No future for the past

di obidoia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

This time you left first, but it's okay,

in return, promise to marry me in the

next life time. Next time, be sure to

spend your life with me again.

 

Anno 2xxx

Università centrale di Tokyo

Distretto di Shinjuku

 

In un'afosa giornata di fine Settembre due amici piuttosto insoliti si stavano recando alla stazione principale di Shinjuku, uscita nord. Indossavano entrambi la divisa dell'università che frequentavano, pantaloni e giacca di un azzurro spento e una camicia bianca quasi trasparente. Non parlarono molto lungo il tragitto, non avevano niente da dirsi e probabilmente ognuno era immerso nei propri pensieri. Il più basso dei due aveva un'aria spensierata e sorrideva mentre si aggiustava gli occhiali. Era sempre di questo umore da quando si era messo con una ragazza che però non voleva presentare a nessuno giustificandosi col fatto che lei fosse molto timida e riservata. D'altro canto all'amico non importava granché sapere chi fosse, non si era mai curato dell'amore, non che non avesse avuto certe esperienze, ma semplicemente non ne capiva il senso, non provava alcun genere di emozioni legate all'amore, fiducia, felicità o piacere erano per lui inesistenti. Si era anche fidanzato per un certo periodo, ma era durata poco e aveva accettato solo perché lei gli si era dichiarata, non perché l'amasse. Finita la relazione si ritrovò punto a capo, come se non fosse successo nulla. Per questo si poteva dire che fosse ingenuo e un inesperto in quel settore. C'erano state altre occasioni per poter scoprire tali emozioni, in fondo lui era alto, biondo e aveva un non so che di ribelle per questo c'erano sempre delle ragazze che lo aspettavano fuori dalla porta dell'aula in cui era solito seguire le lezioni, ma a lui non importava. Aveva smesso di provarci, e anzi quelle ragazze incominciavano a infastidirlo e a farlo incazzare. Quella era una cosa che sapeva fare bene, incazzarsi. Gli ci voleva niente per andare fuori di testa o arrabbiarsi a tal punto da iniziare una rissa. Eppure lui la violenza la odiava, con tutto se stesso. Il suo amico Shinra gli diceva che tutto sarebbe cambiato una volta trovata l'anima gemella, che doveva solo aspettare quella giusta, ma Shinra, nonostante avesse un quoziente intellettivo altissimo e fosse uno dei più promettenti medici del futuro, viveva in un mondo composto solo da felicità e amore ormai da troppo tempo per cui il suo giudizio non poteva dirsi attendibile.

Erano quasi arrivati alla stazione quando il giovane dottore interruppe i suoi pensieri con la sua voce squillante.

<< Dovrebbe arrivare tra poco... scusami se ti sto facendo perdere tempo. >> disse girandosi verso il biondo che in risposta fece spallucce.

<< All'inizio potrebbe sembrarti una persona un po' arrogante e strana, ma se impari a conoscerlo vedrai che non è poi così... >> Shinra sembrava essere in difficoltà nel trovare un aggettivo che descrivesse appieno la personalità del suo amico. Si sedettero ad aspettare su una panchina vicino all'uscita nord.

<< Comunque è da un po' di anni che non lo vedo, facevamo le medie assieme, ma non penso che sia cambiato poi molto. Oh, deve essere arrivato il treno. >>

L'amico osservò la folla uscire dalle porte centrali con una lentezza esasperante. Non aveva mai visto il ragazzo che stavano aspettando e le descrizioni di Shinra non sembravano promettenti. Le persone cominciavano a dileguarsi sotto il sole cocente ognuno per la sua strada, ma di lui nemmeno l'ombra. Aspettarono cinque minuti, poi dieci, dopo un quarto d'ora di ritardo dall'orario prestabilito Shinra era piuttosto preoccupato, mentre il biondo era visibilmente irritato, ormai erano rimasti solo loro due.

<< Che abbia sbagliato fermata o uscita? >>

Dopo altri dieci minuti l'amico cominciò a dare in escandescenze.

<< Se quel figlio di puttana non arriva entro cinque minuti gli spacco il collo. >>

Shinra capì che poteva finire davvero male per qualcuno se non avesse fatto qualcosa al più presto. Tirò fuori il telefono e compose un numero, dopo pochi secondi si udì la melodia di una suoneria non molto lontana da lì e un ragazzo apparve all'improvviso spegnendo il telefono.

<< Ehi Shinra ma che bello rivederti! >> il suo tono indifferente fece capire subito la falsità delle sue parole.

<< Izaya... si può sapere dov'eri?! É da un po' che aspettiamo. >>

Il diretto interessato socchiuse gli occhi divertito.

<< Ero qua in giro... a dire il vero sono arrivato prima di voi, ma sono rimasto nascosto ad osservarvi, eravate piuttosto interessanti, soprattutto il biondino qua presente. >> disse e fece l'occhiolino in direzione di quello che stava per esplodere dalla rabbia, solo il rispetto nei confronti di Shinra lo tratteneva dal riempire di botte quel ragazzo insolente.

Shinra sospirò << Sei sempre il solito, non non tutti hanno tempo da perdere come qualcun'altro. Non siamo delle marionette. >>

Sorrise e alzò le spalle << La vita è solamente una partita a scacchi, il mondo è la scacchiera, gli esseri umani sono i pezzi che compongono il gioco, e ognuno è una data pedina. >>

<< E sentiamo, tu che pedina saresti? >> domandò il biondo.

Il ragazzo si mise a ridere. << Io?! Ahaha, io non sono una pedina, io sono colui che comanda il gioco. >>

Il giovane medico decise di lasciar perdere e passare alle presentazioni.

<< Lui è Shizuo Heiwajima e frequenta il corso di Arte. Shizuo, lui invece è Izaya Orihara. Dopo aver passato le medie assieme ha deciso di seguire qui gli studi di psicologia alla nostra stessa università. >>

Gli occhi di Izaya incontrarono quelli pieni d'ira di Shizuo mentre gli porgeva la mano che il biondo strinse con una stretta calda e forte.

Di lì a poco Shizuo imparò a conoscere il vero carattere di Izaya. Era un ragazzo moro con degli occhi che attraevano l'attenzione di chi gli parlava. Poteva sembrare un ragazzo minuto, era più basso di Shizuo e magro, ma era comunque agile e quasi altrettanto forte. Tuttavia la cosa che lo faceva imbestialire era la sua arroganza, il suo egocentrismo, il suo scherno verso gli altri che trattava come pedine e il fatto che lui fosse la persona che Izaya amasse analizzare di più. Il giorno dopo essersi conosciuti il moro lo aveva messo nei casini con un professore per una cosa di cui non aveva colpa. Quando aveva chiesto spiegazioni lui si era messo a ridere e aveva detto:

<< Io amo gli esseri umani, ma odio te che non sei altro che un mostro. >>

Quella fu la frase che sancì il loro legame.

 

Shizuo non era mai stato un bambino come tutti gli altri, era diverso e questo lui lo sapeva bene. Non riusciva mai a sentirsi a suo agio, si sentiva fuori posto e inadatto come se quello non fosse il luogo per lui in cui vivere. Sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata quella di un qualsiasi studente seduto dietro il banco, o quella di un adulto chino tutto il giorno dietro la medesima scrivania per anni. No, per lui tutto era differente. Perdeva facilmente il controllo e spesso per le cose più banali. Finiva sempre per azzuffarsi fino a sanguinare, perché non sopportava nessuno,tutti lo infastidivano e lo inducevano a usare la violenza, che lui odiava con tutto il cuore. Shizuo non era un uomo violento ma quella pulce riusciva tirare fuori il peggio da lui. Izaya lo chiamava mostro per la sua forza bruta e Shizuo iniziava a credere di esserlo veramente.
Solo una cosa lo tratteneva dal pensiero di mettere fine a quella misera esistenza, ovvero suo fratello minore Kasuka. Essendo il fratello maggiore avrebbe dato la vita per proteggere la sua. Kasuka non lo rimproverava mai, non si arrabbiava mai nonostante Shizuo tornasse a casa ogni volta conciato peggio e con qualche osso rotto. L'unica cosa che faceva era rimpinzarlo di latte, ma con anche solo con quel piccolo gesto Shizuo sapeva che Kasuka era lì per lui e ci sarebbe sempre stato.

Izaya al contrario era cresciuto in una famiglia numerosa, dalla quale riceveva amore e affetto, e proprio per questo non considerava quel posto la sua “casa”. Non aveva bisogno di un amore bugiardo o di un finto affetto emotivo per crescere. Si allontanò appena poté, sciogliendo tutti i legami che ancora lo collegavano alla sua famiglia. Scappò via di casa a soli sedici anni tagliando i rapporti coi genitori i quali dopo la sua scomparsa non mossero un dito per riportarlo indietro. Soltanto le due gemelle minori, Mairu e Kururi, dopo alcuni anni si fecero trovare nell'appartamento che Izaya stava affittando, cogliendolo di sorpresa.
Durante la sua adolescenza Izaya si rese conto che gli umani erano esseri alquanto interessanti, capaci di superare ogni sua aspettativa e di catturare la sua attenzione. Sentiva un'attrazione quasi maniacale verso quelle forme di vita che lo circondavano, così mutevoli, spregevoli, le quali si ingannavano nell'illusione di vivere una vita felice, nell'illusione di essere amati. Izaya voleva sapere sempre più cose su di loro, Izaya amava le persone ed è per questo che anche loro avrebbero dovuto amarlo.

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


ANGOLO AUTRICE: scusate se lo scrivo all'inizio del capitolo ma è fondamentale che lo leggiate affinché possiate capire l'andamento che avrà la storia. Bene dimenticatevi praticamente tutto quello che sapete su Durarara!, Shizuo, Izaya e tutti gli altri. Per il momento fate finta che Shizuo non fumi, non porti sempre gli occhiali da sole, e che abbia sempre avuto i capelli biondi; fate finta che Izaya non abbia gli anelli e che non usi coltelli a serramanico, ma solo per il momento!Poi forse capirete il perché... se non l'avete già capito. ;) buona lettura e scusate per il ritardo!                                                                                                  



                                                                                                              Capitolo 1

 

 

Shizuo e Shinra erano sul tetto della scuola durante la pausa pranzo ad assaporare l'aria autunnale di una malinconica Tokyo, nascosti da occhi indesiderati e lontani dalla tumultuosa vita scolastica. Nonostante il sole di mezzogiorno l'aria era fresca anche se questo non sembrava importare al biondo che se ne stava comodamente sdraiato per terra accanto all'amico.
<< Shizuo questo week-end dovrei andare ad Ikebukuro per alcuni affari di mio padre e Celty ha già un impegno, non è che hai voglia di accompagnarmi? >>
<< Ikebukuro? Non è quel quartiere dove pullulano color gang e delinquenti anche in pieno giorno? Non so se riuscirei a controllarmi. >>
<< Beh, io mi sentirei molto più al sicuro con te al mio fianco... >>
Shizuo sbuffò << Ultimamente le cose qui sono state un po' troppo tranquille, quella pulce potreb- >>
<< SHI-ZU-CHAAAAN! >>
La quiete venne improvvisamente interrotta da una voce squillante e alquanto sgradevole, Izaya infatti apparse come dal nulla alle spalle dei due amici sorprendendoli negativamente. Shinra sospirò.
<< Che ci fai qua? Non eri in caffetteria con i tuoi compagni di corso? >>
<< Dotachin mi ha dato buca all'ultimo momento e poi mi mancava il mio shizu-chan♥. >> disse il moro sedendosi affianco al diretto interessato.
<< Stai zitto pulce. >>
<< Ahahah non ti scaldare Shizu-chan. Se non sbaglio oggi non hai ancora distrutto nessuna sedia e nessun cartello vero? É un miracolo! >>
Vedendo Shizuo alzarsi con aria omicida Shinra si allarmò immediatamente interponendosi tra i due.
<< Ehi, ehi calmatevi. Non volete per caso distruggere la scuola! E poi Izaya tra poco non hai un esame importante? Dovresti studiare di più. >>
Izaya guardò i due ragazzi con aria divertita e si distese completamente lungo il pavimento lasciando intravedere in fianchi e la pancia piatta e pallida che si erano scoperti a causa della maglietta rossa la quale si era sollevata nel gesto.
<< A dire la verità mi rispecchio parecchio nel filosofo su cui stiamo trattando ultimamente, è come se con una frase avesse descritto appieno la mia situazione.
La vita è come un pendolo che oscilla incessantemente fra il dolore e la noia, pass-” >>
<< Aaaah! - lo interruppe Shinra – intendi Schopenhauer. >>
Izaya annuì. << Anche se il mio pendolo sembra essersi fermato sulla noia. >>
<< Ahh? Se vuoi ti aiuto io a fargli cambiare verso, anche con piacere. >>
<< Ohh che cattivo Shizu-chan! Anche se mi piacerebbe vedere il risultato di quello che dici... >> rispose Izaya bisbigliando l'ultima frase.
<< Chiudi quella bocca. >>
Il moro sorrise nonostante quelle fredde parole.
<< Allora questo fine settimana Ikebukuro? >>
Shizuo lo guardò di traverso con occhi minacciosi. Anche Shinra avrebbe volentieri evitato la sua compagnia, tuttavia delle volte provava pena per quel ragazzo che a causa del suo caratteraccio era odiato praticamente da tutti. Alla fin fine gli unici che lo tolleravano erano Dotachin, lui stesso, e sebbene in piccolissima parte, anche Shizuo non sembrava completamente contrario alla sua presenza.
<< Se arrivi in ritardo non ti aspetteremo come l'ultima volta. >> si arrese infine Shinra.
<< Non potrei mai far aspettare il mio adorato Shizu-chan.♥ >> detto questo izaya schioccò un bacio fugace sulla guancia di Shizuo sparendo il secondo dopo.
Shinra non sapeva decidere sul da farsi, se stupirsi paurosamente o scoppiare dal ridere vedendo la faccia del suo amico diventare improvvisamente rossa, ma era sicuro che la seconda opzione lo avrebbe portato a morte certa per cui cercò di trattenersi il più possibile godendosi la scena in silenzio.
<< Quella dannata pulce... giuro che la prossima volta l'ammazzo. >>

 

Quando arrivò sabato i tre amici si ritrovarono nella metropolitana di Tokyo. Ikebukuro distava solo quattro fermate dal punto in cui si trovavano, ma a piedi ci sarebbe voluta minimo un'ora. Il viaggio passò in modo insolitamente tranquillo. Mentre Shinra era occupato a messaggiare con la sua fidanzata completamente assorbito dal cellulare, Izaya e Shizuo restavano in silenzio guardandosi in giro e ignorandosi l'un l'altro; ma a volte capitava che i loro sguardi si incrociassero. Shizuo era ancora irritato per quello che era successo sul tetto della scuola qualche giorno prima e la distanza ravvicinata del moro non aiutava la sua voglia irrefrenabile di spaccargli la faccia. Izaya d'altro canto sosteneva divertito gli occhi ricolmi d'ira del biondo, distogliendo poi lo sguardo e ignorandolo nuovamente con il solo scopo di farlo incazzare ancora di più. Era un gioco malato che però soddisfaceva e intratteneva la sua mente insana e contorta. Il moro sapeva come sfruttare Shizuo, facendo in modo che le cose andassero sempre a suo vantaggio. Si approfittava di lui, stuzzicandolo e provocandolo, facendolo cadere nella sua trappola. Izaya poteva manipolarlo a suo piacimento e senza che l'altro se ne accorgesse, data la sua facile irascibilità.
La situazione peggiorò ancora quando una volta arrivati a Ikebukuro, Shinra li informò che da quel punto in poi avrebbe proseguito per conto suo, lasciando da soli gli altri due. Shizuo era diventato un ammasso di rabbia e nessuno, neppure lui stesso, capiva come stesse riuscendo a trattenersi dall'ammazzare qualcuno di botte, soprattutto quando al suo fianco c'era la pulce. Si chiedeva che cosa fosse venuto a fare lì se alla fine la sua presenza non era richiesta. Avrebbe potuto passare il pomeriggio con Kasuka anziché con quello.
Izaya invece era molto calmo, ma decisamente troppo annoiato. Essendo in compagnia del biondo si era aspettato di assistere a qualche scazzottata con le color gang e magari di vedere finire in prigione Shizuo. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta ma, di color gang neanche l'ombra. A dire il vero non c'era proprio nessuno da quelle parti. Che avessero sentito dell'arrivo di Shizuo nel quartiere? Izaya ne rimase piuttosto deluso, ma in fondo tutto quello dimostrava che aveva sempre avuto ragione. Shizuo era un mostro. Troppo scontato e monotono, banale e noioso se messo a confronto con con quelle interessanti e imprevedibili creature che erano gli esseri umani. Il silenzio che si era creato nel frattempo aveva portato a una imbarazzante atmosfera, e restare lì fermi a fare niente avrebbe solo complicato le cose.
Izaya si rese conto di essere improvvisamente affamato e chiese al biondo di accompagnarlo da qualche parte. Shizuo aveva sbuffato infastidito ma non avendo di meglio da fare al momento e non volendo rimanere lì da solo come uno scemo, accettò di andare in un posto conosciuto da entrambi che si trovava lì vicino, un ristorante di sushi gestito da alcuni russi. Però, quando arrivarono a destinazione si accorsero di una cosa, che quel ristorante non esisteva. Era mai possibile? Entrambi erano convinti del fatto che in quel luogo ci fosse un locale dentro al quale lavorava un tizio troppo “abbronzato” da poter sembrare russo che ogni volta che li vedeva provava a rifilare loro del sushi o a invitarli a mangiare dentro. Ma al posto di quel ristorante ora non c'era nient'altro che una libreria. Si fermarono a chiedere ad alcuni passanti ma niente. A quanto pareva quel ristorante non era mai esistito e nessuno aveva mai sentito parlare di un omone di nome Simon. Potevano essersi entrambi sbagliati?
<< Che stranezza... e che merda. Ho fameee. >> piagnucolò Izaya accendendosi una sigaretta.
Shizuo lo guardò incuriosito.
<< Fumi? >>
<< No, ma ogni tanto non posso farne a meno. >>
Si erano seduti su una panchina e Shizuo non poteva fare a meno di fissare la pulce accanto a sé. Lo osservò portarsi la sigaretta alle labbra e aspirare piano. Il suo sguardo si spostò sulle mani e sulle sue dita pallide e magre del moro. Si fermò un attimo colto da un improvviso dubbio mentre le guardava. Izaya se ne accorse e sorridendogli entrò nel suo campo visivo.
<< Shizu-chan, sono così attraente che mi fissi? >>
Shizuo per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
<< AHH??!! >>
Izaya continuò a fissarlo con fare tranquillo e senza scomporsi, ormai era abituato alle sue reazioni. Pian piano Shizuo riprese il controllo di sé.
<< Pulce non portavi degli anelli? >>
Lo guardò come se si fosse rintontito da un momento all'altro.
<< Mica sono una ragazza sai. Oppure... stai cercando una scusa per regalarmi un anello e confessare il tuo amore per me? >> gli chiese Izaya sorridendogli divertito.
Shizuo avrebbe tanto voluto zittirlo per sempre, ma quella non era la migliore delle opzioni.
<< No, quello che volevo dire era, non portavi due anelli semplici sugli indici di entrambe le mani? >>
<< No, mai portati. Perché? >>
<< Mi sembrava che... no niente. >>
In lontananza videro una camice bianco avvicinarsi, Shinra stava arrivando. Prima che il loro amico potesse sentirli Izaya si avvicinò all'orecchio di Shizuo sussurrandogli maliziosamente: << Penso che il mio pendolo stia lentamente cambiando posizione... >>

 

La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra il dolore e la noia, passando attraverso l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere.

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