa storia...^^ Sono veramente sbalordita dall'affetto e dall'attenzione con cui mi seguite...alcuni di voi sono diventati una presenza costante, tanto da poter esere definiti amici.
Grazie, grazie davvero.

Però, prima del grazie cumulativo, che arriverà col prossimo capitolo - o forse no? Metti che mi viene un'idea malata...?^^-, il nostro consueto angolino dei GRAZIE:

KAGOME19, LE_MONTAGNINE, KRIKKA86 grazie grazie grazie. Siete sempre gentili...^*^

EVILCASSY O_O SANTO CIELO!!!! L'autrice di This Time Around e La Complainte de la Butte che commenta la mia fic...*_* grazie, grazie, GRAZIE DAVVERO dei complimenti...anche tu sei molto brava. Davvero. This Time Around l'ho DIVORATA, e la Complainte promette altrettanto bene. Sei bravissima anche tu, davvero. Grazie mille...ç_ç

ONIGIRI sono contenta che Inuyasha non sia OOC...ho sempre cercato di evitarlo, ho fatto molta attenzione, ma i findo...beh, io vivo su una nuvoletta rosa. E' normale -temo- che qualcosa della mia natura filtri nelle cose che scrivo...^^anche se non sono degli originali.
Ehehehehe...hai visto che entrata ad effetto ho dato a Sesshoumaru?
Sapessi quanto è difficile per me riuscire a matenerlo IC...la tentazione di 'piegarlo' è forte, ma...diciamo che *qualcuno* mi ha insegnato che la natura di un demone non si può cambiare. E non è nemmeno giusto farlo...^_- Noi sappiamo chi, eh? ^^
La scena in cui Inuyasha cambia Myaku...l'ispirazione per il suo modo di fare mi è venuta ricordando un pezzo comico che avevo letto EONI fa, sui padri che badano ai bimbi piccoli. Non lo ricordo più esattamente, ma ricordo benissimo che stavo piangendo dalle risate...e così...>.> ho inserito il pezzetto comico...^^
Ecco, lo vedi? Alla fine con Sesshoumaru sono scivolata nell'OOC...come su una buccia di banana. Sob. Lo sapevo che avevo esagerato...ma sono felice di avreti scaldato il cuore...^^
E non credere di essere meno brava di me, stellina. Ti giuro che mi stai sorpassando a vele spiegate...^_^

RYANFOREVER eh sì cara...con questo aggiornamento, -1...però non preoccuparti...vi lascerò con lo zucchero...^^ è un sacchisimo di tempo che vado avanti con questa storia, giuro che è dispiaciuto anche a me mettere la parola fine...ma andava messa. In fondo, ogni cosa ha il suo posto...ho cercato di tirare i fili del racconto meglio che potevo, e non mi resta che sperare di aver fatto un lavoro accettabile...^^ Grazie mille dei complimenti...^*^

ACHAORI per sapere non ti resta che leggere, cara..^^ grazie mille dei complimenti, e buona lettura...spero che il pc sia tornato in salute...^*^

MOON_FLOWER felice che l'introspezione ti sia piaciuta così tanto...io adoro scrivere pezzi come quello. Pezzi di vita come fotogrammi di un film, che ti passano davanti agli occhi quando ti sei presenta un deja-vù...li amo, li amo, li amo...grazie del commento! ^*^

X_MOKONA purtroppo non seguo Full Metal Alchemist, anche se in tanti mi hanno detto che è molto bello...anche questo Edward è un papà? ^^ Già ti immagino a saltellare per casa modello ninfa dei boschi, spargendo petali di fiori...^^ Buona lettura!!

Bene, spigolino finito...vado a preparami pane e Nutella per ovviare al dispendio di zuccheri che è questo capitolo, e vi lascio in santa pace alla lettura...
I fazzoletti di carta serviranno al prossimo aggiornamento...
Baci a tutti!!!

Rohchan sweet mode on on on^^

55- Il Rosario Spezzato

“ Something in your eyes,
makes me want to lose myself,
in your arms.
There's something in your voice,
That makes my heart beat fast.
Hope this feeling lasts,
the rest of my life.
If you knew how lonely
my life has been,
And how low I've felt so long.
If you knew how I wanted
someone to come along,
And change my life the way you've done...”

RAITT BONNIE “Feels Like Home”

I preparativi per il matrimonio di Kagome ed Inuyasha occuparono i quarantacinque giorni successivi la visita di Sesshoumaru; la data era stata fissata al 30 Settembre, e tutto il villaggio lavorava alacremente perché tutto fosse pronto per quella data.
Kagome, Sango, Rin e Mekura erano occupate a fare progetti per la cerimonia, e sognavano mazzi enormi di fiori e rampicanti lungo tutto il palchetto rialzato- in legno chiaro, aveva detto Rin- su cui si sarebbe svolta la cerimonia.

Nel frattempo, Inuyasha e Miroku cercavano di rimanere tranquilli, e facevano finta di non ascoltare quello che le ragazze dicevano…per loro era molto meglio andare a pesca, o a caccia, ovunque fosse possibile sfuggire a sguardi sognanti e richieste strane.
- Allora..pronto?- chiese sornione Miroku all’amico, mentre questi si districava da un antipatico cespuglio di rovi nel folto del bosco. Le spine stavano rovinando la casacca del nuovo abito che Kagome aveva intessuto e cucito per lui.
- Ovviamente…e tu? Quando pensi di diventare finalmente una persona seria e rinunciare alla tua natura libertina, Miroku?- chiese l’altro, caustico.
Miroku accusò il colpo, aiutandolo a liberarsi.
- Pensavo di proporle una data la sera del vostro banchetto…fare i nostri due matrimoni insieme mi sembra davvero esagerato. Troppa dolcezza tutta insieme è fastidiosa…-
- Già…- sospirò Inuyasha, mentre finalmente si liberava dai rovi.

***

Le giornate scivolavano pigre verso un nuovo autunno. Presto l’aria si fece carica del profumo della pioggia, e le foglie iniziarono ad ingiallire sui rami degli alberi del bosco.
Kagome tornava dalla sua famiglia una volta la settimana, con Inuyasha e Myaku, e quelle visite rallegravano soprattutto il nonno, che per la nipotina aveva un amore sviscerato e senza limiti.
Fu in occasione di una di queste visite che fu stabilito che il nonno di Kagome avrebbe celebrato le nozze dei ragazzi insieme a Kaede.

Kagome avrebbe desiderato una cerimonia tradizionale; tre giorni di festeggiamenti, scanditi ognuno da un kimono diverso simbolo del suo passaggio da donna nubile a sposata. Bianco per simboleggiare la purezza e l’intenzione di entrare nella famiglia del marito, rosso per la fertilità e il buon augurio e nero come da tradizione, per le cerimonie importanti…ma sua madre la fece desistere dall’idea.
- Non puoi indossare un kimono bianco, Kagome..-le aveva detto, una punta d’amarezza nella voce- è una tradizione molto antica, che richiede la totale purezza della sposa. Ma tu…hai già addirittura una figlia. Ed inoltre, non possediamo kimono simili…-
E così avevano stabilito che sarebbe stata una cerimonia informale, ma non per questo meno bella.

Comprare un kimono era assolutamente proibitivo…costavano troppo cari.
Uno di quei meravigliosi dipinti da indossare poteva costare quanto lo stipendio di dieci anni di lavoro, e al tempio non c’era una somma simile; tuttavia, con sua grande sorpresa, Kagome scoprì che la madre ne teneva uno meraviglioso nascosto in fondo all’armadio, custodito gelosamente in una scatola di cartone spesso con borchie di metallo.
Era uno splendido kimono arancione pallido, con disegni di foglie di acero rosso, fili sottili di fiumi azzurro cielo e giovani arbusti argentati sparsi ovunque. L’obi era verde con ricami argentati a motivi fluidi come il volo delle farfalle.
- Mamma! Ma è…bellissimo! Quando pensavi di mostrarmelo?- chiese Kagome, allibita, accecata dalla bellezza dell’abito.
- Esattamente quando mi avresti detto che ti saresti sposata, cara. Era della bisnonna della nonna di tuo padre…ed io lo indossai il giorno delle mie nozze.-
- Che splendore…- Kagome carezzava la stoffa con dita leggere, seguendo la traccia sottile dei ricami.

Ed i giorni, dapprima veloci, presero a volare, e prima che se ne potessero rendere conto, il giorno delle nozze era arrivato.
Il villaggio era un trionfo di colori nella luce calda e dorata del primo sole d’autunno; un palco largo e basso era stato costruito sotto il Goshinboku, e tutte le capanne erano adornate con nastri colorati, lanterne di carta e simboli di buon augurio. Tutto era in grande fermento, mentre i due sposi, in case separate, si preparavano per la cerimonia.
Sango e la madre di Kagome aiutavano la ragazza nella vestizione del kimono, mentre Mekura teneva tra le braccia Myaku. La bambina, nel suo abitino grigio perla osservava la scena allegra, ridendo ed emettendo versi e gridolini di gioia, mentre la stanza era piena del cicaleccio femminile, del fruscio della stoffa e del profumo degli ultimi fiori d’estate.
- Non stringete troppo!- ansimò Kagome ad un certo punto- Mi sento soffocare!-
- Silenzio! Devi essere splendida per la cerimonia…-borbottò Sango, impegnata a tenere fermo l’abito mentre la signora Higurashi stringeva l’obi attorno alla vita della figlia.
Sango indossava un kimono tinta zafferano, con un paesaggio fantastico adagiato tra le nuvole ricamato in colori pastello. I bordi delle maniche ed il collo erano adornati con piccoli fiori e foglie d’acero su cui delicate api e farfalle intessevano una rete di movimento, perdendosi tra le soffici nubi che sembravano ragnatele.
Portava i capelli raccolti in una crocchia morbida alta sulla nuca, fermata dal pettine di madreperla dono di Miroku e da una grossa spilla con un gabbiano e quattro fili di perle cangianti, che tintinnavano dolcemente ad ogni movimento del capo.
- Mamma…ti prego…- protestò Kagome.
- Ho quasi finito cara…solo un attimo…-le rispose la madre, aggiustando il nodo a tamburo dell’obi e sistemando il sottile cordone di nastro rosso che lo decorava.
La madre di Kagome indossava un tradizionale kimono scuro, con i bordi ricamati in argento ed un obi in contrasto. Il leggero strato di trucco ringiovaniva un poco il viso da donna matura, senza tuttavia nascondere le piccole rughe che cominciavano a fare capolino su quella pelle liscia.
Quando Kagome potè guardarsi in uno specchio, rimase senza fiato.
L’abito la fasciava come una seconda pelle, valorizzando il colore del viso e della mani, uniche cose che rimanevano visibili sotto i tre strati di stoffa che lo componevano, e dei quali l’ultimo, il kimono della madre, poggiava elegantemente a terra. La linea gentile e flessuosa del collo spariva nel colletto del kimono, mentre una piccola ciocca di capelli neri sfuggita alla crocchia decorava quell’alabastro.
In testa aveva tre fiori di ibisco, che la madre aveva portato dall’epoca moderna, fissati con delle forcine e un nastro rosso, e il pettine che sua madre le aveva regalato più di un anno prima.
A Kagome sembrava impossibile che fosse già trascorso tutto quel tempo.
Un leggero velo di trucco completava il tutto, ingentilendole il viso, donandogli una sfumatura di pesca.
- Tieni, Kagome..manca ancora questo…- le disse Sango, porgendole il kimono di hinezumi da indossare sopra il tutto.
Kagome le sorrise, ringraziandola.
Sì, con quello come kimono iro-uchikake sarebbe stata perfetta.

Nel frattempo, nella nuova capanna di Sango e Miroku, un Inuyasha piuttosto irritato faceva avanti e indietro sulle assi di legno del pavimento.
Indossava un tradizionale kimono scuro, con la casacca nera e i pantaloni grigio scuro, molto simili a quelli del suo kariginu.
Miroku e Sota, accanto a lui, lo osservavano camminare in silenzio, sorridendo sotto i baffi.
Ad un tratto, la campana del villaggio rintoccò di una nota bassa e prolungata.
Nella capanna di Kagome ed Inuyasha, un ventaglio colorato cadde a terra per colpa di mani troppo emozionate.
In quella di Miroku e Sango, un mezzo demone fece fatica a conservare la maschera di controllo che si era imposto.
E lentamente, come trattenuti da corde robuste ed invisibili, i due sposi si avviarono al Goshinboku.

***

Il palco di legno era chiaro, proprio come Rin l’aveva immaginato, e cosparso di rampicanti verde scuro e fiori, foglie d’acero rosso e piccole bacche, come voleva Sango.
Kagome, tremante ed eccitata al punto che credeva che il cuore le sarebbe esploso nel petto, camminava a testa alta tra la gente del villaggio riunita per l’occasione.
Inuyasha, seguendola di poco, non le staccava gli occhi di dosso; l’aveva vista uscire, ed era entrato in una sorta di stato catatonico molto simile a quella sera del dieci Agosto di appena un anno prima.
Sospirarono, imponendosi di restare calmi, inconsapevoli di compiere lo stesso gesto.

Il nonno di Kagome, la vecchia Kaede e Mizuumi li attendevano sul palchetto, silenziosi ed immobili.
Una brezza gentile soffiava tra gli alberi del bosco, mischiando i profumi e facendo frusciare le foglie, strappandone alcune che cadevano a terra danzando un lento.
Giunti davanti ai sacerdoti, i due ragazzi si fermarono, in silenzio. La tensione passava tra loro come le scariche elettriche nelle nubi di un temporale, mentre la signora Higurashi già si asciugava una lacrima dispettosa.
I tre sacerdoti adempirono al rito di purificazione, lavandosi accuratamente le mani, e recitarono le preghiere di rito, poi Mizuumi porse ai due sposi un vassoio con due piccole coppe colme di sakè e una ciotola di riso, da cui essi bevvero e mangiarono per tre volte.
Nulla si muoveva nella radura; sembrava che il mondo si fosse fermato per vedere infine la piena realizzazione di quell’amore.
Quando anche l’ultimo sorso rituale di sakè fu bevuto, Inuyasha trasse un profondo respiro.
Come sposo, toccava a lui pronunciare per primo il giuramento.
- Su tutti i kami…su ogni goccia d’acqua che cade dal cielo ed alimenta questo mondo…su ogni creatura che abita questa terra, adagiata sul mare come foglie gettate da un vento capriccioso…io ti giuro, Kagome Higurashi, che ti amerò con tutto me stesso, ti sarò accanto fino alla fine dei miei giorni ed anche oltre, e che ti proteggerò anche oltre i confini della vita. E ti chiedo di essere mia sposa.-
Kagome lo guardava rapita, il cuore ormai ben oltre la soglia dell’infarto, le gambe molli ed un rivolo piacevolissimo di sudore gelato lungo la schiena.
Inuyasha le sorrise leggero, invitandola a pronunciare il suo giuramento, mentre Kaede ed il nonno della ragazza offrivano sacrifici ai kami per propiziare l’unione.
- Su tutti i kami.. su ogni goccia d’acqua che cade dal cielo ed alimenta questo mondo…su ogni creatura che abita questa terra, adagiata sul mare come foglie gettate da un vento capriccioso…io ti giuro, Inuyasha, che ti amerò con tutta me stessa, ti sarò accanto fino alla fine dei miei giorni ed anche oltre, e che avrò cura di te e dei tuoi figli anche oltre ai confini della vita. E ti chiedo di essere mio sposo.-
La madre di Kagome soffocò un singhiozzo, mentre Kaede porgeva ai due giovani gli anelli.
Il vecchio Higurashi pronunciò il giuramento dei due sposi per i kami battendo il ventaglio in testa ad entrambi, guadagnandosi un’occhiata truce di Inuyasha, subito bloccata da uno sguardo di Kagome.
Le mani di entrambi tremarono, mentre si mettevano gli anelli a vicenda.
Poi, Mizuumi diede ai ragazzi due rami di bambù benedetti, decorati con nastri colorati e piccole bacche, da offrire ai kami.
Quando entrambi ebbero poggiato i rami votivi sul piccolo altare approntato per l’occasione, tutti i presenti scoppiarono in urla di gioia, in barba al rigido rituale che prevedeva, subito dopo le offerte votive, il brindisi dei parenti degli sposi.
Kagome ed Inuyasha ricevettero auguri e doni da ogni parte; sembrava che, magicamente, gli abitati del villaggio si fossero moltiplicati a dismisura. Stavano per dirigersi ai tavoli preparati per il banchetto nuziale, quando la piccola Rin, avvolta in uno splendido kimono rosa pesca ricamato con motivi di fiori e giovani arbusti dalle foglie verde tenero lanciò un gridolino di gioia.
Procedendo nella direzione opposta a quella in cui tutto il villaggio si muoveva, Sesshoumaru camminava maestoso verso la coppia di sposi.
La bambina, incapace di trattenersi e sorda ai richiami di Mekura gli si gettò in braccio, piangendo dalla gioia.
- Signor Sesshoumaru…-singhiozzò, il viso perso nella folta pelliccia del demone- siete tornato davvero…-
- Ho mai mancato la parola, Rin?-
La bambina alzò il viso verso di lui, guardandolo con occhi colmi di ammirazione e rispetto.
- No, signor Sesshoumaru…-rispose, riprendendosi in fretta. Dietro di lei, accanto a Kagome e Sango, Mekura attendeva in silenzio.
- E tu sei stata buona?- chiese il demone.
- Sì, signor Sesshoumaru. Anche Mekura è stata buona, siamo state buone e gentili entrambe. Rimarrete con noi, signor Sesshoumaru?- gli chiese, tirandolo per una gamba dei pantaloni verso gli abitanti del villaggio, che si erano ritratti impauriti e rispettosi.
- Bentornato, Sesshoumaru…-lo salutò Inuyasha, mettendo da parte, solo per quel saluto, il tono caustico che usava di solito.
- Auguri, fratello…- rispose lui, con un tono meno freddo, quasi inusuale.
La folla riprese a muoversi, e ben presto il villaggio dimenticò che in quel matrimonio particolare lo sposo era un mezzo demone ed uno degli invitati un demone che, se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderli tutti semplicemente movendo una mano.

I festeggiamenti si conclusero solo a notte fonda, quando la luna e le stelle brillavano alte nel cielo libero da nubi.
Dopo aver riaccompagnato indietro la sua famiglia e averli osservati attraversare il pozzo con una ciocca di capelli di Myaku, Kagome, accompagnata da Inuyasha, Sango e Miroku tornò verso casa.
La figlia dormiva beatamente, con la piccola bocca leggermente aperta ed i pugnetti chiusi sul petto, coccolata dal calore della madre sotto il kimono di hinezumi.
Shippo era rimasto a dormire nella capanna di Mizuumi e Kaede, e quando finalmente si separarono, giunti alle rispettive case, l’alba era quasi prossima.
Entrati nella capanna, Kagome depose Myaku nella sua culla, traendo poi un profondo respiro.
Era stanca, ed ogni fibra del suo corpo chiamava il letto a gran voce. L’avevano fatta bere parecchio, ed aveva l’impressione che la testa le galleggiasse ad una spanna dal collo, mentre la stanza prendeva a vorticare furiosamente.
Si appoggiò con la schiena ad Inuyasha, che la sorresse, solido come una roccia contro il vento.
- Sei molto stanca?- le chiese, a voce bassa.
- Un po’…ma c’è ancora una cosa che voglio fare…- gli rispose, voltandosi lentamente verso di lui.
Inuyasha avvertì il suo respiro caldo sul collo, mentre Kagome si aggrappava a lui, annebbiata dalla gioia dei festeggiamenti.
Le mani della ragazza scivolarono sul suo kimono nero, leggere come una farfalla, incendiando la sua pelle quando questa veniva sfiorata da quel tocco gentile.
Kagome cercò con le dita sottili il grosso rosario che Inuyasha portava al collo da ormai cinque anni, e lo strinse forte.
Una luce rosata si diffuse nell’ambiente, mentre con piccoli tonfi secchi le perle e le zanne che componevano il gioiello cadevano a terra, liberando il mezzo demone.
- Ecco…- gli disse, carezzandogli il viso con mani tremanti- non dovrai indossarlo mai più…-
Inuyasha non disse nulla. Si limitò a fissarla negli occhi, annegandola in due pozze dorate calme come sabbie mobili, ma proprio come sabbie mobili in grado di ghermirla ed imprigionarla per sempre.
Kagome sorrise, baciandolo leggera ed un po’ timida, e mentre gli ultimi grilli frinivano nella notte stellata, il fruscìo della stoffa che cadeva a terra nella capanna si confondeva con il soffio gentile del primo zefiro autunnale.




***
Il 'sansankudo' è il nome del matrimonio tradizionale giapponese.
Prima dell'inizio della cerimonia, solitamente la coppia usa accogliere ogni singolo invitato (tra i 20 e i 200).
Dopo di ciò v'è la presentazione dello sposo e della sposa.
E' curioso come durante la cerimonia entrambi gli sposi usino cambiarsi d'abito molto spesso, sino a due o tre volte.
La cerimonia di solito viene presieduta dal kannushi (l'officiante shintoista, una specie di prete giapponese).

La tenuta della sposa :
- tre kimono uno sull'altro: quello più esterno è l'uchikake (in questo caso iro-uchikake, cioè colorato), in pesante broccato con orlo imbottito, che non viene legato in vita. Sotto si porta il kakeshita, tipo di furisode (kimono leggero) che viene legato in vita ma lasciato lungo a terra, senza ripiegarlo per non farlo strisciare per terra. Sotto ancora, un furisode indossato normalmente. Durante il banchetto la sposa può indossare un furisode nero da sposa o un abito di stile occidentale.
- lo shiromuku, cioè tre kimono come nel primo caso, ma tutti e tre candidi e con una serie di accessori (ventaglio, obijime imbottito, borsetta, fermagli per capelli) tutti ugualmente candidi. Sul capo la sposa porta un copricapo bianco anch'esso, il cui nome significa "coprire le corna"… cosa questo simboleggi, non oso pensarlo...In realtà, il bianco simboleggia la purezza e la disposizione della sposa a far proprie le usanze della famiglia del marito, ad essere insomma come una tela candida pronta per essere dipinta, ed il copricapo simboleggia anch'esso la sua volontà di temperare il proprio carattere. Tradizionalmente remissività ed obbedienza erano le doti di una buona moglie giapponese... al ricevimento l'uchikake bianco può essere sostituito da uno colorato.

L'uomo indossa invece l'iro-uchikake, per tutta la durata della cerimonia.
L'abito è composto dai classici hakama legati dietro la vita che possono variare dal grigio al nero (sempre sulle tonalità scure) il byakue (immagino sia la casacca) e il kamon (parte superiore). Solitamente il kamon possiede ai lati del petto due sottospecie di 'pon-pon' bianchi e al centro, legato in vita una sottospecie di coccarda. C’è anche una specie di cappello tradizionale, ma non si usa più da secoli.

Passiamo alla cerimonia vera e propria.
Il kannushi entra nella sala a passo lento, lento, lento, e si para dietro un altare basso (hokora), diverso dai nostri occidentali.
I due sposi si posizionano l'uno di fronte all'altra, (in ginocchio e in piedi), e celebrano il giuramento dinanzi ad una coppa e una brocca ricolme di sakè e riso, simbolo della fedeltà e della lunga vita e/o purezza. (il nome delle coppe è Sakazuki, la brocca è detta Chooshi, e il contenitore in legno per le offerte rituali è Sanboo)
Il rito della 'bevuta' viene ripetuto per tre volte da entrambi i coniugi.
Tre ovvero :
Fedeltà, amore, ricchezza/purezza.
L'officiante pronuncia il giuramento, talvolta battendo una sorta di ventaglio sul capo degli sposi come buon augurio. Dopo la nenia del kannushi si passa allo scambio degli anelli, tradizionalmente legati da una sorta di filo bianco tra di loro.
Sopra gli sposi vengono posti dei rami di bamboo o comunque di piante sempre ben auguranti e che allontanino gli spiriti. La cerimonia di solito si conclude col discorso dell'intermediario, ovvero colui che ha permesso l'unione dei due sposi. In antichità era il padre, giacchè i matrimoni erano sempre e solo combinati. A questo punto, i parenti brindano alla salute degli sposi, bevono il sakè e vengono presentati dai padri degli sposi.

Oggi, invece, le cerimonie di nozze si svolgono spesso in hotel altamente specializzati nell’organizzare matrimoni. In effetti in Giappone questa industria è molto sviluppata e la pressione esercitata sulle ragazze affinché si sposino il prima possibile è alta. L’intera cerimonia si svolge nell’arco di mezz’ora e si conclude con la foto di gruppo (kinen shashin).
Successivamente gli invitati firmano il libro degli ospiti e presentano i loro doni in denaro all’interno di una busta.
Le ragazze nubili invitate alla cerimonia indossano il furisode, quelle sposate il kurotomesode (kimono leggero nero) se parenti di primo grado della sposa, altrimenti l’irotomesode (kimono leggero colorato).

ANTICIPAZIONI:
56- Epilogo

" So somebody bring up the lights, I want you to see...
my life's turned around, but I'm still livin' my dreams...
I've been trough it all, I've hit 'bout a million walls...
but welcome to my truth...
I STILL LOVE..."
Anastacia "Welcome to My Truth"

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Capitolo 56
*** Epilogo ***


Oddio.
Frigno già.
Sesshoumaru mi guarda e mi passa, sconsolato, l'ennesimo Kleenex.
Sono davvero incorreggibile.

Ho amato, AMO questa storia alla follia, dal profondo.
E stasera è l'ultima volta che aprirò la sezione "aggiungi un nuovo capitolo".
"storia conclusa?" Si.
Si.
Si.
Si.
Storia conclusa.
56 capitoli che, spero davvero dal profondo del cuore, vi siano piaciuti.
Vi abbiano regalato qualcosa.
Vi abbiano insegnato qualcosa che non sapevate, vi abbiano fatto divertire, smadonnare, ridere, piangere.
Piangere magari è troppo.
Commuovere.
Spero di avervi passato qualcosa. Di avervi acceso qualcosina dentro.
Anche se è stato un attimo, solo un flash lungo quanto un battito di ciglia..io ci terrei a saperlo.

La mia bambina.
La mia fanfic.
I miei pomeriggi e serate a scrivere, cercare, chiedere, farmi sgridare da mia madre perchè sbatto sempre troppo forte le dita sulla tastiera.
Quei poveretti dei clienti del negozio dove lavoro, che alle volte avevano la commessa distratta e persa in chissà quale mondo.
QUESTO mondo.
Era questo.

Aspettatevi pure un mega ringraziamento.
Devo trovare una maniera intelligente per dirvelo, e spulciare bene i ringraziamenti A TUTTA la storia.
Quindi, perdonatemi, ma ci vorrà un po'...^^
Nel frattempo, dopo questa intro che è peggio del prologo del peggior romanzetto strappalacrime della storia della scrittura, beccatevi l'angolino dei grazie canonico.
Ma per chi ha commentato...sappiate che non c'è proprio modo in cui io possa dirvi quanto bene mi avete fatto.

RYANFOREVER sì...il matrimonio alla iapponese dev'essere una cosa di grande effetto..peccato che duri pochissimo, appena mezz'ora. E che sia un po' poco attento agli sposi, alla sposa in particolar modo. O così ho letto.
Però sì. Non so cosa farei per poter mettere una volta sola nella vita un kimono come quelli che ho visto in rete, o nei film, o nelle illustrazioni dei libri che mi hanno regalato gli amici. Cose senza senso.
E per il mio ritorno sulle scene...chissà. Può darsi, se avrò un'idea decente e la maniera di svilupparla nella maniera migliore. Per farvi sempre contenti...^^

KRIKKA86 eh sì...i kimono costano davvero uno sproposito. Ovviamente, sto parlando dei kimono artigianali, cuciti e dipinti a mano. Dei veri e propri quadri da indossare, con un valore da far impallidire. Roba che si va in giro solo sotto scorta..^^
Poi ci sono quelli meno cari...fatti di stoffe sintetiche, misto seta e cotone, stampati. Belli comunque, ma DECISAMENTE più alla portata delle tasche di chiunque. Ed io un giorno ne avrò uno.è.é
Io amo molto la piccola Rin, e anche se non mi sembrava giusto piegare Sesshoumaru ad una natura che non gli era propria, perchè è un DEMONE, ho sempre creduto che, comunque, Rin non gli fosse indifferente. E i bambini sono le creature più belle dell'universo, capaci di amore incondizionato e sincero, senza scuse. E così è lei a gettarsi in braccio a Sesshoumaru, che non può fare altro che sbuffare piano e sentirsi scaldare controvoglia il cuore...^^

PICCOLA992 grazie. Farò del mio meglio per andare avanti. Ovviamente, dipende anche da Violino e Guendalina (come? Non sapete chi sono? Ah, già. Beh, forse una giorno ve lo racconterò^^)

ONIGIRI eccola qua, quella che non mi ha mai persa di vista...^^ti ringrazio davvero dal profondo del cuore. sei una fan davvero speciale, e non solo per tutti i regalini che mi fai sempre...
Per amore di accuratezza, devo dirti che le formule pronunciate da Inuyasha e Kagome sono una mia invenzione. Non ho la più PALLIDA idea di come sia la formula matrimoniale in Giappone, e così me la sono inventata. Ovviamente sono stata un po' tropo sdolcinata, ma ehi...in fondo lo sai che io sono tutta uno zucchero...^^
Tranquilla...se mai mi sposerò (pima di tutto) tu sarai di sicuro invitata. se poi dovesse essere secondo il rituale giapponese, avrai il posto in prima fila...e se sarai tu a sposarti, beh...io vorrei, se possibile, l'unità di rianimazione. A vedere troppe cose belle mi partono le coronarie...^^
Hai visto? Persino Sesshoumaru è venuto al matrimonio...(a dire la verità ce l'ho dovuto spedire un po' a calci...e comunque ha preteso una fornitura di Mikado per un anno...è.é)e non è ancora finita...^_- Grazie davvero, dal profondo del mio cuoricino troppo zuccheroso...^_^ di tutto.

ACHAORI ossanto cielo! Addirittura sognartela la notte? Ma no...così divento tinta kariginu..^^"""e per quanto riguarda Miroku e Sango...^^ leggi!

FMI89 grazie grazie grazie davvero. E felice che tu abbia deciso di farmi vedere che c'eri...per me è importante, sapere ce qualcuno si volta a guardare cosa faccio...^^

LE_MONTAGNINE e così la Ele è andata in Inghilterra eh? Beata lei...è un paese che mi attrae molto, ma che non ho mai avuto la fortuna di visitare...chissà se ci riuscirò, un giorno o l'altro...^^
Ma...una curiosità, se non è ficcanasare troppo...dal Nick deduco che viviate da qualche parte in montagna (sempre che non sia perchè il suono delle parole è grazioso^^), ma dove? Curiosità tutta mia personale...perchè, sapete, sono piemontese. E se le montagne sono quelle di qui, beh...io una merenda con voi la fare volentieri...^^

X_MOKONA tutto quello che posso dirti è che se ti impegni, ci riuscirai.
La stoffa c'è, e non è niente male. Leggi, ingoia, mastica tutto quello che ti capita a tiro, scrivi, cancella e poi scrivi di nuovo, crea, sposta, cambia...e vedrai che potrai anche superarmi...^^ Come già detto...per una storia nuova, dipende tutto da Violino e Guendalina. E dal tempo a mia disposizione, ovviamente...^^

MOON_FLOWER esatto. Era proprio questo che volevo esprimere. Kagome ha scelto Inuyasha, che è un mezzodemone.
Ma lei lo ama per ciò che è, e si fida di lui.
E non sopporta di saperlo imprigionato da un oggetto che gli aveva imposto lei quando ancora non lo conosceva. Ora, che sono insieme, che si amano, e che tutto è a posto, quel rosario non ha più ragione di esistere...

BUNNY1987 diciamo che è la fine che ho sempre sognato. Fin da quando Inuyasha nel manga cerca di far capire a Kagome i suoi sentimenti, e lei dorme appoggiata alla sua schiena...o con quel demone, che ha ucciso il bonzo dell'albero delle pesche della vita eterna, e che rischia prima di mangiare Kagome e poi di uccidere Inuyasha in combattimento, che arriviamo a tanto così *pollice ed indice destri di Rohchan si avvicinano fin quasi a toccarsi* da una dichiarazione vera, e invece nisba.
E così mi sono detta "Ora basta. Se la mossa non ve la date voi, ve la do io!" è.é
Anche se più di una mossa è uno spintone..va è questione di punti di vista...^^ Grazie, grazie davvero...ç.ç

Grazie anche a tutte le persone che hanno inserito la storia nei preferiti....siete tantissimi, e di tutti, una volta o l'altra, ho letto qualcosa...grazie davvero di cuore.

1 - 8Kanemi8
2 - achaori
3 - Akira95
4 - Alessia88
5 - Alia_chan
6 - animalcrossing94
7 - Anthy
8 - aquizziana
9 - aras95
10 - astrea87
11 - branzell
12 - bunny1987
13 - callistas
14 - Carotina
15 - cri_91
16 - crusade
17 - cucciola90
18 - DANINO
19 - desy94
20 - eddy
21 - elli_kaulitz
22 - Fin Fish
23 - fmi89
24 - fra_chan
25 - giggio
26 - giuggy21
27 - hachi22
28 - Hermes
29 - Hope35
30 - Indelible
31 - Jeppy
32 - kaggy95
33 - kaggychan95
34 - Kagome19
35 - kamura86
36 - kessachan
37 - kitsune89
38 - krikka86
39 - lady_black
40 - Lella92
41 - le_montagnine
42 - lilysol
43 - LoLa_164
44 - maryku
45 - maty89
46 - mel_nutella
47 - Mione90
48 - Moon_flower
49 - myla_chan
50 - nana93
51 - NanaHigurashi91
52 - Nancy95
53 - Nayma85
54 - nefertade
55 - Onigiri
56 - piccola992
57 - rosencrantz
58 - Roxy
59 - sackiko_chan
60 - sarettina_chan
61 - seasons_girl
62 - sesshy93
63 - Sherry
64 - stella93mer
65 - STRAWBERRY
66 - vanessa_91_
67 - x_Mokona
68 - zzzrosazzz
69 - _Aredhel_

E poi, ovviamente, a chi ha messo tutto il mio profilo nei preferiti:

1 - achaori
2 - Akira95
3 - aquizziana
4 - avalon9
5 - branzell
6 - hachi22
7 - Hermes
8 - Indelible
9 - Jeppy
10 - kaggy95
11 - lady_black
12 - mel_nutella
13 - Moon_flower
14 - nana93
15 - Nancy95
16 - Onigiri
17 - palanmelen
18 - PrinzexKikka
19 - rita14
20 - stella93mer
21 - Stray cat Eyes
22 - x_Mokona

Ok, ora la pianto davvero.
Almeno fino alla prossima volta...

Baci -umidicci di lacrime-
la vostra affezionatissima Rohchan

PS per la miseria! L'angolo dei grazie è più lungo del capitolo....O.O

56- Epilogo

Quattro anni e mezzo.
Cinquantaquattro mesi.
Tanto è passato dal matrimonio del mezzo demone Inuyasha con la ningen Kagome.

Tante cose sono successe, da quel giorno…
La piccola Myaku, per esempio.
Non una ningen, ma nemmeno un mezzo demone.
Cinque anni di furbizia, curiosità ed incoscienza,carattere mite ma capace di incendiarsi quando qualcosa la urta, occhi nocciola con riflessi d’oro e capelli d’ebano.
Una perfetta fusione tra la madre ed il padre, tra la ningen che tutta la regione conosce e il mezzo demone che fu liberato dall’Albero Sacro.

Ma la storia non finisce con loro tre.

Tre anni dopo Myaku, a Febbraio, un’altra creatura ha varcato il confine tra il mondo delle ombre e quello della vita.
Si chiama Makoto…una splendida bambina, con grandi occhi castano scuro, capelli neri come l’ala di un corvo, pelle d’alabastro.
Il riflesso in miniatura della madre.
Il carattere è, invece, quello del padre…volitivo, testardo, a tratti persino arrogante, nonostante abbia solo due anni.
E anche lei, come la sorellina, ha un’inclinazione pericolosa per tutto ciò che non è sicuro.
Ponti traballanti, gite nel bosco senza adulti, arrampicate tra i rami di alberi troppo alti per le sue giovani gambe, braci che cimiscono nel focolare e pentole colme d’acqua calda.
A tratti, da una capanna vicino al limite del bosco si sente una donna gridare, e qualcosa che somiglia vagamente ad un fulmine rosso saetta fuori, e corre a cercare scampo tra i miei rami.
Lo accolgo volentieri, ben sapendo che, nonostante tutto l’amore che lo circonda, è soltanto con me che trova definitiva pace in se stesso.

Io l’ho vegliato per cinquant’anni.

Io sono stato lo spirito che l’ha protetto, nascondendolo a chi voleva distruggerlo, così come mi era stato chiesto di fare.
L’ho riparato dalla pioggia con i miei rami, ho filtrato tra le mie foglie la luce calda del sole d’estate.

Sono stato partecipe del suo matrimonio con la donna che ama.

L’anno successivo alla nascita di Myaku, anche la Sterminatrice di demoni ed il Monaco si sono sposati.
E nove mesi dopo il matrimonio, celebrato sotto le mie fronde, il loro primo figlio è arrivato in questo mondo.
Hoshii, l’hanno chiamato.
Capelli neri, occhi blu, carattere deciso.
Tutto suo padre.

Tra poco sarà di nuovo primavera; gli alberi del bosco sono pieni di boccioli turgidi, pronti ad esplodere alla prima carezza del sole che giudicheranno adatta.
Io stesso ne sono carico.
Erano quasi sessant’anni che non succedeva.

- Sono sicura che stavolta sarà un maschio…- disse Sango, seduta sotto al Goshinboku di fianco a Kagome.
Il tronco dell’albero era comodo, ed il sole filtrava tra le foglie giovani ed i piccoli boccioli pronti ad aprirsi, creando giochi di luce sul terreno sottostante le sue chiome.
Kagome era di nuovo vistosamente incinta, e si riparava dal sole di Aprile con una mano, mentre osservava la figlia più grande giocare poco distante, in una radura colma di fiori blu, gialli e arancio.
La sua secondogenita, Makoto, era seduta di fianco a lei e giocava con una bambola di stracci che era stata della sorella.
Il suo terzo figlio sarebbe nato in Agosto, e così com’era già stato per la sorellina, sarebbe venuto al mondo a casa, nell’epoca Sengoku.
- Non so se sperare che sia davvero un maschio…-ribattè Kagome, carezzandosi distrattamente il ventre rigonfio.
Indossava ancora il kimono di hinezumi, ed i suoi lunghi capelli neri, arrivati ormai alla vita, ricadevano morbidi a terra spargendosi sull’erba tenera.
- Perché?- chiese la sterminatrice, curiosa.
- Inuyasha vuole un maschio…e ha detto che non smetterà di desiderare figli finchè non l’avrà avuto.-
- Ho capito…però tre bambini sono già più che abbastanza, secondo me.-
- Se ogni figlio è una misura d’amore, per lui sarei disposta ad averne fino alla fine dei miei giorni.- Kagome restituì la bambola a Makoto, che glie l’aveva gettata in grembo.
Sango sorrise, senza dire nulla.
- E’ un peccato che Kaede non possa essere qui, quando nascerà…-riprese dopo un poco la sterminatrice.
- Già…ha potuto solo sapere che presto sarei diventata di nuovo madre, ma non è bastato a tenerla tra noi per vedere il nascituro.-
- Era anche molto anziana, però…e comunque, Mizuumi è un’ottima miko.-
- Sì…dimostra molto più dei suoi quindici anni…-
- È buffo…- Sango raccolse una pratolina, rigirandosela tra le dita.
- Cosa?- Kagome si volse a guardarla.
- Anche tu avevi quindici anni quando ti vidi la prima volta…ed anche tu sembravi più matura della tua età.-
Makoto si alzò in piedi e raggiunse Sango, tendendo le mani paffute verso il fiore.
La ragazza glie lo diede sorridendo.
- Cie, gia…-la ringraziò, avvicinando il fiore al viso per vederlo bene.
- Prego, piccola…- le rispose Sango.
- Io ERO più matura…è qualcun altro che non è cambiato, nonostante tutto…-ribattè Kagome, sbuffando fintamente arrabbiata.
Proprio in quel momento, dal cerchio di alberi che coronava la radura in cui giocava Myaku emerse Inuyasha, seguito da Miroku e dal piccolo Hoshii.
Il bambino corse verso l’ amichetta, inseguendola nella radura.
Myaku strillava deliziata, scappando, mentre la sorellina che la guardava da vicino alla madre si limitava a sorridere e saltellare, mantenendo un equilibrio precario.
Inuyasha e Miroku si diressero verso le due ragazze sedute sotto al Goshinboku, le camicie di lino ripiegate con cura sopra il canestro colmo di pesce che il mezzo demone reggeva senza sforzo apparente.
Miroku invece portava sulle spalle una cesta colma di frutti di bosco.
Sango si alzò per salutare il marito, ma quando questi le si fu avvicinato, al posto del solito bacio del buon ritorno si vide infliggere un’occhiata di disapprovazione.
- Si può sapere perché sei fradicio?- gli chiese la sterminatrice, con tono tutt’altro che dolce.
- Ho aiutato Inuyasha a pescare…-si difese l’altro.
- Lo sai che non voglio che Hoshii si avvicini all’acqua…non sa ancora nuotare! E tu, con questi atteggiamenti irresponsabili, non fai che tentarlo!-
- Su, Sango…non ti fidi di me?- le chiese il monaco, posando la cesta e circondandole la vita con le braccia.
Sango non rispose. Si limitò a cercare di guardarlo contrita, ma quegli occhi erano troppo belli per avercela con loro per più di un secondo.
Anzi, ammise sconfitta, tutto il marito era troppo bello per avercela con lui per più di un secondo.
- Come ti senti?- chiese Inuyasha alla moglie, inginocchiandolesi davanti, la cesta col pesce sopravento. Kagome aveva la nausea, a sentirne l’odore.
- Bene…è tranquillo ora. Si sarà finalmente addormentato, voglio sperare.- gli rispose lei, guardandosi la pancia.- Sei tutto sudato…-disse poi, carezzandogli una guancia.
- È acqua…ho pescato.-
- E come hai fatto a lavarti in questo modo?-
- Sono entrato nel fiume. Come avrei dovuto prendere il pesce, secondo te? Chiamandolo?-
Kagome stava per rispondere, ma Myaku giunse ad interromperli.
Aveva in mano una collana di erba, in cui aveva incastrato ranuncoli, anemoni selvatici e piccoli nontiscordardime.
- Ciao papà!- lo salutò felice, infilandogli al collo la collana.
- Ciao piccola…-le rispose Inuyasha, dolcemente.
Era incredibile come quella bambina l’avesse cambiato. Aveva potuto più della stessa Kagome…non c’era nulla che lui non avrebbe fatto per renderla felice.
- Non ti ammalerai senza camicia?- gli chiese la figlia, dondolando da un piede all’altro, l’indice destro in bocca.
- Non ho freddo, Myaku. Lo sai che sono forte…ahi!-
Kagome sorrise, mentre Makoto si aggrappava ai capelli d’argento del padre per alzarsi.
- Ciao, Makoto…-le disse, prendendola in braccio.
- Tao papà…io voio bene papà…-
Inuyasha guardò Kagome ad occhi spalancati.
- Abbiamo imparato a dirlo mentre tu eri a pescare…- gli rispose lei semplicemente.
Il mezzo demone prese in braccio la figlia più piccola.
- Anche papà vuole bene a Makoto…- le disse, dandole una bacio sulla testolina.
- Papà, torniamo a casa? Neko è da solo…- chiese Myaku, forse un po’ gelosa della sorellina.
- Se mamma ha voglia di tornare a casa…-
Myaku si volse a guardare la madre.
- Sì…andiamo a casa.-
Kagome si alzò, un po’ goffa, e si spolverò il kimono di hinezumi. Sapeva quanto la figlia tenesse al gattino che Mizuumi le aveva regalato qualche giorno prima.
Poco più avanti, Sango e Miroku discutevano sull’impiego dei frutti di bosco che il monaco aveva raccolto.
Inuyasha si alzò a sua volta, la mano sinistra a sostenere Makoto, che aveva poggiato la testa nell’incavo del suo collo, mentre nella destra teneva il canestro di pesce.
- Sango, Miroku…noi andiamo a casa…stasera vi va di cenare da noi? Riso e pesce fresco!- disse Kagome.
Sango si voltò verso l’amica, annuendo con la testa.
- Mamma, papà…perché non invitiamo anche lo zio Secchan?- chiese Myaku, quando finalmente si furono incamminati verso casa.
- Non farti sentire a chiamarlo così!- la rimproverò la madre- Lo sai che lo zio Sesshoumaru non sopporta i soprannomi…-
- Io invece sarei curioso di vedere la sua faccia…-ribattè Inuyasha, mentre un sorriso poco rassicurante gli illuminava il viso.
- Cena con lo zio Secchan! Cena con lo zio Secchan!- si mise a gridare Myaku, saltando più in alto che in avanti, entrando nel villaggio.
La famigliola procedette verso casa, salutando di tanto in tanto qualche uomo chino negli orti, o qualche donna intenta ad intrecciare ceste, rammendare o cucire.
Vicino alla capanna a guardia del piccolo tempio videro Mizuumi, Mekura e Rin, la prima intenta ad insegnare alle altre a preparare un impiastro con le erbe.

Kagome guidava la piccola processione, il kimono di hinezumi elegantemente sollevato da terra, un occhio vigile sulla figlioletta che correva avanti e indietro seguendo una farfalla, l’intero corpo consapevole della presenza di Inuyasha dietro di lei.

Non avrebbe mai dimenticato quella stella cadente.




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