Life at Hogwarts: first year

di clairefraser
(/viewuser.php?uid=59712)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** premessa ***
Capitolo 2: *** A boy and a girl ***
Capitolo 3: *** an incredible meeting ***
Capitolo 4: *** The letter ***
Capitolo 5: *** Hogwarts ***
Capitolo 6: *** Unpleasant meetings ***



Capitolo 1
*** premessa ***


premessa Privet drive era una delle tipiche vie residenziali inglesi con villette attorniate da giardini curatissimi. Era abitata soprattutto da famiglie con bambini i quali genitori desideravano crescere in un ambiente sano e ritirato dalla caotica vita londinese. Ma quella notte era destinata ad essere ricordata per sempre dagli inquilini del numero 15. In realtà a quell’ora non s’incontrava nessuno a Privet Drive era il momento in cui le famiglie si ritornavano a casa per la cena per questo gli unici rumori che si avvertivano per la strada erano le risate dei bambini e la voce del giornalista del Tg. Ma quella notte cera qualcuno a Privet drive. Una donna alta con un lungo mantello nero e un cappuccio che le nascondeva il volto camminava velocemente per la strada guardandosi di tanto in tanto indietro quasi si sentisse seguita o spiata. Da cappuccio erano sfuggite due ciocche di lunghi capelli di un bellissimo biondo cenere tra le braccia teneva un piccolo fagotto. Arrivata al numero 15 si fermò davanti al cancello guardando la casa attentamente poi si girò dandole le spalle. Si abbasso a guardare il fagotto tra le braccia che si rivelò essere un neonato. Una bambina per l’esattezza. Molto piccola e addormentata ignara del resto del mondo. Il volto della donna dai lineamenti delicati si addolcì e dagli occhi le fuoriuscirono delle lacrime che caddero sulla testa della piccola ancora addormentata.
-Non preoccuparti starai bene, loro ti vorranno bene vedrai!Sì, starai bene!-disse la donna ancora piangendo. Sembava che quelle parole erano più rivolte a se stessa che alla neonata tra le sue braccia. Varcò il cancello e si diresse alla porta sull’unico scalino vi adagiò la piccola poi si tolse una catenella con un ciondolo formato da una perla dentro una spirale d’ora e la mise all’interno di una busta contenente una lettera che mise tra le coperte della piccola. Fatto ciò diede un ultimo sguardo alla bimba ancora addormentata suonò il campanello e andò via nascondendosi dietro un albero immerso nell’oscurità dall’altra parte della strada.
Una donna non molto alta con una grande chioma nera venne ad aprire la porta . trovandosi di fronte alla bimba rimasse di stucco la prese tra le braccia non credendo ai propri occhi e si mise a chiamare a gran voce il marito.   

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** A boy and a girl ***


A boy and a girl

11 anni dopo

Helena Potter era una ragazzina davvero particolare. Pur avendo solo dieci anni, era in grado di fare cose che nemmeno un adulto grande, grosso e vaccinato era in grado di fare. Agli occhi dei vicini delle maestre e dei conoscenti Helena era solo la figlia adottiva degli Evans. In realtà figlia della sorella della signora  Evans che era morta subito dopo la nascita della bambina per un incidente stradale. Dato che l’identità del padre era rimasta sconosciuta (Lily Potter, infatti, non aveva mai voluto rivelare il suo nome alla sorella) la signora Evans e il marito avevano accolto la piccola nella loro casa. Helena era cresciuta insieme alla loro figlia della stessa età Petunia. Le due erano come sorelle. Ma i coniugi Evans sapevano che quella bambina lasciata una notte davanti alla loro porta non era una bambina come tutte le altre. Se né resero conto ben presto quando all’età di appena due anni una saliera si librò nell’aria e atterrò nelle mani della piccola Helena sorridente. Per non parlare di tutte le volte che Helena aveva il raffreddore ad ogni starnuto tutto andava per aria come se fossero su uno shuttle nello spazio. Sì Helena era decisamente speciale se ne rendeva conto lei stessa ma non per questo era stata meno amata dagli zii che l’avevano sempre trattata come se fosse figlia loro.

Helena però sapeva di essere diversa, anche se non riusciva a capire il perché. Ogni giorno scopriva a saper fare qualcosa che invece la cugina Petunia non sapeva fare. Di cero avrebbe dato qualsiasi cosa per saperlo come avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere qualcosa di più sui suoi genitori; ma tutto ciò che era riuscita a sapere era che sua madre si chiamava Lily Potter e che le somigliava molto. La signora Evans aveva cercato di soddisfare la curiosità della nipote raccontandole ciò che ricordava ma i suoi ricordi si fermavano a quando all’età di 17 anni Lily aveva lasciato la loro casa per andare in giro per il mondo. Helena se lo immaginava in giro per luoghi esotici a contemplare paesaggi mozzafiato ma la realtà e che sapeva così poco di lei che cercava di coprire con l’immaginazione un vuoto che non riusciva a colmare in altro modo.

Tutto ciò che la legava a lei erano delle foto della sua adolescenza e una collana con una perla avvolta in una spirale d’oro che non si toglieva mai. Del padre invece non aveva alcuna idea non sapeva nemmeno come si chiamasse e quando aveva chiesto agli zii notizie su di lui non erano stati capaci di dirle niente anche perché nemmeno loro avevano la minima idea di chi potesse essere. Certe volte Helena si ritrovava a guardare le poche foto che aveva di sua madre chissà se suo padre era uno dei ragazzi con cui lei rideva o con cui si metteva in posa?

Ciò nonostante Helena era cresciuta serena nella casa degli zii materni che non avevano mai fatto differenze tra lei e Petunia. C’è da dire che certe volte anche loro non sapevano che pesci pigliare e si preoccupavano di tenere nascoste le speciali doti di Helena. Difatti le era stato ammonito categoricamente di compiere qualsiasi stranezza davanti ad estranei o per strada. Helena che non capiva che cosa ci fosse di male aveva obbedito soprattutto a causa dell’evidente ansia degli zii ma era molto difficile metterlo in pratica e a volte i suoi poteri avevano la meglio. Anche quel giorno. In fondo a Privet Drive c’era un desolato parco giochi formato solo da un’altalena e da uno scivolo su di uno spiazzale polveroso. Le due cugine vi passavano la maggior parte del tempo nelle afose giornate estive. Anche quel pomeriggio erano lì Petunia spingeva Helena sull’altalena sempre più in alto fin quando arrivato al punto più alto Helena lasciò la presa e si librò in aria restandovi più del dovuto e atterrando leggermente pochi metri più in là.

-Helena! No, lo sai che non devi farlo la mamma te lo ha proibito – disse Petunia arrabbiata.

-Ma non mi sono fatta niente- rispose Helena – e poi non c’è nessuno qui.

In realtà non erano sole a pochi metri di distanza un ragazzo se ne stava nascosto dietro una siepe. Non doveva avere più della loro età. Era alto, aveva dei capelli neri tagliati malamente e lunghi sulle spalle e un colorito pallido e giallastro. Portava abiti fuori moda e di due taglie più grandi che lo facevano sembrare molto goffo. Guardava le due ragazzine attentamente e il suo sguardo si soffermava con desiderio soprattutto su Helena.

-Guarda Petunia! Guarda cosa so fare-disse Helena.

Volse il palmo della mano verso una siepe e subito si stacco un piccolo fiore che volo dritto tra le sue mani. Poi sospese l’altra mano su di esso e cominciò ad aprire e chiudere le dita come attratti da queste anche i petali del fiore si aprivano e richiudevano a bozzolo.

-Smettila! Ma come fai?-chiese Petunia meravigliata.

-Non lo so, lo so fare e basta- rispose Helena.

-Lo so io!-disse il ragazzo che alla fine si era deciso a uscire allo scoperto. Le due ragazze sobbalzavano dalla sorpresa. Petunia urlò e corse verso le altalene. Helena rimase al suo posto, la curiosità evidente sul suo volto.

Il ragazzo arrossì sotto il suo sguardo evidentemente si era già pentito di essere uscito allo scoperto.

-Beh, allora? – chiese Helena - che cosa sai?

-Ecco…. tu sei… tu sei una strega.- disse in fine il ragazzo.

-Non mi sembra una cosa molto carina da dire. -rispose Helena indignata.

-No è vero ti osservo da molto e…

-Ci stai spiando!- lo accusò Petunia.

-Non visto spiando! Non te per lo meno tu sei una babbana.- si difese il ragazzo. Petunia non conosceva il significato della parola ma dal tono capì che non doveva essere un complimento.

-Tu sei una strega-riprese il ragazzo rivolto ad Helena- anche mia madre lo è e io sono un mago.

-Un mago? Ma figurati io so chi sei! Tu sei il figlio dei Piton che vivono giù a Rover Place.-disse Petunia con un tono di disprezzo.

-Ma è vero!- cercò di ribattere il ragazzo.

-Andiamo via Helena. – disse Petunia e s’incamminò verso casa. Helena la seguì lanciando uno sguardo di curiosità e sospetto insieme al ragazzo, che rimase lì con la delusione dipinta nel volto. Nulla era andato come previsto.

Helena non rivide nei giorni seguenti il ragazzo, anche se andava al parco giochi non appena poteva e vi passava sempre davanti quando andava a fare delle commissioni. Qualcosa nello sguardo di quel ragazzo l’aveva incuriosita e si chiedeva che cosa intendesse quando le aveva detto che era una strega. Dovette aspettare due settimane prima di rincontrarlo. Era andata a portare dei biscotti alla signora Pink una vecchietta che amava raccontare storie sui suoi perduti amori. Al ritorno Helena aveva deciso di passare davanti al parco giochi non che sperava di incontrare il ragazzo ormai si era rassegnata. Ma arriva al cancello lo vide seduto su un’altalena con l’aria imbronciata. Si avvicinò e lo salutò. Il ragazzo che non l’aveva vista arrivare sussultò.

-Scusami, non volevo spaventarti. Mi chiamo Helena- disse porgendogli la mano. Il ragazzo meravigliato di tanta cortesia rispose:

-Io mi chiamo Severus- e le strinse la mano. Per Helena quel nome era il più strano che avesse mai sentito ma non glielo disse. Helena si sedette nell’altalena accanto alla sua e incominciò a dondolarsi. Poi disse:

-Scusa per l’altra volta a mia cugina non piacciono gli scherzi.

-Ma non era uno scherzo! Ma lei non può capire.

-Che vuoi dire?

-Che lei non è come te. Non sa fare tutte quelle cose che sai fare tu.-rispose Severus. Ma poi vedendo il volto perplesso di lei continuò:

-Tu hai dei poteri magici per questi riesci a far volare gli oggetti e tutto il resto. Anch’io ci riesco.

-Davvero?

-Certo. - detto ciò colse un fiore e incominciò a fargli aprire e chiudere i petali proprio come aveva fatto Helena. Lei rimase di stucco non aveva mai conosciuto un’altra persona che sapesse fare quelle cose.

-Allora vuol dire che…

-Tu sei una strega e io un mago.- disse Severus lasciando cadere il fiore e soddisfatto di aver catturato la sua attenzione.

-Ma come è possibile?-chiese Helena.

-Beh è cosi. Tua madre o tuo padre o entrambi dovrebbero essere dei maghi ma a volte anche anche tra i figli di babbani ci sono maghi e streghe.

-Babbani?

-Si le persone senza poteri magici.

Helena si chiese se non la stesse prendendo in giro eppure in questo modo si spiegava come mai lei era diversa e sapesse fare tutte quelle cose. Ma allora sua madre e suo padre dovevano avere poteri magici. No di certo sua madre non doveva essere una strega altrimenti non sarebbe morta in un incidente stradale avrebbe fatto una magia e si sarebbe salvata. Forse suo padre.

-Senti ma ci sono molti maghi e streghe?- chiese.

-Certo tantissimi ma non possono andare in giro a fare magie perché i babbani potrebbero vederli e poi e contro la legge magica.- disse serio Severus.

Helena non sapeva che cosa pensare s quello che le stava raccontando era vero significava che in giro cerano tanti come loro e lei non se ne era mia accorta. In fondo anche sapere che quel ragazzo sapesse fare quelle cose era sorprendente, fino a quel momento credeva di essere l’unica. Voleva fare un mucchio di domande ma in quel momento arrivò Petunia evidentemente mandata a cercarla.

Helena che cosa stai facendo? La mamma è in pensiero per te- disse Petunia indignata più per averla trovata in compagnia di quel ragazzo che per il suo ritardo.-Andiamo la cena è quasi pronta-e si incammino svelta. Helena non si era nemmeno resa conto di quanto si fosse fatto tardi, sarebbe voluta rimanere lì a parlare con l’unica persona che aveva risposto alle sue domande ma dovette alzarsi. Ma prima di andare via si girò verso Severus e gli disse in modo che Petunia non li sentisse:

-Ti va di incontrarci qui anche domani?

Il ragazzo arrossì, nessuno aveva mai chiesto la sua compagnia.

-Certo-rispose con un nuovo scintillio negli occhi e si salutarono.

 

 

 

L’amicizia tra Severus e Helena si consolidò ben presto così che ormai non passava giorno senza che s’incontrassero e comunque passassero del tempo insieme. Il loro luogo di ritrovo preferito era in riva ad un piccolo laghetto protetto dal sole da grandi alberi frondosi. Ad Helena piaceva molto trascorrere il tempo in riva al lago parlando della vita di maghi e streghe. Petunia non prendeva mai parte a questi incontri credeva che Severus prendesse in giro Helena raccontandole tutte quelle cose. Ma Helena ormai credeva ciecamente a Severus e figurati che meraviglia quando venne a sapere che esisteva una scuola dove maghi e streghe venivano istruiti e ricevevano un diploma. Questa scuola si chiamava Hogwarts e Severus sembrava sapere tutto di essa come gli studenti venissero smistati in case (Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde) di come la propria casa diveniva come una famiglia e si dovessero guadagnare punti per vincere la coppa delle case e del Quiddich lo sport dei maghi che si gioca a cavallo dei manici di scopa. Severus era così sicuro che di lì ad un anno loro due sarebbero andati in quella scuola che si meravigliò quando Helena gli espose le sue perplessità.

-Perché non dovresti andarci?- le chiese stupito Severus.

-Beh tu dici che lì ci vanno soprattutto i figli di maghi e streghe, io non ho la pi pallida idea se i miei genitori lo erano. E se non lo erano… è diverso se si è figli di babbani?

Severus la guardo ansioso poi sorrise e disse:-No, non è diverso.

-Meno male- disse Helena sospirando.

-Tu hai un sacco di magia ti guardavo sempre…- disse con voce bassa. Ma Helena non lo ascoltava si era distesa e fissava il cielo limpido. Severus la guardava con desiderio come la prima volta che si erano incontrati.

-Severus?

-Si? –rispose con un sorriso nel momento in cui lei aveva pronunciato il suo nome.

-Se faccio magie fuori dalla scuola chiamano i Dissenatori? E così che si chiamano quegli strani esseri che ti succhiano via la felicità?

-Ma certo che no! I dissenatori sono solo per chi ha commesso cose molto brutte tu sei troppo…

-Ma io ho fatto tante magie.

-Oh noi siamo a posto non ci fanno niente ma da quando andremo a scuola non potremo usare la magia fuori di essa.

-Non vedo l’ora di avere una bacchetta.- disse entusiasta Helena.

-Anch’io.

-Come va a casa?-chiese Helena

-Bene-rispose Severus vago.

-Non litigano più?

-Oh sì, litigano ma presto me ne andrò.-disse Severus strappando violentemente dei fili d’erba. Helena sapeva che Severus aveva dei problemi in famiglia a quanto pareva i suoi genitori non andavano molto d’accordo.

-A tuo padre non piace la magia?- gli chiese.

-A lui non piace praticamente niente.

-Anche i miei zii sembrano allarmati dalla magia, non capisco il perché.

Severus le sorrise. Era felice di aver trovato qualcuno che lo capisse. In qualche modo sembrava che condividere la stessa situazione li legasse indissolubilmente.

-Quando compi gli anni?-le chiese Severus.

-il 30 Luglio, perché?

-Quel giorno riceverai la lettera.

-Quella portata dal gufo?

-Sì, ma tu vivi con i babbani perciò verrà qualcuno a spiegarlo ai tuoi.

-E tu? Quando compi 12 anni?

-il 23 Luglio.

Helena si sollevò sui gomiti e gli sorrise dicendo:-Non manca molto allora.

Anche lui le sorrise e disse:-Sì non manca molto.

E così fu. Il 23 Luglio si erano ripromessi di incontrarsi subito non appena il gufo fosse arrivato. E Severus non si fecce aspettare, non era nemmeno mezzogiorno che Helena lo vide correre lungo Privet Drive sventolando un pezzo di carta. Helena che stava giocando con la cugina in giardino semisse un urlo che fecce spaventare Petunia e gli corse incontro. Si abbracciarono così forte che quasi caddero, Severus la perse la lettera e si mise a raccontare dell’arrivo del gufo e della felicità della madre mentre lei la leggeva. Era firmata Albus Silente il preside della scuola. Helena la lesse due volte poi si rivolse a Severus e gli disse:

-è meraviglioso andrai ad Hogwarts!

Intanto Petunia si era avvicinata e disse:-Che è successo perchè gridate tanto?

-Severus è stato ammesso ad Hogwarts- disse Helena entusiasta.

-Hogwarts?... ah la scuola per traviati-disse Petunia con un ghigno malvagio-beh, complimenti ti si addice proprio.

-Non è una scuola per traviati…è una scuola di magia e stregoneria e io e Helena ci andremo a settembre!-rispose Severus fiero.

-Helena? Helena non ci andrà lei non è come te!-grido petunia infuriata e poi rivolta a Helena-vero?non vuoi andarci?

Ma il silenzio imbarazzato di Helena la fecero andare su tutte le furie:-Bene! Vai! E divertitevi tra i mostri come voi!- gridò e andò dentro casa. Severus stava per ribattere ma Helena lo fermò. Sapeva che Petunia era arrabbiata e che l’unico modo era darle tempo per calmarsi.

-è invidiosa non sopporta che tu possa fare qualcosa che lei non può, non sopporta che tu sia speciale mentre lei è solo una ragazzina come le altre.-disse Severus. Helena lo guardò con gli occhi lucidi e disse:

-Davvero credi che io sia speciale?

-Certo che lo sei - rispose Severus senza esitazione. Helena lo abbracciò forte e gli sussurrò grazie all’orecchio, non sapeva perché ma sapere che per qualcuno era speciale la riempiva di gioia. Anche Severus la abbracciò e poi si sedettero sugli scalini davanti alla porta.

-Però su una cosa ti sbagli Severus, non si ha bisogno della magia per essere speciali. In fondo quel giorno giù al parco giochi non mi incuriosisti perché avevi poteri magici ma perché vedevo nei tuoi occhi la sincerità e anche se dicevi cose senza senso io ti credetti.-disse Helena guardandolo fisso. Severus arrossì non credeva che sarebbe stato mai più felice di così.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** an incredible meeting ***


an incredible meeting

Helena dovette aspettare più di un mese prima del suo compleanno e più i giorni passavano più diventava impaziente. Severus era talmente sicuro che la lettera da Hogwarts sarebbe arrivata che Helena gli aveva creduto dando per scontato che sarebbe arrivata la mattina del suo dodicesimo compleanno. Ma quando il 30 Luglio si svegliò di buon ora e scese le scale di corsa in cucina trovò solo gli zii che la abbracciarono e le fecero gli auguri. Niente gufi. Niente lettere. Gli zii le avevano regalato un computer portatile che desiderava da tempo. Helena ringraziò entrambi e si mise a leggere le istruzioni mentre faceva colazione. In realtà la sua mente era impegnata in tutt’altro. Perché non era arrivata? Forse era troppo presto? Forse Severus si sbagliava lei non era una strega e non avrebbe ricevuto nessuna lettera. Quest’idea la rese talmente triste che non appena finì la colazione salì in camera sua e si abbandonò sul letto. La mattina trascorse tranquilla e senza novità sul fronte postale. Quando Severus venne a cercarla non si stupì che ancora non avesse ricevuto nulla.

-Te l’ho detto sicuramente manderanno qualcuno per spiegarlo ai tuoi zii vedrai che verranno. – disse sicuro Severus- e se non fosse così giuro che andrò io stesso da quel Silente a dirgliene quattro.

Le parole di Severus la tirarono un po’ su di morale e non fece quasi caso allo sguardo torvo che Petunia lanciò a loro. Con l’arrivo della sera e nessun cambiamento il morale di Helena sprofondò di nuovo nell’angoscia. Gli zii non sapevano cosa pensare e associarono il suo comportamento alla fase adolescenziale. Anche Petunia era più gentile nei suoi confronti, anche se le sue supposizioni si erano rivelate corrette non voleva farlo pesare alla cugina delusa.

Così quando suonarono alla porta Helena andò ad aprire senza entusiasmo convinta che fosse un’altra vicina venuta a farle gli auguri. Ma quando apri la porta si ritrovò davanti un uomo decisamente strambo. Alto con una lunga barba bianca indossava un lungo abito molto simile ad una vestaglia e portava un piccolo paio di occhiali a mezzaluna sul naso rotto. I suoi occhi erano di un limpido azzurro del colore del cielo d’estate. Helena non appena lo vide si chiese se non fosse un po’ cresciuto per vestirsi in costume e se sapesse che erano ancora a luglio e mancavano mesi ad Halloween. Ma qualcosa in quegli occhi la fermarono nell’esprimere le sue perplessità.

-Salve- la salutò cortese.

-Salve-rispose Helena - stava cercando qualcuno?

-Sì, la famiglia Evans abita qui?

-Sì-rispose Helena sorpresa che cercasse proprio loro.

-Ah, bene-sorrise l’uomo-tu devi essere Helena?

L’immenso stupore di Helena per la comparsa di quello strano individuo si accrebbe nel sapere che la conosceva mentre lei non l’aveva mai visto. Di sicuro sene sarebbe ricordata. Nel frattempo anche gli zii si erano avvicinati alla porta per vedere chi fosse e quando si ritrovarono davanti a questo insolito ospite credettero di essere davanti ad un matto fuggito da un manicomio.

-Possiamo essergli utili? -disse cortese il signor Evans mettendosi tra l’uomo ed Helena.

-Sì, mi chiamo Albus Silente e sono il preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts vorrei parlare con lei e sua moglie riguardo all’ammissione alla scuola di Helena Potter.

Il signor Evans annuì e invitò lo sconosciuto ad entrare. Helena non capiva gli zii sapevano di Hogwarts e si aspettavano quella visita? Silente entrò porse la mano al signore a signora Evans che lo fecero accomodare in salotto. Petunia rimase di stucco quando lo vide e non riuscì ad articolare parola quando la salutò. Silente si sedette su di una poltrona vicino al camino e anche gli altri sedettero. Helena si sedette vicino al bracciolo del divano.

-Prima di affrontare l’argomento per cui sono qui voglio fare tanti auguri a te Helena per il tuo dodicesimo compleanno-disse guardandola fissa negli occhi.

-Ehm, grazie-rispose Helena imbarazzata.

-Possiamo offrirle del qualcosa da bere, signor Silente?-chiese la signora Evans.

-Un tè lo prenderei con piacere, grazie- rispose Silente con un sorriso. E la zia si diresse verso la cucina.

-Allora- riprese sempre guardando Helena- questa è per te.

E estrasse dalla tasca una lettera che le porse. Helena la aprì e vi trovò la lettera di convocazione per Hogwarts tale e quale a quella che aveva ricevuto Severus.

-Perdonami se non è arrivata prima ma volevo portartela personalmente-si scuso Silente.

-Quindi anche Helena è stata ammessa a quella scuola come sua madre- disse la signora Evans portando il vassoio col tè e porgendo una tazza a Silente.

-Mia madre? Mia madre è andata ad Hogwarts?-chiese Helena stupita. Perché non glielo avevano mai detto?

-Che cosa le avete raccontato di lei?- chiese Silente smettendo di guardare Helena e rivolgendosi agli zii.

-Solo quello che potevamo dirle secondo quello che c’era scritto nella lettera- disse la zia.

-Potrei vedere questa lettera?- chiese Silente.

La signora Evans si alzò e uscì dal salotto, vi ritornò poco dopo con una busta un po’ ingiallita che porse a Silente. La lesse attentamente osservato da tutti i presenti ad Helena sembrò di vedere per un momento uno scintillio nei suoi occhi. Ma questi sembravano non rivelare nessuna emozione. Dopo averla letta la ripose nella sua busta. Anche Helena avrebbe voluto leggerla, perché non le avevano detto di questa lettera gli zii? Ma non ebbe il tempo di esporre le sue domande che Silente ricominciò a parlare:

-Beh avete fatto un ottimo lavoro-rivolgendosi agli Evans e poi guardando Helena- sei stata ammessa alla scuola di Hogwarts la stessa scuola che ha frequentato tua madre che come te era una strega. Non c’è bisogno che ti dica niente della scuola perché scommetto che il tuo amico Severus Piton ti avrà già spiegato tutto.

Cosa? Come faceva a sapere di Severus? E sua madre? Una strega?

-Conosceva mia madre?-chiese Helena

-Certo, era una delle più dotate streghe che avessi mai conosciuto. Molto dotata. Era impossibile non notarla anche perché era molto bella. Tu le somigli davvero molto.-disse Silente con un sorriso.

-La conosceva bene? Forse lei sa chi è il padre di Helena?-chiese la signora Evans.

-Eravamo molto amici certo ma non mi ha mai confidato di provare dei sentimenti per qualcuno. Era molto riservata e credo che in fondo se non l’ha detto mai ha nessuno significa che non era importante.-rispose Silente.

-Come è morta? Se era una strega non può essere morta in un incidente.-disse Helena con un misto di rabbia e rancore nella voce. Silente sembrò accorgersi di questo perché la guardò attentamente negli occhi ma non per rimproverarla ma più per osservarla.

-La magia non può salvarti quando è destino che tu muoia. Tua madre è morta davvero in un incidente la notte del 31 Luglio.-le rispose con un sguardo dolce.

Sua madre era morta il giorno dopo la sua nascita, il giorno dopo che l’aveva abbandonata. Silente si rivolse agli Evans per dare ad Helena il tempo di riprendersi dalle nuove notizie.

-Spero che non abbiate niente in contrario se Helena frequenta Hogwarts?- chiese.

-No, certo- rispose la signora Evans.

-Bene, dovrà prendere l’espresso a Londra, ma se permettete un amico potrà accompagnarla e per comprare ciò che le occorre per la scuola potrà aiutarla la Signora Piton.

-Va bene- risposero gli Evans.

-Perfetto, a questo punto penso che sia ora di andare.- disse e si alzò. Anche tutti gli altri si alzavano per accompagnarlo alla porta ma Helena non lo fece. Non voleva che se ne andasse non dopo aver saputo che conosceva sua madre. Aveva tante cose da chierdergli e rimase seduta in segno di protesta. Silente la guardò negli occhi e sorrise. Le si avvicinò e si abbassò in modo d’essere alla sua stessa altezza. E poi le disse:

-è giusto che tu sappia di tua madre- e le porse la lettera che fino ad allora aveva tenuto tra le mani, e poi agiunse:- non avercela con loro se non ti hanno detto niente.

Si alzò e si diresse verso la porta. Helena rimase lì con la lettera in mano e una domanda che le frullava per la testa, poi scattò in piedi e andò alla porta che la zia stava per chiudere.

-Professor Silente!- gridò. Silente che stava per varcare il cancello si girò sorpreso. Helena lo raggiunse e gli disse:-Lei sa perché mia madre mi ha …- non riuscì a finire la frase perché la parole gli morirono in gola. Ma Silente capì cosa voleva dire e guardadola dolcemente le disse serio:

-Lei non ti ha abbandonato, non tutti i bambini che vengono lasciati dalla madre si possono dire abbandonati, molte volte non si ha scelta. Non so dirti perché tua madre lo fece ma una cosa posso dirtela lei ti amava davvero tanto.- e sorridendo aggiunse - Beh, ci rivedremo a settembre.-e se ne andò. E prima che Helena potesse aprire bocca era già sparito.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** The letter ***


the letter SPAZIO DELL'AUTRICE: Ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia e grazie anche per i commenti. Mi scuso se il mio italiano non risulta perfetto ma l'ho scritta di getto così come mi venivano le idee....inoltre voglio ribadire che la mia storia è ispirata a harry potter ma nello stesso tempo totalmente diversa. Spero non vi dispiaccia e continuate a leggere e a lascire commenti (anche domande se ne avete..)Grazie ancora!!!!!!!!!

Helena che aveva atteso tanto questo momento ora si trovava confusa e arrabbiata contro tutta questa omertà in cui era vissuta. Rientrò in casa e senza guardare in faccia nessuno se ne andò in camera sua e chiuse la porta. Si sedette sul letto e si mise a leggere la lettera di sua madre.

Cara Josephine e Nick,

se state leggendo questa lettera vi starete chiedendo chi ha lasciato una neonata alla vostra porta. Questa splendida bambina è mia figlia. È nata solo ieri il 30 Luglio 1997, e l’ho chiamata Helena.  Mentre la guardo dormire mi sembra che sia la cosa più bella che abbia mai visto. Purtroppo non posso tenerla con me e nel pensare a chi può amarla come l’amo io mi sei venuta in mente tu. La mia cara sorella. So che anche tu hai avuto una bambina e per questo che l’affido a voi sperando che possiate amarla come una figlia. Non potrei desiderare niente di più che saperla felice e al sicuro con voi più di quanto non possa essere con me. Di certo manifesterà subito dei poteri magici sono sicura che per questo non sarà meno amata da voi. Per quanto riguarda il padre non è importante che voi sappiate chi sia anche perché non può prendersi cura di lei. So che all’inizio i poteri di Helena potranno spaventarvi ma è molto importante che lei non li usi tantomeno in pubblico. Cercate di mantenere sotto strettissimo controllo questa parte di lei. Almeno fin quando non avrà compiuto dodici anni allora, si presenterà da voi un delegato della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove anch’io ho studiato e che lei frequenterà fino a diciassette anni. So che vorreste mettervi in contatto con me e magari aiutarmi con la bambina vi prego di non farlo, anzi non dovete in nessun caso mettervi o cercare di mettervi in contatto con me. Questo è molto importante anche perché se sono arrivata a lasciare mia figlia a voi l’ho fatto solo dopo aver cercato un’altra soluzione che non esiste. È bene anche che Helena non sappia di me e della magia prima dei dodici anni. So che farà delle domande, mi stupirei del contrario, ma non deve sapere niente prima che vada a Hogwarts. Le mie richieste possono sembrare strane quasi i vaneggiamenti di una pazza, ma se vi chiedo questo è solo per il bene di Helena e per far sì che lei abbi una vita più normale possibile. Purtroppo ci sono cose che non posso dirvi perché vi metterebbero in pericolo e soprattutto metterebbero in pericolo Helena ma se seguirete le mie indicazioni, andrà tutto bene. Dovrete sempre essere una famiglia questo farà sì che vivrete in pace. Prendetevi cura di lei e tenetela con voi fin quanto potete. Allego alla lettera una collana con ciondolo che è l’unica cosa che posso lasciare a mia figlia, spero che la porterà sempre con lei. Spero che farete ciò che vi chiedo comunque resterò per sempre vostra eterna debitrice anche se la portate semplicemente al riparo.

Per sempre vostra e con estremo amore,

Lily Potter

Helena non poté fare a meno di notare come la sua calligrafia fosse così simile a quella di sua madre. Lesse e rilesse la lettera tante volte e non si rese conto del tempo che passava e delle molte volte che gli zii e Petunia l’avessero chiamata, anche se lei non rispondeva mai. Rimase per tutto il tempo seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra e quasi non si rese quasi conto che una nuova voce la chiamava da dietro la porta.

-Helena, sono io Severus, posso entrare?- chiese cauto. Helena anche se non aveva nessuna voglia di parlare gli aprì. Severus entrò con un piatto in mano:-Da parte di tua zia, sono tutti molto preoccupati-disse. Ma quando la guardò, vide che gli occhi di Helena erano pieni di lacrime. Lei si gettò tra le sue braccia e iniziò a singhiozzare. Severus la strinse e si mise ad accarezzarle i capelli fino a che si fosse calmata. Poi Helena gli raccontò tutto di sua madre e poi disse ancora con le lacrime agli occhi:

-io sono un’orfana mia madre mi ha abbandonata. Non mi ero resa conto che infondo speravo che un giorno lei o mio padre sarebbero venuti a cercarmi, ma la realtà è che io non ho né un padre né una madre io sono sola…

-no, non sei sola –le rispose subito Severus- tu hai una famiglia che ti vuole bene i tuoi zii e Petunia e anch’io… io non ti lascerò mai, io sarò sempre tuo amico.

La sicurezza delle parole di Severus la fece sentire meglio. Riuscì a mandare giù qualcosa prima che si addormentasse.

Nei giorni che seguirono gli zii, Petunia e Severus cercarono di distrarre Helena che non appena restava da sola con i suoi pensieri si rabbuiava. Soprattutto Severus e Petunia si allearono in quest’impresa era, in effetti, molto strano vederli andare d’accordo, e parlarsi cortesemente anche se con indifferenza. Un martedì la signora Piton gli portò a Diaggon Halley per comprare l’occorrente per la scuola. Vi si accedeva per un locale il Paiolo Magico che solo i maghi e le streghe potevano vedere e nel cui retro tre mattoni sopra le pattumiere vi era l’accesso alla zona commerciale più frequentata da esseri magici, bastava spingere un poco il mattone. Helena non aveva mai visto niente di simile, maghi e streghe dappertutto tutti vestiti in modo strambo e con pacchetti e negozi tra i più insoliti vendevano ingredienti per pozioni, animali magici, vestiti, libri e poi vi erano anche locande, ritrovi, dove le persone si fermavano a chiacchierare. Andarono per prima alla Gringott la banca dei maghi gestita dai folletti, lì Helena aveva una piccola fortuna che sua madre le aveva lasciato che le avrebbe permesso di coprire le spese scolastiche e le sarebbe rimasto una buona rendita. Dopo si diressero nei vari negozi. Helena fu un paio di volte fermata da persone che le chiedevano se non fosse parente di Lily Potter dato che le assomigliava molto. Quando sapevano che era sua figlia rimanevano a dir poco di stucco. Così come fece il venditore di bacchette Olivares.

-la figlia di Lily Potter, oh ricordo ancora quando le vendetti la bacchetta ne ha fatto un ottimo uso- disse. Helena che più di ogni altra cosa voleva non pensare a sua madre era enormemente infastidita nel sapere che tutti la conoscevano lì. Per fortuna la signora Piton sviò la conversazione coll’uomo su ciò che erano venuti a comprare. Lei e Severus provarono molte bacchette. È la bacchetta che sceglie il mago continuava a ripetere Olivares. Severus trovò la sua al terzo tentativo. Helena invece non sembrava andare bene per nessuna bacchetta. Dopo molti tentativi si chiese se magari non esisteva una bacchetta adatta a lei, quando Olivares disse:

-Davvero strano non sembra andare bene per nessuna di queste bacchette…e se…- con un lampo negli occhi si diresse nel retro bottega e ne riemerse con una scatolina da cui estrasse una bacchetta e la porse a Helena. Nell’attimo in cui la prese Helena, senti un calore diffondersi dalla bacchetta a tutto il suo corpo.

-stano davvero questa bacchetta è fatta con legno di quercia e ha all’interno una piuma di fenice, ne ho venduta soltanto un'altra e anche questa ha fatto grandi cose. Chissà cosa aspettarci da lei signorina Potter.

Quando furono usciti, tornarono indietro e dopo aver ringraziato la signora Piton e aver salutato Severus, Helena entrò in casa pronta a raccontare tutto a Petunia e agli zii.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Hogwarts ***


Hogwarts

Il primo Novembre, il giorno della partenza, era tutto pronto. Helena era eccitatissima, Silente aveva detto che sarebbe venuto qualcuno a prenderla così si mise davanti alla finestra ad aspettare. Alle dieci in punto il campanello squillò Helena corse ad aprire e non poté credere ai suoi occhi. Un uomo gigantesco si trovava davanti alla sua porta. Aveva la barba nera e capelli lunghi fino al collo dello stesso colore. Portava un cappotto lungo e pesante e un ombrello.

-Ciao, tu devi essere Helena, davvero avevano ragione a dire che sei tale e quale tua madre-disse con un gran sorriso- io sono Hagrid- e le tese la mano. Helena gli tese la sua e per poco non gliela fracassò. Entrarono in casa e gli zii rimasero di stucco vedendolo destreggiarsi tra i lampadari.

-Oh, salve io sono Hagrid- e strinse anche a loro la mano-ah, che bella casa un po’ piccolina per i miei gusti. Allora Helena hai preso tutto ? è meglio se andiamo il treno parte alle dodici in punto.

Helena si girò verso gli zii che la abbracciarono forte.

-Mi raccomando copriti bene e facci avere tue notizie, ci manderai la tua civetta bianca, vero?-chiese la zia.

-Si certo ho deciso di chiamarla Edwige.

-Fai vedere a tutti di che pasta sei fatta? Sono sicuro che rimarranno a bocca aperta- disse lo zio. Petunia che era rimasta in disparte si avvicinò e la stinse forte e disse:-Mi racconterai tutto?vero?

-Certo!-rispose Helena subito.

-Ti voglio tanto bene.

-Anch’io.

Quando Helena si sciolse dall’abbraccio di Petunia vide Hagrid con le lacrime agli occhi.

-Scusate-disse-ma vedere come volete bene a Helena è commovente. Sua madre sarebbe felice se fosse qui.-e si soffiò il naso sonoramente. Poi si alzò e preso il baule di Helena che pesava diversi chili come se fosse una piuma salutò gli zii e uscì. Helena lo seguiva abbottonandosi il cappotto e portando la gabbia di Edwige. Si girò a guardare gli zii e Petunia sulla porta di casa e provò un senso di nostalgia. Si diressero lungo la strada fino a una casa vecchia e disabitata. Arrivati sul retro Hagrid disse:

-Bene non è ancora partita.

-Chi non è ancora partita?-chiese Helena che non capiva perché fossero venuti lì e di che parlasse Hagrid dato che lì non c’era anima viva.

-Ma la passaporta naturalmente.-disse Hagrid prendendo da terra una vecchia scarpa da tennis- dovrebbe partire tra dieci minuti. E si sedette sull’erba.

-Che cos’è una passaporta, Hagrid?

-Oh, scusa non ricordavo che tu non sai di queste cose. Una passaporta è un oggetto che permette di trasportarti dal luogo in cui ti trovi ad un altro luogo prefissato. Di solito si usano cianfrusaglie cose di poco valore che ai babbani non interessano. Oggi la maggior parte delle passaporte porta alla stazione di king cross per via di Hogwarts. Vedrai ti piacerà lì ti insegneranno tante cose.

-Tu sei un insegnante? -chiese Helena.

-No, sono il guardacaccia.-rispose un po’ in imbarazzo.- oh ecco che s’illumina presto appoggia la mano.- disse afferrando il baule con una manona e la passaporta con l’altra. Helena appoggiò la sua sulla vecchia scarpa e in un momento fu abbagliata da una luce e si ritrovò sul marciapiede della stazione.

-C’è l’abbiamo fatta! Da questa parte.- disse Hagrid facendosi strada tra la folla. La stazione era piena di maghi e streghe con i figli e un grande treno rosso aspettava la partenza.

-Bene non ci vorrà molto. Tieni il biglietto e ricorda di mettere la divisa prima di arrivare a Hogwarts. Io sarò lì per prendere le matricole. Tutto a posto?

-Sì- rispose Helena che intanto aveva già visto tra la folla Severus e la signora Piton.

-Bene allora vieni ti aiuto a salire sul treno.

Non appena l’ebbe issata su, Helena lo ringraziò di tutto.

-Stai scherzando! Questo ed altro per la figlia di Lily. Ci vediamo stasera. Buon viaggio.- Detto questo si allontanò e scomparve. Helena cercò uno scompartimento libero e vi sistemò il suo baule. Dopo non molto il treno si mosse e Severus arrivò trascinando il suo baule.

-Ciao, quello era Hagrid?- chiese sedendosi.

-Lo conosci?

-No, me l'ha detto mia madre?

Sembrava molto eccitato e parlava velocemente e a voce alta.

-Ma ci pensi- disse Severus- ci stiamo andando!

 Helena non poté fare a meno di sorridere. Passarono la maggior parte del tempo a chiacchierare finche Severus disse che ormai mancava poco e andarono a indossare le divise. Quando Helena tornò nello scompartimento, vi trovò due ragazzi che ridevano. Erano molto giovani dovevano essere anche loro del primo anno. Entrambi avevano i capelli neri uno portava gli occhiali e l’altro aveva un’aria affascinante. Helena li sorpassò e si sedette vicino al finestrino. Poco dopo Severus la raggiunse. Si sedette di fronte a lei con un’aria felice e ripresero a parlare di Hogwarts e dello smistamento nelle varie case.

- Speriamo che tu sia una Serpeverde- disse Severus.

-Chi vuole diventare Serpeverde?-chiese il ragazzo con gli occhiali-io credo che lascerei la scuola, e tu?-chiese all’amico.

-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.-rispose a malincuore.

-Cavoli sembravi uno a posto-e risero

-Se potessi scegliere dove vorresti andare?-chiese al ragazzo con gli occhiali.

-Grifondoro culla dei coraggiosi e puri di cuore- disse con voce solenne.

-Certo se t’interessano più i muscoli del cervello- disse sarcastico Severus.

-E tu dove vuoi andare dato che non hai né l’uno né l’altro?- disse e risero. Helena si alzò dal sedile e disse:

-Andiamo via Severus cerchiamoci un altro posto.

E se ne andarono mentre gli altri due le facevano il verso. Non ci volle molto per arrivare alla stazione di Hogsmade, la cittadina ai piedi del castello di Hogwarts abitata interamente da maghi. Lì Hagrid li aspettava quando vide Helena le chiese:

-Tutto a posto il viaggio?

-Sì grazie- rispose

-Vedrai il meglio deve ancora venire

 Si mise a raggruppare le matricole e si diresse verso il fiume, dove li aspettavano delle barche. Vi salirono in quattro per ognuna e risalirono il fiume. Videro subito Hogwarts un castello immenso, ai suoi piedi vi era un lago dove approdarono.

-State attenti alla piovra gigante- disse Hagrid tranquillo.

-Piovra gigante?- disse Helena preoccupata.

-Si dovresti vederla che carina.

Helena si chiese se stesse scherzando e iniziò a salire verso il castello. Nell’atrio immenso li aspettava una donna alta con degli austeri occhialini. Dopo aver fatto silenzio disse:

-Io sono la professoressa Mc Granitt, adesso entreremo in sala dei banchetti e quando chiamerò il vostro nome sarete smistati nelle varie case. Da quel momento in poi la vostra casa sarà la vostra famiglia e il vostro comportamento le farà acquistare o perdere punti.

Mentre la Mc Granitt parlava, senti Severus fremere d’eccitazione e vide che anche tutti gli altri erano molto nervosi. Helena, forse perché per lei era tutto nuovo e si metteva ad osservare ogni cosa, non aveva pensato allo smistamento più di tanto; ma adesso si sentiva anche lei nervosa. La Mc Granitt disse loro di seguirla ed entrarono nella sala. Era immensa con quattro tavoli su cui sedevano gli studenti delle loro case e in fondo un tavolo perpendicolare a questi, dove sedevano gli insegnanti. Il soffitto era incantato, infatti, si poteva vedere il cielo stellato.

Il gruppo di ragazzi si fermò davanti ad uno sgabello al centro della stanza sopra il quale vi era un cappello al centro della stanza. La Mc Granitt si mise a chiamare i ragazzi in ordine alfabetico, i ragazzi chiamati si sedevano sullo sgabello e il cappello parlante li assegnava alle varie case, dove erano accolti dagli applausi degli altri studenti. Anche i due ragazzi che avevano incontrato sul treno furono chiamati Sirius Black e James Fraser (il ragazzo con gli occhiali) e andarono a Grifondoro entrambi. Anche Severus fu chiamato e andò invece a Serpeverde. Intanto Helena era diventata sempre più nervosa. Dove l’avrebbe assegnata il cappello parlante?

-Helena Potter- chiamò la Mc Granitt.

Tutti si zittirono, Helena si avviò verso lo sgabello con gli occhi di tutti addosso, si sedette e la Mc Granitt le mise il cappello che le andava grande.

-Oh-disse-qui non c’è dubbio, Grifondoro!

Helena si tolse il cappello e si diresse verso il tavolo di Grifondoro. Lanciò uno sguardo triste a Severus anche lui era deluso. Arrivata al tavolo vide Sirius farle posto ma lei preferì sedersi più in là tra due ragazzi che si presentarono come Neville Paciok e Remus Lupin. Dopo che lo smistamento fu terminato, per magia le tavole si riempirono di ogni sorta di cibo. Helena iniziò a cenare intanto cercava di fare la conoscenza dei suoi due compagni.

-Potter? Questo nome mi dice qualcosa non sarai per caso parente di Lily Potter?-chiese Neville.

-Ehmm, si era mia madre.-rispose Helena.

-Tua madre?-chiese sbalordito- mia madre la conosceva dice che era la migliore strega che avesse mai incontrato.

Helena era imbarazzata tutti sembravano conoscere sua madre meglio di lei che era sua figlia. Non appena ebbero finito di cenare. Silente prese la parola e disse:

-Prima che andiate un paio di avvertimenti. Mastro Gazza mi chiede di avvertirvi che è severamente vietato sostare la notte fuori dalle rispettive Sale comuni, e che sono vietate qualsiasi tipo di burla o scherzo nei corridoi. Aggiungo che la foresta proibita è vietata a tutti gli studenti. Detto ciò potete andare nelle rispettive case. Buona notte a tutti.-li salutò con un sorriso.

I prefetti delle varie case li portarono alla sala comune di Grifondoro, il loro si chiamava Percy Wisley. Arrivati vi erano due scale che portavano ai dormitori maschili e femminili. Helena avrebbe voluto salutare Severus ma non riuscì a vederlo nella confusione anche perché Percy li spingeva tutti su per le scale. Helena divideva la stanza con altre tre ragazze di primo anno: Mary Finch, Jenny Wisley (sorella di Percy) e Elisabeth Danes. Soprattutto con quest’ultima Helena si sentiva particolarmente a suo agio perché anche lei veniva da una famiglia di babbani. Restarono un po’ a parlare ma poi crollarono addormentate. Helena guardò fuori dalla finestra e vide il cielo sgombro di nuvole e la luna splendente come non la vedeva da molto tempo e così si addormentò tranquilla.

Al primo anno gli studenti seguivano le lezioni d’incantesimi, pozioni, difesa contro le arti oscure, erbologia, storia della magia e un corso di volo su manici di scopa. Le lezioni si svolgevano con gli studenti delle altre case. Scesero per la colazione dove trovarono gli altri ragazzi.

-Buongiorno,-dissero due ragazzi perfettamente identici- noi siamo Fred e George e un vero piacere fare la vostra conoscenza.

-Smettetela volete farle scappare ancora prima che vi abbiano veramente conosciuto-disse un terzo ragazzo che si presentò come Lee Jordan. Helena non riusciva a distinguere Fred da George e si ripromise di non chiamarli per nome per non fare delle gafes.

-Allora primo anno?-chiesero i gemelli-ah, il migliore non come il secondo quando ci sono gli esami GUFO.

-Siete del primo anno?-chiese Percy con un fascio di carte in mano-ecco i vostri orari, non perdeteli!

Poi si voltò a guardare Helena, si avvicinò e gli tese la mano e con un sorriso gli disse:

 -Percy Wisley, piacere.

Forse si era dimenticato che si era già presentato ieri, decise di non farglielo notare.

-Helena Potter- rispose.

-Helena per qualsiasi cosa sono a tua disposizione.

Helena credeva che avrebbe fatto lo stesso per gli altri ragazzi del primo anno invece dopo aver distribuito gli orari uscì.

-Oh, a quanto pare hai fatto colpo sul nostro prefetto-disse uno dei gemelli-non è mai stato così gentile.

Helena finse di non ascoltarli e dopo aver finito di mangiare andarono alla loro prima lezione di pozioni. Si teneva in un’aula sempre impregnata di strani odori e di fumo, che fuori usciva dai calderoni. Era insieme ai Serpeverde, difatti trovò Severus già in aula che le teneva un posto.

-Ciao-la salutò non appena la vide-com’è andata ieri? Non ti ho più visto.

-Nemmeno io. Volevo dirti che è un peccato che non siamo nella stessa casa, ma non cambia niente, giusto?

-Certo-rispose sicuro.

Helena sorrise e un attimo dopo iniziò la lezione.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Unpleasant meetings ***


Unpleasant meetings NOTE AUTRICE: Ciao a tutti!!! finalmente il nuovo capitolo. Ringrazio tanto tutti quelli che continuano a leggere la mia fanfiction. Un saluto speciale a Wicked Soul, Dogma, bellavita e kikidabologna per i commenti. Grazie tante!!!! continuate a leggere e commentare . Ciao!!



Quando uscirono dall’aula Helena e Severus si ripromisero di incontrarsi in biblioteca per fare i compiti insieme. Arrivò alla sala per il pranzo in ritardo e mentre cercava un posto dove sedersi vide Remus farle segnale di un posto accanto a lui. Non appena si sedette si rese conto che si era seduta proprio davanti ai ragazzi del treno Sirius e James e questo la innervosì molto.

-Questi sono James Fraser e Sirius Black.-disse Remus- lei è Helena Potter.

-Ah ci conosciamo già.

-Davvero?-disse James- non mi ricordo.

-Sul treno-disse Helena- quando hai dato sfogo al tuo ego.

Lui la guardò attentamente poi disse:

-Certo, quella che voleva andare a Serpeverde!

-No, non era lei, era l’altro che voleva andare a Serpeverde - lo corresse Sirius.

-Ah, vero. Dov’è ?-si girò per scrutare il tavolo dei Serpeverde - ah, eccolo lì e stato accontentato il mocciosus.

-Come hai detto scusa?-disse Helena arrabbiata.

-Ho detto mocciosus, somiglia molto ad uno appena uscito da sotto le gonne di sua madre. Sai non dovresti stare con certa gente.

Helena non poteva credere all’arroganza di quel ragazzo.

-Hai ragione-disse sprezzante- non dovrei stare con certa gente. Si alzò e se né andò. Remus la fermò imbarazzato e disse:

-Mi spiace, non è un cattivo ragazzo e che a volte si fa trasportare.

-Certo come no, ci vediamo- disse Helena e uscì dalla sala.

Non riusciva a credere che potessero esserci persone tanto tronfie e arroganti. Ogni volta che vedeva James camminare con baldanza per i corridoi avrebbe voluto tirargli un libro in testa e rimase di stucco quando  un giorno mentre stavano studiando nella sala comune Mary Finch disse:

-è davvero affascinante, non credi?

-chi?-chiese Helena.

-Lui- e le indicò James che si stava scompigliando i capelli, come faceva sempre quando si metteva in mostra.

-James Fraser?-chiese stupita.

-lo conosci?

-avrei preferito di no.

-oh, ti prego presentamelo!

-cosa? Non c’è bisogno che te lo presenti basta che ti prostri adorante ai suoi piedi ed è fatta. E poi non ho nessuna intenzione di perdere il mio tempo a parlare con uno stupido.

-di chi state parlando?-chiese Elisabeth sedendosi.

-di James Fraser - rispose Mary - Helena dice che è uno stupido ma io lo trovo a dir poco affascinante.

-beh, sarà anche uno stupido ma ha un grande talento a quiddich. È stato ammesso nella squadra di Grifondoro. Si dice che il capitano si sia addirittura messo a piangere quando James ha segnato un punto da 20 metri.

-davvero?-disse Mary .

- Helena perché non entri anche tu in squadra? Sei brava a volare quanto James, la professoressa non faceva che ripeterlo durante l’ultima lezione.- chiese Elisabeth.

-E passare il mio tempo a volare dietro una palla? No, grazie.

Anche Severus era della stessa opinione di Helena rigurdo a James ed ai suoi amici.

-sono degli spacconi, e se ne infischiano delle regole, e poi vorrei sapere dove va sempre quel Lupin, a volte sparisce insieme all’infermiera.-disse Severus.

-dicono che è malato.

-sarà- disse poco convinto Severus.

La domenica non c’erano lezioni ma si poteva assistere alle partite di quiddich. Ad Helena piaceva molto assistere tranne quando Mary si metteva a gridare “forza  James” a squarciagola. Anche se doveva riconoscere che il ragazzo aveva talento. Quest’anno la squadra di Grifondoro non aveva perso una partita e alla fine di ogni vittoria facevano una festa nella sala comune.

Durante una di queste Mary le corse incontro, mentre lei ed Elisabeth cercavano di avvicinarsi al tavolo delle bibite, e la spinse fuori dalla folla.

-devi presentarmi a James- le disse.

-stai scherzando?

-ma non capisci, ho saputo che una del secondo anno Angelina gli corre dietro.

-E allora? Se qualcuno vuole suicidarsi può farlo, questo è un paese libero.

-oh ti prego puoi farlo per me? Ti prometto che non ti chiederò più niente.-Helena la guardò come se le avesse chiesto di tagliarle una mano.

-non mi chiederai più di farti da ruffiana, e non parlerai più di quanto lui sia affascinante. È la mia offerta.

-va bene-disse Mary felice e sistemandosi i capelli disse- come sto?

-oh dio! ti prego facciamo in fretta-disse Helena sospirando. Si diressero verso il gruppetto dei ragazzi dove c’erano proprio tutti James, Sirius, Peter (un ragazzo piccolo e timoroso) e Remus e uno stuolo di ragazzi della squadra e non, che discutevano della vittoria. Helena si trovava a suo agio solo con Remus, di certo il più modesto dei quattro amici, mentre Peter le era indifferente. Ma la sola vista di James e Sirius la innervosiva. Avrebbe preferito nuotare nel lago con la piovra gigante. Si avvicinarono al gruppo e Helena decise di non tergiversare oltre. Si rivolse verso James e disse:

-Ciao, bella partita. Ti presento Mary. Mary, questo è James.

E fece per andarsene mentre Mary allungava la mano a James, ma quest’ultimo si alzò e, senza rivolgere nemmeno uno sguardo a Mary, la fermò e disse:

-aspetta, non puoi arrivare così ed andartene, pensavo ti piacesse fare conversazione.

-certo, con le persone normali-rispose sarcastica.

-allora quale momento della partita ti è piaciuto di più?-chiese baldanzoso scompigliandosi i capelli. Se avesse avuto qualcosa di pesante, Helena glielo avrebbe rotto in testa.

-di certo quando quel bolide è passato a un centimetro dalla tua testa. Che occasione mancata!

-oh, su dai, sei ancora arrabbiata per quel tuo amico Serpeverde, volevamo solo farci una risata e poi non capisco cosa ci trovi in lui.

-in poche parole: non è te!-disse Helena sprezzante e se ne andò. Quando Mary salì in dormitorio era furiosa, a quanto pare non era andata come voleva.

-perché ti sei comportata così?-gridò.

-così come? volevi essere presentata e ti ho presentata.-disse Helena mentre si infilava il pigiama.

-potevi essere più cortese?

-non avevamo discusso che dovevo essere anche gentile, mentre tu avevi promesso di non parlare più di lui.

-non mi ha nemmeno guardata si è messo lì a chiedere perché avevi risposto così-e si sedette sul letto.

-è con ciò? dovresti ritenerti fortunata tu potresti avere una ragazzo migliore di un tronfio arrogante; se vuoi posso presentarti a Remus è davvero simpatico anche se non capisco come possa essere amico di James.

-Ma a me piace lui!-protesto Mary- e tu mi hai rovinato il momento più bello della mia vita!

Mary si distese sul letto e Helena non sapeva che dire.

-non preoccuparti le passerà- le disse Elisabeth.

Ma Mary non era dello stesso avviso, non parlo ad Helena per tutta la settimana e quando era lei a cercare di parlarle la evitava. Elisabeth le disse che massimo sarebbe stata arrabbiata con lei per un paio di settimane ma erano passati due mesi e la situazione non migliorava. Ne parlò con Severus un pomeriggio che stavano studiando in biblioteca.

-Sinceramente avrei fatto lo stesso. Quel Fraser è troppo arrogante per i miei gusti.

-sarà ma Mary non mi parla da allora.

-non appena avrà capito che non ha perso nulla ti parlerà di nuovo. Pensi d tornare a casa per il natale?-le chiese.

-no, gli zii e Petunia vanno a trovare nonna Rose e io non le sono molto simpatica. Pensa che gli zii siano stati degli stupidi ad accogliermi.

-che carina-disse Severus sarcastico.

-già, e tu?

-scherzi, mi ci vedi a cantare bianco natal con mio padre.

-allora lo passeremo insieme- disse felice Helena.

-fantastico- rispose allegro Severus.

-che cosa è fantastico, mocciosus?-chiese James che intanto era arrivato insieme a Sirius alle spalle di Helena.

-beh, se è fantastico per lui deve essere una vera noia-disse Sirius .

-niente che ti riguardi-rispose Severus irritato.

-che cosa ci fate qui?-chiese Helena.

-siamo venuti per studiare cosa si dovrebbe fare in biblioteca?

-sinceramente non credevo che tu sapessi dove fosse-disse ironica.

-ha,ha,ha davvero divertente. È molto simpatica sai anche se non capisco perché sta con te-disse James a Severus- non siete per caso fidanzati?

Helena sta già per rispondere quando arrivò la bibliotecaria rimproverandoli di fare troppo rumore e buttandoli fuori.

-vieni,Severus, troviamo un altro posto per studiare- e lanciando a James e Sirius uno sguardo omicida se ne andò.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=334811