Così lontani eppure così vicini

di Azul5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


In un piccolo villaggio di campagna, uno straniero cercava un riparo per la notte. Delle nubi minacciose erano comparse in cielo e minacciava pioggia.
Lo straniero aveva già bussato a cinque abitazioni. Purtroppo, in quel piccolo luogo non sembravano essere ospitali. Era abituato a essere trattato male, ma lì la scortesia regnava in ogni dimora.
Per la strada, il giovane incontrò un anziano che gli indicò una vecchia casa fuori il villaggio.
-Forse lì troverai riparo giovanotto. Si vede che non sei di queste parti, sei vestito come un nobile sotto quel vecchio mantello nero.
-Avete l’occhio allenato signore.
-Sono un vecchio soldato in pensione e so riconoscere le persone da miglia di distanza.
-Come mai siete gentile? Qui mi hanno tutti sbattuto la porta in faccia.
-Vi ho notato qualche giorno fa qui nei dintorni. Avete cacciato dalle terre del re dei pericolosi briganti. Siete nei paraggi da parecchio. Dormivate nella foresta perché era asciutto, ma stasera minaccia pioggia. Siete sceso al villaggio per dormire al caldo e per un pasto decente.
-Analisi perfetta. Qualcosa in voi mi dice che eravate più di un semplice soldato.
-Giovanotto sono un vecchio furbo e niente di più. L’unica speranza per voi di dormire all’asciutto è la casa fuori il villaggio. Nessuno vi disturberà lì dentro. Ci abita una ragazza sola e è molto gentile. Spiegatele che non sapete dove dormire e che siete stanco per il viaggio, lei vi accoglierà volentieri.
Il ragazzo notò la distanza fra quella casa e le altre, non era normale. Non aveva mai visto una simile disposizione in altri villaggi.
-Cosa guardate?
-Quella casa è isolata rispetto alle altre. In caso di attacco, sarebbe indifesa.
-Gli abitanti di qui sarebbero felici se i briganti uccidessero quella povera ragazza. Tutti pensano che sia una strega perché si occupa di viandanti feriti, malati e povera gente. Abitava al villaggio con sua nonna quando era una bambina. A causa di una grave epidemia, sua nonna è morta e gli abitanti l’hanno cacciata dalla sua casa. Le hanno consentito di abitare in quella vecchia catapecchia solo perché hanno bisogno dei suoi infusi medicinali per febbre, tosse e altre cose. Un tempo quella casa non era che un capanno per i forestieri. La ragazza lo ha aggiustato e lo ha fatto diventare la sua dimora.
-Allora andrò a chiedere rifugio alla strega.
-Di solito nessuno va da lei. I forestieri pagano tre monete d’oro per farsi ospitare da qualcuno.
-Non ho molto denaro con me e non mi resta che sfidare questa temuta strega.
L’anziano andò via ridendo, mentre il giovanotto raggiungeva la sue meta.
 
Toc toc
Una ragazza vestita in modo semplice e con i capelli raccolti in una treccia aprì la porta. Aveva una pelle chiarissima come la sua e due occhi candidi. Era magra e non troppo alta. I suoi capelli ricordavano un cielo di notte e erano molto lunghi.
-Posso aiutarvi?
-Cerco rifugio per la notte. Tra poco inizierà a fare freddo e io non so dove andare.
-Entrate. Ho preparato della zuppa di patate, vi riscalderà un pochino. Accomodatevi vicino al fuoco, c’è una sedia.
Il ragazzo si tolse il mantello e lo poggiò su una sedia vicino all’ingresso. Vide la fanciulla tirar fuori da un baule delle lenzuola bianchissime e di fattura impeccabile. Sembravano nuove.
-Vi preparo il letto.
Estrasse dal baule anche due coperte e le poggiò sul letto, sistemando tutto. Dopo qualche minuto, si avvicinò al pentolone sul fuoco e riempì una scodella con della zuppa calda.
-Per voi.
-Grazie.
Il ragazzo vide la fanciulla guardarlo in modo strano.
-Ho qualcosa in faccia?
-No, mi dispiace avervi fissato. È che avete mangiato la zuppa senza battere ciglio. Nessuno si fida mai di me, tanto da assaggiare quello che preparo.
-La zuppa era buona e non ho più lo stomaco vuoto.
-Si vede che non siete di queste parti.
-So riconoscere una strega, ne ho incontrate diverse lungo la mia strada.
La fanciulla riconobbe lo stemma dei cavalieri del re dietro la casacca del ragazzo. Si inginocchio a terra e chinò il capo.
-Perdonatemi, non vi avevo riconosciuto cavaliere.
-Non c’è bisogno di tante riverenze. Sono solo un cavaliere.
-Per le persone comuni è obbligatorio inchinarsi davanti ai cavalieri, ordini di sua maestà.
-La gente del villaggio non si è inchinata quando ho mostrato loro il sigillo reale.
-Qui non si fidano di nessuno. Non sanno che siete voi cavalieri a tenere lontani i briganti. Pensano solo al loro bene. Come sapete che non sono una strega?
-Vi ho già detto che ho incontrato molte streghe durante i miei viaggi e non è stato piacevole.
-Erano cattive?
-Alcune. Dalla vostra espressione capisco che mi trovate freddo e impassibile. Non è mio solito mostrare emozioni.
-Vi trovo cauto. Vorrei saper fare come voi, ma il mio viso fa trasparire ogni sorta di sentimento che provo a seconda delle situazioni.
-Avete ragione, quando mi avete aperto la porta eravate stupita. Ora, invece, avete abbassato la guardia. Vi fidate di me perché vi sto parlando. Quindi siete anche ingenua.
-Non vale. Siete allenato per capire gli altri essendo un cavaliere.
-Non tutti i cavalieri capiscono le persone.
-Mia nonna mi diceva che la maggior parte dei cavalieri, un tempo, era capace di grandi prodezze. Mi raccontava di aver incontrato numerosi cavalieri e di essere rimasta sbalordita dalle loro capacità. Alcuni sapevano addirittura leggere nel pensiero.
-Tua nonna non ti ha spiegato che i cavalieri si limitano a intuire cosa pensa la gente. Non è possibile leggere la mente, a meno che il cavaliere non sia figlio di uno strega o di uno stregone e sia stato allevato da terzi.
-Sapete tante cose. Posso avere l’onore di conoscere il vostre nome?
-Concesso. Io sono Sasuke Uchiha, cavaliere di sua maestà Minato. Con chi sto parlando?
-Io sono Hinata Moon. Ho preso il cognome di mia nonna dopo l’adozione. Mi ha allevata dopo avermi trovata nella foresta qui vicino. Avevo circa quattro anni per quello che ricordo. Ora basta parlare di me, sarete stanco. Il letto è dietro questa tenda scura.
-Grazie. Domani andrò via e non vi darò più fastidio.
-Nessun fastidio. Avete salvato il villaggio dai briganti e vi devo molto.
-Mi avete visto?
-Il cavallo nero legato qui fuori è inconfondibile. L’ho visto ieri sulla collina, era solo. Poi ho sentito in lontananza dei colpi di lame e ho capito che c’era uno scontro.
-Black è corso via dopo che gli ho dato un colpo. Non potevo permettere che lo ferissero, non potrei tornare a casa.
-Da come è curato, tenete a quel cavallo. È davvero dolce.
-Avete toccato Black? È un tornado, non si fa avvicinare da nessuno tranne che da me.
-L’ho accarezzato e gli ho dato del fieno.
Sasuke si stese sul letto e non disse più una parola. Black che si faceva toccare, quello era strano. Neanche Itachi si era mai avvicinato al suo purosangue per quanto era irrequieto.
 
Il mattino dopo
Sasuke si alzò presto e trovò del latte caldo, pane, burro, formaggio, marmellata e frutta sul tavolo. Doveva aver preparato tutto quella strana ragazza. Uscì dalla casa e la trovò fuori che dava una carota a Black.
-Allora non sei così terribile.
-Guardi quanto è buono quando gli accarezzo il muso. Il cibo sul tavolo è per voi.
-Grazie. Dove siete stata questa notte?
-In casa.
-Ho sentito la porta aprirsi.
-Il signor Archer è venuto a chiamarmi alle due di notte. Un bambino stava molto male. Ho dovuto portare delle erbe al villaggio.
-Quel graffio sulla mano te lo sei fatto lì?
-Non è niente.
-Perché li aiuti se ti cacciano via?
-Perché voi li salvate, visto che non vi ospitano?
-Siete più scaltra di quanto sembri.
Quella fanciulla lo aveva colpito, doveva sapere di più sul suo conto. Sarebbe tornato da quelle parti molto presto. Era curioso di scoprire qualcosa su quella dolcissima e misteriosa fanciulla.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Era ora di tornare a lavoro. Nelle vicinanze del villaggio ancora c'erano molti briganti e Sasuke doveva tenere quella zona al sicuro. Erano giorni che era lì e aveva visto solo un gruppo di quattro briganti. Il re gli aveva ordinato di restare in quella zona fino a nuovi ordini. Molti degli abitanti dei villaggi lì intorno erano andati a lamentarsi al castello a causa dei continui attacchi dei briganti. Il re aveva deciso di inviare un cavaliere a controllare la situazione, non potendo ignorare le richieste dei suoi sudditi. Pensava di poter tornare in fretta al castello, ma si sbagliava. Aveva inviato un messaggio al re grazie a un piccione viaggiatore, ma la risposta non era stata come si aspettava. Quella mattina era convinto di potersi rimettere in viaggio verso casa. Al contrario, il re gli aveva scritto che doveva restare in quella zona perché erano stati avvistati altri briganti. Si diceva che tra loro ci fosse il loro capo. Era una buona occasione per catturarlo. Il re aveva anche inviato dei rinforzi, che sarebbero arrivati in pochi giorni. Il castello non era di certo dietro l'angolo. Sasuke aveva viaggiato giorni per raggiungere quelle zone isolate. C'erano pochi villaggi e tutti abitati da un centinaio di persone.
Una cosa positica l'aveva trovata nel restare da quelle parti, avrebbe potuto conoscere meglio quella strana fanciulla che tutti temevano.
-Avete ricevuto cattive notizie?
-Dovrò fermarmi da queste parti più del previsto.
-Allora potete alloggiare nella mia casa. Non è il massimo, ma non dovrete dormire al freddo. Da queste parti le notti sono gelide in questo periodo.
-Accetto a una condizione.
-Quale?
-Lascerete che paghi quello che mangio.
-Non serve, la maggior parte di quello che cucino viene dal mio orto. Coltivo quasi tutto qui dietro. Anche il pane è fatto in casa.
-Io mangio molto. Potrei consumare tutto quello che avete nel vostro piccolo orto.
-Vuol dire che apprezzate quello che ho coltivato e cucinato.
Il cavaliere montò a cavallo e si allontanò senza dire niente. Quella ragazza gli sapeva tener testa, non era da tutti. In vita sua, solo sua madre aveva saputo come rispondergli. Tutte le nobildonne che aveva incontrato non erano che civette che si buttavano ai suoi piedi, come anche le contadinelle incontrate durante i suoi viaggi.
Andò verso il bosco e trovò delle tracce fresche. Quella notte qualcuno era passato di lì. C'erano le tracce di più cavalli e erano profonde. Sasuke trovò anche della legna bruciata in una radura. I briganti dovevano essere passati da quelle parti per qualche motivo. Cosa stavano cercando? Aveva girato per vari villaggi e gli abitanti non sembravano avere ricchezze inestimabili.

Intanto Hinata puliva la casa. Non poteva far dormire un cavaliere in una catapecchia sporca. Non c'era molto disordine, ma lei ci teneva che fosse tutto impeccabile. Non sapeva il motivo di quella strana gioia che l'aveva invasa. Quando il cavaliere aveva acconsentito a restare, il suo io aveva esultato dentro. Non aveva mai fatto nulla del genere in passato e aveva avuto molti ospiti. Anche se nessuno aveva mai parlato tanto con lei. Tutti davano retta alle dicerie degli abitanti del villaggio. Anche se costretti a farsi ospitare, i forestieri che erano passati da lì, evitavano di guardarla e di mangiare quello che preparava. Al contrario, Sasuke non aveva neanche oderato la sua zuppa. L'aveva mangiata senza lamentarsi. Sua nonna aveva ragione, esistevano davvero cavalieri dalle doti straodinarie. Hinata era sicura che Sasuke fosse uno di loro.

Al tramonto, Sasuke tornò alla casa fuori il villaggio. Aveva seguito le tracce dei briganti fino a un fiume e da lì aveva percorso una strada rocciosa a piedi. Aveva scoperto un rifugio di briganti presso un villaggio a pochi chilometri da quello dove si era fermato. Purtroppo era vuoto e non aveva scoperto molto. Però aveva saputo che alcuni dei briganti si erano mossi verso nord. Era tardi per seguirli, ma era già qualcosa. Se si muovevano, sapevano di non essere al sicuro.
Tornato alla casa, legò il cavallo fuori e si recò subito dentro. Non trovò la fanciulla e si chiese dove si fosse cacciata. Andò verso la porta sul retro e vide la ragazza inginocchiata nell'orto.
-Cosa combini?
-Bentornato! Scusa se sono sporca di terra e in disordine. Stavo prendendo qualche patata dal terreno per prepararti qualcosa di caldo. Sono anche andata a comprarti della carne da fare alla brace.
-Non serviva.
-Mi fa piacere fare qualcosa per voi.
-Io mi ero preoccupato di scendere al villaggio prima di venire qui.
-Cosa avete comprato?
-Solo qualche mela. Ho pensato che vi farebbero comodo.
-Grazie, adoro le mele.
-Gli abitanti erano sorpresi di vedermi in piedi. Pensavano, di certo, che mi avreste lanciato un maleficio. O forse temevano che mi avvelenaste con i vostri intrugli misteriosi.
-Ecco perché la signora che mi ha venduto la carne mi ha chiesto se la cucinavo con spezie particolari. I miei vicini si preoccupano per la vosra salute.
-Sono più che sicuro che non mi avvelenerete.
Sasuke si inginocchiò per terra e aiutò Hinata a finire il lavoro.
-Vi sporcherete i pantaloni.
-Non importa. Devo sdebitarmi con voi per l'ospitalità.
-Allora potreste cominciare dandimi del tu.
-Se voi farete lo stesso.
La ragazza sorrise e guardandolo negli occhi risentì quella vocetta interiore che esultava. Lo sguardo scuro del cavaliere era profondo e pieno di mistero. Qualcosa di lui l'attirava in modo pericoloso.

Tornati in casa si ripulirono mani e faccia.
-Vi preparo della carne alla brace e un contorno di patate.
-Perfetto. Io vi porto dentro qualche pezzo di legna.
Dopo un'ora di preparazione, la cena era pronta.
-Hai anche trovato il tempo di fare il pane.
-No, oggi l'ho comprato giù al villaggio. Ho avuto molte cose da fare e non potevo impastare e aspettare che la pasta crescesse, per poi infornare.
-Tu non distingui quando qualcuno è sarcastico.
-Purtroppo no. Mia nonna mi diceva che era un bel difetto.
-Tua nonna era una signora molto saggia.
-Era una donna straordinaria. Un tempo viveva vicino al castello. Mi ha raccontato che lavorava come balia e che ha avuto l'onore di occuparsi del re quando era molto piccolo.
-Tua nonna doveva essere una nobildonna per avvicinarsi alla famiglia reale.
-Non mi ha mai detto nulla del genere. Non poteva essere una nobile, tutto ciò che possedeva era questa casa e questo ciondolo che porto al collo.
-Un ciondolo a forma di goccia. Quello che hai al collo è un diamante prezioso. Stai attenta quando vai in giro. Se qualcuno lo notasse alla luce del sole, potrebbe tentare di rubartelo.
-No, ci tengo molto a questo ricordo. È l'unica cosa mi resta di mia nonna. È andata in cielo troppo presto, ero solo una ragazzina.
Sasuke guardava la ragazza che stringeva la collana fra le mani. Era davvero dolce nel ricordare la sua nonnina. Era forte e allo stesso tempo nel suo corpicino nascondeva tanta sofferenza. Aveva preso una decisione per quella fanciulla e non sarebbe tornato indietro. Non avrebbe accettato una risposta negativa neanche da lei.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Era l’alba e Sasuke era già in piedi. Aveva appena ricevuto un nuovo messaggio del re che lo informava che gli altri cavalieri sarebbero arrivati quel pomeriggio. Era inutile uscire di pattuglia quel giorno. Doveva occuparsi di trovare degli alloggi per i suoi conoscenti. Li conosceva e non avrebbero dormito al freddo. Erano tutti valorosi cavalieri, ma abituati alle comodità. Durante molte battaglie avevano dormito al freddo e nel fango, ma per una caccia ai briganti non avrebbero rinunciato a un alloggio accogliente.
-Cosa pensi?
-Fra qualche ora gli altri cavalieri del re arrivano al villaggio. Il re ha scelto determinate persone per questa missione. Non sono tutti tipi calmi e potrebbero creare problemi al villaggio visto gli abitanti poco cortesi di questo posto.
-Se i tuoi amici vogliono, posso preparare loro dei letti. Vi procurerò tutto io, incluso il cibo. Potete creare qui il vostro campo base, non mi darete fastidio. Per la maggior parte del tempo io sto fuori casa alla ricerca di erbe mediche e di semi da piantare nell’orto.
-I cavalieri del re non sono tutti gentili. Potrebbero fare baccano tutta la notte se ne hanno voglia. In più, alcuni amano il vino.
-Posso comprare anche quello al villaggio.
-Hinata sono tutti uomini, non è opportuno.
-Sono sicura che i cavalieri del re non farebbero mai nulla di sconveniente.
-Hai troppa fiducia nelle persone. Basta vedere con quanta gentilezza tratti le persone che ti disprezzano.
-Non posso negare aiuto a chi ne ha bisogno.
-Non hai capito niente.
Sasuke uscì dalla casa e si mise a spaccare qualche pezzo di legna per sfogarsi. Hinata lo osservava dalla finestra mentre preparava delle torte di mele per gli ospiti. Le parole di Sasuke l’avevano confusa, non capiva se volesse proteggerla o incoraggiarla a fare qualcosa. Era difficilissimo parlare con quel ragazzo.
Pronta la prima torta, Hinata la portò fuori al moro. In mano aveva anche un bicchiere di latte. Sasuke stava lavorando molto e aveva bisogno di energie.
-Grazie. Non dovevi disturbarti.
-Ne ho infornate anche altre per i tuoi amici. Pensi che saranno di loro gradimento?
-Mangiano di tutto e credo che divoreranno tutto quello che cucini.
-Allora accetti di fermarti qui.
-Non saprei dove farli dormire. Il re mi ha affidato il comando e è mio dovere tenere quelle teste calde sotto controllo.
-Sono lieta che tu abbia cambiato idea. Corro al mercato a comprare pane, frutta, formaggio e altre cose. Mi servono anche altre coperte. Sforno le torte e vado.
Hinata si dedicò per trenta minuti alle sue torte, spense il piccolo forno a legna poggiato vicino a una parete e corse al mercato. Non si era neanche accorta di essere seguita a poca distanza da Sasuke.
-Sei veloce.
-Mi stai seguendo?
-Voglio aiutarti. Non credo che riuscirai a portare tutto da sola.
-Non sono così debole.
-Non mettere il broncio, non volevo offenderti. Ho notato che sei capace di badare a te stessa.
Girarono tutto il mercato alla ricerca di quello che gli serviva. Sasuke notava le occhiatacce degli abitanti. Non facevano che vociferare e fissarli. Quelle persone sapevano essere davvero perfide con quella ragazza.
-Attenzione a non fissare la strega piccolo mio, potrebbe lanciarti una maledizione e farti diventare orribile- disse una signora al figlio.
-Mio cugino mi ha detto che ha fatto ammalare la moglie perché era gelosa della sua bellezza- disse un’altra donna.
-Che crudeltà.
Hinata continuava a camminare senza badare alle chiacchere. Era abituate alle loro dicerie, per non parlare delle offese. Sasuke si chiedeva come avesse fatto a sopportarli per tanto tempo. Lui avrebbe reagito sbattendoli in una prigione o ancora peggio. Non era un tipo calmo e non sopportava certe cose.
La ragazza si fermò davanti a un banchetto e chiese al venditore il prezzo delle coperte.
-Tre monete per quelle grandi, due per quelle piccole.
-Sono abbastanza calde. Ne prendo sette di quelle grandi.
-Sono diciotto monete.
-Scusi signore ma il prezzo è sbagliato.
-Volete insegnarmi il mestiere, siete solo una poveraccia analfabeta.
-Io volevo solo dirle che le devo ventuno monete e non diciotto.
-Siete stato sgarbato e non compreremo da voi. Lei voleva solo farvi notare un piccolo sbaglio.
Sasuke prese Hinata per un braccio e l’allontanò dalla bancarella.
-Cercheremo altrove.
-Sasuke fermati. Sasuke.
La trascinò in una strada isolata e la guardò dritta negli occhi.
-Non permettere a nessuno di trattarti in quel modo. Non sei una pezza, sei una ragazza.
-Stai urlando.
-Non ti chiederò scusa perché ho alzato la voce. Odio vedere certi atteggiamenti. Odio la gente arrogante che si approfitta degli altri.
-Perdonami, è colpa mia se sei adirato.
-No, ti sbagli. È colpa di queste persone se sono arrabbiato. Ora continuiamo il giro, prima che li arresti tutti. Sappi che ne avrei l’autorità.
-Non sarebbe giusto. Ognuno è libero di pensare quello che vuole.
-Non di offendere.
Comprarono coperte, lenzuola, frutta, carne, formaggio, latte, pane e verdure varie. Rientrarono e Hinata preparò un vero banchetto per i cavalieri. Sasuke, nel frattempo, riparò la recinsione dell’orto nel retro e piantò qualcosa vicino al muro della casa. Al mercato aveva comprato qualcosa per la ragazza e lo aveva nascosto nella sua sacca. Le avrebbe fatto un bel regalo per fare la pace. Erano ore che erano rientrati e non si erano scambiati una parola o uno sguardo. Ognuno era occupato nei propri compiti e non badava all’altro. Sasuke lo faceva perché era troppo cocciuto per chiedere scusa, aveva esagerato al mercato. Hinata aveva paura di un’altra reazione negativa del moro.
 
Dopo due ore di duro lavoro, Sasuke rientrò in casa tutto sporco. Una volta dentro vide il salottino della casa completamente trasformato. Hinata aveva preparato sei letti per gli altri cavalieri. Erano tutti allineati uno di fianco all’altro.
Hinata decise di rompere il ghiaccio. Era inutile aspettare che lui facesse il primo passo. Per quel poco che lo conosceva, sapeva che poteva essere davvero ostinato. E poi lui sembrava sempre voler mantenere la sua aria fredda e scura.
-Come ti sembra?
-Potevi aspettare il mio rientro.
-Pensi che non piacerà ai tuoi amici?
-No, è perfetto. Ti sarai affaticata.
-No, sono abituata a lavorare. Mi sembrava di avertelo già detto. Ho anche preso un altro tavolo dal ripostiglio e sistemato le portate fredde.
-Divoreranno anche le posate quando saranno qui. Ora vieni con me per un momento.
Hinata seguì il moro sul retro e vide dei fiori vicino alla recinsione.
-Sono stupendi. Quando li hai comprati?
-Mentre eri occupata a testare la morbidezza delle coperte al mercato. I cavalieri non baderanno a certe cose.
-Mi hai detto che molti di loro sono nobile e saranno abituati al meglio.
-Sanno che devono abituarsi a tutto senza fare capricci. Non sono nobildonne in vacanza, hanno una missione.
-Capisco perché ti hanno affidato il comando.
Sasuke mostrò a Hinata tutte le migliorie apportate sul retro della casa e lei ne fu felice. Non sarebbe mai riuscita a fare tutte quelle cose. Primo non era così forte da sollevare dei pezzi legno tanto grandi per la staccionata, secondo non era così brava.
-Chi ti ha insegnato a fare tante cose?
-I miei genitori. In parte, è anche opera di mio fratello, ma non dirgli che te l’ho detto.
-Non credo che incontrerò mai tuo fratello.
-Non si può mai sapere.
-Anche lui è un cavaliere del re?
-No, lui è un consigliere. Lavora al fianco del re per il bene del regno. Diciamo che noi lavoriamo sul campo e lui ragiona insieme al re. È un bravo consigliere, ha fatto molto per i contadini del regno.
-Perché non gli dici queste cose?
-Il rapporto fra me e Itachi è complicato. Ora sarà meglio rientrare.
-Giusto, fra poco arrivano i tuoi amici. Ti preparo un bagno caldo. Ho adibito una zona della casa per i bagni. C’è anche una zona esterna per chi vuole lavarsi.
-Bene, userò la zona esterna per non sporcare. Prendo gli abiti dal mio sacco e mi preparo. Tu riposa, quando arriveranno gli altri, sarai piena di cose da fare.
-Non ti ho ancora detto una cosa.
-Ti ascolto.
-Grazie.
 
Sasuke si lavò e si vestì velocemente. Mancava poco all’arrivo degli altri e li avrebbe dovuti tenere a bada. Non dovevano andare al villaggio a fare casini e non dovevano approfittarsi della gentilezza di Hinata. Li conosceva bene alcuni e erano delle vere teste calde. Sicuramente quella sera avrebbero voluto andare a rimorchiare al villaggio, ma non se ne parlava. Erano lì per una missione e non per divertirsi. Dopo aver arrestato qualche brigante, si sarebbero potuti divertire, senza rilassarsi troppo. Sentì dei cavalli nitrire e corse davanti l’ingresso. Era opportuno spiegare loro le regole e i suoi piani d’azione prima che si sistemassero dentro. Era un tipo che metteva subito le cose in chiaro e gli altri cavalieri lo sapevano bene.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Sasuke vide i suoi compagni cavalieri smontare da cavallo e avvicinarsi alla casa.

-Questa è il campo base che hai scelto? Non mi sembra molto accogliente.

-Kiba sei qui in missione, non in vacanza. Comportati bene quando sei qui. Metto in chiaro subito che nessuno di voi ha il permesso di andare al villaggio senza un mio ordine. Siete qui per trovare dei briganti.

-Sei sempre troppo serio e ligio al dovere- rispose un cavaliere dall'aria tetra e spettrale.

-Kabuto vedi di non combinare guai con i tuoi intrugli. Siamo ospiti in questa casa e vi chiedo di non trasformarvi in barmari come al solito.

Kabuto e Kiba non erano molto contenti di ricevere subito rimproveri dal moro. Come al solito era stato assegnato al comando e non faceva che riempirli di regole. Era più divertente quando al comando c'era Naruto o Shikamaru. Potevano sparire ogni notte e divertirsi qualche ora, senza il rischio di essere scoperti.

-Non vi è permesso uscire di notte per andare al villaggio. Gli abitanti qui non vedono di buon occhio gli stranieri.

-Kiba ascolta il comandante- disse un cavaliere con la bocca coperta da un'ampio fazzolletto e il capo coperto da un cappuccio.

-Shino non rompere le scatole. Sempre a fare il primo della classe.

-Siamo qui per ordine del re e non per divertirci. E poi mi sembra che avete delle fidanzate ad attendervi al castello.

-Non siamo sposati e ci possiamo ancora concedere qualche avventura- rispose Kabuto scocciato.

-Non sarebbe corretto nei confronti delle vostre dame- rispose un cavaliere gigantesco.

Il suo nome era Choji e era alto e robusto. Sulle spalle trasportava un grosso sacco con varie provviste.

-Non serviva portarsi dietro da mangiare. Ho provveduto a tutto.

-Non si sa mai comandante. A me piace viaggiare con tanto cibo in caso mi venga fame.

-Choji non cambierai mai- disse Shikamaru smontando da cavallo.

Shikamaru era un ragazzo molto magro. Al castello si diceva che fosse un grande giocatore di scacchi e un ottimo stratega militare. Quasi al pari di Sasuke Uchiha.

-Siete tutti o il re mi riserva sorprese?

-Manca Neji. Si è fermato fuori il bosco a controllare delle tracce fresche. Ha detto di non voler perdere tempo. Non vede l'ora di tornare al castello per rivedere la contessa Ten Ten. Una settimana fa si sono fidanzati ufficialmente.

-Shikamaru sei un pettegolo- disse Kiba ridendo.

-Lo sanno tutti al castello, visto che la contessa Sakura e la contessa Ino chiacchierano molto- rispose Shikamaru.

Kabuto e Kiba entrarono in casa e poggiarono i loro sacchi e le spade su due letti.

-Dovrò dormire con voi di fianco. Non russare Kiba.

-L'unico che russa è Choji qui dentro. Prenditi un intruglio se non vuoi sentire rumori caro Kabuto.

-Sempre simpatico Kiba.

Kiba e Kabuto si girarono verso il tavolo e videro una ragazza. Hinata stava finendo di sistemare le portate sul tavolo.

Sasuke entrò in quel momento e vide i suoi amici fissare la ragazza.

-Entrate tutti- ordinà Sasuke.

Si avvicinò a Hinata che fece un inchino vedendo entrare tutti i cavalieri.

-Vi presento la padrona di casa. Lei è Hinata. Ci accoglie in casa sua senza farci pagare niente, quindi non siate sgarbati.

-Vedrai che ti chiederà qualcosa in cambio prima di andare via.

-Taci Kabuto- ringhiò Sasuke.

Kabuto non sopportava per niente l'Uchiha e stava per saltargli addosso. Shikamaru dovette trattenerlo per un braccio. Conosceva bene i due e avrebbero potuto ingaggiare una lotta in pochi secondi. Conosceva anche i loro trascorsi e non era la prima volta che litigavano in quel modo.

-Non fare stronzate come tuo solito. Sasuke ha ragione, siamo ospiti e devi ragionare prima di parlare. Abbi rispetto per gli altri per una volta e non ti comportare da nobile viziato.

 

Sasuke fece le presentazioni in modo adeguato.

-Lui è Shikamaru. Non avrai problemi con lui, tranne che terrà le candele accese tutta la notte per leggere o per giocare a scacchi contro Neji. Arriverà fra poco.

-Lui è Choji. Se rimaniamo molto, dovrai procurarti molte scorte. Mangia moltissimo.

-Sasuke ha ragione. Dal profumo capisco che siete una brava cuoca. Già mi state simpatica.

-Grazie signore- disse Hinata inchinandosi.

-Lui è Shino. Non parla molto e non farci caso se non ti saluta o non risponde.

-Piacere di conoscerla signore.

Shino si avviò verso un letto e ci poggiò le sue cose. Hinata rimase perplessa. Le parole di Sasuke descrivevano alla perfezione i suoi compagni. Era una cosa incredibile.

-Lui è Kiba. È un vero rompiscatole e potrebbe tentare la fuga la notte. Se lo vedi uscire, avvertimi subito.

-Sei uno scocciatore Sasuke. Vi prego signorina, non dite al comandante delle mie marachelle. È più forte di me, non posso stare chiuso in casa dopo una giornata alla ricerca di briganti. Sono uno spirito libero.

Hinata guardò perplessa il moro. Le si avvicinò e le sussurrò qualcosa nell'orecchio.

-Non fare caso alle sue suppliche, non è così disperato. Deve solo imparare un po' di disciplina.

Alla fine, si avvicinò Kabuto che guardò Hinata in modo strano. Hinata si sentiva quegli occhi addosso e non le piaceva. Qualcosa dentro le diceva che doveva stare alla larga da quel tipo.

-Lui è Kabuto.

-Buonasera signore!

-Si vede che non sei ben educata. Non ci si veste in quel modo per accogliere dei cavalieri. Anche la casa è poco accogliente.

-Kabuto smettila subito. Si è impegnata molto per darvi un rifugio caldo e confortevole.

-Uchiha non ti ho mai visto scaldarti tanto per una femmina.

Con grande sorpresa del moro, Hinata seppe rispondere bene al cavaliere.

-Se la dimora non è di vostro gradimento, in paese saranno più che lieti di accogliervi a braccia aperte. Dopo che li avrete pagati profumatamente.

-Piccola insolente frena la lingua.

-Kabuto sei ospite, vedi di comportarti bene. Non te lo ripeterò più.

-Prima o poi me la pagherai Uchiha.

Kabuto si allontanò adirato e Hinata riuscì a rilassarsi. Pensava di aver fatto un guaio rispondendo al cavaliere e le era mancato il respiro per qualche secondo. L'ultima cosa che voleva era creare problemi a Sasuke.

-Non ti preoccupare, lui fa sempre così. Si è lamentato anche della sua stanza al castello del re quando è stato nominato cavaliere. Non è mai abbastanza per lui. Non ti lasciar turbare dalle sue parole.

 

Dopo quindici minuti arrivò un altro cavaliere davanti la porta. Bussò e Hinata corse ad aprire.

-Si trova qui il comandante Uchiha?

-Sì, prego entrate.

-Finalmente sei qui. Il caro comandante vorrà elencare anche a te le sue regole. Sappi che è proibito andare al villaggio.

-Kabuto non essere infantile e ascolta quello che dice il comandante.

-Hai trovato qualcosa?

-Solo delle tracce che si fermavano in fondo alla valle. Poi i briganti sembrano essere spariti. Devono usare qualche trucco per non farsi seguire.

-Grazie per il lavoro Neji. Puoi poggiare la tua roba laggiù.

-Un campo base migliore di quello a est dello scorso mese.

-Ricordo bene il villaggio Seiji. Era pieno di insetti viscidi. Tutto sembrava in abbandono e ci siamo dovuti anche prendere quelle pillole schifose della dottoressa Tsunade per non rischiare un'infezione- disse Kiba.

Ripensandoci gli venivano i brividi dietro la schiena.

 

Sasuke si avvicinò di nuovo a Hinata che si inchinò davanti a Neji.

-Lei è la padrona di casa. Ha deciso di aiutarci ospidandoci qui. Hai proteste?

-No, la casa mi sembra perfetta.

Si misero tutti a tavola, inclusa Hinata, e Kabuto ebbe da ridire.

-Una popolana non può mangiare con dei cavalieri.

-Scusate non lo sapevo.

-Non dargli retta. Kabuto ti ho già detto di tenere a freno la lingua. Hinata è la padrona di casa e ha il diritto di sedersi alla sua tavola.

-Non fa niente Sasuke. Mangerò fuori mentre finite.

Hinata si alzò velocemente e corse fuori con un fazzolletto e una ciotola in mano. Non voleva che Sasuke la trattenesse facendo brutta figura davanti ai suoi amici. Era stato gentile con lei e non voleva creare problemi. Non voleva che litigassero per causa sua.

Sasuke vide Hinata uscire dalla casa e si alzò in piedi.

-Ascoltami bene Kabuto, vedi di comportarti meglio o ti rimando indietro.

-Cosa ti sconvolge tanto di quella ragazza?

-Si è disturbata tanto per accoglierci al meglio e la ringrazi cacciandola dalla sua casa. In più, qui le notti sono gelide.

-Allora? Un po' di freddo non ammazza nessuno. La poveraccia sarà abituata a patire le basse temperature.

Kiba rise per la battuta e Sasuke lo guardò malissimo.

-Non tollero certi comportamenti. Vedete di non fare più cose di questo genere o farò rapporto al re. Sappiate che non sarebbe piacevole, soprattutto per voi due- disse guardando Kiba e Kabuto.

Afferrò il suo piatto e uscì dalla casa. Vide Hinata seduta sulla panchina in marmo vicino al recinto e le si avvicinò lentamente, per non spaventarla. Le poggiò il mantello sulle spalle e si sedette accaonto a lei.

-Non dovreste mangiare con me? Non è l'etichetta.

-Il mio dovere l'ho fatto. Sono il loro comandante, non la loro balia. Posso scegliere con chi voglio mangiare.

-Farete una brutta figura per causa mia.

-No, Kabuto non diceva il vero. Non abbiamo l'obbligo di mangiare solo con nobili. Sappi che il re, più volte, si è seduto a tavola con dei contadini. La dottoressa del castello non è una nobile e il re la lascia vivere nelle mura. Parla continuamente con lei e si fida delle sue parole.

-Un re molto saggio.

-Su questo hai ragione. Cosa ti ha spaventata?

-Potevo crearti problemi e non voglio. Sei stato gentile con me e ti devo molto. L'utima cosa che voglio è creare litigi fra te e loro.

-Kabuto è una testa calda e dirà altre cose simili. Non badare a lui.

-Grazie.

 

Nel tardo pomeriggio, Neji e Shikamaru uscirono a cavallo e pattugliarono i dintorni del villaggio. Intano, Kiba e Kabuto si dedicavano ai loro allenamenti nel giardino davanti la casa. Shino e Choji erano scesi al villaggio in cerca di altri viveri. Sasuke gli aveva dato il permesso. La permanenza in quel luogo si preannunciava lunga.

 

Hinata e Sasuke erano in casa e chiacchieravano mentre lei faceva le pulizie.

-Lascia che ti aiuti.

-Non serve, ho quasi finito. E poi non mi sembri portato per certe cose.

-Pensi che non sia in grado di spolverare e lavare i piatti.

-Non lo so, non ti ci vedo.

-Guarda che non ho i domestici che mi fanno tutto. Non sono un riccone.

-Sei un nobile e sono sicura che sei pieno di domestici che fanno delle cose al tuo posto.

-Ragazzina sembra che tu voglia sfidarmi.

Scoppiarono a ridere. Era incredibile l'intesa che si stava creando fra loro. Si punzecchiavano e allo stesso tempo si divertivano fra loro. Sasuke non rideva mai, però si capiva che gli piaceva passare del tempo con lei. A lei non dispiaceva chiacchierare con lui.

 

Kabuto entrò in casa e vide Sasuke che parlava con Hinata. Erano in piedi davanti al fuoco e sembravano conoscersi da anni. Sembravano amici o forse qualcosa di più.

-Sasuke ti ricordo che hai una dama che ti attende al castello.

-Kabuto cosa blateri?

-Volevo solo ricordare al mio comandante che c'è una dama che lo aspetta da anni.

Il cuore di Hinata perse dei battiti a quella notizia. Si era forse messa in testa di poter piacere a un cavaliere come Sasuke, che illusa. Lei era solo una sempliciotta mentre lui era un grande e coraggioso cavaliere del re. Sicuramente la donna che lo attendeva era bellissima e era nobile.

-Scusate, esco a raccogliere delle erbe.

Hinata afferrò il suo mantello e corse fuori verso la foresta.

-Non ti smentisci mai.

-Io ho detto solo la verità mio caro comandante. Non puoi negare.

-Cosa vuoi?

-Solo rovinarti la giornata. Ho visto come ti guarda, ma per non è lo stesso. Lei non potrà mai essere all'altezza del grande Sasuke. Tu brami potere e gloria e non puoi ottenerle al fianco di una semplice contadina.

-Ti sbagli come sempre sul mio conto.

Sasuke corse fuori. Si era scontrato quasi con Neji, Kiba, Shikamaru, Choji e Shino. Andava di fretta e neanche si era fermato a parlare loro. La sua priorità era trovare Hinata e spiegarle tutto. Non voleva che si creassero malintesi fra loro.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Sasuke aveva afferrato il suo mantello e la sua spada e era uscito di corsa dalla casa. Prima di uscire dal giardino aveva quasi travolto i suoi amici. Fecero tutti una faccia perplessa vedendolo correre a piedi verso la foresta. Non sapevano nulla di un pattugliamento improvviso. Sasuke aveva come suo solito il viso serio, ma era anche nervoso. Shikamaru guardò verso la porta della casa e vide Kabuto con un ghigno sul volto. Aveva combinato qualcosa per far uscire di corsa il comandante Uchiha.
-Quando crescerai Kabuto?
-Io non ho fatto nulla di errato. Si è ficcato da solo in questo guaio. Questa volta non potete accusarmi di niente.
-Non ti credo per niente. Sasuke avrà un buon motivo per essere uscito di corsa- disse Choji.
-Sarà andato al villaggio a divertirsi. Il comandante può fare quello che vuole a differenza nostra.
-Taci Kiba. Sasuke andava verso la foresta. Se pensassi meno alle sottane delle tue corteggiatrici e di più ai dettagli, lo avresti visto- disse Neji con molta pacatezza.
-Quanto siete noiosi- risposero in coro Kiba e Kabuto.
-Dobbiamo seguirlo?- domandò Choji a Shikamaru.
-No, sa sempre cosa fare. Ha sicuramente un buon motivo per correre in quel modo.
 
Sasuke non aveva visto in quale direzione era andata Hinata e si era messo a cercarla seguendo delle tracce. La foresta era immensa e poteva essere ovunque. Era pieno di impronte, quella era una zona di passaggio per arrivare ai due villaggi ai margini della valle.
In pochi giorni si era affezionato a quella ragazza, anche se non lo avrebbe mai detto ad alta voce. Le doveva una spiegazione. Era scappata via come una furia. Dalla sua reazione aveva dedotto che anche lei teneva molto a lui.
 
Hinata si era fermata in una radura a raccogliere delle erbe medicinali. Non si era accorta che il cavaliere si era messo sulle sue tracce e non pensava minimamente che l’avrebbe cercata. Si era seduta sull’erba e si era messa a cercare le piante che le servivano. Era agitata e non riusciva neanche a distinguere un’ortica da una pianta per creare un unguento contro le infezioni. Erano anni che faceva quelle cose e ora era così confusa che le sembrava di non saper fare niente.
All’improvviso, un uomo a cavallo si fermò nella radura. Hinata vide una figura incappucciata smontare da cavallo e avvicinarsi. Quel tipo non aveva un’aria amichevole. Poi la ragazza notò un tatuaggio sulla mano dell’uomo e lo riconobbe subito. Era un brigante della valle.
-Guarda, guarda cosa ho trovato sulla mia strada. Non sai che è proibito prendere le piante da questa foresta. Devi pagare un tributo al mio capo per avere quelle.
-La foresta non appartiene ai briganti.
-Da oggi è tutta nostra. Paga o dovrò scortarti dal mio capo e non è un tipo socievole.
L’uomo si tolse il cappuccio e si presentò, come se fosse normale.
-Io sono Deidara, esperto brigante in torture e esplosivi.
-Tu sei l’uomo che ha ucciso i genitori di cinque orfanelli del villaggio.
-Ti riferisci a quelle cinque coppie che facevano una scampagnata lungo il fiume fuori la valle. Sono io il colpevole, mi hai scoperto. Come hai fatto?
-Hai fatto esplodere quelle povere persone solo per divertimento. Non ti vergogni?- disse Hinata alzandosi in piedi.
Non si sarebbe fatta intimidire da quel tipo. Non era una ragazzina sprovveduta. Aveva combattuto contro il disprezzo degli abitanti del villaggio, aveva visto sua nonna morire e tanta sofferenza. Non si sarebbe fatta catturare da quel tipo, diventare la serva di un brigante non era nei suoi piani.
-Sei coraggiosa a parlarmi in questo modo. Visto che non vuoi pagarmi, ti porterò dal capo. Una nuova serva nel suo harem lo renderà felice. Oggi ha la luna storta.
Hinata tentò di scappare, ma Deidara le bloccò il passaggio. Ci provò di nuovo. Era troppo lenta.
-Ti piace giocare. Sarai accontentata.
Deidara estrasse una frusta dalla cintura e la fece schioccare sul suolo.
Hinata indietreggiò di qualche passo vedendolo alzare l’arma. L’uomo era ancora più spaventoso di prima con quella cosa in mano. Si leccò le labbra in modo mostruoso. Godeva nel vedere gli altri scappare sotto le sue minacce.
-Se ti faccio qualche graffio, il capo non se la prenderà di certo.
Deidara lanciò la frusta contro Hinata che continuava a indietreggiare per non farsi colpire. A ogni passo si avvicinava di più. La mora diede le spalle al pazzo e iniziò a correre più veloce che poteva. Quella radura sembrava non finire mai, non trovava l’uscita. La paura le giocava brutti scherzi.
Dopo dieci minuti, la ragazza cadde a terra. Deidara l’aveva afferrata per la caviglia con la frusta.
-Ti conviene restare a pancia in giù o potrei farti dei graffi sul viso. Non vorrei che perdessi valore, sei abbastanza carina. Al mio capo piacciono le ragazze carine, quindi non ti danneggerò troppo.
Deidara alzò la frusta e colpì Hinata sulla schiena. La mora non voleva darla vinta all’uomo e trattenne un urlo. La prima frustata le aveva lacerato il vestito dietro la schiena.
-Questa era lieve, era per farti abituare. Le prossime saranno dolorose e urlerai dal terrore. Ah ah. Amo quando piangete e urlate.
Deidara si allontanò di un passo e si preparò a colpire la mora per la seconda volta. Questa volta il colpo sulla schiena fu più forte e Hinata non riuscì a trattenere un urlo di dolore.
-Ahhhhhhhhh.
Sasuke sentì il grido della ragazza e corse verso la radura. Doveva correre più forte che poteva. Doveva raggiungerla. Aveva il fiatone ma non importava.
Arrivato alla radura, vide Hinata stesa a terra e un uomo dietro di lei. Lo osservò bene e vide il tatuaggio. Era un brigante della valle. Vide anche che aveva una frusta in mano. Si avvicinò con cautela per non farsi sentire e i suoi occhi si posarono sulla schiena della mora. Quel bastardo aveva osato colpirla con un’arma.
-Prenditela con me se ci riesci.
-Ah ah ah. Un cavaliere di sua maestà. Finalmente mi divertirò per qualche minuto in più. I poveracci durano poco.
-Sei un pazzo omicida. Hai ucciso tu le famiglie al fiume.
-Erano solo coppiette che raccoglievano legna per l’inverno. Non mi è dispiaciuto farli saltare in aria con il mio speciale esplosivo.
-Vigliacco. Te la prendi con gente innocente.
-Ragazzina parli ancora. Sei resistente, piacerai al capo.
Sasuke sguainò la spada. Non avrebbe portato Hinata nel covo dei briganti e soprattutto non l’avrebbe toccata con quelle luride mani. Aveva un fuoco dentro che bruciava e non si sarebbe spento facilmente. Il brigante non l’avrebbe passata liscia.
Deidara tentò di colpire Sasuke con la frusta, ma ogni colpo era vano. Era ora di usare i suoi pugnali.
-Stai fermo così ti infilzo.
Sasuke evitò tutte le armi e colpì l’uomo con un pugno allo stomaco. Il colpo mise in ginocchio Deidara. Era stato molto potente, sembrava che lo avesse investito una mandria di tori impazziti. Guardò dritto negli occhi il suo avversario e vide il buio. Quegli occhi erano una voragine che lo stava inghiottendo. Non poteva combattere più, ogni forza veniva meno.
Deidara si rese conto che era finita quando si ritrovò legato a un tronco. Era svenuto per qualche secondo, eppure era sembrata un’eternità. Quel cavaliere era mostruoso, aveva qualcosa che faceva più paura di lui.
 
Sasuke raggiunse Hinata e l’aiutò ad alzarsi.
-Grazie- disse Hinata prima di poggiarsi a lui.
Aveva un forte dolore alla schiena e non ce la faceva a stare in piedi.
-Devo medicarti subito per non rischiare un’infezione. Andiamo a sederci laggiù. Ce la fai?
-Sì, sono stata peggio.
Hinata si ricordò di essere nuda sulla schiena e tentò di coprirsi in qualche modo.
-Posso fare da sola.
-Non scherzare. Devo controllare che la ferita non sia profonda e passarti questa medicina su tutta la parte lesa. Poi di metterò delle bende.
-Non puoi sporcarti le mani per una mia ferita.
Sasuke obbligò Hinata a sedersi su un masso.
-Ora stai ferma.
-Mi dispiace. Ti faccio perdere del tempo quando hai tante cose da fare.
-L’importante è che tu stia bene.
Hinata sentiva il cuore che le pulsava forte e non riuscì a evitare di diventare rossa. Sentiva le mani di Sasuke che le sfioravano la schiena. Ogni tocco sembrava lava incandescente. Lei si stava innamorando di lui, era follia. Non poteva succede, era una semplice ragazza di campagna. Lui era un cavaliere nobile e non l’avrebbe mai guardata con occhi a cuoricino. Cosa andava a pensare in quel momento. Qualsiasi donna lo avesse sposato, sarebbe stata la più fortunata del mondo.
-Hinata qualcosa non va?
Non si era accorta che aveva finito di medicarla e la chiamava da diversi minuti.
-No, sto bene.
-Hai sentito dolore?
-Mentirei se ti dicessi che non fa male.
Deidara tentava di ascoltare la conversazione tra i due. Non sentiva niente, si erano allontanati troppo. Ancora non riusciva a muoversi a causa del colpo che aveva ricevuto. Quel cavaliere lo aveva stordito con un semplice colpo, non era mai successo. Aveva una forza inaudita.
Dagli atteggiamenti sembrava che quei due fossero amanti. L’atmosfera creatasi sembrava molto romantica. Forse c’era un modo per far innervosire quel tipo.
-Allora questa è la tua donna. Ho fatto un colpaccio.
-Taci brigante. Domani sarai scortato al castello, dove sarai rinchiuso in celle di massima sicurezza. Il re saprà come trattare un tipo come te.
Deidara impallidì al solo pensiero. Essere rinchiuso in una cella era un incubo. Si era cacciato proprio nei guai. Il suo capo non avrebbe rischiato la pelle per lui. Non era un tipo tenero e poi non ammetteva sbagli. Doveva tentare di scappare da lì, ma era legato come un salame.
Sasuke si accertò che la ferita sulla schiena della ragazza non sanguinasse di nuovo. Poi coprì Hinata con il suo mantello.
-Te la senti di camminare fino a casa?
-Sì, non sto così male.
-Sei più forte di quello che sembra. Affronti gli abitanti del villaggio come una furia e un brigante come un uragano. Non sei di certo una fanciulla normale.
-Sasuke ti devo molto. Come posso ricambiare il tuo gesto?
-Quando avremo finito qui, mi piacerebbe portarti al castello con me. Lì saresti sempre al sicuro e potresti studiare medicina con la dottoressa reale. Potresti anche farti tanti amici.
-Vuoi che venga con te? Perché?
-Non mi piace come ti trattano qui. Al castello nessuno ti conosce e nessuno si sognerebbe mai di offenderti. Non darmi subito una risposta negativa, riflettici. Sappi solo che io sarei contentissimo di averti vicina.
-Tu sei fidanzato, non puoi dire certe cose. La tua amata potrebbe essere contrariata vedendoti tornare con una ragazza.
-Hinata non devi ascoltare quello che dice Kabuto. È un bugiardo e fa di tutto per mettermi in cattiva luce di fronte agli altri. Deve aver capito che tengo a te e ha pensato di distruggere il nostro rapporto.
-In poche parole, Kabuto è geloso di te. Avevo intuito qualcosa osservandolo. Come una sciocca ho creduto alla sua bugia. Mi sono fidata di lui, invece di ascoltare il mio cuore.
-Cosa diceva il tuo cuore?
-Te lo dirò quando avrò preso la mia decisione.
-Molto astuta.
Sasuke fece poggiare Hinata a sé e l’aiutò ad alzarsi. Si vedeva che le faceva male la schiena e che soffriva. Faceva quella forte, non le piaceva proprio farsi additare come fanciulla delicata. Sasuke adorava quel suo caratterino. Sperava davvero che lei lo seguisse al castello dopo la missione. Sarebbe stato capace di trascinarla via in caso di risposta negativa. Ormai lei era parte della sua vita e non l’avrebbe lasciata sola e triste in quella valle. Meritava di vivere in un luogo migliore.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Shikamaru era preoccupato per Sasuke. Si era fatto tardi e ancora non rientrava. Non si vedeva neanche la padrona di casa e loro erano super affamati, dopo tutti i giri di pattuglia di quel giorno. Il ragazzo decise di inviare Choji e Shino a controllare la foresta. Doveva essere successo qualcosa, il comandante non tipo da trascurare i suoi doveri.
Sasuke stava tardando perché camminava lentamente visto che Hinata era ferita alla schiena. Faceva fatica a stare in piedi a causa del dolore. In più, doveva tenere Deidara accanto e stare attento che non facesse brutti scherzi. Non aveva nessuna intenzione di lasciarselo sfuggire. Poteva riuscire a farlo parlare con i suoi metodi. Aveva capito che il brigante lo temeva. Era rimasto paralizzato dopo che lo aveva guardato negli occhi.
Sasuke vide Choji e Shino corrergli incontro e gli consegnò subito il prigioniero.
-Domani partirete per il castello e consegnerete questo criminale al re. È accusato di molti omicidi e ha una taglia di duemila monete d’oro sulla testa. Dividerete la ricompensa fra voi quando saranno tornati tutti.
-Non è giusto Sasuke.
-Non discutere gli ordini Choji.
-Fai sempre così, avvantaggi gli altri e non ti prendi i tuoi meriti. Sei insopportabile. Scorteremo questo criminale al castello e aspetteremo nuovi ordini.
-Bene. Il re sarà contento di avere buone notizie. Con lui nelle nostre mani potremo avere alcune informazioni.
Choji e Shino notarono solo in quel momento che Hinata era poggiata al braccio di Sasuke. Era molto pallida e quasi non si reggeva in piedi.
-Cosa è successo?
-Non vi preoccupate per me. Mi dispiace, non vi ho preparato la cena.
-Non si preoccupi signorina, penserò io alla cena per i ragazzi. Sono un bravo cuoco a differenza degli altri e non vi brucerò la cucina.
-Ne sono sicura.
Sasuke fece salire Hinata sulle sue spalle. Era allo stremo, non ce l’avrebbe fatta a piedi fino a casa. La mora aveva protestato per non pesare sul cavaliere. Purtroppo, lui era più testardo di lei. L’aveva caricata sulle spalle e si era incamminato verso casa.
 
Arrivati davanti la casa, videro gli altri che li aspettavano davanti l’ingresso.
-Siete in ritardo. Non ti sei accorto che si è fatto buio.
-Taci Kabuto.
Sasuke era stato glaciale con il compagno. Quello che era successo a Hinata era anche colpa sua, lo detestava.
-Cosa è successo- chiesero Shikamaru e Neji.
-Quel brigante che Shino e Choji tengono sotto controllo ha attaccato Hinata.
-Siete ferita?- domandarono entrambi.
-Sì, ma non è niente. Sasuke mi ha già medicata, è stato molto bravo.
-Lui ha seguito i corsi della dottoressa al castello. Conosce a memoria tutti i volumi di medicina della biblioteca. Non lo ammetterebbe mai, ma è un gran cervellone.
-Piantala Shikamaru.
-Dico solo la verità comandante imbronciato.
-Non smetterete mai di chiamarmi in quel modo.
-Quando imparerai a sorridere.
-Neanche tu e Neji lo fate spesso.
-Oh sì che ridiamo, sei tu che non badi a certe cose. Neji sorride sempre di fronte alla contessa Ten Ten.
-Shikamaru bada ai fatti tuoi. Tu ridi sempre di fronte alla signorina Temari. Diventi anche rosso quando lei ti rivolge il suo sguardo più dolce.
-Lasciali perdere, ora discuteranno per ore- disse Sasuke poggiando Hinata dietro il lenzuolo dove si trovava il suo letto.
-Sasuke sei molto bravo con i tuoi amici. Sei un ottimo comandante.
-Questa è la prima volta che qualcuno mi dice che mi rapporto bene con gli altri. Mi hanno sempre definito un asociale.
-Io non credo o non avresti un bel rapporto con questi cavalieri.
-Dimentichi che ho dei problemi con alcuni di loro. Mi ritengono un despota.
-Bisogna essere anche duri. Mia nonna lo ripeteva sempre. Quando si deve insegnare qualcosa, educare o comandare un esercito, spesso, non bisogna essere troppo morbidi. Alcune persone si approfittano della gentilezza. Alla fine, nonostante fosse trattata male da alcune persone del villaggio, lei aiutava sempre tutti. Ha curato moltissimi bambini malati e ha aiutato delle donne a partorire. Era una donna straordinaria.
-Ti manca molto, si vede.
-Questa è una cosa che non riuscirò mai a nascondere. Non so come si fa. Lei mi ha insegnato tutto, mi ha cresciuta e non si è mai lamentata.
-Ora non pensare alle cose tristi. Ricorda i suoi insegnamenti e vai avanti. Pensa a tua nonna come se fosse sempre accanto a te.
-Lo faccio sempre. È bellissimo sentirlo dire da altri. Grazie.
-Stasera dormi sul fianco, la ferita potrebbe farti male.
-Quella medicina che mi hai dato, è opera tua?
-Sì, ho imparato a prepararla dalla dottoressa del castello. Perché me lo chiedi?
-Ho sempre provato a preparare qualcosa di simile, ma sbaglio sempre qualche ingrediente. Mi insegneresti come si fa?
-Preferisco che tu impari da una maestra più competente.
-Così è come se tu mi obbligassi a venire al castello.
-Può darsi- disse Sasuke lasciando sola la ragazza.
Era davvero furbo. L’aveva messa all’angolo senza che lei se ne accorgesse. Provava ammirazione e un’attrazione fortissima per quel ragazzo. Ormai era quasi evidente che non era un semplice amico. Però Hinata restava con i piedi per terra. Quei sentimenti li provava lei, non di certo Sasuke Uchiha. Era un cavaliere e aveva donne ben più belle e intelligenti che lo affascinavano al di fuori di quella valle.
 
I cavalieri si misero a tavola. Choji aveva cucinato arrosto, peperoni, patate e due dolci enormi. Quando cucinava non si risparmiava. Hinata sbirciò da dietro la tenda che nascondeva il suo letto e vide tutti a tavola. Choji aveva preparato ogni sorta di prelibatezza. Era più bravo di lei con la brace e il forno.
-Cosa guardi?
-Sono colpita. I tuoi amici sono pieni di doti.
-Choji è il figlio di un cuoco, è cresciuto dentro la cucina del castello. Entrambi i genitori lavorano per la famiglia reale.
-Il padre è il cuoco reale?
-Esatto. Mentre sua madre lo aiuta in cucina. Hanno molti aiutanti e sono straordinari.
-Shino è sempre tanto silenzioso?
-Sì, è diventato cavaliere da poco. Ama le cose strane.
-Cosa intendi?
-Guarda cosa tiene in mano.
Hinata vide una cosa nera sul palmo del cavaliere. Sembrava un ragno.
-Gli piacciono gli insetti, è davvero singolare.
-Riderebbe per questa tua risposta. Le nobildonne lo definiscono disgustoso. A lui non importa.
Sasuke si sedette accanto a Hinata e attese che lei parlasse. Sapeva che aveva altre domande. A lui, l’interrogatorio non dispiaceva.
-Kiba è sempre tanto irrequieto?
-Non sa stare fermo. È ancora molto immaturo, ma quando deve combattere è un vero leone. Non si tira indietro e non teme il pericolo. Purtroppo, come Kabuto, ama divertirsi. Fanno sempre coppia e non è sempre positivo. Non ti parlerò di lui, tranquilla. So che non ti piace.
-Mi dispiace, è più forte di me. Ogni volta che mi guarda, mi vengono i brividi. Ha qualcosa di strano, non so come spiegarlo.
-Puoi esprimere tranquillamente la tua opinione.
-Shikamaru e Neji, a quello che ho capito, sono i più riflessivi.
-Sono dei cavalieri eccezionali. Spesso anche loro hanno il comando di gruppi di cavalieri. Infatti, non ci ritroviamo mai nella stessa squadra. Shikamaru è il figlio di un cavaliere a riposo, il conte Nara. Neji è il nipote di uno dei nobili più potenti del regno, il conte Hiashi Hyuga. È il suo erede. Il conte non ha figli e ha deciso che sarà Neji a ereditare tutti i suoi soldi e le sue proprietà. Ti assicuro che ha moltissime terre. Fra qualche mese Neji si sposerà con la contessa Ten Ten. Dopo mesi di corteggiamento l’ha convinta ad accettare. In realtà, sono innamorati da anni, ma lui era sempre fuori per missioni e non si decideva a farle la proposta. Hiashi ha deciso di insistere e Neji ha chiesto alla contessa di sposarlo. Per fortuna, i genitori di lei erano d’accordo.
-Chi è Temari?
-La fidanzata di Shikamaru. Una nobildonna molto dura. Non so come l’abbia conquistata, Nara non si sbottona molto.
-Anche gli altri sono fidanzati?
-Choji è sposato da due mesi con la nipote del fornaio. Si sono innamorati fin da piccoli. Kiba è fidanzato con la contessa Ino, non dico altro. Mentre Kabuto è occupato con la contessa Karin. Non mi pronuncio neanche su questa storia.
-Tu sarai molto corteggiato dalle nobildonne del castello. C’è qualcuno che ti piace? Ci sarà una ragazza che ti aspetta? Sei talmente forte e intelligente che ogni ragazza sverrà ai tuoi piedi.
-Sono molto ricco e ogni donna mira alla mia eredità. Mirano anche al potere. Dalle mie parti chi sposa un cavaliere è fortunato.
-Non vuoi sposare la tua fidanzata? Non sei d’accordo con il matrimonio?
-Mi sembrava di averti detto che non ho una fidanzata. Kabuto mente continuamente. Gli piace spargere zizzania. Non lo sopporto.
Hinata vide Sasuke cambiare espressione e poggiò la sua mano su quella del moro.
-Perdonami, non ti farò più queste domande. Da oggi mi fiderò di te e non darò retta a quello che sento.
Sasuke la guardò negli occhi e lei si sciolse. Sentiva che quel sentimento per lui cresceva giorno dopo giorno. Forse doveva accettare la sua proposta. Non avrebbe più dovuto sentire le cattiverie della gente e vedere le loro occhiatacce. Forse al castello sarebbe stata meglio. Dopo tutto, non aveva niente che la legava a quel villaggio, tranne il ricordo della nonna. Doveva rifletterci, quella scelta avrebbe cambiato la sua vita in modo radicale.
-Posso domandarti qualcosa sul castello?
-Stai pensando di venire con me. Risponderò volentieri se serve a portarti via con me.
-Perché? Perché vuoi tanto che io venga con te?
-Staresti meglio al castello. Hai grandi doti e li saresti di aiuto.
Hinata abbasso il viso per non guardarlo. Non doveva accorgersi della sua espressione triste e delusa. Lui voleva solo aiutarla, non c’era nulla di più. Era provava le stesse cose. Solo lei diventava rossa e il cuore le batteva forte. Lui era sempre lo stesso, si vedeva dalla sua espressione immutata e dai suoi gesti. Era davvero una ragazzina ingenua, come gli aveva detto lui.
-Hinata tutto bene? Ti fa male la ferita?
-No, sto bene. Potrei uscire quando voglio dal castello?
-Certo. Non chiudono mai le porte. Vivresti all’interno delle mura insieme a tutti i nobili e ai cavalieri di sua maestà.
-Tu vivi lì?
-Sì, ho il compito di proteggere il re e la regina quando sono all’interno delle mura. Ogni cavaliere ha un compito al castello.
-Ci vedremo spesso? Per me non è facile fare amicizia, lo avrai notato.
-Al castello sarà tutto diverso e potrai sempre contare su di me. Nei momenti di difficoltà di sarò sempre di supporto. Chiederò anche alla dottoressa di prenderti come assistente. Ti darà anche una paga.
-Questa è una proposta generosa e non dovrei rifiutarla, non potrei più avere un’occasione simile.
-Segui il tuo cuore Hinata.
La ragazza lo guardò e si specchiò in quegli occhi scurissimi. Era completamente incantata da quello sguardo. Qualsiasi essere umano si sarebbe sciolto avendo davanti a sé Sasuke. Il suo cuore le diceva di seguirlo senza timore, doveva fidarsi. Ma la sua mente le ricordava che avrebbe sofferto.
Sasuke le poggiò una mano sulla guancia e le fece una carezza. La trovava dolcissima e non aveva potuto fare a meno di toccarla. Aveva un viso splendido.
Hinata sussultò a causa di quel contatto, non se lo aspettava proprio. Era così bello sentire la sua mano sulla pelle. Si fece forza e decise di rispondere al cavaliere.
-Ho riflettuto molto e ho deciso di accettare la tua proposta.
-Ottima scelta piccola. Ti piacerà stare al castello. Domani invierò una lettera al re, ti prepareranno una stanza. Devo informare subito anche la dottoressa, sarà felice di incontrarti.
Sasuke diede la buonanotte alla fanciulla e si recò verso il suo letto. Hinata era convinta della sua scelta, nonostante sapesse che avrebbe sofferto. Era ora di affrontare nuove sfide e non si sarebbe tirata indietro a causa della paura.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Mattina, ore cinque
Hinata si svegliò molto presto quella mattina. Aveva molte cose da fare e non poteva restare nel letto. Per prima cosa, si alzò dal letto e andò fuori per lavarsi il viso. I cavalieri ancora dormivano e non voleva svegliarli.
Dopo essersi sistemata, fece il giro della casa e prese qualche verdura dal suo orto. Doveva preparare la colazione per tutti quanti. Dopo aver poggiato le verdure sul tavolo della cucina, afferrò il suo mantello e corse al villaggio. Aveva bisogno di latte fresco, burro e pane.
Tornò a casa dopo trenta minuti e per fortuna i cavalieri ancora non si erano alzati. Aveva il tempo di preparare tutto. Doveva anche cucinare qualcosa per Choji e Shino visto che dovevano partire per portare quel brigante al castello.
Sasuke aveva chiesto a Choji e Shino di montare una tenda all’esterno e di tenere lì Deidara. L’aveva fatta mettere sul lato sinistro della casa, in modo che Hinata non dovesse più vedere quel pazzo. Era stato premuroso a pensare a lei, la ragazza non si aspettava un gesto simile. Aveva anche montato la guardia tutta la notte per far riposare i suoi amici.
Prima che si svegliassero tutti gli altri, Hinata andò da Sasuke. Lo trovò seduto fuori la tenda che leggeva un libro.
-Disturbo?
-Per niente. Ti ho vista correre giù al villaggio e tornare piena di pacchetti.
-Ho preparato la colazione per tutti. Questo è il tuo latte, ho pensato che ti servisse per riscaldarti.
-Grazie.
Sasuke afferrò il bicchiere e se lo portò alla bocca. Lo sorseggiò tutto in una volta e riconsegnò il bicchiere alla ragazza.
Hinata sentì la porta aprirsi e corse dentro. Vide uscire dalla casa Choji e Shino e li salutò con un inchino.
-La colazione è quasi pronta.
-Grazie signorina- disse Choji.
I due raggiunsero Sasuke, dopo essersi lavati il viso, e lo videro più sereno del solito.
-La guardia deve essere andata bene?
-Nessun problema. Dopo la colazione partirete subito per il castello. Se vi crea problemi durante il viaggio, avete il permesso di addormentarlo in qualsiasi modo.
-Questa si chiama tortura comandante dei cavalieri.
-Taci brigante, non meriti nessuna pietà da parte nostra.
-Tu non conosci quella parola cavaliere. Si vede dai tuoi occhi come sei veramente. So riconoscere i tipi come te, perché ho vissuto anni sotto il comando di uno con l’oscurità negli occhi.
-Piantala di blaterare. Il nostro comandante non ha nulla da spartire con tipi come voi- disse Choji legando il brigante alla staccionata.
-Goditi le tue ultime ore di libertà, fra qualche giorno sarai rinchiuso nelle prigioni del castello.
-Uchiha presto la tua vera natura si manifesterà e tutti sapranno quale mostro nascondi dentro.
Choji tappò la bocca del brigante con un fazzoletto.
-Finalmente un po’ di pace- rispose Shino entrando in casa.
Lasciarono Deidara legato fuori e entrarono a fare colazione. Potevano tenerlo sotto controllo dalla finestra. Non poteva andare lontano neanche se si liberava dalle corde.
-Tutto pronto.
I cavalieri si misero a tavola e mangiarono tutto. Intanto Hinata era andata a cambiarsi dietro la tenda che nascondeva il suo letto. Doveva uscire per andare a fare il suo solito giro e controllare i malati al villaggio. Non poteva trascurarli. Doveva anche avvertire tutti che sarebbe partita fra qualche giorno. Avrebbe preparato delle erbe mediche di scorta, ma sapeva che avrebbe dovuto insistere perché le accettassero. E poi non avevano più bisogno di lei. Il capo villaggio le aveva comunicato, quella mattina, che il giorno dopo sarebbe arrivato un bravo medico. Era stato inviato dal castello e si sarebbe occupato degli abitanti del villaggio. Gli abitanti qualche mese prima avevano inviato al re una lettera, gli avevano chiesto l’invio di un medico. Non avevano ricevuto risposte per mesi, ma ora il re sembrava essersi deciso. Andava via senza preoccupazioni, erano in buone mani. Un dottore era più competente di lei e sarebbe stato sicuramente accolto bene.
 
Sasuke vide la ragazza afferrare il suo mantello e un cestino pieno di erbe e uscire dalla casa. La seguì fuori mentre gli altri finivano di mangiare.
-Dove vai?
-Al villaggio. Ho delle cose da fare. Devo anche avvertire che parto. Vorrei lasciare loro qualche erba.
-Sei molto gentile.
-Voglio solo che stiano bene. Ho saputo che dal castello arriverà un dottore e che resterà qui a lungo. Non avranno più problemi se qualcuno si ammalerà. Un dottore sa meglio di me quello che bisogna fare nei momenti difficili.
-Il re deve aver ascoltato le suppliche di questa gente. Ho letto la lettera che gli hanno inviato, sono stati molto insistenti.
-Da quando è morta mia nonna, nessun medico è più stato qui. Questa gente ne ha veramente bisogno.
-Sei carina con loro nonostante tutto quello che hai passato. Un giorno dovrai spiegarmi da dove ti viene tutta questa bontà.
Hinata sorrise verso il cavaliere e si avviò verso il villaggio.
 
Sasuke rientrò in casa e diede le ultime disposizioni a Shino e Choji.
-Una volta al castello potete restare. Penso che fra qualche giorno avremo finito qui.
I due salirono a cavallo e si incamminarono verso la strada che portava al castello. Choji aveva legato Deidara dietro al suo cavallo e il brigante era costretto a camminare velocemente. Era strattonato e non poteva fare altrimenti.
-In quanto a noi, ci divideremo in squadre e andremo in giro per la valle. Kiba e Kabuto andranno verso nord. Shikamaru e Neji perlustreranno la zona a sud. Io cercherò le tracce dei briganti nella foresta. Tornano spesso da queste parti, quindi devono avere una base d’appoggio nella foresta.
Montarono tutti a cavallo e si avviarono verso le zone da pattugliare. Li aspettava una dura giornata di lavoro.
 
Al tramonto
Hinata era tornata a casa e si era messa a preparare la cena. Aveva comprato carne, pane e verdure varie e ora cercava di comporre qualcosa di decente.
Aveva detto al cappo villaggio che andava via. In pochi minuti, la voce si era sparsa ovunque. Tutti erano felici della sua partenza. Hinata era andata lì per portare loro alcune medicine e per un momento se ne era pentita. Aveva formulato un pensiero orribile. Subito aveva scacciato via quelle parole dalla sua mente e aveva consegnato le medicine in varie case. Nessun ringraziamento ma non le importava, non era per quello che aveva preparato le medicine.
Sasuke rientrò a casa per primo e vide Hinata davanti al fuoco. Era pensierosa e non lo aveva neanche sentito entrare. Le arrivò alle spalle e le sfiorò una mano.
-Non ti sei accorta che sono entrato, potevo essere un brigante.
-Stavo riflettendo. Il pattugliamento è andato bene?
-Ho trovato una grotta nascosta ai margini della foresta. Dentro ci ho trovato dei segni strani. Sembrava un codice. Quello deve essere il rifugio dei briganti quando vengono da queste parti.
-Hai tradotto il codice vero?
-Sì, non mi è piaciuto quello che ho letto. Hanno attaccato un altro villaggio a qualche giorno di cammino da qui. Il codice serve ad avvertire i vari gruppi di briganti sugli spostamenti.
-Sei preoccupato?
-Saccheggiare i villaggi della valle non ha senso. Non c’è gente ricca da queste parti. I briganti stanno cercando qualcosa.
Rientrarono anche gli altri e raccontarono a Sasuke tutto quello che avevano scoperto. Neji e Shikamaru avevano saputo che un gruppo di briganti si muoveva verso i villaggi fuori dalla valle. Da due ubriachi avevano saputo che alcuni dei briganti stavano reclutando nuovi membri. Il loro capo voleva ingrandire il suo esercito.
Kabuto e Kiba non avevano scoperto niente. Erano tornati a casa mezzi ubriachi e puzzavano di profumo da donna.
-Voi due siete andati a divertirvi, invece, di indagare sui briganti. Dovrei farvi dormire fuori al freddo, ma non servirebbe a niente.
-Abbiamo cercato per ore informazioni, ci siamo stancati e siamo andati a rinfrescarci. Nella locanda due signorine ci hanno accolto molto bene e siamo rimasti con loro qualche ora. Nulla di strano.
-Kabuto faresti meglio a stare zitto- disse Neji.
-Ha ragione. Sasuke dovrebbe punirvi entrambi. Sta restando calmo, dovreste essergli grati.
-Voi due lo appoggiate sempre, patetici.
Sasuke andò fuori a sbollire la rabbia. Hinata lo seguì e lo vide salire a cavallo.
-Dove vai? È tardi, può essere pericoloso. Di notte girano delle belve feroci da queste parti.
-Non ho paura di qualche leone di montagna. Vuoi venire con me per proteggermi?
Sasuke allungò il braccio e lei lo afferrò senza timore. Strinse le braccia intorno ai fianchi del cavaliere che partì a galoppo verso la foresta.
Dopo pochi minuti arrivarono vicino a un ruscello e Sasuke l’aiutò a scendere da cavallo.
-Cosa facciamo qui?
-Vieni con me.
Sasuke le strinse la mano e la portò vicino a una grande quercia.
-Qui nessuno ci ascolterà mentre parliamo.
-Cosa devi dirmi?
-Sei felice di venire con me?
-Sì, non ho nessun ripensamento. Credo che al castello starò bene.
-All’inizio non sarà facile per te, ma potrai sempre contare su di me. Ricordati di non badare mai alle chiacchiere delle nobildonne. Dovrai stare anche attenta agli intrighi, ce ne sono molti a corte. Partiremo fra due giorni, devo informare il re sulle nuove scoperte.
-Sono pronta per una nuova vita.
-Farò in modo che non ti manche nulla.
-Grazie. Non vedo l’ora di vedere il castello, di incontrare la dottoressa e di conoscere le persone che vivono lì.
-Dovrai anche cambiare il modo di vestire. Quando sei con la dottoressa o fuori il castello puoi indossare i tuoi abiti, ma a corte devi mettere degli abiti più sfarzosi.
-Io non ho nulla del genere.
-Ci penserà mia madre a te. Ha molti abiti che ti andranno benissimo.
-Potrò conoscere tua madre? Davvero?
-Ti sorprende una cosa del genere, sei strana. Dovrai anche imparare a ballare e come ci si comporta a tavola. A corte non sono tollerate le cattive maniere.
-Io non so ballare. Conosco il galateo, ma di danza ne so zero.
-Allora iniziamo la prima lezione.
Sasuke mise una mano sul fianco di Hinata e la strinse a sé. Iniziò a volteggiare con lei sotto la grande quercia. Purtroppo, la magia si rompeva ogni volta che la ragazza calpestava un piede al cavaliere.
-Mi dispiace ma sono goffa.
-Non lo avevo notato. Sei veramente imbranata, non ho mai conosciuto una ragazza tanto sbadata.
-Non è carino da dire.
Sasuke e Hinata continuarono a fare quella specie di ballo per un’ora intera. Nonostante gli errori della ragazza, l’atmosfera che si era creata fra loro sembrava non spezzarsi. Hinata era incantata dai movimenti del ragazzo e dai suoi occhi e non poteva che seguirlo in tutto quello che faceva. Dal canto suo, Sasuke era felice di poter fare qualcosa per lei. Non si vedeva dalla sua faccia, ma dentro il cavaliere moriva dalla voglia di stringerla di più. Ma quei sentimenti non potevano venire a galla.
Sasuke si staccò da lei e decise che era ora di rientrare. Tornati alla casa, ognuno andò si stese nel suo letto. Il cavaliere chiuse subito i suoi occhi, mentre Hinata non faceva che pensare a quella nottata. Nessuno era mai stato tanto carino con lei.
 
Due giorni dopo
Tutto era pronto per il viaggio di ritorno al castello. Hinata aveva lasciato la casa come era, poteva essere utile ai forestieri di passaggio. Aveva preparato una borsa con i suoi abiti e i suoi libri e aveva acquistato un cavallo. Non era opportuno che viaggiasse con Sasuke, potevano fraintendere.
-Il viaggio non sarà breve e calmo, sei pronta?
-Sì, comandante.
Sasuke fece un lieve sorriso verso la ragazza e partì a galoppo, seguito da lei e dagli altri quattro cavalieri. Hinata era entusiasta e non vedeva l’ora di arrivare a destinazione.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Erano fuori il villaggio e Hinata non si guardò indietro. Era l’ultima cosa che voleva fare. Qualcosa di invisibile l’avrebbe potuta riportare indietro e non intendeva tornare indietro. L’aspettava una nuova casa e una nuova vita, non ci avrebbe rinunciato. Non voleva più restare da sola.
Vedeva Sasuke cavalcare davanti a lei e lo seguiva senza alcun timore. Da quando lo aveva incontrato, la sua vita sembrava diversa. Qualcosa in quel ragazzo la faceva sperare per una vita migliore.
-Comandante dove hai intenzione di fermarti questa notte? Abbiamo un terzo incomodo con noi e non possiamo di certo dormire al freddo. Non vorrai che prenda un raffreddore.
-Kabuto torna al tuo posto e stai zitto. Arriveremo fino a fuori la valle. Ci fermeremo nel villaggio Fujio, lì non ci negheranno ospitalità.
Kiba e Kabuto si guardarono e il moro intuì le loro intenzioni. Il villaggio Fujio era famoso per le sue splendide ballerine. Quei due avevano in mente di fare molto tardi quella notte.
-Hinata.
La ragazza si avvicinò al cavallo del moro affiancandolo. Sasuke forse voleva chiederle qualcosa.
-Stammi sempre vicina mentre siamo al villaggio dove dormiremo. Non è un posto sicuro per una ragazza sola.
-Va bene.
Il villaggio Fujio era un luogo di transito e ci si fermavano anche i criminali peggiori del regno. Lì avevano modo di vendere gli oggetti rubati e di organizzare loschi affari.
-Sasuke vuoi bere un po’ di tè? L’ho preparato prima di partire.
-No, grazie.
Sasuke era molto serio da quella mattina. Sembrava che qualcosa lo preoccupasse. Si guardava in giro di continuo e contemporaneamente teneva sotto controllo i suoi compagni. Neji e Shikamaru facevano lo stesso. Da quando erano usciti dal villaggio non avevano incontrato nessuno, eppure quella era una strada di passaggio. I commercianti dovevano passare di lì per arrivare fuori la valle.
-Pensi che troveremo sorprese una volta usciti dalla valle? - domandò Neji.
-Non credo che ci aspettino sulla strada. Sicuramente qualche brigante ci aspetta al villaggio Fujio per carpirci informazioni senza destare troppi sospetti. Quei due saranno i loro bersagli preferiti visto come mangiano e bevono. Potrebbero anche usare delle donne per farci parlare. Prima cosa dobbiamo togliere le divise da cavalieri e i mantelli dove è inciso lo stemma reale. Avete tutti gli abiti di ricambio?
-Sì- risposero in coro.
Verso sera, prima di entrare al villaggio, si cambiarono dietro degli alberi. Anche Hinata indossò un abito diverso, non voleva essere notata troppo.
-Questo abito da contadina va meglio?
-Stavi bene anche prima. Però in questo modo non ti noteranno.
Entrarono al villaggio e si diressero subito verso la locanda. Sasuke parlò per dieci minuti con il padrone e lo convinse a dargli tre stanza per la notte.
-Kiba e Kabuto staranno nella stanza stanza due. Shikamaru e Neji staranno nella stanza tre. Hinata dormirai nella stanza quattro.
Andarono tutti a poggiare la loro roba nelle stanze. Hinata uscì subito dalla stanza e scese al piano di sotto. Vide il moro seduto davanti al bancone degli alcolici e lo raggiunse. Si sedette al suo fianco e ordinò un bicchiere di acqua.
Il barista si mise a ridere. Era un tipo alto e grosso e aveva una cicatrice sulla guancia. Non ispirava molta simpatia.
-Qui non serviamo acqua piccola.
-Datele quello che ha chiesto e non vi rivolgete mai più a lei con quel tono.
-Sì, signore.
Hinata guardò Sasuke per ringraziarlo. Lui le tappò la bocca con la mano.
-Non dire niente. Qui non devi mostrare il tuo lato dolce. Mai. È pieno di persone che potrebbero approfittarsi della tua gentilezza.
-Seguirò il tuo consiglio.
Intanto, Kiba e Kabuto erano scesi di sotto e si erano messi a ballare con delle ragazze. In quella locanda, di fianco al bancone, c’era una grande sala da ballo. Era pieno di uomini che ballavano attaccati a ragazze poco vestite.
-Sapevo che quei due sarebbero stati prede facili.
Anche Shikamaru e Neji erano scesi al piano di sotto e si erano seduti al bancone.
-Cercate di frenare i bollenti spiriti di quei due o saranno bersagli facili. Vedete i due tipi seduti al secondo tavolo vicino la pista, sono dei briganti. Uno è Sasori della sabbia e l’altro è Zetsu. Sono ricercati e hanno taglie altissime sulla testa.
-Ne ho sentito parlare. Si dice che Zetsu sia un esperto in travestimenti. Mentre Sasori è un vero illusionista. Se sono qui, cercano sicuramente informazioni- disse
Neji.
-I bersagli siamo di certo noi. I briganti vorranno sapere che fine ha fatto il loro amico. È scomparso da giorni e il loro capo vorrà avere sue notizie.
-Cosa pensi di fare?
-Non sembrano aver capito chi siamo veramente. Per ora restiamo in disparte. Se Kabuto e Kiba combinano guai, intervenite.
-Sono sempre i soliti- disse Shikamaru sorseggiando un boccale di birra.
Hinata guardava i tre cavalieri bere e si chiedeva come facessero a reggere tanto alcool. In quella locanda i boccali erano enormi. Dovevano essere abituati a bere.
-Al castello, spesso ci sono delle feste e servono del vino delizioso. Shikamaru, una volta, si è scolato una botte intera e è rimasto sobrio.
-Come sapevi cosa pensavo?
-Lo hai detto tu che alcuni cavalieri sanno leggere nel pensiero.
Sasuke poggiò quattro monete sul bancone e uscì dalla locanda. Hinata lo seguì fuori e gli si mise davanti.
-Allora è vero che esistono cavalieri con doti particolari. Mia nonna aveva ragione, non era solo una favola.
-Non so se è vero. Io ho solo capito cosa pensavi. Bastava guardare la tua faccia per capire cosa ti frullava nella tua testolina carina.
-Sono così facile da capire?
-Per me sei un libro aperto.
Sasuke e Hinata fecero una passeggiata per il villaggio, mentre gli altri cavalieri si divertivano alla locanda. Il moro si è era accorto di essere osservato da qualcuno da quando era uscito da quel posto e si era messo a camminare a zonzo per il villaggio. Voleva vedere fino a che punto si sarebbe spinto il suo inseguitore.
-Qualcosa non va?
-No, stavo riflettendo. Come mai hai scelto di accettare la mia proposta?
-Il mio cuore mi diceva che era ora di andare via. Non avevo più nulla che mi legava al villaggio della nonna.
Sasuke la vide arrossire di colpo, era così tenera. L’avrebbe volentieri stretta fra le sue braccia se non fosse stato inopportuno. Si faceva tanti scrupoli con lei, mentre in passato non gli era mai capitato.
-E poi mi piace stare in tua compagnia. Ho scelto di venire perché potrò venire a trovarti spesso.
-Sono lusingato. Sei la prima persona che mi dice una cosa del genere.
-Mi sa che è a causa di quella tua aria tetra.
Scoppiarono entrambi a ridere. Era da quando era bambino che non rideva tanto. Era incredibile cosa riusciva a fare quella ragazza per lui.
Arrivati all’ultima casa del villaggio, Sasuke e Hinata si voltarono per tornare indietro. Davanti si trovarono un uomo dai capelli rossi che gli sbarrava la strada.
-Uchiha, capitano dei cavalieri del re, è da tempo che non ti vedo.
-Non credo di averti mai incontrato in vita mia.
-Questo è vero, ma io ti ho visto durante una parata reale vicino al castello. Ti ho riconosciuto subito alla locanda. È impossibile dimenticare quegli occhi freddi e scuri, fanno venire i brividi. Dimmi che fine ha fatto Deidara?
-Forse sarà arrivato nel suo nuovo alloggio.
-Bastardi! Lo avete rinchiuso in una prigione. Come avete fatto a catturarlo?
-Il tuo amico mi ha sottovalutato.
Sasori guardava Sasuke con astio. L’aria era tesa e pesante. Il cielo si era riempito di nubi e sembrava minacciare pioggia.
-Hinata stai indietro.
Sasori estrasse dal mantello una polvere rossa e la lanciò in aria. Si creò una tempesta di sabbia dal nulla. Sasuke coprì Hinata sotto il suo mantello per non farle respirare quella roba.
-Trattieni il fiato, potrebbe essere polvere che crea allucinazioni.
-Inutile nascondersi dietro quel grande mantello, la mia polvere penetra da qualsiasi minima fessura.
Finita la tempesta, Sasuke spostò il mantello e vide che Sasori non si era mosso di un millimetro.
-Accidenti, la mia sabbia non sembra aver alcun effetto su di te. Molto strano.
-I cavalieri sono addestrati a superare qualsiasi arte illusoria e magica. Ho incontrati molti maghi e streghe lungo il mio cammino.
-Ho sentito parlare delle tue numerose avventure. Tu sarai allenato a ogni stranezza magica, ma lei sembra persa nei suoi pensieri.
Hinata era immobile e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Sasuke provò a smuoverla e a parlarle, ma ogni parola sembrava non raggiungerla.
-Cosa le hai fatto?
-Se la tua amica non trova la via d’uscita dal suo incubo, potrebbe anche morire.
-Bastardo, liberala subito dal sortilegio. Lei non è implicata in questa storia.
-Ti scaldi tanto per lei e quindi è importante. Vorrà dire che userò lei per vendicare Deidara.
Sasori scomparve nel nulla. Sasuke prese in braccio la fanciulla e la riportò alla locanda. Shikamaru e Neji lo videro correre al piano di sopra e lo seguirono.
-Cosa è successo?
-Sasori mi ha seguito e ha cercato di farmi un incantesimo o qualcosa di simile.
-Non sapeva che sei allenato a resistere a ogni sorta di magia, deve esserne rimasto sorpreso- disse Neji.
-Ha colpito Hinata. Neji analizza questa sabbia e dimmi di cosa si tratta?
-Sabbia rossa, è la più pericolosa.
-Come pensavo. Questa è la sabbia magica del deserto del mago Gaara. Ti porta lontano con la mente e ti fa vivere i tuoi peggiori incubi. Hinata deve riuscire a superare le sue paure per uscire da questo coma.
-Deve farlo prima che faccia giorno o resterà intrappolata per sempre.
 
Hinata era in un luogo buio pieno di gente che la guardava malissimo. Non riusciva a capire dove era finita. Poi vide due troni. Quello doveva essere il castello reale. Tutta la sala si illuminò e la ragazza poté guardarsi intorno. La sala era piena di gente elegante. C’erano tutti i cavaliere, il re, la regina e tutti i nobili. Poi Hinata vide in mezzo alla pista da ballo Sasuke. Teneva stretta una ragazza e ballavano meravigliosamente. La nobildonna era vestita con un abito bianco e era elegantissima. I suoi capelli erano legati con un fermaglio d’oro e portava al collo una vistosa collana di perle. Aveva i capelli rosa, la pelle chiara e era magrissima. Sasuke sembrava essere a suo agio con lei. Quello non poteva essere vero, non si era neanche accorta di essere arrivata al castello.
Finito il ballo, Hinata tentò di avvicinarsi a Sasuke. Fu difficile superare la folla di nobile, ma ce l’aveva fatta. Si avvicinò al cavaliere e lo salutò con un inchino. Lui la ignorò e si girò di spalle. Si incamminò verso il giardino con la nobildonna, senza mai girarsi indietro. Tutto quello non poteva essere reale, era un incubo.
All’improvviso, Hinata sentì una voce.
-Hai detto bene piccola mia, questo è un incubo. Reagisci o non vedrai mai più la luce. Supera le tue paure.
-Chi parla?
-Ascolta il tuo cuore e sarai libera.
Hinata ragionò e si convinse che quello era solo un brutto sogno. Doveva reagire con forza e coraggio, era ora di uscire da quel posto orribile. Si ritrovò catapultata in un giardino pieno di fiori bellissimi. In lontananza vide Sasuke e corse da lui. Il ragazzo le sorrise e lei ricambiò subito. Poi vide qualcuno che colpiva il cavaliere alle spalle. Era un uomo alto e con i capelli neri. Cercò di urlare per avvertire Sasuke, ma la voce non usciva. Sasuke cadde a terra e il giardino si riempì di sangue. Ora sembrava un lago di sangue.
Hinata provò a scacciare quelle immagini dalla testa. Dopo cinque minuti, rivide la stessa scena. Doveva reagire come prima, doveva smettere di vedere quelle cose. Era tutto falso, Sasuke non era veramente lì.
Hinata decise di correre da Sasuke prima che l’uomo lo colpisse. Riuscì a raggiungerlo e a prendersi la pugnalata alla schiena al suo posto. Cadde a terra svenuta e tutto divenne di nuovo nero.
 
Dopo dieci minuti, Hinata si svegliò in un letto. Vide davanti a lei Sasuke che la guardava preoccupato.
-Non di nuovo. Un altro incubo, non voglio vedere quelle immagini- disse tenendosi la testa con le mani.
-Hinata sei sveglia, non è un incubo. Sei salva, non ti agitare.
-Sono tornata alla realtà. Sei veramente tu?
-Sì, sei di nuovo sveglia. Devi aver passato momenti orribili, sembri scioccata.
Hinata non disse più niente, non voleva dire al cavaliere quello che aveva visto. Sapere che aveva paura di perderlo, di certo, lo avrebbe fatto ridere. Anche l’altra paura era una sciocchezza. Sapeva che lui non l’avrebbe mai ignorata. Lo aveva ripetuto più volte.
Sasuke continuava a guardarla e lei non riusciva a spiccicare una parola.
-Hinata to senti bene? Vuoi che ci fermiamo qui anche oggi?
-Che ore sono?
-Quasi l’alba. Ti sei svegliata appena in tempo.
-La prossima volta starò più attenta e non ti causerò problemi.
Sasuke si alzò in piedi e uscì dalla stanza. Hinata si diede una lavata e si vestì con il primo abito che tirò fuori dalla sua sacca. Poco dopo vide Sasuke rientrare nella stanza con un bicchiere di qualcosa.
-Bevi tutto il latte. È caldissimo, attenta.
-Grazie. Non sei arrabbiato?
-Non è colpa tua se quel brigante ci ha teso una trappola. Dovevo stare più attento e impedirti di seguirmi. Questo villaggio è pericoloso.
-Andiamo via. Prima arriviamo al castello e meglio è per tutti. Non sono stanca, posso viaggiare.
-Come preferisci. Però viaggerai sul mio cavallo.
-Ho dormito tutta la notte.
-Hai lottato contro una magia della sabbia e sei stanca. Sasori ci ha colpito con sabbia rossa e è pericolosa. Ti catapulta nei tuoi peggiori incubi. Molte persone sono morte dopo essere venute a contatto con quella roba. Sei stata brava a uscirne.
-Non so neanche come ho fatto. Era come se qualcuno mi guidasse verso l’uscita.
-Hai sentito una voce?
-Sì, era molto simile a quella di mia nonna.
-Forse il suo spirito ti ha guidato fuori. Si dice che le persone vive hanno uno spirito che le protegge sulla terra.
-Grazie nonna.
Sasuke e Hinata uscirono dalla locanda e raggiunsero i cavalli. Sasuke fece accomodare la fanciulla davanti a lei. Intanto Neji e gli altri si occupavano del cavallo della ragazza.
-Lo porteremo a turno fino al castello- disse Shikamaru.
-Come mai la signorina viaggia tanto comoda?
-Se tu avessi bevuto meno, sapresti cosa ha fatto Sasori.
-Sei sicuro che non sia stanca perché si è divertita?
-Kabuto non tollero più la tua linguaccia. Pensa prima di parlare o un giorno potresti pentirtene.
-Che paura!
Kabuto non faceva che punzecchiare Sasuke per farlo reagire. Ma ogni mossa andava a vuoto. Era più resistente del previsto.
Sasuke si allontanò di qualche metro dagli altri per poter parlare indisturbato con la fanciulla.
-Non badare a lui. Gioca a provocare me.
-Sasuke gli incubi che si vivono a causa della polvere diventano veri?
-No, sono solo le nostre paure che diventano quasi reali. Però sono solo illusioni. Se non si combattono, possono ucciderti. Una volta che ti sei svegliato, non tornerai in coma.
-Meno male. Era tutto orribile in quei posti.
-Hai avuto più incubi, è capitato a molti. Non deve essere stato semplice trovare la soluzione.
-Ho dovuto ripetermi che non era reale. Questa frase nel primo incubo ha funzionato. Anche grazie alla voce della nonna che mi guidava. Ma nel secondo non sentivo più nessuno. Ho dovuto fare una scelta. Sono felice di averla fatta.
-Sei rimasta sul vago. Eviti di dirmi cosa hai visto, perché?
-Non è semplice.
-Sai che con me puoi parlare.
-Nel primo incubo ero al castello e c’era un ballo.
-Allora abbiamo ballato insieme?
-No.
Hinata divenne triste e nascose il viso nella casacca di Sasuke. Non riusciva a guardarlo negli occhi.
-Cosa hai visto? È tanto brutto?
-Solo una cosa sciocca, rideresti se te lo raccontassi.  
-Prova a dirmelo, saprò sorprenderti.
-Tu ballavi con una nobildonna molto bella. Aveva un abito bianco e bei gioielli. Era magra, pelli bianca e capelli rosa. Dopo la fine della musica ti ho raggiunto per salutarti e mi hai ignorata. Sei andato via con lei.
-Questo era sicuramente un incubo. Non succederà mai.
-Quella donna esiste veramente?
-Sì, ma non provo nulla per lei.
-Non devi darmi spiegazioni. Non sono affari miei.
-Io voglio darti spiegazioni. Il secondo incubo era peggio? Ballavo con una bionda?
-No, era peggiore.
Mancavano poche ore di cammino al castello e le avrebbero trascorse chiacchierando. Sasuke voleva conoscere ogni paura di Hinata e lei non voleva nascondergli nulla.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Erano in viaggio da due ore e presto sarebbero arrivati al castello. Hinata era stretta a Sasuke e non riusciva ancora a guardarlo. Gli aveva raccontato del primo incubo e lui l’aveva tranquillizzata. Sapeva come usare le parole per tirarla su di morale.
-Stiamo attraversando il valico che porta al castello e ancora devi dirmi il tuo secondo incubo.
-Sasuke non posso. Quello che ho visto sembrava troppo reale. È stato orribile e si ripeteva ogni volta che lui colpiva con il pugnale. Non sapevo cosa fare per fermare quelle immagini.
-Tranquilla, non era vero. Sei qui e vuol dire che hai bloccato la tua paura.
-Io non credo. Ho ancora paura che possa accadere qualcosa di brutto.
Sasuke le fece alzare la testa e la guardò negli occhi. Lei si sciolse subito, di fronte a quello sguardo era impossibile non parlare. Non aveva parole per descrivere quello che provava quando lo guardava.
-Vuoi parlarmi del tuo incubo o cambiamo discorso?
Hinata prese un bel respiro e iniziò a parlare. Sentiva che poteva confidare ogni cosa al cavaliere.
-Ero in un giardino pieno di fiori, era meraviglioso. C’eri anche tu poco lontano da me e stavo per raggiungerti. Poi alle tue spalle è arrivato un uomo con i capelli neri. Non l’ho visto bene in faccia e non saprei riconoscerlo. L’ho visto pugnalarti alle spalle, come un vigliacco. Dopo il colpo, sei caduto a terra e i fiori sono diventati scarlatti. Il tuo sangue impregnava il terreno e io non riuscivo a neanche a gridare. Ho provato ad avvertirti, ma la mia voce era bloccata. Non usciva neanche un sussurro. Poi la scena è ricominciata da capo. Devo aver visto tutto per almeno dieci volte.
-Basta. Era solo una sortilegio, non mi succederà niente. Come sei fuggita dal giardino? Per rompere la magia, bisogna sconfiggere l’incubo.
-Ho capito che non potevo gridare, ma potevo muovermi. Sono corsa verso di te e mi sono messa tra te e l’uomo cattivo.
-Sei impazzita. Sei corsa da me per farti pugnalare al mio posto. Questa è stata una follia- gridò Sasuke.
Non si era neanche accorto che stava urlando. Hinata dovette tirargli il mantello per fargli abbassare la voce.
-Non dovevo dire niente, lo sapevo.
-Non dire sciocchezze. Dovevo sapere queste cose. Meno male che sei uscita dal sortilegio. Non dovrai mai fare una cosa del genere, so cavarmela da solo.
-Non chiedermi certe cose. Non so come reagirei in quella situazione.
-Sei davvero strana. Ho incontrato molte donne, ma nessuna si è mai presa una pugnalata per me. Sappi che non permetterò che ti facciano male. Qualsiasi cosa accadrà in futuro, tu sarai protetta.
Hinata sentì il suo cuore accelerare e divenne rossissima. Era incredibile, lui la faceva stare bene con poche parole.
 
Dopo due ore
Sasuke indicò a Hinata qualcosa. Lei vide le torri del castello e sorrise. Erano quasi arrivati. Non vedeva l’ora di entrare nelle mura.
-Che bel paesaggio. Qui tutto è verde. Guarda ci sono dei puledri laggiù. Dall’altra parte ci sono dei cerbiatti, sono bellissimi.
Superarono le mura e Hinata venne inondata da una marea di voci.
-Qui fanno sempre il mercato. È un luogo dove i mercanti si fermano a vendere le loro merci. Il re ha aperto le mura a tutti.
Arrivati davanti la porta del castello, due guardie aprirono subito. Sasuke e gli altri affidarono i cavalli allo stalliere e entrarono dentro. Si recarono subito nella sala del trono dove i sovrani li attendevano.
-Bentornati cavalieri!- disse il re.
Hinata si guardò in giro per tentare di ambientarsi. Quella sala era enorme e ben decorata. Guardando davanti a lei, notò due troni maestosi. Quelli di fronte a lei dovevano essere i sovrani. La regina era bellissima. Aveva lunghi capelli rossi e indossava un vestito lunghissimo e verde. Il re era un uomo biondo con gli occhi chiari. Indossava un abito azzurro e un lungo mantello scuro.
-Cosa mi dici Sasuke?
-Ho molte novità maestà.
-Allora parleremo nella sala dei documenti. Devi chiedermi qualcosa?
-Sì. Vi presento Hinata. Potreste permetterle di vivere qui? Potrebbe studiare con Tsunade e aiutarla a curare i feriti e i malati.
Da dietro una tenda di fianco al trono uscì una donna alta, bionda e formosa. Si avvicinò a Hinata e la esaminò attentamente.
-Potrebbe essermi di aiuto. Accetto volentieri di prendermi cura di lei. Credo che sarai una brava allieva. Meglio di questo musone, poco ma sicuro.
-La dottoressa è d’accordo e io non ho obiezioni.
-L’accogliete qui senza sapere chi sia veramente. Non pensate che potrebbe essere una spia dei briganti?
-Kabuto hai prove per sospettare di lei?- domandò il re.
-No, ma non è opportuno farla vivere al castello. Girano persone pericolose.
-Kabuto sei troppo rigido con questa ragazza. Se non hai prove contro di lei, è la benvenuta. Abbiamo fatto preparare una stanza per te.
Sasuke si congedò e accompagnò Hinata alla sua stanza. Una cameriera camminava davanti a loro e faceva strada.
-Questa è la vostra stanza signorina.
-Grazie signora.
Sasuke aprì la porta e fece entrare la ragazza. Rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto nulla di simile. Era una vera camera da principessa. Si era immaginata di tutto, ma non quello sfarzo.
-Questo è tutto mio?
-Sì, il re tratta bene i suoi amici. Sei l’assistente di Tsunade e sarai trattata come una di famiglia.
-Tu dove alloggi?
-La stanza di fianco è la mia. Ho chiesto al re di farti alloggiare nell’ala del palazzo di cui mi occupo io.
-Che bello!
Sasuke non era per niente sorpreso per la reazione della fanciulla. Le bastava poco per essere felice.
Purtroppo la pace fu interrotta dall’arrivo di due nobildonne.
-Bentornato Sasuke!- disse una ragazza con i capelli rosa.
Si buttò fra le braccia di Sasuke che la respinse subito.
-Pensavo di esserti mancata.
-Sono atteso dal re, non ho tempo per certe cose. Hinata sentiti come a casa e sistema le tue cose. Più tardi passo a trovarti.
-Chi è questa ragazza?
-Lei è la nuova assistente di Tsunade.
-Una nuova cavia per la dottoressa. Reggerai poco sotto quella terribile donna. Nessuno regge più di trenta giorni.
-Sakura torna a spettegolare con la tua amica.
Sakura e Ino tornarono nell’ala nobiliare del castello e iniziarono a spettegolare della nuova arrivata.
 
Hinata sistemò la sua roba nell’armadio e non era pieno neanche a metà. Bussarono alla sua porta due cameriere che le sistemarono nell’armadio molti vestiti.
-Sono miei?
-Sì, ve li manda la signora Uchiha. Vi invita anche a prendere il tè. Vi prego di cambiarvi per l’occasione.
-Va bene. Quale abito mi consigliate?
-Non possiamo dirvi cosa sia più indicato per l’occasione. Siamo solo cameriere.
-Non potete darmi un parere?
-Come desiderate. Mettete il vestito blu, la contessa ama i colori scuri. Indossa anche colori chiari, ma di rado.
Le cameriere aiutarono Hinata a lavarsi e indossa il nuovo vestito. Le acconciarono anche i capelli, legandoli in uno splendido chignon.
-Siete bellissima.
Hinata si guardò allo specchio e non riusciva a credere ai suoi occhi. Quella non poteva essere lei? Era elegante e sembrava una nobile.
Uscì dalla stanza e le cameriere l’accompagnarono nell’ala degli Uchiha. Era una parte del castello enorme e decorata in modo impeccabile. Si vedeva che c’era un tocco femminile. Hinata si chiedeva come mai Sasuke non alloggiasse in quella parte. Eppure su ogni porta c’era lo stemma della famiglia Uchiha, quello che aveva visto sulla spada del moro.
Hinata aveva percorso il lungo corridoio che portava al salottino degli Uchiha e non osava bussare. Aveva timore, non faceva parte di quel mondo. Poteva sbagliare qualcosa e avrebbe fatto brutta figura. Doveva farsi coraggio e bussare. Ormai viveva lì e doveva fare amicizia. Quello era un buon punto di partenza. Era un onore ricevere un invito dalla signora Uchiha. Ora doveva stare attenta a non fare cose sbagliate o a parlare a sproposito.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ala Uchiha de castello
Hinata era ferma davanti la porta del salottino degli Uchiha e non riusciva a muoversi. Non era mai stata invitata per un tè, non sapeva cosa doveva fare o dire. Non sapeva niente di quel luogo, di cosa poteva parlare con quelle persone. Era agitatissima e non riusciva a calmarsi. Girò a vuoto per il corridoio per almeno dieci minuti. Alla fine decise di bussare, era scortese fare attendere qualcuno e non voleva apparire maleducata.
Toc toc
-Avanti.
Hinata aprì la porta e entrò nel salottino. Davanti a sé vide un divanetto antico. Davanti c’era un tavolino con sopra delle tazzine decorate con dei bei disegni floreali. Poi vide una poltrona azzurra sulla quale vi era seduta una bellissima donna. Era una nobildonna dai lunghi capelli neri e gli occhi scuri. La stava fissando e Hinata non riusciva a muoversi.
-Cara non restare lì, il tè si raffredda.
Hinata si avvicinò alla donna e si inchinò come segno di rispetto.
-Non c’è bisogno di riverenze, sono solo una contessa. Accomodati.
La mora si sedette sul divanetto e iniziò a sfregarsi le mani. Era nervosa e non sapeva cosa dire. Lei non era nobile, come poteva sapere di cosa parlavano nei salotti.
Intuendo il disagio della fanciulla, la contessa decise di farle qualche domanda. Vedeva la ragazza che si guardava intorno, quello non era di certo il suo ambiente.
-Bevi un po’ di tè cara. È molto buono, è una mia miscela speciale alle rose.
-Lo assaggio subito.
Hinata prese la tazzina in mano e bevve un sorso di tè.
-Questo tè è ottimo, non ho mai assaggiato nulla di simile.
-Sono felice che qualcuno apprezzi i miei sforzi. I miei figli non vogliono mai bere il mio tè, dicono che faccio intrugli disgustosi.
-A me piace questo tè. Lei deve essere un’esperta di piante per aver preparato una bevanda dal gusto così delicato e piacevole.
-Se vuoi, ti insegno a prepararlo.
-Davvero? Siete molto gentile.
Hinata sorrideva. Era felice di aver incontrato una signora tanto carina con lei.
-Non sei abituata a essere trattata bene. Devi aver passato momenti difficili al tuo villaggio.
-Ho passato anche delle belle giornate con la nonna. È stato difficile dopo la sua morte, ma sapevo di dover affrontare ogni avversità.
-Qui ti troverai bene e non sarai più allontanata dalla gente. Quel vestito ti dona, ho fatto bene a regalartelo.
-Io non posso accettare un abito tanto costoso.
-Non ti preoccupare per i soldi, posso permettermi di spendere qualche moneta. Volevo essere la prima a darti il benvenuto in modo caloroso e ci sono riuscita. Quando arrivano nuove persone al castello, si usa preparare dei doni. Quel vestito è il mio regalo per te.
-Grazie mille. Starò attenta a non rovinarlo.
-Non serve. Te ne farò confezionare altri. Sei sotto la protezione di mio figlio, quindi sei come una di famiglia.
-Sasuke ha detto la stessa cosa.
-Mio figlio che si esprime in modo gentile, è raro. Informami quando fa un’uscita del genere, voglio ascoltarlo con le mie orecchie. Come hai conosciuto quel musone?
-Sasuke aveva bisogno di un posto dove alloggiare e l’ho ospitato in casa mia. All’inizio era solo, poi sono arrivati i suoi amici. Per non pagare, si sono fermati nella mia modesta casa fuori il villaggio. Gli abitanti della valle non sono molto ospitali con i forestieri. Se paghi, sei il benvenuto. Se non hai soldi, sono capaci di farti dormire sotto la pioggia.
-Come mai eri considerata una strega? L’ho saputo dalla regina, siamo amiche e ci diciamo tutto. Ha letto la lettera che Sasuke ha inviato al re. Ti dispiace parlarmi di questa storia?
-No, al villaggio mi consideravano diversa. Mi guardavano male anche quando era viva la nonna, poi la situazione è peggiorata. Mi hanno cacciata dalla casa della nonna e costretta a vivere in una vecchia capanna fuori città. In poco tempo, al villaggio si è diffusa la voce che curavo le persone con la magia. Non era vero, io ho sempre usato delle erbe medicinali. È stata mia nonna a insegnarmi a preparare unguenti e medicine varie.
-Ora capisco perché Sasuke ti ha affidata a Tsunade.
 
Qualcuno bussò alla porta e la contessa diede il permesso di entrare.
-Buon pomeriggio contessa!
-Salve care. Avete qualcosa per me?
-I miei genitori vi invitano alla festa in maschera di domani. Si terrà nella sala del trono, il re ci ha permesso di usarla.
-Le feste degli Yamanaka sono sempre bellissime, non posso che accettare. Mio marito sarà felice di partecipare.
-Dirò a mio padre di aggiungervi alla lista- disse Ino.
-Possiamo contare anche sulla presenza di Sasuke?- domandò la ragazza dai capelli rosa.
-Parteciperà sicuramente per tenere sotto controllo gli invitati. Sapete che ha il dovere di proteggere i sovrani.
-Sasuke è un bravissimo cavaliere. È di certo il migliore.
-Contessa Sakura siete gentile nei riguardi di mio figlio.
-Dico solo la verità. È un cavaliere forte e coraggioso, nessuno può superarlo. Ha superato ogni missione con successo e tutti lo stimano al castello.
Hinata ascoltava la conversazione fra le donne e si sentiva di troppo. Sembravano non averla vista e non l’avevano neanche salutata. Era stata ignorata di proposito.
Ino e Sakura lasciarono l’invito alla contessa e prima di uscire dal salotto, lanciarono un’occhiata gelida verso la mora. La cosa non le sfuggì e si domandò cosa aveva fatto di sbagliato.
-Ho forse fatto qualche errore?
-No, cara. Sakura e Ino guardano in quel modo tutte le ragazze che non fanno parte della nobiltà. Dicono che non bisogna mischiarsi con il popolo. Non ti preoccupare, Sasuke la pensa diversamente.
Non sapeva come, ma la contessa le aveva letto nella mente. Aveva appianato qualsiasi dubbio con una semplice frase. Aveva fatto bene ad andare da lei, era una donna straordinaria. Con lei si sentiva a suo agio.
 
Sasuke entrò nel salottino senza bussare e vide Hinata di fronte la madre. Rimase incantato a guardarla per alcuni secondi. Quel vestito le donava e anche i capelli erano perfetti.
-Sasuke dove hai nascosto le buone maniere?
-Mamma non farmi la ramanzina come al solito. Quelle due mi hanno scocciato per un’ora in giardino. Meno male che avevo finito di parlare con il re.
-Stai parlando di Ino e Sakura?
-Conosci altre rompiscatole nel castello.
-Sei nervoso. Vuoi del tè.
-Non farò da cavia per le tue miscele dolci. Non le sopporto. Hinata hai bevuto quella roba?
-Era buonissimo.
-Lei sa apprezzare i miei sforzi. La trovo dolcissima, posso adottarla?
-No, mamma non infastidirla. Non puoi neanche chiederle di farti da dama di compagnia. Hinata è la nuova assistente di Tsunade.
-Lo so, ma è un peccato. Mi piace stare in sua compagnia.
-Verrò a trovarvi spesso. Sempre con il vostro permesso e di vostro figlio.
-Vieni quando vuoi cara.
-Per me non ci sono problemi. Sappi che ti userà come cavia per quella roba e come bambola per i nuovi vestiti.
-Non essere crudele Sasuke. Non puoi sempre pensare male di me.
-Ti conosco e sei capace di tutto.
-Cambiando discorso domani c’è la festa degli Yamanaka, hai un costume?
-Tutti i cavalieri si vestiranno da principi, ordini del re. Ho già il vestito, quindi non iniziare a cacciare abiti dal tuo baule segreto.
-Non mi dai mai soddisfazioni. Allora non mi resta che trovare un vestito per te.
-Io non ho ricevuto l’invito, non posso presentarmi alla festa. Secondo il galateo, senza invito non si può partecipare a balli o a feste di nobili, principi o re.
-Non pensavo a quella stupida regola. Devo farti i complimenti cara, conosci bene le regole di corte.
-Come mai non le hanno dato l’invito?
-L’hanno ignorata. A Sakura non deve piacere come tratti Hinata.
-Quello che faccio non è affar suo. Hanno invitato tutto il castello, non è giusto escluderla.
-Io non me la sono presa. Non mi conoscono ancora, dai loro tempo.
-Sei la solita ottimista.
La contessa vide suo figlio sorridere a Hinata e ne rimase piacevolmente sorpresa. Erano anni che non lo vedeva con quella espressione.
-Noi torniamo alle nostre stanze. Riposate madre, non vi fa bene stancarvi troppo.
-Mi dispiace avervi trattenuta.
-Non sono stanca cara. Mio figlio si preoccupa sempre troppo. A volte mi ammalo e lui diventa apprensivo.
-Vi vuole molto bene.
Sasuke trascinò Hinata fuori dal salottino, prima che la madre la rinchiudesse nella sua stanza. In poche ore le si era attaccata tantissimo. La mora l’aveva colpita positivamente.
-Non mi hai dato tempo di salutare tua madre adeguatamente.
-Ha capito perché sei fuggita.
-Mi hai trascinata via come un uragano.
Arrivati davanti alle loro stanze, Sasuke si avvicinò a Hinata e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
-Grazie per averle fatto compagnia. Sei stata gentile, sapevo che le saresti piaciuta. In genere, non sbaglio nel giudicare le persone. Sapevo che eri una dolce ragazza con un cuore enorme, lo dimostri ogni giorno.
Sasuke si allontanò da lei di pochi centimetri. Lei aveva il volto in fiamme e non sapeva cosa rispondere. Quella vicinanza era troppo, stava per esplodere. Il suo cuore era un tamburo impazzito e non riusciva a regolarizzare i battiti. Doveva calmarsi o l’avrebbe scoperta. Non doveva sapere quello che provava, lei non era adatta a lui, meritava di meglio. Poi il cavaliere fece qualcosa di inaspettato. La baciò sulla guancia e poi sul collo.
-Hai un buon profumo.
Si congedarono e rientrarono ognuno nella propria stanza. Hinata dovette slacciarsi il vestito e togliere il corsetto per respirare. Sasuke l’aveva mandata in tilt. Non sapeva come interpretare quei gesti. Stava accadendo quello che temeva, si stava innamorando perdutamente del moro. Anzi era già ben cotta.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Mattina, ore cinque
Hinata non aveva sognato, era veramente al castello reale. Quella notte aveva dormito in un comodo letto con lenzuola pregiatissime e coperte di pura lana. La sua stanza era enorme e c’era qualunque cosa lì dentro. Aveva a disposizione un armadio di abiti eleganti di ogni colore. Erano tutti diversi e ben fatti. Era appena arrivata e la trattavano come una vera principessa. Sasuke aveva ragione, si trovava benissimo in quel posto. Era lì da un giorno e aveva già conosciuto delle persone meravigliose.
Quella notte aveva dormito poche ore. Aveva pensato tutto il tempo a quello che aveva fatto Sasuke prima di entrare nella sua stanza. Si era comportato in modo strano. Come doveva interpretare i suoi gesti? Di sicuro non doveva farsi illusioni. Sasuke teneva a lei, le dava quelle attenzioni per non farla sentire a disagio. Non sapeva più cosa pensare. Decise di farsi un bagno caldo.
Dopo venti minuti entrarono nella sua stanza due cameriere.
-Eccovi qui signorina. Il signor Uchiha ci ha inviate qui per aiutarvi.
-Non serve, posso vestirmi da sola.
-Non possiamo disobbedire.
-Scusate, non volevo dire nulla di sbagliato. È che non sono abituata a tutto questo.
-Non dovete scusarvi signorina, mai chinare il capo di fronte le cameriere. È l’etichetta.
-Quella regola non mi piace.
-Siete una ragazza strana signorina. Nessuno, oltre a voi, rifiuterebbe di essere servito.
-Abituatevi, a me non piace quella regola.
Le cameriere aiutarono Hinata a vestirsi in modo consono alla corte. La più anziana delle cameriere, era una donna di circa 40 anni. Aveva visto passare molte donne da quelle parti e nessuna si era mai sognata di lamentarsi di avere aiuto da parte dei domestici. Era rimasta stupita sentendo quella ragazza. Si era lamentata delle troppe attenzioni. La sua amica, la cameriera più giovane, l’aveva guardata stranita. Era la conferma che anche lei non avesse mai sentito assurdità simili.
-Come vi chiamate?
-Non ha importanza signorina.
-Ne ha per me. Non dirò a nessuno delle nostre conversazioni.
-Io sono Kasumi e lei è Keiko.
-Lavorate molto qui?
-Siamo state assegnate all’ala del signor Uchiha un anno fa. Prima Keiko lavorava per gli Yamanaka. L’hanno mandata via a causa di un incidente.
-Cosa vi hanno fatto?
-La signorina Yamanaka mi ha accusato di furto. I suoi genitori le hanno creduto e mi hanno mandata via. Per fortuna, la signora Kasumi mi ha difesa e ha chiesto al signor Uchiha di assumermi. Quando lo ha fatto, i signori Yamanaka si sono infuriati, ma lui non mi ha cacciata. Gli devo molto. Ho un figlio piccolo e questo lavoro mi serve.
-Avete già un figlio, siete molto giovane.
-No, signorina. Io ho già 28 anni. Sono sposata da otto anni e ho partorito tre anni fa. All’inizio pensavo di non poter avere bambini. Poi è arrivato il piccolo Kenji.
-Mi piacerebbe incontrarlo.
-Spesso gira da queste parti per vedere il signor Uchiha. Adora ascoltare le sue storie.
-Signorina come mai siete venuta qui?
-Dove abitavo prima non mi sentivo felice. Mi hanno proposto di vivere qui e di studiare con la dottoressa e ho accettato.
-Vi troverete bene in questo castello. Siete sotto la protezione di un cavaliere e nessuno può trattarvi male.
-Sapete molte cose signora Kasumi.
-Lavoro al castello da moltissimi anni e ne ho viste tante. Ho finito di aggiustarvi i capelli.
-Mi insegnereste a legarli così?
Kasumi aveva legato i lunghi capelli di Hinata in una treccia. Non sapeva come aveva fatto a incastrarle fra i capelli un nastro viola. Era tutto curato nei minimi particolari.
-Un giorno vi mostrerò come fare. Ci aiuterai Keiko?
-Certo. Sono felice di essere stata assegnata a voi.
-Volete dire che siete le mie cameriere fisse?
-Sì, signorina. Di qualsiasi cosa abbiate bisogno, basta chiamare. Ogni vostro desiderio è un ordine per noi.
Hinata si lanciò sulle due e le abbracciò forte.
-Ho altre due amiche, che bello.
Le due cameriere scoppiarono a ridere. Quella ragazza non era per niente normale. Ora capivano l’avvertimento del signor Uchiha. Aveva detto loro di avere molta pazienza con la ragazza.
-Potete dirmi come arrivare nel laboratorio della dottoressa?
-Vi portiamo lì subito.
-Grazie. Non pensate che il vestito sia troppo pomposo?
-No, siete bellissima. Non farete fatica a muovervi. Piuttosto, non dovrete fare caso allo strano comportamento della dottoressa. È molto esuberante.
-Sasuke mi ha detto che è bravissima. Voglio imparare come preparare delle nuove medicine per aiutare gli altri. Farò qualsiasi cosa per migliorare nelle arti mediche.
 
Le cameriere accompagnarono Hinata al laboratorio e poi si dileguarono. Non era il caso di incontrare la dottoressa appena mattina.
Toc toc
-Avanti.
-Buongiorno!
-Tu sei l’amica di Sasuke. Accomodati.
Hinata vide davanti a sé una donna con un abito nero e un grembiule da cucina davanti. Aveva i capelli biondi legati in una coda e degli occhiali sul naso. Stava preparando qualcosa dentro una ciotola.
-Vieni ad aiutarmi. Prendi questo mestolo e gira con forza. Mi raccomando non fermarti.
-Va bene.
Hinata si tirò su le maniche del vestito e iniziò a mescolare il liquido nella ciotola.
-A cosa serve questa medicina?
-Sto creando un unguento contro i morsi di insetti. Negli ultimi anni, i nobili si sono lamentati di escoriazioni dovute a pizzichi. Dovremo lavorare sulle tue braccia. Mescola più veloce. Io vado a parlare con il re, quando torno quella roba deve essere di colore verde scuro. Mi raccomando, non fermarti mai.
Hinata non voleva deluderla e ci mise energia in quello che faceva. Sperava che quella roba diventasse al più presto del colore giusto, non poteva sbagliare il primo giorno di lavoro. Era faticoso, ma non si sarebbe arresa.
 
La dottoressa tornò dopo un’ora. Trovò la fanciulla che mescolava il suo intruglio e ne rimase sorpresa. Pensava che si sarebbe stancata e seduta da qualche parte. Si avvicinò e vide che il liquido era diventato del colore giusto.
-Molto brava. Ora sistema quei volumi per terra in ordine alfabetico. Vicino la finestra c’è uno scaffale vuoto.
Hinata si inginocchiò per terra e iniziò a mettere in ordine i vari libri. Erano tantissimi. Ci mise tutta la mattinata per sistemarli nell’ordine esatto.
-Un buon lavoro. Sei pronta per diventare la mia assistente, hai superato il test.
-Grazie dottoressa. Mi impegnerò e non mi lamenterò mai. Voglio migliorare e poter aiutare le persone.
-Sei spassosa. Un altro al posto tuo si sarebbe arrabbiato dopo il test.
-Mi sembra una cosa normale. Non si può fidare della prima arrivata, doveva capire se sono capace se lavoro duramente.
-Però tu ti sei fidata subito del cavaliere che ha bussato alla tua porta.
Hinata divenne rossa e iniziò a giocare con le mani. La dottoressa sapeva del suo primo incontro con Sasuke. Non sapeva cosa rispondere.
-Tranquilla, non è un interrogatorio. Dovresti vedere la tua faccia, sei molto rossa.
Hinata tirò un sospiro di sollievo e chiese alla dottoressa cosa altro poteva fare.
-Potresti aiutarmi a ripulire. Ieri ho fatto esplodere una medicina laggiù. Non riesco a scrostare quelle macchie.
-Vi aiuto io.
Hinata si infilò un paio di guanti e iniziò a strofinare forte sulle macchie. Ci volle un po’ per mandarle via, ma ci riuscirono.
-Grazie dell’aiuto, sarei esplosa guardando ancora quel pasticcio. Non tollero il disordine e lo sporco.
-Lasciate che mi occupi io delle pulizie, sarebbe un peso in meno per voi. A quanto vedo non fate entrare i domestici qui.
-Mai. Metterebbero in disordine la mia roba.
-Allora mi occuperò io della pulizia del laboratorio. Ogni libro, ogni medicina e ogni attrezzo resterà al proprio posto.
-Proposta accettata. Il sole tra poco tramonterà e io devo prepararmi per la festa. Tu cosa indosserai?
-Non sono stata invitata. Potrei prendere un libro da leggere dalla vostra libreria?
-Certo. Prendi questo. Parla delle erbe mediche più rare e più potenti del regno.
-Grazie. Voi cosa indosserete?
-Un vestito da cameriera. Me l’ha prestato Kasumi. Sei fortunata ad averla come cameriera personale, è una delle più brave.
Hinata salutò la dottoressa e tornò nella sua stanza. Passando dal corridoio centrale, sbirciò nella grande porta che conduceva alla sala del trono e vide tanti domestici che sistemavano fiori ovunque. La sala era magnifica.
Ino e Sakura le arrivarono alle spalle, ma lei non se ne accorse. Era impressionata da tutte quelle decorazioni. Non aveva mai visto nulla di simile.
-Torna nella tua stanza, non sei invitata e non ti è permesso stare qui fino a domani mattina.
-Stavo solo dando un’occhiata.
-Non puoi. Non sei neanche vestita nel modo giusto.
Sakura era stata tagliente con la mora. Hinata non capiva il motivo di tanto astio. Decise di andare via senza rispondere, non voleva creare problemi.
Tornò nella sua stanza e trovò qualcuno che l’aspettava.
-La dottoressa ti ha trattenuta fino a tardi.
Hinata rimase a bocca aperta, Sasuke era bellissimo vestito da principe. Indossava un pantalone bianco e una giacca con molte medaglie militari. Sulla testa portava una corona e al fianco una spada di fattura pregiatissima. Non poteva essere umano, era troppo bello. Di nuovo quella sensazione di calore nel petto. Stava diventando pazza, forse doveva farsi visitare dalla dottoressa.
Il moro si avvicinò alla ragazza, non si muoveva da quando era entrato.  
-Cosa è successo?
Hinata scosse la testa da destra a sinistra e si riprese. Doveva farsi forza e cercare di mettere a tacere quel tamburo nel petto.
-Hinata ti sei stancata troppo? Mi hanno riferito che hai lavorato molto.
-Mi è piaciuto lavorare con la dottoressa. Da domani mi occuperò anche delle pulizie del laboratorio, è una grande responsabilità.
-Piaci molto a Tsunade e te lo fa capire a modo suo. Ora devo andare, il re mi aspetta.
-Divertiti.
-Non sarà molto bello senza di te.
Sasuke le diede una carezza sulla guancia e uscì dalla stanza. Hinata si affacciò al balcone e vide l’ingresso del castello. Lungo la strada si vedevano molte carrozze che si avvicinavano. Doveva essere una festa sfarzosa, sulla via c’erano tantissime carrozze. Da lì riusciva a vedere anche l’ingresso, poteva guardare i nobili entrare nel castello. Erano tutti vestiti con abiti pregiati e diversissimi. C’erano anche degli uomini vestiti da cavallo o da cammello. Erano davvero buffi. Provò a immaginare la faccia degli invitati quando entravano nella grande sala decorata per la festa. Di certo, restavano stupiti da tanta bellezza e cura dei dettagli. Lei aveva visto poco, ma immagina la conclusione dei preparativi. Per un momento, desiderò di essere laggiù con tutti gli invitati. Quel pensiero venne subito scacciato via da una folata di vento. Iniziava a far freddo, era meglio rientrare.
 
Nella sala della festa
Sasuke aveva raggiunto il re e la regina.
-Bel vestito Sasuke- gli disse il sovrano.
-Mi complimento anche per il vostro maestà. Voi e la regina siete ancora una volta al centro dell’attenzione.
-Mia moglie ha insistito per farmi vestire in questo modo.
La regina indossava un abito da regina dei ghiacci. Da piccola, spesso, leggeva una favola del nord che parlava di una potente regina che possedeva dei poteri magici. Si era fatta confezionare un abito secondo il disegno sul libro che possedeva fin da bambina. Aveva costretto il re a indossare un abito da stregone. Diceva che era un modo per far capire a tutti che non detestavano la magia. Troppe volte aveva sentito dire che il re odiava la magia e uccideva chi la praticava. Era dicerie assurde. Minato aveva accolto molti maghi in quegli anni e non si erano lamentati.
-Pare che Kabuto e i suoi amici non siano d’accordo con la mia scelta?
-Non badi a Kabuto, maestà. Ha la luna storta da quando siamo partiti per la valle. Non ha digerito che mi abbiate affidato ancora una volta il comando.
-Kabuto è ancora geloso dei tuoi successi. Eppure anche lui ha compiuto diverse missioni.
-Caro sai bene che quel ragazzo ha sempre avuto problemi con Sasuke. Anche da bambini litigavano spesso. Parlando con i suoi parenti, ho capito che l’odio verso Sasuke è condiviso. Sono una famiglia che porta rancore.
-Mi avevi detto di aver preso un tè con loro. Quindi la tua impressione è che covino odio verso il mio migliore cavaliere.
-Non solo. Non approvano alcune scelte che abbiamo fatto per il popolo. Non hanno avuto timore di riferirmelo.
-Li terrò sotto controllo.
-Volete che indaghi maestà?
-Grazie Sasuke. Temo che quel ragazzo trami qualcosa contro di me e mia moglie. In giro si parla di un complotto perpetuato da alcuni nobili del castello. Ora pensiamo a divertirci. Ti va di ballare mia cara?
-Volentieri.
I sovrani aprirono le danze e furono seguiti sulla pista dagli altri nobili.
-Sasuke ti va di ballare con me?
-No, sono impegnato.
-Sei sempre attento al tuo dovere, sei formidabile. Però potresti concederti un po’ di svago. Ti piace il mio vestito?
-Non capisco da cosa ti sei mascherata?
-Sono una principessa sirena, porto anche un diadema.
-Torna dalla tua amica, ti sta cercando.
-Ci vediamo più tardi. Riuscirò a strapparti un ballo e un sorriso, ne sono sicura.
 
I sovrani tornarono sul trono dopo aver ballato quattro brani e mangiato delle tartine. Videro Sasuke fermo di fianco al trono, non sembrava divertirsi.
-Vai a ballare, non devi restare impalato qui. Non attaccheranno in questo momento.
-Non ho una dama e non ho voglia di ballare.
-Sei il solito burbero, ragazzo asociale, mio caro fratellino.
-Ce l’hai fatta Itachi. Sono contento di vederti.
-Vi ho portato il tratta firmato maestà. Il re di Kento vi manda i suoi saluti e un pensiero. Vi ringrazia anche per i doni che gli avete inviato.
-Grazie per l’ottimo lavoro. Ora dovresti farmi il favore di convincere il mio cavaliere a ballare. Oggi ci sono molte dame stupende al castello, puoi scegliere chi vuoi.
-Il re ha ragione. Ci deve essere una dama che ti piaccia.
-Non insistete, non ho voglia di avere una donna attaccata al mio collo.
-Perché non inviti la nuova arrivata? Non l’ho ancora vista. Si sarà mischiata con gli altri- disse la regina guardandosi in giro.
-Hinata non è qui.
-Perché?- chiese la regina.
-Gli Yamanaka hanno deciso di non invitarla. È opera di Ino e Sakura.
-Ci sono tutti. Quella ragazza è sola nella sua stanza mentre qui si divertono tutti. Non mi piace questa scelta.
-Hinata ha detto che non le pesava. Conoscendola starà leggendo qualcosa che le ha dato la dottoressa.
-Esatto. Ha preso il mio libro sulle erbe mediche rare. Mi hai portato una ragazza straordinaria. Sarà una bravissima assistente quando avrò finito le mie lezioni. Questa volta avevi ragione.
-Dottoressa erano mesi che non la vedevamo sorridere. Ho fatto bene a permettere a Hinata di restare al castello.
-Una scelta saggia maestà.
Itachi guardò Sasuke con curiosità. Quella era una cosa nuova che scopriva di suo fratello. Mai lo aveva visto portare gente al castello, non si fidava mai di nessuno.
-Sono curioso di conoscere questa misteriosa fanciulla.
-Succederà presto, la mamma la inviterà spesso nel suo salottino.
-Deve essere una ragazza speciale se ha conquistato anche la mamma. Scoprirò qualsiasi segreto nasconde. Mi basterà un’occhiata e capirò se mente.
-Per una volta prova a fidarti del mio giudizio e a non fare di testa tua. Conosco i tuoi metodi, potresti spaventarla.
-Hai paura che scappi lontano dal castello?
Sasuke non rispose. Suo fratello stava studiando le sue reazioni e non gli piaceva quando lo faceva. Non era un bambino che aveva bisogno di protezione.
 
Dopo un’ora
La festa non sembrava finire mai e le nobildonne continuavano a chiedere balli a Sasuke. Iniziava a essere stanco di tutto quello sfarzo e delle chiacchiere.
-Stare accanto a me non ti salverà dalle donne.
-Maestà vi burlate di me?
-Non oserei mai. È un po’ di tempo che non vedo in giro Kabuto. Era mascherato da principe, con un abito tutto nero e non lo intravedo da nessuna parte.
-L’ho visto uscire dalla sala cinque minuti fa. Sembrava andare di corsa- disse la regina.
-Con il vostro permesso maestà, mi allontanerei dalla festa.
-Vai pure Sasuke. Itachi è qui con noi e non ci succederà niente. È anche pieno di cavalieri, nessuno si avvicinerà al trono.
 
Sasuke uscì di corsa dalla sala e andò verso la sua stanza. Arrivato nella sua ala, notò che la porta della camera di Hinata era appannata.
Si avvicinò lentamente e guardò dentro. Vide Hinata stesa sul letto, sembrava dormire. Di fianco al letto c’era qualcuno. Era un uomo abbastanza alto, ma non riusciva a vederlo bene. Entrò senza farsi sentire e si avvicinò all’estraneo. Lo vide allungare un braccio verso il viso di Hinata. Gli salì subito il sangue alla testa. Afferrò l’uomo per un braccio e lo allontanò dalla ragazza.
Guardandolo meglio, lo riconobbe.
-Kabuto cosa fai nella mia ala? Non mi pare di averti invitato.
-Ero venuto a fare una visita alla tua amica. Mi hanno riferito che l’hanno esclusa dalla festa. Si deve essere sentita sola.
-Sparisci da qui.
-Se non volessi andare via.
-Ti costringerò con la forza.
Sasuke cacciò fuori dalla stanza Kabuto. Lo vide allontanarsi dalla sua ala. Per un po’, se ne sarebbe stato buono. Il re aveva ragione, tramava qualcosa. Ogni giorno, si comportava in modo sempre più strano.
Sasuke tornò nella stanza di Hinata. Doveva accertarsi che non ci fossero altri ospiti sgraditi.
Hinata aprì gli occhi e vide qualcuno vicino al balcone.
-Si coprì con la coperta e afferrò un vaso.
L’uomo si girò verso di lei e la prese per le braccia.
-Hinata sono io.
-Sasuke mi hai spaventata. Pensavo che qualcuno si fosse intrufolato qui dentro.
-Volevi colpirmi con un vaso, non è gentile.
-Pensavo fossi un pazzo.
-Devi aver avuto molta paura. Non era mia intenzione infilarmi nella tua stanza. Dovevo controllare qualcosa.
-Avrai avuto un buon motivo. Puoi dirmelo?
Sasuke accese una candela e si sedette sul letto della ragazza.
-Avvicinati Hinata.
Lei si sedette al suo fianco, senza alcun timore. Qualcosa doveva averlo spinto a entrare lì.
-Questa notte qualcuno è penetrato qui durante la festa.
-Per fortuna, eri qui.
-Sono scappato dalla festa a causa di un presentimento. Avevo ragione. Kabuto era qui.
Hinata rabbrividì a quella notizia. Sasuke le prese la mano destra e la strinse.
-Non permetterò a nessuno di ferirti. Puoi fidarti di me.
La ragazza lo guardò ancora una volta in quelle pozze nere e non le fecero paura. Non capiva perché gli altri si spaventassero guardandolo. Sentì la mano calda del ragazzo stringere la sua e il calore la pervase. Doveva stare attenta o si sarebbe accorto dei suoi sentimenti. Non voleva essere cacciata, le piaceva quel posto. Ritrasse la mano e si spostò qualche centimetro dal cavaliere.
-Hinata ho fatto qualcosa che ti turba?
-No, è colpa mia.
Sasuke intuì cosa le passava per la testa.
-Nessuno ti manderà via dal castello. Io non lo farei mai.
-Sasuke sono una sciocca paurosa. Mi dispiace.
-Sei tutto tranne che una sciocca. Abbi più fiducia in te, hai delle doti che neanche sai di possedere. Ora torna a dormire.
-Per favore, non andare via.
Si vedeva che la faccenda di Kabuto l’aveva scossa. Aveva gli occhi lucidi e faceva di tutto per trattenersi e non piangere.
-Mi metterò sulla poltrona, nessuno ti disturberà questa notte e neanche nei prossimi giorni. 
Hinata stava per dire qualcosa, ma il cavaliere la zittì dandole un lieve bacio sulle labbra. Hinata non poteva credere a quello che era successo, non era un sogno.
Sasuke la vide toccarsi le labbra. Non era abituata a quei gesti. Le si avvicinò di nuovo e le toccò i capelli.
-Hai dei capelli meravigliosi. Hinata sei bellissima.
Sasuke la fece alzare dal letto e la strinse a sé.
-Balliamo.
Iniziarono a girare per tutta la stanza.
-Mi sembra di essere alla festa.
-Questo è il nostro ballo privato. Sei l’ospite d’onore del mio ballo privato.
-Sono onorata di tale privilegio. Come mai avete scelto me come compagna per questo ballo?
-Siete la ragazza più bella del regno, non potevo fare scelta migliore.
Finito di ballare, Sasuke scortò Hinata nel suo letto.
-Ora dormi. La dottoressa non deve sapere che non riposi a causa mia.
Non sarebbe riuscita a dormire dopo quella notte magica. Non si aspettava quella mossa dal cavaliere. Non sapeva di contare tanto per lui. Ogni giorno era più felice della sua scelta.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


La notte era passata
Sasuke aveva passato la notte nella stanza di Hinata per non rischiare altre brutte sorprese. La fanciulla aveva dormito tranquilla per fortuna.
Il moro si affacciò al balcone e vide che il sole stava sorgendo. Era ora di tornare nella sua stanza. Sarebbe stato imprudente se le cameriere lo avessero trovato lì con lei. Non voleva che qualcuno spettegolasse sulla ragazza.
Hinata aprì gli occhi e vide Sasuke in piedi vicino al balcone.
-Sei rimasto come promesso.
-Mantengo sempre la parola data. Ora devo andare, ho tante cose da fare oggi.
-Grazie.
Sasuke si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio sulla fronte.
-Non ti stancare troppo con quella despota della dottoressa.
Il moro uscì dalla stanza e andò a cambiarsi. Aveva un’udienza con il re e gli altri cavalieri fra un’ora.
 
Dopo pochi minuti, Hinata sentì qualcuno bussare. Le due cameriere entrarono nella stanza e videro la ragazza seduta sul letto. Lei ancora stava pensando alla sera prima. Il bacio che Sasuke le aveva dato era stato meraviglioso. Ancora sentiva il calore delle sue labbra sulle sue.
-Signorina state bene? Non è che avete la febbre?- domand Kasumi.
-No, sto benissimo.
-Siete tutta rossa.
Hinata fece finta di niente e si alzò dal letto. Non poteva dire loro quello che era successo. Era meraviglioso, ma anche imbarazzante.
-Devo prepararmi, la dottoressa mi aspetta.
-Quale vestito volete indossare?- domandò la seconda cameriera.
-Vorrei provare quello lilla. Non è troppo pomposo e mi faciliterà i movimenti nel laboratorio.
Le due cameriere aiutarono Hinata a lavarsi e poi le spazzolarono i lunghi capelli. Mentre una si occupava dell’acconciatura, l’altra le copriva il viso con un po’ di cipria.
-Lo chignon è perfetto, grazie.
Hinata si alzò in piedi e le due cameriere le legarono il corsetto addosso. Poi l’aiutarono a infilarsi il vestito.
-Siete stupenda. Tutto ciò che indossate vi sta benissimo.
-Forza, dobbiamo tornare giù e lavare gli abiti del signor Uchiha. Li vuole per domani mattina. Non stare qui a disturbare la signorina.
-Voi vi occupate anche delle cose di Sasuke?
-Sì, siamo le cameriere di questa ala del castello. Ci siete solo voi e  il padrone e non ci è difficile occuparci di tutto. Dovremmo aiutare anche il signor Uchiha a cambiarsi, ma non vuole mai. La mattina ci caccia dalla sua stanza. Dice sempre che non è più un bambino e può fare da solo.
-Posso dirlo anche io?
-Assolutamente no. Se scoprisse che non ci occupiamo di voi, ci sgriderebbe per ore.
-Avete tante cose da fare, non voglio che vi affatichiate.
-Non si preoccupi, siamo pagate bene. Il signore non ci fa faticare troppo.
-Mi arrendo, è inutile discutere con voi.
Hinata uscì dalla stanza e andò al laboratorio della dottoressa.
-Buongiorno Hinata! Hai dormito bene?
-Benissimo- disse arrossendo.
-Qualcuno ti ha fatto visita ieri notte?
-Come lo sapete?
-Ho tirato a indovinare. La tua faccia parla chiaro cara. Beata gioventù. Ti ha lasciato questa lettera prima di andare via. Il re gli ha chiesto di partire improvvisamente.
-Grazie.
Hinata mise la lettera in tasca e si dedicò al suo lavoro. Aveva molto da fare quella mattina.
La dottoressa la osservava e non poteva che essere contenta. Hinata era una validissima assistente.
Verso le undici, Tsunade mostrò a Hinata come preparare una medicina per calmare la tosse. Hinata era entusiasta. La dottoressa era abilissima con le erbe mediche, non aveva mai visto nulla di simile. Neanche sua nonna sapeva preparare cose simili.
 
Verso sera, Hinata si ritirò nella sua stanza e aprì subito la lettera di Sasuke.
-Starò via per sette giorni. La notte chiudi bene la porta della tua stanza e la finestra del balcone. Ho chiesto alle cameriere di alloggiare nella stanza degli ospiti di fianco alla tua. Se sentono dei rumori, sono pronte a intervenire e a chiedere aiuto. Pensa al tuo lavoro con la dottoressa e riposa la notte. Nessuno ti farà del male. A presto!
Sasuke era stato premuroso con lei. Aveva pensato a tutto nonostante fosse partito all’improvviso. In pochi minuti, aveva organizzato un modo per farla sentire a suo agio nonostante la sua assenza.
 
Il giorno dopo
Hinata si era alzata come sempre all’alba e le cameriere l’avevano aiutata a vestirsi. Quella mattina aveva optato per un vestito azzurro. Era andata nel laboratorio e si era messa a pulire. La notte prima, la dottoressa non aveva chiuso occhio per mettere a punto una nuova medicina contro la febbre. C’erano ampolle ovunque e un liquido verdastro sgocciolava dal tavolo.
-Mi dispiace, ma non ho le forze per ripulire.
-Me ne occupo io dottoressa.
-Non toccare il liquido verde, è appiccicoso.
Hinata indossò dei guanti e iniziò a pulire il casino.
 
 Verso le due del pomeriggio, due guardie entrarono nel laboratorio e presero Hinata in custodia.
-Chi vi manda?
-Il re ci ha ordinato di scortarla nella sala del trono.
-Vengo anche io.
Hinata era spaventata, non sapeva cosa volessero da lei.
-Tranquilla cara, risolveremo tutto.
 
Arrivati nella sala del trono, le due guardie buttarono a terra Hinata. La dottoressa si inginocchiò di fianco alla fanciulla e l’aiutò a mettersi in ginocchio davanti al re.
-Hinata abbiamo trovato questi libri di stregoneria nel tuo alloggio. Cosa hai da dire a tua discolpa?- chiese il re.
-Non ho mai visto quei libri.
-Non mentire. Sono libri di stregoneria nera e i miei esperti dicono che sono incantesimi potenti e pericolosi.
-Io non so fare magie.
Hinata era spaventata, non capiva come quelle cose fossero finite nella sua stanza.
-Maestà non può pensare che Hinata sia una strega nera. La vostra amica maga se ne sarebbe accorta.
-Kurenai non è qui. È dovuta partire a causa di un impegno. Quando tornerà mi saprà dire chi è veramente questa ragazza. Intanto, verrà rinchiusa in una cella nelle segrete del castello. Guardie scortatela alla sua cella.
-Minato non puoi farlo.
-Kushina, questa volta, neanche tu mi farai cambiare idea. La legge è uguale per tutti e devo applicarla. Quando Kurenai tornerà fra noi, avremo tutte le risposte.
-Quando sarà di ritorno la maga? – si intromise Tsunade.
-Fra una settima, questa ragazza confesserà tutta la verità.
Hinata venne portata in una cella buia e sporca. All’interno c’era solo un pagliericcio con una coperta e un piccolo sgabello.
-Buon soggiorno strega- urlò una guardia.
 
Intanto nella sala del trono
Tsunade tentava di convincere il re a cambiare idea. Anche la regina tentava di farlo ragionare.
-Non è possibile che quella fanciulla sia una strega nera. Sasuke se ne sarebbe accorto.
-Kushina non essere ingenua. Le streghe sono subdole e conoscono mille modi per ingannare i cavalieri.
-Sasuke è immune agli incantesimi, è stato addestrato a resistere ai più potenti sortilegi magici. Si sarebbe accorto sicuramente si avere davanti una strega- disse Tsunade.
Nella sala entrò anche la madre di Sasuke che chiese al re di parlare.
-Non potete accusare quella ragazza di falsità. Chi vi ha detto di perquisire la sua stanza? Qualcuno deve avervi detto che aveva dei sospetti su di lei.
Il re non rispose. Aveva gli occhi di tre donne arrabbiate addosso e non gli piaceva per niente.
-Ho preso la mia decisione e nessuno mi farà cambiare idea.
-Allora io dormirò nella stanza degli ospiti dell’ala principale del castello.
-Scordatevi qualsiasi cosa da me e dalla contessa Uchiha.
-Ben detto dottoressa.
Le donne uscirono dalla sala del trono infuriate come non mai.
-Itachi cosa pensi di questa faccenda?
-Avete preso la decisione più giusta. Non potete fare favoritismi solo per simpatia. Chi vi ha portato quei libri?
-Due cavalieri hanno perquisito delle stanza a caso del castello.
-Quali?
-Quelle degli Haruno, quelle degli Yamanaka e quelle di Sasuke e di Hinata. Solo nella camera di Hinata sono state trovate cose strane. Kabuto e Kiba hanno guardato in ogni angolo degli alloggi.
-Comprendo.
-Cosa pensi?
-Mi pare sospetto che la perquisizione nell’ala di Sasuke avvenga mentre è via. Penso che Kabuto trami qualcosa.
 
Hinata era chiusa nella sua cella e cercava di farsi coraggio. Una volta tornato Sasuke al castello, si sarebbe risolto tutto. Lui avrebbe detto a tutti che lei non era cattiva.
Era calata la sera e nella cella faceva molto freddo. Hinata si coprì con la coperta, ma non era meglio. Le usciva fumo dalla bocca e le dita delle mani erano ghiacciate. Doveva restare lì una settimana, doveva resistere.
-La tua cena strega.
La guardia rovesciò per terra la zuppa e il pane di Hinata.
-Mangia la tua sbobba, meriti solo quella.
Quella roba non si poteva mangiare ora che era caduta per terra. Era mischiata al sudiciume del pavimento della cella. Aveva fame e sete. Si rannicchiò sulla paglia e cercò di scaldarsi. Doveva fare pensieri positivi, presto sarebbe uscita da quel posto.
Sasuke non l’avrebbe lasciata marcire in una cella.
 
Il secondo giorno in cella, Hinata provò a riscaldarsi muovendosi avanti e indietro. Cercava anche di non pensare alle urla che sentiva. I prigionieri non facevano che gridare tutto il giorno, era straziante. Si sentivano anche i colpi di frusta e il rumore delle catene che sbattevano. Era orribile.
 
Il terzo giorno, Hinata iniziò a sentire dolore ovunque. Aveva freddo, fame e aveva bevuto pochissimo in quei giorni. Seduta per terra, cercò di pensare a qualcosa di bello. Il bacio di Sasuke era una cosa che la faceva sorridere, nonostante la situazione difficile. Quel giorno per non sentire le urla decise di intonare un canto che le aveva insegnato sua nonna. Una dolce melodia si espanse per tutte le segrete. I prigionieri smisero di urlare cose oscene e senza senso. Rimasero incantati da quella dolce melodia. Sembrava di essere morti e essere in paradico. Quel canto li faceva sentire in pace.
Le guardie, con le fruste in mano, si bloccarono e rimasero ferme ad ascoltare. Quello era il canto di un angelo. Gli aveva levato anche la voglia di torturare i prigionieri. Liberarono i criminali e li rinchiusero nelle celle. Per quel giorno, ogni tortura era sospesa.
 
Una settimana dopo
Shikamaru, Neji, Chiji e Sasuke tornarono al castello con Kurenai.
-Vostra maestà i disordini a nord sono cessati- disse Sasuke.
-Ottimo lavoro cavalieri. Bentornata Kurenai. Avete fatto buon viaggio?
-Sì, avevo un’ottima scorta. C’è qualcosa di strano qui, la regina è adirata con voi.
-Mio marito ha chiuso una povera ragazza in cella accusandola di stregoneria. È da una settimana che è chiusa in quel posto sudicio e freddo.
Sasuke vide al fianco della regina Tsunade e sua madre. Erano molto nervose.
-Mia moglie e le sue amiche pensano che la ragazza sia innocente. Due dei miei cavalieri hanno trovato questi libri di stregoneria nera nella sua stanza.
Il re diede i libri a Kurenai che chiuse gli occhi e vide qualcosa.
-Questi libri appartengono a una donna di circa cinquanta anni. Possiede lunghi capelli biondi e la pelle abbronzata. La donna in cella non ha l’età giusta. Neanche le caratteristiche fisiche corrispondono alla donna che ho visto nella mia visione. Vi siete sbagliato maestà. La fanciulla in cella è stata incastrata da qualcuno. Dovevate aspettare il mio ritorno prima di rinchiuderla lì sotto.
-Ho fatto uno sbaglio. Mi dispiace Kushina, avevi ragione. Hinata è innocente. Mi scuso anche con voi dottoressa e con voi contessa Uchiha.
Sasuke si alzò da terra sentendo il nome di Hinata. L’aveva fatta chiudere in una cella per una settimana. L’aveva messa dove stavano i peggiori criminali del regno.
-Con il vostro permesso, vado a liberare Hinata.
-Concesso. Dopo che si sarà ripresa, portala da me, le devo delle scuse.
Sasuke uscì  dalla sala del trono senza dire una parola. Corse alle segrete e ordinò alle guardie di condurlo da Hinata.
-La strega è qui.
-Taci, lei non è una strega.
Sasuke aprì la cella e vide la fanciulla stesa sul pagliericcio. Era gelida e deperita. Doveva subito portarla al caldo. Aveva gli abiti e i capelli fradici. Le avevano buttato acqua fredda addosso.
La prese in braccio e la condusse alla sua ala. Le cameriere videro Sasuke arrivare e si inchinarono per rispetto.
-Seguitemi nella mia stanza.
Aprì la porta con un calcio e sdraiò Hinata sul suo letto.
-Accendete il caminetto, prendete asciugamani caldi e vestiti puliti e lavatela. Voglio che le prepariate anche un pasto caldo.
-Come desidera signore- dissero le due cameriere in coro.
Kasumi diede direttive alla sua amica e si sedette di fianco a Hinata per spogliarla.
Intanto, Sasuke si era allontanato verso la sala del trono. Voleva delle spiegazioni.
-Cara, cosa ti hanno fatto? Sei gelida- disse Kasumi accarezzandole la guancia.
-Ecco gli asciugamani e il vestito pulito.
-Prepara il bagno caldo, dobbiamo riscaldarla. Povera piccola è debolissima.
-Sasuke- sussurrò Hinata con quel poco di fiato che le era rimasto in gola.
-Il padrone saprà scovare chi ti ha fatto tanto male.
 
Sasuke entrò nella sala del trono e trovò lì il re e tutti i cavalieri. C’erano anche la regina e la dottoressa che avevano chiesto una riunione speciale.
-Allora Kabuto vuoi dirci dove erano questi libri- urlò la regina.
-Nascosti sotto i cuscini dell’amica di Sasuke.
-Ne sei sicuro?
-Chiedete a Kiba. Li ha trovati lui.
-Confermo maestà. Erano nascosti sul letto della ragazza.
-Non avete pensato che vogliono incastrarla- disse Sasuke.
-No, sono prove della sua colpevolezza.
La maga si avvicinò a Kabuto e lo guardò dritto negli occhi.
-Ti sbagli Kabuto. Quella ragazza non è una strega nera. Hai fatto imprigionare una fanciulla innocente. Hai anche ordinato che le gettassero addosso dell’acqua gelida per farla confessare. Non ti aspettavi resistesse per tre giorni nel freddo di quella cella.
-Usiamo quel trattamento con ogni prigioniero accusato di praticare magia nera.
Sasuke riuscì a mantenere la calma. Non poteva passare la notte chiuso in cella per aver picchiato un altro nobile.
-Troveremo chi ha incastrato Hinata. Conto sul vostro aiuto Kurenai.
-A vostra disposizione maestà.
-Dottoressa andate a vedere come sta la ragazza e teneteci informati.
-Agli ordini maestà.
 
La regina e la dottoressa si recarono nella stanza di Sasuke. Trovarono le cameriere che asciugavano Hinata. Avevano appena finito di farle il bagno. A fianco al letto c’era anche la contessa Uchiha che stava asciugando i capelli della fanciulla.
-Siete arrivata prima.
-Non potevo lasciare questa ragazza sola. Deve aver avuto paura in quella cella.
La dottoressa visitò Hinata e poi le fece prendere un liquido giallo. Serviva ad aiutarla a scaldarsi.
-Come sta?- domandò la regina.
-Deve stare al caldo.
-Mi raccomando, non lasciate mai il suo fianco.
-Agli ordini maestà- dissero le cameriere.
Le tre donne uscirono e tornarono ognuna nelle loro stanze.
 
Le cameriere finirono di mettere la camicia da notte a Hinata e si accertarono che avesse abbastanza coperte. Poco dopo sentirono la porta aprirsi.
-Si è svegliata?
-No, signore.
Videro il cavaliere avvicinarsi alla fanciulla e dargli una carezza sul viso. Non lo avevano mai visto con quella faccia preoccupata. Sasuke era sempre stato gelido con tutti. Accanto a quella ragazza sembrava un altro. Il suo volto era dolce, non duro. I suoi occhi erano pieni di calore e le sue mani erano delicate.
Kasumi tirò una gomitata all’amica e le fece cenno di seguirla fuori la stanza. Era meglio lasciarli soli.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Stanza di Sasuke
Le due cameriere erano appena uscite dalla stanza per lasciare soli Sasuke e Hinata. Kasumi aveva intuito che il suo padrone non le voleva lì.
-Non è sconveniente che resti solo con la signorina?
-Il padrone sa quello che fa. Non diciamo a nessuno di questa cosa. Abbiamo molti debiti nei confronti del padrone e questo è il nostro modo di ripagarlo. Andiamo a preparare qualcosa di caldo per la signorina, quando si sveglierà avrà fame.
 
Sasuke guardava Hinata dormire e pensava a quello che aveva passato in quella settimana. Doveva essere avvero provata.
La vide muoversi sotto le coperte e spostare le coperte. Aveva il sonno agitato, forse aveva un incubo. Si avvicinò di più e le sistemò la coperta, doveva stare al caldo.
 
Dopo due ore
Hinata aprì lentamente gli occhi e pensando di essere ancora nella cella, si mise seduta. Tastando quello che aveva sotto con le mani, sentì che era morbido. Quella non era la cella dove aveva passato una settimana. Dove era finita? Non ricordava nulla dopo essere svenuta. Si guardò in giro e non vide nessuno. Si alzò in piedi e si avvicinò allo scrittoio. C’erano molte carte e alcuni libri molto vecchi. Notò sulla porta il simbolo della famiglia Uchiha. Allora era tornata nell’ala di Sasuke, ma quella non sembrava proprio la sua camera. Sentì la porta aprirsi e vide entrare qualcuno.
Sasuke vide il letto vuoto. Si girò verso sinistra e vide la ragazza vicino allo scrittoio.
Si avvicinò a lei e le diede una carezza sulla guancia.
-Non devi stare in piedi, ordine della dottoressa. Sei stata troppo tempo al freddo e il tuo corpo non si è ancora ripreso. Ti tremano le gambe.
Sasuke la prese in braccio e l’adagiò sul letto.
-Quando sei tornato?
-Poche ore fa. Sono venuto a prenderti non appena ho saputo l’accaduto.
-Il re dice che non posso stare qui.
-Shhhh. È tutto risolto, Kurenai ha confermato che non sei colpevole. Quei libri non sono tuoi, lo sanno tutti.
-Devo ringraziare la signora Kurenai.
-Lo farai dopo esserti ripresa.
-Devo andare anche da tua madre, dalla regina e dalla dottoressa. Si sono tutte battute per me. Non so proprio come farò a sdebitarmi.
-La regina è felice che tu sia libera, è venuta qui per vedere come stavi. Mia madre quando saprà che sei sveglia, correrà qui e ti riempirà di attenzioni. Ti farà dei regali e chiacchiererà per ore. La dottoressa verrà a visitarti ogni giorno e ti porterà i suoi libri. Ti dirà di rimetterti in forza presto, perché ha bisogno di te. Conosco come sono fatte, domani vedrai se ho ragione.
Hinata non poté trattenere le lacrime, era commossa. Quelle donne avevano fatto tanto per lei. Erano straordinarie.
Sasuke le asciugò le lacrime sulle guance. Non gli piaceva vederla in quello stato.
-Non preoccuparti, non sono lacrime di dolore. Sono commossa. Loro mi hanno dato un motivo per non arrendermi in quella cella. Pensavo a come si sono battute per me e mi dicevo che non dovevo lasciarmi sconfiggere. Non potevo deluderle. Mi sono ripetuta queste parole per giorni. Ho anche pensato a te.
-Mi fa piacere averti aiutata.
-La notte, per non sentire le urla dei prigionieri, pensavo alle tue parole. Pensavo al nostro bacio.
Sasuke la vide arrossire, era tanto tenera. Aveva visto molti rinchiusi in quelle celle arrendersi e confessare crimini di cui non avevano colpa. Lei aveva resistito, era fragile e allo stesso tempo fortissima.
Il cavaliere si avvicinò al viso della ragazza e le posò un lieve bacio sulla guancia. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò qualcosa.
-Preparati, perché ti darò tanti altri baci e non saranno come il primo.
Hinata lo guardò negli occhi e si perse quello sguardo profondo come un buco nero. In quel momento desiderava ardentemente che lui la baciasse. Sentiva il suo respiro caldo e lui poteva sentire quello di lei. Doveva calmarsi o il cuore le sarebbe saltato fuori dal petto per avvinghiarsi da solo al cavaliere.
Hinata si riprese e lo vide allontanarsi di qualche centimetro. Era ancora seduto sul letto e le teneva la mano.
-Non ti lascio sola.
-Grazie.
I ragazzi non si erano accorti che era passata un’ora. Qualcuno bussò alla porta e il moro si alzò dal letto. Avvicinò una sedia a Hinata e si accomodò al suo fianco. Poi ordinò alle cameriere di entrare. Potevano essere solo loro, visto che aveva detto a tutti di stare lontani dalla sua ala.
-Abbiamo preparato una zuppa calda.
-Abbiamo portato anche pane e acqua. C’è un vassoio anche per voi signore.
-Avvicinatevi e poggiate tutto sul letto. Poi potete andare a riposare. Mi occuperò di tutto io questa notte. Non tornate qui fino a domani mattina, è un ordine.
-Come comanda signore.
Le due cameriere uscirono e Sasuke avvicinò il vassoio a Hinata. Lei provò a prendere un cucchiaio di zuppa, ma aveva ancora le dita indolenzite. Le scivolò il cucchiaio a terra.
-Scusa, ho sporcato il tappeto.
-Non fa niente, la macchia si toglie. Usa il cucchiaio di riserva.
-Non ho appetito.
Sasuke prese il cucchiaio pulito e prese un po’ di zuppa.
-Non vergognarti mai a chiedere aiuto.
-Sei un cavaliere, non devi servirmi.
-Ora sono il tuo angelo custode e il mio compito è accudirti. Apri la bocca e mangia da brava bambina.
-Non sono piccola- disse mettendo il broncio.
-Sei buffa.
Hinata mangiò quattro cucchiaiate di zuppa e un pezzetto di pane. Poi Sasuke le diede un sorso d’acqua, doveva reidratarsi per bene.
-Ora la tua zuppa sarà fredda.
-Non importa, la mangio lo stesso.
Sasuke divorò tutta la pentola di zuppa e il tozzo di pane che restava.
-Kasumi sa cucinare benissimo.
-Una volta volevo aiutarla, ma non me l’ha permesso. Mi viziano troppo.
-Hinata abituati, sarai coccolata ogni giorno in questa ala. E non parlo solo delle mille attenzioni delle cameriere.
 
Il mattino dopo
Sasuke si svegliò alle prime luci dell’alba. Aveva dormito sulla poltrona della sua stanza e era tutto indolenzito. Si alzò in piedi e fece qualche esercizio per sciogliere i muscoli. Hinata ancora dormiva. Quella notte era passata tranquilla e la mora non aveva avuto incubi. La guardò attentamente e notò che il suo colorito era migliorata. Non era troppo pallida e non aveva febbre.
Le cameriere bussarono e entrarono nella stanza.
-Lasciatela dormire, ha bisogno di riposare. Più tardi l’aiuterete a vestirsi. Non vorrà restare con la camicia da notte.
-Con il vostro permesso, andiamo a preparare la colazione.
-Portate anche una spremuta fresca, le farà bene.
-Come volete.
Le cameriere tornarono a lavoro, mentre Sasuke si metteva a leggere dei documenti seduto al suo scrittoio.
Neanche il tempo di finire le prime righe che sentì di nuovo bussare. Doveva essere la dottoressa. Aprì la porta e tre furie si precipitarono nella stanza.
-Che cosa fate qui?
-Siamo venute a vedere come sta questo angelo- disse la madre.
-Mamma ti avevo detto di venire nel pomeriggio.
-Non ti ho mai dato retta. Questa ragazza ha bisogno di tanto affetto per riprendersi. Deve aver passato dei giorni orribili lì sotto. Non posso immaginare cosa stia provando.
-Io sono qui per visitarla.
-Era mia dovere di regina, accertarmi che lei stesse bene. Le ho anche portato un regalo. Tua madre mi ha detto che adora leggere. Pensi che un romando su draghi e cavalieri le piacerà?
-Sì, lo leggerà in un giorno. Non la svegliate, si è addormentata tardi.
 
La madre del moro si avvicinò allo scrittoio e lo guardò negli occhi. Lo fissò per minuti per scoprire cosa tramava.
-Cosa hai in mente? Non vorrai vendicarti?
-Non farò nulla di sconveniente.
-Per una volta hai preso una saggia decisione. Sei rimasto qui tutta la notte?
-Sì, non potevo lasciarla sola.
-Non ti ho mai visto fare una cosa del genere. Tieni molto a lei. Sei davvero cambiato.
-Sono sempre lo stesso. Lei ha visto una parte di me che nascondevo a tutti. Non so come abbia fatto. Hanno sempre avuto paura di me, mentre lei mi ha accolto senza timore. Le è bastato guardarmi negli occhi per capire che non ero pericoloso.
-Sasuke farai quella domanda?
-Devo prima chiedere l’approvazione dei sovrani e parlarne con il conte Uchiha.
-La regina approva, me lo ha detto ieri. Con tuo padre sarà più difficile.
-Sappi che qualsiasi cosa dica, non mi allontanerò da lei.
-Sei davvero cresciuto piccolo mio.
-Odio quando mi chiami in quel modo.
 
Hinata aprì gli occhi e si vide circondata da tre donne. All’inizio si spaventò un pochino, poi si riprese. Si tirò su e si guardò intorno per cercare Sasuke. Era vicino lo scrittoio e la guardava. Non era stato un sogno, l’aveva davvero portata fuori da quel postaccio.
-Meno male, stai bene cara- disse la madre del moro stringendola fra le sue braccia.
-Cara, mi dispiace per quello che hai passato. Anche il re ti chiede scusa. Prendi, questo libro è un regalo.
-Grazie, non serviva. Sto bene.
-Questo lo deciderò io.
-Dottoressa potrò riprendere il lavoro?
-Dopo essere guarita. Non vedo l’ora che torni, non ce la faccio a pulire tutto da sola. È troppo faticoso.
Hinata sorrise, era bello avere qualcuno che teneva a lei. Non era più sola.
 
La dottoressa cacciò Sasuke dalla stanza e visitò Hinata.
-Cara come ti sei fatta quei graffi dietro la schiena?- domandò la regina.
-Un brigante di nome Deidara.
-L’uomo che hanno portato qui Choji e Shino. Perché ti ha colpita?
-Ero nella foresta della valle a raccogliere erbe e mi ha vista. Diceva che dovevo pagare un tributo al suo capo o andare con lui. Voleva portarmi dal capo dei briganti. Ho provato a scappare e mi ha atterrata con la sua frusta. All’inizio ho evitato i suoi colpi, poi ho sentito la sua frusta dietro la schiena.
La regina e la contessa si portarono le mani alla bocca. Era crudele prendersela con una fanciulla innocente.
-Poteva farti di peggio. Come sei fuggita?
-Sasuke mi ha trovata e ha lottato contro Deidara. Lo ha catturato lui. Mi ha anche medicata.
-Le lezioni, che gli ho impartito nel mio laboratorio quando era piccolo, sono servite. Non riscontro nessun problema Hinata. Devi solo riposare qualche giorno e poi potrai tornare a lavoro.
-Grazie dottoressa. Grazie contessa, grazie vostra maestà.
Le donne la salutarono e uscirono dalla stanza. Fuori c’erano le cameriere che aspettavano di entrare per aiutare Hinata.
-Buongiorno signorina!
-Buongiorno!
-Siamo qui per aiutarla. Preparo la vasca con l’acqua calda e le profumazioni.
Hinata si immerse nell’acqua calda e le cameriere le lavarono i capelli e la schiena.
-Avete una pelle morbidissima.
-Merito degli oli che usate.
-L’avete da prima che iniziassimo a usare questi oli, ne sono sicura.
-Sapete che poco fa il padrone discuteva con Kabuto? Sicuramente lo stava avvertendo di non fare brutti scherzi.
-Shhhh. Non dobbiamo farla agitare.
-Scusi signorina.
-Non vi preoccupate. Sapete cosa è successo di preciso?
-No, si sentivano solo le voci. Il padrone era furioso.
Hinata era preoccupata, lui non doveva fare sciocchezze per lei. Doveva cercarlo.
-Vi prego, aiutatemi a vestirmi in fretta.
Le cameriere l’asciugarono  velocemente e l’aiutarono a vestirsi. Kasumi le fece una semplice coda laterale, legata con un nastro azzurro e poi la vide sparire dietro la porta. Era corsa fuori dalla stanza non appena avevano finito. Non dovevano parlarle della lite.
 
Hinata camminava per i corridoi del castello alla ricerca del cavaliere. Si poggiava ai muri per non cadere, le gambe ancora le tremavano. Faceva fatica a camminare. Non poteva farsi fermare da qualche doloretto.
Arrivò davanti a una porta e lo vide. Sasuke era nel giardino reale. Stava per chiamarlo, quando vide Sakura toccargli la spalla. Sembrava farlo con molta confidenza. Osservò la scena dalla porta e non le piaceva. Sakura si era avvinghiata al cavaliere e gli stava dicendo qualcosa all’orecchio.
Hinata stava per girarsi, quando vide il cavaliere staccarsi dalla contessa. Aveva un viso scuro e gli occhi erano freddi.
Il moro si voltò e vide Hinata accanto alla porta. Andò verso di lei e la spinse dentro. Non voleva che l’arpia la notasse.
-Non dovresti essere in camera?
-Ho sentito della tua lite.
Sasuke la prese in braccio e la riportò nella sua stanza.
-Sei venuta a cercarmi per chiedermi di non litigare con gli altri. Sei davvero dolce, tanto che vorrei assaggiarti.
-Non dovresti dire certe cose nel corridoio, qualcuno potrebbe sentirti.
-Altre chiacchiere sul cavaliere dal cuore di pietra o di ghiaccio. Ho così tanti soprannomi che non riesco a ricordarli. Sappi solo che stare con me, equivale a stare con un lupo cattivo.
Hinata scoppiò a ridere. Si era trattenuta fino a quel momento e poi era esplosa.
-Finalmente ti rivedo sorridere.
Mentre tornavano nella loro ala incontrarono Kabuto. Era di pessimo umore.
-Parto in missione, ma quando torno faremo i conti. Io non dimentico Uchiha.
-Neanche io.
-Cosa è successo?
-Nulla, non preoccuparti.
Sasuke riportò in camera Hinata e l’adagiò sul letto.
-Non muoverti più fino all’ordine della dottoressa. Potevi svenire in un corridoio.
-Non mi alzerò dal letto se tu non litigherai più con gli altri. Non devi batterti a causa mia. Mi hanno detto che rischi di essere sbattuto tutta la notte in cella se fai a botte con un altro cavaliere.
-In questo posto chiacchierano troppo. Non perderò la calma. Io e Kabuto abbiamo solo avuto un diverbio.
-Volevi sapere se aveva messo lui i libri sotto i cuscini?
-Ho dei sospetti. Non pensare a queste cose, me ne occupo io. Tu pensa a riposare.
Hinata lo guardò negli occhi, aveva un potere calmante su di lei.
-Prima in giardino …
-Non avevo un appuntamento con Sakura, non è il mio tipo. Dovrà trovare un altro cavaliere da sposare.
Hinata non seppe trattenersi e gridò per la gioia. Sasuke la guardò e si mise a ridere.
Le si avvicinò lentamente e l’abbracciò forte.
-Sei felice che sia libero, ti si legge in faccia. Sei così schietta e buffa che mi viene voglia di farti qualche coccola. Sei davvero carina. Sappi che non ti lascerò mai allontanare da me.
Hinata si lasciò stringere dal cavaliere. Dopo giorni nella cella, si sentiva al sicuro fra le braccia di Sasuke. Pochi secondi con lui e ogni incubo, ogni ricordo delle segrete era svanito.
-Dimmi cosa pensi?
-Non so come sdebitarmi. Ancora una volta mi hai salvata.
-Quando ti sarai ripresa, voglio un appuntamento con te. Non ammetto rifiuti.
-Sasuke sei sicuro?
-Io sono sempre certo delle mie scelte.
Le diede un bacio sulla fronte e la lasciò riposare. Aveva bisogno di dormire, il suo corpo non si era ancora ripreso del tutto.
 
All’ora di pranzo, la contessa Uchiha si recò da Hinata.
-Sei sveglia.
-Ho dormito due ore e poi ho iniziato a leggere il libro che mi ha dato la dottoressa. Non voglio restare indietro, guardi quanti volumi mi ha lasciato sulla sedia.
-La dottoressa non vuole che ti annoi qui dentro da sola. Vedo che sei vestita, sei uscita?
-Sono andata a cercare Sasuke.
-Hai saputo del litigio. Nulla di grave, mio figlio sa che non deve fare gesti avventati. È un bravo cavaliere. Ora mangiamo qualcosa, ho un cestino pieno di cose buone. Kasumi ha preparato focacce, pollo e qualche dolce al cioccolato.
-Il mio preferito.
-Mio figlio deve averle detto che adori il cioccolato. Vi conoscete bene.
-Lui conosce me, io non so molto di lui.
-Mio figlio è silenzioso, non ama parlare delle sue cose, della sua famiglia e dei suoi gusti. Però, io posso dirti qualcosa.
-No, preferisco sapere quello che gli piace da lui. Sono sicura che pian piano si aprirà e imparerò qualcosa di più sul suo conto.
-Allora sai già qualcosa?
-Gli piacciono le armi, predilige l’uso della spada. Non sopporta i cibi troppo dolci. Ricordo che quando eravamo al villaggio, non ha mai toccato la mia crostata alla marmellata. Per lui era troppo dolce.
-Non gli piace per niente la marmellata. Non la mangia né di fragole, né di pesche, né di albicocche. Ai balli non tocca mai le crostate. Il re le adora e ne fa preparare tante. Hai capito che non gli piacciono solo osservandolo?
-No, una volta mi ha detto che avrebbe voluto assaggiare la mia torta al limone. La preferiva perché i limoni sono aspri come lui.
-Ha detto una cosa simile, tipico. Tale e quale al padre. Sono due burberi. Per farli ridere ci vuole un miracolo. Aspetto il giorno che mio figlio torni a sorridere come una volta.
-Questa mattina sorrideva.
-Devi avere un potere speciale. Lui è più sereno quando è al tuo fianco. Sono felice che tu sia al suo fianco.
-Signora sta piangendo.
Hinata prese un fazzoletto dal cassetto del mobile vicino al letto e lo porse alla contessa.
-Grazie cara. Non vedevo mio figlio tanto felice da anni. Ho sempre temuto che un giorno avrei ricevuto una cattiva notizia dal re. Prima che ti incontrasse, Sasuke accettava ogni genere di missione. Duellava con i cavalieri più forti dei regni solo per divertimento o scommessa.
-Non è compito dei cavalieri accettare ogni genere di missione?
-Da re Minato, non da altri regni. Sasuke andava in missione per conto di altri sovrani quando era libero, non restava mai al castello. Invece, ieri l’ho sentito rifiutare una missione. Parlava con l’ambasciatore di Hijima che gli chiedeva di recuperare un gioiello. Sasuke gli ha risposto che non poteva perché aveva questioni importanti da sbrigare. Questa mattina, Itachi mi ha detto che suo fratello ha rifiutato anche un’offerta dall’ambasciatore di Nanchino. Gli avevano offerto molti soldi e pietre preziose. Gli ambasciatori si sono stupiti. Lui aveva sempre accettato i loro incarichi.
La contessa si asciugò le lacrime e passò a Hinata una focaccia. Era ora di mettere da parte le chiacchiere e mettere su qualche chilo.
-Finiamo tutte queste prelibatezze. Hai bisogno di mettere qualche chilo cara, sei dimagrita troppo.
-Non me ne sono accorta.
Hinata prese la focaccia e un piatto di pollo e iniziò a mangiare. Cercava di rispettare l’etichetta, ma era difficile seduta sul letto.
-Cara fai finta che io non sia qui.
-Sarebbe sgarbato.
Pensando che ci fosse solo Hinata, Sasuke entrò nella stanza con un fiore in mano. Quando vide la madre, nascose il dono dietro la schiena.
-Hai già finito di discutere con tuo padre? Le vostre urla si sentivano fino all’ala principale.
-Ho messo in chiaro le cose.
-Cosa ha risposto?
Hinata non capiva di cosa parlassero, sembrava una faccenda seria.
-Non ha detto niente come al solito. Aveva troppe cose da fare.
-L’ho sentito urlare prima di venire qui.
-All’inizio è rimasto scioccato dalla notizia che gli ho dato. Ha sbraitato per qualche minuto sull’importanza della famiglia e poi si è messo a controllare dei documenti.
-Sempre il solito. Siete due testardi.
-Tu cosa ci fai qui?
-Sono venuta a fare compagnia a Hinata. Le ho anche portato uno spuntino, deve riprendere chili.
-Tua madre mi ha portato anche dei dolci, ne vuoi qualcuno? Sono al cioccolato.
-Ne assaggio uno.
-Vi lascio soli. Mi raccomando, non stancarla troppo.
-Fino a prova contraria, siete tu e la dottoressa che venite sempre a disturbarla.
-Verrò anche domani cara.
-Arrivederci!
La contessa abbracciò Hinata e poi uscì dalla stanza facendo finta di non vedere la faccia scocciata del figlio.
-Sono stata bene in compagnia di tua madre.
-Ti avrà riempita di pettegolezzi.
-No, non ha parlato di altre persone. O meglio ha parlato di qualcuno, ma nulla di sconveniente o di brutto.
Il cavaliere notò il rossore sulle guance della ragazza. La madre era davvero una volpe.
-Mia madre deve averti raccontato qualcosa di me.
-Forse.
Un'altra giornata era passata. Purtroppo la quiete non sarebbe durata ancora a lungo. Delle nubi minacciose si vedevano all’orizzonte.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Era passata una settimana da quando Hinata era stata liberata. Dopo tre giorni a letto, la ragazza aveva ripreso a lavorare con la dottoressa. Tsunade e la contessa Uchiha avevano insistito per farla restare a letto, ma lei non aveva sentito ragioni. Non ce la faceva più a stare ferma in quel lettone.
Dopo l’accaduto, nessuno aveva più messo in discussione la sincerità di Hinata. Il re si era convinto che non nascondeva nulla. Qualcuno l’aveva messa dei guai per uno scopo e lo avrebbe scovato.
Hinata stava leggendo dei libri nel laboratorio della dottoressa. Quel giorno avrebbe fatto solo teoria, poiché la dottoressa era stata convocata nella sala del trono per una riunione urgente. Quella mattina il castello era in subbuglio.
 
Sala del trono
-Siete tutti qui, posso parlare. Le sentinelle a confine mi hanno avvertito su alcuni movimenti strani. Alcuni briganti si sono divisi in gruppi, sembra che cerchino qualcosa o qualcuno. Si dice che con loro ci sia una potente strega nera. Dalle informazioni raccolte da Sasuke e dagli altri cavalieri nella valle, queste notizie sono fondate. Più i giorni passano, più i briganti si avvicinano al castello. Sembra che il loro capo voglia il potere su tutto il regno. Dobbiamo essere pronti a tutto. Cavalieri siete pronti a proteggere il regno e la sua gente?
-Sempre- urlarono in coro.
-Itachi vi darà le direttive in caso di attacco. È uno stratega eccezionale e sa come guidarvi. Kushina, in caso di pericolo, andrai ai rifugi con donne e bambini. Questo vale anche per voi contesse.
-Ora non dica, dottoressa deve andare ai rifugi. Io resterò a disposizione per aiutare i feriti.
-Conoscevo già la vostra decisione. Sasuke, in caso, di attacco diretto voglio che resti al castello. Le guardie penseranno al perimetro esterno, mentre i cavalieri permetteranno agli innocenti di scappare attraverso i passaggi segreti. Niente azioni avventate.
Tutti i nobili uscirono dalla sala del trono e il re restò solo con i cavalieri, Itachi, la regina, Kurenai e Tsunade.
-Ora che sono tutti fuori, posso dirvi che c’è un infiltrato dei briganti al castello. Itachi ne è certo.
-Di chi si tratta?- domandò Choji.
-Itachi crede sia uno di voi cavalieri. Io sono d’accordo. Questa persona fa il doppio gioco dando informazioni ai briganti. Per questo non ho mai rivelato a nessuno, nobile o cavaliere, i passaggi segreti e i rifugi. In caso di attacco vi indicherò ogni punto nascosto del castello, ogni luogo sicuro. Qualche giorno fa ho mandato Kabuto in missione, impiegherà un po’ per tornare. Penso che lui dia informazioni sul castello al capo dei briganti.
-Come mai sospettate di lui?-domandò Tsunade.
-Troppe coincidenze. Ogni volta che lui era in missione, i briganti agivano. Facevano passi avanti contro di noi.
-Cosa pensa di fare con lui?
-Lo terremo sotto controllo. Mi fido di voi cavalieri, massima riservatezza. I nobili non devono sapere niente. Kabuto ha molti amici al castello e chiacchierano troppo.
-Conti su di noi- disse Sasuke.
-Dottoressa, quanti medicinali abbiamo di scorta in caso di attacco? Ci sono abbastanza bende?
-Farò una lista e andrò a fare spese. Per quanto riguarda erbe mediche, unguenti e medicine per le ferite, per ora ho due ripiani pieni di ampolle. Nella mia piccola serra ci sono vari tipi di erbe mediche e conto di incrementare la produzione con dei nuovi tipi che ho trovato nel bosco fuori il castello.
-Bene, mi fido di voi. Dovete anche decidere chi vi assisterà in caso di pericolo.
-Io ho già preso una decisione.
-Parlate- disse la regina.
-A qualcuno la mia decisione non andrà bene. Ho pensato di far restare con me Hinata. L’ho osservata attentamente e è molto brava. Questa mattina, una donna si è ferita con un coltello in cucina. Il taglio era profondo e Hinata ha saputo tranquillizzare la donne e allo stesso tempo fermare il sangue. Ha applicato la benda in modo perfetto, non ho dovuto spiegarle niente.
-Pensa che ce la farà con soldati pieni di ferite ben più peggiori di un taglio?- domandò Itachi.
-L’addestrerò a ogni situazione di emergenza. Sarà pronta, non è una ragazza che si spaventa di fronte il duro lavoro.
-Cosa ne pensi Kushina?- domandò il re a sua moglie.
-Quella ragazza non finisce mai di stupirmi e credo che sia un’ottima assistente per la dottoressa.
-Fra due giorni faremo un’altra riunione. Nessuno di voi deve parlare di quello che ci siamo detti qui dentro. Se sento chiacchiere in giro, verrete punti severamente- disse il re prima di sparire dietro il trono con la regina.
 
I cavalieri uscirono dalla sala e Sasuke restò solo con Itachi e la dottoressa.
-Hinata è esposta a innumerevoli pericoli se resta nel castello.
-Parliamo di una possibilità remota. Non si sa se i briganti attaccheranno veramente. Sasuke pensi che lei vorrà restare chiusa in un rifugio mentre tu rischi la vita? Non serve che ti dia la risposta, la conosci.
Tsunade uscì dalla sala e raggiunse il suo laboratorio. Intanto, Sasuke parlava con suo fratello.
-Cosa ti turba? Preoccupato per la tua fanciulla?
-Itachi pensa a organizzare le tue cose. Hai molto da fare.
-Hai ragione, dirigere voi scalmanati in caso di pericolo non sarà facile. Fate troppo di testa vostra.
Sasuke uscì dalla sala del trono e andò verso le cucine. Quando Kasumi lo vide entrare, per poco non le prendeva un colpo. Non metteva mai piede lì sotto.
-Posso fare qualcosa per voi?
-Voglio subito un cestino con pane, prosciutto, formaggio, qualche frutto e qualche dolcetto. Non dimentichi due tovaglioli di stoffa e boraccia di acqua.
-Se mi permette, potrei chiederle con chi deve pranzare?
-Il cestino è per la signorina Hinata.
-Dovrebbe metterci anche dei pomodori. Mangia, spesso, pane e pomodoro.
-Ce li metta. Prepari tutto in fretta.
Kasumi preparò tutto in dieci minuti e diede il cestino al padrone. Si domandava cosa avesse in mente quel giorno. Non si era mai fatto vedere in pubblico con la signorina, di solito mangiavano nella sua stanza. Ora gli chiedeva di preparare un cestino, gli frullava qualcosa in quel cervello o era impazzito.
 
Sasuke risalì le scale e si diresse verso il laboratorio della dottoressa. Entrò dentro e vide Hinata che riempiva delle boccette di vetro con un liquido giallo e a quello che sentiva puzzolente.
-Cosa è questo odore?
Hinata era sorpresa dalla visita del cavaliere.
-Non aspettavo visite. Sto finendo di riempire queste boccette con un potente disinfettante. La dottoressa ha finito di metterlo a punto ieri sera.
-La pazza non è in giro, che ne dici se pranziamo insieme?
-Va bene, ho appena finito di sistemare tutto sullo scaffale. Ora c’è una bella scorta del nuovo disinfettante. L’ho provato questa mattina e è molto efficace. Con questo le ferite non rischiano di infettarsi.
Hinata si levò il grembiule, i guanti e la cuffia per capelli e raggiunse Sasuke davanti la porta.
-Dove andiamo?
-Fuori le mura c’è uno splendido prato.
-Devo avvertire la dottoressa che torno tardi.
-Vai pure cara, hai lavorato abbastanza per oggi. Torna qui domani mattina.
Hinata sussultò vedendo la dottoressa uscire da un passaggio segreto dietro la libreria.
-Era lì da molto?
-Ho sentito tutta la conversazione.
-Siete una spiona.
-Sparisci prima che ti spari questo peperoncino in polvere negli occhi.
Hinata spinse Sasuke fuori al laboratorio e si avviarono verso la stalla. Sasuke si fece portare il suo cavallo e poi uscirono dalle mura.
Hinata stava seduta davanti a Sasuke che la teneva stretta per la vita.
-Come mai questa uscita?
-Ero stanco di stare fra quelle mura. Ogni tanto esco per pensare. Hinata, la dottoressa ti ha detto che ti vuole sul campo in caso di attacco?
-Sì, ho accettato di aiutarla.
-Non devi sentirti obbligata.
-Lo faccio per aiutare. La dottoressa avrà bisogno di qualcuno in caso di pericolo. Se posso fare qualcosa, non resterò nascosta.
-Sei coraggiosa.
-Ora non vorrai spaventarmi. Mi dirai, non sai di cosa sono capaci i briganti, sono feroci e spietati assassini. Non risparmiano neanche donne e bambini. Non cambierò idea.
-Non ti dirò nulla del genere. Sei cocciuta e so che non cambierai mai idea. Toccherà a me tenerti sotto controllo in caso di attacco. Nessuno ti farà del male.
-No, signor nobile cavaliere. Ti concentrerai sul tuo lavoro e non ti distrarrai a causa mia. Non sopporterei che ti ferissero perché distratto da me.
-Sei arrabbiata perché voglio difenderti.
Sasuke bloccò il cavallo in un prato e fece scendere Hinata. Non la lasciò subito andare. La strinse qualche secondo fra le sue braccia.
-Il dovere di un cavaliere non è solo proteggere i sovrani e il popolo. Una volta che un cavaliere ha scelto la ragazza a cui donare il suo cuore, ha il compito di tenerla al sicuro.
Il cuore della fanciulla perse una cinquantina di battiti in pochi secondi. Il tempo si sembrava fermato. Sasuke aveva detto delle parole stupende. Non riusciva a trattenere le lacrime, non doveva piangere. Era un momento felice.
 Si asciugò gli occhi e si staccò da Sasuke. Era in imbarazzo e non riusciva a spiccicare una parola. Sasuke sorrise vedendola in quello stato, era buffissima.
Le si avvicinò e la fece accomodare sulla coperta che si era portato.
-Mangiamo qualcosa prima del tramonto.
-Il sole è ancora alto.
-Capirai mai le mie battute? Intendevo dire che eri incantata a pensare a qualcosa.
-La colpa è tua che dici cose strane.
-Te le dirò sempre più spesso.
Hinata non aveva sentito bene l’ultima frase di Sasuke. Era troppo distratta a guardarlo, o meglio ipnotizzata dal suo fascino. Gli chiese di ripetere le sue ultime parole e lui decise di punzecchiarla un po’. Si divertiva tantissimo con lei. Con lei poteva essere sé stesso, lei non lo giudicava mai.
Mangiarono tutto quello che c’era nel cestino e tornarono al castello. Non era sicuro stare troppo tempo fuori le mura.
 
Hinata aveva ripreso a dormire nella sua stanza visto che si era ripresa. Lei gli aveva detto che ormai non aveva più bisogno di essere accudita, non era una bambina.
Mentre tornavano alle loro stanze, Hinata vide una bambina di più o meno quattro anni davanti la camera di Sasuke.
-Ciao piccolina. Ti sei persa?
-No, cercavo lui.
-Ciao Mirai. Tua madre non ti aveva detto di non andare in giro da sola. Dove è la tua balia?
-L’ho seminata un’ora fa in giardino. Volevo portarti questo. Lei è la tua fidanzata?
-Lei è Hinata.
-Ciao. Vivi qui con Sasuke?
-Sì, sono sua amica.
-Sei tanto bella. Spero che lui sposi te e non le arpie.
Hinata divenne rossa. Quella bambina era un vero peperino.
-Dovevo avvertirti prima, Mirai dice tutto quello che le passa per la mente. È la figlia di Kurenai, la maga del castello. Solo che Mirai disobbedisce sempre e va a zonzo da sola.
-Mi annoio con la balia. Mi fa solo lezioni di etichetta e ballo. Brutto- disse la bimba gonfiando le guance.
Hinata la prese in braccio e le sorrise. La bambina ricambiò e si strinse alla mora.
-Vuoi passare un po’ di tempo con me, anche io mi annoio in queste grandi stanze da sola. Sasuke deve lavorare e non ha tanto tempo per me.
-Perché lui è il miglior cavaliere del mondo.
-Brava, hai ragione.
-Voi due siete delle bambine. Che ragionamenti fate.
-Affari da donna. Andiamo a dire alla tua mamma che stai con me fino a questa sera e poi parliamo di quello che preferisci.
-Anche di Sasuke? Mi piacciono le sue avventure. La mamma me le racconta sempre.
-Affare fatto. Io ti racconto come l’ho incontrato e tu mi parli di una sua avventura. Non so molto sul suo conto.
-So tante cose di lui. Ti dico tutto.
Hinata sparì nel corridoio con la bambina e Sasuke tornò ai suoi doveri. Si erano accoppiate per farlo disperare.
 
Hinata bussò alla stanza di Kurenai e entrò con la bambina.
-Sei la benvenuta. Mirai sei andata di nuovo a cercare Sasuke. Quando capirai che ha tante cose da fare, non può badare anche a te.
-In realtà, io sono andata a conoscere la sua fidanzata. Me ne hai parlato tanto.
-Io non sono la sua fidanzata, ti sbagli.
-Hinata ti imbarazza sentire certe frasi. Raro da queste parti. La dottoressa ha ragione, sei un fiore pregiato per il castello. Non sei di sicuro una strega nera, assomigli più a un angelo.
-Io sono solo una semplice ragazza di campagna.
-Sei molto di più, devi solo credere in te stessa e scoprirai quanto vali. Mirai non si fida mai di nessuno, deve aver visto qualcosa di speciale in te.
-Lei è una brava guaritrice.
-Mirai non si svela il futuro. I tuoi sogni devono restare segreti. Mirai, come me, ha delle doti da maga. Tra poco torna mio marito, ti fermi per il tè?
-Volentieri.
Dopo qualche minuto, entrò nella stanza un uomo vestito elegante.
-Sono qui angeli miei. Vi ho portato tanti regali.
Mirai saltò in braccio al padre che la strinse forte.
-Asuma che fine hanno fatto le buone maniere. Abbiamo ospiti. Sei appena tornato da un viaggio, ma non puoi comportarti da giullare.
Asuma si girò verso e Hinata e le sorrise.
-Tu sei la nuova arrivata. Ti trovi bene con quel musone di Sasuke? Non sarà semplice vivere nella sua ala. C’è sempre troppo silenzio da quel lato.
-Mi trovo bene con lui. Non è come sembra, ha un bel sorriso.
Asuma scoppio a ridere.
-Mai visto quel cocciuto di un cavaliere ridere. Deve essere come dice mia moglie, sei capace di cose straordinari. È un miracolo se hai fatto ridere l’Uchiha. Prendi un biscotto, li ho appena presi al forno al villaggio. Sono caldissimi.
-Grazie.
-Asuma non vedi che la metti in imbarazzo. Tu e Mirai parlate senza pensare.
-Per farmi perdonare, guarda che bel vestito nuovo.
-Grazie amore mio. È rosso e mi piace molto.
-Questo è per Mirai.
-Una bambola nuova, con tanti vestitini di ricambio. Sei tanto buono papà.
-Vi lascio.
-No, resta. Ci fa piacere averti qui.
-Non voglio disturbare. Tornerò a trovarvi.
Mirai si aggrappò al vestito di Hinata e la fece chinare alla sua altezza. Le diede un bacio sulla guancia e le sorrise.
-Non sarai più sola. Ti voglio bene sorellona.
-Grazie piccola.
Hinata uscì dalla stanza e tornò nella sua camera. Aveva passato una giornata meravigliosa. Aveva conosciuto persone nuove e tutti erano gentili. Si sentiva proprio bene. Sasuke aveva fatto bene a insistere, quello era il posto più adatto a lei. Non c’era nessuno che la giudicava male solo perché era un’orfana. Era in quel luogo che si voleva costruire la sua vita futura.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Un’altra mattina era iniziata e Hinata si era svegliata presto. Le cameriere l’avevano aiutata a prepararsi, aveva mangiato qualcosa e era corsa al laboratorio. Quel giorno doveva catalogare le erbe mediche nella serra della dottoressa. Tsunade le aveva affidato un libricino nero sul quale descrivere ogni proprietà delle erbe. Dovevano lavorare sodo per creare nuove potenti medicine contro infezioni, febbre, tosse e altre malattie. Mentre lei si dedicava alla catalogazione, la dottoressa andava in giro per il bosco a cercare nuove erbe e a fare scorte.
-Sei sola?
-Non ti ho sentito entrare.
-La dottoressa ti lascia lavorare da sola nella sua serra nel suo giardino privato. Non fa entrare nessuno in questo posto, è il suo rifugio privato.
-Infatti, mi ha detto di tenerti lontano dalle sue piante. Non vuole che tocchi niente. Sapeva che saresti venuto e ha detto di non lasciarmi distrarre.
-Quella donna è insopportabile.
-Dice lo stesso di te. Ti serve qualcosa?
-Sono venuto a vedere il tuo lavoro. Tu sai cosa faccio io, voglio vedere cosa fai per quella vecchia.
-Sto imparando molto. Ho letto molti libri e imparato molte cose su queste erbe. Alcune non le avevo mai sentite nominare.
-Ti stai divertendo. Non è mai capitato con lei. Tutti i suoi assistenti sono scappati dopo pochi giorni. Può essere una donna spietata.
Hinata sorrise. Lui riusciva sempre a farla divertire in qualche modo. Chi diceva che era un musone, si sbagliava di grosso. Bisognava andare oltre le apparenze. Sasuke sotto l’armatura nascondeva un lato che non mostrava mai. Era felice che con lei riuscisse ad aprirsi.
-Vuoi che ti aiuti? Ho del tempo libero.
-No, vai a riposare. Ti sei alzato presto per allenarti, ti meriti una bella dormita.
-Ti preoccupi per me, mi piace questo tuo lato dolce.
Sasuke le si avvicinò e le diede un bacio sulle labbra. L’aveva presa di sorpresa. Hinata lasciò cadere a terra i fogli che teneva in mano e si lasciò avvolgere dalle braccia del cavaliere. Lui aveva posato le labbra sulla sua bocca, non era un sogno. Quindi anche la prima volta era tutto reale. Chiuse gli occhi e lasciò che lui la baciasse con passione e delicatezza. Non era troppo irruento, non voleva spaventarla. Voleva farle passare dei momenti magici.
All’improvviso nella serra entrò Tsunade con due piantine in mano. I due non si erano accorti della sua presenza e continuavano a baciarsi. Si avvicinò e versò dell’acqua fredda sulla testa del cavaliere.
Sasuke si staccò da Hinata per non sgocciolarle addosso e si girò verso la dottoressa.
-Non è stato carino.
-Ti serviva una raffreddata visto che stavi per esplodere. Hinata torna a lavoro, mentre caccio il cattivo ragazzo da qui. Stai disturbando la mia assistente.
Hinata salutò Sasuke che andò a cambiarsi. Avrebbe dedicato un po’ di tempo alla lettura. Dopo tanto lavoro, aveva un momento di riposo. Avrebbe preferito passare del tempo con Hinata, ma anche lei aveva il suo lavoro. Si stava impegnando tanto per non deludere Tunade e i sovrani.
 
Nel pomeriggio, Mirai andò a trovare Hinata nella sua stanza. Si fece raccontare come Sasuke l’aveva salvata da un brigante. Alla bambina si illuminavano gli occhi quando ascoltava le storie sul cavaliere.
-Sasuke è corso nella foresta e ha bloccato Deidara. Il brigante voleva ferirmi di nuovo e Sasuke lo ha impedito. È stato molto bravo a sconfiggerlo. Ha lottato per diversi minuti e alla fine lo ha messo a terra. Non ho ben capito come ha fatto. Il brigante lo ha guardato e è caduto a terra stordito o meglio svenuto.
-Sasuke è tremendo quando si arrabbia.
-Come lo sai piccola?
-L’ho visto combattere contro Deidara durante un allenamento e il suo sguardo era glaciale. La mamma dice che non bisogna guardarlo quando è in quello stato, può essere spaventoso.
-Sasuke non è terribile come si dice in giro.
-Lo so, ma tanti hanno paura. Lui ha sconfitto tanta gente cattiva in più regni.
-Sai tante cose di Sasuke.
-Imparerai anche tu tutto quanto sul suo conto. Ora sei tutta rossa.
-Mirai sono felice di essere qui con lui. Mi sento sempre bene quando parlo con lui o semplicemente gli sto accanto.
-Sei innamorata. Sei innamorata.
Hinata rincorse Mirai per tutta la stanza. Continuava a gridare che era innamorata e qualcuno poteva sentirla. Sperava che Sasuke non fosse in camera in quel momento, sarebbe stato troppo imbarazzante.
-Non urlare o qualcuno potrebbe sentire tutto.
-Hai timore che Sasuke senta quello provi.
-Cosa dovrei sentire?
Hinata sobbalzò vedendo Sasuke davanti a porta. Non sapeva da quanto tempo era entrato. Ora che faceva? Se aveva sentito Mirai urlare?
Mirai strattonò il mantello di Sasuke e si fece prendere in braccio. Mentre Hinata non faceva che tormentarsi le mani per il nervosismo, Mirai parlava con il cavaliere.
-La sorellona è nervosa perché sei entrato.
-Mirai cosa hai combinato? Ti sentivo urlare dal corridoio.
-Niente. Parlavo con la sorellona, è tanto timida. Però le piace stare con te, quindi non fartela scappare. Lei va bene per te.
-Grazie per il consenso madamigella Mirai. Ora fila dalla tua mamma, ti cerca da ore.
La bambina corse via e Sasuke si avvicinò a Hinata.
-Hai passato un pomeriggio movimentato con Mirai. È un vero peperino.
-Le ho raccontato di come mi hai salvata da Deidara, era molto curiosa. Lei mi ha detto la storia di quando il suo fratellone ha salvato la sua mamma. Non sapevo che Kurenai era stata prigioniera di alcuni briganti.
-Kurenai è una maga potente e molti la vogliono dalla loro parte. Lei ha scelto di appoggiare re Minato, perché lo ritiene un sovrano giusto. Lo dimostra ogni giorno, la gente è felice nel suo regno. Mirai ti ha detto altro?
Hinata guardò Sasuke negli occhi, ma non poteva dirgli quelle cose.
-Quando giochi con le dita sei in imbarazzo. Mirai ti ha sconvolta. È più schietta di suo padre e ti dice sempre tutto quello che pensa. Sembra più grande della sua età per come ragiona.
-Me ne sono accorta.
Sasuke stava per abbracciare Hinata, ma qualcuno entrò nella stanza.
-Choji ti pare il modo di entrare dentro la stanza di una ragazza?
-Corri al laboratorio Sasuke. Kabuto è ferito gravemente e Kiba ha un braccio rotto. Dei briganti gli hanno teso una trappola vicino al bosco dietro le colline.
Hinata e Sasuke corsero al laboratorio. La dottoressa diede guanti e grembiule a Hinata e le chiese di aiutarla. Mentre la dottoressa si occupava delle ferite di Kabuto, Hinata fasciava il braccio a Kiba.
-Stai fermo, per favore.
-Non toccarmi. Voglio essere medicato dalla dottoressa.
-Lei è occupata con un altro paziente, lasciati medicare e prendi questa medicina. Allevierà il dolore.
-Non berrò il tuo intruglio.
-Lo ha preparato la dottoressa ieri, non voglio avvelenarti.
Kiba si alzò dalla brandina e buttò a terra Hinata. Sasuke lo afferrò per la casacca e lo fece sedere di nuovo.
-Stai fermo e lascia che lei ti fasci il braccio.
-Agli ordini comandante. Quei bastardi ci hanno assalito e non li abbiamo neanche sentiti arrivare. Erano veloci.
-Quanti erano?
-Cinque uomini. Sono sicuro che uno di loro fosse quel ricercato di nome Orochimaru. Pensavate fosse lui il capo, non è così. Parlava di una persona sopra di lui.
Dopo che Hinata aveva finito la fasciatura, Sasuke e Kiba andarono a parlare con il re.
Hinata cambiò i guanti e andò ad aiutare Tsunade.
-Le ferite non sono profonde. Ci sono dei graffi sul torace e un taglio sulla gamba. Non so perché stia così male. Tu hai qualche idea?
-Si lamenta nonostante abbiate fasciato la ferita sulla gamba e disinfettato ogni graffio. Non sembra avere ossa rotte o lesioni interne.
-Non apre neanche gli occhi. Prendimi quel libro blu sullo scaffale, devo controllare questi sintomi.
-S, dottoressa.
Hinata e Tsunade sfogliarono diversi volumi per due ore. Poi la dottoressa fu convocata nella sala del trono. Intanto, la mora continuava a cercare nei libri. All’improvviso, ricordò una cosa. Una volta sua nonna le aveva parlato di una pianta che ingerita permetteva di simulare i sintomi di febbre e dolori forti. Kabuto stava fingendo. La dottoressa non aveva trovato niente perché era una commedia. L’effetto della pianta durava circa tre ore, quindi stava per finire.
Hinata vide Kabuto muoversi sul letto. Non era più pallido come prima e aveva smesso di lamentarsi. Stava per svegliarsi, doveva andare fuori da lì.
Corse fuori dal laboratorio e si incamminò verso la sala del trono. Doveva trovare Sasuke. Sentì la porta alle sue spalle aprirsi e senza voltarsi iniziò a correre. Sentì dei passi dietro di lei e aumentò la velocità, doveva raggiungere una parte del castello piena di gente. Era terrorizzata, se Kabuto la prendeva, l’avrebbe portata fuori dal castello. Aveva sempre meno fiato, mentre il suo inseguitore non sembrava sentire la stanchezza. Non arrivava mai. Svoltò l’angolo e finalmente vide la luce della sala del trono. Vide Sasuke davanti la porta, parlava con la dottoressa. Quando la vide correre verso di lui, la raggiunse. Hinata cadde fra le sue braccia. Non aveva più aria nei polmoni, era stremata. Non aveva mai corso tanto veloce.
Sasuke si scostò qualche centimetro da lei e la lasciò riprendere fiato. Aveva i capelli in disordine e non aveva le scarpe. Qualcosa doveva averla spaventata.
-Cosa è successo?
-Ho capito perché Kabuto era ridotto in quel modo.
-Potevi aspettare il nostro ritorno cara.
-Non potevo dottoressa. Kabuto si è svegliato e mi ha inseguita. Ora non so dove è finito. Non stava male veramente.
-La ferita alla gamba era autentica.
-Non sto mentendo dottoressa. Kabuto ha ingerito un’erba medica che simula dolori lancinanti allo stomaco e febbre. Ecco perché non avete trovato niente di anomalo.
-Verme. I nostri sospetti erano fondati, è lui la spia.
Andarono a parlare con il re, che ordinò alle guardie di cercare il traditore. In poco tempo, il castello era in subbuglio. Anche i nobili furono avvertiti dell’accaduto, nessuno doveva ospitare il fuggitivo.
Sasuke portò Hinata nella sua stanza e la mise sul letto.
-Ti sei spaventata. Dovevo restare con te.
-Non puoi badare a me ogni minuto della giornata. Ho corso come non mai. Lo sentivo dietro di me e pensavo che mi avrebbe raggiunta.
-Stanotte resti con me, lui è ancora libero.
 
Sasuke uscì dalla stanza lasciando Hinata con le cameriere. Aveva bisogno di rilassarsi con un bagno caldo. Sarebbe tornato da lei dopo un giro del castello. Voleva controllare di persona ogni zona. Conosceva i passaggi segreti avendo studiato la mappa del castello, forse Kabuto era passato da uno di quelli. Doveva aver trovato i passaggi in qualche modo. Poteva essere fuggito solo in quel modo o era ancora nascosto in qualche buco dentro le mura.
Il re aveva deciso di affidare a ogni famiglia nobile del castello due guardie. Voleva assicurarsi che non ci fossero feriti.
Itachi mise a guardia della stanza dei sovrani Choji, Shino e Shikamaru. Loro erano gli obiettivi maggiori.
 
Dopo due ore in giro, Sasuke tornò nella sua stanza. Hinata lo aspettava seduta davanti a un tavolino pieno di cose buone da mangiare.
-Kasumi è sparita fuori la porta appena sei entrato. Cosa le hai detto?
-Deve riposare. Voglio che ti accompagni come una dama da domani.
-Ha già tanto lavoro, non deve pensare anche a me.
-Non cambierò idea. Voglio che tu sia al sicuro. Non ti attaccherà se sei in compagnia.
-Se lo facesse, Kasumi sarebbe in pericolo. Non dirmi che lei rischierebbe per me. Non permetterei mai che la ferisse.
-Non è sciocco, non ti attaccherà qui dentro. Se lo facesse, non avrebbe scampo.
Hinata si alzò in piedi e abbracciò Sasuke. Il cavaliere rimase sorpreso per quel gesto. Non era da lei essere tanto impulsiva.
-Non voglio perderti, stai attento.
-Mi nascondevi questo con Mirai. Hai paura che io mi faccia male.
Sasuke le poggiò le mani sulle guance e avvicinò il suo viso a quello di lei. Era la persona più dolce che avesse mai incontrato. Con lei non aveva timore di essere giudicato troppo sdolcinato o asfissiante. Lei lo accettava così come era, con i suoi difetti e non erano pochi.
-Mi sopporti nonostante io sia cocciuto e burbero.
-Sei anche ostinato, pericoloso, glaciale e senza timori.
-Ti piace prendermi in giro, ora vedrai cosa succede.
-Non mi hai fatto finire. Gli altri dicono che hai vizi e difetti, ma tutti ne abbiamo qualcuno. Non vedono che hai anche tante qualità, oltre a quelle da cavaliere. Mi accorgo quanto sei premuroso con tua madre. Con tuo fratello sei sempre freddo, ma ti fidi delle sue decisioni e dei suoi giudizi.
-Mi hai osservato bene. Questi segreti resteranno fra me e la mia splendida fidanzata.
Hinata si aggrappò alle spalle del cavaliere per non cadere. Era emozionatissima. Le aveva detto quella parola, era felice.
-L’ho detto veramente piccola. Sei mia e di nessun altro. Quando questa storia sarà finita, ci sposeremo.
-Vuoi davvero trascorrere la vita con una ragazza come me?
-Non voglio nessun altra al mio fianco. Sono rilassato e riesco a sorridere con te. Non mi è mai capitato in tanti anni.
Hinata e Sasuke passarono la sera a parlare di molte cose. Nonostante la minaccia, lui voleva tranquillizzarla.
Si era fatto tardi e la mora non riusciva a chiudere occhio. Dopo quello che le aveva detto Sasuke, non faceva che pensare al loro futuro insieme.
Sasuke, seduto sulla poltrona a leggere, la guardava. Se ne stava seduta sul letto a pensare o a sognare a occhi aperti. Le si avvicinò senza farsi sentire e si sedette al suo fianco.
Hinata ci mise diversi minuti prima di accorgersi di lui. Si girò per stendersi sul fianco e lo vide.
-Sasuke.
-Stavi pensando intensamente a me e non ti sei accorta che ero qui. Sei sbadata.
-Dovrei tenerti il broncio per giorni. Mi prendi sempre in giro.
-Non posso farne a meno, con te è facile.
Hinata si accorse che Sasuke era a petto nudo e si girò dall’altra parte.
-Ti imbarazzi per così poco. Prima o poi dovrai vedermi nudo.
-Non sono cose che si dicono.
Sasuke si stese sul letto e afferrò Hinata con delicatezza. La stese su di lui e la baciò sulle labbra. Lei poggiò le mani delicate sul petto di lui e ricambiò il bacio. Quel tocco lieve di labbra, pian piano si trasformò in un vero gioco di lingue. A Sasuke non bastava più quello sfiorarsi di labbra, sentiva il desiderio di approfondire quel contatto. Dal canto suo, Hinata era pervasa da mille sensazioni. Il suo corpo si stava scaldando e non riusciva a fermarsi. Quei baci erano diventati come ossigeno per entrambi.
Si staccarono per riprendere fiato e si guardarono. Quello che stavano vivendo era meraviglioso.
-Non sapevo baciassi tanto bene. Sembri esperta.
-Colpa tua. Mi fai uno strano effetto ogni volta che mi sfiori.
-Vuoi dire in questo modo- disse Sasuke dandole un bacio sul collo.
-Non vale.
-Voglio mangiarti tutta. Ora dormi o domani sarai stanca.
-Ho fatto qualcosa che non va?
-No, devo staccarmi da te o potrei farti cose imbarazzanti. Sei irresistibile.
Hinata diede al cavaliere il bacio della buonanotte sulle labbra e lui si mise a dormire sulla poltrona. Quella notte, la mora avrebbe dormito sognando il suo bellissimo cavaliere.
 
Kabuto era uscito dalle mura grazie a un passaggio segreto nelle cucine. Nessuno lo aveva visto e ora poteva tornare dai briganti.
Arrivato al rifugio segreto dei suoi amici, ebbe una sorpresa.
-Bentornato fra noi Kabuto! Se sei qui, ti hanno scoperto.
-Colpa della nuova arrivata. Cosa ci fate qui? Non dovevate raggiungere il capo a nord.
-Cambio di programma mio caro- disse Orochimaru.
-Qual è il piano?
-Il capo vuole che ci racconti dei punti deboli del sovrano e del suo castello. Vuole anche conoscere ogni debolezza dei nobili e dei cavalieri.
Kabuto parlò per un’intera ora dei nobili del castello e dei sovrani.
-Minato non ha paure evidenti. Ha sempre ribadito, insieme alla regina, che qualsiasi cosa accada, lui sarà forte per il suo popolo. La regina lo appoggia in tutto.
-Maledetto Minato.
-Non conosco neanche tutti i passaggi del castello. Itachi e il re non li rivelano mai a nessuno. Sono molto cauti.
-Kabuto non possiamo tornare con così poco dal capo. Ci taglierebbe la testa. Cosa mi dici dei cavalieri?
-Hanno tutti debolezze. Ve ne ho già parlato più volte. Chi mi preoccupa, è Sasuke Uchiha. Lui non teme nessuno e è molto forte.
-Il capo ha sentito parlare delle sue imprese e non gli piace. Sasuke è pericoloso per i nostri piani.
Kabuto e Orochimaru avrebbero aspettato un altro giorno prima di tornare dal capo. Non volevano di certo rischiare la vita. Forse qualche ora in più, li avrebbe aiutati a trovare delle buone scuse per il loro perfido capo e la strega al suo fianco.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Covo centrale dei briganti
Kabuto e Orochimaru avevano fatto ritorno al rifugio del capo nel pomeriggio. Avevano tergiversato tutta la mattina, ma non potevano più far aspettare il tiranno, li avrebbe mandati a cercare.
Entrarono nel covo e vennero ricevuti dalla fredda risata del capo. Lo videro seduto sul suo trono d’oro, foderato con cuscini di velluto rosso. Accanto a lui c’era la sua strega. Lei li guardava dall’alto in basso e non vedeva l’ora di ascoltare le loro scusa. Era perfida e ogni volta che tornavano, si aspettava che il suo capo li punisse. Adorava bearsi dei lamenti delle persone.
-Siete in ritardo. Cosa mi dite?
-Kabuto è stato scoperto e è dovuto scappare. Però vi porta buone notizie, ha trovato due passaggi segreti che conducono all’interno del castello.
-Se li conosce lui, gli altri ne sapranno di più. Le vostre informazioni sono inutili. Spero che dobbiate dirmi altro o vi punirò con i miei giocattoli preferiti. Potrei anche permettere alla mia strega di torturarvi con la sua magia.
-No, abbiamo molte cose da riferirvi- disse Kabuto spaventato.
-Parlate.
-I nobili sono sconcertati, alcuni non si fidano più del re.
-In poco tempo Minato li riconquisterà con uno schiocco di dita. È sempre stato bravo a fare il re. Cosa altro sapete?
-I cavalieri hanno diversi punti deboli e si possono sconfiggere. Kabuto li ha conosciuti bene. Possiamo sfruttarli a nostro vantaggio.
-Mi annoiate. Cosa mi dite della maga? Kabuto sai qual è il suo punto debole?
-Il marito è un nobile potente, scaltro e molto forte. Sta sempre attento a non farla avvicinare da sconosciuti. Quando parte per i suoi viaggi, la maga è protetta dai cavalieri del re. Darebbero la vita per lei. Però, la piccola Mirai è curiosa e va sempre a zonzo per il castello.
-Perfetto, ci siamo. Per oggi, siete salvi. Andate fuori e prendete la vostra ricompensa. Un sacco d’oro a testa, sono magnanimo.
-Cosa avete in mente padrone?- domandò la strega.
L’uomo aspettò che i suoi servi uscissero e si avvicinò alla strega.
-Dovrai fare una cosa per me.
-Ai tuoi ordini Madara. Dimmi il piano.
-Voglio che attiri fuori dal castello la figlia della maga. Se è sua figlia avrà doti magiche. Mi potrebbe essere utile. In più, una volta nelle mie mani, Minato darà qualsiasi cosa per ridare la bambina alla sua amica maga. Ha il cuore tenero e non resiste alle separazioni strazianti.
-Siete perfido mio re.
-Più di te. Non fallire o punirò anche te. Sai che la tua magia nera non mi scalfisce. Sei potente, ma non quanto credi.
-Non mi fate arrabbiare. Vi servo da anni e dubitate di me. Mi ritengo offesa. Attirerò fuori dalle mura la mocciosa e i vostri uomini la cattureranno per voi. Vi dimostrerò quanto sono potente.
Madara scoppiò a ridere e uscì fuori. Ordinò a un gruppo di uomini di appostarsi nel bosco fuori le mura. L’indomani avrebbero ricevuto la visita di una mocciosa.
 
Hinata stava studiando qualche libro di anatomia nel laboratorio della dottoressa. Tsunade la lasciava lì e il mattino e il pomeriggio era ancora immersa in un marea di pagine.
-Hinata è quasi il tramonto, smetti di leggere. Per oggi è sufficiente.
-Mi sembra di non aver fatto niente. Non mi avete consentito di pulire o di andare in serra a sistemare le piante.
-Tutto in ordine. Pulisci ogni giorno e non c’è un granello di polvere. Potrei mangiarci sul tavolo. Della serra mi sono occupata io. Corri da lui, ti aspetta.
Il viso di Hinata si illuminò nel sentire quelle parole. Salutò Tsunade e si fiondò fuori dal laboratorio. Non vedeva il cavaliere dalla notte prima e le sembrava passato un’eternità. Era innamorata persa di lui.
Arrivata davanti la stanza del moro bussò forte, ma non ricevette risposta. Entrò chiedendo scusa, ma lui non era lì. Eppure Tsunade era convinta che la stesse aspettando.
Aspettò qualche minuto e poi decise di andarlo a cercare. Era impaziente di incontrarlo, non poteva aspettare.
Stava per uscire ma andò a finire addosso a qualcuno.
-Dove vai così di fretta?
-Sasuke.
-Hai uno splendido sorriso. Se mi accogli sempre in questo modo, dovrò fare qualcosa anche io.
Sasuke tirò fuori dalla tasca un ciondolo a forma di luna e lo mise al collo della fidanzata.
-Ti dona. L’ho comprato dal gioielliere di corte. Il colore del ciondolo è uguale a quello dei tuoi splendidi occhi.
-Grazie, è bellissimo.
Per ringraziarlo, Hinata diede un bacio sulle labbra a Sasuke. Non era da lei prendere l’iniziativa, ma si sentiva di farlo.
-Ti farà più regali se questo è il premio.
Chiacchierarono per ore e poi si addormentarono. Ancora una volta, Sasuke aveva deciso di farla restare nella sua stanza. Era più a suo agio se l’aveva accanto a lui, poteva proteggerla.
 
Il mattino dopo
Hinata si svegliò presto, ma Sasuke era già uscito. Sperava di essere la prima a dargli il buongiorno. Spariva sempre prima che lei aprisse gli occhi.
Quella mattina indossò un abito blu e chiese a Kasumi di legarle i capelli in una treccia da lasciar ricadere sulla spalla. La lego con un nastro azzurro e poi andò nel laboratorio. La dottoressa non era lì. Guardò sul tavolo e vide un messaggio.
-Oggi fai quello che vuoi cara, io ho dei malati da curare in un villaggio poco lontano dal castello. Sarò di ritorno per il tramonto. Ci vediamo domani mattina. Non farti strapazzare dall’antipatico.
Hinata sorrise per l’ultima frase. Tsunade non riusciva proprio a sopportare il carattere difficile del cavaliere.
Sasuke era con gli altri cavalieri di pattuglia. Non poteva disturbarlo. Uscì dal laboratorio e pensò a qualcosa da fare. Era una bella giornata, forse poteva leggere in giardino. Un po’ di aria fresca non faceva mai male.
Si stava dirigendo verso il giardino quando vide Mirai vicino la porta delle cucine. Era strano che fosse in quel corridoio, sapeva che non doveva andare lì. La madre l’aveva strillata più volte. Provò a chiamarla, ma la bimba era come ipnotizzata da qualcosa. La vide sparire nelle cucine e la seguì subito, poteva farsi male lì dentro. La cucina era piena di gente che andava di fretta con sacchi enormi e pentole bollenti. Corse dentro e vide la bambina sgattaiolare dalla porta di servizio. Le corse dietro e notò una lucina davanti la bimba.
-Mirai fermati. Non puoi uscire da sola.
La bambina non si fermava, non la sentiva. Stava correndo dietro a qualcosa e si avvicinava sempre di più alle mura. Non doveva superarle.
La luce davanti a Mirai iniziò ad allontanarsi velocemente e Mirai la seguì oltre una porta vecchia che portava fuori le mura. Oltre c’era il bosco e non era il posto per una bambina da sola. Hinata le andò dietro e la bloccò prima che entrasse nel bosco.
-Mirai non puoi andare da quella parte.
La bambina sembrò risvegliarsi da un incantesimo non appena Hinata la prese in braccio.
-La mamma si arrabbierà tanto perché sono qui fuori. Grazie per avermi presa Hinata.
-Oh no, la strega mi ucciderà. Ho fallito e non mi libererà mai più.
La sfera luminosa si era bloccata davanti a Mirai e Hinata. Stava tremando.
-Perché piangi piccolina?
-Tu mi vedi, solo i bambini possono farlo. Io sono una fata dei fiori, nessun adulto è mai riuscito a guardarmi. Non conta quella stregaccia che ha fatto una magia nera.
-Ti vedo bene, sei piccola, hai un vestito verde e i capelli castani. Hai delle belle ali gialle e delle scarpette dello stesso colore.
-Bambina chi è questa ragazza? La tua mamma? Si sente che in te c’è magia.
-Lei è una mia amica. La mamma mi dice sempre che sono magica.
-Perché portavi Mira da quella parte?
-Non posso dirlo, correte via. Lei ci guarda e vuole la bambina. Correte.
-Vieni con noi, nelle mura sarai al sicuro.
-Non posso, la strega mi tiene sotto incantesimo. Se non torno da lei, perderò per sempre le ali o meglio me le strapperà quella megera. A me piacciono le mia ali.
-Che crudeltà. Forse la maga può proteggerti.
-La magia della strega è troppo cattiva per la maga Kurenai. Si chiama così la tua mamma?
-Sì, lei è potente, ti salverà di sicuro.
-Kurenai non può sciogliere un incantesimo oscuro tanto potente. Non so neanche io come si fa.
Mirai prendi la fatina fra le tue manine e torniamo al castello.
La bambina prese delicatamente la fatina fra le sue piccole mani. Ora potevano tornare al castello.
 
Hinata si affrettò a tornare dentro le mura dalla stessa strada. Teneva stretta Mirai, non voleva che le succedesse niente. Attraversata la vecchia porta, corse nella cucina e tornò nel corridoio.
Davanti a loro comparvero Sasuke, Asuma e Kurenai.
-Ti ho cercata per tutto il castello peste.
-Mamma posso spiegare.
-Non la sgridi, per favore. Mirai era attirata da questa fatina. Purtroppo, la fatina è sotto incantesimo e non può liberarsi.
-Parliamo di tutto nelle mie stanze- disse la maga.
Mirai era voluta restare fra le braccia di Hinata. Asuma e la mamma erano arrabbiati con lei e ora l’avrebbero punita per un intero mese.
-Sasuke ti ha vista uscire dal castello e è corso a chiamarci. Ha visto che ti comportavi in modo strano- disse Asuma sedendosi sul divano.
-Cosa è successo?- domandò Sasuke a Hinata.
-Questa fatina dei fiori è entrata nel castello per attirare fuori Mirai. Non l’ha fatto di proposito. Una strega malvagia la controlla. Potete aiutarla?
Hinata fece scendere Mirai e si inginocchiò davanti a Kurenai.
-Nonostante lei abbia tentato di ingannare, tu vuoi che l’aiuti. Devi ritenerti fortunata ad aver incontrato Hinata.
-Non posso restare qui, perderò le ali.
-Quella strega non ti farà niente finché rimani nel castello di re Minato. Troverò un incantesimo che ti liberi.
-Grazie maga. Grazie strana signorina.
-Fatina non provare mai più a ingannare nessuno- disse Sasuke.
-Questo tipo fa paura. Sei un bruto- disse la fatina facendo la linguaccia al moro.
-Non ti vedo, ma ti sento benissimo.
-Mi proteggi da quel cavaliere? Posso stare con te?- domandò la fatina poggiandosi alla spalla di Hinata.
-Io dormo nell’ala di Sasuke. Sono la sua fidanzata.
-Una ragazza tanto graziosa e pura con quel bruto. Quanto spreco.
-Non essere dura. Sasuke è un bravissimo cavaliere e un ottimo fidanzato. È sempre gentile e premuroso.
-Mi fido del tuo giudizio. Devo domandarvi una cosa maga. Come mai i due uomini non mi vedono e questa fanciulla ci riesce? Nessun adulto senza poteri ci è mai riuscito.
-Dipende dal suo cuore. Come vedi, Hinata  è una ragazza altruista.
-Inizio a comprendere.
La fatina restò a giocare con Mirai, mentre Sasuke e Hinata tornarono nella loro stanza.
-Non allontanarti mai più dal castello.
-Mirai era in pericolo. Non avevo il tempo di chiamarti.
-Sei sempre troppo impulsiva. Pensi sempre agli altri prima che a te stessa. È per questo che mi piaci tanto. Vedi cosa riesci a farmi dire.
Sasuke spinse Hinata nella stanza e chiuse la porta.
-Non ho mai detto quelle cose a una ragazza. Sei l’unica per me. Non mi piace che rischi la vita. Fuori le mura ci sono persone pericolose che non vedono l’ora di attaccarci. Sono capaci di tutto.
-Quindi la strega mirava a Mirai per arrivare ai sovrani. Non tollero chi usa i bambini. E poi spaventare quella povera fatina.
-Vuoi dire l’antipatica. Le fate sono dispettose e bisbetiche. Mi fanno venire l’orticaria.
-Hai incontrato anche delle fate durante i tuoi viaggi?
-Le ho sentite. Io non riesco a vedere alcune creature magiche. So neutralizzare un incantesimo o resistere a una magia nera. Ma vedere delle fate è un dono speciale. Cosa pensi?
-Mirai mi ha spaventata. La chiamavo e non mi sentiva. Ho temuto che qualcuno la rapisse. Uscita dalle mura, ho avuto la sensazione che qualcuno ci spiasse dal bosco. Era qualcosa di inquietante, mi sono venuti i brividi. Non ho detto niente per non spaventare la bambina. A te posso dire tutto.
-Domani manderò qualcuno a controllare.
Sasuke e Hinata si misero a dormire. Avrebbero comunicato i loro sospetti al re il giorno seguente. Fra le chiacchiere con Kurenai e Asuma e la disavventura di Mirai, si era fatto tardissimo. Non si erano accorti di aver passato ore nella stanza della maga.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Quella mattina Hinata non si svegliò sola. Era tra le braccia di Sasuke che ancora dormiva tranquillo. Era bellissimo. Cosa andava a pensare? Doveva correre a fare un bagno e a vestirsi. Però voleva restare fra le braccia del suo splendido cavaliere.
La sera prima avevano chiacchierato per ore. Non si stancavano mai e il tempo non sembrava essere sufficiente. Sasuke aveva raccomandato a Hinata di non uscire più senza qualcuno. Il bosco fuori il castello nascondeva delle insidie. Le raccontò delle reti che i briganti mettevano in quel luogo, per catturare creature magiche. Vivevano nel bosco vicino al castello da secoli e ora erano in pericolo. La mora si era accorta di strane presenze. Il cavaliere aveva confermato che non erano semplici sensazioni, qualcosa o qualcuno la spiava da lontano. Potevano essere briganti o la stessa strega nera.
Hinata capiva perché Sasuke l’avesse rimproverata, come Asuma e Kurenai avevano fatto con la piccola Mirai. Non voleva che la catturassero e la portassero nel loro covo. Era preoccupato per lei e lo dimostrava in quel modo. Lei non si era arrabbiata per quel modo di fare duro. Sasuke era fatto così, non si aspettava che lui la trattasse in modo sdolcinato. A suo modo dimostrava di volerle bene.
Infatti, si era addormentato vicino a lei. Poi l’aveva stretta forte come se temesse di perderla. Hinata aveva gradito molto quel gesto, non le importava cosa avrebbero detto gli altri. Lei e Sasuke si volevano bene e volevano passare del tempo insieme.
-Se mi fissi tanto, vuol dire che sono davvero affascinante.
Hinata tirò un cuscino in faccia al cavaliere e si liberò dall’abbraccio. Sasuke la riprese subito e la strinse forte.
-Non dobbiamo alzarci tanto presto.
-Tra poco arriva Kasumi, devo alzarmi.
-Non vuoi che scopra che abbiamo dormito insieme?
-Non mi importa se ci vede dormire insieme o stesi sul letto a parlare. Non voglio che ti veda mezzo nudo- disse la ragazza coprendo il moro con la coperta.
-Non sapevo fossi gelosa, mi piace.
-Quel sorrisetto furbo e presuntuoso non fa pensare nulla di buono. So che Kasumi non ci proverebbe mai con te, ma non mi va che ti veda.
-Oggi è un giorno magnifico perché ho scoperto che sei talmente cotta di me da essere gelosa.
-Ancora una volta ti burli di me, non è carino. Hai un caratteraccio.
-Me lo dicono spesso.
Sasuke si alzò dal letto e andò a riempire la sua vasca.
-Fai il bagno senza riscaldare l’acqua sul fuoco.
-A me piace l’acqua gelata. Anche perché è l’unico modo per calmarmi.
-Sei nervoso?
-Dovrò fare molti sforzi per non baciarti tutta la notte.
Sasuke si fece un bagno e veloce e poi svuotò e lavò la vasca.
-Quando arriva Kasumi dille che la vasca è pronta. Deve metterci solo l’acqua calda.
-Questa cosa del bagno e del vestirsi non potrebbe essere rivista? Kasumi già lavora in cucina, io posso fare da sola.
-Niente trattative. Meriti il meglio e lo avrai sempre. Io vado dal re. Raggiungimi non appena sei pronta. Dirò io a Tsunade che oggi sei impegnata. Voglio che partecipi alla riunione, devi sapere cosa succederebbe in caso di attacco. Hai deciso di assistere Tsunade in caso di emergenza e questo comporta responsabilità.
-Sono pronta ad ascoltare le direttive del re e dei cavalieri.
Sasuke andò via e entrò Kasumi.
-Preparo subito il bagno.
-Grazie.
Hinata tolse la camicia da notte e si immerse nell’acqua calda.
-Vi aiuto a lavare la schiena.
-Sei sempre molto gentile.
-Mai quanto voi. Ho saputo quello che avete fatto per Mirai.
-Non ho fatto nulla.
-Siete troppo modesta.
Kasumi notò una macchia sul collo della ragazza e le scappò una risatina.
-Ho fatto qualcosa di buffo? Sasuke mi dice sempre che so essere goffa.
-No, pensavo che il padrone deve amarvi molto. Sono anni che lo conosco e non ha mai lasciato che una donna entrasse nelle sue stanze.
Hinata divenne rossa e l’acqua per poco non bolliva. Kasumi aveva notato che quello sul collo, era un segno lasciato dal cavaliere. La prova che Hinata non si toccava.
 
Kasumi aiutò Hinata a vestirsi e l’accompagnò davanti la sala del trono.
-Sto bene con questo abito blu? È adatto per una riunione?
-State bene signorina. Andate, vi attendono.
-A più tardi e grazie.
-Di nulla.
Kasumi ringraziò il cielo di lavorare per Sasuke. Pensava che era fortunata a doversi occupare di Hinata. Non voleva essere nei panni delle cameriere di Ino e Sakura, erano schiavizzate. A lei, la signorina permetteva anche di sedersi e prendere il tè nella sua stanza.
 
Nella sala del trono
Hinata si inginocchiò davanti ai sovrani che le chiesero subito di accomodarsi di fianco a Sasuke.
-Ora ci siamo tutti. Raccontaci quello che sai fatina. Kurenai e Sasuke ci hanno detto che non volevi fare del male a nessuno, non sei a rischio. Vogliamo solo sapere cosa tramano i briganti e la strega nera.
-Sire, se parlo, perderò tutto.
-Qui sei protetta. Kurenai ha fatto un incantesimo per bloccare la magia della strega nera. Non ha sciolto la magia nera, ma la bloccherà per qualche giorno. Il tempo che lei trovi una soluzione.
-Confermo le parole del re. Dammi un po’ di tempo e sarai libera.
-Se non ci riuscite, perderò le ali. Per una fata vuol dire perdere tutto.
La fatina piangeva seduta sulla mano della regina.
-Piccolina, mio marito non mente mai. Troveremo un modo per salvarti.
-Ho sentito parlare di voi. Siete sovrani tanto buoni. Anche le persone qui dentro sono tanto brave. I cavalieri sono forti, la maga è potente, la dottoressa è formidabile e quella ragazza ha qualcosa di eccezionale. Sento che posso fidarmi.
-Faremo di tutto per salvarti.
-Grazie regina. Vi posso dire che la strega nera si chiama Karin. È una donna con i capelli rossi. È magra e prosperosa. Spesso usa il suo corpo per ingannare gli uomini, soprattutto nobili. Usa la sua magia per sottrargli le ricchezze e darle al capo dei briganti.
-Ho sentito parlare molto di Karin. È molto pericolosa e avida di potere. Si è alleata con i briganti diversi anni fa in cambio di protezione e potere- disse la maga.
-Kurenai sai di cosa è capace quella strega?- domandò il re.
-Sì, l’ho incontrata due volte durante i miei viaggi. Sa trasformarsi in qualsiasi persona e lanciare incantesimi potentissimi. Usa la magia solo per fini malvagi. Poche persone sanno superare i suoi sortilegi e le sue armi magiche. Io ci riesco a fatica ancora oggi.
-Questo è un guaio- disse il re.
-Ci sono dei mezzi per combatterla?- domandò la regina.
-Sì, però è difficile.
-La maga ha ragione. È complicato trovare persone che riescano a indebolire quella strega. È cattivissima e coriacea. Le mie amiche fatine mi hanno raccontato che ha rapito delle ragazze e le ha usate per restare giovane e bella.
Hinata si portò le mani al petto. Era crudele usare persone innocenti per quegli scopi. La vanità spingeva a tanto quella donna? Non riusciva a capire un tale comportamento.
Sasuke la vide muoversi e le prese una mano. Non era semplice sentire tutte quelle faccende e per lei era una cosa nuova. Non era abituata a sentir parlare di cose tanto crudeli. Non sopportava di vederla spaventata in quel modo. Stringerle la mano le sarebbe servito. Vedeva che non riusciva ad alzare la testa neppure per guardarlo. Stava sicuramente pensando alle ragazze rapite.
-Le ragazze sono morte?- domandò Choji.
-Le altre fatine dicevano di sì. I briganti le hanno uccise per la strega. Loro lavorano spesso per lei. Il loro capo gli dice sempre di obbedirle. Però anche lei deve stare attenta, non può disobbedire al capo, mai. Quando ero prigioniera, l’ho sentito più volte che gridava: non provare mai a tradirmi. Lui è immune alla sua magia, non so come fa a resistere.
-Sai chi è il capo?
-No, non l’ho mai visto in faccia, era buio. Lui non si faceva mai vedere da me che ero prigioniera nella stanza della strega. Cercava sempre di restare nell’ombra. So solo che i suoi occhi prima erano neri e poi rossi.
Itachi e Sasuke scattarono in piedi sentendo quella frase.
-Sei sicura?- domandò Itachi.
-Ho visto bene quegli occhi spaventosi. Quello è capace di qualsiasi cosa.
 
Hinata aveva visto Sasuke alzarsi di scatto.  Le aveva lasciato la mano bruscamente, come sconvolto da quella notizia.
-Hai sospetti Itachi?
I due fratelli tornarono a sedersi. Dovevano parlare dei loro sospetti.
-Forse maestà. Anni fa, quando molti dei membri della nostra famiglia sono stati uccisi, si pensava che fosse stato un nobile della famiglia stessa.
-Ricordo quel brutto giorno. Tuo padre era fuori il regno con tua madre per un affare. Tu avevi appena iniziato la tua carriera come nobile consigliere, mentre tuo fratello era solo un bambino. Molti dei nobili della casata Uchiha sono stati uccisi a una festa. Era stata organizzata da Madara Uchiha.
-Ricordate bene maestà. Madara organizzò una festa nel suo castello sulla collina che andò a fuoco. Furono trovati molti cadaveri e furono tutti riconosciuti in qualche modo. Ma non fu mai trovato il corpo di Madara. Mio padre disse che forse era stato ridotto in cenere dalle fiamme. Era una spiegazione troppo semplice.
-Itachi intendi dire che Madara è diventato un brigante.
-Sono sicuro che tutti i saccheggi e gli omicidi a opera dei briganti sono stati comandati da lui. È sempre stato un uomo spietato. Mio padre non l’ha mai sopportato per i suoi modi.
Sasuke strinse i pugni. Più ascoltava le parole del fratello più si innervosiva. Aveva sempre sentito il padre parlare di quella faccenda. Si ricordava di Madara e non gli era mai piaciuto. Nonostante fosse ancora un bambino, quel nobile lo trattava malissimo. Più di una volta aveva alzato le mani su di lui, giustificandosi sempre con la solita frase, hai bisogno di più disciplina.
Hinata notò il nervosismo del cavaliere. Era turbato. Toccava a lei fare qualcosa per lui. Gli poggiò una mano sulla spalla. Voleva fargli capire che lei era lì con lui.
Sasuke si girò verso di lei e gli fece un cenno con la testa. Aveva capito che la ragazza lo capiva.
-Se il nostro nemico è Madara Uchiha, sarà un avversario difficile- disse il re.
-Noi lotteremo.
-Hai ragione Kushina. Non ci arrenderemo mai a un tiranno. Fatina sai dirci altro del capo?
-No, ho solo sentito che dava molti ordini alla maga. Lui le ha chiesto di attirare la bambina della maga fuori. Voleva sfruttare i suoi poteri. L’uomo di nome Kabuto ha detto al capo che Mirai ha dei poteri. Ha anche detto che i cavalieri hanno dei punti deboli. Ora i briganti conoscono le vostre debolezze. La maga teme di perdere la sua bambina diceva, i cavalieri hanno tutti delle cose a cui sono attaccati.
-Bastardo. Ci ha studiati per dire tutto al suo capo. Ci fidavamo di lui e ci ha traditi. Avevi ragione sul suo conto e non ti abbiamo ascoltato- disse Kiba rivolgendosi a Sasuke.
 
Il re continuava a pensare a quella storia, era tutto complicato. Madara era un uomo spietato, dovevano stare molto attenti a ogni mossa che facevano e allo stesso tempo astuti. Madara li aveva studiati per mesi attraverso la sua spia e ora conosceva alcuni punti deboli dei membri del castello. Tutto diventava sempre più difficile.
-Fatina sapresti dirci se preparano un attacco?
-Non sono ancora pronti, ne sono certa. La strega sbuffava sempre come un pentolone in ebollizione perché il capo le diceva di sbrigarsi con i piani. Lei rispondeva, dammi più ragazze e gemme preziose e io obbedisco. Non era mai sazia. Voleva sempre che la sua pelle fosse perfetta e i suoi capelli sempre rossi. Ogni uomo doveva cadere ai suoi piedi o urlava come una pazza.
-L’hai osservata bene- disse la regina.
-Mi teneva sempre in una gabbia minuscola e non mi mollava mai. Mi portava con lei anche durante i suoi viaggi.
-Devi aver passato giorni orribili. Ora ci prenderemo cura di te. Starai con la maga e sarai trattata come una di famiglia.
-Grazie regina. Sono felice di essere stata fermata ieri. Scusate per quello che ho fatto.
-Sei perdonata- disse il re.
Kurenai fece un cenno con la testa in segno di conferma.
 
Il re stava per sciogliere la riunione, quando la fatina lanciò un urlo.
-Ora ricordo. Il capo ha paura di qualcosa. L’ha detto quella brutta megera perché era arrabbiata con lui.
-Dicci tutto- disse Itachi.
-Tu sei il consigliere del re e ti chiami Itachi Uchiha?
-Sì, sono io.
-Tu non piacevi per niente al capo dei briganti. La strega disse che se Madara si trovava davanti i fratelli Uchiha o anche uno solo, sarebbe stato nei guai. Lui avrebbe sussultato vedendo te e quello lì- disse indicando Sasuke.
-Allora anche Madara ha dei punti deboli- disse la dottoressa.
-Abbiamo fatto passi avanti. Grazie fatina.
-Di niente maestà.
-Perché ha paura di voi? Siete abili cavalieri, ma anche lui combatte bene. Siete astuti e molto intelligenti, ma lui non è da meno. Deve esserci altro che non sappiamo- disse il re.
-Per fortuna il consigliere e lo scorbutico non hanno debolezze. Questo affermava quel Kabuto.
-Kabuto non è riuscito a studiare tutti i cavalieri. Tu e Sasuke siete impenetrabili.
-Non esageri maestà.
-Potete andare, ci vediamo alla riunione di domani cavalieri.
Con le nuove informazioni avevano modo di escogitare buone tattiche per frenare i piani dei briganti. Non restava che studiare una buona strategia.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Finita la riunione con il re, Itachi rimase a discutere con i sovrani nella sala del trono. Mentre Sasuke formava tre squadre di cavalieri per ispezionare il bosco fuori le mura. Il re gli aveva chiesto di accertarsi che non ci fossero nemici troppo vicini, era un pericolo per tutti.
-Choji, Kiba e Shikamaru guardate nella parte interna del bosco. Fate molta attenzione. Neji resta al castello con i sovrani. Preferisco che oltre a Itachi ci sia qualcun altro con loro. Non si può mai sapere. Ho già spedito Shino e altri tre cavaliere a pattugliare il lato nord del bosco. Io mi occuperò della parte del bosco vicina alle mura.
-A proposito di questo Sasuke. Ho parlato con il re e vuole che porti con te la fatina. Potrebbe farti vedere dove erano nascosti i briganti e tu potresti trovare tracce fresche.
La fatina aveva sentito tutto seduta sulla spalla della maga. Aveva paura di tornare fuori.
-Io non ci vado nel bosco.
-Sei protetta dalla mia magia, la strega non può rintracciarti per giorni. Sarai al sicuro con Sasuke.
-Non voglio, ho paura.
-Devi obbedire piccolina, è un ordine del re- disse Itachi.
-Voi la fate facile, tanto non perderete niente.
Hinata prese la fatina fra le sue mani e le fece una carezza.
-Ti hanno ascoltata e capiscono che hai paura. Gli serve il tuo aiuto per scoprire dove sono andati quei briganti. Se si avvicinano di nuovo, saresti più in pericolo.
-Va bene, andrò con il cavaliere. A una condizione.
-Faremo quello che chiedi per metterti a tuo agio. Puoi parlare.
-Itachi dice il vero, puoi fidarti. Chiedi quello che vuoi per stare più sicura. Vedo che stai tremando. Loro capiscono dalla tua voce che sei spaventata, non potendoti vedere. Però capiscono che hai paura. I briganti spaventano tanta gente- disse la maga.
-Vorrei che la signorina venisse con noi. Lei può vedermi e sono a mio agio con lei.
-Per Hinata è pericoloso fuori.
-Sasuke permettimi di venire. Lei sarà a suo agio e rifletterà meglio. Se è spaventata può commettere errori.
-Non ti allontanerai mai da me. Tu non fare scherzi fatina.
-Agli ordini cavaliere.
I cavalieri andarono a prepararsi per uscire. Sasuke indossò gli abiti da cavaliere e il mantello scuro. Prese la sua spada e due pugnali e li legò alla sua vita. Nascose anche un’ama negli stivali, era meglio essere prudenti.
Kasumi aiutò Hinata a cambiarsi. La ragazza indossò un vestito molto semplice, non troppo pomposo. Voleva essere libera di muoversi. L’aiuto ad allacciare un paio di stivaletti che arrivavano sopra la caviglia. Nel bosco c’erano dei serpenti e era meglio essere prudenti. Poi le fece uno chignon.
-Indossate anche questo mantello blu con cappuccio. Con questo non prenderete freddo.
-Grazie Kasumi. Ora vado, Sasuke mi aspetta fuori. Vieni piccolina, è ora di andare.
La fatina che era stata venti minuti a guardarsi allo specchio, si poggiò di nuovo sulla spalla di Hinata.
-Mi piacciono gli specchi. Ne posso avere uno?
-Non lo so. Però puoi usare il mio tutte le volte che vuoi.
-Bello!
Hinata raggiunse Sasuke fuori e lo vide davanti le stalle.
-Avvicinati Hinata.
Sasuke prese Hinata per la vita e la fece sedere sul cavallo. Poi si sedette dietro di lei.
-In caso di pericolo dovrai galoppare da sola fino al castello.
-Non ci pensare proprio. Usciamo insieme e torniamo insieme.
-Non controbattere i miei ordini.
-Tu non fare il testardo. Non ho nessuna intenzione di lasciarti in mezzo al pericolo.
Sasuke tirò le redini e si incamminarono verso il bosco. Più si avvicinavano, più la fatina sbiancava. Aveva una strana sensazione.
-Piccolina ti senti male?
-No, ho una brutta sensazione.
-Ti proteggeremo, non avere paura.
Arrivati ai margini del bosco, smontarono da cavallo.
-Ricordi dove si erano appostati i briganti.
-Mi sembra che fossero nascosti dietro quei grandi alberi. Aspettavano che la bambina entrasse nel bosco per prenderla. Non dovevano assolutamente farsi vedere dai soldati di vedetta del castello.
-Ha senso, i soldati avrebbero dato l’allarme. Il capo dei briganti sa come escogitare dei piani diabolici. Conosce anche ogni posizione delle guardie al castello. Controlliamo se ci sono tracce.
Sasuke e Hinata entrarono nel bosco e si guardarono intorno. Tutte le tracce erano state cancellate in qualche modo. Quei tipi non facevano errori.
-Hanno il terrore che il loro capo li punisca e stanno sempre molto attenti.
-Fatina sapresti arrivare al loro rifugio.
-No, la mia gabbia era sempre coperta da un telo.
 
A qualche metro da loro, qualcuno li osservava seduto su un ramo.
-Il caro Sasuke è cresciuto parecchio.
-Madara stai tremando- disse il corvo sulla sua spalla.
-Taci strega. Ora che sei un corvo potrei spennarti.
-Dovevo trasformare anche te, ma non hai voluto. Rischi di essere scoperto.
-Non ci vedranno, siamo molto in alto. Dovevo vedere di persona cosa combinano quegli imbecilli.
-Quella fatina è riuscita a trovare un modo per sottrarsi al mio sortilegio. La maga è davvero potente.
-Ti avevo detto di non sottovalutarla. Ora dimmi, chi è la fanciulla con Sasuke?
-Non l’ho mai vista. Forse è una nuova nobile del castello.
Madara squadrò bene Hinata e fece un sorriso.
Hinata sussultò in quel momento. Sembrava che qualcuno la osservava.
-Hinata hai visto qualcosa?
-No, però ho la sensazione di essere osservata. Ho i brividi come ieri.
Sasuke si guardò intorno ma non vide nessuno. Eppure le sensazioni della mora erano sempre esatte.
 
Madara continuava a scrutarli con attenzione. Doveva sapere chi era quella fanciulla.
-Dimmi cosa dicono.
-Come desidera capo.
Karin lanciò un incantesimo in modo che Madara potesse sentire tutto.
-Finalmente mi sei utile.
 
Sasuke e Hinata continuavano a cercare, ma niente. Erano stati molto attenti.
-Hinata cosa ti sembra quella roba verde sul tronco?
-Sembra una specie di disinfettante. Forse Kabuto era qui e ha usato un boccetta di disinfettante. Quando è scappato ne ha rubate quattro dal laboratori. La sua ferita alla gamba non deve essersi ancora rimarginata.
-Abbiamo una traccia. Sono passati da questa parte e si sono diretti verso nord. A est e a ovest non c’è niente per miglia. Gli unici posti dove nascondersi sono a nord.
-Qual è la prossima mossa?
-Cerchiamo qualche altro indizio e poi torniamo indietro. Stai bene?- le domandò dandole una carezza sulla guancia.
-Tutto bene, tranne quella sensazione che non va via. È come se avessi due occhi inquietanti addosso.
 
Madara ebbe un fremito ascoltando quelle parole. Non poteva essersi accorta di lui. Aveva preso tutte le precauzioni per non farsi scoprire. Quella ragazza aveva qualcosa di strano.
-Karin dimmi se è una strega o una fata o una creatura magica?
-Nulla del genere. Non sento alcun potere in lei. Però ho notato che può vedere la fata, nessuna persona semplice ci riesce. A parte voi che avete un grande potere malvagio. Ma voi non siete normale, siete un uomo superiore.
-Quando mi lusinghi sembra che sia tutto finto.
-Le assicuro che sono sincera.
-Chissà perché non credo a una sola parola. Noi non siamo mai persone sincere. Siamo due bugiardi cronici e non mi dispiace.
Madara vide la strega ritornare alle sue sembianze e piegare il busto leggermente in avanti.
-Cosa ti prende?
-Qualcosa nelle vicinanze infastidisce la mia magia.
-Non ti è mai successo.
-Ci devono essere degli esseri magici puri da queste parti. Devo andare via o ci metterò giorni a riprendermi. Mi servono delle ragazze, le mie mani stanno invecchiando.
Madara e Karin sparirono in una nuvola nera.
 
Hinata sentì che quella strana presenza era svanita. Tirò un sospiro di sollievo.
-Sasuke non sento più niente. È come se chi ci guardava fosse sparito nel nulla.
-Vuol dire che si sono stancati o hanno raccolto abbastanza informazioni.
Hinata vide qualcosa luccicare per terra e si avvicinò per guardare meglio.
Sasuke l’allontanò appena in tempo e la strinse a sé.
-Non farlo mai più.
-Lì c’è qualcosa.
-Quella è una trappola per piccole creature magiche, è tagliente.
-Il cavaliere ha ragione. Quella è una denti aguzzi piccola. Ferisce gravemente le creature come me. Molte fatine sono morte perché sono rimaste intrappolate lì dentro.
-Come si disattivano?
-Faccio io, allontanatevi qualche metro.
Sasuke colpì la trappola con la sua spada e delle fiamme la disintegrarono. La trappola era ridotta in cenere.
-Tutto finito.
-Laggiù ce ne sono altre.
Sasuke spaccò tutte le trappole in pochi  minuti. Hinata lo abbracciò forte, era stato formidabile.
-Hai fatto un gesto bellissimo per queste creature. Grazie.
-Hinata hai un sorriso stupendo.
Sasuke le diede un bacio sulle labbra che durò a lungo. Tanto che i due non si accorsero che la fatina li chiamava. Dovette tirare una ciocca di capelli alla mora per farsi ascoltare.
-Ahi.
-Che è successo?
-Niente, credo che qualcuno se la sia presa perché non le davamo attenzioni.
-Siamo circondati da tante luci- disse la fatina.
Si guardarono in giro e videro delle luci che sembravano lucciole.
-Non estrarre la spada cavaliere, non siamo nemici.
Una donna comparve davanti a loro. Era bellissima e aveva un paio di ali bianche e lucenti. Erano al cospetto di una fata. Era meravigliosa e la sua luce trasmetteva un calore indescrivibile. Starle accanto ti faceva sentire piena di sentimenti di gioia e amore.
-Abbiamo visto cosa hai fatto per noi. Ti ringraziamo.
-Chi siete?
-Non temere cavaliere, non siamo pericolosi. Io sono la regina delle fate. Tu mi conosci vero?
La fatina le sorrise e corse ad abbracciarla.
-Sono mesi che non vi vedo maestà. Vi davano per dispersa.
-Ero solo partita per aiutare alcune fatine. Erano state catturate da gente pericolosa. Ho sprecato molte energie per aiutarle e ci ho messo mesi a riprendere le forze. Mi dispiace avervi lasciato in difficoltà.
-Come mai posso vedervi?
-Mi sono resa visibile. Posso farlo solo io come regina. Le altre fate non hanno questo tipo di potere, è una dote rarissima. Piccola fatina, Karin ti ha lanciato un maleficio, mi dispiace. Neanche io posso spezzarlo. Il potere oscuro di quella strega è troppo forte per una fata. Spero che la maga riesca ad aiutarti, è abbastanza forte per trovare una soluzione. Il problema è che neanche lei può sconfiggerla in un duello. Se i briganti vi attaccassero al castello, la strega potrebbe fare del male a tanta gente. Non so fino a che punto Kurenai possa bloccarla.
-Siete venuta qui per dirci cose ovvie. Kurenai ci aveva già detto queste cose. Sta cercando un modo per bloccare la strega.
-Sono venuta da voi solo per ringraziare.
-Non credo.
-Cavaliere non ti fidi mai di nessuno, conosco la tua fama. Sasuke Uchiha,  il cavaliere migliore del regno. Eroe che porta a termine ogni sua missione. Le mia amiche fate mi hanno parlato spesso delle tue imprese. Ti abbiamo osservato per anni. Hai sempre fatto molto per le creature magiche.
-Arrivi al punto.
-Abbiamo fiducia in te e gli altri cavalieri. Faremo di tutto per aiutarvi. Date questo libro di magia alla maga, lei sola può leggerlo. È scritto in un’antica lingua che ormai non usa più nessuno.
La regina consegnò il libro a Hinata che lesse il titolo.
-La magia della terra dimenticata.
-Tu hai letto quella scrittura. Pensavo solo poche persone con poteri potessero farlo. Tu cosa sei?
-Lei è la mia fidanzata. Si chiama Hinata.
-Sei una ragazza strana. Tu non abitavi nella valle? Se non sbaglio gli abitanti di un piccolo villaggio ti hanno cacciato perché avevano paura di te.
-Maestà le assicuro che Hinata non è una strega nera. Può percepire che in lei non vi è magia.
-Fatina la difendi, dunque ti fidi.
-Mi ha salvata dalle grinfie della megera.
-Dimmi fanciulla, chi erano i tuoi genitori? Da dove vieni?
-Ho vissuto con mia nonna. Non conosco i miei genitori. Mia nonna mi ha trovata, mi avevano abbandonata nei pressi del villaggio. Lei mi ha insegnato a prendermi cura delle persone con le erbe mediche e varie medicine prodotte con diverse piante. Non posso dirvi le mie origini, neanche io le conosco.
-Basta con il terzo grado. Hinata non nasconde niente.
-Lo so. Posso leggere il suo animo. Ho molti poteri come la vostra maga. Mi incuriosiva sapere qualcosa di più di questa fanciulla. È singolare. Sei molto protettivo con lei, il tuo cuore di ghiaccio si è sciolto.
-Non ha  mai avuto un cuore freddo. È un cavaliere eccezionale.
-Voi due mi piacete molto. Non tutti riescono a farmi ridere. Vi accordo la mia fiducia. Nel momento del bisogno farò qualcosa per voi e il regno.
-Grazie.
-Non serve ringraziare. Il mio è solo un piccolo aiuto. La vittoria dipende da voi del castello.
Le luci sparirono e la regina con loro. Era stato un incontro inusuale. Mai in vita sua, Hinata aveva incontrato una creatura tanto luminosa.
-Fatina sei rimasta con noi.
-La regina vuole che resti al castello perché il sortilegio non è rotto. Se tornassi a casa, la strega potrebbe scoprire il regno delle fate e distruggerlo. La regina non può contrastarla.
-Vedrai che la maga troverà un mezzo per liberarti.
Tornarono al castello e raccontarono tutto ai sovrani e agli altri cavalieri. Hinata consegnò il libro magico alla maga che lo aprì subito.
-Questo libro ci sarà molto utile.
 
Dopo una giornata come quella, avevano bisogno di qualche ora di riposo. Tornarono nella loro stanza e si cambiarono. Kasumi gli servì la cena e andò subito via.
-Questa sera c’è zuppa e patate. Non hai fame?
-Riflettevo sulle parole di quella fata.
-Pensi che io sia strana?
-Non ci sono dubbi. Ma non in senso negativo. Sei diversa dalle altre fanciulle. Non mi stancherò mai di ripeterti che sei un fiore raro.
-Sono felice.
Mangiarono la zuppa e poi si misero a chiacchierare. Più che altro, Sasuke stuzzicava Hinata. Aveva una voglia irrefrenabile di baciarla su quella pelle bianca e morbida. Sentiva il suo profumo entrargli nelle narici e avvolgere ogni centimetro del suo corpo.
-Di solito sono io quella che si incanta.
-Io stavo solo pensando.
-A cosa?
-A quando ci sposeremo. Più precisamente, pensavo alla nostra prima notte. Non vedo l’ora di poterti togliere tutto.
Hinata sprofondò fra le coperte per non farsi vedere imbarazzata. Diceva sempre delle frasi che l’agitavano.
-Esci fuori piccola.
Hinata mise fuori la testa e lui ne approfittò per baciarla sulle labbra.
-Ammetti che anche tu pensi al mio corpo.
-Le signorine non dicono certe cose. Se mi sentissero, mi direbbero che sono una cattiva dama. Però, è vero a me piace guardarti. La notte adoro dormire fra le tue braccia. Non mi vergogno a farlo.
Sasuke la strinse a sé e esaudì il suo desiderio.
-Puoi dormire fra le mie braccia quando vuoi. A me piace tenerti stretta. Puoi usarmi come cuscino o come materasso. L’idea di averti sopra di me è allettante.
Continuò a punzecchiarla per quelle che le sembrarono ore e poi si addormentarono.
 
Intanto al rifugio dei briganti
-Cosa ti è preso Karin?
-Sto bene. Dovevano esserci delle viscide fate troppo splendenti nelle vicinanze.
-Hai sempre catturato fate e non ti sei mai sentita male.
-Forse qualche creatura magica più potente. O la vicinanza al castello. Sentivo la magia della maga a metri e metri di distanza.
-No, ci deve essere altro.
-Ripeti sempre la stessa cosa. Sei insopportabile. Sono potentissima e non mi piego davanti a niente. Nessuna magia può sconfiggermi.
-Bene, perché mi servi ancora. Presto dovremo attaccare un castello. Vedrò Minato in ginocchio. Itachi e Sasuke moriranno e io dominerò su tutte queste terre.
-Non potresti regalarmi quel cavaliere? È davvero affascinante.
-Non lo lascerò mai in vita. È pericoloso. Lui ha carisma e resistenza. Sa come ridonare speranze alla gente, non può restare in vita.
-Sarebbe un peccato sciuparlo.
-Puoi usarlo per restare giovane.
-Scherzi, non posso usare un uomo. Il mio incantesimo prevede solo donne giovani e belle.
-Allora ti regalerò qualche serva e qualche nobildonna del castello. La dottoressa, Kurenai e la regina sono escluse.
-Non mi lasci molta scelta. Sei crudele. Ti prendi tutto tu e a me lasci gli scarti. Cosa ci faccio con le cameriere, dureranno a malapena un giorno. A me servono donne con forza e bellezze rare.
-Avrai quello che dico io, non disobbedire.
Madara urlò e chiamò i suoi uomini a raccolta. Spiegò nei dettagli il suo piano. Presto, al castello tutti si sarebbero piegati davanti al nuovo re.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Quella notte Hinata si svegliò due volte. Aveva sognato delle cose orribili e si era imposta di aprire gli occhi, non voleva continuare a vedere quelle immagini crudeli.
Ringraziò che Sasuke non l’avesse sentita agitarsi e mettersi seduta sul letto. Doveva riposare. Si staccò dal ragazzo e andò a prendere un po’ di aria sul balcone. Non sognava in quel modo da anni. L’ultima volta che lo aveva fatto, la nonna era ancora via. Lei le aveva detto che i sogni, a volte, rappresentano le nostre paure. Forse aveva paura che succedesse qualcosa ai suoi amici. Aveva i brividi. Si portò le mani alle braccia per massaggiarle e cercare di calmarsi. Tutto quello non era reale. Erano solo due incubi.
Dopo qualche minuto sentì due forti braccia che la stringevano da dietro.
-Sei in piedi nonostante sia ancora buio.
-Non volevo svegliarti.
-Cosa ti preoccupa?
-Ho fatto due incubi. Non mi capitava da tanto. Ho visto immagini bruttissime.
-Vuoi dirmi cosa hai visto?
-Non importa.
-Puoi dirmi tutto, non mi impressiono di certo. Ho visto cose strane e orribili durante le mie missioni. Sono anche abituato ad ascoltare i sogni schifosi di Kiba.
-Vuoi farmi ridere. Grazie.
Sasuke strinse Hinata più forte e tornarono dentro.
-Sei gelata, infilati sotto le coperte.
Hinata si accoccolò vicino a Sasuke e si lasciò abbracciare. Si addormentò subito, era provata. Quei sogni l’avevano scioccata davvero.
 
Il giorno dopo Sasuke svegliò Hinata con un bacio sulle labbra. Per non farla rattristare non le chiese dei sogni. Non doveva pensarci.
-Buongiorno!
-Cosa devi fare oggi?
-Un giro di pattuglia con Neji e Shikamaru. Controlleremo il perimetro delle mura e i passaggi segreti. Sappiamo che Kabuto ne ha scoperti alcuni. Il re ci ha piazzato già delle guardie. Però dobbiamo controllare gli altri.
-Ci metterai tutta la giornata.
-Oggi sono impegnato, ma questa sera sarò qui con te.
-Mi dedicherò al lavoro in laboratorio. Spero la dottoressa mi insegni a preparare altre medicine. Ho letto molti libri e mi sento pronta a sperimentare.
-Vedrai che la vecchia ti farà sgobbare.
-Non è carino quando la chiami in quel modo.
-Non sai che è davvero vecchia. Si pensa che abbia una medicina segreta che mantenga la sua pelle liscia e senza rughe.
-Me lo ha detto. Le nobildonne sparlano di lei e credono che sia una strega. Non si avvicinano mai al suo laboratorio o alla sua stanza.
-Sono anni che quelle pettegole fanno girare certe voci. Per questo non mi piace la vita di salotto.
-A me piace prendere il tè con tua madre.
-Ti piace quando siete tu e lei o in compagnia della regina, di Kurenai e della dottoressa. Se venissero altre nobili, detesteresti la situazione.
-Non sono mai stata invitata in altri salotti, non posso saperlo. Tua madre dice che, in futuro, potrei essere invitata essendo tanto vicina a te.
-Questo mi scoccia. Le famiglie nobili ti manderebbero un invito solo per ottenere i miei favori. Non ti hanno invitato fino ad ora perché raccoglievano informazioni. Quando sapranno che ci sposeremo, cambieranno atteggiamento.
-Non importa. Mi restano sempre gli inviti di tua madre. Anche prendere il tè con Kurenai e la dottoressa è divertente.
-Certo che sei una ragazza strana. Un’altra avrebbe fatto di tutto per farsi notare e prendere il tè con le amiche.
Hinata baciò Sasuke sulla bocca e andò a scegliere il vestito per quel giorno. Il cavaliere uscì dalla stanza e si diresse verso la sala del trono. Prima l’udienza con il re e poi il pattugliamento.
 
Dopo essersi vestita, Hinata si recò al laboratorio e trovò Tsunade che litigava con un intruglio.
-Buongiorno!
-Sei arrivata, meno male. Questo liquido non vuole diventare del colore giusto.
-Ha confuso gli ingredienti. Sono due foglie di aloe, quattro gocce di acqua e un bicchiere di quel vostro strano disinfettante. Intendo quello che brucia.
-Non so come farei senza di te. Ora butto questa melma e ricomincio da capo. Cara non hai dormito?
-Poco. Ho avuto degli incubi.
-Prova a stenderti sul divano laggiù e riposa. Oggi non c’è molto da fare.
-Sono giorni che mi dite la stessa cosa.
-Prima il tuo riposino e poi il lavoro, non si discute.
La dottoressa obbligò Hinata a stendersi sul divano. La ragazza chiuse gli occhi e dopo dieci minuti si addormentò, aveva davvero sonno.
 
Nel covo dei briganti
-Fammi entrare di nuovo nei sogni di quella ragazza.
-Hai tentato due volte questa notte e non ti ha neanche visto. Con la nostra interferenza ha solo pensato di avere due incubi.
-Usa la tua magia per farmi parlare con lei nel sogno. Vedi di non sbagliare questa volta.
-Sì, capo. Stendetevi e chiudete gli occhi. Ricordate che ogni ferita, graffio, livido che vi farete nel sogno, lo avrete anche nella realtà. Il mio incantesimo è perfetto, ma è studiato per fare del male, non per fare bei sogni o incontri per conoscere gente.
-Piantala con le avvertenze. Nessuno può ferirmi. Ricordati sempre chi hai davanti.
Karin lanciò un incantesimo e Madara si addormentò profondamente. Non vedeva l’ora di conoscere la fanciulla del bosco.
 
Hinata dormiva tranquilla sul divano del laboratorio. La dottoressa la guardava e pensava a cosa l’avesse potuta inquietare durante la notte. Se fosse stato il cavaliere la causa, lei avrebbe avuto un sorriso stampato in faccia. Al contrario, sembrava turbata.
All’improvviso, vide il volto sereno della ragazza mutare. Sembrava stesse sognando qualcosa. Forse era meglio non badarci e lasciarla in pace. Si rimise a lavoro.
 
Hinata iniziò a sognare. Era in una stanza buia e non era piacevole. Aveva una sensazione orribile, doveva uscire da quel luogo. Cercava la porta, ma quel luogo non ne aveva su nessuna parete. Vi era solo una piccola finestra in alto. Dopo cinque minuti, l’ambiente cambiò radicalmente. Si ritrovò nel bosco vicino al castello. Tirò un sospiro di sollievo. Poteva tornare al castello e vedere gli altri. Incontrandoli quella sensazione sgradevole sarebbe sparita. Se vedeva Sasuke, ogni brutta cosa sarebbe svanita nel nulla. Doveva solo trovarlo. Si incamminò verso il castello. Più camminava, più il castello si allontanava. Iniziò a correre ma restava sempre nello stesso punto. Ora che ci rifletteva, quel luogo era dove si trovava il giorno prima con la fatina e Sasuke.
-Non puoi tornare al castello, sei nel mio sogno. Qui comando io.
C’era qualcuno alle spalle della fanciulla e non sembrava amichevole. Hinata sentì addosso gli stessi occhi tenebrosi del giorno prima. Allora era lui che li osservava nel bosco. Si girò per guardarlo in faccia e l’uomo sorrise. Era un ghigno che faceva gelare, il suo corpo iniziò a tremare. Voleva solo fuggire lontano da lì.
-Inutile che io ti dica che urlare non serve. Non ti sentirà nessuno. In questo posto ci siamo solo io e te. Non ti piace?
-Per niente. Questo bosco ieri è stato risistemato. I cavalieri hanno tolto tutte le trappole pericolose contro le creature magiche. Mentre qui intorno ce ne sono tantissime. Il vostro sogno è orribile.
-Quelle trappole mi servono.
-Siete voi che rapite quelle povere creature, è meschino da parte vostra.
-Non lasciatevi ingannare da quegli scriccioli, non sono così innocenti.
-Voi fate del male a fate e folletti e pensate che sia normale? La vostra scusa è banale.
-Non sono qui per parlare di quei cosetti.
-Abbiate rispetto per loro, sono esseri viventi.
-Non mi importa niente di loro. Ditemi chi siete?
-Non ho voglia di fare conversazione con voi.
Hinata si girò intorno per trovare una via di fuga. Se era un sogno, poteva svegliarsi.
-Cerchi di svegliarti, non puoi. Solo io decido quando rimandarti indietro o potresti essere strattonata da qualcuno che ti riporti alla realtà. Però, con te non c’è nessuno o non ti vorrà disturbare mentre riposi. Devi essere stanca dopo aver avuto due incubi orribili.
-Come sapete degli incubi?
-Sono stato io a farvi sognare quelle cose. La mia strega è potente e può farmi entrare nel mondo dei sogni di qualsiasi persona. Una volta lì, posso trasformare il mondo di qualcuno nel mio. È un potere fantastico. Molte persone possono morire in questo modo.
-Siete orribile.
-Nessuno me lo ha mai detto in faccia, a parte Minato.
-Conoscete il re.
-Ex re, presto prenderò il suo posto.
-Non succederà mai. I cavalieri proteggeranno il re, sempre.
-Ti sbagli. Metterò a terra tutti i cavaliere. Anche Itachi e Sasuke saranno fermati per sempre.
Hinata riuscì a vedere un tentennamento nell’uomo. Neanche si era accorto di aver fatto trapelare un’emozione.
-Avete un timore.
-Come?
-Avete paura che qualcuno vi sconfigga. Avete il timore che Itachi e Sasuke siano diventati molto forti. Itachi potrebbe superarvi in strategia, mentre Sasuke potrebbe sconfiggervi in duello.
Sembrava che quella ragazzina gli leggesse nella mente.
-Chi sei? Non sei una semplice ragazza che abita al castello. Nessuno ha mai capito quello che penso di quei due, neanche la mia strega.
-Sono solo una ragazza che studia medicina.
-Sei la nuova assistente di Tsunade. Kabuto mi aveva detto che quella maledetta si faceva aiutare da qualcuno. Si è trovata una valida aiutante. Perché stai dalla loro parte?
-Mi piace stare al castello.
-Se vieni con me, posso regalarti un castello tutto tuo.
-Non lo voglio. Non vorrei mai vivere in un castello vuoto. A me piace la compagnia della dottoressa, della maga, della regina e della contessa Uchiha.
Hinata evitò di dirgli che adorava passare il tempo con Sasuke. Non doveva esporlo.
-Dunque sei benvoluta dalle quattro donne più potenti del regno. Devi essere davvero speciale.
-Sono una semplice assistente.
-Non ti accorgi neanche del tuo grande potenziale, fantastico. Io sono Madara Uchiha. Sono l’uomo più potente del regno, capo dei briganti e grande guerriero.
-Ai miei occhi siete solo un tiranno che schiavizza creature magiche e usa gente povera per i propri scopi.
Madara cercò di avvicinarsi a Hinata e lei indietreggiò più che poteva. A ogni passo, lui si avvicinava di più, era bloccata.
-Ti ho detto che questo è il mio sogno. Qui comando io. Se penso che non puoi muoverti, resterai lì ferma.
Le afferrò un braccio e poi provò a toccarle una guancia. Hinata si scansò per quanto poteva. L’uomo la tratteneva per il braccio e la sua stretta era forte.
-Lasciatemi subito.
-Non fare i capricci, voglio solo sapere che sapore possiedi, che odore emana la tua pelle e quanto morbidi siano i tuoi capelli.
Hinata cercò di staccare la mano dell’uomo dal suo braccio, ma era troppo forte. Voleva allontanarsi, le faceva paura. Quegli occhi erano pieni di crudeltà e oscurità. Doveva svegliarsi, voleva rivedere la luce del sole. Voleva rivedere il viso del suo cavaliere.
L’uomo tentò di nuovo di toccarla sul viso. Non lo avrebbe mai permesso. Si scostò di nuovo e gli tirò un ceffone sulla guancia.
L’uomo la guardò in modo spaventoso, sembrava volesse ucciderla. Poi si rilassò in pochi secondi.
-Audace. Sembra proprio che tu nasconda più di un piccolo potere. Voglio sapere tutto.
 
La dottoressa sentì Hinata lamentarsi e le si avvicinò per svegliarla. La ragazza aprì gli occhi e si mise seduta. Per fortuna, la dottoressa l’aveva strattonata. L’uomo si stava di nuovo avvicinando troppo. Aveva ancora i brividi per la paura.
-Cosa è successo?
-Un uomo orribile è entrato nel mio sogno.
-Cosa? È una magia oscura e potente.
-Opera della strega Karin. Madara le ha ordinato di farlo entrare nel mio sogno, che lui ha trasformato nel suo. È stato orribile.
-Tranquilla, è tutto finito.
-No, prima che sparissi, ha detto che sarebbe tornato. Non ce la faccio, è un uomo crudele e spietato. Vuole uccidere Sasuke, lo ha detto apertamente.
Tsunade diede del tè a Hinata e si fece raccontare tutto. Non restava che riferire l’accaduto al re.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Dopo essersi svegliata nel laboratorio, Hinata aveva parlato a lungo con la dottoressa. L’aveva anche ringraziata, senza di lei sarebbe ancora imprigionata in quel posto orribile. Tsunade l’aveva ascoltata e le aveva dato dei consigli. Le aveva anche passato un unguento sul braccio destro, era indolenzito e c’era un livido.
-Hinata non avevi questo segno sul braccio prima. Hai un abito con le maniche corte,da medico lo avrei notato subito.
-Quello è il punto dove mi ha afferrato il brigante.
-Questo è un guaio. Madara può colpire le persone anche nel sonno, quel segno lo dimostra.
-Mi ha detto che era già entrato nei sogni di altre persone e ha sorriso. Ha anche aggiunto che per loro non è stata piacevole.
-Avevo sentito parlare di morti improvvise nel sonno. Pensavo a una strana malattia,  non a un pazzo che si diverte.
Tsunade fasciò il braccio a Hinata e poi si recarono entrambe dal re.
Nella sala del trono, c’erano solo il re, la regina e Itachi.
-Cosa vi porta qui?
-Maestà dobbiamo dirvi qualcosa di urgente- disse la dottoressa.
-Parlate.
-Abbiamo scoperto che Madara possiede una grande magia. Può entrare nei sogni altrui e fare del male.
-Tsunade come lo hai saputo?
-Madara è entrato nel sogno di Hinata questa mattina e anche questa notte. L’ha ferita ad un braccio e ecco il risultato.
La dottoressa mostrò la ferita fasciata ai sovrani e al consigliere. Erano scioccati. Il potere di Madara e della strega nera era cresciuto a dismisura.
-Hinata hai scoperto qualcosa che ci possa aiutare nel sogno?
La ragazza sussultò a quella domanda di Itachi. Voleva dimenticare al più presto quelle parole orribili, ma doveva anche aiutare i sovrani e i cavalieri.
-Madara diceva qualcosa su un complotto contro il re. Vuole prendere il vostro posto maestà. Mi ha fatto capire che presto sarà pronto ad attaccare.
-Qualcosa ti turba?
Hinata si incupì ricordando le frasi glaciali e di odio contro i due Uchiha. Quella era stata un vera minaccia. Madara non li voleva intorno.
La regina si avvicinò alla mora e le diede una carezza sul viso.
-Non aver paura, siamo qui e non ti farà de male.
-Grazie maestà, siete molto buona.
-Sai altro?
-Itachi calmati con questo interrogatorio. Non vedi che è scioccata, deve essere stato orribile incontrare faccia a faccia quel pazzo. Io l’ho visto di persona, poche volte, quando ero giovanissima, e metteva i brividi. Hinata se vuoi andare a riposare, possiamo parlare più tardi.
-No, non voglio stendermi. Madara teme di essere sconfitto. Quando ha parlato di Itachi e Sasuke, ho notato la sua paura.
-Da quel che ricordo, Madara ha sempre trattato me con indifferenza e molto male mio fratello.
-Io ho capito che voleva riuscire a uccidere Sasuke e i vostri genitori il giorno in cui è scomparso. Reputava che Sasuke fosse una minaccia anche da piccolo.
-Ora capisco il comportamento di mio padre. Tentava sempre di non far incontrare mia madre e Sasuke con Madara. Mi aveva accennato una cosa simile, ma non immagina neanche lui che quel folle covasse tanto odio. Me lo avrebbe riferito. Ancora oggi, ricorda tutti i misfatti di Madara quando era un generale del castello.
-Perché credi che vi tema? La fatina ha detto qualcosa di molto simile. Ora Hinata è sicura di questo fatto- domandò il re.
-La strega o qualche veggente devono avergli rivelato una parte del suo futuro. Questa è l’unica spiegazione plausibile.
-La veggente più vicina si trova nella foresta ombrosa. Non è una persona facile e di solito non parla a nessuno delle sue visioni.
-Quella vecchia megera si sarà fatta pagare con qualche crema miracolosa per ringiovanire. È brava a leggere carte, mani e altro, ma è molto vanitosa.
-Su questo punto hai ragione Tsunade. La strega deve averle dato qualcosa che le piacesse immensamente- disse il re.
-Aspettiamo i cavalieri per discutere di questo fatto?
-Buona idea, Itachi. Intanto, chiamerò Kurenai e le dirò di fare un incantesimo per proteggere tutti.
-Sono qui maestà. Ho avvertito una presenza maligna nelle vicinanze e sono venuta il prima possibile. So quello che è successo a Hinata e ho già lanciato un incantesimo protettivo su tutti, compresi i cavalieri di pattuglia. Purtroppo, non posso fare niente per Hinata. Una volta che Madara entra nel sogno di qualcuno, può farlo tutte le volte che vuole. Non conosco barriera magica o incantesimo che resista a quella magia oscura dopo il contatto.
-Mi dispiace cara- disse la regina guardando la mora.
-Non vi preoccupate maestà. Non mi farò sconfiggere dagli incubi e non dirò niente se tornasse alla carica.
-Non ne dubito.
-Vedi di non dirlo a mio fratello, andrà su tutte le furie.
-Non posso nascondergli una cosa simile.
-Itachi dobbiamo riferire tutto a Sasuke. È un cavaliere e non può restare fuori dalla discussione. Ricordati che sa controllarsi.
-Quando si tratta di lei, diventa un altro.
-Vedrai che ti stupirà quando ne parleremo- disse il re.
 
Si era fatta sera e i cavalieri rientrarono al castello. Il re aveva deciso di rimandare la riunione al giorno dopo, ormai era tardi.
Sasuke rientrò nella sua stanza e vide Hinata sotto le coperte. Era passato il tramonto e di solito lei lo aspettava seduta davanti al fuoco.
Hinata non stava dormendo, non voleva farlo. Si era coperta per nascondere la ferita, il moro si sarebbe preoccupato.
Sasuke si avvicinò alla ragazza e la fece uscire dalle coperte.
-Hinata sei stanca? La dottoressa ti ha maltrattata facendoti lavorare troppo?
-No, lei è stata fantastica.
Sasuke notò la fasciature sul braccio destro e le strinse la mano.
-Quello come è successo?
-Ho avuto un altro incubo. La dottoressa ha notato che ero stanca e mi ha fatto stendere sul divano del suo laboratorio. Quando mi sono addormentata, mi sono ritrovata prima in una stanza buia e poi nel bosco vicino al castello. Volevo rientrare al castello, ma più correvo, più il castello era lontano.
-L’incubo è uguale a quello di ieri notte?
-No, questa volta nel bosco c’era il capo dei briganti. Si è presentato e ha detto di chiamarsi Madara Uchiha. Era un uomo alto, con gli occhi scuri e i capelli neri. Il suo sguardo era pieno di odio e crudeltà.
-Tu non hai mai visto Madara, ma lo hai descritto alla perfezione. Come hai potuto sognarlo?
-Lui è entrato nel mio sogno grazie alla sua strega e lo ha trasformato nel suo. Ha tentato di stringermi e mi ha afferrata per un braccio.
-Quella ferita te l’ha fatta nel sogno?
-Sì, è solo un livido.
Sasuke strinse forte Hinata.
-Hinata stai tremando. Devi aver avuto molta paura.
-Quel brigante è terribile. Ha detto di aver ucciso delle persone entrando nei loro sogni. Non volevo sentire quelle cose orribili. Tentavo di scappare, ma lui mi teneva bloccata.
-Cosa ti ha fatto?
-Niente, sono riuscita a spostarmi e gli ho dato uno schiaffo sulla guancia. Poi la dottoressa mi ha svegliata. Mi ha salvata. L’unico modo per liberarsi dall’incubo, è che qualcuno ti strattoni o ti chiami con insistenza.
-Madara può decidere di fare qualsiasi cosa in un sogno. È una magia potente e oscura. Ne avevo sentito parlare.
-Non devi preoccuparti, siete tutti protetti. La maga ha fatto un incantesimo.
-Perché quella faccia?
-Su di me non funziona. Una volta entrato nel sogno, Madara può tornarci tutte le volte che dormo. Non voglio chiudere gli occhi, ho paura.
Sasuke la strinse più forte e la baciò sulla fronte.
-Qualsiasi cosa accada, non permetterò che ti faccia del male. Resterò sveglio per vegliare su di te.
-No, non è giusto. Sei stato tutto il giorno a pattugliare i dintorni e ora vuoi restare sveglio per me. Non se ne parla.
-Odio che ti abbia toccata. Non mi piace che possa tornare e avvicinarsi di nuovo a te. Non posso difenderti e mi sento inutile. Sei la persona che amo e non voglio che ti faccia soffrire.
Hinata si sentiva protetta fra quelle braccia, erano il suo rifugio. Ogni paura veniva cancellata quando stava con lui.
-Devi avere qualche potere, perché non ho più paura.
-Sarò sempre la tua fortezza amore mio.
Il moro la baciò sulla bocca e Hinata ricambiò. Fu un bacio dolce e carico di sentimento.
 
Intanto nel covo dei briganti
Madara era rimasto sorpreso dall’incontro con quella ragazza. Nessuno lo aveva mai sfidato in quel modo, a parte i fratelli Uchiha.
-Sei furioso e felice. Cosa è successo?
-Quella ragazza mi intriga. Voglio scoprire di più.
-Volete ritornare laggiù?
-Questa notte nessuno mi impedirà di sapere chi ho davanti. Scoprirò tutto su quella ragazza.
 
Hinata si addormentò fra le braccia di Sasuke. Era stanchissima e alla fine era crollata. Sasuke la guardava e cercava di capire cosa volesse quel pazzo da lei. Non gli avrebbe permesso di farle del male. La strinse forte e le diede un bacio a fior di labbra.
-Dormi piccola, il tuo cavaliere ti proteggerà da ogni cattivo.
Sasuke chiuse gli occhi e si addormentò profondamente. Sembrava che una forza lo spingesse a dormire.
 
Hinata era di nuovo nel bosco vicino al castello. Si girò intorno e non vide nessuno. Provò a uscire da quel posto, ma ancora una vota fu tutto inutile.
-Ancora provi a scappare da me. Non si fa.
Si girò e vide Madara.
-Bentornata! Cosa mi racconti oggi?
-Niente. Non ho voglia di parlare con voi. Addio.
-Io voglio conversare con te. Mi sembri una ragazza amichevole.
Madara si avvicinò a lei e provò a toccarla. Hinata fece un passo indietro e evitò il contatto.
-Non puoi fuggire per sempre. Qui comando io, potrei legarti e staresti buona. Però, non sarebbe divertente. Mi piace il tuo sguardo spaventato.
Madara riprovò a toccarla, ma fu fermato da qualcuno.
-Non ci provare.
-Tu non dovresti essere qui.
-Se mi vedi, sono nel tuo sogno.
-Non è possibile. Che magia hai usato?
-Sei sconvolto. Allora anche tu provi qualche emozione.
Sasuke si girò verso Hinata e si accertò che stesse bene. Non era ferita, era arrivato in tempo.
-Tu sei un impiastro. Sparisci dal mio sogno.
-Deluso. Non puoi farmi scomparire se io non voglio andare via.
-Si può sapere perché interferisci?
Madara li osservò bene e vide come si guardavano. Il modo in cui lui cercava di tranquillizzarla con i soli occhi.
-Ho capito tutto. Ah ah ah.
-Non cantare vittoria. Non hai capito un bel niente perché sei senza cuore.
-Mi hai stufato.
Madara cercò di allontanare Sasuke dalla ragazza, ma era tutto inutile. Era il suo sogno, comandava lui. Ogni cosa che desiderava si realizzava. Però, a Sasuke non succedeva niente. Aveva desiderato di allontanarlo e vederlo incatenato ad un albero. Era ancora lì. Di solito, aveva grandi poteri nei sogni.
-Se non posso piegare te, lo farò con lei.
-Non ci provare. Già una volta hai fatto un passo falso.
Sasuke si mise davanti a Hinata in modo che Madara non potesse fare strane mosse. Doveva trovare una via d’uscita, Hinata era in pericolo lì.
 
Madara cambiò l’ambientazione. Sasuke e Hinata si ritrovarono in un castello di medie dimensioni. Erano vestiti eleganti e c’era molta gente intorno a loro.
-Dove siamo?
-Sasuke dovrebbe conoscere la mia vecchia dimora. Suo padre lo portava qui, quando doveva discutere di affari con me. Peccato che quella sera non era qui. Puoi anche urlare, queste persone non ti vedono e non ti sentono. Sono tutti fantasmi. Mi piace vedere così i vecchi membri della mia famiglia.
-Hinata resta vicina a me, è capace di tutto.
Una donna vestita molto elegante passò attraverso Hinata. Percepì tutta la sua sofferenza e vide come era morta. Si portò le mani davanti la bocca, era atroce. Si aggrappò al braccio di Sasuke per farlo girare.
-Sono morti qui, vero?
-Sì, lui li ha uccisi durante la festa e poi ha appiccato un incendio.
-Allora avete capito subito che non ero morto.
-Mio padre ha sempre sperato che tu non fossi tanto crudele. Alla fine, i suoi timori si sono realizzati, ti sei rivelato per quello che sei veramente.
-Cosa sono?
-Guardati intorno. Queste persone soffrono ancora e sono fantasmi. Quella donna era ancora viva quando il castello fu distrutto dalle fiamme. Non è riuscita a scappare perché l’avevi pugnalata alla spalla e a una gamba.
Madara ricordava ogni sua vittima e quello che gli aveva fatto. Ma lei non poteva sapere. Era sempre più sicuro che non era una semplice ragazzina.
Un bambino si avvicinò a Hinata e gli fece un sorriso. Lei si piegò e lo strinse fra le sue braccia.
-Ti senti solo piccolo?
Il piccolo fantasma fece sì con la testa. Hinata gli fece una carezza come poteva. Era un tocco gentile. Il bambino ringraziò la ragazza dandole un bacio sulla guancia e sparì in una luce.
-Lui non dovrebbe vederti.
-Come hai potuto? Lo hai ucciso dopo averlo strappato dalle braccia della madre. Lo hai trafitto con la spada che porti al tuo fianco.
Madara indietreggiò a quelle parole. Non poteva conoscere tutti quei dettagli, solo lui e pochi briganti fedeli erano presenti alla festa. Quella ragazza doveva essere una strega, era pericolosa.
-Sei una strega. Non puoi sapere cosa è successo qui senza avere poteri.
Sasuke si scagliò contro Madara e gli tirò un pugno.
-Bada a come le parli.
-Non riesci ad accettare l’evidenza. Le basta toccare un fantasma e vedere il suo passato. Solo maghi, streghe e veggenti hanno tali poteri.
-Non dubiterò di lei. Sei un assassino, un traditore e un tiranno. Non mi farai mai perdere fiducia in lei. Se ci provi sei patetico.
Madara scomparve nel nulla. Era stanco più del solito e voleva solo svegliarsi. Quella notte aveva esagerato, era stato nel mondo dei sogni troppo tempo.
 
Hinata e Sasuke si svegliarono nella loro stanza. Sasuke si passò una mano fra i capelli, era tutto sudato. Era stato faticoso entrare in quel posto. Hinata se ne stava seduta sul letto e si torturava le mani.
-Sasuke ti sei fatto male?
-No, sto bene. Ti ho cercata in molti sogni e alla fine ti ho trovata.
-Come hai fatto? Non sapevo si potesse fare.
-Come cavaliere devo essere in grado di fronteggiare qualsiasi pericolo, anche nel mondo dei sogni. Mi sono sottoposto a severi allenamenti per poter arrivare a fare queste cose.
-Grazie.
-Hinata dobbiamo capire come fai a percepire il pericolo, come capisci le persone e come vedi le creature magiche.
La ragazza si alzò dal letto e si diresse verso la porta. Sasuke le corse dietro, cosa che non aveva mai fatto per nessuna donna, e la bloccò contro la porta.
-Perché scappi?
-Credi che io sia una strega. Pensi che possa fare del male a qualcuno?
Sasuke le prese il viso fra le mani e la baciò con forza.
-Non ho mai pensato cose cattive sul tuo conto. Mai dubiterò di te, della tua bontà e della tua dolcezza. Sei speciale.
Le diede un altro bacio e lei si aggrappò alle sue spalle. Quando aveva paura, lui la tirava su come nessuno sapeva fare.
Si rimisero a letto e si addormentarono tranquilli. Madara non li avrebbe scocciati per qualche giorno. Era rimasto travolto dalle ultime scoperte.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Mattina, ore otto
Tutti i cavalieri, Tsunade, la maga, Itachi, Sasuke e Hinata erano di fronte ai sovrani. Era una riunione per parlare delle novità. Minato spiegò a tutti cosa avevano saputo la dottoressa e Hinata. I cavalieri rimasero sconcertati, i poteri di Madara era più forti di quanto pensassero.
-Come si contrasta un tiranno che resiste alla magia e la sua strega nera?- domandò Kiba.
-Combattendo uniti- rispose Sasuke.
-Ci avete appena detto che neanche la maga conosce un modo per battere Karin. Quella strega è molto pericolosa se arriva anche ai sogni delle persone.
-Siete protetti dagli attacchi nei sogni. Vi ho messo uno scudo magico. Non preoccuparti Kiba- disse Kurenai.
La regina guardò Hinata e la vide pensierosa. Qualcosa la turbava.
-Sospetto che Madara si stia preparando all’attacco e che non voglia aspettare troppo. Alcuni informatori di Itachi ci hanno comunicato che Orochimaru sta reclutando uomini per Madara- disse il re.
-Conta già su più di cento briganti sparsi per il regno e punta ad averne altri. Convince la gente a collaborare con lui ricattandola o pagandola. Non ha scrupoli per nessuno. Quindi state molto attenti e tenete le orecchie aperte- disse Itachi.
 
Finita la riunione, la regina chiese a Hinata e Sasuke di restare lì. Con loro rimasero anche la dottoressa, Kurenai e Itachi.
-Cara cosa ti turba?
Sasuke la guardò e le fece un cenno con la testa. Con loro poteva parlare tranquillamente.
-Madara è rientrato nel mio sogno. Prima ero ancora nel bosco fuori le mura. Poi Sasuke è intervenuto per salvarmi.
-Cosa? Sei entrato nel suo sogno. Pivellino non sapevo fossi capace di una tale dimostrazione di forza.
-Vecchia sono capace di molte cose. Tornando al discorso di prima, una volta nel sogno, ho visto anche io quel pazzo. Dopo qualche minuto ha tentato di cacciarmi, ma non ci è riuscito.
-Hai un addestramento da cavaliere e resisti alle magie oscure. Resisti anche agli attacchi mentali, Madara non poteva colpirti- disse Kurenai.
-Proprio per questo, ha cambiato ambientazione. Ci ha portati nel suo vecchio palazzo. Lì c’erano tutti i vecchi membri della famiglia Uchiha. Però erano tutti fantasmi.
Hinata si aggrappò al braccio di Sasuke per cercare di scacciare quelle immagini. Ricordava bene quello che aveva visto e era stato orribile.
Sasuke la guardò e la strinse a sé. Aveva sentito da lei stessa quello che era successo a quelle persone. Non doveva essere stato facile per una ragazza come lei vedere quelle cose.
-Sappiamo che è stato lui ad ucciderli tutti, aiutato da alcuni briganti.
-Come lo sai? Non eri lì- disse Tsunade.
-Io ho visto Madara che li colpiva. O meglio sono stati due fantasmi a mostrarmi delle immagini. Ha ucciso un bambino a sangue freddo, lo ha trafitto con la spada che ancora oggi tiene legata al suo fianco. Poi ha bruciato il castello. Una donna era ancora viva, è morta fra le fiamme.
Sasuke strinse Hinata, era provata. Non poteva vederla in quello stato. L’aveva portata al castello per allontanarla dalla cattiveria degli altri. Al contrario, sembrava che ora Madara avesse una fissa per lei.
-Basta cara, non serve che pensi ancora all’incubo. Minato possiamo aiutarli. Se Hinata percepisce e vede cose di cui gli altri non si accorgono, deve avere dei poteri speciali. Sappiamo che è orfana perché è stata adottata da un’anziana signora. Nei nostri archivi ci deve essere qualcosa sulla sua nascita, una registrazione o una traccia sui suoi genitori.
-Ho capito tesoro. Hinata, Sasuke potete entrare negli archivi. Non credo troverete qualcosa, quindi vi concedo la chiave degli archivi segreti. Vi sono i nomi e le informazioni su ogni famiglia nobile, mago, strega, fata o creatura magica del regno. È un’immensa sala che racchiude molte informazioni.
-Grazie maestà- disse Hinata.
La mora si girò verso Sasuke che le fece capire che l’avrebbe aiutata a scoprire qualcosa sulle sue origini.
Il re consegnò un medaglione a Sasuke e gli riferì che era la chiave per l’archivio segreto. Gli disse anche di tenerla finché non avessero terminato le ricerche.
Si recarono da soli all’archivio e iniziarono a cercare nei registri delle famiglie della valle.
-Qui non dice niente, non c’è il tuo nome.
-Neanche fra queste carte.
-Proviamo con le famiglie nobili. Cercheremo per giorni, non mi arrendo.
-Grazie Sasuke.
-Ti ho detto che ti aiuterò sempre. Perché quella faccia?
-Nessuno, a parte mia nonna, ha avuto mai tanta cura di me. Le persone mi evitavano e parlavano alle mie spalle.
-Ti avevo avvertita che qui sarebbe stato tutto diverso.
Continuarono a cercare per ore, ma niente. Sfogliarono centinaia di libri e registri. Aprirono cassetti chiusi da anni e rispolverarono libri vecchissimi. C’era di tutto su guerre, trattative, accordi di pace, nascite di principi e principesse, nascite di contadini, ma nessuna informazione utile.
-Continueremo domani, è tardi. Hinata tieni tu il medaglione che apre gli archivi.
-No, il re lo ha affidato al suo miglior cavaliere- disse Hinata mettendogli il medaglione al collo, infilato sotto la casacca.
-Scopriremo da dove vieni, ci volessero anche mesi.
Uscirono dall’archivio e si diressero verso la loro stanza. Mentre camminavano per il corridoio incontrarono Sakura e Ino.
-Sasuke ti cercavamo- disse la bionda.
-Vado di fretta.
-Volevamo invitarti alla festa di compleanno di Kiba. L’abbiamo organizzata noi due insieme, il re ci ha dato il permesso di usare la sala da ballo. Si terrà domani pomeriggio dalle due.
-Sono occupato. Kiba ha già avuto il mio regalo e era contento.
-Sarebbe una buona occasione per parlare di fidanzamenti.
-Non insistere Ino. Ho cose urgenti da sbrigare.
Sakura guardò con astio Hinata e lo stesso fece Ino.
-Sei diverso negli ultimi giorni e dipende da questa popolana.
Sasuke stava per rispondere alle nobildonne, ma Hinata lo tirò per un braccio.
-Non importa.
-Impara le buone maniere o non sarai mai invitata ai balli e nei salotti. Sasuke è invitato domani. Tu non azzardarti a mettere piede nella sala da ballo. Una persona che si presenta senza invito non è ben vista dalla corte.
Hinata fece un lieve inchino in segno di saluto e andò via con Sasuke. Aveva dimostrato alle due donne che non era una villana. Erano rimaste di sasso, speravano che lei le trattasse a pesci in faccia, per poi andare a lamentarsi dai sovrani. Il loro piano non era andato a buon fine.
-Non hai voluto che rispondessi, perché?
-Sono due nobili, le loro famiglie sono potenti e non voglio crearti problemi. Non mi importa cosa dicono di me.
Entrarono in camera e Sasuke tirò un pugno contro il muro. Era stufo di tutti quei pregiudizi e delle chiacchiere.
-Sei una persona stupenda e se ne accorgeranno presto.
Hinata lo abbracciò forte, era davvero fantastico con lei. Era pronto a difenderla davanti a chiunque, anche il peggiore dei briganti. Cambiò subito discorso per tentare di farlo calmare. Non gli piaceva vederlo con quella rabbia negli occhi.
-Pensi che negli archivi ci sia qualcosa sulla mia famiglia?
-Il re ci ha dato le chiavi, vuol dire che ha visto qualcosa in qualche documento. Non fa niente per caso.
-Spero di scoprire qualcosa. Ho sempre sperato che mi avessero abbandonata per qualche strano motivo. Magari erano in pericolo.
-Basta pensarci per oggi, è ora di dormire. Qualsiasi cosa scopriremo, non cambierà nulla fra noi. Ho deciso di restare con te per sempre e non mi rimangio la promessa. Dormi tranquilla. Non ci sarà nessun cattivo a disturbarti questa notte.
-Come lo sai?
-Non può usare quella magia oscura tutti i giorni, potrebbe consumare troppe energie. Sarebbe costretto a letto per un mese intero.
Si misero a letto dopo aver indossato qualcosa di comodo e si addormentarono velocemente.
 
Il mattino seguente
Sasuke aprì gli occhi dopo l’alba. Allungo il braccio dall’altra parte del letto e constatò che Hinata non era lì. Doveva essersi svegliata prima del solito per tornare in archivio.
Sasuke si lavò e indossò i suoi abiti da cavaliere. Prese la sua spada e il pugnale da sotto il cuscino e uscì dalla stanza.
-Nobile Uchiha aspetti un attimo.
-Mi dica signora Kasumi.
-La signorina mi ha chiesto di dirvi che sarebbe andata in archivio a metà mattinata. Prima è corsa in laboratorio a pulire. Afferma di non voler trascurare il suo lavoro con la dottoressa.
-Un vero uragano.
-Come?
-Dicevo che quella ragazza non finisce mai di sorprendermi.
Kasumi sgranò gli occhi vedendo il sorriso sul volto del suo padrone. Era vero che quella ragazza aveva rischiarato il suo cuore.
-Deve essere davvero una creatura magica come si mormora.
Sasuke sentì il commento di Kasumi e si scurì ad un tratto.
-Chi ti ha detto una cosa del genere?
-In cucina ne parlano tutti. Si dice che la signorina non sia una ragazza normale. Non so chi abbia sparso questa voce.
-Kasumi non dire niente a Hinata.
-Pensate che qualcuno la possa trattare male se si scopre che è diversa?
-Nessuno oserà arrivare a tanto.
Sasuke andò nella sala del trono per incontrare gli altri cavalieri. Quel giorno non sarebbe uscito con loro. Il re lasciò che fossero Neji e Shikamaru a dare le direttive. Dopo Sasuke erano i più adatti a tenere il comando.
-Mi raccomando cavalieri state molto attenti. Ci sono pericoli ovunque.
-Agli ordini maestà- dissero in coro.
Sasuke chiese al re di prendere parola.
-Concesso.
-Chi di voi ha messo in giro una storiella?
-Parli del fatto che la tua amante si una specie di strega. Ho visto come la evitavano nella valle e ho fatto qualche domanda ai suoi vicini quando eravamo lì.
-Kiba non sai niente. Hai messo in giro solo cattiverie.
-Io ho riferito solo delle voci. È giusto che tutti al castello sappiano cosa pensava la gente di quella ragazza. Se la evitavano tutti, ci deve essere una ragione.
La regina si alzò in piedi incredula. Dare retta alle chiacchiere di qualche persona, era oltraggioso.
-Kiba impara a pensare prima di parlare. Ora ogni nobile del castello la guarderà con sospetto e forse paura- disse la regina andando via.
-Sei riuscito a far arrabbiare mia moglie, di solito guarda solo me con lo sguardo assassino. Non dire più niente su quello che hai sentito al villaggio della valle, è un ordine.
-Come volete maestà- disse Kiba chinando la testa.
 
Intanto in cucina
-Avete sentito dire che il nobile Sasuke fa dormire una strega nella sua ala?- disse un cuoco.
-Sì, ieri la signorina Sakura ne parlava con la sua amica Ino nel suo salotto. Dicevano che lord Kiba ha riferito loro che nella valle era temuta da tutti. Si mormorava che facesse strani incantesimi. Pensate che ha fatto anche ammalare una ragazza perché era gelosa. Deve essere una strega nera, non vorrei mai trovarmela davanti- disse la domestica di Sakura.
-Ho sentito anche io parlare di questa storia. La signorina Ino la raccontava al padre- disse la cameriera di Ino.
Kasumi ascoltava tutte le chiacchiere mentre preparava il vassoio con il tè e i dolcetti da portare all’archivio. A metà mattina lo avrebbe dovuto portare al cavaliere, come gli aveva chiesto.
Visto che era ancora presto, Kasumi  aveva deciso di andare a risistemare la stanza del suo padrone. Poi avrebbe finito con il vassoio.
Entrando in camera vide Hinata che cercava un abito nell’armadio.
-Kasumi meno male che sei qui. Mi aiuteresti a cambiare bustino e abito. Ho macchiato questo verde con un intruglio della dottoressa.
-Arrivo signorina.
Kasumi slacciò l’abito e il corsetto e li ripose fra la roba sporca. Poi prese dal cassetto un corsetto pulito. Mentre allacciava il corsetto alla ragazza, lei si accorse che le sue mani tremavano.
-Ti senti male Kasumi? Ti vedo un po’ bianca e tremi. Non è mai successo. Se vuoi chiedo a Sasuke di darti meno lavoro, fai sempre tanto per me.
-No, signorina, sto benissimo. Mi sono solo scottata con un po’ di acqua calda.
-Fai vedere, ho un unguento buonissimo per le bruciature. È un vecchio rimedio che mi ha insegnato mia nonna.
Kasumi finì di allacciarle in corsetto e Hinata si girò per vedere la bruciatura sulla mano. Quando la mora prese le mani alla domestica, lei le ritrasse spaventata.
Hinata non comprese il motivo di quel gesto.
-Sto bene signorina, non dovete preoccuparvi per me. Una ragazza come voi non deve preoccuparsi di una serva.
-Per me non siete una serva, ma un’amica.
-Scusate signorina, non posso accettare la cortesia. Devo correre in cucina, il vostro abito è sul letto.
Kasumi corse fuori dalla stanza e si porto le mani sul viso. Aveva fatto una cosa orribile e era scappata come una vigliacca. Andò in cucina prima che qualcuno notasse il suo turbamento.
 
Hinata indossò l’abito viola sul letto e si sistemò i capelli in una treccia. Kasumi non aveva mai avuto un comportamento tanto strano. Doveva essere successo qualcosa? Forse era turbata per qualche questione personale. Le avrebbe lasciato l’unguento quella sera o il giorno dopo. Era pronta per andare in archivio.
Arrivata lì si mise a consultare gli ultimi fogli. Doveva aspettare Sasuke per entrare nella porta segreta, quindi aveva tempo di finire lì. Sfogliò centinaia di fogli, lesse migliaia di nomi e non c’era niente che riconducesse a lei.
Passò un’intera ora a consultare dei vecchi registri pieni di racconti su vecchie famiglie nobili. Sembravano i diari di vecchi sovrani, c’era ogni vecchia chiacchiera. Sopra quei registri trovò anche delle vecchie chiacchiere sulle amanti di alcuni re. Aveva ragione l’attuale sovrano, c’era di tutto in quel luogo.
 
Sasuke arrivò all’archivio verso l’ora di pranzo.
-Sono stato impegnato con le guardie al cancello. Ci sono stati degli avvistamenti sospetti e ho dovuto controllare.
-Non devi giustificarti. Non voglio assolutamente che trascuri i tuoi doveri di cavaliere per colpa mia. Io sono andata avanti con queste carte. Ho letto ogni riga di ogni libro, registro o singolo foglio. Non c’è traccia del mio nome o di qualcosa che riconduca a me.
-In compenso, sei tutta piena di polvere sul viso.
-Ho cercato anche su quel vecchio scaffale. Sembra non venga spolverato da anni.
Sasuke prese il suo fazzoletto di stoffa dalla tasca e pulì il viso della ragazza.
-Grazie.
-Per me è un piacere toccare il tuo splendido visino.
Qualcuno bussò alla porta e Sasuke andò ad aprire. Per sicurezza chiudeva la porta a chiave, non voleva essere disturbato.
-Entra Kasumi. Metti il tè e i pasticcini su quel tavolino.
-Grazie Kasumi. Più tardi, passa da me, voglio darti l’unguento per la tua bruciatura.
-Non posso signora. Devo finire le pulizie nelle stanze degli ospiti nell’ala del padrone.
-Se ti sei fatta male, voglio che ti faccia controllare da Hinata. Ha degli ottimi unguenti. Li ha anche perfezionati con l’aiuto della dottoressa.
-Allora mi farò vedere dalla dottoressa, per evitare cicatrici.
La domestica fece un inchino e uscì dall’archivio. Sasuke si accertò che si allontanasse dalla porta e chiuse a chiave.
-Spero che la bruciatura non le faccia troppo male.
-Hinata devo parlarti.
-Dimmi.
Sasuke si sedette su una poltrona nell’archivio e fece cenno alla mora di avvicinarsi. La fece accomodare sulle sue gambe e le diede un bacio sulle labbra.
-Questo non è parlare.
-Hinata, qualcuno ha detto in giro che eri considerata una strega alla valle. I nobili spettegolano.
-Non mi importa. Oh no, non avranno detto qualcosa di brutto anche su di te?
-Pensi a me, invece di preoccuparti per te.
-Sono abituata alle chiacchiere. L’importante è che nessuno provi a spargere voci strane sul tuo conto. Nessuno può mettere in dubbio il valore del cavaliere migliore del castello.
-Hinata sei sicura che non ti dia fastidio?
-Sto bene.
Poi Hinata ripensò allo strano comportamento di Kasumi. Le dicerie erano arrivate anche ai domestici, era più che sicuro. La donna che fino al giorno prima l’aveva aiutata in tutto, quella mattina era stata scostante e strana.
Sasuke vide il viso di Hinata mutare espressione. Le scese una lacrima e Sasuke l’asciugò con il pollice.
-C’è qualcosa che ti turba.
-Non è nulla, forse mi sbaglio. A volte, sono paranoica.
-Hinata quella sul tuo viso era una lacrima, non può essere tutto apposto.
-Non mi aspettavo di vedere ancora una volta, qualcuno che si spaventasse a causa mia. Si è ritratta per paura, non perché sono la tua fidanzata.
Hinata era triste, non si aspettava che Kasumi reagisse in quel modo sentendo delle chiacchiere. Anche lì credevano che fosse una strega malvagia.
-Per favore, lascia che mi prepari da sola la mattina o la sera. Kasumi lavora troppo.
Sasuke capì subito il motivo di quella richiesta.
-Come vuoi. Andrò subito a riferire alla signora Kasumi che si occuperà solo delle pulizie e dei pasti da domani. Torno subito.
-Grazie- disse alzandosi, per poi inginocchiarsi per terra a esaminare altri libri.
 
Sasuke andò alle cucine e fece chiamare Kasumi. La donna uscì nel corridoio e vide il suo padrone.
-Da domani ti occuperai solo delle pulizie della mia ala insieme all’altra cameriera. E poi preparerai i pasti. Hinata si preparerà da sola. Sappi che lei mi ha chiesto di esimerti da quel lavoro per non farti affaticare. Avrebbe potuto dirmi come hai reagito questa mattina, ma ha preferito coprirti. Avrebbe potuto dirmi di cacciarti per sempre, ma non lo farebbe mai. Si era affezionata a te. Ti considerava un’amica. Non sono uno sciocco, ho capito che tutte le tue parole in archivio erano scuse. Da domani farai il tuo lavoro e voglio vederti il meno possibile.
-Ai vostri ordini.
Kasumi era consapevole di meritarsi le parole dure del cavaliere. Abbassò la testa e tornò in cucina.
Sasuke tornò in archivio e chiuse la porta.
-Vuoi che ti affianchi un’altra cameriera.
-No, posso vestirmi da sola. L’ho sempre fatto.
Continuarono a cercare qualche indizio sulle origini della mora, ma sembrava non esserci traccia della sua nascita.
Passarono tre ore lì dentro e non fu utile.
-Entriamo nell’archivio segreto?
-Domani, ora voglio portarti da mia madre. Ti ha invitata per il tè.
-Allora devo andare a cambiarmi, sono piena di polvere.
Hinata e Sasuke si recarono nella loro stanza e si cambiarono. Hinata si chiuse nella stanza accanto per cambiarsi.
-Vuoi che ti aiuti con il corsetto?
-Non entrare, non sono vestita.
-Lo so, volevo entrare proprio per quello.
-No, non è educato.
-Non sono famoso per le mie buone maniere.
Hinata uscì dalla stanza e Sasuke le prese la mano per baciarla.
-Sei bellissima.
-Grazie.
Andarono nel salotto della madre, ma non la trovarono.
-Siamo puntuali eppure non è qui.
-Scusa il ritardo figliolo, tuo padre mi ha trattenuta nel suo studio. Cosa ci fa lei qui?
-Madre ci hai invitati ieri sera per il tè. Mi hai detto che dovevamo venire insieme.
-Non la voglio nel mio salotto. Non sei più la benvenuta. Non approvo che passi tanto tempo con lei. Preferirei che tu sposassi una nobildonna. Sono più educate di lei. Lei è solo una disgrazia che non vuole nessuno.
-Madre non siete in voi, riprendetevi.
-Penso davvero queste cose.
-Scusate il disturbo, non mi vedrete più qui.
Hinata si girò e andò via.
-Finalmente non devo sopportare la sua sgradevole presenza.
-Trattenetevi un po’, avete detto cose orribili.
Sasuke uscì dal salone e corse dalla maga.
Asuma vide il cavaliere avvicinarsi alle sue stanze e gli andò incontro.
-Cosa è successo?
-Devo vedere tua moglie, è urgente.
-Entra, è con Mirai.
-Accomodati Sasuke. Sei venuto per chiedermi di tua madre e il suo strano atteggiamento. Sto già lavorando a un incantesimo per liberarla dalla magia oscura. Oggi Karin deve aver incontrato tua madre in città. Si reca all’orfanotrofio due volte a settimana se non sbaglio.
-Sì, quindi le ha lanciato una magia in città. Come sospettavo non era in lei.
-Stasera tornerà normale e domani si sveglierà con un gran mal di testa. A volte, gli incantesimi hanno degli effetti collaterali. Ora vai a cercare Hinata, l’ho vista uscire in giardino.
 
Hinata era in giardino e ammirava le rose della regina. Erano meravigliose. Guardare i fiori le metteva un senso di pace. Aveva reagito male di fronte alla contessa, ci doveva essere una spiegazione a quel comportamento. Forse era sotto incantesimo. Anzi era sicura che qualcuno le avesse lanciato una magia oscura. Sasuke doveva già saperlo. Doveva essere andato dalla maga. Era incredibile. Si alzò e decise di raggiungerlo. Era sciocco fuggire, doveva affrontare ogni ostacolo.
-Sakura guarda chi c’è sotto il tuo balcone?
-La piccola campagnola. Ino prendi quella brocca di acqua fredda.
Ino diede la brocca a Sakura che rovesciò l’acqua di sotto. Il getto colpì in pieno Hinata.
-Ino dici alla serva davanti alla porta di far chiudere il portone principale del castello e anche l’entrata di lato.
-Sakura è calato il sole e si gela fuori. Si prenderà un malanno.
-Apriremo subito. Fai come dico o non ci divertiremo. Dille anche di riferire di non aprire a nessuno.
Ino diede l’ordine alla serva che corse al piano di sotto. Due guardie chiusero il portone grande e una terza guardia si occupò della porta secondaria.
Hinata corse al portone, iniziava a far freddo lì fuori e era tutta bagnata. Era chiuso. Il re non chiudeva mai l’ingresso principale. Bussò più volte, ma non ricevette risposta. Andò all’ingresso secondario e era chiuso.
Il sole era completamente calato e la temperatura scendeva sempre di più.
-Sasuke.
 
Il cavaliere camminava per raggiungere il giardino, ma venne bloccato da Kiba.
-Vieni a farti un goccio con noi amico.
-Kiba ho altro da fare. Puzzi di alcool, smetti di bere.
-Ci penso io.
-Grazie Choji. Come mai il portone è chiuso?
-Non lo so. Il re non ha dato alcun ordine.
-Sasuke.
Il moro si girò dietro di lui pensando che qualcuno lo chiamasse. Non c’era nessuno, doveva essersi sbagliato.
-Sasuke, il giardino.
-Doveva aver battuto la testa, sentiva le voci.
-Non hai sentito niente Choji?
-No, comandante.
-Fa freddo.
Sasuke corse in giardino e trovò Hinata rannicchiata vicino al roseto della regina. Andò da lei e vide che era fradicia.
-Cosa ti è successo?
-Ho cercato di rientrare ma era tutto chiuso. Fa freddo.
-Stai gelando.
Sasuke si tolse il mantello e avvolse Hinata. La prese in braccio e la portò subito nella sua stanza. La stese sul letto e corse a chiamare la dottoressa.
In pochi minuti, Tsunade si precipitò nella stanza.
-Povera ragazza. Chi ti ha bagnata?
-Non lo so. Ho freddo.
-Sasuke esci, devo cambiarla e farla scaldare vicino al fuoco. Potrebbe venirle la febbre.
Sasuke uscì dalla stanza e andò in giardino. Gli unici balconi che davano sul giardino erano quelli degli Haruno, degli Yamanaka e degli Uzumaki. I sovrani non avrebbero mai gettato dell’acqua su Hinata. Rimanevano quelle due nobildonne acide.
 
Il moro tornò alla sua ala dopo aver parlato con le guardie al portone. Era tutto chiaro.
Entrato nella sua stanza vide Hinata seduta davanti al fuoco e Tsunade che le dava del brodo caldo.
-Non preoccuparti pivello, sta bene. Riposa cara, verrò a vedere come stai domani.
-Grazie mille dottoressa.
-Di nulla.
Tsunade andò via e Sasuke si sedette al fianco della fidanzata.
-Non hai visto niente in giardino?
-Inutile che tu mi chieda chi mi ha lanciato l’acqua. Non ho visto nessuno. Magari è stato uno sbaglio.
-Sei troppo buona con gli altri.
-Come sapevi che ero vicino al roseto?
-Ho seguito la tua voce.
-Io non ho urlato. Ho solo detto il tuo nome nella mia mente.
-Sai cosa significa?
La ragazza fece no con la testa. Era un pochino confusa.
-Siamo destinati a stare insieme. Riesco a sentirti anche se non parli. Siamo legati da un sentimento profondo.
-Stai diventando romantico cavaliere imbronciato?
-Ti è tornato il sorriso. Se serve a vedere questa espressione, sarò romantico tutte le volte che vuoi.
-A me piace qualsiasi tuo lato.
-Ancora non li hai visti tutti.
Sasuke prese Hinata in braccio e la mise a letto.
-Dormi. È stata una giornata stancante.
-Tua madre era vittima di una magia, vero?
-Lo hai capito anche tu. Karin deve averla vista in città e lanciato la magia. Madara deve avere qualcosa in mente. Quella strega non si muove mai senza un suo ordine. Domani mia madre verrà qui e ti riempirà di attenzioni. Ti chiederà scusa mille volte.
-Sono stata sciocca a credere che potesse pensare realmente quelle cose.
-Per un momento anche io sono rimasto perplesso.
-Non mentirmi per tirarmi su. Hai capito subito che qualcosa non andava.
-Basta parlare, dormi.
Sasuke si stese al fianco della ragazza e si addormentarono entrambi. Quella era stata una giornata dura e ce ne sarebbero state altre.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Mattina, ore sei

Hinata dormiva tranquilla, quando dalla finestra filtrò un raggio di sole che le fece aprire gli occhi. La prima persona che vide davanti a lei fu Sasuke. Era seduto su una sedia e era già tutto vestito. Si doveva essere alzato presto per qualche impegno.

-Buongiorno!

-Buongiorno Sasuke!

Il moro aiutò la ragazza a mettersi seduta e le passò del latte caldo.

-La dottoressa si è premurata di dirmi che dovevo tenerti sotto controllo. Passerà oggi pomeriggio a farti visita.

-Non posso alzarmi?

-No, ordine di Tsunade. Se ti vede in giro mi uccide. Ieri avevi un po' di febbre, devi restare a letto.

-Come mai tu sei già in piedi?

-Ho fatto un giro intorno al castello. Dovevo far uscire il mio cavallo e controllare che non ci fossero briganti in giro.

-Hai dormito qualche ora?

-Sei preoccupata per me, ne sono lusingato. Sto benissimo, ho dormito come un sasso al tuo fianco.

-Potrei mischiarti qualcosa.

-Quella vecchia dice che non mi ammalo mai. Non corro rischi. Non ti avrei mai lasciata sola, avevi bisogno di cure. Questa notte ti sei agitata parecchio a causa della febbre.

-Perdonami, non volevo arrecarti disturbo.

-Sciocca, non pensare neanche un secondo queste cose. Piuttosto, tra poco arriveranno delle furie a farti visita. Mia madre ti chiederà scusa centinaia di volte,

-Non deve. Era sotto una magia oscura e Kurenai dice che è difficile resistere. Io non ce l'ho con le, ma con me stessa. Per un momento ho pensato che mi odiasse. Sono scappata come una codarda.

Sasuke si sedette sul letto e la strinse forte. Non aveva fatto nulla di errato, eppure si sentiva male. Ogni volta che qualcuno la tormentava, lei non poteva far a meno di pensare che in lei ci fosse qualcosa di strano.

-La colpa non è tua. Quella strega fa di tutto per aiutare Madara a impossessarsi del regno. Vogliono indebolire gli alleati del re e usano ogni trucco magico. Non pensare mai che sei inadatta a questo castello. Ignora le chiacchiere e supera gli ostacoli. Io ti resterò sempre accanto. Insieme possiamo sconfiggere qualsiasi paura e nemico.

Sasuke si staccò a fatica dalla mora, ma aveva tante cose da fare.

-Sarò di ritorno questa sera. Se domani starai meglio, riprenderemo le ricerche in archivio.

-Starò buone e domani ricominceremo le ricerche.

Le diede un bacio a fior di labbra e uscì dalla stanza. Nel corridoio incontrò la madre e Kurenai.

-Come sta?

-La febbre è scesa, sta meglio. Non fatela stancare, ha bisogno di riposo.

-Devo solo chiederle scusa. Sono stata orribile ieri.

-Non fatelo madre o Hinata si sentirà in colpa. Sa che eravate sotto incantesimo. State con lei e basta, questo l'aiuta di più che delle scuse.

-Quella ragazza è incredibile.

Kurenai e la contessa entrarono nella stanza e videro Hinata seduta sul letto. Era persa nei suoi pensieri. Sicuramente stava pensando a Sasuke.

-Ti ho portato qualcosa da mangiare. Biscotti caldi dalle cucine.

-Mentre io ti ho portato un infuso a base di erbe. La mia famiglia lo tramanda da generazioni.

-Grazie. Signora Kurenai non è che siete venuta qui nonostante i vostri impegni.

-Ho tempo questa mattina. Avevo deciso di uscire dal palazzo con la contessa. Abbiamo deciso di passare prima da te. Oggi andiamo a prendere gli abiti ordinati al sarto di corte. Fra un mese ci sarà un grande ballo al castello. Devo prendere anche i vestiti di Mirai e Asuma. Lui è impossibile, andrebbe nudo se non ci pensassi io.

-Non mi parli di mariti. Quel cocciuto non fa che stare fra le sue scartoffie. Quando gli ho mostrato il disegno del suo abito, non lo ha degnato di uno sguardo e ha detto perfetto. Non lo sopporto quando fa così.

In cinque minuti, la conversazione si era trasformata in chiacchiere sugli uomini. Hinata era spaesata, non sapeva cosa dire.

-Anche Sasuke ti fa disperare, lo so cara.

-No, lui si prende cura di me. Non ha detto niente sui vestiti per un ballo.

-Lui non deve scegliere. Ha il suo abito elegante da cavaliere. È chiuso dentro l'armadio laggiù. Non lo indossa mai, ma ai balli è obbligato. Ieri sono arrivati tutti gli inviti. Erano molto belli. Li hanno personalizzati secondo la famiglia di appartenenza. Sul tuo invito cosa c'è cara?

-Non ho ricevuto niente.

-Ci deve essere un malinteso. Sono invitati tutti.

-Forse le famiglie nobili, che si sono occupate dell'organizzazione del ballo, non hanno pensato a un invito separato- disse Kurenai.

-Kurenai ha ragione. Vedrai che sull'invito di Sasuke c'è anche il tuo nome.

Hinata lo sperava. Non aveva mai partecipato a un ballo e voleva tanto provare a danzare con Sasuke. Volteggiare nella sala piena di gente, doveva essere qualcosa di magico.

-Avete trovato qualcosa in archivio?

Kurenai aveva cambiato discorso vedendo la faccia triste della ragazza. Essere esclusa non era semplice.

-No, abbiamo cercato per ore e nessun indizio.

-Non ti arrendere, ci deve essere qualcosa.

-Lo spero.

Le due donne uscirono dalla stanza dopo un'ora e Hinata si addormentò tranquilla.

 

Sera

Sasuke era rientrato e aveva lanciato un biglietto sulla scrivania.

-Notizie sgradevoli?

-Un altro ballo, non ho voglia di andarci.

-Per caso, hanno lasciato qualcosa anche per me?

Sasuke la vide sorridere. Sperava in un invito al ballo. Era emozionata e era normale, non era mai stata a un grande ballo. Purtroppo, non aveva altri inviti in tasca. Nessuno si era degnato di farle recapitare un foglio con due righe. Era la seconda volta che veniva snobbata e non gli piaceva.

-Mi dispiace Hinata, non ho lettere per te.

-Non fa niente. Forse non posso partecipare perché non sono nobile.

-Non andrò neanche io.

-Tu spolvererai il tuo abito elegante da cavaliere e fra un mese andrai al ballo. Non puoi mancare.

-Mi sentirò solo senza dite.

-Niente capricci da bambino piccolo.

-Sei incredibile.

 

Il giorno dopo

Hinata e Sasuke erano pronti ad entrare nell'archivio segreto. Chiusero la porta a chiave e si accertarono che nessuno li spiasse. Poi Sasuke spostò uno scaffale, dietro il quale c'era una porta molto vecchio. Inserì il medaglione del re in un buco nel muro e la porta si aprì subito. Entrarono nell'archivio segreto e rimasero a bocca aperta. In quel luogo c'era di tutto.

Si girarono sulla destra e videreo centinaia di scaffali uno di fianco all'altro. Erano tutti pieni di libri. A destra, su una parete enorme, c'erano moltissimi ritratti. Davanti a loro, vi erano tavoli di legno pieni di volumi che sembravano antichissimi.

-Da dove iniziamo?

-Direi dai documenti scritti nel tuo anno di nascita. Mi sembra tutto conservato in perfetto ordine e non sarà difficile trovarli.

Sasuke e Hinata arrivarono dietro uno scaffale. Al lato del mobile c'era scritto l'anno di nascita della ragazza. Erano nel posto giusto. Iniziarono a sflogliare i libri e non si accorsero del passare del tempo.

Sasuke aveva accatastato al suo fianco una decina di libri, mentre Hinata apriva il quinto. Per continuare le ricerche avevano anche saltato il pranzo. Non volevano smettere senza trovare almeno un indizio.

All'improvviso Sasuke scattò in piedi e corse da Hinata. Era molto serio e teneva il libro come se fosse una cosa preziosa.

-Cosa c'è scritto?

-Leggi queste righe.

-Donna dal volto candido e i capelli scurissimi partorisce una bambina. La piccola è in buona salute. Presenta i capelli della mamma e la carnagione tipica di un'aristocratica. Ospito la signora da una settimana e l'ho aiutata a partorire. Ho molta esperienza con questo genere di cose e non è stato difficile aiutare questa signora. Mi ha detto di chiamarsi Midori quando si è presentata. È molto educata, sembra una nobile. Quando le ho domandato del padre della bimba, ha fatto una faccia sconvolta. Il suo viso è diventato triste e ha pianto. Dopo cinque minuti anche la bimba piangeva, sembrava percepire il dolore della madre.

Cambiando discorso, la piccola si chiama Hinata. È bella come la mamma e ha un sorriso tenerissimo. Ho allevato e educato molti bimbi e mi sono affezionata a tutti. Mi sarà difficile staccarmi da Hinata e sua madre.

-Questo è il diario della donna che ha aiutato tua madre a partorire. Hinata cosa ti prende?

-Questa è la calligrafia della nonna, ne sono sicura.

Hinata non poteva credere a tutto quello. La nonna non le aveva mai raccontato niente. Era contenta di avere una traccia del suo passato, ma la nonna le aveva mentito. Doveva esserci una ragione per quel comportamento.

-Ora tutto torna. Ha parlato di altri bambini e della sua esperienza. Tua nonna era una balia e lavorava per diversi nobili.

Hinata continuò a leggere.

-Una settimana dopo il parto, la signora mi rivela di essere scappata da persone cattive. Era in pericolo nel luogo dal quale veniva. Nessuno aveva accettato che fosse rimasta incinta senza un regolare matrimonio. Nessuno si fidava dell'uomo di cui si era innamorata. Lui aveva dimostrato più volte il suo valore e loro lo cacciavano in modo crudele.

Il viso di Hinata fu attraversato da una lacrima. Quello che era successo ai suoi genitori non era bello.

Sasuke le si avvicinò e la strinse fra le braccia.

-Leggi, ci sono io.

-Oltre a essere una fuggitiva, non era sposata e il suo amato era considerato pericoloso. Non sapevo cosa pensare di quella situazione, era assurda. Non capivo da dove venisse quella donna. Non avevo mai sentito parlare di una storia simile e leggevo molto. Poi la donna mi rivelò un segreto ancora più grande. Lei era una strega bianca.

A Hinata cadde il diario di mano. Non poteva crederci, lei era figlia di una strega bianca. Avevano ragione, lei era diversa.

Sasuke la strinse più forte e le diede un bacio sulla fronte.

-Hinata non tremare più, non hai fatto nulla di male. Non sei cattiva e non lo sarai mai.

-Sono una strega bianca e non sapevo niente.

-Non potevi. Tua nonna ti ha nascosto la verità per proteggerti. Da quello che c'è scritto qui, qualcuno dava la cacia a tua madre e lei voleva salvarti. Tua nonna, poi, dice che tua madre le ha fatto prometterte di portarti lontano dai malvagi.

-Mia nonna ha esaudito le ultmime volontà della mamma. Dovevano essere due donne straordinarie all'epoca. Erano forti e tenaci. Sono un po' arrabbiata con la nonna, ma allo stesso tempo le voglio un mondo di bene.

-Ora non resta che finire il diario.

-Le altre pagine sono bianche. Speravo ci fosse qualcosa su mio padre.

-Dobbiamo cercare ancora in tanti volumi. Può darsi che troveremo altre informazioni o magari dei ritratti.

-Sarebbe stupendo vedere come erano i miei genitori. La nonna descrive la mamma come una donna bellissima.

Continuarono le ricerche per altre due ore e poi tornarono nella loro stanza. Era stata una giornata rivelatrice. Il giorno dopo sarebbero tornati all'archivio segreto e cercato in ogni buco. Hinata voleva assolutamente sapere perché i suoi genitori erano stati trattati male. Doveva anche sapere cosa era successo a suo padre. Sasuke l'avrebbe aiutata e presto avrebbero scoperto un altro segreto. Un qualcosa che avrebbe stravolto completamente la vita di Hinata.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Era l’alba e Hinata era già vestita. Si era alzata presto per rileggere il diario della nonna. Si domandava come mai non le avesse mai raccontato di aver visto sua madre. Non le aveva mai detto che l’aveva aiutata a partorire. Era abbastanza grande per capire. Forse sua nonna doveva mantenere un segreto importante. Aveva mille domande in testa. Ogni volta che rileggeva quelle poche pagine, era sempre più confusa. Voleva sapere qualcosa di più dei suoi genitori, ma non c’era niente. Non accennava minimamente a suo padre.
Hinata provò a immaginare come era la madre. Da quello che aveva scritto la nonna, era una donna bellissima. Era una strega bianca e era inseguita da persone cattive. Hinata pensò che dovesse essere potentissima. La temevano, avevano paura o volevano solo sfruttarla. Perché sua madre scappava? Perché si era rifugiata nel regno di re Minato. Da quello che gli aveva raccontato Sasuke, Minato era già sul trono quando sua madre la lasciò alle cure della nonna.
Sasuke aprì gli occhi e vide la mora rigirarsi fra le mani il diario che avevano trovato il giorno prima. Lo avrebbe consumato a furia di sfogliarlo. Si alzò e le si avvicinò lentamente. Le poggiò le mani sulle spalle e le diede un bacio sulla guancia.
-Buongiorno raggio di luna!
-Come?
-Ho pensato di chiamarti in questo modo perché sei bellissima. Di notte illumini la stanza come se fossi la luce lunare.
-Non è vero.
-Se te lo dico io, è la verità. Sei bellissima. Ti sei alzata presto per rileggere il diario. Lo abbiamo fatto almeno venti volte ieri.
-Mia nonna deve avermi lasciato altro. Se non mi ha detto niente, forse era per proteggermi da qualcuno. Però deve aver lasciato delle tracce.
-L’ha fatto e vi diranno tutto i sovrani. Vi attendono nel loro salotto privato. Vi aspettano per le sette, siate puntuali.
-Itachi si bussa prima di entrare.
-Non pensavo fossi ancora svestito. Dovresti presentarti in un certo modo di fronte la tua futura sposa.
-Parlò quello che ha diverse fidanzate sparse per il regno.
-Sono solo voci sparse in giro da qualche nobile invidioso. Come le voci sul tuo fidanzamento con lady Sakura Haruno.
-Cosa è questa storia? Non ne ho mai sentito parlare?
-Per forza. Le tue due ammiratrici hanno iniziato a spargere questa voce quando sei partito per la valle. Si è affievolita quando sei tornato con Hinata.
-Devo ignorare quelle due più di prima per levarmele da torno. Non fanno che spettegolare e spargere veleno.
Sasuke guardò Hinata e vide il suo volto cambiare. Era triste.
-Le voci non sono vere.
-Lo so. Mi chiedo perché continuano a girarti intorno? Sanno che sei fidanzato.
-Ci sono persone ostinate al castello. Lo imparerai con il tempo. Sono persone che non si arrendono davanti a niente e nessuno pur di ottenere quello che desiderano. Siano pure desideri egoistici e sbagliati- disse Itachi uscendo dalla stanza.
Sasuke baciò la mano di Hinata e andò a lavarsi. Intanto, Hinata cercava un vestito adatto per l’udienza con i sovrani. Lo aveva trovato scavando nel baule nella stanza del moro. Quelli erano tutti abiti confezionati dal sarto di corte. La madre di Sasuke li aveva fatti portare lì come dono per Hinata.
Dopo quaranta minuti, Sasuke uscì dalla stanza da bagno vestito in modo impeccabile. Aveva una divisa da cavaliere scurissima e un mantello con lo stemma della sua famiglia.
Anche Hinata era quasi pronta. Aveva indossato il corsetto e il vestito più bello e elegante che aveva trovato. Sasuke restò a bocca aperta. Era seduta davanti lo specchio e si sistemava i capelli. Quel vestito le fasciava la vita sottile in modo impeccabile. La parte alta dell’abito metteva in risalto il seno prosperoso della ragazza. Non c’era alcuna scollatura, ma Sasuke era estasiato. A Hinata non serviva mostrare la pelli nuda per mandarlo in tilt. Un vestito tanto bello addosso a lei la trasformava in una creatura divina. Era già bellissima, ma così rischiava seriamente di saltarle addosso.
-Mi sta bene?- domandò lei girando davanti al moro.
-Sei stupenda. Ora andiamo o rischio di fare qualcosa di cui potrei pentirmi.
Si avviarono verso il salotto privato dei sovrani e si fermarono davanti la loro porta. Hinata afferrò la mano di Sasuke e la strinse forte.
-Qualcosa ti turba?
-Non sono sicura di voler sapere. Non voglio scoprire che hanno ucciso la mia mamma solo perché era una strega. Sarebbe crudele.
-Hinata guardami. Qualsiasi cosa accada, io ti resterò vicino. Non mi importa se sei una strega o una fata o altro. Ti amo perché sei tu e questo non cambierà mai.
-Resteresti con me anche se scoprissimo che ho dei poteri?
-Sì, non ti abbandonerò mai. Sei la persona più dolce e altruista che io abbia mai incontrato. Mi hai rubato il cuore streghetta e ormai sono legato a te per sempre.
-Scherzi di nuovo.
-Sono serissimo. Credo tu mi abbia fatto un incantesimo. Non ho mai provato per nessuna ragazza quello che provo per te.
Sasuke le diede un bacio a fior di labbra e poi bussò alla porta. Da dentro risposero subito.
-Benvenuti! Accomodatevi sul divano, abbiamo tante cose da dirci- disse la regina.
-Buongiorno! – dissero i due fidanzati inchinandosi davanti ai sovrani.
-Non servono tante riverenze. Ho saputo che hai trovato qualcosa di utile. È ora che io ti parli di tua madre.
-Voi la conoscete?
Minato e Kushina divennero tristi. Capirono che Hinata sperava che sua madre fosse ancora viva. Sul diario che aveva letto non c’era scritto nulla sulla sua morte.
-Tua madre ci ha salvato la vita molti anni fa- disse Kushina.
Hinata si illuminò a quelle parole. Era una strega straordinaria, come aveva immaginato.
-Tua madre arrivò nel mio regno una notte di tempesta. Io e Kushina eravamo sposati da due anni e avevamo appena avuto un figlio. Eravamo stati svegliati dal pianto del piccolo e sentimmo le urla delle guardie. Kushina prese il bambino in braccio e corse verso la sala del trono. Le andai dietro, dovevamo vedere cosa succedeva. Le guardie trascinarono dentro la sala una donna con addosso un mantello nero logoro e mezzo bruciato.
Hinata si portò le mani alla bocca, aveva fatto del male a sua madre. La regina si avvicinò alla mora e le strinse le mani.
-Tranquilla cara, tua madre non era ferita. Mi accorsi subito che era incinta e ordinai alle guardie di lasciarla in pace. Minato fece uscire tutti e ordinò ad alcune dame di occuparsi della donna. Io andai a mettere nostro figlio nella sua culla e poi tornai da Minato. Aspettammo un’ora davanti la stanza degli ospiti di fianco a questo salotto. Le dame avevano asciugato e cambiato tua madre, mentre la dottoressa Tsunade la visitava. Poi ci dissero di entrare, tua madre voleva ringraziarci. La dottoressa ci disse che la paziente doveva riposare perché mancavano pochi giorni al parto.
-Anche la dottoressa conosce mia madre?
-Sì, le è stata molto vicina per qualche giorno. A causa di alcuni nobili siamo stati costretti ad allontanare tua madre dal castello. L’ho affidata alla mia vecchia balia, tua nonna. Mi fidavo ciecamente di lei, praticamente mi aveva cresciuto.
-Perché l’avete mandata via?
-Al castello tutti pensavano che Minato ospitasse una strega. Volevano togliere il potere a mio marito per darlo a Danzo, un amico di Madara. Mi dispiace.
-Non dovete scusarvi. Il re deve pensare al bene del suo popolo- disse Hinata.
Minato sorrise verso la moglie. Non si erano sbagliati, quella ragazza era davvero speciale. Sua madre lo aveva detto molti anni prima. Gli aveva fatto promettere di affidarla a una qualcuno di cui si fidavano. Era cresciuta davvero bene.
-Cosa vi disse la mamma?
-Nei pochi giorni che è stata fra le mura, si aprì molto con me, Tsunade e la madre di Sasuke.
-Mia madre sa tutto?
-Sì, cavaliere. La madre di Hinata stimava la contessa Uchiha. Se non ricordo male, una volta sua madre ti ha tenuto in braccio. Eri troppo piccolo per ricordare. Ha detto che saresti diventato un ottimo cavaliere. Aveva ragione. Credo che anche Itachi abbia conversato con lei.
-Non mi ha mai detto nulla.
-Sono stato io a dirgli di tenere il segreto. Ci sono troppi nobili corrotti al castello.
-Minato non iniziare con queste cose tetre. Prima diciamo a questo angelo di ragazza tutta la storia. Dove ero rimasta. Ah sì, tua madre mi raccontò che si era innamorata di un giovane davvero affascinante. Purtroppo, i tutori di tua madre non volevano che si fidanzasse con tuo padre. Tua madre era stata adottata da una potente famiglia nobile a nord. Questa famiglia la sfruttava per ottenere i favori del re nel regno di Shinju. Tua madre ci disse che era costretta a creare oggetti preziosi dalla mattina alla sera. La tenevano sempre rinchiusa nella sua stanza.
-Come ha incontrato mio padre?
-Mi disse che lo vide durante un ballo al castello Shinju. I tutori di tua madre l’avevano portata al castello per far colpo sul re. Volevano che diventasse la sua amante per guadagnare potere. Quella sera tua madre si rifiutò di civettare con il re. Decise che era tempo di fare qualcosa di diverso. Fu lei a chiedere a tuo padre di ballare e lui accettò volentieri. Tuo padre era stato invitato al castello perché il re voleva conoscerlo. Aveva sentito parlare di un uomo che viaggiava per i vari regni e possedeva una potenza e una saggezza superiori a quelle di qualsiasi regno. Voleva che tuo padre lavorasse per lui.
-Come sapeva che mio padre era l’uomo giusto?
-Le spie del re avevano cercato questo uomo per anni. Poi un giorno videro tuo padre salvare un intero villaggio da alcuni briganti e capirono che era quello giusto. Tuo padre non stava mai fermo in un posto più di una settimana. Rimase nel regno Shinju solo per tua madre e accettò di lavorare per il re. Non sapeva ancora cosa tramava quel despota. Il re di Shinju era un altro amico di Madara e era famoso per la sua crudeltà. Tuo padre restò al castello solo per incontrare tua madre e per salvare persone dalle prigioni nei sotterranei. Fu costretto a stare in quel posto per diversi mesi. L’unica cosa bella, era corteggiare tua madre. Purtroppo, furono scoperti dalla famiglia di tua madre che riferì tutto al re, che andò su tutte le furie. Il re aveva messo gli occhi su tua madre e non avrebbe permesso a nessuno di sfiorarla. Quel giorno i tuoi genitori scapparono da Shinju. Ci misero mesi a seminare i soldati di Shinju. Intanto, tua madre aveva scoperto di aspettare una bambina. Era già al quarto mese quando lo disse a tuo padre, che la strinse forte e pianse. Quando tua madre mi raccontò questa storia, ho consumato dieci fazzoletti di stoffa. Persino la dottoressa pianse all’epoca.
-La vecchia ha versato lacrime. Pensavo fosse più arida di un deserto.
-Sasuke non si dicono certe cose.
-Sei troppo buona con lei. È una vera arpia che sfrutta i poveri cavalieri innocenti per i suoi esperimenti con gli intrugli medicinali. Ho assaggiato le peggio schifezze mentre studiavo i libri sulla medicina.
Hinata sorrise verso Sasuke e gli strinse la mano. Aveva cambiato discorso per un momento per stemperare la situazione. Il suo sentimento d’amore per lui cresceva ogni giorno di più.
-Minato mi ricordano quando eri giovane come loro.
-Kushina guarda che …
Minato si tappò la bocca per non finire la frase. La sua cara regina era suscettibile sull’età.
-Stavi dicendo qualcosa tesoro?
-No, volevo solo continuare la storia.
-Ci penso io. Voi uomini non siete bravi in queste cose. Ci vuole sentimento in queste situazioni. Tuo padre aveva deciso di portare tua madre qui perché aveva sentito dire che Minato aveva abolito la legge contro le streghe e le creature magiche. Sarebbero stati entrambi al sicuro. Purtroppo, il re di Shinju non si arrese e continuò a far inseguire i tuoi genitori. Inviò lettere a tutti i sovrani con ritratti dei due. Li additava come pericolosi criminali. Tua madre era descritta come una strega malvagia e tuo padre come un mago oscuro.
-Non era vero.
-Certo cara. Minato capì subito che le lettere raccontavano un sacco di bugie. Quando si ritrovò davanti tua madre quella notta, la riconobbe subito. La nascose da occhi indiscreti, ma i domestici mormoravano per il castello. I nobili scoprirono che una donna misteriosa era nel castello e pensarono che fosse una strega visto che il re non la faceva uscire o vedere a qualcuno.
-Mio padre dove era finito? Si era nascosto?
-Tuo padre permise a tua madre di raggiungere il castello con le sue ultime forze. Il re di Shinju aveva scoperto grazie a Madara che le streghe bianche si indeboliscono quando sono incinta e che il bambino muore grazie al veleno ricavato dalla belladonna. Madara aveva usato quel veleno contro alcune streghe bianche anni prima e aveva ucciso i loro bambini. Non erano ancora nati. Quel pazzo temeva così tanto le streghe buone che voleva uccidere tutti gli eredi. Il re di Shinju era d’accordo nell’ucciderti perché voleva solo tua madre.
-Bastardo- urlò Sasuke.
Kushina lo guardò bene. Non lo aveva mai visto in quello stato. Sasuke non era solito perdere la calma. Era sempre freddo e nulla lo toccava. Il pensiero di non poter incontrare Hinata in caso fosse morta, doveva averlo sconvolto.
-Sono qui- sussurrò Hinata in modo che la sentisse solo lui.
Erano davvero perfetti insieme, Kushina li trovava una coppia adorabile. Sasuke doveva sciogliersi ancora, ma aveva fatto grandi passi avanti.
-Alcuni soldati esperti provarono a colpire tua madre con delle frecce intrise di veleno e tuo padre le fece da scudo.
-Il veleno lo ha ucciso?
-No, tuo padre aveva eretto una barriera per proteggere i suoi tesori più grandi. Una freccia lo aveva colpito, ma tuo padre era immune ai veleni. Anni di allenamenti, lo avevano rafforzato nel corpo e nello spirito. Resisteva persino al fuoco. I soldati di Shinji provarono anche a bruciarlo vivo, ma non ci riuscirono. Tuo padre mangiava le fiamme come fossero bistecche- disse il re.
-Siete sicuro maestà?
-Sì, sua madre ha raccontato di aver visto il compagno assorbire le fiamme.
Sasuke rifletté su quel fatto. Solo una creatura magica era capace di certe cose. Ma credeva che fosse scomparsa da centinaia di anni.
-I tuoi genitori erano quasi arrivati al castello, quando furono circondati da alcuni briganti. Cercarono di ferire tua madre in ogni modo. Urlavano che volevano la donna viva, ma il bambino non serviva. Tuo padre non ci vide più e si scagliò sui briganti. Erano tanti e tua madre lo aiutò con la sua magia. Non era di grande aiuto perché troppo debole a causa del viaggio e della nascita imminente. Mancavano pochi giorni al parto e lei era spossata. Piangeva quando mi diceva di sentirsi inutile. Era colpa sua se il suo compagno era morto. Lo ha ripetuto tante volte. Tsunade ha dovuto calmarla con una potente camomilla.
-Continuo io, tesoro.
-Grazie.
-Tuo padre aveva eliminato tutti i nemici. Tua madre ne aveva contati almeno cinquanta. Purtroppo lo avevano ferito e era molto debole. Dovevano subito raggiungere il castello. Sapevano che la dottoressa Tsunade avrebbe curato quelle ferita facilmente. Tuo padre avrebbe riposato e si sarebbe ripreso. All’improvviso, tua madre sentì un fischio assordante provenire da dietro un gruppo di alberi. Poi vide il suo amato pararsi davanti a lei, dandole la schiena. Si era preso una freccia intrisa del veleno nero di una strega malvagia.
-Mio padre era immune?
-No, il veleno nero è letale per qualsiasi strega bianca che ne venga solo sfiorata. Ancora di più, è mortale quando colpisce al cuore un drago- disse il re.
Hinata sgranò gli occhi per quella rivelazione. Suo padre era un drago. Pensava che fossero creature scomparse da secoli.
-Sei sorpresa, è normale. Tua madre ci ha raccontato tutto sperando che un giorno noi dicessimo tutto a te- disse la regina.
-Si è fidata di noi e abbiamo mantenuto il segreto. Abbiamo anche creato una tomba per i tuoi genitori. Quando tua madre ci fece entrare nella sua stanza la prima volta, la prima cosa che chiese è: come sta la bambina? La seconda fu di seppellire il suo compagno, nessuno doveva trovare il suo corpo. Quella notte stessa, Minato ha portato il corpo di tuo padre in una tomba sicura e ora lì riposa al fianco di tua madre.
-Sono confusa. Perché volevano uccidere la mamma? Il re aveva detto che non dovevano assassinarla.
-Mi dispiace, non abbiamo risposte. Non abbiamo mai trovato l’assassino di tuo padre- disse Minato.
-Non lasciò tracce. Anche il padre di Sasuke si impegnò per fare luce sulla faccenda. Qualche anno dopo la nascita di Itachi, Fugaku era partito per una missione per conto del padre di Minato. In quella missione incontrò uno strano uomo che lo aiutò a recuperare dei documenti importanti. Quello era tuo padre, Hinata. Fugaku gli aveva chiesto di recarsi con lui al castello per una ricompensa, ma rispose che c’era un orfanotrofio da costruire in città. Fugaku diede tutti i soldi della missione ai bambini dell’orfanotrofio in città. Lo sconosciuto doveva conoscere bene questo regno, pensò a mente. Tuo padre gli rispose che non era mai stato al cospetto del principe Minato. Fugaku non era mai rimasto stupito da nessuno, per la prima volta aveva l’espressione di chi non sapeva cosa ribattere- disse Kushina.
-Mio padre era un uomo buono. Avrei tanto voluto conoscerlo.
Le lacrime solcarono il volto di Hinata. Non riusciva più a trattenerle. Mai avrebbe immaginato di essere la figlia di una strega bianca e di un drago. Nonostante non li avesse mai incontrati, desiderava tanto avere un briciolo della loro forza. Voleva tanto somigliare a quei due splendidi genitori. Ora capiva perché l’avevano lasciata.
Sasuke strinse a sé Hinata e la lasciò piangere. Aveva bisogno di liberarsi. Quella mattina le emozioni erano state tante. Con il tempo si sarebbe ripresa e avrebbe imparato a convivere con quei segreti. Il re si raccomandò con entrambi. Nessuno doveva sapere che Hinata era figlia di un drago o le avrebbero potuto dare la caccia. Non esistevano più quelle creature, per questo sarebbe stata considerata merce rara e preziosa. Sasuke non avrebbe permesso a nessuno di cacciarla come un animale. Lei era una persona, non carne da macello. Nessuno poteva allontanarla da lui a causa di insani e egoistici desideri di potere. Ora un segreto univa ancora di più i due fidanzati e non avrebbero permesso a nessuno di spezzare il loro legame.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Sasuke e Hinata erano ancora seduti di fronte ai sovrani. Si erano fermati lì per sapere di più del passato della ragazza.
Hinata era ancora stretta fra e braccia del moro e non riusciva a fermare le lacrime. Avevano ucciso suo padre solo per egoismo, per cattiveria. Era una cosa crudele.
Sasuke le porse un fazzoletto e lei si asciugò il viso. Aveva gli occhi gonfi e rossi, doveva aver pianto per almeno quindici minuti. I sovrani l’avevano lasciata sfogare. Capivano come si sentiva. Perdere le persone amate, senza neanche conoscerle, era terribile.
-Vuoi fare una pausa cara?
-No, voglio sapere tutto.
-Te lo raccontiamo volentieri. Purtroppo, non conosciamo tutti dettagli e non abbiamo mai trovato prove contro il re di Shinju o Madara. Non abbiamo potuto fare niente per assicurare i colpevoli alla giustizia- disse il re.
-Vorrei sapere se c’erano dei sospettati?
-Tua madre mi parlò di un particolare. Quando guardò verso l’ombra che scagliò la freccia, vide due occhi rossi. Non riuscì a scorgere altro, il colpevole era troppo lontano e era notte.
-Grazie per avermelo detto maestà.
Il re si voltò verso il cavaliere e lo vide pensieroso.
-Cosa hai in mente?
-Gli occhi rossi sono un simbolo della mia famiglia. Mio padre mi ha sempre detto che se un Uchiha è in battaglia, è furioso o in pericolo può usare i suoi occhi nascosti. Me lo ripeteva di continuo quando ero piccolo. Poi ho capito il senso di quelle parole. Mio fratello attivò un’abilità oculare che gli rese gli occhi rossi. Successe quando salvò i bambini dell’orfanotrofio dai briganti. Era così furioso che i suoi mutarono colore. Sconfisse i briganti senza l’aiuto dei cavalieri che lo accompagnavano.
-Shikamaru e Neji mi hanno parlato di questa storia. Hanno visto un Itachi diverso. Poi Itachi mi ha spiegato cosa era successo. Pare che gli Uchiha possano usare facilmente gli occhi rossi se si allenano.
-Mi sono allenato anni, ma non ci sono mai riuscito. È difficile usare quegli occhi. Se l’assassino di suo padre aveva gli occhi rossi, deve essere un Uchiha.
-Sua madre potrebbe aver visto male, era una situazione difficile. Non possiamo fare ipotesi con così poco- disse il re.
-Da quello che ci avete raccontato, Madara è coinvolto in questa storia. Credo che sia lui il colpevole. Potete chiedere a mio padre, Madara era un maestro con arco e frecce. Quando viveva qui, ha vinto tutti i tornei. Ci sono anche dei registri che lo provano.
-Minato conosci le abilità di Madara?- domandò Kushina.
-L’ho visto sul campo di battaglia e è capace di usare molte armi. Ha anche gareggiato in un torneo di tiro con l’arco contro mio padre e lo ha battuto con un punteggio altissimo.
-Pensi sia il possibile assassino?- domandò la regina stringendo la mano del marito.
-L’ho conosciuto e è capace di qualsiasi cosa. Tutti lo temevano qui, persino mio padre.
Hinata tremò a quel pensiero. L’uomo che le era entrato nei sogni, poteva essere l’assassino di suo padre.
-Perché lo avrebbe fatto? Neanche conosceva i miei genitori.
-Io credo che volesse uccidere tua madre. Madara ha sempre temuto le streghe buone. Quando ancora era un membro della nobiltà del castello, si diceva che uccidesse le donne che credeva streghe bianche. Mio padre lo ha visto uccidere delle donne su un campo di battaglia. Si giustificò dicendo che erano streghe corrotte dal potere. Il vecchio re diede ragione a Madara e mio padre fu isolato per mesi dagli altri nobili.
-Sasuke dice bene. Il mio vecchio mi raccontò questa storia prima di morire. Si pentì di aver appoggiato Madara in tutte le sue missioni sanguinarie.
-Minato non starai pensando che è colpa tua.
-No, tesoro. Mio padre era cocciuto e non cambiava idea sulle sue decisioni. Madara lo abbagliava con delle promesse. Poi si rivelarono solo menzogne di un uomo assetato di potere.
Hinata tremava, il solo pensiero che Madara fosse l’assassino di suo padre, le faceva rivoltare lo stomaco. Voleva uccidere sua madre solo per guadagnare potere e non essere ostacolato.
 
Kushina guardò Hinata e la vide provata. Sapere che l’uomo che le era apparso in sogno e l’aveva minacciata, era anche l’assassino di suo padre, doveva essere stato un duro colpo. Era sbiancata appena Sasuke aveva formulato quella ipotesi.
-Forse vuoi riposare cara?
-No, ce la faccio. Vorrei sapere cosa è successo a mia madre. Perché è morta anche lei?
-Tua madre ci ha salvati utilizzando i suoi poteri. Io e Kushina eravamo scesi in città per salutare il popolo. Con noi, c’era anche nostro figlio. Era l’occasione per presentarlo a tutti. Visto che eravamo in città, decidemmo di andare a trovare tua madre. La mia vecchia balia ci accolse a braccia aperte e ci portò da tua madre. Aveva partorito da pochi giorni e era ancora debole. Tua nonna aveva deciso di aspettare che si riprendesse per andare fuori città. Aveva già promesso a tua madre di portarti via per il tuo bene. Eri in pericolo perché eri la figlia di una strega. Ma tua madre temeva anche che scoprissero la vera natura di tuo padre. Non voleva che ti braccassero come era successo a lei e al suo amato.
Hinata aveva di nuovo gli occhi lucidi. Sua madre le aveva voluto un bene profondo e aveva fatto di tutto per metterla al sicuro.
-Mia madre vi ha detto qualcosa quando l’avete incontrata in città?
-Ti teneva in braccio e sorrideva. Quando siamo entrati nella stanza, la sentimmo cantare. Aveva una voce fantastica. Quando le ho chiesto che genere di musica era, mi rispose che era un’antica melodia. L’aveva imparata da tuo padre. Era una canzone che raccontava degli antichi draghi. Te la cantava in modo che ti ricordassi di tuo padre.
-Io non ricordo niente. Vorrei tanto sentirla cantare, ma non posso.
Kushina non resistette, non poteva vederla in quello stato. Si alzò e andò ad abbracciarla. Per anni aveva vissuto da sola, isolata da tutti e tratta malissimo. Doveva essere stato difficile per una fanciulla della sua età. Nonostante tutto, aveva conservato il suo animo dolce. Quella ragazza racchiudeva in quel corpicino più forza di una leonessa.
-Tua madre fu molto coraggiosa quel giorno. All’inizio non avevo capito cosa intendesse dire con le parole “ attenzione agli alberi”. Era un messaggio, ci avvisava di un pericolo imminente. Poi disse a Minato di non passare dalla strada principale che conduceva al castello. Minato decise di passare da una strada secondaria, ma c’erano dei briganti ad aspettarci. Uccisero i sei cavalieri che ci scortavano con facilità e si avvicinarono alla carrozza. Minato ne colpì due e li mise a terra. Purtroppo, quelli che erano sulla strada principale e ci aspettavano, raggiunsero i complici. Si chiedevano perché non fossimo passati da lì come da programma. Qualcuno dal castello, li aveva informati del nostro tragitto.
Kushina si bloccò di colpo e strinse più forte Hinata.
-Mi dispiace, non abbiamo potuto salvarla. Tua madre ci ha seguiti a cavallo dopo averti affidata a tua nonna. Aveva un brutto presentimento. Ha visto i briganti avvicinarsi a me e mio figlio e ha creato una potente barriera per aiutarci. Poi ha pensato a Minato. Era circondato da dieci briganti e era solo. Tua madre si avvicinò ai briganti e usò i suoi poteri per allontanare i briganti da mio marito. Ricordo che dal terreno uscirono dei rampicanti che legarono due briganti. Due leoni di montagna aggredirono altri due briganti. Due statue di argilla si scagliarono contro il resto dei nemici. Tua madre era fortissima. Manovrava vari elementi insieme.
-Allora perché è morta?
-I cavalieri corsero da noi per aiutarci e arrestarono i briganti. Eravamo salvi grazie a tua madre, ma lei era a terra. Aveva usato le sue energie per aiutarci. Mi avvicinai a lei con in braccio mio figlio. Mi chinai e lei mi chiese se stavo bene. Pensava a me e era esausta. Minato mi raggiunse e le disse che l’avrebbe portata dalla dottoressa. Tua madre rifiutò l’aiuto, diceva che era troppo tardi. Una strega dopo aver partorito è debole e deve evitare di usare i suoi poteri. Ci vogliono almeno quindici giorni perché tutti poteri e le energie tornino allo stato normale. Tua madre ci ringraziò per averla accolta e ci chiese di raccontarti di lei e del suo amato un giorno. Poi chiuse gli occhi per sempre.
-Ci ha salvati perché diceva che il regno non doveva cadere in mani sbagliate. Voleva che io restassi sul trono. Aveva sognato che sarei morto per salvare Kushina e mio figlio e si è sacrificata al mio posto. Non avevo capito cosa intendesse dire quando l’ho incontrata la prima volta e ho sbagliato. Mi disse: “il regno non può restare senza il suo splendente re”.
Kushina e Hinata piangevano. La regina teneva stretta la ragazza per tranquillizzarla e farle sentire tutto il calore. Voleva che sapesse che poteva contare su di loro.
Ci furono dieci minuti di silenzio. Nessuno osava parlare visto il momento. All’improvviso, un tornado entrò nel salotto e si avvicinò ai divanetti.
-Sasuke hai fatto piangere di nuovo due ragazze. Sei davvero perfido. Se non cambi quel carattere, non troverai mai una brava fidanzata che ti ami. Mamma perché piangi?
-Nulla figliolo.
Hinata teneva la testa china per non farsi vedere. Non le piaceva farsi vedere in quello stato da altri. Poteva fidarsi solo di poche persone.
-Naruto devi bussare prima di entrare.
-Lo so papà. Dovevo darti questo messaggio urgente. Le trattative con il regno di Shinju sono riuscite. Non ci attaccheranno, il re ha firmato la pace.
-Bravo, sei riuscito a convincerlo. Sono fiero di te.
 
Minato vide Hinata calmarsi e alzare la testa. Ora poteva fare le presentazioni.
-Naruto, lei è Hinata. Vivrà qui tutto il tempo che vuole.
-Piacere di conoscerti. Da quale famiglia vieni? Conosco i tuoi genitori? Non mi sembra, non ti ho mai vista ai balli e li frequento da anni. Non ti ho vista neanche nei salotti.
Sasuke si girò verso Hinata e le fece l’occhiolino. Lei cambiò colore. Le guance da bianche divennero rosse come pomodori.
-Non iniziare a parlare a raffica, l’hai appena conosciuta. Lei fa parte della mia famiglia. Per spiegare meglio, lei è la mia famiglia.
-Non sapevo avessi una cugina con gli occhi tanto chiari.
-Sei tonto o lo fai. Lei è la mia fidanzata, quindi niente bacio a mano. Ti ho visto allungarti verso di lei.
-Il galateo prevede il bacio a mano verso le nobildonne.
-Allora non siete obbligato a baciare la mia mano. Io non sono nobile. Sono una semplice ragazza di campagna.
I sovrani scoppiarono a ridere. Hinata aveva zittito Naruto e lui era un chiacchierone. Aveva una faccia buffissima in quel momento.
-Arrenditi figliolo, lei non ama le riverenze e Sasuke non ti farà avvicinare.
-Amico non ti facevo tanto possessivo.
-Neanche lo immagini.
Sasuke e Hinata salutarono i sovrani e uscirono dalla stanza.
-Sono anni che lo conosco e non l’ho mai visto con quella faccia. Cosa è successo mentre ero lontano?
-Il tuo migliore amico ha incontrato la persona a cui tiene di più. Colei con cui passerà tutta la vita.
-Lei è la ragazza che lo ospitava nella valle? Quella delle lettere?
-Esatto. Sasuke l’ha portata qui perché era sola- disse Minato.
-Quando si sono innamorati? Non mi ha scritto nulla del genere.
-Io penso che si  siano innamorati nella valle. Sono davvero carini insieme. Sasuke è meno tetro con lei. Rimane sempre il cavaliere dei cavalieri, ma ha una luce negli occhi che non so spiegare.
-Mamma sei troppo sdolcinata.
-Mi piacciono le storie d’amore vero. Il loro è un legame forte che resisterà a ogni ostacolo.
-Perché erano qui così presto? Non ricevete mai visite nel vostro salotto privato.
-Dovevamo parlare di questioni importanti. Nulla di cui preoccuparsi- disse il re.
-Naruto raccontaci tutto del viaggio. Sono curiosa di sapere come hai convinto quel despota di Shinju a firmare il trattato di pace.
-Non è stato semplice.
Naruto raccontò tutto ai sovrani e poi uscì dal salotto per andare a trovare lady Sakura. La trovò, come sempre, nel salotto della sua migliore amica.
-Sono tornato.
Sakura si lanciò su Naruto abbracciandolo e gli diede un bacio a fior di labbra.
-Naruto devi parlare con Sasuke. Non può passare tanto tempo con quella campagnola. In giro si dice che sia una strega.
-Sakura non dire cattiverie sugli altri. Sasuke lo sentirebbe se fosse cattiva. Chi ti ha detto che è una strega?
-Kiba. Quando è andato alla valle in missione ha sentito gli abitanti che parlavano di quella ragazza. Si mormorava che avesse fatto un incantesimo a una bella ragazza, solo per invidia. Questo lo fanno solo le streghe nere. Per favore, avverti Sasuke del pericolo. Siamo amici da anni, noi tre siamo inseparabili. Ricordi quando giocavamo insieme in giardino, eravamo molto uniti. Poi è arrivata quella e lui neanche ci rivolge la parola.
-Sakura ha ragione. Voi tre siete sempre stati amici. Poi sono arrivata io e mi sono unita al gruppo. Lo stesso vale per Kiba. Fra noi parliamo, invece quella tipa non si è integrata per niente.
-Parlerò con Sasuke- disse Naruto scettico.
Aveva capito che Ino e Sakura nascondevano qualcosa. Non avevano detto la verità. Conoscendole, erano state loro a escludere la nuova arrivata.
 
Naruto si precipitò nella stanza di Sasuke e lo trovò seduto alla scrivania. Stava leggendo un libro o un diario.
-Ti toglierai mai il vizio di entrare senza bussare?
-No, sono abituato a trovare le porte aperte.
-Bussa la prossima volta. Hinata dorme qui e non voglio che tu la veda in camicia da notte o mentre si cambia.
-Siete già a quel livello?
-Non pensare a quelle cose. Non è il nostro caso. Hinata sta con me perché ha degli incubi. Madara è entrato nei suoi sogni qualche notte fa, l’ha spaventata molto.
-Ha usato la magia della sua strega per arrivare a Hinata. Perché?
-L’ha vista con me nel bosco fuori le mura e era curioso di sapere chi fosse. Non l’aveva mai vista qui.
-In realtà, l’ha vista al tuo fianco e voleva scoprire cosa fosse per te. È pericoloso.
-La maga ha fatto un incantesimo protettivo su tutti. La magia dei sogni non funziona sugli abitanti del castello. Purtroppo, per Hinata non ha potuto fare niente.
-Una volta entrati in un sogno, ci si può tornare tutte le volte che si vuole. Ricordo i libri di magia che abbiamo studiato insieme. Kurenai è stata una brava maestra. Allora Hinata non è una strega nera come mormorano. Le chiacchiere sono false.
-Sei già stato da Sakura e Ino a farti riempire la testa di stupidaggini.
-Erano preoccupate per te. Non passi mai a trovarle.
-Sono molto impegnato. E poi sai che a me non piace Sakura. Lei non fa altro che dire che siamo fidanzati. Non ho mai dato il mio consenso. Ti ha detto di nuovo che mi sono allontanato dal gruppo. Però, questa volta ha aggiunto che è colpa di Hinata. Le prova tutte.
-Non preoccuparti. So distinguere una donna sincera da una donna gelosa. Era verde dall’invidia quando parlava di Hinata.
-Tu hai finto di assecondarla e di provare a convincermi a cambiare idea sul fidanzamento con Hinata. Poi sei corso qui. La tua tattica di fuga funziona sempre.
-Mi conosci bene. Sarei rimasto intrappolato nel salotto se non mi fossi inventato qualcosa.
-Di cosa spettegolavano oggi?
-Hinata sembra essere in centro dell’interesse dei salotti di ogni famiglia nobile. Hai scatenato una tempesta a palazzo. Cosa ha di speciale questa ragazza? Non dirmi niente. Parlavi con i miei nel loro salotto, nascondete qualcosa.
-Sai che non posso dirti niente. Metterei in pericolo Hinata se parlassi con qualcuno.
-A quanto pare è una cosa seria e pericolosa. Non ti farò domande su questa questione e non chiederò niente ai miei genitori. Però, voglio sapere se è una strega? Sei sicuro che non ti abbia ammaliato con qualche potere?
-Naruto non fare domande stupide. Ci siamo allenati insieme per riuscire a contrastare la magia delle streghe nere.
-Hai ragione, siamo immuni dalla maggior parte degli incantesimi di streghe e maghi. Però non a tutti i tipi di magia.
-Infatti, Kuranai studia un modo per proteggerci dalla strega nera di Madara. Dice che usa incantesimi potentissimi.
-Non cambiare discorso.
-Ti informavo dei fatti. Madara mira al trono di tuo padre e al potere. Farà di tutto per arrivare al castello. Hai saputo di Kabuto?
-Sì, mio padre mi ha inviato dei messaggi. Ho anche parlato con Neji e Shikamaru. Ci siamo fidati di lui e ci ha traditi solo per soldi e sete di conoscenza.
 
Hinata aveva dimenticato dei libri da restituire alla dottoressa e era tornata verso la stanza da letto. Entrò in camera pensando che non ci fosse nessuno e trovò Sasuke e il principe che parlavano.
-Scusate, non volevo disturbare. Prendo i libri sullo scaffale e vado via.
-Non ti preoccupare, fai con comodo- disse Naruto squadrandola.
Cercava di studiarla per percepire qualche tipo di magia. Sasuke gli tirò il mantello con il piede e lo fece voltare.
-Non mi piace quando qualcuno la fissa per studiarla. Non è una cavia da laboratorio.
-Hai provato a percepire qualcosa. Lo fai sempre con gli estranei.
-Non dirò niente. Smetti di fissarla in quel modo.
Naruto vide gli occhi dell’amico mutare. Erano minacciosi, non scherzava quando diceva di lasciarla in pace.
-Qualcosa non va?- domandò la ragazza.
-No, mi chiedevo come mai gli abitanti della valle ti chiamassero strega. Tu puoi dirmelo? Da principe è mio compito proteggere la mia gente da ogni possibile pericolo.
Hinata si poggiò al muro per reggersi in piedi. Ancora quelle chiacchiere. La conosceva appena e già pensava che era un pericolo per gli altri. Doveva rispondere o sarebbe sembrata colpevole.
-Io ero isolata da loro perché credevano che usassi dei poteri per guarire la gente. Utilizzavo solo le medicine che ho imparato a preparare da mia nonna. Volete chiedermi altro?
-Sì, hai fatto un incantesimo su Sasuke? Lui è il mio miglior amico, ci tengo a lui. Non permetto a nessuno di usare i miei amici.
Sasuke si accertò che nessuno li ascoltasse e chiuse la porta. Poi controllò il balcone esterno. Guardò Hinata, era preoccupata. Le si avvicinò e la baciò sulla guancia.
-Puoi fidarti di lui. Ti fa tante domande perché pensa che io possa essere ingannato da una donna. Non capisce che è lui quello in pericolo. Prometti che questa conversazione resterà fra noi?
-Potete contare sulla mia discrezione- disse Naruto.
-Hinata se non te la senti, possiamo anche non dirgli niente.
-Si vede che tiene a te. Farebbe domande in giro e alimenterebbe sospetti, sarebbe peggio. Tu ti fidi di lui?
-A volte si fa ingannare da un paio di gambe e dei capelli rosa, ma sa mantenere i segreti. Come io mantengo i suoi segreti sulle fughe proibite dal castello.
Si sedettero sul divanetto, mentre Naruto si accomodò su una poltrona.
-Hinata è stata allevata in un villaggio nella valle dalla vecchia balia di tuo padre. Poi sua nonna è morta e lei ha dovuto imparare a cavarsela da sola. Non ha mai saputo chi fossero i suoi genitori fino a questa mattina. I sovrani hanno conosciuto sua madre e le hanno rivelato la verità sul suo passato. Sua madre era l’ultima delle streghe bianche. È morta per salvare te e i tuoi genitori da un agguato. I briganti volevano prendere il potere sul regno e uccidere tuo padre. La madre di Hinata li ha salvati usando i suoi poteri. Era troppo debole e lo sforzo l’ha uccisa.
-Non sapevo niente di questa storia.
-I sovrani hanno promesso a sua madre di mantenere il segreto fino al ritorno di Hinata. Non biasimarli se non ti hanno detto niente. Neanche i miei me ne hanno parlato.
-I conti Uchiha sapevano tutto?
-A quanto pare hanno conosciuto anche loro sua madre. Anche Kurenai e Tsunade conoscono questa storia.
-Quindi tu sei l’ultima strega bianca.
-Io non so se ho ereditato i poteri di mia madre. Non ricordo di aver mai usato la magia.
-Devi avere per forza qualche tipo di potere. Tutte le streghe bianche di generazione in generazione hanno ereditato dei poteri. Forse la tua magia non si è ancora risvegliata. Non hai avuto alcun insegnante e non sai come usare i tuoi poteri. Potrebbero manifestarsi da un giorno all’altro, stai attenta.
-Naruto non esagerare.
-Non era mia intenzione spaventarla. È mio dovere avvertirla che la magia deve essere usata a fin di bene. Se tu la usassi per fare qualcosa contro Sasuke o altri, io ti fermerei. Quindi vedi di non farti manipolare da Madara visto che appare nei tuoi sogni.
-Non farò mai del male a Sasuke. Non so come ti venga in mente una cosa del genere. Non mi conosci per niente e ti permetti di darmi questi avvertimenti. Devi pensare che io sia davvero una strega crudele.
Hinata si alzò di scatto, afferrò i libri e uscì dalla stanza. Era arrabbiata, le persone non facevano che chiacchierare e chiacchierare sul suo conto. Non la conoscevano e sputavano veleno su di lei. C’era passata così tante volte quando era al villaggio, era stanca di sentire le persone mormorare. Ogni sguardo era una coltellata. Si ripeteva che i loro giudizi, le loro parole e i loro sguardi non contavano, ma faceva lo stesso male. Si rintanò nel laboratorio e si mise a leggere altri libri di medicina. Non voleva pensare alla magia per qualche ora.
 
Sasuke guardava fisso Naruto. Aveva trattato Hinata come se fosse la peggiore delle criminali.
-Non guardarmi in quel modo gelido, mi metti i brividi. Mi comporto sempre in questo modo con i nuovi arrivati.
-Ino non l’hai interrogata in questo modo. Neanche il nobile Kiba ha avuto questo terzo grado.
-Loro non hanno alcun potere sopito. Sono una nobildonna e un cavaliere. Sono due amici. Tu cosa sai di lei?
-Tanto. Hinata mi ha raccontato tutto della sua vita. Non ha segreti per me.
-L’hai conosciuta qualche settimana fa e già ti fidi tanto. Non ti ho mai visto in questo stato. Non hai mai provato sentimenti per nessuna. Sakura ti corteggia da anni e non ti sei mai fidato.
-Non ti parlerò della mia storia con Hinata, sono affari nostri.
-Spero che tu abbia ragione su quella ragazza. Non vorrei che ti spezzasse il cuore.
-Se ti fidi di me, devi aver fiducia anche in lei.
-Ci proverò amico mio. Cosa le ha detto Madara nel sogno?
-Io ero presente.
-Come?
-Sono riuscito a entrare nel sogno di Hinata e a incontrare quel despota.
-Credevo fosse impossibile.
-Kurenai mi ha spiegato che usando molta energia si può fare. Però, bisogna avere una certa affinità o un legame con la persona che si desidera aiutare.
-In poche parole sei perfettamente compatibile con Hinata. Madara sarà saltato su tutte le furie.
-Quando mi ha visto, non credeva ai suoi occhi. Avrà torturato la sua strega dopo essersi svegliato. Odia perdere.
-Ha tentato di farti qualcosa?
-Poteva fare di tutto nel sogno, ma su di me non aveva alcun effetto. Ha provato a colpire Hinata. Ci ha fatti tornare al giorno del massacro degli Uchiha nel suo castello. Lì Hinata ha visto alcune immagini del passato. Ha avuto la conferma che fu Madara a sterminare la casata Uchiha. Ormai siamo rimasti io, mio fratello, i miei genitori e Madara. Quel pazzo ha detto chiaramente che vuole uccidere anche noi. Sta preparando un esercito per prendere il trono di tuo padre.
-A Shinju ho sentito parlare di briganti che reclutavano uomini dai vari regni. Madara ha anche rapito delle creature magiche.
-Sappiamo anche questo. Nelle stanze di Kurenai c’è una fatina che era prigioniera della strega Karin. Ci ha detto che Karin fa esperimenti sulle creature magiche per ampliare i suoi poteri e quelli di Madara. Torturano le persone con poteri fino alla morte.
-Questo è orribile.
-Se Madara scoprisse che Hinata è l’ultima delle streghe bianche, farebbe di tutto per rapirla. Nessuno deve scoprire che ha dei poteri, neanche le tue care amiche.
-Non direi mai questo segreto a Sakura e Ino, sono due pettegole, questo devo ammetterlo. Sakura ha detto a tutti i suoi amici che ho il terrore della regina.
-Le hai rivelato le tue paure, sei un suicida. Sakura le spiattellerà dalla prima all’ultima. Sei un caso disperato Naruto.
-Io mi confido con gli amici. Al contrario, tu ti tieni tutto dentro. Non parli neanche con i tuoi genitori e tuo fratello. Penso che prima o poi esploderai.
Sasuke e Naruto tornarono ai loro doveri. Era ora di lavorare.
 
Intanto Hinata studiava qualche nozione di medicina. Faticava a concentrarsi, non faceva che ripensare alle parole della gente della valle e dei nobili del castello. Pensava che sarebbe stato diverso, invece, la storia si ripeteva. Non doveva pensarci, con lei c’era Sasuke, non era più sola.
-Hinata sono dieci minuti che ti chiamo. Ti senti male?
-No, scusi, ero distratta.
-Non starai pensando alle tue notti con Sasuke.
Hinata divenne completamente rossa.
-Io non pensavo a lui. Mi creda.
-Lo so. È troppo divertente vedere le tue reazioni. Potrei osservarti per ore e non mi annoierei. Devo intrufolarmi nella stanza del pivello e controllare cosa combina con te.
-Lui non fa quelle cose.
-Ah ah. Sei davvero troppo carina mia cara. C’è qualcosa che ti preoccupa?
-Lei pensa che io sia capace di fare del male con i miei poteri? Non ho mai usato alcun tipo di magia. Non so neanche come fare. Forse potrei fare del male a qualcuno, non voglio.
-Hinata devi stare tranquilla. La magia delle streghe bianche non può ferire se la strega bianca non vuole. Ecco perché hai il broncio. Hai paura di ferire Sasuke perché sei la figlia di una strega.
-Non puoi. Non avere questi dubbi e non ascoltare i nobili. Il loro sport preferito è spettegolare degli altri. Non guardano mai tutti i loro difetti. Io ne so qualcosa.
-Credono che anche voi siate una strega?
-Certo. Mi evitano come se avessi la peste. Nessuno mette piede qui dentro. A parte, i sovrani e il pivello. Lui non ha mai creduto alle dicerie. Eppure si parla anche di lui nei salotti dei nobili.
-Cosa dicono?
-Le nobildonne tessono le sue lodi. Sakura e Ino vanno in giro a dire che lui si è dichiarato apertamente con la prima. Non è vero. Sasuke non ha mai sopportato quella ragazza. Al contrario, il principe è molto amico di Ino e Sakura. Parla spesso con loro.
-Me ne sono accorta.
-Naruto è venuto a indagare su di te. Non è mai attento a quello che dice. A volte, il suo modo schietto di parlare è positivo, altre è deleterio. È un ragazzo molto sincero, ma anche troppo impulsivo. Lui e Sasuke sono amici fin da piccoli. Hanno fatto insieme anche l’addestramento da cavaliere. Minato ha voluto preparare il figlio in tutti i campi e a tutti i pericoli.
-Io mi sono arrabbiata con il principe. Pensa che Sasuke mi odierà per questo motivo?
-Non potrei mai farlo.
Hinata sussultò sentendo la voce del moro alle sue spalle. Non lo aveva sentito entrare. Si voltò e lo guardò in faccia. Lui le si avvicinò e le diede una carezza sul viso.
-Sempre a preoccuparti.
-Puoi portarla via se vuoi. Oggi è un po’ distratta.
-Abbiamo il permesso della strega del laboratorio, fuggiamo prima che cambi idea.
-Non farti più vedere qui o ti trasformo in un rospo- urlò la dottoressa mentre i due scappavano fuori ridendo.
-Dove andiamo?
-Nella mia ala.
Sasuke la fece entrare nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. Non voleva essere disturbato.
-Di cosa hai paura?- le domandò mettendosi seduto sul letto.
-Temo di poter fare del male a qualcuno. Ho paura di ferirti.
Sasuke la fece sedere sulle sue gambe e la strinse fra le sue braccia muscolose.
-Sei buona, mi fido di te. Tu non hai dubitato di me nonostante tutte le chiacchiere sul mio conto. Ti hanno detto che posso essere crudele e mi sei restata accanto. Perché dovrei allontanarmi da te?
-Io non voglio. Non mi lascerai, vero?
-Non ti lascerò mai amore mio. Per sempre insieme, qualsiasi cosa accada.
Sasuke baciò Hinata sulle labbra e lei si lasciò andare. Era un bacio passionale. Strinse le braccia intorno alle spalle di lui e si lasciò trasportare dalla passione. Quando Sasuke si bloccò, lei era a corto di fiato.
-Hinata non fare questa faccia o rischi che non mi fermi più.
-Mi piacciono i tuoi baci.
-Io adoro le tue labbra. Le toccherei a ogni ora del giorno.
 
Nel rifugio dei briganti
Madara aspettava Karin da ore e iniziava a perdere la pazienza.
-Sono qui.
-Ci hai messo troppo strega.
-Non è facile trovare la belladonna in questo regno. Cresce in poche zone.
-Prepara il veleno e mischialo a questo succo di mela. Poi trasformati nella cameriera dell’ala di Sasuke e portalo a quella ragazza. Dobbiamo controllare se è una strega.
-Morirà se è una strega bianca.
-Meglio. Mi sarò sbarazzato di un altro ostacolo.
-Sospetti veramente che quella mocciosa sia l’ultima strega bianca, impossibile. Ricordo bene che le hai eliminate tutte molti anni fa. Avrei sentito il potere di una mia nemica.
-Piantala di blaterare e mettiti a lavoro.
-Perché quella mocciosa ti spaventa?
-Vede nei ricordi dei fantasmi e sente le emozioni delle persone. Con un’occhiata ha capito la mia paura, è troppo pericolosa. Va eliminata. So che Kasumi è la cameriera dell’ala di Sasuke e si è spaventata quando a corte sono iniziate a girare delle strane voci su una strega. Tu andrai lì e le chiederai scusa al posto di Kasumi. Tutto questa sera. So che Sasuke va sempre dal re prima di ritirarsi nella sua stanza. Devi dare il succo alla ragazza prima che torni e non farti vedere da lui. Potrebbe smascherarti facilmente. Sarà tutta una recita per farle bere questo intruglio con qualche goccia di belladonna. Se è umana, avrà solo un po’ di mal di pancia. Se è una strega bianca, morirà molto lentamente. Neanche quel pivello potrà salvarla. A quel punto anche lui soffrirà e io avrò campo libero.
Karin ultimò il veleno e lo mischiò al suo succo di mele. Poi prese le sembianze di Kasumi e si avviò verso il castello. Madara si sedette sul suo trono e si strofinò le mani. Il suo piano era perfetto. Presto Karin gli avrebbe detto che Hinata era morta. Lui avrebbe riso fino al giorno seguente perché il suo nemico sarebbe stato distrutto. Vedere la ragazza morta gli avrebbe logorato l’anima.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Sera
Hinata era nella stanza del suo cavaliere e leggeva un libro di medicina seduta sul letto. Sasuke l’aveva coccolata per tutto il pomeriggio. Nonostante avesse tanti impegni, la riempiva di attenzioni. Aveva fatto sparire ogni incertezza, ogni timore causato dalle chiacchiere. Le aveva ribadito che non era spaventato dai suoi misteriosi poteri, si fidava di lei. Sorrise ripensando a quando le sussurrava quelle parole per tranquillizzarla. Lo amava tanto.
L’aveva lasciata sola per qualche minuto perché come ogni sera doveva andare dal re. Dovevano discutere degli impegni per il giorno seguente. Era un cavaliere in tutto e per tutto. Non trascurava i suoi doveri e si prendeva cura di lei. Era davvero fortunata ad averlo accanto.
Toc Toc
Hinata si riscosse da qui meravigliosi pensieri. Qualcuno aveva bussato alla porta, ma non aspettava nessuno.
La mora si alzò in piedi e andò ad aprire la porta.
-Buonasera signorina!
-Signora Kasumi cosa ci fa qui?
-Le ho portato qualcosa da bere.
-Entri. Sembrate turbata.
-In realtà, sono qui per chiedervi perdono. Ho sbagliato. Non dovevo avere paura di voi e non dovevo mentire. Siete sempre buona con me. Sono stata orribile. Vi ho portato un succo di mele fatto in casa per farmi perdonare. È una miscela segreta.
-Deve essere ottimo. Comunque non serve che ti scusi.
Hinata si avvicinò alla domestica e le strinse le mani. Questa volta Karin non si allontanò dalla ragazza.
-Mi perdonate?
-Sicuro. Mi mancava parlare con qualcuno la mattina. Ti fa ancora male la  schiena? Una signora mi ha detto che ti eri fatta male alzando un sacco di patate.
-Sto bene, grazie per il pensiero.
Karin sentì un calore indescrivibile arrivare dalla ragazza. Doveva staccarsi da lei o rischiava di bruciarsi. Quella ragazza possedeva troppa bontà, troppa gentilezza. Quei sentimenti buoni erano troppo per una strega nera.
-Bevete il succo di mela, si dice che faccia bene alla salute.
-Non lo sapevo. Grazie per averlo portato. È complicato prepararlo?
-No, è una ricetta semplice.
-Me la puoi dare?
Karin controllò la porta. Fra un momento all’altro, l’Uchiha sarebbe tornato. Doveva andare via.
-Venga da me in cucina quando è libera, le insegno a prepararlo.
-Non voglio disturbarti. Dimmi quello che ci vuole, scrivo la ricetta sul mio quaderno delle ricette. Ci sono tutti i dolci che ho imparato dalla nonna.
Il tempo stringeva e Karin doveva correre via senza insospettirla.
-Signorina le chiedo di nuovo scusa.
-Basta scuse Kasumi. È tutto passato, non ce l’ho con te.
Hinata abbracciò la domestica. Karin sentì ancora una volta qualcosa di potente provenire dalla ragazza. Era troppo luminosa per i suoi gusti. Altro che l’Uchiha, era lei quella pericolosa. Una strega nera a contatto con la luce della sua anima rischiava la combustione umana. Doveva scappare. Per fortuna, aveva attivato lo scudo o sarebbe svenuta a terra. Anche se si stava sgretolando. Quella mocciosa racchiudeva in sé un potere e neanche ne era consapevole. Come era possibile? Pensava che Madara avesse eliminato l’ultima strega bianca molti anni prima nel bosco vicino al castello. Chi era davvero quella ragazza? Forse aveva tempo per farle qualche domanda e scoprire qualcosa. Ma cosa le importava, a breve sarebbe morta. La curiosità era troppa.
-Signorina siete cresciuta con vostra nonna, vero?
-Sì, lei si è presa cura di me per tanti anni.
-Doveva essere una donna molto forte.
-Era una persona speciale, sempre gentile con tutti. Mi ha insegnato a preparare molti tipi di medicine per aiutare la gente.
-Pensavo curasse le persone con la magia.
-No, la nonna non aveva poteri.
Karin si morse il labbro inferiore. Aveva fatto un buco nell’acqua. Quella ragazza non aveva ereditato la magia dalla nonna.
Hinata notò quel gesto e le sembrò strano. Non aveva mai visto Kasumi fare quella cosa.
-Ora devo andare signorina. Ho molte cose da sbrigare in cucina. Devo lavare i piatti, preparare il pane per domani e portare dentro la legna.
-Vengo ad aiutarti.
-No, non potete. È proibito mischiarsi ai domestici, dovete seguire l’etichetta. Arrivederci signorina.
-A presto Kasumi!
Hinata si avvicinò al tavolino e si versò un bicchiere di succo di mele. Certo che aveva un odore strano e dolciastro.
 
Sasuke stava tornando nella sua stanza e vide Kasumi fuori la porta.
-Ti avevo detto di non presentarti qui di sera.
-Mi scusi, signore. Sono solo passata a scusarmi con la signorina. Ho capito di aver sbagliato- disse la domestica tenendo la testa abbassata.
Sasuke avvertì qualcosa di strano. Nelle vicinanze c’era qualcosa di oscuro. Kasumi gli passò di fianco e il moro la osservò bene. Non sembrava lei.
Il cavaliere fece uno scatto veloce e si precipitò nella sua camera. Entrò dentro e vide Hinata con un bicchiere in mano. Stava per bere, ma lui le fece rovesciare il succo a terra.
-Sasuke cosa succede?
Il moro adorò la bevanda rimasta nella brocca e capì tutto.
-Non devi bere questa roba, c’è la belladonna dentro.
-Cosa? Nessuno conosce la mia storia.
-Quella non era Kasumi. Era la strega nera di Madara. Quel pazzo deve aver capito che possiedi qualche potere.
-L’hai fermata?
-No, sono corso da te.
-Dovevi prenderla.
-Prima di tutto vieni tu. L’ho ripetuto anche alla riunione con i cavalieri. La tua salvezza per me ha la priorità.
-Devo cavarmela anche da sola. Non ho percepito alcun pericolo e ho messo anche gli altri in pericolo.
-Non è colpa tua. Neanche io mi ero accorto che era una strega. Poi ho sentito qualcosa di malvagio e sono corso qui. Madara deve aver ordinato a Karin di avvelenarti. Voleva accertarsi se sei davvero una strega. Non gli sarebbe dispiaciuto vederti morire. Questa me la paga.
Sasuke andò subito a parlare con il re e misero in guardia gli altri cavalieri. La strega si era infiltrata facilmente nel castello. Dovevano migliorare le difese.
 
Nel rifugio dei briganti
Madara attendeva con ansia il ritorno di Karin. La vide entrare nel covo, ma non aveva la faccia che si aspettava.
-Cosa è andato storto?
-Quel cavaliere è tornato troppo presto e mi ha riconosciuta. La ragazza ha quasi bevuto il succo, ma l’ha fermata. Non so altro, sono dovuta scappare. Quella mocciosa mi ha indebolita e anche il mio scudo si è sgretolato. Nasconde molto potere. Avevi ragione è una disgustosa strega bianca. Ha una luce dentro che fa rivoltare il mio stomaco.
-Quella maledetta che ho ucciso nel bosco aveva già partorito. La mocciosa al castello è la figlia della potente strega bianca, è un pericolo per noi. Credevo di averle eliminate tutte e eccone una che compare dal nulla. In più, sta dalla parte del grande cavaliere Uchiha.
-Quei due sono fidanzati. Mentre camminavo per il castello, i nobili spettegolavano su di loro.
-Me ne sono accorto giorni fa. Quel cavaliere non si è mai affezionato a nessuna ragazza e ora ha trovato la persona più cara. Troverò un modo per strapparla da lui. Quella ragazza deve morire o il nostro piano non andrà a buon fine.
-Come possiamo ucciderla? È sempre con il cavaliere e sempre dentro il castello.
-Kabuto ha detto che è l’assistente della dottoressa. Se ci fosse un grande attacco fuori città, la dottoressa dovrebbe correre a curare i feriti. Non può farcela da sola se i feriti sono tanti. Sono sicuro che la porterebbe con sé. Chiama i miei uomini, ho intenzione di mandarli in città per un attacco in grande stile. I miei uomini amano il fuoco, il sangue e gli oggetti preziosi. Non vedo l’ora di vedere il tuo volto sofferente piccolo Uchiha.
Madara spiegò il suo piano ai suoi riganti.
-Attaccherete la periferia nord del villaggio perché è la più lontana dal castello. Dopo aver ucciso qualche abitante e preso qualcosa che vi piace, vi nasconderete bene e attenderete l’arrivo della dottoressa. Arriverà con la sua assistente e qualche guardia di scorta. Ci saranno almeno quattro cavalieri con loro, quindi cautela. Aspetterete che la dottoressa si allontani dall’assistente. Dovete accertarvi che la ragazzina resti sola, poi lancerete in aria questo segnale luminoso. È un trucco della nostra strega. Mi occuperò personalmente della mocciosa. Dopo avermi avvertito, tornate al rifugio. Non dovete farvi vedere dopo il segnale. Io me la caverò da solo.
-Sarà pieno di gente dopo l’attacco, è pericoloso per voi uscire allo scoperto.
-Non vi preoccupate, so cosa faccio. Ora preparatevi. Domani mattina si attacca.
 
Era notte fonda e Hinata si era stesa sul letto per addormentarsi. Sasuke era ancora con il re e gli altri cavalieri. Non era tornato neanche per mangiare. Dovevano, di certo, discutere sugli ultimi eventi.
La fanciulla provò a chiudere gli occhi, era molto stanca. Appena chiuse gli occhi un forte mal di testa la costrinse a mettersi seduta. Sentiva uno voce che sussurrava qualcosa, ma non era chiaro. Si alzò per bere un bicchiere d’acqua, ma fece solo qualche passo. Si accasciò a terra tenendosi la testa con le mani, il dolore era sempre più forte. Continuava a sentire qualcosa, era una voce orribile che le martellava il cervello. Poi vide anche un’ombra nera con tanti uomini intorno. Avevano tutti delle armi e gridavano entusiasti. Quella sembrava una visione. Sentì l’ombra dire qualcosa e questa volta capì la frase. Era una minaccia.
Sasuke entrò nella sua stanza e vide Hinata a terra. Aveva gli occhi chiusi e si teneva la testa con le mani.
Prese la ragazza in braccio e l’adagiò sul letto. Le passò un bicchiere d’acqua e la fece bere. Sembrò riprendersi.
-Hinata stai male?
-No, è tutto passato.
-Cosa è successo? Non ti ho mai vista in quello stato. Vuoi che ti porti dalla dottoressa?
-Non serve, sto bene. Credo di aver avuto una visione. C’erano tanti uomini armati che gridavano felici. Non erano guardie o cavalieri, sulle loro vesti c’erano molti strappi e toppe. Quindi non erano neanche nobili. Fra loro c’era un’ombra che gridava qualcosa. All’inizio non ho capito cosa diceva. Poi ho sentito che si rivolgeva a una donna con un cappuccio e le diceva che non vedeva l’ora di vedere la disperazione sul volto del piccolo Uchiha. Quello che ho visto era Madara e la minaccia era rivolta a te. Non mi piace questa storia.
-Hinata credo che i tuoi poteri inizino a manifestarsi. Come tua madre, anche tu hai delle visioni sul futuro.
-Dunque la minaccia era vera. Per favore, stai attento.
-Hinata non mi succederà niente. Non farà nulla neanche a te. Se hai visto quelle immagini, significa che Madara ha un piano. Dobbiamo stare attenti. Il re ha messo in guardia tutti i soldati del castello e tutti i cavalieri. Ha anche inviato delle guardie in città. A turno, pattuglieranno ogni zona nelle vicinanze.
-Sono preoccupata. Non ho capito cosa vuole fare. Solo la frase era chiara.
-Vuole colpire qualcuno a cui tengo. Se mi teme, vorrà togliermi di mezzo facendomi cadere nella disperazione più totale.
-Non lo permetterò. Devo cercare di vedere altro. Dobbiamo fermare quel pazzo, non voglio che faccia del male ai tuoi parenti.
Sasuke strinse forte Hinata e la baciò sulle labbra.
-Vuoi proteggere me, mio fratello e i miei genitori. Sei dolcissima. Però io credo che quel despota punti a te. Avrà intuito che tengo molto a te quando ci siamo incontrati nel sogno. Karin gli avrà detto delle voci al castello. Visto che l’attentato con il veleno è fallito, avranno elaborato un altro piano.
-Cosa possiamo fare?
-Non sforzarti. Ho letto che le visioni non vengono a comando. E poi stai troppo male e non mi piace.
-Voglio essere di aiuto.
-Lo so. Per ora riposa, domani penseremo a qualcosa con gli altri.
-Pensi che gli altri mi accetteranno quando sapranno chi sono veramente?
-Ci sono tante brave persone qui, non sono tutti bigotti.
 
Il mattino seguente
Le guardie diedero l’allarme all’alba. Sasuke e Hinata si svegliarono e si vestirono in fretta. Si precipitarono nella sala del trono e trovarono tutti lì.
-Alcuni abitanti ci hanno avvisato che dei briganti hanno attaccato la parte nord della città. Ci sono cinque case in fiamme e almeno dieci feriti. Le guardie di pattuglia hanno anche trovato tre persone senza vita. Dottoressa si prepari per andare a soccorrere i feriti. Andrete insieme ai cavalieri e a qualche guardia. Dagli ultimi aggiornamenti, i briganti si sono ritirati dopo venti minuti- disse il re.
-Hinata preparati, verrai con me. Ho bisogno di aiuto.
-Maestà andrò anche io con loro.
-Accordato Sasuke. Insieme a voi verranno anche Neji, Shikamaru, Choji e Shino. Kiba e gli altri cavalieri resteranno a sorvegliare il castello. Naruto resti qui con me e Itachi. Dobbiamo preparare le difese. Madara è diventato audace e si spinge sempre più vicino al castello. Kurenai avrò bisogno anche di te.
-Come volete maestà.
 
Sasuke caricò i medicinali e le bende su un carro e ordinò ai cavalieri di andare avanti. Dovevano accertarsi che non ci fossero briganti nascosti da qualche parte. Poi fece salire Hinata sul suo cavallo e partirono insieme verso il nord della città. Alcune guardie e la dottoressa li seguivano.
-Hinata non allontanarti da me.
-Dovrò occuparmi dei feriti. La dottoressa non può fare tutto da sola. Lei si occuperà delle ferite più gravi, io dovrò aiutare gli altri. Non posso stare senza far niente.
-Ti starò vicino a ogni passo.
-Pensi che la mia visione si riferisse a questo attacco?
-Ne ho parlato con il re prima di uscire e ha confermato i miei timori. Le tue visioni si riferiscono a fatti che si realizzeranno a breve. Mi ha spiegato che le streghe bianche non possono vedere in un futuro troppo lontano. Non c’è mai riuscita nessuna strega da quello che ha letto. Solo le veggenti e i figli delle maghe, come Mirai, hanno quei poteri.
-Quindi io ho visto Madara che dava l’ordine di attaccare la parte nord della città.
-Lo hai anche sentito dire che vuole vedermi soffrire. Agirà oggi e lo farà di persona.
Hinata era seduta davanti a Sasuke e sentiva le sue braccia che le stringevano forte la vita. Il cavaliere era preoccupato, aveva uno sguardo inquieto.
-Starò attenta, non voglio vederti triste.
-Sei la ragazza più dolce che io conosca. Ti proteggerò da qualsiasi pericolo.
 
Arrivati nella parte nord della città, videro l’orrore. C’erano persone accasciate a terra lungo la strada e case in fiamme. La dottoressa diede una sacca a Hinata e le chiese di occuparsi dei feriti meno gravi. L’avrebbe chiamata se le serviva aiuto. Sasuke disse a Shikamaru e Choji di non allontanarsi mai dalla dottoressa e di stare all’erta. Lui sarebbe restato al fianco di Hinata. Intanto, Neji, Shino e le guardie pattugliavano la zona.
Hinata vide dei bambini seduti vicino a una casa in fiamme e li fece allontanare. Erano pieni di graffi. Li fece mettere in un luogo abbastanza pulito e gli disinfettò i graffi.
-Dove sono i vostri genitori?
-Sono laggiù. Aiutano i nonni, sono troppo anziani per muoversi da soli.
-Non vi muovete da qui e non vi grattate i graffi.
Sasuke seguiva Hinata a ogni passo e vedeva con quanta dedizione si occupava di quelle persone. Era una ragazza straordinaria. Tsunade aveva ragione, era portata per quel lavoro. Non trascurava niente e sapeva come trattare ogni paziente.
La vide allontanarsi verso un cumulo di macerie e le corse dietro.
-Sasuke aiutami ad alzare queste pietre, ho sentito una voce.
Il cavaliere spostò i massi più grandi e Hinata quelli più piccoli.
-Aiuto.
-Siamo qui signora.
Hinata aiutò la donna ad alzarsi e con l’aiutò di Sasuke la portò dalla dottoressa.
-L’abbiamo trovata sotto dei massi. Fa fatica a respirare.
-Me ne occupo io. Controllate che non ci siano altre persone intrappolate. Neji e Shino hanno trovato quattro morti in quelle case laggiù.
Hinata iniziò a girarsi intorno per cercare di sentire qualcosa. Doveva stare attenta, potevano esserci delle persone sotto quelle case crollate al suolo.
 
Alla periferia del bosco, i briganti osservavano la ragazza. Videro che era sola davanti a una casa in pezzi e diedero il segnale. Madara si precipitò al villaggio e si coprì la testa con il cappuccio del mantello. Poi iniziò a cercare la sua preda. Pregustava il momento in cui avrebbe affondato il pugnale nella carne dell’ultima strega bianca. La vide cercare superstiti vicino a una casa e le si avvicinò lentamente.
-Che peccato che una così giovane e carina ragazza debba morire.
Hinata si girò di scatto e vide l’uomo. Madara si era tolto il cappuccio. Non gli importava se lo riconosceva, stava per andare nel regno dei morti.
La fanciulla vide l’uomo dei suoi incubi in carne ossa. Quella era la realtà. Doveva fuggire, era un uomo pericoloso.
-Leggo nei tuoi occhi che hai paura. Visto che nei dintorni non c’è nessuno, posso pregustarmi il momento. Prima di farti raggiungere l’aldilà, voglio dirti come ho goduto quando ho ucciso tua madre.
Hinata si sentì le forze venire meno a quelle parole. Era stato veramente lui a uccidere la donna che le aveva donato la vita. Lui l’aveva privata della sua mamma. Le aveva impedito di conoscerla. Era un uomo crudele.
-Non riesci a muoverti, poverina. Tua madre era troppo potente per restare in vita. Pensavo sarebbe stato più difficile ucciderla, ma la tua mamma era troppo debole per restare in questo mondo. Aveva appena partorito e è andata ad aiutare il giovane re Minato. Patetico. Lo conosceva appena e lo ha voluto salvare a costo della vita. I sentimenti portano solo problemi.
-Ti sbagli. I sentimenti portano cose belle nella vita.
-Sei uguale a tua madre, piena di speranze per il futuro. Quando ha incontrato tuo padre e si è messa con lui, ha commesso lo sbaglio più grande. Comunque, devo rivelarti che è colpa tua se la tua cara mamma è morta.
Hinata indietreggiò poiché Madara le si avvicinava. Affermava che lei era la causa della morte di sua madre. Non poteva essere vero.
-Provi a convincerti che non hai colpe. Se tua madre non fosse stata troppo debole, usare i poterei non sarebbe stato un problema.
La ragazza era scioccata da quelle parole. Non aveva pensato a quella cosa. Le lacrime uscirono da sole. Non voleva piangere davanti a quel despota, voleva dire farsi vedere debole e fragile. Non riusciva a smettere.
Madara si avvicinava sempre di più. Stava per afferrarla, ma qualcuno lo colpì con un pugno. Madara finì a terra a causa del colpo.
-Tu non dovresti essere qui.
-Non ti azzardare mai più a dire che è colpa sua- disse Sasuke pieno di rabbia.
In quel momento il cavaliere aveva solo voglia di spaccare la faccia di Madara.
-Questa ragazzina ti sconvolge tanto. Se morisse, non ti avrei più fra i piedi.
-Non ti azzardare ad avvicinarti a lei.
-Stai con lei nonostante sia una strega. Cosa farai quando tutti sapranno che è un mostro pieno di magia?
Madara si mise in piedi e Sasuke lo colpì con un altro pugno. Non riusciva a prevedere le mosse del cavaliere, non era normale. Lui poteva prevedere qualsiasi attacco, leggeva la mente di ogni persona. Ma in quella del cavaliere non c’era niente. Riusciva a bloccare le sue capacità.
-Lei è una ragazza fantastica. Qui l’unico mostro sei tu.
-Può darsi. Ma ora lei è in preda alla disperazione. Guardala, non riesce neanche a muoversi. Mi sbagliavo, non posso avere paura di lei. Non è minimamente all’altezza della grande strega bianca. È solo una ragazzina sola.
-Lei non sarà mai sola. Tu non puoi giudicarla, non ne hai alcun diritto.
Madara capì che era ora di battere in ritirata. Sentiva la rabbia del cavaliere aumentare e un brivido percorse la sua schiena. La situazione si faceva pericolosa. Lanciò una sfera esplosiva e sparì nel nulla.
Sasuke si avvicinò a Hinata. L’incontro con Madara l’aveva sconvolta.
-Hinata non devi ascoltare le sue parole.
-Lo so, ma è difficile.
-Non hai alcuna colpa della morte di tua madre. È stato lui a escogitare la trappola contro i sovrani. Tu eri solo una neonata.
-So anche questo, ma fa male. Lei sarebbe viva se io non l’avessi indebolita.
-Basta Hinata. Tua madre non vorrebbe sentirti parlare in questo modo.
Sasuke fu duro con la fanciulla. Era l’unico modo per farle capire che non doveva sprofondare nella disperazione. Madara voleva solo confonderla.
Hinata fece dei respiri profondi e si asciugò le lacrime.
-Hai ragione, devo continuare a combattere. Non devo ascoltare le cattiverie. Grazie, senza di te non avrei reagito.
-Sei forte, devi solo crederci di più.
Hinata fece uno slancio verso il cavaliere e poggiò le sue labbra su quelle di lui.
-Ne avrai tanti altri questa sera.
-Devo parlarti più spesso con il mio tono duro e tenebroso.
Continuarono ad aiutare la gente per tutta la mattina. Hinata dovette anche aiutare la dottoressa in due operazioni. Mentre Sasuke e gli altri cavalieri riuscirono a catturare sei briganti. Purtroppo non dicevano una parola del loro capo.
 
Verso sera tornarono tutti al castello con i prigionieri. Lì furono interrogati anche dal re, ma non spiccicavano una sillaba. Kurenai tentò di leggere nelle loro menti, ma Karin aveva eliminato ogni ricordo.
-Questi uomini non sanno neanche da dove vengono. Quella strega gli ha cancellato ogni memoria prima dell’attacco in città.
-Madara usa i suoi uomini in modo spietato. Non si ferma davanti a niente- disse Itachi.
-Questi uomini non sanno neppure di essere stati usati- disse Kurenai.
Il re ordinò alle guardie di metterli in cella.
-Cosa hai scoperto Sasuke?
-L’attacco in città era un piano contro di me. Madara voleva uccidere Hinata per farmi soffrire.
La regina e Kurenai si portarono le mani al viso. Erano terrificate. Si era spinto fino a quel punto perché aveva paura di Sasuke.
-Quel folle si è fatto anche vedere da Hinata. Stava per colpirla con un pugnale. Non si fermerà a questo attacco. Escogiterà nuovi piano per arrivare qui. Quella di oggi era solo la prima battaglia.
-Grazie per le informazioni Sasuke. Itachi siamo pronti con i piani di fuga e le difese.
-Tutto sistemato maestà.
I cavalieri ebbero una lunga conversazione con il re Itachi e la maga. Intanto, Hinata e Tsunade accudivano i feriti più gravi nell’infermeria del castello.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Infermeria del castello
Hinata si stava occupando di un bambino, mentre la dottoressa cercava di aiutare sua madre. Aveva una ferita grave a un braccio e aveva perso molto sangue.
-Hinata come va con il bambino?
-Tutto bene. Ha una lieve ferita al ginocchio e l’ho fasciata. Non ha sbattuto la testa e non ci sono ferite sul resto del corpo.
-Voglio la mamma.
-Ora la dottoressa la guarisce e puoi riabbracciarla.
-Grazie- disse il bambino sorridendo alla mora.
-Sei un angelo piccolino.
-Grazie per l’aiuto dottoressa Tsunade.
-Questo è il mio lavoro.
-Noi non vi abbiamo mai tratto molto bene. Perché ci aiutate?
-Mi fa piacere dare una mano. Le chiacchiere su di me non sono colpa vostra, non ci pensate.
-Quella ragazza è un tesoro. L’ho vista aiutare delle persone al villaggio senza lamentarsi. Dobbiamo tanto a tutte e due.
-I ringraziamenti sono sufficienti. Lo stesso vale per Hinata, lei non accetterebbe mai dei doni da quelli che ha aiutato. Fa questo lavoro perché le piace.
-Non l’avevo mai vista da queste parti?
-Lei non viveva qui.
-Mi ricorda qualcuno. Una donna che ho incontrato molti anni fa giù in città. Ero solo una bambina all’epoca ma ricordo bene il suo volto. Questa ragazza ha dei lineamenti simili e gli stessi capelli.
-Non so dirvi, non ho mai conosciuto qualcuno della sua famiglia. Ormai Hinata è sola.
La dottoressa non disse alla donna che aveva incontrato la madre di Hinata. Nessuno doveva sapere che era la figlia della grande strega bianca. La gente in città chiacchierava troppo.
Tsunade era impegnata con le ferite più gravi e Hinata accudiva il resto dei feriti. Disinfettava ogni ferita con cura, cambiava le loro bende e cercava di calmare i bambini che piangevano. Avevano avuto paura quella mattina. Vedere i briganti che uccidevano tanta gente, per loro doveva essere stato scioccante. Erano le due di notte e Hinata non si era fermata un attimo quel giorno. Era stata seduta solo durante il tragitto di ritorno al castello. Tsunade la osservò e vide che si massaggiava le gambe. Doveva essere esausta, eppure non diceva niente.
Sasuke entrò nell’infermeria e andò direttamente dalla sua fidanzata. La dottoressa sorrise vedendolo lì. Sicuramente era preoccupato per lei.
-Hinata.
Quella voce arrivava alle orecchie della mora come un vento dolce e piacevole. Non lo vedeva da ore e le era mancato. A volte, doveva sembrare una sciocca.
La ragazza si voltò e vide il suo cavaliere. Neanche lui si era fermato un attimo quel giorno. Portava ancora la stessa casacca di quella mattina e era macchiata di sangue. Aveva aiutato anche lui a trasportare i feriti più gravi al castello. Non aveva avuto neppure il tempo di cambiarsi poiché era stata indetta una riunione urgente nella sala del trono. Itachi e il re avevano discusso per ore con i cavalieri. Avevano rivisto tutto il piano di difesa e ancora c’erano dei punti deboli. Il re aveva deciso di dividere in squadre i cavalieri nel caso il nemico avesse attaccato. Sasuke era stato escluso, Itachi aveva preferito lasciarlo libero di muoversi. Sapeva anche che non sarebbe rimasto fermo in formazione visto che ora teneva a qualcuno più della sua stessa vita.
-Sasuke non eri dal re?
-Abbiamo finito di discutere.
Sasuke le poggiò una mano sul viso e le accarezzò dolcemente la guancia.
-Sei stanca?
-No, ho ancora tante cose da fare. Non posso permettermi di stancarmi. Sto anche preparando altre medicine secondo le ricette della dottoressa. Fino ad ora, ho solo quattro boccette. I tempi di preparazione sono lunghi.
La dottoressa si avvicinò ai due e gli spinse verso la porta di uscita.
-Portala nella sua stanza e falla riposare. Non pensare a cose strane per la notte, deve dormire. Oggi ha fatto molto.
-Hai sentito la vecchia, è ora del pisolino.
-No, devo ancora imbottigliare le medicine nuove.
-Vai cara, qui penserò a tutto io. Ho finito con i casi gravi. Tutta la situazione è sotto controllo. Ti aspetto per domani mattina. O meglio per questa mattina sul tardi.
Hinata non voleva muoversi dall’infermeria. Sasuke se la caricò sulla spalla e si incamminò verso la sua stanza. La ragazza scalciava e tirava pugni alla sua schiena per farsi mettere giù e tornare indietro. Era tutto inutile, era troppo testardo.
Entrati nella stanza, la portò direttamente nella stanza da bagno. Riempì un catino e immerse le mani di lei nell’acqua.
-Quanta gente hai aiutato oggi? Hai fatto tanto.
-Non mi sembra abbastanza.
-Le tue mani sono indolenzite e macchiate di sangue. Non ti sei fermata un minuto per accudire ogni singola persona. Hai spostato macerie giù in città e hai sforzato la schiena. È ora che riposi.
-Non riesco a ricordare neanche quante volte ho lavato le mani passando da ferito a ferito. Questo è il sangue di un bambino. Questa sera la ferita sulla gamba si è riaperta e ho dovuto applicargli un unguento più forte. Piangeva tantissimo.
Sasuke afferrò la saponetta profumata e la strofinò sulle mani della ragazza.
-Li hai aiutati a stare meglio. Non puoi sentirti in colpa perché riposi qualche ora.
Il moro le asciugò le mani e la lasciò sola nella stanza da bagno. Scaldò l’acqua e le riempì la vasca.
-Fai un bagno, io aspetto il mio turno.
-Puoi andare per primo.
-Sono un cavaliere, prima le donne- disse poggiandole le labbra sulla sua bocca.
Hinata si tolse il vestito macchiato e lo mise fra la biancheria sporca. Sarebbe stato difficile togliere le macchie di sangue. Si immerse nella vasca e si rilassò per qualche minuto. Si lavò bene anche i capelli. Sentiva ancora l’odore del fumo dentro le narici. Sentiva il pianto dei bambini. Era stato un giorno orribile.
Uscì dalla vasca e indossò la biancheria e la camicia da notte. Svuotò la vasca e la ripulì con una spugna. Poi mise a scaldare l’acqua sul fuoco. Stava per sollevare il secchio, ma Sasuke lo strappò dalle sue mani.
-Basta lavorare.
Sasuke si chiuse in bagno per quindici minuti e si ripulì l’intero corpo. Intanto, Hinata si asciugava i capelli con un asciugamano. Erano tornati lucidi e profumati. Era stata tutto il giorno fra cenere e polvere, le era servito il bagno caldo.
Sasuke la raggiunse dopo aver indossato un pantalone.
-Piccola cosa ti preoccupa?
-La dottoressa mi ha fatto riflettere su una cosa. Se sono una strega bianca, ho anche il potere di guarire delle ferite.
-Non puoi usare quel potere. È un dono che poche streghe bianche ereditano dalle antenate. Nella storia, si racconta che cinque streghe possedessero questo potere.
-Mia madre?
-No, lei non poteva. Il re gli fece questa domanda e lei rispose che era un potere raro. Nella sua famiglia nessuna strega aveva quel dono.
-Quindi è impossibile che io lo possieda.
-Non potresti usarlo. Come il parto, quel potere sfinisce le streghe. Dovresti stare a riposo per almeno una settimana per riprenderti. Ho letto moltissimi libri e conosco ogni punto debole di streghe bianche, streghe nere e creature magiche. L’allenamento da cavaliere mi ha aiutato a conoscere nuovi mondi.
-Allora puoi aiutarmi a scoprire i miei punti di forza e di debolezza.
-Non devi sforzarti.
-Voglio essere utile. Stare ferma a guardare voi che combattete è logorante. Io voglio proteggere le persone del castello. E soprattutto, voglio essere in grado di proteggere te.
A Sasuke scappò una risata. Quanto poteva essere buffa e dolce quella ragazza.
-Ho detto qualcosa di strano?
-Sì, nessuno ha mai usato parole simili. Vuoi proteggere un cavaliere di sua maestà.
Sasuke la strinse fra le sue braccia e la baciò con passione. Lei rimase senza fiato. Quel contatto era una vera medicina. In un istante, tutte le energie erano tornate. Poteva anche riprendere a lavorare subito dopo quella dose di amore.
 
Metà mattina
Hinata e Sasuke erano in piedi e si stavano preparando per tornare ai loro doveri.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta. Sasuke aprì la porta e si trovò davanti Sakura e Ino, che entrarono nella stanza come furie.
-Allora è qui. Come sospettavamo ti ha già fatto l’incantesimo. Ci sembrava strano che all’improvviso ti fossi affezionato a una campagnola. Sappiamo tutto strega, sparisci da questo castello- disse Sakura.
-Signore uscite dalla mia stanza.
-Non ce ne andiamo finché non sei rinsavito. Quella strega ti ha fatto una magia per farti innamorare di lei.
-Io non sono sotto incantesimo. Avete scordato che quel tipo di incantesimi non funziona sui cavalieri. Credo che non abbiate pensato prima di venire qui a insultarla.
-Le streghe sono subdole e malvagie, sanno come superare le protezioni dei cavalieri.
Seduta davanti lo specchio, Hinata sentiva ogni parola di odio delle contesse.
-Sarai costretta a lasciare il castello dopo che i nostri genitori avranno parlato con il re. I nobili si sono riuniti e hanno votato per il tuo esilio.
Le due donne uscirono dalla stanza e Sasuke sbatté la porta. Era stanca dei capricci dei nobili.
-Cosa succederà ora?
-Niente, il re non ti allontanerà dal castello. Sappiamo tutti che non sei cattiva come credono gli altri. Sei la figlia di una strega bianca, non c’è odio o malvagità in te.
Sasuke, in realtà, era preoccupato. Se il consiglio dei nobili votava per l’esilio, il re li doveva dargli udienza. Avrebbe ascoltato le loro lamentele. Se costretto, avrebbe dovuto mandare via Hinata. Non lo avrebbe accettato. Era successo anche anni prima. La madre della fidanzata era stata allontanata perché qualcuno aveva fatto la spia ai nobili. Qualcuno svelava ai nobili ogni segreto.
Kurenai, la contessa Uchiha, Tsunade e Kushina entrarono nella stanza di Sasuke e si avvicinarono a Hinata.
-Avete già saputo?
-Sì, madre. Quelle due arpie non vedevano l’ora di dirci la novità.
-Minato sta parlando con i nobili e cerca di risolvere la situazione- disse la regina.
-Madara si è intrufolato nei sogni di Ino e Sakura e li ha manipolati. Il re ha voluto sapere come sapevano di Hinata e quelle due gli hanno risposto che hanno visto Hinata usare la magia sui feriti ieri. Ho letto nella loro mente e ho visto quello che hanno sognato. Madara le ha convinte che tolta di mezzo Hinata, Sasuke sarebbe caduto fra le braccia di Sakura. Ha riferito a quelle due che Hinata è una strega potente e pericolosa per gli altri.
-Questo è falso. Quel pazzo non sa perdere e si vendica su Hinata.
Sasuke era furioso. Per colpa di quel despota, lei doveva soffrire ancora una volta.
-Tranquilla, qui sarai sempre la benvenuta.
-Grazie maestà.
-Mi mancherebbe la mia assistente se ti esiliassero. Non posso accettarlo.
-Mi farà piangere dottoressa.
-Io non potrei più vedere mio figlio se tu fossi allontanata. Ti seguirebbe ovunque pur di non lasciarti.
-Non lo accetterei. Il suo posto è qui con la sua famiglia e i suoi amici.
Sasuke la guardò e capì che era seria. Non gli avrebbe permesso di seguirla, voleva solo il suo benessere e la sua felicità. Era un cavaliere, non un esiliato.
 
Dopo due ore, Neji e Shikamaru bussarono alla porta della stanza dell’amico.
-Avanti.
-Hanno deciso. Il re vi vuole tutti nella sala del trono. Hinata deve restare qui.
Sasuke baciò Hinata e le disse di aspettarlo lì.
Raggiunsero tutti la sala del trono e videro i nobili intorno al re. Erano ansiosi di sentire la decisione del re.
Kushina si sedette al fianco del marito e tentò di capire cosa aveva in mente. La sua espressione era indecifrabile.
-Come sta?
-Minato dovevi vedere il suo viso. Sapere che potrebbe allontanarsi da Sasuke, le spezza il cuore. Non lo vedrebbe mai più. Qualsiasi cosa deciderai, non sentirti in colpa come in passato. Sei il re, a volte sei costretto a prendere decisioni contro il tuo volere. Prima di tutto il bene del popolo. Se andare contro i nobili, significa scatenare rivolte, sai cosa fare.
-Gli Haruno e gli Yamanaka hanno provato a minacciarmi. Vedere i cavalieri compatti al mio fianco ha frenato le loro lingue velenose. È tempo di dire a tutti la mia decisione.
-Ho dato ordine ai domestici di ripulire l’antica torre magica. Si dice che quella torre abbia il potere di rivelare il vero io delle creature magiche, incluse le streghe. L’ultima volta che hanno usato la torre risale a duecento anni fa. Allora, il re ha scoperto la vera natura del suo consigliere che era uno stregone oscuro. Hinata starà nella torre per una settimana. Questo è il tempo che ci vuole per scoprire la vera natura di una strega. Se volete sapere come faccio a saperlo, basta consultare i volumi su quel tavolo. Fra quelli c’è anche il diario del vecchio re. Racconta tutto della torre magica. Avete obiezioni?
I nobili non proferirono parola. Il re era stato convincente e non ammetteva repliche dal suo sguardo severo.
-Nessuno entrerà nella torre per una settimana. La ragazza deve rimanere sempre sola. Avrà tutto il necessario per stare bene per sette giorni.
Sasuke uscì dalla sala del trono e andò dalla ragazza. Quando entrò nella stanza la vide preparare una borsa con dei vestiti.
-La domestica mi ha detto di preparare dei vestiti per sette giorni. Cosa succede?
-Dovrai stare chiusa in una torre per una settimana. Sarai sola e isolata da tutto e da tutti. La torre magia ha il potere di scoprire la verità sulle persone. Le pareti esterne e interne della torre diventano nere se in te c’è traccia di cattiveria. Non è il tuo caso.
-Sono pronta ad affrontare qualsiasi prova pur di restare al tuo fianco.
Sasuke strinse forte Hinata e la baciò sulle labbra. Voleva stringere ancora qualche minuto prima di lasciarla andare alla torre. Sarebbero stati lontani una settimana, era troppo per entrambi.
-Non posso venire a trovarti.
-Starò bene.
-Nessuno sa cosa succede nella torre. Se stai male, devi urlare.
-Andrà tutto bene. Affronterò ogni prova perché voglio restare con te. Non ho intenzione di cedere il mio posto accanto a te a nessuna.
Due cavalieri si fermarono davanti la porta e chiesero a Hinata di seguirli. La ragazza fu rinchiusa nella torre e la chiave del lucchetto della porta fu consegnata al re. Nessuno poteva entrare lì. Una volta chiusa la porta, si apriva solo dopo una settimana.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Torre magica del castello
Appena le guardie chiusero il lucchetto della porta, Hinata capì che quella era la realtà. Fino all’ultimo secondo aveva sperato che fosse soltanto un brutto sogno. Il rumore del lucchetto l’aveva come risvegliata. Quello che avevano fatto i nobili era vero. Volevano che il re la esiliasse dal castello, ma lui aveva cercato di fare qualcosa per porre rimedio. Non voleva assolutamente ripetere lo sbaglio che aveva fatto con la madre della ragazza.
Hinata osservò bene il luogo dove avrebbe dovuto stare per una settimana. C’era un letto grande, un comodino, una libreria piena di romanzi, libri di magia e sulla medicina e un grande armadio. In un angolino c’era un caminetto piccino già acceso e al lato una catasta di pezzi di legna di tutte le dimensioni. In un altro angolo c’era una piccola credenza con ogni tipo di alimento. Il re aveva pensato a tutto. Non le sarebbe mancato niente. C’era anche una vasca abbastanza grande e delle botti di acqua.
Si guardò in giro per vedere se c’era un’apertura per guardare fuori e vide una piccola finestrella con le sbarre sulla parete di fronte al letto. Salì su una sedia e guardò dove affacciava l’apertura. Dava sul cortile dove si allenavano i cavalieri. Forse poteva scorgere Sasuke qualche volta.
-Ragazza chi sei?
-Mi chiamo Hinata.
-Ora ti riconosco, sei la figlia del grande drago e dell’ultima strega bianca. In te, scorgo una grande luce magica.
-Chi sei?
-Sono lo spirito della torre. Sono colui che deciderà il tuo destino. Sono un essere potente che può vedere nel tuo cuore, non puoi nasconderti da me.
-Non è mia intenzione. Affronterò ogni prova a cui mi sottoporrete signor spirito.
-Vedremo se sarai all’altezza.
Lo spirito smise di parlare e Hinata si sedette sul letto. Si preannunciava una settimana difficile.
 
Sasuke era in biblioteca e cercava notizie sulla torre magica. Nei volumi che aveva trovato, non si accennava minimamente alle prove da affrontare. Si parlava solo delle creature che erano state bandite a causa della settimana di prova. Poche persone superavano la terribile settimana nella torre magica. Lesse anche di streghe che erano morte al suo interno. Gettò i volumi a terra con rabbia e spaccò un tavolo in due pezzi. Quei nobili bastardi non facevano che lamentarsi e imporre le loro decisioni. Li detestava dal primo all’ultimo.
-Sfoga la tua rabbia in allenamento figliolo.
-Cosa ci fate qui padre?
-Sono venuto a prendere dei libri che mi servono per alcune ricerche.
-Cosa sapete della torre magica?
-Nulla, oltre a quello che è scritto in quei volumi e in quei diari. Nessuno ha mai scoperto cosa passano le persone in quel posto. Si dice che sia una prova durissima per chi possiede al suo interno traccia di magia. Non è da te preoccuparti per qualcuno. Tua madre ha visto giusto, ti sei innamorato. Non finirò mai di stupirmi, riesce a capirvi nonostante siate due Uchiha freddi e impassibili. Non sospettavo che quella fanciulla ti sconvolgesse tanto.
-Volete dirmi che disapprovate?
-Non è mia intenzione. Tua madre non mi parlerebbe per anni, se ti allontanassi da quella ragazza. Lei la trova adorabile e sincera. Tua madre non ha mai parlato in questo modo delle ragazze che frequentavi in passato. Mi fido del suo giudizio e del tuo.
Sasuke guardò il padre e non vide segni di esitazione. Mai suo padre gli aveva detto di fidarsi di lui. Era un vero evento.
-Il re, la regina, tua madre, Kurenai e Tsunade poco fa prendevano il tè e i biscotti. Chiacchieravano degli ultimi avvenimenti e dell’imminente battaglia con Madara. Poi mi hanno riferito che dal cortile degli allenamenti si gode una vista stupenda.
Sasuke colse al volo le parole del padre. Corse al cortile e iniziò ad allenarsi con la spada.
Hinata sentì dei colpi di spada in lontananza e salì di nuovo sulla sedia per guardare dalla finestrella. Sasuke si stava allenando. Solo lui impugnava la spada in quel modo deciso e sferrava colpi senza segni di esitazione. Aveva una tecnica unica, frutto di anni e anni di duri allenamenti. Poter vedere che il cavaliere stava bene, le era di grande aiuto. Guardandolo meglio, Hinata notò che fra un colpo e l’altro Sasuke faceva dei gesti.
-Ti amo.
Sasuke le stava facendo capire che era lì per lei. Aveva trovato un modo per comunicare con lei.
-Qualsiasi cosa accada, non arrenderti piccola.
Hinata sorrise per quelle parole. Era un cavaliere magnifico. Era riuscito a farla sorridere anche in quel posto. Le aveva fatto capire che non era sola. Hinata avrebbe lottato contro qualsiasi ostacolo e sarebbe uscita da quella torre. Voleva assolutamente restare al castello e nulla l’avrebbe fermata.
 
Il giorno dopo
Hinata si alzò all’alba e si fece un bagno caldo. Poi iniziò le pulizie, doveva passare le ore in qualche modo.
-Signorina Hinata perché siete venuta al castello?
-Mi sentivo sola nella valle. Sasuke mi ha detto che qui avrei incontrato tanti amici e aveva ragione. Spirito vuoi mangiare qualcosa?
-Ah ah. Nessuno in vari secoli mi ha mai chiesto una cosa simile. Sono uno spirito, non sento fame, sete, caldo o freddo.
-Non lo sapevo.
-Sei interessante Hinata. Sei innamorata?
-Tanto.
-Questo lo capirebbe anche un cieco da come arrossisci. Su questo fatto dici il vero. Quel cavaliere non ti fa paura? Si racconta sia terribile.
-Sono solo voci messe in giro dai suoi nemici. Sasuke è un cavaliere straordinario. Ha aiutato tantissime persone.
-A me sembra un tipo poco raccomandabile, dalla dubbia moralità.
-Potete parlare di me e sottopormi a qualsiasi prova o tortura. Però, non ammetto che si parli male di Sasuke. Prima di giudicare una persona, dovreste conoscerla.
-Sai anche come reagire. Ci sentiamo più tardi.
Hinata non sentì più la presenza dello spirito e riprese le sue faccende. Era ridicolo metterla alla prova parlando male di Sasuke. Quelle parole nei confronti del moro erano ingiuste.
 
Nel pomeriggio
Il conte Haruno aveva chiesto un incontro al padre di Sasuke e lui aveva accettato.
-Accomodati. Di cosa volevi parlarmi?
-Non ci girerò intorno. Mia figlia ormai è in età da marito e ha avuto sempre occhi solo per Sasuke. Volevo chiederti di combinare le nozze fra i nostri figli. Nessuno dei due ci perde da questa unione.
-Non devi discutere con me questa faccenda. Sasuke decide da solo per il suo futuro.
-Lasci troppa libertà a quel ragazzo. Avere come amante una strega è deleterio per la sua reputazione.
-Modera il linguaggio Haruno. La fanciulla non è l’amante di mio figlio.
-Allora perché l’ha portata al castello e l’ha fatta alloggiare nella sua ala? Poteva essere ospite dei sovrani o di un’altra famiglia nobile.
-Quella ragazza è sotto la protezione di mio figlio, è normale che se ne occupi lui. Qualche tempo fa, anche tu e tua moglie vi siete occupati di un giovane orfano. Se non sbaglio, si chiamava Sai. Nessuno insinuò mai che era l’amante di tua figlia.
-Sakura sa quali sono i suoi doveri di nobildonna. Ti prego di riflettere su questa unione. Attenderò una tua risposta.
Il conte Haruno uscì dallo studio del conte Uchiha adirato. Non voleva saperne di un matrimonio combinato.
La contessa Uchiha entrò nello studio e vide il marito guardare fuori la vetrata.
-A cosa pensi?
-Il conte Haruno vuole che Sakura sposi Sasuke. Pensa siano perfetti insieme, che sono di pari rango e ammirati da tutti.
-Non avrai accettato?
-Nostro figlio fuggirebbe, piuttosto che sposare quella donna. Dimmi una cosa, quella fanciulla è l’amante di Sasuke?
-Caro non dire sciocchezze. Si amano e Sasuke non la toccherebbe mai in quel modo senza il suo consenso. È un ragazzo a modo, non un lupo in calore. Sa controllarsi.
-Al castello, tutti dicono che siano amanti. Le cameriere parlano di sospiri e gemiti che provengono dalla stanza di nostro figlio.
-Ci sono troppe pettegole in questo posto. Ti assicuro che non sono arrivati a quel momento. Hinata sviene ogni volta che la dottoressa parla di certi argomenti. Non riesce neanche a parlare dei baci che si scambia con nostro figlio per l’imbarazzo. Sasuke vuole sposarla, non la tratterebbe mai come un’amante. Lei ne soffrirebbe.
-Ho spiegato al conte Haruno che deve rivolgersi direttamente a nostro figlio per una proposta di matrimonio.
-Vedrai che quel tipo non tarderà a rivolgersi a Sasuke. Userà ogni mezzo per convincerlo a sposare sua figlia.
-Credi che nostro figlio resisterà a lusinghe, beni materiali e seduzione?
-Caro, abbi fiducia in lui. Sa come affrontare ogni genere di pericolo, inclusi due occhi verdi che si credono irresistibili.
 
Hinata stava leggendo un romanzo di avventura, quando sentì dei colpi di spada. Era il segnale di Sasuke per comunicarle che era nel cortile. Salì sulla sedia e lo vide. Si allenava come il giorno prima. Lo vide fare dei gesti e provò a capire.
-Sono sicuro che non ti sei arresa, sei una ragazza testarda. Credo che in quanto a testa dura, tu mi batta.
La fanciulla sorrise. Voleva farla divertire e ci riusciva. Peccato che non poteva dirgli grazie o comunicare in qualche modo. Lei riusciva a vederlo bene, ma lui non poteva. La finestra era minuscola e non le permetteva di affacciarsi a causa delle sbarre.
-Non importa se non ti vedo. La cosa che mi preme, è che tu riesca a ricevere i miei messaggi.
Hinata vide un uomo avvicinarsi a Sasuke. Gli stava chiedendo qualcosa, ma non riusciva a capire di cosa si trattava.
-Quello è il conte Harutno. In questo momento sta chiedendo al tuo fidanzato di convolare a nozze con sua figlia.
-Spirito se è una prova, non ci casco.
-Dico il vero. Quello è il padre di lady Sakura Haruno. Vuole che sua figlia sposi Sasuke, guadagnerebbero prestigio e potere a corte. Sasuke è molto famoso e qualsiasi donna si getterebbe ai suoi piedi pur di sposarlo.
-Lui non accetterà la proposta.
-Ne sei convinta. Hai più fiducia in quel cavaliere che in te stessa. Il tuo amore per lui è immenso e risplende come una luce abbagliante. Questo dona grande forza ai tuoi poteri.
Hinata era distratta da quello che accadeva fuori e lo spirito se ne accorse.
-Sei più interessata a lui che alla tua prova?
-Le tue prove consistono tutte nel parlare male di Sasuke a quello che sento. Non fai che sminuirlo o accusarlo di qualcosa.
-Io cerco solo di capire se sei sincera.
Hinata vide Sasuke e il conte Haruno rientrare e scese dalla sedia. Chissà cosa si erano detti?
-Non dormirai questa notte a causa di quella scena.
-Ti diverte prenderti gioco di me? È così che hai fatto soffrire le altre creature magiche che venivano chiuse qui?
-No, ogni persona è diversa. Ho sempre usato metodi differenti, è più divertente.
Hinata si infilò la camicia da notte e si mise sotto le coperte.
-Non vorrai già dormire?
-Buonanotte signor spirito.
-Sei più divertente di tutte le streghe che ho affrontato in passato. Ho ancora cinque giorni per divertirmi con te.
Il mattino seguente, Sasuke ricevette un’altra visita del conte Haruno. Questa volta lo andò a trovare nella sua stanza e era accompagnato da sua figlia.
-Hai preso una decisione cavaliere?
-Vi ho già risposto ieri. Sono già fidanzato, non mi interessa un matrimonio combinato.
-Riflettici ancora qualche giorno. Vi lascio soli, ho molte cose da fare.
Uscito il padre, Sakura si avvicinò a Sasuke e gli iniziò a slacciare la camicia della tunica da cavaliere. Il moro le spostò le mani e si allontanò da lei.
-Non toccarmi mai più.
-So che ti piace quando qualcuno ti sfiora sul petto. Hai corteggiato alcune nobildonne in passato e molte erano mie amiche. Mi hanno detto cosa preferisci.
-Non sai niente di me, piantala con questi giochetti. Torna a prendere il tè con Ino e non venire più qui.
Sakura uscì dalla stanza e Sasuke finì di prepararsi. Usare la seduzione per convincerlo a sposarsi con una donna che non sopportava. Odiava certi modi.
-Quanto vorrei stringerti Hinata. Ancora pochi giorni e tornerai qui da me.
 
Nella torre
Hinata aveva deciso di cucire qualcosa per passare il tempo. Aveva una serie di fazzoletti che non usava più, poteva sperimentare qualche disegno su stoffa con ago e filo. Il ricamo poteva essere rilassante.
-Ora ti metti a cucire fiori su fazzoletti?
-I fiori mi vengono bene.
-Ti piace vivere al castello?
-Molto. Ho conosciuto tante persone e mi hanno accolta come una di famiglia. La contessa Uchiha mi conosce da poco, eppure mi accoglie sempre con un abbraccio. La dottoressa mi ha già insegnato a preparare tantissime medicine. La regina sa consigliarmi in ogni momento. Kurenai è sempre molto gentile. Loro non hanno paura di me e non mi chiamano mostro.
-Temi di essere un mostro a causa dei tuoi poteri. Pensi di non poterli controllare.
-Io non so neanche se possiedo dei poteri.
-Perché non ti hanno abituata a usare la magia fin da piccola. Ma sento che essa cresce in te. Prova a pensare a un fiore che ti piace.
Hinata immaginò di avere in mano un iris bianco e le apparve nella mano sinistra.
-Come hai fatto?
-Sei stata tu. Io non avrei mai pensato a quel genere di fiore. Immagina un’altra cosa e sentirai la magia che scorre in te.
La mora immaginò di avere in mano il segnalibri che le aveva regalato il cavaliere e se lo ritrovò davanti. Riusciva a usare la magia, allora era tutto vero, in lei scorreva qualcosa di magico.
-Sei sorpresa per così poco, sei davvero ingenua. Sappi che questa è solo una briciola del tuo potere. Sei la figlia di una strega bianca potentissima e di un drago. In te scorre anche l’antica magia dei draghi. Non mi sorprenderei se tu fossi in grado di farti comparire delle ali come quelle di tuo padre.
-Tu conoscevi mio padre? Per favore, dimmi qualcosa di lui. Parlami anche della mamma. Sembri sapere tante cose sul passato.
-Non posso dirti niente.
-Sei di poca compagnia.
-Sono qui per decidere del tuo futuro, non per due chiacchiere.
Hinata si rimise a ricamare e non sentì più la voce dello spirito. Non capiva come facesse a valutare se era buona o cattiva. Più che studiarla, la provocava. Faceva di tutto per farle perdere la pazienza. Possibile che fosse tutto un trucco? Sperava di non aver sbagliato qualcosa. Voleva tanto ritornare da Sasuke. Le mancava moltissimo. Si era bucata le dita dieci volte perché era distratta a pensare al suo  cavaliere. Era grazie a lui che andava avanti e non dava di matto. Avrebbe superato la prova dello spirito e avrebbe dimostrato a tutti quanto valeva veramente. Tutti avrebbero saputo che non era cattiva. Niente più sguardi pieni di odio o stracolmi di paura.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Mancavano quattro giorni alla fine della prova. Lo spirito aveva messo alla prova Hinata quella notte. Le aveva fatto sognare un regno dove la magia poteva essere praticata liberamente e dove le streghe e le altre creature magiche erano accettate. Gli uomini non si spaventavano vedendole per strada e parlavano con loro. Però, in quel sogno Hinata era sola. In quel regno non c’erano i suoi amici del castello. Nessuno di loro era ammesso in quella terra, neanche la maga Kurenai. Il regno era circondato da una barriera magica che non permetteva a nessuno di entrare, tranne gli abitanti del posto. Gli estranei non erano ammessi perché potevano contaminare il luogo o creare subbugli. Quella era solo una gabbia secondo la mora. Gli abitanti potevano uscire a loro piacimento, ma non ricevere ospiti. Non potevano diventare amici delle persone al di fuori della barriera o innamorarsi di un forestiero. C’erano leggi rigide in quel regno dove tutto sembrava meraviglioso. Alla fine, non era poi così bello.
Hinata era lì, ma non poteva vedere la persona che amava. Sasuke non era un buon fidanzato secondo le altre streghe e doveva stragli lontana. Poteva essere imprigionata se lo incontrava di nascosto fuori la barriera.
La ragazza si svegliò alle cinque di mattina e era tutta sudata. Quello non era il luogo dei suoi sogni, era un’altra prigione.
-Cosa pensi del mio regno magico?
-Non mi piace.
-Schietta e decisa. Non mi aspettavo questa risposta. Pensavo avresti preferito vivere in un luogo dove gli abitanti non si spaventano appena ti vedono.
-Non mi interessa. Stare in luogo dove non c’è Sasuke, per me non ha senso. Un luogo dove le persone di altri regni non possono entrare, non è che un’altra gabbia per le creature magiche. Non permettono agli estranei di entrare per paura di essere giudicati o scherniti. Quella non è vita. Non voglio vivere in un mondo senza Sasuke e i miei amici.
-Sei sicura di non voler praticare la magia senza freni?
-Penso che la magia non debba essere usata per ogni capriccio. Essa dovrebbe servire per aiutare le persone, non per soddisfare solo i propri bisogni.
-In quel regno, tu potresti diventare la principessa. Saresti la strega più potente di tutte le terre.
-Il potere non mi interessa. Non sono nata contessa, duchessa, baronessa o principessa e non mi dispiace. Mi piace la mia vita al castello e non ho paura di lavorare. Non credo che sarei a mio agio a sorseggiare tè tutto il giorno o circondata da gente che mi venera.
-Sei una ragazza molto strana. Se Sasuke accettasse di sposare Sakura Haruno, andresti a vivere in quel regno?
-Mai. Accetterei la decisione di Sasuke e tornerei alla valle.
-Soffriresti di nuovo le pene dell’inferno. Forse saresti tratta anche peggio rispetto al passato.
-Affronterei ogni problema come ho sempre fatto.
-Tu pensi che lui non ti tradirebbe mai. Hai troppo fiducia in quel cavaliere. Non sai di cosa è capace veramente. Dentro di lui c’è un lato crudele che esce fuori ogni volta che combatte. È spietato con i suoi avversari.
-Mi ha raccontato delle sue missioni, so cosa ha dovuto fare come cavaliere. Era il suo dovere e tu non puoi additarlo come una cattiva persone. Secondo il tuo ragionamento anche gli altri cavalieri sono brutte persone.
-Alcuni. Altri sono molto buoni, non nascondono nel cuore una macchia oscura.
-Puoi dire quello che ti pare, io non dubiterò di Sasuke.
-Quel ragazzo è identico a Madara Uchiha. Infatti, alcuni lo definivano il cavaliere nero, degno erede del crudele Madara.
-Noooo. Non paragonarli. Sasuke è altruista, buono, sincero, coraggioso e pieno di luce. Forse sembra tetro, ma è solo apparenza. Dovresti conoscerlo, prima di giudicarlo.
-Mi sto divertendo da matti con te. Attendo il momento in cui capirai che appartenete a due mondi differenti. Sarai tu stesa, uscita dalla torre, a non voler più passare la tua vita con lui.
-Non ci sperare.
Quando Hinata non sentì più la voce dello spirito, scoppiò in lacrime. Quella voce bisbetica non l’avrebbe messa all’angolo. Non avrebbe perso quel confronto.
 
Il giorno dopo
Hinata non aveva visto Sasuke nel cortile il giorno prima. Doveva avere qualcosa di importante da fare.
Sentì dei colpi di spada e salì subito sulla sedia. Vide Sasuke che si allenava. Come al solito cercava di comunicare con lei.
-Hinata dobbiamo parlare. Devo riferirti che ho accettato il matrimonio con lady Haruno. Sono stato costretto, mi dispiace. Spirito credi che io creda a questa recita. Quello non è Sasuke. L’ho osservato bene durante i suoi allenamenti e non tiene mai la spada così alta. Anche i movimenti delle gambe sono diversi. Vuoi prenderti ancora gioco di me?
-Io non sono implicato in quella recita. Comunque, sei stata brava ad accorgerti che non è il vero cavaliere. Questo dimostra che non hai il minimo dubbio su quel ragazzo.
-Se non sei stato tu, chi è quello?
Hinata cercò di capire chi fosse l’uomo nel cortile, ma di aspetto sembrava identico a Sasuke. Qualcuno doveva aver scoperto che comunicavano in quel modo e doveva averne approfittato. Perché farle una cosa del genere? Volevano sabotare la sua prova?
-Nella tua mente frullano mille domande. Vuoi scoprire chi macchina contro di te.
-Tu lo sai, ma non hai intenzione di aiutarmi.
-No, mi guasterei il divertimento.
-Sei antipatico.
-Ah ah. Nessuno mi ha mai definito con aggettivi negativi. Le streghe, di solito, cercano di lusingarmi.
-Te lo scordi.
L’uomo nel cortile rientrò nel castello e Hinata scese dalla sedia. Una volta uscita dalla torre, doveva raccontare l’accaduto a Sasuke.
Corridoio centrale del castello
-Kiba perché porti quella parrucca nera?
-Mi hanno dato una dritta e sono uscito in incognito. Neji non guardarmi in quel modo, dico il vero.
-Quella spada non è tua. Perché hai preso l’arma di Sasuke? Indossi anche un mantello della casate Uchiha. Cosa stai combinando?
-Nulla. Ci vediamo.
-Fermo Kiba- disse Itachi.
-Devo andare a cambiarmi, sono di pattuglia oggi.
-Fra qualche minuto ti lascio andare. Prima voglio sapere perché hai rubato la spada di mio fratello e cosa ci facevi nel cortile?
-Passavo di lì per caso.
-A me sembrava che ti allenassi con la spada. Facevi anche dei strani gesti.
-No, avrai visto male.
-Cosa ha visto male?- domandò Sasuke entrando dal portone principale.
-Sei tornato dopo un intero giorno di pattuglia. Hai nuove informazioni?
-Sì. Voglio parlarne con te e il re. Però, prima vorrei sapere perché Kiba indossa un mantello degli Uchiha e cosa ci fa con la mia spada da allenamento?
-L’ho solo presa in prestito.
-Kiba mi credi stupido. Ho sentito Itachi che parlava del cortile.
Gli occhi di Sasuke era freddissimi. Kiba era spaventato da quello sguardo, non lo vedeva in quello stato dall’ultimo combattimento contro i briganti.
-Meglio se dici quello che hai fatto, Sasuke non è rinomato per la sua gentilezza- disse Itachi.
-Non devo spiegazioni a nessuno. Ora me ne vado.
Sasuke gli bloccò la via di fuga e lo guardò dritto negli occhi.
-Non avrai comunicato con la torre? Mi arrabbierei molto se scoprissi che hai detto qualcosa di orribile a Hinata.
-Non ho fatto nulla del genere. Ora spostati.
Kiba andò via e Sasuke corse nel cortile. Fece rumore con una spada per farsi sentire dalla fidanzata.
Hinata sentì i colpi e salì di nuovo sulla sedia. Vide un ragazzo nel cortile, stava fermo e faceva dei gesti.
-Prima non ero io.
Hinata sorrise. Lui si era accorto dell’inganno e ora voleva tranquillizzarla, era straordinario. Voleva tanto dirgli che non aveva dubitato neanche un secondo di lui, ma non poteva.
-Non so cosa ti abbia detto Kiba, ma è tutto falso.
Lo amava ogni giorno di più. Non vedeva l’ora di riabbracciarlo.
All’improvviso, Hinata sentì qualcosa entrarle nel corpo. Era qualcosa di freddo e pungente, faticava a respirare. Cadde dalla sedia e finì in ginocchio a terra. Le faceva male il petto, non era mai successo.
-Mi basterà un minuto per analizzare ogni meandro del tuo cuore. Saprò subito cosa celi dietro tutta questa innocenza- disse lo spirito della torre.
Sasuke era convinto che Hinata lo avesse visto e avesse compreso. Sicuramente, lei neanche aveva dubitato di lui, ma voleva rassicurarla.
Stava per rientrare, quando sentì un urlo di dolore provenire dalla torre magica.
-Ahhhhhhhhhhhhhh.
Hinata respirava affannosamente. Era come se qualcuno avesse tentato di estrarle con forza il cuore dal petto. Faceva male.
Sasuke corse all’interno del castello e Itachi lo bloccò nel corridoio.
-Dove scappi?
-Devo andare da lei.
-No, è proibito. Nessuno deve salire le scale che portano alla torre. Nessuno.
Itachi faticò molto a trattenere suo fratello. Non voleva ascoltarlo.
-Uscirà in pochi giorni, calmati.
-Non posso, lei soffre. Quella prova è straziante.
-Ho sentito anche io l’urlo, ma non si può interrompere la prova. La porta della torre non si apre prima della scadenza dei sette giorni. In più, se tu ti intromettessi trovando un modo per liberarla, daresti ragione ai nobili. La tua fidanzata verrebbe esiliata dal castello per sempre.
-Maledetti.
Sasuke si ritirò nelle sue stanze a riflettere. Non voleva vedere più nessuno per quel giorno.
 
Nella torre
-Fa male, vero?
-Ho sentito un forte dolore al petto.
-Tutto normale. Ti sono entrato dentro per studiare il tuo animo. È stato difficile penetrare le barriere magiche. Credo sia a causa del tuo sangue misto, metà strega bianca e metà drago. Ti ho fatto anche mostrato cosa succederebbe se Karin volesse il tuo cuore. Infilerebbe la sua mano nel tuo petto e te lo caverebbe con forza.
-Perché?
-Quella strega punta ad accrescere il suo potere come il suo capo. Se scoprisse che sei metà drago, farebbe di tutto per avere il tuo cuore puro. Le donerebbe giovinezza eterna e grandi poteri.
Hinata si portò le mani alla bocca, era inorridita. C’era qualcuno capace di usare il cuore di una persona solo per guadagnare potere. Era crudele.
-Quante prove devo affrontare?
-Decido io di giorno in giorno. Visto che mi sto divertendo dopo anni, credo che dovrò sottoporti a qualche altro dolore.
-Fa male, non te ne rendi conto. Quello che fai non è bello.
-Hai deciso di tua spontanea volontà di entrare nella torre e ora devi sottostare al mio volere.
-Le streghe che sono venute qui in passato, sono morte a causa del dolore?
-Alcune sono morte a causa delle mie prove, è vero. Non posso negarlo. Devo anche ammettere che quelle morte erano tutte streghe buone. Non hanno retto al dolore.
-Cosa gli hai fatto?
-Ho fatto vedere loro come morivano le persone a cui tenevano. Era la prova finale per loro.
-Hai fatto in modo che sognassero la morte dei loro cari e loro non hanno retto. C’era anche una giovane strega di quattordici anni fra quelle morte. Le hai detto che i suoi fratellini minori erano morti a causa dei briganti e le hai fatto vedere delle immagini orrende. Poi le hai mostrato la morte della mamma per mano di un nobile che la usava solo per certi affari sporchi. Il suo fragile cuore non ha retto.
Hinata piangeva a causa delle immagini che aveva visto. Aveva sentito il dolore provato dalle streghe che erano state sottoposte alle prove della torre. Non capiva come, ma era riuscita a connettersi ai loro spiriti.
-Tu sei più potente di quanto mi aspettassi. Hai visto nei segreti della torre e questo non è mai successo. Tutte le anime delle streghe, che erano intrappolate in queste pareti, sono volate verso la luce. Le hai liberate dal tormento e hanno trovato la pace eterna.
-Volevano solo essere ascoltate e tu non l’hai mai fatto.
-Ragazzina ti ho sottovalutata. Dovrò rivedere le mie prove.
Lo spirito andò via e Hinata strisciò fino al letto. Si stese sul materasso e tentò di rilassarsi. Aveva visto tutte quelle donne morire in quel luogo. Le lacrime le uscivano senza sosta e non volevano smettere. Per le precedenti streghe quella torre era stata come uno strumento di tortura. Erano finite in un vortice di sofferenza e ne erano rimaste intrappolate anche dopo la morte.
 
Il giorno dopo
-Hai dormito bene principessa?
-Non chiamarmi in quel modo, non mi piace.
-Presto sarai la moglie di un ricchissimo nobile e sarai trattata con i guanti di velluto.
-Diventare la moglie di Sasuke, non significa fare solo salotto con le altre donne della corte. Non smetterò di aiutare la dottoressa in laboratorio.
-Nobile proposito da parte tua. Però, quando si diventa nobili si cambia.
-Questa è un’altra prova?
-Forse.
Hinata si alzò dal letto e riempì la vasca per farsi il bagno. Aveva deciso di ignorare lo spirito. Avrebbe affrontato qualsiasi prova, ma non gli avrebbe dato corda. Non le piaceva per niente quello che aveva fatto in passato.
 
Sasuke era rimasto chiuso nella sua stanza tutta la mattina. Non era andato neanche alla riunione con gli altri cavalieri. Aveva trovato dei vecchi documenti che riguardavano Madara e li stava studiando. Riguardavano tutti degli accordi segreti stipulati con il re che aveva perseguitato la madre di Hinata. In alcuni di quei fogli, erano elencate tutte le proprietà guadagnate da Madara. Stava diventando davvero pericoloso. Il suo alleato gli faceva regali sempre più imponenti. Qualche intoppo doveva aver bloccato il suo piano. Con tutto quel potere non aveva motivi per fingersi morto. Doveva cercare nella vecchia stanza di Madara al castello. Sentiva che lì avrebbe trovato qualcosa.
Entrò nella vecchia stanza e cercò qualche scomparto segreto. Poi vide la tenda muoversi e si affacciò al balcone. Credeva di aver visto qualcosa. Si era sbagliato, i suoi sensi lo ingannavano.
Quella stanza non veniva aperta da almeno dieci sedici anni dalla polvere sui mobili. Sentì di nuovo una presenza, ma non c’era nessuno. Era meglio tornare in camera e rileggere quei documenti.
-Cavaliere sei vicino alla verità.
Sasuke si voltò e vide un essere enorme.
-Chi siete?
-Sono un drago, non si vede. Mi sono rimpicciolito per entrare in questa stanza orrenda. Non voglio farti del male. A quanto pare non hai paura, non hai neanche sguainato la spada.
-Siete un fantasma.
-Lo hai notato. Ho cercato di rendermi meno trasparente possibile.
-Non sento il vostro potere e quindi ho dedotto che siete morto. Siete il padre di Hinata?
-Sì. Sono venuto qui per aiutarti. Se sposti l’orologio sul camino si aprirà uno scomparto segreto nel muro. Lì troverai un diario. Madara me lo ha rubato molti anni fa. Ho scritto tutte le malefatte di quel despota. C’è anche descritta la mia storia, dall’inizio alla fine. Volevo che Hinata conoscesse il suo passato.
-Avete aggiunto la vostra storia sul diario perché sapevate di dover morire.
-Dovevo proteggere la mia amata e la mia piccolina. È cresciuta proprio bene. Mi ricorda sua madre, è combattiva come lei. È anche molto bella.
-Lo so.
-Giovanotto ti tengo sotto controllo, giù le mani.
-Non farò niente fino a dopo il matrimonio.
-Dovevo dirti quella frase da padre, non sono un bacchettone. Se vi amate, potete scegliere voi il momento giusto.
-Non siete come vi immaginavo.
-Questo è il mio aspetto da drago. Ho anche una aspetto umano. Purtroppo, dopo la morte non mi è concesso di riprendere quelle sembianze.
-Non intendevo l’aspetto fisico.
-Il mio carattere stona con il mio aspetto, hai ragione. Dovevo sputarti contro del fuoco per minacciarti, ma sarebbe stato inutile. A te non fa paura niente o sbaglio?
-In realtà, c’è qualcosa che ho paura di perdere.
-Ho visto giusto. Sei perfetto per la mia bambina. Grazie per averla presa sotto la tua protezione. Addio.
-Aspettate, non volete dirle qualcosa?
-Pensiero nobile da parte tua. Cosa posso dirle in così poco tempo. Forse che avrei voluto tenerla in braccio almeno una volta o che avrei voluto sentirla dire papà. Avrei voluto educarla con la mia compagna. Dille solo che le voglio bene e veglierò sempre su di lei.
-Riferirò il messaggio.
Sasuke prese il diario del padre di Hinata e tornò della sua stanza. Iniziò a leggere dalla parte che riguardava Madara. Avrebbe aspettato Hinata per leggere la storia di suo padre. Sarebbe stata una bella sorpresa per lei.
 
Era arrivato il giorno del verdetto. Ormai sette giorni erano passati e Hinata poteva uscire dalla torre. Quella mattina Sasuke si era alzato presto e aveva sbrigato tutti i suoi compiti.
Entrò nella sala del trono e trovò tutta la corte lì. Attendevano che la porta della torre si aprisse e il verdetto finale.
-Puoi andare ad aspettarla alla fine delle scale se preferisci.
-Grazie maestà.
Sasuke corse alle scale della torre e aspettò che la porta si aprisse. Non vedeva l’ora di abbracciarla.
Dopo cinque minuti, la porta si aprì e il cavaliere vide Hinata. Corse su per le scale, mentre lei le scendeva due a due. Era felice di vederlo, la stava aspettando. Si incontrarono a metà rampa e si abbracciarono.
-Finalmente sei qui con me. Ti amo e non ti lascio più entrare in posti spaventosi.
La ragazza si aggrappò forte alle spalle di Sasuke. Ancora le tornavano in mente le immagini dei giorni precedenti.
-Stai tremando.
-Ora mi passa. Possiamo stare un altro po’ in questo modo?
-Tutto il tempo che vuoi.
Purtroppo, il momento durò poco. Due guardie si presentarono davanti alle scale e chiesero a Hinata di andare con loro.
-La scorto io alla sala del trono.
-Agli ordini conte Uchiha.
Sasuke aveva fissato più volte l’interno della cella e le pareti non erano nere. Hinata aveva superato la prova.
 
Arrivati nella sala del trono, si inchinarono davanti ai sovrani.
-Ho fatto controllare le mura esterne da Itachi e Kurenai e le pareti della torre sono bianche. Ora aspettiamo che torni Naruto dall’ispezione all’interno della torre.
Naruto corse dal padre e gli comunicò il responso.
-A quanto pare anche le pareti interne sono bianche. Questo vuol dire che non sei malvagia e puoi rimanere al castello. Nobili della corte avete avuto la prova della bontà di questa ragazza, non ammetto più proteste contro la sua persona. Riunione finita.
Tutti i nobili uscirono dalla sala del trono e la regina corse ad abbracciare Hinata.
-Per fortuna, stai bene cara.
-Grazie maestà.
Kurenai e Tsunade si avvicinarono a Hinata e controllarono le sue condizioni. Era provata. Doveva aver passato dei giorni difficili dentro quella torre.
-Sasuke portala nella sua stanza, deve riposare- disse la dottoressa.
-Posso camminare.
Il cavaliere si avvicinò alla fidanzata e la prese in braccio.
-Più tardi passerò a visitarla.
-Grazie dottoressa.
 
Sasuke portò Hinata nella loro stanza e la poggiò sul letto.
-Hinata sei pallida e sei anche dimagrita. Cosa è successo nella torre?
-Lo spirito mi ha detto di non parlare con nessuno delle prove. Era un ordine.
-C’era uno spirito?
-Sì, era lui che sceglieva le prove a cui sottopormi.
-Ti ho sentita urlare l’altro giorno.
-Posso solo dirti che è stato orribile. Non immaginavo di dovere vedere tutte quelle cose.
-Ora sei al sicuro. Ho una sorpresa per te.
La ragazza guardò il cavaliere meravigliata. Perché le aveva preso un regalo?
-Apri la scatola.
-Sasuke questo scrigno mi sembra prezioso.
-Questo è il contenitore giusto per l’oggetto all’interno.
Hinata aprì lo scrigno e vide un diario rosso. Sulla copertina rigida c’era il disegno di un drago.
-Quello sulla copertina è tuo padre.
-Come? Non capisco.
-Fu tua madre a disegnare la copertina su quel diario. Volle ritrarre tuo padre nel suo maestoso aspetto di drago.
Hinata era felicissima. Non riusciva a trattenere le lacrime.
-Tuo padre mi ha detto che ti vuole bene.
-Lo hai visto?
-Sì. Avrebbe tanto voluto vederti crescere e insegnarti tutto sulla magia.
-Stava bene?
-Era felice quando parlava di te e tua madre.
-Avrei tanto voluto vederlo. Puoi descriverlo?
-Con piacere.
Sasuke strine forte Hinata e le fece poggiare la testa sul suo petto. Le raccontò nei minimi dettagli tutto quello che era successo. Le descrisse suo padre in modo minuzioso. Le brillavano gli occhi sentendolo parlare di suo padre. Per lei, doveva essere bellissimo sentire parlare di lui, essendo cresciuta all’oscuro di tutto.
-Mio padre ha cercato di farti la ramanzina, buffo.
-Il suo era più un avvertimento. Mi ha fatto capire che potrebbe tornare e perseguitarmi per anni visto che è un fantasma.
Scoppiarono a ridere. Finalmente rivedeva il suo bel sorriso. Doveva essere stata dura affrontare le prove nella torre.
Parlarono ore e lessero metà del diario. Ovviamente solo la parte che riguardava la storia del padre di Hinata. Poi la ragazza si addormentò e Sasuke la stese sul letto.
 
Toc toc
La contessa Uchiha entrò nella stanza e vide il figlio che seduto sulla poltrona davanti al letto.
-Sono arrivata tardi, già dorme.
-Kurenai e Tsunade dicono che le prove l’hanno spossata. Ha bisogno di qualche ora di sonno.
-Ti ha detto qualcosa?
-Non può parlare delle prove nella torre. Lo spirito è stato chiaro.
-Poverina, ha un faccino tanto stanco. Dovrò organizzare un tè di gruppo per tirarla su di morale.
-Non invitare certe persone.
-Non ci penso proprio. Saremo io, Kurenai, la regina e la dottoressa.
-Penso che non le riferirò il tuo messaggio. Voi quattro insieme a Hinata, non mi piace. Siete capaci di qualsiasi cosa.
-Pensi che rivelerò a Hinata qualche segreto sul tuo conto. Forse dovrei raccontarle di quando eri bambino. Ci sono tante marachelle di cui parlare. Credo che anche la dottoressa, voglia dirle qualcosa.
-Molto spiritosa.
 
Notte fonda
Sasuke continuava a leggere il diario del padre di Hinata seduto sulla sua poltrona. Voleva cercare i nomi degli alleati di Madara. Doveva scoprire su quanti uomini poteva contare il tiranno.
Vide Hinata rigirarsi nel letto. Farfugliava qualcosa.
-Non fare del male a quelle ragazza. Per favore, lasciale uscire dalla torre.
-Hinata svegliati. Hinata.
La ragazza aprì gli occhi e vide il suo cavaliere.
-Hai avuto un incubo.
-Di nuovo quelle immagini. È stato orribile.
-Riguarda ancora la torre?
-Sì, ma non posso dirti niente. Lo spirito mi ha detto che ti punirebbe se ti dicessi qualcosa. Non lo permetterò mai. Manterrò il segreto.
-Vorrei fare due chiacchiere con questo spettro o spirito o qualsiasi cosa sia. Se hai gli incubi, deve averti sottoposta a prove durissime. Nel sonno parlavi di ragazze prigioniere.
-Sasuke non parlare di queste cose. Non voglio che ti faccia del male. Sa essere crudele.
-Lo odio. Ti ha fatto qualcosa di brutto.
Hinata si portò le mani al petto per la paura. Sasuke studiò i suoi gesti e intuì che lo spirito aveva usato una magia per scrutare nell’animo di lei. Quella era una magia potente e pericolosa, provocava un dolore terribile al petto.
-Ho capito, non c’è bisogno che parli.
Hinata si aggrappò alla casacca del cavaliere e si strinse forte a lui. Solo fra le sue braccia si sentiva al sicuro. Quei contatti le erano mancati. Non voleva più vivere un’esperienza del genere, era troppo doloroso.
-Non mi ha proibito di parlare di quello che potrebbe fare Karin.
-Un giorno si è lasciato andare e mi ha spifferato che la strega nera mira a guadagnare potere e bellezza eterna. Non deve scoprire che sono metà drago o farebbe di tutto per strapparmi il cuore dal petto. Non è una bella sensazione.
Sasuke poggiò una mano sul cuore della ragazza. Con quel gesto le fece capire che nessuno le avrebbe sottratto il suo bellissimo cuore.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Una settimana dopo l’uscita dalla torre
Hinata aveva dormito molte ore quella notte. Dopo tanti giorni, era riuscita a riposare serenamente e era solo merito di Sasuke. Era rimasto tutto la notte a vegliare su di lei dopo il suo ultimo incubo. Aveva passato notti insonne a causa dei ricordi che aveva della torre.
La ragazza aprì gli occhi e vide Sasuke che leggeva ancora una volta il diario di suo padre. Con quello avevano scoperto che Madara aveva alleati sparsi per tutto il regno. Ora sapevano cosa aspettarsi.
-Sei sveglia.
-Non ricordavo che si potesse dormire tanto bene.
-Sono contento di vederti rilassata. Hai avuto incubi per tutta la settimana e eri spaventata.
-Grazie a te, va meglio. Però, mi dispiace che tu abbia dormito poco. A causa dei miei incubi ti svegliavi sempre.
-Sono abituato a restare sveglio per giorni. E poi ho recuperato questa notte, ho dormito otto ore. Credo anche che dovrò farci l’abitudine alle notti insonne.
-Perché?
-Non riuscirò a dormire con te accanto dopo il matrimonio.
Hinata divenne rossa e tirò un cuscino al moro.
-Sappi che sto resistendo anche in questo momento. Vorrei tanto saltarti addosso, sei bellissima.
-Disse il cavaliere più bello del castello. Devo stare attenta alla concorrenza secondo lo spirito della torre. Si è fatto scappare della proposta di matrimonio degli Haruno.
-Non accetterò mai. La persona con cui desidero stare sei tu. Fra qualche giorno diventerai anche mia moglie.
-Cosa hai detto?
-Ho organizzato una piccola cerimonia. Voglio ufficializzare la cosa e far sapere a tutti che sei mia e solo mia.
Hinata si lanciò su Sasuke che cadde a terra. La strinse per la vita e la baciò con passione. Aveva avuto la reazione che sperava.
-Io non ho niente da mettere.
-Mia madre e la regina hanno ordinato l’abito dopo che il sarto ha preso le tue misure.
-Il sarto mi ha preso le misure appena arrivata al castello.
-Quelle due sapevano che ti avrei chiesto di sposarmi e hanno voluto farti un regalo.
-Sono persone meravigliose. Non so come ricambiare dei gesti tanto gentili.
-Non serve, sono felici di averti qui. Mia madre già dice per tutto il castello di avere la nuora perfetta.
-Che imbarazzo. Non sono come mi descrive. Non merito tanta gentilezza.
Sasuke la baciò sulla bocca e poi uscì dalla stanza. Doveva sbrigare delle faccende importanti e poi occuparsi dei preparativi. Aveva detto a Hinata di non preoccuparsi di niente. Visto quello che aveva passato, doveva stare tranquilla.
-Sei sveglia cara- disse la contessa Uchiha.
-Da quaranta minuti. Stavo leggendo questo libro sui cavalieri. Voglio sapere tutto quello che riguarda Sasuke.
-Sei adorabile. Sei sicura di voler sposare mio figlio? Lui sa essere indelicato e insensibile.
-Lo amo tantissimo e non cambierò mai idea. Voglio passare la mia vita con lui. Potrebbe darmi qualche consiglio per la promessa, non so da dove cominciare.
-Non devi scriverla per forza.
-Desidero parlargli dei miei sentimenti. Posso farlo nella promessa, ma non so se è corretto.
-Puoi scrivere qualsiasi cosa. Anche i difetti del tuo futuro sposo o qualche minaccia. Per esempio, se osi farmi soffrire, ti infilzo con la spada.
-Sarebbe poco credibile, lui è un maestro nell’uso della spada. Non riuscirei mai a colpirlo.
-Era solo un modo di dire.
-Ora ho capito.
Scoppiarono entrambe a ridere. Poi la contessa mostrò alla ragazza diversi disegni di fiori.
-Quale preferisci per il bouquet.
-Non lo so. Qual è il fiore che preferisce Sasuke?
-Non sono sicura che ne abbia uno. Forse la rosa rossa. Una volta mi disse che la rosa gli somiglia perché ha le spine.
-Si potrebbe are un mazzo di fiori bianchi con al centro cinque rose rosse?
-Chiederò al giardiniere di corte di prepararlo per il giorno delle nozze.
La regina e Kurenai entrarono nella stanza e si congratularono con Hinata. La piccola Mirai le accompagnava. Si fiondò subito in braccio alla mora, che la strinse forte.
-Mi faresti da damigella?
-Sì, mammina spargerò i fiori per i corridoi.
-Ci sperava. Quando ha sentito Sasuke parlare del matrimonio, gli ha chiesto di fare la damigella. Lui le ha risposto che non decide su certe questioni. Ci sono delle donne pericolose di mezzo.
-Ovviamente parlava di me e Kushina. Sasuke sbuffa ogni volta che ci intromettiamo.
Qualche minuto dopo, la dottoressa si unì al gruppetto di donne.
-Sono giusto in tempo per i consigli sulla vita matrimoniale.
-Dottoressa non la spaventi con le sue storie.
-Non si preoccupi contessa. Voglio solo metterla in guardia dal lupo cattivo.
Passarono l’intera giornata insieme e discussero dei preparativi per il matrimonio.
 
Cinque giorni dopo
La contessa Uchiha aveva aiutato la domestica a vestire Hinata con l’abito da sposa. Kasumi aveva supplicato Hinata di perdonarla e lei le aveva risposto abbracciandola. Ovviamente Sasuke si era prima accertato che non fosse di nuovo la strega nera.
Hinata era emozionata. Il giorno del matrimonio era arrivato presto e lei non vedeva l’ora di incontrare Sasuke. Da tradizione, erano stati lontani per tre giorni. Dovevano riflettere su quel gesto. Non dovevano avere titubanze sulla loro unione. Per quello, i vecchi sovrani avevano deciso di porre una legge che ordinava ai fidanzati di stare lontani per tre giorni. In passato, era capitato che dei nobili si pentissero del matrimonio e si facevano innumerevoli amanti.
 
Sasuke aspettava la sposa nella cappella del castello. Non vedeva l’ora di vedere Hinata con l’abito bianco. Poi la vide apparire davanti la porta e sul suo volto comparve un sorriso.
Naruto pensò che quella ragazza era una benedizione. Non aveva mai visto l’amico con quella faccia.
-Sasuke ti sei imbambolato?
-Lei è la creatura più bella e pura che io abbia mai visto. Non riesco a distogliere il mio sguardo da quel corpo stupendo.
Sasuke fremeva, doveva vederla subito. Sentiva l’urgenza di togliere il velo bianco dal suo viso. Tre giorni erano stati troppi. Aveva rischiato più volte di infrangere la regola. Aveva mantenuto il sangue freddo, solo per arrivare a quel momento.
Hinata camminava sola lungo la navata. Tutti gli ospiti la fissavano, ma lei non ci faceva caso. I suoi occhi guardavano solo il suo bellissimo cavaliere.
Arrivata davanti all’altare, Sasuke le scostò il velo dal viso. Era bellissima.
Il sacerdote stava per parlare, quando vide i cavalieri e il re sguainare le spade. Stavano arrivando dei nemici.
Itachi si avvicinò alla regina, a sua madre, alla dottoressa e a Mirai e disse loro di andare fuori dalla cappella.
-Andate al rifugio Kushina.
-Non ti lascio solo tesoro.
-Sono circondato da cavalieri, non mi accadrà niente. Naruto scortale al rifugio, presto. Potrebbero esserci dei nemici nei corridoi. Avvertite anche le guardie e i nobili.
Naruto e le donne corsero via.
Hinata era rimasta al fianco di Sasuke e Kurenai affiancava suo marito Asuma.
-Vai al rifugio.
-Sono più utile qui. Sento la presenza di quella strega. Mirai è al sicuro con la regina.
-Non sprecare troppe energie.
-Non preoccuparti.
Sasuke avvicinò Hinata a sé per proteggerla. Non sarebbe scappata via, ne era sicuro. Ne avevano parlato cinque giorni prima e lei aveva promesso di rimanergli accanto nonostante il pericolo.
Dei briganti sfondarono la cupola sul soffitto e altri entrarono dalle finestre sulle pareti laterali.
-Proteggete il re, cavalieri- ordinò Itachi sguainando la spada.
Madara e Karin entrarono nella cappella dall’alto. La strega guardò subito con odio la maga. Ricordava le volte che le aveva messo i bastoni fra le ruote. Le aveva rovinato tantissimi piani, era ora di vendicarsi.
-La magia di quella strega è disgustosa. È avvolta da un’ombra nera.
Kurenai aveva sentito le parole di Hinata. Vedeva l’essenza della magia di Karin, i suoi poteri si erano risvegliati.
-Minato sono anni che non ci vediamo.
-Hai interrotto un momento di gioia.
-Ah ah ah. Alla fine, questa strega ti ha incastrato. Sei patetico piccolo Uchiha. Sarai il mio avversario, ma non credo mi divertirò molto. Lei è un impiccio e posso usarla per farti abbassare la guardia.
Hinata guardò il tiranno e lesse nei suoi occhi solo seta di sangue. Nella sala si alzò un vento fortissimo e alcuni briganti furono sbattuti contro una parete.
-Cosa è stato?- domandò Madara a Karin.
-Non ne ho idea. Il vento non è un elemento magico che un mago o una strega possa governare facilmente.
Madara si guardò in giro per studiare i cavalieri. Se non erano state le donne a creare quel vortice di vento, doveva essere stato un cavaliere. Ma non notava nulla di strano in loro.
Sasuke aveva capito che era stata Hinata. Ma quando aveva imparato a farlo? Lo stupiva sempre. In meno di un minuto aveva messo al tappeto dieci briganti.
Karin si portò davanti alla maga e estrasse una rosa nera dalla tasca.
-Questa la poggerò sul tuo cadavere.
Hinata si staccò da Sasuke e andò ad aiutar Kurenai. Mentre lui, si posizionò davanti a Madara, pronto ad affrontarlo.
-Farti aiutare da una ragazzina inesperta non è da te.
-Non ti permetterò di colpirla alle spalle.
Hinata si era accorta che quella che aveva davanti era solo una copia della strega nera. Neanche Kurenai lo aveva capito.
-Molto perspicace- disse la strega uscendo dal terreno.
-Volevi colpirla alle spalle come una vigliacca.
-Mi dovrò occupare anche di te mocciosa. Inizi a darmi fastidio.
-Grazie Hinata.
-Sono pronta ad aiutarvi a sconfiggerla.
-Purtroppo io posso fare poco per aiutare. La sua sconfitta dipende da te.
-Non le permetterò di causare altre sofferenze.
-Avete finito di conversare? Preparatevi al mio attacco infernale. Fiamme avvolgete quelle sciocche e divoratele. Soffrirete molto mentre bruciate.
Le due furono circondate dalle fiamme.
-Vieni in mio soccorso magia mistica delle acque.
-Le fiamme sono inesauribili, la tua acqua è inutile. Addio.
-Magia di purificazione e di assorbimento.
Le fiamme si estinsero. Karin non credeva ai suoi occhi. Quella ragazzina conosceva degli incantesimi antichissimi. Pensava fossero andati perduti con la scomparsa dell’ultimo dei draghi centinaia di anni prima.
Hinata si era allenata molto i giorni prima del matrimonio. Suo padre le aveva lasciato nel diario dei codici. Sasuke li aveva decifrati e aveva scoperto che erano incantesimi potentissimi. Neanche Karin sapeva adoperarli.
La battaglia era appena cominciata e non era a favore dei cattivi come avevano sperato Karin e Madara. Avevano fatto mali i conti e avevano sottovalutato i loro nemici.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Lo scontro era iniziato al castello e gli schieramenti erano uno di fronte all’altro. Molti briganti si erano posizionati davanti al re e ai suoi cavalieri su ordine di Madara. Avevano disposizioni precise. Bisognava eliminare il cavalieri e lasciare in vita il re. A Madara serviva vivo, solo lui poteva dichiarare solennemente che cedeva il potere. Doveva anche dargli la corona durante una cerimonia. Sapeva che non l’avrebbe fatto spontaneamente, quindi bastava ricattarlo tenendo prigioniera la regina. Aveva mandato dei briganti a cercarla, ma il re aveva previsto questa mossa. La regina e i nobili erano scortati dalle guardie e da Naruto. Minato non faceva cogliere impreparato.
Madara si era posizionato davanti a Sasuke. Non vedeva l’ora di vederlo a terra sanguinante.
-Ti ucciderò lentamente. Voglio che guardi la fine della tua strega. Però, prima si divertiranno con la bella sposina.
-Non permetterò a nessuno di toccarla.
-Sarai a terra privo di forze. Non riuscirai a fermarci. Sono curioso di sentire le urla di quella strega mentre i miei uomini si divertono con lei.
-Bastardo, la tua malvagità non ha limiti.
-Mi piace la disperazione negli occhi degli altri. Adoro anche le urla di dolore.
-Sei marcio fino al midollo.
Sasuke e Madara iniziarono un duello con le spade. Erano entrambi molto abili e non sarebbe stato uno scontro breve.
Karin tentò di bloccare Sasuke con incantesimo paralizzante, ma Kurenai la bloccò creando uno scudo magico.
-Non ti intromettere in quello scontro, non è affar tuo. Il tuo padrone ti ha ordinato di lanciare degli incantesimi per bloccare Sasuke, ma noi te lo impediremo- disse Hinata.
-Non sei abbastanza forte ragazzina. In più, la maga sa che non può sconfiggermi. Prigione di acqua, vai e colpisci la maga.
Hinata si mise davanti a Kurenai e bloccò la magia usando uno specchio magico. Era un altro regalo che le aveva lasciato suo padre. Lo aveva trovato Sasuke leggendo il diario. Suo padre lo aveva nascosto nella stanza dei tesori. Purtroppo, lo specchio funzionava una sola volta.
-Siete equipaggiate bene, ma non vi servirà a molto. Amici serpenti strisciate fino ai cavalieri del re.
Hinata vide dei serpenti uscire dal terreno. Era ora di richiamare qualche amico dal cielo. La ragazza congiunse le mani e una ventina di aquile comparve nella sala. Divorarono i serpenti in pochissimo tempo.
-Non sei una strega bianca normale. Neanche tua madre padroneggiava bene così tanti incantesimi. E poi come hai fatto a imparare così in fretta?
-Inizi a renderti conto che è forte- disse Kurenai.
-Non quanto me. Ho molti incantesimi per farvi soffrire.
 
Sasuke parava i colpi del suo avversario con grande abilità. Madara lo aveva fatto spiare per anni per prevedere ogni mossa, ma non era servito. Non riusciva a cogliere di sorpresa il cavaliere.
-Sono stufo di giocare pulito.
-Non lo hai mai fatto.
Madara guardò Karin che unì le mani per un nuovo incantesimo. Nel pavimento della cappella si aprì un buco dal quale uscì un mostro con una moltitudine di tentacoli.
-Ora vediamo come te la cavi a fronteggiare me e il mostro.
Sasuke schivò i tentacoli del mostro e parò i colpi di Madara con la spada. Hinata lo vide fronteggiare i nemici con molta agilità. Ma non poteva fare tutto da solo, aveva due mostri davanti. Guardò Kurenai e lei annuì. Capiva quello che provava la ragazza.
-Posso trattenere questa strega per molti minuti. Vai da lui.
Un tentacolo stava per colpire il fianco di Sasuke, ma Hinata lo bruciò con un incantesimo.
-Cosa?
-Non ti permetterò di ferire Sasuke. Non riesci a batterlo da solo e giochi sporco.
-Il vostro amore mi fa venire il volta stomaco. Macchierò di sangue il tuo bel vestito bianco. Prima sarà cosparso del tuo sangue e poi di quello del piccolo Uchiha.
-La tua spada non la toccherà mai.
Hinata pronunciò delle antiche parole e un grande fuoco avvolse il mostro. La ragazza aveva capito che bruciandolo alla base, il mostro sarebbe scomparso. In pochi minuti, ogni tentacolo fu ridotto in cenere. Ora davanti al cavaliere c’era solo Madara.
-Karin la tua creatura ha fallito. Fai qualcosa.
-Agli ordini.
Karin si spostò vicino a Madara, dopo aver parato l’ultimo attacco di Kurenai.
-Ora facciamo uno scontro a quattro.
Karin pronunciò un incantesimo e Sasuke, Hinata e Madara furono risucchiati in un vortice. Sasuke afferrò Hinata per la vita e la strinse a sé. Non doveva assolutamente separarsi da lei, quel tiranno era capace di qualsiasi cosa. Si ritrovarono tutti nel prato fuori le mura del castello.
-Ben fatto mia strega.
-Qui non ci disturberà nessuno signore.
-Preparati a soffrire cavaliere.
-Sasuke siamo isolati. Non mi sono accorta che Karin tracciava una gabbia magica. Secondo i libri che ho letto, si può uscire da questi posti solo terminato lo scontro.
-Non ti preoccupare Hinata. Riusciremo a batterli insieme.
La mora si tolse il velo dalla testa e i guanti dalle mani. Non voleva avere intoppi. Sasuke si slacciò il mantello. Meglio stare comodi contro Madara. Giocava sempre sporco, quindi bisognava eliminare ogni intralcio.
Karin si tolse il mantello e il cappuccio. Poi fece una magia per cambiare il suo abito. Da rosso diventò nero. Accorciò anche la lunghezza. Ora la gonna dell’abito arrivava sopra il ginocchio. Poi creò un’armatura splendente sulle spalle di Madara.
-Grazie mia strega. Come vedete posso contare su una bellissima e potentissima strega. Voi non avete speranze contro di noi. Lei è una strega da anni, la tua sposina pratica la magia da pochi giorni. Può anche essersi allenata, ma non sarà mai al livello di Karin.
-Questo lo pensi tu.
-Hai troppa fiducia in questa mocciosa. L’amore ti rende cieco.
Karin spalancò le braccia e un vortice d’acqua sbalzò Hinata e Sasuke contro il muro invisibile della gabbia in cui si trovavano.
-Ah ah. Sei davvero perfida. Non gli hai dato neanche il tempo di organizzare le difese. Mi piaci da impazzire strega.
-Grazie padrone.
Hinata e Sasuke erano a terra e riprendevano fiato.
-Non mi sono accorta neanche di questo.
-Hinata reagisci, mai buttarsi giù.
-Hai ragione.
-Quando finisce questa battaglia dovrò comprarti un nuovo abito bianco. Sarà più bello e sfarzoso.
-Cerchi di tirarmi su di morale. Sei fantastico.
-Una ragazza speciale me lo dice spesso.
-Basta parlare voi due. È ora di fare sul serio.
Karin preparò un nuovo attacco. Questa volta voleva usare l’elemento fuoco. Erano anni che si allenava a padroneggiare gli elementi della natura, quella ragazzina non poteva batterla. Era una strega fortissima nell’uso degli elementi.
-Fiamma oscura brucia il cavaliere.
Hinata risucchiò le fiamme lanciate da Karin. La strega riprovò ancora, ma fu inutile. Quella ragazza assorbiva ogni tipo di fiamma. Sembrava essere a suo agio con quel genere di elemento. Non poteva essere tanto abile. Nessuna strega padroneggiava i propri poteri in poco tempo. Non aveva neanche un maestro. Come aveva fatto a diventare tanto forte?
-Mocciosa se il fuoco non ti brucia, userò l’acqua per annegarti insieme al tuo amato. Trappola mortale, vasca d’acqua.
Hinata e Sasuke si ritrovarono chiusi in una vasca di vetro senza uscita.
-Ora inizierò a riempire la vasca di acqua e riderò mentre affogate.
-Karin potevi lasciarmi divertire un altro pochino.
-Non dovete sprecare le vostre energie per questi moscerini. Divertitevi.
Karin creò un trono di legno e Madara si mise comodo. L’acqua iniziò a salire dal basso nella vasca.
Sasuke tentava di rompere il vetro con la spada e a spallate, ma era indistruttibile.
-Devo farti uscire da questa trappola.
-Sasuke fermati, ti farai male.
-Non mi importa. Voglio salvarti.
-Potrei liberarvi entrambi se tu mi dicessi il suo segreto. So che nasconde qualcosa dentro di lei.
-Puoi scordartelo.
-Allora morirai in quella tomba d’acqua con lei.
-Signore non potreste essere magnanimo con Sasuke. Regalatelo a me, vi ho fatto conquistare il regno di Minato dopo anni di tentativi e insuccessi. Mi dovete una ricompensa. Quando abbiamo stretto il patto, mi avete promesso che avrei avuto quello che desideravo.
-Non verrà mai via con te. Tiene troppo a quella mocciosa.
-Sasuke alleati con noi e diventa lo sposo della strega più potente dei vari regni. Con me avrai tutto, ricchezze, potere, piacere e cibo.
-Non mi interessano quelle cose.
-Non puoi rinunciare alla vita per lei. Non puoi preferire questa cozza a me. Io resterò sempre giovane, lei appassirà come un fiore in autunno.
Karin bloccò l’acqua nella vasca. Era arrivata alle ginocchia di Hinata e alle caviglie del cavaliere. Poi unì le mani e fece uscire il moro dalla trappola. Si avvicinò e gli mise le braccia intorno al collo.
-Senti quanto siamo compatibili. Il mio corpo si scalda quando penso a te. Io so come toccare il tuo corpo per farlo eccitare. Non ti annoierai mai con me.
Karin tentava di sedurre Sasuke, ma non aveva risposte dal suo corpo. Era freddo con lei. Tentò di leggere nella sua mente per scoprire cosa gli piaceva, ma era impossibile. C’era una barriera a bloccare le sue facoltà mentali. Avevano pensato a tutto per difendersi dalle sue capacità magiche.
Hinata batteva sul vetro della vasca per riuscire a uscire. Doveva esserci un modo per scappare da quella trappola. Non sopportava di vedere quella strega appiccicata a Sasuke.
-Sei così intenta a fissare quei due che non ti sei accorta che mi sono avvicinato alla vasca. Se vuoi, ti faccio uscire?
-Vuoi sicuramente qualcosa in cambio, non ci casco.
-Rivelami i tuoi segreti e lascerò vivo Sasuke.
-Non ti permetterò di toccarlo.
-Non puoi fare niente chiusa nella vasca. Vedrai il tuo amato spegnersi lentamente dopo che lo avrò trapassato con questa spada. Se non accetta la proposta di Karin, sceglie la morte. Io e la mia strega contro di lui. Chi pensi che vincerà?
 
Karin continuava a strusciarsi sul corpo del cavaliere. Restava impassibile a ogni attacco sensuale. Nessun uomo le aveva mai resistito. A causa di questa resistenza, lo bramava ancora di più. Doveva diventare lei la sua sposa.
-Accetta di diventare il mio compagno o all’acqua aggiungerò i fulmini. Morirà sul colpo se la colpisco con un fulmine in quella vasca.
Sasuke guardò Hinata e vide Madara che le parlava. Tentavano di farli parlare su due fronti diversi. Volevano scoprire a tutti i costi il segreto di Hinata. Doveva levarsi da dosso quella strega, non sopportava il contatto con lei. Pensava alla sua amata per non far notare il suo disgusto alla strega. Avrebbe potuto infuriarsi e uccidere Hinata in un attimo. Doveva pensare a qualcosa.
All’improvviso, ebbe un lampo. Fece un gesto veloce verso Hinata. La cosa non sfuggì alla ragazza, ormai si intendevano a perfezione.
Madara tentava di far parlare Hinata da quindici minuti, ma lei restava muta. Da cinque minuti aveva chiuso gli occhi e non era intenzionata neanche a guardarlo. C’era qualcosa di strano. Non poteva aver macchinato un piano con Sasuke, era bloccato da Karin.
Sasuke si staccò da Karin e sguainò la spada. Madara si posizionò davanti al cavaliere e estrasse anche lui la sua arma. Karin chiuse i pugni per la rabbia. Aveva osato rifiutarla di nuovo. Era ora di punire quella ragazzina. Avrebbe pagato lei per lui. Nessuno poteva resistere al fascino della strega nera più potente del mondo.
Karin alzò una mano verso il cielo per richiamare un fulmine, quando vide la vasca andare in mille pezzi. Sasuke si mosse velocemente e corse da Hinata. La strinse forte per non farle finire le schegge di ghiaccio addosso.
-Ero sicuro che ce l’avresti fatta.
-Ho pensato a te appiccicato a quella strega e ho sentito il mio potere impazzire. Sono gelosa e non è il momento. Non posso permettere alle emozioni di dominarmi. Mio padre lo ha scritto nel diario, hai letto anche tu la pagina degli avvertimenti. Non voglio distruggere mezzo paese.
-Non perderai il controllo, io resterò vicino a te.
-Devi fermarmi se perdo il controllo. Intendo in qualsiasi modo.
-Non chiedermi una cosa del genere.
-Sasuke mi fido di te.
Il cavaliere la strinse forte e la baciò sulle labbra. Era sicuro che ce la potevano fare insieme. Non c’era bisogno che lei usasse troppa magia per fermare Karin. Dovevano solo trovare un punto debole e fermarla. Poi si sarebbero occupati di Madara.
-Karin inizi a perdere colpi. Una strega inesperta e più giovane riesce a fermare ogni tua magia. Vedi di usare meglio la tua magia oscura.
-Sto usando incantesimi potenti. Quella ragazzina è la figlia della grande strega bianca. Deve aver ereditato tutti i poteri della madre.
-In tal caso useremo il veleno speciale che uccide qualsiasi strega bianca. Dammi un arco magico e una freccia avvelenata.
Sasuke vide Madara tendere l’arco e puntare una freccia contro la sua amata.
-Hinata crea uno scudo che resista alle frecce.
La mora creò uno scudo di metallo e il cavaliere se lo mise sul braccio. Poi nascose Hinata dietro la sua schiena. La freccia di Madara finì dritta sullo scudo.
-Giochi ancora sporco. Non ti permetterò di ucciderla.
-Sarebbe bello vederla morire in modo atroce. Il veleno circolerebbe lentamente nel suo corpo e patirebbe le pene dell’inferno. Tu non potresti fare niente per aiutarla. Ah ah ah. Solo gli antichi draghi conoscevano dei rimedi magici contro i veleni che uccidono le streghe. Mi pare che l’ultimo drago sia morto per mano mia alcuni anni fa. Era un drago che sapeva prendere sembianze umane e era difficile rintracciarlo. Grazie a un mio caro amico, un re davvero buono con me, ho scovato il drago. Non puntavo a lui, ma mi è piaciuto ucciderlo. Sapere di aver ucciso una creatura tanto potente, mi ha dato un senso di onnipotenza. Purtroppo, non ho mai trovato il suo corpo. Si dice che si ricavi molto potere dalle spoglie di un drago.
Hinata era sconvolta. Avevano dei sospetti su di lui e ora ecco che confessava senza alcun rimorso. Era davvero crudele.
Sasuke avvertì il potere di Hinata aumentare. Sentire le parole di quel pazzo non aiutava il suo autocontrollo.
-Dovevi prendere il cuore del drago dopo averlo ammazzato. Dona grandi poteri e giovinezza eterna.
-Non potevo uscire allo scoperto. Quel drago non è morto subito, nonostante lo avessi colpito al cuore. Ha portato la sua amica strega al sicuro. Streghe bianche e maghi sono sempre stati alleati.
-Patetico. Dovevi colpirli entrambi.
-Non mi sfidare Karin o ti uccido insieme a quei due.
-Ora saremmo i più potenti del mondo con quel cuore. Io sarei giovanissima e avrei ai miei piedi Sasuke. Dovevi proprio uccidere quel drago.
-Volevi fronteggiare un drago. Ti avrebbe distrutta con la sua magia. Quello era un drago millenario, era potentissimo. Il mio amico re mi ha raccontato cosa lo ha visto fare. È rimasto impressionato. Ha detto che neanche una strega nera ha certi poteri. Usava incantesimi diversi contemporaneamente e erano potentissimi. Anche Orochimaru lo ha visto. Non so perché il mio amico pensasse che la strega bianca che bramava fosse l’amante del drago. Sanno tutti che una relazione del genere era proibita nel mondo magico. Sarebbero stati cacciati qualsiasi villaggio magico o umano.
-Il tuo amico re è sempre stato un folle. Vedeva cosa che non esistevano. Pensava che io volessi ucciderlo solo perché ho letto la sua mente.
-Per un re è normale essere paranoico. Tu non sei mai stata capace di comprendere cosa significa stare al potere.
-Mi annoi capo. È ora di dare il colpo di grazia a quei due. Voglio andare al castello e farmi un bagno caldo. Prendermi qualche cavaliere come schiavo e divertirmi. Sono stanca di avere solo i tuoi uomini intorno. Mi annoiano.
 
Al castello
I cavalieri avevano sconfitto tutti i briganti di Madara. Il re era salvo. Non restava che controllare il perimetro.
-Neji vai all’esterno con alcuni cavaliere e controlla il giardino.
-Shikamaru controlla ogni stanza del castello. Non voglio sorprese. Maestà dovreste andare al rifugio.
-Resto a combattere con voi.
-Qui è tutto sotto controllo. Ora tocca a Hinata e Sasuke.
 
Tsunade era uscita dal rifugio per controllare la situazione. Aveva sentito i cavalieri urlare che tutti i briganti erano stati imprigionati. Come dottore doveva soccorrere i feriti. Trovò due guardie stese a terra. Controllò i battiti, erano morti. Andò avanti e trovò altri tre uomini. Avevano bisogno di essere medicati.
Prese la sua sacca e estrasse una boccetta di disinfettante e alcune bende.
Un brigante si avvicinava silenziosamente alla dottoressa. Lei non si era accorta di niente. Stava per colpirla alla schiena, ma cadde a terra.
-Perdi colpi vecchia.
-Sei tornato a casa, quasi non ti riconoscevo. Sei invecchiato parecchio.
-Invece tu ti mantieni sempre giovane. Inizio a pensare che tu sia davvero una strega.
-Se fossi una strega, tu saresti già un rospo caro Jiraya. Perché ci hai messo tanto a tornare?
-Lungo la via del ritorno ho incontrato tantissimi briganti. Cosa succede qui?
-Madara ci ha attaccati.
-Pensavo non fosse pronto.
-Come vedi, ha causato tantissimi danni. Molti uomini del re sono morti. Tanti sono feriti.
-Dove si trova Minato?
-Nella sala del trono con Itachi e alcuni cavalieri.
Jiraya avvertì un potere immenso venire da fuori. Quella potenza l’aveva già sentita in passato.
-Madara non è qui?
-Sasuke lo combatte all’esterno. C’è anche la strega nera.
-Chi c’è con Sasuke?
-La sua fidanzata. Ti ho parlato di lei nella lettera.
-L’ultima strega bianca. Ma questa potenza non appartiene a una strega.
-Di cosa parli?
-Sento un potere venire da fuori le mura. Erano anni che non percepivo qualcosa del genere.
-Jiraya forse senti la magia di Karin e Hinata. Sono due streghe potenti.
-Sono un ex cacciatori di draghi, so distinguere la magia di una strega da altro. Mi nascondi qualcosa?
-Niente.
-Ho capito, non puoi parlare. Ti aiuto con i feriti.
-Ricordi come è morto l’ultimo drago?
-Sì, Minato mi ha parlato di quella vicenda. Qualche tempo dopo non è morta anche la sua compagna, se non sbaglio era la grande strega bianca?
-Proprio così. Ora siamo sicuri che Madara ha ucciso il drago e attentato alla vita del re a quel tempo.
-Un vero mostro. Mi sono perso tante cose in questi anni.
-Sei stato via troppo. Cosa hai combinato in giro per il mondo?
-Sono in pensione e mi sono preso una lunga vacanza.
-La regina mi ha riferito che inviavi rapporti al re. Non eri per niente in pensione.
-Mi annoiavo senza far niente.
-Dimmi una cosa e rispondi sinceramente. Trovandoti davanti l’ultimo drago, lo avresti ucciso?
-Sai bene che fermavo solo i draghi cattivi. Non è colpa mia se i draghi buoni sono stati sterminati. L’alleato di Madara ha ordinato di cacciarli e di ucciderli.
-Ancora quel re pazzo. Lo stesso che ha fatto braccare la madre di Hinata. Quella ragazza è rimasta senza genitori per colpa di due tiranni. È ingiusto.
-Mi hai fatto quella domanda per mettermi alla prova, molto brava. Ora voglio una spiegazione.
-Dovrai parlare con il re per sapere il resto. Non ho intenzione di rivelarti niente.
Il momento dell’atto finale si avvicinava e Hinata era sempre più carica di magia. Sasuke riusciva a sentire il suo potere crescere secondo dopo secondo.
 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Gabbia magica
Hinata cercava di controllare i suoi poteri. Sentiva qualcosa di forte scaturirle dall’animo. Aveva il terrore di non riuscire a controllarlo. Aveva paura di fare del male alla persona che amava. Doveva assolutamente controllare la magia.
Sentire Madara parlare della morte del padre l’aveva innervosita. Sentiva la rabbia, ma non voleva farla uscire. Non era giusto agire a causa di un sentimento tanto negativo.
Sasuke le mise le mani sulle spalle per farle capire che era lì. Non l’avrebbe lasciata sola.
Madara e Karin percepirono una magia potente scaturire dalla ragazza. Non credevano ai loro occhi. Aveva appena scoperto di essere una strega e possedeva una magia potentissima.
-Cosa sei veramente? Neanche tua madre possedeva tanta magia e era la più potente delle streghe bianche di tutte le generazioni. L’ho studiata per mesi per poterla uccidere e non ha mai sprigionato nulla di simile.
-Sei un bastardo. Le hai tolto la possibilità di incontrare sua madre.
-Il piccolo Uchiha è capace di provare empatia per qualcuno. Tutti dicono che sei freddo, cinico e spietato, ma nascondi un cuore. Ho atteso anni questo momento. Ti ho fatto spiare, ti ho osservato da lontano, ho cercato di leggerti l’anima, ma è era tutto inutile. Ora scopro che una semplice ragazzina è il tuo punto debole. Soffrirai vedendola agonizzare. Karin rivolgi tutti i tuoi attacchi sulla mocciosa. Non risparmiarti.
-Agli ordini.
-Se annulla ogni attacco, usa gli incantesimi oscuri proibiti.
-Come desiderate.
-Non puoi usare quegli incantesimi, avranno conseguenze anche su di te.
-Non preoccuparti per me cavaliere. Ho trovato un metodo per riflettere le conseguenze su altre persone.
-Userai gli incantesimi proibiti e farai pagare lo scotto a innocenti. Non puoi- disse Hinata.
-Faccio quello che voglio. Il mio padrone deve dominare su queste terre, farò di tutto per permetterlo. Così facendo guadagnerò grandi poteri e rispetto da tutto il mondo magico. Sarò la strega più temuta del mondo. Tutti si inginocchieranno al mio cospetto, per sempre. Madara perché non li lasciamo in vita e li facciamo diventare i nostri schiavi personali?
-Sono troppo pericolosi.
-Potrei utilizzare l’ipnosi magica.
-Lui resisterebbe e non so se funzionerebbe con lei.
-Peccato, volevo divertirmi alcuni mesi con questi due. Sei ancora in tempo per allearti con me Sasuke. Guadagnerai prestigio al mio fianco. Sarai il cavaliere più temuto e potente del mondo.
-Il mio posto è accanto a Hinata. Nessuna prenderà il suo posto.
Karin digrignò i denti infuriata e lanciò un incantesimo. Dal nulla sbucarono decine di spade pronte a infilzare il corpo della fanciulla.
-Diventerai un bel pezzo di formaggio bucato. Il tuo cavaliere ti vedrà morire atrocemente.
Karin lanciò le spade contro Hinata che creò una cupola per difendersi. Teneva al sicuro anche Sasuke. Le spade rischiavano di colpire anche lui. Lanciò un contro incantesimo e sciolse le armi. Karin non si arrese, lanciò armi a ripetizione. Doveva eliminare quella mocciosa. Aveva rubato il cuore al cavaliere che bramava da anni. Lei non era mai riuscita a conquistarlo. Si era trasformata in molte donne affascinanti in passato e aveva provato a sedurre Sasuke. Scopriva sempre quando partiva per le sue missioni e si recava sul posto. Era tutto inutile, non la degnava di uno sguardo. Le si era avvicinata più volte e aveva usato ogni arma di seduzione. Lui era sempre glaciale. Ora scopriva che sapeva provare sentimenti. Si era innamorato di una ragazzina di campagna, una strega nemica. Lei doveva sparire. Madara voleva eliminare anche il cavaliere, ma lo avrebbe salvato. Avrebbe usato il suo dolore per la morte della fanciulla per portarlo dalla sua parte. Avrebbe fatto in modo che Madara desse il colpo di grazia alla moccioso e scaricato ogni colpa su di lui. Poi avrebbe fatto leva sui sensi di colpa di Sasuke, non era riuscito a salvare la donna amata, poteva anche passare al lato oscuro. Vivere senza freni con lei. L’oscurità era un bel posto per dimenticare il dolore.
-Karin cosa stai tramando?
-Niente padrone.
-Ti conosco da anni, so quando menti. Vuoi salvare Sasuke. Potrei permettertelo se elimini la sua strega.
-Come desiderate.
-Il tuo odio verso di lei ti aiuterà a sconfiggerla. Guarda bene come si comporta lui. Le stringe la mano, la difende dagli attacchi delle tue armi quando è scoperta dallo scudo. La guarda con occhi innamorati. Non sopporti quando si scambiano certi sguardi.
Madara incitava Karin a usare tutta la magia che possedeva per togliere di mezzo il suo ostacolo al potere. Non di faceva scrupoli. Voleva vincere a qualsiasi costo.
-Non sopporteresti di l’idea di sapere che sono stati insieme.
-Madara vuoi finire la battaglia in fretta e mettere le tue mani sul trono. Non serve che mi inciti a eliminarla con certi mezzucci. Voglio ucciderla con tutto il mio cuore. È ora di usare il mio incantesimo speciale. Apriti porta degli inferi e cattura quella fanciulla.
Hinata avvertì qualcosa di malvagio uscire dal corpo di Karin. Era un’ombra oscura e metteva i brividi. Era paralizzata, non aveva mai sentito tanta cattiveria tutta insieme. Le veniva anche la nausea. Quella magia nera oscurava la sua magia bianca.
-Hinata cosa succede?
-Sento qualcosa di malvagio avvicinarsi. Non riesco a combattere.
-Fatti forza.
-Karin deve aver usato un incantesimo proibito, non conosco una magia in grado di bloccarlo. Sul diario di mio padre c’era scritto che non si scappa con la magia dagli incantesimi proibiti. Ci vuole un atto speciale per fermare questi tipi di magie.
-Sento anche io qualcosa che si avvicina e non mi piace. Dobbiamo allontanarci da qui.
-La gabbia è ancora attiva. E poi una volta lanciato, l’incantesimo oscuro insegue la vittima designata finché non la colpisce. Karin mira a me. Vuole togliermi di mezzo per averti tutto per lei.
-Non permetterò che ti uccida.
Sasuke sentì il corpo di Hinata irrigidirsi. Un’ombra invisibile e nera l’aveva avvolta, non si era neanche accorta della sua presenza. L’aveva colpita di sorpresa e l’aveva avvolta in un freddo abbraccio. Il cuore di Hinata perse dei battiti, le pulsazioni rallentarono e gli occhi si chiusero.
Sasuke vide la ragazza cadere e l’afferrò prima che sbattesse sul suolo.
-Hinata, Hinata.
-Non può sentirti. È intrappolata negli inferi. Non uscirà mai da quel posto da incubo. Non è morta, ma da oggi la sua vita sarà un inferno. Il suo corpo patirà la fame e la sete e si spegnerà giorno dopo giorno. Diventerà sempre più debole e il suo cuore si bloccherà per sempre.
-Maledetta.
-Ben fatto Karin.
Madara si voltò verso destra e vide la gabbia magica spaccarsi. Fuori c’erano Kurenai, i cavalieri, il re, Itachi e Jiraya. Erano troppi da affrontare. Non aveva più i suoi uomini che lo proteggevano.
-Karin andiamo via. Torneremo fra qualche giorno. Presto riceveremo la lieta novella e il regno sarà nostro. Senza quella strega a proteggervi, Karin vi spazzerà via in pochi minuti. Godetevi gli ultimi giorni di libertà e di vita- urlò Madara.
Il tiranno e la strega nera scomparvero in una nuvola nera. La gabbia si disintegrò del tutto grazie all’incantesimo di Kurenai.
Tsunade e Kurenai videro Sasuke a terra e corsero da lui. Videro che teneva Hinata stretta fra le sue braccia.
-Cosa è successo?- domandò Itachi.
-Karin le ha lanciato contro un incantesimo proibito. Non poteva fuggire da quella magia.
-Sasuke ha ragione. Quando viene lanciato un incantesimo tanto potente, non si esaurisce finché non va a segno. Insegue la sua preda anche per anni. Sai di cosa si tratta?- domandò Kurenai.
-Quella strega ha spedito Hinata negli inferi.
-Oh no. Ha usato la porta degli inferi. L’anima di Hinata si spegnerà in pochi giorni laggiù. Senza luce e fra mille sofferenze non resisterà a lungo. E poi anche il suo corpo smetterà di lottare.
-Non conosci un modo per riportarla indietro? Farò qualsiasi cosa per riaverla qui.
-Non esiste alcun contro incantesimo contro quella magia oscura. Per secoli è stata la sventura di molte streghe bianche. Le streghe nere non riuscivano a sconfiggere le loro avversari e le rinchiudevano negli inferi solo per vincere.
Sasuke prese in braccio Hinata e si diresse verso il castello.
Il re ordinò a Kurenai di creare una barriera magica su tutto il castello. Tutti i nobili nei rifugi uscirono fuori cessato lo stato d’allarme.
La regina e la contessa Uchiha raggiunsero la sala del trono e trovarono tutti lì. La contessa riabbracciò suo marito e suo figlio Itachi. Grazie al cielo stavano bene. la regina si fiondò sul re, fregandosene del protocollo. Mirai corse dalla madre e da Asuma. Non vedeva l’ora di rivederli.
-Mamma stai bene?
-Sì, piccola mia.
-Papà hai un graffio sul braccio.
-Non è nulla. Tsunade l’ha già disinfettato.
-Dove è Hinata? Voglio ringraziarla. La regina ha detto che lei si è scontrata con la strega cattiva.
-La potrai vedere più tardi piccola mia.
Kurenai non riusciva a dire alla sua bambina che non avrebbe più potuto parlare con Hinata. Era troppo doloroso.
La contessa Uchiha guardava i cavalieri, ma non vedeva Sasuke. Non poteva essere scomparso.
-Caro hai visto nostro figlio minore?
Il marito non rispose a quella domanda. Aveva visto Sasuke per pochi secondi e non era riuscito a dirgli niente. Non lo aveva mai visto in quello stato. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e un’espressione indecifrabile.
-Mamma, Sasuke sta bene. Non è ferito. Ha fronteggiato Madara all’esterno delle mura.
-Sono felice che siate tutti salvi. Vado a vedere come sta Hinata.
-No, mamma. Sasuke è con lei e non vuole vedere nessuno. L’ha portata nella sua stanza e non vuole che ci avviciniamo.
-Cosa le è successo?
-Purtroppo la strega le ha lanciato un incantesimo proibito. Hinata non si risveglierà mai più. È in una specie di coma e fra qualche giorno il suo cuore rischia di smettere di battere. È prigioniera degli inferi e non c’è alcuna via di fuga.
La contessa iniziò a piangere e il marito la strinse. Quella ragazza innocente era rimasta vittima della cattiveria di una donna crudele e di un tiranno. Era tutto troppo ingiusto.
 
Sasuke aveva steso Hinata sul loro letto. L’aveva coperta per farla stare al caldo e aveva acceso il fuoco. Aveva le mani ghiacciate.
-Per favore, parlami. Non posso vivere senza di te.
Non aveva mai sofferto in quel modo. Sentiva il petto che gli doleva. Era un dolore acuto e lancinante. Si sentiva in colpa, non l’aveva protetta. Aveva ancora tanti anni davanti. Avrebbe voluto passare l’intera vita con lei, ma quei maledetti l’avevano trascinata lontana da lui.
-Perché tu? Non hai fatto nulla di male. Perché prendersela con un innocente. Quei mostri non dovevano farti questo. Ora starai soffrendo laggiù. Vorrei essere con te per proteggerti, ma non so come fare. Sono inutile. Tutti gli anni di allenamento non sono serviti a niente. Non ho mai pianto in vita mia. Ora non riesco a fermare le lacrime. Tu non vorresti vedermi in questo stato. Mi hai fatto promettere di andare avanti se fosse successo qualcosa di brutto. Non pensavo che avrebbero colpito te. ero pronto a sacrificarmi al tuo posto. Ma non ho visto neanche arrivare il colpo che ti ha imprigionata. Perdonami.
-Cavaliere smetti di piangere. Le hai promesso di essere forte prima della battaglia. Lo hai dimenticato? Lei ti ha baciato e tu hai detto che non ti saresti arreso di fronte al male.
-Chi ha parlato? Esci fuori.
-Sono accanto a te.
Sasuke si girò verso destra e vide una donna vestita di bianco. Emanava una luce abbagliante.
-Chi siete?
-Il mio compagno mi ha detto che nostra figlia mi somiglia. Se non mi riconosci, non è vero. Fammi controllare.
La donna si avvicinò a Hinata stesa sul letto e le fece una carezza dolcissima.
-Come è diventata bella. La ami tanto se piangi. Ti ho osservato per anni e non ti ho mai visto soffrire in questo modo.
Sasuke osservò bene la donna. Aveva i lineamenti dolci della sua amata. Anche i capelli erano dello stesso colore.
-Siete la madre di Hinata.
-Proprio così. Il mio compagno mi ha detto di venire a trovarti perché ha percepito il tuo dolore. C’è un modo per riportare a casa Hinata.
-Farò qualsiasi cosa.
-Sei pronto anche a sacrificarti per lei. Sei l’uomo giusto. Il mio compagno ha nascosto una polvere magica nel cassetto della tua scrivania l’ultima volta che è venuto qui. Non ha resistito e è entrato qui senza permesso. Voleva tanto vedere nostra figlia. Si è commosso quando l’ha guardata da vicino.
-Perché non le ha parlato?
-Non può fare quello che vuole. Mostrarsi a Hinata può essere pericoloso. Potrebbe desiderare di restare in questo mondo per sempre e non è giusto. È consapevole che la sua vita è terminata e che Hinata sa andare avanti da sola. Non ha più bisogno di noi. Tu la conosci molto bene, sai quanto è forte.
-Ditemi cosa fare con la polvere?
-Devi metterne un cucchiaio in un bicchiere d’acqua e girare. Poi bevi tutto e stenditi accanto a Hinata. Stringi la sua mano prima di addormentarti o non riuscirai a trovarla negli inferi. Dovete essere collegati nel corpo. Sarebbe stato più facile se tu ti fossi già unito a lei. Ma non parliamo di questioni imbarazzanti. Certi discorsi mi fanno arrossire.
-Vostra figlia fa lo stesso.
-Mi fa piacere sapere che ha preso qualcosa di carino da me. Ascoltami bene cavaliere. Se non troverai Hinata entro domani al tramonto, resterete per sempre negli inferi. Anche tu morirai. Sei pronto a correre questo rischio per lei?
-Sono sicurissimo. Andrei ovunque per salvare Hinata.
Sasuke aprì il cassetto della scrivania e prese il sacchetto. Si versò un bicchiere d’acqua e ci mise un cucchiaio di polvere magica. Mescolò con un cucchiaino e andò a sedersi accanto a Hinata. Bevve tutto il liquido e si stese accanto alla ragazza. Le strinse forte la mano e si addormentò dopo qualche secondo.
La strega bianca aveva atteso che Sasuke si addormentasse per chiamare il compagno.
-Pensi che riuscirà a salvarla?
-Il loro legame è fortissimo. Sento una potenza incredibile e si tengono solo per mano. Presto sapranno che insieme possono superare qualsiasi ostacolo.
-Gli inferi sono pieni di creature orribili.
-Sasuke la salverà e la riporterò a casa. Dobbiamo avere fiducia in lui.
-Hai ragione tesoro.
Scomparvero nel nulla sentendo la porta aprirsi. Itachi, la contessa Uchiha, Fugaku, la regina, il re, Tsunade, Kurenai, Asuma e Jiraya erano andati a controllare la situazione. Trovarono Sasuke addormentato accanto a Hinata.
Kurenai sentì uno strano odore e notò un sacchetto sulla scrivani.
-Questa polvere viene dal corpo di un drago. Pensavo non esistesse più una cosa simile. Sasuke deve averla ingerita. Nei tempi antichi si diceva che chi beveva acqua e polvere insieme, poteva andare negli inferi. Pensavo fosse una leggenda.
-Mio figlio ha bevuto quella roba?- domandò Fugaku.
Sì, sento lo stesso odore della polvere sulla sua bocca- disse Tsunade.
-Quello sciocco è andato laggiù per riprenderla. Rischia di morire con lei- disse Itachi.
La regina e la contessa sgranarono gli occhi. Non era sicuro che quel metodo funzionasse, potevano morire entrambi. Era crudele.
-Metti due cavalieri di guardia fuori a questa stanza- ordinò il re a Itachi.
-Sarà fatto maestà.
-Tsunade ogni tanto vieni a controllarli. Voglio essere informato su ogni sviluppo. Fugaku ho bisogno di te per rinforzare le difese. Temo che Madara si prepari per un nuovo attacco. Se scoprisse che Sasuke è fuori gioco, potrebbe attaccare presto. Dobbiamo essere pronti.
-Agli ordini.
-Kushina prepara i nobili per arrivare prima ai rifugi. Tutti devono essere pronti in caso di emergenza.
-Come vuoi tesoro.
-Kurenai fai di tutto per rinforzare la barriera. Karin è troppo pericolosa per tutti noi.
-La fermeremo insieme.
L’ultimo vero scontro si avvicinava sempre di più. Presto Madara sarebbe tornato e loro lo avrebbero combattuto con ogni mezzo e uniti.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Inferi
Sasuke sentì un grande freddo invadergli il corpo. Fu investito prima da una luce immensa e poi si ritrovò nel buio totale.
Dopo qualche minuto iniziò a vedere qualcosa. Si trovava in un deserto pieno di uomini immersi nella sabbia. Gridavano aiuto. Sperava che Hinata non fosse passata da lì, quelle urla erano strazianti. Era abituato a vedere paesaggi orribili come quello, ma Hinata era più fragile.
Vide una porta. Doveva essere un passaggio che conduceva da qualche parte. Doveva andare via da quel deserto, prima di restare bloccato come quegli uomini.
-Fermo. Non puoi passare oltre la seconda porta.
-Lascia libero il passaggio.
-Non posso, sono il demone del deserto e nessuno oltrepassa questa porta senza il mio permesso.
-Una ragazza mora è passata da qui?
-Qui non ci sono mai donne. Ora fila nella sabbia, devi patire come gli altri.
-Non sono qui per la mia pena. Sono ancora vivo e intendo restarci per la mia Hinata.
In pochi secondi Sasuke atterrò il demone e passò oltre la porta. Si ritrovò in una terra ghiacciata. In quel posto le persone erano imprigionate in blocchi di ghiaccio. Non parlavano, era come svenuti in enormi iceberg.
-Straniero non dovresti essere nella mia terra.
-Cerco una ragazza.
Un altro mostro si materializzò davanti a Sasuke e gli bloccò la strada. Era bianco e enorme.
-Qui è pieno di ragazze. Basta che tocchi quel cristallo e farai compagnia a tutte quelle fanciulle.
-Non mi interessano. Mostrami l’uscita da questo posto, non ho tempo da perdere.
-Passa pure, la porta è quella in legno laggiù. A me non piacciono gli scocciatori, non ti voglio qui.
Sasuke attraversò la porta e si ritrovò davanti a un castello. Non c’era nessuno in giro. Sentiva che doveva cercare in quel posto. Lei era lì.
 
Hinata si risvegliò in una grande vasca piena di acqua. Sembrava di essere alle terme. Era completamente nuda. Si coprì con le braccia e cercò in giro qualcosa da indossare. Trovò un asciugamano sul bordo della vasca e ci si avvolse subito. Doveva cercare di capire dove si trovava. Quelli non sembravano gli inferi.
-Oh no mia cara. Sei proprio nel regno degli inferi. È un piacere vedere i tuoi occhi aperti. Ti ho trovata svenuta davanti al mio castello e ti ho affidata alle cure della mia vecchia balia. Ti ha immersa nelle acque termali per toglierti di dosso l’odore nauseabondo di un altro uomo.
-Non dire sciocchezze. L’odore di Sasuke non è cattivo.
-Il tuo amante si chiamava Sasuke. Si tratta di un Uchiha, persona pericolosa.
-Ti sbagli.
-Quanto fuoco brucia in te. Ti troverai bene nel mio castello. Da oggi considerati mia prigioniera. Da qui non uscirai mai più. Domani al tramonto sentirai un grande bruciore al petto e saprai che il tuo cuore ha smesso di battere. Domani morirai per sempre.
-Chi sei?
-Sono un semplice vampiro costretto a vivere negli inferi a causa dei suoi divertimenti.
-Se siete qui, avete fatto qualcosa di brutto.
-Ho solo morso qualche collo. Però, le mie vittime erano troppo deboli e sono morte.
-Hai ucciso delle persone.
-Non ti scandalizzare, è successo tanto tempo fa. Qui non posso mordere nessuno. Mi hanno relegato in questo castello oscuro per sempre. Ho solo la mia vecchia balia con me. Dopo che sono stato ucciso, mi ha seguito nella morte. Quando ti ho vista davanti al castello, ti ho subito portata dentro. Non ho mai ricevuto visite e poi mi arrivi tu dal cielo. Sei un dono meraviglioso. Visto che sei ancora viva, questa notte potrò assaggiare il tuo sangue. Finalmente risentirò quel sapore dolcissimo. Dal tuo odore, so hai un sapore buonissimo. Da domani sarai per sempre mia.
La ragazza era terrorizzata da quel tipo. Perché era finita lì? Doveva scappare, cercare una via di fuga.
Il vampiro si avvicinava a Hinata. La ragazza si girò e scappò via. Correva più veloce che poteva ma non sapeva dove andare. In più, non stava per niente comoda. Doveva tenere l’asciugamano con la mano o rischiava di caderle. Non voleva assolutamente essere vista nuda da un altro.
-Sto per raggiungerti bocconcino.
Arrivò a un corridoio buio, ma non vedeva una via di fuga. La stava per raggiungere, doveva nascondersi. All’improvviso venne afferrata per la vita e tirata dentro una stanza. Sentì anche una mano che le tappava la bocca. Aveva il terrore che l’avesse raggiunta. Era davvero finita. Sarebbe stata morsa da un vampiro e avrebbe passato l’eternità in quel vecchio castello avvolto dalle tenebre.
 
Al castello di Minato
Kurenai aveva lanciato ulteriori incantesimi di protezione. Aveva anche sigillato la stanza di Sasuke. In caso di attacco, i nemici non dovevano assolutamente entrare lì.
I nobili erano tutti nei rifugi, mentre i cavalieri e il re si erano riuniti nella sala del trono. Le guardie sorvegliavano ogni angolo del castello.
Questa volta Kushina era voluta restare al fianco del suo re. Se era la fine, sarebbe morta con lui. Non poteva vivere senza di lui. Non poteva neanche abbandonare suo figlio.
Asuma era rimasto ancora una volta con Kurenai. Non l’avrebbe mai lasciata senza difese. Avevano affidato Mirai a una dama fidata della regina. La contessa Uchiha non aveva voluto ascoltare né il marito né il figlio maggiore. Rischiava di perdere Sasuke, non voleva vedere svanire anche loro due.
Tsunade era rimasta al fianco di Jiraya. Era stata irremovibile, voleva aiutare lì.
 
Si sentì un forte boato e le porte della sala saltarono in aria.
-Ci si rivede Minato.
-Non sei benvenuto qui.
-Ci siete proprio tutti. Karin ti avevo detto che ci saremmo divertiti di più. Puoi spazzarli via con la tua magia, ti basta un solo dito.
-Non mi divertirei se usassi subito troppa forza.
-Hai ragione. Devono prima soffrire. Jiraya sei tornato dai tuoi viaggi, che piacere vederti. Potrò liberarmi anche di te, che gioia.
Madara si guardò intorno e non vide Sasuke.
-Karin percepisci il piccolo Uchiha?
-Non è qui.
-Il vostro miglior cavaliere deve essere ancora scosso e non riesce a staccarsi dal corpo della sua fidanzata. Patetico.
-Non insultare mio figlio. Sei solo un folle- urlò la contessa.
-Povera contessa. Mi occuperò personalmente del piccolino. Presto raggiungerà la sua amata.
-Sei un mostro. Come hai osato farle del male?  Non meritava di soffrire.
-A me diverte vedere le persone soffrire, piangere, disperarsi e morire.
Karin creò dei fantocci che si buttarono contro i cavalieri. Iniziò uno scontro. Nonostante i cavalieri abbattessero i fantocci, questi si rialzavano dopo qualche secondo.
Madara e Karin se ne stavano dall’altra parte della sala. La strega scrutava la mente di ogni cavaliere e di ogni persona in quella sala.
-La tua preda è stesa nel suo letto e non può svegliarsi.
-Cosa significa?
-A quanto pare ha ingerito polvere di drago.
-Mi avevi riferito che non esisteva più.
-Infatti non se ne trova. Qualcuno qui deve averne conservato un sacchetto. Quella polvere annulla tantissimi incantesimi oscuri e proibiti. Sasuke è andato a salvare la mocciosa.
-Allora è una preda facile. Li ucciderò entrambi con la mia spada.
-No, fermo- disse Karin trattenendolo per un braccio.
-Cosa ti prende?
-Non puoi oltrepassare la porta della stanza di Sasuke. C’è un sigillo magico della maga. È creato con polvere di fata, polvere di fiori notturni, lacrime di veggente e magia di maga. La porta si apre solo dell’interno. Quella maga ha pensato a tutto pur di non farci entrare lì. Sapeva che avresti mirato a quei due. Ha sigillato anche il balcone e le finestre. Quella stanza è più sicura di una fortezza.
-La costringerò ad aprire la porta. Lei saprà come sbloccarla dall’esterno.
-Preferirebbe morire, piuttosto che dirtelo. Sento altro in alcune menti.
Karin sgranò gli occhi e Madara la vide sorridere in modo maligno. Per la prima volta, quella strega gli faceva paura.
-Mi piace leggere i pensieri degli altri, si scoprono sempre segreti utili. Quella mocciosa è mezza strega …
-Buon per noi. Non è potente come appare.
-Scherzi. Non hai sentito la sua potenza l’ultima volta? Era qualcosa di inaudito. Quella mocciosa è figlia della grande strega bianca e dell’ultimo dei draghi- disse Karin leccandosi le labbra.
Madara non credeva alle sue orecchie. Esisteva ancora qualcuno con sangue di drago a quel mondo. Doveva prendere il corpo della ragazza. Doveva averlo per lui.
-Ora capisco perché quel drago ha difeso la strega a costo della vita. Si amavano.
Itachi, Minato, Jiraya e due cavalieri erano riusciti a oltrepassare i fantocci e ora erano davanti a Madara e alla strega.
-Non ci faremo sconfiggere.
-Siete patetici. Siete mossi da sentimenti, non potete battermi. Avete una miriade di punti deboli che posso usare contro di voi. Io non ne possiedo e sono in vantaggio. Comunque, siete stati bravi a nascondermi che la mocciosa ha sangue di drago. Meno male che è ancora viva e posso prendere il suo corpo. Si dice che il sangue di drago fresco doni grandi poteri. Non preoccuparti Karin, potrai strapparle il cuore dal petto.
-Grazie padrone.
-Non vi permetteremo di arrivare a loro.
-Minato sei un re debole. Sempre a pensare al popolo. Si governa con il pugno di ferro.
-Sei davvero tanto solo. Non hai capito che avere amici e parenti accanto significa avere una grande forza. È qualcosa che ti permette di lottare per andare avanti. Tu non desideri altro che potere. Resterai solo per tutta la vita. Sarai odiato da tutti.
-Proprio quello che voglio. Tutti mi temeranno perché ho il potere. Nessuno oserà sfidarmi come fate voi vermi. Una volta che avrò sconfitto te e la tua corte, nessuno proverà a spodestarmi dal trono. In più, avrò il potere di un drago.
Madara si lanciò su Minato con la sua spada, ma Itachi si mise in mezzo. Parò il colpo con la sua spada e ingaggiò un duello con il despota. Il re andava protetto.
 
Nel castello degli inferi
Hinata cercava di divincolarsi dalla stretta dell’uomo che la teneva prigioniera. Era troppo forte.
-Hinata calmati.
-Sasuke.
Aveva riconosciuto la voce del suo amato. Non poteva essere lì? Doveva aver ricevuto il suo stesso colpo, non era possibile.
Sasuke la lasciò per qualche secondo e trovò un candelabro acceso. Prese la mano della ragazza e si avvicinarono alla luce.
-Non puoi essere qui? Vorrebbe dire che sei …
Non voleva assolutamente dirlo, faceva troppo male.
-Non preoccuparti, non sono morto. Ho solo ingerito della polvere di drago.
-Sei uno sciocco. Ho letto di quella polvere e può essere pericolosa.
-Per te sono disposto a rischiare tutto. Cosa ti hanno fatto?
-Niente. Mi sono risvegliata qualche minuto fa in una grande vasca termale. Non so come sono finita qui. Secondo quel tipaccio che mi insegue, ero svenuta fuori al castello.
-Il tipo che ti inseguiva, ti ha spogliata. Che bastardo. Lo trovo e lo picchio.
-No, è pericoloso. Ha detto di essere un vampiro. È una creatura della notte e qui gioca in casa. E poi non mi ha vista nuda. È stata la sua balia a denudarmi. Non trovo più i vestiti, ho dovuto scappare così. Il vampiro voleva mordermi.
-Lo faccio a pezzi.
-Sasuke non fare sciocchezze. Non conosciamo questo posto e non sappiamo nulla di quel tipo. Potrebbe avere poteri spaventosi. Non voglio ti faccia del male.
-Ti preoccupi sempre troppo per me.
Sasuke l’avvolse con il suo mantello. Per fortuna, era apparso negli inferi con i suoi abiti da cavaliere. Odiava il fatto che qualcuno potesse vederla senza veli.
Il cavaliere la stava stringendo forte. Aveva avuto il terrore di non poterlo più fare. Lei era tutto il suo mondo.
-Mi sei mancata.
-Per questo mi stringi tanto forte. Credevo di non poterti più vedere.
-Sono qui e andremo via insieme. Troveremo un modo di uscire da questo postaccio.
All’improvviso tutte le candele nella stanza si accesero.
-Benvenuti nella mia sala del trono. Karin mi aveva promesso solo una fanciulla. Ora mi ritrovo tra i piedi un rompiscatole. Dovrò annientarti e spedirti in qualche luogo remoto degli inferi. Non ti voglio vicino alla mia preda.
-Hinata non è un animale da cacciare. Non ti permetterò di farle del male. Mostrati, abbia il coraggio di fronteggiarmi.
-Eccomi qua- disse il vampiro apparendo davanti ai due innamorati.
Sasuke lo squadrò attentamente per studiarlo. Doveva capire come combatterlo.
-La fanciulla è mia di diritto. È apparsa nel mio dominio e ora mi appartiene.
-Hinata non è una proprietà. Non decidi tu dove deve vivere. È libera di fare le sue scelte.
-In questo mondo comando io. Qui lei non ha alcuna libertà. Sarà per sempre la mia fedelissima compagna. Farà tutto quello che le ordinerò. Non sarò più solo in questo mondo. Tu devi sparire dalla sua vita. Anzi, ti succhierò un po’ di sangue e ti renderò mio schiavo. Ti farò assistere ogni giorno alla nostra vita insieme. La vedrai baciarmi con molto trasporto e soffrirai senza poter reagire. Sarai uno zombie alle mie dipendenze.
Il vampiro si avvicinò velocemente a Sasuke e tentò di morderlo per soggiogarlo al suo volere. Il cavaliere gli torse il braccio e lo atterrò sul pavimento.
-Non ci provare. Non sarò mai un tuo servo. Io sono un cavaliere del re e obbedisco solo ai suoi ordini. Come cavaliere ho anche il dovere di proteggere le persone che amo. Non ti lascerò mai schiavizzare Hinata.
-Non mi piace tutta questa confidenza che hai con lei. È ora di fare sul serio.
Una miriade di pipistrelli circondò Sasuke. Hinata afferrò un candelabro e lo agitò in aria per cacciare i pipistrelli. Nessuno faceva male a Sasuke.
-Via, via. Non provate a toccarlo.
Il vampiro richiamò i pipistrelli che volarono via.
-Non difenderlo, potresti farti male.
-Mi butterei nella lava per lui.
Sasuke pensò che era davvero l’uomo più fortunato del mondo ad averla incontrata. Aveva detto quella frase senza neanche riflettere su chi aveva davanti. Ogni giorno trovava un modo per stupirlo, era incredibile.
Il cavaliere le prese la mano per avvicinarla a sé.
-Sei e sarai sempre l’unica donna della mia vita.
-Sasuke cosa dici?
-Le parole di tua madre mi hanno fatto riflettere.
-Mia madre?
-Lei mi ha fatto trovare la polvere per venire qui. Tuo padre l’aveva lasciata nel cassetto della mia scrivania. Mi sono apparsi in momenti diversi e mi hanno parlato in modo strano. Sapevano che ti sarebbe successo qualcosa e volevano aiutarti a uscirne. Mi hanno lasciato dei messaggi in codice. Per uscire da questo posto c’è solo un modo.
-Illuso, non ci sono vie di fughe. Karin lo ha detto chiaramente.
-Non parlavo con te.
-Non mi piace essere ignorato.
-Facci l’abitudine. Hinata la risposta è nel nostro amore. Devo aprirmi come tu fai sempre con me. Non devo aver paura di rivelarti tutto quello che sento. Tutto quello che susciti in me. Sei la mia più grande debolezza e allo stesso tempo sei la mia forza. Ho bisogno di te per continuare ad andare avanti. Non posso più fare meno di vedere il tuo viso la mattina, di baciare le tue labbra e di guardare nei tuoi splendidi occhi.
Una luce abbagliante circondò Hinata e Sasuke e il nemico capì che non c’era più nulla da fare. La purezza della fanciulla unita alla forza e al coraggio del cavaliere avevano creato una breccia che portava fuori da quel luogo. Solo i vivi potevano superare quel buco.
-Cosa mi fai dire? Sono follemente innamorato di te.
Calde lacrime bagnarono il viso di Hinata. Il cavaliere le asciugò subito e la baciò sulle labbra.
-Si torna a casa. Ti aspettano tutti. Erano preoccupatissimi.
-Volevi dire ci aspettano.
-Sempre a contraddirmi. Credo che mi farai impazzire.
I due innamorati saltarono dentro lo squarcio che si richiuse dietro di loro.
 
Itachi stava duellando con Madara da quindici minuti. Karin aveva tentato di aiutare il suo padrone con la magia, ma Kurenai l’aveva bloccata.
-Strega non giocare sporco. Questa volta il tuo capo se la deve cavare da solo. Lo aiuti perché temi che venga battuto in duello?
-Nessuno può sconfiggere il grande Madara. Gabbia dorata.
Kurenai, la contessa Uchiha, la regina e Tsunade vennero rinchiuse in una gabbia. La maga tentava di distruggerla ma la sua magia veniva assorbita.
-Inutile mia cara, i tuoi incantesimi non funzionano nella gabbia. Fra poco tutte le vostre energie verranno prosciugate da queste sbarre d’oro.
-Kushina resisti, ti libero subito.
-Io non colpirei la gabbia con la spada maestà. Potresti restarci imprigionato. Ah ah ah. Madara vuole eliminarti di persona quindi dovevo avvertirti.
-Resisti cara.
-Non preoccuparti Fugaku, riusciremo a uscire da qui. Ma non colpite la gabbia.
-Karin mettili a terra. Sono stanco di aspettare. Questi moscerini non si arrenderanno mai.
Alcuni tentacoli uscirono dal pavimento e imprigionarono tutti i presenti. Madara rideva felice. Afferrò la mano della strega nera e si diresse verso il trono.
-Questo è il mio grande momento. È ora che mi sieda sul mio trono.
Madara stava per sedersi sul trono di Minato, quando qualcuno fece irruzione nella sala.
-Non provare a poggiarti sul trono, non è mai stato tuo e non lo sarà mai.
-Tu non puoi essere qui.
-Ti sorprende che sia uscito vivo dagli inferi. Dalla tua faccia e quella della strega, ho guastato i vostri piani.
Karin sentì delle strane parole nell’aria.
-Anche lei è qui. Sasuke l’ha riportata indietro. Dobbiamo andare via.
-Perché? Quei due moscerini non possono fare niente contro noi due. Sei più potente di quella mocciosa.
-Ne dubito. Mi sto indebolendo. Sento la mia magia affievolirsi. Non riesco neanche a capire dove si nasconde. Sento la sua voce invocare un antico incantesimo. Sta sigillando i miei poteri.
Karin si accasciò a terra svanita. La gabbia che rinchiudeva le signore svanì nel nulla e i tentacoli diventarono polvere.
Hinata comparve davanti a Madara e Karin. Sasuke le si avvicinò e puntò la spada contro il tiranno.
-Arrenditi.
Madara dichiarò la resa. Non poteva fare niente contro tutti i cavalieri. Minato ordinò a Neji e Shikamaru di scortare l’uomo nella cella segreta. Mentre affidò Karin a Choji, Shino e Kurenai. La maga sigillò la cella della strega nera. Non poteva uscire da lì utilizzando i suoi poteri. Ormai i cattivi erano sconfitti.
 
Nella sala del trono
La contessa Uchiha corse verso Sasuke, ma non fece quello che si aspettavano tutti. Per prima abbracciò Hinata.
-Non farmi più stare così in pena cara. Non mi piace per niente vederti soffrire.
-Grazie signora- disse Hinata con le lacrime agli occhi.
C’era qualcuno che l’attendeva, qualcuno che le voleva bene. Anche la regina corse ad abbracciarla.
-Condivido i pensieri della contessa. Non voglio più prendere un tale spavento.
Kurenai, tornata dalle prigioni, si buttò subito sulla ragazza.
-Hai fatto una cosa straordinaria. Sconfiggere una strega nera così potente non è da tutti. Sei stata molto abile.
Loro la stavano ringraziando. Era felice. Nessuno di loro la cacciava sapendo che era una strega. Erano tutti meravigliosi, sentiva una gioia incontenibile dentro il cuore.
-Hinata credo che dovrò fare a meno di te come assistente- disse la dottoressa abbracciandola.
-No, vi prego. Ho ancora tanto da imparare. Voglio aiutarvi in qualche modo.
Minato e Kushina scoppiarono a ridere. Anche a Itachi scappò una risatina che non sfuggì al fratello.
-Cara sei stata utile oggi. Tu ci hai salvato- disse la regina.
-Ti dobbiamo la vita. Puoi chiederci quello che desideri- disse il re.
Hinata guardò Sasuke e gli sorrise.
-Voglio passare la mia intera vita con Sasuke.
-Ragazza mia non fare stupidaggini. Questo ragazzo è troppo monello per te. Non ti merita. Sei troppo belle e gentile per uno scorbutico come lui.
Scoppiarono tutti a ridere sentendo le parole della dottoressa.
-Sono sicura della mia scelta. Desidero sposare Sasuke e vivere per sempre con lui.
-Allora fra qualche giorno potrete realizzare il vostro sogno. Dacci solo il tempo di rimettere tutto in ordine. Mezzo castello è in disordine e tutte le porte sono distrutte. Per non parlare della sala del trono, ci sono buchi ovunque- disse il re.
-Grazie maestà- dissero in coro Hinata e Sasuke.
 
Quindici giorni dopo
Sasuke aspettava la sposa davanti l’altare della cappella. Non vedeva l’ora di dirgli il suo sì.
Squillarono le trombe e la sposa fece la sua entrata. Indossava un vestito bianco con un lungo strascico tenuto da quattro bambini. Mirai, davanti alla sposa, lanciava petali di fiori ovunque nella navata. Il viso della ragazza era coperto da un velo bianco. Il vestito era stretto in vita e presentava una lunga gonna bianca. Non si riuscivano neanche a intravedere i piedi della sposa.
Hinata si fermò davanti a Sasuke che le alzò il velo.
-Sei bellissima.
-Sasuke sono felice.
-Te l’ho detto quando eravamo nella valle, qui avresti trovato la felicità.
-Ho fatto bene a fidarmi del forestiero che ha bussato alla mia porta.
-Sono stato fortunato a trovarti.
Il sacerdote dovette tossire più volte per richiamare l’attenzione degli sposi. Hinata divenne completamente rossa.
-Ora che ho l’attenzione degli sposi, possiamo iniziare la cerimonia.
Gli invitati scoppiarono a ridere.
Fuori la porta della cappella, gli Yamanaka e gli Haruno gridavano allo scandalo. Ancora non digerivano quel matrimonio.
-Dai papà, non preoccuparti. Punterò a una preda più in alto e più facile di Sasuke Uchiha. Presto sposerò il principe.
-Brava figliola, mai arrendersi.
-Muoviti Shikamaru, siamo in ritardo per la cerimonia.
-Non urlare Naruto, stavo dormendo.
-Salve signori. Scusate dobbiamo entrare nella cappella- disse Naruto.
Sakura gli fece gli occhi dolci, ma lui non la degnò di uno sguardo.
Il principe andò a sedersi di fianco alla madre, che gli diede un pizzicotto sulla gamba.
-In ritardo al matrimonio del tuo amico, non si fa.
-Non sgridare me. Shikamaru dormiva.
-Non è una buona scusa.
La cerimonia duro circa due ore. Al momento del bacio, Sasuke strinse la sposa e poggiò le sue labbra su quelle di lei. Scattò un lungo applauso fra i banchi nella cappella.
-Ora non puoi più fuggire.
-Non ne ho la minima intenzione.
Quel giorno Sasuke e Hinata si divertirono un sacco al banchetto in loro onore. Ballarono per ore insieme e mangiarono tantissimo. Il loro sogno si era realizzato, per sempre insieme.

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